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ALMA MATER STUDIORUM - UNIVERSIT DI BOLOGNA
SCUOLA DI LETTERE E BENI CULTURALI
Corso di laurea in
LETTERE CLASSICHE
IL PERSONAGGIO DI TRIN TRA LETTERATURA GRECA, GERMANICA E
FINNICA.
Tesi di laurea in
FILOLOGIA GERMANICA
Relatore Prof. ALESSANDRO ZIRONI
Presentata da: MARCO CONTICELLI
Secondo Appello
Anno accademico
2015-2016
1
INDICE
INDICE ....1
INTRODUZIONE ........2
1. BIOGRAFIA E LINGUE ........4
1.1 Nota biografica ...........4
1.2 Glossopoiesis ..............7
2. PRESENTAZIONE DI TRIN TURAMBAR .......11
2.1 Contesto mitico: il Silmarillion ....11
2.2 Destino di Morte .......13
2.2.1 Infanzia di Trin e la maledizione di Morgoth ............................13
2.2.2 Gli allontanamenti e le prime sventure .. ................14
2.2.3 Il primo incontro con il Drago ........15
2.2.4 La morte di Glaurung e la fine dei figli di Hrin ........17
2.3 Lideazione della storia di Trin ......18
3. ANALISI: TRIN EMERGE DALLA MITOLOGIA ..........23
3.1 Larchetipo delluomo contro il Fato, Edipo ...........25
3.2 Luccisione del Drago .............40
3.3 Kullervo: modello per la figura di Trin .............49
CONCLUSIONI .........64
BIBLIOGRAFIA ...........67
2
INTRODUZIONE
Questo lavoro si pone lobiettivo di analizzare in chiave comparatistica uno dei primi scritti
dellautore britannico John Ronald Reuel Tolkien, I Figli di Hrin.
In realt si tratta di esaminare non soltanto il libro in questione, pubblicato nel 2007 dal figlio
Christopher, ma piuttosto la storia del protagonista, Trin, la quale si evolve in molti testi e
manoscritti di Tolkien, gi a partire dal 1917 circa.
Lo scopo principale, dunque, sar individuare come Tolkien sia giunto a descrivere gli aspetti
psicologici del personaggio e gli impulsi esterni, solitamente sovrumani, che lo hanno portato
ad affrontare numerose disavventure e peripezie, le quali si concluderanno con
lannientamento dei personaggi principali. In particolare ci si focalizzer su alcuni personaggi
letterari che costituiscono la base sulla quale Tolkien erige la complessa personalit, eroica
ma tragicamente titanica, di Trin. Alcune figure provenienti dalla mitologia, infatti, sono
state elevate a canoni culturali, nei quali sono rintracciabili le sfumature psicologiche proprie
dellanimo umano, e dai quali si mosso Tolkien per costruire il suo personaggio, in
particolare attraverso la figura di Edipo.
Lidea quella di far emergere come Trin sia un amalgama culturale, derivato dalla
commistione di pi emblemi mitologici. Le influenze mitiche non sono rintracciabili
solamente nelle atmosfere tragiche e arcaiche in cui si sviluppano gli eventi principali, ma
possibile scorgerli ad un livello pi profondo e intimo, ovvero nelle riflessioni psicologiche e
nelle volont decisionali delle intricate personalit presenti nel racconto.
Nella prima parte della seguente trattazione sar data una panoramica generale sugli eventi
pi rilevanti della vita dellautore, per comprendere quali siano stati gli interessi, gli studi e le
attitudini che lo hanno portato a costruire il mondo fantastico, dentro il quale sviluppata la
storia di Trin.
Successivamente si esporr una breve illustrazione sulla creazione linguistica in cui si
cimentato Tolkien per gran parte della sua vita. Questo paragrafo mirato a chiarire gli aspetti
generali delle due lingue principali che si troveranno nel corso della narrazione, a causa della
fondamentale importanza che assume la lingua nei lavori di Tolkien. Secondo lautore infatti
la mitologia linguaggio e il linguaggio mitologia, e per quanto riguarda linvenzione di
una lingua o di un sistema mitologico, sostiene che la creazione della lingua e la creazione
della mitologia siano funzioni strettamente correlate, non perch luna sia il sottoprodotto
3
dellaltra, ma in particolare perch la costruzione di un linguaggio implica intrinsecamente la
formazione di una mitologia.1 E dal momento che la vicenda di Trin un racconto eroico -
mitologico, inserito in un contesto mitico e cosmogonico pi ampio, sembra opportuno fornire
delle linee generiche sulle lingue che interessano in particolar modo la storia presa in esame.
Un intervento centrale cercher di individuare come Tolkien si arrivato a comporre tale storia,
la quale stata presentata pi volte in numerose edizioni. Sar chiarito inoltre come in ogni
pubblicazione relativa alla storia dei figli di Hrin sia presente la mediazione del curatore,
ossia il terzogenito Christopher, il quale intervenne nellorganizzare il numeroso e caotico
insieme di manoscritti lasciati dal padre, adottando determinate scelte editoriali non sempre
coerenti tra loro e forse con presupposti che vanno al di l del semplice interesse letterario.
Infine, nellultima sezione, lintero capitolo terzo, sar proposta unanalisi del personaggio
principale, mettendo in luce i probabili influssi mitologici che hanno dato forma alla figura in
questione. Verranno proposti dei passi significativi dalla tradizione letteraria greca (insieme
ad alcuni rifacimenti latini), da quella germanica e da quella finnica, confrontati con altrettanti
passi ricavati da vari scritti di Tolkien, tutti riguardanti larticolata storia di Trin; per
questultimi infatti saranno proposte, ove necessario, pi versioni del medesimo episodio per
sottolineare la variet di sviluppi, revisioni e metamorfosi di cui sono stati oggetto. Inoltre
saranno esposti alcuni topoi delle antiche civilt trattate, rintracciabili nel testo tolkieniano,
con le ovvie trasposizioni dovute alla differenza tra limmaginario ambiente culturale e
latmosfera storico mitica in cui sono ambientate tali vicende e la situazione religiosa e
sociale delle opere confrontate.
1 John Ronald Reuel Tolkien, Un Vizio Segreto, in J.R.R. Tolkien, Christopher Tolkien (a cura di), The Monsters
and the Critics and Other Essays, London, Allen and Unwin, 1983; Gianfranco de Turris (a cura di) Il Medioevo
e il Fantastico, Milano, Luni Editrice, 2000, traduzione di Carlo Don, p 301.
4
1. Biografia e Lingue
1.1 Nota biografica2
John Ronald Reuel Tolkien nacque il 3 Gennaio 1892 in Sudafrica. I genitori, inglesi, si erano
spostati nella citt di Bloemfontein per il trasferimento della sede lavorativa del padre,
funzionario di banca. Pochi anni dopo, nel 1895, per motivi di salute, John costretto a
tornare con la madre e il fratello minore in Inghilterra, nella citt natale dei genitori,
Birmingham. Purtroppo in breve tempo i due fratelli Tolkien rimangono orfani prima del
padre e poi della giovane madre, la quale scompare nel 1904 lasciando i figli in custodia alla
loro zia e, successivamente, a un sacerdote cattolico degli Oratoriani, padre Francis Morgan.
Dalla madre John Ronald eredit una fervente passione per le lingue straniere, nonch per le
antiche leggende e fiabe, elementi di un mondo che lo conquistava di giorno in giorno e a cui
dedicava il tempo libero. Sotto la guida di padre Morgan cominci gli studi dimostrando ben
presto unelevatissima predisposizione per le lingue: eccelleva soprattutto nello studio del
greco antico e del latino, ed era interessato anche al gotico e allantico finnico.
Di grande rilievo per la sua formazione fu la partecipazione a numerose associazioni
studentesche, attivit che nel 1911 lo porter a crearne una di sua iniziativa con la
collaborazione di alcuni compagni i quali condividevano lo stesso amore per la letteratura
greca e latina. Nel frattempo il giovane Tolkien continu ad accrescere la sua conoscenza
delle lingue germaniche e della letteratura nordica, grazie anche a una borsa di studio che gli
permise di entrare come Exhibitioner all'Exeter College di Oxford. In quegli anni cominci la
lettura del Kalevala3 (nella traduzione inglese di William Forsell Kirby del 1907)
4, poema
epico della letteratura finnica, che sar uno dei pilastri portanti per la creazione di personaggi,
storie e atmosfere delluniverso immaginario che emerger dalle sue opere. Nel 1915 ottiene
il titolo di Bachelor of Arts allExeter College, ma costretto a interrompere gli studi per
lincombere della Prima Guerra Mondiale: si arruola nei fucilieri del Lancashire e, nel 1916,
poco dopo aver sposato la donna che amava fin dallinfanzia, Editt Brath, raggiunge il fronte
occidentale in Francia. Tornato in patria per motivi di salute, riprende gli studi allExeter
College conseguendo il titolo di Master of Arts nel 1919.
2 Le informazioni riguardo la biografia di John Ronald Reuel Tolkien derivano dalla consultazione di: Gianluca
Comastri, Cenni sulla vita del Professore di Oxford, (ultima consultazione: 15/09/2016),
http://www.eldalie.it/saggi/JRRT/Biografia.php 3 Elias Lnnrot, Vanha Kalevala, 1835 (I edizione), Uusi Kalevala, 1849 (II edizione). 4 Verlyn Flieger, Introduzione in J.R.R. Tolkien, V.Flieger (a cura di), La storia di Kullervo, Milano, Bompiani,
2016, p. IX.
5
Gi per dal 1917 aveva cominciato a scrivere un testo, The Book of Lost Tales, che non sar
mai completato e mai consegnato alle stampe dallautore, che costituisce tuttavia la base sulla
quale nascer The Silmarillion5, ovvero il nucleo fondamentale intorno al qualche si
svilupperanno le vicende della Terra di Mezzo. Linteresse per le lingue antiche, in questo
periodo proiettato soprattutto sullo studio filologico degli idiomi germanici, lo porter nel
1924 a diventare Professore di Lingua inglese allUniversit di Leeds e lanno successivo a
essere nominato titolare della cattedra Rawlinson and Bosworth di filologia anglosassone al
Pembroke College di Oxford. Durante gli anni di insegnamento a Oxford strinse una profonda
amicizia con il professor Clive Staples Lewis, anchegli filologo e studioso di lingua inglese,
con il quale Tolkien, insieme ad altri, fond il circolo di discussione letteraria degli Inklings,
il quale lo accompagner fino alla fine della sua carriera, se non della sua stessa vita. In realt
lincontro con Lewis aveva gi creato loccasione per la nascita di un primo circolo, pi
ristretto e incentrato sulla lettura di antiche saghe islandesi: proprio da quella cultura derivava
il nome del circolo, The Kolbitar (o Coalbiters, ovvero mangiatori di carbone). Esauriti i
temi da trattare con i Kolbitar, i due professori diedero vita a un ambiente in cui non solo le
letture erano focalizzate sulle antiche saghe e leggende, ma in cui venivano proposti
componimenti degli stessi membri del gruppo: furono gli Inklings per primi a sapere delle
avventure narrate ne The Hobbit o della forgiatura dellAnello da parte delloscuro signore
Sauron.
