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CALENDARIO 2008 UOMINI ILLUSTRI DI ANGHIARI Inserto Redazionale allegato al n. 6-2007 dell’Oratorio di Anghiari Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia Anghiari, 7 ottobre 1880, un giorno come tanti altri Federigo Testi non è più da sei anni, ma il ricordo del suo impegno è ancora vivo: l’asilo infantile, per il quale tanto si è prodigato, è il gioiello che perpetua la sua memoria; ma la sua attività di benefattore e di organizzatore, di cristiano fervente e praticante ha lasciato traccia un po’ in tutte le opere di carità del borgo: nell’Ospedale come nella Compagnia di Misericordia, il Comune come la Fraternita del Borghetto. Anghiari: un comune compatto dentro le sue mura, arroccato, alto come un nido d’aquila; una campagna popolosa, fiorente, poderi padronali, lavoro di mezzadri; popolazione industriosa, anche se dignitosamente povera, arguta nello spirito anche se essenziale nelle esigenze. Dal nido d’aquila ecco lo stradone trecentesco, dritto come una lama a tagliare la campagna verde. Giornate, ancora, dal sapore e dal tepore estivo. Luce, aria limpida. Anghiari, un pomeriggio ancora assolato dei primi d’ottobre; A.D. 1880. I l carro agricolo procede con regolare lentezza, i bianchi bovini che lo trainano caracollano su per la salita della strada che, all’imbocco della ritta che taglia in due il borgo, si separa dallo stradone per avviarsi lungo i tornanti ed entrare fra le case del centro a mezza costa. La marcia delle bestie sembra una danza stupefacen- te, i passi lenti, regolari, ritmati, hanno un che di potente e pacifico nello stesso tempo. Avanzano con destrezza e sicurezza. Le spalle, sotto il grande muso dalle froge goc- ciolanti e il grande collo con la pelle che, di sotto, bal- lonzola come una bandiera mossa da una brezza leggera, si gonfiano alternativamente dietro i passi sicuri; il fascio enorme del muscolo si tira, la massa imponente del corpo si sposta in avanti e, poi, ecco la volta dell’altra spalla, il movimento si ripete: un muscolo potente si contrae e die- tro l’enorme corpo segue. Sinistra-destra, sinistra-destra in una coreografia di masse in movimento che mangia, metro dopo metro, la strada in dolce salita. Così fino al primo tornante; poi la marcia lenta e solenne, piegando a sinistra, continua affrontando quindi l’ampio curvone che porta alla stretta entrata del paese. Il mezzadro, le gambe a ciondoloni, in mezzo alle stan- ghe, le briglie del giogo, lente, sulla mano sinistra, guida la marcia e segue con occhi partecipi lo sforzo degli ani- mali; sulla destra la frusta, ma non c’è bisogno di colpire: basta, ogni tanto, un secco schiocco in aria. Per sostenere lo sforzo delle bestie, per far sentire che c’è! La schiena dell’uomo è appoggiata alle casse colme d’uva impilate sul lungo pianale del carro. Sui fianchi alcuni citti; dondolano le gambe, secche, nodose e nude, nel vuoto, completamen- te libere: ridono, schiamazzano fra di loro; la giornata è bella, è festa, vanno nel borgo! *** I l garzone dell’artigiano, proprio davanti alla chiesa di S. Agostino, spinge il carretto col quale porta a de- stinazione il lavoro finito. Il bancone del falegname! Giù con l’ascia a staccare la porzione di legno necessaria. Poi olio di gomiti: la pialla a rifini- re, a lisciare, a dare forma; quindi lo scalpello e la sgurbia per ingentilire i peducci, per arrotondare le manopole, per dare le forme desiderate. Uno dopo l’altro gli elementi sono stati modellati e assemblati. Le grandi sedie di solido legname, con le gambe ingentilite e arrotondate, i piedini ben piazzati, il grande schienale solido e con le manopole a punta sui lati alti sono pronte. È la commissione di una famiglia benestante e, a lavo- ro concluso, occorre provvedere anche alla consegna. Una robusta corda, solidamente intrecciata, le blocca alle assi del carretto. L’equilibrio delle sedie sembra precario, ma l’ancoraggio dei canapi è sicuro e gli stracci lezzi di colla e di vernici sono disposti con sapienza; per evitare graffi ed ammaccature durante il trasporto lungo l’acciottolato irre- golare delle vie del centro. Il garzone spinge con preoccupazione: la salita che ora lo attende è breve, ma –accidenti!- quanto è ripida! Dopo, nel vicolo, là, per andare alla Badia, è un altro discorso: la strada spiana di nuovo. Ma qui, fra s. Agostino e l’arco- ne che porta alla piazza del comune, è proprio un brutto affare! Sotto l’edicola della Maestà comin- cia il difficile, lo sforzo. Lo stridore dei

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UOMINI ILLUSTRI DI ANGHIARI Anghiari, 7 ottobre 1880, un giorno come tanti altri Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia Inserto Redazionale allegato al n. 6-2007 dell’Oratorio di Anghiari

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Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia

Anghiari, 7 ottobre 1880, un giorno come tanti altri

Federigo Testi non è più da sei anni, ma il ricordo del suo impegno è ancora vivo: l’asilo infantile, per il quale tanto si è prodigato, è il gioiello che perpetua la sua memoria; ma la sua attività di benefattore e di organizzatore, di cristiano fervente e praticante ha lasciato traccia un po’ in tutte le opere di carità del borgo: nell’Ospedale come nella Compagnia di Misericordia, il Comune come la Fraternita del Borghetto.

Anghiari: un comune compatto dentro le sue mura, arroccato, alto come un nido d’aquila; una campagna popolosa, fiorente, poderi padronali, lavoro di mezzadri; popolazione industriosa, anche se dignitosamente povera, arguta nello spirito anche se essenziale nelle esigenze. Dal nido d’aquila ecco lo stradone trecentesco, dritto come una lama a tagliare la campagna verde. Giornate, ancora, dal sapore e dal tepore estivo. Luce, aria limpida.

Anghiari, un pomeriggio ancora assolato dei primi d’ottobre; A.D. 1880.

Il carro agricolo procede con regolare lentezza, i bianchi bovini che lo trainano caracollano su per la salita della strada che, all’imbocco della ritta che taglia in due il

borgo, si separa dallo stradone per avviarsi lungo i tornanti ed entrare fra le case del centro a mezza costa.

La marcia delle bestie sembra una danza stupefacen-te, i passi lenti, regolari, ritmati, hanno un che di potente e pacifico nello stesso tempo. Avanzano con destrezza e sicurezza. Le spalle, sotto il grande muso dalle froge goc-ciolanti e il grande collo con la pelle che, di sotto, bal-lonzola come una bandiera mossa da una brezza leggera, si gonfiano alternativamente dietro i passi sicuri; il fascio enorme del muscolo si tira, la massa imponente del corpo si sposta in avanti e, poi, ecco la volta dell’altra spalla, il movimento si ripete: un muscolo potente si contrae e die-tro l’enorme corpo segue. Sinistra-destra, sinistra-destra in una coreografia di masse in movimento che mangia, metro dopo metro, la strada in dolce salita. Così fino al primo tornante; poi la marcia lenta e solenne, piegando a sinistra, continua affrontando quindi l’ampio curvone che porta alla stretta entrata del paese.

Il mezzadro, le gambe a ciondoloni, in mezzo alle stan-ghe, le briglie del giogo, lente, sulla mano sinistra, guida la marcia e segue con occhi partecipi lo sforzo degli ani-mali; sulla destra la frusta, ma non c’è bisogno di colpire: basta, ogni tanto, un secco schiocco in aria. Per sostenere lo sforzo delle bestie, per far sentire che c’è! La schiena dell’uomo è appoggiata alle casse colme d’uva impilate sul lungo pianale del carro. Sui fianchi alcuni citti; dondolano le gambe, secche, nodose e nude, nel vuoto, completamen-te libere: ridono, schiamazzano fra di loro; la giornata è bella, è festa, vanno nel borgo!

***

Il garzone dell’artigiano, proprio davanti alla chiesa di S. Agostino, spinge il carretto col quale porta a de-stinazione il lavoro finito. Il bancone del falegname!

Giù con l’ascia a staccare la porzione di legno necessaria. Poi olio di gomiti: la pialla a rifini-re, a lisciare, a dare forma; quindi lo scalpello e la sgurbia per ingentilire i peducci, per arrotondare le manopole,

per dare le forme desiderate. Uno dopo l’altro gli elementi sono stati modellati e assemblati. Le grandi sedie di solido legname, con le gambe ingentilite e arrotondate, i piedini ben piazzati, il grande schienale solido e con le manopole a punta sui lati alti sono pronte.

È la commissione di una famiglia benestante e, a lavo-ro concluso, occorre provvedere anche alla consegna. Una robusta corda, solidamente intrecciata, le blocca alle assi del carretto. L’equilibrio delle sedie sembra precario, ma l’ancoraggio dei canapi è sicuro e gli stracci lezzi di colla e di vernici sono disposti con sapienza; per evitare graffi ed ammaccature durante il trasporto lungo l’acciottolato irre-golare delle vie del centro.

Il garzone spinge con preoccupazione: la salita che ora lo attende è breve, ma –accidenti!- quanto è ripida! Dopo, nel vicolo, là, per andare alla Badia, è un altro discorso: la strada spiana di nuovo. Ma qui, fra s. Agostino e l’arco-

ne che porta alla piazza del comune, è proprio un brutto affare!

Sotto l’edicola della Maestà comin-cia il difficile, lo sforzo. Lo stridore dei

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Edizione riservata ai lettori dell’Oratorio

Il nostro ringraziamento va alla Banca di An-ghiari e Stia che, con il suo contributo, ci ha permesso la stampa del calendario dell’Oratorio per il 2008.

Redazione: Alessandro Bivignani, Frido Camaiti.Caporedattore: Mario Del Pia (non ci riesce a cam-biarlo!). Con la supervisione di don Marco Salvi.Per le fasi lunari sono state utilizzate le pagine internet di Marco Menichelli, Fiesole, http://www.marcomenichelli.it.

