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E DILIA 2000 .it Speciale “Prefabbricazione leggera e pesante” Quotidiano online di edilizia dedicato ai professionisti del settore Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, CNS S1/BA - € 2,00 - Anno 2009 Numero 5 In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di BARI per la restituzione al mittente previo pagamento resi www. Le grandi luci del legno lamellare Strutture prefabbricate con nuovi materiali Le pannellature prefabbricate Passato e futuro Architettura e prefabbricazione Le facciate in vetro Prefabbricati in legno Tecnica e produzione

Prefabbricazione leggera e pesante

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Appuntamento con la rivista di edilia2000.it al numero 5. Tema della uscita : Prefabbricazione leggera e pensate

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Page 1: Prefabbricazione leggera e pesante

EDILIA2000.it

Speciale“Prefabbricazioneleggera e pesante”

Quotidiano online di edilizia dedicato ai professionisti del settore

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Le grandi luci del legno lamellareStrutture prefabbricate con nuovi materiali

Le pannellature prefabbricatePassato e futuro

Architettura e prefabbricazioneLe facciate in vetro

Prefabbricati in legnoTecnica e produzione

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4 Speciale “Prefabbricazione leggera e pesante”

sommario

Direttore responsabileArch. Alessandro Robles

Direttore editorialeArch. Lorenzo Margiotta

redazioneHanno collaborato a questo numero:- Arch. Emmanuele Baldassarre- Arch. Valentina Caprioli- Maurizio Margiotta- Dominika Sochan

EditoreEvolution City Group S.a.S.di Maurizio Margiotta & C.

registrazioneTestata giornalistica registrataRegistrazione del Tribunale di Barin. 33/07 del 4 Ottobre 2007Iscrizione al ROC n. 16655

PubblicitàCamilla Maioranotel. [email protected]

Contattitel. 080-2146234fax 080-4552441email: [email protected]: www.edilia2000.it

speciale“Prefabbricazione leggera e pesante”Anno 2009 - Numero 5

TipografiaSagraf Srl - Capurso (BA)

© Diritti di riproduzione riservati

EDitorialE

artiColi

Arch. Lorenzo Margiotta

5 mercato edilizio ed esigenze abitative

Arch. Alessandro Robles

6 Prefabbricati in legno Tecnica e produzione

Arch. Alessandro Robles

8 le grandi luci del legno lamellare Strutture prefabbricate con nuovi materiali

Arch. Emmanuele Baldassarre

10 architettura e prefabbricazione Le facciate in vetro

Arch. Alessandro Robles

11 le pannellature prefabbricate Passato e futuro

aZiENDE E ProDotti modulbagno

7 modulbagno Un nome costruttivo per la qualità nella serialità dell’ambiente-bagno

Diodoro Edilfer S.r.l.

12 lastre “ViBrotral” e Pannelli precompressi Bonomi Prefabbricati & Immobili S.r.l.

14 Bonomi Prefabbricati

Page 5: Prefabbricazione leggera e pesante

www.edilia2000.it Speciale “Prefabbricazione leggera e pesante” 5

Il settore delle costruzioni, che affronta quest’anno un mo-mento di crisi, nel corso degli

ultimi sette-otto anni consecutivi – è bene ricordarlo - ha proseguito il suo trend di crescita rappresentan-do circa il 10% del PIL nazionale.Ma tale risultato, che è la sommato-ria dei tradizionali settori nei quali si articola il comparto costruttivo: edilizia residenziale privata, edilizia sociale e settore dei lavori pubblici, si trova oggi in una situazione di criticità strutturale.Siccome però la nostra edilizia ha nella sua natura e nella sua storia innumerevoli esempi di grande capacità di adattamento e di vita-lità, è probabile che la crisi attuale riuscirà a dare una spinta decisiva sulla strada della chiarificazione di molte sue contraddizioni operative, arrivando così a conseguire anche una maggiore industrializzazione.In questo quadro, quindi, la prefabbricazione potrà giocare il proprio ruolo, entrando di forza nel comparto edilizio con le sue molteplici forme ed impieghi: prodotti, componenti, strutture prefabbricate, ecc.Va ricordato, ad esempio, che in questi giorni si sta costantemente affrontando la problematica del Piano Casa nazionale che avrebbe come obiettivo primario quello di coprire il fabbisogno italiano di circa 100.000 nuovi alloggi.Il Governo, infatti, considerando prioritario il problema abitativo, ha varato un apposito Piano casa, inse-rito nell’art.11 del decreto legge 25 giugno 2008 n.112, facente parte del cosiddetto pacchetto “Mano-vra finanziaria 2009”. Il Piano è rivolto all’incremento del patrimo-nio immobiliare attraverso l’offerta di alloggi di edilizia residenziale e quindi garantire su tutto il territo-rio nazionale i livelli minimi essen-ziali di fabbisogno abitativo.Ottima occasione per ritrovare in Italia un nuovo slancio verso l’edilizia moderna che oltre alla prefabbricazione -sia essa di natura pesante o leggera- si avvalga di una migliore organizzazione di cantiere e prioritariamente di una migliore progettazione.Se si vuole essere anche un paese all’avanguardia per buone tecniche

costruttive ci si deve augurare che l’attuale situazione economica flut-tuante solleciti e coinvolga fattiva-mente e collegialmente progettisti, costruttori, general contractor, in-vestitori, amministratori, col preci-puo scopo di rendere l’Industria del Costruire uno degli assi trainanti della ripresa economica italiana.