Proprio nei primi anni di insegnamento, tra il 1920 e il 1930, lautore si dedica alla
composizione di vari scritti, alcuni dei quali costituiscono dei racconti per linfanzia dedicati
ai figli, mentre altri si concentrano su mitologie e leggende del mondo che stava plasmando.
Nel 1930 comincia la stesura di The Hobbit6, che verr completato e pubblicato dalla casa
editrice Allen and Unwin solo nel 1937. Il libro una storia per bambini che narra le
avventure in cui si imbatte questa strana creatura che molto affascinava lo scrittore stesso; ma
laspetto fondamentale di questo volume che getta le basi su personaggi e avvenimenti ai
quali Tolkien dedicher poi unintera trilogia, grazie alla quale raggiunger fama mondiale
destinata a durare per decenni. The Lord of the Rings7 senza dubbio lo scritto pi celebre
dellautore britannico, ma inizialmente non viene accolto dalla casa editrice e verr pubblicato
5 J.R.R.Tolkien, C. Tolkien (a cura di), The Silmarillion, London, Allen and Unwin, 1977. Il Silmarillion,
Milano, Bompiani, 2013, nuova edizione italiana a cura di Marco Respinti, con traduzione di Francesco Saba
Sardi. 6 J.R.R.Tolkien, The Hobbit or There and Back Again, London, Allen and Unwin, 1937. Lo Hobbit o la
Riconquista del Tesoro, Milano, Gli Adelphi, 1989, traduzione di Elena Jeronimidis Conte. 7 J.R.R.Tolkien, The Lord of the Rings, London, Allen and Unwin, 1956. Il Signore degli Anelli, Milano,
Bompiani, I edizione 2000, VIII edizione 2014 a cura di Quirino Principe.
6
in tre momenti differenti, seguendo la tripartizione interna al libro: nel 1954 vede la luce The
Fellowship of the Ring, tra il 54 e il 55 The Two Towers e infine nel 1955 The Return of the
King; solo nel 1956 infatti viene pubblicato un volume unico contenente i tre racconti,
stampato dalla casa editrice Allen and Unwin. Nei primi anni 60 tuttavia la casa editrice
statunitense Ace Book pubblic unedizione non autorizzata da Tolkien, senza pagare i diritti
dautore. Scoperta ledizione pirata, gli editori dovettero pagare i diritti allo scrittore, anche
se in maniera inferiore rispetto a una pubblicazione regolare. Malgrado ci, il libro ottenne un
notevole successo commerciale e, intorno alla met degli anni 60, stava gi diventando un
fenomeno culturale mondiale.
Parallelamente alla crescente attivit di scrittore, Tolkien non abbandona il ruolo di docente
universitario, anzi nel 1945 ottiene la cattedra di lingua inglese e letteratura medievale del
Merton College di Oxford, incarico che manterr fino alla fine della carriera nel 1959, anno a
partire dal quale lascia definitivamente limpegno universitario e si dedica agli studi e alle
pubblicazioni personali. Conclusasi una parte della sua vita, quella accademica, Tolkien si
concentra sui suoi scritti e, tra il 60 e il 67, vengono pubblicati nuovi libri, alcuni dei quali
narrano storie riguardanti la Terra di Mezzo, altri di interessi pi vari; ma evento non
trascurabile di quegli anni la ripresa della stesura di qualcosa che era rimasto incompiuto: il
racconto della Creazione del mondo, che egli stesso aveva ideato e a cui stava ancora
apportando modifiche. Fino alla fine della sua vita quindi Tolkien si dedica alla composizione
di The Silmarillion, il quale per non sar pubblicato dallo stesso autore ma dal figlio
Christopher dopo la morte del padre, avvenuta il 2 Settembre 1973 a Bournemouth, solo due
anni dopo la scomparsa dellamata moglie Edith.
7
1.2 Glossopoiesis
Alla base c linvenzione dei linguaggi. Le storie furono create per fornire un mondo ai
linguaggi e non il contrario. Per me prima viene il nome e poi la storia.8
Niente meglio delle parole dello stesso autore potrebbe esprimere quanta importanza ha
rivestito laspetto linguistico nella creazione del legendarium; anzi proprio in funzione delle
lingue e delle parole vengono creati i racconti: una volta scribacchiai hobbit su un foglio
bianco [] pass qualche tempo prima che scoprissi a che cosa si riferiva9 pertanto vuole
dire che il risuonare di quella parola, di per s priva di significato, cominci a suscitare in
Tolkien delle idee, delle sensazioni che poi vennero tramutate in un racconto, in una storia per
bambini. Questa non fu la prima parola che dalla mente di Tolkien venne proiettata in
unottica pi ampia e in un mondo alternativo, fantastico. Molti bambini creano, o
cominciano a creare, linguaggi immaginari. Io ho cominciato a creare questo non appena ho
cominciato a scrivere10
: fin da bambino lautore si ciment nel comporre lingue fittizie e
ovviamente ci che venne fuori dallimmaginazione di un ragazzino affascinato dalle fiabe e
dalle leggende in principio fu un animalico, un codice che si serviva soltanto di nomi
animali e di numeri per comunicare, e il Nevbosh, o Nuovo Nonsense, una storpiatura
della lingua inglese arricchita da prestiti latini o francesi11
. Il Neffarin, invece era una
creazione prettamente personale, ideata in parte per prendere il posto del Nevbosh, su basi
inglesi, latine e spagnole per fonemi e combinazioni, ma limitata allaspetto puramente
comunicativo. Secondo Bausani, losservazione dei linguaggi inventati da bambini molto
importante per lo studio della struttura dellinventivit linguistica12
, come definita dallo
stesso, e tali lingue infantili sono interpretate come permanenze residue dellusanza di molti
bambini di creare parole e espressioni apparentemente insensate.13
Laspetto comunicativo
inoltre una delle tipologie teoriche che stanno alla base della creazione linguistica; unaltra
tipologia invece la realizzazione di una lingua come espressione, destinata a scopi poetici ed
8 J.R.R.Tolkien, lettera 165 alla Houghton Mifflin Co, 1955, in J.R.R.Tolkien, H. Carpenter, C. Tolkien (a cura
di), The Letters of J.R.R.Tolkien, Allen and Unwin, London, 1981. La realt in trasparenza lettere 1914-1973,
Milano, Rusconi, 1990. (Da ora in poi notato come Lettere), p. 248. 9 Ibidem. 10 Ivi, lettera 131 a Milton Waldman, 1951, p.164. 11 J.R.R. Tolkien, Un Vizio Segreto, in J.R.R Tolkien, C. Tolkien (a cura di), The Monsters and the Critics and
Other Essays, London, Allen and Unwin, 1983. G. de Turris (a cura di) Il Medioevo e il Fantastico, Milano,
Luni Editrice, 2000, traduzione di Carlo Don, pp. 283 ss. 12 Alessandro Bausani, Le Lingue Inventate, Roma, Ubaldini Editore, 1974, p. 12. 13 Ivi, p. 25.
8
esoterici.14
Proprio tra le lingue puramente espressive dovrebbero essere annoverate le
numerose lingue che ide Tolkien, dopo aver abbandonato linventivit infantile.
Le lingue inventate da Tolkien sono state intenzionalmente costruite non a scopo divulgativo,
ma per soddisfazione personale, in quanto lo scrittore apprezzava in modo particolare servirsi
delle lingue per puro divertimento, essendo interessato alle lingue artificiali, anche al di
fuori dalle proprie; nella creazione linguistica non viene dunque realizzata unoperazione per
scopi scientifici e neppure per soddisfare le esigenze di un determinato pubblico.15
La sua
scelta incanalata dunque in una direzione asociale, per cui la sua inventivit linguistica
potrebbe attribuirsi alla sfera delle creazioni laiche e orizzontali; in particolare lautore
sembra essere indirizzato alla formazione di lingue artificiali laiche di puro gioco espressivo,
non mirate alla comunicazione, n tantomeno appartenenti a un ambito sacrale.16
Pertanto, diventando professore di lingua, rinomato filologo ed esperto glottoteta, le sue
preferenze e soprattutto la sua abilit nella costruzione di sistemi linguistici crebbe, a tal
punto che nelle opere rintracciabile una gran quantit di idiomi inventati, alcuni legati tra
loro, ma tutti differenti. Due di essi, ovvero il Quenya e il Sindarin, sono quasi completi, nel
senso che sono forniti di una struttura simile alle lingue reali, la cui storia scritta e le cui
forme sono scientificamente dedotte da unorigine comune17
. Abbiamo numerose
testimonianze di queste lingue, soprattutto in versi. Per lo stesso Bausani infatti la
composizione poetica di per s uninvenzione linguistica, di cui lespressione pi comune
la metafora. Ma ancor pi esemplari sono le kenningar, le quali si potrebbero definire
metafore senza un immediato temine di paragone. La kenning, bench sia uninvenzione
molto antica e forse risalente al periodo indoeuropeo, ha assunto importanza vitale ed
divenuta il simbolo distintivo di quella cultura, soprattutto nella poesia scaldica islandese.18
E
come si visto in precedenza, ma come sar ancor pi lampante successivamente, la lingua e
la letteratura islandese saranno fondamentali per la formazione di Tolkien scrittore e
mitologo.
Lautore per la sua glossopoiesis, neologismo greco che indica la creazione di nuove lingue,
fu influenzato particolarmente da antichi idiomi di origine indoeuropea come il greco, il
latino, le lingue germaniche (ad esempio gotico, antico inglese, islandese), nonch celtiche e
14 Ivi, pp. 12-13. 15 J.R.R Tolkien, Un vizio segreto in Il Medioevo e il Fantastico, op.cit., pp. 283, 294, 304. 16 Cfr. A. Bausani, , Le Lingue Inventate, op.cit., pp. 14-15. 17 J.R.R.Tolkien, lettera 131 a Milton Waldman, 1951 in Lettere , p. 164. 18 A. Bausani, Le Lingue Inventate, op.cit., p. 43.
9
dal ceppo ugro-finnico rappresentato dal finlandese: il Quenya, la prima lingua scritta nella
Terra di Mezzo, la lingua degli Alti Elfi, stato creato sulla base del latino, scritto con
unortografia simile a quella latina ma, allo stesso tempo, frammisto di elementi greci e
finnici19
. Soprattutto per le caratteristiche fonetiche e grammaticali ( una lingua flessiva,
ricca di prefissi e suffissi) legato al finlandese, mentre linfluenza del greco si avverte
principalmente nella formazione degli aspetti verbali e nella morfologia.20
La storia del
Quenya troppo complessa e articolata per essere chiarita in questa sede (sarebbe necessario
un lavoro di ricerca finalizzato a quel solo scopo, e in effetti ve ne sono gi molti), baster qui
precisare che, essendo una lingua a tutti gli effetti, parlata in un certo momento storico da un
popolo ben preciso (allinterno di un contesto ideale molto pi esteso, quasi parallelo, il quale
fa si che dentro esso ogni cosa sia reale, lingua, popolo o cultura che sia), essa stata e sar
soggetta a tutti processi che investono una struttura linguistica: un linguaggio strettamente
legato alla comunit da cui parlato e le lingue sono sempre il termometro de costumi,
delle opinioni ec. delle nazioni, e de tempi, e seguono per natura landamento di questi21
.
