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a pagina 9 d’areamediterranea CONCESSIONARIA DI PUBBLICITA’: METIS SRL 0971 22715 CELL. 320 1813033 email: [email protected] Una manciata di Piot Anno IV numero 13 - 08 Aprile 2011 Direzione / Redazione: Via del Popolo 34 - 85100 Potenza - Telefono 0971 22715 Direttore responsabile: Antonio Savino INTERCETTAZIONI NO PROBLEM Siamo giunti anche a questo: i magistrati di Mi- lano, calpestano le leggi e non c’e’ nessuno che protesti. Sulle intercettazioni telefoniche, la legge e’ chiara. Primo: i telefoni dei deputati e senatori non possono essere intercettati. Secondo: se intercettando una persone terza, gli inquirenti si rendono che stanno ascol- dando la voce di un parlamentare, l’operazione va subito interrotta. Se i Pm si accorgano solo a cose fatte dell’indebito ascolto, i nastri e le tra- scrizioni devono essere buttati , almeno che’ la camera di riferimento, interpellata, non decida diversamente. La procura di Milano, evidente- mente, non la pensa cosi e siccome il processo Ruby e stato rinviato alle calende greche, im- provissamente sono uscite fuori tre intercetta- zioni di Silvio Berlusconi, che il Corriere della Sera ha naturalmente pubblicato. Non solo. Ilda Boccassini e compagni se ne sono fregati della legge e Allessandro Sallustri, direttore del il Giornale ha chiesto che “ la rossa “ venga processata. Da parte nostra , chiediamo solo un intervento del Presidente della Repubblica, quale capo dei magistrati: saremo ascoltati? In assenza, ci confortiamo con quello che ha di- chiarato il Ds Violante, ex magistrato ed ex Pre- sidente della Camera: “le conversazioni del Premier, non dovevano finire agli atti tanto meno sui giornali. Ora serve una riforma”. Era ora..

Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

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a pagina 9

d’areamediterranea

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITA’: METIS SRL 0971 22715 CELL. 320 1813033 email: [email protected]

Una manciata di PiotAnno IV numero 13 - 08 Aprile 2011 Direzione / Redazione: Via del Popolo 34 - 85100 Potenza - Telefono 0971 22715 Direttore responsabile: Antonio Savino

INTERCETTAZIONI NO PROBLEM

Siamo giunti anche a questo: i magistrati di Mi-lano, calpestano le leggi e non c’e’ nessuno cheprotesti. Sulle intercettazioni telefoniche, lalegge e’ chiara. Primo: i telefoni dei deputati esenatori non possono essere intercettati.Secondo: se intercettando una persone terza,gli inquirenti si rendono che stanno ascol-dando la voce di un parlamentare, l’operazioneva subito interrotta. Se i Pm si accorgano soloa cose fatte dell’indebito ascolto, i nastri e le tra-scrizioni devono essere buttati , almeno che’ lacamera di riferimento, interpellata, non decidadiversamente. La procura di Milano, evidente-mente, non la pensa cosi e siccome il processoRuby e stato rinviato alle calende greche, im-provissamente sono uscite fuori tre intercetta-zioni di Silvio Berlusconi, che il Corriere dellaSera ha naturalmente pubblicato. Non solo. IldaBoccassini e compagni se ne sono fregati dellalegge e Allessandro Sallustri, direttore del ilGiornale ha chiesto che “ la rossa “ vengaprocessata. Da parte nostra , chiediamo soloun intervento del Presidente della Repubblica,quale capo dei magistrati: saremo ascoltati?In assenza, ci confortiamo con quello che ha di-chiarato il Ds Violante, ex magistrato ed ex Pre-sidente della Camera: “le conversazioni delPremier, non dovevano finire agli atti tantomeno sui giornali. Ora serve una riforma”. Era ora�..

Page 2: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

08 APRILE 20112

Migliaia di fiaccole hanno illuminato il lunghissimo e silenzioso corteodegli aquilani. Ventimila persone e un silenzio assordante. Dopo averepercorso alcune delle strade del centro, alle 3.32 la città, o meglioquello che resta della città, la gente si è ritrovata in Piazza Duomoper la veglia di commemorazione delle 309 vittime del terremoto cheil 6 aprile 2009 rase al suolo L'Aquila. Dalla Fontana Luminosa ilcorteo, aperto dai gonfaloni dell'Aquila e del Giappone - nazione cheha dato un notevole contributo di solidarietà - è arrivato alla Casadello Studente e poi nella piazza centrale. Tra i partecipanti, ancheil capo della protezione civile, Franco Gabrielli, che prima di suben-trare a Guido Bertolaso fu prefetto dell'Aquila e la notte del sismasolo per un puro caso non rimase travolto dalle macerie.

'Dopo mesi di guerra civile, in

Costa d'Avorio

è arrivata la resa dei conti e

per la popolazione

civile i costi sono altissimi. N

ella capitale eco-

nomica Abidjan si combatte da giorni a

ttorno al

palazzo presidenziale: Lauren

t Gbagbo, il pre-

sidente uscente che da nove

mbre resiste agli

appelli della comunità interna

zionale a farsi da

parte, starebbe trattando la

resa e avrebbe

chiesto la protezione dell'Onu.

TOKYO - La Tepco, il gestore della centrale nucleare di Fu-

kushima, ha reso noto che potrebbe iniettare oggi a

zoto nel re-

attore n.1, il piu' danneggiato tra i sei della strutt

ura, per

neutralizzare possibili esplosioni a causa dell'accumu

lo di idro-

geno. La misura, la prima del suo genere nell'ambit

o degli sforzi

per fronteggiare la crisi all'impianto dopo il sisma/

tsunami

dell'11 marzo, potrebbe essere ripetuta nei reattor

i n.2 e n.3,

secondo il quotidiano Yomiuri. Nel complesso, i danni al combusti-

bile dei tre reattori sono ora stati stimati nell'ord

ine del 70%

(nel n.1), 30% (n.2) e 25% (n.3): quest'ultimo e' il piu'

pericoloso perche' alimentato a mox, una miscela alt

amente ra-

dioattiva composta da ossidi di uranio e plutonio.

INTESA SANPAOLO stima di raggiungere 4,2 miliardi di

utile nel 2013 (nel 2010 sono stati 2,7 miliardi)

. E' quanto

emerge dal piano d'impresa triennale varato dal gr

uppo.

In particolare, un risultato netto nel 2013 di 4,2

miliardi si-

gnifica per la banca guidata da Corrado Passera una crescita

del 16,3 per cento rispetto al 2010. D'altro canto, la proie-

zione di un utile netto pari a 5,6 miliardi nel 2015

rappresenta

un incremento del 15,5% rispetto allo scorso eser

cizio. Dal

punto di vista dei ricavi, invece, il piano passa per

"una crescita

dei ricavi sostenibile e forse superabile"

FILE TOP SECRET(Gli appunti del direttore)

Ora tocca a voi. In questi due anni

abbiamo fatto

cose straordinarie, dalla lotta alla

crisi economica,

alla riforma sanitaria. C'è una grande stor

ia da rac-

contare all'America. Ma la politica non è vendere

saponette. Ora dobbiamo ascoltare i dubbi e le s

pe-

ranze della gente che non è conte

nta". Questo il

primo discorso di Barack Obama da president

e-can-

didato, dopo il video che lunedì scors

o ha dato il via

alla sua campagna per la rielezione

.

Il presidente si rivolge ai suoi mili

oni di supporter

in tutto il Paese, nel corso di una conference c

all,

audio conferenza, in streaming su 'ba

rackobama.com',

un sito che conta 13 milioni di regis

trazioni.

