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22/03/2016 1 1 A. Barbera-C. Fusaro, Corso di diritto pubblico, Il Mulino, 2014 L’ordinamento dell’Unione europea 4 1. Dalle Comunità europee all’Unione europea 2. Alle origini del Trattato di Lisbona 3. L’organizzazione e le istituzioni dell’Unione europea 4. Il funzionamento dell’Unione europea 5. Ordinamento dell’Unione e ordinamento italiano (rinvio) 6. L’Unione e il suo peculiare ordinamento 7. L’Unione davanti alla crisi finanziaria 1 2 LE TAPPE DELL’INTEGRAZIONE EUROPEA: I TRATTATI Trattato di Parigi (1951): Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) Trattato di Roma (1957): Comunità economica europea (CEE), Comunità europea dell’energia atomica (EURATOM) Trattato di fusione (1965): Consiglio unico, Commissione unica, bilancio unico delle Comunità europee Atto unico europeo (1986): cooperazione politica europea, modifiche ai trattati istitutivi delle Comunità europee Trattato di Maastricht (1992): Unione europea (UE), Comunità europea (CE), Unione economica e monetaria Trattato di Amsterdam (1997): modifiche al trattato UE e ai trattati istitutivi delle Comunità europee Trattato di Nizza (2001): modifiche al trattato UE e ai trattati istitutivi delle Comunità europee 2 A. Barbera-C. Fusaro, Corso di diritto pubblico, Il Mulino, 2014 L’ordinamento dell’Unione europea 4

4 A. Barbera-C. Fusaro, L’ordinamento dell’Unione europea Corso … · 2019. 3. 11. · 22/03/2016 1 1 A. Barbera-C. Fusaro, Corso di diritto pubblico, Il Mulino, 2014 4 L’ordinamento

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A. Barbera-C. Fusaro, Corso di diritto pubblico, Il Mulino, 2014

L’ordinamento dell’Unione europea 4

1. Dalle Comunità europee all’Unione europea

2. Alle origini del Trattato di Lisbona

3. L’organizzazione e le istituzioni dell’Unione europea

4. Il funzionamento dell’Unione europea

5. Ordinamento dell’Unione e ordinamento italiano (rinvio)

6. L’Unione e il suo peculiare ordinamento

7. L’Unione davanti alla crisi finanziaria

1

2

LE TAPPE DELL’INTEGRAZIONE EUROPEA: I TRATTATI

• Trattato di Parigi (1951): Comunità europea del carbone e

dell’acciaio (CECA)

• Trattato di Roma (1957): Comunità economica europea (CEE),

Comunità europea dell’energia atomica (EURATOM)

• Trattato di fusione (1965): Consiglio unico, Commissione unica,

bilancio unico delle Comunità europee

• Atto unico europeo (1986): cooperazione politica europea,

modifiche ai trattati istitutivi delle Comunità europee

• Trattato di Maastricht (1992): Unione europea (UE), Comunità

europea (CE), Unione economica e monetaria

• Trattato di Amsterdam (1997): modifiche al trattato UE e ai trattati

istitutivi delle Comunità europee

• Trattato di Nizza (2001): modifiche al trattato UE e ai trattati

istitutivi delle Comunità europee 2

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L’ordinamento dell’Unione europea 4

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LA RIFORMA DEI TRATTATI (2001-2009) [1]

• dicembre 2001: Dichiarazione di Laeken

• febbraio 2002-luglio 2003: Convenzione sul futuro dell’Unione

europea

• ottobre 2003-giugno 2004: Conferenza intergovernativa

• ottobre 2004: viene firmato a Roma il Trattato che istituisce

una Costituzione per l’Europa

• novembre-dicembre 2004: prime ratifiche statali

• aprile 2005: l’Italia è il quinto stato a ratificare il Trattato

costituzionale (l. 57/05)

• maggio-giugno 2005: il Trattato costituzionale è respinto nei

referendum in Francia e nei Paesi Bassi

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A. Barbera-C. Fusaro, Corso di diritto pubblico, Il Mulino, 2014

L’ordinamento dell’Unione europea 4

4

LA RIFORMA DEI TRATTATI (2001-2009) [2]

• giugno 2007: viene abbandonato il Trattato costituzionale e il

Consiglio europeo convoca una nuova Conferenza

intergovernativa

• dicembre 2007: viene firmato il Trattato di Lisbona

• giugno 2008: il Trattato di Lisbona è respinto nel referendum

in Irlanda

• agosto 2008: l’Italia ratifica il Trattato di Lisbona (l. 130/08)

• gennaio 2009: data inizialmente prevista per l’entrata in

vigore del Trattato di Lisbona

• ottobre 2009: il Trattato di Lisbona è approvato con un nuovo

referendum in Irlanda

• novembre 2009: ultima ratifica della Repubblica ceca

• dicembre 2009: entrata in vigore del Trattato di Lisbona 4

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L’ordinamento dell’Unione europea 4

DALLE COMUNITÀ ALL’UNIONE: GLI STATI MEMBRI

• 1951: Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo,

Paesi Bassi (6)

• 1973: Danimarca, Gran Bretagna, Irlanda (9)

• 1981: Grecia (10)

• 1986: Portogallo, Spagna (12)

• 1995: Austria, Finlandia, Svezia (15)

• 2003: Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia,

Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria (25)

• 2007: Bulgaria, Romania (27)

• 2013: Croazia (28)

Paesi candidati: Islanda, Macedonia, Montenegro, Serbia, Turchia

Potenziali candidati: Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo

5

6

A. Barbera-C. Fusaro, Corso di diritto pubblico, Il Mulino, 2014

L’ordinamento dell’Unione europea 4

LA STRUTTURA DELL’UNIONE EUROPEA PRE-LISBONA.

I «PILASTRI»: METODO COMUNITARIO E INTERGOVERNATIVO

Preambolo

DISPOSIZIONI COMUNI (Titolo I Tue)

COOPERAZIONE DI POLIZIA E

GIUDIZIARIA IN MATERIA PENALE

(Titolo VI Tue)

COOPERAZIONE RAFFORZATA (Titolo VII Tue)

POLITICA ESTERA E DI SICUREZZA

COMUNE (Titolo V Tue)

COMUNITÀ EUROPEE

(Trattati Ce, Ceca, Euratom)

DISPOSIZIONI FINALI (Titolo VIII Tue)

6

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L’ordinamento dell’Unione europea 4

7

I TRATTATI DOPO LISBONA

• TUE: Trattato sull’Unione europea

• TFUE: Trattato sul funzionamento dell’Unione europa (ex

Trattato che istituisce la Comunità europea, Tce)

• Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea: «ha lo

stesso valore giuridico dei trattati» (art. 6 Tue)

• TCEEA: Trattato che istituisce la Comunità europea

dell’energia atomica

8

A. Barbera-C. Fusaro, Corso di diritto pubblico, Il Mulino, 2014

L’ordinamento dell’Unione europea 4

8

IL TRATTATO SULL’UNIONE EUROPEA

• Preambolo

• Titolo I: disposizioni comuni (artt. 1-8)

• Titolo II: disposizioni relative ai principi democratici (artt.