Le lingue elfiche, infatti, furono concepite per essere inserite in un contesto storico e sono
legate indissolubilmente alla storia degli Elfi da cui erano parlate, pertanto si assiste a una
grande ramificazione, che include processi di separazioni e interazioni tra tali lingue durante
la loro evoluzione22
, e lo stesso Tolkien affermava: un linguaggio richiede unambientazione
adatta, e una storia in cui possa svilupparsi.23
Il Quenya deriva da un lingua madre chiamata Eldarin, idioma primordiale degli Eldar, da cui
nascer anche il Telerin, dal quale, a loro volta, si diramano il Sindarin, il Doriathrin e i vari
dialetti Nandorin.24
Il Sindarin la seconda lingua di cui abbiamo unabbondante
testimonianza scritta; fu la lingua pi usata nella Terra di Mezzo, la lingua degli Elfi Grigi,
ovvero i Sindar (da cui il nome). Tolkien costru il Sindarin sui suoni e sulla grammatica della
lingua gallese britannica ([...] il fascino che i nomi gallesi hanno sempre esercitato su di
me)25
, sebbene unimportante caratteristica di questa lingua sia la metafonia, il che rivela una
consistente influenza germanica. Il Sindarin quindi viene distaccato dal Quenya (che ha come 19 Edouard Kloczko, Lingue Elfiche, Roma, Tre Editori, 2004, p. 163. 20 J.R.R.Tolkien, lettera 144 a Naomi Mitchinson, 1954 in Lettere, p.199-200. 21 Giacomo Leopardi, Zibaldone, vol.1, edizione Flora, Milano, Mondadori, 1937, p.818-819 22 C. Tolkien, The Etymologies in J.R.R. Tolkien, C. Tolkien (a cura di), The Lost Road and Other Writings,
vol.5 di The History of Middle-Earth, Boston, Houghton Mifflin, 1987, p. 341 23 J.R.R. Tolkien, lettera a Charlotte e Denis Plimmer, 1967, in Lettere, p. 421. 24 Questa suddivisione approssimativa e non vuole fornire precisi elementi linguistici riguardo tali lingue, n
tantomeno procurare una ben definita gerarchia tra di esse. Per ulteriori informazioni e chiarimenti in merito
consultare i libri citati alle note 19 e 26. 25 J.R.R.Tolkien, lettera 163W.H. Auden,1955 in Lettere, p. 242.
10
riferimento fonologico il finnico) e avvicinato al celtico, in quanto Tolkien era molto attratto
da questultimo, ma anche e soprattutto perch la cultura celtica molto pi si addiceva alle
leggende e alle storie che riguardavano il popolo Sinda.26
Il Sindarin quindi sar la lingua pi parlata nella Terra di Mezzo nel corso della Prima Era,
durante la quale si svolgono i principali eventi descritti nel Silmarillion, come precisato
prima, e in particolare, epoca in cui ambientata la tragica vicenda dei figli di Hrin. Tale
lingua legata dunque a quegli Elfi che non si spostarono nel reame luminoso di Aman.27
A tal proposito, dunque, il Quenya, parlato principalmente ad Aman, associato in maniera
assoluta alla Luce: il grado di vicinanza alla luce influenza gli elementi fonologici,
morfologici e semantici di ciascuna lingua. Per questo il Sindarin viene indicato come la
lingua del crepuscolo, una lingua dolce ma lontana dalla luce e dallelevatezza del Quenya28
(di conseguenza la lingua degli orchi e di Sauron sar chiamata Linguaggio Nero). Tornati
nella Terra di Mezzo, gli Elfi di Aman apprenderanno la lingua Sindarin, dimenticando
lentamente il Quenya che, continuer ad essere conosciuto e letto, ma non pi parlato, alla
stregua del latino in epoca moderna.29
Luce ed ombra da un livello fisico e geografico vengono traslati a un piano linguistico, e di
conseguenza allambito dellanimo umano. Inizialmente le sfumature tra luce ed ombra sono
incarnate in personalit elfiche, essendo questi i primi esseri, pi vicini al regno umano che
divino, a comparire nel mondo; ma con larrivo degli uomini, lo scrittore si avvicina
maggiormente alla realt e, attraverso particolari individualit, tra le quali spicca senza dubbio
quella di Trin, figlio di Hrin, proietter questoscillazione tra bene e male in un contesto pi
concreto e accessibile.30
Il Sindarin quindi, che la lingua parlata dagli Elfi con cui entra in
contatto Trin, e successivamente imparata dallo stesso, una manifestazione astratta della
sua natura, la quale a sua volta un exemplum dellindole crepuscolare dellessere umano.
26 V. Flieger, Schegge di luce, logos e linguaggio nel mondo di Tolkien, Genova-Milano, Marinetti Editore,
2007. 27 Cfr. Silmarillion , pp. 107 ss. 28 V. Flieger, Schegge di luce, op.cit., pp. 132, 192. 29 Ivi, p. 193. 30 Ivi, p. 171.
11
2. PRESENTAZIONE DI TRIN TURAMBAR
2.1 Il contesto mitico: il Silmarillion
Come affermava lo stesso Tolkien a proposito dei tre grandi racconti della Prima Era, essi
potrebbero essere letti e compresi ugualmente senza la conoscenza del Silmarillion31
;
malgrado ci, chiarire approssimativamente la struttura dellopera apporterebbe una chiave di
lettura pi profonda per comprendere da quali patrimoni culturali e atmosfere mitiche lo
scrittore britannico sia stato influenzato per dare forma nella sua mente e nei suoi scritti al
personaggio in questione.
Le prime due parti del Silmarillion, chiamate rispettivamente Ainulindal (la Musica degli
Ainur) e Valaquenta (il Novero dei Valar) narrano di come Eru, lUnico, divinit
primordiale, chiamato Ilvatar in Arda, abbia creato il mondo e di come gli esseri supremi,
che hanno nome Aiunur, abbiano preso vita. La descrizione della nascita della terra presenta
chiari riferimenti alla Genesi biblica, inoltre un personaggio in particolare sembra incarnare le
caratteristiche di Lucifero: Melkor era lo spirito pi potente, il quale per si ribell a Eru e
mosse guerra contro gli altri Ainur.32
La terza parte quella centrale e prende il nome di Quenta Silmarillion, ovvero la Storia dei
Silmaril. In questo racconto si susseguono varie epoche (gli Anni dei Valar, gli Anni degli
Alberi) fino ad arrivare alla nascita del Sole e della Luna, che dar inizio alla Prima Era della
Terra di Mezzo, durante la quale saranno combattute le guerre contro Morgoth, nome dato a
Melkor dopo la sua caduta. La narrazione principale dunque riguarda la forgiatura dei tre
Silmaril, gemme di ineffabile bellezza, contenenti la Luce di Valinor,33
da parte dellElfo
Fanor e del loro furto da parte di Morgoth, motivo per il quale gli Elfi combatteranno contro
questi svariate battaglie. Nella Terra di Mezzo vengono costituiti numerosi regni elfici, che
saranno portati alla rovina dal Signore Oscuro, prima che egli venga sconfitto nellultima
grande guerra, the War of Wrath la Guerra dellIra. Alla fine della Prima Era il Beleriand, la
parte pi a Ovest della Terra di Mezzo, sprofonder nel Mare per gli innumerevoli danni
causati dalle guerre.34
31 J.R.R. Tolkien, lettera 131 a Milton Waldman, 1951, in Lettere, op.cit., p. 171. 32 Cfr. Il Silmarillion, op.cit., pp. 47-74. 33 Il loro nome in Quenya infatti significa splendore di luce pura. 34 Cfr. Il Silmarillion, op.cit., pp. 77-458
12
In questo contesto si inserisce la vicenda di Trin Turambar, il padre del quale, Hrin
Thalion, combatt a fianco degli Elfi durante la Quinta Battaglia, ovvero la Nirnaeth
Arnoediad (la Battaglia delle Innumerevoli Lacrime). Gli eventi successivi alla sua cattura
da parte di Morgoth scateneranno sui suoi figli e in particolare su Trin una tremenda
maledizione, la quale si riverser anche sulle sorti di alcuni regni elfici.35
Agli Uomini che scesero in campo al fianco dei Valar fu concesso di dimorare su un isola tra
la Terra di Mezzo e il Paese Beato (una sorta di Paradiso terrestre in cui vivono gli Ainur),
ovvero Nmenor. Della sua fondazione e caduta narra la quarta parte del Silmarillion
pubblicato, Akallabth, ma questa e lultima sezione, Degli Anelli del Potere e della Terza
Era, non trattano della storia di Trin e non saranno affrontate in questo lavoro. 36
35 Cfr. Il Silmarillion, op.cit., pp. 342-410. 36 Cfr. Il Silmarillion, op.cit., pp. 461-540.
13
2.2 Destino di Morte37
Dal momento che nel successivo capitolo saranno analizzati i passi de I Figli di Hrin sarebbe
opportuno concentrare lattenzione sulla vita e le imprese di Trin, focalizzandosi su
caratteristiche psicologiche e eventi particolari che hanno tracciato il sentiero che lo condurr
alla morte.
2.2.1 Infanzia di Trin e la maledizione di Morgoth
Trin nacque nellanno 464 della Prima Era, figlio di Morwen e Hrin, della grande casata di
Hador, una delle pi importanti stirpi degli Uomini. Hrin viveva e reggeva il Dor-lmin,
regione nellestremo Nord-Ovest della Terra di Mezzo. Fin dallinfanzia il corso della sua vita
fu legato, tramite suo padre, a quello di Morgoth e Trin dimostr da subito il temperamento e
la giustizia che lo accompagneranno nelle sue disavventure. Egli non era allegro e
difficilmente dimenticava i torti subiti, mostrando un carattere impetuoso e feroce, ma come il
padre era misericordioso verso le creature sofferenti. Allet di cinque anni assistette alla
morte della sorella Lalaith, di soli tre anni, causata da una pestilenza venuta da Nord ed
emanata dal Nemico. A causa delle guerre, Trin crebbe lontano dalla figura paterna: il padre
infatti fu perpetuamente impegnato nelle lotte contro Morgoth e dopo la Nirnaeth Arnoediad
fu catturato e torturato dal Nemico. Egli era il guerriero Adan38
pi valoroso dellantichit e
molto sapeva sugli Elfi e sui loro segreti essendo un fedele alleato e mai cedette alle lusinghe
o alle sevizie subte, meritando lepiteto di Thalion, ovvero il Costante, lIncrollabile.