Laurent

Gbagbo

Terremoto L’Aquila: due anni dopo

Antonio Savino

Appuntamenti personali

Ore 19:00 La donna del mistero

Barack ci riprova

Piero Fassino scalda i motori in vista delle am-ministrative di Torino dove, salvo colpi di

scena finali, succederà all' “indigesto” SergioChiamparino, fautore del partito dei sindaci (dal re-trogusto molto settentrionale). Con la vittoria-scon-tatissima- alle Primarie, a questo punto gli schemidel Pd dovrebbero tornare sulla rotta ufficiale. L'ultimo segretario della defuntaQuercia, intuendo la proposta Chiamparino genuina assai (e non è il solo) eccoche rilancia il partito del nord, cercando di mettere ordine dopo le diatribe diMilano e �apoli. La qualità-osserva il sempre scheletrico ex ministro ombradiesse-ci appartiene: ferrea severità sabauda accompagnata da forte accentooperaio (soprattutto meridionale). Orgogliosamente nordico, Fassino lo è. Ditradizione, piuttosto che culturale. Burocratese piuttosto che uomo d'azione.Come il padano Bersani. Che adesso, ultima geniale trovata, punta a corteg-giare Bossi (patto della polenta, stavolta?) pur di far piazza pulita di Berlu-

sconi.Fassino, intanto, vuole recuperare voti a sini-stra, evitando derive dipietriste (con tanto di

fuoco amico De Magistris - popolo viola) da unverso e fabbriche vendoliane, dall'altro. E pro-prio il leader Sel, con balzo felino, cala gli assi:

mettiamo in cantiere un bel patto di responsabilità dove tutti insieme, Fini com-preso, ci liberiamo del Cavaliere e della sua truppa. E' il menu presentato alnuovo corso pd. A meno che non decida di liberarsi da infagottamenti e comincia comportarsi da reale partito d'opposizione.Tra i fautori patto generazionale,Fassino aveva annunciato di lasciare, appena compiuto i sessanta anni. A ses-santuno, invece, è pronto per l'ennesima avventura. Tipo Walter Veltroni. Ilquale, rimangiandosi le promesse, continua ogni tanto a discettare comoda-mente d'Africa dal suo splendido attico romano.

�icola Melfi

SineLineaPROMESSE

Page 3: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

L’Europa in versione on line

Nel lontano 1952,

quando l’Ue si chia-

mava ancora CEE, fu

istituita la Gazzetta Europea,

grazie alla quale era ed è pos-

sibile prendere visione della

normativa europea.

Tutti gli atti giuridici in essa

pubblicati sono vincolanti per

i cittadini dell’Unione.

Oggi, in ognuno dei 27 Paesi

membri, esistono, accanto

alle Gazzette cartacee, anche

versioni online molto consul-

tate da privati e imprese. Tut-

tavia, nonostante ciò, in oltre

la metà degli Stati, tra cui

l’Italia, le notizie pubblicate

nelle Gazzette in rete non

sono giuridicamente vinco-

lanti.

Essere costantemente aggior-

nati sul diritto europeo non è

né semplice né gratuito.

Attualmente, chiunque voglia

far valere un proprio diritto

sulla base della legislazione

europea deve procurarsi la

versione cartacea delle norme

di riferimento, la quale, però,

è disponibile soltanto a paga-

mento.

Per fare un esempio, un abbo-

namento annuale alla ver-

sione cartacea della Gazzetta

ha un costo di circa 1000

euro.

Tutto ciò comporta una scarsa

informazione e una inade-

guata diffusione della norma-

tiva europea tra i cittadini

interessati, i quali spesso sono

inconsapevoli dei propri di-

ritti.

Dalla Commissione è giunta

una proposta che si presenta

fortemente innovativa, e che

potrebbe avere risvolti molto

importanti in termini di ri-

sparmio sia di tempo che di

costi, senza far venir meno la

certezza del diritto.

Ciò che si propone è la crea-

zione di un’edizione elettro-

nica della Gazzetta Europea

Giusi Santopietro

3

Direttore Responsabile

A�TO�IO SAVI�O

Direttore Politico

SARO ZAPPACOSTA

Redattori

Agnese AlbiniLuca Arlotto

Danilo ChiaradiaLaura CutullèSerena Danese

Michela Di PalmaSimona MarganellaLoredana Romanelli

Giusi Santopietro

Impaginazione &Grafica

Francesco Pietro Falotico

Stampa

Martano Editrice Modugno (BA)

Reg. Trib. Potenza �°375del 24 04 2008

Direttore Editoriale

Emilio D’AndreaSVI.MED.

associazione onlus per lo sviluppo

sostenibile del mediterraneo

Concessionaria Pubblicitaria

METIS srl

Contatti

[email protected]. 0971 22715

d’areamediterranea

08 APRILE 2011

semplici e immediate.

L’iniziativa fa parte di un progetto

della Commissione che verrà lanciato

nel 2012 allo scopo di rafforzare l’ac-

cesso al diritto europeo attraverso il

miglioramento del portale EUR-Lex.

La proposta dovrà essere approvata

prima dal Parlamento, poi dal Consi-

glio all’unanimità.

Il vice presidente della Commissione,

Viviane Rending, ha dichiarato che in

un periodo di crisi come quello che

stiamo attraversando un’idea del ge-

nere non può che essere ben accolta.

che abbia pieno valore giuridico.

La Commissione, dunque, mira a

creare un accesso semplice e gra-

tuito, ma nello stesso tempo affi-

dabile e giuridicamente valido alla

legislazione dell’Ue.

Ciò potrebbe dare un notevole con-

tributo sia all’attività di imprese e

professionisti, sia ai privati citta-

dini che vogliono tutelarsi e cono-

scere i diritti garantiti dai trattati

europei.

L’edizione elettronica della Gaz-

zetta Europea, inoltre, renderà

molto più agevole la consulta-

zione, fornendo chiavi di ricerca

Una gazzetta elettronica

per il diritto Europeo

Page 4: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

Rigeneriamola politica

Pier Paolo Pasolini a modo

mio: io sapevo, ma non

avevo le prove. Non avevo

nemmeno indizi. Io sapevo per-

ché ero, e sono, un giornalista che

cerca di seguire tutto ciò che suc-

cede, “di immaginare tutto ciòche non si sà o che si tace, che co-ordina fatti anche lontani, chemette insieme i pezzi disorganiz-zati e frammentatari di un interoquadro politico, che ristabiliscala logica là dove sembrano re-gnare l’arbitrarietà, la follia e ilmistero”. Incredibile ma vero,

vista la mia cultura politica: l’arte

però, è padrona delle coscienze e

anche il vostro umile cronista da

oltre un anno, aveva intuito che

“l’arbitrarietà, la follia e il mi-

stero” erano diventate gli assurdi

principi che plasmavano la so-

cietà politica lucana, scaricandosi,

attraverso saette fulminanti solo

su un uomo additato come il

“male assoluto”, degno per tanto

di essere posto al bando della so-

cietà. Articoli su articoli, scritti

dal sottoscritto con il conforto del

Direttore di questo organo di in-

formazione, verso chi era inno-

cente: una dura lotta consapevole,

contro un male fatto di “arbitra-

rietà, follia e mistero”, che avreb-

bero distrutto qualsiasi essere

umano, ma non lui, Michele Can-

nizzaro. Incredibile ma vero, lo

spirito di Pier Paolo Pasolini in

me ha avuto il sopravvento, invi-

tandomi, oltre un anno fa, a chie-

dere alle autorità politiche, quello

che oggi il Segretario Regionale

della U.G.L. di Basilicata chiede

esplicitamente all’Assessore alla

Sanità Attilio Montanaro: il ri-

torno di Michele Cannizzaro alla

Direzione dell’Ospedale San

Carlo di Potenza. I Motivi che

hanno spinto Giovanni Tancredi

nascono dalla preoccupazione del

sindacato “in merito a ciò che av-

viene nell’azienda ospedaliera”

ma soprattutto da attese tradite.

Per l’U.G.L. infatti “a propositodella vicenda giudiziaria chehanno coinvolto alcuni dirigentidel San Carlo, si sarebbe aspet-tata che la politica regionale,come fatto in passato (vedi vi-

cenda riguardante il Dottor MicheleCannizzaro) invitasse tali personaggi arassegnare le dimissioni in attesa che laMagistratura, compisse il suo naturalepercorso. Invece la politica regionale,tranne in rare occasioni, non ha espressonessuna posizione su quanto accaduto,lasciando adito al pensiero dell’opinionepubblica lucana che il silenzio potessevenir frainteso come “complicità”. Invirtù di quanto espresso dimostra, a pa-rere della U.G.L. Basilicata -e in consi-derazione del basso livello delladirigenza attuale del San Carlo - sarebbeopportuno – scrive Giovanni Tancredi –

vagliare la possibilità di richiamare di-rettori generali che troppo frettolosa-mente in passato sono stati “costretti” daeventi contingenti, ad allontanarsi dallagestione del nosocomio potentino”.Bene, pur rispettando l’onestà intellet-

tuale, la sensibilità umana e il senso di

giustizia del Segretario Giovanni Tan-

credi, credo doveroso sostenere che la

sua richiesta è fortemente riduttiva, per il

semplice motivo che oggi, dopo la fine

di Toghe Lucane, Michele Cannizzaro

non è “un amministratore qualunque”ma è diventato un simbolo: il simbolo di

chi da solo ha sconfitto “l’arbitrarietà, la

follia e il mistero” di Pasoliniana memo-

ria.

