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Anafonesi latina e anafonesi romanza
Introduzione
Oggetto di questa comunicazione egrave lo studio di vari processi di innalzamento con-
dizionato delle vocali medio-alte che a mio avviso non hanno ricevuto ancora una
trattazione soddisfacente nelle grammatiche storiche1 Da una parte infatti le sin-
gole tradizioni nazionali sembrano spesso ignorare le corrispondenze tra le lingue
romanze dallrsquoaltra si corre il rischio di classifi care a volte sotto unrsquounica etichetta
fenomeni strutturalmente e cronologicamente diversi
Anafonesi latina
Si considerino le corrispondenze seguenti2
it spagn port
c ngulac nctula cinghia cincha cinha
l ngua lingua lengua liacutengua
t nca tinca tenca tenca
tr ncu tronco tronco tronco
i ncu giunco junco junco
ng(u)la unghia untildea unha
In tutti i casi tranne quelli con sfondo piugrave scuro abbiamo una vocale chiusa in
luogo dellrsquoattesa medio-alta davanti a nasale velare latina Il fenomeno egrave trattato sin-
golamente dalle grammatiche storiche delle singole lingue romanze mentre viene
spontaneo chiedersi se non rifl etta una tendenza comune del latino tardo
Come ha chiarito da tempo Castellani (1961) in fi orentino e dunque in italiano
la chiusura di e o protoromanze davanti a nasale velare egrave pressocheacute categorica Si
tratta del primo di quei due casi che lo studioso chiama lsquoanafonesirsquo Vale forse la pena
fi ssare una scheda storica di questo termine che nel saggio del 1961 Castellani dice di
1 Utilizziamo per ora i termini lsquoinnalzamentorsquo o lsquochiusurarsquo Vedremo poi che potrebbe trattarsi in alcuni casi di lsquomancato abbassamentorsquo o lsquomancata aperturarsquo delle vocali alte
2 Ove non altrimenti precisato la fonte dei dati egrave il REW
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aver giagrave impiegato e che infatti ritrovo oltre che nel fondamentale volume del 19523
in Castellani (1950 249 n) e ancor prima in Castellani (1949 24 e 1948 12)
In un romanzo contemporaneo il Pasticciaccio di Gadda anafonesi designa
invece un movimento che ripercorre a ritroso il corso dellrsquoevoluzione fonetica (si parla
delle donne romane che storpiano il nome veneto Menegazzi in Menicacci)
Sui loro labbri stupendi quel nome veneto risaliva lrsquoetimo puntava contro corrente cioegrave
contro lrsquoerosione operata dagli anni Lrsquoanafonegravesi trivellava il defl usso col perforante vigore
di unrsquoanguilla []
Il Pasticciaccio fu pubblicato in volume nel 19574 ma era apparso nella rivista
Letteratura nel 1946 senza varianti per il passo che ci riguarda (cfr Isella 1989 320)
Dobbiamo credere che Castellani abbia risemantizzato prontamente il termine del
geniale onomaturgo milanese5 O non si tratteragrave piuttosto di poligenesi Certo sia
lrsquouno che lrsquoaltro uso sembrano indipendenti dal grecismo medico-musicale anafonesi ldquoesercizio del canto per dilatare i polmonirdquo attestato sporadicamente a partire dal
1797 (DrsquoAlberti di Villanuova) e giunto probabilmente attraverso il francese6
Ma torniamo ai dati Per il portoghese Williams (1962 sect 3510 e 3812) dagrave come
regola la chiusura di e e o davanti a [k] e [g] anche se le eccezioni non mancano
(oltre a tronco cfr ponto ponta)
Il problema non sembra aver attirato particolarmente lrsquoattenzione delle gramma-
tiche storiche spagnole non ne trovo menzione neacute in Meneacutendez Pidal neacute in Penny
Tuttavia esso egrave stato almeno parzialmente oggetto di uno studio di Sampson (2006)
che si concentra sulle sequenze in cui la vocale egrave seguita dal gruppo -nct- come cin-
ctu gt cinto tinctu gt tinto iunctu gt junto punctu gt punto unctu gt unto le uniche in
cui il fenomeno egrave regolare7
Secondo Badiacutea Margarit (1951 sect 49IV) in catalano la chiusura di e si verifi ca solo
davanti allo stesso gruppo cincta gt cinta pinctat gt pinta tinctu gt tint laquoSi la gutu-
ral srsquoarticula com a explosiva amb una vocal seguumlent la infl exioacute desapareixraquo trincat
gt trenca (ma lrsquoetimo egrave incerto cfr REW 8953) lingua gt llengua Analogamente
troviamo chiusa la vocale o seguita da due consonanti ung(u)la gt ungla punctu
3 Come giagrave segnalato dal LEI 1 1053 Maria Teresa De Luca ha gentilmente spogliato per me LN il termine compare per la prima volta nel 1952 nella recensione di Migliorini ai Nuovi testi fi orentini di Castellani
4 Il passo in questione si trova a p 52 Il Battaglia riportandolo dagrave come fonte erroneamente Le meraviglie drsquoItalia (1939) La data esatta egrave ristabilita dal LEI 1 1053
5 Un rapporto diverso sembra postulare Lurati (1995 289) laquoGadda anticipa (sulla scorta di Contini) il ricorso a quella nozione di anafonesi che sulla scia di Arrigo Castellani doveva poi imporsi tra i linguistiraquo
6 Cfr LEI ibid Il fr anaphonegravese egrave giagrave nellrsquoEncyclopeacutedie (1751)7 Per un processo collegato alla Legge di Lachmann (cfr go ctus) i participi in questione
potevano avere una lunga in latino ma Sampson (2006 22-25) mostra convincentemente che di norma la quantitagrave della vocale doveva essere breve
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gt punt praecunctat gt pregunta laquoSi la velar srsquoarticula com a explosiva de la vocal
seguumlent desapareix la infl exioacuteraquo juncu gt jonc (Badiacutea Margarit 1951 sect 52V)8
Lrsquoantico provenzale ha junher unher accanto ai piugrave frequenti jonher onher
(Anglade 1921 81) La chiusura sia della vocale anteriore che posteriore caratterizza
modernamente il guascone cinglo cinta (Ronjat 1930-1941 sect 81) unglo unto punt junt (Ronjat 1930-1941 sect 86)9
Quanto al romancio non si ha mai chiusura in lingere stringere vincere lin-
gua pingue ma sigrave in alcune varietagrave nella sequenza - nct- (quasi sempre con ulteriore
assorbimento della nasale) cfr exstinctu gt surs stetg eng stit Val Muumlstair [tic]
(Eichenhofer 1999 sect 109) axungia pungere ungere hanno lrsquoesito normale di o
ma dovunque le basi in - nct- hanno esiti di u unctu gt surs etg engad uumlt Muumlstair
[yc] punctu gt surs petg engad puumlt (ma in topon Puumlnch) (Eichenhofer 1999 sect
200)10
Venendo alle spiegazioni un tentativo convincente per lo spagnolo egrave nel citato
articolo di Sampson (2006) che dopo aver respinto con buoni argomenti altre inter-
pretazioni che non rendono conto della globalitagrave del fenomeno11 propone tre fattori
esplicativi di cui solo lrsquoultimo egrave considerato decisivo
(1) lrsquoeffetto della consonante velare sulla vocale omorganica
(2) la proporzione diretta tra durata e apertura vocalica la struttura sillabica a coda complessa
determina una vocale iperbreve ndash [puktu] vs [juku] ndash e dunque tendenzialmente
chiusa
(3) lrsquoeffetto chiudente della nasale che comrsquoegrave noto si manifesta anche in altri casi nelle lingue
romanze coinvolgendo anche le vocali medio-basse (Lausberg 1971 sectsect 230-237)
Percheacute proprio la nasale velare La risposta viene dalla fonetica sperimentale la
nasale velare ha la frequenza piugrave vicina a quella della vocale ed egrave quindi piugrave in grado
di determinare un effetto di coarticolazione laquoVu que le formant nasal est plus bas
que tout premier formant vocalique un tel percept vocalique semblera eacuteventuelle-
ment avoir un premier formant abaisseacute Lrsquoauditeur entendrait par lagrave une voyelle plus
fermeacuteeraquo (Sampson 2006 34)12
8 Paradossalmente in italiano secondo Castellani (1992 392) non ci sarebbe anafonesi in que-sto contesto per la precoce semplifi cazione del gruppo -nct- punctiare gt puntiare gt ponzare I vari giunto punto unto cinto tinto vinto sarebbero analogici alternativamente si potrebbe dire che in questi casi i rapporti paradigmatici hanno impedito la semplifi cazione (lrsquoocclusiva velare di iungo ecc avrebbe preservato quella di iunctus ecc)
9 Cfr anche Rohlfs (1970 sect 353)10 Per lrsquoesito di u cfr fr ctu gt surs fretg engad fruumlt11 Secondo Torreblanca (1990) ogni consonante velare o velarizzata impedirebbe lrsquoapertura di
ma questa interpretazione da un lato lascia diverse aporie dallrsquoaltro non spiega la chiusura di Per una diversa spiegazione di ductu gt ducho lucta gt lucha cfr Barbato (2012 80)
12 Si tratta del primo formante che egrave tanto piugrave basso quanto piugrave la vocale egrave chiusa Ci si riferisce ovviamente alla vocale seguita da nasale velare
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Possiamo cercare di estendere la spiegazione di Sampson che da una parte si egrave
occupato solo del contesto -nct- dallrsquoaltra non ha tenuto conto sistematicamente
delle altre varietagrave romanze Queste si dispongono in un ventaglio che possiamo cosigrave
descrivere13
(a) varietagrave in cui la chiusura non egrave sensibile neacute alla qualitagrave [= anteroposterioritagrave] della vocale
neacute alla struttura della sillaba (italiano portoghese guascone)
(b) varietagrave in cui la chiusura egrave sensibile alla struttura sillabica (engadinese catalano e
spagnolo in misura diversa)
(c) varietagrave in cui la chiusura egrave sensibile alla struttura sillabica e alla qualitagrave della vocale (cfr
il soprasilvano dove crsquoegrave solo la chiusura in - nct-)
(d) varietagrave senza chiusura (francese gran parte dellrsquooccitanico e dellrsquoitaloromanzo tranne il
toscano)
Egrave evidente che la restrizione della qualitagrave vocalica si spiega con il fattore (1) di
Sampson ndash lrsquoeffetto della velare sulla velare ndash la restrizione della struttura sillabica
con il fattore (2) lrsquoeffetto del carattere iperbreve della vocale Apparentemente in
controtendenza lrsquoitaliano dove la chiusura sembra piugrave spinta per la vocale anteriore
che per quella posteriore cfr oltre a tronco spelonca carbonchio (gall caruncho)
Ma potrebbe essere un caso a ben vedere non mancano le eccezioni con la vocale
anteriore pentola spengo camarlengo14
Che si debba aggiungere allrsquoelenco di Sampson un altro fattore quello della sono-
ritagrave dellrsquoocclusiva velare Castellani nota la quasi totale assenza di [uk] contro la
regolaritagrave di [ug] in italiano saragrave casuale la mancata chiusura in iberoromanzo di
vinco (spagn venzo port venccedilo) contro cingo (cintildeo cinjo) fingo (hintildeo fi njo) tingo
(tintildeo tinjo) iungo (unzo junjo) pungo (pungo punjo) Egrave possibile che la conso-
nante sonora piugrave lsquoomorganicarsquo alla vocale di quella sorda abbia in quanto tale favo-
rito lrsquoeffetto di coarticolazione15
Egrave interessante notare che il nostro fenomeno ne ripete uno del latino arcaico (Leu-
mann 1977 sectsect 42 45 85 126 Palmer 1977 264sq) Nello stesso contesto di nasale
+ velare una vocale media etimologica si egrave chiusa in decnos gt dignus legnos
gt lignum16 tinguo (cfr greco tengo) uncus (greco onkos) unguis (greco onyx) hunc
(ant honc) La chiusura ha risparmiato eccezionalmente longus (e iuvencus) ma in
iscrizioni si trova lung- (CIL I2 1353 XI 6671a) e una forma del genere egrave presuppo-
sta dallrsquoit lungo17 Siamo dunque in presenza di un fenomeno ciclico
13 Sono ovviamente fuori gioco le varietagrave che confondono e e e anche il rum limbă ecc non aiuta giaccheacute qui tutti i timbri si sono fusi in i davanti a nasale pl nu gt plin = d nte gt dint
14 Vero egrave che questi ultimi due lessemi hanno a Firenze segno del loro carattere non popolare15 Il parere di Straka citato in nota da Castellani (1961 79) sembra andare in questo senso16 Queste due forme mostrano che anche la prima consonante del gruppo gn si pronunciava []17 Per lungo lt l ngu credo si possa sciogliere senzrsquoaltro la riserva di Castellani (1961 76 n 16)
ed escludere lrsquoidea di Rohlfs (1966-1969 sect 70) che si tratti di una doppia applicazione della chiusura antenasale (l[]ngo gt l[o]ngo gt lungo) fenomeno altrimenti indocumentato (cfr p[]nte gt p[o]nte gt punte)
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La domanda da porci ora egrave la seguente si tratta di una chiusura di e o romanzo-
comuni o di una mancata apertura di (o se si vuole di ) latini Sampson (2006
34) si pronuncia per questa seconda ipotesi laquoon peut diffi cilement parler drsquoune ferme-
ture vocalique provoqueacutee dans nos mots probleacutematiques par lrsquoeffet acoustico-percep-
tuel de la nasaliteacute Mais nous proposons que cet effet a pu aider agrave conserver la qualiteacute
fermeacutee de et en freinant toute tendance de ces voyelles agrave srsquoouvrirraquo
Torreblanca (1990 249) sottolinea che il fenomeno devrsquoessere anteriore alla sem-
plifi cazione del gruppo -nct- gt -nt- frequentemente attestata laquodans les inscriptions
tardives de toutes les reacutegionsraquo (Vaumlaumlnaumlnen 1981 sect 116) In effetti in latino tardo ci
devrsquoessere stata la tendenza a semplifi care il nesso (cfr giagrave il classico quintus lt
quinctus) che si egrave imposta in iberoromanzo e italiano (santo) ma non in francese
(saint) lasciando altrove unrsquoarea diffusa di variazione (occit sant vs sanch saint sent piem sant vs gena sainto mil onć)18
Si noti che se in spagnolo (portoghese guascone) lrsquoanafonesi egrave anteriore alla sem-
plifi cazione -nct- gt -nt- in romancio egrave anteriore alla palatalizzazione di -ct- si tratta
di un ulteriore argomento a favore della precocitagrave del fenomeno e indirettamente
della sua interpretazione come fatto di conservazione e non di innovazione19
Del resto gli esiti romanzi disegnano una tipica fi gura areale conservazione rela-
tiva di Italo- e Iberoromania (in senso lato includendo rispettivamente i Grigioni e la
Guascogna) rispetto alla Galloromania (in particolare lrsquoantica Lugdunense) notoria-
mente lrsquoarea piugrave innovativa nel tardo Impero
Ci sono dunque diversi argomenti per pensare a una mancata apertura della vocale
latina20 Ci sono perograve anche delle possibili obiezioni In italiano lrsquoesito chiuso coivolge
anche un lessema con e il suffi sso germanico - ng
it spagn port
sp ngia spugna esponja esponja
- ng -ingo -engo -engo
Sembrerebbe la prova che si tratti di una chiusura di e o e di un fenomeno rela-
tivamente tardo21 Secondo Castellani (1961 85-87 e 121-122) il nostro fenomeno
egrave posteriore allrsquoapertura di (III sec) ma anteriore alla palatalizzazione di ng (sugna spugna IV-V sec) va collocato dunque nel IV secolo ma devrsquoessere rimasto
attivo almeno fi no a tutto il V secolo cosigrave da coinvolgere il suffi sso germanico
18 Anglade (1921 167) Meneacutendez Pidal (1941 sect 512) Rohlfs (1966-1969 sect 272) Lausberg (1971 sectsect 437-438) AIS
19 Meno assicurata appare lrsquoanterioritagrave rispetto alla palatalizzazione di cj asserita da Torre-blanca (1990 256) sulla base di uncia gt it oncia spagn onza port onccedila (cfr la mancata chiusura anche in tronco)
20 Un fenomeno analogo si verifi ca in iato cfr mia (attestato a Pompei) gt it engad occ cat spagn mia (Barbato 2010) fuit gt it(a) fu(e) (Barbato 2009)
21 Si ricordi che germanica egrave resa normalmente con e
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Drsquoaltra parte si puograve credere che giagrave compiuta lrsquoanafonesi [spogja] e [-eg-]
unici casi che presentavano una vocale medio-alta davanti alla sequenza nasale piugrave
velare siano stati pareggiati per analogia fonetica a [iC] [uC] Quanto al primo
caso si potrebbe anche partire da una base spungia che sembrerebbe presupposta
pure da cast espundia arag espuntildea (DCECH sv esponja ed espundia)22 Del resto
la palatalizzazione di ng potrebbe essere avvenuta piugrave precocemente di quanto sup-
pone Castellani con la trafi la ngj gt nj lt [] Lo stesso Castellani data il passaggio gj
gt j al I sec dC e quello nj gt [] al III secolo Proporrei dunque la seguente cronologia
(1) anafonesi davanti a []
(2) gj gt j
(3) nj gt []
Secondo questa ipotesi lrsquoanafonesi egrave contemporanea alla formazione del sistema
vocalico romanzo di cui costituisce il negativo In ogni caso sia che la si consideri un
fatto di conservazione che di innovazione va sottolineato il suo carattere irregolare
che confi gura una lsquolegge fonetica debolersquo o una resistenza a unrsquoinnovazione governata
da una fi tta rete di parametri
Anafonesi (metafonesi) romanza
Si considerino ora le corrispondenze (parziali) seguenti
it spagn port
t nea tigna tintildea tinha
erv lia rubiglia arveja ervilha
c lia ciglia ceja celha
stam nea stamigna estamentildea estamenha
curc lio gorgoglio gorgojo gorgulho
c neu cogno cuntildeo cunho
22 La questione egrave intricata Il lat spongia lt greco σπογγιά dovrebbe avere una vocale breve la lunga viene postulata proprio per spiegare lrsquoitaliano spugna (Rohlfs 1966-1969 sect 110) Un prestito greco molto antico potrebbe essere stato coinvolto nella chiusura latina di davanti a nasale velare (vedi sopra uncus unguis) In effetti come segnala Torreblanca (1990 261) la grafi a spungia egrave attestata in latino non si puograve escludere tuttavia che essa renda una pro-nuncia tardiva [o] si sa infatti che omicron aveva un timbro chiuso che poteva essere reso in latino tardo con o donde le pronunce coacutelpo poacutelpo dellrsquoitaliano (Rohlfs 1966-1969 sect 110) Il logud ispundza (accanto a isponda) non egrave decisivo percheacute come illustra Wagner potrebbe risentire dellrsquoit spugna o essere laquosardizzazioneraquo di spagn-cat esponja (DES)
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Franceschini (1991) ha voluto vedere qui un fenomeno comune di innalzamento
dovuto a yod che agirebbe con piugrave o meno restrizioni nelle varietagrave romanze In que-
sto caso tuttavia le condizioni appaiono diverse come mostra la chiara asimmetria
tra lrsquoitaliano che chiude regolarmente la vocale anteriore e lrsquoibero-romanzo che
chiude preferibilmente quella posteriore23
Va sottolineata qui una caratteristica costitutiva del toscano lrsquoassenza di meta-
fonesi24 Se Castellani sentigrave il bisogno di coniare il termine anafonesi fu proprio per
descrivere un processo di innalzamento che ha una ragione diversa da quello meta-
fonetico
Ora egrave noto che le varietagrave iberoromanze come quelle galloromanze conoscono
metafonia da -i (cfr f ci gt fr prov fi s spagn hice port fi z contro it feci) In altra
sede (Barbato 2012 e 2013) ho sostenuto che la metafonia sia prodotta non soltanto da
-i ma anche da yod proponendo questa cronologia
sec II III IV V VI
palatalizzazione di tj gt ts cj gt t ----- --
dittongazione metafonetica di ----- --
palatalizzazione di j (gj dj) gt d lj gl gt nj gn gt ----- --
chiusura metafonetica di e o ----- --
Normalmente la palatalizzazione di lj nj si applica prima della chiusura di e o
eliminando il contesto metafonetico
ndash cilia gt [tellja] gt [tea] gt cejandash gurgulio gt [gorgolljo] gt [gorgoo] gt gorgojo
Ma il processo di palatalizzazione e quello di chiusura metafonetica si sono
sovrapposti per un periodo e dunque egrave potuto succedere eccezionalmente che si
applicassero in ordine inverso
ndash cunia gt [konnja] gt [kunnja] gt cuntildeandash tinea gt [tennja] gt [tinnja] gt tintildea
Nel caso di -[i]- (ervilha) e di -[u]- (gorgulho) puograve poi aver agito lrsquoanalogia
dei suffi ssi da - cul- (es lentilha) e - cul- (agulha)
23 Secondo Franceschini il toscano occidentale presenterebbe simmetria nella chiusura ma cfr le obiezioni di Castellani (1992 397-399)
24 Esiste forse una sola eccezione se non sono dovuti a chiusura in protonia (fi schiare mischiare) potrebbero essere metafonetici fi schio mischio lt feschio meschio Se egrave cosigrave lrsquounica metafo-nia toscana ripeterebbe singolarmente la nota chiusura del latino parlato b stia gt b stia
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In italiano siamo di fronte a un processo ben diverso che come ha chiarito ancora
Castellani (1961)
(a) colpisce e e non o
(b) egrave prodotto solo dalla nasale palatale derivata da nj e non da quella derivata da gn (cfr
degno pegno)
Esso egrave dunque successivo alla palatalizzazione dei gruppi con yod laquopercheacute in
Toscana la non esercita nessun infl usso sulla vocale della sillaba tonicaraquo (p 85) ed
egrave anteriore alla confusione di nj e gn va collocato dunque dopo il II secolo e prima
dellrsquoVIII (laquodal 757 si trovano grafi e inverse attestanti la pronuncia di gn come nrsquonrsquoraquo p
86) ma piugrave probabilmente tra il III e il IV secolo (cfr anche p 122)
Secondo Castellani dunque lrsquoanafonesi davanti a precede quella davanti a
[] Ma se facciamo reagire queste considerazioni sullo schema precedente otteniamo
la seguente cronologia
(1) anafonesi davanti a []
(2) gj gt j
(3) nj gt [] lj gt []
(4) anafonesi davanti a [ ]
(5) gn gt []
Percheacute questo secondo processo colpisce e e non o Probabilmente per motivi
articolatori (Pensado 1985 645) la chiusura non coinvolge la vocale posteriore per-
cheacute lrsquoassimilazione laquoque como efecto de la elevacioacuten de la parte anterior de la lengua
(cerrazoacuten) parece perfectamente posible no lo es si se tiene en cuenta el paraacutemetro
de la posicioacuten de la raiacutez de la lenguaraquo Insomma se la consonante velare favorisce
la chiusura delle vocali posteriori come si egrave visto sopra quella palatale esercita un
effetto parallelo sulle anteriori
Che ne egrave delle altre lingue romanze Il catalano si allinea allo spagnolo coi suoi
tinya cuny (ma corcoll) Lrsquoantico provenzale ha le alternanze celhacilha lt cilia melh
milh lt miliu telhtilh lt tiliu estrilhaestrelha lt strig(i)la tegnotigno lt tinea lenh
linh lt lignu (Anglade 1921 60sqq 78sqq) Includendo le forme antiche e dialettali
si scopre che il francese oltre a cil ha anche milmeil tilteil teignetigne eacutetrilleeacutetreille
linleigne (FEW svv) In tutti questi casi si conoscono dei risultati con i e u anche
in Italia settentrionale per es ver (Raldoacuten) [sije] (AIS 102 p 372) emilocc (San
Secondo parm) [mij] (AIS 1467cp p 413) emilocc (Sologno) [tijj] (AIS 580 p
453) gen [tia] (AIS 684 p 178) APiem (Villafalletto) [stria] (AIS 1242 p 172) Il
romancio non conosce chiusura (Eichenhofer 1999 sectsect 93 110 201)
Questi casi si potrebbero allineare a quelli iberici come effetto di una metafonia
che ha preceduto la palatalizzazione ma potrebbero anche essere dei piugrave tardi feno-
meni anafonetici come mostra il fatto che solo la vocale anteriore egrave coinvolta dallrsquoin-
BARBATO
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nalzamento25 Del resto come mostra Philipon (1918-1919 433) spesso la chiusura egrave
documentabile in epoca letteraria prov abelha gt abilho lion oreilli gt orilli lig megiu
gt migiu mil stregia gt strigia E non a caso Roncaglia (1965 49) parla di laquoanafonesiraquo
per le occorrenze provenzali26
Si deve ancora a Castellani (1961 80-81 e n) il merito di aver stabilito che nel caso
di it pugno spagn puntildeo port punho cat puny itsett puumlgn (accanto a pogn AIS 1679
e cp) ndash cui si puograve aggiungere prov punh (accanto a ponh) lad [pu] (Kramer 1977
145) ndash non crsquoegrave anafonesi ma si parte da una forma romanzo-comune con u
Conclusioni
Sulla scia di Rohlfs (1966-1969 sect 49 e 70) le grammatiche storiche romanze con-
tinuano a parlare per lrsquoitaliano di una chiusura di e o in una serie di contesti che
includono la nasale e la laterale palatali e la nasale velare
Rohlfs (1966-1969 sect 49) laquoNel dialetto fi orentino si trova i invece di e davanti a n seguita
da k o da g () davanti a sk e davanti a ntilde oppure a łraquo
Lausberg (1971 sect 204) laquoNel fi orentino (e nellrsquoitaliano letterario) la e la del latino
vengono innalzate a [i] e [u] dinanzi a gruppi nasali-palataliraquo
AlkireRosen (2010 77) laquoRegularly stressed high mids followed by [] or [] raise one
degree to become high vowels i instead of e and u instead of oraquo
In realtagrave da molti anni Castellani ha chiarito che esistono due anafonesi in ita-
liano cronologicamente distinte (1) chiusura di e o davanti a nasale velare (2) chiu-
sura della sola e davanti a nj lj27 Sarebbe ora che gli studi romanzi prendessero atto
di questo fatto
Qui si egrave proposto ulteriormente di collegare (1) con alcuni fenomeni analoghi di
altre varietagrave romanze rintracciandone la radice comune nel latino tardo di distin-
guere (2) da fenomeni apparentemente analoghi che sono invece di natura metafo-
netica
Non sarebbe forse male che il termine anafonesi (vs metafonesi) venisse adottato
anche nelle altre lingue fr anaphonie (vs meacutetaphonie)28 spagn anafoniacutea (vs metafoniacutea)
ecc
Universitagrave di Napoli lsquoLrsquoOrientalersquo Marcello BARBATO
25 Per strigile e tinea si potrebbe pensare che la chiusura si sia prodotta dapprima in protonia nei tipi lsquoeacutetrillerrsquo e lsquotigneuxrsquo (FEW 12 303 e 13 343)
26 Lrsquouso continua nella provenzalistica italiana (cfr Ventura 2010 LIX)27 Si ricordi che la cronologia proposta da Castellani egrave quella inversa e si noti che la lsquochiusurarsquo
di e o egrave a nostro avviso piuttosto una mancata apertura di 28 Cfr giagrave Redon (2002 37)
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Les meacutecanismes de la concordance des temps et leur eacutevolution
du latin aux langues romanes
Les regravegles lsquoclassiquesrsquo de la concordance des temps ont fait lrsquoobjet de nombreuses
critiques de la part des grammairiens et des linguistes Parmi ceux-ci il semble que
Ferdinand Brunot et Charles Bruneau soient les plus cateacutegoriques laquo Les grammai-
riens modernes ont imagineacute une preacutetendue regravegle de concordance des temps Cette
regravegle nrsquoa jamais eacuteteacute observeacutee par les bons eacutecrivains raquo (Preacutecis de grammaire historique de la langue franccedilaise Paris Masson et Cie 1949 p 387) Quelques anneacutees plus tard
lorsqursquoil eacutecrit La penseacutee et la langue Ferdinand Brunot nrsquoa pas changeacute drsquoavis laquo Le
chapitre de la concordance des temps se reacutesume en une ligne il nrsquoy en a pas raquo (Bru-
not 1965 782)
Pourtant contrairement agrave lrsquoaffi rmation ci-dessus la regravegle de lsquoconcordance des
tempsrsquo a plus drsquoun titre drsquoancienneteacute Elle a drsquoabord eacuteteacute appliqueacutee au latin et est ensei-
gneacutee depuis plus de deux milleacutenaires Dans leur Syntaxe latine (1951-2002) A Ernout
et F Thomas la reacutesument en ces termes
laquo La concordance des temps du subjonctif est deacutefi nie drsquoordinaire par la regravegle suivante
dite regravegle de la consecutio temporum
1) Au preacutesent (ou au futur) de lrsquoindicatif dans la proposition principale correspond un preacute-
sent ou un parfait du subjonctif dans la subordonneacutee
dico
quid faciat quid fecerit quid facturus sit
dicam
lsquolsquo je dis (dirai) ce qursquoil fait ce qursquoil a fait ce qursquoil fera rsquorsquo
2) A un temps passeacute de la proposition principale correspond dans la subordonneacutee un impar-
fait ou un plus-que-parfait du subjonctif
dixi
dicebam quid faceret quid fecisset quid facturus esset
dixeram
lsquolsquo jrsquoai dit (je disais jrsquoavais dit) ce qursquoil faisait ce qursquoil avait fait ce qursquoil ferait rsquorsquo (sect 394)
Les laquo grammairiens modernes raquo dont parlent Ferdinand Brunot et Charles Bru-
neau nrsquoont donc fait qursquoadapter au franccedilais une regravegle que tous les apprenants du latin
sont bien obligeacutes drsquoapprendre car elle permet drsquoeacuteviter des erreurs grossiegraveres dans le
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thegraveme latin Il ne srsquoagit cependant pas drsquoune regravegle absolue comme le reconnaissent
A Ernout et F Thomas qui apregraves avoir eacutenonceacute la regravegle ajoutent laquo Mais la simpliciteacute
factice de cette regravegle a pour reacutesultat de rejeter de nombreux faits parmi les exceptions
On doit tenir compte mieux qursquoelle ne le fait des conditions imposeacutees par les valeurs
particuliegraveres des temps eux-mecircmes et par la nature des diverses propositions subor-
donneacutees raquo
Le problegraveme poseacute par les laquo grammairiens modernes raquo citeacutes par F Brunot et C
Bruneau pourrait se reacutesumer de la maniegravere suivante ces grammairiens ont-ils eu
raison de transposer au franccedilais une regravegle faite pour la langue dont le franccedilais est
issu le latin
On remarquera que les remarques critiques de F Brunot et C Bruneau nrsquoont pas
drsquoeacutequivalents dans les autres langues romanes comme lrsquoespagnol le portugais ou
lrsquoitalien Les speacutecialistes de ces langues qursquoils soient peacutedagogues grammairiens ou
linguistes sont contraints de reconnaicirctre pratiquement tous lrsquoexistence dans ces lan-
gues drsquoun meacutecanisme de laquo concordance des temps raquo Ainsi la Grammaire espagnole de Jean Bouzet (Paris Belin 1945 p223 sect514) met en garde le traducteur qui doit
rendre en espagnol un preacutesent du subjonctif franccedilais laquo Le franccedilais moderne nrsquoest pas
tregraves rigoureux sur la concordance des temps du subjonctif avec le verbe de la proposi-
tion principale et tolegravere bien souvent lrsquoemploi du preacutesent au lieu de lrsquoimparfait Jrsquoavais peur qursquoil ne srsquoeacutegare qursquoil nrsquoarrive pas qursquoil ne sache pas etc Il conviendra toujours
de rectifi er la concordance avant de traduire raquo Dans un manuel drsquoapprentissage de
lrsquoespagnol comme Pueblo sous le libelleacute laquo La concordance des temps raquo on peut lire
laquo Alors que le franccedilais utilise de moins en moins le subjonctif passeacute (il eucirct fallu que vous vinssiez) son emploi au lieu du subjonctif preacutesent est rigoureusement obligatoire
chaque fois que le verbe de la proposition principale est au passeacute ou au conditionnel raquo
(A Mercier Pueblo 3 Paris Armand Colin 1972 120) Lrsquoaffi rmation aussi peacuteremp-
toire - mais de sens opposeacute - que celles de Ferdinand Brunot est compleacuteteacutee par les
exemples suivants
laquo nos dicen que pasemos ----------gt nos dijeron que pasaacuteramos
me interesa que esteacutes tuacute ----------gt me interesaba que estuvieses tuacute
es mejor que vuelva mantildeana ------gt seriacutea mejor que volviera mantildeana
quiero que contestes pronto ------gt quisiera que contestases pronto raquo
avec le commentaire
laquo Principale au passeacute ----gt subjonctif passeacute dans la subordonneacutee
passeacute simple
imparfait
plus-que-parfait
conditionnel raquo
BEGIONI ROCCHETTI
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Cette concordance est valable aussi pour lrsquoitalien La Grammatica italiana - Il verbo de G-B Moretti et de G-R Orvieto (Perugia Benucci 1979 vol I 67-76)
consacre 10 pages agrave exposer en deacutetail la concordance des temps en italien Pour ne
pas alourdir notre exposeacute nous nous limiterons agrave citer un extrait de la grammaire de
Luca Serianni Italiano (Torino UTET 1988 388-390) qui renvoie agrave G-B Moretti et
G-R Orvieto et reacutesume ainsi la concordance des temps lorsque la subordonneacutee est au
subjonctif (p 390) laquo Il tempo verbale della reggente condiziona il tempo dellrsquoogget-
tiva sia pure senza la rigorositagrave della lsquoconsecutio temporumrsquo latina raquo (p 388)
On voit que lrsquoespagnol et lrsquoitalien donnent lieu agrave des remarques comparables
proches de la regravegle latine quoique avec une moindre rigueur comme le souligne
Luca Serianni La diffeacuterence tient au fait que le subjonctif latin comportait 4 temps
(preacutesent imparfait parfait et plus-que-parfait) alors que le subjonctif de la langue
italienne se reacuteduit agrave un preacutesent et agrave un parfait Ce dernier est paradoxalement appeleacute
imperfetto alors qursquoil a pour origine le plus-que-parfait du subjonctif latin - cf lat
cantavissem gt it cantassi - et qursquoil est resteacute un perfectum de virtualiteacute en italien Il
peut par exemple poser seul une hypothegravese sans lrsquoaide des conjonctions se ou anche se Avesse dovuto aspettare non cinque minuti ma cinquanta secoli non sarebbe uscito di ligrave senza aver parlato prima collrsquoamabile sposina (De Marchi Demetrio Pia-nelli 479) Il en est de mecircme de lrsquoespagnol bien que sa morphologie au subjonctif
soit un peu plus complexe il dispose lui aussi drsquoun preacutesent drsquoun parfait - doteacute de
deux formes lrsquoune en -se (lat cantavissem gt esp cantase) de mecircme origine que le
parfait italien lrsquoautre en -ra issue du plus-que-parfait de lrsquoindicatif latin (lat cantave-ram gt esp cantara) - et drsquoun futur Mais ce dernier temps nrsquoest plus drsquousage courant et
nrsquoentre pas dans la regravegle lsquoclassiquersquo de la concordance des temps
Nous arrivons ainsi agrave lrsquoobjet de notre eacutetude comment et surtout pourquoi est-on
passeacute de 4 temps pour le subjonctif latin agrave deux temps en italien et (pratiquement) en
espagnol Pourquoi le franccedilais a-t-il reacuteduit aujourdrsquohui son subjonctif agrave un seul temps
alors que lrsquoancien-franccedilais en utilisait reacuteguliegraverement deux Quelles sont les eacutetapes
que lrsquoon peut distinguer dans ces eacutevolutions Agrave quoi reacutepond un meacutecanisme aussi
insolite - et on lrsquoa vu aussi controverseacute - que la concordance des temps Enfi n nous
avons passeacute sous silence jusqursquoagrave preacutesent la langue roumaine mais elle peut ecirctre riche
drsquoenseignements puisqursquoelle est issue comme les langues romanes occidentales drsquoun
latin fortement marqueacute par la concordance des temps et pourtant elle ne preacutesente
aucune regravegle de lsquoconcordance des tempsrsquo ni mecircme aucun reste eacutevident drsquoun ancien
fonctionnement fondeacute sur une telle regravegle Comment comprendre une telle diversifi -
cation pour des langues qui offrent par ailleurs une multitude de meacutecanismes com-
parables
Ce qui frappe en premier lieu crsquoest moins la concordance en elle-mecircme - puisque
tous les eacuteleacutements drsquoune phrase doivent en effet lsquoconcorderrsquo pour donner agrave la phrase
sa coheacuterence - que le fait qursquoelle entraicircne la reacutepeacutetition drsquoune donneacutee (le temps) deacutejagrave
fournie par le verbe de la principale Agrave quoi reacutepond cette reprise Le verbe de la
principale ne serait-il pas suffi sant pour situer lrsquoensemble de la phrase dans lrsquoeacutepoque
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preacutesente passeacutee ou future Doit-on analyser la seacutequence laquo proposition principale +
proposition subordonneacutee raquo comme le rapprochement de deux entiteacutes indeacutependantes
agrave lrsquoorigine et qui pour se rapprocher doivent emprunter lrsquoune agrave lrsquoautre des eacuteleacutements
temporels marquant leur homogeacuteneacuteisation au sein drsquoune mecircme phrase Agrave cette ques-
tion srsquoen ajoute une autre y a-t-il dans les langues en eacutevolution drsquoautres cas analo-
gues de rapprochement drsquoeacuteleacutements drsquoorigine diffeacuterente et fi nissant par srsquoamalgamer
en une nouvelle uniteacute homogegravene La reacuteponse agrave cette deuxiegraveme question est certaine-
ment positive et les exemples ne manquent pas
Dans Begioni Rocchetti 2010 eacutetude publieacutee dans la revue Langages ndeg 178 (p
67-87) et intituleacutee La deacutefl exiviteacute du latin aux langues romanes quels meacutecanismes systeacutemiques sous-tendent cette eacutevolution nous avons examineacute plusieurs cas de reacutepeacute-
tition concernant des eacuteleacutements en cours de rapprochement Le cas le plus exemplaire
nous paraicirct ecirctre dans le domaine nominal lrsquoapparition de lrsquoarticle deacutefi ni (agrave partir du
deacutemonstratif latin) sa liaison progressive avec le substantif lrsquoexistence pendant de
nombreux siegravecles drsquoune double marque du genre et du nombre agrave la fois sur lrsquoarticle et
sur le substantif et la reacuteduction en franccedilais moderne de la marque du nombre expri-
meacutee jusque-lagrave par la deacutesinence du deuxiegraveme eacuteleacutement (le substantif) alors qursquoelle se
maintient sur le premier Pour une compreacutehension plus approfondie du pheacutenomegravene de
la deacutefl exiviteacute nous renvoyons le lecteur agrave cette eacutetude
Nous avons mis en rapport ces eacutevolutions avec une restructuration de la phrase due
au passage de lrsquoindo-europeacuteen langue reconstruite avec le verbe en position fi nale
aux langues indo-europeacuteennes actuelles inteacutegrant plusieurs propositions enchacircsseacutees
les unes dans les autres dont lrsquoune ou les unes sont reacutegissantes et les autres reacutegies
On peut reacutesumer les diffeacuterentes eacutetapes pour lrsquoassemblage de deux eacuteleacutements dans
une forme nouvelle de la maniegravere suivante
- Eacutetape 1 les deux syntagmes verbaux indeacutependants agrave lrsquoorigine mais mis en relation au
sein drsquoune phrase unique doivent pour bien signaler leur association reprendre les
mecircmes marques formelles (aspect mode et temps) On observe donc une duplication sys-
teacutematique des marques au niveau de la morphologie des deux verbes qui sont ainsi mis en
relation mais qui peuvent dans cette premiegravere phase rester eacuteloigneacutes lrsquoun de lrsquoautre
- Eacutetape 2 les deux verbes conservent chacun leurs marques morphologiques (le plus sou-
vent deacutesinentielles) de leur solidariteacute mais ils commencent agrave se rapprocher Le verbe de
la subordonneacutee peut ecirctre introduit par une conjonction (qui peut varier selon le type de
subordonneacutee)
- Eacutetape 3 une fois leur liaison syntaxique eacutetablie - crsquoest-agrave-dire une successiviteacute systeacutemati-
quement installeacutee - le deuxiegraveme eacuteleacutement (dans le cas de la deacutefl exiviteacute reacutegressive) perd des
marques qui faisaient double emploi avec celles deacutejagrave apporteacutees par le premier eacuteleacutement
Degraves lors celui-ci devient preacutedominant et tend agrave concentrer tous les apports formels lais-
sant les apports seacutemantiques au second eacuteleacutement
- Etape 4 Lrsquoeacutevolution est acheveacutee lorsqursquoil nrsquoy a plus aucune duplication drsquoinformation
Voyons comment intervient le pheacutenomegravene de la deacutefl exiviteacute dans le cas qui nous
inteacuteresse ici celui de la concordance des temps
BEGIONI ROCCHETTI
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Le premier stade - celui du rapprochement de deux verbes ou de deux syntagmes
verbaux dans une structure nouvelle orienteacutee vers la creacuteation drsquoune subordination
- est envisageacute pour le latin par A Ernout et F Thomas dans le chapitre laquo Subordi-
nation et coordination raquo (p 291) de leur volume Syntaxe latine laquo la syntaxe de subor-
dination repreacutesente un eacutetat de langue relativement reacutecent instituant entre des pro-
positions agrave lrsquoorigine autonomes des rapports comparables agrave ceux qui se sont eacutetablis
dans la syntaxe du nom au deacutetriment de la construction appositionnelle raquo Crsquoest aussi
notre position nous venons de voir en effet que le processus de creacuteation de lrsquoarticle agrave
partir du pronom-adjectif reacutesulte de lrsquoapplication de la deacutefl exiviteacute au syntagme nomi-
nal et nous allons voir que la creacuteation de la subordination est lrsquoapplication du mecircme
processus au syntagme verbal Les deux latinistes se fondent pour cela sur des traces
drsquoun eacutetat ancien que conserve encore la langue de Ciceacuteron laquo Le latin eacutecrivent-ils
laisse entrevoir encore dans certains tours lrsquoancienne autonomie des propositions
des constructions comme caue cadas lsquolsquo prends garde de tomber rsquorsquo uolo facias lsquolsquo je veux
que tu fasses rsquorsquo signifi aient proprement lsquolsquo prends garde tu pourrais tomber rsquorsquo lsquolsquo fais-le
je le veux rsquorsquo Les subjonctifs cadas facias se justifi aient par eux-mecircmes comme mar-
quant la possibiliteacute ou la volonteacute et ils eacutetaient simplement juxtaposeacutes De cet eacutetat qui
est celui de la parataxe [] il subsiste des traces dans des formules et la langue parleacutee
ne srsquoen est jamais entiegraverement deacutepartie raquo
De telles lsquotracesrsquo de parataxe se trouvent encore en italien Alors que les verbes
qui introduisent une subordonneacutee exprimant la reacutealiteacute doivent obligatoirement se
construire avec la conjonction che lsquolsquo que rsquorsquo - vedo che sei contento lsquolsquo je vois que tu es
content rsquorsquo osservo che non egrave venuto lsquolsquo je remarque qursquoil nrsquoest pas venu rsquorsquo - ceux qui
expriment le deacutesir lrsquoespoir la crainte la croyance ou la volonteacute - crsquoest-agrave-dire tous ceux
qui contiennent une part (variable) de virtualiteacute - peuvent se construire avec ou sans
che
(6) spero sia stato promosso lsquolsquo jrsquoespegravere qursquoil a eacuteteacute admis rsquorsquo
(7) credevo fosse piugrave piccolo lsquolsquo je croyais qursquoil eacutetait plus petit rsquorsquo
La parataxe a eu une large extension en ancien italien Elle srsquoest reacuteduite en italien
moderne puisqursquoelle ne peut plus ecirctre utiliseacutee apregraves des verbes deacuteclaratifs introdui-
sant une subordonneacutee de reacutealiteacute Mais si lrsquoon compare le franccedilais et lrsquoitalien sur le cri-
tegravere de lrsquoemploi ou du non emploi de che on est frappeacute de la constance avec laquelle
le franccedilais utilise sa conjonction
Sommes-nous pour autant en franccedilais au stade 4 celui drsquoune disparition com-
plegravete de la concordance Dans je veux qursquoil vienne devenant au passeacute je voulais qursquoil vienne le verbe de la subordonneacutee ne reprend effectivement pas le temps (preacutesent
et passeacute) des principales je veux et je voulais mais que faut-il penser de lrsquoemploi du
mode subjonctif Ne repreacutesente-t-il pas sous une forme speacutecifi que la reprise du
contenu seacutemantique virtualisant du verbe de la principale Avec le verbe venir on
nrsquoest pas dans la situation des verbes du premier groupe lesquels ne distinguent plus
en effet lrsquoindicatif et le subjonctif par des formes speacutecifi ques je vois que tu manges je
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veux que tu manges Dans ce seul cas en effet on peut dire que la concordance des
temps est parvenue agrave une disparition complegravete ce qui signifi e que la subordonneacutee
a eacuteteacute parfaitement inteacutegreacutee agrave la principale on passe de la phrase indeacutependante tu manges agrave la subordonneacutee que tu manges par le seul ajout de la conjonction de subordi-
nation que En revanche pour tous les autres groupes puisque le subjonctif preacutesente
une forme diffeacuterente de celle de lrsquoindicatif on constate une duplication de la valeur
modale exprimeacutee par le seacutemantisme du verbe de la principale avec la reprise sur
un plan morphologique de cette valeur modale On peut donc dire que si dans les
deux exemples ci-dessus le franccedilais nrsquoapplique plus la concordance des temps il nrsquoen
applique pas moins une reacuteelle lsquoconcordance modalersquo
Le fait que dans les langues romanes occidentales la conjonction ldquoquerdquo (it che esp et fr que) ait eacuteteacute la particule de subordination la plus utiliseacutee a contribueacute au
maintien de la valeur modale du verbe de la subordonneacutee Dans les cas ougrave la particule
de subordination nrsquoest pas ldquoquerdquo mais ldquosirdquo la forme de subjonctif ne srsquoest pas mainte-
nue ainsi doit-on utiliser le subjonctif dans une phrase comme je veux qursquoil le fasse mais on passe agrave lrsquoindicatif (futur) si on continue avec mais je me demande srsquoil le fera En effet que pose alors que si suppose Le subjonctif est donc neacutecessaire apregraves que pour exprimer la virtualiteacute lorsque celle-ci est exigeacutee par le verbe de la principale
Dans les mecircmes conditions lrsquoindicatif srsquoimpose apregraves la conjonction hypotheacutetique si La langue roumaine qui a utiliseacute beaucoup plus largement la particule de subordina-
tion să - issue du latin si - a pu reacuteduire consideacuterablement la morphologie speacutecifi que de
son subjonctif Crsquoest un des eacuteleacutements qui a contribueacute agrave faire disparaicirctre pratiquement
toute concordance des temps (et des modes) dans cette langue
Il peut ecirctre inteacuteressant drsquoaller plus loin dans lrsquoanalyse des choix qui ont eacuteteacute faits par
la langue roumaine Ils peuvent en effet apporter un eacuteclairage nouveau sur certaines
particulariteacutes des langues romanes qui preacutesentent - ou ont preacutesenteacute au cours de leur
eacutevolution - une concordance des temps Le fait que le roumain ne reacutevegravele agrave aucun
moment de son histoire un fonctionnement qursquoil serait possible de classer sous la
deacutenomination de lsquoconcordance des tempsrsquo nous paraicirct devoir ecirctre analyseacute pour com-
prendre la maniegravere dont ont eacutevolueacute les langues romanes occidentales
Nous sommes en particulier intrigueacutes par la creacuteation au sortir du latin drsquoun des
temps qui entrent dans la syntaxe de la concordance des temps non pas le futur - car
lrsquoexpression du temps agrave venir paraicirct tout agrave fait claire et leacutegitime dans la penseacutee et dans
la bouche drsquoun locuteur - mais le temps qui sert agrave indiquer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute
et qui porte le nom (nettement moins leacutegitime ) de conditionnel Il exprime en effet
une action soumise agrave une condition et tire de lagrave son nom mais en plus (simultaneacute-
ment ) il remplace le futur dans les fonctions que celui-ci aurait ducirc (mais peut-ecirctre nrsquoa
pas pu ) assumer dans lrsquoeacutepoque passeacutee Formeacute au sortir du latin avec lrsquoinfi nitif suivi
de lrsquoauxiliaire habere au passeacute le conditionnel peut ecirctre consideacutereacute comme la variante
(passeacutee) du futur La liaison eacutetroite entre le futur et le moment de lrsquoeacutelocution apparaicirct
agrave la reacutefl exion comme la raison profonde de la creacuteation du conditionnel et par voie
de conseacutequence de lrsquoexistence mecircme de cette regravegle de concordance des temps qui
BEGIONI ROCCHETTI
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oblige agrave passer du futur dans la subordonneacutee (apregraves une principale au preacutesent) agrave un
conditionnel (apregraves une principale au passeacute) Les langues de la Romania occidentale
ont en quelque sorte susciteacute la creacuteation drsquoun temps nouveau speacutecialement consacreacute agrave
lrsquoexpression de lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute afi n de reacutesoudre la non-pertinence du futur
pour cette fonction Voyons maintenant ce que peut nous apporter sur ce point la
langue roumaine
Elle a eacuteteacute confronteacutee au mecircme problegraveme mais a trouveacute une autre solution et
mecircme une solution eacuteleacutegante qursquoil peut ecirctre inteacuteressant drsquoexaminer dans son principe
Le meacutecanisme qursquoelle a utiliseacute est celui qursquoen psychomeacutecanique du langage on appelle
la saisie anticipeacutee lorsque le futur est utiliseacute dans une proposition indeacutependante ou
principale il preacutesente toutes ses caracteacuteristiques en particulier
1- la valeur drsquoulteacuterioriteacute
2- la liaison avec le moment de lrsquoeacutelocution (futur laquo vrai raquo)
En revanche lorsqursquoil se situe dans une proposition subordonneacutee il exprime tou-
jours lrsquoideacutee drsquoulteacuterioriteacute mais il perd sa liaison avec le moment de lrsquoeacutelocution lrsquoulteacute-
rioriteacute se reacutefegravere alors au temps exprimeacute par le verbe de la principale Soit en scheacutema
Fig 1 - Le meacutecanisme de la saisie anticipeacutee
Emploi dans une proposition Emploi dans une proposition
subordonneacutee indeacutependante ou principale
saisie anticipeacutee saisie fi nale
Futur lsquotemps relatifrsquo Futur vrai
(= relatif au temps (= en relation avec
de la principale) le moment de lrsquoeacutelocution)
Le roumain dispose avec cette double saisie du futur drsquoun temps qui comme le
futur des langues romanes occidentales peut situer lrsquoaction dans lrsquoeacutepoque future pour
le locuteur mais qui peut aussi exprimer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute lorsqursquoil est placeacute
dans une subordonneacutee deacutependant drsquoune principale au passeacute
Le choix qui a eacuteteacute celui de la langue roumaine repreacutesente une innovation dans les
langues romanes et a eu au moins trois conseacutequences importantes
1 - Contrairement aux langues romanes occidentales la langue roumaine nrsquoa pas eu recours agrave
un temps speacutecifi que pour exprimer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute Elle a bien disposeacute au sor-
tir du latin drsquoune construction avec lrsquoinfi nitif suivi de lrsquoauxiliaire habere au preacutesent (ex
cantare + habeo gt cacircntare aș lsquolsquo je chanterai(s) rsquorsquo devenu aujourdrsquohui aș cacircnta lsquolsquo je chante-
rais rsquorsquo) mais elle ne preacutesente pas drsquoeacutequivalents de cantare + habebam (conditionnel fr
esp port) ni de cantare + hebui (conditionnel it)
2 - La seconde conseacutequence est lrsquoabsence de veacuteritable concordance des temps lorsqursquoil srsquoagit
drsquoexprimer lrsquoulteacuterioriteacute par rapport au preacutesent ou par rapport au passeacute le futur est utiliseacute
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dans les deux cas Comme par ailleurs le subjonctif srsquoest lui aussi consideacuterablement
reacuteduit en liaison avec lrsquoemploi de la conjonction să (issue du latin si) la concordance des
temps est sans doute la surprise la plus deacutesagreacuteable qui attend les Roumains lorsqursquoils
entreprennent lrsquoapprentissage drsquoune langue romane occidentale
3 - On peut relever une troisiegraveme conseacutequence puisque la langue roumaine nrsquoa pas eu besoin
drsquoun conditionnel pour exprimer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute elle a pu se doter drsquoun veacuteri-
table conditionnel crsquoest-agrave-dire drsquoune forme verbale reacuteserveacutee agrave la seule modaliteacute de condi-
tionnel ce qui nrsquoest pas le cas des autres langues romanes Celles-ci preacutesentent en effet un
temps verbal dit conditionnel qui assume une double fonction lrsquoune temporelle (= ulteacute-
rieur du passeacute) lrsquoautre modale (= conditionnel) La prolifeacuteration des constructions expri-
mant le futur dans la langue roumaine - am să cacircnt lsquolsquo je chanterai rsquorsquo litt lsquolsquo jrsquoai agrave chanter rsquorsquo
voi cacircnta lsquolsquo je chanterai rsquorsquo litt lsquolsquo je veux chanter rsquorsquo o să cacircnt lsquolsquo je chanterai rsquorsquo litt lsquolsquo je veux
que je chante rsquorsquo - a permis agrave la forme qui a donneacute le futur dans les autres langues romanes
(cantare + habeo) de quitter complegravetement le domaine de la temporaliteacute agrave laquelle elle
eacutetait encore attacheacutee aux XVIe et XVIIe siegravecles pour devenir uniquement lrsquoexpression de
la modaliteacute conditionnelle (aș cacircnta = lsquolsquo je chanterais rsquorsquo)
On peut penser que le conditionnel formeacute sur lrsquoinfi nitif suivi de lrsquoauxiliaire agrave lrsquoim-
parfait ou au parfait des langues romanes occidentales est neacute apregraves la mecircme construc-
tion avec lrsquoauxiliaire au preacutesent puisque ce dernier existe en roumain tandis que le
premier est inexistant Si cette hypothegravese est exacte cela pourrait signifi er que le
conditionnel des langues romanes occidentales est neacute en premier pour lrsquoexpression
de la temporaliteacute (lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute) et qursquoil nrsquoa assumeacute qursquoensuite les valeurs
modales reccedilues du subjonctif Crsquoest le chemin suivi aussi on vient de le voir par le
conditionnel roumain dont la construction est la mecircme que celle qui a donneacute les
futurs des langues romanes occidentales On peut voir une confi rmation de cette
hypothegravese dans le deacutegagement amorceacute du conditionnel franccedilais de lrsquoexpression de
lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute avec le remplacement de la forme syntheacutetique du condition-
nel par lrsquoauxiliaire aller suivi de lrsquoinfi nitif il a dit avait dit qursquoil viendrait remplaceacute
dans le franccedilais actuel par il a dit avait dit qursquoil allait venir Ainsi progressivement
deacutegageacute de ses valeurs temporelles le conditionnel franccedilais pourra devenir de plus
en plus modal crsquoest-agrave-dire suivre un chemin parallegravele agrave celui traceacute par le condition-
nel roumain Mais on remarquera que le deacutegagement du conditionnel ne signifi e pas
pour autant la disparition de la concordance des temps on a certes il a dit qursquoil va venir qursquoil allait venir mais pas il avait dit qursquoil va venir On retombe en effet sur la
liaison du futur avec le moment T0 de lrsquoeacutelocution
En reacutesumeacute la concordance des temps apparaicirct comme une eacutetape de lrsquoeacutevolution
de la subordination dans les langues romanes dans la mesure ougrave cette concordance
tregraves stricte dans certaines drsquoentre elles - italien espagnol en particulier mais aussi
franccedilais (du tregraves ancien franccedilais jusqursquoau franccedilais classique) - reacutevegravele une subordina-
tion non encore complegravetement exprimeacutee par lrsquoeacuteleacutement subordonnant (it che esp et
fr que) lequel doit encore ecirctre accompagneacute drsquoune modifi cation agrave la fois modale et
temporelle du verbe subordonneacute On a vu que lrsquoeacutetape suivante repreacutesenteacutee par le
franccedilais conserve la variation compleacutementaire modale mais ne preacutesente plus pour
lrsquoessentiel la concordance temporelle
BEGIONI ROCCHETTI
21
Lorsque cette derniegravere eacutetape sera deacutepasseacutee on pourra dire qursquoil nrsquoy aura plus
aucune diffeacuterence formelle entre une phrase indeacutependante et une phrase subordon-
neacutee seule la preacutesence drsquoune conjonction placeacutee agrave la jonction entre la phrase (1) et la
phrase (2) indiquera que la premiegravere est la proposition reacutegissante et que la seconde
est la proposition reacutegie Crsquoest deacutejagrave ce que lrsquoon observe dans le cas ougrave la phrase reacutegie
indique une reacutealiteacute et cela pour tous les groupes verbaux
je sais X (X= tu fais ce qursquoil faut pour reacuteussir) ------gt je sais que tu fais ce qursquoil faut pour reacuteussir
je constate + tu as reacuteussi ------gt je constate que tu as reacuteussi
Cette remarque reste valable lorsque la proposition subordonneacutee exprime une
action virtuelle irreacuteelle ou potentielle mais seulement pour les verbes du premier
groupe
je veux + tu manges ------gt je veux que tu manges
En revanche lrsquoadaptation modale est indispensable pour les verbes des autres
groupes
je veux + tu dors ------gt je veux que tu dormes
La comparaison entre lrsquoeacutevolution de la subordination et celle du syntagme nomi-
nal pourrait se poursuivre De mecircme que nous venons de voir que la subordination se
comporte diffeacuteremment selon les groupes verbaux de mecircme nous pouvons constater
que la reacutepartition des marques du genre et du nombre entre lrsquoarticle et le substan-
tif tient compte du groupe auquel le substantif appartient srsquoil exprime une pluraliteacute
externe seul lrsquoarticle exprime le genre et le nombre dans la langue orale ex un enfant une enfant lrsquoenfant les enfant(s) mais srsquoil exprime une pluraliteacute interne le
substantif conserve lui aussi la marque du nombre ex lrsquoœil les yeux le travail les travaux
Il y a donc bien un paralleacutelisme eacutevident entre lrsquoeacutevolution de la reacutepartition des
marques du genre et du nombre dans le syntagme nominal et lrsquoeacutevolution de la subor-
dination Crsquoest qursquoen effet le meacutecanisme fondamental de la deacutefl exiviteacute est le mecircme
Dans le premier cas il srsquoapplique agrave un eacuteleacutement de la phrase (le syntagme nominal)
dans le deuxiegraveme agrave la nominalisation drsquoune proposition Lrsquoobjectif de la subordina-
tion est en effet la transformation drsquoune phrase en lrsquoeacutequivalent drsquoun substantif pour
que lrsquoensemble ainsi lsquosubstantiveacutersquo puisse ecirctre inteacutegreacute dans une autre phrase Toutes les
variantes que nous avons vues ne sont que des eacutetapes de cette eacutevolution
Universiteacute Charles de Gaulle - Lille 3
CAER EA 854 Aix-Marseille Universiteacute Louis BEGIONI
Universiteacute Sorbonne Nouvelle - Paris 3 Alvaro ROCCHETTI
CILPR 2013 ndash SECTION 2
22
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23
Il lessico della cultura materiale come fonte di studio del latino
lsquocirca romanccedilumrsquo
1 Il lessico concreto nei documenti notarili medievali dellrsquoItalia meri-
dionale
In questo contributo saranno presentati alcuni aspetti emersi da un esame del
lessico della cultura materiale nelle carte notarili medievali dellrsquoItalia meridionale
Nellrsquoindagine sullo stadio di lingua in cui si collocano i documenti latini studiati lrsquoos-
servazione del lessico concreto egrave di particolare interesse se si considerano la natura
linguistica dei testi e la situazione comunicativa in cui essi vengono prodotti
Il lavoro si avvale delle edizioni di documenti originali provenienti dalla Cam-
pania e dalla Puglia e riguarda lrsquoarco cronologico che va dallrsquoVIII al XII secolo
Nellrsquoambito della ricerca egrave stato considerato un campione piuttosto abbondante di
circa 5000 carte Lrsquoestrapolazione delle forme attraverso lo spoglio di una porzione
signifi cativa della produzione notarile disponibile consente la raccolta di un reper-
torio lessicale vasto e articolato in cui risulta ridotto il margine di incompletezza
nella rappresentazione del materiale interessato In tal modo egrave possibile osservare i
termini studiati al confronto con un contesto ampio limitando il rischio di trascurare
lrsquoindividuazione di eventuali fenomeni di polimorfi smo nellrsquoindagine comparativa dei
lessemi
Tra le fonti diplomatiche prese in considerazione1 egrave stato selezionato un corpus di
160 brani da cui sono state estratte circa 500 voci relative a oggetti della vita quoti-
diana
I vocaboli analizzati compaiono principalmente in inventari nellrsquoambito di testa-
menti corredi donazioni e in misura minore di vendite Si tratta delle parti libere
dei documenti in cui lo scriba deve descrivere i beni trasmessi elaborando perso-
nalmente il testo in base alle circostanze Al di lagrave del luogo della charta in cui si
trovano gli elenchi in questione2 lrsquointeresse per lo studio del latino lsquocirca romanccedilumrsquo
egrave determinato soprattutto dallo speciale settore del lessico indagato La necessitagrave di
denominare oggetti della vita di ogni giorno suggerisce lrsquoidea che le espressioni impie-
1 Sono indicate nella nota bibliografi ca le sole fonti relative ai casi di studio menzionati in que-sta sede
2 Per le differenze linguistiche dovute alla distinzione strutturale tra parti di formulario e parti libere cfr Sabatini (1965 972-998) e Sabatini (1968 320-358)
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gate fossero di uso corrente e che la scelta dei lessemi rifl ettesse in qualche misura il
linguaggio comune
Lrsquoanalisi lessicale egrave utile per lrsquoosservazione della lingua degli atti notarili da piugrave
punti di vista Lrsquoincontro tra dimensione scritta e dimensione orale che caratterizza
i documenti legali in esame permette di cercare nella scripta latina tracce dellrsquoincon-
tro tra latino e volgare Il problema della diglossia richiede di considerare anche il
registro stilistico Lrsquoattribuzione dellrsquoelemento romanzo a una varietagrave bassa rispetto
al latino non sembra potersi applicare completamente allrsquoinvestigazione del lessico
concreto Tale approccio teorico dovrebbe presupporre un repertorio in cui termini
sinonimi piugrave o meno connotati stilisticamente denotano lo stesso referente proprio
della vita materiale Dalla ricerca in ambito lessicografi co non sono emersi tuttavia
indizi a supporto di questa ipotesi
La complessitagrave e lrsquointreccio di questi fattori saranno illustrati attraverso tre casi
di studio che forniranno lrsquooccasione di rifl ettere nello specifi co sulle implicazioni di
natura diacronica diatopica e stilistica determinate dallrsquoindagine sul lessico quoti-
diano nelle carte notarili
11 Alcuni aspetti dellrsquoindagine lessicale continuitagrave e innovazione
Tra i lessemi individuati si trovano naturalmente termini giagrave in uso in latino
come ad esempio ampulla anulus aratrum catinum conca falx mappa Alcuni di
questi presentano tratti grafi ci o morfologici che si discostano dal modello classico ma
non mostrano una sostanziale evoluzione semantica come calciamenta cocclarium
corcoma russus e i derivati in -ellus acucella arcella caldarella
Accanto alle voci giagrave presenti nella tradizione letteraria latina sono numerose
quelle che non risultano documentate nei lessici latini Molte di queste possono rico-
noscersi in esiti romanzi e dialettali ma non sono infrequenti i casi che non hanno
continuazione nelle varietagrave romanze moderne e che non sono riportati dalle fonti
dizionaristiche Il problema della continuitagrave si presenta con una fenomenologia
variegata che complica la valutazione delle innovazioni lessicali secondo un modello
astratto di polaritagrave latinoromanzo Una classifi cazione defi nita che distingua forme
latine da forme propriamente romanze non egrave unrsquooperazione scontata e in alcuni casi
resta aperta la questione se si tratti di espressioni proprie esclusivamente del romanzo
o di termini latini vitali magari in ambito quotidiano e colloquiale
La questione dellrsquoidentifi cazione di elementi latini e di elementi romanzi com-
porta implicazioni metodologiche che si rifl ettono sul momento della rappresenta-
zione formale In ragione della presenza di volgarismi accanto a lessemi di tradizione
latina questo problema egrave particolarmente complicato nello studio del lessico inda-
gato Nella presentazione di una forma base infatti risulta problematico lrsquouso della
declinazione classica anche per termini la cui interpretazione storica non egrave sempre
chiara Si pone in sostanza il problema di applicare lo stesso trattamento a un mate-
riale che si presenta eterogeneo sotto alcuni aspetti La diffi coltagrave della lemmatizza-
FERRARI
25
zione egrave evidente anche nei diversi criteri impiegati dalle fonti lessicografi che come si
potragrave constatare a proposito di alcuni degli esempi illustrati di seguito I tipi elencati
selezionati a titolo dimostrativo non sono registrati dai dizionari di latino classico e
risultano documentati solo in latino medievale3
andantelis agg nel sintagma altare andantele ldquoaltare mobilerdquo (1043 in Salernitano agro
CDC VI MXVI) La forma egrave lemmatizzata e defi nita in questo modo nel Lexicon posto in
appendice al IX volume del CDC4
barilis s m ldquobarilerdquo (1065 Salerno CDC IX 1) Il Lexicon di CDC5 riporta barrilis ldquodoliolumrdquo Il termine si trova sotto la voce barile in DuCange (I 578b)
calzari s m pl ldquocalzarirdquo (1028 in Salernitano agro CDC V DCCXCVII) Il termine egrave
riportato in questa forma solamente da Sella (104) che registra una forma simile calzarius
ldquocalzarerdquo a Venezia nel 1271
cardaturum -us ldquocardo (da lana)rdquo6 (1021 Bari CDB I 10) In questo caso si segnala la
diffi coltagrave di assegnare la categoria di genere a certe forme laddove i termini studiati com-
paiono per lo piugrave in funzione di complemento oggetto Su tre occorrenze individuate nel
corpus due terminano in -o e una in -um7
citrinus agg ldquogiallordquo (1065 Bari CDB IV 42)8
coclarilis s m ldquoporta cucchiairdquo (1054 Monopoli nella forma cucclarile ChCup 42)9
corcibaldus s m ldquoveste corta o a maniche corterdquo (968 Nocera CDC II CCLVII)10
facciatora s f ldquomadia cassa di legno per impastarerdquo (1054 Monopoli ChCup 42)11
fondata s f ldquoveste con ricami drsquooro su setardquo (1028 Gaeta CDCaj I CLIII)12
nastala s f ldquonastrordquo (1028 Gaeta CDCaj I CLIII)13
zappa s f ldquozappardquo (845 Luceria CDC I XXV Sappas duas nel 785 a Benevento)14
3 Per comoditagrave di esposizione sono indicati il luogo e lrsquoanno dellrsquoattestazione piugrave antica rilevata nel corpus
4 De Prisco (1984 451)5 De Prisco (1984 453)6 La forma non egrave registrata dalle fonti lessicografi che consultate Ditchfi eld (2007 350) la
menziona a proposito della cardatura sottolineando la peculiaritagrave dellrsquouso al singolare per un oggetto utilizzato in paia
7 Oltre allrsquooccorrenza indicata il termine si trova nel 1054 a Monopoli (ChCup 42) e nel 1138 a Terlizzi (CDB III LI)
8 Cfr LIMAL (80a)9 Anche questa forma non egrave registrata dai dizionari consultati La defi nizione proposta egrave tratta
da Ditchfi eld (2007 130)10 Cfr DuCange (II 664a) LIMAL (112b) Niermeyer (I 384a) Ditchfi eld (2007 457)11 Nessuno dei dizionari consultati registra la forma Cfr Ditchfi eld (2007 120) che individua la
continuazione in Puglia nella forma fassature Cfr anche in VDS (I 226) fazzatorǝ ldquomadiardquo12 Cfr Niermeyer (I 599a) dove fundatus egrave defi nito ldquomȇleacute de fi l drsquoorrdquo e Sella (255) che riporta
fundatum ldquointessuto drsquoorordquo Cfr anche Ditchfi eld (2007 417-420) 13 Cfr DuCange (V 571a) Niermeyer (II 930a) REW (5840)14 Cfr DuCange (VIII 427b) Niermeyer (II 1224a) REW (9599)
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Un altro aspetto determinante nella caratterizzazione della situazione linguistica
relativa ai documenti studiati sono gli apporti alloglotti principalmente i germanismi
dovuti alla presenza longobarda e i grecismi di infl usso bizantino I longobardismi
non sono molto numerosi nel settore lessicale di nostro interesse Qualche traccia
si trova in termini come predula ldquosgabellordquo (sia a Monopoli nel 1054 in ChCup 42
che a Salerno nel 1065 in CDB IV 42) plaione ldquolenzuolordquo (a Bari nel 971 in CDB
IV Frammenti 2 e a Salerno nel 988 in CDC II CCCCIII)15 scirfa ldquosuppellettili
date come corredo nuzialerdquo (a Nocera nel 1014 in CDC IV DCLXXV)16 I greci-
smi sono piuttosto evidenti nel lessico relativo alla liturgia ad esempio in vocaboli
indicanti libri sacri come anastasimon (1032 Bari CDB I 18) catanicticon (1065
Salerno CDC IX 1) biblion panegiricon (1065 Salerno CDC IX 1) Alcuni lessemi
che denotano articoli di provenienza orientale si trovano anche nel linguaggio della
moda Lrsquoattribuzione di valore semantico per alcune di queste forme non consente di
ricavare unrsquoimmagine completa e dettagliata degli oggetti in questione Si tratta di
termini come bambadiki (1054 Monopoli ChCup 42) che indicherebbe una cami-
cia di cotone presumibilmente confezionata a Costantinopoli17 fuffude (1065 Bari
CDB IV 42) che rimanda forse a un tessuto di sciamito decorato a pois e alla tunica
confezionata con lo stesso tessuto18 scamagna ldquocaftanordquo (1029 in Salernitano agro
CDC V DCCCXII)19
2 Alcuni casi di studio
I casi illustrati di seguito rappresentano degli esempi della compresenza di diversi
fattori che si nota nellrsquoindagine sulle carte medievali latine Dallrsquoanalisi dei singoli
lessemi o di determinati aspetti strutturali che accomunano diversi tipi lessicali emer-
gono implicazioni di varia natura che possono essere comprese appieno solo se valu-
tate insieme e in rapporto tra loro
Il livello morfologico dellrsquoanalisi sembra di notevole rilievo a questo proposito In
particolare lrsquoesame dei modi della derivazione chiama in causa aspetti diacronici dia-
topici e di esplicazione del signifi cato Lo studio delle forme derivate invita a osserva-
zioni sulla produttivitagrave di alcuni suffi ssi nel corso del tempo e consente di verifi carne
la vitalitagrave nei territori considerati alla luce del confronto con la distribuzione geo-
grafi ca in epoche successive Lrsquointerpretazione delle forme suffi ssali stimola inoltre
rifl essioni sul signifi cato e sullrsquoambito drsquouso dei termini
Gli aspetti menzionati possono essere riscontrati tutti nella denotazione dellrsquoag-
gettivo ldquoafricanordquo in riferimento a tessuti nel CDC
15 Cfr LEI-Germ (I fasc 5 928-931)16 Cfr Tamassia (1906-7 311-318)17 Cfr Ditchfi eld (2007 446) e Nicole (1894 32) 18 Cfr Ditchfi eld (2007 415-6 e 451)19 Cfr DuCange (scaramanga VII 337 c) REW (scaramancum 577 a) Ditchfi eld (2007 452)
FERRARI
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(1) 1043 in Salernitano agro panni serici africati (CDC VI MXVI)
(2) 1045 - panni serici africazzani du de altare (CDC VI MLII)
(3) 1049 Salerni vel in comitatu Salernitano pani serici africazzani tres de altare (CDC VII
MCXXI)
(4) 1054 Salerni vel in comitatu Salernitano pannilli afrecazzani serici quadtuor (CDC VII
MCCV)
(5) 1058 - sindones africactiana sericas quinque (CDC VIII MCCLVIII)
(6) 1065 Salerno sindones africaczanas sericas quinque (CDC IX I)
Il signifi cato del termine in relazione alla provenienza africana dei tessuti sem-
bra confermato da un altro passo in cui tale aspetto egrave espresso dal complemento de africa in luogo dellrsquoaggettivo (planete due de serico de panni de africa 1057 luogo
non menzionato CDC VIII MCCLII) Lrsquoaggettivo di provenienza egrave riportato per il
latino solo come Africus (ThLL I 1254 e REW 272) e Africanus (ThLL I 1260) LEI
(I 1270) riporta lrsquoaggettivo africanus come voce dotta presente in quasi tutte le lingue
romanze e segnala anche i tipi africato e africazzano derivati di africus come forme
dellrsquoitaliano antico meridionale inserite in un contesto latino Sia il tipo in -ato che
quello in -actianus-azzano non sono documentati nelle varietagrave romanze moderne
LEI rimanda alle stesse carte del nostro corpus senza richiami ad altre fonti al di
fuori del CDC Egrave da notare inoltre che le stesse forme non risultano attestate in altri
documenti coevi di diversa area
In questo caso il problema della defi nizione del tipo lessicale e della riduzione
a una forma base egrave particolarmente evidente I tipi africato e africazzano anche se
giudicati come semplici varianti formali mostrano una veste morfologica che si dif-
ferenzia sensibilmente
Nellrsquoanalisi delle forme rilevate lrsquoelemento che appare piugrave diffi cile da chiarire egrave
il suffi sso -azzo Esso egrave impiegato in alcune varietagrave romanze per derivare nomi di
abitanti Rohlfs20 segnala questo uso in Corsica in basteligaccio ldquodi Bastelicardquo bas-tiaccio ldquodi Bastiardquo con esito fonetico in -accio in Toscana in Melazzo ldquoabitante di
Melordquo e in Italia nordoccidentale in fi emazzo ldquodella Val di Fiemmerdquo Se si consi-
dera tale distribuzione areale del suffi sso inteso come espressione di appartenenza
geografi ca lrsquoaggettivo africazzano individuato nel CDC testimonierebbe un uso che
risulta documentato nelle varietagrave romanze moderne in aree che non corrispondono
con quella interessata dai documenti Meno problematica sembra invece lrsquoaggiunta
del suffi sso -ano indicante anchrsquoesso un rapporto di appartenenza e usato anche per
la formazione di nomi di abitanti
Un altro aspetto di cui tenere conto egrave che gli aggettivi africo africano sono consi-
derati per lrsquoitaliano come propri di un linguaggio colto e che le forme in -azzo ripor-
tate da Rohlfs sono registrate in ambito per lo piugrave dialettale Questo confronto tra le
diverse opzioni favorisce rifl essioni sulla connotazione stilistica di africazzano per
cui non si puograve escludere che si tratti di una voce se non colloquiale almeno non
20 Rohlfs (1969 III 365-7)
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colta Lrsquoassenza nel corpus studiato di altri modi per indicare lo stesso signifi cato non
permette tuttavia di valutare la forma indagata al confronto con forme alternative
ovvero di comprendere se si tratti di un uso generalizzato privo di specifi che conno-
tazioni regionali o stilistiche
In un diverso documento del CDC degli stessi anni si incontra un altro termine
con occorrenza unica nel corpus che per aspetto formale e contesto sembrerebbe
appartenere alla stessa famiglia lessicale e che potrebbe invece essere inteso diversa-
mente In una carta del 1047 si fa menzione di una planeta linea ornata africu (CDC
VII MXCVI) La spiegazione di africu come aggettivo di planeta nel signifi cato di
ldquoproveniente dallrsquoAfricardquo risulta complicata sotto il profi lo morfologico oltre che per
il contesto sintattico se si guarda alla terminazione e alla posizione nel testo dopo
lrsquoaggettivo ornata Il problema troverebbe una soluzione di fronte a unrsquoaltra ipotesi
interpretativa che riconoscerebbe nel lessema un diverso tipo lessicale estraneo alle
accezioni fi nora considerate che manterrebbe una forte coerenza dal punto di vista
semantico Il tipo in questione non risulta documentato dalle fonti lessicografi che
di latino e di latino medievale ma si incontra con forme diverse nella carta 1547 di
AIS VIII lsquoorlare (i fazzoletti)rsquo nelle varietagrave dialettali dellrsquoItalia meridionale a partire
dalla Campania e dalla Puglia settentrionale includendo anche la Sicilia Si tratta
del nap agravefreco afreciello ldquoorlatura orlo di fazzoletto o drsquoaltro panno cucito a tra-
foro lrsquoestremitagrave dei pannilani ripiegata in dentro e cucitardquo (DrsquoAscoli 29a cfr anche
Andreoli 16a) del cal lieacutefricu leacutefricu ldquoorlo (del fazzoletto)rdquo (NDDC 363b) del sal
aacutefricu ldquoorlatura orlo di un fazzolettordquo (VDS I 35a) del sic rregravefi cu ldquoorlo cucitura
che si fa allrsquoestremitagrave di una stoffa ripiegata su seacute stessa per impedire che si sfi laccirdquo
(VS IV 110b) Lrsquoorigine sarebbe il verbo refricare ldquoreibenrdquo REW (7159) registrato
in latino con il solo signifi cato di ldquostrofi narerdquo e per estensione di ldquorinnovarerdquo Sotto
questa entrata REW riporta il nap lefre kare il cal lyefrikare il sic rifi kari ldquosaumlu-
menrdquo con i derivati cal liefritsu pugl afretsu ldquoSaumrdquo Egrave interessante segnalare che lo
stesso dizionario raccoglie separatamente sotto la voce africus ldquoafrikanischrdquo (REW
272) il nap afreke e il tar afrike ipotizzando il signifi cato di ldquoArt Nahtrdquo
Secondo questa interpretazione bisognerebbe distinguere le forme rilevate lad-
dove lrsquoaggettivo lsquoafricanorsquo egrave espresso con il termine africazzano e africu sarebbe da
ricondurre a un etimo diverso e indicherebbe lrsquoorlatura decorativa della planeta Se
si accoglie la spiegazione di africu nel senso di ldquoorlordquo come derivazione da refri-
care lrsquooccorrenza si puograve intendere come una testimonianza antica di un fenomeno
che continua ancora nei dialetti meridionali
Queste osservazioni consentono infi ne di valutare in modo piugrave problematico il
senso del passo (1) in cui si puograve ipotizzare per il sintagma panni serici africati una
certa ambiguitagrave di signifi cato Da una parte il termine africati si differenzia formal-
mente rispetto al tipo piugrave ricorrente africazzano che pure compare in documenti
redatti negli stessi anni e soprattutto nello stesso contesto socio-culturale Una possi-
bilitagrave sarebbe di spiegare il suffi sso -atus come desinenza participiale riconducendo
FERRARI
29
il termine allrsquoorigine refricare21 Il contesto tuttavia mostra una forte analogia con
i documenti in cui compaiono i panni serici africazzani Questo uso indurrebbe a
considerare le forme come semanticamente coincidenti in quanto varianti formali
con la stessa accezione di ldquoafricanirdquo
Il problema della registrazione nelle fonti lessicografi che unito alle rifl essioni
sugli aspetti semantici e sullrsquoambito drsquouso di determinati lessemi puograve incontrarsi
ancora una volta nella presenza di aggettivi che rimandano alla provenienza geogra-
fi ca degli oggetti Per i termini illustrati di seguito la speculazione egrave motivata soprat-
tutto dal tipo di formazione laddove lrsquoimpiego di un certo suffi sso suggerisce lrsquoipotesi
che si tratti di un uso relativo a un campo semantico defi nito A Gaeta nel 1028 si
incontra una fondata mea serica bona gaytanisca (CDCaj I CLIII) a Monopoli nel
1054 un faciolo grecisco (ChCup 42) a Bari nel 1065 duo facioli greciski (CDB IV
42) nellrsquoagro salernitano nel 1043 quadtuor sindones grecesce (CDC VI MXVI) a
Terlizzi nel 1180 tres pallidellas franciscas lini (CDB III CXXIX)22 a Molfetta nel
1184 unam caiam (o catam) malfetanescam (CDB VII LXVIII)23
Gli aggettivi individuati nel nostro corpus sono sempre legati al campo tessile
qualifi cando specifi ci oggetti di stoffa Il suffi sso si incontra in italiano antico per for-
mare aggettivi che indicano lrsquoorigine e in alcuni casi questi si riferiscono a manifat-
ture tessili in espressioni come lana corsesca panno francesco lana lombardesca e
panni lombardeschi documentate da TLIO in testi toscani del XIII e del XIV secolo
Egrave signifi cativo il riscontro di tale formazione in testi mediolatini e si segnala che i tipi
gaytaniscus e malfetanescus non risultano documentati dai dizionari di latino neacute di
latino medievale al contrario di franciscus e greciscus attestati giagrave in una carta del
1007 riportata nelle Memorie Amalfi tane (I 222 amictum unum optimum de seta plumatu greciscu petie due de pannu plumatu francesce)24
In quanto al signifi cato lrsquointerpretazione solleva alcuni dubbi sul valore semantico
da assegnare agli aggettivi In particolare il tipo francesco indicherebbe un prodotto
o una merce laquoche proviene dalle manifatture della Francia e in partic della Fiandraraquo
o laquoche egrave decorato o viene eseguito secondo modelli o tecniche francesiraquo (GDLI VI
283b) Lrsquoespressione panno francesco egrave defi nita da TLIO ldquotipo di tessuto per abitirdquo
Analogamente un aggettivo come romanesco si incontra nellrsquoitaliano letterario del
21 Alessio (1976 9) riporta lrsquoespressione panni serici africati sotto la voce affricare ldquofregar con-tro stropicciarerdquo e rimanda alle forme dialettali per ldquoorlordquo
22 Dal punto di vista semantico sono da considerare separatamente le occorrenze dellrsquoaggettivo nel sintagma lectus franciscus (in CDB III LI CDB III CXXIX CDB VII LXVIII) che indicherebbe un letto di larghezza intermedia e che egrave attestato nelle carte pugliesi dopo la conquista normanna nel 1071 (cfr Ditchfi eld 2007 77)
23 Questrsquoultimo aggettivo compare anche in un corredo di Terlizzi del 1138 (CDB III LI) in cui si menzionano tres faciolos unam etiam malfetanescam duas reticellas sericas La lettura della forma etiam egrave controversa In ogni caso essa denota con ogni probabilitagrave un oggetto di tessuto
24 Cfr LIMAL (1029b)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
30
XVI-XVII sec nel sintagma panno romanesco a indicare un laquotessuto ruvido e gros-
solano (e lrsquoabito confezionato con tale tessuto)raquo (GDLI XVII 36a)
Non pare illogico quindi domandarsi se la peculiaritagrave semantica dellrsquoaggettivo
francesco non possa estendersi anche agli altri tipi Gli aggettivi studiati potrebbero
indicare oltre al luogo di produzione degli oggetti che descrivono particolari caratte-
ristiche materiali come il genere di manifattura La presenza dei suffi ssi -anus + -iscus nelle forme gaytaniscus e malfetanescus conduce a unrsquoulteriore rifl essione conside-
rando che lrsquoorigine geografi ca risulterebbe espressa giagrave con il solo -anus Non egrave dato
stabilire se allrsquoaspetto morfologico corrisponda una precisa accezione semantica o se
si tratti solo di un fatto formale Egrave impossibile inoltre ogni verifi ca sulla conforma-
zione degli oggetti I contesti di occorrenza sono indicativi della preziositagrave dei tessuti
menzionati che rientrano in elenchi di beni di lusso e sono caratterizzati da unrsquoalta
qualitagrave e un consistente valore economico25
3 Conclusioni
Lrsquoosservazione dei termini presi in esame mette in luce alcune questioni poste
dallrsquoanalisi lessicale nello studio della lingua dei documenti Lrsquoindagine diacronica sul
materiale raccolto suggerisce in certi casi lrsquoesistenza anche nel latino tardo di feno-
meni presenti in ambito romanzo e alla luce del confronto con le varietagrave dialettali
moderne egrave possibile notare nelle fonti medievali tratti che paiono diatopicamente
connotati
Non sono infrequenti i casi in cui si puograve ravvisare un uso proprio di unrsquoarea geo-
grafi ca specifi ca La frequenza limitata alla produzione di un territorio circoscritto
spiegherebbe lrsquoassenza di alcuni lessemi nei corpora delle opere lessicografi che Egrave
prevedibile inoltre che lo studio dei testi mostri talvolta testimonianze antiche di usi
locali che continuano in voci dialettali Ciograve si ipotizza per il tipo africu non attestato
dai dizionari di latino nel signifi cato di laquoorloraquo ma documentato nelle parlate di area
meridionale Come si egrave visto con la forma africazzano lrsquoindagine puograve offrire informa-
zioni sulla produttivitagrave di certi elementi in epoche diverse mostrandone la vitalitagrave su
un territorio piugrave esteso in passato rispetto a quanto si constata per le varietagrave romanze
moderne
Le occorrenze degli aggettivi di provenienza in -iscus rappresentano infi ne testi-
monianze di un modello di formazione ben presente in italiano antico I tipi gaytani-scus e malfetanescus non sembrano documentati in altre fonti cosigrave come non risul-
tano aggettivi analoghi che presentino la stessa struttura morfologica con il doppio
suffi sso
25 Cfr Ditchfi eld (2007 524) a proposito dei veli importati dallrsquoimpero bizantino e dalla cittagrave di Amalfi e Ditchfi eld (2007 417-20) per il ricamo drsquooro su seta ovvero il fundatus anche con riferimento alla fondata gaytanisca menzionata nel nostro documento
FERRARI
31
Lo studio del lessico in prospettiva diacronica insieme allrsquoosservazione della
distribuzione geografi ca e dellrsquoambito drsquouso di forme e di tipi lessicali comporta ri-
fl essioni che toccano anche lrsquoaspetto stilistico
Per le forme che non godono di signifi cativa documentazione si puograve immaginare
che esse fossero vitali per lo piugrave nella comunicazione orale Tale aspetto unito al
riscontro di continuazioni dialettali (si veda africu) e allrsquoattribuzione dei lessemi a
varietagrave regionali (si ricorda che africato e africazzano sono individuati da LEI solo
come forme del latino medievale campano) apre la questione del livello stilistico in
cui collocare i termini in esame Lrsquouso del tipo africazzano appare interessante se
si considera la disponibilitagrave di una alternativa africanus defi nito termine colto dai
dizionari consultati Se si pensa alle diverse opzioni come a pure varianti formali
lrsquoopposizione tra i due tipi potrebbe trovare una giustifi cazione in unrsquoipotetica dif-
ferenza stilistica tra le due forme La stessa opportunitagrave di una facile alternativa fa
sospettare perograve una piugrave precisa motivazione della scelta lessicale il cui valore seman-
tico resta tuttavia di diffi cile comprensione
La ricerca di documentazione nelle fonti lessicografi che puograve risultare problema-
tica con conseguenti diffi coltagrave nellrsquoassegnazione di valore semantico che a volte
non consentono una defi nizione precisa e dettagliata dei lessemi Lrsquoesame dei ter-
mini selezionati offre lo spunto per sottolineare che lrsquoanalisi linguistica in un settore
del lessico come quello interessato deve accompagnarsi a un approccio di studio che
abbia come argomento anche il rapporto tra lsquoparole e cosersquo Come si egrave visto non sem-
pre egrave possibile un riscontro oggettivo dei vocaboli indagati che favorirebbe in certi
casi una migliore comprensione della realtagrave linguistica e materiale
Per le carte esaminate non sembra possibile stabilire se gli scribi operassero una
selezione nellrsquoambito di un repertorio linguistico Le scelte lessicali che emergono
dai documenti rispecchiano con ogni probabilitagrave lrsquouso corrente Se la situazione di
diglossia che riguarda la scrittura notarile richiama a rifl essioni di natura stilistica
pare azzardato tuttavia riconoscere immediatamente nei termini rilevati voci popo-
lari proprie di una varietagrave bassa proiettando categorie moderne sullrsquointerpretazione
dei testi antichi Non egrave infatti opportuno accomunare sul piano sociolinguistico le
voci dialettali delle varietagrave romanze moderne e quelle che in base alla documenta-
zione mediolatina sembrano avere una circolazione limitata a una determinata area
geografi ca Lrsquoindagine sullrsquointersecazione del livello diatopico con quello diastratico
risulta complessa specialmente se proiettata sulla situazione linguistica di cui i testi
in questione non sono che una testimonianza ridotta e fortemente condizionata dalla
variante diamesica26 Il problema di applicare le etichette lsquoregionalersquo e lsquopopolarersquo negli
studi sul latino volgare egrave discusso da Poccetti (2004 149-151)27 In particolare occorre
ricordare che laquoegrave certo che il latino regionale di qualunque epoca non era soltanto
26 Su questo problema cfr Varvaro (1998)27 Sullrsquoapplicazione di un approccio dialettologico a situazioni linguistiche del passato cfr
anche Varvaro (2004)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
32
lsquopopolarersquoraquo (Poccetti 2004 204) Questa consapevolezza puograve applicarsi anche alla
situazione in esame e ben si collega a un altro aspetto da non sottovalutare che con-
cerne proprio il peculiare ambito a cui appartengono i lessemi Tutti i termini indagati
rientrano nel linguaggio specifi co di un campo semantico ben defi nito e avrebbero
quindi una connotazione piugrave o meno tecnica La scarsitagrave di testimonianze per alcuni
tipi potrebbe essere attribuita quindi non tanto allrsquoaffi oramento episodico di tratti
diastraticamente connotati quanto a un uso specializzato di certi elementi lessicali
Il riferimento di una decisa connotazione diastratica alle forme individuate non egrave
conveniente anche di fronte al carattere regionale di alcune espressioni Per quanto
la denominazione di oggetti quotidiani lasci supporre lrsquouso del linguaggio comune la
mediazione del testo scritto richiede cautela nel vedere le forme incontrate come un
immediato rifl esso della lingua parlata
In conclusione sono molti i fattori da tenere in conto nella lettura delle scrip-tae notarili soprattutto se si cerca di attingere tracce del linguaggio comune Per lo
studio del lessico concreto si puograve ipotizzare tuttavia un ridimensionamento della
distanza della scripta dal linguaggio corrente di fronte alla necessitagrave di denominare
oggetti della vita quotidiana (un ulteriore cenno merita la distinzione tra gli articoli
piugrave comuni e quelli piugrave preziosi che non dovevano godere di grande diffusione) Sia
nel caso in cui si osservano elementi sovraregionali sia in quello in cui si individuano
tratti diatopici la documentazione di fenomeni non testimoniati dalle fonti latine puograve
offrire interessanti testimonianze della loro circolazione nel contesto preromanzo Il
forte legame con la realtagrave concreta e con la vita quotidiana del lessico studiato con-
sente un punto di vista privilegiato a questo scopo
Istituto Italiano di Scienze Umane Valentina FERRARI
FERRARI
33
Nota bibliografi ca
Fonti primarie
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1897 Le pergamene del duomo di Bari (952-1264) III Carabellese Francesco 1899 Le per-gamene della Cattedrale di Terlizzi (971-1300) IV-V Nitti de Vito Francesco 1900 e 1902
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Tamassia Nino 1906-1907 laquoScherpa scerpha scirparaquo Atti dellrsquoIstituto Veneto LXVI 311-318
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CILPR 2013 ndash SECTION 2
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VS = Piccitto Giorgio (ed) 1985 Vocabolario Siciliano CataniaPalermo Centro di studi fi lo-
logici e linguistici siciliani
35
Le systegraveme des participes latins et les signes avant-coureurs
des changements romans au VIe siegravecle apregraves J-Ch
Au VIe siegravecle apregraves J-Ch les structures de la langue latine ne correspondent plus
tout agrave fait aux normes du latin classique aussi bien du point de vue morphologique et
seacutemantique que syntaxique
Il est fort diffi cile par ailleurs drsquoeacutetablir avec preacutecision une lsquolsquo grammaire rsquorsquo de la
langue de cette peacuteriode le latin du VIe siegravecle est en effet une mosaiumlque de niveaux de
langue et de structures linguistiques diverses Il semble donc que les grammaires de
latin tardif eacutevoquent un stade plus avanceacute de lrsquoeacutevolution
Nous voudrions aujourdrsquohui eacutevoquer le systegraveme participial aussi bien au sein des
constructions absolues que dans le discours Nous verrons ainsi quels sont les nou-
veaux outils linguistiques dont disposent les auteurs et la survivance de ceux-ci en
roman
1 Le corpus
Afi n de mettre en lumiegravere un deacuteveloppement diachronique de lrsquoemploi du parti-
cipe nous avons confronteacute deux synchronies dans lrsquoeacutetablissement du corpus de textes
pour notre eacutetude Drsquoun cocircteacute quatre textes de latin tardif1 et de lrsquoautre quatre textes
de latin classique
11 Le corpus de textes tardifs
Tout drsquoabord nous avons choisi deux textes de Greacutegoire de Tours (538-593) le
livre II de lrsquoHistoria Francorum et le livre II du De uirtutibus sancti Martini afi n
de deacuteterminer si lrsquoemploi des constructions absolues et du participe est lsquolsquo homogegravene rsquorsquo
chez Greacutegoire de Tours ou srsquoil reacutepond au contraire agrave des critegraveres litteacuteraires choisis
en fonction de la nature du genre litteacuteraire LrsquoHistoria Francorum est en effet une
œuvre historique dans laquelle les notations chronologiques sont essentielles alors
que le De uirtutibus sancti Martini est une œuvre hagiographique qui consiste en une
succession drsquoanecdotes sans lien les unes avec les autres
1 Les textes de latin tardif sont citeacutes drsquoapregraves lrsquoeacutedition des Monumenta Germaniae Historica disponible en ligne ltwwwdmghdegt Le premier chiffre correspond au livre de lrsquoœuvre le second au chapitre le troisiegraveme agrave la page des Monumenta Germaniae Historica et le qua-triegraveme agrave la ligne Les textes classiques sont eux citeacutes dans lrsquoeacutedition de la Collection des Universiteacutes de France aux Belles Lettres Paris
CILPR 2013 ndash SECTION 2
36
Nous avons parallegravelement compareacute Greacutegoire de Tours avec deux autres auteurs
tardifs de textes historiques lrsquoun anteacuterieur lrsquoAnonyme de Valois (eacuteveacutenements de 464
agrave 526) et lrsquoautre posteacuterieur Freacutedeacutegaire (texte eacutecrit vers 660) cette similitude de genre
litteacuteraire permettant drsquoeacutecarter autant que possible les diffeacuterences stylistiques inheacute-
rentes agrave chaque genre litteacuteraire
12 Le corpus de textes classiques
Nous avons choisi le livre I du De Bello Gallico de Ceacutesar le livre I de Tite-Live
(Ab urbe condita) le livre I des Annales de Tacite et le livre XXIII drsquoAmmien Mar-
cellin auteur du IVe siegravecle apregraves J-Ch traditionnellement consideacutereacute comme le der-
nier auteur agrave eacutecrire dans un latin de facture classique
Cette eacutetude de lrsquoemploi du participe srsquoappuie majoritairement sur son emploi dans
les constructions absolues lrsquoablatif absolu agrave lrsquoeacutepoque classique et durant toute la lati-
niteacute auquel srsquoajoutent agrave lrsquoeacutepoque tardive ce qursquoon appelle lsquoaccusatif absolursquo et lsquonomi-
natif absolursquo
2 Les constructions absolues deacutefi nition
Les constructions absolues sont des syntagmes constitueacutes majoritairement drsquoun
sujet et drsquoun participe jouant le rocircle syntaxique de preacutedicat les deux eacutetant accordeacutes
en genre en nombre et en cas En latin classique ces syntagmes sont exclusivement
agrave lrsquoablatif (ce sont des lsquoablatifs absolusrsquo) mais les textes en latin tardif preacutesentent de
nouvelles constructions absolues qui nrsquoexistent pas en latin classique le nominatif
absolu (ougrave le sujet et le participe sont au nominatif) lrsquoaccusatif absolu (ougrave le sujet et
le participe sont agrave lrsquoaccusatif) et les constructions mixtes (ougrave le sujet est agrave un cas et le
participe agrave un autre)
Ainsi lrsquoablatif absolu proelio facto chez Ceacutesar lsquolsquo le combat ayant eacuteteacute fait rsquorsquo (Gall 1 13 1) pourrait-il se trouver chez Greacutegoire de Tours sous la forme drsquoun accusatif
absolu ou drsquoun nominatif absolu proelium factum ou drsquoune construction mixte facto proelium
Dans nos textes tardifs si les nouvelles constructions absolues sont bien repreacutesen-
teacutees lrsquoablatif absolu reste de loin majoritaire
Tableau 1 Reacutepartition des constructions absolues chez nos auteurs tardifs
des VIe et VIIe siegravecles
Nombre
total de
constructions
absolues
Nominatif
absolu
Accusatif
absolu
Construc-
tions mixtes
Ablatif
absolu
Anon
Vales38 132 26 842
GAYNO
37
Nombre
total de
constructions
absolues
Nominatif
absolu
Accusatif
absolu
Construc-
tions mixtes
Ablatif
absolu
GregTur
Martin234 3 86 04 88
GregTur
Hist246 32 11 32 826
Fredeg 144 222 97 111 57
Ce tableau montre que lrsquoablatif absolu reste la construction absolue la plus employeacutee
au VIe siegravecle dans nos textes Il corrobore ce qursquoeacutecrit Johannes Muumlller-Lanceacute2 ce der-
nier se deacuteclare deacuteccedilu de ne pas avoir retrouveacute dans les textes ce que les manuels annon-
cent traditionnellement crsquoest-agrave-dire un net deacuteveloppement des nouvelles constructions
absolues au deacutetriment de lrsquoablatif absolu Paolo Greco3 relegraveve quant agrave lui les mecircmes
proportions que nous pour le premier livre de lrsquoHistoria Francorum agrave savoir 73
drsquoablatifs absolus 20 drsquoaccusatifs absolus et 2 de nominatifs absolus
Cette structure ougrave le participe preacutedicat a un sujet propre donne agrave la construction
absolue une valeur de proposition circonstancielle et se retrouve eacutegalement en fran-
ccedilais
Le pegravere mort les fi ls nous retournent le champ (La Fontaine Fables V 9)
De mecircme en ancien-franccedilais ougrave nous avons releveacute dans notre lecture de La Chanson de Roland soit 4002 vers lrsquoemploi drsquoun syntagme participial correspondant
agrave une construction absolue latine
Desfi les ci sire vostre veiant (Rol 326)
lsquolsquo Je les en deacutefi e Sire agrave votre vue rsquorsquo
Le chevalier Ganelon srsquoadresse ici au roi Charlemagne Le participe veiant du verbe
veoir forme ici une locution adverbialiseacutee dans laquelle il est grammaticaliseacute en adverbe on
peut le traduire par lsquolsquo devant rsquorsquo
La rareteacute des constructions absolues est remarquable dans le texte du XIe siegravecle
Cette situation srsquooppose agrave celle de notre corpus tardif ougrave lrsquoon trouve plusieurs
constructions absolues par page Cette structure a donc beaucoup diminueacute en ancien-
franccedilais comme le note Philippe Meacutenard4 laquo Les constructions absolues de lrsquoancien-
2 Muumlller-Lanceacute (1994 119)3 Greco (2005)4 Meacutenard (1988 173)
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38
franccedilais sont beaucoup plus limiteacutees [qursquoen latin tardif] puisqursquoil srsquoagit surtout des
formes oiant et voiant qui font presque fi gure de preacutepositions raquo
3 Le participe
Le participe employeacute dans les constructions absolues peut aussi bien ecirctre un par-
ticipe preacutesent qursquoun participe passeacute Le participe futur et lrsquoadjectif verbal sont rares
degraves le latin classique Cependant on observe une diffeacuterence de proportion entre les
occurrences du participe preacutesent et celles du participe passeacute entre le latin classique
et nos auteurs tardifs en latin classique les auteurs privileacutegient lrsquoemploi du participe
passeacute en construction absolue Mais lrsquoemploi du participe preacutesent va beaucoup aug-
menter dans les constructions absolues dans notre corpus de latin tardif
Les constructions absolues ne comportant qursquoexceptionnellement une autre forme
participiale celles-ci sont noteacutees dans la colonne laquo autre raquo dans le tableau suivant
Tableau 2 Les participes employeacutes dans les constructions absolues chez
les auteurs classiques du corpus
Participe
preacutesent
Participe
parfait actif de
verbe deacuteponent
Participe
parfait passifAutre
Caes 79 0 921 0
Liv 155 3 81 055
Tac 208 108 661 236
Amm 202 92 706 0
La supeacuterioriteacute numeacuterique de lrsquoemploi du participe parfait passif dans les construc-
tions absolues agrave lrsquoeacutepoque classique ressort clairement de ce tableau quoique lrsquoon
puisse noter un infl eacutechissement de cette tendance de Ceacutesar (921) agrave Tite-live (81)
et surtout Tacite (661)
Dans nos textes tardifs cette reacutepartition change avec lrsquoaugmentation de lrsquoemploi
du participe preacutesent comme le note Johannes Muumlller-Lanceacute7 Le tableau suivant
montre cette eacutevolution chez les auteurs tardifs de notre corpus
5 Un adjectif verbal en 1 18 6 condenda6 Trois adjectifs verbaux 1 26 4 augendis 1 26 4 adleuandis 1 54 1 retinendis7 Muumlller-Lance (1995 417)
GAYNO
39
Tableau 3 Les participes employeacutes dans les constructions absolues
chez les auteurs tardifs de notre corpus8
Participe
preacutesent
Participe
parfait actif de
verbe deacuteponent
Participe par-
fait passifAutre
Anon Vales 421 26 553 0
Greg Tur
Martin393 13 594 0
Greg Tur
Hist 325 69 602 048
Fredeg 556 69 368 074
La proportion de participe preacutesent est bien plus importante en latin tardif qursquoen
latin classique drsquoapregraves ces releveacutes corroboreacutes par ceux de Paolo Greco9 pour le pre-
mier livre de lrsquoHistoria Francorum de Greacutegoire de Tours (dans lequel il deacutecompte
33 participes preacutesents et 44 participes parfaits passifs) Mais cette eacutevolution nrsquoest pas
uniforme selon les auteurs si le participe passeacute reste le plus utiliseacute chez Greacutegoire
de Tours ce nrsquoest pas le cas chez Freacutedeacutegaire On pourrait expliquer ces variations
en disant que la langue de cette eacutepoque nrsquoest pas grammaticalement uniformiseacutee
ou fi xeacutee Elle est en effet en pleine mutation ce que marquent eacutegalement les nom-
breuses confusions dans le paradigme verbal Agrave cela srsquoajoute un coeffi cient de varia-
biliteacute stylistique propre agrave chaque auteur
4 Les confusions dans le paradigme verbal
Dans le mecircme temps les distinctions agrave la fois de voix et de temps dans le para-
digme verbal se sont estompeacutees en latin tardif
Les distinctions qui existent en latin classique entre les verbes actifs deacuteponents
et passifs sont moins nettes en latin tardif ougrave de freacutequentes confusions sont attesteacutees
dans nos textes On observe par exemple des fl ottements entre la forme de lrsquoinfi nitif
preacutesent actif et celle de lrsquoinfi nitif preacutesent passif
8 On trouve dans cette œuvre drsquoautres formes participiales neacuteanmoins celles-ci eacutetant em-ployeacutees en coordination avec un participe recenseacute au sein de la mecircme construction absolue elles nrsquoapparaissent pas dans ce deacutecompte comme le participe futur ruituris en Hist 2 7 48 19 coordonneacute agrave un participe preacutesent trementibus Un seul exemple drsquoadjectif verbal employeacute seul dans un ablatif absolu en Hist 2 9 56 1 delendis
9 Greco (2005)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
40
Lrsquoaugmentation de lrsquoemploi du participe preacutesent et les confusions dans le para-
digme verbal ont favoriseacute lrsquoapparition de nouvelles valeurs des participes preacutesent et
passeacute en latin tardif ou plus exactement ont favoriseacute le deacuteveloppement de valeurs
qui preacuteexistaient dans lrsquoancienne langue
Ainsi en latin archaiumlque et classique le latin nrsquoa que deux participes un participe
en -ns -ntis qui est dit preacutesent actif (aimant) et un participe en -tus -a -um (ayant eacuteteacute aimeacute) qui est dit passeacute passif Le latin offre donc deux lacunes paradigmatiques il lui
manque un participe preacutesent passif (du type du franccedilais eacutetant aimeacute) et un participe
passeacute actif (du type du franccedilais ayant aimeacute)
Degraves le latin archaiumlque le participe preacutesent en -ns -ntis est grammaticaliseacute comme
un participe de sens actif agrave valeur aspectuelle durative et sans valeur temporelle
puisqursquoil marque la concomitance avec le procegraves du verbe principal reacutegissant ainsi
que lrsquoeacutecrivent Alfred Ernout et Franccedilois Thomas10 laquo Le participe preacutesent ne marque
pas le temps en lui-mecircme mais il deacutesigne lrsquoaction concomitante crsquoest-agrave-dire qui se
deacuteveloppe en mecircme temps que celle du verbe de la proposition ougrave il se trouve raquo
Le participe passeacute en -tus -a -um est grammaticaliseacute comme un participe de sens
passif deacutenotant un procegraves accompli
Mais degraves les premiers textes latins lrsquoexistence des verbes deacuteponents trouble la
frontiegravere entre actif et passif Les verbes deacuteponents en effet ont des formes sem-
blables au passif mais un sens actif Le participe en -tus des verbes deacuteponents malgreacute
sa forme homophone drsquoun participe passif aura donc un sens actif de profi ciscor
lsquolsquo srsquoen aller partir rsquorsquo le participe parfait profectus signifi e lsquolsquo srsquoeacutetant en alleacute eacutetant parti rsquorsquo
comme un participe passeacute actif Cet affaiblissement de la frontiegravere entre actif et passif
est probablement en partie agrave lrsquoorigine drsquoun changement attesteacute dans nos textes tardifs
pour le participe passeacute passif en -tus qui peut porter une valeur active Il y a donc
maintien de la valeur temporelle de passeacute (et eacuteventuellement de la valeur aspectuelle
drsquoaccompli) mais changement de voix
De son cocircteacute et agrave lrsquoinverse le participe preacutesent actif en -ns peut garder sa valeur
active (maintien de la voix) mais perdre sa valeur aspectuelle durative et exprimer un
procegraves passeacute (changement de valeur aspecto-temporelle)
On se retrouve donc dans nos textes tardifs avec une forme en -ns qui fonctionne
comme un participe preacutesent actif (ancien systegraveme) et aussi comme un participe passeacute
actif (nouveau systegraveme) et un participe en -tus qui fonctionne encore comme un par-
ticipe passeacute passif (majoritaire dans lrsquoancien systegraveme) et aussi comme un participe
passeacute actif (nouveau systegraveme) Ainsi lrsquoune des deux lacunes morphologiques du latin
classique est-elle combleacutee par une extension drsquoemploi des deux participes preacuteexis-
tants qui viennent endosser occasionnellement la nouvelle fonction de participe par-
fait actif (fr ayant tueacute)
10 ErnoutThomas (1972 sect286)
GAYNO
41
5 La structure phrastique
Dans notre corpus tardif lrsquoorganisation syntaxique de la phrase est transformeacutee
la structure pyramidale de la phrase classique a laisseacute la place agrave une structure lineacuteaire
crsquoest-agrave-dire que les propositions preacutesentent les procegraves dans lrsquoordre de leur deacuteroule-
ment chronologique
Ainsi chez Ceacutesar par exemple la proposition principale est-elle postposeacutee agrave la
proposition subordonneacutee
Per eos ne causam diceret se eripuit (Caes Gall 1 4 2)
(Orgeacutetorix lors de son procegraves intenteacute contre lui par les Helvegravetes a fait venir nombre de
ses soutiens)
lsquolsquo Gracircce agrave eux afi n de ne pas deacutefendre sa cause il sut se soustraire rsquorsquo (traduction mot agrave mot)
lsquolsquo Gracircce agrave leur preacutesence il put se soustraire agrave lrsquoobligation de parler rsquorsquo11
Par contre pour traduire lrsquoun de nos textes tardifs il est preacutefeacuterable de suivre
lrsquoordre de la phrase
Gunthedrudis quaedam de Virmandense terreturio (= territorio) oculorum lumen perdide-
rat quae relinquens domum et patriam fi de commonente uenit ad sanctam basilicam ibique diebus multis deseruiens unius oculi meruit recipere uisum (Greg Tur Martin 2 9 612 5)
lsquolsquo Une Guntedrude du territoire de Vermandois avait perdu la lumiegravere de ses yeux et
celle-ci laissant sa maison et sa patrie la foi lrsquoavertissant vint agrave la sainte basilique et lagrave ser-vant avec zegravele pendant de nombreux jours meacuterita de recouvrer la vue drsquoun œil rsquorsquo12
La lineacuteariteacute du discours est ici assureacutee par lrsquoalternance des verbes conjugueacutes et des par-
ticipes preacutesents le sujet agent des procegraves verbaux eacutetant le mecircme tout au long de la phrase la
femme laisse sa maison (relinquens) puis elle vient agrave Tours (uenit) elle y remplit un service
religieux (deseruiens) et enfi n est gueacuterie de son infi rmiteacute (meruit)
Ainsi une construction absolue anteacuteposeacutee agrave la proposition reacutegissante deacutenote-t-elle
un procegraves anteacuterieur agrave celui exprimeacute dans la proposition reacutegissante et une construc-
tion absolue postposeacutee agrave la proposition reacutegissante deacutenote-t-elle un procegraves posteacuterieur
agrave celui exprimeacute dans la proposition reacutegissante
Lrsquointerpreacutetation drsquoun participe preacutesent anteacuteposeacute peut donc ecirctre diffeacuterente entre le
latin classique et le latin tardif
Cotta pugnans occiditur (Caes Gall 5 37 5)
lsquolsquo Alors qursquoil eacutetait en train de combattre Cotta est tueacute rsquorsquo
Le procegraves duratif exprimeacute par le participe preacutesent pugnans est concomitant de celui deacute-
noteacute par le verbe principal occiditur
11 Traduction Constans12 lsquolsquo Une Gondeacutetrude femme du pays de Vermandois avait perdu la lumiegravere du jour Aux aver-
tissements de la foi laissant maison et patrie elle vint agrave la sainte basilique et lagrave se proster-nant pendant un grand nombre de jours elle meacuterita de recouvrer lrsquousage drsquoun de ses yeux rsquorsquo (Traduction Bordier)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
42
La mecircme phrase pourrait se trouver chez Greacutegoire de Tours et le participe preacute-
sent pugnans pourrait avoir la mecircme valeur que chez Ceacutesar crsquoest-agrave-dire aspectuelle
et non temporelle la mort interrompt le premier procegraves celui de combattre Cepen-
dant comme le participe preacutesent est anteacuteposeacute au verbe de la proposition reacutegissante
il pourrait eacutegalement chez Greacutegoire de Tours deacutenoter un procegraves anteacuterieur agrave celui
exprimeacute par occiditur On pourrait alors comprendre lsquolsquo Cotta apregraves avoir combattu
fut tueacute rsquorsquo lrsquoassassinat intervient apregraves le combat La phrase preacutesente les procegraves selon
leur deacuteroulement chronologique
6 Le participe preacutesent exprimant une action anteacuterieure agrave celle exprimeacutee
par le verbe de la proposition reacutegissante
Les verbes de mouvement peuvent de maniegravere geacuteneacuterale deacutenoter le parcours lui-
mecircme conccedilu dans sa dureacutee (fr il se promenait dans le jardin) ou bien au contraire
le point de deacutepart ou le point drsquoarriveacutee drsquoun parcours (fr il sortit de la ville il entra dans la ville) Ces derniers qui correspondent aux bornes du parcours expriment
lorsqursquoils sont employeacutes au participe preacutesent chez nos auteurs une action acheveacutee au
moment ougrave srsquoaccomplit le procegraves exprimeacute par la proposition reacutegissante le participe
preacutesent drsquoun verbe signifi ant lsquolsquo arriver entrer sortir etc rsquorsquo a alors la mecircme valeur reacutefeacute-
rentielle deacutenotative qursquoun participe passeacute actif dans les langues (comme le franccedilais)
ougrave existe un tel participe passeacute actif ingrediens Ravennam qui est traduit litteacuterale-
ment par lsquolsquo entrant dans la ville de Ravenne rsquorsquo deacutenote une situation extralinguistique
correspondant agrave lrsquoeacutenonceacute franccedilais laquo eacutetant entreacute dans la ville de Ravenne raquo comme on
le voit dans le passage suivant
Ingrediens13 autem Rauennam deposuit Augustulum de regno (Anon Vales 2 38 310 3)
lsquolsquo Entrant dans Ravenne il deacuteposa Augustulus rsquorsquo
Odoacre arrive drsquoabord agrave Ravenne puis il deacutepose le dernier empereur romain drsquoOcci-
dent Augustulus Le participe preacutesent exprime un procegraves anteacuterieur et acheveacute par rapport agrave
celui exprimeacute par le verbe de la proposition principale il peut se traduire par un participe
passeacute actif lsquolsquo eacutetant entreacute rsquorsquo
De mecircme les verbes de sens imperfectif qui expriment un procegraves en cours au
moment ougrave srsquoaccomplit le procegraves de la proposition principale peuvent lorsqursquoils sont
employeacutes au participe preacutesent agrave lrsquoinitiale de proposition deacutenoter un procegraves duratif agrave la
fois anteacuterieur et concomitant par rapport agrave celui deacutenoteacute par la proposition principale
le procegraves qursquoils expriment a commenceacute avant celui de la proposition principale Dans
lrsquoexemple suivant le procegraves de craindre a commenceacute avant celui drsquoordonner
Metuens uero rex ne dolore generi14 aliquid aduersus regnum eius tractaret obiecto cri-mine iussit interfi ci (Anon Vales 2 92 328 30)
13 Il srsquoagit drsquoOdoacre14 Il srsquoagit de Boegravece cf sect 85-87
GAYNO
43
lsquolsquo Le roi craignant alors que de douleur pour la mort de son gendre il ne ficirct quelque chose
contre son autoriteacute ordonna qursquoil soit tueacute un crime lui eacutetant reprocheacute rsquorsquo15
Dans cet exemple le participe preacutesent exprime un lien de cause agrave effet avec le procegraves de
la proposition principale le procegraves exprimeacute par le participe preacutesent lsquodeacuteclenchersquo le procegraves
exprimeacute par la proposition reacutegissante Cette relation de causaliteacute implique une relation tem-
porelle drsquoanteacuterioriteacute
7 Le participe preacutesent employeacute comme verbe conjugueacute en latin tardif
Dans plusieurs occurrences le participe preacutesent est employeacute comme un verbe
conjugueacute agrave un mode personnel dans nos textes tardifs soit dans des propositions
subordonneacutees soit coordonneacute agrave un verbe conjugueacute par et
On relegraveve eacutegalement quelques phrases sans verbe conjugueacute Le participe preacutesent
et ses compleacutements forment alors agrave eux seuls une veacuteritable proposition
Quam cum uir suos imperatur (= imperator) Persarum per legationis (= legationes) sepius (= saepius) repetiret (= repeteret) et Mauricius emperatur (= imperator) uxorem ipsius esse nesciret tunc agusta (= Augusta) uidens eam pulcerrimam (= pulcherrimam) suspicans ne ipsa esset quam legati quaerebant dicensque eis (Fredeg 4 9 126 3)
lsquolsquo Et comme son mari empereur des Perses la reacuteclamait tregraves souvent par lrsquointermeacutediaire
drsquoambassades et que lrsquoempereur Maurice ignorait qursquoelle eacutetait la femme de celui-ci alors
lrsquoimpeacuteratrice voyant qursquoelle eacutetait tregraves belle se doutant qursquoelle pouvait ecirctre celle que les leacutegats
demandaient et leur disant rsquorsquo16
Dans cette phrase la proposition principale ne contient pas de verbe conjugueacute mais seu-
lement trois participes preacutesents accordeacutes avec le nominatif sujet agusta uidens suspicans
et dicens Lrsquoun au moins de ces trois participes eacutequivaut agrave un verbe conjugueacute drsquoailleurs le
participe preacutesent suspicans est lsquo reacutegulariseacute rsquo en un verbe conjugueacute agrave mode personnel dans le
manuscrit 5a qui utilise la forme suspicatur du verbe deacuteponent suspicor
8 Eacuteleacutements drsquoexplication
Cet emploi du participe preacutesent comme preacutedicat dans des phrases ou des proposi-
tions sans verbe conjugueacute repreacutesente peut-ecirctre un emploi peacuteriphrastique du participe
preacutesent avec le verbe sum lsquolsquo ecirctre rsquorsquo dans une fonction grammaticaliseacutee ou semi-gram-
maticaliseacutee drsquoauxiliaire sur le modegravele de la conjugaison peacuteriphrastique avec le verbe
esse et le participe passeacute Ce tour lsquo participe preacutesent + sum rsquo existe en latin archaiumlque
et classique en particulier sous la forme lsquo fore + participe preacutesent rsquo tournure eacutequiva-
lant agrave un infi nitif futur et attesteacutee en latin classique
15 lsquolsquo There the king fearing that through resentment at the death of his son-in-law Symmachus might take some step in opposition to his rule ordered him to be put to death under a false accusation rdquo (Traduction Rolfe 1939)
16 lsquolsquo Son mari lrsquoempereur des Perses la reacuteclamait freacutequemment en envoyant des ambassades mais lrsquoempereur Maurice ignorait qursquoelle eacutetait son eacutepouse alors lrsquoimpeacuteratrice avisant cette femme drsquoune grande beauteacute se douta que crsquoeacutetait elle que les ambassadeurs cherchaient et leur dit rsquorsquo (Traduction Devillers et Meyers)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
44
Fore audientes (Caes Gall 1 39 7)
lsquolsquo Ils entendront rsquorsquo
Lrsquoextension de cette tournure en latin tardif a pu ecirctre favoriseacutee par lrsquoinfl uence
des traductions latines de la Bible grecque puisque cette tournure est eacutegalement un
helleacutenisme17
Et omnis multitudo populi erat orans foris hora incensi (pour orabat) (Luc 1 10)καὶ πᾶν τὸ πλῆθος ἦν τοῦ λαοῦ προσευχόμενον ἔξω τῇ ὥρᾳ τοῦ θυμιάματοςlsquolsquo Et toute la multitude du peuple eacutetait en priegravere dehors agrave lrsquoheure de lrsquoencens rsquorsquo
Cependant ces tournures sont fort rares dans nos textes nous nrsquoen avons releveacute
que trois dans notre corpus tardif dont une seule peut ecirctre interpreacuteteacutee comme une
peacuteriphrase verbale
Merobaudis (ou Merobaudus) quidam ex pago Pictauensi dum esset laborans in opere caecitate pessima insidiatore inmittente (= immittente) percussus est (Greg Tur Martin 2
15 613 36)
lsquolsquo Un certain Meacuterobaude du canton poitevin alors qursquoil eacutetait en train de travailler agrave son
ouvrage de la ceacuteciteacute la pire agrave lrsquoinstigation du traicirctre a eacuteteacute frappeacute rsquorsquo18
Le syntagme esset laborans exprime une action en cours drsquoaccomplissement au moment
ougrave srsquoaccomplit le procegraves exprimeacute par le verbe de la proposition reacutegissante percussus est le
sujet de esset laborans est aussi le sujet de percussus est et le participe preacutesent forme peut-
ecirctre ici avec lrsquoauxiliaire une peacuteriphrase verbale exprimant la dureacutee concomitante du procegraves
principal comme la forme progressive anglaise en -ing il est lsquolsquo en train de travailler rsquorsquo19
Il est donc deacutelicat de postuler un auxiliaire esse sous-entendu avec le participe preacute-
sent puisque lrsquoattestation de esse avec le participe preacutesent est exceptionnelle Donc
la tournure peacuteriphrastique est certes attesteacutee en grec mais la tournure grecque ne
peut ecirctre consideacutereacutee comme eacutetant agrave lrsquoorigine de lrsquoemploi en latin du participe preacutesent
agrave la place drsquoun verbe conjugueacute
En fait lrsquoemploi du participe preacutesent offre le grand avantage de permettre une
simplifi cation de la fl exion verbale il suffi t que le sujet parlant ait meacutemoriseacute la forme
participiale en -ans -ens formeacutee sur le thegraveme de lrsquoinfectum pour eacutelaborer la forme
verbale qursquoil veut exprimer en lui adjoignant une forme du verbe lsquolsquo ecirctre rsquorsquo qui portera
les morphegravemes aspecto-temporels et personnels
17 Blaise (1986 sect225)18 lsquolsquo Un certain Meacuterobaude du pays du Poitou fut par un coup du diable frappeacute pendant qursquoil
srsquooccupait de son travail de la ceacuteciteacute la plus absolue rsquorsquo (Traduction Bordier)19 Les deux autres occurrences se trouvent en Hist 2 13 63 8 patientes estote et en Martin 2
24 617 9 adhaerentes Patientes semble ecirctre adjectiviseacute plutocirct que de relever de lrsquoexpression peacuteriphrastique de lrsquoimpeacuteratif futur Adhaerentes employeacute ici avec lrsquoauxiliaire erant corres-pond sans doute agrave la forme syntheacutetique de lrsquoimparfait passif du verbe simple adhaereo
GAYNO
45
Par ailleurs cette tournure peacuteriphrastique en lsquolsquo esse + participe preacutesent rsquorsquo est attes-
teacutee dans La Chanson de Roland laquo Le procegraves est envisageacute en cours dans son accom-
plissement raquo20
Carles qui est as forz passant (Rol 1703)
lsquolsquo Charles qui est en train de traverser les deacutefi leacutes rsquorsquo
Selon les grammaires drsquoancien-franccedilais consulteacutees la tournure la plus freacutequente
est lrsquoemploi du participe preacutesent avec un verbe de mouvement Le procegraves du verbe de
mouvement lsquolsquo aller rsquorsquo et celui exprimeacute par le participe preacutesent sont simultaneacutes
Curant i vinz Margariz de Sibilie (Rol 955)
lsquolsquo Alors Margariz de Seacuteville arrive en courant rsquorsquo
Cette tournure est encore usuelle au XVIIe siegravecle
Je mrsquoen vas deacutesalteacuterant (La Fontaine Le loup et lrsquoagneau Fables I 10)
Le participe preacutesent dans ces exemples eacutequivaut agrave un geacuterondif franccedilais formeacute
de la preacuteposition en suivie du participe preacutesent Cette tournure nrsquoexiste absolument
pas dans nos textes tardifs ougrave la forme syntheacutetique de geacuterondif du latin classique en
-dum ou -do est encore freacutequemment utiliseacutee quoique de nombreuses confusions
drsquoemploi puissent ecirctre releveacutees entre participe preacutesent et geacuterondif La tournure est en
formation au XIe siegravecle si elle est attesteacutee son emploi nrsquoest pas systeacutematique
Cler en riant lrsquoa dit a Guenelun (Rol 618)
lsquolsquo Il dit agrave Ganelon en riant de faccedilon sonore rsquorsquo
Asez est mielz que moerium cumbatant (Rol 1518)
lsquolsquo Il vaut beaucoup mieux que nous mourions en combattant rsquorsquo
Conclusion
La langue des VIe-VIIe siegravecles ne semble pas ecirctre lrsquoancecirctre direct des emplois du
participe releveacutes au XIe siegravecle Ceux-ci deacuterivent sans doute drsquoun eacutetat plus tardif de la
langue latine
Notre corpus tardif a reacuteveacuteleacute une langue en pleine mutation avec lrsquoemploi encore
bien attesteacute et majoritaire des formes classiques parallegravelement avec lrsquoeacutemergence de
nouvelles structures Les auteurs tardifs tentent de pallier leurs carences en gram-
maire classique en ayant recours agrave de nouveaux outils linguistiques qui sont geacuteneacutera-
lement lrsquoextension de tournures existant dans lrsquoancienne langue
20 Moignet (1979 202)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
46
Ces tentatives des VIe-VIIe siegravecles resteront pour la plupart vaines drsquoautres plus
tardives se retrouveront elles en franccedilais Nous avons donc affaire agrave une peacuteriode de
transition entre la norme du latin classique qui quoique affaiblie existe encore et ce
qui sera lrsquoeacutetat ou plutocirct les eacutetats les plus anciens des langues romanes
Centre Alfred Ernout
Universiteacute de Paris-Sorbonne (Paris 4) Maryse GAYNO
GAYNO
47
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49
Marcatori interazionali di cortesia dal latino alle lingue
romanze nomi e verbi tra morfosintassi e contesto discorsivo
1 Introduzione
Questo contributo1 analizza lrsquoevoluzione pragmatica dal latino ad alcune lingue
romanze di un gruppo di marcatori interazionali di cortesia (MIC) I MIC indagati
sono derivati da verbi o da locuzioni performative con valore illocutivo (ad es it
grazie prego chiedo scusa fr merci je tevous demande pardon port obrigado desculpe sp pido perdoacuten gracias rum mulțumesc măvă rog) ed esprimono i tre atti
linguistici di fare una richiesta (es 1) ringraziare (es 2) chiedere scusa (es 3)
(1) rum Mă rog dacă nu vă supăraţi aveţi apă2 (Caragiale Momente şi schiţe Livescu
(2014))
ldquoper favorevi prego se non vi dispiace avete (dellrsquo) acquardquo
(2) fr Merci monsieur de nous avoir donneacute agrave ma femme et agrave moi des nouvelles du joyeux
compagnon (Barregraves 1906 Le Voyage de Sparte Frantext)
(3) sp Bueno perdoacuten disculpaacute el teacutermino porque no seacute queacute cosa es (CREA Oral)
Dal punto di vista conversazionale i MIC costituiscono lsquorituali interazionalirsquo con
specifi che funzioni sociali poicheacute rappresentano modalitagrave standardizzate di orga-
nizzare scambi interpersonali che a loro volta hanno origine in un contesto storico
e socio-culturale (Goffman (1967)) Si tratta quindi di atti illocutori convenzionali
che hanno successo non se il destinatario comprende lrsquointenzione del parlante ma se
lrsquoatto egrave conforme a una convenzione socialmente riconosciutaQuindi dal punto di vista della realizzazione pragmatica la routinizzazione a
livello interazionale e sociale di alcuni atti genera formule che non implicano una
negoziazione di signifi cato ma la cui funzione pragmatica egrave fi nalizzata alla lsquocoesione
socialersquo (cfr Ghezzi (2014))Lo sviluppo pragmatico dei MIC puograve essere osservato da diversi punti di vista a
livello semasiologico analizzando quali funzioni pragmatiche sono realizzate da una
specifi ca forma oppure onomasiologico studiando come la stessa funzione venga rea-
lizzata da forme diverse Questo secondo punto di vista utilizzato qui per lrsquoanalisi evi-
1 Questo egrave un prodotto della ricerca laquoDinamica delle identitagrave nella comunicazione e nel muta-mento linguisticoraquo coordinata da Piera Molinelli e fi nanziata dallrsquoUniversitagrave di Bergamo (FAR 2012)
2 Qui sono tradotti gli esempi complessi
CILPR 2013 ndash SECTION 2
50
denzia a livello inter- e intra-linguistico processi ciclici di pragmaticalizzazione ricon-
ducibili a tendenze ricorrenti nelle lingue considerate (cfr Ghezzi e Molinelli (2014)) Le similitudini funzionali e formali nella nascita di MIC in alcune lingue romanze
infatti ben mettono in luce la relazione tra meccanica e meccanismi del mutamento
pragmatico ovvero tra il carattere ciclico dei processi implicati nel mutamento (mec-
canica) e le proprietagrave morfosintattiche e semantiche delle fonti dei MIC che in prima
istanza favoriscono il mutamento stesso (meccanismi) Allrsquoanalisi di questo secondo
aspetto egrave dedicato questo contributo3Lo sviluppo diacronico dei MIC egrave direttamente connesso alle caratteristiche mor-
fosintattiche dei contesti in cui vengono ritualizzati alla tipologia di atti linguistici
nei quali funzionalmente si collocano al valore di performativitagrave delle espressioni da
cui hanno origineQuesti contesti sono costituiti da forme che a livello morfosintattico codifi cano la
forza illocutiva in modo diverso Gli atti di richiesta scusa ringraziamento infatti
possono essere espressi
(a) nelle forme verbali da un verbo semanticamente rilevante come sp te lo agra-dezco rum icircţi mulţumesc e it mi scuso in (4-6)
(4) sp Bueno muchas gracias te lo agradezco (CREA Oral)
(5) rom Icircţi mulţumesc pentru cadoul foarte frumos (esempio reale)4
ldquoTi ringrazio per il bellissimo regalordquo
(6) it Mi scuso per il disturbo (esempio reale)
(b) nelle locuzioni da un verbo semanticamente generico con valore performativo
e da un nome che veicola il valore semantico principale come sp peccedilo desculpas it
chiedo scusa e fr je vous dis merci in (7-9)
(7) port Peccedilo novamente desculpas pelo adiantado da hora (CETEM publico)
ldquoChiedo nuovamente scusa per lrsquoora tardardquo
(8) it chiedo scusa ma non crsquoegrave il tempo del pronostico (Corpus LIP)
(9) fr De Milo je vous dis merci (Echenoz Nous trois Frantext)
(c) da una formula olofrastica come rum vă rog port obrigado fr pardon in (10-12)
(10) rum Luaţi loc vă rog (Livescu 2014)
ldquoSiediti per favorerdquo
(11) port laquoBom adeu Estimo que sejas felizraquo (CETEM Publico)
laquoObrigadoraquo
laquoBene arrivederci Credo che sarai feliceraquo
laquoGrazieraquo
(12) fr Oh ma tante Pardon Pouvais-je imaginer (Garat Pense agrave demain Frantext)
3 A Pierluigi Cuzzolin e Piera Molinelli un sincero ringraziamento per la lettura attenta e i molti consigli
4 Ringrazio Mihaela Popescu e Joana Aguiar per lrsquoaiuto nella traduzione degli esempi in rumeno e in portoghese rispettivamente
GHEZZI
51
Egrave possibile esemplifi care in Tab 1 alcune espressioni con funzione di MIC in lin-
gue romanze
Tab 1 ndash MIC in alcune lingue romanze
atto MIC italiano francese rumeno spagnolo portoghese
richieste verbi prego je te vous prie
te vă rog ruego peccedilo
locuzioni rivolgo una preghiera
je fais un appel
amo rugăminte
hago una peticioacuten
faccedilo um apelo
formule olofrastiche
prego je vous trsquo en prie
măvă rog (por favor) (por favorse faz favor)
scuse verbi mi scuso je mrsquoexcusepardonne (moi)
mă scuzaţi me disculpodesculpe-me
desculpe-me
locuzioni chiedo scusaperdonofaccio le mie scuse
je disdemande pardon
icircmi cer scuze
pido perdoacutendisculpa ofrezcopresento mis disculpas
peccedilo desculpaspeccedilo perdatildeo
formule olofrastiche
scusapardon
pardon scuzațiscuzaţi-mă
perdoacuten desculpeperdatildeo
ringrazimenti verbi ringrazio je remercie mulţumesc te lo agradezco
agradeccedilo
locuzioni dico grazierendo grazie (arcaico)
je dis mercije rends gracircce
aduc mulţumiri
doy (las) gracias
dou graccedilas
formule olofrastiche
graziegran merceacute (arcaico)
(grand) mercimille gracircces(arcaico)
mulţumesc gracias obrigado(a)
Alla base dei cicli di pragmaticalizzazione dei MIC vi sono contesti discorsivi per-
formativi codifi cati attraverso formule ritualizzate che hanno sviluppato un valore
pragmatico di cortesia a partire da perifrasi nominali o verbali In particolare le peculiaritagrave dei percorsi di pragmaticalizzazione dei MIC saranno
qui esemplifi cate in italiano e in francese attraverso lrsquoatto linguistico del ringraziare
Ci si avvarragrave di due corpora bilanciati di opere teatrali secondo lo schema in Tab 25
5 Il bilanciamento tiene conto del numero complessivo di parole in ogni corpus (circa 1200000 per il corpus italiano e 2200000 per quello francese) e della loro distribuzione nei tre secoli considerati Per permettere una comparazione le frequenze di occorrenza dei MIC sono state normalizzate per 100000 parole
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Tab 2 - Corpora
1500 1700 1900
Francese Selezione opere teatrali
da Frantext
Selezione opere teatrali
da Frantext
Selezione opere teatrali
da Frantext
Italiano Selezione opere
teatrali di Aretino
Ariosto Belo Grazzini
Machiavelli Bruno
Ruzante
Selezione commedie di
Goldoni
Selezione opere teatrali
di Pirandello e di
Giacosa
Analizzando le caratteristiche degli enunciati performativi in cui i MIC occor-
rono ci si concentreragrave sullrsquoanalisi diacronica nelle due lingue romanze dellrsquointerre-
lazione tra
(a) il contesto discorsivo in cui emergono i valori pragmatici connessi alla cortesia
(b) i tratti morfosintattici dei MIC nelle lingue considerate
(c) le caratteristiche semantiche delle fonti dei MIC
In particolare la nozione di ciclo pragmatico verragrave utilizzata per descrivere lrsquoalter-
nanza morfosintattica tra forme verbali e nominali
2 I performativi e lrsquoorigine dei MIC
Il repertorio dei MIC nelle lingue romanze egrave costituito da verbi locuzioni e for-
mule olofrastiche a carattere performativo (cfr Tab 1) la nozione di performativitagrave
rappresenta dunque un punto di osservazione imprescindibile per lrsquoanalisi dei per-
corsi che hanno portato alla formazione di MICI verbi performativi condividono alcune proprietagrave In primo luogo manifestano
la soggettivitagrave del parlante annullando formalmente il discrimine tra enunciato ed
enunciazione (tra modus e dictum Benveniste (1966 273-274)) ed esprimendo lessi-
calmente il contenuto mentale del locutore attraverso lrsquouso del verbo alla prima per-
sona del presente indicativo Secondariamente sottolineano una coincidenza tra laquolocutoreraquo ed laquoenunciatoreraquo
ovvero tra laquoil soggetto responsabile dellrsquoatto di enunciazione che parla in prima per-
sonaraquo (locutore) e laquocolui che esprime il punto di vista espresso nellrsquoenunciatoraquo (enun-
ciatore) (Ducrot (1984 119-120)) Ne consegue che derivano non da un lessema ma da
un atto linguistico (Ti ringrazio Ti dico grazie Grazie) utilizzato per lsquofare qualche
cosarsquo e non solo per lsquodire qualche cosarsquo (cfr la trattazione in Benveniste (1958 1966)) Dunque i MIC che hanno origine da verbi o locuzioni performative hanno valore
laquodelocutivoraquo6 essendo derivati da locuzioni ovvero unitagrave del discorso e non da nomi
o verbi unitagrave della langue nel senso saussuriano del termine Tali forme sono alta-
6 Sulla nozione di delocutivitagrave si vedano tra gli altri Benveniste (1958 1966) Anscombre (1985) Buumlchi (1995) Fruyt (1997) Larcher (2003)
GHEZZI
53
mente produttive poicheacute egrave possibile derivare verbi come it ringraziare e fr remercier e nomi it grazie e fr merci7 In questi casi si puograve dire che morfologicamente i MIC
hanno valore denominale ma pragmaticamente (e semanticamente) hanno valore
delocutivo
Infi ne i performativi sono caratterizzati da una doppia illocuzione la prima
dichiarativa la seconda determinata dalla semantica del verbo o del nome che carat-
terizza la locuzione performativa Sono quindi tipici dei contesti socialmente ritualiz-
zati e consacrati alla realizzazione di alcune azioni (cfr Held e Helfrich (2011))Tra gli atti linguistici realizzati da MIC richiedere e ringraziare costituiscono la
base lsquocortesersquo di ogni processo di scambio8 Le richieste sono atti minacciosi della faccia negativa mitigati attraverso specifi -
che strategie verbali I ringraziamenti invece sono atti sociali a benefi cio dellrsquointerlo-
cutore che si basano sullrsquoidea che vi sia un laquoindebitamentoraquo pragmatico tra parlante e
interlocutore (Leech (1983 205)) Come per le richieste i ringraziamenti sono atti lin-
guistici codifi cati metaforicamente attraverso una lsquotransazionersquo calcolata in relazione
ad un contesto situazionale e storico-culturale in base ai quali viene verbalmente
bilanciata e compensata Egrave interessante che il medesimo etimo latino (gratia) possa essere usato in francese
e in italiano in atti linguistici di richiesta e di ringraziamento (fr accorder un gracircce
demander un gracircce vs mille gracircce rendre gracircce it di grazia domandare una grazia
vs mille grazie ringraziare rendere grazie) Infatti il valore semantico ldquofavore buona
disposizionerdquo egrave elemento culturale chiave nel processo sociale di scambio
Il riferimento lsquoeconomicorsquo di tale scambio egrave invece alla base degli usi della for-
mula olofrastica francese merci e dellrsquoit mercedemerceacute in locuzioni quali je rends merci o rendo merceacute entrambi derivati dal lat mercede(m) ldquoprezzo pagato per un
prodotto commercialerdquo (Cortelazzo Zolli (1979 sv))Nonostante la prosecuzione comune alle due lingue degli etimi gratia (it grazia e
fr gracircce) e merces (it merceacute mercede e fr merci) il confronto diacronico tra francese
e italiano mostra differenze formali e congruenze funzionali nei percorsi che hanno
portato alla formazione dei moderni MIC
7 Nellrsquoit un grazie speciale a Marco e nel fr dis-lui un grand merci de ma part (Frantext) la presenza dellrsquoarticolo al singolare e al maschile rispettivamente testimoniano la derivazione dallrsquoatto linguistico e non dal nome plurale o dal femminile corrispondente
8 Si vedano Brown Levinson (1987) ed Held (1996) relativamente agli atti di richiesta e di ringraziamento nella cortesia verbale
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3 Sviluppi diacronici in italiano e in francese
Tra i meccanismi alla base degli sviluppi diacronici dei diversi tipi di MIC9 vi egrave la
frequenza di occorrenza delle unitagrave determinata dallrsquouso dellrsquoespressione in situa-
zioni ricorrenti Lrsquoerosione del signifi cato originario egrave infatti parte integrante dello
sviluppo verso un uso pragmatico In entrambe le lingue tale sviluppo ha origine a
partire da un contesto e da strutture morfosintattiche contenenti verbi o locuzioni
performativi
31 Il latino
In latino sono attestate diverse formule spesso caratterizzate in diastratia asso-
ciate ai lessemi gratus ldquogratordquo e gratia(m) ldquofavore buona disposizionerdquo Queste
formule sono utilizzate in accezione concreta ldquoatto con il quale si acquista ricono-
scenzardquo o astratta ldquoservizio resordquo (Castiglioni Mariotti (2007 sv))
La formula non marcata in latino egrave gratias (tibi) ago ldquorendo grazie (a te)rdquo a cui si
associano diverse varianti tra cui grates ago grates dico rivolte a divinitagrave o persona di
alto rango (Panagl (2003)) La formula latina tam gratiast (lt tam gratia est) lett ldquotanto
egrave graziardquo continua nelle lingue romanze come nellrsquoit tante grazie (Panagl (2003))
Il secondo etimo considerato merces non compare nei dati scritti di cui si egrave in
possesso con il valore di MIC
32 Lrsquoitaliano
In italiano entrambi gli etimi latini sono attestati con valore di MICLe forme italiane che proseguono tali etimi hanno valore di MIC giagrave in italiano
antico Esse compaiono sotto forma di verbi di locuzioni performative e di formule
olofrastiche Renzi (2010) indica come non marcate le forme del verbo illocutivo rin-graziare (es 13) le espressioni farerendere (molte) graziemerceacute (es 13-15) e le for-
mule olofrastiche merzeacute granmolte merceacute (es 16-17) Alcuni usi di grazia e delle
sue varianti possono essere interpretati come contesti ponte di formule olofrastiche
spesso in co-occorrenza con merceacute (es 18-19) Nello stesso periodo nel corpus OVI
sono attestate 8 occorrenze del verbo merciare ldquoringraziarerdquo (es 20) in varietagrave sia
toscane sia veneziane
(13) Ringrazzo voi di fi n cor [con cuore puro] merzeacute rendo merzeacute mia donna (Chiaro
Davanzati Rime canz 7 vv 49-50 OVI)
(14) Irsquo le dissi laquoMadonna grazie rendo a voiumlraquo (Fiore 202 vv 1-2 OVI)
(15) Segnor mio di ciograve che voi mi dite io vi rendo grande grazie e mercieacute sigrave della promessa e
ssigrave del consilglio (Libro della distruzione di Troia 1539 OVI)
(16) Dice il sere che gran mercegrave e che voi gli rimandiate il tabarro (Boccaccio Novelle
72-14 OVI)
9 Simili percorsi possono essere ricostruiti per locuzioni performative formule olofrastiche non marcate come it grazie e fr merci o verbi performativi
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(17) [hellip] maggiore me lrsquoaveste dimandato e io vi dono questoraquo laquoSignoreraquo disse la donzella
laquomolte marceacute raquo (Palameacutedes pis pt2 cap 54 1113 OVI)
(18) Grasia a te grasia amico e mersede tutta di tanto grasioza benivoglensa de sigrave orrata
discreta discressione (Guittone Lettere in prosa 29 34817 OVI)
(19) Grasia e mersede a voi Signor dibonaire che grasia e onore tanto fatto mrsquoavete lrsquoumel
persona despetta mirsquo accogliendo e degnando in vostra altessa (Guittone Lettere in prosa 26 3237 OVI)
(20) laquoEl me plaxe molto benraquo ciograve dixe lo re Galleodin laquoe sigrave ve ne mercio fortemente de ccedilograve che
vuj aviti ditoraquo (Tristano Cors 8435 OVI)
Nella seconda metagrave del Quattrocento Savonarola (III 181) nota laquoGrazia si chiama
il ringraziamento che facciamo ad uno quando lo ringraziamo che ci ha fatto qualche
benefi cio cioegrave che rendiamo grazia idest ringraziamoraquo (Battaglia (1971 sv)) Allo
stesso periodo risalgono le prime attestazioni di ringraziamento (es 21)
(21) Dopo assai ringraziamenti fatti e lor commemorazione date al Piovano gli donograve braccia
XXX di panno di mellina e trenta iscudi drsquooro e feceli oferte assai per seacute e per li suoi
amici (Piovano Arlotto 14 Battaglia (1971 sv))
Baretti (1760) nel dizionario italiano-inglese sotto la voce grazia (ldquoil ringraziare
per segno di gratitudinerdquo) indica laquothanks vi rendo grazie I thank youraquo Nel volume
inglese-italiano si trova invece laquoThanks grazie sf ringraziamenti smraquo Secondo
Lepschy Lepschy (2007) le due notazioni fanno pensare che non si tratti ancora
dellrsquoespressione olofrastica ma di una riduzione di rendo grazie Inoltre nello stesso
periodo sul Vocabolario degli accademici della Crusca alla voce mercegrave si indicano
come sinonimi render mercede e ringraziare (4deg edizione (1729-1738) sv es 22)
(22) Io son qui per renderti mercede del benefi cio che mi festi allora (Ariosto Orlando furioso 431031-2)
Dal 1850 circa la formula olofrastica grazie compare nei vocabolari come lemma
indipendente (Lepschy Lepschy (2007 127-128)) il che probabilmente registra anche
formalmente un uso moderno del MIC ormai consolidato nella prassi (es 23) Ancora
intorno alla metagrave del 1800 perograve vengono citati come sinonimi di grazie voci quali
mercegrave o gran mercegrave grandissima mercegrave rendo grazie (Boerio (18562 sv)) utilizzati
soprattutto in registri stilisticamente alti come testimonia lrsquoesempio (24) dallrsquointro-
duzione a Il Piacere di Gabriele DrsquoAnnunzio del 1888)
(23) laquoDi grazia quel signore da che parte si va fuora per andare a Bergamoraquo
laquoPer andare a Bergamo Da porta orientaleraquo
laquoGrazie signore []raquo (Manzoni I Promessi sposi cap XVI)
(24) Questo libro composto nella tua casa dallrsquoospite bene accetto viene a te come un rendi-mento di grazie [hellip] Se nel mio libro egrave qualche pietagrave umana e qualche bontagrave rendo mercede al tuo fi gliuolo [hellip] Ave Giorgio Amico e maestro gran merceacute (DrsquoAnnun-
zio Il Piacere Introduzione)
Lrsquoanalisi quantitativa delle diverse unitagrave nel corpus considerato conferma lrsquoevolu-
zione dei MIC (Graf 1)
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Graf 1 - Distribuzione dei MIC in italiano
Rispetto alle tre tipologie di MIC considerati si puograve osservare che tra le due locu-
zioni attestate (rendo merceacutegrazie) prevale rendo grazie la cui frequenza diminuisce
perograve nel 1900 Il verbo performativo piugrave diffuso in italiano egrave ringrazio la variante
mercio giagrave poco frequente in italiano antico non egrave attestata nel 1500 Similmente la
formula olofrastica piugrave frequente nel 1500 egrave gran merceacute ma progressivamente viene
sostituita da grazie
33 Il francese
Anche in francese entrambi gli etimi latini sono attestati con valore di MICGiagrave in antico francese essi compaiono sotto forma di verbi di locuzioni performa-
tive e di formule olofrastiche Tra i piugrave frequenti vi sono la locuzione rendre granzgrace(s) che co-occorre anche con merci (es 25 Treacutesor sv) la formula olofrastica
grand merciz attestata per la prima volta nel 1135 (es 26 Treacutesor sv) diversi verbi
performativi a partire dal XII secolo quali remercier (es 27 Treacutesor sv) a sua volta
derivato dallrsquoantico verbo mercier (es 28 Robert Rey (2001 sv)) da cui anche mer-ciement (es 29) Nello stesso periodo il verbo gracier egrave usato con il signifi cato ldquorin-
graziarerdquo (es 30)
(25) Biau sire Diex je te rent graces et merciz de ce que je ne sui pas ausi mauveacutes ne ausi
desloiax come sont mi (La Queste del Saint Graal 1220 p 124 BFM)
(26) ldquoGranz merciz sirerdquo diumlent li losengier (Couronnement de Louis 4 BFM)
(27) Mais comme povre orpheline je vous remercie dei vaisseaulux que vous mrsquoenvoyastes
(Melusine BFM)
(28) Mercyeacute Sire en soyes vous (Intern Consol II Xxi Bibl Godefroy (1895 sv))
(29) E li reis li en rent mut grant merciement (Horn 3213 Mich BFM)
(30) Vous mercy Qui venu estes jusqursquoa ci Et chascun de vous en gracie (Griseld BFM)
In francese medio le forme olofrastiche sono prevalentemente costruite a par-
tire da merci grand(s) merci(s)moult de mercis (es 31) (La) + agg poss (bonne) merci (es 32 DMF sv) Le locuzioni performative contengono merci (rendre merci es 33) o grace (donner rendre grace DMF sv soprattutto rivolto a Dio) o entrambe
le forme (donnerrendre grace(s) et merci(s) es 34) Parimenti sono attestati diversi
verbi delocutivi gracier mercier regracier remercier (es 35-37) Allo stesso periodo
risalgono anche le prime attestazioni di remerciement (es 38)
GHEZZI
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(31) Sire chevaliers a vostre congieacute et grans mercis de vostre courtoisie (Arras 7 DMF sv)
(32) laquoSireraquo dist Saintreacute laquovostre bonne mercyraquo (La Sale JS 131 DMF sv)
(33) Mon pere je te rans mercy Du grant pouvoir que mrsquoas donneacute Faire ce que mrsquoas ordonneacute
Mrsquoen vaiz (Pass Auv 161 DMF sv)
(34) Et pour ce sire nous lui promettons en bonne foy que nous le servirons comme nostre
loyal seigneur et lui rendrons graces et mercis de la bonteacute qursquoil nous a faicte (Beacuterinus I
188 DMF sv)
(35) Sire que bien devons amer Tous ensemble vous merciumlons Tant humblement com nous
povons Et regraciumlons chierement Qursquoil vous a pleu benignement Condescendre a nostre
priere [agrave vous marier] (Gris 17 DMF sv)
(36) Si que bonne Amour graci Cent mille fois qui Mrsquoa si tres bien asseneacutee Que jrsquoaim la fl eur
et le tri De ce monde cy [] (Mach Ch bal 630 DMF sv)
(37) Tres chiers et especiaus amis je vous remerci grandement des lettres si amiables et si
confortans a ce qui me touce que vous mrsquoaveacutes envoiies (Froiss Pris am F 68 DMF
sv)
(38) [] avec remerciement de leur longue maintenue faveur leur prioit-on de tousjours per-
seacuteveacuterer tels (Chastell Chron K t1 69 DMF sv)
NellrsquoOttocento la situazione egrave diversa Il verbo delocutivo non marcato egrave remercier
(es 39) merci egrave la forma olofrastica non marcata (es 40) insieme alle molte varianti
(ad es grand merci merci beaucoup merci bien) anche se vi sono esempi di mille gracircces (es 41) Attestata egrave anche la locuzione performativa rendre gracircce(s) (es 42)
(39) Mon bon monsieur je vous remercie (Balzac Meacuted camp 1833 p 271 Frantext)
(40) Lrsquoemployeacute () prit () un paquet de piegraveces enfermeacutees dans une chemise bleue et le
preacutesentant laquoVoici monsieur Lesable vous nrsquoignorez pas que le chef a enleveacute hier trois
deacutepecircches dans ce dossier minus Oui Je les ai merciraquo (Maupassant Contes et nouv t 1
Heacuterit 1884 p 466 Frantext)(41) Mille gracircces mon cher Monsieur des bonnes nouvelles que vous me donnez de la santeacute
de M de Chateaubriand (Mme de Chateaubriand Meacutem et lettres 211-212 Frantext)
(42) Maintenant je vous rends gracircce pour le plaisir que vous me faites en me procurant lrsquooc-
casion de vous remercier comme je vous ai beacuteni crsquoest-agrave-dire du fond du cœur (Dumas
Monte-Cristo t 1 610 Frantext)
Lrsquoanalisi delle occorrenze delle formule nel corpus conferma anche quantitativa-
mente lrsquoevoluzione dei MIC (cfr Graf 2)
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58
Graf 2 - Distribuzione dei MIC in francese
Per le tre tipologie di MIC si puograve osservare che nei testi francesi tra le due locu-
zioni performative (je rends mercigracircce(s)) prevale je rends gracircce(s) che perograve dimi-
nuisce nel 1900 Il verbo performativo je remercie egrave la forma piugrave frequente in francese
contemporaneo ma nei secoli precedenti sono attestate diverse varianti di verbi per-
formativi che caratterizzano in particolare lrsquoantico francese La formula olofrastica
(grand) merci egrave costantemente la piugrave frequente e anzi aumenta di frequenza nel 1900
4 In conclusione
Nelle lingue romanze i valori pragmatici dei MIC si realizzano in contesti morfo-
sintattici differenti (locuzioni e verbi performativi formule olofrastiche) per gli atti di
scuse richiesta e ringraziamento
Per quanto il latino utilizzasse prevalentemente formule legate ad un solo etimo
(gratia) italiano e francese riprendono invece due etimi diversi mentre la funzione
di cortesia associata alla formula latina continua nella formula olofrastica italiana
grazie il francese attribuisce ad un altro etimo (merces) il valore di formula olofra-
stica forse in relazione ad una interpretazione dellrsquoetimo originario che sembrerebbe
caratterizzare il latino di Gallia nel periodo tardo10 In ogni caso per i secoli e i testi
qui considerati i due etimi latini svolgono la medesima funzione di cortesia pur con
sfumature di signifi cato e in contesti drsquouso differenti
La prevalenza di una forma sullrsquoaltra si evidenzia
(a) in termini di frequenza anche in relazione a parametri sociolinguistici
(b) in relazione al grado di pragmaticalizzazione (formula olofrastica)
10 Cfr ad es il passo di Venanzio Fortunato vescovo di Poitiers nel VI sec Quaeligrens unde viro duplicentur vota salutis Et tibi mercedem de Radegunde facit (Carm 9 14 13)
GHEZZI
59
(c) in relazione alla formazione di unitagrave delocutive (it grazie gt ringraziare ringraziamento
fr merci gt merciergt merciement remercier gt remerciement)
Mentre per le locuzioni la forma piugrave frequente in entrambe le lingue ha come base
lrsquoetimo gratia le formule olofrastiche mostrano traiettorie differenti in italiano dal
1500 al 1900 la forma olofrastica egrave realizzata a partire dai due etimi latini ma pro-
gressivamente la variante grazie sostituisce gran merceacute In francese anche se vi sono
tuttora attestazioni di mille gracircces la formula piugrave frequente egrave (grand) merci
La derivazione delocutiva egrave un lsquomeccanismorsquo diacronico diffuso Lrsquoanalisi dello
sviluppo dei MIC associati ai ringraziamenti ha evidenziato processi ciclici produttivi
che presuppongono lrsquoesistenza di un impiego formulare dellrsquoespressione reinterpre-
tata secondo lo schema seguente (esemplifi cato attraverso it grazie)
grazia ldquofavorerdquo rendere graziae grazie ringraziare gt ringraziamento
(a) grazia favore (che viene fatto a qualcuno)
(b) utilizzo di graziae con il senso (a) nella formula rendere grazie utilizzata per ringraziare
in base alle regole di discorso laquose X dice a Y che (a) egrave un favore fatto a X allora X rin-
grazia Yraquo
(c) creazione di una nuovo sostantivo con il signifi cato di ldquoatto che si realizza dicendo
grazierdquo
(d) gli usi di grazie dello stadio (b) sono reinterpretati con il valore in (c)
(e) creazione di un verbo performativo con il signifi cato di ldquodire grazierdquo
Tra gli aspetti che richiedono approfondimenti ve ne sono alcuni che riguardano
le modalitagrave di selezione della base da cui derivano i verbi performativi in particolare
saragrave interessante verifi care se questa derivazione si applichi a partire dalla struttura
o dalla forma meno marcate sincronicamente al momento della derivazione Il caso
del francese permetterebbe allora di ipotizzare uno sviluppo diacronico gracier gt (re)mercier dove gracier testimonia una fase precedente in cui anche nel francese predo-
minava ancora il modello latino cosigrave come it salutare rispetto a ciao testimonia la
presenza di una formula di saluto (salve) precedentemente meno marcata Un secondo aspetto che meriterebbe piugrave approfonditi studi egrave relativo al ruolo dei
fattori sociali e storico-culturali nella diversa evoluzione delle formule olofrastiche
francesi e italiane (merci e grazie) Held (1996) ipotizza che la peculiaritagrave del francese
possa essere variamente associata a fattori socio-culturali come ad esempio il fatto
che progressivamente la forma gratia sia stata utilizzata come base per la creazione
di forme idiomatiche connesse al linguaggio cerimoniale delle laquoHonnetes gensraquo nel
1700 e che sia quindi stata progressivamente relegata allrsquouso religioso Ragioni simili
potrebbero essere ricercate anche per le altre lingue a partire dal rumeno ma lrsquoam-
bito socio-culturale di riferimento egrave ancora tutto da scoprire
Universitagrave di Bergamo Chiara GHEZZI
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1 Introduzione gli indefi niti tra tipologia e diacronia
La direzionalitagrave del mutamento linguistico egrave un tema molto prominente nella sin-
tassi storica soprattutto grazie al fi lone di ricerche sulla grammaticalizzazione (per
il latino si veda Fruyt (2011)) In questo campo gli studiosi hanno potuto identifi care
un numero ristretto di cause e meccanismi del mutamento sintattico motivati dal
punto di vista cognitivo in termini di strategie di acquisizione (cf Roberts (2007) per
un quadro drsquoinsieme) In ambito semantico invece non sono emersi con altrettanta
chiarezza meccanismi generali e cognitivamente fondati che spieghino la ricorrenza
di certi tipi di mutamento (con alcune eccezioni per es Traugott Dasher (2001) e
Eckardt (2006))
Come mostrato dallrsquoampio studio tipologico di Haspelmath (1997) i pronomi
e aggettivi indefi niti sono diacronicamente piuttosto instabili e possono quindi
mostrare differenze signifi cative anche in lingue strettamente imparentate e in inin-
terrotto contatto come quelle romanze Allo stesso tempo nel sistema degli indefi niti
si possono osservare degli schemi di mutamento ricorrenti Per esempio frequente
egrave la trasformazione di un termine a polaritagrave negativa (NPI) in un indefi nito nega-
tivo (cf Haspelmath (1997 221-233)) ma anche la direzione contraria egrave attestata (cf
Jaumlger (2010)) Un altro ciclo rilevante interessa gli indefi niti lsquoa scelta liberarsquo (lsquofree
choicersquo come lrsquoit qualsiasi) che si sviluppano da relative libere e vengono estesi a
contesti comparativi condizionali e interrogativi perdendo il valore originario (cf
Haspelmath (1997 149-150) e Foulet (1919) e Jayez Tovena (2011) sul fr quelque)
Meno studiato in questa prospettiva egrave il sistema degli indefi niti specifi ci su questo mi
concentro qui considerando la storia del latino aliquis lsquoqualcuno (un) qualchersquo che
mostra sviluppi diacronici peculiari in prospettiva tipologica
2 Gli sviluppi romanzi di aliquis
Nel ricco sistema degli indefi niti del latino classico quidam e aliquis svolgono la
funzione di indefi niti specifi ci Egrave generalmente riconosciuto (cf Haspelmath (1997)
Bertocchi et al (2010) Bortolussi (2010)) che il loro signifi cato si distingue in base
allo stato epistemico del parlante (lsquospecifi c known unknownrsquo in Haspelmath (1997))
Con quidam il parlante introduce un referente della cui identitagrave egrave certo spesso ma
non necessariamente seguono nel testo ulteriori specifi cazioni sullrsquoidentitagrave del refe-
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rente eo sul tipo di conoscenza che ne ha il parlante (cf (1)a) Con aliquis invece il
referente dellrsquoespressione indefi nita egrave presentato come esistente e in questo consiste
la sua specifi citagrave la sua identitagrave egrave perograve sconosciuta al parlante e impossibile da indi-
viduare o non rilevante (cf (1)b) Secondo la defi nizione del dizionario Lewis-Short
aliquis laquodenotes that an object really exists but that nothing depends upon its indi-
vidualityraquo
(1) a Nec diu moratus rusticus quidam familiaris oculis meis cum muliercula comite propius accessit (Petron 12 3)
lsquoDopo poco arrivograve un contadino che conoscevo di vista accompagnato da una donnettarsquo
b expectabam aliquem meorum (Cic Att 13 15)
lsquoapettavo (qualc)uno dei mieirsquo
Quidam pur mantenendo vitalitagrave in latino tardo non produce esiti romanzi al
contrario aliquis egrave continuato dalle forme pronominali romanze derivanti dallrsquoaccu-
sativo come sp alguien pt algueacutem sp e pt algo e da quelle risultanti dallrsquouniverba-
zione di aliquis e unus gt alicunus come per es it alcuno fr aucun sp alguacuten pt
algum La distribuzione di queste forme egrave piuttosto diversifi cata nelle varie lingue
e il signifi cato egrave talvolta distante da quello del lat aliquis Il plurale (in fr lrsquoarcaico
drsquoaucuns) puograve ricevere interpretazione specifi ca (cf lrsquoit alcuni in (2)a) Il singolare
invece egrave diventato un termine a polaritagrave negativa talvolta -come in spagnolo cf (2)b-
con inversione rispetto al nome secondo alcune analisi della concordanza negativa il
francese aucun (usato nei registri formali) egrave un vero e proprio indefi nito negativo la
cui distribuzione egrave legata alla presenza della negazione diretta e i cui tratti semantici
ne permettono lrsquouso come risposta negativa in contesti ellittici cf (2)c-d In Ibero-
Romanzo inoltre per gli indefi niti derivati da aliquis egrave possibile un cosiddetto uso
lsquoepistemicorsquo (cf (2)e Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito 2003 Jayez Tovena 2006)
che non permette lrsquoidentifi cazione univoca del referente dellrsquoelemento indefi nito uso
che in francese e italiano egrave impossibile con alcuno aucun ed egrave invece espresso rispet-
tivamente da quelque e (un) qualche (cf lrsquoit in (2)f-g)
(2) a Franco vuole comprare alcuni libri nel negozio qui vicino (specifi co possibile)
b no toma precaucioacuten alguna lsquonon prende alcuna precauzionersquo
c Aucun de mes amis nrsquoest venu lsquoNessuno dei miei amici egrave venutorsquo
d A Avez-vous une objection B Aucune lsquoA Ha unrsquoobiezione B Nessunarsquo
e Mariacutea se casoacute con alguacuten estudiante del departamento en concreto con Pedro
lsquoMaria si egrave sposata con un qualche studente del dipartimento precisamente Pedrorsquo
f Maria si egrave sposata con alcuno studente del dipartimento
g Qualche idiota ha dimenticato di spegnere la luce
La Tabella 1 riassume in forma schematica la distribuzione degli esiti di aliquis in
italiano francese spagnolo e portoghese
GIANOLLO
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Tabella 1 distribuzione degli esiti romanzi di aliquis
linguaLatino
ClassicoRomanzo
formaaliquis Sp alguacuten
alguien
Pt algumalgueacutem
It alcunoFr aucun
funzionelsquospecifi c
unknownrsquoSINGOLARE PLURALE
indefi nito
epistemico
Sp Pt
(It qualche
Fr quelque)
termine
a polaritagrave
negativa
Sp Pt
Ita Fr
indefi nito
negativo
Fr
indefi nito
semplice o
specifi co
Sp Pt It
Fr
In questo contributo non mi occupo dellrsquoasimmetria nello sviluppo di singolare e
plurale e mi dedico invece a due aspetti evidenziati dal confronto tra il valore del sin-
golare latino e gli sviluppi semantici delle forme singolari romanze il comportamento
di aliquis rispetto alla negazione in latino classico e tardo (sect 4) e lrsquouso epistemico di
aliquis in contesti modali (sect 5) Egrave opportuno perograve fare precedere alla presentazione
dei dati una breve discussione della nozione di specifi citagrave (sect 3)
3 Gli ingredienti della specifi citagrave
La specifi citagrave egrave un fenomeno pervasivo allrsquointerfaccia tra semantica pragmatica e
sintassi per il quale egrave diffi cile raggiungere una defi nizione condivisa Von Heusinger
(2011) offre un panorama aggiornato degli studi sul tema da cui emerge la mancanza
di consenso su quale sia la componente fondamentale della specifi citagrave e quali invece
gli lsquoepifenomenirsquo dovuti allrsquointerazione con i vari contesti semantici e pragmatici Da
una parte si osservano nelle lingue elementi con i quali egrave sempre associato un valore
di specifi citagrave e che sono incompatibili con contesti che non permettono unrsquointerpre-
tazione specifi ca Dallrsquoaltra esistono elementi piugrave variabili che a seconda di fattori
contestuali come le relazioni di portata tra operatori logici e la struttura informazio-
nale assumono o meno unrsquointerpretazione specifi ca
Haspelmath (1997) classifi ca aliquis come indefi nito specifi co ma studi dedicati al
latino hanno mostrato che tale classifi cazione egrave tuttrsquoaltro che ovvia se per es Bertoc-
chi et al (2010 25) affermano che laquoaliquis is generally though not always specifi craquo
Orlandini (1983 233) classifi cava aliquis in base ai suoi criteri pragmatici come non-
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specifi co1 La variabilitagrave della classifi cazione dipende dalla defi nizione di specifi citagrave
di volta in volta adottata
In Orlandini (1983) come in molta letteratura sul tema si adotta una defi nizione
pragmatica basata sullo stato epistemico del parlante un indefi nito specifi co esprime
certezza del parlante riguardo allrsquoidentitagrave del referente (unicitagrave del riferimento) Lo
stato epistemico del parlante egrave di fatto identico a quello che produce lrsquointerpretazione
referenziale di un sintagma nominale defi nito diverso egrave solo lo stato epistemico del
ricevente che nel caso del defi nito ha familiaritagrave con il referente nel caso dellrsquoindefi -
nito non ne conosce lrsquoidentitagrave
Haspelmath (1997 38) offre la seguente defi nizione laquoan expression is specifi c if
the speaker presupposes the existence and unique identifi ability of its referentraquo Solo
nellrsquoambito di una presupposizione di unicitagrave del riferimento ha senso distinguere
secondo Haspelmath (1997 45) tra riferimento conosciuto e non conosciuto
Bertocchi et al (2010 24-28) cosigrave come Bortolussi (2010) adottano la defi nizione
di Haspelmath ma distinguono tra casi in cui crsquoegrave sia presupposizione di esistenza che
unicitagrave di riferimento e casi in cui invece non crsquoegrave unicitagrave di riferimento ma lrsquoesistenza
del referente egrave comunque presupposta a seconda dei contesti di occorrenza aliquis
puograve indicare o meno unicitagrave di riferimento ossia puograve essere o non essere specifi co
Inoltre viene sottolineata per il latino la presenza di un indefi nito quis che egrave neutro
rispetto alla presupposizione di esistenza Su questa base viene riconosciuto per il
latino il sistema in (3)
(3) a quidam [+ presupposizione di esistenza] [+ unicitagrave del referente]
b aliquis [+ presupposizione di esistenza] [plusmn unicitagrave del referente]
c quis [empty presupposizione di esistenza] [ndash unicitagrave del referente]
d quisquam [ndash presupposizione di esistenza] [ndash unicitagrave del referente]
A fronte di queste diffi coltagrave nel raggiungere una defi nizione unitaria di specifi citagrave
mi sembra opportuno procedere nella ricerca empirica scomponendo il concetto e
prendendo in considerazione separatamente due ingredienti che sono rilevanti per
lrsquointerpretazione di aliquis
(i) portata in latino classico aliquis egrave in grado di deve trovarsi al di fuori della
portata di altri operatori come ad es la negazione e il condizionale
(ii) componente epistemica il referente egrave sconosciuto indifferente al parlante
In sect 4 mi concentro sul primo fattore e in particolare sugli sviluppi di aliquis in
contesti negativi e sullrsquoimpossibilitagrave di avere letture specifi che allrsquointerno della por-
tata della negazione Sotto questo aspetto lrsquoevoluzione diacronica di aliquis si pro-
spetta giagrave chiaramente a partire dal IV sec dC In sect 5 discuto lrsquoimportanza della
1 La bibliografi a su questo tema e in generale sugli indefi niti latini egrave vasta e non le puograve essere resa giustizia in questa sede Segnalo solo alcuni dei contributi piugrave recenti Orlandini (1983) (2000) Mellet (1992) Maraldi (2000) Bortolussi (2001) (2010) Bertocchi et al (2010) Bortolussi Sznajder (2014) Devine Stephens (2013)
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componente epistemica interpretata come estensione del dominio di quantifi cazione
per il percorso diacronico di aliquis
4 Aliquis e la negazione
Si egrave osservato in sect 2 come gli esiti romanzi di aliquis diventino termini a polaritagrave
negativa legittimati quindi in contesti con lsquocapovolgimento di scalarsquo (lsquodownward
entailingrsquo) come il dominio di portata della negazione Lrsquoestensione a questi con-
testi e in generale a contesti non-specifi ci delle forme romanze che continuano
aliquis contraddice la generalizzazione diacronica di Haspelmath (1997 148-154)
secondo cui i mutamenti semantici che interessano gli indefi niti operano unidire-
zionalmente da destra a sinistra della sua mappa semantica Nel sistema di funzioni
di Haspelmath rappresentato in (4) gli usi specifi ci occupano lrsquoestrema sinistra
mentre quelli sotto negazione indiretta e diretta si trovano nella parte destra dello
spazio semantico
(4) Rappresentazione della mappa semantica per gli indefi niti di Haspelmath (1997)
specifi c
known
specifi c
unknown
irrealis
non-spe-
cifi c
question indirect
negation
direct
negation
conditional compara-
tive
free-choice
Le letture specifi che degli indefi niti sono sempre impossibili sotto la portata della
negazione come mostrato dal contrasto tra inglese some e any in (5)
(5) a I didnrsquot cite some contributions lsquoci sono alcuni contributi che non ho citatorsquo exist gt not
b I didnrsquot cite any contributions lsquonon ho citato alcun contributorsquo not gt existIl latino aliquis se usato in contesti di negazione diretta prende sistematicamente
portata ampia rispetto allrsquooperatore negativo (cf Orlandini (2000)) in (6) si inter-
preta quindi lsquocrsquoegrave qualcosa che tu non hairsquo e non lsquonon crsquoegrave niente che tu abbiarsquo Si noti
che anche se in (6) la portata del quantifi catore egrave ampia lrsquoidentifi cazione del refe-
rente non egrave possibile o voluta lrsquoesistenza di lsquoun qualcosarsquo egrave rilevante la sua indentifi -
cazione egrave lasciata aperta
(6) dicitur enim alio modo etiam lsquocarerersquo cum aliquid non habeas et non habere te sentias
(Cic Tusc 1 88)
lsquoinfatti carere egrave usato in un signifi cato diverso quando crsquoegrave qualcosa che non hai e hai la
percezione di non averlorsquo
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La quantifi cazione esistenziale sotto la portata della negazione egrave espressa in latino
da termini a polaritagrave negativa come quisquam ullus o la serie in -piam2 che co-
occorrono con la negazione (7)a-b unrsquoaltra possibilitagrave egrave offerta dagli indefi niti nega-
tivi come nemo nihil nullus che da soli danno valore negativo alla frase (7)c3
(7) a neque quisquam omnino consisteret (Caes civ 3 69)
lsquoe (cosigrave che) assolutamente nessuno si fermavarsquo
b sine timore ullo (Caes Gall 8 3)
lsquosenza alcun timorersquo
c sed hunc laborem recusabat nemo (Caes civ 1 68)
lsquoma nessuno rifi utava questa faticarsquo
Anche in altri contesti con capovolgimento di scala come per es la restrizione del
quantifi catore universale si trova per lo piugrave la serie a polaritagrave negativa
(8) omnes qui ullam agri glebam possiderent (Cic Verr 2 3 28)
lsquotutti coloro che possedessero un qualche appezzamento di terrenorsquo
Tuttavia aliquis come semplice esistenziale egrave anche possibile secondo De-
vine Stephens (2013 376) in (9) a differenza che in (8) non crsquoegrave il riferimento al
valore fi nale di una scala tipico invece per gli elementi a polaritagrave negativa lsquoqualcosarsquo
quindi e non lsquoqualsiasi cosarsquo
(9) omnes qui aliquid scire videntur (Cic parad 40)
lsquotutti coloro che sembrano sapere qualcosarsquo
Il comportamento di aliquis in contesti negativi mostra che questo indefi nito egrave
capace di portata ampia rispetto ad altri operatori e dagrave luogo a interpretazioni specifi -
che in cui il quantifi catore ha portata al di sopra della negazione In questo senso ali-quis contrasta nettamente con il comportamento degli esiti romanzi In latino tardo
perograve marcatamente a partire dal IV sec dC si iniziano a trovare casi in cui aliquis
va interpretato sotto la negazione come lrsquoesempio dalla Vulgata in (10)
(10) si ergo corpus tuum totum lucidum fuerit non habens aliquam partem tenebrarum erit lucidum totum et sicut lucerna fulgoris inluminabit te (Vulg Luc 11 36)
lsquose quindi il tuo corpo egrave tutto nella luce senza avere alcuna parte nelle tenebre tutto
saragrave luminoso e come quando la lucerna ti illumina con i suoi raggirsquo
2 La serie in -piam era giagrave rara e arcaizzante in latino classico (Bertocchi et al (2010 48)) ma mostra nuova vitalitagrave nel latino della Vulgata (Bortolussi Sznajder 2014) Egrave possibile che ciograve sia da interpretare come segno di una discrepanza tra lingua letteraria e lingua parlata nel dominio dei termini a polaritagrave negativa che mostra sviluppi giagrave nel IV secolo dC
3 Orlandini (2000 154-155) e Devine Stephens (2013 374-375) discutono alcuni rari casi con il complementatore negativo ne in cui aliquis ha portata al di sotto della negazione Gli autori sono concordi nel ritenere che nelle completive introdotte da ne la negazione ha proprietagrave semantiche e pragmatiche particolari che giustifi cano tale comportamento Per Orlandini tuttavia aliquis ha in questi casi unrsquointerpretazione simile a un termine a polaritagrave negativa che indica lrsquoestremo di una scala quantitativa mentre Devine e Stephens lo trattano come un semplice esistenziale
GIANOLLO
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Contemporaneamente si notano con sempre maggiore frequenza soprattutto nei
registri stilistici meno coltivati segni dello sviluppo della concordanza negativa sia
nei testi che nelle discussioni grammaticali (Diomede GL 1455) cf Molinelli (1988)
Molinelli (1989) In (11) unrsquoattestazione dalla Vetus Latina egrave paragonata allrsquouso clas-
sico della Vulgata
(11) a non respondes nihil (Vet Lat Marc 14 60)
lsquonon rispondi nullarsquo
b non respondes quidquam (Vulg Marc 14 60)
Dal latino al romanzo la serie degli indefi niti negativi si rinnova completamente
Lrsquoorigine dei nuovi elementi puograve essere tracciata al latino tardo e deve aver avuto
effetti profondi sullrsquointero sistema degli indefi niti compreso aliquis Molinelli (1989
622-623) discute a proposito della concordanza negativa alcune osservazioni di Ago-
stino su quello che lui considera essere lrsquouso grammaticale corretto al contrario di
espressioni evidentemente frequenti nella sua epoca Egrave notevole che tali osservazioni
mostrino talvolta come in (12) anche lrsquouso corrente non classico -ma si noti bene
proposto come corretto proprio da Agostino- di aliquis come termine a polaritagrave
negativa
(12) Non est relictum viride nihil in lignis dicendum fuit more locutionis nostrae non est relictum viride aliquid in lignis (Aug quaest Hept 54 239 Loc de Exodo)
lsquolsaquonon rimase nulla [nihil] di verde sugli alberirsaquo si dovrebbe piuttosto dire nella lingua
corretta lsaquonon rimase nulla [aliquid] di verde sugli alberi rsaquo
cf Vulgata nihilque omnino virens relictum est in lignis
Se in latino tardo ci sono dunque segni piuttosto chiari che preludono ai ter-
mini a polaritagrave negativa romanzi che continuano aliquis diffi cile egrave tracciare il per-
corso diacronico che vi ha portato Nella mappa semantica di Haspelmath (1997) la
contiguitagrave tra le diverse funzioni segnala una relazione semantica che si dovrebbe
anche proiettare in dimensione diacronica indicando direzioni e tappe di mutamento
Come giunge quindi aliquis dallrsquoestremo sinistro allrsquoestremo destro dello spazio
semantico presentato in (4) Nella sezione seguente considero la componente episte-
mica di aliquis e propongo che essa rappresenti una forma di lsquoestensione del dominio
di quantifi cazionersquo da riconoscersi come tappa intermedia verso la polaritagrave negativa
5 Aliquis e gli indefi niti epistemici
La seconda osservazione che emerge dal quadro comparato in sect 2 concerne gli
usi cosiddetti lsquoepistemicirsquo degli esiti di aliquis in Ibero-Romanzo Il termine lsquoepiste-
micorsquo egrave usato da Jayez e Tovena (2006) in senso piuttosto ampio per gli indefi niti il
cui uso egrave condizionato dal parametro lsquostato di conoscenza del parlantersquo sono defi niti
lsquoepistemicirsquo sia gli indefi niti che permettono lrsquoidentifi cazione del referente (fr un cer-tain) sia quelli che indicano un grado di ignoranza (fr un quelconque) A prima vista
sembrerebbe quindi possibile considerare questa funzione equivalente alle catego-
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rie lsquoknown unknownrsquo di Haspelmath (1997) Non egrave perograve cosigrave per Haspelmath tali
categorie si applicano solo agli indefi niti specifi ci mentre per Jayez e Tovena (2006)
lrsquoepistemicitagrave puograve essere anche un parametro degli indefi niti lsquofree choicersquo
A complicare ulteriormente il quadro terminologico nel defi nire lsquoepistemicorsquo lrsquouso
di sp alguacuten in casi come (2)e per es in Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito (2003) e
Aloni Port (2006) il termine egrave stato impiegato con il senso piugrave ristretto di lsquoforma
lessicale specializzata che indica lrsquoassenza di conoscenza da parte del parlantersquo In
particolare lo sp alguacuten egrave stato caratterizzato da Alonso-Ovalle e Meneacutendez-Benito
(2010) come lsquoanti-singleton indefi nitersquo il cui dominio di quantifi cazione non puograve
essere ridotto a un singolo elemento Se si adotta tale accezione ristretta la corri-
spondenza rispetto alle categorie di Haspelmath si riduce al polo lsquounknownrsquo Inol-
tre gli indefi niti epistemici non sono necessariamente specifi ci rispetto alla portata
come mostra lrsquointerazione con altri operatori Aloni e Port (2006) hanno mostrato
come non solo alguacuten ma anche per es lrsquoit un qualche e il ted irgendein anchrsquoessi
considerati epistemici presentino valori semantici diversi a seconda del contesto Se
unrsquointerpretazione specifi ca egrave possibile in frasi episodiche di modalitagrave reale questi
indefi niti possono anche avere interpretazione non-specifi ca per es in un contesto
modale epistemico Nel caso di contesti negativi poi alguacuten e irgendein (ma non un qualche) vengono interpretati sotto la portata della negazione comportandosi come
esistenziali semplici perdendo cioegrave lrsquoapporto epistemico
Un approccio promettente che qui seguo anche nella defi nizione di epistemicitagrave
egrave quello di Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito (2003) (2010) che si basa sul formulare
condizioni sul dominio di quantifi cazione degli indefi niti sulla scorta dellrsquoinfl uente
proposta di Kratzer Shimoyama (2002)4 Il punto di partenza egrave il confronto con gli
indefi niti lsquofree choicersquo come it qualunque o sp cualquiera Nel loro caso il dominio
di quantifi cazione egrave esteso al massimo (lsquodomain wideningrsquo) fi no a comprendere anche
i casi marginali dellrsquouniverso del discorso Con gli indefi niti lsquoepistemicirsquo invece se egrave
vero che non egrave possibile lrsquoidentifi cazione univoca del referente (lsquoanti-singleton con-
straintrsquo) alcune alternative possono essere escluse gli indefi niti epistemici quindi
hanno un dominio piugrave limitato rispetto ai lsquofree choicersquo (lsquominimal domain wideningrsquo)
Se si segue lrsquoapproccio pragmatico di Schwarzschild (2002) alla specifi citagrave egrave possibile
riconoscere un continuum di restrizioni sul dominio di quantifi cazione cf (13) la
specifi citagrave sarebbe lrsquoeffetto di unrsquoestrema restrizione del dominio di quantifi cazione
a livello contestuale fi no a comprendere un solo elemento (lsquosingleton indefi nitesrsquo
lsquoextreme domain narrowingrsquo)
(13) extreme domain narrowing gt minimal domain widening gt domain widening
Data la caratteristica di base di lsquominimal domain wideningrsquo il comportamento
fl essibile degli indefi niti epistemici a seconda del contesto egrave spiegato in termini
pragmatici come differenza nel tipo di implicature di volta in volta permesse (cf
Kratzer Shimoyama (2002) Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito (2010 20-27)) Si
4 Lrsquoapproccio non egrave privo di problemi come discusso da Aloni e Port (2006)
GIANOLLO
71
considerino esempi classici di aliquis in contesto epistemico (si noti il tempo futuro)
(14) egrave un tentativo di rassicurazione in una situazione critica in (15) Trimalchione
considera il canto di un gallo un segnale di cattivo augurio
(14) Deus respiciet nos aliquis (Plaut Bacch 638a)
lsquoqualche divinitagrave ci proteggeragraversquo
(15) nam aut incendium oportet fi at aut aliquis in vicinia animam abiciet (Petron 74 2)
lsquoinfatti o ci deve essere un incendio o qualcuno nelle vicinanze sta per tirare le cuoiarsquo
In casi come questi il ricevente del messaggio verbale cerca una motivazione per
lrsquoestensione del dominio di quantifi cazione (del percheacute il parlante non abbia voluto
essere piugrave informativo restringendo il dominio a un individuo) e conclude che il par-
lante ha voluto evitare di asserire qualcosa di falso da qui lrsquoeffetto di lsquoignoranzarsquo
sullrsquoidentitagrave del referente
Nel continuum formulato in (13) trovano spazio anche gli indefi niti a polaritagrave
negativa che come i lsquofree choicersquo producono la massima estensione del dominio
di quantifi cazione (Kadmon Landman 1993) In contesti con lsquocapovolgimento di
scalarsquo questo porta a un rafforzamento dellrsquoasserzione dal momento che anche le
alternative al margine del dominio vengono escluse (di converso per i lsquofree choicersquo il
rafforzamento consiste nellrsquoammettere anche le alternative marginali)
Haspelmath (1997) mostra che casi come lrsquoinglese any che ha sia la funzione
lsquofree choicersquo sia la funzione di termine a polaritagrave negativa non sono affatto rari
tipologicamente nota anche che dal punto di vista storico sembra aver luogo con
una certa frequenza il mutamento direzionale da funzione lsquofree choicersquo a funzione
lsquopolaritagrave negativarsquo La situazione osservata in sect 2 per il latino e le lingue romanze
suggerisce che un altro mutamento possibile sia quello da indefi nito epistemico
a indefi nito a polaritagrave negativa e che esso si sia verifi cato nel caso di aliquis La
categoria di indefi nito epistemico puograve rappresentare lrsquoanello mancante tra gli usi spe-
cifi ci e quelli a polaritagrave negativa Il percorso diacronico di aliquis non appare piugrave
eccezionale in prospettiva tipologica allorcheacute si consideri che aliquis in latino classico
non egrave poi cosigrave specifi co se da una parte egrave in grado di avere portata ampia rispetto a
molti operatori dallrsquoaltra egrave meno referenziale di un indefi nito specifi co lsquostandardrsquo (it
uno un certo) e si avvicina piuttosto allrsquouso odierno dello sp alguacuten del fr quelque
insomma degli indefi niti epistemici
6 Conclusioni
Se alle funzioni considerate da Haspelmath nella sua mappa si aggiunge la fun-
zione di indefi nito epistemico si puograve modellare il mutamento in forma graduale
attraverso contesti contigui Resta il fatto che il mutamento proposto contraddice
le predizioni di Haspelmath rispetto alla direzionalitagrave del mutamento (pur sempre
da sinistra a destra nello spazio semantico) Gli sviluppi nelle varie lingue romanze
seguono la stessa direzione ma raggiungono stadi diversi Egrave probabile che ciograve sia con-
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seguenza dellrsquointerazione con altri mutamenti (soprattutto nel dominio della nega-
zione) e della pressione paradigmatica di altri indefi niti Gli usi epistemici delle lin-
gue ibero-romanze rappresenterebbero uno stadio piugrave conservativo rispetto a italiano
e francese Queste ultime hanno perso gli usi epistemici attestati per gli stadi piugrave
antichi (cf Martins (2000) Stark (2006) Ingham (2011)) e mantengono solo il valore
di termine a polaritagrave negativa
Universitagrave di Colonia Chiara GIANOLLO
GIANOLLO
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75
Sulla morfosintassi dei pronomi relativi nelle carte notarili
di area salernitana (IX secolo)
1 Questioni preliminari e struttura del lavoro
In questo studio presenteremo alcuni dati relativi ad una piugrave ampia ricerca in
corso presso lrsquoUniversitagrave di Napoli ldquoFederico IIrdquo sul latino delle carte notarili pro-
dotte in Italia meridionale nel corso dellrsquoalto medio-evo e del medio-evo centrale1 In
particolar modo in questrsquooccasione saranno discussi i primi dati riguardanti le forme
assunte dai pronomi relativi nei documenti rogati in area salernitana nel IX secolo
Dal punto di vista tipologico comrsquoegrave noto la subordinazione relativa rappresenta
uno dei principali macro-tipi subordinativi presenti nelle lingue del mondo2 Secondo
la defi nizione interlinguisticamente valida proposta da Andrews (2007 206) attra-
verso la frase relativa viene delimitata laquothe reference of an NP [sc Noun Phrase] by
specifying the role of the referent of that NP in the situation described by the RC [sc Relative Clause]raquo Come si vede la defi nizione di frase relativa appena fornita include
le frasi che nella tradizione grammaticale italiana (e di altri paesi occidentali) sono
chiamate relative restrittive ma taglia fuori dal dominio della subordinazione rela-
tiva le cosiddette frasi relative non-restrittive Queste ultime presentano in effetti una
relazione semantica e pragmatica con la frase reggente che differisce sensibilmente da
quella instaurata dalle relative restrittive (si veda ad esempio Comrie (1989 138-139))
Tuttavia poicheacute il latino (come altre lingue ad esempio lrsquoitaliano e lrsquoinglese) presenta
strategie simili nella realizzazione delle relative restrittive e non-restrittive in questo
studio ci occuperemo di entrambe le strutture Soprattutto percheacute in questa occa-
sione ci soffermeremo in particolar modo sugli aspetti morfologici della relazione tra
il nome testa e il pronome relativo
Lrsquoipotesi di fondo di questo contributo egrave che nei documenti prodotti nel IX secolo
nei territori longobardi dellrsquoarea salernitana la distanza tra forme (e costruzioni) che
tendono maggiormente verso il latino e forme (e costruzioni) che tendono maggior-
mente verso il romanzo debba essere misurata nei termini di un continuum di diverse
opzioni in competizione ma non in mutua esclusione la cui selezione era sensibile
1 I primi risultati di questa ricerca si possono leggere in Sornicola (2007 2008 2011 2012a 2012b 2013a e 2013b) DrsquoArgenio (2013) Ferrari (2013) Valente (2013) e Greco (2012a 2012b e 2013)
2 Si veda ad esempio Dixon (1995 179-183)
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76
a fattori di diverso tipo come ad esempio la tipologia testuale e le abilitagrave scrittorie
dello scrivente Lrsquoobiettivo principale del lavoro egrave infatti quello di valutare se le dif-
ferenti caratteristiche delle realizzazioni delle strutture relative a verbo fi nito ed in
particolar modo di fenomeni come la relazione tra la forma del pronome relativo e la
sua funzione o come lrsquoaccordo morfologico tra il pronome e il nome testa possono
rappresentare degli utili strumenti per lrsquoanalisi del dislivello stilistico tra le diverse
carte prese in esame3
Per quanto riguarda la struttura del lavoro nel prossimo paragrafo saranno pre-
sentate alcune caratteristiche generali della struttura testuale e della lingua dei docu-
menti indagati nella terza sezione dello studio discuteremo invece alcune questioni
riguardanti le forme assunte dai pronomi relativi nelle carte esaminate il paragrafo
4 saragrave dedicato allrsquoanalisi piugrave in dettaglio delle caratteristiche dei pronomi relativi
in un sottoinsieme del nostro corpus in relazione al confronto tra carte rogate da
notai differenti e nel quadro della produzione di un unico notaio tra tipologie di
carta diverse Nellrsquoultima sezione infi ne saranno tratte le conclusioni delle rifl essioni
svolte nel corso del lavoro
2 Caratteristiche generali dei testi indagati e della loro lingua
Il corpus di testi su cui si fonda questo studio egrave costituito da tutte le carte notarili
del IX secolo conservate nellrsquoArchivio della Badia della SSma Trinitagrave di Cava dersquo
Tirreni Si tratta di 105 documenti4 tutti rogati nella longobardia minore (e soprat-
tutto nel salernitano) redatti in massima parte secondo il modello della cartula e
caratterizzati molto spesso da una forte ripetitivitagrave di schemi compositivi e di for-
mule5 Nel complesso infatti la gran parte degli atti egrave costituita da piccoli negozi
legati soprattutto alla vendita (e in alcuni casi alla donazione o alla permuta) di terre
documenti in cui le lsquoparti di formulariorsquo costituiscono la quasi totalitagrave del testo e
minore spazio egrave lasciato alle lsquoparti liberersquo che consistono in genere in una rapida
descrizione dei confi ni e delle caratteristiche delle terre vendute (o permutate o
donate)6 Tuttavia le diverse abilitagrave scrittorie dei notai paiono rifl ettersi anche nella
differente qualitagrave nellrsquouso delle parti di formulario in cui proprio come nelle parti
3 La nozione di lsquoanalisi del dislivello stilisticorsquo egrave intesa in questo lavoro come studio del campo di variazione linguistica attestato dalle carte e delle opzioni selezionate di volta in volta dai diversi scriventi
4 Centodue carte sono edite nei volumi 50 51 e 52 delle Chartae Latinae Antiquiores (drsquoora in poi ChLA) le restanti tre sono invece state pubblicate da Galante (2001)
5 Non mancano in ogni caso nel nostro corpus testi appartenenti ad altre tipologie documen-tarie come i memoratoria le notitiae iudicati e i praecepta concessionis principeschi (infor-mazioni piugrave dettagliate sulla loro ripartizione in termini quantitativi nei testi del IX secolo conservati a Cava dersquo Tirreni sono fornite da DrsquoArgenio Ferrari Valente Greco 2013) Su queste tipologie di documenti ed in particolar modo sulle cartulae (o chartulae) e sui memo-ratoria si vedano Magistrale (1991) e Galante (2012)
6 Sulla differenza tra le lsquoparti di formulariorsquo e le lsquoparti liberersquo si vedano i classici Sabatini (1965 e 1968)
GRECO
77
libere si puograve osservare una certa variazione tra i diversi testi Variazione che come
vedremo nei prossimi paragrafi egrave per noi di interesse centrale
In questo quadro ci sembra che una nozione teorica come quella di dislivello stili-
stico risulti piugrave adatta a descrivere le differenze che si possono cogliere tra le carte del
nostro corpus7 rispetto a categorie come bilinguismo o diglossia assai problematiche
in seacute e la cui interpretazione risulta particolarmente delicata nel caso dei testi che
compongono il nostro corpus Drsquoaltronde giagrave Sornicola (2012a) ha mostrato lrsquooppor-
tunitagrave di una tale scelta per lrsquoanalisi di una serie di fenomeni strutturali in documenti
comparabili a quelli indagati in questo studio
Il presente contributo cercheragrave dunque di rispondere alla seguente domanda le
caratteristiche dellrsquouso dei pronomi relativi possono rappresentare un elemento di
diagnostica del dislivello stilistico tra le diverse carte Per rispondere a questo quesito
la nostra indagine correragrave su due binari distinti da un lato offriremo una descrizione
generale dellrsquouso dei pronomi relativi nei documenti del nostro corpus dallrsquoaltro pro-
porremo unrsquoanalisi piugrave dettagliata di una ventina di carte prodotte negli ultimi 25
anni del secolo IX
3 Caratteristiche generali dellrsquouso dei pronomi relativi nel nostro corpus
31 Aspetti quantitativi
Un aspetto fondamentale della lingua dei testi indagati in questo studio egrave rap-
presentato dal fatto che la relazione tra caso morfologico e funzione sintattica segue
logiche che spesso non sono latine (ma neanche romanze) Sono frequenti ad esempio
scambi nellrsquouso dei casi o forme di Erstarrung nominale (si veda lrsquoesempio 1)8
(1) Et qui si bovi minime inantistare potuerimus [au]t nos ipsi bel nostri heredibus per colibe
ingenio retornare boluerimus con[pon]ere promitemus nos bovi duplo pretjius (ChLA
50 3 18)
Evidentemente una tale condizione generalizzata presenta rifl essi cruciali per
lrsquoanalisi della subordinazione relativa a verbo fi nito e in particolar modo per la rela-
zione tra la forma morfologica dei pronomi relativi e la loro funzione sintattica
Prima di addentrarci nel cuore dellrsquoanalisi perograve desideriamo proporre un quadro
complessivo della frequenza con cui compaiono le diverse forme del pronome relativo
nel nostro corpus
qui que quod quem quam quas quos cuius cui quo qua quorum quarum quibus
630 77 70 61 9 27 0 1 16 6 8 2 0 53
Tabella 1
7 Sulla nozione di lsquodislivello stilisticorsquo si veda la n 38 Una trattazione piugrave distesa di questi fenomeni si trova in Sornicola (2012a)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
78
Il dato che emerge piugrave chiaramente dalla Tabella 1 egrave probabilmente la netta pre-
ponderanza delle forme qui que e quod (e soprattutto della prima)9 Tuttavia a que-
sto proposito egrave necessario sottolineare che nei nostri testi compare molto frequente-
mente una formula che serve a indicare univocamente lrsquoautore dellrsquoazione giuridica o
il suo destinatario e che ha la forma qui supra que supra (si vedano gli esempi 2 e 3)
Questa formula ricorre in 381 dei 630 casi (il 60) in cui compare il pronome qui allo
stesso modo su 78 que 23 (il 30) sono nella locuzione que supra
(2) Infra suprascripte fi ni nec mihi nec ad alio homine nihil reserbabi set bobis qui supra in
integrum binumdedi ad possidendum unde pro suprascripta mea vinditjione de presentis
recepi pretjium ego qui supra vinditor a te emtore meo auro fi guratu solidos Beneventa-
nos numero sex et tremisse uno (ChLA 50 1 8-10)
(3) Unde per istabiliscendum anc mea venditjionem pro confi rmandum cartula suscepi ego
que supra Fredenperga vindetrice a te Aiemprandu emtore fenito pretjium biginti Bene-
bentano solidos de ipsi veteri (ChLA 50 20 27)
Altre caratteristiche evidenziate dalla Tabella riguardano la generale maggior fre-
quenza di pronomi che presentano una forma accusativale rispetto a quelli dotati di
forma obliqua Eccezioni a questa tendenza sono rappresentate dalle forme quam
(9 occorrenze) e quos (che addirittura non compare mai nel corpus) da un lato e da
quibus (53 casi) dallrsquoaltro Lrsquounico altro pronome obliquo che compare con una certa
frequenza egrave cui (16 occorrenze) Le questioni che discuteremo nei prossimi paragrafi
possono a nostro avviso spiegare queste differenze
32 Forma e funzione dei pronomi relativi
Lrsquoanalisi dei nomi testa cui i pronomi si legano e dei valori che questi ultimi assu-
mono evidenzia che in moltissimi casi la corrispondenza tra forma e funzione dei
pronomi relativi nelle carte del nostro corpus non egrave di tipo latino tanto dal punto
di vista della funzione grammaticale (esempio 4) quanto da quello dellrsquoaccordo di
genere e numero (esempi 5 6 e 7 in cui qui que e quod sono legati allo stesso nome
testa terra)10
(4) Unde ubi nec mihi que supra Fredenperge vindetrici nec ad alius homine de de que
superius legitur nullam reserbabit (ChLA 50 20 24)
(5) Binumdedi tibi Vuaiferi comes et fi lius bone memorie Dauferi terra mea qui est arbustu
bitatu (ChLA 51 19 3)
(6) Benundedit tibi Ursi fi lio Iacob terra mea que est arbustu bitatu (ChLA 51 6 3)
(7) De capu fi ne via de alia parte fi ne terra quod tenet Lupu fi lio Decorusi (ChLA 51 5 4)
9 Le forme qui que e quod occorrono quasi sempre in funzione di soggetto o di oggetto e in particolar modo di soggetto Uno dei rari casi in cui questa caratteristica non si riscontra egrave presentato in (4)
10 In alcuni casi allrsquointerno di uno stesso documento il nome testa terra egrave ripreso prima da un pronome e poi da un altro (si vedano a questo proposito lrsquoesempio 19 oppure la carta 27 del volume 51 in cui al rigo 10 si ritrova lrsquoespressione terra campensem nostram quod e qualche rigo oltre si legge invece prima terram qui e poi terra que)
GRECO
79
Le riprese del nome testa terra operate attraverso il pronome qui sono nettamente
maggioritarie si tratta di 31 occorrenze contro le 6 realizzate con que e le 2 con quod
Questa caratteristica sembrerebbe spingere verso una spiegazione del fenomeno in
termini di sovraestensione della forma qui ai danni di que Altri casi in cui uno stesso
nome testa viene ripreso da pronomi diversi mostrano perograve che lrsquoalternanza compare
anche con nomi maschili Le riprese di questo tipo di sostantivi invece in unrsquoottica
di semplice sovraestensione lineare della forma maschile che tende a generalizzarsi
dovrebbero essere effettuate regolarmente con il ricorso al pronome qui Si prenda il
caso del nome maschile locus
(8) Dono adque per an cartula cedo tibi nominati Arniperti dues pezze de terra in locum qui dicitur Iobi (ChLA 50 14 6)
(9) Tibi Persoaldi fi lio quondam Forti terra mea qui est arbustu bitatu et ensetetu in loco que dicitur Clusura subtu ipsa Matruniana abentes fi nis de uno latu terra Donasdei
(ChLA 50 24 4)
(10) Et bos et bestros heredes liceam introire in ipsa medietate in ipso loco quod mihi ibi
reserbabit (ChLA 52 13 27)
Anche nel caso di locus in ogni caso le realizzazioni con qui sono nettamente
maggioritarie il nome testa locus egrave ripreso in 33 occasioni da qui in 8 da que e in 2
da quod La presenza di tutti e tre i pronomi in percentuali praticamente identiche
a quelle riscontrate in occasione dellrsquoanalisi delle riprese del nome terra ci spinge
a ritenere che per molti dei notai attivi nel salernitano nel IX secolo la distinzione
al nominativo tra la forma maschile femminile e neutra del pronome relativo non
fosse piugrave determinante e che qui rappresentasse in tutti i contesti la variante piugrave
frequente ma non lrsquounica possibile Non mancano in ogni caso parole che vengono
riprese esclusivamente dai pronomi qui o quem Un caso di questo tipo egrave rappresen-
tato da petja (o pezza) che funziona come nome testa per una frase relativa a verbo
fi nito in 14 occasioni
(11) Sexta pezza qui est terra cum vinea abet fi ni (ChLA 50 15 12)
Il quadro come si vede egrave piuttosto frastagliato e ferma restando una preferenza
accordata alle forme pronominali maschili (e segnatamente allrsquoelemento qui) non
mancano elementi che indicano direzioni differenti
Per quanto riguarda le forme del pronome accusativo la Tabella 1 evidenzia che
quos non compare mai nei documenti indagati Drsquoaltronde egrave anche vero che i refe-
renti plurali che vengono relativizzati soprattutto in funzione di oggetto diretto non
sono molti (i numerosi quas presenti nel nostro corpus non riprendono infatti neces-
sariamente elementi plurali e anzi egrave piuttosto raro che la forma quas sia utilizzata per
richiamare un nome femminile plurale)
(12) Et casa mea quas habeo intu Benebentanam cibitatem noba [a]d porta qui vocatur da
fl ubio Sapatu (ChLA 50 20 15)
(13) Per unc scriptum dabo tibi qui supra ad frugiandum medietatem de sortem Framperti germani mei quas abuit in locum que dicitur Poltjanu Rotemsis fi nibus (ChLA 51 17 3)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
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Tra le forme oblique del pronome relativo lrsquounica che ricorre con una certa fre-
quenza nel nostro corpus egrave quibus Ci sembra perograve opportuno sottolineare che 39
delle 53 occorrenze di questo pronome compaiono nella costruzione de quibus la cui
funzione egrave quella di introdurre la formula attraverso la quale chi vende si obbliga a
rispettare il contratto nei confronti di chi acquista De quibus in questi casi sembra
avere un valore paragonabile a ldquorispetto a queste coserdquo
(14) Amodo et semper te tuisque eredibus suprascriptam mea vinditjonem avere et possi-
dere valeatis Unde de quibus nos repromictimus et eredes nostros colligamus tivi qui
supra et at tuis eredibus (ChLA 51 2 15)
(15) Semper tuum nominate Radelghisi et tuis eredibus ea que prelegitur abere et possidere
baleatis de quibus me repromicto ego qui supra Lopenando binditor et obligo me ipsum
et meis eredibus tibi (ChLA 52 15 22)
Le altre forme oblique invece compaiono in pochissime occasioni e in maniera
interessante solo in testi vergati da notai di una certa importanza Si tratta di scri-
venti che prestano servizio presso la corte e che evidenziano abilitagrave scrittorie piugrave sofi -
sticate tanto dal punto di vista della grafi a adottata quanto da quello propriamente
linguistico La forma cuius ad esempio occorre una sola volta in una notitia iudicati (e dunque in un documento dotato di una certa uffi cialitagrave) vergata da Dausdedi
(16) Primis ipsa nominata Adelgisa cum ipso Adelfrid tutore et parentes suos in cuius m[un]dio subiacebat dixerunt ut ipse Teodelgardus in birtute conpreensisset ipsa Adelgisa et
in terra illa (ChLA 52 29 8)
Allo stesso modo la forma quorum compare soltanto in due occasioni Unrsquooccor-
renza si trova in una carta vergata da Ursus un altro notaio dotato di ottime abilitagrave
scrittorie che come Dausdedi ha prestato servizio presso la corte11 Lrsquoaltra compare
invece in un documento prodotto da Toto Si tratta anche in questo caso di un notaio
che presta servizio presso la corte e che quindi si puograve supporre doveva essere rite-
nuto particolarmente abile nella scrittura Si noti comunque la diffi coltagrave di interpre-
tare il valore di quorum nel brano tratto dalla carta vergata da Toto (esempio 17)
(17) Et pariter perreximus ante presentjam Sicardi gastaldi et iudicem et Petrus idem gastaldus
quorum nostra vona volumtas esse[t] venundendum hoc a quem diligenter sum inquisitam
ne aliquid violentjam hoc vindendum a suprascripto vir meus paterent (ChLA 51 26 4)
(18) Unam de rebus sua sola eis iudicare licerent duas bero portjiones hebenire in pote-
statem in quorum mundium subiacere videntur ego autem mundoald nec de progenie
ipsius viri mei aud de progenie (ChLA 52 33 8)
Infi ne anche le sei occorrenze della forma quo compaiono tutte in documenti
vergati proprio da Ursus e Toto Tanto quorum quanto quo si ritrovano dunque solo
in documenti rogati da questi due notai Per altro tre di queste sei occorrenze si ritro-
vano in carte di livello piugrave elevato (una notitia iudicati e un praeceptum concessionis
principesco)
11 Su Dausdedi e Ursus e sulle caratteristiche della lingua particolarmente sofi sticata (nel qua-dro della produzione scrittoria dei notai operanti nel salernitano nel IX secolo) utilizzata da questi scriventi si vedano Greco (2012b e 2013)
GRECO
81
Risulta dunque evidente che le forme oblique del pronome relativo (a parte qui-bus che presenta una distribuzione differente) sono utilizzate pressocheacute esclusiva-
mente da notai che in base a dati di tipo storico paleografi co e linguistico possiamo
annoverare tra i piugrave importanti e dotati di abilitagrave scrittorie piugrave sofi sticate Inoltre esse
ricorrono soprattutto nei documenti di livello piugrave elevato nel quadro della produzione
di questi notai
4 I pronomi relativi e il dislivello stilistico
Al termine del paragrafo precedente abbiamo avuto modo di sottolineare che
sembra possibile individuare caratteristiche differenti nellrsquouso dei pronomi relativi da
parte dei diversi notai operanti nel IX secolo nel salernitano In questa sezione ci sof-
fermeremo brevemente su alcune di queste differenze concentrandoci in particolar
modo su 18 carte rogate tra il novembre dellrsquo877 e lrsquoagosto dellrsquo89912
In questi documenti lrsquoaccordo del pronome relativo con il proprio nome testa segue
logiche di tipo latino (cioegrave con accordo di genere e numero e con caso selezionato in
base alla funzione sintattica svolta) nel 45 dei casi (si tratta di 41 occasioni su 91)13
Questa percentuale oscilla perograve sensibilmente da scrivente a scrivente e ad esempio
nei tre documenti vergati dal notaio Adelmari che abbiamo analizzato14 i pronomi
relativi sono correttamente accordati solo nel 22 dei casi Allo stesso modo dei
quattro pronomi relativi presenti nella carta prodotta dal notaio Ioanne nel novembre
dellrsquo87715 tre presentano accordi in qualche modo ldquoanomalirdquo e uno compare nellrsquoe-
spressione de quibus sulla quale ci siamo soffermati nel paragrafo precedente
(19) Leopardi dono adque per an cartulam confi rmo tibi Ursi fi lio Truppoli terra mea cum
bineam cot abeo in Castelione ubi propio ad Palumbulu bocatur qui abet fi nis (ChLA
52 6 4-5)
(20) De supto pede fi ne tua qui supra Ursi cot tu pro ipsa hoptaba Sadi germanus meo abuisti
(ChLA 52 6 6)
Nellrsquoesempio (19) oltre a grafi e (tipiche soprattutto dei documenti caratterizzati
da un livello sociolinguistico meno elevato) come adque per atque an per hanc e
cot per quod possiamo notare che il nome testa cui si riferiscono entrambi i pro-
nomi relativi (tanto cot quanto qui) egrave terra mea16 Nel brano presentato in (20) invece
12 Si tratta dei documenti 6 11 12 13 15 18 19 22 23 24 25 26 27 28 29 31 33 e 34 del volume 52 delle ChLA Queste carte sono costituite in larga parte da vendite o donazioni ma non mancano testi di natura piugrave uffi ciale come un paio di praecepta concessionis principeschi (carte 24 e 34) e una notitia iudicati (carta 29)
13 Abbiamo escluso dal corpus tutte le occorrenze delle espressioni qui supra e que supra (sulle quali si veda quanto abbiamo osservato nel paragrafo 31)
14 Si tratta delle carte 13 19 e 22 del volume 52 delle ChLA15 Si tratta della carta 6 del volume 52 delle ChLA16 Allrsquointerno dello stesso periodo il nome terra viene dunque ripreso da pronomi in principio
appartenenti a due generi diversi Ma sulle peculiaritagrave delle riprese pronominali di questo sostantivo si vedano le rifl essioni che abbiamo svolto nel paragrafo precedente
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82
troviamo unrsquoattestazione dellrsquoespressione qui supra (che come abbiamo sottolineato
nella nota 13 non abbiamo incluso nello spoglio) e unrsquooccorrenza del pronome cot Il
nome testa ripreso da questrsquoultimo non egrave perograve facilmente individuabile ed egrave probabil-
mente rappresentato da un elemento soggiacente e non espresso formalmente il cui
signifi cato dovrebbe essere lsquoterrarsquo o lsquoproprietagraversquo (lrsquoelemento fi ne nellrsquoespressione fi ne tua dovrebbe far riferimento proprio ai confi ni di questa terra) I pronomi relativi che
compaiono nella donazione rogata da Ioanne presentano dunque caratteristiche (di
tipo sintattico morfologico o testuale) interessanti che mettono chiaramente in luce
alcune delle peculiaritagrave del latino delle carte oggetto di questo studio
Allrsquoestremo opposto dei casi che abbiamo appena discusso si situano le produzioni
del notaio Dausdedi uno degli scriventi piugrave sofi sticati dal punto di vista linguistico tra
quelli indagati in questo studio Abbiamo giagrave avuto modo di soffermarci altrove sul
livello generale della lingua di Dausdedi17 in questa sede ci limiteremo a sottoline-
are alcune caratteristiche dellrsquouso dei pronomi relativi nelle carte prodotte da questo
notaio In primo luogo dal punto di vista quantitativo nelle 5 carte indagate18 compa-
iono 21 pronomi relativi (esclusi come sempre quelli facenti parte delle espressioni
qui supra e que supra) di cui 16 correttamente accordati al proprio nome testa e fl essi
nel caso corrispondente alla propria funzione sintattica (si tratta dunque del 762
dei casi) Le cinque occasioni in cui si riscontra un accordo non canonico sono per
altro tutte caratterizzate dalla presenza degli stessi due nomi testa in due casi si tratta
di ecclesia (ripreso sempre da quod)19 e in tre di res (ripreso in due casi da qui ed in
uno da quod)20 Interessante in particolar modo risulta un documento in cui lo stesso
sintagma ipsa res viene ripreso ad un rigo di distanza prima da qui e poi da quod
(22) Ideoque ego Benedictus gastaldeus fi lius Azzoni per anc cartula bindedit tibi Iohanni
presbiteri et abbati fi lio Iohanni ipsa res qui fuit Lupi fi lii Boniperti de loco qui dicit[ur]
Agella ubi Clusuria bocatur Nucerina fi nes quod ego per cartula emtum ab[e]o (ChLA
52 25 4-5)
Al di lagrave di questo esempio (in cui non egrave da escludere che la differente ripresa
dello stesso referente sia stata favorita anche dalla distanza che separa il secondo
pronome dal primo e dal nome testa) probabilmente non egrave necessario soffermarsi
sulle peculiaritagrave semantiche del nome res che potrebbero essere alla base di questo
tipo di accordi non canonici Piugrave interessante da questo punto di vista appare il caso
del sostantivo ecclesia il quale in tutte le carte del IX secolo conservate nellrsquoarchivio
cavense viene ripreso da un pronome relativo in 7 occasioni In nessun caso il pro-
17 Si vedano Greco (2012b e 2013)18 Si tratta delle carte 12 24 25 28 e 29 del volume 52 delle ChLA19 Si tratta per altro delle sole due occasioni in cui nelle carte vergate da Dausdedi il nome
ecclesia viene ripreso da un pronome relativo Questo sostantivo egrave dunque sempre ripreso da quod nei documenti di questo notaio
20 Si tratta dei tre soli casi in cui nelle carte vergate da Dausdedi il nome res viene ripreso da un pronome relativo Questo sostantivo non egrave dunque mai ripreso da pronomi relativi femminili nei documenti di questo notaio
GRECO
83
nome egrave correttamente accordato In 3 occasioni il sostantivo egrave ripreso da qui in 2 da
quod in una da quem ed in unrsquoaltra da quas Come si vede solo in un caso lrsquoelemento
ecclesia egrave ripreso da un pronome femminile anche se lrsquoaccordo risulta comunque non
canonico poicheacute il pronome egrave formalmente plurale a fronte di un nome testa singolare
(tanto dal punto di vista formale quanto da quello della referenza)
Risulta dunque evidente che anche i (pochi) casi di accordo non canonico tra pro-
forma e nome testa che si riscontrano nelle carte prodotte da Dausdedi sono relativi
a situazioni peculiari in cui il sostantivo da cui dipende la frase relativa o presenta
caratteristiche non comuni dal punto di vista sintattico e semantico (egrave il caso di res) oppure non si ritrova mai ripreso da un pronome accordato in maniera canonica in
tutti i testi del IX secolo conservati a Cava dersquo Tirreni (egrave il caso di ecclesia)
5 Conclusioni
In questo contributo abbiamo proposto una rifl essione sulle caratteristiche morfo-
sintattiche dei pronomi relativi in un corpus di documenti notarili latini costituito da
tutte le carte originali del IX secolo conservate nellrsquoArchivio della Badia della SSma
Trinitagrave di Cava dersquo Tirreni Abbiamo in particolar modo cercato di stabilire se le rea-
lizzazioni piugrave o meno canoniche (ovvero piugrave o meno aderenti alle norme latine) dei
pronomi relativi in termini di accordo morfologico con il nome testa e di relazione tra
forma del pronome relativo e sua funzione sintattica possano rappresentare degli stru-
menti per lrsquoanalisi del dislivello stilistico tra le diverse carte prese in esame
La nostra analisi ha messo in evidenza la netta preponderanza delle forme nomi-
nativali e accusativali dei pronomi (e segnatamente di qui que quod e quem) rispetto
a quelle di tipo obliquo (ad eccezione di quibus che compare soprattutto nellrsquoespres-
sione di ripresa ldquoad ampio spettrordquo de quibus) Il fatto che queste ultime compaiano
quasi esclusivamente nei documenti prodotti da quei notai che in base a caratteristi-
che sia extralinguistiche sia propriamente linguistiche possiamo considerare come
piugrave importanti e dotati di abilitagrave scrittorie piugrave sofi sticate ci ha spinto a ritenere che
lrsquoipotesi di partenza fosse fondata e che effettivamente le differenti caratteristiche
dellrsquouso dei pronomi relativi nel nostro corpus possano costituire degli elementi utili
nella valutazione del dislivello stilistico tra i vari documenti
Allo scopo di fornire ulteriori indicazioni in questo senso abbiamo inoltre inda-
gato in maniera piugrave dettagliata una ventina di carte prodotte nellrsquoultimo quindicennio
del IX secolo evidenziando che effettivamente la percentuale di accordi ldquocanonicirdquo
tra pronome relativo e nome testa risulta sensibile alle caratteristiche sociolinguisti-
che dello scrivente un notaio piugrave importante come Dausdedi (il quale presta ser-
vizio presso la corte e utilizza una grafi a piugrave innovativa) presenta una percentuale
di accordi canonici piugrave elevata della media e molto piugrave elevata rispetto ad esem-
pio a quella che si riscontra in tre carte vergate dal notaio Adelmari (notaio attivo a
Nocera) Inoltre abbiamo mostrato che anche i pochi casi di accordo non canonico
che si ritrovano nei testi di Dausdedi sono tutti relativi a due nomi testa res e ecclesia
CILPR 2013 ndash SECTION 2
84
che per motivi diversi presentano numerose peculiaritagrave che li differenziano dalla
maggior parte degli altri sostantivi
Evidentemente al di lagrave degli obiettivi di questo lavoro molte altre questioni
restano aperte in particolar modo per quanto riguarda le condizioni che possono
favorire accordi non canonici tra il pronome relativo e il suo nome testa (si pensi al
grado di animatezza o di agentivitagrave di questrsquoultimo) e drsquoaltronde in questo contributo
abbiamo presentato solo i primi risultati di una piugrave ampia indagine in corso sulle
caratteristiche della subordinazione relativa a verbo fi nito in questi documenti
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87
Lrsquoespressione della direzione del moto dal latino classico
allrsquoitaliano antico1
1 Introduzione
Nella classifi cazione tipologica di Talmy (2000) le lingue romanze si differenziano
dalla maggior parte delle lingue indoeuropee per il modo in cui codifi cano gli eventi
di moto Queste sono infatti classifi cate nel tipo lsquoverb-framedrsquo (VF) a differenza del
latino o delle lingue germaniche considerate lingue lsquosatellite-framedrsquo (SF)
I due tipi di lingue si distinguono fondamentalmente per il diverso locus lessicale
in cui codifi cano le principali componenti semantiche di un evento di moto nelle
lingue SF la direzione egrave espressa tramite satelliti cioegrave elementi associati al verbo (es
prefi ssi particelle avverbi) mentre il signifi cato lessicale del verbo tende a espri-
mere la maniera del moto invece le lingue VF esprimono di preferenza la direzione
nella radice verbale mentre la maniera egrave spesso data per sottintesa ed egrave espressa se
necessario in componenti aggiunti (es forme non fi nite del verbo complementi pre-
posizionali)
La diversa strategia di lessicalizzazione degli eventi di moto era giagrave stata messa
in evidenza da Tesniegravere (1959) ed esemplifi cata attraverso il confronto della frase in
tedesco riprodotta in (1a) con la corrispettiva frase in francese in (1b) da cui si puograve
notare come il verbo in francese esprima la direzione mentre in tedesco la maniera
del moto
(1a) Anton schwimmt uumlber den Fluss
(1b) Antoine traverse le fl euve en nageant
Le stesse relazioni asimmetriche si possono cogliere da una parte nella frase latina
riportata in (2a) e dallrsquoaltra nelle traduzioni in francese (2b) e in italiano (2c)
(2a) perpauci [hellip] [fl umen] tranare contenderunt (Caes Gall 1 53)
(2b) lsquoquelques-uns [hellip] essayegraverent de passer le fl euve agrave la nagersquo
(2c) lsquopochissimi [hellip] cercarono di attraversare il fi ume a nuotorsquo
1 Questo lavoro egrave frutto della stretta collaborazione tra gli autori sono tuttavia attribuibili a Claudio Iacobini i paragrafi 1 e 5 a Luisa Corona i paragrafi 2 3 4 Siamo felici di ringraziare Lene Schoslashsler Anna Maria Thornton Wolfang U Dressler Michegravele Fruyt e Gerd Haverling per i preziosi suggerimenti e commenti
CILPR 2013 ndash SECTION 2
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La proposta di Talmy ha sollecitato un gran numero di lavori descrittivi e di
rifl essioni teoriche sulle caratteristiche le cause e le conseguenze di tale distinzione
tipologica e sulla sua sistematicitagrave e coerenza cfr Matsumoto (2003) Slobin (2004)
Questa classifi cazione infatti da un lato permette di individuare interessanti distin-
zioni a livello macro-tipologico dallrsquoaltro tende a oscurare importanti fenomeni di
variazione (che riguardano ad esempio la correlazione fra le strategie di lessicalizza-
zione preferite in relazione ai diversi tipi di eventi di moto) rispetto a quanto atteso in
ciascuna delle due macro-classi che emergono a un livello di analisi piugrave di dettaglio
Un interessante fi lone di ricerca si egrave recentemente concentrato sui fenomeni di
variazione allrsquointerno e fra le due macro-classi in prospettiva sincronica cfr Beavers
et al (2010) Croft et al (2010) Fortis et al (2011) Meno indagati sono le possibili
cause e i fenomeni linguistici implicati nel passaggio da un tipo a un altro in prospet-
tiva diacronica cfr Iacobini Fagard (2011)
La ricca tradizione di documenti e testi in latino e nelle varietagrave romanze costi-
tuisce un ideale campo drsquoindagine per ricerche sui fenomeni implicati nel passaggio
dalla strategia SF verso quella VF
In studi recenti - Stolova (2015) Iacobini (2009) Kopecka (in stampa) - sono stati
messi in luce alcuni fenomeni linguistici che sono piugrave direttamente implicati nel cam-
bio di strategia di codifi ca della direzione nel passaggio dal latino alle lingue romanze
Li ricordiamo schematicamente di seguito
(i) Impoverimento della prefi ssazione verbale
(ii) Formazione di nuovi tipi di verbi che incorporano la direzione nella radice a partire
da nomi aggettivi o preposizioni Lat montare da mons montis lsquomontagna montersquo gt
Fr monter It montare Cat muntar Occ montar Reto-R muntar lsquosalire ascenderersquo
Lat altiare da altus lsquoaltorsquo gt Fr hausser It alzare Sard artziai arziare lsquoalzarersquo Lat
abantiare da abante lsquoavanti davantirsquo gt Port Cat avanccedilar Sp avanzar Fr avancer It
avanzare lsquoavanzare andare avantirsquo
(iii) Lessicalizzazione di verbi originariamente prefi ssati percepiti come monomorfemici
Lat ex-ire lsquouscirersquo gt Sp ant exir Cat eixir ant Fr eissir It uscire Rom a ieși Sard
bessiri bessire
(iv) Riduzione nel numero e nellrsquouso dei verbi di maniera reinterpretati come verbi
direzionali o verbi generici di moto Lat ambulare lsquocamminare passeggiarersquo gt Fr aller Friulano lacirc lsquoandarersquo
(v) Progressiva perdita della distinzione fra signifi cati stativi e direzionali nei sintagmi
preposizionali
(vi) Passaggio allrsquoordine basico romanzo VO testa modifi catore
Non egrave perograve ancora disponibile una rassegna esaustiva delle strategie di codifi ca
della direzione in latino classico e del loro impiego effettivo Alcune indicazioni si
possono trarre da Baldi (2006) Brucale Iacobini Mocciaro (2011) Moussy (2011)
Questa lacuna non permette neacute di valutare appieno la rilevanza dei fenomeni
descritti in latino tardo neacute di misurare correttamente la distanza tipologica fra le lin-
gue romanze e il latino classico per quanto riguarda le strategie di codifi ca del moto
IACOBINI CORONA
89
Nonostante alcuni studi esplorativi - cfr Schoslashsler (2008) Burnett Tremblay (2012)
Iacobini (2012 in stampa) - non abbiamo neanche una chiara visione dellrsquoevoluzione
della codifi ca del moto nella storia delle lingue romanze
In questo lavoro intendiamo presentare alcuni risultati preliminari di un piugrave ampio
progetto (in parte coincidente in parte coincidente con i risultati presentati in Corona
(2015) IacobiniCorona (2015) Iacobini et al (2015) riguardante lrsquoespressione degli
eventi di moto in latino classico e nelle lingue romanze in particolare in questa sede
presentiamo un inventario delle strategie di codifi ca del moto in latino classico per
verifi care la loro aderenza al modello tipologico SF e seguire i cambiamenti diacronici
nel periodo di formazione della lingua italiana
2 Corpus e metodo di analisi
I precedenti studi dedicati alla codifi ca del moto in latino si sono concentrati prin-
cipalmente sulle opere del periodo arcaico o sul latino volgare La scelta di studiare
il latino classico egrave dunque dovuta da un lato alla necessitagrave di colmare una lacuna in
un asse ideale di descrizione diacronica nello studio del passaggio dal tipo lessicale
SF a quello VF dallrsquoaltro dalla necessitagrave di studiare i fenomeni connessi alla codifi ca
del moto in una fase della lingua in cui questa si approssima quanto piugrave possibile alle
caratteristiche attribuite alle varietagrave standard Il latino delle opere di epoca classica
egrave infatti la varietagrave usata dal ceto medio-alto con connotati sovraregionali con un
certo grado di invarianza codifi cata in un corpus di opere di riferimento
Le opere analizzate nella nostra ricerca sono le Metamorfosi di Ovidio e La guerra gallica di Cesare (lrsquoedizione utilizzata egrave quella contenuta nel corpus Packard Huma-
nities Institute 5) Da queste sono stati estratti tutti i contesti che descrivono eventi di
dislocazione spaziale cioegrave movimenti reali di unrsquoentitagrave da un luogo fi sico a un altro
I testi di confronto italiani per le Metamorfosi sono volgarizzamenti e traduzioni
distinti secondo la periodizzazione della lingua italiana in cinque stadi cronologici2
elaborata da Paolo DrsquoAchille e adottata per la scansione temporale del corpus MIDIA
(Morfologia dellrsquoitaliano in diacronia ltwwwcorpusmidiaunitoitgt) Tale periodizza-
zione egrave basata su date salienti della storia linguistica letteraria e culturale dellrsquoItalia
la cui rilevanza ha avuto rifl essi signifi cativi anche sulle strutture della lingua italiana
In questo contributo forniremo i risultati dellrsquoanalisi del primo libro delle Metamor-fosi di Ovidio comparato con il primo libro del volgarizzamento di Arrigo Simintendi
da Prato prodotto prima del 1333 (la versione utilizzata egrave tratta dal corpus DiVo)
Per la descrizione della codifi ca del moto in latino e in italiano abbiamo elaborato
2 Per La guerra gallica di Cesare abbiamo scelto di confrontare due traduzioni in italiano contemporaneo - stadio successivo allrsquoultimo della periodizzazione in cinque fasi adottata - che si differenziano per il livello di formalitagrave la traduzione di tipo fi lologico-letterario di Adriano Pennacini nellrsquoedizione Einaudi e una gratuitamente scaricabile da internet sul sito wwwskuolanet rivolta a studenti di scuole medie superiori che si caratterizza per scelte lessicali adeguate a una varietagrave standard con un basso grado di formalitagrave
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una griglia di analisi che si rifagrave al modello di tipologia delle costruzioni proposto da
Fortis Vittrant (2011 71-98) che ispirandosi in particolare alla tipologia canonica proposta da Corbett (2005) e ai lavori sugli eventi di moto in ottica costruzionista
come quello di Croft et al (2011) elaborano un quadro esaustivo delle costruzioni che
possono essere impiegate nellrsquoespressione della direzione
La griglia di analisi prende in considerazione le seguenti caratteristiche
(i) semantica delle radici verbali (tramite la distinzione tra verbi di direzione venio profi ciscor verbi di maniera fl uo navigo verbi di moto causato duco mitto)
(ii) semantica e distribuzione dei prefi ssi
(iii) ruolo e distribuzione dei sintagmi preposizionali nellrsquoespressione del signifi cato dire-
zionale
(iv) ruolo dei casi nella codifi ca delle componenti salienti nellrsquoespressione del moto (es
origine e meta)
(v) distribuzione allrsquointerno dellrsquoenunciato della codifi ca delle informazioni spaziali
3 La codifi ca della direzione in latino
Per individuare le strategie di codifi ca della direzione impiegate in latino classico
sono state consultate innanzitutto le sezioni dedicate allrsquoespressione del moto e delle
relazioni spaziali delle principali opere grammaticali di riferimento Le grammatiche
sono state uno strumento analitico di partenza che ci ha permesso di stilare un primo
inventario delle strategie linguistiche impiegate dal latino classico per esprimere la
direzione Lo spoglio del corpus ha permesso di integrare lrsquoinventario fornito dalle
grammatiche con altri tipi di costruzioni disponibili in latino per descrivere eventi di
moto e di valutarne la frequenza nei testi
31 Tipi di costruzioni per esprimere direzione in latino
Nella Tabella 1 sono riportati schematicamente i principali tipi di costruzione
usati in latino nellrsquoespressione degli eventi di moto specifi cando i diversi elementi
della frase che concorrono alla codifi ca della direzione e riportandone alcuni esempi
tratti dalle Metamorfosi e da La guerra gallica Lrsquoanalisi quantitativa dei dati estratti
dalle due opere in esame permetteragrave di verifi care quali fra le costruzioni disponibili
sono maggiormente impiegate in latino per codifi care il moto
IACOBINI CORONA
91
Tabella 1 Costruzioni impiegate in latino per codifi care la direzione rilevate nel corpus
Tipo Pref Verbo Avv Prep Caso Es
Dir Man
I [retto da Pref]
(3) summo delabor Olympo (Ov 1 213)
II [retto da Pref
e Prep]
(4) ab imo effusus Pindo (Ov 1 569)
III [retto da Pref]
(5) adeunt pariter Cephisi-das undas (Ov 1 369)
IV [retto da Pref
e Prep]
(6) suis ex fi nibus educunt (Caes 4 1 4)
V (7) hostes undique circum-venti (Caes 3 26 5)
VI
VII [retto da Prep]
(8) [fl umina] sub terras Stygio labentia luco (Ov
1 189)
VIII [retto da Prep]
(9) sed itum est in viscera terrae (Ov 1 138)
(10) omnem senatum ad se convenire (Caes 2 5 1)
IX [trans]
[accusativo]
(11) Scythiam septemque triones horrifer invasit Boreas (Ov 1 64-65)
X (12) signa dedi venisse deum (Ov 1 220)
XI (13) territus ipse fugit (Ov
1 232)
XII (14) ubi eo ventum est (Caes 1 43 4)
XIII
XIV [retto da Prep]
(15) ex loco superiore in ipsis fl uminis ripis proe-liabantur (Caes 2 23 4)
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92
Nella Tabella 1 la colonna dedicata al verbo egrave ulteriormente suddivisa lrsquoindica-
zione sintattica egrave infatti integrata con lrsquoelemento semantico espresso dalla radice ver-
bale distinguendo le costruzioni in cui il verbo esprime direzione da quelle in cui il
verbo esprime maniera Va osservato che nella classifi cazione semantica delle radici
verbali non egrave sempre possibile tenere rigidamente distinte le componenti semantiche
di direzione e maniera Ad esempio il verbo cado veicola sia la componente seman-
tica direzionale - indicando un moto discendente - sia la maniera - descrivendo un
moto privo di controllo da parte della fi gura3
Analizziamo ora i principali tipi di costruzione che esprimono direzione in latino
Nei tipi I-VI la direzione egrave espressa nel prefi sso Nel tipo I il prefi sso egrave legato ad
una radice verbale che indica maniera lrsquoorigine eo la meta del moto sono codifi cate
invece nellrsquoadnominale rappresentato da un caso semplice retto dal prefi sso Anche
nel tipo II il prefi sso egrave legato a un verbo di maniera ma la semantica del prefi sso egrave
ldquorinforzatardquo dalla preposizione che regge il caso che codifi ca origine o meta Nei tipi
III e IV abbiamo lo stesso tipo di costruzione a variare egrave la semantica del verbo
che non codifi ca maniera ma direzione (nel caso di venio) movimento generico (nel
caso di eo) o movimento causato (nel caso di mitto) Nei tipi II e IV la preposizione
che regge il caso puograve coincidere con il prefi sso come nellrsquoesempio (6) o non coinci-
dere come nellrsquoesempio (4) quando prefi sso e preposizione non coincidono tendono
comunque a codifi care la stessa porzione di traiettoria (o origine o meta) Nel tipo
V la direzione egrave codifi cata contemporaneamente da prefi sso legato a un verbo di
direzione e da un avverbio non abbiamo ancora trovato nel corpus esempi del tipo
VI in cui la direzione egrave codifi cata da un avverbio e da un prefi sso legato a un verbo
di maniera
Nei tipi VII-VIII la codifi ca della direzione non avviene sul prefi sso i verbi sono
infatti verbi di maniera (nel tipo VII) o direzionali (nel tipo VIII) non prefi ssati
oppure prefi ssati ma in cui il prefi sso non ha (o ha perso) valore spaziale cfr (10)
Il tipo IX impiega verbi direzionali transitivi o transitivizzati dal prefi sso in cui la
direzione egrave espressa dal verbo che regge lrsquoaccusativo che codifi ca la meta
Nei tipi X e XI la codifi ca della direzione avviene tramite il solo verbo rispettiva-
mente di direzione o di maniera
Nel tipo XII la direzione viene codifi cata oltre che dal verbo da un avverbio
di luogo Il tipo XIII prevede la stessa costruzione ma con verbo di maniera (non
abbiamo ancora trovato esempi di questo tipo)
Nel tipo XIV il verbo non egrave di per seacute un verbo di moto ma egrave costruito con sintagmi
3 Alcuni approcci teorici (cfr Rappaport Hovav Levin (2010)) negano la possibilitagrave che nel verbo vengano codifi cate piugrave di due componenti semantiche In realtagrave esistono radici verbali di moto che possono esprimere contemporaneamente sia direzione che maniera (ad es curro se costruito con sintagmi che indicano Meta come in usque sub Orchomenon Psophidaque Cyllenenque Maenaliosque sinus gelidumque Erymanthon et Elin currere sustinui (Ov 5 607-609) o altre componenti semantiche come la fi gura (es stillo lsquogocciolarersquo)
IACOBINI CORONA
93
preposizionali che descrivono una traiettoria e inducono unrsquointerpretazione dellrsquoe-
vento come un evento di moto
Fra le costruzioni descritte solo I e II corrispondono appieno alle caratteristiche
di una lingua SF i tipi III-VI sono riconducibili al tipo SF grazie allrsquouso dei prefi ssi
direzionali ma la radice verbale non esprime maniera I tipi VIII-X sono ricondu-
cibili al tipo VF dal momento che la direzione egrave espressa dal verbo Gli altri tipi di
costruzione non sono direttamente assegnabili a uno dei due tipi
Andando ad integrare le indicazioni sul tipo di costruzioni impiegate in latino con
quella sulla frequenza dei tipi nel corpus ricavate dallrsquoanalisi dei dati tratti dal I libro
delle Metamorfosi si nota che le costruzioni che rispettano tutte le caratteristiche del
tipo SF sono molto poco frequenti Su 80 contesti in cui sono descritti eventi di moto
abbiamo solo 9 occorrenze dei tipi I e II Ne riportiamo alcuni esempi in (16) (17)
(18) in aggiunta a quelli indicati nella Tabella 1 in (2) e (3)
(16) madidis Notus evolat alis (Ov 1 264)
(17) vires effundite vestras (Ov 1 278)
(18) emicat [hellip] Phaethon (Ov 1 776)
32 Verbi di moto e sintagmi preposizionali in latino
Secondo Slobin (2004) le lingue di tipo SF hanno una alta numerositagrave e frequenza
di verbi di maniera In latino questa correlazione egrave disattesa la maniera egrave infatti una
componente semantica poco espressa non solo nella radice verbale ma anche in altri
elementi della frase
Nella Tabella 2 possiamo osservare come nel primo libro delle Metamorfosi degli 80 contesti selezionati che descrivono eventi di moto - di cui 70 costruiti con un
verbo - solo 19 (27 circa) sono costruiti con verbi di maniera e solo 9 di questi verbi
di maniera sono verbi prefi ssati 51 eventi di moto sono costruiti con verbi direzionali
(di cui 31 prefi ssati e 20 non prefi ssati)
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Tabella 2 Tipi e occorrenze di verbi di moto nel primo libro delle Metamorfosi
OccorrenzeV Maniera V Maniera Pref V Direzione V Direzione Pref
10 9 20 31
Tipi 9 7 13 23
curro fl uo fugio labor navigo no propero ruo stillo
delabor disicio effundo emico evolo inrumpo insulto
cado eo fl ecto intro loco lustro mitto moveo rapio surgo veho venio volvo
adeo admoveo concutio convenio decido demitto descendo desero discedo emitto exeo ingredior invado pervenio procumbo pro-deo recedo redeo relinquo removeo subeo subsido transeo
La percentuale dei verbi di maniera ne La guerra gallica egrave ancora piugrave bassa supera
di poco il 10
Analizzando ulteriormente i dati sulle costruzioni riportati nella Tabella 1 pos-
siamo osservare che lrsquoespressione delle componenti semantiche di origine e meta
viene realizzata in latino tramite caso assoluto o caso retto da preposizione Nel
primo libro delle Metamorfosi la codifi ca sul caso assoluto egrave piugrave frequente Abbiamo
infatti 20 occorrenze di casi assoluti cfr (19) e (20) e 12 di casi retti da preposizione
cfr (21) e (22)
(19) inhospita tecta tyranni ingredior (Ov 1 218-219]
(20) nemora avia lustrat (Ov 1 479)
(21) fl uminaque [hellip] quae [hellip] in mare perveniunt (Ov 1 41)
(22) in liquidas pinus descenderat undas (Ov 1 61)
Ne La guerra gallica invece la traiettoria egrave piugrave frequentemente descritta con sin-
tagmi preposizionali
In generale lrsquouso dei sintagmi preposizionali appare giagrave molto diffuso nel latino
classico infatti lrsquoaccusativo egrave impiegato per codifi care la meta solo in usi cristallizzati
(come nei nomi di cittagrave o di piccola isola e in pochi altri casi) o con verbi transitivi e
lrsquoablativo ha una gamma di signifi cati molto piugrave vasta di quello di allontanamento da
un punto di riferimento
La porzione di traiettoria piugrave tipicamente codifi cata in latino egrave la meta mentre lrsquoo-
rigine tende a essere specifi cata meno di frequente nel primo libro delle Metamorfosi la meta viene espressa in 40 eventi di moto lrsquoorigine in 12
IACOBINI CORONA
95
33 Lrsquoespressione della maniera in latino
In latino dunque esistono giagrave costruzioni che possono essere ricondotte al tipo
VF costruite cioegrave con un verbo direzionale (23) o con un verbo di moto generico (24)
(23) iussit [hellip] lapidosos surgere montes (Ov 1 44)
(24) fl umina iam lactis iam fl umina nectaris ibant (Ov 1 111)
Lrsquoesempio (24) permette di fare alcune osservazioni aggiuntive sullrsquoespressione
della maniera in latino Nonostante il latino disponga infatti di una risorsa lessicale
specifi ca per descrivere la maniera di movimento dei corsi drsquoacqua (fl uo) in diversi
contesti lo scorrere di un fi ume egrave descritto con il verbo direzionale eo Si tratta di
un comportamento tipicamente attribuito alle lingue VF in cui la maniera viene
espressa solo quando non egrave facilmente inferibile dal contesto
Occorre inoltre notare come osservato anche da Brucale (2011) che in latino i
verbi considerati di maniera tendono a perdere questa componente semantica se pre-
fi ssati Ad esempio il verbo gradior esprime di norma il camminare a piedi in oppo-
sizione ad altre forme di locomozione Il passo in (25) esemplifi ca questa accezione
mettendo in opposizione il camminare sulle zampe con lo strisciare il volare e il
nuotare
(25) alia animalia gradiendo alia serpendo alia volando alia nando (Cic nat 2 122)
Negli esempi da (26) a (28) osservati allinterno dellintero corpus Packard Huma-
nities Institute (versione PHI 5) si puograve invece notare la perdita della componente di
maniera nei verbi prefi ssati in (26) infatti il soggetto logico di progredi egrave equites la
cavalleria che non avanza a piedi in (27) la maniera egrave (ri)codifi cata nella frase con
lrsquoablativo strumentale pedibus in (28) la maniera codifi cata dallrsquoaggiunto tanta atque ita instructa nave lascia intuire che la componente semantica del lsquocamminare a piedirsquo
sia ormai irrilevante a favore di un piugrave generico valore di moto
(26) equitesque in ulteriorem portum progredi [hellip] iussit (Caes 4 23 1)
(27) cum ingressus iter pedibus sit in equum omnino non ascendere (Cic sen 34)
(28) [M Tullium] tanta atque ita instructa nave hoc mare ingressus (Quint inst 12 proem 4)
4 La codifi ca della direzione nel passaggio allrsquoitaliano
I dati sullrsquoitaliano delle origini sono estratti dal volgarizzamento delle Metamor-fosi di Arrigo Simintendi Come si puograve osservare nella Tabella 3 il volgarizzamento
trecentesco usa un numero maggiore di verbi direzionali (57 occorrenze 29 tipi)
rispetto ai verbi di maniera (12 occorrenze 9 tipi)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
96
Tabella 3 Tipi e occorrenze di verbi di moto nel volgarizzamento
delle Metamorfosi di Simintendi
OccorrenzeV Maniera V Direzione
12 57
Tipi 9 29
correre discorrere fug-
gire gocciolare navigare
nuotare ruinare saltare
volare
allogare andare approssimarsi arri-
vare assalire attorneare cacciare
cadere capitare discendere entrare
inginocchiarsi lasciare levarsi
mandare muovere partire passare
portare raccogliersi rimuovere
rizzare seguitare sotterrare tornare
tremare uscire venire volgere
Alcuni verbi attestati dal volgarizzamento (es assalire discorrere) pur essendo
etimologicamente prefi ssati presentano un valore direzionale che non puograve conside-
rarsi codifi cato nel prefi sso
Nel testo di Simintendi vengono anche usati verbi prefi ssati con valore direzio-
nale di formazione moderna es sottentrare in (29) un verbo abbastanza diffuso nelle
scritture volgari cfr Giuliani (in stampa) Questo verbo egrave usato nel volgarizzamento
di Simintendi per tradurre il latino serpunt ma si trova anche come traducente dei
verbi subeo subicio subvenio
(29) e subitamente sono fatti due e sottentrano con congiunto volgimento
Lat et subito duo sunt iunctoque volumine serpunt (Ov 4 600)
Nel volgarizzamento di Simintendi alla forma sottentrare se ne affi anca unrsquoaltra
sotto entrare cfr (30) Nello stesso passo Simintendi traduce supposui con il verbo
sotto porre rendendo con un pattern analitico quello che in latino egrave un verbo giagrave in
parte sintetico (il prefi sso si egrave opacizzato e assimilato alla radice verbale)
(30) io medesimo quando sono sotto entrato nelle caverne della terra e ho sotto posti a
quelle gli miei dossi
Lat idem ego cum subii convexa foramina terrae supposuique ferox imis mea terga cavernis (Ov 6 697-698)
Nelle scritture trecentesche coesistono due tipi di formazione per lrsquoespressione
della direzione Da un lato abbiamo la riproposizione del modello prefi ssale latino
in verbi come sottentrare trasandare dallrsquoaltro emerge un nuovo tipo di costruzione
satellitare con particella postverbale In Simintendi oltre a sottentrare e sotto entrare egrave infatti attestato anche entrare sotto Altri esempi in cui la traduzione di verbi pre-
fi ssati latini con valore direzionale egrave espressa dalla costruzione con verbo e particella
postverbale sono in (31) e (32)
(31) e manda fuori Noto
Lat emittitque Notum (Ov 1 264)
IACOBINI CORONA
97
(32) uscigraveo fuori la battallia
Lat prodit bellum (Ov 1 142)
5 Conclusioni
I dati presentati in questo lavoro permettono sia di valutare meglio i cambiamenti
intercorsi fra latino e italiano sia di contribuire ad una migliore comprensione dei
fenomeni linguistici che sono alla base del cambiamento tipologico nella espressione
degli eventi di moto
Uno studio della codifi ca degli eventi di moto in ottica costruzionista permette di
fornire un inventario esaustivo delle strategie impiegate da una lingua per esprimere
la direzione di osservare il ruolo svolto dagli altri elementi della frase oltre al verbo
e di integrare la tassonomia delle costruzioni con indicazioni di natura quantitativa
sul loro impiego effettivo
Questo tipo di analisi consente di misurare non solo gli elementi di variazione ma
anche gli elementi di continuitagrave come ad esempio la presenza di espressioni di tipo
VF in latino la diffusione - sempre crescente - di sintagmi preposizionali lrsquoemergere
di costruzioni con particella postverbale in italiano di cui si trovano tracce giagrave nel
latino
Sebbene i risultati siano tratti da un campione ristretto riteniamo che indichino
una chiara tendenza che le nostre indagini in corso confermano come rappresenta-
tiva dellrsquointero testo delle opere analizzate e che possono essere sintetizzate nello
schema seguente
Latino Classico
(a) La codifi ca della direzione in base a quanto atteso in lingue del tipo SF (direzione codi-
fi cata dal prefi sso premesso a una radice verbale che codifi ca la maniera) egrave molto poco
frequente
(i) la direzione tende a essere espressa nella radice verbale I verbi piugrave numerosi e piugrave
frequenti sono infatti i verbi direzionali prefi ssati e non
(ii) la maniera egrave molto poco espressa in latino e alcuni verbi che etimologicamente esprimono
maniera perdono questa componente semantica se prefi ssati
(b) La codifi ca satellitare della direzione tramite prefi sso tende ad essere rinforzata da altri
elementi della frase in particolare dalla preposizione che regge il caso le componenti
semantiche di Origine e Meta vengono generalmente espresse in latino con sintagmi
preposizionali che rinforzano la direzione codifi cata dal prefi sso
(c) La porzione di traiettoria generalmente codifi cata in latino egrave la Meta LrsquoOrigine tende a
essere espressa qualora non sia inferibile
(d) La direzione puograve essere codifi cata anche senza lrsquointervento di un verbo di moto
(i) in costruzioni a verbo supporto in cui la direzione egrave codifi cata nel nome (es excur- sionem incursionem facere)
(ii) con uno o piugrave sintagmi che indicano direzione e forzano unrsquointerpretazione dellrsquoevento
come un evento di moto (es ipsi ex silvis raris propugnabant (Caes 5 9 6))
Italiano antico
CILPR 2013 ndash SECTION 2
98
(a) I verbi piugrave frequenti sono come giagrave in latino quelli che esprimono direzione nella radice
(b) I verbi etimologicamente prefi ssati hanno un basso grado di trasparenza morfotattica e
morfosemantica (es allogare assalire discorrere discendere)
(c) Coesistono due tipi di costruzioni verbali indicanti direzione un tipo che ripropone il
modello prefi ssato latino (es sottentrare sottoporre trasandare) e un altro tipo emergente
in cui il verbo egrave costruito con particella postverbale (es entrare sotto)
Universitagrave di Salerno Claudio IACOBINI
Luisa CORONA
IACOBINI CORONA
99
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101
Osservazioni diacroniche sulle espressioni nominali
discontinue dal latino alle lingue romanze1
1 Introduzione e obiettivi
Questo lavoro considera le espressioni nominali discontinue (drsquoora in avanti
END) cioegrave i cosiddetti iperbati da una prospettiva diacronica interna al latino (I-VI
sec dC) e rispetto alle lingue romanze
Nella letteratura recente sul latino un costituente viene considerato discontinuo
quando il suo ordine lineare viene interrotto da uno o piugrave elementi appartenenti allo
stesso dominio sintattico oppure a uno differente (Oniga (2007 205) Spevak (2010
274sqq) Ledgeway (2012 53sqq)) In questo senso il fenomeno dellrsquoiperbato coinci-
derebbe con una violazione del principio del domain integrity (Dik (1997) Bolkestein
(1998))
La discontinuitagrave rappresenta un fenomeno tipico del latino (Pinkster (2005)
Devine Stephens (2006) Bauer (2009)) che lo distingue rispetto alle lingue romanze
(Vaumlaumlnaumlnen (1963 163)) in cui lrsquoiperbato egrave estremamente limitato
Tradizionalmente (Hale (1983) Jelinek (1984)) la libertagrave dellrsquoordine delle parole
e soprattutto la possibilitagrave di avere ordini discontinui sono considerate prove per
sostenere la ldquonon-confi gurazionalitagraverdquo di alcune lingue la cui caratteristica principale
egrave lrsquoassenza di una differenziazione strutturale tra il soggetto e lrsquooggetto nella frase
In questo contributo saragrave tuttavia proposto che anche gli ordini discontinui possono
essere spiegati alla luce di una struttura sintattica soggiacente a partire dalla quale egrave
possibile derivare gli ordini attestati compresi quelli pragmaticamente marcati Lrsquoi-
potesi proposta si inserisce dunque nel piugrave ampio quadro dellrsquoapproccio sintattico
allo studio dellrsquoordine delle parole in latino che si propone non solo di descrivere
lrsquoordine lineare ma di comprenderlo in termini gerarchici e di ridurre la sua comples-
sitagrave a un sistema coerente di regole generali e predittive (Devine Stephens (2006)
Giusti Oniga (2006) Gianollo (2007) Iovino (2012) Ledgeway (2012))
In questo contributo saranno considerate tutte le END trovate in un corpus costi-
tuito dalla Cena Trimalchionis di Petronio (I dC) dal V libro delle Noctes Atti-cae di Gellio (II dC) e dal III libro delle Historia Francorum di Gregorio di Tours
1 Ringrazio Giuliana Giusti e Renato Oniga per aver seguito la ricerca e per aver letto e com-mentato questo contributo
CILPR 2013 ndash SECTION 2
102
(VI dC) Lrsquoobiettivo egrave quello di proporre una tipologia delle discontinuitagrave ammesse
individuando dei pattern strutturali che proprio percheacute ricorrenti in testi eteroge-
nei dal punto di vista contenutistico linguistico e cronologico sono ascrivibili alla
struttura della lingua Si vedragrave che egrave possibile individuare i seguenti quattro tipi di
discontinuitagrave tipo zero in cui gli ordini sono linearmente ma non sintatticamente
discontinui in quanto lrsquoelemento che crea lrsquointerruzione egrave il complemento di un sot-
tocostituente del sintagma (sect31) tipo uno in cui un elemento interno a un sintagma
viene estratto dalla sua posizione di base e dislocato in una posizione periferica a sini-
stra (cfr ldquoleft-edge frontingrdquo Ledgeway in stampa) (sect32) tipo due in cui lrsquoordine
egrave interrotto a livello di frase dallrsquoinserimento di un elemento debole che occupa la
seconda posizione della frase (posizione Wackernagel) (sect33) tipo tre in cui lrsquoordine
lineare egrave interrotto a livello di frase dallrsquo ldquoinserimentordquo di un verbo (sect34)
2 Note sul trattamento dellrsquoiperbato nella tradizione e nella linguistica
moderna
Lrsquoiperbato egrave un fenomeno ben noto sin dallrsquoantichitagrave2 Per limitarsi allrsquoambito
latino lrsquoautore della Rhetorica ad Herennium (4 44) ne parla come di una transgres-sio [hellip] quae verborum perturbat ordinem e sulla stessa linea si colloca Quintiliano
(inst 8 6 62-66) che defi nisce lrsquohyperbaton come un fenomeno di verbi transgressio
in base a quanto richiedono la ratio compositionis e il decor del periodo Nel Corpus Grammaticorum Latinorum (CGL) si trovano 32 occorrenze del termine hyperba-ton Ad esempio Carisio fa riferimento al fatto che lrsquoiperbato coincide con unrsquooratio diducta uerbis non suo loco positis (Ars K Barwick (1964sup2 362 15)) mentre Donato
afferma che lrsquohyperbaton est transcensio quaedam uerborum ordinem turbans (Ars
maior L Holtz (1981 670 6)) Dunque in entrambi i casi lrsquoiperbato viene considerato
come una ldquodeviazionerdquo che si puograve comprendere solo se si ipotizza che essa avvenga a
partire da un ordine sentito come naturalis cioegrave ldquonormalerdquo secondo la defi nizione di
Quintiliano (inst 9 4 23)
La letteratura moderna di ambito linguistico3 propone per il latino una distinzione
generale tra un tipo di iperbato dovuto a un elemento interno al sintagma e un tipo
in cui un sintagma viene interrotto da elementi appartenenti a un costituente diverso
Nellrsquoesempio (1) lrsquoordine A-N egrave interrotto dal complemento del nome in genitivo
mentre in (2) il medesimo ordine A-N egrave interrotto dalla preposizione cum entrambi
questi elementi sono interni al sintagma In (3) e in (4) si trovano invece degli esempi
in cui la linearitagrave del costituente egrave interrotta da un elemento esterno al sintagma
come un verbo (3) un SP (4a) un pronome e un verbo (4b) una congiunzione e un
pronome (4c)
2 Cfr Torzi (2000 cap VI 2007 95-102) Hofmann Szantyr (2002 11-19 280-281) e bibliogra-fi a ivi citata
3 Cfr Adams (1971) Kessler (1995) Spevak (2010 cap 6) Ledgeway (2012 53-55)
IOVINO
103
(1) infestam rei publicae pestem (Cic Cat 1 11) (Ledgeway (2012 43))
(2) magno cum dolore (Caes Gall 7153)
(3) nostram [] ridebant invidiam (Petron 14 7) (Ledgeway (2012 44))
(4) a magnae ex fi nitimis civitatibus copiae convenerunt (Caes Gall 7 57 2)
(Spevak (2010 276))
(4) b multa mihi dant solacia (Cic Att 4 18 2) (Spevak (2010 277))
(4) c orationes autem me duas postulas (Cic Att 2 7 1) (Spevak (2010 277))
Sebbene le possibilitagrave combinatorie offerte dal latino siano molteplici e creino un
effetto che si potrebbe defi nire ldquocaleidoscopicordquo il contributo di Bolkestein (2001)
mette in evidenza che non tutti gli ordini possibili sono attestati con la stessa fre-
quenza e che si possono individuare restrizioni che limitano la realizzazione di strut-
ture discontinue
3 Per una tipologia degli iperbati in latino
Questa sezione egrave dedicata allrsquoanalisi quantitativa dei dati trovati nel corpus di rife-
rimento Nelle tabelle seguenti sono riportati tutti gli ordini lineari in cui appaiono le
END in ciascuno degli autori considerati
Tabella 1
Petronio I dC (parole totali 11516)
(a) Modif hellip NN (2) V (9) Cong (3) Avv (2) Gen (1)
Num N Agg (2) Quant N Poss (1)20
(arsquo) Det hellip NN (1) V (1) Pron (1) AP (1)
Det Mod N (1)5
(b) N hellip Modif
V (2) Cong (3) Avv (1) Gen (1) SP (1)
Piugrave elementi (2)
N Agg Agg (1)
11
(brsquo) N Det 0
totale 36
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104
Tabella 2
Gellio II dC (parole totali 5915)
(a) Modif hellip NAvv (1) Cong (1) V (1) Gen (4) SP (1)
Modif Modif N Modif (1)9
(arsquo) Det hellip N 0
(b) N hellip ModifSP (1) Gen (5) N (3) Piugrave elementi (1)
N Modif Agg (1)11
(brsquo) N hellip Det 0
totale 20
Tabella 3
Gregorio VI dC (parole totali 7920)
(a)Modif hellip N
Avv (2) Cong (1) V (6) N (1) SP (1)
Pron (2) Gen (7) Piugrave elementi (1)
Agg Agg N (1)
22
(arsquo) Det hellip N Agg (1) Avv (2) 3
(b) N hellip Modif V (2) Pron (1) SP (1) 4
(brsquo) NDet Agg Agg N Det (1) 1
totale 30
Le END sono state suddivise in due gruppi principali Il primo (a) comprende
quelle inizianti con un Modif (Modif hellip N) il secondo (b) quelle inizianti con un
nome (N hellip Modif) Nella colonna centrale sono stati riportati tutti gli elementi che
interrompono lrsquoordine lineare e le rispettive quantitagrave di occorrenza Nella colonna di
destra egrave indicato il totale Si noti anche che si egrave scelto di distinguere nei sottogruppi
IOVINO
105
(arsquo) e (brsquo) i casi in cui il Modif sia un dimostrativo Come egrave stato notato da molti autori
(Giusti (1993) in prospettiva interlinguistica Giusti Oniga (2006) e Iovino (2012) per
il latino) lo status categoriale del dimostrativo egrave analogo a quello degli altri modi-
fi catori nominali Tuttavia egrave opportuno sottolineare che il dimostrativo presenta la
peculiaritagrave di occupare la posizione di specifi catore del DP che coincide con lo strato
piugrave alto della struttura al confi ne con la periferia sinistra nel quale viene assegnato
il caso Alla luce di questo si puograve spiegare il fatto che non sono molti i casi in cui il
Modif coinvolto sia un dimostrativo (986) e soprattutto che sono molto rari i casi in
cui il Dim egrave postN (si trova un solo esempio in Gregorio)
31 Iperbati ldquonon iperbatirdquo
Un primo tipo di alterazione dellrsquoordine lineare riguarda i casi appartenenti al
tipo defi nito ldquozerordquo in cui un nesso Modif-N oppure N-Modif viene interrotto dal
complemento di una delle due categorie In Petronio si trovano 5 casi di questo tipo
appartenenti al gruppo (a) e al gruppo (b) della Tabella 1 In (5) sono riportati due
esempi in cui un complemento in ablativo (5a) e al genitivo partitivo (5b) interrompe
lrsquoordine lineare4
(5) a Composita ergo in gremio Scintillae indecentissimam rubore faciem sudario abscon dit (Petron 67 13)
ldquoRiaggiustatasi allora tra le braccia di Scintilla nascose nel fazzoletto la faccia tanto
piugrave involgarita dal rossorerdquo
(5) b Sequebatur puer cum tabula terebinthina et crystallinis tesseris notavique rem omnium delicatissimam (Petron 33 2)
ldquoLo seguiva un valletto con una scacchiera di terebinto e dadi di cristallo e notai un
particolare estremamente raffi natordquo
In Gellio si trovano 11 casi di questo tipo in cui il genitivo egrave lrsquoelemento responsa-
bile dellrsquointerruzione nella maggior parte dei casi (9 su 11) come mostra il caso ripor-
tato in (6a) Oltre a ciograve si trova anche un SP (6b) o un complemento allrsquoablativo (6c)
(6) a Sed opinor assidua veterum scriptorium tractatione inoleverat linguae illius vox quam in libris saepe offenderat (Gell 5 21 3)5
ldquoMa penso con la trattazione assidua degli scrittori antichi si era sviluppata nella
lingua di quello una forma che spesso aveva incontrato nei librirdquo
(6) b Protagoram virum in studiis doctrinarum egregium cuius nomen Plato libro suo illi incluto inscripsit adulescentem aiunt victus quaerendi gratia in mercedem mis sum (Gell 5 3 1)
ldquoProtagora uomo eccellente negli studi delle discipline il cui nome Platone scrisse su
un suo libro dedicato a lui dicono che da giovane per guadagnarsi da vivere si mise a
salariordquo
4 Oltre allrsquoablativo e al genitivo partitivo si trova anche un complemento al genitivo possessivo al dativo e allrsquoablativo modifi cato da un aggettivo
5 In (6a) la posizione prenominale del genitivo soggettivo egrave attesa sulla base di Giusti Oniga (2006 79-87 2007 85-92)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
106
(6) c Ostendebat ei Antiochus in campo copias ingentis quas bellum facturus comparave-rat convertebatque exercitum insignibus argenteis et aureis fl orentem (Gell 5 5 2)
ldquoAntioco gli mostrava le ingenti truppe nel campo che aveva ammassato per fare la
guerra e faceva volteggiare lrsquoesercito lustro con le insegne drsquoargento e drsquoorordquo
Infi ne in Gregorio si trovano 9 casi Anche in questo autore il genitivo egrave respon-
sabile dellrsquointerruzione nella maggior parte dei casi (89) come si vede in (7a) ma si
trova anche un SP (7b) Si noti che lrsquoesempio in (7c) riguarda unrsquoespressione nominale
complessa percheacute modifi cata da due aggettivi6
(7) a Theudobertum fi lium suum in illis partibus cum valido exercitu ac magno armorum apparatu direxit (Greg Tur Franc 5 3)
ldquoEgli mandograve suo fi glio Teodoberto in quei territori con un nutrito esercito e con un
grande apparato drsquoarmirdquo
(7) b Presbiter enim amicitiam cum beato Gregorio antiquam habebat (Greg Tur Franc 5
15)
ldquoInfatti il presbitero aveva unrsquoantica amicizia con il beato Gregoriordquo
(7) c Tamen adquisitam maximam Hispaniae partem cum magnis spoliis in Galliis redie runt (Greg Tur Franc 3 29)
ldquoPoi conquistata grandissima parte della Spagna tornarono nelle Gallie con ricchi
bottinirdquo
Visti gli esiti nelle lingue romanze in cui la possibilitagrave di realizzare questo tipo
di END egrave pressocheacute nulla percheacute i complementi devono obbligatoriamente seguire la
testa ci si aspetterebbe che in Gregorio il fenomeno dellrsquoiperbato tendesse ad essere
meno frequente Tuttavia questa aspettativa viene disattesa dal momento che i casi
di ldquonon iperbatordquo discussi in questa sezione sono piugrave numerosi di quelli che si trovano
in un autore piugrave antico come Petronio (9 vs 5) Ciograve puograve essere attribuito allo stile di
Gregorio che come osservato in Bonnet (1968 [1890] 716-724) opta per un ordine
delle parole studiato e molto costruito Gregorio tende a porre in evidenza una parola
in ogni frase prediligendo lrsquouso dellrsquoiperbato a cui spesso fa ricorso laquomal agrave propos ou
maladroitementraquo (ibid p 720)
32 Iperbati ldquoa estrazionerdquo
La discontinuitagrave puograve realizzarsi allrsquointerno di un sintagma quando un sottocosti-
tuente viene estratto dalla sua posizione per ragioni pragmatiche e dislocato in una
posizione periferica dove riceve unrsquointerpretazione marcata In Petronio si trovano 5
casi di questo tipo Lrsquoestrazione da una presumibile posizione di base indicata con il
carattere barrato avviene da sintagmi di tipo diverso ma in 4 casi su 5 riguarda un
Modif
(8) Nam cum positus esset ut nos putabamus anser altilis circaque pisces et omnium genera omnium avium inquit Trimalchio (Petron 69 8)
6 Adquisitam egrave un participio in -tus con valore aggettivale Sulle proprietagrave verbali e nominali del participio cfr Pompei (2008) per alcuni dettagli sul participio latino cfr Iovino (2008) e bibliografi a ivi citata
IOVINO
107
ldquoInfatti quando fu servita in tavola almeno cosigrave noi pensavamo unrsquooca di allevamento
e intorno pesci e uccelli di ogni genere (di ogni generi uccello) disse Trdquo
(9) Venit ergo galbino succincta cingillo galbino (Petron 67 4)
ldquoVenne quindi vestita con una cintura giallina (con una giallina vestita cintura)rdquo
(10) Inter haec tres pueri candidas succincti candidas tunicas intraverunt (Petron 60 8)
ldquoFrattanto entrarono tre valletti vestiti con tuniche candide (con candide vestiti
tuniche)rdquo
(11) His repleti his voluptatibus cum conaremur in triclinium intrare exclamavit unus ex pueris qui super hoc offi cium erat positus (Petron 30 5)
ldquoPieni di queste meraviglie (di queste pieni meraviglie) accingendoci ad entrare nel
triclinio uno dei fanciulli che era preposto a questo incarico urlograverdquo
(12) Tandem ergo discubuimus pueris Alexandrinis aquam in manus aquam nivatam infun-
dentibus (Petron 31 3)
ldquoCosigrave fi nalmente ci mettemmo a tavola con i valletti di Alessandria che versavano
acqua ghiacciata sulle manirdquo
In Gellio si trovano 4 casi di iperbati a estrazione In 34 lrsquoelemento estratto dal SN
egrave il nome (13) mentre nel caso restante si ha lrsquoestrazione di un Modif da un SP (14)
(13) Ac se quidem dubitare super ea re dicit posse autem videri putat nonnihil esse rationis in ea opinione quod historia Graece signifi cet rerum cognitionem rerum praesentium
(Gell 5 18 2)
ldquoE egli dice di dubitare in proposito ma ritiene che in questa opinione possa sembrare
che ci sia una qualche giustifi cazione etimologica percheacute historia in greco signifi ca
conoscenza dei fatti attuali (dei fatti conoscenza attuali)rdquo
(14) Nam et augendae rei et minuendae valet sicuti aliae particulae plurimae propter quod accidit ut quaedam vocabula quibus particula ista praeponitur ambigua sint et utroque-versum dicantur veluti ldquovescumrdquo ldquovehemensrdquo et ldquovegranderdquo de quibus alio in alio loco
uberiore tractatu facto admonuimus (Gell 5 12 10)
ldquo[La particella ve] infatti ha valore sia di accrescitivo sia di diminutivo come molte
altre particelle per questo motivo accade che talune parole a cui questa particella viene
prefi ssata siano ambigue e si usino sia in un senso sia nellrsquoaltro come ldquovescusrdquo ldquovehe-
mensrdquo ldquovegranderdquo di cui ci occupiamo in un altro passo (altro in passo) con piugrave ampia
trattazionerdquo
In Gregorio si trovano 3 casi in cui viene estratto un Modif
(15) a Tunc ille his mollitus his sermonibus ait (Greg Tur Franc 3 14)
ldquoAllora lrsquoaltro addolcito da questi discorsi (da questi addolcito discorsi) rispose
(15) b Cumque portae civitatis obseratae essent et unde ingrederetur pervium patulum non haberet incisam Archadius incisam serram unius portae eum civitati intromisit (Greg Tur Franc 3 9)
ldquoE poicheacute le porte della cittagrave erano chiuse neacute vi era quindi alcun passaggio agibile da
cui entrare Arcadio fatta spaccare la serratura (fatta spaccare Arcadio la serratura)
di una porta lo fece entrare [Childeberto] in cittagraverdquo
(15) c Vellim si placet parumper conferre quae christianis beatam confi tentibus beatam
Trinitatem prospera successerint (Greg Tur Franc 3 incipit)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
108
ldquoVorrei se pare opportuno discorrere per un momento delle vicende fortunate che
accaddero ai cristiani che credevano nella beata Trinitagrave (nella beata che credevano
Trinitagrave)rdquo
Negli esempi discussi sembra possibile individuare sia la (presumibile) posizione
di partenza dellrsquoelemento estratto sia quella di arrivo alla sinistra dove viene dislocato
per motivi di struttura dellrsquoinformazione (LP left periphery Giusti Iovino in press)
Tale posizione non egrave ammessa in italiano e piugrave in generale nelle lingue romanze per-
cheacute in queste ultime le teste funzionali (TD) sono occupate rispettivamente dagli
ausiliari (o dai verbi) e dagli articoli mentre restano vuote in latino come si vede in
(16a) vs (16b)
(16) a [LP
Oslash [TPDP
[TrsquoDrsquo
Xauxdet
[VPNP
VN SX]]] lingue romanze
(16) b [LP
SXtopicfocus
[TPDP
[TrsquoDrsquo
Oslash [VPNP
VN SX]]] latino
La mancata realizzazione delle teste funzionali in latino puograve favorire il movi-
mento e lrsquoestrazione di elementi massimali (Ledgeway (2012))
33 Iperbati dovuti allrsquoinserimento di elementi in posizione Wackernagel
Un tipo di iperbato puograve essere dovuto anche allrsquoinserimento di un elemento in
posizione Wackernagel In questi casi un ordine che potrebbe essere considerato
come di base viene interrotto dalla presenza di un elemento ldquodebolerdquo che tende ad
occupare la seconda posizione della frase (Salvi (2004 cap IV) Devine Stephens
(2006 282-287)) o del colon (Adams (1994)) Negli esempi seguenti il colon egrave delimi-
tato con una barretta verticale |
In Petronio si trovano 12 occorrenze di questo tipo di iperbato Gli elementi deboli
possono essere di vario tipo (avverbi veluti denique ubique quidem congiunzioni
autem enim pronomi) Alcuni esempi sono riportati in (17)
(17) a Flebat et Fortunata fl ebat et Habinnas | tota denique familia | tanquam in funus rogata lamentatione triclinium implevit (Petron 72 1)
ldquoPiangeva anche Fortunata piangeva anche Abinna tutta la famiglia quindi come
costretta in un funerale riempigrave di lamenti il tricliniordquo
(17) b Reliquos autem collibertos eius cave contemnas (Petron 38 6)
ldquoMa attento a non prendere sotto gamba gli altri suoi colleghirdquo
(17) c Poteram quidem inquit hoc fericulo esse contentus secundas enim mensas habetis Sed si quid belli habes affer (Petron 68 1)
ldquoCerto disse avrei potuto accontentarmi di questo servizio infatti i piatti nuovi li
avete Ma se hai qualcosa di buono portalordquo
(17) d Sed ut coeperam dicere| ad hanc me fortunam frugalitas mea perduxit (Petron 75 19)
ldquoMa come avevo cominciato a dire a tanta fortuna mi ha condotto la mia parsimoniardquo
(17) e Delectatus hac Trimalchio hilaritate et ipse capaciorem poposcit scyphum quaesi vitque quomodo acceptus esset (Petron 65 8)
ldquoTrimalchione compiaciuto da questa allegria ordinograve anche lui un calice piugrave grande e
chiese (allrsquoaltro) in che modo fosse stato accoltordquo
IOVINO
109
Lrsquoesempio in (17e) egrave interessante in quanto egrave il dimostrativo hac lrsquoelemento debole
che si trova in seconda posizione Non egrave quindi la presenza del N Trimalchio a inter-
rompere lrsquoordine lineare di hac hilaritate come si potrebbe dedurre limitando lrsquoos-
servazione allrsquoordine lineare ma la discontinuitagrave egrave dovuta alla natura sintattica del
dimostrativo che e come tale puograve collocarsi in seconda posizione
Gellio restituisce 2 esempi di iperbati legati alla posizione Wackernagel Gli ele-
menti deboli sono quidem e autem
(18) a Is tamen Protagoras| insincerus quidem philosophus | sed acerrimus sophistarum fuit (Gell 537)
ldquoIn effetti Protagora certamente fu un fi losofo non autentico ma dei sofi sti egli fu il
piugrave acutordquo
(18) b Cum Graecum autem vocabulum sit ldquosoloecismusrdquo an Attici homines qui elegantius locuti sunt usi eo sint quaeri solet (Gell 5203)
ldquoPoicheacute ldquosolecismordquo egrave una parola greca di solito viene chiesto se gli autori attici che
hanno parlato molto elegantemente ne abbiano fatto usordquo
In Gregorio gli esempi sono 9 e gli elementi deboli sono rursum ergo enim un
pronome una forma di is
(19) a Oscarum fl uvium [hellip] qui per portam ingrediens ac sub pontem decurrens | per aliam rursum portam egreditur| (Greg Tur Franc 3 19)
ldquoil fi ume Osche [hellip] che entrando attraverso la porta e scorrendo sotto un ponte esce
poi dallrsquoaltra porta della cittagraverdquo
(19) b Patratam ergo victuriam regionem illam capessunt et in suam redigunt potestatem
(Greg Tur Franc 3 7)
ldquoConseguita quindi la vittoria (i Franchi) occuparono la regione e la misero sotto il
loro potererdquo
(19) c In talibus enim dolis Theudoricus multum callidus erat (Greg Tur Franc 3 7)
ldquoCerto Teodorico era molto astuto in questi ingannirdquo
(19) d Quod videns Theudobertus ex ea reversus est | multa secum expolia ipse vel sui deferentes| (Greg Tur Franc 332)
ldquoTeodeberto vedendo ciograve se ne tornograve indietro da quelle (regioni) portando lui stesso
o i suoi molto bottinordquo
(19) e Cum autem haec Theudorico nuntiatum fuisse iussi inibi sanctum Quintianum constitui et | omnem ei potestatem tradi eclesiae | dicens (Greg Tur Franc 3 2)
ldquoQuando allora fu annunciato il fatto a Teodorico il re ordinograve che in quello stesso
posto fosse reintegrato il santo Quinziano e gli venisse affi dato ogni potere sulla
Chiesa dicendordquo
Per rendere conto di questi esempi si puograve ipotizzare con Salvi (2004 cap IV) che
la struttura della frase principale preveda una posizione disponibile che puograve ospitare
lrsquoelemento debole dopo il primo costituente
(20) [SX [pdeb
hellip [SV ]]]
CILPR 2013 ndash SECTION 2
110
Il primo costituente puograve essere di qualsiasi natura (SP SA SN SP) ma non puograve
essere marcato pragmaticamente Salvi (1994 120) osserva infatti che il dominio di
collocazione delle forme deboli non comprende la periferia
34 Iperbati dovuti allrsquoldquoinserimentordquo di un verbo
Lrsquoultimo tipo di iperbato si realizza anchrsquoesso a livello di frase ma egrave dovuto a un
verbo che interviene a rompere lrsquoordine lineare di un costituente Questo ldquoeffettordquo egrave
dovuto in realtagrave al movimento di una parte del sintagma nominale intorno al verbo
stesso In Petronio si trovano 14 casi di questo tipo alcuni dei quali sono riportati in
(21)
(21) a Interim ego qui privatum habebam secessum in multas cogitationes diductus sum quare aper pilleatus intrasset (Petron 41 1)
