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t ;W \l-:i:-r -" Quotidiano / Anno XLV / N. 159 CiES'gSKi?) Martedì 11 giugno 1968 / L. 60 * Campagna della stampa 35 milioni dei parlamentari Deputati e senatori del PCI hanno sotto- scritto per la stampa comunista 35 milio- ni 424 mila lire. All'Italia la Coppa Europa Battuta la Jugoslavia (2-0) ORGANO DEL PARTITO COMUNISTA ITALIANO LA DC ISOLATA ALLE PRESE CON LA CRISI POLITICA SI TENTA CON RUMOR Il segretario de ammette la «difficoltà di rifare un governo di centro- Saragat gli ha affidato una missione » esplorativa » — Ipotesi sul «monocolore» — La vittima più illu- stre del voto del 19 maggio: Moro La sinistra socialista: « I] PSU non tornerà sulle decisioni prese» La Nazionale di calcio italiana ha battuto ieri sera la Jugoslavia per 2-0 nella ripetizione (sabato le due squadre avevano pareggiato: 1-1) della finale per il primo e II secondo posto della Coppa Europa di calcio. Le reti degli azzurri sono state segnate nel primo tempo da RIVA e da ANASTASI Nella foto: FACCHETTI mentre solleva la Coppa. NELLE PAGINE SPORTIVE I SERVIZI SULLA PARTITA MODENA — La manifestazione contadina per le vie del centro (Telefoto) er reclamare la sospensione del AAEC Migliaia di contadini manifestano a Modena Trattori e animali portati nel centro della città durante la clamorosa protesta Distribuiti i prodotti ai cittadini sottolineando l'enorme di- vario fra prezzo al produttore e al consumatore Dal Mitro infìtto • MODENA, 10 IM protesta contadina con- (tro gli accordi MEC è esplo- laa stamani per le vie della icitta, paralizzando 11 traffico •lungo la via Emilia che taglia Ili centro, richiamando l'atten- hione di migliaia di persone [che si sono fermate lungo 1 •bordi dei marciapiedi colpite •dal carattere insolito, fragoro- so • colorito della manife- stazione. E anche perché car- elli e parole d'ordine dei con- tai si rivolgevano diretta- ate agli operai, alle masse lei consumatori che la politi- i del governo, degli agrari degli industriali colpisce non > del lavoratori delle cam- *, Un corteo Imponente aperto da un enorme striscio- e giallo con scritte rosse e .ere con la richiesta prima e più urgente: « Vogliamo la so- stane dei trattati MEC, ^^ che favoriscano Io svi- luppo dell'azienda contadina e io sviluppo democratico del- l'agricoltura ». Coltivatori diretti, mezzadri. .ifittuari. compartecipantt e braccianti delle cooperative. 1cole, che stamani hanno _.peso fi lavoro in tutta la provincia dalle 8 alle 13, sono miti a nugnaia in città — calcola fossero 8-9 mila — solo per protestare con- una situazione che ogni ;lorno diventa più grave, ma er chiedere al nuovo Parla- mento che discuta subito del problemi dell'egricoltura e non etti gli accordi Ormati da jtivo a Bruxelles tra l'ai- a nome di un governo di- _isionarto — e che dovreb- ero entrare in vigore tra ven- giomi rendendo ancora più ^astrosa la situazione nel _«ttore del latte, formaggio i,Sgrana», carne, di tutu la ri zootecnia insomma. Analoga- tò mente 1 contadini chiedono la revisione degli accordi MEC per la bieticultura. A dare più forza alla loro de- cisione di lottare e per me- glio fare comprendere al con- sumatori, agli operai l'interes- ~ se comune della dura batta- glia in corso, 1 contadini so- no venuti In città con decine di trattori, carri su cui aveva- no caricato mucche e maiali, bidoni di latte, forme di for- maggio «grana*, sacchetti di zucchero. Lungo la via Emilia, tra 11 frastuono del motori delle macchine agricole, dei campa- nacd (quelli che si attaccano al collo dei bovini) agitati con forza, delle trombe, dei fischietti, proprio nel centro de:>a città bidoni interi di lat- te sono stati versati sul sel- ciato della strada, gruppi di maialeUl sono stati lasciati an- dare e si sono Infilati In un caffè e in altri negozi diligen- temente Inseguiti dalla poli- zia. In più punti del percorso sono stati distribuiti alla gen- te sacchettini di zucchero e pezzetti di buon formaggio parmigiano-reggiano, insieme a bigliettini con le cifre dei prezzi che riceve il contadino produttore e quello che paga Il consumatore. Un volantino distribuito a migliata di copie riporta su due colonne paral- lele il confronto: poco più di 300 lire al chilo per 1 suini è quanto prendono 1 contadini; 1 consumatori pagano 11 pro- sciutto 3.700 lire al kg.; 2.400 lire al Kg. U salame. 1.200 li- re e più la mortadella, oltre 1.300 lire al Kg. la carne fre- sca di maiale. Lo stesso di- scorso vale per le mele, lo zucchero, la carne bovina. Il formaggio (930 lire al Kg. al contadini, 3J000 0 presso («fa- to dal consumatori). E O latte? Un gruppo di donne ferme sul marciapiede mentre due contadini ne rove- sciavano sulla strada un inte- ro bidone, commentavano dan- Romano Bonifacci (Segue in ultima pagina) Richieste dalla CGIL in difesa dell'agricelnira Urgenti misure contro le conseguenze del MEC Le conseguenze del MEC sull'aarlcettura italiana rendine at- tuale ed arsente un amale sviluppo del movimento rìvendteativo del lavoratori della terra die ateia alla sua base la remunerazione del lavoro e l'occupazione, o si accompagni alla richieste di un riesame di tutta le politica agricole comunitaria, e di misure per tutelare gli Interest! della nostra agricoltura. Il direttive della CGIL, che ha discusso ieri II problema, ha proposto: 1) la subordi- nazione del finanziamenti pubblici ei piani di zona; Z) la liquida- zione del patti agrari; 3) la riforma dei patti agrari con cooperativo In alternativa alla Federconserzi. «„...