12Mesi - Gennaio 2010

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3 DODICI MESI // GENNAIO 2010

IN QUESTO NUMEROEditoriale Le non-crisi - I costi invisibili Prodotto & mercato Snowboard: i salti di Ludo Jury: a caccia dellY-factor Mauro Parolini: tecnica e passione per le strade della Provincia Strategia dimpresa Roberto Zini: piccola industria, pi cultura dimpresa e aggregazione Abivt: gli agenti di viaggio si organizzano Luigi Dolci: garanzia collettiva, finanziamenti privati Adriano Rodella: imprenditoria no stress Tu e il fisco Non solo inchiostro su carta Vacanze low-cost in libreria 5 7 9 10 12 16 19 21 25 27 31 36 39 42 45 47 51 57 62 63 73 79 82 85 86 89 90 93 95 96 I bresciani leggono? Dallalto della Torre Dallo Stato etico al mercato etico Strade e quartieri: Urago Mella Pelo e contropelo Viaggio in Provincia: lOvest Storie di finanza Mercato del lavoro: una questione sociale Atletica Brescia 1950 Gentile Farmacista Come e perch fidarsi di ... Fido Quei buoni propositi Qui e l Videoteca Specchio delle mie brame successo

Gennaio 2010 Anno II - Numero 1 Rivista mensile - 1,00 VialeDucadegliAbruzzi,163-25124Brescia tel030.3758435-fax030.3758444 e-mail:[email protected] Direttore Responsabile RobertoBarucco e-mail:[email protected] Editore SalesSolutionssrl VialeDucadegliAbruzzi,163-25124Brescia RegistrazioneTribunalediBrescian.52del24/11/2008 PosteItalianeSpASpedizionein AbbonamentoPostale-70%-DCBBrescia

DODICI MESIMESI

Impaginazione WaveCommunicationSrl Cover StefanoVigan Fotografie ArchivioSalesSolutions,RolandoGiambelli IlFotogramma,AgenziaReporter,Patrick MerighiBresciainVetrina,CristinaMinini Stampa MediagrafSpa-Padova Pubblicit

Hanno collaborato EvaAlessandri,PietroBalbo,RobertoBarucco,NicolaBendinelli, LivioBenassi,EsterinoBenatti,ElizabethBertoli,SilvioBettini, PaoloemilioBonzio,DonatellaCar,AlessandraCascio,Lodovico Cherubini,AlessandroCheula,AlessandroChizzoni,Mario Conserva,EnricoFilippini,RolandoGiambelli,ViolaLadi,Lucrezia Lombardi,RiccardoMaffei,FerdinandoMagnino,SergioMasini, EnricoMattinzoli,CristinaMinini,GiorgioOlla,AntonioPanigalli, FrancescoRastrelli,GuidoSacchetto,EmanueleSalvi,Salvatore Scandurra,AlessandraTonizzo,SilviaValentini,LellaVanetti.

SalesSolutionsSrl VialeDucadegliAbruzzi,163 25124-Brescia tel030.3758435-fax030.3758444 [email protected]

MESI 12GENNAIO 2010

Edi ROBERTO BARUCCO

DITORIALE

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INIZIO

SENZA EPILOGO

Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?. Almanacchi per lanno nuovo?. S signore.. Credete che sar felice questanno nuovo?. Oh illustrissimo s, certo.. Come questanno passato?. Pi pi assai. Come quello di l?. Pi pi, illustrissimo.. Ma come qual altro? Non vi piacerebbegli che lanno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi?. Signor no, non mi piacerebbe. Giacomo Leopardi e il suo venditore di almanacchi che incontra il passeggere. Presenza dovuta allinizio di questo 2010, ora che i lustrini, i brindisi e le foto delle allegre tavolate sono archiviati nella memoria a chip di una chiavetta. Risvegli post veglione e sguardi assonnati, come se fosse ancora tutto da rifare, ricominciare, ricordando il decennio che se ne va, pensando a quello che preme alla porta. Credete che sar felice questanno nuovo?. Ci vorrebbe davvero una sfera di cristallo, funzionante, collegata al digitale terrestre che incombe, per immaginare il 2010, scrutare il futuro di questo Paese che capiamo sempre meno, dove lo scontro ormai molto pi che verbale, dove ogni regola muore, tranne il diritto accampato da chi grida a voce pi alta. Fine del decennio, sullonda lunga della crisi iraniana, dei venti di guerra che soffiano dal Medioriente, dellincertezza. Mercati instabili, aziende che nonostante la fine della crisi chiudono stroncate dai debiti, dallaccesso negato al credito, dramma sociale che cresce, amarezza, disillusione. Nuove probabili leggi destinate per decreto a tastare il polso democratico di cortei, siti internet, social network, rabbia. Finisce cos il nostro 2009, con il viso insanguinato del premier Silvio Berlusconi, consegnato allo stupore della comunit mondiale. Fermo immagine impresso nella memoria collettiva, su quel viso e su quegli occhi quasi sbarrati dietro il vetro dellauto di governo. Ricordi sospesi su quel frame difficile da cancellare, trasmesso alla storia repubblicana nella sua totale drammaticit, fotogramma crudo e senza piet che inchioda il volto di un uomo di settantanni, improvvisamente vulnerabile, fragile, umiliato. Inizia cos il 2010, alle spalle le ombre grigie della piazza milanese. Mai come questa volta riusciamo a intravederne lepilogo.MESI 12GENNAIO 2010

Odi ANTONIO PANIGALLI

PINIONI

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LA NON-CRISI

I COSTI INVISIBILI

a crisi etica ed economica che sta attanagliando il nostro tempo ed il nostro Paese esige scelte molto coraggiose che vanno ben al di l di operazioni e progettualit di facciata o di interventi estetici di breve termine che non risolvono poi alcun problema, anzi, forse lo acuiscono. indispensabile avere il coraggio di comprendere e spiegare come stanno davvero le cose, siamo un branco sociale con, nellinsieme, un eccesso di debiti, un branco che vuol continuare a vivere sopra le proprie possibilit, o anche, una famiglia in cui una parte di componenti si impegna, lavorando di pi, innovando di pi, imparando di pi (anche dagli esempi di altri popoli virtuosi), ed orientando il proprio operato verso il bene comune e non solo il beneficio personalistico, e dove unaltra numerosa parte continua a coltivare la stolta furbizia (non intelligente arguzia come credono), a non lavorare e contribuire al bilancio nazionale il meno possibile, a farsi guidare da un bieco individualismo. Se si vorr uscire da un circolo vizioso di degrado, sar necessario guardare avanti in ottica europea e progettare il futuro in termini di patto intergenerazionale che punti ad accrescere la produttivit generale; promuovere uno sviluppo sostenibile in termini umani ed ecologici; procedere a riforme strutturali non pi rinviabili (ristrutturazione del sistema pensionistico e del welfare, lotta a ogni forma di rendita monopolistica, focus sulle meritocrazia e giustizia, liberalizzazioni dellaccesso al lavoro ed alle professioni, ecc.).

L

In generale un vero reset del sistema, ripensando le regole civili, adeguandole alla evoluzione dei tempi e facendo perno sulla solidariet nella sua duplice accezione di virt morale personale e di principio ordinatore sociale, e sulla sobriet come comportamento diffuso orientato a decidere i consumi sulla base di priorit eticamente indirizzate. Alle persone si possono chiedere sacrifici solo se chi li richiede dimostra coerenza morale e piena affidabilit e se, insieme ai sacrifici, si evidenziano anche i benefici che potranno trarne i singoli nella loro comunit. Uno degli esempi eclatanti sul quale riflettere riguarda importanti frange delle organizzazioni sindacali, che, se da un lato sono state strumento insostituibile per la salvaguardia dei diritti dei lavoratori, dallaltra sono divenuti fulcro di una serie di privilegi che con levolvere dei tempi e dei sistemi sociali sono ormai anacronistici e inaccettabili. Magari potessimo disporre di numeri veri... (le informazioni pubbliche sono scarse e frammentarie), gli stessi racconterebbero come le organizzazioni dei lavoratori, difendendo con le unghie e con i denti una serie di vantaggi pi o meno antichi, si siano trasformate e consolidate in autentiche macchine di potere politico ed economico. Con il benestare di un sistema politico, sempre in crisi popolarit e sempre influenzabile dalla capacit di mobilitazione, che alcune organizzazioni sindacali continuano ad utilizzare come arma anti-negoziale e che, purtroppo a sua volta dipende proprio, in grandissima parte, da un formidabile potere economico alimentato a spese della collettivit.

Se c un problema di costi della politica e della socialit, allora il discorso vale anche per il mondo sindacale che muove annualmente circa due miliardi di euro (stima di Daniele Capezzone quando era nel movimento radicale), utilizza il sostituto dincasso (circa 1% del compenso dei lavoratori come trattenuta automatica in busta paga), praticamente monopolista del sistema Patronati e Caf, controlla indirettamente oltre il 50% del business della distribuzione annua dei finanziamenti Eu sulla formazione. In fondo potremmo dire che anche questa economia e anche questi sono posti di lavoro... ma, il problema vero che ormai le organizzazioni sindacali sono diventate dei potentati che aumentano fortemente i costi pubblici e vivono grazie alla stessa burocrazia che il potere politico non pu (o non vuole) combattere, cos come molti imprenditori, singolarmente o in gruppo, appoggiano lo sviluppo di questo business, pi garantito e protetto del vero mercato.

