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1 Anafonesi latina e anafonesi romanza Introduzione Oggetto di questa comunicazione è lo studio di vari processi di innalzamento con- dizionato delle vocali medio-alte che a mio avviso non hanno ricevuto ancora una trattazione soddisfacente nelle grammatiche storiche 1 . Da una parte, infatti, le sin- gole tradizioni nazionali sembrano spesso ignorare le corrispondenze tra le lingue romanze, dall’altra si corre il rischio di classificare a volte sotto un’unica etichetta fenomeni strutturalmente e cronologicamente diversi. Anafonesi latina Si considerino le corrispondenze seguenti 2 : it. spagn. port. cngula/cnctula cinghia cincha cinha lngua lingua lengua língua tnca tinca tenca tenca trncu tronco tronco tronco i ncu giunco junco junco ng(u)la unghia uña unha In tutti i casi tranne quelli con sfondo più scuro abbiamo una vocale chiusa in luogo dell’attesa medio-alta davanti a nasale velare latina. Il fenomeno è trattato sin- golamente dalle grammatiche storiche delle singole lingue romanze, mentre viene spontaneo chiedersi se non rifletta una tendenza comune del latino tardo. Come ha chiarito da tempo Castellani (1961), in fiorentino e dunque in italiano la chiusura di /e o/ protoromanze davanti a nasale velare è pressoché categorica. Si tratta del primo di quei due casi che lo studioso chiama ‘anafonesi’. Vale forse la pena fissare una scheda storica di questo termine, che nel saggio del 1961 Castellani dice di 1 Utilizziamo per ora i termini ‘innalzamento’ o ‘chiusura’. Vedremo poi che potrebbe trattarsi in alcuni casi di ‘mancato abbassamento’ o ‘mancata apertura’ delle vocali alte. 2 Ove non altrimenti precisato la fonte dei dati è il REW.

Anafonesi latina e anafonesi romanza

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Page 1: Anafonesi latina e anafonesi romanza

1

Anafonesi latina e anafonesi romanza

Introduzione

Oggetto di questa comunicazione egrave lo studio di vari processi di innalzamento con-

dizionato delle vocali medio-alte che a mio avviso non hanno ricevuto ancora una

trattazione soddisfacente nelle grammatiche storiche1 Da una parte infatti le sin-

gole tradizioni nazionali sembrano spesso ignorare le corrispondenze tra le lingue

romanze dallrsquoaltra si corre il rischio di classifi care a volte sotto unrsquounica etichetta

fenomeni strutturalmente e cronologicamente diversi

Anafonesi latina

Si considerino le corrispondenze seguenti2

it spagn port

c ngulac nctula cinghia cincha cinha

l ngua lingua lengua liacutengua

t nca tinca tenca tenca

tr ncu tronco tronco tronco

i ncu giunco junco junco

ng(u)la unghia untildea unha

In tutti i casi tranne quelli con sfondo piugrave scuro abbiamo una vocale chiusa in

luogo dellrsquoattesa medio-alta davanti a nasale velare latina Il fenomeno egrave trattato sin-

golamente dalle grammatiche storiche delle singole lingue romanze mentre viene

spontaneo chiedersi se non rifl etta una tendenza comune del latino tardo

Come ha chiarito da tempo Castellani (1961) in fi orentino e dunque in italiano

la chiusura di e o protoromanze davanti a nasale velare egrave pressocheacute categorica Si

tratta del primo di quei due casi che lo studioso chiama lsquoanafonesirsquo Vale forse la pena

fi ssare una scheda storica di questo termine che nel saggio del 1961 Castellani dice di

1 Utilizziamo per ora i termini lsquoinnalzamentorsquo o lsquochiusurarsquo Vedremo poi che potrebbe trattarsi in alcuni casi di lsquomancato abbassamentorsquo o lsquomancata aperturarsquo delle vocali alte

2 Ove non altrimenti precisato la fonte dei dati egrave il REW

lgobert
Section 2

CILPR 2013 ndash SECTION 2

2

aver giagrave impiegato e che infatti ritrovo oltre che nel fondamentale volume del 19523

in Castellani (1950 249 n) e ancor prima in Castellani (1949 24 e 1948 12)

In un romanzo contemporaneo il Pasticciaccio di Gadda anafonesi designa

invece un movimento che ripercorre a ritroso il corso dellrsquoevoluzione fonetica (si parla

delle donne romane che storpiano il nome veneto Menegazzi in Menicacci)

Sui loro labbri stupendi quel nome veneto risaliva lrsquoetimo puntava contro corrente cioegrave

contro lrsquoerosione operata dagli anni Lrsquoanafonegravesi trivellava il defl usso col perforante vigore

di unrsquoanguilla []

Il Pasticciaccio fu pubblicato in volume nel 19574 ma era apparso nella rivista

Letteratura nel 1946 senza varianti per il passo che ci riguarda (cfr Isella 1989 320)

Dobbiamo credere che Castellani abbia risemantizzato prontamente il termine del

geniale onomaturgo milanese5 O non si tratteragrave piuttosto di poligenesi Certo sia

lrsquouno che lrsquoaltro uso sembrano indipendenti dal grecismo medico-musicale anafonesi ldquoesercizio del canto per dilatare i polmonirdquo attestato sporadicamente a partire dal

1797 (DrsquoAlberti di Villanuova) e giunto probabilmente attraverso il francese6

Ma torniamo ai dati Per il portoghese Williams (1962 sect 3510 e 3812) dagrave come

regola la chiusura di e e o davanti a [k] e [g] anche se le eccezioni non mancano

(oltre a tronco cfr ponto ponta)

Il problema non sembra aver attirato particolarmente lrsquoattenzione delle gramma-

tiche storiche spagnole non ne trovo menzione neacute in Meneacutendez Pidal neacute in Penny

Tuttavia esso egrave stato almeno parzialmente oggetto di uno studio di Sampson (2006)

che si concentra sulle sequenze in cui la vocale egrave seguita dal gruppo -nct- come cin-

ctu gt cinto tinctu gt tinto iunctu gt junto punctu gt punto unctu gt unto le uniche in

cui il fenomeno egrave regolare7

Secondo Badiacutea Margarit (1951 sect 49IV) in catalano la chiusura di e si verifi ca solo

davanti allo stesso gruppo cincta gt cinta pinctat gt pinta tinctu gt tint laquoSi la gutu-

ral srsquoarticula com a explosiva amb una vocal seguumlent la infl exioacute desapareixraquo trincat

gt trenca (ma lrsquoetimo egrave incerto cfr REW 8953) lingua gt llengua Analogamente

troviamo chiusa la vocale o seguita da due consonanti ung(u)la gt ungla punctu

3 Come giagrave segnalato dal LEI 1 1053 Maria Teresa De Luca ha gentilmente spogliato per me LN il termine compare per la prima volta nel 1952 nella recensione di Migliorini ai Nuovi testi fi orentini di Castellani

4 Il passo in questione si trova a p 52 Il Battaglia riportandolo dagrave come fonte erroneamente Le meraviglie drsquoItalia (1939) La data esatta egrave ristabilita dal LEI 1 1053

5 Un rapporto diverso sembra postulare Lurati (1995 289) laquoGadda anticipa (sulla scorta di Contini) il ricorso a quella nozione di anafonesi che sulla scia di Arrigo Castellani doveva poi imporsi tra i linguistiraquo

6 Cfr LEI ibid Il fr anaphonegravese egrave giagrave nellrsquoEncyclopeacutedie (1751)7 Per un processo collegato alla Legge di Lachmann (cfr go ctus) i participi in questione

potevano avere una lunga in latino ma Sampson (2006 22-25) mostra convincentemente che di norma la quantitagrave della vocale doveva essere breve

BARBATO

3

gt punt praecunctat gt pregunta laquoSi la velar srsquoarticula com a explosiva de la vocal

seguumlent desapareix la infl exioacuteraquo juncu gt jonc (Badiacutea Margarit 1951 sect 52V)8

Lrsquoantico provenzale ha junher unher accanto ai piugrave frequenti jonher onher

(Anglade 1921 81) La chiusura sia della vocale anteriore che posteriore caratterizza

modernamente il guascone cinglo cinta (Ronjat 1930-1941 sect 81) unglo unto punt junt (Ronjat 1930-1941 sect 86)9

Quanto al romancio non si ha mai chiusura in lingere stringere vincere lin-

gua pingue ma sigrave in alcune varietagrave nella sequenza - nct- (quasi sempre con ulteriore

assorbimento della nasale) cfr exstinctu gt surs stetg eng stit Val Muumlstair [tic]

(Eichenhofer 1999 sect 109) axungia pungere ungere hanno lrsquoesito normale di o

ma dovunque le basi in - nct- hanno esiti di u unctu gt surs etg engad uumlt Muumlstair

[yc] punctu gt surs petg engad puumlt (ma in topon Puumlnch) (Eichenhofer 1999 sect

200)10

Venendo alle spiegazioni un tentativo convincente per lo spagnolo egrave nel citato

articolo di Sampson (2006) che dopo aver respinto con buoni argomenti altre inter-

pretazioni che non rendono conto della globalitagrave del fenomeno11 propone tre fattori

esplicativi di cui solo lrsquoultimo egrave considerato decisivo

(1) lrsquoeffetto della consonante velare sulla vocale omorganica

(2) la proporzione diretta tra durata e apertura vocalica la struttura sillabica a coda complessa

determina una vocale iperbreve ndash [puktu] vs [juku] ndash e dunque tendenzialmente

chiusa

(3) lrsquoeffetto chiudente della nasale che comrsquoegrave noto si manifesta anche in altri casi nelle lingue

romanze coinvolgendo anche le vocali medio-basse (Lausberg 1971 sectsect 230-237)

Percheacute proprio la nasale velare La risposta viene dalla fonetica sperimentale la

nasale velare ha la frequenza piugrave vicina a quella della vocale ed egrave quindi piugrave in grado

di determinare un effetto di coarticolazione laquoVu que le formant nasal est plus bas

que tout premier formant vocalique un tel percept vocalique semblera eacuteventuelle-

ment avoir un premier formant abaisseacute Lrsquoauditeur entendrait par lagrave une voyelle plus

fermeacuteeraquo (Sampson 2006 34)12

8 Paradossalmente in italiano secondo Castellani (1992 392) non ci sarebbe anafonesi in que-sto contesto per la precoce semplifi cazione del gruppo -nct- punctiare gt puntiare gt ponzare I vari giunto punto unto cinto tinto vinto sarebbero analogici alternativamente si potrebbe dire che in questi casi i rapporti paradigmatici hanno impedito la semplifi cazione (lrsquoocclusiva velare di iungo ecc avrebbe preservato quella di iunctus ecc)

9 Cfr anche Rohlfs (1970 sect 353)10 Per lrsquoesito di u cfr fr ctu gt surs fretg engad fruumlt11 Secondo Torreblanca (1990) ogni consonante velare o velarizzata impedirebbe lrsquoapertura di

ma questa interpretazione da un lato lascia diverse aporie dallrsquoaltro non spiega la chiusura di Per una diversa spiegazione di ductu gt ducho lucta gt lucha cfr Barbato (2012 80)

12 Si tratta del primo formante che egrave tanto piugrave basso quanto piugrave la vocale egrave chiusa Ci si riferisce ovviamente alla vocale seguita da nasale velare

CILPR 2013 ndash SECTION 2

4

Possiamo cercare di estendere la spiegazione di Sampson che da una parte si egrave

occupato solo del contesto -nct- dallrsquoaltra non ha tenuto conto sistematicamente

delle altre varietagrave romanze Queste si dispongono in un ventaglio che possiamo cosigrave

descrivere13

(a) varietagrave in cui la chiusura non egrave sensibile neacute alla qualitagrave [= anteroposterioritagrave] della vocale

neacute alla struttura della sillaba (italiano portoghese guascone)

(b) varietagrave in cui la chiusura egrave sensibile alla struttura sillabica (engadinese catalano e

spagnolo in misura diversa)

(c) varietagrave in cui la chiusura egrave sensibile alla struttura sillabica e alla qualitagrave della vocale (cfr

il soprasilvano dove crsquoegrave solo la chiusura in - nct-)

(d) varietagrave senza chiusura (francese gran parte dellrsquooccitanico e dellrsquoitaloromanzo tranne il

toscano)

Egrave evidente che la restrizione della qualitagrave vocalica si spiega con il fattore (1) di

Sampson ndash lrsquoeffetto della velare sulla velare ndash la restrizione della struttura sillabica

con il fattore (2) lrsquoeffetto del carattere iperbreve della vocale Apparentemente in

controtendenza lrsquoitaliano dove la chiusura sembra piugrave spinta per la vocale anteriore

che per quella posteriore cfr oltre a tronco spelonca carbonchio (gall caruncho)

Ma potrebbe essere un caso a ben vedere non mancano le eccezioni con la vocale

anteriore pentola spengo camarlengo14

Che si debba aggiungere allrsquoelenco di Sampson un altro fattore quello della sono-

ritagrave dellrsquoocclusiva velare Castellani nota la quasi totale assenza di [uk] contro la

regolaritagrave di [ug] in italiano saragrave casuale la mancata chiusura in iberoromanzo di

vinco (spagn venzo port venccedilo) contro cingo (cintildeo cinjo) fingo (hintildeo fi njo) tingo

(tintildeo tinjo) iungo (unzo junjo) pungo (pungo punjo) Egrave possibile che la conso-

nante sonora piugrave lsquoomorganicarsquo alla vocale di quella sorda abbia in quanto tale favo-

rito lrsquoeffetto di coarticolazione15

Egrave interessante notare che il nostro fenomeno ne ripete uno del latino arcaico (Leu-

mann 1977 sectsect 42 45 85 126 Palmer 1977 264sq) Nello stesso contesto di nasale

+ velare una vocale media etimologica si egrave chiusa in decnos gt dignus legnos

gt lignum16 tinguo (cfr greco tengo) uncus (greco onkos) unguis (greco onyx) hunc

(ant honc) La chiusura ha risparmiato eccezionalmente longus (e iuvencus) ma in

iscrizioni si trova lung- (CIL I2 1353 XI 6671a) e una forma del genere egrave presuppo-

sta dallrsquoit lungo17 Siamo dunque in presenza di un fenomeno ciclico

13 Sono ovviamente fuori gioco le varietagrave che confondono e e e anche il rum limbă ecc non aiuta giaccheacute qui tutti i timbri si sono fusi in i davanti a nasale pl nu gt plin = d nte gt dint

14 Vero egrave che questi ultimi due lessemi hanno a Firenze segno del loro carattere non popolare15 Il parere di Straka citato in nota da Castellani (1961 79) sembra andare in questo senso16 Queste due forme mostrano che anche la prima consonante del gruppo gn si pronunciava []17 Per lungo lt l ngu credo si possa sciogliere senzrsquoaltro la riserva di Castellani (1961 76 n 16)

ed escludere lrsquoidea di Rohlfs (1966-1969 sect 70) che si tratti di una doppia applicazione della chiusura antenasale (l[]ngo gt l[o]ngo gt lungo) fenomeno altrimenti indocumentato (cfr p[]nte gt p[o]nte gt punte)

BARBATO

5

La domanda da porci ora egrave la seguente si tratta di una chiusura di e o romanzo-

comuni o di una mancata apertura di (o se si vuole di ) latini Sampson (2006

34) si pronuncia per questa seconda ipotesi laquoon peut diffi cilement parler drsquoune ferme-

ture vocalique provoqueacutee dans nos mots probleacutematiques par lrsquoeffet acoustico-percep-

tuel de la nasaliteacute Mais nous proposons que cet effet a pu aider agrave conserver la qualiteacute

fermeacutee de et en freinant toute tendance de ces voyelles agrave srsquoouvrirraquo

Torreblanca (1990 249) sottolinea che il fenomeno devrsquoessere anteriore alla sem-

plifi cazione del gruppo -nct- gt -nt- frequentemente attestata laquodans les inscriptions

tardives de toutes les reacutegionsraquo (Vaumlaumlnaumlnen 1981 sect 116) In effetti in latino tardo ci

devrsquoessere stata la tendenza a semplifi care il nesso (cfr giagrave il classico quintus lt

quinctus) che si egrave imposta in iberoromanzo e italiano (santo) ma non in francese

(saint) lasciando altrove unrsquoarea diffusa di variazione (occit sant vs sanch saint sent piem sant vs gena sainto mil onć)18

Si noti che se in spagnolo (portoghese guascone) lrsquoanafonesi egrave anteriore alla sem-

plifi cazione -nct- gt -nt- in romancio egrave anteriore alla palatalizzazione di -ct- si tratta

di un ulteriore argomento a favore della precocitagrave del fenomeno e indirettamente

della sua interpretazione come fatto di conservazione e non di innovazione19

Del resto gli esiti romanzi disegnano una tipica fi gura areale conservazione rela-

tiva di Italo- e Iberoromania (in senso lato includendo rispettivamente i Grigioni e la

Guascogna) rispetto alla Galloromania (in particolare lrsquoantica Lugdunense) notoria-

mente lrsquoarea piugrave innovativa nel tardo Impero

Ci sono dunque diversi argomenti per pensare a una mancata apertura della vocale

latina20 Ci sono perograve anche delle possibili obiezioni In italiano lrsquoesito chiuso coivolge

anche un lessema con e il suffi sso germanico - ng

it spagn port

sp ngia spugna esponja esponja

- ng -ingo -engo -engo

Sembrerebbe la prova che si tratti di una chiusura di e o e di un fenomeno rela-

tivamente tardo21 Secondo Castellani (1961 85-87 e 121-122) il nostro fenomeno

egrave posteriore allrsquoapertura di (III sec) ma anteriore alla palatalizzazione di ng (sugna spugna IV-V sec) va collocato dunque nel IV secolo ma devrsquoessere rimasto

attivo almeno fi no a tutto il V secolo cosigrave da coinvolgere il suffi sso germanico

18 Anglade (1921 167) Meneacutendez Pidal (1941 sect 512) Rohlfs (1966-1969 sect 272) Lausberg (1971 sectsect 437-438) AIS

19 Meno assicurata appare lrsquoanterioritagrave rispetto alla palatalizzazione di cj asserita da Torre-blanca (1990 256) sulla base di uncia gt it oncia spagn onza port onccedila (cfr la mancata chiusura anche in tronco)

20 Un fenomeno analogo si verifi ca in iato cfr mia (attestato a Pompei) gt it engad occ cat spagn mia (Barbato 2010) fuit gt it(a) fu(e) (Barbato 2009)

21 Si ricordi che germanica egrave resa normalmente con e

CILPR 2013 ndash SECTION 2

6

Drsquoaltra parte si puograve credere che giagrave compiuta lrsquoanafonesi [spogja] e [-eg-]

unici casi che presentavano una vocale medio-alta davanti alla sequenza nasale piugrave

velare siano stati pareggiati per analogia fonetica a [iC] [uC] Quanto al primo

caso si potrebbe anche partire da una base spungia che sembrerebbe presupposta

pure da cast espundia arag espuntildea (DCECH sv esponja ed espundia)22 Del resto

la palatalizzazione di ng potrebbe essere avvenuta piugrave precocemente di quanto sup-

pone Castellani con la trafi la ngj gt nj lt [] Lo stesso Castellani data il passaggio gj

gt j al I sec dC e quello nj gt [] al III secolo Proporrei dunque la seguente cronologia

(1) anafonesi davanti a []

(2) gj gt j

(3) nj gt []

Secondo questa ipotesi lrsquoanafonesi egrave contemporanea alla formazione del sistema

vocalico romanzo di cui costituisce il negativo In ogni caso sia che la si consideri un

fatto di conservazione che di innovazione va sottolineato il suo carattere irregolare

che confi gura una lsquolegge fonetica debolersquo o una resistenza a unrsquoinnovazione governata

da una fi tta rete di parametri

Anafonesi (metafonesi) romanza

Si considerino ora le corrispondenze (parziali) seguenti

it spagn port

t nea tigna tintildea tinha

erv lia rubiglia arveja ervilha

c lia ciglia ceja celha

stam nea stamigna estamentildea estamenha

curc lio gorgoglio gorgojo gorgulho

c neu cogno cuntildeo cunho

22 La questione egrave intricata Il lat spongia lt greco σπογγιά dovrebbe avere una vocale breve la lunga viene postulata proprio per spiegare lrsquoitaliano spugna (Rohlfs 1966-1969 sect 110) Un prestito greco molto antico potrebbe essere stato coinvolto nella chiusura latina di davanti a nasale velare (vedi sopra uncus unguis) In effetti come segnala Torreblanca (1990 261) la grafi a spungia egrave attestata in latino non si puograve escludere tuttavia che essa renda una pro-nuncia tardiva [o] si sa infatti che omicron aveva un timbro chiuso che poteva essere reso in latino tardo con o donde le pronunce coacutelpo poacutelpo dellrsquoitaliano (Rohlfs 1966-1969 sect 110) Il logud ispundza (accanto a isponda) non egrave decisivo percheacute come illustra Wagner potrebbe risentire dellrsquoit spugna o essere laquosardizzazioneraquo di spagn-cat esponja (DES)

BARBATO

7

Franceschini (1991) ha voluto vedere qui un fenomeno comune di innalzamento

dovuto a yod che agirebbe con piugrave o meno restrizioni nelle varietagrave romanze In que-

sto caso tuttavia le condizioni appaiono diverse come mostra la chiara asimmetria

tra lrsquoitaliano che chiude regolarmente la vocale anteriore e lrsquoibero-romanzo che

chiude preferibilmente quella posteriore23

Va sottolineata qui una caratteristica costitutiva del toscano lrsquoassenza di meta-

fonesi24 Se Castellani sentigrave il bisogno di coniare il termine anafonesi fu proprio per

descrivere un processo di innalzamento che ha una ragione diversa da quello meta-

fonetico

Ora egrave noto che le varietagrave iberoromanze come quelle galloromanze conoscono

metafonia da -i (cfr f ci gt fr prov fi s spagn hice port fi z contro it feci) In altra

sede (Barbato 2012 e 2013) ho sostenuto che la metafonia sia prodotta non soltanto da

-i ma anche da yod proponendo questa cronologia

sec II III IV V VI

palatalizzazione di tj gt ts cj gt t ----- --

dittongazione metafonetica di ----- --

palatalizzazione di j (gj dj) gt d lj gl gt nj gn gt ----- --

chiusura metafonetica di e o ----- --

Normalmente la palatalizzazione di lj nj si applica prima della chiusura di e o

eliminando il contesto metafonetico

ndash cilia gt [tellja] gt [tea] gt cejandash gurgulio gt [gorgolljo] gt [gorgoo] gt gorgojo

Ma il processo di palatalizzazione e quello di chiusura metafonetica si sono

sovrapposti per un periodo e dunque egrave potuto succedere eccezionalmente che si

applicassero in ordine inverso

ndash cunia gt [konnja] gt [kunnja] gt cuntildeandash tinea gt [tennja] gt [tinnja] gt tintildea

Nel caso di -[i]- (ervilha) e di -[u]- (gorgulho) puograve poi aver agito lrsquoanalogia

dei suffi ssi da - cul- (es lentilha) e - cul- (agulha)

23 Secondo Franceschini il toscano occidentale presenterebbe simmetria nella chiusura ma cfr le obiezioni di Castellani (1992 397-399)

24 Esiste forse una sola eccezione se non sono dovuti a chiusura in protonia (fi schiare mischiare) potrebbero essere metafonetici fi schio mischio lt feschio meschio Se egrave cosigrave lrsquounica metafo-nia toscana ripeterebbe singolarmente la nota chiusura del latino parlato b stia gt b stia

CILPR 2013 ndash SECTION 2

8

In italiano siamo di fronte a un processo ben diverso che come ha chiarito ancora

Castellani (1961)

(a) colpisce e e non o

(b) egrave prodotto solo dalla nasale palatale derivata da nj e non da quella derivata da gn (cfr

degno pegno)

Esso egrave dunque successivo alla palatalizzazione dei gruppi con yod laquopercheacute in

Toscana la non esercita nessun infl usso sulla vocale della sillaba tonicaraquo (p 85) ed

egrave anteriore alla confusione di nj e gn va collocato dunque dopo il II secolo e prima

dellrsquoVIII (laquodal 757 si trovano grafi e inverse attestanti la pronuncia di gn come nrsquonrsquoraquo p

86) ma piugrave probabilmente tra il III e il IV secolo (cfr anche p 122)

Secondo Castellani dunque lrsquoanafonesi davanti a precede quella davanti a

[] Ma se facciamo reagire queste considerazioni sullo schema precedente otteniamo

la seguente cronologia

(1) anafonesi davanti a []

(2) gj gt j

(3) nj gt [] lj gt []

(4) anafonesi davanti a [ ]

(5) gn gt []

Percheacute questo secondo processo colpisce e e non o Probabilmente per motivi

articolatori (Pensado 1985 645) la chiusura non coinvolge la vocale posteriore per-

cheacute lrsquoassimilazione laquoque como efecto de la elevacioacuten de la parte anterior de la lengua

(cerrazoacuten) parece perfectamente posible no lo es si se tiene en cuenta el paraacutemetro

de la posicioacuten de la raiacutez de la lenguaraquo Insomma se la consonante velare favorisce

la chiusura delle vocali posteriori come si egrave visto sopra quella palatale esercita un

effetto parallelo sulle anteriori

Che ne egrave delle altre lingue romanze Il catalano si allinea allo spagnolo coi suoi

tinya cuny (ma corcoll) Lrsquoantico provenzale ha le alternanze celhacilha lt cilia melh

milh lt miliu telhtilh lt tiliu estrilhaestrelha lt strig(i)la tegnotigno lt tinea lenh

linh lt lignu (Anglade 1921 60sqq 78sqq) Includendo le forme antiche e dialettali

si scopre che il francese oltre a cil ha anche milmeil tilteil teignetigne eacutetrilleeacutetreille

linleigne (FEW svv) In tutti questi casi si conoscono dei risultati con i e u anche

in Italia settentrionale per es ver (Raldoacuten) [sije] (AIS 102 p 372) emilocc (San

Secondo parm) [mij] (AIS 1467cp p 413) emilocc (Sologno) [tijj] (AIS 580 p

453) gen [tia] (AIS 684 p 178) APiem (Villafalletto) [stria] (AIS 1242 p 172) Il

romancio non conosce chiusura (Eichenhofer 1999 sectsect 93 110 201)

Questi casi si potrebbero allineare a quelli iberici come effetto di una metafonia

che ha preceduto la palatalizzazione ma potrebbero anche essere dei piugrave tardi feno-

meni anafonetici come mostra il fatto che solo la vocale anteriore egrave coinvolta dallrsquoin-

BARBATO

9

nalzamento25 Del resto come mostra Philipon (1918-1919 433) spesso la chiusura egrave

documentabile in epoca letteraria prov abelha gt abilho lion oreilli gt orilli lig megiu

gt migiu mil stregia gt strigia E non a caso Roncaglia (1965 49) parla di laquoanafonesiraquo

per le occorrenze provenzali26

Si deve ancora a Castellani (1961 80-81 e n) il merito di aver stabilito che nel caso

di it pugno spagn puntildeo port punho cat puny itsett puumlgn (accanto a pogn AIS 1679

e cp) ndash cui si puograve aggiungere prov punh (accanto a ponh) lad [pu] (Kramer 1977

145) ndash non crsquoegrave anafonesi ma si parte da una forma romanzo-comune con u

Conclusioni

Sulla scia di Rohlfs (1966-1969 sect 49 e 70) le grammatiche storiche romanze con-

tinuano a parlare per lrsquoitaliano di una chiusura di e o in una serie di contesti che

includono la nasale e la laterale palatali e la nasale velare

Rohlfs (1966-1969 sect 49) laquoNel dialetto fi orentino si trova i invece di e davanti a n seguita

da k o da g () davanti a sk e davanti a ntilde oppure a łraquo

Lausberg (1971 sect 204) laquoNel fi orentino (e nellrsquoitaliano letterario) la e la del latino

vengono innalzate a [i] e [u] dinanzi a gruppi nasali-palataliraquo

AlkireRosen (2010 77) laquoRegularly stressed high mids followed by [] or [] raise one

degree to become high vowels i instead of e and u instead of oraquo

In realtagrave da molti anni Castellani ha chiarito che esistono due anafonesi in ita-

liano cronologicamente distinte (1) chiusura di e o davanti a nasale velare (2) chiu-

sura della sola e davanti a nj lj27 Sarebbe ora che gli studi romanzi prendessero atto

di questo fatto

Qui si egrave proposto ulteriormente di collegare (1) con alcuni fenomeni analoghi di

altre varietagrave romanze rintracciandone la radice comune nel latino tardo di distin-

guere (2) da fenomeni apparentemente analoghi che sono invece di natura metafo-

netica

Non sarebbe forse male che il termine anafonesi (vs metafonesi) venisse adottato

anche nelle altre lingue fr anaphonie (vs meacutetaphonie)28 spagn anafoniacutea (vs metafoniacutea)

ecc

Universitagrave di Napoli lsquoLrsquoOrientalersquo Marcello BARBATO

25 Per strigile e tinea si potrebbe pensare che la chiusura si sia prodotta dapprima in protonia nei tipi lsquoeacutetrillerrsquo e lsquotigneuxrsquo (FEW 12 303 e 13 343)

26 Lrsquouso continua nella provenzalistica italiana (cfr Ventura 2010 LIX)27 Si ricordi che la cronologia proposta da Castellani egrave quella inversa e si noti che la lsquochiusurarsquo

di e o egrave a nostro avviso piuttosto una mancata apertura di 28 Cfr giagrave Redon (2002 37)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

10

Bibliografi a

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13

Les meacutecanismes de la concordance des temps et leur eacutevolution

du latin aux langues romanes

Les regravegles lsquoclassiquesrsquo de la concordance des temps ont fait lrsquoobjet de nombreuses

critiques de la part des grammairiens et des linguistes Parmi ceux-ci il semble que

Ferdinand Brunot et Charles Bruneau soient les plus cateacutegoriques laquo Les grammai-

riens modernes ont imagineacute une preacutetendue regravegle de concordance des temps Cette

regravegle nrsquoa jamais eacuteteacute observeacutee par les bons eacutecrivains raquo (Preacutecis de grammaire historique de la langue franccedilaise Paris Masson et Cie 1949 p 387) Quelques anneacutees plus tard

lorsqursquoil eacutecrit La penseacutee et la langue Ferdinand Brunot nrsquoa pas changeacute drsquoavis laquo Le

chapitre de la concordance des temps se reacutesume en une ligne il nrsquoy en a pas raquo (Bru-

not 1965 782)

Pourtant contrairement agrave lrsquoaffi rmation ci-dessus la regravegle de lsquoconcordance des

tempsrsquo a plus drsquoun titre drsquoancienneteacute Elle a drsquoabord eacuteteacute appliqueacutee au latin et est ensei-

gneacutee depuis plus de deux milleacutenaires Dans leur Syntaxe latine (1951-2002) A Ernout

et F Thomas la reacutesument en ces termes

laquo La concordance des temps du subjonctif est deacutefi nie drsquoordinaire par la regravegle suivante

dite regravegle de la consecutio temporum

1) Au preacutesent (ou au futur) de lrsquoindicatif dans la proposition principale correspond un preacute-

sent ou un parfait du subjonctif dans la subordonneacutee

dico

quid faciat quid fecerit quid facturus sit

dicam

lsquolsquo je dis (dirai) ce qursquoil fait ce qursquoil a fait ce qursquoil fera rsquorsquo

2) A un temps passeacute de la proposition principale correspond dans la subordonneacutee un impar-

fait ou un plus-que-parfait du subjonctif

dixi

dicebam quid faceret quid fecisset quid facturus esset

dixeram

lsquolsquo jrsquoai dit (je disais jrsquoavais dit) ce qursquoil faisait ce qursquoil avait fait ce qursquoil ferait rsquorsquo (sect 394)

Les laquo grammairiens modernes raquo dont parlent Ferdinand Brunot et Charles Bru-

neau nrsquoont donc fait qursquoadapter au franccedilais une regravegle que tous les apprenants du latin

sont bien obligeacutes drsquoapprendre car elle permet drsquoeacuteviter des erreurs grossiegraveres dans le

CILPR 2013 ndash SECTION 2

14

thegraveme latin Il ne srsquoagit cependant pas drsquoune regravegle absolue comme le reconnaissent

A Ernout et F Thomas qui apregraves avoir eacutenonceacute la regravegle ajoutent laquo Mais la simpliciteacute

factice de cette regravegle a pour reacutesultat de rejeter de nombreux faits parmi les exceptions

On doit tenir compte mieux qursquoelle ne le fait des conditions imposeacutees par les valeurs

particuliegraveres des temps eux-mecircmes et par la nature des diverses propositions subor-

donneacutees raquo

Le problegraveme poseacute par les laquo grammairiens modernes raquo citeacutes par F Brunot et C

Bruneau pourrait se reacutesumer de la maniegravere suivante ces grammairiens ont-ils eu

raison de transposer au franccedilais une regravegle faite pour la langue dont le franccedilais est

issu le latin

On remarquera que les remarques critiques de F Brunot et C Bruneau nrsquoont pas

drsquoeacutequivalents dans les autres langues romanes comme lrsquoespagnol le portugais ou

lrsquoitalien Les speacutecialistes de ces langues qursquoils soient peacutedagogues grammairiens ou

linguistes sont contraints de reconnaicirctre pratiquement tous lrsquoexistence dans ces lan-

gues drsquoun meacutecanisme de laquo concordance des temps raquo Ainsi la Grammaire espagnole de Jean Bouzet (Paris Belin 1945 p223 sect514) met en garde le traducteur qui doit

rendre en espagnol un preacutesent du subjonctif franccedilais laquo Le franccedilais moderne nrsquoest pas

tregraves rigoureux sur la concordance des temps du subjonctif avec le verbe de la proposi-

tion principale et tolegravere bien souvent lrsquoemploi du preacutesent au lieu de lrsquoimparfait Jrsquoavais peur qursquoil ne srsquoeacutegare qursquoil nrsquoarrive pas qursquoil ne sache pas etc Il conviendra toujours

de rectifi er la concordance avant de traduire raquo Dans un manuel drsquoapprentissage de

lrsquoespagnol comme Pueblo sous le libelleacute laquo La concordance des temps raquo on peut lire

laquo Alors que le franccedilais utilise de moins en moins le subjonctif passeacute (il eucirct fallu que vous vinssiez) son emploi au lieu du subjonctif preacutesent est rigoureusement obligatoire

chaque fois que le verbe de la proposition principale est au passeacute ou au conditionnel raquo

(A Mercier Pueblo 3 Paris Armand Colin 1972 120) Lrsquoaffi rmation aussi peacuteremp-

toire - mais de sens opposeacute - que celles de Ferdinand Brunot est compleacuteteacutee par les

exemples suivants

laquo nos dicen que pasemos ----------gt nos dijeron que pasaacuteramos

me interesa que esteacutes tuacute ----------gt me interesaba que estuvieses tuacute

es mejor que vuelva mantildeana ------gt seriacutea mejor que volviera mantildeana

quiero que contestes pronto ------gt quisiera que contestases pronto raquo

avec le commentaire

laquo Principale au passeacute ----gt subjonctif passeacute dans la subordonneacutee

passeacute simple

imparfait

plus-que-parfait

conditionnel raquo

BEGIONI ROCCHETTI

15

Cette concordance est valable aussi pour lrsquoitalien La Grammatica italiana - Il verbo de G-B Moretti et de G-R Orvieto (Perugia Benucci 1979 vol I 67-76)

consacre 10 pages agrave exposer en deacutetail la concordance des temps en italien Pour ne

pas alourdir notre exposeacute nous nous limiterons agrave citer un extrait de la grammaire de

Luca Serianni Italiano (Torino UTET 1988 388-390) qui renvoie agrave G-B Moretti et

G-R Orvieto et reacutesume ainsi la concordance des temps lorsque la subordonneacutee est au

subjonctif (p 390) laquo Il tempo verbale della reggente condiziona il tempo dellrsquoogget-

tiva sia pure senza la rigorositagrave della lsquoconsecutio temporumrsquo latina raquo (p 388)

On voit que lrsquoespagnol et lrsquoitalien donnent lieu agrave des remarques comparables

proches de la regravegle latine quoique avec une moindre rigueur comme le souligne

Luca Serianni La diffeacuterence tient au fait que le subjonctif latin comportait 4 temps

(preacutesent imparfait parfait et plus-que-parfait) alors que le subjonctif de la langue

italienne se reacuteduit agrave un preacutesent et agrave un parfait Ce dernier est paradoxalement appeleacute

imperfetto alors qursquoil a pour origine le plus-que-parfait du subjonctif latin - cf lat

cantavissem gt it cantassi - et qursquoil est resteacute un perfectum de virtualiteacute en italien Il

peut par exemple poser seul une hypothegravese sans lrsquoaide des conjonctions se ou anche se Avesse dovuto aspettare non cinque minuti ma cinquanta secoli non sarebbe uscito di ligrave senza aver parlato prima collrsquoamabile sposina (De Marchi Demetrio Pia-nelli 479) Il en est de mecircme de lrsquoespagnol bien que sa morphologie au subjonctif

soit un peu plus complexe il dispose lui aussi drsquoun preacutesent drsquoun parfait - doteacute de

deux formes lrsquoune en -se (lat cantavissem gt esp cantase) de mecircme origine que le

parfait italien lrsquoautre en -ra issue du plus-que-parfait de lrsquoindicatif latin (lat cantave-ram gt esp cantara) - et drsquoun futur Mais ce dernier temps nrsquoest plus drsquousage courant et

nrsquoentre pas dans la regravegle lsquoclassiquersquo de la concordance des temps

Nous arrivons ainsi agrave lrsquoobjet de notre eacutetude comment et surtout pourquoi est-on

passeacute de 4 temps pour le subjonctif latin agrave deux temps en italien et (pratiquement) en

espagnol Pourquoi le franccedilais a-t-il reacuteduit aujourdrsquohui son subjonctif agrave un seul temps

alors que lrsquoancien-franccedilais en utilisait reacuteguliegraverement deux Quelles sont les eacutetapes

que lrsquoon peut distinguer dans ces eacutevolutions Agrave quoi reacutepond un meacutecanisme aussi

insolite - et on lrsquoa vu aussi controverseacute - que la concordance des temps Enfi n nous

avons passeacute sous silence jusqursquoagrave preacutesent la langue roumaine mais elle peut ecirctre riche

drsquoenseignements puisqursquoelle est issue comme les langues romanes occidentales drsquoun

latin fortement marqueacute par la concordance des temps et pourtant elle ne preacutesente

aucune regravegle de lsquoconcordance des tempsrsquo ni mecircme aucun reste eacutevident drsquoun ancien

fonctionnement fondeacute sur une telle regravegle Comment comprendre une telle diversifi -

cation pour des langues qui offrent par ailleurs une multitude de meacutecanismes com-

parables

Ce qui frappe en premier lieu crsquoest moins la concordance en elle-mecircme - puisque

tous les eacuteleacutements drsquoune phrase doivent en effet lsquoconcorderrsquo pour donner agrave la phrase

sa coheacuterence - que le fait qursquoelle entraicircne la reacutepeacutetition drsquoune donneacutee (le temps) deacutejagrave

fournie par le verbe de la principale Agrave quoi reacutepond cette reprise Le verbe de la

principale ne serait-il pas suffi sant pour situer lrsquoensemble de la phrase dans lrsquoeacutepoque

CILPR 2013 ndash SECTION 2

16

preacutesente passeacutee ou future Doit-on analyser la seacutequence laquo proposition principale +

proposition subordonneacutee raquo comme le rapprochement de deux entiteacutes indeacutependantes

agrave lrsquoorigine et qui pour se rapprocher doivent emprunter lrsquoune agrave lrsquoautre des eacuteleacutements

temporels marquant leur homogeacuteneacuteisation au sein drsquoune mecircme phrase Agrave cette ques-

tion srsquoen ajoute une autre y a-t-il dans les langues en eacutevolution drsquoautres cas analo-

gues de rapprochement drsquoeacuteleacutements drsquoorigine diffeacuterente et fi nissant par srsquoamalgamer

en une nouvelle uniteacute homogegravene La reacuteponse agrave cette deuxiegraveme question est certaine-

ment positive et les exemples ne manquent pas

Dans Begioni Rocchetti 2010 eacutetude publieacutee dans la revue Langages ndeg 178 (p

67-87) et intituleacutee La deacutefl exiviteacute du latin aux langues romanes quels meacutecanismes systeacutemiques sous-tendent cette eacutevolution nous avons examineacute plusieurs cas de reacutepeacute-

tition concernant des eacuteleacutements en cours de rapprochement Le cas le plus exemplaire

nous paraicirct ecirctre dans le domaine nominal lrsquoapparition de lrsquoarticle deacutefi ni (agrave partir du

deacutemonstratif latin) sa liaison progressive avec le substantif lrsquoexistence pendant de

nombreux siegravecles drsquoune double marque du genre et du nombre agrave la fois sur lrsquoarticle et

sur le substantif et la reacuteduction en franccedilais moderne de la marque du nombre expri-

meacutee jusque-lagrave par la deacutesinence du deuxiegraveme eacuteleacutement (le substantif) alors qursquoelle se

maintient sur le premier Pour une compreacutehension plus approfondie du pheacutenomegravene de

la deacutefl exiviteacute nous renvoyons le lecteur agrave cette eacutetude

Nous avons mis en rapport ces eacutevolutions avec une restructuration de la phrase due

au passage de lrsquoindo-europeacuteen langue reconstruite avec le verbe en position fi nale

aux langues indo-europeacuteennes actuelles inteacutegrant plusieurs propositions enchacircsseacutees

les unes dans les autres dont lrsquoune ou les unes sont reacutegissantes et les autres reacutegies

On peut reacutesumer les diffeacuterentes eacutetapes pour lrsquoassemblage de deux eacuteleacutements dans

une forme nouvelle de la maniegravere suivante

- Eacutetape 1 les deux syntagmes verbaux indeacutependants agrave lrsquoorigine mais mis en relation au

sein drsquoune phrase unique doivent pour bien signaler leur association reprendre les

mecircmes marques formelles (aspect mode et temps) On observe donc une duplication sys-

teacutematique des marques au niveau de la morphologie des deux verbes qui sont ainsi mis en

relation mais qui peuvent dans cette premiegravere phase rester eacuteloigneacutes lrsquoun de lrsquoautre

- Eacutetape 2 les deux verbes conservent chacun leurs marques morphologiques (le plus sou-

vent deacutesinentielles) de leur solidariteacute mais ils commencent agrave se rapprocher Le verbe de

la subordonneacutee peut ecirctre introduit par une conjonction (qui peut varier selon le type de

subordonneacutee)

- Eacutetape 3 une fois leur liaison syntaxique eacutetablie - crsquoest-agrave-dire une successiviteacute systeacutemati-

quement installeacutee - le deuxiegraveme eacuteleacutement (dans le cas de la deacutefl exiviteacute reacutegressive) perd des

marques qui faisaient double emploi avec celles deacutejagrave apporteacutees par le premier eacuteleacutement

Degraves lors celui-ci devient preacutedominant et tend agrave concentrer tous les apports formels lais-

sant les apports seacutemantiques au second eacuteleacutement

- Etape 4 Lrsquoeacutevolution est acheveacutee lorsqursquoil nrsquoy a plus aucune duplication drsquoinformation

Voyons comment intervient le pheacutenomegravene de la deacutefl exiviteacute dans le cas qui nous

inteacuteresse ici celui de la concordance des temps

BEGIONI ROCCHETTI

17

Le premier stade - celui du rapprochement de deux verbes ou de deux syntagmes

verbaux dans une structure nouvelle orienteacutee vers la creacuteation drsquoune subordination

- est envisageacute pour le latin par A Ernout et F Thomas dans le chapitre laquo Subordi-

nation et coordination raquo (p 291) de leur volume Syntaxe latine laquo la syntaxe de subor-

dination repreacutesente un eacutetat de langue relativement reacutecent instituant entre des pro-

positions agrave lrsquoorigine autonomes des rapports comparables agrave ceux qui se sont eacutetablis

dans la syntaxe du nom au deacutetriment de la construction appositionnelle raquo Crsquoest aussi

notre position nous venons de voir en effet que le processus de creacuteation de lrsquoarticle agrave

partir du pronom-adjectif reacutesulte de lrsquoapplication de la deacutefl exiviteacute au syntagme nomi-

nal et nous allons voir que la creacuteation de la subordination est lrsquoapplication du mecircme

processus au syntagme verbal Les deux latinistes se fondent pour cela sur des traces

drsquoun eacutetat ancien que conserve encore la langue de Ciceacuteron laquo Le latin eacutecrivent-ils

laisse entrevoir encore dans certains tours lrsquoancienne autonomie des propositions

des constructions comme caue cadas lsquolsquo prends garde de tomber rsquorsquo uolo facias lsquolsquo je veux

que tu fasses rsquorsquo signifi aient proprement lsquolsquo prends garde tu pourrais tomber rsquorsquo lsquolsquo fais-le

je le veux rsquorsquo Les subjonctifs cadas facias se justifi aient par eux-mecircmes comme mar-

quant la possibiliteacute ou la volonteacute et ils eacutetaient simplement juxtaposeacutes De cet eacutetat qui

est celui de la parataxe [] il subsiste des traces dans des formules et la langue parleacutee

ne srsquoen est jamais entiegraverement deacutepartie raquo

De telles lsquotracesrsquo de parataxe se trouvent encore en italien Alors que les verbes

qui introduisent une subordonneacutee exprimant la reacutealiteacute doivent obligatoirement se

construire avec la conjonction che lsquolsquo que rsquorsquo - vedo che sei contento lsquolsquo je vois que tu es

content rsquorsquo osservo che non egrave venuto lsquolsquo je remarque qursquoil nrsquoest pas venu rsquorsquo - ceux qui

expriment le deacutesir lrsquoespoir la crainte la croyance ou la volonteacute - crsquoest-agrave-dire tous ceux

qui contiennent une part (variable) de virtualiteacute - peuvent se construire avec ou sans

che

(6) spero sia stato promosso lsquolsquo jrsquoespegravere qursquoil a eacuteteacute admis rsquorsquo

(7) credevo fosse piugrave piccolo lsquolsquo je croyais qursquoil eacutetait plus petit rsquorsquo

La parataxe a eu une large extension en ancien italien Elle srsquoest reacuteduite en italien

moderne puisqursquoelle ne peut plus ecirctre utiliseacutee apregraves des verbes deacuteclaratifs introdui-

sant une subordonneacutee de reacutealiteacute Mais si lrsquoon compare le franccedilais et lrsquoitalien sur le cri-

tegravere de lrsquoemploi ou du non emploi de che on est frappeacute de la constance avec laquelle

le franccedilais utilise sa conjonction

Sommes-nous pour autant en franccedilais au stade 4 celui drsquoune disparition com-

plegravete de la concordance Dans je veux qursquoil vienne devenant au passeacute je voulais qursquoil vienne le verbe de la subordonneacutee ne reprend effectivement pas le temps (preacutesent

et passeacute) des principales je veux et je voulais mais que faut-il penser de lrsquoemploi du

mode subjonctif Ne repreacutesente-t-il pas sous une forme speacutecifi que la reprise du

contenu seacutemantique virtualisant du verbe de la principale Avec le verbe venir on

nrsquoest pas dans la situation des verbes du premier groupe lesquels ne distinguent plus

en effet lrsquoindicatif et le subjonctif par des formes speacutecifi ques je vois que tu manges je

CILPR 2013 ndash SECTION 2

18

veux que tu manges Dans ce seul cas en effet on peut dire que la concordance des

temps est parvenue agrave une disparition complegravete ce qui signifi e que la subordonneacutee

a eacuteteacute parfaitement inteacutegreacutee agrave la principale on passe de la phrase indeacutependante tu manges agrave la subordonneacutee que tu manges par le seul ajout de la conjonction de subordi-

nation que En revanche pour tous les autres groupes puisque le subjonctif preacutesente

une forme diffeacuterente de celle de lrsquoindicatif on constate une duplication de la valeur

modale exprimeacutee par le seacutemantisme du verbe de la principale avec la reprise sur

un plan morphologique de cette valeur modale On peut donc dire que si dans les

deux exemples ci-dessus le franccedilais nrsquoapplique plus la concordance des temps il nrsquoen

applique pas moins une reacuteelle lsquoconcordance modalersquo

Le fait que dans les langues romanes occidentales la conjonction ldquoquerdquo (it che esp et fr que) ait eacuteteacute la particule de subordination la plus utiliseacutee a contribueacute au

maintien de la valeur modale du verbe de la subordonneacutee Dans les cas ougrave la particule

de subordination nrsquoest pas ldquoquerdquo mais ldquosirdquo la forme de subjonctif ne srsquoest pas mainte-

nue ainsi doit-on utiliser le subjonctif dans une phrase comme je veux qursquoil le fasse mais on passe agrave lrsquoindicatif (futur) si on continue avec mais je me demande srsquoil le fera En effet que pose alors que si suppose Le subjonctif est donc neacutecessaire apregraves que pour exprimer la virtualiteacute lorsque celle-ci est exigeacutee par le verbe de la principale

Dans les mecircmes conditions lrsquoindicatif srsquoimpose apregraves la conjonction hypotheacutetique si La langue roumaine qui a utiliseacute beaucoup plus largement la particule de subordina-

tion să - issue du latin si - a pu reacuteduire consideacuterablement la morphologie speacutecifi que de

son subjonctif Crsquoest un des eacuteleacutements qui a contribueacute agrave faire disparaicirctre pratiquement

toute concordance des temps (et des modes) dans cette langue

Il peut ecirctre inteacuteressant drsquoaller plus loin dans lrsquoanalyse des choix qui ont eacuteteacute faits par

la langue roumaine Ils peuvent en effet apporter un eacuteclairage nouveau sur certaines

particulariteacutes des langues romanes qui preacutesentent - ou ont preacutesenteacute au cours de leur

eacutevolution - une concordance des temps Le fait que le roumain ne reacutevegravele agrave aucun

moment de son histoire un fonctionnement qursquoil serait possible de classer sous la

deacutenomination de lsquoconcordance des tempsrsquo nous paraicirct devoir ecirctre analyseacute pour com-

prendre la maniegravere dont ont eacutevolueacute les langues romanes occidentales

Nous sommes en particulier intrigueacutes par la creacuteation au sortir du latin drsquoun des

temps qui entrent dans la syntaxe de la concordance des temps non pas le futur - car

lrsquoexpression du temps agrave venir paraicirct tout agrave fait claire et leacutegitime dans la penseacutee et dans

la bouche drsquoun locuteur - mais le temps qui sert agrave indiquer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute

et qui porte le nom (nettement moins leacutegitime ) de conditionnel Il exprime en effet

une action soumise agrave une condition et tire de lagrave son nom mais en plus (simultaneacute-

ment ) il remplace le futur dans les fonctions que celui-ci aurait ducirc (mais peut-ecirctre nrsquoa

pas pu ) assumer dans lrsquoeacutepoque passeacutee Formeacute au sortir du latin avec lrsquoinfi nitif suivi

de lrsquoauxiliaire habere au passeacute le conditionnel peut ecirctre consideacutereacute comme la variante

(passeacutee) du futur La liaison eacutetroite entre le futur et le moment de lrsquoeacutelocution apparaicirct

agrave la reacutefl exion comme la raison profonde de la creacuteation du conditionnel et par voie

de conseacutequence de lrsquoexistence mecircme de cette regravegle de concordance des temps qui

BEGIONI ROCCHETTI

19

oblige agrave passer du futur dans la subordonneacutee (apregraves une principale au preacutesent) agrave un

conditionnel (apregraves une principale au passeacute) Les langues de la Romania occidentale

ont en quelque sorte susciteacute la creacuteation drsquoun temps nouveau speacutecialement consacreacute agrave

lrsquoexpression de lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute afi n de reacutesoudre la non-pertinence du futur

pour cette fonction Voyons maintenant ce que peut nous apporter sur ce point la

langue roumaine

Elle a eacuteteacute confronteacutee au mecircme problegraveme mais a trouveacute une autre solution et

mecircme une solution eacuteleacutegante qursquoil peut ecirctre inteacuteressant drsquoexaminer dans son principe

Le meacutecanisme qursquoelle a utiliseacute est celui qursquoen psychomeacutecanique du langage on appelle

la saisie anticipeacutee lorsque le futur est utiliseacute dans une proposition indeacutependante ou

principale il preacutesente toutes ses caracteacuteristiques en particulier

1- la valeur drsquoulteacuterioriteacute

2- la liaison avec le moment de lrsquoeacutelocution (futur laquo vrai raquo)

En revanche lorsqursquoil se situe dans une proposition subordonneacutee il exprime tou-

jours lrsquoideacutee drsquoulteacuterioriteacute mais il perd sa liaison avec le moment de lrsquoeacutelocution lrsquoulteacute-

rioriteacute se reacutefegravere alors au temps exprimeacute par le verbe de la principale Soit en scheacutema

Fig 1 - Le meacutecanisme de la saisie anticipeacutee

Emploi dans une proposition Emploi dans une proposition

subordonneacutee indeacutependante ou principale

saisie anticipeacutee saisie fi nale

Futur lsquotemps relatifrsquo Futur vrai

(= relatif au temps (= en relation avec

de la principale) le moment de lrsquoeacutelocution)

Le roumain dispose avec cette double saisie du futur drsquoun temps qui comme le

futur des langues romanes occidentales peut situer lrsquoaction dans lrsquoeacutepoque future pour

le locuteur mais qui peut aussi exprimer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute lorsqursquoil est placeacute

dans une subordonneacutee deacutependant drsquoune principale au passeacute

Le choix qui a eacuteteacute celui de la langue roumaine repreacutesente une innovation dans les

langues romanes et a eu au moins trois conseacutequences importantes

1 - Contrairement aux langues romanes occidentales la langue roumaine nrsquoa pas eu recours agrave

un temps speacutecifi que pour exprimer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute Elle a bien disposeacute au sor-

tir du latin drsquoune construction avec lrsquoinfi nitif suivi de lrsquoauxiliaire habere au preacutesent (ex

cantare + habeo gt cacircntare aș lsquolsquo je chanterai(s) rsquorsquo devenu aujourdrsquohui aș cacircnta lsquolsquo je chante-

rais rsquorsquo) mais elle ne preacutesente pas drsquoeacutequivalents de cantare + habebam (conditionnel fr

esp port) ni de cantare + hebui (conditionnel it)

2 - La seconde conseacutequence est lrsquoabsence de veacuteritable concordance des temps lorsqursquoil srsquoagit

drsquoexprimer lrsquoulteacuterioriteacute par rapport au preacutesent ou par rapport au passeacute le futur est utiliseacute

CILPR 2013 ndash SECTION 2

20

dans les deux cas Comme par ailleurs le subjonctif srsquoest lui aussi consideacuterablement

reacuteduit en liaison avec lrsquoemploi de la conjonction să (issue du latin si) la concordance des

temps est sans doute la surprise la plus deacutesagreacuteable qui attend les Roumains lorsqursquoils

entreprennent lrsquoapprentissage drsquoune langue romane occidentale

3 - On peut relever une troisiegraveme conseacutequence puisque la langue roumaine nrsquoa pas eu besoin

drsquoun conditionnel pour exprimer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute elle a pu se doter drsquoun veacuteri-

table conditionnel crsquoest-agrave-dire drsquoune forme verbale reacuteserveacutee agrave la seule modaliteacute de condi-

tionnel ce qui nrsquoest pas le cas des autres langues romanes Celles-ci preacutesentent en effet un

temps verbal dit conditionnel qui assume une double fonction lrsquoune temporelle (= ulteacute-

rieur du passeacute) lrsquoautre modale (= conditionnel) La prolifeacuteration des constructions expri-

mant le futur dans la langue roumaine - am să cacircnt lsquolsquo je chanterai rsquorsquo litt lsquolsquo jrsquoai agrave chanter rsquorsquo

voi cacircnta lsquolsquo je chanterai rsquorsquo litt lsquolsquo je veux chanter rsquorsquo o să cacircnt lsquolsquo je chanterai rsquorsquo litt lsquolsquo je veux

que je chante rsquorsquo - a permis agrave la forme qui a donneacute le futur dans les autres langues romanes

(cantare + habeo) de quitter complegravetement le domaine de la temporaliteacute agrave laquelle elle

eacutetait encore attacheacutee aux XVIe et XVIIe siegravecles pour devenir uniquement lrsquoexpression de

la modaliteacute conditionnelle (aș cacircnta = lsquolsquo je chanterais rsquorsquo)

On peut penser que le conditionnel formeacute sur lrsquoinfi nitif suivi de lrsquoauxiliaire agrave lrsquoim-

parfait ou au parfait des langues romanes occidentales est neacute apregraves la mecircme construc-

tion avec lrsquoauxiliaire au preacutesent puisque ce dernier existe en roumain tandis que le

premier est inexistant Si cette hypothegravese est exacte cela pourrait signifi er que le

conditionnel des langues romanes occidentales est neacute en premier pour lrsquoexpression

de la temporaliteacute (lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute) et qursquoil nrsquoa assumeacute qursquoensuite les valeurs

modales reccedilues du subjonctif Crsquoest le chemin suivi aussi on vient de le voir par le

conditionnel roumain dont la construction est la mecircme que celle qui a donneacute les

futurs des langues romanes occidentales On peut voir une confi rmation de cette

hypothegravese dans le deacutegagement amorceacute du conditionnel franccedilais de lrsquoexpression de

lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute avec le remplacement de la forme syntheacutetique du condition-

nel par lrsquoauxiliaire aller suivi de lrsquoinfi nitif il a dit avait dit qursquoil viendrait remplaceacute

dans le franccedilais actuel par il a dit avait dit qursquoil allait venir Ainsi progressivement

deacutegageacute de ses valeurs temporelles le conditionnel franccedilais pourra devenir de plus

en plus modal crsquoest-agrave-dire suivre un chemin parallegravele agrave celui traceacute par le condition-

nel roumain Mais on remarquera que le deacutegagement du conditionnel ne signifi e pas

pour autant la disparition de la concordance des temps on a certes il a dit qursquoil va venir qursquoil allait venir mais pas il avait dit qursquoil va venir On retombe en effet sur la

liaison du futur avec le moment T0 de lrsquoeacutelocution

En reacutesumeacute la concordance des temps apparaicirct comme une eacutetape de lrsquoeacutevolution

de la subordination dans les langues romanes dans la mesure ougrave cette concordance

tregraves stricte dans certaines drsquoentre elles - italien espagnol en particulier mais aussi

franccedilais (du tregraves ancien franccedilais jusqursquoau franccedilais classique) - reacutevegravele une subordina-

tion non encore complegravetement exprimeacutee par lrsquoeacuteleacutement subordonnant (it che esp et

fr que) lequel doit encore ecirctre accompagneacute drsquoune modifi cation agrave la fois modale et

temporelle du verbe subordonneacute On a vu que lrsquoeacutetape suivante repreacutesenteacutee par le

franccedilais conserve la variation compleacutementaire modale mais ne preacutesente plus pour

lrsquoessentiel la concordance temporelle

BEGIONI ROCCHETTI

21

Lorsque cette derniegravere eacutetape sera deacutepasseacutee on pourra dire qursquoil nrsquoy aura plus

aucune diffeacuterence formelle entre une phrase indeacutependante et une phrase subordon-

neacutee seule la preacutesence drsquoune conjonction placeacutee agrave la jonction entre la phrase (1) et la

phrase (2) indiquera que la premiegravere est la proposition reacutegissante et que la seconde

est la proposition reacutegie Crsquoest deacutejagrave ce que lrsquoon observe dans le cas ougrave la phrase reacutegie

indique une reacutealiteacute et cela pour tous les groupes verbaux

je sais X (X= tu fais ce qursquoil faut pour reacuteussir) ------gt je sais que tu fais ce qursquoil faut pour reacuteussir

je constate + tu as reacuteussi ------gt je constate que tu as reacuteussi

Cette remarque reste valable lorsque la proposition subordonneacutee exprime une

action virtuelle irreacuteelle ou potentielle mais seulement pour les verbes du premier

groupe

je veux + tu manges ------gt je veux que tu manges

En revanche lrsquoadaptation modale est indispensable pour les verbes des autres

groupes

je veux + tu dors ------gt je veux que tu dormes

La comparaison entre lrsquoeacutevolution de la subordination et celle du syntagme nomi-

nal pourrait se poursuivre De mecircme que nous venons de voir que la subordination se

comporte diffeacuteremment selon les groupes verbaux de mecircme nous pouvons constater

que la reacutepartition des marques du genre et du nombre entre lrsquoarticle et le substan-

tif tient compte du groupe auquel le substantif appartient srsquoil exprime une pluraliteacute

externe seul lrsquoarticle exprime le genre et le nombre dans la langue orale ex un enfant une enfant lrsquoenfant les enfant(s) mais srsquoil exprime une pluraliteacute interne le

substantif conserve lui aussi la marque du nombre ex lrsquoœil les yeux le travail les travaux

Il y a donc bien un paralleacutelisme eacutevident entre lrsquoeacutevolution de la reacutepartition des

marques du genre et du nombre dans le syntagme nominal et lrsquoeacutevolution de la subor-

dination Crsquoest qursquoen effet le meacutecanisme fondamental de la deacutefl exiviteacute est le mecircme

Dans le premier cas il srsquoapplique agrave un eacuteleacutement de la phrase (le syntagme nominal)

dans le deuxiegraveme agrave la nominalisation drsquoune proposition Lrsquoobjectif de la subordina-

tion est en effet la transformation drsquoune phrase en lrsquoeacutequivalent drsquoun substantif pour

que lrsquoensemble ainsi lsquosubstantiveacutersquo puisse ecirctre inteacutegreacute dans une autre phrase Toutes les

variantes que nous avons vues ne sont que des eacutetapes de cette eacutevolution

Universiteacute Charles de Gaulle - Lille 3

CAER EA 854 Aix-Marseille Universiteacute Louis BEGIONI

Universiteacute Sorbonne Nouvelle - Paris 3 Alvaro ROCCHETTI

CILPR 2013 ndash SECTION 2

22

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Begioni L Bracquenier C (ed) Lrsquoaspect dans les langues naturelles approche comparative

Rennes PUR 39-50

23

Il lessico della cultura materiale come fonte di studio del latino

lsquocirca romanccedilumrsquo

1 Il lessico concreto nei documenti notarili medievali dellrsquoItalia meri-

dionale

In questo contributo saranno presentati alcuni aspetti emersi da un esame del

lessico della cultura materiale nelle carte notarili medievali dellrsquoItalia meridionale

Nellrsquoindagine sullo stadio di lingua in cui si collocano i documenti latini studiati lrsquoos-

servazione del lessico concreto egrave di particolare interesse se si considerano la natura

linguistica dei testi e la situazione comunicativa in cui essi vengono prodotti

Il lavoro si avvale delle edizioni di documenti originali provenienti dalla Cam-

pania e dalla Puglia e riguarda lrsquoarco cronologico che va dallrsquoVIII al XII secolo

Nellrsquoambito della ricerca egrave stato considerato un campione piuttosto abbondante di

circa 5000 carte Lrsquoestrapolazione delle forme attraverso lo spoglio di una porzione

signifi cativa della produzione notarile disponibile consente la raccolta di un reper-

torio lessicale vasto e articolato in cui risulta ridotto il margine di incompletezza

nella rappresentazione del materiale interessato In tal modo egrave possibile osservare i

termini studiati al confronto con un contesto ampio limitando il rischio di trascurare

lrsquoindividuazione di eventuali fenomeni di polimorfi smo nellrsquoindagine comparativa dei

lessemi

Tra le fonti diplomatiche prese in considerazione1 egrave stato selezionato un corpus di