Morgoth allora per vendicarsi lo maled e con lui tutta la sua casa, promettendo che sempre la
sua ombra sarebbe calata sui suoi cari ovunque si trovassero: apr allora gli occhi di Hrin
incatenandolo su unalta montagna cosicch potesse vedere le disgrazie abbattersi sulla sua
famiglia. Da questo momento ogni azione che Trin comp gli si rivers contro e ogni persona
che si incammin con lui fu investita dalla sua oscurit; ma egli non ne era a conoscenza, e
contro il Fato condusse la sua vita.39
37 Le vicende qui trattate si riferiscono alla versione della storia di Trin revisionata e portata a compimento da
C.Tolkien in J.R.R.Tolkien, C.Tolkien (a cura di), Narn i Chn Hrin. The Tale of the Children of Hrin, Londra,
HarperCollins, 2007. I Figli di Hrin, Milano, Bompiani, 2009, con traduzione di Caterina Ciuferri. 38 La parola Adan (plur. Edain) in Sindarin indica la razza degli Uomini. 39 Cfr. I Figli di Hrin, op.cit., pp. 31-64; Il Silmarillion, op.cit., pp. 360-361
14
2.2.2 Gli allontanamenti e le prime sventure
Intanto nel Dor-lmin, Morwen era preoccupata per le sorti incerte del figlio e decise di
inviarlo nel reame elfico del Doriath, presso il Sire Thingol. Egli fu lieto di accoglierlo e lo
allev come un figlio. Trin part, ma lallontanamento dalla madre sconvolse il suo animo e
nella sua mente sempre rimarr il ricordo di quel dolore; malgrado ci egli crebbe nel Doriath
abile e veloce come un Elfo, ma forte come un Uomo e cacciando per i boschi strinse una
profonda amicizia con Beleg Cthalion (Arcoforte). Dopo alcuni anni egli scapp dalla
protezione di Thingol e Melian avendo causato inavvertitamente la morte di uno dei
consiglieri del re e avendo paura del loro giudizio. Abbandon la sua seconda casa e ci non
gli cost poche sofferenze, ma da allora vag per i boschi fino ad imbattersi in una banda di
fuorilegge di cui divenne il capo. Ma Thingol, sapendo dellaccaduto, perdon Trin perch
sapeva che non cera malvagit nelle sue azioni e che il suo misfatto era stato causato da un
torto subito, per questo incaric Beleg di trovarlo e lo invit a scegliere unarma per la sua
impresa ed egli opt per Anglachel, una spada di immensa fama, forgiata col ferro caduto dal
cielo da El, lElfo Scuro, ma foriera di un tetro avvenire.
Per comprendere il modo in cui affronter le sue disavventure fondamentale ricordare e
tenere presente gli appellativi che saranno attribuiti a Trin e che egli stesso si assegner
durante le sue peripezie, perch, in linea con il pensiero di Tolkien, sono i nomi e le parole a
indicare il corso degli eventi: ad esempio, leroe vivendo tra i fuorilegge sar ricordato come
Neithan, ovvero lOffeso (letteralmente colui che spossessato). Quando Beleg trov la
banda dei fuorilegge, venne rapito e legato, essendo allora Trin lontano dallaccampamento;
al suo ritorno, liber lamico e promise che da quel momento avrebbe dato la caccia ai soli
servi di Angband. Beleg rifer le parole di Thingol e del suo perdono, esortando Trin a
tornare nel Doriath, ma egli rifiut. Arcoforte torn a Menegroth (le Mille Caverne, rocca
principale del Doriath) e preg il Re di lasciarlo tornare da Trin per combattere al suo fianco,
Thingol acconsent. Nei pressi dellAmon Rdh, la Collina Calva in Sindarin, unaltura
solitaria in una landa a ovest del Doriath, intanto Trin e i suoi compagni trovarono tre
Nanerottoli, uno dei quali fu trafitto con una freccia da un bandito. Il padre di costui era Mm,
ultimo rappresentante della sua razza, e offr a Trin un riparo sicuro in cambio di avere salva
la vita. Guid i fuorilegge su per la Collina, perch l egli abitava e quel luogo venne
chiamato Bar-en-Danwedh, ovvero la Casa del Riscatto, perch il figlio di Mm era morto
al tramonto e Trin divenne suo debitore.
15
Una sera Beleg giunse tra loro portando un dono allamico: era lElmo-di-Drago, cimelio
della casa di Hador che Trin aveva abbandonato nel Doriath, insieme alla sua vecchia
identit. Arrivata la primavera i servi di Morgoth si avvicinarono verso le contrade
occidentali, allora Trin decise di indossare lElmo di Hador per difendere quelle terre e molti
si unirono a lui e a Beleg e la loro fama si spinse fino alle orecchie di Morgoth.
Ma la Maledizione Nera incombeva sullanimo di Trin e, se per sfuggire ad essa avrebbe
potuto nascondersi tra le reti incantate di Melian, moglie di Thingol e protettrice del Doriath,
egli non lo fece perch altro gli dettava il suo cuore, avvelenato dal male. Cos accadde che
Mm, il quale provava repulsione e gelosia nei confronti di Beleg, trad Trin e rivel alle spie
di Morgoth il suo nascondiglio sulla Collina e mostr loro la strada per accedervi: gli orchi
dilagarono nelle grotte e uccisero tutti coloro che vi dimoravano, ad eccezione di Trin che fu
imprigionato e portato via e di Beleg che, per volont del Nanerottolo, fu legato e lasciato alla
sua merc. Ma un uomo sopravvissuto allattacco liber lElfo e lo lasci scappare.
Inseguendo giorno e notte le tracce degli orchi, Beleg, insieme a Gwindor, un Elfo incontrato
lungo il suo viaggio, riusc a recuperare Trin dallaccampamento degli orchi, ma non appena
Arcoforte si chin su lui per tagliare i lacci che lo legavano, Trin fu colpito dalla spada di
Beleg e svegliatosi impaurito trafisse a morte lamico. Questo fu il terzo grande dolore per
Trin. Gwindor lo port con s nel Nargothrond e l furono accolti dal Re Orodreth.40
2.2.3 Il primo incontro con il Drago
Cominci allora la vita di Trin nel Nargothrond, dove visse onorato e tenuto in grande
considerazione dal Re; ma quel soggiorno fu fatale per le sorti sue e del popolo fra cui viveva.
Il suo nome non fu rivelato, ma si present come Agarwaen figlio di marth e cio
lInsanguinato figlio di Malasorte, n menzion la vera origine della sua famiglia. Anche gli
Elfi assegnarono a lui un epiteto, ovvero Adanedhel che in Sindarin vuole dire Uomo-Elfo,
perch egli era cresciuto nel Doriath e sebbene i suoi occhi fossero vuoti e il suo animo
sconvolto dagli eventi recenti e passati, sempre conservava il linguaggio e il portamento degni
degli antichi reami elfici. La spada di Beleg venne riforgiata ed essa riprese a fiammeggiare
pur rimanendo scura la sua lama e Trin la chiam Gurthang Ferro di Morte. Egli divenne il
maggior consigliere di Orodreth e tutti seguivano i suoi pareri, chiunque lo amava e cos
sembr che la sua sorte stesse migliorando. Spron il Nargothrond a uscire dalle grotte e
40 Cfr. I Figli di Hrin, op.cit., pp. 65-160; Il Silmarillion, op.cit., pp. 362-379
16
scendere in campo contro il Nemico: per suo suggerimento molte armi furono create e fu
costruito un ponte sul fiume che separava la fortezza dalle marche orientali cos che lesercito
potesse muoversi pi velocemente.
Intanto Finduilas, la figlia del Re, cominci a provare qualcosa per Trin e laffetto era
reciproco, cos lo chiam Thurin il Segreto. Nel frattempo Gwindor cominci a guardare di
sbieco il figlio di Hrin perch egli e Finduilas un tempo erano amanti, ma soprattutto perch
vide unombra che dai consigli di Trin si propagava sul suo popolo, e questa fu una prova
che la maledizione doveva ancora compirsi del tutto. A quel tempo nel Doriath giunse
Morwen, madre di Trin, in compagnia della figlia Nienor, sorella minore di Trin, ormai
divenuta una meravigliosa fanciulla, per chiedere informazioni riguardo lamato figlio.
Quando le dame seppero che ormai da tempo egli era fuggito e niente si sapeva riguardo la
sua vita, corsero per i boschi a cercarlo, senza alcun risultato.
Trin infatti era impegnato a respingere lattacco che Morgoth aveva sferrato allimprovviso
contro il Nargothrond: unorda di orchi guidati dal Drago Glaurung, un Serpente di Fuoco
(Urulki in Quenya), invase le lande a ovest del Doriath e giunse alle porte del regno di
Orodreth e lo stesso ponte costruito per volere di Trin risult letale perch facilmente
lesercito raggiunse la fortezza, causando una moltitudine di morti e prigionieri . Trin
combatt con un vigore tale che nessuno gli si par davanti ma non appena pose il suo
sguardo sugli occhi del Drago cadde sotto il suo incantesimo e fu come paralizzato: Glaurung
con parole colme di veleno lo convinse che la vita della madre e della sorella fossero in
pericolo nel Dor-lmin e lo indusse verso quella regione. Egli cos fece, abbandonando
Finduilas e le fanciulle che erano state rapite dagli orchi. Arrivato nella sua casa natale scopr
per che Morwen e Nienor avevano lasciato quelle terre gi da tempo per raggiungere
Thingol e Melian, allora rimpianse di aver creduto al Drago e torn sui suoi passi per trovare
lamata Finduilas. Purtroppo linverno e la neve avevano ormai cancellato tutte le tracce degli
orchi e Trin non trov altro che ghiaccio; ma nella disperata ricerca si imbatt in un gruppo
di boscaioli che lo informarono della morte di Finduilas per mano degli orchi; avendo poi
appreso che egli era la Spada Nera, cio il valoroso figlio di Hrin, lo portarono nella loro
casa, dentro la foresta del Brethil.41
41Cfr. I Figli di Hrin, op.cit., pp.161-199; Il Silmarillion, op.cit., pp. 380-393
17
2.2.4 La morte di Glaurung e la fine dei figli di Hrin
Nel Brethil aveva assunto un nuovo nome, che prese definitivamente il posto del vecchio:
Turambar, che nel linguaggio Alto Elfico significa Padrone del Destino. Nienor, sua sorella,
fu trovata sola e sperduta nel bosco, ma non ricordava il proprio nome e non riconobbe il
fratello poich era stata stregata dal Drago, allora fu chiamata Nniel, ovvero Fanciulla in
Lacrime. Adesso il piano architettato da Morgoth si fece pi spietato che mai e passati che
furono alcuni anni, i giovani si innamorarono e si sposarono, inconsci di essere entrambi figli
di Hrin Thalion. Quando lestate fu prossima Nniel scopr di essere in attesa di un figlio e
una cupa ombra scese su di lei, bench non ne conoscesse il motivo e arriv il tempo in cui il
Fato stabil di sferrare il colpo finale sulla stirpe di Hrin: Glaurung decise di lasciare la sua
dimora per attaccare il Brethil e affrontare Turambar, il quale, saputo della sua venuta e
spronato dai suoi uomini, riprese in mano Gurthang e organizz la vendetta contro il Drago.