Non si può non ricordare che in un’altra situazione simile, un altro grande paese, la Francia degli anni cinquanta, per risollevarsi da una profonda crisi economica, da una carenza endemica di abitazioni e da un numero eccessivo di disoccu-pati, puntò sulla invenzione di una nuova edilizia basata su componen-ti assemblati in fabbrica.Era solo la prefabbricazione di pareti a dimensione completa, ma con tali processi si realizzarono interi quartieri che diedero poi vita alla sperimentazione di nuovi metodi e nuove tecnologie.Perché non augurarsi che ciò av-venga anche oggi in Italia?

Già oggi si avverte che nel settore dell’architettura sostenibile si sta suscitando una corsa verso nuovi design, modelli, prodotti innova-tivi e avanzati sistemi modulari in corso di progettazione.Tutta la tecnologia d’avanguardia disponibile dai maggiori produt-tori europei è messa a disposizione dell’acquirente per un’estrema vivi-bilità degli spazi abitati. E tra gli obiettivi dei prefabbricati ci deve anche essere la sostenibilità che minimizzi i rifiuti e gli scarti per massimizzare un’efficienza energetica ed un eco-design real-mente possibile.La nuova sfida per le imprese che realizzano prefabbricati consisterà in un bilancio fra economia di un design innovativo e sostenibile con una realtà costruttiva e costi di ma-terie prime.Quindi non parliamo più solo di materiali ecocompatibili come acciai o metalli riciclati o legname certificato come sostenibile, il no-stro impegno sarà quello di ridurre l’impatto ambientale creando un ambiente sano e confortevole.

Arch. Lorenzo Margiotta

mercato edilizio ed esigenze abitative

EDitorialE

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6 Speciale “Prefabbricazione leggera e pesante”

Il legno, materiale costruttivo naturale per eccellenza, per anni ignorato nelle strutture architet-

toniche a causa del largo impiego del cemento armato, si è riaffacciato gra-zie soprattutto alla versione lamellare che consente di coprire grandi luci ed ottenere un effetto scenografico confortevole ed attraente. Ma, questo materiale può essere adoperato per realizzare interi edifici e non solo coperture.I vantaggi di realizzare una casa in legno sono legati all’assenza di ponti termici e rischi di condensa grazie all’elevata permeabilità al vapore, ma anche ad una serie di caratteristiche che rendono il manufatto rispettoso dei canoni di bioedilizia.Elementi strutturali in legno, soprat-tutto nella versione lamellare, pre-sentano elevata resistenza a trazione, compressione e flessione, oltre a pos-sedere un basso peso specifico ed ot-time caratteristiche termo-acustiche.Quanto il legno sia stato impiegato nelle tecniche costruttive lo insegna la storia dell’architettura ed in par-ticolare la tradizione americana del

“balloon frame”, poi rimpiazzato dal “platform frame”.Questa tecnica prevede, innanzitut-to, la realizzazione della fondazione generalmente con platea in cemento armato. Ad essa, o ad un cordolo di rialzo che si può realizzare per isolare dall’umidità, viene fissato il telaio pre-tagliato in legno lamellare del primo piano, mediante opportuni ancoranti. Al telaio si appoggia il solaio e si pro-cede per piani secondo lo stesso crite-rio. Le pareti esterne ed interne sono composte da telai in legno lamellare con pilastri fissati al piede e all’apice con piastre metalliche a travi lamellari di identica base e specifica altezza. Le pareti sono completate, con funzione di irrigidimento del telaio, da pannel-li in legname multistrato. Oggi spesso si utilizzano pannelli OSB (Oriented Strand Board), composti da trucioli di legno lunghi e piatti orientati, all’interno dei quali viene inserito un isolante in genere di fibra di cellulosa.L’assemblaggio di travi lamellari e pannelli è ottenuto mediante l’uso di chiodi o viti installati ad interasse regolare. Gli elementi strutturali sono così composti ed assemblati fra loro in modo da ottenere un necessario con-troventamento. Le pareti esterne sono rivestite con un cappotto termico realizzato con pannelli in polistirene espanso sinterizzato, successivamente rasato e intonacato. Le facciate pos-sono essere rifinite con intonachino ai silicati silossani o rivestimenti di qualsiasi tipo (mattoni a faccia vista, pietre, ecc,). I solai di interpiano sono realizzati con travi appoggiate in legno lamel-lare, posate in opera ad interasse ade-guata alla luce da coprire e collegate da perlinato. Nell’estradosso viene posato un massetto in cls e successiva-mente realizzato il pavimento finale. Al solaio di copertura si aggiunge un listello in legno per alloggio isolante ed un altro di ventilazione, pannelli in legname multistrato, guaina im-permeabilizzante e manto finale di copertura in tegole o coppo di late-rizio. In questo modo si ottiene una copertura termo-ventilata. In luogo dei telai della tecnica ameri-cana possono essere utilizzati pannelli portanti prefabbricati che consentono maggiore rapidità di esecuzione.Ci sono poi unità abitative che da pro-totipi sono diventate nuove tipologie costruttive. È il caso della Domospace francese, unità in legno lamellare a forma lenticolare, sospesa su una base di cemento che consente di farla ruo-tare per seguire l’andamento del sole durante l’anno.