« # A PAGINA I Tocca a Rumor < l'incarico di prendere i necessari con- tatti per la formazione del nuovo governo >. Glielo ha affidato Saragat ieri matti- na < ritenendo opportuno un ulteriore esame degli orien- tamenti delle varie forze par- lamentari sulla base degli elementi di giudizio emersi nelle consultazioni >. Rumor che ha accettato di compiere questa missione esplorativa dovrà riferire al Presidente della Repubblica e con la maggiore sollecitudine possi- bile», ... Fin qui il comunicato del Quirinale . reso noto alla stampa poco dopo le dieci di ieri. Il segretario de è stato a colloquio con Saragat per tre quarti d'ora. Alle 10,50 ha letto ai giornalisti una dichiarazione nella quale sot- tolinea che svolgendo « la delicata missione di accer- tare le possibilità di forma- re un governo > ha presenti «gli orientamenti dei parti- ti del centro sinistra » e in particolare quelli della DC. E aggiunge di non nascon- dersi e le obiettive difficoltà esistenti». Queste difficoltà stanno nel fatto che mentre la DC propone ai socialisti di rientrare subito nel go- verno il PSU dichiara il pro- prio « disimpegno » e aspet- ta di prendere al congresso le sue decisioni riguardo al- le prospettive del centro si- nistra: ecco le «obiettive dif- ficoltà» richiamate da Ru- mor e che testimoniano del- la profonda crisi politica in cui il voto del 19 maggio ha gettato la DC e i suoi alleati. Questa crisi ha già fatto una vittima illustre: Moro in persona, il leader per eccellenza del centro si- nistra. presidente del consi- glio per cinque anni filati e ora messo in disparte tra le possibili « carte di riserva ». Rumor si è poi recato — come vuole la prassi — a Montecitorio e a Palazzo Ma- dama per informare i pre- sidenti delle due assemblee parlamentari dell'incarico ri- cevuto. Dopo il colloquio con Pertìni è stato avvicinato dai giornalisti e ha detto loro che ha in programma per oggi un calendario di incontri con gli esponenti degli altri partiti: alle 11 coi socialisti (Nenni, Tanassi, De Martino, Ferri e Zannier) e alle 18 coi repubblicani (La Malfa e Salmoni). Ha detto anche che non convo- cherà la direzione perché « per il momento non ce n'è bisogno, c'è un deliberato di tre giorni fa ». Non ha accennato a una riunione del Consiglio nazionale che è sollecitata dalla corrente di sinistra e che viene data per probabile a fine setti- mana. A questo punto la •>vv»«t*>e>* F Ì n V f A ^ M t i i » AIIA Dr»w»ftF }+m u»**k»e a a«.e*e^%*«- « «a ^-••«- »»**•••**• facesse una visita al presi- dente del Consiglio dimis- sionario, e Rumor infatti si è diretto a Palazzo Chigi. Ma Moro non c'era, si tro- vava in quel momento al- l'Università dove stava te- nendo esami. Questo singo- lare disguido ha fatto rin- viare l'incontro al pome- riggio. Poi Q segretario de. ha convocato i due « vice » Piccoli e Forlani, il presi- dente del Consiglio naziona- le del partito Sceiba e i capi- gruppo Gava e Sullo. In se- rata si è visto con Nenni mentre si riuniva il direttivo dei deputati de Frattanto si ro. r. (Segu* in ultima pagina) Un sipario di omertà, contraddizioni ed equivoci indizi protegge gli « assassini senza volto » Il «giallo Kennedy si complica bum*. Ilf^t. «wsh. è **, L'attentatore di Los Angeles vuole un grande avvocato — Un Soliman Sirhan spia di Israele? Un visitatore proveniente dagli Stati Uniti fa cambiare idea al vecchio COLLINA 990 Un americano ferite attende sul- le macerie di un bunker di es- sere evacuato. Pur ém giorni, gli elicotteri americani non sono nemmeno riusciti ad avvi- cinarsi a questa baso, tante intense ed efficace mrm II fuero dello truppe del FNL A PAGINA 12 0 LE INDAGINI SUL- L'ASSASSINIO di Robert Kennedy non hanno com- piuto alcun passo avanti. Da alcuni giorni, tutta la stampa americana e mon- diale ha accettato la tesi del complotto, sulla base dei noti indizi. E* comu- nemente ammessa l'esi- stenza di complici. D gio- vane giordano (ammesso che sia proprio lui l'au- tore materiale del delitto) non ha agito da solo, ha avuto dei complici e dei mandanti. Ma su questo punto le indagini segnano il passo. Gli < uomini sen- za volto » a cui ha alluso Edward Kennedy sembra- no protetti da un muro in- valicabile di complicità e omertà. Le domande: chi sono i complici e i man- danti? restano senza ri- sposta. # FRATTANTO il e gial- lo » si complica, invece di dipanarsi. Un sensazio- nale dispaccio dell'agen- zia egiziana MEN da Bag- dad afferma che un fra- tello di Sirhan, Soliman, è stato arrestato mesi fa in Irak per spionaggio a favore di Israele. La no- tizia ha ricevuto due smentite: la prima dal presunto padre di Sihran, il quale ha dichiarato di non avere un figlio che si chiama Soliman; la se- conda dal governo gior- dano, il quale ha dichia- rato che un beduino a no- me Soliman Sirhan fu ef- fettivamente arrestato per aver involontariamente varcato la frontiera, ma fu poi rilasciato perchè innocente. / # DA LONDRA si ap- prende che il presunto as- sassinò di Luther. King, James Early Ray è sta- torinviatoa giudizio < per porto abusivo dì un'arma e uso di passaporto fal- so ». L'udienza è durata solo un minuto e venti se- condi. A PAGINA f Rientrata da Hanoi la delegazione della CGIL Soluzione politica solo dopo la ces- sazione dei bom- bardamenti A pagina 2 Impegno dei comunisti italiani e romeni per il rafforza- mento dell'unità an- timperialista A pagina 12 OGGI drammi di miliardi O GGI parliamo un po' dei miliardari. 1 qua- li, americani o non, sul piano economico hanno sempre saputo e sanno difendersi benissimo da . soli, avendo le muni- zioni, per cosi dire, a portata di mano. Ma sul piano spirituale si sentono debolissimi e co- sì, ogni tanto, noleggia- no qualche patrocinatore. Questa volta sono ricorsi a un famoso cavaliere dell'ideale, Mario Missi- roli, il quale tiene uno scrittoio nei pressi del « Messaggero » (domeni- ca 9), vicino a un banco della Lotteria di Monza. Uno va lì e gli dice: « Scrivere non è il mio forte. Ma mi piacerebbe ' far sapere questo e que- sto. Faccia lei l'articolo, . poi ci rivediamo ». Se è ' arrivato in macchina, con Vautista, Missiroli . non chiede altre referenze e : Io accontenta subito. Questa volta Mario Mis- siroli ha dedicato uno scritto poetico al « dram- : ' ma dei miliardari, perchè anche i miliardari, nono- stante le apparenze e il fasto, oggetto della uni- versale invidia, hanno le loro segrete amarezze e i loro inconsolabili do* lori. Non sorridete ». Si figuri se sorridiamo, il- lustre Maestro. Siamo qui, anzi, con le lacrime agli occhi, perchè tutte le volte che abbiamo vi- sto un miliardario, dai Kennedy, che lei cita, agli Agnelli, dai Johnson ai Pesenti, sempre abbiamo avuto l'impressione di trovarci di fronte a uomi- ni straziati e, in più, privi di fantasia: chi vie- terebbe loro, infatti, di passare i miliardi che possiedono agli edili del- le borgate romane o ai metalmeccanici, di Sesto , San Giovanni, che sono stanchi di soffrire di mi- seria e vorrebbero tanto provare almeno una vol- ta, nella vita, a patire di ricchezza? • Lei ci spiega, con pa- role alate, che i miliar- dari trovano consolazio- ne nella carità, praticata dopo avere affrontato il « tormento di innalzare ' una fortuna favolosa ». E' questione di inten- dersi. Da una certa cifra in su, la restituzione (sempre parziale) della refurtiva, si chiama be- neficenza. Quello che ci fa rabbia i che, secondo lei, dovremmo anche riu> graziare. Fortebraccie