Con un manipolo di uomini si diresse verso le fiamme, visibili da lontano, fuori dalla foresta e
l si accorse che Glaurung si trovava al di l di un fiume ed escogit un piano per ferire a
morte il nemico e sconfiggerlo con lastuzia. Quando estrasse la spada dal suo corpo svenne
perch il sangue sgorgante dal mostro gli ustion la mano e il suo sguardo lo perfor come
una freccia; non appena Nniel arriv sul luogo vide il corpo esanime del nemico ma pens
che anche Turambar fosse morto e, avendogli curato la mano insanguinata, si accasci su di
lui. Ma il Drago non era ancora spirato e con un ultimo sussulto le rivel chi fosse realmente e
la vera identit del fratello e non appena chiuse i terribili occhi, come un velo cal dagli occhi
della fanciulla che vide perfettamente il suo passato e le fu nitida limmagine di quello che era
accaduto: disperata non vide altra soluzione che la morte.
Al risveglio Trin seppe da Brandir, capo degli uomini del Brethil, il quale aveva assistito
alla tragica vicenda, ci che era successo ma, preso dallira lo accus di menzogna e lo uccise.
Poco dopo per incontr un gruppo di Elfi del Doriath che gli rivel lidentit della sorella
confermando le parole di Brandir, allora accorgendosi di essere stato cieco per tutta la vita si
diresse verso il punto in cui il Drago giaceva morto e dove Nienor si era tolta la vita, e
conficcando lelsa al suolo, vi si getto sopra. Il Destino si compiva.42
42 Cfr. I Figli di Hrin, op.cit., pp. 200-263; Il Silmarillion, op.cit. pp. 394-410.
18
2.3 Lideazione della storia di Trin
La composizione di The Silmarillion non fu semplice n veloce: le prime versioni vennero
scritte in maniera alquanto frettolosa in vari taccuini a partire dal 1917 ma mai completate;43
Tolkien per non abbandon mai il progetto di descrivere come il mondo di Arda, in cui si
sviluppano tutte le vicende narrate nei suoi libri, venne forgiato e di come presero vita Elfi,
Uomini e le altre creature che vagano per la Terra di Mezzo. Lidea generale della
cosmogonia non venne mai mutata radicalmente e neppure le varie storie narrate allinterno
subirono trasformazioni drastiche: col passare del tempo furono raccontate in maniera diversa,
pi o meno ampiamente e con stili che differivano tra loro44
. Indicare una data di
composizione di questopera dunque sarebbe inappropriato, dal momento che lautore vi mise
le mani per tutta la vita. La sua stesura, come gi indicato, cominci approssimativamente nel
1917, tempo in cui la condizione psicofisica di Tolkien era probabilmente influenzata dalla
traumatica esperienza bellica che lo vide coinvolto in trincea. Le reminescenze della Prima
Guerra Mondiale lo accompagnarono nella creazione di quel mondo immaginario, di cui gi
prima aveva trattato in maniera vaga e imprecisa in alcuni testi poetici e nella creazione di
nomi e idiomi fantastici. Cos questo universo immaginario in continua crescita stava
prendendo una forma precisa e, pur non essendo mai stato terminato definitivamente, venne
racchiuso in un volume che sar pubblicato postumo con il nome di The Book of Lost Tales.45
Il Silmarillion invece contiene le versioni rimaneggiate e riorganizzate degli eventi narrati nei
primi cinque libri de The History of Middle-Earth (vd. nota 45) e venne pubblicato da
Christopher Tolkien nel 1977 (lanno successivo esce ledizione italiana): la scoperta del
grande corpus di bozze, poesie e versioni primitive che confluir poi ne HoME fu successiva
alla pubblicazione di The Silmarillion e molte delle incoerenze tra i due testi sono dovute
proprio a questa tardiva conoscenza. The Silmarillion unopera mitopoietica celante in s le
strutture portanti riguardo cultura, mitologia, storia e indicazioni geografiche a cui Tolkien
attinge per scrivere gran parte dei suoi lavori; anche per questo il racconto non venne mai
abbandonato ma anzi esteso, ridotto e riscritto in numerose occasioni. Nel testo troviamo poi
le prime indicazioni di un progetto a cui Tolkien forse teneva pi di ogni altro, la creazione di
circa una decina di lingue artificiali, inventate sulla base di lingue reali come linglese, il
43 C.Tolkien, Premessa in J.R.R.Tolkien, C.Tolkien (a cura di), Il Silmarillion, op.cit., p.5. 44 Ivi p.6 45 Il testo, comprensivo di due volumi, la parte iniziale di un lavoro pi ampio curato da Christopher Tolkien,
ovvero The History of Middle-Earth (abbreviato HoME), pubblicato in dodici volumi dal 1983 al 1996 dalla casa
editrice HarperCollins di Londra. Lopera riporta e analizza vari scritti di Tolkien, solitamente le primissime
versioni di testi rivisti e pubblicati successivamente. In Italia sono stati tradotti solo i primi due volumi,
pubblicati con i titoli Racconti ritrovati e Racconti Perduti (Milano, Bompiani, 1986-1987).
19
greco, litaliano, il finnico, etc. Dopo la pubblicazione de The Hobbit nel 1937, Tolkien
propose il manoscritto alla stessa casa editrice, la quale per rifiut la pubblicazione,
ritenendo che il testo fosse solo un contenitore di materiale fantastico da cui prendere spunto
per la pubblicazione di altre opere e ritenendo pure che lo stile fosse troppo elevato e distante
rispetto a The Hobbit.
Oltre a narrare della creazione del mondo e degli avvenimenti centrali dalla Prima alla Terza
Era46
, il Silmarillion espone alcuni racconti, integrati nella storia principale, ma che possono
emergere come lavori autonomi e a s stanti. Essi in parte vennero sistemati e pubblicati dallo
stesso Christopher dopo la morte del padre: tra questi nel 2007 viene pubblicato The Children
of Hrin, racconto del tragico destino riservato a Trin e alla sorella Ninor da parte
dellOscuro Signore Morgoth. Una versione molto ridotta del racconto riportata al XXI
capitolo de The Silmarillion, ma in realt la storia nasce come un poema epico in metro
allitterativo germanico (sul modello del Beowulf e di altre poesie anglosassoni)47
cantato da
un uomo, Drvhavel, vissuto alla fine della Prima Era della Terra di Mezzo. Il poema, scritto
in Sindarin, veniva chiamato Narn i Chn Hrin ovvero Il racconto dei Figli di Hrin (The
Tale of the Children of Hrin in lingua originale) ed era il pi lungo poema scritto da Tolkien
in questo metro (oltre 2000 versi)48
.
La storia dei figli di Hrin in realt una delle pi antiche scritte da Tolkien, composta
mentre lo scrittore si trovava a Leeds e abbandonata alla fine del 1924 o allinizio del 1925.49
Lautore vi si dedic nuovamente solo dopo la pubblicazione di The Lord of the Rings,
provando a imporre una precisa struttura alla narrazione, cosa ormai divenuta molto ardua per
la crescente complessit del personaggio e degli eventi50
.Iniziata nel 1918 e ripresa pi volte,
venne riportata in varie forme e con diversi stili in molti volumi (tutti postumi): nel 1977 ne
venne inserita una breve versione prosastica ne The Silmarillion; nel 1980 una versione molto
pi ampia venne edita come prima parte degli Unfinished Tales51
; altre due redazioni sono
46 Nel mondo immaginario creato da Tolkien il tempo cosmico suddiviso in sette grandi periodi: la Prima, la
Seconda e la Terza Era sono alcuni di essi. 47 C. Tolkien, Appendice (1) Levoluzione dei grandi racconti in J.R.R. Tolkien, C.Tolkien (a cura di) I Figli di
Hrin, op.cit., p. 273. 48 C. Tolkien, Appendice (1), op.cit. p. 274. 49Ivi. p.276 50Ivi. p.285 51 J.R.R.Tolkien, C.Tolkien (a cura di), Unfinished Tales of Nmenor and Middle-Earth, London, Allen and
Unwin, 1980. Racconti Incompiuti, Milano, Bompiani, 2013. Si tratta di una raccolta di storie e saggi scritti da
Tolkien ma mai completati e pubblicati dal figlio in tre volumi (pi un approfondimento).
20
state pubblicate rispettivamente nel 1984 ne The Book of Lost Tales Part II 52
e nel 1985 ne
The Lays of Beleriand 53
, entrambi contenuti nella raccolta The History of Middle-Earth
(1983-1996); infine abbiamo la versione del 2007 (vd. nota 37), in cui per la prima volta la
storia viene narrata in maniera completa e senza interruzioni.
Lo svolgimento della vicenda di Trin Turambar tra i pi intricati e complessi racconti
relativi alla Prima Era: mentre la prima versione poetica non fu mai conclusa (come avviene
anche per altri componimenti poetici come quelli riguardanti la storia di Tuor o la caduta di
Gondolin), la stesura ampliata, scritta in prosa, fu quasi portata a compimento dallautore e
pubblicata dal figlio ne Unfinished Tales con il nome di Narn i Hn Hrin54
. Dal momento
che i testi originali risultavano frammentari e sconnessi, il figlio Christopher per questa
edizione intervenuto pi volte nella prima parte dellopera, e pi spesso nella sezione
centrale, sulla quale Tolkien stava lavorando quando smise di occuparsi del Narn, che
pertanto risultava incompleto55
. In ogni caso, la versione del 2007 quella che risente
maggiormente dellintervento di Christopher, in quanto ogni sezione stata ampliata o ridotta,
dopo il confronto dei diversi rimaneggiamenti del padre, in relazione alleconomia generale
della storia. A quanto riferisce il figlio di Tolkien questoperazione stata realizzata per
garantire ai lettori una narrazione compiuta ed esente da interruzioni e lacune56
, ma
chiaramente dietro questa motivazione ve ne unaltra prettamente commerciale, al fine di
avvantaggiare lacquisto di unopera pi accessibile e quindi una maggiore garanzia di
profitto economico. Seppure nellidea del curatore vi fosse quella spiegare al pubblico quale
fosse la vicenda di un tale Trin incontrato alcune volte nella lettura de The Lord of the Rings
57 - per esempio durante il Consiglio di Elrond dove Trin viene definito come uno tra i pi
potenti amici degli Elfi del passato (p. 309) o quando Frodo e Sam incontrano Shelob, la
quale non potrebbe essere ferita neanche con la forza di Beren o Trin (p. 792) -58
resta il fatto
52 J.R.R.Tolkien, C.Tolkien (a cura di), The Book of Lost Tales Part II, Allen and Unwin, London, 1984.
Racconti Perduti, Milano, Bompiani, 2013. 53 J.R.R.Tolkien, C.Tolkien (a cura di), The Lays of Beleriand, Allen and Unwin, London, 1985. The Lay of the
Children of Hrin il primo dei due poemi contenuti nel volume, scritto in versi allitterativi. E reperibile solamente in lingua originale. 54 Il nome originale del Narn prevedeva la parola Chn (figli), ma ne The Silmarillion e negli Unfinished Tales
stato modificato in Hn, scelta editoriale del figlio Christopher per evitarne unerrata pronuncia affricata palato-
alveolare sorda (come in inglese chin), piuttosto che una corretta fricativa palatale sorda ( come in tedesco
dich). Nel testo edito nel 2007 stata ripristinata la forma originale, Chn. (fonti da J.R.R. Tolkien, The Lost
Road, op.cit.) 55 C.Tolkien, Introduzione in J.R.R.Tolkien, C.Tolkien (a cura di), Racconti Incompiuti, Milano, Bompiani,
2015, pp. 14-16. 56 C.Tolkien, Prefazione in J.R.R.Tolkien, C.Tolkien (a cura di), I Figli di Hrin, op.cit., p. 5-6. 57Ibidem. 58 J.R.R.Tolkien, The Lord of the Rings, op.cit.
