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Ufficio stampa Rassegna stampa martedì 8 novembre 2011

Rassegna Stampa 8 novembre 2011

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Page 1: Rassegna Stampa 8 novembre 2011

Ufficio stampa

Rassegna stampamartedì 8 novembre 2011

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Altri fondi vincolati 1.319 13,9%

Fondi perenti 256 2,7% Spese con

risorse autonome 856

9,0%

Risorse Por 2.232 23,7%

Apq 475 5,0%

Sanità 4.329 45,7%

press unE 08/11/2011 Il Sole 9.0)1111E

La politica costa più del personale Per il Consiglio spesi 79 milioni mentre il resto dei dipendenti pesa 70 milioni

Roberto Galullo REGGIO CALABRIA. Dal nostro inviato

Combinazione tra scienza e magia, storia e leggenda, il fenomeno della fata Morgana sullo Stretto di Sicilia fa appari-re reale quel che è miraggio. Sarà magari per questo che il modello del Comune di Reggio Calabria è apparso per anni qpell'esempio virtuoso che forse non era.

A tentare di provarlo è la Procura della Repubblica che ha scoperto un buco di 170 milioni e un sistema diffuso di ricchi incarichi. Dopo la morte del megadirigen-te al bilancio comunale Orsola Fallara, de-ceduta i119 dicembre 2010 con uno strasci-co di dubbi sul suo suicidio, la Procura di Reggio ha messo tre pm a leggere i bilanci e ha poi iscritto nel registro degli indagati anche l'ex sindaco e attuale Governatore della Regione, Giuseppe Scopelliti. L'ac-cusa è di falso in atto pubblico, anche se Scopelliti sostiene di avere sempre sepa-rato la gestione amministrativa dall'indi-rizzo politico e si dichiara del tutto estra-neo alle vicende.

Il modello-Reggio al governo regionale sembra una storia già vista. «La situazio-ne dei conti è molto seria - spiega Deme-trio Naccari Carlizzi, esponente di punta del Pd nazionale ed ex assessore regiona-le al Bilancio - e nella relazione tecnica di accompagnamento ai bilanci annuale e pluriennale lo stesso dipartimento Bilan-cio e patrimonio ha evidenziato la necessi-tà di contenere le spese per evitare il disse-sto finanziario». Il presidente Scopelliti, contattato dal Sole-24 Ore al suo ritorno dagli Usa per replicare a queste e altre cri-tiche, non ha voluto rispondere.

Ogni Governatore aggiunge i propri tas-selli. Scopelliti, politico dai tempi della scuola, "editorialista" come si definisce nel suo curriculum, eletto Governatore il 29 marzo 2010 e cassaforte di voti per il Pdl, ha piazzato nelle caselle chiave dell'amministrazione regionale molti diri-genti del modello-Reggio.

Franco Zoccali è il direttore generale della Presidenza, Saverio Putortì è quello all'Urbanistica, Umberto Nucara è a ca-po del personale, Carmelo Stracuzzi, ex capo dei revisori del Comune di Reggio è stato premiato con la direzione generale dell'Agenzia per lo sviluppo dell'agricol-tura. Bruno Labate è l'ex dirigente alla de-legazione romana della Regione: il 28 ot-tobre la Procura gli ha sequestrato pre-ventivamente beni e conti correnti ed è

indagato per truffa e peculato. Altri diri-genti Scopelliti li ha lasciati a Demetrio Arena, attuale sindaco di Reggio, mentre ha messo in posti chiave della politica gli amici di sempre (o ex ai quali non si può dire di no), a cominciare dal sottosegreta-rio regionale alle Riforme Alberto Sarra. In Giunta i problemi non mancano: un as-sessore, Antonio Caridi responsabile del-le Attività produttive, compare in una no-ta della Dda di Genova consegnata il me-se scorso alla Commissione parlamenta-re antimafia.

Qui la politica è l'unica industria che produce. Per gli apparati e per quelli che riescono a prendere anche una sola bricio-la. Senza guardare al colore politico che

PARERI CONTRAPPOSTI Naccari Carlizzi (Pd): la relazione al Bilancio parla di rischio di dissesto finanziario Mancini (Pdl): giudizio positivo dalle agenzie di rating

La ripartizione

Le spese della Calabria. In milioni e in %

Fonte: Regione Calabria

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press unE 08/11/2011 Il Sole 9.0)1111E

in Calabria è un'invenzione. Tutti voglio-no diventare politici: alle ultime elezioni regionali si sono presentati in 65o. La grande torta è certificata dai numeri.

Anche quest'anno il consiglio regiona-le costerà almeno 79 milioni ma il fabbiso-gno stimato è di 84. L'onere supera abbon-dantemente quello per l'intero personale regionale di ruolo (2.323 persone di cui 1.920 della Regione più 403 del consiglio, senza contare gli enti strumentali) che è di 70 milioni.

Per le indennità di carica - ha calcolato l'opposizione del Pd con dati aggiornati al 2ooma pressoché stabili nel biennio successivo - se ne sono andati circa 18,6 milioni. Le Marche - regione paragonabi-le per numero di abitanti con la Calabria (che ne ha di più ma moltissimi sono quel-li che vivono fuori regione) - ne ha spesi 10,7. Per rappresentanze, cerimoniali e promozioni sono stati spesi 9oomila eu-ro che per le Marche sono 4omila Il per-sonale del consiglio è costato 34 milioni, nelle Marche 3. Solo per indennità contri-buti e missioni 10,6 milioni oltre ai 12,3 del-le strutture speciali. Per pubblicità e con-vegni la Regione ha speso 3,1 milioni; le Marche 515mila euro.

Se al costo del Consiglio si aggiunge quello della Giunta la torta diventa gigan-tesca. La Regione quest'anno costerà 32,2 milioni (ma il fabbisogno teorico è di 4o). Le sole strutture dei dipartimenti e degli assessorati costeranno quest'anno 6,6 mi-lioni ma il fabbisogno è di 7,8.

I conti del bilancio autonomo che sono di 9,4 miliardi, assorbiti per i145,7% dalla Sanità (commissariata) e da spese incom-primibili, evidenziano un altro paradosso per il personale: la spesa per gli ex precari ormai stabilizzati (tra i quali migliaia di fo-restali) grava per 294 milioni mentre tutti gli altri (di ruolo, consorzi agrari, Ato e via di questo passo) per n7,5, vale a dire meno della metà.