ldquoIo frattanto che mi ero ritirato in me stesso mi sono stillato il cervello in molti pen
sieri percheacute mai il cinghiale fosse entrato col berrettordquo
(21) b Et ne has tantum ostenderet divitias dextrum nudavit lacertum armilla aurea cultum et eboreo circulo lamina splendente conexo (Petron 32 4)
ldquoE per non far mostra di quei preziosi soltanto mise a nudo il braccio destro adorno di
unrsquoarmilla drsquooro e di un cerchio drsquoavorio circondato da una lamina splendenterdquo
(21) c Ita tutelam huius loci habeam propitiam ut ego si secundum illum discumberem iam illi balatum clusissem (Petron 57 2)
ldquoChe io abbia la protezione favorevole di questo luogo cosigrave che io se fossi seduto
vicino a lui gli avrei giagrave chiuso la boccardquo
Egrave interessante osservare che in (21b) sebbene da un punto di vista lineare siano
due le parole che interrompono lrsquoordine has divitias sul piano della struttura sintattica
si tratta di un solo elemento cioegrave di un verbo modifi cato da un avverbio (tantum osten-deret) Qualcosa di analogo si verifi ca nel caso di (21c) le parole che separano il nesso
tutelam propitiam sono tre ma da un punto di vista sintattico si tratta di soli due ele-
menti cioegrave un SN di tipo Dim-N (huius loci) e di un verbo (habeam) Si tratta quindi
di due esempi in cui la struttura dei costituenti non coincide con lrsquoordine lineare
In Gellio si trovano 2 esempi di iperbati dovuti a inserimento del verbo Sono
entrambi riportati in (22)
(22) a Sed et quispiam Samius athleta ndash nomen illi fui t Echeklous ndash cum antea non loquens fuisset ob similem dicitur causam loqui coepisse (Gell 5 9 4)
ldquoMa anche un atleta di Samo il cui nome era Echecleo non essendo prima capace di
parlare si dice che cominciograve a parlare per un motivo analogordquo
(22) b ldquoPluriardquo forte quis dixit sermocinans vir adprime doctus meus amicus non hercle studio se ferens ostentandi neque quo ldquoplurardquonon dicendum putaret (Gell 5 21 1)
ldquoUn uomo molto eloquente eccezionalmente dotto mio amico disse una volta ldquoplu riardquo non per Bacco per intenzione di ostentazione e nemmeno percheacute pensava che
non si dovesse dire ldquoplurardquordquo
Si noti che in (22b) si trova un lungo SN formato da un indefi nito (quis) un parti-
cipio in -nt- prenominale con valore aggettivale (sermocinans) che modifi ca il nome
IOVINO
111
(vir) a sua volta modifi cato da un participio postnominale in -tus con valore aggetti-
vale (doctus) (cfr nota n 6) modifi cato da un avverbio (adprime)
In Gregorio i casi di questo tipo sono invece 7 In 67 casi un verbo interrompe il
nesso Modif-N mentre in un solo caso interrompe il nesso inverso Un esempio per
ciascun tipo si trova in (23)
(23) a qui perditam priorem coniugem fi liam Theudorici regis Italici de qua fi lium habe bat nomen Sigiricum aliam duxit uxorem (Greg Tur Franc 3 5)
ldquo[Sigemondo] che dopo aver perduto la prima moglie fi glia di Teodorico re drsquoItalia
dalla quale aveva avuto un fi glio di nome Sigerico sposograve unrsquoaltra donnardquo
(23) b Alaricus hanc [Trinitate] denegans a regno et populo atque ab ipsa quod magis est vita multatur aeterna (Greg Tur Franc 3 1)
ldquoAlarico che lrsquoaveva negata [la Trinitagrave] fu privato del regno del popolo e cosa piugrave
importante della vita eternardquo
I casi di questo tipo possono essere spiegati con una struttura come quella seguente
(24) [SX [V [ SX]]]
in cui si vede che una serie di proiezioni funzionali (come indicato dallrsquoasterisco)
nelle quali possono spostarsi elementi di diversa natura sono disponibili intorno al
verbo
35 Unrsquoosservazione diacronica
Al di lagrave dellrsquoopposizione tra il latino che ammette le strutture discontinue e le
lingue romanze in cui il loro utilizzo egrave invece estremamente limitato egrave possibile indi-
viduare alcuni elementi di continuitagrave tra il latino e le lingue discendenti
Rispetto al latino di Petronio del I sec dC Gellio e Gregorio offrono alcuni
esempi di iperbati che sembrano preludere a quelle che diventeranno le strutture
romanze con elementi estratti e dislocati a sinistra (o apparentemente a destra) che
costituiscono lrsquounica possibilitagrave di discontinuitagrave sintattica I rispettivi contesti sono
riportati di seguito
(25) pecuniam quippe ingentem cum a discipulis acciperet annuam pollicebatur se id docere quanam verborum industria causa infi rmior fi eret fortior (Gell 5 3 7)
ldquoRicevendo dai suoi discepoli una somma annuale veramente cospicua prometteva di
insegnare ciograve come una causa da piugrave debole diventa piugrave forte manovrando le parolerdquo
(26) Indignamini quaeso tam meam iniuriam quam interitum parentum vestrorum ac recolite Thoringus quondam super parentes nostros violenter advenisse ac multa illis intulisse mala (Greg Tur Franc 3 7)
ldquoVi prego disdegnate tanto lrsquooffesa che ho subito quanto quella per lrsquouccisione dei vostri
familiari e ricordate che un tempo i Turingi hanno aggredito con violenza i nostri cari e
hanno provocato loro molti malirdquo
(27) Erat ibi tunc temporis quidam Lytigius ex minoribus qui magnas sancto Quintiano
parabat insidias (Greg Tur Franc 313)
ldquoA quel tempo ligrave viveva un certo Litigio uomo di mediocre condizione che procurava
molte insidie al santo Quinzianordquo
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112
Gli esempi in (25)-(27) sono accomunati dal fatto che solo una parte del costi-
tuente nominale (rispettivamente lrsquoaggettivo annuam e i nomi mala e insidias) viene
dislocata a destra lasciando in posizione preverbale lrsquoelemento (modifi catore o nome)
da cui viene separato
Per quanto concerne le cosiddette dislocazioni a destra dellrsquoitaliano moderno
esse esprimono qualcosa di ldquodatordquo nel contesto che viene poi richiamato alla fi ne
della frase essendo perograve lrsquoordine delle parole dellrsquoitaliano SVO la struttura con dislo-
cazione a destra risulta problematica in quanto non sempre egrave ben chiaro cosa sia effet-
tivamente dislocato anche se in questi casi la punteggiatura puograve aiutare
(28) Compro domani()
il giornale
Che si tratti senza dubbio di un ordine pragmaticamente marcato risulta piugrave evi-
dente nei casi in cui si ha una sorta di doppia presenza del costituente rappresentato
da un clitico cataforico di un costituente o di unrsquointera frase
(29) a La mangio domani la pizza(29) b Lo sai che Gianni e Maria si sono lasciati
Oltre alla dislocazione di interi costituenti in italiano moderno egrave possibile estrarre
solo una parte del costituente nominale (per lo piugrave nei SN quantifi cati ma non solo)
Proprio questa struttura sembra essere la diretta discendente di quella che si trova giagrave
in latino
(30) a Una somma di denaro annua veramente ingente dai suoi discepoli (la) riceveva
annua
(30) b Molti mali a quelli (ne) sono stati fatti di mali
(30) c Grandi insidie (ne) preparava al santo Quintiano di insidie
In (30) sono riportate le traduzioni degli esempi latini Sebbene lrsquoaccettabilitagrave
di (30a) possa essere controversa (30bc) mostrano piugrave chiaramente che nei casi
di estrazione del nome da un SN modifi cato da un aggettivo lessicale (anche di
quantitagrave) egrave obbligatoria la ripresa clitica (la) oppure pronominale (ne) dellrsquooggetto
(partitivo)
4 Conclusioni
In questo contributo si egrave visto che in unrsquoottica sintattica basata sul concetto di
costituente non tutti gli ordini linearmente discontinui sono anche sintatticamente
discontinui (tipo zero) Questa distinzione riduce in maniera consistente il dominio
degli iperbati per i quali egrave stata proposta una tipologia tripartita costituita dal tipo
uno dovuto allrsquoestrazione di un elemento allrsquointerno di un sintagma dal tipo due
dovuto allrsquoinserimento di un elemento debole in posizione Wackernagel dal tipo tre
dovuto al movimento di una parte del SN intorno al verbo
Universitagrave CarsquoFoscari Venezia Rossella IOVINO
IOVINO
113
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115
Les preacutesentatifs franccedilais voici voilagrave et latins ecce em ēn
essai drsquoeacutetude comparative
1 Introduction
Les romanistes ont eacuteteacute les premiers au deacutebut du vingtiegraveme siegravecle agrave utiliser le terme
lsquopreacutesentatifrsquo pour deacutesigner une cateacutegorie grammaticale composeacutee essentiellement de
fr voici voilagrave il y a crsquoest Cette terminologie aussi insuffi sante soit-elle (P Lauwers
(2004)) permet de deacutepasser lrsquoimbroglio taxinomique qui lrsquoa preacuteceacutedeacutee (interjection
verbe adverbe adverbe deacutemonstratif adverbe de lieu adverbe preacutesentatif particule
preacuteposition exclamation actualisateur introducteur) en se fondant sur une simili-
tude syntaxique et seacutemantico-reacutefeacuterentielle drsquoeacuteleacutements heacuteteacuterogegravenes qui servent agrave preacute-
senter un ecirctre ou une action Cette notion de lsquopreacutesentatifrsquo est adopteacutee dans la majoriteacute
des eacutetudes portant sur le franccedilais1 sans doute parce qursquoelle colle davantage agrave la reacutealiteacute
observable en revanche elle peine agrave peacuteneacutetrer les eacutetudes sur les langues anciennes
mecircme les plus reacutecentes (sauf Petit (2010a et b)) qui srsquoattachent encore agrave deacutefi nir latin
ecce em ou ēn laquo voici voilagrave raquo comme des lsquointerjectionsrsquo ou des lsquoparticules deacutemons-
trativesrsquo selon la terminologie heacuteriteacutee des grammairiens antiques Ces petits mots si
freacutequents dans le dialogue donneront lieu ici agrave une eacutetude compareacutee du fait gramma-
tical en latin et en franccedilais agrave partir de trois paramegravetres morphologique syntaxique
et seacutemantico-reacutefeacuterentiel et avec essentiellement pour corpus des comeacutedies latines
(Plaute [Pl]) et franccedilaises (Moliegravere [M] Dumas Pegravere [D] et Anouilh [An]) dans
lesquelles lrsquooral lsquosimuleacutersquo est proche de celui de tous les jours Cette eacutetude srsquoachegravevera
sur un exemple qui vise agrave montrer que bien que les preacutesentatifs fassent probablement
partie des universaux linguistiques ils diffegraverent sensiblement drsquoune langue agrave lrsquoautre
2 Premier paramegravetre la morphologie
Un premier rapprochement morphologique peut ecirctre eacutetabli entre le fr voici voilagrave et le lat em initialement laquo tiens raquo (et peut-ecirctre aussi ēn) ces termes invariables
reposent sur drsquoanciennes formes drsquoimpeacuteratif preacutesent de deuxiegraveme personne Lrsquoimpeacute-
ratif srsquoexplique aiseacutement par la fonction de base du preacutesentatif qui est drsquoinviter lrsquointer-
locuteur agrave prendre connaissance drsquoun eacuteveacutenement soudain lrsquoarriveacutee drsquoune personne
ou la mise en eacutevidence drsquoun objet dans la conversation En franccedilais le preacutesentatif
1 Entre autres Morel (1992) Riegel et al (2009)
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116
est issu de la grammaticalisation de lrsquoimpeacuteratif drsquoun verbe de saisie visuelle agrave la deu-
xiegraveme personne du pluriel suivi drsquoun deacuteictique anc-fr veez ci veez la En latin em est issu de la grammaticalisation drsquoune forme drsquoimpeacuteratif agrave la deuxiegraveme personne du
singulier drsquoun verbe signifi ant une saisie tactile En latin contrairement au franccedilais
donc il nrsquoy a pas de preacutesentatif reposant sur un verbe laquo voir raquo Cela peut paraicirctre
eacutetonnant au regard de lrsquoensemble des langues indo-europeacuteennes anciennes les preacute-
sentatifs reposent sur une forme drsquoimpeacuteratif drsquoun verbe laquo voir raquo en grec en gotique
en vieil-irlandais en sanskrit en armeacutenien en tokharien B et cela mecircme dans des
langues non indo-europeacuteennes tregraves probablement en eacutegyptien moyen2 Qursquoil srsquoagisse
drsquoun preacutesentatif signifi ant au deacutepart laquo vois voyez raquo ou laquo tiens raquo la preacutesentation drsquoun
ecirctre semble revenir au mecircme
(1)a Ah Voici Monsieur Purgon (M Le Malade imaginaire III 5)
(1)b Em tibi hominem (Pl As 880) ldquo Voici ton homme rdquo
Voici et em preacutesentent tous deux lrsquoarriveacutee drsquoun homme toutefois drsquoun point de
vue informationnel lrsquoeacutequivalence nrsquoest pas totale le premier annonce lrsquoentreacutee sur
scegravene drsquoun personnage le second constitue une invitation agrave aller agrave la rencontre de
ce personnage le plus souvent pour le frapper ce qui explique lrsquoadjonction toujours
attesteacutee drsquoun datif de destination tibi apregraves em la formule peut ecirctre mecircme raccourcie
et em tibi signifi er laquo voilagrave pour toi raquo formule qui srsquoaccompagne drsquoun amical coup de
poing
Par ailleurs lrsquoimportance ndash morphologique et seacutemantique ndash de lrsquoeacuteleacutement deacuteictique
preacutesent dans fr voi-ci se trouve deacutejagrave en latin puisque preacuteciseacutement fr -ci est issu de la
diminution du corps phoneacutetique de la seacutequence latine ecce hīc Le second eacuteleacutement du
preacutesentatif ec-ce est une ancienne particule deacuteictique k e de date proto-indo-euro-
peacuteenne Mais cet eacuteleacutement k e nrsquoest pas neacutecessaire dans la formation drsquoun preacutesentatif
(cf lat em fr tiens3 jrsquoai vous avez4) Pourtant il peut agrave lui seul dans certaines lan-
gues suffi re agrave former un preacutesentatif en hittite et en eacutetrusque5 Rares sont les langues
qui ont un preacutesentatif reposant agrave la fois sur un thegraveme deacuteictique et sur une forme
drsquoimpeacuteratif grammaticaliseacutee comme en roumain par exemple6
Une autre diffeacuterence morphologique importante apparaicirct entre le latin et le fran-
ccedilais le latin langue fl exionnelle a deacuteveloppeacute des preacutesentatifs dits lsquofl eacutechisrsquo7 eccum
eccam eccistam eccillud etc qui srsquoaccordent en genre et en nombre avec le reacutefeacuterent
et une agglutination particuliegravere eccerē laquo Voilagrave crsquoest fait raquo Toutefois ces formes lsquofl eacute-
2 Cf Julia (2013)3 Cf Saunier (1996)4 Cf Morel (1992)5 Cf Julia (2013)6 Iliescu (2008 2010) eacutetudie les deux preacutesentatifs du roumain7 On admet que ces formes sont issues de lrsquoagglutination de ecce et drsquoun deacutemonstratif hum
ham etc
JULIA
117
chiesrsquo ne fonctionnent pas tout agrave fait comme la forme de base ecce8 La morphologie
semble avoir eu une incidence sur la syntaxe des preacutesentatifs
3 Deuxiegraveme paramegravetre la syntaxe
31 Des proprieacuteteacutes syntaxiques communes
Les preacutesentatifs franccedilais et latins partagent eacutegalement des proprieacuteteacutes syntaxiques
semblables une certaine mobiliteacute dans lrsquoeacutenonceacute lrsquoimpossibiliteacute drsquoecirctre nieacutes en dehors
des phrases interrogatives agrave valeur rheacutetorique en franccedilais (ne voilagrave-t-il pas que )
ainsi que la capaciteacute agrave remplir une fonction preacutedicative par eux-mecircmes En latin lrsquoeacuteleacute-
ment nominal preacutesenteacute par ecce se trouve agrave lrsquoaccusatif (en latin archaiumlque et classique)
ou au nominatif (agrave partir du latin classique) Le fait que le lsquoreacutegimersquo du preacutesentatif
puisse ecirctre soit agrave lrsquoaccusatif soit au nominatif en latin classique montre que le mot
nrsquoeacutetait plus senti comme une forme verbale tout comme en franccedilais voicivoilagrave nrsquoest
plus senti comme reposant sur une forme du verbe laquo voir raquo Ni lrsquoun ni lrsquoautre cas en
latin ne se justifi e aiseacutement Faut-il parler drsquoun accusatif exclamatif drsquoun accusatif de
lrsquoobjet direct comme on lrsquoa fait pour voici voilagrave parfois consideacutereacutes comme des verbes
agrave part entiegravere (Moignet (1969)) Une perspective uniquement syntaxique se reacutevegravele
dans tous les cas insuffi sante
32 Positions syntaxiques occupeacutees par les preacutesentatifs
Le preacutesentatif latin comme franccedilais peut occuper trois positions syntaxiques dans
la proposition comme illustreacute en (2) lrsquoanteacuteposition (a) la position inteacutegreacutee agrave la struc-
ture preacutedicative (b) et la postposition (c) mais il preacutecegravede toujours son lsquoreacutegimersquo de
maniegravere attendue puisqursquoil le preacute-sente ndash laquo est devant raquo agrave une exception pregraves en latin
comme dans lrsquoexemple (d) le pronom personnel enclitique preacutecegravede en franccedilais le
preacutesentatif alors qursquoen latin le preacutesentatif preacutecegravede toujours le pronom
(2)a Voilagrave crsquoest lui que jrsquoaime je veux lrsquoeacutepouser (An Antigone)
Ecce autem perii (Pl Most 660) ldquo Voilagrave je suis mort rdquo
Em accipetrina haec nunc erit (Pl Bacch 274) ldquo Voilagrave crsquoest le coup de lrsquoeacutepervier main-
tenant rdquo
(2)b Voilagrave ce qursquoelle me dira ta megravere lagrave-haut quand jrsquoy monterai (An Antigone)
Ecce nos tibi oboedientes (Pl Mil 610) ldquo Nous voilagrave precircts agrave trsquoobeacuteir rdquo
Em cui te et tua quae tu habeas commendes uiro (Pl Merc 620) ldquo Voilagrave lrsquohomme agrave qui tu
confi es ta personne et tout ce que tu as rdquo
(2)c Jrsquoai promis agrave sa pauvre megravere que jrsquoen ferais une honnecircte fi lle et voilagrave (An Antigone)
Assum apud te eccum (Pl Poen 279) ldquo Je suis agrave cocircteacute de toi voilagrave rdquo aucun em postposeacute
(2)d Ecce hominem te Stasime nihilltigt (Pl Trin 1013) ldquo Te voilagrave Stasime un propre
agrave rien rdquo
8 Pour le latin archaiumlque cf Touratier (1994) pour le latin post-classique cf Cuzzolin (1998)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
118
33 Un mecircme eacutelargissement des constructions syntaxiques
En franccedilais comme en latin on observe un mecircme eacutelargissement des constructions
syntaxiques dans les deux langues le preacutesentatif a cesseacute de reacutefeacuterer exclusivement au
lieu de lrsquoeacutenonciation pour devenir eacutegalement preacutesentatif de narration et preacutesentatif
textuel Oppermann-Marsaux (2006) a lieacute le changement formel du preacutesentatif agrave une
extension de ses emplois Il semblerait que ce soit eacutegalement le cas en latin par rap-
port agrave ecce les formes eccum eccam srsquoaccompagnent drsquoune extension des emplois
Tout drsquoabord les preacutesentatifs entrent dans la construction de tours simples et com-
plexes En franccedilais (Riegel et al (2009)) comme en latin les preacutesentatifs ne sont pas
reacuteserveacutes agrave des phrases nominales comme Le voici Voici le facteur (Delahaie (2009))
mais peuvent aussi introduire des propositions subordonneacutees en particulier des rela-
tives ou des phrases entiegraveres avec un noyau verbal indeacutependant Le classement des
tours simples et complexes constitueacutes drsquoun preacutesentatif ici preacutesenteacute suit le classement
de Hache (2006)
En preacutedication simple et en emploi isoleacute le preacutesentatif forme agrave lui seul un eacutenonceacute
qui constitue soit la reacuteponse agrave une question soit une intervention spontaneacutee drsquoun
locuteur Cet emploi offre une particulariteacute inteacuteressante les preacutesentatifs latins ou
franccedilais nrsquoont pas de valeur deacutemonstrative seulement une valeur confi rmative
(3)a LrsquoHocirctesse en dehors- Voilagrave voilagrave (D Antony III 7)
(3)b De Atque audin etiam Li Ecce (Pl As 109) ldquo Deacutemeacutenegravete- Ah encore un mot
Liban- Voilagrave rdquo
Toujours en preacutedication simple le preacutesentatif est souvent suivi drsquoun pronom drsquoun
nom propre ou drsquoun substantif deacutesignant une personne son statut familial ou sa fonc-
tion (appellatifs etc)
ndash en reacutefeacuterence exophorique avec une valeur deacuteictique souvent en clocircture de scegravene
(4)a Argan- Ah Voici Monsieur Purgon (M Le Malade imaginaire III 5)
(4)b Sed Toxili puerum Paegnium eccum (Pl Pers 271-272) ldquo Mais voici Peacutegnion lrsquoes-
clave de Toxile rdquo
ndash ou en valeur endophorique le preacutesentatif possegravede alors une valeur cataphorique (5) ou
anaphorique (6 exemples dans lesquels fabulam et lrsquohistoire se reacutepondent parfaitement)
(5)a Leacutelie- Eacutecoute donc voici bien le meilleur La lettre que je dis a donc eacuteteacute remise
(M LrsquoEtourdi ou les contre-temps I 11)
(5)b Em mater mea Tibi rem potiorem uerbo clamat parturit (Pl Aul 692-693) ldquo Voi-
ci ma megravere un fait qui en dit plus que toute parole elle crie elle enfante rdquo
(6)a Voilagrave lrsquohistoire en gros (hellip) (M LrsquoEacutetourdi ou les Contre-temps IV 1)
(6)b Em tibi omnem fabulam ldquoVoilagrave toute la comeacutedierdquo (Pl Pseud 754)
Les preacutesentatifs franccedilais et latins peuvent aussi introduire des eacuteleacutements nominaux
qui prennent la forme drsquoune proposition subordonneacutee compleacutetive conjonctive ou rela-
tive substantive fr voilagrave qui est fait voici qursquoil entre lat eccum qui ex incerto faciet mihi ldquo Voici celui qui va me tirer drsquoembarras rdquo (Pl Pseud 965) Mais on ne trouve pas
JULIA
119
en latin drsquoexemple ougrave le preacutesentatif fonctionne comme pivot verbal drsquoune subordon-
neacutee relative comme en franccedilais le livre que voici
Fr voicivoilagrave peuvent eacutegalement ecirctre suivis drsquoun infi nitif comme peut-ecirctre des
preacutesentatifs lsquofl eacutechisrsquo du latin
(7)a Voici venir Ascagne (M Deacutepit amoureux V 7)
(7)b Sed generum nostrum ire eccillum uideo (Pl Trin 622) ldquo Mais je vois voici lagrave-bas
venir notre gendre rdquo
Le preacutesentatif franccedilais comme latin entrent enfi n dans des constructions agrave double
preacutedication lrsquoune avec lrsquoattribut de lrsquoobjet et la seconde avec la proposition relative
ndash dans la seacutequence preacutesentatif + nompronom + adjectifgroupe nominal il faut distinguer
les occurrences ougrave lrsquoadjectif est attribut de celles ougrave il est eacutepithegravete ou apposeacute dans le
premier cas la structure implique deux preacutedicats contre un seul dans la seconde
(8)a Me voici un vrai militaire (St La Chartreuse de Parme I 3)
(8)b Ecce me nullum senem (Pl Cas 305) ldquo Me voici un pauvre vieillard rdquo
ndash en revanche la seacutequence preacutesentatif + nompronom + pronom attesteacutee en franccedilais et en
latin ne forme pas un double preacutedicat
(9)a Voilagrave Toinette elle-mecircme (M Le Malade imaginaire III 8)
(9)b Atque eccum ipsum hominem (Pl Men 898) ldquo Et voilagrave lrsquohomme lui-mecircme rdquo
Dans la double preacutedication avec lrsquoattribut de lrsquoobjet le latin se distingue du fran-
ccedilais par une structure originale Le preacutesentatif lsquofl eacutechirsquo peut deacuteterminer non pas toute
la proposition mais seulement lrsquoattribut de lrsquoobjet et lrsquoobjet
(10) Habeo eccillam meam clientam meretricem adulescentulam (Pl Mil 789) ldquo Jrsquoai la
voici pour cliente une courtisane encore toute jeunette rdquo
Quand les preacutesentatifs entrent en correacutelation avec les outils relatifs ils permettent
de former des phrases dont un eacuteleacutement nominal pronominal adverbial est extrait
pour ecirctre mis en relief fr Le voicivoilagrave qui arrive en regard de la phrase sans mise
en relief Il arrive Il faut distinguer deux cas lorsque la proposition relative est inteacute-
greacutee agrave la structure preacutesentative (Hache (2006))
ndash quand la relative exerce une fonction appositive ou eacutepithegravete il nrsquoy a pas de double preacutedi-
cat
(11)a Voilagrave une femme qui mrsquoaime (M Le Malade imaginaire II 6)
(11)b Eccum quem quaerebam (Pl Curc 610) ldquo Voici celui que je cherchais rdquo
ndash quand la relative exerce une fonction attributive il y a une double preacutedication
(11)d Voilagrave un doigt qui sait tout qui me dira si vous mentez (M Le Malade imaginaire
II 8)
(11)e Sed eccum parasitum quoius mihi auxilio est opus (Pl Persa 83) ldquo Mais voici mon
parasite dont le secours mrsquoest neacutecessaire rdquo
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120
Comme avec lrsquoattribut de lrsquoobjet sous forme nominale on rencontre en latin la
structure particuliegravere verbe + preacutesentatif + relative attributive
(12) Video eccum qui ltagtmans tutorem med optaultit sugtis bonis (Pl Truc 859) ldquo Je
vois le voici celui qui par amour de moi mrsquoa choisie pour geacuterer la tutelle de ses biens rdquo
Les preacutesentatifs du franccedilais peuvent aussi introduire dans divers types de phrases
des compleacutements circonstanciels Il a deacutemeacutenageacute voicivoilagrave cinq ans VoiciVoilagrave cinq ans qursquoil a deacutemeacutenageacute Ce cas de fi gure ne se rencontre pas en latin En revanche
en latin on relegraveve de nombreuses occurrences dans lesquelles le preacutesentatif est suivi
drsquoune preacutedication en proposition indeacutependante sans qursquoon sache veacuteritablement la
deacutelimiter Faut-il ou non consideacuterer qursquoil y a deux eacutenonceacutes le premier constitueacute du
preacutesentatif le second de la proposition preacutedicative La question est complexe car
le latin a pour originaliteacute de pouvoir inteacutegrer syntaxiquement le preacutesentatif dans une
proposition preacutedicative ougrave il joue le rocircle de sujet ou de compleacutement drsquoobjet direct du
preacutedicat verbal De fait rien ne seacutepare syntaxiquement le preacutesentatif de la proposi-
tion preacutedicative qui lui succegravede Mais inversement aucun morphegraveme conjonctif ou
autre ne lie formellement la proposition preacutedicative au preacutesentatif En (13) le mecircme
eacutediteur A Ernout (Les Belles Lettres Paris) ne seacutepare pas le preacutesentatif de la pro-
position preacutedicative dans le premier exemple alors qursquoil le fait dans le second agrave lrsquoaide
drsquoune virgule sa traduction teacutemoigne eacutegalement de lrsquoambiguiumlteacute que nous observons
(13)a Em ista uirtus est quando usust qui malum fert fortiter (Pl As 322) ldquoVoilagrave le vrai
courage que de savoir quand neacutecessaire braver bravement la souffrance rdquo (traduction A
Ernout)
(13)b Em accipetrina haec nunc erit (Pl Bacch 274) ldquo Tu vas voir maintenant crsquoest le
coup de lrsquoeacutepervie rdquo (traduction A Ernout)
On ignore donc si une seacutequence comme (14) eacutetait prononceacutee drsquoun seul trait ou
non Ecc(e) Apollo mihi ex oraclo imperat ou Ecce Apollo mihi ex oraclo imperat
(14) Ecce Apollo mihi ex oraclo imperat Vt ego illic oculos exuram lampadibus ardenti-bus (Pl Men 841-842) ldquo Voilagrave Apollon Voilagrave [qursquo]Apollon par son oracle mrsquoordonne de lui
brucircler les yeux avec des torches enfl ammeacutees rdquo
Plus encore que faire des occurrences ougrave le preacutesentatif lsquofl eacutechirsquo morphologique-
ment agrave lrsquoaccusatif joue apparemment le rocircle du sujet du preacutedicat verbal comme en
(15) Le recours agrave une phrase cliveacutee dans la traduction eacutelude la diffi culteacute sans la
reacutesoudre
(15) Sed eccum incedit (Pl Poen 470) ldquo Mais le voici qui srsquoavance rdquo ou ldquo Mais le voici
il srsquoavance rdquo
Cette seconde approche a permis de constater que ecce et em voici voilagrave ne par-
tageaient pas les mecircmes constructions syntaxiques Le tableau suivant reacutesume les
similitudes et les diffeacuterences
JULIA
121
Structures syntaxiques
preacutesentativesLatin Franccedilais
Preacute
dic
ati
on
s si
mp
les
Emploi isoleacuteEcce eccum em eccere en
Voilagrave
Avec un nom un GN ou
un pronom
Ecce me eccum ecca eccos eccas ecca eccil-lum eccistum eccistam ecce odium meum em pateram en Priamus
Metenousvouslelalesen voici mete nousvouslelalesen voilagrave voici le facteur voilagrave le facteur voilagrave tout
Avec un pronom et un
nom En voilagrave des maniegraveres
Avec deux pronoms Nous y voici nous y voilagrave
Avec un adverbe Em sicVoilagrave pourquoi voilagrave comment
Avec une proposition
subordonneacutee agrave statut
nominal compleacutetive
conjonctive ou relative
substantive
Eccum qui ex incerto faciet mihi Eccere autem quem conuenire maxime cupiebam En qui nostra sibi bello conubia poscunt
Ecce autem perii Em sapis sane eccum incedit Eccere autem capite nutat Em rursum nunc nugas agis
Voici qui est fait voici qursquoil entre voilagrave qui est fait voilagrave qursquoil entre
Avec une proposition
interrogative indirecte Voilagrave pourquoi votre fi lle
est muette
Avec une exclamative Comme vous voilagrave bacircti
Avec un infi nitif Ire eccillumVoici venir voilagrave trop
causer
Avec une forme verbale
conjugueacutee agrave un mode per-
sonnel ou avec omission
de la copule
Amphitruo eccum exit foras eccum uideo eccam attuli Em tibi adsunt en supplex uenio
Intus eccum fratrem ger-manum tuum
CILPR 2013 ndash SECTION 2
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Structures syntaxiques
preacutesentativesLatin Franccedilais
Preacute
dic
ati
on
s d
ou
ble
s
Avec attribut de lrsquoobjet
Ecce me nullum senem Saluam eccam Habeo eccillam meam clientam Em tibi rem potiorem uerbo En ego uicta situ
Me voici un vrai militaire
Avec une proposition rela-
tive agrave fonction attributive
Eccum quem quaerebam Em quoi decem talenta dotis detuli
Voilagrave un doigt qui sait tout
Avec une proposition rela-
tive non restrictive (lsquoCRPrsquo
Lambrecht)
(eccum incedit)Le voici qui srsquoavance voilagrave le facteur qui arrive voilagrave longtemps que
Formant le noyau drsquoune
proposition relative Le moi que voici la sotte
musique que voilagrave
4 Troisiegraveme paramegravetre les valeurs seacutemantico-reacutefeacuterentielles et
eacutenonciatives
Les valeurs seacutemantico-reacutefeacuterentielles et eacutenonciatives se recoupent presque totale-
ment entre le franccedilais9 et le latin10 Dans les deux langues les preacutesentatifs remplissent
un emploi deacuteictique exophorique (16) peuvent servir de lsquosignal discursifrsquo au sens de
Cesare (2011) ou bien remplir un emploi textuel ou lsquoDiscourse deicticrsquo (Plaucheacute Ber-
gen (2001) (17) ou un emploi propositionnel ou eacuteveacutenementiel appeleacute parfois narratif
sans preacutedicat verbal (18 (a et b)) ou avec preacutedicat verbal (18 (c agrave f)) ou bien encore un
emploi pragmaticaliseacute (19)
(16)a Me voici (M Les Fourberies de Scapin II 7)
(16)b Ecce me (Pl Mil 663) ldquo Me voici rdquo
(16)c Ah Te voilagrave (M George Dandin ou le mari confondu III 3)
(17)a Voilagrave ce que jrsquoavois agrave vous faire savoir (M LrsquoEacutecole des maris II 2)
(17)b Em tibi omnem fabulam (Pl Pseud 754) ldquo Voilagrave toute la comeacutedie rdquo
(18)a Voilagrave une eacutetrange folie (M Meacutedecin malgreacute lui I 4)
(18)b Ecce Gripi scelera (Pl Rud 1178) ldquo Voici les folies de Gripus rdquo
9 Les valeurs eacutenonciatives de voicivoilagrave ont eacuteteacute deacutecrites dans le theacuteacirctre franccedilais par Deacutetrie (2001) Gaudin (2005) et Narjoux (2003)
10 Dionisotti (2007) attribue une liste impressionnante de valeurs eacutenonciatives agrave ecce Lrsquoeacutetude de Roseacuten (1998) porte avant tout sur les phrases preacutesentatives agrave valeur existentielle ou drsquoiden-tifi cation
JULIA
123
(18)c Voilagrave ma fi lle qui parle (M Le Meacutedecin malgreacute lui III 6)
(18)d Em cui te et tua quae tu habeas commendes uiro (Pl Merc 702) ldquo Voilagrave lrsquohomme agrave
qui on confi e sa personne et ce qursquoon a rdquo
(18)e Voilagrave ce que jrsquoavois agrave vous faire savoir (M LrsquoEcole des maris II 2)
(18)f Em istuc rectius (Pl Epid 553) ldquo Voilagrave qui est mieux dit encore rdquo
(19)a Voicy jrsquoay trouveacute un bon moyen pour nous venger de luy le mieux du monde (P de
Larivey Les Comeacutedies facecieuses Les Escolliers V 2)
(19)b Voila ceste breneuse de ma femme voudroit ce croyie faire ainsi (P de Larivey
Les Comeacutedies facecieuses Les Escolliers II 1)
(19)c Em tibi imperatumst (Pl Most 313) ldquo Voilagrave tu sais ce que tu as agrave faire rdquo
En emploi grammaticaliseacute le preacutesentatif peut marquer
ndash la clocircture
(19)d Sabot encore prononccedila lsquoVoilagrave voilagraversquo puis se tut (Maupassant Contes et nou-velles laquo La confession de Theacuteodule Sabot raquo)
(19)e St Lesbonicum suam sororem despondisse em hoc modo (Pl Trin 603) ldquo Stasime-
Que Lesbonicus a fi anceacute sa sœur Voilagrave voilagrave rdquo
ndash le consensus
(19)f Par ici monsieur le sergent par ici cria lrsquoouvreuse - Voilagrave voilagrave voilagrave (Dumas
Pegravere Le Capitaine Pamphile VIII)
(19)g Si Vorte ergo umerum ltPsgt Em (Pl Pseud 1318-1319) ldquo Simon- Tourne donc
ton eacutepaule Pseudolus- Voilagrave rdquo
ndash le dissensus
(19)h Elle mrsquointerrompt en geacutemissant - lsquoVoilagrave voilagrave tu te moques encore de moi je ne
voulais pas trsquoeacutecrire tu es sans cœurrsquo (Colette Claudine agrave lrsquoeacutecole)
(19)i Em istucinest operam dare Bonum sodalem (Pl Merc 620-622) ldquo Voilagrave est-ce
ainsi qursquoon sert fi degravelement un ami rdquo (traduction A Ernout)
ndash la conclusion (cf Pl Persa 701-705)
La grammaticalisation du preacutesentatif avec un datif eacutethique latin ecce tibi ou em tibi et ancien-franccedilais es vos (E Oppermann-Marsaux (2006) et D Petit (2010a)) per-
met drsquoarticuler lrsquouniteacute de tous ces emplois autour de la personne de lrsquointerlocuteur La
preacutesentation quelle que soit sa nature est neacutecessairement tourneacutee vers lrsquointerlocuteur
5 Exemple Voici lrsquohomme Ecce homo
Lrsquoanalyse drsquoune seule locution biblique ceacutelegravebre en franccedilais et en latin montrera
combien il est en fait diffi cile de comparer les preacutesentatifs drsquoune langue agrave lrsquoautre lat
ecce homo canoniquement traduit par laquo Voici lrsquohomme raquo Autant nous avons vu que
ecce et voicivoilagrave partageaient des traits syntaxiques et seacutemantico-fonctionnels com-
muns autant il est diffi cile parfois de reconnaicirctre exactement la valeur du preacutesentatif
diffi culteacute qui peut poser problegraveme au traducteur
CILPR 2013 ndash SECTION 2
124
Pour signifi er laquo voici lrsquohomme raquo Plaute dit em hominem et Peacutetrone ēn homo
(20)a Em tibi hominem (Pl Asin 880) ldquo Voici (pour toi) lrsquohomme rdquo
(20)b En homo quemadmodum natat (Petron 115 10) ldquoVoici lrsquohomme comment il
patauge rdquo
Or la freacutequence de ecce en tant que preacutesentatif deacuteictique chute fortement degraves
lrsquoeacutepoque de Ciceacuteron agrave lrsquoavantage de ēn Crsquoest drsquoailleurs ēn qui est employeacute comme
preacutesentatif deacuteictique dans la Vulgate (par exemple Vulgate Juges 8 15) Quand Pilate
prononce le premier ecce (22 (a)) Jeacutesus nrsquoest pas encore visible par la foule il ne
srsquoagit pas drsquoun preacutesentatif deacuteictique mais drsquoun preacutesentatif ayant un rapport eacutetroit avec
lrsquoeacutenonciation il est tout agrave fait possible de lui superposer sur le plan interpreacutetatif une
valeur anaphorique situationnelle signifi ant laquo voilagrave celui que vous reacuteclamiez je vous
lrsquoamegravene raquo Cet eacutenonceacute reprend presque mot pour mot un eacutenonceacute preacuteceacutedent de Pilate
(22 (b)) qui par le biais drsquoun eacutegocentrage explicite traduisait un deacutegagement fort du
locuteur
(21)a exiit iterum Pilatus foras et dicit eis ecce adduco uobis eum foras ut cognoscatis quia in eo nullam causam inuenio (Exiuit ergo Iesus portans coronam spineam et purpureum uestimentum) Et dicit eis ecce homo (Vulgate Eacutevangile saint Jean 19 4-5)
ldquo Pilate sortit de nouveau et leur dit Voilagrave je vous lrsquoamegravene dehors afi n que vous sachiez
que je ne trouve en lui aucun crime (Jeacutesus sortit donc portant la couronne drsquoeacutepines et le
manteau de pourpre) Et Pilate leur dit VoiciVoilagrave lrsquohomme rdquo
(21)b dicit eis ego nullam inuenio in eo causam (Vulgate Eacutevangile saint Jean 18 38)
ldquo Il leur dit lsquoMoi je ne trouve en lui aucun motif de condamnationrsquo rdquo
Le premier ecce traduit une attitude eacutenonciative consensuelle avec les interlocu-
teurs sur lrsquoobjet du discours ndash faire sortir Jeacutesus du preacutetoire ougrave les Juifs nrsquoentrent pas
par crainte de souillure ndash lrsquoeacutegocentrage eacutetant explicite et donc susceptible de reacuteac-
tions fortes des interlocuteurs Crsquoest le cas puisque la foule reacuteclame encore plus fort la
mise agrave mort de Jeacutesus Aussi Pilate emploie-t-il un second ecce qui nous semble pou-
voir ecirctre tout aussi consensuel que le premier le locuteur invite ainsi lrsquointerlocuteur
agrave partager lrsquoinfeacuterence tireacutee de lrsquoobservation Le paradoxe de cette valeur repreacutesenta-
tive-eacutenonciative est qursquoelle opegravere de maniegravere masqueacutee lrsquoobjet du discours paraicirct ecirctre
preacutesenteacute de maniegravere objective ce qui explique peut-ecirctre la traduction canonique de
laquo Voici lrsquohomme raquo mais crsquoest estomper lrsquoorigine eacutenonciative du locuteur qui ne veut
pas condamner lui-mecircme Jeacutesus Pilate nrsquoa pas agrave preacutesenter Jeacutesus que la foule connaicirct
mais preacutesente avec ecce lrsquoerreur des Juifs mise en relief par la co-observation du locu-
teur et des interlocuteurs Crsquoest pourquoi nous suggeacuterons de traduire ecce homo par
laquo Voilagrave lrsquohomme raquo autrement dit laquo Voilagrave ce que vous voulez lrsquohomme raquo
JULIA
125
6 Conclusion
Le but de cet article eacutetait drsquoune part de reacutehabiliter des lsquopetits motsrsquo des mal-aimeacutes
dans la tradition classique pourtant si freacutequents dans le dialogue et drsquoautre part de
montrer sur le modegravele de ce qui a deacutejagrave eacuteteacute fait au sujet des preacutesentatifs franccedilais la
richesse de leurs emplois Loin drsquoavoir une simple fonction phatique les preacutesentatifs
comme lrsquoeacutecrit tregraves justement Rabatel (2001) laquo manifestent une force argumentative
indirecte redoutable raquo
Lyceacutee Henri IV (Paris)
amp Centre Alfred Ernout (Paris-Sorbonne) Marie-Ange JULIA
Bibliographie
Cesare Anna-Maria de 2011 laquo Lrsquoitalien ecco et les franccedilais voici voilagrave Regards croiseacutes sur leurs
emplois dans les textes eacutecrits raquo Langages 184 51-67
Cuzzolin Pierluigi 1998 laquo Quelques remarques syntaxiques agrave propos de ecce raquo in Garciacutea-Her-
naacutendez B (ed) Estudios de linguumliacutestica latina Actas del IX Coloquio Internacional de Lin-guumliacutestica Latina Madrid 14-18 abril 1997 Madrid Ediciones Claacutesicas 261-271
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voilagrave raquo CLex 95 43-58
Deacutetrie Catherine 2001 laquo Du spectateur agrave lrsquoeacutenonciateur voici voilagrave voir dans Le Spectateur franccedilais de Marivaux raquo Information Grammaticale 91 29-33
Dionisotti Carlotta 2007 laquo Ecce raquo Bulletin of the Institute of Classical Studies of the University of London (BICS) 50 75-91
Gaudin Lucile 2005 laquo Le dire le croire et le preacutesentatif voicivoilagrave dans Cyrano de Bergerac raquo
Information Grammaticale 105 28-31
Hache Sophie 2006 laquo lsquoVoici qui est plaisantrsquo lrsquoemploi des preacutesentatifs voici et voilagrave dans Le Malade imaginaire de Moliegravere raquo in Vacircn Dung Le Flanchec T Stolz C (ed) La suite du roman de Merlin Marot Moliegravere Preacutevost Chateaubriand Saint-John Perse Paris PUPS
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Verbes impersonnels et introducteurs de rhegravemes en latin et
en roman
1 La construction impersonnelle et la perspective fonctionnelle de
la phrase
La perspective fonctionnelle (ou communicative) de la phrase et lrsquoordre de ses
constituants sont deux probleacutematiques qui se rencontrent neacutecessairement un de leurs
points drsquointersection est reacuteveacuteleacute par lrsquoeacutetude de la construction dite lsquoimpersonnellersquo et
de ses diverses varieacuteteacutes En effet le terme lsquoimpersonnelrsquo recouvre dans lrsquousage cou-
rant des confi gurations morpho-syntaxiques assez diffeacuterentes qui ont cependant
pour trait commun une sorte de deacutefection vis-agrave-vis de la cateacutegorie de la personne ver-
bale une cateacutegorie qui se vide ici pour ainsi dire de ses possibiliteacutes de commutation
Par ce biais la question de lrsquoimpersonnel se lie naturellement agrave celle du sujet actant
preacutesupposeacute par tous les autres actants chaque fois que la personne verbale fonctionne
normalement Il nrsquoest donc pas eacutetonnant que le comportement lsquounipersonnelrsquo des
verbes nrsquoait pas cesseacute drsquointriguer les grammairiens il est bien naturel aussi que le
pheacutenomegravene trouve diffi cilement le cadre approprieacute agrave son traitement sans parler des
tacirctonnements de la terminologie
La notion de sujet neacutecessairement lieacutee agrave celle de preacutedicat renvoie agrave un fonction-
nement de la langue qui porte lrsquoempreinte de la logique cependant le jeu du preacutedicat
du sujet et des compleacutements traduit en mecircme temps la viseacutee communicative du mes-
sage puisque lrsquoarrangement et le traitement prosodique de ces constituants doivent
creacuteer une structure pragmatique adapteacutee aux besoins du contexte discursif et de la
situation Cette double deacutetermination de la phrase nrsquoa pas eacutechappeacute aux linguistes de
la fi n du XIXe siegravecle qui srsquoapprochent du problegraveme avec une intuition psychologique
chez Hermann Paul (19205 124 premiegravere eacuted 1880) lsquosujet psychologiquersquo et lsquopreacutedicat
psychologiquersquo apparaissent avec un sens voisin de celui que nous donnons agrave lsquothegravemersquo et
agrave lsquorhegravemersquo et le mecircme Hermann Paul constate que le sujet lsquogrammaticalrsquo et le sujet dit
lsquopsychologiquersquo ne peuvent pas coiumlncider dans les phrases lsquoimpersonnellesrsquo du type fr
il gegravele all es regnet (ibid 131-133) Dans la linguistique psychologique classique pour
ainsi dire Albert Sechehaye (1926 148) enregistre le mecircme divorce des deux lsquosujetsrsquo
pour le type de phrase fr il vient un homme en affi rmant que le verbe impersonnel il
Travail reacutealiseacute avec le soutien fi nancier du Fonds National Hongrois pour les Recherches Scientifi ques OTKA K 81913
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128
vient se comporte comme le laquo support psychologique de ce qui suit raquo Par lagrave nous arri-
vons au cœur de notre probleacutematique en effet nous pouvons reconnaicirctre le siegravege de
lrsquoinformation essentielle ndash crsquoest-agrave-dire le rhegraveme ndash dans la deuxiegraveme partie de la phrase
(un homme) la lsquorheacutematisationrsquo de ce groupe nominal a eacuteteacute expresseacutement signaleacutee
par une forme verbale un lsquointroducteur de rhegravemersquo Le proceacutedeacute transformationnel qui
aboutit au type de phrase il vient un homme a ainsi pour but une lsquorheacutematisation fortersquo
ou autrement dit une lsquomise en relief non contrastiversquo (la lsquomise en relief contrastiversquo
eacutetant reacutealiseacutee par la structure fr crsquoest un homme qui vient)1
Nous devons donc admettre qursquoil existe dans le franccedilais ndash et dans les autres lan-
gues romanes aussi ndash des structures qui expriment la perspective communicative
de la phrase drsquoune maniegravere tregraves directe pour ainsi dire au deacutetriment de la liaison
logique entre un sujet et un preacutedicat La combinaison du verbe qui nrsquoa pas de sujet
proprement dit et du groupe nominal qui srsquoy rattache fait partie naturellement drsquoun
ensemble plus vaste de phrases lsquonon canoniquesrsquo2 ougrave nous trouvons eacutegalement les
structures avec adverbe preacutesentatif (fr voici voilagrave + GN it ecco + GN) et toutes ces
constructions sont apparenteacutees au type de phrases qui tout en conservant un sujet
au sens ordinaire du terme utilisent ce sujet drsquoune maniegravere insolite en le postposant
au verbe dans des langues qui se caracteacuterisent par un ordre fondamental SV Cette
sorte drsquoinversion traduit certains besoins pragmatiques il peut srsquoagir du remplissage
de cadres preacuteeacutetablis (listes comme dans le reportage drsquoun deacutefi leacute arrive le groupe X
arrive le groupe Y indications sceacuteniques entre le roi3 cf roum urmează o pauză)
ou de lrsquoannonce de quelque chose drsquoimpreacutevu (et soudain apparaicirct X) drsquoune maniegravere
plus geacuteneacuterale cet ordre est apte agrave la rheacutematisation drsquoun GN apregraves un verbe intransitif4
(it egrave scoppiata la rivoluzione exemple de Salvi Vanelli 2004 34 esp prosperan los negocios exemple de Gili y Gaya 1968 92) Nous arrivons ainsi agrave un problegraveme de
seacutemantique est-il possible de preacutevoir dans les langues romanes certaines sphegraveres
seacutemantiques qui preacutedisposent les locuteurs agrave choisir la construction impersonnelle
1 Dans le cadre de cette contribution nous nous inteacuteressons uniquement aux phrases lsquoimper-sonnellesrsquo contenant un lsquorhegravemersquo proprement dit donc nous faisons abstraction du type lsquomeacuteteacuteorologiquersquo fr il gegravele (verbe lsquoavalentrsquo ou lsquosans actantrsquo selon la terminologie de Tesniegravere (1959 239-240)) Pour quelques indications concernant lrsquohistoire du problegraveme de lrsquoimperson-nel dans la grammaire franccedilaise cf Kiss (1987 62-66)
2 Pour la notion de lsquophrase canoniquersquo ou lsquoscheacutema structurel de basersquo voir Riegel Pellat Rioul (20097 211-212)
3 Agrave propos de ce type citons la formulation de Riegel Pellat Rioul (20097 258) il srsquoagit de verbes qui laquo indiquent lrsquoentreacutee ou la persistance dans lrsquounivers de discours du reacutefeacuterent de leur sujet nominal raquo
4 Pour Sechehaye (1926 147) lrsquoancien ordre vient un homme a subsisteacute en franccedilais laquo pour mar-quer que le terme substantif eacutetait le veacuteritable preacutedicat de lrsquoeacutenonceacute raquo Wartburg et Zumthor (19582 193) srsquoinspirent de cette deacutefi nition lorsqursquoils affi rment laquo le propre [hellip] de la construc-tion impersonnelle par rapport agrave la personnelle est de transformer le sujet en preacutedicat raquo
KISS
129
2 Problegravemes seacutemantiques
Drsquoune maniegravere geacuteneacuterale on dira que les expressions impersonnelles introduisant
un rhegraveme tracent un cadre dans lequel vient prendre place lrsquoinformation centrale
Il est normal de supposer que ce lsquocadrersquo se comporte comme une lsquoannoncersquo suivie
drsquoun constituant au seacutemantisme plus particulier en rapport avec la situation et lrsquouni-
vers discursif qui sont communs aux participants de la communication En effet on
constate empiriquement que les lsquointroducteurs de rhegravemesrsquo sont tregraves souvent porteurs
drsquoune signifi cation verbale fondamentale existence ou non-existence drsquoun reacutefeacuterent
(personne chose ou eacuteveacutenement) modaliteacute deacuteontique ou potentielle (crsquoest-agrave-dire ren-
voi agrave des lsquomondes alternatifsrsquo) appreacuteciation modale ou sentimentale La reacutealisation
syntaxique de la relation entre introducteur et rhegraveme est variable elle couvre une
large gamme impliquant des phrases lsquonon canoniquesrsquo ainsi que des propositions
infi nitives et des subordonneacutees verbales de type compleacutetif deacutependant drsquoexpressions
impersonnelles5 Nous pouvons enregistrer ainsi les constructions speacutecifi ques fi geacutees
que les langues romanes ndash et deacutejagrave le latin tardif ndash ont deacuteveloppeacutees pour marquer lrsquoexis-
tence par geacuteneacuteralisation du sujet suivie de son abolition lat habet gt fr (il y) a esp
hay ajoutons lrsquoexpression eacutegalement speacutecifi que qui leur correspond en lrsquoitalien mais
qui traite le sujet drsquoune maniegravere moins radicale pour ainsi dire lrsquoaccord en nombre
eacutetant conserveacute it crsquoegrave un uomo ci sono uomini Le latin classique connaicirct lui-mecircme
lrsquoannonce drsquoun lsquoeacuteveacutenementrsquo ou drsquoun lsquoeacutetat de chosesrsquo agrave lrsquoaide drsquoexpressions typiques
utilisant une 3e personne seacutemantiquement speacutecialiseacutee dont deacutepend une preacutetendue
lsquosubordonneacutee conseacutecutiversquo fi t ut accidit ut epistulam scribam ldquo il arrive que jrsquoeacutecrive
une lettre rdquo ajoutons pour une sorte de mise en relief de lrsquolsquoexistencersquo la structure
relative sunt qui scribant ldquo il y en a qui eacutecrivent rdquo Dans les phrases gouverneacutees par des
verbes impersonnels lrsquoexpression de la modaliteacute deacuteontique se reacutealise le plus souvent
agrave lrsquoaide drsquoune combinaison qui comporte un infi nitif ou une subordonneacutee compleacutetive
ce qui rend plus manifeste encore la bipartition de la structure un syntagme initial
(lsquointroducteur de rhegravemersquo) doteacute drsquoun seacutemantisme lsquofondamentalrsquo comme la lsquoneacutecessiteacutersquo
se trouve suivi par un point drsquoaboutissement (lsquorhegravemersquo) repreacutesentant la veacuteritable nou-
veauteacute du message Ainsi avons-nous en franccedilais ndash agrave cocircteacute de la structure il faut + GN
ndash les seacutequences il faut + lsquoinfi nitifrsquo et il faut que + lsquosubordonneacuteersquo Derriegravere la varieacuteteacute
du mateacuteriel que nous offrent ici les langues romanes on deacutecouvre la permanence du
besoin des vocables anciens peuvent se perdre mais la langue forge des outils nou-
veaux qui les remplacent en ayant recours notamment agrave des verbes qui se precirctent agrave
une speacutecialisation seacutemantique dans le domaine en question Si le verbe impersonnel
oportet lexegraveme drsquoimportance centrale pour lrsquoexpression de la lsquoneacutecessiteacutersquo en latin ne
survit pas dans la plupart des idiomes romans fallere se tient precirct pour entrer dans
ce champ seacutemantique en franccedilais au prix de la bifurcation morpho-seacutemantique qursquoon
5 Les verbes qui participent agrave ces expressions impersonnelles ne sont geacuteneacuteralement pas des verbes lsquoessentiellement impersonnelsrsquo ils sont exclus de la commutation des personnes ver-bales preacuteciseacutement dans le type drsquoemploi que nous appelons lsquointroducteur de rhegravemersquo
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lui connaicirct6 on peut ajouter uelle apparaissant dans lrsquoexpression impersonnelle it ci vuole ldquo il faut rdquo ldquo il est neacutecessaire rdquo Ce va-et-vient lexical peut conduire agrave la naissance
de nouveaux paradigmes verbaux appartenant au vocabulaire fondamental des lan-
gues crsquoest le cas de falloir mais aussi de estovoir7 usuel en ancien-franccedilais lrsquoapport
eacutetranger joue eacutegalement un rocircle (it bisogna roum trebuie attribueacutes respectivement
aux superstrats germanique et slave8) On retrouve un ensemble drsquoexpressions fon-
damentales dans le domaine de la modaliteacute potentielle avec une bipartition typique
du message le verbe impersonnel eacutetant suivi drsquoune subordonneacutee rheacutematique (fr il se peut que roum se poate sǎ) La prise de position subjective que refl egravete la moda-
liteacute potentielle se complegravete de maniegravere assez naturelle par lrsquoappreacuteciation morale ou
affective ce qui explique les impersonnels decet me iuuat me delectat mihi placet en
latin9 ainsi que le type fr il convient que de il importe que de Ainsi pour un cer-
tain nombre de seacutemantismes fondamentaux il existe des expressions prototypiques
et autour drsquoelles un large halo reacuteunissant des nuances diffeacuterentes la tendance syn-
taxique est agrave la bipartition de la phrase avec utilisation de morphegravemes deacutemarcatifs
et une possibiliteacute de deacutelimitation prosodique Compte tenu de cette bipartition on
dira naturellement que les verbes et expressions impersonnels proprement dits qui
font lrsquoobjet de cette eacutetude reacutealisent de la maniegravere la plus typique la rheacutematisation par
lsquoextrapositionrsquo proceacutedeacute qui consiste agrave faire sortir le rhegraveme du cadre phrastique habi-
tuel sans recours cependant agrave un veacuteritable lsquoimpersonnelrsquo10
Il est curieux de constater qursquoune bipartition du message servant agrave mettre en relief
le rhegraveme existe dans une autre sphegravere morpho-syntaxique cette solution est appeleacutee
eacutegalement lsquoemploi impersonnel du verbersquo ce qui amegravene une importante confusion
terminologique Il srsquoagit de la tendance qui consiste agrave transformer la marque clitique
du verbe lsquopronominalrsquo en marque de verbe lsquonon personnelrsquo tendance que connaissent
certaines langues romanes et qui est tregraves deacuteveloppeacutee en italien Au cours du passage
de it si mangiano le mele (lsquopronominal passifrsquo avec accord entre verbe et sujet) agrave
si mangia le mele (lsquopronominal non personnelrsquo sans accord)11 lrsquointransitivant si qui
6 Sur le rapport entre faillir et falloir cf FEW s v fallere7 Lrsquoeacutetymologie retenue par le REW (s v opus) et le FEW (s v opus) est lrsquoexpression imper-
sonnelle latine opus est Concernant les expressions impersonnelles deacutenotant la lsquoneacutecessiteacutersquo en ancien-franccedilais ainsi que leur mouvement diachronique voir en particulier Buridant (2000 399-401)
8 V REW s v sonium LEI s v bisogno et Cioranescu (1961) s v treabǎ9 Pour les questions de lrsquoimpersonnel en latin voir Bassols de Climent (1948 82-90) cf
eacutegalement Hofmann Szantyr (1965 414-417)10 Cf fr Cela amuse Sylvie que Pierre soit tombeacute (exemple de Riegel Pellat Rioul 20097 723)
it Sarebbe una pazzia andarci ora (exemple de Salvi Vanelli 2004 267) esp Me pesa de haberos ofendido (exemple de Gili y Gaya 1968 79) roum icircmi place sǎ dansez (exemple de Gramatica limbii romacircne 19662 I 244) Notons que lrsquolsquoextrapositionrsquo du rhegraveme ndash et ainsi la bipartition de la phrase ndash apparaicirct comme une sorte de modegravele seacutemantico-pragmatique chez Wierzbicka (1988 106-107) analysant les jugements de type affectif en anglais (Irsquom pleased to meet you ~ Itrsquos nice to meet you)
11 Tournure caracteacuterisant laquo certaines varieacuteteacutes de lrsquoitalien raquo selon Salvi Vanelli (2004 75) cf le
KISS
131
avait repreacutesenteacute un lsquoagent humain indeacutetermineacutersquo a eacuteteacute converti en un indice drsquolsquointro-
ducteur de rhegravemersquo lrsquoabsence drsquoaccord signale preacuteciseacutement la bipartition de la phrase
La perspective fonctionnelle de la phrase tend donc agrave srsquoexprimer par diffeacuterents pro-
ceacutedeacutes syntaxiquement marqueacutes quand les locuteurs eacuteprouvent le besoin de precircter au
dosage de lrsquoinformation un relief particulier
3 Problegravemes diachroniques
Sur le plan diachronique latino-roman il est assez naturel de chercher un rapport
entre lrsquoexploitation croissante des proceacutedeacutes de rheacutematisation forte et la modifi cation
de lrsquoordre des termes qui a eu lieu en latin tardif Durant la peacuteriode classique du latin
lrsquoordre des constituants ndash libre du point de vue des fonctions syntaxiques ndash se precirctait
avec souplesse agrave lrsquoexpression de la perspective communicative de la phrase Les types
drsquoarrangement possibles eacutetaient donc nombreux il semble cependant qursquoagrave lrsquoeacutepoque
postclassique certains arrangements soient devenus plus freacutequents ce qui a drsquoailleurs
entraicircneacute une eacutetape vers lrsquoordre plus rigide des langues romanes Drsquoune part le verbe
freacutequent agrave la fi n de la phrase en latin classique quitte aiseacutement cette place pour des
raisons de rheacutematisation tout agrave fait compreacutehensibles Deux citations de Greacutegoire de
Tours choisies au hasard peuvent illustrer le pheacutenomegravene Le verbe y occupe la pre-
miegravere place et preacutecegravede lrsquoessentiel du message exprimeacute sous forme de compleacutements
posuit manum super oculos eius [sc heretici] (Greg Tur 23 p 432) ldquo il posa la main sur
les yeux de lrsquohomme [sc de lrsquoheacutereacutetique] rdquo
ou de sujet
ait ad eum episcopus (Greg Tur 21 p 3727) ldquo lrsquoeacutevecircque lui dit rdquo
Drsquoautre part le sujet tend agrave occuper la premiegravere position quand il joue le rocircle du
thegraveme ce qui est freacutequent dans les phrases agentives et il apparaicirct souvent comme
postverbal colleacute neacuteanmoins au verbe et rattacheacute agrave celui-ci par un lien seacutemantique
eacutetroit
in fl umine Minio [hellip] capiuntur pisces IIII noui uisu et specie (Hydatius 253) ldquo dans le
fl euve Minius [hellip] sont pris quatre poissons nouveaux pour leur apparence et pour leur es-
pegravece rdquo12
Les eacutechantillons citeacutes montrent qursquoen latin tardif le preacutedicat verbal se deacuteplace
vers la premiegravere zone de la phrase et qursquoen mecircme temps la place du sujet devient plus
type espagnol se vende casas (pour lrsquoespagnol voir Gili y Gaya 1968 76-78)12 Un exemple ougrave le pheacutenomegravene caracteacuterise une suite de phrases agrave lrsquointeacuterieur drsquoun mecircme reacutecit
Post haec omnia mortuus est Chlodoueus rex in pace [hellip] A transitu sancti Martini usque ad transitum Chlodouechi regis fuerunt anni centum duodecim [hellip] Habebat quoque Theude-ricus fi lium nomine Theudobertum (Liber Historiae Francorum 19 p 27317) ldquo Apregraves tous ces eacuteveacutenements mourut en paix le roi Chlodouechus [hellip] Du deacutecegraves de saint Martin au deacutecegraves du roi Chlodouechus srsquoeacutecoulegraverent cent douze anneacutees [hellip] Theudericus avait un fi ls nommeacute Theudobertus rdquo
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preacutevisible cette relative uniformiteacute entraicircne sur le plan pragmatique le besoin de
renforcer lrsquoopposition entre le lsquomarqueacutersquo et le lsquonon marqueacutersquo Ce besoin se traduit sur le
plan syntaxique par une exploitation plus intense des structures (deacutejagrave preacutesentes dans
la langue) qui assurent la rheacutematisation forte La tendance pouvait prendre appui sur
le type de phrase ougrave un verbe drsquoexistence ou une expression eacutevaluative se deacutetache en
position initiale pour introduire un rhegraveme plus ou moins complexe13
Erant omnino itinera duo quibus itineribus domo exire possent [sc Heluetii] (Caes
Gall 1 6 1) ldquo il existait en somme deux chemins par lesquels ils [= les Helvegravetes] pouvaient
quitter leur territoire rdquo
Dulce et decorum est pro patria mori (Hor carm 3 2 13) ldquo Crsquoest une douce et belle chose
que de mourir pour la patrie rdquo
Dans les textes tardifs les expressions marquant lrsquolsquoexistencersquo occupent tregraves sou-
vent la position initiale dans la phrase elles sont annonciatrices de rhegravemes
extant ipsius egregii studia praedicanda (Hydatius 81) ldquo De cet homme excellent sub-
sistent des ouvrages savants agrave propager rdquo
Ecce et coepit iam esse hora forsitan octaua (Itinerarium Egeriae 4 5) ldquo Et voilagrave que
peut-ecirctre commenccedilait la huitiegraveme heure de la journeacutee rdquo
Habebat autem de eo loco ad montem Dei forsitan quattuor milia (Itinerarium Egeriae 2
1) ldquo Et de cet endroit agrave la montagne de Dieu il y avait peut-ecirctre une distance de quatre mille
pas rdquo14
Agrave la suite des modifi cations des regravegles gouvernant lrsquoemplacement des constituants
syntaxiques en latin les phrases indiquant une rheacutematisation forte se deacutetachent de
plus en plus sur le fond des phrases canoniques dans lesquelles lrsquoordre des consti-
tuants se fi xe petit agrave petit agrave lrsquoeacutepoque preacuteromane15 Les langues romanes deacuteveloppent
ainsi sur des bases latines un systegraveme relativement coheacuterent pour lrsquoexpression mar-
queacutee de la perspective communicative de la phrase User ou ne pas user de ces proceacute-
deacutes pragmatiques particuliers est un choix qui reste agrave la discreacutetion du locuteur situant
son acte communicatif dans le reacuteseau de ses interactions avec le monde
Universiteacute de Debrecen Saacutendor KISS
13 Cf eacutegalement Devine Stephens (2006 166-172) Spevak (2010 29-30 et 57-58) 14 Agrave propos de la genegravese de habet impersonnel en latin tardif (effacement du sujet dans domus
habet multum uinum rarr habet multum uinum) cf Bassols de Climent (1948 82-83) Quant agrave lrsquoexpression de la lsquoneacutecessiteacutersquo lrsquoItinerarium Egeriae nous offre beaucoup de phrases ayant la structure lsquoexpression impersonnelle + infi nitifrsquo du type necesse nos fuit ibi descendere iuxta consuetudinem (7 7) ldquo il nous a fallu y descendre selon notre habitude rdquo
15 Concernant les modifi cations de lrsquoordre des constituants syntaxiques en latin tardif voir Kiss (2015 593-595)
KISS
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LrsquoOpinion de R Kiesler sur lorigine des langues romanes
En ce qui concerne lrsquoorigine des langues romanes deux thegraveses principales peuvent
ecirctre repreacutesenteacutees par les scheacutemas suivants
A B
Lat archaiumlque Lat archaiumlque
Lat vulgaire Lat classique Lat classique
Fr It Roum Lat vulgaire
Fr It Roum
La diffeacuterence entre ces deux thegraveses consiste en ce que selon la thegravese A le latin
archaiumlque srsquoest scindeacute en latin classique et en latin vulgaire et les langues romanes
proviennent du latin vulgaire (appeleacute aussi lsquo latin populaire rsquo lsquo latin parleacute rsquo lsquo roman
commun rsquo lsquo protoroman rsquo etc) tandis que selon la thegravese B les langues romanes sont
issues du latin classique alors que le latin vulgaire diffeacuterencieacute dans le temps et lrsquoes-
pace constitue une eacutetape intermeacutediaire entre le latin classique et les langues romanes
La thegravese A est neacutee en 1435 agrave Florence Quelques humanistes que personne nrsquoose-
rait consideacuterer comme des linguistes ont discuteacute la question de savoir drsquoougrave provenait
lrsquoitalien Nrsquooublions pas que cela se passait avant le XIXe siegravecle qui a eu le grand
meacuterite drsquointroduire la notion drsquoeacutevolution dans diffeacuterentes disciplines y compris la lin-
guistique Avant le XIXe siegravecle on avait une vision du monde sensiblement statique
on srsquoimaginait par exemple que toutes les espegraveces veacutegeacutetales et animales existaient
depuis le deacutebut du monde Or nos humanistes fl orentins se rendaient parfaitement
compte drsquoune diffeacuterence entre lrsquoitalien et le latin lrsquoun eacutetant selon la terminologie
contemporaine une langue analytique et lrsquoautre une langue syntheacutetique De mecircme
qursquoils eacutetaient incapables drsquoimaginer que les plantes et les animaux soient le reacutesultat
drsquoune eacutevolution de mecircme il leur paraissait inconcevable qursquoune langue syntheacutetique
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puisse se transformer en une langue analytique et sachant que chez des auteurs latins
il y avait quelques vagues allusions agrave un uulgaris sermo ils sont arriveacutes agrave la conclusion
que dans lrsquoancienne Rome il y aurait eu deux langues le latin classique langue syn-
theacutetique et le latin vulgaire langue analytique et source de lrsquoitalien Les arguments
que nos humanistes alleacuteguaient agrave lrsquoappui de leur thegravese eacutetaient extrecircmement naiumlfs
ainsi selon eux une femme du peuple nrsquoaurait pas eacuteteacute capable drsquoapprendre agrave deacutecliner
un substantif comme supellex geacuten supellectilis Mais par inertie lrsquoopinion formuleacutee
par quelques ignorants meacutedieacutevaux a eacuteteacute approuveacutee par drsquoinnombrables autoriteacutes est
devenue un dogme de la linguistique romane et est partageacutee jusqursquoagrave nos jours par la
grande majoriteacute des romanistes
En revanche il nrsquoy a eu jusqursquoen 1974 que trois chercheurs pour souscrire agrave la
thegravese B Eyssenhardt (1880) dans la seconde moitieacute du XIXe siegravecle Henri Muller
(1932) dans la premiegravere moitieacute du XXe siegravecle et moi-mecircme agrave partir de 1974 La diffeacute-
rence entre ces deux thegraveses consiste en ce que selon la thegravese A le latin vulgaire est
une langue sœur du latin classique tandis que drsquoapregraves la thegravese B le latin vulgaire
est une langue fi lle du latin classique Alors qursquoil nrsquoy a aucune forme qui confi rme-
rait la thegravese A des milliers de formes confi rment la thegravese B Par exemple lat class
patrem gt lat vulg patre caelum gt celu herbam gt erba mēnsem gt mēse toacutenitrum
gt toniacutetru precor est refait en precō sapere en sapēre esse en essere morī en
morīre etc Il suffi t de mentionner que dans le REW il y a 6000 substantifs et adjec-
tifs dont lrsquoaccusatif singulier preacutesente en latin vulgaire la chute de -m On voit donc
que toutes les formes du latin vulgaire sont plus reacutecentes que celles du latin classique
Il en reacutesulte que le latin vulgaire est une langue fi lle du latin classique
Depuis 1974 crsquoest-agrave-dire depuis presque 40 ans aussi bien dans mes publications
que dans mes confeacuterences je demande aux romanistes de citer des formes qui prou-
veraient que le latin vulgaire eacutetait une langue sœur du latin classique mais personne
nrsquoa citeacute une telle forme
Il nrsquoy a pas longtemps le romaniste allemand Reinhard Kiesler (2012) a publieacute
une communication intituleacutee Les langues romanes proviennent-elles du latin clas-sique et qui commence de la faccedilon suivante
Je me propose de discuter les deux thegraveses connues concernant lrsquoorigine des langues ro-
manes celle de la succession du latin classique au latin vulgaire et celle de la simultaneacuteiteacute des
deux varieacuteteacutes Prenant en consideacuteration la bibliographie actuelle je reacuteexaminerai les argu-
ments respectifs et proposerai une synthegravese qui montre que les deux thegraveses sont en partie
justes et qursquoelles ne sont pas incompatibles La thegravese de la successiviteacute est notamment deacutefen-
due par W Mańczak [hellip] Selon la thegravese de la simultaneacuteiteacute le latin classique et le latin vulgaire
ont eacutevolueacute parallegravelement en partant du latin archaiumlque
Et voici le scheacutema sur lrsquoorigine des langues romanes proposeacute par le romaniste de
lrsquouniversiteacute de Wuumlrzburg
MAŃCZAK
137
Modegravele - synthegravese drsquoapregraves Kiesler 1995 p 394 2006 p 110
env 1er s av J-CMoyen Acircge
latin classique = pelagus langue standard
latin postclassique - meacutedieacuteval
eacuteleacutements et regravegles MARE
stylistiquement calidus mots savants Lat archaIumlque neutres
mots populaires
langues
latin vulgaire = CALDUS romanes
langue familiegravere
Avant de critiquer ce scheacutema je voudrais mentionner un deacutetail Selon Kiesler
laquo on trouve normalement la repreacutesentation suivante lat class posse puis lat vulg
POTERE gt esp poder Mais cette repreacutesentation constitue une inversion de lrsquoeacutevolu-
tion reacuteelle La preuve en est le thegraveme du parfait en latin classique potu- (potui etc)
qui deacuterive preacuteciseacutement de POTERE Cela prouve que la forme POTERE a existeacute
avant lrsquoeacutepoque classique et qursquoil est erroneacute de vouloir la deacuteriver de posse raquo
Lrsquoauteur se trompe Le mot posse est un verbe composeacute posse lt potis esse pos-sum lt potis sum potes lt potis es potest lt potis est possumus lt potes sumus
potestis lt potes estis possunt lt potes sunt poteram lt potis eram potui lt potis fui etc Des formes comme posse possum poteram potui etc sont attesteacutees des
milliers de fois tandis que potere nrsquoest jamais attesteacute Par conseacutequent potere est
plus reacutecent que posse Mentionnons enfi n que la forme ancienne du morphegraveme de
lrsquoinfi nitif est -se et qursquoelle srsquoest maintenue dans esse posse tandis que la forme -re
(cf laudare habere dicere venire) est plus reacutecente et srsquoexplique par le rhotacisme en
position intervocalique
Selon la thegravese traditionnelle qui remonte agrave 1435 le latin vulgaire eacutetait une langue
sœur du latin classique alors que drsquoapregraves la thegravese soutenue par Eyssenhardt Henri
Muller et moi-mecircme le latin vulgaire eacutetait une langue fi lle du latin classique Le
romaniste Kiesler se propose de montrer laquo que les deux thegraveses sont en partie justes
et qursquoelles ne sont pas incompatibles raquo Cela est absolument impossible Si quelqursquoun
dit que Mme A est une sœur de Mme B et que quelqursquoun drsquoautre affi rme que Mme
A est une fi lle de Mme B nous avons affaire agrave deux assertions qui srsquoexcluent lrsquoune
lrsquoautre assertions entre lesquelles un compromis nrsquoest pas possible Si la premiegravere de
ces assertions est vraie la seconde doit ecirctre erroneacutee ou inversement
En ce qui concerne le scheacutema sur lrsquoorigine des langues romanes proposeacute par Kies-
ler son deacutefaut principal consiste en ce que le latin vulgaire y est consideacutereacute comme
une langue sœur du latin classique Afi n de montrer que cette opinion est fausse jrsquoai
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deacutepouilleacute les 20 premiegraveres pages du Dictionnaire eacutetymologique de la langue franccedilaise de Bloch et Wartburg ougrave jrsquoai trouveacute les formes suivantes
Franccedilais Latin populaire Latin classique
abattre abbatt(u)ěre preacuteverbeacute de battuere
abreuver abbǐběrāre preacuteverbeacute et deacuteriveacute de bibere
accorder accǒrdārepar substitution de preacuteverbe de
concǒrdāre
accoutrer accō(n)s(ū)tūrāre deacuteriveacute de cōnsūtūra
accueillir accǒlligěre preacuteverbeacute de cǒllǐgěre
acqueacuterir acquerěre acquīrěre
affeacuterent afferīre afferre
affi ler affīlāre deacuteriveacute de fīlum
agacer adaciāre deacuteriveacute drsquoacies
aiumleul aviǒlus avus
aine inguǐnem inguen inguinis
airain arāmen aes aeris
aisselle axělla axilla
alevin allevāmen deacuteriveacute du verbe allevāre
alleacutecher allectǐcāre deacuteriveacute drsquoallectāre
allegravegre alǐcěr alecris (geacuten) ǎlǎcer
allumer allūmǐnāre preacuteverbeacute de lūmǐnāre
Le deacutepouillement partiel du Dictionnaire eacutetymologique de la langue franccedilaise de
Bloch et Wartburg montre que tous les mots du latin vulgaire citeacutes par ces auteurs
sont plus reacutecents que ceux du latin classique Il en reacutesulte que contrairement agrave ce
qursquoon enseigne depuis 1435 crsquoest-agrave-dire depuis cinq siegravecles le latin vulgaire eacutetait une
langue fi lle et non pas une langue sœur du latin classique Il en reacutesulte eacutegalement
MAŃCZAK
139
que les langues romanes proviennent du latin classique tandis que le latin vulgaire
diffeacuterencieacute dans le temps et lrsquoespace constitue une eacutetape intermeacutediaire entre le latin
classique et les langues romanes
Universiteacute de Cracovie Witold MAŃCZAK
Reacutefeacuterences bibliographiques
Eyssenhardt F 1880 laquo Der Ursprung der romanischen Sprachen raquo Nord und Suumld 12 404-413
Kiesler Reinhard 2006 Einfuumlhrung in die Problematik des Vulgaumlrlateins Tuumlbingen Niemeyer
Kiesler Reinhard 2012 laquo Les langues romanes proviennent-elles du latin classique raquo in
Biville Freacutedeacuterique Lhommeacute Marie-Karine Vallat Daniel (ed) Latin vulgaire ndash latin tar-dif IX Actes du IXe colloque international sur le latin vulgaire et tardif Lyon MOM
Mańczak Witold 1974 laquo La langue romane commune latin vulgaire ou latin classique raquo Revue Romane 9 218-231
Muller Henri F Pauline Taylor 1932 A Chrestomathy of Vulgar Latin Boston D C Heath
and Company
141
Le nivellement analogique reacutegi par la phonologie
Le rapport entre lrsquoanalyse et lrsquoanalogie a beaucoup occupeacute lrsquoattention des lin-
guistes derniegraverement De fait lrsquoanalogie est devenue aussi importante que lrsquoanalyse agrave
tel point qursquoexiste un point de vue tregraves reacutepandu selon lequel le propre du langage est
analogique
(1) Language structure and language use are [hellip] predominantly analogical and that is why analogy is the backbone of universal grammar (Antila (2003 439))
Il nrsquoexiste donc rien dans le langage qui ne remonte agrave lrsquoanalogie ce qui ne permet
qursquoavec diffi culteacute une diffeacuterence entre le changement analogique fondeacute sur le sens et
le changement phoneacutetique deacutetermineacute par la forme la structure Dans ce contexte cer-
tains linguistes sont alleacutes au-delagrave de la geacuteneacuteralisation pour approfondir notre connais-
sance du rapport entre lrsquoanalogie et le systegraveme phonologique Drsquoun cocircteacute Wang (1969)
essaya de voir jusqursquoagrave quel point les changements phoneacutetiques sont diffuseacutes mot par
mot par un proceacutedeacute analogique dans le lexique Ce pheacutenomegravene fut mis au point par
Kiparsky qui souligne lrsquoaction des regravegles phonologiques dans le lexique laquo lexical
diffusion is the analogical generalization of lexical phonological rules raquo (1995 313)
alors que Labov (1981 1994) en dirigeant notre attention sur le rocircle de la variation
dans le deacuteroulement des sons souligna le rapport entre les changements reacuteguliers et
les exceptions en tant qursquoemprunts dialectaux ou sociaux (cf Campbell (2004 222-
224)) La discussion est alleacutee suffi samment loin pour infl uencer notre perspective sur
le fonctionnement de lrsquoanalogie dans le langage en geacuteneacuteral et plus speacutecifi quement
dans le deacuteroulement des changements des sons
Il convient eacutevidemment de tenir compte des diffeacuterents sens que peut avoir le mot
lsquoanalogiersquo dans la discussion des linguistes Nous laissons de cocircteacute pour le moment la
probleacutematique de la nature analogique du langage en geacuteneacuteral par rapport aux reacutesul-
tats que peuvent produire les infl uences sociales Ce dont nous souhaitons discuter
ici plus preacuteciseacutement est la tendance du langage agrave uniformiser les irreacutegulariteacutes mor-
phologiques qui remontent aux reacutegulariteacutes des changements phoneacutetiques (cf Stur-
tevant (1947 109)) et le rocircle de lrsquoanalogie le cas eacutecheacuteant dans lrsquoameacutenagement du
paradigme Crsquoest surtout cette tendance au nivellement analogique dans le paradigme
verbal aussi bien qursquoentre les formes des noms et des adjectifs qui ne manque pas de
poser certaines questions dans le passage du latin aux langues romanes Cet aspect
ne peut ecirctre dissocieacute de la tacircche deacutelicate consistant agrave faire une description exacte
des eacuteveacutenements en question Dans lrsquohistoire du franccedilais par exemple le pheacutenomegravene
qui aplanit ces irreacutegulariteacutes paradigmatiques est bien connu et les exemples en sont
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142
nombreux Pour nrsquoen prendre que deux le verbe fr laver aurait ducirc donner legraveve au
singulier pour se ranger du cocircteacute de lrsquoeacutevolution de la voyelle [a] accentueacutee en syllabe
ouverte par exemple dans [laacutewo] gt [lέvǝ] comme pour la forme [maacutere] qui donne
[mέr] en franccedilais Par contre en syllabe inaccentueacutee la voyelle drsquoorigine est preacuteser-
veacutee par exemple dans [lawaacutemus] gt [lavotilde] ce qui fait que nous avons un paradigme ougrave
le radical accentueacute voir (2a) srsquooppose au radical inaccentueacute illustreacute en (2b)
(2)a jetuil(s) [lέv]
(2)b nousvousils [lav]-onsez
Pour reacutesoudre lrsquoirreacutegulariteacute du paradigme le pluriel est censeacute lrsquoavoir emporteacute sur
le singulier gracircce au fonctionnement de lrsquoanalogie repreacutesenteacute dans lrsquoexemple (3a)
(3) a [lέvǝ] [lav-]
Dans le cas du verbe fr aimer au contraire crsquoest la diphtongue que nous trouvons
comme reacutesultat de [a] accentueacute en syllabe ouverte devant la consonne nasale ce qui
donne [aacuteimǝ] agrave cocircteacute de la voyelle inaccentueacutee [amotilde] Cette fois-ci crsquoest la forme
accentueacutee qui lrsquoemporte encore une fois par un proceacutedeacute analogique repreacutesenteacute dans
lrsquoexemple (3b)
(3) b [aacuteimǝ] [amotilde]
Dans les deux cas le paradigme est reacutegulariseacute au moyen de lrsquoanalogie dont la
direction est varieacutee
Agrave lrsquoaide de ces exemples nous voyons lrsquoeffet eacutevident de lrsquoanalogie qui consiste agrave
niveler le paradigme Il faut souligner cependant que notre avis selon lequel qursquoil
srsquoagit lagrave drsquoun cas drsquoanalogie est tout autant fondeacute sur la reacutegulariteacute du changement pho-
neacutetique crsquoest-agrave-dire que le changement reacutegulier lrsquoeffet attendu aacute[ gt eacute[ ai gt a _ [+voy
+nas] nrsquoa pas reacuteussi et ce nrsquoest qursquoagrave partir de la reacutegulariteacute qursquoil nous arrive drsquoinvo-
quer lrsquoanalogie pour expliquer lrsquoeacutechec de la reacutegulariteacute La constatation de lrsquoaction de
lrsquoanalogie nrsquoaurait donc pas eacuteteacute justifi eacutee sans la veacuterifi cation preacutealable des changements
reacuteguliers en question
1 Analyse conventionnelle
Muni du processus de nivellement que nous venons drsquoillustrer certains linguistes
ont mecircme eacutegalement recouru agrave lrsquoanalogie pour valoriser lrsquoeacutechec drsquoune reacutegulariteacute sup-
poseacutee et non veacuterifi eacutee Il srsquoagit du type de nivellement analogique proposeacute dans lrsquohis-
toire du franccedilais et representeacute dans lrsquoexemple (4)
(4) manğiέr maacutenčǝθ kolğiέr kόlčǝθ)
Ce sont lagrave des exemples de lrsquoanalogie invoqueacutee pour meacutenager les irreacutegulariteacutes agrave
la base de lrsquoanalyse putative de Meyer-Luumlbke Il srsquoagit bien sucircr des inconveacutenients
paradigmatiques les reacutesultats de lrsquoinvention drsquoune analyse reacuteguliegravere pour relever les
MAZZOLA
143
changements historiques du franccedilais (cf Meyer-Luumlbke (1890) (1913)) Lrsquoessentiel de
son analyse est reproduit dans lrsquoexemple (5)
(5) mastikaacutere maacutestikat karrikaacutere kaacuterrikat
syncope 1 --------- maacutes(t)kat ---------- kaacuter(r)ka
k gt g mastigaacutere ----------- karrigaacutere ----------
syncope 2 mast(i)gaacutere ----------- kar(r)gaacutere ----------
palatal mas(t)ğaacutere maacutes(t)čat čarğaacutere čaacuterčat
a[ gt e[ masğeacutere ----------- čarğέre ----------Čeacute[ gt Čieacute[ masğieacutere ----------- čarğieacutere ----------
masğiέr maacutesčǝθ čarğiέr čaacuterčǝθNous voyons ici un reacutesultat diffeacuterent bien connu entre les formes du paradigme
Les formes conjugueacutees accentueacutees sur la peacutenultiegraveme sont syncopeacutees en premier lieu
pour bloquer la sonorisation de la veacutelaire intervocalique La consonne veacutelaire par la
suite sonoriseacutee continue comme yod agrave son tour palataliseacute pour produire lrsquoaffriqueacutee
palatale sonore Lrsquoaffriqueacutee palatale sourde par contre devant a est produite par
la palatalisation de la veacutelaire sourde qui nrsquoest pas sonoriseacutee du fait de la syncope
deacutejagrave imposeacutee anteacuterieurement Pour expliquer les formes facirccheuses qui reacutesultent de
cette analyse il fallut recourir agrave une analogie dont la direction est varieacutee comme
nous lrsquoavons vu dans le cas de fr laver et aimer Ce nrsquoest donc que devant cet obstacle
ce reacuteseau de changements phoneacutetiques enchevecirctreacutes acceptable ou non qursquoon a eacuteteacute
obligeacute de proposer une analogie explicative Cependant crsquoest de lrsquoanalogie putative
deacuteduite de lrsquoanalyse reconstruite et ni lrsquoune ni lrsquoautre ne proviennent de la veacuterifi ca-
tion directe Autrement dit nous avons affaire agrave des exemples de nivellement paradig-
matique deacuteduits drsquoune analyse reconstruite qui manque de veacuterifi cation directe pos-
sible Il est donc impossible de savoir si lrsquoanalogie est partie de lrsquoanalyse ou si lrsquoanalyse
est le reacutesultat drsquoun nivellement paradigmatique consciemment manipuleacute Par conseacute-
quent le but de cette communication est de proposer que lrsquoanalyse de Meyer-Luumlbke
est malheureusement fautive (cf Mazzola (2013)) et qursquoil srsquoensuit que les deux cas de
nivellement analogique fondeacutes sur elle sont douteux
Comme nous lrsquoavons vu le travail de Meyer-Luumlbke fut eacutetayeacute par les exemples
de nivellement analogique rencontreacutes ailleurs dans lrsquoeacutevolution du franccedilais Mais
son interpreacutetation fut encore davantage eacutetayeacutee par les nombreux cas de syncope
attesteacutes beaucoup plus clairement en franccedilais que dans les autres langues romanes
(Cf Meyer-Luumlbke (1890-1906 287) Pirson (1909 885-886) Pope (1934 102-103)
Richter (1934 31) Straka (1953) (1956) (1970) et al) Lrsquoabondance de la syncope
est attribueacutee agrave lrsquoinfl uence germanique et citeacutee comme preuve pour lrsquoinvraisemblable
continuiteacute sans changement du latin durant les longs siegravecles avant lrsquoarriveacutee des Francs
(cf Muller (1929)) Cette perspective est amplement refl eacuteteacutee dans lrsquoanalyse de Meyer-
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Luumlbke Cependant elle fut remise en cause derniegraverement par lrsquoessai de Morin (2003)
sur lrsquoeacutechec de lrsquoanalyse agrave base de reacutegulariteacute Morin souligna le manque de succegraves de
Straka (1953) (1956) (1970) pour mener agrave bien les eacutetapes intermeacutediaires de lrsquoanalyse
traditionnelle Au cours de sa critique il souleva plusieurs problegravemes notamment
la syncope la sonorisation la diphtongaison et lrsquoapocope pour deacutemontrer au profi t
drsquoune perspective de la variation lrsquoinsuffi sance de lrsquoanalyse fondeacutee sur la reacutegulariteacute
De ce fait eacutetant donneacute lrsquoeacutechec des regravegles qui sont agrave la base des tentatives de Straka il
nous est proposeacute drsquoabandonner la reacutegulariteacute dans la mutation des sons en faveur de la
nature variationnelle du langage
2 Analyse proposeacutee
Plutocirct que drsquoabandonner la reacutegulariteacute nous avons fait une proposition alterna-
tive (Mazzola (2000) (2006) (2007) (2008) (2012) (2013)) agrave travers une perspective
reacutegleacutee par le rythme crsquoest-agrave-dire qursquoau lieu drsquoenvisager la syncope comme une carac-
teacuteristique exclusive des langues germaniques nous avons suggeacutereacute qursquoil est possible
drsquoaborder la probleacutematique agrave partir des cas syncopeacutes qursquoon trouve aussi en latin On
rencontre par exemple des mots latins syncopeacutes agrave lrsquoarborescence agrave gauche dans la
phonologie lexicale
(6)a [[juacutewɛn] + ior] rarr junior [[aacuteiwi] + [tas]] rarr aetas [[uacutewi] + [dos]] rarr udos
[[aacutewi] + [kɛps]] rarr auceps [[maacutenu] + [kɛps]] rarr manceps
aussi bien que dans la phonologie lsquosuperfi ciellersquo
(6) b [[naacutewi]ta] (Ovide) rarr nauta [[aacutewi]dus] rarr audus (latin tardif)
et dans drsquoautres exemples eacuteparpilleacutes dans le lexique
(6) c [[laacuteri]dum] rarr lardum [[soacuteli]dum] rarr soldum [[vaacuteli]de] rarr valde etc
Plutocirct que des exemples de dactyles dans une simple suite de syllabes (longue
bregraveve bregraveve) selon la repreacutesentation conventionnelle dans ces exemples nous avons
affaire agrave un trocheacutee enchacircsseacute dans le dactyle Ce mecircme pheacutenomegravene de lrsquoenchacircsse-
ment du trocheacutee peut ecirctre repreacutesenteacute en forme drsquoarbre ougrave la syllabe agrave supprimer se
preacutesente toujours du cocircteacute gauche (arborescence agrave gauche)
laridum solidum valide
[[laacute ri] dum] [[soacute li] dum] [[vaacute li] de]
Ce nrsquoest que dans la derniegravere syllabe du trocheacutee ainsi enchacircsseacutee que nous trou-
vons la cible de lrsquoeffacement en question Dans un trocheacutee simple lrsquoeffacement nrsquoest
eacutevidemment pas effectueacute par exemple [maacute nu] rarr [maacuten] il ne lrsquoest pas non plus dans
le cas de lrsquoarborescence agrave droite par exemple [na [tuacute ra]] rarr [na tuacuter] [ma [tuacute rus]]
MAZZOLA
145
rarr [ma tuacuter] Le mecircme pheacutenomegravene drsquoarborescence agrave gauche est aussi bien eacutevident
dans des formes verbales de La Guerre des Gaules (Bellum Gallicum) de Ceacutesar
(7)a [[enun]+[[tiaacutewe]rit]] gt enuntiaacuterit (1 17 6) [[ku]+[[raacutewi]sset]] gt curasset (1 19 1)
[[kon]+[[sueacutewi]sse gt consuesse (1 43 4)
(7)b enuntia(ve)rit rarr enuntiarit (1 17 6)
compara(vi)sset rarr comparasset (1 18 4)
conloca(vi)sse rarr conlocasse (1 18 6)
cura(vi)sset rarr curasset (1 19 1)
Dans ces exemples lrsquoaccent srsquoest manifestement deacuteplaceacute pour faire en sorte que la
voyelle cibleacutee soit dans un constituant dans lrsquoarborescence agrave gauche
(7)c e[[nunti]a]] + [weacuterit] rarr e[nunti] + [[aacute + we]rit] rarr enuntiarit
[[kompa]ra]] + [wiacutesset] rarr [kompa] + [[raacute + wi]sset] rarr comparasset
[[konlo]ka]] + [wiacutesse] rarr [konlo] + [[kaacute + wi]sse] rarr conlocasse
[[kura] + [wiacutesset] rarr [ku] + [[raacute + wi]sset] rarr curasset
Ce deacuteplacement de lrsquoaccent agrave gauche est deacuteclencheacute par un rythme qui dirige les syl-
labes vers une suite de constituants dont la deuxiegraveme syllabe du trocheacutee ainsi enchacircsseacute
est viseacutee comme cible pour lrsquoeffacement en question Lrsquoenvironnement de lrsquoeffacement
vocalique est donc identique agrave ce que nous avons vu dans les exemples (6)
Comme nous lrsquoavons vu lrsquoeffacement vocalique est acheveacute agrave la suite de la creacutea-
tion drsquoun nouveau trocheacutee enchacircsseacute dans un dactyle par le deacuteplacement accentuel
Cette suite [trocheacutee + nouveau trocheacutee en dactyle agrave lrsquoarborescence agrave gauche] sert
drsquoenvironnement rythmique pour le raccourcissement du mot La derniegravere voyelle du
dactyle est ainsi neacutecessairement le pivot essentiel pour que le trocheacutee du dactyle soit agrave
lrsquoarborescence agrave gauche Le jeu de cette derniegravere voyelle est donc essentiel pour fi xer
lrsquoenvironnement rythmique de lrsquoeffacement de la voyelle du trocheacutee Naturellement
sans le jeu de cette derniegravere syllabe lrsquoarborescence agrave gauche serait impossible agrave for-
muler Il faut alors en conclure que le changement morphologique est effectueacute par une
regravegle drsquoaccentuation de la phonologie suprasegmentale
Cette perspective sur le pied meacutetrique comme environnement phonologique a
deacutejagrave eacuteteacute proposeacutee (Mazzola (1999) (2000)) en contraste avec lrsquoapproche drsquoextrameacutetri-
caliteacute dans lrsquooptique du processus de angl trapping de Mester (1994) Comme on le
sait selon la theacuteorie de lrsquoextrameacutetricaliteacute certaines syllabes sont eacutecarteacutees en faveur
de lrsquooptimisation des repreacutesentations lexicales (Hayes (1985) (1987)) Mester essaie
drsquoeacutelargir lrsquoeffet de la theacuteorie en proposant que seule une syllabe bimorique ([lsquoσ σ]
[lsquoσ]) soit valable par opposition agrave deux autres possibiliteacutes (trimorique [lsquoσ σ] ou mono-
morique [lsquoσ]) Pour la syncope du latin du type aevitas rarr aetas et uvidos rarr udos
la syllabe qualifi eacutee de angl trapped entre deux syllabes bimoriques ([lsquoσ] σ [σ]) est
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situeacutee hors du fait meacutetrique Pour cette raison la syllabe est supprimeacutee Dans le cas
de la syncope du latin tardif Mester cite de maniegravere erroneacutee lat tabulam plutocirct qursquoun
exemple mieux approprieacute comme lat fabulam pour la repreacutesentation trimorique
[[lsquoσ σ]ltσgt] afi n de deacutemontrer que puisque la quantiteacute vocalique nrsquoest plus pertinente
en latin tardif [[lsquoσ σ]ltσgt] est rendu bimorique [[lsquoσ σ]ltσgt] ce qui est illustreacute par
lat calidam Agrave la suite de ce proceacutedeacute nous avons un trocheacutee bimorique suivi drsquoune
voyelle extrameacutetrique Agrave travers cette perspective nous voyons que crsquoest la deuxiegraveme
syllable du trocheacutee bimorique qui est supprimeacutee par exemple [[faacute bu] ltlagt] au lieu
de la syllabe inaccentueacutee drsquoun trocheacutee trimorique par exemple [[faacute bu] ltlagt] Par la
mise en extrameacutetricaliteacute de la derniegravere voyelle des dactyles lrsquoarborescence du pied
meacutetrique ne rentre pas en jeu de sorte que le radical lexical du mot est favoriseacute aux
deacutepens de la repreacutesentation phonologique
Cependant bien des cas ne soutiennent pas le proceacutedeacute proposeacute par cette perspec-
tive On peut citer des exemples de redoublement consonantique en italien preacuteciseacute-
ment dans le constituant trochaiumlque agrave lrsquoarborescense de gauche par exemple pele-grinum gt [[pegravelle] [griacutenum]] pellegrino femina gt [[feacutemmi] na] femmina (pour une
discussion plus deacutetailleacutee voir Mazzola ibid) Mais ce qui est encore plus important
lrsquoapproche du angl trapping est aussi contredite par lrsquoeacutevolution de certains doublets
en franccedilais eacutevidemment par des voies diverses Comme nous le voyons dans la deacuteri-
vation de lrsquoexemple (7d) le proceacutedeacute alternatif proposeacute ci-dessus est fortement appuyeacute
par la double eacutevolution des mecircmes mots Ainsi trouvons-nous le reacutesultat continuel et
original (sonorisation rarr affaiblissement rarr raccourcissement) comme on lrsquoa pro-
poseacute (par exemple fr diaule seule taule reule) par opposition au reacutesultat des mots
latins reacuteintroduits bien plus tard sans doute durant les reacuteformes carolingiennes (par
exemple fr diable siegravecle table regravegle) Ceux-ci sont des exemples clairs drsquoun deacutevelop-
pement posteacuterieur entiegraverement distinct (emprunt rarr diphtongaison rarr syncope) abou-
tissant agrave des reacutesultats diffeacuterents qui ont remplaceacute les formes drsquoorigine La deacuterivation
qui suit sert drsquoillustration au changement historique des doublets preacutesenteacute ci-dessus
(7)d diaacutebolu sέkulu taacutebula rέgula ------ ------- ------ ------
Sonorisation ------- sέgulu ------- ------- ------- ------ ------
Affaiblissement diaacutewolu sέwulu taacutewula rέwula ------- ------- ------- ------
Racourcissement diaacutewlǝ sέwlǝ taacutewlǝ rέwlǝ ------- ------- ------- ------
Emprunt -------- -------- ------ ------ diaacutebolu sέkulu taacuteblǝ rέglǝ
Diphtongaison -------- -------- ------ ------ ------- siέkulu ------ ------
Syncope -------- -------- ------ ------ djaacuteblǝ sjέklǝ taacuteblǝ rέglǝ
diaule seule taule reule diable siegravecle table regravegle
MAZZOLA
147
Les mots fr diaule et seule sont attesteacutes dans la Cantilegravene de Ste Eulalie fr reule
est la source du mot rule en anglais et fr taule mot patois se retrouve en franccedilais
moderne sous la forme tocircle
Nous pourrions appliquer les proceacutedeacutes ainsi illustreacutes aux cas drsquoanalogie des
paroxytons de Meyer-Luumlbke que nous avons vus tels que
(8) a [[kagraverri] + [kaacutere]] [[magravesti] + [kaacutere]] [[magravendu] + [kaacutere]]
c-agrave-d des suites de deux trocheacutees dont le premier est sur la gauche de lrsquoarbre meacutetrique
et donc conforme au rythme souhaiteacute de lrsquoeffacement de la voyelle cibleacutee Pour ce qui
est des proparoxytons
(8) b [[kaacuterri] kat] [[maacutesti] kat] [[maacutendu] kat]
nous avons deux dactyles Dans le cas de manducat nous voyons que lrsquoaccent tombe
sur la peacutenultiegraveme en latin classique Cependant en supposant le deacuteplacement de lrsquoac-
cent agrave gauche comme nous lrsquoavons vu en (7c) nous voyons le verbe se ranger aiseacutement
dans un dactyle [[maacutendu] + [kat]] Ceci fait les trois exemples preacutesentent tous lrsquoenvi-
ronnement pour lrsquoeffacement de la voyelle comme nous lrsquoavons vu plus haut pour le
latin Pour la deacuterivation du franccedilais il est seulement neacutecessaire de supposer drsquoabord
deux eacutetapes drsquoaffaiblissement de la sourde de tregraves bonne heure (voir (9))
(9) karrikaacutere kaacuterrikat mastikaacutere maacutestikat mandukaacutere maacutendukat
k gt g karri gaacutere kaacuterri gat masti gaacutere maacutesti gat mandu gaacutere maacutendu gat
g gt j karri jaacutere kaacuterri jat masti jaacutere maacutesti jat mandu jaacutere maacutendu jat
V gt Oslash karr(i) jaacutere kaacuterr(i) jat mast(i) jaacutere maacutest(i) jat mand(u) jaacutere maacutend(u) jat
j gt Č čarğiέr čaacuterğǝθ mas(t) čiέr maacutes(t) čǝθ manğiέr maacutenğәθApregraves lrsquoeffacement de la voyelle fi nale du trocheacutee de gauche nous avons la palata-
lisation du yod si caracteacuteristique du gallo-roman Lrsquoaffriqueacutee palatale qui en reacutesulte
est sonore apregraves une consonne sonore et sourde apregraves une consonne sourde (voir aussi
pέdika gt pέdiga gt pέdija gt piέdja gt piέğә piegravege) Ceci fait il nrsquoy a aucun besoin drsquoajus-
ter la deacuterivation des formes au moyen drsquoun nivellement paradigmatique Nous avons
appeleacute les reacutesultats des changements reacuteguliers des lsquovariantes structuralesrsquo (cf Mazzola
(2013)) pour les distinguer des emprunts proposeacutes dans la liste de lrsquoexemple (10)
(10) vindicare gt venger rarr (re)vencher
collocare gt couger rarr coucher
caballicare gt chevauger rarr chevaucher
pendicare gt penger rarr pencher
pertica gt perge rarr perche
porticu gt porge rarr porche
granica gt grange rarr granche
basilica gt basoge rarr basoche
manica gt mange rarr manche
manicu gt mange rarr manche
CILPR 2013 ndash SECTION 2
148
Les exceptions que nous trouvons sont les affriqueacutees sourdes qui surviennent
apregraves les consonnes sonores On ne rencontre notamment pas drsquoexemples ougrave une
consonne sourde + yod donne une affriqueacutee sonore La preacutefeacuterence pour lrsquoassourdis-
sement de lrsquoaffriqueacutee dans ces cas trouve son origine en toute probabiliteacute dans la pro-
nonciation germanique (cf Mazzola (2008) (2012) (2013)) Crsquoest donc ici que nous
rencontrons lrsquoinfl uence des Francs plutocirct que dans une syncope agrave lrsquoorigine Pour cette
raison nous avons appeleacute ces exceptions des lsquovariantes socialesrsquo (cf Mazzola (2013))
des emprunts au franco-roman qui greffeacutes sur la couleacutee linguistique gallo-romane
ressemblent beaucoup agrave la diffusion lexicale de Wang Ce sont donc des emprunts
mais non des emprunts drsquoun son puisque le son existe deacutejagrave en gallo-roman Ce sont
plutocirct des emprunts de mots individuels qui ne diffegraverent que par quelques traits dis-
tinctifs Labov nous aide agrave mettre en perspective ce pheacutenomegravene
(11) Lexical diffusion is the result of the abrupt substitution of one phoneme for another in words that contain that phoneme The older and newer forms of the word will usually differ by several phonetic features This process is most characteristic of the late stages of an internal change that has been differentiated by lexical and grammatical conditioning or has developed a high degree of social awareness or of borrowings from other systems (ldquochange from aboverdquo) (Labov (1994 542))
Agrave cocircteacute donc des lsquovariantes structuralesrsquo des exemples de changements reacuteguliers
nous avons des lsquovariantes socialesrsquo qui ne repreacutesentent pas le remplacement drsquoun son
par un autre mais plutocirct le remplacement drsquoun mot par un autre Drsquoapregraves la citation
de Labov nous aurions affaire agrave des emprunts extrasysteacutematiques diffuseacutes comme
reacutesultats drsquoune prise de conscience drsquoun niveau linguistique et social privileacutegieacute Au
cours de ce proceacutedeacute il srsquoagirait donc drsquoune modaliteacute eacutegalement valable quoique seacutepa-
reacutee de la modaliteacute reacuteguliegravere
Conclusion
Le but de cette communication a eacuteteacute de proposer que la maniegravere de fi xer lrsquohis-
toire drsquoune langue est plus sucircre si le linguiste est plus fi degravele aux donneacutees linguistiques
qursquoengageacute politiquement ou socialement Pour en arriver lagrave il nous a fallu mettre en
valeur le rocircle de la structure phonologique (a) rythmique deacuteclencheacutee par le trocheacutee
agrave lrsquoarborescence agrave gauche et (b) segmentale qui srsquoapplique aussi bien aux paroxytons
mandukaacutere gt mandugaacutere gt manduyaacutere gt mandyaacutere gt manğaacutere gt manğiέr qursquoaux pro-
paroxytons maacutendukat gt maacutendugat gt maacutenduyat gt maacutendyat gt maacutenğǝθ Lrsquoanalogie
produite par lrsquoanalyse conventionnelle a eacuteteacute par-lagrave examineacutee et eacutecarteacutee par une ana-
lyse entiegraverement phonologique plutocirct que soutenue par une morphologie consciem-
ment manipuleacutee Crsquoest agrave partir de lrsquoanalyse phonologique motiveacutee par lrsquoaction ryth-
mique qursquoon a pu mettre de cocircteacute lrsquoanalyse qui va de lrsquoideacutee vers la forme de lrsquoanalogie
preacuteconccedilue agrave la forme phonologique putative pour justifi er agrave son tour lrsquoanalogie preacute-
conccedilue Cette insistance sur un nivellement paradigmatique putatif a servi drsquooutil plus
politique et social que linguistique et culturel (cf Mazzola (2013))
MAZZOLA
149
Parce que nous sommes attacheacute aux seules donneacutees linguistiques nous avons proposeacute
de remplacer le nivellement analogique par une analyse rythmique
Universiteacute de Northern Illinois Michael L MAZZOLA
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Cicli di pragmaticalizzazione tra latino e lingue romanze
la formazione di marcatori interazionali
1 Introduzione
Questo contributo1 egrave dedicato ad alcune forme verbali che in diverse lingue acqui-
siscono progressivamente una funzione pragmatica e procedurale ovvero diventano
segnali funzionali Gli elementi a carattere procedurale si distinguono dalle forme
con signifi cato proposizionale che codifi cano concetti Quando una forma assume
carattere procedurale talvolta presenta diffi coltagrave interpretative soprattutto quando
manca il contesto orale che ne egrave la cornice naturale
I segnali funzionali rappresentano risorse strategiche comunemente usate dai par-
lanti negli scambi comunicativi e il loro uso permette di individuare alcune macrofun-
zioni piugrave o meno orientate al contesto di discorso o di interazione Diversi approcci
hanno prodotto molte defi nizioni spesso tra loro sovrapposte2 La Tabella 1 propone
una classifi cazione funzionale elaborata sulla base di alcuni parametri presentati in
precedenza3
Tabella 1 - Macrofunzioni e tipi di segnali funzionali
Macrofunzioni Tipi di segnali
(a) coesione e coerenza testuale e discorsiva che implica la
pianifi cazione e la gestione del discorso in quanto testo
segnalimarcatori
discorsivi
(b) coesione sociale che si riferisce allrsquointerazione tra i parte-
cipanti e allrsquoidentitagrave sociale dei parlanti
(c) atteggiamento personale che si riferisce alla prospettiva
del parlante verso il discorso e verso il suo interlocutore
segnali marcatori
pragmatici
1 Questo articolo egrave un prodotto della ricerca PRIN laquoRappresentazioni linguistiche dellrsquoiden-titagrave Modelli sociolinguistici e linguistica storicaraquo coordinata da me (PRIN 20102011 prot 2010HXPFF2 fi nanziato dal MIUR) Per informazioni sul progetto e i suoi prodotti cfr ltwwwmedilingeugt
2 Si vedano tra tanti lo studio pionieristico di Schiffrin (1987) poi Jucker Ziv (1998) Fraser (1996) Aijmer (2002) Dostie (2004) Fischer (2006)
3 Da diverso tempo un gruppo di lavoro di cui chi scrive fa parte studia questo tema con riferimento sia agli aspetti teorici che a singole lingue (cfr i lavori di Ghezzi e di Molinelli di seguito citati)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
152
Macrofunzioni Tipi di segnali
(d) contesto interazionale che esplicita il legame tra parlante interlocutore e contesto
segnali marcatori con-
testuali
Come la tabella rappresenta assolvono la macrofunzione di coesione e coerenza
testuale e discorsiva i segnali che sono orientati al discorso o al testo Sono utilizzati
per organizzare e gestire testi come allrsquoes (1) in cui lat ergo riprende il tema dopo
una digressione o i turni conversazionali come per lrsquoit allora es (2) con cui il par-
lante prende la parola
(1) lat tres viae sunt ad Mutinam ndash quo festinat animus ut quam primum illud pignus liber-tatis populi Romani D Brutum aspicere possim cuius in complexu libenter extremum vitae spiritum ediderim cum omnes actiones horum omnes sententiae meae pervenerint ad eum qui mihi fuit propositus exitum tres ergo ut dixi viae a supero mari Flaminia ab infero Aurelia media Cassia (Cic Phil 12 9 22)4
ldquoTre sono le vie per Modena ndash [hellip] Tre dunque come ho detto sono le strade dal mare
Adriatico la Flaminia dal Tirreno lrsquoAurelia e quella di mezzo egrave la Cassiardquo
(2) it allora son partita cosirsquo la mattina ersquo sempre tragico arrivare a scuola (LIP FA2)
La classe dei segnali pragmatici o interazionali egrave costituita dai marcatori che
sottolineano la relazione tra parlante e interlocutore Tali marcatori possono essere
orientati sul parlante esprimendo sul piano funzionale lrsquoatteggiamento personale o
sullrsquointerlocutore assolvendo alla macrofunzione di coesione sociale
I segnali orientati al parlante servono a negoziare o introdurre i punti di vista e
lrsquoatteggiamento del parlante Egrave questo ad esempio il caso di alcuni usi parentetici di
verbi epistemici come it penso fr je crois sp yo creo negli esempi (3-5)
(3) it allora cioersquo praticamente si svilupperebbe cosirsquo penso io (LIP FC3)
(4) fr lui deacuteclara (je crois) que son mari eacutetait un imbeacutecile (Audin Une vie bregraveve Frantext)
(5) sp La respuesta es - yo creo - crear equilibrio y armonia (Spanish web corpus Sketch
Engine)
I segnali orientati allrsquointerlocutore servono invece ad esplicitare la relazione con
lrsquointerlocutore o a richiamarne lrsquoattenzione sul parlante o su elementi dellrsquointerazione
come egrave il caso ad esempio dei segnali allocutivi di richiamo derivati dai verbi di per-
cezione visiva guardare e mirar negli esempi (6) e (7) Questo gruppo di segnali puograve
inoltre essere utilizzato per stabilire e mantenere relazioni sociali come per il lat
quaeso amabo5 negli esempi (8) e (9) per lrsquoit prego il rumeno mă rog il fr srsquoil vous plaicirct negli esempi da (10) a (12)
4 In questo contributo egrave fornita la traduzione degli esempi latini o di quelli di interpretazione complessa Ringrazio di cuore Luis Unceta Goacutemez e Mihaela Popescu preziosi consulenti per spagnolo e rumeno
5 Il lat amabo egrave una formula di preghiera tra le piugrave comuni Cfr anche Hofmann (19852 281sqq)
MOLINELLI
153
(6) it Guarda io mi sono informato oggi (LIP MB30)
(7) sp Mira a los 48 antildeos sabes ya muy bien quieacuten te va a querer y quieacuten no (Spanish web corpus Sketch Engine)
(8) lat tu quaeso cogita (Cic Att 9 17 2)
ldquoPer favore pensardquo
(9) lat Amabo accurrite ne se interemat (Plaut Cist 645)
ldquoPer favore accorrete percheacute non si uccidardquo
(10) it Prego si accomodi (LIP NA9)
(11) rum Atunci ndash zic eu ndash mă rog ţie nu mă lăsa ştiu că pot conta pe amiciţia (Caragiale
Momente 273 Livescu (2014))
ldquoAllora ndash io dico ndash ti prego non deludermi So di poter contare sulla tua amiciziardquo
(12) fr un cafeacute parisien srsquoil vous plaicirct demande mon pegravere (Fellous Avenue de France Fran-
text)
Infi ne alcuni elementi fungono da segnali contestuali quando servono ad esplici-
tare il legame tra parlante interlocutore e contesto deittico ad esempio con valore
mirativo come nel caso del lat ecce it ecco torsquo fr voilagrave negli esempi da (13) a (15)
(13) lat Ecce autem uxor obuiamst (Plaut Cas 969)
ldquoecco qua mia moglie che mi sbarra la stradardquo
(14) it Ecco il signore col quale dovete essere pronta di fare i pugni (Svevo La coscienza di Zeno cap VI)
(15) it torsquo la contessa Ortensia (Butti Fiamme nellrsquoombra 21)
Ciograve che accomuna i segnali funzionali egrave la realizzazione di una funzione prag-
matica a partire da elementi diversi (verbi avverbi congiunzioni o espressioni) Ci
concentriamo qui sui segnali interazionali poicheacute spesso hanno come caratteristica
comune lrsquoorigine deverbale
In diverse lingue i segnali interazionali sviluppano nuovi valori pragmatici in con-
testi dialogici seguendo percorsi ricorrenti ciclici e coerenti a livello interlinguistico
Questo succede percheacute i parlanti co-optano e ri-defi niscono lrsquouso di un termine nel
caso specifi co lrsquouso di una forma verbale a livello pragmatico6 In altre parole per
raggiungere i loro scopi interazionali i parlanti usano risorse linguistiche sfruttando
alcune sfumature di signifi cato di un termine allrsquointerno del contesto interazionale
Frequentemente questi sviluppi danno origine a processi di pragmaticalizzazione
ciclici diacronicamente diffusi e stabili che condividono molte caratteristiche con
percorsi di arricchimento pragmatico ampiamente noti come la riorganizzazione
strutturale del sistema della negazione nelle lingue romanze (Jespersen (1917))7 Il carattere ciclico dei processi implicati costituisce la lsquomeccanicarsquo del mutamento
pragmatico poicheacute evidenzia i processi e le cause che sono alla base di diversi per-
corsi di pragmaticalizzazione Qui si esemplifi cheragrave il ciclo di pragmaticalizzazione
6 Cfr Traugott Dasher (2002) Kaltenboumlck et alii (2011)7 Per approfondimenti ed esemplifi cazioni relativi ai cicli di pragmaticalizzazione cfr
Ghezzi Molinelli (2012) Molinelli (2010) e Hansen (2014)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
154
di alcuni marcatori interazionali di cortesia (MIC) che a partire dal latino quaeso ha
dato origine ad it prego fr je vous en prie rum mă rog
Questi processi interagiscono con lsquomeccanismirsquo del mutamento pragmatico
ovvero con le proprietagrave morfosintattiche delle strutture che sono alla base dei MIC
nel caso specifi co verbi performativi che hanno favorito i percorsi di pragmaticaliz-
zazione
In questo lavoro si analizza il carattere ciclico dei processi (la meccanica) mentre
si rimanda a Ghezzi (in stampa) per lrsquoesplicitazione dei meccanismi cioegrave delle pro-
prietagrave morfosintattiche dei verbi performativi di origine
Si esemplifi ca qui il carattere ciclico della formazione di segnali funzionali attra-
verso lrsquoanalisi dello sviluppo di MIC con valore richiestivo
Questo gruppo di MIC in genere ha la funzione pragmatica di favorire la coe-
sione sociale percheacute codifi ca
(a) le caratteristiche della relazione tra parlante e interlocutore
(b) la loro identitagrave sociale (il loro grado di potere e di distanza sociale allrsquointerno del contesto
comunicativo)
(c) il tipo di atto linguistico realizzato (una richiesta o unrsquoofferta)
Questi segnali sono dunque ancorati al contesto storico-sociale e alle norme socio-
culturali che lo caratterizzano Ogni atto linguistico infatti egrave anche un atto di iden-
titagrave (Le Page Tabouret-Keller (1985 315)) attraverso il quale il parlante colloca se
stesso e gli altri nello spazio sociale attraverso aspetti linguistici e pragmatici regole
di interazione sociale convenzioni socio-culturali in base ai quali un comportamento
ottiene un giudizio di appropriatezza
La considerazione globale di questi aspetti che costituisce lrsquolaquoetichetta comuni-
cativaraquo guida il parlante nelle sue scelte comunicative e lrsquoaspetto piugrave visibile di questa
applicazione egrave costituito dal sistema della cortesia (politeness cfr Brown Levinson
(1987))
Lrsquoetichetta comunicativa opera quindi nel contratto conversazionale tra i parlanti
nel singolo contesto comunicativo che varia al variare del contratto conversazionale
(laquorelativitagrave comunicativaraquo) Parallelamente varia in base al contesto socioculturale
che si differenzia tra culture ma anche in relazione al periodo storico di riferimento
nella medesima cultura (laquorelativitagrave socioculturaleraquo Blum-Kulka (1992))
Come esempio prendiamo qui in esame alcuni MIC in latino italiano rumeno e
francese In quanto MIC questi verbi mitigano la forza illocutiva di una richiesta e
hanno quindi una funzione coesiva a livello sociale analizzando dialoghi parlati o
scritti questi MIC tipicamente si riscontrano in atti potenzialmente minacciosi della
faccia come gli ordini e le richieste
In particolare il confronto interlinguistico tra latino e lingue romanze permetteragrave
ora di evidenziare alcuni processi simili di sviluppi funzionali il cui punto di partenza
egrave un verbo performativo e il punto drsquoarrivo egrave un MIC
MOLINELLI
155
2 I marcatori di cortesia da verbi performativi
Un verbo performativo quando diventa MIC ha la funzione di
(a) asserire la sinceritagrave del parlante (Busse (2002))
(b) indicizzare la deissi sociale poicheacute rifl ette la negoziazione del parlante dei bisogni dellrsquoin-
terlocutore anche sulla base del contesto storico-culturale di riferimento e conseguen-
temente delle nozioni di faccia positiva e negativa (cfr Brown Levinson (1987) Trau-
gott Dasher (2002) Held (2005))
(c) costituire una mossa di supporto con cui attenuare o mitigare una richiesta (cfr Ghezzi in stampa Culpeper Archer (2008 73-76) sullrsquoingl pray)
Tali proprietagrave costituiscono meccanismi fondamentali che favoriscono lrsquoavvio di
percorsi di pragmaticalizzazione Per le lingue qui in esame egrave possibile ricostruire
diverse fasi nello sviluppo dei MIC a partire dal valore performativo del verbo origi-
nario
Il punto di partenza latino egrave costituito da una coppia di verbi performativi (rogo
vs quaesoquaero a cui si aggiunge una terza forma precor per quanto meno atte-
stata) Uno di questi verbi egrave anche specializzato pragmaticamente come MIC giagrave nel
latino di Plauto quaeso
(16) Hoc quod te rogo responde quaeso (Plaut Merc 214)
ldquoRispondi a ciograve che ti chiedo per favorerdquo
(17) At ego patriam te rogo quae sit (Plaut Persa 635) ldquoMa ti chiedo qual egrave il tuo Paeserdquo
(18) tela precor pueri promite acuta magis (Prop 2 9 37)
ldquoVi prego fanciulli scagliate dardi piugrave acutirdquo
La coppia di temi quaes-rog- produce tre forme di cui una quaeso prevalente-
mente fossilizzata e solo di valenza interazionale lrsquoaltra quaero forma verbale con
paradigma ad alta produttivitagrave senza valenza pragmatica la terza rogo con entrambe
le possibilitagrave8 Questa situazione puograve essere raffi gurata con lo Schema 1 sottostante
Schema 1 - Sviluppi funzionali in latino
Il verbo quaerere con il signifi cato di ldquochiedere cercarerdquo a sua volta dagrave origine a
verbi romanzi con signifi cati diversi (it chiedere fr queacuterir spport querer rum a cere) nessuno dei quali perograve mantiene la funzione pragmatica latina
8 Cfr Molinelli (2010) e Ghezzi Molinelli (2012)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
156
Le evoluzioni pragmatiche delle forme latine nelle diverse lingue romanze sono
rappresentate nello Schema 2 Il valore di MIC del lat quaeso (in ovale nello schema)
si perde nelle lingue romanze
Schema 2 - Sviluppi pragmatici dei verbi performativi latini
quaeso rogo precor (gli ovali indicano i MIC)
In rumeno il valore di cortesia egrave assunto dal verbo di origine latina rogo attra-
verso lrsquoespressione formulaica vămă rog invece in italiano e in francese un altro
verbo performativo scarsamente attestato in latino (precor) assume il valore di MIC
(it prego fr je vous en prie)
Lrsquoesito romanzo dei tre verbi performativi latini non esaurisce le strategie pragma-
tiche per veicolare la cortesia ad esempio in francese coesistono le formule je tevous en prie e srsquoil tevous plaicirct entrambe originatesi da frasi mentre altre lingue (spagnolo
e portoghese) hanno progressivamente privilegiato strategie diverse attraverso lrsquouti-
lizzo di perifrasi nominali (ad es lo sp por favor) Lrsquoitaliano stesso ha entrambe le
possibilitagrave (prego e per favore) cfr es (19)
(19) a) rom Icircmi citeşti o poveste te rog
b) fr Srsquoil te plaicirct lis-moi une histoire
Tais-toi je trsquoen prie
c) sp Lee una historia por favor d) it Leggimi una favola per favoreti prego
Interessante al riguardo egrave il francese contemporaneo in cui coesistono anche se
non sempre con funzioni sovrapponibili le due varianti deverbali da plaire e prier
rispettivamente cfr es (20) e (21)
(20) Hilda Srsquoil te plaicirct Ne sois pas mon ennemie (Sartre Le diable et le bon dieu II 6 IV
Frantext)
(21) Rentrons chez nous disait-elle agrave Raymond je trsquoen prie (Garat Pense agrave demain Fran-
text)
MOLINELLI
157
Unrsquoindagine campione su opere teatrali del 1500 e del 1900 nel corpus Frantext
evidenzia una diminuzione di frequenza dei marcatori derivati da prier ed un aumento
di quelli aventi come base plaire9 (cfr Tabella 2)
Tabella 2 - Occorrenze e frequenze dei MIC derivati da plaire e prier in francese
MIC da plaire MIC da prier
occorrenze frnr10 occorrenze frnr10
1500 31 39 185 235
1900 89 109 101 124
3 I contesti drsquouso dei verbi
Lrsquoevoluzione dei contesti sintattici drsquouso delle forme qui prese in esame rifl ette
lrsquoevoluzione pragmatica dei MIC appena accennata
Nellrsquoacquisizione di valore pragmatico egrave importante sottolineare che i verbi per-
formativi considerati divengono progressivamente parentetici (Ghezzi Molinelli
(2012) Thompson Mulac (1991) sui verbi epistemici)
Per il latino lrsquoitaliano il francese e il rumeno egrave possibile ricostruire percorsi
paralleli in cui il verbo drsquoorigine passa dallrsquoessere predicato reggente di una subordi-
nata argomentale allrsquoavere un minor grado di legame sintattico con la proposizione
seguente allrsquouso parentetico Dal punto di vista del legame sintattico tra i due blocchi
si passa dunque dalla subordinazione alla coordinazione alla perdita di valore pre-
posizionale del MIC
Latino - quaeso
quaeso ut (es 22) quaeso + congiuntivo (es 23) gt
quaeso + imperativo (es 24) gt
quaeso (es 25)
(22) Blepharo quaeso ut aduocatus mihi adsis neue abeas (Plaut Amph 1037)
ldquoBelfarone (ti) prego di assistermi come avvocato e di non andartenerdquo
(23) quaeso videas ut satis honestum nobis sit eas Romae esse (Cic Att 7 14)
ldquoTi prego guarda che [hellip]rdquo (24) Hoc quod te rogo responde quaeso (Plaut Merc 214)
ldquoRispondi a ciograve che ti chiedo per favorerdquo
(25) haec cum inter gemitus lacrimasque fudissem detersit ille pallio vultum et ldquoquaesordquo inquit ldquoEncolpi fi dem memoriae tuae appellordquo (Petron 91 8)
9 Per il verbo plaire oltre alla voce plaicirct si sono considerate anche le forme plaise e pleirot10 Frequenza normalizzata per 100000 parole
CILPR 2013 ndash SECTION 2
158
ldquoE dopo aver pronunciato quelle parole in un profl uvio di gemiti e lacrime lui mi asciugograve
la faccia col mantello e disse ldquoPer favore Encolpio mi affi do alla tua memoriardquo
Italiano - prego
(io) tivi prego che (es 26) (io) tivi prego di (es 27) gt
ti vi La prego + imperativo (es 28) gt
prego (es 29 e 30)
(26) Io vi priego che voi il pigliate (Boccaccio Decameron II 1)
(27) Pregovi per tutte le sacre leggi drsquoamicizia e drsquo amore di non tradirmi (Goldoni Il servi-tore di due padroni I 20)
(28) Non glielo dite vi prego (Goldoni I puntigli domestici II 17)
(29) Alzate le mani gli astenuti prego (LIP MC)
(30) Grazie
Prego di niente
Francese - prier (Rickard (1982))
Je vous prie que + congiuntivo (es 31)gt
Je vous prie (deagrave) + infi nito (dal 1650) (es 32) gt
Je vous priesje trsquoen prie + imperativo (es 33) gt
Je vous priesje trsquoen prie (es 34)
(31) Je vos pri que vos me diez qui vos estes (La Queste del Saint Graal ed Pauphilet p 260
1115-16)
(32) Je vous prie de bien celler ce conseil (Livre du chevalier de la Tour Landry p 280)
(33) Je te prie laisse le en paix et me sers et je trsquoen sauray moult bon greacute (Froissart Chroni-ques Paris ms fr 2656 (80 v) 3-46)
(34) Horton laisse moy dormir je trsquoen prie (Froissart Chroniques Paris ms fr 2659 (64 v)
3-46)
Rumeno ndash a ruga
Vă Te rog să + congiuntivo (es 35)gt
Vămă rog + imperativo (es 36) gt
Măvă rog (es 37)
(35) Și rog și pre domnia voastră pre cari vă va dărui Dumnezeu cu domnia Țării Rumănești icircn urma noastră ori de veți hi de roada pacircntecelui nostru ori dintr-alt neam să nu călcați nici să stricați această pomeană a domniii mele ce o am făcut spre mare folos
lăcuitorilor Țării Rumănești[] (Hrisov Cacircmpulung 1669)
ldquoE domando a voi a cui il Signore faragrave dono dopo di noi del regno di Valacchia - che
siate o meno del nostro stesso sangue - di non togliere o danneggiare tutto ciograve che io ho
fatto di bene agli abitanti della Valacchiardquo
(36) Vină mă rog mai degrabă adăogă călăreţul (Urechia Coliba 96)
ldquoVenite prego il cavaliere aggiunserdquo
(37) Pe cine căutaţi mă rog domniilor voastre (Sadoveanu Fraţii Jderi 260)
ldquoChi cercate vi prego gentile signorerdquo
MOLINELLI
159
Osservando i percorsi di pragmaticalizzazione delle lingue qui analizzate egrave possi-
bile proporre alcune considerazioniNelle lingue in esame il verbo ha inizialmente diverse possibilitagrave sintattiche a
partire dallrsquoavere come argomento una subordinata esplicita introdotta da una con-
giunzione La struttura parattattica alternativa senza marca favorisce lo sviluppo
parentetico la cancellazione del complemento oggetto (tipicamente un pronome) egrave
possibile poicheacute coincide con il destinatario e diventa ridondante con lrsquoimperativoLrsquoaumento di frequenza del verbo con funzione parentetica nella periferia destra o
in posizione intermedia occorre tipicamente in un contesto volitivo11 che rappresenta
un importante contesto di transizione (anche contesto critico o contesto ponte) per lo
sviluppo della funzione pragmatica
Se per le lingue qui considerate il verbo nella periferia sinistra puograve ancora essere
interpretato come performativo nella periferia destra o in posizione intermedia ha
invece una chiara funzione parentetica di cortesia in questo caso potragrave essere inter-
pretato come una formula che attenua lrsquoimperativo ed esprime in modo saliente defe-
renza verso lrsquointerlocutore assumendo quindi valori intersoggettivi In tali contesti il
grado di forza illocutiva dellrsquoatto direttivo diminuisce gli elementi non verbali diven-
tano rilevanti e lrsquoatto puograve essere suddiviso in due nuclei pragmatici il primo che
contiene il verbo non piugrave interpretabile come performativo ma come parentetico con
funzione attenuativa il secondo che porta il carico della struttura informativaI verbi performativi latini e romanzi qui analizzati sono stati sottoposti a pro-
cessi di opacizzazione semantica progressiva fi ssazione morfosintattica del verbo
alla prima persona del presente indicativo rafforzamento delle funzioni pragma-
tiche e loro routinizzazione gli originari performativi sono diventati MIC grazie ad
uno sviluppo intrecciato di fattori di tipo sintattico e pragmatico indipendente dalla
struttura sintattica caratterizzante ciascuna lingua lrsquooriginario predicato si specia-
lizza nellrsquoassolvere solo un ruolo pragmatico di tipo interpersonale perde il suo ruolo
dal punto di vista morfosintattico e il suo contenuto proposizionale Di conseguenza
la frase originariamente subordinata acquisisce indipendenza sintattica e maggiore
importanza in termini di struttura informativa come risultato di una diminuzione del
legame morfosintattico con il contenuto informativo nella prima parte
4 In conclusione
Lrsquoanalisi della relazione tra meccanica e meccanismi del mutamento pragmatico
nella formazione dei MIC utilizzati per fare una richiesta considerando in partico-
lare latino italiano francese e rumeno ha evidenziato alcuni aspetti interessanti
I verbi che in latino hanno acquisito una funzione pragmatica come MIC (lat
quaeso amabo) non vengono ereditati dalle lingue romanze dove si formano MIC
11 Per il latino le completive non introdotte da ut per le altre lingue lrsquoimperativo cfr Molinelli Rizzi (1993)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
160
originati da predicati e sintagmi diversi con signifi cato analogo (in it prego fr je vous en prie rum vă rog) oppure diverso (fr srsquoil vous plaicirct it per favore) Il performativo
rogo spesso alternativo a quaeso pur non completando in latino il percorso di prag-
maticalizzazione rimane soltanto in rumeno
In modo del tutto simile a quanto descritto da Jespersen (1917) in relazione ai cicli
della negazione questi che defi niamo cicli di pragmaticalizzazione rappresentano
processi ricorrenti produttivi e iterativi alla base della lsquomeccanicarsquo del mutamento
pragmaticoQuesti sviluppi funzionali a livello pragmatico correlano con alcuni lsquomeccanismirsquo
e mutamenti a livello formale Come si egrave dimostrato per le lingue qui prese in esame
nelle fasi iniziali il processo di pragmaticalizzazione egrave favorito da alcune proprietagrave
semantiche e pragmatiche delle fonti dei MIC (ad es il valore performativo dei verbi)
mentre in fasi successive il processo viene rinforzato da due fenomeni lrsquoaumento nella
libertagrave sintattica del verbo originario rispetto alla struttura della frase e la fi ssazione
della forma
I mutamenti sociali e culturali che caratterizzano il contesto linguistico di rife-
rimento hanno certamente un ruolo in questi cicli di pragmaticalizzazione Lrsquoevolu-
zione del sistema francese egrave un esempio interessante il fr je vous (en) prie egrave ancora
frequente come MIC ma la variante concorrente srsquoil vous plaicirct sembra essersi impo-
sta Un simile sviluppo egrave stato analizzato in alcuni studi sullrsquoinglese in cui pray egrave stato
progressivamente sostituito da please probabilmente proprio per contatto dal fran-
cese (Lutzky - Demmen (2013) Akimoto (2000 79) Traugott Dasher (2002 255))
Busse (2002 31) spiega questo sviluppo sulla base di un cambiamento nelle strate-
gie legate alla cortesia e sostiene che laquoa shift in polite requests has taken place from
requests that assert the sincerity of the speaker (I pray you beseech you etc) to those
that question the willingness of the listener to perform the request (please)raquo Questo
farebbe pensare ad una sostituzione di un marcatore orientato al parlante (je vous en prie) ad un marcatore orientato allrsquointerlocutore (srsquoil vous plaicirct) che ben rappresenta
un mutamento generalizzato da cortesia positiva a negativa
A tal proposito Bax (2010 67) afferma
[t]he current preoccupation with other-face differs materially from historically earlier
conceptions Not only is [hellip] early modern politeness display primarily a device for self-pres-
entation and self-assertion (with a degree of recognition or enhancement of the addresseersquos
face as a side effect at best) there is every appearance that earlier on during the medieval
millennium minding onersquos manners was also generally motivated by lsquoselfi shrsquo reasons
I segnali interazionali una volta di piugrave mostrano la rilevanza della nozione di
lsquovalorersquo di saussuriana memoria poicheacute un elemento acquisisce valore (signifi cato
norme drsquouso) solo allrsquointerno del contesto anche extralinguistico in cui egrave usato
Universitagrave di Bergamo Piera MOLINELLI
MOLINELLI
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Latinum Circa Romanccedilum1
Eacutetude sur la langue de la Vita Sancte Eufrosine (BHL Nordm 2722)
du manuscrit H55 de la Bibliothegraveque interuniversitaire de
Montpellier (BuM)
1 La sociolinguistique diachronique
Les eacutetudes sur les systegravemes linguistiques en usage dans la Romania principale-
ment la Galloromania pendant lrsquoAntiquiteacute tardive et le Haut Moyen-Age ont eacuteteacute
renouveleacutees agrave partir de la fi n des anneacutees quatre-vingt par la sociolinguistique diachro-
nique ou reacutetrospective (Cotelli 2009) illustreacutee en France par les travaux de Michel
Banniard (1992)
Notre communication se situe dans ce courant de recherches tout en srsquoen distin-
guant par un refus de lrsquoexclusion a priori de recherches plus traditionnelles fondeacutees
sur la grammaire historique et la philologie classique drsquoun cocircteacute (Vielliard 1927 Pei
1932) drsquoune approche reconstructrice plus reacutecente deacuteveloppeacutee par R de Dardel
(1996 1958) de lrsquoautre
Nous appliquerons la deacutemarche sociolinguistique agrave un texte hagiographique du
VIIe siegravecledeacutebut du VIIIe siegravecle la Vita Sancte Eufrosine
2 Vita Sancte Eufrosine
La Vita Sancte Eufrosine (BHL Ndeg2722) a eacuteteacute transmise dans le manuscrit BuM
H55 fol 139r-142v originaire de Lorraine ou de la Bourgogne du Nord et datant du
deacutebut du IXe siegravecle Elle fut eacutecrite agrave partir du folio 140v par un scribe de lrsquoeacutecole de
Metz (style Angilram) (De Stryker Gribomont 1965 368-370 Bischoff 1998 2004
II 198 Nordm2822 Moretus 1915-1916 251-255) Lrsquoeacutetude de la langue du texte suggegravere
toutefois une premiegravere reacutedaction au VIIedeacutebut du VIIIe s (Boucherie 1871 24)
Le texte rapporte lrsquohistoire drsquoune jeune fi lle Euphrosyne ayant peut-ecirctre veacutecu agrave
Alexandrie au Ve s qui refusant de se marier se travestit en homme et se retire dans
un couvent de moines Elle y vivra heureuse et estimeacutee par les moines pendant 38 ans
1 Luumldtke (1964 19) lrsquoexpression est tireacutee de Meneacutendez Pidal Oriacutegines del espantildeol EspasaCape 1964 459 Cette communication est fondeacutee sur notre thegravese de doctorat Reisdoerfer (2006)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
164
accueillant et consolant mecircme son propre pegravere effondreacute par la perte de sa fi lle Ce
nrsquoest qursquoau seuil de la mort qursquoelle reacuteveacutelera sa veacuteritable identiteacute2
La vita fait partie drsquoune seacuterie de reacutecits hagiographiques apparus entre le IVe et le
VIIe s sur une aire greacuteco-orientale qui racontent tous avec des variantes lrsquohistoire
drsquoune monachoparthenos drsquoune jeune fi lle qui se travestit en homme et souvent se
retire dans un couvent de moines3
La citation liminaire de notre communication deacutecrit bien la latiniteacute du texte lati-num circa romanccedilum maxime coram laicis un latin preacutepareacute pour ecirctre reacuteciteacute devant
une communauteacute de laici en passe de perdre son latin (VIIedeacutebut du VIIIe s) ou
lrsquoayant deacutejagrave perdu (deacutebut du IXe s)4
3 Eacutetude de la langue de la Vita Sancte Eufrosine
Nous chercherons drsquoabord agrave mettre en eacutevidence comment le scribe a adapteacute un
texte reacutedigeacute agrave lrsquoorigine dans un latin eacutecrit tardif (deacutesormais LET IIIe-Ve s) pour un
auditoire pratiquant un latin parleacute tardif de phase 2 employeacute aux Ve-VIIe s (deacutesor-
mais LPT2) en recourant ainsi agrave la terminologie de Banniard (2006 32-33) Nous
nous appuyons sur un modegravele communicatif fonctionnant dans une situation de com-
munication verticale orale dans un contexte religieux Aux VIIendashIXe s des audi-
toires drsquoillitterati continuaient drsquoavoir une maicirctrise passive acceptable drsquoeacutenonceacutes en
latin eacutecrit tardif (IIIe-Ve s) Au niveau seacutemantique les mots latins eacutetaient globale-
ment compris La morphologie et les structures syntaxiques de base du LET parfois
directement heacuteriteacutees du latin classique eacutecrit subsistent souvent agrave cocircteacute de formes et de
structures nouvelles
(i) futur saluaueris (I 80 l 210)5
(ii) passif suscipitur (I 56 l 97)
(iii) deacuteponents loquebatur (I 104 l 347 l 351)
(iv) marquage du compleacutement de nom par le geacutenitif curam habens pauperum (I 38 l 6)
(v) ablatif absolu Et congregatis omnibus fratribus (I 82 l 229)
(vi) AcI Et iussit abbas foras de monasterio hellip manere patrem cum puella (I 48-50 l 56-58)
La maicirctrise passive du LET aux VIIendashIXe s devrait srsquoexpliquer entre autres par le
fait que les illitterati restaient en contact avec cette langue par le biais du latin drsquoeacuteglise
auquel ils eacutetaient confronteacutes dans leurs pratiques religieuses Afi n de captiver les
auditoires drsquoillitterati et drsquoeacuteviter les problegravemes de compreacutehension il eacutetait cependant
devenu indispensable drsquoadapter des textes reacutedigeacutes en LET c-agrave-d de les rapprocher
sur le plan du lexique du phoneacutetisme et de la morphosyntaxe du LPT2 familier agrave
2 Sur la vie de sainte Euphrosyne cf Bautz (1990-)3 Sur lrsquointerpreacutetation du thegraveme de la monachopartheacutenie cf Reisdoerfer (2011)4 Sur la langue du texte cf Selig (1989 123) (1992 152)5 Les reacutefeacuterences aux pages et aux lignes renvoient agrave notre eacutedition (2006) accessible en ligne
REISDOERFER
165
lrsquoauditoire6 Cela eacutetait drsquoautant plus neacutecessaire pour des textes destineacutes agrave ecirctre reacuteciteacutes
en public7 pour assurer non seulement la compreacutehension du texte mais aussi la fl u-
iditeacute de la reacutecitation le lector devait avoir sous les yeux un texte preacutepareacute qui sur le
plan de la phoneacutetique drsquoabord et surtout8 du lexique et de la morphosyntaxe ensuite
se rapprochait de la langue pratiqueacutee par lrsquoauditoire Or la mise en eacutevidence tregraves fi ne
de ces adaptations est faciliteacutee en lrsquooccurrence par lrsquoexistence de diffeacuterentes versions
du mecircme texte9
(1) version A ms H55 BuM reacutedigeacutee en latin meacuterovingien (latin eacutecrit tardif de phase 2)
editio princeps Boucherie (1871) cf eacutegalement Reisdoerfer (2006)
(2) version B reacutedigeacutee en latin eacutecrit tardif des IIIe-Ve s et conserveacutee dans deux manuscrits
(a) ms 168 fol 211r-212v Bibliothegraveque municipale de Valenciennes fi n du XIIIe s eacutecriture
italienne () abbaye de Saint-Amand Molinier-Liegravevre (1894 XXV 259-260) editio princeps Reisdoerfer (2011) (BmV)
(b) le texte fragmentaire du ms U3 fol 16r-16v de la Bibliothegraveque municipale de Rouen XIe
s abbaye de Feacutecamp Poncelet (1904 156) editio princeps Reisdoerfer (2002) (BmR)
La comparaison entre les versions A et B en faisant clairement ressortir les adap-
tations opeacutereacutees par le scribe du VIIedeacutebut du VIIIe s nous donnera non seulement
de preacutecieux renseignements sur les modaliteacutes de la communication verticale du VIIe s
jusqursquoau deacutebut du IXe s mais entrouvre surtout une petite fenecirctre sur la langue orale
pratiqueacutee par les laici au moment mecircme ougrave se preacuteparait le passage de la latinophonie
agrave la romanophonie
4 Les adaptations
41 Adaptations phoneacutetiques
Drsquoapregraves le modegravele communicationnel adopteacute il fallait srsquoattendre agrave ce que les adap-
tations phoneacutetiques soient les plus nombreuses et les plus manifestes Elles confegraverent
au texte son identiteacute meacuterovingienne
On relegraveve entre autres le marquage de la fermeture de certaines voyelles
(a) Ē accentueacute transcrit par la graphie ltigt
Rogo uos fratres labores sustenḭte unam septimanam (I 96 l 303) sustinete (BmV p
243)
Drsquoapregraves Vielliard (1927 5) et Pei (1932 20) le passage de Ē accentueacute agrave i est un des
faits marquants du latin meacuterovingien La graphie ltigt pourrait transcrire une pronon-
6 Sur lrsquoadaptation de textes hagiographiques agrave lrsquoeacutepoque meacuterovingienne cf Banniard (1992 259-261) et Luumldtke (2009 588-593)
7 Sur la lecture agrave haute voix de textes hagiographiques agrave lrsquoeacutepoque meacuterovingienne cf Banniard (1992 256 258)
8 Cf Luumldtke (2009 583-584) 9 Sur cette maniegravere de proceacuteder cf Auernheimer (2003 46)
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166
ciation tregraves fermeacutee de ē tendant vers i (Stotz 1996 III 15 sect12) ou bien eacuteventuellement
annoncer deacutejagrave la diphtongue ei (VIe s Zink 1986 57-59) attesteacutee en ancien-fran-
ccedilais10 Ē inaccentueacute aboutit eacutegalement tregraves souvent agrave i surtout apregraves -s 11 Au sud de
lrsquoItalie -i a eacuteteacute conserveacute (Bec 1970 I 106) Enfi n Ĕ inaccentueacute passe eacutegalement agrave i dans toutes les positions12
(b) Ō accentueacute transcrit par la graphie ltugt
Deus qui cognusces hominem antequam natus sit [hellip] (I 52 l 76-78) cognoscis (BmR
p 715 BmV p 237)
Ō accentueacute libre ou fermeacute aboutit souvent agrave -u- On admet geacuteneacuteralement que sous
lrsquoaction du bouleversement quantitatif Ō accentueacute a ducirc se fermer agrave tel point que sa
prononciation se rapprochait de celle de -u- 13 On observe un traitement semblable
pour Ō et Ŏ inaccentueacutes Ces fermetures pourraient marquer un affaiblissement de
la voyelle -o
42 Adaptations morphologiques
421 Modifi cations seacutemantiques
Nous traiterons ici lrsquoeacutevolution seacutemantique de ille qui de deacutemonstratif proprement
dit agrave valeur deacuteictique devient entre autres un anaphorique reprenant un eacuteleacutement citeacute
preacuteceacutedemment dans le texte
[hellip] inuentus est ibidem onus senex seruos Dei orans adtentissime in ipsa ecclesia [hellip] Et uidit illum ipsa castissima [hellip] (I 64 l 139-142) eum (BmV p 238)
Les occurrences de ille anaphorique sont attesteacutees degraves le 1er s apregraves J-C en latin
parleacute (Vaumlaumlnaumlnen 1981 120 sect270) et des pronoms de rappel baseacutes sur ille se retrouvent
dans pratiquement toutes les langues romanes (Alliegraveres 2001 53-66)
422 Reacuteductions de traits grammaticaux14
(a) On observe la simplifi cation du systegraveme des pronoms relatifs
(1) On trouve qui agrave la place de quae (nomin f sg)
fi lia mea qui de lumbus meis exiuit [hellip] (I 106 l 362-363) fi lia mea quae (BmV p
245)
(2) et quem agrave la place de quam
Vade in ecclesia quem construcxit Theodosius imperatur [hellip] (I 64 l 134-135) quam
(BmR p 716 BmV p 238)
10 Pei (1932 20) Vielliard (1927 9) pour lrsquoanc-fr cf Foucheacute (1952-1961 II 223-224) et ibid la Remarque I p 224 Bourciez (1967 71-73 sect54)
11 Pei (1932 44-46) Vielliard (1927 22-24) Bonnet (1968 106-13) Stotz (1996 III 18-20 sect14)12 Pei (1932 39-44) Vielliard (1927 18-22) Stotz (1996 23-24 sect165-168)13 Pei (1932 30) Vielliard (1927 13-14) Bonnet (1968 126-30) Stotz (1996 III 48-51 sect39)14 Sur la reacuteduction grammaticale c-agrave-d la suppression de traits grammaticaux cf de Dardel
(2007b 108)
REISDOERFER
167
Les quelques occurrences de notre texte reacutevegravelent une tendance vers la simplifi -
cation de la morphologie des relatifs par lrsquoabolition des distinctions de genre et de
nombre Qui devient le pronom relatif sujet du masculin et du feacuteminin quem le pro-
nom relatif cod singulier et pluriel du masculin du feacuteminin et du neutre Cette sim-
plifi cation eacutetait favoriseacutee par lrsquoeacutebranlement geacuteneacuteral du systegraveme casuel et des confu-
sions au niveau phoneacutetique qui quae et quem eacutetant prononceacutes indiffeacuteremment KE15
(b) On procegravede aussi agrave la reacutegularisation des paradigmes verbaux
Dum autem non potebat portare dolores pater puelle [hellip] (I 94 l 294-295) poterat
(BmR p 718) posset (BmV p 243)
En latin lsquovulgairersquo (Vaumlaumlnaumlnen 1981 136 sect315) et meacuterovingien (Vielliard 1927
174) lrsquoimparfait classique de posse ldquo pouvoir rdquo poteram fut lsquoreacutegulariseacutersquo en potebat potibat16 On retrouve la mecircme reacutefection de formes anomales pour le paradigme de
uelle ldquo vouloir rdquo lorsque uult est refait en uolit forme rattacheacutee agrave uolēre (Bec 1970 I
it XVII 1 p 143)
(c) Imperfectum pro perfecto(1) Dum autem non potebat portare dolores pater puelle ambolabat ad ipso monasterio et actauit se ante pedes beati abbatis [hellip] (I 94 l 294-296) ambulauit (BmR 718
BmVp 243)
(2) Et uidit illum ipsa castissima salutabat eum dixitque ei puella [hellip] (I 64-66 l 142-143)
salutauitque (BmR p 716) salutauit (BmV p 238)
Nous avons releveacute un certain nombre drsquooccurrences drsquoimparfaits notamment avec
le verbe ambulare17 deacutesignant une action de la trame eacuteveacutenementielle et remplaccedilant
donc un parfait18 Vielliard (1927 222-23) et Pei (1932 278-279) relegravevent la mecircme sub-
stitution dans leur corpus Le pheacutenomegravene est eacutegalement analyseacute par Haverling (2005
170-171) (1999 368-369) Il est malaiseacute de lrsquoexpliquer Il se pourrait que le LPT2 ait
peu ou prou abandonneacute le parfait classique qui avait le deacutesavantage de preacutesenter une
morphologie complexe (Serbat 1994 125-126) pour le remplacer en partie par lrsquoim-
parfait et en partie par le nouveau parfait analytique du type episcopum inuitatum habes (Serbat 1994 126-127) Ce dernier devait toutefois ecirctre employeacute drsquoabord au
sens drsquoun parfait comme le montre la situation en ancien-franccedilais parleacute (Foulet 1974
227-228 sect329-330) Il se peut eacutegalement que le LPT2 ait eacuteteacute infl uenceacute par le vieux-
haut-allemand qui au passeacute ne connaissait qursquoun seul temps le preacuteteacuterit (Schrodt
2004 127 sect121 16-18 sect8)
15 Vielliard (1927 148-49) Bonnet (1968 389-90) Pei (1932 175-180) et Loumlfstedt (1911 131-33) pour la situation dans les langues romanes cf Bec (1970 I it IV 3 p 76 occ I 19 p 417-418 cat I 24 p 473-474) Joly (2012 80-82)
16 Pour les langues romanes cf Bec (1970 I it V 10 p 83-84)17 Le sens premier inacheveacute drsquoambulare ldquo se promener rdquo attire lrsquoimparfait Serbat (1994 120)18 Sur le systegraveme imparfait-parfait en latin cf Ernout (1951 223-224 sect244) et Haverling (2005
165-166)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
168
423 Innovations
La premiegravere innovation est la formation drsquoun article
(1) In una autem die fuit festiuitas dedicationis monasterii et transmisit abbas fratrem de
monasterio ut inuitaret patrem puelle in ipsam festiuitatem accedere ad illos hellip Audiens autem castissima puella rogauit introducere ipso monacho [hellip] (I 54-56 l 86-89 91-92)
introducere ipsum monachum (BmR 715) monachum introire (BmV p 237) [hellip] ἡ Εὐφροσύνη προσκαλεῖται τograveν ἀδελφoacuteν Boucherie (1883 198)
(2) Et frequentabat se in ipso monasterio [hellip] (I 100 l 326) monasterium (BmV p 244)
ἀπέρχεται είς τὸν κοινόβιον Boucherie (1883 202)
Notre texte recourt essentiellement agrave lrsquoarticloiumlde ipse (Aebischer 1948) alors que
ille pourtant promis agrave un si bel avenir comme article dans les langues romanes rem-
place surtout lrsquoanaphorique is
Dans la Vita Sancte Eufrosine ipse peut ecirctre (a) deacutemonstratif (b) emphatique =
ille (c) anaphorique (Selig 1992 154-155) (d) article (e) synonyme de idem (Selig
1992 153-156) (f) intensif (emploi canonique) Lrsquoemploi de ipse comme article nrsquoest
jamais obligatoire Le groupe ipse laquo article raquo + nom est donc toujours un syntagme mis
en eacutevidence (Selig 1992 184-185 208)
Ipse articloiumlde a en geacuteneacuteral la double valeur drsquoactualisateur19 et drsquoanaphorique
Dans le syntagme ipso monacho (1) ipse actualise le nom et renvoie en mecircme temps
au syntagme fratrem de monasterio20 Dans lrsquoexemple (2) la valeur anaphorisante est
plus vague et crsquoest surtout la fonction drsquoactualisateur qui domine Le mot accompagne
souvent des personnages ou des eacuteleacutements importants du reacutecit Enfi n ipse articloiumlde
eacutetait deacutejagrave preacutesent dans la version B (LET des IIIe-Ve s) et son emploi fut simplement
eacutetendu dans la version meacuterovingienne A
Plusieurs causes ont eacuteteacute avanceacutees pour expliquer lrsquoeacutemergence drsquoarticles en latin
parleacute (Selig 1992 79-105) comme la neacutecessiteacute de marquer par la preacutedeacutetermination
le cas le genre et le nombre de substantifs dont lrsquoeacutevolution phoneacutetique avait changeacute
voire fait disparaicirctre les deacutesinences (Selig 1992 82-86) Relevons deux faits pour la
Vita Sancte Eufrosine (a) dans ce texte traduit du grec lrsquoemploi de lrsquoarticle fut favo-
riseacute par lrsquoexistence drsquoun article dans la langue source (b) lrsquoemploi de lrsquoarticloiumlde ipse
actualisateur surtout de lexegravemes importants et anaphorique renforce la coheacutesion et la
clarteacute et partant la compreacutehension drsquoun texte probablement reacuteciteacute devant un public
dont la latinophonie eacutetait devenue chancelante et qui avait besoin de repegraveres et de
structures clairs (Selig 1992 145)
Vnus est utiliseacute comme article indeacutefi ni (cf ex1)21 Lrsquoarticle indeacutefi ni est moins
freacutequent que le deacutefi ni La structure unus article indeacutefi ni + nom est deacutejagrave en place dans
19 Guillaume (1919 19-25) Selig (1992 107-110)20 Sur cet emploi cf Ledgeway (2012 90)21 Sur lrsquoarticle indeacutefi ni dans la Vita Sancte Eufrosine cf Selig (1992 76-77)
REISDOERFER
169
la version B (LET des IIIe-Ve s) les prodromes de lrsquoeacutevolution se manifestant deacutejagrave en
latin classique et en latin classique parleacute
43 Adaptations syntaxiques
431 Reacuteductions
(a) On observe le deacutemantegravelement du systegraveme hexacasuel
(1) [hellip] venit pater eius de platea ciuitatis et interrogauit monacho [hellip] (I 62 l 125-126)
monachum (BmR p 716 BmV p 238)
(2) Audiens autem ipse pater sponso con fi lio quid contegit [hellip] (I 88 l 258-259) ipse pater sponsi (BmV p 242)
(3) [hellip] uenit pater suus in monasterio et post orationem dixit ad abbati [hellip] (I 108 l 371-
372) abbati (BmV p 246)
(4) Voles uidere bonum hominem eunuchus de palatium Thodosio imperatori retrusum (I 100 l 328-330) Theodosii imperatoris (BmV 244)
Le systegraveme casuel est fortement eacutebranleacute dans notre texte qui preacutesente par exem-
ple pour la 2e deacuteclinaison du masculin une pluraliteacute de systegravemes imbriqueacutes les uns
dans les autres
(1) un systegraveme bi-casuel cas sujetcas reacutegime en -o qui exprime des fonctions aussi diverses
que lrsquoaccusatif le datif le compleacutement de nom le compleacutement preacutepositionnel
(2) un systegraveme bi-casuel cas sujetcas reacutegime qui exprime toutefois les fonctions datif et
compleacutement de nom par les preacutepositions ad et de (3) un systegraveme tri-casuel cas sujet cas reacutegime
1 et cas reacutegime
2 ougrave le cas reacutegime
2 issu du datif
du latin classique sert agrave marquer les compleacutements de nom (Herman 2000 56-57)
Les systegravemes (1) et (2) annoncent deacutejagrave les structures de lrsquoancien-franccedilais (Joly
2012 216-234) La disparition du systegraveme casuel correspond drsquoabord agrave une dynamique
profonde des langues europeacuteennes vers un syncreacutetisme des cas (Serbat 1994 66) Ce
mouvement sera renforceacute et acceacuteleacutereacute en latin par les imperfections du systegraveme mecircme
(la plurifonctionnaliteacute de certaines deacutesinences domino pour le datif et lrsquoablatif) et
les eacutevolutions phoneacutetiques affectant ces deacutesinences Ainsi apregraves la fermeture de -o- en -u- et la chute du -m agrave lrsquoaccusatif singulier la deacuteclinaison de dominus au singulier
en latin parleacute du 1er siegravecle apr J-C ne preacutesentera-t-elle que 3 formes diffeacuterentes
nominatif dominus geacuten domini dat-acc-abl domino
(b) Dum devient lrsquounique conjonction causalo-temporelle avec les sens ldquo lorsque rdquo (ex 1) et
ldquo parce que rdquo (ex 2)
(1) Dum autem uidit sancta castissima ancilla Dei se paratam esse ut migraret de hoc seculo ad Dominum rogat uenire patrem suum [hellip] (I 110 l 389-391) Ut (BmV p 246)
(2) [hellip] illi non potuit recognuscere fi liam suam dum de nimiam adfl ictioni sui fuerat affl icta [hellip] (I 102 l 337-339) Quia (BmV p 244)
Le systegraveme des causalo-temporelles simplifi eacute dans notre texte est domineacute par
une seule conjonction dum (avec 29 occurrences) avec une pluraliteacute de sens ldquo tant
CILPR 2013 ndash SECTION 2
170
que pendant que quand lorsque puisque parce que comme rdquo22 Dum est geacuteneacutera-
lement suivi de lrsquoindicatif parfois du subjonctif surtout du subjonctif plus-que-par-
fait introduit probablement sous lrsquoinfl uence de cum23 Agrave cocircteacute de dum temporel on
trouve deux occurrences de quando une de quomodo La causaliteacute peut eacutegalement
ecirctre exprimeacutee par quia Les occurrences du texte montrent que lrsquoextension du sens
de dum et lrsquoaugmentation de sa freacutequence drsquoemploi ont deacutejagrave commenceacute en latin eacutecrit
tardif et que le pheacutenomegravene srsquoest simplement renforceacute en latin meacuterovingien Dans les
langues romanes la conjonction a laisseacute peu de traces mentre ldquo tandis que rdquo en vieil-
italien (Bec 1970 I ital II 1 41-42) et (en) dementres que ldquo pendant que rdquo24 en ancien-
franccedilais issu de lat dum interim (Ernout 1985 187 b) Le deacuteveloppement de dum
en conjonction causalo-temporelle unique semble donc drsquoabord ecirctre une eacutevolution
limiteacutee aux diffeacuterents systegravemes latins postclassiques
432 Innovations
Lrsquoeacutevolution vers un ordre des mots roman est une innovation importante On la
trouve dans
[hellip] rogauuit itaque pro suum fi lium [hellip] (I 48 l 47-48) pro fi lio suo (BmV p 236)
Lrsquoexemple de la version meacuterovingienne preacutesente deacutejagrave une structure romane lsquodeacuteter-
minant ndash deacutetermineacutersquo (comme fr son fi ls) alors que le manuscrit de la BmV conserve la
structure latine lsquodeacutetermineacute ndash deacuteterminantrsquo
44 Les adaptations lexicales
Le lexique change peu drsquoune version agrave lrsquoautre Dans les passages suivants
(1) [hellip] Vir autem suus in grandem tribulationem erat [hellip] (I 38 l 9) [hellip] magna [hellip] (BmV
p 235)
(2) Vidensque eum mulier in merore uallido (I 40 l 12) uxor sua (BmV p 235)
nous avons releveacute deux remplacements remarquables deux termes pratiquement pan-
romans grandis REW 327b et mulier REW 472a remplacent les mots du latin clas-
sique magna et uxor
5 Conclusions
Ce texte donne un premier aperccedilu sur la complexiteacute de la situation linguistique
dans lrsquoest de la France en Lorraine ou en Bourgogne aux VIIe s et deacutebut du VIIIe s
(a) La population eacutetait probablement multilingue pratiquant soit passivement soit
activement des langues germaniques (langues franque burgonde25) un latin tardif des
22 Sur dum causal cf Hofmann et al (1972 613-614 sect 330)23 Vielliard (1927 235-236) Bonnet (1890 685-686) Hofmann et al (1972 614-615 sect 330)24 Godefroy (1881 2 498c-499a DMF sub endementres25 Sur le bilinguisme dans le royaume franc cf Polenz (2009 29)
REISDOERFER
171
IIIe-Ve s et un latin tardif des Ve-VIIe s se rapprochant deacutejagrave drsquoun roman eacutevoluant par la
suite en ancien-franccedilais le latinum circa romanccedilum
(b) Il est probable que non seulement les lettreacutes les clerici mais aussi les illitterati continuaient
agrave avoir au moins une connaissance passive du latin tardif des IIIe-Ve s
(c) La langue que tous clerici et illitterati devaient pratiquer activement est selon nous un
latin en mutation au niveau de la phoneacutetique de la grammaire surtout moins au niveau
du lexique Ces mutations tantocirct eacuteloignent cette langue du diasystegraveme latin en annonccedilant
un systegraveme roman (systegravemes casuels relatif) tantocirct se situent encore agrave lrsquointeacuterieur du
diasystegraveme latin (extension de lrsquoemploi de dum) Nous avons deacutenommeacute ce latin avec
Banniard latin parleacute tardif de phase 2 (Ve-VIIe s)
(d) Au regard de ces mutations drsquoaucuns (R de Dardel 2007a 14-15 R Wright 1982
43-44 261-262) vont plus loin encore en admettant que cette langue soit par rapport
au diasystegraveme latin une veacuteritable lsquolangue par distanciationrsquo une langue Abstand (Kloss
1978) langue qursquoon pourrait appeler protoroman et qui serait le preacutedeacutecesseur direct de
lrsquoancien-franccedilais
(e) Pour plusieurs raisons nous pensons que cette langue parleacutee qui apparaicirct parfois sous
le latin eacutecrit tardif des Ve-VIIe s se situe toujours dans un diasystegraveme latin Certains
domaines geacuteneacuteralement consideacutereacutes comme caracteacuteristiques pour le passage du latin au
franccedilais26 notamment le passif analytique ne sont guegravere toucheacutes par les variations Quant
au lexique il reste solidement ancreacute dans le diasystegraveme latin Lrsquointercompreacutehension entre
une personne pratiquant le LPT2 (VendashVIIe s) et une autre recourant au LET de phase 2
des Ve-VIIe s (le latin meacuterovingien) voire au LET (IIIe-Ve s) paraicirct eacutegalement assureacutee
(f) La langue de base du texte le latin eacutecrit tardif des Ve-VIIe s appeleacute communeacutement latin meacuterovingien repreacutesente agrave nos yeux une tentative originale lanceacutee par les clerici pour
faire du latin parleacute tardif de phase 2 une lsquolangue par eacutelaborationrsquo une langue Ausbau
(Kloss 1978) ancreacutee toutefois dans la latinitas et fonctionnant dans lrsquoadministration
le notariat notamment et dans le domaine religieux La politique linguistique de
la reacuteforme carolingienne (Admonitio generalis27) en procircnant un retour au latin des
Pegraveres de lrsquoEacuteglise en insistant sur la correction grammaticale des textes et en exigeant
la prononciation de chaque graphegraveme a mis fi n agrave cette expeacuterience et a lanceacute drsquoun
cocircteacute le latin du moyen-acircge de lrsquoautre une formidable dynamique drsquoeacutemancipation et
drsquoeacutelaboration du latinum circa romanccedilum qui eacutevoluera en ancien-franccedilais
Mais lagrave nous quittons deacutefi nitivement le monde antique pour entrer de plain-pied
dans la civilisation du medium aevum
Institut grand-ducal Luxembourg Joseph REISDOERFER
26 Pour ces domaines cf par exemple Ledgeway (2012 2-3)27 Sur ces textes cf Auernheimer (2003 108-123)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
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175
Lat tepidus fr tiegravede ital tiepido eacutetude lexicale
Lrsquoadjectif tepidus appartient agrave la seacuterie latine des adjectifs de tempeacuterature qui
comprend notamment frīgidus (ldquo froid rdquo) calidus (ldquo chaud rdquo) feruidus (ldquo brucirclant rdquo)
ou encore gelidus (ldquo geleacute rdquo) Tepidus renvoie agrave une notion relative situeacutee entre les
deux antonymes que sont calidus et frigidus et se traduit habituellement par ldquo tiegravede rdquo
Il appartient agrave une importante famille lexicale qui associe adjectifs en -idus verbes
drsquoeacutetat en -ēre et substantifs en -or1 Les adjectifs qui preacutesentent le suffi xe -idus laquo deacutecri-
vent les diffeacuterents facteurs exteacuterieurs ou inteacuterieurs (aux ecirctre animeacutes ou inanimeacutes)
qui peuvent affecter lrsquohomme dans son rapport avec lui-mecircme ou avec le monde raquo
(Sznajder 2002 59) Les adjectifs de tempeacuterature trouvent donc parfaitement leur
place dans cette seacuterie
Notre objectif dans la ligne des eacutetudes de typologie lexicale actuelles2 consacreacutees
au domaine de la tempeacuterature est de deacuteterminer le champ drsquoapplication de cet adjec-
tif en latin agrave quel type de tempeacuterature fait-il exactement reacutefeacuterence Par ailleurs
drsquoun point de vue seacutemantico-reacutefeacuterentiel la notion de tieacutedeur est-elle deacutefi nie par rap-
port au chaud (plus froid que chaud) par rapport au froid (plus chaud que froid) ou
indiffeacuteremment par rapport agrave lrsquoune ou lrsquoautre de ces deux notions Y a-t-il des entiteacutes
qui suscitent un systegraveme speacutecifi que drsquoeacutevaluation de la tempeacuterature Quelles sont les
meacutetaphores associeacutees agrave la notion de tieacutedeur en latin
Nous procegravederons agrave une comparaison avec lrsquoadjectif signifi ant ldquo tiegravede rdquo en franccedilais
contemporain en nous demandant si fr tiegravede srsquoemploie dans les mecircmes conditions que
lat tepidus Pourquoi la notion de tieacutedeur qui est graduable en latin ne lrsquoest-elle pas
en franccedilais Un parallegravele sera aussi fait avec lrsquoitalien tiepido
Le deacutepouillement des textes latins srsquoest fait agrave lrsquoaide de la Library of Latin texts
(series A) de Brepols Notre recherche a porteacute sur une peacuteriode allant des plus
anciennes attestations (IIIe siegravecle av JC) jusqursquoau Ve siegravecle ap JC Tepidus appa-
raicirct degraves les textes les plus anciens mais est agrave peu pregraves trois fois moins employeacute que
calidus (ldquo chaud rdquo) et frigidus (ldquo froid rdquo) on relegraveve 377 occurrences de tepidus3 des
deacutebuts de la latiniteacute au Ve siegravecle ap JC contre 1076 occurrences de calidus4 et
1 Cf Fruyt (2006 15) Sur lrsquoorigine du suffi xe -idus voir Pultrovaacute (2007) et Olsen (2003 240-243)
2 Cf Koptjevskaja -Tamm (2011 2012 2015)3 Ainsi que de lrsquoadverbe tepide qui lui est associeacute4 Et lrsquoadverbe calide
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1315 de frigidus5 peut-ecirctre parce que la notion de tieacutedeur a des champs drsquoapplica-
tion plus restreints que ceux de la chaleur ou du froid Nous suivrons les emplois
du terme de ses emplois les plus anciens de la peacuteriode archaiumlque jusqursquoagrave la peacuteriode
classique6
1 Eacutetymologie
Pour Rix (1998 5747) la base tep- signifi e ldquo ecirctre chaud rdquo Ernout Meillet (1967
685 su tepeo) posent le mecircme sens ldquo ecirctre chaud rdquo pour la racine et expliquent laquo dans
ce sens tepeo srsquoest retrouveacute en concurrence avec drsquoautres verbes notamment caleo et
a tendu agrave prendre la nuance de lsquoecirctre modeacutereacutement chaud ecirctre tiegravedersquo ce qui est lrsquoaccep-
tion usuelle (au sens physique ou moral) raquo Si lrsquoon tient compte de lrsquoeacutetymologie et de ce
problegraveme de concurrence avec caleo il faudrait poser agrave lrsquoorigine pour tepidus le sens
ldquo moins chaud que calidus rdquo ldquo peu chaud rdquo (plutocirct que ldquo peu froid rdquo) drsquoougrave ldquo tiegravede rdquo8
Nous verrons agrave lrsquousage des contextes si cette hypothegravese est pertinente
Nous caracteacuteriserons les emplois de ce terme en recourant agrave des paramegravetres pro-
poseacutes par Koptjevskaja-Tamm (2012 375) pour une eacutetude inter-linguistique du voca-
bulaire de la tempeacuterature agrave savoir la distinction entre des emplois visant la tempeacute-
rature ressentie au toucher la tempeacuterature ambiante ou la tempeacuterature corporelle
subjective ressentie de lrsquointeacuterieur par le locuteur9
Les premiegraveres attestations de lrsquoadjectif se rencontrent chez Ennius Accius et
Caton crsquoest-agrave-dire degraves les deacutebuts de la litteacuterature latine dont nous ayons des traces
(IIIe et IIe siegravecles av JC)
2 Tempeacuterature tactile
Chez Ennius et Accius le terme se rencontre avec une acception tactile dans lrsquoex-
pression tepidus sanguis (ldquo sang tiegravede rdquo) Il srsquoagit drsquoexprimer la tempeacuterature ressentie
quand lrsquoon touche du sang reacutepandu hors du corps
21 Chaleur drsquoun eacuteleacutement agrave tempeacuterature du corps
211 Chaleur du sang verseacute hors du corps et que lrsquoon touche
Ainsi peut-on lire chez Ennius dans un extrait drsquoAjax10
5 Et lrsquoadverbe frigide6 Nous ne ferons que peu drsquoexcursus dans les textes de la peacuteriode tardive car ils ne preacutesentent
pas drsquoeacutevolution notable pour les emplois de tepidus7 Voir de mecircme Mallory Adams (1997 263) su heat8 Sens proposeacute dans le Dictionnaire latin-franccedilais de F Gaffi ot9 Pour ces critegraveres voir aussi Plank (2003)10 Ennianae poesis reliquiae ed Vahlen Johannes Leipzig Teubner 1854 fragment 5 = The
tragedies of Ennius ed Jocelyn Hanry D Cambridge CUP 1967 fragment 12
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IV 20 Aiax misso sanguine tepido tullii effl antes uolant
ldquo Le sang tiegravede ayant eacuteteacute reacutepandu les jets qui srsquoeacutecoulent sortent rapidement rdquo
Ou chez Accius11
III (3) Vulnere taetro deformatum suo sibi lautum sanguine tepido
ldquo Enlaidi par une horrible blessure baigneacute dans son propre sang tiegravede rdquo
Cette association entre le sang et la tieacutedeur se rencontre aussi chez les auteurs
ulteacuterieurs12 comme Ovide chez qui on peut lire en Ars 3 395-396 agrave propos des jeux
du cirque
Spectentur tepido maculosae sanguine harenae metaque feruenti circueunda rota (Ov ars 3 395-396)
ldquo Qursquoils regardent le sable souilleacute de sang tiegravede et les bornes que doivent contourner [les
chars] de leur roue brucirclante rdquo
Cela dit chez Ovide lui-mecircme ainsi que chez drsquoautres auteurs tels Virgile Seacutenegraveque
et chez Ennius (Fragment 1 9913) lrsquoadjectif calidus peut aussi ecirctre employeacute comme
eacutepithegravete de sanguis14 (ou de sa variante cruor15) avec la mecircme valeur de tempeacuterature
du sang verseacute hors du corps Cela confi rme le lien ancien entre les racines tep- et
cal- pour deacutesigner la chaleur Dans ses emplois ulteacuterieurs tepidus srsquoapplique aussi agrave
des liquides autres que le sang agrave tempeacuterature du corps comme le lait ou les larmes
212 Lait chaud
Chez Virgile lrsquoadjectif srsquoemploie pour le lait fraicircchement tireacute utiliseacute lors des ceacutereacute-
monies funegravebres pour Polydore16
Inferimus tepido spumantia cymbia lacte sanguinis et sacri pateras animamque sepul-chro condimus (Verg Aen 3 66-68)
ldquo Nous apportons des coupes mousseuses de lait tiegravede et des pategraveres de sang sacreacute et nous
enfouissons cette acircme dans le tombeau rdquo
11 Extrait de Stasiastae uel Tropaeum Tragicorum Romanorum fragmenta v 606 p 215 ed Ribbeck Otto Leipzig Teubner 18712 = Accius Œuvres ed Dangel Jacqueline Paris CUF 1995 fragment IV
12 Lrsquoexpression tepidus sanguis se rencontre en Ov ars 3 395 Sil 7 610 tepidus cruor en Verg Aen 6 248 Aen 8 106 Sil 12 328
13 Ennianae poesis reliquiae ed Vahlen Johannes Leipzig Teubner 1854 Annales fragment 58 = Quinto Ennio Annali ed Flores Enrico et al vol I Napoli Liguori editore 2000 livre I fragment 44
14 Pour calidus sanguis voir Ov fast 1 321 met 14 754 met 6 238 Hor epist 1 3 33 Cels 4 2 5 26 Verg Aen 9 422 Sen HercO 298 Thy 1054 sans compte les multiples occur-rences chez Lucain et Silius Italicus
15 Calidus cruor est un syntagme plus rare cf Ov met 1 158 met 9 132 Lucan 4 28716 Voir aussi Ov met 7 247 fast 4 745-746
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La mousse sur le dessus des coupes montre que le lait est encore chaud Crsquoest ce
que confi rme le commentaire de Servius en ad Aen 3 66 tepido lacte statim mulcto
ldquo avec un lait tiegravede crsquoest-agrave-dire qui vient drsquoecirctre trait rdquo 17
213 Larmes
Ovide utilise quant agrave lui tepidus pour caracteacuteriser les larmes en met 4 673-675 agrave
propos drsquoAndromegravede sur son rocher18
Vidit Abantiades nisi quod leuis aura capillos mouerat et tepido manabant lumina fl e-tu marmoreum ratus esset opus (Ov met 4 673-675)
ldquo Perseacutee la vit et si un vent leacuteger nrsquoavait pas agiteacute sa chevelure si ses yeux nrsquoavaient pas
reacutepandu des larmes tiegravedes il aurait penseacute que crsquoeacutetait une statue de marbre rdquo
214 Objet chauffeacute par le corps humain
Si tepidus est freacutequemment employeacute pour eacutevoquer la chaleur des fl uides corporels
il sert aussi agrave renvoyer agrave des objets chauffeacutes par leur contact avec le corps humain19
Ainsi chez Properce en 1 16 21-22 le tepidum limen20 (ldquo seuil tiegravede rdquo) est un seuil en
pierre chauffeacute par le corps de lrsquoamant qui srsquoy est endormi
Nulla ne fi nis erit nostro concessa dolori turpis et in tepido limine somnus erit (Prop
1 16 21-22)
ldquo Est-ce qursquoaucun reacutepit ne sera accordeacute agrave notre douleur et est-ce que nous dormirons
honteusement sur un seuil tiegravede rdquo
215 Chaleur du corps humain en vie
De maniegravere geacuteneacuterale la tempeacuterature tiegravede du corps humain21 est associeacutee agrave la
vie22 la mort eacutetant deacutecrite en termes de froid avec lrsquoadjectif frigidus23 Ainsi chez
Virgile24 en Aen 3 626-62725 tepidus srsquoapplique-t-il aux corps fraicircchement tueacutes donc
encore chauds des hommes que deacutevore le Cyclope
17 Pour cette expression voir aussi Ov met 9 339 fast 4 54818 Cf aussi Ov met 10 360 met 10 50019 Voir Ov met 4 162-163 Verg Aen 9 419 Aen 9 70120 Cf aussi Catull 63 64-6521 Chez Ovide lrsquoexpression tepidus sinus est freacutequente pour deacutesigner le sein de lrsquoamant ars 2
360 ars 3 212 ars 3 622 Lrsquoadjectif calidus peut aussi srsquoemployer pour la chaleur du corps humain comme chez Lucregravece (3 654) ou Seacutenegraveque (epist 102 26)
22 Cf chez Ovide en met 10 281-282 agrave propos de la statue qui srsquoanime et dont Pygmalion tombe amoureux un emploi de ce type du verbe tepere
23 Cf lrsquoexpression frigida mors chez Virgile en Aen 4 38524 Voir aussi Aen 10 554-55625 Servius commente ce passage en ad Aen 3 627 et associe la notion de tieacutedeur agrave celle de vie
tepidi melius lsquo tepidi rsquo quasi adhuc uiui quam lsquo trepidi rsquo (laquo tepidi il a bien fait drsquoemployer tepidi comme srsquoils eacutetaient encore vivants plutocirct que trepidi raquo)
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Vidi atro cum membra fl uentia tabo manderet et tepidi tremerent sub dentibus artus (Verg Aen 3 626-627)
ldquo Jrsquoai vu quand il macircchait leurs membres deacutegoulinants drsquoun sang noir et quand leurs arti-
culations tiegravedes tremblaient sous ses dents rdquo
Si manifestement les emplois les plus anciens renvoient agrave un eacuteleacutement chauffeacute
par le corps humain lrsquoadjectif sert aussi par ailleurs agrave indiquer la chaleur de tout
objet qui a eacuteteacute chauffeacute par le feu et preacutesente agrave la suite de ce processus une chaleur
modeacutereacutee et agreacuteable pour le corps Il est souvent question drsquoun liquide (eau ou eacuteven-
tuellement huile) Cela nrsquoest pas surprenant la notion de tieacutedeur eacutetant tout particu-
liegraverement appliqueacutee agrave lrsquoeacuteleacutement liquide dans la plupart des langues (cf Koptjevskaja-
Tamm 2012) Crsquoest en effet un eacuteleacutement omnipreacutesent tant dans la nature que dans les
maisons avec un usage quotidien ougrave la tempeacuterature est un vecteur de confort
22 Chaleur modeacutereacutee drsquoun eacuteleacutement ou drsquoun objet chauffeacute par le feu
221 Eau (ou tout autre liquide) chauffeacutee par le feu dans lrsquousage domestique
Chez Celse dans les textes meacutedicaux26 il est souvent question de chauffer de lrsquoeau
ou un meacutedicament27 La chaleur du liquide est partie prenante du remegravede Ainsi lrsquoeau
tiegravede aide agrave vomir28
Nam si uenter fl uit aut si stomachus non continet ubi febris decreuit liberaliter oportet aquam tepidam potui dare et uomere cogere (Cels 3 6 15)
ldquo Car si le ventre se vide ou si lrsquoestomac ne garde rien quand la fi egravevre a diminueacute il faut
donner geacuteneacutereusement agrave boire de lrsquoeau tiegravede et forcer le malade agrave vomir rdquo
Si lrsquoadjectif tepidus semble srsquoappliquer preacutefeacuterentiellement agrave un liquide il se ren-
contre aussi pour tout objet qui a eacuteteacute en contact avec le feu et en a gardeacute une chaleur
reacutesiduelle
26 La meacutedecine animale fait aussi appel agrave lrsquoeau tiegravede (aqua tepida) Ainsi chez Varron en rust 2 1 23 elle est indiqueacutee pour le beacutetail qui souffre de fi egravevre agrave qui on fera en outre une onction avec de lrsquohuile et du vin tiegravedes (oleo et uino tepefacto) Voir encore Varro rust 316 14
27 Voir par exemple Cels 6 7 4 Cato agr 157 16 158 228 Pour la tepida aqua comme une aide au vomissement voir aussi Cels 1 3 22 ou 3 12 3 En
Cels 4 20 3 il est cette fois question de mulsum tepidum (laquo hydromel tiegravede raquo) Lrsquoeau tiegravede peut aussi ecirctre utiliseacutee en affusion pour ceux qui ont des maux de tecircte en alternance avec lrsquoeau chaude et lrsquoeau froide (cf Cels 1 4 22) cf encore Cels 4 15 ou 6 7 Mais lrsquoeau tiegravede sert encore agrave lrsquousage domestique quotidien Pline lrsquoAncien (nat 19 34 115) indique ainsi qursquoune fois saleacutee elle sert agrave la conservation des oignons et de lrsquoail
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222 Objet chauffeacute par le feu en train de refroidir
Ainsi chez Ovide29 la tempeacuterature deacutesigneacutee par tepidus est-elle celle des cendres
Inque foco tepidum cinerem dimouit et ignes suscitat hesternos (Ov met 8 641-642)
ldquo Dans le foyer il eacutecarte les cendres tiegravedes et ranime le feu de la veille rdquo
Le feu constituant la reacutefeacuterence du chaud la tieacutedeur se deacutefi nit donc comme un
moindre degreacute de chaleur
23 Chaleur modeacutereacutee de lrsquoeau chauffeacutee par le soleil
La tieacutedeur peut aussi se rencontrer dans le monde naturel30 dans ce cas crsquoest le
soleil qui est agrave lrsquoorigine de cette tempeacuterature En Meacutedeacutee 72531 il est question du fl euve
Hydaspe qui coule dans une reacutegion tregraves chaude drsquoougrave la tieacutedeur de ses eaux
Has aluit altum gurgitem Tigris premens Danuuius illas has per arentes plagas tepidis Hydaspes gemmifer currens aquis (Sen Med 723-725)
ldquo [Parmi ces herbes] le Tigre qui creuse un gouffre profond a nourri les unes le Danube
les autres lrsquoHydaspe qui renferme des pierres preacutecieuses et court dans des reacutegions arides en
a quant agrave lui nourri drsquoautres de ses eaux tiegravedes rdquo
24 Tempeacuterature intermeacutediaire entre le froid et le chaud
Mais indeacutependamment de ces reacutefeacuterences au corps humain au feu refroidi ou au
soleil - ougrave lrsquoeacutetalon de la chaleur est bien eacutetabli - la notion tactile de tieacutedeur peut ecirctre
deacutecrite comme un eacutetat meacutedian intermeacutediaire entre le chaud et le froid une tempeacutera-
ture moins chaude que le chaud ou plus chaude que le froid Seacutenegraveque en epist 92 21
souligne la gradation froid chaud tiegravede32
Frigidum inquit aliquid et calidum nouimus inter utrumque tepidum est sic aliquis bea-tus est aliquis miser aliquis nec beatus nec miser Volo hanc contra nos positam imaginem excutere Si tepido illi plus frigidi ingessero fi et frigidum si plus calidi adfudero fi et nouis-sime calidum (Sen epist 92 21)
ldquo Nous connaissons dit-il le froid et le chaud entre les deux il y a le tiegravede de la mecircme
maniegravere quelqursquoun est heureux malheureux ou ni lrsquoun ni lrsquoautre Je veux faire un sort agrave cette
image qursquoon nous oppose Si jrsquoajoute du froid au tiegravede il deviendra froid si jrsquoy reacutepands plus
de chaleur il deviendra fi nalement chaud rdquo
29 Voir aussi Sen Tro 85-86 (tepido puluere) Ov epist 6 92 (tepidis rogis) Verg Aen 11 211-212 agrave propos de la terre tiegravede qui se mecircle aux braises drsquoun brasier funeacuteraire
30 Cet adjectif srsquoapplique aussi au terme umor (laquo liquide raquo) chez Virgile en georg 1 117 ougrave il est question drsquoun tepidus umor que lrsquoon trouve dans les champs imbibeacutes drsquoeau
31 Voir aussi Oed 604-607 ougrave Seacutenegraveque oppose le gelidus Strymon (laquo le Strymon geleacute raquo) ainsi que les Arctoas niues (laquo neiges arctiques raquo) au tepens Nilus (laquo le Nil tiegravede raquo)
32 Voir aussi Cels 1 4 2-3
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Au sein de cette gradation du chaud au froid le tiegravede peut ecirctre indiffeacuteremment
preacutesenteacute comme plus froid que chaud33 ou plus chaud que froid34 Par exemple chez
Lucregravece agrave propos des symptocircmes de la peste drsquoAthegravenes la tieacutedeur de la peau des per-
sonnes enfi eacutevreacutees est eacutetonnante car on srsquoattendrait agrave la trouver plus chaude
Nec nimio cuiquam posses ardore tueri corporis in summo summam feruescere par-tem sed potius tepidum manibus proponere tactum (Lucr 6 1163-1165)
ldquo Et on ne pouvait remarquer chez personne que la peau et la surface du corps fussent
brucirclantes drsquoune chaleur corporelle excessive mais elles offraient plutocirct au toucher une sen-
sation de tieacutedeur rdquo
Tandis que chez Seacutenegraveque en Phaedr 381-383 la pluie est deacutecrite comme tiegravede
car elle est plus chaude que la neige froide
Lacrimae cadunt per ora et assiduo genae rore irrigantur qualiter tauri iugis tepido madescunt imbre percussae niues (Sen Phaedr 381-383)
ldquo Les larmes tombent sans trecircve le long de son visage et ses joues sont mouilleacutees de roseacutee
comme les neiges qui srsquoamollissent frappeacutees par la pluie tiegravede sur les monts du Taurus rdquo
Ces emplois concernant la tempeacuterature tactile sont les plus anciens Degraves lrsquoeacutepoque
de Varron (Ier siegravecle av JC) tepidus est employeacute aussi pour renvoyer agrave la tempeacuterature
ambiante le terme qualifi e la chaleur modeacutereacutee de lrsquoatmosphegravere drsquoun lieu
3 Tempeacuterature ambiante
31 Tempeacuterature drsquoun lieu clos ou non
La tieacutedeur peut ecirctre obtenue dans une maison en chauffant une piegravece jusqursquoagrave une
tempeacuterature agreacuteable pour le corps Columelle explique ainsi agrave propos des jeunes
poulets qursquoils doivent ecirctre gardeacutes au tiegravede35
Sed et curandum erit ut tepide habeantur nam nec calorem nec frigus sustinent (Colum
8 5 19)
ldquo On prendra soin que [les poulets] soient maintenus agrave une tempeacuterature tiegravede car ils ne
peuvent supporter ni la chaleur ni le froid rdquo
Mais la tieacutedeur ambiante se rencontre aussi en exteacuterieur dans certaines reacutegions
Crsquoest un sujet freacutequemment eacutevoqueacute dans les traiteacutes agricoles quand il srsquoagit de donner
33 Voir aussi pour le substantif tepor le passage de Tacite hist 3 32 3 il est question drsquoAntonius qui veut se laver agrave lrsquoissue drsquoun combat Is balineas abluendo cruori propere petit Excepta uox est cum teporem incusaret statim futurum ut incalescerent (laquo Celui-ci gagne rapidement les bains pour se laver du sang Comme il se plaignait de la tieacutedeur de lrsquoeau on entendit une voix qui disait qursquoils allaient tout de suite la reacutechaufferraquo) Voir aussi Cels 4 15 4
34 Cf aussi Cels 2 30 3 ougrave lrsquoaqua tepida (laquo lrsquoeau tiegravede raquo) est opposeacutee agrave lrsquoaqua perfrigida (laquo lrsquoeau glaceacutee raquo)
35 Pour cette expression locus tepidus voir aussi Varro rust 3 9 Cels 1 3 5
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des conseils sur les cultures adapteacutees agrave tel ou tel climat chez Columelle36 par exem-
ple en 2 7
Sed de his prius disseremus quae nostra causa seminantur memores antiquissimi prae-cepti quo monemur ut locis frigidis nouissime tepidis celerius calidis ocissime iaciamus (Colum 2 7)
ldquo Mais nous parlerons drsquoabord des plantes qui sont semeacutees pour notre usage En gardant
en meacutemoire le preacutecepte tregraves ancien qui nous avertit de semer en dernier dans les lieux froids
plus rapidement dans les lieux tiegravedes le plus tocirct possible dans les lieux chauds rdquo
32 Tempeacuterature du vent
Lrsquoadjectif sert aussi agrave qualifi er la tempeacuterature du vent cet emploi est tregraves freacutequent
en poeacutesie (Virgile Seacutenegraveque Catulle Ovide37) en particulier agrave propos de lrsquoAuster ou
du Notus preacutesenteacutes comme des vents agreacuteables par leur tieacutedeur ainsi chez Seacutenegraveque38
en Phaedr 20-22
Vos qua tepidis subditus austris frigora mollit durus Acharneus (Sen Phaedr 20-22)
ldquo Vous [allez] lagrave ougrave le dur mont Acharne adoucit ses tempeacuteratures rigoureuses soumis
aux tiegravedes vents du midi rdquo
33 Tempeacuterature du printemps
Par extension tepidus est associeacute au printemps saison de tempeacuterature modeacutereacutee
par Ovide en fast 5 601-60239
Tum mihi non dubiis auctoribus incipit aestas et tepidi fi nem tempora ueris habent (Ov
fast 5 601-602)
ldquo Alors si jrsquoen crois des garants certains commence lrsquoeacuteteacute et crsquoest la fi n de la peacuteriode du
tiegravede printemps rdquo
La notion de tieacutedeur eacutevoque donc principalement une tempeacuterature ressentie
soit par la main (tempeacuterature tactile) soit par lrsquoensemble du corps (tempeacuterature
ambiante) Les eacuteleacutements auxquels lrsquoadjectif tepidus srsquoapplique majoritairement sont
lrsquoeau (ainsi que toute sorte de liquide) et lrsquoair (lrsquoatmosphegravere)40 Il srsquoagit drsquoindiquer des
contextes dans lesquels ces eacuteleacutements sont dans une zone de confort pour le corps La
notion de tempeacuterature corporelle nous semble centrale ici en effet si lrsquoon remonte
aux occurrences les plus anciennes lrsquoeacuteleacutement prototypiquement tepidus est le sang
Nous pourrions donc poser pour cet adjectif un sens ancien ldquo agrave la tempeacuterature du
36 Voir aussi Colum 11 2 3337 Voir Ov am 1 4 12 am 1 7 56 am 2 8 20 Pont 4 10 43 Pont 4 12 35 ars 3 174 Verg
georg 2 331 (pour le Zeacutephyr)38 Cf Herc O 729 Catull 64 282 (tepidihellip Fauoni)39 Voir aussi Ov fast 1 662-663 et Sen Hercf 840 Voir Koptjevskava-Tamm (2012 375)
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corps chaud comme le corps rdquo La racine tep- signifi ant ldquo ecirctre chaud rdquo il y aurait lagrave
une speacutecialisation pour deacutesigner un type de tempeacuterature moyenne eacutequivalente agrave celle
du corps et agreacuteable au toucher
4 Tempeacuterature subjective
Sans surprise le terme nrsquoest pas employeacute pour deacutecrire la tempeacuterature corporelle
ressentie par le sujet parlant Comme le souligne Koptjevskaja-Tamm (2011 407) le
corps humain dont la tempeacuterature correspond exactement agrave cette notion de tiegravede
(il nrsquoest perccedilu ni comme chaud ni comme froid) nrsquoest en geacuteneacuteral pas deacutecrit agrave lrsquoaide
de lrsquoadjectif ldquo tiegravede rdquo puisque preacuteciseacutement il srsquoagit de sa tempeacuterature normale La
tempeacuterature subjective est deacutecrite quand le locuteur ressent une gecircne par rapport agrave
la norme il a une sensation de chaud ou de froid (par exemple en cas de fi egravevre ou de
frissons)
5 Meacutetaphores images associeacutees
Au-delagrave de ces emplois bien concrets tepidus preacutesente aussi des emplois meacutetapho-
riques dans le domaine des sentiments amoureux ou dans le vocabulaire de la rheacuteto-
rique
51 Sentiment amoureux
511 Amour qui nrsquoest pas fort ou qui srsquoatteacutenue
La meacutetaphore du feu est banale dans lrsquoAntiquiteacute pour renvoyer au sentiment amou-
reux Celui-ci est deacutecrit en termes de chaleur avec lrsquoadjectif calidus ou des verbes tels
calere ou ardere si la passion est un feu quand celle-ci faiblit les fl ammes aussi et la
chaleur diminue Il nrsquoest donc pas eacutetonnant qursquoun amour mourant soit deacutecrit comme
tiegravede comme chez Ovide41 en am 2 19 15-16
Sic ubi nexarat tepidosque refouerat ignis rursus erat uotis comis et apta meis (Ov am 2 19 15-16)
ldquo Ainsi quand elle mrsquoavait enchaicircneacute et qursquoelle avait agrave nouveau attiseacute mes sentiments
tiegravedes agrave nouveau elle eacutetait douce et accessible agrave mes vœux rdquo
512 Sentiment amoureux naissant et progressant en intensiteacute
Mais chez Ovide le verbe tepere (ainsi que sa variante praetepesco) peut aussi
srsquoemployer avec un sens inverse pour indiquer un amour qui croicirct et non qui dimi-
41 Voir aussi ars 2 445 Fac timeat de te tepidamque recalface mentem (laquo Fais en sorte qursquoelle ait des craintes agrave ton sujet et embrase agrave nouveau son acircme tiegravede raquo) rem 629 434 am 2 2 51-54 rem 7 (Saepe tepent alii iuuenes ego semper amaui) Lrsquoadjectif srsquoemploie aussi au sein de la litote haud tepidus pour indiquer un amour qui est calidus donc bien actif cf Ov met 11 225 Prop 1 13 26
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nue42 Ainsi en epist 11 27-28 Canaceacute explique agrave Macareacutee comment son amour pour
lui a crucirc en elle43
Ipsa quoque incalui qualemque audire solebam nescio quem sensi corde tepente deum (Ov epist 11 27-28)
ldquo Moi aussi je me suis enfl ammeacutee et jrsquoai senti dans mon cœur qui srsquoeacutechauffait je ne sais
quel dieu dont jrsquoavais entendu souvent parler rdquo
Tepere et tepidus indiquent donc un degreacute de tempeacuterature atteint lors drsquoun mou-
vement croissant ou descendant sur lrsquoeacutechelle de la tempeacuterature amoureuse Quel que
soit le sens de ce mouvement le point de reacutefeacuterence semble ecirctre le chaud plus que le
froid on va vers le chaud ou on en vient mais dans les passages qui nous inteacuteressent
il nrsquoest pas question de froid
52 Dans le vocabulaire de la rheacutetorique
Dans le vocabulaire de la rheacutetorique lrsquoadjectif tepidus se rencontre chez Quinti-
lien en inst 2 12 11 pour qualifi er un mauvais orateur
At illi hanc uim appellant quae est potius uiolentia cum interim non actores modo ali-quos inuenias sed quod est turpius praeceptores etiam qui breuem dicendi exercitationem consecuti omissa ratione ut tulit impetus passim tumultuentur eosque qui plus honoris lit-teris tribuerunt ineptos et ieiunos et tepidos et infi rmos ut quodque uerbum contumeliosissi-mum occurrit appellent (Quint 2 12 11)
ldquo Mais ces hommes appellent force ce qui est plutocirct de la violence Et lrsquoon ne trouve pas
seulement des avocats mais aussi ce qui est plus honteux des professeurs mecircmes qui apregraves
un bref entraicircnement agrave parler en oubliant toute meacutethode tempecirctent sans ordre suivant que
leur eacutelan les entraicircne ici ou lagrave et traitent ceux qui ont apporteacute le plus de gloire aux lettres
drsquohomme ineptes secs tiegravedes et faibles suivant le mot le plus outrageant leur vient agrave lrsquoesprit rdquo
Mais qursquoentend exactement Quintilien quand il dit qursquoun orateur est tiegravede Il faut
sans doute comprendre tepidus par rapport au substantif calor (ldquo chaleur rdquo) souvent
utiliseacute par Quintilien pour renvoyer meacutetaphoriquement dans un discours agrave la rapi-
diteacute de la penseacutee ou de lrsquoenchaicircnement des mots Par exemple en inst 8 proem 27
Quintilien explique qursquoil faut que lrsquoorateur srsquoentraicircne pour ne pas soupeser ses mots
un agrave un au moment ougrave il parle
Quod si idcirco fi eret ut semper optimis uterentur abominanda tamen haec infelicitas erat quae et cursum dicendi refrenat et calorem cogitationis extinguit mora et diffi dentia
(Quint inst 8 proem 27)
ldquo Et si ils font cela pour trouver toujours les meilleurs mots cette malheureuse pratique
doit cependant ecirctre rejeteacutee car elle reacutefregravene lrsquoeacutelan de la parole et le temps de la reacutefl exion ainsi
que la deacutefi ance eacuteteignent le feu de la penseacutee rdquo
42 Il faut cependant signaler qursquoen ce sens nous nrsquoavons pas releveacute drsquoemplois de lrsquoadjectif tepidus43 Voir aussi Hor carm 1 4 19-2 Ov am 2 3 6 (pour le preacuteverbeacute praetepesco)
ROESCH
185
Si le calor est du cocircteacute de la spontaneacuteiteacute et de la rapiditeacute44 de la penseacutee45 la tieacutedeur
correspondrait donc agrave un manque drsquoeacutelan dans le discours tant dans le deacutebit que dans
lrsquoenchaicircnement des ideacutees Cela se confi rme dans un passage de Tacite du Dialogue des orateurs 21 6 ougrave apparaicirct le substantif tepor (ldquo tieacutedeur rdquo) avec un emploi meacutetaphori-
que Aper eacutevoque les œuvres des Anciens et explique que toutes ne sont pas bonnes
il donne pour exemple certaines œuvres de Ceacutesar ou de Brutus caracteacuteriseacutees par leur
tepor et leur lentitudo
[hellip] tam hercule quam Brutum philosophiae suae relinquamus Nam in orationibus mi-norem esse fama sua etiam admiratores eius fatentur nisi forte quisquam aut Caesaris pro Deciltdigto Samnite aut Bruti pro Deiotaro rege ceterosque eiusdem lentitudinis ac teporis libros legit nisi qui et carmina eorundem miratur (Tac dial 21 6)
ldquo De mecircme par Hercule laissons Brutus agrave sa philosophie car mecircme ses admirateurs
avouent que dans ses discours il est en-deccedilagrave de sa reacuteputation Personne ne lit les discours de
Ceacutesar pour le Samnite Decius ou de Brutus pour le roi Deiotarus et drsquoautres ouvrages de la
mecircme lenteur et de la mecircme tieacutedeur sauf quelqursquoun qui admire leurs poegravemes rdquo
Ainsi dans ses emplois meacutetaphoriques tepidus est-il tributaire des meacutetaphores
de la chaleur Par exemple lrsquoamour eacutetant deacutecrit en latin en termes de feu tepidus qui
renvoie agrave une chaleur moins ardente servira agrave caracteacuteriser un amour moins fort qursquoil
soit en train de naicirctre ou de mourir De mecircme dans le vocabulaire de la rheacutetorique
par rapport agrave calidus qui deacutesigne un orateur tregraves dynamique ou un discours vif et
rapide tepidus renvoie agrave quelqursquoun qui manque drsquoeacutenergie Comme lrsquoadjectif eacutevoque
un comportement qui est en-deccedilagrave de la chaleur attendue drsquoun amoureux ou drsquoun bon
orateur il nrsquoest pas eacutetonnant qursquoil se colore drsquoune connotation neacutegative46 Une fois
de plus la reacutefeacuterence se fait par rapport au chaud tepidus renvoie agrave ce qui est moins
chaud que calidus
6 La question de la graduabiliteacute ldquo plus tiegravede rdquo ou ldquo tregraves tiegravede rdquo
En latin lrsquoadjectif tepidus peut se rencontrer sous la forme du comparatif tepi-dior (ldquo plus tiegravede rdquo) ou du superlatif tepidissimus (ldquo tregraves tiegravede rdquo)47 ce qui est eacutetonnant
quand on compare ce terme agrave lrsquoadjectif franccedilais tiegravede qui lui nrsquoest pas graduable48
44 Cette association entre chaleur est rapiditeacute est freacutequente en latin sans doute notamment agrave cause de lrsquoimage du feu perccedilu comme un eacuteleacutement en permanence en mouvement Cf Roesch agrave paraicirctre
45 Pour drsquoautres emplois de ce terme calor chez Quintilien voir inst 9 4 113 10 3 6 10 3 18 10 7 13 11 3 111 11 3 130 11 3 146
46 Signalons qursquoon trouve en anglais et en serbe (cf Rasulić 2015) des emplois meacutetaphoriques analogues de laquo tiegravede raquo pour exprimer le manque drsquointensiteacute eacutemotionnelle ou le manque drsquoeacutenergie Rasulić souligne aussi que dans ces deux langues dans ses emplois meacutetaphoriques laquo tiegravede raquo est neacutegativement connoteacute de mecircme en letton (cf Perkova 2015)
47 Dans lrsquoensemble de la litteacuterature latine jusqursquoau Ve siegravecle ap JC on relegraveve 30 occurrences du terme au comparatif 10 au superlatif
48 Du moins dans les cas ougrave il deacutesigne une tempeacuterature (cf Rivara 1993) dans ses emplois meacutetaphoriques par exemple au sens de laquo faible raquo il est graduable
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61 Le comparatif tepidior
Les emplois de tepidus au comparatif se rencontrent souvent dans les traiteacutes drsquoa-
griculture (Varron et Columelle) ougrave pour la culture ou lrsquoeacutelevage la tempeacuterature joue
un rocircle important ou dans lrsquoHistoire naturelle de Pline ougrave lrsquoauteur parle reacuteguliegravere-
ment du climat Ainsi en rust 1 6 2 Varron explique-t-il que les mecircmes cultures ne
conviennent pas aux diffeacuterents terrains (plaines collines montagnes)
E quibus tribus fastigiis simplicibus sine dubio infi mis alia cultura aptior quam summis quod haec calidiora quam summa sic collinis quod ea tepidiora quam infi ma aut summa
(Varro rust 1 6 2)
ldquo Parmi ces trois type de terrains simples sans doute un certain type de culture est
plus adapteacute aux altitudes basses qursquoaux altitudes eacuteleveacutees parce que les premiegraveres sont plus
chaudes que les altitudes eacuteleveacutees de mecircme pour les collines parce que celles-ci sont de tem-
peacuterature plus douce que les terrains situeacutes plus bas ou plus haut rdquo
Tepidior est ici employeacute pour renvoyer agrave la tempeacuterature des collines zone
intermeacutediaire de climat tempeacutereacute plus ldquo tiegravede rdquo que les sommets (summa) ou les plai-
nes (infi ma) crsquoest-agrave-dire plus chaud que les uns et plus froid que les autres Le compa-
ratif souligne la diffeacuterence de tempeacuterature avec les deux extrecircmes que sont le chaud
et le froid
Mais la reacutefeacuterence peut se faire uniquement par rapport au froid comme en Varro
rust 3 10 3 ougrave il est cette fois question de lrsquoeacutelevage des oies49 la tempestas la mau-
vaise saison incarne le froid
Incubat tempestatibus dies triginta tepidioribus XXV (Varro rust 3 10 3)
ldquo [Lrsquooie] couve 30 jours par mauvais temps 25 si le temps est plus doux rdquo
Rappelons que le comparatif latin nrsquoest pas toujours strictement comparatif pui-
sqursquoil peut indiquer une intensiteacute variable et se traduire par ldquo trop rdquo ou ldquo assez rdquo50
Ainsi Seacutenegraveque dans le de ira 2 25 (= dial 4 25) fait-il une liste des petits deacutesa-
greacutements du quotidien le comparatif nrsquoindique ici pas une comparaison (plus ou
moins chaud) mais une intensiteacute comme on le voit avec lrsquousage de parum agilis dans
la mecircme phrase
Parum agilis est puer aut tepidior aqua poturo aut turbatus torus aut mensa neglegentius posita ad ista concitari insania est (Sen dial 4 25)
ldquo Mon esclave est trop peu rapide mon eau trop chaude pour la boire mon lit en deacutesordre
ou ma table dresseacutee avec neacutegligence Srsquoeacutenerver pour cela est de la folie rdquo
49 Voir aussi Sen nat 2 10 3 ougrave lrsquoexpression tepidiora loca renvoie agrave des reacutegions agrave la tempeacuterature plus modeacutereacutee que celles du nord ou Pline le Jeune epist 5 6 25 ougrave lrsquoauteur qui deacutecrit sa maison parle des bains froids puis explique que si lrsquoon veut nager dans un espace plus large ou plus chaud (si natare latius aut tepidius uelis) on peut trouver une piscine toute proche Voir aussi pour des emplois similaires Plin nat11 15 43 10 79 163 18 49 174 37 44 128 Varro rust 1 6
50 Cf Touratier (1994 304)
ROESCH
187
Une fois encore tepidus est orienteacute vers le chaud lrsquoeau ldquo trop tiegravede rdquo est plus
chaude que la tempeacuterature souhaiteacutee
62 Le superlatif tepidissimus
Les emplois au superlatif sont plus rares51 peut-ecirctre parce que la notion de
tempeacuterature moyenne se precircte mal agrave lrsquoexpression de la superlativiteacute Chez Seacutenegraveque
dans la Consolatio ad Marciam en 17 4 (= dial 6 17 4) lrsquoauteur deacutecrit agrave un futur
voyageur tout ce qursquoil pourra voir agrave Syracuse
Videbis [hellip] ipsam ingentem ciuitatem et laxius territorium quam multarum urbium fi nes sunt tepidissima hiberna et nullum diem sine interuentu solis (Sen dial 6 17 4)
ldquo Tu verras la ville mecircme et son territoire plus eacutetendu que les limites de nombreuses citeacutes
les hivers tregraves doux et aucun jour sans apparition du soleil rdquo
Si les hivers sont qualifi eacutes de tregraves tepida crsquoest-agrave-dire ldquo tregraves doux rdquo crsquoest sans doute
parce que lrsquoadjectif calidus (ldquo chaud rdquo) ne peut srsquoappliquer agrave cette saison prototypi-
quement froide Crsquoest probablement parce que tepidus permet drsquoindiquer un degreacute de
chaleur infeacuterieur agrave calidus qursquoil a eacuteteacute retenu52
Les emplois ulteacuterieurs se rencontrent notamment sous la plume de saint Augustin
au Ve siegravecle dans son œuvre on relegraveve 3 occurrences de lrsquoadjectif au superlatif53 mais
une seule ougrave lrsquoadjectif est employeacute au sens propre pour renvoyer agrave une tempeacuterature
Il srsquoagit de Conf 6 2 ougrave Augustin eacutevoque le vin aquatissimum et tepidissimum que
sa megravere utilisait pour rendre hommage aux martyrs suivant une pratique ancienne il
srsquoagit ici de montrer qursquoelle ne boit pas pour le plaisir car ce vin (merum) nrsquoest pas bon
eacutetant tregraves dilueacute et tiegravede Le superlatif ldquo tregraves tiegravede rdquo vise sans doute agrave renforcer lrsquoideacutee
sous-jacente suivant laquelle boire tiegravede est ldquo tregraves deacutesagreacuteable rdquo
[hellip] et si multae essent quae illo modo uidebantur honorandae memoriae defunctorum idem ipsum unum quod ubique poneret circumferebat quo iam non solum aquatissimo sed etiam tepidissimo cum suis praesentibus per sorbitiones exiguas partiretur quia pietatem ibi quaerebat non uoluptatem (Aug conf 6 2 2)
ldquo Et srsquoil y avait plusieurs deacutefunts dont elle voulait honorer la meacutemoire de cette maniegravere
elle emportait seulement cette mecircme [petite coupe] qursquoelle posait partout avec laquelle elle
partageait agrave petites gorgeacutees avec les fi degraveles qui eacutetaient lagrave du vin non seulement largement
51 Entre le IIIe siegravecle av JC et le IVe ap JC on a en tout deux occurrences de cette forme les huit autres emplois sont tardifs (Vegraveme siegravecle ap JC)
52 On relegraveve un emploi analogue chez Pline le Jeune qui deacutecrit une des chambres de sa villa de Toscane Idem cubiculum hieme tepidissimum quia plurimo sole perfunditur (epist 5 6 24) laquo La mecircme chambre est bien chaude en hiver parce qursquoelle inondeacutee de soleil raquo Lagrave encore lrsquoemploi de tepidus srsquoexplique sans doute par la reacutefeacuterence agrave lrsquohiver
53 Dans les deux autres occurrences chez Augustin lrsquoadjectif preacutesente le sens fi gureacute de laquo faible raquo ce qui explique qursquoil soit graduable Par exemple dans le Contra epistulam Manichaei quam uocant fundamenti 9 lrsquoadjectif tepidissimus qualifi e le substantif celebritas et deacutesigne laquo une tregraves faible affl uence raquo et en conf 8 11 27 le superlatif drsquoadverbe tepidissime signifi e laquo tregraves faiblement raquo
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188
coupeacute drsquoeau mais aussi tout agrave fait tiegravede car ce qursquoelle cherchait lagrave crsquoeacutetait la pieacuteteacute et non le
plaisir rdquo
Si dans tous ces emplois lrsquoadjectif tepidus peut ecirctre employeacute tant au comparatif
qursquoau superlatif crsquoest sans doute parce qursquoil renvoie agrave un degreacute de chaleur preacutecis
avec lequel on peut caracteacuteriser tel ou tel eacuteleacutement (en lrsquooccurrence une tempeacuterature
modeacutereacutee agreacuteable pour le corps) plutocirct qursquoune vague notion intermeacutediaire entre le
chaud et le froid En cela tepidus a un fonctionnement diffeacuterent de celui du franccedilais
tiegravede dont il est pourtant lrsquoancecirctre
7 Lrsquoexpression du tiegravede en latin par rapport au franccedilais et agrave lrsquoitalien
En franccedilais lrsquoadjectif tiegravede issu de lat tepidus caracteacuterise preacutefeacuterentiellement des
entiteacutes qui sont les mecircmes qursquoen latin lrsquoeau lrsquoair le corps ou les cendres54 Le TLF
deacutecrit fr tiegravede comme laquo 1- qui est agrave une tempeacuterature modeacutereacutee qui provoque une
sensation thermique modeacutereacutee entre le chaud et le froid 2- qui est encore leacutegegraverement
chaud 3- qui reacutechauffe modeacutereacutement raquo crsquoest-agrave-dire que ce qui prime est la notion de
tempeacuterature moyenne et intermeacutediaire
Rivara (1990 128) explique qursquoen franccedilais les antonymes froid et chaud sont ce
qursquoil appelle bipolaires crsquoest-agrave-dire que le chaud et le froid sont des proprieacuteteacutes laquo perccedilues
comme orienteacutees agrave lrsquoinverse lrsquoune de lrsquoautre [hellip] elles sont seacutepareacutees non par une fron-
tiegravere clairement traceacutee mais par une zone intermeacutediaire vaguement deacutefi nie agrave laquelle
on donne lrsquoeacutepithegravete de tiegravede Bien que tregraves approximativement deacutefi nissable cette zone
est conccedilue comme ponctuelle et a fortiori non graduable elle ne souffre donc pas les
deacuteterminations de degreacute ni la comparaison (tregraves tiegravede) 55raquo Entre ces deux eacutechelles qui
ne se recouvrent pas orienteacutees lrsquoune vers le chaud lrsquoautre vers le froid il y aurait donc
une zone intermeacutediaire hors eacutechelle dans laquelle rentre lrsquoadjectif fr tiegravede crsquoest parce
qursquoil est hors eacutechelle que cet adjectif nrsquoest pas graduable Rivara (1993 45) repreacutesente
les adjectifs fr chaud froid et tiegravede du franccedilais par le scheacutema suivant
Pas de limite theacuteorique
Chaud
Zone intermeacutediaire tiegravede
Froid
Pas de limite theacuteorique
Agrave lrsquoinverse en latin tepidus appartient agrave une eacutechelle de tempeacuterature continue
qui va du chaud (calidus) au froid (frigidus) avec en haut de chacune des eacutechelles
le chaud extrecircme (feruidus) ou le froid extrecircme (algidus) Dans cette eacutechelle tepidus
occupe une zone meacutediane (bien qursquoagrave notre avis il soit plus pregraves du chaud que du froid
54 Cf les exemples de lrsquoarticle laquo tiegravede raquo du TLF55 Voir aussi Rivara (1993 45)
ROESCH
189
car comme nous lrsquoavons vu notamment agrave propos de ses emplois meacutetaphoriques le
terme se deacutefi nit en prioriteacute comme moins chaud que calidus) Pour le latin on peut
donc proposer lrsquoeacutechelle suivante
feruidus (brucirclant)
calidus (chaud)
tepidus (tiegravede)
frigidus (froid)
algidus (glaceacute)
Agrave la diffeacuterence du franccedilais srsquoil faut en croire Luraghi (2015 348 fi gure 4b) lrsquoita-
lien a gardeacute la mecircme eacutechelle de tempeacuterature continue que le latin Luraghi propose la
repreacutesentation suivante pour les termes de chaleur en italien
bollente caldo tiepido (neutral) fresco freddo gelato
Elle explique que ni it tiepido ni it fresco ne correspondent agrave une tempeacuterature
neutre qui pourrait ecirctre deacutecrite par fr tiegravede en franccedilais car it tiepido est du cocircteacute du
chaud (avec le sens de ldquo modeacutereacutement chaud rdquo ce qui correspond aux emplois du latin
tepidus) 56 it fresco (ldquo frais rdquo) du cocircteacute du froid Un autre point commun est que it
tiepido permet le comparatif piugrave tiepido dont Luraghi explique que dans le cas de
la tempeacuterature tactile selon le contexte il signifi e ldquo plus chaud en venant du froid rdquo
ou ldquo plus froid en venant du chaud rdquo mais pas ldquo plus tiegravede rdquo Luraghi dresse alors un
parallegravele entre le latin et lrsquoitalien et apregraves reacutefl exion propose pour les termes latins
le scheacutema suivant (2015 348 fi gure 5) qui preacutesente une reacutepartition quasi-similaire agrave
celle des termes de tempeacuterature en italien
fervidus calidus tepidus (neutral) frigidus algidus
En fait il nous semble que le sens de tepidus en latin srsquoil se situe bien eacutetymolo-
giquement du cocircteacute du chaud deacutepend beaucoup du contexte et peut remplir la place
de la tempeacuterature ldquo neutre rdquo en cas de besoin Quand lrsquoadjectif est employeacute seul sans
reacutefeacuterence ni au chaud ni au froid il signifi e ldquo agrave la tempeacuterature du corps modeacutereacutement
chaud rdquo Quand il est employeacute en lien avec la notion de froid ou celle de chaud du fait
de sa position intermeacutediaire entre ces deux degreacutes de chaleur il peut signifi er ldquo plus
chaud que le degreacute froid rdquo ou ldquo plus froid que le degreacute chaud rdquo Enfi n quand il srsquoagit de
renvoyer agrave une tempeacuterature intermeacutediaire entre ces deux extrecircmes crsquoest tepidus qui
est utiliseacute par deacutefaut car crsquoest le seul adjectif latin permettant de renvoyer agrave une tem-
peacuterature modeacutereacutee - ce qui en fait lrsquoeacutequivalent du terme neutre de Luraghi Il eacutequivaut
alors au franccedilais tiegravede ce qui explique sans doute la valeur de tempeacuterature meacutediane
prise par cet adjectif en franccedilais
56 Luraghi souligne par ailleurs le fait que it tiepido se deacutefi nit par reacutefeacuterence agrave la tempeacuterature du corps humain lagrave aussi dans la droite ligne de ce que nous avons mis en lumiegravere pour lat tepidus
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Le franccedilais a donc innoveacute par rapport au latin en sortant le ldquo tiegravede rdquo de lrsquoeacutechelle de
la chaleur et en en faisant une zone intermeacutediaire Ce qui prime en franccedilais pour ce
terme est son emploi relatif la reacutefeacuterence agrave la tempeacuterature du corps qui eacutetait primor-
diale en latin est devenue marginale Agrave la diffeacuterence de lrsquoitalien tiepido le franccedilais
tiegravede ne garde donc pas la trace du sens eacutetymologique de lat tepidus issu de la racine
i-e tep- ldquo ecirctre chaud rdquo
Universiteacute Franccedilois Rabelais Tours Sophie ROESCH
ROESCH
191
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193
La formation de la terminologie grammaticale roumaine agrave
lrsquoaide des termes latins la relatinisation du roumain entre
le XVIIIe et le XIXe siegravecles
Pour la plupart des lexiques techniques appartenant aux langues modernes le
latin est en mecircme temps source et modegravele pour la constitution des termes speacutecialiseacutes
du domaine de la grammaire Nous tenterons de preacutesenter ici les conditions speacuteci-
fi ques de la formation drsquoune terminologie grammaticale en roumain agrave lrsquoaide du latin
comme eacuteleacutement essentiel du processus de relatinisation du roumain entre le XVIIIe
et le XIXe siegravecles Nous partons des textes des premiegraveres grammaires latines du rou-
main afi n de dresser un inventaire des termes qui sont agrave la base de leurs correspon-
dants roumains
1 Latin1 et langues techniques
11 Lexiques techniques et terminologie grammaticale
On sait qursquoagrave partir du XVIe siegravecle en Occident le monopole du latin est menaceacute
face au deacuteveloppement des langues vernaculaires Il y a un paradoxe qui se produit
agrave cette eacutepoque et dans les siegravecles qui suivent le savoir et ses moyens de transmission
se modernisent gracircce au retour au latin classique Les nouveaux concepts ainsi que
les nouvelles reacutealiteacutes extralinguistiques avaient besoin drsquoune langue pour les nommer
drsquoune maniegravere sans eacutequivoque commune agrave tous les participants au savoir Dans son
ouvrage Le latin ou lrsquoempire drsquoun signe XVIe-XXe siegravecle Franccediloise Waquet considegravere
que laquo les concepts nouveaux qursquoelles [les œuvres] veacutehiculaient nrsquoeacutetaient pas toujours
aiseacutement traduisibles alors que de surcroicirct ils eacutetaient parfaitement clairs pour le
nombre limiteacute des doctes qui avaient agrave les manier raquo (Waquet 1998 112) Apregraves la
disparition du latin comme langue universelle de la communication dans les divers
domaines de la science les langues modernes (et non seulement les langues romanes)
conservent des inventaires des termes drsquoorigine latine qui transforment cet heacuteritage
dans une terminologie internationale
Bien qursquoelle appartienne au vocabulaire technique la terminologie grammaticale
est dans une situation diffeacuterente Elle est deacutejagrave formeacutee et elle repreacutesente un systegraveme
1 laquo Il est leacutegitime de souligner le rocircle essentiel qursquoa joueacute la langue latine dans la constitution des lexiques techniques et scientifi ques dans tous les domaines de la connaissance et en particu-lier dans ceux comme la botanique qui ont continueacute jusqursquoagrave lrsquoeacutepoque moderne et contempo-raine agrave employer le latin comme langue de communication raquo (Fruyt 2006 11)
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clos parce qursquoelle se conserve depuis les eacutepoques classique et tardive du latin Elle
nrsquoeacutevolue pas comme les autres lexiques techniques des XVIe-XVIIe siegravecles Mais son
importance est toujours de premier rang gracircce agrave son prestige assureacute par lrsquoenseigne-
ment en latin et parce qursquoelle est aussi un meacutetalangage le seul agrave former une conscience
linguistique Les gens reacutefl eacutechissent sur leurs langues maternelles agrave lrsquoaide du latin
Au XVIIe siegravecle le roumain est une langue qui se trouve dans une situation para-
doxale Il posseacutedait une traduction inteacutegrale de la Bible (en 1688) soixante-dix ans
avant la reacutedaction de la premiegravere grammaire du roumain Le contact avec la langue et
la culture latines nrsquoest pas institutionnaliseacute pour les locuteurs roumains avant lrsquoappa-
rition de lrsquoEglise grecque-catholique en Transylvanie mais il existe en opposition
avec la culture eccleacutesiastique offi cielle des Roumains Jusqursquoau XVIIIe siegravecle leur
culture est principalement religieuse chreacutetienne orthodoxe conserveacutee et deacutevelop-
peacutee par les contacts exclusifs avec Constantinople et le monde grec avec les Slaves
qui habitent au sud du Danube et les Russes A la fi n du XVIIIe siegravecle et surtout au
deacutebut du XIXe siegravecle la modernisation devient synonyme du clivage entre la culture
religieuse et la culture laiumlque La modernisation du roumain ne se fait pas agrave lrsquoaide de
la culture religieuse et de sa langue qui sont essentiellement conservatrices mais par
lrsquointermeacutediaire des langues techniques qui appartiennent agrave la culture laiumlque
12 Les concepts de relatinisation reromanisation occidentalisation
romane
Nous ne nous proposons pas drsquoentrer dans la poleacutemique concernant la deacutefi nition
du concept que les linguistes ont nommeacute successivement relatinisation (A Graur)
reromanisation (Sextil Pușcariu) occidentalisation romane (A Niculescu) ou tout
simplement modernisation latino-romane (N A Ursu) de la langue roumaine Nous
avons opteacute pour le terme de relatinisation qui dans lrsquoacception de Theodor Hristea
(2008 161-172) indique un pheacutenomegravene extrecircmement complexe laquo drsquointensifi cation et
drsquoaugmentation des caractegraveres latins du roumain raquo Lrsquoauteur identifi e le verbe relati-niser qursquoil trouve pour la premiegravere fois chez Antoine Meillet au sujet de laquo lrsquoinfl uence
franccedilaise qui a eacuteteacute grande au XIXe siegravecle raquo et qui laquo a heureusement relatiniseacute le
roumain depuis quelques deacutecades raquo (apud Hristea 2008 162) Le linguiste roumain
insiste sur la valeur intensive du preacutefi xe re- en deacutepit du sens iteacuteratif que les diction-
naires lui attribuent geacuteneacuteralement
Nous reconnaissons les deux valeurs intensive et iteacuterative du preacutefi xe re- dans le
deacuteriveacute relatinisation parce que le remplacement des termes consideacutereacutes comme ldquoeacutetran-
gersrdquo en roumain notamment les termes drsquoorigine slave suppose une intense activiteacute
linguistique de retour aux sources latines du roumain dans un milieu alloglotte Mais
dans lrsquoenvironnement culturel dans lequel se sont formeacutes les intellectuels de Transyl-
vanie le latin nrsquoest pas uniquement la langue de leurs ancecirctres de lrsquoEmpire Romain
crsquoest aussi la langue de la science et de la culture du Saint-Empire romain germanique
et de lrsquoOccident Nous prenons le terme relatinisation dans une acception plus res-
treinte justifi eacutee historiquement comme un processus par lequel le roumain langue
ȚAcircRA
195
drsquoorigine latine parleacutee par une population au carrefour entre lrsquoOrient et lrsquoOccident
fait le choix de se moderniser agrave lrsquoaide du latin et des langues romanes gracircce agrave sa toute
premiegravere geacuteneacuteration de philologues La premiegravere phase qui nous inteacuteresse ici dure
presqursquoun siegravecle de 1780 agrave 1860 et repreacutesente laquo lrsquoeacutetape drsquoassimilation de la science
moderne et de la creacuteation de lrsquoesprit scientifi que chez les Roumains raquo (Ursu 1962 10)
Le cas de la terminologie grammaticale est diffeacuterent des autres terminologies speacute-
cialiseacutees pour deux raisons Premiegraverement certains auteurs roumains eacutecrivent des
grammaires de leur propre langue directement en latin La connaissance du latin
savant signifi e lrsquoacquisition drsquoune reacutefl exion grammaticale structureacutee selon les cateacute-
gories de la langue latine et la connaissance de la terminologie latine En deuxiegraveme
lieu lrsquoactiviteacute de ces intellectuels eacutetait consciemment orienteacutee vers lrsquoaffi rmation drsquoune
correacutelation entre le roumain et le latin comme langue originaire et comme langue
des sciences agrave leur eacutepoque Le simple fait de preacutesenter le roumain agrave lrsquoaide des termes
latins agrave une eacutepoque ougrave tregraves peu de langues modernes posseacutedaient une terminologie
grammaticale propre ouvre la reacutefl exion sur la creacuteation drsquoune telle terminologie en
roumain
2 Grammaires latines du roumain et terminologies grammaticales
21 Remarques sur les grammaires choisies
Depuis la premiegravere grammaire du roumain eacutecrite en 1757 et jusqursquoagrave la fi n du
XIXe siegravecle lrsquointeacuterecirct pour comprendre pour deacutecrire la langue et pour lui donner des
normes unitaires srsquoest mateacuterialiseacute dans 100 grammaires reacutedigeacutees en roumain (74)
latin (6) allemand (12) franccedilais (4) italien (1) grec (2) et anglais (1)
Le corpus que nous avons choisi pour illustrer lrsquoideacutee de la relatinisation du rou-
main agrave lrsquoaide de la terminologie grammaticale latine est formeacute par les quatre pre-
miegraveres grammaires latines de la langue roumaine
Institutiones linguae valachicae sive Grammatica compendio exhibita (1770)
est la premiegravere grammaire roumaine reacutedigeacutee en latin Conserveacutee dans un manus-
crit de la Bibliothegraveque Archieacutepiscopale de Kalocsa en Hongrie elle fut eacutediteacutee en
2001 par Gheorghe Chivu et Lucia Wald de lrsquoUniversiteacute de Bucarest Lrsquoauteur ano-
nyme annonce dans la preacuteface lrsquoutiliteacute de son ouvrage et deacuteclare avoir employeacute une
meacutethode approprieacutee au latin langue agrave laquelle le roumain doit son origine2 Mecircme
srsquoil srsquoagit drsquoun instrument pour les missionnaires jeacutesuites le texte est important parce
qursquoil laquo affi rme explicitement la latiniteacute des structures grammaticales du roumain raquo
(Chivu Wald 2001 40)
Elementa linguae daco-romanae sive valachicae (Vienne 1780) est la premiegravere
grammaire eacutediteacutee de la langue roumaine Son apparition marque le deacutebut du pro-
2 laquo Utque harum Institutionum utilitas ad plures pertineret Methodo Latinae Linguae con-venienti cui Valachicum hoc Idioma sua debet cunabula pertractandas existimavi raquo (Chi-vu Wald 2001 50)
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cessus de modernisation du roumain cultiveacute processus qui srsquoeacutetend sur plus de cent
ans Ecrit entiegraverement en latin par lrsquoeacuterudit Samuil Micu en collaboration avec Gheor-
ghe Șincai cet ouvrage contient les principes theacuteoriques et les moyens pratiques drsquoun
renouvellement profond de la langue Destineacutee aux speacutecialistes eacutetrangers et rou-
mains cette grammaire a comme modegravele absolu lrsquoElementa linguae germanicae in gratiam hungaricae et transylvanicae iuventutis ex optimis autoribus collecta a Geor-gio Nagy Vienne 1775 Les ideacutees concernant lrsquoadoption de lrsquoalphabet latin selon un
systegraveme orthographique conforme agrave lrsquoeacutetymologie lrsquoinstitution des normes grammati-
cales drsquoapregraves les critegraveres des grammaires latines de lrsquoeacutepoque la conception geacuteneacuterale
concernant lrsquoenrichissement du vocabulaire par des emprunts massifs au latin mais
aussi agrave lrsquoitalien et au franccedilais ont assureacute la notorieacuteteacute de ce livre immeacutediatement apregraves
sa parution Il sera reacuteeacutediteacute en 1805 avec des changements concernant notamment le
systegraveme orthographique
La derniegravere grammaire que nous avons consulteacutee en manuscrit est lrsquoœuvre de Ion
Budai Deleanu eacutecrivain et philologue formeacute agrave Vienne auteur de travaux philolo-
giques qui deacutepassent par leur importance les eacutecrits de ses contemporains En plus
drsquoun dictionnaire roumain-allemand en 4 tomes il reacutedige la grammaire intituleacutee Fun-damenta grammatices linguae romaenicae seu ita dictae valachicae usui tam domes-ticorum quam extraneorum accommodata (1812) agrave laquelle il ajoute une variante
roumaine sous le titre Temeiurile gramaticii romacircnești (1815) Dans les Fundamenta
la description de la structure grammaticale du roumain est accompagneacutee par des
commentaires linguistiques deacutetailleacutes concernant la modernisation des normes phoneacute-
tiques et morphologiques Lrsquoauteur recommande le renouvellement du lexique par des
neacuteologismes emprunteacutes au latin agrave lrsquoitalien et au franccedilais censeacutes remplacer les mots
drsquoorigine slave hongroise grecque turque etc langues avec lesquelles le roumain
nrsquoavait pas drsquoaffi niteacute geacuteneacutealogique Sur la base de la terminologie latine employeacutee
dans les Fundamenta il propose et justifi e une terminologie grammaticale roumaine
tregraves proche de la terminologie actuelle
Dans le milieu culturel de la Transylvanie du XVIIIe siegravecle les auteurs des gram-
maires latines du roumain eacutetaient en contact avec la terminologie grammaticale latine
de diverses maniegraveres a) gracircce agrave leurs eacutetudes dans les collegraveges de Vienne et de Rome
b) par lrsquointermeacutediaire des grammaires de la langue latine dont celle de Gregorius
Molnar Elementa grammaticae latinae (Cluj 1556) qui a connu plusieurs eacuteditions
successives c) par des grammaires latines des autres idiomes parleacutes dans lrsquoempire
pluri-ethnique Elementa linguae germanicae in gratiam hungaricae et transylvani-cae iuventutis ex optimis autoribus collecta a Georgio Nagy Vienna 1775 Herkel
Johannes Pannonio Elementa universalis linguae slavicae e vivis dialectis eruta et sanis logicae principiis suffulta Budae Typis Regiae Universitatis Hungaricae 1826
d) par des traductions Teodor Corbea Dictiones latinae cum valachica interpreta-tione (environ 1700)
ȚAcircRA
197
22 Remarques sur les lexegravemes des vocabulaires techniques employeacutes dans les grammaires
Les traits saillants des lexegravemes qui forment un vocabulaire technique sont le
degreacute hautement speacutecialiseacute la faible extension seacutemantique la grande compreacutehension
seacutemantique et le fait drsquoecirctre rarement attesteacutes dans les textes (cf Fruyt 2006 12)
La terminologie grammaticale latine qui est agrave la base des terminologies des
langues modernes est le reacutesultat drsquoune eacutevolution dans le temps Elle comprend des
termes formeacutes en latin ou emprunteacutes au grec attesteacutes agrave des eacutepoques tregraves diffeacuterentes
grammaticus grammatica (Ciceacuteron Horace) syntaxis (Priscien) orthographia
(Quintilien Sueacutetone) etymologia (Quintilien) prosodia (Varron chez Aulu-Gelle)
uocabularium (qui nrsquoest pas attesteacute en latin classique et tardif) alphabetum (Tertul-
lien) usus (Ciceacuteron) substantiuum (Priscien) adjectiuus (Macrobe) pronomen (Var-
ron) uerbum (Quintilien) aduerbium (Quintilien) articulus (Quintilien) numeralis
(Priscien) praepositio (Ciceacuteron) interiectio (Quintilien) coniunctio (Horace) etc
Certains de ces lexegravemes furent pendant une longue peacuteriode polyseacutemiques
comme termes de la langue commune et comme termes speacutecialiseacutes (uerbum ldquo mot rdquo
vs ldquo verbe rdquo) parfois ambigus mecircme agrave lrsquointeacuterieur du vocabulaire technique (chez deux
auteurs diffeacuterents articulus ldquo pronom rdquo chez Varron vs ldquo article rdquo chez Quintilien
ou chez le mecircme auteur interjectio ldquo insertion rdquo vs ldquo parenthegravese rdquo vs ldquo interjection rdquo
chez Quintilien) Substantiuum (Priscien) et numeralis (Priscien) sont attesteacutes seule-
ment comme deacuteterminants
Les lexies complexes sous la forme drsquoun substantif ayant deacutejagrave un sens gramma-
tical deacutetermineacute par un adjectif qui sert agrave deacutelimiter de maniegravere preacutecise le sens afi n
de creacuteer des cateacutegories et des sous-cateacutegories sont un moyen constant drsquoenrichisse-
ment de la terminologie grammaticale Ces constructions qui sont speacutecifi ques de tous
les vocabulaires techniques fonctionnent comme des uniteacutes seacutemantiques attesteacutees
chez divers auteurs Par exemple pronomen possessiuum apparaicirct pour la premiegravere
fois dans un opuscule qursquoon attribue agrave saint Augustin3 accentus circumfl exus chez
Quoduultdeus (Ve siegravecle) indicatiuus modus chez Gaudentius Brixiensis (Ve siegravecle)
conparatiuus gradus chez Augustin etc
La terminologie grammaticale est le reacutesultat drsquoun processus graduel et complexe
de creacuteation drsquoun lexique speacutecialiseacute agrave lrsquoaide drsquoemprunts de mots deacuteriveacutes agrave partir de
radicaux latins productifs de calques seacutemantiques (casus) avec enrichissement de
sens nouveaux plus restreints et plus preacutecis pour des termes latins preacuteexistants de
signifi cation beaucoup plus large (usus)
3 Ars sancti Augustini pro fratrum mediocritate breviata peut-ecirctre IVe siegravecle
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23 Remarques sur le corpus seacutelectionneacute
231 La structure de la terminologie grammaticale latine (agrave partir des donneacutees du corpus)
La lecture critique des quatre premiegraveres grammaires latines du roumain nous a
permis drsquoobserver lrsquoextension de la terminologie grammaticale que les grammairiens
employaient en latin en parallegravele avec leurs efforts pour creacuteer une terminologie dans
la langue qursquoils parlaient
En premier lieu nous avons seacutelectionneacute environ 60 lexies et lexies complexes qui
ont de nos jours des correspondants tregraves proches en ce qui concerne leurs formes
dans les langues romanes et en roumain
Du point de vue de lrsquoappartenance des mots seacutelectionneacutes agrave la terminologie gram-
maticale nous avons remarqueacute des degreacutes diffeacuterents de speacutecialisation On trouve en
effet
a) des termes speacutecialiseacutes proprement dits dont la plupart sont monoseacutemiques orthogra-phia etymologia vocabularium etc substantivum adjectivum adverbium interjectio
conjunctio etc nominativus genitivus dativus etc vocalis consonans diphtongus etc
drsquoautres qui ont reccedilu un sens grammatical ulteacuterieurement sont polyseacutemiques genus
numerus persona casus modus gradus usus constructio terminatio comparatio etc
b) des lexies complexes repreacutesenteacutees par des syntagmes fi geacutes accentus gravis spiritus asper articulus defi nitus nomen proprium et des structures ougrave le deacuteterminant peut ecirctre deacutetacheacute
et employeacute seul genus masculinum pronomen demonstrativum verba passiva tempus praesens gradus positivus etc
c) des termes partiellement speacutecialiseacutes qui apparaissent dans le discours des grammairiens
comme agrave la suite drsquoune habitude langagiegravere ils ne traduisent pas de concepts mais sont
employeacutes pour mettre en relation des notions grammaticales exprimere (1805 substan-tivum quod in una constructione expressum fuit) formare (1780 duc fac dic formant personam praesentis imperativi du fagrave digrave) determinare (1780 articulus [hellip] defi nitus qui rem determinat indefi nitus alter qui rem non determinat) omittere (1805 e nominibus masculini vel neutrius generis desinentibus in us um u amp ut [hellip] omitte dictas termina-tiones amp erunt valachica) indicare (1805 articuli quibus praeter genera casus quoque indicantur) provenire (1812 ex littera h praeposita cognoscitur haec vocabula provenire a latino) denotare (1772 hoc praeterito denotari rem paulo ante factam) etc
232 La structure de la terminologie grammaticale roumaine (agrave partir des don-neacutees du corpus)
Du point de vue de leur eacutetymologie plus de 200 ans apregraves lrsquoinsertion de ces mots
dans lrsquoensemble du lexique par lrsquointervention deacutelibeacutereacutee des philologues de la fi n du
XVIIIe siegravecle la majoriteacute des termes sont consideacutereacutes dans les dictionnaires roumains
comme des emprunts neacuteologiques agrave eacutetymologie multiple latine franccedilaise italienne
parfois allemande
Les termes emprunteacutes au latin et aux langues romanes (consideacutereacutes par les lin-
guistes comme ayant une eacutetymologie multiple) sont largement majoritaires Le pro-
cessus de leur adaptation progressive au systegraveme phono-morphologique du roumain
ȚAcircRA
199
peut ecirctre signaleacute deacutejagrave dans les premiegraveres grammaires (notamment chez I Văcărescu
1787) mais il srsquoagit de formes fl uctuantes qui apparaissent de maniegravere irreacuteguliegravere4 en
concurrence avec des calques Une partie de notre corpus preacutesenteacutee en comparaison
avec le latin le franccedilais et lrsquoitalien et en contraste avec lrsquoallemand le hongrois et le
serbe (langues avec lesquelles le roumain eacutetait en contact immeacutediat au XVIIIe et au
XIXe siegravecles) montre que les formes emprunteacutees et adapteacutees au XIXe siegravecle sont res-
teacutees les mecircmes jusqursquoagrave notre eacutepoque5
SUBSTANTIVUM roum substantiv (1815) substantiv (1963 2005) it sostantivo fr substan-tif all das Nennwort (1810) das Substantiv hongr főneacutev sb imenica
CONJUNCTIO roum conjuncția (1815) conjuncția (1963 2005) it congiunzione fr
conjonction all das Verbindungswort (1810) die Konjunktion hongr koumltőszoacute sb Veznik
CASUS roum caz (1815) caz (1963 2005) it caso fr cas all der Kasus (1810) der Fall hongr eset sb Padež
DATIVUS roum dativ (1815) dativ (1963 2005) it dativo fr datif all der Dativ (1810)
hongr reacuteszeshataacuterozoacute eset dativus sb dativ
ABLATIVUS roum ablativ (1815) ablativ (DOOM 2005) it ablativo fr ablatif all der Ablativ (1810) hongr hataacuterozoacute eset ablativus sb ablativ
VOCATIVUS roum vocativ (1815) vocativ (1963 2005) it vocativo fr vocatif all der Vokativ hongr szoacuteliacutetoacute eset vocativus sb vokativ
PRONUNCIATIO roum pronunție (1815) pronunție (2005) it pronuncia fr prononciation
all die Aussprache hongr kiejteacutes sb izgovor
VOCALIS roum vocale pl (1815) vocală (DOOM 2005) it vocale fr voyelle all der Vokal hongr magaacutenhangzoacute sb samoglasnik vokal
CONSONANS roum consoana (1815) consoană (DOOM 2005) it consonante fr con-sonne all der Konsonant hongr maacutessalhangzoacute sb suglasnik konsonant
DIPHTONGUS roum diftongii pl (1815) diftong (DOOM 2005) it dittongo fr diph-tongue all der Diphthong der Doppellaut der Doppelvokal hongr kettőshangzoacute diftongus
sb diftong
PERSONA roum persoana (1815) persoană (1963 2005) it persona fr personne all die Person hongr szemeacutely sb lice
4 Les exemples que nous avons retenus remontent seulement agrave 1815 parce que Ion Budai Deleanu lrsquoauteur des Fundamenta grammaticeshellip (1812) et des Temeiurile gramaticiihellip (1815) emploie par excellence des neacuteologismes et il explique toujours son choix en faveur des emprunts latins
5 Les dates que nous avons indiqueacutees entre parenthegraveses repreacutesentent les attestations des termes chez Ion Budai Deleanu Temeiurile gramaticii romacircnești manuscrit 1815 Johann Molnar Deutsch-Walachische Sprachlehre Hermanstadt 1810 Gramatica limbii romacircne vol I-II ediția a II-a revăzută și adăugită București Editura Academiei Romacircne 1963 Gramatica limbii romacircne vol I-II București Editura Academiei Romacircne 2005 Dicționarul ortografi c ortoepic și morfologic al limbii romacircne (DOOM) ediția a II-a revăzută și adăugită București Univers Enciclopedic 2005
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NEUTRUM roum neutre pl (1815) neutru (1963 2005) it neutro fr neutre all das Neu-trum hongr semleges sb srednji
CONSTRUCTIO roum construcție (1815) construcție (1963 2005) it costruzione fr
construction all die Konstruktion hongr szerkezet sb konstrukcija
TERMINATIO roum terminație (1815) terminație (1963 2005) it terminazione fr termi-naison all die Endung (1810) hongr veacutegződeacutes sb zavrsetak
COMPARATIO roum comparație (1815) comparație (1963 2005) it paragone fr compa-raison all die Komparation hongr fokozaacutesa sb komparacija
GRADUS roum gradul (1815) grad (1963 2005) it grado fr degreacute all die Steigerungs-form (1810) hongr fok sb stepen
etc
Le processus drsquoadaptation phoneacutetique des emprunts nrsquoest pas toujours acheveacute
dans la premiegravere partie du XIXe siegravecle et il peut continuer jusqursquoau XXe siegravecle Par
exemple Ion Budai Deleanu propose des formes infl uenceacutees par la prononciation
latine (adiective interiecția coniugație) par la prononciation allemande des mots
latins (acțent partițipiu) et par la graphie des termes latins (preposiția acusativ
articul) Tous ces lexegravemes ont connu ulteacuterieurement des modifi cations en accord avec
leurs correspondants franccedilais ou italiens Cependant letera attesteacute en 1815 avec une
forme tregraves proche de lrsquoitalien lettera connaicirct le processus inverse et devient plus tard
litera proche du modegravele latin
ADJECTIVUM roum adiective adiectivuri pl (1815) adjectiv (1963 2005) it aggettiacutevo fr
adjectif all das Adjektiv (1810) hongr melleacutekneacutev sb pridev
INTERJECTIO roum interiecția (1815) interjecție (1963 2005) it interiezione fr inter-jection all das Zwischen Wort (1810) die Interjektion hongr indulatszoacute sb uzvik usklik
CONJUGATIO roum coniugație (1815) conjugare (1963 2005) it coniugazione fr conju-gaison all die Konjugation hongr igeragozaacutes sb glagolska promena konjugacija
PRAEPOSITIO roum preposiția (1815) prepoziție (1963 2005) it preposizione fr preacutepo-sition all das Vorwort (1810) die Praumlposition hongr eloumlljaacuteroacute (szo) viszonyszoacute prepoziacutecioacutes
sb predlog
ACCUSATIVUS roum acusativ (1815) acuzativ (1963 2005) it accusativo fr accusatif all
der Akkusativ (1810) hongr taacutergyeset accusativus sb akuzativ
ARTICULUS roum articul (1815) articol (1963 2005) it articolo fr article all der Artikel (1810) hongr neacutevelő sb član
ACCENTUS roum acțent (1815) accent (1963 2005) it accento fr accent all das Tonzei-chen (1810) der Akzent die Betonung hongr eacutekezet sb akcenat
PARTICIPIUM roum partițipiu (1815) participiu (1963 2005) it participio fr participe
all das Partizip hongr melleacutekneacutevi igeneacutev sb particip
MODUS roum modu (1815) mod (1963 2005) it modo fr mode all der Modus hongr
moacuted sb način
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201
LITTERA roum leteră (1815) literă (1963 2005) it lettera fr lettre all der Buchstabe (1810) hongr betű sb slovo etc
Les calques bien que nombreux agrave lrsquoeacutepoque (agrave cause des modegraveles allemands et
hongrois en Transylvanie neacuteo-grecs et russes en Valachie et en Moldavie) sont peu
repreacutesenteacutes dans nos exemples et il srsquoagit de mots heacuteriteacutes du latin On peut mentionner
pour les calques seacutemantiques
NUMERUS roum număr lt lat numerus TEMPUS roum timp lt lat tempus SONUS roum
sunet lt lat sonitum MASCULINUM roum bărbătesc (1815) bărbat ldquo homme rdquo lt lat barbatus
mais masculin (1963 2005) FEMININUM roum femeiesc (1815) femeie ldquo femme rdquo lt lat fami-lia mais feminin (1963 2005)
Relegravevent en outre des calques de structure les termes suivants PRONOMEN roum
pronume (pro+ nume lt lat nomen) POSTPONERE roum postpune (post+ pune lt lat
ponere)
On rencontre eacutegalement des lexies complexes emprunteacutees
ACCENTUS CIRCUMFLEXUS roum accent circumfl ex (1815 1963 2005) ACCENTUS GRAVIS roum accent grav (1963 2005) SUBSTANTIVUM INDECLINABILE roum substantiv indeclina-bil (1963 2005) VERBA AUXILIARIA roum verbe auxiliare (1815 1963 2005) VERBA ACTIVA roum verbe active (1815 1963 2005) VERBA PASSIVA roum verbe pasive (1815 1963 2005)
VERBA IMPERSONALIA roum verbe impersonale (1963 2005) MODUS INDICATIVUS roum mod indicativ (1815 1963 2005) M CONJUNCTIVUS roum m conjunctiv (1815 1963 2005) M OPTATIVUS roum m optativ (1963 2005) M IMPERATIVUS roum m imperativ (1815 1963
2005) M INFINITIVUS roum m infi nitiv (1815 1963 2005) NUMERALES CARDINALES roum
numerale cardinale (1963 2005) NUMERALES ORDINALES roum numerale ordinale (1963
2005)
NOMEN APPELLATIVUM roum substantiv apelativ (1963 2005) NOMEN DEFECTIVUM roum
substantiv defective (1963 2005) NOMINA EPICENA roum substantive epicene (1963 2005)
On peut ajouter des lexies complexes mixtes
PRONOMINA PERSONALIA roum pronume personale (1815 1963 2005) PRONOMINA POS-SESSIVA roum pronume posesive (1815 1963 2005) PRONOMINA DEMONSTRATIVA roum pro-nume demonstrative (1815 1963 2005) PRONOMINA RELATIVA roum pronume relative (1815
1963 2005) PRONOMINA INTERROGATIVA roum pronume interogative (1963 2005)
NOMEN PROPRIUM roum nume propriu (1963 2005) ACCENTUS ACUTUS accent ascuțit (1963 2005) ARTICULUM DEFINITUM roum articol hotăracirct (1963) articol defi nit (2005) ARTI-CULUM INDEFINITUM roum articol nehotăracirct (1963) articol nedefi nit (2005)
Les termes latins partiellement speacutecialiseacutes ont aussi des eacutequivalents dans la ter-
minologie roumaine actuelle DENOTARE roum a denota DETERMINARE roum a determina EXPRIMERE roum a exprima FORMARE roum a forma INDICARE roum a indica OMITTERE roum a omite PROUENIRE roum a proveni etc
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3 Conclusion
Lrsquoanalyse contrastive drsquoun corpus repreacutesentatif de la terminologie grammaticale
roumaine nous conduit agrave deux conclusions distinctes
En premier lieu dans le processus de relatinisation du roumain les grammaires
eacutecrites en latin ont joueacute un rocircle essentiel pour la formation de la nouvelle termino-
logie grammaticale Langue de la science au XIXe siegravecle le latin devient une source
drsquoemprunts neacuteologiques en roumain qui agrave la diffeacuterence des langues avec lesquelles
il est en contact eacutevite le plus souvent les calques afi n drsquoenrichir son inventaire lexical
avec des mots drsquoorigine latine La comparaison avec les termes correspondants en
allemand en hongrois (langue offi cielle en Transylvanie jusqursquoen 1918) et en serbe
met en eacutevidence les diffeacuterences concernant le processus drsquoacquisition (traduction vs
adaptation des emprunts neacuteologiques) dans ces quatre langues appartenant agrave des
groupes linguistiques distincts
En deuxiegraveme lieu les formes actuelles des termes speacutecialiseacutes (1963 2005) teacute-
moignent de leur rapprochement non seulement avec les formes des mecircmes mots dans
les langues romanes (franccedilais italien) mais surtout avec les termes latins employeacutes en
Europe jusqursquoau XIXe siegravecle Le roumain langue romane qui srsquoest deacuteveloppeacutee dans
un milieu linguistique totalement alloglotte modernise son vocabulaire agrave lrsquoaide des
lexiques scientifi ques creacuteeacutes par des emprunts massifs au latin savant Cette action
consciemment orienteacutee vers une relatinisation de lrsquoensemble du lexique roumain
commence par la creacuteation des terminologies scientifi ques parmi lesquelles le premier
rang en importance peut ecirctre attribueacute agrave la terminologie grammaticale au XIXe siegravecle
Universiteacute de lrsquoOuest Timisoara Roumanie George Bogdan ȚAcircRA
ȚAcircRA
203
Reacutefeacuterences bibliographiques
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Academiei Romacircne
Gramatica limbii romacircne 2005 Vol I-II Bucureşti Editura Academiei Romacircne
Institutiones linguae valachicae Prima gramatică a limbii romacircne scrisă icircn limba latină 2001
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205
Termes religieux heacuteriteacutes du latin avec une aire de diffusion
restreinte dans le contexte roman
1 Preacuteliminaires
Notre eacutetude propose une approche comparative dans le domaine des langues
romanes appliqueacutee agrave un corpus qui comprend 13 termes basilica calendae chris-
tianus creatio dominedeus draco paenitere (poenitere) pausum peruigilare
rogare rogationem rosalia templa Cette liste est eacutetablie agrave partir du roumain
et des problegravemes que les mots en question constituent pour son lexique Il srsquoensuit
que dans le domaine linguistique neacuteo-latin cette cateacutegorie est susceptible drsquoecirctre eacutelar-
gie par lrsquoincorporation de la cateacutegorie des termes religieux conserveacutes dans certaines
reacutegions de la Romania agrave lrsquoexception entre autres idiomes du roumain
La cateacutegorie eacutetymologique que nous nous proposons de traiter ici oriente lrsquoinvesti-
gation vers lrsquoidentifi cation des termes religieux se trouvant dans la plupart des autres
idiomes neacuteo-latins et lieacutes agrave un contenu religieux identique Ce type de recherche nous
oblige agrave maintes reprises agrave retourner agrave lrsquoorigine agrave la langue-source qursquoest le latin et agrave
identifi er eacuteventuellement plusieurs expressions latines Cet aspect drsquoun latin lsquostratifi eacutersquo
sera rapprocheacute lui-mecircme de la reacutealiteacute extralinguistique sui generis speacutecifi que pour
telle ou telle aire de la Romania
Dans ce contexte agrave propos du roumain il faut prendre en compte tout particu-
liegraverement deux cas importants qui concernent aussi la preacutesente eacutetude et mettent en
lumiegravere la speacutecifi citeacute de la langue roumaine 1 la cateacutegorie lsquopan-roman sauf rou-
mainrsquo 2 la cateacutegorie des termes conserveacutes uniquement en roumain Pour ces deux
classes eacutetymologiques les speacutecialistes srsquoaccordent agrave reconnaicirctre la neacutecessiteacute drsquoune
approche extralinguistique
Lrsquoinventaire des mots pan-romans absents en roumain est nettement supeacuterieur agrave
lrsquoinventaire des mots pan-romans absents dans tout autre idiome roman de lrsquoaire occi-
dentale (TILR 122-123) Pour le vocabulaire religieux cette situation linguistique fut
mise en relation avec le caractegravere profondeacutement rural de la terminologie chreacutetienne
roumaine (Puşcariu (1976 361) Sala (2006 41)) Il est signifi catif que bien souvent
aux mots latins ayant une aire drsquoexpansion consideacuterable dans la Romania occiden-
tale correspondent en roumain des lexegravemes slavons Ce sont des termes qui par leur
seacutemantisme renvoient agrave une certaine organisation et hieacuterarchie eccleacutesiastiques lat
benedicere sl blagosloviti gt roum blagoslovi lat episcopus sl jepiskop gt roum
CILPR 2013 ndash SECTION 2
206
episcop lat evangelium sl evengelije gt roum evanghelie1 etc Le roumain nrsquoa pas
heacuteriteacute du latin les termes qui portent sur la pratique du service divin ou sur le deacuterou-
lement de la vie monastique ces absences se justifi ant par lrsquoenvironnement drsquoune
population deacutepourvue drsquoorganisation eccleacutesiastique supeacuterieure agrave une eacutepoque ougrave les
relations avec la romaniteacute occidentale srsquoeacutetaient affaiblies De tels champs conceptuels
allaient se constituer agrave une eacutepoque ulteacuterieure agrave la suite de lrsquoinfl uence slavonne le
slavon eacutetant la langue de culture qui joua dans lrsquoOrient le mecircme rocircle que le latin
savant dans lrsquoaire occidentale de la romaniteacute Tout en consideacuterant de telles reacutealiteacutes
les chercheurs modernes ont insisteacute sur lrsquoideacutee du deacuteveloppement dans lrsquoaire orientale
de la romaniteacute de ce qursquoils appellent un lsquochristianisme populairersquolsquopaiumlenrsquo (Zugravu
(1997 31sqq))
Agrave partir des mecircmes preacutemices il convient de traiter aussi la cateacutegorie des mots
conserveacutes uniquement en roumain et dans une certaine mesure eacutegalement la classe
des termes religieux ayant une aire restreinte de diffusion dans la Romania
2 Continuiteacute vs discontinuiteacute formelle et seacutemantico-stylistique dans la
Romania
Bien que certaines eacutetudes de speacutecialiteacute dans une perspective diatopique situent
le roumain au-delagrave du continuum de la romaniteacute2 point de vue qui se justifi e par la
prise en compte du facteur geacuteographique toutefois lrsquoisolement geacuteographique nrsquoa pas
toujours repreacutesenteacute un obstacle au processus drsquoassimilation ou agrave la continuiteacute des par-
ticulariteacutes linguistiques communes au roumain et agrave drsquoautres idiomes appartenant au
domaine neacuteo-latin Crsquoest la raison pour laquelle on ne pourra pas qualifi er le roumain
de maniegravere cateacutegorique comme un idiome esp inagrupable selon lrsquoopinion drsquoAlonso
(1934) qui srsquoimpose par conseacutequent la neacutecessiteacute de reformuler le concept de lsquoRoma-nia continuarsquo Ce point fut remarqueacute drsquoailleurs dans la bibliographie de speacutecialiteacute
Maria Iliescu3 apporte des arguments en faveur de lrsquoideacutee que le roumain appartient agrave la lsquoRomania continuarsquo mecircme si tout comme le franccedilais il preacutesente des traits qursquoelle
qualifi e de laquo faits drsquoidiosyncrasie raquo Dans cette perspective on note que le roumain ne
se diffeacuterencie pas des autres langues romanes ni du point de vue geacuteneacutealogique ni du
point de vue typologique
Pour revenir au corpus qui fait lrsquoobjet de notre eacutetude la question fondamentale
est celle du degreacute de lsquocontinuiteacutersquo ou de lsquolrsquouniteacute seacutemantiquersquo agrave lrsquointeacuterieur de la classe
deacutelimiteacutee mise agrave part lsquolrsquouniteacute formellersquo des idiomes ayant heacuteriteacute ces termes du latin
Si lrsquoon a vraiment affaire agrave une concordance seacutemantique se pose alors un second
1 Pour plusieurs exemples voir Teleoacă (2005 184sqq)2 Le concept de la lsquoRomania continuarsquo apparaicirct pour la premiegravere fois chez Amado Alonso
(1934) auteur selon lequel le roumain serait lrsquounique idiome neacuteo-latin situeacute au-delagrave du lsquocontinuumrsquo et esplsquoinagrupablersquo
3 Voir Maria Iliescu Face parte romacircna din Romania Discontinua (ltwwwdiaspora-stiintifi caroMariaILIESCUpdf -gt) Voir aussi Schmitt (1974 33)
TELEOACĂ
207
problegraveme quelle est la position qursquooccupent ces mots dans le systegraveme de chacune des
langues concerneacutees Est-ce un mot fondamental pour renvoyer agrave un certain concept
religieux ou bien un mot peacuteripheacuterique ou encore un mot appartenant agrave la langue
standard ou un mot archaiumlquedialectal etc
21 Mots latins geacuteneacuteralement admis comme eacutetymons directs des diverses formes romanes
211 Le substantif latin basilica est un emprunt au grec βασιλικός ldquoqui appar-
tient au roirdquo Il acquit une signifi cation religieuse agrave partir du IVe siegravecle apr J-C
lorsqursquoil en arriva agrave deacutesigner lrsquoeacutedifi ce destineacute au culte chreacutetien (DELL 1959) Ce mot
srsquoest conserveacute comme terme fondamental au sens drsquoldquoeacutegliserdquo dans tous les dialectes
roumains mais il a eacuteteacute enregistreacute aussi dans drsquoautres reacutegions de la latiniteacute surtout
comme terme archaiumlque ou dialectal de telle ou telle langue avec certaines restric-
tions seacutemantiques dalm basalka v-veacutenit baselega v-log vethiliga engad basel-gia4 anc-fr basoche ldquobasilique de St Martin agrave Toursrdquo moyen-fr et fr-mod basoche
ldquoensemble de clercs deacutependant des cours de justicerdquo prov-mod basocho (FEW I
1948 Mihăescu 1993 297)
Agrave la diffeacuterence de basilica le latin ecclesia a connu de tout temps une distribu-
tion presque geacuteneacuterale dans la Romania (Tagliavini (1963) REW 972) La victoire de
lat ecclesia sur basilica dans la plus grande partie de la Romania fut expliqueacutee par
le fait que le second substantif aurait eacuteteacute perccedilu comme un deacuteriveacute du grec βασιλεύς et
par conseacutequent consideacutereacute comme un terme laiumlque (Skok (1930190))
212 Pour ce qui est du roumain le terme fondamental exprimant le concept de
ldquodiviniteacute chreacutetienne suprecircmerdquo est Dumnezeu qui est agrave lrsquoorigine une formule paiumlenne
drsquoinvocation (lat dominedeus)5 conserveacutee eacutegalement au sud du Danube (DDA1
Papahagi (1902) Caragiu-Marioţeanu (1995 57sqq)) Cette expression fut enregis-
treacutee aussi dans drsquoautres reacutegions de la Romania it Domineddio anc-fr Damedieu
et v-prov Domnedeu (FEW III 1949 TILR 170sq) Les lexegravemes citeacutes nrsquooccupent
cependant pas (et nrsquoont jamais occupeacute) la position privileacutegieacutee du roumain Dum-nezeu6 dans la romaniteacute occidentale la sphegravere religieuse est reacuteserveacutee principalement
aux descendants de lat deus mot heacuteriteacute eacutegalement en roumain mais utiliseacute avec une
signifi cation sacreacutee exclusivement agrave lrsquoeacutepoque archaiumlque
213 On peut compter draco (emprunt latiniseacute au grec δράκων -ονος cf DELL
1959) parmi les termes agrave distribution limiteacutee au sud-est de lrsquoEurope en raison de sa
faible diffusion dans lrsquoespace neacuteo-latin roum drac fr-dial drac et it dragone (REW
2759) Mais crsquoest en roumain que draco constitue le mot essentiel pour deacutesigner le
4 Crsquoest la forme speacutecialiseacutee pour le sens de ldquotemple reacuteformeacuterdquo tandis que la signifi cation drsquoldquoeacuteglise catholiquerdquo est porteacutee par le descendant de lat ecclesia agrave savoir gesa (Jud (1934 13))
5 Agrave la diffeacuterence du latin Deus terme pour lequel les plus anciennes attestations confi rment une signifi cation fondamentalement chreacutetienne (voir Pacircrvan (1911 135))
6 Excepteacute peut-ecirctre lrsquoitalien Domineddio en tant que terme liturgique (DELI 2 (D-H))
CILPR 2013 ndash SECTION 2
208
diable Cette signifi cation chreacutetienne est commune agrave tous les dialectes roumains et
mentionneacutee aussi pour des variantes archaiumlques et dialectales du franccedilais (fr drac ldquodiable lutinrdquo FEW III 1949) Certaines eacutetudes de speacutecialiteacute attribuent une accep-
tion identique eacutegalement au provenccedilal dragatildeo (voir Tomescu (1997 77sqq)) qui est
vraisemblablement issu du latin draco comme terme semi-savant (cf REW 2759) Le
mecircme statut paraicirct commun agrave toutes les autres formes de la Romania crsquoest-agrave-dire fr
dragon cat tragoacute esp dragoacuten qui tous offrent une signifi cation laiumlque Au champ
seacutemantique religieux appartiennent en revanche les descendants de lat diabolus
terme chreacutetien tardif dans les langues romanes occidentales (Ivănescu (1980 169))
Les donneacutees ci-dessus conduisirent Ivănescu (ibid) agrave consideacuterer lrsquoabsence de lat
diabolus aussi bien que lrsquoabsence du sens de ldquodragonrdquo pour draco comme speacutecifi ques
au roumain Cette remarque exige des corrections Tout drsquoabord le roumain possegravede
aussi un mot chreacutetien pour deacutesigner le diable bien qursquoil ne soit pas un terme heacuteriteacute
Drsquoautre part la signifi cation paiumlenne de draco existe dialectalement en roumain ce
qui met en eacutevidence un continuum de la romaniteacute Roum dracul din vale ldquole diable
de la valleacuteerdquo dracul icircn baltă ldquole diable dans la fl aquerdquo muşcatul dracului ldquomordu par
le diablerdquo etc sont des syntagmes ougrave le sens de drac doit provenir plutocirct du sens paiumlen
de draco (voir aussi Teleoacă (2000 210) Id (2012 85))
214 Le terme latin pausum deacuteriveacute postverbal de lat pausare (DELL 1959) srsquoest
conserveacute en roumain agrave lrsquoeacutepoque archaiumlque et offre des survivances reacutegionales (cf
roum paus ldquoreposrdquo ldquorepas funeacuterairerdquo ldquovin mecircleacute de lrsquoeau beacutenite avec lequel le precirctre
asperge le mortrdquo DLR 1972) Il est conserveacute aussi tregraves probablement en proven-
ccedilal (paacuteus ldquoaccalmie paixrdquo) espagnol (poso ldquoseacutedimentrdquo7) et portugais (ponso ldquolieu
drsquoancragerdquo) (FEW VIII 1955 REW 6308)
215 Les occurrences peu nombreuses du verbe preacuteverbeacute pervigilare dans le
territoire de langue latine (cf Popescu (1943 209sq)) justifi ent la faible repreacutesenta-
tion de ce type lexical dans lrsquoaire neacuteo-latine agrave savoir en roumain (droum priveghea aroum priveglrsquou) et en vieux-provenccedilal (pervelhar ldquopasser la soireacutee en veillantrdquo FEW
1960) La mecircme acception (tant religieuse que laiumlque) est lexicaliseacutee dans les autres
langues romanes par les descendants de lat vigilare (FEW ibid REW 9326) Ce
verbe est eacutegalement continueacute en roumain mais il y est reacuteserveacute agrave la sphegravere profane
bien qursquoagrave une eacutepoque archaiumlque roum veghea et priveghea aient eacuteteacute utiliseacutes comme
synonymes
216 A cocircteacute du roumain (droum aroum et meacutegl rugăciune ldquopriegravererdquo) lat roga-
tio se conserve dans les langues suivantes anc-fr ro(u)visons ldquotemps de rogationsrdquo
moyen-fr rogasion ldquodemanderdquo rogation ldquopriegravererdquo rogacions ldquooffrandesrdquo fr-dial
(S-V) ruumlzotilde prov roazotilde ldquosemaine de priegravererdquo port rogaccedilotildees ldquoles trois jours qui preacute-
cegravedent la fecircte de lrsquoAscensionrdquo (FEW X 1962 REW 7362) Mais dans la Romania
occidentale ce nrsquoest pas le latin rogatio qui fournit le terme principal pour lexicaliser
le concept religieux en question crsquoest lat precaria mot que lrsquoon trouve dans lrsquoaire
7 Dans DCELC III (L-RE) avec la signifi cation ldquodescansordquo
TELEOACĂ
209
gallo-romane aussi bien que dans les idiomes ibeacutero-romans (voir REW 6734) Lrsquoespa-
gnol fait appel eacutegalement agrave un descendant de lat pr ces ldquopriegraveresrdquo agrave savoir preces terme utiliseacute depuis toujours avec une signifi cation religieuse (DCELC III 1954)
217 Le latin templum terme de la langue augurale deacutesigne un espace deacutelimiteacute
dans le ciel pour lrsquoobservation des oiseaux et ensuite un temple (DELL 1959) Crsquoest
cette derniegravere acception qui se retrouve dans lrsquoaire de la latiniteacute mais exclusivement
dans des formes savantes dans lrsquoOccident roman et la Romania orientale les des-
cendants directs de lat templa ont eacuteteacute soit consigneacutes uniquement avec une accep-
tion laiumlque (cf regg teimpya log trempa fr temp(l)e ldquonavette du meacutetier agrave tisserrdquo
tempre ldquoplacage du boucherrdquo8) soit seacutemantiquement restreints en comparaison avec
les sens du terme latin Cette derniegravere situation est illustreacutee par le roumain tacircmplă ldquoiconostaserdquo (DLR 1982)9 dont la signifi cation relegraveve drsquoune reacutealiteacute extralinguistique
speacutecifi que au milieu confessionnel orthodoxe Le mecircme concept est lexicaliseacute dans le
domaine neacuteo-latin occidental par le biais drsquoun terme grec byzantin (cf fr iconostase esp iconostasio) emprunteacute aussi par le roumain ougrave il fut introduit par la fi liegravere sla-
vonne Afi n de deacutesigner lrsquoautel de mecircme que pour renvoyer agrave une reacutealiteacute propre agrave lrsquoes-
pace catholique (ldquoœuvre drsquoarchitecture qui repreacutesente la deacutecoration drsquoun autelrdquo) les
langues occidentales font appel au latin re(tro)tabulum introduit dans ces idiomes
comme un emprunt tardif au latin de bas niveau de langue (cf esp retablo fr retable)
22 Mots latins sujets agrave discussion pour leur continuiteacute (directe) dans lrsquoe-space neacuteo-latin
221 En plus de sa survie en roumain (droum corindă ldquochanson religieuserdquo) le
substantif latin calendae est conserveacute (cf REW 1508) avec des acceptions parti-
culiegraveres (ldquojour de fecircterdquo ldquoNoeumllrdquo ldquoNouvelle Anneacuteerdquo) en italien dialectal (pieacutem mod
kalent abruzz kalenne) en sarde (chalanda) en provenccedilal (calendas) en rheacuteto-
roman (kalenne) et en franccedilais dialectal (tsalatilded) Bien que les descendants occiden-
taux de lat calendae ne signifi ent pas ldquocantique religieuxrdquo neacuteanmoins certaines
nuances seacutemantiques enregistreacutees dans ce domaine linguistique nrsquoexcluent pas la
possibiliteacute que cette acception se soit deacuteveloppeacutee agrave lrsquoeacutepoque du latin tardif (cf par
exemple prov aubado de calendo ldquoconcerts nocturnes que des troupes de musiciens
donnaient autrefois pendant les quatre semaines qui preacutecegravedent le Noeumllrdquo apud Rosetti
(1920 16))10 Mais les langues neacuteo-latines occidentales ont choisi drsquoautres maniegraveres de
lexicaliser le concept de ldquochanson religieuserdquo comme lrsquoillustrent les termes suivants
(apud Rosetti ibid) fr cantiques noeumlls ou chants de quęte it cantico di Natale esp
villancico de Noche Buena ou port Vilhancico
Quant au roumain trois formes fi rent lrsquoobjet de discussions parmi les speacutecia-
listes roum cărindă corindă et colindă ldquochanson de Noeumllrdquo En fait crsquoest la variante
8 Cf REW 8630 Voir aussi TILR 170 9 Cf aussi roum reacuteg tacircmplă ldquopoutre au-dessus du porche drsquoune maisonrdquo (DLR 1982) 10 Pour drsquoautres exemples voir FEW II 1949
CILPR 2013 ndash SECTION 2
210
cărindă qui doit continuer lat calenda(e) tandis que colindă (terme qui srsquoest imposeacute
au niveau litteacuteraire) repreacutesente un emprunt agrave sl kolęda Le terme droum reacutegional
corindă serait selon toute probabiliteacute le reacutesultat drsquoune contamination entre les deux
premiegraveres formes (DA Vătăşescu (1997 474))
222 Le latin christianus adjectif deacuteriveacute en latin de Christus (emprunteacute agrave gr χριστός) se serait conserveacute uniquement en roumain et en dalmate tandis que les
autres idiomes neacuteo-latins auraient gardeacute lat christianus seulement comme mot savant
(TILR 171 Mihăescu (1993 121)) Mais certaines eacutetudes nrsquoexcluent pas la possibiliteacute
que ce mot ait eacuteteacute transmis aussi par la voie phoneacutetique dans drsquoautres aires de la roma-
niteacute notamment en franccedilais en espagnol et en rheacuteto-roman11
Quant au roumain mecircme la continuiteacute directe du latin christianus dans cette aire
orientale (droum creştin aroum et meacutegl criştin iroum cršćaringn) pose des problegravemes
phoneacutetiques pour la conservation de la consonne t Trois explications furent avan-
ceacutees agrave ce propos 1 lrsquointroduction tardive de ce terme en roumain 2 la mise en
relation de christianus avec sa base de deacuterivation 3 lrsquointroduction du mot par la
fi liegravere slave Selon toute probabiliteacute crsquoest la seconde hypothegravese qui illustre la veacuteritable
raison de la conservation de t et crsquoest agrave cette theacuteorie que la grande majoriteacute des
linguistes srsquoest rallieacutee
223 Afi n de deacutesigner ldquola fecircte de la Naissance de Jeacutesus-Christrdquo le roumain a opteacute
pour un terme (Crăciun) dont lrsquoorigine continue agrave ecirctre lrsquoobjet de deacutebats linguistiques
tandis que les langues occidentales ont seacutelectionneacute le plus souvent lat natalis12 ou
nativitas13 A preacutesent nous nous proposons de discuter ci-dessous uniquement lrsquoeacutety-
mon latin creatio
Bien que lat creationem soit lrsquounique forme lexicale accepteacutee par la majoriteacute des
speacutecialistes les opposants et mecircme les partisans de cette theacuteorie ont remarqueacute toute
une seacuterie drsquoincoheacuterences phoneacutetiques ouet seacutemantiques qui placent sous le signe de
lrsquoincertitude la justesse de cette thegravese Dans cet ordre drsquoideacutee certains linguistes rou-
mains (par exemple Rosetti (1968 299)) ont consideacutereacute que lat creatio fut introduit
en roumain par la fi liegravere slave En mecircme temps les efforts des speacutecialistes tentegraverent
drsquoidentifi er des raisons de nature formelle et seacutemantique qui puissent soutenir lrsquoideacutee
drsquoune adaptation directe du latin creatio en roumain Ainsi au plan phoneacutetique lrsquoex-
plication avanceacutee par Graur (1963 78sq) nous semble-t-elle ecirctre la plus convaincante
Au niveau seacutemantico-conceptuel les chercheurs ont souvent remarqueacute la charge
seacutemantique aryenne de lat creatio En outre on a reacutefl eacutechi sur le risque drsquoadmettre
cet eacutetymon compte tenu de lrsquoimpossibiliteacute de justifi er la personnifi cation ainsi que le
nom de personne Crăciun Selon nous la validation de la theacuteorie aryenne ne repreacute-
11 Voir Vătăşescu (1997 450) qui renvoie agrave Dauzat Dubois Mitterand (1964) et agrave Rohlfs (1970) 12 Cf it Natale frioul Nadal fr Noeumll prov cat et astur Nadal log Nadale sassar Naddali
(REW 5845) 13 Cf lrsquoesp Navidad (REW 5845b)
TELEOACĂ
211
sente pas un obstacle pour consideacuterer lat creatio comme lrsquoeacutetymon de roum Crăciun En effet comme nous avons eu lrsquooccasion de le constater14 le vocabulaire religieux
du roumain offre un inventaire relativement riche de termes conservant dans leur
seacutemantique des reacuteminiscences paiumlennes Les chercheurs qui ont rejeteacute cette theacuteorie
ont pris en consideacuteration le sens ldquoenfantrdquo de creatio acception consigneacutee aussi dans
drsquoautres idiomes neacuteo-latins ougrave le terme latin est conserveacute sarde kriaθogravene ldquopiccolo
piombordquo et v-esp criazoacuten ldquoidrdquo (Peţan 2002 216)
224 En plus de sa survie en roumain (v-roum a pănăta roum-reacuteg a se pănăta ldquosouffrirrdquo) le verbe latin paenitere ldquose repentirrdquo (DELL 1959) est conserveacute dans
lrsquoaire gallo-romane (anc-fr pentir ldquose repentirrdquo v-prov prov-mod pentir alais
penti ldquofaire repentirrdquo) en catalan (v-cat penedir cat-mod penedirse) et en italien
(pentirsi) (FEW IX 1958 DELI 4 (O-R))15 Il convient de souligner les deux faits sui-
vants 1 dans lrsquoensemble neacuteo-latin les descendants du verbe paenitere appartiennent
au registre archaiumlque ouet reacutegional des langues romanes 2 le concept de ldquose repen-
tirrdquo est lexicaliseacute dans les langues romanes modernes soit par les successeurs du
verbe preacuteverbeacute repoenitere (voir REW 7224 Mihăescu (1993 53)) soit comme en
roumain par des emprunts drsquoorigine balkanique roum a se (po)căi
225 Les verbes latins orare precari et rogare repreacutesentent les trois uniteacutes lexi-
cales verbales auxquelles faisait appel le latin chreacutetien afi n de lexicaliser le concept
de ldquoprier Dieurdquo (DELL 1959) Quoique le premier de ces verbes se soit conserveacute
dans tout le territoire roman (cf REW 6081) ce nrsquoest pas lui qui fi t carriegravere dans les
langues romanes occidentales mais son synonyme precare qui connut une grande
diffusion dans lrsquoespace neacuteo-latin ougrave il srsquoimposa avec une signifi cation religieuse (voir
REW 6734)
Attesteacute eacutepigraphiquement avec une double acception religieuse et laiumlque (cf
Mihăescu (1960 225)) lat rogare se serait conserveacute (cf REW 7361) uniquement en
roumain droum ruga aroum rog ldquoprier (Dieu)rdquo meacutegl ruga et iroum rugaring Cepen-
dant drsquoautres sources (par exemple FEW X 1962) nrsquoexcluent pas la possibiliteacute que ce
verbe latin ait eacuteteacute eacutegalement heacuteriteacute en ancien et moyen-franccedilais et en italien dialectal
(voir aussi DELI 4 (O-R))
226 Lat rosalia srsquoest conserveacute seulement en roumain (v-droum reacuteg Rusăi16)
et en wallon ougrave il preacutesente la mecircme signifi cation que le mot roumain agrave savoir ldquofecircte de
la Pentecocircterdquo (REW 7376 FEW X 1962) Cependant certaines sources admettent la
conservation du terme dans une aire plus vaste Par exemple Goicu (1999 80) inclut
dans cette aire le ladin occidental de mecircme que le vieil-espagnol et le vieux-catalan
Que cette derniegravere assertion puisse ou non ecirctre valideacutee il est certain que dans la
14 Voir Teleoacă (2005 142sqq 159sqq 166sqq) 15 Par opposition au FEW REW 6630 considegravere que la forme paenitere ne srsquoest conserveacutee qursquoen
roumain 16 Voir aussi aroum Arusalrsquoe (DDA1) et meacutegl Rusalii (Papahagi (1902))
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212
romaniteacute occidentale ce nrsquoest pas le latin Rosalia qui srsquoimposa pour deacutesigner cette
fecircte religieuse mais les repreacutesentants drsquoun autre terme latin Pentecoste (emprunteacute
agrave gr πεντεχοστής) terme attesteacute chez Tertullien et conserveacute dans it Pentecoste fr
Pentecocircte ou esp Pentecosteacutes (Tagliavini (1963 249sqq))
En outre lrsquoEacuteglise romane de langue latine utilisait aussi un autre terme lat Qvin-
qvagesima conserveacute en wallon et dans une certaine aire du ladin occidental (Id
ibid)
Quant au roumain dans le vocabulaire religieux de cet idiome oriental ce nrsquoest
pas la forme Rusăi qui triompha mais Rusalii une variante introduite par la fi liegravere
slave
3 Remarques fi nales
Quelques-uns des mots inclus dans notre discussion ont pu ecirctre seacutelectionneacutes prio-
ritairement dans lrsquoensemble roman gracircce agrave leur statut de termes religieux agrave propre-
ment parler qualiteacute qui les distingue surtout de leurs correspondants synonymiques
rattacheacutes agrave la sphegravere ontologique profane ou paiumlennepreacutechreacutetienne diabolus vs
draco ecclesia vs basilica deus vs dominedeus natalis vs creatio pentecoste
vs rosalia Dans cette situation linguistique la seacutelection de termes tels que creatio
rosalia etc fut sans doute favoriseacutee par un milieu culturel speacutecifi que le deacutevelop-
pement de certaines communauteacutes dans les conditions de ce qursquoon appelle le lsquochris-
tianisme paiumlenrsquo ou lsquopopulairersquo Le cas du roumain est tout agrave fait pertinent agrave cet eacutegard
Dans drsquoautres situations linguistiques on pourrait admettre le renforcement de la
position drsquoun terme heacuteriteacute gracircce agrave un emprunt ulteacuterieur du mecircme terme fait agrave une
langue jouant le rocircle drsquoadstrat (cf agrave cet eacutegard roum corindă)
Quant agrave la seacutelection drsquoun des deux termes des couples precarerogare uigilareperuigilare il nrsquoest pas exclu que le critegravere stylistico-pragmatique ait eacuteteacute deacutecisif (voir
Niculescu (1999 250))
Dans la grande majoriteacute des situations eacutetudieacutees le mot seacutelectionneacute par le roumain
est limiteacute au registre litteacuteraire de la langue actuelle et il repreacutesente le terme principal
utiliseacute pour lexicaliser un certain contenu religieux Cette affi rmation ne vaut qursquoen
partie pour les autres langues romanes ougrave les 13 termes sont conserveacutes et cela pour
lrsquoune ou lrsquoautre des raisons suivantes
(1) afi n de deacutesigner certaines reacutealiteacutes chreacutetiennes ces idiomes ont opteacute pour drsquoautres termes
dans la situation ougrave les descendants du mot heacuteriteacute eacutegalement en roumain avaient subi des
eacutevolutions seacutemantiques particuliegraveres
(2) quelques formes neacuteo-latines sont resteacutees dans un fonds passif du fait qursquoelles furent
concurrenceacutees par drsquoautres lexegravemes
(3) dans un cadre eccleacutesiastique supeacuterieur agrave lrsquoorganisation religieuse speacutecifi que agrave lrsquoaire
orientale on a parfois rejeteacute toute une seacuterie drsquoexpressions de signifi cation marqueacutee
[+populaire] au profi t des termes offi ciels du culte chreacutetien
TELEOACĂ
213
(4) quelques-uns de ces idiomes ont pu conserver un terme latin ayant une acception purement
laiumlque ce qui fut parfois la conseacutequence de facteurs extralinguistiques particuliers (par
exemple le milieu confessionnel etc)
Cependant nous pouvons identifi er au niveau de cette cateacutegorie eacutetymologique
non seulement des eacuteleacutements de lsquorupturersquo mais eacutegalement toute une seacuterie de faits rele-
vant de la lsquocontinuiteacute linguistiquersquo dans le domaine de la romaniteacute
Parfois dans les limites drsquoune certaine aire on peut admettre une triple concor-
dance au niveau lexical seacutemantique et stylistique