I NUMERI DEL SINDACATO 20.000 8.000 700.000 6.000.000 5.800.000 dipendenti sedi delegati lavoratori iscritti

pensionati 2 miliardi di euro probabile giro daffariFonte: Laltra casta di Stefano Livadiotti, Bompiani, 2008

MESI 12GENNAIO 2010

WEEKEND - 4 GIORNI / 3 NOTTI(da gioved a domenica)

da da da

MIDWEEK - 5 GIORNI / 4 NOTTI SETTIMANE - 8 GIORNI / 7 NOTTI(da domenica a gioved)

(da domenica a domenica o da gioved a gioved)

295,00 325,00 425,00

www.amerigoviaggi.it

BRESCIA SEDE: Piazza Cesare Battisti, 2 - Tel. 030.396161 BRESCIA - BORGO WHRER: Viale Bornata, 45 - Tel. 030.360580 BRESCIA: Via Pusterla, 6/c - Tel. 030.3753765 CONCESIO c/o EMMEBIESSE TRAVEL: Viale Europa, 337 - Tel. 030.2186083 GARDONE V.T. c/o EMMEBIESSE TRAVEL: Via G. Matteotti, 288 - Tel. 030.8913845 REZZATO c/o VOYAGER 125: Via G. Matteotti, 125 - Tel. 030.2596141 TRAVAGLIATO c/o VOYAGER 125: Via G. Marconi, 37 - Tel. 030.6864641 PONTEVICO: Via XX Settembre, 15 - Tel. 030.9306135

Rdi SILVIO BETTINI

UBRICA

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PRODOTTO & MERCATO BANCHE, MERCATI Epresenti anche in Italia, che fanno del trading finanziario la loro attivit prevalente. Politiche che possono mettere a rischio la stabilit di colossi che pur operando in ambiente protetto (in Italia le banche falliscono?), svolgono quotidianamente unattivit dalle forti ricadute sociali avendo perso il focus circa questa propria missione. Trading finanziario e speculazione, nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma: alcune fonti stimano che dei 7.000 miliardi di dollari scambiati quotidianamente dalle borse mondiali solo il 15% sia riconducibile alleconomia reale, il resto a transazioni meramente finanziarie, ci significa che solo il 15% delle risorse mondiali vengono impiegate per produrre valore, l85% per trasferire ricchezza da qualcuno verso qualcun altro, Parmalat, Cirio, Bond Argentini, futures Unicredito sono esempi tanto per capirci. Oggi lultimo grido in tema di ingegneria finanziaria sembra essere il Carry Trade. Che simpatica novit! Consiste nel prendere a prestito denaro in paesi caratterizzati da bassi tassi dinteresse e convertirlo nella valuta dei paesi a rendimento degli investimenti pi elevato, scommettendo sulla debolezza della moneta in cui denominato il debito. Le scelte di Federal Reserve, che stampa dollari americani senza soluzione di continuit e mantiene a tasso zero il tasso di interesse sui debiti, sembrano fare degli Stati Uniti il paesi di Bengodi per chi vuol chiedere soldi a prestito (che non vi venga in mente ora di andare ad aprire un conto da Fannie Mae). Le conseguenze quali sono? Semplici: il cambio euro/dollaro precipita, abbiamo ampiamente sfondato quota 1,50 dollari necessari per acquistare un euro, quin-

QUELLINARRESTABILE ASCESA DELLORO...

C

ome tutti (e tutti significa davvero tutti) gli imprenditori che conosco e con i quali abitualmente parlo, mi trovavo a dover gestire lennesima richiesta di revisione (con riduzione annessa) degli affidamenti bancari, quando leggo lintervista a Victor Massiah, consigliere delegato di Ubi Banca, la banca di riferimento per noi bresciani, pubblicata sul Sole 24 Ore del 1 dicembre scorso. Ne cito testualmente un estratto: Per quanto riguarda Ubi Banca, abbiamo aumentato la quota di mercato. Ma il credito accordato rimasto invariato. Vorremmo e potremmo aumentarlo, perch nel frattempo abbiamo incrementato i ratios patrimoniali. Purtroppo a mancare la domanda di credito . Dimpulso ho pensato di chiamare al telefono gli amici imprenditori per correre tutti insieme a chiedere nuovi fidi agli sportelli del Banco di Brescia allurlo UBIAMOCI! Per non lho fatto ed ho invece provato ad approfondire i temi dellintervista che offre davvero spunti molto interessanti. Un primo tema; dice in sostanza Massiah: La stabilit del sistema del credito va ricercata in una solida dote patrimoniale comune a tutti gli istituti che deve essere poi ulteriormente rafforzata per quelli che fanno del trading finanziario parte fondante del proprio conto economico rispetto agli istituti che, come Ubi (e di questo bisogna effettivamente dare atto a Massiah ed allimpresa che amministra), fanno del retail e della vicinanza al territorio il proprio core business. Nulla da eccepire. Ci che pi colpisce per la presa di distanza (seppur smentita a parole) del banchiere, dalle politiche di quegli istituti di credito, purtroppo

di le quotazioni del petrolio e con esso quello delle principali commodities ed equities volano, cos noi uomini e donne della strada paghiamo il prezzo di incrementi di costo generalizzati. Ma non finisce qui, il dollaro non potr svalutarsi allinfinito, quando si verificher linversione dei corsi (si dice entro cinque sei mesi) a qualcuno rimarr il cerino acceso in mano, scommettiamo su chi si brucer le dita? Troppo facile, Pantalone come sempre. Purtroppo per non tutto qui: il 3 novembre scorso infatti, il Fondo Monetario Internazionale ha venduto oltre duecento tonnellate doro, al prezzo di 6,7 miliardi di dollari, prelevate dalle proprie riserve e cedute alla Banca Centrale Indiana. Pare anche che si appresti (sempre lui, lFMI) ad effettuare una manovra analoga con Cina e Russia. Che ci azzecca vi chiedete? Tanto: in primo luogo tali vendite colossali sono servite al Fondo per rifinanziarsi dopo le pesanti iniezioni di liquidit rese necessarie per il salvataggio del sistema bancario occidentale. In secondo luogo questa misura potrebbe essere servita, qualcuno dice, per fare provvista di cassa a fronte di future, ulteriori, necessit (ma la crisi del sistema del credito non era finita?). Ci nonostante la quotazione delloro continua a crescere, siamo ad oltre 1.080 $ per oncia, eravamo a ca. 600 $ un anno fa; perch la quotazione non scende se c tale abbondanza di offerta? Perch preoccupa? Preoccupa, non tanto perch tutti avremo pagato un pochino di pi la collanina o il braccialetto regalati a Natale, ma perch loro rappresenta il classico rifugio nel quale tutti si riparano quando si arriva il brutto tempo! Cosa ci toccher vedere ancora?MESI 12GENNAIO 2010

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ERSONAGGI

LUDO Ldi SALVATORE SCANDURRA

I SALTI DIudo, come iniziata questa tua passione per gli sport estremi? Penso verso i 13 anni, passavo sempre le vacanze invernali in montagna, a Madonna di Campiglio. Sciare era il mio gioco preferito, ho sempre avuto per lattrazione per il mondo freestyle che intravedevo qua e l nei primi video in tv. Quando ho provato lo snowboard per la prima volta mi sentivo impedito, ma da subito ho capito che se avessi avuto la confidenza necessaria sarebbe stato spaziale: e cos stato. Tante persone hanno paura a provare cose nuove, ma in realt misurare se stessi oltre i propri limiti sta alla base dello sport in generale e soprattutto delle discipline freestyle, in cui c sempre qualcosa di nuovo da imparare. Destate, invece, pratico il wakeboard, la versione acquatica dello snowboard; cambia la tavola ma lo spirito lo stesso. Da quanti anni vai in snowboard? Sono 12! Possono sembrare tanti ma non sono affatto un pioniere di questo sport. In Italia c qualcuno che ha cominciato molto prima, anche se non sono tantissimi. Spero davvero di poterlo fare il pi a lungo possibile. Mia nonna ha

Pianeta snowboard: sport estremo o lifestyle? Lo chiediamo a Ludovico Vanoli, campione di slopestyle in inverno e di wakeboard destate. Atleta bresciano sponsorizzato BlackHole snowboards, Oakley, Untho Project e Reef.

quasi 70 anni e scia ancora, vorrei poter essere anchio un giorno un felice nonno che surfa per i boschi in fuoripista con la tavola, e penso che accadr. I tuoi risultati pi importanti a livello agonistico? A dire il vero non mi sono mai concentrato molto sulle competizioni, per essermi qualificato al Riverjump del 2007 tra molti atleti a livello internazionale stata una bella soddisfazione. Lanno scorso invece sono arrivato quarto agli assoluti italiani di slopestyle, una disciplina dello snow del tutto nuova, che si basa su un mix di snowboard classico, di half pipe e di free style jump. Il risultato veramente spettacolare. Quale disciplina preferisci? Lo slopestyle pi di tutti, ossia utilizzare diverse strutture come salti e rail in seLudovico Vanoli.

quenza. bello perch necessaria continuit e variet durante la discesa. Quanto ti alleni? Per me fare snowboard una passione, cerco di stare sulla tavola il pi possibile, che dinverno significa ogni giorno. Meglio una giornata di gara o in neve fresca? Penso che dipenda dalla gara e dal risultato. Personalmente credo che tirare delle curve in fresca con dei buoni amici sia una delle migliori cose al mondo, ma sicuramente vincere un air and style o

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.LO SNOWBOARDINGEsistono tre stili diversi di snowboard: freestyle, freeride e snowboard alpino. Bench gli stili siano differenti, spesso si sovrappongono ed difficile separare nettamente la pratica delluno o dellaltro, specialmente nel caso del freeride e del freestyle. Freeride: lo stile pi comune. Consiste nello scendere per un declivio innevato con la tavola da snowboard (su pista o fuori pista). Lespressione agonistica di questo stile lo snowboard cross. Freestyle: lobiettivo di prodursi in salti acrobatici e figure usando gli attrezzi a disposizione (ringhiere, piattaforme, ecc.) e la conformazione del terreno. Per la pratica di questo stile molte stazioni sciistiche mettono a disposizione zone appositamente progettate, dette snowpark. Ha molto in comune con lo skateboard (disciplina dalla quale eredita anche strutture come lhalf-pipe e le ringhiere) e la maggior parte delle competizioni dedicata a questo stile. Snowboard alpino: Praticato su neve ben battuta come sulle piste sciistiche, questo stile richiede scarponi rigidi simili a quelli utilizzati nello sci alpino e tavole direzionali pi rigide di quelle usate per gli altri stili. La sua espressione agonistica lo slalom. unolimpiade deve essere unesperienza non da poco. Gli snowboarder sono considerati un po una trib. Ti ci ritrovi? Era forse una trib qualche hanno fa, ora la definirei una comunit visto che sono quasi pi le tavole degli sci. Penso che come tutti gli sport, anche lo snowboard, attraverso la passione abbia messo in comunione molte persone a volte diverse tra loro, e questo molto positivo. Poi esiste laspetto del lifestyle e delle mode, ma anche giusto che ci sia nel momento in cui c relazione interpersonale, limportante non dimenticare il valore umano. Come vivi la gara? Ti esalti o ti fai prendere dalla tensione? Fortunatamente reagisco abbastanza bene a quel tipo di situazioni, mentre vedo che ci sono altre persone che si agitano molto. Un po di adrenalina naturalmente c ed quello il bello, bisogna solo riuscire a convogliarla nella giusta direzione. Qual il miglior modo per scaricare lo stress dopo una gara di snow? Fare snowboard con gli amici senza i limiti della gara, e fare festa tutti assieme. Secondo te la gente considera veramente lo snowboard uno sport? E com visto allestero? Come dicevo alla base c lo sport, ma lo snowboard ha un forte appeal anche come tendenza, e quindi molti lo vivono anche solo come un modo per rapportarsi con gli altri, e penso che sia una cosa giusta: trovo positivo che la gente abbia qualcosa di bello da fare durante il weekend, allaria aperta e in posti magnifici, incontrando altre persone e condividendo belle esperienze con i propri amici o con la famiglia, e questo non cozza contro il concetto di sport, al limite contro lidea di agonismo sportivo. Allestero penso che sia la stessa cosa, con la differenza che esiste una percentuale maggiore di rider di livello medio alto. Com il movimento a Brescia? Brescia una grossa realt grazie anche al fatto che abbiamo le montagne vicino. In particolare a Campiglio la percentuale di snowbarder impressionante e la maggior parte vanno in montagna tutti i week-end. Come si evoluto lo snowboard in questi trentanni? Avendo 26 anni gli inizi li ho letti nei libri di storia, per, come tutti gli sport da tavola, cominciato con linvenzione di un attrezzo dettato dalla voglia di provare una sensazione di scivolamento. Poi lo snow stato inventato da chi utilizza la tavola, dalle proprie fantasie e personalit, unendo ai gesti tecnici sempre pi difficili larmonia dei movimenti attraverso il proprio stile. Ma il bello che la tecnica non esiste ancora e si va avanti a tentativi. Lattrezzatura si evolve poi in conseguenza di questo. Il periodo di scoperta sicuramente il pi bello e genuino. Oggi lo snowboard arrivato a livelli talmente alti che i professionisti sono visti pi come alieni che come modelli da imitare, in