9-12)

• Titolo III: disposizioni relative alle istituzioni (artt. 13-19)

• Titolo IV: disposizioni sulle cooperazioni rafforzate (art.

20)

• Titolo V: disposizioni generali sull’azione esterna

dell’Unione e disposizioni specifiche sulla politica estera e

di sicurezza comune (artt. 21-46)

• Titolo VI: disposizioni finali (artt. 47-55)

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IL TRATTATO SULL’UNIONE EUROPEA

Art. 1 Tue «Con il presente trattato, le ALTE PARTI CONTRAENTI istituiscono

tra loro un’UNIONE EUROPEA, in appresso denominata “Unione”,

alla quale gli Stati membri attribuiscono competenze per conseguire i

loro obiettivi comuni.

Il presente trattato segna una nuova tappa nel processo di creazione

di un’unione sempre più stretta tra i popoli dell’Europa, in cui le

decisioni siano prese nel modo più trasparente possibile e il più

vicino possibile ai cittadini.

L’Unione si fonda sul presente trattato e sul trattato sul

funzionamento dell’Unione europea (in appresso denominati “i

trattati”). I due trattati hanno lo stesso valore giuridico. L’Unione

sostituisce e succede alla Comunità europea».

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IL TRATTATO SUL FUNZIONAMENTO

DELL’UNIONE EUROPEA

• Preambolo

• Parte prima: principi (artt. 1-17)

• Parte seconda: non discriminazione e cittadinanza

dell’Unione (artt. 18-25)

• Parte terza: politiche e azioni interne dell’Unione (artt. 26-

197)

• Parte quarta: associazione dei paesi e territori d’oltremare

(artt. 198-204)

• Parte quinta: azione esterna dell’Unione (artt. 205-222)

• Parte sesta: disposizioni istituzionali e finanziarie (artt. 223-

334)

• Parte settima: disposizioni generali e finali (artt. 335-358)

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IL TRATTATO SUL FUNZIONAMENTO

DELL’UNIONE EUROPEA

Art. 1 Tfue «1. Il presente trattato organizza il funzionamento dell’Unione e

determina i settori, la delimitazione e le modalità d’esercizio delle

sue competenza.

2. Il presente trattato e il trattato sull’Unione europea

costituiscono i trattati su cui è fondata l’Unione. I due trattati, che

hanno lo stesso valore giuridico, sono denominati I “trattati”».

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L’ordinamento dell’Unione europea 4

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LE ISTITUZIONI DELL’UNIONE EUROPEA

Art. 13 Tue

«L’Unione dispone di un quadro istituzionale che mira a promuoverne i

valori, perseguirne gli obiettivi, servire i suoi interessi, quelli dei suoi

cittadini e quelli degli Stati membri, garantire la coerenza, l’efficacia e la

continuità delle sue politiche e delle sue azioni.

Le istituzioni dell’Unione sono:

– il Parlamento europeo [v. art. 14 Tue, artt. 223-234 Tfue],

– il Consiglio europeo [v. art. 15 Tue, artt. 235-236 Tfue],

– il Consiglio [v. art. 16 Tue, artt. 237-243 Tfue],

– la Commissione europea (in appresso “Commissione”) [v. art. 17 Tue,

artt. 244-250 Tfue],

– la Corte di giustizia dell’Unione europea [v. art. 19 Tue, artt. 251-281

Tfue],

– la Banca centrale europea [v. artt. 127-133, 282-284 Tfue],

– la Corte dei conti [v. 285-287 Tfue]».

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13

IL CONSIGLIO EUROPEO

• È composto dai capi di stato o di governo degli stati membri, dal

suo presidente e dal presidente della Commissione

• Si riunisce almeno due volte ogni sei mesi

• È presieduto dal presidente del Consiglio europeo, eletto per un

mandato di due anni e mezzo, rinnovabile una sola volta (non può

avere incarichi nazionali)

• È l’organo di indirizzo politico dell’Ue («dà all’Unione l’impulso

necessario al suo sviluppo e ne definisce gli orientamenti e le

priorità politiche generali. Non esercita funzioni legislative»)

• Decide per consenso (salvo che per talune deliberazioni

mediante votazione previste dai trattati)

14

A. Barbera-C. Fusaro, Corso di diritto pubblico, Il Mulino, 2014

L’ordinamento dell’Unione europea 4

14

IL CONSIGLIO [1]

• È composto da un rappresentante per ogni stato membro a

livello di ministro, autorizzato a impegnare il proprio governo

• Si riunisce «in varie formazioni» (ad es.: il Consiglio Ecofin,

composto dai ministri economici e finanziari)

• È presieduto a turno dai rappresentanti di ciascun stato

membro per sei mesi (tranne il Consiglio affari esteri, presieduto

dall’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di

sicurezza)

• Esercita la funzione legislativa e la funzione di bilancio

(insieme al Parlamento europeo)

• Garantisce il coordinamento e la sorveglianza delle politiche

economiche, adottando indirizzi e raccomandazioni

• Prende le decisioni sulla politica estera e di sicurezza comune

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IL CONSIGLIO [2]

• Decide a maggioranza qualificata (a meno che i trattati non

dispongano diversamente)

• La maggioranza qualificata si ottiene con il 55% degli stati

membri i quali rappresentino almeno il 65% della popolazione

dell’Unione, ma non è ammesso che tre soli stati blocchino le

decisioni anche se la loro popolazione supera il 35% (sistema

della doppia maggioranza che varrà però solo dal 2017)

• Decide all’unanimità solo quando i trattati lo prevedono

espressamente (ad es. sulla politica estera e di sicurezza

comune)

• Ogni seduta è divisa in due parti, pubblica (quando il

Consiglio discute e vota progetti di atti legislativi) e non pubblica

• Le riunioni sono preparate da un comitato di rappresentanti

permanenti degli stati membri (Co.re.per)

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A. Barbera-C. Fusaro, Corso di diritto pubblico, Il Mulino, 2014

L’ordinamento dell’Unione europea 4

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LE FORMAZIONI DEL CONSIGLIO • Affari generali

• Affari esteri

• Economia e finanza

• Giustizia e affari interni

• Occupazione, politica sociale, salute e consumatori

• Competitività (mercato interno, industria, ricerca e spazio)

• Trasporti, telecomunicazioni ed energia

• Agricoltura e pesca

• Ambiente

• Istruzione, gioventù, cultura e sport

• L’Eurogruppo: composto dai ministri la cui moneta è l’euro

che «si riuniscono a titolo informale» ed «eleggono un

presidente per un periodo di due anni e mezzo»