Inserto Redazionale allegato al n. 6-2007 dell’Oratorio

DIZIONARIOGEOGRAFICOFISICO STORICODELLA TOSCANAdi Emanuele Repetti

Ecco come il Repetti nel 1833 descrive nel suo Dizionario gli uomini illustri di Anghiari:

Fra gli uomini di merito più distinto, figli di questa

terra, primeggia il valoroso capitano Baldaccio

di Piero di Vanni marito di Annalena Malatesti,

proditoriamente trucidato nel palazzo della Signoria di

Firenze l’anno 1441; nel quale secolo figurò pure Gre-

gorio Mazzoni condottiere di milizie. Di più peregrino

ingegno furono Angiolo Canini, e Girolamo Magi, quel-

lo il più dotto orientalista del secolo XVI, questo il più

valente ingegnere militare, storico a un tempo, filosofo,

giureconsulto e poeta.

cerchioni di metallo sulle pietre, quel chiasso rumoroso che le ruote fanno quando procedono con speditezza sotto la spinta dell’uomo, è cessato. Il giovanotto arrotonda le spal-le per raddoppiare lo sforzo, spinge con tutta la sua forza, il carretto procede solo di pochi palmi: ci si mettono, ora, anche i solchi fra le pietre della pavimentazione; in una tale situazione anche questi sono un ostacolo, possono vanifica-re lo sforzo. Un breve attimo per riprendere fiato; un’altra spinta poderosa.

Lo sforzo è dipinto a tutto tondo nel volto del garzone: ancora qualche palmo. Ecco un altro problema, però: il peso del carretto e del carico, a questo punto, sono cresciuti e spingono verso il basso. Fermarsi per tirare il fiato è più difficile. Il garzone oscilla con le stanghe, per trovare la po-sizione più sicura e tenere meglio quel peso che vorrebbe riportarlo indietro.

***

Sulla sinistra dell’ampio curvone che conduce all’en-trata del paese ecco la ruga sulla quale si arrampica, fino alla chiesa della Croce, la ritta; più in là, in alto,

i bei bastioni con l’abside di S. Agostino, inglobata nelle mura, che assolve maestosamente il suo ruolo di torre di guardia.

Di qua, a destra della ruga, il carro agricolo, carico di casse destinate alla cantina padronale dentro il paese, conti-nua la sua marcia. Le bestie hanno grandi occhi mansueti e non tradiscono il minimo sforzo: con calma, continuano la loro avanzata. Il tiro è sicuro e tranquillo. Le grandi ruote del carro schiacciano e frantumano il pietrisco minuto della strada sterrata.

Dietro di sé, là dove è già passato, il carro lascia una modesta scia di polvere. I citti seduti sui fianchi del pesante veicolo già gustano la scena che li attende quando il carro entrerà in mezzo alle case: i citti del borgo, a frotte, a dan-zare attorno al carico per avere un grappolo di uva gustosa;

e loro, lì, padroni di un tesoro, a pescare nella cassa più alta grossi grappoli da distribuire con generosità. Diverso il pensiero del mezzadro: che quei discoli di famiglia non esagerino in quantità! Chi sa quante persone, anche adulte, si faranno sotto prima di arrivare a destinazione!

***

Nella piazzetta davanti al Palazzo Taglieschi, attor-no agli usci di casa, le donne, a crocchi, sedute sui gradini di pietra o su vecchie sedie impagliate, con

le lunghe e ampie sottane, le immancabili panucce legate attorno alla vita e l’eterno fazzoletto in testa annodato sotto la gola, chiacchierano e lavorano.

Sono il giornale orale del paese e mentre ciacolano le mani veloci lavorano a maglia: preparano le maglie di lana per l’inverno, le ruvide e grosse calze che, nella stagione fredda, proteggeranno dai rigori del tempo più delle scarpe stesse. Qualcuna, proprietaria di un tombolo artigianale, fa correre i bischeri per produrre nastri e trine che andranno ad abbellire qualche corredo.

Si saranno accorte del problema che pochi metri più in là ha il garzone del falegname? Ma ecco che due uomini, di ritorno dai campi, probabilmente braccianti, vedono il giovanotto sotto sforzo.

Lo raggiungono: prendono il carretto, uno da un lato e l’altro da quello opposto; via! La breve salita, ora, viene letteralmente aggredita. Le ruote del carretto, sbattendo con potenza sull’acciottolato, fanno un chiasso infernale: la for-za dei tre uomini vince; ecco la cima!

Brevi ringraziamenti: i due si infilano sotto l’arcone che porta al comune. Il garzone, col volto ormai disteso, si av-via nel vicolo della Misericordia. Il rumore del carretto si allontana piano piano!

Enzo Papi

Il disegno di Anghiari in copertina è di Pietro Bertelli

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GENNAIO 2008

Modi di dire e proverbiQuande tona de gennaio, more la pecora e il pecoraio.

MercatiLunedì: Pieve S.StefanoMartedì: SansepolcroMercoledì: AnghiariGiovedì: SestinoSabato: SansepolcroDomenica: Monterchi

17 gennaio: Festa di Sant’Antonio abate.

A Monterchi antica fiera di merci e be-stiame.

Il tempo di Fridus Meteorologicus1-10 Affermazione anticiclonica con brinate e gelate al mattino nei giorni 6, 7 e 8.11-10 Si affacciano venti freddi da N/Est con possibilità di caduta di nevischio intorno ai 600 metri che entra dal passo di Verghereto su tutta l’Alta Valle del Tevere.21-31 Piogge da N/Ovest con estrema variabilità con temperature in diminuzione a fine validità con neve intorno ai 700 metri.

Temperature medie del mese: minima -1, massima +5

La ricetta di FridoLe castagnole

Ingredienti: 500 g. di farina, 5 uova, burro g. 50, lievito una bustina, latte 1 bicchiere, un pizzico di sale, buccia grattugiata di 1 arancia e 1 limone.

Preparazione: si fa sciogliere il burro nel latte. Intanto si fa un impasto con la farina e le uova a cui si aggiunge il pizzico di sale e il nostro burro quando è tiepido, le bucce grattugiate e per ultimo il lievito

Dopo aver ancora impastato si lascia riposare per mezz’ora, si spiana e si fanno delle strisce da cui si ricavano dei rombi che, messi a friggere nell’olio bollente, diventeranno le nostre gonfie castagnole (questo è il segno che sono venute bene).

I giorni della merla Il 29, 30 e 31 gennaio sono chiamati i giorni della “merla” e sono per tradizione i più freddi dell’anno.

1 M S. Madre di Dio - Capodanno2 M Ss. Basilio e Gregorio3 G SS. Nome di Gesù4 V B. Angela da Foligno5 S S. Giovanni Nepomuceno6 D Epifania di N.S.G.C.7 L S. Raimondo 8 M S. Severino 9 M S. Giuliano

10 G B. Gregorio X11 V S. Tommaso Placidi12 S S. Ferreolo13 D BATTESIMO DI GESÙ14 L S. Firmino15 M S. Romedio16 M S. Marcello I nevischio17 G S. Antonio Ab. nevischio18 V S. Prisca19 S Ss. Mario e Marta20 D IIª DOMENICA “per annum”21 L S. Agnese22 M S. Vincenzo23 M S. Emerenziana24 G S. Francesco di Sales25 V Conversione di S. Paolo26 S Ss. Tito e Timoteo27 D IIIª DOMENICA “per annum”28 L S. Tommaso d’Aquino dott. neve29 M S. Costanzo neve30 M S. Giacinta31 G S. Giovanni Bosco

ANGIOLO CANINI - I Canini avevano adottato per loro stemma una insegna araldica di quelle dette par-lanti, costituita da un cane levriero dritto sulle zampe posteriori in campo azzurro.

Angiolo Canini fu que-gli che -per quanto morto a soli trentasei anni- recò più di altri lustro alla sua casata. Nato in Anghiari nel 1521 il

Taglieschi afferma che nel 1560 fu avvelenato dagli Spagnoli a Barcellona dove fu sepolto ma le notizie che abbiamo sono contraddittorie.

Rimangono di lui - stampate - diverse opere assai apprez-zate dai contemporanei. Tra esse ricordo: Institutiones lin-guarum syricae et talmudicae edita nel 1554; De Hellenismo (1555); Osservazioni sopra la Bibbia oltre la traduzione del Comento di Simplicio sopra Epitteto.

La fama del Canini, nella prima metà del ‘500, doveva es-sere assai nota nel mondo della cultura, non soltanto per i libri che - lui vivente - erano stati dati alle stampe, ma per le lezioni che l’Anghiarese aveva tenuto negli studii delle città più dotte d’Italia: Bologna, Padova, Venezia, Roma.

Francesco I, re di Francia (1494-1547), aveva fatto quin-di una ottima scelta chiamandolo per una cattedra al Collegio d’Italia dove ebbe, fra gli altri, come allievo Andrea Dudith.

Valoroso soldato, il successore di Luigi XII letterato ed artista lui stesso, aveva riunito alla sua Corte gli artisti fran-cesi ponendoli a contatto con gli esponenti del Rinascimento italiano, come Leonardo da Vinci, Benvenuto Cellini ed altri che fece andare in Francia per dare anche maggior lustro al suo regno durato trent’anni.

In questo tempo ricostituì in modo permanente l’armata nazionale, fondò il celebre Collegio di Francia ed impose utili e fondamentali riforme.

Continuano comunque ulteriori ricerche sul Canini (vedi Oratorio n. 5/2007).

Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia

In alto lo stemma della famiglia Canini tratto dai manoscritti del Taglieschi.

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FRANCESCO NENCI - Anghiarese, fu pittore di non comune valore e bravo poeta.

“L’Assoluzione di Maria”, dipinta a Firenze in una Cap-pella al Poggio Imperiale è il suo capolavoro: ritenuto, per l’armonia dei toni, la squi-sitezza del disegno, uno dei migliori affreschi che possa vantare l’Italia.

Nacque in Anghiari il 20 aprile 1782 da Sigismondo Nenci e da Maria Matassi. Nell’infanzia sua non si no-tarono alcuni di quei prodigi che storici favolosi narrano avvenuti ad uomini sommi; è

certo però che in varie occasioni dette a conoscere l’ingegno precoce e si mostrò appassionatissimo per l’arte. Il padre suo ne assecondò l’inclinazione e lo condusse a Città di Castello, ove Tommaso Conca dipingeva la cupola di quel Duomo (1795).