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I professionisti dello snowboard oggi sono visti pi come alieni che come modelli da imitare.quanto troppo lontani da uno standard medio. Per fortuna per la tecnica, le attrezzature, i maestri qualificati e le stesse piste hanno reso molto pi facile e accessibile questo sport. Ma sciatori e snowboarder si odiano davvero? Non credo che ci sia odio, solo che vivono in modi diversi il medesimo ambiente. Rovinano le piste, sono spericolati, sempre col sedere per terra e ti tagliano la strada: la realt che un ragazzo che si avvicina alla montagna vuole cominciare dallo snowboard. In realt la grossa divisione tra freestyle e race: infatti, esiste anche lo sci freestyle che spesso condivide con lo snowboard i gruppi, i salti, le gare e la mentalit. Mentre, anche se sempre meno usato, esiste lo snowboard hard, dove lagonismo indirizzato alla conduzione di curve e alla ricerca del tempo tra i pali, avvicinandosi di pi allo sci da pista. Cosa pensi dello snowboard come disciplina olimpica? una cosa positiva per limmagine di questo sport, anche se, a parte le olimpiadi, le gare pi importanti sono organizzate al di fuori della federazione. Il posto dove preferisci surfare in assoluto? Campiglio perch per me un po la mia casa, per ovunque ci sia tanta neve, e amici, esistono i presupposti per una giornata memorabile. Progetti per il futuro? La scorsa estate ho collaborato con una scuola di wakeboard sul Lago dIseo al lido di Sassabanek e abbiamo fatto avvicinare moltissime persone a questo sport. Porter avanti un discorso simile anche sulla neve insegnando snowboard a Campiglio e in altre montagne. Sono particolarmente interessato a organizzare dei corsi con i ragazzi, perch sono convinto che questi sport godano di un appeal particolare che invoglia a fare attivit. Naturalmente la proposta poi indirizzata a chiunque voglia migliorarsi tecnicamente o approcciare questo sport nel modo giusto. Sar reperibile anche su Facebook.MESI 12GENNAIO 2010

Misurare se stessi, oltre i propri limiti, la base dello sport.

Jury Magliolo, rivelazione bresciana della seconda edizione di X-Factor.

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ERSONAGGI

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Il giovane cantautore bresciano che vive di musica e per la musica.

JURY, A CACCIADELL...Y-FACTORX-Factor non il massimo. Jury di XFactor, invece, va bene. Limportante che ci sia Jury. Possiamo dire che nel primo fotogramma del tuo film musicale c tuo padre che ti mette una chitarra in mano? vero, ma c dellaltro. Prima della chitarra la musica stessa che si manifestata a me tramite i dischi in vinile di mio padre. Quando ero piccolo me li faceva ascoltare, me li consigliava, me li faceva apprezzare. Poi ho iniziato a usare il giradischi, unabitudine splendida che si persa. Mi sono innamorato della musica cos, ascoltando un disco dallinizio alla fine. Lo strumento venuto successivamente, nonostante sia stato fondamentale, ma nel mio caso cera una base precedente dei dischi anni 70 di Emerson Lake & Palmer o di James Taylor. Come nasce la vocazione per la musica?di PIETRO BALBO

a strada della musica costellata da innumerevoli tappe. Jury Magliolo, oggi, noto al grande pubblico soprattutto per una di esse: lavventura al talent show di Rai 2 X-Factor. Lo abbiamo incontrato a una festa di beneficenza organizzata dallassociazione Monsignor G. Marcoli, impegnata a sostenere le famiglie con persone sorde. stata unoccasione per ripercorrere la sua vita artistica e guardare al futuro, alla ricerca dell Y-Factor. Jury, il costante binomio con XFactor inizia a stancarti? importante tenerlo come punto di partenza. Non sono il tipo che dice tagliamo e basta, questo no, anche perch quello di X-Factor un palcoscenico importante e vado fiero di avervi partecipato. chiaro che quando cammino per strada e mi chiamano con lappellativo

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Bisogna averla nel dna e nellanimo. Nulla forzato. Mio padre mi ha semplicemente dato gli stimoli, poi tutto venuto naturalmente. Giradischi, chitarra e poi la Dom Bibi Band. Esatto. La Dom Bibi Band stato uno step fondamentale, perch dopo lascolto e la passione per la chitarra arrivato il momento di suonare dal vivo in gruppo e quella stata la prima esperienza. Lesordio fu pi bresciano che mai: al Seconda Classe. Eravamo giovanissimi, ma ci tengo a precisare che gli intenti di mio padre non erano n di tipo economico n figli dellesibizionismo. Non eravamo unattrazione da circo. Quel tipo di esperienze ci servivano per comunicare e fare la nostra gavetta. Eravamo come calciatori che vengono messi su campo grande da piccoli. Per noi era lo stesso, ma su un palcoscenico. Oltre a tuo padre chi ha influito sulMESI 12GENNAIO 2010

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.ASSOCIAZIONE MONSIGNOR G. MARCOLItuo cammino musicale? Ci sono tante figure importanti, fare un nome solo difficile. Charlie Cinelli? stato uno dei primi che mi ha proposto di scrivere. Avevo solo 15 anni e allinizio non ho raccolto subito il suo invito. stato importante, mi ha dato lopportunit di aprire parecchi suoi concerti e farmi apprezzare. Nel panorama musicale internazionale chi ti ha ispirato maggiormente? David Bowie unicona vivente, ma anche Jamiroquai mi ha ispirato, ancor pi di Bowie. Nel 95 ho iniziato a conoscerlo e ad ascoltare tutta la sua produzione. Nella tua breve ma gi intensa carriera ci sono state due aperture a concerti importanti: Alicia Keys e Dave Metthews Band Aprire i concerti sempre unemozione fantastica, ma anche unarma a doppio taglio, perch gli spettatori non sono l per te. Allapertura di Alicia Keys cera tanta gente, ma era pi semplice: genere pi vario e persone che erano l per la sua essenza soul o per gli ultimi singoli. Dopo X-Factor, invece, ho aperto alla Dave Matthews Band, seguita da un pubblico di musicisti appassionati e preparati. L era pi difficile, uscivo da un reality e il pubblico poteva essere prevenuto, invece andata benissimo. Quali sono stati gli aspetti pi ostici di questa esperienza? Innanzitutto cerano ottomila persone, poi dovevo dimostrare di saper tenere lenorme palco di Lucca, uno dei pi grandi dItalia. Ho rischiato facendo cinque pezzi miei e due cover, ma andata bene. Dopo luscita di un EP stai lavorando al tuo primo disco. Cosa diresti a chi lo scaricher? Limportante ascoltare i dischi dallinizio alla fine. Magari appena uscir il mio sar scaricato, ma poi verranno a sentirmi ai concerti, non questo che conta. La cosa pi sbagliata che ci sia, piuttosto, scaricare i singoli. In questo modo il lavoro che c dietro non viene apprezzato e gli artisti vengono sminuiti. Le canzoni sono solo una piccola parte di un pacchetto artistico. Se tu estraMESI 12GENNAIO 2010

costituita da professionisti, genitori ed educatori che, coinvolti in vari modi in problematiche relative alla sordit in et evolutiva, hanno deciso di impegnarsi a favore delle famiglie dei sordi, andando incontro a quei bisogni per i quali non esistono al momento risposte adeguate. www.associazionemarcoli.it poli una sola canzone pu essere bella, ma il quadro non completo, solo una pennellata. Cosa succede quando le luci di XFactor si spengono? L ci sei solo tu. Per la gente sei ancora quello di Rai 2, ma devi continuare con le tue gambe. La scia di X-Factor preziosa, io lho sfruttata solo musicalmente e gli unici eventi a cui ho presenziato come personaggio sono stati di beneficenza. In campo musicale ho fatto affidamento solo su tre cose: voce, chitarra e canzoni. Le serate in discoteca per fare soldi non fanno per me. migliori, ma vado avanti con lo stesso spirito. Di marchette, comunque, non ne ho bisogno. Vivo con i miei e non ho tanti grilli per la testa. C del marcio nel mondo della musica? Il mondo marcio, quindi anche nella musica c qualcosa di sporco. Ma se cominciamo a pensarla cos non facciamo pi niente. Ci vuole ottimismo. Per me si stanno aprendo un sacco di strade, ma bisogna avere calma e sperare che la gente inizi a comprare i dischi, allora veramente i cantanti saranno apprezzati per la loro qualit. A che punto sei della tua trasformazione da diamante grezzo a diamante puro? Non lo posso dire, non c uno specchio. Io credo che con luscita del primo disco un po di grezzo se ne andr, ma se questa la mia particolarit non mi dispiacerebbe rimanere cos. Io vengo dal rock blues e limmagine del diamante grezzo bella per comunicare la mia musica: il diamante la melodia e il grezzo quella cosa storta, graffiante che c dentro. Il panorama musicale bresciano ricchissimo di giovani promettenti. Cosa consigli a chi, come te, ce la mette tutta per sfondare? A Brescia c tantissima musica buona e si fa fatica ad emergere, ma voglio dire a tutti di non spaventarsi. Bisogna avere coraggio e non avere paura di uscire dalla provincia. Poi siamo italiani, quindi il mio consiglio a chi inizia e vuole scrivere di farlo in italiano per dare una scossa al nostro sistema. difficilissimo che una major discografica italiana ti faccia fare un disco in inglese. Io pagherei per farlo, ma mi sono rassegnato gi da tempo, quindi puntiamo sui testi italiani per far suonare la bellezza della nostra lingua. Gli Afterhours insegnano. Qualcuno ci pensi, io mi impegner per rendere migliore la musica italiana. Ecco il tuo Y-Factor Jury. Vai a prenderlo.