All'Italia la Coppa Europa Battuta la Jugoslavia (2-0)dellarepubblica.it.s3.amazonaws.com/Legislature/V- CRONOLOGIA... · del lavoratori della terra die ateia alla sua base la remunerazione

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Quotidiano / Anno XLV / N. 159 CiES'gSKi?) Martedì 11 giugno 1968 / L. 60 *

Campagna della stampa

35 milioni dei

parlamentari Deputati e senatori

del PCI hanno sotto­

scritto per la stampa

comunista 35 milio­

ni 424 mila lire.

All'Italia la Coppa Europa Battuta la Jugoslavia (2-0)

ORGANO DEL PARTITO COMUNISTA ITALIANO

LA DC ISOLATA ALLE PRESE CON LA CRISI POLITICA

SI TENTA CON RUMOR Il segretario de ammette la «difficoltà di rifare un governo di centro-Saragat gli ha affidato una missione » esplorativa » — Ipotesi sul «monocolore» — La vittima più illu­stre del voto del 19 maggio: Moro — La sinistra socialista: « I] PSU non tornerà sulle decisioni prese»

La Nazionale di calcio italiana ha battuto ieri sera la Jugoslavia per 2-0 nella ripetizione (sabato le due squadre avevano pareggiato: 1-1) della finale per il primo e II secondo posto della Coppa Europa di calcio. Le reti degli azzurri sono state segnate nel primo tempo da RIVA e da ANASTASI Nella foto: FACCHETTI mentre solleva la Coppa.

NELLE PAGINE SPORTIVE

I SERVIZI SULLA PARTITA

MODENA — La manifestazione contadina per le vie del centro (Telefoto)

er reclamare la sospensione del AAEC

Migliaia di contadini manifestano a Modena

Trattori e animali portati nel centro della città durante la clamorosa protesta — Distribuiti i prodotti ai cittadini sottolineando l'enorme di­

vario fra prezzo al produttore e al consumatore

Dal Mitro infìtto • MODENA, 10

IM protesta contadina con-(tro gli accordi MEC è esplo-laa stamani per le vie della icitta, paralizzando 11 traffico •lungo la via Emilia che taglia Ili centro, richiamando l'atten-hione di migliaia di persone [che si sono fermate lungo 1 •bordi dei marciapiedi colpite •dal carattere insolito, fragoro­so • colorito della manife­stazione. E anche perché car­elli e parole d'ordine dei con­

tai si rivolgevano diretta-ate agli operai, alle masse

lei consumatori che la politi-i del governo, degli agrari degli industriali colpisce non

> del lavoratori delle cam-*, Un corteo Imponente

aperto da un enorme striscio-e giallo con scritte rosse e

.ere con la richiesta prima e più urgente: « Vogliamo la so­

stane dei trattati MEC, ^^ che favoriscano Io svi­

luppo dell'azienda contadina e io sviluppo democratico del­l'agricoltura ».

Coltivatori diretti, mezzadri. .ifittuari. compartecipantt e braccianti delle cooperative.

1cole, che stamani hanno _.peso fi lavoro in tutta la provincia dalle 8 alle 13, sono

miti a nugnaia in città — calcola fossero 8-9 mila —

solo per protestare con-una situazione che ogni

;lorno diventa più grave, ma er chiedere al nuovo Parla­

mento che discuta subito del problemi dell'egricoltura e non

etti gli accordi Ormati da jtivo a Bruxelles — tra l'ai-a nome di un governo di-

_isionarto — e che dovreb-ero entrare in vigore tra ven-

giomi rendendo ancora più ^astrosa la situazione nel

_«ttore del latte, formaggio i,Sgrana», carne, di tutu la ri zootecnia insomma. Analoga-tò mente 1 contadini chiedono la

revisione degli accordi MEC per la bieticultura.

A dare più forza alla loro de­cisione di lottare e per me­glio fare comprendere al con­sumatori, agli operai l'interes- ~ se comune della dura batta­glia in corso, 1 contadini so­no venuti In città con decine di trattori, carri su cui aveva­no caricato mucche e maiali, bidoni di latte, forme di for­maggio «grana*, sacchetti di zucchero.

Lungo la via Emilia, tra 11 frastuono del motori delle macchine agricole, dei campa-nacd (quelli che si attaccano al collo dei bovini) agitati con forza, delle trombe, dei fischietti, proprio nel centro de:>a città bidoni interi di lat­te sono stati versati sul sel­ciato della strada, gruppi di maialeUl sono stati lasciati an­dare e si sono Infilati In un caffè e in altri negozi diligen­temente Inseguiti dalla poli­zia. In più punti del percorso sono stati distribuiti alla gen­te sacchettini di zucchero e pezzetti di buon formaggio

parmigiano-reggiano, insieme a bigliettini con le cifre dei prezzi che riceve il contadino produttore e quello che paga Il consumatore. Un volantino distribuito a migliata di copie riporta su due colonne paral­lele il confronto: poco più di 300 lire al chilo per 1 suini è quanto prendono 1 contadini; 1 consumatori pagano 11 pro­sciutto 3.700 lire al kg.; 2.400 lire al Kg. U salame. 1.200 li­re e più la mortadella, oltre 1.300 lire al Kg. la carne fre­sca di maiale. Lo stesso di­scorso vale per le mele, lo zucchero, la carne bovina. Il formaggio (930 lire al Kg. al contadini, 3J000 0 presso («fa­to dal consumatori).

E O latte? Un gruppo di donne ferme sul marciapiede mentre due contadini ne rove­sciavano sulla strada un inte­ro bidone, commentavano dan-

Romano Bonifacci (Segue in ultima pagina)

Richieste dalla CGIL in difesa dell'agricelnira

Urgenti misure contro le conseguenze del MEC Le conseguenze del MEC sull'aarlcettura italiana rendine at­

tuale ed arsente un amale sviluppo del movimento rìvendteativo del lavoratori della terra die ateia alla sua base la remunerazione del lavoro e l'occupazione, o si accompagni alla richieste di un riesame di tutta le politica agricole comunitaria, e di misure per tutelare gli Interest! della nostra agricoltura. Il direttive della CGIL, che ha discusso ieri II problema, ha proposto: 1) la subordi­nazione del finanziamenti pubblici ei piani di zona; Z) la liquida­zione del patti agrari; 3) la riforma dei patti agrari con cooperativo In alternativa alla Federconserzi. « „ . . . «

# A PAGINA I

Tocca a Rumor < l'incarico di prendere i necessari con­tatti per la formazione del nuovo governo >. Glielo ha affidato Saragat ieri matti­na < ritenendo opportuno un ulteriore esame degli orien­tamenti delle varie forze par­lamentari sulla base degli elementi di giudizio emersi nelle consultazioni >. Rumor che ha accettato di compiere questa missione esplorativa dovrà riferire al Presidente della Repubblica e con la maggiore sollecitudine possi­bile», . . .

Fin qui il comunicato del Quirinale . reso • noto alla stampa poco dopo le dieci di ieri. Il segretario de è stato a colloquio con Saragat per tre quarti d'ora. Alle 10,50 ha letto ai giornalisti una dichiarazione nella quale sot­tolinea che svolgendo « la delicata missione di accer­tare le possibilità di forma­re un governo > ha presenti «gli orientamenti dei parti­ti del centro sinistra » e in particolare quelli della DC. E aggiunge di non nascon­dersi e le obiettive difficoltà esistenti». Queste difficoltà stanno nel fatto che mentre la DC propone ai socialisti di rientrare subito nel go­verno il PSU dichiara il pro­prio « disimpegno » e aspet­ta di prendere al congresso le sue decisioni riguardo al­le prospettive del centro si­nistra: ecco le «obiettive dif­ficoltà» richiamate da Ru­mor e che testimoniano del­la profonda crisi politica in cui il voto del 19 maggio ha gettato la DC e i suoi alleati. Questa crisi ha già fatto una vittima illustre: Moro in persona, il leader per eccellenza del centro si­nistra. presidente del consi­glio per cinque anni filati e ora messo in disparte tra le possibili « carte di riserva ».