Il Conca restò meravigliato del modo col quale disegnava e preconizzando in lui un ingegno di vero artista, lo incoraggiò allo studio e lo consigliò a recarsi a Firenze. In questa città si dette allo studio della dilettissima arte sotto la guida di Giusep-pe Piattoli, maestro di disegno nell’Accademia fiorentina, ove presto divenne emulo e vincitore dei suoi compagni.

Fu amico del Canova e dell’Alfieri.Cessò di vivere il 4 Marzo 1850.Nel Borgo della Croce una lapida ricorda la sua casa natale:

FRANCESCO NENCICELEBRE PITTORE

NACQUE IN QUESTA CASAIL XX APRILE MDCCLXXXII

Soggiornando in Roma ebbe molte commissioni acquistando amicizie di artisti fra cui Antonio Canova e Vittorio Alfieri.

A Firenze molte le sue opere, affrescò fra l’altro a Palazzo Pitti. Fu Direttore dell’Accademia delle Belle Arti in Siena (1827) e anche in quella città annoverò pregevoli dipinti. Morì in Siena il 4 marzo 1850, colpito da malattia maligna.

FEBBRAIO 2008

Ondata di gelo - Febbraio 1956 - Seconda ondata più importante dopo quella del 1929Analisi semplificata: Ammasso di gelo che viene dalla Scandinavia, si get-ta in Europa a causa della posizione dell’anticilone delle Azzorre!!!Anteprima: 31/1/56, in 48 ore l’anticlone siberiano si approfondisce e ac-quista potenza pronto a scaricare la sua energia di gelo.Scintilla scatenante il gran gelo in Italia: Minimo barico nel mar Ionio in approfondimento, la miccia si accende, il grande gelo scandinavo e sibe-riano sono risucchiati dal minimo barico sull’Ionio.Durata periodo: Inizio gelo e neve in abbondanza dal giorno 2 febbraio fino al 19 febbraio. Temperature sempre sotto zero! Notizie di -20° nel-l’Aretino e nel Fiorentino. L’Arno e il Tevere gelati in moltissimi tratti.I miei ricordi personali su Anghiari: Le bufere fortissime avevano can-cellato la via del Carmine che sembrava tutto un campo. Al Campo della Fiera c’era un muro altissimo di neve alla prima Madonnina. Per la Croce gocciolotti di ghiaccio lunghi qualche metro!

1 V S. Severo2 S Presentazione di Gesù - Candelora3 D IV DOMENICA “per annum”4 L S. Andrea Corsini5 M S. Agata gelate persistenti6 M MERCOLEDÌ DELLE CENERI7 G B. Pio IX8 V S. Girolamo Emiliani (astinenza)9 S S. Apollonia

10 D I DOMENICA di Quaresima11 L Madonna di Lourdes12 M S. Gaudenzio13 M B. Giordano14 G S. Valentino15 V Madonna del Conforto (astinenza)16 S S. Giuliana17 D II DOMENICA di Quaresima18 L S. Costanza19 M S. Corrado20 M S. Zenobio21 G S. Pier Damiani22 V S.Margherita da Cortona (astinenza)23 S S. Policarpo24 D III DOMENICA di Quaresima25 L S. Cesaro26 M S. Vittore27 M S. Gabriele dell’Addolorata28 G S. Romano 29 V S. Ilaro (astinenza)

Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia

Il tempo di Fridus Meteorologicus1-10 Periodo dominato dall’anticiclone con giornate belle ma fredde al mattino specialmente a fine periodo!11-20 Inizio anticiclonico ma nell’ultima fase del periodo venti freddi dai Balcani portano vento gelido e nevischio.21-29 Venti orientali in attenuazione con giornate abbastanza fredde al mattino. Nei giorni 27/28 possibilità di piogge da Ovest.

Temperature medie del mese: minima -1, massima +5

MercatiLunedì: Pieve S.StefanoMartedì: SansepolcroMercoledì: AnghiariGiovedì: SestinoSabato: SansepolcroDomenica: Monterchi

Modi di dire e proverbiBrutta in fascia, bella in piazza.

LA CANDELORALa Presentazione di Gesù al Tempio è detta vol-

garmente Candelora perché è la festa della luce.Cristo è riconosciuto Luce del mondo e Luce

delle genti.Alla porta del tempio infatti Simeone ed Anna,

due persone anziane, sacerdoti del tempio, accolgo-no e riconoscono in Gesù il Messia che illuminerà tutto il suo popolo.

Copertina dell’Oratorio n. 2/1987 con il ritratto di Francesco Nenci.

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MARZO 2008

Quest’anno la festa di San Giuseppe viene anticipata a sabato 15 poi-ché il 19 siamo già nella Settimana Santa. La festa dell’Annunciazione viene posticipata al 31 poiché il 25 è l’ottava di Pasqua.

20/21 marzoEquinozio di primavera. Uguale durata del giorno e della notte.

LA QUARESIMALa Quaresima, iniziata quest’anno con mercoledì 6 febbraio, è il tem-

po liturgico della Chiesa indicato per la conversione del proprio cuore e della vita dei cristiani in preparazione al grande avvenimento della notte di Pasqua.

È quindi un tempo liturgico di penitenza e di preghiera.

1 S S. Felice III2 D IV DOMENICA di Quaresima3 L B. Benedetto Sinigardi d’Arezzo4 M S. Casimiro5 M S. Lucio6 G S. Fredolino abate grandinata7 V Ss. Perpetua e Felicita (astinenza)8 S S. Giovanni di Dio9 D V DOMENICA di Quaresima

10 L S. Simplicio11 M S. Costantino12 M S. Innocenzo I variabile13 G S. Sabino variabile14 V S. Matilde - (astinenza)15 S S. Giuseppe16 D DOMENICA DELLE PALME17 L Lunedì della Settimana Santa18 M Martedì della Settimana Santa19 M Mercoledì della Settimana Santa20 G Giovedì Santo21 V Venerdì Santo (digiuno e astinenza)22 S Sabato Santo23 D PASQUA DI RISURREZIONE24 L Lunedì dell’Angelo25 M Ottava di Pasqua26 M Ottava di Pasqua27 G Ottava di Pasqua neve a 700 metri28 V Ottava di Pasqua29 S Ottava di Pasqua30 D DOMENICA IN ALBIS31 L S. Annunciazione di N.S.G.C.

GIROLAMO MAGI nacque verso la fine del 1528 o nei primi del 1529 da antica e onorata famiglia Anghiarese.

Ingegnere militare, storico, filosofo, giureconsulto e poeta diede prova di un ingegno versa-tile e superiore: di lui la Repub-blica Veneta si servì per dirigere le opere di difesa nella guerra di Cipro, durante la quale, precisa-mente nella resa di Famagosta, fu fatto prigioniero dai Turchi e

strangolato la notte del giovedì 27 marzo 1572.Nella sua gioventù con impegno e profitto attese agli studi

e frequentò l’università di Perugia, Pisa e Bologna: divenne giureconsulto di grande fama.

All’età di sedici anni compose la prima delle sue molte opere «La guerra di Fiandra».

Circa l’anno 1551 ebbe il Magi l’incarico, dalla Comunità

di Anghiari, di portarsi a Firenze presso il Duca Cosimo I; nel 1553 fu chiamato a disegnare e progettare le mura di Anghiari, dalla Chiesa di Sant’Agostino fino alla Porta Sant’Angelo o Porta Romana.

Gli Anghiaresi, insieme agli amici di Anghiari, celebrano questa grande ricorrenza con il lasciarne memoria nella cam-pana grossa della Chiesa di Propositura (1572-1972. La cam-pana taceva dal 1970 perché doveva essere rifusa, come era avvenuto nel 1882.

Sull’arte del fondere le campane, veniva utilizzato anche l’argento per rendere il suono più dolce, il Magi scrisse un interessante libriccino: De Tintinnabulis.

Qui troviamo una annotazione sulla campana della Badia che porta la seguente iscrizione: «Daniensis De Aritio me fe-cit A.D. MCCLVII»

Due secoli fa, precisamente nel maggio del 1889, An-ghiari inaugurò la Galleria dedicata a Girolamo Magi, dove in alto rimane esposto il suo busto; la Galleria è opera del-l’Ingegnere Francesco Tuti e il lavoro fu eseguito da artisti tutti Anghiaresi.

Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia

Il tempo di Fridus Meteorologicus1-10 Perturbazione da N/Ovest apportano un po’ di aria artico/marittima con spiccata variabilità perturbata in Valtiberina.11-20 Nuove piogge fino al 15, poi miglioramento dovuto all’espansione verso le nostre regioni dell’anticiclone delle Azzorre!21-31 Periodo nuvoloso ma senza precipitazioni di rilievo. Ancora pressione oltre le medie stagionali.

Temperature medie del mese: minima -1, massima +5

MercatiLunedì: Pieve S.StefanoMartedì: SansepolcroMercoledì: AnghiariGiovedì: SestinoSabato: SansepolcroDomenica: Monterchi

Modi di dire e proverbiLa neve marzolina dura dalla sera alla mattina.

Lo sbadiglioChi sbadiglia non può mentire:o ha fame o vuol direo ha qualche mal pensatooppure è fortemente innamorato.

(raccontato da Giuseppe Del Pia)

Girolamo Magi: Ritratto tolto dall’edizione di Venezia (1551) dei primi cinque canti della guerra di Fiandra (Anghiari, Guida turistica).

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APRILE 2008

1 M S. Ugo 2 M S. Francesco da Paola3 G S. Riccardo4 V S. Isidoro5 S S. Vincenzo Ferreri6 D III DOMENICA DI PASQUA7 L S. Giovanni Battista de La Salle8 M S. Dionigi pioggia e freddo9 M S. Demetrio

10 G S. Terenzio freddo da N/E11 V S. Stanislao12 S S. Zeno13 D IV DOMENICA DI PASQUA14 L S. Valeriano15 M S. Anastasia16 M S. Bernadetta Soubirous 17 G S. Roberto18 V S. Galdino19 S S. Emma20 D V DOMENICA DI PASQUA21 L S. Anselmo dott.22 M S. Leonida23 M S. Giorgio m.24 G S. Fedele da S.25 V S. Marco26 S S. Marcellino temperature in aumento27 D VI DOMENICA DI PASQUA28 L S. Pietro Chanel29 M S. Caterina da Siena patrona d’Italia30 M S. Pio V

Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia

Il tempo di Fridus Meteorologicus1-10 Prima fase poco nuvolosa e stabile. Seconda fase con venti da N/Ovest che portano pioggia, grandine e neve sugli Appennini sopra il Borgo intorno ai 900/1000 metri.11-20 Periodo perturbato nella prima fase poi in miglioramento verso il 20.21-30 Estrema variabilità con le prime giornate abbastanza calde.