Dominedeus roum et it
peruigilare v-roum priveghea ldquoveiller toute la nuitrdquo v-prov pervelhar qui est toujours
un terme profane
rogationem roum fr prov et port (concordance seacutemantique partielle) etc
Drsquoautres fois un certain type de discontinuiteacute est compenseacute par lrsquouniteacute identifi a-
ble agrave un autredrsquoautres niveau(x) On observe
(1) une discontinuiteacute de registre mais une continuiteacute lexicale et seacutemantique dans
lat Dominedeus roum it ndash anc fr v-prov
lat draco roum ndash fr reacutegional
lat rogare roum ruga (laiumlque et religieux) ndash anc-fr et moyen-fr it reacutegional etc
(2) une discontinuiteacute seacutemantique mais une continuiteacute lexico-stylistique dans
lat creatio roum Crăciun ldquofecircte de Noeumllrdquo ndash sarde kriaθogravene ldquopiccolo piombordquo
lat draco roum drac ldquodiablerdquo ndash it dragone ldquodragonrdquo
lat templa roum tacircmplă ldquoiconostaserdquo ndash srd fr idiomes ayant conserveacute le terme latin
avec une signifi cation laiumlque etc
(3) une discontinuiteacute lexicale17 mais une uniteacute seacutemantique et stylistique dans
lat draco roum ndash prov
lat christianus roum dalm (et eacuteventuellement fr esp rheacuteto-rom) vs les autres
langues romanes ougrave les termes correspondants deacutetiennent le statut de mots savants
Institut de Linguistique laquo Iorgu Iordan ndash Al Rosetti raquo
Bucarest Dana-Luminiţa TELEOACĂ
17 On pourrait parler drsquoune discontinuiteacute lexicale agrave part eacutetant donneacute qursquoil arrive parfois qursquoun terme latin unique ait eacuteteacute heacuteriteacute dans une aire de la romaniteacute tandis qursquoune autre langue de lrsquoespace roman possegravede le mecircme terme mais comme mot savant
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alais = alaisien
aroum = aroumain
astur = asturien
cat = catalan
dalm = dalmate
droum= daco-roumain
engad = engadinais
esp = espagnol
fr = franccedilais
frioul = frioulan
gr = grec
iroum= istro-roumain
it = italien
lat = latin
log = logoudorais
meacutegl = meacutegleacuteno-roumain
pieacutem = pieacutemontais
port = portugais
prov = provenccedilal
regg = reggiano
roum = roumain
sassar = sassarais
srd = sarde
veacutenit = veacutenitien
wall = wallon
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2
aver giagrave impiegato e che infatti ritrovo oltre che nel fondamentale volume del 19523
in Castellani (1950 249 n) e ancor prima in Castellani (1949 24 e 1948 12)
In un romanzo contemporaneo il Pasticciaccio di Gadda anafonesi designa
invece un movimento che ripercorre a ritroso il corso dellrsquoevoluzione fonetica (si parla
delle donne romane che storpiano il nome veneto Menegazzi in Menicacci)
Sui loro labbri stupendi quel nome veneto risaliva lrsquoetimo puntava contro corrente cioegrave
contro lrsquoerosione operata dagli anni Lrsquoanafonegravesi trivellava il defl usso col perforante vigore
di unrsquoanguilla []
Il Pasticciaccio fu pubblicato in volume nel 19574 ma era apparso nella rivista
Letteratura nel 1946 senza varianti per il passo che ci riguarda (cfr Isella 1989 320)
Dobbiamo credere che Castellani abbia risemantizzato prontamente il termine del
geniale onomaturgo milanese5 O non si tratteragrave piuttosto di poligenesi Certo sia
lrsquouno che lrsquoaltro uso sembrano indipendenti dal grecismo medico-musicale anafonesi ldquoesercizio del canto per dilatare i polmonirdquo attestato sporadicamente a partire dal
1797 (DrsquoAlberti di Villanuova) e giunto probabilmente attraverso il francese6
Ma torniamo ai dati Per il portoghese Williams (1962 sect 3510 e 3812) dagrave come
regola la chiusura di e e o davanti a [k] e [g] anche se le eccezioni non mancano
(oltre a tronco cfr ponto ponta)
Il problema non sembra aver attirato particolarmente lrsquoattenzione delle gramma-
tiche storiche spagnole non ne trovo menzione neacute in Meneacutendez Pidal neacute in Penny
Tuttavia esso egrave stato almeno parzialmente oggetto di uno studio di Sampson (2006)
che si concentra sulle sequenze in cui la vocale egrave seguita dal gruppo -nct- come cin-
ctu gt cinto tinctu gt tinto iunctu gt junto punctu gt punto unctu gt unto le uniche in
cui il fenomeno egrave regolare7
Secondo Badiacutea Margarit (1951 sect 49IV) in catalano la chiusura di e si verifi ca solo
davanti allo stesso gruppo cincta gt cinta pinctat gt pinta tinctu gt tint laquoSi la gutu-
ral srsquoarticula com a explosiva amb una vocal seguumlent la infl exioacute desapareixraquo trincat
gt trenca (ma lrsquoetimo egrave incerto cfr REW 8953) lingua gt llengua Analogamente
troviamo chiusa la vocale o seguita da due consonanti ung(u)la gt ungla punctu
3 Come giagrave segnalato dal LEI 1 1053 Maria Teresa De Luca ha gentilmente spogliato per me LN il termine compare per la prima volta nel 1952 nella recensione di Migliorini ai Nuovi testi fi orentini di Castellani
4 Il passo in questione si trova a p 52 Il Battaglia riportandolo dagrave come fonte erroneamente Le meraviglie drsquoItalia (1939) La data esatta egrave ristabilita dal LEI 1 1053
5 Un rapporto diverso sembra postulare Lurati (1995 289) laquoGadda anticipa (sulla scorta di Contini) il ricorso a quella nozione di anafonesi che sulla scia di Arrigo Castellani doveva poi imporsi tra i linguistiraquo
6 Cfr LEI ibid Il fr anaphonegravese egrave giagrave nellrsquoEncyclopeacutedie (1751)7 Per un processo collegato alla Legge di Lachmann (cfr go ctus) i participi in questione
potevano avere una lunga in latino ma Sampson (2006 22-25) mostra convincentemente che di norma la quantitagrave della vocale doveva essere breve
BARBATO
3
gt punt praecunctat gt pregunta laquoSi la velar srsquoarticula com a explosiva de la vocal
seguumlent desapareix la infl exioacuteraquo juncu gt jonc (Badiacutea Margarit 1951 sect 52V)8
Lrsquoantico provenzale ha junher unher accanto ai piugrave frequenti jonher onher
(Anglade 1921 81) La chiusura sia della vocale anteriore che posteriore caratterizza
modernamente il guascone cinglo cinta (Ronjat 1930-1941 sect 81) unglo unto punt junt (Ronjat 1930-1941 sect 86)9
Quanto al romancio non si ha mai chiusura in lingere stringere vincere lin-
gua pingue ma sigrave in alcune varietagrave nella sequenza - nct- (quasi sempre con ulteriore
assorbimento della nasale) cfr exstinctu gt surs stetg eng stit Val Muumlstair [tic]
(Eichenhofer 1999 sect 109) axungia pungere ungere hanno lrsquoesito normale di o
ma dovunque le basi in - nct- hanno esiti di u unctu gt surs etg engad uumlt Muumlstair
[yc] punctu gt surs petg engad puumlt (ma in topon Puumlnch) (Eichenhofer 1999 sect
200)10
Venendo alle spiegazioni un tentativo convincente per lo spagnolo egrave nel citato
articolo di Sampson (2006) che dopo aver respinto con buoni argomenti altre inter-
pretazioni che non rendono conto della globalitagrave del fenomeno11 propone tre fattori
esplicativi di cui solo lrsquoultimo egrave considerato decisivo
(1) lrsquoeffetto della consonante velare sulla vocale omorganica
(2) la proporzione diretta tra durata e apertura vocalica la struttura sillabica a coda complessa
determina una vocale iperbreve ndash [puktu] vs [juku] ndash e dunque tendenzialmente
chiusa
(3) lrsquoeffetto chiudente della nasale che comrsquoegrave noto si manifesta anche in altri casi nelle lingue
romanze coinvolgendo anche le vocali medio-basse (Lausberg 1971 sectsect 230-237)
Percheacute proprio la nasale velare La risposta viene dalla fonetica sperimentale la
nasale velare ha la frequenza piugrave vicina a quella della vocale ed egrave quindi piugrave in grado
di determinare un effetto di coarticolazione laquoVu que le formant nasal est plus bas
que tout premier formant vocalique un tel percept vocalique semblera eacuteventuelle-
ment avoir un premier formant abaisseacute Lrsquoauditeur entendrait par lagrave une voyelle plus
fermeacuteeraquo (Sampson 2006 34)12
8 Paradossalmente in italiano secondo Castellani (1992 392) non ci sarebbe anafonesi in que-sto contesto per la precoce semplifi cazione del gruppo -nct- punctiare gt puntiare gt ponzare I vari giunto punto unto cinto tinto vinto sarebbero analogici alternativamente si potrebbe dire che in questi casi i rapporti paradigmatici hanno impedito la semplifi cazione (lrsquoocclusiva velare di iungo ecc avrebbe preservato quella di iunctus ecc)
9 Cfr anche Rohlfs (1970 sect 353)10 Per lrsquoesito di u cfr fr ctu gt surs fretg engad fruumlt11 Secondo Torreblanca (1990) ogni consonante velare o velarizzata impedirebbe lrsquoapertura di
ma questa interpretazione da un lato lascia diverse aporie dallrsquoaltro non spiega la chiusura di Per una diversa spiegazione di ductu gt ducho lucta gt lucha cfr Barbato (2012 80)
12 Si tratta del primo formante che egrave tanto piugrave basso quanto piugrave la vocale egrave chiusa Ci si riferisce ovviamente alla vocale seguita da nasale velare
CILPR 2013 ndash SECTION 2
4
Possiamo cercare di estendere la spiegazione di Sampson che da una parte si egrave
occupato solo del contesto -nct- dallrsquoaltra non ha tenuto conto sistematicamente
delle altre varietagrave romanze Queste si dispongono in un ventaglio che possiamo cosigrave
descrivere13
(a) varietagrave in cui la chiusura non egrave sensibile neacute alla qualitagrave [= anteroposterioritagrave] della vocale
neacute alla struttura della sillaba (italiano portoghese guascone)
(b) varietagrave in cui la chiusura egrave sensibile alla struttura sillabica (engadinese catalano e
spagnolo in misura diversa)
(c) varietagrave in cui la chiusura egrave sensibile alla struttura sillabica e alla qualitagrave della vocale (cfr
il soprasilvano dove crsquoegrave solo la chiusura in - nct-)
(d) varietagrave senza chiusura (francese gran parte dellrsquooccitanico e dellrsquoitaloromanzo tranne il
toscano)
Egrave evidente che la restrizione della qualitagrave vocalica si spiega con il fattore (1) di
Sampson ndash lrsquoeffetto della velare sulla velare ndash la restrizione della struttura sillabica
con il fattore (2) lrsquoeffetto del carattere iperbreve della vocale Apparentemente in
controtendenza lrsquoitaliano dove la chiusura sembra piugrave spinta per la vocale anteriore
che per quella posteriore cfr oltre a tronco spelonca carbonchio (gall caruncho)
Ma potrebbe essere un caso a ben vedere non mancano le eccezioni con la vocale
anteriore pentola spengo camarlengo14
Che si debba aggiungere allrsquoelenco di Sampson un altro fattore quello della sono-
ritagrave dellrsquoocclusiva velare Castellani nota la quasi totale assenza di [uk] contro la
regolaritagrave di [ug] in italiano saragrave casuale la mancata chiusura in iberoromanzo di
vinco (spagn venzo port venccedilo) contro cingo (cintildeo cinjo) fingo (hintildeo fi njo) tingo
(tintildeo tinjo) iungo (unzo junjo) pungo (pungo punjo) Egrave possibile che la conso-
nante sonora piugrave lsquoomorganicarsquo alla vocale di quella sorda abbia in quanto tale favo-
rito lrsquoeffetto di coarticolazione15
Egrave interessante notare che il nostro fenomeno ne ripete uno del latino arcaico (Leu-
mann 1977 sectsect 42 45 85 126 Palmer 1977 264sq) Nello stesso contesto di nasale
+ velare una vocale media etimologica si egrave chiusa in decnos gt dignus legnos
gt lignum16 tinguo (cfr greco tengo) uncus (greco onkos) unguis (greco onyx) hunc
(ant honc) La chiusura ha risparmiato eccezionalmente longus (e iuvencus) ma in
iscrizioni si trova lung- (CIL I2 1353 XI 6671a) e una forma del genere egrave presuppo-
sta dallrsquoit lungo17 Siamo dunque in presenza di un fenomeno ciclico
13 Sono ovviamente fuori gioco le varietagrave che confondono e e e anche il rum limbă ecc non aiuta giaccheacute qui tutti i timbri si sono fusi in i davanti a nasale pl nu gt plin = d nte gt dint
14 Vero egrave che questi ultimi due lessemi hanno a Firenze segno del loro carattere non popolare15 Il parere di Straka citato in nota da Castellani (1961 79) sembra andare in questo senso16 Queste due forme mostrano che anche la prima consonante del gruppo gn si pronunciava []17 Per lungo lt l ngu credo si possa sciogliere senzrsquoaltro la riserva di Castellani (1961 76 n 16)
ed escludere lrsquoidea di Rohlfs (1966-1969 sect 70) che si tratti di una doppia applicazione della chiusura antenasale (l[]ngo gt l[o]ngo gt lungo) fenomeno altrimenti indocumentato (cfr p[]nte gt p[o]nte gt punte)
BARBATO
5
La domanda da porci ora egrave la seguente si tratta di una chiusura di e o romanzo-
comuni o di una mancata apertura di (o se si vuole di ) latini Sampson (2006
34) si pronuncia per questa seconda ipotesi laquoon peut diffi cilement parler drsquoune ferme-
ture vocalique provoqueacutee dans nos mots probleacutematiques par lrsquoeffet acoustico-percep-
tuel de la nasaliteacute Mais nous proposons que cet effet a pu aider agrave conserver la qualiteacute
fermeacutee de et en freinant toute tendance de ces voyelles agrave srsquoouvrirraquo
Torreblanca (1990 249) sottolinea che il fenomeno devrsquoessere anteriore alla sem-
plifi cazione del gruppo -nct- gt -nt- frequentemente attestata laquodans les inscriptions
tardives de toutes les reacutegionsraquo (Vaumlaumlnaumlnen 1981 sect 116) In effetti in latino tardo ci
devrsquoessere stata la tendenza a semplifi care il nesso (cfr giagrave il classico quintus lt
quinctus) che si egrave imposta in iberoromanzo e italiano (santo) ma non in francese
(saint) lasciando altrove unrsquoarea diffusa di variazione (occit sant vs sanch saint sent piem sant vs gena sainto mil onć)18
Si noti che se in spagnolo (portoghese guascone) lrsquoanafonesi egrave anteriore alla sem-
plifi cazione -nct- gt -nt- in romancio egrave anteriore alla palatalizzazione di -ct- si tratta
di un ulteriore argomento a favore della precocitagrave del fenomeno e indirettamente
della sua interpretazione come fatto di conservazione e non di innovazione19
Del resto gli esiti romanzi disegnano una tipica fi gura areale conservazione rela-
tiva di Italo- e Iberoromania (in senso lato includendo rispettivamente i Grigioni e la
Guascogna) rispetto alla Galloromania (in particolare lrsquoantica Lugdunense) notoria-
mente lrsquoarea piugrave innovativa nel tardo Impero
Ci sono dunque diversi argomenti per pensare a una mancata apertura della vocale
latina20 Ci sono perograve anche delle possibili obiezioni In italiano lrsquoesito chiuso coivolge
anche un lessema con e il suffi sso germanico - ng
it spagn port
sp ngia spugna esponja esponja
- ng -ingo -engo -engo
Sembrerebbe la prova che si tratti di una chiusura di e o e di un fenomeno rela-
tivamente tardo21 Secondo Castellani (1961 85-87 e 121-122) il nostro fenomeno
egrave posteriore allrsquoapertura di (III sec) ma anteriore alla palatalizzazione di ng (sugna spugna IV-V sec) va collocato dunque nel IV secolo ma devrsquoessere rimasto
attivo almeno fi no a tutto il V secolo cosigrave da coinvolgere il suffi sso germanico
18 Anglade (1921 167) Meneacutendez Pidal (1941 sect 512) Rohlfs (1966-1969 sect 272) Lausberg (1971 sectsect 437-438) AIS
19 Meno assicurata appare lrsquoanterioritagrave rispetto alla palatalizzazione di cj asserita da Torre-blanca (1990 256) sulla base di uncia gt it oncia spagn onza port onccedila (cfr la mancata chiusura anche in tronco)
20 Un fenomeno analogo si verifi ca in iato cfr mia (attestato a Pompei) gt it engad occ cat spagn mia (Barbato 2010) fuit gt it(a) fu(e) (Barbato 2009)
21 Si ricordi che germanica egrave resa normalmente con e
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6
Drsquoaltra parte si puograve credere che giagrave compiuta lrsquoanafonesi [spogja] e [-eg-]
unici casi che presentavano una vocale medio-alta davanti alla sequenza nasale piugrave
velare siano stati pareggiati per analogia fonetica a [iC] [uC] Quanto al primo
caso si potrebbe anche partire da una base spungia che sembrerebbe presupposta
pure da cast espundia arag espuntildea (DCECH sv esponja ed espundia)22 Del resto
la palatalizzazione di ng potrebbe essere avvenuta piugrave precocemente di quanto sup-
pone Castellani con la trafi la ngj gt nj lt [] Lo stesso Castellani data il passaggio gj
gt j al I sec dC e quello nj gt [] al III secolo Proporrei dunque la seguente cronologia
(1) anafonesi davanti a []
(2) gj gt j
(3) nj gt []
Secondo questa ipotesi lrsquoanafonesi egrave contemporanea alla formazione del sistema
vocalico romanzo di cui costituisce il negativo In ogni caso sia che la si consideri un
fatto di conservazione che di innovazione va sottolineato il suo carattere irregolare
che confi gura una lsquolegge fonetica debolersquo o una resistenza a unrsquoinnovazione governata
da una fi tta rete di parametri
Anafonesi (metafonesi) romanza
Si considerino ora le corrispondenze (parziali) seguenti
it spagn port
t nea tigna tintildea tinha
erv lia rubiglia arveja ervilha
c lia ciglia ceja celha
stam nea stamigna estamentildea estamenha
curc lio gorgoglio gorgojo gorgulho
c neu cogno cuntildeo cunho
22 La questione egrave intricata Il lat spongia lt greco σπογγιά dovrebbe avere una vocale breve la lunga viene postulata proprio per spiegare lrsquoitaliano spugna (Rohlfs 1966-1969 sect 110) Un prestito greco molto antico potrebbe essere stato coinvolto nella chiusura latina di davanti a nasale velare (vedi sopra uncus unguis) In effetti come segnala Torreblanca (1990 261) la grafi a spungia egrave attestata in latino non si puograve escludere tuttavia che essa renda una pro-nuncia tardiva [o] si sa infatti che omicron aveva un timbro chiuso che poteva essere reso in latino tardo con o donde le pronunce coacutelpo poacutelpo dellrsquoitaliano (Rohlfs 1966-1969 sect 110) Il logud ispundza (accanto a isponda) non egrave decisivo percheacute come illustra Wagner potrebbe risentire dellrsquoit spugna o essere laquosardizzazioneraquo di spagn-cat esponja (DES)
BARBATO
7
Franceschini (1991) ha voluto vedere qui un fenomeno comune di innalzamento
dovuto a yod che agirebbe con piugrave o meno restrizioni nelle varietagrave romanze In que-
sto caso tuttavia le condizioni appaiono diverse come mostra la chiara asimmetria
tra lrsquoitaliano che chiude regolarmente la vocale anteriore e lrsquoibero-romanzo che
chiude preferibilmente quella posteriore23
Va sottolineata qui una caratteristica costitutiva del toscano lrsquoassenza di meta-
fonesi24 Se Castellani sentigrave il bisogno di coniare il termine anafonesi fu proprio per
descrivere un processo di innalzamento che ha una ragione diversa da quello meta-
fonetico
Ora egrave noto che le varietagrave iberoromanze come quelle galloromanze conoscono
metafonia da -i (cfr f ci gt fr prov fi s spagn hice port fi z contro it feci) In altra
sede (Barbato 2012 e 2013) ho sostenuto che la metafonia sia prodotta non soltanto da
-i ma anche da yod proponendo questa cronologia
sec II III IV V VI
palatalizzazione di tj gt ts cj gt t ----- --
dittongazione metafonetica di ----- --
palatalizzazione di j (gj dj) gt d lj gl gt nj gn gt ----- --
chiusura metafonetica di e o ----- --
Normalmente la palatalizzazione di lj nj si applica prima della chiusura di e o
eliminando il contesto metafonetico
ndash cilia gt [tellja] gt [tea] gt cejandash gurgulio gt [gorgolljo] gt [gorgoo] gt gorgojo
Ma il processo di palatalizzazione e quello di chiusura metafonetica si sono
sovrapposti per un periodo e dunque egrave potuto succedere eccezionalmente che si
applicassero in ordine inverso
ndash cunia gt [konnja] gt [kunnja] gt cuntildeandash tinea gt [tennja] gt [tinnja] gt tintildea
Nel caso di -[i]- (ervilha) e di -[u]- (gorgulho) puograve poi aver agito lrsquoanalogia
dei suffi ssi da - cul- (es lentilha) e - cul- (agulha)
23 Secondo Franceschini il toscano occidentale presenterebbe simmetria nella chiusura ma cfr le obiezioni di Castellani (1992 397-399)
24 Esiste forse una sola eccezione se non sono dovuti a chiusura in protonia (fi schiare mischiare) potrebbero essere metafonetici fi schio mischio lt feschio meschio Se egrave cosigrave lrsquounica metafo-nia toscana ripeterebbe singolarmente la nota chiusura del latino parlato b stia gt b stia
CILPR 2013 ndash SECTION 2
8
In italiano siamo di fronte a un processo ben diverso che come ha chiarito ancora
Castellani (1961)
(a) colpisce e e non o
(b) egrave prodotto solo dalla nasale palatale derivata da nj e non da quella derivata da gn (cfr
degno pegno)
Esso egrave dunque successivo alla palatalizzazione dei gruppi con yod laquopercheacute in
Toscana la non esercita nessun infl usso sulla vocale della sillaba tonicaraquo (p 85) ed
egrave anteriore alla confusione di nj e gn va collocato dunque dopo il II secolo e prima
dellrsquoVIII (laquodal 757 si trovano grafi e inverse attestanti la pronuncia di gn come nrsquonrsquoraquo p
86) ma piugrave probabilmente tra il III e il IV secolo (cfr anche p 122)
Secondo Castellani dunque lrsquoanafonesi davanti a precede quella davanti a
[] Ma se facciamo reagire queste considerazioni sullo schema precedente otteniamo
la seguente cronologia
(1) anafonesi davanti a []
(2) gj gt j
(3) nj gt [] lj gt []
(4) anafonesi davanti a [ ]
(5) gn gt []
Percheacute questo secondo processo colpisce e e non o Probabilmente per motivi
articolatori (Pensado 1985 645) la chiusura non coinvolge la vocale posteriore per-
cheacute lrsquoassimilazione laquoque como efecto de la elevacioacuten de la parte anterior de la lengua
(cerrazoacuten) parece perfectamente posible no lo es si se tiene en cuenta el paraacutemetro
de la posicioacuten de la raiacutez de la lenguaraquo Insomma se la consonante velare favorisce
la chiusura delle vocali posteriori come si egrave visto sopra quella palatale esercita un
effetto parallelo sulle anteriori
Che ne egrave delle altre lingue romanze Il catalano si allinea allo spagnolo coi suoi
tinya cuny (ma corcoll) Lrsquoantico provenzale ha le alternanze celhacilha lt cilia melh
milh lt miliu telhtilh lt tiliu estrilhaestrelha lt strig(i)la tegnotigno lt tinea lenh
linh lt lignu (Anglade 1921 60sqq 78sqq) Includendo le forme antiche e dialettali
si scopre che il francese oltre a cil ha anche milmeil tilteil teignetigne eacutetrilleeacutetreille
linleigne (FEW svv) In tutti questi casi si conoscono dei risultati con i e u anche
in Italia settentrionale per es ver (Raldoacuten) [sije] (AIS 102 p 372) emilocc (San
Secondo parm) [mij] (AIS 1467cp p 413) emilocc (Sologno) [tijj] (AIS 580 p
453) gen [tia] (AIS 684 p 178) APiem (Villafalletto) [stria] (AIS 1242 p 172) Il
romancio non conosce chiusura (Eichenhofer 1999 sectsect 93 110 201)
Questi casi si potrebbero allineare a quelli iberici come effetto di una metafonia
che ha preceduto la palatalizzazione ma potrebbero anche essere dei piugrave tardi feno-
meni anafonetici come mostra il fatto che solo la vocale anteriore egrave coinvolta dallrsquoin-
BARBATO
9
nalzamento25 Del resto come mostra Philipon (1918-1919 433) spesso la chiusura egrave
documentabile in epoca letteraria prov abelha gt abilho lion oreilli gt orilli lig megiu
gt migiu mil stregia gt strigia E non a caso Roncaglia (1965 49) parla di laquoanafonesiraquo
per le occorrenze provenzali26
Si deve ancora a Castellani (1961 80-81 e n) il merito di aver stabilito che nel caso
di it pugno spagn puntildeo port punho cat puny itsett puumlgn (accanto a pogn AIS 1679
e cp) ndash cui si puograve aggiungere prov punh (accanto a ponh) lad [pu] (Kramer 1977
145) ndash non crsquoegrave anafonesi ma si parte da una forma romanzo-comune con u
Conclusioni
Sulla scia di Rohlfs (1966-1969 sect 49 e 70) le grammatiche storiche romanze con-
tinuano a parlare per lrsquoitaliano di una chiusura di e o in una serie di contesti che
includono la nasale e la laterale palatali e la nasale velare
Rohlfs (1966-1969 sect 49) laquoNel dialetto fi orentino si trova i invece di e davanti a n seguita
da k o da g () davanti a sk e davanti a ntilde oppure a łraquo
Lausberg (1971 sect 204) laquoNel fi orentino (e nellrsquoitaliano letterario) la e la del latino
vengono innalzate a [i] e [u] dinanzi a gruppi nasali-palataliraquo
AlkireRosen (2010 77) laquoRegularly stressed high mids followed by [] or [] raise one
degree to become high vowels i instead of e and u instead of oraquo
In realtagrave da molti anni Castellani ha chiarito che esistono due anafonesi in ita-
liano cronologicamente distinte (1) chiusura di e o davanti a nasale velare (2) chiu-
sura della sola e davanti a nj lj27 Sarebbe ora che gli studi romanzi prendessero atto
di questo fatto
Qui si egrave proposto ulteriormente di collegare (1) con alcuni fenomeni analoghi di
altre varietagrave romanze rintracciandone la radice comune nel latino tardo di distin-
guere (2) da fenomeni apparentemente analoghi che sono invece di natura metafo-
netica
Non sarebbe forse male che il termine anafonesi (vs metafonesi) venisse adottato
anche nelle altre lingue fr anaphonie (vs meacutetaphonie)28 spagn anafoniacutea (vs metafoniacutea)
ecc
Universitagrave di Napoli lsquoLrsquoOrientalersquo Marcello BARBATO
25 Per strigile e tinea si potrebbe pensare che la chiusura si sia prodotta dapprima in protonia nei tipi lsquoeacutetrillerrsquo e lsquotigneuxrsquo (FEW 12 303 e 13 343)
26 Lrsquouso continua nella provenzalistica italiana (cfr Ventura 2010 LIX)27 Si ricordi che la cronologia proposta da Castellani egrave quella inversa e si noti che la lsquochiusurarsquo
di e o egrave a nostro avviso piuttosto una mancata apertura di 28 Cfr giagrave Redon (2002 37)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
10
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13
Les meacutecanismes de la concordance des temps et leur eacutevolution
du latin aux langues romanes
Les regravegles lsquoclassiquesrsquo de la concordance des temps ont fait lrsquoobjet de nombreuses
critiques de la part des grammairiens et des linguistes Parmi ceux-ci il semble que
Ferdinand Brunot et Charles Bruneau soient les plus cateacutegoriques laquo Les grammai-
riens modernes ont imagineacute une preacutetendue regravegle de concordance des temps Cette
regravegle nrsquoa jamais eacuteteacute observeacutee par les bons eacutecrivains raquo (Preacutecis de grammaire historique de la langue franccedilaise Paris Masson et Cie 1949 p 387) Quelques anneacutees plus tard
lorsqursquoil eacutecrit La penseacutee et la langue Ferdinand Brunot nrsquoa pas changeacute drsquoavis laquo Le
chapitre de la concordance des temps se reacutesume en une ligne il nrsquoy en a pas raquo (Bru-
not 1965 782)
Pourtant contrairement agrave lrsquoaffi rmation ci-dessus la regravegle de lsquoconcordance des
tempsrsquo a plus drsquoun titre drsquoancienneteacute Elle a drsquoabord eacuteteacute appliqueacutee au latin et est ensei-
gneacutee depuis plus de deux milleacutenaires Dans leur Syntaxe latine (1951-2002) A Ernout
et F Thomas la reacutesument en ces termes
laquo La concordance des temps du subjonctif est deacutefi nie drsquoordinaire par la regravegle suivante
dite regravegle de la consecutio temporum
1) Au preacutesent (ou au futur) de lrsquoindicatif dans la proposition principale correspond un preacute-
sent ou un parfait du subjonctif dans la subordonneacutee
dico
quid faciat quid fecerit quid facturus sit
dicam
lsquolsquo je dis (dirai) ce qursquoil fait ce qursquoil a fait ce qursquoil fera rsquorsquo
2) A un temps passeacute de la proposition principale correspond dans la subordonneacutee un impar-
fait ou un plus-que-parfait du subjonctif
dixi
dicebam quid faceret quid fecisset quid facturus esset
dixeram
lsquolsquo jrsquoai dit (je disais jrsquoavais dit) ce qursquoil faisait ce qursquoil avait fait ce qursquoil ferait rsquorsquo (sect 394)
Les laquo grammairiens modernes raquo dont parlent Ferdinand Brunot et Charles Bru-
neau nrsquoont donc fait qursquoadapter au franccedilais une regravegle que tous les apprenants du latin
sont bien obligeacutes drsquoapprendre car elle permet drsquoeacuteviter des erreurs grossiegraveres dans le
CILPR 2013 ndash SECTION 2
14
thegraveme latin Il ne srsquoagit cependant pas drsquoune regravegle absolue comme le reconnaissent
A Ernout et F Thomas qui apregraves avoir eacutenonceacute la regravegle ajoutent laquo Mais la simpliciteacute
factice de cette regravegle a pour reacutesultat de rejeter de nombreux faits parmi les exceptions
On doit tenir compte mieux qursquoelle ne le fait des conditions imposeacutees par les valeurs
particuliegraveres des temps eux-mecircmes et par la nature des diverses propositions subor-
donneacutees raquo
Le problegraveme poseacute par les laquo grammairiens modernes raquo citeacutes par F Brunot et C
Bruneau pourrait se reacutesumer de la maniegravere suivante ces grammairiens ont-ils eu
raison de transposer au franccedilais une regravegle faite pour la langue dont le franccedilais est
issu le latin
On remarquera que les remarques critiques de F Brunot et C Bruneau nrsquoont pas
drsquoeacutequivalents dans les autres langues romanes comme lrsquoespagnol le portugais ou
lrsquoitalien Les speacutecialistes de ces langues qursquoils soient peacutedagogues grammairiens ou
linguistes sont contraints de reconnaicirctre pratiquement tous lrsquoexistence dans ces lan-
gues drsquoun meacutecanisme de laquo concordance des temps raquo Ainsi la Grammaire espagnole de Jean Bouzet (Paris Belin 1945 p223 sect514) met en garde le traducteur qui doit
rendre en espagnol un preacutesent du subjonctif franccedilais laquo Le franccedilais moderne nrsquoest pas
tregraves rigoureux sur la concordance des temps du subjonctif avec le verbe de la proposi-
tion principale et tolegravere bien souvent lrsquoemploi du preacutesent au lieu de lrsquoimparfait Jrsquoavais peur qursquoil ne srsquoeacutegare qursquoil nrsquoarrive pas qursquoil ne sache pas etc Il conviendra toujours
de rectifi er la concordance avant de traduire raquo Dans un manuel drsquoapprentissage de
lrsquoespagnol comme Pueblo sous le libelleacute laquo La concordance des temps raquo on peut lire
laquo Alors que le franccedilais utilise de moins en moins le subjonctif passeacute (il eucirct fallu que vous vinssiez) son emploi au lieu du subjonctif preacutesent est rigoureusement obligatoire
chaque fois que le verbe de la proposition principale est au passeacute ou au conditionnel raquo
(A Mercier Pueblo 3 Paris Armand Colin 1972 120) Lrsquoaffi rmation aussi peacuteremp-
toire - mais de sens opposeacute - que celles de Ferdinand Brunot est compleacuteteacutee par les
exemples suivants
laquo nos dicen que pasemos ----------gt nos dijeron que pasaacuteramos
me interesa que esteacutes tuacute ----------gt me interesaba que estuvieses tuacute
es mejor que vuelva mantildeana ------gt seriacutea mejor que volviera mantildeana
quiero que contestes pronto ------gt quisiera que contestases pronto raquo
avec le commentaire
laquo Principale au passeacute ----gt subjonctif passeacute dans la subordonneacutee
passeacute simple
imparfait
plus-que-parfait
conditionnel raquo
BEGIONI ROCCHETTI
15
Cette concordance est valable aussi pour lrsquoitalien La Grammatica italiana - Il verbo de G-B Moretti et de G-R Orvieto (Perugia Benucci 1979 vol I 67-76)
consacre 10 pages agrave exposer en deacutetail la concordance des temps en italien Pour ne
pas alourdir notre exposeacute nous nous limiterons agrave citer un extrait de la grammaire de
Luca Serianni Italiano (Torino UTET 1988 388-390) qui renvoie agrave G-B Moretti et
G-R Orvieto et reacutesume ainsi la concordance des temps lorsque la subordonneacutee est au
subjonctif (p 390) laquo Il tempo verbale della reggente condiziona il tempo dellrsquoogget-
tiva sia pure senza la rigorositagrave della lsquoconsecutio temporumrsquo latina raquo (p 388)
On voit que lrsquoespagnol et lrsquoitalien donnent lieu agrave des remarques comparables
proches de la regravegle latine quoique avec une moindre rigueur comme le souligne
Luca Serianni La diffeacuterence tient au fait que le subjonctif latin comportait 4 temps
(preacutesent imparfait parfait et plus-que-parfait) alors que le subjonctif de la langue
italienne se reacuteduit agrave un preacutesent et agrave un parfait Ce dernier est paradoxalement appeleacute
imperfetto alors qursquoil a pour origine le plus-que-parfait du subjonctif latin - cf lat
cantavissem gt it cantassi - et qursquoil est resteacute un perfectum de virtualiteacute en italien Il
peut par exemple poser seul une hypothegravese sans lrsquoaide des conjonctions se ou anche se Avesse dovuto aspettare non cinque minuti ma cinquanta secoli non sarebbe uscito di ligrave senza aver parlato prima collrsquoamabile sposina (De Marchi Demetrio Pia-nelli 479) Il en est de mecircme de lrsquoespagnol bien que sa morphologie au subjonctif
soit un peu plus complexe il dispose lui aussi drsquoun preacutesent drsquoun parfait - doteacute de
deux formes lrsquoune en -se (lat cantavissem gt esp cantase) de mecircme origine que le
parfait italien lrsquoautre en -ra issue du plus-que-parfait de lrsquoindicatif latin (lat cantave-ram gt esp cantara) - et drsquoun futur Mais ce dernier temps nrsquoest plus drsquousage courant et
nrsquoentre pas dans la regravegle lsquoclassiquersquo de la concordance des temps
Nous arrivons ainsi agrave lrsquoobjet de notre eacutetude comment et surtout pourquoi est-on
passeacute de 4 temps pour le subjonctif latin agrave deux temps en italien et (pratiquement) en
espagnol Pourquoi le franccedilais a-t-il reacuteduit aujourdrsquohui son subjonctif agrave un seul temps
alors que lrsquoancien-franccedilais en utilisait reacuteguliegraverement deux Quelles sont les eacutetapes
que lrsquoon peut distinguer dans ces eacutevolutions Agrave quoi reacutepond un meacutecanisme aussi
insolite - et on lrsquoa vu aussi controverseacute - que la concordance des temps Enfi n nous
avons passeacute sous silence jusqursquoagrave preacutesent la langue roumaine mais elle peut ecirctre riche
drsquoenseignements puisqursquoelle est issue comme les langues romanes occidentales drsquoun
latin fortement marqueacute par la concordance des temps et pourtant elle ne preacutesente
aucune regravegle de lsquoconcordance des tempsrsquo ni mecircme aucun reste eacutevident drsquoun ancien
fonctionnement fondeacute sur une telle regravegle Comment comprendre une telle diversifi -
cation pour des langues qui offrent par ailleurs une multitude de meacutecanismes com-
parables
Ce qui frappe en premier lieu crsquoest moins la concordance en elle-mecircme - puisque
tous les eacuteleacutements drsquoune phrase doivent en effet lsquoconcorderrsquo pour donner agrave la phrase
sa coheacuterence - que le fait qursquoelle entraicircne la reacutepeacutetition drsquoune donneacutee (le temps) deacutejagrave
fournie par le verbe de la principale Agrave quoi reacutepond cette reprise Le verbe de la
principale ne serait-il pas suffi sant pour situer lrsquoensemble de la phrase dans lrsquoeacutepoque
CILPR 2013 ndash SECTION 2
16
preacutesente passeacutee ou future Doit-on analyser la seacutequence laquo proposition principale +
proposition subordonneacutee raquo comme le rapprochement de deux entiteacutes indeacutependantes
agrave lrsquoorigine et qui pour se rapprocher doivent emprunter lrsquoune agrave lrsquoautre des eacuteleacutements
temporels marquant leur homogeacuteneacuteisation au sein drsquoune mecircme phrase Agrave cette ques-
tion srsquoen ajoute une autre y a-t-il dans les langues en eacutevolution drsquoautres cas analo-
gues de rapprochement drsquoeacuteleacutements drsquoorigine diffeacuterente et fi nissant par srsquoamalgamer
en une nouvelle uniteacute homogegravene La reacuteponse agrave cette deuxiegraveme question est certaine-
ment positive et les exemples ne manquent pas
Dans Begioni Rocchetti 2010 eacutetude publieacutee dans la revue Langages ndeg 178 (p
67-87) et intituleacutee La deacutefl exiviteacute du latin aux langues romanes quels meacutecanismes systeacutemiques sous-tendent cette eacutevolution nous avons examineacute plusieurs cas de reacutepeacute-
tition concernant des eacuteleacutements en cours de rapprochement Le cas le plus exemplaire
nous paraicirct ecirctre dans le domaine nominal lrsquoapparition de lrsquoarticle deacutefi ni (agrave partir du
deacutemonstratif latin) sa liaison progressive avec le substantif lrsquoexistence pendant de
nombreux siegravecles drsquoune double marque du genre et du nombre agrave la fois sur lrsquoarticle et
sur le substantif et la reacuteduction en franccedilais moderne de la marque du nombre expri-
meacutee jusque-lagrave par la deacutesinence du deuxiegraveme eacuteleacutement (le substantif) alors qursquoelle se
maintient sur le premier Pour une compreacutehension plus approfondie du pheacutenomegravene de
la deacutefl exiviteacute nous renvoyons le lecteur agrave cette eacutetude
Nous avons mis en rapport ces eacutevolutions avec une restructuration de la phrase due
au passage de lrsquoindo-europeacuteen langue reconstruite avec le verbe en position fi nale
aux langues indo-europeacuteennes actuelles inteacutegrant plusieurs propositions enchacircsseacutees
les unes dans les autres dont lrsquoune ou les unes sont reacutegissantes et les autres reacutegies
On peut reacutesumer les diffeacuterentes eacutetapes pour lrsquoassemblage de deux eacuteleacutements dans
une forme nouvelle de la maniegravere suivante
- Eacutetape 1 les deux syntagmes verbaux indeacutependants agrave lrsquoorigine mais mis en relation au
sein drsquoune phrase unique doivent pour bien signaler leur association reprendre les
mecircmes marques formelles (aspect mode et temps) On observe donc une duplication sys-
teacutematique des marques au niveau de la morphologie des deux verbes qui sont ainsi mis en
relation mais qui peuvent dans cette premiegravere phase rester eacuteloigneacutes lrsquoun de lrsquoautre
- Eacutetape 2 les deux verbes conservent chacun leurs marques morphologiques (le plus sou-
vent deacutesinentielles) de leur solidariteacute mais ils commencent agrave se rapprocher Le verbe de
la subordonneacutee peut ecirctre introduit par une conjonction (qui peut varier selon le type de
subordonneacutee)
- Eacutetape 3 une fois leur liaison syntaxique eacutetablie - crsquoest-agrave-dire une successiviteacute systeacutemati-
quement installeacutee - le deuxiegraveme eacuteleacutement (dans le cas de la deacutefl exiviteacute reacutegressive) perd des
marques qui faisaient double emploi avec celles deacutejagrave apporteacutees par le premier eacuteleacutement
Degraves lors celui-ci devient preacutedominant et tend agrave concentrer tous les apports formels lais-
sant les apports seacutemantiques au second eacuteleacutement
- Etape 4 Lrsquoeacutevolution est acheveacutee lorsqursquoil nrsquoy a plus aucune duplication drsquoinformation
Voyons comment intervient le pheacutenomegravene de la deacutefl exiviteacute dans le cas qui nous
inteacuteresse ici celui de la concordance des temps
BEGIONI ROCCHETTI
17
Le premier stade - celui du rapprochement de deux verbes ou de deux syntagmes
verbaux dans une structure nouvelle orienteacutee vers la creacuteation drsquoune subordination
- est envisageacute pour le latin par A Ernout et F Thomas dans le chapitre laquo Subordi-
nation et coordination raquo (p 291) de leur volume Syntaxe latine laquo la syntaxe de subor-
dination repreacutesente un eacutetat de langue relativement reacutecent instituant entre des pro-
positions agrave lrsquoorigine autonomes des rapports comparables agrave ceux qui se sont eacutetablis
dans la syntaxe du nom au deacutetriment de la construction appositionnelle raquo Crsquoest aussi
notre position nous venons de voir en effet que le processus de creacuteation de lrsquoarticle agrave
partir du pronom-adjectif reacutesulte de lrsquoapplication de la deacutefl exiviteacute au syntagme nomi-
nal et nous allons voir que la creacuteation de la subordination est lrsquoapplication du mecircme
processus au syntagme verbal Les deux latinistes se fondent pour cela sur des traces
drsquoun eacutetat ancien que conserve encore la langue de Ciceacuteron laquo Le latin eacutecrivent-ils
laisse entrevoir encore dans certains tours lrsquoancienne autonomie des propositions
des constructions comme caue cadas lsquolsquo prends garde de tomber rsquorsquo uolo facias lsquolsquo je veux
que tu fasses rsquorsquo signifi aient proprement lsquolsquo prends garde tu pourrais tomber rsquorsquo lsquolsquo fais-le
je le veux rsquorsquo Les subjonctifs cadas facias se justifi aient par eux-mecircmes comme mar-
quant la possibiliteacute ou la volonteacute et ils eacutetaient simplement juxtaposeacutes De cet eacutetat qui
est celui de la parataxe [] il subsiste des traces dans des formules et la langue parleacutee
ne srsquoen est jamais entiegraverement deacutepartie raquo
De telles lsquotracesrsquo de parataxe se trouvent encore en italien Alors que les verbes
qui introduisent une subordonneacutee exprimant la reacutealiteacute doivent obligatoirement se
construire avec la conjonction che lsquolsquo que rsquorsquo - vedo che sei contento lsquolsquo je vois que tu es
content rsquorsquo osservo che non egrave venuto lsquolsquo je remarque qursquoil nrsquoest pas venu rsquorsquo - ceux qui
expriment le deacutesir lrsquoespoir la crainte la croyance ou la volonteacute - crsquoest-agrave-dire tous ceux
qui contiennent une part (variable) de virtualiteacute - peuvent se construire avec ou sans
che
(6) spero sia stato promosso lsquolsquo jrsquoespegravere qursquoil a eacuteteacute admis rsquorsquo
(7) credevo fosse piugrave piccolo lsquolsquo je croyais qursquoil eacutetait plus petit rsquorsquo
La parataxe a eu une large extension en ancien italien Elle srsquoest reacuteduite en italien
moderne puisqursquoelle ne peut plus ecirctre utiliseacutee apregraves des verbes deacuteclaratifs introdui-
sant une subordonneacutee de reacutealiteacute Mais si lrsquoon compare le franccedilais et lrsquoitalien sur le cri-
tegravere de lrsquoemploi ou du non emploi de che on est frappeacute de la constance avec laquelle
le franccedilais utilise sa conjonction
Sommes-nous pour autant en franccedilais au stade 4 celui drsquoune disparition com-
plegravete de la concordance Dans je veux qursquoil vienne devenant au passeacute je voulais qursquoil vienne le verbe de la subordonneacutee ne reprend effectivement pas le temps (preacutesent
et passeacute) des principales je veux et je voulais mais que faut-il penser de lrsquoemploi du
mode subjonctif Ne repreacutesente-t-il pas sous une forme speacutecifi que la reprise du
contenu seacutemantique virtualisant du verbe de la principale Avec le verbe venir on
nrsquoest pas dans la situation des verbes du premier groupe lesquels ne distinguent plus
en effet lrsquoindicatif et le subjonctif par des formes speacutecifi ques je vois que tu manges je
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veux que tu manges Dans ce seul cas en effet on peut dire que la concordance des
temps est parvenue agrave une disparition complegravete ce qui signifi e que la subordonneacutee
a eacuteteacute parfaitement inteacutegreacutee agrave la principale on passe de la phrase indeacutependante tu manges agrave la subordonneacutee que tu manges par le seul ajout de la conjonction de subordi-
nation que En revanche pour tous les autres groupes puisque le subjonctif preacutesente
une forme diffeacuterente de celle de lrsquoindicatif on constate une duplication de la valeur
modale exprimeacutee par le seacutemantisme du verbe de la principale avec la reprise sur
un plan morphologique de cette valeur modale On peut donc dire que si dans les
deux exemples ci-dessus le franccedilais nrsquoapplique plus la concordance des temps il nrsquoen
applique pas moins une reacuteelle lsquoconcordance modalersquo
Le fait que dans les langues romanes occidentales la conjonction ldquoquerdquo (it che esp et fr que) ait eacuteteacute la particule de subordination la plus utiliseacutee a contribueacute au
maintien de la valeur modale du verbe de la subordonneacutee Dans les cas ougrave la particule
de subordination nrsquoest pas ldquoquerdquo mais ldquosirdquo la forme de subjonctif ne srsquoest pas mainte-
nue ainsi doit-on utiliser le subjonctif dans une phrase comme je veux qursquoil le fasse mais on passe agrave lrsquoindicatif (futur) si on continue avec mais je me demande srsquoil le fera En effet que pose alors que si suppose Le subjonctif est donc neacutecessaire apregraves que pour exprimer la virtualiteacute lorsque celle-ci est exigeacutee par le verbe de la principale
Dans les mecircmes conditions lrsquoindicatif srsquoimpose apregraves la conjonction hypotheacutetique si La langue roumaine qui a utiliseacute beaucoup plus largement la particule de subordina-
tion să - issue du latin si - a pu reacuteduire consideacuterablement la morphologie speacutecifi que de
son subjonctif Crsquoest un des eacuteleacutements qui a contribueacute agrave faire disparaicirctre pratiquement
toute concordance des temps (et des modes) dans cette langue
Il peut ecirctre inteacuteressant drsquoaller plus loin dans lrsquoanalyse des choix qui ont eacuteteacute faits par
la langue roumaine Ils peuvent en effet apporter un eacuteclairage nouveau sur certaines
particulariteacutes des langues romanes qui preacutesentent - ou ont preacutesenteacute au cours de leur
eacutevolution - une concordance des temps Le fait que le roumain ne reacutevegravele agrave aucun
moment de son histoire un fonctionnement qursquoil serait possible de classer sous la
deacutenomination de lsquoconcordance des tempsrsquo nous paraicirct devoir ecirctre analyseacute pour com-
prendre la maniegravere dont ont eacutevolueacute les langues romanes occidentales
Nous sommes en particulier intrigueacutes par la creacuteation au sortir du latin drsquoun des
temps qui entrent dans la syntaxe de la concordance des temps non pas le futur - car
lrsquoexpression du temps agrave venir paraicirct tout agrave fait claire et leacutegitime dans la penseacutee et dans
la bouche drsquoun locuteur - mais le temps qui sert agrave indiquer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute
et qui porte le nom (nettement moins leacutegitime ) de conditionnel Il exprime en effet
une action soumise agrave une condition et tire de lagrave son nom mais en plus (simultaneacute-
ment ) il remplace le futur dans les fonctions que celui-ci aurait ducirc (mais peut-ecirctre nrsquoa
pas pu ) assumer dans lrsquoeacutepoque passeacutee Formeacute au sortir du latin avec lrsquoinfi nitif suivi
de lrsquoauxiliaire habere au passeacute le conditionnel peut ecirctre consideacutereacute comme la variante
(passeacutee) du futur La liaison eacutetroite entre le futur et le moment de lrsquoeacutelocution apparaicirct
agrave la reacutefl exion comme la raison profonde de la creacuteation du conditionnel et par voie
de conseacutequence de lrsquoexistence mecircme de cette regravegle de concordance des temps qui
BEGIONI ROCCHETTI
19
oblige agrave passer du futur dans la subordonneacutee (apregraves une principale au preacutesent) agrave un
conditionnel (apregraves une principale au passeacute) Les langues de la Romania occidentale
ont en quelque sorte susciteacute la creacuteation drsquoun temps nouveau speacutecialement consacreacute agrave
lrsquoexpression de lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute afi n de reacutesoudre la non-pertinence du futur
pour cette fonction Voyons maintenant ce que peut nous apporter sur ce point la
langue roumaine
Elle a eacuteteacute confronteacutee au mecircme problegraveme mais a trouveacute une autre solution et
mecircme une solution eacuteleacutegante qursquoil peut ecirctre inteacuteressant drsquoexaminer dans son principe
Le meacutecanisme qursquoelle a utiliseacute est celui qursquoen psychomeacutecanique du langage on appelle
la saisie anticipeacutee lorsque le futur est utiliseacute dans une proposition indeacutependante ou
principale il preacutesente toutes ses caracteacuteristiques en particulier
1- la valeur drsquoulteacuterioriteacute
2- la liaison avec le moment de lrsquoeacutelocution (futur laquo vrai raquo)
En revanche lorsqursquoil se situe dans une proposition subordonneacutee il exprime tou-
jours lrsquoideacutee drsquoulteacuterioriteacute mais il perd sa liaison avec le moment de lrsquoeacutelocution lrsquoulteacute-
rioriteacute se reacutefegravere alors au temps exprimeacute par le verbe de la principale Soit en scheacutema
Fig 1 - Le meacutecanisme de la saisie anticipeacutee
Emploi dans une proposition Emploi dans une proposition
subordonneacutee indeacutependante ou principale
saisie anticipeacutee saisie fi nale
Futur lsquotemps relatifrsquo Futur vrai
(= relatif au temps (= en relation avec
de la principale) le moment de lrsquoeacutelocution)
Le roumain dispose avec cette double saisie du futur drsquoun temps qui comme le
futur des langues romanes occidentales peut situer lrsquoaction dans lrsquoeacutepoque future pour
le locuteur mais qui peut aussi exprimer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute lorsqursquoil est placeacute
dans une subordonneacutee deacutependant drsquoune principale au passeacute
Le choix qui a eacuteteacute celui de la langue roumaine repreacutesente une innovation dans les
langues romanes et a eu au moins trois conseacutequences importantes
1 - Contrairement aux langues romanes occidentales la langue roumaine nrsquoa pas eu recours agrave
un temps speacutecifi que pour exprimer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute Elle a bien disposeacute au sor-
tir du latin drsquoune construction avec lrsquoinfi nitif suivi de lrsquoauxiliaire habere au preacutesent (ex
cantare + habeo gt cacircntare aș lsquolsquo je chanterai(s) rsquorsquo devenu aujourdrsquohui aș cacircnta lsquolsquo je chante-
rais rsquorsquo) mais elle ne preacutesente pas drsquoeacutequivalents de cantare + habebam (conditionnel fr
esp port) ni de cantare + hebui (conditionnel it)
2 - La seconde conseacutequence est lrsquoabsence de veacuteritable concordance des temps lorsqursquoil srsquoagit
drsquoexprimer lrsquoulteacuterioriteacute par rapport au preacutesent ou par rapport au passeacute le futur est utiliseacute
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dans les deux cas Comme par ailleurs le subjonctif srsquoest lui aussi consideacuterablement
reacuteduit en liaison avec lrsquoemploi de la conjonction să (issue du latin si) la concordance des
temps est sans doute la surprise la plus deacutesagreacuteable qui attend les Roumains lorsqursquoils
entreprennent lrsquoapprentissage drsquoune langue romane occidentale
3 - On peut relever une troisiegraveme conseacutequence puisque la langue roumaine nrsquoa pas eu besoin
drsquoun conditionnel pour exprimer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute elle a pu se doter drsquoun veacuteri-
table conditionnel crsquoest-agrave-dire drsquoune forme verbale reacuteserveacutee agrave la seule modaliteacute de condi-
tionnel ce qui nrsquoest pas le cas des autres langues romanes Celles-ci preacutesentent en effet un
temps verbal dit conditionnel qui assume une double fonction lrsquoune temporelle (= ulteacute-
rieur du passeacute) lrsquoautre modale (= conditionnel) La prolifeacuteration des constructions expri-
mant le futur dans la langue roumaine - am să cacircnt lsquolsquo je chanterai rsquorsquo litt lsquolsquo jrsquoai agrave chanter rsquorsquo
voi cacircnta lsquolsquo je chanterai rsquorsquo litt lsquolsquo je veux chanter rsquorsquo o să cacircnt lsquolsquo je chanterai rsquorsquo litt lsquolsquo je veux
que je chante rsquorsquo - a permis agrave la forme qui a donneacute le futur dans les autres langues romanes
(cantare + habeo) de quitter complegravetement le domaine de la temporaliteacute agrave laquelle elle
eacutetait encore attacheacutee aux XVIe et XVIIe siegravecles pour devenir uniquement lrsquoexpression de
la modaliteacute conditionnelle (aș cacircnta = lsquolsquo je chanterais rsquorsquo)
On peut penser que le conditionnel formeacute sur lrsquoinfi nitif suivi de lrsquoauxiliaire agrave lrsquoim-
parfait ou au parfait des langues romanes occidentales est neacute apregraves la mecircme construc-
tion avec lrsquoauxiliaire au preacutesent puisque ce dernier existe en roumain tandis que le
premier est inexistant Si cette hypothegravese est exacte cela pourrait signifi er que le
conditionnel des langues romanes occidentales est neacute en premier pour lrsquoexpression
de la temporaliteacute (lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute) et qursquoil nrsquoa assumeacute qursquoensuite les valeurs
modales reccedilues du subjonctif Crsquoest le chemin suivi aussi on vient de le voir par le
conditionnel roumain dont la construction est la mecircme que celle qui a donneacute les
futurs des langues romanes occidentales On peut voir une confi rmation de cette
hypothegravese dans le deacutegagement amorceacute du conditionnel franccedilais de lrsquoexpression de
lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute avec le remplacement de la forme syntheacutetique du condition-
nel par lrsquoauxiliaire aller suivi de lrsquoinfi nitif il a dit avait dit qursquoil viendrait remplaceacute
dans le franccedilais actuel par il a dit avait dit qursquoil allait venir Ainsi progressivement
deacutegageacute de ses valeurs temporelles le conditionnel franccedilais pourra devenir de plus
en plus modal crsquoest-agrave-dire suivre un chemin parallegravele agrave celui traceacute par le condition-
nel roumain Mais on remarquera que le deacutegagement du conditionnel ne signifi e pas
pour autant la disparition de la concordance des temps on a certes il a dit qursquoil va venir qursquoil allait venir mais pas il avait dit qursquoil va venir On retombe en effet sur la
liaison du futur avec le moment T0 de lrsquoeacutelocution
En reacutesumeacute la concordance des temps apparaicirct comme une eacutetape de lrsquoeacutevolution
de la subordination dans les langues romanes dans la mesure ougrave cette concordance
tregraves stricte dans certaines drsquoentre elles - italien espagnol en particulier mais aussi
franccedilais (du tregraves ancien franccedilais jusqursquoau franccedilais classique) - reacutevegravele une subordina-
tion non encore complegravetement exprimeacutee par lrsquoeacuteleacutement subordonnant (it che esp et
fr que) lequel doit encore ecirctre accompagneacute drsquoune modifi cation agrave la fois modale et
temporelle du verbe subordonneacute On a vu que lrsquoeacutetape suivante repreacutesenteacutee par le
franccedilais conserve la variation compleacutementaire modale mais ne preacutesente plus pour
lrsquoessentiel la concordance temporelle
BEGIONI ROCCHETTI
21
Lorsque cette derniegravere eacutetape sera deacutepasseacutee on pourra dire qursquoil nrsquoy aura plus
aucune diffeacuterence formelle entre une phrase indeacutependante et une phrase subordon-
neacutee seule la preacutesence drsquoune conjonction placeacutee agrave la jonction entre la phrase (1) et la
phrase (2) indiquera que la premiegravere est la proposition reacutegissante et que la seconde
est la proposition reacutegie Crsquoest deacutejagrave ce que lrsquoon observe dans le cas ougrave la phrase reacutegie
indique une reacutealiteacute et cela pour tous les groupes verbaux
je sais X (X= tu fais ce qursquoil faut pour reacuteussir) ------gt je sais que tu fais ce qursquoil faut pour reacuteussir
je constate + tu as reacuteussi ------gt je constate que tu as reacuteussi
Cette remarque reste valable lorsque la proposition subordonneacutee exprime une
action virtuelle irreacuteelle ou potentielle mais seulement pour les verbes du premier
groupe
je veux + tu manges ------gt je veux que tu manges
En revanche lrsquoadaptation modale est indispensable pour les verbes des autres
groupes
je veux + tu dors ------gt je veux que tu dormes
La comparaison entre lrsquoeacutevolution de la subordination et celle du syntagme nomi-
nal pourrait se poursuivre De mecircme que nous venons de voir que la subordination se
comporte diffeacuteremment selon les groupes verbaux de mecircme nous pouvons constater
que la reacutepartition des marques du genre et du nombre entre lrsquoarticle et le substan-
tif tient compte du groupe auquel le substantif appartient srsquoil exprime une pluraliteacute
externe seul lrsquoarticle exprime le genre et le nombre dans la langue orale ex un enfant une enfant lrsquoenfant les enfant(s) mais srsquoil exprime une pluraliteacute interne le
substantif conserve lui aussi la marque du nombre ex lrsquoœil les yeux le travail les travaux
Il y a donc bien un paralleacutelisme eacutevident entre lrsquoeacutevolution de la reacutepartition des
marques du genre et du nombre dans le syntagme nominal et lrsquoeacutevolution de la subor-
dination Crsquoest qursquoen effet le meacutecanisme fondamental de la deacutefl exiviteacute est le mecircme
Dans le premier cas il srsquoapplique agrave un eacuteleacutement de la phrase (le syntagme nominal)
dans le deuxiegraveme agrave la nominalisation drsquoune proposition Lrsquoobjectif de la subordina-
tion est en effet la transformation drsquoune phrase en lrsquoeacutequivalent drsquoun substantif pour
que lrsquoensemble ainsi lsquosubstantiveacutersquo puisse ecirctre inteacutegreacute dans une autre phrase Toutes les
variantes que nous avons vues ne sont que des eacutetapes de cette eacutevolution
Universiteacute Charles de Gaulle - Lille 3
CAER EA 854 Aix-Marseille Universiteacute Louis BEGIONI
Universiteacute Sorbonne Nouvelle - Paris 3 Alvaro ROCCHETTI
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22
Bibliographie
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Rennes PUR 39-50
23
Il lessico della cultura materiale come fonte di studio del latino
lsquocirca romanccedilumrsquo
1 Il lessico concreto nei documenti notarili medievali dellrsquoItalia meri-
dionale
In questo contributo saranno presentati alcuni aspetti emersi da un esame del
lessico della cultura materiale nelle carte notarili medievali dellrsquoItalia meridionale
Nellrsquoindagine sullo stadio di lingua in cui si collocano i documenti latini studiati lrsquoos-
servazione del lessico concreto egrave di particolare interesse se si considerano la natura
linguistica dei testi e la situazione comunicativa in cui essi vengono prodotti
Il lavoro si avvale delle edizioni di documenti originali provenienti dalla Cam-
pania e dalla Puglia e riguarda lrsquoarco cronologico che va dallrsquoVIII al XII secolo
Nellrsquoambito della ricerca egrave stato considerato un campione piuttosto abbondante di
circa 5000 carte Lrsquoestrapolazione delle forme attraverso lo spoglio di una porzione
signifi cativa della produzione notarile disponibile consente la raccolta di un reper-
torio lessicale vasto e articolato in cui risulta ridotto il margine di incompletezza
nella rappresentazione del materiale interessato In tal modo egrave possibile osservare i
termini studiati al confronto con un contesto ampio limitando il rischio di trascurare
lrsquoindividuazione di eventuali fenomeni di polimorfi smo nellrsquoindagine comparativa dei
lessemi
Tra le fonti diplomatiche prese in considerazione1 egrave stato selezionato un corpus di
160 brani da cui sono state estratte circa 500 voci relative a oggetti della vita quoti-
diana
I vocaboli analizzati compaiono principalmente in inventari nellrsquoambito di testa-
menti corredi donazioni e in misura minore di vendite Si tratta delle parti libere
dei documenti in cui lo scriba deve descrivere i beni trasmessi elaborando perso-
nalmente il testo in base alle circostanze Al di lagrave del luogo della charta in cui si
trovano gli elenchi in questione2 lrsquointeresse per lo studio del latino lsquocirca romanccedilumrsquo
egrave determinato soprattutto dallo speciale settore del lessico indagato La necessitagrave di
denominare oggetti della vita di ogni giorno suggerisce lrsquoidea che le espressioni impie-
1 Sono indicate nella nota bibliografi ca le sole fonti relative ai casi di studio menzionati in que-sta sede
2 Per le differenze linguistiche dovute alla distinzione strutturale tra parti di formulario e parti libere cfr Sabatini (1965 972-998) e Sabatini (1968 320-358)
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gate fossero di uso corrente e che la scelta dei lessemi rifl ettesse in qualche misura il
linguaggio comune
Lrsquoanalisi lessicale egrave utile per lrsquoosservazione della lingua degli atti notarili da piugrave
punti di vista Lrsquoincontro tra dimensione scritta e dimensione orale che caratterizza
i documenti legali in esame permette di cercare nella scripta latina tracce dellrsquoincon-
tro tra latino e volgare Il problema della diglossia richiede di considerare anche il
registro stilistico Lrsquoattribuzione dellrsquoelemento romanzo a una varietagrave bassa rispetto
al latino non sembra potersi applicare completamente allrsquoinvestigazione del lessico
concreto Tale approccio teorico dovrebbe presupporre un repertorio in cui termini
sinonimi piugrave o meno connotati stilisticamente denotano lo stesso referente proprio
della vita materiale Dalla ricerca in ambito lessicografi co non sono emersi tuttavia
indizi a supporto di questa ipotesi
La complessitagrave e lrsquointreccio di questi fattori saranno illustrati attraverso tre casi
di studio che forniranno lrsquooccasione di rifl ettere nello specifi co sulle implicazioni di
natura diacronica diatopica e stilistica determinate dallrsquoindagine sul lessico quoti-
diano nelle carte notarili
11 Alcuni aspetti dellrsquoindagine lessicale continuitagrave e innovazione
Tra i lessemi individuati si trovano naturalmente termini giagrave in uso in latino
come ad esempio ampulla anulus aratrum catinum conca falx mappa Alcuni di
questi presentano tratti grafi ci o morfologici che si discostano dal modello classico ma
non mostrano una sostanziale evoluzione semantica come calciamenta cocclarium
corcoma russus e i derivati in -ellus acucella arcella caldarella
Accanto alle voci giagrave presenti nella tradizione letteraria latina sono numerose
quelle che non risultano documentate nei lessici latini Molte di queste possono rico-
noscersi in esiti romanzi e dialettali ma non sono infrequenti i casi che non hanno
continuazione nelle varietagrave romanze moderne e che non sono riportati dalle fonti
dizionaristiche Il problema della continuitagrave si presenta con una fenomenologia
variegata che complica la valutazione delle innovazioni lessicali secondo un modello
astratto di polaritagrave latinoromanzo Una classifi cazione defi nita che distingua forme
latine da forme propriamente romanze non egrave unrsquooperazione scontata e in alcuni casi
resta aperta la questione se si tratti di espressioni proprie esclusivamente del romanzo
o di termini latini vitali magari in ambito quotidiano e colloquiale
La questione dellrsquoidentifi cazione di elementi latini e di elementi romanzi com-
porta implicazioni metodologiche che si rifl ettono sul momento della rappresenta-
zione formale In ragione della presenza di volgarismi accanto a lessemi di tradizione
latina questo problema egrave particolarmente complicato nello studio del lessico inda-
gato Nella presentazione di una forma base infatti risulta problematico lrsquouso della
declinazione classica anche per termini la cui interpretazione storica non egrave sempre
chiara Si pone in sostanza il problema di applicare lo stesso trattamento a un mate-
riale che si presenta eterogeneo sotto alcuni aspetti La diffi coltagrave della lemmatizza-
FERRARI
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zione egrave evidente anche nei diversi criteri impiegati dalle fonti lessicografi che come si
potragrave constatare a proposito di alcuni degli esempi illustrati di seguito I tipi elencati
selezionati a titolo dimostrativo non sono registrati dai dizionari di latino classico e
risultano documentati solo in latino medievale3
andantelis agg nel sintagma altare andantele ldquoaltare mobilerdquo (1043 in Salernitano agro
CDC VI MXVI) La forma egrave lemmatizzata e defi nita in questo modo nel Lexicon posto in
appendice al IX volume del CDC4
barilis s m ldquobarilerdquo (1065 Salerno CDC IX 1) Il Lexicon di CDC5 riporta barrilis ldquodoliolumrdquo Il termine si trova sotto la voce barile in DuCange (I 578b)
calzari s m pl ldquocalzarirdquo (1028 in Salernitano agro CDC V DCCXCVII) Il termine egrave
riportato in questa forma solamente da Sella (104) che registra una forma simile calzarius
ldquocalzarerdquo a Venezia nel 1271
cardaturum -us ldquocardo (da lana)rdquo6 (1021 Bari CDB I 10) In questo caso si segnala la
diffi coltagrave di assegnare la categoria di genere a certe forme laddove i termini studiati com-
paiono per lo piugrave in funzione di complemento oggetto Su tre occorrenze individuate nel
corpus due terminano in -o e una in -um7
citrinus agg ldquogiallordquo (1065 Bari CDB IV 42)8
coclarilis s m ldquoporta cucchiairdquo (1054 Monopoli nella forma cucclarile ChCup 42)9
corcibaldus s m ldquoveste corta o a maniche corterdquo (968 Nocera CDC II CCLVII)10
facciatora s f ldquomadia cassa di legno per impastarerdquo (1054 Monopoli ChCup 42)11
fondata s f ldquoveste con ricami drsquooro su setardquo (1028 Gaeta CDCaj I CLIII)12
nastala s f ldquonastrordquo (1028 Gaeta CDCaj I CLIII)13
zappa s f ldquozappardquo (845 Luceria CDC I XXV Sappas duas nel 785 a Benevento)14
3 Per comoditagrave di esposizione sono indicati il luogo e lrsquoanno dellrsquoattestazione piugrave antica rilevata nel corpus
4 De Prisco (1984 451)5 De Prisco (1984 453)6 La forma non egrave registrata dalle fonti lessicografi che consultate Ditchfi eld (2007 350) la
menziona a proposito della cardatura sottolineando la peculiaritagrave dellrsquouso al singolare per un oggetto utilizzato in paia
7 Oltre allrsquooccorrenza indicata il termine si trova nel 1054 a Monopoli (ChCup 42) e nel 1138 a Terlizzi (CDB III LI)
8 Cfr LIMAL (80a)9 Anche questa forma non egrave registrata dai dizionari consultati La defi nizione proposta egrave tratta
da Ditchfi eld (2007 130)10 Cfr DuCange (II 664a) LIMAL (112b) Niermeyer (I 384a) Ditchfi eld (2007 457)11 Nessuno dei dizionari consultati registra la forma Cfr Ditchfi eld (2007 120) che individua la
continuazione in Puglia nella forma fassature Cfr anche in VDS (I 226) fazzatorǝ ldquomadiardquo12 Cfr Niermeyer (I 599a) dove fundatus egrave defi nito ldquomȇleacute de fi l drsquoorrdquo e Sella (255) che riporta
fundatum ldquointessuto drsquoorordquo Cfr anche Ditchfi eld (2007 417-420) 13 Cfr DuCange (V 571a) Niermeyer (II 930a) REW (5840)14 Cfr DuCange (VIII 427b) Niermeyer (II 1224a) REW (9599)
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Un altro aspetto determinante nella caratterizzazione della situazione linguistica
relativa ai documenti studiati sono gli apporti alloglotti principalmente i germanismi
dovuti alla presenza longobarda e i grecismi di infl usso bizantino I longobardismi
non sono molto numerosi nel settore lessicale di nostro interesse Qualche traccia
si trova in termini come predula ldquosgabellordquo (sia a Monopoli nel 1054 in ChCup 42
che a Salerno nel 1065 in CDB IV 42) plaione ldquolenzuolordquo (a Bari nel 971 in CDB
IV Frammenti 2 e a Salerno nel 988 in CDC II CCCCIII)15 scirfa ldquosuppellettili
date come corredo nuzialerdquo (a Nocera nel 1014 in CDC IV DCLXXV)16 I greci-
smi sono piuttosto evidenti nel lessico relativo alla liturgia ad esempio in vocaboli
indicanti libri sacri come anastasimon (1032 Bari CDB I 18) catanicticon (1065
Salerno CDC IX 1) biblion panegiricon (1065 Salerno CDC IX 1) Alcuni lessemi
che denotano articoli di provenienza orientale si trovano anche nel linguaggio della
moda Lrsquoattribuzione di valore semantico per alcune di queste forme non consente di
ricavare unrsquoimmagine completa e dettagliata degli oggetti in questione Si tratta di
termini come bambadiki (1054 Monopoli ChCup 42) che indicherebbe una cami-
cia di cotone presumibilmente confezionata a Costantinopoli17 fuffude (1065 Bari
CDB IV 42) che rimanda forse a un tessuto di sciamito decorato a pois e alla tunica
confezionata con lo stesso tessuto18 scamagna ldquocaftanordquo (1029 in Salernitano agro
CDC V DCCCXII)19
2 Alcuni casi di studio
I casi illustrati di seguito rappresentano degli esempi della compresenza di diversi
fattori che si nota nellrsquoindagine sulle carte medievali latine Dallrsquoanalisi dei singoli
lessemi o di determinati aspetti strutturali che accomunano diversi tipi lessicali emer-
gono implicazioni di varia natura che possono essere comprese appieno solo se valu-
tate insieme e in rapporto tra loro
Il livello morfologico dellrsquoanalisi sembra di notevole rilievo a questo proposito In
particolare lrsquoesame dei modi della derivazione chiama in causa aspetti diacronici dia-
topici e di esplicazione del signifi cato Lo studio delle forme derivate invita a osserva-
zioni sulla produttivitagrave di alcuni suffi ssi nel corso del tempo e consente di verifi carne
la vitalitagrave nei territori considerati alla luce del confronto con la distribuzione geo-
grafi ca in epoche successive Lrsquointerpretazione delle forme suffi ssali stimola inoltre
rifl essioni sul signifi cato e sullrsquoambito drsquouso dei termini
Gli aspetti menzionati possono essere riscontrati tutti nella denotazione dellrsquoag-
gettivo ldquoafricanordquo in riferimento a tessuti nel CDC
15 Cfr LEI-Germ (I fasc 5 928-931)16 Cfr Tamassia (1906-7 311-318)17 Cfr Ditchfi eld (2007 446) e Nicole (1894 32) 18 Cfr Ditchfi eld (2007 415-6 e 451)19 Cfr DuCange (scaramanga VII 337 c) REW (scaramancum 577 a) Ditchfi eld (2007 452)
FERRARI
27
(1) 1043 in Salernitano agro panni serici africati (CDC VI MXVI)
(2) 1045 - panni serici africazzani du de altare (CDC VI MLII)
(3) 1049 Salerni vel in comitatu Salernitano pani serici africazzani tres de altare (CDC VII
MCXXI)
(4) 1054 Salerni vel in comitatu Salernitano pannilli afrecazzani serici quadtuor (CDC VII
MCCV)
(5) 1058 - sindones africactiana sericas quinque (CDC VIII MCCLVIII)
(6) 1065 Salerno sindones africaczanas sericas quinque (CDC IX I)
Il signifi cato del termine in relazione alla provenienza africana dei tessuti sem-
bra confermato da un altro passo in cui tale aspetto egrave espresso dal complemento de africa in luogo dellrsquoaggettivo (planete due de serico de panni de africa 1057 luogo
non menzionato CDC VIII MCCLII) Lrsquoaggettivo di provenienza egrave riportato per il
latino solo come Africus (ThLL I 1254 e REW 272) e Africanus (ThLL I 1260) LEI
(I 1270) riporta lrsquoaggettivo africanus come voce dotta presente in quasi tutte le lingue
romanze e segnala anche i tipi africato e africazzano derivati di africus come forme
dellrsquoitaliano antico meridionale inserite in un contesto latino Sia il tipo in -ato che
quello in -actianus-azzano non sono documentati nelle varietagrave romanze moderne
LEI rimanda alle stesse carte del nostro corpus senza richiami ad altre fonti al di
fuori del CDC Egrave da notare inoltre che le stesse forme non risultano attestate in altri
documenti coevi di diversa area
In questo caso il problema della defi nizione del tipo lessicale e della riduzione
a una forma base egrave particolarmente evidente I tipi africato e africazzano anche se
giudicati come semplici varianti formali mostrano una veste morfologica che si dif-
ferenzia sensibilmente
Nellrsquoanalisi delle forme rilevate lrsquoelemento che appare piugrave diffi cile da chiarire egrave
il suffi sso -azzo Esso egrave impiegato in alcune varietagrave romanze per derivare nomi di
abitanti Rohlfs20 segnala questo uso in Corsica in basteligaccio ldquodi Bastelicardquo bas-tiaccio ldquodi Bastiardquo con esito fonetico in -accio in Toscana in Melazzo ldquoabitante di
Melordquo e in Italia nordoccidentale in fi emazzo ldquodella Val di Fiemmerdquo Se si consi-
dera tale distribuzione areale del suffi sso inteso come espressione di appartenenza
geografi ca lrsquoaggettivo africazzano individuato nel CDC testimonierebbe un uso che
risulta documentato nelle varietagrave romanze moderne in aree che non corrispondono
con quella interessata dai documenti Meno problematica sembra invece lrsquoaggiunta
del suffi sso -ano indicante anchrsquoesso un rapporto di appartenenza e usato anche per
la formazione di nomi di abitanti
Un altro aspetto di cui tenere conto egrave che gli aggettivi africo africano sono consi-
derati per lrsquoitaliano come propri di un linguaggio colto e che le forme in -azzo ripor-
tate da Rohlfs sono registrate in ambito per lo piugrave dialettale Questo confronto tra le
diverse opzioni favorisce rifl essioni sulla connotazione stilistica di africazzano per
cui non si puograve escludere che si tratti di una voce se non colloquiale almeno non
20 Rohlfs (1969 III 365-7)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
28
colta Lrsquoassenza nel corpus studiato di altri modi per indicare lo stesso signifi cato non
permette tuttavia di valutare la forma indagata al confronto con forme alternative
ovvero di comprendere se si tratti di un uso generalizzato privo di specifi che conno-
tazioni regionali o stilistiche
In un diverso documento del CDC degli stessi anni si incontra un altro termine
con occorrenza unica nel corpus che per aspetto formale e contesto sembrerebbe
appartenere alla stessa famiglia lessicale e che potrebbe invece essere inteso diversa-
mente In una carta del 1047 si fa menzione di una planeta linea ornata africu (CDC
VII MXCVI) La spiegazione di africu come aggettivo di planeta nel signifi cato di
ldquoproveniente dallrsquoAfricardquo risulta complicata sotto il profi lo morfologico oltre che per
il contesto sintattico se si guarda alla terminazione e alla posizione nel testo dopo
lrsquoaggettivo ornata Il problema troverebbe una soluzione di fronte a unrsquoaltra ipotesi
interpretativa che riconoscerebbe nel lessema un diverso tipo lessicale estraneo alle
accezioni fi nora considerate che manterrebbe una forte coerenza dal punto di vista
semantico Il tipo in questione non risulta documentato dalle fonti lessicografi che
di latino e di latino medievale ma si incontra con forme diverse nella carta 1547 di
AIS VIII lsquoorlare (i fazzoletti)rsquo nelle varietagrave dialettali dellrsquoItalia meridionale a partire
dalla Campania e dalla Puglia settentrionale includendo anche la Sicilia Si tratta
del nap agravefreco afreciello ldquoorlatura orlo di fazzoletto o drsquoaltro panno cucito a tra-
foro lrsquoestremitagrave dei pannilani ripiegata in dentro e cucitardquo (DrsquoAscoli 29a cfr anche
Andreoli 16a) del cal lieacutefricu leacutefricu ldquoorlo (del fazzoletto)rdquo (NDDC 363b) del sal
aacutefricu ldquoorlatura orlo di un fazzolettordquo (VDS I 35a) del sic rregravefi cu ldquoorlo cucitura
che si fa allrsquoestremitagrave di una stoffa ripiegata su seacute stessa per impedire che si sfi laccirdquo
(VS IV 110b) Lrsquoorigine sarebbe il verbo refricare ldquoreibenrdquo REW (7159) registrato
in latino con il solo signifi cato di ldquostrofi narerdquo e per estensione di ldquorinnovarerdquo Sotto
questa entrata REW riporta il nap lefre kare il cal lyefrikare il sic rifi kari ldquosaumlu-
menrdquo con i derivati cal liefritsu pugl afretsu ldquoSaumrdquo Egrave interessante segnalare che lo
stesso dizionario raccoglie separatamente sotto la voce africus ldquoafrikanischrdquo (REW
272) il nap afreke e il tar afrike ipotizzando il signifi cato di ldquoArt Nahtrdquo
Secondo questa interpretazione bisognerebbe distinguere le forme rilevate lad-
dove lrsquoaggettivo lsquoafricanorsquo egrave espresso con il termine africazzano e africu sarebbe da
ricondurre a un etimo diverso e indicherebbe lrsquoorlatura decorativa della planeta Se
si accoglie la spiegazione di africu nel senso di ldquoorlordquo come derivazione da refri-
care lrsquooccorrenza si puograve intendere come una testimonianza antica di un fenomeno
che continua ancora nei dialetti meridionali
Queste osservazioni consentono infi ne di valutare in modo piugrave problematico il
senso del passo (1) in cui si puograve ipotizzare per il sintagma panni serici africati una
certa ambiguitagrave di signifi cato Da una parte il termine africati si differenzia formal-
mente rispetto al tipo piugrave ricorrente africazzano che pure compare in documenti
redatti negli stessi anni e soprattutto nello stesso contesto socio-culturale Una possi-
bilitagrave sarebbe di spiegare il suffi sso -atus come desinenza participiale riconducendo
FERRARI
29
il termine allrsquoorigine refricare21 Il contesto tuttavia mostra una forte analogia con
i documenti in cui compaiono i panni serici africazzani Questo uso indurrebbe a
considerare le forme come semanticamente coincidenti in quanto varianti formali
con la stessa accezione di ldquoafricanirdquo
Il problema della registrazione nelle fonti lessicografi che unito alle rifl essioni
sugli aspetti semantici e sullrsquoambito drsquouso di determinati lessemi puograve incontrarsi
ancora una volta nella presenza di aggettivi che rimandano alla provenienza geogra-
fi ca degli oggetti Per i termini illustrati di seguito la speculazione egrave motivata soprat-
tutto dal tipo di formazione laddove lrsquoimpiego di un certo suffi sso suggerisce lrsquoipotesi
che si tratti di un uso relativo a un campo semantico defi nito A Gaeta nel 1028 si
incontra una fondata mea serica bona gaytanisca (CDCaj I CLIII) a Monopoli nel
1054 un faciolo grecisco (ChCup 42) a Bari nel 1065 duo facioli greciski (CDB IV
42) nellrsquoagro salernitano nel 1043 quadtuor sindones grecesce (CDC VI MXVI) a
Terlizzi nel 1180 tres pallidellas franciscas lini (CDB III CXXIX)22 a Molfetta nel
1184 unam caiam (o catam) malfetanescam (CDB VII LXVIII)23
Gli aggettivi individuati nel nostro corpus sono sempre legati al campo tessile
qualifi cando specifi ci oggetti di stoffa Il suffi sso si incontra in italiano antico per for-
mare aggettivi che indicano lrsquoorigine e in alcuni casi questi si riferiscono a manifat-
ture tessili in espressioni come lana corsesca panno francesco lana lombardesca e
panni lombardeschi documentate da TLIO in testi toscani del XIII e del XIV secolo
Egrave signifi cativo il riscontro di tale formazione in testi mediolatini e si segnala che i tipi
gaytaniscus e malfetanescus non risultano documentati dai dizionari di latino neacute di
latino medievale al contrario di franciscus e greciscus attestati giagrave in una carta del
1007 riportata nelle Memorie Amalfi tane (I 222 amictum unum optimum de seta plumatu greciscu petie due de pannu plumatu francesce)24
In quanto al signifi cato lrsquointerpretazione solleva alcuni dubbi sul valore semantico
da assegnare agli aggettivi In particolare il tipo francesco indicherebbe un prodotto
o una merce laquoche proviene dalle manifatture della Francia e in partic della Fiandraraquo
o laquoche egrave decorato o viene eseguito secondo modelli o tecniche francesiraquo (GDLI VI
283b) Lrsquoespressione panno francesco egrave defi nita da TLIO ldquotipo di tessuto per abitirdquo
Analogamente un aggettivo come romanesco si incontra nellrsquoitaliano letterario del
21 Alessio (1976 9) riporta lrsquoespressione panni serici africati sotto la voce affricare ldquofregar con-tro stropicciarerdquo e rimanda alle forme dialettali per ldquoorlordquo
22 Dal punto di vista semantico sono da considerare separatamente le occorrenze dellrsquoaggettivo nel sintagma lectus franciscus (in CDB III LI CDB III CXXIX CDB VII LXVIII) che indicherebbe un letto di larghezza intermedia e che egrave attestato nelle carte pugliesi dopo la conquista normanna nel 1071 (cfr Ditchfi eld 2007 77)
23 Questrsquoultimo aggettivo compare anche in un corredo di Terlizzi del 1138 (CDB III LI) in cui si menzionano tres faciolos unam etiam malfetanescam duas reticellas sericas La lettura della forma etiam egrave controversa In ogni caso essa denota con ogni probabilitagrave un oggetto di tessuto
24 Cfr LIMAL (1029b)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
30
XVI-XVII sec nel sintagma panno romanesco a indicare un laquotessuto ruvido e gros-
solano (e lrsquoabito confezionato con tale tessuto)raquo (GDLI XVII 36a)
Non pare illogico quindi domandarsi se la peculiaritagrave semantica dellrsquoaggettivo
francesco non possa estendersi anche agli altri tipi Gli aggettivi studiati potrebbero
indicare oltre al luogo di produzione degli oggetti che descrivono particolari caratte-
ristiche materiali come il genere di manifattura La presenza dei suffi ssi -anus + -iscus nelle forme gaytaniscus e malfetanescus conduce a unrsquoulteriore rifl essione conside-
rando che lrsquoorigine geografi ca risulterebbe espressa giagrave con il solo -anus Non egrave dato
stabilire se allrsquoaspetto morfologico corrisponda una precisa accezione semantica o se
si tratti solo di un fatto formale Egrave impossibile inoltre ogni verifi ca sulla conforma-
zione degli oggetti I contesti di occorrenza sono indicativi della preziositagrave dei tessuti
menzionati che rientrano in elenchi di beni di lusso e sono caratterizzati da unrsquoalta
qualitagrave e un consistente valore economico25
3 Conclusioni
Lrsquoosservazione dei termini presi in esame mette in luce alcune questioni poste
dallrsquoanalisi lessicale nello studio della lingua dei documenti Lrsquoindagine diacronica sul
materiale raccolto suggerisce in certi casi lrsquoesistenza anche nel latino tardo di feno-
meni presenti in ambito romanzo e alla luce del confronto con le varietagrave dialettali
moderne egrave possibile notare nelle fonti medievali tratti che paiono diatopicamente
connotati
Non sono infrequenti i casi in cui si puograve ravvisare un uso proprio di unrsquoarea geo-
grafi ca specifi ca La frequenza limitata alla produzione di un territorio circoscritto
spiegherebbe lrsquoassenza di alcuni lessemi nei corpora delle opere lessicografi che Egrave
prevedibile inoltre che lo studio dei testi mostri talvolta testimonianze antiche di usi
locali che continuano in voci dialettali Ciograve si ipotizza per il tipo africu non attestato
dai dizionari di latino nel signifi cato di laquoorloraquo ma documentato nelle parlate di area
meridionale Come si egrave visto con la forma africazzano lrsquoindagine puograve offrire informa-
zioni sulla produttivitagrave di certi elementi in epoche diverse mostrandone la vitalitagrave su
un territorio piugrave esteso in passato rispetto a quanto si constata per le varietagrave romanze
moderne
Le occorrenze degli aggettivi di provenienza in -iscus rappresentano infi ne testi-
monianze di un modello di formazione ben presente in italiano antico I tipi gaytani-scus e malfetanescus non sembrano documentati in altre fonti cosigrave come non risul-
tano aggettivi analoghi che presentino la stessa struttura morfologica con il doppio
suffi sso
25 Cfr Ditchfi eld (2007 524) a proposito dei veli importati dallrsquoimpero bizantino e dalla cittagrave di Amalfi e Ditchfi eld (2007 417-20) per il ricamo drsquooro su seta ovvero il fundatus anche con riferimento alla fondata gaytanisca menzionata nel nostro documento
FERRARI
31
Lo studio del lessico in prospettiva diacronica insieme allrsquoosservazione della
distribuzione geografi ca e dellrsquoambito drsquouso di forme e di tipi lessicali comporta ri-
fl essioni che toccano anche lrsquoaspetto stilistico
Per le forme che non godono di signifi cativa documentazione si puograve immaginare
che esse fossero vitali per lo piugrave nella comunicazione orale Tale aspetto unito al
riscontro di continuazioni dialettali (si veda africu) e allrsquoattribuzione dei lessemi a
varietagrave regionali (si ricorda che africato e africazzano sono individuati da LEI solo
come forme del latino medievale campano) apre la questione del livello stilistico in
cui collocare i termini in esame Lrsquouso del tipo africazzano appare interessante se
si considera la disponibilitagrave di una alternativa africanus defi nito termine colto dai
dizionari consultati Se si pensa alle diverse opzioni come a pure varianti formali
lrsquoopposizione tra i due tipi potrebbe trovare una giustifi cazione in unrsquoipotetica dif-
ferenza stilistica tra le due forme La stessa opportunitagrave di una facile alternativa fa
sospettare perograve una piugrave precisa motivazione della scelta lessicale il cui valore seman-
tico resta tuttavia di diffi cile comprensione
La ricerca di documentazione nelle fonti lessicografi che puograve risultare problema-
tica con conseguenti diffi coltagrave nellrsquoassegnazione di valore semantico che a volte
non consentono una defi nizione precisa e dettagliata dei lessemi Lrsquoesame dei ter-
mini selezionati offre lo spunto per sottolineare che lrsquoanalisi linguistica in un settore
del lessico come quello interessato deve accompagnarsi a un approccio di studio che
abbia come argomento anche il rapporto tra lsquoparole e cosersquo Come si egrave visto non sem-
pre egrave possibile un riscontro oggettivo dei vocaboli indagati che favorirebbe in certi
casi una migliore comprensione della realtagrave linguistica e materiale
Per le carte esaminate non sembra possibile stabilire se gli scribi operassero una
selezione nellrsquoambito di un repertorio linguistico Le scelte lessicali che emergono
dai documenti rispecchiano con ogni probabilitagrave lrsquouso corrente Se la situazione di
diglossia che riguarda la scrittura notarile richiama a rifl essioni di natura stilistica
pare azzardato tuttavia riconoscere immediatamente nei termini rilevati voci popo-
lari proprie di una varietagrave bassa proiettando categorie moderne sullrsquointerpretazione
dei testi antichi Non egrave infatti opportuno accomunare sul piano sociolinguistico le
voci dialettali delle varietagrave romanze moderne e quelle che in base alla documenta-
zione mediolatina sembrano avere una circolazione limitata a una determinata area
geografi ca Lrsquoindagine sullrsquointersecazione del livello diatopico con quello diastratico
risulta complessa specialmente se proiettata sulla situazione linguistica di cui i testi
in questione non sono che una testimonianza ridotta e fortemente condizionata dalla
variante diamesica26 Il problema di applicare le etichette lsquoregionalersquo e lsquopopolarersquo negli
studi sul latino volgare egrave discusso da Poccetti (2004 149-151)27 In particolare occorre
ricordare che laquoegrave certo che il latino regionale di qualunque epoca non era soltanto
26 Su questo problema cfr Varvaro (1998)27 Sullrsquoapplicazione di un approccio dialettologico a situazioni linguistiche del passato cfr
anche Varvaro (2004)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
32
lsquopopolarersquoraquo (Poccetti 2004 204) Questa consapevolezza puograve applicarsi anche alla
situazione in esame e ben si collega a un altro aspetto da non sottovalutare che con-
cerne proprio il peculiare ambito a cui appartengono i lessemi Tutti i termini indagati
rientrano nel linguaggio specifi co di un campo semantico ben defi nito e avrebbero
quindi una connotazione piugrave o meno tecnica La scarsitagrave di testimonianze per alcuni
tipi potrebbe essere attribuita quindi non tanto allrsquoaffi oramento episodico di tratti
diastraticamente connotati quanto a un uso specializzato di certi elementi lessicali
Il riferimento di una decisa connotazione diastratica alle forme individuate non egrave
conveniente anche di fronte al carattere regionale di alcune espressioni Per quanto
la denominazione di oggetti quotidiani lasci supporre lrsquouso del linguaggio comune la
mediazione del testo scritto richiede cautela nel vedere le forme incontrate come un
immediato rifl esso della lingua parlata
In conclusione sono molti i fattori da tenere in conto nella lettura delle scrip-tae notarili soprattutto se si cerca di attingere tracce del linguaggio comune Per lo
studio del lessico concreto si puograve ipotizzare tuttavia un ridimensionamento della
distanza della scripta dal linguaggio corrente di fronte alla necessitagrave di denominare
oggetti della vita quotidiana (un ulteriore cenno merita la distinzione tra gli articoli
piugrave comuni e quelli piugrave preziosi che non dovevano godere di grande diffusione) Sia
nel caso in cui si osservano elementi sovraregionali sia in quello in cui si individuano
tratti diatopici la documentazione di fenomeni non testimoniati dalle fonti latine puograve
offrire interessanti testimonianze della loro circolazione nel contesto preromanzo Il
forte legame con la realtagrave concreta e con la vita quotidiana del lessico studiato con-
sente un punto di vista privilegiato a questo scopo
Istituto Italiano di Scienze Umane Valentina FERRARI
FERRARI
33
Nota bibliografi ca
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1897 Le pergamene del duomo di Bari (952-1264) III Carabellese Francesco 1899 Le per-gamene della Cattedrale di Terlizzi (971-1300) IV-V Nitti de Vito Francesco 1900 e 1902
Le Pergamene di S Nicola di Bari periodo greco (939-1071) e Le Pergamene di S Nicola di Bari periodo normanno (1075-1194) VII Carabellese Francesco 1912 Le carte di Molfetta (1076-1309) X Filangieri di Candida Riccardo 1927 Pergamene di Barletta del r archivio di Napoli Bari Commissione provinciale di archeologia e storia patria
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VS = Piccitto Giorgio (ed) 1985 Vocabolario Siciliano CataniaPalermo Centro di studi fi lo-
logici e linguistici siciliani
35
Le systegraveme des participes latins et les signes avant-coureurs
des changements romans au VIe siegravecle apregraves J-Ch
Au VIe siegravecle apregraves J-Ch les structures de la langue latine ne correspondent plus
tout agrave fait aux normes du latin classique aussi bien du point de vue morphologique et
seacutemantique que syntaxique
Il est fort diffi cile par ailleurs drsquoeacutetablir avec preacutecision une lsquolsquo grammaire rsquorsquo de la
langue de cette peacuteriode le latin du VIe siegravecle est en effet une mosaiumlque de niveaux de
langue et de structures linguistiques diverses Il semble donc que les grammaires de
latin tardif eacutevoquent un stade plus avanceacute de lrsquoeacutevolution
Nous voudrions aujourdrsquohui eacutevoquer le systegraveme participial aussi bien au sein des
constructions absolues que dans le discours Nous verrons ainsi quels sont les nou-
veaux outils linguistiques dont disposent les auteurs et la survivance de ceux-ci en
roman
1 Le corpus
Afi n de mettre en lumiegravere un deacuteveloppement diachronique de lrsquoemploi du parti-
cipe nous avons confronteacute deux synchronies dans lrsquoeacutetablissement du corpus de textes
pour notre eacutetude Drsquoun cocircteacute quatre textes de latin tardif1 et de lrsquoautre quatre textes
de latin classique
11 Le corpus de textes tardifs
Tout drsquoabord nous avons choisi deux textes de Greacutegoire de Tours (538-593) le
livre II de lrsquoHistoria Francorum et le livre II du De uirtutibus sancti Martini afi n
de deacuteterminer si lrsquoemploi des constructions absolues et du participe est lsquolsquo homogegravene rsquorsquo
chez Greacutegoire de Tours ou srsquoil reacutepond au contraire agrave des critegraveres litteacuteraires choisis
en fonction de la nature du genre litteacuteraire LrsquoHistoria Francorum est en effet une
œuvre historique dans laquelle les notations chronologiques sont essentielles alors
que le De uirtutibus sancti Martini est une œuvre hagiographique qui consiste en une
succession drsquoanecdotes sans lien les unes avec les autres
1 Les textes de latin tardif sont citeacutes drsquoapregraves lrsquoeacutedition des Monumenta Germaniae Historica disponible en ligne ltwwwdmghdegt Le premier chiffre correspond au livre de lrsquoœuvre le second au chapitre le troisiegraveme agrave la page des Monumenta Germaniae Historica et le qua-triegraveme agrave la ligne Les textes classiques sont eux citeacutes dans lrsquoeacutedition de la Collection des Universiteacutes de France aux Belles Lettres Paris
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36
Nous avons parallegravelement compareacute Greacutegoire de Tours avec deux autres auteurs
tardifs de textes historiques lrsquoun anteacuterieur lrsquoAnonyme de Valois (eacuteveacutenements de 464
agrave 526) et lrsquoautre posteacuterieur Freacutedeacutegaire (texte eacutecrit vers 660) cette similitude de genre
litteacuteraire permettant drsquoeacutecarter autant que possible les diffeacuterences stylistiques inheacute-
rentes agrave chaque genre litteacuteraire
12 Le corpus de textes classiques
Nous avons choisi le livre I du De Bello Gallico de Ceacutesar le livre I de Tite-Live
(Ab urbe condita) le livre I des Annales de Tacite et le livre XXIII drsquoAmmien Mar-
cellin auteur du IVe siegravecle apregraves J-Ch traditionnellement consideacutereacute comme le der-
nier auteur agrave eacutecrire dans un latin de facture classique
Cette eacutetude de lrsquoemploi du participe srsquoappuie majoritairement sur son emploi dans
les constructions absolues lrsquoablatif absolu agrave lrsquoeacutepoque classique et durant toute la lati-
niteacute auquel srsquoajoutent agrave lrsquoeacutepoque tardive ce qursquoon appelle lsquoaccusatif absolursquo et lsquonomi-
natif absolursquo
2 Les constructions absolues deacutefi nition
Les constructions absolues sont des syntagmes constitueacutes majoritairement drsquoun
sujet et drsquoun participe jouant le rocircle syntaxique de preacutedicat les deux eacutetant accordeacutes
en genre en nombre et en cas En latin classique ces syntagmes sont exclusivement
agrave lrsquoablatif (ce sont des lsquoablatifs absolusrsquo) mais les textes en latin tardif preacutesentent de
nouvelles constructions absolues qui nrsquoexistent pas en latin classique le nominatif
absolu (ougrave le sujet et le participe sont au nominatif) lrsquoaccusatif absolu (ougrave le sujet et
le participe sont agrave lrsquoaccusatif) et les constructions mixtes (ougrave le sujet est agrave un cas et le
participe agrave un autre)
Ainsi lrsquoablatif absolu proelio facto chez Ceacutesar lsquolsquo le combat ayant eacuteteacute fait rsquorsquo (Gall 1 13 1) pourrait-il se trouver chez Greacutegoire de Tours sous la forme drsquoun accusatif
absolu ou drsquoun nominatif absolu proelium factum ou drsquoune construction mixte facto proelium
Dans nos textes tardifs si les nouvelles constructions absolues sont bien repreacutesen-
teacutees lrsquoablatif absolu reste de loin majoritaire
Tableau 1 Reacutepartition des constructions absolues chez nos auteurs tardifs
des VIe et VIIe siegravecles
Nombre
total de
constructions
absolues
Nominatif
absolu
Accusatif
absolu
Construc-
tions mixtes
Ablatif
absolu
Anon
Vales38 132 26 842
GAYNO
37
Nombre
total de
constructions
absolues
Nominatif
absolu
Accusatif
absolu
Construc-
tions mixtes
Ablatif
absolu
GregTur
Martin234 3 86 04 88
GregTur
Hist246 32 11 32 826
Fredeg 144 222 97 111 57
Ce tableau montre que lrsquoablatif absolu reste la construction absolue la plus employeacutee
au VIe siegravecle dans nos textes Il corrobore ce qursquoeacutecrit Johannes Muumlller-Lanceacute2 ce der-
nier se deacuteclare deacuteccedilu de ne pas avoir retrouveacute dans les textes ce que les manuels annon-
cent traditionnellement crsquoest-agrave-dire un net deacuteveloppement des nouvelles constructions
absolues au deacutetriment de lrsquoablatif absolu Paolo Greco3 relegraveve quant agrave lui les mecircmes
proportions que nous pour le premier livre de lrsquoHistoria Francorum agrave savoir 73
drsquoablatifs absolus 20 drsquoaccusatifs absolus et 2 de nominatifs absolus
Cette structure ougrave le participe preacutedicat a un sujet propre donne agrave la construction
absolue une valeur de proposition circonstancielle et se retrouve eacutegalement en fran-
ccedilais
Le pegravere mort les fi ls nous retournent le champ (La Fontaine Fables V 9)
De mecircme en ancien-franccedilais ougrave nous avons releveacute dans notre lecture de La Chanson de Roland soit 4002 vers lrsquoemploi drsquoun syntagme participial correspondant
agrave une construction absolue latine
Desfi les ci sire vostre veiant (Rol 326)
lsquolsquo Je les en deacutefi e Sire agrave votre vue rsquorsquo
Le chevalier Ganelon srsquoadresse ici au roi Charlemagne Le participe veiant du verbe
veoir forme ici une locution adverbialiseacutee dans laquelle il est grammaticaliseacute en adverbe on
peut le traduire par lsquolsquo devant rsquorsquo
La rareteacute des constructions absolues est remarquable dans le texte du XIe siegravecle
Cette situation srsquooppose agrave celle de notre corpus tardif ougrave lrsquoon trouve plusieurs
constructions absolues par page Cette structure a donc beaucoup diminueacute en ancien-
franccedilais comme le note Philippe Meacutenard4 laquo Les constructions absolues de lrsquoancien-
2 Muumlller-Lanceacute (1994 119)3 Greco (2005)4 Meacutenard (1988 173)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
38
franccedilais sont beaucoup plus limiteacutees [qursquoen latin tardif] puisqursquoil srsquoagit surtout des
formes oiant et voiant qui font presque fi gure de preacutepositions raquo
3 Le participe
Le participe employeacute dans les constructions absolues peut aussi bien ecirctre un par-
ticipe preacutesent qursquoun participe passeacute Le participe futur et lrsquoadjectif verbal sont rares
degraves le latin classique Cependant on observe une diffeacuterence de proportion entre les
occurrences du participe preacutesent et celles du participe passeacute entre le latin classique
et nos auteurs tardifs en latin classique les auteurs privileacutegient lrsquoemploi du participe
passeacute en construction absolue Mais lrsquoemploi du participe preacutesent va beaucoup aug-
menter dans les constructions absolues dans notre corpus de latin tardif
Les constructions absolues ne comportant qursquoexceptionnellement une autre forme
participiale celles-ci sont noteacutees dans la colonne laquo autre raquo dans le tableau suivant
Tableau 2 Les participes employeacutes dans les constructions absolues chez
les auteurs classiques du corpus
Participe
preacutesent
Participe
parfait actif de
verbe deacuteponent
Participe
parfait passifAutre
Caes 79 0 921 0
Liv 155 3 81 055
Tac 208 108 661 236
Amm 202 92 706 0
La supeacuterioriteacute numeacuterique de lrsquoemploi du participe parfait passif dans les construc-
tions absolues agrave lrsquoeacutepoque classique ressort clairement de ce tableau quoique lrsquoon
puisse noter un infl eacutechissement de cette tendance de Ceacutesar (921) agrave Tite-live (81)
et surtout Tacite (661)
Dans nos textes tardifs cette reacutepartition change avec lrsquoaugmentation de lrsquoemploi
du participe preacutesent comme le note Johannes Muumlller-Lanceacute7 Le tableau suivant
montre cette eacutevolution chez les auteurs tardifs de notre corpus
5 Un adjectif verbal en 1 18 6 condenda6 Trois adjectifs verbaux 1 26 4 augendis 1 26 4 adleuandis 1 54 1 retinendis7 Muumlller-Lance (1995 417)
GAYNO
39
Tableau 3 Les participes employeacutes dans les constructions absolues
chez les auteurs tardifs de notre corpus8
Participe
preacutesent
Participe
parfait actif de
verbe deacuteponent
Participe par-
fait passifAutre
Anon Vales 421 26 553 0
Greg Tur
Martin393 13 594 0
Greg Tur
Hist 325 69 602 048
Fredeg 556 69 368 074
La proportion de participe preacutesent est bien plus importante en latin tardif qursquoen
latin classique drsquoapregraves ces releveacutes corroboreacutes par ceux de Paolo Greco9 pour le pre-
mier livre de lrsquoHistoria Francorum de Greacutegoire de Tours (dans lequel il deacutecompte
33 participes preacutesents et 44 participes parfaits passifs) Mais cette eacutevolution nrsquoest pas
uniforme selon les auteurs si le participe passeacute reste le plus utiliseacute chez Greacutegoire
de Tours ce nrsquoest pas le cas chez Freacutedeacutegaire On pourrait expliquer ces variations
en disant que la langue de cette eacutepoque nrsquoest pas grammaticalement uniformiseacutee
ou fi xeacutee Elle est en effet en pleine mutation ce que marquent eacutegalement les nom-
breuses confusions dans le paradigme verbal Agrave cela srsquoajoute un coeffi cient de varia-
biliteacute stylistique propre agrave chaque auteur
4 Les confusions dans le paradigme verbal
Dans le mecircme temps les distinctions agrave la fois de voix et de temps dans le para-
digme verbal se sont estompeacutees en latin tardif
Les distinctions qui existent en latin classique entre les verbes actifs deacuteponents
et passifs sont moins nettes en latin tardif ougrave de freacutequentes confusions sont attesteacutees
dans nos textes On observe par exemple des fl ottements entre la forme de lrsquoinfi nitif
preacutesent actif et celle de lrsquoinfi nitif preacutesent passif
8 On trouve dans cette œuvre drsquoautres formes participiales neacuteanmoins celles-ci eacutetant em-ployeacutees en coordination avec un participe recenseacute au sein de la mecircme construction absolue elles nrsquoapparaissent pas dans ce deacutecompte comme le participe futur ruituris en Hist 2 7 48 19 coordonneacute agrave un participe preacutesent trementibus Un seul exemple drsquoadjectif verbal employeacute seul dans un ablatif absolu en Hist 2 9 56 1 delendis
9 Greco (2005)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
40
Lrsquoaugmentation de lrsquoemploi du participe preacutesent et les confusions dans le para-
digme verbal ont favoriseacute lrsquoapparition de nouvelles valeurs des participes preacutesent et
passeacute en latin tardif ou plus exactement ont favoriseacute le deacuteveloppement de valeurs
qui preacuteexistaient dans lrsquoancienne langue
Ainsi en latin archaiumlque et classique le latin nrsquoa que deux participes un participe
en -ns -ntis qui est dit preacutesent actif (aimant) et un participe en -tus -a -um (ayant eacuteteacute aimeacute) qui est dit passeacute passif Le latin offre donc deux lacunes paradigmatiques il lui
manque un participe preacutesent passif (du type du franccedilais eacutetant aimeacute) et un participe
passeacute actif (du type du franccedilais ayant aimeacute)
Degraves le latin archaiumlque le participe preacutesent en -ns -ntis est grammaticaliseacute comme
un participe de sens actif agrave valeur aspectuelle durative et sans valeur temporelle
puisqursquoil marque la concomitance avec le procegraves du verbe principal reacutegissant ainsi
que lrsquoeacutecrivent Alfred Ernout et Franccedilois Thomas10 laquo Le participe preacutesent ne marque
pas le temps en lui-mecircme mais il deacutesigne lrsquoaction concomitante crsquoest-agrave-dire qui se
deacuteveloppe en mecircme temps que celle du verbe de la proposition ougrave il se trouve raquo
Le participe passeacute en -tus -a -um est grammaticaliseacute comme un participe de sens
passif deacutenotant un procegraves accompli
Mais degraves les premiers textes latins lrsquoexistence des verbes deacuteponents trouble la
frontiegravere entre actif et passif Les verbes deacuteponents en effet ont des formes sem-
blables au passif mais un sens actif Le participe en -tus des verbes deacuteponents malgreacute
sa forme homophone drsquoun participe passif aura donc un sens actif de profi ciscor
lsquolsquo srsquoen aller partir rsquorsquo le participe parfait profectus signifi e lsquolsquo srsquoeacutetant en alleacute eacutetant parti rsquorsquo
comme un participe passeacute actif Cet affaiblissement de la frontiegravere entre actif et passif
est probablement en partie agrave lrsquoorigine drsquoun changement attesteacute dans nos textes tardifs
pour le participe passeacute passif en -tus qui peut porter une valeur active Il y a donc
maintien de la valeur temporelle de passeacute (et eacuteventuellement de la valeur aspectuelle
drsquoaccompli) mais changement de voix
De son cocircteacute et agrave lrsquoinverse le participe preacutesent actif en -ns peut garder sa valeur
active (maintien de la voix) mais perdre sa valeur aspectuelle durative et exprimer un
procegraves passeacute (changement de valeur aspecto-temporelle)
On se retrouve donc dans nos textes tardifs avec une forme en -ns qui fonctionne
comme un participe preacutesent actif (ancien systegraveme) et aussi comme un participe passeacute
actif (nouveau systegraveme) et un participe en -tus qui fonctionne encore comme un par-
ticipe passeacute passif (majoritaire dans lrsquoancien systegraveme) et aussi comme un participe
passeacute actif (nouveau systegraveme) Ainsi lrsquoune des deux lacunes morphologiques du latin
classique est-elle combleacutee par une extension drsquoemploi des deux participes preacuteexis-
tants qui viennent endosser occasionnellement la nouvelle fonction de participe par-
fait actif (fr ayant tueacute)
10 ErnoutThomas (1972 sect286)
GAYNO
41
5 La structure phrastique
Dans notre corpus tardif lrsquoorganisation syntaxique de la phrase est transformeacutee
la structure pyramidale de la phrase classique a laisseacute la place agrave une structure lineacuteaire
crsquoest-agrave-dire que les propositions preacutesentent les procegraves dans lrsquoordre de leur deacuteroule-
ment chronologique
Ainsi chez Ceacutesar par exemple la proposition principale est-elle postposeacutee agrave la
proposition subordonneacutee
Per eos ne causam diceret se eripuit (Caes Gall 1 4 2)
(Orgeacutetorix lors de son procegraves intenteacute contre lui par les Helvegravetes a fait venir nombre de
ses soutiens)
lsquolsquo Gracircce agrave eux afi n de ne pas deacutefendre sa cause il sut se soustraire rsquorsquo (traduction mot agrave mot)
lsquolsquo Gracircce agrave leur preacutesence il put se soustraire agrave lrsquoobligation de parler rsquorsquo11
Par contre pour traduire lrsquoun de nos textes tardifs il est preacutefeacuterable de suivre
lrsquoordre de la phrase
Gunthedrudis quaedam de Virmandense terreturio (= territorio) oculorum lumen perdide-
rat quae relinquens domum et patriam fi de commonente uenit ad sanctam basilicam ibique diebus multis deseruiens unius oculi meruit recipere uisum (Greg Tur Martin 2 9 612 5)
lsquolsquo Une Guntedrude du territoire de Vermandois avait perdu la lumiegravere de ses yeux et
celle-ci laissant sa maison et sa patrie la foi lrsquoavertissant vint agrave la sainte basilique et lagrave ser-vant avec zegravele pendant de nombreux jours meacuterita de recouvrer la vue drsquoun œil rsquorsquo12
La lineacuteariteacute du discours est ici assureacutee par lrsquoalternance des verbes conjugueacutes et des par-
ticipes preacutesents le sujet agent des procegraves verbaux eacutetant le mecircme tout au long de la phrase la
femme laisse sa maison (relinquens) puis elle vient agrave Tours (uenit) elle y remplit un service
religieux (deseruiens) et enfi n est gueacuterie de son infi rmiteacute (meruit)
Ainsi une construction absolue anteacuteposeacutee agrave la proposition reacutegissante deacutenote-t-elle
un procegraves anteacuterieur agrave celui exprimeacute dans la proposition reacutegissante et une construc-
tion absolue postposeacutee agrave la proposition reacutegissante deacutenote-t-elle un procegraves posteacuterieur
agrave celui exprimeacute dans la proposition reacutegissante
Lrsquointerpreacutetation drsquoun participe preacutesent anteacuteposeacute peut donc ecirctre diffeacuterente entre le
latin classique et le latin tardif
Cotta pugnans occiditur (Caes Gall 5 37 5)
lsquolsquo Alors qursquoil eacutetait en train de combattre Cotta est tueacute rsquorsquo
Le procegraves duratif exprimeacute par le participe preacutesent pugnans est concomitant de celui deacute-
noteacute par le verbe principal occiditur
11 Traduction Constans12 lsquolsquo Une Gondeacutetrude femme du pays de Vermandois avait perdu la lumiegravere du jour Aux aver-
tissements de la foi laissant maison et patrie elle vint agrave la sainte basilique et lagrave se proster-nant pendant un grand nombre de jours elle meacuterita de recouvrer lrsquousage drsquoun de ses yeux rsquorsquo (Traduction Bordier)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
42
La mecircme phrase pourrait se trouver chez Greacutegoire de Tours et le participe preacute-
sent pugnans pourrait avoir la mecircme valeur que chez Ceacutesar crsquoest-agrave-dire aspectuelle
et non temporelle la mort interrompt le premier procegraves celui de combattre Cepen-
dant comme le participe preacutesent est anteacuteposeacute au verbe de la proposition reacutegissante
il pourrait eacutegalement chez Greacutegoire de Tours deacutenoter un procegraves anteacuterieur agrave celui
exprimeacute par occiditur On pourrait alors comprendre lsquolsquo Cotta apregraves avoir combattu
fut tueacute rsquorsquo lrsquoassassinat intervient apregraves le combat La phrase preacutesente les procegraves selon
leur deacuteroulement chronologique
6 Le participe preacutesent exprimant une action anteacuterieure agrave celle exprimeacutee
par le verbe de la proposition reacutegissante
Les verbes de mouvement peuvent de maniegravere geacuteneacuterale deacutenoter le parcours lui-
mecircme conccedilu dans sa dureacutee (fr il se promenait dans le jardin) ou bien au contraire
le point de deacutepart ou le point drsquoarriveacutee drsquoun parcours (fr il sortit de la ville il entra dans la ville) Ces derniers qui correspondent aux bornes du parcours expriment
lorsqursquoils sont employeacutes au participe preacutesent chez nos auteurs une action acheveacutee au
moment ougrave srsquoaccomplit le procegraves exprimeacute par la proposition reacutegissante le participe
preacutesent drsquoun verbe signifi ant lsquolsquo arriver entrer sortir etc rsquorsquo a alors la mecircme valeur reacutefeacute-
rentielle deacutenotative qursquoun participe passeacute actif dans les langues (comme le franccedilais)
ougrave existe un tel participe passeacute actif ingrediens Ravennam qui est traduit litteacuterale-
ment par lsquolsquo entrant dans la ville de Ravenne rsquorsquo deacutenote une situation extralinguistique
correspondant agrave lrsquoeacutenonceacute franccedilais laquo eacutetant entreacute dans la ville de Ravenne raquo comme on
le voit dans le passage suivant
Ingrediens13 autem Rauennam deposuit Augustulum de regno (Anon Vales 2 38 310 3)
lsquolsquo Entrant dans Ravenne il deacuteposa Augustulus rsquorsquo
Odoacre arrive drsquoabord agrave Ravenne puis il deacutepose le dernier empereur romain drsquoOcci-
dent Augustulus Le participe preacutesent exprime un procegraves anteacuterieur et acheveacute par rapport agrave
celui exprimeacute par le verbe de la proposition principale il peut se traduire par un participe
passeacute actif lsquolsquo eacutetant entreacute rsquorsquo
De mecircme les verbes de sens imperfectif qui expriment un procegraves en cours au
moment ougrave srsquoaccomplit le procegraves de la proposition principale peuvent lorsqursquoils sont
employeacutes au participe preacutesent agrave lrsquoinitiale de proposition deacutenoter un procegraves duratif agrave la
fois anteacuterieur et concomitant par rapport agrave celui deacutenoteacute par la proposition principale
le procegraves qursquoils expriment a commenceacute avant celui de la proposition principale Dans
lrsquoexemple suivant le procegraves de craindre a commenceacute avant celui drsquoordonner
Metuens uero rex ne dolore generi14 aliquid aduersus regnum eius tractaret obiecto cri-mine iussit interfi ci (Anon Vales 2 92 328 30)
13 Il srsquoagit drsquoOdoacre14 Il srsquoagit de Boegravece cf sect 85-87
GAYNO
43
lsquolsquo Le roi craignant alors que de douleur pour la mort de son gendre il ne ficirct quelque chose
contre son autoriteacute ordonna qursquoil soit tueacute un crime lui eacutetant reprocheacute rsquorsquo15
Dans cet exemple le participe preacutesent exprime un lien de cause agrave effet avec le procegraves de
la proposition principale le procegraves exprimeacute par le participe preacutesent lsquodeacuteclenchersquo le procegraves
exprimeacute par la proposition reacutegissante Cette relation de causaliteacute implique une relation tem-
porelle drsquoanteacuterioriteacute
7 Le participe preacutesent employeacute comme verbe conjugueacute en latin tardif
Dans plusieurs occurrences le participe preacutesent est employeacute comme un verbe
conjugueacute agrave un mode personnel dans nos textes tardifs soit dans des propositions
subordonneacutees soit coordonneacute agrave un verbe conjugueacute par et
On relegraveve eacutegalement quelques phrases sans verbe conjugueacute Le participe preacutesent
et ses compleacutements forment alors agrave eux seuls une veacuteritable proposition
Quam cum uir suos imperatur (= imperator) Persarum per legationis (= legationes) sepius (= saepius) repetiret (= repeteret) et Mauricius emperatur (= imperator) uxorem ipsius esse nesciret tunc agusta (= Augusta) uidens eam pulcerrimam (= pulcherrimam) suspicans ne ipsa esset quam legati quaerebant dicensque eis (Fredeg 4 9 126 3)
lsquolsquo Et comme son mari empereur des Perses la reacuteclamait tregraves souvent par lrsquointermeacutediaire
drsquoambassades et que lrsquoempereur Maurice ignorait qursquoelle eacutetait la femme de celui-ci alors
lrsquoimpeacuteratrice voyant qursquoelle eacutetait tregraves belle se doutant qursquoelle pouvait ecirctre celle que les leacutegats
demandaient et leur disant rsquorsquo16
Dans cette phrase la proposition principale ne contient pas de verbe conjugueacute mais seu-
lement trois participes preacutesents accordeacutes avec le nominatif sujet agusta uidens suspicans
et dicens Lrsquoun au moins de ces trois participes eacutequivaut agrave un verbe conjugueacute drsquoailleurs le
participe preacutesent suspicans est lsquo reacutegulariseacute rsquo en un verbe conjugueacute agrave mode personnel dans le
manuscrit 5a qui utilise la forme suspicatur du verbe deacuteponent suspicor
8 Eacuteleacutements drsquoexplication
Cet emploi du participe preacutesent comme preacutedicat dans des phrases ou des proposi-
tions sans verbe conjugueacute repreacutesente peut-ecirctre un emploi peacuteriphrastique du participe
preacutesent avec le verbe sum lsquolsquo ecirctre rsquorsquo dans une fonction grammaticaliseacutee ou semi-gram-
maticaliseacutee drsquoauxiliaire sur le modegravele de la conjugaison peacuteriphrastique avec le verbe
esse et le participe passeacute Ce tour lsquo participe preacutesent + sum rsquo existe en latin archaiumlque
et classique en particulier sous la forme lsquo fore + participe preacutesent rsquo tournure eacutequiva-
lant agrave un infi nitif futur et attesteacutee en latin classique
15 lsquolsquo There the king fearing that through resentment at the death of his son-in-law Symmachus might take some step in opposition to his rule ordered him to be put to death under a false accusation rdquo (Traduction Rolfe 1939)
16 lsquolsquo Son mari lrsquoempereur des Perses la reacuteclamait freacutequemment en envoyant des ambassades mais lrsquoempereur Maurice ignorait qursquoelle eacutetait son eacutepouse alors lrsquoimpeacuteratrice avisant cette femme drsquoune grande beauteacute se douta que crsquoeacutetait elle que les ambassadeurs cherchaient et leur dit rsquorsquo (Traduction Devillers et Meyers)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
44
Fore audientes (Caes Gall 1 39 7)
lsquolsquo Ils entendront rsquorsquo
Lrsquoextension de cette tournure en latin tardif a pu ecirctre favoriseacutee par lrsquoinfl uence
des traductions latines de la Bible grecque puisque cette tournure est eacutegalement un
helleacutenisme17
Et omnis multitudo populi erat orans foris hora incensi (pour orabat) (Luc 1 10)καὶ πᾶν τὸ πλῆθος ἦν τοῦ λαοῦ προσευχόμενον ἔξω τῇ ὥρᾳ τοῦ θυμιάματοςlsquolsquo Et toute la multitude du peuple eacutetait en priegravere dehors agrave lrsquoheure de lrsquoencens rsquorsquo
Cependant ces tournures sont fort rares dans nos textes nous nrsquoen avons releveacute
que trois dans notre corpus tardif dont une seule peut ecirctre interpreacuteteacutee comme une
peacuteriphrase verbale
Merobaudis (ou Merobaudus) quidam ex pago Pictauensi dum esset laborans in opere caecitate pessima insidiatore inmittente (= immittente) percussus est (Greg Tur Martin 2
15 613 36)
lsquolsquo Un certain Meacuterobaude du canton poitevin alors qursquoil eacutetait en train de travailler agrave son
ouvrage de la ceacuteciteacute la pire agrave lrsquoinstigation du traicirctre a eacuteteacute frappeacute rsquorsquo18
Le syntagme esset laborans exprime une action en cours drsquoaccomplissement au moment
ougrave srsquoaccomplit le procegraves exprimeacute par le verbe de la proposition reacutegissante percussus est le
sujet de esset laborans est aussi le sujet de percussus est et le participe preacutesent forme peut-
ecirctre ici avec lrsquoauxiliaire une peacuteriphrase verbale exprimant la dureacutee concomitante du procegraves
principal comme la forme progressive anglaise en -ing il est lsquolsquo en train de travailler rsquorsquo19
Il est donc deacutelicat de postuler un auxiliaire esse sous-entendu avec le participe preacute-
sent puisque lrsquoattestation de esse avec le participe preacutesent est exceptionnelle Donc
la tournure peacuteriphrastique est certes attesteacutee en grec mais la tournure grecque ne
peut ecirctre consideacutereacutee comme eacutetant agrave lrsquoorigine de lrsquoemploi en latin du participe preacutesent
agrave la place drsquoun verbe conjugueacute
En fait lrsquoemploi du participe preacutesent offre le grand avantage de permettre une
simplifi cation de la fl exion verbale il suffi t que le sujet parlant ait meacutemoriseacute la forme
participiale en -ans -ens formeacutee sur le thegraveme de lrsquoinfectum pour eacutelaborer la forme
verbale qursquoil veut exprimer en lui adjoignant une forme du verbe lsquolsquo ecirctre rsquorsquo qui portera
les morphegravemes aspecto-temporels et personnels
17 Blaise (1986 sect225)18 lsquolsquo Un certain Meacuterobaude du pays du Poitou fut par un coup du diable frappeacute pendant qursquoil
srsquooccupait de son travail de la ceacuteciteacute la plus absolue rsquorsquo (Traduction Bordier)19 Les deux autres occurrences se trouvent en Hist 2 13 63 8 patientes estote et en Martin 2
24 617 9 adhaerentes Patientes semble ecirctre adjectiviseacute plutocirct que de relever de lrsquoexpression peacuteriphrastique de lrsquoimpeacuteratif futur Adhaerentes employeacute ici avec lrsquoauxiliaire erant corres-pond sans doute agrave la forme syntheacutetique de lrsquoimparfait passif du verbe simple adhaereo
GAYNO
45
Par ailleurs cette tournure peacuteriphrastique en lsquolsquo esse + participe preacutesent rsquorsquo est attes-
teacutee dans La Chanson de Roland laquo Le procegraves est envisageacute en cours dans son accom-
plissement raquo20
Carles qui est as forz passant (Rol 1703)
lsquolsquo Charles qui est en train de traverser les deacutefi leacutes rsquorsquo
Selon les grammaires drsquoancien-franccedilais consulteacutees la tournure la plus freacutequente
est lrsquoemploi du participe preacutesent avec un verbe de mouvement Le procegraves du verbe de
mouvement lsquolsquo aller rsquorsquo et celui exprimeacute par le participe preacutesent sont simultaneacutes
Curant i vinz Margariz de Sibilie (Rol 955)
lsquolsquo Alors Margariz de Seacuteville arrive en courant rsquorsquo
Cette tournure est encore usuelle au XVIIe siegravecle
Je mrsquoen vas deacutesalteacuterant (La Fontaine Le loup et lrsquoagneau Fables I 10)
Le participe preacutesent dans ces exemples eacutequivaut agrave un geacuterondif franccedilais formeacute
de la preacuteposition en suivie du participe preacutesent Cette tournure nrsquoexiste absolument
pas dans nos textes tardifs ougrave la forme syntheacutetique de geacuterondif du latin classique en
-dum ou -do est encore freacutequemment utiliseacutee quoique de nombreuses confusions
drsquoemploi puissent ecirctre releveacutees entre participe preacutesent et geacuterondif La tournure est en
formation au XIe siegravecle si elle est attesteacutee son emploi nrsquoest pas systeacutematique
Cler en riant lrsquoa dit a Guenelun (Rol 618)
lsquolsquo Il dit agrave Ganelon en riant de faccedilon sonore rsquorsquo
Asez est mielz que moerium cumbatant (Rol 1518)
lsquolsquo Il vaut beaucoup mieux que nous mourions en combattant rsquorsquo
Conclusion
La langue des VIe-VIIe siegravecles ne semble pas ecirctre lrsquoancecirctre direct des emplois du
participe releveacutes au XIe siegravecle Ceux-ci deacuterivent sans doute drsquoun eacutetat plus tardif de la
langue latine
Notre corpus tardif a reacuteveacuteleacute une langue en pleine mutation avec lrsquoemploi encore
bien attesteacute et majoritaire des formes classiques parallegravelement avec lrsquoeacutemergence de
nouvelles structures Les auteurs tardifs tentent de pallier leurs carences en gram-
maire classique en ayant recours agrave de nouveaux outils linguistiques qui sont geacuteneacutera-
lement lrsquoextension de tournures existant dans lrsquoancienne langue
20 Moignet (1979 202)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
46
Ces tentatives des VIe-VIIe siegravecles resteront pour la plupart vaines drsquoautres plus
tardives se retrouveront elles en franccedilais Nous avons donc affaire agrave une peacuteriode de
transition entre la norme du latin classique qui quoique affaiblie existe encore et ce
qui sera lrsquoeacutetat ou plutocirct les eacutetats les plus anciens des langues romanes
Centre Alfred Ernout
Universiteacute de Paris-Sorbonne (Paris 4) Maryse GAYNO
GAYNO
47
Bibliographie
Textes
Ammianus Marcellinus Books 27-31 traduction John C Rolfe Loeb Classical Library London
Cambridge University Press 1939 2001 suivi des Excerpta Valesiana 530-568
La Chanson de Roland texte du manuscrit drsquoOxford I Traduction de Pierre Jonin Paris Gal-
limard 1979
Excerpta Valesiana in Ammianus Marcellinus Books 27-31 traduction John C Rolfe Loeb
Classical Library London Cambridge University Press 1939 2001 530-568
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Eacutetudes
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Marcatori interazionali di cortesia dal latino alle lingue
romanze nomi e verbi tra morfosintassi e contesto discorsivo
1 Introduzione
Questo contributo1 analizza lrsquoevoluzione pragmatica dal latino ad alcune lingue
romanze di un gruppo di marcatori interazionali di cortesia (MIC) I MIC indagati
sono derivati da verbi o da locuzioni performative con valore illocutivo (ad es it
grazie prego chiedo scusa fr merci je tevous demande pardon port obrigado desculpe sp pido perdoacuten gracias rum mulțumesc măvă rog) ed esprimono i tre atti
linguistici di fare una richiesta (es 1) ringraziare (es 2) chiedere scusa (es 3)
(1) rum Mă rog dacă nu vă supăraţi aveţi apă2 (Caragiale Momente şi schiţe Livescu
(2014))
ldquoper favorevi prego se non vi dispiace avete (dellrsquo) acquardquo
(2) fr Merci monsieur de nous avoir donneacute agrave ma femme et agrave moi des nouvelles du joyeux
compagnon (Barregraves 1906 Le Voyage de Sparte Frantext)
(3) sp Bueno perdoacuten disculpaacute el teacutermino porque no seacute queacute cosa es (CREA Oral)
Dal punto di vista conversazionale i MIC costituiscono lsquorituali interazionalirsquo con
specifi che funzioni sociali poicheacute rappresentano modalitagrave standardizzate di orga-
nizzare scambi interpersonali che a loro volta hanno origine in un contesto storico
e socio-culturale (Goffman (1967)) Si tratta quindi di atti illocutori convenzionali
che hanno successo non se il destinatario comprende lrsquointenzione del parlante ma se
lrsquoatto egrave conforme a una convenzione socialmente riconosciutaQuindi dal punto di vista della realizzazione pragmatica la routinizzazione a
livello interazionale e sociale di alcuni atti genera formule che non implicano una
negoziazione di signifi cato ma la cui funzione pragmatica egrave fi nalizzata alla lsquocoesione
socialersquo (cfr Ghezzi (2014))Lo sviluppo pragmatico dei MIC puograve essere osservato da diversi punti di vista a
livello semasiologico analizzando quali funzioni pragmatiche sono realizzate da una
specifi ca forma oppure onomasiologico studiando come la stessa funzione venga rea-
lizzata da forme diverse Questo secondo punto di vista utilizzato qui per lrsquoanalisi evi-
1 Questo egrave un prodotto della ricerca laquoDinamica delle identitagrave nella comunicazione e nel muta-mento linguisticoraquo coordinata da Piera Molinelli e fi nanziata dallrsquoUniversitagrave di Bergamo (FAR 2012)
2 Qui sono tradotti gli esempi complessi
CILPR 2013 ndash SECTION 2
50
denzia a livello inter- e intra-linguistico processi ciclici di pragmaticalizzazione ricon-
ducibili a tendenze ricorrenti nelle lingue considerate (cfr Ghezzi e Molinelli (2014)) Le similitudini funzionali e formali nella nascita di MIC in alcune lingue romanze
infatti ben mettono in luce la relazione tra meccanica e meccanismi del mutamento
pragmatico ovvero tra il carattere ciclico dei processi implicati nel mutamento (mec-
canica) e le proprietagrave morfosintattiche e semantiche delle fonti dei MIC che in prima
istanza favoriscono il mutamento stesso (meccanismi) Allrsquoanalisi di questo secondo
aspetto egrave dedicato questo contributo3Lo sviluppo diacronico dei MIC egrave direttamente connesso alle caratteristiche mor-
fosintattiche dei contesti in cui vengono ritualizzati alla tipologia di atti linguistici
nei quali funzionalmente si collocano al valore di performativitagrave delle espressioni da
cui hanno origineQuesti contesti sono costituiti da forme che a livello morfosintattico codifi cano la
forza illocutiva in modo diverso Gli atti di richiesta scusa ringraziamento infatti
possono essere espressi
(a) nelle forme verbali da un verbo semanticamente rilevante come sp te lo agra-dezco rum icircţi mulţumesc e it mi scuso in (4-6)
(4) sp Bueno muchas gracias te lo agradezco (CREA Oral)
(5) rom Icircţi mulţumesc pentru cadoul foarte frumos (esempio reale)4
ldquoTi ringrazio per il bellissimo regalordquo
(6) it Mi scuso per il disturbo (esempio reale)
(b) nelle locuzioni da un verbo semanticamente generico con valore performativo
e da un nome che veicola il valore semantico principale come sp peccedilo desculpas it
chiedo scusa e fr je vous dis merci in (7-9)
(7) port Peccedilo novamente desculpas pelo adiantado da hora (CETEM publico)
ldquoChiedo nuovamente scusa per lrsquoora tardardquo
(8) it chiedo scusa ma non crsquoegrave il tempo del pronostico (Corpus LIP)
(9) fr De Milo je vous dis merci (Echenoz Nous trois Frantext)
(c) da una formula olofrastica come rum vă rog port obrigado fr pardon in (10-12)
(10) rum Luaţi loc vă rog (Livescu 2014)
ldquoSiediti per favorerdquo
(11) port laquoBom adeu Estimo que sejas felizraquo (CETEM Publico)
laquoObrigadoraquo
laquoBene arrivederci Credo che sarai feliceraquo
laquoGrazieraquo
(12) fr Oh ma tante Pardon Pouvais-je imaginer (Garat Pense agrave demain Frantext)
3 A Pierluigi Cuzzolin e Piera Molinelli un sincero ringraziamento per la lettura attenta e i molti consigli
4 Ringrazio Mihaela Popescu e Joana Aguiar per lrsquoaiuto nella traduzione degli esempi in rumeno e in portoghese rispettivamente
GHEZZI
51
Egrave possibile esemplifi care in Tab 1 alcune espressioni con funzione di MIC in lin-
gue romanze
Tab 1 ndash MIC in alcune lingue romanze
atto MIC italiano francese rumeno spagnolo portoghese
richieste verbi prego je te vous prie
te vă rog ruego peccedilo
locuzioni rivolgo una preghiera
je fais un appel
amo rugăminte
hago una peticioacuten
faccedilo um apelo
formule olofrastiche
prego je vous trsquo en prie
măvă rog (por favor) (por favorse faz favor)
scuse verbi mi scuso je mrsquoexcusepardonne (moi)
mă scuzaţi me disculpodesculpe-me
desculpe-me
locuzioni chiedo scusaperdonofaccio le mie scuse
je disdemande pardon
icircmi cer scuze
pido perdoacutendisculpa ofrezcopresento mis disculpas
peccedilo desculpaspeccedilo perdatildeo
formule olofrastiche
scusapardon
pardon scuzațiscuzaţi-mă
perdoacuten desculpeperdatildeo
ringrazimenti verbi ringrazio je remercie mulţumesc te lo agradezco
agradeccedilo
locuzioni dico grazierendo grazie (arcaico)
je dis mercije rends gracircce
aduc mulţumiri
doy (las) gracias
dou graccedilas
formule olofrastiche
graziegran merceacute (arcaico)
(grand) mercimille gracircces(arcaico)
mulţumesc gracias obrigado(a)
Alla base dei cicli di pragmaticalizzazione dei MIC vi sono contesti discorsivi per-
formativi codifi cati attraverso formule ritualizzate che hanno sviluppato un valore
pragmatico di cortesia a partire da perifrasi nominali o verbali In particolare le peculiaritagrave dei percorsi di pragmaticalizzazione dei MIC saranno
qui esemplifi cate in italiano e in francese attraverso lrsquoatto linguistico del ringraziare
Ci si avvarragrave di due corpora bilanciati di opere teatrali secondo lo schema in Tab 25
5 Il bilanciamento tiene conto del numero complessivo di parole in ogni corpus (circa 1200000 per il corpus italiano e 2200000 per quello francese) e della loro distribuzione nei tre secoli considerati Per permettere una comparazione le frequenze di occorrenza dei MIC sono state normalizzate per 100000 parole
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Tab 2 - Corpora
1500 1700 1900
Francese Selezione opere teatrali
da Frantext
Selezione opere teatrali
da Frantext
Selezione opere teatrali
da Frantext
Italiano Selezione opere
teatrali di Aretino
Ariosto Belo Grazzini
Machiavelli Bruno
Ruzante
Selezione commedie di
Goldoni
Selezione opere teatrali
di Pirandello e di
Giacosa
Analizzando le caratteristiche degli enunciati performativi in cui i MIC occor-
rono ci si concentreragrave sullrsquoanalisi diacronica nelle due lingue romanze dellrsquointerre-
lazione tra
(a) il contesto discorsivo in cui emergono i valori pragmatici connessi alla cortesia
(b) i tratti morfosintattici dei MIC nelle lingue considerate
(c) le caratteristiche semantiche delle fonti dei MIC
In particolare la nozione di ciclo pragmatico verragrave utilizzata per descrivere lrsquoalter-
nanza morfosintattica tra forme verbali e nominali
2 I performativi e lrsquoorigine dei MIC
Il repertorio dei MIC nelle lingue romanze egrave costituito da verbi locuzioni e for-
mule olofrastiche a carattere performativo (cfr Tab 1) la nozione di performativitagrave
rappresenta dunque un punto di osservazione imprescindibile per lrsquoanalisi dei per-
corsi che hanno portato alla formazione di MICI verbi performativi condividono alcune proprietagrave In primo luogo manifestano
la soggettivitagrave del parlante annullando formalmente il discrimine tra enunciato ed
enunciazione (tra modus e dictum Benveniste (1966 273-274)) ed esprimendo lessi-
calmente il contenuto mentale del locutore attraverso lrsquouso del verbo alla prima per-
sona del presente indicativo Secondariamente sottolineano una coincidenza tra laquolocutoreraquo ed laquoenunciatoreraquo
ovvero tra laquoil soggetto responsabile dellrsquoatto di enunciazione che parla in prima per-
sonaraquo (locutore) e laquocolui che esprime il punto di vista espresso nellrsquoenunciatoraquo (enun-
ciatore) (Ducrot (1984 119-120)) Ne consegue che derivano non da un lessema ma da
un atto linguistico (Ti ringrazio Ti dico grazie Grazie) utilizzato per lsquofare qualche
cosarsquo e non solo per lsquodire qualche cosarsquo (cfr la trattazione in Benveniste (1958 1966)) Dunque i MIC che hanno origine da verbi o locuzioni performative hanno valore
laquodelocutivoraquo6 essendo derivati da locuzioni ovvero unitagrave del discorso e non da nomi
o verbi unitagrave della langue nel senso saussuriano del termine Tali forme sono alta-
6 Sulla nozione di delocutivitagrave si vedano tra gli altri Benveniste (1958 1966) Anscombre (1985) Buumlchi (1995) Fruyt (1997) Larcher (2003)
GHEZZI
53
mente produttive poicheacute egrave possibile derivare verbi come it ringraziare e fr remercier e nomi it grazie e fr merci7 In questi casi si puograve dire che morfologicamente i MIC
hanno valore denominale ma pragmaticamente (e semanticamente) hanno valore
delocutivo
Infi ne i performativi sono caratterizzati da una doppia illocuzione la prima
dichiarativa la seconda determinata dalla semantica del verbo o del nome che carat-
terizza la locuzione performativa Sono quindi tipici dei contesti socialmente ritualiz-
zati e consacrati alla realizzazione di alcune azioni (cfr Held e Helfrich (2011))Tra gli atti linguistici realizzati da MIC richiedere e ringraziare costituiscono la
base lsquocortesersquo di ogni processo di scambio8 Le richieste sono atti minacciosi della faccia negativa mitigati attraverso specifi -
che strategie verbali I ringraziamenti invece sono atti sociali a benefi cio dellrsquointerlo-
cutore che si basano sullrsquoidea che vi sia un laquoindebitamentoraquo pragmatico tra parlante e
interlocutore (Leech (1983 205)) Come per le richieste i ringraziamenti sono atti lin-
guistici codifi cati metaforicamente attraverso una lsquotransazionersquo calcolata in relazione
ad un contesto situazionale e storico-culturale in base ai quali viene verbalmente
bilanciata e compensata Egrave interessante che il medesimo etimo latino (gratia) possa essere usato in francese
e in italiano in atti linguistici di richiesta e di ringraziamento (fr accorder un gracircce
demander un gracircce vs mille gracircce rendre gracircce it di grazia domandare una grazia
vs mille grazie ringraziare rendere grazie) Infatti il valore semantico ldquofavore buona
disposizionerdquo egrave elemento culturale chiave nel processo sociale di scambio
Il riferimento lsquoeconomicorsquo di tale scambio egrave invece alla base degli usi della for-
mula olofrastica francese merci e dellrsquoit mercedemerceacute in locuzioni quali je rends merci o rendo merceacute entrambi derivati dal lat mercede(m) ldquoprezzo pagato per un
prodotto commercialerdquo (Cortelazzo Zolli (1979 sv))Nonostante la prosecuzione comune alle due lingue degli etimi gratia (it grazia e
fr gracircce) e merces (it merceacute mercede e fr merci) il confronto diacronico tra francese
e italiano mostra differenze formali e congruenze funzionali nei percorsi che hanno
portato alla formazione dei moderni MIC
7 Nellrsquoit un grazie speciale a Marco e nel fr dis-lui un grand merci de ma part (Frantext) la presenza dellrsquoarticolo al singolare e al maschile rispettivamente testimoniano la derivazione dallrsquoatto linguistico e non dal nome plurale o dal femminile corrispondente
8 Si vedano Brown Levinson (1987) ed Held (1996) relativamente agli atti di richiesta e di ringraziamento nella cortesia verbale
CILPR 2013 ndash SECTION 2
54
3 Sviluppi diacronici in italiano e in francese
Tra i meccanismi alla base degli sviluppi diacronici dei diversi tipi di MIC9 vi egrave la
frequenza di occorrenza delle unitagrave determinata dallrsquouso dellrsquoespressione in situa-
zioni ricorrenti Lrsquoerosione del signifi cato originario egrave infatti parte integrante dello
sviluppo verso un uso pragmatico In entrambe le lingue tale sviluppo ha origine a
partire da un contesto e da strutture morfosintattiche contenenti verbi o locuzioni
performativi
31 Il latino
In latino sono attestate diverse formule spesso caratterizzate in diastratia asso-
ciate ai lessemi gratus ldquogratordquo e gratia(m) ldquofavore buona disposizionerdquo Queste
formule sono utilizzate in accezione concreta ldquoatto con il quale si acquista ricono-
scenzardquo o astratta ldquoservizio resordquo (Castiglioni Mariotti (2007 sv))
La formula non marcata in latino egrave gratias (tibi) ago ldquorendo grazie (a te)rdquo a cui si
associano diverse varianti tra cui grates ago grates dico rivolte a divinitagrave o persona di
alto rango (Panagl (2003)) La formula latina tam gratiast (lt tam gratia est) lett ldquotanto
egrave graziardquo continua nelle lingue romanze come nellrsquoit tante grazie (Panagl (2003))
Il secondo etimo considerato merces non compare nei dati scritti di cui si egrave in
possesso con il valore di MIC
32 Lrsquoitaliano
In italiano entrambi gli etimi latini sono attestati con valore di MICLe forme italiane che proseguono tali etimi hanno valore di MIC giagrave in italiano
antico Esse compaiono sotto forma di verbi di locuzioni performative e di formule
olofrastiche Renzi (2010) indica come non marcate le forme del verbo illocutivo rin-graziare (es 13) le espressioni farerendere (molte) graziemerceacute (es 13-15) e le for-
mule olofrastiche merzeacute granmolte merceacute (es 16-17) Alcuni usi di grazia e delle
sue varianti possono essere interpretati come contesti ponte di formule olofrastiche
spesso in co-occorrenza con merceacute (es 18-19) Nello stesso periodo nel corpus OVI
sono attestate 8 occorrenze del verbo merciare ldquoringraziarerdquo (es 20) in varietagrave sia
toscane sia veneziane
(13) Ringrazzo voi di fi n cor [con cuore puro] merzeacute rendo merzeacute mia donna (Chiaro
Davanzati Rime canz 7 vv 49-50 OVI)
(14) Irsquo le dissi laquoMadonna grazie rendo a voiumlraquo (Fiore 202 vv 1-2 OVI)
(15) Segnor mio di ciograve che voi mi dite io vi rendo grande grazie e mercieacute sigrave della promessa e
ssigrave del consilglio (Libro della distruzione di Troia 1539 OVI)
(16) Dice il sere che gran mercegrave e che voi gli rimandiate il tabarro (Boccaccio Novelle
72-14 OVI)
9 Simili percorsi possono essere ricostruiti per locuzioni performative formule olofrastiche non marcate come it grazie e fr merci o verbi performativi
GHEZZI
55
(17) [hellip] maggiore me lrsquoaveste dimandato e io vi dono questoraquo laquoSignoreraquo disse la donzella
laquomolte marceacute raquo (Palameacutedes pis pt2 cap 54 1113 OVI)
(18) Grasia a te grasia amico e mersede tutta di tanto grasioza benivoglensa de sigrave orrata
discreta discressione (Guittone Lettere in prosa 29 34817 OVI)
(19) Grasia e mersede a voi Signor dibonaire che grasia e onore tanto fatto mrsquoavete lrsquoumel
persona despetta mirsquo accogliendo e degnando in vostra altessa (Guittone Lettere in prosa 26 3237 OVI)
(20) laquoEl me plaxe molto benraquo ciograve dixe lo re Galleodin laquoe sigrave ve ne mercio fortemente de ccedilograve che
vuj aviti ditoraquo (Tristano Cors 8435 OVI)
Nella seconda metagrave del Quattrocento Savonarola (III 181) nota laquoGrazia si chiama
il ringraziamento che facciamo ad uno quando lo ringraziamo che ci ha fatto qualche
benefi cio cioegrave che rendiamo grazia idest ringraziamoraquo (Battaglia (1971 sv)) Allo
stesso periodo risalgono le prime attestazioni di ringraziamento (es 21)
(21) Dopo assai ringraziamenti fatti e lor commemorazione date al Piovano gli donograve braccia
XXX di panno di mellina e trenta iscudi drsquooro e feceli oferte assai per seacute e per li suoi
amici (Piovano Arlotto 14 Battaglia (1971 sv))
Baretti (1760) nel dizionario italiano-inglese sotto la voce grazia (ldquoil ringraziare
per segno di gratitudinerdquo) indica laquothanks vi rendo grazie I thank youraquo Nel volume
inglese-italiano si trova invece laquoThanks grazie sf ringraziamenti smraquo Secondo
Lepschy Lepschy (2007) le due notazioni fanno pensare che non si tratti ancora
dellrsquoespressione olofrastica ma di una riduzione di rendo grazie Inoltre nello stesso
periodo sul Vocabolario degli accademici della Crusca alla voce mercegrave si indicano
come sinonimi render mercede e ringraziare (4deg edizione (1729-1738) sv es 22)
(22) Io son qui per renderti mercede del benefi cio che mi festi allora (Ariosto Orlando furioso 431031-2)
Dal 1850 circa la formula olofrastica grazie compare nei vocabolari come lemma
indipendente (Lepschy Lepschy (2007 127-128)) il che probabilmente registra anche
formalmente un uso moderno del MIC ormai consolidato nella prassi (es 23) Ancora
intorno alla metagrave del 1800 perograve vengono citati come sinonimi di grazie voci quali
mercegrave o gran mercegrave grandissima mercegrave rendo grazie (Boerio (18562 sv)) utilizzati
soprattutto in registri stilisticamente alti come testimonia lrsquoesempio (24) dallrsquointro-
duzione a Il Piacere di Gabriele DrsquoAnnunzio del 1888)
(23) laquoDi grazia quel signore da che parte si va fuora per andare a Bergamoraquo
laquoPer andare a Bergamo Da porta orientaleraquo
laquoGrazie signore []raquo (Manzoni I Promessi sposi cap XVI)
(24) Questo libro composto nella tua casa dallrsquoospite bene accetto viene a te come un rendi-mento di grazie [hellip] Se nel mio libro egrave qualche pietagrave umana e qualche bontagrave rendo mercede al tuo fi gliuolo [hellip] Ave Giorgio Amico e maestro gran merceacute (DrsquoAnnun-
zio Il Piacere Introduzione)
Lrsquoanalisi quantitativa delle diverse unitagrave nel corpus considerato conferma lrsquoevolu-
zione dei MIC (Graf 1)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
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Graf 1 - Distribuzione dei MIC in italiano
Rispetto alle tre tipologie di MIC considerati si puograve osservare che tra le due locu-
zioni attestate (rendo merceacutegrazie) prevale rendo grazie la cui frequenza diminuisce
perograve nel 1900 Il verbo performativo piugrave diffuso in italiano egrave ringrazio la variante
mercio giagrave poco frequente in italiano antico non egrave attestata nel 1500 Similmente la
formula olofrastica piugrave frequente nel 1500 egrave gran merceacute ma progressivamente viene
sostituita da grazie
33 Il francese
Anche in francese entrambi gli etimi latini sono attestati con valore di MICGiagrave in antico francese essi compaiono sotto forma di verbi di locuzioni performa-
tive e di formule olofrastiche Tra i piugrave frequenti vi sono la locuzione rendre granzgrace(s) che co-occorre anche con merci (es 25 Treacutesor sv) la formula olofrastica
grand merciz attestata per la prima volta nel 1135 (es 26 Treacutesor sv) diversi verbi
performativi a partire dal XII secolo quali remercier (es 27 Treacutesor sv) a sua volta
derivato dallrsquoantico verbo mercier (es 28 Robert Rey (2001 sv)) da cui anche mer-ciement (es 29) Nello stesso periodo il verbo gracier egrave usato con il signifi cato ldquorin-
graziarerdquo (es 30)
(25) Biau sire Diex je te rent graces et merciz de ce que je ne sui pas ausi mauveacutes ne ausi
desloiax come sont mi (La Queste del Saint Graal 1220 p 124 BFM)
(26) ldquoGranz merciz sirerdquo diumlent li losengier (Couronnement de Louis 4 BFM)
(27) Mais comme povre orpheline je vous remercie dei vaisseaulux que vous mrsquoenvoyastes
(Melusine BFM)
(28) Mercyeacute Sire en soyes vous (Intern Consol II Xxi Bibl Godefroy (1895 sv))
(29) E li reis li en rent mut grant merciement (Horn 3213 Mich BFM)
(30) Vous mercy Qui venu estes jusqursquoa ci Et chascun de vous en gracie (Griseld BFM)
In francese medio le forme olofrastiche sono prevalentemente costruite a par-
tire da merci grand(s) merci(s)moult de mercis (es 31) (La) + agg poss (bonne) merci (es 32 DMF sv) Le locuzioni performative contengono merci (rendre merci es 33) o grace (donner rendre grace DMF sv soprattutto rivolto a Dio) o entrambe
le forme (donnerrendre grace(s) et merci(s) es 34) Parimenti sono attestati diversi
verbi delocutivi gracier mercier regracier remercier (es 35-37) Allo stesso periodo
risalgono anche le prime attestazioni di remerciement (es 38)
GHEZZI
57
(31) Sire chevaliers a vostre congieacute et grans mercis de vostre courtoisie (Arras 7 DMF sv)
(32) laquoSireraquo dist Saintreacute laquovostre bonne mercyraquo (La Sale JS 131 DMF sv)
(33) Mon pere je te rans mercy Du grant pouvoir que mrsquoas donneacute Faire ce que mrsquoas ordonneacute
Mrsquoen vaiz (Pass Auv 161 DMF sv)
(34) Et pour ce sire nous lui promettons en bonne foy que nous le servirons comme nostre
loyal seigneur et lui rendrons graces et mercis de la bonteacute qursquoil nous a faicte (Beacuterinus I
188 DMF sv)
(35) Sire que bien devons amer Tous ensemble vous merciumlons Tant humblement com nous
povons Et regraciumlons chierement Qursquoil vous a pleu benignement Condescendre a nostre
priere [agrave vous marier] (Gris 17 DMF sv)
(36) Si que bonne Amour graci Cent mille fois qui Mrsquoa si tres bien asseneacutee Que jrsquoaim la fl eur
et le tri De ce monde cy [] (Mach Ch bal 630 DMF sv)
(37) Tres chiers et especiaus amis je vous remerci grandement des lettres si amiables et si
confortans a ce qui me touce que vous mrsquoaveacutes envoiies (Froiss Pris am F 68 DMF
sv)
(38) [] avec remerciement de leur longue maintenue faveur leur prioit-on de tousjours per-
seacuteveacuterer tels (Chastell Chron K t1 69 DMF sv)
NellrsquoOttocento la situazione egrave diversa Il verbo delocutivo non marcato egrave remercier
(es 39) merci egrave la forma olofrastica non marcata (es 40) insieme alle molte varianti
(ad es grand merci merci beaucoup merci bien) anche se vi sono esempi di mille gracircces (es 41) Attestata egrave anche la locuzione performativa rendre gracircce(s) (es 42)
(39) Mon bon monsieur je vous remercie (Balzac Meacuted camp 1833 p 271 Frantext)
(40) Lrsquoemployeacute () prit () un paquet de piegraveces enfermeacutees dans une chemise bleue et le
preacutesentant laquoVoici monsieur Lesable vous nrsquoignorez pas que le chef a enleveacute hier trois
deacutepecircches dans ce dossier minus Oui Je les ai merciraquo (Maupassant Contes et nouv t 1
Heacuterit 1884 p 466 Frantext)(41) Mille gracircces mon cher Monsieur des bonnes nouvelles que vous me donnez de la santeacute
de M de Chateaubriand (Mme de Chateaubriand Meacutem et lettres 211-212 Frantext)
(42) Maintenant je vous rends gracircce pour le plaisir que vous me faites en me procurant lrsquooc-
casion de vous remercier comme je vous ai beacuteni crsquoest-agrave-dire du fond du cœur (Dumas
Monte-Cristo t 1 610 Frantext)
Lrsquoanalisi delle occorrenze delle formule nel corpus conferma anche quantitativa-
mente lrsquoevoluzione dei MIC (cfr Graf 2)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
58
Graf 2 - Distribuzione dei MIC in francese
Per le tre tipologie di MIC si puograve osservare che nei testi francesi tra le due locu-
zioni performative (je rends mercigracircce(s)) prevale je rends gracircce(s) che perograve dimi-
nuisce nel 1900 Il verbo performativo je remercie egrave la forma piugrave frequente in francese
contemporaneo ma nei secoli precedenti sono attestate diverse varianti di verbi per-
formativi che caratterizzano in particolare lrsquoantico francese La formula olofrastica
(grand) merci egrave costantemente la piugrave frequente e anzi aumenta di frequenza nel 1900
4 In conclusione
Nelle lingue romanze i valori pragmatici dei MIC si realizzano in contesti morfo-
sintattici differenti (locuzioni e verbi performativi formule olofrastiche) per gli atti di
scuse richiesta e ringraziamento
Per quanto il latino utilizzasse prevalentemente formule legate ad un solo etimo
(gratia) italiano e francese riprendono invece due etimi diversi mentre la funzione
di cortesia associata alla formula latina continua nella formula olofrastica italiana
grazie il francese attribuisce ad un altro etimo (merces) il valore di formula olofra-
stica forse in relazione ad una interpretazione dellrsquoetimo originario che sembrerebbe
caratterizzare il latino di Gallia nel periodo tardo10 In ogni caso per i secoli e i testi
qui considerati i due etimi latini svolgono la medesima funzione di cortesia pur con
sfumature di signifi cato e in contesti drsquouso differenti
La prevalenza di una forma sullrsquoaltra si evidenzia
(a) in termini di frequenza anche in relazione a parametri sociolinguistici
(b) in relazione al grado di pragmaticalizzazione (formula olofrastica)
10 Cfr ad es il passo di Venanzio Fortunato vescovo di Poitiers nel VI sec Quaeligrens unde viro duplicentur vota salutis Et tibi mercedem de Radegunde facit (Carm 9 14 13)
GHEZZI
59
(c) in relazione alla formazione di unitagrave delocutive (it grazie gt ringraziare ringraziamento
fr merci gt merciergt merciement remercier gt remerciement)
Mentre per le locuzioni la forma piugrave frequente in entrambe le lingue ha come base
lrsquoetimo gratia le formule olofrastiche mostrano traiettorie differenti in italiano dal
1500 al 1900 la forma olofrastica egrave realizzata a partire dai due etimi latini ma pro-
gressivamente la variante grazie sostituisce gran merceacute In francese anche se vi sono
tuttora attestazioni di mille gracircces la formula piugrave frequente egrave (grand) merci
La derivazione delocutiva egrave un lsquomeccanismorsquo diacronico diffuso Lrsquoanalisi dello
sviluppo dei MIC associati ai ringraziamenti ha evidenziato processi ciclici produttivi
che presuppongono lrsquoesistenza di un impiego formulare dellrsquoespressione reinterpre-
tata secondo lo schema seguente (esemplifi cato attraverso it grazie)
grazia ldquofavorerdquo rendere graziae grazie ringraziare gt ringraziamento
(a) grazia favore (che viene fatto a qualcuno)
(b) utilizzo di graziae con il senso (a) nella formula rendere grazie utilizzata per ringraziare
in base alle regole di discorso laquose X dice a Y che (a) egrave un favore fatto a X allora X rin-
grazia Yraquo
(c) creazione di una nuovo sostantivo con il signifi cato di ldquoatto che si realizza dicendo
grazierdquo
(d) gli usi di grazie dello stadio (b) sono reinterpretati con il valore in (c)
(e) creazione di un verbo performativo con il signifi cato di ldquodire grazierdquo
Tra gli aspetti che richiedono approfondimenti ve ne sono alcuni che riguardano
le modalitagrave di selezione della base da cui derivano i verbi performativi in particolare
saragrave interessante verifi care se questa derivazione si applichi a partire dalla struttura
o dalla forma meno marcate sincronicamente al momento della derivazione Il caso
del francese permetterebbe allora di ipotizzare uno sviluppo diacronico gracier gt (re)mercier dove gracier testimonia una fase precedente in cui anche nel francese predo-
minava ancora il modello latino cosigrave come it salutare rispetto a ciao testimonia la
presenza di una formula di saluto (salve) precedentemente meno marcata Un secondo aspetto che meriterebbe piugrave approfonditi studi egrave relativo al ruolo dei
fattori sociali e storico-culturali nella diversa evoluzione delle formule olofrastiche
francesi e italiane (merci e grazie) Held (1996) ipotizza che la peculiaritagrave del francese
possa essere variamente associata a fattori socio-culturali come ad esempio il fatto
che progressivamente la forma gratia sia stata utilizzata come base per la creazione
di forme idiomatiche connesse al linguaggio cerimoniale delle laquoHonnetes gensraquo nel
1700 e che sia quindi stata progressivamente relegata allrsquouso religioso Ragioni simili
potrebbero essere ricercate anche per le altre lingue a partire dal rumeno ma lrsquoam-
bito socio-culturale di riferimento egrave ancora tutto da scoprire
Universitagrave di Bergamo Chiara GHEZZI
CILPR 2013 ndash SECTION 2
60
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63
Aliquis tra latino e romanzo
1 Introduzione gli indefi niti tra tipologia e diacronia
La direzionalitagrave del mutamento linguistico egrave un tema molto prominente nella sin-
tassi storica soprattutto grazie al fi lone di ricerche sulla grammaticalizzazione (per
il latino si veda Fruyt (2011)) In questo campo gli studiosi hanno potuto identifi care
un numero ristretto di cause e meccanismi del mutamento sintattico motivati dal
punto di vista cognitivo in termini di strategie di acquisizione (cf Roberts (2007) per
un quadro drsquoinsieme) In ambito semantico invece non sono emersi con altrettanta
chiarezza meccanismi generali e cognitivamente fondati che spieghino la ricorrenza
di certi tipi di mutamento (con alcune eccezioni per es Traugott Dasher (2001) e
Eckardt (2006))
Come mostrato dallrsquoampio studio tipologico di Haspelmath (1997) i pronomi
e aggettivi indefi niti sono diacronicamente piuttosto instabili e possono quindi
mostrare differenze signifi cative anche in lingue strettamente imparentate e in inin-
terrotto contatto come quelle romanze Allo stesso tempo nel sistema degli indefi niti
si possono osservare degli schemi di mutamento ricorrenti Per esempio frequente
egrave la trasformazione di un termine a polaritagrave negativa (NPI) in un indefi nito nega-
tivo (cf Haspelmath (1997 221-233)) ma anche la direzione contraria egrave attestata (cf
Jaumlger (2010)) Un altro ciclo rilevante interessa gli indefi niti lsquoa scelta liberarsquo (lsquofree
choicersquo come lrsquoit qualsiasi) che si sviluppano da relative libere e vengono estesi a
contesti comparativi condizionali e interrogativi perdendo il valore originario (cf
Haspelmath (1997 149-150) e Foulet (1919) e Jayez Tovena (2011) sul fr quelque)
Meno studiato in questa prospettiva egrave il sistema degli indefi niti specifi ci su questo mi
concentro qui considerando la storia del latino aliquis lsquoqualcuno (un) qualchersquo che
mostra sviluppi diacronici peculiari in prospettiva tipologica
2 Gli sviluppi romanzi di aliquis
Nel ricco sistema degli indefi niti del latino classico quidam e aliquis svolgono la
funzione di indefi niti specifi ci Egrave generalmente riconosciuto (cf Haspelmath (1997)
Bertocchi et al (2010) Bortolussi (2010)) che il loro signifi cato si distingue in base
allo stato epistemico del parlante (lsquospecifi c known unknownrsquo in Haspelmath (1997))
Con quidam il parlante introduce un referente della cui identitagrave egrave certo spesso ma
non necessariamente seguono nel testo ulteriori specifi cazioni sullrsquoidentitagrave del refe-
CILPR 2013 ndash SECTION 2
64
rente eo sul tipo di conoscenza che ne ha il parlante (cf (1)a) Con aliquis invece il
referente dellrsquoespressione indefi nita egrave presentato come esistente e in questo consiste
la sua specifi citagrave la sua identitagrave egrave perograve sconosciuta al parlante e impossibile da indi-
viduare o non rilevante (cf (1)b) Secondo la defi nizione del dizionario Lewis-Short
aliquis laquodenotes that an object really exists but that nothing depends upon its indi-
vidualityraquo
(1) a Nec diu moratus rusticus quidam familiaris oculis meis cum muliercula comite propius accessit (Petron 12 3)
lsquoDopo poco arrivograve un contadino che conoscevo di vista accompagnato da una donnettarsquo
b expectabam aliquem meorum (Cic Att 13 15)
lsquoapettavo (qualc)uno dei mieirsquo
Quidam pur mantenendo vitalitagrave in latino tardo non produce esiti romanzi al
contrario aliquis egrave continuato dalle forme pronominali romanze derivanti dallrsquoaccu-
sativo come sp alguien pt algueacutem sp e pt algo e da quelle risultanti dallrsquouniverba-
zione di aliquis e unus gt alicunus come per es it alcuno fr aucun sp alguacuten pt
algum La distribuzione di queste forme egrave piuttosto diversifi cata nelle varie lingue
e il signifi cato egrave talvolta distante da quello del lat aliquis Il plurale (in fr lrsquoarcaico
drsquoaucuns) puograve ricevere interpretazione specifi ca (cf lrsquoit alcuni in (2)a) Il singolare
invece egrave diventato un termine a polaritagrave negativa talvolta -come in spagnolo cf (2)b-
con inversione rispetto al nome secondo alcune analisi della concordanza negativa il
francese aucun (usato nei registri formali) egrave un vero e proprio indefi nito negativo la
cui distribuzione egrave legata alla presenza della negazione diretta e i cui tratti semantici
ne permettono lrsquouso come risposta negativa in contesti ellittici cf (2)c-d In Ibero-
Romanzo inoltre per gli indefi niti derivati da aliquis egrave possibile un cosiddetto uso
lsquoepistemicorsquo (cf (2)e Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito 2003 Jayez Tovena 2006)
che non permette lrsquoidentifi cazione univoca del referente dellrsquoelemento indefi nito uso
che in francese e italiano egrave impossibile con alcuno aucun ed egrave invece espresso rispet-
tivamente da quelque e (un) qualche (cf lrsquoit in (2)f-g)
(2) a Franco vuole comprare alcuni libri nel negozio qui vicino (specifi co possibile)
b no toma precaucioacuten alguna lsquonon prende alcuna precauzionersquo
c Aucun de mes amis nrsquoest venu lsquoNessuno dei miei amici egrave venutorsquo
d A Avez-vous une objection B Aucune lsquoA Ha unrsquoobiezione B Nessunarsquo
e Mariacutea se casoacute con alguacuten estudiante del departamento en concreto con Pedro
lsquoMaria si egrave sposata con un qualche studente del dipartimento precisamente Pedrorsquo
f Maria si egrave sposata con alcuno studente del dipartimento
g Qualche idiota ha dimenticato di spegnere la luce
La Tabella 1 riassume in forma schematica la distribuzione degli esiti di aliquis in
italiano francese spagnolo e portoghese
GIANOLLO
65
Tabella 1 distribuzione degli esiti romanzi di aliquis
linguaLatino
ClassicoRomanzo
formaaliquis Sp alguacuten
alguien
Pt algumalgueacutem
It alcunoFr aucun
funzionelsquospecifi c
unknownrsquoSINGOLARE PLURALE
indefi nito
epistemico
Sp Pt
(It qualche
Fr quelque)
termine
a polaritagrave
negativa
Sp Pt
Ita Fr
indefi nito
negativo
Fr
indefi nito
semplice o
specifi co
Sp Pt It
Fr
In questo contributo non mi occupo dellrsquoasimmetria nello sviluppo di singolare e
plurale e mi dedico invece a due aspetti evidenziati dal confronto tra il valore del sin-
golare latino e gli sviluppi semantici delle forme singolari romanze il comportamento
di aliquis rispetto alla negazione in latino classico e tardo (sect 4) e lrsquouso epistemico di
aliquis in contesti modali (sect 5) Egrave opportuno perograve fare precedere alla presentazione
dei dati una breve discussione della nozione di specifi citagrave (sect 3)
3 Gli ingredienti della specifi citagrave
La specifi citagrave egrave un fenomeno pervasivo allrsquointerfaccia tra semantica pragmatica e
sintassi per il quale egrave diffi cile raggiungere una defi nizione condivisa Von Heusinger
(2011) offre un panorama aggiornato degli studi sul tema da cui emerge la mancanza
di consenso su quale sia la componente fondamentale della specifi citagrave e quali invece
gli lsquoepifenomenirsquo dovuti allrsquointerazione con i vari contesti semantici e pragmatici Da
una parte si osservano nelle lingue elementi con i quali egrave sempre associato un valore
di specifi citagrave e che sono incompatibili con contesti che non permettono unrsquointerpre-
tazione specifi ca Dallrsquoaltra esistono elementi piugrave variabili che a seconda di fattori
contestuali come le relazioni di portata tra operatori logici e la struttura informazio-
nale assumono o meno unrsquointerpretazione specifi ca
Haspelmath (1997) classifi ca aliquis come indefi nito specifi co ma studi dedicati al
latino hanno mostrato che tale classifi cazione egrave tuttrsquoaltro che ovvia se per es Bertoc-
chi et al (2010 25) affermano che laquoaliquis is generally though not always specifi craquo
Orlandini (1983 233) classifi cava aliquis in base ai suoi criteri pragmatici come non-
CILPR 2013 ndash SECTION 2
66
specifi co1 La variabilitagrave della classifi cazione dipende dalla defi nizione di specifi citagrave
di volta in volta adottata
In Orlandini (1983) come in molta letteratura sul tema si adotta una defi nizione
pragmatica basata sullo stato epistemico del parlante un indefi nito specifi co esprime
certezza del parlante riguardo allrsquoidentitagrave del referente (unicitagrave del riferimento) Lo
stato epistemico del parlante egrave di fatto identico a quello che produce lrsquointerpretazione
referenziale di un sintagma nominale defi nito diverso egrave solo lo stato epistemico del
ricevente che nel caso del defi nito ha familiaritagrave con il referente nel caso dellrsquoindefi -
nito non ne conosce lrsquoidentitagrave
Haspelmath (1997 38) offre la seguente defi nizione laquoan expression is specifi c if
the speaker presupposes the existence and unique identifi ability of its referentraquo Solo
nellrsquoambito di una presupposizione di unicitagrave del riferimento ha senso distinguere
secondo Haspelmath (1997 45) tra riferimento conosciuto e non conosciuto
Bertocchi et al (2010 24-28) cosigrave come Bortolussi (2010) adottano la defi nizione
di Haspelmath ma distinguono tra casi in cui crsquoegrave sia presupposizione di esistenza che
unicitagrave di riferimento e casi in cui invece non crsquoegrave unicitagrave di riferimento ma lrsquoesistenza
del referente egrave comunque presupposta a seconda dei contesti di occorrenza aliquis
puograve indicare o meno unicitagrave di riferimento ossia puograve essere o non essere specifi co
Inoltre viene sottolineata per il latino la presenza di un indefi nito quis che egrave neutro
rispetto alla presupposizione di esistenza Su questa base viene riconosciuto per il
latino il sistema in (3)
(3) a quidam [+ presupposizione di esistenza] [+ unicitagrave del referente]
b aliquis [+ presupposizione di esistenza] [plusmn unicitagrave del referente]
c quis [empty presupposizione di esistenza] [ndash unicitagrave del referente]
d quisquam [ndash presupposizione di esistenza] [ndash unicitagrave del referente]
A fronte di queste diffi coltagrave nel raggiungere una defi nizione unitaria di specifi citagrave
mi sembra opportuno procedere nella ricerca empirica scomponendo il concetto e
prendendo in considerazione separatamente due ingredienti che sono rilevanti per
lrsquointerpretazione di aliquis
(i) portata in latino classico aliquis egrave in grado di deve trovarsi al di fuori della
portata di altri operatori come ad es la negazione e il condizionale
(ii) componente epistemica il referente egrave sconosciuto indifferente al parlante
In sect 4 mi concentro sul primo fattore e in particolare sugli sviluppi di aliquis in
contesti negativi e sullrsquoimpossibilitagrave di avere letture specifi che allrsquointerno della por-
tata della negazione Sotto questo aspetto lrsquoevoluzione diacronica di aliquis si pro-
spetta giagrave chiaramente a partire dal IV sec dC In sect 5 discuto lrsquoimportanza della
1 La bibliografi a su questo tema e in generale sugli indefi niti latini egrave vasta e non le puograve essere resa giustizia in questa sede Segnalo solo alcuni dei contributi piugrave recenti Orlandini (1983) (2000) Mellet (1992) Maraldi (2000) Bortolussi (2001) (2010) Bertocchi et al (2010) Bortolussi Sznajder (2014) Devine Stephens (2013)
GIANOLLO
67
componente epistemica interpretata come estensione del dominio di quantifi cazione
per il percorso diacronico di aliquis
4 Aliquis e la negazione
Si egrave osservato in sect 2 come gli esiti romanzi di aliquis diventino termini a polaritagrave
negativa legittimati quindi in contesti con lsquocapovolgimento di scalarsquo (lsquodownward
entailingrsquo) come il dominio di portata della negazione Lrsquoestensione a questi con-
testi e in generale a contesti non-specifi ci delle forme romanze che continuano
aliquis contraddice la generalizzazione diacronica di Haspelmath (1997 148-154)
secondo cui i mutamenti semantici che interessano gli indefi niti operano unidire-
zionalmente da destra a sinistra della sua mappa semantica Nel sistema di funzioni
di Haspelmath rappresentato in (4) gli usi specifi ci occupano lrsquoestrema sinistra
mentre quelli sotto negazione indiretta e diretta si trovano nella parte destra dello
spazio semantico
(4) Rappresentazione della mappa semantica per gli indefi niti di Haspelmath (1997)
specifi c
known
specifi c
unknown
irrealis
non-spe-
cifi c
question indirect
negation
direct
negation
conditional compara-
tive
free-choice
Le letture specifi che degli indefi niti sono sempre impossibili sotto la portata della
negazione come mostrato dal contrasto tra inglese some e any in (5)
(5) a I didnrsquot cite some contributions lsquoci sono alcuni contributi che non ho citatorsquo exist gt not
b I didnrsquot cite any contributions lsquonon ho citato alcun contributorsquo not gt existIl latino aliquis se usato in contesti di negazione diretta prende sistematicamente
portata ampia rispetto allrsquooperatore negativo (cf Orlandini (2000)) in (6) si inter-
preta quindi lsquocrsquoegrave qualcosa che tu non hairsquo e non lsquonon crsquoegrave niente che tu abbiarsquo Si noti
che anche se in (6) la portata del quantifi catore egrave ampia lrsquoidentifi cazione del refe-
rente non egrave possibile o voluta lrsquoesistenza di lsquoun qualcosarsquo egrave rilevante la sua indentifi -
cazione egrave lasciata aperta
(6) dicitur enim alio modo etiam lsquocarerersquo cum aliquid non habeas et non habere te sentias
(Cic Tusc 1 88)
lsquoinfatti carere egrave usato in un signifi cato diverso quando crsquoegrave qualcosa che non hai e hai la
percezione di non averlorsquo
CILPR 2013 ndash SECTION 2
68
La quantifi cazione esistenziale sotto la portata della negazione egrave espressa in latino
da termini a polaritagrave negativa come quisquam ullus o la serie in -piam2 che co-
occorrono con la negazione (7)a-b unrsquoaltra possibilitagrave egrave offerta dagli indefi niti nega-
tivi come nemo nihil nullus che da soli danno valore negativo alla frase (7)c3
(7) a neque quisquam omnino consisteret (Caes civ 3 69)
lsquoe (cosigrave che) assolutamente nessuno si fermavarsquo
b sine timore ullo (Caes Gall 8 3)
lsquosenza alcun timorersquo
c sed hunc laborem recusabat nemo (Caes civ 1 68)
lsquoma nessuno rifi utava questa faticarsquo
Anche in altri contesti con capovolgimento di scala come per es la restrizione del
quantifi catore universale si trova per lo piugrave la serie a polaritagrave negativa
(8) omnes qui ullam agri glebam possiderent (Cic Verr 2 3 28)
lsquotutti coloro che possedessero un qualche appezzamento di terrenorsquo
Tuttavia aliquis come semplice esistenziale egrave anche possibile secondo De-
vine Stephens (2013 376) in (9) a differenza che in (8) non crsquoegrave il riferimento al
valore fi nale di una scala tipico invece per gli elementi a polaritagrave negativa lsquoqualcosarsquo
quindi e non lsquoqualsiasi cosarsquo
(9) omnes qui aliquid scire videntur (Cic parad 40)
lsquotutti coloro che sembrano sapere qualcosarsquo
Il comportamento di aliquis in contesti negativi mostra che questo indefi nito egrave
capace di portata ampia rispetto ad altri operatori e dagrave luogo a interpretazioni specifi -
che in cui il quantifi catore ha portata al di sopra della negazione In questo senso ali-quis contrasta nettamente con il comportamento degli esiti romanzi In latino tardo
perograve marcatamente a partire dal IV sec dC si iniziano a trovare casi in cui aliquis
va interpretato sotto la negazione come lrsquoesempio dalla Vulgata in (10)
(10) si ergo corpus tuum totum lucidum fuerit non habens aliquam partem tenebrarum erit lucidum totum et sicut lucerna fulgoris inluminabit te (Vulg Luc 11 36)
lsquose quindi il tuo corpo egrave tutto nella luce senza avere alcuna parte nelle tenebre tutto
saragrave luminoso e come quando la lucerna ti illumina con i suoi raggirsquo
2 La serie in -piam era giagrave rara e arcaizzante in latino classico (Bertocchi et al (2010 48)) ma mostra nuova vitalitagrave nel latino della Vulgata (Bortolussi Sznajder 2014) Egrave possibile che ciograve sia da interpretare come segno di una discrepanza tra lingua letteraria e lingua parlata nel dominio dei termini a polaritagrave negativa che mostra sviluppi giagrave nel IV secolo dC
3 Orlandini (2000 154-155) e Devine Stephens (2013 374-375) discutono alcuni rari casi con il complementatore negativo ne in cui aliquis ha portata al di sotto della negazione Gli autori sono concordi nel ritenere che nelle completive introdotte da ne la negazione ha proprietagrave semantiche e pragmatiche particolari che giustifi cano tale comportamento Per Orlandini tuttavia aliquis ha in questi casi unrsquointerpretazione simile a un termine a polaritagrave negativa che indica lrsquoestremo di una scala quantitativa mentre Devine e Stephens lo trattano come un semplice esistenziale
GIANOLLO
69
Contemporaneamente si notano con sempre maggiore frequenza soprattutto nei
registri stilistici meno coltivati segni dello sviluppo della concordanza negativa sia
nei testi che nelle discussioni grammaticali (Diomede GL 1455) cf Molinelli (1988)
Molinelli (1989) In (11) unrsquoattestazione dalla Vetus Latina egrave paragonata allrsquouso clas-
sico della Vulgata
(11) a non respondes nihil (Vet Lat Marc 14 60)
lsquonon rispondi nullarsquo
b non respondes quidquam (Vulg Marc 14 60)
Dal latino al romanzo la serie degli indefi niti negativi si rinnova completamente
Lrsquoorigine dei nuovi elementi puograve essere tracciata al latino tardo e deve aver avuto
effetti profondi sullrsquointero sistema degli indefi niti compreso aliquis Molinelli (1989
622-623) discute a proposito della concordanza negativa alcune osservazioni di Ago-
stino su quello che lui considera essere lrsquouso grammaticale corretto al contrario di
espressioni evidentemente frequenti nella sua epoca Egrave notevole che tali osservazioni
mostrino talvolta come in (12) anche lrsquouso corrente non classico -ma si noti bene
proposto come corretto proprio da Agostino- di aliquis come termine a polaritagrave
negativa
(12) Non est relictum viride nihil in lignis dicendum fuit more locutionis nostrae non est relictum viride aliquid in lignis (Aug quaest Hept 54 239 Loc de Exodo)
lsquolsaquonon rimase nulla [nihil] di verde sugli alberirsaquo si dovrebbe piuttosto dire nella lingua
corretta lsaquonon rimase nulla [aliquid] di verde sugli alberi rsaquo
cf Vulgata nihilque omnino virens relictum est in lignis
Se in latino tardo ci sono dunque segni piuttosto chiari che preludono ai ter-
mini a polaritagrave negativa romanzi che continuano aliquis diffi cile egrave tracciare il per-
corso diacronico che vi ha portato Nella mappa semantica di Haspelmath (1997) la
contiguitagrave tra le diverse funzioni segnala una relazione semantica che si dovrebbe
anche proiettare in dimensione diacronica indicando direzioni e tappe di mutamento
Come giunge quindi aliquis dallrsquoestremo sinistro allrsquoestremo destro dello spazio
semantico presentato in (4) Nella sezione seguente considero la componente episte-
mica di aliquis e propongo che essa rappresenti una forma di lsquoestensione del dominio
di quantifi cazionersquo da riconoscersi come tappa intermedia verso la polaritagrave negativa
5 Aliquis e gli indefi niti epistemici
La seconda osservazione che emerge dal quadro comparato in sect 2 concerne gli
usi cosiddetti lsquoepistemicirsquo degli esiti di aliquis in Ibero-Romanzo Il termine lsquoepiste-
micorsquo egrave usato da Jayez e Tovena (2006) in senso piuttosto ampio per gli indefi niti il
cui uso egrave condizionato dal parametro lsquostato di conoscenza del parlantersquo sono defi niti
lsquoepistemicirsquo sia gli indefi niti che permettono lrsquoidentifi cazione del referente (fr un cer-tain) sia quelli che indicano un grado di ignoranza (fr un quelconque) A prima vista
sembrerebbe quindi possibile considerare questa funzione equivalente alle catego-
CILPR 2013 ndash SECTION 2
70
rie lsquoknown unknownrsquo di Haspelmath (1997) Non egrave perograve cosigrave per Haspelmath tali
categorie si applicano solo agli indefi niti specifi ci mentre per Jayez e Tovena (2006)
lrsquoepistemicitagrave puograve essere anche un parametro degli indefi niti lsquofree choicersquo
A complicare ulteriormente il quadro terminologico nel defi nire lsquoepistemicorsquo lrsquouso
di sp alguacuten in casi come (2)e per es in Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito (2003) e
Aloni Port (2006) il termine egrave stato impiegato con il senso piugrave ristretto di lsquoforma
lessicale specializzata che indica lrsquoassenza di conoscenza da parte del parlantersquo In
particolare lo sp alguacuten egrave stato caratterizzato da Alonso-Ovalle e Meneacutendez-Benito
(2010) come lsquoanti-singleton indefi nitersquo il cui dominio di quantifi cazione non puograve
essere ridotto a un singolo elemento Se si adotta tale accezione ristretta la corri-
spondenza rispetto alle categorie di Haspelmath si riduce al polo lsquounknownrsquo Inol-
tre gli indefi niti epistemici non sono necessariamente specifi ci rispetto alla portata
come mostra lrsquointerazione con altri operatori Aloni e Port (2006) hanno mostrato
come non solo alguacuten ma anche per es lrsquoit un qualche e il ted irgendein anchrsquoessi
considerati epistemici presentino valori semantici diversi a seconda del contesto Se
unrsquointerpretazione specifi ca egrave possibile in frasi episodiche di modalitagrave reale questi
indefi niti possono anche avere interpretazione non-specifi ca per es in un contesto
modale epistemico Nel caso di contesti negativi poi alguacuten e irgendein (ma non un qualche) vengono interpretati sotto la portata della negazione comportandosi come
esistenziali semplici perdendo cioegrave lrsquoapporto epistemico
Un approccio promettente che qui seguo anche nella defi nizione di epistemicitagrave
egrave quello di Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito (2003) (2010) che si basa sul formulare
condizioni sul dominio di quantifi cazione degli indefi niti sulla scorta dellrsquoinfl uente
proposta di Kratzer Shimoyama (2002)4 Il punto di partenza egrave il confronto con gli
indefi niti lsquofree choicersquo come it qualunque o sp cualquiera Nel loro caso il dominio
di quantifi cazione egrave esteso al massimo (lsquodomain wideningrsquo) fi no a comprendere anche
i casi marginali dellrsquouniverso del discorso Con gli indefi niti lsquoepistemicirsquo invece se egrave
vero che non egrave possibile lrsquoidentifi cazione univoca del referente (lsquoanti-singleton con-
straintrsquo) alcune alternative possono essere escluse gli indefi niti epistemici quindi
hanno un dominio piugrave limitato rispetto ai lsquofree choicersquo (lsquominimal domain wideningrsquo)
Se si segue lrsquoapproccio pragmatico di Schwarzschild (2002) alla specifi citagrave egrave possibile
riconoscere un continuum di restrizioni sul dominio di quantifi cazione cf (13) la
specifi citagrave sarebbe lrsquoeffetto di unrsquoestrema restrizione del dominio di quantifi cazione
a livello contestuale fi no a comprendere un solo elemento (lsquosingleton indefi nitesrsquo
lsquoextreme domain narrowingrsquo)
(13) extreme domain narrowing gt minimal domain widening gt domain widening
Data la caratteristica di base di lsquominimal domain wideningrsquo il comportamento
fl essibile degli indefi niti epistemici a seconda del contesto egrave spiegato in termini
pragmatici come differenza nel tipo di implicature di volta in volta permesse (cf
Kratzer Shimoyama (2002) Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito (2010 20-27)) Si
4 Lrsquoapproccio non egrave privo di problemi come discusso da Aloni e Port (2006)
GIANOLLO
71
considerino esempi classici di aliquis in contesto epistemico (si noti il tempo futuro)
(14) egrave un tentativo di rassicurazione in una situazione critica in (15) Trimalchione
considera il canto di un gallo un segnale di cattivo augurio
(14) Deus respiciet nos aliquis (Plaut Bacch 638a)
lsquoqualche divinitagrave ci proteggeragraversquo
(15) nam aut incendium oportet fi at aut aliquis in vicinia animam abiciet (Petron 74 2)
lsquoinfatti o ci deve essere un incendio o qualcuno nelle vicinanze sta per tirare le cuoiarsquo
In casi come questi il ricevente del messaggio verbale cerca una motivazione per
lrsquoestensione del dominio di quantifi cazione (del percheacute il parlante non abbia voluto
essere piugrave informativo restringendo il dominio a un individuo) e conclude che il par-
lante ha voluto evitare di asserire qualcosa di falso da qui lrsquoeffetto di lsquoignoranzarsquo
sullrsquoidentitagrave del referente
Nel continuum formulato in (13) trovano spazio anche gli indefi niti a polaritagrave
negativa che come i lsquofree choicersquo producono la massima estensione del dominio
di quantifi cazione (Kadmon Landman 1993) In contesti con lsquocapovolgimento di
scalarsquo questo porta a un rafforzamento dellrsquoasserzione dal momento che anche le
alternative al margine del dominio vengono escluse (di converso per i lsquofree choicersquo il
rafforzamento consiste nellrsquoammettere anche le alternative marginali)
Haspelmath (1997) mostra che casi come lrsquoinglese any che ha sia la funzione
lsquofree choicersquo sia la funzione di termine a polaritagrave negativa non sono affatto rari
tipologicamente nota anche che dal punto di vista storico sembra aver luogo con
una certa frequenza il mutamento direzionale da funzione lsquofree choicersquo a funzione
lsquopolaritagrave negativarsquo La situazione osservata in sect 2 per il latino e le lingue romanze
suggerisce che un altro mutamento possibile sia quello da indefi nito epistemico
a indefi nito a polaritagrave negativa e che esso si sia verifi cato nel caso di aliquis La
categoria di indefi nito epistemico puograve rappresentare lrsquoanello mancante tra gli usi spe-
cifi ci e quelli a polaritagrave negativa Il percorso diacronico di aliquis non appare piugrave
eccezionale in prospettiva tipologica allorcheacute si consideri che aliquis in latino classico
non egrave poi cosigrave specifi co se da una parte egrave in grado di avere portata ampia rispetto a
molti operatori dallrsquoaltra egrave meno referenziale di un indefi nito specifi co lsquostandardrsquo (it
uno un certo) e si avvicina piuttosto allrsquouso odierno dello sp alguacuten del fr quelque
insomma degli indefi niti epistemici
6 Conclusioni
Se alle funzioni considerate da Haspelmath nella sua mappa si aggiunge la fun-
zione di indefi nito epistemico si puograve modellare il mutamento in forma graduale
attraverso contesti contigui Resta il fatto che il mutamento proposto contraddice
le predizioni di Haspelmath rispetto alla direzionalitagrave del mutamento (pur sempre
da sinistra a destra nello spazio semantico) Gli sviluppi nelle varie lingue romanze
seguono la stessa direzione ma raggiungono stadi diversi Egrave probabile che ciograve sia con-
CILPR 2013 ndash SECTION 2
72
seguenza dellrsquointerazione con altri mutamenti (soprattutto nel dominio della nega-
zione) e della pressione paradigmatica di altri indefi niti Gli usi epistemici delle lin-
gue ibero-romanze rappresenterebbero uno stadio piugrave conservativo rispetto a italiano
e francese Queste ultime hanno perso gli usi epistemici attestati per gli stadi piugrave
antichi (cf Martins (2000) Stark (2006) Ingham (2011)) e mantengono solo il valore
di termine a polaritagrave negativa
Universitagrave di Colonia Chiara GIANOLLO
GIANOLLO
73
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75
Sulla morfosintassi dei pronomi relativi nelle carte notarili
di area salernitana (IX secolo)
1 Questioni preliminari e struttura del lavoro
In questo studio presenteremo alcuni dati relativi ad una piugrave ampia ricerca in
corso presso lrsquoUniversitagrave di Napoli ldquoFederico IIrdquo sul latino delle carte notarili pro-
dotte in Italia meridionale nel corso dellrsquoalto medio-evo e del medio-evo centrale1 In
particolar modo in questrsquooccasione saranno discussi i primi dati riguardanti le forme
assunte dai pronomi relativi nei documenti rogati in area salernitana nel IX secolo
Dal punto di vista tipologico comrsquoegrave noto la subordinazione relativa rappresenta
uno dei principali macro-tipi subordinativi presenti nelle lingue del mondo2 Secondo
la defi nizione interlinguisticamente valida proposta da Andrews (2007 206) attra-
verso la frase relativa viene delimitata laquothe reference of an NP [sc Noun Phrase] by
specifying the role of the referent of that NP in the situation described by the RC [sc Relative Clause]raquo Come si vede la defi nizione di frase relativa appena fornita include
le frasi che nella tradizione grammaticale italiana (e di altri paesi occidentali) sono
chiamate relative restrittive ma taglia fuori dal dominio della subordinazione rela-
tiva le cosiddette frasi relative non-restrittive Queste ultime presentano in effetti una
relazione semantica e pragmatica con la frase reggente che differisce sensibilmente da
quella instaurata dalle relative restrittive (si veda ad esempio Comrie (1989 138-139))
Tuttavia poicheacute il latino (come altre lingue ad esempio lrsquoitaliano e lrsquoinglese) presenta
strategie simili nella realizzazione delle relative restrittive e non-restrittive in questo
studio ci occuperemo di entrambe le strutture Soprattutto percheacute in questa occa-
sione ci soffermeremo in particolar modo sugli aspetti morfologici della relazione tra
il nome testa e il pronome relativo
Lrsquoipotesi di fondo di questo contributo egrave che nei documenti prodotti nel IX secolo
nei territori longobardi dellrsquoarea salernitana la distanza tra forme (e costruzioni) che
tendono maggiormente verso il latino e forme (e costruzioni) che tendono maggior-
mente verso il romanzo debba essere misurata nei termini di un continuum di diverse
opzioni in competizione ma non in mutua esclusione la cui selezione era sensibile
1 I primi risultati di questa ricerca si possono leggere in Sornicola (2007 2008 2011 2012a 2012b 2013a e 2013b) DrsquoArgenio (2013) Ferrari (2013) Valente (2013) e Greco (2012a 2012b e 2013)
2 Si veda ad esempio Dixon (1995 179-183)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
76
a fattori di diverso tipo come ad esempio la tipologia testuale e le abilitagrave scrittorie
dello scrivente Lrsquoobiettivo principale del lavoro egrave infatti quello di valutare se le dif-
ferenti caratteristiche delle realizzazioni delle strutture relative a verbo fi nito ed in
particolar modo di fenomeni come la relazione tra la forma del pronome relativo e la
sua funzione o come lrsquoaccordo morfologico tra il pronome e il nome testa possono
rappresentare degli utili strumenti per lrsquoanalisi del dislivello stilistico tra le diverse
carte prese in esame3
Per quanto riguarda la struttura del lavoro nel prossimo paragrafo saranno pre-
sentate alcune caratteristiche generali della struttura testuale e della lingua dei docu-
menti indagati nella terza sezione dello studio discuteremo invece alcune questioni
riguardanti le forme assunte dai pronomi relativi nelle carte esaminate il paragrafo
4 saragrave dedicato allrsquoanalisi piugrave in dettaglio delle caratteristiche dei pronomi relativi
in un sottoinsieme del nostro corpus in relazione al confronto tra carte rogate da
notai differenti e nel quadro della produzione di un unico notaio tra tipologie di
carta diverse Nellrsquoultima sezione infi ne saranno tratte le conclusioni delle rifl essioni
svolte nel corso del lavoro
2 Caratteristiche generali dei testi indagati e della loro lingua
Il corpus di testi su cui si fonda questo studio egrave costituito da tutte le carte notarili
del IX secolo conservate nellrsquoArchivio della Badia della SSma Trinitagrave di Cava dersquo
Tirreni Si tratta di 105 documenti4 tutti rogati nella longobardia minore (e soprat-
tutto nel salernitano) redatti in massima parte secondo il modello della cartula e
caratterizzati molto spesso da una forte ripetitivitagrave di schemi compositivi e di for-
mule5 Nel complesso infatti la gran parte degli atti egrave costituita da piccoli negozi
legati soprattutto alla vendita (e in alcuni casi alla donazione o alla permuta) di terre
documenti in cui le lsquoparti di formulariorsquo costituiscono la quasi totalitagrave del testo e
minore spazio egrave lasciato alle lsquoparti liberersquo che consistono in genere in una rapida
descrizione dei confi ni e delle caratteristiche delle terre vendute (o permutate o
donate)6 Tuttavia le diverse abilitagrave scrittorie dei notai paiono rifl ettersi anche nella
differente qualitagrave nellrsquouso delle parti di formulario in cui proprio come nelle parti
3 La nozione di lsquoanalisi del dislivello stilisticorsquo egrave intesa in questo lavoro come studio del campo di variazione linguistica attestato dalle carte e delle opzioni selezionate di volta in volta dai diversi scriventi
4 Centodue carte sono edite nei volumi 50 51 e 52 delle Chartae Latinae Antiquiores (drsquoora in poi ChLA) le restanti tre sono invece state pubblicate da Galante (2001)
5 Non mancano in ogni caso nel nostro corpus testi appartenenti ad altre tipologie documen-tarie come i memoratoria le notitiae iudicati e i praecepta concessionis principeschi (infor-mazioni piugrave dettagliate sulla loro ripartizione in termini quantitativi nei testi del IX secolo conservati a Cava dersquo Tirreni sono fornite da DrsquoArgenio Ferrari Valente Greco 2013) Su queste tipologie di documenti ed in particolar modo sulle cartulae (o chartulae) e sui memo-ratoria si vedano Magistrale (1991) e Galante (2012)
6 Sulla differenza tra le lsquoparti di formulariorsquo e le lsquoparti liberersquo si vedano i classici Sabatini (1965 e 1968)
GRECO
77
libere si puograve osservare una certa variazione tra i diversi testi Variazione che come
vedremo nei prossimi paragrafi egrave per noi di interesse centrale
In questo quadro ci sembra che una nozione teorica come quella di dislivello stili-
stico risulti piugrave adatta a descrivere le differenze che si possono cogliere tra le carte del
nostro corpus7 rispetto a categorie come bilinguismo o diglossia assai problematiche
in seacute e la cui interpretazione risulta particolarmente delicata nel caso dei testi che
compongono il nostro corpus Drsquoaltronde giagrave Sornicola (2012a) ha mostrato lrsquooppor-
tunitagrave di una tale scelta per lrsquoanalisi di una serie di fenomeni strutturali in documenti
comparabili a quelli indagati in questo studio
Il presente contributo cercheragrave dunque di rispondere alla seguente domanda le
caratteristiche dellrsquouso dei pronomi relativi possono rappresentare un elemento di
diagnostica del dislivello stilistico tra le diverse carte Per rispondere a questo quesito
la nostra indagine correragrave su due binari distinti da un lato offriremo una descrizione
generale dellrsquouso dei pronomi relativi nei documenti del nostro corpus dallrsquoaltro pro-
porremo unrsquoanalisi piugrave dettagliata di una ventina di carte prodotte negli ultimi 25
anni del secolo IX
3 Caratteristiche generali dellrsquouso dei pronomi relativi nel nostro corpus
31 Aspetti quantitativi
Un aspetto fondamentale della lingua dei testi indagati in questo studio egrave rap-
presentato dal fatto che la relazione tra caso morfologico e funzione sintattica segue
logiche che spesso non sono latine (ma neanche romanze) Sono frequenti ad esempio
scambi nellrsquouso dei casi o forme di Erstarrung nominale (si veda lrsquoesempio 1)8
(1) Et qui si bovi minime inantistare potuerimus [au]t nos ipsi bel nostri heredibus per colibe
ingenio retornare boluerimus con[pon]ere promitemus nos bovi duplo pretjius (ChLA
50 3 18)
Evidentemente una tale condizione generalizzata presenta rifl essi cruciali per
lrsquoanalisi della subordinazione relativa a verbo fi nito e in particolar modo per la rela-
zione tra la forma morfologica dei pronomi relativi e la loro funzione sintattica
Prima di addentrarci nel cuore dellrsquoanalisi perograve desideriamo proporre un quadro
complessivo della frequenza con cui compaiono le diverse forme del pronome relativo
nel nostro corpus
qui que quod quem quam quas quos cuius cui quo qua quorum quarum quibus
630 77 70 61 9 27 0 1 16 6 8 2 0 53
Tabella 1
7 Sulla nozione di lsquodislivello stilisticorsquo si veda la n 38 Una trattazione piugrave distesa di questi fenomeni si trova in Sornicola (2012a)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
78
Il dato che emerge piugrave chiaramente dalla Tabella 1 egrave probabilmente la netta pre-
ponderanza delle forme qui que e quod (e soprattutto della prima)9 Tuttavia a que-
sto proposito egrave necessario sottolineare che nei nostri testi compare molto frequente-
mente una formula che serve a indicare univocamente lrsquoautore dellrsquoazione giuridica o
il suo destinatario e che ha la forma qui supra que supra (si vedano gli esempi 2 e 3)
Questa formula ricorre in 381 dei 630 casi (il 60) in cui compare il pronome qui allo
stesso modo su 78 que 23 (il 30) sono nella locuzione que supra
(2) Infra suprascripte fi ni nec mihi nec ad alio homine nihil reserbabi set bobis qui supra in
integrum binumdedi ad possidendum unde pro suprascripta mea vinditjione de presentis
recepi pretjium ego qui supra vinditor a te emtore meo auro fi guratu solidos Beneventa-
nos numero sex et tremisse uno (ChLA 50 1 8-10)
(3) Unde per istabiliscendum anc mea venditjionem pro confi rmandum cartula suscepi ego
que supra Fredenperga vindetrice a te Aiemprandu emtore fenito pretjium biginti Bene-
bentano solidos de ipsi veteri (ChLA 50 20 27)
Altre caratteristiche evidenziate dalla Tabella riguardano la generale maggior fre-
quenza di pronomi che presentano una forma accusativale rispetto a quelli dotati di
forma obliqua Eccezioni a questa tendenza sono rappresentate dalle forme quam
(9 occorrenze) e quos (che addirittura non compare mai nel corpus) da un lato e da
quibus (53 casi) dallrsquoaltro Lrsquounico altro pronome obliquo che compare con una certa
frequenza egrave cui (16 occorrenze) Le questioni che discuteremo nei prossimi paragrafi
possono a nostro avviso spiegare queste differenze
32 Forma e funzione dei pronomi relativi
Lrsquoanalisi dei nomi testa cui i pronomi si legano e dei valori che questi ultimi assu-
mono evidenzia che in moltissimi casi la corrispondenza tra forma e funzione dei
pronomi relativi nelle carte del nostro corpus non egrave di tipo latino tanto dal punto
di vista della funzione grammaticale (esempio 4) quanto da quello dellrsquoaccordo di
genere e numero (esempi 5 6 e 7 in cui qui que e quod sono legati allo stesso nome
testa terra)10
(4) Unde ubi nec mihi que supra Fredenperge vindetrici nec ad alius homine de de que
superius legitur nullam reserbabit (ChLA 50 20 24)
(5) Binumdedi tibi Vuaiferi comes et fi lius bone memorie Dauferi terra mea qui est arbustu
bitatu (ChLA 51 19 3)
(6) Benundedit tibi Ursi fi lio Iacob terra mea que est arbustu bitatu (ChLA 51 6 3)
(7) De capu fi ne via de alia parte fi ne terra quod tenet Lupu fi lio Decorusi (ChLA 51 5 4)
9 Le forme qui que e quod occorrono quasi sempre in funzione di soggetto o di oggetto e in particolar modo di soggetto Uno dei rari casi in cui questa caratteristica non si riscontra egrave presentato in (4)
10 In alcuni casi allrsquointerno di uno stesso documento il nome testa terra egrave ripreso prima da un pronome e poi da un altro (si vedano a questo proposito lrsquoesempio 19 oppure la carta 27 del volume 51 in cui al rigo 10 si ritrova lrsquoespressione terra campensem nostram quod e qualche rigo oltre si legge invece prima terram qui e poi terra que)
GRECO
79
Le riprese del nome testa terra operate attraverso il pronome qui sono nettamente
maggioritarie si tratta di 31 occorrenze contro le 6 realizzate con que e le 2 con quod
Questa caratteristica sembrerebbe spingere verso una spiegazione del fenomeno in
termini di sovraestensione della forma qui ai danni di que Altri casi in cui uno stesso
nome testa viene ripreso da pronomi diversi mostrano perograve che lrsquoalternanza compare
anche con nomi maschili Le riprese di questo tipo di sostantivi invece in unrsquoottica
di semplice sovraestensione lineare della forma maschile che tende a generalizzarsi
dovrebbero essere effettuate regolarmente con il ricorso al pronome qui Si prenda il
caso del nome maschile locus
(8) Dono adque per an cartula cedo tibi nominati Arniperti dues pezze de terra in locum qui dicitur Iobi (ChLA 50 14 6)
(9) Tibi Persoaldi fi lio quondam Forti terra mea qui est arbustu bitatu et ensetetu in loco que dicitur Clusura subtu ipsa Matruniana abentes fi nis de uno latu terra Donasdei
(ChLA 50 24 4)
(10) Et bos et bestros heredes liceam introire in ipsa medietate in ipso loco quod mihi ibi
reserbabit (ChLA 52 13 27)
Anche nel caso di locus in ogni caso le realizzazioni con qui sono nettamente
maggioritarie il nome testa locus egrave ripreso in 33 occasioni da qui in 8 da que e in 2
da quod La presenza di tutti e tre i pronomi in percentuali praticamente identiche
a quelle riscontrate in occasione dellrsquoanalisi delle riprese del nome terra ci spinge
a ritenere che per molti dei notai attivi nel salernitano nel IX secolo la distinzione
al nominativo tra la forma maschile femminile e neutra del pronome relativo non
fosse piugrave determinante e che qui rappresentasse in tutti i contesti la variante piugrave
frequente ma non lrsquounica possibile Non mancano in ogni caso parole che vengono
riprese esclusivamente dai pronomi qui o quem Un caso di questo tipo egrave rappresen-
tato da petja (o pezza) che funziona come nome testa per una frase relativa a verbo
fi nito in 14 occasioni
(11) Sexta pezza qui est terra cum vinea abet fi ni (ChLA 50 15 12)
Il quadro come si vede egrave piuttosto frastagliato e ferma restando una preferenza
accordata alle forme pronominali maschili (e segnatamente allrsquoelemento qui) non
mancano elementi che indicano direzioni differenti
Per quanto riguarda le forme del pronome accusativo la Tabella 1 evidenzia che
quos non compare mai nei documenti indagati Drsquoaltronde egrave anche vero che i refe-
renti plurali che vengono relativizzati soprattutto in funzione di oggetto diretto non
sono molti (i numerosi quas presenti nel nostro corpus non riprendono infatti neces-
sariamente elementi plurali e anzi egrave piuttosto raro che la forma quas sia utilizzata per
richiamare un nome femminile plurale)
(12) Et casa mea quas habeo intu Benebentanam cibitatem noba [a]d porta qui vocatur da
fl ubio Sapatu (ChLA 50 20 15)
(13) Per unc scriptum dabo tibi qui supra ad frugiandum medietatem de sortem Framperti germani mei quas abuit in locum que dicitur Poltjanu Rotemsis fi nibus (ChLA 51 17 3)
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Tra le forme oblique del pronome relativo lrsquounica che ricorre con una certa fre-
quenza nel nostro corpus egrave quibus Ci sembra perograve opportuno sottolineare che 39
delle 53 occorrenze di questo pronome compaiono nella costruzione de quibus la cui
funzione egrave quella di introdurre la formula attraverso la quale chi vende si obbliga a
rispettare il contratto nei confronti di chi acquista De quibus in questi casi sembra
avere un valore paragonabile a ldquorispetto a queste coserdquo
(14) Amodo et semper te tuisque eredibus suprascriptam mea vinditjonem avere et possi-
dere valeatis Unde de quibus nos repromictimus et eredes nostros colligamus tivi qui
supra et at tuis eredibus (ChLA 51 2 15)
(15) Semper tuum nominate Radelghisi et tuis eredibus ea que prelegitur abere et possidere
baleatis de quibus me repromicto ego qui supra Lopenando binditor et obligo me ipsum
et meis eredibus tibi (ChLA 52 15 22)
Le altre forme oblique invece compaiono in pochissime occasioni e in maniera
interessante solo in testi vergati da notai di una certa importanza Si tratta di scri-
venti che prestano servizio presso la corte e che evidenziano abilitagrave scrittorie piugrave sofi -
sticate tanto dal punto di vista della grafi a adottata quanto da quello propriamente
linguistico La forma cuius ad esempio occorre una sola volta in una notitia iudicati (e dunque in un documento dotato di una certa uffi cialitagrave) vergata da Dausdedi
(16) Primis ipsa nominata Adelgisa cum ipso Adelfrid tutore et parentes suos in cuius m[un]dio subiacebat dixerunt ut ipse Teodelgardus in birtute conpreensisset ipsa Adelgisa et
in terra illa (ChLA 52 29 8)
Allo stesso modo la forma quorum compare soltanto in due occasioni Unrsquooccor-
renza si trova in una carta vergata da Ursus un altro notaio dotato di ottime abilitagrave
scrittorie che come Dausdedi ha prestato servizio presso la corte11 Lrsquoaltra compare
invece in un documento prodotto da Toto Si tratta anche in questo caso di un notaio
che presta servizio presso la corte e che quindi si puograve supporre doveva essere rite-
nuto particolarmente abile nella scrittura Si noti comunque la diffi coltagrave di interpre-
tare il valore di quorum nel brano tratto dalla carta vergata da Toto (esempio 17)
(17) Et pariter perreximus ante presentjam Sicardi gastaldi et iudicem et Petrus idem gastaldus
quorum nostra vona volumtas esse[t] venundendum hoc a quem diligenter sum inquisitam
ne aliquid violentjam hoc vindendum a suprascripto vir meus paterent (ChLA 51 26 4)
(18) Unam de rebus sua sola eis iudicare licerent duas bero portjiones hebenire in pote-
statem in quorum mundium subiacere videntur ego autem mundoald nec de progenie
ipsius viri mei aud de progenie (ChLA 52 33 8)
Infi ne anche le sei occorrenze della forma quo compaiono tutte in documenti
vergati proprio da Ursus e Toto Tanto quorum quanto quo si ritrovano dunque solo
in documenti rogati da questi due notai Per altro tre di queste sei occorrenze si ritro-
vano in carte di livello piugrave elevato (una notitia iudicati e un praeceptum concessionis
principesco)
11 Su Dausdedi e Ursus e sulle caratteristiche della lingua particolarmente sofi sticata (nel qua-dro della produzione scrittoria dei notai operanti nel salernitano nel IX secolo) utilizzata da questi scriventi si vedano Greco (2012b e 2013)
GRECO
81
Risulta dunque evidente che le forme oblique del pronome relativo (a parte qui-bus che presenta una distribuzione differente) sono utilizzate pressocheacute esclusiva-
mente da notai che in base a dati di tipo storico paleografi co e linguistico possiamo
annoverare tra i piugrave importanti e dotati di abilitagrave scrittorie piugrave sofi sticate Inoltre esse
ricorrono soprattutto nei documenti di livello piugrave elevato nel quadro della produzione
di questi notai
4 I pronomi relativi e il dislivello stilistico
Al termine del paragrafo precedente abbiamo avuto modo di sottolineare che
sembra possibile individuare caratteristiche differenti nellrsquouso dei pronomi relativi da
parte dei diversi notai operanti nel IX secolo nel salernitano In questa sezione ci sof-
fermeremo brevemente su alcune di queste differenze concentrandoci in particolar
modo su 18 carte rogate tra il novembre dellrsquo877 e lrsquoagosto dellrsquo89912
In questi documenti lrsquoaccordo del pronome relativo con il proprio nome testa segue
logiche di tipo latino (cioegrave con accordo di genere e numero e con caso selezionato in
base alla funzione sintattica svolta) nel 45 dei casi (si tratta di 41 occasioni su 91)13
Questa percentuale oscilla perograve sensibilmente da scrivente a scrivente e ad esempio
nei tre documenti vergati dal notaio Adelmari che abbiamo analizzato14 i pronomi
relativi sono correttamente accordati solo nel 22 dei casi Allo stesso modo dei
quattro pronomi relativi presenti nella carta prodotta dal notaio Ioanne nel novembre
dellrsquo87715 tre presentano accordi in qualche modo ldquoanomalirdquo e uno compare nellrsquoe-
spressione de quibus sulla quale ci siamo soffermati nel paragrafo precedente
(19) Leopardi dono adque per an cartulam confi rmo tibi Ursi fi lio Truppoli terra mea cum
bineam cot abeo in Castelione ubi propio ad Palumbulu bocatur qui abet fi nis (ChLA
52 6 4-5)
(20) De supto pede fi ne tua qui supra Ursi cot tu pro ipsa hoptaba Sadi germanus meo abuisti
(ChLA 52 6 6)
Nellrsquoesempio (19) oltre a grafi e (tipiche soprattutto dei documenti caratterizzati
da un livello sociolinguistico meno elevato) come adque per atque an per hanc e
cot per quod possiamo notare che il nome testa cui si riferiscono entrambi i pro-
nomi relativi (tanto cot quanto qui) egrave terra mea16 Nel brano presentato in (20) invece
12 Si tratta dei documenti 6 11 12 13 15 18 19 22 23 24 25 26 27 28 29 31 33 e 34 del volume 52 delle ChLA Queste carte sono costituite in larga parte da vendite o donazioni ma non mancano testi di natura piugrave uffi ciale come un paio di praecepta concessionis principeschi (carte 24 e 34) e una notitia iudicati (carta 29)
13 Abbiamo escluso dal corpus tutte le occorrenze delle espressioni qui supra e que supra (sulle quali si veda quanto abbiamo osservato nel paragrafo 31)
14 Si tratta delle carte 13 19 e 22 del volume 52 delle ChLA15 Si tratta della carta 6 del volume 52 delle ChLA16 Allrsquointerno dello stesso periodo il nome terra viene dunque ripreso da pronomi in principio
appartenenti a due generi diversi Ma sulle peculiaritagrave delle riprese pronominali di questo sostantivo si vedano le rifl essioni che abbiamo svolto nel paragrafo precedente
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82
troviamo unrsquoattestazione dellrsquoespressione qui supra (che come abbiamo sottolineato
nella nota 13 non abbiamo incluso nello spoglio) e unrsquooccorrenza del pronome cot Il
nome testa ripreso da questrsquoultimo non egrave perograve facilmente individuabile ed egrave probabil-
mente rappresentato da un elemento soggiacente e non espresso formalmente il cui
signifi cato dovrebbe essere lsquoterrarsquo o lsquoproprietagraversquo (lrsquoelemento fi ne nellrsquoespressione fi ne tua dovrebbe far riferimento proprio ai confi ni di questa terra) I pronomi relativi che
compaiono nella donazione rogata da Ioanne presentano dunque caratteristiche (di
tipo sintattico morfologico o testuale) interessanti che mettono chiaramente in luce
alcune delle peculiaritagrave del latino delle carte oggetto di questo studio
Allrsquoestremo opposto dei casi che abbiamo appena discusso si situano le produzioni
del notaio Dausdedi uno degli scriventi piugrave sofi sticati dal punto di vista linguistico tra
quelli indagati in questo studio Abbiamo giagrave avuto modo di soffermarci altrove sul
livello generale della lingua di Dausdedi17 in questa sede ci limiteremo a sottoline-
are alcune caratteristiche dellrsquouso dei pronomi relativi nelle carte prodotte da questo
notaio In primo luogo dal punto di vista quantitativo nelle 5 carte indagate18 compa-
iono 21 pronomi relativi (esclusi come sempre quelli facenti parte delle espressioni
qui supra e que supra) di cui 16 correttamente accordati al proprio nome testa e fl essi
nel caso corrispondente alla propria funzione sintattica (si tratta dunque del 762
dei casi) Le cinque occasioni in cui si riscontra un accordo non canonico sono per
altro tutte caratterizzate dalla presenza degli stessi due nomi testa in due casi si tratta
di ecclesia (ripreso sempre da quod)19 e in tre di res (ripreso in due casi da qui ed in
uno da quod)20 Interessante in particolar modo risulta un documento in cui lo stesso
sintagma ipsa res viene ripreso ad un rigo di distanza prima da qui e poi da quod
(22) Ideoque ego Benedictus gastaldeus fi lius Azzoni per anc cartula bindedit tibi Iohanni
presbiteri et abbati fi lio Iohanni ipsa res qui fuit Lupi fi lii Boniperti de loco qui dicit[ur]
Agella ubi Clusuria bocatur Nucerina fi nes quod ego per cartula emtum ab[e]o (ChLA
52 25 4-5)
Al di lagrave di questo esempio (in cui non egrave da escludere che la differente ripresa
dello stesso referente sia stata favorita anche dalla distanza che separa il secondo
pronome dal primo e dal nome testa) probabilmente non egrave necessario soffermarsi
sulle peculiaritagrave semantiche del nome res che potrebbero essere alla base di questo
tipo di accordi non canonici Piugrave interessante da questo punto di vista appare il caso
del sostantivo ecclesia il quale in tutte le carte del IX secolo conservate nellrsquoarchivio
cavense viene ripreso da un pronome relativo in 7 occasioni In nessun caso il pro-
17 Si vedano Greco (2012b e 2013)18 Si tratta delle carte 12 24 25 28 e 29 del volume 52 delle ChLA19 Si tratta per altro delle sole due occasioni in cui nelle carte vergate da Dausdedi il nome
ecclesia viene ripreso da un pronome relativo Questo sostantivo egrave dunque sempre ripreso da quod nei documenti di questo notaio
20 Si tratta dei tre soli casi in cui nelle carte vergate da Dausdedi il nome res viene ripreso da un pronome relativo Questo sostantivo non egrave dunque mai ripreso da pronomi relativi femminili nei documenti di questo notaio
GRECO
83
nome egrave correttamente accordato In 3 occasioni il sostantivo egrave ripreso da qui in 2 da
quod in una da quem ed in unrsquoaltra da quas Come si vede solo in un caso lrsquoelemento
ecclesia egrave ripreso da un pronome femminile anche se lrsquoaccordo risulta comunque non
canonico poicheacute il pronome egrave formalmente plurale a fronte di un nome testa singolare
(tanto dal punto di vista formale quanto da quello della referenza)
Risulta dunque evidente che anche i (pochi) casi di accordo non canonico tra pro-
forma e nome testa che si riscontrano nelle carte prodotte da Dausdedi sono relativi
a situazioni peculiari in cui il sostantivo da cui dipende la frase relativa o presenta
caratteristiche non comuni dal punto di vista sintattico e semantico (egrave il caso di res) oppure non si ritrova mai ripreso da un pronome accordato in maniera canonica in
tutti i testi del IX secolo conservati a Cava dersquo Tirreni (egrave il caso di ecclesia)
5 Conclusioni
In questo contributo abbiamo proposto una rifl essione sulle caratteristiche morfo-
sintattiche dei pronomi relativi in un corpus di documenti notarili latini costituito da
tutte le carte originali del IX secolo conservate nellrsquoArchivio della Badia della SSma
Trinitagrave di Cava dersquo Tirreni Abbiamo in particolar modo cercato di stabilire se le rea-
lizzazioni piugrave o meno canoniche (ovvero piugrave o meno aderenti alle norme latine) dei
pronomi relativi in termini di accordo morfologico con il nome testa e di relazione tra
forma del pronome relativo e sua funzione sintattica possano rappresentare degli stru-
menti per lrsquoanalisi del dislivello stilistico tra le diverse carte prese in esame
La nostra analisi ha messo in evidenza la netta preponderanza delle forme nomi-
nativali e accusativali dei pronomi (e segnatamente di qui que quod e quem) rispetto
a quelle di tipo obliquo (ad eccezione di quibus che compare soprattutto nellrsquoespres-
sione di ripresa ldquoad ampio spettrordquo de quibus) Il fatto che queste ultime compaiano
quasi esclusivamente nei documenti prodotti da quei notai che in base a caratteristi-
che sia extralinguistiche sia propriamente linguistiche possiamo considerare come
piugrave importanti e dotati di abilitagrave scrittorie piugrave sofi sticate ci ha spinto a ritenere che
lrsquoipotesi di partenza fosse fondata e che effettivamente le differenti caratteristiche
dellrsquouso dei pronomi relativi nel nostro corpus possano costituire degli elementi utili
nella valutazione del dislivello stilistico tra i vari documenti
Allo scopo di fornire ulteriori indicazioni in questo senso abbiamo inoltre inda-
gato in maniera piugrave dettagliata una ventina di carte prodotte nellrsquoultimo quindicennio
del IX secolo evidenziando che effettivamente la percentuale di accordi ldquocanonicirdquo
tra pronome relativo e nome testa risulta sensibile alle caratteristiche sociolinguisti-
che dello scrivente un notaio piugrave importante come Dausdedi (il quale presta ser-
vizio presso la corte e utilizza una grafi a piugrave innovativa) presenta una percentuale
di accordi canonici piugrave elevata della media e molto piugrave elevata rispetto ad esem-
pio a quella che si riscontra in tre carte vergate dal notaio Adelmari (notaio attivo a
Nocera) Inoltre abbiamo mostrato che anche i pochi casi di accordo non canonico
che si ritrovano nei testi di Dausdedi sono tutti relativi a due nomi testa res e ecclesia
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84
che per motivi diversi presentano numerose peculiaritagrave che li differenziano dalla
maggior parte degli altri sostantivi
Evidentemente al di lagrave degli obiettivi di questo lavoro molte altre questioni
restano aperte in particolar modo per quanto riguarda le condizioni che possono
favorire accordi non canonici tra il pronome relativo e il suo nome testa (si pensi al
grado di animatezza o di agentivitagrave di questrsquoultimo) e drsquoaltronde in questo contributo
abbiamo presentato solo i primi risultati di una piugrave ampia indagine in corso sulle
caratteristiche della subordinazione relativa a verbo fi nito in questi documenti
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participio nel Codex Diplomaticus Cavensisraquo in Cascione et al 2013 865-895
87
Lrsquoespressione della direzione del moto dal latino classico
allrsquoitaliano antico1
1 Introduzione
Nella classifi cazione tipologica di Talmy (2000) le lingue romanze si differenziano
dalla maggior parte delle lingue indoeuropee per il modo in cui codifi cano gli eventi
di moto Queste sono infatti classifi cate nel tipo lsquoverb-framedrsquo (VF) a differenza del
latino o delle lingue germaniche considerate lingue lsquosatellite-framedrsquo (SF)
I due tipi di lingue si distinguono fondamentalmente per il diverso locus lessicale
in cui codifi cano le principali componenti semantiche di un evento di moto nelle
lingue SF la direzione egrave espressa tramite satelliti cioegrave elementi associati al verbo (es
prefi ssi particelle avverbi) mentre il signifi cato lessicale del verbo tende a espri-
mere la maniera del moto invece le lingue VF esprimono di preferenza la direzione
nella radice verbale mentre la maniera egrave spesso data per sottintesa ed egrave espressa se
necessario in componenti aggiunti (es forme non fi nite del verbo complementi pre-
posizionali)
La diversa strategia di lessicalizzazione degli eventi di moto era giagrave stata messa
in evidenza da Tesniegravere (1959) ed esemplifi cata attraverso il confronto della frase in
tedesco riprodotta in (1a) con la corrispettiva frase in francese in (1b) da cui si puograve
notare come il verbo in francese esprima la direzione mentre in tedesco la maniera
del moto
(1a) Anton schwimmt uumlber den Fluss
(1b) Antoine traverse le fl euve en nageant
Le stesse relazioni asimmetriche si possono cogliere da una parte nella frase latina
riportata in (2a) e dallrsquoaltra nelle traduzioni in francese (2b) e in italiano (2c)
(2a) perpauci [hellip] [fl umen] tranare contenderunt (Caes Gall 1 53)
(2b) lsquoquelques-uns [hellip] essayegraverent de passer le fl euve agrave la nagersquo
(2c) lsquopochissimi [hellip] cercarono di attraversare il fi ume a nuotorsquo
1 Questo lavoro egrave frutto della stretta collaborazione tra gli autori sono tuttavia attribuibili a Claudio Iacobini i paragrafi 1 e 5 a Luisa Corona i paragrafi 2 3 4 Siamo felici di ringraziare Lene Schoslashsler Anna Maria Thornton Wolfang U Dressler Michegravele Fruyt e Gerd Haverling per i preziosi suggerimenti e commenti
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La proposta di Talmy ha sollecitato un gran numero di lavori descrittivi e di
rifl essioni teoriche sulle caratteristiche le cause e le conseguenze di tale distinzione
tipologica e sulla sua sistematicitagrave e coerenza cfr Matsumoto (2003) Slobin (2004)
Questa classifi cazione infatti da un lato permette di individuare interessanti distin-
zioni a livello macro-tipologico dallrsquoaltro tende a oscurare importanti fenomeni di
variazione (che riguardano ad esempio la correlazione fra le strategie di lessicalizza-
zione preferite in relazione ai diversi tipi di eventi di moto) rispetto a quanto atteso in
ciascuna delle due macro-classi che emergono a un livello di analisi piugrave di dettaglio
Un interessante fi lone di ricerca si egrave recentemente concentrato sui fenomeni di
variazione allrsquointerno e fra le due macro-classi in prospettiva sincronica cfr Beavers
et al (2010) Croft et al (2010) Fortis et al (2011) Meno indagati sono le possibili
cause e i fenomeni linguistici implicati nel passaggio da un tipo a un altro in prospet-
tiva diacronica cfr Iacobini Fagard (2011)
La ricca tradizione di documenti e testi in latino e nelle varietagrave romanze costi-
tuisce un ideale campo drsquoindagine per ricerche sui fenomeni implicati nel passaggio
dalla strategia SF verso quella VF
In studi recenti - Stolova (2015) Iacobini (2009) Kopecka (in stampa) - sono stati
messi in luce alcuni fenomeni linguistici che sono piugrave direttamente implicati nel cam-
bio di strategia di codifi ca della direzione nel passaggio dal latino alle lingue romanze
Li ricordiamo schematicamente di seguito
(i) Impoverimento della prefi ssazione verbale
(ii) Formazione di nuovi tipi di verbi che incorporano la direzione nella radice a partire
da nomi aggettivi o preposizioni Lat montare da mons montis lsquomontagna montersquo gt
Fr monter It montare Cat muntar Occ montar Reto-R muntar lsquosalire ascenderersquo
Lat altiare da altus lsquoaltorsquo gt Fr hausser It alzare Sard artziai arziare lsquoalzarersquo Lat
abantiare da abante lsquoavanti davantirsquo gt Port Cat avanccedilar Sp avanzar Fr avancer It
avanzare lsquoavanzare andare avantirsquo
(iii) Lessicalizzazione di verbi originariamente prefi ssati percepiti come monomorfemici
Lat ex-ire lsquouscirersquo gt Sp ant exir Cat eixir ant Fr eissir It uscire Rom a ieși Sard
bessiri bessire
(iv) Riduzione nel numero e nellrsquouso dei verbi di maniera reinterpretati come verbi
direzionali o verbi generici di moto Lat ambulare lsquocamminare passeggiarersquo gt Fr aller Friulano lacirc lsquoandarersquo
(v) Progressiva perdita della distinzione fra signifi cati stativi e direzionali nei sintagmi
preposizionali
(vi) Passaggio allrsquoordine basico romanzo VO testa modifi catore
Non egrave perograve ancora disponibile una rassegna esaustiva delle strategie di codifi ca
della direzione in latino classico e del loro impiego effettivo Alcune indicazioni si
possono trarre da Baldi (2006) Brucale Iacobini Mocciaro (2011) Moussy (2011)
Questa lacuna non permette neacute di valutare appieno la rilevanza dei fenomeni
descritti in latino tardo neacute di misurare correttamente la distanza tipologica fra le lin-
gue romanze e il latino classico per quanto riguarda le strategie di codifi ca del moto
IACOBINI CORONA
89
Nonostante alcuni studi esplorativi - cfr Schoslashsler (2008) Burnett Tremblay (2012)
Iacobini (2012 in stampa) - non abbiamo neanche una chiara visione dellrsquoevoluzione
della codifi ca del moto nella storia delle lingue romanze
In questo lavoro intendiamo presentare alcuni risultati preliminari di un piugrave ampio
progetto (in parte coincidente in parte coincidente con i risultati presentati in Corona
(2015) IacobiniCorona (2015) Iacobini et al (2015) riguardante lrsquoespressione degli
eventi di moto in latino classico e nelle lingue romanze in particolare in questa sede
presentiamo un inventario delle strategie di codifi ca del moto in latino classico per
verifi care la loro aderenza al modello tipologico SF e seguire i cambiamenti diacronici
nel periodo di formazione della lingua italiana
2 Corpus e metodo di analisi
I precedenti studi dedicati alla codifi ca del moto in latino si sono concentrati prin-
cipalmente sulle opere del periodo arcaico o sul latino volgare La scelta di studiare
il latino classico egrave dunque dovuta da un lato alla necessitagrave di colmare una lacuna in
un asse ideale di descrizione diacronica nello studio del passaggio dal tipo lessicale
SF a quello VF dallrsquoaltro dalla necessitagrave di studiare i fenomeni connessi alla codifi ca
del moto in una fase della lingua in cui questa si approssima quanto piugrave possibile alle
caratteristiche attribuite alle varietagrave standard Il latino delle opere di epoca classica
egrave infatti la varietagrave usata dal ceto medio-alto con connotati sovraregionali con un
certo grado di invarianza codifi cata in un corpus di opere di riferimento
Le opere analizzate nella nostra ricerca sono le Metamorfosi di Ovidio e La guerra gallica di Cesare (lrsquoedizione utilizzata egrave quella contenuta nel corpus Packard Huma-
nities Institute 5) Da queste sono stati estratti tutti i contesti che descrivono eventi di
dislocazione spaziale cioegrave movimenti reali di unrsquoentitagrave da un luogo fi sico a un altro
I testi di confronto italiani per le Metamorfosi sono volgarizzamenti e traduzioni
distinti secondo la periodizzazione della lingua italiana in cinque stadi cronologici2
elaborata da Paolo DrsquoAchille e adottata per la scansione temporale del corpus MIDIA
(Morfologia dellrsquoitaliano in diacronia ltwwwcorpusmidiaunitoitgt) Tale periodizza-
zione egrave basata su date salienti della storia linguistica letteraria e culturale dellrsquoItalia
la cui rilevanza ha avuto rifl essi signifi cativi anche sulle strutture della lingua italiana
In questo contributo forniremo i risultati dellrsquoanalisi del primo libro delle Metamor-fosi di Ovidio comparato con il primo libro del volgarizzamento di Arrigo Simintendi
da Prato prodotto prima del 1333 (la versione utilizzata egrave tratta dal corpus DiVo)
Per la descrizione della codifi ca del moto in latino e in italiano abbiamo elaborato
2 Per La guerra gallica di Cesare abbiamo scelto di confrontare due traduzioni in italiano contemporaneo - stadio successivo allrsquoultimo della periodizzazione in cinque fasi adottata - che si differenziano per il livello di formalitagrave la traduzione di tipo fi lologico-letterario di Adriano Pennacini nellrsquoedizione Einaudi e una gratuitamente scaricabile da internet sul sito wwwskuolanet rivolta a studenti di scuole medie superiori che si caratterizza per scelte lessicali adeguate a una varietagrave standard con un basso grado di formalitagrave
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una griglia di analisi che si rifagrave al modello di tipologia delle costruzioni proposto da
Fortis Vittrant (2011 71-98) che ispirandosi in particolare alla tipologia canonica proposta da Corbett (2005) e ai lavori sugli eventi di moto in ottica costruzionista
come quello di Croft et al (2011) elaborano un quadro esaustivo delle costruzioni che
possono essere impiegate nellrsquoespressione della direzione
La griglia di analisi prende in considerazione le seguenti caratteristiche
(i) semantica delle radici verbali (tramite la distinzione tra verbi di direzione venio profi ciscor verbi di maniera fl uo navigo verbi di moto causato duco mitto)
(ii) semantica e distribuzione dei prefi ssi
(iii) ruolo e distribuzione dei sintagmi preposizionali nellrsquoespressione del signifi cato dire-
zionale
(iv) ruolo dei casi nella codifi ca delle componenti salienti nellrsquoespressione del moto (es
origine e meta)
(v) distribuzione allrsquointerno dellrsquoenunciato della codifi ca delle informazioni spaziali
3 La codifi ca della direzione in latino
Per individuare le strategie di codifi ca della direzione impiegate in latino classico
sono state consultate innanzitutto le sezioni dedicate allrsquoespressione del moto e delle
relazioni spaziali delle principali opere grammaticali di riferimento Le grammatiche
sono state uno strumento analitico di partenza che ci ha permesso di stilare un primo
inventario delle strategie linguistiche impiegate dal latino classico per esprimere la
direzione Lo spoglio del corpus ha permesso di integrare lrsquoinventario fornito dalle
grammatiche con altri tipi di costruzioni disponibili in latino per descrivere eventi di
moto e di valutarne la frequenza nei testi
31 Tipi di costruzioni per esprimere direzione in latino
Nella Tabella 1 sono riportati schematicamente i principali tipi di costruzione
usati in latino nellrsquoespressione degli eventi di moto specifi cando i diversi elementi
della frase che concorrono alla codifi ca della direzione e riportandone alcuni esempi
tratti dalle Metamorfosi e da La guerra gallica Lrsquoanalisi quantitativa dei dati estratti
dalle due opere in esame permetteragrave di verifi care quali fra le costruzioni disponibili
sono maggiormente impiegate in latino per codifi care il moto
IACOBINI CORONA
91
Tabella 1 Costruzioni impiegate in latino per codifi care la direzione rilevate nel corpus
Tipo Pref Verbo Avv Prep Caso Es
Dir Man
I [retto da Pref]
(3) summo delabor Olympo (Ov 1 213)
II [retto da Pref
e Prep]
(4) ab imo effusus Pindo (Ov 1 569)
III [retto da Pref]
(5) adeunt pariter Cephisi-das undas (Ov 1 369)
IV [retto da Pref
e Prep]
(6) suis ex fi nibus educunt (Caes 4 1 4)
V (7) hostes undique circum-venti (Caes 3 26 5)
VI
VII [retto da Prep]
(8) [fl umina] sub terras Stygio labentia luco (Ov
1 189)
VIII [retto da Prep]
(9) sed itum est in viscera terrae (Ov 1 138)
(10) omnem senatum ad se convenire (Caes 2 5 1)
IX [trans]
[accusativo]
(11) Scythiam septemque triones horrifer invasit Boreas (Ov 1 64-65)
X (12) signa dedi venisse deum (Ov 1 220)
XI (13) territus ipse fugit (Ov
1 232)
XII (14) ubi eo ventum est (Caes 1 43 4)
XIII
XIV [retto da Prep]
(15) ex loco superiore in ipsis fl uminis ripis proe-liabantur (Caes 2 23 4)
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92
Nella Tabella 1 la colonna dedicata al verbo egrave ulteriormente suddivisa lrsquoindica-
zione sintattica egrave infatti integrata con lrsquoelemento semantico espresso dalla radice ver-
bale distinguendo le costruzioni in cui il verbo esprime direzione da quelle in cui il
verbo esprime maniera Va osservato che nella classifi cazione semantica delle radici
verbali non egrave sempre possibile tenere rigidamente distinte le componenti semantiche
di direzione e maniera Ad esempio il verbo cado veicola sia la componente seman-
tica direzionale - indicando un moto discendente - sia la maniera - descrivendo un
moto privo di controllo da parte della fi gura3
Analizziamo ora i principali tipi di costruzione che esprimono direzione in latino
Nei tipi I-VI la direzione egrave espressa nel prefi sso Nel tipo I il prefi sso egrave legato ad
una radice verbale che indica maniera lrsquoorigine eo la meta del moto sono codifi cate
invece nellrsquoadnominale rappresentato da un caso semplice retto dal prefi sso Anche
nel tipo II il prefi sso egrave legato a un verbo di maniera ma la semantica del prefi sso egrave
ldquorinforzatardquo dalla preposizione che regge il caso che codifi ca origine o meta Nei tipi
III e IV abbiamo lo stesso tipo di costruzione a variare egrave la semantica del verbo
che non codifi ca maniera ma direzione (nel caso di venio) movimento generico (nel
caso di eo) o movimento causato (nel caso di mitto) Nei tipi II e IV la preposizione
che regge il caso puograve coincidere con il prefi sso come nellrsquoesempio (6) o non coinci-
dere come nellrsquoesempio (4) quando prefi sso e preposizione non coincidono tendono
comunque a codifi care la stessa porzione di traiettoria (o origine o meta) Nel tipo
V la direzione egrave codifi cata contemporaneamente da prefi sso legato a un verbo di
direzione e da un avverbio non abbiamo ancora trovato nel corpus esempi del tipo
VI in cui la direzione egrave codifi cata da un avverbio e da un prefi sso legato a un verbo
di maniera
Nei tipi VII-VIII la codifi ca della direzione non avviene sul prefi sso i verbi sono
infatti verbi di maniera (nel tipo VII) o direzionali (nel tipo VIII) non prefi ssati
oppure prefi ssati ma in cui il prefi sso non ha (o ha perso) valore spaziale cfr (10)
Il tipo IX impiega verbi direzionali transitivi o transitivizzati dal prefi sso in cui la
direzione egrave espressa dal verbo che regge lrsquoaccusativo che codifi ca la meta
Nei tipi X e XI la codifi ca della direzione avviene tramite il solo verbo rispettiva-
mente di direzione o di maniera
Nel tipo XII la direzione viene codifi cata oltre che dal verbo da un avverbio
di luogo Il tipo XIII prevede la stessa costruzione ma con verbo di maniera (non
abbiamo ancora trovato esempi di questo tipo)
Nel tipo XIV il verbo non egrave di per seacute un verbo di moto ma egrave costruito con sintagmi
3 Alcuni approcci teorici (cfr Rappaport Hovav Levin (2010)) negano la possibilitagrave che nel verbo vengano codifi cate piugrave di due componenti semantiche In realtagrave esistono radici verbali di moto che possono esprimere contemporaneamente sia direzione che maniera (ad es curro se costruito con sintagmi che indicano Meta come in usque sub Orchomenon Psophidaque Cyllenenque Maenaliosque sinus gelidumque Erymanthon et Elin currere sustinui (Ov 5 607-609) o altre componenti semantiche come la fi gura (es stillo lsquogocciolarersquo)
IACOBINI CORONA
93
preposizionali che descrivono una traiettoria e inducono unrsquointerpretazione dellrsquoe-
vento come un evento di moto
Fra le costruzioni descritte solo I e II corrispondono appieno alle caratteristiche
di una lingua SF i tipi III-VI sono riconducibili al tipo SF grazie allrsquouso dei prefi ssi
direzionali ma la radice verbale non esprime maniera I tipi VIII-X sono ricondu-
cibili al tipo VF dal momento che la direzione egrave espressa dal verbo Gli altri tipi di
costruzione non sono direttamente assegnabili a uno dei due tipi
Andando ad integrare le indicazioni sul tipo di costruzioni impiegate in latino con
quella sulla frequenza dei tipi nel corpus ricavate dallrsquoanalisi dei dati tratti dal I libro
delle Metamorfosi si nota che le costruzioni che rispettano tutte le caratteristiche del
tipo SF sono molto poco frequenti Su 80 contesti in cui sono descritti eventi di moto
abbiamo solo 9 occorrenze dei tipi I e II Ne riportiamo alcuni esempi in (16) (17)
(18) in aggiunta a quelli indicati nella Tabella 1 in (2) e (3)
(16) madidis Notus evolat alis (Ov 1 264)
(17) vires effundite vestras (Ov 1 278)
(18) emicat [hellip] Phaethon (Ov 1 776)
32 Verbi di moto e sintagmi preposizionali in latino
Secondo Slobin (2004) le lingue di tipo SF hanno una alta numerositagrave e frequenza
di verbi di maniera In latino questa correlazione egrave disattesa la maniera egrave infatti una
componente semantica poco espressa non solo nella radice verbale ma anche in altri
elementi della frase
Nella Tabella 2 possiamo osservare come nel primo libro delle Metamorfosi degli 80 contesti selezionati che descrivono eventi di moto - di cui 70 costruiti con un
verbo - solo 19 (27 circa) sono costruiti con verbi di maniera e solo 9 di questi verbi
di maniera sono verbi prefi ssati 51 eventi di moto sono costruiti con verbi direzionali
(di cui 31 prefi ssati e 20 non prefi ssati)
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Tabella 2 Tipi e occorrenze di verbi di moto nel primo libro delle Metamorfosi
OccorrenzeV Maniera V Maniera Pref V Direzione V Direzione Pref
10 9 20 31
Tipi 9 7 13 23
curro fl uo fugio labor navigo no propero ruo stillo
delabor disicio effundo emico evolo inrumpo insulto
cado eo fl ecto intro loco lustro mitto moveo rapio surgo veho venio volvo
adeo admoveo concutio convenio decido demitto descendo desero discedo emitto exeo ingredior invado pervenio procumbo pro-deo recedo redeo relinquo removeo subeo subsido transeo
La percentuale dei verbi di maniera ne La guerra gallica egrave ancora piugrave bassa supera
di poco il 10
Analizzando ulteriormente i dati sulle costruzioni riportati nella Tabella 1 pos-
siamo osservare che lrsquoespressione delle componenti semantiche di origine e meta
viene realizzata in latino tramite caso assoluto o caso retto da preposizione Nel
primo libro delle Metamorfosi la codifi ca sul caso assoluto egrave piugrave frequente Abbiamo
infatti 20 occorrenze di casi assoluti cfr (19) e (20) e 12 di casi retti da preposizione
cfr (21) e (22)
(19) inhospita tecta tyranni ingredior (Ov 1 218-219]
(20) nemora avia lustrat (Ov 1 479)
(21) fl uminaque [hellip] quae [hellip] in mare perveniunt (Ov 1 41)
(22) in liquidas pinus descenderat undas (Ov 1 61)
Ne La guerra gallica invece la traiettoria egrave piugrave frequentemente descritta con sin-
tagmi preposizionali
In generale lrsquouso dei sintagmi preposizionali appare giagrave molto diffuso nel latino
classico infatti lrsquoaccusativo egrave impiegato per codifi care la meta solo in usi cristallizzati
(come nei nomi di cittagrave o di piccola isola e in pochi altri casi) o con verbi transitivi e
lrsquoablativo ha una gamma di signifi cati molto piugrave vasta di quello di allontanamento da
un punto di riferimento
La porzione di traiettoria piugrave tipicamente codifi cata in latino egrave la meta mentre lrsquoo-
rigine tende a essere specifi cata meno di frequente nel primo libro delle Metamorfosi la meta viene espressa in 40 eventi di moto lrsquoorigine in 12
IACOBINI CORONA
95
33 Lrsquoespressione della maniera in latino
In latino dunque esistono giagrave costruzioni che possono essere ricondotte al tipo
VF costruite cioegrave con un verbo direzionale (23) o con un verbo di moto generico (24)
(23) iussit [hellip] lapidosos surgere montes (Ov 1 44)
(24) fl umina iam lactis iam fl umina nectaris ibant (Ov 1 111)
Lrsquoesempio (24) permette di fare alcune osservazioni aggiuntive sullrsquoespressione
della maniera in latino Nonostante il latino disponga infatti di una risorsa lessicale
specifi ca per descrivere la maniera di movimento dei corsi drsquoacqua (fl uo) in diversi
contesti lo scorrere di un fi ume egrave descritto con il verbo direzionale eo Si tratta di
un comportamento tipicamente attribuito alle lingue VF in cui la maniera viene
espressa solo quando non egrave facilmente inferibile dal contesto
Occorre inoltre notare come osservato anche da Brucale (2011) che in latino i
verbi considerati di maniera tendono a perdere questa componente semantica se pre-
fi ssati Ad esempio il verbo gradior esprime di norma il camminare a piedi in oppo-
sizione ad altre forme di locomozione Il passo in (25) esemplifi ca questa accezione
mettendo in opposizione il camminare sulle zampe con lo strisciare il volare e il
nuotare
(25) alia animalia gradiendo alia serpendo alia volando alia nando (Cic nat 2 122)
Negli esempi da (26) a (28) osservati allinterno dellintero corpus Packard Huma-
nities Institute (versione PHI 5) si puograve invece notare la perdita della componente di
maniera nei verbi prefi ssati in (26) infatti il soggetto logico di progredi egrave equites la
cavalleria che non avanza a piedi in (27) la maniera egrave (ri)codifi cata nella frase con
lrsquoablativo strumentale pedibus in (28) la maniera codifi cata dallrsquoaggiunto tanta atque ita instructa nave lascia intuire che la componente semantica del lsquocamminare a piedirsquo
sia ormai irrilevante a favore di un piugrave generico valore di moto
(26) equitesque in ulteriorem portum progredi [hellip] iussit (Caes 4 23 1)
(27) cum ingressus iter pedibus sit in equum omnino non ascendere (Cic sen 34)
(28) [M Tullium] tanta atque ita instructa nave hoc mare ingressus (Quint inst 12 proem 4)
4 La codifi ca della direzione nel passaggio allrsquoitaliano
I dati sullrsquoitaliano delle origini sono estratti dal volgarizzamento delle Metamor-fosi di Arrigo Simintendi Come si puograve osservare nella Tabella 3 il volgarizzamento
trecentesco usa un numero maggiore di verbi direzionali (57 occorrenze 29 tipi)
rispetto ai verbi di maniera (12 occorrenze 9 tipi)
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Tabella 3 Tipi e occorrenze di verbi di moto nel volgarizzamento
delle Metamorfosi di Simintendi
OccorrenzeV Maniera V Direzione
12 57
Tipi 9 29
correre discorrere fug-
gire gocciolare navigare
nuotare ruinare saltare
volare
allogare andare approssimarsi arri-
vare assalire attorneare cacciare
cadere capitare discendere entrare
inginocchiarsi lasciare levarsi
mandare muovere partire passare
portare raccogliersi rimuovere
rizzare seguitare sotterrare tornare
tremare uscire venire volgere
Alcuni verbi attestati dal volgarizzamento (es assalire discorrere) pur essendo
etimologicamente prefi ssati presentano un valore direzionale che non puograve conside-
rarsi codifi cato nel prefi sso
Nel testo di Simintendi vengono anche usati verbi prefi ssati con valore direzio-
nale di formazione moderna es sottentrare in (29) un verbo abbastanza diffuso nelle
scritture volgari cfr Giuliani (in stampa) Questo verbo egrave usato nel volgarizzamento
di Simintendi per tradurre il latino serpunt ma si trova anche come traducente dei
verbi subeo subicio subvenio
(29) e subitamente sono fatti due e sottentrano con congiunto volgimento
Lat et subito duo sunt iunctoque volumine serpunt (Ov 4 600)
Nel volgarizzamento di Simintendi alla forma sottentrare se ne affi anca unrsquoaltra
sotto entrare cfr (30) Nello stesso passo Simintendi traduce supposui con il verbo
sotto porre rendendo con un pattern analitico quello che in latino egrave un verbo giagrave in
parte sintetico (il prefi sso si egrave opacizzato e assimilato alla radice verbale)
(30) io medesimo quando sono sotto entrato nelle caverne della terra e ho sotto posti a
quelle gli miei dossi
Lat idem ego cum subii convexa foramina terrae supposuique ferox imis mea terga cavernis (Ov 6 697-698)
Nelle scritture trecentesche coesistono due tipi di formazione per lrsquoespressione
della direzione Da un lato abbiamo la riproposizione del modello prefi ssale latino
in verbi come sottentrare trasandare dallrsquoaltro emerge un nuovo tipo di costruzione
satellitare con particella postverbale In Simintendi oltre a sottentrare e sotto entrare egrave infatti attestato anche entrare sotto Altri esempi in cui la traduzione di verbi pre-
fi ssati latini con valore direzionale egrave espressa dalla costruzione con verbo e particella
postverbale sono in (31) e (32)
(31) e manda fuori Noto
Lat emittitque Notum (Ov 1 264)
IACOBINI CORONA
97
(32) uscigraveo fuori la battallia
Lat prodit bellum (Ov 1 142)
5 Conclusioni
I dati presentati in questo lavoro permettono sia di valutare meglio i cambiamenti
intercorsi fra latino e italiano sia di contribuire ad una migliore comprensione dei
fenomeni linguistici che sono alla base del cambiamento tipologico nella espressione
degli eventi di moto
Uno studio della codifi ca degli eventi di moto in ottica costruzionista permette di
fornire un inventario esaustivo delle strategie impiegate da una lingua per esprimere
la direzione di osservare il ruolo svolto dagli altri elementi della frase oltre al verbo
e di integrare la tassonomia delle costruzioni con indicazioni di natura quantitativa
sul loro impiego effettivo
Questo tipo di analisi consente di misurare non solo gli elementi di variazione ma
anche gli elementi di continuitagrave come ad esempio la presenza di espressioni di tipo
VF in latino la diffusione - sempre crescente - di sintagmi preposizionali lrsquoemergere
di costruzioni con particella postverbale in italiano di cui si trovano tracce giagrave nel
latino
Sebbene i risultati siano tratti da un campione ristretto riteniamo che indichino
una chiara tendenza che le nostre indagini in corso confermano come rappresenta-
tiva dellrsquointero testo delle opere analizzate e che possono essere sintetizzate nello
schema seguente
Latino Classico
(a) La codifi ca della direzione in base a quanto atteso in lingue del tipo SF (direzione codi-
fi cata dal prefi sso premesso a una radice verbale che codifi ca la maniera) egrave molto poco
frequente
(i) la direzione tende a essere espressa nella radice verbale I verbi piugrave numerosi e piugrave
frequenti sono infatti i verbi direzionali prefi ssati e non
(ii) la maniera egrave molto poco espressa in latino e alcuni verbi che etimologicamente esprimono
maniera perdono questa componente semantica se prefi ssati
(b) La codifi ca satellitare della direzione tramite prefi sso tende ad essere rinforzata da altri
elementi della frase in particolare dalla preposizione che regge il caso le componenti
semantiche di Origine e Meta vengono generalmente espresse in latino con sintagmi
preposizionali che rinforzano la direzione codifi cata dal prefi sso
(c) La porzione di traiettoria generalmente codifi cata in latino egrave la Meta LrsquoOrigine tende a
essere espressa qualora non sia inferibile
(d) La direzione puograve essere codifi cata anche senza lrsquointervento di un verbo di moto
(i) in costruzioni a verbo supporto in cui la direzione egrave codifi cata nel nome (es excur- sionem incursionem facere)
(ii) con uno o piugrave sintagmi che indicano direzione e forzano unrsquointerpretazione dellrsquoevento
come un evento di moto (es ipsi ex silvis raris propugnabant (Caes 5 9 6))
Italiano antico
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98
(a) I verbi piugrave frequenti sono come giagrave in latino quelli che esprimono direzione nella radice
(b) I verbi etimologicamente prefi ssati hanno un basso grado di trasparenza morfotattica e
morfosemantica (es allogare assalire discorrere discendere)
(c) Coesistono due tipi di costruzioni verbali indicanti direzione un tipo che ripropone il
modello prefi ssato latino (es sottentrare sottoporre trasandare) e un altro tipo emergente
in cui il verbo egrave costruito con particella postverbale (es entrare sotto)
Universitagrave di Salerno Claudio IACOBINI
Luisa CORONA
IACOBINI CORONA
99
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101
Osservazioni diacroniche sulle espressioni nominali
discontinue dal latino alle lingue romanze1
1 Introduzione e obiettivi
Questo lavoro considera le espressioni nominali discontinue (drsquoora in avanti
END) cioegrave i cosiddetti iperbati da una prospettiva diacronica interna al latino (I-VI
sec dC) e rispetto alle lingue romanze
Nella letteratura recente sul latino un costituente viene considerato discontinuo
quando il suo ordine lineare viene interrotto da uno o piugrave elementi appartenenti allo
stesso dominio sintattico oppure a uno differente (Oniga (2007 205) Spevak (2010
274sqq) Ledgeway (2012 53sqq)) In questo senso il fenomeno dellrsquoiperbato coinci-
derebbe con una violazione del principio del domain integrity (Dik (1997) Bolkestein
(1998))
La discontinuitagrave rappresenta un fenomeno tipico del latino (Pinkster (2005)
Devine Stephens (2006) Bauer (2009)) che lo distingue rispetto alle lingue romanze
(Vaumlaumlnaumlnen (1963 163)) in cui lrsquoiperbato egrave estremamente limitato
Tradizionalmente (Hale (1983) Jelinek (1984)) la libertagrave dellrsquoordine delle parole
e soprattutto la possibilitagrave di avere ordini discontinui sono considerate prove per
sostenere la ldquonon-confi gurazionalitagraverdquo di alcune lingue la cui caratteristica principale
egrave lrsquoassenza di una differenziazione strutturale tra il soggetto e lrsquooggetto nella frase
In questo contributo saragrave tuttavia proposto che anche gli ordini discontinui possono
essere spiegati alla luce di una struttura sintattica soggiacente a partire dalla quale egrave
possibile derivare gli ordini attestati compresi quelli pragmaticamente marcati Lrsquoi-
potesi proposta si inserisce dunque nel piugrave ampio quadro dellrsquoapproccio sintattico
allo studio dellrsquoordine delle parole in latino che si propone non solo di descrivere
lrsquoordine lineare ma di comprenderlo in termini gerarchici e di ridurre la sua comples-
sitagrave a un sistema coerente di regole generali e predittive (Devine Stephens (2006)
Giusti Oniga (2006) Gianollo (2007) Iovino (2012) Ledgeway (2012))
In questo contributo saranno considerate tutte le END trovate in un corpus costi-
tuito dalla Cena Trimalchionis di Petronio (I dC) dal V libro delle Noctes Atti-cae di Gellio (II dC) e dal III libro delle Historia Francorum di Gregorio di Tours
1 Ringrazio Giuliana Giusti e Renato Oniga per aver seguito la ricerca e per aver letto e com-mentato questo contributo
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102
(VI dC) Lrsquoobiettivo egrave quello di proporre una tipologia delle discontinuitagrave ammesse
individuando dei pattern strutturali che proprio percheacute ricorrenti in testi eteroge-
nei dal punto di vista contenutistico linguistico e cronologico sono ascrivibili alla
struttura della lingua Si vedragrave che egrave possibile individuare i seguenti quattro tipi di
discontinuitagrave tipo zero in cui gli ordini sono linearmente ma non sintatticamente
discontinui in quanto lrsquoelemento che crea lrsquointerruzione egrave il complemento di un sot-
tocostituente del sintagma (sect31) tipo uno in cui un elemento interno a un sintagma
viene estratto dalla sua posizione di base e dislocato in una posizione periferica a sini-
stra (cfr ldquoleft-edge frontingrdquo Ledgeway in stampa) (sect32) tipo due in cui lrsquoordine
egrave interrotto a livello di frase dallrsquoinserimento di un elemento debole che occupa la
seconda posizione della frase (posizione Wackernagel) (sect33) tipo tre in cui lrsquoordine
lineare egrave interrotto a livello di frase dallrsquo ldquoinserimentordquo di un verbo (sect34)
2 Note sul trattamento dellrsquoiperbato nella tradizione e nella linguistica
moderna
Lrsquoiperbato egrave un fenomeno ben noto sin dallrsquoantichitagrave2 Per limitarsi allrsquoambito
latino lrsquoautore della Rhetorica ad Herennium (4 44) ne parla come di una transgres-sio [hellip] quae verborum perturbat ordinem e sulla stessa linea si colloca Quintiliano
(inst 8 6 62-66) che defi nisce lrsquohyperbaton come un fenomeno di verbi transgressio
in base a quanto richiedono la ratio compositionis e il decor del periodo Nel Corpus Grammaticorum Latinorum (CGL) si trovano 32 occorrenze del termine hyperba-ton Ad esempio Carisio fa riferimento al fatto che lrsquoiperbato coincide con unrsquooratio diducta uerbis non suo loco positis (Ars K Barwick (1964sup2 362 15)) mentre Donato
afferma che lrsquohyperbaton est transcensio quaedam uerborum ordinem turbans (Ars
maior L Holtz (1981 670 6)) Dunque in entrambi i casi lrsquoiperbato viene considerato
come una ldquodeviazionerdquo che si puograve comprendere solo se si ipotizza che essa avvenga a
partire da un ordine sentito come naturalis cioegrave ldquonormalerdquo secondo la defi nizione di
Quintiliano (inst 9 4 23)
La letteratura moderna di ambito linguistico3 propone per il latino una distinzione
generale tra un tipo di iperbato dovuto a un elemento interno al sintagma e un tipo
in cui un sintagma viene interrotto da elementi appartenenti a un costituente diverso
Nellrsquoesempio (1) lrsquoordine A-N egrave interrotto dal complemento del nome in genitivo
mentre in (2) il medesimo ordine A-N egrave interrotto dalla preposizione cum entrambi
questi elementi sono interni al sintagma In (3) e in (4) si trovano invece degli esempi
in cui la linearitagrave del costituente egrave interrotta da un elemento esterno al sintagma
come un verbo (3) un SP (4a) un pronome e un verbo (4b) una congiunzione e un
pronome (4c)
2 Cfr Torzi (2000 cap VI 2007 95-102) Hofmann Szantyr (2002 11-19 280-281) e bibliogra-fi a ivi citata
3 Cfr Adams (1971) Kessler (1995) Spevak (2010 cap 6) Ledgeway (2012 53-55)
IOVINO
103
(1) infestam rei publicae pestem (Cic Cat 1 11) (Ledgeway (2012 43))
(2) magno cum dolore (Caes Gall 7153)
(3) nostram [] ridebant invidiam (Petron 14 7) (Ledgeway (2012 44))
(4) a magnae ex fi nitimis civitatibus copiae convenerunt (Caes Gall 7 57 2)
(Spevak (2010 276))
(4) b multa mihi dant solacia (Cic Att 4 18 2) (Spevak (2010 277))
(4) c orationes autem me duas postulas (Cic Att 2 7 1) (Spevak (2010 277))
Sebbene le possibilitagrave combinatorie offerte dal latino siano molteplici e creino un
effetto che si potrebbe defi nire ldquocaleidoscopicordquo il contributo di Bolkestein (2001)
mette in evidenza che non tutti gli ordini possibili sono attestati con la stessa fre-
quenza e che si possono individuare restrizioni che limitano la realizzazione di strut-
ture discontinue
3 Per una tipologia degli iperbati in latino
Questa sezione egrave dedicata allrsquoanalisi quantitativa dei dati trovati nel corpus di rife-
rimento Nelle tabelle seguenti sono riportati tutti gli ordini lineari in cui appaiono le
END in ciascuno degli autori considerati
Tabella 1
Petronio I dC (parole totali 11516)
(a) Modif hellip NN (2) V (9) Cong (3) Avv (2) Gen (1)
Num N Agg (2) Quant N Poss (1)20
(arsquo) Det hellip NN (1) V (1) Pron (1) AP (1)
Det Mod N (1)5
(b) N hellip Modif
V (2) Cong (3) Avv (1) Gen (1) SP (1)
Piugrave elementi (2)
N Agg Agg (1)
11
(brsquo) N Det 0
totale 36
CILPR 2013 ndash SECTION 2
104
Tabella 2
Gellio II dC (parole totali 5915)
(a) Modif hellip NAvv (1) Cong (1) V (1) Gen (4) SP (1)
Modif Modif N Modif (1)9
(arsquo) Det hellip N 0
(b) N hellip ModifSP (1) Gen (5) N (3) Piugrave elementi (1)
N Modif Agg (1)11
(brsquo) N hellip Det 0
totale 20
Tabella 3
Gregorio VI dC (parole totali 7920)
(a)Modif hellip N
Avv (2) Cong (1) V (6) N (1) SP (1)
Pron (2) Gen (7) Piugrave elementi (1)
Agg Agg N (1)
22
(arsquo) Det hellip N Agg (1) Avv (2) 3
(b) N hellip Modif V (2) Pron (1) SP (1) 4
(brsquo) NDet Agg Agg N Det (1) 1
totale 30
Le END sono state suddivise in due gruppi principali Il primo (a) comprende
quelle inizianti con un Modif (Modif hellip N) il secondo (b) quelle inizianti con un
nome (N hellip Modif) Nella colonna centrale sono stati riportati tutti gli elementi che
interrompono lrsquoordine lineare e le rispettive quantitagrave di occorrenza Nella colonna di
destra egrave indicato il totale Si noti anche che si egrave scelto di distinguere nei sottogruppi
IOVINO
105
(arsquo) e (brsquo) i casi in cui il Modif sia un dimostrativo Come egrave stato notato da molti autori
(Giusti (1993) in prospettiva interlinguistica Giusti Oniga (2006) e Iovino (2012) per
il latino) lo status categoriale del dimostrativo egrave analogo a quello degli altri modi-
fi catori nominali Tuttavia egrave opportuno sottolineare che il dimostrativo presenta la
peculiaritagrave di occupare la posizione di specifi catore del DP che coincide con lo strato
piugrave alto della struttura al confi ne con la periferia sinistra nel quale viene assegnato
il caso Alla luce di questo si puograve spiegare il fatto che non sono molti i casi in cui il
Modif coinvolto sia un dimostrativo (986) e soprattutto che sono molto rari i casi in
cui il Dim egrave postN (si trova un solo esempio in Gregorio)
31 Iperbati ldquonon iperbatirdquo
Un primo tipo di alterazione dellrsquoordine lineare riguarda i casi appartenenti al
tipo defi nito ldquozerordquo in cui un nesso Modif-N oppure N-Modif viene interrotto dal
complemento di una delle due categorie In Petronio si trovano 5 casi di questo tipo
appartenenti al gruppo (a) e al gruppo (b) della Tabella 1 In (5) sono riportati due
esempi in cui un complemento in ablativo (5a) e al genitivo partitivo (5b) interrompe
lrsquoordine lineare4
(5) a Composita ergo in gremio Scintillae indecentissimam rubore faciem sudario abscon dit (Petron 67 13)
ldquoRiaggiustatasi allora tra le braccia di Scintilla nascose nel fazzoletto la faccia tanto
piugrave involgarita dal rossorerdquo
(5) b Sequebatur puer cum tabula terebinthina et crystallinis tesseris notavique rem omnium delicatissimam (Petron 33 2)
ldquoLo seguiva un valletto con una scacchiera di terebinto e dadi di cristallo e notai un
particolare estremamente raffi natordquo
In Gellio si trovano 11 casi di questo tipo in cui il genitivo egrave lrsquoelemento responsa-
bile dellrsquointerruzione nella maggior parte dei casi (9 su 11) come mostra il caso ripor-
tato in (6a) Oltre a ciograve si trova anche un SP (6b) o un complemento allrsquoablativo (6c)
(6) a Sed opinor assidua veterum scriptorium tractatione inoleverat linguae illius vox quam in libris saepe offenderat (Gell 5 21 3)5
ldquoMa penso con la trattazione assidua degli scrittori antichi si era sviluppata nella
lingua di quello una forma che spesso aveva incontrato nei librirdquo
(6) b Protagoram virum in studiis doctrinarum egregium cuius nomen Plato libro suo illi incluto inscripsit adulescentem aiunt victus quaerendi gratia in mercedem mis sum (Gell 5 3 1)
ldquoProtagora uomo eccellente negli studi delle discipline il cui nome Platone scrisse su
un suo libro dedicato a lui dicono che da giovane per guadagnarsi da vivere si mise a
salariordquo
4 Oltre allrsquoablativo e al genitivo partitivo si trova anche un complemento al genitivo possessivo al dativo e allrsquoablativo modifi cato da un aggettivo
5 In (6a) la posizione prenominale del genitivo soggettivo egrave attesa sulla base di Giusti Oniga (2006 79-87 2007 85-92)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
106
(6) c Ostendebat ei Antiochus in campo copias ingentis quas bellum facturus comparave-rat convertebatque exercitum insignibus argenteis et aureis fl orentem (Gell 5 5 2)
ldquoAntioco gli mostrava le ingenti truppe nel campo che aveva ammassato per fare la
guerra e faceva volteggiare lrsquoesercito lustro con le insegne drsquoargento e drsquoorordquo
Infi ne in Gregorio si trovano 9 casi Anche in questo autore il genitivo egrave respon-
sabile dellrsquointerruzione nella maggior parte dei casi (89) come si vede in (7a) ma si
trova anche un SP (7b) Si noti che lrsquoesempio in (7c) riguarda unrsquoespressione nominale
complessa percheacute modifi cata da due aggettivi6
(7) a Theudobertum fi lium suum in illis partibus cum valido exercitu ac magno armorum apparatu direxit (Greg Tur Franc 5 3)
ldquoEgli mandograve suo fi glio Teodoberto in quei territori con un nutrito esercito e con un
grande apparato drsquoarmirdquo
(7) b Presbiter enim amicitiam cum beato Gregorio antiquam habebat (Greg Tur Franc 5
15)
ldquoInfatti il presbitero aveva unrsquoantica amicizia con il beato Gregoriordquo
(7) c Tamen adquisitam maximam Hispaniae partem cum magnis spoliis in Galliis redie runt (Greg Tur Franc 3 29)
ldquoPoi conquistata grandissima parte della Spagna tornarono nelle Gallie con ricchi
bottinirdquo
Visti gli esiti nelle lingue romanze in cui la possibilitagrave di realizzare questo tipo
di END egrave pressocheacute nulla percheacute i complementi devono obbligatoriamente seguire la
testa ci si aspetterebbe che in Gregorio il fenomeno dellrsquoiperbato tendesse ad essere
meno frequente Tuttavia questa aspettativa viene disattesa dal momento che i casi
di ldquonon iperbatordquo discussi in questa sezione sono piugrave numerosi di quelli che si trovano
in un autore piugrave antico come Petronio (9 vs 5) Ciograve puograve essere attribuito allo stile di
Gregorio che come osservato in Bonnet (1968 [1890] 716-724) opta per un ordine
delle parole studiato e molto costruito Gregorio tende a porre in evidenza una parola
in ogni frase prediligendo lrsquouso dellrsquoiperbato a cui spesso fa ricorso laquomal agrave propos ou
maladroitementraquo (ibid p 720)
32 Iperbati ldquoa estrazionerdquo
La discontinuitagrave puograve realizzarsi allrsquointerno di un sintagma quando un sottocosti-
tuente viene estratto dalla sua posizione per ragioni pragmatiche e dislocato in una
posizione periferica dove riceve unrsquointerpretazione marcata In Petronio si trovano 5
casi di questo tipo Lrsquoestrazione da una presumibile posizione di base indicata con il
carattere barrato avviene da sintagmi di tipo diverso ma in 4 casi su 5 riguarda un
Modif
(8) Nam cum positus esset ut nos putabamus anser altilis circaque pisces et omnium genera omnium avium inquit Trimalchio (Petron 69 8)
6 Adquisitam egrave un participio in -tus con valore aggettivale Sulle proprietagrave verbali e nominali del participio cfr Pompei (2008) per alcuni dettagli sul participio latino cfr Iovino (2008) e bibliografi a ivi citata
IOVINO
107
ldquoInfatti quando fu servita in tavola almeno cosigrave noi pensavamo unrsquooca di allevamento
e intorno pesci e uccelli di ogni genere (di ogni generi uccello) disse Trdquo
(9) Venit ergo galbino succincta cingillo galbino (Petron 67 4)
ldquoVenne quindi vestita con una cintura giallina (con una giallina vestita cintura)rdquo
(10) Inter haec tres pueri candidas succincti candidas tunicas intraverunt (Petron 60 8)
ldquoFrattanto entrarono tre valletti vestiti con tuniche candide (con candide vestiti
tuniche)rdquo
(11) His repleti his voluptatibus cum conaremur in triclinium intrare exclamavit unus ex pueris qui super hoc offi cium erat positus (Petron 30 5)
ldquoPieni di queste meraviglie (di queste pieni meraviglie) accingendoci ad entrare nel
triclinio uno dei fanciulli che era preposto a questo incarico urlograverdquo
(12) Tandem ergo discubuimus pueris Alexandrinis aquam in manus aquam nivatam infun-
dentibus (Petron 31 3)
ldquoCosigrave fi nalmente ci mettemmo a tavola con i valletti di Alessandria che versavano
acqua ghiacciata sulle manirdquo
In Gellio si trovano 4 casi di iperbati a estrazione In 34 lrsquoelemento estratto dal SN
egrave il nome (13) mentre nel caso restante si ha lrsquoestrazione di un Modif da un SP (14)
(13) Ac se quidem dubitare super ea re dicit posse autem videri putat nonnihil esse rationis in ea opinione quod historia Graece signifi cet rerum cognitionem rerum praesentium
(Gell 5 18 2)
ldquoE egli dice di dubitare in proposito ma ritiene che in questa opinione possa sembrare
che ci sia una qualche giustifi cazione etimologica percheacute historia in greco signifi ca
conoscenza dei fatti attuali (dei fatti conoscenza attuali)rdquo
(14) Nam et augendae rei et minuendae valet sicuti aliae particulae plurimae propter quod accidit ut quaedam vocabula quibus particula ista praeponitur ambigua sint et utroque-versum dicantur veluti ldquovescumrdquo ldquovehemensrdquo et ldquovegranderdquo de quibus alio in alio loco
uberiore tractatu facto admonuimus (Gell 5 12 10)
ldquo[La particella ve] infatti ha valore sia di accrescitivo sia di diminutivo come molte
altre particelle per questo motivo accade che talune parole a cui questa particella viene
prefi ssata siano ambigue e si usino sia in un senso sia nellrsquoaltro come ldquovescusrdquo ldquovehe-
mensrdquo ldquovegranderdquo di cui ci occupiamo in un altro passo (altro in passo) con piugrave ampia
trattazionerdquo
In Gregorio si trovano 3 casi in cui viene estratto un Modif
(15) a Tunc ille his mollitus his sermonibus ait (Greg Tur Franc 3 14)
ldquoAllora lrsquoaltro addolcito da questi discorsi (da questi addolcito discorsi) rispose
(15) b Cumque portae civitatis obseratae essent et unde ingrederetur pervium patulum non haberet incisam Archadius incisam serram unius portae eum civitati intromisit (Greg Tur Franc 3 9)
ldquoE poicheacute le porte della cittagrave erano chiuse neacute vi era quindi alcun passaggio agibile da
cui entrare Arcadio fatta spaccare la serratura (fatta spaccare Arcadio la serratura)
di una porta lo fece entrare [Childeberto] in cittagraverdquo
(15) c Vellim si placet parumper conferre quae christianis beatam confi tentibus beatam
Trinitatem prospera successerint (Greg Tur Franc 3 incipit)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
108
ldquoVorrei se pare opportuno discorrere per un momento delle vicende fortunate che
accaddero ai cristiani che credevano nella beata Trinitagrave (nella beata che credevano
Trinitagrave)rdquo
Negli esempi discussi sembra possibile individuare sia la (presumibile) posizione
di partenza dellrsquoelemento estratto sia quella di arrivo alla sinistra dove viene dislocato
per motivi di struttura dellrsquoinformazione (LP left periphery Giusti Iovino in press)
Tale posizione non egrave ammessa in italiano e piugrave in generale nelle lingue romanze per-
cheacute in queste ultime le teste funzionali (TD) sono occupate rispettivamente dagli
ausiliari (o dai verbi) e dagli articoli mentre restano vuote in latino come si vede in
(16a) vs (16b)
(16) a [LP
Oslash [TPDP
[TrsquoDrsquo
Xauxdet
[VPNP
VN SX]]] lingue romanze
(16) b [LP
SXtopicfocus
[TPDP
[TrsquoDrsquo
Oslash [VPNP
VN SX]]] latino
La mancata realizzazione delle teste funzionali in latino puograve favorire il movi-
mento e lrsquoestrazione di elementi massimali (Ledgeway (2012))
33 Iperbati dovuti allrsquoinserimento di elementi in posizione Wackernagel
Un tipo di iperbato puograve essere dovuto anche allrsquoinserimento di un elemento in
posizione Wackernagel In questi casi un ordine che potrebbe essere considerato
come di base viene interrotto dalla presenza di un elemento ldquodebolerdquo che tende ad
occupare la seconda posizione della frase (Salvi (2004 cap IV) Devine Stephens
(2006 282-287)) o del colon (Adams (1994)) Negli esempi seguenti il colon egrave delimi-
tato con una barretta verticale |
In Petronio si trovano 12 occorrenze di questo tipo di iperbato Gli elementi deboli
possono essere di vario tipo (avverbi veluti denique ubique quidem congiunzioni
autem enim pronomi) Alcuni esempi sono riportati in (17)
(17) a Flebat et Fortunata fl ebat et Habinnas | tota denique familia | tanquam in funus rogata lamentatione triclinium implevit (Petron 72 1)
ldquoPiangeva anche Fortunata piangeva anche Abinna tutta la famiglia quindi come
costretta in un funerale riempigrave di lamenti il tricliniordquo
(17) b Reliquos autem collibertos eius cave contemnas (Petron 38 6)
ldquoMa attento a non prendere sotto gamba gli altri suoi colleghirdquo
(17) c Poteram quidem inquit hoc fericulo esse contentus secundas enim mensas habetis Sed si quid belli habes affer (Petron 68 1)
ldquoCerto disse avrei potuto accontentarmi di questo servizio infatti i piatti nuovi li
avete Ma se hai qualcosa di buono portalordquo
(17) d Sed ut coeperam dicere| ad hanc me fortunam frugalitas mea perduxit (Petron 75 19)
ldquoMa come avevo cominciato a dire a tanta fortuna mi ha condotto la mia parsimoniardquo
(17) e Delectatus hac Trimalchio hilaritate et ipse capaciorem poposcit scyphum quaesi vitque quomodo acceptus esset (Petron 65 8)
ldquoTrimalchione compiaciuto da questa allegria ordinograve anche lui un calice piugrave grande e
chiese (allrsquoaltro) in che modo fosse stato accoltordquo
IOVINO
109
Lrsquoesempio in (17e) egrave interessante in quanto egrave il dimostrativo hac lrsquoelemento debole
che si trova in seconda posizione Non egrave quindi la presenza del N Trimalchio a inter-
rompere lrsquoordine lineare di hac hilaritate come si potrebbe dedurre limitando lrsquoos-
servazione allrsquoordine lineare ma la discontinuitagrave egrave dovuta alla natura sintattica del
dimostrativo che e come tale puograve collocarsi in seconda posizione
Gellio restituisce 2 esempi di iperbati legati alla posizione Wackernagel Gli ele-
menti deboli sono quidem e autem
(18) a Is tamen Protagoras| insincerus quidem philosophus | sed acerrimus sophistarum fuit (Gell 537)
ldquoIn effetti Protagora certamente fu un fi losofo non autentico ma dei sofi sti egli fu il
piugrave acutordquo
(18) b Cum Graecum autem vocabulum sit ldquosoloecismusrdquo an Attici homines qui elegantius locuti sunt usi eo sint quaeri solet (Gell 5203)
ldquoPoicheacute ldquosolecismordquo egrave una parola greca di solito viene chiesto se gli autori attici che
hanno parlato molto elegantemente ne abbiano fatto usordquo
In Gregorio gli esempi sono 9 e gli elementi deboli sono rursum ergo enim un
pronome una forma di is
(19) a Oscarum fl uvium [hellip] qui per portam ingrediens ac sub pontem decurrens | per aliam rursum portam egreditur| (Greg Tur Franc 3 19)
ldquoil fi ume Osche [hellip] che entrando attraverso la porta e scorrendo sotto un ponte esce
poi dallrsquoaltra porta della cittagraverdquo
(19) b Patratam ergo victuriam regionem illam capessunt et in suam redigunt potestatem
(Greg Tur Franc 3 7)
ldquoConseguita quindi la vittoria (i Franchi) occuparono la regione e la misero sotto il
loro potererdquo
(19) c In talibus enim dolis Theudoricus multum callidus erat (Greg Tur Franc 3 7)
ldquoCerto Teodorico era molto astuto in questi ingannirdquo
(19) d Quod videns Theudobertus ex ea reversus est | multa secum expolia ipse vel sui deferentes| (Greg Tur Franc 332)
ldquoTeodeberto vedendo ciograve se ne tornograve indietro da quelle (regioni) portando lui stesso
o i suoi molto bottinordquo
(19) e Cum autem haec Theudorico nuntiatum fuisse iussi inibi sanctum Quintianum constitui et | omnem ei potestatem tradi eclesiae | dicens (Greg Tur Franc 3 2)
ldquoQuando allora fu annunciato il fatto a Teodorico il re ordinograve che in quello stesso
posto fosse reintegrato il santo Quinziano e gli venisse affi dato ogni potere sulla
Chiesa dicendordquo
Per rendere conto di questi esempi si puograve ipotizzare con Salvi (2004 cap IV) che
la struttura della frase principale preveda una posizione disponibile che puograve ospitare
lrsquoelemento debole dopo il primo costituente
(20) [SX [pdeb
hellip [SV ]]]
CILPR 2013 ndash SECTION 2
110
Il primo costituente puograve essere di qualsiasi natura (SP SA SN SP) ma non puograve
essere marcato pragmaticamente Salvi (1994 120) osserva infatti che il dominio di