Rumor si è poi recato — come vuole la prassi — a Montecitorio e a Palazzo Ma­dama per informare i pre­sidenti delle due assemblee parlamentari dell'incarico ri­cevuto. Dopo il colloquio con Pertìni è stato avvicinato dai giornalisti e ha detto loro che ha in programma per oggi un calendario di incontri con gli esponenti degli altri partiti: alle 11 coi socialisti (Nenni, Tanassi, De Martino, Ferri e Zannier) e alle 18 coi repubblicani (La Malfa e Salmoni). Ha detto anche che non convo­cherà la direzione perché « per il momento non ce n'è bisogno, c'è un deliberato di tre giorni fa ». Non ha accennato a una riunione del Consiglio nazionale che è sollecitata dalla corrente di sinistra e che viene data per probabile a fine setti­mana. A questo punto la •>vv»«t*>e>* F Ì n V f A ^ M t i i » A I I A D r » w » f t F }+m u»**k»e a a«.e*e^%*«- « «a ^-• •«- » » * * • • • * * •

facesse una visita al presi­dente del Consiglio dimis­sionario, e Rumor infatti si è diretto a Palazzo Chigi. Ma Moro non c'era, si tro­vava in quel momento al­l'Università dove stava te­nendo esami. Questo singo­lare disguido ha fatto rin­viare l'incontro al pome­riggio. Poi Q segretario de. ha convocato i due « vice » Piccoli e Forlani, il presi­dente del Consiglio naziona­le del partito Sceiba e i capi­gruppo Gava e Sullo. In se­rata si è visto con Nenni mentre si riuniva il direttivo dei deputati de Frattanto si

ro. r. (Segu* in ultima pagina)

Un sipario di omertà, contraddizioni ed equivoci indiz i protegge g l i « assassini senza volto »

Il «giallo Kennedy si complica bum*. Ilf^t. «wsh. è * * , L'attentatore di Los Angeles vuole un grande avvocato — Un Soliman Sirhan spia di Israele?

Un visitatore proveniente dagli Stati Uniti fa cambiare idea al vecchio

COLLINA 990 Un americano ferite attende sul­le macerie di un bunker di es­sere evacuato. Pur ém giorni,

gli elicotteri americani non sono nemmeno riusciti ad avvi­cinarsi a questa baso, tante intense ed efficace mrm II fuero dello truppe del FNL A PAGINA 12

0 LE INDAGINI SUL­L'ASSASSINIO di Robert Kennedy non hanno com­piuto alcun passo avanti. Da alcuni giorni, tutta la stampa americana e mon­diale ha accettato la tesi del complotto, sulla base dei noti indizi. E* comu­nemente ammessa l'esi­stenza di complici. D gio­vane giordano (ammesso che sia proprio lui l'au­tore materiale del delitto) non ha agito da solo, ha avuto dei complici e dei mandanti. Ma su questo punto le indagini segnano il passo. Gli < uomini sen­za volto » a cui ha alluso Edward Kennedy sembra­no protetti da un muro in­valicabile di complicità e omertà. Le domande: chi sono i complici e i man­danti? restano senza ri­sposta. # FRATTANTO il e gial­lo » si complica, invece di dipanarsi. Un sensazio­nale dispaccio dell'agen­zia egiziana MEN da Bag­dad afferma che un fra­tello di Sirhan, Soliman, è stato arrestato mesi fa in Irak per spionaggio a favore di Israele. La no­tizia ha ricevuto due smentite: la prima dal presunto padre di Sihran, il quale ha dichiarato di non avere un figlio che si chiama Soliman; la se­conda dal governo gior­dano, il quale ha dichia­rato che un beduino a no­me Soliman Sirhan fu ef­fettivamente arrestato per aver involontariamente varcato la frontiera, ma fu poi rilasciato perchè innocente. / # DA LONDRA si ap­prende che il presunto as­sassinò di Luther. King, James Early Ray è sta­to rinviato a giudizio < per porto abusivo dì un'arma e uso di passaporto fal­so ». L'udienza è durata solo un minuto e venti se­condi.

A PAGINA f

Rientrata da Hanoi la delegazione della CGIL

Soluzione politica solo dopo la ces­sazione dei bom­bardamenti

A pagina 2

Impegno dei comunisti italiani e

romeni per il rafforza­

mento dell'unità an­timperialista

A pagina 12

OGGI drammi di miliardi

OGGI parliamo un po' dei miliardari. 1 qua­

li, americani o non, sul piano economico hanno sempre saputo e sanno difendersi benissimo da

. soli, avendo le muni­zioni, per cosi dire, a

• portata di mano. Ma sul piano spirituale si sentono debolissimi e co­sì, ogni tanto, noleggia­no qualche patrocinatore. Questa volta sono ricorsi a un famoso cavaliere dell'ideale, Mario Missi-roli, il quale tiene uno scrittoio nei pressi del « Messaggero » (domeni­ca 9), vicino a un banco della Lotteria di Monza. Uno va lì e gli dice: « Scrivere non è il mio forte. Ma mi piacerebbe

' far sapere questo e que­sto. Faccia lei l'articolo,

. poi ci rivediamo ». Se è ' arrivato in macchina, con Vautista, Missiroli . non chiede altre referenze e

: Io accontenta subito. Questa volta Mario Mis­

siroli • ha dedicato uno scritto poetico al « dram-:

' ma dei miliardari, perchè anche i miliardari, nono­stante le apparenze e il fasto, oggetto della uni­versale invidia, hanno le loro segrete amarezze e i loro inconsolabili do*

lori. Non sorridete ». Si figuri se sorridiamo, il­lustre Maestro. Siamo qui, anzi, con le lacrime agli occhi, perchè tutte le volte che abbiamo vi­sto un miliardario, dai Kennedy, che lei cita, agli Agnelli, dai Johnson ai Pesenti, sempre abbiamo avuto l'impressione di trovarci di fronte a uomi­ni straziati e, in più, privi di fantasia: chi vie­terebbe loro, infatti, di passare i miliardi che possiedono agli edili del­le borgate romane o ai metalmeccanici, di Sesto

, San Giovanni, che sono stanchi di soffrire di mi­seria e vorrebbero tanto provare almeno una vol­ta, nella vita, a patire di ricchezza? • Lei ci spiega, con pa­role alate, che i miliar­dari trovano consolazio­ne nella carità, praticata dopo avere affrontato il « tormento di innalzare

' una fortuna favolosa ». E' questione di inten­dersi. Da una certa cifra in su, la restituzione (sempre parziale) della refurtiva, si chiama be­neficenza. Quello che ci fa rabbia i che, secondo lei, dovremmo anche riu> graziare. Fortebraccie

PAG. 12 / fatti nel m o n d o l ' U n i t à / martedì 11 giugno 1968

Conclusa la visita di Pajetta

e Galluzzi a Bucarest « - • — • ' - •.

Impegno dei comunisti italiani e romeni per

il rafforzamento della unità antimperialista

Dal nostro corrispondente BUCAREST, 10.

Si è conclusa stasera la vi­sita a Bucarest dei compagni Giancarlo Pajetta e Carlo Gal­luzzi, membri della direzione del nostro partito, visita che ha avuto luogo su invito del Comitato centrale del Partito comunista romeno.