Una costruzione in legno, grazie all’isolamento termico, consente di avere un buon risparmio energetico, con valori di trasmittanza di parete anche di 0.20 W/mq K. Il materiale naturale funge da regola-tore climatico e gli interni risultano già sufficientemente coibentati sia d’estate che d’inverno, implicando un rilevante risparmio in impianti di climatizzazione. Un altro importante risparmio si ottiene in termini di tempo di realiz-zazione. Si stima infatti che la durata media di un cantiere per una casa unifamiliare di medie dimensioni sia pari a circa 90 giorni.

Non si intende però tacere sulle ti-piche perplessità legate ancora oggi all’utilizzo del legno per le strutture in edilizia, specialmente per tutto ciò che riguarda la resistenza agli eventi sismici, al fuoco, alle calamità atmo-sferiche.Ma se torniamo alla storia dell’archi-tettura troviamo numerosi esempi di edifici in legno che hanno resistito alle avversità ambientali.Infatti le realizzazioni in legno sono strettamente legate ai trattamenti e alle soluzioni tecnologiche adopera-te: la struttura portante non è mai direttamente esposta all’azione delle fiamme, ma opportunamente protet-ta e rivestita da materiali che contri-buiscono ad aumentarne la resistenza, e per quanto riguarda la reazione al sisma si possono ricordare i numerosi esempi in Giappone e America, dove, allorquando non è conveniente usare l’acciaio, si provvede a costruire con il legno per la buona risposta che questo materiale dimostra sotto l’azione di scosse telluriche.C’è quindi sicuramente l’auspicio di un uso più massiccio dei prefabbricati in legno.

Prefabbricati in legnoTecnica e produzione

Arch. Alessandro Robles

artiColi

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www.edilia2000.it Speciale “Prefabbricazione leggera e pesante” 7

Oggi più che mai la vostra stanza da bagno rappresenta una zona-fulcro dell’abitare,

sia in ambito residenziale che in quel-lo alberghiero, non più intesa come mero luogo di transito, bensì come spazio in cui volete ritrovare elementi accoglienti, eleganti e confortevoli.

Troppo spesso però si tende a sotto-valutare la complessità della stanza da bagno in materia di impiantistica avanzata, raziocinio e funzionalità progettuale, creatività e cura per i det-tagli, ricerca stilistica degli allestimen-ti e ottimizzazione degli spazi interni.

Nasce pertanto la necessità di affidarsi totalmente ad esperti qualificati in grado di tradurre in realtà il lavoro progettuale, iniziando sempre dalla comprensione del luogo, dello spazio dove prenderà vita la nuova dimen-sione volumetrica e dall’analisi del semplice e complesso quadro delle vostre esigenze estetiche e funzionali.

modulbagno conferisce volume alle vostre esigenze realizzando il vostro modulo bagno su misura e completo attraverso un processo produttivo al-tamente industrializzato in ambiente controllato.Il modulo bagno si compone di una struttura autoportante monolitica e tridimensionale prodotta da cassero,interamente realizzata in calcestruz-zo armato normale o alleggerito per durare nel tempo, completa di pavi-menti e rivestimenti, sanitari, arredi, accessori, rubinetterie e di tutti gli impianti tecnologici, quali adduzione idrica, scarico, elettrico, illuminazio-ne, aspirazione e riscaldamento.

modulbagno propone due filosofie costruttive al servizio dell’edilizia mo-derna che si traducono in altrettante linee di produzione.

La prima, denominata “STILELIBE-RO”, è dedicata alla realizzazione di

cellule bagno su misura per l’edilizia alberghiera, residenziale turistico al-berghiera (RTA), residenziale sanita-ria assistenziale (RSA), ospedaliera, residenziale per studenti e civile in genere.La seconda, denominata “STILE-PRATICO”, invece, è finalizzata alla produzione di cellule bagno di tipo standard per l’edilizia artigianale e industriale, complessi interportuali e ad uso logistica (capannoni prefab-bricati), centri direzionali (uffici) e commerciali in genere (ipermercati e punti vendita). Nel vostro capannone il bagno è abitualmente realizzato

in opera a costi elevati e non risulta più ricollo-cabile altrove in quanto rappresenta di fatto una struttura fissa. Il vostro modulo bagno, invece, in quanto struttura mobile, vi consente di spostarlo facilmente in ogni mo-mento all’interno del vostro ambiente di lavoro e se necessario trasferirlo altrove insieme alla vostra attività. Non ultimo, se siete nella necessità di de-molire il vostro bagno in

opera, il modulo bagno prefabbricato rappresenta per voi l’alternativa più razionale ed economica presente sul mercato.