Temperature medie del mese: minima -1, massima +5

MercatiLunedì: Pieve S.StefanoMartedì: SansepolcroMercoledì: AnghiariGiovedì: SestinoSabato: SansepolcroDomenica: Monterchi

Modi di dire e proverbi‘N’è bella la Pasqua, si ‘n goccia la frasca.

ANDREA BRUGONI

Lorenzo Taglieschi, storico illustre anghiarese (XVI-XVII secolo) nei suoi “Annali della Terra di Anghiari” scrive: Entrò l’anno 1534 nel quale i priori di comu-

nità e della Fraternita di S. Maria del Borghetto, fecero fare due banche di noce nella Chiesa della Badia per loro seg-gio per le pubbliche funzioni, che fu opera di mastro Andrea di Giovanni Brugoni, legnaiolo e buonissimo architetto, del quale parlando il Magi [N.d.R. Girolamo Magi, illustre an-ghiarese, ingegnere militare e poeta - secolo XVI] dice delle distanze, dice della squadra disnodata, chiamata squadra zoppa, che ne fu autore il medesimo Brugoni, homo di gran-de ingegno, massimamente in materia di macchine, il quale trovò l’invenzione dei molini natanti nel Tevere, benché egli fosse tradito, poi che altri ebbero di ciò il premio e il nome d’ingegnere.

Il Capitano Niccolò Giusti la chiama la squadra rotta, la quale non era altro che due righe fatte di legno o lame di qualsivoglia lunghezza, connesse insieme in chiocciola, da aprire e stringere a modo di seste compassi e afferma che

maestro Andrea Brugoni serviva il Duca Cosimo I per inge-gniere. Il Capitano Giusti dice poi che il detto Brugoni mo-strava un suo disegno e modello a certi gran signori di un ponte da passar fiumi, che quando era scomposto serviva per scala alla muraglia i quali, dimostrando di volersene intende-re, la ritennero invenzione utilissima e buona per la guerra.

Tutto quanto sopra trascritto desunto per estratto da Gli annali della Terra di Anghiari, manoscritto di Lorenzo Ta-glieschi, già prima citato.

Loris Babbini

Nota aggiuntiva: In Propositura sono conservate due panche.Le notizie in nostro possesso ci autorizzano a ipotizzare

che esse siano le due panche realizzate nel 1534 per la chiesa di Badia. Poi nel 1787, quando la chiesa di S.M. delle Grazie fu dichiarata chiesa Propositurale e vi fu trasferito il titolo di parrocchia dalla antica Badia anche le panche vennero tra-sferite lì.

Una delle due panche è stata restaurata nel 1999 dall’Isti-tuto d’Arte di Anghiari.

I motti di Gastone

Aria rossa la matinaDà da bere a la galina

* * *Se il giovedì infrascaPrima di domenica burrasca

Iscrizione a palazzo Pichi a Sansepolcro

NOLITE IVDICARE NISI VVLTIS IVDICARI

Un bel... quartettoDisse il sordo sento un tordo.Disse il cieco lo vedo anch’io.Disse lo zoppo corriamo corria-mo siamo tre che l’arriviamo.

...e lo gnudo che sentì tutto ag-giunse e io lo metterò in seno.

La Maddalena sposa!Prese marito la MaddalenaE le castagne le fecero per cenaIl giorno dopo mutaron le vivandeBrice baloce, baldino e castagne

Del Brugoni non abbiamo al momento nessuna immagine o stemma di famiglia.

Page 7: 2008-0 Calendario dell'Oratorio di Anghiari

La ricetta della SperanzaMinestra di pane

Si preparano i fagioli e si fanno cuocere a parte. In una bella pentola capiente si mette una carota, una gamba di sedano, un paio di patate e anche il prezzemolo tritato e un po’ di bietola, una zucchina quando c’è. Si fa cuocere il tutto e intanto si prepara il soffritto con la cipolla e olio adeguato e un po’ di pomodoro. Quando è pronto butta anche questo dentro al pentolone e quindi i fagioli con il loro brodo denso.

Si fa cuocere abbondantemente il tutto per amalgamare il sapore.Intanto in una capiente fiamminga si affetta il pane raffermo fino fino.

E come si taglia è uno dei segreti di questa ricetta.Quindi sopra le fette preparate si mette il nostro minestrone abbastanza

abbondante perché deve merlare tutto il pane.Io il formaggio non ce lo metto.

MAGGIO 2008

1 G S. Giuseppe lavoratore2 V S. Atanasio3 S SS. Crocifisso - Festa ad Anghiari4 D ASCENSIONE DI N.S.G.C.5 L S. Irene6 M S. Lucio7 M S. Augusto8 G Madonna di Pompei 9 V S. Isaia profeta

10 S S. Alfio caldo11 D PENTECOSTE caldo12 L S. Pancrazio13 M Nostra Signora di Fatima14 M S. Mattia apostolo15 G Madonna di Montenero16 V S. Simone Stock17 S S. Adrione18 D SS. TRINITA’19 L S. Crispino da Viterbo20 M S. Bernardino da Siena21 M S. Vittorio22 G S. Rita da Cascia23 V S. Fiorenzo24 S S. Zoello25 D SS. CORPO E SANGUE DI GESÙ26 L S. Filippo Neri27 M S. Agostino di Canterbury temporali28 M S. Luciano29 G S. Massimiliano30 V Sacro Cuore di Gesù31 S Visitazione della B.V. Maria

Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia

Il tempo di Fridus Meteorologicus1-10 Variabile con pressioni bel livellate e primi caldi.11-20 Alta pressione delle Azzorre che si afferma in maniera decisa. Belle giornate di piena primavera.21-30 Leggere infiltrazioni di aria instabile con possibilità di temporali pomeridiani.

Temperature medie del mese: minima -1, massima +5

MercatiLunedì: Pieve S.StefanoMartedì: SansepolcroMercoledì: AnghiariGiovedì: SestinoSabato: SansepolcroDomenica: Monterchi

Modi di dire e proverbiUn’alba de foco e una de cantina, van bene la sera e la matina.

LORENZO TAGLIESCHI - Nasce a Prato il 23 aprile 1598 da Francesco Taglie-schi e Cecilia Musetti. Ambedue i genitori sono di Anghiari ma abi-tano a Prato da quando (1584) il padre è stato nominato dal grandu-ca Francesco cancelliere della cit-tà. Egli stesso ricorda la sua nasci-ta nella sua opera maggiore: Delle memorie historiche et annali della Terra d’Anghiari.

Il 23 aprile, giorno dedicato al martire S. Giorgio, in giovedì sulle 17 hore, nacque Lorenzo di messer Francesco Taglieschi e di donna Cecilia Musetti in Prato.

Lorenzo non si sposa, non ha figli, perché veste l’abito bi-gio dei frati Osservanti, e con lui si estingue il nome dei Ta-glieschi d’Anghiari.

Uomo coltissimo, osservatore attento, egli diviene la voce dei secoli remoti della storia d’Anghiari ed in genere delle co-

munità della Valtiberina. Per ordine del padre, nell’anno 1615, comincia a scrivere le storie dei suoi tempi e in due tomi rac-coglie le memorie della terra d’Anghiari dalla sua ipotetica fondazione fino al 1614.

Il Taglieschi dimostra sempre equilibrio, capacità e grande senso del dovere.

Dopo la sua morte, avvenuta il 9 marzo 1654, restano le im-magini e la presenza del casato nei palazzi (palazzo Taglieschi è sede di un museo), ma soprattutto nelle carte, vere fonti par-lanti giunte fino a noi a testimonianza diretta di un’importante pagina di storia dell’Italia minore. Nella chiesa della Croce di Anghiari resta una lapide sepolcrale, quale memoria rilasciata da lui stesso, la cui versione in italiano è la seguente:

O viandante, chiunque tu sia che passi, osservando, entro questo tempio, se pio tu sei, prega per me tu il Signore: né ti rincresca riandare col pensiero le vicende umane e sapere gli eventi della mia gente: intento a conoscere le imprese del tem-po antico, a queste usanze detti i miei giorni e le mie notti.Se allontanai da molte cose la trascuratezza e la dimenticanza rimangano pure nel nascondimento le mie ossa.

La caccia*Chi va a cacciai panni stracciase niente pigliasta male il padree tutta la famiglia* raccontato dalla Speranza del Ponte

Testo di Daniele Finzi tratto da L’Oratorio d’Anghiari 1997 - Il ritratto del Taglieschi lo raffigura mentre indica uno dei suoi numerosi manoscritti.

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GIUGNO 2004

MottoSulla torre della fornace del Palazzari, fuori della Portaccia, c’era questa iscrizione:

Pellegrino che vai per dura sorte,ogni passo lo fai verso la morte.

Tramandato alla famiglia Paci dalla Sora Cecchina

Il tempo di Fridus Meteorologicus

1-10 Stabilità costante e temperature in aumento.11-20 Caldo in arrivo. Solo nella seconda fase debole instabilità da Nord: temporali in arrivo.21-30 Variabilità estiva: caldo e temporali brevi nelle ore serali.

Temperature medie del mese: minima +14, massima +24

Nocino d’Anghièrida farsi il 24 giugno (San Giovanni)

Ingredienti: 20 noci con il mallo tagliate a fettine, alcol a 90° 1 litro, 5 chiodi di garofano, la buccia di un limone (solo il giallo).Si mette il tutto in un recipiente di circa 4 litri per 40 giorni al sole non diretto e si agita almeno una volta al giorno. Dopo questo tempo si filtra grossolanamente e si prepara lo sciroppo con 750 gr di zucchero e 200 gr di acqua che, una volta freddo, verrà aggiunto all’infuso.Stagionare minimo un mese e filtrare.