Un comunicato stampa, che apparirà domattina sulla Scin-teia afferma che il compagno Nicolas Ceaucescu, segretario generale del Comitato centrale del Partito comunista rome­no, unitamente ai compagni Paul Niculescu-Mizil, membro del Comitato esecutivo, del presidium permanente, segre­tario del Comitato centrale e e Mihai Dalea, segretario del Comitato centrale, ha ricevuto lunedi mattina i compagni Giancarlo Pajetta, membro della direzione e dell'ufficio politico del Partito comunista italiano e Carlo Galluzzi mem­bro della direzione, responsa­bile della sezione esteri del PCI. Ha partecipato anche la compagna Ghizela Vass, mem­bro del Comitato centrale.

Nel quadro dei colloqui, che si sono sviluppati in una at­mosfera calda, fraterna, ha avuto luogo una informazione reciproca dell'attività e le preoccupazioni attuali dei due partiti ed è stato fatto uno scambio di pareri in merito alla situazione internazionale e al movimento comunista e operaio.

A questo riguardo è stata sottolineata la necessità di in­tensificare gli sforzi destinati a sviluppare la coesione e la solidarietà del movimento co­munista ed è stata rilevata in particolare l'importanza del rafforzamento continuo del­l'unità di lotta di tutti i distac­camenti del movimento operaio democratico contemporaneo, dell'intero fronte antimperia­lista, nell'interesse della cau­sa del socialismo, del progres­so e della pace nel mondo.

Nel corso dei colloqui è stata manifestata soddisfazione per le relazioni fraterne, di stima e di rispetto reciproco esistenti fra il Partito comunista ro­meno e il Partito comunista italiano, ed espresso il desi­derio di sviluppare ulterior­mente tali legami ne/li inte­ressi dei due partiti e dei due popoli.

Delegazione economica

cecoslovacca a Mosca

Dalla nostra redazione MOSCA, 9.

Mentre la delegazione parla­mentare cecoslovacca in visita nell'Unione Sovietica, e che si trova da qualche giorno a Ri­ga. prosegue il suo viaggio nel paese, il vice presidente del Consiglio cecoslovacco Ludovic Strugal è sceso oggi all'aero­porto di Scieremietevo accolto dal vice Primo ministro Bai-bakov e dal ministro per il Commercio con l'estero Pato-licev.

Strugal guida un gruppo di dirigenti dell'economia cecoslo­vacca che hanno il compito di discutere coi sovietici proble­mi riguardanti lo sviluppo dei rapporti economici fra i due paesi. Questi temi sono stati già affrontati, sia pure in ter­mini generali, nel corso di in­contri recenti fra esponenti dei due Paesi nel corso dei quali si parlò fra l'altro della pro­babile concessione alla Cecoslo­vacchia di un credito sovietico di trecento milioni di dollari.

In un articolo pubblicato qual­che tempo fa su e Tempi Nuo­vi > l'economista cecoslovacco Zdilav Sulc ha illustrato la si­tuazione economica del suo pae­se elencando le linee direttrici di possibili interventi da parte dell'Unione Sovietica e degli al­tri paesi socialisti, e II nostro problema principale — ha scrit­to tra l'altro — rimane il ri­stabilimento di un equilibrio di­namico nell'economia (sviluppo armonioso) e la creazione di condizioni utili per trasforma­re il mercato di produzione in mercato di consumo. Da qui la necessità di investimenti a lun­go termine per ottenere una relativa riduzione del nostro sforzo nei settori dell'estrazio­ne del carbone e della metal­lurgia e un aumento nei ser­vizi, nell'agricoltura, nelle co­struzioni edilizie e nelle indu­strie chimiche e alimentari ».

Mutamenti cosi profondi ri­chiedono inevitabilmente una di­versa articolazione nei rappor­ti economici fra la Cecoslovac­chia. l'Unione Sovietica e gli altri paesi del Comecon e quin­di anche la revisione di un cer­to numero dei vecchi impegni. L'arrivo a Mosca della delega­zione economica cecoslovacca dimostra che si lavora concre­tamente su questa strada.

a. g.

Waldeck Rochet parla a un grandioso comizio a Versailles

Il PCF apre la campagna elettorale chiamando ad abbattere il gollismo

PARIGI — Si raccolgono fondi per I lavoratori in sciopero.

X

Il vice presidente della commissione per i crimini di guerra smaschera Johnson ^ • • i •" I ' • • • i l • i i • • • . • • » — - i • • y • . • , • • • . • • • • - • - • - • . - • • i . . — — • — ^ - • - — • • . . _ • - • — — I — - I • • —

Drammatica conferenza stampa a Hanoi: gli USA intensificano i bombardamenti

Dopo la « limitazione » degli attacchi aerei, sono state effettuate 3.500 incursioni in aprile e 4.700 in maggio su seimila obiettivi • Westmore-land (che lascia il comando) chiede nuovi passi sulla via della «scalata»

SAIGON. 10. Duemilanovecentosessantotto

aerei americani sono stati abbat­tuti sul Nord-Vietnam da quando gli Stati Uniti hanno iniziato, 0 5 agosto 1964, la loro aggres­sione. Oggi, nella RDV è stata lanciata una «campagna di emulazione» tra tutte le unità dell'aviazione da caccia, della contraerea e della milizia popo­lare per l'abbattimento del tre­millesimo aereo. Non occorrerà molto tempo. Forse basteranno poche ore. poiché il ritmo delle incursioni aeree sul nord con­tinua a mantenersi elevato, cosi come si mantiene elevato il rit­mo col quale gli aerei incursori vengono abbattuti.

L'intensificazione deue incur­sioni è stata messa oggi in ri­lievo ad Hanoi dal vice presi­dente della commissione per le indagini sui crimini di guerra americani. Pham Can Bat, il quale, nel corso di una con­ferenza stampa, ha dichiarato fra l'altro: « Nel corso dei mesi di aprile e maggio di questo anno, dopo la dichiarazione del presidente Johnson sulla * limi­tazione dei bombardamenti " sul Vietnam del Nord, l'aviazione

americana ha fortemente inten-sificeto il numero delle incur­sioni sulla RDV. Se in marzo, su 21 province e 5 città della RDV. vennero compiute 2500 in­cursioni. in aprile su 4 province meridionali e sulla regione di Vinh Linh sono state effettuate 3500 incursioni. In maggio su 3 province — Nghe An. Ha Tinh, Quinh Linh — e sulla regione di Vinh Linh sono state effet­tuate 4700 incursioni ».

«In marzo — ha detto an­cora Pham Can Bat — sull'in­tero territorio della RDV erano stati bombardati e cannoneg­giati 2000 obbiettivi. In aprile. sulle regioni meridionali della RDV. i colpi sono stati diretti su 2300 obbiettivi, e in maggio su 3700».

«Noi chiediamo — egli ha detto — che gli USA cessino la politica di aggressione e di guerra nel Vietnam, che cessi­no immediatamente e incondi­zionatamente i bombardamenti e tutte le altre azioni di guerra contro la RDV».

