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Periodico free press
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a pagina 9
d’areamediterranea
CONCESSIONARIA DI PUBBLICITA’: METIS SRL 0971 22715 CELL. 320 1813033 email: antosa15@virgilio.it
Una manciata di PiotAnno IV numero 13 - 08 Aprile 2011 Direzione / Redazione: Via del Popolo 34 - 85100 Potenza - Telefono 0971 22715 Direttore responsabile: Antonio Savino
INTERCETTAZIONI NO PROBLEM
Siamo giunti anche a questo: i magistrati di Mi-lano, calpestano le leggi e non c’e’ nessuno cheprotesti. Sulle intercettazioni telefoniche, lalegge e’ chiara. Primo: i telefoni dei deputati esenatori non possono essere intercettati.Secondo: se intercettando una persone terza,gli inquirenti si rendono che stanno ascol-dando la voce di un parlamentare, l’operazioneva subito interrotta. Se i Pm si accorgano soloa cose fatte dell’indebito ascolto, i nastri e le tra-scrizioni devono essere buttati , almeno che’ lacamera di riferimento, interpellata, non decidadiversamente. La procura di Milano, evidente-mente, non la pensa cosi e siccome il processoRuby e stato rinviato alle calende greche, im-provissamente sono uscite fuori tre intercetta-zioni di Silvio Berlusconi, che il Corriere dellaSera ha naturalmente pubblicato. Non solo. IldaBoccassini e compagni se ne sono fregati dellalegge e Allessandro Sallustri, direttore del ilGiornale ha chiesto che “ la rossa “ vengaprocessata. Da parte nostra , chiediamo soloun intervento del Presidente della Repubblica,quale capo dei magistrati: saremo ascoltati?In assenza, ci confortiamo con quello che ha di-chiarato il Ds Violante, ex magistrato ed ex Pre-sidente della Camera: “le conversazioni delPremier, non dovevano finire agli atti tantomeno sui giornali. Ora serve una riforma”. Era ora�..
08 APRILE 20112
Migliaia di fiaccole hanno illuminato il lunghissimo e silenzioso corteodegli aquilani. Ventimila persone e un silenzio assordante. Dopo averepercorso alcune delle strade del centro, alle 3.32 la città, o meglioquello che resta della città, la gente si è ritrovata in Piazza Duomoper la veglia di commemorazione delle 309 vittime del terremoto cheil 6 aprile 2009 rase al suolo L'Aquila. Dalla Fontana Luminosa ilcorteo, aperto dai gonfaloni dell'Aquila e del Giappone - nazione cheha dato un notevole contributo di solidarietà - è arrivato alla Casadello Studente e poi nella piazza centrale. Tra i partecipanti, ancheil capo della protezione civile, Franco Gabrielli, che prima di suben-trare a Guido Bertolaso fu prefetto dell'Aquila e la notte del sismasolo per un puro caso non rimase travolto dalle macerie.
'Dopo mesi di guerra civile, in
Costa d'Avorio
è arrivata la resa dei conti e
per la popolazione
civile i costi sono altissimi. N
ella capitale eco-
nomica Abidjan si combatte da giorni a
ttorno al
palazzo presidenziale: Lauren
t Gbagbo, il pre-
sidente uscente che da nove
mbre resiste agli
appelli della comunità interna
zionale a farsi da
parte, starebbe trattando la
resa e avrebbe
chiesto la protezione dell'Onu.
TOKYO - La Tepco, il gestore della centrale nucleare di Fu-
kushima, ha reso noto che potrebbe iniettare oggi a
zoto nel re-
attore n.1, il piu' danneggiato tra i sei della strutt
ura, per
neutralizzare possibili esplosioni a causa dell'accumu
lo di idro-
geno. La misura, la prima del suo genere nell'ambit
o degli sforzi
per fronteggiare la crisi all'impianto dopo il sisma/
tsunami
dell'11 marzo, potrebbe essere ripetuta nei reattor
i n.2 e n.3,
secondo il quotidiano Yomiuri. Nel complesso, i danni al combusti-
bile dei tre reattori sono ora stati stimati nell'ord
ine del 70%
(nel n.1), 30% (n.2) e 25% (n.3): quest'ultimo e' il piu'
pericoloso perche' alimentato a mox, una miscela alt
amente ra-
dioattiva composta da ossidi di uranio e plutonio.
INTESA SANPAOLO stima di raggiungere 4,2 miliardi di
utile nel 2013 (nel 2010 sono stati 2,7 miliardi)
. E' quanto
emerge dal piano d'impresa triennale varato dal gr
uppo.
In particolare, un risultato netto nel 2013 di 4,2
miliardi si-
gnifica per la banca guidata da Corrado Passera una crescita
del 16,3 per cento rispetto al 2010. D'altro canto, la proie-
zione di un utile netto pari a 5,6 miliardi nel 2015
rappresenta
un incremento del 15,5% rispetto allo scorso eser
cizio. Dal
punto di vista dei ricavi, invece, il piano passa per
"una crescita
dei ricavi sostenibile e forse superabile"
FILE TOP SECRET(Gli appunti del direttore)
Ora tocca a voi. In questi due anni
abbiamo fatto
cose straordinarie, dalla lotta alla
crisi economica,
alla riforma sanitaria. C'è una grande stor
ia da rac-
contare all'America. Ma la politica non è vendere
saponette. Ora dobbiamo ascoltare i dubbi e le s
pe-
ranze della gente che non è conte
nta". Questo il
primo discorso di Barack Obama da president
e-can-
didato, dopo il video che lunedì scors
o ha dato il via
alla sua campagna per la rielezione
.
Il presidente si rivolge ai suoi mili
oni di supporter
in tutto il Paese, nel corso di una conference c
all,
audio conferenza, in streaming su 'ba
rackobama.com',
un sito che conta 13 milioni di regis
trazioni.
Laurent
Gbagbo
Terremoto L’Aquila: due anni dopo
Antonio Savino
Appuntamenti personali
Ore 19:00 La donna del mistero
Barack ci riprova
Piero Fassino scalda i motori in vista delle am-ministrative di Torino dove, salvo colpi di
scena finali, succederà all' “indigesto” SergioChiamparino, fautore del partito dei sindaci (dal re-trogusto molto settentrionale). Con la vittoria-scon-tatissima- alle Primarie, a questo punto gli schemidel Pd dovrebbero tornare sulla rotta ufficiale. L'ultimo segretario della defuntaQuercia, intuendo la proposta Chiamparino genuina assai (e non è il solo) eccoche rilancia il partito del nord, cercando di mettere ordine dopo le diatribe diMilano e �apoli. La qualità-osserva il sempre scheletrico ex ministro ombradiesse-ci appartiene: ferrea severità sabauda accompagnata da forte accentooperaio (soprattutto meridionale). Orgogliosamente nordico, Fassino lo è. Ditradizione, piuttosto che culturale. Burocratese piuttosto che uomo d'azione.Come il padano Bersani. Che adesso, ultima geniale trovata, punta a corteg-giare Bossi (patto della polenta, stavolta?) pur di far piazza pulita di Berlu-
sconi.Fassino, intanto, vuole recuperare voti a sini-stra, evitando derive dipietriste (con tanto di
fuoco amico De Magistris - popolo viola) da unverso e fabbriche vendoliane, dall'altro. E pro-prio il leader Sel, con balzo felino, cala gli assi:
mettiamo in cantiere un bel patto di responsabilità dove tutti insieme, Fini com-preso, ci liberiamo del Cavaliere e della sua truppa. E' il menu presentato alnuovo corso pd. A meno che non decida di liberarsi da infagottamenti e comincia comportarsi da reale partito d'opposizione.Tra i fautori patto generazionale,Fassino aveva annunciato di lasciare, appena compiuto i sessanta anni. A ses-santuno, invece, è pronto per l'ennesima avventura. Tipo Walter Veltroni. Ilquale, rimangiandosi le promesse, continua ogni tanto a discettare comoda-mente d'Africa dal suo splendido attico romano.