“L’ARBITRARIETÀ”, appunto: quella

messa in evidenza di alcuni magistrati

che hanno usato i codici come una clava,

facendo teoremi assurdi senza testa e

senza coda, come quel De Magistris – ad

esempio – che secondo Clemente Ma-

stella “è uno che ha rovinato la vita a

tante persone perbene, attraverso inchie-

ste che, in larga parte si sono concluse

con proscioglimenti e assoluzioni, allon-

tanato dai suoi stessi colleghi dal CSM,

che lo hanno giudicato sulla base dei

fatti: lacunoso nelle indagini, incapace di

raggiungere risultati positivi”.

Per fortuna nostra, però, in Magistratura

esistono anche Magistrati di valore, e il

modo come è finito Toghe Lucane, lo di-

mostra.

“LA FOLLIA”: ce n’è di tutti i colori

soprattutto fra giornalisti nazionali che

hanno calpestato la deontologia profes-

sionale per il gusto spasmodico di col-

pire, persone innocenti uscendo però

sconfitti ed umiliati da una vicenda

sporca da loro messa in atto, la cui con-

seguenza pagheranno con lacrime amare,

in sede giuridica e penale. Non meritano

neppure di essere citati: sappiamo solo

che migliaia di lucani sono assisi sulla

sponda del fiume, convinti che prima o

poi vedranno passare anche i sepolcri im-

biancati, i loro, e dell’Uomo senza Dio,

che di una “Sacra divisa” ha fatto arma

utile a conseguire forse ricchezze perso-

nali. In merito al quale, un caro collega,

nativo lucano – Rotonda- ma operante a

Roma, ha prodotto una serie di articoli

che dimostrano come il sedicente prete,

altro non è che un bilioso, che gode delle

altrui tragedie, che ama sfruttarle per pro-

tagonismo personale, e che ancora oggi,

nonostante una sentenza giusta - perché

enorme quanto l’universo - continua a

sputare veleno rabbioso, nascondendosi

senza coraggio alcuno, perché in-

capace di affrontare, la lotta a

viso aperto. Attendiamo ancora

la sfida all’Ok Corral di Piazza

Prefettura.

“IL MISTERO” Rappresentato

da questa ignobile classe diri-

gente lucana. In merito, il Segre-

tario Regionale della U.G.L. ha

espresso meraviglia che i politici

che comandano la regione, sul

caso dell’ospedale San Carlo,

hanno brillato per il loro silenzio.

Voglio sommessamente ricordare

al coraggioso Tancredi, che tutta

la classe politica lucana, ha bril-

lato per il silenzio tombale su

tutta la vicenda vissuta da Mi-

chele Cannizzaro, che lo ha tra-

dito, abbandonato e quindi

dimenticato volutamente, perché

costui non ha rubato e non ha

fatto rubare, ha tenuto la politica

distante dall’ospedale San Carlo

e ha difeso che meritava la bra-

vura professionale. E uomini così

– come Cannizzaro – in Lucania

vanno “messi al bando” perché i

nostri politici odiano chi è “di-

verso”. Bene, qualcuno ha detto

che ora Cannizzaro ha diritto ad

essere ospitato in qualche partito,

per continuare a manifestare il

suo valore come amministratore.

Forse un anno fa, sarebbe stato

giusto. Oggi non più, proprio

perché è “diverso”. L’ex Diret-

tore del San Carlo, infatti, oggi è

un simbolo, il simbolo vittorioso

di chi ha sconfitto “l’arbitra-rietà, la follia e il mistero” di Pa-

soliniana memoria dimostrando a

tutta la Lucania di possedere tutti

i requisiti per fondare un nuovo

Movimento politico, con uomini

onesti, in contrapposizione ad

una classe dirigente vergognosa

ed utile solo a se stessa. Ci ri-

fletta, Dottor Cannizzaro. Noi

siamo convinti che è arrivato il

Suo momento. E non c’è nessuno

che possa dimostrare il contrario.

Saro Zappacosta

408 APRILE 2011

Ipotesi, perchè non affidare ad un uomo

onesto un movimento di idee nuove.

Noi ci crediamo

Page 5: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

Le quattro stagioni di un artista sconosciuto

C’è forse uno strano destino

nel fatto che nell’esercizio

della nostra attività giorna-

listica, si incontri gente comune, al-

meno in apparenza, e invece si

scopre di aver a che fare con per-

sone che nascondono un patrimonio

spirituale, un retroscena culturale ed

artistico che merita particolare ri-

guardo. E’ il caso di chi scrive que-

sta nota, e al tempo stesso, di

Orlando Morese, nato ottantasette

anni fa a Pignola, cresciuto, però, e

pasciuto, a Potenza. Per nostra for-

tuna. Perché Orlando Morese ha un

grande merito: quello di avere una

doppia personalità, che ha fatto di

lui un ricostruttore di chiese fati-

scenti e in parte demolite, esercitato

per gran parte della sua vita, per tra-

sformarsi - a settantadue anni - in un

inatteso quanto brillante pittore di

natura viva (altro che morta!) con

colori ad olio su tela. Per nostra for-

tuna, dicevamo. Infatti, il geometra

Morese - si è diplomato nel 1946 -

è stato l’artefice della fase di rico-

struzione interna ed esterna della

meravigliosa chiesa di San France-

sco, vittima delle bombe belliche.

Suo incontestabile merito, l’aver in-

tuito che dietro l’intonaco di una parete la-

terale della chiesa, si potesse nascondere

qualche dipinto di valore religioso. E così,

con certosina pazienza, ha riportato alla luce

gli affreschi di San Francesco e Santa

Chiara e sulla parete opposta, quello del

martirio di San Sebastiano, databili al tardo

1400. Ma durante la fase di ricostruzione

del muro di destra di San Francesco, il rico-

struttore Morese ha notato che il sarcofago

di Donato De Grasis era collocato in una

posizione che non esaltava tutta la sua bel-

lezza, per cui lo smontò pezzo per pezzo e

lo collocò, invece, al centro del muro di de-

stra, dopo averlo ricomposto con grande pe-

rizia, proprio lì dove oggi è visibile nella

sua meravigliosa fattura. E giacché ci

siamo, ricordiamo ai lettori il testo dell’epi-

grafe riportato nell’Anno Domini 1534,

scritto in latino, che tradotto in italiano si-

gnifica: “Visitatore tu vedi ciò che sono; sai

ciò che sono stato; pensa a ciò che tu stesso

diventerai. Donato De Grasis, potentino già

da vivo fece preparare (questo sepolcro) per

sé e la moglie”. La quale, secondo alcuni

storici, sembra che fosse stata una cattiva

moglie, tanto che il malcapitato Donato De

Grasis, viene volgarmente chiamato- ancora

oggi- da parecchi potentini, “malamigliera”.

Pazienza. Per fortuna l’artista Orlando Mo-

rese ha ridato dignità al suo meraviglioso

sepolcro. Ma c’è un’altra perla di cui dob-

biamo brevemente trattare: il rosone della

parete frontale di ingresso principale della

chiesa francescana. L’ha voluta lui, Orlando

Morese, in perfetta unità di intenti con l’au-

torità religiosa. Morale della prima favola:

se oggi la chiesa si presenta integralmente

restaurata e pervasa dal fascino della sua

semplice e elevante bellezza, lo dobbiamo

anche al nostro artista che nel 1952 (per

aver ricostruito anche la Chiesa Madre di

Senise, Missanello, Pietragalla e Cancel-

lara) è stato riconosciuto Commendatore

dello Stato Vaticano, nonché Cavaliere del

Bene, con tanto di croce al merito. Se nel

1936, la maestra scoprì che il nostro prota-

gonista, giovane di 12 anni, si cimentava

con decorazioni su pergamena, è stato nel

1996 che il destino ha voluto che Orlando

Morese scoprisse l’altro lato della sua na-

tura artistica. E’ stata una vicenda dolorosa

della sua vita, la scomparsa della moglie

Elena Palamone, e i consigli premurosi dei

suoi due figli (Antonio, architetto e Maria

Chiara, impiegata) a spingerlo verso le tele,

i colori, i pannelli. Lì, il suo dolore ha tro-

vato conforto, e il risultato è rappresentato

da una produzione di quadri inverosimile.