Contemporaneamente si è sa­puto dall'Agenzia di liberazione che 1*8 maggio scorso acrei americani hanno bombardato

Accuse della BIR all'America

Lo guerra nel Vietnam causa la crisi degli USA

GINEVRA, 10. La guerra del Vietnam ha una

preponderante influenza sull'ag­gravamento della bilancia dei egamenti statunitense e sull'in-

rione della domanda e dei co­rti di produzione negli Stati Uniti. Essa è inoltre fonte di

preoccupazione negli ambienti intemazionali. L'accusa agli Sta­ti Uniti è contenuta nel rap­porto annuale della Banca inter­nazionale dei regolamenti pre­sentato oggi a Basilea durante l'assemblea generale della BIR.

nel villaggio sud-vietnamita di Vinh Khanh una scuola nella quale erano radunati un gran numero di civili. Cinquantadue persone sono state uccise, e al­tre 57 sono rimaste ferite. In due altri villaggi bombardati il 7 e il 25 maggio sono stati uccisi altri 4 civili.

Stanotte e stamane all'alba il FNL ha nuovamente bombar­dato obbiettivi militari a Saigon. E" stata bombardata anche la base americana di Bien Hoa. una trentina di chilometri a nord della capitale, dove secon­do ammissioni americane al­meno due aerei sono stati di­strutti a terra. Bombardate sono state anche alcune posizioni americane attorno a Saigon.

A nord, nel settore di Kbe Sanh, una posizione americana è stata sottoposta ad un attacco che ha causato sette morti e 45 feriti tra gli americani, men­tre un convoglio USA è caduto in una imboscata.

Domani a Saigon il geo. West-moreland passerà ufficialmente le consegne al nuovo comandan­te del corpo di spedizione ame­ricano. Creighton Abrams. Par­lando oggi alla televisione, il comandante uscente ha ripetuto le sue solite allucinanti afferma­zioni secondo cui «la posizione militare americana non è mai stata cosi buona come ora ». E* una affermazione che Westmo-reland va ripetendo da quattro anni, al termine dei quali si è ritrovato con la sua stessa abi­tazione privata bombardata dal FNL e il suo posto di coman­dante occupato da un altro ge­nerale. Stavolta ha tuttavia avu­to il buon senso di ammettere che « non è realistico attendersi una disfatta rapida ed a breve scadenza del nemico» data, ha perà aggiunto. «Fattuale politi­ca di non estensione della guer­ra ». In sostanza, il generale battuto ha voluto cosi conclu­dere la sua carriera nel Vietnam con un nuovo irresponsabile ap­pello ad una nuova «scalata».

Giappone

Migliaia in piazza

contro le basi USA Manifestazioni in tutto il paese — Diecimila per­sone a Fukmka — Decine di migliaia a Okinava Un artìcolo della Pravda sul patto nippoamericano

- TOKIO. 10. Allontanare i bombardieri nu­

cleari B-52 e le basi militari de­gli Stati Uniti dal Giappone; vie­tare le visite nei porti giappo­nesi dei sommergibili ' atomici americani: SODO queste le richie­ste avanzate nel corso di due gigantesche manifestazioni popo­lari a cui hanno partecipato centinaia di migliaia di perso­ne in tutto 0 Giappone. Ad Ofci-nawa decine di migliaia di per­sone. al termine di m comizio. hanno dato vita a cortei che si sono spinti fino alle porte del-la base aerea americana di Ka-neda. Qui a febbraio erano sta­ti trasferiti un gran numero di B-52.

A Fukuoka Dell'isola di Khuhu si sono svolti un comizio e una manifestazione alla quale baino preso parte oltre diecimila per­sone. I rappresentanti di 45 sin­dacati. di organizzazioni giova. nili e di altre associazioni han­no chiesto l'immediato smantel­lamento della base di Fukuoka. situata in una regione densa­mente popolata. Una settimana fa un caccia-bombardiere ame­ricano era precipitato sul centro di calcolo della locale università e solo per un puro caso non vi erano state vittime.

Un forte movimenta *\ proto­

sta contro quel «patto di sicu­rezza» nippoamericano che le­gittima la permanenza di basì USA in Giappone, è in atto in tutto il paese. < Tutta una serie di Jatti allarmanti — scrive il corrispondente della Prordo da Tokio — costrìngono ora ogni giapponese, a prescindere dalle sue conrinrioni politiche, a ri­cordare oli ammonimenti di co­loro i Quali, nel burrascoso I960. si dichiararono contrari alla ra­tifica del patto di sicurezza.

€ Quegli stessi B-52 america­ni caduti con le loro bombe H in Spagna ed in Groenlandia. tengono trasferiti ad Okinava. La base nucleare gaUeggiante. la portaerei " Enterprise " com­pare a Sasebo. E" subito dopo che le acque di questo stesso porto vengono inquinate dalle scorie radioattive del sottomari­no " Suxrrdfish ", la sua unità gemella " Scorpion " scompare per cause ignote in un punto del rAtlantico »

D patto dì sicurezza — conclu­de la Pronta — costituisce un pericolo per il popolo giappone­se per Q fatto che, per quanto Tokio e Washington parlino di « partnership egualitaria > i mili­tari americani continuano a comportarsi sul suolo giappone­se da padroni che hanno l'ulti­ma parola nelle discussioni.

Le parole d'ordine: « Per la vittoria dei lavoratori in lotta. Per la disfatta del gollismo. Per il successo delle candidature comuniste » — Proseguo­no gli scioperi degli operai dell'auto, dei marinai, portuali, insegnanti e radiogiornalisti — Annega uno studente caduto (o gettato?) nella Senna

durante uno scontro con la polizia

Dal nostro corrispondente PARIGI. 10.

Al Palazzo dello Sport della Porta di Versailles, davanti a migliaia di parigini, in una atmosfera di alta passione po­litica, il PCF ha ufficialmente aperto questa sera la campa­gna elettorale. Il segretario generale del Partito, Waldeck Rochet ha chiamato i france­si a battere col loro voto il re­gime del potere personale, del disordine, della politica antipo­polare e a contribuire con i loro suffragi alla formazione di un governo di unione de­mocratica, il solo capace di risollevare la Francia dalla crisi in cui il gollismo l'ha gettata.

« De Gaulle — ha detto Wal­deck Rochet in una forte re­quisitoria contro il regime — ha minacciato i lavoratori in sciopero, ha aggravato il ca­rattere del potere personale e autoritario del suo regime. Ma i lavoratori hanno battuto con la loro calma e con la lo­ro forza i calcoli del potere. In questo momento diffìcile l'atteggiamento del nostro Par­tito ha permesso di evitare l'urto violento che il potere cercava e forse cerca ancora per instaurare un regime di dittatura militare. Coscienti delle nostre responsabilità da­vanti alla classe operaia e al paese, noi abbiamo agito gui­dati da una sola preoccupa­zione: creare le condizioni che dessero la vittoria alla lotta operaia senza concedere al po­tere i mezzi per soffocarla ».

Nella immensa sala del Pa­lazzo dello Sport, decorata di bandiere rosse e tricolori, campeggiavano i tre slogans centrali della campagna elet­torale del PCF: « Per la vit­toria dei lavoratori in lotta »: « Per la disfatta del golli­smo ».' « Per il successo delle candidature comuniste alle elezioni legislative ».

Alla presidenza, oltre a Wal­deck Rochet, il poeta Louis Aragon che ha aperto la mani­festazione con un nobile di­scorso, il direttore dell'* Hu-manité » e membro dell'Ufficio politico Etienne Fa]on e il capo del gruono parlamentare comunista Ballanger.