160 brani da cui sono state estratte circa 500 voci relative a oggetti della vita quoti-

diana

I vocaboli analizzati compaiono principalmente in inventari nellrsquoambito di testa-

menti corredi donazioni e in misura minore di vendite Si tratta delle parti libere

dei documenti in cui lo scriba deve descrivere i beni trasmessi elaborando perso-

nalmente il testo in base alle circostanze Al di lagrave del luogo della charta in cui si

trovano gli elenchi in questione2 lrsquointeresse per lo studio del latino lsquocirca romanccedilumrsquo

egrave determinato soprattutto dallo speciale settore del lessico indagato La necessitagrave di

denominare oggetti della vita di ogni giorno suggerisce lrsquoidea che le espressioni impie-

1 Sono indicate nella nota bibliografi ca le sole fonti relative ai casi di studio menzionati in que-sta sede

2 Per le differenze linguistiche dovute alla distinzione strutturale tra parti di formulario e parti libere cfr Sabatini (1965 972-998) e Sabatini (1968 320-358)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

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gate fossero di uso corrente e che la scelta dei lessemi rifl ettesse in qualche misura il

linguaggio comune

Lrsquoanalisi lessicale egrave utile per lrsquoosservazione della lingua degli atti notarili da piugrave

punti di vista Lrsquoincontro tra dimensione scritta e dimensione orale che caratterizza

i documenti legali in esame permette di cercare nella scripta latina tracce dellrsquoincon-

tro tra latino e volgare Il problema della diglossia richiede di considerare anche il

registro stilistico Lrsquoattribuzione dellrsquoelemento romanzo a una varietagrave bassa rispetto

al latino non sembra potersi applicare completamente allrsquoinvestigazione del lessico

concreto Tale approccio teorico dovrebbe presupporre un repertorio in cui termini

sinonimi piugrave o meno connotati stilisticamente denotano lo stesso referente proprio

della vita materiale Dalla ricerca in ambito lessicografi co non sono emersi tuttavia

indizi a supporto di questa ipotesi

La complessitagrave e lrsquointreccio di questi fattori saranno illustrati attraverso tre casi

di studio che forniranno lrsquooccasione di rifl ettere nello specifi co sulle implicazioni di

natura diacronica diatopica e stilistica determinate dallrsquoindagine sul lessico quoti-

diano nelle carte notarili

11 Alcuni aspetti dellrsquoindagine lessicale continuitagrave e innovazione

Tra i lessemi individuati si trovano naturalmente termini giagrave in uso in latino

come ad esempio ampulla anulus aratrum catinum conca falx mappa Alcuni di

questi presentano tratti grafi ci o morfologici che si discostano dal modello classico ma

non mostrano una sostanziale evoluzione semantica come calciamenta cocclarium

corcoma russus e i derivati in -ellus acucella arcella caldarella

Accanto alle voci giagrave presenti nella tradizione letteraria latina sono numerose

quelle che non risultano documentate nei lessici latini Molte di queste possono rico-

noscersi in esiti romanzi e dialettali ma non sono infrequenti i casi che non hanno

continuazione nelle varietagrave romanze moderne e che non sono riportati dalle fonti

dizionaristiche Il problema della continuitagrave si presenta con una fenomenologia

variegata che complica la valutazione delle innovazioni lessicali secondo un modello

astratto di polaritagrave latinoromanzo Una classifi cazione defi nita che distingua forme

latine da forme propriamente romanze non egrave unrsquooperazione scontata e in alcuni casi

resta aperta la questione se si tratti di espressioni proprie esclusivamente del romanzo

o di termini latini vitali magari in ambito quotidiano e colloquiale

La questione dellrsquoidentifi cazione di elementi latini e di elementi romanzi com-

porta implicazioni metodologiche che si rifl ettono sul momento della rappresenta-

zione formale In ragione della presenza di volgarismi accanto a lessemi di tradizione

latina questo problema egrave particolarmente complicato nello studio del lessico inda-

gato Nella presentazione di una forma base infatti risulta problematico lrsquouso della

declinazione classica anche per termini la cui interpretazione storica non egrave sempre

chiara Si pone in sostanza il problema di applicare lo stesso trattamento a un mate-

riale che si presenta eterogeneo sotto alcuni aspetti La diffi coltagrave della lemmatizza-

FERRARI

25

zione egrave evidente anche nei diversi criteri impiegati dalle fonti lessicografi che come si

potragrave constatare a proposito di alcuni degli esempi illustrati di seguito I tipi elencati

selezionati a titolo dimostrativo non sono registrati dai dizionari di latino classico e

risultano documentati solo in latino medievale3

andantelis agg nel sintagma altare andantele ldquoaltare mobilerdquo (1043 in Salernitano agro

CDC VI MXVI) La forma egrave lemmatizzata e defi nita in questo modo nel Lexicon posto in

appendice al IX volume del CDC4

barilis s m ldquobarilerdquo (1065 Salerno CDC IX 1) Il Lexicon di CDC5 riporta barrilis ldquodoliolumrdquo Il termine si trova sotto la voce barile in DuCange (I 578b)

calzari s m pl ldquocalzarirdquo (1028 in Salernitano agro CDC V DCCXCVII) Il termine egrave

riportato in questa forma solamente da Sella (104) che registra una forma simile calzarius

ldquocalzarerdquo a Venezia nel 1271

cardaturum -us ldquocardo (da lana)rdquo6 (1021 Bari CDB I 10) In questo caso si segnala la

diffi coltagrave di assegnare la categoria di genere a certe forme laddove i termini studiati com-

paiono per lo piugrave in funzione di complemento oggetto Su tre occorrenze individuate nel

corpus due terminano in -o e una in -um7

citrinus agg ldquogiallordquo (1065 Bari CDB IV 42)8

coclarilis s m ldquoporta cucchiairdquo (1054 Monopoli nella forma cucclarile ChCup 42)9

corcibaldus s m ldquoveste corta o a maniche corterdquo (968 Nocera CDC II CCLVII)10

facciatora s f ldquomadia cassa di legno per impastarerdquo (1054 Monopoli ChCup 42)11

fondata s f ldquoveste con ricami drsquooro su setardquo (1028 Gaeta CDCaj I CLIII)12

nastala s f ldquonastrordquo (1028 Gaeta CDCaj I CLIII)13

zappa s f ldquozappardquo (845 Luceria CDC I XXV Sappas duas nel 785 a Benevento)14

3 Per comoditagrave di esposizione sono indicati il luogo e lrsquoanno dellrsquoattestazione piugrave antica rilevata nel corpus

4 De Prisco (1984 451)5 De Prisco (1984 453)6 La forma non egrave registrata dalle fonti lessicografi che consultate Ditchfi eld (2007 350) la

menziona a proposito della cardatura sottolineando la peculiaritagrave dellrsquouso al singolare per un oggetto utilizzato in paia

7 Oltre allrsquooccorrenza indicata il termine si trova nel 1054 a Monopoli (ChCup 42) e nel 1138 a Terlizzi (CDB III LI)

8 Cfr LIMAL (80a)9 Anche questa forma non egrave registrata dai dizionari consultati La defi nizione proposta egrave tratta

da Ditchfi eld (2007 130)10 Cfr DuCange (II 664a) LIMAL (112b) Niermeyer (I 384a) Ditchfi eld (2007 457)11 Nessuno dei dizionari consultati registra la forma Cfr Ditchfi eld (2007 120) che individua la

continuazione in Puglia nella forma fassature Cfr anche in VDS (I 226) fazzatorǝ ldquomadiardquo12 Cfr Niermeyer (I 599a) dove fundatus egrave defi nito ldquomȇleacute de fi l drsquoorrdquo e Sella (255) che riporta

fundatum ldquointessuto drsquoorordquo Cfr anche Ditchfi eld (2007 417-420) 13 Cfr DuCange (V 571a) Niermeyer (II 930a) REW (5840)14 Cfr DuCange (VIII 427b) Niermeyer (II 1224a) REW (9599)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

26

Un altro aspetto determinante nella caratterizzazione della situazione linguistica

relativa ai documenti studiati sono gli apporti alloglotti principalmente i germanismi

dovuti alla presenza longobarda e i grecismi di infl usso bizantino I longobardismi

non sono molto numerosi nel settore lessicale di nostro interesse Qualche traccia

si trova in termini come predula ldquosgabellordquo (sia a Monopoli nel 1054 in ChCup 42

che a Salerno nel 1065 in CDB IV 42) plaione ldquolenzuolordquo (a Bari nel 971 in CDB

IV Frammenti 2 e a Salerno nel 988 in CDC II CCCCIII)15 scirfa ldquosuppellettili

date come corredo nuzialerdquo (a Nocera nel 1014 in CDC IV DCLXXV)16 I greci-

smi sono piuttosto evidenti nel lessico relativo alla liturgia ad esempio in vocaboli

indicanti libri sacri come anastasimon (1032 Bari CDB I 18) catanicticon (1065

Salerno CDC IX 1) biblion panegiricon (1065 Salerno CDC IX 1) Alcuni lessemi

che denotano articoli di provenienza orientale si trovano anche nel linguaggio della

moda Lrsquoattribuzione di valore semantico per alcune di queste forme non consente di

ricavare unrsquoimmagine completa e dettagliata degli oggetti in questione Si tratta di

termini come bambadiki (1054 Monopoli ChCup 42) che indicherebbe una cami-

cia di cotone presumibilmente confezionata a Costantinopoli17 fuffude (1065 Bari

CDB IV 42) che rimanda forse a un tessuto di sciamito decorato a pois e alla tunica

confezionata con lo stesso tessuto18 scamagna ldquocaftanordquo (1029 in Salernitano agro

CDC V DCCCXII)19

2 Alcuni casi di studio

I casi illustrati di seguito rappresentano degli esempi della compresenza di diversi

fattori che si nota nellrsquoindagine sulle carte medievali latine Dallrsquoanalisi dei singoli

lessemi o di determinati aspetti strutturali che accomunano diversi tipi lessicali emer-

gono implicazioni di varia natura che possono essere comprese appieno solo se valu-

tate insieme e in rapporto tra loro

Il livello morfologico dellrsquoanalisi sembra di notevole rilievo a questo proposito In

particolare lrsquoesame dei modi della derivazione chiama in causa aspetti diacronici dia-

topici e di esplicazione del signifi cato Lo studio delle forme derivate invita a osserva-

zioni sulla produttivitagrave di alcuni suffi ssi nel corso del tempo e consente di verifi carne

la vitalitagrave nei territori considerati alla luce del confronto con la distribuzione geo-

grafi ca in epoche successive Lrsquointerpretazione delle forme suffi ssali stimola inoltre

rifl essioni sul signifi cato e sullrsquoambito drsquouso dei termini

Gli aspetti menzionati possono essere riscontrati tutti nella denotazione dellrsquoag-

gettivo ldquoafricanordquo in riferimento a tessuti nel CDC

15 Cfr LEI-Germ (I fasc 5 928-931)16 Cfr Tamassia (1906-7 311-318)17 Cfr Ditchfi eld (2007 446) e Nicole (1894 32) 18 Cfr Ditchfi eld (2007 415-6 e 451)19 Cfr DuCange (scaramanga VII 337 c) REW (scaramancum 577 a) Ditchfi eld (2007 452)

FERRARI

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(1) 1043 in Salernitano agro panni serici africati (CDC VI MXVI)

(2) 1045 - panni serici africazzani du de altare (CDC VI MLII)

(3) 1049 Salerni vel in comitatu Salernitano pani serici africazzani tres de altare (CDC VII

MCXXI)

(4) 1054 Salerni vel in comitatu Salernitano pannilli afrecazzani serici quadtuor (CDC VII

MCCV)

(5) 1058 - sindones africactiana sericas quinque (CDC VIII MCCLVIII)

(6) 1065 Salerno sindones africaczanas sericas quinque (CDC IX I)

Il signifi cato del termine in relazione alla provenienza africana dei tessuti sem-

bra confermato da un altro passo in cui tale aspetto egrave espresso dal complemento de africa in luogo dellrsquoaggettivo (planete due de serico de panni de africa 1057 luogo

non menzionato CDC VIII MCCLII) Lrsquoaggettivo di provenienza egrave riportato per il

latino solo come Africus (ThLL I 1254 e REW 272) e Africanus (ThLL I 1260) LEI

(I 1270) riporta lrsquoaggettivo africanus come voce dotta presente in quasi tutte le lingue

romanze e segnala anche i tipi africato e africazzano derivati di africus come forme

dellrsquoitaliano antico meridionale inserite in un contesto latino Sia il tipo in -ato che

quello in -actianus-azzano non sono documentati nelle varietagrave romanze moderne

LEI rimanda alle stesse carte del nostro corpus senza richiami ad altre fonti al di

fuori del CDC Egrave da notare inoltre che le stesse forme non risultano attestate in altri

documenti coevi di diversa area

In questo caso il problema della defi nizione del tipo lessicale e della riduzione

a una forma base egrave particolarmente evidente I tipi africato e africazzano anche se

giudicati come semplici varianti formali mostrano una veste morfologica che si dif-

ferenzia sensibilmente

Nellrsquoanalisi delle forme rilevate lrsquoelemento che appare piugrave diffi cile da chiarire egrave

il suffi sso -azzo Esso egrave impiegato in alcune varietagrave romanze per derivare nomi di

abitanti Rohlfs20 segnala questo uso in Corsica in basteligaccio ldquodi Bastelicardquo bas-tiaccio ldquodi Bastiardquo con esito fonetico in -accio in Toscana in Melazzo ldquoabitante di

Melordquo e in Italia nordoccidentale in fi emazzo ldquodella Val di Fiemmerdquo Se si consi-

dera tale distribuzione areale del suffi sso inteso come espressione di appartenenza

geografi ca lrsquoaggettivo africazzano individuato nel CDC testimonierebbe un uso che

risulta documentato nelle varietagrave romanze moderne in aree che non corrispondono

con quella interessata dai documenti Meno problematica sembra invece lrsquoaggiunta

del suffi sso -ano indicante anchrsquoesso un rapporto di appartenenza e usato anche per

la formazione di nomi di abitanti

Un altro aspetto di cui tenere conto egrave che gli aggettivi africo africano sono consi-

derati per lrsquoitaliano come propri di un linguaggio colto e che le forme in -azzo ripor-

tate da Rohlfs sono registrate in ambito per lo piugrave dialettale Questo confronto tra le

diverse opzioni favorisce rifl essioni sulla connotazione stilistica di africazzano per

cui non si puograve escludere che si tratti di una voce se non colloquiale almeno non

20 Rohlfs (1969 III 365-7)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

28

colta Lrsquoassenza nel corpus studiato di altri modi per indicare lo stesso signifi cato non

permette tuttavia di valutare la forma indagata al confronto con forme alternative

ovvero di comprendere se si tratti di un uso generalizzato privo di specifi che conno-

tazioni regionali o stilistiche

In un diverso documento del CDC degli stessi anni si incontra un altro termine

con occorrenza unica nel corpus che per aspetto formale e contesto sembrerebbe

appartenere alla stessa famiglia lessicale e che potrebbe invece essere inteso diversa-

mente In una carta del 1047 si fa menzione di una planeta linea ornata africu (CDC

VII MXCVI) La spiegazione di africu come aggettivo di planeta nel signifi cato di

ldquoproveniente dallrsquoAfricardquo risulta complicata sotto il profi lo morfologico oltre che per

il contesto sintattico se si guarda alla terminazione e alla posizione nel testo dopo

lrsquoaggettivo ornata Il problema troverebbe una soluzione di fronte a unrsquoaltra ipotesi

interpretativa che riconoscerebbe nel lessema un diverso tipo lessicale estraneo alle

accezioni fi nora considerate che manterrebbe una forte coerenza dal punto di vista

semantico Il tipo in questione non risulta documentato dalle fonti lessicografi che

di latino e di latino medievale ma si incontra con forme diverse nella carta 1547 di

AIS VIII lsquoorlare (i fazzoletti)rsquo nelle varietagrave dialettali dellrsquoItalia meridionale a partire

dalla Campania e dalla Puglia settentrionale includendo anche la Sicilia Si tratta

del nap agravefreco afreciello ldquoorlatura orlo di fazzoletto o drsquoaltro panno cucito a tra-

foro lrsquoestremitagrave dei pannilani ripiegata in dentro e cucitardquo (DrsquoAscoli 29a cfr anche

Andreoli 16a) del cal lieacutefricu leacutefricu ldquoorlo (del fazzoletto)rdquo (NDDC 363b) del sal

aacutefricu ldquoorlatura orlo di un fazzolettordquo (VDS I 35a) del sic rregravefi cu ldquoorlo cucitura

che si fa allrsquoestremitagrave di una stoffa ripiegata su seacute stessa per impedire che si sfi laccirdquo

(VS IV 110b) Lrsquoorigine sarebbe il verbo refricare ldquoreibenrdquo REW (7159) registrato

in latino con il solo signifi cato di ldquostrofi narerdquo e per estensione di ldquorinnovarerdquo Sotto

questa entrata REW riporta il nap lefre kare il cal lyefrikare il sic rifi kari ldquosaumlu-

menrdquo con i derivati cal liefritsu pugl afretsu ldquoSaumrdquo Egrave interessante segnalare che lo

stesso dizionario raccoglie separatamente sotto la voce africus ldquoafrikanischrdquo (REW

272) il nap afreke e il tar afrike ipotizzando il signifi cato di ldquoArt Nahtrdquo

Secondo questa interpretazione bisognerebbe distinguere le forme rilevate lad-

dove lrsquoaggettivo lsquoafricanorsquo egrave espresso con il termine africazzano e africu sarebbe da

ricondurre a un etimo diverso e indicherebbe lrsquoorlatura decorativa della planeta Se

si accoglie la spiegazione di africu nel senso di ldquoorlordquo come derivazione da refri-

care lrsquooccorrenza si puograve intendere come una testimonianza antica di un fenomeno

che continua ancora nei dialetti meridionali

Queste osservazioni consentono infi ne di valutare in modo piugrave problematico il

senso del passo (1) in cui si puograve ipotizzare per il sintagma panni serici africati una

certa ambiguitagrave di signifi cato Da una parte il termine africati si differenzia formal-

mente rispetto al tipo piugrave ricorrente africazzano che pure compare in documenti

redatti negli stessi anni e soprattutto nello stesso contesto socio-culturale Una possi-

bilitagrave sarebbe di spiegare il suffi sso -atus come desinenza participiale riconducendo

FERRARI

29

il termine allrsquoorigine refricare21 Il contesto tuttavia mostra una forte analogia con

i documenti in cui compaiono i panni serici africazzani Questo uso indurrebbe a

considerare le forme come semanticamente coincidenti in quanto varianti formali

con la stessa accezione di ldquoafricanirdquo

Il problema della registrazione nelle fonti lessicografi che unito alle rifl essioni

sugli aspetti semantici e sullrsquoambito drsquouso di determinati lessemi puograve incontrarsi

ancora una volta nella presenza di aggettivi che rimandano alla provenienza geogra-

fi ca degli oggetti Per i termini illustrati di seguito la speculazione egrave motivata soprat-

tutto dal tipo di formazione laddove lrsquoimpiego di un certo suffi sso suggerisce lrsquoipotesi

che si tratti di un uso relativo a un campo semantico defi nito A Gaeta nel 1028 si

incontra una fondata mea serica bona gaytanisca (CDCaj I CLIII) a Monopoli nel

1054 un faciolo grecisco (ChCup 42) a Bari nel 1065 duo facioli greciski (CDB IV

42) nellrsquoagro salernitano nel 1043 quadtuor sindones grecesce (CDC VI MXVI) a

Terlizzi nel 1180 tres pallidellas franciscas lini (CDB III CXXIX)22 a Molfetta nel

1184 unam caiam (o catam) malfetanescam (CDB VII LXVIII)23

Gli aggettivi individuati nel nostro corpus sono sempre legati al campo tessile

qualifi cando specifi ci oggetti di stoffa Il suffi sso si incontra in italiano antico per for-

mare aggettivi che indicano lrsquoorigine e in alcuni casi questi si riferiscono a manifat-

ture tessili in espressioni come lana corsesca panno francesco lana lombardesca e

panni lombardeschi documentate da TLIO in testi toscani del XIII e del XIV secolo

Egrave signifi cativo il riscontro di tale formazione in testi mediolatini e si segnala che i tipi

gaytaniscus e malfetanescus non risultano documentati dai dizionari di latino neacute di

latino medievale al contrario di franciscus e greciscus attestati giagrave in una carta del

1007 riportata nelle Memorie Amalfi tane (I 222 amictum unum optimum de seta plumatu greciscu petie due de pannu plumatu francesce)24

In quanto al signifi cato lrsquointerpretazione solleva alcuni dubbi sul valore semantico

da assegnare agli aggettivi In particolare il tipo francesco indicherebbe un prodotto

o una merce laquoche proviene dalle manifatture della Francia e in partic della Fiandraraquo

o laquoche egrave decorato o viene eseguito secondo modelli o tecniche francesiraquo (GDLI VI

283b) Lrsquoespressione panno francesco egrave defi nita da TLIO ldquotipo di tessuto per abitirdquo

Analogamente un aggettivo come romanesco si incontra nellrsquoitaliano letterario del

21 Alessio (1976 9) riporta lrsquoespressione panni serici africati sotto la voce affricare ldquofregar con-tro stropicciarerdquo e rimanda alle forme dialettali per ldquoorlordquo

22 Dal punto di vista semantico sono da considerare separatamente le occorrenze dellrsquoaggettivo nel sintagma lectus franciscus (in CDB III LI CDB III CXXIX CDB VII LXVIII) che indicherebbe un letto di larghezza intermedia e che egrave attestato nelle carte pugliesi dopo la conquista normanna nel 1071 (cfr Ditchfi eld 2007 77)

23 Questrsquoultimo aggettivo compare anche in un corredo di Terlizzi del 1138 (CDB III LI) in cui si menzionano tres faciolos unam etiam malfetanescam duas reticellas sericas La lettura della forma etiam egrave controversa In ogni caso essa denota con ogni probabilitagrave un oggetto di tessuto

24 Cfr LIMAL (1029b)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

30

XVI-XVII sec nel sintagma panno romanesco a indicare un laquotessuto ruvido e gros-

solano (e lrsquoabito confezionato con tale tessuto)raquo (GDLI XVII 36a)

Non pare illogico quindi domandarsi se la peculiaritagrave semantica dellrsquoaggettivo

francesco non possa estendersi anche agli altri tipi Gli aggettivi studiati potrebbero

indicare oltre al luogo di produzione degli oggetti che descrivono particolari caratte-

ristiche materiali come il genere di manifattura La presenza dei suffi ssi -anus + -iscus nelle forme gaytaniscus e malfetanescus conduce a unrsquoulteriore rifl essione conside-

rando che lrsquoorigine geografi ca risulterebbe espressa giagrave con il solo -anus Non egrave dato

stabilire se allrsquoaspetto morfologico corrisponda una precisa accezione semantica o se

si tratti solo di un fatto formale Egrave impossibile inoltre ogni verifi ca sulla conforma-

zione degli oggetti I contesti di occorrenza sono indicativi della preziositagrave dei tessuti

menzionati che rientrano in elenchi di beni di lusso e sono caratterizzati da unrsquoalta

qualitagrave e un consistente valore economico25

3 Conclusioni

Lrsquoosservazione dei termini presi in esame mette in luce alcune questioni poste

dallrsquoanalisi lessicale nello studio della lingua dei documenti Lrsquoindagine diacronica sul

materiale raccolto suggerisce in certi casi lrsquoesistenza anche nel latino tardo di feno-

meni presenti in ambito romanzo e alla luce del confronto con le varietagrave dialettali

moderne egrave possibile notare nelle fonti medievali tratti che paiono diatopicamente

connotati

Non sono infrequenti i casi in cui si puograve ravvisare un uso proprio di unrsquoarea geo-

grafi ca specifi ca La frequenza limitata alla produzione di un territorio circoscritto

spiegherebbe lrsquoassenza di alcuni lessemi nei corpora delle opere lessicografi che Egrave

prevedibile inoltre che lo studio dei testi mostri talvolta testimonianze antiche di usi

locali che continuano in voci dialettali Ciograve si ipotizza per il tipo africu non attestato

dai dizionari di latino nel signifi cato di laquoorloraquo ma documentato nelle parlate di area

meridionale Come si egrave visto con la forma africazzano lrsquoindagine puograve offrire informa-

zioni sulla produttivitagrave di certi elementi in epoche diverse mostrandone la vitalitagrave su

un territorio piugrave esteso in passato rispetto a quanto si constata per le varietagrave romanze

moderne

Le occorrenze degli aggettivi di provenienza in -iscus rappresentano infi ne testi-

monianze di un modello di formazione ben presente in italiano antico I tipi gaytani-scus e malfetanescus non sembrano documentati in altre fonti cosigrave come non risul-

tano aggettivi analoghi che presentino la stessa struttura morfologica con il doppio

suffi sso

25 Cfr Ditchfi eld (2007 524) a proposito dei veli importati dallrsquoimpero bizantino e dalla cittagrave di Amalfi e Ditchfi eld (2007 417-20) per il ricamo drsquooro su seta ovvero il fundatus anche con riferimento alla fondata gaytanisca menzionata nel nostro documento

FERRARI

31

Lo studio del lessico in prospettiva diacronica insieme allrsquoosservazione della

distribuzione geografi ca e dellrsquoambito drsquouso di forme e di tipi lessicali comporta ri-

fl essioni che toccano anche lrsquoaspetto stilistico

Per le forme che non godono di signifi cativa documentazione si puograve immaginare

che esse fossero vitali per lo piugrave nella comunicazione orale Tale aspetto unito al

riscontro di continuazioni dialettali (si veda africu) e allrsquoattribuzione dei lessemi a

varietagrave regionali (si ricorda che africato e africazzano sono individuati da LEI solo

come forme del latino medievale campano) apre la questione del livello stilistico in

cui collocare i termini in esame Lrsquouso del tipo africazzano appare interessante se

si considera la disponibilitagrave di una alternativa africanus defi nito termine colto dai

dizionari consultati Se si pensa alle diverse opzioni come a pure varianti formali

lrsquoopposizione tra i due tipi potrebbe trovare una giustifi cazione in unrsquoipotetica dif-

ferenza stilistica tra le due forme La stessa opportunitagrave di una facile alternativa fa

sospettare perograve una piugrave precisa motivazione della scelta lessicale il cui valore seman-

tico resta tuttavia di diffi cile comprensione

La ricerca di documentazione nelle fonti lessicografi che puograve risultare problema-

tica con conseguenti diffi coltagrave nellrsquoassegnazione di valore semantico che a volte

non consentono una defi nizione precisa e dettagliata dei lessemi Lrsquoesame dei ter-

mini selezionati offre lo spunto per sottolineare che lrsquoanalisi linguistica in un settore

del lessico come quello interessato deve accompagnarsi a un approccio di studio che

abbia come argomento anche il rapporto tra lsquoparole e cosersquo Come si egrave visto non sem-

pre egrave possibile un riscontro oggettivo dei vocaboli indagati che favorirebbe in certi

casi una migliore comprensione della realtagrave linguistica e materiale

Per le carte esaminate non sembra possibile stabilire se gli scribi operassero una

selezione nellrsquoambito di un repertorio linguistico Le scelte lessicali che emergono

dai documenti rispecchiano con ogni probabilitagrave lrsquouso corrente Se la situazione di

diglossia che riguarda la scrittura notarile richiama a rifl essioni di natura stilistica

pare azzardato tuttavia riconoscere immediatamente nei termini rilevati voci popo-

lari proprie di una varietagrave bassa proiettando categorie moderne sullrsquointerpretazione

dei testi antichi Non egrave infatti opportuno accomunare sul piano sociolinguistico le

voci dialettali delle varietagrave romanze moderne e quelle che in base alla documenta-

zione mediolatina sembrano avere una circolazione limitata a una determinata area

geografi ca Lrsquoindagine sullrsquointersecazione del livello diatopico con quello diastratico

risulta complessa specialmente se proiettata sulla situazione linguistica di cui i testi

in questione non sono che una testimonianza ridotta e fortemente condizionata dalla

variante diamesica26 Il problema di applicare le etichette lsquoregionalersquo e lsquopopolarersquo negli

studi sul latino volgare egrave discusso da Poccetti (2004 149-151)27 In particolare occorre

ricordare che laquoegrave certo che il latino regionale di qualunque epoca non era soltanto

26 Su questo problema cfr Varvaro (1998)27 Sullrsquoapplicazione di un approccio dialettologico a situazioni linguistiche del passato cfr

anche Varvaro (2004)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

32

lsquopopolarersquoraquo (Poccetti 2004 204) Questa consapevolezza puograve applicarsi anche alla

situazione in esame e ben si collega a un altro aspetto da non sottovalutare che con-

cerne proprio il peculiare ambito a cui appartengono i lessemi Tutti i termini indagati

rientrano nel linguaggio specifi co di un campo semantico ben defi nito e avrebbero

quindi una connotazione piugrave o meno tecnica La scarsitagrave di testimonianze per alcuni

tipi potrebbe essere attribuita quindi non tanto allrsquoaffi oramento episodico di tratti

diastraticamente connotati quanto a un uso specializzato di certi elementi lessicali

Il riferimento di una decisa connotazione diastratica alle forme individuate non egrave

conveniente anche di fronte al carattere regionale di alcune espressioni Per quanto

la denominazione di oggetti quotidiani lasci supporre lrsquouso del linguaggio comune la

mediazione del testo scritto richiede cautela nel vedere le forme incontrate come un

immediato rifl esso della lingua parlata

In conclusione sono molti i fattori da tenere in conto nella lettura delle scrip-tae notarili soprattutto se si cerca di attingere tracce del linguaggio comune Per lo

studio del lessico concreto si puograve ipotizzare tuttavia un ridimensionamento della

distanza della scripta dal linguaggio corrente di fronte alla necessitagrave di denominare

oggetti della vita quotidiana (un ulteriore cenno merita la distinzione tra gli articoli

piugrave comuni e quelli piugrave preziosi che non dovevano godere di grande diffusione) Sia

nel caso in cui si osservano elementi sovraregionali sia in quello in cui si individuano

tratti diatopici la documentazione di fenomeni non testimoniati dalle fonti latine puograve

offrire interessanti testimonianze della loro circolazione nel contesto preromanzo Il

forte legame con la realtagrave concreta e con la vita quotidiana del lessico studiato con-

sente un punto di vista privilegiato a questo scopo

Istituto Italiano di Scienze Umane Valentina FERRARI

FERRARI

33

Nota bibliografi ca

Fonti primarie

CDB = Codice diplomatico barese I Nitto de Rossi Giovanni Battista Nitti de Vito Francesco

1897 Le pergamene del duomo di Bari (952-1264) III Carabellese Francesco 1899 Le per-gamene della Cattedrale di Terlizzi (971-1300) IV-V Nitti de Vito Francesco 1900 e 1902

Le Pergamene di S Nicola di Bari periodo greco (939-1071) e Le Pergamene di S Nicola di Bari periodo normanno (1075-1194) VII Carabellese Francesco 1912 Le carte di Molfetta (1076-1309) X Filangieri di Candida Riccardo 1927 Pergamene di Barletta del r archivio di Napoli Bari Commissione provinciale di archeologia e storia patria

CDC = I-VIII Morcaldi Michele Schiani Mauro De Stefano Silvano (ed) 1873-1893 Codex Diplomaticus Cavensis I Napoli Petrus Piazzi II-VIII MilanoPisaNapoli Hulricus Hoe-

pli IX-X Leone Simeone Vitolo Giovanni (ed) 1984 e 1990 Codex Diplomaticus Caven-sis IX-X Cava dei Tirreni Badia di Cava

CDCaj = Codex diplomaticus Cajetanus I 1887 Editus cura et studio monachorum D Bene-

dicti Archicoenobii Montis Casini Typis Archicoenobii Montis Casini

CDL = Zielinski Herbert (a cura di) 1986 Codice diplomatico longobardo V Le chartae dei ducati di Spoleto e di Benevento Roma Istituto storico italiano per il Medio Evo

ChCup = Morea Domenico 1892 Il Chartularium del monastero di S Benedetto di Conver-sano Montecassino Tipografi a di Montecassino

Memorie amalfi tane = Camera Matteo 1876 Memorie storico-diplomatiche dellrsquoantica cittagrave e ducato di Amalfi Salerno Stabilimento tipografi co nazionale

Fonti secondarie

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Zofi ngen Verlaganstalt Ringier amp Co

Ditchfi eld Philip 2007 La culture mateacuterielle meacutedieacutevale lrsquoItalie meacuteridionale byzantine et nor-mande Roma Eacutecole franccedilaise de Rome

Nicole Jules 1894 Le livre du preacutefet ou lrsquoeacutedit de lrsquoempereur Leacuteon le Sage sur les corporations de Constantinople Geneacuteve amp Bale Georg amp Co

Poccetti Paolo 2004 laquoMetodi percorsi e miraggi per una dialettologia del latinoraquo in Trovato

Salvatore C (ed) Linguistica storica e dialettologia Atti del Convegno della Societagrave Italiana

di Glottologia (Catania 3-5 ottobre 2002) Roma Il Calamo

Rohlfs Gerhard 1969 Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti III Torino

Einaudi

Sabatini Francesco 1965 laquoEsigenze di realismo e dislocazione morfologica in testi preromanziraquo

Rivista di cultura classica e medievale VII 972-998

Sabatini Francesco 1968 laquoDalla lsquoscripta latina rusticarsquo alle lsquoscriptaersquo romanzeraquo Studi Medievali s III IX 320-358

Tamassia Nino 1906-1907 laquoScherpa scerpha scirparaquo Atti dellrsquoIstituto Veneto LXVI 311-318

Varvaro Alberto 1998 laquoDocumentazione ed uso della documentazioneraquo in Herman Joacutezsef

(ed) La transizione dal latino alle lingue romanze Atti della Tavola Rotonda di Linguistica

Storica (Universitagrave Carsquo Foscari di Venezia 14-15 giugno 1996) Tuumlbingen Niemeyer

Varvaro Alberto 2004 laquoLa dialettologia e le situazioni linguistiche del passatoraquo in Trovato

Salvatore C (ed) Linguistica storica e dialettologia Atti del Convegno della Societagrave Italiana

di Glottologia (Catania 3-5 ottobre 2002) Roma Il Calamo

CILPR 2013 ndash SECTION 2

34

Fonti lessicografi che

Alessio Giovanni 1976 Lexicon Etymologicum Napoli Arte tipografi ca

Andreoli Raffaele 1988 Vocabolario napoletano-italiano Napoli Istituto grafi co editoriale

italiano

DrsquoAscoli Francesco 1983 Dizionario italiano napoletano Napoli Gallina

De Prisco Antonio 1984 Lexicon in Codex Diplomaticus Cavensis IX Cava dei Tirreni Badia

di Cava

DuCange = DuCange Charles 1954 Glossarium Ad Scriptores Mediae et Infi mae Latinitatis

Graz Akademische druck- U Verlagsanstalt

LIMAL = Arnaldi Francesco Smiraglia Pasquale 2001 Latinitatis Italicae Medii Aevi Lexi-con Tavarnuzze (Firenze) SISMEL-Edizioni del Galluzzo

NDDC = Rohlfs Gerhard 2001 Nuovo Dizionario Dialettale della Calabria (Nuova ed intera-

mente rielaborata ampliata e aggiornata) Ravenna Longo

Niermeyer = Niermeyer Jan Frederik Van de Kieft Co 2002 Mediae Latinitatis Lexicon Minus Leiden-Boston Brill

Sella = Sella Pietro 1944 Glossario latino-italiano Stato della Chiesa Veneto Abruzzi Cittagrave del Vaticano Biblioteca Apostolica Vaticana

TLIO corpus digitale OVI consultabile al sito ltwwwtlioovicnritgt

VDS = Rohlfs Gerhard 1956-1961 Vocabolario dei Dialetti Salentini Muumlnchen Verlag der Bay-

erischen Akademie der Wissenschaften Rist fotomeccanica 1976 Galatina Congedo

VS = Piccitto Giorgio (ed) 1985 Vocabolario Siciliano CataniaPalermo Centro di studi fi lo-

logici e linguistici siciliani

35

Le systegraveme des participes latins et les signes avant-coureurs

des changements romans au VIe siegravecle apregraves J-Ch

Au VIe siegravecle apregraves J-Ch les structures de la langue latine ne correspondent plus

tout agrave fait aux normes du latin classique aussi bien du point de vue morphologique et

seacutemantique que syntaxique

Il est fort diffi cile par ailleurs drsquoeacutetablir avec preacutecision une lsquolsquo grammaire rsquorsquo de la

langue de cette peacuteriode le latin du VIe siegravecle est en effet une mosaiumlque de niveaux de

langue et de structures linguistiques diverses Il semble donc que les grammaires de

latin tardif eacutevoquent un stade plus avanceacute de lrsquoeacutevolution

Nous voudrions aujourdrsquohui eacutevoquer le systegraveme participial aussi bien au sein des

constructions absolues que dans le discours Nous verrons ainsi quels sont les nou-

veaux outils linguistiques dont disposent les auteurs et la survivance de ceux-ci en

roman

1 Le corpus

Afi n de mettre en lumiegravere un deacuteveloppement diachronique de lrsquoemploi du parti-

cipe nous avons confronteacute deux synchronies dans lrsquoeacutetablissement du corpus de textes

pour notre eacutetude Drsquoun cocircteacute quatre textes de latin tardif1 et de lrsquoautre quatre textes

de latin classique

11 Le corpus de textes tardifs

Tout drsquoabord nous avons choisi deux textes de Greacutegoire de Tours (538-593) le

livre II de lrsquoHistoria Francorum et le livre II du De uirtutibus sancti Martini afi n

de deacuteterminer si lrsquoemploi des constructions absolues et du participe est lsquolsquo homogegravene rsquorsquo

chez Greacutegoire de Tours ou srsquoil reacutepond au contraire agrave des critegraveres litteacuteraires choisis

en fonction de la nature du genre litteacuteraire LrsquoHistoria Francorum est en effet une

œuvre historique dans laquelle les notations chronologiques sont essentielles alors

que le De uirtutibus sancti Martini est une œuvre hagiographique qui consiste en une

succession drsquoanecdotes sans lien les unes avec les autres

1 Les textes de latin tardif sont citeacutes drsquoapregraves lrsquoeacutedition des Monumenta Germaniae Historica disponible en ligne ltwwwdmghdegt Le premier chiffre correspond au livre de lrsquoœuvre le second au chapitre le troisiegraveme agrave la page des Monumenta Germaniae Historica et le qua-triegraveme agrave la ligne Les textes classiques sont eux citeacutes dans lrsquoeacutedition de la Collection des Universiteacutes de France aux Belles Lettres Paris

CILPR 2013 ndash SECTION 2

36

Nous avons parallegravelement compareacute Greacutegoire de Tours avec deux autres auteurs

tardifs de textes historiques lrsquoun anteacuterieur lrsquoAnonyme de Valois (eacuteveacutenements de 464

agrave 526) et lrsquoautre posteacuterieur Freacutedeacutegaire (texte eacutecrit vers 660) cette similitude de genre

litteacuteraire permettant drsquoeacutecarter autant que possible les diffeacuterences stylistiques inheacute-

rentes agrave chaque genre litteacuteraire

12 Le corpus de textes classiques

Nous avons choisi le livre I du De Bello Gallico de Ceacutesar le livre I de Tite-Live

(Ab urbe condita) le livre I des Annales de Tacite et le livre XXIII drsquoAmmien Mar-

cellin auteur du IVe siegravecle apregraves J-Ch traditionnellement consideacutereacute comme le der-

nier auteur agrave eacutecrire dans un latin de facture classique

Cette eacutetude de lrsquoemploi du participe srsquoappuie majoritairement sur son emploi dans

les constructions absolues lrsquoablatif absolu agrave lrsquoeacutepoque classique et durant toute la lati-

niteacute auquel srsquoajoutent agrave lrsquoeacutepoque tardive ce qursquoon appelle lsquoaccusatif absolursquo et lsquonomi-

natif absolursquo

2 Les constructions absolues deacutefi nition

Les constructions absolues sont des syntagmes constitueacutes majoritairement drsquoun

sujet et drsquoun participe jouant le rocircle syntaxique de preacutedicat les deux eacutetant accordeacutes

en genre en nombre et en cas En latin classique ces syntagmes sont exclusivement

agrave lrsquoablatif (ce sont des lsquoablatifs absolusrsquo) mais les textes en latin tardif preacutesentent de

nouvelles constructions absolues qui nrsquoexistent pas en latin classique le nominatif

absolu (ougrave le sujet et le participe sont au nominatif) lrsquoaccusatif absolu (ougrave le sujet et

le participe sont agrave lrsquoaccusatif) et les constructions mixtes (ougrave le sujet est agrave un cas et le

participe agrave un autre)

Ainsi lrsquoablatif absolu proelio facto chez Ceacutesar lsquolsquo le combat ayant eacuteteacute fait rsquorsquo (Gall 1 13 1) pourrait-il se trouver chez Greacutegoire de Tours sous la forme drsquoun accusatif

absolu ou drsquoun nominatif absolu proelium factum ou drsquoune construction mixte facto proelium

Dans nos textes tardifs si les nouvelles constructions absolues sont bien repreacutesen-

teacutees lrsquoablatif absolu reste de loin majoritaire

Tableau 1 Reacutepartition des constructions absolues chez nos auteurs tardifs

des VIe et VIIe siegravecles

Nombre

total de

constructions

absolues

Nominatif

absolu

Accusatif

absolu

Construc-

tions mixtes

Ablatif

absolu

Anon

Vales38 132 26 842

GAYNO

37

Nombre

total de

constructions

absolues

Nominatif

absolu

Accusatif

absolu

Construc-

tions mixtes

Ablatif

absolu

GregTur

Martin234 3 86 04 88

GregTur

Hist246 32 11 32 826

Fredeg 144 222 97 111 57

Ce tableau montre que lrsquoablatif absolu reste la construction absolue la plus employeacutee

au VIe siegravecle dans nos textes Il corrobore ce qursquoeacutecrit Johannes Muumlller-Lanceacute2 ce der-

nier se deacuteclare deacuteccedilu de ne pas avoir retrouveacute dans les textes ce que les manuels annon-

cent traditionnellement crsquoest-agrave-dire un net deacuteveloppement des nouvelles constructions

absolues au deacutetriment de lrsquoablatif absolu Paolo Greco3 relegraveve quant agrave lui les mecircmes

proportions que nous pour le premier livre de lrsquoHistoria Francorum agrave savoir 73

drsquoablatifs absolus 20 drsquoaccusatifs absolus et 2 de nominatifs absolus

Cette structure ougrave le participe preacutedicat a un sujet propre donne agrave la construction

absolue une valeur de proposition circonstancielle et se retrouve eacutegalement en fran-

ccedilais

Le pegravere mort les fi ls nous retournent le champ (La Fontaine Fables V 9)

De mecircme en ancien-franccedilais ougrave nous avons releveacute dans notre lecture de La Chanson de Roland soit 4002 vers lrsquoemploi drsquoun syntagme participial correspondant

agrave une construction absolue latine

Desfi les ci sire vostre veiant (Rol 326)

lsquolsquo Je les en deacutefi e Sire agrave votre vue rsquorsquo

Le chevalier Ganelon srsquoadresse ici au roi Charlemagne Le participe veiant du verbe

veoir forme ici une locution adverbialiseacutee dans laquelle il est grammaticaliseacute en adverbe on

peut le traduire par lsquolsquo devant rsquorsquo

La rareteacute des constructions absolues est remarquable dans le texte du XIe siegravecle

Cette situation srsquooppose agrave celle de notre corpus tardif ougrave lrsquoon trouve plusieurs

constructions absolues par page Cette structure a donc beaucoup diminueacute en ancien-

franccedilais comme le note Philippe Meacutenard4 laquo Les constructions absolues de lrsquoancien-

2 Muumlller-Lanceacute (1994 119)3 Greco (2005)4 Meacutenard (1988 173)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

38

franccedilais sont beaucoup plus limiteacutees [qursquoen latin tardif] puisqursquoil srsquoagit surtout des

formes oiant et voiant qui font presque fi gure de preacutepositions raquo

3 Le participe

Le participe employeacute dans les constructions absolues peut aussi bien ecirctre un par-

ticipe preacutesent qursquoun participe passeacute Le participe futur et lrsquoadjectif verbal sont rares

degraves le latin classique Cependant on observe une diffeacuterence de proportion entre les

occurrences du participe preacutesent et celles du participe passeacute entre le latin classique

et nos auteurs tardifs en latin classique les auteurs privileacutegient lrsquoemploi du participe

passeacute en construction absolue Mais lrsquoemploi du participe preacutesent va beaucoup aug-

menter dans les constructions absolues dans notre corpus de latin tardif

Les constructions absolues ne comportant qursquoexceptionnellement une autre forme

participiale celles-ci sont noteacutees dans la colonne laquo autre raquo dans le tableau suivant

Tableau 2 Les participes employeacutes dans les constructions absolues chez

les auteurs classiques du corpus

Participe

preacutesent

Participe

parfait actif de

verbe deacuteponent

Participe

parfait passifAutre

Caes 79 0 921 0

Liv 155 3 81 055

Tac 208 108 661 236

Amm 202 92 706 0

La supeacuterioriteacute numeacuterique de lrsquoemploi du participe parfait passif dans les construc-

tions absolues agrave lrsquoeacutepoque classique ressort clairement de ce tableau quoique lrsquoon

puisse noter un infl eacutechissement de cette tendance de Ceacutesar (921) agrave Tite-live (81)

et surtout Tacite (661)

Dans nos textes tardifs cette reacutepartition change avec lrsquoaugmentation de lrsquoemploi

du participe preacutesent comme le note Johannes Muumlller-Lanceacute7 Le tableau suivant

montre cette eacutevolution chez les auteurs tardifs de notre corpus

5 Un adjectif verbal en 1 18 6 condenda6 Trois adjectifs verbaux 1 26 4 augendis 1 26 4 adleuandis 1 54 1 retinendis7 Muumlller-Lance (1995 417)

GAYNO

39

Tableau 3 Les participes employeacutes dans les constructions absolues

chez les auteurs tardifs de notre corpus8

Participe

preacutesent

Participe

parfait actif de

verbe deacuteponent

Participe par-

fait passifAutre

Anon Vales 421 26 553 0

Greg Tur

Martin393 13 594 0

Greg Tur

Hist 325 69 602 048

Fredeg 556 69 368 074

La proportion de participe preacutesent est bien plus importante en latin tardif qursquoen

latin classique drsquoapregraves ces releveacutes corroboreacutes par ceux de Paolo Greco9 pour le pre-

mier livre de lrsquoHistoria Francorum de Greacutegoire de Tours (dans lequel il deacutecompte

33 participes preacutesents et 44 participes parfaits passifs) Mais cette eacutevolution nrsquoest pas

uniforme selon les auteurs si le participe passeacute reste le plus utiliseacute chez Greacutegoire

de Tours ce nrsquoest pas le cas chez Freacutedeacutegaire On pourrait expliquer ces variations

en disant que la langue de cette eacutepoque nrsquoest pas grammaticalement uniformiseacutee

ou fi xeacutee Elle est en effet en pleine mutation ce que marquent eacutegalement les nom-

breuses confusions dans le paradigme verbal Agrave cela srsquoajoute un coeffi cient de varia-

biliteacute stylistique propre agrave chaque auteur

4 Les confusions dans le paradigme verbal

Dans le mecircme temps les distinctions agrave la fois de voix et de temps dans le para-

digme verbal se sont estompeacutees en latin tardif

Les distinctions qui existent en latin classique entre les verbes actifs deacuteponents

et passifs sont moins nettes en latin tardif ougrave de freacutequentes confusions sont attesteacutees

dans nos textes On observe par exemple des fl ottements entre la forme de lrsquoinfi nitif

preacutesent actif et celle de lrsquoinfi nitif preacutesent passif

8 On trouve dans cette œuvre drsquoautres formes participiales neacuteanmoins celles-ci eacutetant em-ployeacutees en coordination avec un participe recenseacute au sein de la mecircme construction absolue elles nrsquoapparaissent pas dans ce deacutecompte comme le participe futur ruituris en Hist 2 7 48 19 coordonneacute agrave un participe preacutesent trementibus Un seul exemple drsquoadjectif verbal employeacute seul dans un ablatif absolu en Hist 2 9 56 1 delendis

9 Greco (2005)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

40

Lrsquoaugmentation de lrsquoemploi du participe preacutesent et les confusions dans le para-

digme verbal ont favoriseacute lrsquoapparition de nouvelles valeurs des participes preacutesent et

passeacute en latin tardif ou plus exactement ont favoriseacute le deacuteveloppement de valeurs

qui preacuteexistaient dans lrsquoancienne langue

Ainsi en latin archaiumlque et classique le latin nrsquoa que deux participes un participe

en -ns -ntis qui est dit preacutesent actif (aimant) et un participe en -tus -a -um (ayant eacuteteacute aimeacute) qui est dit passeacute passif Le latin offre donc deux lacunes paradigmatiques il lui

manque un participe preacutesent passif (du type du franccedilais eacutetant aimeacute) et un participe

passeacute actif (du type du franccedilais ayant aimeacute)

Degraves le latin archaiumlque le participe preacutesent en -ns -ntis est grammaticaliseacute comme

un participe de sens actif agrave valeur aspectuelle durative et sans valeur temporelle

puisqursquoil marque la concomitance avec le procegraves du verbe principal reacutegissant ainsi

que lrsquoeacutecrivent Alfred Ernout et Franccedilois Thomas10 laquo Le participe preacutesent ne marque

pas le temps en lui-mecircme mais il deacutesigne lrsquoaction concomitante crsquoest-agrave-dire qui se

deacuteveloppe en mecircme temps que celle du verbe de la proposition ougrave il se trouve raquo

Le participe passeacute en -tus -a -um est grammaticaliseacute comme un participe de sens

passif deacutenotant un procegraves accompli

Mais degraves les premiers textes latins lrsquoexistence des verbes deacuteponents trouble la

frontiegravere entre actif et passif Les verbes deacuteponents en effet ont des formes sem-

blables au passif mais un sens actif Le participe en -tus des verbes deacuteponents malgreacute

sa forme homophone drsquoun participe passif aura donc un sens actif de profi ciscor

lsquolsquo srsquoen aller partir rsquorsquo le participe parfait profectus signifi e lsquolsquo srsquoeacutetant en alleacute eacutetant parti rsquorsquo

comme un participe passeacute actif Cet affaiblissement de la frontiegravere entre actif et passif

est probablement en partie agrave lrsquoorigine drsquoun changement attesteacute dans nos textes tardifs

pour le participe passeacute passif en -tus qui peut porter une valeur active Il y a donc

maintien de la valeur temporelle de passeacute (et eacuteventuellement de la valeur aspectuelle

drsquoaccompli) mais changement de voix

De son cocircteacute et agrave lrsquoinverse le participe preacutesent actif en -ns peut garder sa valeur

active (maintien de la voix) mais perdre sa valeur aspectuelle durative et exprimer un

procegraves passeacute (changement de valeur aspecto-temporelle)

On se retrouve donc dans nos textes tardifs avec une forme en -ns qui fonctionne

comme un participe preacutesent actif (ancien systegraveme) et aussi comme un participe passeacute

actif (nouveau systegraveme) et un participe en -tus qui fonctionne encore comme un par-

ticipe passeacute passif (majoritaire dans lrsquoancien systegraveme) et aussi comme un participe

passeacute actif (nouveau systegraveme) Ainsi lrsquoune des deux lacunes morphologiques du latin

classique est-elle combleacutee par une extension drsquoemploi des deux participes preacuteexis-

tants qui viennent endosser occasionnellement la nouvelle fonction de participe par-

fait actif (fr ayant tueacute)

10 ErnoutThomas (1972 sect286)

GAYNO

41

5 La structure phrastique

Dans notre corpus tardif lrsquoorganisation syntaxique de la phrase est transformeacutee

la structure pyramidale de la phrase classique a laisseacute la place agrave une structure lineacuteaire

crsquoest-agrave-dire que les propositions preacutesentent les procegraves dans lrsquoordre de leur deacuteroule-

ment chronologique

Ainsi chez Ceacutesar par exemple la proposition principale est-elle postposeacutee agrave la

proposition subordonneacutee

Per eos ne causam diceret se eripuit (Caes Gall 1 4 2)

(Orgeacutetorix lors de son procegraves intenteacute contre lui par les Helvegravetes a fait venir nombre de

ses soutiens)

lsquolsquo Gracircce agrave eux afi n de ne pas deacutefendre sa cause il sut se soustraire rsquorsquo (traduction mot agrave mot)

lsquolsquo Gracircce agrave leur preacutesence il put se soustraire agrave lrsquoobligation de parler rsquorsquo11

Par contre pour traduire lrsquoun de nos textes tardifs il est preacutefeacuterable de suivre

lrsquoordre de la phrase

Gunthedrudis quaedam de Virmandense terreturio (= territorio) oculorum lumen perdide-

rat quae relinquens domum et patriam fi de commonente uenit ad sanctam basilicam ibique diebus multis deseruiens unius oculi meruit recipere uisum (Greg Tur Martin 2 9 612 5)

lsquolsquo Une Guntedrude du territoire de Vermandois avait perdu la lumiegravere de ses yeux et

celle-ci laissant sa maison et sa patrie la foi lrsquoavertissant vint agrave la sainte basilique et lagrave ser-vant avec zegravele pendant de nombreux jours meacuterita de recouvrer la vue drsquoun œil rsquorsquo12

La lineacuteariteacute du discours est ici assureacutee par lrsquoalternance des verbes conjugueacutes et des par-

ticipes preacutesents le sujet agent des procegraves verbaux eacutetant le mecircme tout au long de la phrase la

femme laisse sa maison (relinquens) puis elle vient agrave Tours (uenit) elle y remplit un service

religieux (deseruiens) et enfi n est gueacuterie de son infi rmiteacute (meruit)

Ainsi une construction absolue anteacuteposeacutee agrave la proposition reacutegissante deacutenote-t-elle

un procegraves anteacuterieur agrave celui exprimeacute dans la proposition reacutegissante et une construc-

tion absolue postposeacutee agrave la proposition reacutegissante deacutenote-t-elle un procegraves posteacuterieur

agrave celui exprimeacute dans la proposition reacutegissante

Lrsquointerpreacutetation drsquoun participe preacutesent anteacuteposeacute peut donc ecirctre diffeacuterente entre le

latin classique et le latin tardif

Cotta pugnans occiditur (Caes Gall 5 37 5)

lsquolsquo Alors qursquoil eacutetait en train de combattre Cotta est tueacute rsquorsquo

Le procegraves duratif exprimeacute par le participe preacutesent pugnans est concomitant de celui deacute-

noteacute par le verbe principal occiditur

11 Traduction Constans12 lsquolsquo Une Gondeacutetrude femme du pays de Vermandois avait perdu la lumiegravere du jour Aux aver-

tissements de la foi laissant maison et patrie elle vint agrave la sainte basilique et lagrave se proster-nant pendant un grand nombre de jours elle meacuterita de recouvrer lrsquousage drsquoun de ses yeux rsquorsquo (Traduction Bordier)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

42

La mecircme phrase pourrait se trouver chez Greacutegoire de Tours et le participe preacute-

sent pugnans pourrait avoir la mecircme valeur que chez Ceacutesar crsquoest-agrave-dire aspectuelle

et non temporelle la mort interrompt le premier procegraves celui de combattre Cepen-

dant comme le participe preacutesent est anteacuteposeacute au verbe de la proposition reacutegissante

il pourrait eacutegalement chez Greacutegoire de Tours deacutenoter un procegraves anteacuterieur agrave celui

exprimeacute par occiditur On pourrait alors comprendre lsquolsquo Cotta apregraves avoir combattu

fut tueacute rsquorsquo lrsquoassassinat intervient apregraves le combat La phrase preacutesente les procegraves selon

leur deacuteroulement chronologique

6 Le participe preacutesent exprimant une action anteacuterieure agrave celle exprimeacutee

par le verbe de la proposition reacutegissante

Les verbes de mouvement peuvent de maniegravere geacuteneacuterale deacutenoter le parcours lui-

mecircme conccedilu dans sa dureacutee (fr il se promenait dans le jardin) ou bien au contraire

le point de deacutepart ou le point drsquoarriveacutee drsquoun parcours (fr il sortit de la ville il entra dans la ville) Ces derniers qui correspondent aux bornes du parcours expriment

lorsqursquoils sont employeacutes au participe preacutesent chez nos auteurs une action acheveacutee au

moment ougrave srsquoaccomplit le procegraves exprimeacute par la proposition reacutegissante le participe

preacutesent drsquoun verbe signifi ant lsquolsquo arriver entrer sortir etc rsquorsquo a alors la mecircme valeur reacutefeacute-

rentielle deacutenotative qursquoun participe passeacute actif dans les langues (comme le franccedilais)

ougrave existe un tel participe passeacute actif ingrediens Ravennam qui est traduit litteacuterale-

ment par lsquolsquo entrant dans la ville de Ravenne rsquorsquo deacutenote une situation extralinguistique

correspondant agrave lrsquoeacutenonceacute franccedilais laquo eacutetant entreacute dans la ville de Ravenne raquo comme on

le voit dans le passage suivant

Ingrediens13 autem Rauennam deposuit Augustulum de regno (Anon Vales 2 38 310 3)

lsquolsquo Entrant dans Ravenne il deacuteposa Augustulus rsquorsquo

Odoacre arrive drsquoabord agrave Ravenne puis il deacutepose le dernier empereur romain drsquoOcci-

dent Augustulus Le participe preacutesent exprime un procegraves anteacuterieur et acheveacute par rapport agrave

celui exprimeacute par le verbe de la proposition principale il peut se traduire par un participe

passeacute actif lsquolsquo eacutetant entreacute rsquorsquo

De mecircme les verbes de sens imperfectif qui expriment un procegraves en cours au

moment ougrave srsquoaccomplit le procegraves de la proposition principale peuvent lorsqursquoils sont

employeacutes au participe preacutesent agrave lrsquoinitiale de proposition deacutenoter un procegraves duratif agrave la

fois anteacuterieur et concomitant par rapport agrave celui deacutenoteacute par la proposition principale

le procegraves qursquoils expriment a commenceacute avant celui de la proposition principale Dans

lrsquoexemple suivant le procegraves de craindre a commenceacute avant celui drsquoordonner

Metuens uero rex ne dolore generi14 aliquid aduersus regnum eius tractaret obiecto cri-mine iussit interfi ci (Anon Vales 2 92 328 30)

13 Il srsquoagit drsquoOdoacre14 Il srsquoagit de Boegravece cf sect 85-87

GAYNO

43

lsquolsquo Le roi craignant alors que de douleur pour la mort de son gendre il ne ficirct quelque chose

contre son autoriteacute ordonna qursquoil soit tueacute un crime lui eacutetant reprocheacute rsquorsquo15

Dans cet exemple le participe preacutesent exprime un lien de cause agrave effet avec le procegraves de

la proposition principale le procegraves exprimeacute par le participe preacutesent lsquodeacuteclenchersquo le procegraves

exprimeacute par la proposition reacutegissante Cette relation de causaliteacute implique une relation tem-

porelle drsquoanteacuterioriteacute

7 Le participe preacutesent employeacute comme verbe conjugueacute en latin tardif

Dans plusieurs occurrences le participe preacutesent est employeacute comme un verbe

conjugueacute agrave un mode personnel dans nos textes tardifs soit dans des propositions

subordonneacutees soit coordonneacute agrave un verbe conjugueacute par et

On relegraveve eacutegalement quelques phrases sans verbe conjugueacute Le participe preacutesent

et ses compleacutements forment alors agrave eux seuls une veacuteritable proposition

Quam cum uir suos imperatur (= imperator) Persarum per legationis (= legationes) sepius (= saepius) repetiret (= repeteret) et Mauricius emperatur (= imperator) uxorem ipsius esse nesciret tunc agusta (= Augusta) uidens eam pulcerrimam (= pulcherrimam) suspicans ne ipsa esset quam legati quaerebant dicensque eis (Fredeg 4 9 126 3)

lsquolsquo Et comme son mari empereur des Perses la reacuteclamait tregraves souvent par lrsquointermeacutediaire

drsquoambassades et que lrsquoempereur Maurice ignorait qursquoelle eacutetait la femme de celui-ci alors

lrsquoimpeacuteratrice voyant qursquoelle eacutetait tregraves belle se doutant qursquoelle pouvait ecirctre celle que les leacutegats

demandaient et leur disant rsquorsquo16

Dans cette phrase la proposition principale ne contient pas de verbe conjugueacute mais seu-

lement trois participes preacutesents accordeacutes avec le nominatif sujet agusta uidens suspicans

et dicens Lrsquoun au moins de ces trois participes eacutequivaut agrave un verbe conjugueacute drsquoailleurs le

participe preacutesent suspicans est lsquo reacutegulariseacute rsquo en un verbe conjugueacute agrave mode personnel dans le

manuscrit 5a qui utilise la forme suspicatur du verbe deacuteponent suspicor

8 Eacuteleacutements drsquoexplication

Cet emploi du participe preacutesent comme preacutedicat dans des phrases ou des proposi-

tions sans verbe conjugueacute repreacutesente peut-ecirctre un emploi peacuteriphrastique du participe

preacutesent avec le verbe sum lsquolsquo ecirctre rsquorsquo dans une fonction grammaticaliseacutee ou semi-gram-

maticaliseacutee drsquoauxiliaire sur le modegravele de la conjugaison peacuteriphrastique avec le verbe

esse et le participe passeacute Ce tour lsquo participe preacutesent + sum rsquo existe en latin archaiumlque

et classique en particulier sous la forme lsquo fore + participe preacutesent rsquo tournure eacutequiva-

lant agrave un infi nitif futur et attesteacutee en latin classique

15 lsquolsquo There the king fearing that through resentment at the death of his son-in-law Symmachus might take some step in opposition to his rule ordered him to be put to death under a false accusation rdquo (Traduction Rolfe 1939)

16 lsquolsquo Son mari lrsquoempereur des Perses la reacuteclamait freacutequemment en envoyant des ambassades mais lrsquoempereur Maurice ignorait qursquoelle eacutetait son eacutepouse alors lrsquoimpeacuteratrice avisant cette femme drsquoune grande beauteacute se douta que crsquoeacutetait elle que les ambassadeurs cherchaient et leur dit rsquorsquo (Traduction Devillers et Meyers)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

44

Fore audientes (Caes Gall 1 39 7)

lsquolsquo Ils entendront rsquorsquo

Lrsquoextension de cette tournure en latin tardif a pu ecirctre favoriseacutee par lrsquoinfl uence

des traductions latines de la Bible grecque puisque cette tournure est eacutegalement un

helleacutenisme17

Et omnis multitudo populi erat orans foris hora incensi (pour orabat) (Luc 1 10)καὶ πᾶν τὸ πλῆθος ἦν τοῦ λαοῦ προσευχόμενον ἔξω τῇ ὥρᾳ τοῦ θυμιάματοςlsquolsquo Et toute la multitude du peuple eacutetait en priegravere dehors agrave lrsquoheure de lrsquoencens rsquorsquo

Cependant ces tournures sont fort rares dans nos textes nous nrsquoen avons releveacute

que trois dans notre corpus tardif dont une seule peut ecirctre interpreacuteteacutee comme une

peacuteriphrase verbale

Merobaudis (ou Merobaudus) quidam ex pago Pictauensi dum esset laborans in opere caecitate pessima insidiatore inmittente (= immittente) percussus est (Greg Tur Martin 2

15 613 36)

lsquolsquo Un certain Meacuterobaude du canton poitevin alors qursquoil eacutetait en train de travailler agrave son

ouvrage de la ceacuteciteacute la pire agrave lrsquoinstigation du traicirctre a eacuteteacute frappeacute rsquorsquo18

Le syntagme esset laborans exprime une action en cours drsquoaccomplissement au moment

ougrave srsquoaccomplit le procegraves exprimeacute par le verbe de la proposition reacutegissante percussus est le

sujet de esset laborans est aussi le sujet de percussus est et le participe preacutesent forme peut-

ecirctre ici avec lrsquoauxiliaire une peacuteriphrase verbale exprimant la dureacutee concomitante du procegraves

principal comme la forme progressive anglaise en -ing il est lsquolsquo en train de travailler rsquorsquo19