Ho fatto affidamento solo su tre cose: voce, chitarra e canzoni.Quanto devi a Simona Ventura, che ha scovato in te quel talento, o X-factor, che non tutti possiedono? Simona aveva intuito che in me cera qualcosa e voleva scoprire bene cosa cera dietro. Ha creduto in me dicendo che mi avrebbe portato fino alla fine del programma. C riuscita. Con lei sei arrivato terzo. Con Morgan avresti vinto? Non era importante la vittoria. Preferisco fare il disco con le mie mani piuttosto che ottenerlo di diritto come primo classificato. Voglio metterci del mio. Il tuo sogno vivere di musica e per la musica. Oggi ci riesci? Non difficile. Limportante non avere troppe esigenze. Riuscivo a mantenermi anche prima di X-Factor. Adesso ci sono semplicemente opportunit

Inter IKEA Systems B.V. 2009

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ERSONAGGI

TECNICA E PASSIONEPER LE STRADE DELLA PROVINCIA

Intervista a Mauro Parolini, Assessore provinciale alla viabilit e grandi infrastrutture, che guarda alla Lombardia con occhio bresciano.favore delleconomia e delle famiglie in difficolt, mentre le opere pubbliche sono continuate sulla base del fatto che, quando in anni migliori si erano decise, avevamo oculatamente gi in cassa il denaro ad esse necessario. Questanno i fondi su cui contare sono stati praticamente nulli e, naturalmente, non ne

corretto dire che la Provincia sta vivendo un momento difficile? Abbiamo subito un 2009 molto difficile, a causa della crisi e di una sensibile riduzione delle entrate. La Provincia trae il suo sostentamento soprattutto dal contesto dellautomobile che ha conosciuto una profonda flessione. Considerando che le tasse provinciali nel bresciano sono fra le pi basse dItalia (primato che siamo decisi a mantenere), questo si tradotto in una pesante carenza di fondi. Abbiamo comunque cercato di promuovere iniziative inMESI 12GENNAIO 2010

di SERGIO MASINI

Mauro Parolini.

Questanno i fondi su cui la Provincia ha potuto contare sono stati praticamente nulli.

abbiamo potute preventivare di nuove. Dobbiamo sperare che il 2010 veda un cambio di rotta: frane, grandi nevicate ed emergenze non cessano perch c la crisi. Credo comunque nella capacit di ripresa della nostra economia, dinamica e coraggiosa, e sono quindi fiducioso. Sono moltissimi i cantieri in tutta la Provincia. Al di fuori di Brescia citt, dove c una certa insofferenza, i disagi sono percepiti in senso pi positivo? Sicuramente in area urbana il cantiere disturba di pi: il commerciante perde clientela e capita di dover percorrere

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in auto certi tratti di strada anche svariate volte al giorno. Alcuni malumori si registrano anche in Provincia pi che altro quando i tempi vengono a dilatarsi rispetto a quelli preventivati, ma siamo molto attenti a disturbare il meno possibile, evitando chiusure e code. In un Assessorato come quello in cui opera, quanto contano, su quella politica, preparazione e formazione tecnica? Essere ingegnere come me pu sicuramente agevolare, facilitando loperativit nel concreto, ma per offrire vere soluzioni deve essere anche un ruolo fortemente politico. C bisogno davere uno sguardo dinsieme e non restare bloccati su singoli problemi; servono un quadro di riferimento ampio e degli obbiettivi chiari, uno stimolo, un controllo, linsistenza sul rispetto di tempi e modalit di esecuzione. Un capace amministratore non pu esimersi dallavere una profonda prospettiva, sapersi approcciare al lungo periodo prevedendo dinserire i vari interventi, come un puzzle, nel contesto generale. Si discusso molto sul ruolo delle Province e sulla necessit o meno di mantenerle Enti attivi. Pensa che quanti le vorrebbero abolire non ne conoscano il reale valore o abbiano ragione a volerne demandare i compiti alle rispettive Regioni? Le Province hanno una lunga tradizione e un forte senso di appartenenza identitaria: ci sentiamo lombardi, in quanto bresciani, poi la Provincia ha un ruolo di gestione diretta e di coordinamento importantissimo. Mi capitato di dover realizzare lavori alla confluenza di confine anche tra tre distinti comuni: i tempi (e con essi i rischi e le spese), sarebbero saliti pesantemente se avessimo dovuto rispettare i vari cicli elettivi, le priorit nei singoli budget, nei gusti, nelle prospettive, se, cio, non ci fosse stato un ente super partes a gestire la cosa. La nostra Provincia inoltre molto grande, altamente popolata, un assessore regionale potrebbe non avere le necessarie presenza, conoscenza e consapevolezza dei problemi bresciani per mettere di volta in volta daccordo i comuni. Con le competenze e le deleghe che la Provincia ha ricevuto negli ultimi quindici anni, quale riuscitissimo modello lombardo, di fatto e di diritto

Essere un tecnico, nel mio mestiere aiuta molto, ma il mio un ruolo fortemente politico.la realt amministrativa pi adatta (proprio perch intermedia) ad operare certe scelte e prendersi carico di dati interventi. Per fare un esempio: la prontezza dintervento sulle nostre strade di gran lunga pi capace che non in Veneto, dove tutto gestito dallunico Anas regionale. Per questo ritengo le province un elemento irrinunciabile, come del resto insegna la storia. Negli anni 70 si volle la costituzione di Comprensori (gruppi di comuni riuniti in sostituzione delle province), un esperimento, questo, clamorosamente fallito a causa della corsa di ognuno dessi a proporsi come capofila e accaparrarne vantaggio. Qualcuno ha fatto dellistituzione-Provincia un tema elettorale (capita che in campagna elettorale si giochi sulla demagogia), ma allatto pratico nessuno pu negare importanza da esse rivestita. vero che regioni scarsamente popolate quali la Sardegna, che ha visto raddoppiare il numero delle proprie province col risultato dun rapporto ente-abitanti sproporzionato, necessiterebbero di un ridimensionamento delle stesse, ma il nostro modello, numeri e risultati alla mano, assolutamente vincente, da non abbandonare, ma piuttosto da prendere ad esempio. Cosa pensa dei tentativi di alcuni Comuni i ottenere la secessione dalla nostra Provincia per quella trentina? Ritengo certe provocazioni poco sensate. Molti sindaci non pensano che, per un ipotetico e incerto vantaggio futuro, possano andare incontro a gravi problemi nellimmediato. La Provincia ha investito molto in zone come la Valvestino, che ora paventa la secessione solo per linesperienza e la mancanza di prospettiva di alcuni suoi giovani politici. Battaglia che ritengo giusta , ad esempio, quella di Bagolino, che combatte per sul fronte delle compensazioni econo-

miche, dopo aver ben riflettuto su cosa perderebbe abbandonando il bresciano. Per il resto, il federalismo fiscale dovr portare a un livellamento delle differenze tra regioni come la nostra e quelle a statuto speciale, realt che si avvantaggiano oggi di un retaggio appartenente a ujn periodo storico ormai trascorso. Nel dopoguerra cera un motivo per dotarle di certi privilegi, ora non pi. Lei un probabile candidato alle prossime elezioni regionali; cosa lha convinta ad impegnarsi su questo nuovo fronte? Credo che lesperienza che ho maturato in Provincia, in un contesto complesso come quello dei Lavori Pubblici, possa dimostrarsi utile anche e soprattutto per lo stesso territorio bresciano, se portato in Regione. Da qui la volont di propormi, una scelta che spero trover il consenso della gente in quellespressione di grande democrazia che , per le sue modalit, il voto delle regionali. Come cambieranno, secondo lei, gli equilibri tra Lega e PdL, qualora dalle regionali una uscisse pi avvantaggiata dellaltra? Va tenuto presente che il primo partito del nord e della Lombardia comunque il PdL. Con la Lega, che detiene il secondo posto, c unalleanza solida perch ci riconosciamo in quasi tutte le sue posizioni fondamentali. Proprio perch alleati corriamo insieme alla stessa meta, concorrenti, ma in unamichevole competizione. A Brescia, come in passato cos per il prossimo futuro, prevedo comunque la vittoria del PdL: agiamo nella stessa direzione della Lega e con propositi simili, ma proponiamo soluzioni con prospettive pi larghe e valutando tutti i fattori di ogn9i problema. I due partiti condividono valori, principi e ideali, ma il PdL sa guardare ai problemi nella loro complessit e dare risposte pi oculate e puntuali, efficaci e durature. I bresciani questo lo percepiscono. Mauro Parolini in Regione: sar pi PdL o pi bresciano, e come medier tra le due posizioni? PdL e bresciano sono due aggettivi del sostantivo che la mia persona. Se vincessi questa corsa perseguir gli interessi della Regione ben ricordandomi da dove vengo, senza mai trascurare la citt in cui vivo e la sua Provincia che il mio territorio di riferimento.MESI 12GENNAIO 2010

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STRATEGIA DI IMPRESACINA: UN MODELLOche sussistevano sin dallorigine i germi dellinfezione: basta citare la modesta domanda interna, la propensione a privilegiare settori a bassa tecnologia, il protezionismo locale e la frammentazione industriale alimentata dai regionalismi, la deregulation sulla propriet intellettuale e sullaccesso alle tecnologie, i disinvolti incentivi fiscali per attrarre investimenti, la modesta attenzione ai temi ambientali e sociali. Lo studio parte dalla ovvia constatazione che la sovracapacit industriale cinese rischia di provocare effetti dirompenti su tutte le economie mondiali e si concentra sui comparti base dellacciaio, dellalluminio, del cemento, dei prodotti chimici, della raffinazione dei derivati del petrolio e degli impianti e attrezzature per lo sfruttamento dellenergia eolica. Alcuni casi sono molto significativi, come quelli dellacciaio, dellalluminio e dellindustria chimica; per lacciaio, i volumi di produzione cinesi sono aumentati negli ultimi 5 anni da 280 a 534 milioni di tonnellate, mentre il tasso di utilizzazione degli impianti precipitato intorno al 70%; un po meglio il settore chimico, un comparto complesso e diversificato, pi di altri proiettato verso il mercato domestico, che ha subto una pesante caduta di

DI SVILUPPO DA RIVEDEREa Camera di Commercio dellUnione Europea in Cina (Euccc) ha prodotto recentemente unindagine sulla sovracapacit produttiva della Cina nei principali comparti industriali; lorganizzazione una voce indipendente no profit che rappresenta gli interessi europei ed ha la missione costitutiva di facilitare laccesso al mercato e di organizzare le migliori condizioni operative possibili per le aziende Eu in quel grande paese. Il quadro generale del problema piuttosto semplice. Negli ultimi anni il Governo cinese ha spinto al massimo sulla realizzazione di nuovi impianti e nuove capacit, ben oltre le ragionevoli necessit; oggi c un basso livello di utilizzo degli impianti, insufficienti profitti, quindi grave e crescente disattenzione sulle questioni ambientali, sugli standard di sicurezza e salute nel lavoro, sugli sforzi di innovazione, e tutto questo si riflette in continue frizioni e contenziosi nei rapporti commerciali internazionali. chiaro che la sovracapacit cinese diventata una mina vagante per il repentino collasso delle esportazioni in mercati come quello nord americano, ma anche noto