Se la politica è ricca i politici sembrano poveri. Il consigliere Santi Zappalà, con-dannato i116 giugno in primo grado a4 an-ni di reclusione per corruzione elettorale aggravata dalle modalità mafiose (secon-do l'accusa avrebbe chiesto voti alla co-sca Pelle di San Luca) e supporter di Sco-pelliti, per lo stesso anno dichiarava - co-me tutti gli altri giurando sul proprio ono-re - 71.568 euro, nove fabbricati, zero par-tecipazioni e neppure un'automobile. Il 17 ottobre Gdf e Ros di Reggio gli hanno

sequestrato contante, titoli e assicurazio-ni, per 7,5 milioni.

I miraggi in riva allo Stretto non finisco-no mai. Prendete la spesa dei fondi struttu-rali 2007/2013. 1122 agosto la Ue ha scritto una lettera con la quale ha comunicato al Governo nazionale e a quello regionale «gravi inefficienze nella spesa e nel con-trollo che inficiano l'affidabilità della pro-cedure di certificazione dei pagamenti». Morale: due mesi di tempo per risponde-re ai rilievi altrimenti la Ue avrebbe avuto mano libera «nel sospendere i pagamenti intermedi». I due mesi sono trascorsi, 1113 ottobre'c'è stata una nuova relazione re-gionale sullo stato di attuazione del Por Calabria e quattro giorni dopo, i117 otto-bre, maggioranza e opposizione si sono scontrate in Consiglio su chi e se avesse responsabilità.

La spesa della Regione è fatta così: la re-altà sembra confondersi con il miraggio in ogni piega o atto scritto o da scrivere. Magari è vero ma forse non lo è. L'assesso-re al Bilancio Giacomo Mancini ha grida-to vittoria di fronte ai rating finanziari del 5 ottobre. «È per noi motivo di soddisfa-zione che le agenzie Moody's e Fitch - ha dettato alle agenzie stampa - abbiano rap-presentato in maniera positiva la situazio-ne fmanziaria della Regione Calabria in confronto a quella di altre Regioni». Pec-cato, ribatte Naccari Carlizzi «che Moo-dy's abbia retrocesso la Regione Calabria da emittente di qualità medio-alta a me-dia e Fitch si fosse espressa sei mesi prima con un outlook stabile ma con prospetti-ve negative».

La teoria della relatività da queste par-ti è legge: il u agosto, dopo la retrocessio-ne delle agenzie di rating dei conti della Provincia di Treviso, l'assessore trevi-giano al Bilancio Noemi Zanetti dichia-rò: «Siamo come la Calabria» e Mancini non trovò di meglio che maledire «i luo-ghi comuni contro la Calabria che sono come quelli contro le donne che fanno politica: tutti falsi. Naturalmente, poi, come dimostra l'assessore Zanetti c'è sempre un'eccezione».

Fine dei giochi con offesa finale. http.firobertogalulo.blog ilsole24ore.com

O RIPRODUZIONE RISERVATA

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press unE 08/11/2011 Il Sole 9.0)1111E

Infrastrutture

La partita dei nuovi ospedali

/ a vera partita infrastrutturale sono i nuovi ospedali di Vibo Valentia,

i

Gioia Tauro, Sibari e Catanzaro. Una spesa tra i6 e 20 milioni. Altro che ri-lancio del Porto di Gioia Tauro, che racco-glie dal Governo solo briciole e che la Re-gione lascia ormai al proprio destino, no-nostante le smentite.

L'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha respinto al mittente la con-venzione siglata tra le Regioni Calabria e Lombardia, che affida a "Infrastrutture Lombarde" il controllo sulle procedure di realizzazione. I16 settembre 2011 il pre-sidente Antonio Catricalà ha osservato che "l'affidamento diretto nella forma in-house a "Il spa", di servizi non qualificabi-li come strumentali (in quanto non rivolti alla Regione Lombardia) ...costituisce condotta idonea ad alterare le dinamiche concorrenziali che dovrebbero governa-re l'affidamento di servizi pubblici...».

La stessa autorità garante auspica «una revisione delle modalità di affidamento dei servizi di supporto, di project & con-struction management e di alta sorve-glianza in relazione agli interventi di rea-lizzazione dei presidi ospedalieri calabre-si». La convenzione, ha denunciato Mim-ma lannello della Cgil sanità, costerebbe alle casse disastrate della sanità calabrese il 2,7% sul costo complessivo dei lavori di realizzazione degli ospedali, compresi gli oneri per la sicurezza e i costi per attrezza-ture e arredi. La Procura di Catanzaro ha aperto un fascicolo mentre nessuno capi-sce per quale motivo la Stazione unica ap-paltante resti fuori dalla partita.

La sanità, che assorbe 4,3 miliardi del bilancio 2011, continua a rappresentare una grande tentazione. Intorno al desco i convitati di pietra - come testimonia-no le inchieste ancora aperte - sono sem-pre le cosche. Ogni provincia ha un co-mitato della spesa dai contorni non sem-pre chiarissimi.

Ne sa qualcosa l'ex generale della Guar-dia di Finanza Luciano Pezzi, che il mini-stero dell'Economia ha indicato come sub commissario per l'attuazione del pia-no di rientro, quotidianamente alle prese con mille pressioni e forse proprio per questo dimissionario.

R.GaI. (D RIPRODUZIONE RISERVATA

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press LIf1E08/11 /2011

. Per l'Assinform 700 milioni in meno dal 2005 a ogg i

La Pa ha ridotto la spesaper la digitalizzazione

Il Sole 341('I)IfiS

Daniele Lepid oMILAN O

Pubblica amministrazio-ne "bocciata" in tecnologia. Se-condo l'osservatorio realizza-to da NetConsulting e Netic sper l'Assinform - l'associazio-ne italiana che riunisce leaziende italiane di Informa-tion technology - la spesa Ictcomplessiva annua del settorepubblico è calata dal 2005 al2011 di oltre 700 milioni di eu-ro, passando da 6 .296 a5 .578 mi-lioni (con un decremento me-dio annuo de12 per cento) . Uni -co settore virtuoso la sanità, lacui propensione alla spesa hi-tech è cresciuta auntasso me -dio annuo del 2,4% da 940 a1.085 milioni, assorbita per qua -si la metà dalle regioni del Nor -dovest . Un risultato positivoche però va iscritto in un qua-dro generale più problematicovisto che, con una spesa sanita-ria inIt pro capite di 15,78 euro,l'Italia è addirittura terzultimanella graduatoria europea gui-data dal Regno Unito, che con6o euro pro capite per la sanitàdigitale guida la classifica.