collocazione delle forme deboli non comprende la periferia
34 Iperbati dovuti allrsquoldquoinserimentordquo di un verbo
Lrsquoultimo tipo di iperbato si realizza anchrsquoesso a livello di frase ma egrave dovuto a un
verbo che interviene a rompere lrsquoordine lineare di un costituente Questo ldquoeffettordquo egrave
dovuto in realtagrave al movimento di una parte del sintagma nominale intorno al verbo
stesso In Petronio si trovano 14 casi di questo tipo alcuni dei quali sono riportati in
(21)
(21) a Interim ego qui privatum habebam secessum in multas cogitationes diductus sum quare aper pilleatus intrasset (Petron 41 1)
ldquoIo frattanto che mi ero ritirato in me stesso mi sono stillato il cervello in molti pen
sieri percheacute mai il cinghiale fosse entrato col berrettordquo
(21) b Et ne has tantum ostenderet divitias dextrum nudavit lacertum armilla aurea cultum et eboreo circulo lamina splendente conexo (Petron 32 4)
ldquoE per non far mostra di quei preziosi soltanto mise a nudo il braccio destro adorno di
unrsquoarmilla drsquooro e di un cerchio drsquoavorio circondato da una lamina splendenterdquo
(21) c Ita tutelam huius loci habeam propitiam ut ego si secundum illum discumberem iam illi balatum clusissem (Petron 57 2)
ldquoChe io abbia la protezione favorevole di questo luogo cosigrave che io se fossi seduto
vicino a lui gli avrei giagrave chiuso la boccardquo
Egrave interessante osservare che in (21b) sebbene da un punto di vista lineare siano
due le parole che interrompono lrsquoordine has divitias sul piano della struttura sintattica
si tratta di un solo elemento cioegrave di un verbo modifi cato da un avverbio (tantum osten-deret) Qualcosa di analogo si verifi ca nel caso di (21c) le parole che separano il nesso
tutelam propitiam sono tre ma da un punto di vista sintattico si tratta di soli due ele-
menti cioegrave un SN di tipo Dim-N (huius loci) e di un verbo (habeam) Si tratta quindi
di due esempi in cui la struttura dei costituenti non coincide con lrsquoordine lineare
In Gellio si trovano 2 esempi di iperbati dovuti a inserimento del verbo Sono
entrambi riportati in (22)
(22) a Sed et quispiam Samius athleta ndash nomen illi fui t Echeklous ndash cum antea non loquens fuisset ob similem dicitur causam loqui coepisse (Gell 5 9 4)
ldquoMa anche un atleta di Samo il cui nome era Echecleo non essendo prima capace di
parlare si dice che cominciograve a parlare per un motivo analogordquo
(22) b ldquoPluriardquo forte quis dixit sermocinans vir adprime doctus meus amicus non hercle studio se ferens ostentandi neque quo ldquoplurardquonon dicendum putaret (Gell 5 21 1)
ldquoUn uomo molto eloquente eccezionalmente dotto mio amico disse una volta ldquoplu riardquo non per Bacco per intenzione di ostentazione e nemmeno percheacute pensava che
non si dovesse dire ldquoplurardquordquo
Si noti che in (22b) si trova un lungo SN formato da un indefi nito (quis) un parti-
cipio in -nt- prenominale con valore aggettivale (sermocinans) che modifi ca il nome
IOVINO
111
(vir) a sua volta modifi cato da un participio postnominale in -tus con valore aggetti-
vale (doctus) (cfr nota n 6) modifi cato da un avverbio (adprime)
In Gregorio i casi di questo tipo sono invece 7 In 67 casi un verbo interrompe il
nesso Modif-N mentre in un solo caso interrompe il nesso inverso Un esempio per
ciascun tipo si trova in (23)
(23) a qui perditam priorem coniugem fi liam Theudorici regis Italici de qua fi lium habe bat nomen Sigiricum aliam duxit uxorem (Greg Tur Franc 3 5)
ldquo[Sigemondo] che dopo aver perduto la prima moglie fi glia di Teodorico re drsquoItalia
dalla quale aveva avuto un fi glio di nome Sigerico sposograve unrsquoaltra donnardquo
(23) b Alaricus hanc [Trinitate] denegans a regno et populo atque ab ipsa quod magis est vita multatur aeterna (Greg Tur Franc 3 1)
ldquoAlarico che lrsquoaveva negata [la Trinitagrave] fu privato del regno del popolo e cosa piugrave
importante della vita eternardquo
I casi di questo tipo possono essere spiegati con una struttura come quella seguente
(24) [SX [V [ SX]]]
in cui si vede che una serie di proiezioni funzionali (come indicato dallrsquoasterisco)
nelle quali possono spostarsi elementi di diversa natura sono disponibili intorno al
verbo
35 Unrsquoosservazione diacronica
Al di lagrave dellrsquoopposizione tra il latino che ammette le strutture discontinue e le
lingue romanze in cui il loro utilizzo egrave invece estremamente limitato egrave possibile indi-
viduare alcuni elementi di continuitagrave tra il latino e le lingue discendenti
Rispetto al latino di Petronio del I sec dC Gellio e Gregorio offrono alcuni
esempi di iperbati che sembrano preludere a quelle che diventeranno le strutture
romanze con elementi estratti e dislocati a sinistra (o apparentemente a destra) che
costituiscono lrsquounica possibilitagrave di discontinuitagrave sintattica I rispettivi contesti sono
riportati di seguito
(25) pecuniam quippe ingentem cum a discipulis acciperet annuam pollicebatur se id docere quanam verborum industria causa infi rmior fi eret fortior (Gell 5 3 7)
ldquoRicevendo dai suoi discepoli una somma annuale veramente cospicua prometteva di
insegnare ciograve come una causa da piugrave debole diventa piugrave forte manovrando le parolerdquo
(26) Indignamini quaeso tam meam iniuriam quam interitum parentum vestrorum ac recolite Thoringus quondam super parentes nostros violenter advenisse ac multa illis intulisse mala (Greg Tur Franc 3 7)
ldquoVi prego disdegnate tanto lrsquooffesa che ho subito quanto quella per lrsquouccisione dei vostri
familiari e ricordate che un tempo i Turingi hanno aggredito con violenza i nostri cari e
hanno provocato loro molti malirdquo
(27) Erat ibi tunc temporis quidam Lytigius ex minoribus qui magnas sancto Quintiano
parabat insidias (Greg Tur Franc 313)
ldquoA quel tempo ligrave viveva un certo Litigio uomo di mediocre condizione che procurava
molte insidie al santo Quinzianordquo
CILPR 2013 ndash SECTION 2
112
Gli esempi in (25)-(27) sono accomunati dal fatto che solo una parte del costi-
tuente nominale (rispettivamente lrsquoaggettivo annuam e i nomi mala e insidias) viene
dislocata a destra lasciando in posizione preverbale lrsquoelemento (modifi catore o nome)
da cui viene separato
Per quanto concerne le cosiddette dislocazioni a destra dellrsquoitaliano moderno
esse esprimono qualcosa di ldquodatordquo nel contesto che viene poi richiamato alla fi ne
della frase essendo perograve lrsquoordine delle parole dellrsquoitaliano SVO la struttura con dislo-
cazione a destra risulta problematica in quanto non sempre egrave ben chiaro cosa sia effet-
tivamente dislocato anche se in questi casi la punteggiatura puograve aiutare
(28) Compro domani()
il giornale
Che si tratti senza dubbio di un ordine pragmaticamente marcato risulta piugrave evi-
dente nei casi in cui si ha una sorta di doppia presenza del costituente rappresentato
da un clitico cataforico di un costituente o di unrsquointera frase
(29) a La mangio domani la pizza(29) b Lo sai che Gianni e Maria si sono lasciati
Oltre alla dislocazione di interi costituenti in italiano moderno egrave possibile estrarre
solo una parte del costituente nominale (per lo piugrave nei SN quantifi cati ma non solo)
Proprio questa struttura sembra essere la diretta discendente di quella che si trova giagrave
in latino
(30) a Una somma di denaro annua veramente ingente dai suoi discepoli (la) riceveva
annua
(30) b Molti mali a quelli (ne) sono stati fatti di mali
(30) c Grandi insidie (ne) preparava al santo Quintiano di insidie
In (30) sono riportate le traduzioni degli esempi latini Sebbene lrsquoaccettabilitagrave
di (30a) possa essere controversa (30bc) mostrano piugrave chiaramente che nei casi
di estrazione del nome da un SN modifi cato da un aggettivo lessicale (anche di
quantitagrave) egrave obbligatoria la ripresa clitica (la) oppure pronominale (ne) dellrsquooggetto
(partitivo)
4 Conclusioni
In questo contributo si egrave visto che in unrsquoottica sintattica basata sul concetto di
costituente non tutti gli ordini linearmente discontinui sono anche sintatticamente
discontinui (tipo zero) Questa distinzione riduce in maniera consistente il dominio
degli iperbati per i quali egrave stata proposta una tipologia tripartita costituita dal tipo
uno dovuto allrsquoestrazione di un elemento allrsquointerno di un sintagma dal tipo due
dovuto allrsquoinserimento di un elemento debole in posizione Wackernagel dal tipo tre
dovuto al movimento di una parte del SN intorno al verbo
Universitagrave CarsquoFoscari Venezia Rossella IOVINO
IOVINO
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Les preacutesentatifs franccedilais voici voilagrave et latins ecce em ēn
essai drsquoeacutetude comparative
1 Introduction
Les romanistes ont eacuteteacute les premiers au deacutebut du vingtiegraveme siegravecle agrave utiliser le terme
lsquopreacutesentatifrsquo pour deacutesigner une cateacutegorie grammaticale composeacutee essentiellement de
fr voici voilagrave il y a crsquoest Cette terminologie aussi insuffi sante soit-elle (P Lauwers
(2004)) permet de deacutepasser lrsquoimbroglio taxinomique qui lrsquoa preacuteceacutedeacutee (interjection
verbe adverbe adverbe deacutemonstratif adverbe de lieu adverbe preacutesentatif particule
preacuteposition exclamation actualisateur introducteur) en se fondant sur une simili-
tude syntaxique et seacutemantico-reacutefeacuterentielle drsquoeacuteleacutements heacuteteacuterogegravenes qui servent agrave preacute-
senter un ecirctre ou une action Cette notion de lsquopreacutesentatifrsquo est adopteacutee dans la majoriteacute
des eacutetudes portant sur le franccedilais1 sans doute parce qursquoelle colle davantage agrave la reacutealiteacute
observable en revanche elle peine agrave peacuteneacutetrer les eacutetudes sur les langues anciennes
mecircme les plus reacutecentes (sauf Petit (2010a et b)) qui srsquoattachent encore agrave deacutefi nir latin
ecce em ou ēn laquo voici voilagrave raquo comme des lsquointerjectionsrsquo ou des lsquoparticules deacutemons-
trativesrsquo selon la terminologie heacuteriteacutee des grammairiens antiques Ces petits mots si
freacutequents dans le dialogue donneront lieu ici agrave une eacutetude compareacutee du fait gramma-
tical en latin et en franccedilais agrave partir de trois paramegravetres morphologique syntaxique
et seacutemantico-reacutefeacuterentiel et avec essentiellement pour corpus des comeacutedies latines
(Plaute [Pl]) et franccedilaises (Moliegravere [M] Dumas Pegravere [D] et Anouilh [An]) dans
lesquelles lrsquooral lsquosimuleacutersquo est proche de celui de tous les jours Cette eacutetude srsquoachegravevera
sur un exemple qui vise agrave montrer que bien que les preacutesentatifs fassent probablement
partie des universaux linguistiques ils diffegraverent sensiblement drsquoune langue agrave lrsquoautre
2 Premier paramegravetre la morphologie
Un premier rapprochement morphologique peut ecirctre eacutetabli entre le fr voici voilagrave et le lat em initialement laquo tiens raquo (et peut-ecirctre aussi ēn) ces termes invariables
reposent sur drsquoanciennes formes drsquoimpeacuteratif preacutesent de deuxiegraveme personne Lrsquoimpeacute-
ratif srsquoexplique aiseacutement par la fonction de base du preacutesentatif qui est drsquoinviter lrsquointer-
locuteur agrave prendre connaissance drsquoun eacuteveacutenement soudain lrsquoarriveacutee drsquoune personne
ou la mise en eacutevidence drsquoun objet dans la conversation En franccedilais le preacutesentatif
1 Entre autres Morel (1992) Riegel et al (2009)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
116
est issu de la grammaticalisation de lrsquoimpeacuteratif drsquoun verbe de saisie visuelle agrave la deu-
xiegraveme personne du pluriel suivi drsquoun deacuteictique anc-fr veez ci veez la En latin em est issu de la grammaticalisation drsquoune forme drsquoimpeacuteratif agrave la deuxiegraveme personne du
singulier drsquoun verbe signifi ant une saisie tactile En latin contrairement au franccedilais
donc il nrsquoy a pas de preacutesentatif reposant sur un verbe laquo voir raquo Cela peut paraicirctre
eacutetonnant au regard de lrsquoensemble des langues indo-europeacuteennes anciennes les preacute-
sentatifs reposent sur une forme drsquoimpeacuteratif drsquoun verbe laquo voir raquo en grec en gotique
en vieil-irlandais en sanskrit en armeacutenien en tokharien B et cela mecircme dans des
langues non indo-europeacuteennes tregraves probablement en eacutegyptien moyen2 Qursquoil srsquoagisse
drsquoun preacutesentatif signifi ant au deacutepart laquo vois voyez raquo ou laquo tiens raquo la preacutesentation drsquoun
ecirctre semble revenir au mecircme
(1)a Ah Voici Monsieur Purgon (M Le Malade imaginaire III 5)
(1)b Em tibi hominem (Pl As 880) ldquo Voici ton homme rdquo
Voici et em preacutesentent tous deux lrsquoarriveacutee drsquoun homme toutefois drsquoun point de
vue informationnel lrsquoeacutequivalence nrsquoest pas totale le premier annonce lrsquoentreacutee sur
scegravene drsquoun personnage le second constitue une invitation agrave aller agrave la rencontre de
ce personnage le plus souvent pour le frapper ce qui explique lrsquoadjonction toujours
attesteacutee drsquoun datif de destination tibi apregraves em la formule peut ecirctre mecircme raccourcie
et em tibi signifi er laquo voilagrave pour toi raquo formule qui srsquoaccompagne drsquoun amical coup de
poing
Par ailleurs lrsquoimportance ndash morphologique et seacutemantique ndash de lrsquoeacuteleacutement deacuteictique
preacutesent dans fr voi-ci se trouve deacutejagrave en latin puisque preacuteciseacutement fr -ci est issu de la
diminution du corps phoneacutetique de la seacutequence latine ecce hīc Le second eacuteleacutement du
preacutesentatif ec-ce est une ancienne particule deacuteictique k e de date proto-indo-euro-
peacuteenne Mais cet eacuteleacutement k e nrsquoest pas neacutecessaire dans la formation drsquoun preacutesentatif
(cf lat em fr tiens3 jrsquoai vous avez4) Pourtant il peut agrave lui seul dans certaines lan-
gues suffi re agrave former un preacutesentatif en hittite et en eacutetrusque5 Rares sont les langues
qui ont un preacutesentatif reposant agrave la fois sur un thegraveme deacuteictique et sur une forme
drsquoimpeacuteratif grammaticaliseacutee comme en roumain par exemple6
Une autre diffeacuterence morphologique importante apparaicirct entre le latin et le fran-
ccedilais le latin langue fl exionnelle a deacuteveloppeacute des preacutesentatifs dits lsquofl eacutechisrsquo7 eccum
eccam eccistam eccillud etc qui srsquoaccordent en genre et en nombre avec le reacutefeacuterent
et une agglutination particuliegravere eccerē laquo Voilagrave crsquoest fait raquo Toutefois ces formes lsquofl eacute-
2 Cf Julia (2013)3 Cf Saunier (1996)4 Cf Morel (1992)5 Cf Julia (2013)6 Iliescu (2008 2010) eacutetudie les deux preacutesentatifs du roumain7 On admet que ces formes sont issues de lrsquoagglutination de ecce et drsquoun deacutemonstratif hum
ham etc
JULIA
117
chiesrsquo ne fonctionnent pas tout agrave fait comme la forme de base ecce8 La morphologie
semble avoir eu une incidence sur la syntaxe des preacutesentatifs
3 Deuxiegraveme paramegravetre la syntaxe
31 Des proprieacuteteacutes syntaxiques communes
Les preacutesentatifs franccedilais et latins partagent eacutegalement des proprieacuteteacutes syntaxiques
semblables une certaine mobiliteacute dans lrsquoeacutenonceacute lrsquoimpossibiliteacute drsquoecirctre nieacutes en dehors
des phrases interrogatives agrave valeur rheacutetorique en franccedilais (ne voilagrave-t-il pas que )
ainsi que la capaciteacute agrave remplir une fonction preacutedicative par eux-mecircmes En latin lrsquoeacuteleacute-
ment nominal preacutesenteacute par ecce se trouve agrave lrsquoaccusatif (en latin archaiumlque et classique)
ou au nominatif (agrave partir du latin classique) Le fait que le lsquoreacutegimersquo du preacutesentatif
puisse ecirctre soit agrave lrsquoaccusatif soit au nominatif en latin classique montre que le mot
nrsquoeacutetait plus senti comme une forme verbale tout comme en franccedilais voicivoilagrave nrsquoest
plus senti comme reposant sur une forme du verbe laquo voir raquo Ni lrsquoun ni lrsquoautre cas en
latin ne se justifi e aiseacutement Faut-il parler drsquoun accusatif exclamatif drsquoun accusatif de
lrsquoobjet direct comme on lrsquoa fait pour voici voilagrave parfois consideacutereacutes comme des verbes
agrave part entiegravere (Moignet (1969)) Une perspective uniquement syntaxique se reacutevegravele
dans tous les cas insuffi sante
32 Positions syntaxiques occupeacutees par les preacutesentatifs
Le preacutesentatif latin comme franccedilais peut occuper trois positions syntaxiques dans
la proposition comme illustreacute en (2) lrsquoanteacuteposition (a) la position inteacutegreacutee agrave la struc-
ture preacutedicative (b) et la postposition (c) mais il preacutecegravede toujours son lsquoreacutegimersquo de
maniegravere attendue puisqursquoil le preacute-sente ndash laquo est devant raquo agrave une exception pregraves en latin
comme dans lrsquoexemple (d) le pronom personnel enclitique preacutecegravede en franccedilais le
preacutesentatif alors qursquoen latin le preacutesentatif preacutecegravede toujours le pronom
(2)a Voilagrave crsquoest lui que jrsquoaime je veux lrsquoeacutepouser (An Antigone)
Ecce autem perii (Pl Most 660) ldquo Voilagrave je suis mort rdquo
Em accipetrina haec nunc erit (Pl Bacch 274) ldquo Voilagrave crsquoest le coup de lrsquoeacutepervier main-
tenant rdquo
(2)b Voilagrave ce qursquoelle me dira ta megravere lagrave-haut quand jrsquoy monterai (An Antigone)
Ecce nos tibi oboedientes (Pl Mil 610) ldquo Nous voilagrave precircts agrave trsquoobeacuteir rdquo
Em cui te et tua quae tu habeas commendes uiro (Pl Merc 620) ldquo Voilagrave lrsquohomme agrave qui tu
confi es ta personne et tout ce que tu as rdquo
(2)c Jrsquoai promis agrave sa pauvre megravere que jrsquoen ferais une honnecircte fi lle et voilagrave (An Antigone)
Assum apud te eccum (Pl Poen 279) ldquo Je suis agrave cocircteacute de toi voilagrave rdquo aucun em postposeacute
(2)d Ecce hominem te Stasime nihilltigt (Pl Trin 1013) ldquo Te voilagrave Stasime un propre
agrave rien rdquo
8 Pour le latin archaiumlque cf Touratier (1994) pour le latin post-classique cf Cuzzolin (1998)
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118
33 Un mecircme eacutelargissement des constructions syntaxiques
En franccedilais comme en latin on observe un mecircme eacutelargissement des constructions
syntaxiques dans les deux langues le preacutesentatif a cesseacute de reacutefeacuterer exclusivement au
lieu de lrsquoeacutenonciation pour devenir eacutegalement preacutesentatif de narration et preacutesentatif
textuel Oppermann-Marsaux (2006) a lieacute le changement formel du preacutesentatif agrave une
extension de ses emplois Il semblerait que ce soit eacutegalement le cas en latin par rap-
port agrave ecce les formes eccum eccam srsquoaccompagnent drsquoune extension des emplois
Tout drsquoabord les preacutesentatifs entrent dans la construction de tours simples et com-
plexes En franccedilais (Riegel et al (2009)) comme en latin les preacutesentatifs ne sont pas
reacuteserveacutes agrave des phrases nominales comme Le voici Voici le facteur (Delahaie (2009))
mais peuvent aussi introduire des propositions subordonneacutees en particulier des rela-
tives ou des phrases entiegraveres avec un noyau verbal indeacutependant Le classement des
tours simples et complexes constitueacutes drsquoun preacutesentatif ici preacutesenteacute suit le classement
de Hache (2006)
En preacutedication simple et en emploi isoleacute le preacutesentatif forme agrave lui seul un eacutenonceacute
qui constitue soit la reacuteponse agrave une question soit une intervention spontaneacutee drsquoun
locuteur Cet emploi offre une particulariteacute inteacuteressante les preacutesentatifs latins ou
franccedilais nrsquoont pas de valeur deacutemonstrative seulement une valeur confi rmative
(3)a LrsquoHocirctesse en dehors- Voilagrave voilagrave (D Antony III 7)
(3)b De Atque audin etiam Li Ecce (Pl As 109) ldquo Deacutemeacutenegravete- Ah encore un mot
Liban- Voilagrave rdquo
Toujours en preacutedication simple le preacutesentatif est souvent suivi drsquoun pronom drsquoun
nom propre ou drsquoun substantif deacutesignant une personne son statut familial ou sa fonc-
tion (appellatifs etc)
ndash en reacutefeacuterence exophorique avec une valeur deacuteictique souvent en clocircture de scegravene
(4)a Argan- Ah Voici Monsieur Purgon (M Le Malade imaginaire III 5)
(4)b Sed Toxili puerum Paegnium eccum (Pl Pers 271-272) ldquo Mais voici Peacutegnion lrsquoes-
clave de Toxile rdquo
ndash ou en valeur endophorique le preacutesentatif possegravede alors une valeur cataphorique (5) ou
anaphorique (6 exemples dans lesquels fabulam et lrsquohistoire se reacutepondent parfaitement)
(5)a Leacutelie- Eacutecoute donc voici bien le meilleur La lettre que je dis a donc eacuteteacute remise
(M LrsquoEtourdi ou les contre-temps I 11)
(5)b Em mater mea Tibi rem potiorem uerbo clamat parturit (Pl Aul 692-693) ldquo Voi-
ci ma megravere un fait qui en dit plus que toute parole elle crie elle enfante rdquo
(6)a Voilagrave lrsquohistoire en gros (hellip) (M LrsquoEacutetourdi ou les Contre-temps IV 1)
(6)b Em tibi omnem fabulam ldquoVoilagrave toute la comeacutedierdquo (Pl Pseud 754)
Les preacutesentatifs franccedilais et latins peuvent aussi introduire des eacuteleacutements nominaux
qui prennent la forme drsquoune proposition subordonneacutee compleacutetive conjonctive ou rela-
tive substantive fr voilagrave qui est fait voici qursquoil entre lat eccum qui ex incerto faciet mihi ldquo Voici celui qui va me tirer drsquoembarras rdquo (Pl Pseud 965) Mais on ne trouve pas
JULIA
119
en latin drsquoexemple ougrave le preacutesentatif fonctionne comme pivot verbal drsquoune subordon-
neacutee relative comme en franccedilais le livre que voici
Fr voicivoilagrave peuvent eacutegalement ecirctre suivis drsquoun infi nitif comme peut-ecirctre des
preacutesentatifs lsquofl eacutechisrsquo du latin
(7)a Voici venir Ascagne (M Deacutepit amoureux V 7)
(7)b Sed generum nostrum ire eccillum uideo (Pl Trin 622) ldquo Mais je vois voici lagrave-bas
venir notre gendre rdquo
Le preacutesentatif franccedilais comme latin entrent enfi n dans des constructions agrave double
preacutedication lrsquoune avec lrsquoattribut de lrsquoobjet et la seconde avec la proposition relative
ndash dans la seacutequence preacutesentatif + nompronom + adjectifgroupe nominal il faut distinguer
les occurrences ougrave lrsquoadjectif est attribut de celles ougrave il est eacutepithegravete ou apposeacute dans le
premier cas la structure implique deux preacutedicats contre un seul dans la seconde
(8)a Me voici un vrai militaire (St La Chartreuse de Parme I 3)
(8)b Ecce me nullum senem (Pl Cas 305) ldquo Me voici un pauvre vieillard rdquo
ndash en revanche la seacutequence preacutesentatif + nompronom + pronom attesteacutee en franccedilais et en
latin ne forme pas un double preacutedicat
(9)a Voilagrave Toinette elle-mecircme (M Le Malade imaginaire III 8)
(9)b Atque eccum ipsum hominem (Pl Men 898) ldquo Et voilagrave lrsquohomme lui-mecircme rdquo
Dans la double preacutedication avec lrsquoattribut de lrsquoobjet le latin se distingue du fran-
ccedilais par une structure originale Le preacutesentatif lsquofl eacutechirsquo peut deacuteterminer non pas toute
la proposition mais seulement lrsquoattribut de lrsquoobjet et lrsquoobjet
(10) Habeo eccillam meam clientam meretricem adulescentulam (Pl Mil 789) ldquo Jrsquoai la
voici pour cliente une courtisane encore toute jeunette rdquo
Quand les preacutesentatifs entrent en correacutelation avec les outils relatifs ils permettent
de former des phrases dont un eacuteleacutement nominal pronominal adverbial est extrait
pour ecirctre mis en relief fr Le voicivoilagrave qui arrive en regard de la phrase sans mise
en relief Il arrive Il faut distinguer deux cas lorsque la proposition relative est inteacute-
greacutee agrave la structure preacutesentative (Hache (2006))
ndash quand la relative exerce une fonction appositive ou eacutepithegravete il nrsquoy a pas de double preacutedi-
cat
(11)a Voilagrave une femme qui mrsquoaime (M Le Malade imaginaire II 6)
(11)b Eccum quem quaerebam (Pl Curc 610) ldquo Voici celui que je cherchais rdquo
ndash quand la relative exerce une fonction attributive il y a une double preacutedication
(11)d Voilagrave un doigt qui sait tout qui me dira si vous mentez (M Le Malade imaginaire
II 8)
(11)e Sed eccum parasitum quoius mihi auxilio est opus (Pl Persa 83) ldquo Mais voici mon
parasite dont le secours mrsquoest neacutecessaire rdquo
CILPR 2013 ndash SECTION 2
120
Comme avec lrsquoattribut de lrsquoobjet sous forme nominale on rencontre en latin la
structure particuliegravere verbe + preacutesentatif + relative attributive
(12) Video eccum qui ltagtmans tutorem med optaultit sugtis bonis (Pl Truc 859) ldquo Je
vois le voici celui qui par amour de moi mrsquoa choisie pour geacuterer la tutelle de ses biens rdquo
Les preacutesentatifs du franccedilais peuvent aussi introduire dans divers types de phrases
des compleacutements circonstanciels Il a deacutemeacutenageacute voicivoilagrave cinq ans VoiciVoilagrave cinq ans qursquoil a deacutemeacutenageacute Ce cas de fi gure ne se rencontre pas en latin En revanche
en latin on relegraveve de nombreuses occurrences dans lesquelles le preacutesentatif est suivi
drsquoune preacutedication en proposition indeacutependante sans qursquoon sache veacuteritablement la
deacutelimiter Faut-il ou non consideacuterer qursquoil y a deux eacutenonceacutes le premier constitueacute du
preacutesentatif le second de la proposition preacutedicative La question est complexe car
le latin a pour originaliteacute de pouvoir inteacutegrer syntaxiquement le preacutesentatif dans une
proposition preacutedicative ougrave il joue le rocircle de sujet ou de compleacutement drsquoobjet direct du
preacutedicat verbal De fait rien ne seacutepare syntaxiquement le preacutesentatif de la proposi-
tion preacutedicative qui lui succegravede Mais inversement aucun morphegraveme conjonctif ou
autre ne lie formellement la proposition preacutedicative au preacutesentatif En (13) le mecircme
eacutediteur A Ernout (Les Belles Lettres Paris) ne seacutepare pas le preacutesentatif de la pro-
position preacutedicative dans le premier exemple alors qursquoil le fait dans le second agrave lrsquoaide
drsquoune virgule sa traduction teacutemoigne eacutegalement de lrsquoambiguiumlteacute que nous observons
(13)a Em ista uirtus est quando usust qui malum fert fortiter (Pl As 322) ldquoVoilagrave le vrai
courage que de savoir quand neacutecessaire braver bravement la souffrance rdquo (traduction A
Ernout)
(13)b Em accipetrina haec nunc erit (Pl Bacch 274) ldquo Tu vas voir maintenant crsquoest le
coup de lrsquoeacutepervie rdquo (traduction A Ernout)
On ignore donc si une seacutequence comme (14) eacutetait prononceacutee drsquoun seul trait ou
non Ecc(e) Apollo mihi ex oraclo imperat ou Ecce Apollo mihi ex oraclo imperat
(14) Ecce Apollo mihi ex oraclo imperat Vt ego illic oculos exuram lampadibus ardenti-bus (Pl Men 841-842) ldquo Voilagrave Apollon Voilagrave [qursquo]Apollon par son oracle mrsquoordonne de lui
brucircler les yeux avec des torches enfl ammeacutees rdquo
Plus encore que faire des occurrences ougrave le preacutesentatif lsquofl eacutechirsquo morphologique-
ment agrave lrsquoaccusatif joue apparemment le rocircle du sujet du preacutedicat verbal comme en
(15) Le recours agrave une phrase cliveacutee dans la traduction eacutelude la diffi culteacute sans la
reacutesoudre
(15) Sed eccum incedit (Pl Poen 470) ldquo Mais le voici qui srsquoavance rdquo ou ldquo Mais le voici
il srsquoavance rdquo
Cette seconde approche a permis de constater que ecce et em voici voilagrave ne par-
tageaient pas les mecircmes constructions syntaxiques Le tableau suivant reacutesume les
similitudes et les diffeacuterences
JULIA
121
Structures syntaxiques
preacutesentativesLatin Franccedilais
Preacute
dic
ati
on
s si
mp
les
Emploi isoleacuteEcce eccum em eccere en
Voilagrave
Avec un nom un GN ou
un pronom
Ecce me eccum ecca eccos eccas ecca eccil-lum eccistum eccistam ecce odium meum em pateram en Priamus
Metenousvouslelalesen voici mete nousvouslelalesen voilagrave voici le facteur voilagrave le facteur voilagrave tout
Avec un pronom et un
nom En voilagrave des maniegraveres
Avec deux pronoms Nous y voici nous y voilagrave
Avec un adverbe Em sicVoilagrave pourquoi voilagrave comment
Avec une proposition
subordonneacutee agrave statut
nominal compleacutetive
conjonctive ou relative
substantive
Eccum qui ex incerto faciet mihi Eccere autem quem conuenire maxime cupiebam En qui nostra sibi bello conubia poscunt
Ecce autem perii Em sapis sane eccum incedit Eccere autem capite nutat Em rursum nunc nugas agis
Voici qui est fait voici qursquoil entre voilagrave qui est fait voilagrave qursquoil entre
Avec une proposition
interrogative indirecte Voilagrave pourquoi votre fi lle
est muette
Avec une exclamative Comme vous voilagrave bacircti
Avec un infi nitif Ire eccillumVoici venir voilagrave trop
causer
Avec une forme verbale
conjugueacutee agrave un mode per-
sonnel ou avec omission
de la copule
Amphitruo eccum exit foras eccum uideo eccam attuli Em tibi adsunt en supplex uenio
Intus eccum fratrem ger-manum tuum
CILPR 2013 ndash SECTION 2
122
Structures syntaxiques
preacutesentativesLatin Franccedilais
Preacute
dic
ati
on
s d
ou
ble
s
Avec attribut de lrsquoobjet
Ecce me nullum senem Saluam eccam Habeo eccillam meam clientam Em tibi rem potiorem uerbo En ego uicta situ
Me voici un vrai militaire
Avec une proposition rela-
tive agrave fonction attributive
Eccum quem quaerebam Em quoi decem talenta dotis detuli
Voilagrave un doigt qui sait tout
Avec une proposition rela-
tive non restrictive (lsquoCRPrsquo
Lambrecht)
(eccum incedit)Le voici qui srsquoavance voilagrave le facteur qui arrive voilagrave longtemps que
Formant le noyau drsquoune
proposition relative Le moi que voici la sotte
musique que voilagrave
4 Troisiegraveme paramegravetre les valeurs seacutemantico-reacutefeacuterentielles et
eacutenonciatives
Les valeurs seacutemantico-reacutefeacuterentielles et eacutenonciatives se recoupent presque totale-
ment entre le franccedilais9 et le latin10 Dans les deux langues les preacutesentatifs remplissent
un emploi deacuteictique exophorique (16) peuvent servir de lsquosignal discursifrsquo au sens de
Cesare (2011) ou bien remplir un emploi textuel ou lsquoDiscourse deicticrsquo (Plaucheacute Ber-
gen (2001) (17) ou un emploi propositionnel ou eacuteveacutenementiel appeleacute parfois narratif
sans preacutedicat verbal (18 (a et b)) ou avec preacutedicat verbal (18 (c agrave f)) ou bien encore un
emploi pragmaticaliseacute (19)
(16)a Me voici (M Les Fourberies de Scapin II 7)
(16)b Ecce me (Pl Mil 663) ldquo Me voici rdquo
(16)c Ah Te voilagrave (M George Dandin ou le mari confondu III 3)
(17)a Voilagrave ce que jrsquoavois agrave vous faire savoir (M LrsquoEacutecole des maris II 2)
(17)b Em tibi omnem fabulam (Pl Pseud 754) ldquo Voilagrave toute la comeacutedie rdquo
(18)a Voilagrave une eacutetrange folie (M Meacutedecin malgreacute lui I 4)
(18)b Ecce Gripi scelera (Pl Rud 1178) ldquo Voici les folies de Gripus rdquo
9 Les valeurs eacutenonciatives de voicivoilagrave ont eacuteteacute deacutecrites dans le theacuteacirctre franccedilais par Deacutetrie (2001) Gaudin (2005) et Narjoux (2003)
10 Dionisotti (2007) attribue une liste impressionnante de valeurs eacutenonciatives agrave ecce Lrsquoeacutetude de Roseacuten (1998) porte avant tout sur les phrases preacutesentatives agrave valeur existentielle ou drsquoiden-tifi cation
JULIA
123
(18)c Voilagrave ma fi lle qui parle (M Le Meacutedecin malgreacute lui III 6)
(18)d Em cui te et tua quae tu habeas commendes uiro (Pl Merc 702) ldquo Voilagrave lrsquohomme agrave
qui on confi e sa personne et ce qursquoon a rdquo
(18)e Voilagrave ce que jrsquoavois agrave vous faire savoir (M LrsquoEcole des maris II 2)
(18)f Em istuc rectius (Pl Epid 553) ldquo Voilagrave qui est mieux dit encore rdquo
(19)a Voicy jrsquoay trouveacute un bon moyen pour nous venger de luy le mieux du monde (P de
Larivey Les Comeacutedies facecieuses Les Escolliers V 2)
(19)b Voila ceste breneuse de ma femme voudroit ce croyie faire ainsi (P de Larivey
Les Comeacutedies facecieuses Les Escolliers II 1)
(19)c Em tibi imperatumst (Pl Most 313) ldquo Voilagrave tu sais ce que tu as agrave faire rdquo
En emploi grammaticaliseacute le preacutesentatif peut marquer
ndash la clocircture
(19)d Sabot encore prononccedila lsquoVoilagrave voilagraversquo puis se tut (Maupassant Contes et nou-velles laquo La confession de Theacuteodule Sabot raquo)
(19)e St Lesbonicum suam sororem despondisse em hoc modo (Pl Trin 603) ldquo Stasime-
Que Lesbonicus a fi anceacute sa sœur Voilagrave voilagrave rdquo
ndash le consensus
(19)f Par ici monsieur le sergent par ici cria lrsquoouvreuse - Voilagrave voilagrave voilagrave (Dumas
Pegravere Le Capitaine Pamphile VIII)
(19)g Si Vorte ergo umerum ltPsgt Em (Pl Pseud 1318-1319) ldquo Simon- Tourne donc
ton eacutepaule Pseudolus- Voilagrave rdquo
ndash le dissensus
(19)h Elle mrsquointerrompt en geacutemissant - lsquoVoilagrave voilagrave tu te moques encore de moi je ne
voulais pas trsquoeacutecrire tu es sans cœurrsquo (Colette Claudine agrave lrsquoeacutecole)
(19)i Em istucinest operam dare Bonum sodalem (Pl Merc 620-622) ldquo Voilagrave est-ce
ainsi qursquoon sert fi degravelement un ami rdquo (traduction A Ernout)
ndash la conclusion (cf Pl Persa 701-705)
La grammaticalisation du preacutesentatif avec un datif eacutethique latin ecce tibi ou em tibi et ancien-franccedilais es vos (E Oppermann-Marsaux (2006) et D Petit (2010a)) per-
met drsquoarticuler lrsquouniteacute de tous ces emplois autour de la personne de lrsquointerlocuteur La
preacutesentation quelle que soit sa nature est neacutecessairement tourneacutee vers lrsquointerlocuteur
5 Exemple Voici lrsquohomme Ecce homo
Lrsquoanalyse drsquoune seule locution biblique ceacutelegravebre en franccedilais et en latin montrera
combien il est en fait diffi cile de comparer les preacutesentatifs drsquoune langue agrave lrsquoautre lat
ecce homo canoniquement traduit par laquo Voici lrsquohomme raquo Autant nous avons vu que
ecce et voicivoilagrave partageaient des traits syntaxiques et seacutemantico-fonctionnels com-
muns autant il est diffi cile parfois de reconnaicirctre exactement la valeur du preacutesentatif
diffi culteacute qui peut poser problegraveme au traducteur
CILPR 2013 ndash SECTION 2
124
Pour signifi er laquo voici lrsquohomme raquo Plaute dit em hominem et Peacutetrone ēn homo
(20)a Em tibi hominem (Pl Asin 880) ldquo Voici (pour toi) lrsquohomme rdquo
(20)b En homo quemadmodum natat (Petron 115 10) ldquoVoici lrsquohomme comment il
patauge rdquo
Or la freacutequence de ecce en tant que preacutesentatif deacuteictique chute fortement degraves
lrsquoeacutepoque de Ciceacuteron agrave lrsquoavantage de ēn Crsquoest drsquoailleurs ēn qui est employeacute comme
preacutesentatif deacuteictique dans la Vulgate (par exemple Vulgate Juges 8 15) Quand Pilate
prononce le premier ecce (22 (a)) Jeacutesus nrsquoest pas encore visible par la foule il ne
srsquoagit pas drsquoun preacutesentatif deacuteictique mais drsquoun preacutesentatif ayant un rapport eacutetroit avec
lrsquoeacutenonciation il est tout agrave fait possible de lui superposer sur le plan interpreacutetatif une
valeur anaphorique situationnelle signifi ant laquo voilagrave celui que vous reacuteclamiez je vous
lrsquoamegravene raquo Cet eacutenonceacute reprend presque mot pour mot un eacutenonceacute preacuteceacutedent de Pilate
(22 (b)) qui par le biais drsquoun eacutegocentrage explicite traduisait un deacutegagement fort du
locuteur
(21)a exiit iterum Pilatus foras et dicit eis ecce adduco uobis eum foras ut cognoscatis quia in eo nullam causam inuenio (Exiuit ergo Iesus portans coronam spineam et purpureum uestimentum) Et dicit eis ecce homo (Vulgate Eacutevangile saint Jean 19 4-5)
ldquo Pilate sortit de nouveau et leur dit Voilagrave je vous lrsquoamegravene dehors afi n que vous sachiez
que je ne trouve en lui aucun crime (Jeacutesus sortit donc portant la couronne drsquoeacutepines et le
manteau de pourpre) Et Pilate leur dit VoiciVoilagrave lrsquohomme rdquo
(21)b dicit eis ego nullam inuenio in eo causam (Vulgate Eacutevangile saint Jean 18 38)
ldquo Il leur dit lsquoMoi je ne trouve en lui aucun motif de condamnationrsquo rdquo
Le premier ecce traduit une attitude eacutenonciative consensuelle avec les interlocu-
teurs sur lrsquoobjet du discours ndash faire sortir Jeacutesus du preacutetoire ougrave les Juifs nrsquoentrent pas
par crainte de souillure ndash lrsquoeacutegocentrage eacutetant explicite et donc susceptible de reacuteac-
tions fortes des interlocuteurs Crsquoest le cas puisque la foule reacuteclame encore plus fort la
mise agrave mort de Jeacutesus Aussi Pilate emploie-t-il un second ecce qui nous semble pou-
voir ecirctre tout aussi consensuel que le premier le locuteur invite ainsi lrsquointerlocuteur
agrave partager lrsquoinfeacuterence tireacutee de lrsquoobservation Le paradoxe de cette valeur repreacutesenta-
tive-eacutenonciative est qursquoelle opegravere de maniegravere masqueacutee lrsquoobjet du discours paraicirct ecirctre
preacutesenteacute de maniegravere objective ce qui explique peut-ecirctre la traduction canonique de
laquo Voici lrsquohomme raquo mais crsquoest estomper lrsquoorigine eacutenonciative du locuteur qui ne veut
pas condamner lui-mecircme Jeacutesus Pilate nrsquoa pas agrave preacutesenter Jeacutesus que la foule connaicirct
mais preacutesente avec ecce lrsquoerreur des Juifs mise en relief par la co-observation du locu-
teur et des interlocuteurs Crsquoest pourquoi nous suggeacuterons de traduire ecce homo par
laquo Voilagrave lrsquohomme raquo autrement dit laquo Voilagrave ce que vous voulez lrsquohomme raquo
JULIA
125
6 Conclusion
Le but de cet article eacutetait drsquoune part de reacutehabiliter des lsquopetits motsrsquo des mal-aimeacutes
dans la tradition classique pourtant si freacutequents dans le dialogue et drsquoautre part de
montrer sur le modegravele de ce qui a deacutejagrave eacuteteacute fait au sujet des preacutesentatifs franccedilais la
richesse de leurs emplois Loin drsquoavoir une simple fonction phatique les preacutesentatifs
comme lrsquoeacutecrit tregraves justement Rabatel (2001) laquo manifestent une force argumentative
indirecte redoutable raquo
Lyceacutee Henri IV (Paris)
amp Centre Alfred Ernout (Paris-Sorbonne) Marie-Ange JULIA
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127
Verbes impersonnels et introducteurs de rhegravemes en latin et
en roman
1 La construction impersonnelle et la perspective fonctionnelle de
la phrase
La perspective fonctionnelle (ou communicative) de la phrase et lrsquoordre de ses
constituants sont deux probleacutematiques qui se rencontrent neacutecessairement un de leurs
points drsquointersection est reacuteveacuteleacute par lrsquoeacutetude de la construction dite lsquoimpersonnellersquo et
de ses diverses varieacuteteacutes En effet le terme lsquoimpersonnelrsquo recouvre dans lrsquousage cou-
rant des confi gurations morpho-syntaxiques assez diffeacuterentes qui ont cependant
pour trait commun une sorte de deacutefection vis-agrave-vis de la cateacutegorie de la personne ver-
bale une cateacutegorie qui se vide ici pour ainsi dire de ses possibiliteacutes de commutation
Par ce biais la question de lrsquoimpersonnel se lie naturellement agrave celle du sujet actant
preacutesupposeacute par tous les autres actants chaque fois que la personne verbale fonctionne
normalement Il nrsquoest donc pas eacutetonnant que le comportement lsquounipersonnelrsquo des
verbes nrsquoait pas cesseacute drsquointriguer les grammairiens il est bien naturel aussi que le
pheacutenomegravene trouve diffi cilement le cadre approprieacute agrave son traitement sans parler des
tacirctonnements de la terminologie
La notion de sujet neacutecessairement lieacutee agrave celle de preacutedicat renvoie agrave un fonction-
nement de la langue qui porte lrsquoempreinte de la logique cependant le jeu du preacutedicat
du sujet et des compleacutements traduit en mecircme temps la viseacutee communicative du mes-
sage puisque lrsquoarrangement et le traitement prosodique de ces constituants doivent
creacuteer une structure pragmatique adapteacutee aux besoins du contexte discursif et de la
situation Cette double deacutetermination de la phrase nrsquoa pas eacutechappeacute aux linguistes de
la fi n du XIXe siegravecle qui srsquoapprochent du problegraveme avec une intuition psychologique
chez Hermann Paul (19205 124 premiegravere eacuted 1880) lsquosujet psychologiquersquo et lsquopreacutedicat
psychologiquersquo apparaissent avec un sens voisin de celui que nous donnons agrave lsquothegravemersquo et
agrave lsquorhegravemersquo et le mecircme Hermann Paul constate que le sujet lsquogrammaticalrsquo et le sujet dit
lsquopsychologiquersquo ne peuvent pas coiumlncider dans les phrases lsquoimpersonnellesrsquo du type fr
il gegravele all es regnet (ibid 131-133) Dans la linguistique psychologique classique pour
ainsi dire Albert Sechehaye (1926 148) enregistre le mecircme divorce des deux lsquosujetsrsquo
pour le type de phrase fr il vient un homme en affi rmant que le verbe impersonnel il
Travail reacutealiseacute avec le soutien fi nancier du Fonds National Hongrois pour les Recherches Scientifi ques OTKA K 81913
CILPR 2013 ndash SECTION 2
128
vient se comporte comme le laquo support psychologique de ce qui suit raquo Par lagrave nous arri-
vons au cœur de notre probleacutematique en effet nous pouvons reconnaicirctre le siegravege de
lrsquoinformation essentielle ndash crsquoest-agrave-dire le rhegraveme ndash dans la deuxiegraveme partie de la phrase
(un homme) la lsquorheacutematisationrsquo de ce groupe nominal a eacuteteacute expresseacutement signaleacutee
par une forme verbale un lsquointroducteur de rhegravemersquo Le proceacutedeacute transformationnel qui
aboutit au type de phrase il vient un homme a ainsi pour but une lsquorheacutematisation fortersquo
ou autrement dit une lsquomise en relief non contrastiversquo (la lsquomise en relief contrastiversquo
eacutetant reacutealiseacutee par la structure fr crsquoest un homme qui vient)1
Nous devons donc admettre qursquoil existe dans le franccedilais ndash et dans les autres lan-
gues romanes aussi ndash des structures qui expriment la perspective communicative
de la phrase drsquoune maniegravere tregraves directe pour ainsi dire au deacutetriment de la liaison
logique entre un sujet et un preacutedicat La combinaison du verbe qui nrsquoa pas de sujet
proprement dit et du groupe nominal qui srsquoy rattache fait partie naturellement drsquoun
ensemble plus vaste de phrases lsquonon canoniquesrsquo2 ougrave nous trouvons eacutegalement les
structures avec adverbe preacutesentatif (fr voici voilagrave + GN it ecco + GN) et toutes ces
constructions sont apparenteacutees au type de phrases qui tout en conservant un sujet
au sens ordinaire du terme utilisent ce sujet drsquoune maniegravere insolite en le postposant
au verbe dans des langues qui se caracteacuterisent par un ordre fondamental SV Cette
sorte drsquoinversion traduit certains besoins pragmatiques il peut srsquoagir du remplissage
de cadres preacuteeacutetablis (listes comme dans le reportage drsquoun deacutefi leacute arrive le groupe X
arrive le groupe Y indications sceacuteniques entre le roi3 cf roum urmează o pauză)
ou de lrsquoannonce de quelque chose drsquoimpreacutevu (et soudain apparaicirct X) drsquoune maniegravere
plus geacuteneacuterale cet ordre est apte agrave la rheacutematisation drsquoun GN apregraves un verbe intransitif4
(it egrave scoppiata la rivoluzione exemple de Salvi Vanelli 2004 34 esp prosperan los negocios exemple de Gili y Gaya 1968 92) Nous arrivons ainsi agrave un problegraveme de
seacutemantique est-il possible de preacutevoir dans les langues romanes certaines sphegraveres
seacutemantiques qui preacutedisposent les locuteurs agrave choisir la construction impersonnelle
1 Dans le cadre de cette contribution nous nous inteacuteressons uniquement aux phrases lsquoimper-sonnellesrsquo contenant un lsquorhegravemersquo proprement dit donc nous faisons abstraction du type lsquomeacuteteacuteorologiquersquo fr il gegravele (verbe lsquoavalentrsquo ou lsquosans actantrsquo selon la terminologie de Tesniegravere (1959 239-240)) Pour quelques indications concernant lrsquohistoire du problegraveme de lrsquoimperson-nel dans la grammaire franccedilaise cf Kiss (1987 62-66)
2 Pour la notion de lsquophrase canoniquersquo ou lsquoscheacutema structurel de basersquo voir Riegel Pellat Rioul (20097 211-212)
3 Agrave propos de ce type citons la formulation de Riegel Pellat Rioul (20097 258) il srsquoagit de verbes qui laquo indiquent lrsquoentreacutee ou la persistance dans lrsquounivers de discours du reacutefeacuterent de leur sujet nominal raquo
4 Pour Sechehaye (1926 147) lrsquoancien ordre vient un homme a subsisteacute en franccedilais laquo pour mar-quer que le terme substantif eacutetait le veacuteritable preacutedicat de lrsquoeacutenonceacute raquo Wartburg et Zumthor (19582 193) srsquoinspirent de cette deacutefi nition lorsqursquoils affi rment laquo le propre [hellip] de la construc-tion impersonnelle par rapport agrave la personnelle est de transformer le sujet en preacutedicat raquo
KISS
129
2 Problegravemes seacutemantiques
Drsquoune maniegravere geacuteneacuterale on dira que les expressions impersonnelles introduisant
un rhegraveme tracent un cadre dans lequel vient prendre place lrsquoinformation centrale
Il est normal de supposer que ce lsquocadrersquo se comporte comme une lsquoannoncersquo suivie
drsquoun constituant au seacutemantisme plus particulier en rapport avec la situation et lrsquouni-
vers discursif qui sont communs aux participants de la communication En effet on
constate empiriquement que les lsquointroducteurs de rhegravemesrsquo sont tregraves souvent porteurs
drsquoune signifi cation verbale fondamentale existence ou non-existence drsquoun reacutefeacuterent
(personne chose ou eacuteveacutenement) modaliteacute deacuteontique ou potentielle (crsquoest-agrave-dire ren-
voi agrave des lsquomondes alternatifsrsquo) appreacuteciation modale ou sentimentale La reacutealisation
syntaxique de la relation entre introducteur et rhegraveme est variable elle couvre une
large gamme impliquant des phrases lsquonon canoniquesrsquo ainsi que des propositions
infi nitives et des subordonneacutees verbales de type compleacutetif deacutependant drsquoexpressions
impersonnelles5 Nous pouvons enregistrer ainsi les constructions speacutecifi ques fi geacutees
que les langues romanes ndash et deacutejagrave le latin tardif ndash ont deacuteveloppeacutees pour marquer lrsquoexis-
tence par geacuteneacuteralisation du sujet suivie de son abolition lat habet gt fr (il y) a esp
hay ajoutons lrsquoexpression eacutegalement speacutecifi que qui leur correspond en lrsquoitalien mais
qui traite le sujet drsquoune maniegravere moins radicale pour ainsi dire lrsquoaccord en nombre
eacutetant conserveacute it crsquoegrave un uomo ci sono uomini Le latin classique connaicirct lui-mecircme
lrsquoannonce drsquoun lsquoeacuteveacutenementrsquo ou drsquoun lsquoeacutetat de chosesrsquo agrave lrsquoaide drsquoexpressions typiques
utilisant une 3e personne seacutemantiquement speacutecialiseacutee dont deacutepend une preacutetendue
lsquosubordonneacutee conseacutecutiversquo fi t ut accidit ut epistulam scribam ldquo il arrive que jrsquoeacutecrive
une lettre rdquo ajoutons pour une sorte de mise en relief de lrsquolsquoexistencersquo la structure
relative sunt qui scribant ldquo il y en a qui eacutecrivent rdquo Dans les phrases gouverneacutees par des
verbes impersonnels lrsquoexpression de la modaliteacute deacuteontique se reacutealise le plus souvent
agrave lrsquoaide drsquoune combinaison qui comporte un infi nitif ou une subordonneacutee compleacutetive
ce qui rend plus manifeste encore la bipartition de la structure un syntagme initial
(lsquointroducteur de rhegravemersquo) doteacute drsquoun seacutemantisme lsquofondamentalrsquo comme la lsquoneacutecessiteacutersquo
se trouve suivi par un point drsquoaboutissement (lsquorhegravemersquo) repreacutesentant la veacuteritable nou-
veauteacute du message Ainsi avons-nous en franccedilais ndash agrave cocircteacute de la structure il faut + GN
ndash les seacutequences il faut + lsquoinfi nitifrsquo et il faut que + lsquosubordonneacuteersquo Derriegravere la varieacuteteacute
du mateacuteriel que nous offrent ici les langues romanes on deacutecouvre la permanence du
besoin des vocables anciens peuvent se perdre mais la langue forge des outils nou-
veaux qui les remplacent en ayant recours notamment agrave des verbes qui se precirctent agrave
une speacutecialisation seacutemantique dans le domaine en question Si le verbe impersonnel
oportet lexegraveme drsquoimportance centrale pour lrsquoexpression de la lsquoneacutecessiteacutersquo en latin ne
survit pas dans la plupart des idiomes romans fallere se tient precirct pour entrer dans
ce champ seacutemantique en franccedilais au prix de la bifurcation morpho-seacutemantique qursquoon
5 Les verbes qui participent agrave ces expressions impersonnelles ne sont geacuteneacuteralement pas des verbes lsquoessentiellement impersonnelsrsquo ils sont exclus de la commutation des personnes ver-bales preacuteciseacutement dans le type drsquoemploi que nous appelons lsquointroducteur de rhegravemersquo
CILPR 2013 ndash SECTION 2
130
lui connaicirct6 on peut ajouter uelle apparaissant dans lrsquoexpression impersonnelle it ci vuole ldquo il faut rdquo ldquo il est neacutecessaire rdquo Ce va-et-vient lexical peut conduire agrave la naissance
de nouveaux paradigmes verbaux appartenant au vocabulaire fondamental des lan-
gues crsquoest le cas de falloir mais aussi de estovoir7 usuel en ancien-franccedilais lrsquoapport
eacutetranger joue eacutegalement un rocircle (it bisogna roum trebuie attribueacutes respectivement
aux superstrats germanique et slave8) On retrouve un ensemble drsquoexpressions fon-
damentales dans le domaine de la modaliteacute potentielle avec une bipartition typique
du message le verbe impersonnel eacutetant suivi drsquoune subordonneacutee rheacutematique (fr il se peut que roum se poate sǎ) La prise de position subjective que refl egravete la moda-
liteacute potentielle se complegravete de maniegravere assez naturelle par lrsquoappreacuteciation morale ou
affective ce qui explique les impersonnels decet me iuuat me delectat mihi placet en
latin9 ainsi que le type fr il convient que de il importe que de Ainsi pour un cer-
tain nombre de seacutemantismes fondamentaux il existe des expressions prototypiques
et autour drsquoelles un large halo reacuteunissant des nuances diffeacuterentes la tendance syn-
taxique est agrave la bipartition de la phrase avec utilisation de morphegravemes deacutemarcatifs
et une possibiliteacute de deacutelimitation prosodique Compte tenu de cette bipartition on
dira naturellement que les verbes et expressions impersonnels proprement dits qui
font lrsquoobjet de cette eacutetude reacutealisent de la maniegravere la plus typique la rheacutematisation par
lsquoextrapositionrsquo proceacutedeacute qui consiste agrave faire sortir le rhegraveme du cadre phrastique habi-
tuel sans recours cependant agrave un veacuteritable lsquoimpersonnelrsquo10
Il est curieux de constater qursquoune bipartition du message servant agrave mettre en relief
le rhegraveme existe dans une autre sphegravere morpho-syntaxique cette solution est appeleacutee
eacutegalement lsquoemploi impersonnel du verbersquo ce qui amegravene une importante confusion
terminologique Il srsquoagit de la tendance qui consiste agrave transformer la marque clitique
du verbe lsquopronominalrsquo en marque de verbe lsquonon personnelrsquo tendance que connaissent
certaines langues romanes et qui est tregraves deacuteveloppeacutee en italien Au cours du passage
de it si mangiano le mele (lsquopronominal passifrsquo avec accord entre verbe et sujet) agrave
si mangia le mele (lsquopronominal non personnelrsquo sans accord)11 lrsquointransitivant si qui
6 Sur le rapport entre faillir et falloir cf FEW s v fallere7 Lrsquoeacutetymologie retenue par le REW (s v opus) et le FEW (s v opus) est lrsquoexpression imper-
sonnelle latine opus est Concernant les expressions impersonnelles deacutenotant la lsquoneacutecessiteacutersquo en ancien-franccedilais ainsi que leur mouvement diachronique voir en particulier Buridant (2000 399-401)
8 V REW s v sonium LEI s v bisogno et Cioranescu (1961) s v treabǎ9 Pour les questions de lrsquoimpersonnel en latin voir Bassols de Climent (1948 82-90) cf
eacutegalement Hofmann Szantyr (1965 414-417)10 Cf fr Cela amuse Sylvie que Pierre soit tombeacute (exemple de Riegel Pellat Rioul 20097 723)
it Sarebbe una pazzia andarci ora (exemple de Salvi Vanelli 2004 267) esp Me pesa de haberos ofendido (exemple de Gili y Gaya 1968 79) roum icircmi place sǎ dansez (exemple de Gramatica limbii romacircne 19662 I 244) Notons que lrsquolsquoextrapositionrsquo du rhegraveme ndash et ainsi la bipartition de la phrase ndash apparaicirct comme une sorte de modegravele seacutemantico-pragmatique chez Wierzbicka (1988 106-107) analysant les jugements de type affectif en anglais (Irsquom pleased to meet you ~ Itrsquos nice to meet you)
11 Tournure caracteacuterisant laquo certaines varieacuteteacutes de lrsquoitalien raquo selon Salvi Vanelli (2004 75) cf le
KISS
131
avait repreacutesenteacute un lsquoagent humain indeacutetermineacutersquo a eacuteteacute converti en un indice drsquolsquointro-
ducteur de rhegravemersquo lrsquoabsence drsquoaccord signale preacuteciseacutement la bipartition de la phrase
La perspective fonctionnelle de la phrase tend donc agrave srsquoexprimer par diffeacuterents pro-
ceacutedeacutes syntaxiquement marqueacutes quand les locuteurs eacuteprouvent le besoin de precircter au
dosage de lrsquoinformation un relief particulier
3 Problegravemes diachroniques
Sur le plan diachronique latino-roman il est assez naturel de chercher un rapport
entre lrsquoexploitation croissante des proceacutedeacutes de rheacutematisation forte et la modifi cation
de lrsquoordre des termes qui a eu lieu en latin tardif Durant la peacuteriode classique du latin
lrsquoordre des constituants ndash libre du point de vue des fonctions syntaxiques ndash se precirctait
avec souplesse agrave lrsquoexpression de la perspective communicative de la phrase Les types
drsquoarrangement possibles eacutetaient donc nombreux il semble cependant qursquoagrave lrsquoeacutepoque
postclassique certains arrangements soient devenus plus freacutequents ce qui a drsquoailleurs
entraicircneacute une eacutetape vers lrsquoordre plus rigide des langues romanes Drsquoune part le verbe
freacutequent agrave la fi n de la phrase en latin classique quitte aiseacutement cette place pour des
raisons de rheacutematisation tout agrave fait compreacutehensibles Deux citations de Greacutegoire de
Tours choisies au hasard peuvent illustrer le pheacutenomegravene Le verbe y occupe la pre-
miegravere place et preacutecegravede lrsquoessentiel du message exprimeacute sous forme de compleacutements
posuit manum super oculos eius [sc heretici] (Greg Tur 23 p 432) ldquo il posa la main sur
les yeux de lrsquohomme [sc de lrsquoheacutereacutetique] rdquo
ou de sujet
ait ad eum episcopus (Greg Tur 21 p 3727) ldquo lrsquoeacutevecircque lui dit rdquo
Drsquoautre part le sujet tend agrave occuper la premiegravere position quand il joue le rocircle du
thegraveme ce qui est freacutequent dans les phrases agentives et il apparaicirct souvent comme
postverbal colleacute neacuteanmoins au verbe et rattacheacute agrave celui-ci par un lien seacutemantique
eacutetroit
in fl umine Minio [hellip] capiuntur pisces IIII noui uisu et specie (Hydatius 253) ldquo dans le
fl euve Minius [hellip] sont pris quatre poissons nouveaux pour leur apparence et pour leur es-
pegravece rdquo12
Les eacutechantillons citeacutes montrent qursquoen latin tardif le preacutedicat verbal se deacuteplace
vers la premiegravere zone de la phrase et qursquoen mecircme temps la place du sujet devient plus
type espagnol se vende casas (pour lrsquoespagnol voir Gili y Gaya 1968 76-78)12 Un exemple ougrave le pheacutenomegravene caracteacuterise une suite de phrases agrave lrsquointeacuterieur drsquoun mecircme reacutecit
Post haec omnia mortuus est Chlodoueus rex in pace [hellip] A transitu sancti Martini usque ad transitum Chlodouechi regis fuerunt anni centum duodecim [hellip] Habebat quoque Theude-ricus fi lium nomine Theudobertum (Liber Historiae Francorum 19 p 27317) ldquo Apregraves tous ces eacuteveacutenements mourut en paix le roi Chlodouechus [hellip] Du deacutecegraves de saint Martin au deacutecegraves du roi Chlodouechus srsquoeacutecoulegraverent cent douze anneacutees [hellip] Theudericus avait un fi ls nommeacute Theudobertus rdquo
CILPR 2013 ndash SECTION 2
132
preacutevisible cette relative uniformiteacute entraicircne sur le plan pragmatique le besoin de
renforcer lrsquoopposition entre le lsquomarqueacutersquo et le lsquonon marqueacutersquo Ce besoin se traduit sur le
plan syntaxique par une exploitation plus intense des structures (deacutejagrave preacutesentes dans
la langue) qui assurent la rheacutematisation forte La tendance pouvait prendre appui sur
le type de phrase ougrave un verbe drsquoexistence ou une expression eacutevaluative se deacutetache en
position initiale pour introduire un rhegraveme plus ou moins complexe13
Erant omnino itinera duo quibus itineribus domo exire possent [sc Heluetii] (Caes
Gall 1 6 1) ldquo il existait en somme deux chemins par lesquels ils [= les Helvegravetes] pouvaient
quitter leur territoire rdquo
Dulce et decorum est pro patria mori (Hor carm 3 2 13) ldquo Crsquoest une douce et belle chose
que de mourir pour la patrie rdquo
Dans les textes tardifs les expressions marquant lrsquolsquoexistencersquo occupent tregraves sou-
vent la position initiale dans la phrase elles sont annonciatrices de rhegravemes
extant ipsius egregii studia praedicanda (Hydatius 81) ldquo De cet homme excellent sub-
sistent des ouvrages savants agrave propager rdquo
Ecce et coepit iam esse hora forsitan octaua (Itinerarium Egeriae 4 5) ldquo Et voilagrave que
peut-ecirctre commenccedilait la huitiegraveme heure de la journeacutee rdquo
Habebat autem de eo loco ad montem Dei forsitan quattuor milia (Itinerarium Egeriae 2
1) ldquo Et de cet endroit agrave la montagne de Dieu il y avait peut-ecirctre une distance de quatre mille
pas rdquo14
Agrave la suite des modifi cations des regravegles gouvernant lrsquoemplacement des constituants
syntaxiques en latin les phrases indiquant une rheacutematisation forte se deacutetachent de
plus en plus sur le fond des phrases canoniques dans lesquelles lrsquoordre des consti-
tuants se fi xe petit agrave petit agrave lrsquoeacutepoque preacuteromane15 Les langues romanes deacuteveloppent
ainsi sur des bases latines un systegraveme relativement coheacuterent pour lrsquoexpression mar-
queacutee de la perspective communicative de la phrase User ou ne pas user de ces proceacute-
deacutes pragmatiques particuliers est un choix qui reste agrave la discreacutetion du locuteur situant
son acte communicatif dans le reacuteseau de ses interactions avec le monde
Universiteacute de Debrecen Saacutendor KISS
13 Cf eacutegalement Devine Stephens (2006 166-172) Spevak (2010 29-30 et 57-58) 14 Agrave propos de la genegravese de habet impersonnel en latin tardif (effacement du sujet dans domus
habet multum uinum rarr habet multum uinum) cf Bassols de Climent (1948 82-83) Quant agrave lrsquoexpression de la lsquoneacutecessiteacutersquo lrsquoItinerarium Egeriae nous offre beaucoup de phrases ayant la structure lsquoexpression impersonnelle + infi nitifrsquo du type necesse nos fuit ibi descendere iuxta consuetudinem (7 7) ldquo il nous a fallu y descendre selon notre habitude rdquo
15 Concernant les modifi cations de lrsquoordre des constituants syntaxiques en latin tardif voir Kiss (2015 593-595)
KISS
133
Reacutefeacuterences bibliographiques
Textes
Gregorius episcopus Turonensis Libri Historiarum X Publ Bruno Krusch Wilhelm Levison
Monumenta Germaniae Historica Scriptores rerum Merouingicarum I1 Hannover 1951
Hydatius Lemicus Continuatio chronicorum Hieronymianorum Publ Theodor Mommsen
Monumenta Germaniae Historica Auctores antiquissimi XI Berlin 1894
Itinerarium Egeriae Publ Otto Prinz Heidelberg Winter 19605
Liber Historiae Francorum Publ Bruno Krusch Monumenta Germaniae Historica Scriptores rerum Merouingicarum II Hannover 1888
Eacutetudes
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Nebrija (CSIC)
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Gili y Gaya Samuel 1968 Curso superior de sintaxis espantildeola La Habana Instituto del Libro
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Hofmann J B Szantyr A 1965 Lateinische Syntax und Stilistik Muumlnchen Beck
Kiss Saacutendor 1987 laquo Le traitement des fonctions de la phrase simple dans la linguistique fran-
ccedilaise entre 1950 et 1965 raquo in Kiss Saacutendor Skutta Franciska (ed) Analyse grammaticale ndash analyse narrative Debrecen Kossuth Lajos Tudomaacutenyegyetem Studia Romanica 7-70
Kiss Saacutendor 2015 laquo Recherches sur le texte des chroniques latines du Haut Moyen Acircge raquo in
Haverling Gerd V M (ed) Latin Linguistics in the Early 21st Century Acts of the 16th International Colloquium on Latin Linguistics Uppsala Universitet 588-596
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Riegel Martin Pellat Jean-Christophe Rioul Reneacute 20097 Grammaire meacutethodique du fran-ccedilais Paris Presses Universitaires de France
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(reacuteimpr 1950)
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Benjamins
Tesniegravere Lucien 1959 Eacuteleacutements de syntaxe structurale Paris Klincksieck
Wartburg Walter von Zumthor Paul 19582 Preacutecis de syntaxe du franccedilais contemporain Berne
Francke
Wierzbicka Anna 1988 The Semantics of Grammar Amsterdam Philadelphia John Benja-
mins
135
LrsquoOpinion de R Kiesler sur lorigine des langues romanes
En ce qui concerne lrsquoorigine des langues romanes deux thegraveses principales peuvent
ecirctre repreacutesenteacutees par les scheacutemas suivants
A B
Lat archaiumlque Lat archaiumlque
Lat vulgaire Lat classique Lat classique
Fr It Roum Lat vulgaire
Fr It Roum
La diffeacuterence entre ces deux thegraveses consiste en ce que selon la thegravese A le latin
archaiumlque srsquoest scindeacute en latin classique et en latin vulgaire et les langues romanes
proviennent du latin vulgaire (appeleacute aussi lsquo latin populaire rsquo lsquo latin parleacute rsquo lsquo roman
commun rsquo lsquo protoroman rsquo etc) tandis que selon la thegravese B les langues romanes sont
issues du latin classique alors que le latin vulgaire diffeacuterencieacute dans le temps et lrsquoes-
pace constitue une eacutetape intermeacutediaire entre le latin classique et les langues romanes
La thegravese A est neacutee en 1435 agrave Florence Quelques humanistes que personne nrsquoose-
rait consideacuterer comme des linguistes ont discuteacute la question de savoir drsquoougrave provenait
lrsquoitalien Nrsquooublions pas que cela se passait avant le XIXe siegravecle qui a eu le grand
meacuterite drsquointroduire la notion drsquoeacutevolution dans diffeacuterentes disciplines y compris la lin-
guistique Avant le XIXe siegravecle on avait une vision du monde sensiblement statique
on srsquoimaginait par exemple que toutes les espegraveces veacutegeacutetales et animales existaient
depuis le deacutebut du monde Or nos humanistes fl orentins se rendaient parfaitement
compte drsquoune diffeacuterence entre lrsquoitalien et le latin lrsquoun eacutetant selon la terminologie
contemporaine une langue analytique et lrsquoautre une langue syntheacutetique De mecircme
qursquoils eacutetaient incapables drsquoimaginer que les plantes et les animaux soient le reacutesultat
drsquoune eacutevolution de mecircme il leur paraissait inconcevable qursquoune langue syntheacutetique
CILPR 2013 ndash SECTION 2
136
puisse se transformer en une langue analytique et sachant que chez des auteurs latins
il y avait quelques vagues allusions agrave un uulgaris sermo ils sont arriveacutes agrave la conclusion
que dans lrsquoancienne Rome il y aurait eu deux langues le latin classique langue syn-
theacutetique et le latin vulgaire langue analytique et source de lrsquoitalien Les arguments
que nos humanistes alleacuteguaient agrave lrsquoappui de leur thegravese eacutetaient extrecircmement naiumlfs
ainsi selon eux une femme du peuple nrsquoaurait pas eacuteteacute capable drsquoapprendre agrave deacutecliner
un substantif comme supellex geacuten supellectilis Mais par inertie lrsquoopinion formuleacutee
par quelques ignorants meacutedieacutevaux a eacuteteacute approuveacutee par drsquoinnombrables autoriteacutes est
devenue un dogme de la linguistique romane et est partageacutee jusqursquoagrave nos jours par la
grande majoriteacute des romanistes
En revanche il nrsquoy a eu jusqursquoen 1974 que trois chercheurs pour souscrire agrave la
thegravese B Eyssenhardt (1880) dans la seconde moitieacute du XIXe siegravecle Henri Muller
(1932) dans la premiegravere moitieacute du XXe siegravecle et moi-mecircme agrave partir de 1974 La diffeacute-
rence entre ces deux thegraveses consiste en ce que selon la thegravese A le latin vulgaire est
une langue sœur du latin classique tandis que drsquoapregraves la thegravese B le latin vulgaire
est une langue fi lle du latin classique Alors qursquoil nrsquoy a aucune forme qui confi rme-
rait la thegravese A des milliers de formes confi rment la thegravese B Par exemple lat class
patrem gt lat vulg patre caelum gt celu herbam gt erba mēnsem gt mēse toacutenitrum
gt toniacutetru precor est refait en precō sapere en sapēre esse en essere morī en
morīre etc Il suffi t de mentionner que dans le REW il y a 6000 substantifs et adjec-
tifs dont lrsquoaccusatif singulier preacutesente en latin vulgaire la chute de -m On voit donc
que toutes les formes du latin vulgaire sont plus reacutecentes que celles du latin classique
Il en reacutesulte que le latin vulgaire est une langue fi lle du latin classique
Depuis 1974 crsquoest-agrave-dire depuis presque 40 ans aussi bien dans mes publications
que dans mes confeacuterences je demande aux romanistes de citer des formes qui prou-
veraient que le latin vulgaire eacutetait une langue sœur du latin classique mais personne
nrsquoa citeacute une telle forme
Il nrsquoy a pas longtemps le romaniste allemand Reinhard Kiesler (2012) a publieacute
une communication intituleacutee Les langues romanes proviennent-elles du latin clas-sique et qui commence de la faccedilon suivante
Je me propose de discuter les deux thegraveses connues concernant lrsquoorigine des langues ro-
manes celle de la succession du latin classique au latin vulgaire et celle de la simultaneacuteiteacute des
deux varieacuteteacutes Prenant en consideacuteration la bibliographie actuelle je reacuteexaminerai les argu-
ments respectifs et proposerai une synthegravese qui montre que les deux thegraveses sont en partie
justes et qursquoelles ne sont pas incompatibles La thegravese de la successiviteacute est notamment deacutefen-
due par W Mańczak [hellip] Selon la thegravese de la simultaneacuteiteacute le latin classique et le latin vulgaire
ont eacutevolueacute parallegravelement en partant du latin archaiumlque
Et voici le scheacutema sur lrsquoorigine des langues romanes proposeacute par le romaniste de
lrsquouniversiteacute de Wuumlrzburg
MAŃCZAK
137
Modegravele - synthegravese drsquoapregraves Kiesler 1995 p 394 2006 p 110
env 1er s av J-CMoyen Acircge
latin classique = pelagus langue standard
latin postclassique - meacutedieacuteval
eacuteleacutements et regravegles MARE
stylistiquement calidus mots savants Lat archaIumlque neutres
mots populaires
langues
latin vulgaire = CALDUS romanes
langue familiegravere
Avant de critiquer ce scheacutema je voudrais mentionner un deacutetail Selon Kiesler
laquo on trouve normalement la repreacutesentation suivante lat class posse puis lat vulg
POTERE gt esp poder Mais cette repreacutesentation constitue une inversion de lrsquoeacutevolu-
tion reacuteelle La preuve en est le thegraveme du parfait en latin classique potu- (potui etc)
qui deacuterive preacuteciseacutement de POTERE Cela prouve que la forme POTERE a existeacute
avant lrsquoeacutepoque classique et qursquoil est erroneacute de vouloir la deacuteriver de posse raquo
Lrsquoauteur se trompe Le mot posse est un verbe composeacute posse lt potis esse pos-sum lt potis sum potes lt potis es potest lt potis est possumus lt potes sumus
potestis lt potes estis possunt lt potes sunt poteram lt potis eram potui lt potis fui etc Des formes comme posse possum poteram potui etc sont attesteacutees des
milliers de fois tandis que potere nrsquoest jamais attesteacute Par conseacutequent potere est
plus reacutecent que posse Mentionnons enfi n que la forme ancienne du morphegraveme de
lrsquoinfi nitif est -se et qursquoelle srsquoest maintenue dans esse posse tandis que la forme -re
(cf laudare habere dicere venire) est plus reacutecente et srsquoexplique par le rhotacisme en
position intervocalique
Selon la thegravese traditionnelle qui remonte agrave 1435 le latin vulgaire eacutetait une langue
sœur du latin classique alors que drsquoapregraves la thegravese soutenue par Eyssenhardt Henri
Muller et moi-mecircme le latin vulgaire eacutetait une langue fi lle du latin classique Le
romaniste Kiesler se propose de montrer laquo que les deux thegraveses sont en partie justes
et qursquoelles ne sont pas incompatibles raquo Cela est absolument impossible Si quelqursquoun
dit que Mme A est une sœur de Mme B et que quelqursquoun drsquoautre affi rme que Mme
A est une fi lle de Mme B nous avons affaire agrave deux assertions qui srsquoexcluent lrsquoune
lrsquoautre assertions entre lesquelles un compromis nrsquoest pas possible Si la premiegravere de
ces assertions est vraie la seconde doit ecirctre erroneacutee ou inversement
En ce qui concerne le scheacutema sur lrsquoorigine des langues romanes proposeacute par Kies-
ler son deacutefaut principal consiste en ce que le latin vulgaire y est consideacutereacute comme
une langue sœur du latin classique Afi n de montrer que cette opinion est fausse jrsquoai
CILPR 2013 ndash SECTION 2
138
deacutepouilleacute les 20 premiegraveres pages du Dictionnaire eacutetymologique de la langue franccedilaise de Bloch et Wartburg ougrave jrsquoai trouveacute les formes suivantes
Franccedilais Latin populaire Latin classique
abattre abbatt(u)ěre preacuteverbeacute de battuere
abreuver abbǐběrāre preacuteverbeacute et deacuteriveacute de bibere
accorder accǒrdārepar substitution de preacuteverbe de
concǒrdāre
accoutrer accō(n)s(ū)tūrāre deacuteriveacute de cōnsūtūra
accueillir accǒlligěre preacuteverbeacute de cǒllǐgěre
acqueacuterir acquerěre acquīrěre
affeacuterent afferīre afferre
affi ler affīlāre deacuteriveacute de fīlum
agacer adaciāre deacuteriveacute drsquoacies
aiumleul aviǒlus avus
aine inguǐnem inguen inguinis
airain arāmen aes aeris
aisselle axělla axilla
alevin allevāmen deacuteriveacute du verbe allevāre
alleacutecher allectǐcāre deacuteriveacute drsquoallectāre
allegravegre alǐcěr alecris (geacuten) ǎlǎcer
allumer allūmǐnāre preacuteverbeacute de lūmǐnāre
Le deacutepouillement partiel du Dictionnaire eacutetymologique de la langue franccedilaise de
Bloch et Wartburg montre que tous les mots du latin vulgaire citeacutes par ces auteurs
sont plus reacutecents que ceux du latin classique Il en reacutesulte que contrairement agrave ce
qursquoon enseigne depuis 1435 crsquoest-agrave-dire depuis cinq siegravecles le latin vulgaire eacutetait une
langue fi lle et non pas une langue sœur du latin classique Il en reacutesulte eacutegalement
MAŃCZAK
139
que les langues romanes proviennent du latin classique tandis que le latin vulgaire
diffeacuterencieacute dans le temps et lrsquoespace constitue une eacutetape intermeacutediaire entre le latin
classique et les langues romanes
Universiteacute de Cracovie Witold MAŃCZAK
Reacutefeacuterences bibliographiques
Eyssenhardt F 1880 laquo Der Ursprung der romanischen Sprachen raquo Nord und Suumld 12 404-413
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Kiesler Reinhard 2012 laquo Les langues romanes proviennent-elles du latin classique raquo in
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Mańczak Witold 1974 laquo La langue romane commune latin vulgaire ou latin classique raquo Revue Romane 9 218-231
Muller Henri F Pauline Taylor 1932 A Chrestomathy of Vulgar Latin Boston D C Heath
and Company
141
Le nivellement analogique reacutegi par la phonologie
Le rapport entre lrsquoanalyse et lrsquoanalogie a beaucoup occupeacute lrsquoattention des lin-
guistes derniegraverement De fait lrsquoanalogie est devenue aussi importante que lrsquoanalyse agrave
tel point qursquoexiste un point de vue tregraves reacutepandu selon lequel le propre du langage est
analogique
(1) Language structure and language use are [hellip] predominantly analogical and that is why analogy is the backbone of universal grammar (Antila (2003 439))
Il nrsquoexiste donc rien dans le langage qui ne remonte agrave lrsquoanalogie ce qui ne permet
qursquoavec diffi culteacute une diffeacuterence entre le changement analogique fondeacute sur le sens et
le changement phoneacutetique deacutetermineacute par la forme la structure Dans ce contexte cer-
tains linguistes sont alleacutes au-delagrave de la geacuteneacuteralisation pour approfondir notre connais-
sance du rapport entre lrsquoanalogie et le systegraveme phonologique Drsquoun cocircteacute Wang (1969)
essaya de voir jusqursquoagrave quel point les changements phoneacutetiques sont diffuseacutes mot par
mot par un proceacutedeacute analogique dans le lexique Ce pheacutenomegravene fut mis au point par
Kiparsky qui souligne lrsquoaction des regravegles phonologiques dans le lexique laquo lexical
diffusion is the analogical generalization of lexical phonological rules raquo (1995 313)
alors que Labov (1981 1994) en dirigeant notre attention sur le rocircle de la variation
dans le deacuteroulement des sons souligna le rapport entre les changements reacuteguliers et
les exceptions en tant qursquoemprunts dialectaux ou sociaux (cf Campbell (2004 222-
224)) La discussion est alleacutee suffi samment loin pour infl uencer notre perspective sur
le fonctionnement de lrsquoanalogie dans le langage en geacuteneacuteral et plus speacutecifi quement
dans le deacuteroulement des changements des sons
Il convient eacutevidemment de tenir compte des diffeacuterents sens que peut avoir le mot
lsquoanalogiersquo dans la discussion des linguistes Nous laissons de cocircteacute pour le moment la
probleacutematique de la nature analogique du langage en geacuteneacuteral par rapport aux reacutesul-
tats que peuvent produire les infl uences sociales Ce dont nous souhaitons discuter
ici plus preacuteciseacutement est la tendance du langage agrave uniformiser les irreacutegulariteacutes mor-
phologiques qui remontent aux reacutegulariteacutes des changements phoneacutetiques (cf Stur-
tevant (1947 109)) et le rocircle de lrsquoanalogie le cas eacutecheacuteant dans lrsquoameacutenagement du
paradigme Crsquoest surtout cette tendance au nivellement analogique dans le paradigme
verbal aussi bien qursquoentre les formes des noms et des adjectifs qui ne manque pas de
poser certaines questions dans le passage du latin aux langues romanes Cet aspect
ne peut ecirctre dissocieacute de la tacircche deacutelicate consistant agrave faire une description exacte
des eacuteveacutenements en question Dans lrsquohistoire du franccedilais par exemple le pheacutenomegravene
qui aplanit ces irreacutegulariteacutes paradigmatiques est bien connu et les exemples en sont
CILPR 2013 ndash SECTION 2
142
nombreux Pour nrsquoen prendre que deux le verbe fr laver aurait ducirc donner legraveve au
singulier pour se ranger du cocircteacute de lrsquoeacutevolution de la voyelle [a] accentueacutee en syllabe
ouverte par exemple dans [laacutewo] gt [lέvǝ] comme pour la forme [maacutere] qui donne
[mέr] en franccedilais Par contre en syllabe inaccentueacutee la voyelle drsquoorigine est preacuteser-
veacutee par exemple dans [lawaacutemus] gt [lavotilde] ce qui fait que nous avons un paradigme ougrave
le radical accentueacute voir (2a) srsquooppose au radical inaccentueacute illustreacute en (2b)
(2)a jetuil(s) [lέv]
(2)b nousvousils [lav]-onsez
Pour reacutesoudre lrsquoirreacutegulariteacute du paradigme le pluriel est censeacute lrsquoavoir emporteacute sur
le singulier gracircce au fonctionnement de lrsquoanalogie repreacutesenteacute dans lrsquoexemple (3a)
(3) a [lέvǝ] [lav-]
Dans le cas du verbe fr aimer au contraire crsquoest la diphtongue que nous trouvons
comme reacutesultat de [a] accentueacute en syllabe ouverte devant la consonne nasale ce qui
donne [aacuteimǝ] agrave cocircteacute de la voyelle inaccentueacutee [amotilde] Cette fois-ci crsquoest la forme
accentueacutee qui lrsquoemporte encore une fois par un proceacutedeacute analogique repreacutesenteacute dans
lrsquoexemple (3b)
(3) b [aacuteimǝ] [amotilde]
Dans les deux cas le paradigme est reacutegulariseacute au moyen de lrsquoanalogie dont la
direction est varieacutee
Agrave lrsquoaide de ces exemples nous voyons lrsquoeffet eacutevident de lrsquoanalogie qui consiste agrave
niveler le paradigme Il faut souligner cependant que notre avis selon lequel qursquoil
srsquoagit lagrave drsquoun cas drsquoanalogie est tout autant fondeacute sur la reacutegulariteacute du changement pho-
neacutetique crsquoest-agrave-dire que le changement reacutegulier lrsquoeffet attendu aacute[ gt eacute[ ai gt a _ [+voy
+nas] nrsquoa pas reacuteussi et ce nrsquoest qursquoagrave partir de la reacutegulariteacute qursquoil nous arrive drsquoinvo-
quer lrsquoanalogie pour expliquer lrsquoeacutechec de la reacutegulariteacute La constatation de lrsquoaction de
lrsquoanalogie nrsquoaurait donc pas eacuteteacute justifi eacutee sans la veacuterifi cation preacutealable des changements
reacuteguliers en question
1 Analyse conventionnelle
Muni du processus de nivellement que nous venons drsquoillustrer certains linguistes
ont mecircme eacutegalement recouru agrave lrsquoanalogie pour valoriser lrsquoeacutechec drsquoune reacutegulariteacute sup-
poseacutee et non veacuterifi eacutee Il srsquoagit du type de nivellement analogique proposeacute dans lrsquohis-
toire du franccedilais et representeacute dans lrsquoexemple (4)
(4) manğiέr maacutenčǝθ kolğiέr kόlčǝθ)
Ce sont lagrave des exemples de lrsquoanalogie invoqueacutee pour meacutenager les irreacutegulariteacutes agrave
la base de lrsquoanalyse putative de Meyer-Luumlbke Il srsquoagit bien sucircr des inconveacutenients
paradigmatiques les reacutesultats de lrsquoinvention drsquoune analyse reacuteguliegravere pour relever les
MAZZOLA
143
changements historiques du franccedilais (cf Meyer-Luumlbke (1890) (1913)) Lrsquoessentiel de
son analyse est reproduit dans lrsquoexemple (5)
(5) mastikaacutere maacutestikat karrikaacutere kaacuterrikat
syncope 1 --------- maacutes(t)kat ---------- kaacuter(r)ka
k gt g mastigaacutere ----------- karrigaacutere ----------
syncope 2 mast(i)gaacutere ----------- kar(r)gaacutere ----------
palatal mas(t)ğaacutere maacutes(t)čat čarğaacutere čaacuterčat
a[ gt e[ masğeacutere ----------- čarğέre ----------Čeacute[ gt Čieacute[ masğieacutere ----------- čarğieacutere ----------
masğiέr maacutesčǝθ čarğiέr čaacuterčǝθNous voyons ici un reacutesultat diffeacuterent bien connu entre les formes du paradigme
Les formes conjugueacutees accentueacutees sur la peacutenultiegraveme sont syncopeacutees en premier lieu
pour bloquer la sonorisation de la veacutelaire intervocalique La consonne veacutelaire par la
suite sonoriseacutee continue comme yod agrave son tour palataliseacute pour produire lrsquoaffriqueacutee
palatale sonore Lrsquoaffriqueacutee palatale sourde par contre devant a est produite par
la palatalisation de la veacutelaire sourde qui nrsquoest pas sonoriseacutee du fait de la syncope
deacutejagrave imposeacutee anteacuterieurement Pour expliquer les formes facirccheuses qui reacutesultent de
cette analyse il fallut recourir agrave une analogie dont la direction est varieacutee comme
nous lrsquoavons vu dans le cas de fr laver et aimer Ce nrsquoest donc que devant cet obstacle
ce reacuteseau de changements phoneacutetiques enchevecirctreacutes acceptable ou non qursquoon a eacuteteacute
obligeacute de proposer une analogie explicative Cependant crsquoest de lrsquoanalogie putative
deacuteduite de lrsquoanalyse reconstruite et ni lrsquoune ni lrsquoautre ne proviennent de la veacuterifi ca-
tion directe Autrement dit nous avons affaire agrave des exemples de nivellement paradig-
matique deacuteduits drsquoune analyse reconstruite qui manque de veacuterifi cation directe pos-
sible Il est donc impossible de savoir si lrsquoanalogie est partie de lrsquoanalyse ou si lrsquoanalyse
est le reacutesultat drsquoun nivellement paradigmatique consciemment manipuleacute Par conseacute-
quent le but de cette communication est de proposer que lrsquoanalyse de Meyer-Luumlbke
est malheureusement fautive (cf Mazzola (2013)) et qursquoil srsquoensuit que les deux cas de
nivellement analogique fondeacutes sur elle sont douteux
Comme nous lrsquoavons vu le travail de Meyer-Luumlbke fut eacutetayeacute par les exemples
de nivellement analogique rencontreacutes ailleurs dans lrsquoeacutevolution du franccedilais Mais
son interpreacutetation fut encore davantage eacutetayeacutee par les nombreux cas de syncope
attesteacutes beaucoup plus clairement en franccedilais que dans les autres langues romanes
(Cf Meyer-Luumlbke (1890-1906 287) Pirson (1909 885-886) Pope (1934 102-103)
Richter (1934 31) Straka (1953) (1956) (1970) et al) Lrsquoabondance de la syncope
est attribueacutee agrave lrsquoinfl uence germanique et citeacutee comme preuve pour lrsquoinvraisemblable
continuiteacute sans changement du latin durant les longs siegravecles avant lrsquoarriveacutee des Francs
(cf Muller (1929)) Cette perspective est amplement refl eacuteteacutee dans lrsquoanalyse de Meyer-
CILPR 2013 ndash SECTION 2
144
Luumlbke Cependant elle fut remise en cause derniegraverement par lrsquoessai de Morin (2003)
sur lrsquoeacutechec de lrsquoanalyse agrave base de reacutegulariteacute Morin souligna le manque de succegraves de
Straka (1953) (1956) (1970) pour mener agrave bien les eacutetapes intermeacutediaires de lrsquoanalyse
traditionnelle Au cours de sa critique il souleva plusieurs problegravemes notamment
la syncope la sonorisation la diphtongaison et lrsquoapocope pour deacutemontrer au profi t
drsquoune perspective de la variation lrsquoinsuffi sance de lrsquoanalyse fondeacutee sur la reacutegulariteacute
De ce fait eacutetant donneacute lrsquoeacutechec des regravegles qui sont agrave la base des tentatives de Straka il
nous est proposeacute drsquoabandonner la reacutegulariteacute dans la mutation des sons en faveur de la
nature variationnelle du langage
2 Analyse proposeacutee
Plutocirct que drsquoabandonner la reacutegulariteacute nous avons fait une proposition alterna-
tive (Mazzola (2000) (2006) (2007) (2008) (2012) (2013)) agrave travers une perspective
reacutegleacutee par le rythme crsquoest-agrave-dire qursquoau lieu drsquoenvisager la syncope comme une carac-
teacuteristique exclusive des langues germaniques nous avons suggeacutereacute qursquoil est possible
drsquoaborder la probleacutematique agrave partir des cas syncopeacutes qursquoon trouve aussi en latin On
rencontre par exemple des mots latins syncopeacutes agrave lrsquoarborescence agrave gauche dans la
phonologie lexicale
(6)a [[juacutewɛn] + ior] rarr junior [[aacuteiwi] + [tas]] rarr aetas [[uacutewi] + [dos]] rarr udos
[[aacutewi] + [kɛps]] rarr auceps [[maacutenu] + [kɛps]] rarr manceps
aussi bien que dans la phonologie lsquosuperfi ciellersquo
(6) b [[naacutewi]ta] (Ovide) rarr nauta [[aacutewi]dus] rarr audus (latin tardif)
et dans drsquoautres exemples eacuteparpilleacutes dans le lexique
(6) c [[laacuteri]dum] rarr lardum [[soacuteli]dum] rarr soldum [[vaacuteli]de] rarr valde etc
Plutocirct que des exemples de dactyles dans une simple suite de syllabes (longue
bregraveve bregraveve) selon la repreacutesentation conventionnelle dans ces exemples nous avons
affaire agrave un trocheacutee enchacircsseacute dans le dactyle Ce mecircme pheacutenomegravene de lrsquoenchacircsse-
ment du trocheacutee peut ecirctre repreacutesenteacute en forme drsquoarbre ougrave la syllabe agrave supprimer se
preacutesente toujours du cocircteacute gauche (arborescence agrave gauche)
laridum solidum valide
[[laacute ri] dum] [[soacute li] dum] [[vaacute li] de]
Ce nrsquoest que dans la derniegravere syllabe du trocheacutee ainsi enchacircsseacutee que nous trou-
vons la cible de lrsquoeffacement en question Dans un trocheacutee simple lrsquoeffacement nrsquoest
eacutevidemment pas effectueacute par exemple [maacute nu] rarr [maacuten] il ne lrsquoest pas non plus dans
le cas de lrsquoarborescence agrave droite par exemple [na [tuacute ra]] rarr [na tuacuter] [ma [tuacute rus]]
MAZZOLA
145
rarr [ma tuacuter] Le mecircme pheacutenomegravene drsquoarborescence agrave gauche est aussi bien eacutevident
dans des formes verbales de La Guerre des Gaules (Bellum Gallicum) de Ceacutesar
(7)a [[enun]+[[tiaacutewe]rit]] gt enuntiaacuterit (1 17 6) [[ku]+[[raacutewi]sset]] gt curasset (1 19 1)
[[kon]+[[sueacutewi]sse gt consuesse (1 43 4)
(7)b enuntia(ve)rit rarr enuntiarit (1 17 6)
compara(vi)sset rarr comparasset (1 18 4)
conloca(vi)sse rarr conlocasse (1 18 6)
cura(vi)sset rarr curasset (1 19 1)
Dans ces exemples lrsquoaccent srsquoest manifestement deacuteplaceacute pour faire en sorte que la
voyelle cibleacutee soit dans un constituant dans lrsquoarborescence agrave gauche
(7)c e[[nunti]a]] + [weacuterit] rarr e[nunti] + [[aacute + we]rit] rarr enuntiarit
[[kompa]ra]] + [wiacutesset] rarr [kompa] + [[raacute + wi]sset] rarr comparasset
[[konlo]ka]] + [wiacutesse] rarr [konlo] + [[kaacute + wi]sse] rarr conlocasse
[[kura] + [wiacutesset] rarr [ku] + [[raacute + wi]sset] rarr curasset
Ce deacuteplacement de lrsquoaccent agrave gauche est deacuteclencheacute par un rythme qui dirige les syl-
labes vers une suite de constituants dont la deuxiegraveme syllabe du trocheacutee ainsi enchacircsseacute
est viseacutee comme cible pour lrsquoeffacement en question Lrsquoenvironnement de lrsquoeffacement
vocalique est donc identique agrave ce que nous avons vu dans les exemples (6)
Comme nous lrsquoavons vu lrsquoeffacement vocalique est acheveacute agrave la suite de la creacutea-
tion drsquoun nouveau trocheacutee enchacircsseacute dans un dactyle par le deacuteplacement accentuel
Cette suite [trocheacutee + nouveau trocheacutee en dactyle agrave lrsquoarborescence agrave gauche] sert
drsquoenvironnement rythmique pour le raccourcissement du mot La derniegravere voyelle du
dactyle est ainsi neacutecessairement le pivot essentiel pour que le trocheacutee du dactyle soit agrave
lrsquoarborescence agrave gauche Le jeu de cette derniegravere voyelle est donc essentiel pour fi xer
lrsquoenvironnement rythmique de lrsquoeffacement de la voyelle du trocheacutee Naturellement
sans le jeu de cette derniegravere syllabe lrsquoarborescence agrave gauche serait impossible agrave for-
muler Il faut alors en conclure que le changement morphologique est effectueacute par une
regravegle drsquoaccentuation de la phonologie suprasegmentale
Cette perspective sur le pied meacutetrique comme environnement phonologique a
deacutejagrave eacuteteacute proposeacutee (Mazzola (1999) (2000)) en contraste avec lrsquoapproche drsquoextrameacutetri-
caliteacute dans lrsquooptique du processus de angl trapping de Mester (1994) Comme on le
sait selon la theacuteorie de lrsquoextrameacutetricaliteacute certaines syllabes sont eacutecarteacutees en faveur
de lrsquooptimisation des repreacutesentations lexicales (Hayes (1985) (1987)) Mester essaie
drsquoeacutelargir lrsquoeffet de la theacuteorie en proposant que seule une syllabe bimorique ([lsquoσ σ]
[lsquoσ]) soit valable par opposition agrave deux autres possibiliteacutes (trimorique [lsquoσ σ] ou mono-
morique [lsquoσ]) Pour la syncope du latin du type aevitas rarr aetas et uvidos rarr udos
la syllabe qualifi eacutee de angl trapped entre deux syllabes bimoriques ([lsquoσ] σ [σ]) est
CILPR 2013 ndash SECTION 2
146
situeacutee hors du fait meacutetrique Pour cette raison la syllabe est supprimeacutee Dans le cas
de la syncope du latin tardif Mester cite de maniegravere erroneacutee lat tabulam plutocirct qursquoun
exemple mieux approprieacute comme lat fabulam pour la repreacutesentation trimorique
[[lsquoσ σ]ltσgt] afi n de deacutemontrer que puisque la quantiteacute vocalique nrsquoest plus pertinente
en latin tardif [[lsquoσ σ]ltσgt] est rendu bimorique [[lsquoσ σ]ltσgt] ce qui est illustreacute par
lat calidam Agrave la suite de ce proceacutedeacute nous avons un trocheacutee bimorique suivi drsquoune
voyelle extrameacutetrique Agrave travers cette perspective nous voyons que crsquoest la deuxiegraveme
syllable du trocheacutee bimorique qui est supprimeacutee par exemple [[faacute bu] ltlagt] au lieu
de la syllabe inaccentueacutee drsquoun trocheacutee trimorique par exemple [[faacute bu] ltlagt] Par la
mise en extrameacutetricaliteacute de la derniegravere voyelle des dactyles lrsquoarborescence du pied
meacutetrique ne rentre pas en jeu de sorte que le radical lexical du mot est favoriseacute aux
deacutepens de la repreacutesentation phonologique
Cependant bien des cas ne soutiennent pas le proceacutedeacute proposeacute par cette perspec-
tive On peut citer des exemples de redoublement consonantique en italien preacuteciseacute-
ment dans le constituant trochaiumlque agrave lrsquoarborescense de gauche par exemple pele-grinum gt [[pegravelle] [griacutenum]] pellegrino femina gt [[feacutemmi] na] femmina (pour une
discussion plus deacutetailleacutee voir Mazzola ibid) Mais ce qui est encore plus important
lrsquoapproche du angl trapping est aussi contredite par lrsquoeacutevolution de certains doublets
en franccedilais eacutevidemment par des voies diverses Comme nous le voyons dans la deacuteri-
vation de lrsquoexemple (7d) le proceacutedeacute alternatif proposeacute ci-dessus est fortement appuyeacute
par la double eacutevolution des mecircmes mots Ainsi trouvons-nous le reacutesultat continuel et
original (sonorisation rarr affaiblissement rarr raccourcissement) comme on lrsquoa pro-
poseacute (par exemple fr diaule seule taule reule) par opposition au reacutesultat des mots
latins reacuteintroduits bien plus tard sans doute durant les reacuteformes carolingiennes (par
exemple fr diable siegravecle table regravegle) Ceux-ci sont des exemples clairs drsquoun deacutevelop-
pement posteacuterieur entiegraverement distinct (emprunt rarr diphtongaison rarr syncope) abou-
tissant agrave des reacutesultats diffeacuterents qui ont remplaceacute les formes drsquoorigine La deacuterivation
qui suit sert drsquoillustration au changement historique des doublets preacutesenteacute ci-dessus
(7)d diaacutebolu sέkulu taacutebula rέgula ------ ------- ------ ------
Sonorisation ------- sέgulu ------- ------- ------- ------ ------
Affaiblissement diaacutewolu sέwulu taacutewula rέwula ------- ------- ------- ------
Racourcissement diaacutewlǝ sέwlǝ taacutewlǝ rέwlǝ ------- ------- ------- ------
Emprunt -------- -------- ------ ------ diaacutebolu sέkulu taacuteblǝ rέglǝ
Diphtongaison -------- -------- ------ ------ ------- siέkulu ------ ------
Syncope -------- -------- ------ ------ djaacuteblǝ sjέklǝ taacuteblǝ rέglǝ
diaule seule taule reule diable siegravecle table regravegle
MAZZOLA
147
Les mots fr diaule et seule sont attesteacutes dans la Cantilegravene de Ste Eulalie fr reule
est la source du mot rule en anglais et fr taule mot patois se retrouve en franccedilais
moderne sous la forme tocircle
Nous pourrions appliquer les proceacutedeacutes ainsi illustreacutes aux cas drsquoanalogie des
paroxytons de Meyer-Luumlbke que nous avons vus tels que
(8) a [[kagraverri] + [kaacutere]] [[magravesti] + [kaacutere]] [[magravendu] + [kaacutere]]
c-agrave-d des suites de deux trocheacutees dont le premier est sur la gauche de lrsquoarbre meacutetrique
et donc conforme au rythme souhaiteacute de lrsquoeffacement de la voyelle cibleacutee Pour ce qui
est des proparoxytons
(8) b [[kaacuterri] kat] [[maacutesti] kat] [[maacutendu] kat]
nous avons deux dactyles Dans le cas de manducat nous voyons que lrsquoaccent tombe
sur la peacutenultiegraveme en latin classique Cependant en supposant le deacuteplacement de lrsquoac-
cent agrave gauche comme nous lrsquoavons vu en (7c) nous voyons le verbe se ranger aiseacutement
dans un dactyle [[maacutendu] + [kat]] Ceci fait les trois exemples preacutesentent tous lrsquoenvi-
ronnement pour lrsquoeffacement de la voyelle comme nous lrsquoavons vu plus haut pour le
latin Pour la deacuterivation du franccedilais il est seulement neacutecessaire de supposer drsquoabord
deux eacutetapes drsquoaffaiblissement de la sourde de tregraves bonne heure (voir (9))
(9) karrikaacutere kaacuterrikat mastikaacutere maacutestikat mandukaacutere maacutendukat
k gt g karri gaacutere kaacuterri gat masti gaacutere maacutesti gat mandu gaacutere maacutendu gat
g gt j karri jaacutere kaacuterri jat masti jaacutere maacutesti jat mandu jaacutere maacutendu jat
V gt Oslash karr(i) jaacutere kaacuterr(i) jat mast(i) jaacutere maacutest(i) jat mand(u) jaacutere maacutend(u) jat
j gt Č čarğiέr čaacuterğǝθ mas(t) čiέr maacutes(t) čǝθ manğiέr maacutenğәθApregraves lrsquoeffacement de la voyelle fi nale du trocheacutee de gauche nous avons la palata-
lisation du yod si caracteacuteristique du gallo-roman Lrsquoaffriqueacutee palatale qui en reacutesulte
est sonore apregraves une consonne sonore et sourde apregraves une consonne sourde (voir aussi
pέdika gt pέdiga gt pέdija gt piέdja gt piέğә piegravege) Ceci fait il nrsquoy a aucun besoin drsquoajus-
ter la deacuterivation des formes au moyen drsquoun nivellement paradigmatique Nous avons
appeleacute les reacutesultats des changements reacuteguliers des lsquovariantes structuralesrsquo (cf Mazzola
(2013)) pour les distinguer des emprunts proposeacutes dans la liste de lrsquoexemple (10)
(10) vindicare gt venger rarr (re)vencher
collocare gt couger rarr coucher
caballicare gt chevauger rarr chevaucher
pendicare gt penger rarr pencher
pertica gt perge rarr perche
porticu gt porge rarr porche
granica gt grange rarr granche
basilica gt basoge rarr basoche
manica gt mange rarr manche
manicu gt mange rarr manche
CILPR 2013 ndash SECTION 2
148
Les exceptions que nous trouvons sont les affriqueacutees sourdes qui surviennent
apregraves les consonnes sonores On ne rencontre notamment pas drsquoexemples ougrave une
consonne sourde + yod donne une affriqueacutee sonore La preacutefeacuterence pour lrsquoassourdis-
sement de lrsquoaffriqueacutee dans ces cas trouve son origine en toute probabiliteacute dans la pro-
nonciation germanique (cf Mazzola (2008) (2012) (2013)) Crsquoest donc ici que nous
rencontrons lrsquoinfl uence des Francs plutocirct que dans une syncope agrave lrsquoorigine Pour cette
raison nous avons appeleacute ces exceptions des lsquovariantes socialesrsquo (cf Mazzola (2013))
des emprunts au franco-roman qui greffeacutes sur la couleacutee linguistique gallo-romane
ressemblent beaucoup agrave la diffusion lexicale de Wang Ce sont donc des emprunts
mais non des emprunts drsquoun son puisque le son existe deacutejagrave en gallo-roman Ce sont
plutocirct des emprunts de mots individuels qui ne diffegraverent que par quelques traits dis-
tinctifs Labov nous aide agrave mettre en perspective ce pheacutenomegravene
(11) Lexical diffusion is the result of the abrupt substitution of one phoneme for another in words that contain that phoneme The older and newer forms of the word will usually differ by several phonetic features This process is most characteristic of the late stages of an internal change that has been differentiated by lexical and grammatical conditioning or has developed a high degree of social awareness or of borrowings from other systems (ldquochange from aboverdquo) (Labov (1994 542))
Agrave cocircteacute donc des lsquovariantes structuralesrsquo des exemples de changements reacuteguliers
nous avons des lsquovariantes socialesrsquo qui ne repreacutesentent pas le remplacement drsquoun son
par un autre mais plutocirct le remplacement drsquoun mot par un autre Drsquoapregraves la citation
de Labov nous aurions affaire agrave des emprunts extrasysteacutematiques diffuseacutes comme
reacutesultats drsquoune prise de conscience drsquoun niveau linguistique et social privileacutegieacute Au
cours de ce proceacutedeacute il srsquoagirait donc drsquoune modaliteacute eacutegalement valable quoique seacutepa-
reacutee de la modaliteacute reacuteguliegravere
Conclusion
Le but de cette communication a eacuteteacute de proposer que la maniegravere de fi xer lrsquohis-
toire drsquoune langue est plus sucircre si le linguiste est plus fi degravele aux donneacutees linguistiques
qursquoengageacute politiquement ou socialement Pour en arriver lagrave il nous a fallu mettre en
valeur le rocircle de la structure phonologique (a) rythmique deacuteclencheacutee par le trocheacutee
agrave lrsquoarborescence agrave gauche et (b) segmentale qui srsquoapplique aussi bien aux paroxytons
mandukaacutere gt mandugaacutere gt manduyaacutere gt mandyaacutere gt manğaacutere gt manğiέr qursquoaux pro-
paroxytons maacutendukat gt maacutendugat gt maacutenduyat gt maacutendyat gt maacutenğǝθ Lrsquoanalogie
produite par lrsquoanalyse conventionnelle a eacuteteacute par-lagrave examineacutee et eacutecarteacutee par une ana-
lyse entiegraverement phonologique plutocirct que soutenue par une morphologie consciem-
ment manipuleacutee Crsquoest agrave partir de lrsquoanalyse phonologique motiveacutee par lrsquoaction ryth-
mique qursquoon a pu mettre de cocircteacute lrsquoanalyse qui va de lrsquoideacutee vers la forme de lrsquoanalogie
preacuteconccedilue agrave la forme phonologique putative pour justifi er agrave son tour lrsquoanalogie preacute-
conccedilue Cette insistance sur un nivellement paradigmatique putatif a servi drsquooutil plus
politique et social que linguistique et culturel (cf Mazzola (2013))
MAZZOLA
149
Parce que nous sommes attacheacute aux seules donneacutees linguistiques nous avons proposeacute
de remplacer le nivellement analogique par une analyse rythmique
Universiteacute de Northern Illinois Michael L MAZZOLA
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Cicli di pragmaticalizzazione tra latino e lingue romanze
la formazione di marcatori interazionali
1 Introduzione
Questo contributo1 egrave dedicato ad alcune forme verbali che in diverse lingue acqui-
siscono progressivamente una funzione pragmatica e procedurale ovvero diventano
segnali funzionali Gli elementi a carattere procedurale si distinguono dalle forme
con signifi cato proposizionale che codifi cano concetti Quando una forma assume
carattere procedurale talvolta presenta diffi coltagrave interpretative soprattutto quando
manca il contesto orale che ne egrave la cornice naturale
I segnali funzionali rappresentano risorse strategiche comunemente usate dai par-
lanti negli scambi comunicativi e il loro uso permette di individuare alcune macrofun-
zioni piugrave o meno orientate al contesto di discorso o di interazione Diversi approcci
hanno prodotto molte defi nizioni spesso tra loro sovrapposte2 La Tabella 1 propone
una classifi cazione funzionale elaborata sulla base di alcuni parametri presentati in
precedenza3
Tabella 1 - Macrofunzioni e tipi di segnali funzionali
Macrofunzioni Tipi di segnali
(a) coesione e coerenza testuale e discorsiva che implica la
pianifi cazione e la gestione del discorso in quanto testo
segnalimarcatori
discorsivi
(b) coesione sociale che si riferisce allrsquointerazione tra i parte-
cipanti e allrsquoidentitagrave sociale dei parlanti
(c) atteggiamento personale che si riferisce alla prospettiva
del parlante verso il discorso e verso il suo interlocutore
segnali marcatori
pragmatici
1 Questo articolo egrave un prodotto della ricerca PRIN laquoRappresentazioni linguistiche dellrsquoiden-titagrave Modelli sociolinguistici e linguistica storicaraquo coordinata da me (PRIN 20102011 prot 2010HXPFF2 fi nanziato dal MIUR) Per informazioni sul progetto e i suoi prodotti cfr ltwwwmedilingeugt
2 Si vedano tra tanti lo studio pionieristico di Schiffrin (1987) poi Jucker Ziv (1998) Fraser (1996) Aijmer (2002) Dostie (2004) Fischer (2006)
3 Da diverso tempo un gruppo di lavoro di cui chi scrive fa parte studia questo tema con riferimento sia agli aspetti teorici che a singole lingue (cfr i lavori di Ghezzi e di Molinelli di seguito citati)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
152
Macrofunzioni Tipi di segnali
(d) contesto interazionale che esplicita il legame tra parlante interlocutore e contesto
segnali marcatori con-
testuali
Come la tabella rappresenta assolvono la macrofunzione di coesione e coerenza
testuale e discorsiva i segnali che sono orientati al discorso o al testo Sono utilizzati
per organizzare e gestire testi come allrsquoes (1) in cui lat ergo riprende il tema dopo
una digressione o i turni conversazionali come per lrsquoit allora es (2) con cui il par-
lante prende la parola
(1) lat tres viae sunt ad Mutinam ndash quo festinat animus ut quam primum illud pignus liber-tatis populi Romani D Brutum aspicere possim cuius in complexu libenter extremum vitae spiritum ediderim cum omnes actiones horum omnes sententiae meae pervenerint ad eum qui mihi fuit propositus exitum tres ergo ut dixi viae a supero mari Flaminia ab infero Aurelia media Cassia (Cic Phil 12 9 22)4
ldquoTre sono le vie per Modena ndash [hellip] Tre dunque come ho detto sono le strade dal mare
Adriatico la Flaminia dal Tirreno lrsquoAurelia e quella di mezzo egrave la Cassiardquo
(2) it allora son partita cosirsquo la mattina ersquo sempre tragico arrivare a scuola (LIP FA2)
La classe dei segnali pragmatici o interazionali egrave costituita dai marcatori che
sottolineano la relazione tra parlante e interlocutore Tali marcatori possono essere
orientati sul parlante esprimendo sul piano funzionale lrsquoatteggiamento personale o
sullrsquointerlocutore assolvendo alla macrofunzione di coesione sociale
I segnali orientati al parlante servono a negoziare o introdurre i punti di vista e
lrsquoatteggiamento del parlante Egrave questo ad esempio il caso di alcuni usi parentetici di
verbi epistemici come it penso fr je crois sp yo creo negli esempi (3-5)
(3) it allora cioersquo praticamente si svilupperebbe cosirsquo penso io (LIP FC3)
(4) fr lui deacuteclara (je crois) que son mari eacutetait un imbeacutecile (Audin Une vie bregraveve Frantext)
(5) sp La respuesta es - yo creo - crear equilibrio y armonia (Spanish web corpus Sketch
Engine)
I segnali orientati allrsquointerlocutore servono invece ad esplicitare la relazione con
lrsquointerlocutore o a richiamarne lrsquoattenzione sul parlante o su elementi dellrsquointerazione
come egrave il caso ad esempio dei segnali allocutivi di richiamo derivati dai verbi di per-
cezione visiva guardare e mirar negli esempi (6) e (7) Questo gruppo di segnali puograve
inoltre essere utilizzato per stabilire e mantenere relazioni sociali come per il lat
quaeso amabo5 negli esempi (8) e (9) per lrsquoit prego il rumeno mă rog il fr srsquoil vous plaicirct negli esempi da (10) a (12)
4 In questo contributo egrave fornita la traduzione degli esempi latini o di quelli di interpretazione complessa Ringrazio di cuore Luis Unceta Goacutemez e Mihaela Popescu preziosi consulenti per spagnolo e rumeno
5 Il lat amabo egrave una formula di preghiera tra le piugrave comuni Cfr anche Hofmann (19852 281sqq)
MOLINELLI
153
(6) it Guarda io mi sono informato oggi (LIP MB30)
(7) sp Mira a los 48 antildeos sabes ya muy bien quieacuten te va a querer y quieacuten no (Spanish web corpus Sketch Engine)
(8) lat tu quaeso cogita (Cic Att 9 17 2)
ldquoPer favore pensardquo
(9) lat Amabo accurrite ne se interemat (Plaut Cist 645)
ldquoPer favore accorrete percheacute non si uccidardquo
(10) it Prego si accomodi (LIP NA9)
(11) rum Atunci ndash zic eu ndash mă rog ţie nu mă lăsa ştiu că pot conta pe amiciţia (Caragiale
Momente 273 Livescu (2014))
ldquoAllora ndash io dico ndash ti prego non deludermi So di poter contare sulla tua amiciziardquo
(12) fr un cafeacute parisien srsquoil vous plaicirct demande mon pegravere (Fellous Avenue de France Fran-
text)
Infi ne alcuni elementi fungono da segnali contestuali quando servono ad esplici-
tare il legame tra parlante interlocutore e contesto deittico ad esempio con valore
mirativo come nel caso del lat ecce it ecco torsquo fr voilagrave negli esempi da (13) a (15)
(13) lat Ecce autem uxor obuiamst (Plaut Cas 969)
ldquoecco qua mia moglie che mi sbarra la stradardquo
(14) it Ecco il signore col quale dovete essere pronta di fare i pugni (Svevo La coscienza di Zeno cap VI)
(15) it torsquo la contessa Ortensia (Butti Fiamme nellrsquoombra 21)
Ciograve che accomuna i segnali funzionali egrave la realizzazione di una funzione prag-
matica a partire da elementi diversi (verbi avverbi congiunzioni o espressioni) Ci
concentriamo qui sui segnali interazionali poicheacute spesso hanno come caratteristica
comune lrsquoorigine deverbale
In diverse lingue i segnali interazionali sviluppano nuovi valori pragmatici in con-
testi dialogici seguendo percorsi ricorrenti ciclici e coerenti a livello interlinguistico
Questo succede percheacute i parlanti co-optano e ri-defi niscono lrsquouso di un termine nel
caso specifi co lrsquouso di una forma verbale a livello pragmatico6 In altre parole per
raggiungere i loro scopi interazionali i parlanti usano risorse linguistiche sfruttando
alcune sfumature di signifi cato di un termine allrsquointerno del contesto interazionale
Frequentemente questi sviluppi danno origine a processi di pragmaticalizzazione
ciclici diacronicamente diffusi e stabili che condividono molte caratteristiche con
percorsi di arricchimento pragmatico ampiamente noti come la riorganizzazione
strutturale del sistema della negazione nelle lingue romanze (Jespersen (1917))7 Il carattere ciclico dei processi implicati costituisce la lsquomeccanicarsquo del mutamento
pragmatico poicheacute evidenzia i processi e le cause che sono alla base di diversi per-
corsi di pragmaticalizzazione Qui si esemplifi cheragrave il ciclo di pragmaticalizzazione
6 Cfr Traugott Dasher (2002) Kaltenboumlck et alii (2011)7 Per approfondimenti ed esemplifi cazioni relativi ai cicli di pragmaticalizzazione cfr
Ghezzi Molinelli (2012) Molinelli (2010) e Hansen (2014)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
154
di alcuni marcatori interazionali di cortesia (MIC) che a partire dal latino quaeso ha
dato origine ad it prego fr je vous en prie rum mă rog
Questi processi interagiscono con lsquomeccanismirsquo del mutamento pragmatico
ovvero con le proprietagrave morfosintattiche delle strutture che sono alla base dei MIC
nel caso specifi co verbi performativi che hanno favorito i percorsi di pragmaticaliz-
zazione
In questo lavoro si analizza il carattere ciclico dei processi (la meccanica) mentre
si rimanda a Ghezzi (in stampa) per lrsquoesplicitazione dei meccanismi cioegrave delle pro-
prietagrave morfosintattiche dei verbi performativi di origine
Si esemplifi ca qui il carattere ciclico della formazione di segnali funzionali attra-
verso lrsquoanalisi dello sviluppo di MIC con valore richiestivo
Questo gruppo di MIC in genere ha la funzione pragmatica di favorire la coe-
sione sociale percheacute codifi ca
(a) le caratteristiche della relazione tra parlante e interlocutore
(b) la loro identitagrave sociale (il loro grado di potere e di distanza sociale allrsquointerno del contesto
comunicativo)
(c) il tipo di atto linguistico realizzato (una richiesta o unrsquoofferta)
Questi segnali sono dunque ancorati al contesto storico-sociale e alle norme socio-
culturali che lo caratterizzano Ogni atto linguistico infatti egrave anche un atto di iden-
titagrave (Le Page Tabouret-Keller (1985 315)) attraverso il quale il parlante colloca se
stesso e gli altri nello spazio sociale attraverso aspetti linguistici e pragmatici regole
di interazione sociale convenzioni socio-culturali in base ai quali un comportamento
ottiene un giudizio di appropriatezza
La considerazione globale di questi aspetti che costituisce lrsquolaquoetichetta comuni-
cativaraquo guida il parlante nelle sue scelte comunicative e lrsquoaspetto piugrave visibile di questa
applicazione egrave costituito dal sistema della cortesia (politeness cfr Brown Levinson
(1987))
Lrsquoetichetta comunicativa opera quindi nel contratto conversazionale tra i parlanti
nel singolo contesto comunicativo che varia al variare del contratto conversazionale
(laquorelativitagrave comunicativaraquo) Parallelamente varia in base al contesto socioculturale
che si differenzia tra culture ma anche in relazione al periodo storico di riferimento
nella medesima cultura (laquorelativitagrave socioculturaleraquo Blum-Kulka (1992))
Come esempio prendiamo qui in esame alcuni MIC in latino italiano rumeno e
francese In quanto MIC questi verbi mitigano la forza illocutiva di una richiesta e
hanno quindi una funzione coesiva a livello sociale analizzando dialoghi parlati o
scritti questi MIC tipicamente si riscontrano in atti potenzialmente minacciosi della
faccia come gli ordini e le richieste
In particolare il confronto interlinguistico tra latino e lingue romanze permetteragrave
ora di evidenziare alcuni processi simili di sviluppi funzionali il cui punto di partenza
egrave un verbo performativo e il punto drsquoarrivo egrave un MIC
MOLINELLI
155
2 I marcatori di cortesia da verbi performativi
Un verbo performativo quando diventa MIC ha la funzione di
(a) asserire la sinceritagrave del parlante (Busse (2002))
(b) indicizzare la deissi sociale poicheacute rifl ette la negoziazione del parlante dei bisogni dellrsquoin-
terlocutore anche sulla base del contesto storico-culturale di riferimento e conseguen-
temente delle nozioni di faccia positiva e negativa (cfr Brown Levinson (1987) Trau-
gott Dasher (2002) Held (2005))
(c) costituire una mossa di supporto con cui attenuare o mitigare una richiesta (cfr Ghezzi in stampa Culpeper Archer (2008 73-76) sullrsquoingl pray)
Tali proprietagrave costituiscono meccanismi fondamentali che favoriscono lrsquoavvio di
percorsi di pragmaticalizzazione Per le lingue qui in esame egrave possibile ricostruire
diverse fasi nello sviluppo dei MIC a partire dal valore performativo del verbo origi-
nario
Il punto di partenza latino egrave costituito da una coppia di verbi performativi (rogo
vs quaesoquaero a cui si aggiunge una terza forma precor per quanto meno atte-
stata) Uno di questi verbi egrave anche specializzato pragmaticamente come MIC giagrave nel
latino di Plauto quaeso
(16) Hoc quod te rogo responde quaeso (Plaut Merc 214)
ldquoRispondi a ciograve che ti chiedo per favorerdquo
(17) At ego patriam te rogo quae sit (Plaut Persa 635) ldquoMa ti chiedo qual egrave il tuo Paeserdquo
(18) tela precor pueri promite acuta magis (Prop 2 9 37)
ldquoVi prego fanciulli scagliate dardi piugrave acutirdquo
La coppia di temi quaes-rog- produce tre forme di cui una quaeso prevalente-
mente fossilizzata e solo di valenza interazionale lrsquoaltra quaero forma verbale con
paradigma ad alta produttivitagrave senza valenza pragmatica la terza rogo con entrambe
le possibilitagrave8 Questa situazione puograve essere raffi gurata con lo Schema 1 sottostante
Schema 1 - Sviluppi funzionali in latino
Il verbo quaerere con il signifi cato di ldquochiedere cercarerdquo a sua volta dagrave origine a
verbi romanzi con signifi cati diversi (it chiedere fr queacuterir spport querer rum a cere) nessuno dei quali perograve mantiene la funzione pragmatica latina
8 Cfr Molinelli (2010) e Ghezzi Molinelli (2012)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
156
Le evoluzioni pragmatiche delle forme latine nelle diverse lingue romanze sono
rappresentate nello Schema 2 Il valore di MIC del lat quaeso (in ovale nello schema)
si perde nelle lingue romanze
Schema 2 - Sviluppi pragmatici dei verbi performativi latini
quaeso rogo precor (gli ovali indicano i MIC)
In rumeno il valore di cortesia egrave assunto dal verbo di origine latina rogo attra-
verso lrsquoespressione formulaica vămă rog invece in italiano e in francese un altro
verbo performativo scarsamente attestato in latino (precor) assume il valore di MIC
(it prego fr je vous en prie)
Lrsquoesito romanzo dei tre verbi performativi latini non esaurisce le strategie pragma-
tiche per veicolare la cortesia ad esempio in francese coesistono le formule je tevous en prie e srsquoil tevous plaicirct entrambe originatesi da frasi mentre altre lingue (spagnolo
e portoghese) hanno progressivamente privilegiato strategie diverse attraverso lrsquouti-
lizzo di perifrasi nominali (ad es lo sp por favor) Lrsquoitaliano stesso ha entrambe le
possibilitagrave (prego e per favore) cfr es (19)
(19) a) rom Icircmi citeşti o poveste te rog
b) fr Srsquoil te plaicirct lis-moi une histoire
Tais-toi je trsquoen prie
c) sp Lee una historia por favor d) it Leggimi una favola per favoreti prego
Interessante al riguardo egrave il francese contemporaneo in cui coesistono anche se
non sempre con funzioni sovrapponibili le due varianti deverbali da plaire e prier
rispettivamente cfr es (20) e (21)
(20) Hilda Srsquoil te plaicirct Ne sois pas mon ennemie (Sartre Le diable et le bon dieu II 6 IV
Frantext)
(21) Rentrons chez nous disait-elle agrave Raymond je trsquoen prie (Garat Pense agrave demain Fran-
text)
MOLINELLI
157
Unrsquoindagine campione su opere teatrali del 1500 e del 1900 nel corpus Frantext
evidenzia una diminuzione di frequenza dei marcatori derivati da prier ed un aumento
di quelli aventi come base plaire9 (cfr Tabella 2)
Tabella 2 - Occorrenze e frequenze dei MIC derivati da plaire e prier in francese
MIC da plaire MIC da prier
occorrenze frnr10 occorrenze frnr10
1500 31 39 185 235
1900 89 109 101 124
3 I contesti drsquouso dei verbi
Lrsquoevoluzione dei contesti sintattici drsquouso delle forme qui prese in esame rifl ette
lrsquoevoluzione pragmatica dei MIC appena accennata
Nellrsquoacquisizione di valore pragmatico egrave importante sottolineare che i verbi per-
formativi considerati divengono progressivamente parentetici (Ghezzi Molinelli
(2012) Thompson Mulac (1991) sui verbi epistemici)
Per il latino lrsquoitaliano il francese e il rumeno egrave possibile ricostruire percorsi
paralleli in cui il verbo drsquoorigine passa dallrsquoessere predicato reggente di una subordi-
nata argomentale allrsquoavere un minor grado di legame sintattico con la proposizione
seguente allrsquouso parentetico Dal punto di vista del legame sintattico tra i due blocchi
si passa dunque dalla subordinazione alla coordinazione alla perdita di valore pre-
posizionale del MIC
Latino - quaeso
quaeso ut (es 22) quaeso + congiuntivo (es 23) gt
quaeso + imperativo (es 24) gt
quaeso (es 25)
(22) Blepharo quaeso ut aduocatus mihi adsis neue abeas (Plaut Amph 1037)
ldquoBelfarone (ti) prego di assistermi come avvocato e di non andartenerdquo
(23) quaeso videas ut satis honestum nobis sit eas Romae esse (Cic Att 7 14)
ldquoTi prego guarda che [hellip]rdquo (24) Hoc quod te rogo responde quaeso (Plaut Merc 214)
ldquoRispondi a ciograve che ti chiedo per favorerdquo
(25) haec cum inter gemitus lacrimasque fudissem detersit ille pallio vultum et ldquoquaesordquo inquit ldquoEncolpi fi dem memoriae tuae appellordquo (Petron 91 8)
9 Per il verbo plaire oltre alla voce plaicirct si sono considerate anche le forme plaise e pleirot10 Frequenza normalizzata per 100000 parole
CILPR 2013 ndash SECTION 2
158
ldquoE dopo aver pronunciato quelle parole in un profl uvio di gemiti e lacrime lui mi asciugograve
la faccia col mantello e disse ldquoPer favore Encolpio mi affi do alla tua memoriardquo
Italiano - prego
(io) tivi prego che (es 26) (io) tivi prego di (es 27) gt
ti vi La prego + imperativo (es 28) gt
prego (es 29 e 30)
(26) Io vi priego che voi il pigliate (Boccaccio Decameron II 1)
(27) Pregovi per tutte le sacre leggi drsquoamicizia e drsquo amore di non tradirmi (Goldoni Il servi-tore di due padroni I 20)
(28) Non glielo dite vi prego (Goldoni I puntigli domestici II 17)
(29) Alzate le mani gli astenuti prego (LIP MC)
(30) Grazie
Prego di niente
Francese - prier (Rickard (1982))
Je vous prie que + congiuntivo (es 31)gt
Je vous prie (deagrave) + infi nito (dal 1650) (es 32) gt
Je vous priesje trsquoen prie + imperativo (es 33) gt
Je vous priesje trsquoen prie (es 34)
(31) Je vos pri que vos me diez qui vos estes (La Queste del Saint Graal ed Pauphilet p 260
1115-16)
(32) Je vous prie de bien celler ce conseil (Livre du chevalier de la Tour Landry p 280)
(33) Je te prie laisse le en paix et me sers et je trsquoen sauray moult bon greacute (Froissart Chroni-ques Paris ms fr 2656 (80 v) 3-46)
(34) Horton laisse moy dormir je trsquoen prie (Froissart Chroniques Paris ms fr 2659 (64 v)
3-46)
Rumeno ndash a ruga
Vă Te rog să + congiuntivo (es 35)gt
Vămă rog + imperativo (es 36) gt
Măvă rog (es 37)
(35) Și rog și pre domnia voastră pre cari vă va dărui Dumnezeu cu domnia Țării Rumănești icircn urma noastră ori de veți hi de roada pacircntecelui nostru ori dintr-alt neam să nu călcați nici să stricați această pomeană a domniii mele ce o am făcut spre mare folos
lăcuitorilor Țării Rumănești[] (Hrisov Cacircmpulung 1669)
ldquoE domando a voi a cui il Signore faragrave dono dopo di noi del regno di Valacchia - che
siate o meno del nostro stesso sangue - di non togliere o danneggiare tutto ciograve che io ho
fatto di bene agli abitanti della Valacchiardquo
(36) Vină mă rog mai degrabă adăogă călăreţul (Urechia Coliba 96)
ldquoVenite prego il cavaliere aggiunserdquo
(37) Pe cine căutaţi mă rog domniilor voastre (Sadoveanu Fraţii Jderi 260)
ldquoChi cercate vi prego gentile signorerdquo
MOLINELLI
159
Osservando i percorsi di pragmaticalizzazione delle lingue qui analizzate egrave possi-
bile proporre alcune considerazioniNelle lingue in esame il verbo ha inizialmente diverse possibilitagrave sintattiche a
partire dallrsquoavere come argomento una subordinata esplicita introdotta da una con-
giunzione La struttura parattattica alternativa senza marca favorisce lo sviluppo
parentetico la cancellazione del complemento oggetto (tipicamente un pronome) egrave
possibile poicheacute coincide con il destinatario e diventa ridondante con lrsquoimperativoLrsquoaumento di frequenza del verbo con funzione parentetica nella periferia destra o
in posizione intermedia occorre tipicamente in un contesto volitivo11 che rappresenta
un importante contesto di transizione (anche contesto critico o contesto ponte) per lo
sviluppo della funzione pragmatica
Se per le lingue qui considerate il verbo nella periferia sinistra puograve ancora essere
interpretato come performativo nella periferia destra o in posizione intermedia ha
invece una chiara funzione parentetica di cortesia in questo caso potragrave essere inter-
pretato come una formula che attenua lrsquoimperativo ed esprime in modo saliente defe-
renza verso lrsquointerlocutore assumendo quindi valori intersoggettivi In tali contesti il
grado di forza illocutiva dellrsquoatto direttivo diminuisce gli elementi non verbali diven-
tano rilevanti e lrsquoatto puograve essere suddiviso in due nuclei pragmatici il primo che
contiene il verbo non piugrave interpretabile come performativo ma come parentetico con
funzione attenuativa il secondo che porta il carico della struttura informativaI verbi performativi latini e romanzi qui analizzati sono stati sottoposti a pro-
cessi di opacizzazione semantica progressiva fi ssazione morfosintattica del verbo
alla prima persona del presente indicativo rafforzamento delle funzioni pragma-
tiche e loro routinizzazione gli originari performativi sono diventati MIC grazie ad
uno sviluppo intrecciato di fattori di tipo sintattico e pragmatico indipendente dalla
struttura sintattica caratterizzante ciascuna lingua lrsquooriginario predicato si specia-
lizza nellrsquoassolvere solo un ruolo pragmatico di tipo interpersonale perde il suo ruolo
dal punto di vista morfosintattico e il suo contenuto proposizionale Di conseguenza
la frase originariamente subordinata acquisisce indipendenza sintattica e maggiore
importanza in termini di struttura informativa come risultato di una diminuzione del
legame morfosintattico con il contenuto informativo nella prima parte
4 In conclusione
Lrsquoanalisi della relazione tra meccanica e meccanismi del mutamento pragmatico
nella formazione dei MIC utilizzati per fare una richiesta considerando in partico-
lare latino italiano francese e rumeno ha evidenziato alcuni aspetti interessanti
I verbi che in latino hanno acquisito una funzione pragmatica come MIC (lat
quaeso amabo) non vengono ereditati dalle lingue romanze dove si formano MIC
11 Per il latino le completive non introdotte da ut per le altre lingue lrsquoimperativo cfr Molinelli Rizzi (1993)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
160
originati da predicati e sintagmi diversi con signifi cato analogo (in it prego fr je vous en prie rum vă rog) oppure diverso (fr srsquoil vous plaicirct it per favore) Il performativo
rogo spesso alternativo a quaeso pur non completando in latino il percorso di prag-
maticalizzazione rimane soltanto in rumeno
In modo del tutto simile a quanto descritto da Jespersen (1917) in relazione ai cicli
della negazione questi che defi niamo cicli di pragmaticalizzazione rappresentano
processi ricorrenti produttivi e iterativi alla base della lsquomeccanicarsquo del mutamento
pragmaticoQuesti sviluppi funzionali a livello pragmatico correlano con alcuni lsquomeccanismirsquo
e mutamenti a livello formale Come si egrave dimostrato per le lingue qui prese in esame
nelle fasi iniziali il processo di pragmaticalizzazione egrave favorito da alcune proprietagrave
semantiche e pragmatiche delle fonti dei MIC (ad es il valore performativo dei verbi)
mentre in fasi successive il processo viene rinforzato da due fenomeni lrsquoaumento nella
libertagrave sintattica del verbo originario rispetto alla struttura della frase e la fi ssazione
della forma
I mutamenti sociali e culturali che caratterizzano il contesto linguistico di rife-
rimento hanno certamente un ruolo in questi cicli di pragmaticalizzazione Lrsquoevolu-
zione del sistema francese egrave un esempio interessante il fr je vous (en) prie egrave ancora
frequente come MIC ma la variante concorrente srsquoil vous plaicirct sembra essersi impo-
sta Un simile sviluppo egrave stato analizzato in alcuni studi sullrsquoinglese in cui pray egrave stato
progressivamente sostituito da please probabilmente proprio per contatto dal fran-
cese (Lutzky - Demmen (2013) Akimoto (2000 79) Traugott Dasher (2002 255))
Busse (2002 31) spiega questo sviluppo sulla base di un cambiamento nelle strate-
gie legate alla cortesia e sostiene che laquoa shift in polite requests has taken place from
requests that assert the sincerity of the speaker (I pray you beseech you etc) to those
that question the willingness of the listener to perform the request (please)raquo Questo
farebbe pensare ad una sostituzione di un marcatore orientato al parlante (je vous en prie) ad un marcatore orientato allrsquointerlocutore (srsquoil vous plaicirct) che ben rappresenta
un mutamento generalizzato da cortesia positiva a negativa
A tal proposito Bax (2010 67) afferma
[t]he current preoccupation with other-face differs materially from historically earlier
conceptions Not only is [hellip] early modern politeness display primarily a device for self-pres-
entation and self-assertion (with a degree of recognition or enhancement of the addresseersquos
face as a side effect at best) there is every appearance that earlier on during the medieval
millennium minding onersquos manners was also generally motivated by lsquoselfi shrsquo reasons
I segnali interazionali una volta di piugrave mostrano la rilevanza della nozione di
lsquovalorersquo di saussuriana memoria poicheacute un elemento acquisisce valore (signifi cato
norme drsquouso) solo allrsquointerno del contesto anche extralinguistico in cui egrave usato
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MOLINELLI
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tion of Epistemic Parentheticals in Englishraquo in Traugott Elizabeth Closs Heine Bernd
(ed) Approaches to Grammaticalization vol 2 Amsterdam Benjamins 313-329
Traugott Elizabeth Closs Dasher Richard B 2002 Regularity in Semantic Change Cam-
bridge CUP
Corpora
LIP Banca dati dellrsquoitaliano parlato ltwwwbadipuni-grazatgt
Frantext Base textuelle Frantext ltwwwfrantextfrgt
Spanish web Corpus Spanish web corpus ltwwwthesketchenginecoukgt
163
Latinum Circa Romanccedilum1
Eacutetude sur la langue de la Vita Sancte Eufrosine (BHL Nordm 2722)
du manuscrit H55 de la Bibliothegraveque interuniversitaire de
Montpellier (BuM)
1 La sociolinguistique diachronique
Les eacutetudes sur les systegravemes linguistiques en usage dans la Romania principale-
ment la Galloromania pendant lrsquoAntiquiteacute tardive et le Haut Moyen-Age ont eacuteteacute
renouveleacutees agrave partir de la fi n des anneacutees quatre-vingt par la sociolinguistique diachro-
nique ou reacutetrospective (Cotelli 2009) illustreacutee en France par les travaux de Michel
Banniard (1992)
Notre communication se situe dans ce courant de recherches tout en srsquoen distin-
guant par un refus de lrsquoexclusion a priori de recherches plus traditionnelles fondeacutees
sur la grammaire historique et la philologie classique drsquoun cocircteacute (Vielliard 1927 Pei
1932) drsquoune approche reconstructrice plus reacutecente deacuteveloppeacutee par R de Dardel
(1996 1958) de lrsquoautre
Nous appliquerons la deacutemarche sociolinguistique agrave un texte hagiographique du
VIIe siegravecledeacutebut du VIIIe siegravecle la Vita Sancte Eufrosine
2 Vita Sancte Eufrosine
La Vita Sancte Eufrosine (BHL Ndeg2722) a eacuteteacute transmise dans le manuscrit BuM
H55 fol 139r-142v originaire de Lorraine ou de la Bourgogne du Nord et datant du
deacutebut du IXe siegravecle Elle fut eacutecrite agrave partir du folio 140v par un scribe de lrsquoeacutecole de
Metz (style Angilram) (De Stryker Gribomont 1965 368-370 Bischoff 1998 2004
II 198 Nordm2822 Moretus 1915-1916 251-255) Lrsquoeacutetude de la langue du texte suggegravere
toutefois une premiegravere reacutedaction au VIIedeacutebut du VIIIe s (Boucherie 1871 24)
Le texte rapporte lrsquohistoire drsquoune jeune fi lle Euphrosyne ayant peut-ecirctre veacutecu agrave
Alexandrie au Ve s qui refusant de se marier se travestit en homme et se retire dans
un couvent de moines Elle y vivra heureuse et estimeacutee par les moines pendant 38 ans
1 Luumldtke (1964 19) lrsquoexpression est tireacutee de Meneacutendez Pidal Oriacutegines del espantildeol EspasaCape 1964 459 Cette communication est fondeacutee sur notre thegravese de doctorat Reisdoerfer (2006)
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accueillant et consolant mecircme son propre pegravere effondreacute par la perte de sa fi lle Ce
nrsquoest qursquoau seuil de la mort qursquoelle reacuteveacutelera sa veacuteritable identiteacute2
La vita fait partie drsquoune seacuterie de reacutecits hagiographiques apparus entre le IVe et le
VIIe s sur une aire greacuteco-orientale qui racontent tous avec des variantes lrsquohistoire
drsquoune monachoparthenos drsquoune jeune fi lle qui se travestit en homme et souvent se
retire dans un couvent de moines3
La citation liminaire de notre communication deacutecrit bien la latiniteacute du texte lati-num circa romanccedilum maxime coram laicis un latin preacutepareacute pour ecirctre reacuteciteacute devant
une communauteacute de laici en passe de perdre son latin (VIIedeacutebut du VIIIe s) ou
lrsquoayant deacutejagrave perdu (deacutebut du IXe s)4
3 Eacutetude de la langue de la Vita Sancte Eufrosine
Nous chercherons drsquoabord agrave mettre en eacutevidence comment le scribe a adapteacute un
texte reacutedigeacute agrave lrsquoorigine dans un latin eacutecrit tardif (deacutesormais LET IIIe-Ve s) pour un
auditoire pratiquant un latin parleacute tardif de phase 2 employeacute aux Ve-VIIe s (deacutesor-
mais LPT2) en recourant ainsi agrave la terminologie de Banniard (2006 32-33) Nous
nous appuyons sur un modegravele communicatif fonctionnant dans une situation de com-
munication verticale orale dans un contexte religieux Aux VIIendashIXe s des audi-
toires drsquoillitterati continuaient drsquoavoir une maicirctrise passive acceptable drsquoeacutenonceacutes en
latin eacutecrit tardif (IIIe-Ve s) Au niveau seacutemantique les mots latins eacutetaient globale-
ment compris La morphologie et les structures syntaxiques de base du LET parfois
directement heacuteriteacutees du latin classique eacutecrit subsistent souvent agrave cocircteacute de formes et de
structures nouvelles
(i) futur saluaueris (I 80 l 210)5
(ii) passif suscipitur (I 56 l 97)
(iii) deacuteponents loquebatur (I 104 l 347 l 351)
(iv) marquage du compleacutement de nom par le geacutenitif curam habens pauperum (I 38 l 6)
(v) ablatif absolu Et congregatis omnibus fratribus (I 82 l 229)
(vi) AcI Et iussit abbas foras de monasterio hellip manere patrem cum puella (I 48-50 l 56-58)
La maicirctrise passive du LET aux VIIendashIXe s devrait srsquoexpliquer entre autres par le
fait que les illitterati restaient en contact avec cette langue par le biais du latin drsquoeacuteglise
auquel ils eacutetaient confronteacutes dans leurs pratiques religieuses Afi n de captiver les
auditoires drsquoillitterati et drsquoeacuteviter les problegravemes de compreacutehension il eacutetait cependant
devenu indispensable drsquoadapter des textes reacutedigeacutes en LET c-agrave-d de les rapprocher
sur le plan du lexique du phoneacutetisme et de la morphosyntaxe du LPT2 familier agrave
2 Sur la vie de sainte Euphrosyne cf Bautz (1990-)3 Sur lrsquointerpreacutetation du thegraveme de la monachopartheacutenie cf Reisdoerfer (2011)4 Sur la langue du texte cf Selig (1989 123) (1992 152)5 Les reacutefeacuterences aux pages et aux lignes renvoient agrave notre eacutedition (2006) accessible en ligne
REISDOERFER
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lrsquoauditoire6 Cela eacutetait drsquoautant plus neacutecessaire pour des textes destineacutes agrave ecirctre reacuteciteacutes
en public7 pour assurer non seulement la compreacutehension du texte mais aussi la fl u-
iditeacute de la reacutecitation le lector devait avoir sous les yeux un texte preacutepareacute qui sur le
plan de la phoneacutetique drsquoabord et surtout8 du lexique et de la morphosyntaxe ensuite
se rapprochait de la langue pratiqueacutee par lrsquoauditoire Or la mise en eacutevidence tregraves fi ne
de ces adaptations est faciliteacutee en lrsquooccurrence par lrsquoexistence de diffeacuterentes versions
du mecircme texte9
(1) version A ms H55 BuM reacutedigeacutee en latin meacuterovingien (latin eacutecrit tardif de phase 2)
editio princeps Boucherie (1871) cf eacutegalement Reisdoerfer (2006)
(2) version B reacutedigeacutee en latin eacutecrit tardif des IIIe-Ve s et conserveacutee dans deux manuscrits
(a) ms 168 fol 211r-212v Bibliothegraveque municipale de Valenciennes fi n du XIIIe s eacutecriture
italienne () abbaye de Saint-Amand Molinier-Liegravevre (1894 XXV 259-260) editio princeps Reisdoerfer (2011) (BmV)
(b) le texte fragmentaire du ms U3 fol 16r-16v de la Bibliothegraveque municipale de Rouen XIe
s abbaye de Feacutecamp Poncelet (1904 156) editio princeps Reisdoerfer (2002) (BmR)
La comparaison entre les versions A et B en faisant clairement ressortir les adap-
tations opeacutereacutees par le scribe du VIIedeacutebut du VIIIe s nous donnera non seulement
de preacutecieux renseignements sur les modaliteacutes de la communication verticale du VIIe s
jusqursquoau deacutebut du IXe s mais entrouvre surtout une petite fenecirctre sur la langue orale
pratiqueacutee par les laici au moment mecircme ougrave se preacuteparait le passage de la latinophonie
agrave la romanophonie
4 Les adaptations
41 Adaptations phoneacutetiques
Drsquoapregraves le modegravele communicationnel adopteacute il fallait srsquoattendre agrave ce que les adap-
tations phoneacutetiques soient les plus nombreuses et les plus manifestes Elles confegraverent
au texte son identiteacute meacuterovingienne
On relegraveve entre autres le marquage de la fermeture de certaines voyelles
(a) Ē accentueacute transcrit par la graphie ltigt
Rogo uos fratres labores sustenḭte unam septimanam (I 96 l 303) sustinete (BmV p
243)
Drsquoapregraves Vielliard (1927 5) et Pei (1932 20) le passage de Ē accentueacute agrave i est un des
faits marquants du latin meacuterovingien La graphie ltigt pourrait transcrire une pronon-
6 Sur lrsquoadaptation de textes hagiographiques agrave lrsquoeacutepoque meacuterovingienne cf Banniard (1992 259-261) et Luumldtke (2009 588-593)
7 Sur la lecture agrave haute voix de textes hagiographiques agrave lrsquoeacutepoque meacuterovingienne cf Banniard (1992 256 258)
8 Cf Luumldtke (2009 583-584) 9 Sur cette maniegravere de proceacuteder cf Auernheimer (2003 46)
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ciation tregraves fermeacutee de ē tendant vers i (Stotz 1996 III 15 sect12) ou bien eacuteventuellement
annoncer deacutejagrave la diphtongue ei (VIe s Zink 1986 57-59) attesteacutee en ancien-fran-
ccedilais10 Ē inaccentueacute aboutit eacutegalement tregraves souvent agrave i surtout apregraves -s 11 Au sud de
lrsquoItalie -i a eacuteteacute conserveacute (Bec 1970 I 106) Enfi n Ĕ inaccentueacute passe eacutegalement agrave i dans toutes les positions12
(b) Ō accentueacute transcrit par la graphie ltugt
Deus qui cognusces hominem antequam natus sit [hellip] (I 52 l 76-78) cognoscis (BmR
p 715 BmV p 237)
Ō accentueacute libre ou fermeacute aboutit souvent agrave -u- On admet geacuteneacuteralement que sous
lrsquoaction du bouleversement quantitatif Ō accentueacute a ducirc se fermer agrave tel point que sa
prononciation se rapprochait de celle de -u- 13 On observe un traitement semblable
pour Ō et Ŏ inaccentueacutes Ces fermetures pourraient marquer un affaiblissement de
la voyelle -o
42 Adaptations morphologiques
421 Modifi cations seacutemantiques
Nous traiterons ici lrsquoeacutevolution seacutemantique de ille qui de deacutemonstratif proprement
dit agrave valeur deacuteictique devient entre autres un anaphorique reprenant un eacuteleacutement citeacute
preacuteceacutedemment dans le texte
[hellip] inuentus est ibidem onus senex seruos Dei orans adtentissime in ipsa ecclesia [hellip] Et uidit illum ipsa castissima [hellip] (I 64 l 139-142) eum (BmV p 238)
Les occurrences de ille anaphorique sont attesteacutees degraves le 1er s apregraves J-C en latin
parleacute (Vaumlaumlnaumlnen 1981 120 sect270) et des pronoms de rappel baseacutes sur ille se retrouvent
dans pratiquement toutes les langues romanes (Alliegraveres 2001 53-66)
422 Reacuteductions de traits grammaticaux14
(a) On observe la simplifi cation du systegraveme des pronoms relatifs
(1) On trouve qui agrave la place de quae (nomin f sg)
fi lia mea qui de lumbus meis exiuit [hellip] (I 106 l 362-363) fi lia mea quae (BmV p
245)
(2) et quem agrave la place de quam
Vade in ecclesia quem construcxit Theodosius imperatur [hellip] (I 64 l 134-135) quam
(BmR p 716 BmV p 238)
10 Pei (1932 20) Vielliard (1927 9) pour lrsquoanc-fr cf Foucheacute (1952-1961 II 223-224) et ibid la Remarque I p 224 Bourciez (1967 71-73 sect54)
11 Pei (1932 44-46) Vielliard (1927 22-24) Bonnet (1968 106-13) Stotz (1996 III 18-20 sect14)12 Pei (1932 39-44) Vielliard (1927 18-22) Stotz (1996 23-24 sect165-168)13 Pei (1932 30) Vielliard (1927 13-14) Bonnet (1968 126-30) Stotz (1996 III 48-51 sect39)14 Sur la reacuteduction grammaticale c-agrave-d la suppression de traits grammaticaux cf de Dardel
(2007b 108)
REISDOERFER
167
Les quelques occurrences de notre texte reacutevegravelent une tendance vers la simplifi -
cation de la morphologie des relatifs par lrsquoabolition des distinctions de genre et de
nombre Qui devient le pronom relatif sujet du masculin et du feacuteminin quem le pro-
nom relatif cod singulier et pluriel du masculin du feacuteminin et du neutre Cette sim-
plifi cation eacutetait favoriseacutee par lrsquoeacutebranlement geacuteneacuteral du systegraveme casuel et des confu-
sions au niveau phoneacutetique qui quae et quem eacutetant prononceacutes indiffeacuteremment KE15
(b) On procegravede aussi agrave la reacutegularisation des paradigmes verbaux
Dum autem non potebat portare dolores pater puelle [hellip] (I 94 l 294-295) poterat
(BmR p 718) posset (BmV p 243)
En latin lsquovulgairersquo (Vaumlaumlnaumlnen 1981 136 sect315) et meacuterovingien (Vielliard 1927
174) lrsquoimparfait classique de posse ldquo pouvoir rdquo poteram fut lsquoreacutegulariseacutersquo en potebat potibat16 On retrouve la mecircme reacutefection de formes anomales pour le paradigme de
uelle ldquo vouloir rdquo lorsque uult est refait en uolit forme rattacheacutee agrave uolēre (Bec 1970 I
it XVII 1 p 143)
(c) Imperfectum pro perfecto(1) Dum autem non potebat portare dolores pater puelle ambolabat ad ipso monasterio et actauit se ante pedes beati abbatis [hellip] (I 94 l 294-296) ambulauit (BmR 718
BmVp 243)
(2) Et uidit illum ipsa castissima salutabat eum dixitque ei puella [hellip] (I 64-66 l 142-143)
salutauitque (BmR p 716) salutauit (BmV p 238)
Nous avons releveacute un certain nombre drsquooccurrences drsquoimparfaits notamment avec
le verbe ambulare17 deacutesignant une action de la trame eacuteveacutenementielle et remplaccedilant
donc un parfait18 Vielliard (1927 222-23) et Pei (1932 278-279) relegravevent la mecircme sub-
stitution dans leur corpus Le pheacutenomegravene est eacutegalement analyseacute par Haverling (2005
170-171) (1999 368-369) Il est malaiseacute de lrsquoexpliquer Il se pourrait que le LPT2 ait
peu ou prou abandonneacute le parfait classique qui avait le deacutesavantage de preacutesenter une
morphologie complexe (Serbat 1994 125-126) pour le remplacer en partie par lrsquoim-
parfait et en partie par le nouveau parfait analytique du type episcopum inuitatum habes (Serbat 1994 126-127) Ce dernier devait toutefois ecirctre employeacute drsquoabord au
sens drsquoun parfait comme le montre la situation en ancien-franccedilais parleacute (Foulet 1974
227-228 sect329-330) Il se peut eacutegalement que le LPT2 ait eacuteteacute infl uenceacute par le vieux-
haut-allemand qui au passeacute ne connaissait qursquoun seul temps le preacuteteacuterit (Schrodt
2004 127 sect121 16-18 sect8)
15 Vielliard (1927 148-49) Bonnet (1968 389-90) Pei (1932 175-180) et Loumlfstedt (1911 131-33) pour la situation dans les langues romanes cf Bec (1970 I it IV 3 p 76 occ I 19 p 417-418 cat I 24 p 473-474) Joly (2012 80-82)
16 Pour les langues romanes cf Bec (1970 I it V 10 p 83-84)17 Le sens premier inacheveacute drsquoambulare ldquo se promener rdquo attire lrsquoimparfait Serbat (1994 120)18 Sur le systegraveme imparfait-parfait en latin cf Ernout (1951 223-224 sect244) et Haverling (2005
165-166)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
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423 Innovations
La premiegravere innovation est la formation drsquoun article
(1) In una autem die fuit festiuitas dedicationis monasterii et transmisit abbas fratrem de
monasterio ut inuitaret patrem puelle in ipsam festiuitatem accedere ad illos hellip Audiens autem castissima puella rogauit introducere ipso monacho [hellip] (I 54-56 l 86-89 91-92)
introducere ipsum monachum (BmR 715) monachum introire (BmV p 237) [hellip] ἡ Εὐφροσύνη προσκαλεῖται τograveν ἀδελφoacuteν Boucherie (1883 198)
(2) Et frequentabat se in ipso monasterio [hellip] (I 100 l 326) monasterium (BmV p 244)
ἀπέρχεται είς τὸν κοινόβιον Boucherie (1883 202)
Notre texte recourt essentiellement agrave lrsquoarticloiumlde ipse (Aebischer 1948) alors que
ille pourtant promis agrave un si bel avenir comme article dans les langues romanes rem-
place surtout lrsquoanaphorique is
Dans la Vita Sancte Eufrosine ipse peut ecirctre (a) deacutemonstratif (b) emphatique =
ille (c) anaphorique (Selig 1992 154-155) (d) article (e) synonyme de idem (Selig
1992 153-156) (f) intensif (emploi canonique) Lrsquoemploi de ipse comme article nrsquoest
jamais obligatoire Le groupe ipse laquo article raquo + nom est donc toujours un syntagme mis
en eacutevidence (Selig 1992 184-185 208)
Ipse articloiumlde a en geacuteneacuteral la double valeur drsquoactualisateur19 et drsquoanaphorique
Dans le syntagme ipso monacho (1) ipse actualise le nom et renvoie en mecircme temps
au syntagme fratrem de monasterio20 Dans lrsquoexemple (2) la valeur anaphorisante est
plus vague et crsquoest surtout la fonction drsquoactualisateur qui domine Le mot accompagne
souvent des personnages ou des eacuteleacutements importants du reacutecit Enfi n ipse articloiumlde
eacutetait deacutejagrave preacutesent dans la version B (LET des IIIe-Ve s) et son emploi fut simplement
eacutetendu dans la version meacuterovingienne A
Plusieurs causes ont eacuteteacute avanceacutees pour expliquer lrsquoeacutemergence drsquoarticles en latin
parleacute (Selig 1992 79-105) comme la neacutecessiteacute de marquer par la preacutedeacutetermination
le cas le genre et le nombre de substantifs dont lrsquoeacutevolution phoneacutetique avait changeacute
voire fait disparaicirctre les deacutesinences (Selig 1992 82-86) Relevons deux faits pour la
Vita Sancte Eufrosine (a) dans ce texte traduit du grec lrsquoemploi de lrsquoarticle fut favo-
riseacute par lrsquoexistence drsquoun article dans la langue source (b) lrsquoemploi de lrsquoarticloiumlde ipse
actualisateur surtout de lexegravemes importants et anaphorique renforce la coheacutesion et la
clarteacute et partant la compreacutehension drsquoun texte probablement reacuteciteacute devant un public
dont la latinophonie eacutetait devenue chancelante et qui avait besoin de repegraveres et de
structures clairs (Selig 1992 145)
Vnus est utiliseacute comme article indeacutefi ni (cf ex1)21 Lrsquoarticle indeacutefi ni est moins
freacutequent que le deacutefi ni La structure unus article indeacutefi ni + nom est deacutejagrave en place dans
19 Guillaume (1919 19-25) Selig (1992 107-110)20 Sur cet emploi cf Ledgeway (2012 90)21 Sur lrsquoarticle indeacutefi ni dans la Vita Sancte Eufrosine cf Selig (1992 76-77)
REISDOERFER
169
la version B (LET des IIIe-Ve s) les prodromes de lrsquoeacutevolution se manifestant deacutejagrave en
latin classique et en latin classique parleacute
43 Adaptations syntaxiques
431 Reacuteductions
(a) On observe le deacutemantegravelement du systegraveme hexacasuel
(1) [hellip] venit pater eius de platea ciuitatis et interrogauit monacho [hellip] (I 62 l 125-126)
monachum (BmR p 716 BmV p 238)
(2) Audiens autem ipse pater sponso con fi lio quid contegit [hellip] (I 88 l 258-259) ipse pater sponsi (BmV p 242)
(3) [hellip] uenit pater suus in monasterio et post orationem dixit ad abbati [hellip] (I 108 l 371-
372) abbati (BmV p 246)
(4) Voles uidere bonum hominem eunuchus de palatium Thodosio imperatori retrusum (I 100 l 328-330) Theodosii imperatoris (BmV 244)
Le systegraveme casuel est fortement eacutebranleacute dans notre texte qui preacutesente par exem-
ple pour la 2e deacuteclinaison du masculin une pluraliteacute de systegravemes imbriqueacutes les uns
dans les autres
(1) un systegraveme bi-casuel cas sujetcas reacutegime en -o qui exprime des fonctions aussi diverses
que lrsquoaccusatif le datif le compleacutement de nom le compleacutement preacutepositionnel
(2) un systegraveme bi-casuel cas sujetcas reacutegime qui exprime toutefois les fonctions datif et
compleacutement de nom par les preacutepositions ad et de (3) un systegraveme tri-casuel cas sujet cas reacutegime
1 et cas reacutegime
2 ougrave le cas reacutegime
2 issu du datif
du latin classique sert agrave marquer les compleacutements de nom (Herman 2000 56-57)
Les systegravemes (1) et (2) annoncent deacutejagrave les structures de lrsquoancien-franccedilais (Joly
2012 216-234) La disparition du systegraveme casuel correspond drsquoabord agrave une dynamique
profonde des langues europeacuteennes vers un syncreacutetisme des cas (Serbat 1994 66) Ce
mouvement sera renforceacute et acceacuteleacutereacute en latin par les imperfections du systegraveme mecircme
(la plurifonctionnaliteacute de certaines deacutesinences domino pour le datif et lrsquoablatif) et
les eacutevolutions phoneacutetiques affectant ces deacutesinences Ainsi apregraves la fermeture de -o- en -u- et la chute du -m agrave lrsquoaccusatif singulier la deacuteclinaison de dominus au singulier
en latin parleacute du 1er siegravecle apr J-C ne preacutesentera-t-elle que 3 formes diffeacuterentes
nominatif dominus geacuten domini dat-acc-abl domino
(b) Dum devient lrsquounique conjonction causalo-temporelle avec les sens ldquo lorsque rdquo (ex 1) et
ldquo parce que rdquo (ex 2)
(1) Dum autem uidit sancta castissima ancilla Dei se paratam esse ut migraret de hoc seculo ad Dominum rogat uenire patrem suum [hellip] (I 110 l 389-391) Ut (BmV p 246)
(2) [hellip] illi non potuit recognuscere fi liam suam dum de nimiam adfl ictioni sui fuerat affl icta [hellip] (I 102 l 337-339) Quia (BmV p 244)
Le systegraveme des causalo-temporelles simplifi eacute dans notre texte est domineacute par
une seule conjonction dum (avec 29 occurrences) avec une pluraliteacute de sens ldquo tant
CILPR 2013 ndash SECTION 2
170
que pendant que quand lorsque puisque parce que comme rdquo22 Dum est geacuteneacutera-
lement suivi de lrsquoindicatif parfois du subjonctif surtout du subjonctif plus-que-par-
fait introduit probablement sous lrsquoinfl uence de cum23 Agrave cocircteacute de dum temporel on
trouve deux occurrences de quando une de quomodo La causaliteacute peut eacutegalement
ecirctre exprimeacutee par quia Les occurrences du texte montrent que lrsquoextension du sens
de dum et lrsquoaugmentation de sa freacutequence drsquoemploi ont deacutejagrave commenceacute en latin eacutecrit
tardif et que le pheacutenomegravene srsquoest simplement renforceacute en latin meacuterovingien Dans les
langues romanes la conjonction a laisseacute peu de traces mentre ldquo tandis que rdquo en vieil-
italien (Bec 1970 I ital II 1 41-42) et (en) dementres que ldquo pendant que rdquo24 en ancien-
franccedilais issu de lat dum interim (Ernout 1985 187 b) Le deacuteveloppement de dum
en conjonction causalo-temporelle unique semble donc drsquoabord ecirctre une eacutevolution
limiteacutee aux diffeacuterents systegravemes latins postclassiques
432 Innovations
Lrsquoeacutevolution vers un ordre des mots roman est une innovation importante On la
trouve dans
[hellip] rogauuit itaque pro suum fi lium [hellip] (I 48 l 47-48) pro fi lio suo (BmV p 236)
Lrsquoexemple de la version meacuterovingienne preacutesente deacutejagrave une structure romane lsquodeacuteter-
minant ndash deacutetermineacutersquo (comme fr son fi ls) alors que le manuscrit de la BmV conserve la
structure latine lsquodeacutetermineacute ndash deacuteterminantrsquo
44 Les adaptations lexicales
Le lexique change peu drsquoune version agrave lrsquoautre Dans les passages suivants
(1) [hellip] Vir autem suus in grandem tribulationem erat [hellip] (I 38 l 9) [hellip] magna [hellip] (BmV
p 235)
(2) Vidensque eum mulier in merore uallido (I 40 l 12) uxor sua (BmV p 235)
nous avons releveacute deux remplacements remarquables deux termes pratiquement pan-
romans grandis REW 327b et mulier REW 472a remplacent les mots du latin clas-
sique magna et uxor
5 Conclusions
Ce texte donne un premier aperccedilu sur la complexiteacute de la situation linguistique
dans lrsquoest de la France en Lorraine ou en Bourgogne aux VIIe s et deacutebut du VIIIe s
(a) La population eacutetait probablement multilingue pratiquant soit passivement soit
activement des langues germaniques (langues franque burgonde25) un latin tardif des
22 Sur dum causal cf Hofmann et al (1972 613-614 sect 330)23 Vielliard (1927 235-236) Bonnet (1890 685-686) Hofmann et al (1972 614-615 sect 330)24 Godefroy (1881 2 498c-499a DMF sub endementres25 Sur le bilinguisme dans le royaume franc cf Polenz (2009 29)
REISDOERFER
171
IIIe-Ve s et un latin tardif des Ve-VIIe s se rapprochant deacutejagrave drsquoun roman eacutevoluant par la
suite en ancien-franccedilais le latinum circa romanccedilum
(b) Il est probable que non seulement les lettreacutes les clerici mais aussi les illitterati continuaient
agrave avoir au moins une connaissance passive du latin tardif des IIIe-Ve s
(c) La langue que tous clerici et illitterati devaient pratiquer activement est selon nous un
latin en mutation au niveau de la phoneacutetique de la grammaire surtout moins au niveau
du lexique Ces mutations tantocirct eacuteloignent cette langue du diasystegraveme latin en annonccedilant
un systegraveme roman (systegravemes casuels relatif) tantocirct se situent encore agrave lrsquointeacuterieur du
diasystegraveme latin (extension de lrsquoemploi de dum) Nous avons deacutenommeacute ce latin avec
Banniard latin parleacute tardif de phase 2 (Ve-VIIe s)
(d) Au regard de ces mutations drsquoaucuns (R de Dardel 2007a 14-15 R Wright 1982
43-44 261-262) vont plus loin encore en admettant que cette langue soit par rapport
au diasystegraveme latin une veacuteritable lsquolangue par distanciationrsquo une langue Abstand (Kloss
1978) langue qursquoon pourrait appeler protoroman et qui serait le preacutedeacutecesseur direct de
lrsquoancien-franccedilais
(e) Pour plusieurs raisons nous pensons que cette langue parleacutee qui apparaicirct parfois sous
le latin eacutecrit tardif des Ve-VIIe s se situe toujours dans un diasystegraveme latin Certains
domaines geacuteneacuteralement consideacutereacutes comme caracteacuteristiques pour le passage du latin au
franccedilais26 notamment le passif analytique ne sont guegravere toucheacutes par les variations Quant
au lexique il reste solidement ancreacute dans le diasystegraveme latin Lrsquointercompreacutehension entre
une personne pratiquant le LPT2 (VendashVIIe s) et une autre recourant au LET de phase 2
des Ve-VIIe s (le latin meacuterovingien) voire au LET (IIIe-Ve s) paraicirct eacutegalement assureacutee
(f) La langue de base du texte le latin eacutecrit tardif des Ve-VIIe s appeleacute communeacutement latin meacuterovingien repreacutesente agrave nos yeux une tentative originale lanceacutee par les clerici pour
faire du latin parleacute tardif de phase 2 une lsquolangue par eacutelaborationrsquo une langue Ausbau
(Kloss 1978) ancreacutee toutefois dans la latinitas et fonctionnant dans lrsquoadministration
le notariat notamment et dans le domaine religieux La politique linguistique de
la reacuteforme carolingienne (Admonitio generalis27) en procircnant un retour au latin des
Pegraveres de lrsquoEacuteglise en insistant sur la correction grammaticale des textes et en exigeant
la prononciation de chaque graphegraveme a mis fi n agrave cette expeacuterience et a lanceacute drsquoun
cocircteacute le latin du moyen-acircge de lrsquoautre une formidable dynamique drsquoeacutemancipation et
drsquoeacutelaboration du latinum circa romanccedilum qui eacutevoluera en ancien-franccedilais
Mais lagrave nous quittons deacutefi nitivement le monde antique pour entrer de plain-pied
dans la civilisation du medium aevum
Institut grand-ducal Luxembourg Joseph REISDOERFER
26 Pour ces domaines cf par exemple Ledgeway (2012 2-3)27 Sur ces textes cf Auernheimer (2003 108-123)
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Lat tepidus fr tiegravede ital tiepido eacutetude lexicale
Lrsquoadjectif tepidus appartient agrave la seacuterie latine des adjectifs de tempeacuterature qui
comprend notamment frīgidus (ldquo froid rdquo) calidus (ldquo chaud rdquo) feruidus (ldquo brucirclant rdquo)
ou encore gelidus (ldquo geleacute rdquo) Tepidus renvoie agrave une notion relative situeacutee entre les
deux antonymes que sont calidus et frigidus et se traduit habituellement par ldquo tiegravede rdquo
Il appartient agrave une importante famille lexicale qui associe adjectifs en -idus verbes
drsquoeacutetat en -ēre et substantifs en -or1 Les adjectifs qui preacutesentent le suffi xe -idus laquo deacutecri-
vent les diffeacuterents facteurs exteacuterieurs ou inteacuterieurs (aux ecirctre animeacutes ou inanimeacutes)
qui peuvent affecter lrsquohomme dans son rapport avec lui-mecircme ou avec le monde raquo
(Sznajder 2002 59) Les adjectifs de tempeacuterature trouvent donc parfaitement leur
place dans cette seacuterie
Notre objectif dans la ligne des eacutetudes de typologie lexicale actuelles2 consacreacutees
au domaine de la tempeacuterature est de deacuteterminer le champ drsquoapplication de cet adjec-
tif en latin agrave quel type de tempeacuterature fait-il exactement reacutefeacuterence Par ailleurs
drsquoun point de vue seacutemantico-reacutefeacuterentiel la notion de tieacutedeur est-elle deacutefi nie par rap-
port au chaud (plus froid que chaud) par rapport au froid (plus chaud que froid) ou
indiffeacuteremment par rapport agrave lrsquoune ou lrsquoautre de ces deux notions Y a-t-il des entiteacutes
qui suscitent un systegraveme speacutecifi que drsquoeacutevaluation de la tempeacuterature Quelles sont les
meacutetaphores associeacutees agrave la notion de tieacutedeur en latin
Nous procegravederons agrave une comparaison avec lrsquoadjectif signifi ant ldquo tiegravede rdquo en franccedilais
contemporain en nous demandant si fr tiegravede srsquoemploie dans les mecircmes conditions que
lat tepidus Pourquoi la notion de tieacutedeur qui est graduable en latin ne lrsquoest-elle pas
en franccedilais Un parallegravele sera aussi fait avec lrsquoitalien tiepido
Le deacutepouillement des textes latins srsquoest fait agrave lrsquoaide de la Library of Latin texts
(series A) de Brepols Notre recherche a porteacute sur une peacuteriode allant des plus
anciennes attestations (IIIe siegravecle av JC) jusqursquoau Ve siegravecle ap JC Tepidus appa-
raicirct degraves les textes les plus anciens mais est agrave peu pregraves trois fois moins employeacute que
calidus (ldquo chaud rdquo) et frigidus (ldquo froid rdquo) on relegraveve 377 occurrences de tepidus3 des
deacutebuts de la latiniteacute au Ve siegravecle ap JC contre 1076 occurrences de calidus4 et
1 Cf Fruyt (2006 15) Sur lrsquoorigine du suffi xe -idus voir Pultrovaacute (2007) et Olsen (2003 240-243)
2 Cf Koptjevskaja -Tamm (2011 2012 2015)3 Ainsi que de lrsquoadverbe tepide qui lui est associeacute4 Et lrsquoadverbe calide
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1315 de frigidus5 peut-ecirctre parce que la notion de tieacutedeur a des champs drsquoapplica-
tion plus restreints que ceux de la chaleur ou du froid Nous suivrons les emplois
du terme de ses emplois les plus anciens de la peacuteriode archaiumlque jusqursquoagrave la peacuteriode
classique6
1 Eacutetymologie
Pour Rix (1998 5747) la base tep- signifi e ldquo ecirctre chaud rdquo Ernout Meillet (1967
685 su tepeo) posent le mecircme sens ldquo ecirctre chaud rdquo pour la racine et expliquent laquo dans
ce sens tepeo srsquoest retrouveacute en concurrence avec drsquoautres verbes notamment caleo et
a tendu agrave prendre la nuance de lsquoecirctre modeacutereacutement chaud ecirctre tiegravedersquo ce qui est lrsquoaccep-
tion usuelle (au sens physique ou moral) raquo Si lrsquoon tient compte de lrsquoeacutetymologie et de ce
problegraveme de concurrence avec caleo il faudrait poser agrave lrsquoorigine pour tepidus le sens
ldquo moins chaud que calidus rdquo ldquo peu chaud rdquo (plutocirct que ldquo peu froid rdquo) drsquoougrave ldquo tiegravede rdquo8
Nous verrons agrave lrsquousage des contextes si cette hypothegravese est pertinente
Nous caracteacuteriserons les emplois de ce terme en recourant agrave des paramegravetres pro-
poseacutes par Koptjevskaja-Tamm (2012 375) pour une eacutetude inter-linguistique du voca-
bulaire de la tempeacuterature agrave savoir la distinction entre des emplois visant la tempeacute-
rature ressentie au toucher la tempeacuterature ambiante ou la tempeacuterature corporelle
subjective ressentie de lrsquointeacuterieur par le locuteur9
Les premiegraveres attestations de lrsquoadjectif se rencontrent chez Ennius Accius et
Caton crsquoest-agrave-dire degraves les deacutebuts de la litteacuterature latine dont nous ayons des traces
(IIIe et IIe siegravecles av JC)
2 Tempeacuterature tactile
Chez Ennius et Accius le terme se rencontre avec une acception tactile dans lrsquoex-
pression tepidus sanguis (ldquo sang tiegravede rdquo) Il srsquoagit drsquoexprimer la tempeacuterature ressentie
quand lrsquoon touche du sang reacutepandu hors du corps
21 Chaleur drsquoun eacuteleacutement agrave tempeacuterature du corps
211 Chaleur du sang verseacute hors du corps et que lrsquoon touche
Ainsi peut-on lire chez Ennius dans un extrait drsquoAjax10
5 Et lrsquoadverbe frigide6 Nous ne ferons que peu drsquoexcursus dans les textes de la peacuteriode tardive car ils ne preacutesentent
pas drsquoeacutevolution notable pour les emplois de tepidus7 Voir de mecircme Mallory Adams (1997 263) su heat8 Sens proposeacute dans le Dictionnaire latin-franccedilais de F Gaffi ot9 Pour ces critegraveres voir aussi Plank (2003)10 Ennianae poesis reliquiae ed Vahlen Johannes Leipzig Teubner 1854 fragment 5 = The
tragedies of Ennius ed Jocelyn Hanry D Cambridge CUP 1967 fragment 12
ROESCH
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IV 20 Aiax misso sanguine tepido tullii effl antes uolant
ldquo Le sang tiegravede ayant eacuteteacute reacutepandu les jets qui srsquoeacutecoulent sortent rapidement rdquo
Ou chez Accius11
III (3) Vulnere taetro deformatum suo sibi lautum sanguine tepido
ldquo Enlaidi par une horrible blessure baigneacute dans son propre sang tiegravede rdquo
Cette association entre le sang et la tieacutedeur se rencontre aussi chez les auteurs
ulteacuterieurs12 comme Ovide chez qui on peut lire en Ars 3 395-396 agrave propos des jeux
du cirque
Spectentur tepido maculosae sanguine harenae metaque feruenti circueunda rota (Ov ars 3 395-396)
ldquo Qursquoils regardent le sable souilleacute de sang tiegravede et les bornes que doivent contourner [les
chars] de leur roue brucirclante rdquo
Cela dit chez Ovide lui-mecircme ainsi que chez drsquoautres auteurs tels Virgile Seacutenegraveque
et chez Ennius (Fragment 1 9913) lrsquoadjectif calidus peut aussi ecirctre employeacute comme
eacutepithegravete de sanguis14 (ou de sa variante cruor15) avec la mecircme valeur de tempeacuterature
du sang verseacute hors du corps Cela confi rme le lien ancien entre les racines tep- et
cal- pour deacutesigner la chaleur Dans ses emplois ulteacuterieurs tepidus srsquoapplique aussi agrave
des liquides autres que le sang agrave tempeacuterature du corps comme le lait ou les larmes
212 Lait chaud
Chez Virgile lrsquoadjectif srsquoemploie pour le lait fraicircchement tireacute utiliseacute lors des ceacutereacute-
monies funegravebres pour Polydore16
Inferimus tepido spumantia cymbia lacte sanguinis et sacri pateras animamque sepul-chro condimus (Verg Aen 3 66-68)
ldquo Nous apportons des coupes mousseuses de lait tiegravede et des pategraveres de sang sacreacute et nous
enfouissons cette acircme dans le tombeau rdquo
11 Extrait de Stasiastae uel Tropaeum Tragicorum Romanorum fragmenta v 606 p 215 ed Ribbeck Otto Leipzig Teubner 18712 = Accius Œuvres ed Dangel Jacqueline Paris CUF 1995 fragment IV
12 Lrsquoexpression tepidus sanguis se rencontre en Ov ars 3 395 Sil 7 610 tepidus cruor en Verg Aen 6 248 Aen 8 106 Sil 12 328
13 Ennianae poesis reliquiae ed Vahlen Johannes Leipzig Teubner 1854 Annales fragment 58 = Quinto Ennio Annali ed Flores Enrico et al vol I Napoli Liguori editore 2000 livre I fragment 44
14 Pour calidus sanguis voir Ov fast 1 321 met 14 754 met 6 238 Hor epist 1 3 33 Cels 4 2 5 26 Verg Aen 9 422 Sen HercO 298 Thy 1054 sans compte les multiples occur-rences chez Lucain et Silius Italicus
15 Calidus cruor est un syntagme plus rare cf Ov met 1 158 met 9 132 Lucan 4 28716 Voir aussi Ov met 7 247 fast 4 745-746
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La mousse sur le dessus des coupes montre que le lait est encore chaud Crsquoest ce
que confi rme le commentaire de Servius en ad Aen 3 66 tepido lacte statim mulcto
ldquo avec un lait tiegravede crsquoest-agrave-dire qui vient drsquoecirctre trait rdquo 17
213 Larmes
Ovide utilise quant agrave lui tepidus pour caracteacuteriser les larmes en met 4 673-675 agrave
propos drsquoAndromegravede sur son rocher18
Vidit Abantiades nisi quod leuis aura capillos mouerat et tepido manabant lumina fl e-tu marmoreum ratus esset opus (Ov met 4 673-675)
ldquo Perseacutee la vit et si un vent leacuteger nrsquoavait pas agiteacute sa chevelure si ses yeux nrsquoavaient pas
reacutepandu des larmes tiegravedes il aurait penseacute que crsquoeacutetait une statue de marbre rdquo
214 Objet chauffeacute par le corps humain
Si tepidus est freacutequemment employeacute pour eacutevoquer la chaleur des fl uides corporels
il sert aussi agrave renvoyer agrave des objets chauffeacutes par leur contact avec le corps humain19
Ainsi chez Properce en 1 16 21-22 le tepidum limen20 (ldquo seuil tiegravede rdquo) est un seuil en
pierre chauffeacute par le corps de lrsquoamant qui srsquoy est endormi
Nulla ne fi nis erit nostro concessa dolori turpis et in tepido limine somnus erit (Prop
1 16 21-22)
ldquo Est-ce qursquoaucun reacutepit ne sera accordeacute agrave notre douleur et est-ce que nous dormirons
honteusement sur un seuil tiegravede rdquo
215 Chaleur du corps humain en vie
De maniegravere geacuteneacuterale la tempeacuterature tiegravede du corps humain21 est associeacutee agrave la
vie22 la mort eacutetant deacutecrite en termes de froid avec lrsquoadjectif frigidus23 Ainsi chez
Virgile24 en Aen 3 626-62725 tepidus srsquoapplique-t-il aux corps fraicircchement tueacutes donc
encore chauds des hommes que deacutevore le Cyclope
17 Pour cette expression voir aussi Ov met 9 339 fast 4 54818 Cf aussi Ov met 10 360 met 10 50019 Voir Ov met 4 162-163 Verg Aen 9 419 Aen 9 70120 Cf aussi Catull 63 64-6521 Chez Ovide lrsquoexpression tepidus sinus est freacutequente pour deacutesigner le sein de lrsquoamant ars 2
360 ars 3 212 ars 3 622 Lrsquoadjectif calidus peut aussi srsquoemployer pour la chaleur du corps humain comme chez Lucregravece (3 654) ou Seacutenegraveque (epist 102 26)
22 Cf chez Ovide en met 10 281-282 agrave propos de la statue qui srsquoanime et dont Pygmalion tombe amoureux un emploi de ce type du verbe tepere
23 Cf lrsquoexpression frigida mors chez Virgile en Aen 4 38524 Voir aussi Aen 10 554-55625 Servius commente ce passage en ad Aen 3 627 et associe la notion de tieacutedeur agrave celle de vie
tepidi melius lsquo tepidi rsquo quasi adhuc uiui quam lsquo trepidi rsquo (laquo tepidi il a bien fait drsquoemployer tepidi comme srsquoils eacutetaient encore vivants plutocirct que trepidi raquo)
ROESCH
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Vidi atro cum membra fl uentia tabo manderet et tepidi tremerent sub dentibus artus (Verg Aen 3 626-627)
ldquo Jrsquoai vu quand il macircchait leurs membres deacutegoulinants drsquoun sang noir et quand leurs arti-
culations tiegravedes tremblaient sous ses dents rdquo
Si manifestement les emplois les plus anciens renvoient agrave un eacuteleacutement chauffeacute
par le corps humain lrsquoadjectif sert aussi par ailleurs agrave indiquer la chaleur de tout
objet qui a eacuteteacute chauffeacute par le feu et preacutesente agrave la suite de ce processus une chaleur
modeacutereacutee et agreacuteable pour le corps Il est souvent question drsquoun liquide (eau ou eacuteven-
tuellement huile) Cela nrsquoest pas surprenant la notion de tieacutedeur eacutetant tout particu-
liegraverement appliqueacutee agrave lrsquoeacuteleacutement liquide dans la plupart des langues (cf Koptjevskaja-
Tamm 2012) Crsquoest en effet un eacuteleacutement omnipreacutesent tant dans la nature que dans les
maisons avec un usage quotidien ougrave la tempeacuterature est un vecteur de confort
22 Chaleur modeacutereacutee drsquoun eacuteleacutement ou drsquoun objet chauffeacute par le feu
221 Eau (ou tout autre liquide) chauffeacutee par le feu dans lrsquousage domestique
Chez Celse dans les textes meacutedicaux26 il est souvent question de chauffer de lrsquoeau
ou un meacutedicament27 La chaleur du liquide est partie prenante du remegravede Ainsi lrsquoeau
tiegravede aide agrave vomir28
Nam si uenter fl uit aut si stomachus non continet ubi febris decreuit liberaliter oportet aquam tepidam potui dare et uomere cogere (Cels 3 6 15)
ldquo Car si le ventre se vide ou si lrsquoestomac ne garde rien quand la fi egravevre a diminueacute il faut
donner geacuteneacutereusement agrave boire de lrsquoeau tiegravede et forcer le malade agrave vomir rdquo
Si lrsquoadjectif tepidus semble srsquoappliquer preacutefeacuterentiellement agrave un liquide il se ren-
contre aussi pour tout objet qui a eacuteteacute en contact avec le feu et en a gardeacute une chaleur
reacutesiduelle
26 La meacutedecine animale fait aussi appel agrave lrsquoeau tiegravede (aqua tepida) Ainsi chez Varron en rust 2 1 23 elle est indiqueacutee pour le beacutetail qui souffre de fi egravevre agrave qui on fera en outre une onction avec de lrsquohuile et du vin tiegravedes (oleo et uino tepefacto) Voir encore Varro rust 316 14
27 Voir par exemple Cels 6 7 4 Cato agr 157 16 158 228 Pour la tepida aqua comme une aide au vomissement voir aussi Cels 1 3 22 ou 3 12 3 En
Cels 4 20 3 il est cette fois question de mulsum tepidum (laquo hydromel tiegravede raquo) Lrsquoeau tiegravede peut aussi ecirctre utiliseacutee en affusion pour ceux qui ont des maux de tecircte en alternance avec lrsquoeau chaude et lrsquoeau froide (cf Cels 1 4 22) cf encore Cels 4 15 ou 6 7 Mais lrsquoeau tiegravede sert encore agrave lrsquousage domestique quotidien Pline lrsquoAncien (nat 19 34 115) indique ainsi qursquoune fois saleacutee elle sert agrave la conservation des oignons et de lrsquoail
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180
222 Objet chauffeacute par le feu en train de refroidir
Ainsi chez Ovide29 la tempeacuterature deacutesigneacutee par tepidus est-elle celle des cendres
Inque foco tepidum cinerem dimouit et ignes suscitat hesternos (Ov met 8 641-642)
ldquo Dans le foyer il eacutecarte les cendres tiegravedes et ranime le feu de la veille rdquo
Le feu constituant la reacutefeacuterence du chaud la tieacutedeur se deacutefi nit donc comme un
moindre degreacute de chaleur
23 Chaleur modeacutereacutee de lrsquoeau chauffeacutee par le soleil
La tieacutedeur peut aussi se rencontrer dans le monde naturel30 dans ce cas crsquoest le
soleil qui est agrave lrsquoorigine de cette tempeacuterature En Meacutedeacutee 72531 il est question du fl euve
Hydaspe qui coule dans une reacutegion tregraves chaude drsquoougrave la tieacutedeur de ses eaux
Has aluit altum gurgitem Tigris premens Danuuius illas has per arentes plagas tepidis Hydaspes gemmifer currens aquis (Sen Med 723-725)
ldquo [Parmi ces herbes] le Tigre qui creuse un gouffre profond a nourri les unes le Danube
les autres lrsquoHydaspe qui renferme des pierres preacutecieuses et court dans des reacutegions arides en
a quant agrave lui nourri drsquoautres de ses eaux tiegravedes rdquo
24 Tempeacuterature intermeacutediaire entre le froid et le chaud
Mais indeacutependamment de ces reacutefeacuterences au corps humain au feu refroidi ou au
soleil - ougrave lrsquoeacutetalon de la chaleur est bien eacutetabli - la notion tactile de tieacutedeur peut ecirctre
deacutecrite comme un eacutetat meacutedian intermeacutediaire entre le chaud et le froid une tempeacutera-
ture moins chaude que le chaud ou plus chaude que le froid Seacutenegraveque en epist 92 21
souligne la gradation froid chaud tiegravede32
Frigidum inquit aliquid et calidum nouimus inter utrumque tepidum est sic aliquis bea-tus est aliquis miser aliquis nec beatus nec miser Volo hanc contra nos positam imaginem excutere Si tepido illi plus frigidi ingessero fi et frigidum si plus calidi adfudero fi et nouis-sime calidum (Sen epist 92 21)
ldquo Nous connaissons dit-il le froid et le chaud entre les deux il y a le tiegravede de la mecircme
maniegravere quelqursquoun est heureux malheureux ou ni lrsquoun ni lrsquoautre Je veux faire un sort agrave cette
image qursquoon nous oppose Si jrsquoajoute du froid au tiegravede il deviendra froid si jrsquoy reacutepands plus
de chaleur il deviendra fi nalement chaud rdquo
29 Voir aussi Sen Tro 85-86 (tepido puluere) Ov epist 6 92 (tepidis rogis) Verg Aen 11 211-212 agrave propos de la terre tiegravede qui se mecircle aux braises drsquoun brasier funeacuteraire
30 Cet adjectif srsquoapplique aussi au terme umor (laquo liquide raquo) chez Virgile en georg 1 117 ougrave il est question drsquoun tepidus umor que lrsquoon trouve dans les champs imbibeacutes drsquoeau
31 Voir aussi Oed 604-607 ougrave Seacutenegraveque oppose le gelidus Strymon (laquo le Strymon geleacute raquo) ainsi que les Arctoas niues (laquo neiges arctiques raquo) au tepens Nilus (laquo le Nil tiegravede raquo)
32 Voir aussi Cels 1 4 2-3
ROESCH
181
Au sein de cette gradation du chaud au froid le tiegravede peut ecirctre indiffeacuteremment
preacutesenteacute comme plus froid que chaud33 ou plus chaud que froid34 Par exemple chez
Lucregravece agrave propos des symptocircmes de la peste drsquoAthegravenes la tieacutedeur de la peau des per-
sonnes enfi eacutevreacutees est eacutetonnante car on srsquoattendrait agrave la trouver plus chaude
Nec nimio cuiquam posses ardore tueri corporis in summo summam feruescere par-tem sed potius tepidum manibus proponere tactum (Lucr 6 1163-1165)
ldquo Et on ne pouvait remarquer chez personne que la peau et la surface du corps fussent
brucirclantes drsquoune chaleur corporelle excessive mais elles offraient plutocirct au toucher une sen-
sation de tieacutedeur rdquo
Tandis que chez Seacutenegraveque en Phaedr 381-383 la pluie est deacutecrite comme tiegravede
car elle est plus chaude que la neige froide
Lacrimae cadunt per ora et assiduo genae rore irrigantur qualiter tauri iugis tepido madescunt imbre percussae niues (Sen Phaedr 381-383)
ldquo Les larmes tombent sans trecircve le long de son visage et ses joues sont mouilleacutees de roseacutee
comme les neiges qui srsquoamollissent frappeacutees par la pluie tiegravede sur les monts du Taurus rdquo
Ces emplois concernant la tempeacuterature tactile sont les plus anciens Degraves lrsquoeacutepoque
de Varron (Ier siegravecle av JC) tepidus est employeacute aussi pour renvoyer agrave la tempeacuterature
ambiante le terme qualifi e la chaleur modeacutereacutee de lrsquoatmosphegravere drsquoun lieu
3 Tempeacuterature ambiante
31 Tempeacuterature drsquoun lieu clos ou non
La tieacutedeur peut ecirctre obtenue dans une maison en chauffant une piegravece jusqursquoagrave une
tempeacuterature agreacuteable pour le corps Columelle explique ainsi agrave propos des jeunes
poulets qursquoils doivent ecirctre gardeacutes au tiegravede35
Sed et curandum erit ut tepide habeantur nam nec calorem nec frigus sustinent (Colum
8 5 19)
ldquo On prendra soin que [les poulets] soient maintenus agrave une tempeacuterature tiegravede car ils ne
peuvent supporter ni la chaleur ni le froid rdquo
Mais la tieacutedeur ambiante se rencontre aussi en exteacuterieur dans certaines reacutegions
Crsquoest un sujet freacutequemment eacutevoqueacute dans les traiteacutes agricoles quand il srsquoagit de donner
33 Voir aussi pour le substantif tepor le passage de Tacite hist 3 32 3 il est question drsquoAntonius qui veut se laver agrave lrsquoissue drsquoun combat Is balineas abluendo cruori propere petit Excepta uox est cum teporem incusaret statim futurum ut incalescerent (laquo Celui-ci gagne rapidement les bains pour se laver du sang Comme il se plaignait de la tieacutedeur de lrsquoeau on entendit une voix qui disait qursquoils allaient tout de suite la reacutechaufferraquo) Voir aussi Cels 4 15 4
34 Cf aussi Cels 2 30 3 ougrave lrsquoaqua tepida (laquo lrsquoeau tiegravede raquo) est opposeacutee agrave lrsquoaqua perfrigida (laquo lrsquoeau glaceacutee raquo)
35 Pour cette expression locus tepidus voir aussi Varro rust 3 9 Cels 1 3 5
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182
des conseils sur les cultures adapteacutees agrave tel ou tel climat chez Columelle36 par exem-
ple en 2 7
Sed de his prius disseremus quae nostra causa seminantur memores antiquissimi prae-cepti quo monemur ut locis frigidis nouissime tepidis celerius calidis ocissime iaciamus (Colum 2 7)
ldquo Mais nous parlerons drsquoabord des plantes qui sont semeacutees pour notre usage En gardant
en meacutemoire le preacutecepte tregraves ancien qui nous avertit de semer en dernier dans les lieux froids
plus rapidement dans les lieux tiegravedes le plus tocirct possible dans les lieux chauds rdquo
32 Tempeacuterature du vent
Lrsquoadjectif sert aussi agrave qualifi er la tempeacuterature du vent cet emploi est tregraves freacutequent
en poeacutesie (Virgile Seacutenegraveque Catulle Ovide37) en particulier agrave propos de lrsquoAuster ou
du Notus preacutesenteacutes comme des vents agreacuteables par leur tieacutedeur ainsi chez Seacutenegraveque38
en Phaedr 20-22
Vos qua tepidis subditus austris frigora mollit durus Acharneus (Sen Phaedr 20-22)
ldquo Vous [allez] lagrave ougrave le dur mont Acharne adoucit ses tempeacuteratures rigoureuses soumis
aux tiegravedes vents du midi rdquo
33 Tempeacuterature du printemps
Par extension tepidus est associeacute au printemps saison de tempeacuterature modeacutereacutee
par Ovide en fast 5 601-60239
Tum mihi non dubiis auctoribus incipit aestas et tepidi fi nem tempora ueris habent (Ov
fast 5 601-602)
ldquo Alors si jrsquoen crois des garants certains commence lrsquoeacuteteacute et crsquoest la fi n de la peacuteriode du
tiegravede printemps rdquo
La notion de tieacutedeur eacutevoque donc principalement une tempeacuterature ressentie
soit par la main (tempeacuterature tactile) soit par lrsquoensemble du corps (tempeacuterature
ambiante) Les eacuteleacutements auxquels lrsquoadjectif tepidus srsquoapplique majoritairement sont
lrsquoeau (ainsi que toute sorte de liquide) et lrsquoair (lrsquoatmosphegravere)40 Il srsquoagit drsquoindiquer des
contextes dans lesquels ces eacuteleacutements sont dans une zone de confort pour le corps La
notion de tempeacuterature corporelle nous semble centrale ici en effet si lrsquoon remonte
aux occurrences les plus anciennes lrsquoeacuteleacutement prototypiquement tepidus est le sang
Nous pourrions donc poser pour cet adjectif un sens ancien ldquo agrave la tempeacuterature du
36 Voir aussi Colum 11 2 3337 Voir Ov am 1 4 12 am 1 7 56 am 2 8 20 Pont 4 10 43 Pont 4 12 35 ars 3 174 Verg
georg 2 331 (pour le Zeacutephyr)38 Cf Herc O 729 Catull 64 282 (tepidihellip Fauoni)39 Voir aussi Ov fast 1 662-663 et Sen Hercf 840 Voir Koptjevskava-Tamm (2012 375)
ROESCH
183
corps chaud comme le corps rdquo La racine tep- signifi ant ldquo ecirctre chaud rdquo il y aurait lagrave
une speacutecialisation pour deacutesigner un type de tempeacuterature moyenne eacutequivalente agrave celle
du corps et agreacuteable au toucher
4 Tempeacuterature subjective
Sans surprise le terme nrsquoest pas employeacute pour deacutecrire la tempeacuterature corporelle
ressentie par le sujet parlant Comme le souligne Koptjevskaja-Tamm (2011 407) le
corps humain dont la tempeacuterature correspond exactement agrave cette notion de tiegravede
(il nrsquoest perccedilu ni comme chaud ni comme froid) nrsquoest en geacuteneacuteral pas deacutecrit agrave lrsquoaide
de lrsquoadjectif ldquo tiegravede rdquo puisque preacuteciseacutement il srsquoagit de sa tempeacuterature normale La
tempeacuterature subjective est deacutecrite quand le locuteur ressent une gecircne par rapport agrave
la norme il a une sensation de chaud ou de froid (par exemple en cas de fi egravevre ou de
frissons)
5 Meacutetaphores images associeacutees
Au-delagrave de ces emplois bien concrets tepidus preacutesente aussi des emplois meacutetapho-
riques dans le domaine des sentiments amoureux ou dans le vocabulaire de la rheacuteto-
rique
51 Sentiment amoureux
511 Amour qui nrsquoest pas fort ou qui srsquoatteacutenue
La meacutetaphore du feu est banale dans lrsquoAntiquiteacute pour renvoyer au sentiment amou-
reux Celui-ci est deacutecrit en termes de chaleur avec lrsquoadjectif calidus ou des verbes tels
calere ou ardere si la passion est un feu quand celle-ci faiblit les fl ammes aussi et la
chaleur diminue Il nrsquoest donc pas eacutetonnant qursquoun amour mourant soit deacutecrit comme
tiegravede comme chez Ovide41 en am 2 19 15-16
Sic ubi nexarat tepidosque refouerat ignis rursus erat uotis comis et apta meis (Ov am 2 19 15-16)
ldquo Ainsi quand elle mrsquoavait enchaicircneacute et qursquoelle avait agrave nouveau attiseacute mes sentiments
tiegravedes agrave nouveau elle eacutetait douce et accessible agrave mes vœux rdquo
512 Sentiment amoureux naissant et progressant en intensiteacute
Mais chez Ovide le verbe tepere (ainsi que sa variante praetepesco) peut aussi
srsquoemployer avec un sens inverse pour indiquer un amour qui croicirct et non qui dimi-
41 Voir aussi ars 2 445 Fac timeat de te tepidamque recalface mentem (laquo Fais en sorte qursquoelle ait des craintes agrave ton sujet et embrase agrave nouveau son acircme tiegravede raquo) rem 629 434 am 2 2 51-54 rem 7 (Saepe tepent alii iuuenes ego semper amaui) Lrsquoadjectif srsquoemploie aussi au sein de la litote haud tepidus pour indiquer un amour qui est calidus donc bien actif cf Ov met 11 225 Prop 1 13 26
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nue42 Ainsi en epist 11 27-28 Canaceacute explique agrave Macareacutee comment son amour pour
lui a crucirc en elle43
Ipsa quoque incalui qualemque audire solebam nescio quem sensi corde tepente deum (Ov epist 11 27-28)
ldquo Moi aussi je me suis enfl ammeacutee et jrsquoai senti dans mon cœur qui srsquoeacutechauffait je ne sais
quel dieu dont jrsquoavais entendu souvent parler rdquo
Tepere et tepidus indiquent donc un degreacute de tempeacuterature atteint lors drsquoun mou-
vement croissant ou descendant sur lrsquoeacutechelle de la tempeacuterature amoureuse Quel que
soit le sens de ce mouvement le point de reacutefeacuterence semble ecirctre le chaud plus que le
froid on va vers le chaud ou on en vient mais dans les passages qui nous inteacuteressent
il nrsquoest pas question de froid
52 Dans le vocabulaire de la rheacutetorique
Dans le vocabulaire de la rheacutetorique lrsquoadjectif tepidus se rencontre chez Quinti-
lien en inst 2 12 11 pour qualifi er un mauvais orateur
At illi hanc uim appellant quae est potius uiolentia cum interim non actores modo ali-quos inuenias sed quod est turpius praeceptores etiam qui breuem dicendi exercitationem consecuti omissa ratione ut tulit impetus passim tumultuentur eosque qui plus honoris lit-teris tribuerunt ineptos et ieiunos et tepidos et infi rmos ut quodque uerbum contumeliosissi-mum occurrit appellent (Quint 2 12 11)
ldquo Mais ces hommes appellent force ce qui est plutocirct de la violence Et lrsquoon ne trouve pas
seulement des avocats mais aussi ce qui est plus honteux des professeurs mecircmes qui apregraves
un bref entraicircnement agrave parler en oubliant toute meacutethode tempecirctent sans ordre suivant que
leur eacutelan les entraicircne ici ou lagrave et traitent ceux qui ont apporteacute le plus de gloire aux lettres
drsquohomme ineptes secs tiegravedes et faibles suivant le mot le plus outrageant leur vient agrave lrsquoesprit rdquo
Mais qursquoentend exactement Quintilien quand il dit qursquoun orateur est tiegravede Il faut
sans doute comprendre tepidus par rapport au substantif calor (ldquo chaleur rdquo) souvent
utiliseacute par Quintilien pour renvoyer meacutetaphoriquement dans un discours agrave la rapi-
diteacute de la penseacutee ou de lrsquoenchaicircnement des mots Par exemple en inst 8 proem 27
Quintilien explique qursquoil faut que lrsquoorateur srsquoentraicircne pour ne pas soupeser ses mots
un agrave un au moment ougrave il parle
Quod si idcirco fi eret ut semper optimis uterentur abominanda tamen haec infelicitas erat quae et cursum dicendi refrenat et calorem cogitationis extinguit mora et diffi dentia
(Quint inst 8 proem 27)
ldquo Et si ils font cela pour trouver toujours les meilleurs mots cette malheureuse pratique
doit cependant ecirctre rejeteacutee car elle reacutefregravene lrsquoeacutelan de la parole et le temps de la reacutefl exion ainsi
que la deacutefi ance eacuteteignent le feu de la penseacutee rdquo
42 Il faut cependant signaler qursquoen ce sens nous nrsquoavons pas releveacute drsquoemplois de lrsquoadjectif tepidus43 Voir aussi Hor carm 1 4 19-2 Ov am 2 3 6 (pour le preacuteverbeacute praetepesco)
ROESCH
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Si le calor est du cocircteacute de la spontaneacuteiteacute et de la rapiditeacute44 de la penseacutee45 la tieacutedeur
correspondrait donc agrave un manque drsquoeacutelan dans le discours tant dans le deacutebit que dans
lrsquoenchaicircnement des ideacutees Cela se confi rme dans un passage de Tacite du Dialogue des orateurs 21 6 ougrave apparaicirct le substantif tepor (ldquo tieacutedeur rdquo) avec un emploi meacutetaphori-
que Aper eacutevoque les œuvres des Anciens et explique que toutes ne sont pas bonnes
il donne pour exemple certaines œuvres de Ceacutesar ou de Brutus caracteacuteriseacutees par leur
tepor et leur lentitudo
[hellip] tam hercule quam Brutum philosophiae suae relinquamus Nam in orationibus mi-norem esse fama sua etiam admiratores eius fatentur nisi forte quisquam aut Caesaris pro Deciltdigto Samnite aut Bruti pro Deiotaro rege ceterosque eiusdem lentitudinis ac teporis libros legit nisi qui et carmina eorundem miratur (Tac dial 21 6)
ldquo De mecircme par Hercule laissons Brutus agrave sa philosophie car mecircme ses admirateurs
avouent que dans ses discours il est en-deccedilagrave de sa reacuteputation Personne ne lit les discours de
Ceacutesar pour le Samnite Decius ou de Brutus pour le roi Deiotarus et drsquoautres ouvrages de la
mecircme lenteur et de la mecircme tieacutedeur sauf quelqursquoun qui admire leurs poegravemes rdquo
Ainsi dans ses emplois meacutetaphoriques tepidus est-il tributaire des meacutetaphores
de la chaleur Par exemple lrsquoamour eacutetant deacutecrit en latin en termes de feu tepidus qui
renvoie agrave une chaleur moins ardente servira agrave caracteacuteriser un amour moins fort qursquoil
soit en train de naicirctre ou de mourir De mecircme dans le vocabulaire de la rheacutetorique
par rapport agrave calidus qui deacutesigne un orateur tregraves dynamique ou un discours vif et
rapide tepidus renvoie agrave quelqursquoun qui manque drsquoeacutenergie Comme lrsquoadjectif eacutevoque
un comportement qui est en-deccedilagrave de la chaleur attendue drsquoun amoureux ou drsquoun bon
orateur il nrsquoest pas eacutetonnant qursquoil se colore drsquoune connotation neacutegative46 Une fois
de plus la reacutefeacuterence se fait par rapport au chaud tepidus renvoie agrave ce qui est moins
chaud que calidus
6 La question de la graduabiliteacute ldquo plus tiegravede rdquo ou ldquo tregraves tiegravede rdquo
En latin lrsquoadjectif tepidus peut se rencontrer sous la forme du comparatif tepi-dior (ldquo plus tiegravede rdquo) ou du superlatif tepidissimus (ldquo tregraves tiegravede rdquo)47 ce qui est eacutetonnant
quand on compare ce terme agrave lrsquoadjectif franccedilais tiegravede qui lui nrsquoest pas graduable48
44 Cette association entre chaleur est rapiditeacute est freacutequente en latin sans doute notamment agrave cause de lrsquoimage du feu perccedilu comme un eacuteleacutement en permanence en mouvement Cf Roesch agrave paraicirctre
45 Pour drsquoautres emplois de ce terme calor chez Quintilien voir inst 9 4 113 10 3 6 10 3 18 10 7 13 11 3 111 11 3 130 11 3 146
46 Signalons qursquoon trouve en anglais et en serbe (cf Rasulić 2015) des emplois meacutetaphoriques analogues de laquo tiegravede raquo pour exprimer le manque drsquointensiteacute eacutemotionnelle ou le manque drsquoeacutenergie Rasulić souligne aussi que dans ces deux langues dans ses emplois meacutetaphoriques laquo tiegravede raquo est neacutegativement connoteacute de mecircme en letton (cf Perkova 2015)
47 Dans lrsquoensemble de la litteacuterature latine jusqursquoau Ve siegravecle ap JC on relegraveve 30 occurrences du terme au comparatif 10 au superlatif
48 Du moins dans les cas ougrave il deacutesigne une tempeacuterature (cf Rivara 1993) dans ses emplois meacutetaphoriques par exemple au sens de laquo faible raquo il est graduable
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61 Le comparatif tepidior
Les emplois de tepidus au comparatif se rencontrent souvent dans les traiteacutes drsquoa-
griculture (Varron et Columelle) ougrave pour la culture ou lrsquoeacutelevage la tempeacuterature joue
un rocircle important ou dans lrsquoHistoire naturelle de Pline ougrave lrsquoauteur parle reacuteguliegravere-
ment du climat Ainsi en rust 1 6 2 Varron explique-t-il que les mecircmes cultures ne
conviennent pas aux diffeacuterents terrains (plaines collines montagnes)
E quibus tribus fastigiis simplicibus sine dubio infi mis alia cultura aptior quam summis quod haec calidiora quam summa sic collinis quod ea tepidiora quam infi ma aut summa
(Varro rust 1 6 2)
ldquo Parmi ces trois type de terrains simples sans doute un certain type de culture est
plus adapteacute aux altitudes basses qursquoaux altitudes eacuteleveacutees parce que les premiegraveres sont plus
chaudes que les altitudes eacuteleveacutees de mecircme pour les collines parce que celles-ci sont de tem-
peacuterature plus douce que les terrains situeacutes plus bas ou plus haut rdquo
Tepidior est ici employeacute pour renvoyer agrave la tempeacuterature des collines zone
intermeacutediaire de climat tempeacutereacute plus ldquo tiegravede rdquo que les sommets (summa) ou les plai-
nes (infi ma) crsquoest-agrave-dire plus chaud que les uns et plus froid que les autres Le compa-
ratif souligne la diffeacuterence de tempeacuterature avec les deux extrecircmes que sont le chaud
et le froid
Mais la reacutefeacuterence peut se faire uniquement par rapport au froid comme en Varro
rust 3 10 3 ougrave il est cette fois question de lrsquoeacutelevage des oies49 la tempestas la mau-
vaise saison incarne le froid
Incubat tempestatibus dies triginta tepidioribus XXV (Varro rust 3 10 3)
ldquo [Lrsquooie] couve 30 jours par mauvais temps 25 si le temps est plus doux rdquo
Rappelons que le comparatif latin nrsquoest pas toujours strictement comparatif pui-
sqursquoil peut indiquer une intensiteacute variable et se traduire par ldquo trop rdquo ou ldquo assez rdquo50
Ainsi Seacutenegraveque dans le de ira 2 25 (= dial 4 25) fait-il une liste des petits deacutesa-
greacutements du quotidien le comparatif nrsquoindique ici pas une comparaison (plus ou
moins chaud) mais une intensiteacute comme on le voit avec lrsquousage de parum agilis dans
la mecircme phrase
Parum agilis est puer aut tepidior aqua poturo aut turbatus torus aut mensa neglegentius posita ad ista concitari insania est (Sen dial 4 25)
ldquo Mon esclave est trop peu rapide mon eau trop chaude pour la boire mon lit en deacutesordre
ou ma table dresseacutee avec neacutegligence Srsquoeacutenerver pour cela est de la folie rdquo
49 Voir aussi Sen nat 2 10 3 ougrave lrsquoexpression tepidiora loca renvoie agrave des reacutegions agrave la tempeacuterature plus modeacutereacutee que celles du nord ou Pline le Jeune epist 5 6 25 ougrave lrsquoauteur qui deacutecrit sa maison parle des bains froids puis explique que si lrsquoon veut nager dans un espace plus large ou plus chaud (si natare latius aut tepidius uelis) on peut trouver une piscine toute proche Voir aussi pour des emplois similaires Plin nat11 15 43 10 79 163 18 49 174 37 44 128 Varro rust 1 6
50 Cf Touratier (1994 304)
ROESCH
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Une fois encore tepidus est orienteacute vers le chaud lrsquoeau ldquo trop tiegravede rdquo est plus
chaude que la tempeacuterature souhaiteacutee
62 Le superlatif tepidissimus
Les emplois au superlatif sont plus rares51 peut-ecirctre parce que la notion de
tempeacuterature moyenne se precircte mal agrave lrsquoexpression de la superlativiteacute Chez Seacutenegraveque
dans la Consolatio ad Marciam en 17 4 (= dial 6 17 4) lrsquoauteur deacutecrit agrave un futur
voyageur tout ce qursquoil pourra voir agrave Syracuse
Videbis [hellip] ipsam ingentem ciuitatem et laxius territorium quam multarum urbium fi nes sunt tepidissima hiberna et nullum diem sine interuentu solis (Sen dial 6 17 4)
ldquo Tu verras la ville mecircme et son territoire plus eacutetendu que les limites de nombreuses citeacutes
les hivers tregraves doux et aucun jour sans apparition du soleil rdquo
Si les hivers sont qualifi eacutes de tregraves tepida crsquoest-agrave-dire ldquo tregraves doux rdquo crsquoest sans doute
parce que lrsquoadjectif calidus (ldquo chaud rdquo) ne peut srsquoappliquer agrave cette saison prototypi-
quement froide Crsquoest probablement parce que tepidus permet drsquoindiquer un degreacute de
chaleur infeacuterieur agrave calidus qursquoil a eacuteteacute retenu52
Les emplois ulteacuterieurs se rencontrent notamment sous la plume de saint Augustin
au Ve siegravecle dans son œuvre on relegraveve 3 occurrences de lrsquoadjectif au superlatif53 mais
une seule ougrave lrsquoadjectif est employeacute au sens propre pour renvoyer agrave une tempeacuterature
Il srsquoagit de Conf 6 2 ougrave Augustin eacutevoque le vin aquatissimum et tepidissimum que
sa megravere utilisait pour rendre hommage aux martyrs suivant une pratique ancienne il
srsquoagit ici de montrer qursquoelle ne boit pas pour le plaisir car ce vin (merum) nrsquoest pas bon
eacutetant tregraves dilueacute et tiegravede Le superlatif ldquo tregraves tiegravede rdquo vise sans doute agrave renforcer lrsquoideacutee
sous-jacente suivant laquelle boire tiegravede est ldquo tregraves deacutesagreacuteable rdquo
[hellip] et si multae essent quae illo modo uidebantur honorandae memoriae defunctorum idem ipsum unum quod ubique poneret circumferebat quo iam non solum aquatissimo sed etiam tepidissimo cum suis praesentibus per sorbitiones exiguas partiretur quia pietatem ibi quaerebat non uoluptatem (Aug conf 6 2 2)
ldquo Et srsquoil y avait plusieurs deacutefunts dont elle voulait honorer la meacutemoire de cette maniegravere
elle emportait seulement cette mecircme [petite coupe] qursquoelle posait partout avec laquelle elle
partageait agrave petites gorgeacutees avec les fi degraveles qui eacutetaient lagrave du vin non seulement largement
51 Entre le IIIe siegravecle av JC et le IVe ap JC on a en tout deux occurrences de cette forme les huit autres emplois sont tardifs (Vegraveme siegravecle ap JC)
52 On relegraveve un emploi analogue chez Pline le Jeune qui deacutecrit une des chambres de sa villa de Toscane Idem cubiculum hieme tepidissimum quia plurimo sole perfunditur (epist 5 6 24) laquo La mecircme chambre est bien chaude en hiver parce qursquoelle inondeacutee de soleil raquo Lagrave encore lrsquoemploi de tepidus srsquoexplique sans doute par la reacutefeacuterence agrave lrsquohiver
53 Dans les deux autres occurrences chez Augustin lrsquoadjectif preacutesente le sens fi gureacute de laquo faible raquo ce qui explique qursquoil soit graduable Par exemple dans le Contra epistulam Manichaei quam uocant fundamenti 9 lrsquoadjectif tepidissimus qualifi e le substantif celebritas et deacutesigne laquo une tregraves faible affl uence raquo et en conf 8 11 27 le superlatif drsquoadverbe tepidissime signifi e laquo tregraves faiblement raquo
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coupeacute drsquoeau mais aussi tout agrave fait tiegravede car ce qursquoelle cherchait lagrave crsquoeacutetait la pieacuteteacute et non le
plaisir rdquo
Si dans tous ces emplois lrsquoadjectif tepidus peut ecirctre employeacute tant au comparatif
qursquoau superlatif crsquoest sans doute parce qursquoil renvoie agrave un degreacute de chaleur preacutecis
avec lequel on peut caracteacuteriser tel ou tel eacuteleacutement (en lrsquooccurrence une tempeacuterature
modeacutereacutee agreacuteable pour le corps) plutocirct qursquoune vague notion intermeacutediaire entre le
chaud et le froid En cela tepidus a un fonctionnement diffeacuterent de celui du franccedilais
tiegravede dont il est pourtant lrsquoancecirctre
7 Lrsquoexpression du tiegravede en latin par rapport au franccedilais et agrave lrsquoitalien
En franccedilais lrsquoadjectif tiegravede issu de lat tepidus caracteacuterise preacutefeacuterentiellement des
entiteacutes qui sont les mecircmes qursquoen latin lrsquoeau lrsquoair le corps ou les cendres54 Le TLF
deacutecrit fr tiegravede comme laquo 1- qui est agrave une tempeacuterature modeacutereacutee qui provoque une
sensation thermique modeacutereacutee entre le chaud et le froid 2- qui est encore leacutegegraverement
chaud 3- qui reacutechauffe modeacutereacutement raquo crsquoest-agrave-dire que ce qui prime est la notion de
tempeacuterature moyenne et intermeacutediaire
Rivara (1990 128) explique qursquoen franccedilais les antonymes froid et chaud sont ce
qursquoil appelle bipolaires crsquoest-agrave-dire que le chaud et le froid sont des proprieacuteteacutes laquo perccedilues
comme orienteacutees agrave lrsquoinverse lrsquoune de lrsquoautre [hellip] elles sont seacutepareacutees non par une fron-
tiegravere clairement traceacutee mais par une zone intermeacutediaire vaguement deacutefi nie agrave laquelle
on donne lrsquoeacutepithegravete de tiegravede Bien que tregraves approximativement deacutefi nissable cette zone
est conccedilue comme ponctuelle et a fortiori non graduable elle ne souffre donc pas les
deacuteterminations de degreacute ni la comparaison (tregraves tiegravede) 55raquo Entre ces deux eacutechelles qui
ne se recouvrent pas orienteacutees lrsquoune vers le chaud lrsquoautre vers le froid il y aurait donc
une zone intermeacutediaire hors eacutechelle dans laquelle rentre lrsquoadjectif fr tiegravede crsquoest parce
qursquoil est hors eacutechelle que cet adjectif nrsquoest pas graduable Rivara (1993 45) repreacutesente
les adjectifs fr chaud froid et tiegravede du franccedilais par le scheacutema suivant
Pas de limite theacuteorique
Chaud
Zone intermeacutediaire tiegravede
Froid
Pas de limite theacuteorique
Agrave lrsquoinverse en latin tepidus appartient agrave une eacutechelle de tempeacuterature continue
qui va du chaud (calidus) au froid (frigidus) avec en haut de chacune des eacutechelles
le chaud extrecircme (feruidus) ou le froid extrecircme (algidus) Dans cette eacutechelle tepidus
occupe une zone meacutediane (bien qursquoagrave notre avis il soit plus pregraves du chaud que du froid
54 Cf les exemples de lrsquoarticle laquo tiegravede raquo du TLF55 Voir aussi Rivara (1993 45)
ROESCH
189
car comme nous lrsquoavons vu notamment agrave propos de ses emplois meacutetaphoriques le
terme se deacutefi nit en prioriteacute comme moins chaud que calidus) Pour le latin on peut
donc proposer lrsquoeacutechelle suivante
feruidus (brucirclant)
calidus (chaud)
tepidus (tiegravede)
frigidus (froid)
algidus (glaceacute)
Agrave la diffeacuterence du franccedilais srsquoil faut en croire Luraghi (2015 348 fi gure 4b) lrsquoita-
lien a gardeacute la mecircme eacutechelle de tempeacuterature continue que le latin Luraghi propose la
repreacutesentation suivante pour les termes de chaleur en italien
bollente caldo tiepido (neutral) fresco freddo gelato
Elle explique que ni it tiepido ni it fresco ne correspondent agrave une tempeacuterature
neutre qui pourrait ecirctre deacutecrite par fr tiegravede en franccedilais car it tiepido est du cocircteacute du
chaud (avec le sens de ldquo modeacutereacutement chaud rdquo ce qui correspond aux emplois du latin
tepidus) 56 it fresco (ldquo frais rdquo) du cocircteacute du froid Un autre point commun est que it
tiepido permet le comparatif piugrave tiepido dont Luraghi explique que dans le cas de
la tempeacuterature tactile selon le contexte il signifi e ldquo plus chaud en venant du froid rdquo
ou ldquo plus froid en venant du chaud rdquo mais pas ldquo plus tiegravede rdquo Luraghi dresse alors un
parallegravele entre le latin et lrsquoitalien et apregraves reacutefl exion propose pour les termes latins
le scheacutema suivant (2015 348 fi gure 5) qui preacutesente une reacutepartition quasi-similaire agrave
celle des termes de tempeacuterature en italien
fervidus calidus tepidus (neutral) frigidus algidus
En fait il nous semble que le sens de tepidus en latin srsquoil se situe bien eacutetymolo-
giquement du cocircteacute du chaud deacutepend beaucoup du contexte et peut remplir la place
de la tempeacuterature ldquo neutre rdquo en cas de besoin Quand lrsquoadjectif est employeacute seul sans
reacutefeacuterence ni au chaud ni au froid il signifi e ldquo agrave la tempeacuterature du corps modeacutereacutement
chaud rdquo Quand il est employeacute en lien avec la notion de froid ou celle de chaud du fait
de sa position intermeacutediaire entre ces deux degreacutes de chaleur il peut signifi er ldquo plus
chaud que le degreacute froid rdquo ou ldquo plus froid que le degreacute chaud rdquo Enfi n quand il srsquoagit de
renvoyer agrave une tempeacuterature intermeacutediaire entre ces deux extrecircmes crsquoest tepidus qui
est utiliseacute par deacutefaut car crsquoest le seul adjectif latin permettant de renvoyer agrave une tem-
peacuterature modeacutereacutee - ce qui en fait lrsquoeacutequivalent du terme neutre de Luraghi Il eacutequivaut
alors au franccedilais tiegravede ce qui explique sans doute la valeur de tempeacuterature meacutediane
prise par cet adjectif en franccedilais
56 Luraghi souligne par ailleurs le fait que it tiepido se deacutefi nit par reacutefeacuterence agrave la tempeacuterature du corps humain lagrave aussi dans la droite ligne de ce que nous avons mis en lumiegravere pour lat tepidus
CILPR 2013 ndash SECTION 2
190
Le franccedilais a donc innoveacute par rapport au latin en sortant le ldquo tiegravede rdquo de lrsquoeacutechelle de
la chaleur et en en faisant une zone intermeacutediaire Ce qui prime en franccedilais pour ce
terme est son emploi relatif la reacutefeacuterence agrave la tempeacuterature du corps qui eacutetait primor-
diale en latin est devenue marginale Agrave la diffeacuterence de lrsquoitalien tiepido le franccedilais
tiegravede ne garde donc pas la trace du sens eacutetymologique de lat tepidus issu de la racine
i-e tep- ldquo ecirctre chaud rdquo
Universiteacute Franccedilois Rabelais Tours Sophie ROESCH
ROESCH
191
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193
La formation de la terminologie grammaticale roumaine agrave
lrsquoaide des termes latins la relatinisation du roumain entre
le XVIIIe et le XIXe siegravecles
Pour la plupart des lexiques techniques appartenant aux langues modernes le
latin est en mecircme temps source et modegravele pour la constitution des termes speacutecialiseacutes
du domaine de la grammaire Nous tenterons de preacutesenter ici les conditions speacuteci-
fi ques de la formation drsquoune terminologie grammaticale en roumain agrave lrsquoaide du latin
comme eacuteleacutement essentiel du processus de relatinisation du roumain entre le XVIIIe
et le XIXe siegravecles Nous partons des textes des premiegraveres grammaires latines du rou-
main afi n de dresser un inventaire des termes qui sont agrave la base de leurs correspon-
dants roumains
1 Latin1 et langues techniques
11 Lexiques techniques et terminologie grammaticale
On sait qursquoagrave partir du XVIe siegravecle en Occident le monopole du latin est menaceacute
face au deacuteveloppement des langues vernaculaires Il y a un paradoxe qui se produit
agrave cette eacutepoque et dans les siegravecles qui suivent le savoir et ses moyens de transmission
se modernisent gracircce au retour au latin classique Les nouveaux concepts ainsi que
les nouvelles reacutealiteacutes extralinguistiques avaient besoin drsquoune langue pour les nommer
drsquoune maniegravere sans eacutequivoque commune agrave tous les participants au savoir Dans son
ouvrage Le latin ou lrsquoempire drsquoun signe XVIe-XXe siegravecle Franccediloise Waquet considegravere
que laquo les concepts nouveaux qursquoelles [les œuvres] veacutehiculaient nrsquoeacutetaient pas toujours
aiseacutement traduisibles alors que de surcroicirct ils eacutetaient parfaitement clairs pour le
nombre limiteacute des doctes qui avaient agrave les manier raquo (Waquet 1998 112) Apregraves la
disparition du latin comme langue universelle de la communication dans les divers
domaines de la science les langues modernes (et non seulement les langues romanes)
conservent des inventaires des termes drsquoorigine latine qui transforment cet heacuteritage
dans une terminologie internationale
Bien qursquoelle appartienne au vocabulaire technique la terminologie grammaticale
est dans une situation diffeacuterente Elle est deacutejagrave formeacutee et elle repreacutesente un systegraveme
1 laquo Il est leacutegitime de souligner le rocircle essentiel qursquoa joueacute la langue latine dans la constitution des lexiques techniques et scientifi ques dans tous les domaines de la connaissance et en particu-lier dans ceux comme la botanique qui ont continueacute jusqursquoagrave lrsquoeacutepoque moderne et contempo-raine agrave employer le latin comme langue de communication raquo (Fruyt 2006 11)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
194
clos parce qursquoelle se conserve depuis les eacutepoques classique et tardive du latin Elle
nrsquoeacutevolue pas comme les autres lexiques techniques des XVIe-XVIIe siegravecles Mais son
importance est toujours de premier rang gracircce agrave son prestige assureacute par lrsquoenseigne-
ment en latin et parce qursquoelle est aussi un meacutetalangage le seul agrave former une conscience
linguistique Les gens reacutefl eacutechissent sur leurs langues maternelles agrave lrsquoaide du latin
Au XVIIe siegravecle le roumain est une langue qui se trouve dans une situation para-
doxale Il posseacutedait une traduction inteacutegrale de la Bible (en 1688) soixante-dix ans
avant la reacutedaction de la premiegravere grammaire du roumain Le contact avec la langue et
la culture latines nrsquoest pas institutionnaliseacute pour les locuteurs roumains avant lrsquoappa-
rition de lrsquoEglise grecque-catholique en Transylvanie mais il existe en opposition
avec la culture eccleacutesiastique offi cielle des Roumains Jusqursquoau XVIIIe siegravecle leur
culture est principalement religieuse chreacutetienne orthodoxe conserveacutee et deacutevelop-
peacutee par les contacts exclusifs avec Constantinople et le monde grec avec les Slaves
qui habitent au sud du Danube et les Russes A la fi n du XVIIIe siegravecle et surtout au
deacutebut du XIXe siegravecle la modernisation devient synonyme du clivage entre la culture
religieuse et la culture laiumlque La modernisation du roumain ne se fait pas agrave lrsquoaide de
la culture religieuse et de sa langue qui sont essentiellement conservatrices mais par
lrsquointermeacutediaire des langues techniques qui appartiennent agrave la culture laiumlque
12 Les concepts de relatinisation reromanisation occidentalisation
romane
Nous ne nous proposons pas drsquoentrer dans la poleacutemique concernant la deacutefi nition
du concept que les linguistes ont nommeacute successivement relatinisation (A Graur)
reromanisation (Sextil Pușcariu) occidentalisation romane (A Niculescu) ou tout
simplement modernisation latino-romane (N A Ursu) de la langue roumaine Nous
avons opteacute pour le terme de relatinisation qui dans lrsquoacception de Theodor Hristea
(2008 161-172) indique un pheacutenomegravene extrecircmement complexe laquo drsquointensifi cation et
drsquoaugmentation des caractegraveres latins du roumain raquo Lrsquoauteur identifi e le verbe relati-niser qursquoil trouve pour la premiegravere fois chez Antoine Meillet au sujet de laquo lrsquoinfl uence
franccedilaise qui a eacuteteacute grande au XIXe siegravecle raquo et qui laquo a heureusement relatiniseacute le
roumain depuis quelques deacutecades raquo (apud Hristea 2008 162) Le linguiste roumain
insiste sur la valeur intensive du preacutefi xe re- en deacutepit du sens iteacuteratif que les diction-
naires lui attribuent geacuteneacuteralement
Nous reconnaissons les deux valeurs intensive et iteacuterative du preacutefi xe re- dans le
deacuteriveacute relatinisation parce que le remplacement des termes consideacutereacutes comme ldquoeacutetran-
gersrdquo en roumain notamment les termes drsquoorigine slave suppose une intense activiteacute
linguistique de retour aux sources latines du roumain dans un milieu alloglotte Mais
dans lrsquoenvironnement culturel dans lequel se sont formeacutes les intellectuels de Transyl-
vanie le latin nrsquoest pas uniquement la langue de leurs ancecirctres de lrsquoEmpire Romain
crsquoest aussi la langue de la science et de la culture du Saint-Empire romain germanique
et de lrsquoOccident Nous prenons le terme relatinisation dans une acception plus res-
treinte justifi eacutee historiquement comme un processus par lequel le roumain langue
ȚAcircRA
195
drsquoorigine latine parleacutee par une population au carrefour entre lrsquoOrient et lrsquoOccident
fait le choix de se moderniser agrave lrsquoaide du latin et des langues romanes gracircce agrave sa toute
premiegravere geacuteneacuteration de philologues La premiegravere phase qui nous inteacuteresse ici dure
presqursquoun siegravecle de 1780 agrave 1860 et repreacutesente laquo lrsquoeacutetape drsquoassimilation de la science
moderne et de la creacuteation de lrsquoesprit scientifi que chez les Roumains raquo (Ursu 1962 10)
Le cas de la terminologie grammaticale est diffeacuterent des autres terminologies speacute-
cialiseacutees pour deux raisons Premiegraverement certains auteurs roumains eacutecrivent des
grammaires de leur propre langue directement en latin La connaissance du latin
savant signifi e lrsquoacquisition drsquoune reacutefl exion grammaticale structureacutee selon les cateacute-
gories de la langue latine et la connaissance de la terminologie latine En deuxiegraveme
lieu lrsquoactiviteacute de ces intellectuels eacutetait consciemment orienteacutee vers lrsquoaffi rmation drsquoune
correacutelation entre le roumain et le latin comme langue originaire et comme langue
des sciences agrave leur eacutepoque Le simple fait de preacutesenter le roumain agrave lrsquoaide des termes
latins agrave une eacutepoque ougrave tregraves peu de langues modernes posseacutedaient une terminologie
grammaticale propre ouvre la reacutefl exion sur la creacuteation drsquoune telle terminologie en
roumain
2 Grammaires latines du roumain et terminologies grammaticales
21 Remarques sur les grammaires choisies
Depuis la premiegravere grammaire du roumain eacutecrite en 1757 et jusqursquoagrave la fi n du
XIXe siegravecle lrsquointeacuterecirct pour comprendre pour deacutecrire la langue et pour lui donner des
normes unitaires srsquoest mateacuterialiseacute dans 100 grammaires reacutedigeacutees en roumain (74)
latin (6) allemand (12) franccedilais (4) italien (1) grec (2) et anglais (1)
Le corpus que nous avons choisi pour illustrer lrsquoideacutee de la relatinisation du rou-
main agrave lrsquoaide de la terminologie grammaticale latine est formeacute par les quatre pre-
miegraveres grammaires latines de la langue roumaine
Institutiones linguae valachicae sive Grammatica compendio exhibita (1770)
est la premiegravere grammaire roumaine reacutedigeacutee en latin Conserveacutee dans un manus-
crit de la Bibliothegraveque Archieacutepiscopale de Kalocsa en Hongrie elle fut eacutediteacutee en
2001 par Gheorghe Chivu et Lucia Wald de lrsquoUniversiteacute de Bucarest Lrsquoauteur ano-
nyme annonce dans la preacuteface lrsquoutiliteacute de son ouvrage et deacuteclare avoir employeacute une
meacutethode approprieacutee au latin langue agrave laquelle le roumain doit son origine2 Mecircme
srsquoil srsquoagit drsquoun instrument pour les missionnaires jeacutesuites le texte est important parce
qursquoil laquo affi rme explicitement la latiniteacute des structures grammaticales du roumain raquo
(Chivu Wald 2001 40)
Elementa linguae daco-romanae sive valachicae (Vienne 1780) est la premiegravere
grammaire eacutediteacutee de la langue roumaine Son apparition marque le deacutebut du pro-
2 laquo Utque harum Institutionum utilitas ad plures pertineret Methodo Latinae Linguae con-venienti cui Valachicum hoc Idioma sua debet cunabula pertractandas existimavi raquo (Chi-vu Wald 2001 50)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
196
cessus de modernisation du roumain cultiveacute processus qui srsquoeacutetend sur plus de cent
ans Ecrit entiegraverement en latin par lrsquoeacuterudit Samuil Micu en collaboration avec Gheor-
ghe Șincai cet ouvrage contient les principes theacuteoriques et les moyens pratiques drsquoun
renouvellement profond de la langue Destineacutee aux speacutecialistes eacutetrangers et rou-
mains cette grammaire a comme modegravele absolu lrsquoElementa linguae germanicae in gratiam hungaricae et transylvanicae iuventutis ex optimis autoribus collecta a Geor-gio Nagy Vienne 1775 Les ideacutees concernant lrsquoadoption de lrsquoalphabet latin selon un
systegraveme orthographique conforme agrave lrsquoeacutetymologie lrsquoinstitution des normes grammati-
cales drsquoapregraves les critegraveres des grammaires latines de lrsquoeacutepoque la conception geacuteneacuterale
concernant lrsquoenrichissement du vocabulaire par des emprunts massifs au latin mais
aussi agrave lrsquoitalien et au franccedilais ont assureacute la notorieacuteteacute de ce livre immeacutediatement apregraves
sa parution Il sera reacuteeacutediteacute en 1805 avec des changements concernant notamment le
systegraveme orthographique
La derniegravere grammaire que nous avons consulteacutee en manuscrit est lrsquoœuvre de Ion
Budai Deleanu eacutecrivain et philologue formeacute agrave Vienne auteur de travaux philolo-
giques qui deacutepassent par leur importance les eacutecrits de ses contemporains En plus
drsquoun dictionnaire roumain-allemand en 4 tomes il reacutedige la grammaire intituleacutee Fun-damenta grammatices linguae romaenicae seu ita dictae valachicae usui tam domes-ticorum quam extraneorum accommodata (1812) agrave laquelle il ajoute une variante
roumaine sous le titre Temeiurile gramaticii romacircnești (1815) Dans les Fundamenta
la description de la structure grammaticale du roumain est accompagneacutee par des
commentaires linguistiques deacutetailleacutes concernant la modernisation des normes phoneacute-
tiques et morphologiques Lrsquoauteur recommande le renouvellement du lexique par des
neacuteologismes emprunteacutes au latin agrave lrsquoitalien et au franccedilais censeacutes remplacer les mots
drsquoorigine slave hongroise grecque turque etc langues avec lesquelles le roumain
nrsquoavait pas drsquoaffi niteacute geacuteneacutealogique Sur la base de la terminologie latine employeacutee
dans les Fundamenta il propose et justifi e une terminologie grammaticale roumaine
tregraves proche de la terminologie actuelle
Dans le milieu culturel de la Transylvanie du XVIIIe siegravecle les auteurs des gram-
maires latines du roumain eacutetaient en contact avec la terminologie grammaticale latine
de diverses maniegraveres a) gracircce agrave leurs eacutetudes dans les collegraveges de Vienne et de Rome
b) par lrsquointermeacutediaire des grammaires de la langue latine dont celle de Gregorius
Molnar Elementa grammaticae latinae (Cluj 1556) qui a connu plusieurs eacuteditions
successives c) par des grammaires latines des autres idiomes parleacutes dans lrsquoempire
pluri-ethnique Elementa linguae germanicae in gratiam hungaricae et transylvani-cae iuventutis ex optimis autoribus collecta a Georgio Nagy Vienna 1775 Herkel
Johannes Pannonio Elementa universalis linguae slavicae e vivis dialectis eruta et sanis logicae principiis suffulta Budae Typis Regiae Universitatis Hungaricae 1826
d) par des traductions Teodor Corbea Dictiones latinae cum valachica interpreta-tione (environ 1700)
ȚAcircRA
197
22 Remarques sur les lexegravemes des vocabulaires techniques employeacutes dans les grammaires
Les traits saillants des lexegravemes qui forment un vocabulaire technique sont le
degreacute hautement speacutecialiseacute la faible extension seacutemantique la grande compreacutehension
seacutemantique et le fait drsquoecirctre rarement attesteacutes dans les textes (cf Fruyt 2006 12)
La terminologie grammaticale latine qui est agrave la base des terminologies des
langues modernes est le reacutesultat drsquoune eacutevolution dans le temps Elle comprend des
termes formeacutes en latin ou emprunteacutes au grec attesteacutes agrave des eacutepoques tregraves diffeacuterentes
grammaticus grammatica (Ciceacuteron Horace) syntaxis (Priscien) orthographia
(Quintilien Sueacutetone) etymologia (Quintilien) prosodia (Varron chez Aulu-Gelle)
uocabularium (qui nrsquoest pas attesteacute en latin classique et tardif) alphabetum (Tertul-
lien) usus (Ciceacuteron) substantiuum (Priscien) adjectiuus (Macrobe) pronomen (Var-
ron) uerbum (Quintilien) aduerbium (Quintilien) articulus (Quintilien) numeralis
(Priscien) praepositio (Ciceacuteron) interiectio (Quintilien) coniunctio (Horace) etc
Certains de ces lexegravemes furent pendant une longue peacuteriode polyseacutemiques
comme termes de la langue commune et comme termes speacutecialiseacutes (uerbum ldquo mot rdquo
vs ldquo verbe rdquo) parfois ambigus mecircme agrave lrsquointeacuterieur du vocabulaire technique (chez deux
auteurs diffeacuterents articulus ldquo pronom rdquo chez Varron vs ldquo article rdquo chez Quintilien
ou chez le mecircme auteur interjectio ldquo insertion rdquo vs ldquo parenthegravese rdquo vs ldquo interjection rdquo
chez Quintilien) Substantiuum (Priscien) et numeralis (Priscien) sont attesteacutes seule-
ment comme deacuteterminants
Les lexies complexes sous la forme drsquoun substantif ayant deacutejagrave un sens gramma-
tical deacutetermineacute par un adjectif qui sert agrave deacutelimiter de maniegravere preacutecise le sens afi n
de creacuteer des cateacutegories et des sous-cateacutegories sont un moyen constant drsquoenrichisse-
ment de la terminologie grammaticale Ces constructions qui sont speacutecifi ques de tous
les vocabulaires techniques fonctionnent comme des uniteacutes seacutemantiques attesteacutees
chez divers auteurs Par exemple pronomen possessiuum apparaicirct pour la premiegravere
fois dans un opuscule qursquoon attribue agrave saint Augustin3 accentus circumfl exus chez
Quoduultdeus (Ve siegravecle) indicatiuus modus chez Gaudentius Brixiensis (Ve siegravecle)
conparatiuus gradus chez Augustin etc
La terminologie grammaticale est le reacutesultat drsquoun processus graduel et complexe
de creacuteation drsquoun lexique speacutecialiseacute agrave lrsquoaide drsquoemprunts de mots deacuteriveacutes agrave partir de
radicaux latins productifs de calques seacutemantiques (casus) avec enrichissement de
sens nouveaux plus restreints et plus preacutecis pour des termes latins preacuteexistants de
signifi cation beaucoup plus large (usus)
3 Ars sancti Augustini pro fratrum mediocritate breviata peut-ecirctre IVe siegravecle
CILPR 2013 ndash SECTION 2
198
23 Remarques sur le corpus seacutelectionneacute
231 La structure de la terminologie grammaticale latine (agrave partir des donneacutees du corpus)
La lecture critique des quatre premiegraveres grammaires latines du roumain nous a
permis drsquoobserver lrsquoextension de la terminologie grammaticale que les grammairiens
employaient en latin en parallegravele avec leurs efforts pour creacuteer une terminologie dans
la langue qursquoils parlaient
En premier lieu nous avons seacutelectionneacute environ 60 lexies et lexies complexes qui
ont de nos jours des correspondants tregraves proches en ce qui concerne leurs formes
dans les langues romanes et en roumain
Du point de vue de lrsquoappartenance des mots seacutelectionneacutes agrave la terminologie gram-
maticale nous avons remarqueacute des degreacutes diffeacuterents de speacutecialisation On trouve en
effet
a) des termes speacutecialiseacutes proprement dits dont la plupart sont monoseacutemiques orthogra-phia etymologia vocabularium etc substantivum adjectivum adverbium interjectio
conjunctio etc nominativus genitivus dativus etc vocalis consonans diphtongus etc
drsquoautres qui ont reccedilu un sens grammatical ulteacuterieurement sont polyseacutemiques genus
numerus persona casus modus gradus usus constructio terminatio comparatio etc
b) des lexies complexes repreacutesenteacutees par des syntagmes fi geacutes accentus gravis spiritus asper articulus defi nitus nomen proprium et des structures ougrave le deacuteterminant peut ecirctre deacutetacheacute
et employeacute seul genus masculinum pronomen demonstrativum verba passiva tempus praesens gradus positivus etc
c) des termes partiellement speacutecialiseacutes qui apparaissent dans le discours des grammairiens
comme agrave la suite drsquoune habitude langagiegravere ils ne traduisent pas de concepts mais sont
employeacutes pour mettre en relation des notions grammaticales exprimere (1805 substan-tivum quod in una constructione expressum fuit) formare (1780 duc fac dic formant personam praesentis imperativi du fagrave digrave) determinare (1780 articulus [hellip] defi nitus qui rem determinat indefi nitus alter qui rem non determinat) omittere (1805 e nominibus masculini vel neutrius generis desinentibus in us um u amp ut [hellip] omitte dictas termina-tiones amp erunt valachica) indicare (1805 articuli quibus praeter genera casus quoque indicantur) provenire (1812 ex littera h praeposita cognoscitur haec vocabula provenire a latino) denotare (1772 hoc praeterito denotari rem paulo ante factam) etc
232 La structure de la terminologie grammaticale roumaine (agrave partir des don-neacutees du corpus)
Du point de vue de leur eacutetymologie plus de 200 ans apregraves lrsquoinsertion de ces mots
dans lrsquoensemble du lexique par lrsquointervention deacutelibeacutereacutee des philologues de la fi n du
XVIIIe siegravecle la majoriteacute des termes sont consideacutereacutes dans les dictionnaires roumains
comme des emprunts neacuteologiques agrave eacutetymologie multiple latine franccedilaise italienne
parfois allemande
Les termes emprunteacutes au latin et aux langues romanes (consideacutereacutes par les lin-
guistes comme ayant une eacutetymologie multiple) sont largement majoritaires Le pro-
cessus de leur adaptation progressive au systegraveme phono-morphologique du roumain
ȚAcircRA
199
peut ecirctre signaleacute deacutejagrave dans les premiegraveres grammaires (notamment chez I Văcărescu
1787) mais il srsquoagit de formes fl uctuantes qui apparaissent de maniegravere irreacuteguliegravere4 en
concurrence avec des calques Une partie de notre corpus preacutesenteacutee en comparaison
avec le latin le franccedilais et lrsquoitalien et en contraste avec lrsquoallemand le hongrois et le
serbe (langues avec lesquelles le roumain eacutetait en contact immeacutediat au XVIIIe et au
XIXe siegravecles) montre que les formes emprunteacutees et adapteacutees au XIXe siegravecle sont res-
teacutees les mecircmes jusqursquoagrave notre eacutepoque5
SUBSTANTIVUM roum substantiv (1815) substantiv (1963 2005) it sostantivo fr substan-tif all das Nennwort (1810) das Substantiv hongr főneacutev sb imenica
CONJUNCTIO roum conjuncția (1815) conjuncția (1963 2005) it congiunzione fr
conjonction all das Verbindungswort (1810) die Konjunktion hongr koumltőszoacute sb Veznik
CASUS roum caz (1815) caz (1963 2005) it caso fr cas all der Kasus (1810) der Fall hongr eset sb Padež
DATIVUS roum dativ (1815) dativ (1963 2005) it dativo fr datif all der Dativ (1810)
hongr reacuteszeshataacuterozoacute eset dativus sb dativ
ABLATIVUS roum ablativ (1815) ablativ (DOOM 2005) it ablativo fr ablatif all der Ablativ (1810) hongr hataacuterozoacute eset ablativus sb ablativ
VOCATIVUS roum vocativ (1815) vocativ (1963 2005) it vocativo fr vocatif all der Vokativ hongr szoacuteliacutetoacute eset vocativus sb vokativ
PRONUNCIATIO roum pronunție (1815) pronunție (2005) it pronuncia fr prononciation
all die Aussprache hongr kiejteacutes sb izgovor
VOCALIS roum vocale pl (1815) vocală (DOOM 2005) it vocale fr voyelle all der Vokal hongr magaacutenhangzoacute sb samoglasnik vokal
CONSONANS roum consoana (1815) consoană (DOOM 2005) it consonante fr con-sonne all der Konsonant hongr maacutessalhangzoacute sb suglasnik konsonant
DIPHTONGUS roum diftongii pl (1815) diftong (DOOM 2005) it dittongo fr diph-tongue all der Diphthong der Doppellaut der Doppelvokal hongr kettőshangzoacute diftongus
sb diftong
PERSONA roum persoana (1815) persoană (1963 2005) it persona fr personne all die Person hongr szemeacutely sb lice
4 Les exemples que nous avons retenus remontent seulement agrave 1815 parce que Ion Budai Deleanu lrsquoauteur des Fundamenta grammaticeshellip (1812) et des Temeiurile gramaticiihellip (1815) emploie par excellence des neacuteologismes et il explique toujours son choix en faveur des emprunts latins
5 Les dates que nous avons indiqueacutees entre parenthegraveses repreacutesentent les attestations des termes chez Ion Budai Deleanu Temeiurile gramaticii romacircnești manuscrit 1815 Johann Molnar Deutsch-Walachische Sprachlehre Hermanstadt 1810 Gramatica limbii romacircne vol I-II ediția a II-a revăzută și adăugită București Editura Academiei Romacircne 1963 Gramatica limbii romacircne vol I-II București Editura Academiei Romacircne 2005 Dicționarul ortografi c ortoepic și morfologic al limbii romacircne (DOOM) ediția a II-a revăzută și adăugită București Univers Enciclopedic 2005
CILPR 2013 ndash SECTION 2
200
NEUTRUM roum neutre pl (1815) neutru (1963 2005) it neutro fr neutre all das Neu-trum hongr semleges sb srednji
CONSTRUCTIO roum construcție (1815) construcție (1963 2005) it costruzione fr
construction all die Konstruktion hongr szerkezet sb konstrukcija
TERMINATIO roum terminație (1815) terminație (1963 2005) it terminazione fr termi-naison all die Endung (1810) hongr veacutegződeacutes sb zavrsetak
COMPARATIO roum comparație (1815) comparație (1963 2005) it paragone fr compa-raison all die Komparation hongr fokozaacutesa sb komparacija
GRADUS roum gradul (1815) grad (1963 2005) it grado fr degreacute all die Steigerungs-form (1810) hongr fok sb stepen
etc
Le processus drsquoadaptation phoneacutetique des emprunts nrsquoest pas toujours acheveacute
dans la premiegravere partie du XIXe siegravecle et il peut continuer jusqursquoau XXe siegravecle Par
exemple Ion Budai Deleanu propose des formes infl uenceacutees par la prononciation
latine (adiective interiecția coniugație) par la prononciation allemande des mots
latins (acțent partițipiu) et par la graphie des termes latins (preposiția acusativ
articul) Tous ces lexegravemes ont connu ulteacuterieurement des modifi cations en accord avec
leurs correspondants franccedilais ou italiens Cependant letera attesteacute en 1815 avec une
forme tregraves proche de lrsquoitalien lettera connaicirct le processus inverse et devient plus tard
litera proche du modegravele latin
ADJECTIVUM roum adiective adiectivuri pl (1815) adjectiv (1963 2005) it aggettiacutevo fr
adjectif all das Adjektiv (1810) hongr melleacutekneacutev sb pridev
INTERJECTIO roum interiecția (1815) interjecție (1963 2005) it interiezione fr inter-jection all das Zwischen Wort (1810) die Interjektion hongr indulatszoacute sb uzvik usklik
CONJUGATIO roum coniugație (1815) conjugare (1963 2005) it coniugazione fr conju-gaison all die Konjugation hongr igeragozaacutes sb glagolska promena konjugacija
PRAEPOSITIO roum preposiția (1815) prepoziție (1963 2005) it preposizione fr preacutepo-sition all das Vorwort (1810) die Praumlposition hongr eloumlljaacuteroacute (szo) viszonyszoacute prepoziacutecioacutes
sb predlog
ACCUSATIVUS roum acusativ (1815) acuzativ (1963 2005) it accusativo fr accusatif all
der Akkusativ (1810) hongr taacutergyeset accusativus sb akuzativ
ARTICULUS roum articul (1815) articol (1963 2005) it articolo fr article all der Artikel (1810) hongr neacutevelő sb član
ACCENTUS roum acțent (1815) accent (1963 2005) it accento fr accent all das Tonzei-chen (1810) der Akzent die Betonung hongr eacutekezet sb akcenat
PARTICIPIUM roum partițipiu (1815) participiu (1963 2005) it participio fr participe
all das Partizip hongr melleacutekneacutevi igeneacutev sb particip
MODUS roum modu (1815) mod (1963 2005) it modo fr mode all der Modus hongr
moacuted sb način
ȚAcircRA
201
LITTERA roum leteră (1815) literă (1963 2005) it lettera fr lettre all der Buchstabe (1810) hongr betű sb slovo etc
Les calques bien que nombreux agrave lrsquoeacutepoque (agrave cause des modegraveles allemands et
hongrois en Transylvanie neacuteo-grecs et russes en Valachie et en Moldavie) sont peu
repreacutesenteacutes dans nos exemples et il srsquoagit de mots heacuteriteacutes du latin On peut mentionner
pour les calques seacutemantiques
NUMERUS roum număr lt lat numerus TEMPUS roum timp lt lat tempus SONUS roum
sunet lt lat sonitum MASCULINUM roum bărbătesc (1815) bărbat ldquo homme rdquo lt lat barbatus
mais masculin (1963 2005) FEMININUM roum femeiesc (1815) femeie ldquo femme rdquo lt lat fami-lia mais feminin (1963 2005)
Relegravevent en outre des calques de structure les termes suivants PRONOMEN roum
pronume (pro+ nume lt lat nomen) POSTPONERE roum postpune (post+ pune lt lat
ponere)
On rencontre eacutegalement des lexies complexes emprunteacutees
ACCENTUS CIRCUMFLEXUS roum accent circumfl ex (1815 1963 2005) ACCENTUS GRAVIS roum accent grav (1963 2005) SUBSTANTIVUM INDECLINABILE roum substantiv indeclina-bil (1963 2005) VERBA AUXILIARIA roum verbe auxiliare (1815 1963 2005) VERBA ACTIVA roum verbe active (1815 1963 2005) VERBA PASSIVA roum verbe pasive (1815 1963 2005)
VERBA IMPERSONALIA roum verbe impersonale (1963 2005) MODUS INDICATIVUS roum mod indicativ (1815 1963 2005) M CONJUNCTIVUS roum m conjunctiv (1815 1963 2005) M OPTATIVUS roum m optativ (1963 2005) M IMPERATIVUS roum m imperativ (1815 1963
2005) M INFINITIVUS roum m infi nitiv (1815 1963 2005) NUMERALES CARDINALES roum
numerale cardinale (1963 2005) NUMERALES ORDINALES roum numerale ordinale (1963
2005)
NOMEN APPELLATIVUM roum substantiv apelativ (1963 2005) NOMEN DEFECTIVUM roum
substantiv defective (1963 2005) NOMINA EPICENA roum substantive epicene (1963 2005)
On peut ajouter des lexies complexes mixtes
PRONOMINA PERSONALIA roum pronume personale (1815 1963 2005) PRONOMINA POS-SESSIVA roum pronume posesive (1815 1963 2005) PRONOMINA DEMONSTRATIVA roum pro-nume demonstrative (1815 1963 2005) PRONOMINA RELATIVA roum pronume relative (1815
1963 2005) PRONOMINA INTERROGATIVA roum pronume interogative (1963 2005)
NOMEN PROPRIUM roum nume propriu (1963 2005) ACCENTUS ACUTUS accent ascuțit (1963 2005) ARTICULUM DEFINITUM roum articol hotăracirct (1963) articol defi nit (2005) ARTI-CULUM INDEFINITUM roum articol nehotăracirct (1963) articol nedefi nit (2005)
Les termes latins partiellement speacutecialiseacutes ont aussi des eacutequivalents dans la ter-
minologie roumaine actuelle DENOTARE roum a denota DETERMINARE roum a determina EXPRIMERE roum a exprima FORMARE roum a forma INDICARE roum a indica OMITTERE roum a omite PROUENIRE roum a proveni etc
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202
3 Conclusion
Lrsquoanalyse contrastive drsquoun corpus repreacutesentatif de la terminologie grammaticale
roumaine nous conduit agrave deux conclusions distinctes
En premier lieu dans le processus de relatinisation du roumain les grammaires
eacutecrites en latin ont joueacute un rocircle essentiel pour la formation de la nouvelle termino-
logie grammaticale Langue de la science au XIXe siegravecle le latin devient une source
drsquoemprunts neacuteologiques en roumain qui agrave la diffeacuterence des langues avec lesquelles
il est en contact eacutevite le plus souvent les calques afi n drsquoenrichir son inventaire lexical
avec des mots drsquoorigine latine La comparaison avec les termes correspondants en
allemand en hongrois (langue offi cielle en Transylvanie jusqursquoen 1918) et en serbe
met en eacutevidence les diffeacuterences concernant le processus drsquoacquisition (traduction vs
adaptation des emprunts neacuteologiques) dans ces quatre langues appartenant agrave des
groupes linguistiques distincts
En deuxiegraveme lieu les formes actuelles des termes speacutecialiseacutes (1963 2005) teacute-
moignent de leur rapprochement non seulement avec les formes des mecircmes mots dans
les langues romanes (franccedilais italien) mais surtout avec les termes latins employeacutes en
Europe jusqursquoau XIXe siegravecle Le roumain langue romane qui srsquoest deacuteveloppeacutee dans
un milieu linguistique totalement alloglotte modernise son vocabulaire agrave lrsquoaide des
lexiques scientifi ques creacuteeacutes par des emprunts massifs au latin savant Cette action
consciemment orienteacutee vers une relatinisation de lrsquoensemble du lexique roumain
commence par la creacuteation des terminologies scientifi ques parmi lesquelles le premier
rang en importance peut ecirctre attribueacute agrave la terminologie grammaticale au XIXe siegravecle
Universiteacute de lrsquoOuest Timisoara Roumanie George Bogdan ȚAcircRA
ȚAcircRA
203
Reacutefeacuterences bibliographiques
Dicționarul ortografi c ortoepic şi morfologic al limbii romacircne (DOOM) 2005 Ediţia a II-a
revăzută și adăugită București Univers Enciclopedic
Gramatica limbii romacircne 1963 Vol I-II ediţia a II-a revăzută și adăugită București Editura
Academiei Romacircne
Gramatica limbii romacircne 2005 Vol I-II Bucureşti Editura Academiei Romacircne
Institutiones linguae valachicae Prima gramatică a limbii romacircne scrisă icircn limba latină 2001
Ediție critică de Gheorghe Chivu Revizia textului latin de Lucia Wald București Editura
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Chivu Gheorghe Buză Emanuela Roman Morariu Alexandra 1992 Dicţionarul icircmprumutu-rilor latino-romanice icircn limba romacircnă veche (1421-1760) București Editura Știinţifi că
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Craiova Editura Universitaria
Micu Samuil Șincai Gheorghe 1980 Elementa linguae daco-romanae sive valachicae Studiu
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Waquet Franccediloise 1998 Le latin ou lrsquoempire drsquoun signe XVIe-XXe siegravecle Paris Albin Michel
205
Termes religieux heacuteriteacutes du latin avec une aire de diffusion
restreinte dans le contexte roman
1 Preacuteliminaires
Notre eacutetude propose une approche comparative dans le domaine des langues
romanes appliqueacutee agrave un corpus qui comprend 13 termes basilica calendae chris-
tianus creatio dominedeus draco paenitere (poenitere) pausum peruigilare
rogare rogationem rosalia templa Cette liste est eacutetablie agrave partir du roumain
et des problegravemes que les mots en question constituent pour son lexique Il srsquoensuit
que dans le domaine linguistique neacuteo-latin cette cateacutegorie est susceptible drsquoecirctre eacutelar-
gie par lrsquoincorporation de la cateacutegorie des termes religieux conserveacutes dans certaines
reacutegions de la Romania agrave lrsquoexception entre autres idiomes du roumain
La cateacutegorie eacutetymologique que nous nous proposons de traiter ici oriente lrsquoinvesti-
gation vers lrsquoidentifi cation des termes religieux se trouvant dans la plupart des autres
idiomes neacuteo-latins et lieacutes agrave un contenu religieux identique Ce type de recherche nous
oblige agrave maintes reprises agrave retourner agrave lrsquoorigine agrave la langue-source qursquoest le latin et agrave
identifi er eacuteventuellement plusieurs expressions latines Cet aspect drsquoun latin lsquostratifi eacutersquo
sera rapprocheacute lui-mecircme de la reacutealiteacute extralinguistique sui generis speacutecifi que pour
telle ou telle aire de la Romania
Dans ce contexte agrave propos du roumain il faut prendre en compte tout particu-
liegraverement deux cas importants qui concernent aussi la preacutesente eacutetude et mettent en
lumiegravere la speacutecifi citeacute de la langue roumaine 1 la cateacutegorie lsquopan-roman sauf rou-
mainrsquo 2 la cateacutegorie des termes conserveacutes uniquement en roumain Pour ces deux
classes eacutetymologiques les speacutecialistes srsquoaccordent agrave reconnaicirctre la neacutecessiteacute drsquoune
approche extralinguistique
Lrsquoinventaire des mots pan-romans absents en roumain est nettement supeacuterieur agrave
lrsquoinventaire des mots pan-romans absents dans tout autre idiome roman de lrsquoaire occi-
dentale (TILR 122-123) Pour le vocabulaire religieux cette situation linguistique fut
mise en relation avec le caractegravere profondeacutement rural de la terminologie chreacutetienne
roumaine (Puşcariu (1976 361) Sala (2006 41)) Il est signifi catif que bien souvent
aux mots latins ayant une aire drsquoexpansion consideacuterable dans la Romania occiden-
tale correspondent en roumain des lexegravemes slavons Ce sont des termes qui par leur
seacutemantisme renvoient agrave une certaine organisation et hieacuterarchie eccleacutesiastiques lat
benedicere sl blagosloviti gt roum blagoslovi lat episcopus sl jepiskop gt roum
CILPR 2013 ndash SECTION 2
206
episcop lat evangelium sl evengelije gt roum evanghelie1 etc Le roumain nrsquoa pas
heacuteriteacute du latin les termes qui portent sur la pratique du service divin ou sur le deacuterou-
lement de la vie monastique ces absences se justifi ant par lrsquoenvironnement drsquoune
population deacutepourvue drsquoorganisation eccleacutesiastique supeacuterieure agrave une eacutepoque ougrave les
relations avec la romaniteacute occidentale srsquoeacutetaient affaiblies De tels champs conceptuels
allaient se constituer agrave une eacutepoque ulteacuterieure agrave la suite de lrsquoinfl uence slavonne le
slavon eacutetant la langue de culture qui joua dans lrsquoOrient le mecircme rocircle que le latin
savant dans lrsquoaire occidentale de la romaniteacute Tout en consideacuterant de telles reacutealiteacutes
les chercheurs modernes ont insisteacute sur lrsquoideacutee du deacuteveloppement dans lrsquoaire orientale
de la romaniteacute de ce qursquoils appellent un lsquochristianisme populairersquolsquopaiumlenrsquo (Zugravu
(1997 31sqq))
Agrave partir des mecircmes preacutemices il convient de traiter aussi la cateacutegorie des mots
conserveacutes uniquement en roumain et dans une certaine mesure eacutegalement la classe
des termes religieux ayant une aire restreinte de diffusion dans la Romania
2 Continuiteacute vs discontinuiteacute formelle et seacutemantico-stylistique dans la
Romania
Bien que certaines eacutetudes de speacutecialiteacute dans une perspective diatopique situent
le roumain au-delagrave du continuum de la romaniteacute2 point de vue qui se justifi e par la
prise en compte du facteur geacuteographique toutefois lrsquoisolement geacuteographique nrsquoa pas
toujours repreacutesenteacute un obstacle au processus drsquoassimilation ou agrave la continuiteacute des par-
ticulariteacutes linguistiques communes au roumain et agrave drsquoautres idiomes appartenant au
domaine neacuteo-latin Crsquoest la raison pour laquelle on ne pourra pas qualifi er le roumain
de maniegravere cateacutegorique comme un idiome esp inagrupable selon lrsquoopinion drsquoAlonso
(1934) qui srsquoimpose par conseacutequent la neacutecessiteacute de reformuler le concept de lsquoRoma-nia continuarsquo Ce point fut remarqueacute drsquoailleurs dans la bibliographie de speacutecialiteacute
Maria Iliescu3 apporte des arguments en faveur de lrsquoideacutee que le roumain appartient agrave la lsquoRomania continuarsquo mecircme si tout comme le franccedilais il preacutesente des traits qursquoelle
qualifi e de laquo faits drsquoidiosyncrasie raquo Dans cette perspective on note que le roumain ne
se diffeacuterencie pas des autres langues romanes ni du point de vue geacuteneacutealogique ni du
point de vue typologique
Pour revenir au corpus qui fait lrsquoobjet de notre eacutetude la question fondamentale
est celle du degreacute de lsquocontinuiteacutersquo ou de lsquolrsquouniteacute seacutemantiquersquo agrave lrsquointeacuterieur de la classe
deacutelimiteacutee mise agrave part lsquolrsquouniteacute formellersquo des idiomes ayant heacuteriteacute ces termes du latin
Si lrsquoon a vraiment affaire agrave une concordance seacutemantique se pose alors un second
1 Pour plusieurs exemples voir Teleoacă (2005 184sqq)2 Le concept de la lsquoRomania continuarsquo apparaicirct pour la premiegravere fois chez Amado Alonso
(1934) auteur selon lequel le roumain serait lrsquounique idiome neacuteo-latin situeacute au-delagrave du lsquocontinuumrsquo et esplsquoinagrupablersquo
3 Voir Maria Iliescu Face parte romacircna din Romania Discontinua (ltwwwdiaspora-stiintifi caroMariaILIESCUpdf -gt) Voir aussi Schmitt (1974 33)
TELEOACĂ
207
problegraveme quelle est la position qursquooccupent ces mots dans le systegraveme de chacune des
langues concerneacutees Est-ce un mot fondamental pour renvoyer agrave un certain concept
religieux ou bien un mot peacuteripheacuterique ou encore un mot appartenant agrave la langue
standard ou un mot archaiumlquedialectal etc
21 Mots latins geacuteneacuteralement admis comme eacutetymons directs des diverses formes romanes
211 Le substantif latin basilica est un emprunt au grec βασιλικός ldquoqui appar-
tient au roirdquo Il acquit une signifi cation religieuse agrave partir du IVe siegravecle apr J-C
lorsqursquoil en arriva agrave deacutesigner lrsquoeacutedifi ce destineacute au culte chreacutetien (DELL 1959) Ce mot
srsquoest conserveacute comme terme fondamental au sens drsquoldquoeacutegliserdquo dans tous les dialectes
roumains mais il a eacuteteacute enregistreacute aussi dans drsquoautres reacutegions de la latiniteacute surtout
comme terme archaiumlque ou dialectal de telle ou telle langue avec certaines restric-
tions seacutemantiques dalm basalka v-veacutenit baselega v-log vethiliga engad basel-gia4 anc-fr basoche ldquobasilique de St Martin agrave Toursrdquo moyen-fr et fr-mod basoche
ldquoensemble de clercs deacutependant des cours de justicerdquo prov-mod basocho (FEW I
1948 Mihăescu 1993 297)
Agrave la diffeacuterence de basilica le latin ecclesia a connu de tout temps une distribu-
tion presque geacuteneacuterale dans la Romania (Tagliavini (1963) REW 972) La victoire de
lat ecclesia sur basilica dans la plus grande partie de la Romania fut expliqueacutee par
le fait que le second substantif aurait eacuteteacute perccedilu comme un deacuteriveacute du grec βασιλεύς et
par conseacutequent consideacutereacute comme un terme laiumlque (Skok (1930190))
212 Pour ce qui est du roumain le terme fondamental exprimant le concept de
ldquodiviniteacute chreacutetienne suprecircmerdquo est Dumnezeu qui est agrave lrsquoorigine une formule paiumlenne
drsquoinvocation (lat dominedeus)5 conserveacutee eacutegalement au sud du Danube (DDA1
Papahagi (1902) Caragiu-Marioţeanu (1995 57sqq)) Cette expression fut enregis-
treacutee aussi dans drsquoautres reacutegions de la Romania it Domineddio anc-fr Damedieu
et v-prov Domnedeu (FEW III 1949 TILR 170sq) Les lexegravemes citeacutes nrsquooccupent
cependant pas (et nrsquoont jamais occupeacute) la position privileacutegieacutee du roumain Dum-nezeu6 dans la romaniteacute occidentale la sphegravere religieuse est reacuteserveacutee principalement
aux descendants de lat deus mot heacuteriteacute eacutegalement en roumain mais utiliseacute avec une
signifi cation sacreacutee exclusivement agrave lrsquoeacutepoque archaiumlque
213 On peut compter draco (emprunt latiniseacute au grec δράκων -ονος cf DELL
1959) parmi les termes agrave distribution limiteacutee au sud-est de lrsquoEurope en raison de sa
faible diffusion dans lrsquoespace neacuteo-latin roum drac fr-dial drac et it dragone (REW
2759) Mais crsquoest en roumain que draco constitue le mot essentiel pour deacutesigner le
4 Crsquoest la forme speacutecialiseacutee pour le sens de ldquotemple reacuteformeacuterdquo tandis que la signifi cation drsquoldquoeacuteglise catholiquerdquo est porteacutee par le descendant de lat ecclesia agrave savoir gesa (Jud (1934 13))
5 Agrave la diffeacuterence du latin Deus terme pour lequel les plus anciennes attestations confi rment une signifi cation fondamentalement chreacutetienne (voir Pacircrvan (1911 135))
6 Excepteacute peut-ecirctre lrsquoitalien Domineddio en tant que terme liturgique (DELI 2 (D-H))
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diable Cette signifi cation chreacutetienne est commune agrave tous les dialectes roumains et
mentionneacutee aussi pour des variantes archaiumlques et dialectales du franccedilais (fr drac ldquodiable lutinrdquo FEW III 1949) Certaines eacutetudes de speacutecialiteacute attribuent une accep-
tion identique eacutegalement au provenccedilal dragatildeo (voir Tomescu (1997 77sqq)) qui est
vraisemblablement issu du latin draco comme terme semi-savant (cf REW 2759) Le
mecircme statut paraicirct commun agrave toutes les autres formes de la Romania crsquoest-agrave-dire fr
dragon cat tragoacute esp dragoacuten qui tous offrent une signifi cation laiumlque Au champ
seacutemantique religieux appartiennent en revanche les descendants de lat diabolus
terme chreacutetien tardif dans les langues romanes occidentales (Ivănescu (1980 169))
Les donneacutees ci-dessus conduisirent Ivănescu (ibid) agrave consideacuterer lrsquoabsence de lat
diabolus aussi bien que lrsquoabsence du sens de ldquodragonrdquo pour draco comme speacutecifi ques
au roumain Cette remarque exige des corrections Tout drsquoabord le roumain possegravede
aussi un mot chreacutetien pour deacutesigner le diable bien qursquoil ne soit pas un terme heacuteriteacute
Drsquoautre part la signifi cation paiumlenne de draco existe dialectalement en roumain ce
qui met en eacutevidence un continuum de la romaniteacute Roum dracul din vale ldquole diable
de la valleacuteerdquo dracul icircn baltă ldquole diable dans la fl aquerdquo muşcatul dracului ldquomordu par
le diablerdquo etc sont des syntagmes ougrave le sens de drac doit provenir plutocirct du sens paiumlen
de draco (voir aussi Teleoacă (2000 210) Id (2012 85))
214 Le terme latin pausum deacuteriveacute postverbal de lat pausare (DELL 1959) srsquoest
conserveacute en roumain agrave lrsquoeacutepoque archaiumlque et offre des survivances reacutegionales (cf
roum paus ldquoreposrdquo ldquorepas funeacuterairerdquo ldquovin mecircleacute de lrsquoeau beacutenite avec lequel le precirctre
asperge le mortrdquo DLR 1972) Il est conserveacute aussi tregraves probablement en proven-
ccedilal (paacuteus ldquoaccalmie paixrdquo) espagnol (poso ldquoseacutedimentrdquo7) et portugais (ponso ldquolieu
drsquoancragerdquo) (FEW VIII 1955 REW 6308)
215 Les occurrences peu nombreuses du verbe preacuteverbeacute pervigilare dans le
territoire de langue latine (cf Popescu (1943 209sq)) justifi ent la faible repreacutesenta-
tion de ce type lexical dans lrsquoaire neacuteo-latine agrave savoir en roumain (droum priveghea aroum priveglrsquou) et en vieux-provenccedilal (pervelhar ldquopasser la soireacutee en veillantrdquo FEW
1960) La mecircme acception (tant religieuse que laiumlque) est lexicaliseacutee dans les autres
langues romanes par les descendants de lat vigilare (FEW ibid REW 9326) Ce
verbe est eacutegalement continueacute en roumain mais il y est reacuteserveacute agrave la sphegravere profane
bien qursquoagrave une eacutepoque archaiumlque roum veghea et priveghea aient eacuteteacute utiliseacutes comme
synonymes
216 A cocircteacute du roumain (droum aroum et meacutegl rugăciune ldquopriegravererdquo) lat roga-
tio se conserve dans les langues suivantes anc-fr ro(u)visons ldquotemps de rogationsrdquo
moyen-fr rogasion ldquodemanderdquo rogation ldquopriegravererdquo rogacions ldquooffrandesrdquo fr-dial
(S-V) ruumlzotilde prov roazotilde ldquosemaine de priegravererdquo port rogaccedilotildees ldquoles trois jours qui preacute-
cegravedent la fecircte de lrsquoAscensionrdquo (FEW X 1962 REW 7362) Mais dans la Romania
occidentale ce nrsquoest pas le latin rogatio qui fournit le terme principal pour lexicaliser
le concept religieux en question crsquoest lat precaria mot que lrsquoon trouve dans lrsquoaire
7 Dans DCELC III (L-RE) avec la signifi cation ldquodescansordquo
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gallo-romane aussi bien que dans les idiomes ibeacutero-romans (voir REW 6734) Lrsquoespa-
gnol fait appel eacutegalement agrave un descendant de lat pr ces ldquopriegraveresrdquo agrave savoir preces terme utiliseacute depuis toujours avec une signifi cation religieuse (DCELC III 1954)
217 Le latin templum terme de la langue augurale deacutesigne un espace deacutelimiteacute
dans le ciel pour lrsquoobservation des oiseaux et ensuite un temple (DELL 1959) Crsquoest
cette derniegravere acception qui se retrouve dans lrsquoaire de la latiniteacute mais exclusivement
dans des formes savantes dans lrsquoOccident roman et la Romania orientale les des-
cendants directs de lat templa ont eacuteteacute soit consigneacutes uniquement avec une accep-
tion laiumlque (cf regg teimpya log trempa fr temp(l)e ldquonavette du meacutetier agrave tisserrdquo
tempre ldquoplacage du boucherrdquo8) soit seacutemantiquement restreints en comparaison avec
les sens du terme latin Cette derniegravere situation est illustreacutee par le roumain tacircmplă ldquoiconostaserdquo (DLR 1982)9 dont la signifi cation relegraveve drsquoune reacutealiteacute extralinguistique
speacutecifi que au milieu confessionnel orthodoxe Le mecircme concept est lexicaliseacute dans le
domaine neacuteo-latin occidental par le biais drsquoun terme grec byzantin (cf fr iconostase esp iconostasio) emprunteacute aussi par le roumain ougrave il fut introduit par la fi liegravere sla-
vonne Afi n de deacutesigner lrsquoautel de mecircme que pour renvoyer agrave une reacutealiteacute propre agrave lrsquoes-
pace catholique (ldquoœuvre drsquoarchitecture qui repreacutesente la deacutecoration drsquoun autelrdquo) les
langues occidentales font appel au latin re(tro)tabulum introduit dans ces idiomes
comme un emprunt tardif au latin de bas niveau de langue (cf esp retablo fr retable)
22 Mots latins sujets agrave discussion pour leur continuiteacute (directe) dans lrsquoe-space neacuteo-latin
221 En plus de sa survie en roumain (droum corindă ldquochanson religieuserdquo) le
substantif latin calendae est conserveacute (cf REW 1508) avec des acceptions parti-
culiegraveres (ldquojour de fecircterdquo ldquoNoeumllrdquo ldquoNouvelle Anneacuteerdquo) en italien dialectal (pieacutem mod
kalent abruzz kalenne) en sarde (chalanda) en provenccedilal (calendas) en rheacuteto-
roman (kalenne) et en franccedilais dialectal (tsalatilded) Bien que les descendants occiden-
taux de lat calendae ne signifi ent pas ldquocantique religieuxrdquo neacuteanmoins certaines
nuances seacutemantiques enregistreacutees dans ce domaine linguistique nrsquoexcluent pas la
possibiliteacute que cette acception se soit deacuteveloppeacutee agrave lrsquoeacutepoque du latin tardif (cf par
exemple prov aubado de calendo ldquoconcerts nocturnes que des troupes de musiciens
donnaient autrefois pendant les quatre semaines qui preacutecegravedent le Noeumllrdquo apud Rosetti
(1920 16))10 Mais les langues neacuteo-latines occidentales ont choisi drsquoautres maniegraveres de
lexicaliser le concept de ldquochanson religieuserdquo comme lrsquoillustrent les termes suivants
(apud Rosetti ibid) fr cantiques noeumlls ou chants de quęte it cantico di Natale esp
villancico de Noche Buena ou port Vilhancico
Quant au roumain trois formes fi rent lrsquoobjet de discussions parmi les speacutecia-
listes roum cărindă corindă et colindă ldquochanson de Noeumllrdquo En fait crsquoest la variante
8 Cf REW 8630 Voir aussi TILR 170 9 Cf aussi roum reacuteg tacircmplă ldquopoutre au-dessus du porche drsquoune maisonrdquo (DLR 1982) 10 Pour drsquoautres exemples voir FEW II 1949
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cărindă qui doit continuer lat calenda(e) tandis que colindă (terme qui srsquoest imposeacute
au niveau litteacuteraire) repreacutesente un emprunt agrave sl kolęda Le terme droum reacutegional
corindă serait selon toute probabiliteacute le reacutesultat drsquoune contamination entre les deux
premiegraveres formes (DA Vătăşescu (1997 474))
222 Le latin christianus adjectif deacuteriveacute en latin de Christus (emprunteacute agrave gr χριστός) se serait conserveacute uniquement en roumain et en dalmate tandis que les
autres idiomes neacuteo-latins auraient gardeacute lat christianus seulement comme mot savant
(TILR 171 Mihăescu (1993 121)) Mais certaines eacutetudes nrsquoexcluent pas la possibiliteacute
que ce mot ait eacuteteacute transmis aussi par la voie phoneacutetique dans drsquoautres aires de la roma-
niteacute notamment en franccedilais en espagnol et en rheacuteto-roman11
Quant au roumain mecircme la continuiteacute directe du latin christianus dans cette aire
orientale (droum creştin aroum et meacutegl criştin iroum cršćaringn) pose des problegravemes
phoneacutetiques pour la conservation de la consonne t Trois explications furent avan-
ceacutees agrave ce propos 1 lrsquointroduction tardive de ce terme en roumain 2 la mise en
relation de christianus avec sa base de deacuterivation 3 lrsquointroduction du mot par la
fi liegravere slave Selon toute probabiliteacute crsquoest la seconde hypothegravese qui illustre la veacuteritable
raison de la conservation de t et crsquoest agrave cette theacuteorie que la grande majoriteacute des
linguistes srsquoest rallieacutee
223 Afi n de deacutesigner ldquola fecircte de la Naissance de Jeacutesus-Christrdquo le roumain a opteacute
pour un terme (Crăciun) dont lrsquoorigine continue agrave ecirctre lrsquoobjet de deacutebats linguistiques
tandis que les langues occidentales ont seacutelectionneacute le plus souvent lat natalis12 ou
nativitas13 A preacutesent nous nous proposons de discuter ci-dessous uniquement lrsquoeacutety-
mon latin creatio
Bien que lat creationem soit lrsquounique forme lexicale accepteacutee par la majoriteacute des
speacutecialistes les opposants et mecircme les partisans de cette theacuteorie ont remarqueacute toute
une seacuterie drsquoincoheacuterences phoneacutetiques ouet seacutemantiques qui placent sous le signe de
lrsquoincertitude la justesse de cette thegravese Dans cet ordre drsquoideacutee certains linguistes rou-
mains (par exemple Rosetti (1968 299)) ont consideacutereacute que lat creatio fut introduit
en roumain par la fi liegravere slave En mecircme temps les efforts des speacutecialistes tentegraverent
drsquoidentifi er des raisons de nature formelle et seacutemantique qui puissent soutenir lrsquoideacutee
drsquoune adaptation directe du latin creatio en roumain Ainsi au plan phoneacutetique lrsquoex-
plication avanceacutee par Graur (1963 78sq) nous semble-t-elle ecirctre la plus convaincante
Au niveau seacutemantico-conceptuel les chercheurs ont souvent remarqueacute la charge
seacutemantique aryenne de lat creatio En outre on a reacutefl eacutechi sur le risque drsquoadmettre
cet eacutetymon compte tenu de lrsquoimpossibiliteacute de justifi er la personnifi cation ainsi que le
nom de personne Crăciun Selon nous la validation de la theacuteorie aryenne ne repreacute-
11 Voir Vătăşescu (1997 450) qui renvoie agrave Dauzat Dubois Mitterand (1964) et agrave Rohlfs (1970) 12 Cf it Natale frioul Nadal fr Noeumll prov cat et astur Nadal log Nadale sassar Naddali
(REW 5845) 13 Cf lrsquoesp Navidad (REW 5845b)
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sente pas un obstacle pour consideacuterer lat creatio comme lrsquoeacutetymon de roum Crăciun En effet comme nous avons eu lrsquooccasion de le constater14 le vocabulaire religieux
du roumain offre un inventaire relativement riche de termes conservant dans leur
seacutemantique des reacuteminiscences paiumlennes Les chercheurs qui ont rejeteacute cette theacuteorie
ont pris en consideacuteration le sens ldquoenfantrdquo de creatio acception consigneacutee aussi dans
drsquoautres idiomes neacuteo-latins ougrave le terme latin est conserveacute sarde kriaθogravene ldquopiccolo
piombordquo et v-esp criazoacuten ldquoidrdquo (Peţan 2002 216)
224 En plus de sa survie en roumain (v-roum a pănăta roum-reacuteg a se pănăta ldquosouffrirrdquo) le verbe latin paenitere ldquose repentirrdquo (DELL 1959) est conserveacute dans
lrsquoaire gallo-romane (anc-fr pentir ldquose repentirrdquo v-prov prov-mod pentir alais
penti ldquofaire repentirrdquo) en catalan (v-cat penedir cat-mod penedirse) et en italien
(pentirsi) (FEW IX 1958 DELI 4 (O-R))15 Il convient de souligner les deux faits sui-
vants 1 dans lrsquoensemble neacuteo-latin les descendants du verbe paenitere appartiennent
au registre archaiumlque ouet reacutegional des langues romanes 2 le concept de ldquose repen-
tirrdquo est lexicaliseacute dans les langues romanes modernes soit par les successeurs du
verbe preacuteverbeacute repoenitere (voir REW 7224 Mihăescu (1993 53)) soit comme en
roumain par des emprunts drsquoorigine balkanique roum a se (po)căi
225 Les verbes latins orare precari et rogare repreacutesentent les trois uniteacutes lexi-
cales verbales auxquelles faisait appel le latin chreacutetien afi n de lexicaliser le concept
de ldquoprier Dieurdquo (DELL 1959) Quoique le premier de ces verbes se soit conserveacute
dans tout le territoire roman (cf REW 6081) ce nrsquoest pas lui qui fi t carriegravere dans les
langues romanes occidentales mais son synonyme precare qui connut une grande
diffusion dans lrsquoespace neacuteo-latin ougrave il srsquoimposa avec une signifi cation religieuse (voir
REW 6734)
Attesteacute eacutepigraphiquement avec une double acception religieuse et laiumlque (cf
Mihăescu (1960 225)) lat rogare se serait conserveacute (cf REW 7361) uniquement en
roumain droum ruga aroum rog ldquoprier (Dieu)rdquo meacutegl ruga et iroum rugaring Cepen-
dant drsquoautres sources (par exemple FEW X 1962) nrsquoexcluent pas la possibiliteacute que ce
verbe latin ait eacuteteacute eacutegalement heacuteriteacute en ancien et moyen-franccedilais et en italien dialectal
(voir aussi DELI 4 (O-R))
226 Lat rosalia srsquoest conserveacute seulement en roumain (v-droum reacuteg Rusăi16)
et en wallon ougrave il preacutesente la mecircme signifi cation que le mot roumain agrave savoir ldquofecircte de
la Pentecocircterdquo (REW 7376 FEW X 1962) Cependant certaines sources admettent la
conservation du terme dans une aire plus vaste Par exemple Goicu (1999 80) inclut
dans cette aire le ladin occidental de mecircme que le vieil-espagnol et le vieux-catalan
Que cette derniegravere assertion puisse ou non ecirctre valideacutee il est certain que dans la
14 Voir Teleoacă (2005 142sqq 159sqq 166sqq) 15 Par opposition au FEW REW 6630 considegravere que la forme paenitere ne srsquoest conserveacutee qursquoen
roumain 16 Voir aussi aroum Arusalrsquoe (DDA1) et meacutegl Rusalii (Papahagi (1902))
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romaniteacute occidentale ce nrsquoest pas le latin Rosalia qui srsquoimposa pour deacutesigner cette
fecircte religieuse mais les repreacutesentants drsquoun autre terme latin Pentecoste (emprunteacute
agrave gr πεντεχοστής) terme attesteacute chez Tertullien et conserveacute dans it Pentecoste fr
Pentecocircte ou esp Pentecosteacutes (Tagliavini (1963 249sqq))
En outre lrsquoEacuteglise romane de langue latine utilisait aussi un autre terme lat Qvin-
qvagesima conserveacute en wallon et dans une certaine aire du ladin occidental (Id
ibid)
Quant au roumain dans le vocabulaire religieux de cet idiome oriental ce nrsquoest
pas la forme Rusăi qui triompha mais Rusalii une variante introduite par la fi liegravere
slave
3 Remarques fi nales
Quelques-uns des mots inclus dans notre discussion ont pu ecirctre seacutelectionneacutes prio-
ritairement dans lrsquoensemble roman gracircce agrave leur statut de termes religieux agrave propre-
ment parler qualiteacute qui les distingue surtout de leurs correspondants synonymiques
rattacheacutes agrave la sphegravere ontologique profane ou paiumlennepreacutechreacutetienne diabolus vs
draco ecclesia vs basilica deus vs dominedeus natalis vs creatio pentecoste
vs rosalia Dans cette situation linguistique la seacutelection de termes tels que creatio
rosalia etc fut sans doute favoriseacutee par un milieu culturel speacutecifi que le deacutevelop-
pement de certaines communauteacutes dans les conditions de ce qursquoon appelle le lsquochris-
tianisme paiumlenrsquo ou lsquopopulairersquo Le cas du roumain est tout agrave fait pertinent agrave cet eacutegard
Dans drsquoautres situations linguistiques on pourrait admettre le renforcement de la
position drsquoun terme heacuteriteacute gracircce agrave un emprunt ulteacuterieur du mecircme terme fait agrave une