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domanda interna nellultimo biennio ma che in definitiva soffre di sovracapacit solo per il 20% dei prodotti; per lalluminio infine i numeri sono pesanti, anche perch questo comparto ha beneficiato di favorevoli politiche governative, sia riguardo alle grandi compagnie a controllo pubblico indirizzate verso le produzioni di metallo primario, sia per le aziende private di minori dimensioni, spinte ad investire nelle trasformazioni a valle come lestrusione. Il risultato che la Cina ha oggi quasi 20 milioni di tonnellate di capacit produttiva di metallo primario (grosso modo il 40% del totale mondiale), con una produzione effettiva nel 2008 di 13,5 milioni di t e con la previsione di un tasso di utilizzo impianti nel 2009 di poco superiore al 65%. Come risulta dallo studio Euccc, il trauma della crisi ha messo in evidenza i rischi di questa crescita violenta e spesso incontrollata, ma ha anche mostrato che le autorit cinesi hanno recepito lesigenza di profondi mutamenti di rotta e revisione delle strategie di sviluppo industriale, a partire da attenti controlli ai progetti locali, alla crescita qualitativa, al ribilanciamento verso uneconomia sostenibile. importante sottolineare che questo documento stato considerato con la massima attenzione dalla Commissione europea, finalmente convinta che lEuropa immaginata per produrre terziario sempre pi lontana, per cui la priorit oggi quella di costruire strategie industriali valide per il futuro del nostro vecchio continente; in particolare la DG Trade, Direzione al commercio, ha messo in pista gruppi di lavoro ad hoc che dovranno rapidamente proporre interventi concreti nel merito, e speriamo che si tenga nel dovuto conto dellenorme patrimonio di tecnologie industriali che abbiamo alle spalle.MESI 12GENNAIO 2010

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PICCOLA INDUSTRIAPI CULTURA DIMPRESA E AGGREGAZIONELe linee di sviluppo del nuovo Comitato Piccola Industria dellAssociazione Industriale Bresciana.di PAOLOEMILIO BONZIO

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oberto Zini vicepresidente del nuovo Comitato Piccola Industria di Aib, presieduto da Francesco Franceschetti e titolare di Farco Group S.r.l. (formazione, prodotti e consulenza per la sicurezza sul lavoro). Quale rilievo assume la piccola industria allinterno di Aib? La piccola industria in Aib rappresenta il 93% delle imprese associate, vale a dire che su circa 1.500 iscritti oltre 1.300 rientrano in questa categoria. il variegato universo delle aziende che vanno da 1 a 50 dipendenti, spesso e volentieri a conduzione familiare. Ovviamente la piccola impresa non ha il rilievo occupazione dei grandi gruppi industriali, perch il 7% che essi rappresentano assorbe il maggior numero di addetti, tuttavia ha una grande importanza che deriva proprio dal numero assoluto di aziende presenti. Il comitato piccola industria quali azioni strategiche sta sviluppando? La parola dordine per il quadriennio della presidenza di Franceschetti crescere. Questa crescita deve essere costruita seguendo tre percorsi fondamentali di conoscenza, formazione e integrazione. Per noi oggi quindi essenziale fare rete, uscire dal guscio, promuovendo conoscenze e rapporti fra imprenditori. Ma di pari importanza la promozione della cultura dimpresa,Roberto Zini.MESI 12GENNAIO 2010

Oggi essenziale `fare rete, promuovere conoscenze e rapporti fra imprenditori e favorire aggregazioni fra aziende di vari settori produttivi.della gestione del cambiamento e delletica di impresa. Ci sono, per esempio, alcuni imprenditori di buona volont che si sono ritrovati a gestire unimpresa nei momenti doro del mercato, quando praticamente bastava esserci per fare buoni affari. Oggi alcuni di loro stanno facendo fatica, scontando una certa incapacit di guardare in prospettiva sul medio-lungo periodo. Oggi, inoltre, al problema dei pagamenti della pubblica amministrazione verso le imprese si aggiunge anche quello dei pagamenti mancati o ritardati fra impresa e impresa. Una difficolt che si pu risolvere solo con un patto etico di responsabilit e che, come comitato piccola impresa, vogliamo contribuire a risolvere intervenendo direttamente in tutte le sedi opportune. Qualche progetto in particolare? In questo momento di crisi crediamo che essere piccoli e concentrarsi solo su mercati ristretti e tradizionali stia diventando un problema. necessario andare nella direzione indicata dal progetto Reteimpresa, coordinato dallex presidente di Aib Aldo Bonomi, (ora vice presidente di Confindustria con delega alle politiche territoriali e distretti industriali, ndr.) che favorisce le aggregazioni fra aziende di vari settori produttivi. Un compito non facile che io stesso in passato avevo seguito per un progetto nel quale si cercava di mettere insieme pi imprese allinterno di una filiera, di fondersi per aumentare dimensioni e giro daffari. Ma ci siamo scontrati con la reticenza degli imprenditori bresciani, poco inclini a condividere la propriet delle loro imprese. La forza del progetto Reteimpresa invece consiste proprio nel fatto di mantenere inalterata la titolarit dellazienda, avviando collaborazioni sulla base di esigenze comuni; ad esempio avvalendosi di un unico commerciale che pu rappresentare pi aziende in alcuni mercati esteri o predisponendo aggregazioni su tematiche specifiche, senza necessaria-

Pmente dover avviare fusioni dimpresa. Non necessariamente tematiche di distretto dunque. In fondo si tratta proprio del superamento della logica del distretto. una forma di cooperazione trasversale per fare s che gli imprenditori si parlino, per far incontrare i loro bisogni, per far fronte comune alle sfide del mercato. Alcuni imprenditori magari stanno approntando una filiale in India con costi elevatissimi, se ci si mette in cinque o in dieci si possono avere vantaggi considerevoli. Come stiamo affrontando oggi i nuovi mercati? Sono pi dei poli ai quali rivolgersi per delocalizzare la produzione oppure hanno anche una consistenza in termini di mercato della domanda? Sono aspetti complementari. In Cina ad esempio chi si mosso per tempo (tedeschi, francesi, anche qualche italiano) si radicato nel paese e adesso sta facendo buoni affari. La Cina, quindi, non solo una sistemazione ideale per produrre a basso costo beni da vendere in Europa ma un vero mercato potenziale. Chi si inserito bene in Cina riesce a vendere sul mercato cinese. Prima si delocalizzava la produzione in Romania, poi in Cina, poi in Bangladesh Insomma c sempre qualcuno che produce a costi inferiori, il vero obiettivo allora riuscire a vendere a chi prima non acquistava quei prodotti. La delocalizzazione produttiva nelle economie emergenti pu rappresentare un processo in grado di influenzare positivamente quei contesti dove le norme di sicurezza sul lavoro e i diritti dei lavoratori stessi sono pressoch ignorati? Ormai il campo di gioco delleconomia il mondo. Chiuderci nei nostri confini impensabile. Ma se lorizzonte di riferimento si allarga allora chiaro che diventa necessaria una maggiore responsabilit. Producendo in altri mercati possiamo far crescere queste popolazioni adeguandole ad uno standard qualitativo. Va tenuto conto per del fatto che c una sovraproduzione in alcuni settori, a cominciare dallautomotive. La nostra capacit produttiva pi elevata di quanto il mercato sia in grado di assor-

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bire. E questo non pu non indurci a una riflessione generale sul nostro modello di sviluppo, anche alla luce della povert che affligge i Paesi del terzo mondo. Un paio di anni fa le morti bianche e gli incidenti sul lavoro riempivano le prime pagine dei giornali. La crisi ha ridotto il problema oppure aumentato il livello di responsabilit da parte di imprese e dipendenti? Indubbiamente c stato un calo degli infortuni, specialmente di quelli mortali, ma se rapportiamo il calo al numero delle ore lavorate, la gravit del fenomeno resta quella di due anni fa. un problema da affrontare in termini di cultura imprenditoriale. La maggior parte degli infortuni deriva da cause comportamentali imputabili alluomo e non ai macchinari o ai dispositivi di sicurezza. Fretta, superficialit, disattenzione E allora lobiettivo deve essere quello di uneducazione alla sicurezza che sia un grado di far diventare questo tema un caposaldo della cultura lavorativa di ciascun addetto. Anche per lazienda ovviamente investire in sicurezza un vantaggio, con un ritorno economico importante sul lungo periodo. Come considera oggi il livello di aggiornamento tecnologico della piccola impresa bresciana in termini di macchinari e processi produttivi? Mi sembra di poter dire che non mancano investimenti in tecnologia. Bisogna lavorare di pi invece sullinnovazione dei prodotti. In Aib stiamo puntando molto sugli obiettivi di ricerca e sviluppo, anche per quanto riguarda lorganizzazione interna dellazienda, con la consapevolezza che pi difficile per le piccole aziende investire su questi aspetti. Bisogni delle aziende in crisi. Quali sono i primi interventi tattici che vi aspettate da Governo ed Enti locali? necessario innanzitutto ridurre la pressione fiscale sui lavoratori dipendenti detassando tutto quello che va oltre lo stipendio base contrattuale. In secondo luogo bisognerebbe detassare anche limpresa per ridare competitivit al sistema. A livello di Enti locali ci aspettiamo una drastica semplificazione burocratica, basti pensare che per aprire unazienda in Italia necessario quasi un centinaio di adempimenti.MESI 12GENNAIO 2010

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DI VIAGGIO... SI ORGANIZZANOGli obiettivi sono la riqualificazione e la lotta allabusivismo, alle improvvisazioni e ai dilettantismi.di ESTERINO BENATTI

GLI AGENTI inutile diventare consiglieri nazionali senza avere una base locale allinterno della quale condividere, discutere e tentare di risolvere i problemi quotidiani. Quali strade avete intenzione di intraprendere per perseguire i vostri obiettivi? Abbiamo chiesto un incontro al presidente della Provincia Daniele Molgora che riveste anche la carica di assessore al Turismo per sollecitare un intervento radicale, ma dopo sei mesi dalla sua elezione non abbiamo ancora ricevuto risposta. Lo scorso anno siamo stati ricevuti solamente da un funzionario, per noi invece necessario parlare con lautorit amministrativa e istituzionale per ottenere la promessa di un concreto impegno contro problematiche quotidiane quali labusivismo, il controllo locale e un aiuto tangibile e immediato a un comparto che movimenta circa un milione di euro nella sola provincia di Brescia. Ci domandiamo perch il presidente della Provincia e assessore non voglia convocare unassociazione come la nostra per capire quali sono i problemi del nostro settore.MESI 12GENNAIO 2010

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na finestra sul mondo del turismo. Labbiamo aperta nel corso di un faccia a faccia con lAbivt (Associazione bresciana imprese viaggi turismo Confesercenti Brescia), capitanata da Giambattista Merigo ed Ettore Mainetti e prossima al lancio del suo nuovo sito internet. Con gli agenti di viaggio bresciani abbiamo discusso a 360 gradi sul ruolo dellassociazione parlando di turismo locale in tempo di crisi ed affrontando lo spauracchio dellabusivismo, che echeggia minacciosamente nella nostra provincia. Per quali ragioni e con quali intenti nata Abivt? Lobiettivo primario dellassociazione riqualificare il mondo delle agenzie di viaggio bresciane, che costituisce un ramo del commercio un po dimenticato. I nostri punti di forza sono la formazione e linteresse ai problemi della categoria in un periodo cer-

tamente non favorevole. La crisi, infatti, ha avuto pesanti ripercussioni sulla clientela ed nostra premura introdurre certi metodi di lavoro per garantire seriet agli utenti. Vogliamo fare chiarezza in questa giungla di agenzie, para-agenzie, commercianti e ambulanti. Non esistevano gi altre associazioni di categoria? Non ritenevamo di essere tutelati a sufficienza da altre associazioni che spesso hanno pi interessi nazionali e non locali e pensavamo fosse pi opportuno fondare unassociazione bresciana, e solo bresciana, che curasse in termini pi concreti gli interessi e i bisogni organizzativi e di sostentamento delle agenzie di viaggio associate. Come dire: esistono s altre associazioni nazionali e chi ne fa parte, troppo spesso, ha avuto come obiettivo la rappresentanza regionale o nazionale. Secondo noi, invece, c bisogno di aggregazione autentica a livello locale in quanto tutti i giorni ci scontriamo con problematiche che richiedono risoluzioni immediate, tecniche e politiche.