Le pareti delle stanze della sua abitazione

sono tutte tappezzate di fiori, paesaggi, na-

ture morte, espressioni dell’animo, esalta-

zione della natura, dimensioni mu-

sicali, riflessioni intellettuali che

sprizzano amore profondo per

l’arte pittorica. E siccome tutte le

stanze della sua abitazione non

sono bastate, Orlando Morese ha

tappezzato di quadri le scale del suo

palazzetto, fatto più unico che raro.

Artista inedito, Morese non vuole

vendere le sue collezioni, né tam-

poco vuol farne oggetto di mostre.

Forse è geloso, forse non ama i giu-

dizi dei critici d’arte, forse è male-

dettamente riservato, non si sa:

quello che è certo è che Orlando

Morese, ricostruttore e decoratore

di chiese, nonché pittore, possiede

una sensibilità artistica semplice-

mente ammirevole. Chi scrive que-

ste note, pur amando la pittura, non

è critico d’arte, ma sente da umile

giornalista, di dover invitare il pit-

tore di Pignola a sottoporre la sua

produzione pittorica al giudizio di

chi se ne intende. Potremmo tro-

varci probabilmente, dinanzi ad una

grossa sorpresa, che sarebbe un

peccato non scoprire. Siamo fidu-

ciosi.

508 APRILE 2011

Si tratta di Orlando Morese,

pittore geloso che espone i quadri

nel suo palazzo e non in pubblico

Saro Zappacosta

Inverno: paesaggio nordico

Primavera: risveglio della natura

Estate: Ferragosto nella foresta di Sasso di Castalda (Pz)

Autunno: Lotta per la sopravvivenza

Page 6: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

Schiavidel potereA

ncora un’affondo del con-

sigliere regionale del PdL

Gianni Rosa. Questa volta

nel suo mirino è finito l’ufficio

stampa della Giunta regionale. “Ho

presentato l’ennesima interroga-

zione – dichiara il consigliere del

Pdl - per chiedere spiegazioni per

quanto posto in essere e, tra le tante

domande, se tra gli iscritti all’Albo

dei giornalisti della Basilicata non

ci sono professionalità simili a

quella del dott. Roberto Race.

’Questione morale’ anche nell’in-

formazione e nell’attribuzione

degli incarichi, così come avevo

anticipato nella conferenza stampa

dello scorso venerdì, affermando

che il tono e gli argomenti conte-

nuti nella risposta di Rivelli ad una

mia precedente interrogazione mi

hanno fatto indignare. Traducendo

le sue affermazioni, che fanno rin-

vio a delibere ed articoli del con-

tratto collettivo dei giornalisti, lui

asserisce che è il ‘capo’ dell’Uffi-

cio Stampa, ha ‘ampio potere deci-

sionale’, ha ‘un’elevata

professionalità’, che gli consente

ampi margini di ‘manovra’. Di-

mentica – sostiene Rosa - che

svolge un incarico pubblico, con

emolumento pubblico pagato dai

cittadini lucani e, quindi, vincolato

all’autonomia che le norme e i re-

golamenti gli attribuiscono, ma

La Regione Basilicata è diventata la tomba

della libera informazione e della editoria lucana

con i soldi di Pantalone. L’opposizione stia in guardia

608 APRILE 2011

anche e soprattutto al buonsenso che pur

non essendo previsto, non fa mai male

averlo. De Filippo – sostiene ancora Rosa

- dovrà dirci i benefici diretti che la Re-

gione Basilicata ha avuto attraverso la col-

laborazione di Roberto Race, che ha un

lungo curriculum tra cui quello di consu-

lente per il ministro campano Nicolais (Ds)

alle Riforme e le innovazioni della Pub-

blica amministrazione sotto il secondo Go-

verno Prodi. In Basilicata – aggiunge Rosa

- non si ha voglia di investire sulle profes-

sionalità locali, sui giovani che si occu-

pano di giornalismo, eppure ve ne sono

tanti e precari. Vi sono anche giornalisti di

provato mestiere che potevano di certo

svolgere egregiamente questo incarico. E’

più che un dubbio , invece, che anche in

questo tipo di scelte si arriva a premiare le

vicinanze politiche, partitiche e di appar-

tenenza a discapito di tante risorse profes-

sionali che ci sono in Basilicata”.

Il consigliere Rosa fa riferimento “ad uno

stralcio del messaggio della Fondazione

Valenzi, in occasione dei 150 anni del-

l’Unità d’Italia, pubblicato sul sito internet

di Roberto Race, giornalista professionista,

ma anche segretario generale della citata

fondazione, dedicata al già sindaco Pci di

Napoli, nel quale si legge: ‘bisogna valo-

rizzare i giovani ad elevata formazione

presenti nel Mezzogiorno, evitando la fuga

di talenti che sta indebolendo le potenzia-

lità di crescita’. Sottoscrivo in pieno il

messaggio – dice Rosa - che trova anche il

sostegno del governatore della Basilicata,

Vito De Filippo, che ha pensato bene di of-

frire proprio al dott. Race un contratto di

collaborazione, dal compenso di 5.000

euro, che si è interrotto il 9 marzo scorso.

Una collaborazione con l’Ufficio stampa

della Giunta regionale – continua Rosa -

decisa con determina a firma di Giovanni

Rivelli, tesa ad affrontare le sfide del Fe-

deralismo e fare arrivare la nostra Lucania

sulle pagine dei maggiori mass media na-

zionali e dei network televisivi. Un inca-

rico di prestigio, certamente un lavoro che

richiede tempo e professionalità. Invece

bastano due o tre mesi, durata della consu-

lenza, per poter raggiungere gli obiettivi

così ambiziosi che ci si era proposti. Tutto

ciò spiega il perché l’incarico è stato con-

ferito procedendo alla scelta della collabo-

razione per ‘intuitu personae’, senza alcun

avviso pubblico e senza procedure compa-

rative. Decisione assunta anche perché

‘l’ufficio stampa è carente di tale figura al-

tamente professionale, e vi è stata la neces-

sità di ricorrere ad una figura esterna

all’organico della Regione Basilicata’.

Queste informazioni – riferisce Rosa -

sono desunte dalla risposta alla mia inter-

rogazione presentata il 4 febbraio scorso

con la quale chiedevo a De Filippo chiari-

menti sugli incarichi conferiti dall’Ufficio

stampa della Giunta a giornalisti attraverso

determine dirigenziali, senza avvisi pub-

blici”

Salutiamo con moderata soddisfazione

la dichiarazione di Gianni Rosa, che ha

individuato una grave questione

morale all’interno dell’ufficio

stampa della Regione Basilicata

e lo ringraziamo.

Il motivo della nostra moderata

soddisfazione però, stà nel fatto

che l’ufficio stampa dell’Ente,

potrebbe diventare la tomba

della libertà di stampa e della

editoria lucana.

Sembra, infatti, che quanto

prima la regione - con il suo nu-

trito ufficio - darà alla stampa e

distribuirà gratuitamente un

quotidiano di informazione

dell’Ente che si dovrebbe chia-

mare “Basilicata Mezzogiorno”.

Per noi, il momento che vive

l’informazione lucana già è

drammaticamente grave. Se

davvero dovesse nascere, il

nuovo quotidiano, significa sem-

plicemente che abbiamo, come

pseudo amministratori gente

antidemocratica, liberticida, op-

pressiva e drasticamente totali-

tario. Invitiamo Gianni Rosa e

tutto il Popolo della Libertà a ri-

flettere sull’attentato in atto alla

Regione e a movimentare la so-

cietà democratica. Certi sop-

prusi non possono passare.