�icola Melfi
SineLineaPROMESSE
L’Europa in versione on line
Nel lontano 1952,
quando l’Ue si chia-
mava ancora CEE, fu
istituita la Gazzetta Europea,
grazie alla quale era ed è pos-
sibile prendere visione della
normativa europea.
Tutti gli atti giuridici in essa
pubblicati sono vincolanti per
i cittadini dell’Unione.
Oggi, in ognuno dei 27 Paesi
membri, esistono, accanto
alle Gazzette cartacee, anche
versioni online molto consul-
tate da privati e imprese. Tut-
tavia, nonostante ciò, in oltre
la metà degli Stati, tra cui
l’Italia, le notizie pubblicate
nelle Gazzette in rete non
sono giuridicamente vinco-
lanti.
Essere costantemente aggior-
nati sul diritto europeo non è
né semplice né gratuito.
Attualmente, chiunque voglia
far valere un proprio diritto
sulla base della legislazione
europea deve procurarsi la
versione cartacea delle norme
di riferimento, la quale, però,
è disponibile soltanto a paga-
mento.
Per fare un esempio, un abbo-
namento annuale alla ver-
sione cartacea della Gazzetta
ha un costo di circa 1000
euro.
Tutto ciò comporta una scarsa
informazione e una inade-
guata diffusione della norma-
tiva europea tra i cittadini
interessati, i quali spesso sono
inconsapevoli dei propri di-
ritti.
Dalla Commissione è giunta
una proposta che si presenta
fortemente innovativa, e che
potrebbe avere risvolti molto
importanti in termini di ri-
sparmio sia di tempo che di
costi, senza far venir meno la
certezza del diritto.
Ciò che si propone è la crea-
zione di un’edizione elettro-
nica della Gazzetta Europea
Giusi Santopietro
3
Direttore Responsabile
A�TO�IO SAVI�O
Direttore Politico
SARO ZAPPACOSTA
Redattori
Agnese AlbiniLuca Arlotto
Danilo ChiaradiaLaura CutullèSerena Danese
Michela Di PalmaSimona MarganellaLoredana Romanelli
Giusi Santopietro
Impaginazione &Grafica
Francesco Pietro Falotico
Stampa
Martano Editrice Modugno (BA)
Reg. Trib. Potenza �°375del 24 04 2008
Direttore Editoriale
Emilio D’AndreaSVI.MED.
associazione onlus per lo sviluppo
sostenibile del mediterraneo
Concessionaria Pubblicitaria
METIS srl
Contatti
terraredazione@gmail.comtel. 0971 22715
d’areamediterranea
08 APRILE 2011
semplici e immediate.
L’iniziativa fa parte di un progetto
della Commissione che verrà lanciato
nel 2012 allo scopo di rafforzare l’ac-
cesso al diritto europeo attraverso il
miglioramento del portale EUR-Lex.
La proposta dovrà essere approvata
prima dal Parlamento, poi dal Consi-
glio all’unanimità.
Il vice presidente della Commissione,
Viviane Rending, ha dichiarato che in
un periodo di crisi come quello che
stiamo attraversando un’idea del ge-
nere non può che essere ben accolta.
che abbia pieno valore giuridico.
La Commissione, dunque, mira a
creare un accesso semplice e gra-
tuito, ma nello stesso tempo affi-
dabile e giuridicamente valido alla
legislazione dell’Ue.
Ciò potrebbe dare un notevole con-
tributo sia all’attività di imprese e
professionisti, sia ai privati citta-
dini che vogliono tutelarsi e cono-
scere i diritti garantiti dai trattati
europei.
L’edizione elettronica della Gaz-
zetta Europea, inoltre, renderà
molto più agevole la consulta-
zione, fornendo chiavi di ricerca
Una gazzetta elettronica
per il diritto Europeo
Rigeneriamola politica
Pier Paolo Pasolini a modo
mio: io sapevo, ma non
avevo le prove. Non avevo
nemmeno indizi. Io sapevo per-
ché ero, e sono, un giornalista che
cerca di seguire tutto ciò che suc-
cede, “di immaginare tutto ciòche non si sà o che si tace, che co-ordina fatti anche lontani, chemette insieme i pezzi disorganiz-zati e frammentatari di un interoquadro politico, che ristabiliscala logica là dove sembrano re-gnare l’arbitrarietà, la follia e ilmistero”. Incredibile ma vero,
vista la mia cultura politica: l’arte
però, è padrona delle coscienze e
anche il vostro umile cronista da
oltre un anno, aveva intuito che
“l’arbitrarietà, la follia e il mi-
stero” erano diventate gli assurdi
principi che plasmavano la so-
cietà politica lucana, scaricandosi,
attraverso saette fulminanti solo
su un uomo additato come il
“male assoluto”, degno per tanto
di essere posto al bando della so-
cietà. Articoli su articoli, scritti
dal sottoscritto con il conforto del
Direttore di questo organo di in-
formazione, verso chi era inno-
cente: una dura lotta consapevole,
contro un male fatto di “arbitra-
rietà, follia e mistero”, che avreb-
bero distrutto qualsiasi essere
umano, ma non lui, Michele Can-
nizzaro. Incredibile ma vero, lo
spirito di Pier Paolo Pasolini in
me ha avuto il sopravvento, invi-
tandomi, oltre un anno fa, a chie-
dere alle autorità politiche, quello
che oggi il Segretario Regionale
della U.G.L. di Basilicata chiede
esplicitamente all’Assessore alla
Sanità Attilio Montanaro: il ri-
torno di Michele Cannizzaro alla
Direzione dell’Ospedale San
Carlo di Potenza. I Motivi che
hanno spinto Giovanni Tancredi
nascono dalla preoccupazione del
sindacato “in merito a ciò che av-
viene nell’azienda ospedaliera”
ma soprattutto da attese tradite.
Per l’U.G.L. infatti “a propositodella vicenda giudiziaria chehanno coinvolto alcuni dirigentidel San Carlo, si sarebbe aspet-tata che la politica regionale,come fatto in passato (vedi vi-
cenda riguardante il Dottor MicheleCannizzaro) invitasse tali personaggi arassegnare le dimissioni in attesa che laMagistratura, compisse il suo naturalepercorso. Invece la politica regionale,tranne in rare occasioni, non ha espressonessuna posizione su quanto accaduto,lasciando adito al pensiero dell’opinionepubblica lucana che il silenzio potessevenir frainteso come “complicità”. Invirtù di quanto espresso dimostra, a pa-rere della U.G.L. Basilicata -e in consi-derazione del basso livello delladirigenza attuale del San Carlo - sarebbeopportuno – scrive Giovanni Tancredi –
vagliare la possibilità di richiamare di-rettori generali che troppo frettolosa-mente in passato sono stati “costretti” daeventi contingenti, ad allontanarsi dallagestione del nosocomio potentino”.Bene, pur rispettando l’onestà intellet-
tuale, la sensibilità umana e il senso di
giustizia del Segretario Giovanni Tan-
credi, credo doveroso sostenere che la
sua richiesta è fortemente riduttiva, per il
semplice motivo che oggi, dopo la fine
di Toghe Lucane, Michele Cannizzaro
non è “un amministratore qualunque”ma è diventato un simbolo: il simbolo di
chi da solo ha sconfitto “l’arbitrarietà, la
follia e il mistero” di Pasoliniana memo-
ria.
“L’ARBITRARIETÀ”, appunto: quella
messa in evidenza di alcuni magistrati
che hanno usato i codici come una clava,
facendo teoremi assurdi senza testa e
senza coda, come quel De Magistris – ad
esempio – che secondo Clemente Ma-
stella “è uno che ha rovinato la vita a
tante persone perbene, attraverso inchie-
ste che, in larga parte si sono concluse
con proscioglimenti e assoluzioni, allon-
tanato dai suoi stessi colleghi dal CSM,
che lo hanno giudicato sulla base dei
fatti: lacunoso nelle indagini, incapace di
raggiungere risultati positivi”.
Per fortuna nostra, però, in Magistratura
esistono anche Magistrati di valore, e il
modo come è finito Toghe Lucane, lo di-
mostra.