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.A.B.I.V.T.Cosa rimproverate agli organi istituzionali? La scarsa incisivit di fronte a fenomeni di evasione fiscale (prodotta dallabusivismo sempre pi presente) che, di fatto, penalizzano tutti. La polizia provinciale cura ogni aspetto formale dimostrandosi inflessibile quando ci sono punti e virgole che non vanno bene su una semplice insegna o una vetrina. Ci sembra che qui sussistano ben altre motivazioni per intervenire. Qui non si tratta di concorrenza, ma di legalit e sicurezza del cittadino. Molgora ha deciso di tenere le deleghe del turismo e della sfera dellincoming, che riguarda il business dei flussi turistici in ingresso nella nostra provincia. Cosa ne pensate della sua politica in materia? Innanzitutto va sottolineato che la Provincia di Brescia persegue le proprie attivit a favore del turismo, con un approccio di scarsa condivisione con gli altri enti preposti e gli operatori privati del settore. Recentemente la Provincia ha praticamente cancellato il contributo destinato a Brescia Tourism, che rappresentativo dellincoming a Brescia. Si passati da 170mila euro a 10mila euro. un ulteriore problema che arriva proprio nel momento in cui si vuole sviluppare una politica turistica sul territorio. Non riusciamo a capire gli intenti e gli obiettivi, perci siamo molto critici nei loro riguardi, mentre siamo contenti delloperato del Comune. Il mantenimento delle deleghe? La Provincia, con esse, guadagna: hanno importanti entrate da fidejussioni e assicurazioni e diritti di apertura a carico di ogni agenzia. I tecnici delle agenzie viaggi bresciane possono offrire un valido supporto migliorare il mercato del turismo di di ingresso nella nostra provincia oltre, naturalmente, a quello in uscita. Quali sono i principali paradossi dellabusivismo? Unagenzia di viaggi deve avere personale qualificato, per avere una biglietteria aerea necessario fare un corso Iata a Roma, un corso per i Crs (sistemi di prenotazione voli e alberghi), fare formazione a giovani che arrivano dalle scuole del turismo con tanta teoria e naturalmente poca pratica, disporre delle qualifiche, avere un direttore tecnico qualificato e con conoscenze specifiche della gestione di un azienda e che abbiaMESI 12GENNAIO 2010

A.B.I.V.T. CONFESERCENTI BRESCIA SPORTELLO AGENZIE VIAGGI BRESCIANE superato un esame specifico, e non ultima una fidejussione Orario: tutti i gioved mattina ore 10.00-12.30 nei riguardi della Provincia. Indirizzo: Via Salgari 2/6 - Brescia Per qualcuno tutti questi cavilRecapiti: tel. 030.2421697, cell. 348.0154889 li sono inesistenti: club privati che organizzano viaggi, fantoproblemi o contenziosi di dover presentarsi matiche associazioni che organizzano viaggi, autisti di pullman che orga- oltreoceano per far valere le proprie ragioni nizzano viaggi, societ di autonoleggio che o sperperare soldi in telefonale costosissiorganizzano viaggi, scuole pubbliche che me, mentre noi agenti di viaggio mettiamo organizzano direttamente gite scolastiche in primo piano la nostra faccia e quindi non e poi orchestre, parrocchie, funzionari di abbiamo nessun interesse a creare disagi e assessorati, phone-centers, organizzazioni problemi ai nostri clienti, anche se per correttezza intellettuale diciamo sempre che di extracomunitari e chi pi ne ha. Per il consumatore che differenza c tra chi sa viaggiare sa anche sopportare quali prodotti acquistati in agenzia e quelli che possibile e imprevedibile disagio. derivanti dalle pi disparate organizza- Abivt come pu tutelare gli associati? Forse per un percorso concreto dovremzioni abusive? I costi sono uguali, cambia la mancanza di mo denunciare alla Procura della Repubgaranzie assicurative e la qualit che solo le blica la scarsit di risultati da parte degli organi istituzionali. Ma noi siamo ancora in agenzie forniscono. C un abusivismo ufficioso e uno uffi- una fase intermedia, che quella di fare segnalazioni alla Provincia invitandola a interciale, quello su internet. Esistono uninfinit di soggetti che ope- venire. una bella crociata. La lotta allaburano abusivamente online. Noi abbiamo sivismo sar il nostro cavallo di battaglia per fatto diverse segnalazioni in Provincia. Ci tutto il 2010. Non escludiamo che, a fronte hanno suggerito due soluzioni: contattare di risposte insoddisfacenti, potremmo batla Polizia Provinciale (finora con scarsa ef- tere altre strade come quelle della Procura ficacia) o intraprendere le vie legali spor- denunciando casi specifici. gendo denuncia al garante. Noi cerchiamo Voltiamo pagina e parliamo degli effetti di combattere questo fenomeno facendo della crisi economica. Quali sono i dati leva sul rapporto di fiducia che sinstaura in che emergono? agenzia e puntando forte sulla formazione Secondo le statistiche c un calo medio del 20%. Le crociere non hanno sofferto e che ci qualifica. Quali consigli vi sentite di dare a chi ac- lo sci sta recuperando. LItalia in difficolt perch il cliente ormai chiede un servizio quista viaggi online? In primis importante ricordare che ogni esclusivamente in base al budget che ha a consumatore pu trovare in agenzia quello disposizione. Anche le localit pi econoche vede online allo stesso prezzo. Dal pun- miche, tuttavia, hanno registrato un calo, to di vista economico, dunque, non ci sono cos come il settore dei senior. La crisi, differenze. I problemi piuttosto insorgono infatti, ha colpito di riflesso anche gli anziaquando il cliente decide di fare una contesta- ni abituati a viaggiare, che magari hanno il zione per i pi svariati motivi: siccome tutti figlio in cassa integrazione e preferiscono i sistemi online fanno capo a societ stra- dare una mano a lui e ai nipoti. niere, spesso c il rischio se ci si imbatte in Di norma in economia le crisi inducono ad un abbassamento dei costi dacquisto in tutti i settori. Dobbiamo aspettarci dei cali delle tariffe anche nel turismo? Impossibile. I tour operator sono falliti proprio perch le tariffe sono talmente basse che non si riescono pi a recuperare i costi e, la logica low-cost non applicabile ai pacchetti turistici in quanto per questi ultimi i costi fissi sono e rimangono la base della determinazione del costo pacchetto.

Club, associazioni, autonoleggi, scuole, parrocchie, phonecenters organizzano viaggi senza alcuna qualifica e garanzie per il consumatore.

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COLLETTIVA FINANZIAMENTI PRIVATIIl Confidi di Ascom Brescia: un 2009 a velocit doppia.di PAOLOEMILIO BONZIO

GARANZIA

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uando la banca chiude il rubinetto del credito, limprenditore pu passare dal Confidi per poi tornare in banca con in mano la garanzia decisiva. Il meccanismo ormai rodato, laccesso al credito non pi un miraggio se qualcuno disposto a farsi carico delle obbligazioni altrui. Sin dagli anni 50 in Italia non si contano pi ormai le aziende che hanno ottenuto finanziamenti grazie al sistema dei confidi. Restando a Brescia, siamo andati a vedere come va il lavoro della Ascomfidi, emanazione dellAssociazione Commercianti, dove Paola Fanchin dirige il consorzio sotto la guida del neopresidente Luigi Dolci. Consigliere Ascomfidi dal 1999, Dolci titolare dellomonima ferramenta di Via S. Faustino, recentemente trasferita a Roncadelle, e presidente del sindacato ferramenta di Ascom. Lei si insediato da poco al vertice di Ascomfidi, con quale spirito ha preso in mano il timone della cooperativa dopo quasi trentanni di presidenza Orsatti? Antonio Orsatti fond Ascomfidi 28 anni fa lasciando unimpronta decisiva che rispecchia bene il suo carattere da camuno tenace. Io ricevo in eredit una gestione esemplare che si caratterizza

Luigi Dolci.MESI 12GENNAIO 2010

per una notevole patrimonializzazione rispetto alloperativit del consorzio. Lo stesso Orsatti, cercando di dare continuit al suo operato, auspic la mia nomina a presidente perch in fondo credo di rappresentare bene il tipico commerciante medio bresciano in grado di capire le necessit e i problemi della categoria. Questanno abbiamo lavorato a pieno regime e ci avviamo a chiudere il 2009 con un erogato complessivo di circa 15 milioni di euro, raddoppiando il lavoro del 2008 quando avevamo garantito le nostre aziende con circa 8.659.000 euro. Le banche delineano i modelli di rating basandosi su moduli statistici. Dal punto di vista di un Consorzio di garanzia fidi, ritiene che vi siano anche altri criteri di cui bisognerebbe tenere conto? La valenza di un Confidi come il nostro consiste proprio nel fatto che i dati ricavati dalle banche possono essere valorizzati dalla nostra competenza e dalla conoscenza, spesso diretta, che abbiamo dei nostri associati. comunque vero che le classificazioni del rating sono rigide e non consentono una valutazione personale dellimprenditore.