Il est donc deacutelicat de postuler un auxiliaire esse sous-entendu avec le participe preacute-

sent puisque lrsquoattestation de esse avec le participe preacutesent est exceptionnelle Donc

la tournure peacuteriphrastique est certes attesteacutee en grec mais la tournure grecque ne

peut ecirctre consideacutereacutee comme eacutetant agrave lrsquoorigine de lrsquoemploi en latin du participe preacutesent

agrave la place drsquoun verbe conjugueacute

En fait lrsquoemploi du participe preacutesent offre le grand avantage de permettre une

simplifi cation de la fl exion verbale il suffi t que le sujet parlant ait meacutemoriseacute la forme

participiale en -ans -ens formeacutee sur le thegraveme de lrsquoinfectum pour eacutelaborer la forme

verbale qursquoil veut exprimer en lui adjoignant une forme du verbe lsquolsquo ecirctre rsquorsquo qui portera

les morphegravemes aspecto-temporels et personnels

17 Blaise (1986 sect225)18 lsquolsquo Un certain Meacuterobaude du pays du Poitou fut par un coup du diable frappeacute pendant qursquoil

srsquooccupait de son travail de la ceacuteciteacute la plus absolue rsquorsquo (Traduction Bordier)19 Les deux autres occurrences se trouvent en Hist 2 13 63 8 patientes estote et en Martin 2

24 617 9 adhaerentes Patientes semble ecirctre adjectiviseacute plutocirct que de relever de lrsquoexpression peacuteriphrastique de lrsquoimpeacuteratif futur Adhaerentes employeacute ici avec lrsquoauxiliaire erant corres-pond sans doute agrave la forme syntheacutetique de lrsquoimparfait passif du verbe simple adhaereo

GAYNO

45

Par ailleurs cette tournure peacuteriphrastique en lsquolsquo esse + participe preacutesent rsquorsquo est attes-

teacutee dans La Chanson de Roland laquo Le procegraves est envisageacute en cours dans son accom-

plissement raquo20

Carles qui est as forz passant (Rol 1703)

lsquolsquo Charles qui est en train de traverser les deacutefi leacutes rsquorsquo

Selon les grammaires drsquoancien-franccedilais consulteacutees la tournure la plus freacutequente

est lrsquoemploi du participe preacutesent avec un verbe de mouvement Le procegraves du verbe de

mouvement lsquolsquo aller rsquorsquo et celui exprimeacute par le participe preacutesent sont simultaneacutes

Curant i vinz Margariz de Sibilie (Rol 955)

lsquolsquo Alors Margariz de Seacuteville arrive en courant rsquorsquo

Cette tournure est encore usuelle au XVIIe siegravecle

Je mrsquoen vas deacutesalteacuterant (La Fontaine Le loup et lrsquoagneau Fables I 10)

Le participe preacutesent dans ces exemples eacutequivaut agrave un geacuterondif franccedilais formeacute

de la preacuteposition en suivie du participe preacutesent Cette tournure nrsquoexiste absolument

pas dans nos textes tardifs ougrave la forme syntheacutetique de geacuterondif du latin classique en

-dum ou -do est encore freacutequemment utiliseacutee quoique de nombreuses confusions

drsquoemploi puissent ecirctre releveacutees entre participe preacutesent et geacuterondif La tournure est en

formation au XIe siegravecle si elle est attesteacutee son emploi nrsquoest pas systeacutematique

Cler en riant lrsquoa dit a Guenelun (Rol 618)

lsquolsquo Il dit agrave Ganelon en riant de faccedilon sonore rsquorsquo

Asez est mielz que moerium cumbatant (Rol 1518)

lsquolsquo Il vaut beaucoup mieux que nous mourions en combattant rsquorsquo

Conclusion

La langue des VIe-VIIe siegravecles ne semble pas ecirctre lrsquoancecirctre direct des emplois du

participe releveacutes au XIe siegravecle Ceux-ci deacuterivent sans doute drsquoun eacutetat plus tardif de la

langue latine

Notre corpus tardif a reacuteveacuteleacute une langue en pleine mutation avec lrsquoemploi encore

bien attesteacute et majoritaire des formes classiques parallegravelement avec lrsquoeacutemergence de

nouvelles structures Les auteurs tardifs tentent de pallier leurs carences en gram-

maire classique en ayant recours agrave de nouveaux outils linguistiques qui sont geacuteneacutera-

lement lrsquoextension de tournures existant dans lrsquoancienne langue

20 Moignet (1979 202)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

46

Ces tentatives des VIe-VIIe siegravecles resteront pour la plupart vaines drsquoautres plus

tardives se retrouveront elles en franccedilais Nous avons donc affaire agrave une peacuteriode de

transition entre la norme du latin classique qui quoique affaiblie existe encore et ce

qui sera lrsquoeacutetat ou plutocirct les eacutetats les plus anciens des langues romanes

Centre Alfred Ernout

Universiteacute de Paris-Sorbonne (Paris 4) Maryse GAYNO

GAYNO

47

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49

Marcatori interazionali di cortesia dal latino alle lingue

romanze nomi e verbi tra morfosintassi e contesto discorsivo

1 Introduzione

Questo contributo1 analizza lrsquoevoluzione pragmatica dal latino ad alcune lingue

romanze di un gruppo di marcatori interazionali di cortesia (MIC) I MIC indagati

sono derivati da verbi o da locuzioni performative con valore illocutivo (ad es it

grazie prego chiedo scusa fr merci je tevous demande pardon port obrigado desculpe sp pido perdoacuten gracias rum mulțumesc măvă rog) ed esprimono i tre atti

linguistici di fare una richiesta (es 1) ringraziare (es 2) chiedere scusa (es 3)

(1) rum Mă rog dacă nu vă supăraţi aveţi apă2 (Caragiale Momente şi schiţe Livescu

(2014))

ldquoper favorevi prego se non vi dispiace avete (dellrsquo) acquardquo

(2) fr Merci monsieur de nous avoir donneacute agrave ma femme et agrave moi des nouvelles du joyeux

compagnon (Barregraves 1906 Le Voyage de Sparte Frantext)

(3) sp Bueno perdoacuten disculpaacute el teacutermino porque no seacute queacute cosa es (CREA Oral)

Dal punto di vista conversazionale i MIC costituiscono lsquorituali interazionalirsquo con

specifi che funzioni sociali poicheacute rappresentano modalitagrave standardizzate di orga-

nizzare scambi interpersonali che a loro volta hanno origine in un contesto storico

e socio-culturale (Goffman (1967)) Si tratta quindi di atti illocutori convenzionali

che hanno successo non se il destinatario comprende lrsquointenzione del parlante ma se

lrsquoatto egrave conforme a una convenzione socialmente riconosciutaQuindi dal punto di vista della realizzazione pragmatica la routinizzazione a

livello interazionale e sociale di alcuni atti genera formule che non implicano una

negoziazione di signifi cato ma la cui funzione pragmatica egrave fi nalizzata alla lsquocoesione

socialersquo (cfr Ghezzi (2014))Lo sviluppo pragmatico dei MIC puograve essere osservato da diversi punti di vista a

livello semasiologico analizzando quali funzioni pragmatiche sono realizzate da una

specifi ca forma oppure onomasiologico studiando come la stessa funzione venga rea-

lizzata da forme diverse Questo secondo punto di vista utilizzato qui per lrsquoanalisi evi-

1 Questo egrave un prodotto della ricerca laquoDinamica delle identitagrave nella comunicazione e nel muta-mento linguisticoraquo coordinata da Piera Molinelli e fi nanziata dallrsquoUniversitagrave di Bergamo (FAR 2012)

2 Qui sono tradotti gli esempi complessi

CILPR 2013 ndash SECTION 2

50

denzia a livello inter- e intra-linguistico processi ciclici di pragmaticalizzazione ricon-

ducibili a tendenze ricorrenti nelle lingue considerate (cfr Ghezzi e Molinelli (2014)) Le similitudini funzionali e formali nella nascita di MIC in alcune lingue romanze

infatti ben mettono in luce la relazione tra meccanica e meccanismi del mutamento

pragmatico ovvero tra il carattere ciclico dei processi implicati nel mutamento (mec-

canica) e le proprietagrave morfosintattiche e semantiche delle fonti dei MIC che in prima

istanza favoriscono il mutamento stesso (meccanismi) Allrsquoanalisi di questo secondo

aspetto egrave dedicato questo contributo3Lo sviluppo diacronico dei MIC egrave direttamente connesso alle caratteristiche mor-

fosintattiche dei contesti in cui vengono ritualizzati alla tipologia di atti linguistici

nei quali funzionalmente si collocano al valore di performativitagrave delle espressioni da

cui hanno origineQuesti contesti sono costituiti da forme che a livello morfosintattico codifi cano la

forza illocutiva in modo diverso Gli atti di richiesta scusa ringraziamento infatti

possono essere espressi

(a) nelle forme verbali da un verbo semanticamente rilevante come sp te lo agra-dezco rum icircţi mulţumesc e it mi scuso in (4-6)

(4) sp Bueno muchas gracias te lo agradezco (CREA Oral)

(5) rom Icircţi mulţumesc pentru cadoul foarte frumos (esempio reale)4

ldquoTi ringrazio per il bellissimo regalordquo

(6) it Mi scuso per il disturbo (esempio reale)

(b) nelle locuzioni da un verbo semanticamente generico con valore performativo

e da un nome che veicola il valore semantico principale come sp peccedilo desculpas it

chiedo scusa e fr je vous dis merci in (7-9)

(7) port Peccedilo novamente desculpas pelo adiantado da hora (CETEM publico)

ldquoChiedo nuovamente scusa per lrsquoora tardardquo

(8) it chiedo scusa ma non crsquoegrave il tempo del pronostico (Corpus LIP)

(9) fr De Milo je vous dis merci (Echenoz Nous trois Frantext)

(c) da una formula olofrastica come rum vă rog port obrigado fr pardon in (10-12)

(10) rum Luaţi loc vă rog (Livescu 2014)

ldquoSiediti per favorerdquo

(11) port laquoBom adeu Estimo que sejas felizraquo (CETEM Publico)

laquoObrigadoraquo

laquoBene arrivederci Credo che sarai feliceraquo

laquoGrazieraquo

(12) fr Oh ma tante Pardon Pouvais-je imaginer (Garat Pense agrave demain Frantext)

3 A Pierluigi Cuzzolin e Piera Molinelli un sincero ringraziamento per la lettura attenta e i molti consigli

4 Ringrazio Mihaela Popescu e Joana Aguiar per lrsquoaiuto nella traduzione degli esempi in rumeno e in portoghese rispettivamente

GHEZZI

51

Egrave possibile esemplifi care in Tab 1 alcune espressioni con funzione di MIC in lin-

gue romanze

Tab 1 ndash MIC in alcune lingue romanze

atto MIC italiano francese rumeno spagnolo portoghese

richieste verbi prego je te vous prie

te vă rog ruego peccedilo

locuzioni rivolgo una preghiera

je fais un appel

amo rugăminte

hago una peticioacuten

faccedilo um apelo

formule olofrastiche

prego je vous trsquo en prie

măvă rog (por favor) (por favorse faz favor)

scuse verbi mi scuso je mrsquoexcusepardonne (moi)

mă scuzaţi me disculpodesculpe-me

desculpe-me

locuzioni chiedo scusaperdonofaccio le mie scuse

je disdemande pardon

icircmi cer scuze

pido perdoacutendisculpa ofrezcopresento mis disculpas

peccedilo desculpaspeccedilo perdatildeo

formule olofrastiche

scusapardon

pardon scuzațiscuzaţi-mă

perdoacuten desculpeperdatildeo

ringrazimenti verbi ringrazio je remercie mulţumesc te lo agradezco

agradeccedilo

locuzioni dico grazierendo grazie (arcaico)

je dis mercije rends gracircce

aduc mulţumiri

doy (las) gracias

dou graccedilas

formule olofrastiche

graziegran merceacute (arcaico)

(grand) mercimille gracircces(arcaico)

mulţumesc gracias obrigado(a)

Alla base dei cicli di pragmaticalizzazione dei MIC vi sono contesti discorsivi per-

formativi codifi cati attraverso formule ritualizzate che hanno sviluppato un valore

pragmatico di cortesia a partire da perifrasi nominali o verbali In particolare le peculiaritagrave dei percorsi di pragmaticalizzazione dei MIC saranno

qui esemplifi cate in italiano e in francese attraverso lrsquoatto linguistico del ringraziare

Ci si avvarragrave di due corpora bilanciati di opere teatrali secondo lo schema in Tab 25

5 Il bilanciamento tiene conto del numero complessivo di parole in ogni corpus (circa 1200000 per il corpus italiano e 2200000 per quello francese) e della loro distribuzione nei tre secoli considerati Per permettere una comparazione le frequenze di occorrenza dei MIC sono state normalizzate per 100000 parole

CILPR 2013 ndash SECTION 2

52

Tab 2 - Corpora

1500 1700 1900

Francese Selezione opere teatrali

da Frantext

Selezione opere teatrali

da Frantext

Selezione opere teatrali

da Frantext

Italiano Selezione opere

teatrali di Aretino

Ariosto Belo Grazzini

Machiavelli Bruno

Ruzante

Selezione commedie di

Goldoni

Selezione opere teatrali

di Pirandello e di

Giacosa

Analizzando le caratteristiche degli enunciati performativi in cui i MIC occor-

rono ci si concentreragrave sullrsquoanalisi diacronica nelle due lingue romanze dellrsquointerre-

lazione tra

(a) il contesto discorsivo in cui emergono i valori pragmatici connessi alla cortesia

(b) i tratti morfosintattici dei MIC nelle lingue considerate

(c) le caratteristiche semantiche delle fonti dei MIC

In particolare la nozione di ciclo pragmatico verragrave utilizzata per descrivere lrsquoalter-

nanza morfosintattica tra forme verbali e nominali

2 I performativi e lrsquoorigine dei MIC

Il repertorio dei MIC nelle lingue romanze egrave costituito da verbi locuzioni e for-

mule olofrastiche a carattere performativo (cfr Tab 1) la nozione di performativitagrave

rappresenta dunque un punto di osservazione imprescindibile per lrsquoanalisi dei per-

corsi che hanno portato alla formazione di MICI verbi performativi condividono alcune proprietagrave In primo luogo manifestano

la soggettivitagrave del parlante annullando formalmente il discrimine tra enunciato ed

enunciazione (tra modus e dictum Benveniste (1966 273-274)) ed esprimendo lessi-

calmente il contenuto mentale del locutore attraverso lrsquouso del verbo alla prima per-

sona del presente indicativo Secondariamente sottolineano una coincidenza tra laquolocutoreraquo ed laquoenunciatoreraquo

ovvero tra laquoil soggetto responsabile dellrsquoatto di enunciazione che parla in prima per-

sonaraquo (locutore) e laquocolui che esprime il punto di vista espresso nellrsquoenunciatoraquo (enun-

ciatore) (Ducrot (1984 119-120)) Ne consegue che derivano non da un lessema ma da

un atto linguistico (Ti ringrazio Ti dico grazie Grazie) utilizzato per lsquofare qualche

cosarsquo e non solo per lsquodire qualche cosarsquo (cfr la trattazione in Benveniste (1958 1966)) Dunque i MIC che hanno origine da verbi o locuzioni performative hanno valore

laquodelocutivoraquo6 essendo derivati da locuzioni ovvero unitagrave del discorso e non da nomi

o verbi unitagrave della langue nel senso saussuriano del termine Tali forme sono alta-

6 Sulla nozione di delocutivitagrave si vedano tra gli altri Benveniste (1958 1966) Anscombre (1985) Buumlchi (1995) Fruyt (1997) Larcher (2003)

GHEZZI

53

mente produttive poicheacute egrave possibile derivare verbi come it ringraziare e fr remercier e nomi it grazie e fr merci7 In questi casi si puograve dire che morfologicamente i MIC

hanno valore denominale ma pragmaticamente (e semanticamente) hanno valore

delocutivo

Infi ne i performativi sono caratterizzati da una doppia illocuzione la prima

dichiarativa la seconda determinata dalla semantica del verbo o del nome che carat-

terizza la locuzione performativa Sono quindi tipici dei contesti socialmente ritualiz-

zati e consacrati alla realizzazione di alcune azioni (cfr Held e Helfrich (2011))Tra gli atti linguistici realizzati da MIC richiedere e ringraziare costituiscono la

base lsquocortesersquo di ogni processo di scambio8 Le richieste sono atti minacciosi della faccia negativa mitigati attraverso specifi -

che strategie verbali I ringraziamenti invece sono atti sociali a benefi cio dellrsquointerlo-

cutore che si basano sullrsquoidea che vi sia un laquoindebitamentoraquo pragmatico tra parlante e

interlocutore (Leech (1983 205)) Come per le richieste i ringraziamenti sono atti lin-

guistici codifi cati metaforicamente attraverso una lsquotransazionersquo calcolata in relazione

ad un contesto situazionale e storico-culturale in base ai quali viene verbalmente

bilanciata e compensata Egrave interessante che il medesimo etimo latino (gratia) possa essere usato in francese

e in italiano in atti linguistici di richiesta e di ringraziamento (fr accorder un gracircce

demander un gracircce vs mille gracircce rendre gracircce it di grazia domandare una grazia

vs mille grazie ringraziare rendere grazie) Infatti il valore semantico ldquofavore buona

disposizionerdquo egrave elemento culturale chiave nel processo sociale di scambio

Il riferimento lsquoeconomicorsquo di tale scambio egrave invece alla base degli usi della for-

mula olofrastica francese merci e dellrsquoit mercedemerceacute in locuzioni quali je rends merci o rendo merceacute entrambi derivati dal lat mercede(m) ldquoprezzo pagato per un

prodotto commercialerdquo (Cortelazzo Zolli (1979 sv))Nonostante la prosecuzione comune alle due lingue degli etimi gratia (it grazia e

fr gracircce) e merces (it merceacute mercede e fr merci) il confronto diacronico tra francese

e italiano mostra differenze formali e congruenze funzionali nei percorsi che hanno

portato alla formazione dei moderni MIC

7 Nellrsquoit un grazie speciale a Marco e nel fr dis-lui un grand merci de ma part (Frantext) la presenza dellrsquoarticolo al singolare e al maschile rispettivamente testimoniano la derivazione dallrsquoatto linguistico e non dal nome plurale o dal femminile corrispondente

8 Si vedano Brown Levinson (1987) ed Held (1996) relativamente agli atti di richiesta e di ringraziamento nella cortesia verbale

CILPR 2013 ndash SECTION 2

54

3 Sviluppi diacronici in italiano e in francese

Tra i meccanismi alla base degli sviluppi diacronici dei diversi tipi di MIC9 vi egrave la

frequenza di occorrenza delle unitagrave determinata dallrsquouso dellrsquoespressione in situa-

zioni ricorrenti Lrsquoerosione del signifi cato originario egrave infatti parte integrante dello

sviluppo verso un uso pragmatico In entrambe le lingue tale sviluppo ha origine a

partire da un contesto e da strutture morfosintattiche contenenti verbi o locuzioni

performativi

31 Il latino

In latino sono attestate diverse formule spesso caratterizzate in diastratia asso-

ciate ai lessemi gratus ldquogratordquo e gratia(m) ldquofavore buona disposizionerdquo Queste

formule sono utilizzate in accezione concreta ldquoatto con il quale si acquista ricono-

scenzardquo o astratta ldquoservizio resordquo (Castiglioni Mariotti (2007 sv))

La formula non marcata in latino egrave gratias (tibi) ago ldquorendo grazie (a te)rdquo a cui si

associano diverse varianti tra cui grates ago grates dico rivolte a divinitagrave o persona di

alto rango (Panagl (2003)) La formula latina tam gratiast (lt tam gratia est) lett ldquotanto

egrave graziardquo continua nelle lingue romanze come nellrsquoit tante grazie (Panagl (2003))

Il secondo etimo considerato merces non compare nei dati scritti di cui si egrave in

possesso con il valore di MIC

32 Lrsquoitaliano

In italiano entrambi gli etimi latini sono attestati con valore di MICLe forme italiane che proseguono tali etimi hanno valore di MIC giagrave in italiano

antico Esse compaiono sotto forma di verbi di locuzioni performative e di formule

olofrastiche Renzi (2010) indica come non marcate le forme del verbo illocutivo rin-graziare (es 13) le espressioni farerendere (molte) graziemerceacute (es 13-15) e le for-

mule olofrastiche merzeacute granmolte merceacute (es 16-17) Alcuni usi di grazia e delle

sue varianti possono essere interpretati come contesti ponte di formule olofrastiche

spesso in co-occorrenza con merceacute (es 18-19) Nello stesso periodo nel corpus OVI

sono attestate 8 occorrenze del verbo merciare ldquoringraziarerdquo (es 20) in varietagrave sia

toscane sia veneziane

(13) Ringrazzo voi di fi n cor [con cuore puro] merzeacute rendo merzeacute mia donna (Chiaro

Davanzati Rime canz 7 vv 49-50 OVI)

(14) Irsquo le dissi laquoMadonna grazie rendo a voiumlraquo (Fiore 202 vv 1-2 OVI)

(15) Segnor mio di ciograve che voi mi dite io vi rendo grande grazie e mercieacute sigrave della promessa e

ssigrave del consilglio (Libro della distruzione di Troia 1539 OVI)

(16) Dice il sere che gran mercegrave e che voi gli rimandiate il tabarro (Boccaccio Novelle

72-14 OVI)

9 Simili percorsi possono essere ricostruiti per locuzioni performative formule olofrastiche non marcate come it grazie e fr merci o verbi performativi

GHEZZI

55

(17) [hellip] maggiore me lrsquoaveste dimandato e io vi dono questoraquo laquoSignoreraquo disse la donzella

laquomolte marceacute raquo (Palameacutedes pis pt2 cap 54 1113 OVI)

(18) Grasia a te grasia amico e mersede tutta di tanto grasioza benivoglensa de sigrave orrata

discreta discressione (Guittone Lettere in prosa 29 34817 OVI)

(19) Grasia e mersede a voi Signor dibonaire che grasia e onore tanto fatto mrsquoavete lrsquoumel

persona despetta mirsquo accogliendo e degnando in vostra altessa (Guittone Lettere in prosa 26 3237 OVI)

(20) laquoEl me plaxe molto benraquo ciograve dixe lo re Galleodin laquoe sigrave ve ne mercio fortemente de ccedilograve che

vuj aviti ditoraquo (Tristano Cors 8435 OVI)

Nella seconda metagrave del Quattrocento Savonarola (III 181) nota laquoGrazia si chiama

il ringraziamento che facciamo ad uno quando lo ringraziamo che ci ha fatto qualche

benefi cio cioegrave che rendiamo grazia idest ringraziamoraquo (Battaglia (1971 sv)) Allo

stesso periodo risalgono le prime attestazioni di ringraziamento (es 21)

(21) Dopo assai ringraziamenti fatti e lor commemorazione date al Piovano gli donograve braccia

XXX di panno di mellina e trenta iscudi drsquooro e feceli oferte assai per seacute e per li suoi

amici (Piovano Arlotto 14 Battaglia (1971 sv))

Baretti (1760) nel dizionario italiano-inglese sotto la voce grazia (ldquoil ringraziare

per segno di gratitudinerdquo) indica laquothanks vi rendo grazie I thank youraquo Nel volume

inglese-italiano si trova invece laquoThanks grazie sf ringraziamenti smraquo Secondo

Lepschy Lepschy (2007) le due notazioni fanno pensare che non si tratti ancora

dellrsquoespressione olofrastica ma di una riduzione di rendo grazie Inoltre nello stesso

periodo sul Vocabolario degli accademici della Crusca alla voce mercegrave si indicano

come sinonimi render mercede e ringraziare (4deg edizione (1729-1738) sv es 22)

(22) Io son qui per renderti mercede del benefi cio che mi festi allora (Ariosto Orlando furioso 431031-2)

Dal 1850 circa la formula olofrastica grazie compare nei vocabolari come lemma

indipendente (Lepschy Lepschy (2007 127-128)) il che probabilmente registra anche

formalmente un uso moderno del MIC ormai consolidato nella prassi (es 23) Ancora

intorno alla metagrave del 1800 perograve vengono citati come sinonimi di grazie voci quali

mercegrave o gran mercegrave grandissima mercegrave rendo grazie (Boerio (18562 sv)) utilizzati

soprattutto in registri stilisticamente alti come testimonia lrsquoesempio (24) dallrsquointro-

duzione a Il Piacere di Gabriele DrsquoAnnunzio del 1888)

(23) laquoDi grazia quel signore da che parte si va fuora per andare a Bergamoraquo

laquoPer andare a Bergamo Da porta orientaleraquo

laquoGrazie signore []raquo (Manzoni I Promessi sposi cap XVI)

(24) Questo libro composto nella tua casa dallrsquoospite bene accetto viene a te come un rendi-mento di grazie [hellip] Se nel mio libro egrave qualche pietagrave umana e qualche bontagrave rendo mercede al tuo fi gliuolo [hellip] Ave Giorgio Amico e maestro gran merceacute (DrsquoAnnun-

zio Il Piacere Introduzione)

Lrsquoanalisi quantitativa delle diverse unitagrave nel corpus considerato conferma lrsquoevolu-

zione dei MIC (Graf 1)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

56

Graf 1 - Distribuzione dei MIC in italiano

Rispetto alle tre tipologie di MIC considerati si puograve osservare che tra le due locu-

zioni attestate (rendo merceacutegrazie) prevale rendo grazie la cui frequenza diminuisce

perograve nel 1900 Il verbo performativo piugrave diffuso in italiano egrave ringrazio la variante

mercio giagrave poco frequente in italiano antico non egrave attestata nel 1500 Similmente la

formula olofrastica piugrave frequente nel 1500 egrave gran merceacute ma progressivamente viene

sostituita da grazie

33 Il francese

Anche in francese entrambi gli etimi latini sono attestati con valore di MICGiagrave in antico francese essi compaiono sotto forma di verbi di locuzioni performa-

tive e di formule olofrastiche Tra i piugrave frequenti vi sono la locuzione rendre granzgrace(s) che co-occorre anche con merci (es 25 Treacutesor sv) la formula olofrastica

grand merciz attestata per la prima volta nel 1135 (es 26 Treacutesor sv) diversi verbi

performativi a partire dal XII secolo quali remercier (es 27 Treacutesor sv) a sua volta

derivato dallrsquoantico verbo mercier (es 28 Robert Rey (2001 sv)) da cui anche mer-ciement (es 29) Nello stesso periodo il verbo gracier egrave usato con il signifi cato ldquorin-

graziarerdquo (es 30)

(25) Biau sire Diex je te rent graces et merciz de ce que je ne sui pas ausi mauveacutes ne ausi

desloiax come sont mi (La Queste del Saint Graal 1220 p 124 BFM)

(26) ldquoGranz merciz sirerdquo diumlent li losengier (Couronnement de Louis 4 BFM)

(27) Mais comme povre orpheline je vous remercie dei vaisseaulux que vous mrsquoenvoyastes

(Melusine BFM)

(28) Mercyeacute Sire en soyes vous (Intern Consol II Xxi Bibl Godefroy (1895 sv))

(29) E li reis li en rent mut grant merciement (Horn 3213 Mich BFM)

(30) Vous mercy Qui venu estes jusqursquoa ci Et chascun de vous en gracie (Griseld BFM)

In francese medio le forme olofrastiche sono prevalentemente costruite a par-

tire da merci grand(s) merci(s)moult de mercis (es 31) (La) + agg poss (bonne) merci (es 32 DMF sv) Le locuzioni performative contengono merci (rendre merci es 33) o grace (donner rendre grace DMF sv soprattutto rivolto a Dio) o entrambe

le forme (donnerrendre grace(s) et merci(s) es 34) Parimenti sono attestati diversi

verbi delocutivi gracier mercier regracier remercier (es 35-37) Allo stesso periodo

risalgono anche le prime attestazioni di remerciement (es 38)

GHEZZI

57

(31) Sire chevaliers a vostre congieacute et grans mercis de vostre courtoisie (Arras 7 DMF sv)

(32) laquoSireraquo dist Saintreacute laquovostre bonne mercyraquo (La Sale JS 131 DMF sv)

(33) Mon pere je te rans mercy Du grant pouvoir que mrsquoas donneacute Faire ce que mrsquoas ordonneacute

Mrsquoen vaiz (Pass Auv 161 DMF sv)

(34) Et pour ce sire nous lui promettons en bonne foy que nous le servirons comme nostre

loyal seigneur et lui rendrons graces et mercis de la bonteacute qursquoil nous a faicte (Beacuterinus I

188 DMF sv)

(35) Sire que bien devons amer Tous ensemble vous merciumlons Tant humblement com nous

povons Et regraciumlons chierement Qursquoil vous a pleu benignement Condescendre a nostre

priere [agrave vous marier] (Gris 17 DMF sv)

(36) Si que bonne Amour graci Cent mille fois qui Mrsquoa si tres bien asseneacutee Que jrsquoaim la fl eur

et le tri De ce monde cy [] (Mach Ch bal 630 DMF sv)

(37) Tres chiers et especiaus amis je vous remerci grandement des lettres si amiables et si

confortans a ce qui me touce que vous mrsquoaveacutes envoiies (Froiss Pris am F 68 DMF

sv)

(38) [] avec remerciement de leur longue maintenue faveur leur prioit-on de tousjours per-

seacuteveacuterer tels (Chastell Chron K t1 69 DMF sv)

NellrsquoOttocento la situazione egrave diversa Il verbo delocutivo non marcato egrave remercier

(es 39) merci egrave la forma olofrastica non marcata (es 40) insieme alle molte varianti

(ad es grand merci merci beaucoup merci bien) anche se vi sono esempi di mille gracircces (es 41) Attestata egrave anche la locuzione performativa rendre gracircce(s) (es 42)

(39) Mon bon monsieur je vous remercie (Balzac Meacuted camp 1833 p 271 Frantext)

(40) Lrsquoemployeacute () prit () un paquet de piegraveces enfermeacutees dans une chemise bleue et le

preacutesentant laquoVoici monsieur Lesable vous nrsquoignorez pas que le chef a enleveacute hier trois

deacutepecircches dans ce dossier minus Oui Je les ai merciraquo (Maupassant Contes et nouv t 1

Heacuterit 1884 p 466 Frantext)(41) Mille gracircces mon cher Monsieur des bonnes nouvelles que vous me donnez de la santeacute

de M de Chateaubriand (Mme de Chateaubriand Meacutem et lettres 211-212 Frantext)

(42) Maintenant je vous rends gracircce pour le plaisir que vous me faites en me procurant lrsquooc-

casion de vous remercier comme je vous ai beacuteni crsquoest-agrave-dire du fond du cœur (Dumas

Monte-Cristo t 1 610 Frantext)

Lrsquoanalisi delle occorrenze delle formule nel corpus conferma anche quantitativa-

mente lrsquoevoluzione dei MIC (cfr Graf 2)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

58

Graf 2 - Distribuzione dei MIC in francese

Per le tre tipologie di MIC si puograve osservare che nei testi francesi tra le due locu-

zioni performative (je rends mercigracircce(s)) prevale je rends gracircce(s) che perograve dimi-

nuisce nel 1900 Il verbo performativo je remercie egrave la forma piugrave frequente in francese

contemporaneo ma nei secoli precedenti sono attestate diverse varianti di verbi per-

formativi che caratterizzano in particolare lrsquoantico francese La formula olofrastica

(grand) merci egrave costantemente la piugrave frequente e anzi aumenta di frequenza nel 1900

4 In conclusione

Nelle lingue romanze i valori pragmatici dei MIC si realizzano in contesti morfo-

sintattici differenti (locuzioni e verbi performativi formule olofrastiche) per gli atti di

scuse richiesta e ringraziamento

Per quanto il latino utilizzasse prevalentemente formule legate ad un solo etimo

(gratia) italiano e francese riprendono invece due etimi diversi mentre la funzione

di cortesia associata alla formula latina continua nella formula olofrastica italiana

grazie il francese attribuisce ad un altro etimo (merces) il valore di formula olofra-

stica forse in relazione ad una interpretazione dellrsquoetimo originario che sembrerebbe

caratterizzare il latino di Gallia nel periodo tardo10 In ogni caso per i secoli e i testi

qui considerati i due etimi latini svolgono la medesima funzione di cortesia pur con

sfumature di signifi cato e in contesti drsquouso differenti

La prevalenza di una forma sullrsquoaltra si evidenzia

(a) in termini di frequenza anche in relazione a parametri sociolinguistici

(b) in relazione al grado di pragmaticalizzazione (formula olofrastica)

10 Cfr ad es il passo di Venanzio Fortunato vescovo di Poitiers nel VI sec Quaeligrens unde viro duplicentur vota salutis Et tibi mercedem de Radegunde facit (Carm 9 14 13)

GHEZZI

59

(c) in relazione alla formazione di unitagrave delocutive (it grazie gt ringraziare ringraziamento

fr merci gt merciergt merciement remercier gt remerciement)

Mentre per le locuzioni la forma piugrave frequente in entrambe le lingue ha come base

lrsquoetimo gratia le formule olofrastiche mostrano traiettorie differenti in italiano dal

1500 al 1900 la forma olofrastica egrave realizzata a partire dai due etimi latini ma pro-

gressivamente la variante grazie sostituisce gran merceacute In francese anche se vi sono

tuttora attestazioni di mille gracircces la formula piugrave frequente egrave (grand) merci

La derivazione delocutiva egrave un lsquomeccanismorsquo diacronico diffuso Lrsquoanalisi dello

sviluppo dei MIC associati ai ringraziamenti ha evidenziato processi ciclici produttivi

che presuppongono lrsquoesistenza di un impiego formulare dellrsquoespressione reinterpre-

tata secondo lo schema seguente (esemplifi cato attraverso it grazie)

grazia ldquofavorerdquo rendere graziae grazie ringraziare gt ringraziamento

(a) grazia favore (che viene fatto a qualcuno)

(b) utilizzo di graziae con il senso (a) nella formula rendere grazie utilizzata per ringraziare

in base alle regole di discorso laquose X dice a Y che (a) egrave un favore fatto a X allora X rin-

grazia Yraquo

(c) creazione di una nuovo sostantivo con il signifi cato di ldquoatto che si realizza dicendo

grazierdquo

(d) gli usi di grazie dello stadio (b) sono reinterpretati con il valore in (c)

(e) creazione di un verbo performativo con il signifi cato di ldquodire grazierdquo

Tra gli aspetti che richiedono approfondimenti ve ne sono alcuni che riguardano

le modalitagrave di selezione della base da cui derivano i verbi performativi in particolare

saragrave interessante verifi care se questa derivazione si applichi a partire dalla struttura

o dalla forma meno marcate sincronicamente al momento della derivazione Il caso

del francese permetterebbe allora di ipotizzare uno sviluppo diacronico gracier gt (re)mercier dove gracier testimonia una fase precedente in cui anche nel francese predo-

minava ancora il modello latino cosigrave come it salutare rispetto a ciao testimonia la

presenza di una formula di saluto (salve) precedentemente meno marcata Un secondo aspetto che meriterebbe piugrave approfonditi studi egrave relativo al ruolo dei

fattori sociali e storico-culturali nella diversa evoluzione delle formule olofrastiche

francesi e italiane (merci e grazie) Held (1996) ipotizza che la peculiaritagrave del francese

possa essere variamente associata a fattori socio-culturali come ad esempio il fatto

che progressivamente la forma gratia sia stata utilizzata come base per la creazione

di forme idiomatiche connesse al linguaggio cerimoniale delle laquoHonnetes gensraquo nel

1700 e che sia quindi stata progressivamente relegata allrsquouso religioso Ragioni simili

potrebbero essere ricercate anche per le altre lingue a partire dal rumeno ma lrsquoam-

bito socio-culturale di riferimento egrave ancora tutto da scoprire

Universitagrave di Bergamo Chiara GHEZZI

CILPR 2013 ndash SECTION 2

60

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Treacutesor Le Treacutesor de la langue franccedilaise informatiseacute ltatilfatilffrgt

Vocabolario degli accademici della Crusca ltvocabolariosnsithtmlindexhtmlgt

63

Aliquis tra latino e romanzo

1 Introduzione gli indefi niti tra tipologia e diacronia

La direzionalitagrave del mutamento linguistico egrave un tema molto prominente nella sin-

tassi storica soprattutto grazie al fi lone di ricerche sulla grammaticalizzazione (per

il latino si veda Fruyt (2011)) In questo campo gli studiosi hanno potuto identifi care

un numero ristretto di cause e meccanismi del mutamento sintattico motivati dal

punto di vista cognitivo in termini di strategie di acquisizione (cf Roberts (2007) per

un quadro drsquoinsieme) In ambito semantico invece non sono emersi con altrettanta

chiarezza meccanismi generali e cognitivamente fondati che spieghino la ricorrenza

di certi tipi di mutamento (con alcune eccezioni per es Traugott Dasher (2001) e

Eckardt (2006))

Come mostrato dallrsquoampio studio tipologico di Haspelmath (1997) i pronomi

e aggettivi indefi niti sono diacronicamente piuttosto instabili e possono quindi

mostrare differenze signifi cative anche in lingue strettamente imparentate e in inin-

terrotto contatto come quelle romanze Allo stesso tempo nel sistema degli indefi niti

si possono osservare degli schemi di mutamento ricorrenti Per esempio frequente

egrave la trasformazione di un termine a polaritagrave negativa (NPI) in un indefi nito nega-

tivo (cf Haspelmath (1997 221-233)) ma anche la direzione contraria egrave attestata (cf

Jaumlger (2010)) Un altro ciclo rilevante interessa gli indefi niti lsquoa scelta liberarsquo (lsquofree

choicersquo come lrsquoit qualsiasi) che si sviluppano da relative libere e vengono estesi a

contesti comparativi condizionali e interrogativi perdendo il valore originario (cf

Haspelmath (1997 149-150) e Foulet (1919) e Jayez Tovena (2011) sul fr quelque)

Meno studiato in questa prospettiva egrave il sistema degli indefi niti specifi ci su questo mi

concentro qui considerando la storia del latino aliquis lsquoqualcuno (un) qualchersquo che

mostra sviluppi diacronici peculiari in prospettiva tipologica

2 Gli sviluppi romanzi di aliquis

Nel ricco sistema degli indefi niti del latino classico quidam e aliquis svolgono la

funzione di indefi niti specifi ci Egrave generalmente riconosciuto (cf Haspelmath (1997)

Bertocchi et al (2010) Bortolussi (2010)) che il loro signifi cato si distingue in base

allo stato epistemico del parlante (lsquospecifi c known unknownrsquo in Haspelmath (1997))

Con quidam il parlante introduce un referente della cui identitagrave egrave certo spesso ma

non necessariamente seguono nel testo ulteriori specifi cazioni sullrsquoidentitagrave del refe-

CILPR 2013 ndash SECTION 2

64

rente eo sul tipo di conoscenza che ne ha il parlante (cf (1)a) Con aliquis invece il

referente dellrsquoespressione indefi nita egrave presentato come esistente e in questo consiste

la sua specifi citagrave la sua identitagrave egrave perograve sconosciuta al parlante e impossibile da indi-

viduare o non rilevante (cf (1)b) Secondo la defi nizione del dizionario Lewis-Short

aliquis laquodenotes that an object really exists but that nothing depends upon its indi-

vidualityraquo

(1) a Nec diu moratus rusticus quidam familiaris oculis meis cum muliercula comite propius accessit (Petron 12 3)

lsquoDopo poco arrivograve un contadino che conoscevo di vista accompagnato da una donnettarsquo

b expectabam aliquem meorum (Cic Att 13 15)

lsquoapettavo (qualc)uno dei mieirsquo

Quidam pur mantenendo vitalitagrave in latino tardo non produce esiti romanzi al

contrario aliquis egrave continuato dalle forme pronominali romanze derivanti dallrsquoaccu-

sativo come sp alguien pt algueacutem sp e pt algo e da quelle risultanti dallrsquouniverba-

zione di aliquis e unus gt alicunus come per es it alcuno fr aucun sp alguacuten pt

algum La distribuzione di queste forme egrave piuttosto diversifi cata nelle varie lingue

e il signifi cato egrave talvolta distante da quello del lat aliquis Il plurale (in fr lrsquoarcaico

drsquoaucuns) puograve ricevere interpretazione specifi ca (cf lrsquoit alcuni in (2)a) Il singolare

invece egrave diventato un termine a polaritagrave negativa talvolta -come in spagnolo cf (2)b-

con inversione rispetto al nome secondo alcune analisi della concordanza negativa il

francese aucun (usato nei registri formali) egrave un vero e proprio indefi nito negativo la

cui distribuzione egrave legata alla presenza della negazione diretta e i cui tratti semantici

ne permettono lrsquouso come risposta negativa in contesti ellittici cf (2)c-d In Ibero-

Romanzo inoltre per gli indefi niti derivati da aliquis egrave possibile un cosiddetto uso

lsquoepistemicorsquo (cf (2)e Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito 2003 Jayez Tovena 2006)

che non permette lrsquoidentifi cazione univoca del referente dellrsquoelemento indefi nito uso

che in francese e italiano egrave impossibile con alcuno aucun ed egrave invece espresso rispet-

tivamente da quelque e (un) qualche (cf lrsquoit in (2)f-g)

(2) a Franco vuole comprare alcuni libri nel negozio qui vicino (specifi co possibile)

b no toma precaucioacuten alguna lsquonon prende alcuna precauzionersquo

c Aucun de mes amis nrsquoest venu lsquoNessuno dei miei amici egrave venutorsquo

d A Avez-vous une objection B Aucune lsquoA Ha unrsquoobiezione B Nessunarsquo

e Mariacutea se casoacute con alguacuten estudiante del departamento en concreto con Pedro

lsquoMaria si egrave sposata con un qualche studente del dipartimento precisamente Pedrorsquo

f Maria si egrave sposata con alcuno studente del dipartimento

g Qualche idiota ha dimenticato di spegnere la luce

La Tabella 1 riassume in forma schematica la distribuzione degli esiti di aliquis in

italiano francese spagnolo e portoghese

GIANOLLO

65

Tabella 1 distribuzione degli esiti romanzi di aliquis

linguaLatino

ClassicoRomanzo

formaaliquis Sp alguacuten

alguien

Pt algumalgueacutem

It alcunoFr aucun

funzionelsquospecifi c

unknownrsquoSINGOLARE PLURALE

indefi nito

epistemico

Sp Pt

(It qualche

Fr quelque)

termine

a polaritagrave

negativa

Sp Pt

Ita Fr

indefi nito

negativo

Fr

indefi nito

semplice o

specifi co

Sp Pt It

Fr

In questo contributo non mi occupo dellrsquoasimmetria nello sviluppo di singolare e

plurale e mi dedico invece a due aspetti evidenziati dal confronto tra il valore del sin-

golare latino e gli sviluppi semantici delle forme singolari romanze il comportamento

di aliquis rispetto alla negazione in latino classico e tardo (sect 4) e lrsquouso epistemico di

aliquis in contesti modali (sect 5) Egrave opportuno perograve fare precedere alla presentazione

dei dati una breve discussione della nozione di specifi citagrave (sect 3)

3 Gli ingredienti della specifi citagrave

La specifi citagrave egrave un fenomeno pervasivo allrsquointerfaccia tra semantica pragmatica e

sintassi per il quale egrave diffi cile raggiungere una defi nizione condivisa Von Heusinger

(2011) offre un panorama aggiornato degli studi sul tema da cui emerge la mancanza

di consenso su quale sia la componente fondamentale della specifi citagrave e quali invece

gli lsquoepifenomenirsquo dovuti allrsquointerazione con i vari contesti semantici e pragmatici Da

una parte si osservano nelle lingue elementi con i quali egrave sempre associato un valore

di specifi citagrave e che sono incompatibili con contesti che non permettono unrsquointerpre-

tazione specifi ca Dallrsquoaltra esistono elementi piugrave variabili che a seconda di fattori

contestuali come le relazioni di portata tra operatori logici e la struttura informazio-

nale assumono o meno unrsquointerpretazione specifi ca

Haspelmath (1997) classifi ca aliquis come indefi nito specifi co ma studi dedicati al

latino hanno mostrato che tale classifi cazione egrave tuttrsquoaltro che ovvia se per es Bertoc-

chi et al (2010 25) affermano che laquoaliquis is generally though not always specifi craquo

Orlandini (1983 233) classifi cava aliquis in base ai suoi criteri pragmatici come non-

CILPR 2013 ndash SECTION 2

66

specifi co1 La variabilitagrave della classifi cazione dipende dalla defi nizione di specifi citagrave

di volta in volta adottata

In Orlandini (1983) come in molta letteratura sul tema si adotta una defi nizione

pragmatica basata sullo stato epistemico del parlante un indefi nito specifi co esprime

certezza del parlante riguardo allrsquoidentitagrave del referente (unicitagrave del riferimento) Lo

stato epistemico del parlante egrave di fatto identico a quello che produce lrsquointerpretazione

referenziale di un sintagma nominale defi nito diverso egrave solo lo stato epistemico del

ricevente che nel caso del defi nito ha familiaritagrave con il referente nel caso dellrsquoindefi -

nito non ne conosce lrsquoidentitagrave

Haspelmath (1997 38) offre la seguente defi nizione laquoan expression is specifi c if

the speaker presupposes the existence and unique identifi ability of its referentraquo Solo

nellrsquoambito di una presupposizione di unicitagrave del riferimento ha senso distinguere

secondo Haspelmath (1997 45) tra riferimento conosciuto e non conosciuto

Bertocchi et al (2010 24-28) cosigrave come Bortolussi (2010) adottano la defi nizione

di Haspelmath ma distinguono tra casi in cui crsquoegrave sia presupposizione di esistenza che

unicitagrave di riferimento e casi in cui invece non crsquoegrave unicitagrave di riferimento ma lrsquoesistenza

del referente egrave comunque presupposta a seconda dei contesti di occorrenza aliquis

puograve indicare o meno unicitagrave di riferimento ossia puograve essere o non essere specifi co

Inoltre viene sottolineata per il latino la presenza di un indefi nito quis che egrave neutro

rispetto alla presupposizione di esistenza Su questa base viene riconosciuto per il

latino il sistema in (3)

(3) a quidam [+ presupposizione di esistenza] [+ unicitagrave del referente]

b aliquis [+ presupposizione di esistenza] [plusmn unicitagrave del referente]

c quis [empty presupposizione di esistenza] [ndash unicitagrave del referente]

d quisquam [ndash presupposizione di esistenza] [ndash unicitagrave del referente]

A fronte di queste diffi coltagrave nel raggiungere una defi nizione unitaria di specifi citagrave

mi sembra opportuno procedere nella ricerca empirica scomponendo il concetto e

prendendo in considerazione separatamente due ingredienti che sono rilevanti per

lrsquointerpretazione di aliquis

(i) portata in latino classico aliquis egrave in grado di deve trovarsi al di fuori della

portata di altri operatori come ad es la negazione e il condizionale

(ii) componente epistemica il referente egrave sconosciuto indifferente al parlante

In sect 4 mi concentro sul primo fattore e in particolare sugli sviluppi di aliquis in

contesti negativi e sullrsquoimpossibilitagrave di avere letture specifi che allrsquointerno della por-

tata della negazione Sotto questo aspetto lrsquoevoluzione diacronica di aliquis si pro-

spetta giagrave chiaramente a partire dal IV sec dC In sect 5 discuto lrsquoimportanza della

1 La bibliografi a su questo tema e in generale sugli indefi niti latini egrave vasta e non le puograve essere resa giustizia in questa sede Segnalo solo alcuni dei contributi piugrave recenti Orlandini (1983) (2000) Mellet (1992) Maraldi (2000) Bortolussi (2001) (2010) Bertocchi et al (2010) Bortolussi Sznajder (2014) Devine Stephens (2013)

GIANOLLO

67

componente epistemica interpretata come estensione del dominio di quantifi cazione

per il percorso diacronico di aliquis

4 Aliquis e la negazione

Si egrave osservato in sect 2 come gli esiti romanzi di aliquis diventino termini a polaritagrave

negativa legittimati quindi in contesti con lsquocapovolgimento di scalarsquo (lsquodownward

entailingrsquo) come il dominio di portata della negazione Lrsquoestensione a questi con-

testi e in generale a contesti non-specifi ci delle forme romanze che continuano

aliquis contraddice la generalizzazione diacronica di Haspelmath (1997 148-154)

secondo cui i mutamenti semantici che interessano gli indefi niti operano unidire-

zionalmente da destra a sinistra della sua mappa semantica Nel sistema di funzioni

di Haspelmath rappresentato in (4) gli usi specifi ci occupano lrsquoestrema sinistra

mentre quelli sotto negazione indiretta e diretta si trovano nella parte destra dello

spazio semantico

(4) Rappresentazione della mappa semantica per gli indefi niti di Haspelmath (1997)

specifi c

known

specifi c

unknown

irrealis

non-spe-

cifi c

question indirect

negation

direct

negation

conditional compara-

tive

free-choice

Le letture specifi che degli indefi niti sono sempre impossibili sotto la portata della

negazione come mostrato dal contrasto tra inglese some e any in (5)

(5) a I didnrsquot cite some contributions lsquoci sono alcuni contributi che non ho citatorsquo exist gt not

b I didnrsquot cite any contributions lsquonon ho citato alcun contributorsquo not gt existIl latino aliquis se usato in contesti di negazione diretta prende sistematicamente

portata ampia rispetto allrsquooperatore negativo (cf Orlandini (2000)) in (6) si inter-

preta quindi lsquocrsquoegrave qualcosa che tu non hairsquo e non lsquonon crsquoegrave niente che tu abbiarsquo Si noti

che anche se in (6) la portata del quantifi catore egrave ampia lrsquoidentifi cazione del refe-

rente non egrave possibile o voluta lrsquoesistenza di lsquoun qualcosarsquo egrave rilevante la sua indentifi -

cazione egrave lasciata aperta

(6) dicitur enim alio modo etiam lsquocarerersquo cum aliquid non habeas et non habere te sentias

(Cic Tusc 1 88)

lsquoinfatti carere egrave usato in un signifi cato diverso quando crsquoegrave qualcosa che non hai e hai la

percezione di non averlorsquo

CILPR 2013 ndash SECTION 2

68

La quantifi cazione esistenziale sotto la portata della negazione egrave espressa in latino

da termini a polaritagrave negativa come quisquam ullus o la serie in -piam2 che co-

occorrono con la negazione (7)a-b unrsquoaltra possibilitagrave egrave offerta dagli indefi niti nega-

tivi come nemo nihil nullus che da soli danno valore negativo alla frase (7)c3

(7) a neque quisquam omnino consisteret (Caes civ 3 69)

lsquoe (cosigrave che) assolutamente nessuno si fermavarsquo

b sine timore ullo (Caes Gall 8 3)

lsquosenza alcun timorersquo

c sed hunc laborem recusabat nemo (Caes civ 1 68)

lsquoma nessuno rifi utava questa faticarsquo

Anche in altri contesti con capovolgimento di scala come per es la restrizione del

quantifi catore universale si trova per lo piugrave la serie a polaritagrave negativa

(8) omnes qui ullam agri glebam possiderent (Cic Verr 2 3 28)

lsquotutti coloro che possedessero un qualche appezzamento di terrenorsquo

Tuttavia aliquis come semplice esistenziale egrave anche possibile secondo De-

vine Stephens (2013 376) in (9) a differenza che in (8) non crsquoegrave il riferimento al

valore fi nale di una scala tipico invece per gli elementi a polaritagrave negativa lsquoqualcosarsquo

quindi e non lsquoqualsiasi cosarsquo

(9) omnes qui aliquid scire videntur (Cic parad 40)

lsquotutti coloro che sembrano sapere qualcosarsquo

Il comportamento di aliquis in contesti negativi mostra che questo indefi nito egrave

capace di portata ampia rispetto ad altri operatori e dagrave luogo a interpretazioni specifi -

che in cui il quantifi catore ha portata al di sopra della negazione In questo senso ali-quis contrasta nettamente con il comportamento degli esiti romanzi In latino tardo

perograve marcatamente a partire dal IV sec dC si iniziano a trovare casi in cui aliquis

va interpretato sotto la negazione come lrsquoesempio dalla Vulgata in (10)

(10) si ergo corpus tuum totum lucidum fuerit non habens aliquam partem tenebrarum erit lucidum totum et sicut lucerna fulgoris inluminabit te (Vulg Luc 11 36)

lsquose quindi il tuo corpo egrave tutto nella luce senza avere alcuna parte nelle tenebre tutto

saragrave luminoso e come quando la lucerna ti illumina con i suoi raggirsquo

2 La serie in -piam era giagrave rara e arcaizzante in latino classico (Bertocchi et al (2010 48)) ma mostra nuova vitalitagrave nel latino della Vulgata (Bortolussi Sznajder 2014) Egrave possibile che ciograve sia da interpretare come segno di una discrepanza tra lingua letteraria e lingua parlata nel dominio dei termini a polaritagrave negativa che mostra sviluppi giagrave nel IV secolo dC

3 Orlandini (2000 154-155) e Devine Stephens (2013 374-375) discutono alcuni rari casi con il complementatore negativo ne in cui aliquis ha portata al di sotto della negazione Gli autori sono concordi nel ritenere che nelle completive introdotte da ne la negazione ha proprietagrave semantiche e pragmatiche particolari che giustifi cano tale comportamento Per Orlandini tuttavia aliquis ha in questi casi unrsquointerpretazione simile a un termine a polaritagrave negativa che indica lrsquoestremo di una scala quantitativa mentre Devine e Stephens lo trattano come un semplice esistenziale

GIANOLLO

69

Contemporaneamente si notano con sempre maggiore frequenza soprattutto nei

registri stilistici meno coltivati segni dello sviluppo della concordanza negativa sia

nei testi che nelle discussioni grammaticali (Diomede GL 1455) cf Molinelli (1988)

Molinelli (1989) In (11) unrsquoattestazione dalla Vetus Latina egrave paragonata allrsquouso clas-

sico della Vulgata

(11) a non respondes nihil (Vet Lat Marc 14 60)

lsquonon rispondi nullarsquo

b non respondes quidquam (Vulg Marc 14 60)

Dal latino al romanzo la serie degli indefi niti negativi si rinnova completamente

Lrsquoorigine dei nuovi elementi puograve essere tracciata al latino tardo e deve aver avuto

effetti profondi sullrsquointero sistema degli indefi niti compreso aliquis Molinelli (1989

622-623) discute a proposito della concordanza negativa alcune osservazioni di Ago-

stino su quello che lui considera essere lrsquouso grammaticale corretto al contrario di

espressioni evidentemente frequenti nella sua epoca Egrave notevole che tali osservazioni

mostrino talvolta come in (12) anche lrsquouso corrente non classico -ma si noti bene

proposto come corretto proprio da Agostino- di aliquis come termine a polaritagrave

negativa

(12) Non est relictum viride nihil in lignis dicendum fuit more locutionis nostrae non est relictum viride aliquid in lignis (Aug quaest Hept 54 239 Loc de Exodo)

lsquolsaquonon rimase nulla [nihil] di verde sugli alberirsaquo si dovrebbe piuttosto dire nella lingua

corretta lsaquonon rimase nulla [aliquid] di verde sugli alberi rsaquo

cf Vulgata nihilque omnino virens relictum est in lignis

Se in latino tardo ci sono dunque segni piuttosto chiari che preludono ai ter-

mini a polaritagrave negativa romanzi che continuano aliquis diffi cile egrave tracciare il per-

corso diacronico che vi ha portato Nella mappa semantica di Haspelmath (1997) la

contiguitagrave tra le diverse funzioni segnala una relazione semantica che si dovrebbe

anche proiettare in dimensione diacronica indicando direzioni e tappe di mutamento

Come giunge quindi aliquis dallrsquoestremo sinistro allrsquoestremo destro dello spazio

semantico presentato in (4) Nella sezione seguente considero la componente episte-

mica di aliquis e propongo che essa rappresenti una forma di lsquoestensione del dominio

di quantifi cazionersquo da riconoscersi come tappa intermedia verso la polaritagrave negativa

5 Aliquis e gli indefi niti epistemici

La seconda osservazione che emerge dal quadro comparato in sect 2 concerne gli

usi cosiddetti lsquoepistemicirsquo degli esiti di aliquis in Ibero-Romanzo Il termine lsquoepiste-

micorsquo egrave usato da Jayez e Tovena (2006) in senso piuttosto ampio per gli indefi niti il

cui uso egrave condizionato dal parametro lsquostato di conoscenza del parlantersquo sono defi niti

lsquoepistemicirsquo sia gli indefi niti che permettono lrsquoidentifi cazione del referente (fr un cer-tain) sia quelli che indicano un grado di ignoranza (fr un quelconque) A prima vista

sembrerebbe quindi possibile considerare questa funzione equivalente alle catego-

CILPR 2013 ndash SECTION 2

70

rie lsquoknown unknownrsquo di Haspelmath (1997) Non egrave perograve cosigrave per Haspelmath tali

categorie si applicano solo agli indefi niti specifi ci mentre per Jayez e Tovena (2006)

lrsquoepistemicitagrave puograve essere anche un parametro degli indefi niti lsquofree choicersquo

A complicare ulteriormente il quadro terminologico nel defi nire lsquoepistemicorsquo lrsquouso

di sp alguacuten in casi come (2)e per es in Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito (2003) e

Aloni Port (2006) il termine egrave stato impiegato con il senso piugrave ristretto di lsquoforma

lessicale specializzata che indica lrsquoassenza di conoscenza da parte del parlantersquo In

particolare lo sp alguacuten egrave stato caratterizzato da Alonso-Ovalle e Meneacutendez-Benito

(2010) come lsquoanti-singleton indefi nitersquo il cui dominio di quantifi cazione non puograve

essere ridotto a un singolo elemento Se si adotta tale accezione ristretta la corri-

spondenza rispetto alle categorie di Haspelmath si riduce al polo lsquounknownrsquo Inol-

tre gli indefi niti epistemici non sono necessariamente specifi ci rispetto alla portata

come mostra lrsquointerazione con altri operatori Aloni e Port (2006) hanno mostrato

come non solo alguacuten ma anche per es lrsquoit un qualche e il ted irgendein anchrsquoessi

considerati epistemici presentino valori semantici diversi a seconda del contesto Se

unrsquointerpretazione specifi ca egrave possibile in frasi episodiche di modalitagrave reale questi

indefi niti possono anche avere interpretazione non-specifi ca per es in un contesto

modale epistemico Nel caso di contesti negativi poi alguacuten e irgendein (ma non un qualche) vengono interpretati sotto la portata della negazione comportandosi come

esistenziali semplici perdendo cioegrave lrsquoapporto epistemico

Un approccio promettente che qui seguo anche nella defi nizione di epistemicitagrave

egrave quello di Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito (2003) (2010) che si basa sul formulare

condizioni sul dominio di quantifi cazione degli indefi niti sulla scorta dellrsquoinfl uente

proposta di Kratzer Shimoyama (2002)4 Il punto di partenza egrave il confronto con gli

indefi niti lsquofree choicersquo come it qualunque o sp cualquiera Nel loro caso il dominio

di quantifi cazione egrave esteso al massimo (lsquodomain wideningrsquo) fi no a comprendere anche

i casi marginali dellrsquouniverso del discorso Con gli indefi niti lsquoepistemicirsquo invece se egrave

vero che non egrave possibile lrsquoidentifi cazione univoca del referente (lsquoanti-singleton con-

straintrsquo) alcune alternative possono essere escluse gli indefi niti epistemici quindi

hanno un dominio piugrave limitato rispetto ai lsquofree choicersquo (lsquominimal domain wideningrsquo)

Se si segue lrsquoapproccio pragmatico di Schwarzschild (2002) alla specifi citagrave egrave possibile

riconoscere un continuum di restrizioni sul dominio di quantifi cazione cf (13) la

specifi citagrave sarebbe lrsquoeffetto di unrsquoestrema restrizione del dominio di quantifi cazione

a livello contestuale fi no a comprendere un solo elemento (lsquosingleton indefi nitesrsquo

lsquoextreme domain narrowingrsquo)

(13) extreme domain narrowing gt minimal domain widening gt domain widening

Data la caratteristica di base di lsquominimal domain wideningrsquo il comportamento

fl essibile degli indefi niti epistemici a seconda del contesto egrave spiegato in termini

pragmatici come differenza nel tipo di implicature di volta in volta permesse (cf

Kratzer Shimoyama (2002) Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito (2010 20-27)) Si

4 Lrsquoapproccio non egrave privo di problemi come discusso da Aloni e Port (2006)

GIANOLLO

71

considerino esempi classici di aliquis in contesto epistemico (si noti il tempo futuro)

(14) egrave un tentativo di rassicurazione in una situazione critica in (15) Trimalchione

considera il canto di un gallo un segnale di cattivo augurio

(14) Deus respiciet nos aliquis (Plaut Bacch 638a)

lsquoqualche divinitagrave ci proteggeragraversquo

(15) nam aut incendium oportet fi at aut aliquis in vicinia animam abiciet (Petron 74 2)

lsquoinfatti o ci deve essere un incendio o qualcuno nelle vicinanze sta per tirare le cuoiarsquo

In casi come questi il ricevente del messaggio verbale cerca una motivazione per

lrsquoestensione del dominio di quantifi cazione (del percheacute il parlante non abbia voluto

essere piugrave informativo restringendo il dominio a un individuo) e conclude che il par-

lante ha voluto evitare di asserire qualcosa di falso da qui lrsquoeffetto di lsquoignoranzarsquo

sullrsquoidentitagrave del referente

Nel continuum formulato in (13) trovano spazio anche gli indefi niti a polaritagrave

negativa che come i lsquofree choicersquo producono la massima estensione del dominio

di quantifi cazione (Kadmon Landman 1993) In contesti con lsquocapovolgimento di

scalarsquo questo porta a un rafforzamento dellrsquoasserzione dal momento che anche le

alternative al margine del dominio vengono escluse (di converso per i lsquofree choicersquo il

rafforzamento consiste nellrsquoammettere anche le alternative marginali)

Haspelmath (1997) mostra che casi come lrsquoinglese any che ha sia la funzione

lsquofree choicersquo sia la funzione di termine a polaritagrave negativa non sono affatto rari

tipologicamente nota anche che dal punto di vista storico sembra aver luogo con

una certa frequenza il mutamento direzionale da funzione lsquofree choicersquo a funzione

lsquopolaritagrave negativarsquo La situazione osservata in sect 2 per il latino e le lingue romanze

suggerisce che un altro mutamento possibile sia quello da indefi nito epistemico

a indefi nito a polaritagrave negativa e che esso si sia verifi cato nel caso di aliquis La

categoria di indefi nito epistemico puograve rappresentare lrsquoanello mancante tra gli usi spe-

cifi ci e quelli a polaritagrave negativa Il percorso diacronico di aliquis non appare piugrave

eccezionale in prospettiva tipologica allorcheacute si consideri che aliquis in latino classico

non egrave poi cosigrave specifi co se da una parte egrave in grado di avere portata ampia rispetto a

molti operatori dallrsquoaltra egrave meno referenziale di un indefi nito specifi co lsquostandardrsquo (it

uno un certo) e si avvicina piuttosto allrsquouso odierno dello sp alguacuten del fr quelque

insomma degli indefi niti epistemici

6 Conclusioni

Se alle funzioni considerate da Haspelmath nella sua mappa si aggiunge la fun-

zione di indefi nito epistemico si puograve modellare il mutamento in forma graduale

attraverso contesti contigui Resta il fatto che il mutamento proposto contraddice

le predizioni di Haspelmath rispetto alla direzionalitagrave del mutamento (pur sempre

da sinistra a destra nello spazio semantico) Gli sviluppi nelle varie lingue romanze

seguono la stessa direzione ma raggiungono stadi diversi Egrave probabile che ciograve sia con-