“LA FOLLIA”: ce n’è di tutti i colori
soprattutto fra giornalisti nazionali che
hanno calpestato la deontologia profes-
sionale per il gusto spasmodico di col-
pire, persone innocenti uscendo però
sconfitti ed umiliati da una vicenda
sporca da loro messa in atto, la cui con-
seguenza pagheranno con lacrime amare,
in sede giuridica e penale. Non meritano
neppure di essere citati: sappiamo solo
che migliaia di lucani sono assisi sulla
sponda del fiume, convinti che prima o
poi vedranno passare anche i sepolcri im-
biancati, i loro, e dell’Uomo senza Dio,
che di una “Sacra divisa” ha fatto arma
utile a conseguire forse ricchezze perso-
nali. In merito al quale, un caro collega,
nativo lucano – Rotonda- ma operante a
Roma, ha prodotto una serie di articoli
che dimostrano come il sedicente prete,
altro non è che un bilioso, che gode delle
altrui tragedie, che ama sfruttarle per pro-
tagonismo personale, e che ancora oggi,
nonostante una sentenza giusta - perché
enorme quanto l’universo - continua a
sputare veleno rabbioso, nascondendosi
senza coraggio alcuno, perché in-
capace di affrontare, la lotta a
viso aperto. Attendiamo ancora
la sfida all’Ok Corral di Piazza
Prefettura.
“IL MISTERO” Rappresentato
da questa ignobile classe diri-
gente lucana. In merito, il Segre-
tario Regionale della U.G.L. ha
espresso meraviglia che i politici
che comandano la regione, sul
caso dell’ospedale San Carlo,
hanno brillato per il loro silenzio.
Voglio sommessamente ricordare
al coraggioso Tancredi, che tutta
la classe politica lucana, ha bril-
lato per il silenzio tombale su
tutta la vicenda vissuta da Mi-
chele Cannizzaro, che lo ha tra-
dito, abbandonato e quindi
dimenticato volutamente, perché
costui non ha rubato e non ha
fatto rubare, ha tenuto la politica
distante dall’ospedale San Carlo
e ha difeso che meritava la bra-
vura professionale. E uomini così
– come Cannizzaro – in Lucania
vanno “messi al bando” perché i
nostri politici odiano chi è “di-
verso”. Bene, qualcuno ha detto
che ora Cannizzaro ha diritto ad
essere ospitato in qualche partito,
per continuare a manifestare il
suo valore come amministratore.
Forse un anno fa, sarebbe stato
giusto. Oggi non più, proprio
perché è “diverso”. L’ex Diret-
tore del San Carlo, infatti, oggi è
un simbolo, il simbolo vittorioso
di chi ha sconfitto “l’arbitra-rietà, la follia e il mistero” di Pa-
soliniana memoria dimostrando a
tutta la Lucania di possedere tutti
i requisiti per fondare un nuovo
Movimento politico, con uomini
onesti, in contrapposizione ad
una classe dirigente vergognosa
ed utile solo a se stessa. Ci ri-
fletta, Dottor Cannizzaro. Noi
siamo convinti che è arrivato il
Suo momento. E non c’è nessuno
che possa dimostrare il contrario.
Saro Zappacosta
408 APRILE 2011
Ipotesi, perchè non affidare ad un uomo
onesto un movimento di idee nuove.
Noi ci crediamo
Le quattro stagioni di un artista sconosciuto
C’è forse uno strano destino
nel fatto che nell’esercizio
della nostra attività giorna-
listica, si incontri gente comune, al-
meno in apparenza, e invece si
scopre di aver a che fare con per-
sone che nascondono un patrimonio
spirituale, un retroscena culturale ed
artistico che merita particolare ri-
guardo. E’ il caso di chi scrive que-
sta nota, e al tempo stesso, di
Orlando Morese, nato ottantasette
anni fa a Pignola, cresciuto, però, e
pasciuto, a Potenza. Per nostra for-
tuna. Perché Orlando Morese ha un
grande merito: quello di avere una
doppia personalità, che ha fatto di
lui un ricostruttore di chiese fati-
scenti e in parte demolite, esercitato
per gran parte della sua vita, per tra-
sformarsi - a settantadue anni - in un
inatteso quanto brillante pittore di
natura viva (altro che morta!) con
colori ad olio su tela. Per nostra for-
tuna, dicevamo. Infatti, il geometra
Morese - si è diplomato nel 1946 -
è stato l’artefice della fase di rico-
struzione interna ed esterna della
meravigliosa chiesa di San France-
sco, vittima delle bombe belliche.
Suo incontestabile merito, l’aver in-
tuito che dietro l’intonaco di una parete la-
terale della chiesa, si potesse nascondere
qualche dipinto di valore religioso. E così,
con certosina pazienza, ha riportato alla luce
gli affreschi di San Francesco e Santa
Chiara e sulla parete opposta, quello del
martirio di San Sebastiano, databili al tardo
1400. Ma durante la fase di ricostruzione
del muro di destra di San Francesco, il rico-
struttore Morese ha notato che il sarcofago
di Donato De Grasis era collocato in una
posizione che non esaltava tutta la sua bel-
lezza, per cui lo smontò pezzo per pezzo e
lo collocò, invece, al centro del muro di de-
stra, dopo averlo ricomposto con grande pe-
rizia, proprio lì dove oggi è visibile nella
sua meravigliosa fattura. E giacché ci
siamo, ricordiamo ai lettori il testo dell’epi-
grafe riportato nell’Anno Domini 1534,
scritto in latino, che tradotto in italiano si-
gnifica: “Visitatore tu vedi ciò che sono; sai
ciò che sono stato; pensa a ciò che tu stesso
diventerai. Donato De Grasis, potentino già
da vivo fece preparare (questo sepolcro) per
sé e la moglie”. La quale, secondo alcuni
storici, sembra che fosse stata una cattiva
moglie, tanto che il malcapitato Donato De
Grasis, viene volgarmente chiamato- ancora
oggi- da parecchi potentini, “malamigliera”.
Pazienza. Per fortuna l’artista Orlando Mo-
rese ha ridato dignità al suo meraviglioso
sepolcro. Ma c’è un’altra perla di cui dob-
biamo brevemente trattare: il rosone della
parete frontale di ingresso principale della
chiesa francescana. L’ha voluta lui, Orlando
Morese, in perfetta unità di intenti con l’au-
torità religiosa. Morale della prima favola:
se oggi la chiesa si presenta integralmente
restaurata e pervasa dal fascino della sua
semplice e elevante bellezza, lo dobbiamo
anche al nostro artista che nel 1952 (per
aver ricostruito anche la Chiesa Madre di
Senise, Missanello, Pietragalla e Cancel-
lara) è stato riconosciuto Commendatore
dello Stato Vaticano, nonché Cavaliere del
Bene, con tanto di croce al merito. Se nel
1936, la maestra scoprì che il nostro prota-
gonista, giovane di 12 anni, si cimentava
con decorazioni su pergamena, è stato nel
1996 che il destino ha voluto che Orlando
Morese scoprisse l’altro lato della sua na-
tura artistica. E’ stata una vicenda dolorosa
della sua vita, la scomparsa della moglie
Elena Palamone, e i consigli premurosi dei
suoi due figli (Antonio, architetto e Maria
Chiara, impiegata) a spingerlo verso le tele,
i colori, i pannelli. Lì, il suo dolore ha tro-
vato conforto, e il risultato è rappresentato
da una produzione di quadri inverosimile.
Le pareti delle stanze della sua abitazione
sono tutte tappezzate di fiori, paesaggi, na-
ture morte, espressioni dell’animo, esalta-
zione della natura, dimensioni mu-
sicali, riflessioni intellettuali che
sprizzano amore profondo per
l’arte pittorica. E siccome tutte le
stanze della sua abitazione non
sono bastate, Orlando Morese ha
tappezzato di quadri le scale del suo
palazzetto, fatto più unico che raro.
Artista inedito, Morese non vuole
vendere le sue collezioni, né tam-
poco vuol farne oggetto di mostre.