langue jouant le rocircle drsquoadstrat (cf agrave cet eacutegard roum corindă)
Quant agrave la seacutelection drsquoun des deux termes des couples precarerogare uigilareperuigilare il nrsquoest pas exclu que le critegravere stylistico-pragmatique ait eacuteteacute deacutecisif (voir
Niculescu (1999 250))
Dans la grande majoriteacute des situations eacutetudieacutees le mot seacutelectionneacute par le roumain
est limiteacute au registre litteacuteraire de la langue actuelle et il repreacutesente le terme principal
utiliseacute pour lexicaliser un certain contenu religieux Cette affi rmation ne vaut qursquoen
partie pour les autres langues romanes ougrave les 13 termes sont conserveacutes et cela pour
lrsquoune ou lrsquoautre des raisons suivantes
(1) afi n de deacutesigner certaines reacutealiteacutes chreacutetiennes ces idiomes ont opteacute pour drsquoautres termes
dans la situation ougrave les descendants du mot heacuteriteacute eacutegalement en roumain avaient subi des
eacutevolutions seacutemantiques particuliegraveres
(2) quelques formes neacuteo-latines sont resteacutees dans un fonds passif du fait qursquoelles furent
concurrenceacutees par drsquoautres lexegravemes
(3) dans un cadre eccleacutesiastique supeacuterieur agrave lrsquoorganisation religieuse speacutecifi que agrave lrsquoaire
orientale on a parfois rejeteacute toute une seacuterie drsquoexpressions de signifi cation marqueacutee
[+populaire] au profi t des termes offi ciels du culte chreacutetien
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(4) quelques-uns de ces idiomes ont pu conserver un terme latin ayant une acception purement
laiumlque ce qui fut parfois la conseacutequence de facteurs extralinguistiques particuliers (par
exemple le milieu confessionnel etc)
Cependant nous pouvons identifi er au niveau de cette cateacutegorie eacutetymologique
non seulement des eacuteleacutements de lsquorupturersquo mais eacutegalement toute une seacuterie de faits rele-
vant de la lsquocontinuiteacute linguistiquersquo dans le domaine de la romaniteacute
Parfois dans les limites drsquoune certaine aire on peut admettre une triple concor-
dance au niveau lexical seacutemantique et stylistique
Dominedeus roum et it
peruigilare v-roum priveghea ldquoveiller toute la nuitrdquo v-prov pervelhar qui est toujours
un terme profane
rogationem roum fr prov et port (concordance seacutemantique partielle) etc
Drsquoautres fois un certain type de discontinuiteacute est compenseacute par lrsquouniteacute identifi a-
ble agrave un autredrsquoautres niveau(x) On observe
(1) une discontinuiteacute de registre mais une continuiteacute lexicale et seacutemantique dans
lat Dominedeus roum it ndash anc fr v-prov
lat draco roum ndash fr reacutegional
lat rogare roum ruga (laiumlque et religieux) ndash anc-fr et moyen-fr it reacutegional etc
(2) une discontinuiteacute seacutemantique mais une continuiteacute lexico-stylistique dans
lat creatio roum Crăciun ldquofecircte de Noeumllrdquo ndash sarde kriaθogravene ldquopiccolo piombordquo
lat draco roum drac ldquodiablerdquo ndash it dragone ldquodragonrdquo
lat templa roum tacircmplă ldquoiconostaserdquo ndash srd fr idiomes ayant conserveacute le terme latin
avec une signifi cation laiumlque etc
(3) une discontinuiteacute lexicale17 mais une uniteacute seacutemantique et stylistique dans
lat draco roum ndash prov
lat christianus roum dalm (et eacuteventuellement fr esp rheacuteto-rom) vs les autres
langues romanes ougrave les termes correspondants deacutetiennent le statut de mots savants
Institut de Linguistique laquo Iorgu Iordan ndash Al Rosetti raquo
Bucarest Dana-Luminiţa TELEOACĂ
17 On pourrait parler drsquoune discontinuiteacute lexicale agrave part eacutetant donneacute qursquoil arrive parfois qursquoun terme latin unique ait eacuteteacute heacuteriteacute dans une aire de la romaniteacute tandis qursquoune autre langue de lrsquoespace roman possegravede le mecircme terme mais comme mot savant
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SRL
Abreacuteviations
abruzz = abruzzien
alais = alaisien
aroum = aroumain
astur = asturien
cat = catalan
dalm = dalmate
droum= daco-roumain
engad = engadinais
esp = espagnol
fr = franccedilais
frioul = frioulan
gr = grec
iroum= istro-roumain
it = italien
lat = latin
log = logoudorais
meacutegl = meacutegleacuteno-roumain
pieacutem = pieacutemontais
port = portugais
prov = provenccedilal
regg = reggiano
roum = roumain
sassar = sassarais
srd = sarde
veacutenit = veacutenitien
wall = wallon
BARBATO
3
gt punt praecunctat gt pregunta laquoSi la velar srsquoarticula com a explosiva de la vocal
seguumlent desapareix la infl exioacuteraquo juncu gt jonc (Badiacutea Margarit 1951 sect 52V)8
Lrsquoantico provenzale ha junher unher accanto ai piugrave frequenti jonher onher
(Anglade 1921 81) La chiusura sia della vocale anteriore che posteriore caratterizza
modernamente il guascone cinglo cinta (Ronjat 1930-1941 sect 81) unglo unto punt junt (Ronjat 1930-1941 sect 86)9
Quanto al romancio non si ha mai chiusura in lingere stringere vincere lin-
gua pingue ma sigrave in alcune varietagrave nella sequenza - nct- (quasi sempre con ulteriore
assorbimento della nasale) cfr exstinctu gt surs stetg eng stit Val Muumlstair [tic]
(Eichenhofer 1999 sect 109) axungia pungere ungere hanno lrsquoesito normale di o
ma dovunque le basi in - nct- hanno esiti di u unctu gt surs etg engad uumlt Muumlstair
[yc] punctu gt surs petg engad puumlt (ma in topon Puumlnch) (Eichenhofer 1999 sect
200)10
Venendo alle spiegazioni un tentativo convincente per lo spagnolo egrave nel citato
articolo di Sampson (2006) che dopo aver respinto con buoni argomenti altre inter-
pretazioni che non rendono conto della globalitagrave del fenomeno11 propone tre fattori
esplicativi di cui solo lrsquoultimo egrave considerato decisivo
(1) lrsquoeffetto della consonante velare sulla vocale omorganica
(2) la proporzione diretta tra durata e apertura vocalica la struttura sillabica a coda complessa
determina una vocale iperbreve ndash [puktu] vs [juku] ndash e dunque tendenzialmente
chiusa
(3) lrsquoeffetto chiudente della nasale che comrsquoegrave noto si manifesta anche in altri casi nelle lingue
romanze coinvolgendo anche le vocali medio-basse (Lausberg 1971 sectsect 230-237)
Percheacute proprio la nasale velare La risposta viene dalla fonetica sperimentale la
nasale velare ha la frequenza piugrave vicina a quella della vocale ed egrave quindi piugrave in grado
di determinare un effetto di coarticolazione laquoVu que le formant nasal est plus bas
que tout premier formant vocalique un tel percept vocalique semblera eacuteventuelle-
ment avoir un premier formant abaisseacute Lrsquoauditeur entendrait par lagrave une voyelle plus
fermeacuteeraquo (Sampson 2006 34)12
8 Paradossalmente in italiano secondo Castellani (1992 392) non ci sarebbe anafonesi in que-sto contesto per la precoce semplifi cazione del gruppo -nct- punctiare gt puntiare gt ponzare I vari giunto punto unto cinto tinto vinto sarebbero analogici alternativamente si potrebbe dire che in questi casi i rapporti paradigmatici hanno impedito la semplifi cazione (lrsquoocclusiva velare di iungo ecc avrebbe preservato quella di iunctus ecc)
9 Cfr anche Rohlfs (1970 sect 353)10 Per lrsquoesito di u cfr fr ctu gt surs fretg engad fruumlt11 Secondo Torreblanca (1990) ogni consonante velare o velarizzata impedirebbe lrsquoapertura di
ma questa interpretazione da un lato lascia diverse aporie dallrsquoaltro non spiega la chiusura di Per una diversa spiegazione di ductu gt ducho lucta gt lucha cfr Barbato (2012 80)
12 Si tratta del primo formante che egrave tanto piugrave basso quanto piugrave la vocale egrave chiusa Ci si riferisce ovviamente alla vocale seguita da nasale velare
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Possiamo cercare di estendere la spiegazione di Sampson che da una parte si egrave
occupato solo del contesto -nct- dallrsquoaltra non ha tenuto conto sistematicamente
delle altre varietagrave romanze Queste si dispongono in un ventaglio che possiamo cosigrave
descrivere13
(a) varietagrave in cui la chiusura non egrave sensibile neacute alla qualitagrave [= anteroposterioritagrave] della vocale
neacute alla struttura della sillaba (italiano portoghese guascone)
(b) varietagrave in cui la chiusura egrave sensibile alla struttura sillabica (engadinese catalano e
spagnolo in misura diversa)
(c) varietagrave in cui la chiusura egrave sensibile alla struttura sillabica e alla qualitagrave della vocale (cfr
il soprasilvano dove crsquoegrave solo la chiusura in - nct-)
(d) varietagrave senza chiusura (francese gran parte dellrsquooccitanico e dellrsquoitaloromanzo tranne il
toscano)
Egrave evidente che la restrizione della qualitagrave vocalica si spiega con il fattore (1) di
Sampson ndash lrsquoeffetto della velare sulla velare ndash la restrizione della struttura sillabica
con il fattore (2) lrsquoeffetto del carattere iperbreve della vocale Apparentemente in
controtendenza lrsquoitaliano dove la chiusura sembra piugrave spinta per la vocale anteriore
che per quella posteriore cfr oltre a tronco spelonca carbonchio (gall caruncho)
Ma potrebbe essere un caso a ben vedere non mancano le eccezioni con la vocale
anteriore pentola spengo camarlengo14
Che si debba aggiungere allrsquoelenco di Sampson un altro fattore quello della sono-
ritagrave dellrsquoocclusiva velare Castellani nota la quasi totale assenza di [uk] contro la
regolaritagrave di [ug] in italiano saragrave casuale la mancata chiusura in iberoromanzo di
vinco (spagn venzo port venccedilo) contro cingo (cintildeo cinjo) fingo (hintildeo fi njo) tingo
(tintildeo tinjo) iungo (unzo junjo) pungo (pungo punjo) Egrave possibile che la conso-
nante sonora piugrave lsquoomorganicarsquo alla vocale di quella sorda abbia in quanto tale favo-
rito lrsquoeffetto di coarticolazione15
Egrave interessante notare che il nostro fenomeno ne ripete uno del latino arcaico (Leu-
mann 1977 sectsect 42 45 85 126 Palmer 1977 264sq) Nello stesso contesto di nasale
+ velare una vocale media etimologica si egrave chiusa in decnos gt dignus legnos
gt lignum16 tinguo (cfr greco tengo) uncus (greco onkos) unguis (greco onyx) hunc
(ant honc) La chiusura ha risparmiato eccezionalmente longus (e iuvencus) ma in
iscrizioni si trova lung- (CIL I2 1353 XI 6671a) e una forma del genere egrave presuppo-
sta dallrsquoit lungo17 Siamo dunque in presenza di un fenomeno ciclico
13 Sono ovviamente fuori gioco le varietagrave che confondono e e e anche il rum limbă ecc non aiuta giaccheacute qui tutti i timbri si sono fusi in i davanti a nasale pl nu gt plin = d nte gt dint
14 Vero egrave che questi ultimi due lessemi hanno a Firenze segno del loro carattere non popolare15 Il parere di Straka citato in nota da Castellani (1961 79) sembra andare in questo senso16 Queste due forme mostrano che anche la prima consonante del gruppo gn si pronunciava []17 Per lungo lt l ngu credo si possa sciogliere senzrsquoaltro la riserva di Castellani (1961 76 n 16)
ed escludere lrsquoidea di Rohlfs (1966-1969 sect 70) che si tratti di una doppia applicazione della chiusura antenasale (l[]ngo gt l[o]ngo gt lungo) fenomeno altrimenti indocumentato (cfr p[]nte gt p[o]nte gt punte)
BARBATO
5
La domanda da porci ora egrave la seguente si tratta di una chiusura di e o romanzo-
comuni o di una mancata apertura di (o se si vuole di ) latini Sampson (2006
34) si pronuncia per questa seconda ipotesi laquoon peut diffi cilement parler drsquoune ferme-
ture vocalique provoqueacutee dans nos mots probleacutematiques par lrsquoeffet acoustico-percep-
tuel de la nasaliteacute Mais nous proposons que cet effet a pu aider agrave conserver la qualiteacute
fermeacutee de et en freinant toute tendance de ces voyelles agrave srsquoouvrirraquo
Torreblanca (1990 249) sottolinea che il fenomeno devrsquoessere anteriore alla sem-
plifi cazione del gruppo -nct- gt -nt- frequentemente attestata laquodans les inscriptions
tardives de toutes les reacutegionsraquo (Vaumlaumlnaumlnen 1981 sect 116) In effetti in latino tardo ci
devrsquoessere stata la tendenza a semplifi care il nesso (cfr giagrave il classico quintus lt
quinctus) che si egrave imposta in iberoromanzo e italiano (santo) ma non in francese
(saint) lasciando altrove unrsquoarea diffusa di variazione (occit sant vs sanch saint sent piem sant vs gena sainto mil onć)18
Si noti che se in spagnolo (portoghese guascone) lrsquoanafonesi egrave anteriore alla sem-
plifi cazione -nct- gt -nt- in romancio egrave anteriore alla palatalizzazione di -ct- si tratta
di un ulteriore argomento a favore della precocitagrave del fenomeno e indirettamente
della sua interpretazione come fatto di conservazione e non di innovazione19
Del resto gli esiti romanzi disegnano una tipica fi gura areale conservazione rela-
tiva di Italo- e Iberoromania (in senso lato includendo rispettivamente i Grigioni e la
Guascogna) rispetto alla Galloromania (in particolare lrsquoantica Lugdunense) notoria-
mente lrsquoarea piugrave innovativa nel tardo Impero
Ci sono dunque diversi argomenti per pensare a una mancata apertura della vocale
latina20 Ci sono perograve anche delle possibili obiezioni In italiano lrsquoesito chiuso coivolge
anche un lessema con e il suffi sso germanico - ng
it spagn port
sp ngia spugna esponja esponja
- ng -ingo -engo -engo
Sembrerebbe la prova che si tratti di una chiusura di e o e di un fenomeno rela-
tivamente tardo21 Secondo Castellani (1961 85-87 e 121-122) il nostro fenomeno
egrave posteriore allrsquoapertura di (III sec) ma anteriore alla palatalizzazione di ng (sugna spugna IV-V sec) va collocato dunque nel IV secolo ma devrsquoessere rimasto
attivo almeno fi no a tutto il V secolo cosigrave da coinvolgere il suffi sso germanico
18 Anglade (1921 167) Meneacutendez Pidal (1941 sect 512) Rohlfs (1966-1969 sect 272) Lausberg (1971 sectsect 437-438) AIS
19 Meno assicurata appare lrsquoanterioritagrave rispetto alla palatalizzazione di cj asserita da Torre-blanca (1990 256) sulla base di uncia gt it oncia spagn onza port onccedila (cfr la mancata chiusura anche in tronco)
20 Un fenomeno analogo si verifi ca in iato cfr mia (attestato a Pompei) gt it engad occ cat spagn mia (Barbato 2010) fuit gt it(a) fu(e) (Barbato 2009)
21 Si ricordi che germanica egrave resa normalmente con e
CILPR 2013 ndash SECTION 2
6
Drsquoaltra parte si puograve credere che giagrave compiuta lrsquoanafonesi [spogja] e [-eg-]
unici casi che presentavano una vocale medio-alta davanti alla sequenza nasale piugrave
velare siano stati pareggiati per analogia fonetica a [iC] [uC] Quanto al primo
caso si potrebbe anche partire da una base spungia che sembrerebbe presupposta
pure da cast espundia arag espuntildea (DCECH sv esponja ed espundia)22 Del resto
la palatalizzazione di ng potrebbe essere avvenuta piugrave precocemente di quanto sup-
pone Castellani con la trafi la ngj gt nj lt [] Lo stesso Castellani data il passaggio gj
gt j al I sec dC e quello nj gt [] al III secolo Proporrei dunque la seguente cronologia
(1) anafonesi davanti a []
(2) gj gt j
(3) nj gt []
Secondo questa ipotesi lrsquoanafonesi egrave contemporanea alla formazione del sistema
vocalico romanzo di cui costituisce il negativo In ogni caso sia che la si consideri un
fatto di conservazione che di innovazione va sottolineato il suo carattere irregolare
che confi gura una lsquolegge fonetica debolersquo o una resistenza a unrsquoinnovazione governata
da una fi tta rete di parametri
Anafonesi (metafonesi) romanza
Si considerino ora le corrispondenze (parziali) seguenti
it spagn port
t nea tigna tintildea tinha
erv lia rubiglia arveja ervilha
c lia ciglia ceja celha
stam nea stamigna estamentildea estamenha
curc lio gorgoglio gorgojo gorgulho
c neu cogno cuntildeo cunho
22 La questione egrave intricata Il lat spongia lt greco σπογγιά dovrebbe avere una vocale breve la lunga viene postulata proprio per spiegare lrsquoitaliano spugna (Rohlfs 1966-1969 sect 110) Un prestito greco molto antico potrebbe essere stato coinvolto nella chiusura latina di davanti a nasale velare (vedi sopra uncus unguis) In effetti come segnala Torreblanca (1990 261) la grafi a spungia egrave attestata in latino non si puograve escludere tuttavia che essa renda una pro-nuncia tardiva [o] si sa infatti che omicron aveva un timbro chiuso che poteva essere reso in latino tardo con o donde le pronunce coacutelpo poacutelpo dellrsquoitaliano (Rohlfs 1966-1969 sect 110) Il logud ispundza (accanto a isponda) non egrave decisivo percheacute come illustra Wagner potrebbe risentire dellrsquoit spugna o essere laquosardizzazioneraquo di spagn-cat esponja (DES)
BARBATO
7
Franceschini (1991) ha voluto vedere qui un fenomeno comune di innalzamento
dovuto a yod che agirebbe con piugrave o meno restrizioni nelle varietagrave romanze In que-
sto caso tuttavia le condizioni appaiono diverse come mostra la chiara asimmetria
tra lrsquoitaliano che chiude regolarmente la vocale anteriore e lrsquoibero-romanzo che
chiude preferibilmente quella posteriore23
Va sottolineata qui una caratteristica costitutiva del toscano lrsquoassenza di meta-
fonesi24 Se Castellani sentigrave il bisogno di coniare il termine anafonesi fu proprio per
descrivere un processo di innalzamento che ha una ragione diversa da quello meta-
fonetico
Ora egrave noto che le varietagrave iberoromanze come quelle galloromanze conoscono
metafonia da -i (cfr f ci gt fr prov fi s spagn hice port fi z contro it feci) In altra
sede (Barbato 2012 e 2013) ho sostenuto che la metafonia sia prodotta non soltanto da
-i ma anche da yod proponendo questa cronologia
sec II III IV V VI
palatalizzazione di tj gt ts cj gt t ----- --
dittongazione metafonetica di ----- --
palatalizzazione di j (gj dj) gt d lj gl gt nj gn gt ----- --
chiusura metafonetica di e o ----- --
Normalmente la palatalizzazione di lj nj si applica prima della chiusura di e o
eliminando il contesto metafonetico
ndash cilia gt [tellja] gt [tea] gt cejandash gurgulio gt [gorgolljo] gt [gorgoo] gt gorgojo
Ma il processo di palatalizzazione e quello di chiusura metafonetica si sono
sovrapposti per un periodo e dunque egrave potuto succedere eccezionalmente che si
applicassero in ordine inverso
ndash cunia gt [konnja] gt [kunnja] gt cuntildeandash tinea gt [tennja] gt [tinnja] gt tintildea
Nel caso di -[i]- (ervilha) e di -[u]- (gorgulho) puograve poi aver agito lrsquoanalogia
dei suffi ssi da - cul- (es lentilha) e - cul- (agulha)
23 Secondo Franceschini il toscano occidentale presenterebbe simmetria nella chiusura ma cfr le obiezioni di Castellani (1992 397-399)
24 Esiste forse una sola eccezione se non sono dovuti a chiusura in protonia (fi schiare mischiare) potrebbero essere metafonetici fi schio mischio lt feschio meschio Se egrave cosigrave lrsquounica metafo-nia toscana ripeterebbe singolarmente la nota chiusura del latino parlato b stia gt b stia
CILPR 2013 ndash SECTION 2
8
In italiano siamo di fronte a un processo ben diverso che come ha chiarito ancora
Castellani (1961)
(a) colpisce e e non o
(b) egrave prodotto solo dalla nasale palatale derivata da nj e non da quella derivata da gn (cfr
degno pegno)
Esso egrave dunque successivo alla palatalizzazione dei gruppi con yod laquopercheacute in
Toscana la non esercita nessun infl usso sulla vocale della sillaba tonicaraquo (p 85) ed
egrave anteriore alla confusione di nj e gn va collocato dunque dopo il II secolo e prima
dellrsquoVIII (laquodal 757 si trovano grafi e inverse attestanti la pronuncia di gn come nrsquonrsquoraquo p
86) ma piugrave probabilmente tra il III e il IV secolo (cfr anche p 122)
Secondo Castellani dunque lrsquoanafonesi davanti a precede quella davanti a
[] Ma se facciamo reagire queste considerazioni sullo schema precedente otteniamo
la seguente cronologia
(1) anafonesi davanti a []
(2) gj gt j
(3) nj gt [] lj gt []
(4) anafonesi davanti a [ ]
(5) gn gt []
Percheacute questo secondo processo colpisce e e non o Probabilmente per motivi
articolatori (Pensado 1985 645) la chiusura non coinvolge la vocale posteriore per-
cheacute lrsquoassimilazione laquoque como efecto de la elevacioacuten de la parte anterior de la lengua
(cerrazoacuten) parece perfectamente posible no lo es si se tiene en cuenta el paraacutemetro
de la posicioacuten de la raiacutez de la lenguaraquo Insomma se la consonante velare favorisce
la chiusura delle vocali posteriori come si egrave visto sopra quella palatale esercita un
effetto parallelo sulle anteriori
Che ne egrave delle altre lingue romanze Il catalano si allinea allo spagnolo coi suoi
tinya cuny (ma corcoll) Lrsquoantico provenzale ha le alternanze celhacilha lt cilia melh
milh lt miliu telhtilh lt tiliu estrilhaestrelha lt strig(i)la tegnotigno lt tinea lenh
linh lt lignu (Anglade 1921 60sqq 78sqq) Includendo le forme antiche e dialettali
si scopre che il francese oltre a cil ha anche milmeil tilteil teignetigne eacutetrilleeacutetreille
linleigne (FEW svv) In tutti questi casi si conoscono dei risultati con i e u anche
in Italia settentrionale per es ver (Raldoacuten) [sije] (AIS 102 p 372) emilocc (San
Secondo parm) [mij] (AIS 1467cp p 413) emilocc (Sologno) [tijj] (AIS 580 p
453) gen [tia] (AIS 684 p 178) APiem (Villafalletto) [stria] (AIS 1242 p 172) Il
romancio non conosce chiusura (Eichenhofer 1999 sectsect 93 110 201)
Questi casi si potrebbero allineare a quelli iberici come effetto di una metafonia
che ha preceduto la palatalizzazione ma potrebbero anche essere dei piugrave tardi feno-
meni anafonetici come mostra il fatto che solo la vocale anteriore egrave coinvolta dallrsquoin-
BARBATO
9
nalzamento25 Del resto come mostra Philipon (1918-1919 433) spesso la chiusura egrave
documentabile in epoca letteraria prov abelha gt abilho lion oreilli gt orilli lig megiu
gt migiu mil stregia gt strigia E non a caso Roncaglia (1965 49) parla di laquoanafonesiraquo
per le occorrenze provenzali26
Si deve ancora a Castellani (1961 80-81 e n) il merito di aver stabilito che nel caso
di it pugno spagn puntildeo port punho cat puny itsett puumlgn (accanto a pogn AIS 1679
e cp) ndash cui si puograve aggiungere prov punh (accanto a ponh) lad [pu] (Kramer 1977
145) ndash non crsquoegrave anafonesi ma si parte da una forma romanzo-comune con u
Conclusioni
Sulla scia di Rohlfs (1966-1969 sect 49 e 70) le grammatiche storiche romanze con-
tinuano a parlare per lrsquoitaliano di una chiusura di e o in una serie di contesti che
includono la nasale e la laterale palatali e la nasale velare
Rohlfs (1966-1969 sect 49) laquoNel dialetto fi orentino si trova i invece di e davanti a n seguita
da k o da g () davanti a sk e davanti a ntilde oppure a łraquo
Lausberg (1971 sect 204) laquoNel fi orentino (e nellrsquoitaliano letterario) la e la del latino
vengono innalzate a [i] e [u] dinanzi a gruppi nasali-palataliraquo
AlkireRosen (2010 77) laquoRegularly stressed high mids followed by [] or [] raise one
degree to become high vowels i instead of e and u instead of oraquo
In realtagrave da molti anni Castellani ha chiarito che esistono due anafonesi in ita-
liano cronologicamente distinte (1) chiusura di e o davanti a nasale velare (2) chiu-
sura della sola e davanti a nj lj27 Sarebbe ora che gli studi romanzi prendessero atto
di questo fatto
Qui si egrave proposto ulteriormente di collegare (1) con alcuni fenomeni analoghi di
altre varietagrave romanze rintracciandone la radice comune nel latino tardo di distin-
guere (2) da fenomeni apparentemente analoghi che sono invece di natura metafo-
netica
Non sarebbe forse male che il termine anafonesi (vs metafonesi) venisse adottato
anche nelle altre lingue fr anaphonie (vs meacutetaphonie)28 spagn anafoniacutea (vs metafoniacutea)
ecc
Universitagrave di Napoli lsquoLrsquoOrientalersquo Marcello BARBATO
25 Per strigile e tinea si potrebbe pensare che la chiusura si sia prodotta dapprima in protonia nei tipi lsquoeacutetrillerrsquo e lsquotigneuxrsquo (FEW 12 303 e 13 343)
26 Lrsquouso continua nella provenzalistica italiana (cfr Ventura 2010 LIX)27 Si ricordi che la cronologia proposta da Castellani egrave quella inversa e si noti che la lsquochiusurarsquo
di e o egrave a nostro avviso piuttosto una mancata apertura di 28 Cfr giagrave Redon (2002 37)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
10
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13
Les meacutecanismes de la concordance des temps et leur eacutevolution
du latin aux langues romanes
Les regravegles lsquoclassiquesrsquo de la concordance des temps ont fait lrsquoobjet de nombreuses
critiques de la part des grammairiens et des linguistes Parmi ceux-ci il semble que
Ferdinand Brunot et Charles Bruneau soient les plus cateacutegoriques laquo Les grammai-
riens modernes ont imagineacute une preacutetendue regravegle de concordance des temps Cette
regravegle nrsquoa jamais eacuteteacute observeacutee par les bons eacutecrivains raquo (Preacutecis de grammaire historique de la langue franccedilaise Paris Masson et Cie 1949 p 387) Quelques anneacutees plus tard
lorsqursquoil eacutecrit La penseacutee et la langue Ferdinand Brunot nrsquoa pas changeacute drsquoavis laquo Le
chapitre de la concordance des temps se reacutesume en une ligne il nrsquoy en a pas raquo (Bru-
not 1965 782)
Pourtant contrairement agrave lrsquoaffi rmation ci-dessus la regravegle de lsquoconcordance des
tempsrsquo a plus drsquoun titre drsquoancienneteacute Elle a drsquoabord eacuteteacute appliqueacutee au latin et est ensei-
gneacutee depuis plus de deux milleacutenaires Dans leur Syntaxe latine (1951-2002) A Ernout
et F Thomas la reacutesument en ces termes
laquo La concordance des temps du subjonctif est deacutefi nie drsquoordinaire par la regravegle suivante
dite regravegle de la consecutio temporum
1) Au preacutesent (ou au futur) de lrsquoindicatif dans la proposition principale correspond un preacute-
sent ou un parfait du subjonctif dans la subordonneacutee
dico
quid faciat quid fecerit quid facturus sit
dicam
lsquolsquo je dis (dirai) ce qursquoil fait ce qursquoil a fait ce qursquoil fera rsquorsquo
2) A un temps passeacute de la proposition principale correspond dans la subordonneacutee un impar-
fait ou un plus-que-parfait du subjonctif
dixi
dicebam quid faceret quid fecisset quid facturus esset
dixeram
lsquolsquo jrsquoai dit (je disais jrsquoavais dit) ce qursquoil faisait ce qursquoil avait fait ce qursquoil ferait rsquorsquo (sect 394)
Les laquo grammairiens modernes raquo dont parlent Ferdinand Brunot et Charles Bru-
neau nrsquoont donc fait qursquoadapter au franccedilais une regravegle que tous les apprenants du latin
sont bien obligeacutes drsquoapprendre car elle permet drsquoeacuteviter des erreurs grossiegraveres dans le
CILPR 2013 ndash SECTION 2
14
thegraveme latin Il ne srsquoagit cependant pas drsquoune regravegle absolue comme le reconnaissent
A Ernout et F Thomas qui apregraves avoir eacutenonceacute la regravegle ajoutent laquo Mais la simpliciteacute
factice de cette regravegle a pour reacutesultat de rejeter de nombreux faits parmi les exceptions
On doit tenir compte mieux qursquoelle ne le fait des conditions imposeacutees par les valeurs
particuliegraveres des temps eux-mecircmes et par la nature des diverses propositions subor-
donneacutees raquo
Le problegraveme poseacute par les laquo grammairiens modernes raquo citeacutes par F Brunot et C
Bruneau pourrait se reacutesumer de la maniegravere suivante ces grammairiens ont-ils eu
raison de transposer au franccedilais une regravegle faite pour la langue dont le franccedilais est
issu le latin
On remarquera que les remarques critiques de F Brunot et C Bruneau nrsquoont pas
drsquoeacutequivalents dans les autres langues romanes comme lrsquoespagnol le portugais ou
lrsquoitalien Les speacutecialistes de ces langues qursquoils soient peacutedagogues grammairiens ou
linguistes sont contraints de reconnaicirctre pratiquement tous lrsquoexistence dans ces lan-
gues drsquoun meacutecanisme de laquo concordance des temps raquo Ainsi la Grammaire espagnole de Jean Bouzet (Paris Belin 1945 p223 sect514) met en garde le traducteur qui doit
rendre en espagnol un preacutesent du subjonctif franccedilais laquo Le franccedilais moderne nrsquoest pas
tregraves rigoureux sur la concordance des temps du subjonctif avec le verbe de la proposi-
tion principale et tolegravere bien souvent lrsquoemploi du preacutesent au lieu de lrsquoimparfait Jrsquoavais peur qursquoil ne srsquoeacutegare qursquoil nrsquoarrive pas qursquoil ne sache pas etc Il conviendra toujours
de rectifi er la concordance avant de traduire raquo Dans un manuel drsquoapprentissage de
lrsquoespagnol comme Pueblo sous le libelleacute laquo La concordance des temps raquo on peut lire
laquo Alors que le franccedilais utilise de moins en moins le subjonctif passeacute (il eucirct fallu que vous vinssiez) son emploi au lieu du subjonctif preacutesent est rigoureusement obligatoire
chaque fois que le verbe de la proposition principale est au passeacute ou au conditionnel raquo
(A Mercier Pueblo 3 Paris Armand Colin 1972 120) Lrsquoaffi rmation aussi peacuteremp-
toire - mais de sens opposeacute - que celles de Ferdinand Brunot est compleacuteteacutee par les
exemples suivants
laquo nos dicen que pasemos ----------gt nos dijeron que pasaacuteramos
me interesa que esteacutes tuacute ----------gt me interesaba que estuvieses tuacute
es mejor que vuelva mantildeana ------gt seriacutea mejor que volviera mantildeana
quiero que contestes pronto ------gt quisiera que contestases pronto raquo
avec le commentaire
laquo Principale au passeacute ----gt subjonctif passeacute dans la subordonneacutee
passeacute simple
imparfait
plus-que-parfait
conditionnel raquo
BEGIONI ROCCHETTI
15
Cette concordance est valable aussi pour lrsquoitalien La Grammatica italiana - Il verbo de G-B Moretti et de G-R Orvieto (Perugia Benucci 1979 vol I 67-76)
consacre 10 pages agrave exposer en deacutetail la concordance des temps en italien Pour ne
pas alourdir notre exposeacute nous nous limiterons agrave citer un extrait de la grammaire de
Luca Serianni Italiano (Torino UTET 1988 388-390) qui renvoie agrave G-B Moretti et
G-R Orvieto et reacutesume ainsi la concordance des temps lorsque la subordonneacutee est au
subjonctif (p 390) laquo Il tempo verbale della reggente condiziona il tempo dellrsquoogget-
tiva sia pure senza la rigorositagrave della lsquoconsecutio temporumrsquo latina raquo (p 388)
On voit que lrsquoespagnol et lrsquoitalien donnent lieu agrave des remarques comparables
proches de la regravegle latine quoique avec une moindre rigueur comme le souligne
Luca Serianni La diffeacuterence tient au fait que le subjonctif latin comportait 4 temps
(preacutesent imparfait parfait et plus-que-parfait) alors que le subjonctif de la langue
italienne se reacuteduit agrave un preacutesent et agrave un parfait Ce dernier est paradoxalement appeleacute
imperfetto alors qursquoil a pour origine le plus-que-parfait du subjonctif latin - cf lat
cantavissem gt it cantassi - et qursquoil est resteacute un perfectum de virtualiteacute en italien Il
peut par exemple poser seul une hypothegravese sans lrsquoaide des conjonctions se ou anche se Avesse dovuto aspettare non cinque minuti ma cinquanta secoli non sarebbe uscito di ligrave senza aver parlato prima collrsquoamabile sposina (De Marchi Demetrio Pia-nelli 479) Il en est de mecircme de lrsquoespagnol bien que sa morphologie au subjonctif
soit un peu plus complexe il dispose lui aussi drsquoun preacutesent drsquoun parfait - doteacute de
deux formes lrsquoune en -se (lat cantavissem gt esp cantase) de mecircme origine que le
parfait italien lrsquoautre en -ra issue du plus-que-parfait de lrsquoindicatif latin (lat cantave-ram gt esp cantara) - et drsquoun futur Mais ce dernier temps nrsquoest plus drsquousage courant et
nrsquoentre pas dans la regravegle lsquoclassiquersquo de la concordance des temps
Nous arrivons ainsi agrave lrsquoobjet de notre eacutetude comment et surtout pourquoi est-on
passeacute de 4 temps pour le subjonctif latin agrave deux temps en italien et (pratiquement) en
espagnol Pourquoi le franccedilais a-t-il reacuteduit aujourdrsquohui son subjonctif agrave un seul temps
alors que lrsquoancien-franccedilais en utilisait reacuteguliegraverement deux Quelles sont les eacutetapes
que lrsquoon peut distinguer dans ces eacutevolutions Agrave quoi reacutepond un meacutecanisme aussi
insolite - et on lrsquoa vu aussi controverseacute - que la concordance des temps Enfi n nous
avons passeacute sous silence jusqursquoagrave preacutesent la langue roumaine mais elle peut ecirctre riche
drsquoenseignements puisqursquoelle est issue comme les langues romanes occidentales drsquoun
latin fortement marqueacute par la concordance des temps et pourtant elle ne preacutesente
aucune regravegle de lsquoconcordance des tempsrsquo ni mecircme aucun reste eacutevident drsquoun ancien
fonctionnement fondeacute sur une telle regravegle Comment comprendre une telle diversifi -
cation pour des langues qui offrent par ailleurs une multitude de meacutecanismes com-
parables
Ce qui frappe en premier lieu crsquoest moins la concordance en elle-mecircme - puisque
tous les eacuteleacutements drsquoune phrase doivent en effet lsquoconcorderrsquo pour donner agrave la phrase
sa coheacuterence - que le fait qursquoelle entraicircne la reacutepeacutetition drsquoune donneacutee (le temps) deacutejagrave
fournie par le verbe de la principale Agrave quoi reacutepond cette reprise Le verbe de la
principale ne serait-il pas suffi sant pour situer lrsquoensemble de la phrase dans lrsquoeacutepoque
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preacutesente passeacutee ou future Doit-on analyser la seacutequence laquo proposition principale +
proposition subordonneacutee raquo comme le rapprochement de deux entiteacutes indeacutependantes
agrave lrsquoorigine et qui pour se rapprocher doivent emprunter lrsquoune agrave lrsquoautre des eacuteleacutements
temporels marquant leur homogeacuteneacuteisation au sein drsquoune mecircme phrase Agrave cette ques-
tion srsquoen ajoute une autre y a-t-il dans les langues en eacutevolution drsquoautres cas analo-
gues de rapprochement drsquoeacuteleacutements drsquoorigine diffeacuterente et fi nissant par srsquoamalgamer
en une nouvelle uniteacute homogegravene La reacuteponse agrave cette deuxiegraveme question est certaine-
ment positive et les exemples ne manquent pas
Dans Begioni Rocchetti 2010 eacutetude publieacutee dans la revue Langages ndeg 178 (p
67-87) et intituleacutee La deacutefl exiviteacute du latin aux langues romanes quels meacutecanismes systeacutemiques sous-tendent cette eacutevolution nous avons examineacute plusieurs cas de reacutepeacute-
tition concernant des eacuteleacutements en cours de rapprochement Le cas le plus exemplaire
nous paraicirct ecirctre dans le domaine nominal lrsquoapparition de lrsquoarticle deacutefi ni (agrave partir du
deacutemonstratif latin) sa liaison progressive avec le substantif lrsquoexistence pendant de
nombreux siegravecles drsquoune double marque du genre et du nombre agrave la fois sur lrsquoarticle et
sur le substantif et la reacuteduction en franccedilais moderne de la marque du nombre expri-
meacutee jusque-lagrave par la deacutesinence du deuxiegraveme eacuteleacutement (le substantif) alors qursquoelle se
maintient sur le premier Pour une compreacutehension plus approfondie du pheacutenomegravene de
la deacutefl exiviteacute nous renvoyons le lecteur agrave cette eacutetude
Nous avons mis en rapport ces eacutevolutions avec une restructuration de la phrase due
au passage de lrsquoindo-europeacuteen langue reconstruite avec le verbe en position fi nale
aux langues indo-europeacuteennes actuelles inteacutegrant plusieurs propositions enchacircsseacutees
les unes dans les autres dont lrsquoune ou les unes sont reacutegissantes et les autres reacutegies
On peut reacutesumer les diffeacuterentes eacutetapes pour lrsquoassemblage de deux eacuteleacutements dans
une forme nouvelle de la maniegravere suivante
- Eacutetape 1 les deux syntagmes verbaux indeacutependants agrave lrsquoorigine mais mis en relation au
sein drsquoune phrase unique doivent pour bien signaler leur association reprendre les
mecircmes marques formelles (aspect mode et temps) On observe donc une duplication sys-
teacutematique des marques au niveau de la morphologie des deux verbes qui sont ainsi mis en
relation mais qui peuvent dans cette premiegravere phase rester eacuteloigneacutes lrsquoun de lrsquoautre
- Eacutetape 2 les deux verbes conservent chacun leurs marques morphologiques (le plus sou-
vent deacutesinentielles) de leur solidariteacute mais ils commencent agrave se rapprocher Le verbe de
la subordonneacutee peut ecirctre introduit par une conjonction (qui peut varier selon le type de
subordonneacutee)
- Eacutetape 3 une fois leur liaison syntaxique eacutetablie - crsquoest-agrave-dire une successiviteacute systeacutemati-
quement installeacutee - le deuxiegraveme eacuteleacutement (dans le cas de la deacutefl exiviteacute reacutegressive) perd des
marques qui faisaient double emploi avec celles deacutejagrave apporteacutees par le premier eacuteleacutement
Degraves lors celui-ci devient preacutedominant et tend agrave concentrer tous les apports formels lais-
sant les apports seacutemantiques au second eacuteleacutement
- Etape 4 Lrsquoeacutevolution est acheveacutee lorsqursquoil nrsquoy a plus aucune duplication drsquoinformation
Voyons comment intervient le pheacutenomegravene de la deacutefl exiviteacute dans le cas qui nous
inteacuteresse ici celui de la concordance des temps
BEGIONI ROCCHETTI
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Le premier stade - celui du rapprochement de deux verbes ou de deux syntagmes
verbaux dans une structure nouvelle orienteacutee vers la creacuteation drsquoune subordination
- est envisageacute pour le latin par A Ernout et F Thomas dans le chapitre laquo Subordi-
nation et coordination raquo (p 291) de leur volume Syntaxe latine laquo la syntaxe de subor-
dination repreacutesente un eacutetat de langue relativement reacutecent instituant entre des pro-
positions agrave lrsquoorigine autonomes des rapports comparables agrave ceux qui se sont eacutetablis
dans la syntaxe du nom au deacutetriment de la construction appositionnelle raquo Crsquoest aussi
notre position nous venons de voir en effet que le processus de creacuteation de lrsquoarticle agrave
partir du pronom-adjectif reacutesulte de lrsquoapplication de la deacutefl exiviteacute au syntagme nomi-
nal et nous allons voir que la creacuteation de la subordination est lrsquoapplication du mecircme
processus au syntagme verbal Les deux latinistes se fondent pour cela sur des traces
drsquoun eacutetat ancien que conserve encore la langue de Ciceacuteron laquo Le latin eacutecrivent-ils
laisse entrevoir encore dans certains tours lrsquoancienne autonomie des propositions
des constructions comme caue cadas lsquolsquo prends garde de tomber rsquorsquo uolo facias lsquolsquo je veux
que tu fasses rsquorsquo signifi aient proprement lsquolsquo prends garde tu pourrais tomber rsquorsquo lsquolsquo fais-le
je le veux rsquorsquo Les subjonctifs cadas facias se justifi aient par eux-mecircmes comme mar-
quant la possibiliteacute ou la volonteacute et ils eacutetaient simplement juxtaposeacutes De cet eacutetat qui
est celui de la parataxe [] il subsiste des traces dans des formules et la langue parleacutee
ne srsquoen est jamais entiegraverement deacutepartie raquo
De telles lsquotracesrsquo de parataxe se trouvent encore en italien Alors que les verbes
qui introduisent une subordonneacutee exprimant la reacutealiteacute doivent obligatoirement se
construire avec la conjonction che lsquolsquo que rsquorsquo - vedo che sei contento lsquolsquo je vois que tu es
content rsquorsquo osservo che non egrave venuto lsquolsquo je remarque qursquoil nrsquoest pas venu rsquorsquo - ceux qui
expriment le deacutesir lrsquoespoir la crainte la croyance ou la volonteacute - crsquoest-agrave-dire tous ceux
qui contiennent une part (variable) de virtualiteacute - peuvent se construire avec ou sans
che
(6) spero sia stato promosso lsquolsquo jrsquoespegravere qursquoil a eacuteteacute admis rsquorsquo
(7) credevo fosse piugrave piccolo lsquolsquo je croyais qursquoil eacutetait plus petit rsquorsquo
La parataxe a eu une large extension en ancien italien Elle srsquoest reacuteduite en italien
moderne puisqursquoelle ne peut plus ecirctre utiliseacutee apregraves des verbes deacuteclaratifs introdui-
sant une subordonneacutee de reacutealiteacute Mais si lrsquoon compare le franccedilais et lrsquoitalien sur le cri-
tegravere de lrsquoemploi ou du non emploi de che on est frappeacute de la constance avec laquelle
le franccedilais utilise sa conjonction
Sommes-nous pour autant en franccedilais au stade 4 celui drsquoune disparition com-
plegravete de la concordance Dans je veux qursquoil vienne devenant au passeacute je voulais qursquoil vienne le verbe de la subordonneacutee ne reprend effectivement pas le temps (preacutesent
et passeacute) des principales je veux et je voulais mais que faut-il penser de lrsquoemploi du
mode subjonctif Ne repreacutesente-t-il pas sous une forme speacutecifi que la reprise du
contenu seacutemantique virtualisant du verbe de la principale Avec le verbe venir on
nrsquoest pas dans la situation des verbes du premier groupe lesquels ne distinguent plus
en effet lrsquoindicatif et le subjonctif par des formes speacutecifi ques je vois que tu manges je
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veux que tu manges Dans ce seul cas en effet on peut dire que la concordance des
temps est parvenue agrave une disparition complegravete ce qui signifi e que la subordonneacutee
a eacuteteacute parfaitement inteacutegreacutee agrave la principale on passe de la phrase indeacutependante tu manges agrave la subordonneacutee que tu manges par le seul ajout de la conjonction de subordi-
nation que En revanche pour tous les autres groupes puisque le subjonctif preacutesente
une forme diffeacuterente de celle de lrsquoindicatif on constate une duplication de la valeur
modale exprimeacutee par le seacutemantisme du verbe de la principale avec la reprise sur
un plan morphologique de cette valeur modale On peut donc dire que si dans les
deux exemples ci-dessus le franccedilais nrsquoapplique plus la concordance des temps il nrsquoen
applique pas moins une reacuteelle lsquoconcordance modalersquo
Le fait que dans les langues romanes occidentales la conjonction ldquoquerdquo (it che esp et fr que) ait eacuteteacute la particule de subordination la plus utiliseacutee a contribueacute au
maintien de la valeur modale du verbe de la subordonneacutee Dans les cas ougrave la particule
de subordination nrsquoest pas ldquoquerdquo mais ldquosirdquo la forme de subjonctif ne srsquoest pas mainte-
nue ainsi doit-on utiliser le subjonctif dans une phrase comme je veux qursquoil le fasse mais on passe agrave lrsquoindicatif (futur) si on continue avec mais je me demande srsquoil le fera En effet que pose alors que si suppose Le subjonctif est donc neacutecessaire apregraves que pour exprimer la virtualiteacute lorsque celle-ci est exigeacutee par le verbe de la principale
Dans les mecircmes conditions lrsquoindicatif srsquoimpose apregraves la conjonction hypotheacutetique si La langue roumaine qui a utiliseacute beaucoup plus largement la particule de subordina-
tion să - issue du latin si - a pu reacuteduire consideacuterablement la morphologie speacutecifi que de
son subjonctif Crsquoest un des eacuteleacutements qui a contribueacute agrave faire disparaicirctre pratiquement
toute concordance des temps (et des modes) dans cette langue
Il peut ecirctre inteacuteressant drsquoaller plus loin dans lrsquoanalyse des choix qui ont eacuteteacute faits par
la langue roumaine Ils peuvent en effet apporter un eacuteclairage nouveau sur certaines
particulariteacutes des langues romanes qui preacutesentent - ou ont preacutesenteacute au cours de leur
eacutevolution - une concordance des temps Le fait que le roumain ne reacutevegravele agrave aucun
moment de son histoire un fonctionnement qursquoil serait possible de classer sous la
deacutenomination de lsquoconcordance des tempsrsquo nous paraicirct devoir ecirctre analyseacute pour com-
prendre la maniegravere dont ont eacutevolueacute les langues romanes occidentales
Nous sommes en particulier intrigueacutes par la creacuteation au sortir du latin drsquoun des
temps qui entrent dans la syntaxe de la concordance des temps non pas le futur - car
lrsquoexpression du temps agrave venir paraicirct tout agrave fait claire et leacutegitime dans la penseacutee et dans
la bouche drsquoun locuteur - mais le temps qui sert agrave indiquer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute
et qui porte le nom (nettement moins leacutegitime ) de conditionnel Il exprime en effet
une action soumise agrave une condition et tire de lagrave son nom mais en plus (simultaneacute-
ment ) il remplace le futur dans les fonctions que celui-ci aurait ducirc (mais peut-ecirctre nrsquoa
pas pu ) assumer dans lrsquoeacutepoque passeacutee Formeacute au sortir du latin avec lrsquoinfi nitif suivi
de lrsquoauxiliaire habere au passeacute le conditionnel peut ecirctre consideacutereacute comme la variante
(passeacutee) du futur La liaison eacutetroite entre le futur et le moment de lrsquoeacutelocution apparaicirct
agrave la reacutefl exion comme la raison profonde de la creacuteation du conditionnel et par voie
de conseacutequence de lrsquoexistence mecircme de cette regravegle de concordance des temps qui
BEGIONI ROCCHETTI
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oblige agrave passer du futur dans la subordonneacutee (apregraves une principale au preacutesent) agrave un
conditionnel (apregraves une principale au passeacute) Les langues de la Romania occidentale
ont en quelque sorte susciteacute la creacuteation drsquoun temps nouveau speacutecialement consacreacute agrave
lrsquoexpression de lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute afi n de reacutesoudre la non-pertinence du futur
pour cette fonction Voyons maintenant ce que peut nous apporter sur ce point la
langue roumaine
Elle a eacuteteacute confronteacutee au mecircme problegraveme mais a trouveacute une autre solution et
mecircme une solution eacuteleacutegante qursquoil peut ecirctre inteacuteressant drsquoexaminer dans son principe
Le meacutecanisme qursquoelle a utiliseacute est celui qursquoen psychomeacutecanique du langage on appelle
la saisie anticipeacutee lorsque le futur est utiliseacute dans une proposition indeacutependante ou
principale il preacutesente toutes ses caracteacuteristiques en particulier
1- la valeur drsquoulteacuterioriteacute
2- la liaison avec le moment de lrsquoeacutelocution (futur laquo vrai raquo)
En revanche lorsqursquoil se situe dans une proposition subordonneacutee il exprime tou-
jours lrsquoideacutee drsquoulteacuterioriteacute mais il perd sa liaison avec le moment de lrsquoeacutelocution lrsquoulteacute-
rioriteacute se reacutefegravere alors au temps exprimeacute par le verbe de la principale Soit en scheacutema
Fig 1 - Le meacutecanisme de la saisie anticipeacutee
Emploi dans une proposition Emploi dans une proposition
subordonneacutee indeacutependante ou principale
saisie anticipeacutee saisie fi nale
Futur lsquotemps relatifrsquo Futur vrai
(= relatif au temps (= en relation avec
de la principale) le moment de lrsquoeacutelocution)
Le roumain dispose avec cette double saisie du futur drsquoun temps qui comme le
futur des langues romanes occidentales peut situer lrsquoaction dans lrsquoeacutepoque future pour
le locuteur mais qui peut aussi exprimer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute lorsqursquoil est placeacute
dans une subordonneacutee deacutependant drsquoune principale au passeacute
Le choix qui a eacuteteacute celui de la langue roumaine repreacutesente une innovation dans les
langues romanes et a eu au moins trois conseacutequences importantes
1 - Contrairement aux langues romanes occidentales la langue roumaine nrsquoa pas eu recours agrave
un temps speacutecifi que pour exprimer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute Elle a bien disposeacute au sor-
tir du latin drsquoune construction avec lrsquoinfi nitif suivi de lrsquoauxiliaire habere au preacutesent (ex
cantare + habeo gt cacircntare aș lsquolsquo je chanterai(s) rsquorsquo devenu aujourdrsquohui aș cacircnta lsquolsquo je chante-
rais rsquorsquo) mais elle ne preacutesente pas drsquoeacutequivalents de cantare + habebam (conditionnel fr
esp port) ni de cantare + hebui (conditionnel it)
2 - La seconde conseacutequence est lrsquoabsence de veacuteritable concordance des temps lorsqursquoil srsquoagit
drsquoexprimer lrsquoulteacuterioriteacute par rapport au preacutesent ou par rapport au passeacute le futur est utiliseacute
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dans les deux cas Comme par ailleurs le subjonctif srsquoest lui aussi consideacuterablement
reacuteduit en liaison avec lrsquoemploi de la conjonction să (issue du latin si) la concordance des
temps est sans doute la surprise la plus deacutesagreacuteable qui attend les Roumains lorsqursquoils
entreprennent lrsquoapprentissage drsquoune langue romane occidentale
3 - On peut relever une troisiegraveme conseacutequence puisque la langue roumaine nrsquoa pas eu besoin
drsquoun conditionnel pour exprimer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute elle a pu se doter drsquoun veacuteri-
table conditionnel crsquoest-agrave-dire drsquoune forme verbale reacuteserveacutee agrave la seule modaliteacute de condi-
tionnel ce qui nrsquoest pas le cas des autres langues romanes Celles-ci preacutesentent en effet un
temps verbal dit conditionnel qui assume une double fonction lrsquoune temporelle (= ulteacute-
rieur du passeacute) lrsquoautre modale (= conditionnel) La prolifeacuteration des constructions expri-
mant le futur dans la langue roumaine - am să cacircnt lsquolsquo je chanterai rsquorsquo litt lsquolsquo jrsquoai agrave chanter rsquorsquo
voi cacircnta lsquolsquo je chanterai rsquorsquo litt lsquolsquo je veux chanter rsquorsquo o să cacircnt lsquolsquo je chanterai rsquorsquo litt lsquolsquo je veux
que je chante rsquorsquo - a permis agrave la forme qui a donneacute le futur dans les autres langues romanes
(cantare + habeo) de quitter complegravetement le domaine de la temporaliteacute agrave laquelle elle
eacutetait encore attacheacutee aux XVIe et XVIIe siegravecles pour devenir uniquement lrsquoexpression de
la modaliteacute conditionnelle (aș cacircnta = lsquolsquo je chanterais rsquorsquo)
On peut penser que le conditionnel formeacute sur lrsquoinfi nitif suivi de lrsquoauxiliaire agrave lrsquoim-
parfait ou au parfait des langues romanes occidentales est neacute apregraves la mecircme construc-
tion avec lrsquoauxiliaire au preacutesent puisque ce dernier existe en roumain tandis que le
premier est inexistant Si cette hypothegravese est exacte cela pourrait signifi er que le
conditionnel des langues romanes occidentales est neacute en premier pour lrsquoexpression
de la temporaliteacute (lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute) et qursquoil nrsquoa assumeacute qursquoensuite les valeurs
modales reccedilues du subjonctif Crsquoest le chemin suivi aussi on vient de le voir par le
conditionnel roumain dont la construction est la mecircme que celle qui a donneacute les
futurs des langues romanes occidentales On peut voir une confi rmation de cette
hypothegravese dans le deacutegagement amorceacute du conditionnel franccedilais de lrsquoexpression de
lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute avec le remplacement de la forme syntheacutetique du condition-
nel par lrsquoauxiliaire aller suivi de lrsquoinfi nitif il a dit avait dit qursquoil viendrait remplaceacute
dans le franccedilais actuel par il a dit avait dit qursquoil allait venir Ainsi progressivement
deacutegageacute de ses valeurs temporelles le conditionnel franccedilais pourra devenir de plus
en plus modal crsquoest-agrave-dire suivre un chemin parallegravele agrave celui traceacute par le condition-
nel roumain Mais on remarquera que le deacutegagement du conditionnel ne signifi e pas
pour autant la disparition de la concordance des temps on a certes il a dit qursquoil va venir qursquoil allait venir mais pas il avait dit qursquoil va venir On retombe en effet sur la
liaison du futur avec le moment T0 de lrsquoeacutelocution
En reacutesumeacute la concordance des temps apparaicirct comme une eacutetape de lrsquoeacutevolution
de la subordination dans les langues romanes dans la mesure ougrave cette concordance
tregraves stricte dans certaines drsquoentre elles - italien espagnol en particulier mais aussi
franccedilais (du tregraves ancien franccedilais jusqursquoau franccedilais classique) - reacutevegravele une subordina-
tion non encore complegravetement exprimeacutee par lrsquoeacuteleacutement subordonnant (it che esp et
fr que) lequel doit encore ecirctre accompagneacute drsquoune modifi cation agrave la fois modale et
temporelle du verbe subordonneacute On a vu que lrsquoeacutetape suivante repreacutesenteacutee par le
franccedilais conserve la variation compleacutementaire modale mais ne preacutesente plus pour
lrsquoessentiel la concordance temporelle
BEGIONI ROCCHETTI
21
Lorsque cette derniegravere eacutetape sera deacutepasseacutee on pourra dire qursquoil nrsquoy aura plus
aucune diffeacuterence formelle entre une phrase indeacutependante et une phrase subordon-
neacutee seule la preacutesence drsquoune conjonction placeacutee agrave la jonction entre la phrase (1) et la
phrase (2) indiquera que la premiegravere est la proposition reacutegissante et que la seconde
est la proposition reacutegie Crsquoest deacutejagrave ce que lrsquoon observe dans le cas ougrave la phrase reacutegie
indique une reacutealiteacute et cela pour tous les groupes verbaux
je sais X (X= tu fais ce qursquoil faut pour reacuteussir) ------gt je sais que tu fais ce qursquoil faut pour reacuteussir
je constate + tu as reacuteussi ------gt je constate que tu as reacuteussi
Cette remarque reste valable lorsque la proposition subordonneacutee exprime une
action virtuelle irreacuteelle ou potentielle mais seulement pour les verbes du premier
groupe
je veux + tu manges ------gt je veux que tu manges
En revanche lrsquoadaptation modale est indispensable pour les verbes des autres
groupes
je veux + tu dors ------gt je veux que tu dormes
La comparaison entre lrsquoeacutevolution de la subordination et celle du syntagme nomi-
nal pourrait se poursuivre De mecircme que nous venons de voir que la subordination se
comporte diffeacuteremment selon les groupes verbaux de mecircme nous pouvons constater
que la reacutepartition des marques du genre et du nombre entre lrsquoarticle et le substan-
tif tient compte du groupe auquel le substantif appartient srsquoil exprime une pluraliteacute
externe seul lrsquoarticle exprime le genre et le nombre dans la langue orale ex un enfant une enfant lrsquoenfant les enfant(s) mais srsquoil exprime une pluraliteacute interne le
substantif conserve lui aussi la marque du nombre ex lrsquoœil les yeux le travail les travaux
Il y a donc bien un paralleacutelisme eacutevident entre lrsquoeacutevolution de la reacutepartition des
marques du genre et du nombre dans le syntagme nominal et lrsquoeacutevolution de la subor-
dination Crsquoest qursquoen effet le meacutecanisme fondamental de la deacutefl exiviteacute est le mecircme
Dans le premier cas il srsquoapplique agrave un eacuteleacutement de la phrase (le syntagme nominal)
dans le deuxiegraveme agrave la nominalisation drsquoune proposition Lrsquoobjectif de la subordina-
tion est en effet la transformation drsquoune phrase en lrsquoeacutequivalent drsquoun substantif pour
que lrsquoensemble ainsi lsquosubstantiveacutersquo puisse ecirctre inteacutegreacute dans une autre phrase Toutes les
variantes que nous avons vues ne sont que des eacutetapes de cette eacutevolution
Universiteacute Charles de Gaulle - Lille 3
CAER EA 854 Aix-Marseille Universiteacute Louis BEGIONI
Universiteacute Sorbonne Nouvelle - Paris 3 Alvaro ROCCHETTI
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Bibliographie
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Begioni L Bracquenier C (ed) Lrsquoaspect dans les langues naturelles approche comparative
Rennes PUR 39-50
23
Il lessico della cultura materiale come fonte di studio del latino
lsquocirca romanccedilumrsquo
1 Il lessico concreto nei documenti notarili medievali dellrsquoItalia meri-
dionale
In questo contributo saranno presentati alcuni aspetti emersi da un esame del
lessico della cultura materiale nelle carte notarili medievali dellrsquoItalia meridionale
Nellrsquoindagine sullo stadio di lingua in cui si collocano i documenti latini studiati lrsquoos-
servazione del lessico concreto egrave di particolare interesse se si considerano la natura
linguistica dei testi e la situazione comunicativa in cui essi vengono prodotti
Il lavoro si avvale delle edizioni di documenti originali provenienti dalla Cam-
pania e dalla Puglia e riguarda lrsquoarco cronologico che va dallrsquoVIII al XII secolo
Nellrsquoambito della ricerca egrave stato considerato un campione piuttosto abbondante di
circa 5000 carte Lrsquoestrapolazione delle forme attraverso lo spoglio di una porzione
signifi cativa della produzione notarile disponibile consente la raccolta di un reper-
torio lessicale vasto e articolato in cui risulta ridotto il margine di incompletezza
nella rappresentazione del materiale interessato In tal modo egrave possibile osservare i
termini studiati al confronto con un contesto ampio limitando il rischio di trascurare
lrsquoindividuazione di eventuali fenomeni di polimorfi smo nellrsquoindagine comparativa dei
lessemi
Tra le fonti diplomatiche prese in considerazione1 egrave stato selezionato un corpus di
160 brani da cui sono state estratte circa 500 voci relative a oggetti della vita quoti-
diana
I vocaboli analizzati compaiono principalmente in inventari nellrsquoambito di testa-
menti corredi donazioni e in misura minore di vendite Si tratta delle parti libere
dei documenti in cui lo scriba deve descrivere i beni trasmessi elaborando perso-
nalmente il testo in base alle circostanze Al di lagrave del luogo della charta in cui si
trovano gli elenchi in questione2 lrsquointeresse per lo studio del latino lsquocirca romanccedilumrsquo
egrave determinato soprattutto dallo speciale settore del lessico indagato La necessitagrave di
denominare oggetti della vita di ogni giorno suggerisce lrsquoidea che le espressioni impie-
1 Sono indicate nella nota bibliografi ca le sole fonti relative ai casi di studio menzionati in que-sta sede
2 Per le differenze linguistiche dovute alla distinzione strutturale tra parti di formulario e parti libere cfr Sabatini (1965 972-998) e Sabatini (1968 320-358)
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gate fossero di uso corrente e che la scelta dei lessemi rifl ettesse in qualche misura il
linguaggio comune
Lrsquoanalisi lessicale egrave utile per lrsquoosservazione della lingua degli atti notarili da piugrave
punti di vista Lrsquoincontro tra dimensione scritta e dimensione orale che caratterizza
i documenti legali in esame permette di cercare nella scripta latina tracce dellrsquoincon-
tro tra latino e volgare Il problema della diglossia richiede di considerare anche il
registro stilistico Lrsquoattribuzione dellrsquoelemento romanzo a una varietagrave bassa rispetto
al latino non sembra potersi applicare completamente allrsquoinvestigazione del lessico
concreto Tale approccio teorico dovrebbe presupporre un repertorio in cui termini
sinonimi piugrave o meno connotati stilisticamente denotano lo stesso referente proprio
della vita materiale Dalla ricerca in ambito lessicografi co non sono emersi tuttavia
indizi a supporto di questa ipotesi
La complessitagrave e lrsquointreccio di questi fattori saranno illustrati attraverso tre casi
di studio che forniranno lrsquooccasione di rifl ettere nello specifi co sulle implicazioni di
natura diacronica diatopica e stilistica determinate dallrsquoindagine sul lessico quoti-
diano nelle carte notarili
11 Alcuni aspetti dellrsquoindagine lessicale continuitagrave e innovazione
Tra i lessemi individuati si trovano naturalmente termini giagrave in uso in latino
come ad esempio ampulla anulus aratrum catinum conca falx mappa Alcuni di
questi presentano tratti grafi ci o morfologici che si discostano dal modello classico ma
non mostrano una sostanziale evoluzione semantica come calciamenta cocclarium
corcoma russus e i derivati in -ellus acucella arcella caldarella
Accanto alle voci giagrave presenti nella tradizione letteraria latina sono numerose
quelle che non risultano documentate nei lessici latini Molte di queste possono rico-
noscersi in esiti romanzi e dialettali ma non sono infrequenti i casi che non hanno
continuazione nelle varietagrave romanze moderne e che non sono riportati dalle fonti
dizionaristiche Il problema della continuitagrave si presenta con una fenomenologia
variegata che complica la valutazione delle innovazioni lessicali secondo un modello
astratto di polaritagrave latinoromanzo Una classifi cazione defi nita che distingua forme
latine da forme propriamente romanze non egrave unrsquooperazione scontata e in alcuni casi
resta aperta la questione se si tratti di espressioni proprie esclusivamente del romanzo
o di termini latini vitali magari in ambito quotidiano e colloquiale
La questione dellrsquoidentifi cazione di elementi latini e di elementi romanzi com-
porta implicazioni metodologiche che si rifl ettono sul momento della rappresenta-
zione formale In ragione della presenza di volgarismi accanto a lessemi di tradizione
latina questo problema egrave particolarmente complicato nello studio del lessico inda-
gato Nella presentazione di una forma base infatti risulta problematico lrsquouso della
declinazione classica anche per termini la cui interpretazione storica non egrave sempre
chiara Si pone in sostanza il problema di applicare lo stesso trattamento a un mate-
riale che si presenta eterogeneo sotto alcuni aspetti La diffi coltagrave della lemmatizza-
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zione egrave evidente anche nei diversi criteri impiegati dalle fonti lessicografi che come si
potragrave constatare a proposito di alcuni degli esempi illustrati di seguito I tipi elencati
selezionati a titolo dimostrativo non sono registrati dai dizionari di latino classico e
risultano documentati solo in latino medievale3
andantelis agg nel sintagma altare andantele ldquoaltare mobilerdquo (1043 in Salernitano agro
CDC VI MXVI) La forma egrave lemmatizzata e defi nita in questo modo nel Lexicon posto in
appendice al IX volume del CDC4
barilis s m ldquobarilerdquo (1065 Salerno CDC IX 1) Il Lexicon di CDC5 riporta barrilis ldquodoliolumrdquo Il termine si trova sotto la voce barile in DuCange (I 578b)
calzari s m pl ldquocalzarirdquo (1028 in Salernitano agro CDC V DCCXCVII) Il termine egrave
riportato in questa forma solamente da Sella (104) che registra una forma simile calzarius
ldquocalzarerdquo a Venezia nel 1271
cardaturum -us ldquocardo (da lana)rdquo6 (1021 Bari CDB I 10) In questo caso si segnala la
diffi coltagrave di assegnare la categoria di genere a certe forme laddove i termini studiati com-
paiono per lo piugrave in funzione di complemento oggetto Su tre occorrenze individuate nel
corpus due terminano in -o e una in -um7
citrinus agg ldquogiallordquo (1065 Bari CDB IV 42)8
coclarilis s m ldquoporta cucchiairdquo (1054 Monopoli nella forma cucclarile ChCup 42)9
corcibaldus s m ldquoveste corta o a maniche corterdquo (968 Nocera CDC II CCLVII)10
facciatora s f ldquomadia cassa di legno per impastarerdquo (1054 Monopoli ChCup 42)11
fondata s f ldquoveste con ricami drsquooro su setardquo (1028 Gaeta CDCaj I CLIII)12
nastala s f ldquonastrordquo (1028 Gaeta CDCaj I CLIII)13
zappa s f ldquozappardquo (845 Luceria CDC I XXV Sappas duas nel 785 a Benevento)14
3 Per comoditagrave di esposizione sono indicati il luogo e lrsquoanno dellrsquoattestazione piugrave antica rilevata nel corpus
4 De Prisco (1984 451)5 De Prisco (1984 453)6 La forma non egrave registrata dalle fonti lessicografi che consultate Ditchfi eld (2007 350) la
menziona a proposito della cardatura sottolineando la peculiaritagrave dellrsquouso al singolare per un oggetto utilizzato in paia
7 Oltre allrsquooccorrenza indicata il termine si trova nel 1054 a Monopoli (ChCup 42) e nel 1138 a Terlizzi (CDB III LI)
8 Cfr LIMAL (80a)9 Anche questa forma non egrave registrata dai dizionari consultati La defi nizione proposta egrave tratta
da Ditchfi eld (2007 130)10 Cfr DuCange (II 664a) LIMAL (112b) Niermeyer (I 384a) Ditchfi eld (2007 457)11 Nessuno dei dizionari consultati registra la forma Cfr Ditchfi eld (2007 120) che individua la
continuazione in Puglia nella forma fassature Cfr anche in VDS (I 226) fazzatorǝ ldquomadiardquo12 Cfr Niermeyer (I 599a) dove fundatus egrave defi nito ldquomȇleacute de fi l drsquoorrdquo e Sella (255) che riporta
fundatum ldquointessuto drsquoorordquo Cfr anche Ditchfi eld (2007 417-420) 13 Cfr DuCange (V 571a) Niermeyer (II 930a) REW (5840)14 Cfr DuCange (VIII 427b) Niermeyer (II 1224a) REW (9599)
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Un altro aspetto determinante nella caratterizzazione della situazione linguistica
relativa ai documenti studiati sono gli apporti alloglotti principalmente i germanismi
dovuti alla presenza longobarda e i grecismi di infl usso bizantino I longobardismi
non sono molto numerosi nel settore lessicale di nostro interesse Qualche traccia
si trova in termini come predula ldquosgabellordquo (sia a Monopoli nel 1054 in ChCup 42
che a Salerno nel 1065 in CDB IV 42) plaione ldquolenzuolordquo (a Bari nel 971 in CDB
IV Frammenti 2 e a Salerno nel 988 in CDC II CCCCIII)15 scirfa ldquosuppellettili
date come corredo nuzialerdquo (a Nocera nel 1014 in CDC IV DCLXXV)16 I greci-
smi sono piuttosto evidenti nel lessico relativo alla liturgia ad esempio in vocaboli
indicanti libri sacri come anastasimon (1032 Bari CDB I 18) catanicticon (1065
Salerno CDC IX 1) biblion panegiricon (1065 Salerno CDC IX 1) Alcuni lessemi
che denotano articoli di provenienza orientale si trovano anche nel linguaggio della
moda Lrsquoattribuzione di valore semantico per alcune di queste forme non consente di
ricavare unrsquoimmagine completa e dettagliata degli oggetti in questione Si tratta di
termini come bambadiki (1054 Monopoli ChCup 42) che indicherebbe una cami-
cia di cotone presumibilmente confezionata a Costantinopoli17 fuffude (1065 Bari
CDB IV 42) che rimanda forse a un tessuto di sciamito decorato a pois e alla tunica
confezionata con lo stesso tessuto18 scamagna ldquocaftanordquo (1029 in Salernitano agro
CDC V DCCCXII)19
2 Alcuni casi di studio
I casi illustrati di seguito rappresentano degli esempi della compresenza di diversi
fattori che si nota nellrsquoindagine sulle carte medievali latine Dallrsquoanalisi dei singoli
lessemi o di determinati aspetti strutturali che accomunano diversi tipi lessicali emer-
gono implicazioni di varia natura che possono essere comprese appieno solo se valu-
tate insieme e in rapporto tra loro
Il livello morfologico dellrsquoanalisi sembra di notevole rilievo a questo proposito In
particolare lrsquoesame dei modi della derivazione chiama in causa aspetti diacronici dia-
topici e di esplicazione del signifi cato Lo studio delle forme derivate invita a osserva-
zioni sulla produttivitagrave di alcuni suffi ssi nel corso del tempo e consente di verifi carne
la vitalitagrave nei territori considerati alla luce del confronto con la distribuzione geo-
grafi ca in epoche successive Lrsquointerpretazione delle forme suffi ssali stimola inoltre
rifl essioni sul signifi cato e sullrsquoambito drsquouso dei termini
Gli aspetti menzionati possono essere riscontrati tutti nella denotazione dellrsquoag-
gettivo ldquoafricanordquo in riferimento a tessuti nel CDC
15 Cfr LEI-Germ (I fasc 5 928-931)16 Cfr Tamassia (1906-7 311-318)17 Cfr Ditchfi eld (2007 446) e Nicole (1894 32) 18 Cfr Ditchfi eld (2007 415-6 e 451)19 Cfr DuCange (scaramanga VII 337 c) REW (scaramancum 577 a) Ditchfi eld (2007 452)
FERRARI
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(1) 1043 in Salernitano agro panni serici africati (CDC VI MXVI)
(2) 1045 - panni serici africazzani du de altare (CDC VI MLII)
(3) 1049 Salerni vel in comitatu Salernitano pani serici africazzani tres de altare (CDC VII
MCXXI)
(4) 1054 Salerni vel in comitatu Salernitano pannilli afrecazzani serici quadtuor (CDC VII
MCCV)
(5) 1058 - sindones africactiana sericas quinque (CDC VIII MCCLVIII)
(6) 1065 Salerno sindones africaczanas sericas quinque (CDC IX I)
Il signifi cato del termine in relazione alla provenienza africana dei tessuti sem-
bra confermato da un altro passo in cui tale aspetto egrave espresso dal complemento de africa in luogo dellrsquoaggettivo (planete due de serico de panni de africa 1057 luogo
non menzionato CDC VIII MCCLII) Lrsquoaggettivo di provenienza egrave riportato per il
latino solo come Africus (ThLL I 1254 e REW 272) e Africanus (ThLL I 1260) LEI
(I 1270) riporta lrsquoaggettivo africanus come voce dotta presente in quasi tutte le lingue
romanze e segnala anche i tipi africato e africazzano derivati di africus come forme
dellrsquoitaliano antico meridionale inserite in un contesto latino Sia il tipo in -ato che
quello in -actianus-azzano non sono documentati nelle varietagrave romanze moderne
LEI rimanda alle stesse carte del nostro corpus senza richiami ad altre fonti al di
fuori del CDC Egrave da notare inoltre che le stesse forme non risultano attestate in altri
documenti coevi di diversa area
In questo caso il problema della defi nizione del tipo lessicale e della riduzione
a una forma base egrave particolarmente evidente I tipi africato e africazzano anche se
giudicati come semplici varianti formali mostrano una veste morfologica che si dif-
ferenzia sensibilmente
Nellrsquoanalisi delle forme rilevate lrsquoelemento che appare piugrave diffi cile da chiarire egrave
il suffi sso -azzo Esso egrave impiegato in alcune varietagrave romanze per derivare nomi di
abitanti Rohlfs20 segnala questo uso in Corsica in basteligaccio ldquodi Bastelicardquo bas-tiaccio ldquodi Bastiardquo con esito fonetico in -accio in Toscana in Melazzo ldquoabitante di
Melordquo e in Italia nordoccidentale in fi emazzo ldquodella Val di Fiemmerdquo Se si consi-
dera tale distribuzione areale del suffi sso inteso come espressione di appartenenza
geografi ca lrsquoaggettivo africazzano individuato nel CDC testimonierebbe un uso che
risulta documentato nelle varietagrave romanze moderne in aree che non corrispondono
con quella interessata dai documenti Meno problematica sembra invece lrsquoaggiunta
del suffi sso -ano indicante anchrsquoesso un rapporto di appartenenza e usato anche per
la formazione di nomi di abitanti
Un altro aspetto di cui tenere conto egrave che gli aggettivi africo africano sono consi-
derati per lrsquoitaliano come propri di un linguaggio colto e che le forme in -azzo ripor-
tate da Rohlfs sono registrate in ambito per lo piugrave dialettale Questo confronto tra le
diverse opzioni favorisce rifl essioni sulla connotazione stilistica di africazzano per
cui non si puograve escludere che si tratti di una voce se non colloquiale almeno non
20 Rohlfs (1969 III 365-7)
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colta Lrsquoassenza nel corpus studiato di altri modi per indicare lo stesso signifi cato non
permette tuttavia di valutare la forma indagata al confronto con forme alternative
ovvero di comprendere se si tratti di un uso generalizzato privo di specifi che conno-
tazioni regionali o stilistiche
In un diverso documento del CDC degli stessi anni si incontra un altro termine
con occorrenza unica nel corpus che per aspetto formale e contesto sembrerebbe
appartenere alla stessa famiglia lessicale e che potrebbe invece essere inteso diversa-
mente In una carta del 1047 si fa menzione di una planeta linea ornata africu (CDC
VII MXCVI) La spiegazione di africu come aggettivo di planeta nel signifi cato di
ldquoproveniente dallrsquoAfricardquo risulta complicata sotto il profi lo morfologico oltre che per
il contesto sintattico se si guarda alla terminazione e alla posizione nel testo dopo
lrsquoaggettivo ornata Il problema troverebbe una soluzione di fronte a unrsquoaltra ipotesi
interpretativa che riconoscerebbe nel lessema un diverso tipo lessicale estraneo alle
accezioni fi nora considerate che manterrebbe una forte coerenza dal punto di vista
semantico Il tipo in questione non risulta documentato dalle fonti lessicografi che
di latino e di latino medievale ma si incontra con forme diverse nella carta 1547 di
AIS VIII lsquoorlare (i fazzoletti)rsquo nelle varietagrave dialettali dellrsquoItalia meridionale a partire
dalla Campania e dalla Puglia settentrionale includendo anche la Sicilia Si tratta
del nap agravefreco afreciello ldquoorlatura orlo di fazzoletto o drsquoaltro panno cucito a tra-
foro lrsquoestremitagrave dei pannilani ripiegata in dentro e cucitardquo (DrsquoAscoli 29a cfr anche
Andreoli 16a) del cal lieacutefricu leacutefricu ldquoorlo (del fazzoletto)rdquo (NDDC 363b) del sal
aacutefricu ldquoorlatura orlo di un fazzolettordquo (VDS I 35a) del sic rregravefi cu ldquoorlo cucitura
che si fa allrsquoestremitagrave di una stoffa ripiegata su seacute stessa per impedire che si sfi laccirdquo
(VS IV 110b) Lrsquoorigine sarebbe il verbo refricare ldquoreibenrdquo REW (7159) registrato
in latino con il solo signifi cato di ldquostrofi narerdquo e per estensione di ldquorinnovarerdquo Sotto
questa entrata REW riporta il nap lefre kare il cal lyefrikare il sic rifi kari ldquosaumlu-
menrdquo con i derivati cal liefritsu pugl afretsu ldquoSaumrdquo Egrave interessante segnalare che lo
stesso dizionario raccoglie separatamente sotto la voce africus ldquoafrikanischrdquo (REW
272) il nap afreke e il tar afrike ipotizzando il signifi cato di ldquoArt Nahtrdquo
Secondo questa interpretazione bisognerebbe distinguere le forme rilevate lad-
dove lrsquoaggettivo lsquoafricanorsquo egrave espresso con il termine africazzano e africu sarebbe da
ricondurre a un etimo diverso e indicherebbe lrsquoorlatura decorativa della planeta Se
si accoglie la spiegazione di africu nel senso di ldquoorlordquo come derivazione da refri-
care lrsquooccorrenza si puograve intendere come una testimonianza antica di un fenomeno
che continua ancora nei dialetti meridionali
Queste osservazioni consentono infi ne di valutare in modo piugrave problematico il
senso del passo (1) in cui si puograve ipotizzare per il sintagma panni serici africati una
certa ambiguitagrave di signifi cato Da una parte il termine africati si differenzia formal-
mente rispetto al tipo piugrave ricorrente africazzano che pure compare in documenti
redatti negli stessi anni e soprattutto nello stesso contesto socio-culturale Una possi-
bilitagrave sarebbe di spiegare il suffi sso -atus come desinenza participiale riconducendo
FERRARI
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il termine allrsquoorigine refricare21 Il contesto tuttavia mostra una forte analogia con
i documenti in cui compaiono i panni serici africazzani Questo uso indurrebbe a
considerare le forme come semanticamente coincidenti in quanto varianti formali
con la stessa accezione di ldquoafricanirdquo
Il problema della registrazione nelle fonti lessicografi che unito alle rifl essioni
sugli aspetti semantici e sullrsquoambito drsquouso di determinati lessemi puograve incontrarsi
ancora una volta nella presenza di aggettivi che rimandano alla provenienza geogra-
fi ca degli oggetti Per i termini illustrati di seguito la speculazione egrave motivata soprat-
tutto dal tipo di formazione laddove lrsquoimpiego di un certo suffi sso suggerisce lrsquoipotesi
che si tratti di un uso relativo a un campo semantico defi nito A Gaeta nel 1028 si
incontra una fondata mea serica bona gaytanisca (CDCaj I CLIII) a Monopoli nel
1054 un faciolo grecisco (ChCup 42) a Bari nel 1065 duo facioli greciski (CDB IV
42) nellrsquoagro salernitano nel 1043 quadtuor sindones grecesce (CDC VI MXVI) a
Terlizzi nel 1180 tres pallidellas franciscas lini (CDB III CXXIX)22 a Molfetta nel
1184 unam caiam (o catam) malfetanescam (CDB VII LXVIII)23
Gli aggettivi individuati nel nostro corpus sono sempre legati al campo tessile
qualifi cando specifi ci oggetti di stoffa Il suffi sso si incontra in italiano antico per for-
mare aggettivi che indicano lrsquoorigine e in alcuni casi questi si riferiscono a manifat-
ture tessili in espressioni come lana corsesca panno francesco lana lombardesca e
panni lombardeschi documentate da TLIO in testi toscani del XIII e del XIV secolo
Egrave signifi cativo il riscontro di tale formazione in testi mediolatini e si segnala che i tipi
gaytaniscus e malfetanescus non risultano documentati dai dizionari di latino neacute di
latino medievale al contrario di franciscus e greciscus attestati giagrave in una carta del
1007 riportata nelle Memorie Amalfi tane (I 222 amictum unum optimum de seta plumatu greciscu petie due de pannu plumatu francesce)24
In quanto al signifi cato lrsquointerpretazione solleva alcuni dubbi sul valore semantico
da assegnare agli aggettivi In particolare il tipo francesco indicherebbe un prodotto
o una merce laquoche proviene dalle manifatture della Francia e in partic della Fiandraraquo
o laquoche egrave decorato o viene eseguito secondo modelli o tecniche francesiraquo (GDLI VI
283b) Lrsquoespressione panno francesco egrave defi nita da TLIO ldquotipo di tessuto per abitirdquo
Analogamente un aggettivo come romanesco si incontra nellrsquoitaliano letterario del
21 Alessio (1976 9) riporta lrsquoespressione panni serici africati sotto la voce affricare ldquofregar con-tro stropicciarerdquo e rimanda alle forme dialettali per ldquoorlordquo
22 Dal punto di vista semantico sono da considerare separatamente le occorrenze dellrsquoaggettivo nel sintagma lectus franciscus (in CDB III LI CDB III CXXIX CDB VII LXVIII) che indicherebbe un letto di larghezza intermedia e che egrave attestato nelle carte pugliesi dopo la conquista normanna nel 1071 (cfr Ditchfi eld 2007 77)
23 Questrsquoultimo aggettivo compare anche in un corredo di Terlizzi del 1138 (CDB III LI) in cui si menzionano tres faciolos unam etiam malfetanescam duas reticellas sericas La lettura della forma etiam egrave controversa In ogni caso essa denota con ogni probabilitagrave un oggetto di tessuto
24 Cfr LIMAL (1029b)
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XVI-XVII sec nel sintagma panno romanesco a indicare un laquotessuto ruvido e gros-
solano (e lrsquoabito confezionato con tale tessuto)raquo (GDLI XVII 36a)
Non pare illogico quindi domandarsi se la peculiaritagrave semantica dellrsquoaggettivo
francesco non possa estendersi anche agli altri tipi Gli aggettivi studiati potrebbero
indicare oltre al luogo di produzione degli oggetti che descrivono particolari caratte-
ristiche materiali come il genere di manifattura La presenza dei suffi ssi -anus + -iscus nelle forme gaytaniscus e malfetanescus conduce a unrsquoulteriore rifl essione conside-
rando che lrsquoorigine geografi ca risulterebbe espressa giagrave con il solo -anus Non egrave dato
stabilire se allrsquoaspetto morfologico corrisponda una precisa accezione semantica o se
si tratti solo di un fatto formale Egrave impossibile inoltre ogni verifi ca sulla conforma-
zione degli oggetti I contesti di occorrenza sono indicativi della preziositagrave dei tessuti
menzionati che rientrano in elenchi di beni di lusso e sono caratterizzati da unrsquoalta
qualitagrave e un consistente valore economico25
3 Conclusioni
Lrsquoosservazione dei termini presi in esame mette in luce alcune questioni poste
dallrsquoanalisi lessicale nello studio della lingua dei documenti Lrsquoindagine diacronica sul
materiale raccolto suggerisce in certi casi lrsquoesistenza anche nel latino tardo di feno-
meni presenti in ambito romanzo e alla luce del confronto con le varietagrave dialettali
moderne egrave possibile notare nelle fonti medievali tratti che paiono diatopicamente
connotati
Non sono infrequenti i casi in cui si puograve ravvisare un uso proprio di unrsquoarea geo-
grafi ca specifi ca La frequenza limitata alla produzione di un territorio circoscritto
spiegherebbe lrsquoassenza di alcuni lessemi nei corpora delle opere lessicografi che Egrave
prevedibile inoltre che lo studio dei testi mostri talvolta testimonianze antiche di usi
locali che continuano in voci dialettali Ciograve si ipotizza per il tipo africu non attestato
dai dizionari di latino nel signifi cato di laquoorloraquo ma documentato nelle parlate di area
meridionale Come si egrave visto con la forma africazzano lrsquoindagine puograve offrire informa-
zioni sulla produttivitagrave di certi elementi in epoche diverse mostrandone la vitalitagrave su
un territorio piugrave esteso in passato rispetto a quanto si constata per le varietagrave romanze
moderne
Le occorrenze degli aggettivi di provenienza in -iscus rappresentano infi ne testi-
monianze di un modello di formazione ben presente in italiano antico I tipi gaytani-scus e malfetanescus non sembrano documentati in altre fonti cosigrave come non risul-
tano aggettivi analoghi che presentino la stessa struttura morfologica con il doppio
suffi sso
25 Cfr Ditchfi eld (2007 524) a proposito dei veli importati dallrsquoimpero bizantino e dalla cittagrave di Amalfi e Ditchfi eld (2007 417-20) per il ricamo drsquooro su seta ovvero il fundatus anche con riferimento alla fondata gaytanisca menzionata nel nostro documento
FERRARI
31
Lo studio del lessico in prospettiva diacronica insieme allrsquoosservazione della
distribuzione geografi ca e dellrsquoambito drsquouso di forme e di tipi lessicali comporta ri-
fl essioni che toccano anche lrsquoaspetto stilistico
Per le forme che non godono di signifi cativa documentazione si puograve immaginare
che esse fossero vitali per lo piugrave nella comunicazione orale Tale aspetto unito al
riscontro di continuazioni dialettali (si veda africu) e allrsquoattribuzione dei lessemi a
varietagrave regionali (si ricorda che africato e africazzano sono individuati da LEI solo
come forme del latino medievale campano) apre la questione del livello stilistico in
cui collocare i termini in esame Lrsquouso del tipo africazzano appare interessante se
si considera la disponibilitagrave di una alternativa africanus defi nito termine colto dai
dizionari consultati Se si pensa alle diverse opzioni come a pure varianti formali
lrsquoopposizione tra i due tipi potrebbe trovare una giustifi cazione in unrsquoipotetica dif-
ferenza stilistica tra le due forme La stessa opportunitagrave di una facile alternativa fa
sospettare perograve una piugrave precisa motivazione della scelta lessicale il cui valore seman-
tico resta tuttavia di diffi cile comprensione
La ricerca di documentazione nelle fonti lessicografi che puograve risultare problema-
tica con conseguenti diffi coltagrave nellrsquoassegnazione di valore semantico che a volte
non consentono una defi nizione precisa e dettagliata dei lessemi Lrsquoesame dei ter-
mini selezionati offre lo spunto per sottolineare che lrsquoanalisi linguistica in un settore
del lessico come quello interessato deve accompagnarsi a un approccio di studio che
abbia come argomento anche il rapporto tra lsquoparole e cosersquo Come si egrave visto non sem-
pre egrave possibile un riscontro oggettivo dei vocaboli indagati che favorirebbe in certi
casi una migliore comprensione della realtagrave linguistica e materiale
Per le carte esaminate non sembra possibile stabilire se gli scribi operassero una
selezione nellrsquoambito di un repertorio linguistico Le scelte lessicali che emergono
dai documenti rispecchiano con ogni probabilitagrave lrsquouso corrente Se la situazione di
diglossia che riguarda la scrittura notarile richiama a rifl essioni di natura stilistica
pare azzardato tuttavia riconoscere immediatamente nei termini rilevati voci popo-
lari proprie di una varietagrave bassa proiettando categorie moderne sullrsquointerpretazione
dei testi antichi Non egrave infatti opportuno accomunare sul piano sociolinguistico le
voci dialettali delle varietagrave romanze moderne e quelle che in base alla documenta-
zione mediolatina sembrano avere una circolazione limitata a una determinata area
geografi ca Lrsquoindagine sullrsquointersecazione del livello diatopico con quello diastratico
risulta complessa specialmente se proiettata sulla situazione linguistica di cui i testi
in questione non sono che una testimonianza ridotta e fortemente condizionata dalla
variante diamesica26 Il problema di applicare le etichette lsquoregionalersquo e lsquopopolarersquo negli
studi sul latino volgare egrave discusso da Poccetti (2004 149-151)27 In particolare occorre
ricordare che laquoegrave certo che il latino regionale di qualunque epoca non era soltanto
26 Su questo problema cfr Varvaro (1998)27 Sullrsquoapplicazione di un approccio dialettologico a situazioni linguistiche del passato cfr
anche Varvaro (2004)
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lsquopopolarersquoraquo (Poccetti 2004 204) Questa consapevolezza puograve applicarsi anche alla
situazione in esame e ben si collega a un altro aspetto da non sottovalutare che con-
cerne proprio il peculiare ambito a cui appartengono i lessemi Tutti i termini indagati
rientrano nel linguaggio specifi co di un campo semantico ben defi nito e avrebbero
quindi una connotazione piugrave o meno tecnica La scarsitagrave di testimonianze per alcuni
tipi potrebbe essere attribuita quindi non tanto allrsquoaffi oramento episodico di tratti
diastraticamente connotati quanto a un uso specializzato di certi elementi lessicali
Il riferimento di una decisa connotazione diastratica alle forme individuate non egrave
conveniente anche di fronte al carattere regionale di alcune espressioni Per quanto
la denominazione di oggetti quotidiani lasci supporre lrsquouso del linguaggio comune la
mediazione del testo scritto richiede cautela nel vedere le forme incontrate come un
immediato rifl esso della lingua parlata
In conclusione sono molti i fattori da tenere in conto nella lettura delle scrip-tae notarili soprattutto se si cerca di attingere tracce del linguaggio comune Per lo
studio del lessico concreto si puograve ipotizzare tuttavia un ridimensionamento della
distanza della scripta dal linguaggio corrente di fronte alla necessitagrave di denominare
oggetti della vita quotidiana (un ulteriore cenno merita la distinzione tra gli articoli
piugrave comuni e quelli piugrave preziosi che non dovevano godere di grande diffusione) Sia
nel caso in cui si osservano elementi sovraregionali sia in quello in cui si individuano
tratti diatopici la documentazione di fenomeni non testimoniati dalle fonti latine puograve
offrire interessanti testimonianze della loro circolazione nel contesto preromanzo Il
forte legame con la realtagrave concreta e con la vita quotidiana del lessico studiato con-
sente un punto di vista privilegiato a questo scopo
Istituto Italiano di Scienze Umane Valentina FERRARI
FERRARI
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Nota bibliografi ca
Fonti primarie
CDB = Codice diplomatico barese I Nitto de Rossi Giovanni Battista Nitti de Vito Francesco
1897 Le pergamene del duomo di Bari (952-1264) III Carabellese Francesco 1899 Le per-gamene della Cattedrale di Terlizzi (971-1300) IV-V Nitti de Vito Francesco 1900 e 1902
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35
Le systegraveme des participes latins et les signes avant-coureurs
des changements romans au VIe siegravecle apregraves J-Ch
Au VIe siegravecle apregraves J-Ch les structures de la langue latine ne correspondent plus
tout agrave fait aux normes du latin classique aussi bien du point de vue morphologique et
seacutemantique que syntaxique
Il est fort diffi cile par ailleurs drsquoeacutetablir avec preacutecision une lsquolsquo grammaire rsquorsquo de la
langue de cette peacuteriode le latin du VIe siegravecle est en effet une mosaiumlque de niveaux de
langue et de structures linguistiques diverses Il semble donc que les grammaires de
latin tardif eacutevoquent un stade plus avanceacute de lrsquoeacutevolution
Nous voudrions aujourdrsquohui eacutevoquer le systegraveme participial aussi bien au sein des
constructions absolues que dans le discours Nous verrons ainsi quels sont les nou-
veaux outils linguistiques dont disposent les auteurs et la survivance de ceux-ci en
roman
1 Le corpus
Afi n de mettre en lumiegravere un deacuteveloppement diachronique de lrsquoemploi du parti-
cipe nous avons confronteacute deux synchronies dans lrsquoeacutetablissement du corpus de textes
pour notre eacutetude Drsquoun cocircteacute quatre textes de latin tardif1 et de lrsquoautre quatre textes
de latin classique
11 Le corpus de textes tardifs
Tout drsquoabord nous avons choisi deux textes de Greacutegoire de Tours (538-593) le
livre II de lrsquoHistoria Francorum et le livre II du De uirtutibus sancti Martini afi n
de deacuteterminer si lrsquoemploi des constructions absolues et du participe est lsquolsquo homogegravene rsquorsquo
chez Greacutegoire de Tours ou srsquoil reacutepond au contraire agrave des critegraveres litteacuteraires choisis
en fonction de la nature du genre litteacuteraire LrsquoHistoria Francorum est en effet une
œuvre historique dans laquelle les notations chronologiques sont essentielles alors
que le De uirtutibus sancti Martini est une œuvre hagiographique qui consiste en une
succession drsquoanecdotes sans lien les unes avec les autres
1 Les textes de latin tardif sont citeacutes drsquoapregraves lrsquoeacutedition des Monumenta Germaniae Historica disponible en ligne ltwwwdmghdegt Le premier chiffre correspond au livre de lrsquoœuvre le second au chapitre le troisiegraveme agrave la page des Monumenta Germaniae Historica et le qua-triegraveme agrave la ligne Les textes classiques sont eux citeacutes dans lrsquoeacutedition de la Collection des Universiteacutes de France aux Belles Lettres Paris
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36
Nous avons parallegravelement compareacute Greacutegoire de Tours avec deux autres auteurs
tardifs de textes historiques lrsquoun anteacuterieur lrsquoAnonyme de Valois (eacuteveacutenements de 464
agrave 526) et lrsquoautre posteacuterieur Freacutedeacutegaire (texte eacutecrit vers 660) cette similitude de genre
litteacuteraire permettant drsquoeacutecarter autant que possible les diffeacuterences stylistiques inheacute-
rentes agrave chaque genre litteacuteraire
12 Le corpus de textes classiques
Nous avons choisi le livre I du De Bello Gallico de Ceacutesar le livre I de Tite-Live
(Ab urbe condita) le livre I des Annales de Tacite et le livre XXIII drsquoAmmien Mar-
cellin auteur du IVe siegravecle apregraves J-Ch traditionnellement consideacutereacute comme le der-
nier auteur agrave eacutecrire dans un latin de facture classique
Cette eacutetude de lrsquoemploi du participe srsquoappuie majoritairement sur son emploi dans
les constructions absolues lrsquoablatif absolu agrave lrsquoeacutepoque classique et durant toute la lati-
niteacute auquel srsquoajoutent agrave lrsquoeacutepoque tardive ce qursquoon appelle lsquoaccusatif absolursquo et lsquonomi-
natif absolursquo
2 Les constructions absolues deacutefi nition
Les constructions absolues sont des syntagmes constitueacutes majoritairement drsquoun
sujet et drsquoun participe jouant le rocircle syntaxique de preacutedicat les deux eacutetant accordeacutes
en genre en nombre et en cas En latin classique ces syntagmes sont exclusivement
agrave lrsquoablatif (ce sont des lsquoablatifs absolusrsquo) mais les textes en latin tardif preacutesentent de
nouvelles constructions absolues qui nrsquoexistent pas en latin classique le nominatif
absolu (ougrave le sujet et le participe sont au nominatif) lrsquoaccusatif absolu (ougrave le sujet et
le participe sont agrave lrsquoaccusatif) et les constructions mixtes (ougrave le sujet est agrave un cas et le
participe agrave un autre)
Ainsi lrsquoablatif absolu proelio facto chez Ceacutesar lsquolsquo le combat ayant eacuteteacute fait rsquorsquo (Gall 1 13 1) pourrait-il se trouver chez Greacutegoire de Tours sous la forme drsquoun accusatif
absolu ou drsquoun nominatif absolu proelium factum ou drsquoune construction mixte facto proelium
Dans nos textes tardifs si les nouvelles constructions absolues sont bien repreacutesen-
teacutees lrsquoablatif absolu reste de loin majoritaire
Tableau 1 Reacutepartition des constructions absolues chez nos auteurs tardifs
des VIe et VIIe siegravecles
Nombre
total de
constructions
absolues
Nominatif
absolu
Accusatif
absolu
Construc-
tions mixtes
Ablatif
absolu
Anon
Vales38 132 26 842
GAYNO
37
Nombre
total de
constructions
absolues
Nominatif
absolu
Accusatif
absolu
Construc-
tions mixtes
Ablatif
absolu
GregTur
Martin234 3 86 04 88
GregTur
Hist246 32 11 32 826
Fredeg 144 222 97 111 57
Ce tableau montre que lrsquoablatif absolu reste la construction absolue la plus employeacutee
au VIe siegravecle dans nos textes Il corrobore ce qursquoeacutecrit Johannes Muumlller-Lanceacute2 ce der-
nier se deacuteclare deacuteccedilu de ne pas avoir retrouveacute dans les textes ce que les manuels annon-
cent traditionnellement crsquoest-agrave-dire un net deacuteveloppement des nouvelles constructions
absolues au deacutetriment de lrsquoablatif absolu Paolo Greco3 relegraveve quant agrave lui les mecircmes
proportions que nous pour le premier livre de lrsquoHistoria Francorum agrave savoir 73
drsquoablatifs absolus 20 drsquoaccusatifs absolus et 2 de nominatifs absolus
Cette structure ougrave le participe preacutedicat a un sujet propre donne agrave la construction
absolue une valeur de proposition circonstancielle et se retrouve eacutegalement en fran-
ccedilais
Le pegravere mort les fi ls nous retournent le champ (La Fontaine Fables V 9)
De mecircme en ancien-franccedilais ougrave nous avons releveacute dans notre lecture de La Chanson de Roland soit 4002 vers lrsquoemploi drsquoun syntagme participial correspondant
agrave une construction absolue latine
Desfi les ci sire vostre veiant (Rol 326)
lsquolsquo Je les en deacutefi e Sire agrave votre vue rsquorsquo
Le chevalier Ganelon srsquoadresse ici au roi Charlemagne Le participe veiant du verbe
veoir forme ici une locution adverbialiseacutee dans laquelle il est grammaticaliseacute en adverbe on
peut le traduire par lsquolsquo devant rsquorsquo
La rareteacute des constructions absolues est remarquable dans le texte du XIe siegravecle
Cette situation srsquooppose agrave celle de notre corpus tardif ougrave lrsquoon trouve plusieurs
constructions absolues par page Cette structure a donc beaucoup diminueacute en ancien-
franccedilais comme le note Philippe Meacutenard4 laquo Les constructions absolues de lrsquoancien-
2 Muumlller-Lanceacute (1994 119)3 Greco (2005)4 Meacutenard (1988 173)
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38
franccedilais sont beaucoup plus limiteacutees [qursquoen latin tardif] puisqursquoil srsquoagit surtout des
formes oiant et voiant qui font presque fi gure de preacutepositions raquo
3 Le participe
Le participe employeacute dans les constructions absolues peut aussi bien ecirctre un par-
ticipe preacutesent qursquoun participe passeacute Le participe futur et lrsquoadjectif verbal sont rares
degraves le latin classique Cependant on observe une diffeacuterence de proportion entre les
occurrences du participe preacutesent et celles du participe passeacute entre le latin classique
et nos auteurs tardifs en latin classique les auteurs privileacutegient lrsquoemploi du participe
passeacute en construction absolue Mais lrsquoemploi du participe preacutesent va beaucoup aug-
menter dans les constructions absolues dans notre corpus de latin tardif
Les constructions absolues ne comportant qursquoexceptionnellement une autre forme
participiale celles-ci sont noteacutees dans la colonne laquo autre raquo dans le tableau suivant
Tableau 2 Les participes employeacutes dans les constructions absolues chez
les auteurs classiques du corpus
Participe
preacutesent
Participe
parfait actif de
verbe deacuteponent
Participe
parfait passifAutre
Caes 79 0 921 0
Liv 155 3 81 055
Tac 208 108 661 236
Amm 202 92 706 0
La supeacuterioriteacute numeacuterique de lrsquoemploi du participe parfait passif dans les construc-
tions absolues agrave lrsquoeacutepoque classique ressort clairement de ce tableau quoique lrsquoon
puisse noter un infl eacutechissement de cette tendance de Ceacutesar (921) agrave Tite-live (81)
et surtout Tacite (661)
Dans nos textes tardifs cette reacutepartition change avec lrsquoaugmentation de lrsquoemploi
du participe preacutesent comme le note Johannes Muumlller-Lanceacute7 Le tableau suivant
montre cette eacutevolution chez les auteurs tardifs de notre corpus
5 Un adjectif verbal en 1 18 6 condenda6 Trois adjectifs verbaux 1 26 4 augendis 1 26 4 adleuandis 1 54 1 retinendis7 Muumlller-Lance (1995 417)
GAYNO
39
Tableau 3 Les participes employeacutes dans les constructions absolues
chez les auteurs tardifs de notre corpus8
Participe
preacutesent
Participe
parfait actif de
verbe deacuteponent
Participe par-
fait passifAutre
Anon Vales 421 26 553 0
Greg Tur
Martin393 13 594 0
Greg Tur
Hist 325 69 602 048
Fredeg 556 69 368 074
La proportion de participe preacutesent est bien plus importante en latin tardif qursquoen
latin classique drsquoapregraves ces releveacutes corroboreacutes par ceux de Paolo Greco9 pour le pre-
mier livre de lrsquoHistoria Francorum de Greacutegoire de Tours (dans lequel il deacutecompte
33 participes preacutesents et 44 participes parfaits passifs) Mais cette eacutevolution nrsquoest pas
uniforme selon les auteurs si le participe passeacute reste le plus utiliseacute chez Greacutegoire
de Tours ce nrsquoest pas le cas chez Freacutedeacutegaire On pourrait expliquer ces variations
en disant que la langue de cette eacutepoque nrsquoest pas grammaticalement uniformiseacutee
ou fi xeacutee Elle est en effet en pleine mutation ce que marquent eacutegalement les nom-
breuses confusions dans le paradigme verbal Agrave cela srsquoajoute un coeffi cient de varia-
biliteacute stylistique propre agrave chaque auteur
4 Les confusions dans le paradigme verbal
Dans le mecircme temps les distinctions agrave la fois de voix et de temps dans le para-
digme verbal se sont estompeacutees en latin tardif
Les distinctions qui existent en latin classique entre les verbes actifs deacuteponents
et passifs sont moins nettes en latin tardif ougrave de freacutequentes confusions sont attesteacutees
dans nos textes On observe par exemple des fl ottements entre la forme de lrsquoinfi nitif
preacutesent actif et celle de lrsquoinfi nitif preacutesent passif
8 On trouve dans cette œuvre drsquoautres formes participiales neacuteanmoins celles-ci eacutetant em-ployeacutees en coordination avec un participe recenseacute au sein de la mecircme construction absolue elles nrsquoapparaissent pas dans ce deacutecompte comme le participe futur ruituris en Hist 2 7 48 19 coordonneacute agrave un participe preacutesent trementibus Un seul exemple drsquoadjectif verbal employeacute seul dans un ablatif absolu en Hist 2 9 56 1 delendis
9 Greco (2005)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
40
Lrsquoaugmentation de lrsquoemploi du participe preacutesent et les confusions dans le para-
digme verbal ont favoriseacute lrsquoapparition de nouvelles valeurs des participes preacutesent et
passeacute en latin tardif ou plus exactement ont favoriseacute le deacuteveloppement de valeurs
qui preacuteexistaient dans lrsquoancienne langue
Ainsi en latin archaiumlque et classique le latin nrsquoa que deux participes un participe
en -ns -ntis qui est dit preacutesent actif (aimant) et un participe en -tus -a -um (ayant eacuteteacute aimeacute) qui est dit passeacute passif Le latin offre donc deux lacunes paradigmatiques il lui
manque un participe preacutesent passif (du type du franccedilais eacutetant aimeacute) et un participe
passeacute actif (du type du franccedilais ayant aimeacute)
Degraves le latin archaiumlque le participe preacutesent en -ns -ntis est grammaticaliseacute comme
un participe de sens actif agrave valeur aspectuelle durative et sans valeur temporelle
puisqursquoil marque la concomitance avec le procegraves du verbe principal reacutegissant ainsi
que lrsquoeacutecrivent Alfred Ernout et Franccedilois Thomas10 laquo Le participe preacutesent ne marque
pas le temps en lui-mecircme mais il deacutesigne lrsquoaction concomitante crsquoest-agrave-dire qui se
deacuteveloppe en mecircme temps que celle du verbe de la proposition ougrave il se trouve raquo
Le participe passeacute en -tus -a -um est grammaticaliseacute comme un participe de sens
passif deacutenotant un procegraves accompli
Mais degraves les premiers textes latins lrsquoexistence des verbes deacuteponents trouble la
frontiegravere entre actif et passif Les verbes deacuteponents en effet ont des formes sem-
blables au passif mais un sens actif Le participe en -tus des verbes deacuteponents malgreacute
sa forme homophone drsquoun participe passif aura donc un sens actif de profi ciscor
lsquolsquo srsquoen aller partir rsquorsquo le participe parfait profectus signifi e lsquolsquo srsquoeacutetant en alleacute eacutetant parti rsquorsquo
comme un participe passeacute actif Cet affaiblissement de la frontiegravere entre actif et passif
est probablement en partie agrave lrsquoorigine drsquoun changement attesteacute dans nos textes tardifs
pour le participe passeacute passif en -tus qui peut porter une valeur active Il y a donc
maintien de la valeur temporelle de passeacute (et eacuteventuellement de la valeur aspectuelle
drsquoaccompli) mais changement de voix
De son cocircteacute et agrave lrsquoinverse le participe preacutesent actif en -ns peut garder sa valeur
active (maintien de la voix) mais perdre sa valeur aspectuelle durative et exprimer un
procegraves passeacute (changement de valeur aspecto-temporelle)
On se retrouve donc dans nos textes tardifs avec une forme en -ns qui fonctionne
comme un participe preacutesent actif (ancien systegraveme) et aussi comme un participe passeacute
actif (nouveau systegraveme) et un participe en -tus qui fonctionne encore comme un par-
ticipe passeacute passif (majoritaire dans lrsquoancien systegraveme) et aussi comme un participe
passeacute actif (nouveau systegraveme) Ainsi lrsquoune des deux lacunes morphologiques du latin
classique est-elle combleacutee par une extension drsquoemploi des deux participes preacuteexis-
tants qui viennent endosser occasionnellement la nouvelle fonction de participe par-
fait actif (fr ayant tueacute)
10 ErnoutThomas (1972 sect286)
GAYNO
41
5 La structure phrastique
Dans notre corpus tardif lrsquoorganisation syntaxique de la phrase est transformeacutee
la structure pyramidale de la phrase classique a laisseacute la place agrave une structure lineacuteaire
crsquoest-agrave-dire que les propositions preacutesentent les procegraves dans lrsquoordre de leur deacuteroule-
ment chronologique
Ainsi chez Ceacutesar par exemple la proposition principale est-elle postposeacutee agrave la
proposition subordonneacutee
Per eos ne causam diceret se eripuit (Caes Gall 1 4 2)
(Orgeacutetorix lors de son procegraves intenteacute contre lui par les Helvegravetes a fait venir nombre de
ses soutiens)
lsquolsquo Gracircce agrave eux afi n de ne pas deacutefendre sa cause il sut se soustraire rsquorsquo (traduction mot agrave mot)
lsquolsquo Gracircce agrave leur preacutesence il put se soustraire agrave lrsquoobligation de parler rsquorsquo11
Par contre pour traduire lrsquoun de nos textes tardifs il est preacutefeacuterable de suivre
lrsquoordre de la phrase
Gunthedrudis quaedam de Virmandense terreturio (= territorio) oculorum lumen perdide-
rat quae relinquens domum et patriam fi de commonente uenit ad sanctam basilicam ibique diebus multis deseruiens unius oculi meruit recipere uisum (Greg Tur Martin 2 9 612 5)
lsquolsquo Une Guntedrude du territoire de Vermandois avait perdu la lumiegravere de ses yeux et
celle-ci laissant sa maison et sa patrie la foi lrsquoavertissant vint agrave la sainte basilique et lagrave ser-vant avec zegravele pendant de nombreux jours meacuterita de recouvrer la vue drsquoun œil rsquorsquo12
La lineacuteariteacute du discours est ici assureacutee par lrsquoalternance des verbes conjugueacutes et des par-
ticipes preacutesents le sujet agent des procegraves verbaux eacutetant le mecircme tout au long de la phrase la
femme laisse sa maison (relinquens) puis elle vient agrave Tours (uenit) elle y remplit un service
religieux (deseruiens) et enfi n est gueacuterie de son infi rmiteacute (meruit)
Ainsi une construction absolue anteacuteposeacutee agrave la proposition reacutegissante deacutenote-t-elle
un procegraves anteacuterieur agrave celui exprimeacute dans la proposition reacutegissante et une construc-
tion absolue postposeacutee agrave la proposition reacutegissante deacutenote-t-elle un procegraves posteacuterieur
agrave celui exprimeacute dans la proposition reacutegissante
Lrsquointerpreacutetation drsquoun participe preacutesent anteacuteposeacute peut donc ecirctre diffeacuterente entre le
latin classique et le latin tardif
Cotta pugnans occiditur (Caes Gall 5 37 5)
lsquolsquo Alors qursquoil eacutetait en train de combattre Cotta est tueacute rsquorsquo
Le procegraves duratif exprimeacute par le participe preacutesent pugnans est concomitant de celui deacute-
noteacute par le verbe principal occiditur
11 Traduction Constans12 lsquolsquo Une Gondeacutetrude femme du pays de Vermandois avait perdu la lumiegravere du jour Aux aver-
tissements de la foi laissant maison et patrie elle vint agrave la sainte basilique et lagrave se proster-nant pendant un grand nombre de jours elle meacuterita de recouvrer lrsquousage drsquoun de ses yeux rsquorsquo (Traduction Bordier)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
42
La mecircme phrase pourrait se trouver chez Greacutegoire de Tours et le participe preacute-
sent pugnans pourrait avoir la mecircme valeur que chez Ceacutesar crsquoest-agrave-dire aspectuelle
et non temporelle la mort interrompt le premier procegraves celui de combattre Cepen-
dant comme le participe preacutesent est anteacuteposeacute au verbe de la proposition reacutegissante
il pourrait eacutegalement chez Greacutegoire de Tours deacutenoter un procegraves anteacuterieur agrave celui
exprimeacute par occiditur On pourrait alors comprendre lsquolsquo Cotta apregraves avoir combattu
fut tueacute rsquorsquo lrsquoassassinat intervient apregraves le combat La phrase preacutesente les procegraves selon
leur deacuteroulement chronologique
6 Le participe preacutesent exprimant une action anteacuterieure agrave celle exprimeacutee
par le verbe de la proposition reacutegissante
Les verbes de mouvement peuvent de maniegravere geacuteneacuterale deacutenoter le parcours lui-
mecircme conccedilu dans sa dureacutee (fr il se promenait dans le jardin) ou bien au contraire
le point de deacutepart ou le point drsquoarriveacutee drsquoun parcours (fr il sortit de la ville il entra dans la ville) Ces derniers qui correspondent aux bornes du parcours expriment
lorsqursquoils sont employeacutes au participe preacutesent chez nos auteurs une action acheveacutee au
moment ougrave srsquoaccomplit le procegraves exprimeacute par la proposition reacutegissante le participe
preacutesent drsquoun verbe signifi ant lsquolsquo arriver entrer sortir etc rsquorsquo a alors la mecircme valeur reacutefeacute-
rentielle deacutenotative qursquoun participe passeacute actif dans les langues (comme le franccedilais)
ougrave existe un tel participe passeacute actif ingrediens Ravennam qui est traduit litteacuterale-
ment par lsquolsquo entrant dans la ville de Ravenne rsquorsquo deacutenote une situation extralinguistique
correspondant agrave lrsquoeacutenonceacute franccedilais laquo eacutetant entreacute dans la ville de Ravenne raquo comme on
le voit dans le passage suivant
Ingrediens13 autem Rauennam deposuit Augustulum de regno (Anon Vales 2 38 310 3)
lsquolsquo Entrant dans Ravenne il deacuteposa Augustulus rsquorsquo
Odoacre arrive drsquoabord agrave Ravenne puis il deacutepose le dernier empereur romain drsquoOcci-
dent Augustulus Le participe preacutesent exprime un procegraves anteacuterieur et acheveacute par rapport agrave
celui exprimeacute par le verbe de la proposition principale il peut se traduire par un participe
passeacute actif lsquolsquo eacutetant entreacute rsquorsquo
De mecircme les verbes de sens imperfectif qui expriment un procegraves en cours au
moment ougrave srsquoaccomplit le procegraves de la proposition principale peuvent lorsqursquoils sont
employeacutes au participe preacutesent agrave lrsquoinitiale de proposition deacutenoter un procegraves duratif agrave la
fois anteacuterieur et concomitant par rapport agrave celui deacutenoteacute par la proposition principale
le procegraves qursquoils expriment a commenceacute avant celui de la proposition principale Dans
lrsquoexemple suivant le procegraves de craindre a commenceacute avant celui drsquoordonner
Metuens uero rex ne dolore generi14 aliquid aduersus regnum eius tractaret obiecto cri-mine iussit interfi ci (Anon Vales 2 92 328 30)
13 Il srsquoagit drsquoOdoacre14 Il srsquoagit de Boegravece cf sect 85-87
GAYNO
43
lsquolsquo Le roi craignant alors que de douleur pour la mort de son gendre il ne ficirct quelque chose
contre son autoriteacute ordonna qursquoil soit tueacute un crime lui eacutetant reprocheacute rsquorsquo15
Dans cet exemple le participe preacutesent exprime un lien de cause agrave effet avec le procegraves de
la proposition principale le procegraves exprimeacute par le participe preacutesent lsquodeacuteclenchersquo le procegraves
exprimeacute par la proposition reacutegissante Cette relation de causaliteacute implique une relation tem-
porelle drsquoanteacuterioriteacute
7 Le participe preacutesent employeacute comme verbe conjugueacute en latin tardif
Dans plusieurs occurrences le participe preacutesent est employeacute comme un verbe
conjugueacute agrave un mode personnel dans nos textes tardifs soit dans des propositions
subordonneacutees soit coordonneacute agrave un verbe conjugueacute par et
On relegraveve eacutegalement quelques phrases sans verbe conjugueacute Le participe preacutesent
et ses compleacutements forment alors agrave eux seuls une veacuteritable proposition
Quam cum uir suos imperatur (= imperator) Persarum per legationis (= legationes) sepius (= saepius) repetiret (= repeteret) et Mauricius emperatur (= imperator) uxorem ipsius esse nesciret tunc agusta (= Augusta) uidens eam pulcerrimam (= pulcherrimam) suspicans ne ipsa esset quam legati quaerebant dicensque eis (Fredeg 4 9 126 3)
lsquolsquo Et comme son mari empereur des Perses la reacuteclamait tregraves souvent par lrsquointermeacutediaire
drsquoambassades et que lrsquoempereur Maurice ignorait qursquoelle eacutetait la femme de celui-ci alors
lrsquoimpeacuteratrice voyant qursquoelle eacutetait tregraves belle se doutant qursquoelle pouvait ecirctre celle que les leacutegats
demandaient et leur disant rsquorsquo16
Dans cette phrase la proposition principale ne contient pas de verbe conjugueacute mais seu-
lement trois participes preacutesents accordeacutes avec le nominatif sujet agusta uidens suspicans
et dicens Lrsquoun au moins de ces trois participes eacutequivaut agrave un verbe conjugueacute drsquoailleurs le
participe preacutesent suspicans est lsquo reacutegulariseacute rsquo en un verbe conjugueacute agrave mode personnel dans le
manuscrit 5a qui utilise la forme suspicatur du verbe deacuteponent suspicor
8 Eacuteleacutements drsquoexplication
Cet emploi du participe preacutesent comme preacutedicat dans des phrases ou des proposi-
tions sans verbe conjugueacute repreacutesente peut-ecirctre un emploi peacuteriphrastique du participe
preacutesent avec le verbe sum lsquolsquo ecirctre rsquorsquo dans une fonction grammaticaliseacutee ou semi-gram-
maticaliseacutee drsquoauxiliaire sur le modegravele de la conjugaison peacuteriphrastique avec le verbe
esse et le participe passeacute Ce tour lsquo participe preacutesent + sum rsquo existe en latin archaiumlque
et classique en particulier sous la forme lsquo fore + participe preacutesent rsquo tournure eacutequiva-
lant agrave un infi nitif futur et attesteacutee en latin classique
15 lsquolsquo There the king fearing that through resentment at the death of his son-in-law Symmachus might take some step in opposition to his rule ordered him to be put to death under a false accusation rdquo (Traduction Rolfe 1939)
16 lsquolsquo Son mari lrsquoempereur des Perses la reacuteclamait freacutequemment en envoyant des ambassades mais lrsquoempereur Maurice ignorait qursquoelle eacutetait son eacutepouse alors lrsquoimpeacuteratrice avisant cette femme drsquoune grande beauteacute se douta que crsquoeacutetait elle que les ambassadeurs cherchaient et leur dit rsquorsquo (Traduction Devillers et Meyers)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
44
Fore audientes (Caes Gall 1 39 7)
lsquolsquo Ils entendront rsquorsquo
Lrsquoextension de cette tournure en latin tardif a pu ecirctre favoriseacutee par lrsquoinfl uence
des traductions latines de la Bible grecque puisque cette tournure est eacutegalement un
helleacutenisme17
Et omnis multitudo populi erat orans foris hora incensi (pour orabat) (Luc 1 10)καὶ πᾶν τὸ πλῆθος ἦν τοῦ λαοῦ προσευχόμενον ἔξω τῇ ὥρᾳ τοῦ θυμιάματοςlsquolsquo Et toute la multitude du peuple eacutetait en priegravere dehors agrave lrsquoheure de lrsquoencens rsquorsquo
Cependant ces tournures sont fort rares dans nos textes nous nrsquoen avons releveacute
que trois dans notre corpus tardif dont une seule peut ecirctre interpreacuteteacutee comme une
peacuteriphrase verbale
Merobaudis (ou Merobaudus) quidam ex pago Pictauensi dum esset laborans in opere caecitate pessima insidiatore inmittente (= immittente) percussus est (Greg Tur Martin 2
15 613 36)
lsquolsquo Un certain Meacuterobaude du canton poitevin alors qursquoil eacutetait en train de travailler agrave son
ouvrage de la ceacuteciteacute la pire agrave lrsquoinstigation du traicirctre a eacuteteacute frappeacute rsquorsquo18
Le syntagme esset laborans exprime une action en cours drsquoaccomplissement au moment
ougrave srsquoaccomplit le procegraves exprimeacute par le verbe de la proposition reacutegissante percussus est le
sujet de esset laborans est aussi le sujet de percussus est et le participe preacutesent forme peut-
ecirctre ici avec lrsquoauxiliaire une peacuteriphrase verbale exprimant la dureacutee concomitante du procegraves
principal comme la forme progressive anglaise en -ing il est lsquolsquo en train de travailler rsquorsquo19
Il est donc deacutelicat de postuler un auxiliaire esse sous-entendu avec le participe preacute-
sent puisque lrsquoattestation de esse avec le participe preacutesent est exceptionnelle Donc
la tournure peacuteriphrastique est certes attesteacutee en grec mais la tournure grecque ne
peut ecirctre consideacutereacutee comme eacutetant agrave lrsquoorigine de lrsquoemploi en latin du participe preacutesent
agrave la place drsquoun verbe conjugueacute
En fait lrsquoemploi du participe preacutesent offre le grand avantage de permettre une
simplifi cation de la fl exion verbale il suffi t que le sujet parlant ait meacutemoriseacute la forme
participiale en -ans -ens formeacutee sur le thegraveme de lrsquoinfectum pour eacutelaborer la forme
verbale qursquoil veut exprimer en lui adjoignant une forme du verbe lsquolsquo ecirctre rsquorsquo qui portera
les morphegravemes aspecto-temporels et personnels
17 Blaise (1986 sect225)18 lsquolsquo Un certain Meacuterobaude du pays du Poitou fut par un coup du diable frappeacute pendant qursquoil
srsquooccupait de son travail de la ceacuteciteacute la plus absolue rsquorsquo (Traduction Bordier)19 Les deux autres occurrences se trouvent en Hist 2 13 63 8 patientes estote et en Martin 2
24 617 9 adhaerentes Patientes semble ecirctre adjectiviseacute plutocirct que de relever de lrsquoexpression peacuteriphrastique de lrsquoimpeacuteratif futur Adhaerentes employeacute ici avec lrsquoauxiliaire erant corres-pond sans doute agrave la forme syntheacutetique de lrsquoimparfait passif du verbe simple adhaereo
GAYNO
45
Par ailleurs cette tournure peacuteriphrastique en lsquolsquo esse + participe preacutesent rsquorsquo est attes-
teacutee dans La Chanson de Roland laquo Le procegraves est envisageacute en cours dans son accom-
plissement raquo20
Carles qui est as forz passant (Rol 1703)
lsquolsquo Charles qui est en train de traverser les deacutefi leacutes rsquorsquo
Selon les grammaires drsquoancien-franccedilais consulteacutees la tournure la plus freacutequente
est lrsquoemploi du participe preacutesent avec un verbe de mouvement Le procegraves du verbe de
mouvement lsquolsquo aller rsquorsquo et celui exprimeacute par le participe preacutesent sont simultaneacutes
Curant i vinz Margariz de Sibilie (Rol 955)
lsquolsquo Alors Margariz de Seacuteville arrive en courant rsquorsquo
Cette tournure est encore usuelle au XVIIe siegravecle
Je mrsquoen vas deacutesalteacuterant (La Fontaine Le loup et lrsquoagneau Fables I 10)
Le participe preacutesent dans ces exemples eacutequivaut agrave un geacuterondif franccedilais formeacute
de la preacuteposition en suivie du participe preacutesent Cette tournure nrsquoexiste absolument
pas dans nos textes tardifs ougrave la forme syntheacutetique de geacuterondif du latin classique en
-dum ou -do est encore freacutequemment utiliseacutee quoique de nombreuses confusions
drsquoemploi puissent ecirctre releveacutees entre participe preacutesent et geacuterondif La tournure est en
formation au XIe siegravecle si elle est attesteacutee son emploi nrsquoest pas systeacutematique
Cler en riant lrsquoa dit a Guenelun (Rol 618)
lsquolsquo Il dit agrave Ganelon en riant de faccedilon sonore rsquorsquo
Asez est mielz que moerium cumbatant (Rol 1518)
lsquolsquo Il vaut beaucoup mieux que nous mourions en combattant rsquorsquo
Conclusion
La langue des VIe-VIIe siegravecles ne semble pas ecirctre lrsquoancecirctre direct des emplois du
participe releveacutes au XIe siegravecle Ceux-ci deacuterivent sans doute drsquoun eacutetat plus tardif de la
langue latine
Notre corpus tardif a reacuteveacuteleacute une langue en pleine mutation avec lrsquoemploi encore
bien attesteacute et majoritaire des formes classiques parallegravelement avec lrsquoeacutemergence de
nouvelles structures Les auteurs tardifs tentent de pallier leurs carences en gram-
maire classique en ayant recours agrave de nouveaux outils linguistiques qui sont geacuteneacutera-
lement lrsquoextension de tournures existant dans lrsquoancienne langue
20 Moignet (1979 202)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
46
Ces tentatives des VIe-VIIe siegravecles resteront pour la plupart vaines drsquoautres plus
tardives se retrouveront elles en franccedilais Nous avons donc affaire agrave une peacuteriode de
transition entre la norme du latin classique qui quoique affaiblie existe encore et ce
qui sera lrsquoeacutetat ou plutocirct les eacutetats les plus anciens des langues romanes
Centre Alfred Ernout
Universiteacute de Paris-Sorbonne (Paris 4) Maryse GAYNO
GAYNO
47
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49
Marcatori interazionali di cortesia dal latino alle lingue
romanze nomi e verbi tra morfosintassi e contesto discorsivo
1 Introduzione
Questo contributo1 analizza lrsquoevoluzione pragmatica dal latino ad alcune lingue
romanze di un gruppo di marcatori interazionali di cortesia (MIC) I MIC indagati
sono derivati da verbi o da locuzioni performative con valore illocutivo (ad es it
grazie prego chiedo scusa fr merci je tevous demande pardon port obrigado desculpe sp pido perdoacuten gracias rum mulțumesc măvă rog) ed esprimono i tre atti
linguistici di fare una richiesta (es 1) ringraziare (es 2) chiedere scusa (es 3)
(1) rum Mă rog dacă nu vă supăraţi aveţi apă2 (Caragiale Momente şi schiţe Livescu
(2014))
ldquoper favorevi prego se non vi dispiace avete (dellrsquo) acquardquo
(2) fr Merci monsieur de nous avoir donneacute agrave ma femme et agrave moi des nouvelles du joyeux
compagnon (Barregraves 1906 Le Voyage de Sparte Frantext)
(3) sp Bueno perdoacuten disculpaacute el teacutermino porque no seacute queacute cosa es (CREA Oral)
Dal punto di vista conversazionale i MIC costituiscono lsquorituali interazionalirsquo con
specifi che funzioni sociali poicheacute rappresentano modalitagrave standardizzate di orga-
nizzare scambi interpersonali che a loro volta hanno origine in un contesto storico
e socio-culturale (Goffman (1967)) Si tratta quindi di atti illocutori convenzionali
che hanno successo non se il destinatario comprende lrsquointenzione del parlante ma se
lrsquoatto egrave conforme a una convenzione socialmente riconosciutaQuindi dal punto di vista della realizzazione pragmatica la routinizzazione a
livello interazionale e sociale di alcuni atti genera formule che non implicano una
negoziazione di signifi cato ma la cui funzione pragmatica egrave fi nalizzata alla lsquocoesione
socialersquo (cfr Ghezzi (2014))Lo sviluppo pragmatico dei MIC puograve essere osservato da diversi punti di vista a
livello semasiologico analizzando quali funzioni pragmatiche sono realizzate da una
specifi ca forma oppure onomasiologico studiando come la stessa funzione venga rea-
lizzata da forme diverse Questo secondo punto di vista utilizzato qui per lrsquoanalisi evi-
1 Questo egrave un prodotto della ricerca laquoDinamica delle identitagrave nella comunicazione e nel muta-mento linguisticoraquo coordinata da Piera Molinelli e fi nanziata dallrsquoUniversitagrave di Bergamo (FAR 2012)
2 Qui sono tradotti gli esempi complessi
CILPR 2013 ndash SECTION 2
50
denzia a livello inter- e intra-linguistico processi ciclici di pragmaticalizzazione ricon-
ducibili a tendenze ricorrenti nelle lingue considerate (cfr Ghezzi e Molinelli (2014)) Le similitudini funzionali e formali nella nascita di MIC in alcune lingue romanze
infatti ben mettono in luce la relazione tra meccanica e meccanismi del mutamento
pragmatico ovvero tra il carattere ciclico dei processi implicati nel mutamento (mec-
canica) e le proprietagrave morfosintattiche e semantiche delle fonti dei MIC che in prima
istanza favoriscono il mutamento stesso (meccanismi) Allrsquoanalisi di questo secondo
aspetto egrave dedicato questo contributo3Lo sviluppo diacronico dei MIC egrave direttamente connesso alle caratteristiche mor-
fosintattiche dei contesti in cui vengono ritualizzati alla tipologia di atti linguistici
nei quali funzionalmente si collocano al valore di performativitagrave delle espressioni da
cui hanno origineQuesti contesti sono costituiti da forme che a livello morfosintattico codifi cano la
forza illocutiva in modo diverso Gli atti di richiesta scusa ringraziamento infatti
possono essere espressi
(a) nelle forme verbali da un verbo semanticamente rilevante come sp te lo agra-dezco rum icircţi mulţumesc e it mi scuso in (4-6)
(4) sp Bueno muchas gracias te lo agradezco (CREA Oral)
(5) rom Icircţi mulţumesc pentru cadoul foarte frumos (esempio reale)4
ldquoTi ringrazio per il bellissimo regalordquo
(6) it Mi scuso per il disturbo (esempio reale)
(b) nelle locuzioni da un verbo semanticamente generico con valore performativo
e da un nome che veicola il valore semantico principale come sp peccedilo desculpas it
chiedo scusa e fr je vous dis merci in (7-9)
(7) port Peccedilo novamente desculpas pelo adiantado da hora (CETEM publico)
ldquoChiedo nuovamente scusa per lrsquoora tardardquo
(8) it chiedo scusa ma non crsquoegrave il tempo del pronostico (Corpus LIP)
(9) fr De Milo je vous dis merci (Echenoz Nous trois Frantext)
(c) da una formula olofrastica come rum vă rog port obrigado fr pardon in (10-12)
(10) rum Luaţi loc vă rog (Livescu 2014)
ldquoSiediti per favorerdquo
(11) port laquoBom adeu Estimo que sejas felizraquo (CETEM Publico)
laquoObrigadoraquo
laquoBene arrivederci Credo che sarai feliceraquo
laquoGrazieraquo
(12) fr Oh ma tante Pardon Pouvais-je imaginer (Garat Pense agrave demain Frantext)
3 A Pierluigi Cuzzolin e Piera Molinelli un sincero ringraziamento per la lettura attenta e i molti consigli
4 Ringrazio Mihaela Popescu e Joana Aguiar per lrsquoaiuto nella traduzione degli esempi in rumeno e in portoghese rispettivamente
GHEZZI
51
Egrave possibile esemplifi care in Tab 1 alcune espressioni con funzione di MIC in lin-
gue romanze
Tab 1 ndash MIC in alcune lingue romanze
atto MIC italiano francese rumeno spagnolo portoghese
richieste verbi prego je te vous prie
te vă rog ruego peccedilo
locuzioni rivolgo una preghiera
je fais un appel
amo rugăminte
hago una peticioacuten
faccedilo um apelo
formule olofrastiche
prego je vous trsquo en prie
măvă rog (por favor) (por favorse faz favor)
scuse verbi mi scuso je mrsquoexcusepardonne (moi)
mă scuzaţi me disculpodesculpe-me
desculpe-me
locuzioni chiedo scusaperdonofaccio le mie scuse
je disdemande pardon
icircmi cer scuze
pido perdoacutendisculpa ofrezcopresento mis disculpas
peccedilo desculpaspeccedilo perdatildeo
formule olofrastiche
scusapardon
pardon scuzațiscuzaţi-mă
perdoacuten desculpeperdatildeo
ringrazimenti verbi ringrazio je remercie mulţumesc te lo agradezco
agradeccedilo
locuzioni dico grazierendo grazie (arcaico)
je dis mercije rends gracircce
aduc mulţumiri
doy (las) gracias
dou graccedilas
formule olofrastiche
graziegran merceacute (arcaico)
(grand) mercimille gracircces(arcaico)
mulţumesc gracias obrigado(a)
Alla base dei cicli di pragmaticalizzazione dei MIC vi sono contesti discorsivi per-
formativi codifi cati attraverso formule ritualizzate che hanno sviluppato un valore
pragmatico di cortesia a partire da perifrasi nominali o verbali In particolare le peculiaritagrave dei percorsi di pragmaticalizzazione dei MIC saranno
qui esemplifi cate in italiano e in francese attraverso lrsquoatto linguistico del ringraziare
Ci si avvarragrave di due corpora bilanciati di opere teatrali secondo lo schema in Tab 25
5 Il bilanciamento tiene conto del numero complessivo di parole in ogni corpus (circa 1200000 per il corpus italiano e 2200000 per quello francese) e della loro distribuzione nei tre secoli considerati Per permettere una comparazione le frequenze di occorrenza dei MIC sono state normalizzate per 100000 parole
CILPR 2013 ndash SECTION 2
52
Tab 2 - Corpora
1500 1700 1900
Francese Selezione opere teatrali
da Frantext
Selezione opere teatrali
da Frantext
Selezione opere teatrali
da Frantext
Italiano Selezione opere
teatrali di Aretino
Ariosto Belo Grazzini
Machiavelli Bruno
Ruzante
Selezione commedie di
Goldoni
Selezione opere teatrali
di Pirandello e di
Giacosa
Analizzando le caratteristiche degli enunciati performativi in cui i MIC occor-
rono ci si concentreragrave sullrsquoanalisi diacronica nelle due lingue romanze dellrsquointerre-
lazione tra
(a) il contesto discorsivo in cui emergono i valori pragmatici connessi alla cortesia
(b) i tratti morfosintattici dei MIC nelle lingue considerate
(c) le caratteristiche semantiche delle fonti dei MIC
In particolare la nozione di ciclo pragmatico verragrave utilizzata per descrivere lrsquoalter-
nanza morfosintattica tra forme verbali e nominali
2 I performativi e lrsquoorigine dei MIC
Il repertorio dei MIC nelle lingue romanze egrave costituito da verbi locuzioni e for-
mule olofrastiche a carattere performativo (cfr Tab 1) la nozione di performativitagrave
rappresenta dunque un punto di osservazione imprescindibile per lrsquoanalisi dei per-
corsi che hanno portato alla formazione di MICI verbi performativi condividono alcune proprietagrave In primo luogo manifestano
la soggettivitagrave del parlante annullando formalmente il discrimine tra enunciato ed
enunciazione (tra modus e dictum Benveniste (1966 273-274)) ed esprimendo lessi-
calmente il contenuto mentale del locutore attraverso lrsquouso del verbo alla prima per-
sona del presente indicativo Secondariamente sottolineano una coincidenza tra laquolocutoreraquo ed laquoenunciatoreraquo
ovvero tra laquoil soggetto responsabile dellrsquoatto di enunciazione che parla in prima per-
sonaraquo (locutore) e laquocolui che esprime il punto di vista espresso nellrsquoenunciatoraquo (enun-
ciatore) (Ducrot (1984 119-120)) Ne consegue che derivano non da un lessema ma da
un atto linguistico (Ti ringrazio Ti dico grazie Grazie) utilizzato per lsquofare qualche
cosarsquo e non solo per lsquodire qualche cosarsquo (cfr la trattazione in Benveniste (1958 1966)) Dunque i MIC che hanno origine da verbi o locuzioni performative hanno valore
laquodelocutivoraquo6 essendo derivati da locuzioni ovvero unitagrave del discorso e non da nomi
o verbi unitagrave della langue nel senso saussuriano del termine Tali forme sono alta-
6 Sulla nozione di delocutivitagrave si vedano tra gli altri Benveniste (1958 1966) Anscombre (1985) Buumlchi (1995) Fruyt (1997) Larcher (2003)
GHEZZI
53
mente produttive poicheacute egrave possibile derivare verbi come it ringraziare e fr remercier e nomi it grazie e fr merci7 In questi casi si puograve dire che morfologicamente i MIC
hanno valore denominale ma pragmaticamente (e semanticamente) hanno valore
delocutivo
Infi ne i performativi sono caratterizzati da una doppia illocuzione la prima
dichiarativa la seconda determinata dalla semantica del verbo o del nome che carat-
terizza la locuzione performativa Sono quindi tipici dei contesti socialmente ritualiz-
zati e consacrati alla realizzazione di alcune azioni (cfr Held e Helfrich (2011))Tra gli atti linguistici realizzati da MIC richiedere e ringraziare costituiscono la
base lsquocortesersquo di ogni processo di scambio8 Le richieste sono atti minacciosi della faccia negativa mitigati attraverso specifi -
che strategie verbali I ringraziamenti invece sono atti sociali a benefi cio dellrsquointerlo-
cutore che si basano sullrsquoidea che vi sia un laquoindebitamentoraquo pragmatico tra parlante e
interlocutore (Leech (1983 205)) Come per le richieste i ringraziamenti sono atti lin-
guistici codifi cati metaforicamente attraverso una lsquotransazionersquo calcolata in relazione
ad un contesto situazionale e storico-culturale in base ai quali viene verbalmente
bilanciata e compensata Egrave interessante che il medesimo etimo latino (gratia) possa essere usato in francese
e in italiano in atti linguistici di richiesta e di ringraziamento (fr accorder un gracircce
demander un gracircce vs mille gracircce rendre gracircce it di grazia domandare una grazia
vs mille grazie ringraziare rendere grazie) Infatti il valore semantico ldquofavore buona
disposizionerdquo egrave elemento culturale chiave nel processo sociale di scambio
Il riferimento lsquoeconomicorsquo di tale scambio egrave invece alla base degli usi della for-
mula olofrastica francese merci e dellrsquoit mercedemerceacute in locuzioni quali je rends merci o rendo merceacute entrambi derivati dal lat mercede(m) ldquoprezzo pagato per un
prodotto commercialerdquo (Cortelazzo Zolli (1979 sv))Nonostante la prosecuzione comune alle due lingue degli etimi gratia (it grazia e
fr gracircce) e merces (it merceacute mercede e fr merci) il confronto diacronico tra francese
e italiano mostra differenze formali e congruenze funzionali nei percorsi che hanno
portato alla formazione dei moderni MIC
7 Nellrsquoit un grazie speciale a Marco e nel fr dis-lui un grand merci de ma part (Frantext) la presenza dellrsquoarticolo al singolare e al maschile rispettivamente testimoniano la derivazione dallrsquoatto linguistico e non dal nome plurale o dal femminile corrispondente
8 Si vedano Brown Levinson (1987) ed Held (1996) relativamente agli atti di richiesta e di ringraziamento nella cortesia verbale
CILPR 2013 ndash SECTION 2
54
3 Sviluppi diacronici in italiano e in francese
Tra i meccanismi alla base degli sviluppi diacronici dei diversi tipi di MIC9 vi egrave la
frequenza di occorrenza delle unitagrave determinata dallrsquouso dellrsquoespressione in situa-
zioni ricorrenti Lrsquoerosione del signifi cato originario egrave infatti parte integrante dello
sviluppo verso un uso pragmatico In entrambe le lingue tale sviluppo ha origine a
partire da un contesto e da strutture morfosintattiche contenenti verbi o locuzioni
performativi
31 Il latino
In latino sono attestate diverse formule spesso caratterizzate in diastratia asso-
ciate ai lessemi gratus ldquogratordquo e gratia(m) ldquofavore buona disposizionerdquo Queste
formule sono utilizzate in accezione concreta ldquoatto con il quale si acquista ricono-
scenzardquo o astratta ldquoservizio resordquo (Castiglioni Mariotti (2007 sv))
La formula non marcata in latino egrave gratias (tibi) ago ldquorendo grazie (a te)rdquo a cui si
associano diverse varianti tra cui grates ago grates dico rivolte a divinitagrave o persona di
alto rango (Panagl (2003)) La formula latina tam gratiast (lt tam gratia est) lett ldquotanto
egrave graziardquo continua nelle lingue romanze come nellrsquoit tante grazie (Panagl (2003))
Il secondo etimo considerato merces non compare nei dati scritti di cui si egrave in
possesso con il valore di MIC
32 Lrsquoitaliano
In italiano entrambi gli etimi latini sono attestati con valore di MICLe forme italiane che proseguono tali etimi hanno valore di MIC giagrave in italiano
antico Esse compaiono sotto forma di verbi di locuzioni performative e di formule
olofrastiche Renzi (2010) indica come non marcate le forme del verbo illocutivo rin-graziare (es 13) le espressioni farerendere (molte) graziemerceacute (es 13-15) e le for-
mule olofrastiche merzeacute granmolte merceacute (es 16-17) Alcuni usi di grazia e delle
sue varianti possono essere interpretati come contesti ponte di formule olofrastiche
spesso in co-occorrenza con merceacute (es 18-19) Nello stesso periodo nel corpus OVI
sono attestate 8 occorrenze del verbo merciare ldquoringraziarerdquo (es 20) in varietagrave sia
toscane sia veneziane
(13) Ringrazzo voi di fi n cor [con cuore puro] merzeacute rendo merzeacute mia donna (Chiaro
Davanzati Rime canz 7 vv 49-50 OVI)
(14) Irsquo le dissi laquoMadonna grazie rendo a voiumlraquo (Fiore 202 vv 1-2 OVI)
(15) Segnor mio di ciograve che voi mi dite io vi rendo grande grazie e mercieacute sigrave della promessa e
ssigrave del consilglio (Libro della distruzione di Troia 1539 OVI)
(16) Dice il sere che gran mercegrave e che voi gli rimandiate il tabarro (Boccaccio Novelle
72-14 OVI)
9 Simili percorsi possono essere ricostruiti per locuzioni performative formule olofrastiche non marcate come it grazie e fr merci o verbi performativi
GHEZZI
55
(17) [hellip] maggiore me lrsquoaveste dimandato e io vi dono questoraquo laquoSignoreraquo disse la donzella
laquomolte marceacute raquo (Palameacutedes pis pt2 cap 54 1113 OVI)
(18) Grasia a te grasia amico e mersede tutta di tanto grasioza benivoglensa de sigrave orrata
discreta discressione (Guittone Lettere in prosa 29 34817 OVI)
(19) Grasia e mersede a voi Signor dibonaire che grasia e onore tanto fatto mrsquoavete lrsquoumel
persona despetta mirsquo accogliendo e degnando in vostra altessa (Guittone Lettere in prosa 26 3237 OVI)
(20) laquoEl me plaxe molto benraquo ciograve dixe lo re Galleodin laquoe sigrave ve ne mercio fortemente de ccedilograve che
vuj aviti ditoraquo (Tristano Cors 8435 OVI)
Nella seconda metagrave del Quattrocento Savonarola (III 181) nota laquoGrazia si chiama
il ringraziamento che facciamo ad uno quando lo ringraziamo che ci ha fatto qualche
benefi cio cioegrave che rendiamo grazia idest ringraziamoraquo (Battaglia (1971 sv)) Allo
stesso periodo risalgono le prime attestazioni di ringraziamento (es 21)
(21) Dopo assai ringraziamenti fatti e lor commemorazione date al Piovano gli donograve braccia
XXX di panno di mellina e trenta iscudi drsquooro e feceli oferte assai per seacute e per li suoi
amici (Piovano Arlotto 14 Battaglia (1971 sv))
Baretti (1760) nel dizionario italiano-inglese sotto la voce grazia (ldquoil ringraziare
per segno di gratitudinerdquo) indica laquothanks vi rendo grazie I thank youraquo Nel volume
inglese-italiano si trova invece laquoThanks grazie sf ringraziamenti smraquo Secondo
Lepschy Lepschy (2007) le due notazioni fanno pensare che non si tratti ancora
dellrsquoespressione olofrastica ma di una riduzione di rendo grazie Inoltre nello stesso
periodo sul Vocabolario degli accademici della Crusca alla voce mercegrave si indicano
come sinonimi render mercede e ringraziare (4deg edizione (1729-1738) sv es 22)
(22) Io son qui per renderti mercede del benefi cio che mi festi allora (Ariosto Orlando furioso 431031-2)
Dal 1850 circa la formula olofrastica grazie compare nei vocabolari come lemma
indipendente (Lepschy Lepschy (2007 127-128)) il che probabilmente registra anche
formalmente un uso moderno del MIC ormai consolidato nella prassi (es 23) Ancora
intorno alla metagrave del 1800 perograve vengono citati come sinonimi di grazie voci quali
mercegrave o gran mercegrave grandissima mercegrave rendo grazie (Boerio (18562 sv)) utilizzati
soprattutto in registri stilisticamente alti come testimonia lrsquoesempio (24) dallrsquointro-
duzione a Il Piacere di Gabriele DrsquoAnnunzio del 1888)
(23) laquoDi grazia quel signore da che parte si va fuora per andare a Bergamoraquo
laquoPer andare a Bergamo Da porta orientaleraquo
laquoGrazie signore []raquo (Manzoni I Promessi sposi cap XVI)
(24) Questo libro composto nella tua casa dallrsquoospite bene accetto viene a te come un rendi-mento di grazie [hellip] Se nel mio libro egrave qualche pietagrave umana e qualche bontagrave rendo mercede al tuo fi gliuolo [hellip] Ave Giorgio Amico e maestro gran merceacute (DrsquoAnnun-
zio Il Piacere Introduzione)
Lrsquoanalisi quantitativa delle diverse unitagrave nel corpus considerato conferma lrsquoevolu-
zione dei MIC (Graf 1)
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Graf 1 - Distribuzione dei MIC in italiano
Rispetto alle tre tipologie di MIC considerati si puograve osservare che tra le due locu-
zioni attestate (rendo merceacutegrazie) prevale rendo grazie la cui frequenza diminuisce
perograve nel 1900 Il verbo performativo piugrave diffuso in italiano egrave ringrazio la variante
mercio giagrave poco frequente in italiano antico non egrave attestata nel 1500 Similmente la
formula olofrastica piugrave frequente nel 1500 egrave gran merceacute ma progressivamente viene
sostituita da grazie
33 Il francese
Anche in francese entrambi gli etimi latini sono attestati con valore di MICGiagrave in antico francese essi compaiono sotto forma di verbi di locuzioni performa-
tive e di formule olofrastiche Tra i piugrave frequenti vi sono la locuzione rendre granzgrace(s) che co-occorre anche con merci (es 25 Treacutesor sv) la formula olofrastica
grand merciz attestata per la prima volta nel 1135 (es 26 Treacutesor sv) diversi verbi
performativi a partire dal XII secolo quali remercier (es 27 Treacutesor sv) a sua volta
derivato dallrsquoantico verbo mercier (es 28 Robert Rey (2001 sv)) da cui anche mer-ciement (es 29) Nello stesso periodo il verbo gracier egrave usato con il signifi cato ldquorin-
graziarerdquo (es 30)
(25) Biau sire Diex je te rent graces et merciz de ce que je ne sui pas ausi mauveacutes ne ausi
desloiax come sont mi (La Queste del Saint Graal 1220 p 124 BFM)
(26) ldquoGranz merciz sirerdquo diumlent li losengier (Couronnement de Louis 4 BFM)
(27) Mais comme povre orpheline je vous remercie dei vaisseaulux que vous mrsquoenvoyastes
(Melusine BFM)
(28) Mercyeacute Sire en soyes vous (Intern Consol II Xxi Bibl Godefroy (1895 sv))
(29) E li reis li en rent mut grant merciement (Horn 3213 Mich BFM)
(30) Vous mercy Qui venu estes jusqursquoa ci Et chascun de vous en gracie (Griseld BFM)
In francese medio le forme olofrastiche sono prevalentemente costruite a par-
tire da merci grand(s) merci(s)moult de mercis (es 31) (La) + agg poss (bonne) merci (es 32 DMF sv) Le locuzioni performative contengono merci (rendre merci es 33) o grace (donner rendre grace DMF sv soprattutto rivolto a Dio) o entrambe
le forme (donnerrendre grace(s) et merci(s) es 34) Parimenti sono attestati diversi
verbi delocutivi gracier mercier regracier remercier (es 35-37) Allo stesso periodo
risalgono anche le prime attestazioni di remerciement (es 38)
GHEZZI
57
(31) Sire chevaliers a vostre congieacute et grans mercis de vostre courtoisie (Arras 7 DMF sv)
(32) laquoSireraquo dist Saintreacute laquovostre bonne mercyraquo (La Sale JS 131 DMF sv)
(33) Mon pere je te rans mercy Du grant pouvoir que mrsquoas donneacute Faire ce que mrsquoas ordonneacute
Mrsquoen vaiz (Pass Auv 161 DMF sv)
(34) Et pour ce sire nous lui promettons en bonne foy que nous le servirons comme nostre
loyal seigneur et lui rendrons graces et mercis de la bonteacute qursquoil nous a faicte (Beacuterinus I
188 DMF sv)
(35) Sire que bien devons amer Tous ensemble vous merciumlons Tant humblement com nous
povons Et regraciumlons chierement Qursquoil vous a pleu benignement Condescendre a nostre
priere [agrave vous marier] (Gris 17 DMF sv)
(36) Si que bonne Amour graci Cent mille fois qui Mrsquoa si tres bien asseneacutee Que jrsquoaim la fl eur
et le tri De ce monde cy [] (Mach Ch bal 630 DMF sv)
(37) Tres chiers et especiaus amis je vous remerci grandement des lettres si amiables et si
confortans a ce qui me touce que vous mrsquoaveacutes envoiies (Froiss Pris am F 68 DMF
sv)
(38) [] avec remerciement de leur longue maintenue faveur leur prioit-on de tousjours per-
seacuteveacuterer tels (Chastell Chron K t1 69 DMF sv)
NellrsquoOttocento la situazione egrave diversa Il verbo delocutivo non marcato egrave remercier
(es 39) merci egrave la forma olofrastica non marcata (es 40) insieme alle molte varianti
(ad es grand merci merci beaucoup merci bien) anche se vi sono esempi di mille gracircces (es 41) Attestata egrave anche la locuzione performativa rendre gracircce(s) (es 42)
(39) Mon bon monsieur je vous remercie (Balzac Meacuted camp 1833 p 271 Frantext)
(40) Lrsquoemployeacute () prit () un paquet de piegraveces enfermeacutees dans une chemise bleue et le
preacutesentant laquoVoici monsieur Lesable vous nrsquoignorez pas que le chef a enleveacute hier trois
deacutepecircches dans ce dossier minus Oui Je les ai merciraquo (Maupassant Contes et nouv t 1
Heacuterit 1884 p 466 Frantext)(41) Mille gracircces mon cher Monsieur des bonnes nouvelles que vous me donnez de la santeacute
de M de Chateaubriand (Mme de Chateaubriand Meacutem et lettres 211-212 Frantext)
(42) Maintenant je vous rends gracircce pour le plaisir que vous me faites en me procurant lrsquooc-
casion de vous remercier comme je vous ai beacuteni crsquoest-agrave-dire du fond du cœur (Dumas
Monte-Cristo t 1 610 Frantext)
Lrsquoanalisi delle occorrenze delle formule nel corpus conferma anche quantitativa-
mente lrsquoevoluzione dei MIC (cfr Graf 2)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
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Graf 2 - Distribuzione dei MIC in francese
Per le tre tipologie di MIC si puograve osservare che nei testi francesi tra le due locu-
zioni performative (je rends mercigracircce(s)) prevale je rends gracircce(s) che perograve dimi-
nuisce nel 1900 Il verbo performativo je remercie egrave la forma piugrave frequente in francese
contemporaneo ma nei secoli precedenti sono attestate diverse varianti di verbi per-
formativi che caratterizzano in particolare lrsquoantico francese La formula olofrastica
(grand) merci egrave costantemente la piugrave frequente e anzi aumenta di frequenza nel 1900
4 In conclusione
Nelle lingue romanze i valori pragmatici dei MIC si realizzano in contesti morfo-
sintattici differenti (locuzioni e verbi performativi formule olofrastiche) per gli atti di
scuse richiesta e ringraziamento
Per quanto il latino utilizzasse prevalentemente formule legate ad un solo etimo
(gratia) italiano e francese riprendono invece due etimi diversi mentre la funzione
di cortesia associata alla formula latina continua nella formula olofrastica italiana
grazie il francese attribuisce ad un altro etimo (merces) il valore di formula olofra-
stica forse in relazione ad una interpretazione dellrsquoetimo originario che sembrerebbe
caratterizzare il latino di Gallia nel periodo tardo10 In ogni caso per i secoli e i testi
qui considerati i due etimi latini svolgono la medesima funzione di cortesia pur con
sfumature di signifi cato e in contesti drsquouso differenti
La prevalenza di una forma sullrsquoaltra si evidenzia
(a) in termini di frequenza anche in relazione a parametri sociolinguistici
(b) in relazione al grado di pragmaticalizzazione (formula olofrastica)
10 Cfr ad es il passo di Venanzio Fortunato vescovo di Poitiers nel VI sec Quaeligrens unde viro duplicentur vota salutis Et tibi mercedem de Radegunde facit (Carm 9 14 13)
GHEZZI
59
(c) in relazione alla formazione di unitagrave delocutive (it grazie gt ringraziare ringraziamento
fr merci gt merciergt merciement remercier gt remerciement)
Mentre per le locuzioni la forma piugrave frequente in entrambe le lingue ha come base
lrsquoetimo gratia le formule olofrastiche mostrano traiettorie differenti in italiano dal
1500 al 1900 la forma olofrastica egrave realizzata a partire dai due etimi latini ma pro-
gressivamente la variante grazie sostituisce gran merceacute In francese anche se vi sono
tuttora attestazioni di mille gracircces la formula piugrave frequente egrave (grand) merci
La derivazione delocutiva egrave un lsquomeccanismorsquo diacronico diffuso Lrsquoanalisi dello
sviluppo dei MIC associati ai ringraziamenti ha evidenziato processi ciclici produttivi
che presuppongono lrsquoesistenza di un impiego formulare dellrsquoespressione reinterpre-
tata secondo lo schema seguente (esemplifi cato attraverso it grazie)
grazia ldquofavorerdquo rendere graziae grazie ringraziare gt ringraziamento
(a) grazia favore (che viene fatto a qualcuno)
(b) utilizzo di graziae con il senso (a) nella formula rendere grazie utilizzata per ringraziare
in base alle regole di discorso laquose X dice a Y che (a) egrave un favore fatto a X allora X rin-
grazia Yraquo
(c) creazione di una nuovo sostantivo con il signifi cato di ldquoatto che si realizza dicendo
grazierdquo
(d) gli usi di grazie dello stadio (b) sono reinterpretati con il valore in (c)
(e) creazione di un verbo performativo con il signifi cato di ldquodire grazierdquo
Tra gli aspetti che richiedono approfondimenti ve ne sono alcuni che riguardano
le modalitagrave di selezione della base da cui derivano i verbi performativi in particolare
saragrave interessante verifi care se questa derivazione si applichi a partire dalla struttura
o dalla forma meno marcate sincronicamente al momento della derivazione Il caso
del francese permetterebbe allora di ipotizzare uno sviluppo diacronico gracier gt (re)mercier dove gracier testimonia una fase precedente in cui anche nel francese predo-
minava ancora il modello latino cosigrave come it salutare rispetto a ciao testimonia la
presenza di una formula di saluto (salve) precedentemente meno marcata Un secondo aspetto che meriterebbe piugrave approfonditi studi egrave relativo al ruolo dei
fattori sociali e storico-culturali nella diversa evoluzione delle formule olofrastiche
francesi e italiane (merci e grazie) Held (1996) ipotizza che la peculiaritagrave del francese
possa essere variamente associata a fattori socio-culturali come ad esempio il fatto
che progressivamente la forma gratia sia stata utilizzata come base per la creazione
di forme idiomatiche connesse al linguaggio cerimoniale delle laquoHonnetes gensraquo nel
1700 e che sia quindi stata progressivamente relegata allrsquouso religioso Ragioni simili
potrebbero essere ricercate anche per le altre lingue a partire dal rumeno ma lrsquoam-
bito socio-culturale di riferimento egrave ancora tutto da scoprire
Universitagrave di Bergamo Chiara GHEZZI
CILPR 2013 ndash SECTION 2
60
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63
Aliquis tra latino e romanzo
1 Introduzione gli indefi niti tra tipologia e diacronia
La direzionalitagrave del mutamento linguistico egrave un tema molto prominente nella sin-
tassi storica soprattutto grazie al fi lone di ricerche sulla grammaticalizzazione (per
il latino si veda Fruyt (2011)) In questo campo gli studiosi hanno potuto identifi care
un numero ristretto di cause e meccanismi del mutamento sintattico motivati dal
punto di vista cognitivo in termini di strategie di acquisizione (cf Roberts (2007) per
un quadro drsquoinsieme) In ambito semantico invece non sono emersi con altrettanta
chiarezza meccanismi generali e cognitivamente fondati che spieghino la ricorrenza
di certi tipi di mutamento (con alcune eccezioni per es Traugott Dasher (2001) e
Eckardt (2006))
Come mostrato dallrsquoampio studio tipologico di Haspelmath (1997) i pronomi
e aggettivi indefi niti sono diacronicamente piuttosto instabili e possono quindi
mostrare differenze signifi cative anche in lingue strettamente imparentate e in inin-
terrotto contatto come quelle romanze Allo stesso tempo nel sistema degli indefi niti
si possono osservare degli schemi di mutamento ricorrenti Per esempio frequente
egrave la trasformazione di un termine a polaritagrave negativa (NPI) in un indefi nito nega-
tivo (cf Haspelmath (1997 221-233)) ma anche la direzione contraria egrave attestata (cf
Jaumlger (2010)) Un altro ciclo rilevante interessa gli indefi niti lsquoa scelta liberarsquo (lsquofree
choicersquo come lrsquoit qualsiasi) che si sviluppano da relative libere e vengono estesi a
contesti comparativi condizionali e interrogativi perdendo il valore originario (cf
Haspelmath (1997 149-150) e Foulet (1919) e Jayez Tovena (2011) sul fr quelque)
Meno studiato in questa prospettiva egrave il sistema degli indefi niti specifi ci su questo mi
concentro qui considerando la storia del latino aliquis lsquoqualcuno (un) qualchersquo che
mostra sviluppi diacronici peculiari in prospettiva tipologica
2 Gli sviluppi romanzi di aliquis
Nel ricco sistema degli indefi niti del latino classico quidam e aliquis svolgono la
funzione di indefi niti specifi ci Egrave generalmente riconosciuto (cf Haspelmath (1997)
Bertocchi et al (2010) Bortolussi (2010)) che il loro signifi cato si distingue in base
allo stato epistemico del parlante (lsquospecifi c known unknownrsquo in Haspelmath (1997))
Con quidam il parlante introduce un referente della cui identitagrave egrave certo spesso ma
non necessariamente seguono nel testo ulteriori specifi cazioni sullrsquoidentitagrave del refe-
CILPR 2013 ndash SECTION 2
64
rente eo sul tipo di conoscenza che ne ha il parlante (cf (1)a) Con aliquis invece il
referente dellrsquoespressione indefi nita egrave presentato come esistente e in questo consiste
la sua specifi citagrave la sua identitagrave egrave perograve sconosciuta al parlante e impossibile da indi-
viduare o non rilevante (cf (1)b) Secondo la defi nizione del dizionario Lewis-Short
aliquis laquodenotes that an object really exists but that nothing depends upon its indi-
vidualityraquo
(1) a Nec diu moratus rusticus quidam familiaris oculis meis cum muliercula comite propius accessit (Petron 12 3)
lsquoDopo poco arrivograve un contadino che conoscevo di vista accompagnato da una donnettarsquo
b expectabam aliquem meorum (Cic Att 13 15)
lsquoapettavo (qualc)uno dei mieirsquo
Quidam pur mantenendo vitalitagrave in latino tardo non produce esiti romanzi al
contrario aliquis egrave continuato dalle forme pronominali romanze derivanti dallrsquoaccu-
sativo come sp alguien pt algueacutem sp e pt algo e da quelle risultanti dallrsquouniverba-
zione di aliquis e unus gt alicunus come per es it alcuno fr aucun sp alguacuten pt
algum La distribuzione di queste forme egrave piuttosto diversifi cata nelle varie lingue
e il signifi cato egrave talvolta distante da quello del lat aliquis Il plurale (in fr lrsquoarcaico
drsquoaucuns) puograve ricevere interpretazione specifi ca (cf lrsquoit alcuni in (2)a) Il singolare
invece egrave diventato un termine a polaritagrave negativa talvolta -come in spagnolo cf (2)b-
con inversione rispetto al nome secondo alcune analisi della concordanza negativa il
francese aucun (usato nei registri formali) egrave un vero e proprio indefi nito negativo la
cui distribuzione egrave legata alla presenza della negazione diretta e i cui tratti semantici
ne permettono lrsquouso come risposta negativa in contesti ellittici cf (2)c-d In Ibero-
Romanzo inoltre per gli indefi niti derivati da aliquis egrave possibile un cosiddetto uso
lsquoepistemicorsquo (cf (2)e Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito 2003 Jayez Tovena 2006)
che non permette lrsquoidentifi cazione univoca del referente dellrsquoelemento indefi nito uso
che in francese e italiano egrave impossibile con alcuno aucun ed egrave invece espresso rispet-
tivamente da quelque e (un) qualche (cf lrsquoit in (2)f-g)
(2) a Franco vuole comprare alcuni libri nel negozio qui vicino (specifi co possibile)
b no toma precaucioacuten alguna lsquonon prende alcuna precauzionersquo
c Aucun de mes amis nrsquoest venu lsquoNessuno dei miei amici egrave venutorsquo
d A Avez-vous une objection B Aucune lsquoA Ha unrsquoobiezione B Nessunarsquo
e Mariacutea se casoacute con alguacuten estudiante del departamento en concreto con Pedro
lsquoMaria si egrave sposata con un qualche studente del dipartimento precisamente Pedrorsquo
f Maria si egrave sposata con alcuno studente del dipartimento
g Qualche idiota ha dimenticato di spegnere la luce
La Tabella 1 riassume in forma schematica la distribuzione degli esiti di aliquis in
italiano francese spagnolo e portoghese
GIANOLLO
65
Tabella 1 distribuzione degli esiti romanzi di aliquis
linguaLatino
ClassicoRomanzo
formaaliquis Sp alguacuten
alguien
Pt algumalgueacutem
It alcunoFr aucun
funzionelsquospecifi c
unknownrsquoSINGOLARE PLURALE
indefi nito
epistemico
Sp Pt
(It qualche
Fr quelque)
termine
a polaritagrave
negativa
Sp Pt
Ita Fr
indefi nito
negativo
Fr
indefi nito
semplice o
specifi co
Sp Pt It
Fr
In questo contributo non mi occupo dellrsquoasimmetria nello sviluppo di singolare e
plurale e mi dedico invece a due aspetti evidenziati dal confronto tra il valore del sin-
golare latino e gli sviluppi semantici delle forme singolari romanze il comportamento
di aliquis rispetto alla negazione in latino classico e tardo (sect 4) e lrsquouso epistemico di
aliquis in contesti modali (sect 5) Egrave opportuno perograve fare precedere alla presentazione
dei dati una breve discussione della nozione di specifi citagrave (sect 3)
3 Gli ingredienti della specifi citagrave
La specifi citagrave egrave un fenomeno pervasivo allrsquointerfaccia tra semantica pragmatica e
sintassi per il quale egrave diffi cile raggiungere una defi nizione condivisa Von Heusinger
(2011) offre un panorama aggiornato degli studi sul tema da cui emerge la mancanza
di consenso su quale sia la componente fondamentale della specifi citagrave e quali invece
gli lsquoepifenomenirsquo dovuti allrsquointerazione con i vari contesti semantici e pragmatici Da
una parte si osservano nelle lingue elementi con i quali egrave sempre associato un valore
di specifi citagrave e che sono incompatibili con contesti che non permettono unrsquointerpre-
tazione specifi ca Dallrsquoaltra esistono elementi piugrave variabili che a seconda di fattori
contestuali come le relazioni di portata tra operatori logici e la struttura informazio-
nale assumono o meno unrsquointerpretazione specifi ca
Haspelmath (1997) classifi ca aliquis come indefi nito specifi co ma studi dedicati al
latino hanno mostrato che tale classifi cazione egrave tuttrsquoaltro che ovvia se per es Bertoc-
chi et al (2010 25) affermano che laquoaliquis is generally though not always specifi craquo
Orlandini (1983 233) classifi cava aliquis in base ai suoi criteri pragmatici come non-
CILPR 2013 ndash SECTION 2
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specifi co1 La variabilitagrave della classifi cazione dipende dalla defi nizione di specifi citagrave
di volta in volta adottata
In Orlandini (1983) come in molta letteratura sul tema si adotta una defi nizione
pragmatica basata sullo stato epistemico del parlante un indefi nito specifi co esprime
certezza del parlante riguardo allrsquoidentitagrave del referente (unicitagrave del riferimento) Lo
stato epistemico del parlante egrave di fatto identico a quello che produce lrsquointerpretazione
referenziale di un sintagma nominale defi nito diverso egrave solo lo stato epistemico del
ricevente che nel caso del defi nito ha familiaritagrave con il referente nel caso dellrsquoindefi -
nito non ne conosce lrsquoidentitagrave
Haspelmath (1997 38) offre la seguente defi nizione laquoan expression is specifi c if
the speaker presupposes the existence and unique identifi ability of its referentraquo Solo
nellrsquoambito di una presupposizione di unicitagrave del riferimento ha senso distinguere
secondo Haspelmath (1997 45) tra riferimento conosciuto e non conosciuto
Bertocchi et al (2010 24-28) cosigrave come Bortolussi (2010) adottano la defi nizione
di Haspelmath ma distinguono tra casi in cui crsquoegrave sia presupposizione di esistenza che
unicitagrave di riferimento e casi in cui invece non crsquoegrave unicitagrave di riferimento ma lrsquoesistenza
del referente egrave comunque presupposta a seconda dei contesti di occorrenza aliquis
puograve indicare o meno unicitagrave di riferimento ossia puograve essere o non essere specifi co
Inoltre viene sottolineata per il latino la presenza di un indefi nito quis che egrave neutro
rispetto alla presupposizione di esistenza Su questa base viene riconosciuto per il
latino il sistema in (3)
(3) a quidam [+ presupposizione di esistenza] [+ unicitagrave del referente]
b aliquis [+ presupposizione di esistenza] [plusmn unicitagrave del referente]
c quis [empty presupposizione di esistenza] [ndash unicitagrave del referente]
d quisquam [ndash presupposizione di esistenza] [ndash unicitagrave del referente]
A fronte di queste diffi coltagrave nel raggiungere una defi nizione unitaria di specifi citagrave
mi sembra opportuno procedere nella ricerca empirica scomponendo il concetto e
prendendo in considerazione separatamente due ingredienti che sono rilevanti per
lrsquointerpretazione di aliquis
(i) portata in latino classico aliquis egrave in grado di deve trovarsi al di fuori della
portata di altri operatori come ad es la negazione e il condizionale
(ii) componente epistemica il referente egrave sconosciuto indifferente al parlante
In sect 4 mi concentro sul primo fattore e in particolare sugli sviluppi di aliquis in
contesti negativi e sullrsquoimpossibilitagrave di avere letture specifi che allrsquointerno della por-
tata della negazione Sotto questo aspetto lrsquoevoluzione diacronica di aliquis si pro-
spetta giagrave chiaramente a partire dal IV sec dC In sect 5 discuto lrsquoimportanza della
1 La bibliografi a su questo tema e in generale sugli indefi niti latini egrave vasta e non le puograve essere resa giustizia in questa sede Segnalo solo alcuni dei contributi piugrave recenti Orlandini (1983) (2000) Mellet (1992) Maraldi (2000) Bortolussi (2001) (2010) Bertocchi et al (2010) Bortolussi Sznajder (2014) Devine Stephens (2013)
GIANOLLO
67
componente epistemica interpretata come estensione del dominio di quantifi cazione
per il percorso diacronico di aliquis
4 Aliquis e la negazione
Si egrave osservato in sect 2 come gli esiti romanzi di aliquis diventino termini a polaritagrave
negativa legittimati quindi in contesti con lsquocapovolgimento di scalarsquo (lsquodownward
entailingrsquo) come il dominio di portata della negazione Lrsquoestensione a questi con-
testi e in generale a contesti non-specifi ci delle forme romanze che continuano
aliquis contraddice la generalizzazione diacronica di Haspelmath (1997 148-154)
secondo cui i mutamenti semantici che interessano gli indefi niti operano unidire-
zionalmente da destra a sinistra della sua mappa semantica Nel sistema di funzioni
di Haspelmath rappresentato in (4) gli usi specifi ci occupano lrsquoestrema sinistra
mentre quelli sotto negazione indiretta e diretta si trovano nella parte destra dello
spazio semantico
(4) Rappresentazione della mappa semantica per gli indefi niti di Haspelmath (1997)
specifi c
known
specifi c
unknown
irrealis
non-spe-
cifi c
question indirect
negation
direct
negation
conditional compara-
tive
free-choice
Le letture specifi che degli indefi niti sono sempre impossibili sotto la portata della
negazione come mostrato dal contrasto tra inglese some e any in (5)
(5) a I didnrsquot cite some contributions lsquoci sono alcuni contributi che non ho citatorsquo exist gt not
b I didnrsquot cite any contributions lsquonon ho citato alcun contributorsquo not gt existIl latino aliquis se usato in contesti di negazione diretta prende sistematicamente
portata ampia rispetto allrsquooperatore negativo (cf Orlandini (2000)) in (6) si inter-
preta quindi lsquocrsquoegrave qualcosa che tu non hairsquo e non lsquonon crsquoegrave niente che tu abbiarsquo Si noti
che anche se in (6) la portata del quantifi catore egrave ampia lrsquoidentifi cazione del refe-
rente non egrave possibile o voluta lrsquoesistenza di lsquoun qualcosarsquo egrave rilevante la sua indentifi -
cazione egrave lasciata aperta
(6) dicitur enim alio modo etiam lsquocarerersquo cum aliquid non habeas et non habere te sentias
(Cic Tusc 1 88)
lsquoinfatti carere egrave usato in un signifi cato diverso quando crsquoegrave qualcosa che non hai e hai la
percezione di non averlorsquo
CILPR 2013 ndash SECTION 2
68
La quantifi cazione esistenziale sotto la portata della negazione egrave espressa in latino
da termini a polaritagrave negativa come quisquam ullus o la serie in -piam2 che co-
occorrono con la negazione (7)a-b unrsquoaltra possibilitagrave egrave offerta dagli indefi niti nega-
tivi come nemo nihil nullus che da soli danno valore negativo alla frase (7)c3
(7) a neque quisquam omnino consisteret (Caes civ 3 69)
lsquoe (cosigrave che) assolutamente nessuno si fermavarsquo
b sine timore ullo (Caes Gall 8 3)
lsquosenza alcun timorersquo
c sed hunc laborem recusabat nemo (Caes civ 1 68)
lsquoma nessuno rifi utava questa faticarsquo
Anche in altri contesti con capovolgimento di scala come per es la restrizione del
quantifi catore universale si trova per lo piugrave la serie a polaritagrave negativa
(8) omnes qui ullam agri glebam possiderent (Cic Verr 2 3 28)
lsquotutti coloro che possedessero un qualche appezzamento di terrenorsquo
Tuttavia aliquis come semplice esistenziale egrave anche possibile secondo De-
vine Stephens (2013 376) in (9) a differenza che in (8) non crsquoegrave il riferimento al
valore fi nale di una scala tipico invece per gli elementi a polaritagrave negativa lsquoqualcosarsquo
quindi e non lsquoqualsiasi cosarsquo
(9) omnes qui aliquid scire videntur (Cic parad 40)
lsquotutti coloro che sembrano sapere qualcosarsquo
Il comportamento di aliquis in contesti negativi mostra che questo indefi nito egrave
capace di portata ampia rispetto ad altri operatori e dagrave luogo a interpretazioni specifi -
che in cui il quantifi catore ha portata al di sopra della negazione In questo senso ali-quis contrasta nettamente con il comportamento degli esiti romanzi In latino tardo
perograve marcatamente a partire dal IV sec dC si iniziano a trovare casi in cui aliquis
va interpretato sotto la negazione come lrsquoesempio dalla Vulgata in (10)
(10) si ergo corpus tuum totum lucidum fuerit non habens aliquam partem tenebrarum erit lucidum totum et sicut lucerna fulgoris inluminabit te (Vulg Luc 11 36)
lsquose quindi il tuo corpo egrave tutto nella luce senza avere alcuna parte nelle tenebre tutto
saragrave luminoso e come quando la lucerna ti illumina con i suoi raggirsquo
2 La serie in -piam era giagrave rara e arcaizzante in latino classico (Bertocchi et al (2010 48)) ma mostra nuova vitalitagrave nel latino della Vulgata (Bortolussi Sznajder 2014) Egrave possibile che ciograve sia da interpretare come segno di una discrepanza tra lingua letteraria e lingua parlata nel dominio dei termini a polaritagrave negativa che mostra sviluppi giagrave nel IV secolo dC
3 Orlandini (2000 154-155) e Devine Stephens (2013 374-375) discutono alcuni rari casi con il complementatore negativo ne in cui aliquis ha portata al di sotto della negazione Gli autori sono concordi nel ritenere che nelle completive introdotte da ne la negazione ha proprietagrave semantiche e pragmatiche particolari che giustifi cano tale comportamento Per Orlandini tuttavia aliquis ha in questi casi unrsquointerpretazione simile a un termine a polaritagrave negativa che indica lrsquoestremo di una scala quantitativa mentre Devine e Stephens lo trattano come un semplice esistenziale
GIANOLLO
69
Contemporaneamente si notano con sempre maggiore frequenza soprattutto nei
registri stilistici meno coltivati segni dello sviluppo della concordanza negativa sia
nei testi che nelle discussioni grammaticali (Diomede GL 1455) cf Molinelli (1988)
Molinelli (1989) In (11) unrsquoattestazione dalla Vetus Latina egrave paragonata allrsquouso clas-
sico della Vulgata
(11) a non respondes nihil (Vet Lat Marc 14 60)
lsquonon rispondi nullarsquo
b non respondes quidquam (Vulg Marc 14 60)
Dal latino al romanzo la serie degli indefi niti negativi si rinnova completamente
Lrsquoorigine dei nuovi elementi puograve essere tracciata al latino tardo e deve aver avuto
effetti profondi sullrsquointero sistema degli indefi niti compreso aliquis Molinelli (1989
622-623) discute a proposito della concordanza negativa alcune osservazioni di Ago-
stino su quello che lui considera essere lrsquouso grammaticale corretto al contrario di
espressioni evidentemente frequenti nella sua epoca Egrave notevole che tali osservazioni
mostrino talvolta come in (12) anche lrsquouso corrente non classico -ma si noti bene
proposto come corretto proprio da Agostino- di aliquis come termine a polaritagrave
negativa
(12) Non est relictum viride nihil in lignis dicendum fuit more locutionis nostrae non est relictum viride aliquid in lignis (Aug quaest Hept 54 239 Loc de Exodo)
lsquolsaquonon rimase nulla [nihil] di verde sugli alberirsaquo si dovrebbe piuttosto dire nella lingua
corretta lsaquonon rimase nulla [aliquid] di verde sugli alberi rsaquo
cf Vulgata nihilque omnino virens relictum est in lignis
Se in latino tardo ci sono dunque segni piuttosto chiari che preludono ai ter-
mini a polaritagrave negativa romanzi che continuano aliquis diffi cile egrave tracciare il per-
corso diacronico che vi ha portato Nella mappa semantica di Haspelmath (1997) la
contiguitagrave tra le diverse funzioni segnala una relazione semantica che si dovrebbe
anche proiettare in dimensione diacronica indicando direzioni e tappe di mutamento
Come giunge quindi aliquis dallrsquoestremo sinistro allrsquoestremo destro dello spazio
semantico presentato in (4) Nella sezione seguente considero la componente episte-
mica di aliquis e propongo che essa rappresenti una forma di lsquoestensione del dominio
di quantifi cazionersquo da riconoscersi come tappa intermedia verso la polaritagrave negativa
5 Aliquis e gli indefi niti epistemici
La seconda osservazione che emerge dal quadro comparato in sect 2 concerne gli
usi cosiddetti lsquoepistemicirsquo degli esiti di aliquis in Ibero-Romanzo Il termine lsquoepiste-
micorsquo egrave usato da Jayez e Tovena (2006) in senso piuttosto ampio per gli indefi niti il
cui uso egrave condizionato dal parametro lsquostato di conoscenza del parlantersquo sono defi niti
lsquoepistemicirsquo sia gli indefi niti che permettono lrsquoidentifi cazione del referente (fr un cer-tain) sia quelli che indicano un grado di ignoranza (fr un quelconque) A prima vista
sembrerebbe quindi possibile considerare questa funzione equivalente alle catego-
CILPR 2013 ndash SECTION 2
70
rie lsquoknown unknownrsquo di Haspelmath (1997) Non egrave perograve cosigrave per Haspelmath tali
categorie si applicano solo agli indefi niti specifi ci mentre per Jayez e Tovena (2006)
lrsquoepistemicitagrave puograve essere anche un parametro degli indefi niti lsquofree choicersquo
A complicare ulteriormente il quadro terminologico nel defi nire lsquoepistemicorsquo lrsquouso
di sp alguacuten in casi come (2)e per es in Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito (2003) e
Aloni Port (2006) il termine egrave stato impiegato con il senso piugrave ristretto di lsquoforma
lessicale specializzata che indica lrsquoassenza di conoscenza da parte del parlantersquo In
particolare lo sp alguacuten egrave stato caratterizzato da Alonso-Ovalle e Meneacutendez-Benito
(2010) come lsquoanti-singleton indefi nitersquo il cui dominio di quantifi cazione non puograve
essere ridotto a un singolo elemento Se si adotta tale accezione ristretta la corri-
spondenza rispetto alle categorie di Haspelmath si riduce al polo lsquounknownrsquo Inol-
tre gli indefi niti epistemici non sono necessariamente specifi ci rispetto alla portata
come mostra lrsquointerazione con altri operatori Aloni e Port (2006) hanno mostrato
come non solo alguacuten ma anche per es lrsquoit un qualche e il ted irgendein anchrsquoessi
considerati epistemici presentino valori semantici diversi a seconda del contesto Se
unrsquointerpretazione specifi ca egrave possibile in frasi episodiche di modalitagrave reale questi
indefi niti possono anche avere interpretazione non-specifi ca per es in un contesto
modale epistemico Nel caso di contesti negativi poi alguacuten e irgendein (ma non un qualche) vengono interpretati sotto la portata della negazione comportandosi come
esistenziali semplici perdendo cioegrave lrsquoapporto epistemico
Un approccio promettente che qui seguo anche nella defi nizione di epistemicitagrave
egrave quello di Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito (2003) (2010) che si basa sul formulare
condizioni sul dominio di quantifi cazione degli indefi niti sulla scorta dellrsquoinfl uente
proposta di Kratzer Shimoyama (2002)4 Il punto di partenza egrave il confronto con gli
indefi niti lsquofree choicersquo come it qualunque o sp cualquiera Nel loro caso il dominio
di quantifi cazione egrave esteso al massimo (lsquodomain wideningrsquo) fi no a comprendere anche
i casi marginali dellrsquouniverso del discorso Con gli indefi niti lsquoepistemicirsquo invece se egrave
vero che non egrave possibile lrsquoidentifi cazione univoca del referente (lsquoanti-singleton con-
straintrsquo) alcune alternative possono essere escluse gli indefi niti epistemici quindi
hanno un dominio piugrave limitato rispetto ai lsquofree choicersquo (lsquominimal domain wideningrsquo)
Se si segue lrsquoapproccio pragmatico di Schwarzschild (2002) alla specifi citagrave egrave possibile
riconoscere un continuum di restrizioni sul dominio di quantifi cazione cf (13) la
specifi citagrave sarebbe lrsquoeffetto di unrsquoestrema restrizione del dominio di quantifi cazione
a livello contestuale fi no a comprendere un solo elemento (lsquosingleton indefi nitesrsquo
lsquoextreme domain narrowingrsquo)
(13) extreme domain narrowing gt minimal domain widening gt domain widening
Data la caratteristica di base di lsquominimal domain wideningrsquo il comportamento
fl essibile degli indefi niti epistemici a seconda del contesto egrave spiegato in termini
pragmatici come differenza nel tipo di implicature di volta in volta permesse (cf
Kratzer Shimoyama (2002) Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito (2010 20-27)) Si
4 Lrsquoapproccio non egrave privo di problemi come discusso da Aloni e Port (2006)
GIANOLLO
71
considerino esempi classici di aliquis in contesto epistemico (si noti il tempo futuro)
(14) egrave un tentativo di rassicurazione in una situazione critica in (15) Trimalchione
considera il canto di un gallo un segnale di cattivo augurio
(14) Deus respiciet nos aliquis (Plaut Bacch 638a)
lsquoqualche divinitagrave ci proteggeragraversquo
(15) nam aut incendium oportet fi at aut aliquis in vicinia animam abiciet (Petron 74 2)
lsquoinfatti o ci deve essere un incendio o qualcuno nelle vicinanze sta per tirare le cuoiarsquo
In casi come questi il ricevente del messaggio verbale cerca una motivazione per
lrsquoestensione del dominio di quantifi cazione (del percheacute il parlante non abbia voluto
essere piugrave informativo restringendo il dominio a un individuo) e conclude che il par-
lante ha voluto evitare di asserire qualcosa di falso da qui lrsquoeffetto di lsquoignoranzarsquo
sullrsquoidentitagrave del referente
Nel continuum formulato in (13) trovano spazio anche gli indefi niti a polaritagrave
negativa che come i lsquofree choicersquo producono la massima estensione del dominio
di quantifi cazione (Kadmon Landman 1993) In contesti con lsquocapovolgimento di
scalarsquo questo porta a un rafforzamento dellrsquoasserzione dal momento che anche le
alternative al margine del dominio vengono escluse (di converso per i lsquofree choicersquo il
rafforzamento consiste nellrsquoammettere anche le alternative marginali)
Haspelmath (1997) mostra che casi come lrsquoinglese any che ha sia la funzione
lsquofree choicersquo sia la funzione di termine a polaritagrave negativa non sono affatto rari
tipologicamente nota anche che dal punto di vista storico sembra aver luogo con
una certa frequenza il mutamento direzionale da funzione lsquofree choicersquo a funzione
lsquopolaritagrave negativarsquo La situazione osservata in sect 2 per il latino e le lingue romanze
suggerisce che un altro mutamento possibile sia quello da indefi nito epistemico
a indefi nito a polaritagrave negativa e che esso si sia verifi cato nel caso di aliquis La
categoria di indefi nito epistemico puograve rappresentare lrsquoanello mancante tra gli usi spe-
cifi ci e quelli a polaritagrave negativa Il percorso diacronico di aliquis non appare piugrave
eccezionale in prospettiva tipologica allorcheacute si consideri che aliquis in latino classico
non egrave poi cosigrave specifi co se da una parte egrave in grado di avere portata ampia rispetto a
molti operatori dallrsquoaltra egrave meno referenziale di un indefi nito specifi co lsquostandardrsquo (it
uno un certo) e si avvicina piuttosto allrsquouso odierno dello sp alguacuten del fr quelque
insomma degli indefi niti epistemici
6 Conclusioni
Se alle funzioni considerate da Haspelmath nella sua mappa si aggiunge la fun-
zione di indefi nito epistemico si puograve modellare il mutamento in forma graduale
attraverso contesti contigui Resta il fatto che il mutamento proposto contraddice
le predizioni di Haspelmath rispetto alla direzionalitagrave del mutamento (pur sempre
da sinistra a destra nello spazio semantico) Gli sviluppi nelle varie lingue romanze
seguono la stessa direzione ma raggiungono stadi diversi Egrave probabile che ciograve sia con-
CILPR 2013 ndash SECTION 2
72
seguenza dellrsquointerazione con altri mutamenti (soprattutto nel dominio della nega-
zione) e della pressione paradigmatica di altri indefi niti Gli usi epistemici delle lin-
gue ibero-romanze rappresenterebbero uno stadio piugrave conservativo rispetto a italiano
e francese Queste ultime hanno perso gli usi epistemici attestati per gli stadi piugrave
antichi (cf Martins (2000) Stark (2006) Ingham (2011)) e mantengono solo il valore
di termine a polaritagrave negativa
Universitagrave di Colonia Chiara GIANOLLO
GIANOLLO
73
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75
Sulla morfosintassi dei pronomi relativi nelle carte notarili
di area salernitana (IX secolo)
1 Questioni preliminari e struttura del lavoro
In questo studio presenteremo alcuni dati relativi ad una piugrave ampia ricerca in
corso presso lrsquoUniversitagrave di Napoli ldquoFederico IIrdquo sul latino delle carte notarili pro-
dotte in Italia meridionale nel corso dellrsquoalto medio-evo e del medio-evo centrale1 In
particolar modo in questrsquooccasione saranno discussi i primi dati riguardanti le forme
assunte dai pronomi relativi nei documenti rogati in area salernitana nel IX secolo
Dal punto di vista tipologico comrsquoegrave noto la subordinazione relativa rappresenta
uno dei principali macro-tipi subordinativi presenti nelle lingue del mondo2 Secondo
la defi nizione interlinguisticamente valida proposta da Andrews (2007 206) attra-
verso la frase relativa viene delimitata laquothe reference of an NP [sc Noun Phrase] by
specifying the role of the referent of that NP in the situation described by the RC [sc Relative Clause]raquo Come si vede la defi nizione di frase relativa appena fornita include
le frasi che nella tradizione grammaticale italiana (e di altri paesi occidentali) sono
chiamate relative restrittive ma taglia fuori dal dominio della subordinazione rela-
tiva le cosiddette frasi relative non-restrittive Queste ultime presentano in effetti una
relazione semantica e pragmatica con la frase reggente che differisce sensibilmente da
quella instaurata dalle relative restrittive (si veda ad esempio Comrie (1989 138-139))
Tuttavia poicheacute il latino (come altre lingue ad esempio lrsquoitaliano e lrsquoinglese) presenta
strategie simili nella realizzazione delle relative restrittive e non-restrittive in questo
studio ci occuperemo di entrambe le strutture Soprattutto percheacute in questa occa-
sione ci soffermeremo in particolar modo sugli aspetti morfologici della relazione tra
il nome testa e il pronome relativo
Lrsquoipotesi di fondo di questo contributo egrave che nei documenti prodotti nel IX secolo
nei territori longobardi dellrsquoarea salernitana la distanza tra forme (e costruzioni) che
tendono maggiormente verso il latino e forme (e costruzioni) che tendono maggior-
mente verso il romanzo debba essere misurata nei termini di un continuum di diverse
opzioni in competizione ma non in mutua esclusione la cui selezione era sensibile
1 I primi risultati di questa ricerca si possono leggere in Sornicola (2007 2008 2011 2012a 2012b 2013a e 2013b) DrsquoArgenio (2013) Ferrari (2013) Valente (2013) e Greco (2012a 2012b e 2013)
2 Si veda ad esempio Dixon (1995 179-183)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
76
a fattori di diverso tipo come ad esempio la tipologia testuale e le abilitagrave scrittorie
dello scrivente Lrsquoobiettivo principale del lavoro egrave infatti quello di valutare se le dif-
ferenti caratteristiche delle realizzazioni delle strutture relative a verbo fi nito ed in
particolar modo di fenomeni come la relazione tra la forma del pronome relativo e la
sua funzione o come lrsquoaccordo morfologico tra il pronome e il nome testa possono
rappresentare degli utili strumenti per lrsquoanalisi del dislivello stilistico tra le diverse
carte prese in esame3
Per quanto riguarda la struttura del lavoro nel prossimo paragrafo saranno pre-
sentate alcune caratteristiche generali della struttura testuale e della lingua dei docu-
menti indagati nella terza sezione dello studio discuteremo invece alcune questioni
riguardanti le forme assunte dai pronomi relativi nelle carte esaminate il paragrafo
4 saragrave dedicato allrsquoanalisi piugrave in dettaglio delle caratteristiche dei pronomi relativi
in un sottoinsieme del nostro corpus in relazione al confronto tra carte rogate da
notai differenti e nel quadro della produzione di un unico notaio tra tipologie di
carta diverse Nellrsquoultima sezione infi ne saranno tratte le conclusioni delle rifl essioni
svolte nel corso del lavoro
2 Caratteristiche generali dei testi indagati e della loro lingua
Il corpus di testi su cui si fonda questo studio egrave costituito da tutte le carte notarili
del IX secolo conservate nellrsquoArchivio della Badia della SSma Trinitagrave di Cava dersquo
Tirreni Si tratta di 105 documenti4 tutti rogati nella longobardia minore (e soprat-
tutto nel salernitano) redatti in massima parte secondo il modello della cartula e
caratterizzati molto spesso da una forte ripetitivitagrave di schemi compositivi e di for-
mule5 Nel complesso infatti la gran parte degli atti egrave costituita da piccoli negozi
legati soprattutto alla vendita (e in alcuni casi alla donazione o alla permuta) di terre
documenti in cui le lsquoparti di formulariorsquo costituiscono la quasi totalitagrave del testo e
minore spazio egrave lasciato alle lsquoparti liberersquo che consistono in genere in una rapida
descrizione dei confi ni e delle caratteristiche delle terre vendute (o permutate o
donate)6 Tuttavia le diverse abilitagrave scrittorie dei notai paiono rifl ettersi anche nella
differente qualitagrave nellrsquouso delle parti di formulario in cui proprio come nelle parti
3 La nozione di lsquoanalisi del dislivello stilisticorsquo egrave intesa in questo lavoro come studio del campo di variazione linguistica attestato dalle carte e delle opzioni selezionate di volta in volta dai diversi scriventi
4 Centodue carte sono edite nei volumi 50 51 e 52 delle Chartae Latinae Antiquiores (drsquoora in poi ChLA) le restanti tre sono invece state pubblicate da Galante (2001)
5 Non mancano in ogni caso nel nostro corpus testi appartenenti ad altre tipologie documen-tarie come i memoratoria le notitiae iudicati e i praecepta concessionis principeschi (infor-mazioni piugrave dettagliate sulla loro ripartizione in termini quantitativi nei testi del IX secolo conservati a Cava dersquo Tirreni sono fornite da DrsquoArgenio Ferrari Valente Greco 2013) Su queste tipologie di documenti ed in particolar modo sulle cartulae (o chartulae) e sui memo-ratoria si vedano Magistrale (1991) e Galante (2012)
6 Sulla differenza tra le lsquoparti di formulariorsquo e le lsquoparti liberersquo si vedano i classici Sabatini (1965 e 1968)
GRECO
77
libere si puograve osservare una certa variazione tra i diversi testi Variazione che come
vedremo nei prossimi paragrafi egrave per noi di interesse centrale
In questo quadro ci sembra che una nozione teorica come quella di dislivello stili-
stico risulti piugrave adatta a descrivere le differenze che si possono cogliere tra le carte del
nostro corpus7 rispetto a categorie come bilinguismo o diglossia assai problematiche
in seacute e la cui interpretazione risulta particolarmente delicata nel caso dei testi che
compongono il nostro corpus Drsquoaltronde giagrave Sornicola (2012a) ha mostrato lrsquooppor-
tunitagrave di una tale scelta per lrsquoanalisi di una serie di fenomeni strutturali in documenti
comparabili a quelli indagati in questo studio
Il presente contributo cercheragrave dunque di rispondere alla seguente domanda le
caratteristiche dellrsquouso dei pronomi relativi possono rappresentare un elemento di
diagnostica del dislivello stilistico tra le diverse carte Per rispondere a questo quesito
la nostra indagine correragrave su due binari distinti da un lato offriremo una descrizione
generale dellrsquouso dei pronomi relativi nei documenti del nostro corpus dallrsquoaltro pro-
porremo unrsquoanalisi piugrave dettagliata di una ventina di carte prodotte negli ultimi 25
anni del secolo IX
3 Caratteristiche generali dellrsquouso dei pronomi relativi nel nostro corpus
31 Aspetti quantitativi
Un aspetto fondamentale della lingua dei testi indagati in questo studio egrave rap-
presentato dal fatto che la relazione tra caso morfologico e funzione sintattica segue
logiche che spesso non sono latine (ma neanche romanze) Sono frequenti ad esempio
scambi nellrsquouso dei casi o forme di Erstarrung nominale (si veda lrsquoesempio 1)8
(1) Et qui si bovi minime inantistare potuerimus [au]t nos ipsi bel nostri heredibus per colibe
ingenio retornare boluerimus con[pon]ere promitemus nos bovi duplo pretjius (ChLA
50 3 18)
Evidentemente una tale condizione generalizzata presenta rifl essi cruciali per
lrsquoanalisi della subordinazione relativa a verbo fi nito e in particolar modo per la rela-
zione tra la forma morfologica dei pronomi relativi e la loro funzione sintattica
Prima di addentrarci nel cuore dellrsquoanalisi perograve desideriamo proporre un quadro
complessivo della frequenza con cui compaiono le diverse forme del pronome relativo
nel nostro corpus
qui que quod quem quam quas quos cuius cui quo qua quorum quarum quibus
630 77 70 61 9 27 0 1 16 6 8 2 0 53
Tabella 1
7 Sulla nozione di lsquodislivello stilisticorsquo si veda la n 38 Una trattazione piugrave distesa di questi fenomeni si trova in Sornicola (2012a)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
78
Il dato che emerge piugrave chiaramente dalla Tabella 1 egrave probabilmente la netta pre-
ponderanza delle forme qui que e quod (e soprattutto della prima)9 Tuttavia a que-
sto proposito egrave necessario sottolineare che nei nostri testi compare molto frequente-
mente una formula che serve a indicare univocamente lrsquoautore dellrsquoazione giuridica o
il suo destinatario e che ha la forma qui supra que supra (si vedano gli esempi 2 e 3)
Questa formula ricorre in 381 dei 630 casi (il 60) in cui compare il pronome qui allo
stesso modo su 78 que 23 (il 30) sono nella locuzione que supra
(2) Infra suprascripte fi ni nec mihi nec ad alio homine nihil reserbabi set bobis qui supra in
integrum binumdedi ad possidendum unde pro suprascripta mea vinditjione de presentis
recepi pretjium ego qui supra vinditor a te emtore meo auro fi guratu solidos Beneventa-
nos numero sex et tremisse uno (ChLA 50 1 8-10)
(3) Unde per istabiliscendum anc mea venditjionem pro confi rmandum cartula suscepi ego
que supra Fredenperga vindetrice a te Aiemprandu emtore fenito pretjium biginti Bene-
bentano solidos de ipsi veteri (ChLA 50 20 27)
Altre caratteristiche evidenziate dalla Tabella riguardano la generale maggior fre-
quenza di pronomi che presentano una forma accusativale rispetto a quelli dotati di
forma obliqua Eccezioni a questa tendenza sono rappresentate dalle forme quam
(9 occorrenze) e quos (che addirittura non compare mai nel corpus) da un lato e da
quibus (53 casi) dallrsquoaltro Lrsquounico altro pronome obliquo che compare con una certa
frequenza egrave cui (16 occorrenze) Le questioni che discuteremo nei prossimi paragrafi
possono a nostro avviso spiegare queste differenze
32 Forma e funzione dei pronomi relativi
Lrsquoanalisi dei nomi testa cui i pronomi si legano e dei valori che questi ultimi assu-
mono evidenzia che in moltissimi casi la corrispondenza tra forma e funzione dei
pronomi relativi nelle carte del nostro corpus non egrave di tipo latino tanto dal punto
di vista della funzione grammaticale (esempio 4) quanto da quello dellrsquoaccordo di
genere e numero (esempi 5 6 e 7 in cui qui que e quod sono legati allo stesso nome
testa terra)10
(4) Unde ubi nec mihi que supra Fredenperge vindetrici nec ad alius homine de de que
superius legitur nullam reserbabit (ChLA 50 20 24)
(5) Binumdedi tibi Vuaiferi comes et fi lius bone memorie Dauferi terra mea qui est arbustu
bitatu (ChLA 51 19 3)
(6) Benundedit tibi Ursi fi lio Iacob terra mea que est arbustu bitatu (ChLA 51 6 3)
(7) De capu fi ne via de alia parte fi ne terra quod tenet Lupu fi lio Decorusi (ChLA 51 5 4)
9 Le forme qui que e quod occorrono quasi sempre in funzione di soggetto o di oggetto e in particolar modo di soggetto Uno dei rari casi in cui questa caratteristica non si riscontra egrave presentato in (4)
10 In alcuni casi allrsquointerno di uno stesso documento il nome testa terra egrave ripreso prima da un pronome e poi da un altro (si vedano a questo proposito lrsquoesempio 19 oppure la carta 27 del volume 51 in cui al rigo 10 si ritrova lrsquoespressione terra campensem nostram quod e qualche rigo oltre si legge invece prima terram qui e poi terra que)
GRECO
79
Le riprese del nome testa terra operate attraverso il pronome qui sono nettamente
maggioritarie si tratta di 31 occorrenze contro le 6 realizzate con que e le 2 con quod
Questa caratteristica sembrerebbe spingere verso una spiegazione del fenomeno in
termini di sovraestensione della forma qui ai danni di que Altri casi in cui uno stesso
nome testa viene ripreso da pronomi diversi mostrano perograve che lrsquoalternanza compare
anche con nomi maschili Le riprese di questo tipo di sostantivi invece in unrsquoottica
di semplice sovraestensione lineare della forma maschile che tende a generalizzarsi
dovrebbero essere effettuate regolarmente con il ricorso al pronome qui Si prenda il
caso del nome maschile locus
(8) Dono adque per an cartula cedo tibi nominati Arniperti dues pezze de terra in locum qui dicitur Iobi (ChLA 50 14 6)
(9) Tibi Persoaldi fi lio quondam Forti terra mea qui est arbustu bitatu et ensetetu in loco que dicitur Clusura subtu ipsa Matruniana abentes fi nis de uno latu terra Donasdei
(ChLA 50 24 4)
(10) Et bos et bestros heredes liceam introire in ipsa medietate in ipso loco quod mihi ibi
reserbabit (ChLA 52 13 27)
Anche nel caso di locus in ogni caso le realizzazioni con qui sono nettamente
maggioritarie il nome testa locus egrave ripreso in 33 occasioni da qui in 8 da que e in 2
da quod La presenza di tutti e tre i pronomi in percentuali praticamente identiche
a quelle riscontrate in occasione dellrsquoanalisi delle riprese del nome terra ci spinge
a ritenere che per molti dei notai attivi nel salernitano nel IX secolo la distinzione
al nominativo tra la forma maschile femminile e neutra del pronome relativo non
fosse piugrave determinante e che qui rappresentasse in tutti i contesti la variante piugrave
frequente ma non lrsquounica possibile Non mancano in ogni caso parole che vengono
riprese esclusivamente dai pronomi qui o quem Un caso di questo tipo egrave rappresen-
tato da petja (o pezza) che funziona come nome testa per una frase relativa a verbo
fi nito in 14 occasioni
(11) Sexta pezza qui est terra cum vinea abet fi ni (ChLA 50 15 12)
Il quadro come si vede egrave piuttosto frastagliato e ferma restando una preferenza
accordata alle forme pronominali maschili (e segnatamente allrsquoelemento qui) non
mancano elementi che indicano direzioni differenti
Per quanto riguarda le forme del pronome accusativo la Tabella 1 evidenzia che
quos non compare mai nei documenti indagati Drsquoaltronde egrave anche vero che i refe-
renti plurali che vengono relativizzati soprattutto in funzione di oggetto diretto non
sono molti (i numerosi quas presenti nel nostro corpus non riprendono infatti neces-
sariamente elementi plurali e anzi egrave piuttosto raro che la forma quas sia utilizzata per
richiamare un nome femminile plurale)
(12) Et casa mea quas habeo intu Benebentanam cibitatem noba [a]d porta qui vocatur da
fl ubio Sapatu (ChLA 50 20 15)
(13) Per unc scriptum dabo tibi qui supra ad frugiandum medietatem de sortem Framperti germani mei quas abuit in locum que dicitur Poltjanu Rotemsis fi nibus (ChLA 51 17 3)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
80
Tra le forme oblique del pronome relativo lrsquounica che ricorre con una certa fre-
quenza nel nostro corpus egrave quibus Ci sembra perograve opportuno sottolineare che 39
delle 53 occorrenze di questo pronome compaiono nella costruzione de quibus la cui
funzione egrave quella di introdurre la formula attraverso la quale chi vende si obbliga a
rispettare il contratto nei confronti di chi acquista De quibus in questi casi sembra
avere un valore paragonabile a ldquorispetto a queste coserdquo
(14) Amodo et semper te tuisque eredibus suprascriptam mea vinditjonem avere et possi-
dere valeatis Unde de quibus nos repromictimus et eredes nostros colligamus tivi qui
supra et at tuis eredibus (ChLA 51 2 15)
(15) Semper tuum nominate Radelghisi et tuis eredibus ea que prelegitur abere et possidere
baleatis de quibus me repromicto ego qui supra Lopenando binditor et obligo me ipsum
et meis eredibus tibi (ChLA 52 15 22)
Le altre forme oblique invece compaiono in pochissime occasioni e in maniera
interessante solo in testi vergati da notai di una certa importanza Si tratta di scri-
venti che prestano servizio presso la corte e che evidenziano abilitagrave scrittorie piugrave sofi -
sticate tanto dal punto di vista della grafi a adottata quanto da quello propriamente
linguistico La forma cuius ad esempio occorre una sola volta in una notitia iudicati (e dunque in un documento dotato di una certa uffi cialitagrave) vergata da Dausdedi
(16) Primis ipsa nominata Adelgisa cum ipso Adelfrid tutore et parentes suos in cuius m[un]dio subiacebat dixerunt ut ipse Teodelgardus in birtute conpreensisset ipsa Adelgisa et
in terra illa (ChLA 52 29 8)
Allo stesso modo la forma quorum compare soltanto in due occasioni Unrsquooccor-
renza si trova in una carta vergata da Ursus un altro notaio dotato di ottime abilitagrave
scrittorie che come Dausdedi ha prestato servizio presso la corte11 Lrsquoaltra compare
invece in un documento prodotto da Toto Si tratta anche in questo caso di un notaio
che presta servizio presso la corte e che quindi si puograve supporre doveva essere rite-
nuto particolarmente abile nella scrittura Si noti comunque la diffi coltagrave di interpre-
tare il valore di quorum nel brano tratto dalla carta vergata da Toto (esempio 17)
(17) Et pariter perreximus ante presentjam Sicardi gastaldi et iudicem et Petrus idem gastaldus
quorum nostra vona volumtas esse[t] venundendum hoc a quem diligenter sum inquisitam
ne aliquid violentjam hoc vindendum a suprascripto vir meus paterent (ChLA 51 26 4)
(18) Unam de rebus sua sola eis iudicare licerent duas bero portjiones hebenire in pote-
statem in quorum mundium subiacere videntur ego autem mundoald nec de progenie
ipsius viri mei aud de progenie (ChLA 52 33 8)
Infi ne anche le sei occorrenze della forma quo compaiono tutte in documenti
vergati proprio da Ursus e Toto Tanto quorum quanto quo si ritrovano dunque solo
in documenti rogati da questi due notai Per altro tre di queste sei occorrenze si ritro-
vano in carte di livello piugrave elevato (una notitia iudicati e un praeceptum concessionis
principesco)
11 Su Dausdedi e Ursus e sulle caratteristiche della lingua particolarmente sofi sticata (nel qua-dro della produzione scrittoria dei notai operanti nel salernitano nel IX secolo) utilizzata da questi scriventi si vedano Greco (2012b e 2013)
GRECO
81
Risulta dunque evidente che le forme oblique del pronome relativo (a parte qui-bus che presenta una distribuzione differente) sono utilizzate pressocheacute esclusiva-
mente da notai che in base a dati di tipo storico paleografi co e linguistico possiamo
annoverare tra i piugrave importanti e dotati di abilitagrave scrittorie piugrave sofi sticate Inoltre esse
ricorrono soprattutto nei documenti di livello piugrave elevato nel quadro della produzione
di questi notai
4 I pronomi relativi e il dislivello stilistico
Al termine del paragrafo precedente abbiamo avuto modo di sottolineare che
sembra possibile individuare caratteristiche differenti nellrsquouso dei pronomi relativi da
parte dei diversi notai operanti nel IX secolo nel salernitano In questa sezione ci sof-
fermeremo brevemente su alcune di queste differenze concentrandoci in particolar
modo su 18 carte rogate tra il novembre dellrsquo877 e lrsquoagosto dellrsquo89912
In questi documenti lrsquoaccordo del pronome relativo con il proprio nome testa segue
logiche di tipo latino (cioegrave con accordo di genere e numero e con caso selezionato in
base alla funzione sintattica svolta) nel 45 dei casi (si tratta di 41 occasioni su 91)13
Questa percentuale oscilla perograve sensibilmente da scrivente a scrivente e ad esempio
nei tre documenti vergati dal notaio Adelmari che abbiamo analizzato14 i pronomi
relativi sono correttamente accordati solo nel 22 dei casi Allo stesso modo dei
quattro pronomi relativi presenti nella carta prodotta dal notaio Ioanne nel novembre
dellrsquo87715 tre presentano accordi in qualche modo ldquoanomalirdquo e uno compare nellrsquoe-
spressione de quibus sulla quale ci siamo soffermati nel paragrafo precedente
(19) Leopardi dono adque per an cartulam confi rmo tibi Ursi fi lio Truppoli terra mea cum
bineam cot abeo in Castelione ubi propio ad Palumbulu bocatur qui abet fi nis (ChLA
52 6 4-5)
(20) De supto pede fi ne tua qui supra Ursi cot tu pro ipsa hoptaba Sadi germanus meo abuisti
(ChLA 52 6 6)
Nellrsquoesempio (19) oltre a grafi e (tipiche soprattutto dei documenti caratterizzati
da un livello sociolinguistico meno elevato) come adque per atque an per hanc e
cot per quod possiamo notare che il nome testa cui si riferiscono entrambi i pro-
nomi relativi (tanto cot quanto qui) egrave terra mea16 Nel brano presentato in (20) invece
12 Si tratta dei documenti 6 11 12 13 15 18 19 22 23 24 25 26 27 28 29 31 33 e 34 del volume 52 delle ChLA Queste carte sono costituite in larga parte da vendite o donazioni ma non mancano testi di natura piugrave uffi ciale come un paio di praecepta concessionis principeschi (carte 24 e 34) e una notitia iudicati (carta 29)
13 Abbiamo escluso dal corpus tutte le occorrenze delle espressioni qui supra e que supra (sulle quali si veda quanto abbiamo osservato nel paragrafo 31)
14 Si tratta delle carte 13 19 e 22 del volume 52 delle ChLA15 Si tratta della carta 6 del volume 52 delle ChLA16 Allrsquointerno dello stesso periodo il nome terra viene dunque ripreso da pronomi in principio
appartenenti a due generi diversi Ma sulle peculiaritagrave delle riprese pronominali di questo sostantivo si vedano le rifl essioni che abbiamo svolto nel paragrafo precedente
CILPR 2013 ndash SECTION 2
82
troviamo unrsquoattestazione dellrsquoespressione qui supra (che come abbiamo sottolineato
nella nota 13 non abbiamo incluso nello spoglio) e unrsquooccorrenza del pronome cot Il
nome testa ripreso da questrsquoultimo non egrave perograve facilmente individuabile ed egrave probabil-
mente rappresentato da un elemento soggiacente e non espresso formalmente il cui
signifi cato dovrebbe essere lsquoterrarsquo o lsquoproprietagraversquo (lrsquoelemento fi ne nellrsquoespressione fi ne tua dovrebbe far riferimento proprio ai confi ni di questa terra) I pronomi relativi che
compaiono nella donazione rogata da Ioanne presentano dunque caratteristiche (di
tipo sintattico morfologico o testuale) interessanti che mettono chiaramente in luce
alcune delle peculiaritagrave del latino delle carte oggetto di questo studio
Allrsquoestremo opposto dei casi che abbiamo appena discusso si situano le produzioni
del notaio Dausdedi uno degli scriventi piugrave sofi sticati dal punto di vista linguistico tra
quelli indagati in questo studio Abbiamo giagrave avuto modo di soffermarci altrove sul
livello generale della lingua di Dausdedi17 in questa sede ci limiteremo a sottoline-
are alcune caratteristiche dellrsquouso dei pronomi relativi nelle carte prodotte da questo
notaio In primo luogo dal punto di vista quantitativo nelle 5 carte indagate18 compa-
iono 21 pronomi relativi (esclusi come sempre quelli facenti parte delle espressioni
qui supra e que supra) di cui 16 correttamente accordati al proprio nome testa e fl essi
nel caso corrispondente alla propria funzione sintattica (si tratta dunque del 762
dei casi) Le cinque occasioni in cui si riscontra un accordo non canonico sono per
altro tutte caratterizzate dalla presenza degli stessi due nomi testa in due casi si tratta
di ecclesia (ripreso sempre da quod)19 e in tre di res (ripreso in due casi da qui ed in
uno da quod)20 Interessante in particolar modo risulta un documento in cui lo stesso
sintagma ipsa res viene ripreso ad un rigo di distanza prima da qui e poi da quod
(22) Ideoque ego Benedictus gastaldeus fi lius Azzoni per anc cartula bindedit tibi Iohanni
presbiteri et abbati fi lio Iohanni ipsa res qui fuit Lupi fi lii Boniperti de loco qui dicit[ur]
Agella ubi Clusuria bocatur Nucerina fi nes quod ego per cartula emtum ab[e]o (ChLA
52 25 4-5)
Al di lagrave di questo esempio (in cui non egrave da escludere che la differente ripresa
dello stesso referente sia stata favorita anche dalla distanza che separa il secondo
pronome dal primo e dal nome testa) probabilmente non egrave necessario soffermarsi
sulle peculiaritagrave semantiche del nome res che potrebbero essere alla base di questo
tipo di accordi non canonici Piugrave interessante da questo punto di vista appare il caso
del sostantivo ecclesia il quale in tutte le carte del IX secolo conservate nellrsquoarchivio
cavense viene ripreso da un pronome relativo in 7 occasioni In nessun caso il pro-
17 Si vedano Greco (2012b e 2013)18 Si tratta delle carte 12 24 25 28 e 29 del volume 52 delle ChLA19 Si tratta per altro delle sole due occasioni in cui nelle carte vergate da Dausdedi il nome
ecclesia viene ripreso da un pronome relativo Questo sostantivo egrave dunque sempre ripreso da quod nei documenti di questo notaio
20 Si tratta dei tre soli casi in cui nelle carte vergate da Dausdedi il nome res viene ripreso da un pronome relativo Questo sostantivo non egrave dunque mai ripreso da pronomi relativi femminili nei documenti di questo notaio
GRECO
83
nome egrave correttamente accordato In 3 occasioni il sostantivo egrave ripreso da qui in 2 da
quod in una da quem ed in unrsquoaltra da quas Come si vede solo in un caso lrsquoelemento
ecclesia egrave ripreso da un pronome femminile anche se lrsquoaccordo risulta comunque non
canonico poicheacute il pronome egrave formalmente plurale a fronte di un nome testa singolare
(tanto dal punto di vista formale quanto da quello della referenza)
Risulta dunque evidente che anche i (pochi) casi di accordo non canonico tra pro-
forma e nome testa che si riscontrano nelle carte prodotte da Dausdedi sono relativi
a situazioni peculiari in cui il sostantivo da cui dipende la frase relativa o presenta
caratteristiche non comuni dal punto di vista sintattico e semantico (egrave il caso di res) oppure non si ritrova mai ripreso da un pronome accordato in maniera canonica in
tutti i testi del IX secolo conservati a Cava dersquo Tirreni (egrave il caso di ecclesia)
5 Conclusioni
In questo contributo abbiamo proposto una rifl essione sulle caratteristiche morfo-
sintattiche dei pronomi relativi in un corpus di documenti notarili latini costituito da
tutte le carte originali del IX secolo conservate nellrsquoArchivio della Badia della SSma
Trinitagrave di Cava dersquo Tirreni Abbiamo in particolar modo cercato di stabilire se le rea-
lizzazioni piugrave o meno canoniche (ovvero piugrave o meno aderenti alle norme latine) dei
pronomi relativi in termini di accordo morfologico con il nome testa e di relazione tra
forma del pronome relativo e sua funzione sintattica possano rappresentare degli stru-
menti per lrsquoanalisi del dislivello stilistico tra le diverse carte prese in esame
La nostra analisi ha messo in evidenza la netta preponderanza delle forme nomi-
nativali e accusativali dei pronomi (e segnatamente di qui que quod e quem) rispetto
a quelle di tipo obliquo (ad eccezione di quibus che compare soprattutto nellrsquoespres-
sione di ripresa ldquoad ampio spettrordquo de quibus) Il fatto che queste ultime compaiano
quasi esclusivamente nei documenti prodotti da quei notai che in base a caratteristi-
che sia extralinguistiche sia propriamente linguistiche possiamo considerare come
piugrave importanti e dotati di abilitagrave scrittorie piugrave sofi sticate ci ha spinto a ritenere che
lrsquoipotesi di partenza fosse fondata e che effettivamente le differenti caratteristiche
dellrsquouso dei pronomi relativi nel nostro corpus possano costituire degli elementi utili
nella valutazione del dislivello stilistico tra i vari documenti
Allo scopo di fornire ulteriori indicazioni in questo senso abbiamo inoltre inda-
gato in maniera piugrave dettagliata una ventina di carte prodotte nellrsquoultimo quindicennio
del IX secolo evidenziando che effettivamente la percentuale di accordi ldquocanonicirdquo
tra pronome relativo e nome testa risulta sensibile alle caratteristiche sociolinguisti-
che dello scrivente un notaio piugrave importante come Dausdedi (il quale presta ser-
vizio presso la corte e utilizza una grafi a piugrave innovativa) presenta una percentuale
di accordi canonici piugrave elevata della media e molto piugrave elevata rispetto ad esem-
pio a quella che si riscontra in tre carte vergate dal notaio Adelmari (notaio attivo a
Nocera) Inoltre abbiamo mostrato che anche i pochi casi di accordo non canonico
che si ritrovano nei testi di Dausdedi sono tutti relativi a due nomi testa res e ecclesia
CILPR 2013 ndash SECTION 2
84
che per motivi diversi presentano numerose peculiaritagrave che li differenziano dalla
maggior parte degli altri sostantivi
Evidentemente al di lagrave degli obiettivi di questo lavoro molte altre questioni
restano aperte in particolar modo per quanto riguarda le condizioni che possono
favorire accordi non canonici tra il pronome relativo e il suo nome testa (si pensi al
grado di animatezza o di agentivitagrave di questrsquoultimo) e drsquoaltronde in questo contributo
abbiamo presentato solo i primi risultati di una piugrave ampia indagine in corso sulle
caratteristiche della subordinazione relativa a verbo fi nito in questi documenti
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Lrsquoespressione della direzione del moto dal latino classico
allrsquoitaliano antico1
1 Introduzione
Nella classifi cazione tipologica di Talmy (2000) le lingue romanze si differenziano
dalla maggior parte delle lingue indoeuropee per il modo in cui codifi cano gli eventi
di moto Queste sono infatti classifi cate nel tipo lsquoverb-framedrsquo (VF) a differenza del
latino o delle lingue germaniche considerate lingue lsquosatellite-framedrsquo (SF)
I due tipi di lingue si distinguono fondamentalmente per il diverso locus lessicale
in cui codifi cano le principali componenti semantiche di un evento di moto nelle
lingue SF la direzione egrave espressa tramite satelliti cioegrave elementi associati al verbo (es
prefi ssi particelle avverbi) mentre il signifi cato lessicale del verbo tende a espri-
mere la maniera del moto invece le lingue VF esprimono di preferenza la direzione
nella radice verbale mentre la maniera egrave spesso data per sottintesa ed egrave espressa se
necessario in componenti aggiunti (es forme non fi nite del verbo complementi pre-
posizionali)
La diversa strategia di lessicalizzazione degli eventi di moto era giagrave stata messa
in evidenza da Tesniegravere (1959) ed esemplifi cata attraverso il confronto della frase in
tedesco riprodotta in (1a) con la corrispettiva frase in francese in (1b) da cui si puograve
notare come il verbo in francese esprima la direzione mentre in tedesco la maniera
del moto
(1a) Anton schwimmt uumlber den Fluss
(1b) Antoine traverse le fl euve en nageant
Le stesse relazioni asimmetriche si possono cogliere da una parte nella frase latina
riportata in (2a) e dallrsquoaltra nelle traduzioni in francese (2b) e in italiano (2c)
(2a) perpauci [hellip] [fl umen] tranare contenderunt (Caes Gall 1 53)
(2b) lsquoquelques-uns [hellip] essayegraverent de passer le fl euve agrave la nagersquo
(2c) lsquopochissimi [hellip] cercarono di attraversare il fi ume a nuotorsquo
1 Questo lavoro egrave frutto della stretta collaborazione tra gli autori sono tuttavia attribuibili a Claudio Iacobini i paragrafi 1 e 5 a Luisa Corona i paragrafi 2 3 4 Siamo felici di ringraziare Lene Schoslashsler Anna Maria Thornton Wolfang U Dressler Michegravele Fruyt e Gerd Haverling per i preziosi suggerimenti e commenti
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La proposta di Talmy ha sollecitato un gran numero di lavori descrittivi e di
rifl essioni teoriche sulle caratteristiche le cause e le conseguenze di tale distinzione
tipologica e sulla sua sistematicitagrave e coerenza cfr Matsumoto (2003) Slobin (2004)
Questa classifi cazione infatti da un lato permette di individuare interessanti distin-
zioni a livello macro-tipologico dallrsquoaltro tende a oscurare importanti fenomeni di
variazione (che riguardano ad esempio la correlazione fra le strategie di lessicalizza-
zione preferite in relazione ai diversi tipi di eventi di moto) rispetto a quanto atteso in
ciascuna delle due macro-classi che emergono a un livello di analisi piugrave di dettaglio
Un interessante fi lone di ricerca si egrave recentemente concentrato sui fenomeni di
variazione allrsquointerno e fra le due macro-classi in prospettiva sincronica cfr Beavers
et al (2010) Croft et al (2010) Fortis et al (2011) Meno indagati sono le possibili
cause e i fenomeni linguistici implicati nel passaggio da un tipo a un altro in prospet-
tiva diacronica cfr Iacobini Fagard (2011)
La ricca tradizione di documenti e testi in latino e nelle varietagrave romanze costi-
tuisce un ideale campo drsquoindagine per ricerche sui fenomeni implicati nel passaggio
dalla strategia SF verso quella VF
In studi recenti - Stolova (2015) Iacobini (2009) Kopecka (in stampa) - sono stati
messi in luce alcuni fenomeni linguistici che sono piugrave direttamente implicati nel cam-
bio di strategia di codifi ca della direzione nel passaggio dal latino alle lingue romanze
Li ricordiamo schematicamente di seguito
(i) Impoverimento della prefi ssazione verbale
(ii) Formazione di nuovi tipi di verbi che incorporano la direzione nella radice a partire
da nomi aggettivi o preposizioni Lat montare da mons montis lsquomontagna montersquo gt
Fr monter It montare Cat muntar Occ montar Reto-R muntar lsquosalire ascenderersquo
Lat altiare da altus lsquoaltorsquo gt Fr hausser It alzare Sard artziai arziare lsquoalzarersquo Lat
abantiare da abante lsquoavanti davantirsquo gt Port Cat avanccedilar Sp avanzar Fr avancer It
avanzare lsquoavanzare andare avantirsquo
(iii) Lessicalizzazione di verbi originariamente prefi ssati percepiti come monomorfemici
Lat ex-ire lsquouscirersquo gt Sp ant exir Cat eixir ant Fr eissir It uscire Rom a ieși Sard
bessiri bessire
(iv) Riduzione nel numero e nellrsquouso dei verbi di maniera reinterpretati come verbi
direzionali o verbi generici di moto Lat ambulare lsquocamminare passeggiarersquo gt Fr aller Friulano lacirc lsquoandarersquo
(v) Progressiva perdita della distinzione fra signifi cati stativi e direzionali nei sintagmi
preposizionali
(vi) Passaggio allrsquoordine basico romanzo VO testa modifi catore
Non egrave perograve ancora disponibile una rassegna esaustiva delle strategie di codifi ca
della direzione in latino classico e del loro impiego effettivo Alcune indicazioni si
possono trarre da Baldi (2006) Brucale Iacobini Mocciaro (2011) Moussy (2011)
Questa lacuna non permette neacute di valutare appieno la rilevanza dei fenomeni
descritti in latino tardo neacute di misurare correttamente la distanza tipologica fra le lin-
gue romanze e il latino classico per quanto riguarda le strategie di codifi ca del moto
IACOBINI CORONA
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Nonostante alcuni studi esplorativi - cfr Schoslashsler (2008) Burnett Tremblay (2012)
Iacobini (2012 in stampa) - non abbiamo neanche una chiara visione dellrsquoevoluzione
della codifi ca del moto nella storia delle lingue romanze
In questo lavoro intendiamo presentare alcuni risultati preliminari di un piugrave ampio
progetto (in parte coincidente in parte coincidente con i risultati presentati in Corona
(2015) IacobiniCorona (2015) Iacobini et al (2015) riguardante lrsquoespressione degli
eventi di moto in latino classico e nelle lingue romanze in particolare in questa sede
presentiamo un inventario delle strategie di codifi ca del moto in latino classico per
verifi care la loro aderenza al modello tipologico SF e seguire i cambiamenti diacronici
nel periodo di formazione della lingua italiana
2 Corpus e metodo di analisi
I precedenti studi dedicati alla codifi ca del moto in latino si sono concentrati prin-
cipalmente sulle opere del periodo arcaico o sul latino volgare La scelta di studiare
il latino classico egrave dunque dovuta da un lato alla necessitagrave di colmare una lacuna in
un asse ideale di descrizione diacronica nello studio del passaggio dal tipo lessicale
SF a quello VF dallrsquoaltro dalla necessitagrave di studiare i fenomeni connessi alla codifi ca
del moto in una fase della lingua in cui questa si approssima quanto piugrave possibile alle
caratteristiche attribuite alle varietagrave standard Il latino delle opere di epoca classica
egrave infatti la varietagrave usata dal ceto medio-alto con connotati sovraregionali con un
certo grado di invarianza codifi cata in un corpus di opere di riferimento
Le opere analizzate nella nostra ricerca sono le Metamorfosi di Ovidio e La guerra gallica di Cesare (lrsquoedizione utilizzata egrave quella contenuta nel corpus Packard Huma-
nities Institute 5) Da queste sono stati estratti tutti i contesti che descrivono eventi di
dislocazione spaziale cioegrave movimenti reali di unrsquoentitagrave da un luogo fi sico a un altro
I testi di confronto italiani per le Metamorfosi sono volgarizzamenti e traduzioni
distinti secondo la periodizzazione della lingua italiana in cinque stadi cronologici2
elaborata da Paolo DrsquoAchille e adottata per la scansione temporale del corpus MIDIA
(Morfologia dellrsquoitaliano in diacronia ltwwwcorpusmidiaunitoitgt) Tale periodizza-
zione egrave basata su date salienti della storia linguistica letteraria e culturale dellrsquoItalia
la cui rilevanza ha avuto rifl essi signifi cativi anche sulle strutture della lingua italiana
In questo contributo forniremo i risultati dellrsquoanalisi del primo libro delle Metamor-fosi di Ovidio comparato con il primo libro del volgarizzamento di Arrigo Simintendi
da Prato prodotto prima del 1333 (la versione utilizzata egrave tratta dal corpus DiVo)
Per la descrizione della codifi ca del moto in latino e in italiano abbiamo elaborato
2 Per La guerra gallica di Cesare abbiamo scelto di confrontare due traduzioni in italiano contemporaneo - stadio successivo allrsquoultimo della periodizzazione in cinque fasi adottata - che si differenziano per il livello di formalitagrave la traduzione di tipo fi lologico-letterario di Adriano Pennacini nellrsquoedizione Einaudi e una gratuitamente scaricabile da internet sul sito wwwskuolanet rivolta a studenti di scuole medie superiori che si caratterizza per scelte lessicali adeguate a una varietagrave standard con un basso grado di formalitagrave
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una griglia di analisi che si rifagrave al modello di tipologia delle costruzioni proposto da
Fortis Vittrant (2011 71-98) che ispirandosi in particolare alla tipologia canonica proposta da Corbett (2005) e ai lavori sugli eventi di moto in ottica costruzionista
come quello di Croft et al (2011) elaborano un quadro esaustivo delle costruzioni che
possono essere impiegate nellrsquoespressione della direzione
La griglia di analisi prende in considerazione le seguenti caratteristiche
(i) semantica delle radici verbali (tramite la distinzione tra verbi di direzione venio profi ciscor verbi di maniera fl uo navigo verbi di moto causato duco mitto)
(ii) semantica e distribuzione dei prefi ssi
(iii) ruolo e distribuzione dei sintagmi preposizionali nellrsquoespressione del signifi cato dire-
zionale
(iv) ruolo dei casi nella codifi ca delle componenti salienti nellrsquoespressione del moto (es
origine e meta)
(v) distribuzione allrsquointerno dellrsquoenunciato della codifi ca delle informazioni spaziali
3 La codifi ca della direzione in latino
Per individuare le strategie di codifi ca della direzione impiegate in latino classico
sono state consultate innanzitutto le sezioni dedicate allrsquoespressione del moto e delle
relazioni spaziali delle principali opere grammaticali di riferimento Le grammatiche
sono state uno strumento analitico di partenza che ci ha permesso di stilare un primo
inventario delle strategie linguistiche impiegate dal latino classico per esprimere la
direzione Lo spoglio del corpus ha permesso di integrare lrsquoinventario fornito dalle
grammatiche con altri tipi di costruzioni disponibili in latino per descrivere eventi di
moto e di valutarne la frequenza nei testi
31 Tipi di costruzioni per esprimere direzione in latino
Nella Tabella 1 sono riportati schematicamente i principali tipi di costruzione
usati in latino nellrsquoespressione degli eventi di moto specifi cando i diversi elementi
della frase che concorrono alla codifi ca della direzione e riportandone alcuni esempi
tratti dalle Metamorfosi e da La guerra gallica Lrsquoanalisi quantitativa dei dati estratti
dalle due opere in esame permetteragrave di verifi care quali fra le costruzioni disponibili
sono maggiormente impiegate in latino per codifi care il moto
IACOBINI CORONA
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Tabella 1 Costruzioni impiegate in latino per codifi care la direzione rilevate nel corpus
Tipo Pref Verbo Avv Prep Caso Es
Dir Man
I [retto da Pref]
(3) summo delabor Olympo (Ov 1 213)
II [retto da Pref
e Prep]
(4) ab imo effusus Pindo (Ov 1 569)
III [retto da Pref]
(5) adeunt pariter Cephisi-das undas (Ov 1 369)
IV [retto da Pref
e Prep]
(6) suis ex fi nibus educunt (Caes 4 1 4)
V (7) hostes undique circum-venti (Caes 3 26 5)
VI
VII [retto da Prep]
(8) [fl umina] sub terras Stygio labentia luco (Ov
1 189)
VIII [retto da Prep]
(9) sed itum est in viscera terrae (Ov 1 138)
(10) omnem senatum ad se convenire (Caes 2 5 1)
IX [trans]
[accusativo]
(11) Scythiam septemque triones horrifer invasit Boreas (Ov 1 64-65)
X (12) signa dedi venisse deum (Ov 1 220)
XI (13) territus ipse fugit (Ov
1 232)
XII (14) ubi eo ventum est (Caes 1 43 4)
XIII
XIV [retto da Prep]
(15) ex loco superiore in ipsis fl uminis ripis proe-liabantur (Caes 2 23 4)
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Nella Tabella 1 la colonna dedicata al verbo egrave ulteriormente suddivisa lrsquoindica-
zione sintattica egrave infatti integrata con lrsquoelemento semantico espresso dalla radice ver-
bale distinguendo le costruzioni in cui il verbo esprime direzione da quelle in cui il
verbo esprime maniera Va osservato che nella classifi cazione semantica delle radici
verbali non egrave sempre possibile tenere rigidamente distinte le componenti semantiche
di direzione e maniera Ad esempio il verbo cado veicola sia la componente seman-
tica direzionale - indicando un moto discendente - sia la maniera - descrivendo un
moto privo di controllo da parte della fi gura3
Analizziamo ora i principali tipi di costruzione che esprimono direzione in latino
Nei tipi I-VI la direzione egrave espressa nel prefi sso Nel tipo I il prefi sso egrave legato ad
una radice verbale che indica maniera lrsquoorigine eo la meta del moto sono codifi cate
invece nellrsquoadnominale rappresentato da un caso semplice retto dal prefi sso Anche
nel tipo II il prefi sso egrave legato a un verbo di maniera ma la semantica del prefi sso egrave
ldquorinforzatardquo dalla preposizione che regge il caso che codifi ca origine o meta Nei tipi
III e IV abbiamo lo stesso tipo di costruzione a variare egrave la semantica del verbo
che non codifi ca maniera ma direzione (nel caso di venio) movimento generico (nel
caso di eo) o movimento causato (nel caso di mitto) Nei tipi II e IV la preposizione
che regge il caso puograve coincidere con il prefi sso come nellrsquoesempio (6) o non coinci-
dere come nellrsquoesempio (4) quando prefi sso e preposizione non coincidono tendono
comunque a codifi care la stessa porzione di traiettoria (o origine o meta) Nel tipo
V la direzione egrave codifi cata contemporaneamente da prefi sso legato a un verbo di
direzione e da un avverbio non abbiamo ancora trovato nel corpus esempi del tipo
VI in cui la direzione egrave codifi cata da un avverbio e da un prefi sso legato a un verbo
di maniera
Nei tipi VII-VIII la codifi ca della direzione non avviene sul prefi sso i verbi sono
infatti verbi di maniera (nel tipo VII) o direzionali (nel tipo VIII) non prefi ssati
oppure prefi ssati ma in cui il prefi sso non ha (o ha perso) valore spaziale cfr (10)
Il tipo IX impiega verbi direzionali transitivi o transitivizzati dal prefi sso in cui la
direzione egrave espressa dal verbo che regge lrsquoaccusativo che codifi ca la meta
Nei tipi X e XI la codifi ca della direzione avviene tramite il solo verbo rispettiva-
mente di direzione o di maniera
Nel tipo XII la direzione viene codifi cata oltre che dal verbo da un avverbio
di luogo Il tipo XIII prevede la stessa costruzione ma con verbo di maniera (non
abbiamo ancora trovato esempi di questo tipo)
Nel tipo XIV il verbo non egrave di per seacute un verbo di moto ma egrave costruito con sintagmi
3 Alcuni approcci teorici (cfr Rappaport Hovav Levin (2010)) negano la possibilitagrave che nel verbo vengano codifi cate piugrave di due componenti semantiche In realtagrave esistono radici verbali di moto che possono esprimere contemporaneamente sia direzione che maniera (ad es curro se costruito con sintagmi che indicano Meta come in usque sub Orchomenon Psophidaque Cyllenenque Maenaliosque sinus gelidumque Erymanthon et Elin currere sustinui (Ov 5 607-609) o altre componenti semantiche come la fi gura (es stillo lsquogocciolarersquo)
IACOBINI CORONA
93
preposizionali che descrivono una traiettoria e inducono unrsquointerpretazione dellrsquoe-
vento come un evento di moto
Fra le costruzioni descritte solo I e II corrispondono appieno alle caratteristiche
di una lingua SF i tipi III-VI sono riconducibili al tipo SF grazie allrsquouso dei prefi ssi
direzionali ma la radice verbale non esprime maniera I tipi VIII-X sono ricondu-
cibili al tipo VF dal momento che la direzione egrave espressa dal verbo Gli altri tipi di
costruzione non sono direttamente assegnabili a uno dei due tipi
Andando ad integrare le indicazioni sul tipo di costruzioni impiegate in latino con
quella sulla frequenza dei tipi nel corpus ricavate dallrsquoanalisi dei dati tratti dal I libro
delle Metamorfosi si nota che le costruzioni che rispettano tutte le caratteristiche del
tipo SF sono molto poco frequenti Su 80 contesti in cui sono descritti eventi di moto
abbiamo solo 9 occorrenze dei tipi I e II Ne riportiamo alcuni esempi in (16) (17)
(18) in aggiunta a quelli indicati nella Tabella 1 in (2) e (3)
(16) madidis Notus evolat alis (Ov 1 264)
(17) vires effundite vestras (Ov 1 278)
(18) emicat [hellip] Phaethon (Ov 1 776)
32 Verbi di moto e sintagmi preposizionali in latino
Secondo Slobin (2004) le lingue di tipo SF hanno una alta numerositagrave e frequenza
di verbi di maniera In latino questa correlazione egrave disattesa la maniera egrave infatti una
componente semantica poco espressa non solo nella radice verbale ma anche in altri
elementi della frase
Nella Tabella 2 possiamo osservare come nel primo libro delle Metamorfosi degli 80 contesti selezionati che descrivono eventi di moto - di cui 70 costruiti con un
verbo - solo 19 (27 circa) sono costruiti con verbi di maniera e solo 9 di questi verbi
di maniera sono verbi prefi ssati 51 eventi di moto sono costruiti con verbi direzionali
(di cui 31 prefi ssati e 20 non prefi ssati)
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Tabella 2 Tipi e occorrenze di verbi di moto nel primo libro delle Metamorfosi
OccorrenzeV Maniera V Maniera Pref V Direzione V Direzione Pref
10 9 20 31
Tipi 9 7 13 23
curro fl uo fugio labor navigo no propero ruo stillo
delabor disicio effundo emico evolo inrumpo insulto
cado eo fl ecto intro loco lustro mitto moveo rapio surgo veho venio volvo
adeo admoveo concutio convenio decido demitto descendo desero discedo emitto exeo ingredior invado pervenio procumbo pro-deo recedo redeo relinquo removeo subeo subsido transeo
La percentuale dei verbi di maniera ne La guerra gallica egrave ancora piugrave bassa supera
di poco il 10
Analizzando ulteriormente i dati sulle costruzioni riportati nella Tabella 1 pos-
siamo osservare che lrsquoespressione delle componenti semantiche di origine e meta
viene realizzata in latino tramite caso assoluto o caso retto da preposizione Nel
primo libro delle Metamorfosi la codifi ca sul caso assoluto egrave piugrave frequente Abbiamo
infatti 20 occorrenze di casi assoluti cfr (19) e (20) e 12 di casi retti da preposizione
cfr (21) e (22)
(19) inhospita tecta tyranni ingredior (Ov 1 218-219]
(20) nemora avia lustrat (Ov 1 479)
(21) fl uminaque [hellip] quae [hellip] in mare perveniunt (Ov 1 41)
(22) in liquidas pinus descenderat undas (Ov 1 61)
Ne La guerra gallica invece la traiettoria egrave piugrave frequentemente descritta con sin-
tagmi preposizionali
In generale lrsquouso dei sintagmi preposizionali appare giagrave molto diffuso nel latino
classico infatti lrsquoaccusativo egrave impiegato per codifi care la meta solo in usi cristallizzati
(come nei nomi di cittagrave o di piccola isola e in pochi altri casi) o con verbi transitivi e
lrsquoablativo ha una gamma di signifi cati molto piugrave vasta di quello di allontanamento da
un punto di riferimento
La porzione di traiettoria piugrave tipicamente codifi cata in latino egrave la meta mentre lrsquoo-
rigine tende a essere specifi cata meno di frequente nel primo libro delle Metamorfosi la meta viene espressa in 40 eventi di moto lrsquoorigine in 12
IACOBINI CORONA
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33 Lrsquoespressione della maniera in latino
In latino dunque esistono giagrave costruzioni che possono essere ricondotte al tipo
VF costruite cioegrave con un verbo direzionale (23) o con un verbo di moto generico (24)
(23) iussit [hellip] lapidosos surgere montes (Ov 1 44)
(24) fl umina iam lactis iam fl umina nectaris ibant (Ov 1 111)
Lrsquoesempio (24) permette di fare alcune osservazioni aggiuntive sullrsquoespressione
della maniera in latino Nonostante il latino disponga infatti di una risorsa lessicale
specifi ca per descrivere la maniera di movimento dei corsi drsquoacqua (fl uo) in diversi
contesti lo scorrere di un fi ume egrave descritto con il verbo direzionale eo Si tratta di
un comportamento tipicamente attribuito alle lingue VF in cui la maniera viene
espressa solo quando non egrave facilmente inferibile dal contesto
Occorre inoltre notare come osservato anche da Brucale (2011) che in latino i
verbi considerati di maniera tendono a perdere questa componente semantica se pre-
fi ssati Ad esempio il verbo gradior esprime di norma il camminare a piedi in oppo-
sizione ad altre forme di locomozione Il passo in (25) esemplifi ca questa accezione
mettendo in opposizione il camminare sulle zampe con lo strisciare il volare e il
nuotare
(25) alia animalia gradiendo alia serpendo alia volando alia nando (Cic nat 2 122)
Negli esempi da (26) a (28) osservati allinterno dellintero corpus Packard Huma-
nities Institute (versione PHI 5) si puograve invece notare la perdita della componente di
maniera nei verbi prefi ssati in (26) infatti il soggetto logico di progredi egrave equites la
cavalleria che non avanza a piedi in (27) la maniera egrave (ri)codifi cata nella frase con
lrsquoablativo strumentale pedibus in (28) la maniera codifi cata dallrsquoaggiunto tanta atque ita instructa nave lascia intuire che la componente semantica del lsquocamminare a piedirsquo
sia ormai irrilevante a favore di un piugrave generico valore di moto
(26) equitesque in ulteriorem portum progredi [hellip] iussit (Caes 4 23 1)
(27) cum ingressus iter pedibus sit in equum omnino non ascendere (Cic sen 34)
(28) [M Tullium] tanta atque ita instructa nave hoc mare ingressus (Quint inst 12 proem 4)
4 La codifi ca della direzione nel passaggio allrsquoitaliano
I dati sullrsquoitaliano delle origini sono estratti dal volgarizzamento delle Metamor-fosi di Arrigo Simintendi Come si puograve osservare nella Tabella 3 il volgarizzamento
trecentesco usa un numero maggiore di verbi direzionali (57 occorrenze 29 tipi)
rispetto ai verbi di maniera (12 occorrenze 9 tipi)
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Tabella 3 Tipi e occorrenze di verbi di moto nel volgarizzamento
delle Metamorfosi di Simintendi
OccorrenzeV Maniera V Direzione
12 57
Tipi 9 29
correre discorrere fug-
gire gocciolare navigare
nuotare ruinare saltare
volare
allogare andare approssimarsi arri-
vare assalire attorneare cacciare
cadere capitare discendere entrare
inginocchiarsi lasciare levarsi
mandare muovere partire passare
portare raccogliersi rimuovere
rizzare seguitare sotterrare tornare
tremare uscire venire volgere
Alcuni verbi attestati dal volgarizzamento (es assalire discorrere) pur essendo
etimologicamente prefi ssati presentano un valore direzionale che non puograve conside-
rarsi codifi cato nel prefi sso
Nel testo di Simintendi vengono anche usati verbi prefi ssati con valore direzio-
nale di formazione moderna es sottentrare in (29) un verbo abbastanza diffuso nelle
scritture volgari cfr Giuliani (in stampa) Questo verbo egrave usato nel volgarizzamento
di Simintendi per tradurre il latino serpunt ma si trova anche come traducente dei
verbi subeo subicio subvenio
(29) e subitamente sono fatti due e sottentrano con congiunto volgimento
Lat et subito duo sunt iunctoque volumine serpunt (Ov 4 600)
Nel volgarizzamento di Simintendi alla forma sottentrare se ne affi anca unrsquoaltra
sotto entrare cfr (30) Nello stesso passo Simintendi traduce supposui con il verbo
sotto porre rendendo con un pattern analitico quello che in latino egrave un verbo giagrave in
parte sintetico (il prefi sso si egrave opacizzato e assimilato alla radice verbale)
(30) io medesimo quando sono sotto entrato nelle caverne della terra e ho sotto posti a
quelle gli miei dossi
Lat idem ego cum subii convexa foramina terrae supposuique ferox imis mea terga cavernis (Ov 6 697-698)
Nelle scritture trecentesche coesistono due tipi di formazione per lrsquoespressione
della direzione Da un lato abbiamo la riproposizione del modello prefi ssale latino
in verbi come sottentrare trasandare dallrsquoaltro emerge un nuovo tipo di costruzione
satellitare con particella postverbale In Simintendi oltre a sottentrare e sotto entrare egrave infatti attestato anche entrare sotto Altri esempi in cui la traduzione di verbi pre-
fi ssati latini con valore direzionale egrave espressa dalla costruzione con verbo e particella
postverbale sono in (31) e (32)
(31) e manda fuori Noto
Lat emittitque Notum (Ov 1 264)
IACOBINI CORONA
97
(32) uscigraveo fuori la battallia
Lat prodit bellum (Ov 1 142)
5 Conclusioni
I dati presentati in questo lavoro permettono sia di valutare meglio i cambiamenti
intercorsi fra latino e italiano sia di contribuire ad una migliore comprensione dei
fenomeni linguistici che sono alla base del cambiamento tipologico nella espressione
degli eventi di moto
Uno studio della codifi ca degli eventi di moto in ottica costruzionista permette di
fornire un inventario esaustivo delle strategie impiegate da una lingua per esprimere
la direzione di osservare il ruolo svolto dagli altri elementi della frase oltre al verbo
e di integrare la tassonomia delle costruzioni con indicazioni di natura quantitativa
sul loro impiego effettivo
Questo tipo di analisi consente di misurare non solo gli elementi di variazione ma
anche gli elementi di continuitagrave come ad esempio la presenza di espressioni di tipo
VF in latino la diffusione - sempre crescente - di sintagmi preposizionali lrsquoemergere
di costruzioni con particella postverbale in italiano di cui si trovano tracce giagrave nel
latino
Sebbene i risultati siano tratti da un campione ristretto riteniamo che indichino
una chiara tendenza che le nostre indagini in corso confermano come rappresenta-
tiva dellrsquointero testo delle opere analizzate e che possono essere sintetizzate nello
schema seguente
Latino Classico
(a) La codifi ca della direzione in base a quanto atteso in lingue del tipo SF (direzione codi-
fi cata dal prefi sso premesso a una radice verbale che codifi ca la maniera) egrave molto poco
frequente
(i) la direzione tende a essere espressa nella radice verbale I verbi piugrave numerosi e piugrave
frequenti sono infatti i verbi direzionali prefi ssati e non
(ii) la maniera egrave molto poco espressa in latino e alcuni verbi che etimologicamente esprimono
maniera perdono questa componente semantica se prefi ssati
(b) La codifi ca satellitare della direzione tramite prefi sso tende ad essere rinforzata da altri
elementi della frase in particolare dalla preposizione che regge il caso le componenti
semantiche di Origine e Meta vengono generalmente espresse in latino con sintagmi
preposizionali che rinforzano la direzione codifi cata dal prefi sso
(c) La porzione di traiettoria generalmente codifi cata in latino egrave la Meta LrsquoOrigine tende a
essere espressa qualora non sia inferibile
(d) La direzione puograve essere codifi cata anche senza lrsquointervento di un verbo di moto
(i) in costruzioni a verbo supporto in cui la direzione egrave codifi cata nel nome (es excur- sionem incursionem facere)
(ii) con uno o piugrave sintagmi che indicano direzione e forzano unrsquointerpretazione dellrsquoevento
come un evento di moto (es ipsi ex silvis raris propugnabant (Caes 5 9 6))
Italiano antico
CILPR 2013 ndash SECTION 2
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(a) I verbi piugrave frequenti sono come giagrave in latino quelli che esprimono direzione nella radice
(b) I verbi etimologicamente prefi ssati hanno un basso grado di trasparenza morfotattica e
morfosemantica (es allogare assalire discorrere discendere)
(c) Coesistono due tipi di costruzioni verbali indicanti direzione un tipo che ripropone il
modello prefi ssato latino (es sottentrare sottoporre trasandare) e un altro tipo emergente
in cui il verbo egrave costruito con particella postverbale (es entrare sotto)
Universitagrave di Salerno Claudio IACOBINI
Luisa CORONA
IACOBINI CORONA
99
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101
Osservazioni diacroniche sulle espressioni nominali
discontinue dal latino alle lingue romanze1
1 Introduzione e obiettivi
Questo lavoro considera le espressioni nominali discontinue (drsquoora in avanti
END) cioegrave i cosiddetti iperbati da una prospettiva diacronica interna al latino (I-VI
sec dC) e rispetto alle lingue romanze
Nella letteratura recente sul latino un costituente viene considerato discontinuo
quando il suo ordine lineare viene interrotto da uno o piugrave elementi appartenenti allo
stesso dominio sintattico oppure a uno differente (Oniga (2007 205) Spevak (2010
274sqq) Ledgeway (2012 53sqq)) In questo senso il fenomeno dellrsquoiperbato coinci-
derebbe con una violazione del principio del domain integrity (Dik (1997) Bolkestein
(1998))
La discontinuitagrave rappresenta un fenomeno tipico del latino (Pinkster (2005)
Devine Stephens (2006) Bauer (2009)) che lo distingue rispetto alle lingue romanze
(Vaumlaumlnaumlnen (1963 163)) in cui lrsquoiperbato egrave estremamente limitato
Tradizionalmente (Hale (1983) Jelinek (1984)) la libertagrave dellrsquoordine delle parole
e soprattutto la possibilitagrave di avere ordini discontinui sono considerate prove per
sostenere la ldquonon-confi gurazionalitagraverdquo di alcune lingue la cui caratteristica principale
egrave lrsquoassenza di una differenziazione strutturale tra il soggetto e lrsquooggetto nella frase
In questo contributo saragrave tuttavia proposto che anche gli ordini discontinui possono
essere spiegati alla luce di una struttura sintattica soggiacente a partire dalla quale egrave
possibile derivare gli ordini attestati compresi quelli pragmaticamente marcati Lrsquoi-
potesi proposta si inserisce dunque nel piugrave ampio quadro dellrsquoapproccio sintattico
allo studio dellrsquoordine delle parole in latino che si propone non solo di descrivere
lrsquoordine lineare ma di comprenderlo in termini gerarchici e di ridurre la sua comples-
sitagrave a un sistema coerente di regole generali e predittive (Devine Stephens (2006)
Giusti Oniga (2006) Gianollo (2007) Iovino (2012) Ledgeway (2012))
In questo contributo saranno considerate tutte le END trovate in un corpus costi-
tuito dalla Cena Trimalchionis di Petronio (I dC) dal V libro delle Noctes Atti-cae di Gellio (II dC) e dal III libro delle Historia Francorum di Gregorio di Tours
1 Ringrazio Giuliana Giusti e Renato Oniga per aver seguito la ricerca e per aver letto e com-mentato questo contributo
CILPR 2013 ndash SECTION 2
102
(VI dC) Lrsquoobiettivo egrave quello di proporre una tipologia delle discontinuitagrave ammesse
individuando dei pattern strutturali che proprio percheacute ricorrenti in testi eteroge-
nei dal punto di vista contenutistico linguistico e cronologico sono ascrivibili alla
struttura della lingua Si vedragrave che egrave possibile individuare i seguenti quattro tipi di
discontinuitagrave tipo zero in cui gli ordini sono linearmente ma non sintatticamente
discontinui in quanto lrsquoelemento che crea lrsquointerruzione egrave il complemento di un sot-
tocostituente del sintagma (sect31) tipo uno in cui un elemento interno a un sintagma
viene estratto dalla sua posizione di base e dislocato in una posizione periferica a sini-
stra (cfr ldquoleft-edge frontingrdquo Ledgeway in stampa) (sect32) tipo due in cui lrsquoordine
egrave interrotto a livello di frase dallrsquoinserimento di un elemento debole che occupa la
seconda posizione della frase (posizione Wackernagel) (sect33) tipo tre in cui lrsquoordine
lineare egrave interrotto a livello di frase dallrsquo ldquoinserimentordquo di un verbo (sect34)
2 Note sul trattamento dellrsquoiperbato nella tradizione e nella linguistica
moderna
Lrsquoiperbato egrave un fenomeno ben noto sin dallrsquoantichitagrave2 Per limitarsi allrsquoambito
latino lrsquoautore della Rhetorica ad Herennium (4 44) ne parla come di una transgres-sio [hellip] quae verborum perturbat ordinem e sulla stessa linea si colloca Quintiliano
(inst 8 6 62-66) che defi nisce lrsquohyperbaton come un fenomeno di verbi transgressio
in base a quanto richiedono la ratio compositionis e il decor del periodo Nel Corpus Grammaticorum Latinorum (CGL) si trovano 32 occorrenze del termine hyperba-ton Ad esempio Carisio fa riferimento al fatto che lrsquoiperbato coincide con unrsquooratio diducta uerbis non suo loco positis (Ars K Barwick (1964sup2 362 15)) mentre Donato
afferma che lrsquohyperbaton est transcensio quaedam uerborum ordinem turbans (Ars
maior L Holtz (1981 670 6)) Dunque in entrambi i casi lrsquoiperbato viene considerato
come una ldquodeviazionerdquo che si puograve comprendere solo se si ipotizza che essa avvenga a
partire da un ordine sentito come naturalis cioegrave ldquonormalerdquo secondo la defi nizione di
Quintiliano (inst 9 4 23)
La letteratura moderna di ambito linguistico3 propone per il latino una distinzione
generale tra un tipo di iperbato dovuto a un elemento interno al sintagma e un tipo
in cui un sintagma viene interrotto da elementi appartenenti a un costituente diverso
Nellrsquoesempio (1) lrsquoordine A-N egrave interrotto dal complemento del nome in genitivo
mentre in (2) il medesimo ordine A-N egrave interrotto dalla preposizione cum entrambi
questi elementi sono interni al sintagma In (3) e in (4) si trovano invece degli esempi
in cui la linearitagrave del costituente egrave interrotta da un elemento esterno al sintagma
come un verbo (3) un SP (4a) un pronome e un verbo (4b) una congiunzione e un
pronome (4c)
2 Cfr Torzi (2000 cap VI 2007 95-102) Hofmann Szantyr (2002 11-19 280-281) e bibliogra-fi a ivi citata
3 Cfr Adams (1971) Kessler (1995) Spevak (2010 cap 6) Ledgeway (2012 53-55)
IOVINO
103
(1) infestam rei publicae pestem (Cic Cat 1 11) (Ledgeway (2012 43))
(2) magno cum dolore (Caes Gall 7153)
(3) nostram [] ridebant invidiam (Petron 14 7) (Ledgeway (2012 44))
(4) a magnae ex fi nitimis civitatibus copiae convenerunt (Caes Gall 7 57 2)
(Spevak (2010 276))
(4) b multa mihi dant solacia (Cic Att 4 18 2) (Spevak (2010 277))
(4) c orationes autem me duas postulas (Cic Att 2 7 1) (Spevak (2010 277))
Sebbene le possibilitagrave combinatorie offerte dal latino siano molteplici e creino un
effetto che si potrebbe defi nire ldquocaleidoscopicordquo il contributo di Bolkestein (2001)
mette in evidenza che non tutti gli ordini possibili sono attestati con la stessa fre-
quenza e che si possono individuare restrizioni che limitano la realizzazione di strut-
ture discontinue
3 Per una tipologia degli iperbati in latino
Questa sezione egrave dedicata allrsquoanalisi quantitativa dei dati trovati nel corpus di rife-
rimento Nelle tabelle seguenti sono riportati tutti gli ordini lineari in cui appaiono le
END in ciascuno degli autori considerati
Tabella 1
Petronio I dC (parole totali 11516)
(a) Modif hellip NN (2) V (9) Cong (3) Avv (2) Gen (1)
Num N Agg (2) Quant N Poss (1)20
(arsquo) Det hellip NN (1) V (1) Pron (1) AP (1)
Det Mod N (1)5
(b) N hellip Modif
V (2) Cong (3) Avv (1) Gen (1) SP (1)
Piugrave elementi (2)
N Agg Agg (1)
11
(brsquo) N Det 0
totale 36
CILPR 2013 ndash SECTION 2
104
Tabella 2
Gellio II dC (parole totali 5915)
(a) Modif hellip NAvv (1) Cong (1) V (1) Gen (4) SP (1)
Modif Modif N Modif (1)9
(arsquo) Det hellip N 0
(b) N hellip ModifSP (1) Gen (5) N (3) Piugrave elementi (1)
N Modif Agg (1)11
(brsquo) N hellip Det 0
totale 20
Tabella 3
Gregorio VI dC (parole totali 7920)
(a)Modif hellip N
Avv (2) Cong (1) V (6) N (1) SP (1)
Pron (2) Gen (7) Piugrave elementi (1)
Agg Agg N (1)
22
(arsquo) Det hellip N Agg (1) Avv (2) 3
(b) N hellip Modif V (2) Pron (1) SP (1) 4
(brsquo) NDet Agg Agg N Det (1) 1
totale 30
Le END sono state suddivise in due gruppi principali Il primo (a) comprende
quelle inizianti con un Modif (Modif hellip N) il secondo (b) quelle inizianti con un
nome (N hellip Modif) Nella colonna centrale sono stati riportati tutti gli elementi che
interrompono lrsquoordine lineare e le rispettive quantitagrave di occorrenza Nella colonna di
destra egrave indicato il totale Si noti anche che si egrave scelto di distinguere nei sottogruppi
IOVINO
105
(arsquo) e (brsquo) i casi in cui il Modif sia un dimostrativo Come egrave stato notato da molti autori
(Giusti (1993) in prospettiva interlinguistica Giusti Oniga (2006) e Iovino (2012) per
il latino) lo status categoriale del dimostrativo egrave analogo a quello degli altri modi-
fi catori nominali Tuttavia egrave opportuno sottolineare che il dimostrativo presenta la
peculiaritagrave di occupare la posizione di specifi catore del DP che coincide con lo strato
piugrave alto della struttura al confi ne con la periferia sinistra nel quale viene assegnato
il caso Alla luce di questo si puograve spiegare il fatto che non sono molti i casi in cui il
Modif coinvolto sia un dimostrativo (986) e soprattutto che sono molto rari i casi in
cui il Dim egrave postN (si trova un solo esempio in Gregorio)
31 Iperbati ldquonon iperbatirdquo
Un primo tipo di alterazione dellrsquoordine lineare riguarda i casi appartenenti al
tipo defi nito ldquozerordquo in cui un nesso Modif-N oppure N-Modif viene interrotto dal
complemento di una delle due categorie In Petronio si trovano 5 casi di questo tipo
appartenenti al gruppo (a) e al gruppo (b) della Tabella 1 In (5) sono riportati due
esempi in cui un complemento in ablativo (5a) e al genitivo partitivo (5b) interrompe
lrsquoordine lineare4
(5) a Composita ergo in gremio Scintillae indecentissimam rubore faciem sudario abscon dit (Petron 67 13)
ldquoRiaggiustatasi allora tra le braccia di Scintilla nascose nel fazzoletto la faccia tanto
piugrave involgarita dal rossorerdquo
(5) b Sequebatur puer cum tabula terebinthina et crystallinis tesseris notavique rem omnium delicatissimam (Petron 33 2)
ldquoLo seguiva un valletto con una scacchiera di terebinto e dadi di cristallo e notai un
particolare estremamente raffi natordquo
In Gellio si trovano 11 casi di questo tipo in cui il genitivo egrave lrsquoelemento responsa-
bile dellrsquointerruzione nella maggior parte dei casi (9 su 11) come mostra il caso ripor-
tato in (6a) Oltre a ciograve si trova anche un SP (6b) o un complemento allrsquoablativo (6c)
(6) a Sed opinor assidua veterum scriptorium tractatione inoleverat linguae illius vox quam in libris saepe offenderat (Gell 5 21 3)5
ldquoMa penso con la trattazione assidua degli scrittori antichi si era sviluppata nella
lingua di quello una forma che spesso aveva incontrato nei librirdquo
(6) b Protagoram virum in studiis doctrinarum egregium cuius nomen Plato libro suo illi incluto inscripsit adulescentem aiunt victus quaerendi gratia in mercedem mis sum (Gell 5 3 1)
ldquoProtagora uomo eccellente negli studi delle discipline il cui nome Platone scrisse su
un suo libro dedicato a lui dicono che da giovane per guadagnarsi da vivere si mise a
salariordquo
4 Oltre allrsquoablativo e al genitivo partitivo si trova anche un complemento al genitivo possessivo al dativo e allrsquoablativo modifi cato da un aggettivo
5 In (6a) la posizione prenominale del genitivo soggettivo egrave attesa sulla base di Giusti Oniga (2006 79-87 2007 85-92)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
106
(6) c Ostendebat ei Antiochus in campo copias ingentis quas bellum facturus comparave-rat convertebatque exercitum insignibus argenteis et aureis fl orentem (Gell 5 5 2)
ldquoAntioco gli mostrava le ingenti truppe nel campo che aveva ammassato per fare la
guerra e faceva volteggiare lrsquoesercito lustro con le insegne drsquoargento e drsquoorordquo
Infi ne in Gregorio si trovano 9 casi Anche in questo autore il genitivo egrave respon-
sabile dellrsquointerruzione nella maggior parte dei casi (89) come si vede in (7a) ma si
trova anche un SP (7b) Si noti che lrsquoesempio in (7c) riguarda unrsquoespressione nominale
complessa percheacute modifi cata da due aggettivi6
(7) a Theudobertum fi lium suum in illis partibus cum valido exercitu ac magno armorum apparatu direxit (Greg Tur Franc 5 3)
ldquoEgli mandograve suo fi glio Teodoberto in quei territori con un nutrito esercito e con un
grande apparato drsquoarmirdquo
(7) b Presbiter enim amicitiam cum beato Gregorio antiquam habebat (Greg Tur Franc 5
15)
ldquoInfatti il presbitero aveva unrsquoantica amicizia con il beato Gregoriordquo
(7) c Tamen adquisitam maximam Hispaniae partem cum magnis spoliis in Galliis redie runt (Greg Tur Franc 3 29)
ldquoPoi conquistata grandissima parte della Spagna tornarono nelle Gallie con ricchi
bottinirdquo
Visti gli esiti nelle lingue romanze in cui la possibilitagrave di realizzare questo tipo
di END egrave pressocheacute nulla percheacute i complementi devono obbligatoriamente seguire la
testa ci si aspetterebbe che in Gregorio il fenomeno dellrsquoiperbato tendesse ad essere
meno frequente Tuttavia questa aspettativa viene disattesa dal momento che i casi
di ldquonon iperbatordquo discussi in questa sezione sono piugrave numerosi di quelli che si trovano
in un autore piugrave antico come Petronio (9 vs 5) Ciograve puograve essere attribuito allo stile di
Gregorio che come osservato in Bonnet (1968 [1890] 716-724) opta per un ordine
delle parole studiato e molto costruito Gregorio tende a porre in evidenza una parola
in ogni frase prediligendo lrsquouso dellrsquoiperbato a cui spesso fa ricorso laquomal agrave propos ou
maladroitementraquo (ibid p 720)
32 Iperbati ldquoa estrazionerdquo
La discontinuitagrave puograve realizzarsi allrsquointerno di un sintagma quando un sottocosti-
tuente viene estratto dalla sua posizione per ragioni pragmatiche e dislocato in una
posizione periferica dove riceve unrsquointerpretazione marcata In Petronio si trovano 5
casi di questo tipo Lrsquoestrazione da una presumibile posizione di base indicata con il
carattere barrato avviene da sintagmi di tipo diverso ma in 4 casi su 5 riguarda un
Modif
(8) Nam cum positus esset ut nos putabamus anser altilis circaque pisces et omnium genera omnium avium inquit Trimalchio (Petron 69 8)
6 Adquisitam egrave un participio in -tus con valore aggettivale Sulle proprietagrave verbali e nominali del participio cfr Pompei (2008) per alcuni dettagli sul participio latino cfr Iovino (2008) e bibliografi a ivi citata
IOVINO
107
ldquoInfatti quando fu servita in tavola almeno cosigrave noi pensavamo unrsquooca di allevamento
e intorno pesci e uccelli di ogni genere (di ogni generi uccello) disse Trdquo
(9) Venit ergo galbino succincta cingillo galbino (Petron 67 4)
ldquoVenne quindi vestita con una cintura giallina (con una giallina vestita cintura)rdquo
(10) Inter haec tres pueri candidas succincti candidas tunicas intraverunt (Petron 60 8)
ldquoFrattanto entrarono tre valletti vestiti con tuniche candide (con candide vestiti
tuniche)rdquo
(11) His repleti his voluptatibus cum conaremur in triclinium intrare exclamavit unus ex pueris qui super hoc offi cium erat positus (Petron 30 5)
ldquoPieni di queste meraviglie (di queste pieni meraviglie) accingendoci ad entrare nel
triclinio uno dei fanciulli che era preposto a questo incarico urlograverdquo
(12) Tandem ergo discubuimus pueris Alexandrinis aquam in manus aquam nivatam infun-
dentibus (Petron 31 3)
ldquoCosigrave fi nalmente ci mettemmo a tavola con i valletti di Alessandria che versavano
acqua ghiacciata sulle manirdquo
In Gellio si trovano 4 casi di iperbati a estrazione In 34 lrsquoelemento estratto dal SN
egrave il nome (13) mentre nel caso restante si ha lrsquoestrazione di un Modif da un SP (14)
(13) Ac se quidem dubitare super ea re dicit posse autem videri putat nonnihil esse rationis in ea opinione quod historia Graece signifi cet rerum cognitionem rerum praesentium
(Gell 5 18 2)
ldquoE egli dice di dubitare in proposito ma ritiene che in questa opinione possa sembrare
che ci sia una qualche giustifi cazione etimologica percheacute historia in greco signifi ca
conoscenza dei fatti attuali (dei fatti conoscenza attuali)rdquo
(14) Nam et augendae rei et minuendae valet sicuti aliae particulae plurimae propter quod accidit ut quaedam vocabula quibus particula ista praeponitur ambigua sint et utroque-versum dicantur veluti ldquovescumrdquo ldquovehemensrdquo et ldquovegranderdquo de quibus alio in alio loco
uberiore tractatu facto admonuimus (Gell 5 12 10)
ldquo[La particella ve] infatti ha valore sia di accrescitivo sia di diminutivo come molte
altre particelle per questo motivo accade che talune parole a cui questa particella viene
prefi ssata siano ambigue e si usino sia in un senso sia nellrsquoaltro come ldquovescusrdquo ldquovehe-
mensrdquo ldquovegranderdquo di cui ci occupiamo in un altro passo (altro in passo) con piugrave ampia
trattazionerdquo
In Gregorio si trovano 3 casi in cui viene estratto un Modif
(15) a Tunc ille his mollitus his sermonibus ait (Greg Tur Franc 3 14)
ldquoAllora lrsquoaltro addolcito da questi discorsi (da questi addolcito discorsi) rispose
(15) b Cumque portae civitatis obseratae essent et unde ingrederetur pervium patulum non haberet incisam Archadius incisam serram unius portae eum civitati intromisit (Greg Tur Franc 3 9)
ldquoE poicheacute le porte della cittagrave erano chiuse neacute vi era quindi alcun passaggio agibile da
cui entrare Arcadio fatta spaccare la serratura (fatta spaccare Arcadio la serratura)
di una porta lo fece entrare [Childeberto] in cittagraverdquo
(15) c Vellim si placet parumper conferre quae christianis beatam confi tentibus beatam
Trinitatem prospera successerint (Greg Tur Franc 3 incipit)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
108
ldquoVorrei se pare opportuno discorrere per un momento delle vicende fortunate che
accaddero ai cristiani che credevano nella beata Trinitagrave (nella beata che credevano
Trinitagrave)rdquo
Negli esempi discussi sembra possibile individuare sia la (presumibile) posizione
di partenza dellrsquoelemento estratto sia quella di arrivo alla sinistra dove viene dislocato
per motivi di struttura dellrsquoinformazione (LP left periphery Giusti Iovino in press)
Tale posizione non egrave ammessa in italiano e piugrave in generale nelle lingue romanze per-
cheacute in queste ultime le teste funzionali (TD) sono occupate rispettivamente dagli
ausiliari (o dai verbi) e dagli articoli mentre restano vuote in latino come si vede in
(16a) vs (16b)
(16) a [LP
Oslash [TPDP
[TrsquoDrsquo
Xauxdet
[VPNP
VN SX]]] lingue romanze
(16) b [LP
SXtopicfocus
[TPDP
[TrsquoDrsquo
Oslash [VPNP
VN SX]]] latino
La mancata realizzazione delle teste funzionali in latino puograve favorire il movi-
mento e lrsquoestrazione di elementi massimali (Ledgeway (2012))
33 Iperbati dovuti allrsquoinserimento di elementi in posizione Wackernagel
Un tipo di iperbato puograve essere dovuto anche allrsquoinserimento di un elemento in
posizione Wackernagel In questi casi un ordine che potrebbe essere considerato
come di base viene interrotto dalla presenza di un elemento ldquodebolerdquo che tende ad
occupare la seconda posizione della frase (Salvi (2004 cap IV) Devine Stephens
(2006 282-287)) o del colon (Adams (1994)) Negli esempi seguenti il colon egrave delimi-
tato con una barretta verticale |
In Petronio si trovano 12 occorrenze di questo tipo di iperbato Gli elementi deboli
possono essere di vario tipo (avverbi veluti denique ubique quidem congiunzioni
autem enim pronomi) Alcuni esempi sono riportati in (17)
(17) a Flebat et Fortunata fl ebat et Habinnas | tota denique familia | tanquam in funus rogata lamentatione triclinium implevit (Petron 72 1)
ldquoPiangeva anche Fortunata piangeva anche Abinna tutta la famiglia quindi come
costretta in un funerale riempigrave di lamenti il tricliniordquo
(17) b Reliquos autem collibertos eius cave contemnas (Petron 38 6)
ldquoMa attento a non prendere sotto gamba gli altri suoi colleghirdquo
(17) c Poteram quidem inquit hoc fericulo esse contentus secundas enim mensas habetis Sed si quid belli habes affer (Petron 68 1)
ldquoCerto disse avrei potuto accontentarmi di questo servizio infatti i piatti nuovi li
avete Ma se hai qualcosa di buono portalordquo
(17) d Sed ut coeperam dicere| ad hanc me fortunam frugalitas mea perduxit (Petron 75 19)
ldquoMa come avevo cominciato a dire a tanta fortuna mi ha condotto la mia parsimoniardquo
(17) e Delectatus hac Trimalchio hilaritate et ipse capaciorem poposcit scyphum quaesi vitque quomodo acceptus esset (Petron 65 8)
ldquoTrimalchione compiaciuto da questa allegria ordinograve anche lui un calice piugrave grande e
chiese (allrsquoaltro) in che modo fosse stato accoltordquo
IOVINO
109
Lrsquoesempio in (17e) egrave interessante in quanto egrave il dimostrativo hac lrsquoelemento debole
che si trova in seconda posizione Non egrave quindi la presenza del N Trimalchio a inter-
rompere lrsquoordine lineare di hac hilaritate come si potrebbe dedurre limitando lrsquoos-
servazione allrsquoordine lineare ma la discontinuitagrave egrave dovuta alla natura sintattica del
dimostrativo che e come tale puograve collocarsi in seconda posizione
Gellio restituisce 2 esempi di iperbati legati alla posizione Wackernagel Gli ele-
menti deboli sono quidem e autem
(18) a Is tamen Protagoras| insincerus quidem philosophus | sed acerrimus sophistarum fuit (Gell 537)
ldquoIn effetti Protagora certamente fu un fi losofo non autentico ma dei sofi sti egli fu il
piugrave acutordquo
(18) b Cum Graecum autem vocabulum sit ldquosoloecismusrdquo an Attici homines qui elegantius locuti sunt usi eo sint quaeri solet (Gell 5203)
ldquoPoicheacute ldquosolecismordquo egrave una parola greca di solito viene chiesto se gli autori attici che
hanno parlato molto elegantemente ne abbiano fatto usordquo
In Gregorio gli esempi sono 9 e gli elementi deboli sono rursum ergo enim un
pronome una forma di is
(19) a Oscarum fl uvium [hellip] qui per portam ingrediens ac sub pontem decurrens | per aliam rursum portam egreditur| (Greg Tur Franc 3 19)
ldquoil fi ume Osche [hellip] che entrando attraverso la porta e scorrendo sotto un ponte esce
poi dallrsquoaltra porta della cittagraverdquo
(19) b Patratam ergo victuriam regionem illam capessunt et in suam redigunt potestatem
(Greg Tur Franc 3 7)
ldquoConseguita quindi la vittoria (i Franchi) occuparono la regione e la misero sotto il
loro potererdquo
(19) c In talibus enim dolis Theudoricus multum callidus erat (Greg Tur Franc 3 7)
ldquoCerto Teodorico era molto astuto in questi ingannirdquo
(19) d Quod videns Theudobertus ex ea reversus est | multa secum expolia ipse vel sui deferentes| (Greg Tur Franc 332)
ldquoTeodeberto vedendo ciograve se ne tornograve indietro da quelle (regioni) portando lui stesso
o i suoi molto bottinordquo
(19) e Cum autem haec Theudorico nuntiatum fuisse iussi inibi sanctum Quintianum constitui et | omnem ei potestatem tradi eclesiae | dicens (Greg Tur Franc 3 2)
ldquoQuando allora fu annunciato il fatto a Teodorico il re ordinograve che in quello stesso
posto fosse reintegrato il santo Quinziano e gli venisse affi dato ogni potere sulla
Chiesa dicendordquo
Per rendere conto di questi esempi si puograve ipotizzare con Salvi (2004 cap IV) che
la struttura della frase principale preveda una posizione disponibile che puograve ospitare
lrsquoelemento debole dopo il primo costituente
(20) [SX [pdeb
hellip [SV ]]]
CILPR 2013 ndash SECTION 2
110
Il primo costituente puograve essere di qualsiasi natura (SP SA SN SP) ma non puograve
essere marcato pragmaticamente Salvi (1994 120) osserva infatti che il dominio di
collocazione delle forme deboli non comprende la periferia
34 Iperbati dovuti allrsquoldquoinserimentordquo di un verbo
Lrsquoultimo tipo di iperbato si realizza anchrsquoesso a livello di frase ma egrave dovuto a un
verbo che interviene a rompere lrsquoordine lineare di un costituente Questo ldquoeffettordquo egrave
dovuto in realtagrave al movimento di una parte del sintagma nominale intorno al verbo
stesso In Petronio si trovano 14 casi di questo tipo alcuni dei quali sono riportati in
(21)
(21) a Interim ego qui privatum habebam secessum in multas cogitationes diductus sum quare aper pilleatus intrasset (Petron 41 1)
ldquoIo frattanto che mi ero ritirato in me stesso mi sono stillato il cervello in molti pen
sieri percheacute mai il cinghiale fosse entrato col berrettordquo
(21) b Et ne has tantum ostenderet divitias dextrum nudavit lacertum armilla aurea cultum et eboreo circulo lamina splendente conexo (Petron 32 4)
ldquoE per non far mostra di quei preziosi soltanto mise a nudo il braccio destro adorno di
unrsquoarmilla drsquooro e di un cerchio drsquoavorio circondato da una lamina splendenterdquo
(21) c Ita tutelam huius loci habeam propitiam ut ego si secundum illum discumberem iam illi balatum clusissem (Petron 57 2)
ldquoChe io abbia la protezione favorevole di questo luogo cosigrave che io se fossi seduto
vicino a lui gli avrei giagrave chiuso la boccardquo
Egrave interessante osservare che in (21b) sebbene da un punto di vista lineare siano
due le parole che interrompono lrsquoordine has divitias sul piano della struttura sintattica