Non è vero, ha aggiunto l'o­ratore. che il nostro program­ma mette in pericolo l'econo­mia del paese. Questo pro­gramma può e deve essere realizzato attraverso misure concrete che riducano radi­calmente il potere dei monopo­li attraverso la nazionalizza­zione delle grandi imprese, la riforma della fiscalità, l'appli­cazione di un piano democra­tico di sviluppo per l'insieme del paese.

« 7 francesi — ha concluso Waldeck Rochet — sanno che non si può fare in Francia una vera politica di sinistra e di progresso sociale, senza il concorso dei comunisti. Per questo il PCF vi chiama a vo­tare fin dal primo turno per la sua chiara e leale politica di unione e per i suoi candi­dati ».

Sempre in tema di elezioni, la chiusura a mezzanotte delle candidature non ha dato luogo ad alcuna sorpresa. Oggi ap­pare chiaro che due soli par­titi saranno presenti in tutte le 4S6 circoscrizioni elettorali: quello comunista e l'Unione per la difesa della Repubbli­ca (gollista),

La federazione dette sini­stre ha iscritto circa 450 can­didati. un centinaio il Partito socialista unificato (PSU). 26 il raggruppamento centrista « Progresso e democrazia mo­derna*. 120 i repubblicani indi­pendenti di Gifcard d'Estaing (apparentati più o meno ai gollisti), 76 una nuova forma­zione politica che si è defini­ta « Club tecnico e democra­tico » (tendenza di centrosi­nistra) e infine 42 U Movi­mento per la riforma, recen­temente fondato dal gollista dissidente Pisani.

La sóla sorpresa, del tutto teatrale, è stata quella forni­ta dall'ex capo dell'organiz­zazione terrorista OAS Geor­ges Bidault che, arrivato spet­tacolarmente a Parigi sabato scorso dopo sei armi di esuio in Belgio, è tornato oggi a Bruxelles «per finir? un libro di memorie » annunciando di non avere alcuna intenzione di partecipare come candi­dato alla imminente battaglia elettorale.

E' probabile che Bidault non abbia trovato nessun par­tito centrista disposto ad in­cluderlo nella propria lista. cioè ad assumersi il peso di un alleato così poco produ­cente. D'altro canto ti regi­me, permettendo a Bidault di ritornare liberamente in pa­tria. ha pensato di avere dato una prova sufficiente della sua volontà di « riconciliazione » con l'estrema destra fascista. senza bisogno di andare óltre. Del resto se le nostre infor­

mazioni sono esatte il giorno 18 verrebbe annunciato un decreto presidenziale di gra­zia che metterebbe in libertà tutti i membri dell'OAS anco­ra detenuti, compresi il gen. Salan e il colonnello Argoud.

Così Bidault è nuovamente uscito di scena (ma per quan­to tempo?) consigliando i suoi eventuali sostenitori «di votare per il centro o per la Federazione della sinistra », cioè per quella terza forza che era stata la sua politica di governo negli anni cinquan­ta, prima dell'inizio della sua avventura fascista. Che Bi-daidt abbia lanciato questo invito per vendicarsi degli an­ni di esilio cui De Gaulle lo aveva costretto o per discre­ditare malignamente la Fede­razione è diffìcile dire: ma è certo che il « centrismo » non potrà menare vanto di questo inopinato appoggio dell'ex ca­po dei terroristi dell'OAS.

A proposito della manovra, svilupata in certi settori della socialdemocrazia e del radica­lismo francese, per rilanciare il terzaforzismo come solu­zione dell'attuale crisi politi­ca (ne avevamo ampiamente riferito ieri riportando le di­chiarazioni di Frangois Mit­terrand) l'Humanité di questa mattina ricorda polemicamen­te al Presidente della Fede­razione che € questa terza via o terza forza non ha dato alla Francia in passato né il so­cialismo né la libertà ». L'or­nano del PCF ricorda alla Fe­derazione che presentandosi

Aumenta in Gran Bretagna l'opposizione

alMEC LONDRA. 10

Una campagna contro l'in­gresso della Gran Bretagna nel MEC è in corso da qual­che tempo nel Regno Unito. Una petizione che reca la fir­ma di 97 mila persone sarà consegnata alla regina per chiedere l'immediato ritiro della richiesta del governo britannico di entrare a far parte del MEC. La raccolta delle firme in calce alla pe­tizione è stata organizzata da un apposito Consiglio Nazio­nale che è composto da 73 membri fra cui 24 parlamen­tari, 15 professori universita­ri. 15 uomini d'affari e indu­striali. Esso è presieduto dal­lo storico sir Arthur Bryan. Oggi nel corso di una confe­renza stampa, uno dei mem­bri di questo Consiglio, l'ex presidente del Board of Trade (Ministro del Commercio), Douglas Jay, ha dichiarato che, a suo parere, le recenti perdite di voti per il gover­no vanno attribuite alla op­posizione degli inglesi alla comunità economica europea.

L'entrata nel MEC, secondo il Consiglio, provocherebbe un aumento dei prezzi dei ge­neri di consumo, il peggiora­mento della bilancia dei paga­menti inglese, il danneggia­mento del rapporti commer­ciali tra la Gran Bretagna e i paesi del Commonwealth.

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all'elettorato come la « sola formazione politica capace di realizzare una alternativa de­mocratica al regime attuale » essa dimentica che « soltanto l'unione di tutte le forze di sinistra attorno ad un pro­gramma comune può porre fi­ne al potere personale e in­staurare una democrazia ».

Il governo intanto ha regi­strato una grossa sconfitta sul piano sociale, mentre continua lo sciopero dei metallurgici, degli operai dell'industria au­tomobilistica, del personale della marina mercantile e dei porti, degli insegnanti medi e superiori, della radiotelevi­sione. Ieri sera, davanti ad una decina di giornalisti con­vocati d'urgenza al Palazzo Matignon. il primo ministro Pompidou aveva chiesto a tut­ti i lavoratori ancora in scio­pero, e particolarmente agli insegnanti, di ritornare imme­diatamente al lavoro. Ai geni­tori aveva paternallsticamen­te consigliato di rimandare nei licei i ragazzi perché a partire da stamattina l'attività scola­stica sarebbe stata comunque normale. Ma stamattina non è accaduto nulla di quanto Pom­pidou aveva dato per sconta­to: la presenza degli inse­gnanti medi è stata insigni­ficante e quella degli studenti addirittura nulla.

Nelle fabbriche in sciopero l'operazione *al lavoro* del primo ministro si è risolta in una vera catastrofe. Le poche centinaia di operai che erano entrati nelle officine automo­bilistiche Renault di Flins, tuttora circondate dalla poli­zia, ne sono usciti poco dopo per raggiungere i loro com­pagni raccolti attorno ai diri­genti sindacali sulla piazza centrale di Elizabethville.

A mani vuote, dunque, il mi­nistro degli Affari sociali Schu-mann ha ricevuto stamattina prima i rappresentanti del padronato, ai quali sperava di dare qualche « buona notizia », poi quelli sindacali di catego­ria.

Oggi insomma, a ventiset­te giorni dall'inizio dei primi scioperi a Cleon. Flins e Bou-logne Billancourt. la situazio­ne è ancora a un punto morto per oltre un milione di ope­rai. cui si aggiungono le de­cine di migliaia di altri lavo­ratori dei settori che abbiamo più sopra indicato.