Forse è geloso, forse non ama i giu-
dizi dei critici d’arte, forse è male-
dettamente riservato, non si sa:
quello che è certo è che Orlando
Morese, ricostruttore e decoratore
di chiese, nonché pittore, possiede
una sensibilità artistica semplice-
mente ammirevole. Chi scrive que-
ste note, pur amando la pittura, non
è critico d’arte, ma sente da umile
giornalista, di dover invitare il pit-
tore di Pignola a sottoporre la sua
produzione pittorica al giudizio di
chi se ne intende. Potremmo tro-
varci probabilmente, dinanzi ad una
grossa sorpresa, che sarebbe un
peccato non scoprire. Siamo fidu-
ciosi.
508 APRILE 2011
Si tratta di Orlando Morese,
pittore geloso che espone i quadri
nel suo palazzo e non in pubblico
Saro Zappacosta
Inverno: paesaggio nordico
Primavera: risveglio della natura
Estate: Ferragosto nella foresta di Sasso di Castalda (Pz)
Autunno: Lotta per la sopravvivenza
Schiavidel potereA
ncora un’affondo del con-
sigliere regionale del PdL
Gianni Rosa. Questa volta
nel suo mirino è finito l’ufficio
stampa della Giunta regionale. “Ho
presentato l’ennesima interroga-
zione – dichiara il consigliere del
Pdl - per chiedere spiegazioni per
quanto posto in essere e, tra le tante
domande, se tra gli iscritti all’Albo
dei giornalisti della Basilicata non
ci sono professionalità simili a
quella del dott. Roberto Race.
’Questione morale’ anche nell’in-
formazione e nell’attribuzione
degli incarichi, così come avevo
anticipato nella conferenza stampa
dello scorso venerdì, affermando
che il tono e gli argomenti conte-
nuti nella risposta di Rivelli ad una
mia precedente interrogazione mi
hanno fatto indignare. Traducendo
le sue affermazioni, che fanno rin-
vio a delibere ed articoli del con-
tratto collettivo dei giornalisti, lui
asserisce che è il ‘capo’ dell’Uffi-
cio Stampa, ha ‘ampio potere deci-
sionale’, ha ‘un’elevata
professionalità’, che gli consente
ampi margini di ‘manovra’. Di-
mentica – sostiene Rosa - che
svolge un incarico pubblico, con
emolumento pubblico pagato dai
cittadini lucani e, quindi, vincolato
all’autonomia che le norme e i re-
golamenti gli attribuiscono, ma
La Regione Basilicata è diventata la tomba
della libera informazione e della editoria lucana
con i soldi di Pantalone. L’opposizione stia in guardia
608 APRILE 2011
anche e soprattutto al buonsenso che pur
non essendo previsto, non fa mai male
averlo. De Filippo – sostiene ancora Rosa
- dovrà dirci i benefici diretti che la Re-
gione Basilicata ha avuto attraverso la col-
laborazione di Roberto Race, che ha un
lungo curriculum tra cui quello di consu-
lente per il ministro campano Nicolais (Ds)
alle Riforme e le innovazioni della Pub-
blica amministrazione sotto il secondo Go-
verno Prodi. In Basilicata – aggiunge Rosa
- non si ha voglia di investire sulle profes-
sionalità locali, sui giovani che si occu-
pano di giornalismo, eppure ve ne sono
tanti e precari. Vi sono anche giornalisti di
provato mestiere che potevano di certo
svolgere egregiamente questo incarico. E’
più che un dubbio , invece, che anche in
questo tipo di scelte si arriva a premiare le
vicinanze politiche, partitiche e di appar-
tenenza a discapito di tante risorse profes-
sionali che ci sono in Basilicata”.
Il consigliere Rosa fa riferimento “ad uno
stralcio del messaggio della Fondazione
Valenzi, in occasione dei 150 anni del-
l’Unità d’Italia, pubblicato sul sito internet
di Roberto Race, giornalista professionista,
ma anche segretario generale della citata
fondazione, dedicata al già sindaco Pci di
Napoli, nel quale si legge: ‘bisogna valo-
rizzare i giovani ad elevata formazione
presenti nel Mezzogiorno, evitando la fuga
di talenti che sta indebolendo le potenzia-
lità di crescita’. Sottoscrivo in pieno il
messaggio – dice Rosa - che trova anche il
sostegno del governatore della Basilicata,
Vito De Filippo, che ha pensato bene di of-
frire proprio al dott. Race un contratto di
collaborazione, dal compenso di 5.000
euro, che si è interrotto il 9 marzo scorso.
Una collaborazione con l’Ufficio stampa
della Giunta regionale – continua Rosa -
decisa con determina a firma di Giovanni
Rivelli, tesa ad affrontare le sfide del Fe-
deralismo e fare arrivare la nostra Lucania
sulle pagine dei maggiori mass media na-
zionali e dei network televisivi. Un inca-
rico di prestigio, certamente un lavoro che
richiede tempo e professionalità. Invece
bastano due o tre mesi, durata della consu-
lenza, per poter raggiungere gli obiettivi
così ambiziosi che ci si era proposti. Tutto
ciò spiega il perché l’incarico è stato con-
ferito procedendo alla scelta della collabo-
razione per ‘intuitu personae’, senza alcun
avviso pubblico e senza procedure compa-
rative. Decisione assunta anche perché
‘l’ufficio stampa è carente di tale figura al-
tamente professionale, e vi è stata la neces-
sità di ricorrere ad una figura esterna
all’organico della Regione Basilicata’.
Queste informazioni – riferisce Rosa -
sono desunte dalla risposta alla mia inter-
rogazione presentata il 4 febbraio scorso
con la quale chiedevo a De Filippo chiari-
menti sugli incarichi conferiti dall’Ufficio
stampa della Giunta a giornalisti attraverso
determine dirigenziali, senza avvisi pub-
blici”
Salutiamo con moderata soddisfazione
la dichiarazione di Gianni Rosa, che ha
individuato una grave questione
morale all’interno dell’ufficio
stampa della Regione Basilicata
e lo ringraziamo.
Il motivo della nostra moderata
soddisfazione però, stà nel fatto
che l’ufficio stampa dell’Ente,
potrebbe diventare la tomba
della libertà di stampa e della
editoria lucana.
Sembra, infatti, che quanto
prima la regione - con il suo nu-
trito ufficio - darà alla stampa e
distribuirà gratuitamente un
quotidiano di informazione
dell’Ente che si dovrebbe chia-
mare “Basilicata Mezzogiorno”.
Per noi, il momento che vive
l’informazione lucana già è
drammaticamente grave. Se
davvero dovesse nascere, il
nuovo quotidiano, significa sem-
plicemente che abbiamo, come
pseudo amministratori gente
antidemocratica, liberticida, op-
pressiva e drasticamente totali-
tario. Invitiamo Gianni Rosa e
tutto il Popolo della Libertà a ri-
flettere sull’attentato in atto alla
Regione e a movimentare la so-
cietà democratica. Certi sop-
prusi non possono passare.
Saro Zappacosta
lineato come tra i più grandi
paesi membri il tasso disoccu-
pazione giovanile sia cresciuto
in particolare in Spagna, Polo-
nia e più marcatamente in Italia
e nel Regno Unito. Gli autori
del rapporto hanno richiamato
l'attenzione, ancora una volta,
sul fatto che la mancanza di la-
voro per i più giovani rimane
una sfida cruciale e hanno lan-
ciato l'allarme riguardo le pre-
occupazioni crescenti del
potenziale rischio di una “lost
generation”. Originalità e iro-
nia. Le iniziative di sabato nelle
diverse città si annunciano ori-
ginali nelle forme. D'altronde
nell'avvicinamento ce se sono
stati già alcuni assaggi. Il 17
marzo a Roma, in occasione
delle celebrazioni del 150° an-
niversario dell'Unità d'Italia, è
stato improvvisato un flash
mob alla Galleria Alberto
Sordi. Qui un guardiano “ma-
turo” davanti a una porta trico-
lore impediva l'ingresso ai
giovani. Sempre a Roma, a Via
Condotti, si è tenuto un altro
flash mob, con dei ragazzi in
corteo ciascuno con una sedia
con la scritta “se la sedia è il
benefit ce la portiamo noi”. Il
tutto di fronte alla sede di una
società romana che aveva dif-
fuso un'offerta di stage in cui
proponeva come benefit sedia e
postazione internet. Nel mani-
festo del comitato i promotori
scrivono che è arrivato il tempo
per “un'azione comune, perché
ormai si è infranta l'illusione
della salvezza individuale. Per
raccontare chi siamo e non es-
sere raccontati, per vivere e non
sopravvivere, per stare insieme
e non da soli”. Dopo il grande
movimento che ha attraversato
l'università e le scuole italiane,
sembra forse arrivato per i gio-
vani il tempo di una più decisa
voglia di partecipare, di raccon-
tarsi, anche con autoironia, e di
riappropriarsi di tutto quello
che, fino ad ora, gli è stato ne-
gato.