si tratta di un solo elemento cioegrave di un verbo modifi cato da un avverbio (tantum osten-deret) Qualcosa di analogo si verifi ca nel caso di (21c) le parole che separano il nesso
tutelam propitiam sono tre ma da un punto di vista sintattico si tratta di soli due ele-
menti cioegrave un SN di tipo Dim-N (huius loci) e di un verbo (habeam) Si tratta quindi
di due esempi in cui la struttura dei costituenti non coincide con lrsquoordine lineare
In Gellio si trovano 2 esempi di iperbati dovuti a inserimento del verbo Sono
entrambi riportati in (22)
(22) a Sed et quispiam Samius athleta ndash nomen illi fui t Echeklous ndash cum antea non loquens fuisset ob similem dicitur causam loqui coepisse (Gell 5 9 4)
ldquoMa anche un atleta di Samo il cui nome era Echecleo non essendo prima capace di
parlare si dice che cominciograve a parlare per un motivo analogordquo
(22) b ldquoPluriardquo forte quis dixit sermocinans vir adprime doctus meus amicus non hercle studio se ferens ostentandi neque quo ldquoplurardquonon dicendum putaret (Gell 5 21 1)
ldquoUn uomo molto eloquente eccezionalmente dotto mio amico disse una volta ldquoplu riardquo non per Bacco per intenzione di ostentazione e nemmeno percheacute pensava che
non si dovesse dire ldquoplurardquordquo
Si noti che in (22b) si trova un lungo SN formato da un indefi nito (quis) un parti-
cipio in -nt- prenominale con valore aggettivale (sermocinans) che modifi ca il nome
IOVINO
111
(vir) a sua volta modifi cato da un participio postnominale in -tus con valore aggetti-
vale (doctus) (cfr nota n 6) modifi cato da un avverbio (adprime)
In Gregorio i casi di questo tipo sono invece 7 In 67 casi un verbo interrompe il
nesso Modif-N mentre in un solo caso interrompe il nesso inverso Un esempio per
ciascun tipo si trova in (23)
(23) a qui perditam priorem coniugem fi liam Theudorici regis Italici de qua fi lium habe bat nomen Sigiricum aliam duxit uxorem (Greg Tur Franc 3 5)
ldquo[Sigemondo] che dopo aver perduto la prima moglie fi glia di Teodorico re drsquoItalia
dalla quale aveva avuto un fi glio di nome Sigerico sposograve unrsquoaltra donnardquo
(23) b Alaricus hanc [Trinitate] denegans a regno et populo atque ab ipsa quod magis est vita multatur aeterna (Greg Tur Franc 3 1)
ldquoAlarico che lrsquoaveva negata [la Trinitagrave] fu privato del regno del popolo e cosa piugrave
importante della vita eternardquo
I casi di questo tipo possono essere spiegati con una struttura come quella seguente
(24) [SX [V [ SX]]]
in cui si vede che una serie di proiezioni funzionali (come indicato dallrsquoasterisco)
nelle quali possono spostarsi elementi di diversa natura sono disponibili intorno al
verbo
35 Unrsquoosservazione diacronica
Al di lagrave dellrsquoopposizione tra il latino che ammette le strutture discontinue e le
lingue romanze in cui il loro utilizzo egrave invece estremamente limitato egrave possibile indi-
viduare alcuni elementi di continuitagrave tra il latino e le lingue discendenti
Rispetto al latino di Petronio del I sec dC Gellio e Gregorio offrono alcuni
esempi di iperbati che sembrano preludere a quelle che diventeranno le strutture
romanze con elementi estratti e dislocati a sinistra (o apparentemente a destra) che
costituiscono lrsquounica possibilitagrave di discontinuitagrave sintattica I rispettivi contesti sono
riportati di seguito
(25) pecuniam quippe ingentem cum a discipulis acciperet annuam pollicebatur se id docere quanam verborum industria causa infi rmior fi eret fortior (Gell 5 3 7)
ldquoRicevendo dai suoi discepoli una somma annuale veramente cospicua prometteva di
insegnare ciograve come una causa da piugrave debole diventa piugrave forte manovrando le parolerdquo
(26) Indignamini quaeso tam meam iniuriam quam interitum parentum vestrorum ac recolite Thoringus quondam super parentes nostros violenter advenisse ac multa illis intulisse mala (Greg Tur Franc 3 7)
ldquoVi prego disdegnate tanto lrsquooffesa che ho subito quanto quella per lrsquouccisione dei vostri
familiari e ricordate che un tempo i Turingi hanno aggredito con violenza i nostri cari e
hanno provocato loro molti malirdquo
(27) Erat ibi tunc temporis quidam Lytigius ex minoribus qui magnas sancto Quintiano
parabat insidias (Greg Tur Franc 313)
ldquoA quel tempo ligrave viveva un certo Litigio uomo di mediocre condizione che procurava
molte insidie al santo Quinzianordquo
CILPR 2013 ndash SECTION 2
112
Gli esempi in (25)-(27) sono accomunati dal fatto che solo una parte del costi-
tuente nominale (rispettivamente lrsquoaggettivo annuam e i nomi mala e insidias) viene
dislocata a destra lasciando in posizione preverbale lrsquoelemento (modifi catore o nome)
da cui viene separato
Per quanto concerne le cosiddette dislocazioni a destra dellrsquoitaliano moderno
esse esprimono qualcosa di ldquodatordquo nel contesto che viene poi richiamato alla fi ne
della frase essendo perograve lrsquoordine delle parole dellrsquoitaliano SVO la struttura con dislo-
cazione a destra risulta problematica in quanto non sempre egrave ben chiaro cosa sia effet-
tivamente dislocato anche se in questi casi la punteggiatura puograve aiutare
(28) Compro domani()
il giornale
Che si tratti senza dubbio di un ordine pragmaticamente marcato risulta piugrave evi-
dente nei casi in cui si ha una sorta di doppia presenza del costituente rappresentato
da un clitico cataforico di un costituente o di unrsquointera frase
(29) a La mangio domani la pizza(29) b Lo sai che Gianni e Maria si sono lasciati
Oltre alla dislocazione di interi costituenti in italiano moderno egrave possibile estrarre
solo una parte del costituente nominale (per lo piugrave nei SN quantifi cati ma non solo)
Proprio questa struttura sembra essere la diretta discendente di quella che si trova giagrave
in latino
(30) a Una somma di denaro annua veramente ingente dai suoi discepoli (la) riceveva
annua
(30) b Molti mali a quelli (ne) sono stati fatti di mali
(30) c Grandi insidie (ne) preparava al santo Quintiano di insidie
In (30) sono riportate le traduzioni degli esempi latini Sebbene lrsquoaccettabilitagrave
di (30a) possa essere controversa (30bc) mostrano piugrave chiaramente che nei casi
di estrazione del nome da un SN modifi cato da un aggettivo lessicale (anche di
quantitagrave) egrave obbligatoria la ripresa clitica (la) oppure pronominale (ne) dellrsquooggetto
(partitivo)
4 Conclusioni
In questo contributo si egrave visto che in unrsquoottica sintattica basata sul concetto di
costituente non tutti gli ordini linearmente discontinui sono anche sintatticamente
discontinui (tipo zero) Questa distinzione riduce in maniera consistente il dominio
degli iperbati per i quali egrave stata proposta una tipologia tripartita costituita dal tipo
uno dovuto allrsquoestrazione di un elemento allrsquointerno di un sintagma dal tipo due
dovuto allrsquoinserimento di un elemento debole in posizione Wackernagel dal tipo tre
dovuto al movimento di una parte del SN intorno al verbo
Universitagrave CarsquoFoscari Venezia Rossella IOVINO
IOVINO
113
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115
Les preacutesentatifs franccedilais voici voilagrave et latins ecce em ēn
essai drsquoeacutetude comparative
1 Introduction
Les romanistes ont eacuteteacute les premiers au deacutebut du vingtiegraveme siegravecle agrave utiliser le terme
lsquopreacutesentatifrsquo pour deacutesigner une cateacutegorie grammaticale composeacutee essentiellement de
fr voici voilagrave il y a crsquoest Cette terminologie aussi insuffi sante soit-elle (P Lauwers
(2004)) permet de deacutepasser lrsquoimbroglio taxinomique qui lrsquoa preacuteceacutedeacutee (interjection
verbe adverbe adverbe deacutemonstratif adverbe de lieu adverbe preacutesentatif particule
preacuteposition exclamation actualisateur introducteur) en se fondant sur une simili-
tude syntaxique et seacutemantico-reacutefeacuterentielle drsquoeacuteleacutements heacuteteacuterogegravenes qui servent agrave preacute-
senter un ecirctre ou une action Cette notion de lsquopreacutesentatifrsquo est adopteacutee dans la majoriteacute
des eacutetudes portant sur le franccedilais1 sans doute parce qursquoelle colle davantage agrave la reacutealiteacute
observable en revanche elle peine agrave peacuteneacutetrer les eacutetudes sur les langues anciennes
mecircme les plus reacutecentes (sauf Petit (2010a et b)) qui srsquoattachent encore agrave deacutefi nir latin
ecce em ou ēn laquo voici voilagrave raquo comme des lsquointerjectionsrsquo ou des lsquoparticules deacutemons-
trativesrsquo selon la terminologie heacuteriteacutee des grammairiens antiques Ces petits mots si
freacutequents dans le dialogue donneront lieu ici agrave une eacutetude compareacutee du fait gramma-
tical en latin et en franccedilais agrave partir de trois paramegravetres morphologique syntaxique
et seacutemantico-reacutefeacuterentiel et avec essentiellement pour corpus des comeacutedies latines
(Plaute [Pl]) et franccedilaises (Moliegravere [M] Dumas Pegravere [D] et Anouilh [An]) dans
lesquelles lrsquooral lsquosimuleacutersquo est proche de celui de tous les jours Cette eacutetude srsquoachegravevera
sur un exemple qui vise agrave montrer que bien que les preacutesentatifs fassent probablement
partie des universaux linguistiques ils diffegraverent sensiblement drsquoune langue agrave lrsquoautre
2 Premier paramegravetre la morphologie
Un premier rapprochement morphologique peut ecirctre eacutetabli entre le fr voici voilagrave et le lat em initialement laquo tiens raquo (et peut-ecirctre aussi ēn) ces termes invariables
reposent sur drsquoanciennes formes drsquoimpeacuteratif preacutesent de deuxiegraveme personne Lrsquoimpeacute-
ratif srsquoexplique aiseacutement par la fonction de base du preacutesentatif qui est drsquoinviter lrsquointer-
locuteur agrave prendre connaissance drsquoun eacuteveacutenement soudain lrsquoarriveacutee drsquoune personne
ou la mise en eacutevidence drsquoun objet dans la conversation En franccedilais le preacutesentatif
1 Entre autres Morel (1992) Riegel et al (2009)
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116
est issu de la grammaticalisation de lrsquoimpeacuteratif drsquoun verbe de saisie visuelle agrave la deu-
xiegraveme personne du pluriel suivi drsquoun deacuteictique anc-fr veez ci veez la En latin em est issu de la grammaticalisation drsquoune forme drsquoimpeacuteratif agrave la deuxiegraveme personne du
singulier drsquoun verbe signifi ant une saisie tactile En latin contrairement au franccedilais
donc il nrsquoy a pas de preacutesentatif reposant sur un verbe laquo voir raquo Cela peut paraicirctre
eacutetonnant au regard de lrsquoensemble des langues indo-europeacuteennes anciennes les preacute-
sentatifs reposent sur une forme drsquoimpeacuteratif drsquoun verbe laquo voir raquo en grec en gotique
en vieil-irlandais en sanskrit en armeacutenien en tokharien B et cela mecircme dans des
langues non indo-europeacuteennes tregraves probablement en eacutegyptien moyen2 Qursquoil srsquoagisse
drsquoun preacutesentatif signifi ant au deacutepart laquo vois voyez raquo ou laquo tiens raquo la preacutesentation drsquoun
ecirctre semble revenir au mecircme
(1)a Ah Voici Monsieur Purgon (M Le Malade imaginaire III 5)
(1)b Em tibi hominem (Pl As 880) ldquo Voici ton homme rdquo
Voici et em preacutesentent tous deux lrsquoarriveacutee drsquoun homme toutefois drsquoun point de
vue informationnel lrsquoeacutequivalence nrsquoest pas totale le premier annonce lrsquoentreacutee sur
scegravene drsquoun personnage le second constitue une invitation agrave aller agrave la rencontre de
ce personnage le plus souvent pour le frapper ce qui explique lrsquoadjonction toujours
attesteacutee drsquoun datif de destination tibi apregraves em la formule peut ecirctre mecircme raccourcie
et em tibi signifi er laquo voilagrave pour toi raquo formule qui srsquoaccompagne drsquoun amical coup de
poing
Par ailleurs lrsquoimportance ndash morphologique et seacutemantique ndash de lrsquoeacuteleacutement deacuteictique
preacutesent dans fr voi-ci se trouve deacutejagrave en latin puisque preacuteciseacutement fr -ci est issu de la
diminution du corps phoneacutetique de la seacutequence latine ecce hīc Le second eacuteleacutement du
preacutesentatif ec-ce est une ancienne particule deacuteictique k e de date proto-indo-euro-
peacuteenne Mais cet eacuteleacutement k e nrsquoest pas neacutecessaire dans la formation drsquoun preacutesentatif
(cf lat em fr tiens3 jrsquoai vous avez4) Pourtant il peut agrave lui seul dans certaines lan-
gues suffi re agrave former un preacutesentatif en hittite et en eacutetrusque5 Rares sont les langues
qui ont un preacutesentatif reposant agrave la fois sur un thegraveme deacuteictique et sur une forme
drsquoimpeacuteratif grammaticaliseacutee comme en roumain par exemple6
Une autre diffeacuterence morphologique importante apparaicirct entre le latin et le fran-
ccedilais le latin langue fl exionnelle a deacuteveloppeacute des preacutesentatifs dits lsquofl eacutechisrsquo7 eccum
eccam eccistam eccillud etc qui srsquoaccordent en genre et en nombre avec le reacutefeacuterent
et une agglutination particuliegravere eccerē laquo Voilagrave crsquoest fait raquo Toutefois ces formes lsquofl eacute-
2 Cf Julia (2013)3 Cf Saunier (1996)4 Cf Morel (1992)5 Cf Julia (2013)6 Iliescu (2008 2010) eacutetudie les deux preacutesentatifs du roumain7 On admet que ces formes sont issues de lrsquoagglutination de ecce et drsquoun deacutemonstratif hum
ham etc
JULIA
117
chiesrsquo ne fonctionnent pas tout agrave fait comme la forme de base ecce8 La morphologie
semble avoir eu une incidence sur la syntaxe des preacutesentatifs
3 Deuxiegraveme paramegravetre la syntaxe
31 Des proprieacuteteacutes syntaxiques communes
Les preacutesentatifs franccedilais et latins partagent eacutegalement des proprieacuteteacutes syntaxiques
semblables une certaine mobiliteacute dans lrsquoeacutenonceacute lrsquoimpossibiliteacute drsquoecirctre nieacutes en dehors
des phrases interrogatives agrave valeur rheacutetorique en franccedilais (ne voilagrave-t-il pas que )
ainsi que la capaciteacute agrave remplir une fonction preacutedicative par eux-mecircmes En latin lrsquoeacuteleacute-
ment nominal preacutesenteacute par ecce se trouve agrave lrsquoaccusatif (en latin archaiumlque et classique)
ou au nominatif (agrave partir du latin classique) Le fait que le lsquoreacutegimersquo du preacutesentatif
puisse ecirctre soit agrave lrsquoaccusatif soit au nominatif en latin classique montre que le mot
nrsquoeacutetait plus senti comme une forme verbale tout comme en franccedilais voicivoilagrave nrsquoest
plus senti comme reposant sur une forme du verbe laquo voir raquo Ni lrsquoun ni lrsquoautre cas en
latin ne se justifi e aiseacutement Faut-il parler drsquoun accusatif exclamatif drsquoun accusatif de
lrsquoobjet direct comme on lrsquoa fait pour voici voilagrave parfois consideacutereacutes comme des verbes
agrave part entiegravere (Moignet (1969)) Une perspective uniquement syntaxique se reacutevegravele
dans tous les cas insuffi sante
32 Positions syntaxiques occupeacutees par les preacutesentatifs
Le preacutesentatif latin comme franccedilais peut occuper trois positions syntaxiques dans
la proposition comme illustreacute en (2) lrsquoanteacuteposition (a) la position inteacutegreacutee agrave la struc-
ture preacutedicative (b) et la postposition (c) mais il preacutecegravede toujours son lsquoreacutegimersquo de
maniegravere attendue puisqursquoil le preacute-sente ndash laquo est devant raquo agrave une exception pregraves en latin
comme dans lrsquoexemple (d) le pronom personnel enclitique preacutecegravede en franccedilais le
preacutesentatif alors qursquoen latin le preacutesentatif preacutecegravede toujours le pronom
(2)a Voilagrave crsquoest lui que jrsquoaime je veux lrsquoeacutepouser (An Antigone)
Ecce autem perii (Pl Most 660) ldquo Voilagrave je suis mort rdquo
Em accipetrina haec nunc erit (Pl Bacch 274) ldquo Voilagrave crsquoest le coup de lrsquoeacutepervier main-
tenant rdquo
(2)b Voilagrave ce qursquoelle me dira ta megravere lagrave-haut quand jrsquoy monterai (An Antigone)
Ecce nos tibi oboedientes (Pl Mil 610) ldquo Nous voilagrave precircts agrave trsquoobeacuteir rdquo
Em cui te et tua quae tu habeas commendes uiro (Pl Merc 620) ldquo Voilagrave lrsquohomme agrave qui tu
confi es ta personne et tout ce que tu as rdquo
(2)c Jrsquoai promis agrave sa pauvre megravere que jrsquoen ferais une honnecircte fi lle et voilagrave (An Antigone)
Assum apud te eccum (Pl Poen 279) ldquo Je suis agrave cocircteacute de toi voilagrave rdquo aucun em postposeacute
(2)d Ecce hominem te Stasime nihilltigt (Pl Trin 1013) ldquo Te voilagrave Stasime un propre
agrave rien rdquo
8 Pour le latin archaiumlque cf Touratier (1994) pour le latin post-classique cf Cuzzolin (1998)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
118
33 Un mecircme eacutelargissement des constructions syntaxiques
En franccedilais comme en latin on observe un mecircme eacutelargissement des constructions
syntaxiques dans les deux langues le preacutesentatif a cesseacute de reacutefeacuterer exclusivement au
lieu de lrsquoeacutenonciation pour devenir eacutegalement preacutesentatif de narration et preacutesentatif
textuel Oppermann-Marsaux (2006) a lieacute le changement formel du preacutesentatif agrave une
extension de ses emplois Il semblerait que ce soit eacutegalement le cas en latin par rap-
port agrave ecce les formes eccum eccam srsquoaccompagnent drsquoune extension des emplois
Tout drsquoabord les preacutesentatifs entrent dans la construction de tours simples et com-
plexes En franccedilais (Riegel et al (2009)) comme en latin les preacutesentatifs ne sont pas
reacuteserveacutes agrave des phrases nominales comme Le voici Voici le facteur (Delahaie (2009))
mais peuvent aussi introduire des propositions subordonneacutees en particulier des rela-
tives ou des phrases entiegraveres avec un noyau verbal indeacutependant Le classement des
tours simples et complexes constitueacutes drsquoun preacutesentatif ici preacutesenteacute suit le classement
de Hache (2006)
En preacutedication simple et en emploi isoleacute le preacutesentatif forme agrave lui seul un eacutenonceacute
qui constitue soit la reacuteponse agrave une question soit une intervention spontaneacutee drsquoun
locuteur Cet emploi offre une particulariteacute inteacuteressante les preacutesentatifs latins ou
franccedilais nrsquoont pas de valeur deacutemonstrative seulement une valeur confi rmative
(3)a LrsquoHocirctesse en dehors- Voilagrave voilagrave (D Antony III 7)
(3)b De Atque audin etiam Li Ecce (Pl As 109) ldquo Deacutemeacutenegravete- Ah encore un mot
Liban- Voilagrave rdquo
Toujours en preacutedication simple le preacutesentatif est souvent suivi drsquoun pronom drsquoun
nom propre ou drsquoun substantif deacutesignant une personne son statut familial ou sa fonc-
tion (appellatifs etc)
ndash en reacutefeacuterence exophorique avec une valeur deacuteictique souvent en clocircture de scegravene
(4)a Argan- Ah Voici Monsieur Purgon (M Le Malade imaginaire III 5)
(4)b Sed Toxili puerum Paegnium eccum (Pl Pers 271-272) ldquo Mais voici Peacutegnion lrsquoes-
clave de Toxile rdquo
ndash ou en valeur endophorique le preacutesentatif possegravede alors une valeur cataphorique (5) ou
anaphorique (6 exemples dans lesquels fabulam et lrsquohistoire se reacutepondent parfaitement)
(5)a Leacutelie- Eacutecoute donc voici bien le meilleur La lettre que je dis a donc eacuteteacute remise
(M LrsquoEtourdi ou les contre-temps I 11)
(5)b Em mater mea Tibi rem potiorem uerbo clamat parturit (Pl Aul 692-693) ldquo Voi-
ci ma megravere un fait qui en dit plus que toute parole elle crie elle enfante rdquo
(6)a Voilagrave lrsquohistoire en gros (hellip) (M LrsquoEacutetourdi ou les Contre-temps IV 1)
(6)b Em tibi omnem fabulam ldquoVoilagrave toute la comeacutedierdquo (Pl Pseud 754)
Les preacutesentatifs franccedilais et latins peuvent aussi introduire des eacuteleacutements nominaux
qui prennent la forme drsquoune proposition subordonneacutee compleacutetive conjonctive ou rela-
tive substantive fr voilagrave qui est fait voici qursquoil entre lat eccum qui ex incerto faciet mihi ldquo Voici celui qui va me tirer drsquoembarras rdquo (Pl Pseud 965) Mais on ne trouve pas
JULIA
119
en latin drsquoexemple ougrave le preacutesentatif fonctionne comme pivot verbal drsquoune subordon-
neacutee relative comme en franccedilais le livre que voici
Fr voicivoilagrave peuvent eacutegalement ecirctre suivis drsquoun infi nitif comme peut-ecirctre des
preacutesentatifs lsquofl eacutechisrsquo du latin
(7)a Voici venir Ascagne (M Deacutepit amoureux V 7)
(7)b Sed generum nostrum ire eccillum uideo (Pl Trin 622) ldquo Mais je vois voici lagrave-bas
venir notre gendre rdquo
Le preacutesentatif franccedilais comme latin entrent enfi n dans des constructions agrave double
preacutedication lrsquoune avec lrsquoattribut de lrsquoobjet et la seconde avec la proposition relative
ndash dans la seacutequence preacutesentatif + nompronom + adjectifgroupe nominal il faut distinguer
les occurrences ougrave lrsquoadjectif est attribut de celles ougrave il est eacutepithegravete ou apposeacute dans le
premier cas la structure implique deux preacutedicats contre un seul dans la seconde
(8)a Me voici un vrai militaire (St La Chartreuse de Parme I 3)
(8)b Ecce me nullum senem (Pl Cas 305) ldquo Me voici un pauvre vieillard rdquo
ndash en revanche la seacutequence preacutesentatif + nompronom + pronom attesteacutee en franccedilais et en
latin ne forme pas un double preacutedicat
(9)a Voilagrave Toinette elle-mecircme (M Le Malade imaginaire III 8)
(9)b Atque eccum ipsum hominem (Pl Men 898) ldquo Et voilagrave lrsquohomme lui-mecircme rdquo
Dans la double preacutedication avec lrsquoattribut de lrsquoobjet le latin se distingue du fran-
ccedilais par une structure originale Le preacutesentatif lsquofl eacutechirsquo peut deacuteterminer non pas toute
la proposition mais seulement lrsquoattribut de lrsquoobjet et lrsquoobjet
(10) Habeo eccillam meam clientam meretricem adulescentulam (Pl Mil 789) ldquo Jrsquoai la
voici pour cliente une courtisane encore toute jeunette rdquo
Quand les preacutesentatifs entrent en correacutelation avec les outils relatifs ils permettent
de former des phrases dont un eacuteleacutement nominal pronominal adverbial est extrait
pour ecirctre mis en relief fr Le voicivoilagrave qui arrive en regard de la phrase sans mise
en relief Il arrive Il faut distinguer deux cas lorsque la proposition relative est inteacute-
greacutee agrave la structure preacutesentative (Hache (2006))
ndash quand la relative exerce une fonction appositive ou eacutepithegravete il nrsquoy a pas de double preacutedi-
cat
(11)a Voilagrave une femme qui mrsquoaime (M Le Malade imaginaire II 6)
(11)b Eccum quem quaerebam (Pl Curc 610) ldquo Voici celui que je cherchais rdquo
ndash quand la relative exerce une fonction attributive il y a une double preacutedication
(11)d Voilagrave un doigt qui sait tout qui me dira si vous mentez (M Le Malade imaginaire
II 8)
(11)e Sed eccum parasitum quoius mihi auxilio est opus (Pl Persa 83) ldquo Mais voici mon
parasite dont le secours mrsquoest neacutecessaire rdquo
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120
Comme avec lrsquoattribut de lrsquoobjet sous forme nominale on rencontre en latin la
structure particuliegravere verbe + preacutesentatif + relative attributive
(12) Video eccum qui ltagtmans tutorem med optaultit sugtis bonis (Pl Truc 859) ldquo Je
vois le voici celui qui par amour de moi mrsquoa choisie pour geacuterer la tutelle de ses biens rdquo
Les preacutesentatifs du franccedilais peuvent aussi introduire dans divers types de phrases
des compleacutements circonstanciels Il a deacutemeacutenageacute voicivoilagrave cinq ans VoiciVoilagrave cinq ans qursquoil a deacutemeacutenageacute Ce cas de fi gure ne se rencontre pas en latin En revanche
en latin on relegraveve de nombreuses occurrences dans lesquelles le preacutesentatif est suivi
drsquoune preacutedication en proposition indeacutependante sans qursquoon sache veacuteritablement la
deacutelimiter Faut-il ou non consideacuterer qursquoil y a deux eacutenonceacutes le premier constitueacute du
preacutesentatif le second de la proposition preacutedicative La question est complexe car
le latin a pour originaliteacute de pouvoir inteacutegrer syntaxiquement le preacutesentatif dans une
proposition preacutedicative ougrave il joue le rocircle de sujet ou de compleacutement drsquoobjet direct du
preacutedicat verbal De fait rien ne seacutepare syntaxiquement le preacutesentatif de la proposi-
tion preacutedicative qui lui succegravede Mais inversement aucun morphegraveme conjonctif ou
autre ne lie formellement la proposition preacutedicative au preacutesentatif En (13) le mecircme
eacutediteur A Ernout (Les Belles Lettres Paris) ne seacutepare pas le preacutesentatif de la pro-
position preacutedicative dans le premier exemple alors qursquoil le fait dans le second agrave lrsquoaide
drsquoune virgule sa traduction teacutemoigne eacutegalement de lrsquoambiguiumlteacute que nous observons
(13)a Em ista uirtus est quando usust qui malum fert fortiter (Pl As 322) ldquoVoilagrave le vrai
courage que de savoir quand neacutecessaire braver bravement la souffrance rdquo (traduction A
Ernout)
(13)b Em accipetrina haec nunc erit (Pl Bacch 274) ldquo Tu vas voir maintenant crsquoest le
coup de lrsquoeacutepervie rdquo (traduction A Ernout)
On ignore donc si une seacutequence comme (14) eacutetait prononceacutee drsquoun seul trait ou
non Ecc(e) Apollo mihi ex oraclo imperat ou Ecce Apollo mihi ex oraclo imperat
(14) Ecce Apollo mihi ex oraclo imperat Vt ego illic oculos exuram lampadibus ardenti-bus (Pl Men 841-842) ldquo Voilagrave Apollon Voilagrave [qursquo]Apollon par son oracle mrsquoordonne de lui
brucircler les yeux avec des torches enfl ammeacutees rdquo
Plus encore que faire des occurrences ougrave le preacutesentatif lsquofl eacutechirsquo morphologique-
ment agrave lrsquoaccusatif joue apparemment le rocircle du sujet du preacutedicat verbal comme en
(15) Le recours agrave une phrase cliveacutee dans la traduction eacutelude la diffi culteacute sans la
reacutesoudre
(15) Sed eccum incedit (Pl Poen 470) ldquo Mais le voici qui srsquoavance rdquo ou ldquo Mais le voici
il srsquoavance rdquo
Cette seconde approche a permis de constater que ecce et em voici voilagrave ne par-
tageaient pas les mecircmes constructions syntaxiques Le tableau suivant reacutesume les
similitudes et les diffeacuterences
JULIA
121
Structures syntaxiques
preacutesentativesLatin Franccedilais
Preacute
dic
ati
on
s si
mp
les
Emploi isoleacuteEcce eccum em eccere en
Voilagrave
Avec un nom un GN ou
un pronom
Ecce me eccum ecca eccos eccas ecca eccil-lum eccistum eccistam ecce odium meum em pateram en Priamus
Metenousvouslelalesen voici mete nousvouslelalesen voilagrave voici le facteur voilagrave le facteur voilagrave tout
Avec un pronom et un
nom En voilagrave des maniegraveres
Avec deux pronoms Nous y voici nous y voilagrave
Avec un adverbe Em sicVoilagrave pourquoi voilagrave comment
Avec une proposition
subordonneacutee agrave statut
nominal compleacutetive
conjonctive ou relative
substantive
Eccum qui ex incerto faciet mihi Eccere autem quem conuenire maxime cupiebam En qui nostra sibi bello conubia poscunt
Ecce autem perii Em sapis sane eccum incedit Eccere autem capite nutat Em rursum nunc nugas agis
Voici qui est fait voici qursquoil entre voilagrave qui est fait voilagrave qursquoil entre
Avec une proposition
interrogative indirecte Voilagrave pourquoi votre fi lle
est muette
Avec une exclamative Comme vous voilagrave bacircti
Avec un infi nitif Ire eccillumVoici venir voilagrave trop
causer
Avec une forme verbale
conjugueacutee agrave un mode per-
sonnel ou avec omission
de la copule
Amphitruo eccum exit foras eccum uideo eccam attuli Em tibi adsunt en supplex uenio
Intus eccum fratrem ger-manum tuum
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122
Structures syntaxiques
preacutesentativesLatin Franccedilais
Preacute
dic
ati
on
s d
ou
ble
s
Avec attribut de lrsquoobjet
Ecce me nullum senem Saluam eccam Habeo eccillam meam clientam Em tibi rem potiorem uerbo En ego uicta situ
Me voici un vrai militaire
Avec une proposition rela-
tive agrave fonction attributive
Eccum quem quaerebam Em quoi decem talenta dotis detuli
Voilagrave un doigt qui sait tout
Avec une proposition rela-
tive non restrictive (lsquoCRPrsquo
Lambrecht)
(eccum incedit)Le voici qui srsquoavance voilagrave le facteur qui arrive voilagrave longtemps que
Formant le noyau drsquoune
proposition relative Le moi que voici la sotte
musique que voilagrave
4 Troisiegraveme paramegravetre les valeurs seacutemantico-reacutefeacuterentielles et
eacutenonciatives
Les valeurs seacutemantico-reacutefeacuterentielles et eacutenonciatives se recoupent presque totale-
ment entre le franccedilais9 et le latin10 Dans les deux langues les preacutesentatifs remplissent
un emploi deacuteictique exophorique (16) peuvent servir de lsquosignal discursifrsquo au sens de
Cesare (2011) ou bien remplir un emploi textuel ou lsquoDiscourse deicticrsquo (Plaucheacute Ber-
gen (2001) (17) ou un emploi propositionnel ou eacuteveacutenementiel appeleacute parfois narratif
sans preacutedicat verbal (18 (a et b)) ou avec preacutedicat verbal (18 (c agrave f)) ou bien encore un
emploi pragmaticaliseacute (19)
(16)a Me voici (M Les Fourberies de Scapin II 7)
(16)b Ecce me (Pl Mil 663) ldquo Me voici rdquo
(16)c Ah Te voilagrave (M George Dandin ou le mari confondu III 3)
(17)a Voilagrave ce que jrsquoavois agrave vous faire savoir (M LrsquoEacutecole des maris II 2)
(17)b Em tibi omnem fabulam (Pl Pseud 754) ldquo Voilagrave toute la comeacutedie rdquo
(18)a Voilagrave une eacutetrange folie (M Meacutedecin malgreacute lui I 4)
(18)b Ecce Gripi scelera (Pl Rud 1178) ldquo Voici les folies de Gripus rdquo
9 Les valeurs eacutenonciatives de voicivoilagrave ont eacuteteacute deacutecrites dans le theacuteacirctre franccedilais par Deacutetrie (2001) Gaudin (2005) et Narjoux (2003)
10 Dionisotti (2007) attribue une liste impressionnante de valeurs eacutenonciatives agrave ecce Lrsquoeacutetude de Roseacuten (1998) porte avant tout sur les phrases preacutesentatives agrave valeur existentielle ou drsquoiden-tifi cation
JULIA
123
(18)c Voilagrave ma fi lle qui parle (M Le Meacutedecin malgreacute lui III 6)
(18)d Em cui te et tua quae tu habeas commendes uiro (Pl Merc 702) ldquo Voilagrave lrsquohomme agrave
qui on confi e sa personne et ce qursquoon a rdquo
(18)e Voilagrave ce que jrsquoavois agrave vous faire savoir (M LrsquoEcole des maris II 2)
(18)f Em istuc rectius (Pl Epid 553) ldquo Voilagrave qui est mieux dit encore rdquo
(19)a Voicy jrsquoay trouveacute un bon moyen pour nous venger de luy le mieux du monde (P de
Larivey Les Comeacutedies facecieuses Les Escolliers V 2)
(19)b Voila ceste breneuse de ma femme voudroit ce croyie faire ainsi (P de Larivey
Les Comeacutedies facecieuses Les Escolliers II 1)
(19)c Em tibi imperatumst (Pl Most 313) ldquo Voilagrave tu sais ce que tu as agrave faire rdquo
En emploi grammaticaliseacute le preacutesentatif peut marquer
ndash la clocircture
(19)d Sabot encore prononccedila lsquoVoilagrave voilagraversquo puis se tut (Maupassant Contes et nou-velles laquo La confession de Theacuteodule Sabot raquo)
(19)e St Lesbonicum suam sororem despondisse em hoc modo (Pl Trin 603) ldquo Stasime-
Que Lesbonicus a fi anceacute sa sœur Voilagrave voilagrave rdquo
ndash le consensus
(19)f Par ici monsieur le sergent par ici cria lrsquoouvreuse - Voilagrave voilagrave voilagrave (Dumas
Pegravere Le Capitaine Pamphile VIII)
(19)g Si Vorte ergo umerum ltPsgt Em (Pl Pseud 1318-1319) ldquo Simon- Tourne donc
ton eacutepaule Pseudolus- Voilagrave rdquo
ndash le dissensus
(19)h Elle mrsquointerrompt en geacutemissant - lsquoVoilagrave voilagrave tu te moques encore de moi je ne
voulais pas trsquoeacutecrire tu es sans cœurrsquo (Colette Claudine agrave lrsquoeacutecole)
(19)i Em istucinest operam dare Bonum sodalem (Pl Merc 620-622) ldquo Voilagrave est-ce
ainsi qursquoon sert fi degravelement un ami rdquo (traduction A Ernout)
ndash la conclusion (cf Pl Persa 701-705)
La grammaticalisation du preacutesentatif avec un datif eacutethique latin ecce tibi ou em tibi et ancien-franccedilais es vos (E Oppermann-Marsaux (2006) et D Petit (2010a)) per-
met drsquoarticuler lrsquouniteacute de tous ces emplois autour de la personne de lrsquointerlocuteur La
preacutesentation quelle que soit sa nature est neacutecessairement tourneacutee vers lrsquointerlocuteur
5 Exemple Voici lrsquohomme Ecce homo
Lrsquoanalyse drsquoune seule locution biblique ceacutelegravebre en franccedilais et en latin montrera
combien il est en fait diffi cile de comparer les preacutesentatifs drsquoune langue agrave lrsquoautre lat
ecce homo canoniquement traduit par laquo Voici lrsquohomme raquo Autant nous avons vu que
ecce et voicivoilagrave partageaient des traits syntaxiques et seacutemantico-fonctionnels com-
muns autant il est diffi cile parfois de reconnaicirctre exactement la valeur du preacutesentatif
diffi culteacute qui peut poser problegraveme au traducteur
CILPR 2013 ndash SECTION 2
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Pour signifi er laquo voici lrsquohomme raquo Plaute dit em hominem et Peacutetrone ēn homo
(20)a Em tibi hominem (Pl Asin 880) ldquo Voici (pour toi) lrsquohomme rdquo
(20)b En homo quemadmodum natat (Petron 115 10) ldquoVoici lrsquohomme comment il
patauge rdquo
Or la freacutequence de ecce en tant que preacutesentatif deacuteictique chute fortement degraves
lrsquoeacutepoque de Ciceacuteron agrave lrsquoavantage de ēn Crsquoest drsquoailleurs ēn qui est employeacute comme
preacutesentatif deacuteictique dans la Vulgate (par exemple Vulgate Juges 8 15) Quand Pilate
prononce le premier ecce (22 (a)) Jeacutesus nrsquoest pas encore visible par la foule il ne
srsquoagit pas drsquoun preacutesentatif deacuteictique mais drsquoun preacutesentatif ayant un rapport eacutetroit avec
lrsquoeacutenonciation il est tout agrave fait possible de lui superposer sur le plan interpreacutetatif une
valeur anaphorique situationnelle signifi ant laquo voilagrave celui que vous reacuteclamiez je vous
lrsquoamegravene raquo Cet eacutenonceacute reprend presque mot pour mot un eacutenonceacute preacuteceacutedent de Pilate
(22 (b)) qui par le biais drsquoun eacutegocentrage explicite traduisait un deacutegagement fort du
locuteur
(21)a exiit iterum Pilatus foras et dicit eis ecce adduco uobis eum foras ut cognoscatis quia in eo nullam causam inuenio (Exiuit ergo Iesus portans coronam spineam et purpureum uestimentum) Et dicit eis ecce homo (Vulgate Eacutevangile saint Jean 19 4-5)
ldquo Pilate sortit de nouveau et leur dit Voilagrave je vous lrsquoamegravene dehors afi n que vous sachiez
que je ne trouve en lui aucun crime (Jeacutesus sortit donc portant la couronne drsquoeacutepines et le
manteau de pourpre) Et Pilate leur dit VoiciVoilagrave lrsquohomme rdquo
(21)b dicit eis ego nullam inuenio in eo causam (Vulgate Eacutevangile saint Jean 18 38)
ldquo Il leur dit lsquoMoi je ne trouve en lui aucun motif de condamnationrsquo rdquo
Le premier ecce traduit une attitude eacutenonciative consensuelle avec les interlocu-
teurs sur lrsquoobjet du discours ndash faire sortir Jeacutesus du preacutetoire ougrave les Juifs nrsquoentrent pas
par crainte de souillure ndash lrsquoeacutegocentrage eacutetant explicite et donc susceptible de reacuteac-
tions fortes des interlocuteurs Crsquoest le cas puisque la foule reacuteclame encore plus fort la
mise agrave mort de Jeacutesus Aussi Pilate emploie-t-il un second ecce qui nous semble pou-
voir ecirctre tout aussi consensuel que le premier le locuteur invite ainsi lrsquointerlocuteur
agrave partager lrsquoinfeacuterence tireacutee de lrsquoobservation Le paradoxe de cette valeur repreacutesenta-
tive-eacutenonciative est qursquoelle opegravere de maniegravere masqueacutee lrsquoobjet du discours paraicirct ecirctre
preacutesenteacute de maniegravere objective ce qui explique peut-ecirctre la traduction canonique de
laquo Voici lrsquohomme raquo mais crsquoest estomper lrsquoorigine eacutenonciative du locuteur qui ne veut
pas condamner lui-mecircme Jeacutesus Pilate nrsquoa pas agrave preacutesenter Jeacutesus que la foule connaicirct
mais preacutesente avec ecce lrsquoerreur des Juifs mise en relief par la co-observation du locu-
teur et des interlocuteurs Crsquoest pourquoi nous suggeacuterons de traduire ecce homo par
laquo Voilagrave lrsquohomme raquo autrement dit laquo Voilagrave ce que vous voulez lrsquohomme raquo
JULIA
125
6 Conclusion
Le but de cet article eacutetait drsquoune part de reacutehabiliter des lsquopetits motsrsquo des mal-aimeacutes
dans la tradition classique pourtant si freacutequents dans le dialogue et drsquoautre part de
montrer sur le modegravele de ce qui a deacutejagrave eacuteteacute fait au sujet des preacutesentatifs franccedilais la
richesse de leurs emplois Loin drsquoavoir une simple fonction phatique les preacutesentatifs
comme lrsquoeacutecrit tregraves justement Rabatel (2001) laquo manifestent une force argumentative
indirecte redoutable raquo
Lyceacutee Henri IV (Paris)
amp Centre Alfred Ernout (Paris-Sorbonne) Marie-Ange JULIA
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127
Verbes impersonnels et introducteurs de rhegravemes en latin et
en roman
1 La construction impersonnelle et la perspective fonctionnelle de
la phrase
La perspective fonctionnelle (ou communicative) de la phrase et lrsquoordre de ses
constituants sont deux probleacutematiques qui se rencontrent neacutecessairement un de leurs
points drsquointersection est reacuteveacuteleacute par lrsquoeacutetude de la construction dite lsquoimpersonnellersquo et
de ses diverses varieacuteteacutes En effet le terme lsquoimpersonnelrsquo recouvre dans lrsquousage cou-
rant des confi gurations morpho-syntaxiques assez diffeacuterentes qui ont cependant
pour trait commun une sorte de deacutefection vis-agrave-vis de la cateacutegorie de la personne ver-
bale une cateacutegorie qui se vide ici pour ainsi dire de ses possibiliteacutes de commutation
Par ce biais la question de lrsquoimpersonnel se lie naturellement agrave celle du sujet actant
preacutesupposeacute par tous les autres actants chaque fois que la personne verbale fonctionne
normalement Il nrsquoest donc pas eacutetonnant que le comportement lsquounipersonnelrsquo des
verbes nrsquoait pas cesseacute drsquointriguer les grammairiens il est bien naturel aussi que le
pheacutenomegravene trouve diffi cilement le cadre approprieacute agrave son traitement sans parler des
tacirctonnements de la terminologie
La notion de sujet neacutecessairement lieacutee agrave celle de preacutedicat renvoie agrave un fonction-
nement de la langue qui porte lrsquoempreinte de la logique cependant le jeu du preacutedicat
du sujet et des compleacutements traduit en mecircme temps la viseacutee communicative du mes-
sage puisque lrsquoarrangement et le traitement prosodique de ces constituants doivent
creacuteer une structure pragmatique adapteacutee aux besoins du contexte discursif et de la
situation Cette double deacutetermination de la phrase nrsquoa pas eacutechappeacute aux linguistes de
la fi n du XIXe siegravecle qui srsquoapprochent du problegraveme avec une intuition psychologique
chez Hermann Paul (19205 124 premiegravere eacuted 1880) lsquosujet psychologiquersquo et lsquopreacutedicat
psychologiquersquo apparaissent avec un sens voisin de celui que nous donnons agrave lsquothegravemersquo et
agrave lsquorhegravemersquo et le mecircme Hermann Paul constate que le sujet lsquogrammaticalrsquo et le sujet dit
lsquopsychologiquersquo ne peuvent pas coiumlncider dans les phrases lsquoimpersonnellesrsquo du type fr
il gegravele all es regnet (ibid 131-133) Dans la linguistique psychologique classique pour
ainsi dire Albert Sechehaye (1926 148) enregistre le mecircme divorce des deux lsquosujetsrsquo
pour le type de phrase fr il vient un homme en affi rmant que le verbe impersonnel il
Travail reacutealiseacute avec le soutien fi nancier du Fonds National Hongrois pour les Recherches Scientifi ques OTKA K 81913
CILPR 2013 ndash SECTION 2
128
vient se comporte comme le laquo support psychologique de ce qui suit raquo Par lagrave nous arri-
vons au cœur de notre probleacutematique en effet nous pouvons reconnaicirctre le siegravege de
lrsquoinformation essentielle ndash crsquoest-agrave-dire le rhegraveme ndash dans la deuxiegraveme partie de la phrase
(un homme) la lsquorheacutematisationrsquo de ce groupe nominal a eacuteteacute expresseacutement signaleacutee
par une forme verbale un lsquointroducteur de rhegravemersquo Le proceacutedeacute transformationnel qui
aboutit au type de phrase il vient un homme a ainsi pour but une lsquorheacutematisation fortersquo
ou autrement dit une lsquomise en relief non contrastiversquo (la lsquomise en relief contrastiversquo
eacutetant reacutealiseacutee par la structure fr crsquoest un homme qui vient)1
Nous devons donc admettre qursquoil existe dans le franccedilais ndash et dans les autres lan-
gues romanes aussi ndash des structures qui expriment la perspective communicative
de la phrase drsquoune maniegravere tregraves directe pour ainsi dire au deacutetriment de la liaison
logique entre un sujet et un preacutedicat La combinaison du verbe qui nrsquoa pas de sujet
proprement dit et du groupe nominal qui srsquoy rattache fait partie naturellement drsquoun
ensemble plus vaste de phrases lsquonon canoniquesrsquo2 ougrave nous trouvons eacutegalement les
structures avec adverbe preacutesentatif (fr voici voilagrave + GN it ecco + GN) et toutes ces
constructions sont apparenteacutees au type de phrases qui tout en conservant un sujet
au sens ordinaire du terme utilisent ce sujet drsquoune maniegravere insolite en le postposant
au verbe dans des langues qui se caracteacuterisent par un ordre fondamental SV Cette
sorte drsquoinversion traduit certains besoins pragmatiques il peut srsquoagir du remplissage
de cadres preacuteeacutetablis (listes comme dans le reportage drsquoun deacutefi leacute arrive le groupe X
arrive le groupe Y indications sceacuteniques entre le roi3 cf roum urmează o pauză)
ou de lrsquoannonce de quelque chose drsquoimpreacutevu (et soudain apparaicirct X) drsquoune maniegravere
plus geacuteneacuterale cet ordre est apte agrave la rheacutematisation drsquoun GN apregraves un verbe intransitif4
(it egrave scoppiata la rivoluzione exemple de Salvi Vanelli 2004 34 esp prosperan los negocios exemple de Gili y Gaya 1968 92) Nous arrivons ainsi agrave un problegraveme de
seacutemantique est-il possible de preacutevoir dans les langues romanes certaines sphegraveres
seacutemantiques qui preacutedisposent les locuteurs agrave choisir la construction impersonnelle
1 Dans le cadre de cette contribution nous nous inteacuteressons uniquement aux phrases lsquoimper-sonnellesrsquo contenant un lsquorhegravemersquo proprement dit donc nous faisons abstraction du type lsquomeacuteteacuteorologiquersquo fr il gegravele (verbe lsquoavalentrsquo ou lsquosans actantrsquo selon la terminologie de Tesniegravere (1959 239-240)) Pour quelques indications concernant lrsquohistoire du problegraveme de lrsquoimperson-nel dans la grammaire franccedilaise cf Kiss (1987 62-66)
2 Pour la notion de lsquophrase canoniquersquo ou lsquoscheacutema structurel de basersquo voir Riegel Pellat Rioul (20097 211-212)
3 Agrave propos de ce type citons la formulation de Riegel Pellat Rioul (20097 258) il srsquoagit de verbes qui laquo indiquent lrsquoentreacutee ou la persistance dans lrsquounivers de discours du reacutefeacuterent de leur sujet nominal raquo
4 Pour Sechehaye (1926 147) lrsquoancien ordre vient un homme a subsisteacute en franccedilais laquo pour mar-quer que le terme substantif eacutetait le veacuteritable preacutedicat de lrsquoeacutenonceacute raquo Wartburg et Zumthor (19582 193) srsquoinspirent de cette deacutefi nition lorsqursquoils affi rment laquo le propre [hellip] de la construc-tion impersonnelle par rapport agrave la personnelle est de transformer le sujet en preacutedicat raquo
KISS
129
2 Problegravemes seacutemantiques
Drsquoune maniegravere geacuteneacuterale on dira que les expressions impersonnelles introduisant
un rhegraveme tracent un cadre dans lequel vient prendre place lrsquoinformation centrale
Il est normal de supposer que ce lsquocadrersquo se comporte comme une lsquoannoncersquo suivie
drsquoun constituant au seacutemantisme plus particulier en rapport avec la situation et lrsquouni-
vers discursif qui sont communs aux participants de la communication En effet on
constate empiriquement que les lsquointroducteurs de rhegravemesrsquo sont tregraves souvent porteurs
drsquoune signifi cation verbale fondamentale existence ou non-existence drsquoun reacutefeacuterent
(personne chose ou eacuteveacutenement) modaliteacute deacuteontique ou potentielle (crsquoest-agrave-dire ren-
voi agrave des lsquomondes alternatifsrsquo) appreacuteciation modale ou sentimentale La reacutealisation
syntaxique de la relation entre introducteur et rhegraveme est variable elle couvre une
large gamme impliquant des phrases lsquonon canoniquesrsquo ainsi que des propositions
infi nitives et des subordonneacutees verbales de type compleacutetif deacutependant drsquoexpressions
impersonnelles5 Nous pouvons enregistrer ainsi les constructions speacutecifi ques fi geacutees
que les langues romanes ndash et deacutejagrave le latin tardif ndash ont deacuteveloppeacutees pour marquer lrsquoexis-
tence par geacuteneacuteralisation du sujet suivie de son abolition lat habet gt fr (il y) a esp
hay ajoutons lrsquoexpression eacutegalement speacutecifi que qui leur correspond en lrsquoitalien mais
qui traite le sujet drsquoune maniegravere moins radicale pour ainsi dire lrsquoaccord en nombre
eacutetant conserveacute it crsquoegrave un uomo ci sono uomini Le latin classique connaicirct lui-mecircme
lrsquoannonce drsquoun lsquoeacuteveacutenementrsquo ou drsquoun lsquoeacutetat de chosesrsquo agrave lrsquoaide drsquoexpressions typiques
utilisant une 3e personne seacutemantiquement speacutecialiseacutee dont deacutepend une preacutetendue
lsquosubordonneacutee conseacutecutiversquo fi t ut accidit ut epistulam scribam ldquo il arrive que jrsquoeacutecrive
une lettre rdquo ajoutons pour une sorte de mise en relief de lrsquolsquoexistencersquo la structure
relative sunt qui scribant ldquo il y en a qui eacutecrivent rdquo Dans les phrases gouverneacutees par des
verbes impersonnels lrsquoexpression de la modaliteacute deacuteontique se reacutealise le plus souvent
agrave lrsquoaide drsquoune combinaison qui comporte un infi nitif ou une subordonneacutee compleacutetive
ce qui rend plus manifeste encore la bipartition de la structure un syntagme initial
(lsquointroducteur de rhegravemersquo) doteacute drsquoun seacutemantisme lsquofondamentalrsquo comme la lsquoneacutecessiteacutersquo
se trouve suivi par un point drsquoaboutissement (lsquorhegravemersquo) repreacutesentant la veacuteritable nou-
veauteacute du message Ainsi avons-nous en franccedilais ndash agrave cocircteacute de la structure il faut + GN
ndash les seacutequences il faut + lsquoinfi nitifrsquo et il faut que + lsquosubordonneacuteersquo Derriegravere la varieacuteteacute
du mateacuteriel que nous offrent ici les langues romanes on deacutecouvre la permanence du
besoin des vocables anciens peuvent se perdre mais la langue forge des outils nou-
veaux qui les remplacent en ayant recours notamment agrave des verbes qui se precirctent agrave
une speacutecialisation seacutemantique dans le domaine en question Si le verbe impersonnel
oportet lexegraveme drsquoimportance centrale pour lrsquoexpression de la lsquoneacutecessiteacutersquo en latin ne
survit pas dans la plupart des idiomes romans fallere se tient precirct pour entrer dans
ce champ seacutemantique en franccedilais au prix de la bifurcation morpho-seacutemantique qursquoon
5 Les verbes qui participent agrave ces expressions impersonnelles ne sont geacuteneacuteralement pas des verbes lsquoessentiellement impersonnelsrsquo ils sont exclus de la commutation des personnes ver-bales preacuteciseacutement dans le type drsquoemploi que nous appelons lsquointroducteur de rhegravemersquo
CILPR 2013 ndash SECTION 2
130
lui connaicirct6 on peut ajouter uelle apparaissant dans lrsquoexpression impersonnelle it ci vuole ldquo il faut rdquo ldquo il est neacutecessaire rdquo Ce va-et-vient lexical peut conduire agrave la naissance
de nouveaux paradigmes verbaux appartenant au vocabulaire fondamental des lan-
gues crsquoest le cas de falloir mais aussi de estovoir7 usuel en ancien-franccedilais lrsquoapport
eacutetranger joue eacutegalement un rocircle (it bisogna roum trebuie attribueacutes respectivement
aux superstrats germanique et slave8) On retrouve un ensemble drsquoexpressions fon-
damentales dans le domaine de la modaliteacute potentielle avec une bipartition typique
du message le verbe impersonnel eacutetant suivi drsquoune subordonneacutee rheacutematique (fr il se peut que roum se poate sǎ) La prise de position subjective que refl egravete la moda-
liteacute potentielle se complegravete de maniegravere assez naturelle par lrsquoappreacuteciation morale ou
affective ce qui explique les impersonnels decet me iuuat me delectat mihi placet en
latin9 ainsi que le type fr il convient que de il importe que de Ainsi pour un cer-
tain nombre de seacutemantismes fondamentaux il existe des expressions prototypiques
et autour drsquoelles un large halo reacuteunissant des nuances diffeacuterentes la tendance syn-
taxique est agrave la bipartition de la phrase avec utilisation de morphegravemes deacutemarcatifs
et une possibiliteacute de deacutelimitation prosodique Compte tenu de cette bipartition on
dira naturellement que les verbes et expressions impersonnels proprement dits qui
font lrsquoobjet de cette eacutetude reacutealisent de la maniegravere la plus typique la rheacutematisation par
lsquoextrapositionrsquo proceacutedeacute qui consiste agrave faire sortir le rhegraveme du cadre phrastique habi-
tuel sans recours cependant agrave un veacuteritable lsquoimpersonnelrsquo10
Il est curieux de constater qursquoune bipartition du message servant agrave mettre en relief
le rhegraveme existe dans une autre sphegravere morpho-syntaxique cette solution est appeleacutee
eacutegalement lsquoemploi impersonnel du verbersquo ce qui amegravene une importante confusion
terminologique Il srsquoagit de la tendance qui consiste agrave transformer la marque clitique
du verbe lsquopronominalrsquo en marque de verbe lsquonon personnelrsquo tendance que connaissent
certaines langues romanes et qui est tregraves deacuteveloppeacutee en italien Au cours du passage
de it si mangiano le mele (lsquopronominal passifrsquo avec accord entre verbe et sujet) agrave
si mangia le mele (lsquopronominal non personnelrsquo sans accord)11 lrsquointransitivant si qui
6 Sur le rapport entre faillir et falloir cf FEW s v fallere7 Lrsquoeacutetymologie retenue par le REW (s v opus) et le FEW (s v opus) est lrsquoexpression imper-
sonnelle latine opus est Concernant les expressions impersonnelles deacutenotant la lsquoneacutecessiteacutersquo en ancien-franccedilais ainsi que leur mouvement diachronique voir en particulier Buridant (2000 399-401)
8 V REW s v sonium LEI s v bisogno et Cioranescu (1961) s v treabǎ9 Pour les questions de lrsquoimpersonnel en latin voir Bassols de Climent (1948 82-90) cf
eacutegalement Hofmann Szantyr (1965 414-417)10 Cf fr Cela amuse Sylvie que Pierre soit tombeacute (exemple de Riegel Pellat Rioul 20097 723)
it Sarebbe una pazzia andarci ora (exemple de Salvi Vanelli 2004 267) esp Me pesa de haberos ofendido (exemple de Gili y Gaya 1968 79) roum icircmi place sǎ dansez (exemple de Gramatica limbii romacircne 19662 I 244) Notons que lrsquolsquoextrapositionrsquo du rhegraveme ndash et ainsi la bipartition de la phrase ndash apparaicirct comme une sorte de modegravele seacutemantico-pragmatique chez Wierzbicka (1988 106-107) analysant les jugements de type affectif en anglais (Irsquom pleased to meet you ~ Itrsquos nice to meet you)
11 Tournure caracteacuterisant laquo certaines varieacuteteacutes de lrsquoitalien raquo selon Salvi Vanelli (2004 75) cf le
KISS
131
avait repreacutesenteacute un lsquoagent humain indeacutetermineacutersquo a eacuteteacute converti en un indice drsquolsquointro-
ducteur de rhegravemersquo lrsquoabsence drsquoaccord signale preacuteciseacutement la bipartition de la phrase
La perspective fonctionnelle de la phrase tend donc agrave srsquoexprimer par diffeacuterents pro-
ceacutedeacutes syntaxiquement marqueacutes quand les locuteurs eacuteprouvent le besoin de precircter au
dosage de lrsquoinformation un relief particulier
3 Problegravemes diachroniques
Sur le plan diachronique latino-roman il est assez naturel de chercher un rapport
entre lrsquoexploitation croissante des proceacutedeacutes de rheacutematisation forte et la modifi cation
de lrsquoordre des termes qui a eu lieu en latin tardif Durant la peacuteriode classique du latin
lrsquoordre des constituants ndash libre du point de vue des fonctions syntaxiques ndash se precirctait
avec souplesse agrave lrsquoexpression de la perspective communicative de la phrase Les types
drsquoarrangement possibles eacutetaient donc nombreux il semble cependant qursquoagrave lrsquoeacutepoque
postclassique certains arrangements soient devenus plus freacutequents ce qui a drsquoailleurs
entraicircneacute une eacutetape vers lrsquoordre plus rigide des langues romanes Drsquoune part le verbe
freacutequent agrave la fi n de la phrase en latin classique quitte aiseacutement cette place pour des
raisons de rheacutematisation tout agrave fait compreacutehensibles Deux citations de Greacutegoire de
Tours choisies au hasard peuvent illustrer le pheacutenomegravene Le verbe y occupe la pre-
miegravere place et preacutecegravede lrsquoessentiel du message exprimeacute sous forme de compleacutements
posuit manum super oculos eius [sc heretici] (Greg Tur 23 p 432) ldquo il posa la main sur
les yeux de lrsquohomme [sc de lrsquoheacutereacutetique] rdquo
ou de sujet
ait ad eum episcopus (Greg Tur 21 p 3727) ldquo lrsquoeacutevecircque lui dit rdquo
Drsquoautre part le sujet tend agrave occuper la premiegravere position quand il joue le rocircle du
thegraveme ce qui est freacutequent dans les phrases agentives et il apparaicirct souvent comme
postverbal colleacute neacuteanmoins au verbe et rattacheacute agrave celui-ci par un lien seacutemantique
eacutetroit
in fl umine Minio [hellip] capiuntur pisces IIII noui uisu et specie (Hydatius 253) ldquo dans le
fl euve Minius [hellip] sont pris quatre poissons nouveaux pour leur apparence et pour leur es-
pegravece rdquo12
Les eacutechantillons citeacutes montrent qursquoen latin tardif le preacutedicat verbal se deacuteplace
vers la premiegravere zone de la phrase et qursquoen mecircme temps la place du sujet devient plus
type espagnol se vende casas (pour lrsquoespagnol voir Gili y Gaya 1968 76-78)12 Un exemple ougrave le pheacutenomegravene caracteacuterise une suite de phrases agrave lrsquointeacuterieur drsquoun mecircme reacutecit
Post haec omnia mortuus est Chlodoueus rex in pace [hellip] A transitu sancti Martini usque ad transitum Chlodouechi regis fuerunt anni centum duodecim [hellip] Habebat quoque Theude-ricus fi lium nomine Theudobertum (Liber Historiae Francorum 19 p 27317) ldquo Apregraves tous ces eacuteveacutenements mourut en paix le roi Chlodouechus [hellip] Du deacutecegraves de saint Martin au deacutecegraves du roi Chlodouechus srsquoeacutecoulegraverent cent douze anneacutees [hellip] Theudericus avait un fi ls nommeacute Theudobertus rdquo
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132
preacutevisible cette relative uniformiteacute entraicircne sur le plan pragmatique le besoin de
renforcer lrsquoopposition entre le lsquomarqueacutersquo et le lsquonon marqueacutersquo Ce besoin se traduit sur le
plan syntaxique par une exploitation plus intense des structures (deacutejagrave preacutesentes dans
la langue) qui assurent la rheacutematisation forte La tendance pouvait prendre appui sur
le type de phrase ougrave un verbe drsquoexistence ou une expression eacutevaluative se deacutetache en
position initiale pour introduire un rhegraveme plus ou moins complexe13
Erant omnino itinera duo quibus itineribus domo exire possent [sc Heluetii] (Caes
Gall 1 6 1) ldquo il existait en somme deux chemins par lesquels ils [= les Helvegravetes] pouvaient
quitter leur territoire rdquo
Dulce et decorum est pro patria mori (Hor carm 3 2 13) ldquo Crsquoest une douce et belle chose
que de mourir pour la patrie rdquo
Dans les textes tardifs les expressions marquant lrsquolsquoexistencersquo occupent tregraves sou-
vent la position initiale dans la phrase elles sont annonciatrices de rhegravemes
extant ipsius egregii studia praedicanda (Hydatius 81) ldquo De cet homme excellent sub-
sistent des ouvrages savants agrave propager rdquo
Ecce et coepit iam esse hora forsitan octaua (Itinerarium Egeriae 4 5) ldquo Et voilagrave que
peut-ecirctre commenccedilait la huitiegraveme heure de la journeacutee rdquo
Habebat autem de eo loco ad montem Dei forsitan quattuor milia (Itinerarium Egeriae 2
1) ldquo Et de cet endroit agrave la montagne de Dieu il y avait peut-ecirctre une distance de quatre mille
pas rdquo14
Agrave la suite des modifi cations des regravegles gouvernant lrsquoemplacement des constituants
syntaxiques en latin les phrases indiquant une rheacutematisation forte se deacutetachent de
plus en plus sur le fond des phrases canoniques dans lesquelles lrsquoordre des consti-
tuants se fi xe petit agrave petit agrave lrsquoeacutepoque preacuteromane15 Les langues romanes deacuteveloppent
ainsi sur des bases latines un systegraveme relativement coheacuterent pour lrsquoexpression mar-
queacutee de la perspective communicative de la phrase User ou ne pas user de ces proceacute-
deacutes pragmatiques particuliers est un choix qui reste agrave la discreacutetion du locuteur situant
son acte communicatif dans le reacuteseau de ses interactions avec le monde
Universiteacute de Debrecen Saacutendor KISS
13 Cf eacutegalement Devine Stephens (2006 166-172) Spevak (2010 29-30 et 57-58) 14 Agrave propos de la genegravese de habet impersonnel en latin tardif (effacement du sujet dans domus
habet multum uinum rarr habet multum uinum) cf Bassols de Climent (1948 82-83) Quant agrave lrsquoexpression de la lsquoneacutecessiteacutersquo lrsquoItinerarium Egeriae nous offre beaucoup de phrases ayant la structure lsquoexpression impersonnelle + infi nitifrsquo du type necesse nos fuit ibi descendere iuxta consuetudinem (7 7) ldquo il nous a fallu y descendre selon notre habitude rdquo
15 Concernant les modifi cations de lrsquoordre des constituants syntaxiques en latin tardif voir Kiss (2015 593-595)
KISS
133
Reacutefeacuterences bibliographiques
Textes
Gregorius episcopus Turonensis Libri Historiarum X Publ Bruno Krusch Wilhelm Levison
Monumenta Germaniae Historica Scriptores rerum Merouingicarum I1 Hannover 1951
Hydatius Lemicus Continuatio chronicorum Hieronymianorum Publ Theodor Mommsen
Monumenta Germaniae Historica Auctores antiquissimi XI Berlin 1894
Itinerarium Egeriae Publ Otto Prinz Heidelberg Winter 19605
Liber Historiae Francorum Publ Bruno Krusch Monumenta Germaniae Historica Scriptores rerum Merouingicarum II Hannover 1888
Eacutetudes
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Nebrija (CSIC)
Buridant Claude 2000 Grammaire nouvelle de lrsquoancien franccedilais Paris SEDES
Cioranescu Alejandro 1961 Diccionaacuterio etimoloacutegico rumano Tenerife Universidad de La
Laguna
Devine A M Stephens Laurence D 2006 Latin Word Order Structured Meaning and Infor-mation Oxford Oxford University Press
Gili y Gaya Samuel 1968 Curso superior de sintaxis espantildeola La Habana Instituto del Libro
Gramatica limbii romacircne 19662 Bucureşti Academia Republicii Socialiste Romacircnia vol I-II
Hofmann J B Szantyr A 1965 Lateinische Syntax und Stilistik Muumlnchen Beck
Kiss Saacutendor 1987 laquo Le traitement des fonctions de la phrase simple dans la linguistique fran-
ccedilaise entre 1950 et 1965 raquo in Kiss Saacutendor Skutta Franciska (ed) Analyse grammaticale ndash analyse narrative Debrecen Kossuth Lajos Tudomaacutenyegyetem Studia Romanica 7-70
Kiss Saacutendor 2015 laquo Recherches sur le texte des chroniques latines du Haut Moyen Acircge raquo in
Haverling Gerd V M (ed) Latin Linguistics in the Early 21st Century Acts of the 16th International Colloquium on Latin Linguistics Uppsala Universitet 588-596
Paul Hermann 19205 [1880] Prinzipien der Sprachgeschichte Tuumlbingen Niemeyer (reacuteimpr)
Riegel Martin Pellat Jean-Christophe Rioul Reneacute 20097 Grammaire meacutethodique du fran-ccedilais Paris Presses Universitaires de France
Salvi Giampaolo Vanelli Laura 2004 Nuova grammatica italiana Bologna Il Mulino
Sechehaye Albert 1926 Essai sur la structure logique de la phrase Paris Eacutedouard Champion
(reacuteimpr 1950)
Spevak Olga 2010 Constituent Order in Classical Latin Prose Amsterdam Philadelphia John
Benjamins
Tesniegravere Lucien 1959 Eacuteleacutements de syntaxe structurale Paris Klincksieck
Wartburg Walter von Zumthor Paul 19582 Preacutecis de syntaxe du franccedilais contemporain Berne
Francke
Wierzbicka Anna 1988 The Semantics of Grammar Amsterdam Philadelphia John Benja-
mins
135
LrsquoOpinion de R Kiesler sur lorigine des langues romanes
En ce qui concerne lrsquoorigine des langues romanes deux thegraveses principales peuvent
ecirctre repreacutesenteacutees par les scheacutemas suivants
A B
Lat archaiumlque Lat archaiumlque
Lat vulgaire Lat classique Lat classique
Fr It Roum Lat vulgaire
Fr It Roum
La diffeacuterence entre ces deux thegraveses consiste en ce que selon la thegravese A le latin
archaiumlque srsquoest scindeacute en latin classique et en latin vulgaire et les langues romanes
proviennent du latin vulgaire (appeleacute aussi lsquo latin populaire rsquo lsquo latin parleacute rsquo lsquo roman
commun rsquo lsquo protoroman rsquo etc) tandis que selon la thegravese B les langues romanes sont
issues du latin classique alors que le latin vulgaire diffeacuterencieacute dans le temps et lrsquoes-
pace constitue une eacutetape intermeacutediaire entre le latin classique et les langues romanes
La thegravese A est neacutee en 1435 agrave Florence Quelques humanistes que personne nrsquoose-
rait consideacuterer comme des linguistes ont discuteacute la question de savoir drsquoougrave provenait
lrsquoitalien Nrsquooublions pas que cela se passait avant le XIXe siegravecle qui a eu le grand
meacuterite drsquointroduire la notion drsquoeacutevolution dans diffeacuterentes disciplines y compris la lin-
guistique Avant le XIXe siegravecle on avait une vision du monde sensiblement statique
on srsquoimaginait par exemple que toutes les espegraveces veacutegeacutetales et animales existaient
depuis le deacutebut du monde Or nos humanistes fl orentins se rendaient parfaitement
compte drsquoune diffeacuterence entre lrsquoitalien et le latin lrsquoun eacutetant selon la terminologie
contemporaine une langue analytique et lrsquoautre une langue syntheacutetique De mecircme
qursquoils eacutetaient incapables drsquoimaginer que les plantes et les animaux soient le reacutesultat
drsquoune eacutevolution de mecircme il leur paraissait inconcevable qursquoune langue syntheacutetique
CILPR 2013 ndash SECTION 2
136
puisse se transformer en une langue analytique et sachant que chez des auteurs latins
il y avait quelques vagues allusions agrave un uulgaris sermo ils sont arriveacutes agrave la conclusion
que dans lrsquoancienne Rome il y aurait eu deux langues le latin classique langue syn-
theacutetique et le latin vulgaire langue analytique et source de lrsquoitalien Les arguments
que nos humanistes alleacuteguaient agrave lrsquoappui de leur thegravese eacutetaient extrecircmement naiumlfs
ainsi selon eux une femme du peuple nrsquoaurait pas eacuteteacute capable drsquoapprendre agrave deacutecliner
un substantif comme supellex geacuten supellectilis Mais par inertie lrsquoopinion formuleacutee
par quelques ignorants meacutedieacutevaux a eacuteteacute approuveacutee par drsquoinnombrables autoriteacutes est
devenue un dogme de la linguistique romane et est partageacutee jusqursquoagrave nos jours par la
grande majoriteacute des romanistes
En revanche il nrsquoy a eu jusqursquoen 1974 que trois chercheurs pour souscrire agrave la
thegravese B Eyssenhardt (1880) dans la seconde moitieacute du XIXe siegravecle Henri Muller
(1932) dans la premiegravere moitieacute du XXe siegravecle et moi-mecircme agrave partir de 1974 La diffeacute-
rence entre ces deux thegraveses consiste en ce que selon la thegravese A le latin vulgaire est
une langue sœur du latin classique tandis que drsquoapregraves la thegravese B le latin vulgaire
est une langue fi lle du latin classique Alors qursquoil nrsquoy a aucune forme qui confi rme-
rait la thegravese A des milliers de formes confi rment la thegravese B Par exemple lat class
patrem gt lat vulg patre caelum gt celu herbam gt erba mēnsem gt mēse toacutenitrum
gt toniacutetru precor est refait en precō sapere en sapēre esse en essere morī en
morīre etc Il suffi t de mentionner que dans le REW il y a 6000 substantifs et adjec-
tifs dont lrsquoaccusatif singulier preacutesente en latin vulgaire la chute de -m On voit donc
que toutes les formes du latin vulgaire sont plus reacutecentes que celles du latin classique
Il en reacutesulte que le latin vulgaire est une langue fi lle du latin classique
Depuis 1974 crsquoest-agrave-dire depuis presque 40 ans aussi bien dans mes publications
que dans mes confeacuterences je demande aux romanistes de citer des formes qui prou-
veraient que le latin vulgaire eacutetait une langue sœur du latin classique mais personne
nrsquoa citeacute une telle forme
Il nrsquoy a pas longtemps le romaniste allemand Reinhard Kiesler (2012) a publieacute
une communication intituleacutee Les langues romanes proviennent-elles du latin clas-sique et qui commence de la faccedilon suivante
Je me propose de discuter les deux thegraveses connues concernant lrsquoorigine des langues ro-
manes celle de la succession du latin classique au latin vulgaire et celle de la simultaneacuteiteacute des
deux varieacuteteacutes Prenant en consideacuteration la bibliographie actuelle je reacuteexaminerai les argu-
ments respectifs et proposerai une synthegravese qui montre que les deux thegraveses sont en partie
justes et qursquoelles ne sont pas incompatibles La thegravese de la successiviteacute est notamment deacutefen-
due par W Mańczak [hellip] Selon la thegravese de la simultaneacuteiteacute le latin classique et le latin vulgaire
ont eacutevolueacute parallegravelement en partant du latin archaiumlque
Et voici le scheacutema sur lrsquoorigine des langues romanes proposeacute par le romaniste de
lrsquouniversiteacute de Wuumlrzburg
MAŃCZAK
137
Modegravele - synthegravese drsquoapregraves Kiesler 1995 p 394 2006 p 110
env 1er s av J-CMoyen Acircge
latin classique = pelagus langue standard
latin postclassique - meacutedieacuteval
eacuteleacutements et regravegles MARE
stylistiquement calidus mots savants Lat archaIumlque neutres
mots populaires
langues
latin vulgaire = CALDUS romanes
langue familiegravere
Avant de critiquer ce scheacutema je voudrais mentionner un deacutetail Selon Kiesler
laquo on trouve normalement la repreacutesentation suivante lat class posse puis lat vulg
POTERE gt esp poder Mais cette repreacutesentation constitue une inversion de lrsquoeacutevolu-
tion reacuteelle La preuve en est le thegraveme du parfait en latin classique potu- (potui etc)
qui deacuterive preacuteciseacutement de POTERE Cela prouve que la forme POTERE a existeacute
avant lrsquoeacutepoque classique et qursquoil est erroneacute de vouloir la deacuteriver de posse raquo
Lrsquoauteur se trompe Le mot posse est un verbe composeacute posse lt potis esse pos-sum lt potis sum potes lt potis es potest lt potis est possumus lt potes sumus
potestis lt potes estis possunt lt potes sunt poteram lt potis eram potui lt potis fui etc Des formes comme posse possum poteram potui etc sont attesteacutees des
milliers de fois tandis que potere nrsquoest jamais attesteacute Par conseacutequent potere est
plus reacutecent que posse Mentionnons enfi n que la forme ancienne du morphegraveme de
lrsquoinfi nitif est -se et qursquoelle srsquoest maintenue dans esse posse tandis que la forme -re
(cf laudare habere dicere venire) est plus reacutecente et srsquoexplique par le rhotacisme en
position intervocalique
Selon la thegravese traditionnelle qui remonte agrave 1435 le latin vulgaire eacutetait une langue
sœur du latin classique alors que drsquoapregraves la thegravese soutenue par Eyssenhardt Henri
Muller et moi-mecircme le latin vulgaire eacutetait une langue fi lle du latin classique Le
romaniste Kiesler se propose de montrer laquo que les deux thegraveses sont en partie justes
et qursquoelles ne sont pas incompatibles raquo Cela est absolument impossible Si quelqursquoun
dit que Mme A est une sœur de Mme B et que quelqursquoun drsquoautre affi rme que Mme
A est une fi lle de Mme B nous avons affaire agrave deux assertions qui srsquoexcluent lrsquoune
lrsquoautre assertions entre lesquelles un compromis nrsquoest pas possible Si la premiegravere de
ces assertions est vraie la seconde doit ecirctre erroneacutee ou inversement
En ce qui concerne le scheacutema sur lrsquoorigine des langues romanes proposeacute par Kies-
ler son deacutefaut principal consiste en ce que le latin vulgaire y est consideacutereacute comme
une langue sœur du latin classique Afi n de montrer que cette opinion est fausse jrsquoai
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deacutepouilleacute les 20 premiegraveres pages du Dictionnaire eacutetymologique de la langue franccedilaise de Bloch et Wartburg ougrave jrsquoai trouveacute les formes suivantes
Franccedilais Latin populaire Latin classique
abattre abbatt(u)ěre preacuteverbeacute de battuere
abreuver abbǐběrāre preacuteverbeacute et deacuteriveacute de bibere
accorder accǒrdārepar substitution de preacuteverbe de
concǒrdāre
accoutrer accō(n)s(ū)tūrāre deacuteriveacute de cōnsūtūra
accueillir accǒlligěre preacuteverbeacute de cǒllǐgěre
acqueacuterir acquerěre acquīrěre
affeacuterent afferīre afferre
affi ler affīlāre deacuteriveacute de fīlum
agacer adaciāre deacuteriveacute drsquoacies
aiumleul aviǒlus avus
aine inguǐnem inguen inguinis
airain arāmen aes aeris
aisselle axělla axilla
alevin allevāmen deacuteriveacute du verbe allevāre
alleacutecher allectǐcāre deacuteriveacute drsquoallectāre
allegravegre alǐcěr alecris (geacuten) ǎlǎcer
allumer allūmǐnāre preacuteverbeacute de lūmǐnāre
Le deacutepouillement partiel du Dictionnaire eacutetymologique de la langue franccedilaise de
Bloch et Wartburg montre que tous les mots du latin vulgaire citeacutes par ces auteurs
sont plus reacutecents que ceux du latin classique Il en reacutesulte que contrairement agrave ce
qursquoon enseigne depuis 1435 crsquoest-agrave-dire depuis cinq siegravecles le latin vulgaire eacutetait une
langue fi lle et non pas une langue sœur du latin classique Il en reacutesulte eacutegalement
MAŃCZAK
139
que les langues romanes proviennent du latin classique tandis que le latin vulgaire
diffeacuterencieacute dans le temps et lrsquoespace constitue une eacutetape intermeacutediaire entre le latin
classique et les langues romanes
Universiteacute de Cracovie Witold MAŃCZAK
Reacutefeacuterences bibliographiques
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Le nivellement analogique reacutegi par la phonologie
Le rapport entre lrsquoanalyse et lrsquoanalogie a beaucoup occupeacute lrsquoattention des lin-
guistes derniegraverement De fait lrsquoanalogie est devenue aussi importante que lrsquoanalyse agrave
tel point qursquoexiste un point de vue tregraves reacutepandu selon lequel le propre du langage est
analogique
(1) Language structure and language use are [hellip] predominantly analogical and that is why analogy is the backbone of universal grammar (Antila (2003 439))
Il nrsquoexiste donc rien dans le langage qui ne remonte agrave lrsquoanalogie ce qui ne permet
qursquoavec diffi culteacute une diffeacuterence entre le changement analogique fondeacute sur le sens et
le changement phoneacutetique deacutetermineacute par la forme la structure Dans ce contexte cer-
tains linguistes sont alleacutes au-delagrave de la geacuteneacuteralisation pour approfondir notre connais-
sance du rapport entre lrsquoanalogie et le systegraveme phonologique Drsquoun cocircteacute Wang (1969)
essaya de voir jusqursquoagrave quel point les changements phoneacutetiques sont diffuseacutes mot par
mot par un proceacutedeacute analogique dans le lexique Ce pheacutenomegravene fut mis au point par
Kiparsky qui souligne lrsquoaction des regravegles phonologiques dans le lexique laquo lexical
diffusion is the analogical generalization of lexical phonological rules raquo (1995 313)
alors que Labov (1981 1994) en dirigeant notre attention sur le rocircle de la variation
dans le deacuteroulement des sons souligna le rapport entre les changements reacuteguliers et
les exceptions en tant qursquoemprunts dialectaux ou sociaux (cf Campbell (2004 222-
224)) La discussion est alleacutee suffi samment loin pour infl uencer notre perspective sur
le fonctionnement de lrsquoanalogie dans le langage en geacuteneacuteral et plus speacutecifi quement
dans le deacuteroulement des changements des sons
Il convient eacutevidemment de tenir compte des diffeacuterents sens que peut avoir le mot
lsquoanalogiersquo dans la discussion des linguistes Nous laissons de cocircteacute pour le moment la
probleacutematique de la nature analogique du langage en geacuteneacuteral par rapport aux reacutesul-
tats que peuvent produire les infl uences sociales Ce dont nous souhaitons discuter
ici plus preacuteciseacutement est la tendance du langage agrave uniformiser les irreacutegulariteacutes mor-
phologiques qui remontent aux reacutegulariteacutes des changements phoneacutetiques (cf Stur-
tevant (1947 109)) et le rocircle de lrsquoanalogie le cas eacutecheacuteant dans lrsquoameacutenagement du
paradigme Crsquoest surtout cette tendance au nivellement analogique dans le paradigme
verbal aussi bien qursquoentre les formes des noms et des adjectifs qui ne manque pas de
poser certaines questions dans le passage du latin aux langues romanes Cet aspect
ne peut ecirctre dissocieacute de la tacircche deacutelicate consistant agrave faire une description exacte
des eacuteveacutenements en question Dans lrsquohistoire du franccedilais par exemple le pheacutenomegravene
qui aplanit ces irreacutegulariteacutes paradigmatiques est bien connu et les exemples en sont
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nombreux Pour nrsquoen prendre que deux le verbe fr laver aurait ducirc donner legraveve au
singulier pour se ranger du cocircteacute de lrsquoeacutevolution de la voyelle [a] accentueacutee en syllabe
ouverte par exemple dans [laacutewo] gt [lέvǝ] comme pour la forme [maacutere] qui donne
[mέr] en franccedilais Par contre en syllabe inaccentueacutee la voyelle drsquoorigine est preacuteser-
veacutee par exemple dans [lawaacutemus] gt [lavotilde] ce qui fait que nous avons un paradigme ougrave
le radical accentueacute voir (2a) srsquooppose au radical inaccentueacute illustreacute en (2b)
(2)a jetuil(s) [lέv]
(2)b nousvousils [lav]-onsez
Pour reacutesoudre lrsquoirreacutegulariteacute du paradigme le pluriel est censeacute lrsquoavoir emporteacute sur
le singulier gracircce au fonctionnement de lrsquoanalogie repreacutesenteacute dans lrsquoexemple (3a)
(3) a [lέvǝ] [lav-]
Dans le cas du verbe fr aimer au contraire crsquoest la diphtongue que nous trouvons
comme reacutesultat de [a] accentueacute en syllabe ouverte devant la consonne nasale ce qui
donne [aacuteimǝ] agrave cocircteacute de la voyelle inaccentueacutee [amotilde] Cette fois-ci crsquoest la forme
accentueacutee qui lrsquoemporte encore une fois par un proceacutedeacute analogique repreacutesenteacute dans
lrsquoexemple (3b)
(3) b [aacuteimǝ] [amotilde]
Dans les deux cas le paradigme est reacutegulariseacute au moyen de lrsquoanalogie dont la
direction est varieacutee
Agrave lrsquoaide de ces exemples nous voyons lrsquoeffet eacutevident de lrsquoanalogie qui consiste agrave
niveler le paradigme Il faut souligner cependant que notre avis selon lequel qursquoil
srsquoagit lagrave drsquoun cas drsquoanalogie est tout autant fondeacute sur la reacutegulariteacute du changement pho-
neacutetique crsquoest-agrave-dire que le changement reacutegulier lrsquoeffet attendu aacute[ gt eacute[ ai gt a _ [+voy
+nas] nrsquoa pas reacuteussi et ce nrsquoest qursquoagrave partir de la reacutegulariteacute qursquoil nous arrive drsquoinvo-
quer lrsquoanalogie pour expliquer lrsquoeacutechec de la reacutegulariteacute La constatation de lrsquoaction de
lrsquoanalogie nrsquoaurait donc pas eacuteteacute justifi eacutee sans la veacuterifi cation preacutealable des changements
reacuteguliers en question
1 Analyse conventionnelle
Muni du processus de nivellement que nous venons drsquoillustrer certains linguistes
ont mecircme eacutegalement recouru agrave lrsquoanalogie pour valoriser lrsquoeacutechec drsquoune reacutegulariteacute sup-
poseacutee et non veacuterifi eacutee Il srsquoagit du type de nivellement analogique proposeacute dans lrsquohis-
toire du franccedilais et representeacute dans lrsquoexemple (4)
(4) manğiέr maacutenčǝθ kolğiέr kόlčǝθ)
Ce sont lagrave des exemples de lrsquoanalogie invoqueacutee pour meacutenager les irreacutegulariteacutes agrave
la base de lrsquoanalyse putative de Meyer-Luumlbke Il srsquoagit bien sucircr des inconveacutenients
paradigmatiques les reacutesultats de lrsquoinvention drsquoune analyse reacuteguliegravere pour relever les
MAZZOLA
143
changements historiques du franccedilais (cf Meyer-Luumlbke (1890) (1913)) Lrsquoessentiel de
son analyse est reproduit dans lrsquoexemple (5)
(5) mastikaacutere maacutestikat karrikaacutere kaacuterrikat
syncope 1 --------- maacutes(t)kat ---------- kaacuter(r)ka
k gt g mastigaacutere ----------- karrigaacutere ----------
syncope 2 mast(i)gaacutere ----------- kar(r)gaacutere ----------
palatal mas(t)ğaacutere maacutes(t)čat čarğaacutere čaacuterčat
a[ gt e[ masğeacutere ----------- čarğέre ----------Čeacute[ gt Čieacute[ masğieacutere ----------- čarğieacutere ----------
masğiέr maacutesčǝθ čarğiέr čaacuterčǝθNous voyons ici un reacutesultat diffeacuterent bien connu entre les formes du paradigme
Les formes conjugueacutees accentueacutees sur la peacutenultiegraveme sont syncopeacutees en premier lieu
pour bloquer la sonorisation de la veacutelaire intervocalique La consonne veacutelaire par la
suite sonoriseacutee continue comme yod agrave son tour palataliseacute pour produire lrsquoaffriqueacutee
palatale sonore Lrsquoaffriqueacutee palatale sourde par contre devant a est produite par
la palatalisation de la veacutelaire sourde qui nrsquoest pas sonoriseacutee du fait de la syncope
deacutejagrave imposeacutee anteacuterieurement Pour expliquer les formes facirccheuses qui reacutesultent de
cette analyse il fallut recourir agrave une analogie dont la direction est varieacutee comme
nous lrsquoavons vu dans le cas de fr laver et aimer Ce nrsquoest donc que devant cet obstacle
ce reacuteseau de changements phoneacutetiques enchevecirctreacutes acceptable ou non qursquoon a eacuteteacute
obligeacute de proposer une analogie explicative Cependant crsquoest de lrsquoanalogie putative
deacuteduite de lrsquoanalyse reconstruite et ni lrsquoune ni lrsquoautre ne proviennent de la veacuterifi ca-
tion directe Autrement dit nous avons affaire agrave des exemples de nivellement paradig-
matique deacuteduits drsquoune analyse reconstruite qui manque de veacuterifi cation directe pos-
sible Il est donc impossible de savoir si lrsquoanalogie est partie de lrsquoanalyse ou si lrsquoanalyse
est le reacutesultat drsquoun nivellement paradigmatique consciemment manipuleacute Par conseacute-
quent le but de cette communication est de proposer que lrsquoanalyse de Meyer-Luumlbke
est malheureusement fautive (cf Mazzola (2013)) et qursquoil srsquoensuit que les deux cas de
nivellement analogique fondeacutes sur elle sont douteux
Comme nous lrsquoavons vu le travail de Meyer-Luumlbke fut eacutetayeacute par les exemples
de nivellement analogique rencontreacutes ailleurs dans lrsquoeacutevolution du franccedilais Mais
son interpreacutetation fut encore davantage eacutetayeacutee par les nombreux cas de syncope
attesteacutes beaucoup plus clairement en franccedilais que dans les autres langues romanes
(Cf Meyer-Luumlbke (1890-1906 287) Pirson (1909 885-886) Pope (1934 102-103)
Richter (1934 31) Straka (1953) (1956) (1970) et al) Lrsquoabondance de la syncope
est attribueacutee agrave lrsquoinfl uence germanique et citeacutee comme preuve pour lrsquoinvraisemblable
continuiteacute sans changement du latin durant les longs siegravecles avant lrsquoarriveacutee des Francs
(cf Muller (1929)) Cette perspective est amplement refl eacuteteacutee dans lrsquoanalyse de Meyer-
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Luumlbke Cependant elle fut remise en cause derniegraverement par lrsquoessai de Morin (2003)
sur lrsquoeacutechec de lrsquoanalyse agrave base de reacutegulariteacute Morin souligna le manque de succegraves de
Straka (1953) (1956) (1970) pour mener agrave bien les eacutetapes intermeacutediaires de lrsquoanalyse
traditionnelle Au cours de sa critique il souleva plusieurs problegravemes notamment
la syncope la sonorisation la diphtongaison et lrsquoapocope pour deacutemontrer au profi t
drsquoune perspective de la variation lrsquoinsuffi sance de lrsquoanalyse fondeacutee sur la reacutegulariteacute
De ce fait eacutetant donneacute lrsquoeacutechec des regravegles qui sont agrave la base des tentatives de Straka il
nous est proposeacute drsquoabandonner la reacutegulariteacute dans la mutation des sons en faveur de la
nature variationnelle du langage
2 Analyse proposeacutee
Plutocirct que drsquoabandonner la reacutegulariteacute nous avons fait une proposition alterna-
tive (Mazzola (2000) (2006) (2007) (2008) (2012) (2013)) agrave travers une perspective
reacutegleacutee par le rythme crsquoest-agrave-dire qursquoau lieu drsquoenvisager la syncope comme une carac-
teacuteristique exclusive des langues germaniques nous avons suggeacutereacute qursquoil est possible
drsquoaborder la probleacutematique agrave partir des cas syncopeacutes qursquoon trouve aussi en latin On
rencontre par exemple des mots latins syncopeacutes agrave lrsquoarborescence agrave gauche dans la
phonologie lexicale
(6)a [[juacutewɛn] + ior] rarr junior [[aacuteiwi] + [tas]] rarr aetas [[uacutewi] + [dos]] rarr udos
[[aacutewi] + [kɛps]] rarr auceps [[maacutenu] + [kɛps]] rarr manceps
aussi bien que dans la phonologie lsquosuperfi ciellersquo
(6) b [[naacutewi]ta] (Ovide) rarr nauta [[aacutewi]dus] rarr audus (latin tardif)
et dans drsquoautres exemples eacuteparpilleacutes dans le lexique
(6) c [[laacuteri]dum] rarr lardum [[soacuteli]dum] rarr soldum [[vaacuteli]de] rarr valde etc
Plutocirct que des exemples de dactyles dans une simple suite de syllabes (longue
bregraveve bregraveve) selon la repreacutesentation conventionnelle dans ces exemples nous avons
affaire agrave un trocheacutee enchacircsseacute dans le dactyle Ce mecircme pheacutenomegravene de lrsquoenchacircsse-
ment du trocheacutee peut ecirctre repreacutesenteacute en forme drsquoarbre ougrave la syllabe agrave supprimer se
preacutesente toujours du cocircteacute gauche (arborescence agrave gauche)
laridum solidum valide
[[laacute ri] dum] [[soacute li] dum] [[vaacute li] de]
Ce nrsquoest que dans la derniegravere syllabe du trocheacutee ainsi enchacircsseacutee que nous trou-
vons la cible de lrsquoeffacement en question Dans un trocheacutee simple lrsquoeffacement nrsquoest
eacutevidemment pas effectueacute par exemple [maacute nu] rarr [maacuten] il ne lrsquoest pas non plus dans
le cas de lrsquoarborescence agrave droite par exemple [na [tuacute ra]] rarr [na tuacuter] [ma [tuacute rus]]
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rarr [ma tuacuter] Le mecircme pheacutenomegravene drsquoarborescence agrave gauche est aussi bien eacutevident
dans des formes verbales de La Guerre des Gaules (Bellum Gallicum) de Ceacutesar
(7)a [[enun]+[[tiaacutewe]rit]] gt enuntiaacuterit (1 17 6) [[ku]+[[raacutewi]sset]] gt curasset (1 19 1)
[[kon]+[[sueacutewi]sse gt consuesse (1 43 4)
(7)b enuntia(ve)rit rarr enuntiarit (1 17 6)
compara(vi)sset rarr comparasset (1 18 4)
conloca(vi)sse rarr conlocasse (1 18 6)
cura(vi)sset rarr curasset (1 19 1)
Dans ces exemples lrsquoaccent srsquoest manifestement deacuteplaceacute pour faire en sorte que la
voyelle cibleacutee soit dans un constituant dans lrsquoarborescence agrave gauche
(7)c e[[nunti]a]] + [weacuterit] rarr e[nunti] + [[aacute + we]rit] rarr enuntiarit
[[kompa]ra]] + [wiacutesset] rarr [kompa] + [[raacute + wi]sset] rarr comparasset
[[konlo]ka]] + [wiacutesse] rarr [konlo] + [[kaacute + wi]sse] rarr conlocasse
[[kura] + [wiacutesset] rarr [ku] + [[raacute + wi]sset] rarr curasset
Ce deacuteplacement de lrsquoaccent agrave gauche est deacuteclencheacute par un rythme qui dirige les syl-
labes vers une suite de constituants dont la deuxiegraveme syllabe du trocheacutee ainsi enchacircsseacute
est viseacutee comme cible pour lrsquoeffacement en question Lrsquoenvironnement de lrsquoeffacement
vocalique est donc identique agrave ce que nous avons vu dans les exemples (6)
Comme nous lrsquoavons vu lrsquoeffacement vocalique est acheveacute agrave la suite de la creacutea-
tion drsquoun nouveau trocheacutee enchacircsseacute dans un dactyle par le deacuteplacement accentuel
Cette suite [trocheacutee + nouveau trocheacutee en dactyle agrave lrsquoarborescence agrave gauche] sert
drsquoenvironnement rythmique pour le raccourcissement du mot La derniegravere voyelle du
dactyle est ainsi neacutecessairement le pivot essentiel pour que le trocheacutee du dactyle soit agrave
lrsquoarborescence agrave gauche Le jeu de cette derniegravere voyelle est donc essentiel pour fi xer
lrsquoenvironnement rythmique de lrsquoeffacement de la voyelle du trocheacutee Naturellement
sans le jeu de cette derniegravere syllabe lrsquoarborescence agrave gauche serait impossible agrave for-
muler Il faut alors en conclure que le changement morphologique est effectueacute par une
regravegle drsquoaccentuation de la phonologie suprasegmentale
Cette perspective sur le pied meacutetrique comme environnement phonologique a
deacutejagrave eacuteteacute proposeacutee (Mazzola (1999) (2000)) en contraste avec lrsquoapproche drsquoextrameacutetri-
caliteacute dans lrsquooptique du processus de angl trapping de Mester (1994) Comme on le
sait selon la theacuteorie de lrsquoextrameacutetricaliteacute certaines syllabes sont eacutecarteacutees en faveur
de lrsquooptimisation des repreacutesentations lexicales (Hayes (1985) (1987)) Mester essaie
drsquoeacutelargir lrsquoeffet de la theacuteorie en proposant que seule une syllabe bimorique ([lsquoσ σ]
[lsquoσ]) soit valable par opposition agrave deux autres possibiliteacutes (trimorique [lsquoσ σ] ou mono-
morique [lsquoσ]) Pour la syncope du latin du type aevitas rarr aetas et uvidos rarr udos
la syllabe qualifi eacutee de angl trapped entre deux syllabes bimoriques ([lsquoσ] σ [σ]) est
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situeacutee hors du fait meacutetrique Pour cette raison la syllabe est supprimeacutee Dans le cas
de la syncope du latin tardif Mester cite de maniegravere erroneacutee lat tabulam plutocirct qursquoun
exemple mieux approprieacute comme lat fabulam pour la repreacutesentation trimorique
[[lsquoσ σ]ltσgt] afi n de deacutemontrer que puisque la quantiteacute vocalique nrsquoest plus pertinente
en latin tardif [[lsquoσ σ]ltσgt] est rendu bimorique [[lsquoσ σ]ltσgt] ce qui est illustreacute par
lat calidam Agrave la suite de ce proceacutedeacute nous avons un trocheacutee bimorique suivi drsquoune
voyelle extrameacutetrique Agrave travers cette perspective nous voyons que crsquoest la deuxiegraveme
syllable du trocheacutee bimorique qui est supprimeacutee par exemple [[faacute bu] ltlagt] au lieu
de la syllabe inaccentueacutee drsquoun trocheacutee trimorique par exemple [[faacute bu] ltlagt] Par la
mise en extrameacutetricaliteacute de la derniegravere voyelle des dactyles lrsquoarborescence du pied
meacutetrique ne rentre pas en jeu de sorte que le radical lexical du mot est favoriseacute aux
deacutepens de la repreacutesentation phonologique
Cependant bien des cas ne soutiennent pas le proceacutedeacute proposeacute par cette perspec-
tive On peut citer des exemples de redoublement consonantique en italien preacuteciseacute-
ment dans le constituant trochaiumlque agrave lrsquoarborescense de gauche par exemple pele-grinum gt [[pegravelle] [griacutenum]] pellegrino femina gt [[feacutemmi] na] femmina (pour une
discussion plus deacutetailleacutee voir Mazzola ibid) Mais ce qui est encore plus important
lrsquoapproche du angl trapping est aussi contredite par lrsquoeacutevolution de certains doublets
en franccedilais eacutevidemment par des voies diverses Comme nous le voyons dans la deacuteri-
vation de lrsquoexemple (7d) le proceacutedeacute alternatif proposeacute ci-dessus est fortement appuyeacute
par la double eacutevolution des mecircmes mots Ainsi trouvons-nous le reacutesultat continuel et
original (sonorisation rarr affaiblissement rarr raccourcissement) comme on lrsquoa pro-
poseacute (par exemple fr diaule seule taule reule) par opposition au reacutesultat des mots
latins reacuteintroduits bien plus tard sans doute durant les reacuteformes carolingiennes (par
exemple fr diable siegravecle table regravegle) Ceux-ci sont des exemples clairs drsquoun deacutevelop-
pement posteacuterieur entiegraverement distinct (emprunt rarr diphtongaison rarr syncope) abou-
tissant agrave des reacutesultats diffeacuterents qui ont remplaceacute les formes drsquoorigine La deacuterivation
qui suit sert drsquoillustration au changement historique des doublets preacutesenteacute ci-dessus
(7)d diaacutebolu sέkulu taacutebula rέgula ------ ------- ------ ------
Sonorisation ------- sέgulu ------- ------- ------- ------ ------
Affaiblissement diaacutewolu sέwulu taacutewula rέwula ------- ------- ------- ------
Racourcissement diaacutewlǝ sέwlǝ taacutewlǝ rέwlǝ ------- ------- ------- ------
Emprunt -------- -------- ------ ------ diaacutebolu sέkulu taacuteblǝ rέglǝ
Diphtongaison -------- -------- ------ ------ ------- siέkulu ------ ------
Syncope -------- -------- ------ ------ djaacuteblǝ sjέklǝ taacuteblǝ rέglǝ
diaule seule taule reule diable siegravecle table regravegle
MAZZOLA
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Les mots fr diaule et seule sont attesteacutes dans la Cantilegravene de Ste Eulalie fr reule
est la source du mot rule en anglais et fr taule mot patois se retrouve en franccedilais
moderne sous la forme tocircle
Nous pourrions appliquer les proceacutedeacutes ainsi illustreacutes aux cas drsquoanalogie des
paroxytons de Meyer-Luumlbke que nous avons vus tels que
(8) a [[kagraverri] + [kaacutere]] [[magravesti] + [kaacutere]] [[magravendu] + [kaacutere]]
c-agrave-d des suites de deux trocheacutees dont le premier est sur la gauche de lrsquoarbre meacutetrique
et donc conforme au rythme souhaiteacute de lrsquoeffacement de la voyelle cibleacutee Pour ce qui
est des proparoxytons
(8) b [[kaacuterri] kat] [[maacutesti] kat] [[maacutendu] kat]
nous avons deux dactyles Dans le cas de manducat nous voyons que lrsquoaccent tombe
sur la peacutenultiegraveme en latin classique Cependant en supposant le deacuteplacement de lrsquoac-
cent agrave gauche comme nous lrsquoavons vu en (7c) nous voyons le verbe se ranger aiseacutement
dans un dactyle [[maacutendu] + [kat]] Ceci fait les trois exemples preacutesentent tous lrsquoenvi-
ronnement pour lrsquoeffacement de la voyelle comme nous lrsquoavons vu plus haut pour le
latin Pour la deacuterivation du franccedilais il est seulement neacutecessaire de supposer drsquoabord
deux eacutetapes drsquoaffaiblissement de la sourde de tregraves bonne heure (voir (9))
(9) karrikaacutere kaacuterrikat mastikaacutere maacutestikat mandukaacutere maacutendukat
k gt g karri gaacutere kaacuterri gat masti gaacutere maacutesti gat mandu gaacutere maacutendu gat
g gt j karri jaacutere kaacuterri jat masti jaacutere maacutesti jat mandu jaacutere maacutendu jat
V gt Oslash karr(i) jaacutere kaacuterr(i) jat mast(i) jaacutere maacutest(i) jat mand(u) jaacutere maacutend(u) jat
j gt Č čarğiέr čaacuterğǝθ mas(t) čiέr maacutes(t) čǝθ manğiέr maacutenğәθApregraves lrsquoeffacement de la voyelle fi nale du trocheacutee de gauche nous avons la palata-
lisation du yod si caracteacuteristique du gallo-roman Lrsquoaffriqueacutee palatale qui en reacutesulte
est sonore apregraves une consonne sonore et sourde apregraves une consonne sourde (voir aussi
pέdika gt pέdiga gt pέdija gt piέdja gt piέğә piegravege) Ceci fait il nrsquoy a aucun besoin drsquoajus-
ter la deacuterivation des formes au moyen drsquoun nivellement paradigmatique Nous avons
appeleacute les reacutesultats des changements reacuteguliers des lsquovariantes structuralesrsquo (cf Mazzola
(2013)) pour les distinguer des emprunts proposeacutes dans la liste de lrsquoexemple (10)
(10) vindicare gt venger rarr (re)vencher
collocare gt couger rarr coucher
caballicare gt chevauger rarr chevaucher
pendicare gt penger rarr pencher
pertica gt perge rarr perche
porticu gt porge rarr porche
granica gt grange rarr granche
basilica gt basoge rarr basoche
manica gt mange rarr manche
manicu gt mange rarr manche
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Les exceptions que nous trouvons sont les affriqueacutees sourdes qui surviennent
apregraves les consonnes sonores On ne rencontre notamment pas drsquoexemples ougrave une
consonne sourde + yod donne une affriqueacutee sonore La preacutefeacuterence pour lrsquoassourdis-
sement de lrsquoaffriqueacutee dans ces cas trouve son origine en toute probabiliteacute dans la pro-
nonciation germanique (cf Mazzola (2008) (2012) (2013)) Crsquoest donc ici que nous
rencontrons lrsquoinfl uence des Francs plutocirct que dans une syncope agrave lrsquoorigine Pour cette
raison nous avons appeleacute ces exceptions des lsquovariantes socialesrsquo (cf Mazzola (2013))
des emprunts au franco-roman qui greffeacutes sur la couleacutee linguistique gallo-romane
ressemblent beaucoup agrave la diffusion lexicale de Wang Ce sont donc des emprunts
mais non des emprunts drsquoun son puisque le son existe deacutejagrave en gallo-roman Ce sont
plutocirct des emprunts de mots individuels qui ne diffegraverent que par quelques traits dis-
tinctifs Labov nous aide agrave mettre en perspective ce pheacutenomegravene
(11) Lexical diffusion is the result of the abrupt substitution of one phoneme for another in words that contain that phoneme The older and newer forms of the word will usually differ by several phonetic features This process is most characteristic of the late stages of an internal change that has been differentiated by lexical and grammatical conditioning or has developed a high degree of social awareness or of borrowings from other systems (ldquochange from aboverdquo) (Labov (1994 542))
Agrave cocircteacute donc des lsquovariantes structuralesrsquo des exemples de changements reacuteguliers
nous avons des lsquovariantes socialesrsquo qui ne repreacutesentent pas le remplacement drsquoun son
par un autre mais plutocirct le remplacement drsquoun mot par un autre Drsquoapregraves la citation
de Labov nous aurions affaire agrave des emprunts extrasysteacutematiques diffuseacutes comme
reacutesultats drsquoune prise de conscience drsquoun niveau linguistique et social privileacutegieacute Au
cours de ce proceacutedeacute il srsquoagirait donc drsquoune modaliteacute eacutegalement valable quoique seacutepa-
reacutee de la modaliteacute reacuteguliegravere
Conclusion
Le but de cette communication a eacuteteacute de proposer que la maniegravere de fi xer lrsquohis-
toire drsquoune langue est plus sucircre si le linguiste est plus fi degravele aux donneacutees linguistiques
qursquoengageacute politiquement ou socialement Pour en arriver lagrave il nous a fallu mettre en
valeur le rocircle de la structure phonologique (a) rythmique deacuteclencheacutee par le trocheacutee
agrave lrsquoarborescence agrave gauche et (b) segmentale qui srsquoapplique aussi bien aux paroxytons
mandukaacutere gt mandugaacutere gt manduyaacutere gt mandyaacutere gt manğaacutere gt manğiέr qursquoaux pro-
paroxytons maacutendukat gt maacutendugat gt maacutenduyat gt maacutendyat gt maacutenğǝθ Lrsquoanalogie
produite par lrsquoanalyse conventionnelle a eacuteteacute par-lagrave examineacutee et eacutecarteacutee par une ana-
lyse entiegraverement phonologique plutocirct que soutenue par une morphologie consciem-
ment manipuleacutee Crsquoest agrave partir de lrsquoanalyse phonologique motiveacutee par lrsquoaction ryth-
mique qursquoon a pu mettre de cocircteacute lrsquoanalyse qui va de lrsquoideacutee vers la forme de lrsquoanalogie
preacuteconccedilue agrave la forme phonologique putative pour justifi er agrave son tour lrsquoanalogie preacute-
conccedilue Cette insistance sur un nivellement paradigmatique putatif a servi drsquooutil plus
politique et social que linguistique et culturel (cf Mazzola (2013))
MAZZOLA
149
Parce que nous sommes attacheacute aux seules donneacutees linguistiques nous avons proposeacute
de remplacer le nivellement analogique par une analyse rythmique
Universiteacute de Northern Illinois Michael L MAZZOLA
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Cicli di pragmaticalizzazione tra latino e lingue romanze
la formazione di marcatori interazionali
1 Introduzione
Questo contributo1 egrave dedicato ad alcune forme verbali che in diverse lingue acqui-
siscono progressivamente una funzione pragmatica e procedurale ovvero diventano
segnali funzionali Gli elementi a carattere procedurale si distinguono dalle forme
con signifi cato proposizionale che codifi cano concetti Quando una forma assume
carattere procedurale talvolta presenta diffi coltagrave interpretative soprattutto quando
manca il contesto orale che ne egrave la cornice naturale
I segnali funzionali rappresentano risorse strategiche comunemente usate dai par-
lanti negli scambi comunicativi e il loro uso permette di individuare alcune macrofun-
zioni piugrave o meno orientate al contesto di discorso o di interazione Diversi approcci
hanno prodotto molte defi nizioni spesso tra loro sovrapposte2 La Tabella 1 propone
una classifi cazione funzionale elaborata sulla base di alcuni parametri presentati in
precedenza3
Tabella 1 - Macrofunzioni e tipi di segnali funzionali
Macrofunzioni Tipi di segnali
(a) coesione e coerenza testuale e discorsiva che implica la
pianifi cazione e la gestione del discorso in quanto testo
segnalimarcatori
discorsivi
(b) coesione sociale che si riferisce allrsquointerazione tra i parte-
cipanti e allrsquoidentitagrave sociale dei parlanti
(c) atteggiamento personale che si riferisce alla prospettiva
del parlante verso il discorso e verso il suo interlocutore
segnali marcatori
pragmatici
1 Questo articolo egrave un prodotto della ricerca PRIN laquoRappresentazioni linguistiche dellrsquoiden-titagrave Modelli sociolinguistici e linguistica storicaraquo coordinata da me (PRIN 20102011 prot 2010HXPFF2 fi nanziato dal MIUR) Per informazioni sul progetto e i suoi prodotti cfr ltwwwmedilingeugt
2 Si vedano tra tanti lo studio pionieristico di Schiffrin (1987) poi Jucker Ziv (1998) Fraser (1996) Aijmer (2002) Dostie (2004) Fischer (2006)
3 Da diverso tempo un gruppo di lavoro di cui chi scrive fa parte studia questo tema con riferimento sia agli aspetti teorici che a singole lingue (cfr i lavori di Ghezzi e di Molinelli di seguito citati)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
152
Macrofunzioni Tipi di segnali
(d) contesto interazionale che esplicita il legame tra parlante interlocutore e contesto
segnali marcatori con-
testuali
Come la tabella rappresenta assolvono la macrofunzione di coesione e coerenza
testuale e discorsiva i segnali che sono orientati al discorso o al testo Sono utilizzati
per organizzare e gestire testi come allrsquoes (1) in cui lat ergo riprende il tema dopo
una digressione o i turni conversazionali come per lrsquoit allora es (2) con cui il par-
lante prende la parola
(1) lat tres viae sunt ad Mutinam ndash quo festinat animus ut quam primum illud pignus liber-tatis populi Romani D Brutum aspicere possim cuius in complexu libenter extremum vitae spiritum ediderim cum omnes actiones horum omnes sententiae meae pervenerint ad eum qui mihi fuit propositus exitum tres ergo ut dixi viae a supero mari Flaminia ab infero Aurelia media Cassia (Cic Phil 12 9 22)4
ldquoTre sono le vie per Modena ndash [hellip] Tre dunque come ho detto sono le strade dal mare
Adriatico la Flaminia dal Tirreno lrsquoAurelia e quella di mezzo egrave la Cassiardquo
(2) it allora son partita cosirsquo la mattina ersquo sempre tragico arrivare a scuola (LIP FA2)
La classe dei segnali pragmatici o interazionali egrave costituita dai marcatori che
sottolineano la relazione tra parlante e interlocutore Tali marcatori possono essere
orientati sul parlante esprimendo sul piano funzionale lrsquoatteggiamento personale o
sullrsquointerlocutore assolvendo alla macrofunzione di coesione sociale
I segnali orientati al parlante servono a negoziare o introdurre i punti di vista e
lrsquoatteggiamento del parlante Egrave questo ad esempio il caso di alcuni usi parentetici di
verbi epistemici come it penso fr je crois sp yo creo negli esempi (3-5)
(3) it allora cioersquo praticamente si svilupperebbe cosirsquo penso io (LIP FC3)
(4) fr lui deacuteclara (je crois) que son mari eacutetait un imbeacutecile (Audin Une vie bregraveve Frantext)
(5) sp La respuesta es - yo creo - crear equilibrio y armonia (Spanish web corpus Sketch
Engine)
I segnali orientati allrsquointerlocutore servono invece ad esplicitare la relazione con
lrsquointerlocutore o a richiamarne lrsquoattenzione sul parlante o su elementi dellrsquointerazione
come egrave il caso ad esempio dei segnali allocutivi di richiamo derivati dai verbi di per-
cezione visiva guardare e mirar negli esempi (6) e (7) Questo gruppo di segnali puograve
inoltre essere utilizzato per stabilire e mantenere relazioni sociali come per il lat
quaeso amabo5 negli esempi (8) e (9) per lrsquoit prego il rumeno mă rog il fr srsquoil vous plaicirct negli esempi da (10) a (12)
4 In questo contributo egrave fornita la traduzione degli esempi latini o di quelli di interpretazione complessa Ringrazio di cuore Luis Unceta Goacutemez e Mihaela Popescu preziosi consulenti per spagnolo e rumeno
5 Il lat amabo egrave una formula di preghiera tra le piugrave comuni Cfr anche Hofmann (19852 281sqq)
MOLINELLI
153
(6) it Guarda io mi sono informato oggi (LIP MB30)
(7) sp Mira a los 48 antildeos sabes ya muy bien quieacuten te va a querer y quieacuten no (Spanish web corpus Sketch Engine)
(8) lat tu quaeso cogita (Cic Att 9 17 2)
ldquoPer favore pensardquo
(9) lat Amabo accurrite ne se interemat (Plaut Cist 645)
ldquoPer favore accorrete percheacute non si uccidardquo
(10) it Prego si accomodi (LIP NA9)
(11) rum Atunci ndash zic eu ndash mă rog ţie nu mă lăsa ştiu că pot conta pe amiciţia (Caragiale
Momente 273 Livescu (2014))
ldquoAllora ndash io dico ndash ti prego non deludermi So di poter contare sulla tua amiciziardquo
(12) fr un cafeacute parisien srsquoil vous plaicirct demande mon pegravere (Fellous Avenue de France Fran-
text)
Infi ne alcuni elementi fungono da segnali contestuali quando servono ad esplici-
tare il legame tra parlante interlocutore e contesto deittico ad esempio con valore
mirativo come nel caso del lat ecce it ecco torsquo fr voilagrave negli esempi da (13) a (15)
(13) lat Ecce autem uxor obuiamst (Plaut Cas 969)
ldquoecco qua mia moglie che mi sbarra la stradardquo
(14) it Ecco il signore col quale dovete essere pronta di fare i pugni (Svevo La coscienza di Zeno cap VI)
(15) it torsquo la contessa Ortensia (Butti Fiamme nellrsquoombra 21)
Ciograve che accomuna i segnali funzionali egrave la realizzazione di una funzione prag-
matica a partire da elementi diversi (verbi avverbi congiunzioni o espressioni) Ci
concentriamo qui sui segnali interazionali poicheacute spesso hanno come caratteristica
comune lrsquoorigine deverbale
In diverse lingue i segnali interazionali sviluppano nuovi valori pragmatici in con-
testi dialogici seguendo percorsi ricorrenti ciclici e coerenti a livello interlinguistico
Questo succede percheacute i parlanti co-optano e ri-defi niscono lrsquouso di un termine nel
caso specifi co lrsquouso di una forma verbale a livello pragmatico6 In altre parole per
raggiungere i loro scopi interazionali i parlanti usano risorse linguistiche sfruttando
alcune sfumature di signifi cato di un termine allrsquointerno del contesto interazionale
Frequentemente questi sviluppi danno origine a processi di pragmaticalizzazione
ciclici diacronicamente diffusi e stabili che condividono molte caratteristiche con
percorsi di arricchimento pragmatico ampiamente noti come la riorganizzazione
strutturale del sistema della negazione nelle lingue romanze (Jespersen (1917))7 Il carattere ciclico dei processi implicati costituisce la lsquomeccanicarsquo del mutamento
pragmatico poicheacute evidenzia i processi e le cause che sono alla base di diversi per-
corsi di pragmaticalizzazione Qui si esemplifi cheragrave il ciclo di pragmaticalizzazione
6 Cfr Traugott Dasher (2002) Kaltenboumlck et alii (2011)7 Per approfondimenti ed esemplifi cazioni relativi ai cicli di pragmaticalizzazione cfr
Ghezzi Molinelli (2012) Molinelli (2010) e Hansen (2014)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
154
di alcuni marcatori interazionali di cortesia (MIC) che a partire dal latino quaeso ha
dato origine ad it prego fr je vous en prie rum mă rog
Questi processi interagiscono con lsquomeccanismirsquo del mutamento pragmatico
ovvero con le proprietagrave morfosintattiche delle strutture che sono alla base dei MIC
nel caso specifi co verbi performativi che hanno favorito i percorsi di pragmaticaliz-
zazione
In questo lavoro si analizza il carattere ciclico dei processi (la meccanica) mentre
si rimanda a Ghezzi (in stampa) per lrsquoesplicitazione dei meccanismi cioegrave delle pro-
prietagrave morfosintattiche dei verbi performativi di origine
Si esemplifi ca qui il carattere ciclico della formazione di segnali funzionali attra-
verso lrsquoanalisi dello sviluppo di MIC con valore richiestivo
Questo gruppo di MIC in genere ha la funzione pragmatica di favorire la coe-
sione sociale percheacute codifi ca
(a) le caratteristiche della relazione tra parlante e interlocutore
(b) la loro identitagrave sociale (il loro grado di potere e di distanza sociale allrsquointerno del contesto
comunicativo)
(c) il tipo di atto linguistico realizzato (una richiesta o unrsquoofferta)
Questi segnali sono dunque ancorati al contesto storico-sociale e alle norme socio-
culturali che lo caratterizzano Ogni atto linguistico infatti egrave anche un atto di iden-
titagrave (Le Page Tabouret-Keller (1985 315)) attraverso il quale il parlante colloca se
stesso e gli altri nello spazio sociale attraverso aspetti linguistici e pragmatici regole
di interazione sociale convenzioni socio-culturali in base ai quali un comportamento
ottiene un giudizio di appropriatezza
La considerazione globale di questi aspetti che costituisce lrsquolaquoetichetta comuni-
cativaraquo guida il parlante nelle sue scelte comunicative e lrsquoaspetto piugrave visibile di questa
applicazione egrave costituito dal sistema della cortesia (politeness cfr Brown Levinson
(1987))
Lrsquoetichetta comunicativa opera quindi nel contratto conversazionale tra i parlanti
nel singolo contesto comunicativo che varia al variare del contratto conversazionale
(laquorelativitagrave comunicativaraquo) Parallelamente varia in base al contesto socioculturale
che si differenzia tra culture ma anche in relazione al periodo storico di riferimento
nella medesima cultura (laquorelativitagrave socioculturaleraquo Blum-Kulka (1992))
Come esempio prendiamo qui in esame alcuni MIC in latino italiano rumeno e
francese In quanto MIC questi verbi mitigano la forza illocutiva di una richiesta e
hanno quindi una funzione coesiva a livello sociale analizzando dialoghi parlati o
scritti questi MIC tipicamente si riscontrano in atti potenzialmente minacciosi della
faccia come gli ordini e le richieste
In particolare il confronto interlinguistico tra latino e lingue romanze permetteragrave
ora di evidenziare alcuni processi simili di sviluppi funzionali il cui punto di partenza
egrave un verbo performativo e il punto drsquoarrivo egrave un MIC
MOLINELLI
155
2 I marcatori di cortesia da verbi performativi
Un verbo performativo quando diventa MIC ha la funzione di
(a) asserire la sinceritagrave del parlante (Busse (2002))
(b) indicizzare la deissi sociale poicheacute rifl ette la negoziazione del parlante dei bisogni dellrsquoin-
terlocutore anche sulla base del contesto storico-culturale di riferimento e conseguen-
temente delle nozioni di faccia positiva e negativa (cfr Brown Levinson (1987) Trau-
gott Dasher (2002) Held (2005))
(c) costituire una mossa di supporto con cui attenuare o mitigare una richiesta (cfr Ghezzi in stampa Culpeper Archer (2008 73-76) sullrsquoingl pray)
Tali proprietagrave costituiscono meccanismi fondamentali che favoriscono lrsquoavvio di
percorsi di pragmaticalizzazione Per le lingue qui in esame egrave possibile ricostruire
diverse fasi nello sviluppo dei MIC a partire dal valore performativo del verbo origi-
nario
Il punto di partenza latino egrave costituito da una coppia di verbi performativi (rogo
vs quaesoquaero a cui si aggiunge una terza forma precor per quanto meno atte-
stata) Uno di questi verbi egrave anche specializzato pragmaticamente come MIC giagrave nel
latino di Plauto quaeso
(16) Hoc quod te rogo responde quaeso (Plaut Merc 214)
ldquoRispondi a ciograve che ti chiedo per favorerdquo
(17) At ego patriam te rogo quae sit (Plaut Persa 635) ldquoMa ti chiedo qual egrave il tuo Paeserdquo
(18) tela precor pueri promite acuta magis (Prop 2 9 37)
ldquoVi prego fanciulli scagliate dardi piugrave acutirdquo
La coppia di temi quaes-rog- produce tre forme di cui una quaeso prevalente-
mente fossilizzata e solo di valenza interazionale lrsquoaltra quaero forma verbale con
paradigma ad alta produttivitagrave senza valenza pragmatica la terza rogo con entrambe
le possibilitagrave8 Questa situazione puograve essere raffi gurata con lo Schema 1 sottostante
Schema 1 - Sviluppi funzionali in latino
Il verbo quaerere con il signifi cato di ldquochiedere cercarerdquo a sua volta dagrave origine a
verbi romanzi con signifi cati diversi (it chiedere fr queacuterir spport querer rum a cere) nessuno dei quali perograve mantiene la funzione pragmatica latina
8 Cfr Molinelli (2010) e Ghezzi Molinelli (2012)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
156
Le evoluzioni pragmatiche delle forme latine nelle diverse lingue romanze sono
rappresentate nello Schema 2 Il valore di MIC del lat quaeso (in ovale nello schema)
si perde nelle lingue romanze
Schema 2 - Sviluppi pragmatici dei verbi performativi latini
quaeso rogo precor (gli ovali indicano i MIC)
In rumeno il valore di cortesia egrave assunto dal verbo di origine latina rogo attra-
verso lrsquoespressione formulaica vămă rog invece in italiano e in francese un altro
verbo performativo scarsamente attestato in latino (precor) assume il valore di MIC
(it prego fr je vous en prie)
Lrsquoesito romanzo dei tre verbi performativi latini non esaurisce le strategie pragma-
tiche per veicolare la cortesia ad esempio in francese coesistono le formule je tevous en prie e srsquoil tevous plaicirct entrambe originatesi da frasi mentre altre lingue (spagnolo
e portoghese) hanno progressivamente privilegiato strategie diverse attraverso lrsquouti-
lizzo di perifrasi nominali (ad es lo sp por favor) Lrsquoitaliano stesso ha entrambe le
possibilitagrave (prego e per favore) cfr es (19)
(19) a) rom Icircmi citeşti o poveste te rog
b) fr Srsquoil te plaicirct lis-moi une histoire
Tais-toi je trsquoen prie
c) sp Lee una historia por favor d) it Leggimi una favola per favoreti prego
Interessante al riguardo egrave il francese contemporaneo in cui coesistono anche se
non sempre con funzioni sovrapponibili le due varianti deverbali da plaire e prier
rispettivamente cfr es (20) e (21)
(20) Hilda Srsquoil te plaicirct Ne sois pas mon ennemie (Sartre Le diable et le bon dieu II 6 IV
Frantext)
(21) Rentrons chez nous disait-elle agrave Raymond je trsquoen prie (Garat Pense agrave demain Fran-
text)
MOLINELLI
157
Unrsquoindagine campione su opere teatrali del 1500 e del 1900 nel corpus Frantext
evidenzia una diminuzione di frequenza dei marcatori derivati da prier ed un aumento
di quelli aventi come base plaire9 (cfr Tabella 2)
Tabella 2 - Occorrenze e frequenze dei MIC derivati da plaire e prier in francese
MIC da plaire MIC da prier
occorrenze frnr10 occorrenze frnr10
1500 31 39 185 235
1900 89 109 101 124
3 I contesti drsquouso dei verbi
Lrsquoevoluzione dei contesti sintattici drsquouso delle forme qui prese in esame rifl ette
lrsquoevoluzione pragmatica dei MIC appena accennata
Nellrsquoacquisizione di valore pragmatico egrave importante sottolineare che i verbi per-
formativi considerati divengono progressivamente parentetici (Ghezzi Molinelli
(2012) Thompson Mulac (1991) sui verbi epistemici)
Per il latino lrsquoitaliano il francese e il rumeno egrave possibile ricostruire percorsi
paralleli in cui il verbo drsquoorigine passa dallrsquoessere predicato reggente di una subordi-
nata argomentale allrsquoavere un minor grado di legame sintattico con la proposizione
seguente allrsquouso parentetico Dal punto di vista del legame sintattico tra i due blocchi
si passa dunque dalla subordinazione alla coordinazione alla perdita di valore pre-
posizionale del MIC
Latino - quaeso
quaeso ut (es 22) quaeso + congiuntivo (es 23) gt
quaeso + imperativo (es 24) gt
quaeso (es 25)
(22) Blepharo quaeso ut aduocatus mihi adsis neue abeas (Plaut Amph 1037)
ldquoBelfarone (ti) prego di assistermi come avvocato e di non andartenerdquo
(23) quaeso videas ut satis honestum nobis sit eas Romae esse (Cic Att 7 14)
ldquoTi prego guarda che [hellip]rdquo (24) Hoc quod te rogo responde quaeso (Plaut Merc 214)
ldquoRispondi a ciograve che ti chiedo per favorerdquo
(25) haec cum inter gemitus lacrimasque fudissem detersit ille pallio vultum et ldquoquaesordquo inquit ldquoEncolpi fi dem memoriae tuae appellordquo (Petron 91 8)
9 Per il verbo plaire oltre alla voce plaicirct si sono considerate anche le forme plaise e pleirot10 Frequenza normalizzata per 100000 parole
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ldquoE dopo aver pronunciato quelle parole in un profl uvio di gemiti e lacrime lui mi asciugograve
la faccia col mantello e disse ldquoPer favore Encolpio mi affi do alla tua memoriardquo
Italiano - prego
(io) tivi prego che (es 26) (io) tivi prego di (es 27) gt
ti vi La prego + imperativo (es 28) gt
prego (es 29 e 30)
(26) Io vi priego che voi il pigliate (Boccaccio Decameron II 1)
(27) Pregovi per tutte le sacre leggi drsquoamicizia e drsquo amore di non tradirmi (Goldoni Il servi-tore di due padroni I 20)
(28) Non glielo dite vi prego (Goldoni I puntigli domestici II 17)
(29) Alzate le mani gli astenuti prego (LIP MC)
(30) Grazie
Prego di niente
Francese - prier (Rickard (1982))
Je vous prie que + congiuntivo (es 31)gt
Je vous prie (deagrave) + infi nito (dal 1650) (es 32) gt
Je vous priesje trsquoen prie + imperativo (es 33) gt
Je vous priesje trsquoen prie (es 34)
(31) Je vos pri que vos me diez qui vos estes (La Queste del Saint Graal ed Pauphilet p 260
1115-16)
(32) Je vous prie de bien celler ce conseil (Livre du chevalier de la Tour Landry p 280)
(33) Je te prie laisse le en paix et me sers et je trsquoen sauray moult bon greacute (Froissart Chroni-ques Paris ms fr 2656 (80 v) 3-46)
(34) Horton laisse moy dormir je trsquoen prie (Froissart Chroniques Paris ms fr 2659 (64 v)
3-46)
Rumeno ndash a ruga
Vă Te rog să + congiuntivo (es 35)gt
Vămă rog + imperativo (es 36) gt
Măvă rog (es 37)
(35) Și rog și pre domnia voastră pre cari vă va dărui Dumnezeu cu domnia Țării Rumănești icircn urma noastră ori de veți hi de roada pacircntecelui nostru ori dintr-alt neam să nu călcați nici să stricați această pomeană a domniii mele ce o am făcut spre mare folos
lăcuitorilor Țării Rumănești[] (Hrisov Cacircmpulung 1669)
ldquoE domando a voi a cui il Signore faragrave dono dopo di noi del regno di Valacchia - che
siate o meno del nostro stesso sangue - di non togliere o danneggiare tutto ciograve che io ho
fatto di bene agli abitanti della Valacchiardquo
(36) Vină mă rog mai degrabă adăogă călăreţul (Urechia Coliba 96)
ldquoVenite prego il cavaliere aggiunserdquo
(37) Pe cine căutaţi mă rog domniilor voastre (Sadoveanu Fraţii Jderi 260)
ldquoChi cercate vi prego gentile signorerdquo
MOLINELLI
159
Osservando i percorsi di pragmaticalizzazione delle lingue qui analizzate egrave possi-
bile proporre alcune considerazioniNelle lingue in esame il verbo ha inizialmente diverse possibilitagrave sintattiche a
partire dallrsquoavere come argomento una subordinata esplicita introdotta da una con-
giunzione La struttura parattattica alternativa senza marca favorisce lo sviluppo
parentetico la cancellazione del complemento oggetto (tipicamente un pronome) egrave
possibile poicheacute coincide con il destinatario e diventa ridondante con lrsquoimperativoLrsquoaumento di frequenza del verbo con funzione parentetica nella periferia destra o
in posizione intermedia occorre tipicamente in un contesto volitivo11 che rappresenta
un importante contesto di transizione (anche contesto critico o contesto ponte) per lo
sviluppo della funzione pragmatica
Se per le lingue qui considerate il verbo nella periferia sinistra puograve ancora essere
interpretato come performativo nella periferia destra o in posizione intermedia ha
invece una chiara funzione parentetica di cortesia in questo caso potragrave essere inter-
pretato come una formula che attenua lrsquoimperativo ed esprime in modo saliente defe-
renza verso lrsquointerlocutore assumendo quindi valori intersoggettivi In tali contesti il
grado di forza illocutiva dellrsquoatto direttivo diminuisce gli elementi non verbali diven-
tano rilevanti e lrsquoatto puograve essere suddiviso in due nuclei pragmatici il primo che
contiene il verbo non piugrave interpretabile come performativo ma come parentetico con
funzione attenuativa il secondo che porta il carico della struttura informativaI verbi performativi latini e romanzi qui analizzati sono stati sottoposti a pro-
cessi di opacizzazione semantica progressiva fi ssazione morfosintattica del verbo
alla prima persona del presente indicativo rafforzamento delle funzioni pragma-
tiche e loro routinizzazione gli originari performativi sono diventati MIC grazie ad
uno sviluppo intrecciato di fattori di tipo sintattico e pragmatico indipendente dalla
struttura sintattica caratterizzante ciascuna lingua lrsquooriginario predicato si specia-
lizza nellrsquoassolvere solo un ruolo pragmatico di tipo interpersonale perde il suo ruolo
dal punto di vista morfosintattico e il suo contenuto proposizionale Di conseguenza
la frase originariamente subordinata acquisisce indipendenza sintattica e maggiore
importanza in termini di struttura informativa come risultato di una diminuzione del
legame morfosintattico con il contenuto informativo nella prima parte
4 In conclusione
Lrsquoanalisi della relazione tra meccanica e meccanismi del mutamento pragmatico
nella formazione dei MIC utilizzati per fare una richiesta considerando in partico-
lare latino italiano francese e rumeno ha evidenziato alcuni aspetti interessanti
I verbi che in latino hanno acquisito una funzione pragmatica come MIC (lat
quaeso amabo) non vengono ereditati dalle lingue romanze dove si formano MIC
11 Per il latino le completive non introdotte da ut per le altre lingue lrsquoimperativo cfr Molinelli Rizzi (1993)
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160
originati da predicati e sintagmi diversi con signifi cato analogo (in it prego fr je vous en prie rum vă rog) oppure diverso (fr srsquoil vous plaicirct it per favore) Il performativo
rogo spesso alternativo a quaeso pur non completando in latino il percorso di prag-
maticalizzazione rimane soltanto in rumeno
In modo del tutto simile a quanto descritto da Jespersen (1917) in relazione ai cicli
della negazione questi che defi niamo cicli di pragmaticalizzazione rappresentano
processi ricorrenti produttivi e iterativi alla base della lsquomeccanicarsquo del mutamento
pragmaticoQuesti sviluppi funzionali a livello pragmatico correlano con alcuni lsquomeccanismirsquo
e mutamenti a livello formale Come si egrave dimostrato per le lingue qui prese in esame
nelle fasi iniziali il processo di pragmaticalizzazione egrave favorito da alcune proprietagrave
semantiche e pragmatiche delle fonti dei MIC (ad es il valore performativo dei verbi)
mentre in fasi successive il processo viene rinforzato da due fenomeni lrsquoaumento nella
libertagrave sintattica del verbo originario rispetto alla struttura della frase e la fi ssazione
della forma
I mutamenti sociali e culturali che caratterizzano il contesto linguistico di rife-
rimento hanno certamente un ruolo in questi cicli di pragmaticalizzazione Lrsquoevolu-
zione del sistema francese egrave un esempio interessante il fr je vous (en) prie egrave ancora
frequente come MIC ma la variante concorrente srsquoil vous plaicirct sembra essersi impo-
sta Un simile sviluppo egrave stato analizzato in alcuni studi sullrsquoinglese in cui pray egrave stato
progressivamente sostituito da please probabilmente proprio per contatto dal fran-
cese (Lutzky - Demmen (2013) Akimoto (2000 79) Traugott Dasher (2002 255))
Busse (2002 31) spiega questo sviluppo sulla base di un cambiamento nelle strate-
gie legate alla cortesia e sostiene che laquoa shift in polite requests has taken place from
requests that assert the sincerity of the speaker (I pray you beseech you etc) to those
that question the willingness of the listener to perform the request (please)raquo Questo
farebbe pensare ad una sostituzione di un marcatore orientato al parlante (je vous en prie) ad un marcatore orientato allrsquointerlocutore (srsquoil vous plaicirct) che ben rappresenta
un mutamento generalizzato da cortesia positiva a negativa
A tal proposito Bax (2010 67) afferma
[t]he current preoccupation with other-face differs materially from historically earlier
conceptions Not only is [hellip] early modern politeness display primarily a device for self-pres-
entation and self-assertion (with a degree of recognition or enhancement of the addresseersquos
face as a side effect at best) there is every appearance that earlier on during the medieval
millennium minding onersquos manners was also generally motivated by lsquoselfi shrsquo reasons
I segnali interazionali una volta di piugrave mostrano la rilevanza della nozione di
lsquovalorersquo di saussuriana memoria poicheacute un elemento acquisisce valore (signifi cato
norme drsquouso) solo allrsquointerno del contesto anche extralinguistico in cui egrave usato
Universitagrave di Bergamo Piera MOLINELLI
MOLINELLI
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Latinum Circa Romanccedilum1
Eacutetude sur la langue de la Vita Sancte Eufrosine (BHL Nordm 2722)
du manuscrit H55 de la Bibliothegraveque interuniversitaire de
Montpellier (BuM)
1 La sociolinguistique diachronique
Les eacutetudes sur les systegravemes linguistiques en usage dans la Romania principale-
ment la Galloromania pendant lrsquoAntiquiteacute tardive et le Haut Moyen-Age ont eacuteteacute
renouveleacutees agrave partir de la fi n des anneacutees quatre-vingt par la sociolinguistique diachro-
nique ou reacutetrospective (Cotelli 2009) illustreacutee en France par les travaux de Michel
Banniard (1992)
Notre communication se situe dans ce courant de recherches tout en srsquoen distin-
guant par un refus de lrsquoexclusion a priori de recherches plus traditionnelles fondeacutees
sur la grammaire historique et la philologie classique drsquoun cocircteacute (Vielliard 1927 Pei
1932) drsquoune approche reconstructrice plus reacutecente deacuteveloppeacutee par R de Dardel
(1996 1958) de lrsquoautre
Nous appliquerons la deacutemarche sociolinguistique agrave un texte hagiographique du
VIIe siegravecledeacutebut du VIIIe siegravecle la Vita Sancte Eufrosine
2 Vita Sancte Eufrosine
La Vita Sancte Eufrosine (BHL Ndeg2722) a eacuteteacute transmise dans le manuscrit BuM
H55 fol 139r-142v originaire de Lorraine ou de la Bourgogne du Nord et datant du
deacutebut du IXe siegravecle Elle fut eacutecrite agrave partir du folio 140v par un scribe de lrsquoeacutecole de
Metz (style Angilram) (De Stryker Gribomont 1965 368-370 Bischoff 1998 2004
II 198 Nordm2822 Moretus 1915-1916 251-255) Lrsquoeacutetude de la langue du texte suggegravere
toutefois une premiegravere reacutedaction au VIIedeacutebut du VIIIe s (Boucherie 1871 24)
Le texte rapporte lrsquohistoire drsquoune jeune fi lle Euphrosyne ayant peut-ecirctre veacutecu agrave
Alexandrie au Ve s qui refusant de se marier se travestit en homme et se retire dans
un couvent de moines Elle y vivra heureuse et estimeacutee par les moines pendant 38 ans
1 Luumldtke (1964 19) lrsquoexpression est tireacutee de Meneacutendez Pidal Oriacutegines del espantildeol EspasaCape 1964 459 Cette communication est fondeacutee sur notre thegravese de doctorat Reisdoerfer (2006)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
164
accueillant et consolant mecircme son propre pegravere effondreacute par la perte de sa fi lle Ce
nrsquoest qursquoau seuil de la mort qursquoelle reacuteveacutelera sa veacuteritable identiteacute2
La vita fait partie drsquoune seacuterie de reacutecits hagiographiques apparus entre le IVe et le
VIIe s sur une aire greacuteco-orientale qui racontent tous avec des variantes lrsquohistoire
drsquoune monachoparthenos drsquoune jeune fi lle qui se travestit en homme et souvent se
retire dans un couvent de moines3
La citation liminaire de notre communication deacutecrit bien la latiniteacute du texte lati-num circa romanccedilum maxime coram laicis un latin preacutepareacute pour ecirctre reacuteciteacute devant
une communauteacute de laici en passe de perdre son latin (VIIedeacutebut du VIIIe s) ou
lrsquoayant deacutejagrave perdu (deacutebut du IXe s)4
3 Eacutetude de la langue de la Vita Sancte Eufrosine
Nous chercherons drsquoabord agrave mettre en eacutevidence comment le scribe a adapteacute un
texte reacutedigeacute agrave lrsquoorigine dans un latin eacutecrit tardif (deacutesormais LET IIIe-Ve s) pour un
auditoire pratiquant un latin parleacute tardif de phase 2 employeacute aux Ve-VIIe s (deacutesor-
mais LPT2) en recourant ainsi agrave la terminologie de Banniard (2006 32-33) Nous
nous appuyons sur un modegravele communicatif fonctionnant dans une situation de com-
munication verticale orale dans un contexte religieux Aux VIIendashIXe s des audi-
toires drsquoillitterati continuaient drsquoavoir une maicirctrise passive acceptable drsquoeacutenonceacutes en
latin eacutecrit tardif (IIIe-Ve s) Au niveau seacutemantique les mots latins eacutetaient globale-
ment compris La morphologie et les structures syntaxiques de base du LET parfois
directement heacuteriteacutees du latin classique eacutecrit subsistent souvent agrave cocircteacute de formes et de
structures nouvelles
(i) futur saluaueris (I 80 l 210)5
(ii) passif suscipitur (I 56 l 97)
(iii) deacuteponents loquebatur (I 104 l 347 l 351)
(iv) marquage du compleacutement de nom par le geacutenitif curam habens pauperum (I 38 l 6)
(v) ablatif absolu Et congregatis omnibus fratribus (I 82 l 229)
(vi) AcI Et iussit abbas foras de monasterio hellip manere patrem cum puella (I 48-50 l 56-58)
La maicirctrise passive du LET aux VIIendashIXe s devrait srsquoexpliquer entre autres par le
fait que les illitterati restaient en contact avec cette langue par le biais du latin drsquoeacuteglise
auquel ils eacutetaient confronteacutes dans leurs pratiques religieuses Afi n de captiver les
auditoires drsquoillitterati et drsquoeacuteviter les problegravemes de compreacutehension il eacutetait cependant
devenu indispensable drsquoadapter des textes reacutedigeacutes en LET c-agrave-d de les rapprocher
sur le plan du lexique du phoneacutetisme et de la morphosyntaxe du LPT2 familier agrave
2 Sur la vie de sainte Euphrosyne cf Bautz (1990-)3 Sur lrsquointerpreacutetation du thegraveme de la monachopartheacutenie cf Reisdoerfer (2011)4 Sur la langue du texte cf Selig (1989 123) (1992 152)5 Les reacutefeacuterences aux pages et aux lignes renvoient agrave notre eacutedition (2006) accessible en ligne
REISDOERFER
165
lrsquoauditoire6 Cela eacutetait drsquoautant plus neacutecessaire pour des textes destineacutes agrave ecirctre reacuteciteacutes
en public7 pour assurer non seulement la compreacutehension du texte mais aussi la fl u-
iditeacute de la reacutecitation le lector devait avoir sous les yeux un texte preacutepareacute qui sur le
plan de la phoneacutetique drsquoabord et surtout8 du lexique et de la morphosyntaxe ensuite
se rapprochait de la langue pratiqueacutee par lrsquoauditoire Or la mise en eacutevidence tregraves fi ne
de ces adaptations est faciliteacutee en lrsquooccurrence par lrsquoexistence de diffeacuterentes versions
du mecircme texte9
(1) version A ms H55 BuM reacutedigeacutee en latin meacuterovingien (latin eacutecrit tardif de phase 2)
editio princeps Boucherie (1871) cf eacutegalement Reisdoerfer (2006)
(2) version B reacutedigeacutee en latin eacutecrit tardif des IIIe-Ve s et conserveacutee dans deux manuscrits
(a) ms 168 fol 211r-212v Bibliothegraveque municipale de Valenciennes fi n du XIIIe s eacutecriture
italienne () abbaye de Saint-Amand Molinier-Liegravevre (1894 XXV 259-260) editio princeps Reisdoerfer (2011) (BmV)
(b) le texte fragmentaire du ms U3 fol 16r-16v de la Bibliothegraveque municipale de Rouen XIe
s abbaye de Feacutecamp Poncelet (1904 156) editio princeps Reisdoerfer (2002) (BmR)
La comparaison entre les versions A et B en faisant clairement ressortir les adap-
tations opeacutereacutees par le scribe du VIIedeacutebut du VIIIe s nous donnera non seulement
de preacutecieux renseignements sur les modaliteacutes de la communication verticale du VIIe s
jusqursquoau deacutebut du IXe s mais entrouvre surtout une petite fenecirctre sur la langue orale
pratiqueacutee par les laici au moment mecircme ougrave se preacuteparait le passage de la latinophonie
agrave la romanophonie
4 Les adaptations
41 Adaptations phoneacutetiques
Drsquoapregraves le modegravele communicationnel adopteacute il fallait srsquoattendre agrave ce que les adap-
tations phoneacutetiques soient les plus nombreuses et les plus manifestes Elles confegraverent
au texte son identiteacute meacuterovingienne
On relegraveve entre autres le marquage de la fermeture de certaines voyelles
(a) Ē accentueacute transcrit par la graphie ltigt
Rogo uos fratres labores sustenḭte unam septimanam (I 96 l 303) sustinete (BmV p
243)
Drsquoapregraves Vielliard (1927 5) et Pei (1932 20) le passage de Ē accentueacute agrave i est un des
faits marquants du latin meacuterovingien La graphie ltigt pourrait transcrire une pronon-
6 Sur lrsquoadaptation de textes hagiographiques agrave lrsquoeacutepoque meacuterovingienne cf Banniard (1992 259-261) et Luumldtke (2009 588-593)
7 Sur la lecture agrave haute voix de textes hagiographiques agrave lrsquoeacutepoque meacuterovingienne cf Banniard (1992 256 258)
8 Cf Luumldtke (2009 583-584) 9 Sur cette maniegravere de proceacuteder cf Auernheimer (2003 46)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
166
ciation tregraves fermeacutee de ē tendant vers i (Stotz 1996 III 15 sect12) ou bien eacuteventuellement
annoncer deacutejagrave la diphtongue ei (VIe s Zink 1986 57-59) attesteacutee en ancien-fran-
ccedilais10 Ē inaccentueacute aboutit eacutegalement tregraves souvent agrave i surtout apregraves -s 11 Au sud de
lrsquoItalie -i a eacuteteacute conserveacute (Bec 1970 I 106) Enfi n Ĕ inaccentueacute passe eacutegalement agrave i dans toutes les positions12
(b) Ō accentueacute transcrit par la graphie ltugt
Deus qui cognusces hominem antequam natus sit [hellip] (I 52 l 76-78) cognoscis (BmR
p 715 BmV p 237)
Ō accentueacute libre ou fermeacute aboutit souvent agrave -u- On admet geacuteneacuteralement que sous
lrsquoaction du bouleversement quantitatif Ō accentueacute a ducirc se fermer agrave tel point que sa
prononciation se rapprochait de celle de -u- 13 On observe un traitement semblable
pour Ō et Ŏ inaccentueacutes Ces fermetures pourraient marquer un affaiblissement de
la voyelle -o
42 Adaptations morphologiques
421 Modifi cations seacutemantiques
Nous traiterons ici lrsquoeacutevolution seacutemantique de ille qui de deacutemonstratif proprement
dit agrave valeur deacuteictique devient entre autres un anaphorique reprenant un eacuteleacutement citeacute
preacuteceacutedemment dans le texte
[hellip] inuentus est ibidem onus senex seruos Dei orans adtentissime in ipsa ecclesia [hellip] Et uidit illum ipsa castissima [hellip] (I 64 l 139-142) eum (BmV p 238)
Les occurrences de ille anaphorique sont attesteacutees degraves le 1er s apregraves J-C en latin
parleacute (Vaumlaumlnaumlnen 1981 120 sect270) et des pronoms de rappel baseacutes sur ille se retrouvent
dans pratiquement toutes les langues romanes (Alliegraveres 2001 53-66)
422 Reacuteductions de traits grammaticaux14
(a) On observe la simplifi cation du systegraveme des pronoms relatifs
(1) On trouve qui agrave la place de quae (nomin f sg)
fi lia mea qui de lumbus meis exiuit [hellip] (I 106 l 362-363) fi lia mea quae (BmV p
245)
(2) et quem agrave la place de quam
Vade in ecclesia quem construcxit Theodosius imperatur [hellip] (I 64 l 134-135) quam
(BmR p 716 BmV p 238)
10 Pei (1932 20) Vielliard (1927 9) pour lrsquoanc-fr cf Foucheacute (1952-1961 II 223-224) et ibid la Remarque I p 224 Bourciez (1967 71-73 sect54)
11 Pei (1932 44-46) Vielliard (1927 22-24) Bonnet (1968 106-13) Stotz (1996 III 18-20 sect14)12 Pei (1932 39-44) Vielliard (1927 18-22) Stotz (1996 23-24 sect165-168)13 Pei (1932 30) Vielliard (1927 13-14) Bonnet (1968 126-30) Stotz (1996 III 48-51 sect39)14 Sur la reacuteduction grammaticale c-agrave-d la suppression de traits grammaticaux cf de Dardel
(2007b 108)
REISDOERFER
167
Les quelques occurrences de notre texte reacutevegravelent une tendance vers la simplifi -
cation de la morphologie des relatifs par lrsquoabolition des distinctions de genre et de
nombre Qui devient le pronom relatif sujet du masculin et du feacuteminin quem le pro-
nom relatif cod singulier et pluriel du masculin du feacuteminin et du neutre Cette sim-
plifi cation eacutetait favoriseacutee par lrsquoeacutebranlement geacuteneacuteral du systegraveme casuel et des confu-
sions au niveau phoneacutetique qui quae et quem eacutetant prononceacutes indiffeacuteremment KE15
(b) On procegravede aussi agrave la reacutegularisation des paradigmes verbaux
Dum autem non potebat portare dolores pater puelle [hellip] (I 94 l 294-295) poterat
(BmR p 718) posset (BmV p 243)
En latin lsquovulgairersquo (Vaumlaumlnaumlnen 1981 136 sect315) et meacuterovingien (Vielliard 1927
174) lrsquoimparfait classique de posse ldquo pouvoir rdquo poteram fut lsquoreacutegulariseacutersquo en potebat potibat16 On retrouve la mecircme reacutefection de formes anomales pour le paradigme de
uelle ldquo vouloir rdquo lorsque uult est refait en uolit forme rattacheacutee agrave uolēre (Bec 1970 I
it XVII 1 p 143)
(c) Imperfectum pro perfecto(1) Dum autem non potebat portare dolores pater puelle ambolabat ad ipso monasterio et actauit se ante pedes beati abbatis [hellip] (I 94 l 294-296) ambulauit (BmR 718
BmVp 243)
(2) Et uidit illum ipsa castissima salutabat eum dixitque ei puella [hellip] (I 64-66 l 142-143)
salutauitque (BmR p 716) salutauit (BmV p 238)
Nous avons releveacute un certain nombre drsquooccurrences drsquoimparfaits notamment avec
le verbe ambulare17 deacutesignant une action de la trame eacuteveacutenementielle et remplaccedilant
donc un parfait18 Vielliard (1927 222-23) et Pei (1932 278-279) relegravevent la mecircme sub-
stitution dans leur corpus Le pheacutenomegravene est eacutegalement analyseacute par Haverling (2005
170-171) (1999 368-369) Il est malaiseacute de lrsquoexpliquer Il se pourrait que le LPT2 ait
peu ou prou abandonneacute le parfait classique qui avait le deacutesavantage de preacutesenter une
morphologie complexe (Serbat 1994 125-126) pour le remplacer en partie par lrsquoim-
parfait et en partie par le nouveau parfait analytique du type episcopum inuitatum habes (Serbat 1994 126-127) Ce dernier devait toutefois ecirctre employeacute drsquoabord au
sens drsquoun parfait comme le montre la situation en ancien-franccedilais parleacute (Foulet 1974
227-228 sect329-330) Il se peut eacutegalement que le LPT2 ait eacuteteacute infl uenceacute par le vieux-
haut-allemand qui au passeacute ne connaissait qursquoun seul temps le preacuteteacuterit (Schrodt
2004 127 sect121 16-18 sect8)
15 Vielliard (1927 148-49) Bonnet (1968 389-90) Pei (1932 175-180) et Loumlfstedt (1911 131-33) pour la situation dans les langues romanes cf Bec (1970 I it IV 3 p 76 occ I 19 p 417-418 cat I 24 p 473-474) Joly (2012 80-82)
16 Pour les langues romanes cf Bec (1970 I it V 10 p 83-84)17 Le sens premier inacheveacute drsquoambulare ldquo se promener rdquo attire lrsquoimparfait Serbat (1994 120)18 Sur le systegraveme imparfait-parfait en latin cf Ernout (1951 223-224 sect244) et Haverling (2005
165-166)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
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423 Innovations
La premiegravere innovation est la formation drsquoun article
(1) In una autem die fuit festiuitas dedicationis monasterii et transmisit abbas fratrem de
monasterio ut inuitaret patrem puelle in ipsam festiuitatem accedere ad illos hellip Audiens autem castissima puella rogauit introducere ipso monacho [hellip] (I 54-56 l 86-89 91-92)
introducere ipsum monachum (BmR 715) monachum introire (BmV p 237) [hellip] ἡ Εὐφροσύνη προσκαλεῖται τograveν ἀδελφoacuteν Boucherie (1883 198)
(2) Et frequentabat se in ipso monasterio [hellip] (I 100 l 326) monasterium (BmV p 244)
ἀπέρχεται είς τὸν κοινόβιον Boucherie (1883 202)
Notre texte recourt essentiellement agrave lrsquoarticloiumlde ipse (Aebischer 1948) alors que
ille pourtant promis agrave un si bel avenir comme article dans les langues romanes rem-
place surtout lrsquoanaphorique is
Dans la Vita Sancte Eufrosine ipse peut ecirctre (a) deacutemonstratif (b) emphatique =
ille (c) anaphorique (Selig 1992 154-155) (d) article (e) synonyme de idem (Selig
1992 153-156) (f) intensif (emploi canonique) Lrsquoemploi de ipse comme article nrsquoest
jamais obligatoire Le groupe ipse laquo article raquo + nom est donc toujours un syntagme mis
en eacutevidence (Selig 1992 184-185 208)
Ipse articloiumlde a en geacuteneacuteral la double valeur drsquoactualisateur19 et drsquoanaphorique
Dans le syntagme ipso monacho (1) ipse actualise le nom et renvoie en mecircme temps
au syntagme fratrem de monasterio20 Dans lrsquoexemple (2) la valeur anaphorisante est
plus vague et crsquoest surtout la fonction drsquoactualisateur qui domine Le mot accompagne
souvent des personnages ou des eacuteleacutements importants du reacutecit Enfi n ipse articloiumlde
eacutetait deacutejagrave preacutesent dans la version B (LET des IIIe-Ve s) et son emploi fut simplement
eacutetendu dans la version meacuterovingienne A
Plusieurs causes ont eacuteteacute avanceacutees pour expliquer lrsquoeacutemergence drsquoarticles en latin
parleacute (Selig 1992 79-105) comme la neacutecessiteacute de marquer par la preacutedeacutetermination
le cas le genre et le nombre de substantifs dont lrsquoeacutevolution phoneacutetique avait changeacute
voire fait disparaicirctre les deacutesinences (Selig 1992 82-86) Relevons deux faits pour la
Vita Sancte Eufrosine (a) dans ce texte traduit du grec lrsquoemploi de lrsquoarticle fut favo-
riseacute par lrsquoexistence drsquoun article dans la langue source (b) lrsquoemploi de lrsquoarticloiumlde ipse
actualisateur surtout de lexegravemes importants et anaphorique renforce la coheacutesion et la
clarteacute et partant la compreacutehension drsquoun texte probablement reacuteciteacute devant un public
dont la latinophonie eacutetait devenue chancelante et qui avait besoin de repegraveres et de
structures clairs (Selig 1992 145)
Vnus est utiliseacute comme article indeacutefi ni (cf ex1)21 Lrsquoarticle indeacutefi ni est moins
freacutequent que le deacutefi ni La structure unus article indeacutefi ni + nom est deacutejagrave en place dans
19 Guillaume (1919 19-25) Selig (1992 107-110)20 Sur cet emploi cf Ledgeway (2012 90)21 Sur lrsquoarticle indeacutefi ni dans la Vita Sancte Eufrosine cf Selig (1992 76-77)
REISDOERFER
169
la version B (LET des IIIe-Ve s) les prodromes de lrsquoeacutevolution se manifestant deacutejagrave en
latin classique et en latin classique parleacute
43 Adaptations syntaxiques
431 Reacuteductions
(a) On observe le deacutemantegravelement du systegraveme hexacasuel
(1) [hellip] venit pater eius de platea ciuitatis et interrogauit monacho [hellip] (I 62 l 125-126)
monachum (BmR p 716 BmV p 238)
(2) Audiens autem ipse pater sponso con fi lio quid contegit [hellip] (I 88 l 258-259) ipse pater sponsi (BmV p 242)
(3) [hellip] uenit pater suus in monasterio et post orationem dixit ad abbati [hellip] (I 108 l 371-
372) abbati (BmV p 246)
(4) Voles uidere bonum hominem eunuchus de palatium Thodosio imperatori retrusum (I 100 l 328-330) Theodosii imperatoris (BmV 244)
Le systegraveme casuel est fortement eacutebranleacute dans notre texte qui preacutesente par exem-
ple pour la 2e deacuteclinaison du masculin une pluraliteacute de systegravemes imbriqueacutes les uns
dans les autres
(1) un systegraveme bi-casuel cas sujetcas reacutegime en -o qui exprime des fonctions aussi diverses
que lrsquoaccusatif le datif le compleacutement de nom le compleacutement preacutepositionnel
(2) un systegraveme bi-casuel cas sujetcas reacutegime qui exprime toutefois les fonctions datif et
compleacutement de nom par les preacutepositions ad et de (3) un systegraveme tri-casuel cas sujet cas reacutegime
1 et cas reacutegime
2 ougrave le cas reacutegime
2 issu du datif
du latin classique sert agrave marquer les compleacutements de nom (Herman 2000 56-57)
Les systegravemes (1) et (2) annoncent deacutejagrave les structures de lrsquoancien-franccedilais (Joly
2012 216-234) La disparition du systegraveme casuel correspond drsquoabord agrave une dynamique
profonde des langues europeacuteennes vers un syncreacutetisme des cas (Serbat 1994 66) Ce
mouvement sera renforceacute et acceacuteleacutereacute en latin par les imperfections du systegraveme mecircme
(la plurifonctionnaliteacute de certaines deacutesinences domino pour le datif et lrsquoablatif) et
les eacutevolutions phoneacutetiques affectant ces deacutesinences Ainsi apregraves la fermeture de -o- en -u- et la chute du -m agrave lrsquoaccusatif singulier la deacuteclinaison de dominus au singulier
en latin parleacute du 1er siegravecle apr J-C ne preacutesentera-t-elle que 3 formes diffeacuterentes
nominatif dominus geacuten domini dat-acc-abl domino
(b) Dum devient lrsquounique conjonction causalo-temporelle avec les sens ldquo lorsque rdquo (ex 1) et
ldquo parce que rdquo (ex 2)
(1) Dum autem uidit sancta castissima ancilla Dei se paratam esse ut migraret de hoc seculo ad Dominum rogat uenire patrem suum [hellip] (I 110 l 389-391) Ut (BmV p 246)
(2) [hellip] illi non potuit recognuscere fi liam suam dum de nimiam adfl ictioni sui fuerat affl icta [hellip] (I 102 l 337-339) Quia (BmV p 244)
Le systegraveme des causalo-temporelles simplifi eacute dans notre texte est domineacute par
une seule conjonction dum (avec 29 occurrences) avec une pluraliteacute de sens ldquo tant
CILPR 2013 ndash SECTION 2
170
que pendant que quand lorsque puisque parce que comme rdquo22 Dum est geacuteneacutera-
lement suivi de lrsquoindicatif parfois du subjonctif surtout du subjonctif plus-que-par-
fait introduit probablement sous lrsquoinfl uence de cum23 Agrave cocircteacute de dum temporel on
trouve deux occurrences de quando une de quomodo La causaliteacute peut eacutegalement
ecirctre exprimeacutee par quia Les occurrences du texte montrent que lrsquoextension du sens
de dum et lrsquoaugmentation de sa freacutequence drsquoemploi ont deacutejagrave commenceacute en latin eacutecrit
tardif et que le pheacutenomegravene srsquoest simplement renforceacute en latin meacuterovingien Dans les
langues romanes la conjonction a laisseacute peu de traces mentre ldquo tandis que rdquo en vieil-
italien (Bec 1970 I ital II 1 41-42) et (en) dementres que ldquo pendant que rdquo24 en ancien-
franccedilais issu de lat dum interim (Ernout 1985 187 b) Le deacuteveloppement de dum
en conjonction causalo-temporelle unique semble donc drsquoabord ecirctre une eacutevolution
limiteacutee aux diffeacuterents systegravemes latins postclassiques
432 Innovations
Lrsquoeacutevolution vers un ordre des mots roman est une innovation importante On la
trouve dans
[hellip] rogauuit itaque pro suum fi lium [hellip] (I 48 l 47-48) pro fi lio suo (BmV p 236)
Lrsquoexemple de la version meacuterovingienne preacutesente deacutejagrave une structure romane lsquodeacuteter-
minant ndash deacutetermineacutersquo (comme fr son fi ls) alors que le manuscrit de la BmV conserve la
structure latine lsquodeacutetermineacute ndash deacuteterminantrsquo
44 Les adaptations lexicales
Le lexique change peu drsquoune version agrave lrsquoautre Dans les passages suivants
(1) [hellip] Vir autem suus in grandem tribulationem erat [hellip] (I 38 l 9) [hellip] magna [hellip] (BmV
p 235)
(2) Vidensque eum mulier in merore uallido (I 40 l 12) uxor sua (BmV p 235)
nous avons releveacute deux remplacements remarquables deux termes pratiquement pan-
romans grandis REW 327b et mulier REW 472a remplacent les mots du latin clas-
sique magna et uxor
5 Conclusions
Ce texte donne un premier aperccedilu sur la complexiteacute de la situation linguistique
dans lrsquoest de la France en Lorraine ou en Bourgogne aux VIIe s et deacutebut du VIIIe s
(a) La population eacutetait probablement multilingue pratiquant soit passivement soit
activement des langues germaniques (langues franque burgonde25) un latin tardif des
22 Sur dum causal cf Hofmann et al (1972 613-614 sect 330)23 Vielliard (1927 235-236) Bonnet (1890 685-686) Hofmann et al (1972 614-615 sect 330)24 Godefroy (1881 2 498c-499a DMF sub endementres25 Sur le bilinguisme dans le royaume franc cf Polenz (2009 29)
REISDOERFER
171
IIIe-Ve s et un latin tardif des Ve-VIIe s se rapprochant deacutejagrave drsquoun roman eacutevoluant par la
suite en ancien-franccedilais le latinum circa romanccedilum
(b) Il est probable que non seulement les lettreacutes les clerici mais aussi les illitterati continuaient
agrave avoir au moins une connaissance passive du latin tardif des IIIe-Ve s
(c) La langue que tous clerici et illitterati devaient pratiquer activement est selon nous un
latin en mutation au niveau de la phoneacutetique de la grammaire surtout moins au niveau
du lexique Ces mutations tantocirct eacuteloignent cette langue du diasystegraveme latin en annonccedilant
un systegraveme roman (systegravemes casuels relatif) tantocirct se situent encore agrave lrsquointeacuterieur du
diasystegraveme latin (extension de lrsquoemploi de dum) Nous avons deacutenommeacute ce latin avec
Banniard latin parleacute tardif de phase 2 (Ve-VIIe s)
(d) Au regard de ces mutations drsquoaucuns (R de Dardel 2007a 14-15 R Wright 1982
43-44 261-262) vont plus loin encore en admettant que cette langue soit par rapport
au diasystegraveme latin une veacuteritable lsquolangue par distanciationrsquo une langue Abstand (Kloss
1978) langue qursquoon pourrait appeler protoroman et qui serait le preacutedeacutecesseur direct de
lrsquoancien-franccedilais
(e) Pour plusieurs raisons nous pensons que cette langue parleacutee qui apparaicirct parfois sous
le latin eacutecrit tardif des Ve-VIIe s se situe toujours dans un diasystegraveme latin Certains
domaines geacuteneacuteralement consideacutereacutes comme caracteacuteristiques pour le passage du latin au
franccedilais26 notamment le passif analytique ne sont guegravere toucheacutes par les variations Quant
au lexique il reste solidement ancreacute dans le diasystegraveme latin Lrsquointercompreacutehension entre
une personne pratiquant le LPT2 (VendashVIIe s) et une autre recourant au LET de phase 2
des Ve-VIIe s (le latin meacuterovingien) voire au LET (IIIe-Ve s) paraicirct eacutegalement assureacutee
(f) La langue de base du texte le latin eacutecrit tardif des Ve-VIIe s appeleacute communeacutement latin meacuterovingien repreacutesente agrave nos yeux une tentative originale lanceacutee par les clerici pour
faire du latin parleacute tardif de phase 2 une lsquolangue par eacutelaborationrsquo une langue Ausbau
(Kloss 1978) ancreacutee toutefois dans la latinitas et fonctionnant dans lrsquoadministration
le notariat notamment et dans le domaine religieux La politique linguistique de
la reacuteforme carolingienne (Admonitio generalis27) en procircnant un retour au latin des
Pegraveres de lrsquoEacuteglise en insistant sur la correction grammaticale des textes et en exigeant
la prononciation de chaque graphegraveme a mis fi n agrave cette expeacuterience et a lanceacute drsquoun
cocircteacute le latin du moyen-acircge de lrsquoautre une formidable dynamique drsquoeacutemancipation et
drsquoeacutelaboration du latinum circa romanccedilum qui eacutevoluera en ancien-franccedilais
Mais lagrave nous quittons deacutefi nitivement le monde antique pour entrer de plain-pied
dans la civilisation du medium aevum
Institut grand-ducal Luxembourg Joseph REISDOERFER
26 Pour ces domaines cf par exemple Ledgeway (2012 2-3)27 Sur ces textes cf Auernheimer (2003 108-123)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
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Lat tepidus fr tiegravede ital tiepido eacutetude lexicale
Lrsquoadjectif tepidus appartient agrave la seacuterie latine des adjectifs de tempeacuterature qui
comprend notamment frīgidus (ldquo froid rdquo) calidus (ldquo chaud rdquo) feruidus (ldquo brucirclant rdquo)
ou encore gelidus (ldquo geleacute rdquo) Tepidus renvoie agrave une notion relative situeacutee entre les
deux antonymes que sont calidus et frigidus et se traduit habituellement par ldquo tiegravede rdquo
Il appartient agrave une importante famille lexicale qui associe adjectifs en -idus verbes
drsquoeacutetat en -ēre et substantifs en -or1 Les adjectifs qui preacutesentent le suffi xe -idus laquo deacutecri-
vent les diffeacuterents facteurs exteacuterieurs ou inteacuterieurs (aux ecirctre animeacutes ou inanimeacutes)
qui peuvent affecter lrsquohomme dans son rapport avec lui-mecircme ou avec le monde raquo
(Sznajder 2002 59) Les adjectifs de tempeacuterature trouvent donc parfaitement leur
place dans cette seacuterie
Notre objectif dans la ligne des eacutetudes de typologie lexicale actuelles2 consacreacutees
au domaine de la tempeacuterature est de deacuteterminer le champ drsquoapplication de cet adjec-
tif en latin agrave quel type de tempeacuterature fait-il exactement reacutefeacuterence Par ailleurs
drsquoun point de vue seacutemantico-reacutefeacuterentiel la notion de tieacutedeur est-elle deacutefi nie par rap-
port au chaud (plus froid que chaud) par rapport au froid (plus chaud que froid) ou
indiffeacuteremment par rapport agrave lrsquoune ou lrsquoautre de ces deux notions Y a-t-il des entiteacutes
qui suscitent un systegraveme speacutecifi que drsquoeacutevaluation de la tempeacuterature Quelles sont les
meacutetaphores associeacutees agrave la notion de tieacutedeur en latin
Nous procegravederons agrave une comparaison avec lrsquoadjectif signifi ant ldquo tiegravede rdquo en franccedilais
contemporain en nous demandant si fr tiegravede srsquoemploie dans les mecircmes conditions que
lat tepidus Pourquoi la notion de tieacutedeur qui est graduable en latin ne lrsquoest-elle pas
en franccedilais Un parallegravele sera aussi fait avec lrsquoitalien tiepido
Le deacutepouillement des textes latins srsquoest fait agrave lrsquoaide de la Library of Latin texts
(series A) de Brepols Notre recherche a porteacute sur une peacuteriode allant des plus
anciennes attestations (IIIe siegravecle av JC) jusqursquoau Ve siegravecle ap JC Tepidus appa-
raicirct degraves les textes les plus anciens mais est agrave peu pregraves trois fois moins employeacute que
calidus (ldquo chaud rdquo) et frigidus (ldquo froid rdquo) on relegraveve 377 occurrences de tepidus3 des
deacutebuts de la latiniteacute au Ve siegravecle ap JC contre 1076 occurrences de calidus4 et
1 Cf Fruyt (2006 15) Sur lrsquoorigine du suffi xe -idus voir Pultrovaacute (2007) et Olsen (2003 240-243)
2 Cf Koptjevskaja -Tamm (2011 2012 2015)3 Ainsi que de lrsquoadverbe tepide qui lui est associeacute4 Et lrsquoadverbe calide
CILPR 2013 ndash SECTION 2
176
1315 de frigidus5 peut-ecirctre parce que la notion de tieacutedeur a des champs drsquoapplica-
tion plus restreints que ceux de la chaleur ou du froid Nous suivrons les emplois
du terme de ses emplois les plus anciens de la peacuteriode archaiumlque jusqursquoagrave la peacuteriode
classique6
1 Eacutetymologie
Pour Rix (1998 5747) la base tep- signifi e ldquo ecirctre chaud rdquo Ernout Meillet (1967
685 su tepeo) posent le mecircme sens ldquo ecirctre chaud rdquo pour la racine et expliquent laquo dans
ce sens tepeo srsquoest retrouveacute en concurrence avec drsquoautres verbes notamment caleo et
a tendu agrave prendre la nuance de lsquoecirctre modeacutereacutement chaud ecirctre tiegravedersquo ce qui est lrsquoaccep-
tion usuelle (au sens physique ou moral) raquo Si lrsquoon tient compte de lrsquoeacutetymologie et de ce
problegraveme de concurrence avec caleo il faudrait poser agrave lrsquoorigine pour tepidus le sens
ldquo moins chaud que calidus rdquo ldquo peu chaud rdquo (plutocirct que ldquo peu froid rdquo) drsquoougrave ldquo tiegravede rdquo8
Nous verrons agrave lrsquousage des contextes si cette hypothegravese est pertinente
Nous caracteacuteriserons les emplois de ce terme en recourant agrave des paramegravetres pro-
poseacutes par Koptjevskaja-Tamm (2012 375) pour une eacutetude inter-linguistique du voca-
bulaire de la tempeacuterature agrave savoir la distinction entre des emplois visant la tempeacute-
rature ressentie au toucher la tempeacuterature ambiante ou la tempeacuterature corporelle
subjective ressentie de lrsquointeacuterieur par le locuteur9
Les premiegraveres attestations de lrsquoadjectif se rencontrent chez Ennius Accius et
Caton crsquoest-agrave-dire degraves les deacutebuts de la litteacuterature latine dont nous ayons des traces
(IIIe et IIe siegravecles av JC)
2 Tempeacuterature tactile
Chez Ennius et Accius le terme se rencontre avec une acception tactile dans lrsquoex-
pression tepidus sanguis (ldquo sang tiegravede rdquo) Il srsquoagit drsquoexprimer la tempeacuterature ressentie
quand lrsquoon touche du sang reacutepandu hors du corps
21 Chaleur drsquoun eacuteleacutement agrave tempeacuterature du corps
211 Chaleur du sang verseacute hors du corps et que lrsquoon touche
Ainsi peut-on lire chez Ennius dans un extrait drsquoAjax10
5 Et lrsquoadverbe frigide6 Nous ne ferons que peu drsquoexcursus dans les textes de la peacuteriode tardive car ils ne preacutesentent
pas drsquoeacutevolution notable pour les emplois de tepidus7 Voir de mecircme Mallory Adams (1997 263) su heat8 Sens proposeacute dans le Dictionnaire latin-franccedilais de F Gaffi ot9 Pour ces critegraveres voir aussi Plank (2003)10 Ennianae poesis reliquiae ed Vahlen Johannes Leipzig Teubner 1854 fragment 5 = The
tragedies of Ennius ed Jocelyn Hanry D Cambridge CUP 1967 fragment 12
ROESCH
177
IV 20 Aiax misso sanguine tepido tullii effl antes uolant
ldquo Le sang tiegravede ayant eacuteteacute reacutepandu les jets qui srsquoeacutecoulent sortent rapidement rdquo
Ou chez Accius11
III (3) Vulnere taetro deformatum suo sibi lautum sanguine tepido
ldquo Enlaidi par une horrible blessure baigneacute dans son propre sang tiegravede rdquo
Cette association entre le sang et la tieacutedeur se rencontre aussi chez les auteurs
ulteacuterieurs12 comme Ovide chez qui on peut lire en Ars 3 395-396 agrave propos des jeux
du cirque
Spectentur tepido maculosae sanguine harenae metaque feruenti circueunda rota (Ov ars 3 395-396)
ldquo Qursquoils regardent le sable souilleacute de sang tiegravede et les bornes que doivent contourner [les
chars] de leur roue brucirclante rdquo
Cela dit chez Ovide lui-mecircme ainsi que chez drsquoautres auteurs tels Virgile Seacutenegraveque
et chez Ennius (Fragment 1 9913) lrsquoadjectif calidus peut aussi ecirctre employeacute comme
eacutepithegravete de sanguis14 (ou de sa variante cruor15) avec la mecircme valeur de tempeacuterature
du sang verseacute hors du corps Cela confi rme le lien ancien entre les racines tep- et
cal- pour deacutesigner la chaleur Dans ses emplois ulteacuterieurs tepidus srsquoapplique aussi agrave
des liquides autres que le sang agrave tempeacuterature du corps comme le lait ou les larmes
212 Lait chaud
Chez Virgile lrsquoadjectif srsquoemploie pour le lait fraicircchement tireacute utiliseacute lors des ceacutereacute-
monies funegravebres pour Polydore16
Inferimus tepido spumantia cymbia lacte sanguinis et sacri pateras animamque sepul-chro condimus (Verg Aen 3 66-68)
ldquo Nous apportons des coupes mousseuses de lait tiegravede et des pategraveres de sang sacreacute et nous
enfouissons cette acircme dans le tombeau rdquo
11 Extrait de Stasiastae uel Tropaeum Tragicorum Romanorum fragmenta v 606 p 215 ed Ribbeck Otto Leipzig Teubner 18712 = Accius Œuvres ed Dangel Jacqueline Paris CUF 1995 fragment IV
12 Lrsquoexpression tepidus sanguis se rencontre en Ov ars 3 395 Sil 7 610 tepidus cruor en Verg Aen 6 248 Aen 8 106 Sil 12 328
13 Ennianae poesis reliquiae ed Vahlen Johannes Leipzig Teubner 1854 Annales fragment 58 = Quinto Ennio Annali ed Flores Enrico et al vol I Napoli Liguori editore 2000 livre I fragment 44
14 Pour calidus sanguis voir Ov fast 1 321 met 14 754 met 6 238 Hor epist 1 3 33 Cels 4 2 5 26 Verg Aen 9 422 Sen HercO 298 Thy 1054 sans compte les multiples occur-rences chez Lucain et Silius Italicus
15 Calidus cruor est un syntagme plus rare cf Ov met 1 158 met 9 132 Lucan 4 28716 Voir aussi Ov met 7 247 fast 4 745-746
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La mousse sur le dessus des coupes montre que le lait est encore chaud Crsquoest ce
que confi rme le commentaire de Servius en ad Aen 3 66 tepido lacte statim mulcto
ldquo avec un lait tiegravede crsquoest-agrave-dire qui vient drsquoecirctre trait rdquo 17
213 Larmes
Ovide utilise quant agrave lui tepidus pour caracteacuteriser les larmes en met 4 673-675 agrave
propos drsquoAndromegravede sur son rocher18
Vidit Abantiades nisi quod leuis aura capillos mouerat et tepido manabant lumina fl e-tu marmoreum ratus esset opus (Ov met 4 673-675)
ldquo Perseacutee la vit et si un vent leacuteger nrsquoavait pas agiteacute sa chevelure si ses yeux nrsquoavaient pas
reacutepandu des larmes tiegravedes il aurait penseacute que crsquoeacutetait une statue de marbre rdquo
214 Objet chauffeacute par le corps humain
Si tepidus est freacutequemment employeacute pour eacutevoquer la chaleur des fl uides corporels
il sert aussi agrave renvoyer agrave des objets chauffeacutes par leur contact avec le corps humain19
Ainsi chez Properce en 1 16 21-22 le tepidum limen20 (ldquo seuil tiegravede rdquo) est un seuil en
pierre chauffeacute par le corps de lrsquoamant qui srsquoy est endormi
Nulla ne fi nis erit nostro concessa dolori turpis et in tepido limine somnus erit (Prop
1 16 21-22)
ldquo Est-ce qursquoaucun reacutepit ne sera accordeacute agrave notre douleur et est-ce que nous dormirons
honteusement sur un seuil tiegravede rdquo
215 Chaleur du corps humain en vie
De maniegravere geacuteneacuterale la tempeacuterature tiegravede du corps humain21 est associeacutee agrave la
vie22 la mort eacutetant deacutecrite en termes de froid avec lrsquoadjectif frigidus23 Ainsi chez
Virgile24 en Aen 3 626-62725 tepidus srsquoapplique-t-il aux corps fraicircchement tueacutes donc
encore chauds des hommes que deacutevore le Cyclope
17 Pour cette expression voir aussi Ov met 9 339 fast 4 54818 Cf aussi Ov met 10 360 met 10 50019 Voir Ov met 4 162-163 Verg Aen 9 419 Aen 9 70120 Cf aussi Catull 63 64-6521 Chez Ovide lrsquoexpression tepidus sinus est freacutequente pour deacutesigner le sein de lrsquoamant ars 2
360 ars 3 212 ars 3 622 Lrsquoadjectif calidus peut aussi srsquoemployer pour la chaleur du corps humain comme chez Lucregravece (3 654) ou Seacutenegraveque (epist 102 26)
22 Cf chez Ovide en met 10 281-282 agrave propos de la statue qui srsquoanime et dont Pygmalion tombe amoureux un emploi de ce type du verbe tepere
23 Cf lrsquoexpression frigida mors chez Virgile en Aen 4 38524 Voir aussi Aen 10 554-55625 Servius commente ce passage en ad Aen 3 627 et associe la notion de tieacutedeur agrave celle de vie
tepidi melius lsquo tepidi rsquo quasi adhuc uiui quam lsquo trepidi rsquo (laquo tepidi il a bien fait drsquoemployer tepidi comme srsquoils eacutetaient encore vivants plutocirct que trepidi raquo)
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Vidi atro cum membra fl uentia tabo manderet et tepidi tremerent sub dentibus artus (Verg Aen 3 626-627)
ldquo Jrsquoai vu quand il macircchait leurs membres deacutegoulinants drsquoun sang noir et quand leurs arti-
culations tiegravedes tremblaient sous ses dents rdquo
Si manifestement les emplois les plus anciens renvoient agrave un eacuteleacutement chauffeacute
par le corps humain lrsquoadjectif sert aussi par ailleurs agrave indiquer la chaleur de tout
objet qui a eacuteteacute chauffeacute par le feu et preacutesente agrave la suite de ce processus une chaleur
modeacutereacutee et agreacuteable pour le corps Il est souvent question drsquoun liquide (eau ou eacuteven-
tuellement huile) Cela nrsquoest pas surprenant la notion de tieacutedeur eacutetant tout particu-
liegraverement appliqueacutee agrave lrsquoeacuteleacutement liquide dans la plupart des langues (cf Koptjevskaja-
Tamm 2012) Crsquoest en effet un eacuteleacutement omnipreacutesent tant dans la nature que dans les
maisons avec un usage quotidien ougrave la tempeacuterature est un vecteur de confort
22 Chaleur modeacutereacutee drsquoun eacuteleacutement ou drsquoun objet chauffeacute par le feu
221 Eau (ou tout autre liquide) chauffeacutee par le feu dans lrsquousage domestique
Chez Celse dans les textes meacutedicaux26 il est souvent question de chauffer de lrsquoeau
ou un meacutedicament27 La chaleur du liquide est partie prenante du remegravede Ainsi lrsquoeau
tiegravede aide agrave vomir28
Nam si uenter fl uit aut si stomachus non continet ubi febris decreuit liberaliter oportet aquam tepidam potui dare et uomere cogere (Cels 3 6 15)
ldquo Car si le ventre se vide ou si lrsquoestomac ne garde rien quand la fi egravevre a diminueacute il faut
donner geacuteneacutereusement agrave boire de lrsquoeau tiegravede et forcer le malade agrave vomir rdquo
Si lrsquoadjectif tepidus semble srsquoappliquer preacutefeacuterentiellement agrave un liquide il se ren-
contre aussi pour tout objet qui a eacuteteacute en contact avec le feu et en a gardeacute une chaleur
reacutesiduelle
26 La meacutedecine animale fait aussi appel agrave lrsquoeau tiegravede (aqua tepida) Ainsi chez Varron en rust 2 1 23 elle est indiqueacutee pour le beacutetail qui souffre de fi egravevre agrave qui on fera en outre une onction avec de lrsquohuile et du vin tiegravedes (oleo et uino tepefacto) Voir encore Varro rust 316 14
27 Voir par exemple Cels 6 7 4 Cato agr 157 16 158 228 Pour la tepida aqua comme une aide au vomissement voir aussi Cels 1 3 22 ou 3 12 3 En
Cels 4 20 3 il est cette fois question de mulsum tepidum (laquo hydromel tiegravede raquo) Lrsquoeau tiegravede peut aussi ecirctre utiliseacutee en affusion pour ceux qui ont des maux de tecircte en alternance avec lrsquoeau chaude et lrsquoeau froide (cf Cels 1 4 22) cf encore Cels 4 15 ou 6 7 Mais lrsquoeau tiegravede sert encore agrave lrsquousage domestique quotidien Pline lrsquoAncien (nat 19 34 115) indique ainsi qursquoune fois saleacutee elle sert agrave la conservation des oignons et de lrsquoail
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222 Objet chauffeacute par le feu en train de refroidir
Ainsi chez Ovide29 la tempeacuterature deacutesigneacutee par tepidus est-elle celle des cendres
Inque foco tepidum cinerem dimouit et ignes suscitat hesternos (Ov met 8 641-642)
ldquo Dans le foyer il eacutecarte les cendres tiegravedes et ranime le feu de la veille rdquo
Le feu constituant la reacutefeacuterence du chaud la tieacutedeur se deacutefi nit donc comme un
moindre degreacute de chaleur
23 Chaleur modeacutereacutee de lrsquoeau chauffeacutee par le soleil
La tieacutedeur peut aussi se rencontrer dans le monde naturel30 dans ce cas crsquoest le
soleil qui est agrave lrsquoorigine de cette tempeacuterature En Meacutedeacutee 72531 il est question du fl euve
Hydaspe qui coule dans une reacutegion tregraves chaude drsquoougrave la tieacutedeur de ses eaux
Has aluit altum gurgitem Tigris premens Danuuius illas has per arentes plagas tepidis Hydaspes gemmifer currens aquis (Sen Med 723-725)
ldquo [Parmi ces herbes] le Tigre qui creuse un gouffre profond a nourri les unes le Danube
les autres lrsquoHydaspe qui renferme des pierres preacutecieuses et court dans des reacutegions arides en
a quant agrave lui nourri drsquoautres de ses eaux tiegravedes rdquo
24 Tempeacuterature intermeacutediaire entre le froid et le chaud
Mais indeacutependamment de ces reacutefeacuterences au corps humain au feu refroidi ou au
soleil - ougrave lrsquoeacutetalon de la chaleur est bien eacutetabli - la notion tactile de tieacutedeur peut ecirctre
deacutecrite comme un eacutetat meacutedian intermeacutediaire entre le chaud et le froid une tempeacutera-
ture moins chaude que le chaud ou plus chaude que le froid Seacutenegraveque en epist 92 21
souligne la gradation froid chaud tiegravede32
Frigidum inquit aliquid et calidum nouimus inter utrumque tepidum est sic aliquis bea-tus est aliquis miser aliquis nec beatus nec miser Volo hanc contra nos positam imaginem excutere Si tepido illi plus frigidi ingessero fi et frigidum si plus calidi adfudero fi et nouis-sime calidum (Sen epist 92 21)
ldquo Nous connaissons dit-il le froid et le chaud entre les deux il y a le tiegravede de la mecircme
maniegravere quelqursquoun est heureux malheureux ou ni lrsquoun ni lrsquoautre Je veux faire un sort agrave cette
image qursquoon nous oppose Si jrsquoajoute du froid au tiegravede il deviendra froid si jrsquoy reacutepands plus
de chaleur il deviendra fi nalement chaud rdquo
29 Voir aussi Sen Tro 85-86 (tepido puluere) Ov epist 6 92 (tepidis rogis) Verg Aen 11 211-212 agrave propos de la terre tiegravede qui se mecircle aux braises drsquoun brasier funeacuteraire
30 Cet adjectif srsquoapplique aussi au terme umor (laquo liquide raquo) chez Virgile en georg 1 117 ougrave il est question drsquoun tepidus umor que lrsquoon trouve dans les champs imbibeacutes drsquoeau
31 Voir aussi Oed 604-607 ougrave Seacutenegraveque oppose le gelidus Strymon (laquo le Strymon geleacute raquo) ainsi que les Arctoas niues (laquo neiges arctiques raquo) au tepens Nilus (laquo le Nil tiegravede raquo)
32 Voir aussi Cels 1 4 2-3
ROESCH
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Au sein de cette gradation du chaud au froid le tiegravede peut ecirctre indiffeacuteremment
preacutesenteacute comme plus froid que chaud33 ou plus chaud que froid34 Par exemple chez
Lucregravece agrave propos des symptocircmes de la peste drsquoAthegravenes la tieacutedeur de la peau des per-
sonnes enfi eacutevreacutees est eacutetonnante car on srsquoattendrait agrave la trouver plus chaude
Nec nimio cuiquam posses ardore tueri corporis in summo summam feruescere par-tem sed potius tepidum manibus proponere tactum (Lucr 6 1163-1165)
ldquo Et on ne pouvait remarquer chez personne que la peau et la surface du corps fussent
brucirclantes drsquoune chaleur corporelle excessive mais elles offraient plutocirct au toucher une sen-
sation de tieacutedeur rdquo
Tandis que chez Seacutenegraveque en Phaedr 381-383 la pluie est deacutecrite comme tiegravede
car elle est plus chaude que la neige froide
Lacrimae cadunt per ora et assiduo genae rore irrigantur qualiter tauri iugis tepido madescunt imbre percussae niues (Sen Phaedr 381-383)
ldquo Les larmes tombent sans trecircve le long de son visage et ses joues sont mouilleacutees de roseacutee
comme les neiges qui srsquoamollissent frappeacutees par la pluie tiegravede sur les monts du Taurus rdquo
Ces emplois concernant la tempeacuterature tactile sont les plus anciens Degraves lrsquoeacutepoque
de Varron (Ier siegravecle av JC) tepidus est employeacute aussi pour renvoyer agrave la tempeacuterature
ambiante le terme qualifi e la chaleur modeacutereacutee de lrsquoatmosphegravere drsquoun lieu
3 Tempeacuterature ambiante
31 Tempeacuterature drsquoun lieu clos ou non
La tieacutedeur peut ecirctre obtenue dans une maison en chauffant une piegravece jusqursquoagrave une
tempeacuterature agreacuteable pour le corps Columelle explique ainsi agrave propos des jeunes
poulets qursquoils doivent ecirctre gardeacutes au tiegravede35
Sed et curandum erit ut tepide habeantur nam nec calorem nec frigus sustinent (Colum
8 5 19)
ldquo On prendra soin que [les poulets] soient maintenus agrave une tempeacuterature tiegravede car ils ne
peuvent supporter ni la chaleur ni le froid rdquo
Mais la tieacutedeur ambiante se rencontre aussi en exteacuterieur dans certaines reacutegions
Crsquoest un sujet freacutequemment eacutevoqueacute dans les traiteacutes agricoles quand il srsquoagit de donner
33 Voir aussi pour le substantif tepor le passage de Tacite hist 3 32 3 il est question drsquoAntonius qui veut se laver agrave lrsquoissue drsquoun combat Is balineas abluendo cruori propere petit Excepta uox est cum teporem incusaret statim futurum ut incalescerent (laquo Celui-ci gagne rapidement les bains pour se laver du sang Comme il se plaignait de la tieacutedeur de lrsquoeau on entendit une voix qui disait qursquoils allaient tout de suite la reacutechaufferraquo) Voir aussi Cels 4 15 4
34 Cf aussi Cels 2 30 3 ougrave lrsquoaqua tepida (laquo lrsquoeau tiegravede raquo) est opposeacutee agrave lrsquoaqua perfrigida (laquo lrsquoeau glaceacutee raquo)
35 Pour cette expression locus tepidus voir aussi Varro rust 3 9 Cels 1 3 5
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des conseils sur les cultures adapteacutees agrave tel ou tel climat chez Columelle36 par exem-
ple en 2 7
Sed de his prius disseremus quae nostra causa seminantur memores antiquissimi prae-cepti quo monemur ut locis frigidis nouissime tepidis celerius calidis ocissime iaciamus (Colum 2 7)
ldquo Mais nous parlerons drsquoabord des plantes qui sont semeacutees pour notre usage En gardant
en meacutemoire le preacutecepte tregraves ancien qui nous avertit de semer en dernier dans les lieux froids
plus rapidement dans les lieux tiegravedes le plus tocirct possible dans les lieux chauds rdquo
32 Tempeacuterature du vent
Lrsquoadjectif sert aussi agrave qualifi er la tempeacuterature du vent cet emploi est tregraves freacutequent
en poeacutesie (Virgile Seacutenegraveque Catulle Ovide37) en particulier agrave propos de lrsquoAuster ou
du Notus preacutesenteacutes comme des vents agreacuteables par leur tieacutedeur ainsi chez Seacutenegraveque38
en Phaedr 20-22
Vos qua tepidis subditus austris frigora mollit durus Acharneus (Sen Phaedr 20-22)
ldquo Vous [allez] lagrave ougrave le dur mont Acharne adoucit ses tempeacuteratures rigoureuses soumis
aux tiegravedes vents du midi rdquo
33 Tempeacuterature du printemps
Par extension tepidus est associeacute au printemps saison de tempeacuterature modeacutereacutee
par Ovide en fast 5 601-60239
Tum mihi non dubiis auctoribus incipit aestas et tepidi fi nem tempora ueris habent (Ov
fast 5 601-602)
ldquo Alors si jrsquoen crois des garants certains commence lrsquoeacuteteacute et crsquoest la fi n de la peacuteriode du
tiegravede printemps rdquo
La notion de tieacutedeur eacutevoque donc principalement une tempeacuterature ressentie
soit par la main (tempeacuterature tactile) soit par lrsquoensemble du corps (tempeacuterature
ambiante) Les eacuteleacutements auxquels lrsquoadjectif tepidus srsquoapplique majoritairement sont
lrsquoeau (ainsi que toute sorte de liquide) et lrsquoair (lrsquoatmosphegravere)40 Il srsquoagit drsquoindiquer des
contextes dans lesquels ces eacuteleacutements sont dans une zone de confort pour le corps La
notion de tempeacuterature corporelle nous semble centrale ici en effet si lrsquoon remonte
aux occurrences les plus anciennes lrsquoeacuteleacutement prototypiquement tepidus est le sang
Nous pourrions donc poser pour cet adjectif un sens ancien ldquo agrave la tempeacuterature du
36 Voir aussi Colum 11 2 3337 Voir Ov am 1 4 12 am 1 7 56 am 2 8 20 Pont 4 10 43 Pont 4 12 35 ars 3 174 Verg
georg 2 331 (pour le Zeacutephyr)38 Cf Herc O 729 Catull 64 282 (tepidihellip Fauoni)39 Voir aussi Ov fast 1 662-663 et Sen Hercf 840 Voir Koptjevskava-Tamm (2012 375)
ROESCH
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corps chaud comme le corps rdquo La racine tep- signifi ant ldquo ecirctre chaud rdquo il y aurait lagrave
une speacutecialisation pour deacutesigner un type de tempeacuterature moyenne eacutequivalente agrave celle
du corps et agreacuteable au toucher
4 Tempeacuterature subjective
Sans surprise le terme nrsquoest pas employeacute pour deacutecrire la tempeacuterature corporelle
ressentie par le sujet parlant Comme le souligne Koptjevskaja-Tamm (2011 407) le
corps humain dont la tempeacuterature correspond exactement agrave cette notion de tiegravede
(il nrsquoest perccedilu ni comme chaud ni comme froid) nrsquoest en geacuteneacuteral pas deacutecrit agrave lrsquoaide
de lrsquoadjectif ldquo tiegravede rdquo puisque preacuteciseacutement il srsquoagit de sa tempeacuterature normale La
tempeacuterature subjective est deacutecrite quand le locuteur ressent une gecircne par rapport agrave
la norme il a une sensation de chaud ou de froid (par exemple en cas de fi egravevre ou de
frissons)
5 Meacutetaphores images associeacutees
Au-delagrave de ces emplois bien concrets tepidus preacutesente aussi des emplois meacutetapho-
riques dans le domaine des sentiments amoureux ou dans le vocabulaire de la rheacuteto-
rique
51 Sentiment amoureux
511 Amour qui nrsquoest pas fort ou qui srsquoatteacutenue
La meacutetaphore du feu est banale dans lrsquoAntiquiteacute pour renvoyer au sentiment amou-
reux Celui-ci est deacutecrit en termes de chaleur avec lrsquoadjectif calidus ou des verbes tels
calere ou ardere si la passion est un feu quand celle-ci faiblit les fl ammes aussi et la
chaleur diminue Il nrsquoest donc pas eacutetonnant qursquoun amour mourant soit deacutecrit comme
tiegravede comme chez Ovide41 en am 2 19 15-16
Sic ubi nexarat tepidosque refouerat ignis rursus erat uotis comis et apta meis (Ov am 2 19 15-16)
ldquo Ainsi quand elle mrsquoavait enchaicircneacute et qursquoelle avait agrave nouveau attiseacute mes sentiments
tiegravedes agrave nouveau elle eacutetait douce et accessible agrave mes vœux rdquo
512 Sentiment amoureux naissant et progressant en intensiteacute
Mais chez Ovide le verbe tepere (ainsi que sa variante praetepesco) peut aussi
srsquoemployer avec un sens inverse pour indiquer un amour qui croicirct et non qui dimi-
41 Voir aussi ars 2 445 Fac timeat de te tepidamque recalface mentem (laquo Fais en sorte qursquoelle ait des craintes agrave ton sujet et embrase agrave nouveau son acircme tiegravede raquo) rem 629 434 am 2 2 51-54 rem 7 (Saepe tepent alii iuuenes ego semper amaui) Lrsquoadjectif srsquoemploie aussi au sein de la litote haud tepidus pour indiquer un amour qui est calidus donc bien actif cf Ov met 11 225 Prop 1 13 26
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nue42 Ainsi en epist 11 27-28 Canaceacute explique agrave Macareacutee comment son amour pour
lui a crucirc en elle43
Ipsa quoque incalui qualemque audire solebam nescio quem sensi corde tepente deum (Ov epist 11 27-28)
ldquo Moi aussi je me suis enfl ammeacutee et jrsquoai senti dans mon cœur qui srsquoeacutechauffait je ne sais
quel dieu dont jrsquoavais entendu souvent parler rdquo
Tepere et tepidus indiquent donc un degreacute de tempeacuterature atteint lors drsquoun mou-
vement croissant ou descendant sur lrsquoeacutechelle de la tempeacuterature amoureuse Quel que
soit le sens de ce mouvement le point de reacutefeacuterence semble ecirctre le chaud plus que le
froid on va vers le chaud ou on en vient mais dans les passages qui nous inteacuteressent
il nrsquoest pas question de froid
52 Dans le vocabulaire de la rheacutetorique
Dans le vocabulaire de la rheacutetorique lrsquoadjectif tepidus se rencontre chez Quinti-
lien en inst 2 12 11 pour qualifi er un mauvais orateur
At illi hanc uim appellant quae est potius uiolentia cum interim non actores modo ali-quos inuenias sed quod est turpius praeceptores etiam qui breuem dicendi exercitationem consecuti omissa ratione ut tulit impetus passim tumultuentur eosque qui plus honoris lit-teris tribuerunt ineptos et ieiunos et tepidos et infi rmos ut quodque uerbum contumeliosissi-mum occurrit appellent (Quint 2 12 11)
ldquo Mais ces hommes appellent force ce qui est plutocirct de la violence Et lrsquoon ne trouve pas
seulement des avocats mais aussi ce qui est plus honteux des professeurs mecircmes qui apregraves
un bref entraicircnement agrave parler en oubliant toute meacutethode tempecirctent sans ordre suivant que
leur eacutelan les entraicircne ici ou lagrave et traitent ceux qui ont apporteacute le plus de gloire aux lettres
drsquohomme ineptes secs tiegravedes et faibles suivant le mot le plus outrageant leur vient agrave lrsquoesprit rdquo
Mais qursquoentend exactement Quintilien quand il dit qursquoun orateur est tiegravede Il faut
sans doute comprendre tepidus par rapport au substantif calor (ldquo chaleur rdquo) souvent
utiliseacute par Quintilien pour renvoyer meacutetaphoriquement dans un discours agrave la rapi-
diteacute de la penseacutee ou de lrsquoenchaicircnement des mots Par exemple en inst 8 proem 27
Quintilien explique qursquoil faut que lrsquoorateur srsquoentraicircne pour ne pas soupeser ses mots
un agrave un au moment ougrave il parle
Quod si idcirco fi eret ut semper optimis uterentur abominanda tamen haec infelicitas erat quae et cursum dicendi refrenat et calorem cogitationis extinguit mora et diffi dentia
(Quint inst 8 proem 27)
ldquo Et si ils font cela pour trouver toujours les meilleurs mots cette malheureuse pratique
doit cependant ecirctre rejeteacutee car elle reacutefregravene lrsquoeacutelan de la parole et le temps de la reacutefl exion ainsi
que la deacutefi ance eacuteteignent le feu de la penseacutee rdquo
42 Il faut cependant signaler qursquoen ce sens nous nrsquoavons pas releveacute drsquoemplois de lrsquoadjectif tepidus43 Voir aussi Hor carm 1 4 19-2 Ov am 2 3 6 (pour le preacuteverbeacute praetepesco)
ROESCH
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Si le calor est du cocircteacute de la spontaneacuteiteacute et de la rapiditeacute44 de la penseacutee45 la tieacutedeur
correspondrait donc agrave un manque drsquoeacutelan dans le discours tant dans le deacutebit que dans
lrsquoenchaicircnement des ideacutees Cela se confi rme dans un passage de Tacite du Dialogue des orateurs 21 6 ougrave apparaicirct le substantif tepor (ldquo tieacutedeur rdquo) avec un emploi meacutetaphori-
que Aper eacutevoque les œuvres des Anciens et explique que toutes ne sont pas bonnes
il donne pour exemple certaines œuvres de Ceacutesar ou de Brutus caracteacuteriseacutees par leur
tepor et leur lentitudo
[hellip] tam hercule quam Brutum philosophiae suae relinquamus Nam in orationibus mi-norem esse fama sua etiam admiratores eius fatentur nisi forte quisquam aut Caesaris pro Deciltdigto Samnite aut Bruti pro Deiotaro rege ceterosque eiusdem lentitudinis ac teporis libros legit nisi qui et carmina eorundem miratur (Tac dial 21 6)
ldquo De mecircme par Hercule laissons Brutus agrave sa philosophie car mecircme ses admirateurs
avouent que dans ses discours il est en-deccedilagrave de sa reacuteputation Personne ne lit les discours de
Ceacutesar pour le Samnite Decius ou de Brutus pour le roi Deiotarus et drsquoautres ouvrages de la
mecircme lenteur et de la mecircme tieacutedeur sauf quelqursquoun qui admire leurs poegravemes rdquo
Ainsi dans ses emplois meacutetaphoriques tepidus est-il tributaire des meacutetaphores
de la chaleur Par exemple lrsquoamour eacutetant deacutecrit en latin en termes de feu tepidus qui
renvoie agrave une chaleur moins ardente servira agrave caracteacuteriser un amour moins fort qursquoil
soit en train de naicirctre ou de mourir De mecircme dans le vocabulaire de la rheacutetorique
par rapport agrave calidus qui deacutesigne un orateur tregraves dynamique ou un discours vif et
rapide tepidus renvoie agrave quelqursquoun qui manque drsquoeacutenergie Comme lrsquoadjectif eacutevoque
un comportement qui est en-deccedilagrave de la chaleur attendue drsquoun amoureux ou drsquoun bon
orateur il nrsquoest pas eacutetonnant qursquoil se colore drsquoune connotation neacutegative46 Une fois
de plus la reacutefeacuterence se fait par rapport au chaud tepidus renvoie agrave ce qui est moins
chaud que calidus
6 La question de la graduabiliteacute ldquo plus tiegravede rdquo ou ldquo tregraves tiegravede rdquo
En latin lrsquoadjectif tepidus peut se rencontrer sous la forme du comparatif tepi-dior (ldquo plus tiegravede rdquo) ou du superlatif tepidissimus (ldquo tregraves tiegravede rdquo)47 ce qui est eacutetonnant
quand on compare ce terme agrave lrsquoadjectif franccedilais tiegravede qui lui nrsquoest pas graduable48
44 Cette association entre chaleur est rapiditeacute est freacutequente en latin sans doute notamment agrave cause de lrsquoimage du feu perccedilu comme un eacuteleacutement en permanence en mouvement Cf Roesch agrave paraicirctre
45 Pour drsquoautres emplois de ce terme calor chez Quintilien voir inst 9 4 113 10 3 6 10 3 18 10 7 13 11 3 111 11 3 130 11 3 146
46 Signalons qursquoon trouve en anglais et en serbe (cf Rasulić 2015) des emplois meacutetaphoriques analogues de laquo tiegravede raquo pour exprimer le manque drsquointensiteacute eacutemotionnelle ou le manque drsquoeacutenergie Rasulić souligne aussi que dans ces deux langues dans ses emplois meacutetaphoriques laquo tiegravede raquo est neacutegativement connoteacute de mecircme en letton (cf Perkova 2015)
47 Dans lrsquoensemble de la litteacuterature latine jusqursquoau Ve siegravecle ap JC on relegraveve 30 occurrences du terme au comparatif 10 au superlatif
48 Du moins dans les cas ougrave il deacutesigne une tempeacuterature (cf Rivara 1993) dans ses emplois meacutetaphoriques par exemple au sens de laquo faible raquo il est graduable
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61 Le comparatif tepidior
Les emplois de tepidus au comparatif se rencontrent souvent dans les traiteacutes drsquoa-
griculture (Varron et Columelle) ougrave pour la culture ou lrsquoeacutelevage la tempeacuterature joue
un rocircle important ou dans lrsquoHistoire naturelle de Pline ougrave lrsquoauteur parle reacuteguliegravere-
ment du climat Ainsi en rust 1 6 2 Varron explique-t-il que les mecircmes cultures ne
conviennent pas aux diffeacuterents terrains (plaines collines montagnes)
E quibus tribus fastigiis simplicibus sine dubio infi mis alia cultura aptior quam summis quod haec calidiora quam summa sic collinis quod ea tepidiora quam infi ma aut summa
(Varro rust 1 6 2)
ldquo Parmi ces trois type de terrains simples sans doute un certain type de culture est
plus adapteacute aux altitudes basses qursquoaux altitudes eacuteleveacutees parce que les premiegraveres sont plus
chaudes que les altitudes eacuteleveacutees de mecircme pour les collines parce que celles-ci sont de tem-
peacuterature plus douce que les terrains situeacutes plus bas ou plus haut rdquo
Tepidior est ici employeacute pour renvoyer agrave la tempeacuterature des collines zone
intermeacutediaire de climat tempeacutereacute plus ldquo tiegravede rdquo que les sommets (summa) ou les plai-
nes (infi ma) crsquoest-agrave-dire plus chaud que les uns et plus froid que les autres Le compa-
ratif souligne la diffeacuterence de tempeacuterature avec les deux extrecircmes que sont le chaud
et le froid
Mais la reacutefeacuterence peut se faire uniquement par rapport au froid comme en Varro
rust 3 10 3 ougrave il est cette fois question de lrsquoeacutelevage des oies49 la tempestas la mau-
vaise saison incarne le froid
Incubat tempestatibus dies triginta tepidioribus XXV (Varro rust 3 10 3)
ldquo [Lrsquooie] couve 30 jours par mauvais temps 25 si le temps est plus doux rdquo
Rappelons que le comparatif latin nrsquoest pas toujours strictement comparatif pui-
sqursquoil peut indiquer une intensiteacute variable et se traduire par ldquo trop rdquo ou ldquo assez rdquo50
Ainsi Seacutenegraveque dans le de ira 2 25 (= dial 4 25) fait-il une liste des petits deacutesa-
greacutements du quotidien le comparatif nrsquoindique ici pas une comparaison (plus ou
moins chaud) mais une intensiteacute comme on le voit avec lrsquousage de parum agilis dans
la mecircme phrase
Parum agilis est puer aut tepidior aqua poturo aut turbatus torus aut mensa neglegentius posita ad ista concitari insania est (Sen dial 4 25)
ldquo Mon esclave est trop peu rapide mon eau trop chaude pour la boire mon lit en deacutesordre
ou ma table dresseacutee avec neacutegligence Srsquoeacutenerver pour cela est de la folie rdquo
49 Voir aussi Sen nat 2 10 3 ougrave lrsquoexpression tepidiora loca renvoie agrave des reacutegions agrave la tempeacuterature plus modeacutereacutee que celles du nord ou Pline le Jeune epist 5 6 25 ougrave lrsquoauteur qui deacutecrit sa maison parle des bains froids puis explique que si lrsquoon veut nager dans un espace plus large ou plus chaud (si natare latius aut tepidius uelis) on peut trouver une piscine toute proche Voir aussi pour des emplois similaires Plin nat11 15 43 10 79 163 18 49 174 37 44 128 Varro rust 1 6
50 Cf Touratier (1994 304)
ROESCH
187
Une fois encore tepidus est orienteacute vers le chaud lrsquoeau ldquo trop tiegravede rdquo est plus
chaude que la tempeacuterature souhaiteacutee
62 Le superlatif tepidissimus
Les emplois au superlatif sont plus rares51 peut-ecirctre parce que la notion de
tempeacuterature moyenne se precircte mal agrave lrsquoexpression de la superlativiteacute Chez Seacutenegraveque
dans la Consolatio ad Marciam en 17 4 (= dial 6 17 4) lrsquoauteur deacutecrit agrave un futur
voyageur tout ce qursquoil pourra voir agrave Syracuse
Videbis [hellip] ipsam ingentem ciuitatem et laxius territorium quam multarum urbium fi nes sunt tepidissima hiberna et nullum diem sine interuentu solis (Sen dial 6 17 4)
ldquo Tu verras la ville mecircme et son territoire plus eacutetendu que les limites de nombreuses citeacutes
les hivers tregraves doux et aucun jour sans apparition du soleil rdquo
Si les hivers sont qualifi eacutes de tregraves tepida crsquoest-agrave-dire ldquo tregraves doux rdquo crsquoest sans doute
parce que lrsquoadjectif calidus (ldquo chaud rdquo) ne peut srsquoappliquer agrave cette saison prototypi-
quement froide Crsquoest probablement parce que tepidus permet drsquoindiquer un degreacute de
chaleur infeacuterieur agrave calidus qursquoil a eacuteteacute retenu52
Les emplois ulteacuterieurs se rencontrent notamment sous la plume de saint Augustin
au Ve siegravecle dans son œuvre on relegraveve 3 occurrences de lrsquoadjectif au superlatif53 mais
une seule ougrave lrsquoadjectif est employeacute au sens propre pour renvoyer agrave une tempeacuterature
Il srsquoagit de Conf 6 2 ougrave Augustin eacutevoque le vin aquatissimum et tepidissimum que
sa megravere utilisait pour rendre hommage aux martyrs suivant une pratique ancienne il
srsquoagit ici de montrer qursquoelle ne boit pas pour le plaisir car ce vin (merum) nrsquoest pas bon
eacutetant tregraves dilueacute et tiegravede Le superlatif ldquo tregraves tiegravede rdquo vise sans doute agrave renforcer lrsquoideacutee
sous-jacente suivant laquelle boire tiegravede est ldquo tregraves deacutesagreacuteable rdquo
[hellip] et si multae essent quae illo modo uidebantur honorandae memoriae defunctorum idem ipsum unum quod ubique poneret circumferebat quo iam non solum aquatissimo sed etiam tepidissimo cum suis praesentibus per sorbitiones exiguas partiretur quia pietatem ibi quaerebat non uoluptatem (Aug conf 6 2 2)
ldquo Et srsquoil y avait plusieurs deacutefunts dont elle voulait honorer la meacutemoire de cette maniegravere
elle emportait seulement cette mecircme [petite coupe] qursquoelle posait partout avec laquelle elle
partageait agrave petites gorgeacutees avec les fi degraveles qui eacutetaient lagrave du vin non seulement largement
51 Entre le IIIe siegravecle av JC et le IVe ap JC on a en tout deux occurrences de cette forme les huit autres emplois sont tardifs (Vegraveme siegravecle ap JC)
52 On relegraveve un emploi analogue chez Pline le Jeune qui deacutecrit une des chambres de sa villa de Toscane Idem cubiculum hieme tepidissimum quia plurimo sole perfunditur (epist 5 6 24) laquo La mecircme chambre est bien chaude en hiver parce qursquoelle inondeacutee de soleil raquo Lagrave encore lrsquoemploi de tepidus srsquoexplique sans doute par la reacutefeacuterence agrave lrsquohiver
53 Dans les deux autres occurrences chez Augustin lrsquoadjectif preacutesente le sens fi gureacute de laquo faible raquo ce qui explique qursquoil soit graduable Par exemple dans le Contra epistulam Manichaei quam uocant fundamenti 9 lrsquoadjectif tepidissimus qualifi e le substantif celebritas et deacutesigne laquo une tregraves faible affl uence raquo et en conf 8 11 27 le superlatif drsquoadverbe tepidissime signifi e laquo tregraves faiblement raquo
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188
coupeacute drsquoeau mais aussi tout agrave fait tiegravede car ce qursquoelle cherchait lagrave crsquoeacutetait la pieacuteteacute et non le
plaisir rdquo
Si dans tous ces emplois lrsquoadjectif tepidus peut ecirctre employeacute tant au comparatif
qursquoau superlatif crsquoest sans doute parce qursquoil renvoie agrave un degreacute de chaleur preacutecis
avec lequel on peut caracteacuteriser tel ou tel eacuteleacutement (en lrsquooccurrence une tempeacuterature
modeacutereacutee agreacuteable pour le corps) plutocirct qursquoune vague notion intermeacutediaire entre le
chaud et le froid En cela tepidus a un fonctionnement diffeacuterent de celui du franccedilais
tiegravede dont il est pourtant lrsquoancecirctre
7 Lrsquoexpression du tiegravede en latin par rapport au franccedilais et agrave lrsquoitalien
En franccedilais lrsquoadjectif tiegravede issu de lat tepidus caracteacuterise preacutefeacuterentiellement des
entiteacutes qui sont les mecircmes qursquoen latin lrsquoeau lrsquoair le corps ou les cendres54 Le TLF
deacutecrit fr tiegravede comme laquo 1- qui est agrave une tempeacuterature modeacutereacutee qui provoque une
sensation thermique modeacutereacutee entre le chaud et le froid 2- qui est encore leacutegegraverement
chaud 3- qui reacutechauffe modeacutereacutement raquo crsquoest-agrave-dire que ce qui prime est la notion de
tempeacuterature moyenne et intermeacutediaire
Rivara (1990 128) explique qursquoen franccedilais les antonymes froid et chaud sont ce
qursquoil appelle bipolaires crsquoest-agrave-dire que le chaud et le froid sont des proprieacuteteacutes laquo perccedilues
comme orienteacutees agrave lrsquoinverse lrsquoune de lrsquoautre [hellip] elles sont seacutepareacutees non par une fron-
tiegravere clairement traceacutee mais par une zone intermeacutediaire vaguement deacutefi nie agrave laquelle
on donne lrsquoeacutepithegravete de tiegravede Bien que tregraves approximativement deacutefi nissable cette zone
est conccedilue comme ponctuelle et a fortiori non graduable elle ne souffre donc pas les
deacuteterminations de degreacute ni la comparaison (tregraves tiegravede) 55raquo Entre ces deux eacutechelles qui
ne se recouvrent pas orienteacutees lrsquoune vers le chaud lrsquoautre vers le froid il y aurait donc
une zone intermeacutediaire hors eacutechelle dans laquelle rentre lrsquoadjectif fr tiegravede crsquoest parce
qursquoil est hors eacutechelle que cet adjectif nrsquoest pas graduable Rivara (1993 45) repreacutesente
les adjectifs fr chaud froid et tiegravede du franccedilais par le scheacutema suivant
Pas de limite theacuteorique
Chaud
Zone intermeacutediaire tiegravede
Froid
Pas de limite theacuteorique
Agrave lrsquoinverse en latin tepidus appartient agrave une eacutechelle de tempeacuterature continue
qui va du chaud (calidus) au froid (frigidus) avec en haut de chacune des eacutechelles
le chaud extrecircme (feruidus) ou le froid extrecircme (algidus) Dans cette eacutechelle tepidus
occupe une zone meacutediane (bien qursquoagrave notre avis il soit plus pregraves du chaud que du froid
54 Cf les exemples de lrsquoarticle laquo tiegravede raquo du TLF55 Voir aussi Rivara (1993 45)
ROESCH
189
car comme nous lrsquoavons vu notamment agrave propos de ses emplois meacutetaphoriques le
terme se deacutefi nit en prioriteacute comme moins chaud que calidus) Pour le latin on peut
donc proposer lrsquoeacutechelle suivante
feruidus (brucirclant)
calidus (chaud)
tepidus (tiegravede)
frigidus (froid)
algidus (glaceacute)
Agrave la diffeacuterence du franccedilais srsquoil faut en croire Luraghi (2015 348 fi gure 4b) lrsquoita-
lien a gardeacute la mecircme eacutechelle de tempeacuterature continue que le latin Luraghi propose la
repreacutesentation suivante pour les termes de chaleur en italien
bollente caldo tiepido (neutral) fresco freddo gelato
Elle explique que ni it tiepido ni it fresco ne correspondent agrave une tempeacuterature
neutre qui pourrait ecirctre deacutecrite par fr tiegravede en franccedilais car it tiepido est du cocircteacute du
chaud (avec le sens de ldquo modeacutereacutement chaud rdquo ce qui correspond aux emplois du latin
tepidus) 56 it fresco (ldquo frais rdquo) du cocircteacute du froid Un autre point commun est que it
tiepido permet le comparatif piugrave tiepido dont Luraghi explique que dans le cas de
la tempeacuterature tactile selon le contexte il signifi e ldquo plus chaud en venant du froid rdquo
ou ldquo plus froid en venant du chaud rdquo mais pas ldquo plus tiegravede rdquo Luraghi dresse alors un
parallegravele entre le latin et lrsquoitalien et apregraves reacutefl exion propose pour les termes latins
le scheacutema suivant (2015 348 fi gure 5) qui preacutesente une reacutepartition quasi-similaire agrave
celle des termes de tempeacuterature en italien
fervidus calidus tepidus (neutral) frigidus algidus
En fait il nous semble que le sens de tepidus en latin srsquoil se situe bien eacutetymolo-
giquement du cocircteacute du chaud deacutepend beaucoup du contexte et peut remplir la place
de la tempeacuterature ldquo neutre rdquo en cas de besoin Quand lrsquoadjectif est employeacute seul sans
reacutefeacuterence ni au chaud ni au froid il signifi e ldquo agrave la tempeacuterature du corps modeacutereacutement
chaud rdquo Quand il est employeacute en lien avec la notion de froid ou celle de chaud du fait
de sa position intermeacutediaire entre ces deux degreacutes de chaleur il peut signifi er ldquo plus
chaud que le degreacute froid rdquo ou ldquo plus froid que le degreacute chaud rdquo Enfi n quand il srsquoagit de
renvoyer agrave une tempeacuterature intermeacutediaire entre ces deux extrecircmes crsquoest tepidus qui
est utiliseacute par deacutefaut car crsquoest le seul adjectif latin permettant de renvoyer agrave une tem-
peacuterature modeacutereacutee - ce qui en fait lrsquoeacutequivalent du terme neutre de Luraghi Il eacutequivaut
alors au franccedilais tiegravede ce qui explique sans doute la valeur de tempeacuterature meacutediane
prise par cet adjectif en franccedilais
56 Luraghi souligne par ailleurs le fait que it tiepido se deacutefi nit par reacutefeacuterence agrave la tempeacuterature du corps humain lagrave aussi dans la droite ligne de ce que nous avons mis en lumiegravere pour lat tepidus
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190
Le franccedilais a donc innoveacute par rapport au latin en sortant le ldquo tiegravede rdquo de lrsquoeacutechelle de
la chaleur et en en faisant une zone intermeacutediaire Ce qui prime en franccedilais pour ce
terme est son emploi relatif la reacutefeacuterence agrave la tempeacuterature du corps qui eacutetait primor-
diale en latin est devenue marginale Agrave la diffeacuterence de lrsquoitalien tiepido le franccedilais
tiegravede ne garde donc pas la trace du sens eacutetymologique de lat tepidus issu de la racine
i-e tep- ldquo ecirctre chaud rdquo
Universiteacute Franccedilois Rabelais Tours Sophie ROESCH
ROESCH
191
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193
La formation de la terminologie grammaticale roumaine agrave
lrsquoaide des termes latins la relatinisation du roumain entre
le XVIIIe et le XIXe siegravecles
Pour la plupart des lexiques techniques appartenant aux langues modernes le
latin est en mecircme temps source et modegravele pour la constitution des termes speacutecialiseacutes
du domaine de la grammaire Nous tenterons de preacutesenter ici les conditions speacuteci-
fi ques de la formation drsquoune terminologie grammaticale en roumain agrave lrsquoaide du latin
comme eacuteleacutement essentiel du processus de relatinisation du roumain entre le XVIIIe
et le XIXe siegravecles Nous partons des textes des premiegraveres grammaires latines du rou-
main afi n de dresser un inventaire des termes qui sont agrave la base de leurs correspon-
dants roumains
1 Latin1 et langues techniques
11 Lexiques techniques et terminologie grammaticale
On sait qursquoagrave partir du XVIe siegravecle en Occident le monopole du latin est menaceacute
face au deacuteveloppement des langues vernaculaires Il y a un paradoxe qui se produit
agrave cette eacutepoque et dans les siegravecles qui suivent le savoir et ses moyens de transmission
se modernisent gracircce au retour au latin classique Les nouveaux concepts ainsi que
les nouvelles reacutealiteacutes extralinguistiques avaient besoin drsquoune langue pour les nommer
drsquoune maniegravere sans eacutequivoque commune agrave tous les participants au savoir Dans son
ouvrage Le latin ou lrsquoempire drsquoun signe XVIe-XXe siegravecle Franccediloise Waquet considegravere
que laquo les concepts nouveaux qursquoelles [les œuvres] veacutehiculaient nrsquoeacutetaient pas toujours
aiseacutement traduisibles alors que de surcroicirct ils eacutetaient parfaitement clairs pour le
nombre limiteacute des doctes qui avaient agrave les manier raquo (Waquet 1998 112) Apregraves la
disparition du latin comme langue universelle de la communication dans les divers
domaines de la science les langues modernes (et non seulement les langues romanes)
conservent des inventaires des termes drsquoorigine latine qui transforment cet heacuteritage
dans une terminologie internationale
Bien qursquoelle appartienne au vocabulaire technique la terminologie grammaticale
est dans une situation diffeacuterente Elle est deacutejagrave formeacutee et elle repreacutesente un systegraveme
1 laquo Il est leacutegitime de souligner le rocircle essentiel qursquoa joueacute la langue latine dans la constitution des lexiques techniques et scientifi ques dans tous les domaines de la connaissance et en particu-lier dans ceux comme la botanique qui ont continueacute jusqursquoagrave lrsquoeacutepoque moderne et contempo-raine agrave employer le latin comme langue de communication raquo (Fruyt 2006 11)
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194
clos parce qursquoelle se conserve depuis les eacutepoques classique et tardive du latin Elle
nrsquoeacutevolue pas comme les autres lexiques techniques des XVIe-XVIIe siegravecles Mais son
importance est toujours de premier rang gracircce agrave son prestige assureacute par lrsquoenseigne-
ment en latin et parce qursquoelle est aussi un meacutetalangage le seul agrave former une conscience
linguistique Les gens reacutefl eacutechissent sur leurs langues maternelles agrave lrsquoaide du latin
Au XVIIe siegravecle le roumain est une langue qui se trouve dans une situation para-
doxale Il posseacutedait une traduction inteacutegrale de la Bible (en 1688) soixante-dix ans
avant la reacutedaction de la premiegravere grammaire du roumain Le contact avec la langue et
la culture latines nrsquoest pas institutionnaliseacute pour les locuteurs roumains avant lrsquoappa-
rition de lrsquoEglise grecque-catholique en Transylvanie mais il existe en opposition
avec la culture eccleacutesiastique offi cielle des Roumains Jusqursquoau XVIIIe siegravecle leur
culture est principalement religieuse chreacutetienne orthodoxe conserveacutee et deacutevelop-
peacutee par les contacts exclusifs avec Constantinople et le monde grec avec les Slaves
qui habitent au sud du Danube et les Russes A la fi n du XVIIIe siegravecle et surtout au
deacutebut du XIXe siegravecle la modernisation devient synonyme du clivage entre la culture
religieuse et la culture laiumlque La modernisation du roumain ne se fait pas agrave lrsquoaide de
la culture religieuse et de sa langue qui sont essentiellement conservatrices mais par
lrsquointermeacutediaire des langues techniques qui appartiennent agrave la culture laiumlque
12 Les concepts de relatinisation reromanisation occidentalisation
romane
Nous ne nous proposons pas drsquoentrer dans la poleacutemique concernant la deacutefi nition
du concept que les linguistes ont nommeacute successivement relatinisation (A Graur)
reromanisation (Sextil Pușcariu) occidentalisation romane (A Niculescu) ou tout
simplement modernisation latino-romane (N A Ursu) de la langue roumaine Nous
avons opteacute pour le terme de relatinisation qui dans lrsquoacception de Theodor Hristea
(2008 161-172) indique un pheacutenomegravene extrecircmement complexe laquo drsquointensifi cation et
drsquoaugmentation des caractegraveres latins du roumain raquo Lrsquoauteur identifi e le verbe relati-niser qursquoil trouve pour la premiegravere fois chez Antoine Meillet au sujet de laquo lrsquoinfl uence
franccedilaise qui a eacuteteacute grande au XIXe siegravecle raquo et qui laquo a heureusement relatiniseacute le
roumain depuis quelques deacutecades raquo (apud Hristea 2008 162) Le linguiste roumain
insiste sur la valeur intensive du preacutefi xe re- en deacutepit du sens iteacuteratif que les diction-
naires lui attribuent geacuteneacuteralement
Nous reconnaissons les deux valeurs intensive et iteacuterative du preacutefi xe re- dans le
deacuteriveacute relatinisation parce que le remplacement des termes consideacutereacutes comme ldquoeacutetran-
gersrdquo en roumain notamment les termes drsquoorigine slave suppose une intense activiteacute
linguistique de retour aux sources latines du roumain dans un milieu alloglotte Mais
dans lrsquoenvironnement culturel dans lequel se sont formeacutes les intellectuels de Transyl-
vanie le latin nrsquoest pas uniquement la langue de leurs ancecirctres de lrsquoEmpire Romain
crsquoest aussi la langue de la science et de la culture du Saint-Empire romain germanique
et de lrsquoOccident Nous prenons le terme relatinisation dans une acception plus res-
treinte justifi eacutee historiquement comme un processus par lequel le roumain langue
ȚAcircRA
195
drsquoorigine latine parleacutee par une population au carrefour entre lrsquoOrient et lrsquoOccident
fait le choix de se moderniser agrave lrsquoaide du latin et des langues romanes gracircce agrave sa toute
premiegravere geacuteneacuteration de philologues La premiegravere phase qui nous inteacuteresse ici dure
presqursquoun siegravecle de 1780 agrave 1860 et repreacutesente laquo lrsquoeacutetape drsquoassimilation de la science
moderne et de la creacuteation de lrsquoesprit scientifi que chez les Roumains raquo (Ursu 1962 10)
Le cas de la terminologie grammaticale est diffeacuterent des autres terminologies speacute-
cialiseacutees pour deux raisons Premiegraverement certains auteurs roumains eacutecrivent des
grammaires de leur propre langue directement en latin La connaissance du latin
savant signifi e lrsquoacquisition drsquoune reacutefl exion grammaticale structureacutee selon les cateacute-
gories de la langue latine et la connaissance de la terminologie latine En deuxiegraveme
lieu lrsquoactiviteacute de ces intellectuels eacutetait consciemment orienteacutee vers lrsquoaffi rmation drsquoune
correacutelation entre le roumain et le latin comme langue originaire et comme langue
des sciences agrave leur eacutepoque Le simple fait de preacutesenter le roumain agrave lrsquoaide des termes
latins agrave une eacutepoque ougrave tregraves peu de langues modernes posseacutedaient une terminologie
grammaticale propre ouvre la reacutefl exion sur la creacuteation drsquoune telle terminologie en
roumain
2 Grammaires latines du roumain et terminologies grammaticales
21 Remarques sur les grammaires choisies
Depuis la premiegravere grammaire du roumain eacutecrite en 1757 et jusqursquoagrave la fi n du
XIXe siegravecle lrsquointeacuterecirct pour comprendre pour deacutecrire la langue et pour lui donner des
normes unitaires srsquoest mateacuterialiseacute dans 100 grammaires reacutedigeacutees en roumain (74)
latin (6) allemand (12) franccedilais (4) italien (1) grec (2) et anglais (1)
Le corpus que nous avons choisi pour illustrer lrsquoideacutee de la relatinisation du rou-
main agrave lrsquoaide de la terminologie grammaticale latine est formeacute par les quatre pre-
miegraveres grammaires latines de la langue roumaine
Institutiones linguae valachicae sive Grammatica compendio exhibita (1770)
est la premiegravere grammaire roumaine reacutedigeacutee en latin Conserveacutee dans un manus-
crit de la Bibliothegraveque Archieacutepiscopale de Kalocsa en Hongrie elle fut eacutediteacutee en
2001 par Gheorghe Chivu et Lucia Wald de lrsquoUniversiteacute de Bucarest Lrsquoauteur ano-
nyme annonce dans la preacuteface lrsquoutiliteacute de son ouvrage et deacuteclare avoir employeacute une
meacutethode approprieacutee au latin langue agrave laquelle le roumain doit son origine2 Mecircme
srsquoil srsquoagit drsquoun instrument pour les missionnaires jeacutesuites le texte est important parce
qursquoil laquo affi rme explicitement la latiniteacute des structures grammaticales du roumain raquo
(Chivu Wald 2001 40)
Elementa linguae daco-romanae sive valachicae (Vienne 1780) est la premiegravere
grammaire eacutediteacutee de la langue roumaine Son apparition marque le deacutebut du pro-
2 laquo Utque harum Institutionum utilitas ad plures pertineret Methodo Latinae Linguae con-venienti cui Valachicum hoc Idioma sua debet cunabula pertractandas existimavi raquo (Chi-vu Wald 2001 50)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
196
cessus de modernisation du roumain cultiveacute processus qui srsquoeacutetend sur plus de cent
ans Ecrit entiegraverement en latin par lrsquoeacuterudit Samuil Micu en collaboration avec Gheor-
ghe Șincai cet ouvrage contient les principes theacuteoriques et les moyens pratiques drsquoun
renouvellement profond de la langue Destineacutee aux speacutecialistes eacutetrangers et rou-
mains cette grammaire a comme modegravele absolu lrsquoElementa linguae germanicae in gratiam hungaricae et transylvanicae iuventutis ex optimis autoribus collecta a Geor-gio Nagy Vienne 1775 Les ideacutees concernant lrsquoadoption de lrsquoalphabet latin selon un
systegraveme orthographique conforme agrave lrsquoeacutetymologie lrsquoinstitution des normes grammati-
cales drsquoapregraves les critegraveres des grammaires latines de lrsquoeacutepoque la conception geacuteneacuterale
concernant lrsquoenrichissement du vocabulaire par des emprunts massifs au latin mais
aussi agrave lrsquoitalien et au franccedilais ont assureacute la notorieacuteteacute de ce livre immeacutediatement apregraves
sa parution Il sera reacuteeacutediteacute en 1805 avec des changements concernant notamment le
systegraveme orthographique
La derniegravere grammaire que nous avons consulteacutee en manuscrit est lrsquoœuvre de Ion
Budai Deleanu eacutecrivain et philologue formeacute agrave Vienne auteur de travaux philolo-
giques qui deacutepassent par leur importance les eacutecrits de ses contemporains En plus
drsquoun dictionnaire roumain-allemand en 4 tomes il reacutedige la grammaire intituleacutee Fun-damenta grammatices linguae romaenicae seu ita dictae valachicae usui tam domes-ticorum quam extraneorum accommodata (1812) agrave laquelle il ajoute une variante
roumaine sous le titre Temeiurile gramaticii romacircnești (1815) Dans les Fundamenta
la description de la structure grammaticale du roumain est accompagneacutee par des
commentaires linguistiques deacutetailleacutes concernant la modernisation des normes phoneacute-
tiques et morphologiques Lrsquoauteur recommande le renouvellement du lexique par des
neacuteologismes emprunteacutes au latin agrave lrsquoitalien et au franccedilais censeacutes remplacer les mots
drsquoorigine slave hongroise grecque turque etc langues avec lesquelles le roumain
nrsquoavait pas drsquoaffi niteacute geacuteneacutealogique Sur la base de la terminologie latine employeacutee
dans les Fundamenta il propose et justifi e une terminologie grammaticale roumaine
tregraves proche de la terminologie actuelle
Dans le milieu culturel de la Transylvanie du XVIIIe siegravecle les auteurs des gram-
maires latines du roumain eacutetaient en contact avec la terminologie grammaticale latine
de diverses maniegraveres a) gracircce agrave leurs eacutetudes dans les collegraveges de Vienne et de Rome
b) par lrsquointermeacutediaire des grammaires de la langue latine dont celle de Gregorius
Molnar Elementa grammaticae latinae (Cluj 1556) qui a connu plusieurs eacuteditions
successives c) par des grammaires latines des autres idiomes parleacutes dans lrsquoempire
pluri-ethnique Elementa linguae germanicae in gratiam hungaricae et transylvani-cae iuventutis ex optimis autoribus collecta a Georgio Nagy Vienna 1775 Herkel
Johannes Pannonio Elementa universalis linguae slavicae e vivis dialectis eruta et sanis logicae principiis suffulta Budae Typis Regiae Universitatis Hungaricae 1826
d) par des traductions Teodor Corbea Dictiones latinae cum valachica interpreta-tione (environ 1700)
ȚAcircRA
197
22 Remarques sur les lexegravemes des vocabulaires techniques employeacutes dans les grammaires
Les traits saillants des lexegravemes qui forment un vocabulaire technique sont le
degreacute hautement speacutecialiseacute la faible extension seacutemantique la grande compreacutehension
seacutemantique et le fait drsquoecirctre rarement attesteacutes dans les textes (cf Fruyt 2006 12)
La terminologie grammaticale latine qui est agrave la base des terminologies des
langues modernes est le reacutesultat drsquoune eacutevolution dans le temps Elle comprend des
termes formeacutes en latin ou emprunteacutes au grec attesteacutes agrave des eacutepoques tregraves diffeacuterentes
grammaticus grammatica (Ciceacuteron Horace) syntaxis (Priscien) orthographia
(Quintilien Sueacutetone) etymologia (Quintilien) prosodia (Varron chez Aulu-Gelle)
uocabularium (qui nrsquoest pas attesteacute en latin classique et tardif) alphabetum (Tertul-
lien) usus (Ciceacuteron) substantiuum (Priscien) adjectiuus (Macrobe) pronomen (Var-
ron) uerbum (Quintilien) aduerbium (Quintilien) articulus (Quintilien) numeralis
(Priscien) praepositio (Ciceacuteron) interiectio (Quintilien) coniunctio (Horace) etc
Certains de ces lexegravemes furent pendant une longue peacuteriode polyseacutemiques
comme termes de la langue commune et comme termes speacutecialiseacutes (uerbum ldquo mot rdquo
vs ldquo verbe rdquo) parfois ambigus mecircme agrave lrsquointeacuterieur du vocabulaire technique (chez deux
auteurs diffeacuterents articulus ldquo pronom rdquo chez Varron vs ldquo article rdquo chez Quintilien
ou chez le mecircme auteur interjectio ldquo insertion rdquo vs ldquo parenthegravese rdquo vs ldquo interjection rdquo
chez Quintilien) Substantiuum (Priscien) et numeralis (Priscien) sont attesteacutes seule-
ment comme deacuteterminants
Les lexies complexes sous la forme drsquoun substantif ayant deacutejagrave un sens gramma-
tical deacutetermineacute par un adjectif qui sert agrave deacutelimiter de maniegravere preacutecise le sens afi n
de creacuteer des cateacutegories et des sous-cateacutegories sont un moyen constant drsquoenrichisse-
ment de la terminologie grammaticale Ces constructions qui sont speacutecifi ques de tous
les vocabulaires techniques fonctionnent comme des uniteacutes seacutemantiques attesteacutees
chez divers auteurs Par exemple pronomen possessiuum apparaicirct pour la premiegravere
fois dans un opuscule qursquoon attribue agrave saint Augustin3 accentus circumfl exus chez
Quoduultdeus (Ve siegravecle) indicatiuus modus chez Gaudentius Brixiensis (Ve siegravecle)
conparatiuus gradus chez Augustin etc
La terminologie grammaticale est le reacutesultat drsquoun processus graduel et complexe
de creacuteation drsquoun lexique speacutecialiseacute agrave lrsquoaide drsquoemprunts de mots deacuteriveacutes agrave partir de
radicaux latins productifs de calques seacutemantiques (casus) avec enrichissement de
sens nouveaux plus restreints et plus preacutecis pour des termes latins preacuteexistants de
signifi cation beaucoup plus large (usus)
3 Ars sancti Augustini pro fratrum mediocritate breviata peut-ecirctre IVe siegravecle
CILPR 2013 ndash SECTION 2
198
23 Remarques sur le corpus seacutelectionneacute
231 La structure de la terminologie grammaticale latine (agrave partir des donneacutees du corpus)
La lecture critique des quatre premiegraveres grammaires latines du roumain nous a
permis drsquoobserver lrsquoextension de la terminologie grammaticale que les grammairiens
employaient en latin en parallegravele avec leurs efforts pour creacuteer une terminologie dans
la langue qursquoils parlaient
En premier lieu nous avons seacutelectionneacute environ 60 lexies et lexies complexes qui
ont de nos jours des correspondants tregraves proches en ce qui concerne leurs formes
dans les langues romanes et en roumain
Du point de vue de lrsquoappartenance des mots seacutelectionneacutes agrave la terminologie gram-
maticale nous avons remarqueacute des degreacutes diffeacuterents de speacutecialisation On trouve en
effet
a) des termes speacutecialiseacutes proprement dits dont la plupart sont monoseacutemiques orthogra-phia etymologia vocabularium etc substantivum adjectivum adverbium interjectio
conjunctio etc nominativus genitivus dativus etc vocalis consonans diphtongus etc
drsquoautres qui ont reccedilu un sens grammatical ulteacuterieurement sont polyseacutemiques genus
numerus persona casus modus gradus usus constructio terminatio comparatio etc
b) des lexies complexes repreacutesenteacutees par des syntagmes fi geacutes accentus gravis spiritus asper articulus defi nitus nomen proprium et des structures ougrave le deacuteterminant peut ecirctre deacutetacheacute
et employeacute seul genus masculinum pronomen demonstrativum verba passiva tempus praesens gradus positivus etc
c) des termes partiellement speacutecialiseacutes qui apparaissent dans le discours des grammairiens
comme agrave la suite drsquoune habitude langagiegravere ils ne traduisent pas de concepts mais sont
employeacutes pour mettre en relation des notions grammaticales exprimere (1805 substan-tivum quod in una constructione expressum fuit) formare (1780 duc fac dic formant personam praesentis imperativi du fagrave digrave) determinare (1780 articulus [hellip] defi nitus qui rem determinat indefi nitus alter qui rem non determinat) omittere (1805 e nominibus masculini vel neutrius generis desinentibus in us um u amp ut [hellip] omitte dictas termina-tiones amp erunt valachica) indicare (1805 articuli quibus praeter genera casus quoque indicantur) provenire (1812 ex littera h praeposita cognoscitur haec vocabula provenire a latino) denotare (1772 hoc praeterito denotari rem paulo ante factam) etc
232 La structure de la terminologie grammaticale roumaine (agrave partir des don-neacutees du corpus)
Du point de vue de leur eacutetymologie plus de 200 ans apregraves lrsquoinsertion de ces mots
dans lrsquoensemble du lexique par lrsquointervention deacutelibeacutereacutee des philologues de la fi n du
XVIIIe siegravecle la majoriteacute des termes sont consideacutereacutes dans les dictionnaires roumains
comme des emprunts neacuteologiques agrave eacutetymologie multiple latine franccedilaise italienne
parfois allemande
Les termes emprunteacutes au latin et aux langues romanes (consideacutereacutes par les lin-
guistes comme ayant une eacutetymologie multiple) sont largement majoritaires Le pro-
cessus de leur adaptation progressive au systegraveme phono-morphologique du roumain
ȚAcircRA
199
peut ecirctre signaleacute deacutejagrave dans les premiegraveres grammaires (notamment chez I Văcărescu
1787) mais il srsquoagit de formes fl uctuantes qui apparaissent de maniegravere irreacuteguliegravere4 en
concurrence avec des calques Une partie de notre corpus preacutesenteacutee en comparaison
avec le latin le franccedilais et lrsquoitalien et en contraste avec lrsquoallemand le hongrois et le
serbe (langues avec lesquelles le roumain eacutetait en contact immeacutediat au XVIIIe et au
XIXe siegravecles) montre que les formes emprunteacutees et adapteacutees au XIXe siegravecle sont res-
teacutees les mecircmes jusqursquoagrave notre eacutepoque5
SUBSTANTIVUM roum substantiv (1815) substantiv (1963 2005) it sostantivo fr substan-tif all das Nennwort (1810) das Substantiv hongr főneacutev sb imenica
CONJUNCTIO roum conjuncția (1815) conjuncția (1963 2005) it congiunzione fr
conjonction all das Verbindungswort (1810) die Konjunktion hongr koumltőszoacute sb Veznik
CASUS roum caz (1815) caz (1963 2005) it caso fr cas all der Kasus (1810) der Fall hongr eset sb Padež
DATIVUS roum dativ (1815) dativ (1963 2005) it dativo fr datif all der Dativ (1810)
hongr reacuteszeshataacuterozoacute eset dativus sb dativ
ABLATIVUS roum ablativ (1815) ablativ (DOOM 2005) it ablativo fr ablatif all der Ablativ (1810) hongr hataacuterozoacute eset ablativus sb ablativ
VOCATIVUS roum vocativ (1815) vocativ (1963 2005) it vocativo fr vocatif all der Vokativ hongr szoacuteliacutetoacute eset vocativus sb vokativ
PRONUNCIATIO roum pronunție (1815) pronunție (2005) it pronuncia fr prononciation
all die Aussprache hongr kiejteacutes sb izgovor
VOCALIS roum vocale pl (1815) vocală (DOOM 2005) it vocale fr voyelle all der Vokal hongr magaacutenhangzoacute sb samoglasnik vokal
CONSONANS roum consoana (1815) consoană (DOOM 2005) it consonante fr con-sonne all der Konsonant hongr maacutessalhangzoacute sb suglasnik konsonant
DIPHTONGUS roum diftongii pl (1815) diftong (DOOM 2005) it dittongo fr diph-tongue all der Diphthong der Doppellaut der Doppelvokal hongr kettőshangzoacute diftongus
sb diftong
PERSONA roum persoana (1815) persoană (1963 2005) it persona fr personne all die Person hongr szemeacutely sb lice
4 Les exemples que nous avons retenus remontent seulement agrave 1815 parce que Ion Budai Deleanu lrsquoauteur des Fundamenta grammaticeshellip (1812) et des Temeiurile gramaticiihellip (1815) emploie par excellence des neacuteologismes et il explique toujours son choix en faveur des emprunts latins
5 Les dates que nous avons indiqueacutees entre parenthegraveses repreacutesentent les attestations des termes chez Ion Budai Deleanu Temeiurile gramaticii romacircnești manuscrit 1815 Johann Molnar Deutsch-Walachische Sprachlehre Hermanstadt 1810 Gramatica limbii romacircne vol I-II ediția a II-a revăzută și adăugită București Editura Academiei Romacircne 1963 Gramatica limbii romacircne vol I-II București Editura Academiei Romacircne 2005 Dicționarul ortografi c ortoepic și morfologic al limbii romacircne (DOOM) ediția a II-a revăzută și adăugită București Univers Enciclopedic 2005
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200
NEUTRUM roum neutre pl (1815) neutru (1963 2005) it neutro fr neutre all das Neu-trum hongr semleges sb srednji
CONSTRUCTIO roum construcție (1815) construcție (1963 2005) it costruzione fr
construction all die Konstruktion hongr szerkezet sb konstrukcija
TERMINATIO roum terminație (1815) terminație (1963 2005) it terminazione fr termi-naison all die Endung (1810) hongr veacutegződeacutes sb zavrsetak
COMPARATIO roum comparație (1815) comparație (1963 2005) it paragone fr compa-raison all die Komparation hongr fokozaacutesa sb komparacija
GRADUS roum gradul (1815) grad (1963 2005) it grado fr degreacute all die Steigerungs-form (1810) hongr fok sb stepen
etc
Le processus drsquoadaptation phoneacutetique des emprunts nrsquoest pas toujours acheveacute
dans la premiegravere partie du XIXe siegravecle et il peut continuer jusqursquoau XXe siegravecle Par
exemple Ion Budai Deleanu propose des formes infl uenceacutees par la prononciation
latine (adiective interiecția coniugație) par la prononciation allemande des mots
latins (acțent partițipiu) et par la graphie des termes latins (preposiția acusativ
articul) Tous ces lexegravemes ont connu ulteacuterieurement des modifi cations en accord avec
leurs correspondants franccedilais ou italiens Cependant letera attesteacute en 1815 avec une
forme tregraves proche de lrsquoitalien lettera connaicirct le processus inverse et devient plus tard
litera proche du modegravele latin
ADJECTIVUM roum adiective adiectivuri pl (1815) adjectiv (1963 2005) it aggettiacutevo fr
adjectif all das Adjektiv (1810) hongr melleacutekneacutev sb pridev
INTERJECTIO roum interiecția (1815) interjecție (1963 2005) it interiezione fr inter-jection all das Zwischen Wort (1810) die Interjektion hongr indulatszoacute sb uzvik usklik
CONJUGATIO roum coniugație (1815) conjugare (1963 2005) it coniugazione fr conju-gaison all die Konjugation hongr igeragozaacutes sb glagolska promena konjugacija
PRAEPOSITIO roum preposiția (1815) prepoziție (1963 2005) it preposizione fr preacutepo-sition all das Vorwort (1810) die Praumlposition hongr eloumlljaacuteroacute (szo) viszonyszoacute prepoziacutecioacutes
sb predlog
ACCUSATIVUS roum acusativ (1815) acuzativ (1963 2005) it accusativo fr accusatif all
der Akkusativ (1810) hongr taacutergyeset accusativus sb akuzativ
ARTICULUS roum articul (1815) articol (1963 2005) it articolo fr article all der Artikel (1810) hongr neacutevelő sb član
ACCENTUS roum acțent (1815) accent (1963 2005) it accento fr accent all das Tonzei-chen (1810) der Akzent die Betonung hongr eacutekezet sb akcenat
PARTICIPIUM roum partițipiu (1815) participiu (1963 2005) it participio fr participe
all das Partizip hongr melleacutekneacutevi igeneacutev sb particip
MODUS roum modu (1815) mod (1963 2005) it modo fr mode all der Modus hongr
moacuted sb način
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201
LITTERA roum leteră (1815) literă (1963 2005) it lettera fr lettre all der Buchstabe (1810) hongr betű sb slovo etc
Les calques bien que nombreux agrave lrsquoeacutepoque (agrave cause des modegraveles allemands et
hongrois en Transylvanie neacuteo-grecs et russes en Valachie et en Moldavie) sont peu
repreacutesenteacutes dans nos exemples et il srsquoagit de mots heacuteriteacutes du latin On peut mentionner
pour les calques seacutemantiques
NUMERUS roum număr lt lat numerus TEMPUS roum timp lt lat tempus SONUS roum
sunet lt lat sonitum MASCULINUM roum bărbătesc (1815) bărbat ldquo homme rdquo lt lat barbatus
mais masculin (1963 2005) FEMININUM roum femeiesc (1815) femeie ldquo femme rdquo lt lat fami-lia mais feminin (1963 2005)
Relegravevent en outre des calques de structure les termes suivants PRONOMEN roum
pronume (pro+ nume lt lat nomen) POSTPONERE roum postpune (post+ pune lt lat
ponere)
On rencontre eacutegalement des lexies complexes emprunteacutees
ACCENTUS CIRCUMFLEXUS roum accent circumfl ex (1815 1963 2005) ACCENTUS GRAVIS roum accent grav (1963 2005) SUBSTANTIVUM INDECLINABILE roum substantiv indeclina-bil (1963 2005) VERBA AUXILIARIA roum verbe auxiliare (1815 1963 2005) VERBA ACTIVA roum verbe active (1815 1963 2005) VERBA PASSIVA roum verbe pasive (1815 1963 2005)
VERBA IMPERSONALIA roum verbe impersonale (1963 2005) MODUS INDICATIVUS roum mod indicativ (1815 1963 2005) M CONJUNCTIVUS roum m conjunctiv (1815 1963 2005) M OPTATIVUS roum m optativ (1963 2005) M IMPERATIVUS roum m imperativ (1815 1963
2005) M INFINITIVUS roum m infi nitiv (1815 1963 2005) NUMERALES CARDINALES roum
numerale cardinale (1963 2005) NUMERALES ORDINALES roum numerale ordinale (1963
2005)
NOMEN APPELLATIVUM roum substantiv apelativ (1963 2005) NOMEN DEFECTIVUM roum
substantiv defective (1963 2005) NOMINA EPICENA roum substantive epicene (1963 2005)
On peut ajouter des lexies complexes mixtes
PRONOMINA PERSONALIA roum pronume personale (1815 1963 2005) PRONOMINA POS-SESSIVA roum pronume posesive (1815 1963 2005) PRONOMINA DEMONSTRATIVA roum pro-nume demonstrative (1815 1963 2005) PRONOMINA RELATIVA roum pronume relative (1815
1963 2005) PRONOMINA INTERROGATIVA roum pronume interogative (1963 2005)
NOMEN PROPRIUM roum nume propriu (1963 2005) ACCENTUS ACUTUS accent ascuțit (1963 2005) ARTICULUM DEFINITUM roum articol hotăracirct (1963) articol defi nit (2005) ARTI-CULUM INDEFINITUM roum articol nehotăracirct (1963) articol nedefi nit (2005)
Les termes latins partiellement speacutecialiseacutes ont aussi des eacutequivalents dans la ter-
minologie roumaine actuelle DENOTARE roum a denota DETERMINARE roum a determina EXPRIMERE roum a exprima FORMARE roum a forma INDICARE roum a indica OMITTERE roum a omite PROUENIRE roum a proveni etc
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3 Conclusion
Lrsquoanalyse contrastive drsquoun corpus repreacutesentatif de la terminologie grammaticale
roumaine nous conduit agrave deux conclusions distinctes
En premier lieu dans le processus de relatinisation du roumain les grammaires
eacutecrites en latin ont joueacute un rocircle essentiel pour la formation de la nouvelle termino-
logie grammaticale Langue de la science au XIXe siegravecle le latin devient une source
drsquoemprunts neacuteologiques en roumain qui agrave la diffeacuterence des langues avec lesquelles
il est en contact eacutevite le plus souvent les calques afi n drsquoenrichir son inventaire lexical
avec des mots drsquoorigine latine La comparaison avec les termes correspondants en
allemand en hongrois (langue offi cielle en Transylvanie jusqursquoen 1918) et en serbe
met en eacutevidence les diffeacuterences concernant le processus drsquoacquisition (traduction vs
adaptation des emprunts neacuteologiques) dans ces quatre langues appartenant agrave des
groupes linguistiques distincts
En deuxiegraveme lieu les formes actuelles des termes speacutecialiseacutes (1963 2005) teacute-
moignent de leur rapprochement non seulement avec les formes des mecircmes mots dans
les langues romanes (franccedilais italien) mais surtout avec les termes latins employeacutes en
Europe jusqursquoau XIXe siegravecle Le roumain langue romane qui srsquoest deacuteveloppeacutee dans
un milieu linguistique totalement alloglotte modernise son vocabulaire agrave lrsquoaide des
lexiques scientifi ques creacuteeacutes par des emprunts massifs au latin savant Cette action
consciemment orienteacutee vers une relatinisation de lrsquoensemble du lexique roumain
commence par la creacuteation des terminologies scientifi ques parmi lesquelles le premier
rang en importance peut ecirctre attribueacute agrave la terminologie grammaticale au XIXe siegravecle
Universiteacute de lrsquoOuest Timisoara Roumanie George Bogdan ȚAcircRA
ȚAcircRA
203
Reacutefeacuterences bibliographiques
Dicționarul ortografi c ortoepic şi morfologic al limbii romacircne (DOOM) 2005 Ediţia a II-a
revăzută și adăugită București Univers Enciclopedic
Gramatica limbii romacircne 1963 Vol I-II ediţia a II-a revăzută și adăugită București Editura
Academiei Romacircne
Gramatica limbii romacircne 2005 Vol I-II Bucureşti Editura Academiei Romacircne
Institutiones linguae valachicae Prima gramatică a limbii romacircne scrisă icircn limba latină 2001
Ediție critică de Gheorghe Chivu Revizia textului latin de Lucia Wald București Editura
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Craiova Editura Universitaria
Micu Samuil Șincai Gheorghe 1980 Elementa linguae daco-romanae sive valachicae Studiu
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Waquet Franccediloise 1998 Le latin ou lrsquoempire drsquoun signe XVIe-XXe siegravecle Paris Albin Michel
205
Termes religieux heacuteriteacutes du latin avec une aire de diffusion
restreinte dans le contexte roman
1 Preacuteliminaires
Notre eacutetude propose une approche comparative dans le domaine des langues
romanes appliqueacutee agrave un corpus qui comprend 13 termes basilica calendae chris-
tianus creatio dominedeus draco paenitere (poenitere) pausum peruigilare
rogare rogationem rosalia templa Cette liste est eacutetablie agrave partir du roumain
et des problegravemes que les mots en question constituent pour son lexique Il srsquoensuit
que dans le domaine linguistique neacuteo-latin cette cateacutegorie est susceptible drsquoecirctre eacutelar-
gie par lrsquoincorporation de la cateacutegorie des termes religieux conserveacutes dans certaines
reacutegions de la Romania agrave lrsquoexception entre autres idiomes du roumain
La cateacutegorie eacutetymologique que nous nous proposons de traiter ici oriente lrsquoinvesti-
gation vers lrsquoidentifi cation des termes religieux se trouvant dans la plupart des autres
idiomes neacuteo-latins et lieacutes agrave un contenu religieux identique Ce type de recherche nous
oblige agrave maintes reprises agrave retourner agrave lrsquoorigine agrave la langue-source qursquoest le latin et agrave
identifi er eacuteventuellement plusieurs expressions latines Cet aspect drsquoun latin lsquostratifi eacutersquo
sera rapprocheacute lui-mecircme de la reacutealiteacute extralinguistique sui generis speacutecifi que pour
telle ou telle aire de la Romania
Dans ce contexte agrave propos du roumain il faut prendre en compte tout particu-
liegraverement deux cas importants qui concernent aussi la preacutesente eacutetude et mettent en
lumiegravere la speacutecifi citeacute de la langue roumaine 1 la cateacutegorie lsquopan-roman sauf rou-
mainrsquo 2 la cateacutegorie des termes conserveacutes uniquement en roumain Pour ces deux
classes eacutetymologiques les speacutecialistes srsquoaccordent agrave reconnaicirctre la neacutecessiteacute drsquoune
approche extralinguistique
Lrsquoinventaire des mots pan-romans absents en roumain est nettement supeacuterieur agrave
lrsquoinventaire des mots pan-romans absents dans tout autre idiome roman de lrsquoaire occi-
dentale (TILR 122-123) Pour le vocabulaire religieux cette situation linguistique fut
mise en relation avec le caractegravere profondeacutement rural de la terminologie chreacutetienne
roumaine (Puşcariu (1976 361) Sala (2006 41)) Il est signifi catif que bien souvent
aux mots latins ayant une aire drsquoexpansion consideacuterable dans la Romania occiden-
tale correspondent en roumain des lexegravemes slavons Ce sont des termes qui par leur
seacutemantisme renvoient agrave une certaine organisation et hieacuterarchie eccleacutesiastiques lat
benedicere sl blagosloviti gt roum blagoslovi lat episcopus sl jepiskop gt roum
CILPR 2013 ndash SECTION 2
206
episcop lat evangelium sl evengelije gt roum evanghelie1 etc Le roumain nrsquoa pas
heacuteriteacute du latin les termes qui portent sur la pratique du service divin ou sur le deacuterou-
lement de la vie monastique ces absences se justifi ant par lrsquoenvironnement drsquoune
population deacutepourvue drsquoorganisation eccleacutesiastique supeacuterieure agrave une eacutepoque ougrave les
relations avec la romaniteacute occidentale srsquoeacutetaient affaiblies De tels champs conceptuels
allaient se constituer agrave une eacutepoque ulteacuterieure agrave la suite de lrsquoinfl uence slavonne le
slavon eacutetant la langue de culture qui joua dans lrsquoOrient le mecircme rocircle que le latin
savant dans lrsquoaire occidentale de la romaniteacute Tout en consideacuterant de telles reacutealiteacutes
les chercheurs modernes ont insisteacute sur lrsquoideacutee du deacuteveloppement dans lrsquoaire orientale
de la romaniteacute de ce qursquoils appellent un lsquochristianisme populairersquolsquopaiumlenrsquo (Zugravu
(1997 31sqq))
Agrave partir des mecircmes preacutemices il convient de traiter aussi la cateacutegorie des mots
conserveacutes uniquement en roumain et dans une certaine mesure eacutegalement la classe
des termes religieux ayant une aire restreinte de diffusion dans la Romania
2 Continuiteacute vs discontinuiteacute formelle et seacutemantico-stylistique dans la
Romania
Bien que certaines eacutetudes de speacutecialiteacute dans une perspective diatopique situent
le roumain au-delagrave du continuum de la romaniteacute2 point de vue qui se justifi e par la
prise en compte du facteur geacuteographique toutefois lrsquoisolement geacuteographique nrsquoa pas
toujours repreacutesenteacute un obstacle au processus drsquoassimilation ou agrave la continuiteacute des par-
ticulariteacutes linguistiques communes au roumain et agrave drsquoautres idiomes appartenant au
domaine neacuteo-latin Crsquoest la raison pour laquelle on ne pourra pas qualifi er le roumain
de maniegravere cateacutegorique comme un idiome esp inagrupable selon lrsquoopinion drsquoAlonso
(1934) qui srsquoimpose par conseacutequent la neacutecessiteacute de reformuler le concept de lsquoRoma-nia continuarsquo Ce point fut remarqueacute drsquoailleurs dans la bibliographie de speacutecialiteacute
Maria Iliescu3 apporte des arguments en faveur de lrsquoideacutee que le roumain appartient agrave la lsquoRomania continuarsquo mecircme si tout comme le franccedilais il preacutesente des traits qursquoelle
qualifi e de laquo faits drsquoidiosyncrasie raquo Dans cette perspective on note que le roumain ne
se diffeacuterencie pas des autres langues romanes ni du point de vue geacuteneacutealogique ni du
point de vue typologique
Pour revenir au corpus qui fait lrsquoobjet de notre eacutetude la question fondamentale
est celle du degreacute de lsquocontinuiteacutersquo ou de lsquolrsquouniteacute seacutemantiquersquo agrave lrsquointeacuterieur de la classe
deacutelimiteacutee mise agrave part lsquolrsquouniteacute formellersquo des idiomes ayant heacuteriteacute ces termes du latin
Si lrsquoon a vraiment affaire agrave une concordance seacutemantique se pose alors un second
1 Pour plusieurs exemples voir Teleoacă (2005 184sqq)2 Le concept de la lsquoRomania continuarsquo apparaicirct pour la premiegravere fois chez Amado Alonso
(1934) auteur selon lequel le roumain serait lrsquounique idiome neacuteo-latin situeacute au-delagrave du lsquocontinuumrsquo et esplsquoinagrupablersquo
3 Voir Maria Iliescu Face parte romacircna din Romania Discontinua (ltwwwdiaspora-stiintifi caroMariaILIESCUpdf -gt) Voir aussi Schmitt (1974 33)
TELEOACĂ
207
problegraveme quelle est la position qursquooccupent ces mots dans le systegraveme de chacune des
langues concerneacutees Est-ce un mot fondamental pour renvoyer agrave un certain concept
religieux ou bien un mot peacuteripheacuterique ou encore un mot appartenant agrave la langue
standard ou un mot archaiumlquedialectal etc
21 Mots latins geacuteneacuteralement admis comme eacutetymons directs des diverses formes romanes
211 Le substantif latin basilica est un emprunt au grec βασιλικός ldquoqui appar-
tient au roirdquo Il acquit une signifi cation religieuse agrave partir du IVe siegravecle apr J-C
lorsqursquoil en arriva agrave deacutesigner lrsquoeacutedifi ce destineacute au culte chreacutetien (DELL 1959) Ce mot
srsquoest conserveacute comme terme fondamental au sens drsquoldquoeacutegliserdquo dans tous les dialectes
roumains mais il a eacuteteacute enregistreacute aussi dans drsquoautres reacutegions de la latiniteacute surtout
comme terme archaiumlque ou dialectal de telle ou telle langue avec certaines restric-
tions seacutemantiques dalm basalka v-veacutenit baselega v-log vethiliga engad basel-gia4 anc-fr basoche ldquobasilique de St Martin agrave Toursrdquo moyen-fr et fr-mod basoche
ldquoensemble de clercs deacutependant des cours de justicerdquo prov-mod basocho (FEW I
1948 Mihăescu 1993 297)
Agrave la diffeacuterence de basilica le latin ecclesia a connu de tout temps une distribu-
tion presque geacuteneacuterale dans la Romania (Tagliavini (1963) REW 972) La victoire de
lat ecclesia sur basilica dans la plus grande partie de la Romania fut expliqueacutee par
le fait que le second substantif aurait eacuteteacute perccedilu comme un deacuteriveacute du grec βασιλεύς et
par conseacutequent consideacutereacute comme un terme laiumlque (Skok (1930190))
212 Pour ce qui est du roumain le terme fondamental exprimant le concept de
ldquodiviniteacute chreacutetienne suprecircmerdquo est Dumnezeu qui est agrave lrsquoorigine une formule paiumlenne
drsquoinvocation (lat dominedeus)5 conserveacutee eacutegalement au sud du Danube (DDA1
Papahagi (1902) Caragiu-Marioţeanu (1995 57sqq)) Cette expression fut enregis-
treacutee aussi dans drsquoautres reacutegions de la Romania it Domineddio anc-fr Damedieu
et v-prov Domnedeu (FEW III 1949 TILR 170sq) Les lexegravemes citeacutes nrsquooccupent
cependant pas (et nrsquoont jamais occupeacute) la position privileacutegieacutee du roumain Dum-nezeu6 dans la romaniteacute occidentale la sphegravere religieuse est reacuteserveacutee principalement
aux descendants de lat deus mot heacuteriteacute eacutegalement en roumain mais utiliseacute avec une
signifi cation sacreacutee exclusivement agrave lrsquoeacutepoque archaiumlque
213 On peut compter draco (emprunt latiniseacute au grec δράκων -ονος cf DELL
1959) parmi les termes agrave distribution limiteacutee au sud-est de lrsquoEurope en raison de sa
faible diffusion dans lrsquoespace neacuteo-latin roum drac fr-dial drac et it dragone (REW
2759) Mais crsquoest en roumain que draco constitue le mot essentiel pour deacutesigner le
4 Crsquoest la forme speacutecialiseacutee pour le sens de ldquotemple reacuteformeacuterdquo tandis que la signifi cation drsquoldquoeacuteglise catholiquerdquo est porteacutee par le descendant de lat ecclesia agrave savoir gesa (Jud (1934 13))
5 Agrave la diffeacuterence du latin Deus terme pour lequel les plus anciennes attestations confi rment une signifi cation fondamentalement chreacutetienne (voir Pacircrvan (1911 135))
6 Excepteacute peut-ecirctre lrsquoitalien Domineddio en tant que terme liturgique (DELI 2 (D-H))
CILPR 2013 ndash SECTION 2
208
diable Cette signifi cation chreacutetienne est commune agrave tous les dialectes roumains et
mentionneacutee aussi pour des variantes archaiumlques et dialectales du franccedilais (fr drac ldquodiable lutinrdquo FEW III 1949) Certaines eacutetudes de speacutecialiteacute attribuent une accep-
tion identique eacutegalement au provenccedilal dragatildeo (voir Tomescu (1997 77sqq)) qui est
vraisemblablement issu du latin draco comme terme semi-savant (cf REW 2759) Le
mecircme statut paraicirct commun agrave toutes les autres formes de la Romania crsquoest-agrave-dire fr
dragon cat tragoacute esp dragoacuten qui tous offrent une signifi cation laiumlque Au champ
seacutemantique religieux appartiennent en revanche les descendants de lat diabolus
terme chreacutetien tardif dans les langues romanes occidentales (Ivănescu (1980 169))
Les donneacutees ci-dessus conduisirent Ivănescu (ibid) agrave consideacuterer lrsquoabsence de lat
diabolus aussi bien que lrsquoabsence du sens de ldquodragonrdquo pour draco comme speacutecifi ques
au roumain Cette remarque exige des corrections Tout drsquoabord le roumain possegravede
aussi un mot chreacutetien pour deacutesigner le diable bien qursquoil ne soit pas un terme heacuteriteacute
Drsquoautre part la signifi cation paiumlenne de draco existe dialectalement en roumain ce
qui met en eacutevidence un continuum de la romaniteacute Roum dracul din vale ldquole diable
de la valleacuteerdquo dracul icircn baltă ldquole diable dans la fl aquerdquo muşcatul dracului ldquomordu par
le diablerdquo etc sont des syntagmes ougrave le sens de drac doit provenir plutocirct du sens paiumlen
de draco (voir aussi Teleoacă (2000 210) Id (2012 85))
214 Le terme latin pausum deacuteriveacute postverbal de lat pausare (DELL 1959) srsquoest
conserveacute en roumain agrave lrsquoeacutepoque archaiumlque et offre des survivances reacutegionales (cf
roum paus ldquoreposrdquo ldquorepas funeacuterairerdquo ldquovin mecircleacute de lrsquoeau beacutenite avec lequel le precirctre
asperge le mortrdquo DLR 1972) Il est conserveacute aussi tregraves probablement en proven-
ccedilal (paacuteus ldquoaccalmie paixrdquo) espagnol (poso ldquoseacutedimentrdquo7) et portugais (ponso ldquolieu
drsquoancragerdquo) (FEW VIII 1955 REW 6308)
215 Les occurrences peu nombreuses du verbe preacuteverbeacute pervigilare dans le
territoire de langue latine (cf Popescu (1943 209sq)) justifi ent la faible repreacutesenta-
tion de ce type lexical dans lrsquoaire neacuteo-latine agrave savoir en roumain (droum priveghea aroum priveglrsquou) et en vieux-provenccedilal (pervelhar ldquopasser la soireacutee en veillantrdquo FEW
1960) La mecircme acception (tant religieuse que laiumlque) est lexicaliseacutee dans les autres
langues romanes par les descendants de lat vigilare (FEW ibid REW 9326) Ce
verbe est eacutegalement continueacute en roumain mais il y est reacuteserveacute agrave la sphegravere profane
bien qursquoagrave une eacutepoque archaiumlque roum veghea et priveghea aient eacuteteacute utiliseacutes comme
synonymes
216 A cocircteacute du roumain (droum aroum et meacutegl rugăciune ldquopriegravererdquo) lat roga-
tio se conserve dans les langues suivantes anc-fr ro(u)visons ldquotemps de rogationsrdquo
moyen-fr rogasion ldquodemanderdquo rogation ldquopriegravererdquo rogacions ldquooffrandesrdquo fr-dial
(S-V) ruumlzotilde prov roazotilde ldquosemaine de priegravererdquo port rogaccedilotildees ldquoles trois jours qui preacute-
cegravedent la fecircte de lrsquoAscensionrdquo (FEW X 1962 REW 7362) Mais dans la Romania
occidentale ce nrsquoest pas le latin rogatio qui fournit le terme principal pour lexicaliser
le concept religieux en question crsquoest lat precaria mot que lrsquoon trouve dans lrsquoaire
7 Dans DCELC III (L-RE) avec la signifi cation ldquodescansordquo
TELEOACĂ
209
gallo-romane aussi bien que dans les idiomes ibeacutero-romans (voir REW 6734) Lrsquoespa-
gnol fait appel eacutegalement agrave un descendant de lat pr ces ldquopriegraveresrdquo agrave savoir preces terme utiliseacute depuis toujours avec une signifi cation religieuse (DCELC III 1954)
217 Le latin templum terme de la langue augurale deacutesigne un espace deacutelimiteacute
dans le ciel pour lrsquoobservation des oiseaux et ensuite un temple (DELL 1959) Crsquoest
cette derniegravere acception qui se retrouve dans lrsquoaire de la latiniteacute mais exclusivement
dans des formes savantes dans lrsquoOccident roman et la Romania orientale les des-
cendants directs de lat templa ont eacuteteacute soit consigneacutes uniquement avec une accep-
tion laiumlque (cf regg teimpya log trempa fr temp(l)e ldquonavette du meacutetier agrave tisserrdquo
tempre ldquoplacage du boucherrdquo8) soit seacutemantiquement restreints en comparaison avec
les sens du terme latin Cette derniegravere situation est illustreacutee par le roumain tacircmplă ldquoiconostaserdquo (DLR 1982)9 dont la signifi cation relegraveve drsquoune reacutealiteacute extralinguistique
speacutecifi que au milieu confessionnel orthodoxe Le mecircme concept est lexicaliseacute dans le
domaine neacuteo-latin occidental par le biais drsquoun terme grec byzantin (cf fr iconostase esp iconostasio) emprunteacute aussi par le roumain ougrave il fut introduit par la fi liegravere sla-
vonne Afi n de deacutesigner lrsquoautel de mecircme que pour renvoyer agrave une reacutealiteacute propre agrave lrsquoes-
pace catholique (ldquoœuvre drsquoarchitecture qui repreacutesente la deacutecoration drsquoun autelrdquo) les
langues occidentales font appel au latin re(tro)tabulum introduit dans ces idiomes
comme un emprunt tardif au latin de bas niveau de langue (cf esp retablo fr retable)
22 Mots latins sujets agrave discussion pour leur continuiteacute (directe) dans lrsquoe-space neacuteo-latin
221 En plus de sa survie en roumain (droum corindă ldquochanson religieuserdquo) le
substantif latin calendae est conserveacute (cf REW 1508) avec des acceptions parti-
culiegraveres (ldquojour de fecircterdquo ldquoNoeumllrdquo ldquoNouvelle Anneacuteerdquo) en italien dialectal (pieacutem mod
kalent abruzz kalenne) en sarde (chalanda) en provenccedilal (calendas) en rheacuteto-
roman (kalenne) et en franccedilais dialectal (tsalatilded) Bien que les descendants occiden-
taux de lat calendae ne signifi ent pas ldquocantique religieuxrdquo neacuteanmoins certaines
nuances seacutemantiques enregistreacutees dans ce domaine linguistique nrsquoexcluent pas la
possibiliteacute que cette acception se soit deacuteveloppeacutee agrave lrsquoeacutepoque du latin tardif (cf par
exemple prov aubado de calendo ldquoconcerts nocturnes que des troupes de musiciens
donnaient autrefois pendant les quatre semaines qui preacutecegravedent le Noeumllrdquo apud Rosetti
(1920 16))10 Mais les langues neacuteo-latines occidentales ont choisi drsquoautres maniegraveres de
lexicaliser le concept de ldquochanson religieuserdquo comme lrsquoillustrent les termes suivants
(apud Rosetti ibid) fr cantiques noeumlls ou chants de quęte it cantico di Natale esp
villancico de Noche Buena ou port Vilhancico
Quant au roumain trois formes fi rent lrsquoobjet de discussions parmi les speacutecia-
listes roum cărindă corindă et colindă ldquochanson de Noeumllrdquo En fait crsquoest la variante
8 Cf REW 8630 Voir aussi TILR 170 9 Cf aussi roum reacuteg tacircmplă ldquopoutre au-dessus du porche drsquoune maisonrdquo (DLR 1982) 10 Pour drsquoautres exemples voir FEW II 1949
CILPR 2013 ndash SECTION 2
210
cărindă qui doit continuer lat calenda(e) tandis que colindă (terme qui srsquoest imposeacute
au niveau litteacuteraire) repreacutesente un emprunt agrave sl kolęda Le terme droum reacutegional
corindă serait selon toute probabiliteacute le reacutesultat drsquoune contamination entre les deux
premiegraveres formes (DA Vătăşescu (1997 474))
222 Le latin christianus adjectif deacuteriveacute en latin de Christus (emprunteacute agrave gr χριστός) se serait conserveacute uniquement en roumain et en dalmate tandis que les
autres idiomes neacuteo-latins auraient gardeacute lat christianus seulement comme mot savant
(TILR 171 Mihăescu (1993 121)) Mais certaines eacutetudes nrsquoexcluent pas la possibiliteacute
que ce mot ait eacuteteacute transmis aussi par la voie phoneacutetique dans drsquoautres aires de la roma-
niteacute notamment en franccedilais en espagnol et en rheacuteto-roman11
Quant au roumain mecircme la continuiteacute directe du latin christianus dans cette aire
orientale (droum creştin aroum et meacutegl criştin iroum cršćaringn) pose des problegravemes
phoneacutetiques pour la conservation de la consonne t Trois explications furent avan-
ceacutees agrave ce propos 1 lrsquointroduction tardive de ce terme en roumain 2 la mise en
relation de christianus avec sa base de deacuterivation 3 lrsquointroduction du mot par la
fi liegravere slave Selon toute probabiliteacute crsquoest la seconde hypothegravese qui illustre la veacuteritable
raison de la conservation de t et crsquoest agrave cette theacuteorie que la grande majoriteacute des
linguistes srsquoest rallieacutee
223 Afi n de deacutesigner ldquola fecircte de la Naissance de Jeacutesus-Christrdquo le roumain a opteacute
pour un terme (Crăciun) dont lrsquoorigine continue agrave ecirctre lrsquoobjet de deacutebats linguistiques
tandis que les langues occidentales ont seacutelectionneacute le plus souvent lat natalis12 ou
nativitas13 A preacutesent nous nous proposons de discuter ci-dessous uniquement lrsquoeacutety-
mon latin creatio
Bien que lat creationem soit lrsquounique forme lexicale accepteacutee par la majoriteacute des
speacutecialistes les opposants et mecircme les partisans de cette theacuteorie ont remarqueacute toute
une seacuterie drsquoincoheacuterences phoneacutetiques ouet seacutemantiques qui placent sous le signe de
lrsquoincertitude la justesse de cette thegravese Dans cet ordre drsquoideacutee certains linguistes rou-
mains (par exemple Rosetti (1968 299)) ont consideacutereacute que lat creatio fut introduit
en roumain par la fi liegravere slave En mecircme temps les efforts des speacutecialistes tentegraverent
drsquoidentifi er des raisons de nature formelle et seacutemantique qui puissent soutenir lrsquoideacutee
drsquoune adaptation directe du latin creatio en roumain Ainsi au plan phoneacutetique lrsquoex-
plication avanceacutee par Graur (1963 78sq) nous semble-t-elle ecirctre la plus convaincante
Au niveau seacutemantico-conceptuel les chercheurs ont souvent remarqueacute la charge
seacutemantique aryenne de lat creatio En outre on a reacutefl eacutechi sur le risque drsquoadmettre
cet eacutetymon compte tenu de lrsquoimpossibiliteacute de justifi er la personnifi cation ainsi que le
nom de personne Crăciun Selon nous la validation de la theacuteorie aryenne ne repreacute-
11 Voir Vătăşescu (1997 450) qui renvoie agrave Dauzat Dubois Mitterand (1964) et agrave Rohlfs (1970) 12 Cf it Natale frioul Nadal fr Noeumll prov cat et astur Nadal log Nadale sassar Naddali
(REW 5845) 13 Cf lrsquoesp Navidad (REW 5845b)
TELEOACĂ
211
sente pas un obstacle pour consideacuterer lat creatio comme lrsquoeacutetymon de roum Crăciun En effet comme nous avons eu lrsquooccasion de le constater14 le vocabulaire religieux
du roumain offre un inventaire relativement riche de termes conservant dans leur
seacutemantique des reacuteminiscences paiumlennes Les chercheurs qui ont rejeteacute cette theacuteorie
ont pris en consideacuteration le sens ldquoenfantrdquo de creatio acception consigneacutee aussi dans
drsquoautres idiomes neacuteo-latins ougrave le terme latin est conserveacute sarde kriaθogravene ldquopiccolo
piombordquo et v-esp criazoacuten ldquoidrdquo (Peţan 2002 216)
224 En plus de sa survie en roumain (v-roum a pănăta roum-reacuteg a se pănăta ldquosouffrirrdquo) le verbe latin paenitere ldquose repentirrdquo (DELL 1959) est conserveacute dans
lrsquoaire gallo-romane (anc-fr pentir ldquose repentirrdquo v-prov prov-mod pentir alais
penti ldquofaire repentirrdquo) en catalan (v-cat penedir cat-mod penedirse) et en italien
(pentirsi) (FEW IX 1958 DELI 4 (O-R))15 Il convient de souligner les deux faits sui-
vants 1 dans lrsquoensemble neacuteo-latin les descendants du verbe paenitere appartiennent
au registre archaiumlque ouet reacutegional des langues romanes 2 le concept de ldquose repen-
tirrdquo est lexicaliseacute dans les langues romanes modernes soit par les successeurs du
verbe preacuteverbeacute repoenitere (voir REW 7224 Mihăescu (1993 53)) soit comme en
roumain par des emprunts drsquoorigine balkanique roum a se (po)căi
225 Les verbes latins orare precari et rogare repreacutesentent les trois uniteacutes lexi-
cales verbales auxquelles faisait appel le latin chreacutetien afi n de lexicaliser le concept
de ldquoprier Dieurdquo (DELL 1959) Quoique le premier de ces verbes se soit conserveacute
dans tout le territoire roman (cf REW 6081) ce nrsquoest pas lui qui fi t carriegravere dans les
langues romanes occidentales mais son synonyme precare qui connut une grande
diffusion dans lrsquoespace neacuteo-latin ougrave il srsquoimposa avec une signifi cation religieuse (voir
REW 6734)
Attesteacute eacutepigraphiquement avec une double acception religieuse et laiumlque (cf
Mihăescu (1960 225)) lat rogare se serait conserveacute (cf REW 7361) uniquement en
roumain droum ruga aroum rog ldquoprier (Dieu)rdquo meacutegl ruga et iroum rugaring Cepen-
dant drsquoautres sources (par exemple FEW X 1962) nrsquoexcluent pas la possibiliteacute que ce
verbe latin ait eacuteteacute eacutegalement heacuteriteacute en ancien et moyen-franccedilais et en italien dialectal
(voir aussi DELI 4 (O-R))
226 Lat rosalia srsquoest conserveacute seulement en roumain (v-droum reacuteg Rusăi16)
et en wallon ougrave il preacutesente la mecircme signifi cation que le mot roumain agrave savoir ldquofecircte de
la Pentecocircterdquo (REW 7376 FEW X 1962) Cependant certaines sources admettent la
conservation du terme dans une aire plus vaste Par exemple Goicu (1999 80) inclut
dans cette aire le ladin occidental de mecircme que le vieil-espagnol et le vieux-catalan
Que cette derniegravere assertion puisse ou non ecirctre valideacutee il est certain que dans la
14 Voir Teleoacă (2005 142sqq 159sqq 166sqq) 15 Par opposition au FEW REW 6630 considegravere que la forme paenitere ne srsquoest conserveacutee qursquoen
roumain 16 Voir aussi aroum Arusalrsquoe (DDA1) et meacutegl Rusalii (Papahagi (1902))
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212
romaniteacute occidentale ce nrsquoest pas le latin Rosalia qui srsquoimposa pour deacutesigner cette
fecircte religieuse mais les repreacutesentants drsquoun autre terme latin Pentecoste (emprunteacute
agrave gr πεντεχοστής) terme attesteacute chez Tertullien et conserveacute dans it Pentecoste fr
Pentecocircte ou esp Pentecosteacutes (Tagliavini (1963 249sqq))
En outre lrsquoEacuteglise romane de langue latine utilisait aussi un autre terme lat Qvin-
qvagesima conserveacute en wallon et dans une certaine aire du ladin occidental (Id
ibid)
Quant au roumain dans le vocabulaire religieux de cet idiome oriental ce nrsquoest
pas la forme Rusăi qui triompha mais Rusalii une variante introduite par la fi liegravere
slave
3 Remarques fi nales
Quelques-uns des mots inclus dans notre discussion ont pu ecirctre seacutelectionneacutes prio-
ritairement dans lrsquoensemble roman gracircce agrave leur statut de termes religieux agrave propre-
ment parler qualiteacute qui les distingue surtout de leurs correspondants synonymiques
rattacheacutes agrave la sphegravere ontologique profane ou paiumlennepreacutechreacutetienne diabolus vs
draco ecclesia vs basilica deus vs dominedeus natalis vs creatio pentecoste
vs rosalia Dans cette situation linguistique la seacutelection de termes tels que creatio
rosalia etc fut sans doute favoriseacutee par un milieu culturel speacutecifi que le deacutevelop-
pement de certaines communauteacutes dans les conditions de ce qursquoon appelle le lsquochris-
tianisme paiumlenrsquo ou lsquopopulairersquo Le cas du roumain est tout agrave fait pertinent agrave cet eacutegard
Dans drsquoautres situations linguistiques on pourrait admettre le renforcement de la
position drsquoun terme heacuteriteacute gracircce agrave un emprunt ulteacuterieur du mecircme terme fait agrave une
langue jouant le rocircle drsquoadstrat (cf agrave cet eacutegard roum corindă)
Quant agrave la seacutelection drsquoun des deux termes des couples precarerogare uigilareperuigilare il nrsquoest pas exclu que le critegravere stylistico-pragmatique ait eacuteteacute deacutecisif (voir
Niculescu (1999 250))
Dans la grande majoriteacute des situations eacutetudieacutees le mot seacutelectionneacute par le roumain
est limiteacute au registre litteacuteraire de la langue actuelle et il repreacutesente le terme principal
utiliseacute pour lexicaliser un certain contenu religieux Cette affi rmation ne vaut qursquoen
partie pour les autres langues romanes ougrave les 13 termes sont conserveacutes et cela pour
lrsquoune ou lrsquoautre des raisons suivantes
(1) afi n de deacutesigner certaines reacutealiteacutes chreacutetiennes ces idiomes ont opteacute pour drsquoautres termes
dans la situation ougrave les descendants du mot heacuteriteacute eacutegalement en roumain avaient subi des
eacutevolutions seacutemantiques particuliegraveres
(2) quelques formes neacuteo-latines sont resteacutees dans un fonds passif du fait qursquoelles furent
concurrenceacutees par drsquoautres lexegravemes
(3) dans un cadre eccleacutesiastique supeacuterieur agrave lrsquoorganisation religieuse speacutecifi que agrave lrsquoaire
orientale on a parfois rejeteacute toute une seacuterie drsquoexpressions de signifi cation marqueacutee
[+populaire] au profi t des termes offi ciels du culte chreacutetien
TELEOACĂ
213
(4) quelques-uns de ces idiomes ont pu conserver un terme latin ayant une acception purement
laiumlque ce qui fut parfois la conseacutequence de facteurs extralinguistiques particuliers (par
exemple le milieu confessionnel etc)
Cependant nous pouvons identifi er au niveau de cette cateacutegorie eacutetymologique
non seulement des eacuteleacutements de lsquorupturersquo mais eacutegalement toute une seacuterie de faits rele-
vant de la lsquocontinuiteacute linguistiquersquo dans le domaine de la romaniteacute