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L’ordinamento dell’Unione europea 4

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LE DECISIONI DEL CONSIGLIO (FINO AL 2017)

Distribuzione dei voti per stato membro

• 29 voti: Germania, Francia, Italia, Regno Unito

• 27 voti: Polonia, Spagna

• 14 voti: Romania

• 13 voti: Paesi Bassi

• 12 voti: Belgio, Grecia, Portogallo, Repubblica ceca, Ungheria

• 10 voti: Svezia, Austria, Bulgaria

• 7 voti: Danimarca, Finlandia, Slovacchia, Croazia,Irlanda, Lituania

• 4 voti: Lettonia, Slovenia, Cipro, Estonia, Lussemburgo

• 3 voti: Malta

Maggioranza qualificata

• 15 stati membri su 29 (ma in alcuni casi due terzi degli stati: 19)

• 260 voti su 352 (73,9% del totale)

• Eventuale conferma su richiesta di uno stato membro (62% della

popolazione totale)

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IL PARLAMENTO EUROPEO

• È composto da 751 membri

• I membri sono eletti a suffragio universale diretto per 5

anni

• Lo status giuridico è uguale per tutti i membri («statuto

dei deputati al Parlamento europeo»)

• I membri si ripartono in gruppi politici (non meno di 25

deputati eletti in almeno un quarto degli stati)

• I lavori sono suddivisi in venti commissioni

• Ha un regolamento approvato a maggioranza dei

membri

• Delibera di norma a maggioranza dei voti espressi

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I SEGGI NEL PARLAMENTO EUROPEO

Distribuzione dei seggi per stato membro

• 96 seggi: Germania

• 74 seggi: Francia

• 73 seggi: Italia, Regno Unito

• 54 seggi: Spagna

• 51 seggi: Polonia

• 32 seggi: Romania

• 26 seggi: Paesi Bassi

• 21 seggi: Belgio, Grecia, Portogallo, Repubblica ceca, Ungheria

• 20 seggi: Svezia

• 18 seggi: Austria

• 17 seggi: Bulgaria

• 13 seggi: Danimarca, Finlandia, Slovacchia

• 11 seggi: Croazia, Irlanda, Lituania

• 8 seggi: Lettonia, Slovenia

• 6 seggi: Cipro, Estonia, Lussemburgo, Malta

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L’ELEZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

Art. 223 Tfue «Il Parlamento europeo elabora un progetto volto a stabilire le

disposizioni necessarie per permettere l’elezione dei suoi

membri a suffragio universale diretto, secondo una procedura

uniforme in tutti gli Stati membri o secondo principi comuni a

tutti gli Stati membri.

Il Consiglio, deliberando all’unanimità secondo una procedura

legislativa speciale e previa approvazione del Parlamento

europeo che si pronuncia alla maggioranza dei membri che lo

compongono, stabilisce le disposizioni necessarie. Tali

disposizioni entrano in vigore previa approvazione degli Stati

membri conformemente alle loro rispettive norme

costituzionali» [v. decisione 2002/772/CE].

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I GRUPPI POLITICI NEL PARLAMENTO EUROPEO

Legislatura 2014-2019

• Gruppo del Partito popolare europeo (democratici-

cristiani)

• Gruppo dell’Alleanza progressista dei socialisti e

democratici al Parlamento europeo

• Gruppo dei conservatori e riformisti europei

• Gruppo dell’Alleanza dei democratici e dei liberali per

l’Europa

• Gruppo confederale della Sinistra unitaria

europea/Sinistra verde nordica

• Gruppo Verde/Alleanza libera europea

• Gruppo Europa della libertà e della democrazia diretta

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L’ordinamento dell’Unione europea 4

22

I PARTITI POLITICI EUROPEI

Art. 10.4 Tue «I partiti politici a livello europeo contribuiscono a formare

una coscienza politica europea e ad esprimere la volontà dei

cittadini dell’Unione».

Art. 224 Tfue «Il Parlamento europeo e il Consiglio, deliberando mediante

regolamenti secondo la procedura legislativa ordinaria,

determinano lo statuto dei partiti politici a livello europeo di

cui all’articolo 10, paragrafo 4 del trattato sull’Unione

europea, in particolare le norme relative al loro

finanziamento» [v. regolamento (CE) n. 2004/2003].

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I POTERI DEL PARLAMENTO EUROPEO • Esercita «congiuntamente al Consiglio» la funzione

legislativa (nella maggior parte dei casi secondo la procedura

legislativa ordinaria) e la funzione di bilancio (secondo una

procedura legislativa speciale)

• Esercita funzioni di controllo politico e funzioni consultive

• Elegge il presidente della Commissione e ha il potere di

obbligare alle dimissioni la Commissione

• Può istituire commissioni d’inchiesta

• Può rivolgere interrogazioni alla Commissione e al Consiglio

• Può formulare raccomandazioni al Consiglio e all’Alto

rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza

• Elegge il Mediatore europeo

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A. Barbera-C. Fusaro, Corso di diritto pubblico, Il Mulino, 2014

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LA COMMISSIONE

• È composta da 28 membri (uno per stato), incluso il presidente

e l’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza

(che è uno dei vicepresidenti)

• Dura in carica 5 anni

• È responsabile collettivamente dinanzi al Parlamento europeo

• È l’organo che «promuove l’interesse generale dell’Unione e

adotta le iniziative appropriate a tal fine»

• Agisce «in piena indipendenza» (i membri non possono

sollecitare o accettare istruzioni da alcun governo e i governi si

impegnano a rispettarne l’indipendenza e a non cercare di

influenzarli)

• Esercita i suoi compiti nel quadro degli orientamenti del suo

presidente (che decide l’organizzazione interna, ripartisce le

competenze e può obbligare alle dimissioni un qualsiasi membro)

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LA NOMINA DELLA COMMISSIONE

CONSIGLIO EUROPEO:

propone al Parlamento europeo un candidato alla carica di presidente

della Commissione (tenendo conto dei risultati delle elezioni europee)

PARLAMENTO EUROPEO:

elegge il candidato presidente a maggioranza dei membri

CONSIGLIO:

adotta l’elenco delle altre personalità che propone di nominare

membri della Commissione in base alle proposte degli stati

PARLAMENTO EUROPEO:

approva collettivamente la Commissione (presidente, alto

rappresentante e altri membri)

CONSIGLIO:

nomina la Commissione in seguito all’approvazione del Parlamento

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LA CENSURA PARLAMENTARE ALLA COMMISSIONE

Art. 234 Tfue «Il Parlamento europeo, cui sia presentata una mozione di censura

sull’operato della Commissione, non può pronunciarsi su tale mozione prima

che siano trascorsi almeno tre giorni dal suo deposito e con scrutinio

pubblico.