Se non ora,quando?Loredana Romanelli
I giovani contro la precarietàSabato in piazza in tutta Italia
Se non ora quando? ormai
sembra essere diventato lo
slogan “dell’altra Italia”.
Di quell’Italia sana, che niente
vuole avere a che fare con Ruby
ed il bunga-bunga. E’ lo slogan
dei giovani che non vogliono
più aspettare. Sabato 9 aprile sa-
ranno nelle piazze e nelle strade
per manifestare e chiedere mag-
giore attenzione e più diritti. Per
dire ai politici e ai decisori che
è arrivato il momento di affron-
tare davvero la questione giova-
nile. Una questione che tutti
riconoscono come indissolubil-
mente legata alla ricchezza di
una nazione, ma per cui ancora
nessuno, nel nostro Paese, ha
fatto davvero qualcosa di rile-
vante. Forse perché tra una ri-
forma ed un bunga-bunga
nessun governo italiano sente
davvero l’esigenza di dare una
possibilità ed un futuro ai gio-
vani italiani. Gli appuntamenti
si terranno in tutta Italia, nelle
grandi metropoli e nei piccoli
centri. A Roma si annuncia una
street parade che andrà da
piazza della Repubblica fino al
Colosseo. Lungo il percorso ci
saranno rappresentazioni e
“scene” delle situazioni emble-
matiche della precarietà. A Na-
poli un corteo si muoverà da
piazza Mancini fino a piazza del
Gesù. A Milano l'evento si terrà
nel primo pomeriggio alle Co-
lonne di San Lorenzo vicino
Porta Ticinese. A Torino a
piazza Vittorio. A Genova l'ap-
puntamento è invece previsto a
via San Lorenzo. Ma non solo.
Manifestazioni sono annunciate
anche a Parma, Modena, Lecce,
Catanzaro, Siracusa e Cosenza.
E anche Bari, Lodi e Bergamo.
Dai ricercatori ai call center,
dagli imprenditori a tutti quei
giovani che non hanno un la-
voro. Dai “bamboccioni”, che
per forza di cose ancora vivono
a casa con mamma e papà, agli
studenti. Saranno tutti in piazza
per urlare il loro disagio, la loro
voglia di fare e l’impossibilità di
fare. Tutto ha preso le mosse dal
comitato “il nostro tempo è
adesso” e dal manifesto redatto
dai quattordici promotori. Tra
708 APRILE 2011
loro ci sono realtà, associazioni e reti
sociali che rappresentano buona parte
degli universi giovanili, quelli che
stanno pagando a più caro prezzo le
trasformazioni dei rapporti e delle con-
dizioni del mondo del lavoro. Trasfor-
mazioni acuite ancor di più dalla crisi
economica di questi anni. Gli interinali,
gli stagisti, i ricercatori precari e quelli
che non ce la fanno più a rimanere in
Italia e se ne vanno all'estero per avere
una chance all'altezza delle proprie
competenze e ambizioni. Quelli che la-
vorano nel mondo dello spettacolo,
quelli che lavorano nei call center, gli
archeologi, i giornalisti precari e anche
i giovani imprenditori. Si tratta sempre
di ragazzi talentuosi e desiderosi di
fare qualcosa, per se e per accrescere la
ricchezza (culturale ed economica)
dedl proprio paese. Si tratta sempre di
ragazzi a cui vengono negate le occa-
sioni e le opportunità a cui hanno di-
ritto. La risposta viene anche
dall'estero. Oltre a quelli in Italia, in
queste ore si stanno aggiungendo molti
altri appuntamenti: il tam tam è arri-
vato oltre i confini nazionali e la voglia
di partecipare è stata espressa anche da
chi si trova lontano. Da chi conosce
bene, per averlo vissuto sulla propria
pelle, il mancato riconoscimento del ta-
lento. A Bruxelles, nel cuore dell'Eu-
ropa, ci sarà una manifestazione. E in
questi giorni si stanno prendendo ac-
cordi per simili avvenimenti anche a
Londra e Washington, due delle mete
più frequenti per i “cervelli” in fuga dal
Belpaese. I diritti negati e il rischio
“generazione perduta”. Le questioni in
ballo sono tante. I giovani chiedono il
rispetto del diritto allo studio, del di-
ritto alla casa e l'attuazione di politiche
che prevedano redditi di sostegno e un
welfare anche per chi ne è rimasto per
troppo tempo escluso. I giovani sen-
tono di avere anche loro bisogno di
“realizzare la propria felicità affettiva”.
Oltre, ovviamente, a reclamare il diritto
più essenziale di tutti: il diritto al la-
voro. Nell'ultimo Quarterly Review
della Commisione europea viene sotto-
Bulli e pupe
Ragazzine appari-
scenti, provocatrici e
maschietti violenti e
volgari sono l’immagine di
ciò che propone la società del
nuovo millennio. Tanto fa di-
scutere la bella generazione
che si mette a “nudo” in tutte
le sue sfaccettature. Donnine
che si esibiscono in strip im-
provvisati nei bagni della
scuola, il tutto filmato dalle
telecamere dei cellulari e poi
messo in vetrina sui social
network. Teppistelli arroganti
che minacciano i compagni
ed esasperano gli insegnati,
costretti ad abbandonare
l’aula dalla disperazione e dal
timore di subire la violenza di
adolescenti senza freni. Vit-
time dei loro aguzzini, tanti
giovani vivono nel terrore di
sottostare ad una persecu-
zione o di essere derisi d’in-
nanzi ai propri amici.
“Bullismo”, questo è il ter-
mine che dilaga tra le crona-
che d’attualità. I racconti di vita
quotidiana ci hanno abituati a storie
di drammatica ed incontenibile fe-
rocia, subita nel silenzio e nella ver-
gogna da troppi adolescenti. Lunghi
mesi di torture fisiche e psicologi-
che, confessate ai propri cari solo
dopo aver preso coraggio. Il ritratto
di queste menti malate spesso coin-
cide con quello di personcine per
8
Agnese Albini
08 APRILE 2011
Baby Femme Fatale e teppistelli sfacciati
spopolano tra i banchi di scuola
bene, di buona famiglia, cordiali ed
educate, in apparenza insospettabili.
La voglia di trasgredire e di uscire
fuori dal “target” del classico bravo
ragazzo trova sfogo nei gesti vio-
lenti e in atteggiamenti dispotici.
Frustrazione, solitudine e negazione
della propria personalità sono il
segno di un profondo disagio psico-
logico, molte volte sottovalutato dai
genitori. Maggiore atten-
zione e più dialogo in fami-
glia, il punto di partenza
necessario per cogliere il
malessere di un figlio, chiuso
in preoccupanti silenzi. Per
far fronte alle numerose ri-
chieste di aiuto di tanti gio-
vani soli ed incompresi,
alcuni istituti scolastici -
sparsi su tutto il territorio na-
zionale - hanno dato la pos-
sibilità ai propri alunni di
potersi confrontare con uno
psicologo. Iniziativa accolta
con entusiasmo non solo dai
diretti interessati, ma ancor
di più dalle famiglie, che
hanno potuto contare sul
supporto di specialisti, in
grado di dare loro forza e di
condurli gradualmente alla
risoluzione del problema dei
loro figli.