Quali sono i VANTAGGI?- Il modulo bagno è un prodotto “chiavi in mano” interamente collau-dato che garantisce la massima qualità esecutiva ad un prezzo predetermina-to, senza sorprese a consuntivo;- Il modulo bagno viene consegnato in cantiere completamente finito, semplificando l’operato della Di-rezione Lavori nella gestione della programmazione, dei materiali, delle lavorazioni e della manodopera di-sponibile sempre meno qualificata. Il bagno realizzato in opera rappresenta per il cantiere una vera e propria in-cognita sia sul piano della qualità che della tempistica. Il bagno prefabbrica-to rappresenta, invece, un prodotto/servizio garantito da un unico refe-rente contrattuale;- La riduzione degli oneri finanziari di investimento attraverso una riduzione significativa dei tempi di costruzione e la conseguente possibilità per l’im-presa di liberare anticipatamente le proprie risorse, sia economiche che umane, impiegandole in altre attività

in grado, quindi, di aumentare fat-turato e utile aziendale. Nell’edilizia moderna, la tempistica risulta essere sempre più determinante per il suc-cesso d’impresa. Inoltre, si verifica sempre più spesso che investitore ed impresa siano nella realtà il medesimo soggetto imprenditoriale. In questo caso il vantaggio è duplice;- La totale ispezionabilità degli im-pianti, frutto di una progettazione oculata e dell’impiego di tecnologie avanzate. Un esempio concreto: l’in-tero impianto di adduzione idrica e quello elettrico sono completamente sfilabili e, pertanto, facilmente sosti-tuibili, senza necessità di intervenire su pavimenti e rivestimenti interni. Conseguentemente, risultano facili-tate le manutenzioni programmate, ovvero tutti gli interventi manutentivi per i quali siano definiti e monitorati i tempi, gli strumenti, e le modalità esecutive atte a garantire o migliorare lo standard qualitativo iniziale di funzionamen-to del vostro modulo bagno;- La possibilità di spo-stare il vostro modulo bagno facilmente e se necessario trasferirlo al-trove insieme alla vostra attività;- Inevitabilmente, prima o poi, giunge il mo-mento in cui si rende necessario procedere ad un restyling degli allesti-menti interni in risposta alla costante evoluzione dei gusti e delle tenden-ze in materia di design. A tal fine la robusta scocca del vostro mo-dulo bagno rappresenta una struttura ideale per un intervento di parziale ristrutturazione in ope-ra. La progettazione ese-cutiva consegnata al cliente consente una mappatura precisa dei percorsi dedicati agli impianti tecnologici in-cassati nelle pareti del modulo bagno, evitando pertanto ogni possibilità di errore e di danneggiamento durante i lavori.

modulbagnoUn nome costruttivo per la qualità nella serialità dell’ambiente-bagno

Modulbagno SrlVia Trevisago 4E - 25080 Manerba del Garda (BS)tel 0365552399fax [email protected]

modulbagno è lieta di presentare la nuova linea di bagni ultraleggeri, soluzione innovativa per l’edilizia moderna:

Problemi di carico permanente e sovraccarico accidentale oltre al peso proprio delle strutture ?

Toglietevi un “peso” con il neonatobagno prefabbricato ultraleggero

“peso alla nascita” certificato: 250 kg / m2

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8 Speciale “Prefabbricazione leggera e pesante”

Sempre più spesso, nel mondo delle costruzioni, le strutture in legno sono preferite dai progettisti e dai commit-tenti sia pubblici che privati.Il legno lamellare, poi, è il nuovo mo-do di utilizzare il materiale ligneo che è sempre stato presente nelle abitazio-ni dell’uomo perchè adatto a tutte le parti strutturali dell’edificio: pareti, pavimento, soffitto, tetto, pilastri e travature.Ma questa tecnologia ci consente di espandere a dismisura i campi di applicazione come nelle grandi luci, nelle forme curve, nelle coperture di ampi spazi, nelle travature a sezione piena di diverse misure e lunghezze notevoli.La grande leggerezza, la lavorabilità, l’adattabilità e la flessibilità del ma-teriale hanno permesso, inoltre, di esplorare nuove multiformi espressio-ni di modernità costruttiva.Ma la produzione fuori opera di materiali e strutture lignee può benis-simo perseguire obiettivi di sostenibi-lità riferiti all’intero processo edilizio quali salvaguardia dell’ambiente, uso razionale delle risorse, benessere e qualità formale.Il pregio architettonico di un edificio in legno lamellare è rilevante e con-ferisce valore aggiunto all’immobile, anche grazie alla possibilità tecnica di realizzare i progetti più creativi con un materiale da costruzione tradizio-nale ed innovativo.Ecco perchè la prefabbricazione si integra perfettamente con una qua-lità progettuale che voglia mirare alla costruzione di edifici dove si possa vi-

vere in modo sano, selezionando quei materiali che nella produzione, nella posa, nella dismissione e nel possibile riciclo non danneggiano nè l’uomo nè l’ambiente.Al confort derivante da una struttura in legno lamellare a chi vi soggiorna, si aggiunge anche un benessere di carattere psicologico, dovuto alla piacevolezza estetica, al fascino ed al calore esercitato dal legno.E oggi, grazie alla modularità delle strutture di legno ed alle lavorazioni a secco, prefabbricare in legno risulta anche conveniente perchè si offrono soluzioni costruttive sicure e com-petitive con un impatto ambientale limitato.Per questo c’è da augurarsi che sia pro-prio il legno, lavorato con la fantasia e l’intelligenza dei progettisti, il segno tangibile che contraddistinguerà le strutture delle future realizzazioni di qualità.