21
che nella versione completa curata dal figlio lopera possa sembrare alterata in quanto la
mano del redattore in certi punti sia particolarmente pesante e forse non tutti i passaggi
rispettano lidea originale di John Ronald. Ecco perch si possono riscontrare delle differenze
nellesposizione tra i vari testi pubblicati in The Silmarillion, negli Unfinished Tales, nel Book
of Lost Tales, nei Lays of Beleriand e nel Narn i Chn Hrin. The Tale of the Children of
Hrin.
Le sovrapposizioni e le incongruenze tra le varie opere possono essere giustificate da
molteplici ragioni: lautore si dilettava molto nello scrivere pi volte la stessa storia in
dimensioni diverse e analizzando da differenti angolature lintrospezione psicologica dei
protagonisti o lambientazione in cui si svolgeva la vicenda, mutando anche i nomi dei
personaggi; inoltre un racconto, pur rimanendo integro, poteva essere posizionato in punti
differenti della storia principale, mettendo in luce un avvenimento piuttosto che un altro.
stato gi spiegato che la forma originaria della storia fu redatta in versi, cos alcune parti o
interi passaggi di questa forma primitiva furono riportati inalterati nella riproposizione della
vicenda in prosa.59
Tolkien infine port a compimento solo la versione breve del racconto
(destinata a The Silmarillion), mentre la stesura finale ampliata del Narn fu rimandata e mai
ultimata.60
Gi lo stesso autore aveva cercato di dare al racconto una forma definitiva e libera da
commenti e interruzioni, ritenendo che questa leggenda (insieme ad altre due grandi storie dei
Tempi Remoti, ovvero il Racconto di Tinviel e la Caduta di Gondolin) potesse essere narrata
in maniera completa anche al di fuori del grande corpus di miti e narrazioni quale il
Silmarillion.61
Ovviamente questo racconto parte integrante della grande opera mitica e
ovunque si possono trovare riferimenti e intrecci tra le due storie, ma la conoscenza integrale
delle vicende della Prima Era narrate nel Silmarillion non era imprescindibile per rimanere
coinvolti e affascinati dalle lotte che i figli di Hrin sono costretti a combattere contro le forze
del male, se non contro loro stessi.
Un contributo non irrilevante per comprendere gli intenti dello scrittore e i suoi ideali, nonch
per afferrare il magmatico mondo delle sue creazioni costituito dal suo epistolario. Durante
tutta la vita infatti Tolkien intrattenne una corrispondenza sia con i propri familiari e amici sia
con docenti e personalit che lo accompagnarono nellambiente della pubblicazione. Nel 1981
59C.Tolkien, Introduzione in J.R.R.Tolkien, C.Tolkien (a cura di), Racconti Incompiuti, op.cit. p.14-16 60 ibidem 61 C.Tolkien, Prefazione in J.R.R.Tolkien, C.Tolkien (a cura di), I Figli di Hrin, op.cit., p. 8
22
il biografo Humphrey Carpenter, con il contributo di Christopher Tolkien, pubblic una
raccolta contenente gran parte delle lettere scritte da Tolkien, concentrandosi soprattutto su
quelle riguardanti le sue opere. Quelle prettamente personali sono state tralasciate, mentre
altre offrono uninsostituibile chiave per cogliere informazioni, spiegazioni e aneddoti sulla
creazione dei personaggi e delle vicende narrate nei suoi libri. Il volume, intitolato The Letters
of J.R.R. Tolkien, suddiviso approssimativamente in quattro categorie: lettere indirizzate alla
moglie Edith Bratt e ai loro figli, quelle riguardanti la sua professione come Professore di
Anglosassone, quelle per la casa editrice Allen and Unwin e infine tutte le epistole incentrate
sulla Terra di Mezzo. Delle lettere inviate in giovent, tra il 1913 e il 1918, sono riportati solo
alcuni brani in cui viene riferito qualcosa sui suoi lavori, mentre il corpus successivo, fino al
1937, inaspettatamente non riporta informazioni sulla stesura del Silmarillion e dello Hobbit
che proprio in quel periodo stava scrivendo. Dal 1937 in avanti per lepistolario un flusso
continuo fino al termine della sua vita da cui emergono particolarit sulla composizione di
The Lord of the Rings e sulle modifiche apportate al Silmarillion, come anche approfondite
riflessioni sullargomento a cui stava dando forma.62
62 H. Carpenter, in Lettere, op.cit., pp. 5-7.
23
3. ANALISI: TRIN EMERGE DALLA MITOLOGIA
In questo capitolo saranno analizzati alcuni passi della storia di Trin seguendo la narrazione
de I Figli di Hrin (2007), a tal proposito sarebbe necessario chiarire ulteriormente, entro i
limiti consentiti, come si arrivati alla realizzazione e alla pubblicazione del racconto in
forma compiuta. La versione in questo testo differisce da quella reperibile negli Unfinished
Tales63
, perch alcuni aspetti derivano da uno studio pi approfondito fatto da Christopher
sullimmenso numero di manoscritti dopo la pubblicazione del Narn. Nel testo pubblicato nel
1980, per esempio, mancano due passaggi della storia, non fondamentali per la comprensione
della vicenda ma narrati in maniera compiuta in questo volume: si tratta del resoconto del
soggiorno di Hrin e del fratello Huor a Gondolin durante la loro giovinezza (motivo per cui
Hrin sar imprigionato e torturato da Morgoth) e il racconto della Battaglia delle
Innumerevoli Lacrime. Questa eliminazione fu attuata da Christopher perch questi passi
erano gi stati pubblicati ne The Silmarillion nel 1977. Tolkien aveva scritto due versioni di
questi avvenimenti, una che comprendeva tutte le vicende nel loro insieme e una destinata a
essere inserita nel Narn, che riguardava prettamente gli episodi inerenti alla casa di Hador e ai
figli di Hrin: nel volume del 2007 sono state inserite le versioni semplificate scritte per il
Narn.
Stando alle parole del curatore, il testo inserito negli Unfinished Tales stato investito da una
libert redazionale probabilmente troppo eccessiva, quindi nella composizione finale de I
Figli di Hrin sono stati ripresi i manoscritti originali e il testo stato ricostruito, reinserendo
anche le autentiche parole dellautore e introducendo passaggi o frasi che erano stati
erroneamente scartati.64
Bench questo sia un testo artificiale, poich non stato composto da
Tolkien secondo le sequenze narrative che vi si trovano e perch in realt non ne potrebbe
esistere una versione effettivamente compiuta e ultimata dal momento che la storia muta e si
evolve continuamente tra i vari manoscritti, il figlio di Tolkien dichiara anche se ho dovuto
introdurre passaggi di raccordo qua e l nel mettere insieme differenti stesure, non vi alcun
elemento inventato, di nessun tipo, bench minimo, nel testo lungo di questo volume.65
Gli stessi manoscritti utilizzati per la composizione del testo da inserire ne The Silmarillion e
negli Unfinished Tales, sono la base per la pubblicazione del volume edito nel 2007, che
quindi potrebbe dirsi essere unintegrazione dei due testi, quasi un puzzle, in cui un passaggio
63 Da ora in poi questa versione sar menzionata come Narn. 64 C.Tolkien, Appendice (II), in J.R.R.Tolkien I Figli di Hrin, op.cit., pp. 287 ss. 65 Ivi, p.293.
24
presente in uno introdotto per colmare una lacuna dellaltro, rispettando per nel volume
ultimo la volont espressa dallautore nei manoscritti autografi, o almeno ci quanto
dichiarato dal curatore66
. In definitiva si potrebbe dire che questi tre testi (The Silmarillion,
Unfinished Tales, The Tale of the Children of Hrin) divergono di poco tra loro e che le
incongruenze riguardano solamente la lunghezza delle narrazioni, o correzioni precedenti, poi
portate allo stadio originale nellultima edizione.
Il testo che presenta pi differenze e particolarit quello presente ne The Book of Lost Tales,
ovvero Turambar e il Foalk (o il Racconto di Turambar), perch si tratta della versione
primitiva del racconto, quella composta intorno al 1919 e non completata67
. In questa
narrazione molti nomi sono diversi da quelli che ritroveremo nelle posteriori pubblicazioni, o
addirittura sono ancora assenti (per esempio il termine Nargothrond non stato ancora
creato e quella regione chiamata il regno dei Rodothlim, o ancora il Doriath presentato
come Artanor), come assenti sono dei passaggi della storia, mentre alcuni approfondimenti
saranno poi cancellati dallo stesso Tolkien; inoltre si possono trovare degli abbozzi di
avvenimenti non collegati tra loro, che poi troveranno connessione nelle stesure finali.68
Nei seguenti paragrafi saranno analizzati alcuni passi significativi, fra quelli che pi
manifestano come la vicenda e la personalit di Trin siano connesse con determinati
personaggi della mitologia europea, confrontando pi versioni dello stesso episodio per
appurare come Tolkien labbia ideato, per poi svilupparlo. Per il confronto tra i passi non
riguardanti particolarmente questo lavoro, che sono stati quindi omessi, si consiglia la
consultazione delle appendici di The Book of Lost Tales Part II, degli Unfinished Tales, e
del Narn i Chn Hrin. The Tale of the Children of Hrin.
66 Ivi, p. 292 67 C. Tolkien Racconti Perduti, op.cit., p.107 68 Ivi., p.178 ss
25
3.1 Larchetipo delluomo contro il Fato, Edipo
Il pubblico di oggi, come quello di ogni epoca, riscopre nelle tragedie greche i problemi
dellumanit, soprattutto quelli irrisolti; ecco perch i Greci possono essere considerati il
sommo della letteratura e della ricchezza umana. Dalle tragedie infatti si evince che luomo
un impasto di luce e ombra, in cui non possibile dividere nettamente il bene dal male.69
La natura umana, a met tra cielo e terra, ovvero tra scorie materiali e aspirazioni spirituali,
stata incarnata perfettamente in alcune figure mitiche o eroiche che sono diventate canoni
culturali da cui la letteratura occidentale (e non solo) stata influenzata in maniera diretta o
attraverso le loro rielaborazioni successive.