CILPR 2013 ndash SECTION 2

72

seguenza dellrsquointerazione con altri mutamenti (soprattutto nel dominio della nega-

zione) e della pressione paradigmatica di altri indefi niti Gli usi epistemici delle lin-

gue ibero-romanze rappresenterebbero uno stadio piugrave conservativo rispetto a italiano

e francese Queste ultime hanno perso gli usi epistemici attestati per gli stadi piugrave

antichi (cf Martins (2000) Stark (2006) Ingham (2011)) e mantengono solo il valore

di termine a polaritagrave negativa

Universitagrave di Colonia Chiara GIANOLLO

GIANOLLO

73

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75

Sulla morfosintassi dei pronomi relativi nelle carte notarili

di area salernitana (IX secolo)

1 Questioni preliminari e struttura del lavoro

In questo studio presenteremo alcuni dati relativi ad una piugrave ampia ricerca in

corso presso lrsquoUniversitagrave di Napoli ldquoFederico IIrdquo sul latino delle carte notarili pro-

dotte in Italia meridionale nel corso dellrsquoalto medio-evo e del medio-evo centrale1 In

particolar modo in questrsquooccasione saranno discussi i primi dati riguardanti le forme

assunte dai pronomi relativi nei documenti rogati in area salernitana nel IX secolo

Dal punto di vista tipologico comrsquoegrave noto la subordinazione relativa rappresenta

uno dei principali macro-tipi subordinativi presenti nelle lingue del mondo2 Secondo

la defi nizione interlinguisticamente valida proposta da Andrews (2007 206) attra-

verso la frase relativa viene delimitata laquothe reference of an NP [sc Noun Phrase] by

specifying the role of the referent of that NP in the situation described by the RC [sc Relative Clause]raquo Come si vede la defi nizione di frase relativa appena fornita include

le frasi che nella tradizione grammaticale italiana (e di altri paesi occidentali) sono

chiamate relative restrittive ma taglia fuori dal dominio della subordinazione rela-

tiva le cosiddette frasi relative non-restrittive Queste ultime presentano in effetti una

relazione semantica e pragmatica con la frase reggente che differisce sensibilmente da

quella instaurata dalle relative restrittive (si veda ad esempio Comrie (1989 138-139))

Tuttavia poicheacute il latino (come altre lingue ad esempio lrsquoitaliano e lrsquoinglese) presenta

strategie simili nella realizzazione delle relative restrittive e non-restrittive in questo

studio ci occuperemo di entrambe le strutture Soprattutto percheacute in questa occa-

sione ci soffermeremo in particolar modo sugli aspetti morfologici della relazione tra

il nome testa e il pronome relativo

Lrsquoipotesi di fondo di questo contributo egrave che nei documenti prodotti nel IX secolo

nei territori longobardi dellrsquoarea salernitana la distanza tra forme (e costruzioni) che

tendono maggiormente verso il latino e forme (e costruzioni) che tendono maggior-

mente verso il romanzo debba essere misurata nei termini di un continuum di diverse

opzioni in competizione ma non in mutua esclusione la cui selezione era sensibile

1 I primi risultati di questa ricerca si possono leggere in Sornicola (2007 2008 2011 2012a 2012b 2013a e 2013b) DrsquoArgenio (2013) Ferrari (2013) Valente (2013) e Greco (2012a 2012b e 2013)

2 Si veda ad esempio Dixon (1995 179-183)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

76

a fattori di diverso tipo come ad esempio la tipologia testuale e le abilitagrave scrittorie

dello scrivente Lrsquoobiettivo principale del lavoro egrave infatti quello di valutare se le dif-

ferenti caratteristiche delle realizzazioni delle strutture relative a verbo fi nito ed in

particolar modo di fenomeni come la relazione tra la forma del pronome relativo e la

sua funzione o come lrsquoaccordo morfologico tra il pronome e il nome testa possono

rappresentare degli utili strumenti per lrsquoanalisi del dislivello stilistico tra le diverse

carte prese in esame3

Per quanto riguarda la struttura del lavoro nel prossimo paragrafo saranno pre-

sentate alcune caratteristiche generali della struttura testuale e della lingua dei docu-

menti indagati nella terza sezione dello studio discuteremo invece alcune questioni

riguardanti le forme assunte dai pronomi relativi nelle carte esaminate il paragrafo

4 saragrave dedicato allrsquoanalisi piugrave in dettaglio delle caratteristiche dei pronomi relativi

in un sottoinsieme del nostro corpus in relazione al confronto tra carte rogate da

notai differenti e nel quadro della produzione di un unico notaio tra tipologie di

carta diverse Nellrsquoultima sezione infi ne saranno tratte le conclusioni delle rifl essioni

svolte nel corso del lavoro

2 Caratteristiche generali dei testi indagati e della loro lingua

Il corpus di testi su cui si fonda questo studio egrave costituito da tutte le carte notarili

del IX secolo conservate nellrsquoArchivio della Badia della SSma Trinitagrave di Cava dersquo

Tirreni Si tratta di 105 documenti4 tutti rogati nella longobardia minore (e soprat-

tutto nel salernitano) redatti in massima parte secondo il modello della cartula e

caratterizzati molto spesso da una forte ripetitivitagrave di schemi compositivi e di for-

mule5 Nel complesso infatti la gran parte degli atti egrave costituita da piccoli negozi

legati soprattutto alla vendita (e in alcuni casi alla donazione o alla permuta) di terre

documenti in cui le lsquoparti di formulariorsquo costituiscono la quasi totalitagrave del testo e

minore spazio egrave lasciato alle lsquoparti liberersquo che consistono in genere in una rapida

descrizione dei confi ni e delle caratteristiche delle terre vendute (o permutate o

donate)6 Tuttavia le diverse abilitagrave scrittorie dei notai paiono rifl ettersi anche nella

differente qualitagrave nellrsquouso delle parti di formulario in cui proprio come nelle parti

3 La nozione di lsquoanalisi del dislivello stilisticorsquo egrave intesa in questo lavoro come studio del campo di variazione linguistica attestato dalle carte e delle opzioni selezionate di volta in volta dai diversi scriventi

4 Centodue carte sono edite nei volumi 50 51 e 52 delle Chartae Latinae Antiquiores (drsquoora in poi ChLA) le restanti tre sono invece state pubblicate da Galante (2001)

5 Non mancano in ogni caso nel nostro corpus testi appartenenti ad altre tipologie documen-tarie come i memoratoria le notitiae iudicati e i praecepta concessionis principeschi (infor-mazioni piugrave dettagliate sulla loro ripartizione in termini quantitativi nei testi del IX secolo conservati a Cava dersquo Tirreni sono fornite da DrsquoArgenio Ferrari Valente Greco 2013) Su queste tipologie di documenti ed in particolar modo sulle cartulae (o chartulae) e sui memo-ratoria si vedano Magistrale (1991) e Galante (2012)

6 Sulla differenza tra le lsquoparti di formulariorsquo e le lsquoparti liberersquo si vedano i classici Sabatini (1965 e 1968)

GRECO

77

libere si puograve osservare una certa variazione tra i diversi testi Variazione che come

vedremo nei prossimi paragrafi egrave per noi di interesse centrale

In questo quadro ci sembra che una nozione teorica come quella di dislivello stili-

stico risulti piugrave adatta a descrivere le differenze che si possono cogliere tra le carte del

nostro corpus7 rispetto a categorie come bilinguismo o diglossia assai problematiche

in seacute e la cui interpretazione risulta particolarmente delicata nel caso dei testi che

compongono il nostro corpus Drsquoaltronde giagrave Sornicola (2012a) ha mostrato lrsquooppor-

tunitagrave di una tale scelta per lrsquoanalisi di una serie di fenomeni strutturali in documenti

comparabili a quelli indagati in questo studio

Il presente contributo cercheragrave dunque di rispondere alla seguente domanda le

caratteristiche dellrsquouso dei pronomi relativi possono rappresentare un elemento di

diagnostica del dislivello stilistico tra le diverse carte Per rispondere a questo quesito

la nostra indagine correragrave su due binari distinti da un lato offriremo una descrizione

generale dellrsquouso dei pronomi relativi nei documenti del nostro corpus dallrsquoaltro pro-

porremo unrsquoanalisi piugrave dettagliata di una ventina di carte prodotte negli ultimi 25

anni del secolo IX

3 Caratteristiche generali dellrsquouso dei pronomi relativi nel nostro corpus

31 Aspetti quantitativi

Un aspetto fondamentale della lingua dei testi indagati in questo studio egrave rap-

presentato dal fatto che la relazione tra caso morfologico e funzione sintattica segue

logiche che spesso non sono latine (ma neanche romanze) Sono frequenti ad esempio

scambi nellrsquouso dei casi o forme di Erstarrung nominale (si veda lrsquoesempio 1)8

(1) Et qui si bovi minime inantistare potuerimus [au]t nos ipsi bel nostri heredibus per colibe

ingenio retornare boluerimus con[pon]ere promitemus nos bovi duplo pretjius (ChLA

50 3 18)

Evidentemente una tale condizione generalizzata presenta rifl essi cruciali per

lrsquoanalisi della subordinazione relativa a verbo fi nito e in particolar modo per la rela-

zione tra la forma morfologica dei pronomi relativi e la loro funzione sintattica

Prima di addentrarci nel cuore dellrsquoanalisi perograve desideriamo proporre un quadro

complessivo della frequenza con cui compaiono le diverse forme del pronome relativo

nel nostro corpus

qui que quod quem quam quas quos cuius cui quo qua quorum quarum quibus

630 77 70 61 9 27 0 1 16 6 8 2 0 53

Tabella 1

7 Sulla nozione di lsquodislivello stilisticorsquo si veda la n 38 Una trattazione piugrave distesa di questi fenomeni si trova in Sornicola (2012a)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

78

Il dato che emerge piugrave chiaramente dalla Tabella 1 egrave probabilmente la netta pre-

ponderanza delle forme qui que e quod (e soprattutto della prima)9 Tuttavia a que-

sto proposito egrave necessario sottolineare che nei nostri testi compare molto frequente-

mente una formula che serve a indicare univocamente lrsquoautore dellrsquoazione giuridica o

il suo destinatario e che ha la forma qui supra que supra (si vedano gli esempi 2 e 3)

Questa formula ricorre in 381 dei 630 casi (il 60) in cui compare il pronome qui allo

stesso modo su 78 que 23 (il 30) sono nella locuzione que supra

(2) Infra suprascripte fi ni nec mihi nec ad alio homine nihil reserbabi set bobis qui supra in

integrum binumdedi ad possidendum unde pro suprascripta mea vinditjione de presentis

recepi pretjium ego qui supra vinditor a te emtore meo auro fi guratu solidos Beneventa-

nos numero sex et tremisse uno (ChLA 50 1 8-10)

(3) Unde per istabiliscendum anc mea venditjionem pro confi rmandum cartula suscepi ego

que supra Fredenperga vindetrice a te Aiemprandu emtore fenito pretjium biginti Bene-

bentano solidos de ipsi veteri (ChLA 50 20 27)

Altre caratteristiche evidenziate dalla Tabella riguardano la generale maggior fre-

quenza di pronomi che presentano una forma accusativale rispetto a quelli dotati di

forma obliqua Eccezioni a questa tendenza sono rappresentate dalle forme quam

(9 occorrenze) e quos (che addirittura non compare mai nel corpus) da un lato e da

quibus (53 casi) dallrsquoaltro Lrsquounico altro pronome obliquo che compare con una certa

frequenza egrave cui (16 occorrenze) Le questioni che discuteremo nei prossimi paragrafi

possono a nostro avviso spiegare queste differenze

32 Forma e funzione dei pronomi relativi

Lrsquoanalisi dei nomi testa cui i pronomi si legano e dei valori che questi ultimi assu-

mono evidenzia che in moltissimi casi la corrispondenza tra forma e funzione dei

pronomi relativi nelle carte del nostro corpus non egrave di tipo latino tanto dal punto

di vista della funzione grammaticale (esempio 4) quanto da quello dellrsquoaccordo di

genere e numero (esempi 5 6 e 7 in cui qui que e quod sono legati allo stesso nome

testa terra)10

(4) Unde ubi nec mihi que supra Fredenperge vindetrici nec ad alius homine de de que

superius legitur nullam reserbabit (ChLA 50 20 24)

(5) Binumdedi tibi Vuaiferi comes et fi lius bone memorie Dauferi terra mea qui est arbustu

bitatu (ChLA 51 19 3)

(6) Benundedit tibi Ursi fi lio Iacob terra mea que est arbustu bitatu (ChLA 51 6 3)

(7) De capu fi ne via de alia parte fi ne terra quod tenet Lupu fi lio Decorusi (ChLA 51 5 4)

9 Le forme qui que e quod occorrono quasi sempre in funzione di soggetto o di oggetto e in particolar modo di soggetto Uno dei rari casi in cui questa caratteristica non si riscontra egrave presentato in (4)

10 In alcuni casi allrsquointerno di uno stesso documento il nome testa terra egrave ripreso prima da un pronome e poi da un altro (si vedano a questo proposito lrsquoesempio 19 oppure la carta 27 del volume 51 in cui al rigo 10 si ritrova lrsquoespressione terra campensem nostram quod e qualche rigo oltre si legge invece prima terram qui e poi terra que)

GRECO

79

Le riprese del nome testa terra operate attraverso il pronome qui sono nettamente

maggioritarie si tratta di 31 occorrenze contro le 6 realizzate con que e le 2 con quod

Questa caratteristica sembrerebbe spingere verso una spiegazione del fenomeno in

termini di sovraestensione della forma qui ai danni di que Altri casi in cui uno stesso

nome testa viene ripreso da pronomi diversi mostrano perograve che lrsquoalternanza compare

anche con nomi maschili Le riprese di questo tipo di sostantivi invece in unrsquoottica

di semplice sovraestensione lineare della forma maschile che tende a generalizzarsi

dovrebbero essere effettuate regolarmente con il ricorso al pronome qui Si prenda il

caso del nome maschile locus

(8) Dono adque per an cartula cedo tibi nominati Arniperti dues pezze de terra in locum qui dicitur Iobi (ChLA 50 14 6)

(9) Tibi Persoaldi fi lio quondam Forti terra mea qui est arbustu bitatu et ensetetu in loco que dicitur Clusura subtu ipsa Matruniana abentes fi nis de uno latu terra Donasdei

(ChLA 50 24 4)

(10) Et bos et bestros heredes liceam introire in ipsa medietate in ipso loco quod mihi ibi

reserbabit (ChLA 52 13 27)

Anche nel caso di locus in ogni caso le realizzazioni con qui sono nettamente

maggioritarie il nome testa locus egrave ripreso in 33 occasioni da qui in 8 da que e in 2

da quod La presenza di tutti e tre i pronomi in percentuali praticamente identiche

a quelle riscontrate in occasione dellrsquoanalisi delle riprese del nome terra ci spinge

a ritenere che per molti dei notai attivi nel salernitano nel IX secolo la distinzione

al nominativo tra la forma maschile femminile e neutra del pronome relativo non

fosse piugrave determinante e che qui rappresentasse in tutti i contesti la variante piugrave

frequente ma non lrsquounica possibile Non mancano in ogni caso parole che vengono

riprese esclusivamente dai pronomi qui o quem Un caso di questo tipo egrave rappresen-

tato da petja (o pezza) che funziona come nome testa per una frase relativa a verbo

fi nito in 14 occasioni

(11) Sexta pezza qui est terra cum vinea abet fi ni (ChLA 50 15 12)

Il quadro come si vede egrave piuttosto frastagliato e ferma restando una preferenza

accordata alle forme pronominali maschili (e segnatamente allrsquoelemento qui) non

mancano elementi che indicano direzioni differenti

Per quanto riguarda le forme del pronome accusativo la Tabella 1 evidenzia che

quos non compare mai nei documenti indagati Drsquoaltronde egrave anche vero che i refe-

renti plurali che vengono relativizzati soprattutto in funzione di oggetto diretto non

sono molti (i numerosi quas presenti nel nostro corpus non riprendono infatti neces-

sariamente elementi plurali e anzi egrave piuttosto raro che la forma quas sia utilizzata per

richiamare un nome femminile plurale)

(12) Et casa mea quas habeo intu Benebentanam cibitatem noba [a]d porta qui vocatur da

fl ubio Sapatu (ChLA 50 20 15)

(13) Per unc scriptum dabo tibi qui supra ad frugiandum medietatem de sortem Framperti germani mei quas abuit in locum que dicitur Poltjanu Rotemsis fi nibus (ChLA 51 17 3)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

80

Tra le forme oblique del pronome relativo lrsquounica che ricorre con una certa fre-

quenza nel nostro corpus egrave quibus Ci sembra perograve opportuno sottolineare che 39

delle 53 occorrenze di questo pronome compaiono nella costruzione de quibus la cui

funzione egrave quella di introdurre la formula attraverso la quale chi vende si obbliga a

rispettare il contratto nei confronti di chi acquista De quibus in questi casi sembra

avere un valore paragonabile a ldquorispetto a queste coserdquo

(14) Amodo et semper te tuisque eredibus suprascriptam mea vinditjonem avere et possi-

dere valeatis Unde de quibus nos repromictimus et eredes nostros colligamus tivi qui

supra et at tuis eredibus (ChLA 51 2 15)

(15) Semper tuum nominate Radelghisi et tuis eredibus ea que prelegitur abere et possidere

baleatis de quibus me repromicto ego qui supra Lopenando binditor et obligo me ipsum

et meis eredibus tibi (ChLA 52 15 22)

Le altre forme oblique invece compaiono in pochissime occasioni e in maniera

interessante solo in testi vergati da notai di una certa importanza Si tratta di scri-

venti che prestano servizio presso la corte e che evidenziano abilitagrave scrittorie piugrave sofi -

sticate tanto dal punto di vista della grafi a adottata quanto da quello propriamente

linguistico La forma cuius ad esempio occorre una sola volta in una notitia iudicati (e dunque in un documento dotato di una certa uffi cialitagrave) vergata da Dausdedi

(16) Primis ipsa nominata Adelgisa cum ipso Adelfrid tutore et parentes suos in cuius m[un]dio subiacebat dixerunt ut ipse Teodelgardus in birtute conpreensisset ipsa Adelgisa et

in terra illa (ChLA 52 29 8)

Allo stesso modo la forma quorum compare soltanto in due occasioni Unrsquooccor-

renza si trova in una carta vergata da Ursus un altro notaio dotato di ottime abilitagrave

scrittorie che come Dausdedi ha prestato servizio presso la corte11 Lrsquoaltra compare

invece in un documento prodotto da Toto Si tratta anche in questo caso di un notaio

che presta servizio presso la corte e che quindi si puograve supporre doveva essere rite-

nuto particolarmente abile nella scrittura Si noti comunque la diffi coltagrave di interpre-

tare il valore di quorum nel brano tratto dalla carta vergata da Toto (esempio 17)

(17) Et pariter perreximus ante presentjam Sicardi gastaldi et iudicem et Petrus idem gastaldus

quorum nostra vona volumtas esse[t] venundendum hoc a quem diligenter sum inquisitam

ne aliquid violentjam hoc vindendum a suprascripto vir meus paterent (ChLA 51 26 4)

(18) Unam de rebus sua sola eis iudicare licerent duas bero portjiones hebenire in pote-

statem in quorum mundium subiacere videntur ego autem mundoald nec de progenie

ipsius viri mei aud de progenie (ChLA 52 33 8)

Infi ne anche le sei occorrenze della forma quo compaiono tutte in documenti

vergati proprio da Ursus e Toto Tanto quorum quanto quo si ritrovano dunque solo

in documenti rogati da questi due notai Per altro tre di queste sei occorrenze si ritro-

vano in carte di livello piugrave elevato (una notitia iudicati e un praeceptum concessionis

principesco)

11 Su Dausdedi e Ursus e sulle caratteristiche della lingua particolarmente sofi sticata (nel qua-dro della produzione scrittoria dei notai operanti nel salernitano nel IX secolo) utilizzata da questi scriventi si vedano Greco (2012b e 2013)

GRECO

81

Risulta dunque evidente che le forme oblique del pronome relativo (a parte qui-bus che presenta una distribuzione differente) sono utilizzate pressocheacute esclusiva-

mente da notai che in base a dati di tipo storico paleografi co e linguistico possiamo

annoverare tra i piugrave importanti e dotati di abilitagrave scrittorie piugrave sofi sticate Inoltre esse

ricorrono soprattutto nei documenti di livello piugrave elevato nel quadro della produzione

di questi notai

4 I pronomi relativi e il dislivello stilistico

Al termine del paragrafo precedente abbiamo avuto modo di sottolineare che

sembra possibile individuare caratteristiche differenti nellrsquouso dei pronomi relativi da

parte dei diversi notai operanti nel IX secolo nel salernitano In questa sezione ci sof-

fermeremo brevemente su alcune di queste differenze concentrandoci in particolar

modo su 18 carte rogate tra il novembre dellrsquo877 e lrsquoagosto dellrsquo89912

In questi documenti lrsquoaccordo del pronome relativo con il proprio nome testa segue

logiche di tipo latino (cioegrave con accordo di genere e numero e con caso selezionato in

base alla funzione sintattica svolta) nel 45 dei casi (si tratta di 41 occasioni su 91)13

Questa percentuale oscilla perograve sensibilmente da scrivente a scrivente e ad esempio

nei tre documenti vergati dal notaio Adelmari che abbiamo analizzato14 i pronomi

relativi sono correttamente accordati solo nel 22 dei casi Allo stesso modo dei

quattro pronomi relativi presenti nella carta prodotta dal notaio Ioanne nel novembre

dellrsquo87715 tre presentano accordi in qualche modo ldquoanomalirdquo e uno compare nellrsquoe-

spressione de quibus sulla quale ci siamo soffermati nel paragrafo precedente

(19) Leopardi dono adque per an cartulam confi rmo tibi Ursi fi lio Truppoli terra mea cum

bineam cot abeo in Castelione ubi propio ad Palumbulu bocatur qui abet fi nis (ChLA

52 6 4-5)

(20) De supto pede fi ne tua qui supra Ursi cot tu pro ipsa hoptaba Sadi germanus meo abuisti

(ChLA 52 6 6)

Nellrsquoesempio (19) oltre a grafi e (tipiche soprattutto dei documenti caratterizzati

da un livello sociolinguistico meno elevato) come adque per atque an per hanc e

cot per quod possiamo notare che il nome testa cui si riferiscono entrambi i pro-

nomi relativi (tanto cot quanto qui) egrave terra mea16 Nel brano presentato in (20) invece

12 Si tratta dei documenti 6 11 12 13 15 18 19 22 23 24 25 26 27 28 29 31 33 e 34 del volume 52 delle ChLA Queste carte sono costituite in larga parte da vendite o donazioni ma non mancano testi di natura piugrave uffi ciale come un paio di praecepta concessionis principeschi (carte 24 e 34) e una notitia iudicati (carta 29)

13 Abbiamo escluso dal corpus tutte le occorrenze delle espressioni qui supra e que supra (sulle quali si veda quanto abbiamo osservato nel paragrafo 31)

14 Si tratta delle carte 13 19 e 22 del volume 52 delle ChLA15 Si tratta della carta 6 del volume 52 delle ChLA16 Allrsquointerno dello stesso periodo il nome terra viene dunque ripreso da pronomi in principio

appartenenti a due generi diversi Ma sulle peculiaritagrave delle riprese pronominali di questo sostantivo si vedano le rifl essioni che abbiamo svolto nel paragrafo precedente

CILPR 2013 ndash SECTION 2

82

troviamo unrsquoattestazione dellrsquoespressione qui supra (che come abbiamo sottolineato

nella nota 13 non abbiamo incluso nello spoglio) e unrsquooccorrenza del pronome cot Il

nome testa ripreso da questrsquoultimo non egrave perograve facilmente individuabile ed egrave probabil-

mente rappresentato da un elemento soggiacente e non espresso formalmente il cui

signifi cato dovrebbe essere lsquoterrarsquo o lsquoproprietagraversquo (lrsquoelemento fi ne nellrsquoespressione fi ne tua dovrebbe far riferimento proprio ai confi ni di questa terra) I pronomi relativi che

compaiono nella donazione rogata da Ioanne presentano dunque caratteristiche (di

tipo sintattico morfologico o testuale) interessanti che mettono chiaramente in luce

alcune delle peculiaritagrave del latino delle carte oggetto di questo studio

Allrsquoestremo opposto dei casi che abbiamo appena discusso si situano le produzioni

del notaio Dausdedi uno degli scriventi piugrave sofi sticati dal punto di vista linguistico tra

quelli indagati in questo studio Abbiamo giagrave avuto modo di soffermarci altrove sul

livello generale della lingua di Dausdedi17 in questa sede ci limiteremo a sottoline-

are alcune caratteristiche dellrsquouso dei pronomi relativi nelle carte prodotte da questo

notaio In primo luogo dal punto di vista quantitativo nelle 5 carte indagate18 compa-

iono 21 pronomi relativi (esclusi come sempre quelli facenti parte delle espressioni

qui supra e que supra) di cui 16 correttamente accordati al proprio nome testa e fl essi

nel caso corrispondente alla propria funzione sintattica (si tratta dunque del 762

dei casi) Le cinque occasioni in cui si riscontra un accordo non canonico sono per

altro tutte caratterizzate dalla presenza degli stessi due nomi testa in due casi si tratta

di ecclesia (ripreso sempre da quod)19 e in tre di res (ripreso in due casi da qui ed in

uno da quod)20 Interessante in particolar modo risulta un documento in cui lo stesso

sintagma ipsa res viene ripreso ad un rigo di distanza prima da qui e poi da quod

(22) Ideoque ego Benedictus gastaldeus fi lius Azzoni per anc cartula bindedit tibi Iohanni

presbiteri et abbati fi lio Iohanni ipsa res qui fuit Lupi fi lii Boniperti de loco qui dicit[ur]

Agella ubi Clusuria bocatur Nucerina fi nes quod ego per cartula emtum ab[e]o (ChLA

52 25 4-5)

Al di lagrave di questo esempio (in cui non egrave da escludere che la differente ripresa

dello stesso referente sia stata favorita anche dalla distanza che separa il secondo

pronome dal primo e dal nome testa) probabilmente non egrave necessario soffermarsi

sulle peculiaritagrave semantiche del nome res che potrebbero essere alla base di questo

tipo di accordi non canonici Piugrave interessante da questo punto di vista appare il caso

del sostantivo ecclesia il quale in tutte le carte del IX secolo conservate nellrsquoarchivio

cavense viene ripreso da un pronome relativo in 7 occasioni In nessun caso il pro-

17 Si vedano Greco (2012b e 2013)18 Si tratta delle carte 12 24 25 28 e 29 del volume 52 delle ChLA19 Si tratta per altro delle sole due occasioni in cui nelle carte vergate da Dausdedi il nome

ecclesia viene ripreso da un pronome relativo Questo sostantivo egrave dunque sempre ripreso da quod nei documenti di questo notaio

20 Si tratta dei tre soli casi in cui nelle carte vergate da Dausdedi il nome res viene ripreso da un pronome relativo Questo sostantivo non egrave dunque mai ripreso da pronomi relativi femminili nei documenti di questo notaio

GRECO

83

nome egrave correttamente accordato In 3 occasioni il sostantivo egrave ripreso da qui in 2 da

quod in una da quem ed in unrsquoaltra da quas Come si vede solo in un caso lrsquoelemento

ecclesia egrave ripreso da un pronome femminile anche se lrsquoaccordo risulta comunque non

canonico poicheacute il pronome egrave formalmente plurale a fronte di un nome testa singolare

(tanto dal punto di vista formale quanto da quello della referenza)

Risulta dunque evidente che anche i (pochi) casi di accordo non canonico tra pro-

forma e nome testa che si riscontrano nelle carte prodotte da Dausdedi sono relativi

a situazioni peculiari in cui il sostantivo da cui dipende la frase relativa o presenta

caratteristiche non comuni dal punto di vista sintattico e semantico (egrave il caso di res) oppure non si ritrova mai ripreso da un pronome accordato in maniera canonica in

tutti i testi del IX secolo conservati a Cava dersquo Tirreni (egrave il caso di ecclesia)

5 Conclusioni

In questo contributo abbiamo proposto una rifl essione sulle caratteristiche morfo-

sintattiche dei pronomi relativi in un corpus di documenti notarili latini costituito da

tutte le carte originali del IX secolo conservate nellrsquoArchivio della Badia della SSma

Trinitagrave di Cava dersquo Tirreni Abbiamo in particolar modo cercato di stabilire se le rea-

lizzazioni piugrave o meno canoniche (ovvero piugrave o meno aderenti alle norme latine) dei

pronomi relativi in termini di accordo morfologico con il nome testa e di relazione tra

forma del pronome relativo e sua funzione sintattica possano rappresentare degli stru-

menti per lrsquoanalisi del dislivello stilistico tra le diverse carte prese in esame

La nostra analisi ha messo in evidenza la netta preponderanza delle forme nomi-

nativali e accusativali dei pronomi (e segnatamente di qui que quod e quem) rispetto

a quelle di tipo obliquo (ad eccezione di quibus che compare soprattutto nellrsquoespres-

sione di ripresa ldquoad ampio spettrordquo de quibus) Il fatto che queste ultime compaiano

quasi esclusivamente nei documenti prodotti da quei notai che in base a caratteristi-

che sia extralinguistiche sia propriamente linguistiche possiamo considerare come

piugrave importanti e dotati di abilitagrave scrittorie piugrave sofi sticate ci ha spinto a ritenere che

lrsquoipotesi di partenza fosse fondata e che effettivamente le differenti caratteristiche

dellrsquouso dei pronomi relativi nel nostro corpus possano costituire degli elementi utili

nella valutazione del dislivello stilistico tra i vari documenti

Allo scopo di fornire ulteriori indicazioni in questo senso abbiamo inoltre inda-

gato in maniera piugrave dettagliata una ventina di carte prodotte nellrsquoultimo quindicennio

del IX secolo evidenziando che effettivamente la percentuale di accordi ldquocanonicirdquo

tra pronome relativo e nome testa risulta sensibile alle caratteristiche sociolinguisti-

che dello scrivente un notaio piugrave importante come Dausdedi (il quale presta ser-

vizio presso la corte e utilizza una grafi a piugrave innovativa) presenta una percentuale

di accordi canonici piugrave elevata della media e molto piugrave elevata rispetto ad esem-

pio a quella che si riscontra in tre carte vergate dal notaio Adelmari (notaio attivo a

Nocera) Inoltre abbiamo mostrato che anche i pochi casi di accordo non canonico

che si ritrovano nei testi di Dausdedi sono tutti relativi a due nomi testa res e ecclesia

CILPR 2013 ndash SECTION 2

84

che per motivi diversi presentano numerose peculiaritagrave che li differenziano dalla

maggior parte degli altri sostantivi

Evidentemente al di lagrave degli obiettivi di questo lavoro molte altre questioni

restano aperte in particolar modo per quanto riguarda le condizioni che possono

favorire accordi non canonici tra il pronome relativo e il suo nome testa (si pensi al

grado di animatezza o di agentivitagrave di questrsquoultimo) e drsquoaltronde in questo contributo

abbiamo presentato solo i primi risultati di una piugrave ampia indagine in corso sulle

caratteristiche della subordinazione relativa a verbo fi nito in questi documenti

Universitagrave di Napoli ldquoFederico IIrdquo Paolo GRECO

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GRECO

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Un esame testuale di alcune carte campane dellrsquoAlto Medio Evoraquo in Cunita Alexandra

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participio nel Codex Diplomaticus Cavensisraquo in Cascione et al 2013 865-895

87

Lrsquoespressione della direzione del moto dal latino classico

allrsquoitaliano antico1

1 Introduzione

Nella classifi cazione tipologica di Talmy (2000) le lingue romanze si differenziano

dalla maggior parte delle lingue indoeuropee per il modo in cui codifi cano gli eventi

di moto Queste sono infatti classifi cate nel tipo lsquoverb-framedrsquo (VF) a differenza del

latino o delle lingue germaniche considerate lingue lsquosatellite-framedrsquo (SF)

I due tipi di lingue si distinguono fondamentalmente per il diverso locus lessicale

in cui codifi cano le principali componenti semantiche di un evento di moto nelle

lingue SF la direzione egrave espressa tramite satelliti cioegrave elementi associati al verbo (es

prefi ssi particelle avverbi) mentre il signifi cato lessicale del verbo tende a espri-

mere la maniera del moto invece le lingue VF esprimono di preferenza la direzione

nella radice verbale mentre la maniera egrave spesso data per sottintesa ed egrave espressa se

necessario in componenti aggiunti (es forme non fi nite del verbo complementi pre-

posizionali)

La diversa strategia di lessicalizzazione degli eventi di moto era giagrave stata messa

in evidenza da Tesniegravere (1959) ed esemplifi cata attraverso il confronto della frase in

tedesco riprodotta in (1a) con la corrispettiva frase in francese in (1b) da cui si puograve

notare come il verbo in francese esprima la direzione mentre in tedesco la maniera

del moto

(1a) Anton schwimmt uumlber den Fluss

(1b) Antoine traverse le fl euve en nageant

Le stesse relazioni asimmetriche si possono cogliere da una parte nella frase latina

riportata in (2a) e dallrsquoaltra nelle traduzioni in francese (2b) e in italiano (2c)

(2a) perpauci [hellip] [fl umen] tranare contenderunt (Caes Gall 1 53)

(2b) lsquoquelques-uns [hellip] essayegraverent de passer le fl euve agrave la nagersquo

(2c) lsquopochissimi [hellip] cercarono di attraversare il fi ume a nuotorsquo

1 Questo lavoro egrave frutto della stretta collaborazione tra gli autori sono tuttavia attribuibili a Claudio Iacobini i paragrafi 1 e 5 a Luisa Corona i paragrafi 2 3 4 Siamo felici di ringraziare Lene Schoslashsler Anna Maria Thornton Wolfang U Dressler Michegravele Fruyt e Gerd Haverling per i preziosi suggerimenti e commenti

CILPR 2013 ndash SECTION 2

88

La proposta di Talmy ha sollecitato un gran numero di lavori descrittivi e di

rifl essioni teoriche sulle caratteristiche le cause e le conseguenze di tale distinzione

tipologica e sulla sua sistematicitagrave e coerenza cfr Matsumoto (2003) Slobin (2004)

Questa classifi cazione infatti da un lato permette di individuare interessanti distin-

zioni a livello macro-tipologico dallrsquoaltro tende a oscurare importanti fenomeni di

variazione (che riguardano ad esempio la correlazione fra le strategie di lessicalizza-

zione preferite in relazione ai diversi tipi di eventi di moto) rispetto a quanto atteso in

ciascuna delle due macro-classi che emergono a un livello di analisi piugrave di dettaglio

Un interessante fi lone di ricerca si egrave recentemente concentrato sui fenomeni di

variazione allrsquointerno e fra le due macro-classi in prospettiva sincronica cfr Beavers

et al (2010) Croft et al (2010) Fortis et al (2011) Meno indagati sono le possibili

cause e i fenomeni linguistici implicati nel passaggio da un tipo a un altro in prospet-

tiva diacronica cfr Iacobini Fagard (2011)

La ricca tradizione di documenti e testi in latino e nelle varietagrave romanze costi-

tuisce un ideale campo drsquoindagine per ricerche sui fenomeni implicati nel passaggio

dalla strategia SF verso quella VF

In studi recenti - Stolova (2015) Iacobini (2009) Kopecka (in stampa) - sono stati

messi in luce alcuni fenomeni linguistici che sono piugrave direttamente implicati nel cam-

bio di strategia di codifi ca della direzione nel passaggio dal latino alle lingue romanze

Li ricordiamo schematicamente di seguito

(i) Impoverimento della prefi ssazione verbale

(ii) Formazione di nuovi tipi di verbi che incorporano la direzione nella radice a partire

da nomi aggettivi o preposizioni Lat montare da mons montis lsquomontagna montersquo gt

Fr monter It montare Cat muntar Occ montar Reto-R muntar lsquosalire ascenderersquo

Lat altiare da altus lsquoaltorsquo gt Fr hausser It alzare Sard artziai arziare lsquoalzarersquo Lat

abantiare da abante lsquoavanti davantirsquo gt Port Cat avanccedilar Sp avanzar Fr avancer It

avanzare lsquoavanzare andare avantirsquo

(iii) Lessicalizzazione di verbi originariamente prefi ssati percepiti come monomorfemici

Lat ex-ire lsquouscirersquo gt Sp ant exir Cat eixir ant Fr eissir It uscire Rom a ieși Sard

bessiri bessire

(iv) Riduzione nel numero e nellrsquouso dei verbi di maniera reinterpretati come verbi

direzionali o verbi generici di moto Lat ambulare lsquocamminare passeggiarersquo gt Fr aller Friulano lacirc lsquoandarersquo

(v) Progressiva perdita della distinzione fra signifi cati stativi e direzionali nei sintagmi

preposizionali

(vi) Passaggio allrsquoordine basico romanzo VO testa modifi catore

Non egrave perograve ancora disponibile una rassegna esaustiva delle strategie di codifi ca

della direzione in latino classico e del loro impiego effettivo Alcune indicazioni si

possono trarre da Baldi (2006) Brucale Iacobini Mocciaro (2011) Moussy (2011)

Questa lacuna non permette neacute di valutare appieno la rilevanza dei fenomeni

descritti in latino tardo neacute di misurare correttamente la distanza tipologica fra le lin-

gue romanze e il latino classico per quanto riguarda le strategie di codifi ca del moto

IACOBINI CORONA

89

Nonostante alcuni studi esplorativi - cfr Schoslashsler (2008) Burnett Tremblay (2012)

Iacobini (2012 in stampa) - non abbiamo neanche una chiara visione dellrsquoevoluzione

della codifi ca del moto nella storia delle lingue romanze

In questo lavoro intendiamo presentare alcuni risultati preliminari di un piugrave ampio

progetto (in parte coincidente in parte coincidente con i risultati presentati in Corona

(2015) IacobiniCorona (2015) Iacobini et al (2015) riguardante lrsquoespressione degli

eventi di moto in latino classico e nelle lingue romanze in particolare in questa sede

presentiamo un inventario delle strategie di codifi ca del moto in latino classico per

verifi care la loro aderenza al modello tipologico SF e seguire i cambiamenti diacronici

nel periodo di formazione della lingua italiana

2 Corpus e metodo di analisi

I precedenti studi dedicati alla codifi ca del moto in latino si sono concentrati prin-

cipalmente sulle opere del periodo arcaico o sul latino volgare La scelta di studiare

il latino classico egrave dunque dovuta da un lato alla necessitagrave di colmare una lacuna in

un asse ideale di descrizione diacronica nello studio del passaggio dal tipo lessicale

SF a quello VF dallrsquoaltro dalla necessitagrave di studiare i fenomeni connessi alla codifi ca

del moto in una fase della lingua in cui questa si approssima quanto piugrave possibile alle

caratteristiche attribuite alle varietagrave standard Il latino delle opere di epoca classica

egrave infatti la varietagrave usata dal ceto medio-alto con connotati sovraregionali con un

certo grado di invarianza codifi cata in un corpus di opere di riferimento

Le opere analizzate nella nostra ricerca sono le Metamorfosi di Ovidio e La guerra gallica di Cesare (lrsquoedizione utilizzata egrave quella contenuta nel corpus Packard Huma-

nities Institute 5) Da queste sono stati estratti tutti i contesti che descrivono eventi di

dislocazione spaziale cioegrave movimenti reali di unrsquoentitagrave da un luogo fi sico a un altro

I testi di confronto italiani per le Metamorfosi sono volgarizzamenti e traduzioni

distinti secondo la periodizzazione della lingua italiana in cinque stadi cronologici2

elaborata da Paolo DrsquoAchille e adottata per la scansione temporale del corpus MIDIA

(Morfologia dellrsquoitaliano in diacronia ltwwwcorpusmidiaunitoitgt) Tale periodizza-

zione egrave basata su date salienti della storia linguistica letteraria e culturale dellrsquoItalia

la cui rilevanza ha avuto rifl essi signifi cativi anche sulle strutture della lingua italiana

In questo contributo forniremo i risultati dellrsquoanalisi del primo libro delle Metamor-fosi di Ovidio comparato con il primo libro del volgarizzamento di Arrigo Simintendi

da Prato prodotto prima del 1333 (la versione utilizzata egrave tratta dal corpus DiVo)

Per la descrizione della codifi ca del moto in latino e in italiano abbiamo elaborato

2 Per La guerra gallica di Cesare abbiamo scelto di confrontare due traduzioni in italiano contemporaneo - stadio successivo allrsquoultimo della periodizzazione in cinque fasi adottata - che si differenziano per il livello di formalitagrave la traduzione di tipo fi lologico-letterario di Adriano Pennacini nellrsquoedizione Einaudi e una gratuitamente scaricabile da internet sul sito wwwskuolanet rivolta a studenti di scuole medie superiori che si caratterizza per scelte lessicali adeguate a una varietagrave standard con un basso grado di formalitagrave

CILPR 2013 ndash SECTION 2

90

una griglia di analisi che si rifagrave al modello di tipologia delle costruzioni proposto da

Fortis Vittrant (2011 71-98) che ispirandosi in particolare alla tipologia canonica proposta da Corbett (2005) e ai lavori sugli eventi di moto in ottica costruzionista

come quello di Croft et al (2011) elaborano un quadro esaustivo delle costruzioni che

possono essere impiegate nellrsquoespressione della direzione

La griglia di analisi prende in considerazione le seguenti caratteristiche

(i) semantica delle radici verbali (tramite la distinzione tra verbi di direzione venio profi ciscor verbi di maniera fl uo navigo verbi di moto causato duco mitto)

(ii) semantica e distribuzione dei prefi ssi

(iii) ruolo e distribuzione dei sintagmi preposizionali nellrsquoespressione del signifi cato dire-

zionale

(iv) ruolo dei casi nella codifi ca delle componenti salienti nellrsquoespressione del moto (es

origine e meta)

(v) distribuzione allrsquointerno dellrsquoenunciato della codifi ca delle informazioni spaziali

3 La codifi ca della direzione in latino

Per individuare le strategie di codifi ca della direzione impiegate in latino classico

sono state consultate innanzitutto le sezioni dedicate allrsquoespressione del moto e delle

relazioni spaziali delle principali opere grammaticali di riferimento Le grammatiche

sono state uno strumento analitico di partenza che ci ha permesso di stilare un primo

inventario delle strategie linguistiche impiegate dal latino classico per esprimere la

direzione Lo spoglio del corpus ha permesso di integrare lrsquoinventario fornito dalle

grammatiche con altri tipi di costruzioni disponibili in latino per descrivere eventi di

moto e di valutarne la frequenza nei testi

31 Tipi di costruzioni per esprimere direzione in latino

Nella Tabella 1 sono riportati schematicamente i principali tipi di costruzione

usati in latino nellrsquoespressione degli eventi di moto specifi cando i diversi elementi

della frase che concorrono alla codifi ca della direzione e riportandone alcuni esempi

tratti dalle Metamorfosi e da La guerra gallica Lrsquoanalisi quantitativa dei dati estratti

dalle due opere in esame permetteragrave di verifi care quali fra le costruzioni disponibili

sono maggiormente impiegate in latino per codifi care il moto

IACOBINI CORONA

91

Tabella 1 Costruzioni impiegate in latino per codifi care la direzione rilevate nel corpus

Tipo Pref Verbo Avv Prep Caso Es

Dir Man

I [retto da Pref]

(3) summo delabor Olympo (Ov 1 213)

II [retto da Pref

e Prep]

(4) ab imo effusus Pindo (Ov 1 569)

III [retto da Pref]

(5) adeunt pariter Cephisi-das undas (Ov 1 369)

IV [retto da Pref

e Prep]

(6) suis ex fi nibus educunt (Caes 4 1 4)

V (7) hostes undique circum-venti (Caes 3 26 5)

VI

VII [retto da Prep]

(8) [fl umina] sub terras Stygio labentia luco (Ov

1 189)

VIII [retto da Prep]

(9) sed itum est in viscera terrae (Ov 1 138)

(10) omnem senatum ad se convenire (Caes 2 5 1)

IX [trans]

[accusativo]

(11) Scythiam septemque triones horrifer invasit Boreas (Ov 1 64-65)

X (12) signa dedi venisse deum (Ov 1 220)

XI (13) territus ipse fugit (Ov

1 232)

XII (14) ubi eo ventum est (Caes 1 43 4)

XIII

XIV [retto da Prep]

(15) ex loco superiore in ipsis fl uminis ripis proe-liabantur (Caes 2 23 4)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

92

Nella Tabella 1 la colonna dedicata al verbo egrave ulteriormente suddivisa lrsquoindica-

zione sintattica egrave infatti integrata con lrsquoelemento semantico espresso dalla radice ver-

bale distinguendo le costruzioni in cui il verbo esprime direzione da quelle in cui il

verbo esprime maniera Va osservato che nella classifi cazione semantica delle radici

verbali non egrave sempre possibile tenere rigidamente distinte le componenti semantiche

di direzione e maniera Ad esempio il verbo cado veicola sia la componente seman-

tica direzionale - indicando un moto discendente - sia la maniera - descrivendo un

moto privo di controllo da parte della fi gura3

Analizziamo ora i principali tipi di costruzione che esprimono direzione in latino

Nei tipi I-VI la direzione egrave espressa nel prefi sso Nel tipo I il prefi sso egrave legato ad

una radice verbale che indica maniera lrsquoorigine eo la meta del moto sono codifi cate

invece nellrsquoadnominale rappresentato da un caso semplice retto dal prefi sso Anche

nel tipo II il prefi sso egrave legato a un verbo di maniera ma la semantica del prefi sso egrave

ldquorinforzatardquo dalla preposizione che regge il caso che codifi ca origine o meta Nei tipi

III e IV abbiamo lo stesso tipo di costruzione a variare egrave la semantica del verbo

che non codifi ca maniera ma direzione (nel caso di venio) movimento generico (nel

caso di eo) o movimento causato (nel caso di mitto) Nei tipi II e IV la preposizione

che regge il caso puograve coincidere con il prefi sso come nellrsquoesempio (6) o non coinci-

dere come nellrsquoesempio (4) quando prefi sso e preposizione non coincidono tendono

comunque a codifi care la stessa porzione di traiettoria (o origine o meta) Nel tipo

V la direzione egrave codifi cata contemporaneamente da prefi sso legato a un verbo di

direzione e da un avverbio non abbiamo ancora trovato nel corpus esempi del tipo

VI in cui la direzione egrave codifi cata da un avverbio e da un prefi sso legato a un verbo

di maniera

Nei tipi VII-VIII la codifi ca della direzione non avviene sul prefi sso i verbi sono

infatti verbi di maniera (nel tipo VII) o direzionali (nel tipo VIII) non prefi ssati

oppure prefi ssati ma in cui il prefi sso non ha (o ha perso) valore spaziale cfr (10)

Il tipo IX impiega verbi direzionali transitivi o transitivizzati dal prefi sso in cui la

direzione egrave espressa dal verbo che regge lrsquoaccusativo che codifi ca la meta

Nei tipi X e XI la codifi ca della direzione avviene tramite il solo verbo rispettiva-

mente di direzione o di maniera

Nel tipo XII la direzione viene codifi cata oltre che dal verbo da un avverbio

di luogo Il tipo XIII prevede la stessa costruzione ma con verbo di maniera (non

abbiamo ancora trovato esempi di questo tipo)

Nel tipo XIV il verbo non egrave di per seacute un verbo di moto ma egrave costruito con sintagmi

3 Alcuni approcci teorici (cfr Rappaport Hovav Levin (2010)) negano la possibilitagrave che nel verbo vengano codifi cate piugrave di due componenti semantiche In realtagrave esistono radici verbali di moto che possono esprimere contemporaneamente sia direzione che maniera (ad es curro se costruito con sintagmi che indicano Meta come in usque sub Orchomenon Psophidaque Cyllenenque Maenaliosque sinus gelidumque Erymanthon et Elin currere sustinui (Ov 5 607-609) o altre componenti semantiche come la fi gura (es stillo lsquogocciolarersquo)

IACOBINI CORONA

93

preposizionali che descrivono una traiettoria e inducono unrsquointerpretazione dellrsquoe-

vento come un evento di moto

Fra le costruzioni descritte solo I e II corrispondono appieno alle caratteristiche

di una lingua SF i tipi III-VI sono riconducibili al tipo SF grazie allrsquouso dei prefi ssi

direzionali ma la radice verbale non esprime maniera I tipi VIII-X sono ricondu-

cibili al tipo VF dal momento che la direzione egrave espressa dal verbo Gli altri tipi di

costruzione non sono direttamente assegnabili a uno dei due tipi

Andando ad integrare le indicazioni sul tipo di costruzioni impiegate in latino con

quella sulla frequenza dei tipi nel corpus ricavate dallrsquoanalisi dei dati tratti dal I libro

delle Metamorfosi si nota che le costruzioni che rispettano tutte le caratteristiche del

tipo SF sono molto poco frequenti Su 80 contesti in cui sono descritti eventi di moto

abbiamo solo 9 occorrenze dei tipi I e II Ne riportiamo alcuni esempi in (16) (17)

(18) in aggiunta a quelli indicati nella Tabella 1 in (2) e (3)

(16) madidis Notus evolat alis (Ov 1 264)

(17) vires effundite vestras (Ov 1 278)

(18) emicat [hellip] Phaethon (Ov 1 776)

32 Verbi di moto e sintagmi preposizionali in latino

Secondo Slobin (2004) le lingue di tipo SF hanno una alta numerositagrave e frequenza

di verbi di maniera In latino questa correlazione egrave disattesa la maniera egrave infatti una

componente semantica poco espressa non solo nella radice verbale ma anche in altri

elementi della frase

Nella Tabella 2 possiamo osservare come nel primo libro delle Metamorfosi degli 80 contesti selezionati che descrivono eventi di moto - di cui 70 costruiti con un

verbo - solo 19 (27 circa) sono costruiti con verbi di maniera e solo 9 di questi verbi

di maniera sono verbi prefi ssati 51 eventi di moto sono costruiti con verbi direzionali

(di cui 31 prefi ssati e 20 non prefi ssati)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

94

Tabella 2 Tipi e occorrenze di verbi di moto nel primo libro delle Metamorfosi

OccorrenzeV Maniera V Maniera Pref V Direzione V Direzione Pref

10 9 20 31

Tipi 9 7 13 23

curro fl uo fugio labor navigo no propero ruo stillo

delabor disicio effundo emico evolo inrumpo insulto

cado eo fl ecto intro loco lustro mitto moveo rapio surgo veho venio volvo

adeo admoveo concutio convenio decido demitto descendo desero discedo emitto exeo ingredior invado pervenio procumbo pro-deo recedo redeo relinquo removeo subeo subsido transeo

La percentuale dei verbi di maniera ne La guerra gallica egrave ancora piugrave bassa supera

di poco il 10

Analizzando ulteriormente i dati sulle costruzioni riportati nella Tabella 1 pos-

siamo osservare che lrsquoespressione delle componenti semantiche di origine e meta

viene realizzata in latino tramite caso assoluto o caso retto da preposizione Nel

primo libro delle Metamorfosi la codifi ca sul caso assoluto egrave piugrave frequente Abbiamo

infatti 20 occorrenze di casi assoluti cfr (19) e (20) e 12 di casi retti da preposizione

cfr (21) e (22)

(19) inhospita tecta tyranni ingredior (Ov 1 218-219]

(20) nemora avia lustrat (Ov 1 479)

(21) fl uminaque [hellip] quae [hellip] in mare perveniunt (Ov 1 41)

(22) in liquidas pinus descenderat undas (Ov 1 61)

Ne La guerra gallica invece la traiettoria egrave piugrave frequentemente descritta con sin-

tagmi preposizionali

In generale lrsquouso dei sintagmi preposizionali appare giagrave molto diffuso nel latino

classico infatti lrsquoaccusativo egrave impiegato per codifi care la meta solo in usi cristallizzati

(come nei nomi di cittagrave o di piccola isola e in pochi altri casi) o con verbi transitivi e

lrsquoablativo ha una gamma di signifi cati molto piugrave vasta di quello di allontanamento da

un punto di riferimento

La porzione di traiettoria piugrave tipicamente codifi cata in latino egrave la meta mentre lrsquoo-

rigine tende a essere specifi cata meno di frequente nel primo libro delle Metamorfosi la meta viene espressa in 40 eventi di moto lrsquoorigine in 12

IACOBINI CORONA

95

33 Lrsquoespressione della maniera in latino

In latino dunque esistono giagrave costruzioni che possono essere ricondotte al tipo

VF costruite cioegrave con un verbo direzionale (23) o con un verbo di moto generico (24)

(23) iussit [hellip] lapidosos surgere montes (Ov 1 44)

(24) fl umina iam lactis iam fl umina nectaris ibant (Ov 1 111)

Lrsquoesempio (24) permette di fare alcune osservazioni aggiuntive sullrsquoespressione

della maniera in latino Nonostante il latino disponga infatti di una risorsa lessicale

specifi ca per descrivere la maniera di movimento dei corsi drsquoacqua (fl uo) in diversi

contesti lo scorrere di un fi ume egrave descritto con il verbo direzionale eo Si tratta di

un comportamento tipicamente attribuito alle lingue VF in cui la maniera viene

espressa solo quando non egrave facilmente inferibile dal contesto

Occorre inoltre notare come osservato anche da Brucale (2011) che in latino i

verbi considerati di maniera tendono a perdere questa componente semantica se pre-

fi ssati Ad esempio il verbo gradior esprime di norma il camminare a piedi in oppo-

sizione ad altre forme di locomozione Il passo in (25) esemplifi ca questa accezione

mettendo in opposizione il camminare sulle zampe con lo strisciare il volare e il

nuotare

(25) alia animalia gradiendo alia serpendo alia volando alia nando (Cic nat 2 122)

Negli esempi da (26) a (28) osservati allinterno dellintero corpus Packard Huma-

nities Institute (versione PHI 5) si puograve invece notare la perdita della componente di

maniera nei verbi prefi ssati in (26) infatti il soggetto logico di progredi egrave equites la

cavalleria che non avanza a piedi in (27) la maniera egrave (ri)codifi cata nella frase con

lrsquoablativo strumentale pedibus in (28) la maniera codifi cata dallrsquoaggiunto tanta atque ita instructa nave lascia intuire che la componente semantica del lsquocamminare a piedirsquo

sia ormai irrilevante a favore di un piugrave generico valore di moto

(26) equitesque in ulteriorem portum progredi [hellip] iussit (Caes 4 23 1)

(27) cum ingressus iter pedibus sit in equum omnino non ascendere (Cic sen 34)

(28) [M Tullium] tanta atque ita instructa nave hoc mare ingressus (Quint inst 12 proem 4)

4 La codifi ca della direzione nel passaggio allrsquoitaliano

I dati sullrsquoitaliano delle origini sono estratti dal volgarizzamento delle Metamor-fosi di Arrigo Simintendi Come si puograve osservare nella Tabella 3 il volgarizzamento

trecentesco usa un numero maggiore di verbi direzionali (57 occorrenze 29 tipi)

rispetto ai verbi di maniera (12 occorrenze 9 tipi)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

96

Tabella 3 Tipi e occorrenze di verbi di moto nel volgarizzamento

delle Metamorfosi di Simintendi

OccorrenzeV Maniera V Direzione

12 57

Tipi 9 29

correre discorrere fug-

gire gocciolare navigare

nuotare ruinare saltare

volare

allogare andare approssimarsi arri-

vare assalire attorneare cacciare

cadere capitare discendere entrare

inginocchiarsi lasciare levarsi

mandare muovere partire passare

portare raccogliersi rimuovere

rizzare seguitare sotterrare tornare

tremare uscire venire volgere

Alcuni verbi attestati dal volgarizzamento (es assalire discorrere) pur essendo

etimologicamente prefi ssati presentano un valore direzionale che non puograve conside-

rarsi codifi cato nel prefi sso

Nel testo di Simintendi vengono anche usati verbi prefi ssati con valore direzio-

nale di formazione moderna es sottentrare in (29) un verbo abbastanza diffuso nelle

scritture volgari cfr Giuliani (in stampa) Questo verbo egrave usato nel volgarizzamento

di Simintendi per tradurre il latino serpunt ma si trova anche come traducente dei

verbi subeo subicio subvenio

(29) e subitamente sono fatti due e sottentrano con congiunto volgimento

Lat et subito duo sunt iunctoque volumine serpunt (Ov 4 600)

Nel volgarizzamento di Simintendi alla forma sottentrare se ne affi anca unrsquoaltra

sotto entrare cfr (30) Nello stesso passo Simintendi traduce supposui con il verbo

sotto porre rendendo con un pattern analitico quello che in latino egrave un verbo giagrave in

parte sintetico (il prefi sso si egrave opacizzato e assimilato alla radice verbale)

(30) io medesimo quando sono sotto entrato nelle caverne della terra e ho sotto posti a

quelle gli miei dossi

Lat idem ego cum subii convexa foramina terrae supposuique ferox imis mea terga cavernis (Ov 6 697-698)

Nelle scritture trecentesche coesistono due tipi di formazione per lrsquoespressione

della direzione Da un lato abbiamo la riproposizione del modello prefi ssale latino

in verbi come sottentrare trasandare dallrsquoaltro emerge un nuovo tipo di costruzione

satellitare con particella postverbale In Simintendi oltre a sottentrare e sotto entrare egrave infatti attestato anche entrare sotto Altri esempi in cui la traduzione di verbi pre-

fi ssati latini con valore direzionale egrave espressa dalla costruzione con verbo e particella

postverbale sono in (31) e (32)

(31) e manda fuori Noto

Lat emittitque Notum (Ov 1 264)

IACOBINI CORONA

97

(32) uscigraveo fuori la battallia

Lat prodit bellum (Ov 1 142)

5 Conclusioni

I dati presentati in questo lavoro permettono sia di valutare meglio i cambiamenti

intercorsi fra latino e italiano sia di contribuire ad una migliore comprensione dei

fenomeni linguistici che sono alla base del cambiamento tipologico nella espressione

degli eventi di moto

Uno studio della codifi ca degli eventi di moto in ottica costruzionista permette di

fornire un inventario esaustivo delle strategie impiegate da una lingua per esprimere

la direzione di osservare il ruolo svolto dagli altri elementi della frase oltre al verbo

e di integrare la tassonomia delle costruzioni con indicazioni di natura quantitativa

sul loro impiego effettivo

Questo tipo di analisi consente di misurare non solo gli elementi di variazione ma

anche gli elementi di continuitagrave come ad esempio la presenza di espressioni di tipo

VF in latino la diffusione - sempre crescente - di sintagmi preposizionali lrsquoemergere

di costruzioni con particella postverbale in italiano di cui si trovano tracce giagrave nel

latino

Sebbene i risultati siano tratti da un campione ristretto riteniamo che indichino

una chiara tendenza che le nostre indagini in corso confermano come rappresenta-

tiva dellrsquointero testo delle opere analizzate e che possono essere sintetizzate nello

schema seguente

Latino Classico

(a) La codifi ca della direzione in base a quanto atteso in lingue del tipo SF (direzione codi-

fi cata dal prefi sso premesso a una radice verbale che codifi ca la maniera) egrave molto poco

frequente

(i) la direzione tende a essere espressa nella radice verbale I verbi piugrave numerosi e piugrave

frequenti sono infatti i verbi direzionali prefi ssati e non

(ii) la maniera egrave molto poco espressa in latino e alcuni verbi che etimologicamente esprimono

maniera perdono questa componente semantica se prefi ssati

(b) La codifi ca satellitare della direzione tramite prefi sso tende ad essere rinforzata da altri

elementi della frase in particolare dalla preposizione che regge il caso le componenti

semantiche di Origine e Meta vengono generalmente espresse in latino con sintagmi

preposizionali che rinforzano la direzione codifi cata dal prefi sso

(c) La porzione di traiettoria generalmente codifi cata in latino egrave la Meta LrsquoOrigine tende a

essere espressa qualora non sia inferibile

(d) La direzione puograve essere codifi cata anche senza lrsquointervento di un verbo di moto

(i) in costruzioni a verbo supporto in cui la direzione egrave codifi cata nel nome (es excur- sionem incursionem facere)

(ii) con uno o piugrave sintagmi che indicano direzione e forzano unrsquointerpretazione dellrsquoevento

come un evento di moto (es ipsi ex silvis raris propugnabant (Caes 5 9 6))

Italiano antico

CILPR 2013 ndash SECTION 2

98

(a) I verbi piugrave frequenti sono come giagrave in latino quelli che esprimono direzione nella radice

(b) I verbi etimologicamente prefi ssati hanno un basso grado di trasparenza morfotattica e

morfosemantica (es allogare assalire discorrere discendere)

(c) Coesistono due tipi di costruzioni verbali indicanti direzione un tipo che ripropone il

modello prefi ssato latino (es sottentrare sottoporre trasandare) e un altro tipo emergente

in cui il verbo egrave costruito con particella postverbale (es entrare sotto)

Universitagrave di Salerno Claudio IACOBINI

Luisa CORONA

IACOBINI CORONA

99

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CILPR 2013 ndash SECTION 2

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101

Osservazioni diacroniche sulle espressioni nominali

discontinue dal latino alle lingue romanze1

1 Introduzione e obiettivi

Questo lavoro considera le espressioni nominali discontinue (drsquoora in avanti

END) cioegrave i cosiddetti iperbati da una prospettiva diacronica interna al latino (I-VI

sec dC) e rispetto alle lingue romanze

Nella letteratura recente sul latino un costituente viene considerato discontinuo

quando il suo ordine lineare viene interrotto da uno o piugrave elementi appartenenti allo

stesso dominio sintattico oppure a uno differente (Oniga (2007 205) Spevak (2010

274sqq) Ledgeway (2012 53sqq)) In questo senso il fenomeno dellrsquoiperbato coinci-

derebbe con una violazione del principio del domain integrity (Dik (1997) Bolkestein

(1998))

La discontinuitagrave rappresenta un fenomeno tipico del latino (Pinkster (2005)

Devine Stephens (2006) Bauer (2009)) che lo distingue rispetto alle lingue romanze

(Vaumlaumlnaumlnen (1963 163)) in cui lrsquoiperbato egrave estremamente limitato

Tradizionalmente (Hale (1983) Jelinek (1984)) la libertagrave dellrsquoordine delle parole

e soprattutto la possibilitagrave di avere ordini discontinui sono considerate prove per

sostenere la ldquonon-confi gurazionalitagraverdquo di alcune lingue la cui caratteristica principale

egrave lrsquoassenza di una differenziazione strutturale tra il soggetto e lrsquooggetto nella frase

In questo contributo saragrave tuttavia proposto che anche gli ordini discontinui possono

essere spiegati alla luce di una struttura sintattica soggiacente a partire dalla quale egrave

possibile derivare gli ordini attestati compresi quelli pragmaticamente marcati Lrsquoi-

potesi proposta si inserisce dunque nel piugrave ampio quadro dellrsquoapproccio sintattico

allo studio dellrsquoordine delle parole in latino che si propone non solo di descrivere

lrsquoordine lineare ma di comprenderlo in termini gerarchici e di ridurre la sua comples-

sitagrave a un sistema coerente di regole generali e predittive (Devine Stephens (2006)

Giusti Oniga (2006) Gianollo (2007) Iovino (2012) Ledgeway (2012))

In questo contributo saranno considerate tutte le END trovate in un corpus costi-

tuito dalla Cena Trimalchionis di Petronio (I dC) dal V libro delle Noctes Atti-cae di Gellio (II dC) e dal III libro delle Historia Francorum di Gregorio di Tours