«La dematerializzazione4ei documenti pubblici è unavia obbligata per risparmiare elanciare nuovi servizi digitali -spiega il presidente dell'Assin-form, Paolo Angelucci - e lapiena adozione della fattura-zione elettronica, della postaelettronica certificata e delladigitalizzazione del fascicolodel personale produrrebbe ri-sparmi per 7,5 miliardi e quell adel fascicolo sanitario elettro-nico per 2,2 miliardi . La strad agiusta per lo switch-off dell aPa verso il digitale è quindi l'ob -bligo per legge di alcuni passag-gi, come è stato fatto per i certi-ficati medici online e come av-verrà entro l'anno per la Pec» .

Guardando alla composizio-ne della spesa per categorie ,nel 2010 la spesa Ict della Pub-blica amministrazione centra-le è stata pari al 55,4% del tota-

municazioni è confermato intutte le tipologie di enti, anchese con pesi molto diversi.

Tutto questo «nonostant el'azione qualificata e pressant edel ministro dell'Innovazion eRenato Brunetta - sostiene An-gelucci - visto che alla scarsit àdi fondi si aggiunge la resisten -za al cambiamento, da cui deri -va anche una bassa capacità,da parte della Pa, di ottimizza-re i finanziamenti disponibili,tanto che almeno il 20% dellaspesa impegnata sull'Ict non s itraduce poi in spesa effettiva».

Tra le difficoltà maggiori ,c'è proprio il dialogo fra do-. . .. .. .. . .. . .. .. . . . . . .. . .. . .. .. . .. .. .. . . .. .. .. .. .. . .. . . .. .. . .manda e offerta. Gli enti, infat-

ENTI LOCALI AL PALO

ti, raramente riescono a condi-Unico settore con il segno più videre coni fornitori gli obietti-

è la sanità, cresciuta

vi strategici per costruire una

tasso medio del 2,4%

partnership.Il dialogo è limita-a un

to all'indispensabile, sostienePaolo Angelucci : «Più bit e

l'Osservatorio dell'Assinform ,meno carta per risparmiare» guardando quasi esclusiva-

mente al prezzo . Ed è difficile«avviare con le Amministra-zioni un dialogo per una pro-gettualità di medio termine» .Un altro esempio : il nuovo Co -dice degli Appalti del 2006«stenta ancora a trovare pienaapplicazione nei suoi istitut ipiù innovativi- si legge nell'Os-servatorio - e questa mancan-za di dialogo si traduce in offer -te poco innovative, tendenz aal massimo ribasso, scarsa qua -lità della fornitura, elevatamortalità dei progetti».

In compenso il mercato Ictdella Sanità pubblica- Region ie Asl/Aziende Ospedaliere - èuna delle poche "certezze" dicrescita per il prossimo bien-nio. In questo settore la spesadella Pa in tecnologia è cresciu -ta arrivando a una quota del18,3% sul totale, con un incre -mento moderato ma costantedell'It (da 718 milioni nel 2005agli 885 stimati per il 2011), afronte di un calo altrettantolento delle telecomunicazioni,passate da 222 a 200 milioni .

RIPRODUZIONE RISERVAT A

le, contro il 12,8"x" delle Regio -ni, il 13,5% degli altri enti localie infine il 18,3% della Sanità .Guardando invece la riparti-zione tra informatica e teleco-municazioni, sempre nel perio-do 2005-2011, Si è registrato uncalo molto più marcato per lacomponente Tlc, passata da2.888 milioni del 2005 ai 2.355 at-tesi per quest'anno, mentre l'I tsi è limitata a scivolare da3.408 milioni a 3 .223, con un leg-gero rimbalzo positiv o(+o4%) atteso per il 2011 . L'an-damento più "riflessivo" dellacomponente legata alle teleco-

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press LIf1E08/11 /2011 Il Sole 341('I)IfiSDopo la manovra . Gli effett i

Per i Comuni cresconoi rischi di «buchi» in bilancioPasquale Mirto

I chiarimenti forniti dal mi-nistero dell'Economia sulle mo-dalità di applicazione delle ali -quote Irpef comunali - secondoil principio della progressività -non risolvono il problema sull anatura innovativa o retroattivadell'articolo 1, comma n del de-creto legge 138/2011 (Si veda «IlSole 24 Ore» del 5 novembre) .In pratica : l'obbligo della «pro-gressività» vale anche per il pas-sato, rendendo quindi viziati iprelievi fin qui effettuati, oppu-re si riferisce solo al futuro ?

L'interpretazione letteral edella norma porta a qualificarl acome innovativa, dal momentoche essa non è qualificata come

norma interpretativa.Prima delle modifiche appor -

tate dalla manovra-bis (articol o1, comma n del decreto legge138/2011), i regolamenti comu-nali con fasce di reddito diversi-ficate rispetto a quelle previsteai fini Irpef devono considerar-si, nel silenzio della norma origi-naria (articolo 1 del Dlg s360/1998), legittimi in quant o

VECCHIA NORMAFino al decreto legge 138il ministeronon ha impugnat oalcuna delibera con fasc ediverse da quelle Irpef

approvati in base all'articolo 52del Dlgs 446/1997 . Quest'ulti-mo ha sottratto alla potestà re-golamentare dei comuni solo ladefinizione della fattispecie im-ponibile, del soggetto passivo edell'aliquota massima, preve-dendo che per quanto non rego-lamentato si applicano le dispo-sizioni di legge .