Se la mozione di censura è approvata a maggioranza di due terzi dei voti

espressi e a maggioranza dei membri che compongono il Parlamento

europeo, i membri della Commissione si dimettono collettivamente dalle loro

funzioni e l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di

sicurezza si dimette dalle funzioni che esercita in seno alla Commissione.

Essi rimangono in carica e continuano a curare gli affari di ordinaria

amministrazione fino alla loro sostituzione conformemente all’articolo 17 del

trattato sull’Unione europea. In questo caso, il mandato dei membri della

Commissione nominati per sostituirli scade alla data in cui sarebbe scaduto il

mandato dei membri della Commissione costretti a dimettersi collettivamente

dalle loro funzioni».

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I POTERI DELLA COMMISSIONE • Ha l’iniziativa degli atti legislativi (che spetta alla Commissione e a

nessun altro organo)

• Presenta il programma legislativo annuale

• Dispone di poteri normativi delegati e di esecuzione

• Presenta il progetto annuale di bilancio e dà esecuzione al bilancio

• Vigila sull’applicazione dei trattati e del diritto dell’Unione

• Può ricorrere alla Corte di giustizia mediante la procedura

d’infrazione e nell’ambito della procedura di controllo degli aiuti di stato

• Può rivolgere avvertimenti e sorveglia le politiche economiche e di

bilancio

• Può iniziare una procedura per disavanzo eccessivo

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L’ordinamento dell’Unione europea 4

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LA CORTE DI GIUSTIZIA DELL’UNIONE EUROPEA

• È composta da 28 giudici (uno per stato), assistiti da 9

avvocati generali (11 dal 2015)

• I giudici e gli avvocati generali sono nominati per 6 anni dai

governi fra personalità di indiscussa indipendenza e

competenza

• I giudici eleggono al proprio interno il presidente

• Ha un proprio statuto (protocollo n. 3 allegato ai trattati) e un

proprio regolamento

• Suo compito generale è assicurare «il rispetto del diritto

nell’interpretazione e nell’applicazione dei trattati»

• Giudica le controversie fra stati membri, fra l’Unione e uno

stato membro, fra istituzioni dell’Unione, fra persone fisiche o

giuridiche e l’Unione (solo in alcuni casi)

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IL TRIBUNALE

• Si affianca alla Corte di giustizia ed è composto da un

giudice per ogni stato membro

• È competente per le azioni intraprese da persone fisiche

o giuridiche (non per ricorsi degli stati o delle istituzioni),

nonché per le controversie fra l’Unione e i propri funzionari

• Le sue decisioni sono impugnabili davanti alla Corte di

giustizia solo per motivi di legittimità

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L’ordinamento dell’Unione europea 4

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LE COMPETENZE DELLA CORTE DI GIUSTIZIA

• Artt. 258-260 Tfue: ricorsi per inadempimento contro le infrazioni

degli stati membri, proposti dalla Commissione o da uno stato

membro

• Artt. 263-264 Tfue: ricorsi di annullamento contro gli atti

dell’Unione illegittimi, proposti da uno stato membro, dal

Parlamento europeo, dal Consiglio, dalla Commissione, da

persone fisiche o giuridiche

• Art. 265 Tfue: ricorsi per carenza contro le omissioni delle

istituzioni dell’Unione, proposti dagli stati membri, dalle istituzioni

dell’Unione, da persone fisiche o giuridiche

• Art. 267 Tfue: ricorsi in via pregiudiziale sull’interpretazione del

diritto dell’Unione, proposti dai tribunali nazionali

• Art. 268 Tfue: ricorsi per responsabilità extracontrattuale contro i

danni cagionati dalle istituzioni Ue, proposti dagli stati o dai privati

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IL RINVIO IN VIA PREGIUDIZIALE ALLA CORTE DI GIUSTIZIA

Art. 267 Tfue «La Corte di giustizia dell’Unione europea è competente a pronunciarsi, in via

pregiudiziale:

a) sull’interpretazione dei trattati;

b) sulla validità e l’interpretazione degli atti compiuti dalle istituzioni, dagli

organi o dagli organismi dell’Unione.

Quando una questione del genere è sollevata dinanzi ad un organo

giurisdizionae di uno degli Stati membri, tale organo giurisdizionale può,

qualora reputi necessaria per emanare la sua sentenza una decisione su

questo punto, domandare alla Corte di pronunciarsi sulla questione.

Quando una questione del genere è sollevata in un giudizio pendente davanti

a un organo giurisdizionale nazionale, avverso le cui decisioni non possa

proporsi un ricorso giurisdizionale di diritto interno, tale organo giurisdizionale

è tenuta a rivolgersi alla Corte.

Quando una questione del genere è sollevata in un giudizio pendente davanti

a un organo giurisdizionale nazionale e riguardante una persona in stato di

detenzione, la Corte statuisce il piùrapidamente possibile».

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L’ordinamento dell’Unione europea 4

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LA BANCA CENTRALE EUROPEA

• È dotata di personalità giuridica propria e di un elevato grado di

indipendenza rispetto alle altre istituzioni e ai governi

• A essa sono attribuiti poteri normativi

• Gli organi della Bce sono il presidente e il comitato esecutivo,

che insieme ai governatori delle banche centrali nazionali

costituiscono il consiglio direttivo

• Il presidente e gli altri cinque membri del comitato esecutivo

sono nominati dai governi per 8 anni, con mandato non rinnovabile

• Ha «il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote in

euro all’interno dell’Unione»

• La Bce e le bance centrali nazionali costituiscono il Sistema

europeo delle banche centrali (Sebc), con il compito di assicurare

«il mantenimento della stabilità dei prezzi» e sostenere «le

politiche economiche generali dell’Unione»

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L’UNIONE ECONOMICA E MONETARIA

I criteri di convergenza economica e monetaria • Raggiungimento di un alto grado di stabilità dei prezzi (tasso

medio di inflazione che non supera di oltre 1,5 punti percentuali

quello dei tre stati con i migliori risultati)

• Sostenibilità della situazione della finanza pubblica (assenza di

un disavanzo eccessivo: deficit non superiore al 3% del PIL,

rapporto debito/PIL inferiore al 60%)

• Rispetto dei margini normali di fluttuazione del meccanismo di

cambio del Sistema monetario europeo (assenza di svalutazioni

per due anni)

• Stabilità dei livelli dei tassi di interesse a lungo termine (tasso

d’interesse che non ha ecceduto di oltre 2 punti percentuali quello

dei tre stati con i migliori risultati)

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L’ordinamento dell’Unione europea 4

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L’ADOZIONE DELLA MONETA UNICA

• 1° gennaio 1999: undici stati sono ammessi alla terza e

ultima fase dell’Unione economica e monetaria e adottano

l’euro (Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania,

Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo,

Spagna)

• 1° gennaio 2002: l’euro entra ufficialmente in circolazione

in dodici stati (gli undici ammessi nel 1999, più la Grecia

ammessa nel 2001)