1 Ringrazio Giuliana Giusti e Renato Oniga per aver seguito la ricerca e per aver letto e com-mentato questo contributo

CILPR 2013 ndash SECTION 2

102

(VI dC) Lrsquoobiettivo egrave quello di proporre una tipologia delle discontinuitagrave ammesse

individuando dei pattern strutturali che proprio percheacute ricorrenti in testi eteroge-

nei dal punto di vista contenutistico linguistico e cronologico sono ascrivibili alla

struttura della lingua Si vedragrave che egrave possibile individuare i seguenti quattro tipi di

discontinuitagrave tipo zero in cui gli ordini sono linearmente ma non sintatticamente

discontinui in quanto lrsquoelemento che crea lrsquointerruzione egrave il complemento di un sot-

tocostituente del sintagma (sect31) tipo uno in cui un elemento interno a un sintagma

viene estratto dalla sua posizione di base e dislocato in una posizione periferica a sini-

stra (cfr ldquoleft-edge frontingrdquo Ledgeway in stampa) (sect32) tipo due in cui lrsquoordine

egrave interrotto a livello di frase dallrsquoinserimento di un elemento debole che occupa la

seconda posizione della frase (posizione Wackernagel) (sect33) tipo tre in cui lrsquoordine

lineare egrave interrotto a livello di frase dallrsquo ldquoinserimentordquo di un verbo (sect34)

2 Note sul trattamento dellrsquoiperbato nella tradizione e nella linguistica

moderna

Lrsquoiperbato egrave un fenomeno ben noto sin dallrsquoantichitagrave2 Per limitarsi allrsquoambito

latino lrsquoautore della Rhetorica ad Herennium (4 44) ne parla come di una transgres-sio [hellip] quae verborum perturbat ordinem e sulla stessa linea si colloca Quintiliano

(inst 8 6 62-66) che defi nisce lrsquohyperbaton come un fenomeno di verbi transgressio

in base a quanto richiedono la ratio compositionis e il decor del periodo Nel Corpus Grammaticorum Latinorum (CGL) si trovano 32 occorrenze del termine hyperba-ton Ad esempio Carisio fa riferimento al fatto che lrsquoiperbato coincide con unrsquooratio diducta uerbis non suo loco positis (Ars K Barwick (1964sup2 362 15)) mentre Donato

afferma che lrsquohyperbaton est transcensio quaedam uerborum ordinem turbans (Ars

maior L Holtz (1981 670 6)) Dunque in entrambi i casi lrsquoiperbato viene considerato

come una ldquodeviazionerdquo che si puograve comprendere solo se si ipotizza che essa avvenga a

partire da un ordine sentito come naturalis cioegrave ldquonormalerdquo secondo la defi nizione di

Quintiliano (inst 9 4 23)

La letteratura moderna di ambito linguistico3 propone per il latino una distinzione

generale tra un tipo di iperbato dovuto a un elemento interno al sintagma e un tipo

in cui un sintagma viene interrotto da elementi appartenenti a un costituente diverso

Nellrsquoesempio (1) lrsquoordine A-N egrave interrotto dal complemento del nome in genitivo

mentre in (2) il medesimo ordine A-N egrave interrotto dalla preposizione cum entrambi

questi elementi sono interni al sintagma In (3) e in (4) si trovano invece degli esempi

in cui la linearitagrave del costituente egrave interrotta da un elemento esterno al sintagma

come un verbo (3) un SP (4a) un pronome e un verbo (4b) una congiunzione e un

pronome (4c)

2 Cfr Torzi (2000 cap VI 2007 95-102) Hofmann Szantyr (2002 11-19 280-281) e bibliogra-fi a ivi citata

3 Cfr Adams (1971) Kessler (1995) Spevak (2010 cap 6) Ledgeway (2012 53-55)

IOVINO

103

(1) infestam rei publicae pestem (Cic Cat 1 11) (Ledgeway (2012 43))

(2) magno cum dolore (Caes Gall 7153)

(3) nostram [] ridebant invidiam (Petron 14 7) (Ledgeway (2012 44))

(4) a magnae ex fi nitimis civitatibus copiae convenerunt (Caes Gall 7 57 2)

(Spevak (2010 276))

(4) b multa mihi dant solacia (Cic Att 4 18 2) (Spevak (2010 277))

(4) c orationes autem me duas postulas (Cic Att 2 7 1) (Spevak (2010 277))

Sebbene le possibilitagrave combinatorie offerte dal latino siano molteplici e creino un

effetto che si potrebbe defi nire ldquocaleidoscopicordquo il contributo di Bolkestein (2001)

mette in evidenza che non tutti gli ordini possibili sono attestati con la stessa fre-

quenza e che si possono individuare restrizioni che limitano la realizzazione di strut-

ture discontinue

3 Per una tipologia degli iperbati in latino

Questa sezione egrave dedicata allrsquoanalisi quantitativa dei dati trovati nel corpus di rife-

rimento Nelle tabelle seguenti sono riportati tutti gli ordini lineari in cui appaiono le

END in ciascuno degli autori considerati

Tabella 1

Petronio I dC (parole totali 11516)

(a) Modif hellip NN (2) V (9) Cong (3) Avv (2) Gen (1)

Num N Agg (2) Quant N Poss (1)20

(arsquo) Det hellip NN (1) V (1) Pron (1) AP (1)

Det Mod N (1)5

(b) N hellip Modif

V (2) Cong (3) Avv (1) Gen (1) SP (1)

Piugrave elementi (2)

N Agg Agg (1)

11

(brsquo) N Det 0

totale 36

CILPR 2013 ndash SECTION 2

104

Tabella 2

Gellio II dC (parole totali 5915)

(a) Modif hellip NAvv (1) Cong (1) V (1) Gen (4) SP (1)

Modif Modif N Modif (1)9

(arsquo) Det hellip N 0

(b) N hellip ModifSP (1) Gen (5) N (3) Piugrave elementi (1)

N Modif Agg (1)11

(brsquo) N hellip Det 0

totale 20

Tabella 3

Gregorio VI dC (parole totali 7920)

(a)Modif hellip N

Avv (2) Cong (1) V (6) N (1) SP (1)

Pron (2) Gen (7) Piugrave elementi (1)

Agg Agg N (1)

22

(arsquo) Det hellip N Agg (1) Avv (2) 3

(b) N hellip Modif V (2) Pron (1) SP (1) 4

(brsquo) NDet Agg Agg N Det (1) 1

totale 30

Le END sono state suddivise in due gruppi principali Il primo (a) comprende

quelle inizianti con un Modif (Modif hellip N) il secondo (b) quelle inizianti con un

nome (N hellip Modif) Nella colonna centrale sono stati riportati tutti gli elementi che

interrompono lrsquoordine lineare e le rispettive quantitagrave di occorrenza Nella colonna di

destra egrave indicato il totale Si noti anche che si egrave scelto di distinguere nei sottogruppi

IOVINO

105

(arsquo) e (brsquo) i casi in cui il Modif sia un dimostrativo Come egrave stato notato da molti autori

(Giusti (1993) in prospettiva interlinguistica Giusti Oniga (2006) e Iovino (2012) per

il latino) lo status categoriale del dimostrativo egrave analogo a quello degli altri modi-

fi catori nominali Tuttavia egrave opportuno sottolineare che il dimostrativo presenta la

peculiaritagrave di occupare la posizione di specifi catore del DP che coincide con lo strato

piugrave alto della struttura al confi ne con la periferia sinistra nel quale viene assegnato

il caso Alla luce di questo si puograve spiegare il fatto che non sono molti i casi in cui il

Modif coinvolto sia un dimostrativo (986) e soprattutto che sono molto rari i casi in

cui il Dim egrave postN (si trova un solo esempio in Gregorio)

31 Iperbati ldquonon iperbatirdquo

Un primo tipo di alterazione dellrsquoordine lineare riguarda i casi appartenenti al

tipo defi nito ldquozerordquo in cui un nesso Modif-N oppure N-Modif viene interrotto dal

complemento di una delle due categorie In Petronio si trovano 5 casi di questo tipo

appartenenti al gruppo (a) e al gruppo (b) della Tabella 1 In (5) sono riportati due

esempi in cui un complemento in ablativo (5a) e al genitivo partitivo (5b) interrompe

lrsquoordine lineare4

(5) a Composita ergo in gremio Scintillae indecentissimam rubore faciem sudario abscon dit (Petron 67 13)

ldquoRiaggiustatasi allora tra le braccia di Scintilla nascose nel fazzoletto la faccia tanto

piugrave involgarita dal rossorerdquo

(5) b Sequebatur puer cum tabula terebinthina et crystallinis tesseris notavique rem omnium delicatissimam (Petron 33 2)

ldquoLo seguiva un valletto con una scacchiera di terebinto e dadi di cristallo e notai un

particolare estremamente raffi natordquo

In Gellio si trovano 11 casi di questo tipo in cui il genitivo egrave lrsquoelemento responsa-

bile dellrsquointerruzione nella maggior parte dei casi (9 su 11) come mostra il caso ripor-

tato in (6a) Oltre a ciograve si trova anche un SP (6b) o un complemento allrsquoablativo (6c)

(6) a Sed opinor assidua veterum scriptorium tractatione inoleverat linguae illius vox quam in libris saepe offenderat (Gell 5 21 3)5

ldquoMa penso con la trattazione assidua degli scrittori antichi si era sviluppata nella

lingua di quello una forma che spesso aveva incontrato nei librirdquo

(6) b Protagoram virum in studiis doctrinarum egregium cuius nomen Plato libro suo illi incluto inscripsit adulescentem aiunt victus quaerendi gratia in mercedem mis sum (Gell 5 3 1)

ldquoProtagora uomo eccellente negli studi delle discipline il cui nome Platone scrisse su

un suo libro dedicato a lui dicono che da giovane per guadagnarsi da vivere si mise a

salariordquo

4 Oltre allrsquoablativo e al genitivo partitivo si trova anche un complemento al genitivo possessivo al dativo e allrsquoablativo modifi cato da un aggettivo

5 In (6a) la posizione prenominale del genitivo soggettivo egrave attesa sulla base di Giusti Oniga (2006 79-87 2007 85-92)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

106

(6) c Ostendebat ei Antiochus in campo copias ingentis quas bellum facturus comparave-rat convertebatque exercitum insignibus argenteis et aureis fl orentem (Gell 5 5 2)

ldquoAntioco gli mostrava le ingenti truppe nel campo che aveva ammassato per fare la

guerra e faceva volteggiare lrsquoesercito lustro con le insegne drsquoargento e drsquoorordquo

Infi ne in Gregorio si trovano 9 casi Anche in questo autore il genitivo egrave respon-

sabile dellrsquointerruzione nella maggior parte dei casi (89) come si vede in (7a) ma si

trova anche un SP (7b) Si noti che lrsquoesempio in (7c) riguarda unrsquoespressione nominale

complessa percheacute modifi cata da due aggettivi6

(7) a Theudobertum fi lium suum in illis partibus cum valido exercitu ac magno armorum apparatu direxit (Greg Tur Franc 5 3)

ldquoEgli mandograve suo fi glio Teodoberto in quei territori con un nutrito esercito e con un

grande apparato drsquoarmirdquo

(7) b Presbiter enim amicitiam cum beato Gregorio antiquam habebat (Greg Tur Franc 5

15)

ldquoInfatti il presbitero aveva unrsquoantica amicizia con il beato Gregoriordquo

(7) c Tamen adquisitam maximam Hispaniae partem cum magnis spoliis in Galliis redie runt (Greg Tur Franc 3 29)

ldquoPoi conquistata grandissima parte della Spagna tornarono nelle Gallie con ricchi

bottinirdquo

Visti gli esiti nelle lingue romanze in cui la possibilitagrave di realizzare questo tipo

di END egrave pressocheacute nulla percheacute i complementi devono obbligatoriamente seguire la

testa ci si aspetterebbe che in Gregorio il fenomeno dellrsquoiperbato tendesse ad essere

meno frequente Tuttavia questa aspettativa viene disattesa dal momento che i casi

di ldquonon iperbatordquo discussi in questa sezione sono piugrave numerosi di quelli che si trovano

in un autore piugrave antico come Petronio (9 vs 5) Ciograve puograve essere attribuito allo stile di

Gregorio che come osservato in Bonnet (1968 [1890] 716-724) opta per un ordine

delle parole studiato e molto costruito Gregorio tende a porre in evidenza una parola

in ogni frase prediligendo lrsquouso dellrsquoiperbato a cui spesso fa ricorso laquomal agrave propos ou

maladroitementraquo (ibid p 720)

32 Iperbati ldquoa estrazionerdquo

La discontinuitagrave puograve realizzarsi allrsquointerno di un sintagma quando un sottocosti-

tuente viene estratto dalla sua posizione per ragioni pragmatiche e dislocato in una

posizione periferica dove riceve unrsquointerpretazione marcata In Petronio si trovano 5

casi di questo tipo Lrsquoestrazione da una presumibile posizione di base indicata con il

carattere barrato avviene da sintagmi di tipo diverso ma in 4 casi su 5 riguarda un

Modif

(8) Nam cum positus esset ut nos putabamus anser altilis circaque pisces et omnium genera omnium avium inquit Trimalchio (Petron 69 8)

6 Adquisitam egrave un participio in -tus con valore aggettivale Sulle proprietagrave verbali e nominali del participio cfr Pompei (2008) per alcuni dettagli sul participio latino cfr Iovino (2008) e bibliografi a ivi citata

IOVINO

107

ldquoInfatti quando fu servita in tavola almeno cosigrave noi pensavamo unrsquooca di allevamento

e intorno pesci e uccelli di ogni genere (di ogni generi uccello) disse Trdquo

(9) Venit ergo galbino succincta cingillo galbino (Petron 67 4)

ldquoVenne quindi vestita con una cintura giallina (con una giallina vestita cintura)rdquo

(10) Inter haec tres pueri candidas succincti candidas tunicas intraverunt (Petron 60 8)

ldquoFrattanto entrarono tre valletti vestiti con tuniche candide (con candide vestiti

tuniche)rdquo

(11) His repleti his voluptatibus cum conaremur in triclinium intrare exclamavit unus ex pueris qui super hoc offi cium erat positus (Petron 30 5)

ldquoPieni di queste meraviglie (di queste pieni meraviglie) accingendoci ad entrare nel

triclinio uno dei fanciulli che era preposto a questo incarico urlograverdquo

(12) Tandem ergo discubuimus pueris Alexandrinis aquam in manus aquam nivatam infun-

dentibus (Petron 31 3)

ldquoCosigrave fi nalmente ci mettemmo a tavola con i valletti di Alessandria che versavano

acqua ghiacciata sulle manirdquo

In Gellio si trovano 4 casi di iperbati a estrazione In 34 lrsquoelemento estratto dal SN

egrave il nome (13) mentre nel caso restante si ha lrsquoestrazione di un Modif da un SP (14)

(13) Ac se quidem dubitare super ea re dicit posse autem videri putat nonnihil esse rationis in ea opinione quod historia Graece signifi cet rerum cognitionem rerum praesentium

(Gell 5 18 2)

ldquoE egli dice di dubitare in proposito ma ritiene che in questa opinione possa sembrare

che ci sia una qualche giustifi cazione etimologica percheacute historia in greco signifi ca

conoscenza dei fatti attuali (dei fatti conoscenza attuali)rdquo

(14) Nam et augendae rei et minuendae valet sicuti aliae particulae plurimae propter quod accidit ut quaedam vocabula quibus particula ista praeponitur ambigua sint et utroque-versum dicantur veluti ldquovescumrdquo ldquovehemensrdquo et ldquovegranderdquo de quibus alio in alio loco

uberiore tractatu facto admonuimus (Gell 5 12 10)

ldquo[La particella ve] infatti ha valore sia di accrescitivo sia di diminutivo come molte

altre particelle per questo motivo accade che talune parole a cui questa particella viene

prefi ssata siano ambigue e si usino sia in un senso sia nellrsquoaltro come ldquovescusrdquo ldquovehe-

mensrdquo ldquovegranderdquo di cui ci occupiamo in un altro passo (altro in passo) con piugrave ampia

trattazionerdquo

In Gregorio si trovano 3 casi in cui viene estratto un Modif

(15) a Tunc ille his mollitus his sermonibus ait (Greg Tur Franc 3 14)

ldquoAllora lrsquoaltro addolcito da questi discorsi (da questi addolcito discorsi) rispose

(15) b Cumque portae civitatis obseratae essent et unde ingrederetur pervium patulum non haberet incisam Archadius incisam serram unius portae eum civitati intromisit (Greg Tur Franc 3 9)

ldquoE poicheacute le porte della cittagrave erano chiuse neacute vi era quindi alcun passaggio agibile da

cui entrare Arcadio fatta spaccare la serratura (fatta spaccare Arcadio la serratura)

di una porta lo fece entrare [Childeberto] in cittagraverdquo

(15) c Vellim si placet parumper conferre quae christianis beatam confi tentibus beatam

Trinitatem prospera successerint (Greg Tur Franc 3 incipit)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

108

ldquoVorrei se pare opportuno discorrere per un momento delle vicende fortunate che

accaddero ai cristiani che credevano nella beata Trinitagrave (nella beata che credevano

Trinitagrave)rdquo

Negli esempi discussi sembra possibile individuare sia la (presumibile) posizione

di partenza dellrsquoelemento estratto sia quella di arrivo alla sinistra dove viene dislocato

per motivi di struttura dellrsquoinformazione (LP left periphery Giusti Iovino in press)

Tale posizione non egrave ammessa in italiano e piugrave in generale nelle lingue romanze per-

cheacute in queste ultime le teste funzionali (TD) sono occupate rispettivamente dagli

ausiliari (o dai verbi) e dagli articoli mentre restano vuote in latino come si vede in

(16a) vs (16b)

(16) a [LP

Oslash [TPDP

[TrsquoDrsquo

Xauxdet

[VPNP

VN SX]]] lingue romanze

(16) b [LP

SXtopicfocus

[TPDP

[TrsquoDrsquo

Oslash [VPNP

VN SX]]] latino

La mancata realizzazione delle teste funzionali in latino puograve favorire il movi-

mento e lrsquoestrazione di elementi massimali (Ledgeway (2012))

33 Iperbati dovuti allrsquoinserimento di elementi in posizione Wackernagel

Un tipo di iperbato puograve essere dovuto anche allrsquoinserimento di un elemento in

posizione Wackernagel In questi casi un ordine che potrebbe essere considerato

come di base viene interrotto dalla presenza di un elemento ldquodebolerdquo che tende ad

occupare la seconda posizione della frase (Salvi (2004 cap IV) Devine Stephens

(2006 282-287)) o del colon (Adams (1994)) Negli esempi seguenti il colon egrave delimi-

tato con una barretta verticale |

In Petronio si trovano 12 occorrenze di questo tipo di iperbato Gli elementi deboli

possono essere di vario tipo (avverbi veluti denique ubique quidem congiunzioni

autem enim pronomi) Alcuni esempi sono riportati in (17)

(17) a Flebat et Fortunata fl ebat et Habinnas | tota denique familia | tanquam in funus rogata lamentatione triclinium implevit (Petron 72 1)

ldquoPiangeva anche Fortunata piangeva anche Abinna tutta la famiglia quindi come

costretta in un funerale riempigrave di lamenti il tricliniordquo

(17) b Reliquos autem collibertos eius cave contemnas (Petron 38 6)

ldquoMa attento a non prendere sotto gamba gli altri suoi colleghirdquo

(17) c Poteram quidem inquit hoc fericulo esse contentus secundas enim mensas habetis Sed si quid belli habes affer (Petron 68 1)

ldquoCerto disse avrei potuto accontentarmi di questo servizio infatti i piatti nuovi li

avete Ma se hai qualcosa di buono portalordquo

(17) d Sed ut coeperam dicere| ad hanc me fortunam frugalitas mea perduxit (Petron 75 19)

ldquoMa come avevo cominciato a dire a tanta fortuna mi ha condotto la mia parsimoniardquo

(17) e Delectatus hac Trimalchio hilaritate et ipse capaciorem poposcit scyphum quaesi vitque quomodo acceptus esset (Petron 65 8)

ldquoTrimalchione compiaciuto da questa allegria ordinograve anche lui un calice piugrave grande e

chiese (allrsquoaltro) in che modo fosse stato accoltordquo

IOVINO

109

Lrsquoesempio in (17e) egrave interessante in quanto egrave il dimostrativo hac lrsquoelemento debole

che si trova in seconda posizione Non egrave quindi la presenza del N Trimalchio a inter-

rompere lrsquoordine lineare di hac hilaritate come si potrebbe dedurre limitando lrsquoos-

servazione allrsquoordine lineare ma la discontinuitagrave egrave dovuta alla natura sintattica del

dimostrativo che e come tale puograve collocarsi in seconda posizione

Gellio restituisce 2 esempi di iperbati legati alla posizione Wackernagel Gli ele-

menti deboli sono quidem e autem

(18) a Is tamen Protagoras| insincerus quidem philosophus | sed acerrimus sophistarum fuit (Gell 537)

ldquoIn effetti Protagora certamente fu un fi losofo non autentico ma dei sofi sti egli fu il

piugrave acutordquo

(18) b Cum Graecum autem vocabulum sit ldquosoloecismusrdquo an Attici homines qui elegantius locuti sunt usi eo sint quaeri solet (Gell 5203)

ldquoPoicheacute ldquosolecismordquo egrave una parola greca di solito viene chiesto se gli autori attici che

hanno parlato molto elegantemente ne abbiano fatto usordquo

In Gregorio gli esempi sono 9 e gli elementi deboli sono rursum ergo enim un

pronome una forma di is

(19) a Oscarum fl uvium [hellip] qui per portam ingrediens ac sub pontem decurrens | per aliam rursum portam egreditur| (Greg Tur Franc 3 19)

ldquoil fi ume Osche [hellip] che entrando attraverso la porta e scorrendo sotto un ponte esce

poi dallrsquoaltra porta della cittagraverdquo

(19) b Patratam ergo victuriam regionem illam capessunt et in suam redigunt potestatem

(Greg Tur Franc 3 7)

ldquoConseguita quindi la vittoria (i Franchi) occuparono la regione e la misero sotto il

loro potererdquo

(19) c In talibus enim dolis Theudoricus multum callidus erat (Greg Tur Franc 3 7)

ldquoCerto Teodorico era molto astuto in questi ingannirdquo

(19) d Quod videns Theudobertus ex ea reversus est | multa secum expolia ipse vel sui deferentes| (Greg Tur Franc 332)

ldquoTeodeberto vedendo ciograve se ne tornograve indietro da quelle (regioni) portando lui stesso

o i suoi molto bottinordquo

(19) e Cum autem haec Theudorico nuntiatum fuisse iussi inibi sanctum Quintianum constitui et | omnem ei potestatem tradi eclesiae | dicens (Greg Tur Franc 3 2)

ldquoQuando allora fu annunciato il fatto a Teodorico il re ordinograve che in quello stesso

posto fosse reintegrato il santo Quinziano e gli venisse affi dato ogni potere sulla

Chiesa dicendordquo

Per rendere conto di questi esempi si puograve ipotizzare con Salvi (2004 cap IV) che

la struttura della frase principale preveda una posizione disponibile che puograve ospitare

lrsquoelemento debole dopo il primo costituente

(20) [SX [pdeb

hellip [SV ]]]

CILPR 2013 ndash SECTION 2

110

Il primo costituente puograve essere di qualsiasi natura (SP SA SN SP) ma non puograve

essere marcato pragmaticamente Salvi (1994 120) osserva infatti che il dominio di

collocazione delle forme deboli non comprende la periferia

34 Iperbati dovuti allrsquoldquoinserimentordquo di un verbo

Lrsquoultimo tipo di iperbato si realizza anchrsquoesso a livello di frase ma egrave dovuto a un

verbo che interviene a rompere lrsquoordine lineare di un costituente Questo ldquoeffettordquo egrave

dovuto in realtagrave al movimento di una parte del sintagma nominale intorno al verbo

stesso In Petronio si trovano 14 casi di questo tipo alcuni dei quali sono riportati in

(21)

(21) a Interim ego qui privatum habebam secessum in multas cogitationes diductus sum quare aper pilleatus intrasset (Petron 41 1)

ldquoIo frattanto che mi ero ritirato in me stesso mi sono stillato il cervello in molti pen

sieri percheacute mai il cinghiale fosse entrato col berrettordquo

(21) b Et ne has tantum ostenderet divitias dextrum nudavit lacertum armilla aurea cultum et eboreo circulo lamina splendente conexo (Petron 32 4)

ldquoE per non far mostra di quei preziosi soltanto mise a nudo il braccio destro adorno di

unrsquoarmilla drsquooro e di un cerchio drsquoavorio circondato da una lamina splendenterdquo

(21) c Ita tutelam huius loci habeam propitiam ut ego si secundum illum discumberem iam illi balatum clusissem (Petron 57 2)

ldquoChe io abbia la protezione favorevole di questo luogo cosigrave che io se fossi seduto

vicino a lui gli avrei giagrave chiuso la boccardquo

Egrave interessante osservare che in (21b) sebbene da un punto di vista lineare siano

due le parole che interrompono lrsquoordine has divitias sul piano della struttura sintattica

si tratta di un solo elemento cioegrave di un verbo modifi cato da un avverbio (tantum osten-deret) Qualcosa di analogo si verifi ca nel caso di (21c) le parole che separano il nesso

tutelam propitiam sono tre ma da un punto di vista sintattico si tratta di soli due ele-

menti cioegrave un SN di tipo Dim-N (huius loci) e di un verbo (habeam) Si tratta quindi

di due esempi in cui la struttura dei costituenti non coincide con lrsquoordine lineare

In Gellio si trovano 2 esempi di iperbati dovuti a inserimento del verbo Sono

entrambi riportati in (22)

(22) a Sed et quispiam Samius athleta ndash nomen illi fui t Echeklous ndash cum antea non loquens fuisset ob similem dicitur causam loqui coepisse (Gell 5 9 4)

ldquoMa anche un atleta di Samo il cui nome era Echecleo non essendo prima capace di

parlare si dice che cominciograve a parlare per un motivo analogordquo

(22) b ldquoPluriardquo forte quis dixit sermocinans vir adprime doctus meus amicus non hercle studio se ferens ostentandi neque quo ldquoplurardquonon dicendum putaret (Gell 5 21 1)

ldquoUn uomo molto eloquente eccezionalmente dotto mio amico disse una volta ldquoplu riardquo non per Bacco per intenzione di ostentazione e nemmeno percheacute pensava che

non si dovesse dire ldquoplurardquordquo

Si noti che in (22b) si trova un lungo SN formato da un indefi nito (quis) un parti-

cipio in -nt- prenominale con valore aggettivale (sermocinans) che modifi ca il nome

IOVINO

111

(vir) a sua volta modifi cato da un participio postnominale in -tus con valore aggetti-

vale (doctus) (cfr nota n 6) modifi cato da un avverbio (adprime)

In Gregorio i casi di questo tipo sono invece 7 In 67 casi un verbo interrompe il

nesso Modif-N mentre in un solo caso interrompe il nesso inverso Un esempio per

ciascun tipo si trova in (23)

(23) a qui perditam priorem coniugem fi liam Theudorici regis Italici de qua fi lium habe bat nomen Sigiricum aliam duxit uxorem (Greg Tur Franc 3 5)

ldquo[Sigemondo] che dopo aver perduto la prima moglie fi glia di Teodorico re drsquoItalia

dalla quale aveva avuto un fi glio di nome Sigerico sposograve unrsquoaltra donnardquo

(23) b Alaricus hanc [Trinitate] denegans a regno et populo atque ab ipsa quod magis est vita multatur aeterna (Greg Tur Franc 3 1)

ldquoAlarico che lrsquoaveva negata [la Trinitagrave] fu privato del regno del popolo e cosa piugrave

importante della vita eternardquo

I casi di questo tipo possono essere spiegati con una struttura come quella seguente

(24) [SX [V [ SX]]]

in cui si vede che una serie di proiezioni funzionali (come indicato dallrsquoasterisco)

nelle quali possono spostarsi elementi di diversa natura sono disponibili intorno al

verbo

35 Unrsquoosservazione diacronica

Al di lagrave dellrsquoopposizione tra il latino che ammette le strutture discontinue e le

lingue romanze in cui il loro utilizzo egrave invece estremamente limitato egrave possibile indi-

viduare alcuni elementi di continuitagrave tra il latino e le lingue discendenti

Rispetto al latino di Petronio del I sec dC Gellio e Gregorio offrono alcuni

esempi di iperbati che sembrano preludere a quelle che diventeranno le strutture

romanze con elementi estratti e dislocati a sinistra (o apparentemente a destra) che

costituiscono lrsquounica possibilitagrave di discontinuitagrave sintattica I rispettivi contesti sono

riportati di seguito

(25) pecuniam quippe ingentem cum a discipulis acciperet annuam pollicebatur se id docere quanam verborum industria causa infi rmior fi eret fortior (Gell 5 3 7)

ldquoRicevendo dai suoi discepoli una somma annuale veramente cospicua prometteva di

insegnare ciograve come una causa da piugrave debole diventa piugrave forte manovrando le parolerdquo

(26) Indignamini quaeso tam meam iniuriam quam interitum parentum vestrorum ac recolite Thoringus quondam super parentes nostros violenter advenisse ac multa illis intulisse mala (Greg Tur Franc 3 7)

ldquoVi prego disdegnate tanto lrsquooffesa che ho subito quanto quella per lrsquouccisione dei vostri

familiari e ricordate che un tempo i Turingi hanno aggredito con violenza i nostri cari e

hanno provocato loro molti malirdquo

(27) Erat ibi tunc temporis quidam Lytigius ex minoribus qui magnas sancto Quintiano

parabat insidias (Greg Tur Franc 313)

ldquoA quel tempo ligrave viveva un certo Litigio uomo di mediocre condizione che procurava

molte insidie al santo Quinzianordquo

CILPR 2013 ndash SECTION 2

112

Gli esempi in (25)-(27) sono accomunati dal fatto che solo una parte del costi-

tuente nominale (rispettivamente lrsquoaggettivo annuam e i nomi mala e insidias) viene

dislocata a destra lasciando in posizione preverbale lrsquoelemento (modifi catore o nome)

da cui viene separato

Per quanto concerne le cosiddette dislocazioni a destra dellrsquoitaliano moderno

esse esprimono qualcosa di ldquodatordquo nel contesto che viene poi richiamato alla fi ne

della frase essendo perograve lrsquoordine delle parole dellrsquoitaliano SVO la struttura con dislo-

cazione a destra risulta problematica in quanto non sempre egrave ben chiaro cosa sia effet-

tivamente dislocato anche se in questi casi la punteggiatura puograve aiutare

(28) Compro domani()

il giornale

Che si tratti senza dubbio di un ordine pragmaticamente marcato risulta piugrave evi-

dente nei casi in cui si ha una sorta di doppia presenza del costituente rappresentato

da un clitico cataforico di un costituente o di unrsquointera frase

(29) a La mangio domani la pizza(29) b Lo sai che Gianni e Maria si sono lasciati

Oltre alla dislocazione di interi costituenti in italiano moderno egrave possibile estrarre

solo una parte del costituente nominale (per lo piugrave nei SN quantifi cati ma non solo)

Proprio questa struttura sembra essere la diretta discendente di quella che si trova giagrave

in latino

(30) a Una somma di denaro annua veramente ingente dai suoi discepoli (la) riceveva

annua

(30) b Molti mali a quelli (ne) sono stati fatti di mali

(30) c Grandi insidie (ne) preparava al santo Quintiano di insidie

In (30) sono riportate le traduzioni degli esempi latini Sebbene lrsquoaccettabilitagrave

di (30a) possa essere controversa (30bc) mostrano piugrave chiaramente che nei casi

di estrazione del nome da un SN modifi cato da un aggettivo lessicale (anche di

quantitagrave) egrave obbligatoria la ripresa clitica (la) oppure pronominale (ne) dellrsquooggetto

(partitivo)

4 Conclusioni

In questo contributo si egrave visto che in unrsquoottica sintattica basata sul concetto di

costituente non tutti gli ordini linearmente discontinui sono anche sintatticamente

discontinui (tipo zero) Questa distinzione riduce in maniera consistente il dominio

degli iperbati per i quali egrave stata proposta una tipologia tripartita costituita dal tipo

uno dovuto allrsquoestrazione di un elemento allrsquointerno di un sintagma dal tipo due

dovuto allrsquoinserimento di un elemento debole in posizione Wackernagel dal tipo tre

dovuto al movimento di una parte del SN intorno al verbo

Universitagrave CarsquoFoscari Venezia Rossella IOVINO

IOVINO

113

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115

Les preacutesentatifs franccedilais voici voilagrave et latins ecce em ēn

essai drsquoeacutetude comparative

1 Introduction

Les romanistes ont eacuteteacute les premiers au deacutebut du vingtiegraveme siegravecle agrave utiliser le terme

lsquopreacutesentatifrsquo pour deacutesigner une cateacutegorie grammaticale composeacutee essentiellement de

fr voici voilagrave il y a crsquoest Cette terminologie aussi insuffi sante soit-elle (P Lauwers

(2004)) permet de deacutepasser lrsquoimbroglio taxinomique qui lrsquoa preacuteceacutedeacutee (interjection

verbe adverbe adverbe deacutemonstratif adverbe de lieu adverbe preacutesentatif particule

preacuteposition exclamation actualisateur introducteur) en se fondant sur une simili-

tude syntaxique et seacutemantico-reacutefeacuterentielle drsquoeacuteleacutements heacuteteacuterogegravenes qui servent agrave preacute-

senter un ecirctre ou une action Cette notion de lsquopreacutesentatifrsquo est adopteacutee dans la majoriteacute

des eacutetudes portant sur le franccedilais1 sans doute parce qursquoelle colle davantage agrave la reacutealiteacute

observable en revanche elle peine agrave peacuteneacutetrer les eacutetudes sur les langues anciennes

mecircme les plus reacutecentes (sauf Petit (2010a et b)) qui srsquoattachent encore agrave deacutefi nir latin

ecce em ou ēn laquo voici voilagrave raquo comme des lsquointerjectionsrsquo ou des lsquoparticules deacutemons-

trativesrsquo selon la terminologie heacuteriteacutee des grammairiens antiques Ces petits mots si

freacutequents dans le dialogue donneront lieu ici agrave une eacutetude compareacutee du fait gramma-

tical en latin et en franccedilais agrave partir de trois paramegravetres morphologique syntaxique

et seacutemantico-reacutefeacuterentiel et avec essentiellement pour corpus des comeacutedies latines

(Plaute [Pl]) et franccedilaises (Moliegravere [M] Dumas Pegravere [D] et Anouilh [An]) dans

lesquelles lrsquooral lsquosimuleacutersquo est proche de celui de tous les jours Cette eacutetude srsquoachegravevera

sur un exemple qui vise agrave montrer que bien que les preacutesentatifs fassent probablement

partie des universaux linguistiques ils diffegraverent sensiblement drsquoune langue agrave lrsquoautre

2 Premier paramegravetre la morphologie

Un premier rapprochement morphologique peut ecirctre eacutetabli entre le fr voici voilagrave et le lat em initialement laquo tiens raquo (et peut-ecirctre aussi ēn) ces termes invariables

reposent sur drsquoanciennes formes drsquoimpeacuteratif preacutesent de deuxiegraveme personne Lrsquoimpeacute-

ratif srsquoexplique aiseacutement par la fonction de base du preacutesentatif qui est drsquoinviter lrsquointer-

locuteur agrave prendre connaissance drsquoun eacuteveacutenement soudain lrsquoarriveacutee drsquoune personne

ou la mise en eacutevidence drsquoun objet dans la conversation En franccedilais le preacutesentatif

1 Entre autres Morel (1992) Riegel et al (2009)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

116

est issu de la grammaticalisation de lrsquoimpeacuteratif drsquoun verbe de saisie visuelle agrave la deu-

xiegraveme personne du pluriel suivi drsquoun deacuteictique anc-fr veez ci veez la En latin em est issu de la grammaticalisation drsquoune forme drsquoimpeacuteratif agrave la deuxiegraveme personne du

singulier drsquoun verbe signifi ant une saisie tactile En latin contrairement au franccedilais

donc il nrsquoy a pas de preacutesentatif reposant sur un verbe laquo voir raquo Cela peut paraicirctre

eacutetonnant au regard de lrsquoensemble des langues indo-europeacuteennes anciennes les preacute-

sentatifs reposent sur une forme drsquoimpeacuteratif drsquoun verbe laquo voir raquo en grec en gotique

en vieil-irlandais en sanskrit en armeacutenien en tokharien B et cela mecircme dans des

langues non indo-europeacuteennes tregraves probablement en eacutegyptien moyen2 Qursquoil srsquoagisse

drsquoun preacutesentatif signifi ant au deacutepart laquo vois voyez raquo ou laquo tiens raquo la preacutesentation drsquoun

ecirctre semble revenir au mecircme

(1)a Ah Voici Monsieur Purgon (M Le Malade imaginaire III 5)

(1)b Em tibi hominem (Pl As 880) ldquo Voici ton homme rdquo

Voici et em preacutesentent tous deux lrsquoarriveacutee drsquoun homme toutefois drsquoun point de

vue informationnel lrsquoeacutequivalence nrsquoest pas totale le premier annonce lrsquoentreacutee sur

scegravene drsquoun personnage le second constitue une invitation agrave aller agrave la rencontre de

ce personnage le plus souvent pour le frapper ce qui explique lrsquoadjonction toujours

attesteacutee drsquoun datif de destination tibi apregraves em la formule peut ecirctre mecircme raccourcie

et em tibi signifi er laquo voilagrave pour toi raquo formule qui srsquoaccompagne drsquoun amical coup de

poing

Par ailleurs lrsquoimportance ndash morphologique et seacutemantique ndash de lrsquoeacuteleacutement deacuteictique

preacutesent dans fr voi-ci se trouve deacutejagrave en latin puisque preacuteciseacutement fr -ci est issu de la

diminution du corps phoneacutetique de la seacutequence latine ecce hīc Le second eacuteleacutement du

preacutesentatif ec-ce est une ancienne particule deacuteictique k e de date proto-indo-euro-

peacuteenne Mais cet eacuteleacutement k e nrsquoest pas neacutecessaire dans la formation drsquoun preacutesentatif

(cf lat em fr tiens3 jrsquoai vous avez4) Pourtant il peut agrave lui seul dans certaines lan-

gues suffi re agrave former un preacutesentatif en hittite et en eacutetrusque5 Rares sont les langues

qui ont un preacutesentatif reposant agrave la fois sur un thegraveme deacuteictique et sur une forme

drsquoimpeacuteratif grammaticaliseacutee comme en roumain par exemple6

Une autre diffeacuterence morphologique importante apparaicirct entre le latin et le fran-

ccedilais le latin langue fl exionnelle a deacuteveloppeacute des preacutesentatifs dits lsquofl eacutechisrsquo7 eccum

eccam eccistam eccillud etc qui srsquoaccordent en genre et en nombre avec le reacutefeacuterent

et une agglutination particuliegravere eccerē laquo Voilagrave crsquoest fait raquo Toutefois ces formes lsquofl eacute-

2 Cf Julia (2013)3 Cf Saunier (1996)4 Cf Morel (1992)5 Cf Julia (2013)6 Iliescu (2008 2010) eacutetudie les deux preacutesentatifs du roumain7 On admet que ces formes sont issues de lrsquoagglutination de ecce et drsquoun deacutemonstratif hum

ham etc

JULIA

117

chiesrsquo ne fonctionnent pas tout agrave fait comme la forme de base ecce8 La morphologie

semble avoir eu une incidence sur la syntaxe des preacutesentatifs

3 Deuxiegraveme paramegravetre la syntaxe

31 Des proprieacuteteacutes syntaxiques communes

Les preacutesentatifs franccedilais et latins partagent eacutegalement des proprieacuteteacutes syntaxiques

semblables une certaine mobiliteacute dans lrsquoeacutenonceacute lrsquoimpossibiliteacute drsquoecirctre nieacutes en dehors

des phrases interrogatives agrave valeur rheacutetorique en franccedilais (ne voilagrave-t-il pas que )

ainsi que la capaciteacute agrave remplir une fonction preacutedicative par eux-mecircmes En latin lrsquoeacuteleacute-

ment nominal preacutesenteacute par ecce se trouve agrave lrsquoaccusatif (en latin archaiumlque et classique)

ou au nominatif (agrave partir du latin classique) Le fait que le lsquoreacutegimersquo du preacutesentatif

puisse ecirctre soit agrave lrsquoaccusatif soit au nominatif en latin classique montre que le mot

nrsquoeacutetait plus senti comme une forme verbale tout comme en franccedilais voicivoilagrave nrsquoest

plus senti comme reposant sur une forme du verbe laquo voir raquo Ni lrsquoun ni lrsquoautre cas en

latin ne se justifi e aiseacutement Faut-il parler drsquoun accusatif exclamatif drsquoun accusatif de

lrsquoobjet direct comme on lrsquoa fait pour voici voilagrave parfois consideacutereacutes comme des verbes

agrave part entiegravere (Moignet (1969)) Une perspective uniquement syntaxique se reacutevegravele

dans tous les cas insuffi sante

32 Positions syntaxiques occupeacutees par les preacutesentatifs

Le preacutesentatif latin comme franccedilais peut occuper trois positions syntaxiques dans

la proposition comme illustreacute en (2) lrsquoanteacuteposition (a) la position inteacutegreacutee agrave la struc-

ture preacutedicative (b) et la postposition (c) mais il preacutecegravede toujours son lsquoreacutegimersquo de

maniegravere attendue puisqursquoil le preacute-sente ndash laquo est devant raquo agrave une exception pregraves en latin

comme dans lrsquoexemple (d) le pronom personnel enclitique preacutecegravede en franccedilais le

preacutesentatif alors qursquoen latin le preacutesentatif preacutecegravede toujours le pronom

(2)a Voilagrave crsquoest lui que jrsquoaime je veux lrsquoeacutepouser (An Antigone)

Ecce autem perii (Pl Most 660) ldquo Voilagrave je suis mort rdquo

Em accipetrina haec nunc erit (Pl Bacch 274) ldquo Voilagrave crsquoest le coup de lrsquoeacutepervier main-

tenant rdquo

(2)b Voilagrave ce qursquoelle me dira ta megravere lagrave-haut quand jrsquoy monterai (An Antigone)

Ecce nos tibi oboedientes (Pl Mil 610) ldquo Nous voilagrave precircts agrave trsquoobeacuteir rdquo

Em cui te et tua quae tu habeas commendes uiro (Pl Merc 620) ldquo Voilagrave lrsquohomme agrave qui tu

confi es ta personne et tout ce que tu as rdquo

(2)c Jrsquoai promis agrave sa pauvre megravere que jrsquoen ferais une honnecircte fi lle et voilagrave (An Antigone)

Assum apud te eccum (Pl Poen 279) ldquo Je suis agrave cocircteacute de toi voilagrave rdquo aucun em postposeacute

(2)d Ecce hominem te Stasime nihilltigt (Pl Trin 1013) ldquo Te voilagrave Stasime un propre

agrave rien rdquo

8 Pour le latin archaiumlque cf Touratier (1994) pour le latin post-classique cf Cuzzolin (1998)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

118

33 Un mecircme eacutelargissement des constructions syntaxiques

En franccedilais comme en latin on observe un mecircme eacutelargissement des constructions

syntaxiques dans les deux langues le preacutesentatif a cesseacute de reacutefeacuterer exclusivement au

lieu de lrsquoeacutenonciation pour devenir eacutegalement preacutesentatif de narration et preacutesentatif

textuel Oppermann-Marsaux (2006) a lieacute le changement formel du preacutesentatif agrave une

extension de ses emplois Il semblerait que ce soit eacutegalement le cas en latin par rap-

port agrave ecce les formes eccum eccam srsquoaccompagnent drsquoune extension des emplois

Tout drsquoabord les preacutesentatifs entrent dans la construction de tours simples et com-

plexes En franccedilais (Riegel et al (2009)) comme en latin les preacutesentatifs ne sont pas

reacuteserveacutes agrave des phrases nominales comme Le voici Voici le facteur (Delahaie (2009))

mais peuvent aussi introduire des propositions subordonneacutees en particulier des rela-

tives ou des phrases entiegraveres avec un noyau verbal indeacutependant Le classement des

tours simples et complexes constitueacutes drsquoun preacutesentatif ici preacutesenteacute suit le classement

de Hache (2006)

En preacutedication simple et en emploi isoleacute le preacutesentatif forme agrave lui seul un eacutenonceacute

qui constitue soit la reacuteponse agrave une question soit une intervention spontaneacutee drsquoun

locuteur Cet emploi offre une particulariteacute inteacuteressante les preacutesentatifs latins ou

franccedilais nrsquoont pas de valeur deacutemonstrative seulement une valeur confi rmative

(3)a LrsquoHocirctesse en dehors- Voilagrave voilagrave (D Antony III 7)

(3)b De Atque audin etiam Li Ecce (Pl As 109) ldquo Deacutemeacutenegravete- Ah encore un mot

Liban- Voilagrave rdquo

Toujours en preacutedication simple le preacutesentatif est souvent suivi drsquoun pronom drsquoun

nom propre ou drsquoun substantif deacutesignant une personne son statut familial ou sa fonc-

tion (appellatifs etc)

ndash en reacutefeacuterence exophorique avec une valeur deacuteictique souvent en clocircture de scegravene

(4)a Argan- Ah Voici Monsieur Purgon (M Le Malade imaginaire III 5)

(4)b Sed Toxili puerum Paegnium eccum (Pl Pers 271-272) ldquo Mais voici Peacutegnion lrsquoes-

clave de Toxile rdquo

ndash ou en valeur endophorique le preacutesentatif possegravede alors une valeur cataphorique (5) ou

anaphorique (6 exemples dans lesquels fabulam et lrsquohistoire se reacutepondent parfaitement)

(5)a Leacutelie- Eacutecoute donc voici bien le meilleur La lettre que je dis a donc eacuteteacute remise

(M LrsquoEtourdi ou les contre-temps I 11)

(5)b Em mater mea Tibi rem potiorem uerbo clamat parturit (Pl Aul 692-693) ldquo Voi-

ci ma megravere un fait qui en dit plus que toute parole elle crie elle enfante rdquo

(6)a Voilagrave lrsquohistoire en gros (hellip) (M LrsquoEacutetourdi ou les Contre-temps IV 1)

(6)b Em tibi omnem fabulam ldquoVoilagrave toute la comeacutedierdquo (Pl Pseud 754)

Les preacutesentatifs franccedilais et latins peuvent aussi introduire des eacuteleacutements nominaux

qui prennent la forme drsquoune proposition subordonneacutee compleacutetive conjonctive ou rela-

tive substantive fr voilagrave qui est fait voici qursquoil entre lat eccum qui ex incerto faciet mihi ldquo Voici celui qui va me tirer drsquoembarras rdquo (Pl Pseud 965) Mais on ne trouve pas

JULIA

119

en latin drsquoexemple ougrave le preacutesentatif fonctionne comme pivot verbal drsquoune subordon-

neacutee relative comme en franccedilais le livre que voici

Fr voicivoilagrave peuvent eacutegalement ecirctre suivis drsquoun infi nitif comme peut-ecirctre des

preacutesentatifs lsquofl eacutechisrsquo du latin

(7)a Voici venir Ascagne (M Deacutepit amoureux V 7)

(7)b Sed generum nostrum ire eccillum uideo (Pl Trin 622) ldquo Mais je vois voici lagrave-bas

venir notre gendre rdquo

Le preacutesentatif franccedilais comme latin entrent enfi n dans des constructions agrave double

preacutedication lrsquoune avec lrsquoattribut de lrsquoobjet et la seconde avec la proposition relative

ndash dans la seacutequence preacutesentatif + nompronom + adjectifgroupe nominal il faut distinguer

les occurrences ougrave lrsquoadjectif est attribut de celles ougrave il est eacutepithegravete ou apposeacute dans le

premier cas la structure implique deux preacutedicats contre un seul dans la seconde

(8)a Me voici un vrai militaire (St La Chartreuse de Parme I 3)

(8)b Ecce me nullum senem (Pl Cas 305) ldquo Me voici un pauvre vieillard rdquo

ndash en revanche la seacutequence preacutesentatif + nompronom + pronom attesteacutee en franccedilais et en

latin ne forme pas un double preacutedicat

(9)a Voilagrave Toinette elle-mecircme (M Le Malade imaginaire III 8)

(9)b Atque eccum ipsum hominem (Pl Men 898) ldquo Et voilagrave lrsquohomme lui-mecircme rdquo

Dans la double preacutedication avec lrsquoattribut de lrsquoobjet le latin se distingue du fran-

ccedilais par une structure originale Le preacutesentatif lsquofl eacutechirsquo peut deacuteterminer non pas toute

la proposition mais seulement lrsquoattribut de lrsquoobjet et lrsquoobjet

(10) Habeo eccillam meam clientam meretricem adulescentulam (Pl Mil 789) ldquo Jrsquoai la

voici pour cliente une courtisane encore toute jeunette rdquo

Quand les preacutesentatifs entrent en correacutelation avec les outils relatifs ils permettent

de former des phrases dont un eacuteleacutement nominal pronominal adverbial est extrait

pour ecirctre mis en relief fr Le voicivoilagrave qui arrive en regard de la phrase sans mise

en relief Il arrive Il faut distinguer deux cas lorsque la proposition relative est inteacute-

greacutee agrave la structure preacutesentative (Hache (2006))

ndash quand la relative exerce une fonction appositive ou eacutepithegravete il nrsquoy a pas de double preacutedi-

cat

(11)a Voilagrave une femme qui mrsquoaime (M Le Malade imaginaire II 6)

(11)b Eccum quem quaerebam (Pl Curc 610) ldquo Voici celui que je cherchais rdquo

ndash quand la relative exerce une fonction attributive il y a une double preacutedication

(11)d Voilagrave un doigt qui sait tout qui me dira si vous mentez (M Le Malade imaginaire

II 8)

(11)e Sed eccum parasitum quoius mihi auxilio est opus (Pl Persa 83) ldquo Mais voici mon

parasite dont le secours mrsquoest neacutecessaire rdquo

CILPR 2013 ndash SECTION 2

120

Comme avec lrsquoattribut de lrsquoobjet sous forme nominale on rencontre en latin la

structure particuliegravere verbe + preacutesentatif + relative attributive

(12) Video eccum qui ltagtmans tutorem med optaultit sugtis bonis (Pl Truc 859) ldquo Je

vois le voici celui qui par amour de moi mrsquoa choisie pour geacuterer la tutelle de ses biens rdquo

Les preacutesentatifs du franccedilais peuvent aussi introduire dans divers types de phrases

des compleacutements circonstanciels Il a deacutemeacutenageacute voicivoilagrave cinq ans VoiciVoilagrave cinq ans qursquoil a deacutemeacutenageacute Ce cas de fi gure ne se rencontre pas en latin En revanche

en latin on relegraveve de nombreuses occurrences dans lesquelles le preacutesentatif est suivi

drsquoune preacutedication en proposition indeacutependante sans qursquoon sache veacuteritablement la

deacutelimiter Faut-il ou non consideacuterer qursquoil y a deux eacutenonceacutes le premier constitueacute du

preacutesentatif le second de la proposition preacutedicative La question est complexe car

le latin a pour originaliteacute de pouvoir inteacutegrer syntaxiquement le preacutesentatif dans une

proposition preacutedicative ougrave il joue le rocircle de sujet ou de compleacutement drsquoobjet direct du

preacutedicat verbal De fait rien ne seacutepare syntaxiquement le preacutesentatif de la proposi-

tion preacutedicative qui lui succegravede Mais inversement aucun morphegraveme conjonctif ou

autre ne lie formellement la proposition preacutedicative au preacutesentatif En (13) le mecircme

eacutediteur A Ernout (Les Belles Lettres Paris) ne seacutepare pas le preacutesentatif de la pro-

position preacutedicative dans le premier exemple alors qursquoil le fait dans le second agrave lrsquoaide

drsquoune virgule sa traduction teacutemoigne eacutegalement de lrsquoambiguiumlteacute que nous observons

(13)a Em ista uirtus est quando usust qui malum fert fortiter (Pl As 322) ldquoVoilagrave le vrai

courage que de savoir quand neacutecessaire braver bravement la souffrance rdquo (traduction A

Ernout)

(13)b Em accipetrina haec nunc erit (Pl Bacch 274) ldquo Tu vas voir maintenant crsquoest le

coup de lrsquoeacutepervie rdquo (traduction A Ernout)

On ignore donc si une seacutequence comme (14) eacutetait prononceacutee drsquoun seul trait ou

non Ecc(e) Apollo mihi ex oraclo imperat ou Ecce Apollo mihi ex oraclo imperat

(14) Ecce Apollo mihi ex oraclo imperat Vt ego illic oculos exuram lampadibus ardenti-bus (Pl Men 841-842) ldquo Voilagrave Apollon Voilagrave [qursquo]Apollon par son oracle mrsquoordonne de lui

brucircler les yeux avec des torches enfl ammeacutees rdquo

Plus encore que faire des occurrences ougrave le preacutesentatif lsquofl eacutechirsquo morphologique-

ment agrave lrsquoaccusatif joue apparemment le rocircle du sujet du preacutedicat verbal comme en

(15) Le recours agrave une phrase cliveacutee dans la traduction eacutelude la diffi culteacute sans la

reacutesoudre

(15) Sed eccum incedit (Pl Poen 470) ldquo Mais le voici qui srsquoavance rdquo ou ldquo Mais le voici

il srsquoavance rdquo

Cette seconde approche a permis de constater que ecce et em voici voilagrave ne par-

tageaient pas les mecircmes constructions syntaxiques Le tableau suivant reacutesume les

similitudes et les diffeacuterences

JULIA

121

Structures syntaxiques

preacutesentativesLatin Franccedilais

Preacute

dic

ati

on

s si

mp

les

Emploi isoleacuteEcce eccum em eccere en

Voilagrave

Avec un nom un GN ou

un pronom

Ecce me eccum ecca eccos eccas ecca eccil-lum eccistum eccistam ecce odium meum em pateram en Priamus

Metenousvouslelalesen voici mete nousvouslelalesen voilagrave voici le facteur voilagrave le facteur voilagrave tout

Avec un pronom et un

nom En voilagrave des maniegraveres

Avec deux pronoms Nous y voici nous y voilagrave

Avec un adverbe Em sicVoilagrave pourquoi voilagrave comment

Avec une proposition

subordonneacutee agrave statut

nominal compleacutetive

conjonctive ou relative

substantive

Eccum qui ex incerto faciet mihi Eccere autem quem conuenire maxime cupiebam En qui nostra sibi bello conubia poscunt

Ecce autem perii Em sapis sane eccum incedit Eccere autem capite nutat Em rursum nunc nugas agis

Voici qui est fait voici qursquoil entre voilagrave qui est fait voilagrave qursquoil entre

Avec une proposition

interrogative indirecte Voilagrave pourquoi votre fi lle

est muette

Avec une exclamative Comme vous voilagrave bacircti

Avec un infi nitif Ire eccillumVoici venir voilagrave trop

causer

Avec une forme verbale

conjugueacutee agrave un mode per-

sonnel ou avec omission

de la copule

Amphitruo eccum exit foras eccum uideo eccam attuli Em tibi adsunt en supplex uenio

Intus eccum fratrem ger-manum tuum

CILPR 2013 ndash SECTION 2

122

Structures syntaxiques

preacutesentativesLatin Franccedilais

Preacute

dic

ati

on

s d

ou

ble

s

Avec attribut de lrsquoobjet

Ecce me nullum senem Saluam eccam Habeo eccillam meam clientam Em tibi rem potiorem uerbo En ego uicta situ

Me voici un vrai militaire

Avec une proposition rela-

tive agrave fonction attributive

Eccum quem quaerebam Em quoi decem talenta dotis detuli

Voilagrave un doigt qui sait tout

Avec une proposition rela-

tive non restrictive (lsquoCRPrsquo

Lambrecht)

(eccum incedit)Le voici qui srsquoavance voilagrave le facteur qui arrive voilagrave longtemps que

Formant le noyau drsquoune

proposition relative Le moi que voici la sotte

musique que voilagrave

4 Troisiegraveme paramegravetre les valeurs seacutemantico-reacutefeacuterentielles et

eacutenonciatives

Les valeurs seacutemantico-reacutefeacuterentielles et eacutenonciatives se recoupent presque totale-

ment entre le franccedilais9 et le latin10 Dans les deux langues les preacutesentatifs remplissent

un emploi deacuteictique exophorique (16) peuvent servir de lsquosignal discursifrsquo au sens de

Cesare (2011) ou bien remplir un emploi textuel ou lsquoDiscourse deicticrsquo (Plaucheacute Ber-

gen (2001) (17) ou un emploi propositionnel ou eacuteveacutenementiel appeleacute parfois narratif

sans preacutedicat verbal (18 (a et b)) ou avec preacutedicat verbal (18 (c agrave f)) ou bien encore un

emploi pragmaticaliseacute (19)

(16)a Me voici (M Les Fourberies de Scapin II 7)

(16)b Ecce me (Pl Mil 663) ldquo Me voici rdquo

(16)c Ah Te voilagrave (M George Dandin ou le mari confondu III 3)

(17)a Voilagrave ce que jrsquoavois agrave vous faire savoir (M LrsquoEacutecole des maris II 2)

(17)b Em tibi omnem fabulam (Pl Pseud 754) ldquo Voilagrave toute la comeacutedie rdquo

(18)a Voilagrave une eacutetrange folie (M Meacutedecin malgreacute lui I 4)

(18)b Ecce Gripi scelera (Pl Rud 1178) ldquo Voici les folies de Gripus rdquo

9 Les valeurs eacutenonciatives de voicivoilagrave ont eacuteteacute deacutecrites dans le theacuteacirctre franccedilais par Deacutetrie (2001) Gaudin (2005) et Narjoux (2003)

10 Dionisotti (2007) attribue une liste impressionnante de valeurs eacutenonciatives agrave ecce Lrsquoeacutetude de Roseacuten (1998) porte avant tout sur les phrases preacutesentatives agrave valeur existentielle ou drsquoiden-tifi cation

JULIA

123

(18)c Voilagrave ma fi lle qui parle (M Le Meacutedecin malgreacute lui III 6)

(18)d Em cui te et tua quae tu habeas commendes uiro (Pl Merc 702) ldquo Voilagrave lrsquohomme agrave

qui on confi e sa personne et ce qursquoon a rdquo

(18)e Voilagrave ce que jrsquoavois agrave vous faire savoir (M LrsquoEcole des maris II 2)

(18)f Em istuc rectius (Pl Epid 553) ldquo Voilagrave qui est mieux dit encore rdquo

(19)a Voicy jrsquoay trouveacute un bon moyen pour nous venger de luy le mieux du monde (P de

Larivey Les Comeacutedies facecieuses Les Escolliers V 2)

(19)b Voila ceste breneuse de ma femme voudroit ce croyie faire ainsi (P de Larivey

Les Comeacutedies facecieuses Les Escolliers II 1)

(19)c Em tibi imperatumst (Pl Most 313) ldquo Voilagrave tu sais ce que tu as agrave faire rdquo

En emploi grammaticaliseacute le preacutesentatif peut marquer

ndash la clocircture

(19)d Sabot encore prononccedila lsquoVoilagrave voilagraversquo puis se tut (Maupassant Contes et nou-velles laquo La confession de Theacuteodule Sabot raquo)

(19)e St Lesbonicum suam sororem despondisse em hoc modo (Pl Trin 603) ldquo Stasime-

Que Lesbonicus a fi anceacute sa sœur Voilagrave voilagrave rdquo

ndash le consensus

(19)f Par ici monsieur le sergent par ici cria lrsquoouvreuse - Voilagrave voilagrave voilagrave (Dumas

Pegravere Le Capitaine Pamphile VIII)

(19)g Si Vorte ergo umerum ltPsgt Em (Pl Pseud 1318-1319) ldquo Simon- Tourne donc

ton eacutepaule Pseudolus- Voilagrave rdquo

ndash le dissensus

(19)h Elle mrsquointerrompt en geacutemissant - lsquoVoilagrave voilagrave tu te moques encore de moi je ne

voulais pas trsquoeacutecrire tu es sans cœurrsquo (Colette Claudine agrave lrsquoeacutecole)

(19)i Em istucinest operam dare Bonum sodalem (Pl Merc 620-622) ldquo Voilagrave est-ce

ainsi qursquoon sert fi degravelement un ami rdquo (traduction A Ernout)

ndash la conclusion (cf Pl Persa 701-705)

La grammaticalisation du preacutesentatif avec un datif eacutethique latin ecce tibi ou em tibi et ancien-franccedilais es vos (E Oppermann-Marsaux (2006) et D Petit (2010a)) per-

met drsquoarticuler lrsquouniteacute de tous ces emplois autour de la personne de lrsquointerlocuteur La

preacutesentation quelle que soit sa nature est neacutecessairement tourneacutee vers lrsquointerlocuteur

5 Exemple Voici lrsquohomme Ecce homo

Lrsquoanalyse drsquoune seule locution biblique ceacutelegravebre en franccedilais et en latin montrera

combien il est en fait diffi cile de comparer les preacutesentatifs drsquoune langue agrave lrsquoautre lat

ecce homo canoniquement traduit par laquo Voici lrsquohomme raquo Autant nous avons vu que

ecce et voicivoilagrave partageaient des traits syntaxiques et seacutemantico-fonctionnels com-

muns autant il est diffi cile parfois de reconnaicirctre exactement la valeur du preacutesentatif

diffi culteacute qui peut poser problegraveme au traducteur

CILPR 2013 ndash SECTION 2

124

Pour signifi er laquo voici lrsquohomme raquo Plaute dit em hominem et Peacutetrone ēn homo

(20)a Em tibi hominem (Pl Asin 880) ldquo Voici (pour toi) lrsquohomme rdquo

(20)b En homo quemadmodum natat (Petron 115 10) ldquoVoici lrsquohomme comment il

patauge rdquo

Or la freacutequence de ecce en tant que preacutesentatif deacuteictique chute fortement degraves

lrsquoeacutepoque de Ciceacuteron agrave lrsquoavantage de ēn Crsquoest drsquoailleurs ēn qui est employeacute comme

preacutesentatif deacuteictique dans la Vulgate (par exemple Vulgate Juges 8 15) Quand Pilate

prononce le premier ecce (22 (a)) Jeacutesus nrsquoest pas encore visible par la foule il ne

srsquoagit pas drsquoun preacutesentatif deacuteictique mais drsquoun preacutesentatif ayant un rapport eacutetroit avec

lrsquoeacutenonciation il est tout agrave fait possible de lui superposer sur le plan interpreacutetatif une

valeur anaphorique situationnelle signifi ant laquo voilagrave celui que vous reacuteclamiez je vous

lrsquoamegravene raquo Cet eacutenonceacute reprend presque mot pour mot un eacutenonceacute preacuteceacutedent de Pilate

(22 (b)) qui par le biais drsquoun eacutegocentrage explicite traduisait un deacutegagement fort du

locuteur

(21)a exiit iterum Pilatus foras et dicit eis ecce adduco uobis eum foras ut cognoscatis quia in eo nullam causam inuenio (Exiuit ergo Iesus portans coronam spineam et purpureum uestimentum) Et dicit eis ecce homo (Vulgate Eacutevangile saint Jean 19 4-5)

ldquo Pilate sortit de nouveau et leur dit Voilagrave je vous lrsquoamegravene dehors afi n que vous sachiez

que je ne trouve en lui aucun crime (Jeacutesus sortit donc portant la couronne drsquoeacutepines et le

manteau de pourpre) Et Pilate leur dit VoiciVoilagrave lrsquohomme rdquo

(21)b dicit eis ego nullam inuenio in eo causam (Vulgate Eacutevangile saint Jean 18 38)

ldquo Il leur dit lsquoMoi je ne trouve en lui aucun motif de condamnationrsquo rdquo