Da un'altra angolazione sipuò sostenere che il Dl 138/2011legittimi l'operato di quei Co-muni che finora hanno adottatoun sistema di aliquote, nono -stante il parere contrario del mi-nistero dell'Economia che haSempre negato la possibilità d iistituire più fasce, senza però ar-rivare mai all'impugnazion e

delle delibere . Da questo punt odi vista, la necessità di assicura -re la razionalità del sistema tri-butario nel suo complesso e l asalvaguardia dei criteri di pro-gressività sembrano più orien-tate a uniformare l'articolazio-ne delle fasce di reddito delibe-rate finora dai comuni.

Se si considera come sonostate finora applicate le addizio-nali comunali e regionali in se -de di accertamento del reddit odelle persone fisiche, va tenutoin considerazione che il siste-ma informatico dell'agenzi adelle Entrate non permett eun'applicazione progressiv adelle addizionali ; di conseguen-za, tutti gli accertamenti sonostati fin qui notificati applican-do le aliquote sul reddito com-plessivo dichiarato.

L'interpretazione dell'Eco-nomia potrebbe quindi genera -re un nuovo contenzioso sugliaccertamenti emessi dalle En-trate che riguardano contri-

buenti residenti in comuni oregioni che hanno da tempoadottato un sistema di aliquo-te differenziate.

Va comunque evidenziatoche la normativa non garanti-sce la razionalità e progressivi-tà de prelievo comunale, vistoche il comune può legittima-mente articolare le fasce non inmodo coerente alle aliquote Ir-pef, stabilendo, ad esempio, cin-que fasce che vanno dallo 0 ,7 5allo o,8. Per essere coerenti conle percentuali di incrementodelle aliquote Irpef occorre pre-vedere per le attuali cinque fa-sce le seguenti aliquote massi-me:0,43-0,50-0,71-0,76-o,8 . Ilrischio è che un'applicazioneprogressiva non permetta ai co-muni di introitare quanto neces-sario a pareggiare il bilanci o2012 e ciò spingerà i più vers ol'adozione di un'aliquota unica ,accompagnata da una fascia diesenzione .

C RIPRODUZIONE RISERVATAProgressività

*Si tratta di un criterio d iimposizione in base al qualel'aliquota d'imposta cresceall'aumentare dell'imponibile.Questo criterio è richiamato nell aCostituzione, che all'articolo 5 3recita : «Il sistema tributarioè informato a criteri d iprogressività» . La progressivit àviene attuata con la modalitàdetta "per classi", quando a ogniclasse imponibile (comunement echiamata "scaglione di reddito" )corrisponde un'aliquota ch ecresce passando da una classepiù bassa a una piùalt a(oggi è il 43% sui redditi sopr ai 75mila euro)

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press unE 08/11/2011 Il Sole 9.0)1111E

Enti territoriali. L'estensione dell'obbligo previsto per i sindaci avrà conseguenze su 16,5 milioni di contribuenti

Addizionali regionali da rifare La «progressività» destinata a rivoluzionare le aliquote dei Governatori

Gianni Trovati MILANO

«Progressività» e analogia con gli scaglioni di reddito na-zionale sono destinate a rivolu-zionare le addizionali regionali all'Irpef. Anche i governatori, in-fatti, fino a oggi hanno differen-ziato le aliquote senza applicare il meccanismo progressivo che regola l'imposta nazionale, con un sistema analogo a quello ap-plicato nei Comuni: in pratica, l'ammontare del reddito cam-bia l'aliquota complessiva che si applica su tutto il dichiarato, mentre il Fisco nazionale cam-bia la richiesta per ogni «quota» di reddito.

Il problema nasce dalla mano-vra-bis di Ferragosto, che «per assicurare la razionalità del si-stema tributario nel suo com-plesso» (articolo i, comma 11 del Dl 138/2011) chiede ai sindaci che vogliono differenziare le ri-chieste fiscali in base al reddito del contribuente di seguire gli scaglioni previsti dalle regole nazionali. Un Comune che pre-vede tre aliquote, per esempio, potrà chiedere il 2 per mille ai redditi fino ai5mila euro, il 4 per mille a quelli che superano i 15mila ma non arrivano a 28mila e il 6 per mille a chi sta sopra quest'ultima soglia. Oltre ad «as-sicurare la razionalità», però, la regola chiede anche di «salva-guardare la progressività» delle richieste: secondo il ministero dell'Economia (si veda Il Sole 24

Ore del 5 novembre), questo si-gnifica che l'aliquota cambia per quote di reddito, come acca-de all'Irpef nazionale.

Il nodo, naturalmente, impat-ta anche sulle Regioni, che appli-cano aliquote più pesanti di quelle dei sindaci, altrimenti «razionalità» e «progressività» del sistema tributario rimango-no un obiettivo irrealizzabile. Anche per loro, del resto, il con-gelamento del fisco introdotto nel 2008 tramonta dal prossimo anno.

Per avere un quadro definiti-vo occorrerebbe una norma complessiva perché quando la

manovra-bis ha rivisto le regole per i sindaci non ha pensato all'effetto sull'Irpef regionale. Oggi sono cinque le Regioni che applicano aliquote differenzia-te a seconda del reddito, ma sic-come la squadra abbraccia "campioni" come Piemonte e Lombardia i contribuenti inte-ressati sono 16,4 milioni, quasi il 40% del totale.

In tutte le Regioni interessate si applica il meccanismo classi-co dell'Irpef locale: l'ammonta-re del reddito complessivo, al netto delle deduzioni, determi-na l'aliquota che si applica all'in-tero importo. Piemonte, Ligu-ria, Emilia Romagna e Umbria lo spiegano direttamente nelle proprie regole, ma anche la leg-ge della Lombardia ha lo stesso effetto.