Stamattina la popolazione ha avuto la triste sorpresa di trovare il prezzo del pane aumentato del dieci per cen­to: la « baguette » (il classico sfilatino francese) è passata da 50 a 55 centesimi.

Attorno ai metallurgici e agli altri settori costretti a continuare lo sciopero si in­tensificano infatti gli episodi di solidarietà nazionale e in­ternazionale sollecitati dalla CGT con l'apertura di una sottoscrizione pubblica: oltre alle decine di milioni che ha raccolto in tutta la Francia il fondo di aiuto agli sciope­ranti e alle loro famiglie, vengono ad aggiungersi oggi un milione e mezzo di fran­chi (circa duecento milioni di lire) versati dai sindacati so­vietici e dieci milioni di lire della nostra Confederazione generale italiana del lavoro.

In nottata è stata diffusa una tragica notizia che rischia di provocare in tutti gli ambien­ti universitari una grave esplosione di collera. Un gio­vane di 17 anni di cui si igno­rano ancora le generalità è annegato nella Senna dove si era gettato (o era stato get­tato) a seguito di una carica della polizia.

La tragedia è avvenuta a Meulan nei pressi di Flins, teatro nei giorni scorsi di vio­lenti incidenti tra studenti. operai e corpi di polizia che occupavano quella fabbrica della Renault.

Secondo versioni per ora non conlróllate alcune centi­naia di giovani erano raccol­ti, questo pomeriggio, in un comizio quando un attacco in forze della polizia costringeva i manifestanti a disperdersi. Una decina di giovani si sa­rebbero gettati nella Senna per sfuggire alle cariche (i testimoni affermano che ri sarebbero stati gettati dall'im­peto stesso della carica). No­ve di essi riuscivano a stento a guadagnare la riva ma uno veniva travolto dalla corrente e annegava.

Da notare che in nottata la polizia aveva arrestato 230 studenti che da Parigi si re­cavano a Flins per portare ai lavoratori in lotta la loro soli­darietà. Mentre scriviamo cir­ca duemila studenti della Sor-bona hanno formato un cor­teo di protesta al Quartiere Latino e si trovano ora fac­cia a faccia con gli sbarra­menti di polizia.

Augusto Pancaldi

Dalla 1 Rumor

registrava anche un incontro De Martinc-Tanassi.

Ora l'impressione che pre­vale tra gli osservatori po­litici è che Rumor non si li­miterà a sondare le possi­bilità di un governo di coa­lizione per il quale manca l'appoggio del principale al­leato, il PSU. Da questo pun­to di vista egli avrebbe ben poco da « esplorare ». Ecco perché si ritiene che il se­gretario de trarrà occasione dai suoi contatti per giudi­care se sarà o meno il caso di passare alla fase succes­siva dell'operazione, che è quella della formazione di un governo nionocoloro o bicolore (DC-PRI) col soste­gno più o meno contrattato (lei socialisti. I quali con­tinuano a escludere, nella loro grande maggioranza, una sconfessione delle deci­sioni prese dalla direzione e dal CC. Il gruppo che vor­rebbe un ripensamento de­gli organi dirigenti (Manci­ni, l'erri. Preti, con la co­pertura di Pietro Nonni) re­sta isolato. « La speranza di farci tornare indietro attra­verso pressioni, lusinghe e quinte colonne sarà certo dura a morire — dice una nota della sinistra sociali­sta che pre-annuncia per sa­bato un convegno naziona­le della corrente —, ma la maggioranza del PSU ha or­mai preso una decisione che vale fino al congresso ». * Un cambiamento di indi­rizzo prima del congresso è impensabile » — ha detto a sua volta Hai/amo. E Le/zi. demartiniano. ha ripetuto che non ci sono le condizioni per un governo con la DC ed ha elencato alcuni punti per un governo che voglia guadagnarsi la « compren­sione » dei socialisti: attua­zione delle Regioni, rifor­ma dell'Università e del pen­sionamento, lotta per la fine dei bombardamenti USA nel Vietnam, fare luce sul Sifar.

Ciò non significa che ven-cano meno, nella DC e nrl PSU. i tentativi per ricosti­tuire il trinar!ito Una pir-te della sinistra de, la « Bn-se ». ribadisce con una di­chiarazione di Galloni la sua ostilità ad un monocolore e ripropone un centrosinistra gestito da « una nuova mag­gioranza ». Nei fatti questo orientamento viene a coinci­dere — pur con diverse mo­tivazioni — con le posizioni della destra « ministeriale » socialista. Ma l'ipotesi che prende sempre maggiore consistenza anche negli am­bienti de. è un'altra. Rumor — si dice in questi ambien­ti — « farebbe presente a Saragat insieme con la im­possibilità di procedere alla costituzione di un governo tripartito di centro-sinistra anche le alternative presen­tatesi come soluzioni possi­bili della crisi ». Non è det­to — si fa osservare — che Rumor sia disponibile per queste « diverse soluzioni ». Si sa che egli accetterebbe di presiedere un gabinet­to monocolore di transi­zione alla condizione di non perdere la sua carica di segretario de. fino al giorno in cui si renda possibile una riedizione del centro-sinistra « organico ».

Se questo non gli venisse concesso potrebbe farsi avan­ti per un monocolore o per un bicolore DC-PRI con l'ap­poggio socialista il ministro dell'Interno Taviani. Questi, forse per non scoprirsi anzi­tempo, fa professione di lea­lismo verso Rumor (fa dire, tra l'altro, che se Rumor forma il monocolore lui, Ta­viani, non pretende più di succedergli alla testa del partito). E se Rumor rinun­cia all'incarico? Allora Ta­viani può essere tra i can­didati al posto di premier.

Modena do ragione al manifestanti: fai campagna al contadino pro­duttore secondo gli accordi MEC dovrebbero andare po­co più di 60 lire al chilo men­tre se ne sr«endono circa 80 per produrlo, e mentre i con­sumatori io paga00 125 e an­che 130 lire Col prezzo per il latte accettato a Bruxelles da Restivo e dal governo di cen­tro sinistra si arriva a una ci­fra che e la metà del prezzo di una bottiglietta di una bi­bita gassosa. LI colpo che in questo modo si viene a dar» aH'aericoltura è gravissimo, inaccettabile, come era scriv to sulle centinaia di car­telli che punteggiavano 11 cor­teo e come è stato ribadito nel comizio in Piazza Grande da Serafini segretario della Federbraccianti provinciale e dall'on. Ognibene segretario della Federmezzadri nazionale.

Che cosa chiedono i conta­dini di tutte le categorie su­bito è detto nel dettaglio e con chiarezza nel documento di cui accennavamo prima

Le richieste fondamentali per la zootecnia sono tra l'al­tro: non accettazione e imme­diata discussione da parte del Parlamento degli accordi MEC; fissazione di un prezzo mi­nimo garantito del latte ai con­tadini di 73-80 lire al Kg.; con­trollo delle importazioni di car­ne e di prodotti lattiero-ca-seari per evitare le specula­zioni In atto togliendone l'e­sclusiva agli industriali e alla Federconsorzi; finanziamenti pubblici •»:' ir.enda contadina singola e a >ociata per Io svi­luppo degli allevamenti; rifor­ma della rete distributiva sta­bilendo un rapporto diretto con la produzione. Nel docu­mento vengono inoltre ribadi­te le richieste per sottrarre il produttore di birtoto agli arbitri del monopolio sac­carifero.