La storiaIl legno lamellare fa subito pensare alle grandi coperture di impianti sportivi o chiese di recente progettazione, in quanto rappresenta una valida alter-nativa a materiali strutturali come cemento o acciaio per coronare spazi di grandi dimensioni. Le prime intuizioni si fanno risalire a Leonardo, tuttavia il primo vero passo verso la creazione dell’attuale tecnolo-gia fu gettato in Svizzera nel 1905 dal maestro carpentiere Otto Freidrich Hetzer che per l’assemblaggio delle

lamelle utilizzò un collante a base di caseina. Le prime opere realizzate col legno

lamellare in Italia risalgono al 1935 ma presentano limiti legati alla scelta del legname e all’attaccabilità del materiale da parte di insetti, funghi e fuoco.Con lo sviluppo dell’industria chimi-ca nel secondo dopoguerra e l’intro-duzione delle resine sintetiche e degli impregnanti la tecnica del lamellare ha raggiunto oggi elevati livelli di qualità.

le grandi luci del legno lamellareStrutture prefabbricate con nuovi materiali

artiColi

Arch. Alessandro Robles

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www.edilia2000.it Speciale “Prefabbricazione leggera e pesante” 9

La realizzazioneInnanzitutto si procede alla scelta del legname. Non dovendo puntare su particolari essenze, le aziende prefe-riscono ricorrere a specie facilmente reperibili. In Europa l’albero più utilizzato è l’abete rosso seguito da la-rice, pino silvestre e rovere. Il criterio di scelta del materiale si basa su due categorie in scala decrescente riguar-do alle caratteristiche del legno, quali inclinazione massima della direzione

delle fibre rispetto alla direzione della tavola, qualità e diametro dei nodi, spessore annuo di crescita del tronco.La fase che segue è l’essiccazione, atta ad ottenere un grado di umidità del legno compatibile col tipo di colla e adeguato al progetto strutturale, in genere compresa fra il 7% e il 16%. Dopo un controllo di qualità, si passa alla “giuntatura” di testa delle tavole per realizzare elementi di lun-ghezza maggiore. In genere vengono realizzati giunti detti “a pettine” o “a dita”, considerato vantaggioso poiché consente di ottenere un’ampia super-ficie di incollaggio con bassi sfridi rispetto ad altri tipi di giunzioni. Alla fresatura segue l’incollaggio di testa delle tavole effettuato da macchine che applicano forze di compressione variabili in relazione alla lunghezza dei denti dei giunti. Le tavole così composte vengono piallate, in modo da offrire superfici piane, e calibrate, per evitare l’instaurarsi di tensioni. La fase più importante è quella dell’incollaggio in quanto è necessario creare legami intermolecolari fra colla e legno per garantire uguali resistenze fisico-meccaniche in tutta la sezione dell’elemento strutturale. Le colle più usate sono a base di urea-formolo, resorcina-formaldeide e melammina-urea-formaldeide. Le più utilizzate sono le seconde, per l’alta resistenza agli agenti esterni, e le terze se usate in ambienti chiusi. Le ultime fasi sono la pressatura, rea-lizzata in modo rapido e con macchi-nari che garantiscono uniformità di incollaggio, una ulteriore piallatura e le operazioni di finitura, per realizzare sagome, fori e intestature come da progetto, e impregnare il materiale.

La normativaLa normativa di riferimento per il legno lamellare in Italia è data dall’Eurocodice 5, formulazione di normativa da applicarsi ai paesi euro-pei aderenti alla CEE che coinvolge tecnici, produttori e ditte. In Italia l’Eurocodice 5 è stato recepito come norma UNI EN 1995-1:2005 e UNI EN 1995-2:2005.Le ditte produttrici italiane hanno fatto, fino al 2004, prevalentemente riferimento alle norme tedesche DIN 1052 che più volte il Consiglio Supe-riore dei Lavori Pubblici ha dichia-rato ammissibile essendo normativa europea di comprovata affidabilità.Le principali ditte italiane sono in possesso, inoltre, del certificato di in-collaggio “Tipo A” rilasciato dall’Isti-tuto per la Ricerca e Prova dei Ma-teriali nel settore edile “Otto-Graf” dell’Università di Stoccarda, che abilita l’unità produttiva a realizzare strutture portanti in legno lamellare incollato di qualunque tipo e dimen-sione, riconoscendo l’elevato livello tecnologico degli impianti utilizzati e la specializzazione del personale addetto.La normativa DIN impone come limite massimo di area per la sezione trasversale 60 cmq, per legni di coni-fera, e 50 cmq, per legni i latifoglia. La larghezza massima consentita per la singola lamella è di 25 cm, con uno spessore non superiore a 30 mm, che può arrivare fino a 40 mm in elementi costruttivi diritti e non esposti a va-riazioni climatiche rilevanti.