Se le Regioni scegliessero di non rivoluzionare troppo il pro-prio panorama tributario, i con-ti sarebbero favorevoli per i con-tribuenti: la Lombardia, per esempio, dovrebbe ritoccare gli scaglioni (portandoli a 15mila e 28mila euro tondi), e con la pro-gressività i redditi più alti avreb-bero un piccolo sconto, perché sulla prima quota pagherebbe-ro l'aliquota light. Si aprirebbe-ro però problerpi di gettito, so-prattutto nelle Regioni (per esempio l'Emilia Romagna) che oggi hanno scaglioni frequenti e livellati verso il basso.

glannitrovati©ilsole24ore.com RIPRODUZIONE RISERVATA

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Addizionali regionali da rifare

Page 8: Rassegna Stampa 8 novembre 2011

3.273.738 • Contribuenti

ALIQUOTE

• fino a 15.000 euro

• Da 15.001a 22.000 euro

• Sopra i 22.000 euro aia

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Contribuenti

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• Fino a 15.000 euro

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• Fino a 20.000 euro • ,. • Sopra 120.000 euro

PIEMONTE GLI SCAGLIONI NAZIONALI

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• Contribuenti

646.884

ALIQUOTE

• Fino a 15,000 euro

• Sopra i 15.000 euro

0.90%

Gli scaglioni nazionali e le cinque regioni che dovranno cambiare

Fonte: Elaborazione Sole 24 Ore su dati dipartimento Finanze

Pagina 33 NORME E TRIBUTI

Addizionali regionali da rifare

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press L.IfE08/11 /2011

ItaliaOggi

Si può acquistare all 'asta perfino un camion dei pompieri

Gli enti locali vendonoormai di tutto su internet

DI ELISABETTA IOVINE

Dalle fotocopiatrici alle lampade pub-bliche, ai camion dei pompieri : tutt oquesto, e molto altro, è in venditasul sito internet francese AgoraStor e

(www.agorastore .fr) che propone all 'asta ma-teriale proveniente dagli enti locali d ' Oltralpe .Con l'acuirsi della crisi economica, sindaci eamministratori so -vracomunali hannocapito che è arriva-ta l'ora di riciclaree fare cassa .

L'esempio de imezzi antincendi oè eloquente . Comespiega-il coman-dante Crépiat, chegestisce gli acquist idel dipartimen-to dei soccorsi diDoubs, nella regio -ne Franca Contea,alcuni mezzi Mer-cedes sono offerti a9 mila euro . A rispondere ad annunci del generenon sono soltanto i collezionisti ma anche altr icorpi di vigili del fuoco di piccoli comuni, ch evanno a caccia dell'affare . Non sempre ci si pu òpermettere di spendere 200 mila euro per unnuovo automezzo . Allora ci si accontenta .

Attraverso queste compravendite, nel 201 0il dipartimento di Doubs ha raccolto 120 mil aeuro . Diversamente gli enti locali avrebbero do -vuto conservare i mezzi obsoleti in garage poc osorvegliati, dove si sarebbero rovinati sempre d ipiù . Le operazioni di compravendita via interne tfunzionano anche grazie al passaparola : i poten-

ziali interessati aumentano e questo provocal'innalzamento dei prezzi .

Non passa giorno senza che AgoraStore no nguadagni nuovi iscritti tra gli enti locali . E anch eun modo per svecchiare le flotte di autoveicoli. Ilcomune di Neuilly, nella regione Ile-de-France ,ha recentemente consegnato al sito tutte le vet-ture della polizia locale . Vi sono anche utilitarie,cassoni di camion e perfino una motocrotte, l a

moto che serve pe rla pulizia delle fec idei cani . Quest'ulti-ma, all'asta per 13 0euro, ha già trovatodue interessati .

Non mancano gl ioggetti più curiosi .Per esempio, fu apartire da decinedi tagliaerbe usat iche nacque l'idea d iAgoraStore . Un'ideapartorita da Hu-bert Dugas, ex re-sponsabile acquist idella città di Lione ,

che nel 2005 soffiò l'idea ad alcuni imprenditori .Egli non sapeva che farsene di tutto quel mate -riale e l 'intenzione era quella di fare offerte algrande pubblico in maniera trasparente . Dop oi tosaerba è stata la volta di trattori, carri eperfino pietre tombali : tutto andava a ruba .

Negli ultimi anni sono stati quasi 32 mila gl ioggetti venduti online su AgoraStore . Nel 201 0si è raggiunto il controvalore complessivo di 3milioni dì euro, escludendo la parte immobiliare .La piattaforma, infatti, commercializza anch ecastelli, locali commerciali e depositi .

Riproduzione riservata-

Una pagina del sito francese AgoraStore

Pagina 13

Page 10: Rassegna Stampa 8 novembre 2011

press L.IfE08111/2011

ItaliaOggi

La semplificazione nel rnaxiemendarnento. Gli sgravi per gli apprendisti dal 2012 al 201 6

Anche i1 Durc passa da internetRichiesta e invio online . E la p .a. non lo richiederà più

DI DANIELECmioLu

Stop al Durc cartaceo . Im-prese e amministrazioni ,infatti, devono richiedere,inviare e archiviare il cer-

tificato di regolarità contributivaesclusivamente per via telemati-ca sia per i lavori privati che perquelli pubblici. In quest'ultimocaso, inoltre, le imprese non devo-no più presentare il documento,in quanto il Dure è richiesto di -rettamente dall'amministrazio-ne interessata nei cinque giornisuccessivi al ricevimento dell'at-to che rende necessaria la verifi-ca della regolarità contributiva.A prevedere la semplificazionedel Durc è il maxiemendamentodel governo con le misure per losviluppo al ddl di stabilità, pre-sentato ieri alla Camera .

La semplificazione de lDurc . Il Dure è un certificat oche attesta contestualment ela regolarità di un'impresa neipagamenti e negli adempimentiprevidenziali, assistenziali e as-sicurativi, nonché in tutti gli altriobblighi previsti dalla normativavigente nei confronti di Inps, Inai le casse edili. La regolarità contri-

butiva (attestata dal Durc) ser-ve, tra l'altro, per tutti i contrattipubblici (appalti e subappalti, siadi lavori che di servizi e forniture)e per i lavori privati in ediliziasoggetti al rilascio di permessodi costruire o a denuncia inizi oattività. Due le semplificazionipreviste dal maxiemendamento :la prima è relativa alla procedu-ra; la seconda è la smaterializza-zione del certificato .

Oggi il Durc è previsto tra ladocumentazione obbligatoria daconsegnare per la partecipazio-ne e/o aggiudicazione di lavori ;il maxiemendamento semplifi-ca la procedura, esonerando l eimprese dal dover presentar eil certificato . Che non signifi-ca il venir meno del requisit odella regolarità contributiva, in

quanto a ciò provvederanno di -rettamente le amministrazioniinteressate, tenute a formulare«le richieste di rilascio del Durcentro il termine di cinque giornidal ricevimento dell'atto che nerende necessaria l' acquisizionee informando contestualmentel'interessato delle richiesta» .