Le premier ecce traduit une attitude eacutenonciative consensuelle avec les interlocu-

teurs sur lrsquoobjet du discours ndash faire sortir Jeacutesus du preacutetoire ougrave les Juifs nrsquoentrent pas

par crainte de souillure ndash lrsquoeacutegocentrage eacutetant explicite et donc susceptible de reacuteac-

tions fortes des interlocuteurs Crsquoest le cas puisque la foule reacuteclame encore plus fort la

mise agrave mort de Jeacutesus Aussi Pilate emploie-t-il un second ecce qui nous semble pou-

voir ecirctre tout aussi consensuel que le premier le locuteur invite ainsi lrsquointerlocuteur

agrave partager lrsquoinfeacuterence tireacutee de lrsquoobservation Le paradoxe de cette valeur repreacutesenta-

tive-eacutenonciative est qursquoelle opegravere de maniegravere masqueacutee lrsquoobjet du discours paraicirct ecirctre

preacutesenteacute de maniegravere objective ce qui explique peut-ecirctre la traduction canonique de

laquo Voici lrsquohomme raquo mais crsquoest estomper lrsquoorigine eacutenonciative du locuteur qui ne veut

pas condamner lui-mecircme Jeacutesus Pilate nrsquoa pas agrave preacutesenter Jeacutesus que la foule connaicirct

mais preacutesente avec ecce lrsquoerreur des Juifs mise en relief par la co-observation du locu-

teur et des interlocuteurs Crsquoest pourquoi nous suggeacuterons de traduire ecce homo par

laquo Voilagrave lrsquohomme raquo autrement dit laquo Voilagrave ce que vous voulez lrsquohomme raquo

JULIA

125

6 Conclusion

Le but de cet article eacutetait drsquoune part de reacutehabiliter des lsquopetits motsrsquo des mal-aimeacutes

dans la tradition classique pourtant si freacutequents dans le dialogue et drsquoautre part de

montrer sur le modegravele de ce qui a deacutejagrave eacuteteacute fait au sujet des preacutesentatifs franccedilais la

richesse de leurs emplois Loin drsquoavoir une simple fonction phatique les preacutesentatifs

comme lrsquoeacutecrit tregraves justement Rabatel (2001) laquo manifestent une force argumentative

indirecte redoutable raquo

Lyceacutee Henri IV (Paris)

amp Centre Alfred Ernout (Paris-Sorbonne) Marie-Ange JULIA

Bibliographie

Cesare Anna-Maria de 2011 laquo Lrsquoitalien ecco et les franccedilais voici voilagrave Regards croiseacutes sur leurs

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127

Verbes impersonnels et introducteurs de rhegravemes en latin et

en roman

1 La construction impersonnelle et la perspective fonctionnelle de

la phrase

La perspective fonctionnelle (ou communicative) de la phrase et lrsquoordre de ses

constituants sont deux probleacutematiques qui se rencontrent neacutecessairement un de leurs

points drsquointersection est reacuteveacuteleacute par lrsquoeacutetude de la construction dite lsquoimpersonnellersquo et

de ses diverses varieacuteteacutes En effet le terme lsquoimpersonnelrsquo recouvre dans lrsquousage cou-

rant des confi gurations morpho-syntaxiques assez diffeacuterentes qui ont cependant

pour trait commun une sorte de deacutefection vis-agrave-vis de la cateacutegorie de la personne ver-

bale une cateacutegorie qui se vide ici pour ainsi dire de ses possibiliteacutes de commutation

Par ce biais la question de lrsquoimpersonnel se lie naturellement agrave celle du sujet actant

preacutesupposeacute par tous les autres actants chaque fois que la personne verbale fonctionne

normalement Il nrsquoest donc pas eacutetonnant que le comportement lsquounipersonnelrsquo des

verbes nrsquoait pas cesseacute drsquointriguer les grammairiens il est bien naturel aussi que le

pheacutenomegravene trouve diffi cilement le cadre approprieacute agrave son traitement sans parler des

tacirctonnements de la terminologie

La notion de sujet neacutecessairement lieacutee agrave celle de preacutedicat renvoie agrave un fonction-

nement de la langue qui porte lrsquoempreinte de la logique cependant le jeu du preacutedicat

du sujet et des compleacutements traduit en mecircme temps la viseacutee communicative du mes-

sage puisque lrsquoarrangement et le traitement prosodique de ces constituants doivent

creacuteer une structure pragmatique adapteacutee aux besoins du contexte discursif et de la

situation Cette double deacutetermination de la phrase nrsquoa pas eacutechappeacute aux linguistes de

la fi n du XIXe siegravecle qui srsquoapprochent du problegraveme avec une intuition psychologique

chez Hermann Paul (19205 124 premiegravere eacuted 1880) lsquosujet psychologiquersquo et lsquopreacutedicat

psychologiquersquo apparaissent avec un sens voisin de celui que nous donnons agrave lsquothegravemersquo et

agrave lsquorhegravemersquo et le mecircme Hermann Paul constate que le sujet lsquogrammaticalrsquo et le sujet dit

lsquopsychologiquersquo ne peuvent pas coiumlncider dans les phrases lsquoimpersonnellesrsquo du type fr

il gegravele all es regnet (ibid 131-133) Dans la linguistique psychologique classique pour

ainsi dire Albert Sechehaye (1926 148) enregistre le mecircme divorce des deux lsquosujetsrsquo

pour le type de phrase fr il vient un homme en affi rmant que le verbe impersonnel il

Travail reacutealiseacute avec le soutien fi nancier du Fonds National Hongrois pour les Recherches Scientifi ques OTKA K 81913

CILPR 2013 ndash SECTION 2

128

vient se comporte comme le laquo support psychologique de ce qui suit raquo Par lagrave nous arri-

vons au cœur de notre probleacutematique en effet nous pouvons reconnaicirctre le siegravege de

lrsquoinformation essentielle ndash crsquoest-agrave-dire le rhegraveme ndash dans la deuxiegraveme partie de la phrase

(un homme) la lsquorheacutematisationrsquo de ce groupe nominal a eacuteteacute expresseacutement signaleacutee

par une forme verbale un lsquointroducteur de rhegravemersquo Le proceacutedeacute transformationnel qui

aboutit au type de phrase il vient un homme a ainsi pour but une lsquorheacutematisation fortersquo

ou autrement dit une lsquomise en relief non contrastiversquo (la lsquomise en relief contrastiversquo

eacutetant reacutealiseacutee par la structure fr crsquoest un homme qui vient)1

Nous devons donc admettre qursquoil existe dans le franccedilais ndash et dans les autres lan-

gues romanes aussi ndash des structures qui expriment la perspective communicative

de la phrase drsquoune maniegravere tregraves directe pour ainsi dire au deacutetriment de la liaison

logique entre un sujet et un preacutedicat La combinaison du verbe qui nrsquoa pas de sujet

proprement dit et du groupe nominal qui srsquoy rattache fait partie naturellement drsquoun

ensemble plus vaste de phrases lsquonon canoniquesrsquo2 ougrave nous trouvons eacutegalement les

structures avec adverbe preacutesentatif (fr voici voilagrave + GN it ecco + GN) et toutes ces

constructions sont apparenteacutees au type de phrases qui tout en conservant un sujet

au sens ordinaire du terme utilisent ce sujet drsquoune maniegravere insolite en le postposant

au verbe dans des langues qui se caracteacuterisent par un ordre fondamental SV Cette

sorte drsquoinversion traduit certains besoins pragmatiques il peut srsquoagir du remplissage

de cadres preacuteeacutetablis (listes comme dans le reportage drsquoun deacutefi leacute arrive le groupe X

arrive le groupe Y indications sceacuteniques entre le roi3 cf roum urmează o pauză)

ou de lrsquoannonce de quelque chose drsquoimpreacutevu (et soudain apparaicirct X) drsquoune maniegravere

plus geacuteneacuterale cet ordre est apte agrave la rheacutematisation drsquoun GN apregraves un verbe intransitif4

(it egrave scoppiata la rivoluzione exemple de Salvi Vanelli 2004 34 esp prosperan los negocios exemple de Gili y Gaya 1968 92) Nous arrivons ainsi agrave un problegraveme de

seacutemantique est-il possible de preacutevoir dans les langues romanes certaines sphegraveres

seacutemantiques qui preacutedisposent les locuteurs agrave choisir la construction impersonnelle

1 Dans le cadre de cette contribution nous nous inteacuteressons uniquement aux phrases lsquoimper-sonnellesrsquo contenant un lsquorhegravemersquo proprement dit donc nous faisons abstraction du type lsquomeacuteteacuteorologiquersquo fr il gegravele (verbe lsquoavalentrsquo ou lsquosans actantrsquo selon la terminologie de Tesniegravere (1959 239-240)) Pour quelques indications concernant lrsquohistoire du problegraveme de lrsquoimperson-nel dans la grammaire franccedilaise cf Kiss (1987 62-66)

2 Pour la notion de lsquophrase canoniquersquo ou lsquoscheacutema structurel de basersquo voir Riegel Pellat Rioul (20097 211-212)

3 Agrave propos de ce type citons la formulation de Riegel Pellat Rioul (20097 258) il srsquoagit de verbes qui laquo indiquent lrsquoentreacutee ou la persistance dans lrsquounivers de discours du reacutefeacuterent de leur sujet nominal raquo

4 Pour Sechehaye (1926 147) lrsquoancien ordre vient un homme a subsisteacute en franccedilais laquo pour mar-quer que le terme substantif eacutetait le veacuteritable preacutedicat de lrsquoeacutenonceacute raquo Wartburg et Zumthor (19582 193) srsquoinspirent de cette deacutefi nition lorsqursquoils affi rment laquo le propre [hellip] de la construc-tion impersonnelle par rapport agrave la personnelle est de transformer le sujet en preacutedicat raquo

KISS

129

2 Problegravemes seacutemantiques

Drsquoune maniegravere geacuteneacuterale on dira que les expressions impersonnelles introduisant

un rhegraveme tracent un cadre dans lequel vient prendre place lrsquoinformation centrale

Il est normal de supposer que ce lsquocadrersquo se comporte comme une lsquoannoncersquo suivie

drsquoun constituant au seacutemantisme plus particulier en rapport avec la situation et lrsquouni-

vers discursif qui sont communs aux participants de la communication En effet on

constate empiriquement que les lsquointroducteurs de rhegravemesrsquo sont tregraves souvent porteurs

drsquoune signifi cation verbale fondamentale existence ou non-existence drsquoun reacutefeacuterent

(personne chose ou eacuteveacutenement) modaliteacute deacuteontique ou potentielle (crsquoest-agrave-dire ren-

voi agrave des lsquomondes alternatifsrsquo) appreacuteciation modale ou sentimentale La reacutealisation

syntaxique de la relation entre introducteur et rhegraveme est variable elle couvre une

large gamme impliquant des phrases lsquonon canoniquesrsquo ainsi que des propositions

infi nitives et des subordonneacutees verbales de type compleacutetif deacutependant drsquoexpressions

impersonnelles5 Nous pouvons enregistrer ainsi les constructions speacutecifi ques fi geacutees

que les langues romanes ndash et deacutejagrave le latin tardif ndash ont deacuteveloppeacutees pour marquer lrsquoexis-

tence par geacuteneacuteralisation du sujet suivie de son abolition lat habet gt fr (il y) a esp

hay ajoutons lrsquoexpression eacutegalement speacutecifi que qui leur correspond en lrsquoitalien mais

qui traite le sujet drsquoune maniegravere moins radicale pour ainsi dire lrsquoaccord en nombre

eacutetant conserveacute it crsquoegrave un uomo ci sono uomini Le latin classique connaicirct lui-mecircme

lrsquoannonce drsquoun lsquoeacuteveacutenementrsquo ou drsquoun lsquoeacutetat de chosesrsquo agrave lrsquoaide drsquoexpressions typiques

utilisant une 3e personne seacutemantiquement speacutecialiseacutee dont deacutepend une preacutetendue

lsquosubordonneacutee conseacutecutiversquo fi t ut accidit ut epistulam scribam ldquo il arrive que jrsquoeacutecrive

une lettre rdquo ajoutons pour une sorte de mise en relief de lrsquolsquoexistencersquo la structure

relative sunt qui scribant ldquo il y en a qui eacutecrivent rdquo Dans les phrases gouverneacutees par des

verbes impersonnels lrsquoexpression de la modaliteacute deacuteontique se reacutealise le plus souvent

agrave lrsquoaide drsquoune combinaison qui comporte un infi nitif ou une subordonneacutee compleacutetive

ce qui rend plus manifeste encore la bipartition de la structure un syntagme initial

(lsquointroducteur de rhegravemersquo) doteacute drsquoun seacutemantisme lsquofondamentalrsquo comme la lsquoneacutecessiteacutersquo

se trouve suivi par un point drsquoaboutissement (lsquorhegravemersquo) repreacutesentant la veacuteritable nou-

veauteacute du message Ainsi avons-nous en franccedilais ndash agrave cocircteacute de la structure il faut + GN

ndash les seacutequences il faut + lsquoinfi nitifrsquo et il faut que + lsquosubordonneacuteersquo Derriegravere la varieacuteteacute

du mateacuteriel que nous offrent ici les langues romanes on deacutecouvre la permanence du

besoin des vocables anciens peuvent se perdre mais la langue forge des outils nou-

veaux qui les remplacent en ayant recours notamment agrave des verbes qui se precirctent agrave

une speacutecialisation seacutemantique dans le domaine en question Si le verbe impersonnel

oportet lexegraveme drsquoimportance centrale pour lrsquoexpression de la lsquoneacutecessiteacutersquo en latin ne

survit pas dans la plupart des idiomes romans fallere se tient precirct pour entrer dans

ce champ seacutemantique en franccedilais au prix de la bifurcation morpho-seacutemantique qursquoon

5 Les verbes qui participent agrave ces expressions impersonnelles ne sont geacuteneacuteralement pas des verbes lsquoessentiellement impersonnelsrsquo ils sont exclus de la commutation des personnes ver-bales preacuteciseacutement dans le type drsquoemploi que nous appelons lsquointroducteur de rhegravemersquo

CILPR 2013 ndash SECTION 2

130

lui connaicirct6 on peut ajouter uelle apparaissant dans lrsquoexpression impersonnelle it ci vuole ldquo il faut rdquo ldquo il est neacutecessaire rdquo Ce va-et-vient lexical peut conduire agrave la naissance

de nouveaux paradigmes verbaux appartenant au vocabulaire fondamental des lan-

gues crsquoest le cas de falloir mais aussi de estovoir7 usuel en ancien-franccedilais lrsquoapport

eacutetranger joue eacutegalement un rocircle (it bisogna roum trebuie attribueacutes respectivement

aux superstrats germanique et slave8) On retrouve un ensemble drsquoexpressions fon-

damentales dans le domaine de la modaliteacute potentielle avec une bipartition typique

du message le verbe impersonnel eacutetant suivi drsquoune subordonneacutee rheacutematique (fr il se peut que roum se poate sǎ) La prise de position subjective que refl egravete la moda-

liteacute potentielle se complegravete de maniegravere assez naturelle par lrsquoappreacuteciation morale ou

affective ce qui explique les impersonnels decet me iuuat me delectat mihi placet en

latin9 ainsi que le type fr il convient que de il importe que de Ainsi pour un cer-

tain nombre de seacutemantismes fondamentaux il existe des expressions prototypiques

et autour drsquoelles un large halo reacuteunissant des nuances diffeacuterentes la tendance syn-

taxique est agrave la bipartition de la phrase avec utilisation de morphegravemes deacutemarcatifs

et une possibiliteacute de deacutelimitation prosodique Compte tenu de cette bipartition on

dira naturellement que les verbes et expressions impersonnels proprement dits qui

font lrsquoobjet de cette eacutetude reacutealisent de la maniegravere la plus typique la rheacutematisation par

lsquoextrapositionrsquo proceacutedeacute qui consiste agrave faire sortir le rhegraveme du cadre phrastique habi-

tuel sans recours cependant agrave un veacuteritable lsquoimpersonnelrsquo10

Il est curieux de constater qursquoune bipartition du message servant agrave mettre en relief

le rhegraveme existe dans une autre sphegravere morpho-syntaxique cette solution est appeleacutee

eacutegalement lsquoemploi impersonnel du verbersquo ce qui amegravene une importante confusion

terminologique Il srsquoagit de la tendance qui consiste agrave transformer la marque clitique

du verbe lsquopronominalrsquo en marque de verbe lsquonon personnelrsquo tendance que connaissent

certaines langues romanes et qui est tregraves deacuteveloppeacutee en italien Au cours du passage

de it si mangiano le mele (lsquopronominal passifrsquo avec accord entre verbe et sujet) agrave

si mangia le mele (lsquopronominal non personnelrsquo sans accord)11 lrsquointransitivant si qui

6 Sur le rapport entre faillir et falloir cf FEW s v fallere7 Lrsquoeacutetymologie retenue par le REW (s v opus) et le FEW (s v opus) est lrsquoexpression imper-

sonnelle latine opus est Concernant les expressions impersonnelles deacutenotant la lsquoneacutecessiteacutersquo en ancien-franccedilais ainsi que leur mouvement diachronique voir en particulier Buridant (2000 399-401)

8 V REW s v sonium LEI s v bisogno et Cioranescu (1961) s v treabǎ9 Pour les questions de lrsquoimpersonnel en latin voir Bassols de Climent (1948 82-90) cf

eacutegalement Hofmann Szantyr (1965 414-417)10 Cf fr Cela amuse Sylvie que Pierre soit tombeacute (exemple de Riegel Pellat Rioul 20097 723)

it Sarebbe una pazzia andarci ora (exemple de Salvi Vanelli 2004 267) esp Me pesa de haberos ofendido (exemple de Gili y Gaya 1968 79) roum icircmi place sǎ dansez (exemple de Gramatica limbii romacircne 19662 I 244) Notons que lrsquolsquoextrapositionrsquo du rhegraveme ndash et ainsi la bipartition de la phrase ndash apparaicirct comme une sorte de modegravele seacutemantico-pragmatique chez Wierzbicka (1988 106-107) analysant les jugements de type affectif en anglais (Irsquom pleased to meet you ~ Itrsquos nice to meet you)

11 Tournure caracteacuterisant laquo certaines varieacuteteacutes de lrsquoitalien raquo selon Salvi Vanelli (2004 75) cf le

KISS

131

avait repreacutesenteacute un lsquoagent humain indeacutetermineacutersquo a eacuteteacute converti en un indice drsquolsquointro-

ducteur de rhegravemersquo lrsquoabsence drsquoaccord signale preacuteciseacutement la bipartition de la phrase

La perspective fonctionnelle de la phrase tend donc agrave srsquoexprimer par diffeacuterents pro-

ceacutedeacutes syntaxiquement marqueacutes quand les locuteurs eacuteprouvent le besoin de precircter au

dosage de lrsquoinformation un relief particulier

3 Problegravemes diachroniques

Sur le plan diachronique latino-roman il est assez naturel de chercher un rapport

entre lrsquoexploitation croissante des proceacutedeacutes de rheacutematisation forte et la modifi cation

de lrsquoordre des termes qui a eu lieu en latin tardif Durant la peacuteriode classique du latin

lrsquoordre des constituants ndash libre du point de vue des fonctions syntaxiques ndash se precirctait

avec souplesse agrave lrsquoexpression de la perspective communicative de la phrase Les types

drsquoarrangement possibles eacutetaient donc nombreux il semble cependant qursquoagrave lrsquoeacutepoque

postclassique certains arrangements soient devenus plus freacutequents ce qui a drsquoailleurs

entraicircneacute une eacutetape vers lrsquoordre plus rigide des langues romanes Drsquoune part le verbe

freacutequent agrave la fi n de la phrase en latin classique quitte aiseacutement cette place pour des

raisons de rheacutematisation tout agrave fait compreacutehensibles Deux citations de Greacutegoire de

Tours choisies au hasard peuvent illustrer le pheacutenomegravene Le verbe y occupe la pre-

miegravere place et preacutecegravede lrsquoessentiel du message exprimeacute sous forme de compleacutements

posuit manum super oculos eius [sc heretici] (Greg Tur 23 p 432) ldquo il posa la main sur

les yeux de lrsquohomme [sc de lrsquoheacutereacutetique] rdquo

ou de sujet

ait ad eum episcopus (Greg Tur 21 p 3727) ldquo lrsquoeacutevecircque lui dit rdquo

Drsquoautre part le sujet tend agrave occuper la premiegravere position quand il joue le rocircle du

thegraveme ce qui est freacutequent dans les phrases agentives et il apparaicirct souvent comme

postverbal colleacute neacuteanmoins au verbe et rattacheacute agrave celui-ci par un lien seacutemantique

eacutetroit

in fl umine Minio [hellip] capiuntur pisces IIII noui uisu et specie (Hydatius 253) ldquo dans le

fl euve Minius [hellip] sont pris quatre poissons nouveaux pour leur apparence et pour leur es-

pegravece rdquo12

Les eacutechantillons citeacutes montrent qursquoen latin tardif le preacutedicat verbal se deacuteplace

vers la premiegravere zone de la phrase et qursquoen mecircme temps la place du sujet devient plus

type espagnol se vende casas (pour lrsquoespagnol voir Gili y Gaya 1968 76-78)12 Un exemple ougrave le pheacutenomegravene caracteacuterise une suite de phrases agrave lrsquointeacuterieur drsquoun mecircme reacutecit

Post haec omnia mortuus est Chlodoueus rex in pace [hellip] A transitu sancti Martini usque ad transitum Chlodouechi regis fuerunt anni centum duodecim [hellip] Habebat quoque Theude-ricus fi lium nomine Theudobertum (Liber Historiae Francorum 19 p 27317) ldquo Apregraves tous ces eacuteveacutenements mourut en paix le roi Chlodouechus [hellip] Du deacutecegraves de saint Martin au deacutecegraves du roi Chlodouechus srsquoeacutecoulegraverent cent douze anneacutees [hellip] Theudericus avait un fi ls nommeacute Theudobertus rdquo

CILPR 2013 ndash SECTION 2

132

preacutevisible cette relative uniformiteacute entraicircne sur le plan pragmatique le besoin de

renforcer lrsquoopposition entre le lsquomarqueacutersquo et le lsquonon marqueacutersquo Ce besoin se traduit sur le

plan syntaxique par une exploitation plus intense des structures (deacutejagrave preacutesentes dans

la langue) qui assurent la rheacutematisation forte La tendance pouvait prendre appui sur

le type de phrase ougrave un verbe drsquoexistence ou une expression eacutevaluative se deacutetache en

position initiale pour introduire un rhegraveme plus ou moins complexe13

Erant omnino itinera duo quibus itineribus domo exire possent [sc Heluetii] (Caes

Gall 1 6 1) ldquo il existait en somme deux chemins par lesquels ils [= les Helvegravetes] pouvaient

quitter leur territoire rdquo

Dulce et decorum est pro patria mori (Hor carm 3 2 13) ldquo Crsquoest une douce et belle chose

que de mourir pour la patrie rdquo

Dans les textes tardifs les expressions marquant lrsquolsquoexistencersquo occupent tregraves sou-

vent la position initiale dans la phrase elles sont annonciatrices de rhegravemes

extant ipsius egregii studia praedicanda (Hydatius 81) ldquo De cet homme excellent sub-

sistent des ouvrages savants agrave propager rdquo

Ecce et coepit iam esse hora forsitan octaua (Itinerarium Egeriae 4 5) ldquo Et voilagrave que

peut-ecirctre commenccedilait la huitiegraveme heure de la journeacutee rdquo

Habebat autem de eo loco ad montem Dei forsitan quattuor milia (Itinerarium Egeriae 2

1) ldquo Et de cet endroit agrave la montagne de Dieu il y avait peut-ecirctre une distance de quatre mille

pas rdquo14

Agrave la suite des modifi cations des regravegles gouvernant lrsquoemplacement des constituants

syntaxiques en latin les phrases indiquant une rheacutematisation forte se deacutetachent de

plus en plus sur le fond des phrases canoniques dans lesquelles lrsquoordre des consti-

tuants se fi xe petit agrave petit agrave lrsquoeacutepoque preacuteromane15 Les langues romanes deacuteveloppent

ainsi sur des bases latines un systegraveme relativement coheacuterent pour lrsquoexpression mar-

queacutee de la perspective communicative de la phrase User ou ne pas user de ces proceacute-

deacutes pragmatiques particuliers est un choix qui reste agrave la discreacutetion du locuteur situant

son acte communicatif dans le reacuteseau de ses interactions avec le monde

Universiteacute de Debrecen Saacutendor KISS

13 Cf eacutegalement Devine Stephens (2006 166-172) Spevak (2010 29-30 et 57-58) 14 Agrave propos de la genegravese de habet impersonnel en latin tardif (effacement du sujet dans domus

habet multum uinum rarr habet multum uinum) cf Bassols de Climent (1948 82-83) Quant agrave lrsquoexpression de la lsquoneacutecessiteacutersquo lrsquoItinerarium Egeriae nous offre beaucoup de phrases ayant la structure lsquoexpression impersonnelle + infi nitifrsquo du type necesse nos fuit ibi descendere iuxta consuetudinem (7 7) ldquo il nous a fallu y descendre selon notre habitude rdquo

15 Concernant les modifi cations de lrsquoordre des constituants syntaxiques en latin tardif voir Kiss (2015 593-595)

KISS

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Benjamins

Tesniegravere Lucien 1959 Eacuteleacutements de syntaxe structurale Paris Klincksieck

Wartburg Walter von Zumthor Paul 19582 Preacutecis de syntaxe du franccedilais contemporain Berne

Francke

Wierzbicka Anna 1988 The Semantics of Grammar Amsterdam Philadelphia John Benja-

mins

135

LrsquoOpinion de R Kiesler sur lorigine des langues romanes

En ce qui concerne lrsquoorigine des langues romanes deux thegraveses principales peuvent

ecirctre repreacutesenteacutees par les scheacutemas suivants

A B

Lat archaiumlque Lat archaiumlque

Lat vulgaire Lat classique Lat classique

Fr It Roum Lat vulgaire

Fr It Roum

La diffeacuterence entre ces deux thegraveses consiste en ce que selon la thegravese A le latin

archaiumlque srsquoest scindeacute en latin classique et en latin vulgaire et les langues romanes

proviennent du latin vulgaire (appeleacute aussi lsquo latin populaire rsquo lsquo latin parleacute rsquo lsquo roman

commun rsquo lsquo protoroman rsquo etc) tandis que selon la thegravese B les langues romanes sont

issues du latin classique alors que le latin vulgaire diffeacuterencieacute dans le temps et lrsquoes-

pace constitue une eacutetape intermeacutediaire entre le latin classique et les langues romanes

La thegravese A est neacutee en 1435 agrave Florence Quelques humanistes que personne nrsquoose-

rait consideacuterer comme des linguistes ont discuteacute la question de savoir drsquoougrave provenait

lrsquoitalien Nrsquooublions pas que cela se passait avant le XIXe siegravecle qui a eu le grand

meacuterite drsquointroduire la notion drsquoeacutevolution dans diffeacuterentes disciplines y compris la lin-

guistique Avant le XIXe siegravecle on avait une vision du monde sensiblement statique

on srsquoimaginait par exemple que toutes les espegraveces veacutegeacutetales et animales existaient

depuis le deacutebut du monde Or nos humanistes fl orentins se rendaient parfaitement

compte drsquoune diffeacuterence entre lrsquoitalien et le latin lrsquoun eacutetant selon la terminologie

contemporaine une langue analytique et lrsquoautre une langue syntheacutetique De mecircme

qursquoils eacutetaient incapables drsquoimaginer que les plantes et les animaux soient le reacutesultat

drsquoune eacutevolution de mecircme il leur paraissait inconcevable qursquoune langue syntheacutetique

CILPR 2013 ndash SECTION 2

136

puisse se transformer en une langue analytique et sachant que chez des auteurs latins

il y avait quelques vagues allusions agrave un uulgaris sermo ils sont arriveacutes agrave la conclusion

que dans lrsquoancienne Rome il y aurait eu deux langues le latin classique langue syn-

theacutetique et le latin vulgaire langue analytique et source de lrsquoitalien Les arguments

que nos humanistes alleacuteguaient agrave lrsquoappui de leur thegravese eacutetaient extrecircmement naiumlfs

ainsi selon eux une femme du peuple nrsquoaurait pas eacuteteacute capable drsquoapprendre agrave deacutecliner

un substantif comme supellex geacuten supellectilis Mais par inertie lrsquoopinion formuleacutee

par quelques ignorants meacutedieacutevaux a eacuteteacute approuveacutee par drsquoinnombrables autoriteacutes est

devenue un dogme de la linguistique romane et est partageacutee jusqursquoagrave nos jours par la

grande majoriteacute des romanistes

En revanche il nrsquoy a eu jusqursquoen 1974 que trois chercheurs pour souscrire agrave la

thegravese B Eyssenhardt (1880) dans la seconde moitieacute du XIXe siegravecle Henri Muller

(1932) dans la premiegravere moitieacute du XXe siegravecle et moi-mecircme agrave partir de 1974 La diffeacute-

rence entre ces deux thegraveses consiste en ce que selon la thegravese A le latin vulgaire est

une langue sœur du latin classique tandis que drsquoapregraves la thegravese B le latin vulgaire

est une langue fi lle du latin classique Alors qursquoil nrsquoy a aucune forme qui confi rme-

rait la thegravese A des milliers de formes confi rment la thegravese B Par exemple lat class

patrem gt lat vulg patre caelum gt celu herbam gt erba mēnsem gt mēse toacutenitrum

gt toniacutetru precor est refait en precō sapere en sapēre esse en essere morī en

morīre etc Il suffi t de mentionner que dans le REW il y a 6000 substantifs et adjec-

tifs dont lrsquoaccusatif singulier preacutesente en latin vulgaire la chute de -m On voit donc

que toutes les formes du latin vulgaire sont plus reacutecentes que celles du latin classique

Il en reacutesulte que le latin vulgaire est une langue fi lle du latin classique

Depuis 1974 crsquoest-agrave-dire depuis presque 40 ans aussi bien dans mes publications

que dans mes confeacuterences je demande aux romanistes de citer des formes qui prou-

veraient que le latin vulgaire eacutetait une langue sœur du latin classique mais personne

nrsquoa citeacute une telle forme

Il nrsquoy a pas longtemps le romaniste allemand Reinhard Kiesler (2012) a publieacute

une communication intituleacutee Les langues romanes proviennent-elles du latin clas-sique et qui commence de la faccedilon suivante

Je me propose de discuter les deux thegraveses connues concernant lrsquoorigine des langues ro-

manes celle de la succession du latin classique au latin vulgaire et celle de la simultaneacuteiteacute des

deux varieacuteteacutes Prenant en consideacuteration la bibliographie actuelle je reacuteexaminerai les argu-

ments respectifs et proposerai une synthegravese qui montre que les deux thegraveses sont en partie

justes et qursquoelles ne sont pas incompatibles La thegravese de la successiviteacute est notamment deacutefen-

due par W Mańczak [hellip] Selon la thegravese de la simultaneacuteiteacute le latin classique et le latin vulgaire

ont eacutevolueacute parallegravelement en partant du latin archaiumlque

Et voici le scheacutema sur lrsquoorigine des langues romanes proposeacute par le romaniste de

lrsquouniversiteacute de Wuumlrzburg

MAŃCZAK

137

Modegravele - synthegravese drsquoapregraves Kiesler 1995 p 394 2006 p 110

env 1er s av J-CMoyen Acircge

latin classique = pelagus langue standard

latin postclassique - meacutedieacuteval

eacuteleacutements et regravegles MARE

stylistiquement calidus mots savants Lat archaIumlque neutres

mots populaires

langues

latin vulgaire = CALDUS romanes

langue familiegravere

Avant de critiquer ce scheacutema je voudrais mentionner un deacutetail Selon Kiesler

laquo on trouve normalement la repreacutesentation suivante lat class posse puis lat vulg

POTERE gt esp poder Mais cette repreacutesentation constitue une inversion de lrsquoeacutevolu-

tion reacuteelle La preuve en est le thegraveme du parfait en latin classique potu- (potui etc)

qui deacuterive preacuteciseacutement de POTERE Cela prouve que la forme POTERE a existeacute

avant lrsquoeacutepoque classique et qursquoil est erroneacute de vouloir la deacuteriver de posse raquo

Lrsquoauteur se trompe Le mot posse est un verbe composeacute posse lt potis esse pos-sum lt potis sum potes lt potis es potest lt potis est possumus lt potes sumus

potestis lt potes estis possunt lt potes sunt poteram lt potis eram potui lt potis fui etc Des formes comme posse possum poteram potui etc sont attesteacutees des

milliers de fois tandis que potere nrsquoest jamais attesteacute Par conseacutequent potere est

plus reacutecent que posse Mentionnons enfi n que la forme ancienne du morphegraveme de

lrsquoinfi nitif est -se et qursquoelle srsquoest maintenue dans esse posse tandis que la forme -re

(cf laudare habere dicere venire) est plus reacutecente et srsquoexplique par le rhotacisme en

position intervocalique

Selon la thegravese traditionnelle qui remonte agrave 1435 le latin vulgaire eacutetait une langue

sœur du latin classique alors que drsquoapregraves la thegravese soutenue par Eyssenhardt Henri

Muller et moi-mecircme le latin vulgaire eacutetait une langue fi lle du latin classique Le

romaniste Kiesler se propose de montrer laquo que les deux thegraveses sont en partie justes

et qursquoelles ne sont pas incompatibles raquo Cela est absolument impossible Si quelqursquoun

dit que Mme A est une sœur de Mme B et que quelqursquoun drsquoautre affi rme que Mme

A est une fi lle de Mme B nous avons affaire agrave deux assertions qui srsquoexcluent lrsquoune

lrsquoautre assertions entre lesquelles un compromis nrsquoest pas possible Si la premiegravere de

ces assertions est vraie la seconde doit ecirctre erroneacutee ou inversement

En ce qui concerne le scheacutema sur lrsquoorigine des langues romanes proposeacute par Kies-

ler son deacutefaut principal consiste en ce que le latin vulgaire y est consideacutereacute comme

une langue sœur du latin classique Afi n de montrer que cette opinion est fausse jrsquoai

CILPR 2013 ndash SECTION 2

138

deacutepouilleacute les 20 premiegraveres pages du Dictionnaire eacutetymologique de la langue franccedilaise de Bloch et Wartburg ougrave jrsquoai trouveacute les formes suivantes

Franccedilais Latin populaire Latin classique

abattre abbatt(u)ěre preacuteverbeacute de battuere

abreuver abbǐběrāre preacuteverbeacute et deacuteriveacute de bibere

accorder accǒrdārepar substitution de preacuteverbe de

concǒrdāre

accoutrer accō(n)s(ū)tūrāre deacuteriveacute de cōnsūtūra

accueillir accǒlligěre preacuteverbeacute de cǒllǐgěre

acqueacuterir acquerěre acquīrěre

affeacuterent afferīre afferre

affi ler affīlāre deacuteriveacute de fīlum

agacer adaciāre deacuteriveacute drsquoacies

aiumleul aviǒlus avus

aine inguǐnem inguen inguinis

airain arāmen aes aeris

aisselle axělla axilla

alevin allevāmen deacuteriveacute du verbe allevāre

alleacutecher allectǐcāre deacuteriveacute drsquoallectāre

allegravegre alǐcěr alecris (geacuten) ǎlǎcer

allumer allūmǐnāre preacuteverbeacute de lūmǐnāre

Le deacutepouillement partiel du Dictionnaire eacutetymologique de la langue franccedilaise de

Bloch et Wartburg montre que tous les mots du latin vulgaire citeacutes par ces auteurs

sont plus reacutecents que ceux du latin classique Il en reacutesulte que contrairement agrave ce

qursquoon enseigne depuis 1435 crsquoest-agrave-dire depuis cinq siegravecles le latin vulgaire eacutetait une

langue fi lle et non pas une langue sœur du latin classique Il en reacutesulte eacutegalement

MAŃCZAK

139

que les langues romanes proviennent du latin classique tandis que le latin vulgaire

diffeacuterencieacute dans le temps et lrsquoespace constitue une eacutetape intermeacutediaire entre le latin

classique et les langues romanes

Universiteacute de Cracovie Witold MAŃCZAK

Reacutefeacuterences bibliographiques

Eyssenhardt F 1880 laquo Der Ursprung der romanischen Sprachen raquo Nord und Suumld 12 404-413

Kiesler Reinhard 2006 Einfuumlhrung in die Problematik des Vulgaumlrlateins Tuumlbingen Niemeyer

Kiesler Reinhard 2012 laquo Les langues romanes proviennent-elles du latin classique raquo in

Biville Freacutedeacuterique Lhommeacute Marie-Karine Vallat Daniel (ed) Latin vulgaire ndash latin tar-dif IX Actes du IXe colloque international sur le latin vulgaire et tardif Lyon MOM

Mańczak Witold 1974 laquo La langue romane commune latin vulgaire ou latin classique raquo Revue Romane 9 218-231

Muller Henri F Pauline Taylor 1932 A Chrestomathy of Vulgar Latin Boston D C Heath

and Company

141

Le nivellement analogique reacutegi par la phonologie

Le rapport entre lrsquoanalyse et lrsquoanalogie a beaucoup occupeacute lrsquoattention des lin-

guistes derniegraverement De fait lrsquoanalogie est devenue aussi importante que lrsquoanalyse agrave

tel point qursquoexiste un point de vue tregraves reacutepandu selon lequel le propre du langage est

analogique

(1) Language structure and language use are [hellip] predominantly analogical and that is why analogy is the backbone of universal grammar (Antila (2003 439))

Il nrsquoexiste donc rien dans le langage qui ne remonte agrave lrsquoanalogie ce qui ne permet

qursquoavec diffi culteacute une diffeacuterence entre le changement analogique fondeacute sur le sens et

le changement phoneacutetique deacutetermineacute par la forme la structure Dans ce contexte cer-

tains linguistes sont alleacutes au-delagrave de la geacuteneacuteralisation pour approfondir notre connais-

sance du rapport entre lrsquoanalogie et le systegraveme phonologique Drsquoun cocircteacute Wang (1969)

essaya de voir jusqursquoagrave quel point les changements phoneacutetiques sont diffuseacutes mot par

mot par un proceacutedeacute analogique dans le lexique Ce pheacutenomegravene fut mis au point par

Kiparsky qui souligne lrsquoaction des regravegles phonologiques dans le lexique laquo lexical

diffusion is the analogical generalization of lexical phonological rules raquo (1995 313)

alors que Labov (1981 1994) en dirigeant notre attention sur le rocircle de la variation

dans le deacuteroulement des sons souligna le rapport entre les changements reacuteguliers et

les exceptions en tant qursquoemprunts dialectaux ou sociaux (cf Campbell (2004 222-

224)) La discussion est alleacutee suffi samment loin pour infl uencer notre perspective sur

le fonctionnement de lrsquoanalogie dans le langage en geacuteneacuteral et plus speacutecifi quement

dans le deacuteroulement des changements des sons

Il convient eacutevidemment de tenir compte des diffeacuterents sens que peut avoir le mot

lsquoanalogiersquo dans la discussion des linguistes Nous laissons de cocircteacute pour le moment la

probleacutematique de la nature analogique du langage en geacuteneacuteral par rapport aux reacutesul-

tats que peuvent produire les infl uences sociales Ce dont nous souhaitons discuter

ici plus preacuteciseacutement est la tendance du langage agrave uniformiser les irreacutegulariteacutes mor-

phologiques qui remontent aux reacutegulariteacutes des changements phoneacutetiques (cf Stur-

tevant (1947 109)) et le rocircle de lrsquoanalogie le cas eacutecheacuteant dans lrsquoameacutenagement du

paradigme Crsquoest surtout cette tendance au nivellement analogique dans le paradigme

verbal aussi bien qursquoentre les formes des noms et des adjectifs qui ne manque pas de

poser certaines questions dans le passage du latin aux langues romanes Cet aspect

ne peut ecirctre dissocieacute de la tacircche deacutelicate consistant agrave faire une description exacte

des eacuteveacutenements en question Dans lrsquohistoire du franccedilais par exemple le pheacutenomegravene

qui aplanit ces irreacutegulariteacutes paradigmatiques est bien connu et les exemples en sont

CILPR 2013 ndash SECTION 2

142

nombreux Pour nrsquoen prendre que deux le verbe fr laver aurait ducirc donner legraveve au

singulier pour se ranger du cocircteacute de lrsquoeacutevolution de la voyelle [a] accentueacutee en syllabe

ouverte par exemple dans [laacutewo] gt [lέvǝ] comme pour la forme [maacutere] qui donne

[mέr] en franccedilais Par contre en syllabe inaccentueacutee la voyelle drsquoorigine est preacuteser-

veacutee par exemple dans [lawaacutemus] gt [lavotilde] ce qui fait que nous avons un paradigme ougrave

le radical accentueacute voir (2a) srsquooppose au radical inaccentueacute illustreacute en (2b)

(2)a jetuil(s) [lέv]

(2)b nousvousils [lav]-onsez

Pour reacutesoudre lrsquoirreacutegulariteacute du paradigme le pluriel est censeacute lrsquoavoir emporteacute sur

le singulier gracircce au fonctionnement de lrsquoanalogie repreacutesenteacute dans lrsquoexemple (3a)

(3) a [lέvǝ] [lav-]

Dans le cas du verbe fr aimer au contraire crsquoest la diphtongue que nous trouvons

comme reacutesultat de [a] accentueacute en syllabe ouverte devant la consonne nasale ce qui

donne [aacuteimǝ] agrave cocircteacute de la voyelle inaccentueacutee [amotilde] Cette fois-ci crsquoest la forme

accentueacutee qui lrsquoemporte encore une fois par un proceacutedeacute analogique repreacutesenteacute dans

lrsquoexemple (3b)

(3) b [aacuteimǝ] [amotilde]

Dans les deux cas le paradigme est reacutegulariseacute au moyen de lrsquoanalogie dont la

direction est varieacutee

Agrave lrsquoaide de ces exemples nous voyons lrsquoeffet eacutevident de lrsquoanalogie qui consiste agrave

niveler le paradigme Il faut souligner cependant que notre avis selon lequel qursquoil

srsquoagit lagrave drsquoun cas drsquoanalogie est tout autant fondeacute sur la reacutegulariteacute du changement pho-

neacutetique crsquoest-agrave-dire que le changement reacutegulier lrsquoeffet attendu aacute[ gt eacute[ ai gt a _ [+voy

+nas] nrsquoa pas reacuteussi et ce nrsquoest qursquoagrave partir de la reacutegulariteacute qursquoil nous arrive drsquoinvo-

quer lrsquoanalogie pour expliquer lrsquoeacutechec de la reacutegulariteacute La constatation de lrsquoaction de

lrsquoanalogie nrsquoaurait donc pas eacuteteacute justifi eacutee sans la veacuterifi cation preacutealable des changements

reacuteguliers en question

1 Analyse conventionnelle

Muni du processus de nivellement que nous venons drsquoillustrer certains linguistes

ont mecircme eacutegalement recouru agrave lrsquoanalogie pour valoriser lrsquoeacutechec drsquoune reacutegulariteacute sup-

poseacutee et non veacuterifi eacutee Il srsquoagit du type de nivellement analogique proposeacute dans lrsquohis-

toire du franccedilais et representeacute dans lrsquoexemple (4)

(4) manğiέr maacutenčǝθ kolğiέr kόlčǝθ)

Ce sont lagrave des exemples de lrsquoanalogie invoqueacutee pour meacutenager les irreacutegulariteacutes agrave

la base de lrsquoanalyse putative de Meyer-Luumlbke Il srsquoagit bien sucircr des inconveacutenients

paradigmatiques les reacutesultats de lrsquoinvention drsquoune analyse reacuteguliegravere pour relever les

MAZZOLA

143

changements historiques du franccedilais (cf Meyer-Luumlbke (1890) (1913)) Lrsquoessentiel de

son analyse est reproduit dans lrsquoexemple (5)

(5) mastikaacutere maacutestikat karrikaacutere kaacuterrikat

syncope 1 --------- maacutes(t)kat ---------- kaacuter(r)ka

k gt g mastigaacutere ----------- karrigaacutere ----------

syncope 2 mast(i)gaacutere ----------- kar(r)gaacutere ----------

palatal mas(t)ğaacutere maacutes(t)čat čarğaacutere čaacuterčat

a[ gt e[ masğeacutere ----------- čarğέre ----------Čeacute[ gt Čieacute[ masğieacutere ----------- čarğieacutere ----------

masğiέr maacutesčǝθ čarğiέr čaacuterčǝθNous voyons ici un reacutesultat diffeacuterent bien connu entre les formes du paradigme

Les formes conjugueacutees accentueacutees sur la peacutenultiegraveme sont syncopeacutees en premier lieu

pour bloquer la sonorisation de la veacutelaire intervocalique La consonne veacutelaire par la

suite sonoriseacutee continue comme yod agrave son tour palataliseacute pour produire lrsquoaffriqueacutee

palatale sonore Lrsquoaffriqueacutee palatale sourde par contre devant a est produite par

la palatalisation de la veacutelaire sourde qui nrsquoest pas sonoriseacutee du fait de la syncope

deacutejagrave imposeacutee anteacuterieurement Pour expliquer les formes facirccheuses qui reacutesultent de

cette analyse il fallut recourir agrave une analogie dont la direction est varieacutee comme

nous lrsquoavons vu dans le cas de fr laver et aimer Ce nrsquoest donc que devant cet obstacle

ce reacuteseau de changements phoneacutetiques enchevecirctreacutes acceptable ou non qursquoon a eacuteteacute

obligeacute de proposer une analogie explicative Cependant crsquoest de lrsquoanalogie putative

deacuteduite de lrsquoanalyse reconstruite et ni lrsquoune ni lrsquoautre ne proviennent de la veacuterifi ca-

tion directe Autrement dit nous avons affaire agrave des exemples de nivellement paradig-

matique deacuteduits drsquoune analyse reconstruite qui manque de veacuterifi cation directe pos-

sible Il est donc impossible de savoir si lrsquoanalogie est partie de lrsquoanalyse ou si lrsquoanalyse

est le reacutesultat drsquoun nivellement paradigmatique consciemment manipuleacute Par conseacute-

quent le but de cette communication est de proposer que lrsquoanalyse de Meyer-Luumlbke

est malheureusement fautive (cf Mazzola (2013)) et qursquoil srsquoensuit que les deux cas de

nivellement analogique fondeacutes sur elle sont douteux

Comme nous lrsquoavons vu le travail de Meyer-Luumlbke fut eacutetayeacute par les exemples

de nivellement analogique rencontreacutes ailleurs dans lrsquoeacutevolution du franccedilais Mais

son interpreacutetation fut encore davantage eacutetayeacutee par les nombreux cas de syncope

attesteacutes beaucoup plus clairement en franccedilais que dans les autres langues romanes

(Cf Meyer-Luumlbke (1890-1906 287) Pirson (1909 885-886) Pope (1934 102-103)

Richter (1934 31) Straka (1953) (1956) (1970) et al) Lrsquoabondance de la syncope

est attribueacutee agrave lrsquoinfl uence germanique et citeacutee comme preuve pour lrsquoinvraisemblable

continuiteacute sans changement du latin durant les longs siegravecles avant lrsquoarriveacutee des Francs

(cf Muller (1929)) Cette perspective est amplement refl eacuteteacutee dans lrsquoanalyse de Meyer-

CILPR 2013 ndash SECTION 2

144

Luumlbke Cependant elle fut remise en cause derniegraverement par lrsquoessai de Morin (2003)

sur lrsquoeacutechec de lrsquoanalyse agrave base de reacutegulariteacute Morin souligna le manque de succegraves de

Straka (1953) (1956) (1970) pour mener agrave bien les eacutetapes intermeacutediaires de lrsquoanalyse

traditionnelle Au cours de sa critique il souleva plusieurs problegravemes notamment

la syncope la sonorisation la diphtongaison et lrsquoapocope pour deacutemontrer au profi t

drsquoune perspective de la variation lrsquoinsuffi sance de lrsquoanalyse fondeacutee sur la reacutegulariteacute

De ce fait eacutetant donneacute lrsquoeacutechec des regravegles qui sont agrave la base des tentatives de Straka il

nous est proposeacute drsquoabandonner la reacutegulariteacute dans la mutation des sons en faveur de la

nature variationnelle du langage

2 Analyse proposeacutee

Plutocirct que drsquoabandonner la reacutegulariteacute nous avons fait une proposition alterna-

tive (Mazzola (2000) (2006) (2007) (2008) (2012) (2013)) agrave travers une perspective

reacutegleacutee par le rythme crsquoest-agrave-dire qursquoau lieu drsquoenvisager la syncope comme une carac-

teacuteristique exclusive des langues germaniques nous avons suggeacutereacute qursquoil est possible

drsquoaborder la probleacutematique agrave partir des cas syncopeacutes qursquoon trouve aussi en latin On

rencontre par exemple des mots latins syncopeacutes agrave lrsquoarborescence agrave gauche dans la

phonologie lexicale

(6)a [[juacutewɛn] + ior] rarr junior [[aacuteiwi] + [tas]] rarr aetas [[uacutewi] + [dos]] rarr udos

[[aacutewi] + [kɛps]] rarr auceps [[maacutenu] + [kɛps]] rarr manceps

aussi bien que dans la phonologie lsquosuperfi ciellersquo

(6) b [[naacutewi]ta] (Ovide) rarr nauta [[aacutewi]dus] rarr audus (latin tardif)

et dans drsquoautres exemples eacuteparpilleacutes dans le lexique

(6) c [[laacuteri]dum] rarr lardum [[soacuteli]dum] rarr soldum [[vaacuteli]de] rarr valde etc

Plutocirct que des exemples de dactyles dans une simple suite de syllabes (longue

bregraveve bregraveve) selon la repreacutesentation conventionnelle dans ces exemples nous avons

affaire agrave un trocheacutee enchacircsseacute dans le dactyle Ce mecircme pheacutenomegravene de lrsquoenchacircsse-

ment du trocheacutee peut ecirctre repreacutesenteacute en forme drsquoarbre ougrave la syllabe agrave supprimer se

preacutesente toujours du cocircteacute gauche (arborescence agrave gauche)

laridum solidum valide

[[laacute ri] dum] [[soacute li] dum] [[vaacute li] de]

Ce nrsquoest que dans la derniegravere syllabe du trocheacutee ainsi enchacircsseacutee que nous trou-

vons la cible de lrsquoeffacement en question Dans un trocheacutee simple lrsquoeffacement nrsquoest

eacutevidemment pas effectueacute par exemple [maacute nu] rarr [maacuten] il ne lrsquoest pas non plus dans

le cas de lrsquoarborescence agrave droite par exemple [na [tuacute ra]] rarr [na tuacuter] [ma [tuacute rus]]

MAZZOLA

145

rarr [ma tuacuter] Le mecircme pheacutenomegravene drsquoarborescence agrave gauche est aussi bien eacutevident

dans des formes verbales de La Guerre des Gaules (Bellum Gallicum) de Ceacutesar

(7)a [[enun]+[[tiaacutewe]rit]] gt enuntiaacuterit (1 17 6) [[ku]+[[raacutewi]sset]] gt curasset (1 19 1)

[[kon]+[[sueacutewi]sse gt consuesse (1 43 4)

(7)b enuntia(ve)rit rarr enuntiarit (1 17 6)

compara(vi)sset rarr comparasset (1 18 4)

conloca(vi)sse rarr conlocasse (1 18 6)

cura(vi)sset rarr curasset (1 19 1)

Dans ces exemples lrsquoaccent srsquoest manifestement deacuteplaceacute pour faire en sorte que la

voyelle cibleacutee soit dans un constituant dans lrsquoarborescence agrave gauche

(7)c e[[nunti]a]] + [weacuterit] rarr e[nunti] + [[aacute + we]rit] rarr enuntiarit

[[kompa]ra]] + [wiacutesset] rarr [kompa] + [[raacute + wi]sset] rarr comparasset

[[konlo]ka]] + [wiacutesse] rarr [konlo] + [[kaacute + wi]sse] rarr conlocasse

[[kura] + [wiacutesset] rarr [ku] + [[raacute + wi]sset] rarr curasset

Ce deacuteplacement de lrsquoaccent agrave gauche est deacuteclencheacute par un rythme qui dirige les syl-

labes vers une suite de constituants dont la deuxiegraveme syllabe du trocheacutee ainsi enchacircsseacute

est viseacutee comme cible pour lrsquoeffacement en question Lrsquoenvironnement de lrsquoeffacement

vocalique est donc identique agrave ce que nous avons vu dans les exemples (6)

Comme nous lrsquoavons vu lrsquoeffacement vocalique est acheveacute agrave la suite de la creacutea-

tion drsquoun nouveau trocheacutee enchacircsseacute dans un dactyle par le deacuteplacement accentuel

Cette suite [trocheacutee + nouveau trocheacutee en dactyle agrave lrsquoarborescence agrave gauche] sert

drsquoenvironnement rythmique pour le raccourcissement du mot La derniegravere voyelle du

dactyle est ainsi neacutecessairement le pivot essentiel pour que le trocheacutee du dactyle soit agrave

lrsquoarborescence agrave gauche Le jeu de cette derniegravere voyelle est donc essentiel pour fi xer

lrsquoenvironnement rythmique de lrsquoeffacement de la voyelle du trocheacutee Naturellement

sans le jeu de cette derniegravere syllabe lrsquoarborescence agrave gauche serait impossible agrave for-

muler Il faut alors en conclure que le changement morphologique est effectueacute par une

regravegle drsquoaccentuation de la phonologie suprasegmentale

Cette perspective sur le pied meacutetrique comme environnement phonologique a

deacutejagrave eacuteteacute proposeacutee (Mazzola (1999) (2000)) en contraste avec lrsquoapproche drsquoextrameacutetri-

caliteacute dans lrsquooptique du processus de angl trapping de Mester (1994) Comme on le

sait selon la theacuteorie de lrsquoextrameacutetricaliteacute certaines syllabes sont eacutecarteacutees en faveur

de lrsquooptimisation des repreacutesentations lexicales (Hayes (1985) (1987)) Mester essaie

drsquoeacutelargir lrsquoeffet de la theacuteorie en proposant que seule une syllabe bimorique ([lsquoσ σ]

[lsquoσ]) soit valable par opposition agrave deux autres possibiliteacutes (trimorique [lsquoσ σ] ou mono-

morique [lsquoσ]) Pour la syncope du latin du type aevitas rarr aetas et uvidos rarr udos

la syllabe qualifi eacutee de angl trapped entre deux syllabes bimoriques ([lsquoσ] σ [σ]) est

CILPR 2013 ndash SECTION 2

146

situeacutee hors du fait meacutetrique Pour cette raison la syllabe est supprimeacutee Dans le cas

de la syncope du latin tardif Mester cite de maniegravere erroneacutee lat tabulam plutocirct qursquoun

exemple mieux approprieacute comme lat fabulam pour la repreacutesentation trimorique

[[lsquoσ σ]ltσgt] afi n de deacutemontrer que puisque la quantiteacute vocalique nrsquoest plus pertinente

en latin tardif [[lsquoσ σ]ltσgt] est rendu bimorique [[lsquoσ σ]ltσgt] ce qui est illustreacute par

lat calidam Agrave la suite de ce proceacutedeacute nous avons un trocheacutee bimorique suivi drsquoune

voyelle extrameacutetrique Agrave travers cette perspective nous voyons que crsquoest la deuxiegraveme

syllable du trocheacutee bimorique qui est supprimeacutee par exemple [[faacute bu] ltlagt] au lieu

de la syllabe inaccentueacutee drsquoun trocheacutee trimorique par exemple [[faacute bu] ltlagt] Par la

mise en extrameacutetricaliteacute de la derniegravere voyelle des dactyles lrsquoarborescence du pied

meacutetrique ne rentre pas en jeu de sorte que le radical lexical du mot est favoriseacute aux

deacutepens de la repreacutesentation phonologique

Cependant bien des cas ne soutiennent pas le proceacutedeacute proposeacute par cette perspec-

tive On peut citer des exemples de redoublement consonantique en italien preacuteciseacute-

ment dans le constituant trochaiumlque agrave lrsquoarborescense de gauche par exemple pele-grinum gt [[pegravelle] [griacutenum]] pellegrino femina gt [[feacutemmi] na] femmina (pour une

discussion plus deacutetailleacutee voir Mazzola ibid) Mais ce qui est encore plus important

lrsquoapproche du angl trapping est aussi contredite par lrsquoeacutevolution de certains doublets

en franccedilais eacutevidemment par des voies diverses Comme nous le voyons dans la deacuteri-

vation de lrsquoexemple (7d) le proceacutedeacute alternatif proposeacute ci-dessus est fortement appuyeacute

par la double eacutevolution des mecircmes mots Ainsi trouvons-nous le reacutesultat continuel et

original (sonorisation rarr affaiblissement rarr raccourcissement) comme on lrsquoa pro-

poseacute (par exemple fr diaule seule taule reule) par opposition au reacutesultat des mots

latins reacuteintroduits bien plus tard sans doute durant les reacuteformes carolingiennes (par

exemple fr diable siegravecle table regravegle) Ceux-ci sont des exemples clairs drsquoun deacutevelop-

pement posteacuterieur entiegraverement distinct (emprunt rarr diphtongaison rarr syncope) abou-

tissant agrave des reacutesultats diffeacuterents qui ont remplaceacute les formes drsquoorigine La deacuterivation

qui suit sert drsquoillustration au changement historique des doublets preacutesenteacute ci-dessus

(7)d diaacutebolu sέkulu taacutebula rέgula ------ ------- ------ ------

Sonorisation ------- sέgulu ------- ------- ------- ------ ------

Affaiblissement diaacutewolu sέwulu taacutewula rέwula ------- ------- ------- ------

Racourcissement diaacutewlǝ sέwlǝ taacutewlǝ rέwlǝ ------- ------- ------- ------

Emprunt -------- -------- ------ ------ diaacutebolu sέkulu taacuteblǝ rέglǝ

Diphtongaison -------- -------- ------ ------ ------- siέkulu ------ ------

Syncope -------- -------- ------ ------ djaacuteblǝ sjέklǝ taacuteblǝ rέglǝ

diaule seule taule reule diable siegravecle table regravegle

MAZZOLA

147

Les mots fr diaule et seule sont attesteacutes dans la Cantilegravene de Ste Eulalie fr reule

est la source du mot rule en anglais et fr taule mot patois se retrouve en franccedilais

moderne sous la forme tocircle

Nous pourrions appliquer les proceacutedeacutes ainsi illustreacutes aux cas drsquoanalogie des

paroxytons de Meyer-Luumlbke que nous avons vus tels que

(8) a [[kagraverri] + [kaacutere]] [[magravesti] + [kaacutere]] [[magravendu] + [kaacutere]]

c-agrave-d des suites de deux trocheacutees dont le premier est sur la gauche de lrsquoarbre meacutetrique

et donc conforme au rythme souhaiteacute de lrsquoeffacement de la voyelle cibleacutee Pour ce qui

est des proparoxytons

(8) b [[kaacuterri] kat] [[maacutesti] kat] [[maacutendu] kat]

nous avons deux dactyles Dans le cas de manducat nous voyons que lrsquoaccent tombe

sur la peacutenultiegraveme en latin classique Cependant en supposant le deacuteplacement de lrsquoac-

cent agrave gauche comme nous lrsquoavons vu en (7c) nous voyons le verbe se ranger aiseacutement

dans un dactyle [[maacutendu] + [kat]] Ceci fait les trois exemples preacutesentent tous lrsquoenvi-

ronnement pour lrsquoeffacement de la voyelle comme nous lrsquoavons vu plus haut pour le

latin Pour la deacuterivation du franccedilais il est seulement neacutecessaire de supposer drsquoabord

deux eacutetapes drsquoaffaiblissement de la sourde de tregraves bonne heure (voir (9))

(9) karrikaacutere kaacuterrikat mastikaacutere maacutestikat mandukaacutere maacutendukat

k gt g karri gaacutere kaacuterri gat masti gaacutere maacutesti gat mandu gaacutere maacutendu gat

g gt j karri jaacutere kaacuterri jat masti jaacutere maacutesti jat mandu jaacutere maacutendu jat

V gt Oslash karr(i) jaacutere kaacuterr(i) jat mast(i) jaacutere maacutest(i) jat mand(u) jaacutere maacutend(u) jat

j gt Č čarğiέr čaacuterğǝθ mas(t) čiέr maacutes(t) čǝθ manğiέr maacutenğәθApregraves lrsquoeffacement de la voyelle fi nale du trocheacutee de gauche nous avons la palata-

lisation du yod si caracteacuteristique du gallo-roman Lrsquoaffriqueacutee palatale qui en reacutesulte

est sonore apregraves une consonne sonore et sourde apregraves une consonne sourde (voir aussi

pέdika gt pέdiga gt pέdija gt piέdja gt piέğә piegravege) Ceci fait il nrsquoy a aucun besoin drsquoajus-

ter la deacuterivation des formes au moyen drsquoun nivellement paradigmatique Nous avons

appeleacute les reacutesultats des changements reacuteguliers des lsquovariantes structuralesrsquo (cf Mazzola

(2013)) pour les distinguer des emprunts proposeacutes dans la liste de lrsquoexemple (10)

(10) vindicare gt venger rarr (re)vencher

collocare gt couger rarr coucher

caballicare gt chevauger rarr chevaucher

pendicare gt penger rarr pencher

pertica gt perge rarr perche

porticu gt porge rarr porche

granica gt grange rarr granche

basilica gt basoge rarr basoche

manica gt mange rarr manche

manicu gt mange rarr manche

CILPR 2013 ndash SECTION 2

148

Les exceptions que nous trouvons sont les affriqueacutees sourdes qui surviennent

apregraves les consonnes sonores On ne rencontre notamment pas drsquoexemples ougrave une

consonne sourde + yod donne une affriqueacutee sonore La preacutefeacuterence pour lrsquoassourdis-

sement de lrsquoaffriqueacutee dans ces cas trouve son origine en toute probabiliteacute dans la pro-

nonciation germanique (cf Mazzola (2008) (2012) (2013)) Crsquoest donc ici que nous

rencontrons lrsquoinfl uence des Francs plutocirct que dans une syncope agrave lrsquoorigine Pour cette

raison nous avons appeleacute ces exceptions des lsquovariantes socialesrsquo (cf Mazzola (2013))

des emprunts au franco-roman qui greffeacutes sur la couleacutee linguistique gallo-romane

ressemblent beaucoup agrave la diffusion lexicale de Wang Ce sont donc des emprunts

mais non des emprunts drsquoun son puisque le son existe deacutejagrave en gallo-roman Ce sont

plutocirct des emprunts de mots individuels qui ne diffegraverent que par quelques traits dis-

tinctifs Labov nous aide agrave mettre en perspective ce pheacutenomegravene

(11) Lexical diffusion is the result of the abrupt substitution of one phoneme for another in words that contain that phoneme The older and newer forms of the word will usually differ by several phonetic features This process is most characteristic of the late stages of an internal change that has been differentiated by lexical and grammatical conditioning or has developed a high degree of social awareness or of borrowings from other systems (ldquochange from aboverdquo) (Labov (1994 542))