Saro Zappacosta

Page 7: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

lineato come tra i più grandi

paesi membri il tasso disoccu-

pazione giovanile sia cresciuto

in particolare in Spagna, Polo-

nia e più marcatamente in Italia

e nel Regno Unito. Gli autori

del rapporto hanno richiamato

l'attenzione, ancora una volta,

sul fatto che la mancanza di la-

voro per i più giovani rimane

una sfida cruciale e hanno lan-

ciato l'allarme riguardo le pre-

occupazioni crescenti del

potenziale rischio di una “lost

generation”. Originalità e iro-

nia. Le iniziative di sabato nelle

diverse città si annunciano ori-

ginali nelle forme. D'altronde

nell'avvicinamento ce se sono

stati già alcuni assaggi. Il 17

marzo a Roma, in occasione

delle celebrazioni del 150° an-

niversario dell'Unità d'Italia, è

stato improvvisato un flash

mob alla Galleria Alberto

Sordi. Qui un guardiano “ma-

turo” davanti a una porta trico-

lore impediva l'ingresso ai

giovani. Sempre a Roma, a Via

Condotti, si è tenuto un altro

flash mob, con dei ragazzi in

corteo ciascuno con una sedia

con la scritta “se la sedia è il

benefit ce la portiamo noi”. Il

tutto di fronte alla sede di una

società romana che aveva dif-

fuso un'offerta di stage in cui

proponeva come benefit sedia e

postazione internet. Nel mani-

festo del comitato i promotori

scrivono che è arrivato il tempo

per “un'azione comune, perché

ormai si è infranta l'illusione

della salvezza individuale. Per

raccontare chi siamo e non es-

sere raccontati, per vivere e non

sopravvivere, per stare insieme

e non da soli”. Dopo il grande

movimento che ha attraversato

l'università e le scuole italiane,

sembra forse arrivato per i gio-

vani il tempo di una più decisa

voglia di partecipare, di raccon-

tarsi, anche con autoironia, e di

riappropriarsi di tutto quello

che, fino ad ora, gli è stato ne-

gato.

Se non ora,quando?Loredana Romanelli

I giovani contro la precarietàSabato in piazza in tutta Italia

Se non ora quando? ormai

sembra essere diventato lo

slogan “dell’altra Italia”.

Di quell’Italia sana, che niente

vuole avere a che fare con Ruby

ed il bunga-bunga. E’ lo slogan

dei giovani che non vogliono

più aspettare. Sabato 9 aprile sa-

ranno nelle piazze e nelle strade

per manifestare e chiedere mag-

giore attenzione e più diritti. Per

dire ai politici e ai decisori che

è arrivato il momento di affron-

tare davvero la questione giova-

nile. Una questione che tutti

riconoscono come indissolubil-

mente legata alla ricchezza di

una nazione, ma per cui ancora

nessuno, nel nostro Paese, ha

fatto davvero qualcosa di rile-

vante. Forse perché tra una ri-

forma ed un bunga-bunga

nessun governo italiano sente

davvero l’esigenza di dare una

possibilità ed un futuro ai gio-

vani italiani. Gli appuntamenti

si terranno in tutta Italia, nelle

grandi metropoli e nei piccoli

centri. A Roma si annuncia una

street parade che andrà da

piazza della Repubblica fino al

Colosseo. Lungo il percorso ci

saranno rappresentazioni e

“scene” delle situazioni emble-

matiche della precarietà. A Na-

poli un corteo si muoverà da

piazza Mancini fino a piazza del

Gesù. A Milano l'evento si terrà

nel primo pomeriggio alle Co-

lonne di San Lorenzo vicino

Porta Ticinese. A Torino a

piazza Vittorio. A Genova l'ap-

puntamento è invece previsto a

via San Lorenzo. Ma non solo.

Manifestazioni sono annunciate

anche a Parma, Modena, Lecce,

Catanzaro, Siracusa e Cosenza.

E anche Bari, Lodi e Bergamo.

Dai ricercatori ai call center,

dagli imprenditori a tutti quei

giovani che non hanno un la-

voro. Dai “bamboccioni”, che

per forza di cose ancora vivono

a casa con mamma e papà, agli

studenti. Saranno tutti in piazza

per urlare il loro disagio, la loro

voglia di fare e l’impossibilità di

fare. Tutto ha preso le mosse dal

comitato “il nostro tempo è

adesso” e dal manifesto redatto

dai quattordici promotori. Tra

708 APRILE 2011

loro ci sono realtà, associazioni e reti

sociali che rappresentano buona parte

degli universi giovanili, quelli che

stanno pagando a più caro prezzo le

trasformazioni dei rapporti e delle con-

dizioni del mondo del lavoro. Trasfor-

mazioni acuite ancor di più dalla crisi

economica di questi anni. Gli interinali,

gli stagisti, i ricercatori precari e quelli

che non ce la fanno più a rimanere in

Italia e se ne vanno all'estero per avere

una chance all'altezza delle proprie

competenze e ambizioni. Quelli che la-

vorano nel mondo dello spettacolo,

quelli che lavorano nei call center, gli

archeologi, i giornalisti precari e anche

i giovani imprenditori. Si tratta sempre

di ragazzi talentuosi e desiderosi di

fare qualcosa, per se e per accrescere la

ricchezza (culturale ed economica)

dedl proprio paese. Si tratta sempre di

ragazzi a cui vengono negate le occa-

sioni e le opportunità a cui hanno di-

ritto. La risposta viene anche

dall'estero. Oltre a quelli in Italia, in

queste ore si stanno aggiungendo molti

altri appuntamenti: il tam tam è arri-

vato oltre i confini nazionali e la voglia

di partecipare è stata espressa anche da

chi si trova lontano. Da chi conosce

bene, per averlo vissuto sulla propria

pelle, il mancato riconoscimento del ta-

lento. A Bruxelles, nel cuore dell'Eu-

ropa, ci sarà una manifestazione. E in

questi giorni si stanno prendendo ac-

cordi per simili avvenimenti anche a

Londra e Washington, due delle mete

più frequenti per i “cervelli” in fuga dal

Belpaese. I diritti negati e il rischio

“generazione perduta”. Le questioni in

ballo sono tante. I giovani chiedono il

rispetto del diritto allo studio, del di-

ritto alla casa e l'attuazione di politiche

che prevedano redditi di sostegno e un

welfare anche per chi ne è rimasto per

troppo tempo escluso. I giovani sen-

tono di avere anche loro bisogno di

“realizzare la propria felicità affettiva”.

Oltre, ovviamente, a reclamare il diritto

più essenziale di tutti: il diritto al la-

voro. Nell'ultimo Quarterly Review

della Commisione europea viene sotto-

Page 8: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

Bulli e pupe

Ragazzine appari-

scenti, provocatrici e

maschietti violenti e

volgari sono l’immagine di

ciò che propone la società del

nuovo millennio. Tanto fa di-

scutere la bella generazione

che si mette a “nudo” in tutte

le sue sfaccettature. Donnine

che si esibiscono in strip im-

provvisati nei bagni della

scuola, il tutto filmato dalle

telecamere dei cellulari e poi

messo in vetrina sui social

network. Teppistelli arroganti

che minacciano i compagni

ed esasperano gli insegnati,

costretti ad abbandonare

l’aula dalla disperazione e dal

timore di subire la violenza di

adolescenti senza freni. Vit-

time dei loro aguzzini, tanti

giovani vivono nel terrore di

sottostare ad una persecu-

zione o di essere derisi d’in-

nanzi ai propri amici.

“Bullismo”, questo è il ter-

mine che dilaga tra le crona-

che d’attualità. I racconti di vita

quotidiana ci hanno abituati a storie

di drammatica ed incontenibile fe-

rocia, subita nel silenzio e nella ver-

gogna da troppi adolescenti. Lunghi

mesi di torture fisiche e psicologi-

che, confessate ai propri cari solo

dopo aver preso coraggio. Il ritratto

di queste menti malate spesso coin-

cide con quello di personcine per

8

Agnese Albini

08 APRILE 2011

Baby Femme Fatale e teppistelli sfacciati

spopolano tra i banchi di scuola

bene, di buona famiglia, cordiali ed

educate, in apparenza insospettabili.

La voglia di trasgredire e di uscire

fuori dal “target” del classico bravo

ragazzo trova sfogo nei gesti vio-

lenti e in atteggiamenti dispotici.