Parfois dans les limites drsquoune certaine aire on peut admettre une triple concor-
dance au niveau lexical seacutemantique et stylistique
Dominedeus roum et it
peruigilare v-roum priveghea ldquoveiller toute la nuitrdquo v-prov pervelhar qui est toujours
un terme profane
rogationem roum fr prov et port (concordance seacutemantique partielle) etc
Drsquoautres fois un certain type de discontinuiteacute est compenseacute par lrsquouniteacute identifi a-
ble agrave un autredrsquoautres niveau(x) On observe
(1) une discontinuiteacute de registre mais une continuiteacute lexicale et seacutemantique dans
lat Dominedeus roum it ndash anc fr v-prov
lat draco roum ndash fr reacutegional
lat rogare roum ruga (laiumlque et religieux) ndash anc-fr et moyen-fr it reacutegional etc
(2) une discontinuiteacute seacutemantique mais une continuiteacute lexico-stylistique dans
lat creatio roum Crăciun ldquofecircte de Noeumllrdquo ndash sarde kriaθogravene ldquopiccolo piombordquo
lat draco roum drac ldquodiablerdquo ndash it dragone ldquodragonrdquo
lat templa roum tacircmplă ldquoiconostaserdquo ndash srd fr idiomes ayant conserveacute le terme latin
avec une signifi cation laiumlque etc
(3) une discontinuiteacute lexicale17 mais une uniteacute seacutemantique et stylistique dans
lat draco roum ndash prov
lat christianus roum dalm (et eacuteventuellement fr esp rheacuteto-rom) vs les autres
langues romanes ougrave les termes correspondants deacutetiennent le statut de mots savants
Institut de Linguistique laquo Iorgu Iordan ndash Al Rosetti raquo
Bucarest Dana-Luminiţa TELEOACĂ
17 On pourrait parler drsquoune discontinuiteacute lexicale agrave part eacutetant donneacute qursquoil arrive parfois qursquoun terme latin unique ait eacuteteacute heacuteriteacute dans une aire de la romaniteacute tandis qursquoune autre langue de lrsquoespace roman possegravede le mecircme terme mais comme mot savant
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214
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alais = alaisien
aroum = aroumain
astur = asturien
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dalm = dalmate
droum= daco-roumain
engad = engadinais
esp = espagnol
fr = franccedilais
frioul = frioulan
gr = grec
iroum= istro-roumain
it = italien
lat = latin
log = logoudorais
meacutegl = meacutegleacuteno-roumain
pieacutem = pieacutemontais
port = portugais
prov = provenccedilal
regg = reggiano
roum = roumain
sassar = sassarais
srd = sarde
veacutenit = veacutenitien
wall = wallon
CILPR 2013 ndash SECTION 2
4
Possiamo cercare di estendere la spiegazione di Sampson che da una parte si egrave
occupato solo del contesto -nct- dallrsquoaltra non ha tenuto conto sistematicamente
delle altre varietagrave romanze Queste si dispongono in un ventaglio che possiamo cosigrave
descrivere13
(a) varietagrave in cui la chiusura non egrave sensibile neacute alla qualitagrave [= anteroposterioritagrave] della vocale
neacute alla struttura della sillaba (italiano portoghese guascone)
(b) varietagrave in cui la chiusura egrave sensibile alla struttura sillabica (engadinese catalano e
spagnolo in misura diversa)
(c) varietagrave in cui la chiusura egrave sensibile alla struttura sillabica e alla qualitagrave della vocale (cfr
il soprasilvano dove crsquoegrave solo la chiusura in - nct-)
(d) varietagrave senza chiusura (francese gran parte dellrsquooccitanico e dellrsquoitaloromanzo tranne il
toscano)
Egrave evidente che la restrizione della qualitagrave vocalica si spiega con il fattore (1) di
Sampson ndash lrsquoeffetto della velare sulla velare ndash la restrizione della struttura sillabica
con il fattore (2) lrsquoeffetto del carattere iperbreve della vocale Apparentemente in
controtendenza lrsquoitaliano dove la chiusura sembra piugrave spinta per la vocale anteriore
che per quella posteriore cfr oltre a tronco spelonca carbonchio (gall caruncho)
Ma potrebbe essere un caso a ben vedere non mancano le eccezioni con la vocale
anteriore pentola spengo camarlengo14
Che si debba aggiungere allrsquoelenco di Sampson un altro fattore quello della sono-
ritagrave dellrsquoocclusiva velare Castellani nota la quasi totale assenza di [uk] contro la
regolaritagrave di [ug] in italiano saragrave casuale la mancata chiusura in iberoromanzo di
vinco (spagn venzo port venccedilo) contro cingo (cintildeo cinjo) fingo (hintildeo fi njo) tingo
(tintildeo tinjo) iungo (unzo junjo) pungo (pungo punjo) Egrave possibile che la conso-
nante sonora piugrave lsquoomorganicarsquo alla vocale di quella sorda abbia in quanto tale favo-
rito lrsquoeffetto di coarticolazione15
Egrave interessante notare che il nostro fenomeno ne ripete uno del latino arcaico (Leu-
mann 1977 sectsect 42 45 85 126 Palmer 1977 264sq) Nello stesso contesto di nasale
+ velare una vocale media etimologica si egrave chiusa in decnos gt dignus legnos
gt lignum16 tinguo (cfr greco tengo) uncus (greco onkos) unguis (greco onyx) hunc
(ant honc) La chiusura ha risparmiato eccezionalmente longus (e iuvencus) ma in
iscrizioni si trova lung- (CIL I2 1353 XI 6671a) e una forma del genere egrave presuppo-
sta dallrsquoit lungo17 Siamo dunque in presenza di un fenomeno ciclico
13 Sono ovviamente fuori gioco le varietagrave che confondono e e e anche il rum limbă ecc non aiuta giaccheacute qui tutti i timbri si sono fusi in i davanti a nasale pl nu gt plin = d nte gt dint
14 Vero egrave che questi ultimi due lessemi hanno a Firenze segno del loro carattere non popolare15 Il parere di Straka citato in nota da Castellani (1961 79) sembra andare in questo senso16 Queste due forme mostrano che anche la prima consonante del gruppo gn si pronunciava []17 Per lungo lt l ngu credo si possa sciogliere senzrsquoaltro la riserva di Castellani (1961 76 n 16)
ed escludere lrsquoidea di Rohlfs (1966-1969 sect 70) che si tratti di una doppia applicazione della chiusura antenasale (l[]ngo gt l[o]ngo gt lungo) fenomeno altrimenti indocumentato (cfr p[]nte gt p[o]nte gt punte)
BARBATO
5
La domanda da porci ora egrave la seguente si tratta di una chiusura di e o romanzo-
comuni o di una mancata apertura di (o se si vuole di ) latini Sampson (2006
34) si pronuncia per questa seconda ipotesi laquoon peut diffi cilement parler drsquoune ferme-
ture vocalique provoqueacutee dans nos mots probleacutematiques par lrsquoeffet acoustico-percep-
tuel de la nasaliteacute Mais nous proposons que cet effet a pu aider agrave conserver la qualiteacute
fermeacutee de et en freinant toute tendance de ces voyelles agrave srsquoouvrirraquo
Torreblanca (1990 249) sottolinea che il fenomeno devrsquoessere anteriore alla sem-
plifi cazione del gruppo -nct- gt -nt- frequentemente attestata laquodans les inscriptions
tardives de toutes les reacutegionsraquo (Vaumlaumlnaumlnen 1981 sect 116) In effetti in latino tardo ci
devrsquoessere stata la tendenza a semplifi care il nesso (cfr giagrave il classico quintus lt
quinctus) che si egrave imposta in iberoromanzo e italiano (santo) ma non in francese
(saint) lasciando altrove unrsquoarea diffusa di variazione (occit sant vs sanch saint sent piem sant vs gena sainto mil onć)18
Si noti che se in spagnolo (portoghese guascone) lrsquoanafonesi egrave anteriore alla sem-
plifi cazione -nct- gt -nt- in romancio egrave anteriore alla palatalizzazione di -ct- si tratta
di un ulteriore argomento a favore della precocitagrave del fenomeno e indirettamente
della sua interpretazione come fatto di conservazione e non di innovazione19
Del resto gli esiti romanzi disegnano una tipica fi gura areale conservazione rela-
tiva di Italo- e Iberoromania (in senso lato includendo rispettivamente i Grigioni e la
Guascogna) rispetto alla Galloromania (in particolare lrsquoantica Lugdunense) notoria-
mente lrsquoarea piugrave innovativa nel tardo Impero
Ci sono dunque diversi argomenti per pensare a una mancata apertura della vocale
latina20 Ci sono perograve anche delle possibili obiezioni In italiano lrsquoesito chiuso coivolge
anche un lessema con e il suffi sso germanico - ng
it spagn port
sp ngia spugna esponja esponja
- ng -ingo -engo -engo
Sembrerebbe la prova che si tratti di una chiusura di e o e di un fenomeno rela-
tivamente tardo21 Secondo Castellani (1961 85-87 e 121-122) il nostro fenomeno
egrave posteriore allrsquoapertura di (III sec) ma anteriore alla palatalizzazione di ng (sugna spugna IV-V sec) va collocato dunque nel IV secolo ma devrsquoessere rimasto
attivo almeno fi no a tutto il V secolo cosigrave da coinvolgere il suffi sso germanico
18 Anglade (1921 167) Meneacutendez Pidal (1941 sect 512) Rohlfs (1966-1969 sect 272) Lausberg (1971 sectsect 437-438) AIS
19 Meno assicurata appare lrsquoanterioritagrave rispetto alla palatalizzazione di cj asserita da Torre-blanca (1990 256) sulla base di uncia gt it oncia spagn onza port onccedila (cfr la mancata chiusura anche in tronco)
20 Un fenomeno analogo si verifi ca in iato cfr mia (attestato a Pompei) gt it engad occ cat spagn mia (Barbato 2010) fuit gt it(a) fu(e) (Barbato 2009)
21 Si ricordi che germanica egrave resa normalmente con e
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Drsquoaltra parte si puograve credere che giagrave compiuta lrsquoanafonesi [spogja] e [-eg-]
unici casi che presentavano una vocale medio-alta davanti alla sequenza nasale piugrave
velare siano stati pareggiati per analogia fonetica a [iC] [uC] Quanto al primo
caso si potrebbe anche partire da una base spungia che sembrerebbe presupposta
pure da cast espundia arag espuntildea (DCECH sv esponja ed espundia)22 Del resto
la palatalizzazione di ng potrebbe essere avvenuta piugrave precocemente di quanto sup-
pone Castellani con la trafi la ngj gt nj lt [] Lo stesso Castellani data il passaggio gj
gt j al I sec dC e quello nj gt [] al III secolo Proporrei dunque la seguente cronologia
(1) anafonesi davanti a []
(2) gj gt j
(3) nj gt []
Secondo questa ipotesi lrsquoanafonesi egrave contemporanea alla formazione del sistema
vocalico romanzo di cui costituisce il negativo In ogni caso sia che la si consideri un
fatto di conservazione che di innovazione va sottolineato il suo carattere irregolare
che confi gura una lsquolegge fonetica debolersquo o una resistenza a unrsquoinnovazione governata
da una fi tta rete di parametri
Anafonesi (metafonesi) romanza
Si considerino ora le corrispondenze (parziali) seguenti
it spagn port
t nea tigna tintildea tinha
erv lia rubiglia arveja ervilha
c lia ciglia ceja celha
stam nea stamigna estamentildea estamenha
curc lio gorgoglio gorgojo gorgulho
c neu cogno cuntildeo cunho
22 La questione egrave intricata Il lat spongia lt greco σπογγιά dovrebbe avere una vocale breve la lunga viene postulata proprio per spiegare lrsquoitaliano spugna (Rohlfs 1966-1969 sect 110) Un prestito greco molto antico potrebbe essere stato coinvolto nella chiusura latina di davanti a nasale velare (vedi sopra uncus unguis) In effetti come segnala Torreblanca (1990 261) la grafi a spungia egrave attestata in latino non si puograve escludere tuttavia che essa renda una pro-nuncia tardiva [o] si sa infatti che omicron aveva un timbro chiuso che poteva essere reso in latino tardo con o donde le pronunce coacutelpo poacutelpo dellrsquoitaliano (Rohlfs 1966-1969 sect 110) Il logud ispundza (accanto a isponda) non egrave decisivo percheacute come illustra Wagner potrebbe risentire dellrsquoit spugna o essere laquosardizzazioneraquo di spagn-cat esponja (DES)
BARBATO
7
Franceschini (1991) ha voluto vedere qui un fenomeno comune di innalzamento
dovuto a yod che agirebbe con piugrave o meno restrizioni nelle varietagrave romanze In que-
sto caso tuttavia le condizioni appaiono diverse come mostra la chiara asimmetria
tra lrsquoitaliano che chiude regolarmente la vocale anteriore e lrsquoibero-romanzo che
chiude preferibilmente quella posteriore23
Va sottolineata qui una caratteristica costitutiva del toscano lrsquoassenza di meta-
fonesi24 Se Castellani sentigrave il bisogno di coniare il termine anafonesi fu proprio per
descrivere un processo di innalzamento che ha una ragione diversa da quello meta-
fonetico
Ora egrave noto che le varietagrave iberoromanze come quelle galloromanze conoscono
metafonia da -i (cfr f ci gt fr prov fi s spagn hice port fi z contro it feci) In altra
sede (Barbato 2012 e 2013) ho sostenuto che la metafonia sia prodotta non soltanto da
-i ma anche da yod proponendo questa cronologia
sec II III IV V VI
palatalizzazione di tj gt ts cj gt t ----- --
dittongazione metafonetica di ----- --
palatalizzazione di j (gj dj) gt d lj gl gt nj gn gt ----- --
chiusura metafonetica di e o ----- --
Normalmente la palatalizzazione di lj nj si applica prima della chiusura di e o
eliminando il contesto metafonetico
ndash cilia gt [tellja] gt [tea] gt cejandash gurgulio gt [gorgolljo] gt [gorgoo] gt gorgojo
Ma il processo di palatalizzazione e quello di chiusura metafonetica si sono
sovrapposti per un periodo e dunque egrave potuto succedere eccezionalmente che si
applicassero in ordine inverso
ndash cunia gt [konnja] gt [kunnja] gt cuntildeandash tinea gt [tennja] gt [tinnja] gt tintildea
Nel caso di -[i]- (ervilha) e di -[u]- (gorgulho) puograve poi aver agito lrsquoanalogia
dei suffi ssi da - cul- (es lentilha) e - cul- (agulha)
23 Secondo Franceschini il toscano occidentale presenterebbe simmetria nella chiusura ma cfr le obiezioni di Castellani (1992 397-399)
24 Esiste forse una sola eccezione se non sono dovuti a chiusura in protonia (fi schiare mischiare) potrebbero essere metafonetici fi schio mischio lt feschio meschio Se egrave cosigrave lrsquounica metafo-nia toscana ripeterebbe singolarmente la nota chiusura del latino parlato b stia gt b stia
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In italiano siamo di fronte a un processo ben diverso che come ha chiarito ancora
Castellani (1961)
(a) colpisce e e non o
(b) egrave prodotto solo dalla nasale palatale derivata da nj e non da quella derivata da gn (cfr
degno pegno)
Esso egrave dunque successivo alla palatalizzazione dei gruppi con yod laquopercheacute in
Toscana la non esercita nessun infl usso sulla vocale della sillaba tonicaraquo (p 85) ed
egrave anteriore alla confusione di nj e gn va collocato dunque dopo il II secolo e prima
dellrsquoVIII (laquodal 757 si trovano grafi e inverse attestanti la pronuncia di gn come nrsquonrsquoraquo p
86) ma piugrave probabilmente tra il III e il IV secolo (cfr anche p 122)
Secondo Castellani dunque lrsquoanafonesi davanti a precede quella davanti a
[] Ma se facciamo reagire queste considerazioni sullo schema precedente otteniamo
la seguente cronologia
(1) anafonesi davanti a []
(2) gj gt j
(3) nj gt [] lj gt []
(4) anafonesi davanti a [ ]
(5) gn gt []
Percheacute questo secondo processo colpisce e e non o Probabilmente per motivi
articolatori (Pensado 1985 645) la chiusura non coinvolge la vocale posteriore per-
cheacute lrsquoassimilazione laquoque como efecto de la elevacioacuten de la parte anterior de la lengua
(cerrazoacuten) parece perfectamente posible no lo es si se tiene en cuenta el paraacutemetro
de la posicioacuten de la raiacutez de la lenguaraquo Insomma se la consonante velare favorisce
la chiusura delle vocali posteriori come si egrave visto sopra quella palatale esercita un
effetto parallelo sulle anteriori
Che ne egrave delle altre lingue romanze Il catalano si allinea allo spagnolo coi suoi
tinya cuny (ma corcoll) Lrsquoantico provenzale ha le alternanze celhacilha lt cilia melh
milh lt miliu telhtilh lt tiliu estrilhaestrelha lt strig(i)la tegnotigno lt tinea lenh
linh lt lignu (Anglade 1921 60sqq 78sqq) Includendo le forme antiche e dialettali
si scopre che il francese oltre a cil ha anche milmeil tilteil teignetigne eacutetrilleeacutetreille
linleigne (FEW svv) In tutti questi casi si conoscono dei risultati con i e u anche
in Italia settentrionale per es ver (Raldoacuten) [sije] (AIS 102 p 372) emilocc (San
Secondo parm) [mij] (AIS 1467cp p 413) emilocc (Sologno) [tijj] (AIS 580 p
453) gen [tia] (AIS 684 p 178) APiem (Villafalletto) [stria] (AIS 1242 p 172) Il
romancio non conosce chiusura (Eichenhofer 1999 sectsect 93 110 201)
Questi casi si potrebbero allineare a quelli iberici come effetto di una metafonia
che ha preceduto la palatalizzazione ma potrebbero anche essere dei piugrave tardi feno-
meni anafonetici come mostra il fatto che solo la vocale anteriore egrave coinvolta dallrsquoin-
BARBATO
9
nalzamento25 Del resto come mostra Philipon (1918-1919 433) spesso la chiusura egrave
documentabile in epoca letteraria prov abelha gt abilho lion oreilli gt orilli lig megiu
gt migiu mil stregia gt strigia E non a caso Roncaglia (1965 49) parla di laquoanafonesiraquo
per le occorrenze provenzali26
Si deve ancora a Castellani (1961 80-81 e n) il merito di aver stabilito che nel caso
di it pugno spagn puntildeo port punho cat puny itsett puumlgn (accanto a pogn AIS 1679
e cp) ndash cui si puograve aggiungere prov punh (accanto a ponh) lad [pu] (Kramer 1977
145) ndash non crsquoegrave anafonesi ma si parte da una forma romanzo-comune con u
Conclusioni
Sulla scia di Rohlfs (1966-1969 sect 49 e 70) le grammatiche storiche romanze con-
tinuano a parlare per lrsquoitaliano di una chiusura di e o in una serie di contesti che
includono la nasale e la laterale palatali e la nasale velare
Rohlfs (1966-1969 sect 49) laquoNel dialetto fi orentino si trova i invece di e davanti a n seguita
da k o da g () davanti a sk e davanti a ntilde oppure a łraquo
Lausberg (1971 sect 204) laquoNel fi orentino (e nellrsquoitaliano letterario) la e la del latino
vengono innalzate a [i] e [u] dinanzi a gruppi nasali-palataliraquo
AlkireRosen (2010 77) laquoRegularly stressed high mids followed by [] or [] raise one
degree to become high vowels i instead of e and u instead of oraquo
In realtagrave da molti anni Castellani ha chiarito che esistono due anafonesi in ita-
liano cronologicamente distinte (1) chiusura di e o davanti a nasale velare (2) chiu-
sura della sola e davanti a nj lj27 Sarebbe ora che gli studi romanzi prendessero atto
di questo fatto
Qui si egrave proposto ulteriormente di collegare (1) con alcuni fenomeni analoghi di
altre varietagrave romanze rintracciandone la radice comune nel latino tardo di distin-
guere (2) da fenomeni apparentemente analoghi che sono invece di natura metafo-
netica
Non sarebbe forse male che il termine anafonesi (vs metafonesi) venisse adottato
anche nelle altre lingue fr anaphonie (vs meacutetaphonie)28 spagn anafoniacutea (vs metafoniacutea)
ecc
Universitagrave di Napoli lsquoLrsquoOrientalersquo Marcello BARBATO
25 Per strigile e tinea si potrebbe pensare che la chiusura si sia prodotta dapprima in protonia nei tipi lsquoeacutetrillerrsquo e lsquotigneuxrsquo (FEW 12 303 e 13 343)
26 Lrsquouso continua nella provenzalistica italiana (cfr Ventura 2010 LIX)27 Si ricordi che la cronologia proposta da Castellani egrave quella inversa e si noti che la lsquochiusurarsquo
di e o egrave a nostro avviso piuttosto una mancata apertura di 28 Cfr giagrave Redon (2002 37)
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Les meacutecanismes de la concordance des temps et leur eacutevolution
du latin aux langues romanes
Les regravegles lsquoclassiquesrsquo de la concordance des temps ont fait lrsquoobjet de nombreuses
critiques de la part des grammairiens et des linguistes Parmi ceux-ci il semble que
Ferdinand Brunot et Charles Bruneau soient les plus cateacutegoriques laquo Les grammai-
riens modernes ont imagineacute une preacutetendue regravegle de concordance des temps Cette
regravegle nrsquoa jamais eacuteteacute observeacutee par les bons eacutecrivains raquo (Preacutecis de grammaire historique de la langue franccedilaise Paris Masson et Cie 1949 p 387) Quelques anneacutees plus tard
lorsqursquoil eacutecrit La penseacutee et la langue Ferdinand Brunot nrsquoa pas changeacute drsquoavis laquo Le
chapitre de la concordance des temps se reacutesume en une ligne il nrsquoy en a pas raquo (Bru-
not 1965 782)
Pourtant contrairement agrave lrsquoaffi rmation ci-dessus la regravegle de lsquoconcordance des
tempsrsquo a plus drsquoun titre drsquoancienneteacute Elle a drsquoabord eacuteteacute appliqueacutee au latin et est ensei-
gneacutee depuis plus de deux milleacutenaires Dans leur Syntaxe latine (1951-2002) A Ernout
et F Thomas la reacutesument en ces termes
laquo La concordance des temps du subjonctif est deacutefi nie drsquoordinaire par la regravegle suivante
dite regravegle de la consecutio temporum
1) Au preacutesent (ou au futur) de lrsquoindicatif dans la proposition principale correspond un preacute-
sent ou un parfait du subjonctif dans la subordonneacutee
dico
quid faciat quid fecerit quid facturus sit
dicam
lsquolsquo je dis (dirai) ce qursquoil fait ce qursquoil a fait ce qursquoil fera rsquorsquo
2) A un temps passeacute de la proposition principale correspond dans la subordonneacutee un impar-
fait ou un plus-que-parfait du subjonctif
dixi
dicebam quid faceret quid fecisset quid facturus esset
dixeram
lsquolsquo jrsquoai dit (je disais jrsquoavais dit) ce qursquoil faisait ce qursquoil avait fait ce qursquoil ferait rsquorsquo (sect 394)
Les laquo grammairiens modernes raquo dont parlent Ferdinand Brunot et Charles Bru-
neau nrsquoont donc fait qursquoadapter au franccedilais une regravegle que tous les apprenants du latin
sont bien obligeacutes drsquoapprendre car elle permet drsquoeacuteviter des erreurs grossiegraveres dans le
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thegraveme latin Il ne srsquoagit cependant pas drsquoune regravegle absolue comme le reconnaissent
A Ernout et F Thomas qui apregraves avoir eacutenonceacute la regravegle ajoutent laquo Mais la simpliciteacute
factice de cette regravegle a pour reacutesultat de rejeter de nombreux faits parmi les exceptions
On doit tenir compte mieux qursquoelle ne le fait des conditions imposeacutees par les valeurs
particuliegraveres des temps eux-mecircmes et par la nature des diverses propositions subor-
donneacutees raquo
Le problegraveme poseacute par les laquo grammairiens modernes raquo citeacutes par F Brunot et C
Bruneau pourrait se reacutesumer de la maniegravere suivante ces grammairiens ont-ils eu
raison de transposer au franccedilais une regravegle faite pour la langue dont le franccedilais est
issu le latin
On remarquera que les remarques critiques de F Brunot et C Bruneau nrsquoont pas
drsquoeacutequivalents dans les autres langues romanes comme lrsquoespagnol le portugais ou
lrsquoitalien Les speacutecialistes de ces langues qursquoils soient peacutedagogues grammairiens ou
linguistes sont contraints de reconnaicirctre pratiquement tous lrsquoexistence dans ces lan-
gues drsquoun meacutecanisme de laquo concordance des temps raquo Ainsi la Grammaire espagnole de Jean Bouzet (Paris Belin 1945 p223 sect514) met en garde le traducteur qui doit
rendre en espagnol un preacutesent du subjonctif franccedilais laquo Le franccedilais moderne nrsquoest pas
tregraves rigoureux sur la concordance des temps du subjonctif avec le verbe de la proposi-
tion principale et tolegravere bien souvent lrsquoemploi du preacutesent au lieu de lrsquoimparfait Jrsquoavais peur qursquoil ne srsquoeacutegare qursquoil nrsquoarrive pas qursquoil ne sache pas etc Il conviendra toujours
de rectifi er la concordance avant de traduire raquo Dans un manuel drsquoapprentissage de
lrsquoespagnol comme Pueblo sous le libelleacute laquo La concordance des temps raquo on peut lire
laquo Alors que le franccedilais utilise de moins en moins le subjonctif passeacute (il eucirct fallu que vous vinssiez) son emploi au lieu du subjonctif preacutesent est rigoureusement obligatoire
chaque fois que le verbe de la proposition principale est au passeacute ou au conditionnel raquo
(A Mercier Pueblo 3 Paris Armand Colin 1972 120) Lrsquoaffi rmation aussi peacuteremp-
toire - mais de sens opposeacute - que celles de Ferdinand Brunot est compleacuteteacutee par les
exemples suivants
laquo nos dicen que pasemos ----------gt nos dijeron que pasaacuteramos
me interesa que esteacutes tuacute ----------gt me interesaba que estuvieses tuacute
es mejor que vuelva mantildeana ------gt seriacutea mejor que volviera mantildeana
quiero que contestes pronto ------gt quisiera que contestases pronto raquo
avec le commentaire
laquo Principale au passeacute ----gt subjonctif passeacute dans la subordonneacutee
passeacute simple
imparfait
plus-que-parfait
conditionnel raquo
BEGIONI ROCCHETTI
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Cette concordance est valable aussi pour lrsquoitalien La Grammatica italiana - Il verbo de G-B Moretti et de G-R Orvieto (Perugia Benucci 1979 vol I 67-76)
consacre 10 pages agrave exposer en deacutetail la concordance des temps en italien Pour ne
pas alourdir notre exposeacute nous nous limiterons agrave citer un extrait de la grammaire de
Luca Serianni Italiano (Torino UTET 1988 388-390) qui renvoie agrave G-B Moretti et
G-R Orvieto et reacutesume ainsi la concordance des temps lorsque la subordonneacutee est au
subjonctif (p 390) laquo Il tempo verbale della reggente condiziona il tempo dellrsquoogget-
tiva sia pure senza la rigorositagrave della lsquoconsecutio temporumrsquo latina raquo (p 388)
On voit que lrsquoespagnol et lrsquoitalien donnent lieu agrave des remarques comparables
proches de la regravegle latine quoique avec une moindre rigueur comme le souligne
Luca Serianni La diffeacuterence tient au fait que le subjonctif latin comportait 4 temps
(preacutesent imparfait parfait et plus-que-parfait) alors que le subjonctif de la langue
italienne se reacuteduit agrave un preacutesent et agrave un parfait Ce dernier est paradoxalement appeleacute
imperfetto alors qursquoil a pour origine le plus-que-parfait du subjonctif latin - cf lat
cantavissem gt it cantassi - et qursquoil est resteacute un perfectum de virtualiteacute en italien Il
peut par exemple poser seul une hypothegravese sans lrsquoaide des conjonctions se ou anche se Avesse dovuto aspettare non cinque minuti ma cinquanta secoli non sarebbe uscito di ligrave senza aver parlato prima collrsquoamabile sposina (De Marchi Demetrio Pia-nelli 479) Il en est de mecircme de lrsquoespagnol bien que sa morphologie au subjonctif
soit un peu plus complexe il dispose lui aussi drsquoun preacutesent drsquoun parfait - doteacute de
deux formes lrsquoune en -se (lat cantavissem gt esp cantase) de mecircme origine que le
parfait italien lrsquoautre en -ra issue du plus-que-parfait de lrsquoindicatif latin (lat cantave-ram gt esp cantara) - et drsquoun futur Mais ce dernier temps nrsquoest plus drsquousage courant et
nrsquoentre pas dans la regravegle lsquoclassiquersquo de la concordance des temps
Nous arrivons ainsi agrave lrsquoobjet de notre eacutetude comment et surtout pourquoi est-on
passeacute de 4 temps pour le subjonctif latin agrave deux temps en italien et (pratiquement) en
espagnol Pourquoi le franccedilais a-t-il reacuteduit aujourdrsquohui son subjonctif agrave un seul temps
alors que lrsquoancien-franccedilais en utilisait reacuteguliegraverement deux Quelles sont les eacutetapes
que lrsquoon peut distinguer dans ces eacutevolutions Agrave quoi reacutepond un meacutecanisme aussi
insolite - et on lrsquoa vu aussi controverseacute - que la concordance des temps Enfi n nous
avons passeacute sous silence jusqursquoagrave preacutesent la langue roumaine mais elle peut ecirctre riche
drsquoenseignements puisqursquoelle est issue comme les langues romanes occidentales drsquoun
latin fortement marqueacute par la concordance des temps et pourtant elle ne preacutesente
aucune regravegle de lsquoconcordance des tempsrsquo ni mecircme aucun reste eacutevident drsquoun ancien
fonctionnement fondeacute sur une telle regravegle Comment comprendre une telle diversifi -
cation pour des langues qui offrent par ailleurs une multitude de meacutecanismes com-
parables
Ce qui frappe en premier lieu crsquoest moins la concordance en elle-mecircme - puisque
tous les eacuteleacutements drsquoune phrase doivent en effet lsquoconcorderrsquo pour donner agrave la phrase
sa coheacuterence - que le fait qursquoelle entraicircne la reacutepeacutetition drsquoune donneacutee (le temps) deacutejagrave
fournie par le verbe de la principale Agrave quoi reacutepond cette reprise Le verbe de la
principale ne serait-il pas suffi sant pour situer lrsquoensemble de la phrase dans lrsquoeacutepoque
CILPR 2013 ndash SECTION 2
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preacutesente passeacutee ou future Doit-on analyser la seacutequence laquo proposition principale +
proposition subordonneacutee raquo comme le rapprochement de deux entiteacutes indeacutependantes
agrave lrsquoorigine et qui pour se rapprocher doivent emprunter lrsquoune agrave lrsquoautre des eacuteleacutements
temporels marquant leur homogeacuteneacuteisation au sein drsquoune mecircme phrase Agrave cette ques-
tion srsquoen ajoute une autre y a-t-il dans les langues en eacutevolution drsquoautres cas analo-
gues de rapprochement drsquoeacuteleacutements drsquoorigine diffeacuterente et fi nissant par srsquoamalgamer
en une nouvelle uniteacute homogegravene La reacuteponse agrave cette deuxiegraveme question est certaine-
ment positive et les exemples ne manquent pas
Dans Begioni Rocchetti 2010 eacutetude publieacutee dans la revue Langages ndeg 178 (p
67-87) et intituleacutee La deacutefl exiviteacute du latin aux langues romanes quels meacutecanismes systeacutemiques sous-tendent cette eacutevolution nous avons examineacute plusieurs cas de reacutepeacute-
tition concernant des eacuteleacutements en cours de rapprochement Le cas le plus exemplaire
nous paraicirct ecirctre dans le domaine nominal lrsquoapparition de lrsquoarticle deacutefi ni (agrave partir du
deacutemonstratif latin) sa liaison progressive avec le substantif lrsquoexistence pendant de
nombreux siegravecles drsquoune double marque du genre et du nombre agrave la fois sur lrsquoarticle et
sur le substantif et la reacuteduction en franccedilais moderne de la marque du nombre expri-
meacutee jusque-lagrave par la deacutesinence du deuxiegraveme eacuteleacutement (le substantif) alors qursquoelle se
maintient sur le premier Pour une compreacutehension plus approfondie du pheacutenomegravene de
la deacutefl exiviteacute nous renvoyons le lecteur agrave cette eacutetude
Nous avons mis en rapport ces eacutevolutions avec une restructuration de la phrase due
au passage de lrsquoindo-europeacuteen langue reconstruite avec le verbe en position fi nale
aux langues indo-europeacuteennes actuelles inteacutegrant plusieurs propositions enchacircsseacutees
les unes dans les autres dont lrsquoune ou les unes sont reacutegissantes et les autres reacutegies
On peut reacutesumer les diffeacuterentes eacutetapes pour lrsquoassemblage de deux eacuteleacutements dans
une forme nouvelle de la maniegravere suivante
- Eacutetape 1 les deux syntagmes verbaux indeacutependants agrave lrsquoorigine mais mis en relation au
sein drsquoune phrase unique doivent pour bien signaler leur association reprendre les
mecircmes marques formelles (aspect mode et temps) On observe donc une duplication sys-
teacutematique des marques au niveau de la morphologie des deux verbes qui sont ainsi mis en
relation mais qui peuvent dans cette premiegravere phase rester eacuteloigneacutes lrsquoun de lrsquoautre
- Eacutetape 2 les deux verbes conservent chacun leurs marques morphologiques (le plus sou-
vent deacutesinentielles) de leur solidariteacute mais ils commencent agrave se rapprocher Le verbe de
la subordonneacutee peut ecirctre introduit par une conjonction (qui peut varier selon le type de
subordonneacutee)
- Eacutetape 3 une fois leur liaison syntaxique eacutetablie - crsquoest-agrave-dire une successiviteacute systeacutemati-
quement installeacutee - le deuxiegraveme eacuteleacutement (dans le cas de la deacutefl exiviteacute reacutegressive) perd des
marques qui faisaient double emploi avec celles deacutejagrave apporteacutees par le premier eacuteleacutement
Degraves lors celui-ci devient preacutedominant et tend agrave concentrer tous les apports formels lais-
sant les apports seacutemantiques au second eacuteleacutement
- Etape 4 Lrsquoeacutevolution est acheveacutee lorsqursquoil nrsquoy a plus aucune duplication drsquoinformation
Voyons comment intervient le pheacutenomegravene de la deacutefl exiviteacute dans le cas qui nous
inteacuteresse ici celui de la concordance des temps
BEGIONI ROCCHETTI
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Le premier stade - celui du rapprochement de deux verbes ou de deux syntagmes
verbaux dans une structure nouvelle orienteacutee vers la creacuteation drsquoune subordination
- est envisageacute pour le latin par A Ernout et F Thomas dans le chapitre laquo Subordi-
nation et coordination raquo (p 291) de leur volume Syntaxe latine laquo la syntaxe de subor-
dination repreacutesente un eacutetat de langue relativement reacutecent instituant entre des pro-
positions agrave lrsquoorigine autonomes des rapports comparables agrave ceux qui se sont eacutetablis
dans la syntaxe du nom au deacutetriment de la construction appositionnelle raquo Crsquoest aussi
notre position nous venons de voir en effet que le processus de creacuteation de lrsquoarticle agrave
partir du pronom-adjectif reacutesulte de lrsquoapplication de la deacutefl exiviteacute au syntagme nomi-
nal et nous allons voir que la creacuteation de la subordination est lrsquoapplication du mecircme
processus au syntagme verbal Les deux latinistes se fondent pour cela sur des traces
drsquoun eacutetat ancien que conserve encore la langue de Ciceacuteron laquo Le latin eacutecrivent-ils
laisse entrevoir encore dans certains tours lrsquoancienne autonomie des propositions
des constructions comme caue cadas lsquolsquo prends garde de tomber rsquorsquo uolo facias lsquolsquo je veux
que tu fasses rsquorsquo signifi aient proprement lsquolsquo prends garde tu pourrais tomber rsquorsquo lsquolsquo fais-le
je le veux rsquorsquo Les subjonctifs cadas facias se justifi aient par eux-mecircmes comme mar-
quant la possibiliteacute ou la volonteacute et ils eacutetaient simplement juxtaposeacutes De cet eacutetat qui
est celui de la parataxe [] il subsiste des traces dans des formules et la langue parleacutee
ne srsquoen est jamais entiegraverement deacutepartie raquo
De telles lsquotracesrsquo de parataxe se trouvent encore en italien Alors que les verbes
qui introduisent une subordonneacutee exprimant la reacutealiteacute doivent obligatoirement se
construire avec la conjonction che lsquolsquo que rsquorsquo - vedo che sei contento lsquolsquo je vois que tu es
content rsquorsquo osservo che non egrave venuto lsquolsquo je remarque qursquoil nrsquoest pas venu rsquorsquo - ceux qui
expriment le deacutesir lrsquoespoir la crainte la croyance ou la volonteacute - crsquoest-agrave-dire tous ceux
qui contiennent une part (variable) de virtualiteacute - peuvent se construire avec ou sans
che
(6) spero sia stato promosso lsquolsquo jrsquoespegravere qursquoil a eacuteteacute admis rsquorsquo
(7) credevo fosse piugrave piccolo lsquolsquo je croyais qursquoil eacutetait plus petit rsquorsquo
La parataxe a eu une large extension en ancien italien Elle srsquoest reacuteduite en italien
moderne puisqursquoelle ne peut plus ecirctre utiliseacutee apregraves des verbes deacuteclaratifs introdui-
sant une subordonneacutee de reacutealiteacute Mais si lrsquoon compare le franccedilais et lrsquoitalien sur le cri-
tegravere de lrsquoemploi ou du non emploi de che on est frappeacute de la constance avec laquelle
le franccedilais utilise sa conjonction
Sommes-nous pour autant en franccedilais au stade 4 celui drsquoune disparition com-
plegravete de la concordance Dans je veux qursquoil vienne devenant au passeacute je voulais qursquoil vienne le verbe de la subordonneacutee ne reprend effectivement pas le temps (preacutesent
et passeacute) des principales je veux et je voulais mais que faut-il penser de lrsquoemploi du
mode subjonctif Ne repreacutesente-t-il pas sous une forme speacutecifi que la reprise du
contenu seacutemantique virtualisant du verbe de la principale Avec le verbe venir on
nrsquoest pas dans la situation des verbes du premier groupe lesquels ne distinguent plus
en effet lrsquoindicatif et le subjonctif par des formes speacutecifi ques je vois que tu manges je
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veux que tu manges Dans ce seul cas en effet on peut dire que la concordance des
temps est parvenue agrave une disparition complegravete ce qui signifi e que la subordonneacutee
a eacuteteacute parfaitement inteacutegreacutee agrave la principale on passe de la phrase indeacutependante tu manges agrave la subordonneacutee que tu manges par le seul ajout de la conjonction de subordi-
nation que En revanche pour tous les autres groupes puisque le subjonctif preacutesente
une forme diffeacuterente de celle de lrsquoindicatif on constate une duplication de la valeur
modale exprimeacutee par le seacutemantisme du verbe de la principale avec la reprise sur
un plan morphologique de cette valeur modale On peut donc dire que si dans les
deux exemples ci-dessus le franccedilais nrsquoapplique plus la concordance des temps il nrsquoen
applique pas moins une reacuteelle lsquoconcordance modalersquo
Le fait que dans les langues romanes occidentales la conjonction ldquoquerdquo (it che esp et fr que) ait eacuteteacute la particule de subordination la plus utiliseacutee a contribueacute au
maintien de la valeur modale du verbe de la subordonneacutee Dans les cas ougrave la particule
de subordination nrsquoest pas ldquoquerdquo mais ldquosirdquo la forme de subjonctif ne srsquoest pas mainte-
nue ainsi doit-on utiliser le subjonctif dans une phrase comme je veux qursquoil le fasse mais on passe agrave lrsquoindicatif (futur) si on continue avec mais je me demande srsquoil le fera En effet que pose alors que si suppose Le subjonctif est donc neacutecessaire apregraves que pour exprimer la virtualiteacute lorsque celle-ci est exigeacutee par le verbe de la principale
Dans les mecircmes conditions lrsquoindicatif srsquoimpose apregraves la conjonction hypotheacutetique si La langue roumaine qui a utiliseacute beaucoup plus largement la particule de subordina-
tion să - issue du latin si - a pu reacuteduire consideacuterablement la morphologie speacutecifi que de
son subjonctif Crsquoest un des eacuteleacutements qui a contribueacute agrave faire disparaicirctre pratiquement
toute concordance des temps (et des modes) dans cette langue
Il peut ecirctre inteacuteressant drsquoaller plus loin dans lrsquoanalyse des choix qui ont eacuteteacute faits par
la langue roumaine Ils peuvent en effet apporter un eacuteclairage nouveau sur certaines
particulariteacutes des langues romanes qui preacutesentent - ou ont preacutesenteacute au cours de leur
eacutevolution - une concordance des temps Le fait que le roumain ne reacutevegravele agrave aucun
moment de son histoire un fonctionnement qursquoil serait possible de classer sous la
deacutenomination de lsquoconcordance des tempsrsquo nous paraicirct devoir ecirctre analyseacute pour com-
prendre la maniegravere dont ont eacutevolueacute les langues romanes occidentales
Nous sommes en particulier intrigueacutes par la creacuteation au sortir du latin drsquoun des
temps qui entrent dans la syntaxe de la concordance des temps non pas le futur - car
lrsquoexpression du temps agrave venir paraicirct tout agrave fait claire et leacutegitime dans la penseacutee et dans
la bouche drsquoun locuteur - mais le temps qui sert agrave indiquer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute
et qui porte le nom (nettement moins leacutegitime ) de conditionnel Il exprime en effet
une action soumise agrave une condition et tire de lagrave son nom mais en plus (simultaneacute-
ment ) il remplace le futur dans les fonctions que celui-ci aurait ducirc (mais peut-ecirctre nrsquoa
pas pu ) assumer dans lrsquoeacutepoque passeacutee Formeacute au sortir du latin avec lrsquoinfi nitif suivi
de lrsquoauxiliaire habere au passeacute le conditionnel peut ecirctre consideacutereacute comme la variante
(passeacutee) du futur La liaison eacutetroite entre le futur et le moment de lrsquoeacutelocution apparaicirct
agrave la reacutefl exion comme la raison profonde de la creacuteation du conditionnel et par voie
de conseacutequence de lrsquoexistence mecircme de cette regravegle de concordance des temps qui
BEGIONI ROCCHETTI
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oblige agrave passer du futur dans la subordonneacutee (apregraves une principale au preacutesent) agrave un
conditionnel (apregraves une principale au passeacute) Les langues de la Romania occidentale
ont en quelque sorte susciteacute la creacuteation drsquoun temps nouveau speacutecialement consacreacute agrave
lrsquoexpression de lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute afi n de reacutesoudre la non-pertinence du futur
pour cette fonction Voyons maintenant ce que peut nous apporter sur ce point la
langue roumaine
Elle a eacuteteacute confronteacutee au mecircme problegraveme mais a trouveacute une autre solution et
mecircme une solution eacuteleacutegante qursquoil peut ecirctre inteacuteressant drsquoexaminer dans son principe
Le meacutecanisme qursquoelle a utiliseacute est celui qursquoen psychomeacutecanique du langage on appelle
la saisie anticipeacutee lorsque le futur est utiliseacute dans une proposition indeacutependante ou
principale il preacutesente toutes ses caracteacuteristiques en particulier
1- la valeur drsquoulteacuterioriteacute
2- la liaison avec le moment de lrsquoeacutelocution (futur laquo vrai raquo)
En revanche lorsqursquoil se situe dans une proposition subordonneacutee il exprime tou-
jours lrsquoideacutee drsquoulteacuterioriteacute mais il perd sa liaison avec le moment de lrsquoeacutelocution lrsquoulteacute-
rioriteacute se reacutefegravere alors au temps exprimeacute par le verbe de la principale Soit en scheacutema
Fig 1 - Le meacutecanisme de la saisie anticipeacutee
Emploi dans une proposition Emploi dans une proposition
subordonneacutee indeacutependante ou principale
saisie anticipeacutee saisie fi nale
Futur lsquotemps relatifrsquo Futur vrai
(= relatif au temps (= en relation avec
de la principale) le moment de lrsquoeacutelocution)
Le roumain dispose avec cette double saisie du futur drsquoun temps qui comme le
futur des langues romanes occidentales peut situer lrsquoaction dans lrsquoeacutepoque future pour
le locuteur mais qui peut aussi exprimer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute lorsqursquoil est placeacute
dans une subordonneacutee deacutependant drsquoune principale au passeacute
Le choix qui a eacuteteacute celui de la langue roumaine repreacutesente une innovation dans les
langues romanes et a eu au moins trois conseacutequences importantes
1 - Contrairement aux langues romanes occidentales la langue roumaine nrsquoa pas eu recours agrave
un temps speacutecifi que pour exprimer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute Elle a bien disposeacute au sor-
tir du latin drsquoune construction avec lrsquoinfi nitif suivi de lrsquoauxiliaire habere au preacutesent (ex
cantare + habeo gt cacircntare aș lsquolsquo je chanterai(s) rsquorsquo devenu aujourdrsquohui aș cacircnta lsquolsquo je chante-
rais rsquorsquo) mais elle ne preacutesente pas drsquoeacutequivalents de cantare + habebam (conditionnel fr
esp port) ni de cantare + hebui (conditionnel it)
2 - La seconde conseacutequence est lrsquoabsence de veacuteritable concordance des temps lorsqursquoil srsquoagit
drsquoexprimer lrsquoulteacuterioriteacute par rapport au preacutesent ou par rapport au passeacute le futur est utiliseacute
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dans les deux cas Comme par ailleurs le subjonctif srsquoest lui aussi consideacuterablement
reacuteduit en liaison avec lrsquoemploi de la conjonction să (issue du latin si) la concordance des
temps est sans doute la surprise la plus deacutesagreacuteable qui attend les Roumains lorsqursquoils
entreprennent lrsquoapprentissage drsquoune langue romane occidentale
3 - On peut relever une troisiegraveme conseacutequence puisque la langue roumaine nrsquoa pas eu besoin
drsquoun conditionnel pour exprimer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute elle a pu se doter drsquoun veacuteri-
table conditionnel crsquoest-agrave-dire drsquoune forme verbale reacuteserveacutee agrave la seule modaliteacute de condi-
tionnel ce qui nrsquoest pas le cas des autres langues romanes Celles-ci preacutesentent en effet un
temps verbal dit conditionnel qui assume une double fonction lrsquoune temporelle (= ulteacute-
rieur du passeacute) lrsquoautre modale (= conditionnel) La prolifeacuteration des constructions expri-
mant le futur dans la langue roumaine - am să cacircnt lsquolsquo je chanterai rsquorsquo litt lsquolsquo jrsquoai agrave chanter rsquorsquo
voi cacircnta lsquolsquo je chanterai rsquorsquo litt lsquolsquo je veux chanter rsquorsquo o să cacircnt lsquolsquo je chanterai rsquorsquo litt lsquolsquo je veux
que je chante rsquorsquo - a permis agrave la forme qui a donneacute le futur dans les autres langues romanes
(cantare + habeo) de quitter complegravetement le domaine de la temporaliteacute agrave laquelle elle
eacutetait encore attacheacutee aux XVIe et XVIIe siegravecles pour devenir uniquement lrsquoexpression de
la modaliteacute conditionnelle (aș cacircnta = lsquolsquo je chanterais rsquorsquo)
On peut penser que le conditionnel formeacute sur lrsquoinfi nitif suivi de lrsquoauxiliaire agrave lrsquoim-
parfait ou au parfait des langues romanes occidentales est neacute apregraves la mecircme construc-
tion avec lrsquoauxiliaire au preacutesent puisque ce dernier existe en roumain tandis que le
premier est inexistant Si cette hypothegravese est exacte cela pourrait signifi er que le
conditionnel des langues romanes occidentales est neacute en premier pour lrsquoexpression
de la temporaliteacute (lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute) et qursquoil nrsquoa assumeacute qursquoensuite les valeurs
modales reccedilues du subjonctif Crsquoest le chemin suivi aussi on vient de le voir par le
conditionnel roumain dont la construction est la mecircme que celle qui a donneacute les
futurs des langues romanes occidentales On peut voir une confi rmation de cette
hypothegravese dans le deacutegagement amorceacute du conditionnel franccedilais de lrsquoexpression de
lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute avec le remplacement de la forme syntheacutetique du condition-
nel par lrsquoauxiliaire aller suivi de lrsquoinfi nitif il a dit avait dit qursquoil viendrait remplaceacute
dans le franccedilais actuel par il a dit avait dit qursquoil allait venir Ainsi progressivement
deacutegageacute de ses valeurs temporelles le conditionnel franccedilais pourra devenir de plus
en plus modal crsquoest-agrave-dire suivre un chemin parallegravele agrave celui traceacute par le condition-
nel roumain Mais on remarquera que le deacutegagement du conditionnel ne signifi e pas
pour autant la disparition de la concordance des temps on a certes il a dit qursquoil va venir qursquoil allait venir mais pas il avait dit qursquoil va venir On retombe en effet sur la
liaison du futur avec le moment T0 de lrsquoeacutelocution
En reacutesumeacute la concordance des temps apparaicirct comme une eacutetape de lrsquoeacutevolution
de la subordination dans les langues romanes dans la mesure ougrave cette concordance
tregraves stricte dans certaines drsquoentre elles - italien espagnol en particulier mais aussi
franccedilais (du tregraves ancien franccedilais jusqursquoau franccedilais classique) - reacutevegravele une subordina-
tion non encore complegravetement exprimeacutee par lrsquoeacuteleacutement subordonnant (it che esp et
fr que) lequel doit encore ecirctre accompagneacute drsquoune modifi cation agrave la fois modale et
temporelle du verbe subordonneacute On a vu que lrsquoeacutetape suivante repreacutesenteacutee par le
franccedilais conserve la variation compleacutementaire modale mais ne preacutesente plus pour
lrsquoessentiel la concordance temporelle
BEGIONI ROCCHETTI
21
Lorsque cette derniegravere eacutetape sera deacutepasseacutee on pourra dire qursquoil nrsquoy aura plus
aucune diffeacuterence formelle entre une phrase indeacutependante et une phrase subordon-
neacutee seule la preacutesence drsquoune conjonction placeacutee agrave la jonction entre la phrase (1) et la
phrase (2) indiquera que la premiegravere est la proposition reacutegissante et que la seconde
est la proposition reacutegie Crsquoest deacutejagrave ce que lrsquoon observe dans le cas ougrave la phrase reacutegie
indique une reacutealiteacute et cela pour tous les groupes verbaux
je sais X (X= tu fais ce qursquoil faut pour reacuteussir) ------gt je sais que tu fais ce qursquoil faut pour reacuteussir
je constate + tu as reacuteussi ------gt je constate que tu as reacuteussi
Cette remarque reste valable lorsque la proposition subordonneacutee exprime une
action virtuelle irreacuteelle ou potentielle mais seulement pour les verbes du premier
groupe
je veux + tu manges ------gt je veux que tu manges
En revanche lrsquoadaptation modale est indispensable pour les verbes des autres
groupes
je veux + tu dors ------gt je veux que tu dormes
La comparaison entre lrsquoeacutevolution de la subordination et celle du syntagme nomi-
nal pourrait se poursuivre De mecircme que nous venons de voir que la subordination se
comporte diffeacuteremment selon les groupes verbaux de mecircme nous pouvons constater
que la reacutepartition des marques du genre et du nombre entre lrsquoarticle et le substan-
tif tient compte du groupe auquel le substantif appartient srsquoil exprime une pluraliteacute
externe seul lrsquoarticle exprime le genre et le nombre dans la langue orale ex un enfant une enfant lrsquoenfant les enfant(s) mais srsquoil exprime une pluraliteacute interne le
substantif conserve lui aussi la marque du nombre ex lrsquoœil les yeux le travail les travaux
Il y a donc bien un paralleacutelisme eacutevident entre lrsquoeacutevolution de la reacutepartition des
marques du genre et du nombre dans le syntagme nominal et lrsquoeacutevolution de la subor-
dination Crsquoest qursquoen effet le meacutecanisme fondamental de la deacutefl exiviteacute est le mecircme
Dans le premier cas il srsquoapplique agrave un eacuteleacutement de la phrase (le syntagme nominal)
dans le deuxiegraveme agrave la nominalisation drsquoune proposition Lrsquoobjectif de la subordina-
tion est en effet la transformation drsquoune phrase en lrsquoeacutequivalent drsquoun substantif pour
que lrsquoensemble ainsi lsquosubstantiveacutersquo puisse ecirctre inteacutegreacute dans une autre phrase Toutes les
variantes que nous avons vues ne sont que des eacutetapes de cette eacutevolution
Universiteacute Charles de Gaulle - Lille 3
CAER EA 854 Aix-Marseille Universiteacute Louis BEGIONI
Universiteacute Sorbonne Nouvelle - Paris 3 Alvaro ROCCHETTI
CILPR 2013 ndash SECTION 2
22
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23
Il lessico della cultura materiale come fonte di studio del latino
lsquocirca romanccedilumrsquo
1 Il lessico concreto nei documenti notarili medievali dellrsquoItalia meri-
dionale
In questo contributo saranno presentati alcuni aspetti emersi da un esame del
lessico della cultura materiale nelle carte notarili medievali dellrsquoItalia meridionale
Nellrsquoindagine sullo stadio di lingua in cui si collocano i documenti latini studiati lrsquoos-
servazione del lessico concreto egrave di particolare interesse se si considerano la natura
linguistica dei testi e la situazione comunicativa in cui essi vengono prodotti
Il lavoro si avvale delle edizioni di documenti originali provenienti dalla Cam-
pania e dalla Puglia e riguarda lrsquoarco cronologico che va dallrsquoVIII al XII secolo
Nellrsquoambito della ricerca egrave stato considerato un campione piuttosto abbondante di
circa 5000 carte Lrsquoestrapolazione delle forme attraverso lo spoglio di una porzione
signifi cativa della produzione notarile disponibile consente la raccolta di un reper-
torio lessicale vasto e articolato in cui risulta ridotto il margine di incompletezza
nella rappresentazione del materiale interessato In tal modo egrave possibile osservare i
termini studiati al confronto con un contesto ampio limitando il rischio di trascurare
lrsquoindividuazione di eventuali fenomeni di polimorfi smo nellrsquoindagine comparativa dei
lessemi
Tra le fonti diplomatiche prese in considerazione1 egrave stato selezionato un corpus di
160 brani da cui sono state estratte circa 500 voci relative a oggetti della vita quoti-
diana
I vocaboli analizzati compaiono principalmente in inventari nellrsquoambito di testa-
menti corredi donazioni e in misura minore di vendite Si tratta delle parti libere
dei documenti in cui lo scriba deve descrivere i beni trasmessi elaborando perso-
nalmente il testo in base alle circostanze Al di lagrave del luogo della charta in cui si
trovano gli elenchi in questione2 lrsquointeresse per lo studio del latino lsquocirca romanccedilumrsquo
egrave determinato soprattutto dallo speciale settore del lessico indagato La necessitagrave di
denominare oggetti della vita di ogni giorno suggerisce lrsquoidea che le espressioni impie-
1 Sono indicate nella nota bibliografi ca le sole fonti relative ai casi di studio menzionati in que-sta sede
2 Per le differenze linguistiche dovute alla distinzione strutturale tra parti di formulario e parti libere cfr Sabatini (1965 972-998) e Sabatini (1968 320-358)
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gate fossero di uso corrente e che la scelta dei lessemi rifl ettesse in qualche misura il
linguaggio comune
Lrsquoanalisi lessicale egrave utile per lrsquoosservazione della lingua degli atti notarili da piugrave
punti di vista Lrsquoincontro tra dimensione scritta e dimensione orale che caratterizza
i documenti legali in esame permette di cercare nella scripta latina tracce dellrsquoincon-
tro tra latino e volgare Il problema della diglossia richiede di considerare anche il
registro stilistico Lrsquoattribuzione dellrsquoelemento romanzo a una varietagrave bassa rispetto
al latino non sembra potersi applicare completamente allrsquoinvestigazione del lessico
concreto Tale approccio teorico dovrebbe presupporre un repertorio in cui termini
sinonimi piugrave o meno connotati stilisticamente denotano lo stesso referente proprio
della vita materiale Dalla ricerca in ambito lessicografi co non sono emersi tuttavia
indizi a supporto di questa ipotesi
La complessitagrave e lrsquointreccio di questi fattori saranno illustrati attraverso tre casi
di studio che forniranno lrsquooccasione di rifl ettere nello specifi co sulle implicazioni di
natura diacronica diatopica e stilistica determinate dallrsquoindagine sul lessico quoti-
diano nelle carte notarili
11 Alcuni aspetti dellrsquoindagine lessicale continuitagrave e innovazione
Tra i lessemi individuati si trovano naturalmente termini giagrave in uso in latino
come ad esempio ampulla anulus aratrum catinum conca falx mappa Alcuni di
questi presentano tratti grafi ci o morfologici che si discostano dal modello classico ma
non mostrano una sostanziale evoluzione semantica come calciamenta cocclarium
corcoma russus e i derivati in -ellus acucella arcella caldarella
Accanto alle voci giagrave presenti nella tradizione letteraria latina sono numerose
quelle che non risultano documentate nei lessici latini Molte di queste possono rico-
noscersi in esiti romanzi e dialettali ma non sono infrequenti i casi che non hanno
continuazione nelle varietagrave romanze moderne e che non sono riportati dalle fonti
dizionaristiche Il problema della continuitagrave si presenta con una fenomenologia
variegata che complica la valutazione delle innovazioni lessicali secondo un modello
astratto di polaritagrave latinoromanzo Una classifi cazione defi nita che distingua forme
latine da forme propriamente romanze non egrave unrsquooperazione scontata e in alcuni casi
resta aperta la questione se si tratti di espressioni proprie esclusivamente del romanzo
o di termini latini vitali magari in ambito quotidiano e colloquiale
La questione dellrsquoidentifi cazione di elementi latini e di elementi romanzi com-
porta implicazioni metodologiche che si rifl ettono sul momento della rappresenta-
zione formale In ragione della presenza di volgarismi accanto a lessemi di tradizione
latina questo problema egrave particolarmente complicato nello studio del lessico inda-
gato Nella presentazione di una forma base infatti risulta problematico lrsquouso della
declinazione classica anche per termini la cui interpretazione storica non egrave sempre
chiara Si pone in sostanza il problema di applicare lo stesso trattamento a un mate-
riale che si presenta eterogeneo sotto alcuni aspetti La diffi coltagrave della lemmatizza-
FERRARI
25
zione egrave evidente anche nei diversi criteri impiegati dalle fonti lessicografi che come si
potragrave constatare a proposito di alcuni degli esempi illustrati di seguito I tipi elencati
selezionati a titolo dimostrativo non sono registrati dai dizionari di latino classico e
risultano documentati solo in latino medievale3
andantelis agg nel sintagma altare andantele ldquoaltare mobilerdquo (1043 in Salernitano agro
CDC VI MXVI) La forma egrave lemmatizzata e defi nita in questo modo nel Lexicon posto in
appendice al IX volume del CDC4
barilis s m ldquobarilerdquo (1065 Salerno CDC IX 1) Il Lexicon di CDC5 riporta barrilis ldquodoliolumrdquo Il termine si trova sotto la voce barile in DuCange (I 578b)
calzari s m pl ldquocalzarirdquo (1028 in Salernitano agro CDC V DCCXCVII) Il termine egrave
riportato in questa forma solamente da Sella (104) che registra una forma simile calzarius
ldquocalzarerdquo a Venezia nel 1271
cardaturum -us ldquocardo (da lana)rdquo6 (1021 Bari CDB I 10) In questo caso si segnala la
diffi coltagrave di assegnare la categoria di genere a certe forme laddove i termini studiati com-
paiono per lo piugrave in funzione di complemento oggetto Su tre occorrenze individuate nel
corpus due terminano in -o e una in -um7
citrinus agg ldquogiallordquo (1065 Bari CDB IV 42)8
coclarilis s m ldquoporta cucchiairdquo (1054 Monopoli nella forma cucclarile ChCup 42)9
corcibaldus s m ldquoveste corta o a maniche corterdquo (968 Nocera CDC II CCLVII)10
facciatora s f ldquomadia cassa di legno per impastarerdquo (1054 Monopoli ChCup 42)11
fondata s f ldquoveste con ricami drsquooro su setardquo (1028 Gaeta CDCaj I CLIII)12
nastala s f ldquonastrordquo (1028 Gaeta CDCaj I CLIII)13
zappa s f ldquozappardquo (845 Luceria CDC I XXV Sappas duas nel 785 a Benevento)14
3 Per comoditagrave di esposizione sono indicati il luogo e lrsquoanno dellrsquoattestazione piugrave antica rilevata nel corpus
4 De Prisco (1984 451)5 De Prisco (1984 453)6 La forma non egrave registrata dalle fonti lessicografi che consultate Ditchfi eld (2007 350) la
menziona a proposito della cardatura sottolineando la peculiaritagrave dellrsquouso al singolare per un oggetto utilizzato in paia
7 Oltre allrsquooccorrenza indicata il termine si trova nel 1054 a Monopoli (ChCup 42) e nel 1138 a Terlizzi (CDB III LI)
8 Cfr LIMAL (80a)9 Anche questa forma non egrave registrata dai dizionari consultati La defi nizione proposta egrave tratta
da Ditchfi eld (2007 130)10 Cfr DuCange (II 664a) LIMAL (112b) Niermeyer (I 384a) Ditchfi eld (2007 457)11 Nessuno dei dizionari consultati registra la forma Cfr Ditchfi eld (2007 120) che individua la
continuazione in Puglia nella forma fassature Cfr anche in VDS (I 226) fazzatorǝ ldquomadiardquo12 Cfr Niermeyer (I 599a) dove fundatus egrave defi nito ldquomȇleacute de fi l drsquoorrdquo e Sella (255) che riporta
fundatum ldquointessuto drsquoorordquo Cfr anche Ditchfi eld (2007 417-420) 13 Cfr DuCange (V 571a) Niermeyer (II 930a) REW (5840)14 Cfr DuCange (VIII 427b) Niermeyer (II 1224a) REW (9599)
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Un altro aspetto determinante nella caratterizzazione della situazione linguistica
relativa ai documenti studiati sono gli apporti alloglotti principalmente i germanismi
dovuti alla presenza longobarda e i grecismi di infl usso bizantino I longobardismi
non sono molto numerosi nel settore lessicale di nostro interesse Qualche traccia
si trova in termini come predula ldquosgabellordquo (sia a Monopoli nel 1054 in ChCup 42
che a Salerno nel 1065 in CDB IV 42) plaione ldquolenzuolordquo (a Bari nel 971 in CDB
IV Frammenti 2 e a Salerno nel 988 in CDC II CCCCIII)15 scirfa ldquosuppellettili
date come corredo nuzialerdquo (a Nocera nel 1014 in CDC IV DCLXXV)16 I greci-
smi sono piuttosto evidenti nel lessico relativo alla liturgia ad esempio in vocaboli
indicanti libri sacri come anastasimon (1032 Bari CDB I 18) catanicticon (1065
Salerno CDC IX 1) biblion panegiricon (1065 Salerno CDC IX 1) Alcuni lessemi
che denotano articoli di provenienza orientale si trovano anche nel linguaggio della
moda Lrsquoattribuzione di valore semantico per alcune di queste forme non consente di
ricavare unrsquoimmagine completa e dettagliata degli oggetti in questione Si tratta di
termini come bambadiki (1054 Monopoli ChCup 42) che indicherebbe una cami-
cia di cotone presumibilmente confezionata a Costantinopoli17 fuffude (1065 Bari
CDB IV 42) che rimanda forse a un tessuto di sciamito decorato a pois e alla tunica
confezionata con lo stesso tessuto18 scamagna ldquocaftanordquo (1029 in Salernitano agro
CDC V DCCCXII)19
2 Alcuni casi di studio
I casi illustrati di seguito rappresentano degli esempi della compresenza di diversi
fattori che si nota nellrsquoindagine sulle carte medievali latine Dallrsquoanalisi dei singoli
lessemi o di determinati aspetti strutturali che accomunano diversi tipi lessicali emer-
gono implicazioni di varia natura che possono essere comprese appieno solo se valu-
tate insieme e in rapporto tra loro
Il livello morfologico dellrsquoanalisi sembra di notevole rilievo a questo proposito In
particolare lrsquoesame dei modi della derivazione chiama in causa aspetti diacronici dia-
topici e di esplicazione del signifi cato Lo studio delle forme derivate invita a osserva-
zioni sulla produttivitagrave di alcuni suffi ssi nel corso del tempo e consente di verifi carne
la vitalitagrave nei territori considerati alla luce del confronto con la distribuzione geo-
grafi ca in epoche successive Lrsquointerpretazione delle forme suffi ssali stimola inoltre
rifl essioni sul signifi cato e sullrsquoambito drsquouso dei termini
Gli aspetti menzionati possono essere riscontrati tutti nella denotazione dellrsquoag-
gettivo ldquoafricanordquo in riferimento a tessuti nel CDC
15 Cfr LEI-Germ (I fasc 5 928-931)16 Cfr Tamassia (1906-7 311-318)17 Cfr Ditchfi eld (2007 446) e Nicole (1894 32) 18 Cfr Ditchfi eld (2007 415-6 e 451)19 Cfr DuCange (scaramanga VII 337 c) REW (scaramancum 577 a) Ditchfi eld (2007 452)
FERRARI
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(1) 1043 in Salernitano agro panni serici africati (CDC VI MXVI)
(2) 1045 - panni serici africazzani du de altare (CDC VI MLII)
(3) 1049 Salerni vel in comitatu Salernitano pani serici africazzani tres de altare (CDC VII
MCXXI)
(4) 1054 Salerni vel in comitatu Salernitano pannilli afrecazzani serici quadtuor (CDC VII
MCCV)
(5) 1058 - sindones africactiana sericas quinque (CDC VIII MCCLVIII)
(6) 1065 Salerno sindones africaczanas sericas quinque (CDC IX I)
Il signifi cato del termine in relazione alla provenienza africana dei tessuti sem-
bra confermato da un altro passo in cui tale aspetto egrave espresso dal complemento de africa in luogo dellrsquoaggettivo (planete due de serico de panni de africa 1057 luogo
non menzionato CDC VIII MCCLII) Lrsquoaggettivo di provenienza egrave riportato per il
latino solo come Africus (ThLL I 1254 e REW 272) e Africanus (ThLL I 1260) LEI
(I 1270) riporta lrsquoaggettivo africanus come voce dotta presente in quasi tutte le lingue
romanze e segnala anche i tipi africato e africazzano derivati di africus come forme
dellrsquoitaliano antico meridionale inserite in un contesto latino Sia il tipo in -ato che
quello in -actianus-azzano non sono documentati nelle varietagrave romanze moderne
LEI rimanda alle stesse carte del nostro corpus senza richiami ad altre fonti al di
fuori del CDC Egrave da notare inoltre che le stesse forme non risultano attestate in altri
documenti coevi di diversa area
In questo caso il problema della defi nizione del tipo lessicale e della riduzione
a una forma base egrave particolarmente evidente I tipi africato e africazzano anche se
giudicati come semplici varianti formali mostrano una veste morfologica che si dif-
ferenzia sensibilmente
Nellrsquoanalisi delle forme rilevate lrsquoelemento che appare piugrave diffi cile da chiarire egrave
il suffi sso -azzo Esso egrave impiegato in alcune varietagrave romanze per derivare nomi di
abitanti Rohlfs20 segnala questo uso in Corsica in basteligaccio ldquodi Bastelicardquo bas-tiaccio ldquodi Bastiardquo con esito fonetico in -accio in Toscana in Melazzo ldquoabitante di
Melordquo e in Italia nordoccidentale in fi emazzo ldquodella Val di Fiemmerdquo Se si consi-
dera tale distribuzione areale del suffi sso inteso come espressione di appartenenza
geografi ca lrsquoaggettivo africazzano individuato nel CDC testimonierebbe un uso che
risulta documentato nelle varietagrave romanze moderne in aree che non corrispondono
con quella interessata dai documenti Meno problematica sembra invece lrsquoaggiunta
del suffi sso -ano indicante anchrsquoesso un rapporto di appartenenza e usato anche per
la formazione di nomi di abitanti
Un altro aspetto di cui tenere conto egrave che gli aggettivi africo africano sono consi-
derati per lrsquoitaliano come propri di un linguaggio colto e che le forme in -azzo ripor-
tate da Rohlfs sono registrate in ambito per lo piugrave dialettale Questo confronto tra le
diverse opzioni favorisce rifl essioni sulla connotazione stilistica di africazzano per
cui non si puograve escludere che si tratti di una voce se non colloquiale almeno non
20 Rohlfs (1969 III 365-7)
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colta Lrsquoassenza nel corpus studiato di altri modi per indicare lo stesso signifi cato non
permette tuttavia di valutare la forma indagata al confronto con forme alternative
ovvero di comprendere se si tratti di un uso generalizzato privo di specifi che conno-
tazioni regionali o stilistiche
In un diverso documento del CDC degli stessi anni si incontra un altro termine
con occorrenza unica nel corpus che per aspetto formale e contesto sembrerebbe
appartenere alla stessa famiglia lessicale e che potrebbe invece essere inteso diversa-
mente In una carta del 1047 si fa menzione di una planeta linea ornata africu (CDC
VII MXCVI) La spiegazione di africu come aggettivo di planeta nel signifi cato di
ldquoproveniente dallrsquoAfricardquo risulta complicata sotto il profi lo morfologico oltre che per
il contesto sintattico se si guarda alla terminazione e alla posizione nel testo dopo
lrsquoaggettivo ornata Il problema troverebbe una soluzione di fronte a unrsquoaltra ipotesi
interpretativa che riconoscerebbe nel lessema un diverso tipo lessicale estraneo alle
accezioni fi nora considerate che manterrebbe una forte coerenza dal punto di vista
semantico Il tipo in questione non risulta documentato dalle fonti lessicografi che
di latino e di latino medievale ma si incontra con forme diverse nella carta 1547 di
AIS VIII lsquoorlare (i fazzoletti)rsquo nelle varietagrave dialettali dellrsquoItalia meridionale a partire
dalla Campania e dalla Puglia settentrionale includendo anche la Sicilia Si tratta
del nap agravefreco afreciello ldquoorlatura orlo di fazzoletto o drsquoaltro panno cucito a tra-
foro lrsquoestremitagrave dei pannilani ripiegata in dentro e cucitardquo (DrsquoAscoli 29a cfr anche
Andreoli 16a) del cal lieacutefricu leacutefricu ldquoorlo (del fazzoletto)rdquo (NDDC 363b) del sal
aacutefricu ldquoorlatura orlo di un fazzolettordquo (VDS I 35a) del sic rregravefi cu ldquoorlo cucitura
che si fa allrsquoestremitagrave di una stoffa ripiegata su seacute stessa per impedire che si sfi laccirdquo
(VS IV 110b) Lrsquoorigine sarebbe il verbo refricare ldquoreibenrdquo REW (7159) registrato
in latino con il solo signifi cato di ldquostrofi narerdquo e per estensione di ldquorinnovarerdquo Sotto
questa entrata REW riporta il nap lefre kare il cal lyefrikare il sic rifi kari ldquosaumlu-
menrdquo con i derivati cal liefritsu pugl afretsu ldquoSaumrdquo Egrave interessante segnalare che lo
stesso dizionario raccoglie separatamente sotto la voce africus ldquoafrikanischrdquo (REW
272) il nap afreke e il tar afrike ipotizzando il signifi cato di ldquoArt Nahtrdquo
Secondo questa interpretazione bisognerebbe distinguere le forme rilevate lad-
dove lrsquoaggettivo lsquoafricanorsquo egrave espresso con il termine africazzano e africu sarebbe da
ricondurre a un etimo diverso e indicherebbe lrsquoorlatura decorativa della planeta Se
si accoglie la spiegazione di africu nel senso di ldquoorlordquo come derivazione da refri-
care lrsquooccorrenza si puograve intendere come una testimonianza antica di un fenomeno
che continua ancora nei dialetti meridionali
Queste osservazioni consentono infi ne di valutare in modo piugrave problematico il
senso del passo (1) in cui si puograve ipotizzare per il sintagma panni serici africati una
certa ambiguitagrave di signifi cato Da una parte il termine africati si differenzia formal-
mente rispetto al tipo piugrave ricorrente africazzano che pure compare in documenti
redatti negli stessi anni e soprattutto nello stesso contesto socio-culturale Una possi-
bilitagrave sarebbe di spiegare il suffi sso -atus come desinenza participiale riconducendo
FERRARI
29
il termine allrsquoorigine refricare21 Il contesto tuttavia mostra una forte analogia con
i documenti in cui compaiono i panni serici africazzani Questo uso indurrebbe a
considerare le forme come semanticamente coincidenti in quanto varianti formali
con la stessa accezione di ldquoafricanirdquo
Il problema della registrazione nelle fonti lessicografi che unito alle rifl essioni
sugli aspetti semantici e sullrsquoambito drsquouso di determinati lessemi puograve incontrarsi
ancora una volta nella presenza di aggettivi che rimandano alla provenienza geogra-
fi ca degli oggetti Per i termini illustrati di seguito la speculazione egrave motivata soprat-
tutto dal tipo di formazione laddove lrsquoimpiego di un certo suffi sso suggerisce lrsquoipotesi
che si tratti di un uso relativo a un campo semantico defi nito A Gaeta nel 1028 si
incontra una fondata mea serica bona gaytanisca (CDCaj I CLIII) a Monopoli nel
1054 un faciolo grecisco (ChCup 42) a Bari nel 1065 duo facioli greciski (CDB IV
42) nellrsquoagro salernitano nel 1043 quadtuor sindones grecesce (CDC VI MXVI) a
Terlizzi nel 1180 tres pallidellas franciscas lini (CDB III CXXIX)22 a Molfetta nel
1184 unam caiam (o catam) malfetanescam (CDB VII LXVIII)23
Gli aggettivi individuati nel nostro corpus sono sempre legati al campo tessile
qualifi cando specifi ci oggetti di stoffa Il suffi sso si incontra in italiano antico per for-
mare aggettivi che indicano lrsquoorigine e in alcuni casi questi si riferiscono a manifat-
ture tessili in espressioni come lana corsesca panno francesco lana lombardesca e
panni lombardeschi documentate da TLIO in testi toscani del XIII e del XIV secolo
Egrave signifi cativo il riscontro di tale formazione in testi mediolatini e si segnala che i tipi
gaytaniscus e malfetanescus non risultano documentati dai dizionari di latino neacute di
latino medievale al contrario di franciscus e greciscus attestati giagrave in una carta del
1007 riportata nelle Memorie Amalfi tane (I 222 amictum unum optimum de seta plumatu greciscu petie due de pannu plumatu francesce)24
In quanto al signifi cato lrsquointerpretazione solleva alcuni dubbi sul valore semantico
da assegnare agli aggettivi In particolare il tipo francesco indicherebbe un prodotto
o una merce laquoche proviene dalle manifatture della Francia e in partic della Fiandraraquo
o laquoche egrave decorato o viene eseguito secondo modelli o tecniche francesiraquo (GDLI VI
283b) Lrsquoespressione panno francesco egrave defi nita da TLIO ldquotipo di tessuto per abitirdquo
Analogamente un aggettivo come romanesco si incontra nellrsquoitaliano letterario del
21 Alessio (1976 9) riporta lrsquoespressione panni serici africati sotto la voce affricare ldquofregar con-tro stropicciarerdquo e rimanda alle forme dialettali per ldquoorlordquo
22 Dal punto di vista semantico sono da considerare separatamente le occorrenze dellrsquoaggettivo nel sintagma lectus franciscus (in CDB III LI CDB III CXXIX CDB VII LXVIII) che indicherebbe un letto di larghezza intermedia e che egrave attestato nelle carte pugliesi dopo la conquista normanna nel 1071 (cfr Ditchfi eld 2007 77)
23 Questrsquoultimo aggettivo compare anche in un corredo di Terlizzi del 1138 (CDB III LI) in cui si menzionano tres faciolos unam etiam malfetanescam duas reticellas sericas La lettura della forma etiam egrave controversa In ogni caso essa denota con ogni probabilitagrave un oggetto di tessuto
24 Cfr LIMAL (1029b)
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XVI-XVII sec nel sintagma panno romanesco a indicare un laquotessuto ruvido e gros-
solano (e lrsquoabito confezionato con tale tessuto)raquo (GDLI XVII 36a)
Non pare illogico quindi domandarsi se la peculiaritagrave semantica dellrsquoaggettivo
francesco non possa estendersi anche agli altri tipi Gli aggettivi studiati potrebbero
indicare oltre al luogo di produzione degli oggetti che descrivono particolari caratte-
ristiche materiali come il genere di manifattura La presenza dei suffi ssi -anus + -iscus nelle forme gaytaniscus e malfetanescus conduce a unrsquoulteriore rifl essione conside-
rando che lrsquoorigine geografi ca risulterebbe espressa giagrave con il solo -anus Non egrave dato
stabilire se allrsquoaspetto morfologico corrisponda una precisa accezione semantica o se
si tratti solo di un fatto formale Egrave impossibile inoltre ogni verifi ca sulla conforma-
zione degli oggetti I contesti di occorrenza sono indicativi della preziositagrave dei tessuti
menzionati che rientrano in elenchi di beni di lusso e sono caratterizzati da unrsquoalta
qualitagrave e un consistente valore economico25
3 Conclusioni
Lrsquoosservazione dei termini presi in esame mette in luce alcune questioni poste
dallrsquoanalisi lessicale nello studio della lingua dei documenti Lrsquoindagine diacronica sul
materiale raccolto suggerisce in certi casi lrsquoesistenza anche nel latino tardo di feno-
meni presenti in ambito romanzo e alla luce del confronto con le varietagrave dialettali
moderne egrave possibile notare nelle fonti medievali tratti che paiono diatopicamente
connotati
Non sono infrequenti i casi in cui si puograve ravvisare un uso proprio di unrsquoarea geo-
grafi ca specifi ca La frequenza limitata alla produzione di un territorio circoscritto
spiegherebbe lrsquoassenza di alcuni lessemi nei corpora delle opere lessicografi che Egrave
prevedibile inoltre che lo studio dei testi mostri talvolta testimonianze antiche di usi
locali che continuano in voci dialettali Ciograve si ipotizza per il tipo africu non attestato
dai dizionari di latino nel signifi cato di laquoorloraquo ma documentato nelle parlate di area
meridionale Come si egrave visto con la forma africazzano lrsquoindagine puograve offrire informa-
zioni sulla produttivitagrave di certi elementi in epoche diverse mostrandone la vitalitagrave su
un territorio piugrave esteso in passato rispetto a quanto si constata per le varietagrave romanze
moderne
Le occorrenze degli aggettivi di provenienza in -iscus rappresentano infi ne testi-
monianze di un modello di formazione ben presente in italiano antico I tipi gaytani-scus e malfetanescus non sembrano documentati in altre fonti cosigrave come non risul-
tano aggettivi analoghi che presentino la stessa struttura morfologica con il doppio
suffi sso
25 Cfr Ditchfi eld (2007 524) a proposito dei veli importati dallrsquoimpero bizantino e dalla cittagrave di Amalfi e Ditchfi eld (2007 417-20) per il ricamo drsquooro su seta ovvero il fundatus anche con riferimento alla fondata gaytanisca menzionata nel nostro documento
FERRARI
31
Lo studio del lessico in prospettiva diacronica insieme allrsquoosservazione della
distribuzione geografi ca e dellrsquoambito drsquouso di forme e di tipi lessicali comporta ri-
fl essioni che toccano anche lrsquoaspetto stilistico
Per le forme che non godono di signifi cativa documentazione si puograve immaginare
che esse fossero vitali per lo piugrave nella comunicazione orale Tale aspetto unito al
riscontro di continuazioni dialettali (si veda africu) e allrsquoattribuzione dei lessemi a
varietagrave regionali (si ricorda che africato e africazzano sono individuati da LEI solo
come forme del latino medievale campano) apre la questione del livello stilistico in
cui collocare i termini in esame Lrsquouso del tipo africazzano appare interessante se
si considera la disponibilitagrave di una alternativa africanus defi nito termine colto dai
dizionari consultati Se si pensa alle diverse opzioni come a pure varianti formali
lrsquoopposizione tra i due tipi potrebbe trovare una giustifi cazione in unrsquoipotetica dif-
ferenza stilistica tra le due forme La stessa opportunitagrave di una facile alternativa fa
sospettare perograve una piugrave precisa motivazione della scelta lessicale il cui valore seman-
tico resta tuttavia di diffi cile comprensione
La ricerca di documentazione nelle fonti lessicografi che puograve risultare problema-
tica con conseguenti diffi coltagrave nellrsquoassegnazione di valore semantico che a volte
non consentono una defi nizione precisa e dettagliata dei lessemi Lrsquoesame dei ter-
mini selezionati offre lo spunto per sottolineare che lrsquoanalisi linguistica in un settore
del lessico come quello interessato deve accompagnarsi a un approccio di studio che
abbia come argomento anche il rapporto tra lsquoparole e cosersquo Come si egrave visto non sem-
pre egrave possibile un riscontro oggettivo dei vocaboli indagati che favorirebbe in certi
casi una migliore comprensione della realtagrave linguistica e materiale
Per le carte esaminate non sembra possibile stabilire se gli scribi operassero una
selezione nellrsquoambito di un repertorio linguistico Le scelte lessicali che emergono
dai documenti rispecchiano con ogni probabilitagrave lrsquouso corrente Se la situazione di
diglossia che riguarda la scrittura notarile richiama a rifl essioni di natura stilistica
pare azzardato tuttavia riconoscere immediatamente nei termini rilevati voci popo-
lari proprie di una varietagrave bassa proiettando categorie moderne sullrsquointerpretazione
dei testi antichi Non egrave infatti opportuno accomunare sul piano sociolinguistico le
voci dialettali delle varietagrave romanze moderne e quelle che in base alla documenta-
zione mediolatina sembrano avere una circolazione limitata a una determinata area
geografi ca Lrsquoindagine sullrsquointersecazione del livello diatopico con quello diastratico
risulta complessa specialmente se proiettata sulla situazione linguistica di cui i testi
in questione non sono che una testimonianza ridotta e fortemente condizionata dalla
variante diamesica26 Il problema di applicare le etichette lsquoregionalersquo e lsquopopolarersquo negli
studi sul latino volgare egrave discusso da Poccetti (2004 149-151)27 In particolare occorre
ricordare che laquoegrave certo che il latino regionale di qualunque epoca non era soltanto
26 Su questo problema cfr Varvaro (1998)27 Sullrsquoapplicazione di un approccio dialettologico a situazioni linguistiche del passato cfr
anche Varvaro (2004)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
32
lsquopopolarersquoraquo (Poccetti 2004 204) Questa consapevolezza puograve applicarsi anche alla
situazione in esame e ben si collega a un altro aspetto da non sottovalutare che con-
cerne proprio il peculiare ambito a cui appartengono i lessemi Tutti i termini indagati
rientrano nel linguaggio specifi co di un campo semantico ben defi nito e avrebbero
quindi una connotazione piugrave o meno tecnica La scarsitagrave di testimonianze per alcuni
tipi potrebbe essere attribuita quindi non tanto allrsquoaffi oramento episodico di tratti
diastraticamente connotati quanto a un uso specializzato di certi elementi lessicali
Il riferimento di una decisa connotazione diastratica alle forme individuate non egrave
conveniente anche di fronte al carattere regionale di alcune espressioni Per quanto
la denominazione di oggetti quotidiani lasci supporre lrsquouso del linguaggio comune la
mediazione del testo scritto richiede cautela nel vedere le forme incontrate come un
immediato rifl esso della lingua parlata
In conclusione sono molti i fattori da tenere in conto nella lettura delle scrip-tae notarili soprattutto se si cerca di attingere tracce del linguaggio comune Per lo
studio del lessico concreto si puograve ipotizzare tuttavia un ridimensionamento della
distanza della scripta dal linguaggio corrente di fronte alla necessitagrave di denominare
oggetti della vita quotidiana (un ulteriore cenno merita la distinzione tra gli articoli
piugrave comuni e quelli piugrave preziosi che non dovevano godere di grande diffusione) Sia
nel caso in cui si osservano elementi sovraregionali sia in quello in cui si individuano
tratti diatopici la documentazione di fenomeni non testimoniati dalle fonti latine puograve
offrire interessanti testimonianze della loro circolazione nel contesto preromanzo Il
forte legame con la realtagrave concreta e con la vita quotidiana del lessico studiato con-
sente un punto di vista privilegiato a questo scopo
Istituto Italiano di Scienze Umane Valentina FERRARI
FERRARI
33
Nota bibliografi ca
Fonti primarie
CDB = Codice diplomatico barese I Nitto de Rossi Giovanni Battista Nitti de Vito Francesco
1897 Le pergamene del duomo di Bari (952-1264) III Carabellese Francesco 1899 Le per-gamene della Cattedrale di Terlizzi (971-1300) IV-V Nitti de Vito Francesco 1900 e 1902
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Tamassia Nino 1906-1907 laquoScherpa scerpha scirparaquo Atti dellrsquoIstituto Veneto LXVI 311-318
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CILPR 2013 ndash SECTION 2
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VS = Piccitto Giorgio (ed) 1985 Vocabolario Siciliano CataniaPalermo Centro di studi fi lo-
logici e linguistici siciliani
35
Le systegraveme des participes latins et les signes avant-coureurs
des changements romans au VIe siegravecle apregraves J-Ch
Au VIe siegravecle apregraves J-Ch les structures de la langue latine ne correspondent plus
tout agrave fait aux normes du latin classique aussi bien du point de vue morphologique et
seacutemantique que syntaxique
Il est fort diffi cile par ailleurs drsquoeacutetablir avec preacutecision une lsquolsquo grammaire rsquorsquo de la
langue de cette peacuteriode le latin du VIe siegravecle est en effet une mosaiumlque de niveaux de
langue et de structures linguistiques diverses Il semble donc que les grammaires de
latin tardif eacutevoquent un stade plus avanceacute de lrsquoeacutevolution
Nous voudrions aujourdrsquohui eacutevoquer le systegraveme participial aussi bien au sein des
constructions absolues que dans le discours Nous verrons ainsi quels sont les nou-
veaux outils linguistiques dont disposent les auteurs et la survivance de ceux-ci en
roman
1 Le corpus
Afi n de mettre en lumiegravere un deacuteveloppement diachronique de lrsquoemploi du parti-
cipe nous avons confronteacute deux synchronies dans lrsquoeacutetablissement du corpus de textes
pour notre eacutetude Drsquoun cocircteacute quatre textes de latin tardif1 et de lrsquoautre quatre textes
de latin classique
11 Le corpus de textes tardifs
Tout drsquoabord nous avons choisi deux textes de Greacutegoire de Tours (538-593) le
livre II de lrsquoHistoria Francorum et le livre II du De uirtutibus sancti Martini afi n
de deacuteterminer si lrsquoemploi des constructions absolues et du participe est lsquolsquo homogegravene rsquorsquo
chez Greacutegoire de Tours ou srsquoil reacutepond au contraire agrave des critegraveres litteacuteraires choisis
en fonction de la nature du genre litteacuteraire LrsquoHistoria Francorum est en effet une
œuvre historique dans laquelle les notations chronologiques sont essentielles alors
que le De uirtutibus sancti Martini est une œuvre hagiographique qui consiste en une
succession drsquoanecdotes sans lien les unes avec les autres
1 Les textes de latin tardif sont citeacutes drsquoapregraves lrsquoeacutedition des Monumenta Germaniae Historica disponible en ligne ltwwwdmghdegt Le premier chiffre correspond au livre de lrsquoœuvre le second au chapitre le troisiegraveme agrave la page des Monumenta Germaniae Historica et le qua-triegraveme agrave la ligne Les textes classiques sont eux citeacutes dans lrsquoeacutedition de la Collection des Universiteacutes de France aux Belles Lettres Paris
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36
Nous avons parallegravelement compareacute Greacutegoire de Tours avec deux autres auteurs
tardifs de textes historiques lrsquoun anteacuterieur lrsquoAnonyme de Valois (eacuteveacutenements de 464
agrave 526) et lrsquoautre posteacuterieur Freacutedeacutegaire (texte eacutecrit vers 660) cette similitude de genre
litteacuteraire permettant drsquoeacutecarter autant que possible les diffeacuterences stylistiques inheacute-
rentes agrave chaque genre litteacuteraire
12 Le corpus de textes classiques
Nous avons choisi le livre I du De Bello Gallico de Ceacutesar le livre I de Tite-Live
(Ab urbe condita) le livre I des Annales de Tacite et le livre XXIII drsquoAmmien Mar-
cellin auteur du IVe siegravecle apregraves J-Ch traditionnellement consideacutereacute comme le der-
nier auteur agrave eacutecrire dans un latin de facture classique
Cette eacutetude de lrsquoemploi du participe srsquoappuie majoritairement sur son emploi dans
les constructions absolues lrsquoablatif absolu agrave lrsquoeacutepoque classique et durant toute la lati-
niteacute auquel srsquoajoutent agrave lrsquoeacutepoque tardive ce qursquoon appelle lsquoaccusatif absolursquo et lsquonomi-
natif absolursquo
2 Les constructions absolues deacutefi nition
Les constructions absolues sont des syntagmes constitueacutes majoritairement drsquoun
sujet et drsquoun participe jouant le rocircle syntaxique de preacutedicat les deux eacutetant accordeacutes
en genre en nombre et en cas En latin classique ces syntagmes sont exclusivement
agrave lrsquoablatif (ce sont des lsquoablatifs absolusrsquo) mais les textes en latin tardif preacutesentent de
nouvelles constructions absolues qui nrsquoexistent pas en latin classique le nominatif
absolu (ougrave le sujet et le participe sont au nominatif) lrsquoaccusatif absolu (ougrave le sujet et
le participe sont agrave lrsquoaccusatif) et les constructions mixtes (ougrave le sujet est agrave un cas et le
participe agrave un autre)
Ainsi lrsquoablatif absolu proelio facto chez Ceacutesar lsquolsquo le combat ayant eacuteteacute fait rsquorsquo (Gall 1 13 1) pourrait-il se trouver chez Greacutegoire de Tours sous la forme drsquoun accusatif
absolu ou drsquoun nominatif absolu proelium factum ou drsquoune construction mixte facto proelium
Dans nos textes tardifs si les nouvelles constructions absolues sont bien repreacutesen-
teacutees lrsquoablatif absolu reste de loin majoritaire
Tableau 1 Reacutepartition des constructions absolues chez nos auteurs tardifs
des VIe et VIIe siegravecles
Nombre
total de
constructions
absolues
Nominatif
absolu
Accusatif
absolu
Construc-
tions mixtes
Ablatif
absolu
Anon
Vales38 132 26 842
GAYNO
37
Nombre
total de
constructions
absolues
Nominatif
absolu
Accusatif
absolu
Construc-
tions mixtes
Ablatif
absolu
GregTur
Martin234 3 86 04 88
GregTur
Hist246 32 11 32 826
Fredeg 144 222 97 111 57
Ce tableau montre que lrsquoablatif absolu reste la construction absolue la plus employeacutee
au VIe siegravecle dans nos textes Il corrobore ce qursquoeacutecrit Johannes Muumlller-Lanceacute2 ce der-
nier se deacuteclare deacuteccedilu de ne pas avoir retrouveacute dans les textes ce que les manuels annon-
cent traditionnellement crsquoest-agrave-dire un net deacuteveloppement des nouvelles constructions
absolues au deacutetriment de lrsquoablatif absolu Paolo Greco3 relegraveve quant agrave lui les mecircmes
proportions que nous pour le premier livre de lrsquoHistoria Francorum agrave savoir 73
drsquoablatifs absolus 20 drsquoaccusatifs absolus et 2 de nominatifs absolus
Cette structure ougrave le participe preacutedicat a un sujet propre donne agrave la construction
absolue une valeur de proposition circonstancielle et se retrouve eacutegalement en fran-
ccedilais
Le pegravere mort les fi ls nous retournent le champ (La Fontaine Fables V 9)
De mecircme en ancien-franccedilais ougrave nous avons releveacute dans notre lecture de La Chanson de Roland soit 4002 vers lrsquoemploi drsquoun syntagme participial correspondant
agrave une construction absolue latine
Desfi les ci sire vostre veiant (Rol 326)
lsquolsquo Je les en deacutefi e Sire agrave votre vue rsquorsquo
Le chevalier Ganelon srsquoadresse ici au roi Charlemagne Le participe veiant du verbe
veoir forme ici une locution adverbialiseacutee dans laquelle il est grammaticaliseacute en adverbe on
peut le traduire par lsquolsquo devant rsquorsquo
La rareteacute des constructions absolues est remarquable dans le texte du XIe siegravecle
Cette situation srsquooppose agrave celle de notre corpus tardif ougrave lrsquoon trouve plusieurs
constructions absolues par page Cette structure a donc beaucoup diminueacute en ancien-
franccedilais comme le note Philippe Meacutenard4 laquo Les constructions absolues de lrsquoancien-
2 Muumlller-Lanceacute (1994 119)3 Greco (2005)4 Meacutenard (1988 173)
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38
franccedilais sont beaucoup plus limiteacutees [qursquoen latin tardif] puisqursquoil srsquoagit surtout des
formes oiant et voiant qui font presque fi gure de preacutepositions raquo
3 Le participe
Le participe employeacute dans les constructions absolues peut aussi bien ecirctre un par-
ticipe preacutesent qursquoun participe passeacute Le participe futur et lrsquoadjectif verbal sont rares
degraves le latin classique Cependant on observe une diffeacuterence de proportion entre les
occurrences du participe preacutesent et celles du participe passeacute entre le latin classique
et nos auteurs tardifs en latin classique les auteurs privileacutegient lrsquoemploi du participe
passeacute en construction absolue Mais lrsquoemploi du participe preacutesent va beaucoup aug-
menter dans les constructions absolues dans notre corpus de latin tardif
Les constructions absolues ne comportant qursquoexceptionnellement une autre forme
participiale celles-ci sont noteacutees dans la colonne laquo autre raquo dans le tableau suivant
Tableau 2 Les participes employeacutes dans les constructions absolues chez
les auteurs classiques du corpus
Participe
preacutesent
Participe
parfait actif de
verbe deacuteponent
Participe
parfait passifAutre
Caes 79 0 921 0
Liv 155 3 81 055
Tac 208 108 661 236
Amm 202 92 706 0
La supeacuterioriteacute numeacuterique de lrsquoemploi du participe parfait passif dans les construc-
tions absolues agrave lrsquoeacutepoque classique ressort clairement de ce tableau quoique lrsquoon
puisse noter un infl eacutechissement de cette tendance de Ceacutesar (921) agrave Tite-live (81)
et surtout Tacite (661)
Dans nos textes tardifs cette reacutepartition change avec lrsquoaugmentation de lrsquoemploi
du participe preacutesent comme le note Johannes Muumlller-Lanceacute7 Le tableau suivant
montre cette eacutevolution chez les auteurs tardifs de notre corpus
5 Un adjectif verbal en 1 18 6 condenda6 Trois adjectifs verbaux 1 26 4 augendis 1 26 4 adleuandis 1 54 1 retinendis7 Muumlller-Lance (1995 417)
GAYNO
39
Tableau 3 Les participes employeacutes dans les constructions absolues
chez les auteurs tardifs de notre corpus8
Participe
preacutesent
Participe
parfait actif de
verbe deacuteponent
Participe par-
fait passifAutre
Anon Vales 421 26 553 0
Greg Tur
Martin393 13 594 0
Greg Tur
Hist 325 69 602 048
Fredeg 556 69 368 074
La proportion de participe preacutesent est bien plus importante en latin tardif qursquoen
latin classique drsquoapregraves ces releveacutes corroboreacutes par ceux de Paolo Greco9 pour le pre-
mier livre de lrsquoHistoria Francorum de Greacutegoire de Tours (dans lequel il deacutecompte
33 participes preacutesents et 44 participes parfaits passifs) Mais cette eacutevolution nrsquoest pas
uniforme selon les auteurs si le participe passeacute reste le plus utiliseacute chez Greacutegoire
de Tours ce nrsquoest pas le cas chez Freacutedeacutegaire On pourrait expliquer ces variations
en disant que la langue de cette eacutepoque nrsquoest pas grammaticalement uniformiseacutee
ou fi xeacutee Elle est en effet en pleine mutation ce que marquent eacutegalement les nom-
breuses confusions dans le paradigme verbal Agrave cela srsquoajoute un coeffi cient de varia-
biliteacute stylistique propre agrave chaque auteur
4 Les confusions dans le paradigme verbal
Dans le mecircme temps les distinctions agrave la fois de voix et de temps dans le para-
digme verbal se sont estompeacutees en latin tardif
Les distinctions qui existent en latin classique entre les verbes actifs deacuteponents
et passifs sont moins nettes en latin tardif ougrave de freacutequentes confusions sont attesteacutees
dans nos textes On observe par exemple des fl ottements entre la forme de lrsquoinfi nitif
preacutesent actif et celle de lrsquoinfi nitif preacutesent passif
8 On trouve dans cette œuvre drsquoautres formes participiales neacuteanmoins celles-ci eacutetant em-ployeacutees en coordination avec un participe recenseacute au sein de la mecircme construction absolue elles nrsquoapparaissent pas dans ce deacutecompte comme le participe futur ruituris en Hist 2 7 48 19 coordonneacute agrave un participe preacutesent trementibus Un seul exemple drsquoadjectif verbal employeacute seul dans un ablatif absolu en Hist 2 9 56 1 delendis
9 Greco (2005)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
40
Lrsquoaugmentation de lrsquoemploi du participe preacutesent et les confusions dans le para-
digme verbal ont favoriseacute lrsquoapparition de nouvelles valeurs des participes preacutesent et
passeacute en latin tardif ou plus exactement ont favoriseacute le deacuteveloppement de valeurs
qui preacuteexistaient dans lrsquoancienne langue
Ainsi en latin archaiumlque et classique le latin nrsquoa que deux participes un participe
en -ns -ntis qui est dit preacutesent actif (aimant) et un participe en -tus -a -um (ayant eacuteteacute aimeacute) qui est dit passeacute passif Le latin offre donc deux lacunes paradigmatiques il lui
manque un participe preacutesent passif (du type du franccedilais eacutetant aimeacute) et un participe
passeacute actif (du type du franccedilais ayant aimeacute)
Degraves le latin archaiumlque le participe preacutesent en -ns -ntis est grammaticaliseacute comme
un participe de sens actif agrave valeur aspectuelle durative et sans valeur temporelle
puisqursquoil marque la concomitance avec le procegraves du verbe principal reacutegissant ainsi
que lrsquoeacutecrivent Alfred Ernout et Franccedilois Thomas10 laquo Le participe preacutesent ne marque
pas le temps en lui-mecircme mais il deacutesigne lrsquoaction concomitante crsquoest-agrave-dire qui se
deacuteveloppe en mecircme temps que celle du verbe de la proposition ougrave il se trouve raquo
Le participe passeacute en -tus -a -um est grammaticaliseacute comme un participe de sens
passif deacutenotant un procegraves accompli
Mais degraves les premiers textes latins lrsquoexistence des verbes deacuteponents trouble la
frontiegravere entre actif et passif Les verbes deacuteponents en effet ont des formes sem-
blables au passif mais un sens actif Le participe en -tus des verbes deacuteponents malgreacute
sa forme homophone drsquoun participe passif aura donc un sens actif de profi ciscor
lsquolsquo srsquoen aller partir rsquorsquo le participe parfait profectus signifi e lsquolsquo srsquoeacutetant en alleacute eacutetant parti rsquorsquo
comme un participe passeacute actif Cet affaiblissement de la frontiegravere entre actif et passif
est probablement en partie agrave lrsquoorigine drsquoun changement attesteacute dans nos textes tardifs
pour le participe passeacute passif en -tus qui peut porter une valeur active Il y a donc
maintien de la valeur temporelle de passeacute (et eacuteventuellement de la valeur aspectuelle
drsquoaccompli) mais changement de voix
De son cocircteacute et agrave lrsquoinverse le participe preacutesent actif en -ns peut garder sa valeur
active (maintien de la voix) mais perdre sa valeur aspectuelle durative et exprimer un
procegraves passeacute (changement de valeur aspecto-temporelle)
On se retrouve donc dans nos textes tardifs avec une forme en -ns qui fonctionne
comme un participe preacutesent actif (ancien systegraveme) et aussi comme un participe passeacute
actif (nouveau systegraveme) et un participe en -tus qui fonctionne encore comme un par-
ticipe passeacute passif (majoritaire dans lrsquoancien systegraveme) et aussi comme un participe
passeacute actif (nouveau systegraveme) Ainsi lrsquoune des deux lacunes morphologiques du latin
classique est-elle combleacutee par une extension drsquoemploi des deux participes preacuteexis-
tants qui viennent endosser occasionnellement la nouvelle fonction de participe par-
fait actif (fr ayant tueacute)
10 ErnoutThomas (1972 sect286)
GAYNO
41
5 La structure phrastique
Dans notre corpus tardif lrsquoorganisation syntaxique de la phrase est transformeacutee
la structure pyramidale de la phrase classique a laisseacute la place agrave une structure lineacuteaire
crsquoest-agrave-dire que les propositions preacutesentent les procegraves dans lrsquoordre de leur deacuteroule-
ment chronologique
Ainsi chez Ceacutesar par exemple la proposition principale est-elle postposeacutee agrave la
proposition subordonneacutee
Per eos ne causam diceret se eripuit (Caes Gall 1 4 2)
(Orgeacutetorix lors de son procegraves intenteacute contre lui par les Helvegravetes a fait venir nombre de
ses soutiens)
lsquolsquo Gracircce agrave eux afi n de ne pas deacutefendre sa cause il sut se soustraire rsquorsquo (traduction mot agrave mot)
lsquolsquo Gracircce agrave leur preacutesence il put se soustraire agrave lrsquoobligation de parler rsquorsquo11
Par contre pour traduire lrsquoun de nos textes tardifs il est preacutefeacuterable de suivre
lrsquoordre de la phrase
Gunthedrudis quaedam de Virmandense terreturio (= territorio) oculorum lumen perdide-
rat quae relinquens domum et patriam fi de commonente uenit ad sanctam basilicam ibique diebus multis deseruiens unius oculi meruit recipere uisum (Greg Tur Martin 2 9 612 5)
lsquolsquo Une Guntedrude du territoire de Vermandois avait perdu la lumiegravere de ses yeux et
celle-ci laissant sa maison et sa patrie la foi lrsquoavertissant vint agrave la sainte basilique et lagrave ser-vant avec zegravele pendant de nombreux jours meacuterita de recouvrer la vue drsquoun œil rsquorsquo12
La lineacuteariteacute du discours est ici assureacutee par lrsquoalternance des verbes conjugueacutes et des par-
ticipes preacutesents le sujet agent des procegraves verbaux eacutetant le mecircme tout au long de la phrase la
femme laisse sa maison (relinquens) puis elle vient agrave Tours (uenit) elle y remplit un service
religieux (deseruiens) et enfi n est gueacuterie de son infi rmiteacute (meruit)
Ainsi une construction absolue anteacuteposeacutee agrave la proposition reacutegissante deacutenote-t-elle
un procegraves anteacuterieur agrave celui exprimeacute dans la proposition reacutegissante et une construc-
tion absolue postposeacutee agrave la proposition reacutegissante deacutenote-t-elle un procegraves posteacuterieur
agrave celui exprimeacute dans la proposition reacutegissante
Lrsquointerpreacutetation drsquoun participe preacutesent anteacuteposeacute peut donc ecirctre diffeacuterente entre le
latin classique et le latin tardif
Cotta pugnans occiditur (Caes Gall 5 37 5)
lsquolsquo Alors qursquoil eacutetait en train de combattre Cotta est tueacute rsquorsquo
Le procegraves duratif exprimeacute par le participe preacutesent pugnans est concomitant de celui deacute-
noteacute par le verbe principal occiditur
11 Traduction Constans12 lsquolsquo Une Gondeacutetrude femme du pays de Vermandois avait perdu la lumiegravere du jour Aux aver-
tissements de la foi laissant maison et patrie elle vint agrave la sainte basilique et lagrave se proster-nant pendant un grand nombre de jours elle meacuterita de recouvrer lrsquousage drsquoun de ses yeux rsquorsquo (Traduction Bordier)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
42
La mecircme phrase pourrait se trouver chez Greacutegoire de Tours et le participe preacute-
sent pugnans pourrait avoir la mecircme valeur que chez Ceacutesar crsquoest-agrave-dire aspectuelle
et non temporelle la mort interrompt le premier procegraves celui de combattre Cepen-
dant comme le participe preacutesent est anteacuteposeacute au verbe de la proposition reacutegissante
il pourrait eacutegalement chez Greacutegoire de Tours deacutenoter un procegraves anteacuterieur agrave celui
exprimeacute par occiditur On pourrait alors comprendre lsquolsquo Cotta apregraves avoir combattu
fut tueacute rsquorsquo lrsquoassassinat intervient apregraves le combat La phrase preacutesente les procegraves selon
leur deacuteroulement chronologique
6 Le participe preacutesent exprimant une action anteacuterieure agrave celle exprimeacutee
par le verbe de la proposition reacutegissante
Les verbes de mouvement peuvent de maniegravere geacuteneacuterale deacutenoter le parcours lui-
mecircme conccedilu dans sa dureacutee (fr il se promenait dans le jardin) ou bien au contraire
le point de deacutepart ou le point drsquoarriveacutee drsquoun parcours (fr il sortit de la ville il entra dans la ville) Ces derniers qui correspondent aux bornes du parcours expriment
lorsqursquoils sont employeacutes au participe preacutesent chez nos auteurs une action acheveacutee au
moment ougrave srsquoaccomplit le procegraves exprimeacute par la proposition reacutegissante le participe
preacutesent drsquoun verbe signifi ant lsquolsquo arriver entrer sortir etc rsquorsquo a alors la mecircme valeur reacutefeacute-
rentielle deacutenotative qursquoun participe passeacute actif dans les langues (comme le franccedilais)
ougrave existe un tel participe passeacute actif ingrediens Ravennam qui est traduit litteacuterale-
ment par lsquolsquo entrant dans la ville de Ravenne rsquorsquo deacutenote une situation extralinguistique
correspondant agrave lrsquoeacutenonceacute franccedilais laquo eacutetant entreacute dans la ville de Ravenne raquo comme on
le voit dans le passage suivant
Ingrediens13 autem Rauennam deposuit Augustulum de regno (Anon Vales 2 38 310 3)
lsquolsquo Entrant dans Ravenne il deacuteposa Augustulus rsquorsquo
Odoacre arrive drsquoabord agrave Ravenne puis il deacutepose le dernier empereur romain drsquoOcci-
dent Augustulus Le participe preacutesent exprime un procegraves anteacuterieur et acheveacute par rapport agrave
celui exprimeacute par le verbe de la proposition principale il peut se traduire par un participe
passeacute actif lsquolsquo eacutetant entreacute rsquorsquo
De mecircme les verbes de sens imperfectif qui expriment un procegraves en cours au
moment ougrave srsquoaccomplit le procegraves de la proposition principale peuvent lorsqursquoils sont
employeacutes au participe preacutesent agrave lrsquoinitiale de proposition deacutenoter un procegraves duratif agrave la
fois anteacuterieur et concomitant par rapport agrave celui deacutenoteacute par la proposition principale
le procegraves qursquoils expriment a commenceacute avant celui de la proposition principale Dans
lrsquoexemple suivant le procegraves de craindre a commenceacute avant celui drsquoordonner
Metuens uero rex ne dolore generi14 aliquid aduersus regnum eius tractaret obiecto cri-mine iussit interfi ci (Anon Vales 2 92 328 30)
13 Il srsquoagit drsquoOdoacre14 Il srsquoagit de Boegravece cf sect 85-87
GAYNO
43
lsquolsquo Le roi craignant alors que de douleur pour la mort de son gendre il ne ficirct quelque chose
contre son autoriteacute ordonna qursquoil soit tueacute un crime lui eacutetant reprocheacute rsquorsquo15
Dans cet exemple le participe preacutesent exprime un lien de cause agrave effet avec le procegraves de
la proposition principale le procegraves exprimeacute par le participe preacutesent lsquodeacuteclenchersquo le procegraves
exprimeacute par la proposition reacutegissante Cette relation de causaliteacute implique une relation tem-
porelle drsquoanteacuterioriteacute
7 Le participe preacutesent employeacute comme verbe conjugueacute en latin tardif
Dans plusieurs occurrences le participe preacutesent est employeacute comme un verbe
conjugueacute agrave un mode personnel dans nos textes tardifs soit dans des propositions
subordonneacutees soit coordonneacute agrave un verbe conjugueacute par et
On relegraveve eacutegalement quelques phrases sans verbe conjugueacute Le participe preacutesent
et ses compleacutements forment alors agrave eux seuls une veacuteritable proposition
Quam cum uir suos imperatur (= imperator) Persarum per legationis (= legationes) sepius (= saepius) repetiret (= repeteret) et Mauricius emperatur (= imperator) uxorem ipsius esse nesciret tunc agusta (= Augusta) uidens eam pulcerrimam (= pulcherrimam) suspicans ne ipsa esset quam legati quaerebant dicensque eis (Fredeg 4 9 126 3)
lsquolsquo Et comme son mari empereur des Perses la reacuteclamait tregraves souvent par lrsquointermeacutediaire
drsquoambassades et que lrsquoempereur Maurice ignorait qursquoelle eacutetait la femme de celui-ci alors
lrsquoimpeacuteratrice voyant qursquoelle eacutetait tregraves belle se doutant qursquoelle pouvait ecirctre celle que les leacutegats
demandaient et leur disant rsquorsquo16
Dans cette phrase la proposition principale ne contient pas de verbe conjugueacute mais seu-
lement trois participes preacutesents accordeacutes avec le nominatif sujet agusta uidens suspicans
et dicens Lrsquoun au moins de ces trois participes eacutequivaut agrave un verbe conjugueacute drsquoailleurs le
participe preacutesent suspicans est lsquo reacutegulariseacute rsquo en un verbe conjugueacute agrave mode personnel dans le
manuscrit 5a qui utilise la forme suspicatur du verbe deacuteponent suspicor
8 Eacuteleacutements drsquoexplication
Cet emploi du participe preacutesent comme preacutedicat dans des phrases ou des proposi-
tions sans verbe conjugueacute repreacutesente peut-ecirctre un emploi peacuteriphrastique du participe
preacutesent avec le verbe sum lsquolsquo ecirctre rsquorsquo dans une fonction grammaticaliseacutee ou semi-gram-
maticaliseacutee drsquoauxiliaire sur le modegravele de la conjugaison peacuteriphrastique avec le verbe
esse et le participe passeacute Ce tour lsquo participe preacutesent + sum rsquo existe en latin archaiumlque
et classique en particulier sous la forme lsquo fore + participe preacutesent rsquo tournure eacutequiva-
lant agrave un infi nitif futur et attesteacutee en latin classique
15 lsquolsquo There the king fearing that through resentment at the death of his son-in-law Symmachus might take some step in opposition to his rule ordered him to be put to death under a false accusation rdquo (Traduction Rolfe 1939)
16 lsquolsquo Son mari lrsquoempereur des Perses la reacuteclamait freacutequemment en envoyant des ambassades mais lrsquoempereur Maurice ignorait qursquoelle eacutetait son eacutepouse alors lrsquoimpeacuteratrice avisant cette femme drsquoune grande beauteacute se douta que crsquoeacutetait elle que les ambassadeurs cherchaient et leur dit rsquorsquo (Traduction Devillers et Meyers)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
44
Fore audientes (Caes Gall 1 39 7)
lsquolsquo Ils entendront rsquorsquo
Lrsquoextension de cette tournure en latin tardif a pu ecirctre favoriseacutee par lrsquoinfl uence
des traductions latines de la Bible grecque puisque cette tournure est eacutegalement un
helleacutenisme17
Et omnis multitudo populi erat orans foris hora incensi (pour orabat) (Luc 1 10)καὶ πᾶν τὸ πλῆθος ἦν τοῦ λαοῦ προσευχόμενον ἔξω τῇ ὥρᾳ τοῦ θυμιάματοςlsquolsquo Et toute la multitude du peuple eacutetait en priegravere dehors agrave lrsquoheure de lrsquoencens rsquorsquo
Cependant ces tournures sont fort rares dans nos textes nous nrsquoen avons releveacute
que trois dans notre corpus tardif dont une seule peut ecirctre interpreacuteteacutee comme une
peacuteriphrase verbale
Merobaudis (ou Merobaudus) quidam ex pago Pictauensi dum esset laborans in opere caecitate pessima insidiatore inmittente (= immittente) percussus est (Greg Tur Martin 2
15 613 36)
lsquolsquo Un certain Meacuterobaude du canton poitevin alors qursquoil eacutetait en train de travailler agrave son
ouvrage de la ceacuteciteacute la pire agrave lrsquoinstigation du traicirctre a eacuteteacute frappeacute rsquorsquo18
Le syntagme esset laborans exprime une action en cours drsquoaccomplissement au moment
ougrave srsquoaccomplit le procegraves exprimeacute par le verbe de la proposition reacutegissante percussus est le
sujet de esset laborans est aussi le sujet de percussus est et le participe preacutesent forme peut-
ecirctre ici avec lrsquoauxiliaire une peacuteriphrase verbale exprimant la dureacutee concomitante du procegraves
principal comme la forme progressive anglaise en -ing il est lsquolsquo en train de travailler rsquorsquo19
Il est donc deacutelicat de postuler un auxiliaire esse sous-entendu avec le participe preacute-
sent puisque lrsquoattestation de esse avec le participe preacutesent est exceptionnelle Donc
la tournure peacuteriphrastique est certes attesteacutee en grec mais la tournure grecque ne
peut ecirctre consideacutereacutee comme eacutetant agrave lrsquoorigine de lrsquoemploi en latin du participe preacutesent
agrave la place drsquoun verbe conjugueacute
En fait lrsquoemploi du participe preacutesent offre le grand avantage de permettre une
simplifi cation de la fl exion verbale il suffi t que le sujet parlant ait meacutemoriseacute la forme
participiale en -ans -ens formeacutee sur le thegraveme de lrsquoinfectum pour eacutelaborer la forme
verbale qursquoil veut exprimer en lui adjoignant une forme du verbe lsquolsquo ecirctre rsquorsquo qui portera
les morphegravemes aspecto-temporels et personnels
17 Blaise (1986 sect225)18 lsquolsquo Un certain Meacuterobaude du pays du Poitou fut par un coup du diable frappeacute pendant qursquoil
srsquooccupait de son travail de la ceacuteciteacute la plus absolue rsquorsquo (Traduction Bordier)19 Les deux autres occurrences se trouvent en Hist 2 13 63 8 patientes estote et en Martin 2
24 617 9 adhaerentes Patientes semble ecirctre adjectiviseacute plutocirct que de relever de lrsquoexpression peacuteriphrastique de lrsquoimpeacuteratif futur Adhaerentes employeacute ici avec lrsquoauxiliaire erant corres-pond sans doute agrave la forme syntheacutetique de lrsquoimparfait passif du verbe simple adhaereo
GAYNO
45
Par ailleurs cette tournure peacuteriphrastique en lsquolsquo esse + participe preacutesent rsquorsquo est attes-
teacutee dans La Chanson de Roland laquo Le procegraves est envisageacute en cours dans son accom-
plissement raquo20
Carles qui est as forz passant (Rol 1703)
lsquolsquo Charles qui est en train de traverser les deacutefi leacutes rsquorsquo
Selon les grammaires drsquoancien-franccedilais consulteacutees la tournure la plus freacutequente
est lrsquoemploi du participe preacutesent avec un verbe de mouvement Le procegraves du verbe de
mouvement lsquolsquo aller rsquorsquo et celui exprimeacute par le participe preacutesent sont simultaneacutes
Curant i vinz Margariz de Sibilie (Rol 955)
lsquolsquo Alors Margariz de Seacuteville arrive en courant rsquorsquo
Cette tournure est encore usuelle au XVIIe siegravecle
Je mrsquoen vas deacutesalteacuterant (La Fontaine Le loup et lrsquoagneau Fables I 10)
Le participe preacutesent dans ces exemples eacutequivaut agrave un geacuterondif franccedilais formeacute
de la preacuteposition en suivie du participe preacutesent Cette tournure nrsquoexiste absolument
pas dans nos textes tardifs ougrave la forme syntheacutetique de geacuterondif du latin classique en
-dum ou -do est encore freacutequemment utiliseacutee quoique de nombreuses confusions
drsquoemploi puissent ecirctre releveacutees entre participe preacutesent et geacuterondif La tournure est en
formation au XIe siegravecle si elle est attesteacutee son emploi nrsquoest pas systeacutematique
Cler en riant lrsquoa dit a Guenelun (Rol 618)
lsquolsquo Il dit agrave Ganelon en riant de faccedilon sonore rsquorsquo
Asez est mielz que moerium cumbatant (Rol 1518)
lsquolsquo Il vaut beaucoup mieux que nous mourions en combattant rsquorsquo
Conclusion
La langue des VIe-VIIe siegravecles ne semble pas ecirctre lrsquoancecirctre direct des emplois du
participe releveacutes au XIe siegravecle Ceux-ci deacuterivent sans doute drsquoun eacutetat plus tardif de la
langue latine
Notre corpus tardif a reacuteveacuteleacute une langue en pleine mutation avec lrsquoemploi encore
bien attesteacute et majoritaire des formes classiques parallegravelement avec lrsquoeacutemergence de
nouvelles structures Les auteurs tardifs tentent de pallier leurs carences en gram-
maire classique en ayant recours agrave de nouveaux outils linguistiques qui sont geacuteneacutera-
lement lrsquoextension de tournures existant dans lrsquoancienne langue
20 Moignet (1979 202)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
46
Ces tentatives des VIe-VIIe siegravecles resteront pour la plupart vaines drsquoautres plus
tardives se retrouveront elles en franccedilais Nous avons donc affaire agrave une peacuteriode de
transition entre la norme du latin classique qui quoique affaiblie existe encore et ce
qui sera lrsquoeacutetat ou plutocirct les eacutetats les plus anciens des langues romanes
Centre Alfred Ernout
Universiteacute de Paris-Sorbonne (Paris 4) Maryse GAYNO
GAYNO
47
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49
Marcatori interazionali di cortesia dal latino alle lingue
romanze nomi e verbi tra morfosintassi e contesto discorsivo
1 Introduzione
Questo contributo1 analizza lrsquoevoluzione pragmatica dal latino ad alcune lingue
romanze di un gruppo di marcatori interazionali di cortesia (MIC) I MIC indagati
sono derivati da verbi o da locuzioni performative con valore illocutivo (ad es it
grazie prego chiedo scusa fr merci je tevous demande pardon port obrigado desculpe sp pido perdoacuten gracias rum mulțumesc măvă rog) ed esprimono i tre atti
linguistici di fare una richiesta (es 1) ringraziare (es 2) chiedere scusa (es 3)
(1) rum Mă rog dacă nu vă supăraţi aveţi apă2 (Caragiale Momente şi schiţe Livescu
(2014))
ldquoper favorevi prego se non vi dispiace avete (dellrsquo) acquardquo
(2) fr Merci monsieur de nous avoir donneacute agrave ma femme et agrave moi des nouvelles du joyeux
compagnon (Barregraves 1906 Le Voyage de Sparte Frantext)
(3) sp Bueno perdoacuten disculpaacute el teacutermino porque no seacute queacute cosa es (CREA Oral)
Dal punto di vista conversazionale i MIC costituiscono lsquorituali interazionalirsquo con
specifi che funzioni sociali poicheacute rappresentano modalitagrave standardizzate di orga-
nizzare scambi interpersonali che a loro volta hanno origine in un contesto storico
e socio-culturale (Goffman (1967)) Si tratta quindi di atti illocutori convenzionali
che hanno successo non se il destinatario comprende lrsquointenzione del parlante ma se
lrsquoatto egrave conforme a una convenzione socialmente riconosciutaQuindi dal punto di vista della realizzazione pragmatica la routinizzazione a
livello interazionale e sociale di alcuni atti genera formule che non implicano una
negoziazione di signifi cato ma la cui funzione pragmatica egrave fi nalizzata alla lsquocoesione
socialersquo (cfr Ghezzi (2014))Lo sviluppo pragmatico dei MIC puograve essere osservato da diversi punti di vista a
livello semasiologico analizzando quali funzioni pragmatiche sono realizzate da una
specifi ca forma oppure onomasiologico studiando come la stessa funzione venga rea-
lizzata da forme diverse Questo secondo punto di vista utilizzato qui per lrsquoanalisi evi-
1 Questo egrave un prodotto della ricerca laquoDinamica delle identitagrave nella comunicazione e nel muta-mento linguisticoraquo coordinata da Piera Molinelli e fi nanziata dallrsquoUniversitagrave di Bergamo (FAR 2012)
2 Qui sono tradotti gli esempi complessi
CILPR 2013 ndash SECTION 2
50
denzia a livello inter- e intra-linguistico processi ciclici di pragmaticalizzazione ricon-
ducibili a tendenze ricorrenti nelle lingue considerate (cfr Ghezzi e Molinelli (2014)) Le similitudini funzionali e formali nella nascita di MIC in alcune lingue romanze
infatti ben mettono in luce la relazione tra meccanica e meccanismi del mutamento
pragmatico ovvero tra il carattere ciclico dei processi implicati nel mutamento (mec-
canica) e le proprietagrave morfosintattiche e semantiche delle fonti dei MIC che in prima
istanza favoriscono il mutamento stesso (meccanismi) Allrsquoanalisi di questo secondo
aspetto egrave dedicato questo contributo3Lo sviluppo diacronico dei MIC egrave direttamente connesso alle caratteristiche mor-
fosintattiche dei contesti in cui vengono ritualizzati alla tipologia di atti linguistici
nei quali funzionalmente si collocano al valore di performativitagrave delle espressioni da
cui hanno origineQuesti contesti sono costituiti da forme che a livello morfosintattico codifi cano la
forza illocutiva in modo diverso Gli atti di richiesta scusa ringraziamento infatti
possono essere espressi
(a) nelle forme verbali da un verbo semanticamente rilevante come sp te lo agra-dezco rum icircţi mulţumesc e it mi scuso in (4-6)
(4) sp Bueno muchas gracias te lo agradezco (CREA Oral)
(5) rom Icircţi mulţumesc pentru cadoul foarte frumos (esempio reale)4
ldquoTi ringrazio per il bellissimo regalordquo
(6) it Mi scuso per il disturbo (esempio reale)
(b) nelle locuzioni da un verbo semanticamente generico con valore performativo
e da un nome che veicola il valore semantico principale come sp peccedilo desculpas it
chiedo scusa e fr je vous dis merci in (7-9)
(7) port Peccedilo novamente desculpas pelo adiantado da hora (CETEM publico)
ldquoChiedo nuovamente scusa per lrsquoora tardardquo
(8) it chiedo scusa ma non crsquoegrave il tempo del pronostico (Corpus LIP)
(9) fr De Milo je vous dis merci (Echenoz Nous trois Frantext)
(c) da una formula olofrastica come rum vă rog port obrigado fr pardon in (10-12)
(10) rum Luaţi loc vă rog (Livescu 2014)
ldquoSiediti per favorerdquo
(11) port laquoBom adeu Estimo que sejas felizraquo (CETEM Publico)
laquoObrigadoraquo
laquoBene arrivederci Credo che sarai feliceraquo
laquoGrazieraquo
(12) fr Oh ma tante Pardon Pouvais-je imaginer (Garat Pense agrave demain Frantext)
3 A Pierluigi Cuzzolin e Piera Molinelli un sincero ringraziamento per la lettura attenta e i molti consigli
4 Ringrazio Mihaela Popescu e Joana Aguiar per lrsquoaiuto nella traduzione degli esempi in rumeno e in portoghese rispettivamente
GHEZZI
51
Egrave possibile esemplifi care in Tab 1 alcune espressioni con funzione di MIC in lin-
gue romanze
Tab 1 ndash MIC in alcune lingue romanze
atto MIC italiano francese rumeno spagnolo portoghese
richieste verbi prego je te vous prie
te vă rog ruego peccedilo
locuzioni rivolgo una preghiera
je fais un appel
amo rugăminte
hago una peticioacuten
faccedilo um apelo
formule olofrastiche
prego je vous trsquo en prie
măvă rog (por favor) (por favorse faz favor)
scuse verbi mi scuso je mrsquoexcusepardonne (moi)
mă scuzaţi me disculpodesculpe-me
desculpe-me
locuzioni chiedo scusaperdonofaccio le mie scuse
je disdemande pardon
icircmi cer scuze
pido perdoacutendisculpa ofrezcopresento mis disculpas
peccedilo desculpaspeccedilo perdatildeo
formule olofrastiche
scusapardon
pardon scuzațiscuzaţi-mă
perdoacuten desculpeperdatildeo
ringrazimenti verbi ringrazio je remercie mulţumesc te lo agradezco
agradeccedilo
locuzioni dico grazierendo grazie (arcaico)
je dis mercije rends gracircce
aduc mulţumiri
doy (las) gracias
dou graccedilas
formule olofrastiche
graziegran merceacute (arcaico)
(grand) mercimille gracircces(arcaico)
mulţumesc gracias obrigado(a)
Alla base dei cicli di pragmaticalizzazione dei MIC vi sono contesti discorsivi per-
formativi codifi cati attraverso formule ritualizzate che hanno sviluppato un valore
pragmatico di cortesia a partire da perifrasi nominali o verbali In particolare le peculiaritagrave dei percorsi di pragmaticalizzazione dei MIC saranno
qui esemplifi cate in italiano e in francese attraverso lrsquoatto linguistico del ringraziare
Ci si avvarragrave di due corpora bilanciati di opere teatrali secondo lo schema in Tab 25
5 Il bilanciamento tiene conto del numero complessivo di parole in ogni corpus (circa 1200000 per il corpus italiano e 2200000 per quello francese) e della loro distribuzione nei tre secoli considerati Per permettere una comparazione le frequenze di occorrenza dei MIC sono state normalizzate per 100000 parole
CILPR 2013 ndash SECTION 2
52
Tab 2 - Corpora
1500 1700 1900
Francese Selezione opere teatrali
da Frantext
Selezione opere teatrali
da Frantext
Selezione opere teatrali
da Frantext
Italiano Selezione opere
teatrali di Aretino
Ariosto Belo Grazzini
Machiavelli Bruno
Ruzante
Selezione commedie di
Goldoni
Selezione opere teatrali
di Pirandello e di
Giacosa
Analizzando le caratteristiche degli enunciati performativi in cui i MIC occor-
rono ci si concentreragrave sullrsquoanalisi diacronica nelle due lingue romanze dellrsquointerre-
lazione tra
(a) il contesto discorsivo in cui emergono i valori pragmatici connessi alla cortesia
(b) i tratti morfosintattici dei MIC nelle lingue considerate
(c) le caratteristiche semantiche delle fonti dei MIC
In particolare la nozione di ciclo pragmatico verragrave utilizzata per descrivere lrsquoalter-
nanza morfosintattica tra forme verbali e nominali
2 I performativi e lrsquoorigine dei MIC
Il repertorio dei MIC nelle lingue romanze egrave costituito da verbi locuzioni e for-
mule olofrastiche a carattere performativo (cfr Tab 1) la nozione di performativitagrave
rappresenta dunque un punto di osservazione imprescindibile per lrsquoanalisi dei per-
corsi che hanno portato alla formazione di MICI verbi performativi condividono alcune proprietagrave In primo luogo manifestano
la soggettivitagrave del parlante annullando formalmente il discrimine tra enunciato ed
enunciazione (tra modus e dictum Benveniste (1966 273-274)) ed esprimendo lessi-
calmente il contenuto mentale del locutore attraverso lrsquouso del verbo alla prima per-
sona del presente indicativo Secondariamente sottolineano una coincidenza tra laquolocutoreraquo ed laquoenunciatoreraquo
ovvero tra laquoil soggetto responsabile dellrsquoatto di enunciazione che parla in prima per-
sonaraquo (locutore) e laquocolui che esprime il punto di vista espresso nellrsquoenunciatoraquo (enun-
ciatore) (Ducrot (1984 119-120)) Ne consegue che derivano non da un lessema ma da
un atto linguistico (Ti ringrazio Ti dico grazie Grazie) utilizzato per lsquofare qualche
cosarsquo e non solo per lsquodire qualche cosarsquo (cfr la trattazione in Benveniste (1958 1966)) Dunque i MIC che hanno origine da verbi o locuzioni performative hanno valore
laquodelocutivoraquo6 essendo derivati da locuzioni ovvero unitagrave del discorso e non da nomi
o verbi unitagrave della langue nel senso saussuriano del termine Tali forme sono alta-
6 Sulla nozione di delocutivitagrave si vedano tra gli altri Benveniste (1958 1966) Anscombre (1985) Buumlchi (1995) Fruyt (1997) Larcher (2003)
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mente produttive poicheacute egrave possibile derivare verbi come it ringraziare e fr remercier e nomi it grazie e fr merci7 In questi casi si puograve dire che morfologicamente i MIC
hanno valore denominale ma pragmaticamente (e semanticamente) hanno valore
delocutivo
Infi ne i performativi sono caratterizzati da una doppia illocuzione la prima
dichiarativa la seconda determinata dalla semantica del verbo o del nome che carat-
terizza la locuzione performativa Sono quindi tipici dei contesti socialmente ritualiz-
zati e consacrati alla realizzazione di alcune azioni (cfr Held e Helfrich (2011))Tra gli atti linguistici realizzati da MIC richiedere e ringraziare costituiscono la
base lsquocortesersquo di ogni processo di scambio8 Le richieste sono atti minacciosi della faccia negativa mitigati attraverso specifi -
che strategie verbali I ringraziamenti invece sono atti sociali a benefi cio dellrsquointerlo-
cutore che si basano sullrsquoidea che vi sia un laquoindebitamentoraquo pragmatico tra parlante e
interlocutore (Leech (1983 205)) Come per le richieste i ringraziamenti sono atti lin-
guistici codifi cati metaforicamente attraverso una lsquotransazionersquo calcolata in relazione
ad un contesto situazionale e storico-culturale in base ai quali viene verbalmente
bilanciata e compensata Egrave interessante che il medesimo etimo latino (gratia) possa essere usato in francese
e in italiano in atti linguistici di richiesta e di ringraziamento (fr accorder un gracircce
demander un gracircce vs mille gracircce rendre gracircce it di grazia domandare una grazia
vs mille grazie ringraziare rendere grazie) Infatti il valore semantico ldquofavore buona
disposizionerdquo egrave elemento culturale chiave nel processo sociale di scambio
Il riferimento lsquoeconomicorsquo di tale scambio egrave invece alla base degli usi della for-
mula olofrastica francese merci e dellrsquoit mercedemerceacute in locuzioni quali je rends merci o rendo merceacute entrambi derivati dal lat mercede(m) ldquoprezzo pagato per un
prodotto commercialerdquo (Cortelazzo Zolli (1979 sv))Nonostante la prosecuzione comune alle due lingue degli etimi gratia (it grazia e
fr gracircce) e merces (it merceacute mercede e fr merci) il confronto diacronico tra francese
e italiano mostra differenze formali e congruenze funzionali nei percorsi che hanno
portato alla formazione dei moderni MIC
7 Nellrsquoit un grazie speciale a Marco e nel fr dis-lui un grand merci de ma part (Frantext) la presenza dellrsquoarticolo al singolare e al maschile rispettivamente testimoniano la derivazione dallrsquoatto linguistico e non dal nome plurale o dal femminile corrispondente
8 Si vedano Brown Levinson (1987) ed Held (1996) relativamente agli atti di richiesta e di ringraziamento nella cortesia verbale
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3 Sviluppi diacronici in italiano e in francese
Tra i meccanismi alla base degli sviluppi diacronici dei diversi tipi di MIC9 vi egrave la
frequenza di occorrenza delle unitagrave determinata dallrsquouso dellrsquoespressione in situa-
zioni ricorrenti Lrsquoerosione del signifi cato originario egrave infatti parte integrante dello
sviluppo verso un uso pragmatico In entrambe le lingue tale sviluppo ha origine a
partire da un contesto e da strutture morfosintattiche contenenti verbi o locuzioni
performativi
31 Il latino
In latino sono attestate diverse formule spesso caratterizzate in diastratia asso-
ciate ai lessemi gratus ldquogratordquo e gratia(m) ldquofavore buona disposizionerdquo Queste
formule sono utilizzate in accezione concreta ldquoatto con il quale si acquista ricono-
scenzardquo o astratta ldquoservizio resordquo (Castiglioni Mariotti (2007 sv))
La formula non marcata in latino egrave gratias (tibi) ago ldquorendo grazie (a te)rdquo a cui si
associano diverse varianti tra cui grates ago grates dico rivolte a divinitagrave o persona di
alto rango (Panagl (2003)) La formula latina tam gratiast (lt tam gratia est) lett ldquotanto
egrave graziardquo continua nelle lingue romanze come nellrsquoit tante grazie (Panagl (2003))
Il secondo etimo considerato merces non compare nei dati scritti di cui si egrave in
possesso con il valore di MIC
32 Lrsquoitaliano
In italiano entrambi gli etimi latini sono attestati con valore di MICLe forme italiane che proseguono tali etimi hanno valore di MIC giagrave in italiano
antico Esse compaiono sotto forma di verbi di locuzioni performative e di formule
olofrastiche Renzi (2010) indica come non marcate le forme del verbo illocutivo rin-graziare (es 13) le espressioni farerendere (molte) graziemerceacute (es 13-15) e le for-
mule olofrastiche merzeacute granmolte merceacute (es 16-17) Alcuni usi di grazia e delle
sue varianti possono essere interpretati come contesti ponte di formule olofrastiche
spesso in co-occorrenza con merceacute (es 18-19) Nello stesso periodo nel corpus OVI
sono attestate 8 occorrenze del verbo merciare ldquoringraziarerdquo (es 20) in varietagrave sia
toscane sia veneziane
(13) Ringrazzo voi di fi n cor [con cuore puro] merzeacute rendo merzeacute mia donna (Chiaro
Davanzati Rime canz 7 vv 49-50 OVI)
(14) Irsquo le dissi laquoMadonna grazie rendo a voiumlraquo (Fiore 202 vv 1-2 OVI)
(15) Segnor mio di ciograve che voi mi dite io vi rendo grande grazie e mercieacute sigrave della promessa e
ssigrave del consilglio (Libro della distruzione di Troia 1539 OVI)
(16) Dice il sere che gran mercegrave e che voi gli rimandiate il tabarro (Boccaccio Novelle
72-14 OVI)
9 Simili percorsi possono essere ricostruiti per locuzioni performative formule olofrastiche non marcate come it grazie e fr merci o verbi performativi
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(17) [hellip] maggiore me lrsquoaveste dimandato e io vi dono questoraquo laquoSignoreraquo disse la donzella
laquomolte marceacute raquo (Palameacutedes pis pt2 cap 54 1113 OVI)
(18) Grasia a te grasia amico e mersede tutta di tanto grasioza benivoglensa de sigrave orrata
discreta discressione (Guittone Lettere in prosa 29 34817 OVI)
(19) Grasia e mersede a voi Signor dibonaire che grasia e onore tanto fatto mrsquoavete lrsquoumel
persona despetta mirsquo accogliendo e degnando in vostra altessa (Guittone Lettere in prosa 26 3237 OVI)
(20) laquoEl me plaxe molto benraquo ciograve dixe lo re Galleodin laquoe sigrave ve ne mercio fortemente de ccedilograve che
vuj aviti ditoraquo (Tristano Cors 8435 OVI)
Nella seconda metagrave del Quattrocento Savonarola (III 181) nota laquoGrazia si chiama
il ringraziamento che facciamo ad uno quando lo ringraziamo che ci ha fatto qualche
benefi cio cioegrave che rendiamo grazia idest ringraziamoraquo (Battaglia (1971 sv)) Allo
stesso periodo risalgono le prime attestazioni di ringraziamento (es 21)
(21) Dopo assai ringraziamenti fatti e lor commemorazione date al Piovano gli donograve braccia
XXX di panno di mellina e trenta iscudi drsquooro e feceli oferte assai per seacute e per li suoi
amici (Piovano Arlotto 14 Battaglia (1971 sv))
Baretti (1760) nel dizionario italiano-inglese sotto la voce grazia (ldquoil ringraziare
per segno di gratitudinerdquo) indica laquothanks vi rendo grazie I thank youraquo Nel volume
inglese-italiano si trova invece laquoThanks grazie sf ringraziamenti smraquo Secondo
Lepschy Lepschy (2007) le due notazioni fanno pensare che non si tratti ancora
dellrsquoespressione olofrastica ma di una riduzione di rendo grazie Inoltre nello stesso
periodo sul Vocabolario degli accademici della Crusca alla voce mercegrave si indicano
come sinonimi render mercede e ringraziare (4deg edizione (1729-1738) sv es 22)
(22) Io son qui per renderti mercede del benefi cio che mi festi allora (Ariosto Orlando furioso 431031-2)
Dal 1850 circa la formula olofrastica grazie compare nei vocabolari come lemma
indipendente (Lepschy Lepschy (2007 127-128)) il che probabilmente registra anche
formalmente un uso moderno del MIC ormai consolidato nella prassi (es 23) Ancora
intorno alla metagrave del 1800 perograve vengono citati come sinonimi di grazie voci quali
mercegrave o gran mercegrave grandissima mercegrave rendo grazie (Boerio (18562 sv)) utilizzati
soprattutto in registri stilisticamente alti come testimonia lrsquoesempio (24) dallrsquointro-
duzione a Il Piacere di Gabriele DrsquoAnnunzio del 1888)
(23) laquoDi grazia quel signore da che parte si va fuora per andare a Bergamoraquo
laquoPer andare a Bergamo Da porta orientaleraquo
laquoGrazie signore []raquo (Manzoni I Promessi sposi cap XVI)
(24) Questo libro composto nella tua casa dallrsquoospite bene accetto viene a te come un rendi-mento di grazie [hellip] Se nel mio libro egrave qualche pietagrave umana e qualche bontagrave rendo mercede al tuo fi gliuolo [hellip] Ave Giorgio Amico e maestro gran merceacute (DrsquoAnnun-
zio Il Piacere Introduzione)
Lrsquoanalisi quantitativa delle diverse unitagrave nel corpus considerato conferma lrsquoevolu-
zione dei MIC (Graf 1)
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Graf 1 - Distribuzione dei MIC in italiano
Rispetto alle tre tipologie di MIC considerati si puograve osservare che tra le due locu-
zioni attestate (rendo merceacutegrazie) prevale rendo grazie la cui frequenza diminuisce
perograve nel 1900 Il verbo performativo piugrave diffuso in italiano egrave ringrazio la variante
mercio giagrave poco frequente in italiano antico non egrave attestata nel 1500 Similmente la
formula olofrastica piugrave frequente nel 1500 egrave gran merceacute ma progressivamente viene
sostituita da grazie
33 Il francese
Anche in francese entrambi gli etimi latini sono attestati con valore di MICGiagrave in antico francese essi compaiono sotto forma di verbi di locuzioni performa-
tive e di formule olofrastiche Tra i piugrave frequenti vi sono la locuzione rendre granzgrace(s) che co-occorre anche con merci (es 25 Treacutesor sv) la formula olofrastica
grand merciz attestata per la prima volta nel 1135 (es 26 Treacutesor sv) diversi verbi
performativi a partire dal XII secolo quali remercier (es 27 Treacutesor sv) a sua volta
derivato dallrsquoantico verbo mercier (es 28 Robert Rey (2001 sv)) da cui anche mer-ciement (es 29) Nello stesso periodo il verbo gracier egrave usato con il signifi cato ldquorin-
graziarerdquo (es 30)
(25) Biau sire Diex je te rent graces et merciz de ce que je ne sui pas ausi mauveacutes ne ausi
desloiax come sont mi (La Queste del Saint Graal 1220 p 124 BFM)
(26) ldquoGranz merciz sirerdquo diumlent li losengier (Couronnement de Louis 4 BFM)
(27) Mais comme povre orpheline je vous remercie dei vaisseaulux que vous mrsquoenvoyastes
(Melusine BFM)
(28) Mercyeacute Sire en soyes vous (Intern Consol II Xxi Bibl Godefroy (1895 sv))
(29) E li reis li en rent mut grant merciement (Horn 3213 Mich BFM)
(30) Vous mercy Qui venu estes jusqursquoa ci Et chascun de vous en gracie (Griseld BFM)
In francese medio le forme olofrastiche sono prevalentemente costruite a par-
tire da merci grand(s) merci(s)moult de mercis (es 31) (La) + agg poss (bonne) merci (es 32 DMF sv) Le locuzioni performative contengono merci (rendre merci es 33) o grace (donner rendre grace DMF sv soprattutto rivolto a Dio) o entrambe
le forme (donnerrendre grace(s) et merci(s) es 34) Parimenti sono attestati diversi
verbi delocutivi gracier mercier regracier remercier (es 35-37) Allo stesso periodo
risalgono anche le prime attestazioni di remerciement (es 38)
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(31) Sire chevaliers a vostre congieacute et grans mercis de vostre courtoisie (Arras 7 DMF sv)
(32) laquoSireraquo dist Saintreacute laquovostre bonne mercyraquo (La Sale JS 131 DMF sv)
(33) Mon pere je te rans mercy Du grant pouvoir que mrsquoas donneacute Faire ce que mrsquoas ordonneacute
Mrsquoen vaiz (Pass Auv 161 DMF sv)
(34) Et pour ce sire nous lui promettons en bonne foy que nous le servirons comme nostre
loyal seigneur et lui rendrons graces et mercis de la bonteacute qursquoil nous a faicte (Beacuterinus I
188 DMF sv)
(35) Sire que bien devons amer Tous ensemble vous merciumlons Tant humblement com nous
povons Et regraciumlons chierement Qursquoil vous a pleu benignement Condescendre a nostre
priere [agrave vous marier] (Gris 17 DMF sv)
(36) Si que bonne Amour graci Cent mille fois qui Mrsquoa si tres bien asseneacutee Que jrsquoaim la fl eur
et le tri De ce monde cy [] (Mach Ch bal 630 DMF sv)
(37) Tres chiers et especiaus amis je vous remerci grandement des lettres si amiables et si
confortans a ce qui me touce que vous mrsquoaveacutes envoiies (Froiss Pris am F 68 DMF
sv)
(38) [] avec remerciement de leur longue maintenue faveur leur prioit-on de tousjours per-
seacuteveacuterer tels (Chastell Chron K t1 69 DMF sv)
NellrsquoOttocento la situazione egrave diversa Il verbo delocutivo non marcato egrave remercier
(es 39) merci egrave la forma olofrastica non marcata (es 40) insieme alle molte varianti
(ad es grand merci merci beaucoup merci bien) anche se vi sono esempi di mille gracircces (es 41) Attestata egrave anche la locuzione performativa rendre gracircce(s) (es 42)
(39) Mon bon monsieur je vous remercie (Balzac Meacuted camp 1833 p 271 Frantext)
(40) Lrsquoemployeacute () prit () un paquet de piegraveces enfermeacutees dans une chemise bleue et le
preacutesentant laquoVoici monsieur Lesable vous nrsquoignorez pas que le chef a enleveacute hier trois
deacutepecircches dans ce dossier minus Oui Je les ai merciraquo (Maupassant Contes et nouv t 1
Heacuterit 1884 p 466 Frantext)(41) Mille gracircces mon cher Monsieur des bonnes nouvelles que vous me donnez de la santeacute
de M de Chateaubriand (Mme de Chateaubriand Meacutem et lettres 211-212 Frantext)
(42) Maintenant je vous rends gracircce pour le plaisir que vous me faites en me procurant lrsquooc-
casion de vous remercier comme je vous ai beacuteni crsquoest-agrave-dire du fond du cœur (Dumas
Monte-Cristo t 1 610 Frantext)
Lrsquoanalisi delle occorrenze delle formule nel corpus conferma anche quantitativa-
mente lrsquoevoluzione dei MIC (cfr Graf 2)
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Graf 2 - Distribuzione dei MIC in francese
Per le tre tipologie di MIC si puograve osservare che nei testi francesi tra le due locu-
zioni performative (je rends mercigracircce(s)) prevale je rends gracircce(s) che perograve dimi-
nuisce nel 1900 Il verbo performativo je remercie egrave la forma piugrave frequente in francese
contemporaneo ma nei secoli precedenti sono attestate diverse varianti di verbi per-
formativi che caratterizzano in particolare lrsquoantico francese La formula olofrastica
(grand) merci egrave costantemente la piugrave frequente e anzi aumenta di frequenza nel 1900
4 In conclusione
Nelle lingue romanze i valori pragmatici dei MIC si realizzano in contesti morfo-
sintattici differenti (locuzioni e verbi performativi formule olofrastiche) per gli atti di
scuse richiesta e ringraziamento
Per quanto il latino utilizzasse prevalentemente formule legate ad un solo etimo
(gratia) italiano e francese riprendono invece due etimi diversi mentre la funzione
di cortesia associata alla formula latina continua nella formula olofrastica italiana
grazie il francese attribuisce ad un altro etimo (merces) il valore di formula olofra-
stica forse in relazione ad una interpretazione dellrsquoetimo originario che sembrerebbe
caratterizzare il latino di Gallia nel periodo tardo10 In ogni caso per i secoli e i testi
qui considerati i due etimi latini svolgono la medesima funzione di cortesia pur con
sfumature di signifi cato e in contesti drsquouso differenti
La prevalenza di una forma sullrsquoaltra si evidenzia
(a) in termini di frequenza anche in relazione a parametri sociolinguistici
(b) in relazione al grado di pragmaticalizzazione (formula olofrastica)
10 Cfr ad es il passo di Venanzio Fortunato vescovo di Poitiers nel VI sec Quaeligrens unde viro duplicentur vota salutis Et tibi mercedem de Radegunde facit (Carm 9 14 13)
GHEZZI
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(c) in relazione alla formazione di unitagrave delocutive (it grazie gt ringraziare ringraziamento
fr merci gt merciergt merciement remercier gt remerciement)
Mentre per le locuzioni la forma piugrave frequente in entrambe le lingue ha come base
lrsquoetimo gratia le formule olofrastiche mostrano traiettorie differenti in italiano dal
1500 al 1900 la forma olofrastica egrave realizzata a partire dai due etimi latini ma pro-
gressivamente la variante grazie sostituisce gran merceacute In francese anche se vi sono
tuttora attestazioni di mille gracircces la formula piugrave frequente egrave (grand) merci
La derivazione delocutiva egrave un lsquomeccanismorsquo diacronico diffuso Lrsquoanalisi dello
sviluppo dei MIC associati ai ringraziamenti ha evidenziato processi ciclici produttivi
che presuppongono lrsquoesistenza di un impiego formulare dellrsquoespressione reinterpre-
tata secondo lo schema seguente (esemplifi cato attraverso it grazie)
grazia ldquofavorerdquo rendere graziae grazie ringraziare gt ringraziamento
(a) grazia favore (che viene fatto a qualcuno)
(b) utilizzo di graziae con il senso (a) nella formula rendere grazie utilizzata per ringraziare
in base alle regole di discorso laquose X dice a Y che (a) egrave un favore fatto a X allora X rin-
grazia Yraquo
(c) creazione di una nuovo sostantivo con il signifi cato di ldquoatto che si realizza dicendo
grazierdquo
(d) gli usi di grazie dello stadio (b) sono reinterpretati con il valore in (c)
(e) creazione di un verbo performativo con il signifi cato di ldquodire grazierdquo
Tra gli aspetti che richiedono approfondimenti ve ne sono alcuni che riguardano
le modalitagrave di selezione della base da cui derivano i verbi performativi in particolare
saragrave interessante verifi care se questa derivazione si applichi a partire dalla struttura
o dalla forma meno marcate sincronicamente al momento della derivazione Il caso
del francese permetterebbe allora di ipotizzare uno sviluppo diacronico gracier gt (re)mercier dove gracier testimonia una fase precedente in cui anche nel francese predo-
minava ancora il modello latino cosigrave come it salutare rispetto a ciao testimonia la
presenza di una formula di saluto (salve) precedentemente meno marcata Un secondo aspetto che meriterebbe piugrave approfonditi studi egrave relativo al ruolo dei
fattori sociali e storico-culturali nella diversa evoluzione delle formule olofrastiche
francesi e italiane (merci e grazie) Held (1996) ipotizza che la peculiaritagrave del francese
possa essere variamente associata a fattori socio-culturali come ad esempio il fatto
che progressivamente la forma gratia sia stata utilizzata come base per la creazione
di forme idiomatiche connesse al linguaggio cerimoniale delle laquoHonnetes gensraquo nel
1700 e che sia quindi stata progressivamente relegata allrsquouso religioso Ragioni simili
potrebbero essere ricercate anche per le altre lingue a partire dal rumeno ma lrsquoam-
bito socio-culturale di riferimento egrave ancora tutto da scoprire
Universitagrave di Bergamo Chiara GHEZZI
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Aliquis tra latino e romanzo
1 Introduzione gli indefi niti tra tipologia e diacronia
La direzionalitagrave del mutamento linguistico egrave un tema molto prominente nella sin-
tassi storica soprattutto grazie al fi lone di ricerche sulla grammaticalizzazione (per
il latino si veda Fruyt (2011)) In questo campo gli studiosi hanno potuto identifi care
un numero ristretto di cause e meccanismi del mutamento sintattico motivati dal
punto di vista cognitivo in termini di strategie di acquisizione (cf Roberts (2007) per
un quadro drsquoinsieme) In ambito semantico invece non sono emersi con altrettanta
chiarezza meccanismi generali e cognitivamente fondati che spieghino la ricorrenza
di certi tipi di mutamento (con alcune eccezioni per es Traugott Dasher (2001) e
Eckardt (2006))
Come mostrato dallrsquoampio studio tipologico di Haspelmath (1997) i pronomi
e aggettivi indefi niti sono diacronicamente piuttosto instabili e possono quindi
mostrare differenze signifi cative anche in lingue strettamente imparentate e in inin-
terrotto contatto come quelle romanze Allo stesso tempo nel sistema degli indefi niti
si possono osservare degli schemi di mutamento ricorrenti Per esempio frequente
egrave la trasformazione di un termine a polaritagrave negativa (NPI) in un indefi nito nega-
tivo (cf Haspelmath (1997 221-233)) ma anche la direzione contraria egrave attestata (cf
Jaumlger (2010)) Un altro ciclo rilevante interessa gli indefi niti lsquoa scelta liberarsquo (lsquofree
choicersquo come lrsquoit qualsiasi) che si sviluppano da relative libere e vengono estesi a
contesti comparativi condizionali e interrogativi perdendo il valore originario (cf
Haspelmath (1997 149-150) e Foulet (1919) e Jayez Tovena (2011) sul fr quelque)
Meno studiato in questa prospettiva egrave il sistema degli indefi niti specifi ci su questo mi
concentro qui considerando la storia del latino aliquis lsquoqualcuno (un) qualchersquo che
mostra sviluppi diacronici peculiari in prospettiva tipologica
2 Gli sviluppi romanzi di aliquis
Nel ricco sistema degli indefi niti del latino classico quidam e aliquis svolgono la
funzione di indefi niti specifi ci Egrave generalmente riconosciuto (cf Haspelmath (1997)
Bertocchi et al (2010) Bortolussi (2010)) che il loro signifi cato si distingue in base
allo stato epistemico del parlante (lsquospecifi c known unknownrsquo in Haspelmath (1997))
Con quidam il parlante introduce un referente della cui identitagrave egrave certo spesso ma
non necessariamente seguono nel testo ulteriori specifi cazioni sullrsquoidentitagrave del refe-
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rente eo sul tipo di conoscenza che ne ha il parlante (cf (1)a) Con aliquis invece il
referente dellrsquoespressione indefi nita egrave presentato come esistente e in questo consiste
la sua specifi citagrave la sua identitagrave egrave perograve sconosciuta al parlante e impossibile da indi-
viduare o non rilevante (cf (1)b) Secondo la defi nizione del dizionario Lewis-Short
aliquis laquodenotes that an object really exists but that nothing depends upon its indi-
vidualityraquo
(1) a Nec diu moratus rusticus quidam familiaris oculis meis cum muliercula comite propius accessit (Petron 12 3)
lsquoDopo poco arrivograve un contadino che conoscevo di vista accompagnato da una donnettarsquo
b expectabam aliquem meorum (Cic Att 13 15)
lsquoapettavo (qualc)uno dei mieirsquo
Quidam pur mantenendo vitalitagrave in latino tardo non produce esiti romanzi al
contrario aliquis egrave continuato dalle forme pronominali romanze derivanti dallrsquoaccu-
sativo come sp alguien pt algueacutem sp e pt algo e da quelle risultanti dallrsquouniverba-
zione di aliquis e unus gt alicunus come per es it alcuno fr aucun sp alguacuten pt
algum La distribuzione di queste forme egrave piuttosto diversifi cata nelle varie lingue
e il signifi cato egrave talvolta distante da quello del lat aliquis Il plurale (in fr lrsquoarcaico
drsquoaucuns) puograve ricevere interpretazione specifi ca (cf lrsquoit alcuni in (2)a) Il singolare
invece egrave diventato un termine a polaritagrave negativa talvolta -come in spagnolo cf (2)b-
con inversione rispetto al nome secondo alcune analisi della concordanza negativa il
francese aucun (usato nei registri formali) egrave un vero e proprio indefi nito negativo la
cui distribuzione egrave legata alla presenza della negazione diretta e i cui tratti semantici
ne permettono lrsquouso come risposta negativa in contesti ellittici cf (2)c-d In Ibero-
Romanzo inoltre per gli indefi niti derivati da aliquis egrave possibile un cosiddetto uso
lsquoepistemicorsquo (cf (2)e Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito 2003 Jayez Tovena 2006)
che non permette lrsquoidentifi cazione univoca del referente dellrsquoelemento indefi nito uso
che in francese e italiano egrave impossibile con alcuno aucun ed egrave invece espresso rispet-
tivamente da quelque e (un) qualche (cf lrsquoit in (2)f-g)
(2) a Franco vuole comprare alcuni libri nel negozio qui vicino (specifi co possibile)
b no toma precaucioacuten alguna lsquonon prende alcuna precauzionersquo
c Aucun de mes amis nrsquoest venu lsquoNessuno dei miei amici egrave venutorsquo
d A Avez-vous une objection B Aucune lsquoA Ha unrsquoobiezione B Nessunarsquo
e Mariacutea se casoacute con alguacuten estudiante del departamento en concreto con Pedro
lsquoMaria si egrave sposata con un qualche studente del dipartimento precisamente Pedrorsquo
f Maria si egrave sposata con alcuno studente del dipartimento
g Qualche idiota ha dimenticato di spegnere la luce
La Tabella 1 riassume in forma schematica la distribuzione degli esiti di aliquis in
italiano francese spagnolo e portoghese
GIANOLLO
65
Tabella 1 distribuzione degli esiti romanzi di aliquis
linguaLatino
ClassicoRomanzo
formaaliquis Sp alguacuten
alguien
Pt algumalgueacutem
It alcunoFr aucun
funzionelsquospecifi c
unknownrsquoSINGOLARE PLURALE
indefi nito
epistemico
Sp Pt
(It qualche
Fr quelque)
termine
a polaritagrave
negativa
Sp Pt
Ita Fr
indefi nito
negativo
Fr
indefi nito
semplice o
specifi co
Sp Pt It
Fr
In questo contributo non mi occupo dellrsquoasimmetria nello sviluppo di singolare e
plurale e mi dedico invece a due aspetti evidenziati dal confronto tra il valore del sin-
golare latino e gli sviluppi semantici delle forme singolari romanze il comportamento
di aliquis rispetto alla negazione in latino classico e tardo (sect 4) e lrsquouso epistemico di
aliquis in contesti modali (sect 5) Egrave opportuno perograve fare precedere alla presentazione
dei dati una breve discussione della nozione di specifi citagrave (sect 3)
3 Gli ingredienti della specifi citagrave
La specifi citagrave egrave un fenomeno pervasivo allrsquointerfaccia tra semantica pragmatica e
sintassi per il quale egrave diffi cile raggiungere una defi nizione condivisa Von Heusinger
(2011) offre un panorama aggiornato degli studi sul tema da cui emerge la mancanza
di consenso su quale sia la componente fondamentale della specifi citagrave e quali invece
gli lsquoepifenomenirsquo dovuti allrsquointerazione con i vari contesti semantici e pragmatici Da
una parte si osservano nelle lingue elementi con i quali egrave sempre associato un valore
di specifi citagrave e che sono incompatibili con contesti che non permettono unrsquointerpre-
tazione specifi ca Dallrsquoaltra esistono elementi piugrave variabili che a seconda di fattori
contestuali come le relazioni di portata tra operatori logici e la struttura informazio-
nale assumono o meno unrsquointerpretazione specifi ca
Haspelmath (1997) classifi ca aliquis come indefi nito specifi co ma studi dedicati al
latino hanno mostrato che tale classifi cazione egrave tuttrsquoaltro che ovvia se per es Bertoc-
chi et al (2010 25) affermano che laquoaliquis is generally though not always specifi craquo
Orlandini (1983 233) classifi cava aliquis in base ai suoi criteri pragmatici come non-
CILPR 2013 ndash SECTION 2
66
specifi co1 La variabilitagrave della classifi cazione dipende dalla defi nizione di specifi citagrave
di volta in volta adottata
In Orlandini (1983) come in molta letteratura sul tema si adotta una defi nizione
pragmatica basata sullo stato epistemico del parlante un indefi nito specifi co esprime
certezza del parlante riguardo allrsquoidentitagrave del referente (unicitagrave del riferimento) Lo
stato epistemico del parlante egrave di fatto identico a quello che produce lrsquointerpretazione
referenziale di un sintagma nominale defi nito diverso egrave solo lo stato epistemico del
ricevente che nel caso del defi nito ha familiaritagrave con il referente nel caso dellrsquoindefi -
nito non ne conosce lrsquoidentitagrave
Haspelmath (1997 38) offre la seguente defi nizione laquoan expression is specifi c if
the speaker presupposes the existence and unique identifi ability of its referentraquo Solo
nellrsquoambito di una presupposizione di unicitagrave del riferimento ha senso distinguere
secondo Haspelmath (1997 45) tra riferimento conosciuto e non conosciuto
Bertocchi et al (2010 24-28) cosigrave come Bortolussi (2010) adottano la defi nizione
di Haspelmath ma distinguono tra casi in cui crsquoegrave sia presupposizione di esistenza che
unicitagrave di riferimento e casi in cui invece non crsquoegrave unicitagrave di riferimento ma lrsquoesistenza
del referente egrave comunque presupposta a seconda dei contesti di occorrenza aliquis
puograve indicare o meno unicitagrave di riferimento ossia puograve essere o non essere specifi co
Inoltre viene sottolineata per il latino la presenza di un indefi nito quis che egrave neutro
rispetto alla presupposizione di esistenza Su questa base viene riconosciuto per il
latino il sistema in (3)
(3) a quidam [+ presupposizione di esistenza] [+ unicitagrave del referente]
b aliquis [+ presupposizione di esistenza] [plusmn unicitagrave del referente]
c quis [empty presupposizione di esistenza] [ndash unicitagrave del referente]
d quisquam [ndash presupposizione di esistenza] [ndash unicitagrave del referente]
A fronte di queste diffi coltagrave nel raggiungere una defi nizione unitaria di specifi citagrave
mi sembra opportuno procedere nella ricerca empirica scomponendo il concetto e
prendendo in considerazione separatamente due ingredienti che sono rilevanti per
lrsquointerpretazione di aliquis
(i) portata in latino classico aliquis egrave in grado di deve trovarsi al di fuori della
portata di altri operatori come ad es la negazione e il condizionale
(ii) componente epistemica il referente egrave sconosciuto indifferente al parlante
In sect 4 mi concentro sul primo fattore e in particolare sugli sviluppi di aliquis in
contesti negativi e sullrsquoimpossibilitagrave di avere letture specifi che allrsquointerno della por-
tata della negazione Sotto questo aspetto lrsquoevoluzione diacronica di aliquis si pro-
spetta giagrave chiaramente a partire dal IV sec dC In sect 5 discuto lrsquoimportanza della
1 La bibliografi a su questo tema e in generale sugli indefi niti latini egrave vasta e non le puograve essere resa giustizia in questa sede Segnalo solo alcuni dei contributi piugrave recenti Orlandini (1983) (2000) Mellet (1992) Maraldi (2000) Bortolussi (2001) (2010) Bertocchi et al (2010) Bortolussi Sznajder (2014) Devine Stephens (2013)
GIANOLLO
67
componente epistemica interpretata come estensione del dominio di quantifi cazione
per il percorso diacronico di aliquis
4 Aliquis e la negazione
Si egrave osservato in sect 2 come gli esiti romanzi di aliquis diventino termini a polaritagrave
negativa legittimati quindi in contesti con lsquocapovolgimento di scalarsquo (lsquodownward
entailingrsquo) come il dominio di portata della negazione Lrsquoestensione a questi con-
testi e in generale a contesti non-specifi ci delle forme romanze che continuano
aliquis contraddice la generalizzazione diacronica di Haspelmath (1997 148-154)
secondo cui i mutamenti semantici che interessano gli indefi niti operano unidire-
zionalmente da destra a sinistra della sua mappa semantica Nel sistema di funzioni
di Haspelmath rappresentato in (4) gli usi specifi ci occupano lrsquoestrema sinistra
mentre quelli sotto negazione indiretta e diretta si trovano nella parte destra dello
spazio semantico
(4) Rappresentazione della mappa semantica per gli indefi niti di Haspelmath (1997)
specifi c
known
specifi c
unknown
irrealis
non-spe-
cifi c
question indirect
negation
direct
negation
conditional compara-
tive
free-choice
Le letture specifi che degli indefi niti sono sempre impossibili sotto la portata della
negazione come mostrato dal contrasto tra inglese some e any in (5)
(5) a I didnrsquot cite some contributions lsquoci sono alcuni contributi che non ho citatorsquo exist gt not
b I didnrsquot cite any contributions lsquonon ho citato alcun contributorsquo not gt existIl latino aliquis se usato in contesti di negazione diretta prende sistematicamente
portata ampia rispetto allrsquooperatore negativo (cf Orlandini (2000)) in (6) si inter-
preta quindi lsquocrsquoegrave qualcosa che tu non hairsquo e non lsquonon crsquoegrave niente che tu abbiarsquo Si noti
che anche se in (6) la portata del quantifi catore egrave ampia lrsquoidentifi cazione del refe-
rente non egrave possibile o voluta lrsquoesistenza di lsquoun qualcosarsquo egrave rilevante la sua indentifi -
cazione egrave lasciata aperta
(6) dicitur enim alio modo etiam lsquocarerersquo cum aliquid non habeas et non habere te sentias
(Cic Tusc 1 88)
lsquoinfatti carere egrave usato in un signifi cato diverso quando crsquoegrave qualcosa che non hai e hai la
percezione di non averlorsquo
CILPR 2013 ndash SECTION 2
68
La quantifi cazione esistenziale sotto la portata della negazione egrave espressa in latino
da termini a polaritagrave negativa come quisquam ullus o la serie in -piam2 che co-
occorrono con la negazione (7)a-b unrsquoaltra possibilitagrave egrave offerta dagli indefi niti nega-
tivi come nemo nihil nullus che da soli danno valore negativo alla frase (7)c3
(7) a neque quisquam omnino consisteret (Caes civ 3 69)
lsquoe (cosigrave che) assolutamente nessuno si fermavarsquo
b sine timore ullo (Caes Gall 8 3)
lsquosenza alcun timorersquo
c sed hunc laborem recusabat nemo (Caes civ 1 68)
lsquoma nessuno rifi utava questa faticarsquo
Anche in altri contesti con capovolgimento di scala come per es la restrizione del
quantifi catore universale si trova per lo piugrave la serie a polaritagrave negativa
(8) omnes qui ullam agri glebam possiderent (Cic Verr 2 3 28)
lsquotutti coloro che possedessero un qualche appezzamento di terrenorsquo
Tuttavia aliquis come semplice esistenziale egrave anche possibile secondo De-
vine Stephens (2013 376) in (9) a differenza che in (8) non crsquoegrave il riferimento al
valore fi nale di una scala tipico invece per gli elementi a polaritagrave negativa lsquoqualcosarsquo
quindi e non lsquoqualsiasi cosarsquo
(9) omnes qui aliquid scire videntur (Cic parad 40)
lsquotutti coloro che sembrano sapere qualcosarsquo
Il comportamento di aliquis in contesti negativi mostra che questo indefi nito egrave
capace di portata ampia rispetto ad altri operatori e dagrave luogo a interpretazioni specifi -
che in cui il quantifi catore ha portata al di sopra della negazione In questo senso ali-quis contrasta nettamente con il comportamento degli esiti romanzi In latino tardo
perograve marcatamente a partire dal IV sec dC si iniziano a trovare casi in cui aliquis
va interpretato sotto la negazione come lrsquoesempio dalla Vulgata in (10)
(10) si ergo corpus tuum totum lucidum fuerit non habens aliquam partem tenebrarum erit lucidum totum et sicut lucerna fulgoris inluminabit te (Vulg Luc 11 36)
lsquose quindi il tuo corpo egrave tutto nella luce senza avere alcuna parte nelle tenebre tutto
saragrave luminoso e come quando la lucerna ti illumina con i suoi raggirsquo
2 La serie in -piam era giagrave rara e arcaizzante in latino classico (Bertocchi et al (2010 48)) ma mostra nuova vitalitagrave nel latino della Vulgata (Bortolussi Sznajder 2014) Egrave possibile che ciograve sia da interpretare come segno di una discrepanza tra lingua letteraria e lingua parlata nel dominio dei termini a polaritagrave negativa che mostra sviluppi giagrave nel IV secolo dC
3 Orlandini (2000 154-155) e Devine Stephens (2013 374-375) discutono alcuni rari casi con il complementatore negativo ne in cui aliquis ha portata al di sotto della negazione Gli autori sono concordi nel ritenere che nelle completive introdotte da ne la negazione ha proprietagrave semantiche e pragmatiche particolari che giustifi cano tale comportamento Per Orlandini tuttavia aliquis ha in questi casi unrsquointerpretazione simile a un termine a polaritagrave negativa che indica lrsquoestremo di una scala quantitativa mentre Devine e Stephens lo trattano come un semplice esistenziale
GIANOLLO
69
Contemporaneamente si notano con sempre maggiore frequenza soprattutto nei
registri stilistici meno coltivati segni dello sviluppo della concordanza negativa sia
nei testi che nelle discussioni grammaticali (Diomede GL 1455) cf Molinelli (1988)
Molinelli (1989) In (11) unrsquoattestazione dalla Vetus Latina egrave paragonata allrsquouso clas-
sico della Vulgata
(11) a non respondes nihil (Vet Lat Marc 14 60)
lsquonon rispondi nullarsquo
b non respondes quidquam (Vulg Marc 14 60)
Dal latino al romanzo la serie degli indefi niti negativi si rinnova completamente
Lrsquoorigine dei nuovi elementi puograve essere tracciata al latino tardo e deve aver avuto
effetti profondi sullrsquointero sistema degli indefi niti compreso aliquis Molinelli (1989
622-623) discute a proposito della concordanza negativa alcune osservazioni di Ago-
stino su quello che lui considera essere lrsquouso grammaticale corretto al contrario di
espressioni evidentemente frequenti nella sua epoca Egrave notevole che tali osservazioni
mostrino talvolta come in (12) anche lrsquouso corrente non classico -ma si noti bene
proposto come corretto proprio da Agostino- di aliquis come termine a polaritagrave
negativa
(12) Non est relictum viride nihil in lignis dicendum fuit more locutionis nostrae non est relictum viride aliquid in lignis (Aug quaest Hept 54 239 Loc de Exodo)
lsquolsaquonon rimase nulla [nihil] di verde sugli alberirsaquo si dovrebbe piuttosto dire nella lingua
corretta lsaquonon rimase nulla [aliquid] di verde sugli alberi rsaquo
cf Vulgata nihilque omnino virens relictum est in lignis
Se in latino tardo ci sono dunque segni piuttosto chiari che preludono ai ter-
mini a polaritagrave negativa romanzi che continuano aliquis diffi cile egrave tracciare il per-
corso diacronico che vi ha portato Nella mappa semantica di Haspelmath (1997) la
contiguitagrave tra le diverse funzioni segnala una relazione semantica che si dovrebbe
anche proiettare in dimensione diacronica indicando direzioni e tappe di mutamento
Come giunge quindi aliquis dallrsquoestremo sinistro allrsquoestremo destro dello spazio
semantico presentato in (4) Nella sezione seguente considero la componente episte-
mica di aliquis e propongo che essa rappresenti una forma di lsquoestensione del dominio
di quantifi cazionersquo da riconoscersi come tappa intermedia verso la polaritagrave negativa
5 Aliquis e gli indefi niti epistemici
La seconda osservazione che emerge dal quadro comparato in sect 2 concerne gli
usi cosiddetti lsquoepistemicirsquo degli esiti di aliquis in Ibero-Romanzo Il termine lsquoepiste-
micorsquo egrave usato da Jayez e Tovena (2006) in senso piuttosto ampio per gli indefi niti il
cui uso egrave condizionato dal parametro lsquostato di conoscenza del parlantersquo sono defi niti
lsquoepistemicirsquo sia gli indefi niti che permettono lrsquoidentifi cazione del referente (fr un cer-tain) sia quelli che indicano un grado di ignoranza (fr un quelconque) A prima vista
sembrerebbe quindi possibile considerare questa funzione equivalente alle catego-
CILPR 2013 ndash SECTION 2
70
rie lsquoknown unknownrsquo di Haspelmath (1997) Non egrave perograve cosigrave per Haspelmath tali
categorie si applicano solo agli indefi niti specifi ci mentre per Jayez e Tovena (2006)
lrsquoepistemicitagrave puograve essere anche un parametro degli indefi niti lsquofree choicersquo
A complicare ulteriormente il quadro terminologico nel defi nire lsquoepistemicorsquo lrsquouso
di sp alguacuten in casi come (2)e per es in Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito (2003) e
Aloni Port (2006) il termine egrave stato impiegato con il senso piugrave ristretto di lsquoforma
lessicale specializzata che indica lrsquoassenza di conoscenza da parte del parlantersquo In
particolare lo sp alguacuten egrave stato caratterizzato da Alonso-Ovalle e Meneacutendez-Benito
(2010) come lsquoanti-singleton indefi nitersquo il cui dominio di quantifi cazione non puograve
essere ridotto a un singolo elemento Se si adotta tale accezione ristretta la corri-
spondenza rispetto alle categorie di Haspelmath si riduce al polo lsquounknownrsquo Inol-
tre gli indefi niti epistemici non sono necessariamente specifi ci rispetto alla portata
come mostra lrsquointerazione con altri operatori Aloni e Port (2006) hanno mostrato
come non solo alguacuten ma anche per es lrsquoit un qualche e il ted irgendein anchrsquoessi
considerati epistemici presentino valori semantici diversi a seconda del contesto Se
unrsquointerpretazione specifi ca egrave possibile in frasi episodiche di modalitagrave reale questi
indefi niti possono anche avere interpretazione non-specifi ca per es in un contesto
modale epistemico Nel caso di contesti negativi poi alguacuten e irgendein (ma non un qualche) vengono interpretati sotto la portata della negazione comportandosi come
esistenziali semplici perdendo cioegrave lrsquoapporto epistemico
Un approccio promettente che qui seguo anche nella defi nizione di epistemicitagrave
egrave quello di Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito (2003) (2010) che si basa sul formulare
condizioni sul dominio di quantifi cazione degli indefi niti sulla scorta dellrsquoinfl uente
proposta di Kratzer Shimoyama (2002)4 Il punto di partenza egrave il confronto con gli
indefi niti lsquofree choicersquo come it qualunque o sp cualquiera Nel loro caso il dominio
di quantifi cazione egrave esteso al massimo (lsquodomain wideningrsquo) fi no a comprendere anche
i casi marginali dellrsquouniverso del discorso Con gli indefi niti lsquoepistemicirsquo invece se egrave
vero che non egrave possibile lrsquoidentifi cazione univoca del referente (lsquoanti-singleton con-
straintrsquo) alcune alternative possono essere escluse gli indefi niti epistemici quindi
hanno un dominio piugrave limitato rispetto ai lsquofree choicersquo (lsquominimal domain wideningrsquo)
Se si segue lrsquoapproccio pragmatico di Schwarzschild (2002) alla specifi citagrave egrave possibile
riconoscere un continuum di restrizioni sul dominio di quantifi cazione cf (13) la
specifi citagrave sarebbe lrsquoeffetto di unrsquoestrema restrizione del dominio di quantifi cazione
a livello contestuale fi no a comprendere un solo elemento (lsquosingleton indefi nitesrsquo
lsquoextreme domain narrowingrsquo)
(13) extreme domain narrowing gt minimal domain widening gt domain widening
Data la caratteristica di base di lsquominimal domain wideningrsquo il comportamento
fl essibile degli indefi niti epistemici a seconda del contesto egrave spiegato in termini
pragmatici come differenza nel tipo di implicature di volta in volta permesse (cf
Kratzer Shimoyama (2002) Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito (2010 20-27)) Si
4 Lrsquoapproccio non egrave privo di problemi come discusso da Aloni e Port (2006)
GIANOLLO
71
considerino esempi classici di aliquis in contesto epistemico (si noti il tempo futuro)
(14) egrave un tentativo di rassicurazione in una situazione critica in (15) Trimalchione
considera il canto di un gallo un segnale di cattivo augurio
(14) Deus respiciet nos aliquis (Plaut Bacch 638a)
lsquoqualche divinitagrave ci proteggeragraversquo
(15) nam aut incendium oportet fi at aut aliquis in vicinia animam abiciet (Petron 74 2)
lsquoinfatti o ci deve essere un incendio o qualcuno nelle vicinanze sta per tirare le cuoiarsquo
In casi come questi il ricevente del messaggio verbale cerca una motivazione per
lrsquoestensione del dominio di quantifi cazione (del percheacute il parlante non abbia voluto
essere piugrave informativo restringendo il dominio a un individuo) e conclude che il par-
lante ha voluto evitare di asserire qualcosa di falso da qui lrsquoeffetto di lsquoignoranzarsquo
sullrsquoidentitagrave del referente
Nel continuum formulato in (13) trovano spazio anche gli indefi niti a polaritagrave
negativa che come i lsquofree choicersquo producono la massima estensione del dominio
di quantifi cazione (Kadmon Landman 1993) In contesti con lsquocapovolgimento di
scalarsquo questo porta a un rafforzamento dellrsquoasserzione dal momento che anche le
alternative al margine del dominio vengono escluse (di converso per i lsquofree choicersquo il
rafforzamento consiste nellrsquoammettere anche le alternative marginali)
Haspelmath (1997) mostra che casi come lrsquoinglese any che ha sia la funzione
lsquofree choicersquo sia la funzione di termine a polaritagrave negativa non sono affatto rari
tipologicamente nota anche che dal punto di vista storico sembra aver luogo con
una certa frequenza il mutamento direzionale da funzione lsquofree choicersquo a funzione
lsquopolaritagrave negativarsquo La situazione osservata in sect 2 per il latino e le lingue romanze
suggerisce che un altro mutamento possibile sia quello da indefi nito epistemico
a indefi nito a polaritagrave negativa e che esso si sia verifi cato nel caso di aliquis La
categoria di indefi nito epistemico puograve rappresentare lrsquoanello mancante tra gli usi spe-
cifi ci e quelli a polaritagrave negativa Il percorso diacronico di aliquis non appare piugrave
eccezionale in prospettiva tipologica allorcheacute si consideri che aliquis in latino classico
non egrave poi cosigrave specifi co se da una parte egrave in grado di avere portata ampia rispetto a
molti operatori dallrsquoaltra egrave meno referenziale di un indefi nito specifi co lsquostandardrsquo (it
uno un certo) e si avvicina piuttosto allrsquouso odierno dello sp alguacuten del fr quelque
insomma degli indefi niti epistemici
6 Conclusioni
Se alle funzioni considerate da Haspelmath nella sua mappa si aggiunge la fun-
zione di indefi nito epistemico si puograve modellare il mutamento in forma graduale
attraverso contesti contigui Resta il fatto che il mutamento proposto contraddice
le predizioni di Haspelmath rispetto alla direzionalitagrave del mutamento (pur sempre
da sinistra a destra nello spazio semantico) Gli sviluppi nelle varie lingue romanze
seguono la stessa direzione ma raggiungono stadi diversi Egrave probabile che ciograve sia con-
CILPR 2013 ndash SECTION 2
72
seguenza dellrsquointerazione con altri mutamenti (soprattutto nel dominio della nega-
zione) e della pressione paradigmatica di altri indefi niti Gli usi epistemici delle lin-
gue ibero-romanze rappresenterebbero uno stadio piugrave conservativo rispetto a italiano
e francese Queste ultime hanno perso gli usi epistemici attestati per gli stadi piugrave
antichi (cf Martins (2000) Stark (2006) Ingham (2011)) e mantengono solo il valore
di termine a polaritagrave negativa
Universitagrave di Colonia Chiara GIANOLLO
GIANOLLO
73
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75
Sulla morfosintassi dei pronomi relativi nelle carte notarili
di area salernitana (IX secolo)
1 Questioni preliminari e struttura del lavoro
In questo studio presenteremo alcuni dati relativi ad una piugrave ampia ricerca in
corso presso lrsquoUniversitagrave di Napoli ldquoFederico IIrdquo sul latino delle carte notarili pro-
dotte in Italia meridionale nel corso dellrsquoalto medio-evo e del medio-evo centrale1 In
particolar modo in questrsquooccasione saranno discussi i primi dati riguardanti le forme
assunte dai pronomi relativi nei documenti rogati in area salernitana nel IX secolo
Dal punto di vista tipologico comrsquoegrave noto la subordinazione relativa rappresenta
uno dei principali macro-tipi subordinativi presenti nelle lingue del mondo2 Secondo
la defi nizione interlinguisticamente valida proposta da Andrews (2007 206) attra-
verso la frase relativa viene delimitata laquothe reference of an NP [sc Noun Phrase] by
specifying the role of the referent of that NP in the situation described by the RC [sc Relative Clause]raquo Come si vede la defi nizione di frase relativa appena fornita include
le frasi che nella tradizione grammaticale italiana (e di altri paesi occidentali) sono
chiamate relative restrittive ma taglia fuori dal dominio della subordinazione rela-
tiva le cosiddette frasi relative non-restrittive Queste ultime presentano in effetti una
relazione semantica e pragmatica con la frase reggente che differisce sensibilmente da
quella instaurata dalle relative restrittive (si veda ad esempio Comrie (1989 138-139))
Tuttavia poicheacute il latino (come altre lingue ad esempio lrsquoitaliano e lrsquoinglese) presenta
strategie simili nella realizzazione delle relative restrittive e non-restrittive in questo
studio ci occuperemo di entrambe le strutture Soprattutto percheacute in questa occa-
sione ci soffermeremo in particolar modo sugli aspetti morfologici della relazione tra
il nome testa e il pronome relativo
Lrsquoipotesi di fondo di questo contributo egrave che nei documenti prodotti nel IX secolo
nei territori longobardi dellrsquoarea salernitana la distanza tra forme (e costruzioni) che
tendono maggiormente verso il latino e forme (e costruzioni) che tendono maggior-
mente verso il romanzo debba essere misurata nei termini di un continuum di diverse
opzioni in competizione ma non in mutua esclusione la cui selezione era sensibile
1 I primi risultati di questa ricerca si possono leggere in Sornicola (2007 2008 2011 2012a 2012b 2013a e 2013b) DrsquoArgenio (2013) Ferrari (2013) Valente (2013) e Greco (2012a 2012b e 2013)
2 Si veda ad esempio Dixon (1995 179-183)
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76
a fattori di diverso tipo come ad esempio la tipologia testuale e le abilitagrave scrittorie
dello scrivente Lrsquoobiettivo principale del lavoro egrave infatti quello di valutare se le dif-
ferenti caratteristiche delle realizzazioni delle strutture relative a verbo fi nito ed in
particolar modo di fenomeni come la relazione tra la forma del pronome relativo e la
sua funzione o come lrsquoaccordo morfologico tra il pronome e il nome testa possono
rappresentare degli utili strumenti per lrsquoanalisi del dislivello stilistico tra le diverse
carte prese in esame3
Per quanto riguarda la struttura del lavoro nel prossimo paragrafo saranno pre-
sentate alcune caratteristiche generali della struttura testuale e della lingua dei docu-
menti indagati nella terza sezione dello studio discuteremo invece alcune questioni
riguardanti le forme assunte dai pronomi relativi nelle carte esaminate il paragrafo
4 saragrave dedicato allrsquoanalisi piugrave in dettaglio delle caratteristiche dei pronomi relativi
in un sottoinsieme del nostro corpus in relazione al confronto tra carte rogate da
notai differenti e nel quadro della produzione di un unico notaio tra tipologie di
carta diverse Nellrsquoultima sezione infi ne saranno tratte le conclusioni delle rifl essioni
svolte nel corso del lavoro
2 Caratteristiche generali dei testi indagati e della loro lingua
Il corpus di testi su cui si fonda questo studio egrave costituito da tutte le carte notarili
del IX secolo conservate nellrsquoArchivio della Badia della SSma Trinitagrave di Cava dersquo
Tirreni Si tratta di 105 documenti4 tutti rogati nella longobardia minore (e soprat-
tutto nel salernitano) redatti in massima parte secondo il modello della cartula e
caratterizzati molto spesso da una forte ripetitivitagrave di schemi compositivi e di for-
mule5 Nel complesso infatti la gran parte degli atti egrave costituita da piccoli negozi
legati soprattutto alla vendita (e in alcuni casi alla donazione o alla permuta) di terre
documenti in cui le lsquoparti di formulariorsquo costituiscono la quasi totalitagrave del testo e
minore spazio egrave lasciato alle lsquoparti liberersquo che consistono in genere in una rapida
descrizione dei confi ni e delle caratteristiche delle terre vendute (o permutate o
donate)6 Tuttavia le diverse abilitagrave scrittorie dei notai paiono rifl ettersi anche nella
differente qualitagrave nellrsquouso delle parti di formulario in cui proprio come nelle parti
3 La nozione di lsquoanalisi del dislivello stilisticorsquo egrave intesa in questo lavoro come studio del campo di variazione linguistica attestato dalle carte e delle opzioni selezionate di volta in volta dai diversi scriventi
4 Centodue carte sono edite nei volumi 50 51 e 52 delle Chartae Latinae Antiquiores (drsquoora in poi ChLA) le restanti tre sono invece state pubblicate da Galante (2001)
5 Non mancano in ogni caso nel nostro corpus testi appartenenti ad altre tipologie documen-tarie come i memoratoria le notitiae iudicati e i praecepta concessionis principeschi (infor-mazioni piugrave dettagliate sulla loro ripartizione in termini quantitativi nei testi del IX secolo conservati a Cava dersquo Tirreni sono fornite da DrsquoArgenio Ferrari Valente Greco 2013) Su queste tipologie di documenti ed in particolar modo sulle cartulae (o chartulae) e sui memo-ratoria si vedano Magistrale (1991) e Galante (2012)
6 Sulla differenza tra le lsquoparti di formulariorsquo e le lsquoparti liberersquo si vedano i classici Sabatini (1965 e 1968)
GRECO
77
libere si puograve osservare una certa variazione tra i diversi testi Variazione che come
vedremo nei prossimi paragrafi egrave per noi di interesse centrale
In questo quadro ci sembra che una nozione teorica come quella di dislivello stili-
stico risulti piugrave adatta a descrivere le differenze che si possono cogliere tra le carte del
nostro corpus7 rispetto a categorie come bilinguismo o diglossia assai problematiche
in seacute e la cui interpretazione risulta particolarmente delicata nel caso dei testi che
compongono il nostro corpus Drsquoaltronde giagrave Sornicola (2012a) ha mostrato lrsquooppor-
tunitagrave di una tale scelta per lrsquoanalisi di una serie di fenomeni strutturali in documenti
comparabili a quelli indagati in questo studio
Il presente contributo cercheragrave dunque di rispondere alla seguente domanda le
caratteristiche dellrsquouso dei pronomi relativi possono rappresentare un elemento di
diagnostica del dislivello stilistico tra le diverse carte Per rispondere a questo quesito
la nostra indagine correragrave su due binari distinti da un lato offriremo una descrizione
generale dellrsquouso dei pronomi relativi nei documenti del nostro corpus dallrsquoaltro pro-
porremo unrsquoanalisi piugrave dettagliata di una ventina di carte prodotte negli ultimi 25
anni del secolo IX
3 Caratteristiche generali dellrsquouso dei pronomi relativi nel nostro corpus
31 Aspetti quantitativi
Un aspetto fondamentale della lingua dei testi indagati in questo studio egrave rap-
presentato dal fatto che la relazione tra caso morfologico e funzione sintattica segue
logiche che spesso non sono latine (ma neanche romanze) Sono frequenti ad esempio
scambi nellrsquouso dei casi o forme di Erstarrung nominale (si veda lrsquoesempio 1)8
(1) Et qui si bovi minime inantistare potuerimus [au]t nos ipsi bel nostri heredibus per colibe
ingenio retornare boluerimus con[pon]ere promitemus nos bovi duplo pretjius (ChLA
50 3 18)
Evidentemente una tale condizione generalizzata presenta rifl essi cruciali per
lrsquoanalisi della subordinazione relativa a verbo fi nito e in particolar modo per la rela-
zione tra la forma morfologica dei pronomi relativi e la loro funzione sintattica
Prima di addentrarci nel cuore dellrsquoanalisi perograve desideriamo proporre un quadro
complessivo della frequenza con cui compaiono le diverse forme del pronome relativo
nel nostro corpus
qui que quod quem quam quas quos cuius cui quo qua quorum quarum quibus
630 77 70 61 9 27 0 1 16 6 8 2 0 53
Tabella 1
7 Sulla nozione di lsquodislivello stilisticorsquo si veda la n 38 Una trattazione piugrave distesa di questi fenomeni si trova in Sornicola (2012a)
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78
Il dato che emerge piugrave chiaramente dalla Tabella 1 egrave probabilmente la netta pre-
ponderanza delle forme qui que e quod (e soprattutto della prima)9 Tuttavia a que-
sto proposito egrave necessario sottolineare che nei nostri testi compare molto frequente-
mente una formula che serve a indicare univocamente lrsquoautore dellrsquoazione giuridica o
il suo destinatario e che ha la forma qui supra que supra (si vedano gli esempi 2 e 3)
Questa formula ricorre in 381 dei 630 casi (il 60) in cui compare il pronome qui allo
stesso modo su 78 que 23 (il 30) sono nella locuzione que supra
(2) Infra suprascripte fi ni nec mihi nec ad alio homine nihil reserbabi set bobis qui supra in
integrum binumdedi ad possidendum unde pro suprascripta mea vinditjione de presentis
recepi pretjium ego qui supra vinditor a te emtore meo auro fi guratu solidos Beneventa-
nos numero sex et tremisse uno (ChLA 50 1 8-10)
(3) Unde per istabiliscendum anc mea venditjionem pro confi rmandum cartula suscepi ego
que supra Fredenperga vindetrice a te Aiemprandu emtore fenito pretjium biginti Bene-
bentano solidos de ipsi veteri (ChLA 50 20 27)
Altre caratteristiche evidenziate dalla Tabella riguardano la generale maggior fre-
quenza di pronomi che presentano una forma accusativale rispetto a quelli dotati di
forma obliqua Eccezioni a questa tendenza sono rappresentate dalle forme quam
(9 occorrenze) e quos (che addirittura non compare mai nel corpus) da un lato e da
quibus (53 casi) dallrsquoaltro Lrsquounico altro pronome obliquo che compare con una certa
frequenza egrave cui (16 occorrenze) Le questioni che discuteremo nei prossimi paragrafi
possono a nostro avviso spiegare queste differenze
32 Forma e funzione dei pronomi relativi
Lrsquoanalisi dei nomi testa cui i pronomi si legano e dei valori che questi ultimi assu-
mono evidenzia che in moltissimi casi la corrispondenza tra forma e funzione dei
pronomi relativi nelle carte del nostro corpus non egrave di tipo latino tanto dal punto
di vista della funzione grammaticale (esempio 4) quanto da quello dellrsquoaccordo di
genere e numero (esempi 5 6 e 7 in cui qui que e quod sono legati allo stesso nome
testa terra)10
(4) Unde ubi nec mihi que supra Fredenperge vindetrici nec ad alius homine de de que
superius legitur nullam reserbabit (ChLA 50 20 24)
(5) Binumdedi tibi Vuaiferi comes et fi lius bone memorie Dauferi terra mea qui est arbustu
bitatu (ChLA 51 19 3)
(6) Benundedit tibi Ursi fi lio Iacob terra mea que est arbustu bitatu (ChLA 51 6 3)
(7) De capu fi ne via de alia parte fi ne terra quod tenet Lupu fi lio Decorusi (ChLA 51 5 4)
9 Le forme qui que e quod occorrono quasi sempre in funzione di soggetto o di oggetto e in particolar modo di soggetto Uno dei rari casi in cui questa caratteristica non si riscontra egrave presentato in (4)
10 In alcuni casi allrsquointerno di uno stesso documento il nome testa terra egrave ripreso prima da un pronome e poi da un altro (si vedano a questo proposito lrsquoesempio 19 oppure la carta 27 del volume 51 in cui al rigo 10 si ritrova lrsquoespressione terra campensem nostram quod e qualche rigo oltre si legge invece prima terram qui e poi terra que)
GRECO
79
Le riprese del nome testa terra operate attraverso il pronome qui sono nettamente
maggioritarie si tratta di 31 occorrenze contro le 6 realizzate con que e le 2 con quod
Questa caratteristica sembrerebbe spingere verso una spiegazione del fenomeno in
termini di sovraestensione della forma qui ai danni di que Altri casi in cui uno stesso
nome testa viene ripreso da pronomi diversi mostrano perograve che lrsquoalternanza compare
anche con nomi maschili Le riprese di questo tipo di sostantivi invece in unrsquoottica
di semplice sovraestensione lineare della forma maschile che tende a generalizzarsi
dovrebbero essere effettuate regolarmente con il ricorso al pronome qui Si prenda il
caso del nome maschile locus
(8) Dono adque per an cartula cedo tibi nominati Arniperti dues pezze de terra in locum qui dicitur Iobi (ChLA 50 14 6)
(9) Tibi Persoaldi fi lio quondam Forti terra mea qui est arbustu bitatu et ensetetu in loco que dicitur Clusura subtu ipsa Matruniana abentes fi nis de uno latu terra Donasdei
(ChLA 50 24 4)
(10) Et bos et bestros heredes liceam introire in ipsa medietate in ipso loco quod mihi ibi
reserbabit (ChLA 52 13 27)
Anche nel caso di locus in ogni caso le realizzazioni con qui sono nettamente
maggioritarie il nome testa locus egrave ripreso in 33 occasioni da qui in 8 da que e in 2
da quod La presenza di tutti e tre i pronomi in percentuali praticamente identiche
a quelle riscontrate in occasione dellrsquoanalisi delle riprese del nome terra ci spinge
a ritenere che per molti dei notai attivi nel salernitano nel IX secolo la distinzione
al nominativo tra la forma maschile femminile e neutra del pronome relativo non
fosse piugrave determinante e che qui rappresentasse in tutti i contesti la variante piugrave
frequente ma non lrsquounica possibile Non mancano in ogni caso parole che vengono
riprese esclusivamente dai pronomi qui o quem Un caso di questo tipo egrave rappresen-
tato da petja (o pezza) che funziona come nome testa per una frase relativa a verbo
fi nito in 14 occasioni
(11) Sexta pezza qui est terra cum vinea abet fi ni (ChLA 50 15 12)
Il quadro come si vede egrave piuttosto frastagliato e ferma restando una preferenza
accordata alle forme pronominali maschili (e segnatamente allrsquoelemento qui) non
mancano elementi che indicano direzioni differenti
Per quanto riguarda le forme del pronome accusativo la Tabella 1 evidenzia che
quos non compare mai nei documenti indagati Drsquoaltronde egrave anche vero che i refe-
renti plurali che vengono relativizzati soprattutto in funzione di oggetto diretto non
sono molti (i numerosi quas presenti nel nostro corpus non riprendono infatti neces-
sariamente elementi plurali e anzi egrave piuttosto raro che la forma quas sia utilizzata per
richiamare un nome femminile plurale)
(12) Et casa mea quas habeo intu Benebentanam cibitatem noba [a]d porta qui vocatur da
fl ubio Sapatu (ChLA 50 20 15)
(13) Per unc scriptum dabo tibi qui supra ad frugiandum medietatem de sortem Framperti germani mei quas abuit in locum que dicitur Poltjanu Rotemsis fi nibus (ChLA 51 17 3)
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80
Tra le forme oblique del pronome relativo lrsquounica che ricorre con una certa fre-
quenza nel nostro corpus egrave quibus Ci sembra perograve opportuno sottolineare che 39
delle 53 occorrenze di questo pronome compaiono nella costruzione de quibus la cui
funzione egrave quella di introdurre la formula attraverso la quale chi vende si obbliga a
rispettare il contratto nei confronti di chi acquista De quibus in questi casi sembra
avere un valore paragonabile a ldquorispetto a queste coserdquo
(14) Amodo et semper te tuisque eredibus suprascriptam mea vinditjonem avere et possi-
dere valeatis Unde de quibus nos repromictimus et eredes nostros colligamus tivi qui
supra et at tuis eredibus (ChLA 51 2 15)
(15) Semper tuum nominate Radelghisi et tuis eredibus ea que prelegitur abere et possidere
baleatis de quibus me repromicto ego qui supra Lopenando binditor et obligo me ipsum
et meis eredibus tibi (ChLA 52 15 22)
Le altre forme oblique invece compaiono in pochissime occasioni e in maniera
interessante solo in testi vergati da notai di una certa importanza Si tratta di scri-
venti che prestano servizio presso la corte e che evidenziano abilitagrave scrittorie piugrave sofi -
sticate tanto dal punto di vista della grafi a adottata quanto da quello propriamente
linguistico La forma cuius ad esempio occorre una sola volta in una notitia iudicati (e dunque in un documento dotato di una certa uffi cialitagrave) vergata da Dausdedi
(16) Primis ipsa nominata Adelgisa cum ipso Adelfrid tutore et parentes suos in cuius m[un]dio subiacebat dixerunt ut ipse Teodelgardus in birtute conpreensisset ipsa Adelgisa et
in terra illa (ChLA 52 29 8)
Allo stesso modo la forma quorum compare soltanto in due occasioni Unrsquooccor-
renza si trova in una carta vergata da Ursus un altro notaio dotato di ottime abilitagrave
scrittorie che come Dausdedi ha prestato servizio presso la corte11 Lrsquoaltra compare
invece in un documento prodotto da Toto Si tratta anche in questo caso di un notaio
che presta servizio presso la corte e che quindi si puograve supporre doveva essere rite-
nuto particolarmente abile nella scrittura Si noti comunque la diffi coltagrave di interpre-
tare il valore di quorum nel brano tratto dalla carta vergata da Toto (esempio 17)
(17) Et pariter perreximus ante presentjam Sicardi gastaldi et iudicem et Petrus idem gastaldus
quorum nostra vona volumtas esse[t] venundendum hoc a quem diligenter sum inquisitam
ne aliquid violentjam hoc vindendum a suprascripto vir meus paterent (ChLA 51 26 4)
(18) Unam de rebus sua sola eis iudicare licerent duas bero portjiones hebenire in pote-
statem in quorum mundium subiacere videntur ego autem mundoald nec de progenie
ipsius viri mei aud de progenie (ChLA 52 33 8)
Infi ne anche le sei occorrenze della forma quo compaiono tutte in documenti
vergati proprio da Ursus e Toto Tanto quorum quanto quo si ritrovano dunque solo
in documenti rogati da questi due notai Per altro tre di queste sei occorrenze si ritro-
vano in carte di livello piugrave elevato (una notitia iudicati e un praeceptum concessionis
principesco)
11 Su Dausdedi e Ursus e sulle caratteristiche della lingua particolarmente sofi sticata (nel qua-dro della produzione scrittoria dei notai operanti nel salernitano nel IX secolo) utilizzata da questi scriventi si vedano Greco (2012b e 2013)
GRECO
81
Risulta dunque evidente che le forme oblique del pronome relativo (a parte qui-bus che presenta una distribuzione differente) sono utilizzate pressocheacute esclusiva-
mente da notai che in base a dati di tipo storico paleografi co e linguistico possiamo
annoverare tra i piugrave importanti e dotati di abilitagrave scrittorie piugrave sofi sticate Inoltre esse
ricorrono soprattutto nei documenti di livello piugrave elevato nel quadro della produzione
di questi notai
4 I pronomi relativi e il dislivello stilistico
Al termine del paragrafo precedente abbiamo avuto modo di sottolineare che
sembra possibile individuare caratteristiche differenti nellrsquouso dei pronomi relativi da
parte dei diversi notai operanti nel IX secolo nel salernitano In questa sezione ci sof-
fermeremo brevemente su alcune di queste differenze concentrandoci in particolar
modo su 18 carte rogate tra il novembre dellrsquo877 e lrsquoagosto dellrsquo89912
In questi documenti lrsquoaccordo del pronome relativo con il proprio nome testa segue
logiche di tipo latino (cioegrave con accordo di genere e numero e con caso selezionato in
base alla funzione sintattica svolta) nel 45 dei casi (si tratta di 41 occasioni su 91)13
Questa percentuale oscilla perograve sensibilmente da scrivente a scrivente e ad esempio
nei tre documenti vergati dal notaio Adelmari che abbiamo analizzato14 i pronomi
relativi sono correttamente accordati solo nel 22 dei casi Allo stesso modo dei
quattro pronomi relativi presenti nella carta prodotta dal notaio Ioanne nel novembre
dellrsquo87715 tre presentano accordi in qualche modo ldquoanomalirdquo e uno compare nellrsquoe-
spressione de quibus sulla quale ci siamo soffermati nel paragrafo precedente
(19) Leopardi dono adque per an cartulam confi rmo tibi Ursi fi lio Truppoli terra mea cum
bineam cot abeo in Castelione ubi propio ad Palumbulu bocatur qui abet fi nis (ChLA
52 6 4-5)
(20) De supto pede fi ne tua qui supra Ursi cot tu pro ipsa hoptaba Sadi germanus meo abuisti
(ChLA 52 6 6)
Nellrsquoesempio (19) oltre a grafi e (tipiche soprattutto dei documenti caratterizzati
da un livello sociolinguistico meno elevato) come adque per atque an per hanc e
cot per quod possiamo notare che il nome testa cui si riferiscono entrambi i pro-
nomi relativi (tanto cot quanto qui) egrave terra mea16 Nel brano presentato in (20) invece
12 Si tratta dei documenti 6 11 12 13 15 18 19 22 23 24 25 26 27 28 29 31 33 e 34 del volume 52 delle ChLA Queste carte sono costituite in larga parte da vendite o donazioni ma non mancano testi di natura piugrave uffi ciale come un paio di praecepta concessionis principeschi (carte 24 e 34) e una notitia iudicati (carta 29)
13 Abbiamo escluso dal corpus tutte le occorrenze delle espressioni qui supra e que supra (sulle quali si veda quanto abbiamo osservato nel paragrafo 31)
14 Si tratta delle carte 13 19 e 22 del volume 52 delle ChLA15 Si tratta della carta 6 del volume 52 delle ChLA16 Allrsquointerno dello stesso periodo il nome terra viene dunque ripreso da pronomi in principio
appartenenti a due generi diversi Ma sulle peculiaritagrave delle riprese pronominali di questo sostantivo si vedano le rifl essioni che abbiamo svolto nel paragrafo precedente
CILPR 2013 ndash SECTION 2
82
troviamo unrsquoattestazione dellrsquoespressione qui supra (che come abbiamo sottolineato
nella nota 13 non abbiamo incluso nello spoglio) e unrsquooccorrenza del pronome cot Il
nome testa ripreso da questrsquoultimo non egrave perograve facilmente individuabile ed egrave probabil-
mente rappresentato da un elemento soggiacente e non espresso formalmente il cui
signifi cato dovrebbe essere lsquoterrarsquo o lsquoproprietagraversquo (lrsquoelemento fi ne nellrsquoespressione fi ne tua dovrebbe far riferimento proprio ai confi ni di questa terra) I pronomi relativi che
compaiono nella donazione rogata da Ioanne presentano dunque caratteristiche (di
tipo sintattico morfologico o testuale) interessanti che mettono chiaramente in luce
alcune delle peculiaritagrave del latino delle carte oggetto di questo studio
Allrsquoestremo opposto dei casi che abbiamo appena discusso si situano le produzioni
del notaio Dausdedi uno degli scriventi piugrave sofi sticati dal punto di vista linguistico tra
quelli indagati in questo studio Abbiamo giagrave avuto modo di soffermarci altrove sul
livello generale della lingua di Dausdedi17 in questa sede ci limiteremo a sottoline-
are alcune caratteristiche dellrsquouso dei pronomi relativi nelle carte prodotte da questo
notaio In primo luogo dal punto di vista quantitativo nelle 5 carte indagate18 compa-
iono 21 pronomi relativi (esclusi come sempre quelli facenti parte delle espressioni
qui supra e que supra) di cui 16 correttamente accordati al proprio nome testa e fl essi
nel caso corrispondente alla propria funzione sintattica (si tratta dunque del 762
dei casi) Le cinque occasioni in cui si riscontra un accordo non canonico sono per
altro tutte caratterizzate dalla presenza degli stessi due nomi testa in due casi si tratta
di ecclesia (ripreso sempre da quod)19 e in tre di res (ripreso in due casi da qui ed in
uno da quod)20 Interessante in particolar modo risulta un documento in cui lo stesso
sintagma ipsa res viene ripreso ad un rigo di distanza prima da qui e poi da quod
(22) Ideoque ego Benedictus gastaldeus fi lius Azzoni per anc cartula bindedit tibi Iohanni
presbiteri et abbati fi lio Iohanni ipsa res qui fuit Lupi fi lii Boniperti de loco qui dicit[ur]
Agella ubi Clusuria bocatur Nucerina fi nes quod ego per cartula emtum ab[e]o (ChLA
52 25 4-5)
Al di lagrave di questo esempio (in cui non egrave da escludere che la differente ripresa
dello stesso referente sia stata favorita anche dalla distanza che separa il secondo
pronome dal primo e dal nome testa) probabilmente non egrave necessario soffermarsi
sulle peculiaritagrave semantiche del nome res che potrebbero essere alla base di questo
tipo di accordi non canonici Piugrave interessante da questo punto di vista appare il caso
del sostantivo ecclesia il quale in tutte le carte del IX secolo conservate nellrsquoarchivio
cavense viene ripreso da un pronome relativo in 7 occasioni In nessun caso il pro-
17 Si vedano Greco (2012b e 2013)18 Si tratta delle carte 12 24 25 28 e 29 del volume 52 delle ChLA19 Si tratta per altro delle sole due occasioni in cui nelle carte vergate da Dausdedi il nome
ecclesia viene ripreso da un pronome relativo Questo sostantivo egrave dunque sempre ripreso da quod nei documenti di questo notaio
20 Si tratta dei tre soli casi in cui nelle carte vergate da Dausdedi il nome res viene ripreso da un pronome relativo Questo sostantivo non egrave dunque mai ripreso da pronomi relativi femminili nei documenti di questo notaio
GRECO
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nome egrave correttamente accordato In 3 occasioni il sostantivo egrave ripreso da qui in 2 da
quod in una da quem ed in unrsquoaltra da quas Come si vede solo in un caso lrsquoelemento
ecclesia egrave ripreso da un pronome femminile anche se lrsquoaccordo risulta comunque non
canonico poicheacute il pronome egrave formalmente plurale a fronte di un nome testa singolare
(tanto dal punto di vista formale quanto da quello della referenza)
Risulta dunque evidente che anche i (pochi) casi di accordo non canonico tra pro-
forma e nome testa che si riscontrano nelle carte prodotte da Dausdedi sono relativi
a situazioni peculiari in cui il sostantivo da cui dipende la frase relativa o presenta
caratteristiche non comuni dal punto di vista sintattico e semantico (egrave il caso di res) oppure non si ritrova mai ripreso da un pronome accordato in maniera canonica in
tutti i testi del IX secolo conservati a Cava dersquo Tirreni (egrave il caso di ecclesia)
5 Conclusioni
In questo contributo abbiamo proposto una rifl essione sulle caratteristiche morfo-
sintattiche dei pronomi relativi in un corpus di documenti notarili latini costituito da
tutte le carte originali del IX secolo conservate nellrsquoArchivio della Badia della SSma
Trinitagrave di Cava dersquo Tirreni Abbiamo in particolar modo cercato di stabilire se le rea-
lizzazioni piugrave o meno canoniche (ovvero piugrave o meno aderenti alle norme latine) dei
pronomi relativi in termini di accordo morfologico con il nome testa e di relazione tra
forma del pronome relativo e sua funzione sintattica possano rappresentare degli stru-
menti per lrsquoanalisi del dislivello stilistico tra le diverse carte prese in esame
La nostra analisi ha messo in evidenza la netta preponderanza delle forme nomi-
nativali e accusativali dei pronomi (e segnatamente di qui que quod e quem) rispetto
a quelle di tipo obliquo (ad eccezione di quibus che compare soprattutto nellrsquoespres-
sione di ripresa ldquoad ampio spettrordquo de quibus) Il fatto che queste ultime compaiano
quasi esclusivamente nei documenti prodotti da quei notai che in base a caratteristi-
che sia extralinguistiche sia propriamente linguistiche possiamo considerare come
piugrave importanti e dotati di abilitagrave scrittorie piugrave sofi sticate ci ha spinto a ritenere che
lrsquoipotesi di partenza fosse fondata e che effettivamente le differenti caratteristiche
dellrsquouso dei pronomi relativi nel nostro corpus possano costituire degli elementi utili
nella valutazione del dislivello stilistico tra i vari documenti
Allo scopo di fornire ulteriori indicazioni in questo senso abbiamo inoltre inda-
gato in maniera piugrave dettagliata una ventina di carte prodotte nellrsquoultimo quindicennio
del IX secolo evidenziando che effettivamente la percentuale di accordi ldquocanonicirdquo
tra pronome relativo e nome testa risulta sensibile alle caratteristiche sociolinguisti-
che dello scrivente un notaio piugrave importante come Dausdedi (il quale presta ser-
vizio presso la corte e utilizza una grafi a piugrave innovativa) presenta una percentuale
di accordi canonici piugrave elevata della media e molto piugrave elevata rispetto ad esem-
pio a quella che si riscontra in tre carte vergate dal notaio Adelmari (notaio attivo a
Nocera) Inoltre abbiamo mostrato che anche i pochi casi di accordo non canonico
che si ritrovano nei testi di Dausdedi sono tutti relativi a due nomi testa res e ecclesia
CILPR 2013 ndash SECTION 2
84
che per motivi diversi presentano numerose peculiaritagrave che li differenziano dalla
maggior parte degli altri sostantivi
Evidentemente al di lagrave degli obiettivi di questo lavoro molte altre questioni
restano aperte in particolar modo per quanto riguarda le condizioni che possono
favorire accordi non canonici tra il pronome relativo e il suo nome testa (si pensi al
grado di animatezza o di agentivitagrave di questrsquoultimo) e drsquoaltronde in questo contributo
abbiamo presentato solo i primi risultati di una piugrave ampia indagine in corso sulle
caratteristiche della subordinazione relativa a verbo fi nito in questi documenti
Universitagrave di Napoli ldquoFederico IIrdquo Paolo GRECO
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Napoli Accademia di Archeologia Lettere e Belle Arti 75-83
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Longobardia minore (IX secolo)raquo in Sornicola Rosanna Greco Paolo (ed) La lingua dei documenti notarili alto-medievali dellrsquoItalia meridionale Bilancio degli studi e prospettive di ricerca Napoli Accademia di Archeologia Lettere e Belle Arti 143-164
GRECO
85
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Rivista di cultura classica e medioevale 7 972-998
Sabatini Francesco 1968 laquoDalla ldquoscripta latina rusticardquo alle ldquoscriptae romanzerdquoraquo Studi Medie-vali Serie Terza 9 320-358
Sornicola Rosanna 2007 laquoLa multifunzionalitagrave di IPSE nella protostoria dellrsquoarticolo romanzo
Un esame testuale di alcune carte campane dellrsquoAlto Medio Evoraquo in Cunita Alexandra
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Sornicola Rosanna 2012a Bilinguismo e diglossia dei territori bizantini e longobardi del Mezzo-giorno le testimonianze dei documenti del IX e X secolo Napoli Quaderni dellrsquoAccademia
Pontaniana
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alto-medievali dei domini bizantini e longobardiraquo in Sornicola Rosanna Greco Paolo (ed)
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Sornicola Rosanna 2013a laquoVariazione strutturale e stilistica nel tempo e cambiamento lingui-
stico alcune rifl essioni sul Cartulario del Chronicon Sanctae Sophiaeraquo in Boutier Marie-
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Sornicola Rosanna 2013b laquoVolgarismo e bilinguismo nelle fonti giuridiche e nelle prassi legali
in latinoraquo in Cascione et al 2013 437-539
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participio nel Codex Diplomaticus Cavensisraquo in Cascione et al 2013 865-895
87
Lrsquoespressione della direzione del moto dal latino classico
allrsquoitaliano antico1
1 Introduzione
Nella classifi cazione tipologica di Talmy (2000) le lingue romanze si differenziano
dalla maggior parte delle lingue indoeuropee per il modo in cui codifi cano gli eventi
di moto Queste sono infatti classifi cate nel tipo lsquoverb-framedrsquo (VF) a differenza del
latino o delle lingue germaniche considerate lingue lsquosatellite-framedrsquo (SF)
I due tipi di lingue si distinguono fondamentalmente per il diverso locus lessicale
in cui codifi cano le principali componenti semantiche di un evento di moto nelle
lingue SF la direzione egrave espressa tramite satelliti cioegrave elementi associati al verbo (es
prefi ssi particelle avverbi) mentre il signifi cato lessicale del verbo tende a espri-
mere la maniera del moto invece le lingue VF esprimono di preferenza la direzione
nella radice verbale mentre la maniera egrave spesso data per sottintesa ed egrave espressa se
necessario in componenti aggiunti (es forme non fi nite del verbo complementi pre-
posizionali)
La diversa strategia di lessicalizzazione degli eventi di moto era giagrave stata messa
in evidenza da Tesniegravere (1959) ed esemplifi cata attraverso il confronto della frase in
tedesco riprodotta in (1a) con la corrispettiva frase in francese in (1b) da cui si puograve
notare come il verbo in francese esprima la direzione mentre in tedesco la maniera
del moto
(1a) Anton schwimmt uumlber den Fluss
(1b) Antoine traverse le fl euve en nageant
Le stesse relazioni asimmetriche si possono cogliere da una parte nella frase latina
riportata in (2a) e dallrsquoaltra nelle traduzioni in francese (2b) e in italiano (2c)
(2a) perpauci [hellip] [fl umen] tranare contenderunt (Caes Gall 1 53)
(2b) lsquoquelques-uns [hellip] essayegraverent de passer le fl euve agrave la nagersquo
(2c) lsquopochissimi [hellip] cercarono di attraversare il fi ume a nuotorsquo
1 Questo lavoro egrave frutto della stretta collaborazione tra gli autori sono tuttavia attribuibili a Claudio Iacobini i paragrafi 1 e 5 a Luisa Corona i paragrafi 2 3 4 Siamo felici di ringraziare Lene Schoslashsler Anna Maria Thornton Wolfang U Dressler Michegravele Fruyt e Gerd Haverling per i preziosi suggerimenti e commenti
CILPR 2013 ndash SECTION 2
88
La proposta di Talmy ha sollecitato un gran numero di lavori descrittivi e di
rifl essioni teoriche sulle caratteristiche le cause e le conseguenze di tale distinzione
tipologica e sulla sua sistematicitagrave e coerenza cfr Matsumoto (2003) Slobin (2004)
Questa classifi cazione infatti da un lato permette di individuare interessanti distin-
zioni a livello macro-tipologico dallrsquoaltro tende a oscurare importanti fenomeni di
variazione (che riguardano ad esempio la correlazione fra le strategie di lessicalizza-
zione preferite in relazione ai diversi tipi di eventi di moto) rispetto a quanto atteso in
ciascuna delle due macro-classi che emergono a un livello di analisi piugrave di dettaglio
Un interessante fi lone di ricerca si egrave recentemente concentrato sui fenomeni di
variazione allrsquointerno e fra le due macro-classi in prospettiva sincronica cfr Beavers
et al (2010) Croft et al (2010) Fortis et al (2011) Meno indagati sono le possibili
cause e i fenomeni linguistici implicati nel passaggio da un tipo a un altro in prospet-
tiva diacronica cfr Iacobini Fagard (2011)
La ricca tradizione di documenti e testi in latino e nelle varietagrave romanze costi-
tuisce un ideale campo drsquoindagine per ricerche sui fenomeni implicati nel passaggio
dalla strategia SF verso quella VF
In studi recenti - Stolova (2015) Iacobini (2009) Kopecka (in stampa) - sono stati
messi in luce alcuni fenomeni linguistici che sono piugrave direttamente implicati nel cam-
bio di strategia di codifi ca della direzione nel passaggio dal latino alle lingue romanze
Li ricordiamo schematicamente di seguito
(i) Impoverimento della prefi ssazione verbale
(ii) Formazione di nuovi tipi di verbi che incorporano la direzione nella radice a partire
da nomi aggettivi o preposizioni Lat montare da mons montis lsquomontagna montersquo gt
Fr monter It montare Cat muntar Occ montar Reto-R muntar lsquosalire ascenderersquo
Lat altiare da altus lsquoaltorsquo gt Fr hausser It alzare Sard artziai arziare lsquoalzarersquo Lat
abantiare da abante lsquoavanti davantirsquo gt Port Cat avanccedilar Sp avanzar Fr avancer It
avanzare lsquoavanzare andare avantirsquo
(iii) Lessicalizzazione di verbi originariamente prefi ssati percepiti come monomorfemici
Lat ex-ire lsquouscirersquo gt Sp ant exir Cat eixir ant Fr eissir It uscire Rom a ieși Sard
bessiri bessire
(iv) Riduzione nel numero e nellrsquouso dei verbi di maniera reinterpretati come verbi
direzionali o verbi generici di moto Lat ambulare lsquocamminare passeggiarersquo gt Fr aller Friulano lacirc lsquoandarersquo
(v) Progressiva perdita della distinzione fra signifi cati stativi e direzionali nei sintagmi
preposizionali
(vi) Passaggio allrsquoordine basico romanzo VO testa modifi catore
Non egrave perograve ancora disponibile una rassegna esaustiva delle strategie di codifi ca
della direzione in latino classico e del loro impiego effettivo Alcune indicazioni si
possono trarre da Baldi (2006) Brucale Iacobini Mocciaro (2011) Moussy (2011)
Questa lacuna non permette neacute di valutare appieno la rilevanza dei fenomeni
descritti in latino tardo neacute di misurare correttamente la distanza tipologica fra le lin-
gue romanze e il latino classico per quanto riguarda le strategie di codifi ca del moto
IACOBINI CORONA
89
Nonostante alcuni studi esplorativi - cfr Schoslashsler (2008) Burnett Tremblay (2012)
Iacobini (2012 in stampa) - non abbiamo neanche una chiara visione dellrsquoevoluzione
della codifi ca del moto nella storia delle lingue romanze
In questo lavoro intendiamo presentare alcuni risultati preliminari di un piugrave ampio
progetto (in parte coincidente in parte coincidente con i risultati presentati in Corona
(2015) IacobiniCorona (2015) Iacobini et al (2015) riguardante lrsquoespressione degli
eventi di moto in latino classico e nelle lingue romanze in particolare in questa sede
presentiamo un inventario delle strategie di codifi ca del moto in latino classico per
verifi care la loro aderenza al modello tipologico SF e seguire i cambiamenti diacronici
nel periodo di formazione della lingua italiana
2 Corpus e metodo di analisi
I precedenti studi dedicati alla codifi ca del moto in latino si sono concentrati prin-
cipalmente sulle opere del periodo arcaico o sul latino volgare La scelta di studiare
il latino classico egrave dunque dovuta da un lato alla necessitagrave di colmare una lacuna in
un asse ideale di descrizione diacronica nello studio del passaggio dal tipo lessicale
SF a quello VF dallrsquoaltro dalla necessitagrave di studiare i fenomeni connessi alla codifi ca
del moto in una fase della lingua in cui questa si approssima quanto piugrave possibile alle
caratteristiche attribuite alle varietagrave standard Il latino delle opere di epoca classica
egrave infatti la varietagrave usata dal ceto medio-alto con connotati sovraregionali con un
certo grado di invarianza codifi cata in un corpus di opere di riferimento
Le opere analizzate nella nostra ricerca sono le Metamorfosi di Ovidio e La guerra gallica di Cesare (lrsquoedizione utilizzata egrave quella contenuta nel corpus Packard Huma-
nities Institute 5) Da queste sono stati estratti tutti i contesti che descrivono eventi di
dislocazione spaziale cioegrave movimenti reali di unrsquoentitagrave da un luogo fi sico a un altro
I testi di confronto italiani per le Metamorfosi sono volgarizzamenti e traduzioni
distinti secondo la periodizzazione della lingua italiana in cinque stadi cronologici2
elaborata da Paolo DrsquoAchille e adottata per la scansione temporale del corpus MIDIA
(Morfologia dellrsquoitaliano in diacronia ltwwwcorpusmidiaunitoitgt) Tale periodizza-
zione egrave basata su date salienti della storia linguistica letteraria e culturale dellrsquoItalia
la cui rilevanza ha avuto rifl essi signifi cativi anche sulle strutture della lingua italiana
In questo contributo forniremo i risultati dellrsquoanalisi del primo libro delle Metamor-fosi di Ovidio comparato con il primo libro del volgarizzamento di Arrigo Simintendi
da Prato prodotto prima del 1333 (la versione utilizzata egrave tratta dal corpus DiVo)
Per la descrizione della codifi ca del moto in latino e in italiano abbiamo elaborato
2 Per La guerra gallica di Cesare abbiamo scelto di confrontare due traduzioni in italiano contemporaneo - stadio successivo allrsquoultimo della periodizzazione in cinque fasi adottata - che si differenziano per il livello di formalitagrave la traduzione di tipo fi lologico-letterario di Adriano Pennacini nellrsquoedizione Einaudi e una gratuitamente scaricabile da internet sul sito wwwskuolanet rivolta a studenti di scuole medie superiori che si caratterizza per scelte lessicali adeguate a una varietagrave standard con un basso grado di formalitagrave
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una griglia di analisi che si rifagrave al modello di tipologia delle costruzioni proposto da
Fortis Vittrant (2011 71-98) che ispirandosi in particolare alla tipologia canonica proposta da Corbett (2005) e ai lavori sugli eventi di moto in ottica costruzionista
come quello di Croft et al (2011) elaborano un quadro esaustivo delle costruzioni che
possono essere impiegate nellrsquoespressione della direzione
La griglia di analisi prende in considerazione le seguenti caratteristiche
(i) semantica delle radici verbali (tramite la distinzione tra verbi di direzione venio profi ciscor verbi di maniera fl uo navigo verbi di moto causato duco mitto)
(ii) semantica e distribuzione dei prefi ssi
(iii) ruolo e distribuzione dei sintagmi preposizionali nellrsquoespressione del signifi cato dire-
zionale
(iv) ruolo dei casi nella codifi ca delle componenti salienti nellrsquoespressione del moto (es
origine e meta)
(v) distribuzione allrsquointerno dellrsquoenunciato della codifi ca delle informazioni spaziali
3 La codifi ca della direzione in latino
Per individuare le strategie di codifi ca della direzione impiegate in latino classico
sono state consultate innanzitutto le sezioni dedicate allrsquoespressione del moto e delle
relazioni spaziali delle principali opere grammaticali di riferimento Le grammatiche
sono state uno strumento analitico di partenza che ci ha permesso di stilare un primo
inventario delle strategie linguistiche impiegate dal latino classico per esprimere la
direzione Lo spoglio del corpus ha permesso di integrare lrsquoinventario fornito dalle
grammatiche con altri tipi di costruzioni disponibili in latino per descrivere eventi di
moto e di valutarne la frequenza nei testi
31 Tipi di costruzioni per esprimere direzione in latino
Nella Tabella 1 sono riportati schematicamente i principali tipi di costruzione
usati in latino nellrsquoespressione degli eventi di moto specifi cando i diversi elementi
della frase che concorrono alla codifi ca della direzione e riportandone alcuni esempi
tratti dalle Metamorfosi e da La guerra gallica Lrsquoanalisi quantitativa dei dati estratti
dalle due opere in esame permetteragrave di verifi care quali fra le costruzioni disponibili
sono maggiormente impiegate in latino per codifi care il moto
IACOBINI CORONA
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Tabella 1 Costruzioni impiegate in latino per codifi care la direzione rilevate nel corpus
Tipo Pref Verbo Avv Prep Caso Es
Dir Man
I [retto da Pref]
(3) summo delabor Olympo (Ov 1 213)
II [retto da Pref
e Prep]
(4) ab imo effusus Pindo (Ov 1 569)
III [retto da Pref]
(5) adeunt pariter Cephisi-das undas (Ov 1 369)
IV [retto da Pref
e Prep]
(6) suis ex fi nibus educunt (Caes 4 1 4)
V (7) hostes undique circum-venti (Caes 3 26 5)
VI
VII [retto da Prep]
(8) [fl umina] sub terras Stygio labentia luco (Ov
1 189)
VIII [retto da Prep]
(9) sed itum est in viscera terrae (Ov 1 138)
(10) omnem senatum ad se convenire (Caes 2 5 1)
IX [trans]
[accusativo]
(11) Scythiam septemque triones horrifer invasit Boreas (Ov 1 64-65)
X (12) signa dedi venisse deum (Ov 1 220)
XI (13) territus ipse fugit (Ov
1 232)
XII (14) ubi eo ventum est (Caes 1 43 4)
XIII
XIV [retto da Prep]
(15) ex loco superiore in ipsis fl uminis ripis proe-liabantur (Caes 2 23 4)
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Nella Tabella 1 la colonna dedicata al verbo egrave ulteriormente suddivisa lrsquoindica-
zione sintattica egrave infatti integrata con lrsquoelemento semantico espresso dalla radice ver-
bale distinguendo le costruzioni in cui il verbo esprime direzione da quelle in cui il
verbo esprime maniera Va osservato che nella classifi cazione semantica delle radici
verbali non egrave sempre possibile tenere rigidamente distinte le componenti semantiche
di direzione e maniera Ad esempio il verbo cado veicola sia la componente seman-
tica direzionale - indicando un moto discendente - sia la maniera - descrivendo un
moto privo di controllo da parte della fi gura3
Analizziamo ora i principali tipi di costruzione che esprimono direzione in latino
Nei tipi I-VI la direzione egrave espressa nel prefi sso Nel tipo I il prefi sso egrave legato ad
una radice verbale che indica maniera lrsquoorigine eo la meta del moto sono codifi cate
invece nellrsquoadnominale rappresentato da un caso semplice retto dal prefi sso Anche
nel tipo II il prefi sso egrave legato a un verbo di maniera ma la semantica del prefi sso egrave
ldquorinforzatardquo dalla preposizione che regge il caso che codifi ca origine o meta Nei tipi
III e IV abbiamo lo stesso tipo di costruzione a variare egrave la semantica del verbo
che non codifi ca maniera ma direzione (nel caso di venio) movimento generico (nel
caso di eo) o movimento causato (nel caso di mitto) Nei tipi II e IV la preposizione
che regge il caso puograve coincidere con il prefi sso come nellrsquoesempio (6) o non coinci-
dere come nellrsquoesempio (4) quando prefi sso e preposizione non coincidono tendono
comunque a codifi care la stessa porzione di traiettoria (o origine o meta) Nel tipo
V la direzione egrave codifi cata contemporaneamente da prefi sso legato a un verbo di
direzione e da un avverbio non abbiamo ancora trovato nel corpus esempi del tipo
VI in cui la direzione egrave codifi cata da un avverbio e da un prefi sso legato a un verbo
di maniera
Nei tipi VII-VIII la codifi ca della direzione non avviene sul prefi sso i verbi sono
infatti verbi di maniera (nel tipo VII) o direzionali (nel tipo VIII) non prefi ssati
oppure prefi ssati ma in cui il prefi sso non ha (o ha perso) valore spaziale cfr (10)
Il tipo IX impiega verbi direzionali transitivi o transitivizzati dal prefi sso in cui la
direzione egrave espressa dal verbo che regge lrsquoaccusativo che codifi ca la meta
Nei tipi X e XI la codifi ca della direzione avviene tramite il solo verbo rispettiva-
mente di direzione o di maniera
Nel tipo XII la direzione viene codifi cata oltre che dal verbo da un avverbio
di luogo Il tipo XIII prevede la stessa costruzione ma con verbo di maniera (non
abbiamo ancora trovato esempi di questo tipo)
Nel tipo XIV il verbo non egrave di per seacute un verbo di moto ma egrave costruito con sintagmi
3 Alcuni approcci teorici (cfr Rappaport Hovav Levin (2010)) negano la possibilitagrave che nel verbo vengano codifi cate piugrave di due componenti semantiche In realtagrave esistono radici verbali di moto che possono esprimere contemporaneamente sia direzione che maniera (ad es curro se costruito con sintagmi che indicano Meta come in usque sub Orchomenon Psophidaque Cyllenenque Maenaliosque sinus gelidumque Erymanthon et Elin currere sustinui (Ov 5 607-609) o altre componenti semantiche come la fi gura (es stillo lsquogocciolarersquo)
IACOBINI CORONA
93
preposizionali che descrivono una traiettoria e inducono unrsquointerpretazione dellrsquoe-
vento come un evento di moto
Fra le costruzioni descritte solo I e II corrispondono appieno alle caratteristiche
di una lingua SF i tipi III-VI sono riconducibili al tipo SF grazie allrsquouso dei prefi ssi
direzionali ma la radice verbale non esprime maniera I tipi VIII-X sono ricondu-
cibili al tipo VF dal momento che la direzione egrave espressa dal verbo Gli altri tipi di
costruzione non sono direttamente assegnabili a uno dei due tipi
Andando ad integrare le indicazioni sul tipo di costruzioni impiegate in latino con
quella sulla frequenza dei tipi nel corpus ricavate dallrsquoanalisi dei dati tratti dal I libro
delle Metamorfosi si nota che le costruzioni che rispettano tutte le caratteristiche del
tipo SF sono molto poco frequenti Su 80 contesti in cui sono descritti eventi di moto
abbiamo solo 9 occorrenze dei tipi I e II Ne riportiamo alcuni esempi in (16) (17)
(18) in aggiunta a quelli indicati nella Tabella 1 in (2) e (3)
(16) madidis Notus evolat alis (Ov 1 264)
(17) vires effundite vestras (Ov 1 278)
(18) emicat [hellip] Phaethon (Ov 1 776)
32 Verbi di moto e sintagmi preposizionali in latino
Secondo Slobin (2004) le lingue di tipo SF hanno una alta numerositagrave e frequenza
di verbi di maniera In latino questa correlazione egrave disattesa la maniera egrave infatti una
componente semantica poco espressa non solo nella radice verbale ma anche in altri
elementi della frase
Nella Tabella 2 possiamo osservare come nel primo libro delle Metamorfosi degli 80 contesti selezionati che descrivono eventi di moto - di cui 70 costruiti con un
verbo - solo 19 (27 circa) sono costruiti con verbi di maniera e solo 9 di questi verbi
di maniera sono verbi prefi ssati 51 eventi di moto sono costruiti con verbi direzionali
(di cui 31 prefi ssati e 20 non prefi ssati)
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Tabella 2 Tipi e occorrenze di verbi di moto nel primo libro delle Metamorfosi
OccorrenzeV Maniera V Maniera Pref V Direzione V Direzione Pref
10 9 20 31
Tipi 9 7 13 23
curro fl uo fugio labor navigo no propero ruo stillo
delabor disicio effundo emico evolo inrumpo insulto
cado eo fl ecto intro loco lustro mitto moveo rapio surgo veho venio volvo
adeo admoveo concutio convenio decido demitto descendo desero discedo emitto exeo ingredior invado pervenio procumbo pro-deo recedo redeo relinquo removeo subeo subsido transeo
La percentuale dei verbi di maniera ne La guerra gallica egrave ancora piugrave bassa supera
di poco il 10
Analizzando ulteriormente i dati sulle costruzioni riportati nella Tabella 1 pos-
siamo osservare che lrsquoespressione delle componenti semantiche di origine e meta
viene realizzata in latino tramite caso assoluto o caso retto da preposizione Nel
primo libro delle Metamorfosi la codifi ca sul caso assoluto egrave piugrave frequente Abbiamo
infatti 20 occorrenze di casi assoluti cfr (19) e (20) e 12 di casi retti da preposizione
cfr (21) e (22)
(19) inhospita tecta tyranni ingredior (Ov 1 218-219]
(20) nemora avia lustrat (Ov 1 479)
(21) fl uminaque [hellip] quae [hellip] in mare perveniunt (Ov 1 41)
(22) in liquidas pinus descenderat undas (Ov 1 61)
Ne La guerra gallica invece la traiettoria egrave piugrave frequentemente descritta con sin-
tagmi preposizionali
In generale lrsquouso dei sintagmi preposizionali appare giagrave molto diffuso nel latino
classico infatti lrsquoaccusativo egrave impiegato per codifi care la meta solo in usi cristallizzati
(come nei nomi di cittagrave o di piccola isola e in pochi altri casi) o con verbi transitivi e
lrsquoablativo ha una gamma di signifi cati molto piugrave vasta di quello di allontanamento da
un punto di riferimento
La porzione di traiettoria piugrave tipicamente codifi cata in latino egrave la meta mentre lrsquoo-
rigine tende a essere specifi cata meno di frequente nel primo libro delle Metamorfosi la meta viene espressa in 40 eventi di moto lrsquoorigine in 12
IACOBINI CORONA
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33 Lrsquoespressione della maniera in latino
In latino dunque esistono giagrave costruzioni che possono essere ricondotte al tipo
VF costruite cioegrave con un verbo direzionale (23) o con un verbo di moto generico (24)
(23) iussit [hellip] lapidosos surgere montes (Ov 1 44)
(24) fl umina iam lactis iam fl umina nectaris ibant (Ov 1 111)
Lrsquoesempio (24) permette di fare alcune osservazioni aggiuntive sullrsquoespressione
della maniera in latino Nonostante il latino disponga infatti di una risorsa lessicale
specifi ca per descrivere la maniera di movimento dei corsi drsquoacqua (fl uo) in diversi
contesti lo scorrere di un fi ume egrave descritto con il verbo direzionale eo Si tratta di
un comportamento tipicamente attribuito alle lingue VF in cui la maniera viene
espressa solo quando non egrave facilmente inferibile dal contesto
Occorre inoltre notare come osservato anche da Brucale (2011) che in latino i
verbi considerati di maniera tendono a perdere questa componente semantica se pre-
fi ssati Ad esempio il verbo gradior esprime di norma il camminare a piedi in oppo-
sizione ad altre forme di locomozione Il passo in (25) esemplifi ca questa accezione
mettendo in opposizione il camminare sulle zampe con lo strisciare il volare e il
nuotare
(25) alia animalia gradiendo alia serpendo alia volando alia nando (Cic nat 2 122)
Negli esempi da (26) a (28) osservati allinterno dellintero corpus Packard Huma-
nities Institute (versione PHI 5) si puograve invece notare la perdita della componente di
maniera nei verbi prefi ssati in (26) infatti il soggetto logico di progredi egrave equites la
cavalleria che non avanza a piedi in (27) la maniera egrave (ri)codifi cata nella frase con
lrsquoablativo strumentale pedibus in (28) la maniera codifi cata dallrsquoaggiunto tanta atque ita instructa nave lascia intuire che la componente semantica del lsquocamminare a piedirsquo
sia ormai irrilevante a favore di un piugrave generico valore di moto
(26) equitesque in ulteriorem portum progredi [hellip] iussit (Caes 4 23 1)
(27) cum ingressus iter pedibus sit in equum omnino non ascendere (Cic sen 34)
(28) [M Tullium] tanta atque ita instructa nave hoc mare ingressus (Quint inst 12 proem 4)
4 La codifi ca della direzione nel passaggio allrsquoitaliano
I dati sullrsquoitaliano delle origini sono estratti dal volgarizzamento delle Metamor-fosi di Arrigo Simintendi Come si puograve osservare nella Tabella 3 il volgarizzamento
trecentesco usa un numero maggiore di verbi direzionali (57 occorrenze 29 tipi)
rispetto ai verbi di maniera (12 occorrenze 9 tipi)
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Tabella 3 Tipi e occorrenze di verbi di moto nel volgarizzamento
delle Metamorfosi di Simintendi
OccorrenzeV Maniera V Direzione
12 57
Tipi 9 29
correre discorrere fug-
gire gocciolare navigare
nuotare ruinare saltare
volare
allogare andare approssimarsi arri-
vare assalire attorneare cacciare
cadere capitare discendere entrare
inginocchiarsi lasciare levarsi
mandare muovere partire passare
portare raccogliersi rimuovere
rizzare seguitare sotterrare tornare
tremare uscire venire volgere
Alcuni verbi attestati dal volgarizzamento (es assalire discorrere) pur essendo
etimologicamente prefi ssati presentano un valore direzionale che non puograve conside-
rarsi codifi cato nel prefi sso
Nel testo di Simintendi vengono anche usati verbi prefi ssati con valore direzio-
nale di formazione moderna es sottentrare in (29) un verbo abbastanza diffuso nelle
scritture volgari cfr Giuliani (in stampa) Questo verbo egrave usato nel volgarizzamento
di Simintendi per tradurre il latino serpunt ma si trova anche come traducente dei
verbi subeo subicio subvenio
(29) e subitamente sono fatti due e sottentrano con congiunto volgimento
Lat et subito duo sunt iunctoque volumine serpunt (Ov 4 600)
Nel volgarizzamento di Simintendi alla forma sottentrare se ne affi anca unrsquoaltra
sotto entrare cfr (30) Nello stesso passo Simintendi traduce supposui con il verbo
sotto porre rendendo con un pattern analitico quello che in latino egrave un verbo giagrave in
parte sintetico (il prefi sso si egrave opacizzato e assimilato alla radice verbale)
(30) io medesimo quando sono sotto entrato nelle caverne della terra e ho sotto posti a
quelle gli miei dossi
Lat idem ego cum subii convexa foramina terrae supposuique ferox imis mea terga cavernis (Ov 6 697-698)
Nelle scritture trecentesche coesistono due tipi di formazione per lrsquoespressione
della direzione Da un lato abbiamo la riproposizione del modello prefi ssale latino
in verbi come sottentrare trasandare dallrsquoaltro emerge un nuovo tipo di costruzione
satellitare con particella postverbale In Simintendi oltre a sottentrare e sotto entrare egrave infatti attestato anche entrare sotto Altri esempi in cui la traduzione di verbi pre-
fi ssati latini con valore direzionale egrave espressa dalla costruzione con verbo e particella
postverbale sono in (31) e (32)
(31) e manda fuori Noto
Lat emittitque Notum (Ov 1 264)
IACOBINI CORONA
97
(32) uscigraveo fuori la battallia
Lat prodit bellum (Ov 1 142)
5 Conclusioni
I dati presentati in questo lavoro permettono sia di valutare meglio i cambiamenti
intercorsi fra latino e italiano sia di contribuire ad una migliore comprensione dei
fenomeni linguistici che sono alla base del cambiamento tipologico nella espressione
degli eventi di moto
Uno studio della codifi ca degli eventi di moto in ottica costruzionista permette di
fornire un inventario esaustivo delle strategie impiegate da una lingua per esprimere
la direzione di osservare il ruolo svolto dagli altri elementi della frase oltre al verbo
e di integrare la tassonomia delle costruzioni con indicazioni di natura quantitativa
sul loro impiego effettivo
Questo tipo di analisi consente di misurare non solo gli elementi di variazione ma
anche gli elementi di continuitagrave come ad esempio la presenza di espressioni di tipo
VF in latino la diffusione - sempre crescente - di sintagmi preposizionali lrsquoemergere
di costruzioni con particella postverbale in italiano di cui si trovano tracce giagrave nel
latino
Sebbene i risultati siano tratti da un campione ristretto riteniamo che indichino
una chiara tendenza che le nostre indagini in corso confermano come rappresenta-
tiva dellrsquointero testo delle opere analizzate e che possono essere sintetizzate nello
schema seguente
Latino Classico
(a) La codifi ca della direzione in base a quanto atteso in lingue del tipo SF (direzione codi-
fi cata dal prefi sso premesso a una radice verbale che codifi ca la maniera) egrave molto poco
frequente
(i) la direzione tende a essere espressa nella radice verbale I verbi piugrave numerosi e piugrave
frequenti sono infatti i verbi direzionali prefi ssati e non
(ii) la maniera egrave molto poco espressa in latino e alcuni verbi che etimologicamente esprimono
maniera perdono questa componente semantica se prefi ssati
(b) La codifi ca satellitare della direzione tramite prefi sso tende ad essere rinforzata da altri
elementi della frase in particolare dalla preposizione che regge il caso le componenti
semantiche di Origine e Meta vengono generalmente espresse in latino con sintagmi
preposizionali che rinforzano la direzione codifi cata dal prefi sso
(c) La porzione di traiettoria generalmente codifi cata in latino egrave la Meta LrsquoOrigine tende a
essere espressa qualora non sia inferibile
(d) La direzione puograve essere codifi cata anche senza lrsquointervento di un verbo di moto
(i) in costruzioni a verbo supporto in cui la direzione egrave codifi cata nel nome (es excur- sionem incursionem facere)
(ii) con uno o piugrave sintagmi che indicano direzione e forzano unrsquointerpretazione dellrsquoevento
come un evento di moto (es ipsi ex silvis raris propugnabant (Caes 5 9 6))
Italiano antico
CILPR 2013 ndash SECTION 2
98
(a) I verbi piugrave frequenti sono come giagrave in latino quelli che esprimono direzione nella radice
(b) I verbi etimologicamente prefi ssati hanno un basso grado di trasparenza morfotattica e
morfosemantica (es allogare assalire discorrere discendere)
(c) Coesistono due tipi di costruzioni verbali indicanti direzione un tipo che ripropone il
modello prefi ssato latino (es sottentrare sottoporre trasandare) e un altro tipo emergente
in cui il verbo egrave costruito con particella postverbale (es entrare sotto)
Universitagrave di Salerno Claudio IACOBINI
Luisa CORONA
IACOBINI CORONA
99
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CILPR 2013 ndash SECTION 2
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101
Osservazioni diacroniche sulle espressioni nominali
discontinue dal latino alle lingue romanze1
1 Introduzione e obiettivi
Questo lavoro considera le espressioni nominali discontinue (drsquoora in avanti
END) cioegrave i cosiddetti iperbati da una prospettiva diacronica interna al latino (I-VI
sec dC) e rispetto alle lingue romanze
Nella letteratura recente sul latino un costituente viene considerato discontinuo
quando il suo ordine lineare viene interrotto da uno o piugrave elementi appartenenti allo
stesso dominio sintattico oppure a uno differente (Oniga (2007 205) Spevak (2010
274sqq) Ledgeway (2012 53sqq)) In questo senso il fenomeno dellrsquoiperbato coinci-
derebbe con una violazione del principio del domain integrity (Dik (1997) Bolkestein
(1998))
La discontinuitagrave rappresenta un fenomeno tipico del latino (Pinkster (2005)
Devine Stephens (2006) Bauer (2009)) che lo distingue rispetto alle lingue romanze
(Vaumlaumlnaumlnen (1963 163)) in cui lrsquoiperbato egrave estremamente limitato
Tradizionalmente (Hale (1983) Jelinek (1984)) la libertagrave dellrsquoordine delle parole
e soprattutto la possibilitagrave di avere ordini discontinui sono considerate prove per
sostenere la ldquonon-confi gurazionalitagraverdquo di alcune lingue la cui caratteristica principale
egrave lrsquoassenza di una differenziazione strutturale tra il soggetto e lrsquooggetto nella frase
In questo contributo saragrave tuttavia proposto che anche gli ordini discontinui possono
essere spiegati alla luce di una struttura sintattica soggiacente a partire dalla quale egrave
possibile derivare gli ordini attestati compresi quelli pragmaticamente marcati Lrsquoi-
potesi proposta si inserisce dunque nel piugrave ampio quadro dellrsquoapproccio sintattico
allo studio dellrsquoordine delle parole in latino che si propone non solo di descrivere
lrsquoordine lineare ma di comprenderlo in termini gerarchici e di ridurre la sua comples-
sitagrave a un sistema coerente di regole generali e predittive (Devine Stephens (2006)
Giusti Oniga (2006) Gianollo (2007) Iovino (2012) Ledgeway (2012))
In questo contributo saranno considerate tutte le END trovate in un corpus costi-
tuito dalla Cena Trimalchionis di Petronio (I dC) dal V libro delle Noctes Atti-cae di Gellio (II dC) e dal III libro delle Historia Francorum di Gregorio di Tours
1 Ringrazio Giuliana Giusti e Renato Oniga per aver seguito la ricerca e per aver letto e com-mentato questo contributo
CILPR 2013 ndash SECTION 2
102
(VI dC) Lrsquoobiettivo egrave quello di proporre una tipologia delle discontinuitagrave ammesse
individuando dei pattern strutturali che proprio percheacute ricorrenti in testi eteroge-
nei dal punto di vista contenutistico linguistico e cronologico sono ascrivibili alla
struttura della lingua Si vedragrave che egrave possibile individuare i seguenti quattro tipi di
discontinuitagrave tipo zero in cui gli ordini sono linearmente ma non sintatticamente
discontinui in quanto lrsquoelemento che crea lrsquointerruzione egrave il complemento di un sot-
tocostituente del sintagma (sect31) tipo uno in cui un elemento interno a un sintagma
viene estratto dalla sua posizione di base e dislocato in una posizione periferica a sini-
stra (cfr ldquoleft-edge frontingrdquo Ledgeway in stampa) (sect32) tipo due in cui lrsquoordine
egrave interrotto a livello di frase dallrsquoinserimento di un elemento debole che occupa la
seconda posizione della frase (posizione Wackernagel) (sect33) tipo tre in cui lrsquoordine
lineare egrave interrotto a livello di frase dallrsquo ldquoinserimentordquo di un verbo (sect34)
2 Note sul trattamento dellrsquoiperbato nella tradizione e nella linguistica
moderna
Lrsquoiperbato egrave un fenomeno ben noto sin dallrsquoantichitagrave2 Per limitarsi allrsquoambito
latino lrsquoautore della Rhetorica ad Herennium (4 44) ne parla come di una transgres-sio [hellip] quae verborum perturbat ordinem e sulla stessa linea si colloca Quintiliano
(inst 8 6 62-66) che defi nisce lrsquohyperbaton come un fenomeno di verbi transgressio
in base a quanto richiedono la ratio compositionis e il decor del periodo Nel Corpus Grammaticorum Latinorum (CGL) si trovano 32 occorrenze del termine hyperba-ton Ad esempio Carisio fa riferimento al fatto che lrsquoiperbato coincide con unrsquooratio diducta uerbis non suo loco positis (Ars K Barwick (1964sup2 362 15)) mentre Donato
afferma che lrsquohyperbaton est transcensio quaedam uerborum ordinem turbans (Ars
maior L Holtz (1981 670 6)) Dunque in entrambi i casi lrsquoiperbato viene considerato
come una ldquodeviazionerdquo che si puograve comprendere solo se si ipotizza che essa avvenga a
partire da un ordine sentito come naturalis cioegrave ldquonormalerdquo secondo la defi nizione di
Quintiliano (inst 9 4 23)
La letteratura moderna di ambito linguistico3 propone per il latino una distinzione
generale tra un tipo di iperbato dovuto a un elemento interno al sintagma e un tipo
in cui un sintagma viene interrotto da elementi appartenenti a un costituente diverso
Nellrsquoesempio (1) lrsquoordine A-N egrave interrotto dal complemento del nome in genitivo
mentre in (2) il medesimo ordine A-N egrave interrotto dalla preposizione cum entrambi
questi elementi sono interni al sintagma In (3) e in (4) si trovano invece degli esempi
in cui la linearitagrave del costituente egrave interrotta da un elemento esterno al sintagma
come un verbo (3) un SP (4a) un pronome e un verbo (4b) una congiunzione e un
pronome (4c)
2 Cfr Torzi (2000 cap VI 2007 95-102) Hofmann Szantyr (2002 11-19 280-281) e bibliogra-fi a ivi citata
3 Cfr Adams (1971) Kessler (1995) Spevak (2010 cap 6) Ledgeway (2012 53-55)
IOVINO
103
(1) infestam rei publicae pestem (Cic Cat 1 11) (Ledgeway (2012 43))
(2) magno cum dolore (Caes Gall 7153)
(3) nostram [] ridebant invidiam (Petron 14 7) (Ledgeway (2012 44))
(4) a magnae ex fi nitimis civitatibus copiae convenerunt (Caes Gall 7 57 2)
(Spevak (2010 276))
(4) b multa mihi dant solacia (Cic Att 4 18 2) (Spevak (2010 277))
(4) c orationes autem me duas postulas (Cic Att 2 7 1) (Spevak (2010 277))
Sebbene le possibilitagrave combinatorie offerte dal latino siano molteplici e creino un
effetto che si potrebbe defi nire ldquocaleidoscopicordquo il contributo di Bolkestein (2001)
mette in evidenza che non tutti gli ordini possibili sono attestati con la stessa fre-
quenza e che si possono individuare restrizioni che limitano la realizzazione di strut-
ture discontinue
3 Per una tipologia degli iperbati in latino
Questa sezione egrave dedicata allrsquoanalisi quantitativa dei dati trovati nel corpus di rife-
rimento Nelle tabelle seguenti sono riportati tutti gli ordini lineari in cui appaiono le
END in ciascuno degli autori considerati
Tabella 1
Petronio I dC (parole totali 11516)
(a) Modif hellip NN (2) V (9) Cong (3) Avv (2) Gen (1)
Num N Agg (2) Quant N Poss (1)20
(arsquo) Det hellip NN (1) V (1) Pron (1) AP (1)
Det Mod N (1)5
(b) N hellip Modif
V (2) Cong (3) Avv (1) Gen (1) SP (1)
Piugrave elementi (2)
N Agg Agg (1)
11
(brsquo) N Det 0
totale 36
CILPR 2013 ndash SECTION 2
104
Tabella 2
Gellio II dC (parole totali 5915)
(a) Modif hellip NAvv (1) Cong (1) V (1) Gen (4) SP (1)
Modif Modif N Modif (1)9
(arsquo) Det hellip N 0
(b) N hellip ModifSP (1) Gen (5) N (3) Piugrave elementi (1)
N Modif Agg (1)11
(brsquo) N hellip Det 0
totale 20
Tabella 3
Gregorio VI dC (parole totali 7920)
(a)Modif hellip N
Avv (2) Cong (1) V (6) N (1) SP (1)
Pron (2) Gen (7) Piugrave elementi (1)
Agg Agg N (1)
22
(arsquo) Det hellip N Agg (1) Avv (2) 3
(b) N hellip Modif V (2) Pron (1) SP (1) 4
(brsquo) NDet Agg Agg N Det (1) 1
totale 30
Le END sono state suddivise in due gruppi principali Il primo (a) comprende
quelle inizianti con un Modif (Modif hellip N) il secondo (b) quelle inizianti con un
nome (N hellip Modif) Nella colonna centrale sono stati riportati tutti gli elementi che
interrompono lrsquoordine lineare e le rispettive quantitagrave di occorrenza Nella colonna di
destra egrave indicato il totale Si noti anche che si egrave scelto di distinguere nei sottogruppi
IOVINO
105
(arsquo) e (brsquo) i casi in cui il Modif sia un dimostrativo Come egrave stato notato da molti autori
(Giusti (1993) in prospettiva interlinguistica Giusti Oniga (2006) e Iovino (2012) per
il latino) lo status categoriale del dimostrativo egrave analogo a quello degli altri modi-
fi catori nominali Tuttavia egrave opportuno sottolineare che il dimostrativo presenta la
peculiaritagrave di occupare la posizione di specifi catore del DP che coincide con lo strato
piugrave alto della struttura al confi ne con la periferia sinistra nel quale viene assegnato
il caso Alla luce di questo si puograve spiegare il fatto che non sono molti i casi in cui il
Modif coinvolto sia un dimostrativo (986) e soprattutto che sono molto rari i casi in
cui il Dim egrave postN (si trova un solo esempio in Gregorio)
31 Iperbati ldquonon iperbatirdquo
Un primo tipo di alterazione dellrsquoordine lineare riguarda i casi appartenenti al
tipo defi nito ldquozerordquo in cui un nesso Modif-N oppure N-Modif viene interrotto dal
complemento di una delle due categorie In Petronio si trovano 5 casi di questo tipo
appartenenti al gruppo (a) e al gruppo (b) della Tabella 1 In (5) sono riportati due
esempi in cui un complemento in ablativo (5a) e al genitivo partitivo (5b) interrompe
lrsquoordine lineare4
(5) a Composita ergo in gremio Scintillae indecentissimam rubore faciem sudario abscon dit (Petron 67 13)
ldquoRiaggiustatasi allora tra le braccia di Scintilla nascose nel fazzoletto la faccia tanto
piugrave involgarita dal rossorerdquo
(5) b Sequebatur puer cum tabula terebinthina et crystallinis tesseris notavique rem omnium delicatissimam (Petron 33 2)
ldquoLo seguiva un valletto con una scacchiera di terebinto e dadi di cristallo e notai un
particolare estremamente raffi natordquo
In Gellio si trovano 11 casi di questo tipo in cui il genitivo egrave lrsquoelemento responsa-
bile dellrsquointerruzione nella maggior parte dei casi (9 su 11) come mostra il caso ripor-
tato in (6a) Oltre a ciograve si trova anche un SP (6b) o un complemento allrsquoablativo (6c)
(6) a Sed opinor assidua veterum scriptorium tractatione inoleverat linguae illius vox quam in libris saepe offenderat (Gell 5 21 3)5
ldquoMa penso con la trattazione assidua degli scrittori antichi si era sviluppata nella
lingua di quello una forma che spesso aveva incontrato nei librirdquo
(6) b Protagoram virum in studiis doctrinarum egregium cuius nomen Plato libro suo illi incluto inscripsit adulescentem aiunt victus quaerendi gratia in mercedem mis sum (Gell 5 3 1)
ldquoProtagora uomo eccellente negli studi delle discipline il cui nome Platone scrisse su
un suo libro dedicato a lui dicono che da giovane per guadagnarsi da vivere si mise a
salariordquo
4 Oltre allrsquoablativo e al genitivo partitivo si trova anche un complemento al genitivo possessivo al dativo e allrsquoablativo modifi cato da un aggettivo
5 In (6a) la posizione prenominale del genitivo soggettivo egrave attesa sulla base di Giusti Oniga (2006 79-87 2007 85-92)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
106
(6) c Ostendebat ei Antiochus in campo copias ingentis quas bellum facturus comparave-rat convertebatque exercitum insignibus argenteis et aureis fl orentem (Gell 5 5 2)
ldquoAntioco gli mostrava le ingenti truppe nel campo che aveva ammassato per fare la
guerra e faceva volteggiare lrsquoesercito lustro con le insegne drsquoargento e drsquoorordquo
Infi ne in Gregorio si trovano 9 casi Anche in questo autore il genitivo egrave respon-
sabile dellrsquointerruzione nella maggior parte dei casi (89) come si vede in (7a) ma si
trova anche un SP (7b) Si noti che lrsquoesempio in (7c) riguarda unrsquoespressione nominale
complessa percheacute modifi cata da due aggettivi6
(7) a Theudobertum fi lium suum in illis partibus cum valido exercitu ac magno armorum apparatu direxit (Greg Tur Franc 5 3)
ldquoEgli mandograve suo fi glio Teodoberto in quei territori con un nutrito esercito e con un
grande apparato drsquoarmirdquo
(7) b Presbiter enim amicitiam cum beato Gregorio antiquam habebat (Greg Tur Franc 5
15)
ldquoInfatti il presbitero aveva unrsquoantica amicizia con il beato Gregoriordquo
(7) c Tamen adquisitam maximam Hispaniae partem cum magnis spoliis in Galliis redie runt (Greg Tur Franc 3 29)
ldquoPoi conquistata grandissima parte della Spagna tornarono nelle Gallie con ricchi
bottinirdquo
Visti gli esiti nelle lingue romanze in cui la possibilitagrave di realizzare questo tipo
di END egrave pressocheacute nulla percheacute i complementi devono obbligatoriamente seguire la
testa ci si aspetterebbe che in Gregorio il fenomeno dellrsquoiperbato tendesse ad essere
meno frequente Tuttavia questa aspettativa viene disattesa dal momento che i casi
di ldquonon iperbatordquo discussi in questa sezione sono piugrave numerosi di quelli che si trovano
in un autore piugrave antico come Petronio (9 vs 5) Ciograve puograve essere attribuito allo stile di
Gregorio che come osservato in Bonnet (1968 [1890] 716-724) opta per un ordine
delle parole studiato e molto costruito Gregorio tende a porre in evidenza una parola
in ogni frase prediligendo lrsquouso dellrsquoiperbato a cui spesso fa ricorso laquomal agrave propos ou
maladroitementraquo (ibid p 720)
32 Iperbati ldquoa estrazionerdquo
La discontinuitagrave puograve realizzarsi allrsquointerno di un sintagma quando un sottocosti-
tuente viene estratto dalla sua posizione per ragioni pragmatiche e dislocato in una
posizione periferica dove riceve unrsquointerpretazione marcata In Petronio si trovano 5
casi di questo tipo Lrsquoestrazione da una presumibile posizione di base indicata con il
carattere barrato avviene da sintagmi di tipo diverso ma in 4 casi su 5 riguarda un
Modif
(8) Nam cum positus esset ut nos putabamus anser altilis circaque pisces et omnium genera omnium avium inquit Trimalchio (Petron 69 8)
6 Adquisitam egrave un participio in -tus con valore aggettivale Sulle proprietagrave verbali e nominali del participio cfr Pompei (2008) per alcuni dettagli sul participio latino cfr Iovino (2008) e bibliografi a ivi citata
IOVINO
107
ldquoInfatti quando fu servita in tavola almeno cosigrave noi pensavamo unrsquooca di allevamento
e intorno pesci e uccelli di ogni genere (di ogni generi uccello) disse Trdquo
(9) Venit ergo galbino succincta cingillo galbino (Petron 67 4)
ldquoVenne quindi vestita con una cintura giallina (con una giallina vestita cintura)rdquo
(10) Inter haec tres pueri candidas succincti candidas tunicas intraverunt (Petron 60 8)
ldquoFrattanto entrarono tre valletti vestiti con tuniche candide (con candide vestiti
tuniche)rdquo
(11) His repleti his voluptatibus cum conaremur in triclinium intrare exclamavit unus ex pueris qui super hoc offi cium erat positus (Petron 30 5)
ldquoPieni di queste meraviglie (di queste pieni meraviglie) accingendoci ad entrare nel
triclinio uno dei fanciulli che era preposto a questo incarico urlograverdquo
(12) Tandem ergo discubuimus pueris Alexandrinis aquam in manus aquam nivatam infun-
dentibus (Petron 31 3)
ldquoCosigrave fi nalmente ci mettemmo a tavola con i valletti di Alessandria che versavano
acqua ghiacciata sulle manirdquo
In Gellio si trovano 4 casi di iperbati a estrazione In 34 lrsquoelemento estratto dal SN
egrave il nome (13) mentre nel caso restante si ha lrsquoestrazione di un Modif da un SP (14)
(13) Ac se quidem dubitare super ea re dicit posse autem videri putat nonnihil esse rationis in ea opinione quod historia Graece signifi cet rerum cognitionem rerum praesentium
(Gell 5 18 2)
ldquoE egli dice di dubitare in proposito ma ritiene che in questa opinione possa sembrare
che ci sia una qualche giustifi cazione etimologica percheacute historia in greco signifi ca
conoscenza dei fatti attuali (dei fatti conoscenza attuali)rdquo
(14) Nam et augendae rei et minuendae valet sicuti aliae particulae plurimae propter quod accidit ut quaedam vocabula quibus particula ista praeponitur ambigua sint et utroque-versum dicantur veluti ldquovescumrdquo ldquovehemensrdquo et ldquovegranderdquo de quibus alio in alio loco
uberiore tractatu facto admonuimus (Gell 5 12 10)
ldquo[La particella ve] infatti ha valore sia di accrescitivo sia di diminutivo come molte
altre particelle per questo motivo accade che talune parole a cui questa particella viene
prefi ssata siano ambigue e si usino sia in un senso sia nellrsquoaltro come ldquovescusrdquo ldquovehe-
mensrdquo ldquovegranderdquo di cui ci occupiamo in un altro passo (altro in passo) con piugrave ampia
trattazionerdquo
In Gregorio si trovano 3 casi in cui viene estratto un Modif
(15) a Tunc ille his mollitus his sermonibus ait (Greg Tur Franc 3 14)
ldquoAllora lrsquoaltro addolcito da questi discorsi (da questi addolcito discorsi) rispose
(15) b Cumque portae civitatis obseratae essent et unde ingrederetur pervium patulum non haberet incisam Archadius incisam serram unius portae eum civitati intromisit (Greg Tur Franc 3 9)
ldquoE poicheacute le porte della cittagrave erano chiuse neacute vi era quindi alcun passaggio agibile da
cui entrare Arcadio fatta spaccare la serratura (fatta spaccare Arcadio la serratura)
di una porta lo fece entrare [Childeberto] in cittagraverdquo
(15) c Vellim si placet parumper conferre quae christianis beatam confi tentibus beatam
Trinitatem prospera successerint (Greg Tur Franc 3 incipit)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
108
ldquoVorrei se pare opportuno discorrere per un momento delle vicende fortunate che
accaddero ai cristiani che credevano nella beata Trinitagrave (nella beata che credevano
Trinitagrave)rdquo
Negli esempi discussi sembra possibile individuare sia la (presumibile) posizione
di partenza dellrsquoelemento estratto sia quella di arrivo alla sinistra dove viene dislocato
per motivi di struttura dellrsquoinformazione (LP left periphery Giusti Iovino in press)
Tale posizione non egrave ammessa in italiano e piugrave in generale nelle lingue romanze per-
cheacute in queste ultime le teste funzionali (TD) sono occupate rispettivamente dagli
ausiliari (o dai verbi) e dagli articoli mentre restano vuote in latino come si vede in
(16a) vs (16b)
(16) a [LP
Oslash [TPDP
[TrsquoDrsquo
Xauxdet
[VPNP
VN SX]]] lingue romanze
(16) b [LP
SXtopicfocus
[TPDP
[TrsquoDrsquo
Oslash [VPNP
VN SX]]] latino
La mancata realizzazione delle teste funzionali in latino puograve favorire il movi-
mento e lrsquoestrazione di elementi massimali (Ledgeway (2012))
33 Iperbati dovuti allrsquoinserimento di elementi in posizione Wackernagel
Un tipo di iperbato puograve essere dovuto anche allrsquoinserimento di un elemento in
posizione Wackernagel In questi casi un ordine che potrebbe essere considerato
come di base viene interrotto dalla presenza di un elemento ldquodebolerdquo che tende ad
occupare la seconda posizione della frase (Salvi (2004 cap IV) Devine Stephens
(2006 282-287)) o del colon (Adams (1994)) Negli esempi seguenti il colon egrave delimi-
tato con una barretta verticale |
In Petronio si trovano 12 occorrenze di questo tipo di iperbato Gli elementi deboli
possono essere di vario tipo (avverbi veluti denique ubique quidem congiunzioni
autem enim pronomi) Alcuni esempi sono riportati in (17)
(17) a Flebat et Fortunata fl ebat et Habinnas | tota denique familia | tanquam in funus rogata lamentatione triclinium implevit (Petron 72 1)
ldquoPiangeva anche Fortunata piangeva anche Abinna tutta la famiglia quindi come
costretta in un funerale riempigrave di lamenti il tricliniordquo
(17) b Reliquos autem collibertos eius cave contemnas (Petron 38 6)
ldquoMa attento a non prendere sotto gamba gli altri suoi colleghirdquo
(17) c Poteram quidem inquit hoc fericulo esse contentus secundas enim mensas habetis Sed si quid belli habes affer (Petron 68 1)
ldquoCerto disse avrei potuto accontentarmi di questo servizio infatti i piatti nuovi li
avete Ma se hai qualcosa di buono portalordquo
(17) d Sed ut coeperam dicere| ad hanc me fortunam frugalitas mea perduxit (Petron 75 19)
ldquoMa come avevo cominciato a dire a tanta fortuna mi ha condotto la mia parsimoniardquo
(17) e Delectatus hac Trimalchio hilaritate et ipse capaciorem poposcit scyphum quaesi vitque quomodo acceptus esset (Petron 65 8)
ldquoTrimalchione compiaciuto da questa allegria ordinograve anche lui un calice piugrave grande e
chiese (allrsquoaltro) in che modo fosse stato accoltordquo
IOVINO
109
Lrsquoesempio in (17e) egrave interessante in quanto egrave il dimostrativo hac lrsquoelemento debole
che si trova in seconda posizione Non egrave quindi la presenza del N Trimalchio a inter-
rompere lrsquoordine lineare di hac hilaritate come si potrebbe dedurre limitando lrsquoos-
servazione allrsquoordine lineare ma la discontinuitagrave egrave dovuta alla natura sintattica del
dimostrativo che e come tale puograve collocarsi in seconda posizione
Gellio restituisce 2 esempi di iperbati legati alla posizione Wackernagel Gli ele-
menti deboli sono quidem e autem
(18) a Is tamen Protagoras| insincerus quidem philosophus | sed acerrimus sophistarum fuit (Gell 537)
ldquoIn effetti Protagora certamente fu un fi losofo non autentico ma dei sofi sti egli fu il
piugrave acutordquo
(18) b Cum Graecum autem vocabulum sit ldquosoloecismusrdquo an Attici homines qui elegantius locuti sunt usi eo sint quaeri solet (Gell 5203)
ldquoPoicheacute ldquosolecismordquo egrave una parola greca di solito viene chiesto se gli autori attici che
hanno parlato molto elegantemente ne abbiano fatto usordquo
In Gregorio gli esempi sono 9 e gli elementi deboli sono rursum ergo enim un
pronome una forma di is
(19) a Oscarum fl uvium [hellip] qui per portam ingrediens ac sub pontem decurrens | per aliam rursum portam egreditur| (Greg Tur Franc 3 19)
ldquoil fi ume Osche [hellip] che entrando attraverso la porta e scorrendo sotto un ponte esce
poi dallrsquoaltra porta della cittagraverdquo
(19) b Patratam ergo victuriam regionem illam capessunt et in suam redigunt potestatem
(Greg Tur Franc 3 7)
ldquoConseguita quindi la vittoria (i Franchi) occuparono la regione e la misero sotto il
loro potererdquo
(19) c In talibus enim dolis Theudoricus multum callidus erat (Greg Tur Franc 3 7)
ldquoCerto Teodorico era molto astuto in questi ingannirdquo
(19) d Quod videns Theudobertus ex ea reversus est | multa secum expolia ipse vel sui deferentes| (Greg Tur Franc 332)
ldquoTeodeberto vedendo ciograve se ne tornograve indietro da quelle (regioni) portando lui stesso
o i suoi molto bottinordquo
(19) e Cum autem haec Theudorico nuntiatum fuisse iussi inibi sanctum Quintianum constitui et | omnem ei potestatem tradi eclesiae | dicens (Greg Tur Franc 3 2)
ldquoQuando allora fu annunciato il fatto a Teodorico il re ordinograve che in quello stesso
posto fosse reintegrato il santo Quinziano e gli venisse affi dato ogni potere sulla
Chiesa dicendordquo
Per rendere conto di questi esempi si puograve ipotizzare con Salvi (2004 cap IV) che
la struttura della frase principale preveda una posizione disponibile che puograve ospitare
lrsquoelemento debole dopo il primo costituente
(20) [SX [pdeb
hellip [SV ]]]
CILPR 2013 ndash SECTION 2
110
Il primo costituente puograve essere di qualsiasi natura (SP SA SN SP) ma non puograve
essere marcato pragmaticamente Salvi (1994 120) osserva infatti che il dominio di
collocazione delle forme deboli non comprende la periferia
34 Iperbati dovuti allrsquoldquoinserimentordquo di un verbo
Lrsquoultimo tipo di iperbato si realizza anchrsquoesso a livello di frase ma egrave dovuto a un
verbo che interviene a rompere lrsquoordine lineare di un costituente Questo ldquoeffettordquo egrave
dovuto in realtagrave al movimento di una parte del sintagma nominale intorno al verbo
stesso In Petronio si trovano 14 casi di questo tipo alcuni dei quali sono riportati in
(21)
(21) a Interim ego qui privatum habebam secessum in multas cogitationes diductus sum quare aper pilleatus intrasset (Petron 41 1)
ldquoIo frattanto che mi ero ritirato in me stesso mi sono stillato il cervello in molti pen
sieri percheacute mai il cinghiale fosse entrato col berrettordquo
(21) b Et ne has tantum ostenderet divitias dextrum nudavit lacertum armilla aurea cultum et eboreo circulo lamina splendente conexo (Petron 32 4)
ldquoE per non far mostra di quei preziosi soltanto mise a nudo il braccio destro adorno di
unrsquoarmilla drsquooro e di un cerchio drsquoavorio circondato da una lamina splendenterdquo
(21) c Ita tutelam huius loci habeam propitiam ut ego si secundum illum discumberem iam illi balatum clusissem (Petron 57 2)
ldquoChe io abbia la protezione favorevole di questo luogo cosigrave che io se fossi seduto
vicino a lui gli avrei giagrave chiuso la boccardquo
Egrave interessante osservare che in (21b) sebbene da un punto di vista lineare siano
due le parole che interrompono lrsquoordine has divitias sul piano della struttura sintattica
si tratta di un solo elemento cioegrave di un verbo modifi cato da un avverbio (tantum osten-deret) Qualcosa di analogo si verifi ca nel caso di (21c) le parole che separano il nesso
tutelam propitiam sono tre ma da un punto di vista sintattico si tratta di soli due ele-
menti cioegrave un SN di tipo Dim-N (huius loci) e di un verbo (habeam) Si tratta quindi
di due esempi in cui la struttura dei costituenti non coincide con lrsquoordine lineare
In Gellio si trovano 2 esempi di iperbati dovuti a inserimento del verbo Sono
entrambi riportati in (22)
(22) a Sed et quispiam Samius athleta ndash nomen illi fui t Echeklous ndash cum antea non loquens fuisset ob similem dicitur causam loqui coepisse (Gell 5 9 4)
ldquoMa anche un atleta di Samo il cui nome era Echecleo non essendo prima capace di
parlare si dice che cominciograve a parlare per un motivo analogordquo
(22) b ldquoPluriardquo forte quis dixit sermocinans vir adprime doctus meus amicus non hercle studio se ferens ostentandi neque quo ldquoplurardquonon dicendum putaret (Gell 5 21 1)
ldquoUn uomo molto eloquente eccezionalmente dotto mio amico disse una volta ldquoplu riardquo non per Bacco per intenzione di ostentazione e nemmeno percheacute pensava che
non si dovesse dire ldquoplurardquordquo
Si noti che in (22b) si trova un lungo SN formato da un indefi nito (quis) un parti-
cipio in -nt- prenominale con valore aggettivale (sermocinans) che modifi ca il nome
IOVINO
111
(vir) a sua volta modifi cato da un participio postnominale in -tus con valore aggetti-
vale (doctus) (cfr nota n 6) modifi cato da un avverbio (adprime)
In Gregorio i casi di questo tipo sono invece 7 In 67 casi un verbo interrompe il
nesso Modif-N mentre in un solo caso interrompe il nesso inverso Un esempio per
ciascun tipo si trova in (23)
(23) a qui perditam priorem coniugem fi liam Theudorici regis Italici de qua fi lium habe bat nomen Sigiricum aliam duxit uxorem (Greg Tur Franc 3 5)
ldquo[Sigemondo] che dopo aver perduto la prima moglie fi glia di Teodorico re drsquoItalia
dalla quale aveva avuto un fi glio di nome Sigerico sposograve unrsquoaltra donnardquo
(23) b Alaricus hanc [Trinitate] denegans a regno et populo atque ab ipsa quod magis est vita multatur aeterna (Greg Tur Franc 3 1)
ldquoAlarico che lrsquoaveva negata [la Trinitagrave] fu privato del regno del popolo e cosa piugrave
importante della vita eternardquo
I casi di questo tipo possono essere spiegati con una struttura come quella seguente
(24) [SX [V [ SX]]]
in cui si vede che una serie di proiezioni funzionali (come indicato dallrsquoasterisco)
nelle quali possono spostarsi elementi di diversa natura sono disponibili intorno al
verbo
35 Unrsquoosservazione diacronica
Al di lagrave dellrsquoopposizione tra il latino che ammette le strutture discontinue e le
lingue romanze in cui il loro utilizzo egrave invece estremamente limitato egrave possibile indi-
viduare alcuni elementi di continuitagrave tra il latino e le lingue discendenti
Rispetto al latino di Petronio del I sec dC Gellio e Gregorio offrono alcuni
esempi di iperbati che sembrano preludere a quelle che diventeranno le strutture
romanze con elementi estratti e dislocati a sinistra (o apparentemente a destra) che