Page 10: Prefabbricazione leggera e pesante

10 Speciale “Prefabbricazione leggera e pesante”

artiColi

Una delle più diffuse tendenze dell’architettura contempo-ranea consiste nel mettere in

comunicazione i volumi interni degli edifici con quelli esterni, evitando, per quanto possibile, le ostruzioni. Le facciate continue in vetro, che negli ultimi anni sono state oggetto di importanti evoluzioni tecnologiche, si impongono come filtro ideale per questa funzione. Nelle costruzioni di oggi come in quelle di ieri, il vetro viene scelto innanzitutto per le sue caratteristiche di trasparenza, che ri-spondono alle esigenze innate nell’uo-mo di luce e comunicazione. Simbolo di modernità nell’architettura fin dal XIX secolo, il vetro si presenta inol-tre come un materiale “High-tech”, funzionale e raffinato, in grado di sfruttare le proprie qualità di traspa-renza a diversi livelli. Gli architetti si sono impegnati in direzione di questo aspetto scultoreo per produrre oggi facciate che, giocando su sfumature sottili di trasparenza (vetro stampato o satinato, serigrafia, cristalli liquidi, ecc.), disegnano i prospetti degli edi-fici come se si trattasse di un foglio di carta bianco sul quale esprimere la propria creatività. Alla facciata in vetro viene quindi affidato il compito di disegnare un prospetto che finora era fatto di elementi architettonici definiti. Dissociato dalla struttura, l’involucro leggero ne stempera l’ef-fetto di massa e, attraverso un sempli-ce gioco di riflessi, ne iscrive lettura nell’ambiente esterno. La storia dell’uso del vetro dimostra come esso sia sempre stato associa-to alle evoluzioni delle tecniche di costruzione. L’immensa vetrata del Crystal Palace costruito a Londra da Paxton nel 1851 (forse il primo esem-pio di quello che oggi intendiamo per facciata continua) fu eretta in tempo record grazie all’uso di processi di

montaggio ultramoderni. Tale caratteristica è rima-sta invariata a tutt’oggi, per cui ai vantaggi este-tici che possono derivare dall’impiego di una faccia-ta continua si sommano quelli associati all’uso di una tecnica di costruzione “prefabbricata”, quali la velocità del montaggio e la leggerezza dei suoi ma-teriali componenti.Grazie alle attività di ricerca che le sono state dedicate nel corso degli ultimi decenni, oggi la facciata in vetro contribu-isce in modo sostanziale

al miglioramento del comfort degli ambienti. La vastità della gamma di vetrate e delle funzioni corrispondenti e il ruolo sempre più significativo che esse rivestono anche nelle applicazioni per interni, consentono ai progettisti di disporre di una grande libertà nella scelta di una vera e propria struttura architettonica di luce che soddisfi a pieno le esigenze moderne di comfort. Oltre alla funzione estetica, la facciata continua in vetro si è imposta per la sua capacità di rispondere perfetta-mente alle richieste di benessere dei suoi utenti grazie alle caratteristiche che vanno dal controllo dell’energia (tutela ambientale) alla protezione acustica mediante le vetrate isolanti, dalla protezione solare e controllo della luce alla sicurezza (intesa come protezione dai rischi di ferita, pro-tezione di beni e persone contro il vandalismo, le effrazioni, i proiettili di arma da fuoco e gli incendi). Recentemente la facciata continua in vetro ha trovato applicazione anche nei progetti di recupero di strutture esistenti. Ad esempio a Roma, nell’in-tervento di ristrutturazione dell’ex mattatoio in zona quartiere Testaccio (progetto dello studio di architettura dell’arch. Luciano Cuppelloni), dove per recuperare e rifunzionalizzare una zona caratterizzata da ampie pensiline in ferro sulle quali era stato posto il vincolo della soprintendenza ai beni culturali, si è scelto di chiudere lo spazio coperto con delle facciate continue a basso impatto estetico che hanno lasciato inalterata la struttura preesistente e la percezione visiva degli elementi storici, consegnando alla città degli spazi nuovi e comple-tamente rivalorizzati sotto ogni punto di vista.Quando si parla di facciate in vetro, bisogna sapere che queste possono essere di vari tipi, con differenze ti-pologiche e strutturali ed economiche notevoli tra di loro. Il sistema costitu-ito da un insieme di profilati esterni di alluminio e di lastre di vetro al posto delle tradizionali pareti esterne in muratura viene definito:Facciata continua o “curtain wall” se le intelaiature portanti generalmente in alluminio con inserite le lastre di vetro risultano essere in vista.Facciata strutturale o “structural gla-zing” quando in vista si trova tutto il vetro con le lastre incollate alle intela-iature, poste in posizione retrostante. Invece un sistema di vetrate fissate ad una struttura portante per mezzo di attacchi puntiformi è detta vetrata a ragni o vetrata “spider glass”. Questi “bulloni”, detti rotulle, generalmente