• 1° marzo 2002: l’euro è moneta unica circolante negli stati

che hanno attuato i criteri di convergenza (sono stati

successivamente ammessi Slovenia, Cipro, Malta,

Slovacchia, Estonia, Lettonia, Lituania: al 1° gennaio 2015

diciannove stati nella zona euro)

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L’ordinamento dell’Unione europea 4

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LA CORTE DEI CONTI

• È composta da 28 membri (uno per stato) nominati per 6

anni dal Consiglio previa consultazione del Parlamento

europeo

• I membri esercitano le funzioni «in piena indipendenza,

nell’interesse generale dell’Unione»

• Assicura il controllo dei conti attraverso l’esame di tutte le

entrate e le spese dell’Unione e di ogni organo da essa

istituito

• Controlla «la legittimità e la regolarità» delle entrate e delle

spese e accerta «la sana gestione finanziaria»

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A. Barbera-C. Fusaro, Corso di diritto pubblico, Il Mulino, 2014

L’ordinamento dell’Unione europea 4

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GLI ORGANI CONSULTIVI DELL’UNIONE

Art. 13.4 Tue, art. 300.1 Tfue

«Il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sono

assistiti da un Comitato economico e sociale e da un

Comitato delle regioni, che esercitano funzioni consultive».

• Comitato economico e sociale: costituito da rappresentanti

delle categorie economiche e produttive, fino a 350, nominati

dal Consiglio su proposta degli stati (artt. 301-304 Tfue)

• Comitato delle regioni: costituito da rappresentanti degli

enti regionali e locali, fino a 350, nominati dal Consiglio su

proposta degli stati (artt. 305-307 Tfue)

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LE SEDI DELLE ISTITUZIONI DELL’UNIONE

• Consiglio europeo: Bruxelles

• Consiglio: Bruxelles (tranne alcune sessioni a Lussemburgo)

• Parlamento europeo: Strasburgo (plenarie), Bruxelles (plenarie

aggiuntive e commissioni), Lussemburgo (segretariato generale)

• Commissione: Bruxelles (tranne alcune servizi a Lussemburgo)

• Corte di giustizia e Tribunale: Lussemburgo

• Banca centrale europea: Francoforte

• Corte dei conti: Lussemburgo

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L’ordinamento dell’Unione europea 4

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I PRESIDENTI DELLE ISTITUZIONI DELL’UNIONE (2014-

2015)

• Consiglio europeo: Herman Van Rompuy, poi Donald Tusk

• Consiglio: la presidenza di turno spetta all’Italia (luglio-dicembre

2014) e alla Lettonia (gennaio-giugno 2015); il presidente del

Consiglio affari esteri è l’alto rappresentante per gli affari esteri e

la politica di sicurezza: Catherine Ashton, poi Federica Mogherini)

• Parlamento europeo: Martin Schultz

• Commissione: José Manuel Barroso, poi Jean Claude Juncker

• Corte di giustizia: Vassilios Skouris; Tribunale: Marc Jaeger

• Banca centrale europea: Mario Draghi

• Corte dei conti: Vitor Manuel da Silva Caldeira

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LE FONTI DEL DIRITTO DELL’UNIONE

• Fonti originarie: trattati (Trattato Ue, Trattato Tfue,

Carta dei diritti fondamentali, Trattato Ceea)

• Fonti derivate: regolamenti, direttive, decisioni,

raccomandazioni e pareri

• Altre fonti: principi generali del diritto dell’Unione,

accordi internazionali

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I VALORI DELL’UNIONE

Art. 2 Tue

«L’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità

umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza,

dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i

diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori

sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata

dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza,

dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e

uomini».

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LA VIOLAZIONE DEI VALORI DELL’UNIONE

Art. 7 Tue

• Constatazione dell’esistenza di «un evidente rischio di

violazione grave da parte di uno Stato membro dei valori di cui

all’articolo 2»: decisione del Consiglio a maggioranza di quattro quinti • Constatazione dell’esistenza di «una violazione grave e

persistente da parte di uno Stato membro dei valori di cui

all’articolo 2»: decisione del Consiglio europeo all’unanimità,

con eventuale sospensione di «alcuni dei diritti derivanti allo

Stato membro in questione dall’applicazione dei trattati,

compresi i diritti di voto del rappresentante del governo di tale

Stato membro in seno al Consiglio

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L’ordinamento dell’Unione europea 4

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GLI OBIETTIVI DELL’UNIONE [1]

Art. 2 Tue

• Promuovere «la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli» • Offrire ai suoi cittadini «uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza

frontiere interne, in cui sia assicurata la libera circolazione delle persone

insieme a misure appropriate per quanto concerne i controlli alle frontiere

esterne, l’asilo, l’immigrazione, la prevenzione della criminalità e la lotta

contro quest’ultima»

• Instaurare «un mercato interno», adoperarsi «per lo sviluppo sostenibile

dell’Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei

prezzi, su un’economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira

alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela

e di miglioramento della qualità dell’ambiente», promuovere «il progresso

scientifico e tecnologico»

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GLI OBIETTIVI DELL’UNIONE [2]

Art. 2 Tue

• Combattere «l’esclusione sociale e le discriminazioni», promuovere «la

giustizia e la protezione sociali, la parità tra donne e uomini, la solidarietà tra

le generazioni e la tutela dei diritti del minore»

• Promuovere «la coesione economica, sociale e territoriale, e la solidarietà

tra gli Stati membri» • Rispettare «la riccchezza della sua diversità culturale e lingustica», vigilare

«sulla salvaguardia e sullo sviluppo del patrimonio culturale europeo» • Istituire «un’unione economica e monetaria la cui moneta è l’euro» • Contribuire «alla pace, alla sicurezza, allo sviluppo sostenibile della Terra,

alla solidarietà e al rispetto reciproco tra i popoli, al commercio libero ed

equo, all’eliminazione della povertà e alla tutela dei diritti umani, in

particolare dei diritti del minore, e alla rigorosa osservanza e allo sviluppo

del diritto internazionale, in particolare al rispetto dei principi della Carta delle

Nazioni Unite»

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A. Barbera-C. Fusaro, Corso di diritto pubblico, Il Mulino, 2014

L’ordinamento dell’Unione europea 4

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DELIMITAZIONE ED ESERCIZIO DELLA COMPETENZE

DELL’UNIONE

Art. 5.1 Tue

«La delimitazione delle competenze dell’Unione si fonda sul

principio di attribuzione. L’esercizio delle competenze

dell’Unione si fonda sui principi di sussidiarietà e

proporzionalità».

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L’ordinamento dell’Unione europea 4

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IL PRINCIPIO DI ATTRIBUZIONE

Art. 5.2 Tue

«In virtù del principio di attribuzione, l’Unione agisce

esclusivamente nei limiti delle competenze che le sono

attribuite dagli Stati membri nei trattati per realizzare gli

obiettivi da questi stabiliti. Qualsiasi competenza non

attribuita all’Unione nei trattati appartiene agli Stati membri».