Agrave cocircteacute donc des lsquovariantes structuralesrsquo des exemples de changements reacuteguliers

nous avons des lsquovariantes socialesrsquo qui ne repreacutesentent pas le remplacement drsquoun son

par un autre mais plutocirct le remplacement drsquoun mot par un autre Drsquoapregraves la citation

de Labov nous aurions affaire agrave des emprunts extrasysteacutematiques diffuseacutes comme

reacutesultats drsquoune prise de conscience drsquoun niveau linguistique et social privileacutegieacute Au

cours de ce proceacutedeacute il srsquoagirait donc drsquoune modaliteacute eacutegalement valable quoique seacutepa-

reacutee de la modaliteacute reacuteguliegravere

Conclusion

Le but de cette communication a eacuteteacute de proposer que la maniegravere de fi xer lrsquohis-

toire drsquoune langue est plus sucircre si le linguiste est plus fi degravele aux donneacutees linguistiques

qursquoengageacute politiquement ou socialement Pour en arriver lagrave il nous a fallu mettre en

valeur le rocircle de la structure phonologique (a) rythmique deacuteclencheacutee par le trocheacutee

agrave lrsquoarborescence agrave gauche et (b) segmentale qui srsquoapplique aussi bien aux paroxytons

mandukaacutere gt mandugaacutere gt manduyaacutere gt mandyaacutere gt manğaacutere gt manğiέr qursquoaux pro-

paroxytons maacutendukat gt maacutendugat gt maacutenduyat gt maacutendyat gt maacutenğǝθ Lrsquoanalogie

produite par lrsquoanalyse conventionnelle a eacuteteacute par-lagrave examineacutee et eacutecarteacutee par une ana-

lyse entiegraverement phonologique plutocirct que soutenue par une morphologie consciem-

ment manipuleacutee Crsquoest agrave partir de lrsquoanalyse phonologique motiveacutee par lrsquoaction ryth-

mique qursquoon a pu mettre de cocircteacute lrsquoanalyse qui va de lrsquoideacutee vers la forme de lrsquoanalogie

preacuteconccedilue agrave la forme phonologique putative pour justifi er agrave son tour lrsquoanalogie preacute-

conccedilue Cette insistance sur un nivellement paradigmatique putatif a servi drsquooutil plus

politique et social que linguistique et culturel (cf Mazzola (2013))

MAZZOLA

149

Parce que nous sommes attacheacute aux seules donneacutees linguistiques nous avons proposeacute

de remplacer le nivellement analogique par une analyse rythmique

Universiteacute de Northern Illinois Michael L MAZZOLA

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151

Cicli di pragmaticalizzazione tra latino e lingue romanze

la formazione di marcatori interazionali

1 Introduzione

Questo contributo1 egrave dedicato ad alcune forme verbali che in diverse lingue acqui-

siscono progressivamente una funzione pragmatica e procedurale ovvero diventano

segnali funzionali Gli elementi a carattere procedurale si distinguono dalle forme

con signifi cato proposizionale che codifi cano concetti Quando una forma assume

carattere procedurale talvolta presenta diffi coltagrave interpretative soprattutto quando

manca il contesto orale che ne egrave la cornice naturale

I segnali funzionali rappresentano risorse strategiche comunemente usate dai par-

lanti negli scambi comunicativi e il loro uso permette di individuare alcune macrofun-

zioni piugrave o meno orientate al contesto di discorso o di interazione Diversi approcci

hanno prodotto molte defi nizioni spesso tra loro sovrapposte2 La Tabella 1 propone

una classifi cazione funzionale elaborata sulla base di alcuni parametri presentati in

precedenza3

Tabella 1 - Macrofunzioni e tipi di segnali funzionali

Macrofunzioni Tipi di segnali

(a) coesione e coerenza testuale e discorsiva che implica la

pianifi cazione e la gestione del discorso in quanto testo

segnalimarcatori

discorsivi

(b) coesione sociale che si riferisce allrsquointerazione tra i parte-

cipanti e allrsquoidentitagrave sociale dei parlanti

(c) atteggiamento personale che si riferisce alla prospettiva

del parlante verso il discorso e verso il suo interlocutore

segnali marcatori

pragmatici

1 Questo articolo egrave un prodotto della ricerca PRIN laquoRappresentazioni linguistiche dellrsquoiden-titagrave Modelli sociolinguistici e linguistica storicaraquo coordinata da me (PRIN 20102011 prot 2010HXPFF2 fi nanziato dal MIUR) Per informazioni sul progetto e i suoi prodotti cfr ltwwwmedilingeugt

2 Si vedano tra tanti lo studio pionieristico di Schiffrin (1987) poi Jucker Ziv (1998) Fraser (1996) Aijmer (2002) Dostie (2004) Fischer (2006)

3 Da diverso tempo un gruppo di lavoro di cui chi scrive fa parte studia questo tema con riferimento sia agli aspetti teorici che a singole lingue (cfr i lavori di Ghezzi e di Molinelli di seguito citati)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

152

Macrofunzioni Tipi di segnali

(d) contesto interazionale che esplicita il legame tra parlante interlocutore e contesto

segnali marcatori con-

testuali

Come la tabella rappresenta assolvono la macrofunzione di coesione e coerenza

testuale e discorsiva i segnali che sono orientati al discorso o al testo Sono utilizzati

per organizzare e gestire testi come allrsquoes (1) in cui lat ergo riprende il tema dopo

una digressione o i turni conversazionali come per lrsquoit allora es (2) con cui il par-

lante prende la parola

(1) lat tres viae sunt ad Mutinam ndash quo festinat animus ut quam primum illud pignus liber-tatis populi Romani D Brutum aspicere possim cuius in complexu libenter extremum vitae spiritum ediderim cum omnes actiones horum omnes sententiae meae pervenerint ad eum qui mihi fuit propositus exitum tres ergo ut dixi viae a supero mari Flaminia ab infero Aurelia media Cassia (Cic Phil 12 9 22)4

ldquoTre sono le vie per Modena ndash [hellip] Tre dunque come ho detto sono le strade dal mare

Adriatico la Flaminia dal Tirreno lrsquoAurelia e quella di mezzo egrave la Cassiardquo

(2) it allora son partita cosirsquo la mattina ersquo sempre tragico arrivare a scuola (LIP FA2)

La classe dei segnali pragmatici o interazionali egrave costituita dai marcatori che

sottolineano la relazione tra parlante e interlocutore Tali marcatori possono essere

orientati sul parlante esprimendo sul piano funzionale lrsquoatteggiamento personale o

sullrsquointerlocutore assolvendo alla macrofunzione di coesione sociale

I segnali orientati al parlante servono a negoziare o introdurre i punti di vista e

lrsquoatteggiamento del parlante Egrave questo ad esempio il caso di alcuni usi parentetici di

verbi epistemici come it penso fr je crois sp yo creo negli esempi (3-5)

(3) it allora cioersquo praticamente si svilupperebbe cosirsquo penso io (LIP FC3)

(4) fr lui deacuteclara (je crois) que son mari eacutetait un imbeacutecile (Audin Une vie bregraveve Frantext)

(5) sp La respuesta es - yo creo - crear equilibrio y armonia (Spanish web corpus Sketch

Engine)

I segnali orientati allrsquointerlocutore servono invece ad esplicitare la relazione con

lrsquointerlocutore o a richiamarne lrsquoattenzione sul parlante o su elementi dellrsquointerazione

come egrave il caso ad esempio dei segnali allocutivi di richiamo derivati dai verbi di per-

cezione visiva guardare e mirar negli esempi (6) e (7) Questo gruppo di segnali puograve

inoltre essere utilizzato per stabilire e mantenere relazioni sociali come per il lat

quaeso amabo5 negli esempi (8) e (9) per lrsquoit prego il rumeno mă rog il fr srsquoil vous plaicirct negli esempi da (10) a (12)

4 In questo contributo egrave fornita la traduzione degli esempi latini o di quelli di interpretazione complessa Ringrazio di cuore Luis Unceta Goacutemez e Mihaela Popescu preziosi consulenti per spagnolo e rumeno

5 Il lat amabo egrave una formula di preghiera tra le piugrave comuni Cfr anche Hofmann (19852 281sqq)

MOLINELLI

153

(6) it Guarda io mi sono informato oggi (LIP MB30)

(7) sp Mira a los 48 antildeos sabes ya muy bien quieacuten te va a querer y quieacuten no (Spanish web corpus Sketch Engine)

(8) lat tu quaeso cogita (Cic Att 9 17 2)

ldquoPer favore pensardquo

(9) lat Amabo accurrite ne se interemat (Plaut Cist 645)

ldquoPer favore accorrete percheacute non si uccidardquo

(10) it Prego si accomodi (LIP NA9)

(11) rum Atunci ndash zic eu ndash mă rog ţie nu mă lăsa ştiu că pot conta pe amiciţia (Caragiale

Momente 273 Livescu (2014))

ldquoAllora ndash io dico ndash ti prego non deludermi So di poter contare sulla tua amiciziardquo

(12) fr un cafeacute parisien srsquoil vous plaicirct demande mon pegravere (Fellous Avenue de France Fran-

text)

Infi ne alcuni elementi fungono da segnali contestuali quando servono ad esplici-

tare il legame tra parlante interlocutore e contesto deittico ad esempio con valore

mirativo come nel caso del lat ecce it ecco torsquo fr voilagrave negli esempi da (13) a (15)

(13) lat Ecce autem uxor obuiamst (Plaut Cas 969)

ldquoecco qua mia moglie che mi sbarra la stradardquo

(14) it Ecco il signore col quale dovete essere pronta di fare i pugni (Svevo La coscienza di Zeno cap VI)

(15) it torsquo la contessa Ortensia (Butti Fiamme nellrsquoombra 21)

Ciograve che accomuna i segnali funzionali egrave la realizzazione di una funzione prag-

matica a partire da elementi diversi (verbi avverbi congiunzioni o espressioni) Ci

concentriamo qui sui segnali interazionali poicheacute spesso hanno come caratteristica

comune lrsquoorigine deverbale

In diverse lingue i segnali interazionali sviluppano nuovi valori pragmatici in con-

testi dialogici seguendo percorsi ricorrenti ciclici e coerenti a livello interlinguistico

Questo succede percheacute i parlanti co-optano e ri-defi niscono lrsquouso di un termine nel

caso specifi co lrsquouso di una forma verbale a livello pragmatico6 In altre parole per

raggiungere i loro scopi interazionali i parlanti usano risorse linguistiche sfruttando

alcune sfumature di signifi cato di un termine allrsquointerno del contesto interazionale

Frequentemente questi sviluppi danno origine a processi di pragmaticalizzazione

ciclici diacronicamente diffusi e stabili che condividono molte caratteristiche con

percorsi di arricchimento pragmatico ampiamente noti come la riorganizzazione

strutturale del sistema della negazione nelle lingue romanze (Jespersen (1917))7 Il carattere ciclico dei processi implicati costituisce la lsquomeccanicarsquo del mutamento

pragmatico poicheacute evidenzia i processi e le cause che sono alla base di diversi per-

corsi di pragmaticalizzazione Qui si esemplifi cheragrave il ciclo di pragmaticalizzazione

6 Cfr Traugott Dasher (2002) Kaltenboumlck et alii (2011)7 Per approfondimenti ed esemplifi cazioni relativi ai cicli di pragmaticalizzazione cfr

Ghezzi Molinelli (2012) Molinelli (2010) e Hansen (2014)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

154

di alcuni marcatori interazionali di cortesia (MIC) che a partire dal latino quaeso ha

dato origine ad it prego fr je vous en prie rum mă rog

Questi processi interagiscono con lsquomeccanismirsquo del mutamento pragmatico

ovvero con le proprietagrave morfosintattiche delle strutture che sono alla base dei MIC

nel caso specifi co verbi performativi che hanno favorito i percorsi di pragmaticaliz-

zazione

In questo lavoro si analizza il carattere ciclico dei processi (la meccanica) mentre

si rimanda a Ghezzi (in stampa) per lrsquoesplicitazione dei meccanismi cioegrave delle pro-

prietagrave morfosintattiche dei verbi performativi di origine

Si esemplifi ca qui il carattere ciclico della formazione di segnali funzionali attra-

verso lrsquoanalisi dello sviluppo di MIC con valore richiestivo

Questo gruppo di MIC in genere ha la funzione pragmatica di favorire la coe-

sione sociale percheacute codifi ca

(a) le caratteristiche della relazione tra parlante e interlocutore

(b) la loro identitagrave sociale (il loro grado di potere e di distanza sociale allrsquointerno del contesto

comunicativo)

(c) il tipo di atto linguistico realizzato (una richiesta o unrsquoofferta)

Questi segnali sono dunque ancorati al contesto storico-sociale e alle norme socio-

culturali che lo caratterizzano Ogni atto linguistico infatti egrave anche un atto di iden-

titagrave (Le Page Tabouret-Keller (1985 315)) attraverso il quale il parlante colloca se

stesso e gli altri nello spazio sociale attraverso aspetti linguistici e pragmatici regole

di interazione sociale convenzioni socio-culturali in base ai quali un comportamento

ottiene un giudizio di appropriatezza

La considerazione globale di questi aspetti che costituisce lrsquolaquoetichetta comuni-

cativaraquo guida il parlante nelle sue scelte comunicative e lrsquoaspetto piugrave visibile di questa

applicazione egrave costituito dal sistema della cortesia (politeness cfr Brown Levinson

(1987))

Lrsquoetichetta comunicativa opera quindi nel contratto conversazionale tra i parlanti

nel singolo contesto comunicativo che varia al variare del contratto conversazionale

(laquorelativitagrave comunicativaraquo) Parallelamente varia in base al contesto socioculturale

che si differenzia tra culture ma anche in relazione al periodo storico di riferimento

nella medesima cultura (laquorelativitagrave socioculturaleraquo Blum-Kulka (1992))

Come esempio prendiamo qui in esame alcuni MIC in latino italiano rumeno e

francese In quanto MIC questi verbi mitigano la forza illocutiva di una richiesta e

hanno quindi una funzione coesiva a livello sociale analizzando dialoghi parlati o

scritti questi MIC tipicamente si riscontrano in atti potenzialmente minacciosi della

faccia come gli ordini e le richieste

In particolare il confronto interlinguistico tra latino e lingue romanze permetteragrave

ora di evidenziare alcuni processi simili di sviluppi funzionali il cui punto di partenza

egrave un verbo performativo e il punto drsquoarrivo egrave un MIC

MOLINELLI

155

2 I marcatori di cortesia da verbi performativi

Un verbo performativo quando diventa MIC ha la funzione di

(a) asserire la sinceritagrave del parlante (Busse (2002))

(b) indicizzare la deissi sociale poicheacute rifl ette la negoziazione del parlante dei bisogni dellrsquoin-

terlocutore anche sulla base del contesto storico-culturale di riferimento e conseguen-

temente delle nozioni di faccia positiva e negativa (cfr Brown Levinson (1987) Trau-

gott Dasher (2002) Held (2005))

(c) costituire una mossa di supporto con cui attenuare o mitigare una richiesta (cfr Ghezzi in stampa Culpeper Archer (2008 73-76) sullrsquoingl pray)

Tali proprietagrave costituiscono meccanismi fondamentali che favoriscono lrsquoavvio di

percorsi di pragmaticalizzazione Per le lingue qui in esame egrave possibile ricostruire

diverse fasi nello sviluppo dei MIC a partire dal valore performativo del verbo origi-

nario

Il punto di partenza latino egrave costituito da una coppia di verbi performativi (rogo

vs quaesoquaero a cui si aggiunge una terza forma precor per quanto meno atte-

stata) Uno di questi verbi egrave anche specializzato pragmaticamente come MIC giagrave nel

latino di Plauto quaeso

(16) Hoc quod te rogo responde quaeso (Plaut Merc 214)

ldquoRispondi a ciograve che ti chiedo per favorerdquo

(17) At ego patriam te rogo quae sit (Plaut Persa 635) ldquoMa ti chiedo qual egrave il tuo Paeserdquo

(18) tela precor pueri promite acuta magis (Prop 2 9 37)

ldquoVi prego fanciulli scagliate dardi piugrave acutirdquo

La coppia di temi quaes-rog- produce tre forme di cui una quaeso prevalente-

mente fossilizzata e solo di valenza interazionale lrsquoaltra quaero forma verbale con

paradigma ad alta produttivitagrave senza valenza pragmatica la terza rogo con entrambe

le possibilitagrave8 Questa situazione puograve essere raffi gurata con lo Schema 1 sottostante

Schema 1 - Sviluppi funzionali in latino

Il verbo quaerere con il signifi cato di ldquochiedere cercarerdquo a sua volta dagrave origine a

verbi romanzi con signifi cati diversi (it chiedere fr queacuterir spport querer rum a cere) nessuno dei quali perograve mantiene la funzione pragmatica latina

8 Cfr Molinelli (2010) e Ghezzi Molinelli (2012)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

156

Le evoluzioni pragmatiche delle forme latine nelle diverse lingue romanze sono

rappresentate nello Schema 2 Il valore di MIC del lat quaeso (in ovale nello schema)

si perde nelle lingue romanze

Schema 2 - Sviluppi pragmatici dei verbi performativi latini

quaeso rogo precor (gli ovali indicano i MIC)

In rumeno il valore di cortesia egrave assunto dal verbo di origine latina rogo attra-

verso lrsquoespressione formulaica vămă rog invece in italiano e in francese un altro

verbo performativo scarsamente attestato in latino (precor) assume il valore di MIC

(it prego fr je vous en prie)

Lrsquoesito romanzo dei tre verbi performativi latini non esaurisce le strategie pragma-

tiche per veicolare la cortesia ad esempio in francese coesistono le formule je tevous en prie e srsquoil tevous plaicirct entrambe originatesi da frasi mentre altre lingue (spagnolo

e portoghese) hanno progressivamente privilegiato strategie diverse attraverso lrsquouti-

lizzo di perifrasi nominali (ad es lo sp por favor) Lrsquoitaliano stesso ha entrambe le

possibilitagrave (prego e per favore) cfr es (19)

(19) a) rom Icircmi citeşti o poveste te rog

b) fr Srsquoil te plaicirct lis-moi une histoire

Tais-toi je trsquoen prie

c) sp Lee una historia por favor d) it Leggimi una favola per favoreti prego

Interessante al riguardo egrave il francese contemporaneo in cui coesistono anche se

non sempre con funzioni sovrapponibili le due varianti deverbali da plaire e prier

rispettivamente cfr es (20) e (21)

(20) Hilda Srsquoil te plaicirct Ne sois pas mon ennemie (Sartre Le diable et le bon dieu II 6 IV

Frantext)

(21) Rentrons chez nous disait-elle agrave Raymond je trsquoen prie (Garat Pense agrave demain Fran-

text)

MOLINELLI

157

Unrsquoindagine campione su opere teatrali del 1500 e del 1900 nel corpus Frantext

evidenzia una diminuzione di frequenza dei marcatori derivati da prier ed un aumento

di quelli aventi come base plaire9 (cfr Tabella 2)

Tabella 2 - Occorrenze e frequenze dei MIC derivati da plaire e prier in francese

MIC da plaire MIC da prier

occorrenze frnr10 occorrenze frnr10

1500 31 39 185 235

1900 89 109 101 124

3 I contesti drsquouso dei verbi

Lrsquoevoluzione dei contesti sintattici drsquouso delle forme qui prese in esame rifl ette

lrsquoevoluzione pragmatica dei MIC appena accennata

Nellrsquoacquisizione di valore pragmatico egrave importante sottolineare che i verbi per-

formativi considerati divengono progressivamente parentetici (Ghezzi Molinelli

(2012) Thompson Mulac (1991) sui verbi epistemici)

Per il latino lrsquoitaliano il francese e il rumeno egrave possibile ricostruire percorsi

paralleli in cui il verbo drsquoorigine passa dallrsquoessere predicato reggente di una subordi-

nata argomentale allrsquoavere un minor grado di legame sintattico con la proposizione

seguente allrsquouso parentetico Dal punto di vista del legame sintattico tra i due blocchi

si passa dunque dalla subordinazione alla coordinazione alla perdita di valore pre-

posizionale del MIC

Latino - quaeso

quaeso ut (es 22) quaeso + congiuntivo (es 23) gt

quaeso + imperativo (es 24) gt

quaeso (es 25)

(22) Blepharo quaeso ut aduocatus mihi adsis neue abeas (Plaut Amph 1037)

ldquoBelfarone (ti) prego di assistermi come avvocato e di non andartenerdquo

(23) quaeso videas ut satis honestum nobis sit eas Romae esse (Cic Att 7 14)

ldquoTi prego guarda che [hellip]rdquo (24) Hoc quod te rogo responde quaeso (Plaut Merc 214)

ldquoRispondi a ciograve che ti chiedo per favorerdquo

(25) haec cum inter gemitus lacrimasque fudissem detersit ille pallio vultum et ldquoquaesordquo inquit ldquoEncolpi fi dem memoriae tuae appellordquo (Petron 91 8)

9 Per il verbo plaire oltre alla voce plaicirct si sono considerate anche le forme plaise e pleirot10 Frequenza normalizzata per 100000 parole

CILPR 2013 ndash SECTION 2

158

ldquoE dopo aver pronunciato quelle parole in un profl uvio di gemiti e lacrime lui mi asciugograve

la faccia col mantello e disse ldquoPer favore Encolpio mi affi do alla tua memoriardquo

Italiano - prego

(io) tivi prego che (es 26) (io) tivi prego di (es 27) gt

ti vi La prego + imperativo (es 28) gt

prego (es 29 e 30)

(26) Io vi priego che voi il pigliate (Boccaccio Decameron II 1)

(27) Pregovi per tutte le sacre leggi drsquoamicizia e drsquo amore di non tradirmi (Goldoni Il servi-tore di due padroni I 20)

(28) Non glielo dite vi prego (Goldoni I puntigli domestici II 17)

(29) Alzate le mani gli astenuti prego (LIP MC)

(30) Grazie

Prego di niente

Francese - prier (Rickard (1982))

Je vous prie que + congiuntivo (es 31)gt

Je vous prie (deagrave) + infi nito (dal 1650) (es 32) gt

Je vous priesje trsquoen prie + imperativo (es 33) gt

Je vous priesje trsquoen prie (es 34)

(31) Je vos pri que vos me diez qui vos estes (La Queste del Saint Graal ed Pauphilet p 260

1115-16)

(32) Je vous prie de bien celler ce conseil (Livre du chevalier de la Tour Landry p 280)

(33) Je te prie laisse le en paix et me sers et je trsquoen sauray moult bon greacute (Froissart Chroni-ques Paris ms fr 2656 (80 v) 3-46)

(34) Horton laisse moy dormir je trsquoen prie (Froissart Chroniques Paris ms fr 2659 (64 v)

3-46)

Rumeno ndash a ruga

Vă Te rog să + congiuntivo (es 35)gt

Vămă rog + imperativo (es 36) gt

Măvă rog (es 37)

(35) Și rog și pre domnia voastră pre cari vă va dărui Dumnezeu cu domnia Țării Rumănești icircn urma noastră ori de veți hi de roada pacircntecelui nostru ori dintr-alt neam să nu călcați nici să stricați această pomeană a domniii mele ce o am făcut spre mare folos

lăcuitorilor Țării Rumănești[] (Hrisov Cacircmpulung 1669)

ldquoE domando a voi a cui il Signore faragrave dono dopo di noi del regno di Valacchia - che

siate o meno del nostro stesso sangue - di non togliere o danneggiare tutto ciograve che io ho

fatto di bene agli abitanti della Valacchiardquo

(36) Vină mă rog mai degrabă adăogă călăreţul (Urechia Coliba 96)

ldquoVenite prego il cavaliere aggiunserdquo

(37) Pe cine căutaţi mă rog domniilor voastre (Sadoveanu Fraţii Jderi 260)

ldquoChi cercate vi prego gentile signorerdquo

MOLINELLI

159

Osservando i percorsi di pragmaticalizzazione delle lingue qui analizzate egrave possi-

bile proporre alcune considerazioniNelle lingue in esame il verbo ha inizialmente diverse possibilitagrave sintattiche a

partire dallrsquoavere come argomento una subordinata esplicita introdotta da una con-

giunzione La struttura parattattica alternativa senza marca favorisce lo sviluppo

parentetico la cancellazione del complemento oggetto (tipicamente un pronome) egrave

possibile poicheacute coincide con il destinatario e diventa ridondante con lrsquoimperativoLrsquoaumento di frequenza del verbo con funzione parentetica nella periferia destra o

in posizione intermedia occorre tipicamente in un contesto volitivo11 che rappresenta

un importante contesto di transizione (anche contesto critico o contesto ponte) per lo

sviluppo della funzione pragmatica

Se per le lingue qui considerate il verbo nella periferia sinistra puograve ancora essere

interpretato come performativo nella periferia destra o in posizione intermedia ha

invece una chiara funzione parentetica di cortesia in questo caso potragrave essere inter-

pretato come una formula che attenua lrsquoimperativo ed esprime in modo saliente defe-

renza verso lrsquointerlocutore assumendo quindi valori intersoggettivi In tali contesti il

grado di forza illocutiva dellrsquoatto direttivo diminuisce gli elementi non verbali diven-

tano rilevanti e lrsquoatto puograve essere suddiviso in due nuclei pragmatici il primo che

contiene il verbo non piugrave interpretabile come performativo ma come parentetico con

funzione attenuativa il secondo che porta il carico della struttura informativaI verbi performativi latini e romanzi qui analizzati sono stati sottoposti a pro-

cessi di opacizzazione semantica progressiva fi ssazione morfosintattica del verbo

alla prima persona del presente indicativo rafforzamento delle funzioni pragma-

tiche e loro routinizzazione gli originari performativi sono diventati MIC grazie ad

uno sviluppo intrecciato di fattori di tipo sintattico e pragmatico indipendente dalla

struttura sintattica caratterizzante ciascuna lingua lrsquooriginario predicato si specia-

lizza nellrsquoassolvere solo un ruolo pragmatico di tipo interpersonale perde il suo ruolo

dal punto di vista morfosintattico e il suo contenuto proposizionale Di conseguenza

la frase originariamente subordinata acquisisce indipendenza sintattica e maggiore

importanza in termini di struttura informativa come risultato di una diminuzione del

legame morfosintattico con il contenuto informativo nella prima parte

4 In conclusione

Lrsquoanalisi della relazione tra meccanica e meccanismi del mutamento pragmatico

nella formazione dei MIC utilizzati per fare una richiesta considerando in partico-

lare latino italiano francese e rumeno ha evidenziato alcuni aspetti interessanti

I verbi che in latino hanno acquisito una funzione pragmatica come MIC (lat

quaeso amabo) non vengono ereditati dalle lingue romanze dove si formano MIC

11 Per il latino le completive non introdotte da ut per le altre lingue lrsquoimperativo cfr Molinelli Rizzi (1993)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

160

originati da predicati e sintagmi diversi con signifi cato analogo (in it prego fr je vous en prie rum vă rog) oppure diverso (fr srsquoil vous plaicirct it per favore) Il performativo

rogo spesso alternativo a quaeso pur non completando in latino il percorso di prag-

maticalizzazione rimane soltanto in rumeno

In modo del tutto simile a quanto descritto da Jespersen (1917) in relazione ai cicli

della negazione questi che defi niamo cicli di pragmaticalizzazione rappresentano

processi ricorrenti produttivi e iterativi alla base della lsquomeccanicarsquo del mutamento

pragmaticoQuesti sviluppi funzionali a livello pragmatico correlano con alcuni lsquomeccanismirsquo

e mutamenti a livello formale Come si egrave dimostrato per le lingue qui prese in esame

nelle fasi iniziali il processo di pragmaticalizzazione egrave favorito da alcune proprietagrave

semantiche e pragmatiche delle fonti dei MIC (ad es il valore performativo dei verbi)

mentre in fasi successive il processo viene rinforzato da due fenomeni lrsquoaumento nella

libertagrave sintattica del verbo originario rispetto alla struttura della frase e la fi ssazione

della forma

I mutamenti sociali e culturali che caratterizzano il contesto linguistico di rife-

rimento hanno certamente un ruolo in questi cicli di pragmaticalizzazione Lrsquoevolu-

zione del sistema francese egrave un esempio interessante il fr je vous (en) prie egrave ancora

frequente come MIC ma la variante concorrente srsquoil vous plaicirct sembra essersi impo-

sta Un simile sviluppo egrave stato analizzato in alcuni studi sullrsquoinglese in cui pray egrave stato

progressivamente sostituito da please probabilmente proprio per contatto dal fran-

cese (Lutzky - Demmen (2013) Akimoto (2000 79) Traugott Dasher (2002 255))

Busse (2002 31) spiega questo sviluppo sulla base di un cambiamento nelle strate-

gie legate alla cortesia e sostiene che laquoa shift in polite requests has taken place from

requests that assert the sincerity of the speaker (I pray you beseech you etc) to those

that question the willingness of the listener to perform the request (please)raquo Questo

farebbe pensare ad una sostituzione di un marcatore orientato al parlante (je vous en prie) ad un marcatore orientato allrsquointerlocutore (srsquoil vous plaicirct) che ben rappresenta

un mutamento generalizzato da cortesia positiva a negativa

A tal proposito Bax (2010 67) afferma

[t]he current preoccupation with other-face differs materially from historically earlier

conceptions Not only is [hellip] early modern politeness display primarily a device for self-pres-

entation and self-assertion (with a degree of recognition or enhancement of the addresseersquos

face as a side effect at best) there is every appearance that earlier on during the medieval

millennium minding onersquos manners was also generally motivated by lsquoselfi shrsquo reasons

I segnali interazionali una volta di piugrave mostrano la rilevanza della nozione di

lsquovalorersquo di saussuriana memoria poicheacute un elemento acquisisce valore (signifi cato

norme drsquouso) solo allrsquointerno del contesto anche extralinguistico in cui egrave usato

Universitagrave di Bergamo Piera MOLINELLI

MOLINELLI

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163

Latinum Circa Romanccedilum1

Eacutetude sur la langue de la Vita Sancte Eufrosine (BHL Nordm 2722)

du manuscrit H55 de la Bibliothegraveque interuniversitaire de

Montpellier (BuM)

1 La sociolinguistique diachronique

Les eacutetudes sur les systegravemes linguistiques en usage dans la Romania principale-

ment la Galloromania pendant lrsquoAntiquiteacute tardive et le Haut Moyen-Age ont eacuteteacute

renouveleacutees agrave partir de la fi n des anneacutees quatre-vingt par la sociolinguistique diachro-

nique ou reacutetrospective (Cotelli 2009) illustreacutee en France par les travaux de Michel

Banniard (1992)

Notre communication se situe dans ce courant de recherches tout en srsquoen distin-

guant par un refus de lrsquoexclusion a priori de recherches plus traditionnelles fondeacutees

sur la grammaire historique et la philologie classique drsquoun cocircteacute (Vielliard 1927 Pei

1932) drsquoune approche reconstructrice plus reacutecente deacuteveloppeacutee par R de Dardel

(1996 1958) de lrsquoautre

Nous appliquerons la deacutemarche sociolinguistique agrave un texte hagiographique du

VIIe siegravecledeacutebut du VIIIe siegravecle la Vita Sancte Eufrosine

2 Vita Sancte Eufrosine

La Vita Sancte Eufrosine (BHL Ndeg2722) a eacuteteacute transmise dans le manuscrit BuM

H55 fol 139r-142v originaire de Lorraine ou de la Bourgogne du Nord et datant du

deacutebut du IXe siegravecle Elle fut eacutecrite agrave partir du folio 140v par un scribe de lrsquoeacutecole de

Metz (style Angilram) (De Stryker Gribomont 1965 368-370 Bischoff 1998 2004

II 198 Nordm2822 Moretus 1915-1916 251-255) Lrsquoeacutetude de la langue du texte suggegravere

toutefois une premiegravere reacutedaction au VIIedeacutebut du VIIIe s (Boucherie 1871 24)

Le texte rapporte lrsquohistoire drsquoune jeune fi lle Euphrosyne ayant peut-ecirctre veacutecu agrave

Alexandrie au Ve s qui refusant de se marier se travestit en homme et se retire dans

un couvent de moines Elle y vivra heureuse et estimeacutee par les moines pendant 38 ans

1 Luumldtke (1964 19) lrsquoexpression est tireacutee de Meneacutendez Pidal Oriacutegines del espantildeol EspasaCape 1964 459 Cette communication est fondeacutee sur notre thegravese de doctorat Reisdoerfer (2006)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

164

accueillant et consolant mecircme son propre pegravere effondreacute par la perte de sa fi lle Ce

nrsquoest qursquoau seuil de la mort qursquoelle reacuteveacutelera sa veacuteritable identiteacute2

La vita fait partie drsquoune seacuterie de reacutecits hagiographiques apparus entre le IVe et le

VIIe s sur une aire greacuteco-orientale qui racontent tous avec des variantes lrsquohistoire

drsquoune monachoparthenos drsquoune jeune fi lle qui se travestit en homme et souvent se

retire dans un couvent de moines3

La citation liminaire de notre communication deacutecrit bien la latiniteacute du texte lati-num circa romanccedilum maxime coram laicis un latin preacutepareacute pour ecirctre reacuteciteacute devant

une communauteacute de laici en passe de perdre son latin (VIIedeacutebut du VIIIe s) ou

lrsquoayant deacutejagrave perdu (deacutebut du IXe s)4

3 Eacutetude de la langue de la Vita Sancte Eufrosine

Nous chercherons drsquoabord agrave mettre en eacutevidence comment le scribe a adapteacute un

texte reacutedigeacute agrave lrsquoorigine dans un latin eacutecrit tardif (deacutesormais LET IIIe-Ve s) pour un

auditoire pratiquant un latin parleacute tardif de phase 2 employeacute aux Ve-VIIe s (deacutesor-

mais LPT2) en recourant ainsi agrave la terminologie de Banniard (2006 32-33) Nous

nous appuyons sur un modegravele communicatif fonctionnant dans une situation de com-

munication verticale orale dans un contexte religieux Aux VIIendashIXe s des audi-

toires drsquoillitterati continuaient drsquoavoir une maicirctrise passive acceptable drsquoeacutenonceacutes en

latin eacutecrit tardif (IIIe-Ve s) Au niveau seacutemantique les mots latins eacutetaient globale-

ment compris La morphologie et les structures syntaxiques de base du LET parfois

directement heacuteriteacutees du latin classique eacutecrit subsistent souvent agrave cocircteacute de formes et de

structures nouvelles

(i) futur saluaueris (I 80 l 210)5

(ii) passif suscipitur (I 56 l 97)

(iii) deacuteponents loquebatur (I 104 l 347 l 351)

(iv) marquage du compleacutement de nom par le geacutenitif curam habens pauperum (I 38 l 6)

(v) ablatif absolu Et congregatis omnibus fratribus (I 82 l 229)

(vi) AcI Et iussit abbas foras de monasterio hellip manere patrem cum puella (I 48-50 l 56-58)

La maicirctrise passive du LET aux VIIendashIXe s devrait srsquoexpliquer entre autres par le

fait que les illitterati restaient en contact avec cette langue par le biais du latin drsquoeacuteglise

auquel ils eacutetaient confronteacutes dans leurs pratiques religieuses Afi n de captiver les

auditoires drsquoillitterati et drsquoeacuteviter les problegravemes de compreacutehension il eacutetait cependant

devenu indispensable drsquoadapter des textes reacutedigeacutes en LET c-agrave-d de les rapprocher

sur le plan du lexique du phoneacutetisme et de la morphosyntaxe du LPT2 familier agrave

2 Sur la vie de sainte Euphrosyne cf Bautz (1990-)3 Sur lrsquointerpreacutetation du thegraveme de la monachopartheacutenie cf Reisdoerfer (2011)4 Sur la langue du texte cf Selig (1989 123) (1992 152)5 Les reacutefeacuterences aux pages et aux lignes renvoient agrave notre eacutedition (2006) accessible en ligne

REISDOERFER

165

lrsquoauditoire6 Cela eacutetait drsquoautant plus neacutecessaire pour des textes destineacutes agrave ecirctre reacuteciteacutes

en public7 pour assurer non seulement la compreacutehension du texte mais aussi la fl u-

iditeacute de la reacutecitation le lector devait avoir sous les yeux un texte preacutepareacute qui sur le

plan de la phoneacutetique drsquoabord et surtout8 du lexique et de la morphosyntaxe ensuite

se rapprochait de la langue pratiqueacutee par lrsquoauditoire Or la mise en eacutevidence tregraves fi ne

de ces adaptations est faciliteacutee en lrsquooccurrence par lrsquoexistence de diffeacuterentes versions

du mecircme texte9

(1) version A ms H55 BuM reacutedigeacutee en latin meacuterovingien (latin eacutecrit tardif de phase 2)

editio princeps Boucherie (1871) cf eacutegalement Reisdoerfer (2006)

(2) version B reacutedigeacutee en latin eacutecrit tardif des IIIe-Ve s et conserveacutee dans deux manuscrits

(a) ms 168 fol 211r-212v Bibliothegraveque municipale de Valenciennes fi n du XIIIe s eacutecriture

italienne () abbaye de Saint-Amand Molinier-Liegravevre (1894 XXV 259-260) editio princeps Reisdoerfer (2011) (BmV)

(b) le texte fragmentaire du ms U3 fol 16r-16v de la Bibliothegraveque municipale de Rouen XIe

s abbaye de Feacutecamp Poncelet (1904 156) editio princeps Reisdoerfer (2002) (BmR)

La comparaison entre les versions A et B en faisant clairement ressortir les adap-

tations opeacutereacutees par le scribe du VIIedeacutebut du VIIIe s nous donnera non seulement

de preacutecieux renseignements sur les modaliteacutes de la communication verticale du VIIe s

jusqursquoau deacutebut du IXe s mais entrouvre surtout une petite fenecirctre sur la langue orale

pratiqueacutee par les laici au moment mecircme ougrave se preacuteparait le passage de la latinophonie

agrave la romanophonie

4 Les adaptations

41 Adaptations phoneacutetiques

Drsquoapregraves le modegravele communicationnel adopteacute il fallait srsquoattendre agrave ce que les adap-

tations phoneacutetiques soient les plus nombreuses et les plus manifestes Elles confegraverent

au texte son identiteacute meacuterovingienne

On relegraveve entre autres le marquage de la fermeture de certaines voyelles

(a) Ē accentueacute transcrit par la graphie ltigt

Rogo uos fratres labores sustenḭte unam septimanam (I 96 l 303) sustinete (BmV p

243)

Drsquoapregraves Vielliard (1927 5) et Pei (1932 20) le passage de Ē accentueacute agrave i est un des

faits marquants du latin meacuterovingien La graphie ltigt pourrait transcrire une pronon-

6 Sur lrsquoadaptation de textes hagiographiques agrave lrsquoeacutepoque meacuterovingienne cf Banniard (1992 259-261) et Luumldtke (2009 588-593)

7 Sur la lecture agrave haute voix de textes hagiographiques agrave lrsquoeacutepoque meacuterovingienne cf Banniard (1992 256 258)

8 Cf Luumldtke (2009 583-584) 9 Sur cette maniegravere de proceacuteder cf Auernheimer (2003 46)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

166

ciation tregraves fermeacutee de ē tendant vers i (Stotz 1996 III 15 sect12) ou bien eacuteventuellement

annoncer deacutejagrave la diphtongue ei (VIe s Zink 1986 57-59) attesteacutee en ancien-fran-

ccedilais10 Ē inaccentueacute aboutit eacutegalement tregraves souvent agrave i surtout apregraves -s 11 Au sud de

lrsquoItalie -i a eacuteteacute conserveacute (Bec 1970 I 106) Enfi n Ĕ inaccentueacute passe eacutegalement agrave i dans toutes les positions12

(b) Ō accentueacute transcrit par la graphie ltugt

Deus qui cognusces hominem antequam natus sit [hellip] (I 52 l 76-78) cognoscis (BmR

p 715 BmV p 237)

Ō accentueacute libre ou fermeacute aboutit souvent agrave -u- On admet geacuteneacuteralement que sous

lrsquoaction du bouleversement quantitatif Ō accentueacute a ducirc se fermer agrave tel point que sa

prononciation se rapprochait de celle de -u- 13 On observe un traitement semblable

pour Ō et Ŏ inaccentueacutes Ces fermetures pourraient marquer un affaiblissement de

la voyelle -o

42 Adaptations morphologiques

421 Modifi cations seacutemantiques

Nous traiterons ici lrsquoeacutevolution seacutemantique de ille qui de deacutemonstratif proprement

dit agrave valeur deacuteictique devient entre autres un anaphorique reprenant un eacuteleacutement citeacute

preacuteceacutedemment dans le texte

[hellip] inuentus est ibidem onus senex seruos Dei orans adtentissime in ipsa ecclesia [hellip] Et uidit illum ipsa castissima [hellip] (I 64 l 139-142) eum (BmV p 238)

Les occurrences de ille anaphorique sont attesteacutees degraves le 1er s apregraves J-C en latin

parleacute (Vaumlaumlnaumlnen 1981 120 sect270) et des pronoms de rappel baseacutes sur ille se retrouvent

dans pratiquement toutes les langues romanes (Alliegraveres 2001 53-66)

422 Reacuteductions de traits grammaticaux14

(a) On observe la simplifi cation du systegraveme des pronoms relatifs

(1) On trouve qui agrave la place de quae (nomin f sg)

fi lia mea qui de lumbus meis exiuit [hellip] (I 106 l 362-363) fi lia mea quae (BmV p

245)

(2) et quem agrave la place de quam

Vade in ecclesia quem construcxit Theodosius imperatur [hellip] (I 64 l 134-135) quam

(BmR p 716 BmV p 238)

10 Pei (1932 20) Vielliard (1927 9) pour lrsquoanc-fr cf Foucheacute (1952-1961 II 223-224) et ibid la Remarque I p 224 Bourciez (1967 71-73 sect54)

11 Pei (1932 44-46) Vielliard (1927 22-24) Bonnet (1968 106-13) Stotz (1996 III 18-20 sect14)12 Pei (1932 39-44) Vielliard (1927 18-22) Stotz (1996 23-24 sect165-168)13 Pei (1932 30) Vielliard (1927 13-14) Bonnet (1968 126-30) Stotz (1996 III 48-51 sect39)14 Sur la reacuteduction grammaticale c-agrave-d la suppression de traits grammaticaux cf de Dardel

(2007b 108)

REISDOERFER

167

Les quelques occurrences de notre texte reacutevegravelent une tendance vers la simplifi -

cation de la morphologie des relatifs par lrsquoabolition des distinctions de genre et de

nombre Qui devient le pronom relatif sujet du masculin et du feacuteminin quem le pro-

nom relatif cod singulier et pluriel du masculin du feacuteminin et du neutre Cette sim-

plifi cation eacutetait favoriseacutee par lrsquoeacutebranlement geacuteneacuteral du systegraveme casuel et des confu-

sions au niveau phoneacutetique qui quae et quem eacutetant prononceacutes indiffeacuteremment KE15

(b) On procegravede aussi agrave la reacutegularisation des paradigmes verbaux

Dum autem non potebat portare dolores pater puelle [hellip] (I 94 l 294-295) poterat

(BmR p 718) posset (BmV p 243)

En latin lsquovulgairersquo (Vaumlaumlnaumlnen 1981 136 sect315) et meacuterovingien (Vielliard 1927

174) lrsquoimparfait classique de posse ldquo pouvoir rdquo poteram fut lsquoreacutegulariseacutersquo en potebat potibat16 On retrouve la mecircme reacutefection de formes anomales pour le paradigme de

uelle ldquo vouloir rdquo lorsque uult est refait en uolit forme rattacheacutee agrave uolēre (Bec 1970 I

it XVII 1 p 143)

(c) Imperfectum pro perfecto(1) Dum autem non potebat portare dolores pater puelle ambolabat ad ipso monasterio et actauit se ante pedes beati abbatis [hellip] (I 94 l 294-296) ambulauit (BmR 718

BmVp 243)

(2) Et uidit illum ipsa castissima salutabat eum dixitque ei puella [hellip] (I 64-66 l 142-143)

salutauitque (BmR p 716) salutauit (BmV p 238)

Nous avons releveacute un certain nombre drsquooccurrences drsquoimparfaits notamment avec

le verbe ambulare17 deacutesignant une action de la trame eacuteveacutenementielle et remplaccedilant

donc un parfait18 Vielliard (1927 222-23) et Pei (1932 278-279) relegravevent la mecircme sub-

stitution dans leur corpus Le pheacutenomegravene est eacutegalement analyseacute par Haverling (2005

170-171) (1999 368-369) Il est malaiseacute de lrsquoexpliquer Il se pourrait que le LPT2 ait

peu ou prou abandonneacute le parfait classique qui avait le deacutesavantage de preacutesenter une

morphologie complexe (Serbat 1994 125-126) pour le remplacer en partie par lrsquoim-

parfait et en partie par le nouveau parfait analytique du type episcopum inuitatum habes (Serbat 1994 126-127) Ce dernier devait toutefois ecirctre employeacute drsquoabord au

sens drsquoun parfait comme le montre la situation en ancien-franccedilais parleacute (Foulet 1974

227-228 sect329-330) Il se peut eacutegalement que le LPT2 ait eacuteteacute infl uenceacute par le vieux-

haut-allemand qui au passeacute ne connaissait qursquoun seul temps le preacuteteacuterit (Schrodt

2004 127 sect121 16-18 sect8)

15 Vielliard (1927 148-49) Bonnet (1968 389-90) Pei (1932 175-180) et Loumlfstedt (1911 131-33) pour la situation dans les langues romanes cf Bec (1970 I it IV 3 p 76 occ I 19 p 417-418 cat I 24 p 473-474) Joly (2012 80-82)

16 Pour les langues romanes cf Bec (1970 I it V 10 p 83-84)17 Le sens premier inacheveacute drsquoambulare ldquo se promener rdquo attire lrsquoimparfait Serbat (1994 120)18 Sur le systegraveme imparfait-parfait en latin cf Ernout (1951 223-224 sect244) et Haverling (2005

165-166)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

168

423 Innovations

La premiegravere innovation est la formation drsquoun article

(1) In una autem die fuit festiuitas dedicationis monasterii et transmisit abbas fratrem de

monasterio ut inuitaret patrem puelle in ipsam festiuitatem accedere ad illos hellip Audiens autem castissima puella rogauit introducere ipso monacho [hellip] (I 54-56 l 86-89 91-92)

introducere ipsum monachum (BmR 715) monachum introire (BmV p 237) [hellip] ἡ Εὐφροσύνη προσκαλεῖται τograveν ἀδελφoacuteν Boucherie (1883 198)

(2) Et frequentabat se in ipso monasterio [hellip] (I 100 l 326) monasterium (BmV p 244)

ἀπέρχεται είς τὸν κοινόβιον Boucherie (1883 202)

Notre texte recourt essentiellement agrave lrsquoarticloiumlde ipse (Aebischer 1948) alors que

ille pourtant promis agrave un si bel avenir comme article dans les langues romanes rem-

place surtout lrsquoanaphorique is

Dans la Vita Sancte Eufrosine ipse peut ecirctre (a) deacutemonstratif (b) emphatique =

ille (c) anaphorique (Selig 1992 154-155) (d) article (e) synonyme de idem (Selig

1992 153-156) (f) intensif (emploi canonique) Lrsquoemploi de ipse comme article nrsquoest

jamais obligatoire Le groupe ipse laquo article raquo + nom est donc toujours un syntagme mis

en eacutevidence (Selig 1992 184-185 208)

Ipse articloiumlde a en geacuteneacuteral la double valeur drsquoactualisateur19 et drsquoanaphorique

Dans le syntagme ipso monacho (1) ipse actualise le nom et renvoie en mecircme temps

au syntagme fratrem de monasterio20 Dans lrsquoexemple (2) la valeur anaphorisante est

plus vague et crsquoest surtout la fonction drsquoactualisateur qui domine Le mot accompagne

souvent des personnages ou des eacuteleacutements importants du reacutecit Enfi n ipse articloiumlde

eacutetait deacutejagrave preacutesent dans la version B (LET des IIIe-Ve s) et son emploi fut simplement

eacutetendu dans la version meacuterovingienne A

Plusieurs causes ont eacuteteacute avanceacutees pour expliquer lrsquoeacutemergence drsquoarticles en latin

parleacute (Selig 1992 79-105) comme la neacutecessiteacute de marquer par la preacutedeacutetermination

le cas le genre et le nombre de substantifs dont lrsquoeacutevolution phoneacutetique avait changeacute

voire fait disparaicirctre les deacutesinences (Selig 1992 82-86) Relevons deux faits pour la

Vita Sancte Eufrosine (a) dans ce texte traduit du grec lrsquoemploi de lrsquoarticle fut favo-

riseacute par lrsquoexistence drsquoun article dans la langue source (b) lrsquoemploi de lrsquoarticloiumlde ipse

actualisateur surtout de lexegravemes importants et anaphorique renforce la coheacutesion et la

clarteacute et partant la compreacutehension drsquoun texte probablement reacuteciteacute devant un public

dont la latinophonie eacutetait devenue chancelante et qui avait besoin de repegraveres et de

structures clairs (Selig 1992 145)

Vnus est utiliseacute comme article indeacutefi ni (cf ex1)21 Lrsquoarticle indeacutefi ni est moins

freacutequent que le deacutefi ni La structure unus article indeacutefi ni + nom est deacutejagrave en place dans

19 Guillaume (1919 19-25) Selig (1992 107-110)20 Sur cet emploi cf Ledgeway (2012 90)21 Sur lrsquoarticle indeacutefi ni dans la Vita Sancte Eufrosine cf Selig (1992 76-77)

REISDOERFER

169

la version B (LET des IIIe-Ve s) les prodromes de lrsquoeacutevolution se manifestant deacutejagrave en

latin classique et en latin classique parleacute

43 Adaptations syntaxiques

431 Reacuteductions

(a) On observe le deacutemantegravelement du systegraveme hexacasuel

(1) [hellip] venit pater eius de platea ciuitatis et interrogauit monacho [hellip] (I 62 l 125-126)

monachum (BmR p 716 BmV p 238)

(2) Audiens autem ipse pater sponso con fi lio quid contegit [hellip] (I 88 l 258-259) ipse pater sponsi (BmV p 242)

(3) [hellip] uenit pater suus in monasterio et post orationem dixit ad abbati [hellip] (I 108 l 371-

372) abbati (BmV p 246)

(4) Voles uidere bonum hominem eunuchus de palatium Thodosio imperatori retrusum (I 100 l 328-330) Theodosii imperatoris (BmV 244)

Le systegraveme casuel est fortement eacutebranleacute dans notre texte qui preacutesente par exem-

ple pour la 2e deacuteclinaison du masculin une pluraliteacute de systegravemes imbriqueacutes les uns

dans les autres

(1) un systegraveme bi-casuel cas sujetcas reacutegime en -o qui exprime des fonctions aussi diverses

que lrsquoaccusatif le datif le compleacutement de nom le compleacutement preacutepositionnel

(2) un systegraveme bi-casuel cas sujetcas reacutegime qui exprime toutefois les fonctions datif et

compleacutement de nom par les preacutepositions ad et de (3) un systegraveme tri-casuel cas sujet cas reacutegime

1 et cas reacutegime

2 ougrave le cas reacutegime

2 issu du datif

du latin classique sert agrave marquer les compleacutements de nom (Herman 2000 56-57)

Les systegravemes (1) et (2) annoncent deacutejagrave les structures de lrsquoancien-franccedilais (Joly

2012 216-234) La disparition du systegraveme casuel correspond drsquoabord agrave une dynamique

profonde des langues europeacuteennes vers un syncreacutetisme des cas (Serbat 1994 66) Ce

mouvement sera renforceacute et acceacuteleacutereacute en latin par les imperfections du systegraveme mecircme

(la plurifonctionnaliteacute de certaines deacutesinences domino pour le datif et lrsquoablatif) et

les eacutevolutions phoneacutetiques affectant ces deacutesinences Ainsi apregraves la fermeture de -o- en -u- et la chute du -m agrave lrsquoaccusatif singulier la deacuteclinaison de dominus au singulier

en latin parleacute du 1er siegravecle apr J-C ne preacutesentera-t-elle que 3 formes diffeacuterentes

nominatif dominus geacuten domini dat-acc-abl domino

(b) Dum devient lrsquounique conjonction causalo-temporelle avec les sens ldquo lorsque rdquo (ex 1) et

ldquo parce que rdquo (ex 2)

(1) Dum autem uidit sancta castissima ancilla Dei se paratam esse ut migraret de hoc seculo ad Dominum rogat uenire patrem suum [hellip] (I 110 l 389-391) Ut (BmV p 246)

(2) [hellip] illi non potuit recognuscere fi liam suam dum de nimiam adfl ictioni sui fuerat affl icta [hellip] (I 102 l 337-339) Quia (BmV p 244)

Le systegraveme des causalo-temporelles simplifi eacute dans notre texte est domineacute par

une seule conjonction dum (avec 29 occurrences) avec une pluraliteacute de sens ldquo tant

CILPR 2013 ndash SECTION 2

170

que pendant que quand lorsque puisque parce que comme rdquo22 Dum est geacuteneacutera-

lement suivi de lrsquoindicatif parfois du subjonctif surtout du subjonctif plus-que-par-

fait introduit probablement sous lrsquoinfl uence de cum23 Agrave cocircteacute de dum temporel on

trouve deux occurrences de quando une de quomodo La causaliteacute peut eacutegalement

ecirctre exprimeacutee par quia Les occurrences du texte montrent que lrsquoextension du sens

de dum et lrsquoaugmentation de sa freacutequence drsquoemploi ont deacutejagrave commenceacute en latin eacutecrit

tardif et que le pheacutenomegravene srsquoest simplement renforceacute en latin meacuterovingien Dans les

langues romanes la conjonction a laisseacute peu de traces mentre ldquo tandis que rdquo en vieil-

italien (Bec 1970 I ital II 1 41-42) et (en) dementres que ldquo pendant que rdquo24 en ancien-

franccedilais issu de lat dum interim (Ernout 1985 187 b) Le deacuteveloppement de dum

en conjonction causalo-temporelle unique semble donc drsquoabord ecirctre une eacutevolution

limiteacutee aux diffeacuterents systegravemes latins postclassiques

432 Innovations

Lrsquoeacutevolution vers un ordre des mots roman est une innovation importante On la

trouve dans

[hellip] rogauuit itaque pro suum fi lium [hellip] (I 48 l 47-48) pro fi lio suo (BmV p 236)

Lrsquoexemple de la version meacuterovingienne preacutesente deacutejagrave une structure romane lsquodeacuteter-

minant ndash deacutetermineacutersquo (comme fr son fi ls) alors que le manuscrit de la BmV conserve la

structure latine lsquodeacutetermineacute ndash deacuteterminantrsquo

44 Les adaptations lexicales

Le lexique change peu drsquoune version agrave lrsquoautre Dans les passages suivants

(1) [hellip] Vir autem suus in grandem tribulationem erat [hellip] (I 38 l 9) [hellip] magna [hellip] (BmV

p 235)

(2) Vidensque eum mulier in merore uallido (I 40 l 12) uxor sua (BmV p 235)

nous avons releveacute deux remplacements remarquables deux termes pratiquement pan-

romans grandis REW 327b et mulier REW 472a remplacent les mots du latin clas-

sique magna et uxor

5 Conclusions

Ce texte donne un premier aperccedilu sur la complexiteacute de la situation linguistique

dans lrsquoest de la France en Lorraine ou en Bourgogne aux VIIe s et deacutebut du VIIIe s

(a) La population eacutetait probablement multilingue pratiquant soit passivement soit

activement des langues germaniques (langues franque burgonde25) un latin tardif des

22 Sur dum causal cf Hofmann et al (1972 613-614 sect 330)23 Vielliard (1927 235-236) Bonnet (1890 685-686) Hofmann et al (1972 614-615 sect 330)24 Godefroy (1881 2 498c-499a DMF sub endementres25 Sur le bilinguisme dans le royaume franc cf Polenz (2009 29)

REISDOERFER

171

IIIe-Ve s et un latin tardif des Ve-VIIe s se rapprochant deacutejagrave drsquoun roman eacutevoluant par la

suite en ancien-franccedilais le latinum circa romanccedilum

(b) Il est probable que non seulement les lettreacutes les clerici mais aussi les illitterati continuaient

agrave avoir au moins une connaissance passive du latin tardif des IIIe-Ve s

(c) La langue que tous clerici et illitterati devaient pratiquer activement est selon nous un

latin en mutation au niveau de la phoneacutetique de la grammaire surtout moins au niveau

du lexique Ces mutations tantocirct eacuteloignent cette langue du diasystegraveme latin en annonccedilant

un systegraveme roman (systegravemes casuels relatif) tantocirct se situent encore agrave lrsquointeacuterieur du

diasystegraveme latin (extension de lrsquoemploi de dum) Nous avons deacutenommeacute ce latin avec

Banniard latin parleacute tardif de phase 2 (Ve-VIIe s)

(d) Au regard de ces mutations drsquoaucuns (R de Dardel 2007a 14-15 R Wright 1982

43-44 261-262) vont plus loin encore en admettant que cette langue soit par rapport

au diasystegraveme latin une veacuteritable lsquolangue par distanciationrsquo une langue Abstand (Kloss

1978) langue qursquoon pourrait appeler protoroman et qui serait le preacutedeacutecesseur direct de

lrsquoancien-franccedilais

(e) Pour plusieurs raisons nous pensons que cette langue parleacutee qui apparaicirct parfois sous

le latin eacutecrit tardif des Ve-VIIe s se situe toujours dans un diasystegraveme latin Certains

domaines geacuteneacuteralement consideacutereacutes comme caracteacuteristiques pour le passage du latin au

franccedilais26 notamment le passif analytique ne sont guegravere toucheacutes par les variations Quant

au lexique il reste solidement ancreacute dans le diasystegraveme latin Lrsquointercompreacutehension entre

une personne pratiquant le LPT2 (VendashVIIe s) et une autre recourant au LET de phase 2

des Ve-VIIe s (le latin meacuterovingien) voire au LET (IIIe-Ve s) paraicirct eacutegalement assureacutee

(f) La langue de base du texte le latin eacutecrit tardif des Ve-VIIe s appeleacute communeacutement latin meacuterovingien repreacutesente agrave nos yeux une tentative originale lanceacutee par les clerici pour

faire du latin parleacute tardif de phase 2 une lsquolangue par eacutelaborationrsquo une langue Ausbau

(Kloss 1978) ancreacutee toutefois dans la latinitas et fonctionnant dans lrsquoadministration

le notariat notamment et dans le domaine religieux La politique linguistique de

la reacuteforme carolingienne (Admonitio generalis27) en procircnant un retour au latin des

Pegraveres de lrsquoEacuteglise en insistant sur la correction grammaticale des textes et en exigeant

la prononciation de chaque graphegraveme a mis fi n agrave cette expeacuterience et a lanceacute drsquoun

cocircteacute le latin du moyen-acircge de lrsquoautre une formidable dynamique drsquoeacutemancipation et

drsquoeacutelaboration du latinum circa romanccedilum qui eacutevoluera en ancien-franccedilais

Mais lagrave nous quittons deacutefi nitivement le monde antique pour entrer de plain-pied

dans la civilisation du medium aevum

Institut grand-ducal Luxembourg Joseph REISDOERFER

26 Pour ces domaines cf par exemple Ledgeway (2012 2-3)27 Sur ces textes cf Auernheimer (2003 108-123)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

172

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Reisdoerfer Joseph 2011 laquo Crsquoest lrsquohabit qui fait le moine Eacutedition de la version valenciennoise

de la Vita Sanctae Euphrosynae (BHL 2722) raquo Zeitschrift fuumlr antikes Christentum 15 (2)

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175

Lat tepidus fr tiegravede ital tiepido eacutetude lexicale

Lrsquoadjectif tepidus appartient agrave la seacuterie latine des adjectifs de tempeacuterature qui

comprend notamment frīgidus (ldquo froid rdquo) calidus (ldquo chaud rdquo) feruidus (ldquo brucirclant rdquo)

ou encore gelidus (ldquo geleacute rdquo) Tepidus renvoie agrave une notion relative situeacutee entre les

deux antonymes que sont calidus et frigidus et se traduit habituellement par ldquo tiegravede rdquo

Il appartient agrave une importante famille lexicale qui associe adjectifs en -idus verbes

drsquoeacutetat en -ēre et substantifs en -or1 Les adjectifs qui preacutesentent le suffi xe -idus laquo deacutecri-

vent les diffeacuterents facteurs exteacuterieurs ou inteacuterieurs (aux ecirctre animeacutes ou inanimeacutes)

qui peuvent affecter lrsquohomme dans son rapport avec lui-mecircme ou avec le monde raquo

(Sznajder 2002 59) Les adjectifs de tempeacuterature trouvent donc parfaitement leur

place dans cette seacuterie

Notre objectif dans la ligne des eacutetudes de typologie lexicale actuelles2 consacreacutees

au domaine de la tempeacuterature est de deacuteterminer le champ drsquoapplication de cet adjec-

tif en latin agrave quel type de tempeacuterature fait-il exactement reacutefeacuterence Par ailleurs

drsquoun point de vue seacutemantico-reacutefeacuterentiel la notion de tieacutedeur est-elle deacutefi nie par rap-

port au chaud (plus froid que chaud) par rapport au froid (plus chaud que froid) ou

indiffeacuteremment par rapport agrave lrsquoune ou lrsquoautre de ces deux notions Y a-t-il des entiteacutes

qui suscitent un systegraveme speacutecifi que drsquoeacutevaluation de la tempeacuterature Quelles sont les

meacutetaphores associeacutees agrave la notion de tieacutedeur en latin

Nous procegravederons agrave une comparaison avec lrsquoadjectif signifi ant ldquo tiegravede rdquo en franccedilais

contemporain en nous demandant si fr tiegravede srsquoemploie dans les mecircmes conditions que

lat tepidus Pourquoi la notion de tieacutedeur qui est graduable en latin ne lrsquoest-elle pas

en franccedilais Un parallegravele sera aussi fait avec lrsquoitalien tiepido

Le deacutepouillement des textes latins srsquoest fait agrave lrsquoaide de la Library of Latin texts

(series A) de Brepols Notre recherche a porteacute sur une peacuteriode allant des plus

anciennes attestations (IIIe siegravecle av JC) jusqursquoau Ve siegravecle ap JC Tepidus appa-

raicirct degraves les textes les plus anciens mais est agrave peu pregraves trois fois moins employeacute que

calidus (ldquo chaud rdquo) et frigidus (ldquo froid rdquo) on relegraveve 377 occurrences de tepidus3 des

deacutebuts de la latiniteacute au Ve siegravecle ap JC contre 1076 occurrences de calidus4 et

1 Cf Fruyt (2006 15) Sur lrsquoorigine du suffi xe -idus voir Pultrovaacute (2007) et Olsen (2003 240-243)

2 Cf Koptjevskaja -Tamm (2011 2012 2015)3 Ainsi que de lrsquoadverbe tepide qui lui est associeacute4 Et lrsquoadverbe calide

CILPR 2013 ndash SECTION 2

176

1315 de frigidus5 peut-ecirctre parce que la notion de tieacutedeur a des champs drsquoapplica-

tion plus restreints que ceux de la chaleur ou du froid Nous suivrons les emplois

du terme de ses emplois les plus anciens de la peacuteriode archaiumlque jusqursquoagrave la peacuteriode

classique6

1 Eacutetymologie

Pour Rix (1998 5747) la base tep- signifi e ldquo ecirctre chaud rdquo Ernout Meillet (1967

685 su tepeo) posent le mecircme sens ldquo ecirctre chaud rdquo pour la racine et expliquent laquo dans

ce sens tepeo srsquoest retrouveacute en concurrence avec drsquoautres verbes notamment caleo et

a tendu agrave prendre la nuance de lsquoecirctre modeacutereacutement chaud ecirctre tiegravedersquo ce qui est lrsquoaccep-

tion usuelle (au sens physique ou moral) raquo Si lrsquoon tient compte de lrsquoeacutetymologie et de ce

problegraveme de concurrence avec caleo il faudrait poser agrave lrsquoorigine pour tepidus le sens

ldquo moins chaud que calidus rdquo ldquo peu chaud rdquo (plutocirct que ldquo peu froid rdquo) drsquoougrave ldquo tiegravede rdquo8

Nous verrons agrave lrsquousage des contextes si cette hypothegravese est pertinente

Nous caracteacuteriserons les emplois de ce terme en recourant agrave des paramegravetres pro-

poseacutes par Koptjevskaja-Tamm (2012 375) pour une eacutetude inter-linguistique du voca-

bulaire de la tempeacuterature agrave savoir la distinction entre des emplois visant la tempeacute-

rature ressentie au toucher la tempeacuterature ambiante ou la tempeacuterature corporelle

subjective ressentie de lrsquointeacuterieur par le locuteur9

Les premiegraveres attestations de lrsquoadjectif se rencontrent chez Ennius Accius et