Una personalit del teatro greco in particolare rappresenta questa ambivalenza, divenuta poi
modello per numerose questioni sulla psiche umana, e che potrebbe essere analizzata ancora
sotto molti punti di vista inesplorati. La complessit del personaggio di Edipo infatti stata
soggetto di studio fin dallantichit e non pochi autori, classici e moderni, hanno cercato di
leggere e riproporre la sua esperienza come chiave di accesso alle sfumature dellanimo
umano. Lo stesso Coro nellEdipo re di Sofocle (tragedia rappresentata ad Atene in una data
incerta, ma probabilmente non molto anteriore al 425 a.C.)70
associa la vicenda di Edipo
allesistenza dellintera umanit, nel quarto stasimo, ai versi 1186-1196:
. , (1185)
-
. ,
;
,
, , ,
(1195)
CORO Ahi, stirpi dei mortali,
come pari al nulla le vostre
vite io calcolo! Quale infatti, quale uomo,
riporta maggiori felicit
che sembrare beato, e apparendo felice scomparire?
Avendo a esempio la tua,
la tua sorte, la tua, o misero Edipo, dei mortali
niente reputo felice.
69 Glauco Mauri, Tavola Rotonda Edipo a teatro, in Renato Uglione (a cura di), Atti delle giornate di studio su
Edipo, Torino 11-12-13 Aprile 1983, Torino, CELID, 1990, p. 44. 70 Dario Del Corno, Introduzione in Sofocle, D. Del Corno (a cura di), Edipo Re, Milano, Oscar Mondadori,
2014, p.26.
26
La sorte di Edipo quindi viene elevata a , a modello dellesistenza dei mortali
()71
: proprio come la vita di Trin potrebbe essere innalzata a esempio della fragilit
umana, che costretta ad arrendersi dinnanzi alla potenza del Destino.
E gi stato affermato quanto fosse importante per Tolkien il ruolo della lingua nei suoi scritti
e la creazione dei nomi propri, i quali nascondono la natura, la sorte o la personalit dei loro
portatori. Questa caratteristica non risulter nuova a coloro che conoscono la letteratura, la
filologia, o in generale la cultura greca: i testi classici sono impregnati di nomi parlanti,
ovvero nomi propri, solitamente composti da pi morfemi, che indicano la provenienza, lo
status sociale, e lessenza profonda dei personaggi. Il nome greco di Edipo cela una
caratteristica fisica delleroe che sar poi fondamentale per fare luce sulla sua vera identit:
letimologia di rimanda a gonfiezza e a piede, il che significa
gonfio nel piede, perch quando egli venne esposto sul Citerone ancora infante venne legato
per i piedi a un albero, con una corda che gli forava le caviglie, rendendo dunque i suoi piedi
gonfi. Non a caso forse la sua scaltrezza viene dimostrata con la risoluzione di un indovinello
propostogli dalla Sfinge riguardo gli arti inferiori dellessere umano.72
Infine sar un messo,
venuto a Tebe per annunciare la morte del re di Corinto, a indicare a Edipo la via per
conoscere la sua identit, svelando che fu proprio egli a trovarlo sul monte e a liberare i suoi
piedi: (le giunture dei tuoi piedi potrebbero
attestarlo); (io sciolsi te che avevi le caviglie di
entrambi i piedi perforate); . (tanto che da questa
sorte sei stato chiamato, come sei)73
.
Bench il nome Trin sembri non avere nessuna etimologia (deriva forse da un termine
Taliska, lingua parlata dagli Uomini della casa di Bor e di Hador, di cui non abbiamo quasi
alcuna testimonianza), questa mancanza viene compensata dagli innumerevoli appellativi che
gli vengono attribuiti o che egli stesso si conferisce, alcuni dei quali sono stati gi menzionati
e spiegati precedentemente: Neithan (Offeso), Garthol (Terribile Elmo), Mormegil
71 E da sottolineare che lassunzione del ciclo tebano a paradigma negativo opera della cultura ateniese, nelle
versioni pi antiche infatti lincesto non sentito come incompatibile con la regalit: in Odissea, XI, per
esempio, Edipo continua a regnare su Tebe anche dopo la scoperta che Epicasta (Giocasta) sua madre e
probabilmente cos doveva essere nellEdipodea di Cinetone (VII sec. a.C.). La maledizione di Edipo compare
per la prima volta nella Tebaide (fr. 2 e 3). (Cfr. Oddone Longo Regalit, polis ,incesto nellEdipo tragico in
Atti, op.cit., p. 82-83; Eric R. Dodds, I Greci e lIrrazionale Firenze, La Nuova Italia Editrice, 1973, p. 66 ss.) 72 Cfr. Pseudo-Apollodoro, Biblioteca, III, 53, 2-3; o anche Diodoro Siculo, Bibliotheca Historica, IV, 64, 3. 73 Sofocle , Edipo Re 1132, 1134, 1136.
27
(Spada Nera) per ricordarne alcuni. Particolare attenzione meritano invece due soprannomi,
ovvero Agarwaen son of mart74
e, naturalmente, Turambar.
Il primo di essi, Insanguinato figlio di Malasorte, propone un tema molto interessante, ovvero
quello del sangue: Trin si appella in questo modo dopo aver causato inavvertitamente la
morte del suo compagno Beleg, e, arrivato nel Nargothrond, come se non avesse una
personalit, solamente la responsabilit di quellomicidio lo identifica; in quel regno per
Trin sar colmato di onori, come se fosse un premio, o unillusione, che il Destino gli ha
riservato.
In maniera molto simile, si trova nellOedipus di Seneca, unaccusa rivolta a Edipo riguardo
al suo di assassinio: rex cruentus, pretia qui saevae necis, sceptra et nefandos occupat
talamos patris (un re grondante di sangue, che in premio del crudele assassinio, si appropria
degli scettri e dei nefandi talami del padre)75
. Un re cruentus dunque, come agarwaen era
Trin, e che si appropria degli sceptra e dei nefandos talamos del padre (ovviamente in
riferimento al rapporto incestuoso con la madre), come Trin era nelle grazie del re Orodreth,
al punto da avare un profondo legame con la figlia, Finduilas. Entrambi dunque involontari
carnefici, che involontariamente causano il collasso del proprio regno: lavventatezza di Trin
porter alla rovina il Nargothrond, mentre lo stesso Edipo viene tacciato di essere colpevole
della peste tebana. Inoltre curioso notare come i due eroi si autodefiniscono figli della
sorte, con una differenza per, ovvero la natura della sorte stessa, perch se per Trin ormai
la verit quasi svelata (infatti sembra che dopo lomicidio di Beleg si accorga delloscurit
che lo avvolge, anche se poi quasi se ne dimentica in pi di unoccasione), ed egli si fa
chiamare son of mart, quindi della Malasorte, Edipo ancora alloscuro dellavvenire e
quando ormai anche a Giocasta chiara la realt dei fatti e la moglie lo scongiura di non
indagare oltre affinch non soffra, egli la ignora ritenendosi Figlio della Sorte, quella che
assegna il bene( )76
, utilizzando il
genitivo del participio presente di , in riferimento alla vox media , la quale
indicava in greco sia una sorte buona, che una malvagia.
Proprio tenendo presente questultima entit, la , si pu affrontare lultimo epiteto
assunto da Trin, quello che sar il pi significativo, quasi un alter ego dello stesso eroe:
74 Cfr. J.R.R.Tolkien, I Figli di Hrin, op.cit., p.161. 75 Seneca, Oedipus, 634-635. 76 Sofocle, Edipo re 1080-1081
28
Turambar. Questo attributo tratto dal lessico della lingua Quenya77
ed composto dai
sostantivi Tur- padrone, vincitore, signore, e Ambar destino, sorte, reso quindi con
Padrone del Destino78
. Questo il nome che assunse Trin nellultima parte della sua vita,
da quando si un agli Uomini del Brethil, e con il quale si present alla sorella nel momento
del suo ritrovamento. In realt egli avr soltanto limpressione, come un vago miraggio, di
essere il signore del proprio destino, perch da esso sar soprafatto, e proprio sua
sorella/moglie, prima di suicidarsi, con una lapidaria sentenza, riassumer quella che stata
effettivamente la vita di Trin: Turambar, turnambartanen, ovvero dominatore del
destino, ma dal destino dominato79
. Si noti a tal proposito che vi una differenza tra la
versione originaria e quelle composte successivamente sul momento dellassegnazione del
nome Turambar: come si legge nelle ultime pubblicazioni e come riportato qui nei
precedenti passi, egli lo assume nel momento in cui va a vivere nel Brethil, dopo aver
abbandonato per la seconda volta la sua terra natale;80
nel Racconto di Turambar invece Trin
cambia il proprio nome durante il dialogo con Glaurung (il cui nome era Glorund al tempo),
dinnanzi alle porte del regno dei Rodothlim:
Ma il drago ribatt: Apprendi dunque, o Trin, figlio di rin, che intorno a te intessuto un fato maligno,
da cui, dovunque vai, non puoi districare il passo []. Allora Trin balz in piedi allimprovviso e, evitando gli
occhi funesti della bestia, lev in alto la spada e grid: No, da questo momento nessuno mi chiamer pi Trin,
se sopravvivr. Ebbene, avr un nuovo nome, e sar Turambar!81
Lassunzione de tale nome molto pi significativa quindi nella versione antica e vi un
aspetto morale che sembra quasi scomparire successivamente: innanzi tutto viene presentato il
concetto della fuga dal proprio destino o del suo restarne vittima, inoltre sembra che Trin
abbia pi responsabilit in questa variante, in quanto egli forse avrebbe potuto evitare il
rapimento e la morte dellamata Failivrin (la futura Finduilas) anche sotto lincantesimo del
drago, il quale sembra approfittare delle debolezze danimo delleroe. Nelle versioni
successive non si ritrovano sfumature etiche o responsabilit, infatti Trin semplicemente
presentato pi debole del suo avversario, e di conseguenza ne rimane vittima.82
77 La forma Sindarin del nome invece Turamarth, dove amarth significa destino. 78 J.R.R. Tolkien, Appendice in The Silmarillion, op.cit., p. 657 ss. 79 Cfr. J.R.R.Tokien, I figli di Hrin, op.cit., p.248. 80 Cfr. J.R.R.Tokien, I figli di Hrin, op.cit., p.199; The Silmarillion, op.cit., p. 393; Unfinished Tales, op.cit., p.