costituiscono lrsquounica possibilitagrave di discontinuitagrave sintattica I rispettivi contesti sono
riportati di seguito
(25) pecuniam quippe ingentem cum a discipulis acciperet annuam pollicebatur se id docere quanam verborum industria causa infi rmior fi eret fortior (Gell 5 3 7)
ldquoRicevendo dai suoi discepoli una somma annuale veramente cospicua prometteva di
insegnare ciograve come una causa da piugrave debole diventa piugrave forte manovrando le parolerdquo
(26) Indignamini quaeso tam meam iniuriam quam interitum parentum vestrorum ac recolite Thoringus quondam super parentes nostros violenter advenisse ac multa illis intulisse mala (Greg Tur Franc 3 7)
ldquoVi prego disdegnate tanto lrsquooffesa che ho subito quanto quella per lrsquouccisione dei vostri
familiari e ricordate che un tempo i Turingi hanno aggredito con violenza i nostri cari e
hanno provocato loro molti malirdquo
(27) Erat ibi tunc temporis quidam Lytigius ex minoribus qui magnas sancto Quintiano
parabat insidias (Greg Tur Franc 313)
ldquoA quel tempo ligrave viveva un certo Litigio uomo di mediocre condizione che procurava
molte insidie al santo Quinzianordquo
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112
Gli esempi in (25)-(27) sono accomunati dal fatto che solo una parte del costi-
tuente nominale (rispettivamente lrsquoaggettivo annuam e i nomi mala e insidias) viene
dislocata a destra lasciando in posizione preverbale lrsquoelemento (modifi catore o nome)
da cui viene separato
Per quanto concerne le cosiddette dislocazioni a destra dellrsquoitaliano moderno
esse esprimono qualcosa di ldquodatordquo nel contesto che viene poi richiamato alla fi ne
della frase essendo perograve lrsquoordine delle parole dellrsquoitaliano SVO la struttura con dislo-
cazione a destra risulta problematica in quanto non sempre egrave ben chiaro cosa sia effet-
tivamente dislocato anche se in questi casi la punteggiatura puograve aiutare
(28) Compro domani()
il giornale
Che si tratti senza dubbio di un ordine pragmaticamente marcato risulta piugrave evi-
dente nei casi in cui si ha una sorta di doppia presenza del costituente rappresentato
da un clitico cataforico di un costituente o di unrsquointera frase
(29) a La mangio domani la pizza(29) b Lo sai che Gianni e Maria si sono lasciati
Oltre alla dislocazione di interi costituenti in italiano moderno egrave possibile estrarre
solo una parte del costituente nominale (per lo piugrave nei SN quantifi cati ma non solo)
Proprio questa struttura sembra essere la diretta discendente di quella che si trova giagrave
in latino
(30) a Una somma di denaro annua veramente ingente dai suoi discepoli (la) riceveva
annua
(30) b Molti mali a quelli (ne) sono stati fatti di mali
(30) c Grandi insidie (ne) preparava al santo Quintiano di insidie
In (30) sono riportate le traduzioni degli esempi latini Sebbene lrsquoaccettabilitagrave
di (30a) possa essere controversa (30bc) mostrano piugrave chiaramente che nei casi
di estrazione del nome da un SN modifi cato da un aggettivo lessicale (anche di
quantitagrave) egrave obbligatoria la ripresa clitica (la) oppure pronominale (ne) dellrsquooggetto
(partitivo)
4 Conclusioni
In questo contributo si egrave visto che in unrsquoottica sintattica basata sul concetto di
costituente non tutti gli ordini linearmente discontinui sono anche sintatticamente
discontinui (tipo zero) Questa distinzione riduce in maniera consistente il dominio
degli iperbati per i quali egrave stata proposta una tipologia tripartita costituita dal tipo
uno dovuto allrsquoestrazione di un elemento allrsquointerno di un sintagma dal tipo due
dovuto allrsquoinserimento di un elemento debole in posizione Wackernagel dal tipo tre
dovuto al movimento di una parte del SN intorno al verbo
Universitagrave CarsquoFoscari Venezia Rossella IOVINO
IOVINO
113
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Les preacutesentatifs franccedilais voici voilagrave et latins ecce em ēn
essai drsquoeacutetude comparative
1 Introduction
Les romanistes ont eacuteteacute les premiers au deacutebut du vingtiegraveme siegravecle agrave utiliser le terme
lsquopreacutesentatifrsquo pour deacutesigner une cateacutegorie grammaticale composeacutee essentiellement de
fr voici voilagrave il y a crsquoest Cette terminologie aussi insuffi sante soit-elle (P Lauwers
(2004)) permet de deacutepasser lrsquoimbroglio taxinomique qui lrsquoa preacuteceacutedeacutee (interjection
verbe adverbe adverbe deacutemonstratif adverbe de lieu adverbe preacutesentatif particule
preacuteposition exclamation actualisateur introducteur) en se fondant sur une simili-
tude syntaxique et seacutemantico-reacutefeacuterentielle drsquoeacuteleacutements heacuteteacuterogegravenes qui servent agrave preacute-
senter un ecirctre ou une action Cette notion de lsquopreacutesentatifrsquo est adopteacutee dans la majoriteacute
des eacutetudes portant sur le franccedilais1 sans doute parce qursquoelle colle davantage agrave la reacutealiteacute
observable en revanche elle peine agrave peacuteneacutetrer les eacutetudes sur les langues anciennes
mecircme les plus reacutecentes (sauf Petit (2010a et b)) qui srsquoattachent encore agrave deacutefi nir latin
ecce em ou ēn laquo voici voilagrave raquo comme des lsquointerjectionsrsquo ou des lsquoparticules deacutemons-
trativesrsquo selon la terminologie heacuteriteacutee des grammairiens antiques Ces petits mots si
freacutequents dans le dialogue donneront lieu ici agrave une eacutetude compareacutee du fait gramma-
tical en latin et en franccedilais agrave partir de trois paramegravetres morphologique syntaxique
et seacutemantico-reacutefeacuterentiel et avec essentiellement pour corpus des comeacutedies latines
(Plaute [Pl]) et franccedilaises (Moliegravere [M] Dumas Pegravere [D] et Anouilh [An]) dans
lesquelles lrsquooral lsquosimuleacutersquo est proche de celui de tous les jours Cette eacutetude srsquoachegravevera
sur un exemple qui vise agrave montrer que bien que les preacutesentatifs fassent probablement
partie des universaux linguistiques ils diffegraverent sensiblement drsquoune langue agrave lrsquoautre
2 Premier paramegravetre la morphologie
Un premier rapprochement morphologique peut ecirctre eacutetabli entre le fr voici voilagrave et le lat em initialement laquo tiens raquo (et peut-ecirctre aussi ēn) ces termes invariables
reposent sur drsquoanciennes formes drsquoimpeacuteratif preacutesent de deuxiegraveme personne Lrsquoimpeacute-
ratif srsquoexplique aiseacutement par la fonction de base du preacutesentatif qui est drsquoinviter lrsquointer-
locuteur agrave prendre connaissance drsquoun eacuteveacutenement soudain lrsquoarriveacutee drsquoune personne
ou la mise en eacutevidence drsquoun objet dans la conversation En franccedilais le preacutesentatif
1 Entre autres Morel (1992) Riegel et al (2009)
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116
est issu de la grammaticalisation de lrsquoimpeacuteratif drsquoun verbe de saisie visuelle agrave la deu-
xiegraveme personne du pluriel suivi drsquoun deacuteictique anc-fr veez ci veez la En latin em est issu de la grammaticalisation drsquoune forme drsquoimpeacuteratif agrave la deuxiegraveme personne du
singulier drsquoun verbe signifi ant une saisie tactile En latin contrairement au franccedilais
donc il nrsquoy a pas de preacutesentatif reposant sur un verbe laquo voir raquo Cela peut paraicirctre
eacutetonnant au regard de lrsquoensemble des langues indo-europeacuteennes anciennes les preacute-
sentatifs reposent sur une forme drsquoimpeacuteratif drsquoun verbe laquo voir raquo en grec en gotique
en vieil-irlandais en sanskrit en armeacutenien en tokharien B et cela mecircme dans des
langues non indo-europeacuteennes tregraves probablement en eacutegyptien moyen2 Qursquoil srsquoagisse
drsquoun preacutesentatif signifi ant au deacutepart laquo vois voyez raquo ou laquo tiens raquo la preacutesentation drsquoun
ecirctre semble revenir au mecircme
(1)a Ah Voici Monsieur Purgon (M Le Malade imaginaire III 5)
(1)b Em tibi hominem (Pl As 880) ldquo Voici ton homme rdquo
Voici et em preacutesentent tous deux lrsquoarriveacutee drsquoun homme toutefois drsquoun point de
vue informationnel lrsquoeacutequivalence nrsquoest pas totale le premier annonce lrsquoentreacutee sur
scegravene drsquoun personnage le second constitue une invitation agrave aller agrave la rencontre de
ce personnage le plus souvent pour le frapper ce qui explique lrsquoadjonction toujours
attesteacutee drsquoun datif de destination tibi apregraves em la formule peut ecirctre mecircme raccourcie
et em tibi signifi er laquo voilagrave pour toi raquo formule qui srsquoaccompagne drsquoun amical coup de
poing
Par ailleurs lrsquoimportance ndash morphologique et seacutemantique ndash de lrsquoeacuteleacutement deacuteictique
preacutesent dans fr voi-ci se trouve deacutejagrave en latin puisque preacuteciseacutement fr -ci est issu de la
diminution du corps phoneacutetique de la seacutequence latine ecce hīc Le second eacuteleacutement du
preacutesentatif ec-ce est une ancienne particule deacuteictique k e de date proto-indo-euro-
peacuteenne Mais cet eacuteleacutement k e nrsquoest pas neacutecessaire dans la formation drsquoun preacutesentatif
(cf lat em fr tiens3 jrsquoai vous avez4) Pourtant il peut agrave lui seul dans certaines lan-
gues suffi re agrave former un preacutesentatif en hittite et en eacutetrusque5 Rares sont les langues
qui ont un preacutesentatif reposant agrave la fois sur un thegraveme deacuteictique et sur une forme
drsquoimpeacuteratif grammaticaliseacutee comme en roumain par exemple6
Une autre diffeacuterence morphologique importante apparaicirct entre le latin et le fran-
ccedilais le latin langue fl exionnelle a deacuteveloppeacute des preacutesentatifs dits lsquofl eacutechisrsquo7 eccum
eccam eccistam eccillud etc qui srsquoaccordent en genre et en nombre avec le reacutefeacuterent
et une agglutination particuliegravere eccerē laquo Voilagrave crsquoest fait raquo Toutefois ces formes lsquofl eacute-
2 Cf Julia (2013)3 Cf Saunier (1996)4 Cf Morel (1992)5 Cf Julia (2013)6 Iliescu (2008 2010) eacutetudie les deux preacutesentatifs du roumain7 On admet que ces formes sont issues de lrsquoagglutination de ecce et drsquoun deacutemonstratif hum
ham etc
JULIA
117
chiesrsquo ne fonctionnent pas tout agrave fait comme la forme de base ecce8 La morphologie
semble avoir eu une incidence sur la syntaxe des preacutesentatifs
3 Deuxiegraveme paramegravetre la syntaxe
31 Des proprieacuteteacutes syntaxiques communes
Les preacutesentatifs franccedilais et latins partagent eacutegalement des proprieacuteteacutes syntaxiques
semblables une certaine mobiliteacute dans lrsquoeacutenonceacute lrsquoimpossibiliteacute drsquoecirctre nieacutes en dehors
des phrases interrogatives agrave valeur rheacutetorique en franccedilais (ne voilagrave-t-il pas que )
ainsi que la capaciteacute agrave remplir une fonction preacutedicative par eux-mecircmes En latin lrsquoeacuteleacute-
ment nominal preacutesenteacute par ecce se trouve agrave lrsquoaccusatif (en latin archaiumlque et classique)
ou au nominatif (agrave partir du latin classique) Le fait que le lsquoreacutegimersquo du preacutesentatif
puisse ecirctre soit agrave lrsquoaccusatif soit au nominatif en latin classique montre que le mot
nrsquoeacutetait plus senti comme une forme verbale tout comme en franccedilais voicivoilagrave nrsquoest
plus senti comme reposant sur une forme du verbe laquo voir raquo Ni lrsquoun ni lrsquoautre cas en
latin ne se justifi e aiseacutement Faut-il parler drsquoun accusatif exclamatif drsquoun accusatif de
lrsquoobjet direct comme on lrsquoa fait pour voici voilagrave parfois consideacutereacutes comme des verbes
agrave part entiegravere (Moignet (1969)) Une perspective uniquement syntaxique se reacutevegravele
dans tous les cas insuffi sante
32 Positions syntaxiques occupeacutees par les preacutesentatifs
Le preacutesentatif latin comme franccedilais peut occuper trois positions syntaxiques dans
la proposition comme illustreacute en (2) lrsquoanteacuteposition (a) la position inteacutegreacutee agrave la struc-
ture preacutedicative (b) et la postposition (c) mais il preacutecegravede toujours son lsquoreacutegimersquo de
maniegravere attendue puisqursquoil le preacute-sente ndash laquo est devant raquo agrave une exception pregraves en latin
comme dans lrsquoexemple (d) le pronom personnel enclitique preacutecegravede en franccedilais le
preacutesentatif alors qursquoen latin le preacutesentatif preacutecegravede toujours le pronom
(2)a Voilagrave crsquoest lui que jrsquoaime je veux lrsquoeacutepouser (An Antigone)
Ecce autem perii (Pl Most 660) ldquo Voilagrave je suis mort rdquo
Em accipetrina haec nunc erit (Pl Bacch 274) ldquo Voilagrave crsquoest le coup de lrsquoeacutepervier main-
tenant rdquo
(2)b Voilagrave ce qursquoelle me dira ta megravere lagrave-haut quand jrsquoy monterai (An Antigone)
Ecce nos tibi oboedientes (Pl Mil 610) ldquo Nous voilagrave precircts agrave trsquoobeacuteir rdquo
Em cui te et tua quae tu habeas commendes uiro (Pl Merc 620) ldquo Voilagrave lrsquohomme agrave qui tu
confi es ta personne et tout ce que tu as rdquo
(2)c Jrsquoai promis agrave sa pauvre megravere que jrsquoen ferais une honnecircte fi lle et voilagrave (An Antigone)
Assum apud te eccum (Pl Poen 279) ldquo Je suis agrave cocircteacute de toi voilagrave rdquo aucun em postposeacute
(2)d Ecce hominem te Stasime nihilltigt (Pl Trin 1013) ldquo Te voilagrave Stasime un propre
agrave rien rdquo
8 Pour le latin archaiumlque cf Touratier (1994) pour le latin post-classique cf Cuzzolin (1998)
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118
33 Un mecircme eacutelargissement des constructions syntaxiques
En franccedilais comme en latin on observe un mecircme eacutelargissement des constructions
syntaxiques dans les deux langues le preacutesentatif a cesseacute de reacutefeacuterer exclusivement au
lieu de lrsquoeacutenonciation pour devenir eacutegalement preacutesentatif de narration et preacutesentatif
textuel Oppermann-Marsaux (2006) a lieacute le changement formel du preacutesentatif agrave une
extension de ses emplois Il semblerait que ce soit eacutegalement le cas en latin par rap-
port agrave ecce les formes eccum eccam srsquoaccompagnent drsquoune extension des emplois
Tout drsquoabord les preacutesentatifs entrent dans la construction de tours simples et com-
plexes En franccedilais (Riegel et al (2009)) comme en latin les preacutesentatifs ne sont pas
reacuteserveacutes agrave des phrases nominales comme Le voici Voici le facteur (Delahaie (2009))
mais peuvent aussi introduire des propositions subordonneacutees en particulier des rela-
tives ou des phrases entiegraveres avec un noyau verbal indeacutependant Le classement des
tours simples et complexes constitueacutes drsquoun preacutesentatif ici preacutesenteacute suit le classement
de Hache (2006)
En preacutedication simple et en emploi isoleacute le preacutesentatif forme agrave lui seul un eacutenonceacute
qui constitue soit la reacuteponse agrave une question soit une intervention spontaneacutee drsquoun
locuteur Cet emploi offre une particulariteacute inteacuteressante les preacutesentatifs latins ou
franccedilais nrsquoont pas de valeur deacutemonstrative seulement une valeur confi rmative
(3)a LrsquoHocirctesse en dehors- Voilagrave voilagrave (D Antony III 7)
(3)b De Atque audin etiam Li Ecce (Pl As 109) ldquo Deacutemeacutenegravete- Ah encore un mot
Liban- Voilagrave rdquo
Toujours en preacutedication simple le preacutesentatif est souvent suivi drsquoun pronom drsquoun
nom propre ou drsquoun substantif deacutesignant une personne son statut familial ou sa fonc-
tion (appellatifs etc)
ndash en reacutefeacuterence exophorique avec une valeur deacuteictique souvent en clocircture de scegravene
(4)a Argan- Ah Voici Monsieur Purgon (M Le Malade imaginaire III 5)
(4)b Sed Toxili puerum Paegnium eccum (Pl Pers 271-272) ldquo Mais voici Peacutegnion lrsquoes-
clave de Toxile rdquo
ndash ou en valeur endophorique le preacutesentatif possegravede alors une valeur cataphorique (5) ou
anaphorique (6 exemples dans lesquels fabulam et lrsquohistoire se reacutepondent parfaitement)
(5)a Leacutelie- Eacutecoute donc voici bien le meilleur La lettre que je dis a donc eacuteteacute remise
(M LrsquoEtourdi ou les contre-temps I 11)
(5)b Em mater mea Tibi rem potiorem uerbo clamat parturit (Pl Aul 692-693) ldquo Voi-
ci ma megravere un fait qui en dit plus que toute parole elle crie elle enfante rdquo
(6)a Voilagrave lrsquohistoire en gros (hellip) (M LrsquoEacutetourdi ou les Contre-temps IV 1)
(6)b Em tibi omnem fabulam ldquoVoilagrave toute la comeacutedierdquo (Pl Pseud 754)
Les preacutesentatifs franccedilais et latins peuvent aussi introduire des eacuteleacutements nominaux
qui prennent la forme drsquoune proposition subordonneacutee compleacutetive conjonctive ou rela-
tive substantive fr voilagrave qui est fait voici qursquoil entre lat eccum qui ex incerto faciet mihi ldquo Voici celui qui va me tirer drsquoembarras rdquo (Pl Pseud 965) Mais on ne trouve pas
JULIA
119
en latin drsquoexemple ougrave le preacutesentatif fonctionne comme pivot verbal drsquoune subordon-
neacutee relative comme en franccedilais le livre que voici
Fr voicivoilagrave peuvent eacutegalement ecirctre suivis drsquoun infi nitif comme peut-ecirctre des
preacutesentatifs lsquofl eacutechisrsquo du latin
(7)a Voici venir Ascagne (M Deacutepit amoureux V 7)
(7)b Sed generum nostrum ire eccillum uideo (Pl Trin 622) ldquo Mais je vois voici lagrave-bas
venir notre gendre rdquo
Le preacutesentatif franccedilais comme latin entrent enfi n dans des constructions agrave double
preacutedication lrsquoune avec lrsquoattribut de lrsquoobjet et la seconde avec la proposition relative
ndash dans la seacutequence preacutesentatif + nompronom + adjectifgroupe nominal il faut distinguer
les occurrences ougrave lrsquoadjectif est attribut de celles ougrave il est eacutepithegravete ou apposeacute dans le
premier cas la structure implique deux preacutedicats contre un seul dans la seconde
(8)a Me voici un vrai militaire (St La Chartreuse de Parme I 3)
(8)b Ecce me nullum senem (Pl Cas 305) ldquo Me voici un pauvre vieillard rdquo
ndash en revanche la seacutequence preacutesentatif + nompronom + pronom attesteacutee en franccedilais et en
latin ne forme pas un double preacutedicat
(9)a Voilagrave Toinette elle-mecircme (M Le Malade imaginaire III 8)
(9)b Atque eccum ipsum hominem (Pl Men 898) ldquo Et voilagrave lrsquohomme lui-mecircme rdquo
Dans la double preacutedication avec lrsquoattribut de lrsquoobjet le latin se distingue du fran-
ccedilais par une structure originale Le preacutesentatif lsquofl eacutechirsquo peut deacuteterminer non pas toute
la proposition mais seulement lrsquoattribut de lrsquoobjet et lrsquoobjet
(10) Habeo eccillam meam clientam meretricem adulescentulam (Pl Mil 789) ldquo Jrsquoai la
voici pour cliente une courtisane encore toute jeunette rdquo
Quand les preacutesentatifs entrent en correacutelation avec les outils relatifs ils permettent
de former des phrases dont un eacuteleacutement nominal pronominal adverbial est extrait
pour ecirctre mis en relief fr Le voicivoilagrave qui arrive en regard de la phrase sans mise
en relief Il arrive Il faut distinguer deux cas lorsque la proposition relative est inteacute-
greacutee agrave la structure preacutesentative (Hache (2006))
ndash quand la relative exerce une fonction appositive ou eacutepithegravete il nrsquoy a pas de double preacutedi-
cat
(11)a Voilagrave une femme qui mrsquoaime (M Le Malade imaginaire II 6)
(11)b Eccum quem quaerebam (Pl Curc 610) ldquo Voici celui que je cherchais rdquo
ndash quand la relative exerce une fonction attributive il y a une double preacutedication
(11)d Voilagrave un doigt qui sait tout qui me dira si vous mentez (M Le Malade imaginaire
II 8)
(11)e Sed eccum parasitum quoius mihi auxilio est opus (Pl Persa 83) ldquo Mais voici mon
parasite dont le secours mrsquoest neacutecessaire rdquo
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Comme avec lrsquoattribut de lrsquoobjet sous forme nominale on rencontre en latin la
structure particuliegravere verbe + preacutesentatif + relative attributive
(12) Video eccum qui ltagtmans tutorem med optaultit sugtis bonis (Pl Truc 859) ldquo Je
vois le voici celui qui par amour de moi mrsquoa choisie pour geacuterer la tutelle de ses biens rdquo
Les preacutesentatifs du franccedilais peuvent aussi introduire dans divers types de phrases
des compleacutements circonstanciels Il a deacutemeacutenageacute voicivoilagrave cinq ans VoiciVoilagrave cinq ans qursquoil a deacutemeacutenageacute Ce cas de fi gure ne se rencontre pas en latin En revanche
en latin on relegraveve de nombreuses occurrences dans lesquelles le preacutesentatif est suivi
drsquoune preacutedication en proposition indeacutependante sans qursquoon sache veacuteritablement la
deacutelimiter Faut-il ou non consideacuterer qursquoil y a deux eacutenonceacutes le premier constitueacute du
preacutesentatif le second de la proposition preacutedicative La question est complexe car
le latin a pour originaliteacute de pouvoir inteacutegrer syntaxiquement le preacutesentatif dans une
proposition preacutedicative ougrave il joue le rocircle de sujet ou de compleacutement drsquoobjet direct du
preacutedicat verbal De fait rien ne seacutepare syntaxiquement le preacutesentatif de la proposi-
tion preacutedicative qui lui succegravede Mais inversement aucun morphegraveme conjonctif ou
autre ne lie formellement la proposition preacutedicative au preacutesentatif En (13) le mecircme
eacutediteur A Ernout (Les Belles Lettres Paris) ne seacutepare pas le preacutesentatif de la pro-
position preacutedicative dans le premier exemple alors qursquoil le fait dans le second agrave lrsquoaide
drsquoune virgule sa traduction teacutemoigne eacutegalement de lrsquoambiguiumlteacute que nous observons
(13)a Em ista uirtus est quando usust qui malum fert fortiter (Pl As 322) ldquoVoilagrave le vrai
courage que de savoir quand neacutecessaire braver bravement la souffrance rdquo (traduction A
Ernout)
(13)b Em accipetrina haec nunc erit (Pl Bacch 274) ldquo Tu vas voir maintenant crsquoest le
coup de lrsquoeacutepervie rdquo (traduction A Ernout)
On ignore donc si une seacutequence comme (14) eacutetait prononceacutee drsquoun seul trait ou
non Ecc(e) Apollo mihi ex oraclo imperat ou Ecce Apollo mihi ex oraclo imperat
(14) Ecce Apollo mihi ex oraclo imperat Vt ego illic oculos exuram lampadibus ardenti-bus (Pl Men 841-842) ldquo Voilagrave Apollon Voilagrave [qursquo]Apollon par son oracle mrsquoordonne de lui
brucircler les yeux avec des torches enfl ammeacutees rdquo
Plus encore que faire des occurrences ougrave le preacutesentatif lsquofl eacutechirsquo morphologique-
ment agrave lrsquoaccusatif joue apparemment le rocircle du sujet du preacutedicat verbal comme en
(15) Le recours agrave une phrase cliveacutee dans la traduction eacutelude la diffi culteacute sans la
reacutesoudre
(15) Sed eccum incedit (Pl Poen 470) ldquo Mais le voici qui srsquoavance rdquo ou ldquo Mais le voici
il srsquoavance rdquo
Cette seconde approche a permis de constater que ecce et em voici voilagrave ne par-
tageaient pas les mecircmes constructions syntaxiques Le tableau suivant reacutesume les
similitudes et les diffeacuterences
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121
Structures syntaxiques
preacutesentativesLatin Franccedilais
Preacute
dic
ati
on
s si
mp
les
Emploi isoleacuteEcce eccum em eccere en
Voilagrave
Avec un nom un GN ou
un pronom
Ecce me eccum ecca eccos eccas ecca eccil-lum eccistum eccistam ecce odium meum em pateram en Priamus
Metenousvouslelalesen voici mete nousvouslelalesen voilagrave voici le facteur voilagrave le facteur voilagrave tout
Avec un pronom et un
nom En voilagrave des maniegraveres
Avec deux pronoms Nous y voici nous y voilagrave
Avec un adverbe Em sicVoilagrave pourquoi voilagrave comment
Avec une proposition
subordonneacutee agrave statut
nominal compleacutetive
conjonctive ou relative
substantive
Eccum qui ex incerto faciet mihi Eccere autem quem conuenire maxime cupiebam En qui nostra sibi bello conubia poscunt
Ecce autem perii Em sapis sane eccum incedit Eccere autem capite nutat Em rursum nunc nugas agis
Voici qui est fait voici qursquoil entre voilagrave qui est fait voilagrave qursquoil entre
Avec une proposition
interrogative indirecte Voilagrave pourquoi votre fi lle
est muette
Avec une exclamative Comme vous voilagrave bacircti
Avec un infi nitif Ire eccillumVoici venir voilagrave trop
causer
Avec une forme verbale
conjugueacutee agrave un mode per-
sonnel ou avec omission
de la copule
Amphitruo eccum exit foras eccum uideo eccam attuli Em tibi adsunt en supplex uenio
Intus eccum fratrem ger-manum tuum
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Structures syntaxiques
preacutesentativesLatin Franccedilais
Preacute
dic
ati
on
s d
ou
ble
s
Avec attribut de lrsquoobjet
Ecce me nullum senem Saluam eccam Habeo eccillam meam clientam Em tibi rem potiorem uerbo En ego uicta situ
Me voici un vrai militaire
Avec une proposition rela-
tive agrave fonction attributive
Eccum quem quaerebam Em quoi decem talenta dotis detuli
Voilagrave un doigt qui sait tout
Avec une proposition rela-
tive non restrictive (lsquoCRPrsquo
Lambrecht)
(eccum incedit)Le voici qui srsquoavance voilagrave le facteur qui arrive voilagrave longtemps que
Formant le noyau drsquoune
proposition relative Le moi que voici la sotte
musique que voilagrave
4 Troisiegraveme paramegravetre les valeurs seacutemantico-reacutefeacuterentielles et
eacutenonciatives
Les valeurs seacutemantico-reacutefeacuterentielles et eacutenonciatives se recoupent presque totale-
ment entre le franccedilais9 et le latin10 Dans les deux langues les preacutesentatifs remplissent
un emploi deacuteictique exophorique (16) peuvent servir de lsquosignal discursifrsquo au sens de
Cesare (2011) ou bien remplir un emploi textuel ou lsquoDiscourse deicticrsquo (Plaucheacute Ber-
gen (2001) (17) ou un emploi propositionnel ou eacuteveacutenementiel appeleacute parfois narratif
sans preacutedicat verbal (18 (a et b)) ou avec preacutedicat verbal (18 (c agrave f)) ou bien encore un
emploi pragmaticaliseacute (19)
(16)a Me voici (M Les Fourberies de Scapin II 7)
(16)b Ecce me (Pl Mil 663) ldquo Me voici rdquo
(16)c Ah Te voilagrave (M George Dandin ou le mari confondu III 3)
(17)a Voilagrave ce que jrsquoavois agrave vous faire savoir (M LrsquoEacutecole des maris II 2)
(17)b Em tibi omnem fabulam (Pl Pseud 754) ldquo Voilagrave toute la comeacutedie rdquo
(18)a Voilagrave une eacutetrange folie (M Meacutedecin malgreacute lui I 4)
(18)b Ecce Gripi scelera (Pl Rud 1178) ldquo Voici les folies de Gripus rdquo
9 Les valeurs eacutenonciatives de voicivoilagrave ont eacuteteacute deacutecrites dans le theacuteacirctre franccedilais par Deacutetrie (2001) Gaudin (2005) et Narjoux (2003)
10 Dionisotti (2007) attribue une liste impressionnante de valeurs eacutenonciatives agrave ecce Lrsquoeacutetude de Roseacuten (1998) porte avant tout sur les phrases preacutesentatives agrave valeur existentielle ou drsquoiden-tifi cation
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123
(18)c Voilagrave ma fi lle qui parle (M Le Meacutedecin malgreacute lui III 6)
(18)d Em cui te et tua quae tu habeas commendes uiro (Pl Merc 702) ldquo Voilagrave lrsquohomme agrave
qui on confi e sa personne et ce qursquoon a rdquo
(18)e Voilagrave ce que jrsquoavois agrave vous faire savoir (M LrsquoEcole des maris II 2)
(18)f Em istuc rectius (Pl Epid 553) ldquo Voilagrave qui est mieux dit encore rdquo
(19)a Voicy jrsquoay trouveacute un bon moyen pour nous venger de luy le mieux du monde (P de
Larivey Les Comeacutedies facecieuses Les Escolliers V 2)
(19)b Voila ceste breneuse de ma femme voudroit ce croyie faire ainsi (P de Larivey
Les Comeacutedies facecieuses Les Escolliers II 1)
(19)c Em tibi imperatumst (Pl Most 313) ldquo Voilagrave tu sais ce que tu as agrave faire rdquo
En emploi grammaticaliseacute le preacutesentatif peut marquer
ndash la clocircture
(19)d Sabot encore prononccedila lsquoVoilagrave voilagraversquo puis se tut (Maupassant Contes et nou-velles laquo La confession de Theacuteodule Sabot raquo)
(19)e St Lesbonicum suam sororem despondisse em hoc modo (Pl Trin 603) ldquo Stasime-
Que Lesbonicus a fi anceacute sa sœur Voilagrave voilagrave rdquo
ndash le consensus
(19)f Par ici monsieur le sergent par ici cria lrsquoouvreuse - Voilagrave voilagrave voilagrave (Dumas
Pegravere Le Capitaine Pamphile VIII)
(19)g Si Vorte ergo umerum ltPsgt Em (Pl Pseud 1318-1319) ldquo Simon- Tourne donc
ton eacutepaule Pseudolus- Voilagrave rdquo
ndash le dissensus
(19)h Elle mrsquointerrompt en geacutemissant - lsquoVoilagrave voilagrave tu te moques encore de moi je ne
voulais pas trsquoeacutecrire tu es sans cœurrsquo (Colette Claudine agrave lrsquoeacutecole)
(19)i Em istucinest operam dare Bonum sodalem (Pl Merc 620-622) ldquo Voilagrave est-ce
ainsi qursquoon sert fi degravelement un ami rdquo (traduction A Ernout)
ndash la conclusion (cf Pl Persa 701-705)
La grammaticalisation du preacutesentatif avec un datif eacutethique latin ecce tibi ou em tibi et ancien-franccedilais es vos (E Oppermann-Marsaux (2006) et D Petit (2010a)) per-
met drsquoarticuler lrsquouniteacute de tous ces emplois autour de la personne de lrsquointerlocuteur La
preacutesentation quelle que soit sa nature est neacutecessairement tourneacutee vers lrsquointerlocuteur
5 Exemple Voici lrsquohomme Ecce homo
Lrsquoanalyse drsquoune seule locution biblique ceacutelegravebre en franccedilais et en latin montrera
combien il est en fait diffi cile de comparer les preacutesentatifs drsquoune langue agrave lrsquoautre lat
ecce homo canoniquement traduit par laquo Voici lrsquohomme raquo Autant nous avons vu que
ecce et voicivoilagrave partageaient des traits syntaxiques et seacutemantico-fonctionnels com-
muns autant il est diffi cile parfois de reconnaicirctre exactement la valeur du preacutesentatif
diffi culteacute qui peut poser problegraveme au traducteur
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124
Pour signifi er laquo voici lrsquohomme raquo Plaute dit em hominem et Peacutetrone ēn homo
(20)a Em tibi hominem (Pl Asin 880) ldquo Voici (pour toi) lrsquohomme rdquo
(20)b En homo quemadmodum natat (Petron 115 10) ldquoVoici lrsquohomme comment il
patauge rdquo
Or la freacutequence de ecce en tant que preacutesentatif deacuteictique chute fortement degraves
lrsquoeacutepoque de Ciceacuteron agrave lrsquoavantage de ēn Crsquoest drsquoailleurs ēn qui est employeacute comme
preacutesentatif deacuteictique dans la Vulgate (par exemple Vulgate Juges 8 15) Quand Pilate
prononce le premier ecce (22 (a)) Jeacutesus nrsquoest pas encore visible par la foule il ne
srsquoagit pas drsquoun preacutesentatif deacuteictique mais drsquoun preacutesentatif ayant un rapport eacutetroit avec
lrsquoeacutenonciation il est tout agrave fait possible de lui superposer sur le plan interpreacutetatif une
valeur anaphorique situationnelle signifi ant laquo voilagrave celui que vous reacuteclamiez je vous
lrsquoamegravene raquo Cet eacutenonceacute reprend presque mot pour mot un eacutenonceacute preacuteceacutedent de Pilate
(22 (b)) qui par le biais drsquoun eacutegocentrage explicite traduisait un deacutegagement fort du
locuteur
(21)a exiit iterum Pilatus foras et dicit eis ecce adduco uobis eum foras ut cognoscatis quia in eo nullam causam inuenio (Exiuit ergo Iesus portans coronam spineam et purpureum uestimentum) Et dicit eis ecce homo (Vulgate Eacutevangile saint Jean 19 4-5)
ldquo Pilate sortit de nouveau et leur dit Voilagrave je vous lrsquoamegravene dehors afi n que vous sachiez
que je ne trouve en lui aucun crime (Jeacutesus sortit donc portant la couronne drsquoeacutepines et le
manteau de pourpre) Et Pilate leur dit VoiciVoilagrave lrsquohomme rdquo
(21)b dicit eis ego nullam inuenio in eo causam (Vulgate Eacutevangile saint Jean 18 38)
ldquo Il leur dit lsquoMoi je ne trouve en lui aucun motif de condamnationrsquo rdquo
Le premier ecce traduit une attitude eacutenonciative consensuelle avec les interlocu-
teurs sur lrsquoobjet du discours ndash faire sortir Jeacutesus du preacutetoire ougrave les Juifs nrsquoentrent pas
par crainte de souillure ndash lrsquoeacutegocentrage eacutetant explicite et donc susceptible de reacuteac-
tions fortes des interlocuteurs Crsquoest le cas puisque la foule reacuteclame encore plus fort la
mise agrave mort de Jeacutesus Aussi Pilate emploie-t-il un second ecce qui nous semble pou-
voir ecirctre tout aussi consensuel que le premier le locuteur invite ainsi lrsquointerlocuteur
agrave partager lrsquoinfeacuterence tireacutee de lrsquoobservation Le paradoxe de cette valeur repreacutesenta-
tive-eacutenonciative est qursquoelle opegravere de maniegravere masqueacutee lrsquoobjet du discours paraicirct ecirctre
preacutesenteacute de maniegravere objective ce qui explique peut-ecirctre la traduction canonique de
laquo Voici lrsquohomme raquo mais crsquoest estomper lrsquoorigine eacutenonciative du locuteur qui ne veut
pas condamner lui-mecircme Jeacutesus Pilate nrsquoa pas agrave preacutesenter Jeacutesus que la foule connaicirct
mais preacutesente avec ecce lrsquoerreur des Juifs mise en relief par la co-observation du locu-
teur et des interlocuteurs Crsquoest pourquoi nous suggeacuterons de traduire ecce homo par
laquo Voilagrave lrsquohomme raquo autrement dit laquo Voilagrave ce que vous voulez lrsquohomme raquo
JULIA
125
6 Conclusion
Le but de cet article eacutetait drsquoune part de reacutehabiliter des lsquopetits motsrsquo des mal-aimeacutes
dans la tradition classique pourtant si freacutequents dans le dialogue et drsquoautre part de
montrer sur le modegravele de ce qui a deacutejagrave eacuteteacute fait au sujet des preacutesentatifs franccedilais la
richesse de leurs emplois Loin drsquoavoir une simple fonction phatique les preacutesentatifs
comme lrsquoeacutecrit tregraves justement Rabatel (2001) laquo manifestent une force argumentative
indirecte redoutable raquo
Lyceacutee Henri IV (Paris)
amp Centre Alfred Ernout (Paris-Sorbonne) Marie-Ange JULIA
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127
Verbes impersonnels et introducteurs de rhegravemes en latin et
en roman
1 La construction impersonnelle et la perspective fonctionnelle de
la phrase
La perspective fonctionnelle (ou communicative) de la phrase et lrsquoordre de ses
constituants sont deux probleacutematiques qui se rencontrent neacutecessairement un de leurs
points drsquointersection est reacuteveacuteleacute par lrsquoeacutetude de la construction dite lsquoimpersonnellersquo et
de ses diverses varieacuteteacutes En effet le terme lsquoimpersonnelrsquo recouvre dans lrsquousage cou-
rant des confi gurations morpho-syntaxiques assez diffeacuterentes qui ont cependant
pour trait commun une sorte de deacutefection vis-agrave-vis de la cateacutegorie de la personne ver-
bale une cateacutegorie qui se vide ici pour ainsi dire de ses possibiliteacutes de commutation
Par ce biais la question de lrsquoimpersonnel se lie naturellement agrave celle du sujet actant
preacutesupposeacute par tous les autres actants chaque fois que la personne verbale fonctionne
normalement Il nrsquoest donc pas eacutetonnant que le comportement lsquounipersonnelrsquo des
verbes nrsquoait pas cesseacute drsquointriguer les grammairiens il est bien naturel aussi que le
pheacutenomegravene trouve diffi cilement le cadre approprieacute agrave son traitement sans parler des
tacirctonnements de la terminologie
La notion de sujet neacutecessairement lieacutee agrave celle de preacutedicat renvoie agrave un fonction-
nement de la langue qui porte lrsquoempreinte de la logique cependant le jeu du preacutedicat
du sujet et des compleacutements traduit en mecircme temps la viseacutee communicative du mes-
sage puisque lrsquoarrangement et le traitement prosodique de ces constituants doivent
creacuteer une structure pragmatique adapteacutee aux besoins du contexte discursif et de la
situation Cette double deacutetermination de la phrase nrsquoa pas eacutechappeacute aux linguistes de
la fi n du XIXe siegravecle qui srsquoapprochent du problegraveme avec une intuition psychologique
chez Hermann Paul (19205 124 premiegravere eacuted 1880) lsquosujet psychologiquersquo et lsquopreacutedicat
psychologiquersquo apparaissent avec un sens voisin de celui que nous donnons agrave lsquothegravemersquo et
agrave lsquorhegravemersquo et le mecircme Hermann Paul constate que le sujet lsquogrammaticalrsquo et le sujet dit
lsquopsychologiquersquo ne peuvent pas coiumlncider dans les phrases lsquoimpersonnellesrsquo du type fr
il gegravele all es regnet (ibid 131-133) Dans la linguistique psychologique classique pour
ainsi dire Albert Sechehaye (1926 148) enregistre le mecircme divorce des deux lsquosujetsrsquo
pour le type de phrase fr il vient un homme en affi rmant que le verbe impersonnel il
Travail reacutealiseacute avec le soutien fi nancier du Fonds National Hongrois pour les Recherches Scientifi ques OTKA K 81913
CILPR 2013 ndash SECTION 2
128
vient se comporte comme le laquo support psychologique de ce qui suit raquo Par lagrave nous arri-
vons au cœur de notre probleacutematique en effet nous pouvons reconnaicirctre le siegravege de
lrsquoinformation essentielle ndash crsquoest-agrave-dire le rhegraveme ndash dans la deuxiegraveme partie de la phrase
(un homme) la lsquorheacutematisationrsquo de ce groupe nominal a eacuteteacute expresseacutement signaleacutee
par une forme verbale un lsquointroducteur de rhegravemersquo Le proceacutedeacute transformationnel qui
aboutit au type de phrase il vient un homme a ainsi pour but une lsquorheacutematisation fortersquo
ou autrement dit une lsquomise en relief non contrastiversquo (la lsquomise en relief contrastiversquo
eacutetant reacutealiseacutee par la structure fr crsquoest un homme qui vient)1
Nous devons donc admettre qursquoil existe dans le franccedilais ndash et dans les autres lan-
gues romanes aussi ndash des structures qui expriment la perspective communicative
de la phrase drsquoune maniegravere tregraves directe pour ainsi dire au deacutetriment de la liaison
logique entre un sujet et un preacutedicat La combinaison du verbe qui nrsquoa pas de sujet
proprement dit et du groupe nominal qui srsquoy rattache fait partie naturellement drsquoun
ensemble plus vaste de phrases lsquonon canoniquesrsquo2 ougrave nous trouvons eacutegalement les
structures avec adverbe preacutesentatif (fr voici voilagrave + GN it ecco + GN) et toutes ces
constructions sont apparenteacutees au type de phrases qui tout en conservant un sujet
au sens ordinaire du terme utilisent ce sujet drsquoune maniegravere insolite en le postposant
au verbe dans des langues qui se caracteacuterisent par un ordre fondamental SV Cette
sorte drsquoinversion traduit certains besoins pragmatiques il peut srsquoagir du remplissage
de cadres preacuteeacutetablis (listes comme dans le reportage drsquoun deacutefi leacute arrive le groupe X
arrive le groupe Y indications sceacuteniques entre le roi3 cf roum urmează o pauză)
ou de lrsquoannonce de quelque chose drsquoimpreacutevu (et soudain apparaicirct X) drsquoune maniegravere
plus geacuteneacuterale cet ordre est apte agrave la rheacutematisation drsquoun GN apregraves un verbe intransitif4
(it egrave scoppiata la rivoluzione exemple de Salvi Vanelli 2004 34 esp prosperan los negocios exemple de Gili y Gaya 1968 92) Nous arrivons ainsi agrave un problegraveme de
seacutemantique est-il possible de preacutevoir dans les langues romanes certaines sphegraveres
seacutemantiques qui preacutedisposent les locuteurs agrave choisir la construction impersonnelle
1 Dans le cadre de cette contribution nous nous inteacuteressons uniquement aux phrases lsquoimper-sonnellesrsquo contenant un lsquorhegravemersquo proprement dit donc nous faisons abstraction du type lsquomeacuteteacuteorologiquersquo fr il gegravele (verbe lsquoavalentrsquo ou lsquosans actantrsquo selon la terminologie de Tesniegravere (1959 239-240)) Pour quelques indications concernant lrsquohistoire du problegraveme de lrsquoimperson-nel dans la grammaire franccedilaise cf Kiss (1987 62-66)
2 Pour la notion de lsquophrase canoniquersquo ou lsquoscheacutema structurel de basersquo voir Riegel Pellat Rioul (20097 211-212)
3 Agrave propos de ce type citons la formulation de Riegel Pellat Rioul (20097 258) il srsquoagit de verbes qui laquo indiquent lrsquoentreacutee ou la persistance dans lrsquounivers de discours du reacutefeacuterent de leur sujet nominal raquo
4 Pour Sechehaye (1926 147) lrsquoancien ordre vient un homme a subsisteacute en franccedilais laquo pour mar-quer que le terme substantif eacutetait le veacuteritable preacutedicat de lrsquoeacutenonceacute raquo Wartburg et Zumthor (19582 193) srsquoinspirent de cette deacutefi nition lorsqursquoils affi rment laquo le propre [hellip] de la construc-tion impersonnelle par rapport agrave la personnelle est de transformer le sujet en preacutedicat raquo
KISS
129
2 Problegravemes seacutemantiques
Drsquoune maniegravere geacuteneacuterale on dira que les expressions impersonnelles introduisant
un rhegraveme tracent un cadre dans lequel vient prendre place lrsquoinformation centrale
Il est normal de supposer que ce lsquocadrersquo se comporte comme une lsquoannoncersquo suivie
drsquoun constituant au seacutemantisme plus particulier en rapport avec la situation et lrsquouni-
vers discursif qui sont communs aux participants de la communication En effet on
constate empiriquement que les lsquointroducteurs de rhegravemesrsquo sont tregraves souvent porteurs
drsquoune signifi cation verbale fondamentale existence ou non-existence drsquoun reacutefeacuterent
(personne chose ou eacuteveacutenement) modaliteacute deacuteontique ou potentielle (crsquoest-agrave-dire ren-
voi agrave des lsquomondes alternatifsrsquo) appreacuteciation modale ou sentimentale La reacutealisation
syntaxique de la relation entre introducteur et rhegraveme est variable elle couvre une
large gamme impliquant des phrases lsquonon canoniquesrsquo ainsi que des propositions
infi nitives et des subordonneacutees verbales de type compleacutetif deacutependant drsquoexpressions
impersonnelles5 Nous pouvons enregistrer ainsi les constructions speacutecifi ques fi geacutees
que les langues romanes ndash et deacutejagrave le latin tardif ndash ont deacuteveloppeacutees pour marquer lrsquoexis-
tence par geacuteneacuteralisation du sujet suivie de son abolition lat habet gt fr (il y) a esp
hay ajoutons lrsquoexpression eacutegalement speacutecifi que qui leur correspond en lrsquoitalien mais
qui traite le sujet drsquoune maniegravere moins radicale pour ainsi dire lrsquoaccord en nombre
eacutetant conserveacute it crsquoegrave un uomo ci sono uomini Le latin classique connaicirct lui-mecircme
lrsquoannonce drsquoun lsquoeacuteveacutenementrsquo ou drsquoun lsquoeacutetat de chosesrsquo agrave lrsquoaide drsquoexpressions typiques
utilisant une 3e personne seacutemantiquement speacutecialiseacutee dont deacutepend une preacutetendue
lsquosubordonneacutee conseacutecutiversquo fi t ut accidit ut epistulam scribam ldquo il arrive que jrsquoeacutecrive
une lettre rdquo ajoutons pour une sorte de mise en relief de lrsquolsquoexistencersquo la structure
relative sunt qui scribant ldquo il y en a qui eacutecrivent rdquo Dans les phrases gouverneacutees par des
verbes impersonnels lrsquoexpression de la modaliteacute deacuteontique se reacutealise le plus souvent
agrave lrsquoaide drsquoune combinaison qui comporte un infi nitif ou une subordonneacutee compleacutetive
ce qui rend plus manifeste encore la bipartition de la structure un syntagme initial
(lsquointroducteur de rhegravemersquo) doteacute drsquoun seacutemantisme lsquofondamentalrsquo comme la lsquoneacutecessiteacutersquo
se trouve suivi par un point drsquoaboutissement (lsquorhegravemersquo) repreacutesentant la veacuteritable nou-
veauteacute du message Ainsi avons-nous en franccedilais ndash agrave cocircteacute de la structure il faut + GN
ndash les seacutequences il faut + lsquoinfi nitifrsquo et il faut que + lsquosubordonneacuteersquo Derriegravere la varieacuteteacute
du mateacuteriel que nous offrent ici les langues romanes on deacutecouvre la permanence du
besoin des vocables anciens peuvent se perdre mais la langue forge des outils nou-
veaux qui les remplacent en ayant recours notamment agrave des verbes qui se precirctent agrave
une speacutecialisation seacutemantique dans le domaine en question Si le verbe impersonnel
oportet lexegraveme drsquoimportance centrale pour lrsquoexpression de la lsquoneacutecessiteacutersquo en latin ne
survit pas dans la plupart des idiomes romans fallere se tient precirct pour entrer dans
ce champ seacutemantique en franccedilais au prix de la bifurcation morpho-seacutemantique qursquoon
5 Les verbes qui participent agrave ces expressions impersonnelles ne sont geacuteneacuteralement pas des verbes lsquoessentiellement impersonnelsrsquo ils sont exclus de la commutation des personnes ver-bales preacuteciseacutement dans le type drsquoemploi que nous appelons lsquointroducteur de rhegravemersquo
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130
lui connaicirct6 on peut ajouter uelle apparaissant dans lrsquoexpression impersonnelle it ci vuole ldquo il faut rdquo ldquo il est neacutecessaire rdquo Ce va-et-vient lexical peut conduire agrave la naissance
de nouveaux paradigmes verbaux appartenant au vocabulaire fondamental des lan-
gues crsquoest le cas de falloir mais aussi de estovoir7 usuel en ancien-franccedilais lrsquoapport
eacutetranger joue eacutegalement un rocircle (it bisogna roum trebuie attribueacutes respectivement
aux superstrats germanique et slave8) On retrouve un ensemble drsquoexpressions fon-
damentales dans le domaine de la modaliteacute potentielle avec une bipartition typique
du message le verbe impersonnel eacutetant suivi drsquoune subordonneacutee rheacutematique (fr il se peut que roum se poate sǎ) La prise de position subjective que refl egravete la moda-
liteacute potentielle se complegravete de maniegravere assez naturelle par lrsquoappreacuteciation morale ou
affective ce qui explique les impersonnels decet me iuuat me delectat mihi placet en
latin9 ainsi que le type fr il convient que de il importe que de Ainsi pour un cer-
tain nombre de seacutemantismes fondamentaux il existe des expressions prototypiques
et autour drsquoelles un large halo reacuteunissant des nuances diffeacuterentes la tendance syn-
taxique est agrave la bipartition de la phrase avec utilisation de morphegravemes deacutemarcatifs
et une possibiliteacute de deacutelimitation prosodique Compte tenu de cette bipartition on
dira naturellement que les verbes et expressions impersonnels proprement dits qui
font lrsquoobjet de cette eacutetude reacutealisent de la maniegravere la plus typique la rheacutematisation par
lsquoextrapositionrsquo proceacutedeacute qui consiste agrave faire sortir le rhegraveme du cadre phrastique habi-
tuel sans recours cependant agrave un veacuteritable lsquoimpersonnelrsquo10
Il est curieux de constater qursquoune bipartition du message servant agrave mettre en relief
le rhegraveme existe dans une autre sphegravere morpho-syntaxique cette solution est appeleacutee
eacutegalement lsquoemploi impersonnel du verbersquo ce qui amegravene une importante confusion
terminologique Il srsquoagit de la tendance qui consiste agrave transformer la marque clitique
du verbe lsquopronominalrsquo en marque de verbe lsquonon personnelrsquo tendance que connaissent
certaines langues romanes et qui est tregraves deacuteveloppeacutee en italien Au cours du passage
de it si mangiano le mele (lsquopronominal passifrsquo avec accord entre verbe et sujet) agrave
si mangia le mele (lsquopronominal non personnelrsquo sans accord)11 lrsquointransitivant si qui
6 Sur le rapport entre faillir et falloir cf FEW s v fallere7 Lrsquoeacutetymologie retenue par le REW (s v opus) et le FEW (s v opus) est lrsquoexpression imper-
sonnelle latine opus est Concernant les expressions impersonnelles deacutenotant la lsquoneacutecessiteacutersquo en ancien-franccedilais ainsi que leur mouvement diachronique voir en particulier Buridant (2000 399-401)
8 V REW s v sonium LEI s v bisogno et Cioranescu (1961) s v treabǎ9 Pour les questions de lrsquoimpersonnel en latin voir Bassols de Climent (1948 82-90) cf
eacutegalement Hofmann Szantyr (1965 414-417)10 Cf fr Cela amuse Sylvie que Pierre soit tombeacute (exemple de Riegel Pellat Rioul 20097 723)
it Sarebbe una pazzia andarci ora (exemple de Salvi Vanelli 2004 267) esp Me pesa de haberos ofendido (exemple de Gili y Gaya 1968 79) roum icircmi place sǎ dansez (exemple de Gramatica limbii romacircne 19662 I 244) Notons que lrsquolsquoextrapositionrsquo du rhegraveme ndash et ainsi la bipartition de la phrase ndash apparaicirct comme une sorte de modegravele seacutemantico-pragmatique chez Wierzbicka (1988 106-107) analysant les jugements de type affectif en anglais (Irsquom pleased to meet you ~ Itrsquos nice to meet you)
11 Tournure caracteacuterisant laquo certaines varieacuteteacutes de lrsquoitalien raquo selon Salvi Vanelli (2004 75) cf le
KISS
131
avait repreacutesenteacute un lsquoagent humain indeacutetermineacutersquo a eacuteteacute converti en un indice drsquolsquointro-
ducteur de rhegravemersquo lrsquoabsence drsquoaccord signale preacuteciseacutement la bipartition de la phrase
La perspective fonctionnelle de la phrase tend donc agrave srsquoexprimer par diffeacuterents pro-
ceacutedeacutes syntaxiquement marqueacutes quand les locuteurs eacuteprouvent le besoin de precircter au
dosage de lrsquoinformation un relief particulier
3 Problegravemes diachroniques
Sur le plan diachronique latino-roman il est assez naturel de chercher un rapport
entre lrsquoexploitation croissante des proceacutedeacutes de rheacutematisation forte et la modifi cation
de lrsquoordre des termes qui a eu lieu en latin tardif Durant la peacuteriode classique du latin
lrsquoordre des constituants ndash libre du point de vue des fonctions syntaxiques ndash se precirctait
avec souplesse agrave lrsquoexpression de la perspective communicative de la phrase Les types
drsquoarrangement possibles eacutetaient donc nombreux il semble cependant qursquoagrave lrsquoeacutepoque
postclassique certains arrangements soient devenus plus freacutequents ce qui a drsquoailleurs
entraicircneacute une eacutetape vers lrsquoordre plus rigide des langues romanes Drsquoune part le verbe
freacutequent agrave la fi n de la phrase en latin classique quitte aiseacutement cette place pour des
raisons de rheacutematisation tout agrave fait compreacutehensibles Deux citations de Greacutegoire de
Tours choisies au hasard peuvent illustrer le pheacutenomegravene Le verbe y occupe la pre-
miegravere place et preacutecegravede lrsquoessentiel du message exprimeacute sous forme de compleacutements
posuit manum super oculos eius [sc heretici] (Greg Tur 23 p 432) ldquo il posa la main sur
les yeux de lrsquohomme [sc de lrsquoheacutereacutetique] rdquo
ou de sujet
ait ad eum episcopus (Greg Tur 21 p 3727) ldquo lrsquoeacutevecircque lui dit rdquo
Drsquoautre part le sujet tend agrave occuper la premiegravere position quand il joue le rocircle du
thegraveme ce qui est freacutequent dans les phrases agentives et il apparaicirct souvent comme
postverbal colleacute neacuteanmoins au verbe et rattacheacute agrave celui-ci par un lien seacutemantique
eacutetroit
in fl umine Minio [hellip] capiuntur pisces IIII noui uisu et specie (Hydatius 253) ldquo dans le
fl euve Minius [hellip] sont pris quatre poissons nouveaux pour leur apparence et pour leur es-
pegravece rdquo12
Les eacutechantillons citeacutes montrent qursquoen latin tardif le preacutedicat verbal se deacuteplace
vers la premiegravere zone de la phrase et qursquoen mecircme temps la place du sujet devient plus
type espagnol se vende casas (pour lrsquoespagnol voir Gili y Gaya 1968 76-78)12 Un exemple ougrave le pheacutenomegravene caracteacuterise une suite de phrases agrave lrsquointeacuterieur drsquoun mecircme reacutecit
Post haec omnia mortuus est Chlodoueus rex in pace [hellip] A transitu sancti Martini usque ad transitum Chlodouechi regis fuerunt anni centum duodecim [hellip] Habebat quoque Theude-ricus fi lium nomine Theudobertum (Liber Historiae Francorum 19 p 27317) ldquo Apregraves tous ces eacuteveacutenements mourut en paix le roi Chlodouechus [hellip] Du deacutecegraves de saint Martin au deacutecegraves du roi Chlodouechus srsquoeacutecoulegraverent cent douze anneacutees [hellip] Theudericus avait un fi ls nommeacute Theudobertus rdquo
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132
preacutevisible cette relative uniformiteacute entraicircne sur le plan pragmatique le besoin de
renforcer lrsquoopposition entre le lsquomarqueacutersquo et le lsquonon marqueacutersquo Ce besoin se traduit sur le
plan syntaxique par une exploitation plus intense des structures (deacutejagrave preacutesentes dans
la langue) qui assurent la rheacutematisation forte La tendance pouvait prendre appui sur
le type de phrase ougrave un verbe drsquoexistence ou une expression eacutevaluative se deacutetache en
position initiale pour introduire un rhegraveme plus ou moins complexe13
Erant omnino itinera duo quibus itineribus domo exire possent [sc Heluetii] (Caes
Gall 1 6 1) ldquo il existait en somme deux chemins par lesquels ils [= les Helvegravetes] pouvaient
quitter leur territoire rdquo
Dulce et decorum est pro patria mori (Hor carm 3 2 13) ldquo Crsquoest une douce et belle chose
que de mourir pour la patrie rdquo
Dans les textes tardifs les expressions marquant lrsquolsquoexistencersquo occupent tregraves sou-
vent la position initiale dans la phrase elles sont annonciatrices de rhegravemes
extant ipsius egregii studia praedicanda (Hydatius 81) ldquo De cet homme excellent sub-
sistent des ouvrages savants agrave propager rdquo
Ecce et coepit iam esse hora forsitan octaua (Itinerarium Egeriae 4 5) ldquo Et voilagrave que
peut-ecirctre commenccedilait la huitiegraveme heure de la journeacutee rdquo
Habebat autem de eo loco ad montem Dei forsitan quattuor milia (Itinerarium Egeriae 2
1) ldquo Et de cet endroit agrave la montagne de Dieu il y avait peut-ecirctre une distance de quatre mille
pas rdquo14
Agrave la suite des modifi cations des regravegles gouvernant lrsquoemplacement des constituants
syntaxiques en latin les phrases indiquant une rheacutematisation forte se deacutetachent de
plus en plus sur le fond des phrases canoniques dans lesquelles lrsquoordre des consti-
tuants se fi xe petit agrave petit agrave lrsquoeacutepoque preacuteromane15 Les langues romanes deacuteveloppent
ainsi sur des bases latines un systegraveme relativement coheacuterent pour lrsquoexpression mar-
queacutee de la perspective communicative de la phrase User ou ne pas user de ces proceacute-
deacutes pragmatiques particuliers est un choix qui reste agrave la discreacutetion du locuteur situant
son acte communicatif dans le reacuteseau de ses interactions avec le monde
Universiteacute de Debrecen Saacutendor KISS
13 Cf eacutegalement Devine Stephens (2006 166-172) Spevak (2010 29-30 et 57-58) 14 Agrave propos de la genegravese de habet impersonnel en latin tardif (effacement du sujet dans domus
habet multum uinum rarr habet multum uinum) cf Bassols de Climent (1948 82-83) Quant agrave lrsquoexpression de la lsquoneacutecessiteacutersquo lrsquoItinerarium Egeriae nous offre beaucoup de phrases ayant la structure lsquoexpression impersonnelle + infi nitifrsquo du type necesse nos fuit ibi descendere iuxta consuetudinem (7 7) ldquo il nous a fallu y descendre selon notre habitude rdquo
15 Concernant les modifi cations de lrsquoordre des constituants syntaxiques en latin tardif voir Kiss (2015 593-595)
KISS
133
Reacutefeacuterences bibliographiques
Textes
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Monumenta Germaniae Historica Scriptores rerum Merouingicarum I1 Hannover 1951
Hydatius Lemicus Continuatio chronicorum Hieronymianorum Publ Theodor Mommsen
Monumenta Germaniae Historica Auctores antiquissimi XI Berlin 1894
Itinerarium Egeriae Publ Otto Prinz Heidelberg Winter 19605
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Haverling Gerd V M (ed) Latin Linguistics in the Early 21st Century Acts of the 16th International Colloquium on Latin Linguistics Uppsala Universitet 588-596
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(reacuteimpr 1950)
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Benjamins
Tesniegravere Lucien 1959 Eacuteleacutements de syntaxe structurale Paris Klincksieck
Wartburg Walter von Zumthor Paul 19582 Preacutecis de syntaxe du franccedilais contemporain Berne
Francke
Wierzbicka Anna 1988 The Semantics of Grammar Amsterdam Philadelphia John Benja-
mins
135
LrsquoOpinion de R Kiesler sur lorigine des langues romanes
En ce qui concerne lrsquoorigine des langues romanes deux thegraveses principales peuvent
ecirctre repreacutesenteacutees par les scheacutemas suivants
A B
Lat archaiumlque Lat archaiumlque
Lat vulgaire Lat classique Lat classique
Fr It Roum Lat vulgaire
Fr It Roum
La diffeacuterence entre ces deux thegraveses consiste en ce que selon la thegravese A le latin
archaiumlque srsquoest scindeacute en latin classique et en latin vulgaire et les langues romanes
proviennent du latin vulgaire (appeleacute aussi lsquo latin populaire rsquo lsquo latin parleacute rsquo lsquo roman
commun rsquo lsquo protoroman rsquo etc) tandis que selon la thegravese B les langues romanes sont
issues du latin classique alors que le latin vulgaire diffeacuterencieacute dans le temps et lrsquoes-
pace constitue une eacutetape intermeacutediaire entre le latin classique et les langues romanes
La thegravese A est neacutee en 1435 agrave Florence Quelques humanistes que personne nrsquoose-
rait consideacuterer comme des linguistes ont discuteacute la question de savoir drsquoougrave provenait
lrsquoitalien Nrsquooublions pas que cela se passait avant le XIXe siegravecle qui a eu le grand
meacuterite drsquointroduire la notion drsquoeacutevolution dans diffeacuterentes disciplines y compris la lin-
guistique Avant le XIXe siegravecle on avait une vision du monde sensiblement statique
on srsquoimaginait par exemple que toutes les espegraveces veacutegeacutetales et animales existaient
depuis le deacutebut du monde Or nos humanistes fl orentins se rendaient parfaitement
compte drsquoune diffeacuterence entre lrsquoitalien et le latin lrsquoun eacutetant selon la terminologie
contemporaine une langue analytique et lrsquoautre une langue syntheacutetique De mecircme
qursquoils eacutetaient incapables drsquoimaginer que les plantes et les animaux soient le reacutesultat
drsquoune eacutevolution de mecircme il leur paraissait inconcevable qursquoune langue syntheacutetique
CILPR 2013 ndash SECTION 2
136
puisse se transformer en une langue analytique et sachant que chez des auteurs latins
il y avait quelques vagues allusions agrave un uulgaris sermo ils sont arriveacutes agrave la conclusion
que dans lrsquoancienne Rome il y aurait eu deux langues le latin classique langue syn-
theacutetique et le latin vulgaire langue analytique et source de lrsquoitalien Les arguments
que nos humanistes alleacuteguaient agrave lrsquoappui de leur thegravese eacutetaient extrecircmement naiumlfs
ainsi selon eux une femme du peuple nrsquoaurait pas eacuteteacute capable drsquoapprendre agrave deacutecliner
un substantif comme supellex geacuten supellectilis Mais par inertie lrsquoopinion formuleacutee
par quelques ignorants meacutedieacutevaux a eacuteteacute approuveacutee par drsquoinnombrables autoriteacutes est
devenue un dogme de la linguistique romane et est partageacutee jusqursquoagrave nos jours par la
grande majoriteacute des romanistes
En revanche il nrsquoy a eu jusqursquoen 1974 que trois chercheurs pour souscrire agrave la
thegravese B Eyssenhardt (1880) dans la seconde moitieacute du XIXe siegravecle Henri Muller
(1932) dans la premiegravere moitieacute du XXe siegravecle et moi-mecircme agrave partir de 1974 La diffeacute-
rence entre ces deux thegraveses consiste en ce que selon la thegravese A le latin vulgaire est
une langue sœur du latin classique tandis que drsquoapregraves la thegravese B le latin vulgaire
est une langue fi lle du latin classique Alors qursquoil nrsquoy a aucune forme qui confi rme-
rait la thegravese A des milliers de formes confi rment la thegravese B Par exemple lat class
patrem gt lat vulg patre caelum gt celu herbam gt erba mēnsem gt mēse toacutenitrum
gt toniacutetru precor est refait en precō sapere en sapēre esse en essere morī en
morīre etc Il suffi t de mentionner que dans le REW il y a 6000 substantifs et adjec-
tifs dont lrsquoaccusatif singulier preacutesente en latin vulgaire la chute de -m On voit donc
que toutes les formes du latin vulgaire sont plus reacutecentes que celles du latin classique
Il en reacutesulte que le latin vulgaire est une langue fi lle du latin classique
Depuis 1974 crsquoest-agrave-dire depuis presque 40 ans aussi bien dans mes publications
que dans mes confeacuterences je demande aux romanistes de citer des formes qui prou-
veraient que le latin vulgaire eacutetait une langue sœur du latin classique mais personne
nrsquoa citeacute une telle forme
Il nrsquoy a pas longtemps le romaniste allemand Reinhard Kiesler (2012) a publieacute
une communication intituleacutee Les langues romanes proviennent-elles du latin clas-sique et qui commence de la faccedilon suivante
Je me propose de discuter les deux thegraveses connues concernant lrsquoorigine des langues ro-
manes celle de la succession du latin classique au latin vulgaire et celle de la simultaneacuteiteacute des
deux varieacuteteacutes Prenant en consideacuteration la bibliographie actuelle je reacuteexaminerai les argu-
ments respectifs et proposerai une synthegravese qui montre que les deux thegraveses sont en partie
justes et qursquoelles ne sont pas incompatibles La thegravese de la successiviteacute est notamment deacutefen-
due par W Mańczak [hellip] Selon la thegravese de la simultaneacuteiteacute le latin classique et le latin vulgaire
ont eacutevolueacute parallegravelement en partant du latin archaiumlque
Et voici le scheacutema sur lrsquoorigine des langues romanes proposeacute par le romaniste de
lrsquouniversiteacute de Wuumlrzburg
MAŃCZAK
137
Modegravele - synthegravese drsquoapregraves Kiesler 1995 p 394 2006 p 110
env 1er s av J-CMoyen Acircge
latin classique = pelagus langue standard
latin postclassique - meacutedieacuteval
eacuteleacutements et regravegles MARE
stylistiquement calidus mots savants Lat archaIumlque neutres
mots populaires
langues
latin vulgaire = CALDUS romanes
langue familiegravere
Avant de critiquer ce scheacutema je voudrais mentionner un deacutetail Selon Kiesler
laquo on trouve normalement la repreacutesentation suivante lat class posse puis lat vulg
POTERE gt esp poder Mais cette repreacutesentation constitue une inversion de lrsquoeacutevolu-
tion reacuteelle La preuve en est le thegraveme du parfait en latin classique potu- (potui etc)
qui deacuterive preacuteciseacutement de POTERE Cela prouve que la forme POTERE a existeacute
avant lrsquoeacutepoque classique et qursquoil est erroneacute de vouloir la deacuteriver de posse raquo
Lrsquoauteur se trompe Le mot posse est un verbe composeacute posse lt potis esse pos-sum lt potis sum potes lt potis es potest lt potis est possumus lt potes sumus
potestis lt potes estis possunt lt potes sunt poteram lt potis eram potui lt potis fui etc Des formes comme posse possum poteram potui etc sont attesteacutees des
milliers de fois tandis que potere nrsquoest jamais attesteacute Par conseacutequent potere est
plus reacutecent que posse Mentionnons enfi n que la forme ancienne du morphegraveme de
lrsquoinfi nitif est -se et qursquoelle srsquoest maintenue dans esse posse tandis que la forme -re
(cf laudare habere dicere venire) est plus reacutecente et srsquoexplique par le rhotacisme en
position intervocalique
Selon la thegravese traditionnelle qui remonte agrave 1435 le latin vulgaire eacutetait une langue
sœur du latin classique alors que drsquoapregraves la thegravese soutenue par Eyssenhardt Henri
Muller et moi-mecircme le latin vulgaire eacutetait une langue fi lle du latin classique Le
romaniste Kiesler se propose de montrer laquo que les deux thegraveses sont en partie justes
et qursquoelles ne sont pas incompatibles raquo Cela est absolument impossible Si quelqursquoun
dit que Mme A est une sœur de Mme B et que quelqursquoun drsquoautre affi rme que Mme
A est une fi lle de Mme B nous avons affaire agrave deux assertions qui srsquoexcluent lrsquoune
lrsquoautre assertions entre lesquelles un compromis nrsquoest pas possible Si la premiegravere de
ces assertions est vraie la seconde doit ecirctre erroneacutee ou inversement
En ce qui concerne le scheacutema sur lrsquoorigine des langues romanes proposeacute par Kies-
ler son deacutefaut principal consiste en ce que le latin vulgaire y est consideacutereacute comme
une langue sœur du latin classique Afi n de montrer que cette opinion est fausse jrsquoai
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138
deacutepouilleacute les 20 premiegraveres pages du Dictionnaire eacutetymologique de la langue franccedilaise de Bloch et Wartburg ougrave jrsquoai trouveacute les formes suivantes
Franccedilais Latin populaire Latin classique
abattre abbatt(u)ěre preacuteverbeacute de battuere
abreuver abbǐběrāre preacuteverbeacute et deacuteriveacute de bibere
accorder accǒrdārepar substitution de preacuteverbe de
concǒrdāre
accoutrer accō(n)s(ū)tūrāre deacuteriveacute de cōnsūtūra
accueillir accǒlligěre preacuteverbeacute de cǒllǐgěre
acqueacuterir acquerěre acquīrěre
affeacuterent afferīre afferre
affi ler affīlāre deacuteriveacute de fīlum
agacer adaciāre deacuteriveacute drsquoacies
aiumleul aviǒlus avus
aine inguǐnem inguen inguinis
airain arāmen aes aeris
aisselle axělla axilla
alevin allevāmen deacuteriveacute du verbe allevāre
alleacutecher allectǐcāre deacuteriveacute drsquoallectāre
allegravegre alǐcěr alecris (geacuten) ǎlǎcer
allumer allūmǐnāre preacuteverbeacute de lūmǐnāre
Le deacutepouillement partiel du Dictionnaire eacutetymologique de la langue franccedilaise de
Bloch et Wartburg montre que tous les mots du latin vulgaire citeacutes par ces auteurs
sont plus reacutecents que ceux du latin classique Il en reacutesulte que contrairement agrave ce
qursquoon enseigne depuis 1435 crsquoest-agrave-dire depuis cinq siegravecles le latin vulgaire eacutetait une
langue fi lle et non pas une langue sœur du latin classique Il en reacutesulte eacutegalement
MAŃCZAK
139
que les langues romanes proviennent du latin classique tandis que le latin vulgaire
diffeacuterencieacute dans le temps et lrsquoespace constitue une eacutetape intermeacutediaire entre le latin
classique et les langues romanes
Universiteacute de Cracovie Witold MAŃCZAK
Reacutefeacuterences bibliographiques
Eyssenhardt F 1880 laquo Der Ursprung der romanischen Sprachen raquo Nord und Suumld 12 404-413
Kiesler Reinhard 2006 Einfuumlhrung in die Problematik des Vulgaumlrlateins Tuumlbingen Niemeyer
Kiesler Reinhard 2012 laquo Les langues romanes proviennent-elles du latin classique raquo in
Biville Freacutedeacuterique Lhommeacute Marie-Karine Vallat Daniel (ed) Latin vulgaire ndash latin tar-dif IX Actes du IXe colloque international sur le latin vulgaire et tardif Lyon MOM
Mańczak Witold 1974 laquo La langue romane commune latin vulgaire ou latin classique raquo Revue Romane 9 218-231
Muller Henri F Pauline Taylor 1932 A Chrestomathy of Vulgar Latin Boston D C Heath
and Company
141
Le nivellement analogique reacutegi par la phonologie
Le rapport entre lrsquoanalyse et lrsquoanalogie a beaucoup occupeacute lrsquoattention des lin-
guistes derniegraverement De fait lrsquoanalogie est devenue aussi importante que lrsquoanalyse agrave
tel point qursquoexiste un point de vue tregraves reacutepandu selon lequel le propre du langage est
analogique
(1) Language structure and language use are [hellip] predominantly analogical and that is why analogy is the backbone of universal grammar (Antila (2003 439))
Il nrsquoexiste donc rien dans le langage qui ne remonte agrave lrsquoanalogie ce qui ne permet
qursquoavec diffi culteacute une diffeacuterence entre le changement analogique fondeacute sur le sens et
le changement phoneacutetique deacutetermineacute par la forme la structure Dans ce contexte cer-
tains linguistes sont alleacutes au-delagrave de la geacuteneacuteralisation pour approfondir notre connais-
sance du rapport entre lrsquoanalogie et le systegraveme phonologique Drsquoun cocircteacute Wang (1969)
essaya de voir jusqursquoagrave quel point les changements phoneacutetiques sont diffuseacutes mot par
mot par un proceacutedeacute analogique dans le lexique Ce pheacutenomegravene fut mis au point par
Kiparsky qui souligne lrsquoaction des regravegles phonologiques dans le lexique laquo lexical
diffusion is the analogical generalization of lexical phonological rules raquo (1995 313)
alors que Labov (1981 1994) en dirigeant notre attention sur le rocircle de la variation
dans le deacuteroulement des sons souligna le rapport entre les changements reacuteguliers et
les exceptions en tant qursquoemprunts dialectaux ou sociaux (cf Campbell (2004 222-
224)) La discussion est alleacutee suffi samment loin pour infl uencer notre perspective sur
le fonctionnement de lrsquoanalogie dans le langage en geacuteneacuteral et plus speacutecifi quement
dans le deacuteroulement des changements des sons
Il convient eacutevidemment de tenir compte des diffeacuterents sens que peut avoir le mot
lsquoanalogiersquo dans la discussion des linguistes Nous laissons de cocircteacute pour le moment la
probleacutematique de la nature analogique du langage en geacuteneacuteral par rapport aux reacutesul-
tats que peuvent produire les infl uences sociales Ce dont nous souhaitons discuter
ici plus preacuteciseacutement est la tendance du langage agrave uniformiser les irreacutegulariteacutes mor-
phologiques qui remontent aux reacutegulariteacutes des changements phoneacutetiques (cf Stur-
tevant (1947 109)) et le rocircle de lrsquoanalogie le cas eacutecheacuteant dans lrsquoameacutenagement du
paradigme Crsquoest surtout cette tendance au nivellement analogique dans le paradigme
verbal aussi bien qursquoentre les formes des noms et des adjectifs qui ne manque pas de
poser certaines questions dans le passage du latin aux langues romanes Cet aspect
ne peut ecirctre dissocieacute de la tacircche deacutelicate consistant agrave faire une description exacte
des eacuteveacutenements en question Dans lrsquohistoire du franccedilais par exemple le pheacutenomegravene
qui aplanit ces irreacutegulariteacutes paradigmatiques est bien connu et les exemples en sont
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nombreux Pour nrsquoen prendre que deux le verbe fr laver aurait ducirc donner legraveve au
singulier pour se ranger du cocircteacute de lrsquoeacutevolution de la voyelle [a] accentueacutee en syllabe
ouverte par exemple dans [laacutewo] gt [lέvǝ] comme pour la forme [maacutere] qui donne
[mέr] en franccedilais Par contre en syllabe inaccentueacutee la voyelle drsquoorigine est preacuteser-
veacutee par exemple dans [lawaacutemus] gt [lavotilde] ce qui fait que nous avons un paradigme ougrave
le radical accentueacute voir (2a) srsquooppose au radical inaccentueacute illustreacute en (2b)
(2)a jetuil(s) [lέv]
(2)b nousvousils [lav]-onsez
Pour reacutesoudre lrsquoirreacutegulariteacute du paradigme le pluriel est censeacute lrsquoavoir emporteacute sur
le singulier gracircce au fonctionnement de lrsquoanalogie repreacutesenteacute dans lrsquoexemple (3a)
(3) a [lέvǝ] [lav-]
Dans le cas du verbe fr aimer au contraire crsquoest la diphtongue que nous trouvons
comme reacutesultat de [a] accentueacute en syllabe ouverte devant la consonne nasale ce qui
donne [aacuteimǝ] agrave cocircteacute de la voyelle inaccentueacutee [amotilde] Cette fois-ci crsquoest la forme
accentueacutee qui lrsquoemporte encore une fois par un proceacutedeacute analogique repreacutesenteacute dans
lrsquoexemple (3b)
(3) b [aacuteimǝ] [amotilde]
Dans les deux cas le paradigme est reacutegulariseacute au moyen de lrsquoanalogie dont la
direction est varieacutee
Agrave lrsquoaide de ces exemples nous voyons lrsquoeffet eacutevident de lrsquoanalogie qui consiste agrave
niveler le paradigme Il faut souligner cependant que notre avis selon lequel qursquoil
srsquoagit lagrave drsquoun cas drsquoanalogie est tout autant fondeacute sur la reacutegulariteacute du changement pho-
neacutetique crsquoest-agrave-dire que le changement reacutegulier lrsquoeffet attendu aacute[ gt eacute[ ai gt a _ [+voy
+nas] nrsquoa pas reacuteussi et ce nrsquoest qursquoagrave partir de la reacutegulariteacute qursquoil nous arrive drsquoinvo-
quer lrsquoanalogie pour expliquer lrsquoeacutechec de la reacutegulariteacute La constatation de lrsquoaction de
lrsquoanalogie nrsquoaurait donc pas eacuteteacute justifi eacutee sans la veacuterifi cation preacutealable des changements
reacuteguliers en question
1 Analyse conventionnelle
Muni du processus de nivellement que nous venons drsquoillustrer certains linguistes
ont mecircme eacutegalement recouru agrave lrsquoanalogie pour valoriser lrsquoeacutechec drsquoune reacutegulariteacute sup-
poseacutee et non veacuterifi eacutee Il srsquoagit du type de nivellement analogique proposeacute dans lrsquohis-
toire du franccedilais et representeacute dans lrsquoexemple (4)
(4) manğiέr maacutenčǝθ kolğiέr kόlčǝθ)
Ce sont lagrave des exemples de lrsquoanalogie invoqueacutee pour meacutenager les irreacutegulariteacutes agrave
la base de lrsquoanalyse putative de Meyer-Luumlbke Il srsquoagit bien sucircr des inconveacutenients
paradigmatiques les reacutesultats de lrsquoinvention drsquoune analyse reacuteguliegravere pour relever les
MAZZOLA
143
changements historiques du franccedilais (cf Meyer-Luumlbke (1890) (1913)) Lrsquoessentiel de
son analyse est reproduit dans lrsquoexemple (5)
(5) mastikaacutere maacutestikat karrikaacutere kaacuterrikat
syncope 1 --------- maacutes(t)kat ---------- kaacuter(r)ka
k gt g mastigaacutere ----------- karrigaacutere ----------
syncope 2 mast(i)gaacutere ----------- kar(r)gaacutere ----------
palatal mas(t)ğaacutere maacutes(t)čat čarğaacutere čaacuterčat
a[ gt e[ masğeacutere ----------- čarğέre ----------Čeacute[ gt Čieacute[ masğieacutere ----------- čarğieacutere ----------
masğiέr maacutesčǝθ čarğiέr čaacuterčǝθNous voyons ici un reacutesultat diffeacuterent bien connu entre les formes du paradigme
Les formes conjugueacutees accentueacutees sur la peacutenultiegraveme sont syncopeacutees en premier lieu
pour bloquer la sonorisation de la veacutelaire intervocalique La consonne veacutelaire par la
suite sonoriseacutee continue comme yod agrave son tour palataliseacute pour produire lrsquoaffriqueacutee
palatale sonore Lrsquoaffriqueacutee palatale sourde par contre devant a est produite par
la palatalisation de la veacutelaire sourde qui nrsquoest pas sonoriseacutee du fait de la syncope
deacutejagrave imposeacutee anteacuterieurement Pour expliquer les formes facirccheuses qui reacutesultent de
cette analyse il fallut recourir agrave une analogie dont la direction est varieacutee comme
nous lrsquoavons vu dans le cas de fr laver et aimer Ce nrsquoest donc que devant cet obstacle
ce reacuteseau de changements phoneacutetiques enchevecirctreacutes acceptable ou non qursquoon a eacuteteacute
obligeacute de proposer une analogie explicative Cependant crsquoest de lrsquoanalogie putative
deacuteduite de lrsquoanalyse reconstruite et ni lrsquoune ni lrsquoautre ne proviennent de la veacuterifi ca-
tion directe Autrement dit nous avons affaire agrave des exemples de nivellement paradig-
matique deacuteduits drsquoune analyse reconstruite qui manque de veacuterifi cation directe pos-
sible Il est donc impossible de savoir si lrsquoanalogie est partie de lrsquoanalyse ou si lrsquoanalyse
est le reacutesultat drsquoun nivellement paradigmatique consciemment manipuleacute Par conseacute-
quent le but de cette communication est de proposer que lrsquoanalyse de Meyer-Luumlbke
est malheureusement fautive (cf Mazzola (2013)) et qursquoil srsquoensuit que les deux cas de
nivellement analogique fondeacutes sur elle sont douteux
Comme nous lrsquoavons vu le travail de Meyer-Luumlbke fut eacutetayeacute par les exemples
de nivellement analogique rencontreacutes ailleurs dans lrsquoeacutevolution du franccedilais Mais
son interpreacutetation fut encore davantage eacutetayeacutee par les nombreux cas de syncope
attesteacutes beaucoup plus clairement en franccedilais que dans les autres langues romanes
(Cf Meyer-Luumlbke (1890-1906 287) Pirson (1909 885-886) Pope (1934 102-103)
Richter (1934 31) Straka (1953) (1956) (1970) et al) Lrsquoabondance de la syncope
est attribueacutee agrave lrsquoinfl uence germanique et citeacutee comme preuve pour lrsquoinvraisemblable
continuiteacute sans changement du latin durant les longs siegravecles avant lrsquoarriveacutee des Francs
(cf Muller (1929)) Cette perspective est amplement refl eacuteteacutee dans lrsquoanalyse de Meyer-
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Luumlbke Cependant elle fut remise en cause derniegraverement par lrsquoessai de Morin (2003)
sur lrsquoeacutechec de lrsquoanalyse agrave base de reacutegulariteacute Morin souligna le manque de succegraves de
Straka (1953) (1956) (1970) pour mener agrave bien les eacutetapes intermeacutediaires de lrsquoanalyse
traditionnelle Au cours de sa critique il souleva plusieurs problegravemes notamment
la syncope la sonorisation la diphtongaison et lrsquoapocope pour deacutemontrer au profi t
drsquoune perspective de la variation lrsquoinsuffi sance de lrsquoanalyse fondeacutee sur la reacutegulariteacute
De ce fait eacutetant donneacute lrsquoeacutechec des regravegles qui sont agrave la base des tentatives de Straka il
nous est proposeacute drsquoabandonner la reacutegulariteacute dans la mutation des sons en faveur de la
nature variationnelle du langage
2 Analyse proposeacutee
Plutocirct que drsquoabandonner la reacutegulariteacute nous avons fait une proposition alterna-
tive (Mazzola (2000) (2006) (2007) (2008) (2012) (2013)) agrave travers une perspective
reacutegleacutee par le rythme crsquoest-agrave-dire qursquoau lieu drsquoenvisager la syncope comme une carac-
teacuteristique exclusive des langues germaniques nous avons suggeacutereacute qursquoil est possible
drsquoaborder la probleacutematique agrave partir des cas syncopeacutes qursquoon trouve aussi en latin On
rencontre par exemple des mots latins syncopeacutes agrave lrsquoarborescence agrave gauche dans la
phonologie lexicale
(6)a [[juacutewɛn] + ior] rarr junior [[aacuteiwi] + [tas]] rarr aetas [[uacutewi] + [dos]] rarr udos
[[aacutewi] + [kɛps]] rarr auceps [[maacutenu] + [kɛps]] rarr manceps
aussi bien que dans la phonologie lsquosuperfi ciellersquo
(6) b [[naacutewi]ta] (Ovide) rarr nauta [[aacutewi]dus] rarr audus (latin tardif)
et dans drsquoautres exemples eacuteparpilleacutes dans le lexique
(6) c [[laacuteri]dum] rarr lardum [[soacuteli]dum] rarr soldum [[vaacuteli]de] rarr valde etc
Plutocirct que des exemples de dactyles dans une simple suite de syllabes (longue
bregraveve bregraveve) selon la repreacutesentation conventionnelle dans ces exemples nous avons
affaire agrave un trocheacutee enchacircsseacute dans le dactyle Ce mecircme pheacutenomegravene de lrsquoenchacircsse-
ment du trocheacutee peut ecirctre repreacutesenteacute en forme drsquoarbre ougrave la syllabe agrave supprimer se
preacutesente toujours du cocircteacute gauche (arborescence agrave gauche)
laridum solidum valide
[[laacute ri] dum] [[soacute li] dum] [[vaacute li] de]
Ce nrsquoest que dans la derniegravere syllabe du trocheacutee ainsi enchacircsseacutee que nous trou-
vons la cible de lrsquoeffacement en question Dans un trocheacutee simple lrsquoeffacement nrsquoest
eacutevidemment pas effectueacute par exemple [maacute nu] rarr [maacuten] il ne lrsquoest pas non plus dans
le cas de lrsquoarborescence agrave droite par exemple [na [tuacute ra]] rarr [na tuacuter] [ma [tuacute rus]]
MAZZOLA
145
rarr [ma tuacuter] Le mecircme pheacutenomegravene drsquoarborescence agrave gauche est aussi bien eacutevident
dans des formes verbales de La Guerre des Gaules (Bellum Gallicum) de Ceacutesar
(7)a [[enun]+[[tiaacutewe]rit]] gt enuntiaacuterit (1 17 6) [[ku]+[[raacutewi]sset]] gt curasset (1 19 1)
[[kon]+[[sueacutewi]sse gt consuesse (1 43 4)
(7)b enuntia(ve)rit rarr enuntiarit (1 17 6)
compara(vi)sset rarr comparasset (1 18 4)
conloca(vi)sse rarr conlocasse (1 18 6)
cura(vi)sset rarr curasset (1 19 1)
Dans ces exemples lrsquoaccent srsquoest manifestement deacuteplaceacute pour faire en sorte que la
voyelle cibleacutee soit dans un constituant dans lrsquoarborescence agrave gauche
(7)c e[[nunti]a]] + [weacuterit] rarr e[nunti] + [[aacute + we]rit] rarr enuntiarit
[[kompa]ra]] + [wiacutesset] rarr [kompa] + [[raacute + wi]sset] rarr comparasset
[[konlo]ka]] + [wiacutesse] rarr [konlo] + [[kaacute + wi]sse] rarr conlocasse
[[kura] + [wiacutesset] rarr [ku] + [[raacute + wi]sset] rarr curasset
Ce deacuteplacement de lrsquoaccent agrave gauche est deacuteclencheacute par un rythme qui dirige les syl-
labes vers une suite de constituants dont la deuxiegraveme syllabe du trocheacutee ainsi enchacircsseacute
est viseacutee comme cible pour lrsquoeffacement en question Lrsquoenvironnement de lrsquoeffacement
vocalique est donc identique agrave ce que nous avons vu dans les exemples (6)
Comme nous lrsquoavons vu lrsquoeffacement vocalique est acheveacute agrave la suite de la creacutea-
tion drsquoun nouveau trocheacutee enchacircsseacute dans un dactyle par le deacuteplacement accentuel
Cette suite [trocheacutee + nouveau trocheacutee en dactyle agrave lrsquoarborescence agrave gauche] sert
drsquoenvironnement rythmique pour le raccourcissement du mot La derniegravere voyelle du
dactyle est ainsi neacutecessairement le pivot essentiel pour que le trocheacutee du dactyle soit agrave
lrsquoarborescence agrave gauche Le jeu de cette derniegravere voyelle est donc essentiel pour fi xer
lrsquoenvironnement rythmique de lrsquoeffacement de la voyelle du trocheacutee Naturellement
sans le jeu de cette derniegravere syllabe lrsquoarborescence agrave gauche serait impossible agrave for-
muler Il faut alors en conclure que le changement morphologique est effectueacute par une
regravegle drsquoaccentuation de la phonologie suprasegmentale
Cette perspective sur le pied meacutetrique comme environnement phonologique a
deacutejagrave eacuteteacute proposeacutee (Mazzola (1999) (2000)) en contraste avec lrsquoapproche drsquoextrameacutetri-
caliteacute dans lrsquooptique du processus de angl trapping de Mester (1994) Comme on le
sait selon la theacuteorie de lrsquoextrameacutetricaliteacute certaines syllabes sont eacutecarteacutees en faveur
de lrsquooptimisation des repreacutesentations lexicales (Hayes (1985) (1987)) Mester essaie
drsquoeacutelargir lrsquoeffet de la theacuteorie en proposant que seule une syllabe bimorique ([lsquoσ σ]
[lsquoσ]) soit valable par opposition agrave deux autres possibiliteacutes (trimorique [lsquoσ σ] ou mono-
morique [lsquoσ]) Pour la syncope du latin du type aevitas rarr aetas et uvidos rarr udos
la syllabe qualifi eacutee de angl trapped entre deux syllabes bimoriques ([lsquoσ] σ [σ]) est
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situeacutee hors du fait meacutetrique Pour cette raison la syllabe est supprimeacutee Dans le cas
de la syncope du latin tardif Mester cite de maniegravere erroneacutee lat tabulam plutocirct qursquoun
exemple mieux approprieacute comme lat fabulam pour la repreacutesentation trimorique
[[lsquoσ σ]ltσgt] afi n de deacutemontrer que puisque la quantiteacute vocalique nrsquoest plus pertinente
en latin tardif [[lsquoσ σ]ltσgt] est rendu bimorique [[lsquoσ σ]ltσgt] ce qui est illustreacute par
lat calidam Agrave la suite de ce proceacutedeacute nous avons un trocheacutee bimorique suivi drsquoune
voyelle extrameacutetrique Agrave travers cette perspective nous voyons que crsquoest la deuxiegraveme
syllable du trocheacutee bimorique qui est supprimeacutee par exemple [[faacute bu] ltlagt] au lieu
de la syllabe inaccentueacutee drsquoun trocheacutee trimorique par exemple [[faacute bu] ltlagt] Par la
mise en extrameacutetricaliteacute de la derniegravere voyelle des dactyles lrsquoarborescence du pied
meacutetrique ne rentre pas en jeu de sorte que le radical lexical du mot est favoriseacute aux
deacutepens de la repreacutesentation phonologique
Cependant bien des cas ne soutiennent pas le proceacutedeacute proposeacute par cette perspec-
tive On peut citer des exemples de redoublement consonantique en italien preacuteciseacute-
ment dans le constituant trochaiumlque agrave lrsquoarborescense de gauche par exemple pele-grinum gt [[pegravelle] [griacutenum]] pellegrino femina gt [[feacutemmi] na] femmina (pour une
discussion plus deacutetailleacutee voir Mazzola ibid) Mais ce qui est encore plus important
lrsquoapproche du angl trapping est aussi contredite par lrsquoeacutevolution de certains doublets
en franccedilais eacutevidemment par des voies diverses Comme nous le voyons dans la deacuteri-
vation de lrsquoexemple (7d) le proceacutedeacute alternatif proposeacute ci-dessus est fortement appuyeacute
par la double eacutevolution des mecircmes mots Ainsi trouvons-nous le reacutesultat continuel et
original (sonorisation rarr affaiblissement rarr raccourcissement) comme on lrsquoa pro-
poseacute (par exemple fr diaule seule taule reule) par opposition au reacutesultat des mots
latins reacuteintroduits bien plus tard sans doute durant les reacuteformes carolingiennes (par
exemple fr diable siegravecle table regravegle) Ceux-ci sont des exemples clairs drsquoun deacutevelop-
pement posteacuterieur entiegraverement distinct (emprunt rarr diphtongaison rarr syncope) abou-
tissant agrave des reacutesultats diffeacuterents qui ont remplaceacute les formes drsquoorigine La deacuterivation
qui suit sert drsquoillustration au changement historique des doublets preacutesenteacute ci-dessus
(7)d diaacutebolu sέkulu taacutebula rέgula ------ ------- ------ ------
Sonorisation ------- sέgulu ------- ------- ------- ------ ------
Affaiblissement diaacutewolu sέwulu taacutewula rέwula ------- ------- ------- ------
Racourcissement diaacutewlǝ sέwlǝ taacutewlǝ rέwlǝ ------- ------- ------- ------
Emprunt -------- -------- ------ ------ diaacutebolu sέkulu taacuteblǝ rέglǝ
Diphtongaison -------- -------- ------ ------ ------- siέkulu ------ ------
Syncope -------- -------- ------ ------ djaacuteblǝ sjέklǝ taacuteblǝ rέglǝ
diaule seule taule reule diable siegravecle table regravegle
MAZZOLA
147
Les mots fr diaule et seule sont attesteacutes dans la Cantilegravene de Ste Eulalie fr reule
est la source du mot rule en anglais et fr taule mot patois se retrouve en franccedilais
moderne sous la forme tocircle
Nous pourrions appliquer les proceacutedeacutes ainsi illustreacutes aux cas drsquoanalogie des
paroxytons de Meyer-Luumlbke que nous avons vus tels que
(8) a [[kagraverri] + [kaacutere]] [[magravesti] + [kaacutere]] [[magravendu] + [kaacutere]]
c-agrave-d des suites de deux trocheacutees dont le premier est sur la gauche de lrsquoarbre meacutetrique
et donc conforme au rythme souhaiteacute de lrsquoeffacement de la voyelle cibleacutee Pour ce qui
est des proparoxytons
(8) b [[kaacuterri] kat] [[maacutesti] kat] [[maacutendu] kat]
nous avons deux dactyles Dans le cas de manducat nous voyons que lrsquoaccent tombe
sur la peacutenultiegraveme en latin classique Cependant en supposant le deacuteplacement de lrsquoac-
cent agrave gauche comme nous lrsquoavons vu en (7c) nous voyons le verbe se ranger aiseacutement
dans un dactyle [[maacutendu] + [kat]] Ceci fait les trois exemples preacutesentent tous lrsquoenvi-
ronnement pour lrsquoeffacement de la voyelle comme nous lrsquoavons vu plus haut pour le
latin Pour la deacuterivation du franccedilais il est seulement neacutecessaire de supposer drsquoabord
deux eacutetapes drsquoaffaiblissement de la sourde de tregraves bonne heure (voir (9))
(9) karrikaacutere kaacuterrikat mastikaacutere maacutestikat mandukaacutere maacutendukat
k gt g karri gaacutere kaacuterri gat masti gaacutere maacutesti gat mandu gaacutere maacutendu gat
g gt j karri jaacutere kaacuterri jat masti jaacutere maacutesti jat mandu jaacutere maacutendu jat
V gt Oslash karr(i) jaacutere kaacuterr(i) jat mast(i) jaacutere maacutest(i) jat mand(u) jaacutere maacutend(u) jat
j gt Č čarğiέr čaacuterğǝθ mas(t) čiέr maacutes(t) čǝθ manğiέr maacutenğәθApregraves lrsquoeffacement de la voyelle fi nale du trocheacutee de gauche nous avons la palata-
lisation du yod si caracteacuteristique du gallo-roman Lrsquoaffriqueacutee palatale qui en reacutesulte
est sonore apregraves une consonne sonore et sourde apregraves une consonne sourde (voir aussi
pέdika gt pέdiga gt pέdija gt piέdja gt piέğә piegravege) Ceci fait il nrsquoy a aucun besoin drsquoajus-
ter la deacuterivation des formes au moyen drsquoun nivellement paradigmatique Nous avons
appeleacute les reacutesultats des changements reacuteguliers des lsquovariantes structuralesrsquo (cf Mazzola
(2013)) pour les distinguer des emprunts proposeacutes dans la liste de lrsquoexemple (10)
(10) vindicare gt venger rarr (re)vencher
collocare gt couger rarr coucher
caballicare gt chevauger rarr chevaucher
pendicare gt penger rarr pencher
pertica gt perge rarr perche
porticu gt porge rarr porche
granica gt grange rarr granche
basilica gt basoge rarr basoche
manica gt mange rarr manche
manicu gt mange rarr manche
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Les exceptions que nous trouvons sont les affriqueacutees sourdes qui surviennent
apregraves les consonnes sonores On ne rencontre notamment pas drsquoexemples ougrave une
consonne sourde + yod donne une affriqueacutee sonore La preacutefeacuterence pour lrsquoassourdis-
sement de lrsquoaffriqueacutee dans ces cas trouve son origine en toute probabiliteacute dans la pro-
nonciation germanique (cf Mazzola (2008) (2012) (2013)) Crsquoest donc ici que nous
rencontrons lrsquoinfl uence des Francs plutocirct que dans une syncope agrave lrsquoorigine Pour cette
raison nous avons appeleacute ces exceptions des lsquovariantes socialesrsquo (cf Mazzola (2013))
des emprunts au franco-roman qui greffeacutes sur la couleacutee linguistique gallo-romane
ressemblent beaucoup agrave la diffusion lexicale de Wang Ce sont donc des emprunts
mais non des emprunts drsquoun son puisque le son existe deacutejagrave en gallo-roman Ce sont
plutocirct des emprunts de mots individuels qui ne diffegraverent que par quelques traits dis-
tinctifs Labov nous aide agrave mettre en perspective ce pheacutenomegravene
(11) Lexical diffusion is the result of the abrupt substitution of one phoneme for another in words that contain that phoneme The older and newer forms of the word will usually differ by several phonetic features This process is most characteristic of the late stages of an internal change that has been differentiated by lexical and grammatical conditioning or has developed a high degree of social awareness or of borrowings from other systems (ldquochange from aboverdquo) (Labov (1994 542))
Agrave cocircteacute donc des lsquovariantes structuralesrsquo des exemples de changements reacuteguliers
nous avons des lsquovariantes socialesrsquo qui ne repreacutesentent pas le remplacement drsquoun son
par un autre mais plutocirct le remplacement drsquoun mot par un autre Drsquoapregraves la citation
de Labov nous aurions affaire agrave des emprunts extrasysteacutematiques diffuseacutes comme
reacutesultats drsquoune prise de conscience drsquoun niveau linguistique et social privileacutegieacute Au
cours de ce proceacutedeacute il srsquoagirait donc drsquoune modaliteacute eacutegalement valable quoique seacutepa-
reacutee de la modaliteacute reacuteguliegravere
Conclusion
Le but de cette communication a eacuteteacute de proposer que la maniegravere de fi xer lrsquohis-
toire drsquoune langue est plus sucircre si le linguiste est plus fi degravele aux donneacutees linguistiques
qursquoengageacute politiquement ou socialement Pour en arriver lagrave il nous a fallu mettre en
valeur le rocircle de la structure phonologique (a) rythmique deacuteclencheacutee par le trocheacutee
agrave lrsquoarborescence agrave gauche et (b) segmentale qui srsquoapplique aussi bien aux paroxytons
mandukaacutere gt mandugaacutere gt manduyaacutere gt mandyaacutere gt manğaacutere gt manğiέr qursquoaux pro-
paroxytons maacutendukat gt maacutendugat gt maacutenduyat gt maacutendyat gt maacutenğǝθ Lrsquoanalogie
produite par lrsquoanalyse conventionnelle a eacuteteacute par-lagrave examineacutee et eacutecarteacutee par une ana-
lyse entiegraverement phonologique plutocirct que soutenue par une morphologie consciem-
ment manipuleacutee Crsquoest agrave partir de lrsquoanalyse phonologique motiveacutee par lrsquoaction ryth-
mique qursquoon a pu mettre de cocircteacute lrsquoanalyse qui va de lrsquoideacutee vers la forme de lrsquoanalogie
preacuteconccedilue agrave la forme phonologique putative pour justifi er agrave son tour lrsquoanalogie preacute-
conccedilue Cette insistance sur un nivellement paradigmatique putatif a servi drsquooutil plus
politique et social que linguistique et culturel (cf Mazzola (2013))
MAZZOLA
149
Parce que nous sommes attacheacute aux seules donneacutees linguistiques nous avons proposeacute
de remplacer le nivellement analogique par une analyse rythmique
Universiteacute de Northern Illinois Michael L MAZZOLA
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Cicli di pragmaticalizzazione tra latino e lingue romanze
la formazione di marcatori interazionali
1 Introduzione
Questo contributo1 egrave dedicato ad alcune forme verbali che in diverse lingue acqui-
siscono progressivamente una funzione pragmatica e procedurale ovvero diventano
segnali funzionali Gli elementi a carattere procedurale si distinguono dalle forme
con signifi cato proposizionale che codifi cano concetti Quando una forma assume
carattere procedurale talvolta presenta diffi coltagrave interpretative soprattutto quando
manca il contesto orale che ne egrave la cornice naturale
I segnali funzionali rappresentano risorse strategiche comunemente usate dai par-
lanti negli scambi comunicativi e il loro uso permette di individuare alcune macrofun-
zioni piugrave o meno orientate al contesto di discorso o di interazione Diversi approcci
hanno prodotto molte defi nizioni spesso tra loro sovrapposte2 La Tabella 1 propone
una classifi cazione funzionale elaborata sulla base di alcuni parametri presentati in
precedenza3
Tabella 1 - Macrofunzioni e tipi di segnali funzionali
Macrofunzioni Tipi di segnali
(a) coesione e coerenza testuale e discorsiva che implica la
pianifi cazione e la gestione del discorso in quanto testo
segnalimarcatori
discorsivi
(b) coesione sociale che si riferisce allrsquointerazione tra i parte-
cipanti e allrsquoidentitagrave sociale dei parlanti
(c) atteggiamento personale che si riferisce alla prospettiva
del parlante verso il discorso e verso il suo interlocutore
segnali marcatori
pragmatici
1 Questo articolo egrave un prodotto della ricerca PRIN laquoRappresentazioni linguistiche dellrsquoiden-titagrave Modelli sociolinguistici e linguistica storicaraquo coordinata da me (PRIN 20102011 prot 2010HXPFF2 fi nanziato dal MIUR) Per informazioni sul progetto e i suoi prodotti cfr ltwwwmedilingeugt
2 Si vedano tra tanti lo studio pionieristico di Schiffrin (1987) poi Jucker Ziv (1998) Fraser (1996) Aijmer (2002) Dostie (2004) Fischer (2006)
3 Da diverso tempo un gruppo di lavoro di cui chi scrive fa parte studia questo tema con riferimento sia agli aspetti teorici che a singole lingue (cfr i lavori di Ghezzi e di Molinelli di seguito citati)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
152
Macrofunzioni Tipi di segnali
(d) contesto interazionale che esplicita il legame tra parlante interlocutore e contesto
segnali marcatori con-
testuali
Come la tabella rappresenta assolvono la macrofunzione di coesione e coerenza
testuale e discorsiva i segnali che sono orientati al discorso o al testo Sono utilizzati
per organizzare e gestire testi come allrsquoes (1) in cui lat ergo riprende il tema dopo
una digressione o i turni conversazionali come per lrsquoit allora es (2) con cui il par-
lante prende la parola
(1) lat tres viae sunt ad Mutinam ndash quo festinat animus ut quam primum illud pignus liber-tatis populi Romani D Brutum aspicere possim cuius in complexu libenter extremum vitae spiritum ediderim cum omnes actiones horum omnes sententiae meae pervenerint ad eum qui mihi fuit propositus exitum tres ergo ut dixi viae a supero mari Flaminia ab infero Aurelia media Cassia (Cic Phil 12 9 22)4
ldquoTre sono le vie per Modena ndash [hellip] Tre dunque come ho detto sono le strade dal mare
Adriatico la Flaminia dal Tirreno lrsquoAurelia e quella di mezzo egrave la Cassiardquo
(2) it allora son partita cosirsquo la mattina ersquo sempre tragico arrivare a scuola (LIP FA2)
La classe dei segnali pragmatici o interazionali egrave costituita dai marcatori che
sottolineano la relazione tra parlante e interlocutore Tali marcatori possono essere
orientati sul parlante esprimendo sul piano funzionale lrsquoatteggiamento personale o
sullrsquointerlocutore assolvendo alla macrofunzione di coesione sociale
I segnali orientati al parlante servono a negoziare o introdurre i punti di vista e
lrsquoatteggiamento del parlante Egrave questo ad esempio il caso di alcuni usi parentetici di
verbi epistemici come it penso fr je crois sp yo creo negli esempi (3-5)
(3) it allora cioersquo praticamente si svilupperebbe cosirsquo penso io (LIP FC3)
(4) fr lui deacuteclara (je crois) que son mari eacutetait un imbeacutecile (Audin Une vie bregraveve Frantext)
(5) sp La respuesta es - yo creo - crear equilibrio y armonia (Spanish web corpus Sketch
Engine)
I segnali orientati allrsquointerlocutore servono invece ad esplicitare la relazione con
lrsquointerlocutore o a richiamarne lrsquoattenzione sul parlante o su elementi dellrsquointerazione
come egrave il caso ad esempio dei segnali allocutivi di richiamo derivati dai verbi di per-
cezione visiva guardare e mirar negli esempi (6) e (7) Questo gruppo di segnali puograve
inoltre essere utilizzato per stabilire e mantenere relazioni sociali come per il lat
quaeso amabo5 negli esempi (8) e (9) per lrsquoit prego il rumeno mă rog il fr srsquoil vous plaicirct negli esempi da (10) a (12)
4 In questo contributo egrave fornita la traduzione degli esempi latini o di quelli di interpretazione complessa Ringrazio di cuore Luis Unceta Goacutemez e Mihaela Popescu preziosi consulenti per spagnolo e rumeno
5 Il lat amabo egrave una formula di preghiera tra le piugrave comuni Cfr anche Hofmann (19852 281sqq)
MOLINELLI
153
(6) it Guarda io mi sono informato oggi (LIP MB30)
(7) sp Mira a los 48 antildeos sabes ya muy bien quieacuten te va a querer y quieacuten no (Spanish web corpus Sketch Engine)
(8) lat tu quaeso cogita (Cic Att 9 17 2)
ldquoPer favore pensardquo
(9) lat Amabo accurrite ne se interemat (Plaut Cist 645)
ldquoPer favore accorrete percheacute non si uccidardquo
(10) it Prego si accomodi (LIP NA9)
(11) rum Atunci ndash zic eu ndash mă rog ţie nu mă lăsa ştiu că pot conta pe amiciţia (Caragiale
Momente 273 Livescu (2014))
ldquoAllora ndash io dico ndash ti prego non deludermi So di poter contare sulla tua amiciziardquo
(12) fr un cafeacute parisien srsquoil vous plaicirct demande mon pegravere (Fellous Avenue de France Fran-
text)
Infi ne alcuni elementi fungono da segnali contestuali quando servono ad esplici-
tare il legame tra parlante interlocutore e contesto deittico ad esempio con valore
mirativo come nel caso del lat ecce it ecco torsquo fr voilagrave negli esempi da (13) a (15)
(13) lat Ecce autem uxor obuiamst (Plaut Cas 969)
ldquoecco qua mia moglie che mi sbarra la stradardquo
(14) it Ecco il signore col quale dovete essere pronta di fare i pugni (Svevo La coscienza di Zeno cap VI)
(15) it torsquo la contessa Ortensia (Butti Fiamme nellrsquoombra 21)
Ciograve che accomuna i segnali funzionali egrave la realizzazione di una funzione prag-
matica a partire da elementi diversi (verbi avverbi congiunzioni o espressioni) Ci
concentriamo qui sui segnali interazionali poicheacute spesso hanno come caratteristica
comune lrsquoorigine deverbale
In diverse lingue i segnali interazionali sviluppano nuovi valori pragmatici in con-
testi dialogici seguendo percorsi ricorrenti ciclici e coerenti a livello interlinguistico
Questo succede percheacute i parlanti co-optano e ri-defi niscono lrsquouso di un termine nel
caso specifi co lrsquouso di una forma verbale a livello pragmatico6 In altre parole per
raggiungere i loro scopi interazionali i parlanti usano risorse linguistiche sfruttando
alcune sfumature di signifi cato di un termine allrsquointerno del contesto interazionale
Frequentemente questi sviluppi danno origine a processi di pragmaticalizzazione
ciclici diacronicamente diffusi e stabili che condividono molte caratteristiche con
percorsi di arricchimento pragmatico ampiamente noti come la riorganizzazione
strutturale del sistema della negazione nelle lingue romanze (Jespersen (1917))7 Il carattere ciclico dei processi implicati costituisce la lsquomeccanicarsquo del mutamento
pragmatico poicheacute evidenzia i processi e le cause che sono alla base di diversi per-
corsi di pragmaticalizzazione Qui si esemplifi cheragrave il ciclo di pragmaticalizzazione
6 Cfr Traugott Dasher (2002) Kaltenboumlck et alii (2011)7 Per approfondimenti ed esemplifi cazioni relativi ai cicli di pragmaticalizzazione cfr
Ghezzi Molinelli (2012) Molinelli (2010) e Hansen (2014)
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154
di alcuni marcatori interazionali di cortesia (MIC) che a partire dal latino quaeso ha
dato origine ad it prego fr je vous en prie rum mă rog
Questi processi interagiscono con lsquomeccanismirsquo del mutamento pragmatico
ovvero con le proprietagrave morfosintattiche delle strutture che sono alla base dei MIC
nel caso specifi co verbi performativi che hanno favorito i percorsi di pragmaticaliz-
zazione
In questo lavoro si analizza il carattere ciclico dei processi (la meccanica) mentre
si rimanda a Ghezzi (in stampa) per lrsquoesplicitazione dei meccanismi cioegrave delle pro-
prietagrave morfosintattiche dei verbi performativi di origine
Si esemplifi ca qui il carattere ciclico della formazione di segnali funzionali attra-
verso lrsquoanalisi dello sviluppo di MIC con valore richiestivo
Questo gruppo di MIC in genere ha la funzione pragmatica di favorire la coe-
sione sociale percheacute codifi ca
(a) le caratteristiche della relazione tra parlante e interlocutore
(b) la loro identitagrave sociale (il loro grado di potere e di distanza sociale allrsquointerno del contesto
comunicativo)
(c) il tipo di atto linguistico realizzato (una richiesta o unrsquoofferta)
Questi segnali sono dunque ancorati al contesto storico-sociale e alle norme socio-
culturali che lo caratterizzano Ogni atto linguistico infatti egrave anche un atto di iden-
titagrave (Le Page Tabouret-Keller (1985 315)) attraverso il quale il parlante colloca se
stesso e gli altri nello spazio sociale attraverso aspetti linguistici e pragmatici regole
di interazione sociale convenzioni socio-culturali in base ai quali un comportamento
ottiene un giudizio di appropriatezza
La considerazione globale di questi aspetti che costituisce lrsquolaquoetichetta comuni-
cativaraquo guida il parlante nelle sue scelte comunicative e lrsquoaspetto piugrave visibile di questa
applicazione egrave costituito dal sistema della cortesia (politeness cfr Brown Levinson
(1987))
Lrsquoetichetta comunicativa opera quindi nel contratto conversazionale tra i parlanti
nel singolo contesto comunicativo che varia al variare del contratto conversazionale
(laquorelativitagrave comunicativaraquo) Parallelamente varia in base al contesto socioculturale
che si differenzia tra culture ma anche in relazione al periodo storico di riferimento
nella medesima cultura (laquorelativitagrave socioculturaleraquo Blum-Kulka (1992))
Come esempio prendiamo qui in esame alcuni MIC in latino italiano rumeno e
francese In quanto MIC questi verbi mitigano la forza illocutiva di una richiesta e
hanno quindi una funzione coesiva a livello sociale analizzando dialoghi parlati o
scritti questi MIC tipicamente si riscontrano in atti potenzialmente minacciosi della
faccia come gli ordini e le richieste
In particolare il confronto interlinguistico tra latino e lingue romanze permetteragrave
ora di evidenziare alcuni processi simili di sviluppi funzionali il cui punto di partenza
egrave un verbo performativo e il punto drsquoarrivo egrave un MIC
MOLINELLI
155
2 I marcatori di cortesia da verbi performativi
Un verbo performativo quando diventa MIC ha la funzione di
(a) asserire la sinceritagrave del parlante (Busse (2002))
(b) indicizzare la deissi sociale poicheacute rifl ette la negoziazione del parlante dei bisogni dellrsquoin-
terlocutore anche sulla base del contesto storico-culturale di riferimento e conseguen-
temente delle nozioni di faccia positiva e negativa (cfr Brown Levinson (1987) Trau-
gott Dasher (2002) Held (2005))
(c) costituire una mossa di supporto con cui attenuare o mitigare una richiesta (cfr Ghezzi in stampa Culpeper Archer (2008 73-76) sullrsquoingl pray)
Tali proprietagrave costituiscono meccanismi fondamentali che favoriscono lrsquoavvio di
percorsi di pragmaticalizzazione Per le lingue qui in esame egrave possibile ricostruire
diverse fasi nello sviluppo dei MIC a partire dal valore performativo del verbo origi-
nario
Il punto di partenza latino egrave costituito da una coppia di verbi performativi (rogo
vs quaesoquaero a cui si aggiunge una terza forma precor per quanto meno atte-
stata) Uno di questi verbi egrave anche specializzato pragmaticamente come MIC giagrave nel
latino di Plauto quaeso
(16) Hoc quod te rogo responde quaeso (Plaut Merc 214)
ldquoRispondi a ciograve che ti chiedo per favorerdquo
(17) At ego patriam te rogo quae sit (Plaut Persa 635) ldquoMa ti chiedo qual egrave il tuo Paeserdquo
(18) tela precor pueri promite acuta magis (Prop 2 9 37)
ldquoVi prego fanciulli scagliate dardi piugrave acutirdquo
La coppia di temi quaes-rog- produce tre forme di cui una quaeso prevalente-
mente fossilizzata e solo di valenza interazionale lrsquoaltra quaero forma verbale con
paradigma ad alta produttivitagrave senza valenza pragmatica la terza rogo con entrambe
le possibilitagrave8 Questa situazione puograve essere raffi gurata con lo Schema 1 sottostante
Schema 1 - Sviluppi funzionali in latino
Il verbo quaerere con il signifi cato di ldquochiedere cercarerdquo a sua volta dagrave origine a
verbi romanzi con signifi cati diversi (it chiedere fr queacuterir spport querer rum a cere) nessuno dei quali perograve mantiene la funzione pragmatica latina
8 Cfr Molinelli (2010) e Ghezzi Molinelli (2012)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
156
Le evoluzioni pragmatiche delle forme latine nelle diverse lingue romanze sono
rappresentate nello Schema 2 Il valore di MIC del lat quaeso (in ovale nello schema)
si perde nelle lingue romanze
Schema 2 - Sviluppi pragmatici dei verbi performativi latini
quaeso rogo precor (gli ovali indicano i MIC)
In rumeno il valore di cortesia egrave assunto dal verbo di origine latina rogo attra-
verso lrsquoespressione formulaica vămă rog invece in italiano e in francese un altro
verbo performativo scarsamente attestato in latino (precor) assume il valore di MIC
(it prego fr je vous en prie)
Lrsquoesito romanzo dei tre verbi performativi latini non esaurisce le strategie pragma-
tiche per veicolare la cortesia ad esempio in francese coesistono le formule je tevous en prie e srsquoil tevous plaicirct entrambe originatesi da frasi mentre altre lingue (spagnolo
e portoghese) hanno progressivamente privilegiato strategie diverse attraverso lrsquouti-
lizzo di perifrasi nominali (ad es lo sp por favor) Lrsquoitaliano stesso ha entrambe le
possibilitagrave (prego e per favore) cfr es (19)
(19) a) rom Icircmi citeşti o poveste te rog
b) fr Srsquoil te plaicirct lis-moi une histoire
Tais-toi je trsquoen prie
c) sp Lee una historia por favor d) it Leggimi una favola per favoreti prego
Interessante al riguardo egrave il francese contemporaneo in cui coesistono anche se
non sempre con funzioni sovrapponibili le due varianti deverbali da plaire e prier
rispettivamente cfr es (20) e (21)
(20) Hilda Srsquoil te plaicirct Ne sois pas mon ennemie (Sartre Le diable et le bon dieu II 6 IV
Frantext)
(21) Rentrons chez nous disait-elle agrave Raymond je trsquoen prie (Garat Pense agrave demain Fran-
text)
MOLINELLI
157
Unrsquoindagine campione su opere teatrali del 1500 e del 1900 nel corpus Frantext
evidenzia una diminuzione di frequenza dei marcatori derivati da prier ed un aumento
di quelli aventi come base plaire9 (cfr Tabella 2)
Tabella 2 - Occorrenze e frequenze dei MIC derivati da plaire e prier in francese
MIC da plaire MIC da prier
occorrenze frnr10 occorrenze frnr10
1500 31 39 185 235
1900 89 109 101 124
3 I contesti drsquouso dei verbi
Lrsquoevoluzione dei contesti sintattici drsquouso delle forme qui prese in esame rifl ette
lrsquoevoluzione pragmatica dei MIC appena accennata
Nellrsquoacquisizione di valore pragmatico egrave importante sottolineare che i verbi per-
formativi considerati divengono progressivamente parentetici (Ghezzi Molinelli
(2012) Thompson Mulac (1991) sui verbi epistemici)
Per il latino lrsquoitaliano il francese e il rumeno egrave possibile ricostruire percorsi
paralleli in cui il verbo drsquoorigine passa dallrsquoessere predicato reggente di una subordi-
nata argomentale allrsquoavere un minor grado di legame sintattico con la proposizione
seguente allrsquouso parentetico Dal punto di vista del legame sintattico tra i due blocchi
si passa dunque dalla subordinazione alla coordinazione alla perdita di valore pre-
posizionale del MIC
Latino - quaeso
quaeso ut (es 22) quaeso + congiuntivo (es 23) gt
quaeso + imperativo (es 24) gt
quaeso (es 25)
(22) Blepharo quaeso ut aduocatus mihi adsis neue abeas (Plaut Amph 1037)
ldquoBelfarone (ti) prego di assistermi come avvocato e di non andartenerdquo
(23) quaeso videas ut satis honestum nobis sit eas Romae esse (Cic Att 7 14)
ldquoTi prego guarda che [hellip]rdquo (24) Hoc quod te rogo responde quaeso (Plaut Merc 214)
ldquoRispondi a ciograve che ti chiedo per favorerdquo
(25) haec cum inter gemitus lacrimasque fudissem detersit ille pallio vultum et ldquoquaesordquo inquit ldquoEncolpi fi dem memoriae tuae appellordquo (Petron 91 8)
9 Per il verbo plaire oltre alla voce plaicirct si sono considerate anche le forme plaise e pleirot10 Frequenza normalizzata per 100000 parole
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ldquoE dopo aver pronunciato quelle parole in un profl uvio di gemiti e lacrime lui mi asciugograve
la faccia col mantello e disse ldquoPer favore Encolpio mi affi do alla tua memoriardquo
Italiano - prego
(io) tivi prego che (es 26) (io) tivi prego di (es 27) gt
ti vi La prego + imperativo (es 28) gt
prego (es 29 e 30)
(26) Io vi priego che voi il pigliate (Boccaccio Decameron II 1)
(27) Pregovi per tutte le sacre leggi drsquoamicizia e drsquo amore di non tradirmi (Goldoni Il servi-tore di due padroni I 20)
(28) Non glielo dite vi prego (Goldoni I puntigli domestici II 17)
(29) Alzate le mani gli astenuti prego (LIP MC)
(30) Grazie
Prego di niente
Francese - prier (Rickard (1982))
Je vous prie que + congiuntivo (es 31)gt
Je vous prie (deagrave) + infi nito (dal 1650) (es 32) gt
Je vous priesje trsquoen prie + imperativo (es 33) gt
Je vous priesje trsquoen prie (es 34)
(31) Je vos pri que vos me diez qui vos estes (La Queste del Saint Graal ed Pauphilet p 260
1115-16)
(32) Je vous prie de bien celler ce conseil (Livre du chevalier de la Tour Landry p 280)
(33) Je te prie laisse le en paix et me sers et je trsquoen sauray moult bon greacute (Froissart Chroni-ques Paris ms fr 2656 (80 v) 3-46)
(34) Horton laisse moy dormir je trsquoen prie (Froissart Chroniques Paris ms fr 2659 (64 v)
3-46)
Rumeno ndash a ruga
Vă Te rog să + congiuntivo (es 35)gt
Vămă rog + imperativo (es 36) gt
Măvă rog (es 37)
(35) Și rog și pre domnia voastră pre cari vă va dărui Dumnezeu cu domnia Țării Rumănești icircn urma noastră ori de veți hi de roada pacircntecelui nostru ori dintr-alt neam să nu călcați nici să stricați această pomeană a domniii mele ce o am făcut spre mare folos
lăcuitorilor Țării Rumănești[] (Hrisov Cacircmpulung 1669)
ldquoE domando a voi a cui il Signore faragrave dono dopo di noi del regno di Valacchia - che
siate o meno del nostro stesso sangue - di non togliere o danneggiare tutto ciograve che io ho
fatto di bene agli abitanti della Valacchiardquo
(36) Vină mă rog mai degrabă adăogă călăreţul (Urechia Coliba 96)
ldquoVenite prego il cavaliere aggiunserdquo
(37) Pe cine căutaţi mă rog domniilor voastre (Sadoveanu Fraţii Jderi 260)
ldquoChi cercate vi prego gentile signorerdquo
MOLINELLI
159
Osservando i percorsi di pragmaticalizzazione delle lingue qui analizzate egrave possi-
bile proporre alcune considerazioniNelle lingue in esame il verbo ha inizialmente diverse possibilitagrave sintattiche a
partire dallrsquoavere come argomento una subordinata esplicita introdotta da una con-
giunzione La struttura parattattica alternativa senza marca favorisce lo sviluppo
parentetico la cancellazione del complemento oggetto (tipicamente un pronome) egrave
possibile poicheacute coincide con il destinatario e diventa ridondante con lrsquoimperativoLrsquoaumento di frequenza del verbo con funzione parentetica nella periferia destra o
in posizione intermedia occorre tipicamente in un contesto volitivo11 che rappresenta
un importante contesto di transizione (anche contesto critico o contesto ponte) per lo
sviluppo della funzione pragmatica
Se per le lingue qui considerate il verbo nella periferia sinistra puograve ancora essere
interpretato come performativo nella periferia destra o in posizione intermedia ha
invece una chiara funzione parentetica di cortesia in questo caso potragrave essere inter-
pretato come una formula che attenua lrsquoimperativo ed esprime in modo saliente defe-
renza verso lrsquointerlocutore assumendo quindi valori intersoggettivi In tali contesti il
grado di forza illocutiva dellrsquoatto direttivo diminuisce gli elementi non verbali diven-
tano rilevanti e lrsquoatto puograve essere suddiviso in due nuclei pragmatici il primo che
contiene il verbo non piugrave interpretabile come performativo ma come parentetico con
funzione attenuativa il secondo che porta il carico della struttura informativaI verbi performativi latini e romanzi qui analizzati sono stati sottoposti a pro-
cessi di opacizzazione semantica progressiva fi ssazione morfosintattica del verbo
alla prima persona del presente indicativo rafforzamento delle funzioni pragma-
tiche e loro routinizzazione gli originari performativi sono diventati MIC grazie ad
uno sviluppo intrecciato di fattori di tipo sintattico e pragmatico indipendente dalla
struttura sintattica caratterizzante ciascuna lingua lrsquooriginario predicato si specia-
lizza nellrsquoassolvere solo un ruolo pragmatico di tipo interpersonale perde il suo ruolo
dal punto di vista morfosintattico e il suo contenuto proposizionale Di conseguenza
la frase originariamente subordinata acquisisce indipendenza sintattica e maggiore
importanza in termini di struttura informativa come risultato di una diminuzione del
legame morfosintattico con il contenuto informativo nella prima parte
4 In conclusione
Lrsquoanalisi della relazione tra meccanica e meccanismi del mutamento pragmatico
nella formazione dei MIC utilizzati per fare una richiesta considerando in partico-
lare latino italiano francese e rumeno ha evidenziato alcuni aspetti interessanti
I verbi che in latino hanno acquisito una funzione pragmatica come MIC (lat
quaeso amabo) non vengono ereditati dalle lingue romanze dove si formano MIC
11 Per il latino le completive non introdotte da ut per le altre lingue lrsquoimperativo cfr Molinelli Rizzi (1993)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
160
originati da predicati e sintagmi diversi con signifi cato analogo (in it prego fr je vous en prie rum vă rog) oppure diverso (fr srsquoil vous plaicirct it per favore) Il performativo
rogo spesso alternativo a quaeso pur non completando in latino il percorso di prag-
maticalizzazione rimane soltanto in rumeno
In modo del tutto simile a quanto descritto da Jespersen (1917) in relazione ai cicli
della negazione questi che defi niamo cicli di pragmaticalizzazione rappresentano
processi ricorrenti produttivi e iterativi alla base della lsquomeccanicarsquo del mutamento
pragmaticoQuesti sviluppi funzionali a livello pragmatico correlano con alcuni lsquomeccanismirsquo
e mutamenti a livello formale Come si egrave dimostrato per le lingue qui prese in esame
nelle fasi iniziali il processo di pragmaticalizzazione egrave favorito da alcune proprietagrave
semantiche e pragmatiche delle fonti dei MIC (ad es il valore performativo dei verbi)
mentre in fasi successive il processo viene rinforzato da due fenomeni lrsquoaumento nella
libertagrave sintattica del verbo originario rispetto alla struttura della frase e la fi ssazione
della forma
I mutamenti sociali e culturali che caratterizzano il contesto linguistico di rife-
rimento hanno certamente un ruolo in questi cicli di pragmaticalizzazione Lrsquoevolu-
zione del sistema francese egrave un esempio interessante il fr je vous (en) prie egrave ancora
frequente come MIC ma la variante concorrente srsquoil vous plaicirct sembra essersi impo-
sta Un simile sviluppo egrave stato analizzato in alcuni studi sullrsquoinglese in cui pray egrave stato
progressivamente sostituito da please probabilmente proprio per contatto dal fran-
cese (Lutzky - Demmen (2013) Akimoto (2000 79) Traugott Dasher (2002 255))
Busse (2002 31) spiega questo sviluppo sulla base di un cambiamento nelle strate-
gie legate alla cortesia e sostiene che laquoa shift in polite requests has taken place from
requests that assert the sincerity of the speaker (I pray you beseech you etc) to those
that question the willingness of the listener to perform the request (please)raquo Questo
farebbe pensare ad una sostituzione di un marcatore orientato al parlante (je vous en prie) ad un marcatore orientato allrsquointerlocutore (srsquoil vous plaicirct) che ben rappresenta
un mutamento generalizzato da cortesia positiva a negativa
A tal proposito Bax (2010 67) afferma
[t]he current preoccupation with other-face differs materially from historically earlier
conceptions Not only is [hellip] early modern politeness display primarily a device for self-pres-
entation and self-assertion (with a degree of recognition or enhancement of the addresseersquos
face as a side effect at best) there is every appearance that earlier on during the medieval
millennium minding onersquos manners was also generally motivated by lsquoselfi shrsquo reasons
I segnali interazionali una volta di piugrave mostrano la rilevanza della nozione di
lsquovalorersquo di saussuriana memoria poicheacute un elemento acquisisce valore (signifi cato
norme drsquouso) solo allrsquointerno del contesto anche extralinguistico in cui egrave usato
Universitagrave di Bergamo Piera MOLINELLI
MOLINELLI
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Latinum Circa Romanccedilum1
Eacutetude sur la langue de la Vita Sancte Eufrosine (BHL Nordm 2722)
du manuscrit H55 de la Bibliothegraveque interuniversitaire de
Montpellier (BuM)
1 La sociolinguistique diachronique
Les eacutetudes sur les systegravemes linguistiques en usage dans la Romania principale-
ment la Galloromania pendant lrsquoAntiquiteacute tardive et le Haut Moyen-Age ont eacuteteacute
renouveleacutees agrave partir de la fi n des anneacutees quatre-vingt par la sociolinguistique diachro-
nique ou reacutetrospective (Cotelli 2009) illustreacutee en France par les travaux de Michel
Banniard (1992)
Notre communication se situe dans ce courant de recherches tout en srsquoen distin-
guant par un refus de lrsquoexclusion a priori de recherches plus traditionnelles fondeacutees
sur la grammaire historique et la philologie classique drsquoun cocircteacute (Vielliard 1927 Pei
1932) drsquoune approche reconstructrice plus reacutecente deacuteveloppeacutee par R de Dardel
(1996 1958) de lrsquoautre
Nous appliquerons la deacutemarche sociolinguistique agrave un texte hagiographique du
VIIe siegravecledeacutebut du VIIIe siegravecle la Vita Sancte Eufrosine
2 Vita Sancte Eufrosine
La Vita Sancte Eufrosine (BHL Ndeg2722) a eacuteteacute transmise dans le manuscrit BuM
H55 fol 139r-142v originaire de Lorraine ou de la Bourgogne du Nord et datant du
deacutebut du IXe siegravecle Elle fut eacutecrite agrave partir du folio 140v par un scribe de lrsquoeacutecole de
Metz (style Angilram) (De Stryker Gribomont 1965 368-370 Bischoff 1998 2004
II 198 Nordm2822 Moretus 1915-1916 251-255) Lrsquoeacutetude de la langue du texte suggegravere
toutefois une premiegravere reacutedaction au VIIedeacutebut du VIIIe s (Boucherie 1871 24)
Le texte rapporte lrsquohistoire drsquoune jeune fi lle Euphrosyne ayant peut-ecirctre veacutecu agrave
Alexandrie au Ve s qui refusant de se marier se travestit en homme et se retire dans
un couvent de moines Elle y vivra heureuse et estimeacutee par les moines pendant 38 ans
1 Luumldtke (1964 19) lrsquoexpression est tireacutee de Meneacutendez Pidal Oriacutegines del espantildeol EspasaCape 1964 459 Cette communication est fondeacutee sur notre thegravese de doctorat Reisdoerfer (2006)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
164
accueillant et consolant mecircme son propre pegravere effondreacute par la perte de sa fi lle Ce
nrsquoest qursquoau seuil de la mort qursquoelle reacuteveacutelera sa veacuteritable identiteacute2
La vita fait partie drsquoune seacuterie de reacutecits hagiographiques apparus entre le IVe et le
VIIe s sur une aire greacuteco-orientale qui racontent tous avec des variantes lrsquohistoire
drsquoune monachoparthenos drsquoune jeune fi lle qui se travestit en homme et souvent se
retire dans un couvent de moines3
La citation liminaire de notre communication deacutecrit bien la latiniteacute du texte lati-num circa romanccedilum maxime coram laicis un latin preacutepareacute pour ecirctre reacuteciteacute devant
une communauteacute de laici en passe de perdre son latin (VIIedeacutebut du VIIIe s) ou
lrsquoayant deacutejagrave perdu (deacutebut du IXe s)4
3 Eacutetude de la langue de la Vita Sancte Eufrosine
Nous chercherons drsquoabord agrave mettre en eacutevidence comment le scribe a adapteacute un
texte reacutedigeacute agrave lrsquoorigine dans un latin eacutecrit tardif (deacutesormais LET IIIe-Ve s) pour un
auditoire pratiquant un latin parleacute tardif de phase 2 employeacute aux Ve-VIIe s (deacutesor-
mais LPT2) en recourant ainsi agrave la terminologie de Banniard (2006 32-33) Nous
nous appuyons sur un modegravele communicatif fonctionnant dans une situation de com-
munication verticale orale dans un contexte religieux Aux VIIendashIXe s des audi-
toires drsquoillitterati continuaient drsquoavoir une maicirctrise passive acceptable drsquoeacutenonceacutes en
latin eacutecrit tardif (IIIe-Ve s) Au niveau seacutemantique les mots latins eacutetaient globale-
ment compris La morphologie et les structures syntaxiques de base du LET parfois
directement heacuteriteacutees du latin classique eacutecrit subsistent souvent agrave cocircteacute de formes et de
structures nouvelles
(i) futur saluaueris (I 80 l 210)5
(ii) passif suscipitur (I 56 l 97)
(iii) deacuteponents loquebatur (I 104 l 347 l 351)
(iv) marquage du compleacutement de nom par le geacutenitif curam habens pauperum (I 38 l 6)
(v) ablatif absolu Et congregatis omnibus fratribus (I 82 l 229)
(vi) AcI Et iussit abbas foras de monasterio hellip manere patrem cum puella (I 48-50 l 56-58)
La maicirctrise passive du LET aux VIIendashIXe s devrait srsquoexpliquer entre autres par le
fait que les illitterati restaient en contact avec cette langue par le biais du latin drsquoeacuteglise
auquel ils eacutetaient confronteacutes dans leurs pratiques religieuses Afi n de captiver les
auditoires drsquoillitterati et drsquoeacuteviter les problegravemes de compreacutehension il eacutetait cependant
devenu indispensable drsquoadapter des textes reacutedigeacutes en LET c-agrave-d de les rapprocher
sur le plan du lexique du phoneacutetisme et de la morphosyntaxe du LPT2 familier agrave
2 Sur la vie de sainte Euphrosyne cf Bautz (1990-)3 Sur lrsquointerpreacutetation du thegraveme de la monachopartheacutenie cf Reisdoerfer (2011)4 Sur la langue du texte cf Selig (1989 123) (1992 152)5 Les reacutefeacuterences aux pages et aux lignes renvoient agrave notre eacutedition (2006) accessible en ligne
REISDOERFER
165
lrsquoauditoire6 Cela eacutetait drsquoautant plus neacutecessaire pour des textes destineacutes agrave ecirctre reacuteciteacutes
en public7 pour assurer non seulement la compreacutehension du texte mais aussi la fl u-
iditeacute de la reacutecitation le lector devait avoir sous les yeux un texte preacutepareacute qui sur le
plan de la phoneacutetique drsquoabord et surtout8 du lexique et de la morphosyntaxe ensuite
se rapprochait de la langue pratiqueacutee par lrsquoauditoire Or la mise en eacutevidence tregraves fi ne
de ces adaptations est faciliteacutee en lrsquooccurrence par lrsquoexistence de diffeacuterentes versions
du mecircme texte9
(1) version A ms H55 BuM reacutedigeacutee en latin meacuterovingien (latin eacutecrit tardif de phase 2)
editio princeps Boucherie (1871) cf eacutegalement Reisdoerfer (2006)
(2) version B reacutedigeacutee en latin eacutecrit tardif des IIIe-Ve s et conserveacutee dans deux manuscrits
(a) ms 168 fol 211r-212v Bibliothegraveque municipale de Valenciennes fi n du XIIIe s eacutecriture
italienne () abbaye de Saint-Amand Molinier-Liegravevre (1894 XXV 259-260) editio princeps Reisdoerfer (2011) (BmV)
(b) le texte fragmentaire du ms U3 fol 16r-16v de la Bibliothegraveque municipale de Rouen XIe
s abbaye de Feacutecamp Poncelet (1904 156) editio princeps Reisdoerfer (2002) (BmR)
La comparaison entre les versions A et B en faisant clairement ressortir les adap-
tations opeacutereacutees par le scribe du VIIedeacutebut du VIIIe s nous donnera non seulement
de preacutecieux renseignements sur les modaliteacutes de la communication verticale du VIIe s
jusqursquoau deacutebut du IXe s mais entrouvre surtout une petite fenecirctre sur la langue orale
pratiqueacutee par les laici au moment mecircme ougrave se preacuteparait le passage de la latinophonie
agrave la romanophonie
4 Les adaptations
41 Adaptations phoneacutetiques
Drsquoapregraves le modegravele communicationnel adopteacute il fallait srsquoattendre agrave ce que les adap-
tations phoneacutetiques soient les plus nombreuses et les plus manifestes Elles confegraverent
au texte son identiteacute meacuterovingienne
On relegraveve entre autres le marquage de la fermeture de certaines voyelles
(a) Ē accentueacute transcrit par la graphie ltigt
Rogo uos fratres labores sustenḭte unam septimanam (I 96 l 303) sustinete (BmV p
243)
Drsquoapregraves Vielliard (1927 5) et Pei (1932 20) le passage de Ē accentueacute agrave i est un des
faits marquants du latin meacuterovingien La graphie ltigt pourrait transcrire une pronon-
6 Sur lrsquoadaptation de textes hagiographiques agrave lrsquoeacutepoque meacuterovingienne cf Banniard (1992 259-261) et Luumldtke (2009 588-593)
7 Sur la lecture agrave haute voix de textes hagiographiques agrave lrsquoeacutepoque meacuterovingienne cf Banniard (1992 256 258)
8 Cf Luumldtke (2009 583-584) 9 Sur cette maniegravere de proceacuteder cf Auernheimer (2003 46)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
166
ciation tregraves fermeacutee de ē tendant vers i (Stotz 1996 III 15 sect12) ou bien eacuteventuellement
annoncer deacutejagrave la diphtongue ei (VIe s Zink 1986 57-59) attesteacutee en ancien-fran-
ccedilais10 Ē inaccentueacute aboutit eacutegalement tregraves souvent agrave i surtout apregraves -s 11 Au sud de
lrsquoItalie -i a eacuteteacute conserveacute (Bec 1970 I 106) Enfi n Ĕ inaccentueacute passe eacutegalement agrave i dans toutes les positions12
(b) Ō accentueacute transcrit par la graphie ltugt
Deus qui cognusces hominem antequam natus sit [hellip] (I 52 l 76-78) cognoscis (BmR
p 715 BmV p 237)
Ō accentueacute libre ou fermeacute aboutit souvent agrave -u- On admet geacuteneacuteralement que sous
lrsquoaction du bouleversement quantitatif Ō accentueacute a ducirc se fermer agrave tel point que sa
prononciation se rapprochait de celle de -u- 13 On observe un traitement semblable
pour Ō et Ŏ inaccentueacutes Ces fermetures pourraient marquer un affaiblissement de
la voyelle -o
42 Adaptations morphologiques
421 Modifi cations seacutemantiques
Nous traiterons ici lrsquoeacutevolution seacutemantique de ille qui de deacutemonstratif proprement
dit agrave valeur deacuteictique devient entre autres un anaphorique reprenant un eacuteleacutement citeacute
preacuteceacutedemment dans le texte
[hellip] inuentus est ibidem onus senex seruos Dei orans adtentissime in ipsa ecclesia [hellip] Et uidit illum ipsa castissima [hellip] (I 64 l 139-142) eum (BmV p 238)
Les occurrences de ille anaphorique sont attesteacutees degraves le 1er s apregraves J-C en latin
parleacute (Vaumlaumlnaumlnen 1981 120 sect270) et des pronoms de rappel baseacutes sur ille se retrouvent
dans pratiquement toutes les langues romanes (Alliegraveres 2001 53-66)
422 Reacuteductions de traits grammaticaux14
(a) On observe la simplifi cation du systegraveme des pronoms relatifs
(1) On trouve qui agrave la place de quae (nomin f sg)
fi lia mea qui de lumbus meis exiuit [hellip] (I 106 l 362-363) fi lia mea quae (BmV p
245)
(2) et quem agrave la place de quam
Vade in ecclesia quem construcxit Theodosius imperatur [hellip] (I 64 l 134-135) quam
(BmR p 716 BmV p 238)
10 Pei (1932 20) Vielliard (1927 9) pour lrsquoanc-fr cf Foucheacute (1952-1961 II 223-224) et ibid la Remarque I p 224 Bourciez (1967 71-73 sect54)
11 Pei (1932 44-46) Vielliard (1927 22-24) Bonnet (1968 106-13) Stotz (1996 III 18-20 sect14)12 Pei (1932 39-44) Vielliard (1927 18-22) Stotz (1996 23-24 sect165-168)13 Pei (1932 30) Vielliard (1927 13-14) Bonnet (1968 126-30) Stotz (1996 III 48-51 sect39)14 Sur la reacuteduction grammaticale c-agrave-d la suppression de traits grammaticaux cf de Dardel
(2007b 108)
REISDOERFER
167
Les quelques occurrences de notre texte reacutevegravelent une tendance vers la simplifi -
cation de la morphologie des relatifs par lrsquoabolition des distinctions de genre et de
nombre Qui devient le pronom relatif sujet du masculin et du feacuteminin quem le pro-
nom relatif cod singulier et pluriel du masculin du feacuteminin et du neutre Cette sim-
plifi cation eacutetait favoriseacutee par lrsquoeacutebranlement geacuteneacuteral du systegraveme casuel et des confu-
sions au niveau phoneacutetique qui quae et quem eacutetant prononceacutes indiffeacuteremment KE15
(b) On procegravede aussi agrave la reacutegularisation des paradigmes verbaux
Dum autem non potebat portare dolores pater puelle [hellip] (I 94 l 294-295) poterat
(BmR p 718) posset (BmV p 243)
En latin lsquovulgairersquo (Vaumlaumlnaumlnen 1981 136 sect315) et meacuterovingien (Vielliard 1927
174) lrsquoimparfait classique de posse ldquo pouvoir rdquo poteram fut lsquoreacutegulariseacutersquo en potebat potibat16 On retrouve la mecircme reacutefection de formes anomales pour le paradigme de
uelle ldquo vouloir rdquo lorsque uult est refait en uolit forme rattacheacutee agrave uolēre (Bec 1970 I
it XVII 1 p 143)
(c) Imperfectum pro perfecto(1) Dum autem non potebat portare dolores pater puelle ambolabat ad ipso monasterio et actauit se ante pedes beati abbatis [hellip] (I 94 l 294-296) ambulauit (BmR 718
BmVp 243)
(2) Et uidit illum ipsa castissima salutabat eum dixitque ei puella [hellip] (I 64-66 l 142-143)
salutauitque (BmR p 716) salutauit (BmV p 238)
Nous avons releveacute un certain nombre drsquooccurrences drsquoimparfaits notamment avec
le verbe ambulare17 deacutesignant une action de la trame eacuteveacutenementielle et remplaccedilant
donc un parfait18 Vielliard (1927 222-23) et Pei (1932 278-279) relegravevent la mecircme sub-
stitution dans leur corpus Le pheacutenomegravene est eacutegalement analyseacute par Haverling (2005
170-171) (1999 368-369) Il est malaiseacute de lrsquoexpliquer Il se pourrait que le LPT2 ait
peu ou prou abandonneacute le parfait classique qui avait le deacutesavantage de preacutesenter une
morphologie complexe (Serbat 1994 125-126) pour le remplacer en partie par lrsquoim-
parfait et en partie par le nouveau parfait analytique du type episcopum inuitatum habes (Serbat 1994 126-127) Ce dernier devait toutefois ecirctre employeacute drsquoabord au
sens drsquoun parfait comme le montre la situation en ancien-franccedilais parleacute (Foulet 1974
227-228 sect329-330) Il se peut eacutegalement que le LPT2 ait eacuteteacute infl uenceacute par le vieux-
haut-allemand qui au passeacute ne connaissait qursquoun seul temps le preacuteteacuterit (Schrodt
2004 127 sect121 16-18 sect8)
15 Vielliard (1927 148-49) Bonnet (1968 389-90) Pei (1932 175-180) et Loumlfstedt (1911 131-33) pour la situation dans les langues romanes cf Bec (1970 I it IV 3 p 76 occ I 19 p 417-418 cat I 24 p 473-474) Joly (2012 80-82)
16 Pour les langues romanes cf Bec (1970 I it V 10 p 83-84)17 Le sens premier inacheveacute drsquoambulare ldquo se promener rdquo attire lrsquoimparfait Serbat (1994 120)18 Sur le systegraveme imparfait-parfait en latin cf Ernout (1951 223-224 sect244) et Haverling (2005
165-166)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
168
423 Innovations
La premiegravere innovation est la formation drsquoun article
(1) In una autem die fuit festiuitas dedicationis monasterii et transmisit abbas fratrem de
monasterio ut inuitaret patrem puelle in ipsam festiuitatem accedere ad illos hellip Audiens autem castissima puella rogauit introducere ipso monacho [hellip] (I 54-56 l 86-89 91-92)
introducere ipsum monachum (BmR 715) monachum introire (BmV p 237) [hellip] ἡ Εὐφροσύνη προσκαλεῖται τograveν ἀδελφoacuteν Boucherie (1883 198)
(2) Et frequentabat se in ipso monasterio [hellip] (I 100 l 326) monasterium (BmV p 244)
ἀπέρχεται είς τὸν κοινόβιον Boucherie (1883 202)
Notre texte recourt essentiellement agrave lrsquoarticloiumlde ipse (Aebischer 1948) alors que
ille pourtant promis agrave un si bel avenir comme article dans les langues romanes rem-
place surtout lrsquoanaphorique is
Dans la Vita Sancte Eufrosine ipse peut ecirctre (a) deacutemonstratif (b) emphatique =
ille (c) anaphorique (Selig 1992 154-155) (d) article (e) synonyme de idem (Selig
1992 153-156) (f) intensif (emploi canonique) Lrsquoemploi de ipse comme article nrsquoest
jamais obligatoire Le groupe ipse laquo article raquo + nom est donc toujours un syntagme mis
en eacutevidence (Selig 1992 184-185 208)
Ipse articloiumlde a en geacuteneacuteral la double valeur drsquoactualisateur19 et drsquoanaphorique
Dans le syntagme ipso monacho (1) ipse actualise le nom et renvoie en mecircme temps
au syntagme fratrem de monasterio20 Dans lrsquoexemple (2) la valeur anaphorisante est
plus vague et crsquoest surtout la fonction drsquoactualisateur qui domine Le mot accompagne
souvent des personnages ou des eacuteleacutements importants du reacutecit Enfi n ipse articloiumlde
eacutetait deacutejagrave preacutesent dans la version B (LET des IIIe-Ve s) et son emploi fut simplement
eacutetendu dans la version meacuterovingienne A
Plusieurs causes ont eacuteteacute avanceacutees pour expliquer lrsquoeacutemergence drsquoarticles en latin
parleacute (Selig 1992 79-105) comme la neacutecessiteacute de marquer par la preacutedeacutetermination
le cas le genre et le nombre de substantifs dont lrsquoeacutevolution phoneacutetique avait changeacute
voire fait disparaicirctre les deacutesinences (Selig 1992 82-86) Relevons deux faits pour la
Vita Sancte Eufrosine (a) dans ce texte traduit du grec lrsquoemploi de lrsquoarticle fut favo-
riseacute par lrsquoexistence drsquoun article dans la langue source (b) lrsquoemploi de lrsquoarticloiumlde ipse
actualisateur surtout de lexegravemes importants et anaphorique renforce la coheacutesion et la
clarteacute et partant la compreacutehension drsquoun texte probablement reacuteciteacute devant un public
dont la latinophonie eacutetait devenue chancelante et qui avait besoin de repegraveres et de
structures clairs (Selig 1992 145)
Vnus est utiliseacute comme article indeacutefi ni (cf ex1)21 Lrsquoarticle indeacutefi ni est moins
freacutequent que le deacutefi ni La structure unus article indeacutefi ni + nom est deacutejagrave en place dans
19 Guillaume (1919 19-25) Selig (1992 107-110)20 Sur cet emploi cf Ledgeway (2012 90)21 Sur lrsquoarticle indeacutefi ni dans la Vita Sancte Eufrosine cf Selig (1992 76-77)
REISDOERFER
169
la version B (LET des IIIe-Ve s) les prodromes de lrsquoeacutevolution se manifestant deacutejagrave en
latin classique et en latin classique parleacute
43 Adaptations syntaxiques
431 Reacuteductions
(a) On observe le deacutemantegravelement du systegraveme hexacasuel
(1) [hellip] venit pater eius de platea ciuitatis et interrogauit monacho [hellip] (I 62 l 125-126)
monachum (BmR p 716 BmV p 238)
(2) Audiens autem ipse pater sponso con fi lio quid contegit [hellip] (I 88 l 258-259) ipse pater sponsi (BmV p 242)
(3) [hellip] uenit pater suus in monasterio et post orationem dixit ad abbati [hellip] (I 108 l 371-
372) abbati (BmV p 246)
(4) Voles uidere bonum hominem eunuchus de palatium Thodosio imperatori retrusum (I 100 l 328-330) Theodosii imperatoris (BmV 244)
Le systegraveme casuel est fortement eacutebranleacute dans notre texte qui preacutesente par exem-
ple pour la 2e deacuteclinaison du masculin une pluraliteacute de systegravemes imbriqueacutes les uns
dans les autres
(1) un systegraveme bi-casuel cas sujetcas reacutegime en -o qui exprime des fonctions aussi diverses
que lrsquoaccusatif le datif le compleacutement de nom le compleacutement preacutepositionnel
(2) un systegraveme bi-casuel cas sujetcas reacutegime qui exprime toutefois les fonctions datif et
compleacutement de nom par les preacutepositions ad et de (3) un systegraveme tri-casuel cas sujet cas reacutegime
1 et cas reacutegime
2 ougrave le cas reacutegime
2 issu du datif
du latin classique sert agrave marquer les compleacutements de nom (Herman 2000 56-57)
Les systegravemes (1) et (2) annoncent deacutejagrave les structures de lrsquoancien-franccedilais (Joly
2012 216-234) La disparition du systegraveme casuel correspond drsquoabord agrave une dynamique
profonde des langues europeacuteennes vers un syncreacutetisme des cas (Serbat 1994 66) Ce
mouvement sera renforceacute et acceacuteleacutereacute en latin par les imperfections du systegraveme mecircme
(la plurifonctionnaliteacute de certaines deacutesinences domino pour le datif et lrsquoablatif) et
les eacutevolutions phoneacutetiques affectant ces deacutesinences Ainsi apregraves la fermeture de -o- en -u- et la chute du -m agrave lrsquoaccusatif singulier la deacuteclinaison de dominus au singulier
en latin parleacute du 1er siegravecle apr J-C ne preacutesentera-t-elle que 3 formes diffeacuterentes
nominatif dominus geacuten domini dat-acc-abl domino
(b) Dum devient lrsquounique conjonction causalo-temporelle avec les sens ldquo lorsque rdquo (ex 1) et
ldquo parce que rdquo (ex 2)
(1) Dum autem uidit sancta castissima ancilla Dei se paratam esse ut migraret de hoc seculo ad Dominum rogat uenire patrem suum [hellip] (I 110 l 389-391) Ut (BmV p 246)
(2) [hellip] illi non potuit recognuscere fi liam suam dum de nimiam adfl ictioni sui fuerat affl icta [hellip] (I 102 l 337-339) Quia (BmV p 244)
Le systegraveme des causalo-temporelles simplifi eacute dans notre texte est domineacute par
une seule conjonction dum (avec 29 occurrences) avec une pluraliteacute de sens ldquo tant
CILPR 2013 ndash SECTION 2
170
que pendant que quand lorsque puisque parce que comme rdquo22 Dum est geacuteneacutera-
lement suivi de lrsquoindicatif parfois du subjonctif surtout du subjonctif plus-que-par-
fait introduit probablement sous lrsquoinfl uence de cum23 Agrave cocircteacute de dum temporel on
trouve deux occurrences de quando une de quomodo La causaliteacute peut eacutegalement
ecirctre exprimeacutee par quia Les occurrences du texte montrent que lrsquoextension du sens
de dum et lrsquoaugmentation de sa freacutequence drsquoemploi ont deacutejagrave commenceacute en latin eacutecrit
tardif et que le pheacutenomegravene srsquoest simplement renforceacute en latin meacuterovingien Dans les
langues romanes la conjonction a laisseacute peu de traces mentre ldquo tandis que rdquo en vieil-
italien (Bec 1970 I ital II 1 41-42) et (en) dementres que ldquo pendant que rdquo24 en ancien-
franccedilais issu de lat dum interim (Ernout 1985 187 b) Le deacuteveloppement de dum
en conjonction causalo-temporelle unique semble donc drsquoabord ecirctre une eacutevolution
limiteacutee aux diffeacuterents systegravemes latins postclassiques
432 Innovations
Lrsquoeacutevolution vers un ordre des mots roman est une innovation importante On la
trouve dans
[hellip] rogauuit itaque pro suum fi lium [hellip] (I 48 l 47-48) pro fi lio suo (BmV p 236)
Lrsquoexemple de la version meacuterovingienne preacutesente deacutejagrave une structure romane lsquodeacuteter-
minant ndash deacutetermineacutersquo (comme fr son fi ls) alors que le manuscrit de la BmV conserve la
structure latine lsquodeacutetermineacute ndash deacuteterminantrsquo
44 Les adaptations lexicales
Le lexique change peu drsquoune version agrave lrsquoautre Dans les passages suivants
(1) [hellip] Vir autem suus in grandem tribulationem erat [hellip] (I 38 l 9) [hellip] magna [hellip] (BmV
p 235)
(2) Vidensque eum mulier in merore uallido (I 40 l 12) uxor sua (BmV p 235)
nous avons releveacute deux remplacements remarquables deux termes pratiquement pan-
romans grandis REW 327b et mulier REW 472a remplacent les mots du latin clas-
sique magna et uxor
5 Conclusions
Ce texte donne un premier aperccedilu sur la complexiteacute de la situation linguistique
dans lrsquoest de la France en Lorraine ou en Bourgogne aux VIIe s et deacutebut du VIIIe s
(a) La population eacutetait probablement multilingue pratiquant soit passivement soit
activement des langues germaniques (langues franque burgonde25) un latin tardif des
22 Sur dum causal cf Hofmann et al (1972 613-614 sect 330)23 Vielliard (1927 235-236) Bonnet (1890 685-686) Hofmann et al (1972 614-615 sect 330)24 Godefroy (1881 2 498c-499a DMF sub endementres25 Sur le bilinguisme dans le royaume franc cf Polenz (2009 29)
REISDOERFER
171
IIIe-Ve s et un latin tardif des Ve-VIIe s se rapprochant deacutejagrave drsquoun roman eacutevoluant par la
suite en ancien-franccedilais le latinum circa romanccedilum
(b) Il est probable que non seulement les lettreacutes les clerici mais aussi les illitterati continuaient
agrave avoir au moins une connaissance passive du latin tardif des IIIe-Ve s
(c) La langue que tous clerici et illitterati devaient pratiquer activement est selon nous un
latin en mutation au niveau de la phoneacutetique de la grammaire surtout moins au niveau
du lexique Ces mutations tantocirct eacuteloignent cette langue du diasystegraveme latin en annonccedilant
un systegraveme roman (systegravemes casuels relatif) tantocirct se situent encore agrave lrsquointeacuterieur du
diasystegraveme latin (extension de lrsquoemploi de dum) Nous avons deacutenommeacute ce latin avec
Banniard latin parleacute tardif de phase 2 (Ve-VIIe s)
(d) Au regard de ces mutations drsquoaucuns (R de Dardel 2007a 14-15 R Wright 1982
43-44 261-262) vont plus loin encore en admettant que cette langue soit par rapport
au diasystegraveme latin une veacuteritable lsquolangue par distanciationrsquo une langue Abstand (Kloss
1978) langue qursquoon pourrait appeler protoroman et qui serait le preacutedeacutecesseur direct de
lrsquoancien-franccedilais
(e) Pour plusieurs raisons nous pensons que cette langue parleacutee qui apparaicirct parfois sous
le latin eacutecrit tardif des Ve-VIIe s se situe toujours dans un diasystegraveme latin Certains
domaines geacuteneacuteralement consideacutereacutes comme caracteacuteristiques pour le passage du latin au
franccedilais26 notamment le passif analytique ne sont guegravere toucheacutes par les variations Quant
au lexique il reste solidement ancreacute dans le diasystegraveme latin Lrsquointercompreacutehension entre
une personne pratiquant le LPT2 (VendashVIIe s) et une autre recourant au LET de phase 2
des Ve-VIIe s (le latin meacuterovingien) voire au LET (IIIe-Ve s) paraicirct eacutegalement assureacutee
(f) La langue de base du texte le latin eacutecrit tardif des Ve-VIIe s appeleacute communeacutement latin meacuterovingien repreacutesente agrave nos yeux une tentative originale lanceacutee par les clerici pour
faire du latin parleacute tardif de phase 2 une lsquolangue par eacutelaborationrsquo une langue Ausbau
(Kloss 1978) ancreacutee toutefois dans la latinitas et fonctionnant dans lrsquoadministration
le notariat notamment et dans le domaine religieux La politique linguistique de
la reacuteforme carolingienne (Admonitio generalis27) en procircnant un retour au latin des
Pegraveres de lrsquoEacuteglise en insistant sur la correction grammaticale des textes et en exigeant
la prononciation de chaque graphegraveme a mis fi n agrave cette expeacuterience et a lanceacute drsquoun
cocircteacute le latin du moyen-acircge de lrsquoautre une formidable dynamique drsquoeacutemancipation et
drsquoeacutelaboration du latinum circa romanccedilum qui eacutevoluera en ancien-franccedilais
Mais lagrave nous quittons deacutefi nitivement le monde antique pour entrer de plain-pied
dans la civilisation du medium aevum
Institut grand-ducal Luxembourg Joseph REISDOERFER
26 Pour ces domaines cf par exemple Ledgeway (2012 2-3)27 Sur ces textes cf Auernheimer (2003 108-123)
CILPR 2013 ndash SECTION 2
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Lat tepidus fr tiegravede ital tiepido eacutetude lexicale
Lrsquoadjectif tepidus appartient agrave la seacuterie latine des adjectifs de tempeacuterature qui
comprend notamment frīgidus (ldquo froid rdquo) calidus (ldquo chaud rdquo) feruidus (ldquo brucirclant rdquo)
ou encore gelidus (ldquo geleacute rdquo) Tepidus renvoie agrave une notion relative situeacutee entre les
deux antonymes que sont calidus et frigidus et se traduit habituellement par ldquo tiegravede rdquo
Il appartient agrave une importante famille lexicale qui associe adjectifs en -idus verbes
drsquoeacutetat en -ēre et substantifs en -or1 Les adjectifs qui preacutesentent le suffi xe -idus laquo deacutecri-
vent les diffeacuterents facteurs exteacuterieurs ou inteacuterieurs (aux ecirctre animeacutes ou inanimeacutes)
qui peuvent affecter lrsquohomme dans son rapport avec lui-mecircme ou avec le monde raquo
(Sznajder 2002 59) Les adjectifs de tempeacuterature trouvent donc parfaitement leur
place dans cette seacuterie
Notre objectif dans la ligne des eacutetudes de typologie lexicale actuelles2 consacreacutees
au domaine de la tempeacuterature est de deacuteterminer le champ drsquoapplication de cet adjec-
tif en latin agrave quel type de tempeacuterature fait-il exactement reacutefeacuterence Par ailleurs
drsquoun point de vue seacutemantico-reacutefeacuterentiel la notion de tieacutedeur est-elle deacutefi nie par rap-
port au chaud (plus froid que chaud) par rapport au froid (plus chaud que froid) ou
indiffeacuteremment par rapport agrave lrsquoune ou lrsquoautre de ces deux notions Y a-t-il des entiteacutes
qui suscitent un systegraveme speacutecifi que drsquoeacutevaluation de la tempeacuterature Quelles sont les
meacutetaphores associeacutees agrave la notion de tieacutedeur en latin
Nous procegravederons agrave une comparaison avec lrsquoadjectif signifi ant ldquo tiegravede rdquo en franccedilais
contemporain en nous demandant si fr tiegravede srsquoemploie dans les mecircmes conditions que
lat tepidus Pourquoi la notion de tieacutedeur qui est graduable en latin ne lrsquoest-elle pas
en franccedilais Un parallegravele sera aussi fait avec lrsquoitalien tiepido
Le deacutepouillement des textes latins srsquoest fait agrave lrsquoaide de la Library of Latin texts
(series A) de Brepols Notre recherche a porteacute sur une peacuteriode allant des plus
anciennes attestations (IIIe siegravecle av JC) jusqursquoau Ve siegravecle ap JC Tepidus appa-
raicirct degraves les textes les plus anciens mais est agrave peu pregraves trois fois moins employeacute que
calidus (ldquo chaud rdquo) et frigidus (ldquo froid rdquo) on relegraveve 377 occurrences de tepidus3 des
deacutebuts de la latiniteacute au Ve siegravecle ap JC contre 1076 occurrences de calidus4 et
1 Cf Fruyt (2006 15) Sur lrsquoorigine du suffi xe -idus voir Pultrovaacute (2007) et Olsen (2003 240-243)
2 Cf Koptjevskaja -Tamm (2011 2012 2015)3 Ainsi que de lrsquoadverbe tepide qui lui est associeacute4 Et lrsquoadverbe calide
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176
1315 de frigidus5 peut-ecirctre parce que la notion de tieacutedeur a des champs drsquoapplica-
tion plus restreints que ceux de la chaleur ou du froid Nous suivrons les emplois
du terme de ses emplois les plus anciens de la peacuteriode archaiumlque jusqursquoagrave la peacuteriode
classique6
1 Eacutetymologie
Pour Rix (1998 5747) la base tep- signifi e ldquo ecirctre chaud rdquo Ernout Meillet (1967
685 su tepeo) posent le mecircme sens ldquo ecirctre chaud rdquo pour la racine et expliquent laquo dans
ce sens tepeo srsquoest retrouveacute en concurrence avec drsquoautres verbes notamment caleo et
a tendu agrave prendre la nuance de lsquoecirctre modeacutereacutement chaud ecirctre tiegravedersquo ce qui est lrsquoaccep-
tion usuelle (au sens physique ou moral) raquo Si lrsquoon tient compte de lrsquoeacutetymologie et de ce
problegraveme de concurrence avec caleo il faudrait poser agrave lrsquoorigine pour tepidus le sens
ldquo moins chaud que calidus rdquo ldquo peu chaud rdquo (plutocirct que ldquo peu froid rdquo) drsquoougrave ldquo tiegravede rdquo8
Nous verrons agrave lrsquousage des contextes si cette hypothegravese est pertinente
Nous caracteacuteriserons les emplois de ce terme en recourant agrave des paramegravetres pro-
poseacutes par Koptjevskaja-Tamm (2012 375) pour une eacutetude inter-linguistique du voca-
bulaire de la tempeacuterature agrave savoir la distinction entre des emplois visant la tempeacute-
rature ressentie au toucher la tempeacuterature ambiante ou la tempeacuterature corporelle
subjective ressentie de lrsquointeacuterieur par le locuteur9
Les premiegraveres attestations de lrsquoadjectif se rencontrent chez Ennius Accius et
Caton crsquoest-agrave-dire degraves les deacutebuts de la litteacuterature latine dont nous ayons des traces
(IIIe et IIe siegravecles av JC)
2 Tempeacuterature tactile
Chez Ennius et Accius le terme se rencontre avec une acception tactile dans lrsquoex-
pression tepidus sanguis (ldquo sang tiegravede rdquo) Il srsquoagit drsquoexprimer la tempeacuterature ressentie
quand lrsquoon touche du sang reacutepandu hors du corps
21 Chaleur drsquoun eacuteleacutement agrave tempeacuterature du corps
211 Chaleur du sang verseacute hors du corps et que lrsquoon touche
Ainsi peut-on lire chez Ennius dans un extrait drsquoAjax10
5 Et lrsquoadverbe frigide6 Nous ne ferons que peu drsquoexcursus dans les textes de la peacuteriode tardive car ils ne preacutesentent
pas drsquoeacutevolution notable pour les emplois de tepidus7 Voir de mecircme Mallory Adams (1997 263) su heat8 Sens proposeacute dans le Dictionnaire latin-franccedilais de F Gaffi ot9 Pour ces critegraveres voir aussi Plank (2003)10 Ennianae poesis reliquiae ed Vahlen Johannes Leipzig Teubner 1854 fragment 5 = The
tragedies of Ennius ed Jocelyn Hanry D Cambridge CUP 1967 fragment 12
ROESCH
177
IV 20 Aiax misso sanguine tepido tullii effl antes uolant
ldquo Le sang tiegravede ayant eacuteteacute reacutepandu les jets qui srsquoeacutecoulent sortent rapidement rdquo
Ou chez Accius11
III (3) Vulnere taetro deformatum suo sibi lautum sanguine tepido
ldquo Enlaidi par une horrible blessure baigneacute dans son propre sang tiegravede rdquo
Cette association entre le sang et la tieacutedeur se rencontre aussi chez les auteurs
ulteacuterieurs12 comme Ovide chez qui on peut lire en Ars 3 395-396 agrave propos des jeux
du cirque
Spectentur tepido maculosae sanguine harenae metaque feruenti circueunda rota (Ov ars 3 395-396)
ldquo Qursquoils regardent le sable souilleacute de sang tiegravede et les bornes que doivent contourner [les
chars] de leur roue brucirclante rdquo
Cela dit chez Ovide lui-mecircme ainsi que chez drsquoautres auteurs tels Virgile Seacutenegraveque
et chez Ennius (Fragment 1 9913) lrsquoadjectif calidus peut aussi ecirctre employeacute comme
eacutepithegravete de sanguis14 (ou de sa variante cruor15) avec la mecircme valeur de tempeacuterature
du sang verseacute hors du corps Cela confi rme le lien ancien entre les racines tep- et
cal- pour deacutesigner la chaleur Dans ses emplois ulteacuterieurs tepidus srsquoapplique aussi agrave
des liquides autres que le sang agrave tempeacuterature du corps comme le lait ou les larmes
212 Lait chaud
Chez Virgile lrsquoadjectif srsquoemploie pour le lait fraicircchement tireacute utiliseacute lors des ceacutereacute-
monies funegravebres pour Polydore16
Inferimus tepido spumantia cymbia lacte sanguinis et sacri pateras animamque sepul-chro condimus (Verg Aen 3 66-68)
ldquo Nous apportons des coupes mousseuses de lait tiegravede et des pategraveres de sang sacreacute et nous
enfouissons cette acircme dans le tombeau rdquo
11 Extrait de Stasiastae uel Tropaeum Tragicorum Romanorum fragmenta v 606 p 215 ed Ribbeck Otto Leipzig Teubner 18712 = Accius Œuvres ed Dangel Jacqueline Paris CUF 1995 fragment IV
12 Lrsquoexpression tepidus sanguis se rencontre en Ov ars 3 395 Sil 7 610 tepidus cruor en Verg Aen 6 248 Aen 8 106 Sil 12 328
13 Ennianae poesis reliquiae ed Vahlen Johannes Leipzig Teubner 1854 Annales fragment 58 = Quinto Ennio Annali ed Flores Enrico et al vol I Napoli Liguori editore 2000 livre I fragment 44
14 Pour calidus sanguis voir Ov fast 1 321 met 14 754 met 6 238 Hor epist 1 3 33 Cels 4 2 5 26 Verg Aen 9 422 Sen HercO 298 Thy 1054 sans compte les multiples occur-rences chez Lucain et Silius Italicus
15 Calidus cruor est un syntagme plus rare cf Ov met 1 158 met 9 132 Lucan 4 28716 Voir aussi Ov met 7 247 fast 4 745-746
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La mousse sur le dessus des coupes montre que le lait est encore chaud Crsquoest ce
que confi rme le commentaire de Servius en ad Aen 3 66 tepido lacte statim mulcto
ldquo avec un lait tiegravede crsquoest-agrave-dire qui vient drsquoecirctre trait rdquo 17
213 Larmes
Ovide utilise quant agrave lui tepidus pour caracteacuteriser les larmes en met 4 673-675 agrave
propos drsquoAndromegravede sur son rocher18
Vidit Abantiades nisi quod leuis aura capillos mouerat et tepido manabant lumina fl e-tu marmoreum ratus esset opus (Ov met 4 673-675)
ldquo Perseacutee la vit et si un vent leacuteger nrsquoavait pas agiteacute sa chevelure si ses yeux nrsquoavaient pas
reacutepandu des larmes tiegravedes il aurait penseacute que crsquoeacutetait une statue de marbre rdquo
214 Objet chauffeacute par le corps humain
Si tepidus est freacutequemment employeacute pour eacutevoquer la chaleur des fl uides corporels
il sert aussi agrave renvoyer agrave des objets chauffeacutes par leur contact avec le corps humain19
Ainsi chez Properce en 1 16 21-22 le tepidum limen20 (ldquo seuil tiegravede rdquo) est un seuil en
pierre chauffeacute par le corps de lrsquoamant qui srsquoy est endormi
Nulla ne fi nis erit nostro concessa dolori turpis et in tepido limine somnus erit (Prop
1 16 21-22)
ldquo Est-ce qursquoaucun reacutepit ne sera accordeacute agrave notre douleur et est-ce que nous dormirons
honteusement sur un seuil tiegravede rdquo
215 Chaleur du corps humain en vie
De maniegravere geacuteneacuterale la tempeacuterature tiegravede du corps humain21 est associeacutee agrave la
vie22 la mort eacutetant deacutecrite en termes de froid avec lrsquoadjectif frigidus23 Ainsi chez
Virgile24 en Aen 3 626-62725 tepidus srsquoapplique-t-il aux corps fraicircchement tueacutes donc
encore chauds des hommes que deacutevore le Cyclope
17 Pour cette expression voir aussi Ov met 9 339 fast 4 54818 Cf aussi Ov met 10 360 met 10 50019 Voir Ov met 4 162-163 Verg Aen 9 419 Aen 9 70120 Cf aussi Catull 63 64-6521 Chez Ovide lrsquoexpression tepidus sinus est freacutequente pour deacutesigner le sein de lrsquoamant ars 2
360 ars 3 212 ars 3 622 Lrsquoadjectif calidus peut aussi srsquoemployer pour la chaleur du corps humain comme chez Lucregravece (3 654) ou Seacutenegraveque (epist 102 26)
22 Cf chez Ovide en met 10 281-282 agrave propos de la statue qui srsquoanime et dont Pygmalion tombe amoureux un emploi de ce type du verbe tepere
23 Cf lrsquoexpression frigida mors chez Virgile en Aen 4 38524 Voir aussi Aen 10 554-55625 Servius commente ce passage en ad Aen 3 627 et associe la notion de tieacutedeur agrave celle de vie
tepidi melius lsquo tepidi rsquo quasi adhuc uiui quam lsquo trepidi rsquo (laquo tepidi il a bien fait drsquoemployer tepidi comme srsquoils eacutetaient encore vivants plutocirct que trepidi raquo)
ROESCH
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Vidi atro cum membra fl uentia tabo manderet et tepidi tremerent sub dentibus artus (Verg Aen 3 626-627)
ldquo Jrsquoai vu quand il macircchait leurs membres deacutegoulinants drsquoun sang noir et quand leurs arti-
culations tiegravedes tremblaient sous ses dents rdquo
Si manifestement les emplois les plus anciens renvoient agrave un eacuteleacutement chauffeacute
par le corps humain lrsquoadjectif sert aussi par ailleurs agrave indiquer la chaleur de tout
objet qui a eacuteteacute chauffeacute par le feu et preacutesente agrave la suite de ce processus une chaleur
modeacutereacutee et agreacuteable pour le corps Il est souvent question drsquoun liquide (eau ou eacuteven-
tuellement huile) Cela nrsquoest pas surprenant la notion de tieacutedeur eacutetant tout particu-
liegraverement appliqueacutee agrave lrsquoeacuteleacutement liquide dans la plupart des langues (cf Koptjevskaja-
Tamm 2012) Crsquoest en effet un eacuteleacutement omnipreacutesent tant dans la nature que dans les
maisons avec un usage quotidien ougrave la tempeacuterature est un vecteur de confort
22 Chaleur modeacutereacutee drsquoun eacuteleacutement ou drsquoun objet chauffeacute par le feu
221 Eau (ou tout autre liquide) chauffeacutee par le feu dans lrsquousage domestique
Chez Celse dans les textes meacutedicaux26 il est souvent question de chauffer de lrsquoeau
ou un meacutedicament27 La chaleur du liquide est partie prenante du remegravede Ainsi lrsquoeau
tiegravede aide agrave vomir28
Nam si uenter fl uit aut si stomachus non continet ubi febris decreuit liberaliter oportet aquam tepidam potui dare et uomere cogere (Cels 3 6 15)
ldquo Car si le ventre se vide ou si lrsquoestomac ne garde rien quand la fi egravevre a diminueacute il faut
donner geacuteneacutereusement agrave boire de lrsquoeau tiegravede et forcer le malade agrave vomir rdquo
Si lrsquoadjectif tepidus semble srsquoappliquer preacutefeacuterentiellement agrave un liquide il se ren-
contre aussi pour tout objet qui a eacuteteacute en contact avec le feu et en a gardeacute une chaleur
reacutesiduelle
26 La meacutedecine animale fait aussi appel agrave lrsquoeau tiegravede (aqua tepida) Ainsi chez Varron en rust 2 1 23 elle est indiqueacutee pour le beacutetail qui souffre de fi egravevre agrave qui on fera en outre une onction avec de lrsquohuile et du vin tiegravedes (oleo et uino tepefacto) Voir encore Varro rust 316 14
27 Voir par exemple Cels 6 7 4 Cato agr 157 16 158 228 Pour la tepida aqua comme une aide au vomissement voir aussi Cels 1 3 22 ou 3 12 3 En
Cels 4 20 3 il est cette fois question de mulsum tepidum (laquo hydromel tiegravede raquo) Lrsquoeau tiegravede peut aussi ecirctre utiliseacutee en affusion pour ceux qui ont des maux de tecircte en alternance avec lrsquoeau chaude et lrsquoeau froide (cf Cels 1 4 22) cf encore Cels 4 15 ou 6 7 Mais lrsquoeau tiegravede sert encore agrave lrsquousage domestique quotidien Pline lrsquoAncien (nat 19 34 115) indique ainsi qursquoune fois saleacutee elle sert agrave la conservation des oignons et de lrsquoail
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222 Objet chauffeacute par le feu en train de refroidir
Ainsi chez Ovide29 la tempeacuterature deacutesigneacutee par tepidus est-elle celle des cendres
Inque foco tepidum cinerem dimouit et ignes suscitat hesternos (Ov met 8 641-642)
ldquo Dans le foyer il eacutecarte les cendres tiegravedes et ranime le feu de la veille rdquo
Le feu constituant la reacutefeacuterence du chaud la tieacutedeur se deacutefi nit donc comme un
moindre degreacute de chaleur
23 Chaleur modeacutereacutee de lrsquoeau chauffeacutee par le soleil
La tieacutedeur peut aussi se rencontrer dans le monde naturel30 dans ce cas crsquoest le
soleil qui est agrave lrsquoorigine de cette tempeacuterature En Meacutedeacutee 72531 il est question du fl euve
Hydaspe qui coule dans une reacutegion tregraves chaude drsquoougrave la tieacutedeur de ses eaux
Has aluit altum gurgitem Tigris premens Danuuius illas has per arentes plagas tepidis Hydaspes gemmifer currens aquis (Sen Med 723-725)
ldquo [Parmi ces herbes] le Tigre qui creuse un gouffre profond a nourri les unes le Danube
les autres lrsquoHydaspe qui renferme des pierres preacutecieuses et court dans des reacutegions arides en
a quant agrave lui nourri drsquoautres de ses eaux tiegravedes rdquo
24 Tempeacuterature intermeacutediaire entre le froid et le chaud
Mais indeacutependamment de ces reacutefeacuterences au corps humain au feu refroidi ou au
soleil - ougrave lrsquoeacutetalon de la chaleur est bien eacutetabli - la notion tactile de tieacutedeur peut ecirctre
deacutecrite comme un eacutetat meacutedian intermeacutediaire entre le chaud et le froid une tempeacutera-
ture moins chaude que le chaud ou plus chaude que le froid Seacutenegraveque en epist 92 21
souligne la gradation froid chaud tiegravede32
Frigidum inquit aliquid et calidum nouimus inter utrumque tepidum est sic aliquis bea-tus est aliquis miser aliquis nec beatus nec miser Volo hanc contra nos positam imaginem excutere Si tepido illi plus frigidi ingessero fi et frigidum si plus calidi adfudero fi et nouis-sime calidum (Sen epist 92 21)
ldquo Nous connaissons dit-il le froid et le chaud entre les deux il y a le tiegravede de la mecircme
maniegravere quelqursquoun est heureux malheureux ou ni lrsquoun ni lrsquoautre Je veux faire un sort agrave cette
image qursquoon nous oppose Si jrsquoajoute du froid au tiegravede il deviendra froid si jrsquoy reacutepands plus
de chaleur il deviendra fi nalement chaud rdquo
29 Voir aussi Sen Tro 85-86 (tepido puluere) Ov epist 6 92 (tepidis rogis) Verg Aen 11 211-212 agrave propos de la terre tiegravede qui se mecircle aux braises drsquoun brasier funeacuteraire
30 Cet adjectif srsquoapplique aussi au terme umor (laquo liquide raquo) chez Virgile en georg 1 117 ougrave il est question drsquoun tepidus umor que lrsquoon trouve dans les champs imbibeacutes drsquoeau
31 Voir aussi Oed 604-607 ougrave Seacutenegraveque oppose le gelidus Strymon (laquo le Strymon geleacute raquo) ainsi que les Arctoas niues (laquo neiges arctiques raquo) au tepens Nilus (laquo le Nil tiegravede raquo)
32 Voir aussi Cels 1 4 2-3
ROESCH
181
Au sein de cette gradation du chaud au froid le tiegravede peut ecirctre indiffeacuteremment
preacutesenteacute comme plus froid que chaud33 ou plus chaud que froid34 Par exemple chez
Lucregravece agrave propos des symptocircmes de la peste drsquoAthegravenes la tieacutedeur de la peau des per-
sonnes enfi eacutevreacutees est eacutetonnante car on srsquoattendrait agrave la trouver plus chaude
Nec nimio cuiquam posses ardore tueri corporis in summo summam feruescere par-tem sed potius tepidum manibus proponere tactum (Lucr 6 1163-1165)
ldquo Et on ne pouvait remarquer chez personne que la peau et la surface du corps fussent
brucirclantes drsquoune chaleur corporelle excessive mais elles offraient plutocirct au toucher une sen-
sation de tieacutedeur rdquo
Tandis que chez Seacutenegraveque en Phaedr 381-383 la pluie est deacutecrite comme tiegravede
car elle est plus chaude que la neige froide
Lacrimae cadunt per ora et assiduo genae rore irrigantur qualiter tauri iugis tepido madescunt imbre percussae niues (Sen Phaedr 381-383)
ldquo Les larmes tombent sans trecircve le long de son visage et ses joues sont mouilleacutees de roseacutee
comme les neiges qui srsquoamollissent frappeacutees par la pluie tiegravede sur les monts du Taurus rdquo
Ces emplois concernant la tempeacuterature tactile sont les plus anciens Degraves lrsquoeacutepoque
de Varron (Ier siegravecle av JC) tepidus est employeacute aussi pour renvoyer agrave la tempeacuterature
ambiante le terme qualifi e la chaleur modeacutereacutee de lrsquoatmosphegravere drsquoun lieu
3 Tempeacuterature ambiante
31 Tempeacuterature drsquoun lieu clos ou non
La tieacutedeur peut ecirctre obtenue dans une maison en chauffant une piegravece jusqursquoagrave une
tempeacuterature agreacuteable pour le corps Columelle explique ainsi agrave propos des jeunes
poulets qursquoils doivent ecirctre gardeacutes au tiegravede35
Sed et curandum erit ut tepide habeantur nam nec calorem nec frigus sustinent (Colum
8 5 19)
ldquo On prendra soin que [les poulets] soient maintenus agrave une tempeacuterature tiegravede car ils ne
peuvent supporter ni la chaleur ni le froid rdquo
Mais la tieacutedeur ambiante se rencontre aussi en exteacuterieur dans certaines reacutegions
Crsquoest un sujet freacutequemment eacutevoqueacute dans les traiteacutes agricoles quand il srsquoagit de donner
33 Voir aussi pour le substantif tepor le passage de Tacite hist 3 32 3 il est question drsquoAntonius qui veut se laver agrave lrsquoissue drsquoun combat Is balineas abluendo cruori propere petit Excepta uox est cum teporem incusaret statim futurum ut incalescerent (laquo Celui-ci gagne rapidement les bains pour se laver du sang Comme il se plaignait de la tieacutedeur de lrsquoeau on entendit une voix qui disait qursquoils allaient tout de suite la reacutechaufferraquo) Voir aussi Cels 4 15 4
34 Cf aussi Cels 2 30 3 ougrave lrsquoaqua tepida (laquo lrsquoeau tiegravede raquo) est opposeacutee agrave lrsquoaqua perfrigida (laquo lrsquoeau glaceacutee raquo)
35 Pour cette expression locus tepidus voir aussi Varro rust 3 9 Cels 1 3 5
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des conseils sur les cultures adapteacutees agrave tel ou tel climat chez Columelle36 par exem-
ple en 2 7
Sed de his prius disseremus quae nostra causa seminantur memores antiquissimi prae-cepti quo monemur ut locis frigidis nouissime tepidis celerius calidis ocissime iaciamus (Colum 2 7)
ldquo Mais nous parlerons drsquoabord des plantes qui sont semeacutees pour notre usage En gardant
en meacutemoire le preacutecepte tregraves ancien qui nous avertit de semer en dernier dans les lieux froids
plus rapidement dans les lieux tiegravedes le plus tocirct possible dans les lieux chauds rdquo
32 Tempeacuterature du vent
Lrsquoadjectif sert aussi agrave qualifi er la tempeacuterature du vent cet emploi est tregraves freacutequent
en poeacutesie (Virgile Seacutenegraveque Catulle Ovide37) en particulier agrave propos de lrsquoAuster ou
du Notus preacutesenteacutes comme des vents agreacuteables par leur tieacutedeur ainsi chez Seacutenegraveque38
en Phaedr 20-22
Vos qua tepidis subditus austris frigora mollit durus Acharneus (Sen Phaedr 20-22)
ldquo Vous [allez] lagrave ougrave le dur mont Acharne adoucit ses tempeacuteratures rigoureuses soumis
aux tiegravedes vents du midi rdquo
33 Tempeacuterature du printemps
Par extension tepidus est associeacute au printemps saison de tempeacuterature modeacutereacutee
par Ovide en fast 5 601-60239
Tum mihi non dubiis auctoribus incipit aestas et tepidi fi nem tempora ueris habent (Ov
fast 5 601-602)
ldquo Alors si jrsquoen crois des garants certains commence lrsquoeacuteteacute et crsquoest la fi n de la peacuteriode du
tiegravede printemps rdquo
La notion de tieacutedeur eacutevoque donc principalement une tempeacuterature ressentie
soit par la main (tempeacuterature tactile) soit par lrsquoensemble du corps (tempeacuterature
ambiante) Les eacuteleacutements auxquels lrsquoadjectif tepidus srsquoapplique majoritairement sont
lrsquoeau (ainsi que toute sorte de liquide) et lrsquoair (lrsquoatmosphegravere)40 Il srsquoagit drsquoindiquer des
contextes dans lesquels ces eacuteleacutements sont dans une zone de confort pour le corps La
notion de tempeacuterature corporelle nous semble centrale ici en effet si lrsquoon remonte
aux occurrences les plus anciennes lrsquoeacuteleacutement prototypiquement tepidus est le sang
Nous pourrions donc poser pour cet adjectif un sens ancien ldquo agrave la tempeacuterature du
36 Voir aussi Colum 11 2 3337 Voir Ov am 1 4 12 am 1 7 56 am 2 8 20 Pont 4 10 43 Pont 4 12 35 ars 3 174 Verg
georg 2 331 (pour le Zeacutephyr)38 Cf Herc O 729 Catull 64 282 (tepidihellip Fauoni)39 Voir aussi Ov fast 1 662-663 et Sen Hercf 840 Voir Koptjevskava-Tamm (2012 375)
ROESCH
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corps chaud comme le corps rdquo La racine tep- signifi ant ldquo ecirctre chaud rdquo il y aurait lagrave
une speacutecialisation pour deacutesigner un type de tempeacuterature moyenne eacutequivalente agrave celle
du corps et agreacuteable au toucher
4 Tempeacuterature subjective
Sans surprise le terme nrsquoest pas employeacute pour deacutecrire la tempeacuterature corporelle
ressentie par le sujet parlant Comme le souligne Koptjevskaja-Tamm (2011 407) le
corps humain dont la tempeacuterature correspond exactement agrave cette notion de tiegravede
(il nrsquoest perccedilu ni comme chaud ni comme froid) nrsquoest en geacuteneacuteral pas deacutecrit agrave lrsquoaide
de lrsquoadjectif ldquo tiegravede rdquo puisque preacuteciseacutement il srsquoagit de sa tempeacuterature normale La
tempeacuterature subjective est deacutecrite quand le locuteur ressent une gecircne par rapport agrave
la norme il a une sensation de chaud ou de froid (par exemple en cas de fi egravevre ou de
frissons)
5 Meacutetaphores images associeacutees
Au-delagrave de ces emplois bien concrets tepidus preacutesente aussi des emplois meacutetapho-
riques dans le domaine des sentiments amoureux ou dans le vocabulaire de la rheacuteto-
rique
51 Sentiment amoureux
511 Amour qui nrsquoest pas fort ou qui srsquoatteacutenue
La meacutetaphore du feu est banale dans lrsquoAntiquiteacute pour renvoyer au sentiment amou-
reux Celui-ci est deacutecrit en termes de chaleur avec lrsquoadjectif calidus ou des verbes tels
calere ou ardere si la passion est un feu quand celle-ci faiblit les fl ammes aussi et la
chaleur diminue Il nrsquoest donc pas eacutetonnant qursquoun amour mourant soit deacutecrit comme
tiegravede comme chez Ovide41 en am 2 19 15-16
Sic ubi nexarat tepidosque refouerat ignis rursus erat uotis comis et apta meis (Ov am 2 19 15-16)
ldquo Ainsi quand elle mrsquoavait enchaicircneacute et qursquoelle avait agrave nouveau attiseacute mes sentiments
tiegravedes agrave nouveau elle eacutetait douce et accessible agrave mes vœux rdquo
512 Sentiment amoureux naissant et progressant en intensiteacute
Mais chez Ovide le verbe tepere (ainsi que sa variante praetepesco) peut aussi
srsquoemployer avec un sens inverse pour indiquer un amour qui croicirct et non qui dimi-
41 Voir aussi ars 2 445 Fac timeat de te tepidamque recalface mentem (laquo Fais en sorte qursquoelle ait des craintes agrave ton sujet et embrase agrave nouveau son acircme tiegravede raquo) rem 629 434 am 2 2 51-54 rem 7 (Saepe tepent alii iuuenes ego semper amaui) Lrsquoadjectif srsquoemploie aussi au sein de la litote haud tepidus pour indiquer un amour qui est calidus donc bien actif cf Ov met 11 225 Prop 1 13 26
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nue42 Ainsi en epist 11 27-28 Canaceacute explique agrave Macareacutee comment son amour pour
lui a crucirc en elle43
Ipsa quoque incalui qualemque audire solebam nescio quem sensi corde tepente deum (Ov epist 11 27-28)
ldquo Moi aussi je me suis enfl ammeacutee et jrsquoai senti dans mon cœur qui srsquoeacutechauffait je ne sais
quel dieu dont jrsquoavais entendu souvent parler rdquo
Tepere et tepidus indiquent donc un degreacute de tempeacuterature atteint lors drsquoun mou-
vement croissant ou descendant sur lrsquoeacutechelle de la tempeacuterature amoureuse Quel que
soit le sens de ce mouvement le point de reacutefeacuterence semble ecirctre le chaud plus que le
froid on va vers le chaud ou on en vient mais dans les passages qui nous inteacuteressent
il nrsquoest pas question de froid
52 Dans le vocabulaire de la rheacutetorique
Dans le vocabulaire de la rheacutetorique lrsquoadjectif tepidus se rencontre chez Quinti-
lien en inst 2 12 11 pour qualifi er un mauvais orateur
At illi hanc uim appellant quae est potius uiolentia cum interim non actores modo ali-quos inuenias sed quod est turpius praeceptores etiam qui breuem dicendi exercitationem consecuti omissa ratione ut tulit impetus passim tumultuentur eosque qui plus honoris lit-teris tribuerunt ineptos et ieiunos et tepidos et infi rmos ut quodque uerbum contumeliosissi-mum occurrit appellent (Quint 2 12 11)
ldquo Mais ces hommes appellent force ce qui est plutocirct de la violence Et lrsquoon ne trouve pas
seulement des avocats mais aussi ce qui est plus honteux des professeurs mecircmes qui apregraves
un bref entraicircnement agrave parler en oubliant toute meacutethode tempecirctent sans ordre suivant que
leur eacutelan les entraicircne ici ou lagrave et traitent ceux qui ont apporteacute le plus de gloire aux lettres
drsquohomme ineptes secs tiegravedes et faibles suivant le mot le plus outrageant leur vient agrave lrsquoesprit rdquo
Mais qursquoentend exactement Quintilien quand il dit qursquoun orateur est tiegravede Il faut
sans doute comprendre tepidus par rapport au substantif calor (ldquo chaleur rdquo) souvent
utiliseacute par Quintilien pour renvoyer meacutetaphoriquement dans un discours agrave la rapi-
diteacute de la penseacutee ou de lrsquoenchaicircnement des mots Par exemple en inst 8 proem 27
Quintilien explique qursquoil faut que lrsquoorateur srsquoentraicircne pour ne pas soupeser ses mots
un agrave un au moment ougrave il parle
Quod si idcirco fi eret ut semper optimis uterentur abominanda tamen haec infelicitas erat quae et cursum dicendi refrenat et calorem cogitationis extinguit mora et diffi dentia
(Quint inst 8 proem 27)
ldquo Et si ils font cela pour trouver toujours les meilleurs mots cette malheureuse pratique
doit cependant ecirctre rejeteacutee car elle reacutefregravene lrsquoeacutelan de la parole et le temps de la reacutefl exion ainsi
que la deacutefi ance eacuteteignent le feu de la penseacutee rdquo
42 Il faut cependant signaler qursquoen ce sens nous nrsquoavons pas releveacute drsquoemplois de lrsquoadjectif tepidus43 Voir aussi Hor carm 1 4 19-2 Ov am 2 3 6 (pour le preacuteverbeacute praetepesco)
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Si le calor est du cocircteacute de la spontaneacuteiteacute et de la rapiditeacute44 de la penseacutee45 la tieacutedeur
correspondrait donc agrave un manque drsquoeacutelan dans le discours tant dans le deacutebit que dans
lrsquoenchaicircnement des ideacutees Cela se confi rme dans un passage de Tacite du Dialogue des orateurs 21 6 ougrave apparaicirct le substantif tepor (ldquo tieacutedeur rdquo) avec un emploi meacutetaphori-
que Aper eacutevoque les œuvres des Anciens et explique que toutes ne sont pas bonnes
il donne pour exemple certaines œuvres de Ceacutesar ou de Brutus caracteacuteriseacutees par leur
tepor et leur lentitudo
[hellip] tam hercule quam Brutum philosophiae suae relinquamus Nam in orationibus mi-norem esse fama sua etiam admiratores eius fatentur nisi forte quisquam aut Caesaris pro Deciltdigto Samnite aut Bruti pro Deiotaro rege ceterosque eiusdem lentitudinis ac teporis libros legit nisi qui et carmina eorundem miratur (Tac dial 21 6)
ldquo De mecircme par Hercule laissons Brutus agrave sa philosophie car mecircme ses admirateurs
avouent que dans ses discours il est en-deccedilagrave de sa reacuteputation Personne ne lit les discours de
Ceacutesar pour le Samnite Decius ou de Brutus pour le roi Deiotarus et drsquoautres ouvrages de la
mecircme lenteur et de la mecircme tieacutedeur sauf quelqursquoun qui admire leurs poegravemes rdquo
Ainsi dans ses emplois meacutetaphoriques tepidus est-il tributaire des meacutetaphores
de la chaleur Par exemple lrsquoamour eacutetant deacutecrit en latin en termes de feu tepidus qui
renvoie agrave une chaleur moins ardente servira agrave caracteacuteriser un amour moins fort qursquoil
soit en train de naicirctre ou de mourir De mecircme dans le vocabulaire de la rheacutetorique
par rapport agrave calidus qui deacutesigne un orateur tregraves dynamique ou un discours vif et
rapide tepidus renvoie agrave quelqursquoun qui manque drsquoeacutenergie Comme lrsquoadjectif eacutevoque
un comportement qui est en-deccedilagrave de la chaleur attendue drsquoun amoureux ou drsquoun bon
orateur il nrsquoest pas eacutetonnant qursquoil se colore drsquoune connotation neacutegative46 Une fois
de plus la reacutefeacuterence se fait par rapport au chaud tepidus renvoie agrave ce qui est moins
chaud que calidus
6 La question de la graduabiliteacute ldquo plus tiegravede rdquo ou ldquo tregraves tiegravede rdquo
En latin lrsquoadjectif tepidus peut se rencontrer sous la forme du comparatif tepi-dior (ldquo plus tiegravede rdquo) ou du superlatif tepidissimus (ldquo tregraves tiegravede rdquo)47 ce qui est eacutetonnant
quand on compare ce terme agrave lrsquoadjectif franccedilais tiegravede qui lui nrsquoest pas graduable48
44 Cette association entre chaleur est rapiditeacute est freacutequente en latin sans doute notamment agrave cause de lrsquoimage du feu perccedilu comme un eacuteleacutement en permanence en mouvement Cf Roesch agrave paraicirctre
45 Pour drsquoautres emplois de ce terme calor chez Quintilien voir inst 9 4 113 10 3 6 10 3 18 10 7 13 11 3 111 11 3 130 11 3 146
46 Signalons qursquoon trouve en anglais et en serbe (cf Rasulić 2015) des emplois meacutetaphoriques analogues de laquo tiegravede raquo pour exprimer le manque drsquointensiteacute eacutemotionnelle ou le manque drsquoeacutenergie Rasulić souligne aussi que dans ces deux langues dans ses emplois meacutetaphoriques laquo tiegravede raquo est neacutegativement connoteacute de mecircme en letton (cf Perkova 2015)
47 Dans lrsquoensemble de la litteacuterature latine jusqursquoau Ve siegravecle ap JC on relegraveve 30 occurrences du terme au comparatif 10 au superlatif
48 Du moins dans les cas ougrave il deacutesigne une tempeacuterature (cf Rivara 1993) dans ses emplois meacutetaphoriques par exemple au sens de laquo faible raquo il est graduable
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186
61 Le comparatif tepidior
Les emplois de tepidus au comparatif se rencontrent souvent dans les traiteacutes drsquoa-
griculture (Varron et Columelle) ougrave pour la culture ou lrsquoeacutelevage la tempeacuterature joue
un rocircle important ou dans lrsquoHistoire naturelle de Pline ougrave lrsquoauteur parle reacuteguliegravere-
ment du climat Ainsi en rust 1 6 2 Varron explique-t-il que les mecircmes cultures ne
conviennent pas aux diffeacuterents terrains (plaines collines montagnes)
E quibus tribus fastigiis simplicibus sine dubio infi mis alia cultura aptior quam summis quod haec calidiora quam summa sic collinis quod ea tepidiora quam infi ma aut summa
(Varro rust 1 6 2)
ldquo Parmi ces trois type de terrains simples sans doute un certain type de culture est
plus adapteacute aux altitudes basses qursquoaux altitudes eacuteleveacutees parce que les premiegraveres sont plus
chaudes que les altitudes eacuteleveacutees de mecircme pour les collines parce que celles-ci sont de tem-
peacuterature plus douce que les terrains situeacutes plus bas ou plus haut rdquo
Tepidior est ici employeacute pour renvoyer agrave la tempeacuterature des collines zone
intermeacutediaire de climat tempeacutereacute plus ldquo tiegravede rdquo que les sommets (summa) ou les plai-
nes (infi ma) crsquoest-agrave-dire plus chaud que les uns et plus froid que les autres Le compa-
ratif souligne la diffeacuterence de tempeacuterature avec les deux extrecircmes que sont le chaud
et le froid
Mais la reacutefeacuterence peut se faire uniquement par rapport au froid comme en Varro
rust 3 10 3 ougrave il est cette fois question de lrsquoeacutelevage des oies49 la tempestas la mau-
vaise saison incarne le froid
Incubat tempestatibus dies triginta tepidioribus XXV (Varro rust 3 10 3)
ldquo [Lrsquooie] couve 30 jours par mauvais temps 25 si le temps est plus doux rdquo
Rappelons que le comparatif latin nrsquoest pas toujours strictement comparatif pui-
sqursquoil peut indiquer une intensiteacute variable et se traduire par ldquo trop rdquo ou ldquo assez rdquo50
Ainsi Seacutenegraveque dans le de ira 2 25 (= dial 4 25) fait-il une liste des petits deacutesa-
greacutements du quotidien le comparatif nrsquoindique ici pas une comparaison (plus ou
moins chaud) mais une intensiteacute comme on le voit avec lrsquousage de parum agilis dans
la mecircme phrase
Parum agilis est puer aut tepidior aqua poturo aut turbatus torus aut mensa neglegentius posita ad ista concitari insania est (Sen dial 4 25)
ldquo Mon esclave est trop peu rapide mon eau trop chaude pour la boire mon lit en deacutesordre
ou ma table dresseacutee avec neacutegligence Srsquoeacutenerver pour cela est de la folie rdquo
49 Voir aussi Sen nat 2 10 3 ougrave lrsquoexpression tepidiora loca renvoie agrave des reacutegions agrave la tempeacuterature plus modeacutereacutee que celles du nord ou Pline le Jeune epist 5 6 25 ougrave lrsquoauteur qui deacutecrit sa maison parle des bains froids puis explique que si lrsquoon veut nager dans un espace plus large ou plus chaud (si natare latius aut tepidius uelis) on peut trouver une piscine toute proche Voir aussi pour des emplois similaires Plin nat11 15 43 10 79 163 18 49 174 37 44 128 Varro rust 1 6
50 Cf Touratier (1994 304)
ROESCH
187
Une fois encore tepidus est orienteacute vers le chaud lrsquoeau ldquo trop tiegravede rdquo est plus
chaude que la tempeacuterature souhaiteacutee
62 Le superlatif tepidissimus
Les emplois au superlatif sont plus rares51 peut-ecirctre parce que la notion de
tempeacuterature moyenne se precircte mal agrave lrsquoexpression de la superlativiteacute Chez Seacutenegraveque
dans la Consolatio ad Marciam en 17 4 (= dial 6 17 4) lrsquoauteur deacutecrit agrave un futur
voyageur tout ce qursquoil pourra voir agrave Syracuse
Videbis [hellip] ipsam ingentem ciuitatem et laxius territorium quam multarum urbium fi nes sunt tepidissima hiberna et nullum diem sine interuentu solis (Sen dial 6 17 4)
ldquo Tu verras la ville mecircme et son territoire plus eacutetendu que les limites de nombreuses citeacutes
les hivers tregraves doux et aucun jour sans apparition du soleil rdquo
Si les hivers sont qualifi eacutes de tregraves tepida crsquoest-agrave-dire ldquo tregraves doux rdquo crsquoest sans doute
parce que lrsquoadjectif calidus (ldquo chaud rdquo) ne peut srsquoappliquer agrave cette saison prototypi-
quement froide Crsquoest probablement parce que tepidus permet drsquoindiquer un degreacute de
chaleur infeacuterieur agrave calidus qursquoil a eacuteteacute retenu52
Les emplois ulteacuterieurs se rencontrent notamment sous la plume de saint Augustin
au Ve siegravecle dans son œuvre on relegraveve 3 occurrences de lrsquoadjectif au superlatif53 mais
une seule ougrave lrsquoadjectif est employeacute au sens propre pour renvoyer agrave une tempeacuterature
Il srsquoagit de Conf 6 2 ougrave Augustin eacutevoque le vin aquatissimum et tepidissimum que
sa megravere utilisait pour rendre hommage aux martyrs suivant une pratique ancienne il
srsquoagit ici de montrer qursquoelle ne boit pas pour le plaisir car ce vin (merum) nrsquoest pas bon
eacutetant tregraves dilueacute et tiegravede Le superlatif ldquo tregraves tiegravede rdquo vise sans doute agrave renforcer lrsquoideacutee
sous-jacente suivant laquelle boire tiegravede est ldquo tregraves deacutesagreacuteable rdquo
[hellip] et si multae essent quae illo modo uidebantur honorandae memoriae defunctorum idem ipsum unum quod ubique poneret circumferebat quo iam non solum aquatissimo sed etiam tepidissimo cum suis praesentibus per sorbitiones exiguas partiretur quia pietatem ibi quaerebat non uoluptatem (Aug conf 6 2 2)
ldquo Et srsquoil y avait plusieurs deacutefunts dont elle voulait honorer la meacutemoire de cette maniegravere
elle emportait seulement cette mecircme [petite coupe] qursquoelle posait partout avec laquelle elle
partageait agrave petites gorgeacutees avec les fi degraveles qui eacutetaient lagrave du vin non seulement largement
51 Entre le IIIe siegravecle av JC et le IVe ap JC on a en tout deux occurrences de cette forme les huit autres emplois sont tardifs (Vegraveme siegravecle ap JC)
52 On relegraveve un emploi analogue chez Pline le Jeune qui deacutecrit une des chambres de sa villa de Toscane Idem cubiculum hieme tepidissimum quia plurimo sole perfunditur (epist 5 6 24) laquo La mecircme chambre est bien chaude en hiver parce qursquoelle inondeacutee de soleil raquo Lagrave encore lrsquoemploi de tepidus srsquoexplique sans doute par la reacutefeacuterence agrave lrsquohiver
53 Dans les deux autres occurrences chez Augustin lrsquoadjectif preacutesente le sens fi gureacute de laquo faible raquo ce qui explique qursquoil soit graduable Par exemple dans le Contra epistulam Manichaei quam uocant fundamenti 9 lrsquoadjectif tepidissimus qualifi e le substantif celebritas et deacutesigne laquo une tregraves faible affl uence raquo et en conf 8 11 27 le superlatif drsquoadverbe tepidissime signifi e laquo tregraves faiblement raquo
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coupeacute drsquoeau mais aussi tout agrave fait tiegravede car ce qursquoelle cherchait lagrave crsquoeacutetait la pieacuteteacute et non le
plaisir rdquo
Si dans tous ces emplois lrsquoadjectif tepidus peut ecirctre employeacute tant au comparatif
qursquoau superlatif crsquoest sans doute parce qursquoil renvoie agrave un degreacute de chaleur preacutecis
avec lequel on peut caracteacuteriser tel ou tel eacuteleacutement (en lrsquooccurrence une tempeacuterature
modeacutereacutee agreacuteable pour le corps) plutocirct qursquoune vague notion intermeacutediaire entre le
chaud et le froid En cela tepidus a un fonctionnement diffeacuterent de celui du franccedilais
tiegravede dont il est pourtant lrsquoancecirctre
7 Lrsquoexpression du tiegravede en latin par rapport au franccedilais et agrave lrsquoitalien
En franccedilais lrsquoadjectif tiegravede issu de lat tepidus caracteacuterise preacutefeacuterentiellement des
entiteacutes qui sont les mecircmes qursquoen latin lrsquoeau lrsquoair le corps ou les cendres54 Le TLF
deacutecrit fr tiegravede comme laquo 1- qui est agrave une tempeacuterature modeacutereacutee qui provoque une
sensation thermique modeacutereacutee entre le chaud et le froid 2- qui est encore leacutegegraverement
chaud 3- qui reacutechauffe modeacutereacutement raquo crsquoest-agrave-dire que ce qui prime est la notion de
tempeacuterature moyenne et intermeacutediaire
Rivara (1990 128) explique qursquoen franccedilais les antonymes froid et chaud sont ce
qursquoil appelle bipolaires crsquoest-agrave-dire que le chaud et le froid sont des proprieacuteteacutes laquo perccedilues
comme orienteacutees agrave lrsquoinverse lrsquoune de lrsquoautre [hellip] elles sont seacutepareacutees non par une fron-
tiegravere clairement traceacutee mais par une zone intermeacutediaire vaguement deacutefi nie agrave laquelle
on donne lrsquoeacutepithegravete de tiegravede Bien que tregraves approximativement deacutefi nissable cette zone
est conccedilue comme ponctuelle et a fortiori non graduable elle ne souffre donc pas les
deacuteterminations de degreacute ni la comparaison (tregraves tiegravede) 55raquo Entre ces deux eacutechelles qui
ne se recouvrent pas orienteacutees lrsquoune vers le chaud lrsquoautre vers le froid il y aurait donc
une zone intermeacutediaire hors eacutechelle dans laquelle rentre lrsquoadjectif fr tiegravede crsquoest parce
qursquoil est hors eacutechelle que cet adjectif nrsquoest pas graduable Rivara (1993 45) repreacutesente
les adjectifs fr chaud froid et tiegravede du franccedilais par le scheacutema suivant
Pas de limite theacuteorique
Chaud
Zone intermeacutediaire tiegravede
Froid
Pas de limite theacuteorique
Agrave lrsquoinverse en latin tepidus appartient agrave une eacutechelle de tempeacuterature continue
qui va du chaud (calidus) au froid (frigidus) avec en haut de chacune des eacutechelles
le chaud extrecircme (feruidus) ou le froid extrecircme (algidus) Dans cette eacutechelle tepidus
occupe une zone meacutediane (bien qursquoagrave notre avis il soit plus pregraves du chaud que du froid
54 Cf les exemples de lrsquoarticle laquo tiegravede raquo du TLF55 Voir aussi Rivara (1993 45)
ROESCH
189
car comme nous lrsquoavons vu notamment agrave propos de ses emplois meacutetaphoriques le
terme se deacutefi nit en prioriteacute comme moins chaud que calidus) Pour le latin on peut
donc proposer lrsquoeacutechelle suivante
feruidus (brucirclant)
calidus (chaud)
tepidus (tiegravede)
frigidus (froid)
algidus (glaceacute)
Agrave la diffeacuterence du franccedilais srsquoil faut en croire Luraghi (2015 348 fi gure 4b) lrsquoita-
lien a gardeacute la mecircme eacutechelle de tempeacuterature continue que le latin Luraghi propose la
repreacutesentation suivante pour les termes de chaleur en italien
bollente caldo tiepido (neutral) fresco freddo gelato
Elle explique que ni it tiepido ni it fresco ne correspondent agrave une tempeacuterature
neutre qui pourrait ecirctre deacutecrite par fr tiegravede en franccedilais car it tiepido est du cocircteacute du
chaud (avec le sens de ldquo modeacutereacutement chaud rdquo ce qui correspond aux emplois du latin
tepidus) 56 it fresco (ldquo frais rdquo) du cocircteacute du froid Un autre point commun est que it
tiepido permet le comparatif piugrave tiepido dont Luraghi explique que dans le cas de
la tempeacuterature tactile selon le contexte il signifi e ldquo plus chaud en venant du froid rdquo
ou ldquo plus froid en venant du chaud rdquo mais pas ldquo plus tiegravede rdquo Luraghi dresse alors un
parallegravele entre le latin et lrsquoitalien et apregraves reacutefl exion propose pour les termes latins
le scheacutema suivant (2015 348 fi gure 5) qui preacutesente une reacutepartition quasi-similaire agrave
celle des termes de tempeacuterature en italien
fervidus calidus tepidus (neutral) frigidus algidus
En fait il nous semble que le sens de tepidus en latin srsquoil se situe bien eacutetymolo-
giquement du cocircteacute du chaud deacutepend beaucoup du contexte et peut remplir la place
de la tempeacuterature ldquo neutre rdquo en cas de besoin Quand lrsquoadjectif est employeacute seul sans
reacutefeacuterence ni au chaud ni au froid il signifi e ldquo agrave la tempeacuterature du corps modeacutereacutement
chaud rdquo Quand il est employeacute en lien avec la notion de froid ou celle de chaud du fait
de sa position intermeacutediaire entre ces deux degreacutes de chaleur il peut signifi er ldquo plus
chaud que le degreacute froid rdquo ou ldquo plus froid que le degreacute chaud rdquo Enfi n quand il srsquoagit de
renvoyer agrave une tempeacuterature intermeacutediaire entre ces deux extrecircmes crsquoest tepidus qui
est utiliseacute par deacutefaut car crsquoest le seul adjectif latin permettant de renvoyer agrave une tem-
peacuterature modeacutereacutee - ce qui en fait lrsquoeacutequivalent du terme neutre de Luraghi Il eacutequivaut
alors au franccedilais tiegravede ce qui explique sans doute la valeur de tempeacuterature meacutediane
prise par cet adjectif en franccedilais
56 Luraghi souligne par ailleurs le fait que it tiepido se deacutefi nit par reacutefeacuterence agrave la tempeacuterature du corps humain lagrave aussi dans la droite ligne de ce que nous avons mis en lumiegravere pour lat tepidus
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190
Le franccedilais a donc innoveacute par rapport au latin en sortant le ldquo tiegravede rdquo de lrsquoeacutechelle de
la chaleur et en en faisant une zone intermeacutediaire Ce qui prime en franccedilais pour ce
terme est son emploi relatif la reacutefeacuterence agrave la tempeacuterature du corps qui eacutetait primor-
diale en latin est devenue marginale Agrave la diffeacuterence de lrsquoitalien tiepido le franccedilais
tiegravede ne garde donc pas la trace du sens eacutetymologique de lat tepidus issu de la racine
i-e tep- ldquo ecirctre chaud rdquo
Universiteacute Franccedilois Rabelais Tours Sophie ROESCH
ROESCH
191
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193
La formation de la terminologie grammaticale roumaine agrave
lrsquoaide des termes latins la relatinisation du roumain entre
le XVIIIe et le XIXe siegravecles
Pour la plupart des lexiques techniques appartenant aux langues modernes le
latin est en mecircme temps source et modegravele pour la constitution des termes speacutecialiseacutes
du domaine de la grammaire Nous tenterons de preacutesenter ici les conditions speacuteci-
fi ques de la formation drsquoune terminologie grammaticale en roumain agrave lrsquoaide du latin
comme eacuteleacutement essentiel du processus de relatinisation du roumain entre le XVIIIe
et le XIXe siegravecles Nous partons des textes des premiegraveres grammaires latines du rou-
main afi n de dresser un inventaire des termes qui sont agrave la base de leurs correspon-
dants roumains
1 Latin1 et langues techniques
11 Lexiques techniques et terminologie grammaticale
On sait qursquoagrave partir du XVIe siegravecle en Occident le monopole du latin est menaceacute
face au deacuteveloppement des langues vernaculaires Il y a un paradoxe qui se produit
agrave cette eacutepoque et dans les siegravecles qui suivent le savoir et ses moyens de transmission
se modernisent gracircce au retour au latin classique Les nouveaux concepts ainsi que
les nouvelles reacutealiteacutes extralinguistiques avaient besoin drsquoune langue pour les nommer
drsquoune maniegravere sans eacutequivoque commune agrave tous les participants au savoir Dans son
ouvrage Le latin ou lrsquoempire drsquoun signe XVIe-XXe siegravecle Franccediloise Waquet considegravere
que laquo les concepts nouveaux qursquoelles [les œuvres] veacutehiculaient nrsquoeacutetaient pas toujours
aiseacutement traduisibles alors que de surcroicirct ils eacutetaient parfaitement clairs pour le
nombre limiteacute des doctes qui avaient agrave les manier raquo (Waquet 1998 112) Apregraves la
disparition du latin comme langue universelle de la communication dans les divers
domaines de la science les langues modernes (et non seulement les langues romanes)
conservent des inventaires des termes drsquoorigine latine qui transforment cet heacuteritage
dans une terminologie internationale
Bien qursquoelle appartienne au vocabulaire technique la terminologie grammaticale
est dans une situation diffeacuterente Elle est deacutejagrave formeacutee et elle repreacutesente un systegraveme
1 laquo Il est leacutegitime de souligner le rocircle essentiel qursquoa joueacute la langue latine dans la constitution des lexiques techniques et scientifi ques dans tous les domaines de la connaissance et en particu-lier dans ceux comme la botanique qui ont continueacute jusqursquoagrave lrsquoeacutepoque moderne et contempo-raine agrave employer le latin comme langue de communication raquo (Fruyt 2006 11)
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clos parce qursquoelle se conserve depuis les eacutepoques classique et tardive du latin Elle
nrsquoeacutevolue pas comme les autres lexiques techniques des XVIe-XVIIe siegravecles Mais son
importance est toujours de premier rang gracircce agrave son prestige assureacute par lrsquoenseigne-
ment en latin et parce qursquoelle est aussi un meacutetalangage le seul agrave former une conscience
linguistique Les gens reacutefl eacutechissent sur leurs langues maternelles agrave lrsquoaide du latin
Au XVIIe siegravecle le roumain est une langue qui se trouve dans une situation para-
doxale Il posseacutedait une traduction inteacutegrale de la Bible (en 1688) soixante-dix ans
avant la reacutedaction de la premiegravere grammaire du roumain Le contact avec la langue et
la culture latines nrsquoest pas institutionnaliseacute pour les locuteurs roumains avant lrsquoappa-
rition de lrsquoEglise grecque-catholique en Transylvanie mais il existe en opposition
avec la culture eccleacutesiastique offi cielle des Roumains Jusqursquoau XVIIIe siegravecle leur
culture est principalement religieuse chreacutetienne orthodoxe conserveacutee et deacutevelop-
peacutee par les contacts exclusifs avec Constantinople et le monde grec avec les Slaves
qui habitent au sud du Danube et les Russes A la fi n du XVIIIe siegravecle et surtout au
deacutebut du XIXe siegravecle la modernisation devient synonyme du clivage entre la culture
religieuse et la culture laiumlque La modernisation du roumain ne se fait pas agrave lrsquoaide de
la culture religieuse et de sa langue qui sont essentiellement conservatrices mais par
lrsquointermeacutediaire des langues techniques qui appartiennent agrave la culture laiumlque
12 Les concepts de relatinisation reromanisation occidentalisation
romane
Nous ne nous proposons pas drsquoentrer dans la poleacutemique concernant la deacutefi nition
du concept que les linguistes ont nommeacute successivement relatinisation (A Graur)
reromanisation (Sextil Pușcariu) occidentalisation romane (A Niculescu) ou tout
simplement modernisation latino-romane (N A Ursu) de la langue roumaine Nous
avons opteacute pour le terme de relatinisation qui dans lrsquoacception de Theodor Hristea
(2008 161-172) indique un pheacutenomegravene extrecircmement complexe laquo drsquointensifi cation et
drsquoaugmentation des caractegraveres latins du roumain raquo Lrsquoauteur identifi e le verbe relati-niser qursquoil trouve pour la premiegravere fois chez Antoine Meillet au sujet de laquo lrsquoinfl uence
franccedilaise qui a eacuteteacute grande au XIXe siegravecle raquo et qui laquo a heureusement relatiniseacute le
roumain depuis quelques deacutecades raquo (apud Hristea 2008 162) Le linguiste roumain
insiste sur la valeur intensive du preacutefi xe re- en deacutepit du sens iteacuteratif que les diction-
naires lui attribuent geacuteneacuteralement
Nous reconnaissons les deux valeurs intensive et iteacuterative du preacutefi xe re- dans le
deacuteriveacute relatinisation parce que le remplacement des termes consideacutereacutes comme ldquoeacutetran-
gersrdquo en roumain notamment les termes drsquoorigine slave suppose une intense activiteacute
linguistique de retour aux sources latines du roumain dans un milieu alloglotte Mais
dans lrsquoenvironnement culturel dans lequel se sont formeacutes les intellectuels de Transyl-
vanie le latin nrsquoest pas uniquement la langue de leurs ancecirctres de lrsquoEmpire Romain
crsquoest aussi la langue de la science et de la culture du Saint-Empire romain germanique
et de lrsquoOccident Nous prenons le terme relatinisation dans une acception plus res-
treinte justifi eacutee historiquement comme un processus par lequel le roumain langue
ȚAcircRA
195
drsquoorigine latine parleacutee par une population au carrefour entre lrsquoOrient et lrsquoOccident
fait le choix de se moderniser agrave lrsquoaide du latin et des langues romanes gracircce agrave sa toute
premiegravere geacuteneacuteration de philologues La premiegravere phase qui nous inteacuteresse ici dure
presqursquoun siegravecle de 1780 agrave 1860 et repreacutesente laquo lrsquoeacutetape drsquoassimilation de la science
moderne et de la creacuteation de lrsquoesprit scientifi que chez les Roumains raquo (Ursu 1962 10)
Le cas de la terminologie grammaticale est diffeacuterent des autres terminologies speacute-
cialiseacutees pour deux raisons Premiegraverement certains auteurs roumains eacutecrivent des
grammaires de leur propre langue directement en latin La connaissance du latin
savant signifi e lrsquoacquisition drsquoune reacutefl exion grammaticale structureacutee selon les cateacute-
gories de la langue latine et la connaissance de la terminologie latine En deuxiegraveme
lieu lrsquoactiviteacute de ces intellectuels eacutetait consciemment orienteacutee vers lrsquoaffi rmation drsquoune
correacutelation entre le roumain et le latin comme langue originaire et comme langue
des sciences agrave leur eacutepoque Le simple fait de preacutesenter le roumain agrave lrsquoaide des termes
latins agrave une eacutepoque ougrave tregraves peu de langues modernes posseacutedaient une terminologie
grammaticale propre ouvre la reacutefl exion sur la creacuteation drsquoune telle terminologie en
roumain
2 Grammaires latines du roumain et terminologies grammaticales
21 Remarques sur les grammaires choisies
Depuis la premiegravere grammaire du roumain eacutecrite en 1757 et jusqursquoagrave la fi n du
XIXe siegravecle lrsquointeacuterecirct pour comprendre pour deacutecrire la langue et pour lui donner des
normes unitaires srsquoest mateacuterialiseacute dans 100 grammaires reacutedigeacutees en roumain (74)
latin (6) allemand (12) franccedilais (4) italien (1) grec (2) et anglais (1)
Le corpus que nous avons choisi pour illustrer lrsquoideacutee de la relatinisation du rou-
main agrave lrsquoaide de la terminologie grammaticale latine est formeacute par les quatre pre-
miegraveres grammaires latines de la langue roumaine
Institutiones linguae valachicae sive Grammatica compendio exhibita (1770)
est la premiegravere grammaire roumaine reacutedigeacutee en latin Conserveacutee dans un manus-
crit de la Bibliothegraveque Archieacutepiscopale de Kalocsa en Hongrie elle fut eacutediteacutee en
2001 par Gheorghe Chivu et Lucia Wald de lrsquoUniversiteacute de Bucarest Lrsquoauteur ano-
nyme annonce dans la preacuteface lrsquoutiliteacute de son ouvrage et deacuteclare avoir employeacute une
meacutethode approprieacutee au latin langue agrave laquelle le roumain doit son origine2 Mecircme
srsquoil srsquoagit drsquoun instrument pour les missionnaires jeacutesuites le texte est important parce
qursquoil laquo affi rme explicitement la latiniteacute des structures grammaticales du roumain raquo
(Chivu Wald 2001 40)
Elementa linguae daco-romanae sive valachicae (Vienne 1780) est la premiegravere
grammaire eacutediteacutee de la langue roumaine Son apparition marque le deacutebut du pro-
2 laquo Utque harum Institutionum utilitas ad plures pertineret Methodo Latinae Linguae con-venienti cui Valachicum hoc Idioma sua debet cunabula pertractandas existimavi raquo (Chi-vu Wald 2001 50)
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cessus de modernisation du roumain cultiveacute processus qui srsquoeacutetend sur plus de cent
ans Ecrit entiegraverement en latin par lrsquoeacuterudit Samuil Micu en collaboration avec Gheor-
ghe Șincai cet ouvrage contient les principes theacuteoriques et les moyens pratiques drsquoun
renouvellement profond de la langue Destineacutee aux speacutecialistes eacutetrangers et rou-
mains cette grammaire a comme modegravele absolu lrsquoElementa linguae germanicae in gratiam hungaricae et transylvanicae iuventutis ex optimis autoribus collecta a Geor-gio Nagy Vienne 1775 Les ideacutees concernant lrsquoadoption de lrsquoalphabet latin selon un
systegraveme orthographique conforme agrave lrsquoeacutetymologie lrsquoinstitution des normes grammati-
cales drsquoapregraves les critegraveres des grammaires latines de lrsquoeacutepoque la conception geacuteneacuterale
concernant lrsquoenrichissement du vocabulaire par des emprunts massifs au latin mais
aussi agrave lrsquoitalien et au franccedilais ont assureacute la notorieacuteteacute de ce livre immeacutediatement apregraves
sa parution Il sera reacuteeacutediteacute en 1805 avec des changements concernant notamment le
systegraveme orthographique
La derniegravere grammaire que nous avons consulteacutee en manuscrit est lrsquoœuvre de Ion
Budai Deleanu eacutecrivain et philologue formeacute agrave Vienne auteur de travaux philolo-
giques qui deacutepassent par leur importance les eacutecrits de ses contemporains En plus
drsquoun dictionnaire roumain-allemand en 4 tomes il reacutedige la grammaire intituleacutee Fun-damenta grammatices linguae romaenicae seu ita dictae valachicae usui tam domes-ticorum quam extraneorum accommodata (1812) agrave laquelle il ajoute une variante
roumaine sous le titre Temeiurile gramaticii romacircnești (1815) Dans les Fundamenta
la description de la structure grammaticale du roumain est accompagneacutee par des
commentaires linguistiques deacutetailleacutes concernant la modernisation des normes phoneacute-
tiques et morphologiques Lrsquoauteur recommande le renouvellement du lexique par des
neacuteologismes emprunteacutes au latin agrave lrsquoitalien et au franccedilais censeacutes remplacer les mots
drsquoorigine slave hongroise grecque turque etc langues avec lesquelles le roumain
nrsquoavait pas drsquoaffi niteacute geacuteneacutealogique Sur la base de la terminologie latine employeacutee
dans les Fundamenta il propose et justifi e une terminologie grammaticale roumaine
tregraves proche de la terminologie actuelle
Dans le milieu culturel de la Transylvanie du XVIIIe siegravecle les auteurs des gram-
maires latines du roumain eacutetaient en contact avec la terminologie grammaticale latine
de diverses maniegraveres a) gracircce agrave leurs eacutetudes dans les collegraveges de Vienne et de Rome
b) par lrsquointermeacutediaire des grammaires de la langue latine dont celle de Gregorius
Molnar Elementa grammaticae latinae (Cluj 1556) qui a connu plusieurs eacuteditions
successives c) par des grammaires latines des autres idiomes parleacutes dans lrsquoempire
pluri-ethnique Elementa linguae germanicae in gratiam hungaricae et transylvani-cae iuventutis ex optimis autoribus collecta a Georgio Nagy Vienna 1775 Herkel
Johannes Pannonio Elementa universalis linguae slavicae e vivis dialectis eruta et sanis logicae principiis suffulta Budae Typis Regiae Universitatis Hungaricae 1826
d) par des traductions Teodor Corbea Dictiones latinae cum valachica interpreta-tione (environ 1700)
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22 Remarques sur les lexegravemes des vocabulaires techniques employeacutes dans les grammaires
Les traits saillants des lexegravemes qui forment un vocabulaire technique sont le
degreacute hautement speacutecialiseacute la faible extension seacutemantique la grande compreacutehension
seacutemantique et le fait drsquoecirctre rarement attesteacutes dans les textes (cf Fruyt 2006 12)
La terminologie grammaticale latine qui est agrave la base des terminologies des
langues modernes est le reacutesultat drsquoune eacutevolution dans le temps Elle comprend des
termes formeacutes en latin ou emprunteacutes au grec attesteacutes agrave des eacutepoques tregraves diffeacuterentes
grammaticus grammatica (Ciceacuteron Horace) syntaxis (Priscien) orthographia
(Quintilien Sueacutetone) etymologia (Quintilien) prosodia (Varron chez Aulu-Gelle)
uocabularium (qui nrsquoest pas attesteacute en latin classique et tardif) alphabetum (Tertul-
lien) usus (Ciceacuteron) substantiuum (Priscien) adjectiuus (Macrobe) pronomen (Var-
ron) uerbum (Quintilien) aduerbium (Quintilien) articulus (Quintilien) numeralis
(Priscien) praepositio (Ciceacuteron) interiectio (Quintilien) coniunctio (Horace) etc
Certains de ces lexegravemes furent pendant une longue peacuteriode polyseacutemiques
comme termes de la langue commune et comme termes speacutecialiseacutes (uerbum ldquo mot rdquo
vs ldquo verbe rdquo) parfois ambigus mecircme agrave lrsquointeacuterieur du vocabulaire technique (chez deux
auteurs diffeacuterents articulus ldquo pronom rdquo chez Varron vs ldquo article rdquo chez Quintilien
ou chez le mecircme auteur interjectio ldquo insertion rdquo vs ldquo parenthegravese rdquo vs ldquo interjection rdquo
chez Quintilien) Substantiuum (Priscien) et numeralis (Priscien) sont attesteacutes seule-
ment comme deacuteterminants
Les lexies complexes sous la forme drsquoun substantif ayant deacutejagrave un sens gramma-
tical deacutetermineacute par un adjectif qui sert agrave deacutelimiter de maniegravere preacutecise le sens afi n
de creacuteer des cateacutegories et des sous-cateacutegories sont un moyen constant drsquoenrichisse-
ment de la terminologie grammaticale Ces constructions qui sont speacutecifi ques de tous
les vocabulaires techniques fonctionnent comme des uniteacutes seacutemantiques attesteacutees
chez divers auteurs Par exemple pronomen possessiuum apparaicirct pour la premiegravere
fois dans un opuscule qursquoon attribue agrave saint Augustin3 accentus circumfl exus chez
Quoduultdeus (Ve siegravecle) indicatiuus modus chez Gaudentius Brixiensis (Ve siegravecle)
conparatiuus gradus chez Augustin etc
La terminologie grammaticale est le reacutesultat drsquoun processus graduel et complexe
de creacuteation drsquoun lexique speacutecialiseacute agrave lrsquoaide drsquoemprunts de mots deacuteriveacutes agrave partir de
radicaux latins productifs de calques seacutemantiques (casus) avec enrichissement de
sens nouveaux plus restreints et plus preacutecis pour des termes latins preacuteexistants de
signifi cation beaucoup plus large (usus)
3 Ars sancti Augustini pro fratrum mediocritate breviata peut-ecirctre IVe siegravecle
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23 Remarques sur le corpus seacutelectionneacute
231 La structure de la terminologie grammaticale latine (agrave partir des donneacutees du corpus)
La lecture critique des quatre premiegraveres grammaires latines du roumain nous a
permis drsquoobserver lrsquoextension de la terminologie grammaticale que les grammairiens
employaient en latin en parallegravele avec leurs efforts pour creacuteer une terminologie dans
la langue qursquoils parlaient
En premier lieu nous avons seacutelectionneacute environ 60 lexies et lexies complexes qui
ont de nos jours des correspondants tregraves proches en ce qui concerne leurs formes
dans les langues romanes et en roumain
Du point de vue de lrsquoappartenance des mots seacutelectionneacutes agrave la terminologie gram-
maticale nous avons remarqueacute des degreacutes diffeacuterents de speacutecialisation On trouve en
effet
a) des termes speacutecialiseacutes proprement dits dont la plupart sont monoseacutemiques orthogra-phia etymologia vocabularium etc substantivum adjectivum adverbium interjectio
conjunctio etc nominativus genitivus dativus etc vocalis consonans diphtongus etc
drsquoautres qui ont reccedilu un sens grammatical ulteacuterieurement sont polyseacutemiques genus
numerus persona casus modus gradus usus constructio terminatio comparatio etc
b) des lexies complexes repreacutesenteacutees par des syntagmes fi geacutes accentus gravis spiritus asper articulus defi nitus nomen proprium et des structures ougrave le deacuteterminant peut ecirctre deacutetacheacute
et employeacute seul genus masculinum pronomen demonstrativum verba passiva tempus praesens gradus positivus etc
c) des termes partiellement speacutecialiseacutes qui apparaissent dans le discours des grammairiens
comme agrave la suite drsquoune habitude langagiegravere ils ne traduisent pas de concepts mais sont
employeacutes pour mettre en relation des notions grammaticales exprimere (1805 substan-tivum quod in una constructione expressum fuit) formare (1780 duc fac dic formant personam praesentis imperativi du fagrave digrave) determinare (1780 articulus [hellip] defi nitus qui rem determinat indefi nitus alter qui rem non determinat) omittere (1805 e nominibus masculini vel neutrius generis desinentibus in us um u amp ut [hellip] omitte dictas termina-tiones amp erunt valachica) indicare (1805 articuli quibus praeter genera casus quoque indicantur) provenire (1812 ex littera h praeposita cognoscitur haec vocabula provenire a latino) denotare (1772 hoc praeterito denotari rem paulo ante factam) etc
232 La structure de la terminologie grammaticale roumaine (agrave partir des don-neacutees du corpus)
Du point de vue de leur eacutetymologie plus de 200 ans apregraves lrsquoinsertion de ces mots
dans lrsquoensemble du lexique par lrsquointervention deacutelibeacutereacutee des philologues de la fi n du
XVIIIe siegravecle la majoriteacute des termes sont consideacutereacutes dans les dictionnaires roumains
comme des emprunts neacuteologiques agrave eacutetymologie multiple latine franccedilaise italienne
parfois allemande
Les termes emprunteacutes au latin et aux langues romanes (consideacutereacutes par les lin-
guistes comme ayant une eacutetymologie multiple) sont largement majoritaires Le pro-
cessus de leur adaptation progressive au systegraveme phono-morphologique du roumain
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peut ecirctre signaleacute deacutejagrave dans les premiegraveres grammaires (notamment chez I Văcărescu
1787) mais il srsquoagit de formes fl uctuantes qui apparaissent de maniegravere irreacuteguliegravere4 en
concurrence avec des calques Une partie de notre corpus preacutesenteacutee en comparaison
avec le latin le franccedilais et lrsquoitalien et en contraste avec lrsquoallemand le hongrois et le
serbe (langues avec lesquelles le roumain eacutetait en contact immeacutediat au XVIIIe et au
XIXe siegravecles) montre que les formes emprunteacutees et adapteacutees au XIXe siegravecle sont res-
teacutees les mecircmes jusqursquoagrave notre eacutepoque5
SUBSTANTIVUM roum substantiv (1815) substantiv (1963 2005) it sostantivo fr substan-tif all das Nennwort (1810) das Substantiv hongr főneacutev sb imenica
CONJUNCTIO roum conjuncția (1815) conjuncția (1963 2005) it congiunzione fr
conjonction all das Verbindungswort (1810) die Konjunktion hongr koumltőszoacute sb Veznik
CASUS roum caz (1815) caz (1963 2005) it caso fr cas all der Kasus (1810) der Fall hongr eset sb Padež
DATIVUS roum dativ (1815) dativ (1963 2005) it dativo fr datif all der Dativ (1810)
hongr reacuteszeshataacuterozoacute eset dativus sb dativ
ABLATIVUS roum ablativ (1815) ablativ (DOOM 2005) it ablativo fr ablatif all der Ablativ (1810) hongr hataacuterozoacute eset ablativus sb ablativ
VOCATIVUS roum vocativ (1815) vocativ (1963 2005) it vocativo fr vocatif all der Vokativ hongr szoacuteliacutetoacute eset vocativus sb vokativ
PRONUNCIATIO roum pronunție (1815) pronunție (2005) it pronuncia fr prononciation
all die Aussprache hongr kiejteacutes sb izgovor
VOCALIS roum vocale pl (1815) vocală (DOOM 2005) it vocale fr voyelle all der Vokal hongr magaacutenhangzoacute sb samoglasnik vokal
CONSONANS roum consoana (1815) consoană (DOOM 2005) it consonante fr con-sonne all der Konsonant hongr maacutessalhangzoacute sb suglasnik konsonant
DIPHTONGUS roum diftongii pl (1815) diftong (DOOM 2005) it dittongo fr diph-tongue all der Diphthong der Doppellaut der Doppelvokal hongr kettőshangzoacute diftongus
sb diftong
PERSONA roum persoana (1815) persoană (1963 2005) it persona fr personne all die Person hongr szemeacutely sb lice
4 Les exemples que nous avons retenus remontent seulement agrave 1815 parce que Ion Budai Deleanu lrsquoauteur des Fundamenta grammaticeshellip (1812) et des Temeiurile gramaticiihellip (1815) emploie par excellence des neacuteologismes et il explique toujours son choix en faveur des emprunts latins
5 Les dates que nous avons indiqueacutees entre parenthegraveses repreacutesentent les attestations des termes chez Ion Budai Deleanu Temeiurile gramaticii romacircnești manuscrit 1815 Johann Molnar Deutsch-Walachische Sprachlehre Hermanstadt 1810 Gramatica limbii romacircne vol I-II ediția a II-a revăzută și adăugită București Editura Academiei Romacircne 1963 Gramatica limbii romacircne vol I-II București Editura Academiei Romacircne 2005 Dicționarul ortografi c ortoepic și morfologic al limbii romacircne (DOOM) ediția a II-a revăzută și adăugită București Univers Enciclopedic 2005
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NEUTRUM roum neutre pl (1815) neutru (1963 2005) it neutro fr neutre all das Neu-trum hongr semleges sb srednji
CONSTRUCTIO roum construcție (1815) construcție (1963 2005) it costruzione fr
construction all die Konstruktion hongr szerkezet sb konstrukcija
TERMINATIO roum terminație (1815) terminație (1963 2005) it terminazione fr termi-naison all die Endung (1810) hongr veacutegződeacutes sb zavrsetak
COMPARATIO roum comparație (1815) comparație (1963 2005) it paragone fr compa-raison all die Komparation hongr fokozaacutesa sb komparacija
GRADUS roum gradul (1815) grad (1963 2005) it grado fr degreacute all die Steigerungs-form (1810) hongr fok sb stepen
etc
Le processus drsquoadaptation phoneacutetique des emprunts nrsquoest pas toujours acheveacute
dans la premiegravere partie du XIXe siegravecle et il peut continuer jusqursquoau XXe siegravecle Par
exemple Ion Budai Deleanu propose des formes infl uenceacutees par la prononciation
latine (adiective interiecția coniugație) par la prononciation allemande des mots
latins (acțent partițipiu) et par la graphie des termes latins (preposiția acusativ
articul) Tous ces lexegravemes ont connu ulteacuterieurement des modifi cations en accord avec
leurs correspondants franccedilais ou italiens Cependant letera attesteacute en 1815 avec une
forme tregraves proche de lrsquoitalien lettera connaicirct le processus inverse et devient plus tard
litera proche du modegravele latin
ADJECTIVUM roum adiective adiectivuri pl (1815) adjectiv (1963 2005) it aggettiacutevo fr
adjectif all das Adjektiv (1810) hongr melleacutekneacutev sb pridev
INTERJECTIO roum interiecția (1815) interjecție (1963 2005) it interiezione fr inter-jection all das Zwischen Wort (1810) die Interjektion hongr indulatszoacute sb uzvik usklik
CONJUGATIO roum coniugație (1815) conjugare (1963 2005) it coniugazione fr conju-gaison all die Konjugation hongr igeragozaacutes sb glagolska promena konjugacija
PRAEPOSITIO roum preposiția (1815) prepoziție (1963 2005) it preposizione fr preacutepo-sition all das Vorwort (1810) die Praumlposition hongr eloumlljaacuteroacute (szo) viszonyszoacute prepoziacutecioacutes
sb predlog
ACCUSATIVUS roum acusativ (1815) acuzativ (1963 2005) it accusativo fr accusatif all
der Akkusativ (1810) hongr taacutergyeset accusativus sb akuzativ
ARTICULUS roum articul (1815) articol (1963 2005) it articolo fr article all der Artikel (1810) hongr neacutevelő sb član
ACCENTUS roum acțent (1815) accent (1963 2005) it accento fr accent all das Tonzei-chen (1810) der Akzent die Betonung hongr eacutekezet sb akcenat
PARTICIPIUM roum partițipiu (1815) participiu (1963 2005) it participio fr participe
all das Partizip hongr melleacutekneacutevi igeneacutev sb particip
MODUS roum modu (1815) mod (1963 2005) it modo fr mode all der Modus hongr
moacuted sb način
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LITTERA roum leteră (1815) literă (1963 2005) it lettera fr lettre all der Buchstabe (1810) hongr betű sb slovo etc
Les calques bien que nombreux agrave lrsquoeacutepoque (agrave cause des modegraveles allemands et
hongrois en Transylvanie neacuteo-grecs et russes en Valachie et en Moldavie) sont peu
repreacutesenteacutes dans nos exemples et il srsquoagit de mots heacuteriteacutes du latin On peut mentionner
pour les calques seacutemantiques
NUMERUS roum număr lt lat numerus TEMPUS roum timp lt lat tempus SONUS roum
sunet lt lat sonitum MASCULINUM roum bărbătesc (1815) bărbat ldquo homme rdquo lt lat barbatus
mais masculin (1963 2005) FEMININUM roum femeiesc (1815) femeie ldquo femme rdquo lt lat fami-lia mais feminin (1963 2005)
Relegravevent en outre des calques de structure les termes suivants PRONOMEN roum
pronume (pro+ nume lt lat nomen) POSTPONERE roum postpune (post+ pune lt lat
ponere)
On rencontre eacutegalement des lexies complexes emprunteacutees
ACCENTUS CIRCUMFLEXUS roum accent circumfl ex (1815 1963 2005) ACCENTUS GRAVIS roum accent grav (1963 2005) SUBSTANTIVUM INDECLINABILE roum substantiv indeclina-bil (1963 2005) VERBA AUXILIARIA roum verbe auxiliare (1815 1963 2005) VERBA ACTIVA roum verbe active (1815 1963 2005) VERBA PASSIVA roum verbe pasive (1815 1963 2005)
VERBA IMPERSONALIA roum verbe impersonale (1963 2005) MODUS INDICATIVUS roum mod indicativ (1815 1963 2005) M CONJUNCTIVUS roum m conjunctiv (1815 1963 2005) M OPTATIVUS roum m optativ (1963 2005) M IMPERATIVUS roum m imperativ (1815 1963
2005) M INFINITIVUS roum m infi nitiv (1815 1963 2005) NUMERALES CARDINALES roum
numerale cardinale (1963 2005) NUMERALES ORDINALES roum numerale ordinale (1963
2005)
NOMEN APPELLATIVUM roum substantiv apelativ (1963 2005) NOMEN DEFECTIVUM roum
substantiv defective (1963 2005) NOMINA EPICENA roum substantive epicene (1963 2005)
On peut ajouter des lexies complexes mixtes
PRONOMINA PERSONALIA roum pronume personale (1815 1963 2005) PRONOMINA POS-SESSIVA roum pronume posesive (1815 1963 2005) PRONOMINA DEMONSTRATIVA roum pro-nume demonstrative (1815 1963 2005) PRONOMINA RELATIVA roum pronume relative (1815
1963 2005) PRONOMINA INTERROGATIVA roum pronume interogative (1963 2005)
NOMEN PROPRIUM roum nume propriu (1963 2005) ACCENTUS ACUTUS accent ascuțit (1963 2005) ARTICULUM DEFINITUM roum articol hotăracirct (1963) articol defi nit (2005) ARTI-CULUM INDEFINITUM roum articol nehotăracirct (1963) articol nedefi nit (2005)
Les termes latins partiellement speacutecialiseacutes ont aussi des eacutequivalents dans la ter-
minologie roumaine actuelle DENOTARE roum a denota DETERMINARE roum a determina EXPRIMERE roum a exprima FORMARE roum a forma INDICARE roum a indica OMITTERE roum a omite PROUENIRE roum a proveni etc
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3 Conclusion
Lrsquoanalyse contrastive drsquoun corpus repreacutesentatif de la terminologie grammaticale
roumaine nous conduit agrave deux conclusions distinctes
En premier lieu dans le processus de relatinisation du roumain les grammaires
eacutecrites en latin ont joueacute un rocircle essentiel pour la formation de la nouvelle termino-
logie grammaticale Langue de la science au XIXe siegravecle le latin devient une source
drsquoemprunts neacuteologiques en roumain qui agrave la diffeacuterence des langues avec lesquelles
il est en contact eacutevite le plus souvent les calques afi n drsquoenrichir son inventaire lexical
avec des mots drsquoorigine latine La comparaison avec les termes correspondants en
allemand en hongrois (langue offi cielle en Transylvanie jusqursquoen 1918) et en serbe
met en eacutevidence les diffeacuterences concernant le processus drsquoacquisition (traduction vs
adaptation des emprunts neacuteologiques) dans ces quatre langues appartenant agrave des
groupes linguistiques distincts
En deuxiegraveme lieu les formes actuelles des termes speacutecialiseacutes (1963 2005) teacute-
moignent de leur rapprochement non seulement avec les formes des mecircmes mots dans
les langues romanes (franccedilais italien) mais surtout avec les termes latins employeacutes en
Europe jusqursquoau XIXe siegravecle Le roumain langue romane qui srsquoest deacuteveloppeacutee dans
un milieu linguistique totalement alloglotte modernise son vocabulaire agrave lrsquoaide des
lexiques scientifi ques creacuteeacutes par des emprunts massifs au latin savant Cette action
consciemment orienteacutee vers une relatinisation de lrsquoensemble du lexique roumain
commence par la creacuteation des terminologies scientifi ques parmi lesquelles le premier
rang en importance peut ecirctre attribueacute agrave la terminologie grammaticale au XIXe siegravecle
Universiteacute de lrsquoOuest Timisoara Roumanie George Bogdan ȚAcircRA
ȚAcircRA
203
Reacutefeacuterences bibliographiques
Dicționarul ortografi c ortoepic şi morfologic al limbii romacircne (DOOM) 2005 Ediţia a II-a
revăzută și adăugită București Univers Enciclopedic
Gramatica limbii romacircne 1963 Vol I-II ediţia a II-a revăzută și adăugită București Editura
Academiei Romacircne
Gramatica limbii romacircne 2005 Vol I-II Bucureşti Editura Academiei Romacircne
Institutiones linguae valachicae Prima gramatică a limbii romacircne scrisă icircn limba latină 2001
Ediție critică de Gheorghe Chivu Revizia textului latin de Lucia Wald București Editura
Academiei Romacircne
Chivu Gheorghe Buză Emanuela Roman Morariu Alexandra 1992 Dicţionarul icircmprumutu-rilor latino-romanice icircn limba romacircnă veche (1421-1760) București Editura Știinţifi că
Fruyt Michegravele 2006 laquo Formation des mots chez Pline lrsquoAncien et prolongements dans le neacuteo-
latin botanique raquo in Brachet Jean-Paul Moussy Claude (ed) Latin et langues techniques
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Studii şi cercetări lingvistice LIX 1 161-170
Marcu Mihaela 2004 laquo Modelele latine ale primelor gramatici romacircnești raquo Analele Universității din Craiova Seria știinţe fi lologice Limbi și literaturi clasice I 1-2 148-155
Marcu Mihaela 2005 Evoluţia terminologiei gramaticale romacircneşti icircn perioada 1757-1877
Craiova Editura Universitaria
Micu Samuil Șincai Gheorghe 1980 Elementa linguae daco-romanae sive valachicae Studiu
introductiv traducerea textelor și note de Mircea Zdrenghea Cluj-Napoca Editura Dacia
Molnar Johann 18102 Deutsch-Walachische Sprachlehre Hermanstadt Martin Hochmeister
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derne raquo in Individualitatea limbii romacircne icircntre limbile romanice 2 București Editura
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Niculescu Alexandru 2007 Lrsquoaltra latinitagrave Storia linguistica del romeno tra Oriente e Occi-dente A cura di Alvaro Barbieri Dan Octavian Cepraga Roberto Scagno Verona Edizioni
Fiorini
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Ursu NA Ursu Despina 2004 Icircmprumutul lexical icircn procesul modernizării limbii romacircne literare I Studiu lingvistic şi de istorie culturală Iași Editura Cronica
Waquet Franccediloise 1998 Le latin ou lrsquoempire drsquoun signe XVIe-XXe siegravecle Paris Albin Michel
205
Termes religieux heacuteriteacutes du latin avec une aire de diffusion
restreinte dans le contexte roman
1 Preacuteliminaires
Notre eacutetude propose une approche comparative dans le domaine des langues
romanes appliqueacutee agrave un corpus qui comprend 13 termes basilica calendae chris-
tianus creatio dominedeus draco paenitere (poenitere) pausum peruigilare
rogare rogationem rosalia templa Cette liste est eacutetablie agrave partir du roumain
et des problegravemes que les mots en question constituent pour son lexique Il srsquoensuit
que dans le domaine linguistique neacuteo-latin cette cateacutegorie est susceptible drsquoecirctre eacutelar-
gie par lrsquoincorporation de la cateacutegorie des termes religieux conserveacutes dans certaines
reacutegions de la Romania agrave lrsquoexception entre autres idiomes du roumain
La cateacutegorie eacutetymologique que nous nous proposons de traiter ici oriente lrsquoinvesti-
gation vers lrsquoidentifi cation des termes religieux se trouvant dans la plupart des autres
idiomes neacuteo-latins et lieacutes agrave un contenu religieux identique Ce type de recherche nous
oblige agrave maintes reprises agrave retourner agrave lrsquoorigine agrave la langue-source qursquoest le latin et agrave
identifi er eacuteventuellement plusieurs expressions latines Cet aspect drsquoun latin lsquostratifi eacutersquo
sera rapprocheacute lui-mecircme de la reacutealiteacute extralinguistique sui generis speacutecifi que pour
telle ou telle aire de la Romania
Dans ce contexte agrave propos du roumain il faut prendre en compte tout particu-
liegraverement deux cas importants qui concernent aussi la preacutesente eacutetude et mettent en
lumiegravere la speacutecifi citeacute de la langue roumaine 1 la cateacutegorie lsquopan-roman sauf rou-
mainrsquo 2 la cateacutegorie des termes conserveacutes uniquement en roumain Pour ces deux
classes eacutetymologiques les speacutecialistes srsquoaccordent agrave reconnaicirctre la neacutecessiteacute drsquoune
approche extralinguistique
Lrsquoinventaire des mots pan-romans absents en roumain est nettement supeacuterieur agrave
lrsquoinventaire des mots pan-romans absents dans tout autre idiome roman de lrsquoaire occi-
dentale (TILR 122-123) Pour le vocabulaire religieux cette situation linguistique fut
mise en relation avec le caractegravere profondeacutement rural de la terminologie chreacutetienne
roumaine (Puşcariu (1976 361) Sala (2006 41)) Il est signifi catif que bien souvent
aux mots latins ayant une aire drsquoexpansion consideacuterable dans la Romania occiden-
tale correspondent en roumain des lexegravemes slavons Ce sont des termes qui par leur
seacutemantisme renvoient agrave une certaine organisation et hieacuterarchie eccleacutesiastiques lat
benedicere sl blagosloviti gt roum blagoslovi lat episcopus sl jepiskop gt roum
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episcop lat evangelium sl evengelije gt roum evanghelie1 etc Le roumain nrsquoa pas
heacuteriteacute du latin les termes qui portent sur la pratique du service divin ou sur le deacuterou-
lement de la vie monastique ces absences se justifi ant par lrsquoenvironnement drsquoune
population deacutepourvue drsquoorganisation eccleacutesiastique supeacuterieure agrave une eacutepoque ougrave les
relations avec la romaniteacute occidentale srsquoeacutetaient affaiblies De tels champs conceptuels
allaient se constituer agrave une eacutepoque ulteacuterieure agrave la suite de lrsquoinfl uence slavonne le
slavon eacutetant la langue de culture qui joua dans lrsquoOrient le mecircme rocircle que le latin
savant dans lrsquoaire occidentale de la romaniteacute Tout en consideacuterant de telles reacutealiteacutes
les chercheurs modernes ont insisteacute sur lrsquoideacutee du deacuteveloppement dans lrsquoaire orientale
de la romaniteacute de ce qursquoils appellent un lsquochristianisme populairersquolsquopaiumlenrsquo (Zugravu
(1997 31sqq))
Agrave partir des mecircmes preacutemices il convient de traiter aussi la cateacutegorie des mots
conserveacutes uniquement en roumain et dans une certaine mesure eacutegalement la classe
des termes religieux ayant une aire restreinte de diffusion dans la Romania
2 Continuiteacute vs discontinuiteacute formelle et seacutemantico-stylistique dans la
Romania
Bien que certaines eacutetudes de speacutecialiteacute dans une perspective diatopique situent
le roumain au-delagrave du continuum de la romaniteacute2 point de vue qui se justifi e par la
prise en compte du facteur geacuteographique toutefois lrsquoisolement geacuteographique nrsquoa pas
toujours repreacutesenteacute un obstacle au processus drsquoassimilation ou agrave la continuiteacute des par-
ticulariteacutes linguistiques communes au roumain et agrave drsquoautres idiomes appartenant au
domaine neacuteo-latin Crsquoest la raison pour laquelle on ne pourra pas qualifi er le roumain
de maniegravere cateacutegorique comme un idiome esp inagrupable selon lrsquoopinion drsquoAlonso
(1934) qui srsquoimpose par conseacutequent la neacutecessiteacute de reformuler le concept de lsquoRoma-nia continuarsquo Ce point fut remarqueacute drsquoailleurs dans la bibliographie de speacutecialiteacute
Maria Iliescu3 apporte des arguments en faveur de lrsquoideacutee que le roumain appartient agrave la lsquoRomania continuarsquo mecircme si tout comme le franccedilais il preacutesente des traits qursquoelle
qualifi e de laquo faits drsquoidiosyncrasie raquo Dans cette perspective on note que le roumain ne
se diffeacuterencie pas des autres langues romanes ni du point de vue geacuteneacutealogique ni du
point de vue typologique
Pour revenir au corpus qui fait lrsquoobjet de notre eacutetude la question fondamentale
est celle du degreacute de lsquocontinuiteacutersquo ou de lsquolrsquouniteacute seacutemantiquersquo agrave lrsquointeacuterieur de la classe
deacutelimiteacutee mise agrave part lsquolrsquouniteacute formellersquo des idiomes ayant heacuteriteacute ces termes du latin
Si lrsquoon a vraiment affaire agrave une concordance seacutemantique se pose alors un second
1 Pour plusieurs exemples voir Teleoacă (2005 184sqq)2 Le concept de la lsquoRomania continuarsquo apparaicirct pour la premiegravere fois chez Amado Alonso
(1934) auteur selon lequel le roumain serait lrsquounique idiome neacuteo-latin situeacute au-delagrave du lsquocontinuumrsquo et esplsquoinagrupablersquo
3 Voir Maria Iliescu Face parte romacircna din Romania Discontinua (ltwwwdiaspora-stiintifi caroMariaILIESCUpdf -gt) Voir aussi Schmitt (1974 33)
TELEOACĂ
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problegraveme quelle est la position qursquooccupent ces mots dans le systegraveme de chacune des
langues concerneacutees Est-ce un mot fondamental pour renvoyer agrave un certain concept
religieux ou bien un mot peacuteripheacuterique ou encore un mot appartenant agrave la langue
standard ou un mot archaiumlquedialectal etc
21 Mots latins geacuteneacuteralement admis comme eacutetymons directs des diverses formes romanes
211 Le substantif latin basilica est un emprunt au grec βασιλικός ldquoqui appar-
tient au roirdquo Il acquit une signifi cation religieuse agrave partir du IVe siegravecle apr J-C
lorsqursquoil en arriva agrave deacutesigner lrsquoeacutedifi ce destineacute au culte chreacutetien (DELL 1959) Ce mot
srsquoest conserveacute comme terme fondamental au sens drsquoldquoeacutegliserdquo dans tous les dialectes
roumains mais il a eacuteteacute enregistreacute aussi dans drsquoautres reacutegions de la latiniteacute surtout
comme terme archaiumlque ou dialectal de telle ou telle langue avec certaines restric-
tions seacutemantiques dalm basalka v-veacutenit baselega v-log vethiliga engad basel-gia4 anc-fr basoche ldquobasilique de St Martin agrave Toursrdquo moyen-fr et fr-mod basoche
ldquoensemble de clercs deacutependant des cours de justicerdquo prov-mod basocho (FEW I
1948 Mihăescu 1993 297)
Agrave la diffeacuterence de basilica le latin ecclesia a connu de tout temps une distribu-
tion presque geacuteneacuterale dans la Romania (Tagliavini (1963) REW 972) La victoire de
lat ecclesia sur basilica dans la plus grande partie de la Romania fut expliqueacutee par
le fait que le second substantif aurait eacuteteacute perccedilu comme un deacuteriveacute du grec βασιλεύς et
par conseacutequent consideacutereacute comme un terme laiumlque (Skok (1930190))
212 Pour ce qui est du roumain le terme fondamental exprimant le concept de
ldquodiviniteacute chreacutetienne suprecircmerdquo est Dumnezeu qui est agrave lrsquoorigine une formule paiumlenne
drsquoinvocation (lat dominedeus)5 conserveacutee eacutegalement au sud du Danube (DDA1
Papahagi (1902) Caragiu-Marioţeanu (1995 57sqq)) Cette expression fut enregis-
treacutee aussi dans drsquoautres reacutegions de la Romania it Domineddio anc-fr Damedieu
et v-prov Domnedeu (FEW III 1949 TILR 170sq) Les lexegravemes citeacutes nrsquooccupent
cependant pas (et nrsquoont jamais occupeacute) la position privileacutegieacutee du roumain Dum-nezeu6 dans la romaniteacute occidentale la sphegravere religieuse est reacuteserveacutee principalement
aux descendants de lat deus mot heacuteriteacute eacutegalement en roumain mais utiliseacute avec une
signifi cation sacreacutee exclusivement agrave lrsquoeacutepoque archaiumlque
213 On peut compter draco (emprunt latiniseacute au grec δράκων -ονος cf DELL
1959) parmi les termes agrave distribution limiteacutee au sud-est de lrsquoEurope en raison de sa
faible diffusion dans lrsquoespace neacuteo-latin roum drac fr-dial drac et it dragone (REW
2759) Mais crsquoest en roumain que draco constitue le mot essentiel pour deacutesigner le
4 Crsquoest la forme speacutecialiseacutee pour le sens de ldquotemple reacuteformeacuterdquo tandis que la signifi cation drsquoldquoeacuteglise catholiquerdquo est porteacutee par le descendant de lat ecclesia agrave savoir gesa (Jud (1934 13))
5 Agrave la diffeacuterence du latin Deus terme pour lequel les plus anciennes attestations confi rment une signifi cation fondamentalement chreacutetienne (voir Pacircrvan (1911 135))
6 Excepteacute peut-ecirctre lrsquoitalien Domineddio en tant que terme liturgique (DELI 2 (D-H))
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diable Cette signifi cation chreacutetienne est commune agrave tous les dialectes roumains et
mentionneacutee aussi pour des variantes archaiumlques et dialectales du franccedilais (fr drac ldquodiable lutinrdquo FEW III 1949) Certaines eacutetudes de speacutecialiteacute attribuent une accep-
tion identique eacutegalement au provenccedilal dragatildeo (voir Tomescu (1997 77sqq)) qui est
vraisemblablement issu du latin draco comme terme semi-savant (cf REW 2759) Le
mecircme statut paraicirct commun agrave toutes les autres formes de la Romania crsquoest-agrave-dire fr
dragon cat tragoacute esp dragoacuten qui tous offrent une signifi cation laiumlque Au champ
seacutemantique religieux appartiennent en revanche les descendants de lat diabolus
terme chreacutetien tardif dans les langues romanes occidentales (Ivănescu (1980 169))
Les donneacutees ci-dessus conduisirent Ivănescu (ibid) agrave consideacuterer lrsquoabsence de lat
diabolus aussi bien que lrsquoabsence du sens de ldquodragonrdquo pour draco comme speacutecifi ques
au roumain Cette remarque exige des corrections Tout drsquoabord le roumain possegravede
aussi un mot chreacutetien pour deacutesigner le diable bien qursquoil ne soit pas un terme heacuteriteacute
Drsquoautre part la signifi cation paiumlenne de draco existe dialectalement en roumain ce
qui met en eacutevidence un continuum de la romaniteacute Roum dracul din vale ldquole diable
de la valleacuteerdquo dracul icircn baltă ldquole diable dans la fl aquerdquo muşcatul dracului ldquomordu par
le diablerdquo etc sont des syntagmes ougrave le sens de drac doit provenir plutocirct du sens paiumlen
de draco (voir aussi Teleoacă (2000 210) Id (2012 85))
214 Le terme latin pausum deacuteriveacute postverbal de lat pausare (DELL 1959) srsquoest
conserveacute en roumain agrave lrsquoeacutepoque archaiumlque et offre des survivances reacutegionales (cf
roum paus ldquoreposrdquo ldquorepas funeacuterairerdquo ldquovin mecircleacute de lrsquoeau beacutenite avec lequel le precirctre
asperge le mortrdquo DLR 1972) Il est conserveacute aussi tregraves probablement en proven-
ccedilal (paacuteus ldquoaccalmie paixrdquo) espagnol (poso ldquoseacutedimentrdquo7) et portugais (ponso ldquolieu
drsquoancragerdquo) (FEW VIII 1955 REW 6308)
215 Les occurrences peu nombreuses du verbe preacuteverbeacute pervigilare dans le
territoire de langue latine (cf Popescu (1943 209sq)) justifi ent la faible repreacutesenta-
tion de ce type lexical dans lrsquoaire neacuteo-latine agrave savoir en roumain (droum priveghea aroum priveglrsquou) et en vieux-provenccedilal (pervelhar ldquopasser la soireacutee en veillantrdquo FEW
1960) La mecircme acception (tant religieuse que laiumlque) est lexicaliseacutee dans les autres
langues romanes par les descendants de lat vigilare (FEW ibid REW 9326) Ce
verbe est eacutegalement continueacute en roumain mais il y est reacuteserveacute agrave la sphegravere profane
bien qursquoagrave une eacutepoque archaiumlque roum veghea et priveghea aient eacuteteacute utiliseacutes comme
synonymes
216 A cocircteacute du roumain (droum aroum et meacutegl rugăciune ldquopriegravererdquo) lat roga-
tio se conserve dans les langues suivantes anc-fr ro(u)visons ldquotemps de rogationsrdquo
moyen-fr rogasion ldquodemanderdquo rogation ldquopriegravererdquo rogacions ldquooffrandesrdquo fr-dial
(S-V) ruumlzotilde prov roazotilde ldquosemaine de priegravererdquo port rogaccedilotildees ldquoles trois jours qui preacute-
cegravedent la fecircte de lrsquoAscensionrdquo (FEW X 1962 REW 7362) Mais dans la Romania
occidentale ce nrsquoest pas le latin rogatio qui fournit le terme principal pour lexicaliser
le concept religieux en question crsquoest lat precaria mot que lrsquoon trouve dans lrsquoaire
7 Dans DCELC III (L-RE) avec la signifi cation ldquodescansordquo
TELEOACĂ
209
gallo-romane aussi bien que dans les idiomes ibeacutero-romans (voir REW 6734) Lrsquoespa-
gnol fait appel eacutegalement agrave un descendant de lat pr ces ldquopriegraveresrdquo agrave savoir preces terme utiliseacute depuis toujours avec une signifi cation religieuse (DCELC III 1954)
217 Le latin templum terme de la langue augurale deacutesigne un espace deacutelimiteacute
dans le ciel pour lrsquoobservation des oiseaux et ensuite un temple (DELL 1959) Crsquoest
cette derniegravere acception qui se retrouve dans lrsquoaire de la latiniteacute mais exclusivement
dans des formes savantes dans lrsquoOccident roman et la Romania orientale les des-
cendants directs de lat templa ont eacuteteacute soit consigneacutes uniquement avec une accep-
tion laiumlque (cf regg teimpya log trempa fr temp(l)e ldquonavette du meacutetier agrave tisserrdquo
tempre ldquoplacage du boucherrdquo8) soit seacutemantiquement restreints en comparaison avec
les sens du terme latin Cette derniegravere situation est illustreacutee par le roumain tacircmplă ldquoiconostaserdquo (DLR 1982)9 dont la signifi cation relegraveve drsquoune reacutealiteacute extralinguistique
speacutecifi que au milieu confessionnel orthodoxe Le mecircme concept est lexicaliseacute dans le
domaine neacuteo-latin occidental par le biais drsquoun terme grec byzantin (cf fr iconostase esp iconostasio) emprunteacute aussi par le roumain ougrave il fut introduit par la fi liegravere sla-
vonne Afi n de deacutesigner lrsquoautel de mecircme que pour renvoyer agrave une reacutealiteacute propre agrave lrsquoes-
pace catholique (ldquoœuvre drsquoarchitecture qui repreacutesente la deacutecoration drsquoun autelrdquo) les
langues occidentales font appel au latin re(tro)tabulum introduit dans ces idiomes
comme un emprunt tardif au latin de bas niveau de langue (cf esp retablo fr retable)
22 Mots latins sujets agrave discussion pour leur continuiteacute (directe) dans lrsquoe-space neacuteo-latin
221 En plus de sa survie en roumain (droum corindă ldquochanson religieuserdquo) le
substantif latin calendae est conserveacute (cf REW 1508) avec des acceptions parti-
culiegraveres (ldquojour de fecircterdquo ldquoNoeumllrdquo ldquoNouvelle Anneacuteerdquo) en italien dialectal (pieacutem mod
kalent abruzz kalenne) en sarde (chalanda) en provenccedilal (calendas) en rheacuteto-
roman (kalenne) et en franccedilais dialectal (tsalatilded) Bien que les descendants occiden-
taux de lat calendae ne signifi ent pas ldquocantique religieuxrdquo neacuteanmoins certaines
nuances seacutemantiques enregistreacutees dans ce domaine linguistique nrsquoexcluent pas la
possibiliteacute que cette acception se soit deacuteveloppeacutee agrave lrsquoeacutepoque du latin tardif (cf par
exemple prov aubado de calendo ldquoconcerts nocturnes que des troupes de musiciens
donnaient autrefois pendant les quatre semaines qui preacutecegravedent le Noeumllrdquo apud Rosetti
(1920 16))10 Mais les langues neacuteo-latines occidentales ont choisi drsquoautres maniegraveres de
lexicaliser le concept de ldquochanson religieuserdquo comme lrsquoillustrent les termes suivants
(apud Rosetti ibid) fr cantiques noeumlls ou chants de quęte it cantico di Natale esp
villancico de Noche Buena ou port Vilhancico
Quant au roumain trois formes fi rent lrsquoobjet de discussions parmi les speacutecia-
listes roum cărindă corindă et colindă ldquochanson de Noeumllrdquo En fait crsquoest la variante
8 Cf REW 8630 Voir aussi TILR 170 9 Cf aussi roum reacuteg tacircmplă ldquopoutre au-dessus du porche drsquoune maisonrdquo (DLR 1982) 10 Pour drsquoautres exemples voir FEW II 1949
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cărindă qui doit continuer lat calenda(e) tandis que colindă (terme qui srsquoest imposeacute
au niveau litteacuteraire) repreacutesente un emprunt agrave sl kolęda Le terme droum reacutegional
corindă serait selon toute probabiliteacute le reacutesultat drsquoune contamination entre les deux
premiegraveres formes (DA Vătăşescu (1997 474))
222 Le latin christianus adjectif deacuteriveacute en latin de Christus (emprunteacute agrave gr χριστός) se serait conserveacute uniquement en roumain et en dalmate tandis que les
autres idiomes neacuteo-latins auraient gardeacute lat christianus seulement comme mot savant
(TILR 171 Mihăescu (1993 121)) Mais certaines eacutetudes nrsquoexcluent pas la possibiliteacute
que ce mot ait eacuteteacute transmis aussi par la voie phoneacutetique dans drsquoautres aires de la roma-
niteacute notamment en franccedilais en espagnol et en rheacuteto-roman11
Quant au roumain mecircme la continuiteacute directe du latin christianus dans cette aire
orientale (droum creştin aroum et meacutegl criştin iroum cršćaringn) pose des problegravemes
phoneacutetiques pour la conservation de la consonne t Trois explications furent avan-
ceacutees agrave ce propos 1 lrsquointroduction tardive de ce terme en roumain 2 la mise en
relation de christianus avec sa base de deacuterivation 3 lrsquointroduction du mot par la
fi liegravere slave Selon toute probabiliteacute crsquoest la seconde hypothegravese qui illustre la veacuteritable
raison de la conservation de t et crsquoest agrave cette theacuteorie que la grande majoriteacute des
linguistes srsquoest rallieacutee
223 Afi n de deacutesigner ldquola fecircte de la Naissance de Jeacutesus-Christrdquo le roumain a opteacute
pour un terme (Crăciun) dont lrsquoorigine continue agrave ecirctre lrsquoobjet de deacutebats linguistiques
tandis que les langues occidentales ont seacutelectionneacute le plus souvent lat natalis12 ou
nativitas13 A preacutesent nous nous proposons de discuter ci-dessous uniquement lrsquoeacutety-
mon latin creatio
Bien que lat creationem soit lrsquounique forme lexicale accepteacutee par la majoriteacute des
speacutecialistes les opposants et mecircme les partisans de cette theacuteorie ont remarqueacute toute
une seacuterie drsquoincoheacuterences phoneacutetiques ouet seacutemantiques qui placent sous le signe de
lrsquoincertitude la justesse de cette thegravese Dans cet ordre drsquoideacutee certains linguistes rou-
mains (par exemple Rosetti (1968 299)) ont consideacutereacute que lat creatio fut introduit
en roumain par la fi liegravere slave En mecircme temps les efforts des speacutecialistes tentegraverent
drsquoidentifi er des raisons de nature formelle et seacutemantique qui puissent soutenir lrsquoideacutee
drsquoune adaptation directe du latin creatio en roumain Ainsi au plan phoneacutetique lrsquoex-
plication avanceacutee par Graur (1963 78sq) nous semble-t-elle ecirctre la plus convaincante
Au niveau seacutemantico-conceptuel les chercheurs ont souvent remarqueacute la charge
seacutemantique aryenne de lat creatio En outre on a reacutefl eacutechi sur le risque drsquoadmettre
cet eacutetymon compte tenu de lrsquoimpossibiliteacute de justifi er la personnifi cation ainsi que le
nom de personne Crăciun Selon nous la validation de la theacuteorie aryenne ne repreacute-
11 Voir Vătăşescu (1997 450) qui renvoie agrave Dauzat Dubois Mitterand (1964) et agrave Rohlfs (1970) 12 Cf it Natale frioul Nadal fr Noeumll prov cat et astur Nadal log Nadale sassar Naddali
(REW 5845) 13 Cf lrsquoesp Navidad (REW 5845b)
TELEOACĂ
211
sente pas un obstacle pour consideacuterer lat creatio comme lrsquoeacutetymon de roum Crăciun En effet comme nous avons eu lrsquooccasion de le constater14 le vocabulaire religieux
du roumain offre un inventaire relativement riche de termes conservant dans leur
seacutemantique des reacuteminiscences paiumlennes Les chercheurs qui ont rejeteacute cette theacuteorie
ont pris en consideacuteration le sens ldquoenfantrdquo de creatio acception consigneacutee aussi dans
drsquoautres idiomes neacuteo-latins ougrave le terme latin est conserveacute sarde kriaθogravene ldquopiccolo
piombordquo et v-esp criazoacuten ldquoidrdquo (Peţan 2002 216)
224 En plus de sa survie en roumain (v-roum a pănăta roum-reacuteg a se pănăta ldquosouffrirrdquo) le verbe latin paenitere ldquose repentirrdquo (DELL 1959) est conserveacute dans
lrsquoaire gallo-romane (anc-fr pentir ldquose repentirrdquo v-prov prov-mod pentir alais
penti ldquofaire repentirrdquo) en catalan (v-cat penedir cat-mod penedirse) et en italien
(pentirsi) (FEW IX 1958 DELI 4 (O-R))15 Il convient de souligner les deux faits sui-
vants 1 dans lrsquoensemble neacuteo-latin les descendants du verbe paenitere appartiennent
au registre archaiumlque ouet reacutegional des langues romanes 2 le concept de ldquose repen-
tirrdquo est lexicaliseacute dans les langues romanes modernes soit par les successeurs du
verbe preacuteverbeacute repoenitere (voir REW 7224 Mihăescu (1993 53)) soit comme en
roumain par des emprunts drsquoorigine balkanique roum a se (po)căi
225 Les verbes latins orare precari et rogare repreacutesentent les trois uniteacutes lexi-
cales verbales auxquelles faisait appel le latin chreacutetien afi n de lexicaliser le concept
de ldquoprier Dieurdquo (DELL 1959) Quoique le premier de ces verbes se soit conserveacute
dans tout le territoire roman (cf REW 6081) ce nrsquoest pas lui qui fi t carriegravere dans les
langues romanes occidentales mais son synonyme precare qui connut une grande
diffusion dans lrsquoespace neacuteo-latin ougrave il srsquoimposa avec une signifi cation religieuse (voir
REW 6734)
Attesteacute eacutepigraphiquement avec une double acception religieuse et laiumlque (cf
Mihăescu (1960 225)) lat rogare se serait conserveacute (cf REW 7361) uniquement en
roumain droum ruga aroum rog ldquoprier (Dieu)rdquo meacutegl ruga et iroum rugaring Cepen-
dant drsquoautres sources (par exemple FEW X 1962) nrsquoexcluent pas la possibiliteacute que ce
verbe latin ait eacuteteacute eacutegalement heacuteriteacute en ancien et moyen-franccedilais et en italien dialectal
(voir aussi DELI 4 (O-R))
226 Lat rosalia srsquoest conserveacute seulement en roumain (v-droum reacuteg Rusăi16)
et en wallon ougrave il preacutesente la mecircme signifi cation que le mot roumain agrave savoir ldquofecircte de
la Pentecocircterdquo (REW 7376 FEW X 1962) Cependant certaines sources admettent la
conservation du terme dans une aire plus vaste Par exemple Goicu (1999 80) inclut
dans cette aire le ladin occidental de mecircme que le vieil-espagnol et le vieux-catalan
Que cette derniegravere assertion puisse ou non ecirctre valideacutee il est certain que dans la
14 Voir Teleoacă (2005 142sqq 159sqq 166sqq) 15 Par opposition au FEW REW 6630 considegravere que la forme paenitere ne srsquoest conserveacutee qursquoen
roumain 16 Voir aussi aroum Arusalrsquoe (DDA1) et meacutegl Rusalii (Papahagi (1902))
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212
romaniteacute occidentale ce nrsquoest pas le latin Rosalia qui srsquoimposa pour deacutesigner cette
fecircte religieuse mais les repreacutesentants drsquoun autre terme latin Pentecoste (emprunteacute
agrave gr πεντεχοστής) terme attesteacute chez Tertullien et conserveacute dans it Pentecoste fr
Pentecocircte ou esp Pentecosteacutes (Tagliavini (1963 249sqq))
En outre lrsquoEacuteglise romane de langue latine utilisait aussi un autre terme lat Qvin-
qvagesima conserveacute en wallon et dans une certaine aire du ladin occidental (Id
ibid)
Quant au roumain dans le vocabulaire religieux de cet idiome oriental ce nrsquoest
pas la forme Rusăi qui triompha mais Rusalii une variante introduite par la fi liegravere
slave
3 Remarques fi nales
Quelques-uns des mots inclus dans notre discussion ont pu ecirctre seacutelectionneacutes prio-
ritairement dans lrsquoensemble roman gracircce agrave leur statut de termes religieux agrave propre-
ment parler qualiteacute qui les distingue surtout de leurs correspondants synonymiques
rattacheacutes agrave la sphegravere ontologique profane ou paiumlennepreacutechreacutetienne diabolus vs
draco ecclesia vs basilica deus vs dominedeus natalis vs creatio pentecoste
vs rosalia Dans cette situation linguistique la seacutelection de termes tels que creatio
rosalia etc fut sans doute favoriseacutee par un milieu culturel speacutecifi que le deacutevelop-
pement de certaines communauteacutes dans les conditions de ce qursquoon appelle le lsquochris-
tianisme paiumlenrsquo ou lsquopopulairersquo Le cas du roumain est tout agrave fait pertinent agrave cet eacutegard
Dans drsquoautres situations linguistiques on pourrait admettre le renforcement de la
position drsquoun terme heacuteriteacute gracircce agrave un emprunt ulteacuterieur du mecircme terme fait agrave une
langue jouant le rocircle drsquoadstrat (cf agrave cet eacutegard roum corindă)
Quant agrave la seacutelection drsquoun des deux termes des couples precarerogare uigilareperuigilare il nrsquoest pas exclu que le critegravere stylistico-pragmatique ait eacuteteacute deacutecisif (voir
Niculescu (1999 250))
Dans la grande majoriteacute des situations eacutetudieacutees le mot seacutelectionneacute par le roumain
est limiteacute au registre litteacuteraire de la langue actuelle et il repreacutesente le terme principal
utiliseacute pour lexicaliser un certain contenu religieux Cette affi rmation ne vaut qursquoen
partie pour les autres langues romanes ougrave les 13 termes sont conserveacutes et cela pour
lrsquoune ou lrsquoautre des raisons suivantes
(1) afi n de deacutesigner certaines reacutealiteacutes chreacutetiennes ces idiomes ont opteacute pour drsquoautres termes
dans la situation ougrave les descendants du mot heacuteriteacute eacutegalement en roumain avaient subi des
eacutevolutions seacutemantiques particuliegraveres
(2) quelques formes neacuteo-latines sont resteacutees dans un fonds passif du fait qursquoelles furent
concurrenceacutees par drsquoautres lexegravemes
(3) dans un cadre eccleacutesiastique supeacuterieur agrave lrsquoorganisation religieuse speacutecifi que agrave lrsquoaire
orientale on a parfois rejeteacute toute une seacuterie drsquoexpressions de signifi cation marqueacutee
[+populaire] au profi t des termes offi ciels du culte chreacutetien
TELEOACĂ
213
(4) quelques-uns de ces idiomes ont pu conserver un terme latin ayant une acception purement
laiumlque ce qui fut parfois la conseacutequence de facteurs extralinguistiques particuliers (par
exemple le milieu confessionnel etc)
Cependant nous pouvons identifi er au niveau de cette cateacutegorie eacutetymologique
non seulement des eacuteleacutements de lsquorupturersquo mais eacutegalement toute une seacuterie de faits rele-
vant de la lsquocontinuiteacute linguistiquersquo dans le domaine de la romaniteacute
Parfois dans les limites drsquoune certaine aire on peut admettre une triple concor-
dance au niveau lexical seacutemantique et stylistique
Dominedeus roum et it
peruigilare v-roum priveghea ldquoveiller toute la nuitrdquo v-prov pervelhar qui est toujours
un terme profane
rogationem roum fr prov et port (concordance seacutemantique partielle) etc
Drsquoautres fois un certain type de discontinuiteacute est compenseacute par lrsquouniteacute identifi a-
ble agrave un autredrsquoautres niveau(x) On observe
(1) une discontinuiteacute de registre mais une continuiteacute lexicale et seacutemantique dans
lat Dominedeus roum it ndash anc fr v-prov
lat draco roum ndash fr reacutegional
lat rogare roum ruga (laiumlque et religieux) ndash anc-fr et moyen-fr it reacutegional etc
(2) une discontinuiteacute seacutemantique mais une continuiteacute lexico-stylistique dans
lat creatio roum Crăciun ldquofecircte de Noeumllrdquo ndash sarde kriaθogravene ldquopiccolo piombordquo
lat draco roum drac ldquodiablerdquo ndash it dragone ldquodragonrdquo
lat templa roum tacircmplă ldquoiconostaserdquo ndash srd fr idiomes ayant conserveacute le terme latin
avec une signifi cation laiumlque etc
(3) une discontinuiteacute lexicale17 mais une uniteacute seacutemantique et stylistique dans
lat draco roum ndash prov
lat christianus roum dalm (et eacuteventuellement fr esp rheacuteto-rom) vs les autres
langues romanes ougrave les termes correspondants deacutetiennent le statut de mots savants
Institut de Linguistique laquo Iorgu Iordan ndash Al Rosetti raquo
Bucarest Dana-Luminiţa TELEOACĂ
17 On pourrait parler drsquoune discontinuiteacute lexicale agrave part eacutetant donneacute qursquoil arrive parfois qursquoun terme latin unique ait eacuteteacute heacuteriteacute dans une aire de la romaniteacute tandis qursquoune autre langue de lrsquoespace roman possegravede le mecircme terme mais comme mot savant
CILPR 2013 ndash SECTION 2
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Abreacuteviations
abruzz = abruzzien
alais = alaisien
aroum = aroumain
astur = asturien
cat = catalan
dalm = dalmate
droum= daco-roumain
engad = engadinais
esp = espagnol
fr = franccedilais
frioul = frioulan
gr = grec
iroum= istro-roumain
it = italien
lat = latin
log = logoudorais
meacutegl = meacutegleacuteno-roumain
pieacutem = pieacutemontais
port = portugais
prov = provenccedilal
regg = reggiano
roum = roumain
sassar = sassarais
srd = sarde
veacutenit = veacutenitien
wall = wallon