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A. Barbera-C. Fusaro, Corso di diritto pubblico, Il Mulino, 2014

L’ordinamento dell’Unione europea 4

46

LE COMPETENZE DELL’UNIONE

• Competenza esclusiva nei settori di cui all’art. 3 Tfue: «solo l’Unione

può legiferare e adottare atti giuridicamente vincolanti» (es.: unione

doganale, politica monetaria per gli stati della zona euro, politica

commerciale comune…)

• Competenza concorrente nei settori di cui all’art. 4 Tfue: «gli Stati

membri esercitano la loro competenza nella misura in cui l’Unione non

ha esercitato» o «ha deciso di cessare di esercitare la propria» (es.:

mercato interno, agricoltura e pesca, ambiente, spazio di libertà,

sicurezza e giustizia…)

• Competenza «per svolgere azioni intese a sostenere, coordinare o

completare l’azione degli Stati membri» nei settori di cui all’art. 6 Tfue:

l’Unione non si sostituisce tuttavia alla competenza degli stati (es.:

tutela della salute umana, industria, cultura, turismo…)

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L’ordinamento dell’Unione europea 4

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IL PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ

Art. 5.2 Tue «In virtù del principio di sussidiarietà, nei settori che non sono di

sua competenza esclusiva l’Unione interviene soltanto se e in

quanto gli obiettivi dell’azione prevista non possono essere

conseguiti in misura sufficiente dagli Stati membri, né a livello

centrale né a livello regionale e locale, ma possono, a motivo

della portata o degli effetti dell’azione in questione, essere

conseguiti meglio a livello dell’Unione.

Le istituzioni dell’Unione applicano il principio di sussidiarietà

conformemente al protocollo sull’applicazione dei principi di

sussidiarietà e di proporzionalità. I parlamenti nazionali vigilano

sul rispetto del principio di sussidiarietà secondo la procedura

prevista in detto protocollo».

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A. Barbera-C. Fusaro, Corso di diritto pubblico, Il Mulino, 2014

L’ordinamento dell’Unione europea 4

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IL PRINCIPIO DI PROPORZIONALITÀ

Art. 5.3 Tue «In virtù del principio di proporzionalità, il contenuto e la forma

dell’azione dell’Unione si limitano a quanto necessario per il

conseguimento degli obiettivi dei trattati.

Le istituzioni dell’Unione applicano il principio di sussidiarietà

conformemente al protocollo sull’applicazione dei principi di

sussidiarietà e di proporzionalità».

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LA CITTADINANZA EUROPEA

Artt. 20-25 Tfue «È istituita una cittadinanza dell’Unione. È cittadino dell’Unione chiunque

abbia la cittadinanza di uno Stato membro. La cittadinanza dell'Unione si

aggiunge alla cittadinanza nazionale e non la sostituisce.

I cittadini dell’Unione godono dei diritti e sono soggetti ai doveri previsti nei

trattati [...]».

• Diritto di circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli stati membri

• Diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo e alle

elezioni comunali nello stato in cui si risiede

• Diritto alla tutela da parte delle autorità diplomatiche e consolari di qualsiasi

stato membro nel territorio di paesi terzi nei quali lo stato di cui ha la

cittadinanza non è rappresentato

• Diritto di presentare petizioni al Parlamento europeo, di ricorrere al

Mediatore europeo, di rivolgersi alle istituzioni dell’Unione e di ricevere

risposta in una delle lingue ufficiali

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A. Barbera-C. Fusaro, Corso di diritto pubblico, Il Mulino, 2014

L’ordinamento dell’Unione europea 4

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I DIRITTI FONDAMENTALI NELL’UNIONE EUROPEA

Art. 6 Tue «1. L’Unione riconosce i diritti, le libertà e i principi sanciti nella Carta dei diritti

fondamentali dell’Unione europea del 7 dicembre 2000, adattata il 12 dicembre 2007

a Strasburgo, che ha lo stesso valore giuridico dei trattati.

Le disposizioni della Carta non estendono in alcun modo le competenze dell’Unione

definite nei trattati.

I diritti, le libertà e i principi della Carta sono interpretati in conformità delle

disposizioni generali del titolo VII della Carta che disciplinano la sua interpretazione

e applicazione e tenendo in debito conto le spiegazioni cui si fa riferimento nella

Carta, che indicano le fonti di tali disposizioni.

2. L’Unione aderisce alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti

dell'uomo e delle libertà fondamentali. Tale adesione non modifica le competenze

dell’Unione definite nei trattati.

3. I diritti fondamentali, garantiti dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei

diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali e risultanti dalle tradizioni costituzionali

comuni agli Stati membri, fanno parte del diritto dell’Unione in quanto principi

generali».

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IL DIRITTO DI INIZIATIVA DEI CITTADINI EUROPEI Art. 11.4 Tue

«Cittadini dell’Unione, in numero di almeno un milione, che abbiano la

cittadinanza di un numero significativo di Stati membri, possono

prendere l’iniziativa d’invitare la Commissione europea, nell’ambito

delle sue attribuzioni, a presentare una proposta appropriata su materie

in merito alle quali tali cittadini ritengono necessario un atto giuridico

dell’Unione ai fini dell’attuazione dei trattati».

Art. 24.1 Tue

«Il Parlamento europeo e il Consiglio, deliberando mediante

regolamenti secondo la procedura legislativa ordinaria, adottano le

disposizioni relative alle procedure e alle condizioni necessarie per la

presentazione di un’iniziativa dei cittadini ai sensi dell’articolo 11 del

trattato sull’Unione europea, incluso il numero minimo di Stati membri

da cui i cittadini che la presentano devono provenire» [v. regolamento

(UE) n. 211/2011].