in numero di quattro attraversano il vetro e lo fissano alla struttura. La vetrata non ha quindi prese sul telaio come nelle facciate vetrate tradiziona-li, né è incollata su un telaio come nel caso delle vetrate strutturali. Questo tipo di fissaggio può essere utilizzato tanto sulla facciata che sul tetto di un edificio e consente di utilizzare sia vetri semplici che vetrate isolanti con particolari trattamenti termici.Nella realizzazione di una facciata ve-trata ci sono diversi aspetti che il pro-gettista deve valutare al di là del puro aspetto estetico. Il primo, e forse il più importante, è la scelta della tipologia di facciata che, come abbiamo detto può avere costi sensibilmente diversi a seconda che si prediliga una facciata continua tradizionale, una strutturale o una “spider glass”. Poi vanno scelti i materiali, a partire dalla tipologia di vetro e dalle sue caratteristiche, i tipi di profilo e gli eventuali accessori in acciaio inox. Dal punto di vista progettuale, importante è la scelta della modulazione, che, oltre ad es-sere frutto di considerazioni estetico/architettoniche, deve risultare anche dalle normative inerenti la ventilazio-ne degli ambienti e quindi prevedere un adeguato numero di aperture. Questi sono gli aspetti che più di tutti caratterizzeranno la facciata dal punto di vista estetico. In secondo luogo ci sono quegli accorgimenti che sono necessari per rendere funzionale la facciata continua. Ad esempio, risulta importante adottare in tutte le fac-ciate (tranne che in quelle orientate a Nord) un sistema di protezione solare (veneziane, tendaggi, ecc), perché una buona protezione, se associata ad un’appropriata ventilazione natu-rale, può sostituire egregiamente il condizionamento artificiale. Inoltre, l’adeguata composizione dei vetri è fondamentale per creare le con-dizioni di comfort all’interno degli ambienti. L’ultimo aspetto, forse il più impegnativo per i progettisti, è la progettazione di tutte le chiusure perimetrali della facciata onde evitare le infiltrazioni d’acqua. Infatti, men-tre la facciata continua in sé, qualora non presenti difetti di montaggio, risulta sempre un sistema costruttivo a tenuta, sono i giunti in cui questa si collega alla struttura portante i veri punti critici per possibili infiltrazioni d’acqua o fastidiosi ponti termici. Per tutti questi motivi, al fine di avere una perfetta e duratura funzionalità della facciata in vetro, sono essenziali una programmazione e collaborazione fra progettista, produttore della facciata, fornitore del vetro e posatore.

architettura e prefabbricazioneLe facciate in vetro

Arch. Emmanuele Baldassarre

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Da tempo la prefabbricazione a pannelli pesanti ha consen-tito la realizzazione di edifici

di grandi dimensioni, solidi, robusti e resistenti, impiegando minor tempo richiesto dalla costruzione tradiziona-le.La solidità del cemento, unita alla resistenza del ferro e ad un’anima prevalentemente coibentata, ha dato la possibilità di creare pannelli in cemento armato di diverse dimen-sioni, per un uso sempre più diffuso nell’edilizia.Una lunga esperienza di produzione ha permesso di realizzare un’ampia gamma di prodotti, dagli usi più diversi, per soddisfare tutti i tipi di richiesta delle imprese costruttrici.E l’uso di pannelli prefabbricati per le facciate continue degli edifici sta tro-vando oggi un maggior impiego per una serie di vantaggi che si aggiungo-no a quelli prevalentemente economi-ci che finora ne hanno condizionato l’uso.Infatti oggi si possono realizzare ma-nufatti dai particolari effetti cromatici e morfologici, ad esempio mediante l’utilizzo di graniglie a miscele diffe-renziate, e azzerarne la manutenzione grazie all’inalterabilità degli elementi che compongono il pannello prefab-bricato stesso.Inoltre, scegliendo di realizzare una facciata ad elementi prefabbricati, si possono ottenere dimensioni, for-me e spessori vari utilizzando ormai sistemi collaudati di collegamento alla struttura portante dell’edificio. I pannelli prefabbri-cati possono essere quindi costituiti da malta cementizia fibrorinforzata, per migliorarne la re-sistenza a trazione, oppure da cemento e

titanio fotocatalitico autopulente che permette al prodotto di mantenere un aspetto inalterato nel tempo annul-lando i costi di manutenzione.Ma la tecnologia di produzione dei pannelli prefabbricati permette oggi di offrire ai progettisti una maggiore libertà di intervento che supera le standardizzate soluzioni di finitura.Molto interessante, infatti, si è di-mostrato un recente intervento di prefabbricazione cementizia che ha rispettato le innovative indicazioni progettuali permettendo la realizza-zione di pannelli granigliati a super-ficie scanalata in modo da conferire geometrie differenti all’aspetto globa-le delle facciate, sfruttando gli effetti chiaroscurali della stessa luce solare. Tutto ciò permette di ottenere una gamma di possibilità estetiche che consentono al pannello prefabbricato di superare l’idea di elemento utiliz-zato in ambito quasi esclusivamente industriale.E se a ciò si aggiunge la diffusione odierna della realizzazione di pannelli di facciata in alluminio, un laminato preverniciato con speciali polveri termoindurenti a base di resine ad alta flessibilità, si comprende come si possa sperare in una produzione prefabbricata che si presti a fornire sempre risposte adeguate ad una pro-gettazione di qualità.