La seconda semplificazioneè la smaterializzazione delDurc . Infatti, il maxiemenda-mento stabilisce che, nell'ambi-to dei lavori pubblici e privatidell'edilizia, imprese e ammini-strazioni competenti richiedo-no, inviano e archiviano il Dur eper via telematica .

Sconto apprendisti da l2012 al 2016 . Il maxiemen-damento, tra l ' altro, incentival'apprendistato per promuove-

re l'occupazione giovanile nellepiccole aziende (quelle con unnumero di addetti fino a nove).Infatti, per i primi tre anni i da-tori di lavoro sono esonerati dalpagamento di contributi, fruen-do così dello sconto dell'1,5% i lprimo anno, del 3% il secondo edel 10% il terzo anno. La versio-ne finale del maxiemendamentoprevede l'applicazione dell'in-centivo esclusivamente ai con -tratti stipulati dal 1° gennaio2012 fino al 31 dicembre 2016 ( enon dall'entrata in vigore dellalegge di stabilità) .

Rincaro contributi dal2012 . Il maxiemendament odispone l'aumento di un pun-to percentuale dell'aliquotacontributiva, e della relativaaliquota di computo delle pre-

stazioni pensionistiche, per gliiscritti alla gestione separataInps . Oggi l'aliquota è al 26,72%per la generalità dei lavoratori ,salirà al 27,72% (il 27% utile aifini pensionistici) ; per gli iscrittiad altre forme di previdenza ob -bligatoria e per i titolari di pen-sione l'aliquota oggi è al 17% ,salirà al 18%. La versione finaledel maxiemendamento stabili-sce che gli aumenti hanno ef-fetto a decorrere dal 1° gennai o2012 (e non dall'entrata in vigo-re della legge di stabilità) .

Niente Irap per la produt-tività aziendale . Dal 2012 l eregioni potranno disporre la de-duzione dalla base imponibil eIrap (imposta regionale sull eattività produttive) delle som-me erogate ai lavoratori in at-tuazione dei contratti collettiviper la produttività (un ulterioresconto de 4-6%, dunque, che siaggiunge a detassazione e de-contribuzione già previste) . Laversione finale del maxiemen-damento precisa che gli effettifinanziaria, in tal caso, «sonoesclusivamente a carico del bi-lancio della regione» .

Rincaro gestionebarata Ines_Sgravioall'apprendistatoMeno Irapsulla produttività

LE NovnÀ

L'aumento di aliquota (+1%) scatterà dal 1° gennai o2012Gli incentivi si applicheranno (solo) ai contratti stipulat idal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2016

III costo dell'incentivo, eventualmente deciso dalle regioni , resta a totale carico del bilancio regionale

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Anehe il Drrrc parsa da interna

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press L.IfE08111/2011

ItaliaOggi

Un parere del ministero dei trasport i

Alberi rimuovibilise creano pericoli

DI STEFANO MANZELLI

Possono essere rimos-si gli alberi piantatitroppo vicino alla car-reggiata prima dell'en-

trata in vigore del nuovo codic edella strada. Ma solo se rappre-sentano un evidente pericol oper la circolazione e non son opossibili misure alternative diprotezione per gli utenti . Lo hachiarito il ministero dei traspor-ti con il parere n . 3224/2011 . Lasicurezza delle strade è spess ocompromessa da manufatti ,installazioni e piantumazioniposte troppo a ridosso della car-reggiata . Per quanto riguarda ilposizionamento degli alberi laprovincia di Terni ha richiest oistruzioni in relazione all'art .26 del regolamento stradale ilquale letteralmente dispone alcomma 6 che «la distanza dalconfine stradale, fuori dai cen-tri abitati, da rispettare perimpiantare alberi lateralmen-te alla strada, non può essereinferiore alla massima altezz araggiungibile per ciascun tip odi essenza a completamento de lciclo vegetativo e comunque noninferiore a 6 metri» . A parer edel dipartimento per i trasportiterrestri la questione delle fascedi rispetto interessa innanzitut-to sia i soggetti pubblici che pri-vati . Ma la severa regola sulle

distanze minime trova applica-zione espressa solo per le nuo-ve piantumazioni . In pratica ,prosegue la nota, «gli alberi giàimpiantati, prima dell'entratain vigore del codice della stra-da, lateralmente alla carreggia-ta nella fascia di pertinenza auna distanza inferiore di quellaprevista dall'art . 26 c . 6 del re-golamento possono non esser erimossi . Ciò non toglie che glialberi debbano essere adegua-tamente protetti, così come tuttigli altri elementi, quali costru-zioni, muri, pali e sostegni, po-tenzialmente pericolosi per gliutenti della strada, presenti si anella fascia di pertinenza che inquella di rispetto» . In buona so-stanza l ' ente proprietario dellastrada deve comunque assicu-rarsi di limitare i rischi per lacircolazione stradale anche i nrelazione alle strutture vegeta-tive secolari presenti per esem-pio a lato della carreggiata . Sele necessarie misure preventiv ecome l ' installazione di barrier eprotettive o altri sistemi di rite-nuta non sono sufficienti per ga-rantire gli utenti stradali l'enteproprietario può quindi dispor-re l'abbattimento degli alberipericolosi anche se impiantatiprima dell'entrata in vigore delcodice stradale, ovvero il decre-to legislativo n. 285/1992 . Riproduzione riservata

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ItaliaOggi

La Corte conti della Sicilia richiama le amministrazioni alla trasparenza

P.a ., la negligenza costaIncarichi al buio, si paga il doppio dei compensi

DI ANTONIO G. PALADINO

1 e un ente pubblico con-ferisce legittimamenteun incarico a un dipen-dente statale, è tenuto a

comunicare all'amministrazion edi appartenenza del citato dipen -dente, ai sensi dell'art .53, comma11, del dlgs n. 165/2001 ., anchel'ammontare dei compens ierogati . In caso di omissione ,infatti, scatta la sanzione par ial doppio degli emolument ipercepiti e questo costituiscedanno erariale a carico dei ver-tici dell'ente inadempiente, inquanto indice della negligen-za a percepire la sussistenzacli un obbligo di legge, previstoin una disposizione cli agevolis -sima interpretazione .