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A. Barbera-C. Fusaro, Corso di diritto pubblico, Il Mulino, 2014

L’ordinamento dell’Unione europea 4

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LE POLITICHE DELL’UNIONE EUROPEA

• Mercato interno

• Libera circolazione delle merci

• Agricoltura e pesca

• Libera circolazione delle persone, dei

servizi e dei capitali

• Spazio di libertà, sicurezza e giustizia

• Trasporti

• Norme comuni sulla concorrenza,

sulla fiscalità e sul ravvicinamento delle

legislazioni

• Politica economica e monetaria

• Occupazione

• Politica sociale

• Fondo sociale europeo

Parte terza Tfue (artt. 26-198)

• Istruzione, formazione professionale,

gioventù, sport

• Cultura

• Sanità pubblica

• Protezione dei consumatori

• Reti transeuropee

• Industria

• Coesione economica, sociale e territoriale

• Ricerca e sviluppo tecnologico, spazio

• Ambiente

• Energia

• Turismo

• Protezione civile

• Cooperazione amministrativa

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LA POLITICA ESTERA E DI SICUREZZA COMUNE

(ARTT. 21-46 TUE)

• Riguarda «tutti i settori della politica estera e tutte le questioni

relative alla sicurezza dell’Unione, compresa la definizione

progressiva di una politica di difesa comune che può condurre

a una difesa comune»

• È «soggetta a norme e procedure specifiche» (titolo V del

Tue)

• È condotta attraverso la definizione di «orientamenti

generali», l’adozione di «decisioni che definiscono i) le azioni

che l’Unione deve intraprendere, ii) le posizioni che l’Unione

deve assumere», il rafforzamento della «cooperazione

sistematica tra gli stati membri per la conduzione della loro

politica»

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L’ordinamento dell’Unione europea 4

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L’ALTO RAPPRESENTANTE PER GLI AFFARI ESTERI

E LA POLITICA DI SICUREZZA

Artt. 18 e 27 Tue

• Guida la politica estera e di sicurezza comune,

contribuisce alla sua elaborazione e la attua in qualità di

mandatario del Consiglio

• Rappresenta l’Unione per le materie che rientrano nella

politica estera e di sicurezza comune

• Presiede il Consiglio affari esteri

• È uno dei vicepresidenti della Commissione

• Partecipa ai lavori del Consiglio europeo

• Si avvale di un servizio europeo per l’azione esterna

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LA COOPERAZIONE GIUDIZIARIA IN MATERIA PENALE

E DI POLIZIA (ARTT. 82-89 TFUE)

• Comprende tutto ciò che riguarda la sicurezza interna, la

prevenzione e la lotta contro il terrorismo e le forme più gravi di

criminalità aventi dimensione transnazionale

• È disciplinata nel titolo V della parte terza del Tfue («spazio di

libertà, sicurezza e giustizia»)

• È fondata sul principio di riconoscimento reciproco delle

decisioni giudiziarie e sul ravvicinamento delle norme penali

• Attribuisce compiti all’ufficio europeo di polizia (Europol) e

all’unità di cooperazione giudiziaria (Eurojust)

• Prevede l’stituzione di una procura europea, competente per i

reati lesivi degli interessi finanziari dell’Unione

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L’ordinamento dell’Unione europea 4

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LA COOPERAZIONE RAFFORZATA

Art. 20 Tue «1. Gli stati membri che intendono instaurare tra loro una cooperazione rafforzata nell’ambito delle

competenze non esclusive dell’Unione possono far ricorso alle sue istituzioni ed esercitare tali

competenze applicando le pertinenti disposizioni dei trattati, nei limiti e con le modalita previsti nel

presente articolo e negli articoli da 326 a 334 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea.

Le cooperazioni rafforzate sono intese a promuovere la realizzazione degli obiettivi dell’Unione, a

proteggere i suoi interessi e a rafforzare il suo processo di integrazione. Sono aperte in qualsiasi

momento a tutti gli stati membri ai sensi dell’articolo 328 del trattato sul funzionamento dell’Unione

europea.

2. La decisione che autorizza una cooperazione rafforzata adottata dal Consiglio in ultima istanza,

qualora esso stabilisca che gli obiettivi ricercati da detta cooperazione non possono essere conseguiti

entro un termine ragionevole dall’Unione nel suo insieme, e a condizione che vi partecipino almeno

nove stati membri. Il Consiglio delibera secondo la procedura di cui all’articolo 329 del trattato sul

funzionamento dell'Unione europea.

3. Tutti i membri del Consiglio possono partecipare alle sue deliberazioni, ma solo i membri del

Consiglio che rappresentano gli stati membri partecipanti ad una cooperazione rafforzata prendono

parte al voto. Le modalita di voto sono previste all’articolo 330 del trattato sul funzionamento

dell'Unione europea.

4. Gli atti adottati nel quadro di una cooperazione rafforzata vincolano solo gli stati membri

partecipanti. Non sono considerati un acquis che deve essere accettato dagli stati candidati

all’adesione all’Unione».

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LA REVISIONE DEI TRATTATI

• Procedura di revisione ordinaria: prevede la convocazione di

una convenzione composta da rappresentanti dei parlamenti

nazionali, dei capi di stato o di governo, del Parlamento europeo

e della Commissione (tranne in caso di modifiche modeste) e di

una conferenza intergovernativa (art. 48 parr. 2-5 Tue)

• Procedure di revisione semplificate: evitano sia la convenzione

sia la conferenza intergovernativa, ma possono riguardare solo

decisioni che modificano la parte terza del Tfue (art. 48 par. 6

Tue) o decisioni che consentono al Consiglio di deliberare a

maggioranza qualificata anziché all’unanimità o che consentono

l’adozione di atti legislativi secondo la procedura legislativa

ordinaria anziché una procedura legislativa speciale (art. 48 par.

7 Tue)

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LE FONTI DERIVATE DELL’UNIONE

Art. 288 Tfue • Regolamento: atto avente portata generale, obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli stati membri

• Direttiva: atto che vincola lo stato membro cui è rivolta per quanto riguarda il risultato da raggiungere, entro un certo termine, salva restando la competenza degli organi nazionali in merito alla forma e ai mezzi

• Decisione: atto obbligatorio in tutti i suoi elementi, ma soltanto nei confronti dei destinatari se da essa designati

• Raccomandazioni e pareri: atti non vincolanti

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GLI ATTI GIURIDICI DELL’UNIONE

• Atti legislativi: «gli atti giuridici adottati mediante procedura legislativa», siano essi regolamenti, direttive o decisioni (art. 289.3 Tfue) • Atti delegati: «atti non legislativi di portata generale che integrano o modificano determinati elementi non essenziali dell’atto legislativo», adottati su delega alla Commissione contenuta in un atto legislativo (art. 290 Tfue)

• Atti di esecuzione: atti adottati previo conferimento di «competenze di esecuzione» alla Commissione, o in casi specifici al Consiglio, per assicurare «condizioni uniformi di esecuzione degli atti giuridicamente vincolanti dell’Unione» (art. 292 Tfue)

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I PROCEDIMENTI DI ADOZIONE DEGLI ATTI LEGISLATIVI

Art. 289 Tfue

«1. La procedura legislativa ordinaria consiste nell’adozione

congiunta di un regolamento, di una direttiva o di una

decisione da parte del Parlamento europeo e del Consiglio su

proposta della Commissione. Tale procedura è definita

all’articolo 294.

2. Nei casi specifici previsti dai trattati, l’adozione di un

regolamento, di una direttiva o di una decisione da parte del

Parlamento europeo con la partecipazione del Consiglio o da

parte di quest’ultimo con la partecipazione del Parlamento

europeo costituisce una procedura legislativa speciale».