Arch. Alessandro Robles

le pannellature prefabbricatePassato e futuro

Il metodo fotocataliticoE’ un procedimento che favorisce la decomposizione degli inquinanti evitandone l’accumulo mediante l’utilizzo dell’ener-gia luminosa che stimola la formazione di reagenti fortemente ossidanti.Il sottile strato di biossido di titanio che riveste il pannello dopo il processo di ossidazione, funziona come un “fotocata-lizzatore” favorendo l’ossidazione degli inquinanti atmosferici organici e inorganici (efficacia verificata nei laboratori del Dipartimento di Chimica del Politecnico di Milano).La fotocatalisi viene sfruttata anche nei trattamenti di depurazione dell’aria e delle acque. In campo industriale trova impiego anche nella produzione dei vetri autopulenti, sfruttando la superidrofilia dei semiconduttori irradiati. Il rivestimento a base di titanio, infatti, permette, per azione della luce, la distruzione dello sporco per ossidazione del materiale organico tramite i radicali dell’ossigeno prodotti

Sistema di facciata ad elementi prefabbricatiI pannelli possono essere semplici o a sandwich. Nel primo caso hanno esclusiva funzione di chiusura e l’isolamento termico vie-ne in genere affidato ad elementi aggiuntivi.I pannelli prefabbricati a sandwich, invece, sono composti da strati cui vengono affidate differenti funzioni al fine di garantire caratteristiche prestazionali di buon livello per l’isolamento ter-mico del manufatto.In dettaglio, un pannello è composto da una pelle esterna dello spessore di circa 10 mm, con funzione estetica oltre che di prote-zione dagli agenti atmosferici, un’imbottitura intermedia isolan-te, costituita da polistirene o lana minerale di spessore variabile, ed uno strato interno di altri 8-10 mm con funzione portante e rinforzi nei punti di alloggio degli ancoraggi alla struttura dell’edificio. Lo spessore totale del pannello varia a seconda delle prestazioni che si intendono conferire al rivestimento e vengono predefinite in fase di produzione.Inoltre, gli strati del pannello, con interposto l’isolante, possono essere collegati tra loro rigidamente od essere liberamente dilata-bili e consentire il libero movimento dello strato portato rispetto a quello portante. Gli elementi vengono ancorati all’edificio mediante una strut-tura a guide metalliche che varia in base al tipo di pannello che può presentare sui bordi una scanalatura idonea ad accogliere i profili di montaggio. Le guide vengono fissate meccanicamente alla struttura del manufatto mediante sistemi di ancoraggio che possono permettere la regolazione del pannello ed assicurano la stabilità della facciata.

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12 Speciale “Prefabbricazione leggera e pesante”

sCHEDE ProDotto

Lastre “VIBROTRAL” ad armatura aderenteQuesta struttura con l’intradosso finito è concepita per solai su piccole medie e lunghe luci, per sovrac-carichi normali. E’ costituita da pannelli in cemento armato vibrato di larghezza cm 120 e soletta inferiore di cm 5 di spessore, irrigidita con tre tralicci in acciaio. Per quanto con-cerne gli elementi di alleggerimento questi vengono ottenuti con pani in polistirolo espanso. I blocchi in poli-stirolo possono essere incollati in fase di produzione dei pannelli o forniti separatamente in cantiere. Il comple-tamento della struttura avviene con la posa dell’armatura di ripartizione nella soletta e con il getto in calce-struzzo delle nervature longitudinali e della soletta di conveniente spessore. Eventuali nervature trasversali posso-no facilmente essere realizzate.

Pannelli precompressiQuesta struttura con l’intradosso fini-to è concepita per solai a grandi luci e sovraccarichi di notevole entità. E’ costituita da pannelli in cemento armato precompresso di larghezza cm 120, soletta inferiore di cm 5 di spes-sore, irrigidita con tre tralicci in ac-ciaio ed armatura portante con trecce in acciaio RaK 180. Per quanto con-cerne gli elementi di alleggerimento questi vengono ottenuti con blocchi in laterizio o pani in polistirolo espan-so. Il completamento della struttura avviene con la posa dell’armatura di ripartizione nella soletta e con il getto in calcestruzzo delle nervature longitudinali e della soletta di conve-niente spessore. Eventuali nervature trasversali possono facilmente essere realizzate.

solai a pannelli precompressi e ad armatura aderente alleggeriti con pani in polistirolo o blocchi in laterizio

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Via Accolle, 14 - 64026Roseto Degli Abruzzi (TE)Tel: 085 894521Fax: 085 8930348email: [email protected]

Il GRUPPO DIODORO costituito dalle società DIODORO EDILFER S.r.l. - DIODORO CASA S.r.l. - IM-MOBILIARE DIODORO S.r.l. - I.C.E.I.M. S.r.l. – DH SERVICE S.r.l. - opera da oltre 80 anni nel campo dell’edilizia. Con un forte orientamento alla soddisfazione della propria clientela, esso si è contraddistinto per la costante reingegnerizzazione dei processi produttivi, indispensabile per essere all’avanguardia in un mercato caratte-rizzato da una continua evoluzione e da una forte competitività. La DIODORO EDILFER S.r.l. è un industria leader nella produzione di solai per l’edilizia civile, commerciale ed industriale, tra i quali travetti in c.a.p. e tralicciati, architravi in laterocemento, doppia lastra, solai autoportanti, lastre predalles ad armatura aderente e pannelli precompressi.

Il DPR 246/93 vieta esplicita-mente l’utilizzo delle lastre prive di Marcatura CE.L’Art 11, Vigilanza , al comma 3 recita: “ I prodotti, che risultino non muniti della Marcatura CE o dell’attestato di conformità , o ne siano comunque privi devono essere ritirati dal commercio e non possono essere incorpo-rati o installati in edifici pena la sospensione dei lavori ed il pagamento delle successive ammende.Il Direttore dei lavori è tenuto a rifiutare forniture di prodotti privi di marcature CE.

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14 Speciale “Prefabbricazione leggera e pesante”

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