E quanto ha messo nero subianco la sezione giurisdizionaledella Corte dei conti siciliana, ne ltesto della sentenza n . 3488/2011 ,con cui ha condannato president ee direttore generale di un' autori -tà d'ambito ottimale a rifonder ele stesse casse dell'ente, del dan-no pari alla sanzione pagata perla violazione relativa all'omessacomunicazione dei compensi per-

cepiti da un dipendente pubblicocui era stato conferito un incaricodi esperto amministrativo.

La norma sopra richiamata ,infatti, prevede che «entro il 30aprile di ciascun anno, i sogget-ti pubblici o privati che erogan ocompensi a dipendenti pubbliciper incarichi, sono tenuti a dar e

comunicazione all'amministra-zione di appartenenza dei di -pendenti stessi dei compensierogati nell ' anno precedente» .Norma, questa, di strettissimae rigorosa interpretazione ch eprevede un altrettanto rigoros osistema sanzionatorio in caso diinosservanza. Ne è prova l'arti-colo 6, comma 1 del dl n . /97 ov esi prevede che «nei confronti dei

soggetti pubblici che non comu-nicano l' ammontare degli emo-lumenti o che si avvalgano diprestazioni di lavoro autonomoo subordinato rese dai dipenden-ti pubblici senza autorizzazionedell'amministrazione di appar-tenenza, oltre alle sanzioni perle eventuali violazioni tributarie

o contributive, si applica un asanzione pecuniaria pari aldoppio degli emolumenti cor-risposti sotto qualsiasi formaa dipendenti pubblici» .

E questo ciò che è avvenu-to nella vicenda sottoposta algiudizio della Corte siciliana .Che non ha avuto dubbi neldecidere per la condann adell 'ex presidente e del di-rettore generale dell'autorit àd'ambito . Secondo la Corte, in-

fatti, nel caso di enti collettivi, i nmancanza della formalizzazionesulla ripartizione delle compe-tenze, l'obbligo di effettuare unacomunicazione è riferibile a queisoggetti che, per l'ufficio ricoperto ,hanno il potere di amministrare erappresentare l'ente . Soggetti chehanno messo in pratica una con-dotta negligente (quindi con colpagrave, tale da generare l'inutile

esborso) in quanto l'adempimen-to, consistente in un'azione d iagevolissima realizzazione, er a(ed è) imposto da una norm achiara, inidonea a dar luogo adubbi interpretativi . Nella nor-ma di legge non è alcun margi-ne di discrezione e la semplicit àdell'adempimento richiesto haindotto la Corte a ritenere chel'omissione della comunicazione«integra un negligente eserciziodi compiti istituzionali la cui gra -vità configura la responsabilit àamministrativa».

Ad avviso della Corte, si leggenella sentenza, non può essereignorato che del danno sono statichiamati a rispondere due sog-getti, professionalmente moltoqualificati, che ricoprivano posi-zioni apicali nell'organigrammaaziendale . L'assunzione di taliuffici, nell 'ambito di una societàdi significativa consistenza, è «in -dice inequivocabile della capacitàdei soggetti chiamati a ricoprirli ,di percepire la sussistenza di unobbligo di legge, previsto in unadisposizione di agevolissima in-terpretazione e„di assumere l econseguenti iniziative per assicu -rare il rispetto di tale obbligo» .

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L'esproprio non è in regola? Scatta anche il danno morale Scatta anche il danno morale, oltre che quello patrimoniale, in favore del proprietario del terreno quando l'esproprio non è in regola. E ciò grazie alla manovra economica 2011 che ha reintrodotto l'istituto dell'acquisizione sanante. Lo chiarisce la sentenza 5844/11 pubblicata il 2 novembre dalla quinta sezione del Consiglio di stato. Il decreto legge 98/2011, che contiene la cosiddetta «manovra di luglio», all'articolo 34 aggiunge una nuova disposizione al Testo unico dell'espropriazione di cui al dpr 327/01 (introducendo l'articolo 42-bis). La novella prevede che al proprietario sia corrisposto un indennizzo per il pregiu-dizio patrimoniale e non patrimoniale patito dall'illegittima attività posta in essere dalla pubblica amministrazione, anche con riferimento ai fatti antecedenti (comma 8 della norma). Il riferimento al pregiudizio non patrimoniale contenuto nella disposizione, osservano i giudici di Palazzo Spada, costituisce una disposizione innovativa, che impone la necessità di oppor-tuna considerazione anche in sede di risarcimento del danno per illecita occupazione. La controversia, nella specie, nasce per l'illecita occupazione (temporanea e definitiva) delle aree impiegate nella realizzazione delle opere di urbanizzazione del rione di un comune sardo. E su questo punto, spiega il collegio, ci troviamo di fronte a un'obbligazione che deriva da un illecito extracontrattuale: si tratta, quindi, di un debito di valore e le relative somme, determinate con riferimento alla data della trasformazione irreversibile del bene, devono essere rivalutate secondo equità all'attualità sulla base degli indici Istat (nel caso concreto questa voce di danno è stimata in 50 mila euro, tenuto conto del valore complessivo del risarcimento che non è esiguo). Risulta poi necessario il riconoscimento del danno da lucro cessante, costituito dalla perdita della possibilità di far fruttare la somma in questione: il danno, considerato il tempo trascorso e il graduale mutamento del potere di acquisto della moneta, è liquidato in via equitativa nella misura degli interessi legali sulle somme rivalutate anno per anno a decor-rere dalla data dell'illecito, salvo detrarre quanto già eventual-mente versato dal comune ai singoli proprietari interessati dalla procedura ablativa. Per dirimere la controversia, infine, è rilevante anche la giurisprudenza costituzionale: dopo la sentenza 349/07 della Consulta, infatti, il meccanismo indenni-tario risulta inapplicabile anche per le occupazioni illegittime anteriori al 30 settembre 2006 e al proprietario deve essere corrisposto il risarcimento del danno, rapportato al pregiudizio arrecato per la perdita di proprietà, del bene.