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LA PROCEDURA LEGISLATIVA ORDINARIA

COMMISSIONE (iniziativa):

presenta una proposta al Parlamento europeo e al Consiglio

PARLAMENTO EUROPEO (prima lettura):

approva un testo e lo trasmette al Consiglio

CONSIGLIO (prima lettura):

a) approva lo stesso testo (l’atto si considera adottato)

b) approva il testo con emendamenti e lo trasmette al Parlamento

COMMISSIONE:

illustra la sua posizione al Parlamento

PARLAMENTO EUROPEO (seconda lettura):

a) approva lo stesso testo o non si pronuncia entro tre mesi (l’atto si

considera adottato)

b) respinge il testo (l’atto si considera non adottato)

c) approva emendamenti e il testo torna al Consiglio e alla Commissione

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LA PROCEDURA LEGISLATIVA ORDINARIA

[segue]

COMMISSIONE:

formula un parere sugli emendamenti del Parlamento

CONSIGLIO (seconda lettura):

a) approva tutti gli emendamenti del Parlamento, all’unanimità in caso di

parere negativo della Commissione (l’atto si considera adottato)

b) non approva tutti gli emendamenti del Parlamento e viene convocato un

comitato di conciliazione

COMITATO DI CONCILIAZIONE PARLAMENTO/CONSIGLIO

(con la partecipazione della Commissione):

a) approva un progetto comune entro sei settimane (l’atto deve essere

successivamente adottato dal Parlamento e dal Consiglio in terza lettura)

b) non approva un progetto comune (l’atto si considera non adottato)

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LE PROCEDURE LEGISLATIVE SPECIALI

Es.: art. 113 Tfue «Il Consiglio, deliberando all’unanimità secondo una procedura legislativa speciale e

previa consultazione del Parlamento europeo e del Comitato economico e sociale,

adotta le disposizioni che riguardano l’armonizzazione delle legislazioni relative alle

imposte sulla cifra d’affari, alle imposte di consumo ed altre imposte indirette, nella

misura in cui detta armonizzazione sia necessaria per assicurare l’instaurazione ed il

funzionamento del mercato interno ed evitare le distorsioni di concorrenza».

Es.: art. 19.1 Tfue «Fatte salve le altre disposizioni dei trattati e nell’ambito delle competenze da essi

conferite all’Unione, il Consiglio, deliberando all’unanimità secondo una procedura

legislativa speciale e previa approvazione del Parlamento europeo, può prendere i

provvedimenti opportuni per combattere le discriminazioni fondate sul sesso, la razza

o l'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità, l’età o

l’orientamento sessuale».

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L’APPARTENENZA DELL’ITALIA ALL’UNIONE EUROPEA

Legge 14 ottobre 1957, n. 1203

(ratifica ed esecuzione del Trattato Cee)

Legge 3 novembre 1992, n. 454

(ratifica ed esecuzione del Trattato Ue)

• Qual è il fondamento costituzionale dell’assunzione da

parte dello Stato italiano degli obblighi derivanti

dall’appartenenza all’Unione europea?

• Come partecipano gli organi e soggetti costituzionali italiani

alla formazione del diritto dell’Unione (fase ascendente)?

• Come si dà attuazione al diritto dell’Unione, una volta

formato, in particolare alle direttive (fase discendente)?

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CARATTERI DELL’ORDINAMENTO DELL’UE [1]

• L’Unione fondata su trattati che hanno durata illimitata

• Il Trattato come «carta costituzionale di una comunità di diritto»,

con quasi tutti i contenuti delle moderne carte costituzionali (valori,

obiettivi e principi, disposizioni istituzionali, sistema delle fonti, carta

dei diritti)

• Un ordinamento con autonomi meccanismi per la produzione di

norme aventi come destinatari tutti i soggetti degli stati membri

• L’applicazione diretta del diritto dell’Unione, come interpretato

dalla Corte di giustizia, e il primato del diritto dell’Unione sul diritto

dei singoli stati

• La cittadinanza europea e lo sviluppo di un sistema partitico

europeo

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CARATTERI DELL’ORDINAMENTO DELL’UE [2]

• La rappresentanza negli organi legislativi dell’Unione sia dei

governi degli stati sia dei cittadini e popoli europei

• L’obbligo giuridico per alcune istituzioni di agire nel solo interesse

dell’Unione

• L’assunzione delle decisioni a maggioranza qualificata, tranne

alcuni ambiti tuttora soggetti a decisioni all’unanimità

• Il finanziamento del bilancio dell’Unione integralmente tramite

risorse proprie

• La previsione di una procedura di sospensione dei diritti di uno

stato membro in caso di violazione dei valori fondamentali

dell’Unione

• L’adesione di altri stati europei tramite accordi ratificati da tutti gli

stati membri e il recesso di uno stato membro negoziato dall’Unione

con tale stato

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COSA È L’UNIONE EUROPEA?

• Una organizzazione sovranazionale: un tertium genus, una

nuova dimensione del diritto pubblico, a cavallo fra diritto

interno e diritto internazionale

• Un ordinamento pre-federativo: un ordinamento in

trasformazione, non ancora federale ma in procinto di

diventarlo in un futuro non prestabilito

• Una federazione di stati nazione: formula con la quale si

cerca di conciliare sia gli sviluppi in senso federale sia la

difesa delle identità nazionali

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L’UNIONE EUROPEA DAVANTI ALLA CRISI FINANZIARIA

• La modifica dell’art. 136 Tfue (decisione del Consiglio europeo

del 25 marzo 2011) – «3. Gli stati membri la cui moneta è l’euro possono istituire un meccanismo di

stabilità da attivare ove indispensabile per salvaguardare la stabilità della zona euro

nel suo insieme. La concessione di qualsiasi assistenza finanziaria necessaria

nell’ambito del meccanismo sarà soggetta a una rigorosa condizionalità»

• La riforma del patto di stabilità e crescita (novembre 2011: c.d.

six-pack; maggio 2013: c.d. two pack)

• Il Trattato che istituisce il meccanismo europeo di stabilità

(firmato il 2 febbraio 2012 dai soli stati della zona euro: c.d. fondo

salva stati)

• Il Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance

nell’unione economica e monetaria (firmato il 2 marzo 2012 da

venticinque stati membri dell’UE: c.d. fiscal compact)

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I VINCOLI DEL «FISCAL COMPACT»

• Bilancio in equilibrio entro il parametro dello 0,5% del Pil in

termini di «disavanzo strutturale» (è possibile deviare

temporaneamente solo in «circostanze eccezionale»: «eventi

inconsueti non soggetti al controllo della parte contraente

interessata che abbiano rilevanti ripercussioni sulla situazione

finanziaria della pubblica amministrazione oppure periodi di

grave recessione economica»

• Riduzione del rapporto tra il debito pubblico e il Pil, qualora sia

superiore al valore del 60%, «a un ritmo medio di un ventesimo

all’anno»