Sempre più persone subiscono il
cambio di stagione come un
trauma psico – fisico. Il corpo si ri-
sveglia dal letargo dell’inverno e
con esso anche lo spirito ed i sensi.
Il sole tiepido, i fiori e la natura emanano odori e colori di cui è
possibile godere solo nel tepore primaverile. Nonostante il bel
tempo e la possibilità di beneficiare dell’aria aperta, ci si sente
spossati, stressati e spesso di mal umore. Il “mal di primavera”
genera sempre più frequentemente: cefalea, sonno, stanchezza
muscolare ed insofferenza. Tanti i rimedi per ovviare allo spiace-
vole inconveniente e per velocizzare la metabolizzazione della
nuova stagione. Una piacevole attività fisica, circa 30 minuti al
giorno, aiuta ad ossigenare i tessuti e a scaricare la tensione ac-
cumulata. Senza eccedere stres-
sando il corpo, ci si può abituare
gradualmente ai ritmi frenetici del
bel tempo. Spazio alle pause
relax, anche 5 minuti possono ba-
stare per ricaricare le pile. Gli
esperti affermano che l’allunga-
mento della giornata e il maggior
tempo di luce a disposizione, indu-
cono le persone a sbrigare più fac-
cende contemporaneamente e
dunque ad esaurire l’energia
prima del tempo. Attenzione
anche all’alimentazione, risorsa
energetica essenziale. Integra-
tori alimentari a base di erbe
come il ginseng, il ginko biloba
aiutano a migliorare la circola-
zione e a favorire la concentrazione. Ai più pigri è consigliato il
guaranà, ottimo per dare lo sprint e per scacciare il malumore.
Frutta e verdura, ricchi di vitamine e poveri di grasso aiutano ad
idratare i tessuti e non appesantiscono la digestione. La varietà
di alimenti che la calda stagione propone, consente di strutturare
in maniera sana la dieta giornaliera e di soddisfare il fabbisogno
energetico. Riducendo il consumo di cibi grassi ed ipercalorici si
favorisce il dimagrimento, anelato dall’esercito di donne con qual-
che chiletto di troppo. Maggiormente colpito dalla sindrome della
primavera il gentil sesso,
ancor più affannato dai ritmi
velocissimi della routine. Gli
uomini, al contrario, metaboliz-
zano con più facilità e vivono il
cambiamento con maggiore
serenità. Ancora qualche
giorno di rodaggio e poi l’orga-
nismo sarà pronto per far
fronte all’estate. Sole e mare la
cura migliore per ogni tipo di
stress!
Agn.Alb.
MALEDETTA PRIMAVERA.. STANCHEZZA, IRRITABILITA’, SBALZI DI
UMORE: COLPA DEL CAMBIO DI STAGIONE
Un Piotper il turismo
In questi giorni, in Basilicata
si parla tanto di turismo,
visto che sono stati attivati,
dalla Regione Basilicata, alcuni
bandi turistici denominati PIOT.
Purtroppo di turisti in Basilicata
se ne vedono sempre meno e per
questo ci auguriamo che con
questo nuovo input economico
si riuscirà a far decollare il turi-
smo lucano. Molte mete turisti-
che degli italiani sono le zone
dell’Africa Settentrionale (vedi
Egitto, Tunisia, Algeria, ect)
dove di questi tempi non è pro-
prio raccomandabile andare a
trascorre le vacanze a causa dei
tanti problemi politici e conflit-
tuali di queste ultime settimane.
E grazie a questo particolare pe-
riodo, sul fronte della sicurezza,
dei nostri connazionali, i viaggi
potrebbero essere più tranquilli
e meno lontani. Non si dovrà
più andare all’estero per trovare
il mare come l’Egitto (vedi le
coste dello Jonio, oppure visi-
tare un quartiere arabo (vedi la
Rabatana di Tursi), trovare pae-
saggi incantati come il Pollino,
e così fino a riscoprire tutta la
Basilicata. Sarebbe stato bello
avere dei sistemi di trasporto più
celeri, avere servizi più effi-
cienti con un buon sistema di
comunicazione tra imprenditori
turistici e offrire il meglio della
nostra cultura lucana. Pur-
troppo, per offrire agli italiani in
partenza, per altre mete, la Ba-
silicata, avere un quadro chiaro della
regione, con le grandi risorse naturali
che incentivano i visitatori a scoprirla,
ci vuole molto, e questo potrebbe es-
sere fatto con i PIOT. I PIOT sono, pur-
troppo, ancora lontani da quello che
potrebbe essere il volano del turismo
della Basilicata. Molti imprenditori non
hanno colto ancora bene le potenzialità.
Accusano il Governo locale di non aver
risposto alle loro esigenze e queste esi-
genze sono soprattutto le reti viarie
come i treni, le autostrade e soprattutto
un aeroporto. Ma è mai possibile che
l’aeroporto di Pisticci non …. decolli
?? Come mai in Basilicata, per co-
struire una risorsa che potrebbe essere
da moltiplicatore devono trascorrere
anni per poter arrivare alla conclu-
sione!! Pensate che in Giappone, dopo
sei giorni dal terremoto è stata rico-
struita un’autostrada che era stata di-
strutta dal sisma. E qui da noi, in sei
giorni non si riesce neanche a far se-
dere intorno ad un tavolo chi deve
prendere delle decisioni!! Non si è mai
pensato di istituire un servizio reale a
cui collegare tutte le strutture turistiche
e poter fare un vero “CENTRO DI
PRENOTAZIONE BASILICATA”. Far
arrivare le telefonate o istituire un buon
sito internet collegato ai vari siti delle
strutture ricettive. Sarebbe anche im-
portante attivare il contact center che
risponda in varie lingue e 7 giorni su 7.
Sarebbe stato importante, oltre a dare
informazioni e assistenza ai turisti in
visita in Basilicata, anche fornire infor-
mazioni sulle zone con una importanza
storica, sulle destinazioni dove è con-
sigliato avere degli sconti o trovare
particolari manifestazioni storico-
culturali. Importante, sarebbe anche
avere notizie, grazie al sito internet,
aggiornato in tempo reale. E’ vero,
in parte alcune notizie le troviamo
sul sito dell’APT Basilicata, ma è
ancora poco, e lo dimostrano i nu-
meri dei turisti in visita in questa no-
stra stupenda regione. Come
dicevamo, sarebbe opportuno co-
gliere la crisi della situazione nel-
l'area del Nord-Africa e del Medio
Oriente alla luce degli avvisi dira-
mati dal Ministero degli Affari Esteri
nei giorni scorsi e tuttora validi. Al
momento è fortemente sconsigliato
recarsi in Egitto ed in Yemen ed in
parte anche in Tunisia, sebbene vi
sia stato un miglioramento del con-
testo generale di sicurezza, si “scon-
sigliano i viaggi verso tali
destinazioni se non strettamente ne-
cessari". Sarebbe un risultato molto
soddisfacente, se si giocasse questa
carta e far si che i nostri connazio-
nali usufruiscano di un servizio che
li accompagni in una realtà tutta da
scoprire e soprattutto senza rischi
per la propria incolumità. Inoltre,
l'opportunità, per un turista, di avere
un’assistenza diretta, darebbe una
maggiore sicurezza, anche perché tu-
telati direttamente da un’istituzione
come l’APT, organizzare una desti-
nazione del viaggio ed evitare inci-
denti e disagi. Abbiamo prospettato
forse una cosa che non è facile orga-
nizzare in Basilicata, anche se c’è il
rovescio della medaglia. Quanti sono
i Lucani che vanno in altre mete
turistiche e che non conoscono la
propria Regione? Risponderei:
TANTI !! E questo è una pecca
per la nostra economia e le pro-
spettive di decollo del turismo
della Regione. Quanti sono gli im-
prenditori Lucani che non hanno
neanche un sito internet o che non
aggiornano da tempo? Molte
agenzie viaggi di altre regioni,
non pubblicizzano la Basilicata,
anche perchè non è inclusa nei ca-
taloghi di molti Tour Operator. Al-
cuni villaggi della costa Jonica
sono fallimentari e forse que-
st’anno, per la stagione estiva, non
apriranno i battenti. Se andiamo a
Matera (unica seria meta della Re-
gione) di domenica, molti esercizi
commerciali sono chiusi. Se vo-
gliamo andare a visitare Venosa,
non abbiamo una strada decente
per arrivarci. Visitare il Pollino è
difficile raggiungerlo di domenica
o nei giorni festivi se non si ha
una macchina propria (non ci sono
treni e tantomeno autobus di
linea). Questi sono alcuni esempi
per capire le difficoltà e chiedersi:
perché il turista dovrebbe venire
in Basilicata? Con questa do-
manda che non avrà una risposta,
ci auguriamo che i PIOT non
siano Piani Inutilmente Opportuni
per il Turismo in Basilicata !!