Dario Ferrara

P.a.. la negligenza cos

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DETERMINA

Buoni pasta Valutazioni a 360 gradi

DI ANDREA MASCOLINI

Per l'aggiudicazione delle gare per i buoni pasto, valli-tabili anche i servizi aggiun-tivi resi dalla stessa rete di esercizi; ammesso anche il requisito del possesso del- la rete di esercizi ma come ' condizione del contratto. Sono questi alcuni dei punti principali della determina n. 5 del 20 ottobre 2011 emes-sa dall'Autorità per la vigi-lanza sui contratti pubblici contenente le indicazioni applicative della disciplina che regola gli affidamen-ti del servizi sostitutivi di mensa. La determina 5/2011 chiarisce in primis che per definire l'importo a base di gara ci si può ancora riferi-re, ancorché non sia ripro dotta nell'art. 285 del dpr i 207/2010, all'articolo 7 del dpcm 18 novembre 2005 il quale stabiliva che «il va-lore assunto a base d'asta per le gare non può essere inferiore al valore facciale del buono pasto». In merito all'elemento del «possesso :

da parte del concorrente della rete di esercizi attra-verso cui si espleta il servi-zio sostitutivo di mensa», la

determina neeronferma la legittimità

esecuzione

m

deeleornanditzriaottne di e laddove venga comprova°

to mediante impegno dei concorrente all'attivazione

dalemtromellitochiede p

terminedel della a rete entro M1 eongru

u

ontratto, l'esisateellna-

di alle stazioni` appaltanti verificare, in fase esecu-

tiva del c za e le caratteristiche degli esercenti, nonché iln ' etto delle condizioni di eZiven_ zionarnento dichiarate `in sede di, gara. Per l'a

ggiuddie-- cazione del contratto la

mministr :mz elementi t b i i i pe se pro- l'a

termina i c pre sa che il prezzo più basso sarà ' utilizzabile

azion ha prede- fini e

gettuo tuali, individuando, tutti gli e lt i

dividuando in modo preciso, il complesso mdeolle prestazioni e la con- creta organizzazione delle stesse; viceversa se l'appor mtoedglie

o lll'off, erente é rilev

offerta economica- ' mente più vantaggiosa. Si

ammette la valutazione. in sede di aggiuntivi che

tà dei «buoni aPendibili-

prestazione qppur7tril5calelan°ochlea'.

fevo , tiscono l'ef- particolare riferimentocipecona

alqd:ana7a8elliacrlihrie:npgtoaertta:aiglideeisetercrentiillbLi ai, fini della e lenni ehnutoon: enliss

v dazion dei esercenti,

. fatturazione alla ione del pag

ovvero di finali del ecio agl utenti

servizio. i e cano ben ll che re-

P.a.. la negligenza costa

Alberi oribili

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Dimensionamento? Chi lo ha fatto rischia di rifarlo La legge di stabilità ha abbassato i parametri per formare gli istituti comprensivi

tegge ut stattutta reti attuussaut t pararnetrt per jortnu,re gu tstuuu DI MARIO D'ADAMO

La diffusione generalizzata di isti-tuti comprensivi di scuola dell'in-fanzia, scuola primaria e scuola secondaria di primo grado sta su-

bendo un rallentamento. Non solo per la decisa opposizione di alcune regioni, che hanno presentato ricorso alla Corte costi-tuzionale, lamentando l'intrusione dello Stato nelle loro competenze in materia di programmazione della rete scolastica ter-ritoriale, o per la posizione che la stessa Conferenza delle regioni e delle province autonome ha preso il 27 ottobre scorso, chiedendo che l'operazione sia distribui-ta lungo l'arco del prossimo triennio. Lo stesso ministero, infatti, sembra incorag-giare discussioni e quindi possibili ripen-samenti. Il sottosegretario Giuseppe Pizza, rispondendo a un'interpellanza, prima firmataria Maria Coscia, parla-mentare del partito democratico, ha rico-nosciuto che «le operazioni relative ai pia-ni di dimensionamento debbano essere svolte in tempi adeguati di consultazione tra i vari soggetti coinvolti», e non sono pochi, affinché poi le decisioni finali trovi-no «la più ampia condivisione possibile»,

ed ha affermato anche che il ministero è pronto «ad aprire in commissione (istru-zione) un tavolo in vista di un migliore e maggiore funzionamento del sistema scolastico». C'è sicuramente necessità di capire meglio, giacché la generalizzazio-ne degli istituti comprensivi su tutto il territorio nazionale prevista dal decreto legge n. 98 del luglio scorso sta per esse-re implementata dalla legge di stabilità del 2012. Se a luglio si prevedeva di co-stituire istituti comprensivi con almeno mille alunni e di assegnare un posto di dirigente scolastico titolare a quelli che ne avessero almeno 500 (300, se si tratta si istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche), ora la legge di stabilità, che sta per essere discussa al Senato, intende portare a 600 il numero di alunni per avere il dirigente scolastico titolare (400 negli altri casi). Gli istituti comprensivi, inoltre, non solo saranno retti da un preside reggente ma dovranno condividere con un'altra isti-tuzione scolastica il direttore dei servizi generali e amministrativi (Dsga). Le regioni diligenti, che hanno già ap-

prontato i piani, dovranno così rivedere le loro decisioni quando la legge di stabilità sarà approvata, e se sarà approvata negli stessi termi-ni nei quali è stata presentata. Tempi che si allungano, dunque, e che ag-giungono argomenti favore della propo-sta della C o n -

co Er

ferenza delle regioni di una triennaliz-zazione del dimensionamento a partire dal prossimo anno scolastico, come in piena autonomia la regione Piemonte ha già pensato di fare. E non è secondario l'altro argomento introdotto dalla Con-ferenza delle regioni, secondo cui non è possibile ridurre il dimensionamento a una mera operazione finanziaria, trascu-rando gli aspetti didattico-organizzativi e pedagogico-educativi. La verticalizzazio-

ne delle scuole del primo ciclo, infatti, deve favorire prioritariamente, si

legge in un documento della conferenza dei governatori presieduta da Vasco Er- rani, «la verticalizzazio- ne dei percorsi educativi e la continuità didattica per una maggiore quali- tà dell'offerta formativa», come a dire che in deter- minate situazioni si corre il rischio di disattendere tale finalità se l'aggrega- zione diventa una «forza- tura quantitativa».

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&CUOI . Nuovi sparlo solo per 13 mila

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