I dati ricavati dalle banche possono essere valorizzati dalla nostra competenza e dalla conoscenza dei nostri associati.Le risulta che in questa contingenza alcuni Confidi richiedano garanzie reali e fideiussorie a copertura parziale della propria? Il principio di fondo della presidenza Orsatti era usiamo i soldi che abbiamo come se fossero i nostri, rispondendone dunque in prima persona. Io tengo fede a questo principio, declinandolo magari in una gestione complessiva un po pi moderna. Siamo commercianti che operano in favore del commercio stesso e non cerchiamo controgaran-

zie per deresponsabilizzarci. Il nostro confidi peraltro ha una percentuale di insolvenza bassissima (sotto l1%) perch latteggiamento cauto e selettivo del consiglio di amministrazione ci ha permesso di accumulare negli anni un buon capitale che ci consente oggi di poterci sbilanciare maggiormente nellerogazione delle garanzie. Qualche volta chiaramente accade che delle pratiche vengano respinte; qualche no lo dobbiamo dire ma siamo anche in grado di indirizzare il commerciante verso lerogazione pi consona a quelle che sono le sue effettive esigenze. Ci permettiamo, comunque, di far notare che gli stessi commercianti dovrebbero imparare a valutare meglio i conti della propria attivit; tanto per fare un esempio, ci capitano ogni tanto delle richieste di finanziamento che ammontano al doppio del volume daffari delle aziende. Qual la percentuale che Ascomfidi garantisce alle banche convenzionate per i finanziamenti concessi alle imprese? Dal 1981 garantiamo il 50% dei finanziamenti ma recentemente ci sono stati concessi dei fondi da Regione Lombardia per garantire le pratiche al 70% in un momento cruciale per il sostegno alle imprese in crisi. Abbiamo tempo fino a dicembre 2010 per utilizzare 239 mila euro che secondo un moltiplicatore 20 dovrebbero mettere in moto 6,8 milioni di finanziamenti. Pu essere davvero una boccata dossigeno per quelle aziende in difficolt che non aspettano altro che una ripresa delleconomia. Com oggi il rapporto fra banca e Confidi? Come Ascomfidi siamo convenzionati con 27 istituti di credito, praticamente tutti quelli presenti in Provincia. Met del nostro lavoro comunque lo facciamo

Il capitale accumulato nel corso degli anni passati ci consente oggi di poterci sbilanciare maggiormente nellerogazione delle garanzie.

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con il Banco di Brescia perch molto radicato sul territorio. Ci ha un po sorpreso in negativo il modo di procedere delle Banche di Credito Cooperativo. Abbiamo sempre riscontrato una certa vicinanza delle Bcc al mondo delle piccole imprese ma per quanto riguarda la nostra attivit dobbiamo rilevare che si tratta delle uniche banche ad aver imposto dei tassi minimi fra il 3,50 e il 4,50, il doppio dei tassi attualmente sul mercato. Di recente avvenuto che Banca Intesa Sanpaolo ci abbia proposto varie forme di finanziamento manifestando ampia flessibilit ma senza essere in grado di dirci il tasso dinteresse, che invece linformazione essenziale che le imprese vogliono sapere. A sentir loro limpresa oggi vuole solo il credito, del pricing non le interessa e il tasso si decide su misura del singolo imprenditore. Le altre banche almeno hanno stabilito delle fasce di rating con le quali possibile conoscere il tasso minimo e massimo. Ascomfidi opera per agevolare laccesso al credito di commercianti, operatori del turismo e dei servizi, ma chi si rivolge maggiormente a voi in questo periodo di crisi? Indubbiamente i pubblici esercizi, soprattutto bar e ristoranti. Nel commercio il settore che chiede il maggior numero di garanzie labbigliamento. Alberghi e agenzie di viaggi, invece, rappresentano attivit che ci interessano ma che purtroppo si rivolgono poco a noi. Il mondo del credito si muove molto velocemente, noi cerchiamo di rincorrerlo girando costantemente sul territorio provinciale per rispondere alle necessit economiche di nuovi operatori. Lei ha gestito per molto tempo una ferramenta in Via S. Faustino. Un negozio a suo modo storico, presente in un quartiere che sembra aver perso quasi tutte le sue attivit tradizionali, nel commercio e nellartigianato. Come considera questa situazione? In qualsiasi altra citt (e basta vedere Mantova, non accorre andare lontano) i centri storici sono tradizionalmente i luoghi dove si vive meglio e dove la maggior parte delle persone vorrebbero vivere. A Brescia non cos.MESI 12GENNAIO 2010

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Ministero dellIstruzione, dell Universit e della Ricerca

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IMPRENDITORIA NO STRESSStoria di unavventura imprenditoriale, in cui pi che i soldi hanno contato lidea, la fiducia in se stessi e la capacit di lavorare sodo.di SALVATORE SCANDURRA

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ltre 600 addetti in Italia, altrettanti allestero; 48 macchine di spiralatura, 1.200 di calzetteria, 160 di intimo. Capacit produttive pari a 7 milioni e 800 mila calze da uomo, 28 milioni di capi di intimo, 95 milioni tra calze e collant, una sede di 85.129 mq coperti. Numeri. Numeri che spiegano bene il fenomeno Pompea, azienda leader nel settore calzetteria e intimo fondata nel 1996 da Adriano Rodella, conosciuto nel settore come luomo che ha reinventato il collant.

ne una quota di mercato che in Europa, nellarco di 15 anni, passata dal 30% al 70%. Come a dire che nellUnione due donne su tre indossano calze italiane. Uomo vecchio stampo, le vicende imprenditoriali di Rodella iniziano presto:

a soli 11 anni, con un diploma di quinta elementare in tasca e spirito di sacrificio da vendere; la sua la storia classicaDa sinistra Adriano Rodella e i figli Alessandro e Alberto.

Oggi lunica strategia possibile uscire dallItalia e delocalizzare la produzione.La storia di Rodella parte dal distretto n 6, il tessile-calzetteria dellalto Mantovano, oggi primo polo in Europa. Con un fatturato di 1 miliardo e 119 milioni di euro nel 2008 e una quota di oltre il 60% del totale dedicata allexport, la calzetteria femminile lombarda rappresenta il 30% della produzione mondiale e detieMESI 12GENNAIO 2010

Pself made man, con nel Dna, fin dagli inizi, la propensione al lavoro dquipe e al rischio dimpresa. Cos, dallattivit di calzettaio svolta in proprio a Castel Goffredo (Mn) alla fondazione dello storico calzificio Sette Stelle (1977) il passo breve. Nel 1982 Adriano Rodella socio fondatore della Filodoro Calze, di cui riveste la carica di presidente fino al 1995. Quindi, dal 1997, con i figli Alberto e Alessandro, d il via al progetto Pompea. Incontriamo Adriano Rodella a Medole, pochi giorni prima che scoppi la rincorsa al Natale, nel suo stabilimento al confine tra la provincia bresciana e quella mantovana. Signor Rodella, ci parli di come ha cominciato. Avevo 11 anni e una grande passione per questo settore. Una passione che ho tuttoggi. Cos preferii abbandonare gli studi e dedicarmi al lavoro e a 17 anni, per le mie collezioni, ero gi considerato un innovatore. Oggi di certo il mio percorso non sarebbe possibile: viviamo in unepoca di benessere, le cose sono cambiate in meglio, e molti ragazzi finiscono di studiare tardi, magari escono di casa a 35-38 anni, senza alcun tipo di esperienza lavorativa. Per un ragazzo di oggi sar difficile riuscire a fare qualcosa di importante. Potr giocare a calcio ma non vedo molte possibilit imprenditoriali. La calzetteria italiana e la produzione di intimo, nel mercato, pur restando dei settori forti, stanno sentendo la crisi. Voi come sopravvivete? La crisi la sentono tutti: in questa zona esistono 150 calzifici, di questi 8-10 hanno un nome, ma gli altri versano in situazioni non semplici. da trentanni che si parla di associazionismo in modo vano, bisognerebbe mettersi insieme e costruire masse di produzione pi ampie. Il nome, la struttura, le dimensioni sono fattori che aiutano non poco Pompea a restare in piedi, insieme alla possibilit di poter differenziare la nostra produzione rivolgendoci allestero. Il problema oggi quello delle risorse umane: in Serbia, dove abbiamo uno stabilimento, costano 8 volte in meno, in Cina 10, in India, Tunisia e Bangladesh le cifre sono veramente assurde. Adesso poi siamo al paradosso: i cinesi stessi stanno automatizzandosi. Si pu parlare ancora di eccellenza del made in Italy o crede che oggi la qualit e il design si possano trovare anche nei Paesi dellEst? Basti pensare ai russi, che in Italia ormai comprano solo le migliori calze sul mercato e hanno bravissimi stilisti, come del resto i cinesi e i coreani. Che il made in Italy regga lo diciamo noi, di fatto oggi siamo tutti pi vicini, il mondo si ristretto, e le qualit emergono anche fuori dai nostri confini. Lo ammetteremo solo alla fine, solo quando sar troppo tardi, ma il design non pi solo una prerogativa italiana. In questo contesto come pensate di agire per il futuro? Bisogna contrastare il malessere del costo del lavoro, siamo arrivati a una situazione di non ritorno e dobbiamo fare qualcosa. Oggi lunica strategia possibile uscire dallItalia e delocalizzare la produzione investendo comunque in comunicazione e riconoscibilit. LEuropa rimane il mercato migliore, Giappone e Stati Uniti, a causa della distanza e dei dazi alti, restano mete difficili da raggiungere anche per noi. Pompea ha sempre dimostrato di tenere molto alle campagne pubblicitarie, molto spesso riuscitissime, con perso-

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Gli uffici della Pompea a Medole (Mn).

Linnovazione e la ricerca di nuovi materiali sono caratteristiche imprescindibili per Pompea.

naggi di successo. Chi si occupa delle strategie pubblicitarie? Me ne occupo personalmente, anche se siamo supportati da unagenzia esterna. Allinizio, chiunque voglia farsi conoscere, ha bisogno di un testimonial importante, anche se poi a noi successo che un personaggio come Roberta di fatto labbiamo creato e lanciato noi. Ci parli della sua giornata. Riesce a staccare dal lavoro o tutto inutile? Arrivo in azienda alle 8.30 e vado via verso le 19.30. Non ho hobby, ma vorrei riuscire a starmene a casa tutto il mercoled: prima o poi lo far. Mi piace viaggiare, ma lo faccio pi che altro per lavoro. Sono un accentratore, non mi piace delegare, lo ammetto. Mi accorgo, e lo dico senza falsa modestia, che chiunque in azienda mi chieda un parere prima di realizzare qualcosa, il risultato poi migliore. Mi occupo ancora di tutto personalmente: dal filato alle macchine, dagli impianti, al commerciale, nessuno in azienda ha la mia esperienza. Intimo o calze? Cosa va meglio? Lintimo, sicuramente. La calza va meno perch da 5-8 anni, a causa del cambio delle mode, molte donne mettendosi pantaloni o stivali preferiscono indossare calzini di cotone. I vostri ultimi prodotti? Silver, una linea di intimo avveniristica con filato agli ioni dargento, che la rende particolarmente pulita e confortevole, e la Milk Collection, un tessuto particolarmente morbido. Linnovazione e la ricerca di nuovi materiali sono caratteristiche imprescindibili per Pompea. Obiettivi per il futuro? Faremo investimenti nellintimo, sia maschile che femminile, per poterlo produrre in Tunisia o in Cina. Dal mese prossimo poi sar pronta una nuova campagna pubblicitaria con un nuovo film. Ma considerata la crisi di oggi, se domani arrivasse limprenditor Rossi dicendole: Bellissima Pompea, quanto vuole?. Lei cosa farebbe? Venderei e aprirei il giorno successivo in Serbia e in Cina. Rester tutta la vita innamorato del mio lavoro, sarei pronto a cambiare Paese, ma non lascerei mai la mia passione.MESI 12GENNAIO 2010