Frustrazione, solitudine e negazione

della propria personalità sono il

segno di un profondo disagio psico-

logico, molte volte sottovalutato dai

genitori. Maggiore atten-

zione e più dialogo in fami-

glia, il punto di partenza

necessario per cogliere il

malessere di un figlio, chiuso

in preoccupanti silenzi. Per

far fronte alle numerose ri-

chieste di aiuto di tanti gio-

vani soli ed incompresi,

alcuni istituti scolastici -

sparsi su tutto il territorio na-

zionale - hanno dato la pos-

sibilità ai propri alunni di

potersi confrontare con uno

psicologo. Iniziativa accolta

con entusiasmo non solo dai

diretti interessati, ma ancor

di più dalle famiglie, che

hanno potuto contare sul

supporto di specialisti, in

grado di dare loro forza e di

condurli gradualmente alla

risoluzione del problema dei

loro figli.

Sempre più persone subiscono il

cambio di stagione come un

trauma psico – fisico. Il corpo si ri-

sveglia dal letargo dell’inverno e

con esso anche lo spirito ed i sensi.

Il sole tiepido, i fiori e la natura emanano odori e colori di cui è

possibile godere solo nel tepore primaverile. Nonostante il bel

tempo e la possibilità di beneficiare dell’aria aperta, ci si sente

spossati, stressati e spesso di mal umore. Il “mal di primavera”

genera sempre più frequentemente: cefalea, sonno, stanchezza

muscolare ed insofferenza. Tanti i rimedi per ovviare allo spiace-

vole inconveniente e per velocizzare la metabolizzazione della

nuova stagione. Una piacevole attività fisica, circa 30 minuti al

giorno, aiuta ad ossigenare i tessuti e a scaricare la tensione ac-

cumulata. Senza eccedere stres-

sando il corpo, ci si può abituare

gradualmente ai ritmi frenetici del

bel tempo. Spazio alle pause

relax, anche 5 minuti possono ba-

stare per ricaricare le pile. Gli

esperti affermano che l’allunga-

mento della giornata e il maggior

tempo di luce a disposizione, indu-

cono le persone a sbrigare più fac-

cende contemporaneamente e

dunque ad esaurire l’energia

prima del tempo. Attenzione

anche all’alimentazione, risorsa

energetica essenziale. Integra-

tori alimentari a base di erbe

come il ginseng, il ginko biloba

aiutano a migliorare la circola-

zione e a favorire la concentrazione. Ai più pigri è consigliato il

guaranà, ottimo per dare lo sprint e per scacciare il malumore.

Frutta e verdura, ricchi di vitamine e poveri di grasso aiutano ad

idratare i tessuti e non appesantiscono la digestione. La varietà

di alimenti che la calda stagione propone, consente di strutturare

in maniera sana la dieta giornaliera e di soddisfare il fabbisogno

energetico. Riducendo il consumo di cibi grassi ed ipercalorici si

favorisce il dimagrimento, anelato dall’esercito di donne con qual-

che chiletto di troppo. Maggiormente colpito dalla sindrome della

primavera il gentil sesso,

ancor più affannato dai ritmi

velocissimi della routine. Gli

uomini, al contrario, metaboliz-

zano con più facilità e vivono il

cambiamento con maggiore

serenità. Ancora qualche

giorno di rodaggio e poi l’orga-

nismo sarà pronto per far

fronte all’estate. Sole e mare la

cura migliore per ogni tipo di

stress!

Agn.Alb.

MALEDETTA PRIMAVERA.. STANCHEZZA, IRRITABILITA’, SBALZI DI

UMORE: COLPA DEL CAMBIO DI STAGIONE

Page 9: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

Un Piotper il turismo

In questi giorni, in Basilicata

si parla tanto di turismo,

visto che sono stati attivati,

dalla Regione Basilicata, alcuni

bandi turistici denominati PIOT.

Purtroppo di turisti in Basilicata

se ne vedono sempre meno e per

questo ci auguriamo che con

questo nuovo input economico

si riuscirà a far decollare il turi-

smo lucano. Molte mete turisti-

che degli italiani sono le zone

dell’Africa Settentrionale (vedi

Egitto, Tunisia, Algeria, ect)

dove di questi tempi non è pro-

prio raccomandabile andare a

trascorre le vacanze a causa dei

tanti problemi politici e conflit-

tuali di queste ultime settimane.

E grazie a questo particolare pe-

riodo, sul fronte della sicurezza,

dei nostri connazionali, i viaggi

potrebbero essere più tranquilli

e meno lontani. Non si dovrà

più andare all’estero per trovare

il mare come l’Egitto (vedi le

coste dello Jonio, oppure visi-

tare un quartiere arabo (vedi la

Rabatana di Tursi), trovare pae-

saggi incantati come il Pollino,

e così fino a riscoprire tutta la

Basilicata. Sarebbe stato bello

avere dei sistemi di trasporto più

celeri, avere servizi più effi-

cienti con un buon sistema di

comunicazione tra imprenditori

turistici e offrire il meglio della

nostra cultura lucana. Pur-

troppo, per offrire agli italiani in

partenza, per altre mete, la Ba-

silicata, avere un quadro chiaro della

regione, con le grandi risorse naturali

che incentivano i visitatori a scoprirla,

ci vuole molto, e questo potrebbe es-

sere fatto con i PIOT. I PIOT sono, pur-

troppo, ancora lontani da quello che

potrebbe essere il volano del turismo

della Basilicata. Molti imprenditori non

hanno colto ancora bene le potenzialità.

Accusano il Governo locale di non aver

risposto alle loro esigenze e queste esi-

genze sono soprattutto le reti viarie

come i treni, le autostrade e soprattutto

un aeroporto. Ma è mai possibile che

l’aeroporto di Pisticci non …. decolli

?? Come mai in Basilicata, per co-

struire una risorsa che potrebbe essere

da moltiplicatore devono trascorrere

anni per poter arrivare alla conclu-

sione!! Pensate che in Giappone, dopo

sei giorni dal terremoto è stata rico-

struita un’autostrada che era stata di-

strutta dal sisma. E qui da noi, in sei

giorni non si riesce neanche a far se-

dere intorno ad un tavolo chi deve

prendere delle decisioni!! Non si è mai

pensato di istituire un servizio reale a

cui collegare tutte le strutture turistiche

e poter fare un vero “CENTRO DI

PRENOTAZIONE BASILICATA”. Far

arrivare le telefonate o istituire un buon

sito internet collegato ai vari siti delle

strutture ricettive. Sarebbe anche im-

portante attivare il contact center che

risponda in varie lingue e 7 giorni su 7.

Sarebbe stato importante, oltre a dare

informazioni e assistenza ai turisti in

visita in Basilicata, anche fornire infor-

mazioni sulle zone con una importanza

storica, sulle destinazioni dove è con-

sigliato avere degli sconti o trovare

particolari manifestazioni storico-

culturali. Importante, sarebbe anche

avere notizie, grazie al sito internet,

aggiornato in tempo reale. E’ vero,

in parte alcune notizie le troviamo

sul sito dell’APT Basilicata, ma è

ancora poco, e lo dimostrano i nu-

meri dei turisti in visita in questa no-

stra stupenda regione. Come

dicevamo, sarebbe opportuno co-

gliere la crisi della situazione nel-

l'area del Nord-Africa e del Medio

Oriente alla luce degli avvisi dira-

mati dal Ministero degli Affari Esteri

nei giorni scorsi e tuttora validi. Al

momento è fortemente sconsigliato

recarsi in Egitto ed in Yemen ed in

parte anche in Tunisia, sebbene vi

sia stato un miglioramento del con-

testo generale di sicurezza, si “scon-

sigliano i viaggi verso tali

destinazioni se non strettamente ne-

cessari". Sarebbe un risultato molto

soddisfacente, se si giocasse questa

carta e far si che i nostri connazio-

nali usufruiscano di un servizio che

li accompagni in una realtà tutta da

scoprire e soprattutto senza rischi

per la propria incolumità. Inoltre,

l'opportunità, per un turista, di avere

un’assistenza diretta, darebbe una

maggiore sicurezza, anche perché tu-

telati direttamente da un’istituzione

come l’APT, organizzare una desti-

nazione del viaggio ed evitare inci-

denti e disagi. Abbiamo prospettato

forse una cosa che non è facile orga-

nizzare in Basilicata, anche se c’è il

rovescio della medaglia. Quanti sono

i Lucani che vanno in altre mete

turistiche e che non conoscono la

propria Regione? Risponderei:

TANTI !! E questo è una pecca

per la nostra economia e le pro-

spettive di decollo del turismo

della Regione. Quanti sono gli im-

prenditori Lucani che non hanno

neanche un sito internet o che non

aggiornano da tempo? Molte

agenzie viaggi di altre regioni,

non pubblicizzano la Basilicata,

anche perchè non è inclusa nei ca-

taloghi di molti Tour Operator. Al-

cuni villaggi della costa Jonica

sono fallimentari e forse que-

st’anno, per la stagione estiva, non

apriranno i battenti. Se andiamo a

Matera (unica seria meta della Re-

gione) di domenica, molti esercizi

commerciali sono chiusi. Se vo-

gliamo andare a visitare Venosa,

non abbiamo una strada decente

per arrivarci. Visitare il Pollino è

difficile raggiungerlo di domenica

o nei giorni festivi se non si ha

una macchina propria (non ci sono

treni e tantomeno autobus di

linea). Questi sono alcuni esempi

per capire le difficoltà e chiedersi:

perché il turista dovrebbe venire

in Basilicata? Con questa do-

manda che non avrà una risposta,

ci auguriamo che i PIOT non

siano Piani Inutilmente Opportuni

per il Turismo in Basilicata !!

908 APRILE 2011

TrenoRocky

Alcuni villaggi della costa Jonica sono

fallimentari e forse quest’anno, per la

stagione estiva, non apriranno i battenti

Page 10: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

Un triestinocon la cultura nel cuoreMichele De Luca

Si è spento Claudio H. Martelli:

un lutto per l’arte italiana

Forse il suo “Dizionario

degli artisti di Trieste,

dell’Isontino, del-

l’Istria e della Dalmazia”, che

ha conosciuto la fortuna di

quattro edizioni un venticin-

que anni, a partire dal 1985,

diventato un’opera imprescin-

dibile per la completezza

d’informazione, la finezza

delle analisi, l’eleganza di

scrittura, è il libro di Claudio

H. Martelli che “resterà”, per

la sua visione sprovincializ-

zante, tesa a superare i confini

politici e a riconoscere una

sorta di comune identità tra i

territori che di qua e di là si

specchiano e si guardano

dalle sponde dell’alto Adria-

tico; ma anche per il grande

lavoro di ricognizione, colta e

competente, sull’universo ar-

tistico di questi territori. E’

un’opera che rimane unica

non solo a livello regionale,

di grande valore culturale e

storico, in grado di fornire le

informazioni di base indi-

spensabili agli studiosi, agli

operatori del settore ed agli

appassionati di arte. Ma, ciò –

sia ben chiaro – non vuole

mettere in secondo piano la

figura, l’attività e l’opera di

un personaggio che va invece

visto e ricordato per la com-

plessità del suo lavoro, del

suo impegno civile e culturale

sempre appassionato, in un

rapporto privilegiato con la

sua Trieste, in cui è stato pro-

tagonista di una stagione cul-

turale che ha affondato le

proprie radici, facendola rivi-

vere, nel solco della grande

tradizione che impersonò in

Saba, Svevo e Joyce il suo

momento di maggiore gloria e

splendore. Dopo lunga malat-

tia, si è spento Claudio H.

Martelli, scrittore, poeta, cri-

tico d’arte e di teatro, editore

ed animatore culturale. E’

stato per molti anni capo uffi-

cio stampa del Teatro Stabile

del Friuli Venezia Giulia e membro

del Curatorio del Museo Revoltella.

Appassionato di arti figurative, di

cui si è occupato anche da giornali-

sta, Martelli ha organizzato mostre

di artisti triestini in Italia e all'estero.

Poeta di statura nazionale ha pubbli-

cato, a partire dal 1965, le sillogi

"Lamento per un cuore di pietra",

"Poesie per Alexi", "La quieta co-

scienza", "Il nemico dei sogni", tra-

dotto anche in sloveno, fino a

"Cinema e altre poesie - Salmi" del

2009, che hanno formato un corpus

poetico ben rappresentato in antolo-

gie italiane e straniere. Fondatore e

presidente onorario del P.E.N. club

di Trieste, ha diretto la Hammerle

Editori, curando in particolare la

collana di poesia "Il Nuovo Timavo"

e "Timavo-Traduzioni"; ha scritto

per il teatro in italiano e in dialetto,

adattando per la scena opere di Or-

well, Conrad e Jonesco, e con la re-

centissima "Bohème triestina" ha

consegnato un ritratto della Trieste

letteraria degli anni '50 e '60. Con la

rivista "Trieste Arte &Cultura", che

ha diretto con vera passione dalla

fondazione nel 1998, ha contribuito

al dibattito culturale giuliano (ma

con l’occhio rivolto allo scenario

nazionale ed internazionale), acco-

gliendo riflessioni sull'arte, la lette-

ratura e la poesia e intervenendo con

pungenti corsivi sull'attualità ita-

liana e cittadina. Con questo perio-

dico denso, pregnante ed anche

veramente elegante nella sua “so-

brietà”, oltre che con la mole

di pubblicazioni della casa

editrice, Martelli ha lasciato

una eredità importante ed

ammirevole, per lo sforzo

che gli sono costate, che la

vedova, signora Elsa, e il fi-

glio Matteo sapranno conti-

nuare e valorizzare nel

tempo, com’è doveroso non

solo per onorare la sua cara

memoria, ma per non far

mancare ancora per l’avve-

nire un contributo di impe-

gno culturale e di crescita

civile e critica, quale è stato

quello di Claudio per tanti

decenni. Va ricordato infine

che per oltre un decennio

Martelli è stato vicepresi-

dente delle Chiese metodiste

Italiane e membro del comi-

tato esecutivo del Consiglio

mondiale metodista. Partico-

larmente attento ai temi del

dialogo inter-religioso, pub-

blicando tra l’altro il saggio

"La Bibbia e la donna", men-

tre è in corso di stampa il vo-

lume "Bibbia e Corano a

confronto". Una vita tutta de-

dicata alla cultura, all’arte,

alla poesia, non come beni

fini a se stessi, ma come pa-

trimonio sempre originale e

fertile di cui dare testimo-

nianza e da condividere con

il prossimo. In un percorso

esistenziale fatto anche di

tante sofferenze e rinunce,

come, in una sorta di ultimo

consuntivo, affidato ai versi

della poesia “Charlot”, ci

suggerisce di volerlo ricor-

dare: “La mia generazione /

ha conosciuto tempi duri /

per alcuni / un paio di scarpe

/ era un progetto / un sogno.

/ Ci si ingegnava / con pezzi

di cartone / - la plastica non

c’era - / accumulando debiti /

e cambiali. / Charlot / l’ho

amato per questo / per le sue

scarpe sgangherate”.

1008 APRILE 2011

Artecultura gennaio 2011

Ritratto di Martelli eseguito da Elsa Gant

Manifesto di Marcello Dudovich

Page 11: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

compiono azioni tanto terribili,ma non hanno un ottimo rap-porto con il denaro, preferi-scono infatti non elargiregrandi mance. Ed eccoci final-mente nella zona “paradiso”,dove tra le prime posizioni tro-viamo gli scandinavi, estre-mamente capaci di passarelunghi periodi di vacanza al-l’estero. Sono gentili e moltorispettosi dei beni altrui e delletradizioni locali. Hanno un ot-timo rapporto con le lingueche riescono ad imparare agrandi linee in poco tempo,così da non avere problemidurante la loro permanenza.Anche gli australiani sono dalodare per la loro grande intra-prendenza sul piano culinario,infatti, adorano provare spe-cialità locali ogni volta che vi-sitano nuovi luoghi. Infine igiapponesi non sono dameno, anche il loro comporta-mento è impeccabile. Dopoquesta lunga analisi si speraquindi di incontrare sul propriocammino, solo i migliori e i piùeducati, onde evitare qual-siasi problema.