908 APRILE 2011
TrenoRocky
Alcuni villaggi della costa Jonica sono
fallimentari e forse quest’anno, per la
stagione estiva, non apriranno i battenti
Un triestinocon la cultura nel cuoreMichele De Luca
Si è spento Claudio H. Martelli:
un lutto per l’arte italiana
Forse il suo “Dizionario
degli artisti di Trieste,
dell’Isontino, del-
l’Istria e della Dalmazia”, che
ha conosciuto la fortuna di
quattro edizioni un venticin-
que anni, a partire dal 1985,
diventato un’opera imprescin-
dibile per la completezza
d’informazione, la finezza
delle analisi, l’eleganza di
scrittura, è il libro di Claudio
H. Martelli che “resterà”, per
la sua visione sprovincializ-
zante, tesa a superare i confini
politici e a riconoscere una
sorta di comune identità tra i
territori che di qua e di là si
specchiano e si guardano
dalle sponde dell’alto Adria-
tico; ma anche per il grande
lavoro di ricognizione, colta e
competente, sull’universo ar-
tistico di questi territori. E’
un’opera che rimane unica
non solo a livello regionale,
di grande valore culturale e
storico, in grado di fornire le
informazioni di base indi-
spensabili agli studiosi, agli
operatori del settore ed agli
appassionati di arte. Ma, ciò –
sia ben chiaro – non vuole
mettere in secondo piano la
figura, l’attività e l’opera di
un personaggio che va invece
visto e ricordato per la com-
plessità del suo lavoro, del
suo impegno civile e culturale
sempre appassionato, in un
rapporto privilegiato con la
sua Trieste, in cui è stato pro-
tagonista di una stagione cul-
turale che ha affondato le
proprie radici, facendola rivi-
vere, nel solco della grande
tradizione che impersonò in
Saba, Svevo e Joyce il suo
momento di maggiore gloria e
splendore. Dopo lunga malat-
tia, si è spento Claudio H.
Martelli, scrittore, poeta, cri-
tico d’arte e di teatro, editore
ed animatore culturale. E’
stato per molti anni capo uffi-
cio stampa del Teatro Stabile
del Friuli Venezia Giulia e membro
del Curatorio del Museo Revoltella.
Appassionato di arti figurative, di
cui si è occupato anche da giornali-
sta, Martelli ha organizzato mostre
di artisti triestini in Italia e all'estero.
Poeta di statura nazionale ha pubbli-
cato, a partire dal 1965, le sillogi
"Lamento per un cuore di pietra",
"Poesie per Alexi", "La quieta co-
scienza", "Il nemico dei sogni", tra-
dotto anche in sloveno, fino a
"Cinema e altre poesie - Salmi" del
2009, che hanno formato un corpus
poetico ben rappresentato in antolo-
gie italiane e straniere. Fondatore e
presidente onorario del P.E.N. club
di Trieste, ha diretto la Hammerle
Editori, curando in particolare la
collana di poesia "Il Nuovo Timavo"
e "Timavo-Traduzioni"; ha scritto
per il teatro in italiano e in dialetto,
adattando per la scena opere di Or-
well, Conrad e Jonesco, e con la re-
centissima "Bohème triestina" ha
consegnato un ritratto della Trieste
letteraria degli anni '50 e '60. Con la
rivista "Trieste Arte &Cultura", che
ha diretto con vera passione dalla
fondazione nel 1998, ha contribuito
al dibattito culturale giuliano (ma
con l’occhio rivolto allo scenario
nazionale ed internazionale), acco-
gliendo riflessioni sull'arte, la lette-
ratura e la poesia e intervenendo con
pungenti corsivi sull'attualità ita-
liana e cittadina. Con questo perio-
dico denso, pregnante ed anche
veramente elegante nella sua “so-
brietà”, oltre che con la mole
di pubblicazioni della casa
editrice, Martelli ha lasciato
una eredità importante ed
ammirevole, per lo sforzo
che gli sono costate, che la
vedova, signora Elsa, e il fi-
glio Matteo sapranno conti-
nuare e valorizzare nel
tempo, com’è doveroso non
solo per onorare la sua cara
memoria, ma per non far
mancare ancora per l’avve-
nire un contributo di impe-
gno culturale e di crescita
civile e critica, quale è stato
quello di Claudio per tanti
decenni. Va ricordato infine
che per oltre un decennio
Martelli è stato vicepresi-
dente delle Chiese metodiste
Italiane e membro del comi-
tato esecutivo del Consiglio
mondiale metodista. Partico-
larmente attento ai temi del
dialogo inter-religioso, pub-
blicando tra l’altro il saggio
"La Bibbia e la donna", men-
tre è in corso di stampa il vo-
lume "Bibbia e Corano a
confronto". Una vita tutta de-
dicata alla cultura, all’arte,
alla poesia, non come beni
fini a se stessi, ma come pa-
trimonio sempre originale e
fertile di cui dare testimo-
nianza e da condividere con
il prossimo. In un percorso
esistenziale fatto anche di
tante sofferenze e rinunce,
come, in una sorta di ultimo
consuntivo, affidato ai versi
della poesia “Charlot”, ci
suggerisce di volerlo ricor-
dare: “La mia generazione /
ha conosciuto tempi duri /
per alcuni / un paio di scarpe
/ era un progetto / un sogno.
/ Ci si ingegnava / con pezzi
di cartone / - la plastica non
c’era - / accumulando debiti /
e cambiali. / Charlot / l’ho
amato per questo / per le sue
scarpe sgangherate”.
1008 APRILE 2011
Artecultura gennaio 2011
Ritratto di Martelli eseguito da Elsa Gant
Manifesto di Marcello Dudovich
compiono azioni tanto terribili,ma non hanno un ottimo rap-porto con il denaro, preferi-scono infatti non elargiregrandi mance. Ed eccoci final-mente nella zona “paradiso”,dove tra le prime posizioni tro-viamo gli scandinavi, estre-mamente capaci di passarelunghi periodi di vacanza al-l’estero. Sono gentili e moltorispettosi dei beni altrui e delletradizioni locali. Hanno un ot-timo rapporto con le lingueche riescono ad imparare agrandi linee in poco tempo,così da non avere problemidurante la loro permanenza.Anche gli australiani sono dalodare per la loro grande intra-prendenza sul piano culinario,infatti, adorano provare spe-cialità locali ogni volta che vi-sitano nuovi luoghi. Infine igiapponesi non sono dameno, anche il loro comporta-mento è impeccabile. Dopoquesta lunga analisi si speraquindi di incontrare sul propriocammino, solo i migliori e i piùeducati, onde evitare qual-siasi problema.