21 giugno: SOLSTIZIO D’ESTATEGiornata più lunga dell’anno

Segni premonitoriNoci a picce, poveri a brancate

1 D IX DOMENICA “per annum”2 L Ss. Marcellino e Pietro3 M Ss. Lorentino e Pergentino 4 M S. Quirino stabile5 G S. Bonifacio variabile6 V S. Norberto assenza di precipitazioni7 S S. Antonio M. Giannelli8 D X DOMENICA “per annum”9 L S. Efrem

10 M S. Maurino11 M S. Barnaba apostolo caldo12 G S. Onofrio13 V S. Antonio da Padova14 S S. Eliseo profeta15 D XI DOMENICA “per annum”16 L Ss. Quirico e Giuditta17 M S. Pasquale Baylon18 M S. Calogero19 G S. Romualdo ab.20 V S. Ettore21 S S. Luigi Gonzaga22 D XII DOMENICA “per annum”23 L S. Agrippina24 M S. Giovanni Battista25 M S. Massimo26 G S. Josèmaria Escrivà temporali27 V S. Cirillo28 S S. Ireneo29 D Ss. PIETRO E PAOLO30 L Ss. Primi Martiri di Roma

MercatiLunedì: Pieve S.StefanoMartedì: SansepolcroMercoledì: AnghiariGiovedì: SestinoSabato: SansepolcroDomenica: Monterchi

Modi di dire e proverbiLa luna al primo marte, è buona a tutte l’arte.

FEDERIGO TESTI - Concittadino illustre (1804-1874)

Si prodigò nelle Associazio-ni anghiaresi e nella Am-ministrazione comunale.

Il suo nome è legato all’Asilo di Infanzia al quale, per testamento, lasciò la somma di lire 20.000 da consegnarsi un anno dopo la sua morte che avvenne l’11 maggio 1874.

Lo scultore anghiarese Giu-seppe Del Siena realizzò il suo

monumento funebre che è collocato nella chiesa della Croce e che fu solennemente inaugurato a perpe-tua, pubblica riconoscenza verso il fonda-tore e primo Presidente dell’allora nostro Asilo Infantile, benefica Opera Pia locale, più tardi intitolata al suo nome.

La lapide dello stesso monumento è riportata nel riquadro.

Ed ecco ora come descrive il monumento Agostino Nan-nicini: In ultimo, come il più recente, citiamo un artistico ed elegante ricordo marmoreo murato a sinistra di chi entra e consistente in una lapide sorretta da putti, bella opera dello scultore Del Siena, che dimorò in Anghiari per una diecina di anni intorno al 1875.

La iscrizione ricorda ed onora la memoria del cav. Dott. Federigo Testi, munifico fondatore dell’Asilo Infantile aperto il 1.o novembre 1866 nei locali del Convento. Alla sua morte, avvenuta nel 1874, il Testi lasciò all’Asilo un copioso legato che ne assicurò le sorti. La detta lapide commemorativa fu solennemente inaugurata il 26 luglio 1877.

Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia

QUESTA MEMORIA PERPETUA DELLO SPLENDIDO BENEFATTORE

DOTTOR CAVALIERE FEDERIGO TESTIDEFUNTO NEL 1874

L’ASILO INFANTILE, L’OSPEDALE, LA COMPAGNIA DI MISERICORDIA,LA FRATERNITA DI SANTA MARIA DEL BORGHETTO, IL COMUNE DI ANGHIARI

A LODE E GRATITUDINE ESEMPIO SINGOLARECONSACRANO

A sinistra il medaglione del monumento collocato nella chiesa della Croce raffigurante Federigo Testi e, nel riquadro, la lapide.

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LUGLIO 2004

La panzanella se fa cusìPer fe’ ‘na panzanella che sia degnaci vole el pane bono, cotto a legna,meglio si è un bell’orcello, duro e tozzo, misso a merlère ‘ntu l’acqua de pozzo.Quand’è argonfièto, alèvite le mene…e strizzilo, e aristrizzilo per bene…mettilo nsur un piatto de portètae prepèra na specie de ‘nsalètacun pummidori, cipolla, cidroni,basilico e l’ortaggi tanto boniche d’istète cultivi ntul tu’ orto:scegliteli da te, che io taglio corto!Perché ‘sta panzanella sia squisita,cun l’olio de frantoio va cundita…cun poco aceto rosso, de cantinae de sale ‘na giusta ‘ncaciatina.Adesso che ‘l pasticcio è bell’e fatto,ruma, ruma e pu arruma cume ‘n matto…asaggia: senti cum’è fresca e solla?E cun quel sapurino de cipolla,te senti più ‘nvirzicula e più fiéro!Tirila giù, mangine ‘n piatto ‘ntéro!!!Mangila quande se’ stracco e sudèto:e che te ‘mporta si te puzza el fièto???

D.B.

Il tempo di Fridus Meteorologicus

1-10 Stabilità sempre più precisa e arrivo dei primi caldi!11-20 Alta pressione sub-tropicale con aumento tasso di umidità!21-30 Stabilità con caldo persistente. Regime di pressioni su 1006 mb.

Temperature medie del mese: minima +17, massima +28

I numeriQuesta è la filastrocca dei numeri che imparavano i bambini di una volta ma, con questa medesima fi-lastrocca, potremmo far divertire anche i nostri nipoti. Provate!

UnsiDunsiTrensiQuare quarensiMele MelensiRiffe raffeDieci

1 M Preziosissimo Sangue di Gesù2 M S. Urbano3 G S. Tommaso ap.4 V S. Elisabetta di Portogallo5 S S. Antonio M. Zaccaria caldo6 D XIV DOMENICA “per annum”7 L S. Panteno variabile8 M S. Adriano III p.9 M S. Nicola Pichi da Sansepolcro

10 G S. Audace11 V Apparizione Mad. del Combarbio12 S S. Giovanni Guadalberto13 D XV DOMENICA “per annum”14 L S. Camillo De Lellis15 M S. Bonaventura dott.16 M B. V. Maria del Monte Carmelo17 G S. Alessio caldo afoso18 V S. Rufillo19 S S. Arsenio20 D XVI DOMENICA “per annum”21 L S. Lorenzo da Brindisi22 M S. Maria Maddalena23 M S. Brigida di Svezia24 G S. Charbell variabile25 V S. Giacomo apostolo caldo26 S Ss. Anna e Giovacchino27 D XVII DOMENICA “per annum”28 L S. Vittore 29 M S. Marta30 M S. Pietro Crisologo 31 G S. Ignazio da Loyola

MercatiLunedì: Pieve S.StefanoMartedì: SansepolcroMercoledì: AnghiariGiovedì: SestinoSabato: SansepolcroDomenica: Monterchi

Modi di dire e proverbiEl Ronco, Spogliabecco e la Gattina, son tre poderi che mandino ‘n rovina.

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GIACOMO TORRICELLI - La nostra parroc-chia possiede un ritratto di Giacomo Torricelli che è ge-nericamente designato come vescovo di Marsiglia.

Abbiamo iniziato i con-tatti con l’Ambasciata italia-na a Marsiglia per approfon-dire la nostra conoscenza ed ecco il testo che gli Archivi dell’Arcivescovado ci hanno fatto pervenire per il tramite dell’Ambasciata:

Jacques Turricella fù Ve-scovo di Marsiglia dal 1605 al 1618. Era il confessore della Regina Maria sposa del

Re Enrico IV e religioso dell’ordine dei Fratelli Minori dell’Os-servanza, Dottore in Teologia e Predicatore del Re. La Regina l’aveva sicuramente portato con sé dalla Toscana in Francia.

A Marsiglia, consacrò la chiesa delle reli-giose di Sainte-Claire e nell’atto che lo dice, si dichiara essere fiorentino, consigliere e Cappel-lano del Re. Appianò le divergenze con i «Char-treux de Montrieux» (dipartimento del Var at-tuale che all’epoca apparteneva alla diocesi di Marsiglia) su tutte le questioni d’interesse che il suo predecessore (Frédéric Ragueneau) aveva avuto con loro. Fondò un convento ad Aubagne del suo ordine dei Francescani dell’Osservanza (Frati Minori). Con-sentì a Marsiglia l’insediamento degli Agostiniani riformati. Restaurò la parrocchia di Saint-Sauveur. Consacrò nel 1615 la chiesa parrocchiale di Aubagne e nel 1617 quella dei Mi-nori di Marsiglia. Autorizzò la fondazione delle Orsoline, dei Gesuiti, degli «Oratoriens» a Marsiglia e dei Cappuccini a La Ciotat.

Morì il 19 gennaio 1618 avvelenato da un suo servo. Il nome di questo vescovo è stato scritto in diversi modi: Tourichella, Toricella, Turrissella oppure Torrichelly. Il suo stemma era quello della famiglia de La Tour (vedi immagine a destra).

A sinistra il ritratto di Giacomo Torricelli e, a destra, il sigillo diocesano di Marsiglia al tempo del nostro concittadino.

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AGOSTO 2004

Il tempo di Fridus Meteorologicus

1-10 Lieve irruzione instabile da Nord nella seconda fase con possibili temporali.11-20 Sempre caldo ma aumentano temporali locali di forte intensità.21-31 Nuova fase stabile con nuova ondata di caldo dall’Africa.

Temperature medie del mese: minima +17, massima +28

La pastareale: ad Anghiari si fa cosìIngredienti: 250 g. di zucchero, 250 g. di farina di grano, 10 uova meno due chiare. Preparazione: si separano i tuorli. Quindi si montano le chiare a neve (ricor-darsi di toglierne due). Si sbattono i tuorli con lo zucchero (devono diventare bianchi). Si aggiunge quindi la farina sempre utilizzando il frullatore e, quando il tutto è ben amalgamato, si aggiungono le chiare mischiandole con un mestolo di legno dal basso verso l’alto in modo da non farle smontare. Si versa quindi il composto in una teglia adeguata imburrata o con la carta apposita e si mette in forno a 170 gradi per circa 30 minuti.Questo dolce è veramente buono, farcito è ottimo. Se poi lo taglierete in pezzi adeguati e lo rimetterete in forno (come mi ha ricordato Franco Testerini) otterrete dei biscotti che, zuppati nel latte, sono la fine del mondo!!Provate!!