Ecco come si comportano gli stranieri

Il Piccolo Napoleone

11

08 APRILE 2011

Viaggiare, conoscerenuove realtà edesplorare terre lon-

tane, piace a molti. L’impor-tante è portare con sé nonsolo la fidata valigia maanche la buona educazione.Gli italiani con il tempohanno acquistato una pes-sima nomea, ma molte sta-tistiche elaborate nell’ultimoperiodo hanno modificatoquesta linea di pensiero.Esistono popolazioni daicomportamenti ben peggioridei nostri. Il turista italianopuò andare a testa alta. Perquanto è innegabile il datoche “gli italiani all’estero sifanno sempre riconoscere”,questo non accade per leloro cattive azioni. E’ l’alle-gria, l’esuberanza, il calore afare da carta di identità alpopolo italiano; qualità chemancano in molte altrezone, più fredde non solo acausa del termometrospesso sotto zero. Ovvia-mente non bisogna fare ditutta l’erba un fascio, cioèall’interno di una medesimapopolazione ci possono es-sere individui decisamente

Serena Danesediversi tra loro. Ma per stilare dellestatistiche è necessario raggrupparetutti e dividerli solo per il luogo in cuivivono. A dispetto di ogni aspettativail popolo che risulta peggiore in asso-luto quando è in viaggio, precisa-mente all’estero, è quello inglese. I

tanto rigorosi bretoni non dimostranoil minimo rispetto per i luoghi che vi-sitano. I loro tour, lunghi o brevi chesiano, sono all’insegna dell’inciviltà.Non riescono quasi mai ad adattarsialla realtà locale. Non desideranofare il minimo sforzo per compren-dere la lingua del luogo e dulcis infundo le loro mance lasciano forte-

mente a desiderare. Vogliono il me-glio in cambio del nulla. Ovviamentegli inglesi non sono lasciati soli sulloro trono, subito li seguono russi etedeschi i quali non conoscono mini-mamente il significato del savoir-faire. Niente cortesia, tatto,

affidabilità; solo voglia di divertirsi aspese dei poveri sventurati che sonocostretti a incontrarli. Rifiutano la cu-cina tipica, ma non le bevande, infattiè facile incontrarli ubriachi e a causadell’alcol compiono gesti inconsueti adanno dei monumenti loro circo-stanti. Gli americani invece sonosulla soglia, tra i buoni e i cattivi. Non

E adesso il piccolo Napoleone va’ alla guerra, con la scusa della liberta’ de-

mocratiche sferra l’attacco alla Libia ( con il placet dell’ONU con la risoluzione

1973(2011) sulla Libia). Ma il vero problema della Francia non e’ la liberta’

del popolo oppresso, ma interessi da scippare all’Italia. Andiamo per ordine,

in sostanza le grandi imprese italiane, hanno investito fortemente in Libia e

la Libia ha garantito l’energia. Per farlo, le aziende italiane hanno accettato

condizioni molto favorevole al governo libico, creando problemi seri alle

aziende francesi, cosi gli impreditori francesi fanno pressione al governo di

Parigi, dove i primi hanno un rapporto storico con il governo Libico. Sono

usciti dei documenti dei servizi segreti francesi e su un articolo della newsletter

Maghreb Confidential, dove si racconta la storia di Nouri Mesmari, capo

del protocollo di Gheddafi, fuggito in Francia dove lavora con il Doge - i servizi

segreti francesi alla preparazione di una curiosa spedizione mista di impreditori

e militari francesi a Benghasi. La delegazione incontra a Benghasi Abdallah

Gehani, un colonnello dell’aeronautica che avrebbe poi preparato la rivolta li-

bica. Ci sono dei racconti tra Mesmari, il Doge e i futuri dirigenti della rivolta,

sara’ vero come dice il figlio (Accusando ) del Rais di Tripoli Saif al Islam

Gheddafi; che il padre ha pagato la campagna elettorale di Sarkozy? Sa-

ranno le multinazionali che vogliono la guerra? E ora anche gli Usa vogliono

una fetta della torta energetica libica e chi ci rimette�? L’Azienda Italia.

Page 12: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

d’areamediterranea

Èil 6 aprile. Il dato più prorom-pente e ridondante ad oggi èuno: 11.500 tonnellate di

acqua radioattiva riversata nel-l’oceano dagli ingegneri della cen-trale nucleare di Fukushima. Disastro

annunciato? L’uomo che crede di ap-propriarsi di diritto del desueto e pan-tanoso concetto di superuomo? Lanatura che si ribella al disastro parto-rito dalla mente e dalla mano del-l’uomo? O la natura che, molto piùsemplicemente, è questa. Repentina,ciclica, svincolata, in trasformazionedalla notte dei tempi. La faccenda èchiara a tutti. A quasi un mese dal ter-remoto e connesso tsunami, gli inge-gneri al lavoro nella centrale diFukushima Daiichi si sono trovati di-nanzi ad un disastro che nel frat-tempo s’è aggiunto alla primasciagura - quella della radioattivitàsprigionatasi nell’aria. La centralenon è più capace di contenere l’ec-cessiva quantità di acqua trasportatanella centrale e finalizzata al raffred-

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Nucleare una mina vagante

Anno IV numero 13 - 08 APRILE 2011 Direzione / Redazione: Via del Popolo 34 - 85100 Potenza - Telefono 0971 22715 Direttore responsabile: Antonio Savino

damento delle barre di combustibile, alseguito di una crepa generatasi nel reat-tore. L’Acqua, nel frattempo diventataaltamente pericolosa in quanto avvele-nata da un tasso di radioattività allestelle, in parte è finita in mare, in parte

deliberatamente è stata riversata nellostesso “contenitore” naturale, l’oceano.Un dramma senza precedenti, una sven-tura tra le peggiori: il petrolio in mare -vedi i ricorrenti episodi di riversamentoin giro per il mondo - in confronto, èuna minuzia. La Tepco, la società chegestisce l’impianto, tergiversa: "Le per-dite sono diminuite ieri dopo che ab-biamo utilizzato una miscela di vetroliquido e un agente indurente ed ora sisono arrestate”; il ministro dell'Indu-stria, Banri Kaieda, dichiara che il rila-scio controllato di acqua contaminata inmare non presuppone rischi per la sa-lute. Il Giappone soffre tre volte: per ilterremoto, lo tsunami e i relativi morti esenzatetto; per il nucleare al pascolo peril paese; per i suoi governatori che nonsolo non ammettono la propria incapa-

cità ma anche l’intelligenza di un popolotutt’altro che stupido o illetterato. La ra-dioattività è affare di tutti, perché se vagaper aria è la gente che la respira. È lagente che ha diritto all’informazione ac-curata, aggiornata, dettagliata, soprattuttoonesta. La quantità di iodio radioattivo ri-scontrata in mare, di fronte ad uno dei re-attori, è alta. Così alta da risultare 7,5milioni di volte superiore al limite con-sentito. La stampa giapponese ha pubbli-cato il dato, giacché c’è chi preferisce cheè meglio non diffondere le cifre della tra-gedia umana ed ambientale. In alcuni sitia due passi dalla centrale, piccole prefet-ture costituite prevalentemente da pesca-tori, si continua a lanciare la lenza, anutrirsi dunque del pesce tirato su e por-tato sui banchi dei mercati e oltre confine.Quando le foto scattate dai reporter ai pe-scatori - un po’ ignari, un po’ rassegnati,un po’ deviati dalla scorretta campagna dicomunicazione governativa - hanno presoa girare per il mondo, il Ministro della Sa-lute giapponese s’è affrettato a precisarel’intensificarsi imminente del monitorag-gio e dei controlli sul pesce e sulle acque.

Il via libera per il riversamentodell’acqua avvelenata nel-l’oceano è giunto proprio dallaNISA, l’Agenzia per la SicurezzaNucleare. La violazione dellenormative sulla sicurezza è palesee non ha precedenti nella storianon solo del Giappone ma del-l’umanità. Ma dal governo e dallaTepco è stata letta come una alter-nativa obbligata e necessaria, alfine di evitare fuoriuscite di ma-teriale radioattivo di diversa na-tura. Corea del Sud e Cina hannosollevato dubbi circa la gestionedelle acque avvelenate e chiestochiarimenti. Nel frattempo, ilmondo intero si interroga. Sul nu-cleare, sulla radioattività, sui ri-schi e i benefici, sulle energiealternative, sulle malattie corre-late, sulle tragedie in atto e suquelle possibili. Un occhio an-drebbe gettato anche al futuro.Dell’umanità.

Michela Di Palma

http://www.worlditaliantalents.com