Ecco come si comportano gli stranieri
Il Piccolo Napoleone
11
08 APRILE 2011
Viaggiare, conoscerenuove realtà edesplorare terre lon-
tane, piace a molti. L’impor-tante è portare con sé nonsolo la fidata valigia maanche la buona educazione.Gli italiani con il tempohanno acquistato una pes-sima nomea, ma molte sta-tistiche elaborate nell’ultimoperiodo hanno modificatoquesta linea di pensiero.Esistono popolazioni daicomportamenti ben peggioridei nostri. Il turista italianopuò andare a testa alta. Perquanto è innegabile il datoche “gli italiani all’estero sifanno sempre riconoscere”,questo non accade per leloro cattive azioni. E’ l’alle-gria, l’esuberanza, il calore afare da carta di identità alpopolo italiano; qualità chemancano in molte altrezone, più fredde non solo acausa del termometrospesso sotto zero. Ovvia-mente non bisogna fare ditutta l’erba un fascio, cioèall’interno di una medesimapopolazione ci possono es-sere individui decisamente
Serena Danesediversi tra loro. Ma per stilare dellestatistiche è necessario raggrupparetutti e dividerli solo per il luogo in cuivivono. A dispetto di ogni aspettativail popolo che risulta peggiore in asso-luto quando è in viaggio, precisa-mente all’estero, è quello inglese. I
tanto rigorosi bretoni non dimostranoil minimo rispetto per i luoghi che vi-sitano. I loro tour, lunghi o brevi chesiano, sono all’insegna dell’inciviltà.Non riescono quasi mai ad adattarsialla realtà locale. Non desideranofare il minimo sforzo per compren-dere la lingua del luogo e dulcis infundo le loro mance lasciano forte-
mente a desiderare. Vogliono il me-glio in cambio del nulla. Ovviamentegli inglesi non sono lasciati soli sulloro trono, subito li seguono russi etedeschi i quali non conoscono mini-mamente il significato del savoir-faire. Niente cortesia, tatto,
affidabilità; solo voglia di divertirsi aspese dei poveri sventurati che sonocostretti a incontrarli. Rifiutano la cu-cina tipica, ma non le bevande, infattiè facile incontrarli ubriachi e a causadell’alcol compiono gesti inconsueti adanno dei monumenti loro circo-stanti. Gli americani invece sonosulla soglia, tra i buoni e i cattivi. Non
E adesso il piccolo Napoleone va’ alla guerra, con la scusa della liberta’ de-
mocratiche sferra l’attacco alla Libia ( con il placet dell’ONU con la risoluzione
1973(2011) sulla Libia). Ma il vero problema della Francia non e’ la liberta’
del popolo oppresso, ma interessi da scippare all’Italia. Andiamo per ordine,
in sostanza le grandi imprese italiane, hanno investito fortemente in Libia e
la Libia ha garantito l’energia. Per farlo, le aziende italiane hanno accettato
condizioni molto favorevole al governo libico, creando problemi seri alle
aziende francesi, cosi gli impreditori francesi fanno pressione al governo di
Parigi, dove i primi hanno un rapporto storico con il governo Libico. Sono
usciti dei documenti dei servizi segreti francesi e su un articolo della newsletter
Maghreb Confidential, dove si racconta la storia di Nouri Mesmari, capo
del protocollo di Gheddafi, fuggito in Francia dove lavora con il Doge - i servizi
segreti francesi alla preparazione di una curiosa spedizione mista di impreditori
e militari francesi a Benghasi. La delegazione incontra a Benghasi Abdallah
Gehani, un colonnello dell’aeronautica che avrebbe poi preparato la rivolta li-
bica. Ci sono dei racconti tra Mesmari, il Doge e i futuri dirigenti della rivolta,
sara’ vero come dice il figlio (Accusando ) del Rais di Tripoli Saif al Islam
Gheddafi; che il padre ha pagato la campagna elettorale di Sarkozy? Sa-
ranno le multinazionali che vogliono la guerra? E ora anche gli Usa vogliono
una fetta della torta energetica libica e chi ci rimette�? L’Azienda Italia.
d’areamediterranea
Èil 6 aprile. Il dato più prorom-pente e ridondante ad oggi èuno: 11.500 tonnellate di
acqua radioattiva riversata nel-l’oceano dagli ingegneri della cen-trale nucleare di Fukushima. Disastro
annunciato? L’uomo che crede di ap-propriarsi di diritto del desueto e pan-tanoso concetto di superuomo? Lanatura che si ribella al disastro parto-rito dalla mente e dalla mano del-l’uomo? O la natura che, molto piùsemplicemente, è questa. Repentina,ciclica, svincolata, in trasformazionedalla notte dei tempi. La faccenda èchiara a tutti. A quasi un mese dal ter-remoto e connesso tsunami, gli inge-gneri al lavoro nella centrale diFukushima Daiichi si sono trovati di-nanzi ad un disastro che nel frat-tempo s’è aggiunto alla primasciagura - quella della radioattivitàsprigionatasi nell’aria. La centralenon è più capace di contenere l’ec-cessiva quantità di acqua trasportatanella centrale e finalizzata al raffred-
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Nucleare una mina vagante
Anno IV numero 13 - 08 APRILE 2011 Direzione / Redazione: Via del Popolo 34 - 85100 Potenza - Telefono 0971 22715 Direttore responsabile: Antonio Savino
damento delle barre di combustibile, alseguito di una crepa generatasi nel reat-tore. L’Acqua, nel frattempo diventataaltamente pericolosa in quanto avvele-nata da un tasso di radioattività allestelle, in parte è finita in mare, in parte
deliberatamente è stata riversata nellostesso “contenitore” naturale, l’oceano.Un dramma senza precedenti, una sven-tura tra le peggiori: il petrolio in mare -vedi i ricorrenti episodi di riversamentoin giro per il mondo - in confronto, èuna minuzia. La Tepco, la società chegestisce l’impianto, tergiversa: "Le per-dite sono diminuite ieri dopo che ab-biamo utilizzato una miscela di vetroliquido e un agente indurente ed ora sisono arrestate”; il ministro dell'Indu-stria, Banri Kaieda, dichiara che il rila-scio controllato di acqua contaminata inmare non presuppone rischi per la sa-lute. Il Giappone soffre tre volte: per ilterremoto, lo tsunami e i relativi morti esenzatetto; per il nucleare al pascolo peril paese; per i suoi governatori che nonsolo non ammettono la propria incapa-
cità ma anche l’intelligenza di un popolotutt’altro che stupido o illetterato. La ra-dioattività è affare di tutti, perché se vagaper aria è la gente che la respira. È lagente che ha diritto all’informazione ac-curata, aggiornata, dettagliata, soprattuttoonesta. La quantità di iodio radioattivo ri-scontrata in mare, di fronte ad uno dei re-attori, è alta. Così alta da risultare 7,5milioni di volte superiore al limite con-sentito. La stampa giapponese ha pubbli-cato il dato, giacché c’è chi preferisce cheè meglio non diffondere le cifre della tra-gedia umana ed ambientale. In alcuni sitia due passi dalla centrale, piccole prefet-ture costituite prevalentemente da pesca-tori, si continua a lanciare la lenza, anutrirsi dunque del pesce tirato su e por-tato sui banchi dei mercati e oltre confine.Quando le foto scattate dai reporter ai pe-scatori - un po’ ignari, un po’ rassegnati,un po’ deviati dalla scorretta campagna dicomunicazione governativa - hanno presoa girare per il mondo, il Ministro della Sa-lute giapponese s’è affrettato a precisarel’intensificarsi imminente del monitorag-gio e dei controlli sul pesce e sulle acque.
Il via libera per il riversamentodell’acqua avvelenata nel-l’oceano è giunto proprio dallaNISA, l’Agenzia per la SicurezzaNucleare. La violazione dellenormative sulla sicurezza è palesee non ha precedenti nella storianon solo del Giappone ma del-l’umanità. Ma dal governo e dallaTepco è stata letta come una alter-nativa obbligata e necessaria, alfine di evitare fuoriuscite di ma-teriale radioattivo di diversa na-tura. Corea del Sud e Cina hannosollevato dubbi circa la gestionedelle acque avvelenate e chiestochiarimenti. Nel frattempo, ilmondo intero si interroga. Sul nu-cleare, sulla radioattività, sui ri-schi e i benefici, sulle energiealternative, sulle malattie corre-late, sulle tragedie in atto e suquelle possibili. Un occhio an-drebbe gettato anche al futuro.Dell’umanità.
Michela Di Palma
http://www.worlditaliantalents.com
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