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Unita’ didattica 2
“Gli emarginati”Libro di testo “La voce dei
suoni”Volume B - pag. 123
Basta accendere il televisore sulla nostra rete preferita, o sfogliare un giornale, per rendersi conto di quanto il nostro sia ormai il mondo
delle “immagini”, del bello e della perfezione. Ma è proprio così? Purtroppo no. Soprattutto
nelle grandi città cresce il numero di chi, trovandosi in condizione di miseria e di solitudine, deve accontentarsi, vivere di
espedienti e lavori saltuari. Dietro a manifesti colorati, nascosti dalle grasse risate, vi sono
loro, gli emarginati.
Fabrizio De Andrè, cantautore italiano tra i più noti, è stato uno dei primi nel
nostro paese a rompere con la tradizione della canzonetta un po’ vuota e senza
pretese. E’ stato autore di composizioni di alto livello poetico. Molte canzoni
sono state scritte sul dramma dell’emarginazione provocata dalla
tossicodipendenza. Quella proposta nelle pagine che seguono è una delle più
significative e profonde.
ASCOLTA “IL CANTICO DEI DROGATI”di Fabrizio De Andrè
IL CANTICO DEI DROGATIHo licenziato Dio
Gettato via un amorePer costruirmi il vuotoNell’anima e nel cuore.
Le parole che dicoNon han più forma né accento
Si trasformano i suoniIn un sordo lamento,
Mentre fra gli altri nudiIo striscio verso un fuoco Che illumina i fantasmiDi questo osceno gioco.
Come potrò dire a mia madre che ho paura?
Chi mi riparleràdi domani luminosi
dove i muti canterannoe taceranno i noiosi,quando riascolterò il vento tra le fogliesussurrare i silenzi
che la sera raccoglie?Io che non vedo piùche folletti di vetro
che mi spiano davantiche mi ridono dietro.
Come potrò dire a mia madre che ho paura?
“Perché non hanno fattodelle grandi pattumiereper i giorni già usati,
per questa ed altre sere.E chi, chi sarà mai
il buttafuori del sole,chi lo spinge ogni giorno
sulla scena alle prime ore?E soprattutto chi e perché
mi ha messo al mondodove vivo la mia morte
con un anticipo tremendo.Come potrò dire a mia madre che ho paura?”
“Quando scadrà l’affittodi questo corpo idiota
allora avrò il mio premiocome una buona nota.Mi citeranno di monito
a chi crede sia bellogiocherellare a palla
con il proprio cervello,cercando di lanciarlo
oltre al confine stabilitoche qualcuno ha tracciato
ai bordi dell’infinito.Come potrò dire a mia madre che ho
paura? “
“Tu che m’ascolti insegnamiun alfabeto che siadifferente da quello
della mia vigliaccheria.”
Ora prova a rispondere alle
seguenti domande:
Secondo te, quali sono i sentimenti che
predominano in questa canzone? Il mondo che si è creato il drogato è un mondo vuoto. Che cosa
ha lasciato alle sue spalle? Che cosa
rappresenta la madre in questo testo?
Come De Andrè, anche il cantautore romano Renato Zero si pone in prima linea nell’affrontare i
problemi che assillano la nostra società. Egli si è sempre schierato dalla parte dei più deboli, di coloro i quali non hanno la forza per imporsi nella vita di tutti i giorni e per questo sono messi ai margini.
Nella canzone che vi proponiamo, la voce di un amico rivive la storia di un tossicodipendente che,
entrato nel tunnel della droga a causa di cattive compagnie, non è più riuscito a venirne fuori e a
nulla è valso l’aiuto che il protagonista della canzone ha cercato di dargli.
ASCOLTA “PERICOLOSAMENTE AMICI”
di Renato Zero
“Sciogliamo ogni riserva tra di noio passerò dei guai,
ho assecondato tutti i voli tuoi
ma non ti basta mai.
Vivere all’impronta non si puòinseguendo l’onda
e rischiaresempre un po’ di più
di cadere giù…”
“Improvvisare, esagerare,sì ma non più di cosìarriverà un momento
e tu lo saiche ci ricascherai.
Attento a quel che dicio svelerai
quelle tue matrici,di tanti buoni amici tu vedrai
quante croci”
“Passano di qui, i carneficihanno chissà che da vendertiio non ci sarò puoi credermi
lunghe trattative un destino breveniente da imparare...
Che amico èchi vuole illudertichi sa confondertichi non ha limiticerto ricorderò
quel volto pallido e provo un brivido
pensando a te”
“Pericolosamente amici noisenza sincerità
se in questo gioco mi trascineraiun trucco ci sarà.
Presente in ogni amara scelta tua
in ogni tua feritaeppure ogni centimetro
di te era vita”
“Certe compagnieci cambiano,
ci influenzano,ci costano.
Io mi fermo qui,in quest’angolo
dove tutto avvienein tempo reale,
amore dopo amore…”
“Che amico èè forse l’ultimoIl meno pratico
quando un sorrisoè in pericolo…
Io non ti appendereia quel laccio emostatico
tu mi detesteraima io ti salverei.”
“Che amico è…Dimmi che amico è…
Certo ricorderòquel giorno tragico
tu eri un brividoche non c’è più”
L’amicizia è un valore importante. Quale figura di amico emerge dal testo della
canzone di Zero? Condividete le sue scelte? Come vi comportereste in una circostanza
simile?
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