1 V S. Alfonso Maria De’ Liguori2 S Perdono di Assisi temporali3 D XVIII DOMENICA “per annum”4 L S. Giovanni M. Vianney5 M Madonna della neve6 M Trasfigurazione di Gesù7 G S. Donato Patrono diocesano8 V S. Domenico9 S S. Edith Stain patrona d’Europa

10 D XIX DOMENICA “per annum”11 L S. Chiara d’Assisi 12 M S. Giovanna de Chantal13 M S. Ippolito temporali14 G S. Massimiliano M. Kolbe15 V ASSUNZIONE M.V.16 S S. Rocco 17 D XX DOMENICA “per annum”18 L S. Elena19 M S. Giovanni Eudes20 M S. Bernardo di Chiaravalle21 G S. Pio X 22 V B. V. Maria Regina23 S S. Rosa da Lima24 D XXI DOMENICA S. Bartolomeo25 L S. Ludovico26 M S. Alessandro m27 M S. Monica caldo afoso28 G S. Agostino dott. e v. caldo afoso29 V Traslazione del beato Magi30 S S. Bonomio31 D XXII DOMENICA “per annum”

MercatiLunedì: Pieve S.StefanoMartedì: SansepolcroMercoledì: AnghiariGiovedì: SestinoSabato: SansepolcroDomenica: Monterchi

Modi di dire e proverbiNon ti mettere in cammino, se la bocca non sa di vino.

BARTOLOMEO MAGI - II Beato Bartolomeo Magi è nato in Anghiari nel 1460 ed è morto ad Empoli nel 1510.

Attualmente la dizione di “beato” è citata solo per tra-dizione “ab immemorabili” ma dovrà essere confermata o meno dalle autorità eccle-siastiche. Nella sagrestia della Propositura vi è un suo ritratto fatto dipingere dal proposto Nicola Tuti.

Circa la sua vita si hanno alcune notizie frammentate,

che il periodico “la valle tiberina” ha ricostruito in una pubbli-cazione nel 1860.

Il beato Magi viene ricordato al Santuario della Verna come Maestro dei novizi (lo attesta un quadro nel refettorio dello stesso santuario) e ricoprì lo stesso ruolo in altri conventi della Toscana. In ultimo fu trasferito ad Empoli, nel convento di S.

Maria a Ripa dove morì piamente l’8 marzo 1510.Fu lui che volle la costruzione della Chiesa della Croce per

ricordare il passaggio di S. Francesco in Anghiari, nel 1224. La Chiesa della Croce fu completata nel 1566, e in essa gli Anghiaresi vollero accogliere i resti mortali del Beato.

Il 29 Agosto 1603 furono consegnate le reliquie della testa del Beato per collocarle nella Chiesa della Croce in Anghiari, allora uffiziata dai Padri Zoccolanti. Il culto al Beato Bartolo-meo Magi fu autorizzato con Decreto del Vescovo di Sansepol-cro Fra Zanobio de Medici O.P. del 19 Giugno 1635, e succes-sivamente anche dal Vescovo di Sansepolcro Mons. Annibale Tommasi nel 1830 e infine nel 1907 da Mons. Giovanni Volpi, Vescovo di Arezzo, che fece anche trasferire la Reliquia dal-la Chiesa della Croce alla Propositura. Nel 1910 fu celebrato solennemente in Propositura il IV° Centenario della morte del Beato, e nel 1950 fu costruito un nuovo Altare in Propositura sotto il quadro del Sogliani per dare una più decorosa sistema-zione alla Reliquia della Testa del Beato Magi.

Presso questo altare il 29 Agosto di ogni anno si celebra ancora oggi la Festa del Beato.

Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia

Zucca pelataQuando s’era citti capitava, per ovvi motivi, che i nostri genitori ci tagliassero i capelli a zero. Gli altri allora prendevano in giro cantilenando questa canzoncina.Zucca pelata da cento capelliTutta la notte cantano i grilliE ti fan la serenataZucca pelata, zucca pelata!

In alto a sinistra il ritratto del Beato Magi fatto collocare nel 1811 dal proposto Nicola Tuti

Page 11: 2008-0 Calendario dell'Oratorio di Anghiari

SETTEMBRE 2004

SegasolaSpiegare questo gioco, chiamato anche segasora, è un po’ complesso. Alla fine co-munque ci si ritrova con un filo intrecciato e i due giocatori che lo tengono con i denti uno da una parte uno dall’altra e cantano questa filastrocca:

Segasola segasolala tu mamma è ‘na violael tu babbo è ‘n sambudellotira questo tira quello

Il tempo di Fridus Meteorologicus1-10 Aria stabile e prime nebbie mattutine al Piano della Sovara.11-20 Infiltrazioni sempre più frequenti di aria fresca e piovaschi in aumento.21-30 Prima perturbazione di un certo spessore con piogge abbastanza insistenti da O/S/Ovest.Temperature medie del mese: minima +14, massima +24

Palazzo Fontana

NIHIL EST DIFFICILE VOLENS

La ricetta della SantinaLa pappa (col pomodoro)È questa una ricetta facile facile. E anche buona.Per fare la pappa ci vuole il pane duro, cioè di qualche giorno.In una pentola dove abbiamo già messo il pane si mette un po’ d’ac-qua (poca che così siamo sempre in tempo ad aggiungerne altra), uno spicchio d’aglio, un pomodoro piccolo intero e sale. Quindi si fa bollire almeno venti minuti o una mezz’oretta. A cottura ultimata si aggiunge un po’ d’olio buono a crudo e formaggio.

22/23 settembre: EQUINOZIO D’AUTUNNO.

1 L S. Egidio2 M S. Elpidio3 M S. Gregorio magno4 G S. Rosa da Viterbo 5 V B. Teresa di Calcutta nebbie6 S S. Zaccaria profeta nebbie7 D XXIII DOMENICA “per annum”8 L Natività B.V. Maria9 M S. Pietro Claver

10 M S. Nicola da Tolentino 11 G S. Paziente12 V SS. Nome di Maria13 S S. Giovanni Crisostomo14 D Esaltazione della S. Croce 15 L B.V.M. Addolorata16 M Ss. Cornelio e Cipriano17 M Sacre Stimmate di San Francesco18 G S. Giuseppe da Copertino19 V S. Gennaro20 S Ss. Martiri coreani21 D XXV DOMENICA “per annum”22 L S. Silvano23 M S. Pio da Pietralcina24 M S. Pacifico 25 G S. Cleofa pioggia26 V S. Teresa Couderc27 S S. Vincenzo de Paoli pioggia28 D XXVI DOMENICA “per annum”29 L Ss. Michele, Gabriele, Raffaele30 M S. Girolamo

MercatiLunedì: Pieve S.StefanoMartedì: SansepolcroMercoledì: AnghiariGiovedì: SestinoSabato: SansepolcroDomenica: Monterchi

Modi di dire e proverbiChi dice donna dice danno; chi dice omo dice malanno.

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In alto il sigillo di Baldaccio Bruni

BALDACCIO BRUNI - “Intra molti altri capi dello esercito fiorentino era Baldaccio di An-

ghiari, uomo in guerra eccellentissimo, perché in quelli tempi non era alcuno, in Italia, che di virtù di corpo e d’animo lo superassi”.

Se le cronache della prima metà del Quattrocento vedono più volte riconosciuta

alle imprese di Baldaccio una rilevanza di pri-mo piano, le parole di Niccolò Machiavelli sono una testimo-nianza eloquente dello spessore del condottiero anghiarese.

Non pare allora troppo enfatizzato il giudizio del Taglie-schi, quando asserisce che il gran capitano “non pure fu il più grand’uomo della sua casa ma il maggiore dei tempi suoi”. I suoi Annali della Terra d’Anghiari rappresentano una delle po-che fonti sia relativamente alla famiglia d’origine, sia al conte-sto che segnerà la formazione di Baldo di Piero di Bruno, che “per la sua fierezza e grandezza di corpo non fu inteso che per Baldaccio”. Un appellativo che saprà comunque conquistarsi ‘sul campo’ fin da giovanissimo, legando il suo nome a fatti di sangue che lo vedranno protagonista unitamente ad affermati uomini d’arme.

Sarà breve il salto dalle scorribande e, perché no, bravate giovanili tra il Castello di Sorci e Ranco, all’assunzione di ruoli sempre più importanti nelle compagnie mercenarie. Lo trove-remo presto al servizio del ducato di Milano e di Fortebraccio. Per i servizi resi, si vedrà conferire la cittadinanza da Firenze, mentre abbiamo testimonianze di imprese condotte oltre che assieme al Piccinino, a Federico da Montefeltro.

Accanto ad un carattere impetuoso e facilmente incline alla violenza -ogni giudizio sulle sue azioni deve tener conto del contesto storico- emergono una audacia ed una temerarietà non comuni e un certo senso dell’onore. Il legame che seppe strin-gere con il Pontefice Eugenio IV, l’influenza crescente sugli equilibri fiorentini, il matrimonio con una donna di straordina-rio spessore quale fu Annalena Malatesta, ci offrono aspetti di una personalità complessa, che, contrariamente a quanto spes-so avvenuto, non può essere ricondotta alla troppo riduttiva immagine del semplice uomo d’armi.

La scarsezza delle notizie relative al momento della nascita ed agli anni giovanili e gli stessi misteri legati alle ragioni del suo assassinio, avvenuto in Palazzo Vecchio nel 1441, non im-pediscono di tracciare la figura di un personaggio, che va visto come un uomo del suo tempo, entrato a tutti gli effetti oltre che nella storia, nella leggenda.

Page 12: 2008-0 Calendario dell'Oratorio di Anghiari

OTTOBRE 2004

Il tempo di Fridus Meteorologicus1-10 Fitte nebbie sui nostri piani. Caldo durante le ore centrali della giornata.11-20 Ancora stabile con espansione dell’alta pressione: sereno e nebbie!21-30 Primo assaggio dei venti orienti (grecale) senza precipitazioni.

Temperature medie del mese: minima +7,5, massima +14.

Marmellata di castagneSbucciate le castagne e fatele cuocere in acqua abbondante con

un pizzico di sale come quando si fanno monde. Se vi piace il profumo aggiungete anche qualche seme di finocchio.

Quando saranno cotte scolatele, levate la pellicina e passatele al passaverdura.