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IN EVIDENZA

SUL TRONO DEL PAVONEJIMMy SADEGHI: DALLA PERSIA ALLITALIA PER UNA PASSIONE STRETTA AI NODI DEI TAPPETI.resciano da 35 anni, iraniano di nascita, Jimmy luomo che ha insegnato a molti nostri concittadini (e non solo) larte e la bellezza intrecciati alle trame dei tappeti orientali, una tradizione radicata nella sua famiglia da sempre. A soli quattordici anni lascia la Persia dello Sci per inseguire un sogno targato Milano e il restauro dei tappeti antichi. Dopo qualche anno apre il suo primo negozio tra le vie dello shopping di una citt che ha imparato ad amare i sogni doriente e la raffinatezza dei suoi prodotti. Questo incontenibile artigianocommerciante innamorato dellItalia ha un obbiettivo: far coesistere due mondi che si chiamano e si cercano a vicenda, aggiungere alle dimore dal gusto tutto lombardo quel complemento che ha origine nella sua terra, dove tradizionalMESI 12GENNAIO 2010

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mente nato e dove, ancor oggi, vede piccoli grandi capolavori prendere forma tra le mani dei componenti duna famiglia, che ad un singolo tappeto possono lavorare anche per degli anni. Nellestate del 1984 conosce e sinnamora di Ponte di Legno dove apre Il Trono del Pavone che, ancora oggi, accanto al punto vendita del cittadino Corso Palestro, prosegue la sua pluridecennale attivit. Oggi Jimmy e la moglie continuano ad offrire qualit senza falsi sconti, a consigliare e ad essere disponibili gratuitamente per chi si voglia avvicinare allaffascinante mondo del tappeto. C gente che si ferma per una domanda di volata e si trattiene poi per ore, torna e ritorna, perch scopre come sia facile emozionarsi alle storie che ogni colore, disegno e forma nascondono. I tappeti che Il Trono del Pavone commercia sono di pura origine Iraniana, scelti dallo stesso proprietario o dal fratello che con Jimmy collabora dalla Persia. Si scopre cos la strada che un tappeto percorre, attraverso infiniti chilometri, a partire da una piccola azienda a conduzione familiare, dove lui andato a cercare leccellenza della tradizione. Dove i colori sono di origine naturale e il tessuto ordito con le migliori lane: quelle delle pecore che abitano in montagna, fredda aria pulita e cibo sano. Simpara che un tappeto sa essere uguale a se stesso nel tempo, mantenere il valore, essere debitamente restaurato come un dipinto antico o un mobile depoca, e che merita di essere considerato tale. Si scopre che i tappeti si lavano con poco, non costano oltre il giusto e non necessitano di grandi attenzioni, durano molte vite e possono tramandarsi di generazione in generazione acquistando valore. Se i cinesi hanno tentato

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di imitarli il risultato stato scoraggiante ma, comunque, per essere certi di non spendere invano, bene consigliarsi con chi il mestiere lo conosce, dubitando degli imbonitori da tutto a met prezzo e comprendendo che con cifre ragionevoli ci si pu accaparrare un prodotto della cui qualit si sicuri. E se poi cambiamo arredamento, casa o tappezzeria alle poltrone? Nessun problema - tranquillizza Jimmy - chi volesse cambiare un suo vecchio acquisto, rinnovarlo o reinvestire in un prodotto pi importante, basta che venga da me. E se c necessit dun rammendo valutiamo insieme, vediamo il da farsi per il migliore risultato. Quale differenza, per sua esperienza, corre tra gli acquirenti bresciani, bergamaschi e milanesi? I milanesi su tutti e, a seguire i bergamaschi, prediligono la novit, cambiare negozio, scegliere un po dove loccasione li porta a trovare il prodotto di loro gusto. I bresciani sono molto pi tradizionalisti, si rifanno ai negozi dove gi si servivano i genitori e, un volta trovato un commerciante di fiducia, gli si affidano per consigli e suggerimenti. Lei si sente pi italiano o persiano? Mi sento una via di mezzo. Quella iraniana la mia origine e qui, nellaspetto, posso sicuramente essere percepito come uno straniero. Ma quando torno in Iran mi rendo conto che le mie abitudini, la cucina, le amicizie, sono ormai e da molti anni talmente bresciane che vengo a sentirmi uno straniero anche l dove sono nato. Da quanti anni ha cominciato ad avvertirsi la crisi, tuttora tangibile, del mercato del tappeto? Dopo la rivoluzione in Iran, circa 25 anni fa, molti, rimasti disoccupati per via della guerra, hanno ripiegato sul vecchio telaio di casa, aumentando il numero dei tappeti in offerta ma riducendone la qualit di lavorazione. Oggi, fortuna-

tamente, le cose stanno cambiando. Un altro mutamento stato dovuto al gusto: meno scendiletto e pi tappeti da salotto, nuovi stili nellarredamento e cos via. Personalmente prediligo comunque lo stile della tradizione, ricco di fascino e mai fuori moda. Consiglierebbe questo lavoro ai giovani? Mio figlio universitario e non mi dispiacerebbe che portasse avanti la ditta di famiglia, ma punto anche sulla mia secondogenita: Soraya ha 14 anni e studia al conservatorio, ama larte e il bello Parlando di denaro, posso dire che sicuramente oggi guadagnerei di pi allestero. Continuo quello che faccio perch amo il mio mestiere. Per commerciare in tappeti, bisogna amarli. Fare le cose con amore importante; la passione, quella che continuo a nutrire io, la consiglio a tutti i giovani. Jimmy Sadeghi Corso Palestro, 43/a Brescia Tel. 030.3753533

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UBRICA

TU E IL FISCOdi FERDINANDO MAGNINO

CEDERE AI FIGLI I TITOLI AZIONARI

LESPERTORISPONDED // Posso vendere ai miei figli alcune partecipazioni societarie a valori bassi in considerazione del rapporto familiare esistente? R // Una cessione di azioni o quote pu essere attuata a un prezzo difforme dal valore reale per varie ragioni: qui esaminiamo la volont, in presenza di parentela, di attuare un passaggio del testimone, senza bisogni speculativi. Il Legislatore non stabilisce alcun criterio o parametro ai fini della valutazione del corrispettivo che, pertanto, essendo rimesso alla sola volont delle parti, potr divergere dal prezzo per cos dire atteso nella specifica transazione, cos come ricorda la nota del Ministero delle Finanze 5/11/1999, protocollo n.185903. Il documento suggerisce di prestare particolare attenzione a coloro con riferimento ai quali il rapporto plusvalenza/ prezzo risulta nullo o negativo. Per la successiva fase di accertamento, il Ministero sottolinea la particolarit proprio delle cessioni di partecipazioni poste in essere tra soggetti collegati da rapporti di parentela. Nelle donazioni, le fattispecie oggi tassate sono quelle previste dal D.L. n. 262/06, con aliquote e plafonds di esenzione diversi a seconda del vincolo di parentela esistente tra il de cuius/donante e lerede/beneficiario. Appare utile ricordare lesonero, a specifiche condizioni, dei trasferimenti, effettuati anche tramite i patti di famiglia di cui agli articoli 768-bis e seguenti del codice civile a favore dei discendenti e del coniuge, aventi ad oggetto aziende, rami dazienda o partecipazioni. A tal fine il Legislatore ha riportato alla luce la donazione indiretta di cui allart. 56-bis del D.Lgs. n. 346/90, fattispecie impositiva operante, seppur brevemente, nel recente passato, poi travolta dallabrogazione dellimposta, operata circa un anno dopo dalla L. n. 383/01. Nel caso delle donazioni informali si deve sottolineare la tecnica normativa assai infelice attraverso la quale tale ipotesi di tassazione stata ripristinata. Mandalatuadomandaa: ferdinando.magninoMESI 12GENNAIO 2010

La norma infatti, prevede che, in caso di donazioni indirette volontariamente registrate, la liquidazione dellimposta risulta subordinata al concorrere di una duplice condizione, ovvero lemersione della liberalit da dichiarazioni rese dallinteressato nellambito di procedimenti tesi allaccertamento di tributi e il superamento delle franchigie di legge. Il tema non peregrino: si pensi a pratiche diffuse, quali il versamento di denaro su conti cointestati, laccollo di un debito senza successive azioni di regresso e altre fattispecie utilizzate. Tra tali ipotesi, ben pu rientrare la cessione sotto valorizzata: aver alienato, ad esempio, ad 100.000, una partecipazione di valore pari almeno ad 1.500.000, sottende, infatti, una liberalit, seppur indiretta, pari alla differenza. lecito a questo punto interrogarsi su una serie di aspetti non di poco conto: - possibile riferirsi al sistema di aliquote e plafonds oggi fissato per le donazioni formali (4%-6%-8%)? - possibile invocare, al ricorrere dei requisiti di legge, la fattispecie di esenzione prevista per i trasferimenti, effettuati anche tramite i patti di famiglia di cui agli articoli 768bis e seguenti del codice civile a favore dei discendenti e del coniuge, aventi ad oggetto aziende, rami dazienda o partecipazioni? - necessario che la donazione indiretta, per essere imponibile, si fondi sempre su di un atto scritto, soggetto altres ad obbligo di registrazione? L ultimo dubbio nasce dallaffermazione, diversamente pleonastica, dellart.1, co.1-bis, della L. 342/90, secondo cui rimane ferma lapplicazione dellimposta anche alle liberalit indirette risultanti da atti soggetti a registrazione. Una risposta positiva sarebbe foriera di notevoli conseguenze sul fronte delle girate di titoli azionari: queste ultime non sono atti per i quali vi lobbligo di chiedere la registrazione, cos che una donazione indiretta, realizzata per il loro tramite, sarebbe sottratta de facto ad ogni imposizione.

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ENDENZE

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INCHIOSTRO SU CARTAdi VIOLA LADI

NON SOLOe cose pi importanti sono le pi difficili da dire. Sono quelle di cui ci si vergogna, perch le parole le immiseriscono. Le parole rimpiccioliscono cose che finch erano nella vostra testa sembravano sconfinate, e le riducono a non pi che a grandezza naturale quando vengono portate fuori. Ma pi che questo, vero? Le cose pi importanti giacciono troppo vicine al punto dov sepolto il vostro cuore segreto, come se-

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gnali lasciati per ritrovare un tesoro che i vostri nemici sarebbero felicissimi di portar via. E potreste fare rivelazioni che vi costano per poi scoprire che la gente vi guarda strano, senza capire affatto quello che avete detto, senza capire perch vi sembrava tanto importante da piangere quasi quando lo dicevate. Questa la cosa peggiore secondo me. Quando il segreto rimane chiuso dentro non per mancanza di uno che lo racconti, ma per mancanza di un orecchio che sappia ascoltare.MESI 12GENNAIO 2010

Dir. San. Dr. Enrico FilippiniDIETOLOGIA - MEDICINA ESTETICA - ANDROLOGIA

ANDROLOGIADoppler del pene, piccoli interventi e terapie rivitalizzanti Incurvamento penieno, nuove frontiere terapeutiche Visite per allungamento e ingrossamento del pene Disfunzioni della sessualit

Dr. Davide ToniniCHIRURGIA PLASTICA ED ESTETICA - LASERTERAPIA

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