174. 81 Cfr. J.R.R.Tolkien, Racconti Perduti, op.cit., p. 132. 82 C.Tolkien, Commento al racconto di Turambar in Racconti Perduti, op.cit. p. 189
29
proprio questa la caratteristica che pi avvicina i due personaggi, la persecuzione di una
maledizione, un destino gi segnato alla nascita, da cui non possono scampare, e al quale, loro
malgrado, con le loro azioni, si accostano sempre pi. Tra tutti i drammi classici, quella di
Edipo stata da sempre definita la tragedia del destino, cos come lo il mito in generale
del protagonista, soggiogato e trascinato dal Fato in un vortice di ansie e disgrazie.83
Il mito di
Edipo pi antico e complesso di quanto si evince dalle tragedie attiche, le quali presero
spunto da antiche tradizioni popolari che presentavano diverse varianti della leggenda. La
vicenda di Edipo si ritrova anche nella produzione letteraria anteriore alla nascita della
tragedia, ovvero nei canti epici e nelle poesie liriche, bench in forma molto frammentaria.84
Pur procurando fallimenti e sventure molto simili ai due protagonisti e pur essendo originate
da situazioni non troppo divergenti, le maledizioni che perseguitano Edipo e Trin sono
presentate in forma diversa, anche in relazione al mondo in cui imperversano. La vicenda di
Edipo ambientata in unera molto remota, che per gli antichi Greci costituiva gi una
mitologia: si tratta di un tempo anteriore alla celebre Guerra di Troia, in cui non tutti gli Di
hanno assunto caratteristiche personali. Al tempo in cui Laio era re di Corinto un oracolo gli
predisse che la citt sarebbe rimasta incolume solo se egli non avesse avuto figli e la sua
stirpe si fosse interrotta. Fu proprio questa la colpa di Edipo, essere nato malgrado
lavvertimento delloracolo, che per ordine divino avrebbe dovuto porre fine al diritto di
regalit. Linfrazione di tale divieto scatener su Laio e su tutta la sua stirpe una funesta sorte,
che porter effettivamente allestinzione del .85
Tale maledizione quindi viene presentata
come una legge, un potere superiore, pi ampio perfino della realt divina e olimpica, ma allo
stesso tempo quasi indecifrabile e che solo la voce degli oracoli pu vagamente chiarire86
. La
era una forza ambigua, come stato gi accennato, la quale governava in modo quasi
irrazionale sul cosmo attribuendo agli uomini casualmente disgrazie o fortune. Questa potenza
non aveva unidentit ben precisa e il suo culto, con il riconoscimento in divinit vera e
propria, arriver solo nella prima et ellenistica, quando in mancanza di un oggetto positivo, il
sentimento di dipendenza dalla religione si attacca allidea puramente negativa dellinspiegato
e dellimprevedibile, ovvero 87
. La grande differenza tra le due maledizioni risiede
dunque nel fatto che quella in cui intrappolato Trin ha una personificazione ben precisa,
83 Rita deglInnocenti Pierini, Scenari romani per un mito greco: lOedipus di Seneca in Francesco Citti,
Alessandro Iannucci (a cura di), Edipo classico e contemporaneo, Hildesheim, Georg Olms Verlag, 2012, p. 95. 84 Giacomo Bona, Edipo pretragico in Atti delle giornate di studio su Edipo, op.cit., p. 93. 85 Oddone Longo, Regalit, polis, incesto nellEdipo tragico in Atti sulle giornate di Edipo, op. cit., p. 69-70. 86 Paolo Mantovanelli LEdipo di Seneca, una tragedia moderna in Edipo classico e contemporaneo, op.cit., p.
116. 87 E. R. Dodds I Greci e lIrrazionale, op.cit., p.289-290.
30
perch stata scagliata dal Vala Morgoth, e in lui stesso si identifica: egli non invoca il male,
non si rivolge a un potere superiore per fare dagente, poich egli il Signore dei Destini di
Arda e porter la rovina su Hrin e la sua famiglia con la forza del proprio volere.88
Anche Trin apparentemente non ha colpe, dal momento che il Male scende su di lui a causa
dellonest e della lealt del padre: sembra che si entri nella sfera dellereditariet della
colpa, per cui la maledizione di Morgoth non si eserciter solo di Hrin, ma travolger anche,
anzi soprattutto, la sua discendenza, ovvero i figli Trin e Nienor, con il suicidio dei quali si
fermer la sua stirpe. Lereditariet della colpa era una credenza della Grecia arcaica secondo
cui una colpa era vista come contaminazione, un ereditario che si riversava su tutta la
stirpe del responsabile: questo carattere contagioso del attestato per la prima volta in
Esiodo (Erga, 240), mentre in Omero non ne abbiamo ancora traccia e lo stesso Edipo nei
poemi epici continua a regnare su Tebe anche dopo aver scoperto della sua colpa (Odissea, XI
275 ss.; Iliade, XXIII, 679 ss.).89
A partire dalla diffusione del mito secondo la versione delle
tragedie attiche soprattutto, la maledizione investir tutta la stirpe di Laio, la quale sar
stroncata con la morte dei figli nati dal rapporto incestuoso tra Edipo e la madre Giocasta.
Il concetto di Destino ha sempre un ruolo determinate e lo si trova spesso nelle opere di
Tolkien, a partire dalla maledizione di Mandos contro i Noldor ribelli90
, fino al Mount Doom
della Terza Era, dove stato creato lUnico Anello e che il solo luogo in cui possa essere
distrutto, rappresentando dunque la concretizzazione, la personificazione del Fato stesso91
.
Per la cultura greca il demone () del destino compare in et arcaica e si incontra per la
prima volta in Esiodo (Erga, 314) e Focilide (fr. 15), e corrisponderebbe approssimativamente
con la (parte) di cui parla Omero: se questa per vista come appunto una parte
individuale di un uomo, come se fosse una sua caratteristica fisica o morale, il una
concezione pi personalizzata, uno spirito estraneo che si attacca a un individuo (di cui quindi
non parte intrinseca), spesso fin dalla nascita, e ne determina le sorti.92
Ma nella storia di Trin il Destino riveste un ruolo assolutamente determinante, perch sar il
motore che d vita alle azioni e che ne stabilisce le conseguenze, tramutando la vita del
protagonista in una vera e propria tragedia.
88 C. Tolkien, Introduzione in I Figli di Hrin, op.cit., p. 14-15. 89 E. Dodds, I Greci e lIrrazionale, op.cit. p. 47-48. 90 Cfr. Il Silmarillion p. 168-169. 91 Cfr. The Lord of the Rings p.87. 92 E. Dodds, I Greci e lIrrazionale, op.cit., p. 58-59.
31
Nei due drammi, i personaggi sono spinti a fare atti e ad assumere comportamenti molto
simili: entrambi potrebbero essere definiti degli apolidi, ma allo stesso tempo cittadini, e
non di poco conto, di pi regni. Edipo viene cresciuto in una citt diversa da quella natale
come figlio adottivo, donato ai regnati di Corinto, Polibo e Merope, dal momento che la loro
sterilit non aveva permesso loro di avere un erede (anche qui quindi i sovrani infrangono un
ordine superiore, stando alla versione euripidea della vicenda infatti - Phoe. 13-18 - la sterilit
la manifestazione di un divieto divino, per cui anche il loro lignaggio avrebbe dovuto
interrompersi)93
. Dopo essere stato accusato durante un banchetto di non essere il vero figlio
del re e avendo consultato un oracolo, il quale profetizz che avrebbe ucciso il padre e
occupato il talamo della madre, decise di fuggire da Corinto, come imponendosi un auto-
esilio, per allontanarsi dai genitori.94
Al termine della tragedia invece, dopo aver scoperto la
verit, la sua origine, il parricidio e lincesto con la madre, fuggir nuovamente da Tebe, la
sua nuova (ma in realt prima) patria:
quanto a me, questa mia citt paterna non abbia mai
pi ad abitarla, finch vivo.95
Egli vive quindi una condizione di eterno escluso, che erra
come un vagabondo da una citt allaltra, essendo allo stesso tempo primo cittadino di
entrambe e non appartenente a nessuna.96
Gli stessi versi per potrebbero attribuirsi a Trin:
allo stesso modo da bambino (non da neonato come Edipo, il quale non sa nemmeno quale sia
la sua vera patria) abbandona la sua casa e viene accolto come figlio adottivo in un nuovo
regno, dal quale fugge per dopo aver commesso un crimine, allora vaga, da un bosco
allaltro, unendosi a gruppi di uomini vagabondi, per poi approdare in un nuovo regno, di cui
diviene uno tra i pi influenti consiglieri, il quale alla fine sar portato alla rovina dallo stesso
Trin. Infine torner nella sua prima patria, ma causando anche qui disgrazie immotivate, la
abbandoner per sempre.
Anche per questi avvenimenti della storia di Trin troviamo delle differenze tra la versione
primordiale e quelle successive: innanzi tutto il motivo di rottura per cui abbandona il
Doriath, ovvero la lite con uno dei consiglieri del Re Tinwelint (il cui nome inizialmente era
Tintoglin, corretto in un appunto con Tinthellon ma poi annullato e sostituito in tutto il
racconto da Tinwelint; solo nelle pubblicazioni successive avremo Thingol)97
, il cui nome era
inizialmente Orgof, poi cambiato in Saeros, il quale nella prima stesura rimane ucciso durante
93 O. Longo, Regalit, polis, incesto, op.cit., p. 69. 94 Cfr. Sofocle, Edipo Re 779-797. 95 Ivi 1449-1450. 96 O. Longo, Regalit, polis, incesto, op.cit., p.75. 97 C. Tolkien, Il Racconto di Turambar, op.cit., p. 107.
32
lo stesso banchetto in cui aveva insultato Trin (come un tale ubriaco aveva accusato Edipo di
essere un falso figlio del re, causandone lesilio). Nei racconti successivi infatti, Saeros non
muore durante il banchetto e il racconto viene allargato per narrare di una successiva trappola
che egli tende a Trin, ma di cui rimane vittima98
. Anche se alcuni particolari del racconto
saranno poi omessi e altri aggiunti, la trama rimane sostanzialmente la stessa; Orgof invece
viene presentato in maniera leggermente diversa rispetto al futuro Saeros, in quanto un
personaggio ancora poco sviluppato, il suo odio verso Trin quasi immotivato ed descritto
semplicemente come uno sciocco e un bellimbusto, appartenente anche a una stirpe elfica
diversa dal suo successore.99
Inoltre in questa scena non solo introdotto il tema della
maledizione ma anche quelli dellesilio e del sangue (una maledizione grava su di me,
poich tutto quello che faccio malvagio e ora, per quanto avvenuto, devo fuggire dalla
casa del mio patrigno come un fuorilegge macchiato di sangue): il pensiero di Trin verr
cancellato nelle redazioni pi recenti100
, nelle quali viene fatta menzione solo di unombra sul
suo cuore, quando Mablung si rivolge a Trin prima che questi parta. Forse quest' omissione
stata fatta per dare maggior risalto al nome Agarwaen son of mart, che nella versione
primaria non compare ancora, o magari per far risaltare la completa cecit di Trin sulle sue
sorti.
Altra differenza che nel Racconto di Turambar spiegato un motivo diverso per cui Trin
non torna nella sua patria (Dor-lmin) dopo aver lascia