Pesatele e per ogni chilo di castagne mettete al fuoco 700 gr di zucchero con poca acqua a cui unirete il passato di castagne. Mischiate vigorosamente fino a che non saranno ben amalgamate. Continuate la cottura per circa una mezz’ora e la marmellata è pronta.

Invasate da calda e, una volta fredda, chiudete ermeticamente. Io la faccio sterilizzare che così sono più tranquilla per la sua con-servazione anche per mesi. Anzi, come tutte le marmellate, è bene consumarla almeno un mese dopo.

1 M S. Teresa del Bambin Gesù2 G Ss. Angeli Custodi nebbia3 V S. Gerardo abate nebbia al piano4 S S. Francesco d’Assisi patrono d’Italia5 D XXVII DOMENICA “per annum”6 L S. Bruno7 M B.V.M. del Rosario8 M S. Ugo9 G S. Dionigi

10 V Ss. Cassio e Fiorenzo11 S B. Giovanni XIII12 D XXVIII DOMENICA “per annum”13 L S. Romolo sereno, ventilato14 M S. Callisto I15 M S. Teresa d’Avila16 G S. Margherita M. Alacoque17 V S. Ignazio d’Antiochia18 S S. Luca evangelista19 D XXIX DOMENICA “per annum”20 L S. Irene 21 M S. Orsola 22 M S. Lupenzio23 G S. Giovanni da Capestrano24 V S. Antonio M. Claret25 S S. Crispino 26 D XXX DOMENICA “per annum”27 L S. Evaristo28 M S. Simone e Giuda apostoli29 M S. Onorato venti orientali30 G S. Marcello sereno31 V Beato Ranieri da Sansepolcro

MercatiLunedì: Pieve S.StefanoMartedì: SansepolcroMercoledì: AnghiariGiovedì: SestinoSabato: SansepolcroDomenica: Monterchi

Modi di dire e proverbiChi va da l’uscio al foco, perdi ‘l logo.

LEONE MAGNO - Il culto a San Leone Magno (potrebbe es-sere nativo di S. Leo) iniziò subito dopo la sua morte, avvenuta il 10 novembre del 461.

Il corpo di San Leone fu posto ini-zialmente sotto il por-tico d’ingresso della Basilica di San Pietro, quasi a farne da sen-tinella a quella porta, come ebbe a dire Papa

Sergio I che poi, nel 688, lo fece trasportare all’interno della chiesa stessa, dedicandogli un altare.

Oggi egli riposa nella cappella fatta erigere da Innocen-zo X verso la metà del XVII secolo. Benedetto XIV nel 1754 lo proclamò Dottore della Chiesa mentre Giovanni XXIII nel 1961 -XV centenario della morte- tratteggiò nell’Enciclica Ae-

terna Dei sapientia la figura del Santo, definendolo campione dell’unità della Chiesa.

***Francesco Coradini in un suo articolo del 31 agosto 1941

su La Nazione afferma:Posso aggiungere un altro argomento che mi pare definitivo.Lo desumo da quelle antiche litanie, di origine aretina, che

pubblicò il Trombelli. Risalgono al sec. X. In queste litanie il nome di S. Leone precede quello dei pontefici Silvestro e Gre-gorio. Se il Leone qui ricordato non fosse Leone Magno ma un semplice martire, come suppone il Graziani nel suo Vindiciae SS. Martyrum arretinorum, non si comprende più per quale ragione sia stato associato quel nome ai due grandi pontefici romani, invece di includerlo, come sembrerebbe più logico, nella lunga serie precedente dei martiri aretini.

Questo importante documento è dunque la riprova dell’ori-gine toscana e aretina di S. Leone Magno, della venerazione che gli si è tributata almeno fino al sec. X, e della veridicità del Taglieschi.

Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia

Alla macchia

Alla macchia non c’è disegnoVin dei nuvoli e pan di legnoO che mugoli o che non mugoliPan di legno e vin dei nuvoli.

Incisione raffigurante papa Leone Magno tratta da “Vitae Romanorum Pontificum”

Page 13: 2008-0 Calendario dell'Oratorio di Anghiari

NOVEMBRE 2004

La sbringolèta pe’ la festa de San Martino

Quande l’ mese d’ottobre è già finito,che San Martino ci ha poco arivèreci se prepèra al nostro antico rito:donne, leste, aviète a sbringolère!....

…La spianatoia è pronta e ‘nfarinètaL’acqua bolli, salèta, ‘ntul paiolo…E ‘mpasta… e frulla… e dà ‘na sdilonghèta:asaggia ‘l sugo cun quel ramaiolo!

Pu’ butta giù, che qui non s’arguvisci:la gente ha fème, ha voglia, vol mangère…Quand’èn bullito ‘n poco… giù, cundisci!!!Che chi l’ha asaggi, già ci vole arfère!!!

D.B.

Il tempo di Fridus Meteorologicus1-10 Piogge da Ovest con temperature ancora oltre la media.11-20 Erosione dell’anticiclone da N/Ovest con piogge intermittenti. Calo termico!21-30 Neve ai 1000/1200 m. dovute alla prima vera irruzione fredda da N/Est. Gelate al piano al mattino.

Temperature medie del mese: minima +3,5, massima +7.

1 S TUTTI I SANTI2 D Commemorazione dei Defunti3 L S. Martino de Porres nebbia4 M S. Carlo Borromeo 5 M S. Donnino6 G S. Leonardo7 V Santi dell’ordine Domenicano8 S S. Goffredo 9 D Dedicazione Basilica Lateranense

10 L S. Leone I Magno 11 M S. Martino di Tours 12 M S. Giosafat13 G S. Florido14 V S. Veneranda15 S S. Alberto Magno16 D XXXIII DOMENICA “per annum”17 L S. Elisabetta d’Ungheria18 M S. Oddone di Cluny19 M S. Matilde freddo in arrivo20 G S. Benigno21 V Presentazione della B.V.M.22 S S. Cecilia v.m.23 D CRISTO RE DELL’UNIVERSO24 L S. Flora e Marta 25 M S. Caterina d’Alessandria26 M S. Corrado 27 G S. Valeriano 28 V S. Giacomo della Marca neve29 S S. Saturnino m. neve30 D I DOMENICA D’AVVENTO

MercatiLunedì: Pieve S.StefanoMartedì: SansepolcroMercoledì: AnghiariGiovedì: SestinoSabato: SansepolcroDomenica: Monterchi

Modi di dire e proverbiQuande la Badia mette la cappa, fuggite contadini ch’ecco l’acqua.

FEDERIGO NOMI - Letterato e poeta in-signe, nato nel 1633, morto nel 1705. A’ suoi tempi ebbe fama di facondo e piacevole verseg-giatore e riputazione presso i dotti di gran valore: ancora oggi l’opera sua principale La Cator-ceide, riesumata dall’Avv. Testi, si legge e si gusta tanto quanto la Secchia Rapita del Tassoni: le sue satire lo mettono al pari dei più celebri latinisti.

I manoscritti di quella e di queste trovansi negli Archivi Municipali di Anghiari insieme con quelli del Taglieschi.

Ecclesiastico, direttore del collegio ducale della Sapienza di Pisa e poi professore di diritto feudale al-l’Università pisana, il Nomi fu intellettuale e letterato di grande prestigio, in contatto con importanti perso-nalità del tempo, tra cui Francesco Redi. Visse per die-ci anni in Arezzo come “maestro della prima scuola di umanità”, ricevendovi il quarto grado di nobiltà.

Tradusse i poeti latini Orazio e Giovenale; scrisse poesie, commedie e due poemi: Buda liberata” e Il Ca-torcio d’Anghiari (o Catorceide).

Quest’ultimo è composto da 11.848 versi ed è con-siderato la sua opera principale. La storia narra, in chiave giocosa, le lotte fra anghiaresi e borghesi cul-minate nel furto del ben noto chiavistello.

Nello stesso poema, Federigo Nomi dedica ben 372 versi, del canto settimo, alla descrizione di una Giostra del Saracino alla quale assistette in prima persona.

Ecco il testo della sua lapide, tradotta in italiano, composta da lui stesso e conservata nella chiesa arci-pretale di Monterchi:

Qui è sepolto il Nomi che cantò le armi di Cesare quando liberarono la Pannonia dai Turchi. Il valore dà il merito, la fortuna il successo, la morte il riposo. L’anima è eterna, tutte le altre cose sono consumate dal tempo.

L’epigrafe poi continua:Morì il 30 novembre 1705 a 73 anni. I suoi nipoti

Alessandro e Giuseppe, in segno di doveroso ricordo, eressero questo monumento.

Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia

Montagnino e pianigianoO montagnino chi t’ha guasto i denti?Brice ballotte e baldini roventi.O pianigiano chi t’ha guasto i tuoi?Rapacci cotti che son pasti da buoi.

Tutte vigne! Era questo il motto del poro Fabocchio.Se qualcuno proponeva di fare che ne so un campo sportivo o la costruzione di nuove case lui rispondeva:Ma che campo! ma che case: Tutte vigne!

Il ritratto di Federigo Nomi conservato in Propositura.

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DICEMBRE 2004

Il tempo di Fridus Meteorologicus

1-10 Anticiclone freddo: tempo buono ma gelate persistenti.11-20 Perturbazioni da Ovest con intense piogge e venti forti.21-31 Ancora maltempo diffuso da Ovest. Solo a fine validità tendenza dei venti dai quadranti orientali: freddi!

Temperature medie del mese: minima +1, massima +4

IL TE DEUMIl Te Deum è la liturgia che si fa il 31

dicembre in ringraziamento per l’anno passato.

Si ringrazia il Signore per i benefici ricevuti durante l’anno e si riconosce all’interno del tempo la signoria di Cristo in tutte le cose.

21/22 dicembre: SOLSTIZIO D’INVERNO

1 L S. Eligio2 M S. Silverio3 M S. Francesco Saverio4 G S. Giovanni Damasceno gelate5 V S. Dalmazio gelate6 S S. Nicola7 D II DOMENICA D’AVVENTO8 L IMMACOLATA CONCEZIONE9 M S. Siro

10 M MADONNA DI LORETO11 G S. Damaso I12 V B. V. M. di Guadalupe pioggia13 S S. Lucia pioggia14 D III DOMENICA D’AVVENTO15 L Inizio Novena di Natale16 M S. Adelaide17 M S. Floriano18 G S. Graziano 19 V S. Fausta20 S S. Liberato21 D IV DOMENICA D’AVVENTO22 L S. Francesca Saveria Cabrini23 M S. Giovanni da Kety24 M VIGILIA DI NATALE25 G NATALE DEL SIGNORE26 V S. Stefano primo martire27 S S. Giovanni ap. ev.28 D SANTA FAMIGLIA29 L S. Tommaso Becket30 M S. Ruggero 31 M S. Silvestro I freddo in arrivo

MercatiLunedì: Pieve S.StefanoMartedì: SansepolcroMercoledì: AnghiariGiovedì: SestinoSabato: SansepolcroDomenica: Monterchi

Modi di dire e proverbiLa tramontana dura tre giorni o una settimana.

GIUSTO GIUSTI - Ser Giusto Giusti nacque ad An-ghiari il 31 dicembre del 1406. Si era da poco aperto uno dei periodi più affascinanti della storia d’Italia, il Rinascimento, e Ser Giusto, così i suoi diari, ne sarebbe stato un ac-corto testimone ed un attivissimo interprete.A quel tempo la specializzazione della terra d’Anghiari era quella di

fornire valorosi uomini d’arme ai molti potenti che si conten-devano il controllo della penisola.

Ser Giusto, che già nel 1427 esercitava come notaio al ser-vizio della Repubblica di Firenze, seppe unire le sue molte co-noscenze negli ambienti privati ed istituzionali fiorentini alla vocazione tipica della sua terra d’origine, diventando uno dei più noti procuratori di uomini d’arme e capitani al servizio di Firenze, e non solo.

Ser Giusto condusse una vita avventurosa e movimenta-ta, in incessante spostamento tra Firenze, dove possedeva vari

beni, gli accampamenti militari dei “suoi” conestabili, dislocati tra Romagna, Toscana e Umbria, ed Anghiari, a cui si sentì sempre profondamente legato.

Le relazioni privilegiate che intrattenne con potenti signori italiani quali Sigismondo Malatesta da Rimini, e con la fami-glia dei Medici -nel 1478, in occasione della congiura dei Paz-zi, fu uno degli amici fidati che dopo aver assistito in cattedrale all’assassinio di Giuliano, accorse in difesa di Lorenzo presi-diando personalmente una delle due entrate di Palazzo Medici- gli valsero prestigio, ricchezze ed onorificenze.

Nel corso della sua lunga vita ebbe quattro mogli, tra le quali Lisa, sorella del padre di Michelangelo Buonarroti, e ben dodici figli. E quando intorno al 1484 morì nella sua nativa An-ghiari, dopo essere diventato uno dei quattro più ricchi cittadi-ni della sua terra e dopo aver ricoperto quasi tutte le più illustri cariche della comunità, venne sepolto nella chiesa di Badia, ai piedi dell’altare da lui fatto realizzare per la sua famiglia, e per il quale aveva commissionato una pala raffigurante S. Nicola Vescovo al maestro fiorentino Giovanni da Verazzano.

Rita Comanducci

Cavallucci d’AnghiariIngredienti: Acqua 400 gr, zucchero 1 Kg, farina 2 Kg, ammoniaca per dolci 25/30 gr, una bustina di spezie miste, coriandolo 30 gr, anice 30 gr, pinoli, noci, mandorle, nocciole e canditi a piacere. Mezzo bicchiere di vinsanto in cui verrà immersa la buccia (senza il bianco) di un mandarino o di un’arancia, due pacchetti di fichi secchi tritati grossolanamente.Esecuzione: Fare lo sciroppo con zucchero ed acqua a cui poi, una volta tiepido, verrà aggiunto il vinsanto, la farina e, uno alla volta, tutti gli altri ingredienti. In ultimo aggiungere l’ammoniaca impastando ancora. Stendere l’impasto ottenuto dell’altezza di un centimetro e con un bicchiere fare dei dischi. Infornare a 180° per circa 15 minuti. Ecco pronti i cavallucci.

Qui sopra lo stemma della famiglia Giusti.

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Nell’epoca della sua maggiore prosperità cioè nei Secoli XV e XVII, quando Anghiari era sede di un Vicariato di amplissima giurisdizione ed era popolata da molte Famiglie di antica e nobile discendenza ebbe da molti componenti di dette

Famiglie, lustro e decoro.Nelle armi furono eccellenti capitani Baldaccio Bruni con

gli altri che Girolamo Magi doveva rammentare e glorificare nella sua Guerra di Fiandra; lo stesso Girolamo Magi oltre che poeta fu grande Ingegnere Militare, e Matematico; nelle lingue e nelle lettere eccelsero Agnolo e Girolamo Canini, e, nel ‘600, il poeta e prosatore Federigo Nomi e l’annalista Taglieschi, nel 7-800 il sommo pittore Francesco Nenci.

Ma anche nel popolo minuto vi fu sempre un buon numero di artigiani che, esperti nella loro arte, la raffinarono e la svi-lupparono col loro fervido ingegno, anche se di essi pochi nomi giunsero a noi, soprattutto per l’incuria di chi avrebbe dovuto gelosamente custodire la loro memoria.

Degli antichi tempi infatti solamente un nome ci fu tramandato dal Magi nel suo trattato delle Fortificazioni: quello di Andrea di Giovanni Brugoni che il Magi indica come inventore della Squadra zoppa o snodata e che costruì sul Tevere a Roma, vari mulini natanti.

Bisogna poi scendere al tardo Settecento per trovare notizie di una Famiglia di artigiani, specializzatisi nell’arte del Ferro battuto in modo perfetto ed inarrivabile, tanto da spandere la sua rinomanza in tutta la Toscana. Intendo parlare della Famiglia Miccioni.

La ricerca di notizie sulle origini di detta Famiglia mi sono state facilitate dall’opera del Taglieschi sulle Famiglie di Anghiari che riporta come capostipite di essa un tale Rosado della Scarpaia che fu salariato del Comune durante la peste che infierì in Anghiari tra il 1521 e il 1529. Tale Rosado aveva il soprannome di Miccione e da esso i discendenti presero il nome di Miccioni. Fra questi discendenti trovai un Bartolomeo nel 1529, un Jacopo nel 1535 fino ad un Paolo che ridottosi in cattivo stato lasciava morendo nel 1620 ben 7 figli.

Il libro del Taglieschi fermandosi al 1640, ho dovuto per rintracciare altre notizie ricorrere alla gentilezza del Proposto di Anghiari, Don Nilo Conti, il quale ha desunto dagli Stati di anime della parrocchia le seguenti notizie:

«Nel 1808 la Famiglia Miccioni composta di Domenico, fabbro, nato nel 1763 da Bartolomeo, la moglie Teresa Marcheschi con 8 figli dei quali Felice e 2 femmine nati dalla prima moglie Borghini Graziosa morta nel 1796, abitava la casa di sua proprietà posta in via della Fonte al n. 144.»

Domenico Miccioni fu espertissimo nell’arte del Ferro battuto ed ebbe specialmente nel figlio Felice un allievo che non tardò ad uguagliare le capacità del padre. Domenico eseguì la balaustra dell’altare maggiore della Chiesa Prepositurale di Anghiari, con bellissimo disegno ed esecuzione

perfetta. Oltre la detta balaustra il Miccioni eseguì per la chiesa stessa alcuni candelabri a muro, finemente lavorati e che infissi ben alti nelle colonne delle cappelle laterali potranno sottrarsi alla deturpazione vandalica subita dalla balaustra. Fortunatamente alcuni dettagli di quelle parti che si conservavano ancora nel 1910 furono fotografati ed una di tali fotografie possiamo produrre finemente riprodotta a penna. In tali lavori che debbono risalire a non oltre il 1810 prese certamente parte Felice mentre anche il fratellastro Giuseppe, nato nel 1798, si addestrava nell’arte stessa divenendo anch’esso valentissimo, sebbene privo di un braccio.

In Anghiari sono ancora dei Miccioni alcune rostre di portoni ed un balcone all’angolo di via Roma col Terrato, mentre un altro elegante balcone che esisteva nella casa Ducci di via Roma venne rimosso ed alienato quando nel 1888 parte di detta casa fu demolita per far posto alla Galleria Girolamo Magi.

In breve la fama dei Miccioni dilagò in tutta la Toscana e piovvero le commesse. Purtroppo Domenico morì nel 1813 lasciando la moglie con 10 figli.

Felice, che intanto si era ammogliato nel 1811 con Dome-nica Trombetti, assunse la direzione della famiglia e proseguì nella sua arte coadiuvato dal fratello Giuseppe. Ma mortagli la moglie nel 1823 Felice, forse allettato da offerte vantaggiose dei conoscitori della sua bravura e delle sue opere, lasciò An-ghiari con parte della famiglia paterna e si stabilì nello stesso anno in Firenze.

Delle opere che i fratelli Miccioni eseguirono per Arezzo, parleremo in un prossimo articolo.

Nel chiudere questa evocazione di esimi artisti, ingiustamente dimenticati mi sia permesso, come Anghiarese, di augurare che i compaesani si decidano a ricordare questi degni artefici col consacrare alla loro memoria un modesto ricordo nella Chiesa di S. Maria delle Grazie nel Fosso che abbellirono delle loro opere o sulla casa che fu di loro proprietà di fronte alla Fonte del Mercatale all’angolo di Via della Fonte.

AGOSTINO NANNICINI

* Da “La Nazione” del 12 aprile 1952

ATTRAVERSO LA STORIA

Una famiglia di grandi artigiani*che Anghiari non deve dimenticare

A destra disegno di Loris Babbini raffigurante uno dei decori della balaustra della Propositura.

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Uomini illustri di Anghiari

LUGLIO

Giacomo Torricelli

GENNAIO

Girolamo Canini

FEBBRAIO

Francesco Nenci

MARZO

Girolamo Magi

APRILE

Andrea Brugoni

AGOSTO

Bartolomeo Magi

GIUGNO

Federigo Testi

SETTEMBRE

Baldaccio Bruni

NOVEMBRE DICEMBRE

Giusto GiustiFederigo Nomi

OTTOBRE

Leone Magno

MAGGIO

Lorenzo Taglieschi

Veduta di Anghiari di P. Bertelli

ANDREABRUGONI