Caton crsquoest-agrave-dire degraves les deacutebuts de la litteacuterature latine dont nous ayons des traces

(IIIe et IIe siegravecles av JC)

2 Tempeacuterature tactile

Chez Ennius et Accius le terme se rencontre avec une acception tactile dans lrsquoex-

pression tepidus sanguis (ldquo sang tiegravede rdquo) Il srsquoagit drsquoexprimer la tempeacuterature ressentie

quand lrsquoon touche du sang reacutepandu hors du corps

21 Chaleur drsquoun eacuteleacutement agrave tempeacuterature du corps

211 Chaleur du sang verseacute hors du corps et que lrsquoon touche

Ainsi peut-on lire chez Ennius dans un extrait drsquoAjax10

5 Et lrsquoadverbe frigide6 Nous ne ferons que peu drsquoexcursus dans les textes de la peacuteriode tardive car ils ne preacutesentent

pas drsquoeacutevolution notable pour les emplois de tepidus7 Voir de mecircme Mallory Adams (1997 263) su heat8 Sens proposeacute dans le Dictionnaire latin-franccedilais de F Gaffi ot9 Pour ces critegraveres voir aussi Plank (2003)10 Ennianae poesis reliquiae ed Vahlen Johannes Leipzig Teubner 1854 fragment 5 = The

tragedies of Ennius ed Jocelyn Hanry D Cambridge CUP 1967 fragment 12

ROESCH

177

IV 20 Aiax misso sanguine tepido tullii effl antes uolant

ldquo Le sang tiegravede ayant eacuteteacute reacutepandu les jets qui srsquoeacutecoulent sortent rapidement rdquo

Ou chez Accius11

III (3) Vulnere taetro deformatum suo sibi lautum sanguine tepido

ldquo Enlaidi par une horrible blessure baigneacute dans son propre sang tiegravede rdquo

Cette association entre le sang et la tieacutedeur se rencontre aussi chez les auteurs

ulteacuterieurs12 comme Ovide chez qui on peut lire en Ars 3 395-396 agrave propos des jeux

du cirque

Spectentur tepido maculosae sanguine harenae metaque feruenti circueunda rota (Ov ars 3 395-396)

ldquo Qursquoils regardent le sable souilleacute de sang tiegravede et les bornes que doivent contourner [les

chars] de leur roue brucirclante rdquo

Cela dit chez Ovide lui-mecircme ainsi que chez drsquoautres auteurs tels Virgile Seacutenegraveque

et chez Ennius (Fragment 1 9913) lrsquoadjectif calidus peut aussi ecirctre employeacute comme

eacutepithegravete de sanguis14 (ou de sa variante cruor15) avec la mecircme valeur de tempeacuterature

du sang verseacute hors du corps Cela confi rme le lien ancien entre les racines tep- et

cal- pour deacutesigner la chaleur Dans ses emplois ulteacuterieurs tepidus srsquoapplique aussi agrave

des liquides autres que le sang agrave tempeacuterature du corps comme le lait ou les larmes

212 Lait chaud

Chez Virgile lrsquoadjectif srsquoemploie pour le lait fraicircchement tireacute utiliseacute lors des ceacutereacute-

monies funegravebres pour Polydore16

Inferimus tepido spumantia cymbia lacte sanguinis et sacri pateras animamque sepul-chro condimus (Verg Aen 3 66-68)

ldquo Nous apportons des coupes mousseuses de lait tiegravede et des pategraveres de sang sacreacute et nous

enfouissons cette acircme dans le tombeau rdquo

11 Extrait de Stasiastae uel Tropaeum Tragicorum Romanorum fragmenta v 606 p 215 ed Ribbeck Otto Leipzig Teubner 18712 = Accius Œuvres ed Dangel Jacqueline Paris CUF 1995 fragment IV

12 Lrsquoexpression tepidus sanguis se rencontre en Ov ars 3 395 Sil 7 610 tepidus cruor en Verg Aen 6 248 Aen 8 106 Sil 12 328

13 Ennianae poesis reliquiae ed Vahlen Johannes Leipzig Teubner 1854 Annales fragment 58 = Quinto Ennio Annali ed Flores Enrico et al vol I Napoli Liguori editore 2000 livre I fragment 44

14 Pour calidus sanguis voir Ov fast 1 321 met 14 754 met 6 238 Hor epist 1 3 33 Cels 4 2 5 26 Verg Aen 9 422 Sen HercO 298 Thy 1054 sans compte les multiples occur-rences chez Lucain et Silius Italicus

15 Calidus cruor est un syntagme plus rare cf Ov met 1 158 met 9 132 Lucan 4 28716 Voir aussi Ov met 7 247 fast 4 745-746

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La mousse sur le dessus des coupes montre que le lait est encore chaud Crsquoest ce

que confi rme le commentaire de Servius en ad Aen 3 66 tepido lacte statim mulcto

ldquo avec un lait tiegravede crsquoest-agrave-dire qui vient drsquoecirctre trait rdquo 17

213 Larmes

Ovide utilise quant agrave lui tepidus pour caracteacuteriser les larmes en met 4 673-675 agrave

propos drsquoAndromegravede sur son rocher18

Vidit Abantiades nisi quod leuis aura capillos mouerat et tepido manabant lumina fl e-tu marmoreum ratus esset opus (Ov met 4 673-675)

ldquo Perseacutee la vit et si un vent leacuteger nrsquoavait pas agiteacute sa chevelure si ses yeux nrsquoavaient pas

reacutepandu des larmes tiegravedes il aurait penseacute que crsquoeacutetait une statue de marbre rdquo

214 Objet chauffeacute par le corps humain

Si tepidus est freacutequemment employeacute pour eacutevoquer la chaleur des fl uides corporels

il sert aussi agrave renvoyer agrave des objets chauffeacutes par leur contact avec le corps humain19

Ainsi chez Properce en 1 16 21-22 le tepidum limen20 (ldquo seuil tiegravede rdquo) est un seuil en

pierre chauffeacute par le corps de lrsquoamant qui srsquoy est endormi

Nulla ne fi nis erit nostro concessa dolori turpis et in tepido limine somnus erit (Prop

1 16 21-22)

ldquo Est-ce qursquoaucun reacutepit ne sera accordeacute agrave notre douleur et est-ce que nous dormirons

honteusement sur un seuil tiegravede rdquo

215 Chaleur du corps humain en vie

De maniegravere geacuteneacuterale la tempeacuterature tiegravede du corps humain21 est associeacutee agrave la

vie22 la mort eacutetant deacutecrite en termes de froid avec lrsquoadjectif frigidus23 Ainsi chez

Virgile24 en Aen 3 626-62725 tepidus srsquoapplique-t-il aux corps fraicircchement tueacutes donc

encore chauds des hommes que deacutevore le Cyclope

17 Pour cette expression voir aussi Ov met 9 339 fast 4 54818 Cf aussi Ov met 10 360 met 10 50019 Voir Ov met 4 162-163 Verg Aen 9 419 Aen 9 70120 Cf aussi Catull 63 64-6521 Chez Ovide lrsquoexpression tepidus sinus est freacutequente pour deacutesigner le sein de lrsquoamant ars 2

360 ars 3 212 ars 3 622 Lrsquoadjectif calidus peut aussi srsquoemployer pour la chaleur du corps humain comme chez Lucregravece (3 654) ou Seacutenegraveque (epist 102 26)

22 Cf chez Ovide en met 10 281-282 agrave propos de la statue qui srsquoanime et dont Pygmalion tombe amoureux un emploi de ce type du verbe tepere

23 Cf lrsquoexpression frigida mors chez Virgile en Aen 4 38524 Voir aussi Aen 10 554-55625 Servius commente ce passage en ad Aen 3 627 et associe la notion de tieacutedeur agrave celle de vie

tepidi melius lsquo tepidi rsquo quasi adhuc uiui quam lsquo trepidi rsquo (laquo tepidi il a bien fait drsquoemployer tepidi comme srsquoils eacutetaient encore vivants plutocirct que trepidi raquo)

ROESCH

179

Vidi atro cum membra fl uentia tabo manderet et tepidi tremerent sub dentibus artus (Verg Aen 3 626-627)

ldquo Jrsquoai vu quand il macircchait leurs membres deacutegoulinants drsquoun sang noir et quand leurs arti-

culations tiegravedes tremblaient sous ses dents rdquo

Si manifestement les emplois les plus anciens renvoient agrave un eacuteleacutement chauffeacute

par le corps humain lrsquoadjectif sert aussi par ailleurs agrave indiquer la chaleur de tout

objet qui a eacuteteacute chauffeacute par le feu et preacutesente agrave la suite de ce processus une chaleur

modeacutereacutee et agreacuteable pour le corps Il est souvent question drsquoun liquide (eau ou eacuteven-

tuellement huile) Cela nrsquoest pas surprenant la notion de tieacutedeur eacutetant tout particu-

liegraverement appliqueacutee agrave lrsquoeacuteleacutement liquide dans la plupart des langues (cf Koptjevskaja-

Tamm 2012) Crsquoest en effet un eacuteleacutement omnipreacutesent tant dans la nature que dans les

maisons avec un usage quotidien ougrave la tempeacuterature est un vecteur de confort

22 Chaleur modeacutereacutee drsquoun eacuteleacutement ou drsquoun objet chauffeacute par le feu

221 Eau (ou tout autre liquide) chauffeacutee par le feu dans lrsquousage domestique

Chez Celse dans les textes meacutedicaux26 il est souvent question de chauffer de lrsquoeau

ou un meacutedicament27 La chaleur du liquide est partie prenante du remegravede Ainsi lrsquoeau

tiegravede aide agrave vomir28

Nam si uenter fl uit aut si stomachus non continet ubi febris decreuit liberaliter oportet aquam tepidam potui dare et uomere cogere (Cels 3 6 15)

ldquo Car si le ventre se vide ou si lrsquoestomac ne garde rien quand la fi egravevre a diminueacute il faut

donner geacuteneacutereusement agrave boire de lrsquoeau tiegravede et forcer le malade agrave vomir rdquo

Si lrsquoadjectif tepidus semble srsquoappliquer preacutefeacuterentiellement agrave un liquide il se ren-

contre aussi pour tout objet qui a eacuteteacute en contact avec le feu et en a gardeacute une chaleur

reacutesiduelle

26 La meacutedecine animale fait aussi appel agrave lrsquoeau tiegravede (aqua tepida) Ainsi chez Varron en rust 2 1 23 elle est indiqueacutee pour le beacutetail qui souffre de fi egravevre agrave qui on fera en outre une onction avec de lrsquohuile et du vin tiegravedes (oleo et uino tepefacto) Voir encore Varro rust 316 14

27 Voir par exemple Cels 6 7 4 Cato agr 157 16 158 228 Pour la tepida aqua comme une aide au vomissement voir aussi Cels 1 3 22 ou 3 12 3 En

Cels 4 20 3 il est cette fois question de mulsum tepidum (laquo hydromel tiegravede raquo) Lrsquoeau tiegravede peut aussi ecirctre utiliseacutee en affusion pour ceux qui ont des maux de tecircte en alternance avec lrsquoeau chaude et lrsquoeau froide (cf Cels 1 4 22) cf encore Cels 4 15 ou 6 7 Mais lrsquoeau tiegravede sert encore agrave lrsquousage domestique quotidien Pline lrsquoAncien (nat 19 34 115) indique ainsi qursquoune fois saleacutee elle sert agrave la conservation des oignons et de lrsquoail

CILPR 2013 ndash SECTION 2

180

222 Objet chauffeacute par le feu en train de refroidir

Ainsi chez Ovide29 la tempeacuterature deacutesigneacutee par tepidus est-elle celle des cendres

Inque foco tepidum cinerem dimouit et ignes suscitat hesternos (Ov met 8 641-642)

ldquo Dans le foyer il eacutecarte les cendres tiegravedes et ranime le feu de la veille rdquo

Le feu constituant la reacutefeacuterence du chaud la tieacutedeur se deacutefi nit donc comme un

moindre degreacute de chaleur

23 Chaleur modeacutereacutee de lrsquoeau chauffeacutee par le soleil

La tieacutedeur peut aussi se rencontrer dans le monde naturel30 dans ce cas crsquoest le

soleil qui est agrave lrsquoorigine de cette tempeacuterature En Meacutedeacutee 72531 il est question du fl euve

Hydaspe qui coule dans une reacutegion tregraves chaude drsquoougrave la tieacutedeur de ses eaux

Has aluit altum gurgitem Tigris premens Danuuius illas has per arentes plagas tepidis Hydaspes gemmifer currens aquis (Sen Med 723-725)

ldquo [Parmi ces herbes] le Tigre qui creuse un gouffre profond a nourri les unes le Danube

les autres lrsquoHydaspe qui renferme des pierres preacutecieuses et court dans des reacutegions arides en

a quant agrave lui nourri drsquoautres de ses eaux tiegravedes rdquo

24 Tempeacuterature intermeacutediaire entre le froid et le chaud

Mais indeacutependamment de ces reacutefeacuterences au corps humain au feu refroidi ou au

soleil - ougrave lrsquoeacutetalon de la chaleur est bien eacutetabli - la notion tactile de tieacutedeur peut ecirctre

deacutecrite comme un eacutetat meacutedian intermeacutediaire entre le chaud et le froid une tempeacutera-

ture moins chaude que le chaud ou plus chaude que le froid Seacutenegraveque en epist 92 21

souligne la gradation froid chaud tiegravede32

Frigidum inquit aliquid et calidum nouimus inter utrumque tepidum est sic aliquis bea-tus est aliquis miser aliquis nec beatus nec miser Volo hanc contra nos positam imaginem excutere Si tepido illi plus frigidi ingessero fi et frigidum si plus calidi adfudero fi et nouis-sime calidum (Sen epist 92 21)

ldquo Nous connaissons dit-il le froid et le chaud entre les deux il y a le tiegravede de la mecircme

maniegravere quelqursquoun est heureux malheureux ou ni lrsquoun ni lrsquoautre Je veux faire un sort agrave cette

image qursquoon nous oppose Si jrsquoajoute du froid au tiegravede il deviendra froid si jrsquoy reacutepands plus

de chaleur il deviendra fi nalement chaud rdquo

29 Voir aussi Sen Tro 85-86 (tepido puluere) Ov epist 6 92 (tepidis rogis) Verg Aen 11 211-212 agrave propos de la terre tiegravede qui se mecircle aux braises drsquoun brasier funeacuteraire

30 Cet adjectif srsquoapplique aussi au terme umor (laquo liquide raquo) chez Virgile en georg 1 117 ougrave il est question drsquoun tepidus umor que lrsquoon trouve dans les champs imbibeacutes drsquoeau

31 Voir aussi Oed 604-607 ougrave Seacutenegraveque oppose le gelidus Strymon (laquo le Strymon geleacute raquo) ainsi que les Arctoas niues (laquo neiges arctiques raquo) au tepens Nilus (laquo le Nil tiegravede raquo)

32 Voir aussi Cels 1 4 2-3

ROESCH

181

Au sein de cette gradation du chaud au froid le tiegravede peut ecirctre indiffeacuteremment

preacutesenteacute comme plus froid que chaud33 ou plus chaud que froid34 Par exemple chez

Lucregravece agrave propos des symptocircmes de la peste drsquoAthegravenes la tieacutedeur de la peau des per-

sonnes enfi eacutevreacutees est eacutetonnante car on srsquoattendrait agrave la trouver plus chaude

Nec nimio cuiquam posses ardore tueri corporis in summo summam feruescere par-tem sed potius tepidum manibus proponere tactum (Lucr 6 1163-1165)

ldquo Et on ne pouvait remarquer chez personne que la peau et la surface du corps fussent

brucirclantes drsquoune chaleur corporelle excessive mais elles offraient plutocirct au toucher une sen-

sation de tieacutedeur rdquo

Tandis que chez Seacutenegraveque en Phaedr 381-383 la pluie est deacutecrite comme tiegravede

car elle est plus chaude que la neige froide

Lacrimae cadunt per ora et assiduo genae rore irrigantur qualiter tauri iugis tepido madescunt imbre percussae niues (Sen Phaedr 381-383)

ldquo Les larmes tombent sans trecircve le long de son visage et ses joues sont mouilleacutees de roseacutee

comme les neiges qui srsquoamollissent frappeacutees par la pluie tiegravede sur les monts du Taurus rdquo

Ces emplois concernant la tempeacuterature tactile sont les plus anciens Degraves lrsquoeacutepoque

de Varron (Ier siegravecle av JC) tepidus est employeacute aussi pour renvoyer agrave la tempeacuterature

ambiante le terme qualifi e la chaleur modeacutereacutee de lrsquoatmosphegravere drsquoun lieu

3 Tempeacuterature ambiante

31 Tempeacuterature drsquoun lieu clos ou non

La tieacutedeur peut ecirctre obtenue dans une maison en chauffant une piegravece jusqursquoagrave une

tempeacuterature agreacuteable pour le corps Columelle explique ainsi agrave propos des jeunes

poulets qursquoils doivent ecirctre gardeacutes au tiegravede35

Sed et curandum erit ut tepide habeantur nam nec calorem nec frigus sustinent (Colum

8 5 19)

ldquo On prendra soin que [les poulets] soient maintenus agrave une tempeacuterature tiegravede car ils ne

peuvent supporter ni la chaleur ni le froid rdquo

Mais la tieacutedeur ambiante se rencontre aussi en exteacuterieur dans certaines reacutegions

Crsquoest un sujet freacutequemment eacutevoqueacute dans les traiteacutes agricoles quand il srsquoagit de donner

33 Voir aussi pour le substantif tepor le passage de Tacite hist 3 32 3 il est question drsquoAntonius qui veut se laver agrave lrsquoissue drsquoun combat Is balineas abluendo cruori propere petit Excepta uox est cum teporem incusaret statim futurum ut incalescerent (laquo Celui-ci gagne rapidement les bains pour se laver du sang Comme il se plaignait de la tieacutedeur de lrsquoeau on entendit une voix qui disait qursquoils allaient tout de suite la reacutechaufferraquo) Voir aussi Cels 4 15 4

34 Cf aussi Cels 2 30 3 ougrave lrsquoaqua tepida (laquo lrsquoeau tiegravede raquo) est opposeacutee agrave lrsquoaqua perfrigida (laquo lrsquoeau glaceacutee raquo)

35 Pour cette expression locus tepidus voir aussi Varro rust 3 9 Cels 1 3 5

CILPR 2013 ndash SECTION 2

182

des conseils sur les cultures adapteacutees agrave tel ou tel climat chez Columelle36 par exem-

ple en 2 7

Sed de his prius disseremus quae nostra causa seminantur memores antiquissimi prae-cepti quo monemur ut locis frigidis nouissime tepidis celerius calidis ocissime iaciamus (Colum 2 7)

ldquo Mais nous parlerons drsquoabord des plantes qui sont semeacutees pour notre usage En gardant

en meacutemoire le preacutecepte tregraves ancien qui nous avertit de semer en dernier dans les lieux froids

plus rapidement dans les lieux tiegravedes le plus tocirct possible dans les lieux chauds rdquo

32 Tempeacuterature du vent

Lrsquoadjectif sert aussi agrave qualifi er la tempeacuterature du vent cet emploi est tregraves freacutequent

en poeacutesie (Virgile Seacutenegraveque Catulle Ovide37) en particulier agrave propos de lrsquoAuster ou

du Notus preacutesenteacutes comme des vents agreacuteables par leur tieacutedeur ainsi chez Seacutenegraveque38

en Phaedr 20-22

Vos qua tepidis subditus austris frigora mollit durus Acharneus (Sen Phaedr 20-22)

ldquo Vous [allez] lagrave ougrave le dur mont Acharne adoucit ses tempeacuteratures rigoureuses soumis

aux tiegravedes vents du midi rdquo

33 Tempeacuterature du printemps

Par extension tepidus est associeacute au printemps saison de tempeacuterature modeacutereacutee

par Ovide en fast 5 601-60239

Tum mihi non dubiis auctoribus incipit aestas et tepidi fi nem tempora ueris habent (Ov

fast 5 601-602)

ldquo Alors si jrsquoen crois des garants certains commence lrsquoeacuteteacute et crsquoest la fi n de la peacuteriode du

tiegravede printemps rdquo

La notion de tieacutedeur eacutevoque donc principalement une tempeacuterature ressentie

soit par la main (tempeacuterature tactile) soit par lrsquoensemble du corps (tempeacuterature

ambiante) Les eacuteleacutements auxquels lrsquoadjectif tepidus srsquoapplique majoritairement sont

lrsquoeau (ainsi que toute sorte de liquide) et lrsquoair (lrsquoatmosphegravere)40 Il srsquoagit drsquoindiquer des

contextes dans lesquels ces eacuteleacutements sont dans une zone de confort pour le corps La

notion de tempeacuterature corporelle nous semble centrale ici en effet si lrsquoon remonte

aux occurrences les plus anciennes lrsquoeacuteleacutement prototypiquement tepidus est le sang

Nous pourrions donc poser pour cet adjectif un sens ancien ldquo agrave la tempeacuterature du

36 Voir aussi Colum 11 2 3337 Voir Ov am 1 4 12 am 1 7 56 am 2 8 20 Pont 4 10 43 Pont 4 12 35 ars 3 174 Verg

georg 2 331 (pour le Zeacutephyr)38 Cf Herc O 729 Catull 64 282 (tepidihellip Fauoni)39 Voir aussi Ov fast 1 662-663 et Sen Hercf 840 Voir Koptjevskava-Tamm (2012 375)

ROESCH

183

corps chaud comme le corps rdquo La racine tep- signifi ant ldquo ecirctre chaud rdquo il y aurait lagrave

une speacutecialisation pour deacutesigner un type de tempeacuterature moyenne eacutequivalente agrave celle

du corps et agreacuteable au toucher

4 Tempeacuterature subjective

Sans surprise le terme nrsquoest pas employeacute pour deacutecrire la tempeacuterature corporelle

ressentie par le sujet parlant Comme le souligne Koptjevskaja-Tamm (2011 407) le

corps humain dont la tempeacuterature correspond exactement agrave cette notion de tiegravede

(il nrsquoest perccedilu ni comme chaud ni comme froid) nrsquoest en geacuteneacuteral pas deacutecrit agrave lrsquoaide

de lrsquoadjectif ldquo tiegravede rdquo puisque preacuteciseacutement il srsquoagit de sa tempeacuterature normale La

tempeacuterature subjective est deacutecrite quand le locuteur ressent une gecircne par rapport agrave

la norme il a une sensation de chaud ou de froid (par exemple en cas de fi egravevre ou de

frissons)

5 Meacutetaphores images associeacutees

Au-delagrave de ces emplois bien concrets tepidus preacutesente aussi des emplois meacutetapho-

riques dans le domaine des sentiments amoureux ou dans le vocabulaire de la rheacuteto-

rique

51 Sentiment amoureux

511 Amour qui nrsquoest pas fort ou qui srsquoatteacutenue

La meacutetaphore du feu est banale dans lrsquoAntiquiteacute pour renvoyer au sentiment amou-

reux Celui-ci est deacutecrit en termes de chaleur avec lrsquoadjectif calidus ou des verbes tels

calere ou ardere si la passion est un feu quand celle-ci faiblit les fl ammes aussi et la

chaleur diminue Il nrsquoest donc pas eacutetonnant qursquoun amour mourant soit deacutecrit comme

tiegravede comme chez Ovide41 en am 2 19 15-16

Sic ubi nexarat tepidosque refouerat ignis rursus erat uotis comis et apta meis (Ov am 2 19 15-16)

ldquo Ainsi quand elle mrsquoavait enchaicircneacute et qursquoelle avait agrave nouveau attiseacute mes sentiments

tiegravedes agrave nouveau elle eacutetait douce et accessible agrave mes vœux rdquo

512 Sentiment amoureux naissant et progressant en intensiteacute

Mais chez Ovide le verbe tepere (ainsi que sa variante praetepesco) peut aussi

srsquoemployer avec un sens inverse pour indiquer un amour qui croicirct et non qui dimi-

41 Voir aussi ars 2 445 Fac timeat de te tepidamque recalface mentem (laquo Fais en sorte qursquoelle ait des craintes agrave ton sujet et embrase agrave nouveau son acircme tiegravede raquo) rem 629 434 am 2 2 51-54 rem 7 (Saepe tepent alii iuuenes ego semper amaui) Lrsquoadjectif srsquoemploie aussi au sein de la litote haud tepidus pour indiquer un amour qui est calidus donc bien actif cf Ov met 11 225 Prop 1 13 26

CILPR 2013 ndash SECTION 2

184

nue42 Ainsi en epist 11 27-28 Canaceacute explique agrave Macareacutee comment son amour pour

lui a crucirc en elle43

Ipsa quoque incalui qualemque audire solebam nescio quem sensi corde tepente deum (Ov epist 11 27-28)

ldquo Moi aussi je me suis enfl ammeacutee et jrsquoai senti dans mon cœur qui srsquoeacutechauffait je ne sais

quel dieu dont jrsquoavais entendu souvent parler rdquo

Tepere et tepidus indiquent donc un degreacute de tempeacuterature atteint lors drsquoun mou-

vement croissant ou descendant sur lrsquoeacutechelle de la tempeacuterature amoureuse Quel que

soit le sens de ce mouvement le point de reacutefeacuterence semble ecirctre le chaud plus que le

froid on va vers le chaud ou on en vient mais dans les passages qui nous inteacuteressent

il nrsquoest pas question de froid

52 Dans le vocabulaire de la rheacutetorique

Dans le vocabulaire de la rheacutetorique lrsquoadjectif tepidus se rencontre chez Quinti-

lien en inst 2 12 11 pour qualifi er un mauvais orateur

At illi hanc uim appellant quae est potius uiolentia cum interim non actores modo ali-quos inuenias sed quod est turpius praeceptores etiam qui breuem dicendi exercitationem consecuti omissa ratione ut tulit impetus passim tumultuentur eosque qui plus honoris lit-teris tribuerunt ineptos et ieiunos et tepidos et infi rmos ut quodque uerbum contumeliosissi-mum occurrit appellent (Quint 2 12 11)

ldquo Mais ces hommes appellent force ce qui est plutocirct de la violence Et lrsquoon ne trouve pas

seulement des avocats mais aussi ce qui est plus honteux des professeurs mecircmes qui apregraves

un bref entraicircnement agrave parler en oubliant toute meacutethode tempecirctent sans ordre suivant que

leur eacutelan les entraicircne ici ou lagrave et traitent ceux qui ont apporteacute le plus de gloire aux lettres

drsquohomme ineptes secs tiegravedes et faibles suivant le mot le plus outrageant leur vient agrave lrsquoesprit rdquo

Mais qursquoentend exactement Quintilien quand il dit qursquoun orateur est tiegravede Il faut

sans doute comprendre tepidus par rapport au substantif calor (ldquo chaleur rdquo) souvent

utiliseacute par Quintilien pour renvoyer meacutetaphoriquement dans un discours agrave la rapi-

diteacute de la penseacutee ou de lrsquoenchaicircnement des mots Par exemple en inst 8 proem 27

Quintilien explique qursquoil faut que lrsquoorateur srsquoentraicircne pour ne pas soupeser ses mots

un agrave un au moment ougrave il parle

Quod si idcirco fi eret ut semper optimis uterentur abominanda tamen haec infelicitas erat quae et cursum dicendi refrenat et calorem cogitationis extinguit mora et diffi dentia

(Quint inst 8 proem 27)

ldquo Et si ils font cela pour trouver toujours les meilleurs mots cette malheureuse pratique

doit cependant ecirctre rejeteacutee car elle reacutefregravene lrsquoeacutelan de la parole et le temps de la reacutefl exion ainsi

que la deacutefi ance eacuteteignent le feu de la penseacutee rdquo

42 Il faut cependant signaler qursquoen ce sens nous nrsquoavons pas releveacute drsquoemplois de lrsquoadjectif tepidus43 Voir aussi Hor carm 1 4 19-2 Ov am 2 3 6 (pour le preacuteverbeacute praetepesco)

ROESCH

185

Si le calor est du cocircteacute de la spontaneacuteiteacute et de la rapiditeacute44 de la penseacutee45 la tieacutedeur

correspondrait donc agrave un manque drsquoeacutelan dans le discours tant dans le deacutebit que dans

lrsquoenchaicircnement des ideacutees Cela se confi rme dans un passage de Tacite du Dialogue des orateurs 21 6 ougrave apparaicirct le substantif tepor (ldquo tieacutedeur rdquo) avec un emploi meacutetaphori-

que Aper eacutevoque les œuvres des Anciens et explique que toutes ne sont pas bonnes

il donne pour exemple certaines œuvres de Ceacutesar ou de Brutus caracteacuteriseacutees par leur

tepor et leur lentitudo

[hellip] tam hercule quam Brutum philosophiae suae relinquamus Nam in orationibus mi-norem esse fama sua etiam admiratores eius fatentur nisi forte quisquam aut Caesaris pro Deciltdigto Samnite aut Bruti pro Deiotaro rege ceterosque eiusdem lentitudinis ac teporis libros legit nisi qui et carmina eorundem miratur (Tac dial 21 6)

ldquo De mecircme par Hercule laissons Brutus agrave sa philosophie car mecircme ses admirateurs

avouent que dans ses discours il est en-deccedilagrave de sa reacuteputation Personne ne lit les discours de

Ceacutesar pour le Samnite Decius ou de Brutus pour le roi Deiotarus et drsquoautres ouvrages de la

mecircme lenteur et de la mecircme tieacutedeur sauf quelqursquoun qui admire leurs poegravemes rdquo

Ainsi dans ses emplois meacutetaphoriques tepidus est-il tributaire des meacutetaphores

de la chaleur Par exemple lrsquoamour eacutetant deacutecrit en latin en termes de feu tepidus qui

renvoie agrave une chaleur moins ardente servira agrave caracteacuteriser un amour moins fort qursquoil

soit en train de naicirctre ou de mourir De mecircme dans le vocabulaire de la rheacutetorique

par rapport agrave calidus qui deacutesigne un orateur tregraves dynamique ou un discours vif et

rapide tepidus renvoie agrave quelqursquoun qui manque drsquoeacutenergie Comme lrsquoadjectif eacutevoque

un comportement qui est en-deccedilagrave de la chaleur attendue drsquoun amoureux ou drsquoun bon

orateur il nrsquoest pas eacutetonnant qursquoil se colore drsquoune connotation neacutegative46 Une fois

de plus la reacutefeacuterence se fait par rapport au chaud tepidus renvoie agrave ce qui est moins

chaud que calidus

6 La question de la graduabiliteacute ldquo plus tiegravede rdquo ou ldquo tregraves tiegravede rdquo

En latin lrsquoadjectif tepidus peut se rencontrer sous la forme du comparatif tepi-dior (ldquo plus tiegravede rdquo) ou du superlatif tepidissimus (ldquo tregraves tiegravede rdquo)47 ce qui est eacutetonnant

quand on compare ce terme agrave lrsquoadjectif franccedilais tiegravede qui lui nrsquoest pas graduable48

44 Cette association entre chaleur est rapiditeacute est freacutequente en latin sans doute notamment agrave cause de lrsquoimage du feu perccedilu comme un eacuteleacutement en permanence en mouvement Cf Roesch agrave paraicirctre

45 Pour drsquoautres emplois de ce terme calor chez Quintilien voir inst 9 4 113 10 3 6 10 3 18 10 7 13 11 3 111 11 3 130 11 3 146

46 Signalons qursquoon trouve en anglais et en serbe (cf Rasulić 2015) des emplois meacutetaphoriques analogues de laquo tiegravede raquo pour exprimer le manque drsquointensiteacute eacutemotionnelle ou le manque drsquoeacutenergie Rasulić souligne aussi que dans ces deux langues dans ses emplois meacutetaphoriques laquo tiegravede raquo est neacutegativement connoteacute de mecircme en letton (cf Perkova 2015)

47 Dans lrsquoensemble de la litteacuterature latine jusqursquoau Ve siegravecle ap JC on relegraveve 30 occurrences du terme au comparatif 10 au superlatif

48 Du moins dans les cas ougrave il deacutesigne une tempeacuterature (cf Rivara 1993) dans ses emplois meacutetaphoriques par exemple au sens de laquo faible raquo il est graduable

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186

61 Le comparatif tepidior

Les emplois de tepidus au comparatif se rencontrent souvent dans les traiteacutes drsquoa-

griculture (Varron et Columelle) ougrave pour la culture ou lrsquoeacutelevage la tempeacuterature joue

un rocircle important ou dans lrsquoHistoire naturelle de Pline ougrave lrsquoauteur parle reacuteguliegravere-

ment du climat Ainsi en rust 1 6 2 Varron explique-t-il que les mecircmes cultures ne

conviennent pas aux diffeacuterents terrains (plaines collines montagnes)

E quibus tribus fastigiis simplicibus sine dubio infi mis alia cultura aptior quam summis quod haec calidiora quam summa sic collinis quod ea tepidiora quam infi ma aut summa

(Varro rust 1 6 2)

ldquo Parmi ces trois type de terrains simples sans doute un certain type de culture est

plus adapteacute aux altitudes basses qursquoaux altitudes eacuteleveacutees parce que les premiegraveres sont plus

chaudes que les altitudes eacuteleveacutees de mecircme pour les collines parce que celles-ci sont de tem-

peacuterature plus douce que les terrains situeacutes plus bas ou plus haut rdquo

Tepidior est ici employeacute pour renvoyer agrave la tempeacuterature des collines zone

intermeacutediaire de climat tempeacutereacute plus ldquo tiegravede rdquo que les sommets (summa) ou les plai-

nes (infi ma) crsquoest-agrave-dire plus chaud que les uns et plus froid que les autres Le compa-

ratif souligne la diffeacuterence de tempeacuterature avec les deux extrecircmes que sont le chaud

et le froid

Mais la reacutefeacuterence peut se faire uniquement par rapport au froid comme en Varro

rust 3 10 3 ougrave il est cette fois question de lrsquoeacutelevage des oies49 la tempestas la mau-

vaise saison incarne le froid

Incubat tempestatibus dies triginta tepidioribus XXV (Varro rust 3 10 3)

ldquo [Lrsquooie] couve 30 jours par mauvais temps 25 si le temps est plus doux rdquo

Rappelons que le comparatif latin nrsquoest pas toujours strictement comparatif pui-

sqursquoil peut indiquer une intensiteacute variable et se traduire par ldquo trop rdquo ou ldquo assez rdquo50

Ainsi Seacutenegraveque dans le de ira 2 25 (= dial 4 25) fait-il une liste des petits deacutesa-

greacutements du quotidien le comparatif nrsquoindique ici pas une comparaison (plus ou

moins chaud) mais une intensiteacute comme on le voit avec lrsquousage de parum agilis dans

la mecircme phrase

Parum agilis est puer aut tepidior aqua poturo aut turbatus torus aut mensa neglegentius posita ad ista concitari insania est (Sen dial 4 25)

ldquo Mon esclave est trop peu rapide mon eau trop chaude pour la boire mon lit en deacutesordre

ou ma table dresseacutee avec neacutegligence Srsquoeacutenerver pour cela est de la folie rdquo

49 Voir aussi Sen nat 2 10 3 ougrave lrsquoexpression tepidiora loca renvoie agrave des reacutegions agrave la tempeacuterature plus modeacutereacutee que celles du nord ou Pline le Jeune epist 5 6 25 ougrave lrsquoauteur qui deacutecrit sa maison parle des bains froids puis explique que si lrsquoon veut nager dans un espace plus large ou plus chaud (si natare latius aut tepidius uelis) on peut trouver une piscine toute proche Voir aussi pour des emplois similaires Plin nat11 15 43 10 79 163 18 49 174 37 44 128 Varro rust 1 6

50 Cf Touratier (1994 304)

ROESCH

187

Une fois encore tepidus est orienteacute vers le chaud lrsquoeau ldquo trop tiegravede rdquo est plus

chaude que la tempeacuterature souhaiteacutee

62 Le superlatif tepidissimus

Les emplois au superlatif sont plus rares51 peut-ecirctre parce que la notion de

tempeacuterature moyenne se precircte mal agrave lrsquoexpression de la superlativiteacute Chez Seacutenegraveque

dans la Consolatio ad Marciam en 17 4 (= dial 6 17 4) lrsquoauteur deacutecrit agrave un futur

voyageur tout ce qursquoil pourra voir agrave Syracuse

Videbis [hellip] ipsam ingentem ciuitatem et laxius territorium quam multarum urbium fi nes sunt tepidissima hiberna et nullum diem sine interuentu solis (Sen dial 6 17 4)

ldquo Tu verras la ville mecircme et son territoire plus eacutetendu que les limites de nombreuses citeacutes

les hivers tregraves doux et aucun jour sans apparition du soleil rdquo

Si les hivers sont qualifi eacutes de tregraves tepida crsquoest-agrave-dire ldquo tregraves doux rdquo crsquoest sans doute

parce que lrsquoadjectif calidus (ldquo chaud rdquo) ne peut srsquoappliquer agrave cette saison prototypi-

quement froide Crsquoest probablement parce que tepidus permet drsquoindiquer un degreacute de

chaleur infeacuterieur agrave calidus qursquoil a eacuteteacute retenu52

Les emplois ulteacuterieurs se rencontrent notamment sous la plume de saint Augustin

au Ve siegravecle dans son œuvre on relegraveve 3 occurrences de lrsquoadjectif au superlatif53 mais

une seule ougrave lrsquoadjectif est employeacute au sens propre pour renvoyer agrave une tempeacuterature

Il srsquoagit de Conf 6 2 ougrave Augustin eacutevoque le vin aquatissimum et tepidissimum que

sa megravere utilisait pour rendre hommage aux martyrs suivant une pratique ancienne il

srsquoagit ici de montrer qursquoelle ne boit pas pour le plaisir car ce vin (merum) nrsquoest pas bon

eacutetant tregraves dilueacute et tiegravede Le superlatif ldquo tregraves tiegravede rdquo vise sans doute agrave renforcer lrsquoideacutee

sous-jacente suivant laquelle boire tiegravede est ldquo tregraves deacutesagreacuteable rdquo

[hellip] et si multae essent quae illo modo uidebantur honorandae memoriae defunctorum idem ipsum unum quod ubique poneret circumferebat quo iam non solum aquatissimo sed etiam tepidissimo cum suis praesentibus per sorbitiones exiguas partiretur quia pietatem ibi quaerebat non uoluptatem (Aug conf 6 2 2)

ldquo Et srsquoil y avait plusieurs deacutefunts dont elle voulait honorer la meacutemoire de cette maniegravere

elle emportait seulement cette mecircme [petite coupe] qursquoelle posait partout avec laquelle elle

partageait agrave petites gorgeacutees avec les fi degraveles qui eacutetaient lagrave du vin non seulement largement

51 Entre le IIIe siegravecle av JC et le IVe ap JC on a en tout deux occurrences de cette forme les huit autres emplois sont tardifs (Vegraveme siegravecle ap JC)

52 On relegraveve un emploi analogue chez Pline le Jeune qui deacutecrit une des chambres de sa villa de Toscane Idem cubiculum hieme tepidissimum quia plurimo sole perfunditur (epist 5 6 24) laquo La mecircme chambre est bien chaude en hiver parce qursquoelle inondeacutee de soleil raquo Lagrave encore lrsquoemploi de tepidus srsquoexplique sans doute par la reacutefeacuterence agrave lrsquohiver

53 Dans les deux autres occurrences chez Augustin lrsquoadjectif preacutesente le sens fi gureacute de laquo faible raquo ce qui explique qursquoil soit graduable Par exemple dans le Contra epistulam Manichaei quam uocant fundamenti 9 lrsquoadjectif tepidissimus qualifi e le substantif celebritas et deacutesigne laquo une tregraves faible affl uence raquo et en conf 8 11 27 le superlatif drsquoadverbe tepidissime signifi e laquo tregraves faiblement raquo

CILPR 2013 ndash SECTION 2

188

coupeacute drsquoeau mais aussi tout agrave fait tiegravede car ce qursquoelle cherchait lagrave crsquoeacutetait la pieacuteteacute et non le

plaisir rdquo

Si dans tous ces emplois lrsquoadjectif tepidus peut ecirctre employeacute tant au comparatif

qursquoau superlatif crsquoest sans doute parce qursquoil renvoie agrave un degreacute de chaleur preacutecis

avec lequel on peut caracteacuteriser tel ou tel eacuteleacutement (en lrsquooccurrence une tempeacuterature

modeacutereacutee agreacuteable pour le corps) plutocirct qursquoune vague notion intermeacutediaire entre le

chaud et le froid En cela tepidus a un fonctionnement diffeacuterent de celui du franccedilais

tiegravede dont il est pourtant lrsquoancecirctre

7 Lrsquoexpression du tiegravede en latin par rapport au franccedilais et agrave lrsquoitalien

En franccedilais lrsquoadjectif tiegravede issu de lat tepidus caracteacuterise preacutefeacuterentiellement des

entiteacutes qui sont les mecircmes qursquoen latin lrsquoeau lrsquoair le corps ou les cendres54 Le TLF

deacutecrit fr tiegravede comme laquo 1- qui est agrave une tempeacuterature modeacutereacutee qui provoque une

sensation thermique modeacutereacutee entre le chaud et le froid 2- qui est encore leacutegegraverement

chaud 3- qui reacutechauffe modeacutereacutement raquo crsquoest-agrave-dire que ce qui prime est la notion de

tempeacuterature moyenne et intermeacutediaire

Rivara (1990 128) explique qursquoen franccedilais les antonymes froid et chaud sont ce

qursquoil appelle bipolaires crsquoest-agrave-dire que le chaud et le froid sont des proprieacuteteacutes laquo perccedilues

comme orienteacutees agrave lrsquoinverse lrsquoune de lrsquoautre [hellip] elles sont seacutepareacutees non par une fron-

tiegravere clairement traceacutee mais par une zone intermeacutediaire vaguement deacutefi nie agrave laquelle

on donne lrsquoeacutepithegravete de tiegravede Bien que tregraves approximativement deacutefi nissable cette zone

est conccedilue comme ponctuelle et a fortiori non graduable elle ne souffre donc pas les

deacuteterminations de degreacute ni la comparaison (tregraves tiegravede) 55raquo Entre ces deux eacutechelles qui

ne se recouvrent pas orienteacutees lrsquoune vers le chaud lrsquoautre vers le froid il y aurait donc

une zone intermeacutediaire hors eacutechelle dans laquelle rentre lrsquoadjectif fr tiegravede crsquoest parce

qursquoil est hors eacutechelle que cet adjectif nrsquoest pas graduable Rivara (1993 45) repreacutesente

les adjectifs fr chaud froid et tiegravede du franccedilais par le scheacutema suivant

Pas de limite theacuteorique

Chaud

Zone intermeacutediaire tiegravede

Froid

Pas de limite theacuteorique

Agrave lrsquoinverse en latin tepidus appartient agrave une eacutechelle de tempeacuterature continue

qui va du chaud (calidus) au froid (frigidus) avec en haut de chacune des eacutechelles

le chaud extrecircme (feruidus) ou le froid extrecircme (algidus) Dans cette eacutechelle tepidus

occupe une zone meacutediane (bien qursquoagrave notre avis il soit plus pregraves du chaud que du froid

54 Cf les exemples de lrsquoarticle laquo tiegravede raquo du TLF55 Voir aussi Rivara (1993 45)

ROESCH

189

car comme nous lrsquoavons vu notamment agrave propos de ses emplois meacutetaphoriques le

terme se deacutefi nit en prioriteacute comme moins chaud que calidus) Pour le latin on peut

donc proposer lrsquoeacutechelle suivante

feruidus (brucirclant)

calidus (chaud)

tepidus (tiegravede)

frigidus (froid)

algidus (glaceacute)

Agrave la diffeacuterence du franccedilais srsquoil faut en croire Luraghi (2015 348 fi gure 4b) lrsquoita-

lien a gardeacute la mecircme eacutechelle de tempeacuterature continue que le latin Luraghi propose la

repreacutesentation suivante pour les termes de chaleur en italien

bollente caldo tiepido (neutral) fresco freddo gelato

Elle explique que ni it tiepido ni it fresco ne correspondent agrave une tempeacuterature

neutre qui pourrait ecirctre deacutecrite par fr tiegravede en franccedilais car it tiepido est du cocircteacute du

chaud (avec le sens de ldquo modeacutereacutement chaud rdquo ce qui correspond aux emplois du latin

tepidus) 56 it fresco (ldquo frais rdquo) du cocircteacute du froid Un autre point commun est que it

tiepido permet le comparatif piugrave tiepido dont Luraghi explique que dans le cas de

la tempeacuterature tactile selon le contexte il signifi e ldquo plus chaud en venant du froid rdquo

ou ldquo plus froid en venant du chaud rdquo mais pas ldquo plus tiegravede rdquo Luraghi dresse alors un

parallegravele entre le latin et lrsquoitalien et apregraves reacutefl exion propose pour les termes latins

le scheacutema suivant (2015 348 fi gure 5) qui preacutesente une reacutepartition quasi-similaire agrave

celle des termes de tempeacuterature en italien

fervidus calidus tepidus (neutral) frigidus algidus

En fait il nous semble que le sens de tepidus en latin srsquoil se situe bien eacutetymolo-

giquement du cocircteacute du chaud deacutepend beaucoup du contexte et peut remplir la place

de la tempeacuterature ldquo neutre rdquo en cas de besoin Quand lrsquoadjectif est employeacute seul sans

reacutefeacuterence ni au chaud ni au froid il signifi e ldquo agrave la tempeacuterature du corps modeacutereacutement

chaud rdquo Quand il est employeacute en lien avec la notion de froid ou celle de chaud du fait

de sa position intermeacutediaire entre ces deux degreacutes de chaleur il peut signifi er ldquo plus

chaud que le degreacute froid rdquo ou ldquo plus froid que le degreacute chaud rdquo Enfi n quand il srsquoagit de

renvoyer agrave une tempeacuterature intermeacutediaire entre ces deux extrecircmes crsquoest tepidus qui

est utiliseacute par deacutefaut car crsquoest le seul adjectif latin permettant de renvoyer agrave une tem-

peacuterature modeacutereacutee - ce qui en fait lrsquoeacutequivalent du terme neutre de Luraghi Il eacutequivaut

alors au franccedilais tiegravede ce qui explique sans doute la valeur de tempeacuterature meacutediane

prise par cet adjectif en franccedilais

56 Luraghi souligne par ailleurs le fait que it tiepido se deacutefi nit par reacutefeacuterence agrave la tempeacuterature du corps humain lagrave aussi dans la droite ligne de ce que nous avons mis en lumiegravere pour lat tepidus

CILPR 2013 ndash SECTION 2

190

Le franccedilais a donc innoveacute par rapport au latin en sortant le ldquo tiegravede rdquo de lrsquoeacutechelle de

la chaleur et en en faisant une zone intermeacutediaire Ce qui prime en franccedilais pour ce

terme est son emploi relatif la reacutefeacuterence agrave la tempeacuterature du corps qui eacutetait primor-

diale en latin est devenue marginale Agrave la diffeacuterence de lrsquoitalien tiepido le franccedilais

tiegravede ne garde donc pas la trace du sens eacutetymologique de lat tepidus issu de la racine

i-e tep- ldquo ecirctre chaud rdquo

Universiteacute Franccedilois Rabelais Tours Sophie ROESCH

ROESCH

191

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CILPR 2013 ndash SECTION 2

192

Roesch Sophie agrave paraicirctre laquo Le feu de la colegravere en latin une meacutetaphore baseacutee sur la tempeacutera-

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Touratier Christian 1994 Syntaxe latine Louvain Peeters

193

La formation de la terminologie grammaticale roumaine agrave

lrsquoaide des termes latins la relatinisation du roumain entre

le XVIIIe et le XIXe siegravecles

Pour la plupart des lexiques techniques appartenant aux langues modernes le

latin est en mecircme temps source et modegravele pour la constitution des termes speacutecialiseacutes

du domaine de la grammaire Nous tenterons de preacutesenter ici les conditions speacuteci-

fi ques de la formation drsquoune terminologie grammaticale en roumain agrave lrsquoaide du latin

comme eacuteleacutement essentiel du processus de relatinisation du roumain entre le XVIIIe

et le XIXe siegravecles Nous partons des textes des premiegraveres grammaires latines du rou-

main afi n de dresser un inventaire des termes qui sont agrave la base de leurs correspon-

dants roumains

1 Latin1 et langues techniques

11 Lexiques techniques et terminologie grammaticale

On sait qursquoagrave partir du XVIe siegravecle en Occident le monopole du latin est menaceacute

face au deacuteveloppement des langues vernaculaires Il y a un paradoxe qui se produit

agrave cette eacutepoque et dans les siegravecles qui suivent le savoir et ses moyens de transmission

se modernisent gracircce au retour au latin classique Les nouveaux concepts ainsi que

les nouvelles reacutealiteacutes extralinguistiques avaient besoin drsquoune langue pour les nommer

drsquoune maniegravere sans eacutequivoque commune agrave tous les participants au savoir Dans son

ouvrage Le latin ou lrsquoempire drsquoun signe XVIe-XXe siegravecle Franccediloise Waquet considegravere

que laquo les concepts nouveaux qursquoelles [les œuvres] veacutehiculaient nrsquoeacutetaient pas toujours

aiseacutement traduisibles alors que de surcroicirct ils eacutetaient parfaitement clairs pour le

nombre limiteacute des doctes qui avaient agrave les manier raquo (Waquet 1998 112) Apregraves la

disparition du latin comme langue universelle de la communication dans les divers

domaines de la science les langues modernes (et non seulement les langues romanes)

conservent des inventaires des termes drsquoorigine latine qui transforment cet heacuteritage

dans une terminologie internationale

Bien qursquoelle appartienne au vocabulaire technique la terminologie grammaticale

est dans une situation diffeacuterente Elle est deacutejagrave formeacutee et elle repreacutesente un systegraveme

1 laquo Il est leacutegitime de souligner le rocircle essentiel qursquoa joueacute la langue latine dans la constitution des lexiques techniques et scientifi ques dans tous les domaines de la connaissance et en particu-lier dans ceux comme la botanique qui ont continueacute jusqursquoagrave lrsquoeacutepoque moderne et contempo-raine agrave employer le latin comme langue de communication raquo (Fruyt 2006 11)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

194

clos parce qursquoelle se conserve depuis les eacutepoques classique et tardive du latin Elle

nrsquoeacutevolue pas comme les autres lexiques techniques des XVIe-XVIIe siegravecles Mais son

importance est toujours de premier rang gracircce agrave son prestige assureacute par lrsquoenseigne-

ment en latin et parce qursquoelle est aussi un meacutetalangage le seul agrave former une conscience

linguistique Les gens reacutefl eacutechissent sur leurs langues maternelles agrave lrsquoaide du latin

Au XVIIe siegravecle le roumain est une langue qui se trouve dans une situation para-

doxale Il posseacutedait une traduction inteacutegrale de la Bible (en 1688) soixante-dix ans

avant la reacutedaction de la premiegravere grammaire du roumain Le contact avec la langue et

la culture latines nrsquoest pas institutionnaliseacute pour les locuteurs roumains avant lrsquoappa-

rition de lrsquoEglise grecque-catholique en Transylvanie mais il existe en opposition

avec la culture eccleacutesiastique offi cielle des Roumains Jusqursquoau XVIIIe siegravecle leur

culture est principalement religieuse chreacutetienne orthodoxe conserveacutee et deacutevelop-

peacutee par les contacts exclusifs avec Constantinople et le monde grec avec les Slaves

qui habitent au sud du Danube et les Russes A la fi n du XVIIIe siegravecle et surtout au

deacutebut du XIXe siegravecle la modernisation devient synonyme du clivage entre la culture

religieuse et la culture laiumlque La modernisation du roumain ne se fait pas agrave lrsquoaide de

la culture religieuse et de sa langue qui sont essentiellement conservatrices mais par

lrsquointermeacutediaire des langues techniques qui appartiennent agrave la culture laiumlque

12 Les concepts de relatinisation reromanisation occidentalisation

romane

Nous ne nous proposons pas drsquoentrer dans la poleacutemique concernant la deacutefi nition

du concept que les linguistes ont nommeacute successivement relatinisation (A Graur)

reromanisation (Sextil Pușcariu) occidentalisation romane (A Niculescu) ou tout

simplement modernisation latino-romane (N A Ursu) de la langue roumaine Nous

avons opteacute pour le terme de relatinisation qui dans lrsquoacception de Theodor Hristea

(2008 161-172) indique un pheacutenomegravene extrecircmement complexe laquo drsquointensifi cation et

drsquoaugmentation des caractegraveres latins du roumain raquo Lrsquoauteur identifi e le verbe relati-niser qursquoil trouve pour la premiegravere fois chez Antoine Meillet au sujet de laquo lrsquoinfl uence

franccedilaise qui a eacuteteacute grande au XIXe siegravecle raquo et qui laquo a heureusement relatiniseacute le

roumain depuis quelques deacutecades raquo (apud Hristea 2008 162) Le linguiste roumain

insiste sur la valeur intensive du preacutefi xe re- en deacutepit du sens iteacuteratif que les diction-

naires lui attribuent geacuteneacuteralement

Nous reconnaissons les deux valeurs intensive et iteacuterative du preacutefi xe re- dans le

deacuteriveacute relatinisation parce que le remplacement des termes consideacutereacutes comme ldquoeacutetran-

gersrdquo en roumain notamment les termes drsquoorigine slave suppose une intense activiteacute

linguistique de retour aux sources latines du roumain dans un milieu alloglotte Mais

dans lrsquoenvironnement culturel dans lequel se sont formeacutes les intellectuels de Transyl-

vanie le latin nrsquoest pas uniquement la langue de leurs ancecirctres de lrsquoEmpire Romain

crsquoest aussi la langue de la science et de la culture du Saint-Empire romain germanique

et de lrsquoOccident Nous prenons le terme relatinisation dans une acception plus res-

treinte justifi eacutee historiquement comme un processus par lequel le roumain langue

ȚAcircRA

195

drsquoorigine latine parleacutee par une population au carrefour entre lrsquoOrient et lrsquoOccident

fait le choix de se moderniser agrave lrsquoaide du latin et des langues romanes gracircce agrave sa toute

premiegravere geacuteneacuteration de philologues La premiegravere phase qui nous inteacuteresse ici dure

presqursquoun siegravecle de 1780 agrave 1860 et repreacutesente laquo lrsquoeacutetape drsquoassimilation de la science

moderne et de la creacuteation de lrsquoesprit scientifi que chez les Roumains raquo (Ursu 1962 10)

Le cas de la terminologie grammaticale est diffeacuterent des autres terminologies speacute-

cialiseacutees pour deux raisons Premiegraverement certains auteurs roumains eacutecrivent des

grammaires de leur propre langue directement en latin La connaissance du latin

savant signifi e lrsquoacquisition drsquoune reacutefl exion grammaticale structureacutee selon les cateacute-

gories de la langue latine et la connaissance de la terminologie latine En deuxiegraveme

lieu lrsquoactiviteacute de ces intellectuels eacutetait consciemment orienteacutee vers lrsquoaffi rmation drsquoune

correacutelation entre le roumain et le latin comme langue originaire et comme langue

des sciences agrave leur eacutepoque Le simple fait de preacutesenter le roumain agrave lrsquoaide des termes

latins agrave une eacutepoque ougrave tregraves peu de langues modernes posseacutedaient une terminologie

grammaticale propre ouvre la reacutefl exion sur la creacuteation drsquoune telle terminologie en

roumain

2 Grammaires latines du roumain et terminologies grammaticales

21 Remarques sur les grammaires choisies

Depuis la premiegravere grammaire du roumain eacutecrite en 1757 et jusqursquoagrave la fi n du

XIXe siegravecle lrsquointeacuterecirct pour comprendre pour deacutecrire la langue et pour lui donner des

normes unitaires srsquoest mateacuterialiseacute dans 100 grammaires reacutedigeacutees en roumain (74)

latin (6) allemand (12) franccedilais (4) italien (1) grec (2) et anglais (1)

Le corpus que nous avons choisi pour illustrer lrsquoideacutee de la relatinisation du rou-

main agrave lrsquoaide de la terminologie grammaticale latine est formeacute par les quatre pre-

miegraveres grammaires latines de la langue roumaine

Institutiones linguae valachicae sive Grammatica compendio exhibita (1770)

est la premiegravere grammaire roumaine reacutedigeacutee en latin Conserveacutee dans un manus-

crit de la Bibliothegraveque Archieacutepiscopale de Kalocsa en Hongrie elle fut eacutediteacutee en

2001 par Gheorghe Chivu et Lucia Wald de lrsquoUniversiteacute de Bucarest Lrsquoauteur ano-

nyme annonce dans la preacuteface lrsquoutiliteacute de son ouvrage et deacuteclare avoir employeacute une

meacutethode approprieacutee au latin langue agrave laquelle le roumain doit son origine2 Mecircme

srsquoil srsquoagit drsquoun instrument pour les missionnaires jeacutesuites le texte est important parce

qursquoil laquo affi rme explicitement la latiniteacute des structures grammaticales du roumain raquo

(Chivu Wald 2001 40)

Elementa linguae daco-romanae sive valachicae (Vienne 1780) est la premiegravere

grammaire eacutediteacutee de la langue roumaine Son apparition marque le deacutebut du pro-

2 laquo Utque harum Institutionum utilitas ad plures pertineret Methodo Latinae Linguae con-venienti cui Valachicum hoc Idioma sua debet cunabula pertractandas existimavi raquo (Chi-vu Wald 2001 50)

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196

cessus de modernisation du roumain cultiveacute processus qui srsquoeacutetend sur plus de cent

ans Ecrit entiegraverement en latin par lrsquoeacuterudit Samuil Micu en collaboration avec Gheor-

ghe Șincai cet ouvrage contient les principes theacuteoriques et les moyens pratiques drsquoun

renouvellement profond de la langue Destineacutee aux speacutecialistes eacutetrangers et rou-

mains cette grammaire a comme modegravele absolu lrsquoElementa linguae germanicae in gratiam hungaricae et transylvanicae iuventutis ex optimis autoribus collecta a Geor-gio Nagy Vienne 1775 Les ideacutees concernant lrsquoadoption de lrsquoalphabet latin selon un

systegraveme orthographique conforme agrave lrsquoeacutetymologie lrsquoinstitution des normes grammati-

cales drsquoapregraves les critegraveres des grammaires latines de lrsquoeacutepoque la conception geacuteneacuterale

concernant lrsquoenrichissement du vocabulaire par des emprunts massifs au latin mais

aussi agrave lrsquoitalien et au franccedilais ont assureacute la notorieacuteteacute de ce livre immeacutediatement apregraves

sa parution Il sera reacuteeacutediteacute en 1805 avec des changements concernant notamment le

systegraveme orthographique

La derniegravere grammaire que nous avons consulteacutee en manuscrit est lrsquoœuvre de Ion

Budai Deleanu eacutecrivain et philologue formeacute agrave Vienne auteur de travaux philolo-

giques qui deacutepassent par leur importance les eacutecrits de ses contemporains En plus

drsquoun dictionnaire roumain-allemand en 4 tomes il reacutedige la grammaire intituleacutee Fun-damenta grammatices linguae romaenicae seu ita dictae valachicae usui tam domes-ticorum quam extraneorum accommodata (1812) agrave laquelle il ajoute une variante

roumaine sous le titre Temeiurile gramaticii romacircnești (1815) Dans les Fundamenta

la description de la structure grammaticale du roumain est accompagneacutee par des

commentaires linguistiques deacutetailleacutes concernant la modernisation des normes phoneacute-

tiques et morphologiques Lrsquoauteur recommande le renouvellement du lexique par des

neacuteologismes emprunteacutes au latin agrave lrsquoitalien et au franccedilais censeacutes remplacer les mots

drsquoorigine slave hongroise grecque turque etc langues avec lesquelles le roumain

nrsquoavait pas drsquoaffi niteacute geacuteneacutealogique Sur la base de la terminologie latine employeacutee

dans les Fundamenta il propose et justifi e une terminologie grammaticale roumaine

tregraves proche de la terminologie actuelle

Dans le milieu culturel de la Transylvanie du XVIIIe siegravecle les auteurs des gram-

maires latines du roumain eacutetaient en contact avec la terminologie grammaticale latine

de diverses maniegraveres a) gracircce agrave leurs eacutetudes dans les collegraveges de Vienne et de Rome

b) par lrsquointermeacutediaire des grammaires de la langue latine dont celle de Gregorius

Molnar Elementa grammaticae latinae (Cluj 1556) qui a connu plusieurs eacuteditions

successives c) par des grammaires latines des autres idiomes parleacutes dans lrsquoempire

pluri-ethnique Elementa linguae germanicae in gratiam hungaricae et transylvani-cae iuventutis ex optimis autoribus collecta a Georgio Nagy Vienna 1775 Herkel

Johannes Pannonio Elementa universalis linguae slavicae e vivis dialectis eruta et sanis logicae principiis suffulta Budae Typis Regiae Universitatis Hungaricae 1826

d) par des traductions Teodor Corbea Dictiones latinae cum valachica interpreta-tione (environ 1700)

ȚAcircRA

197

22 Remarques sur les lexegravemes des vocabulaires techniques employeacutes dans les grammaires

Les traits saillants des lexegravemes qui forment un vocabulaire technique sont le

degreacute hautement speacutecialiseacute la faible extension seacutemantique la grande compreacutehension

seacutemantique et le fait drsquoecirctre rarement attesteacutes dans les textes (cf Fruyt 2006 12)

La terminologie grammaticale latine qui est agrave la base des terminologies des

langues modernes est le reacutesultat drsquoune eacutevolution dans le temps Elle comprend des

termes formeacutes en latin ou emprunteacutes au grec attesteacutes agrave des eacutepoques tregraves diffeacuterentes

grammaticus grammatica (Ciceacuteron Horace) syntaxis (Priscien) orthographia

(Quintilien Sueacutetone) etymologia (Quintilien) prosodia (Varron chez Aulu-Gelle)

uocabularium (qui nrsquoest pas attesteacute en latin classique et tardif) alphabetum (Tertul-

lien) usus (Ciceacuteron) substantiuum (Priscien) adjectiuus (Macrobe) pronomen (Var-

ron) uerbum (Quintilien) aduerbium (Quintilien) articulus (Quintilien) numeralis

(Priscien) praepositio (Ciceacuteron) interiectio (Quintilien) coniunctio (Horace) etc

Certains de ces lexegravemes furent pendant une longue peacuteriode polyseacutemiques

comme termes de la langue commune et comme termes speacutecialiseacutes (uerbum ldquo mot rdquo

vs ldquo verbe rdquo) parfois ambigus mecircme agrave lrsquointeacuterieur du vocabulaire technique (chez deux

auteurs diffeacuterents articulus ldquo pronom rdquo chez Varron vs ldquo article rdquo chez Quintilien

ou chez le mecircme auteur interjectio ldquo insertion rdquo vs ldquo parenthegravese rdquo vs ldquo interjection rdquo

chez Quintilien) Substantiuum (Priscien) et numeralis (Priscien) sont attesteacutes seule-

ment comme deacuteterminants

Les lexies complexes sous la forme drsquoun substantif ayant deacutejagrave un sens gramma-

tical deacutetermineacute par un adjectif qui sert agrave deacutelimiter de maniegravere preacutecise le sens afi n

de creacuteer des cateacutegories et des sous-cateacutegories sont un moyen constant drsquoenrichisse-

ment de la terminologie grammaticale Ces constructions qui sont speacutecifi ques de tous

les vocabulaires techniques fonctionnent comme des uniteacutes seacutemantiques attesteacutees

chez divers auteurs Par exemple pronomen possessiuum apparaicirct pour la premiegravere

fois dans un opuscule qursquoon attribue agrave saint Augustin3 accentus circumfl exus chez

Quoduultdeus (Ve siegravecle) indicatiuus modus chez Gaudentius Brixiensis (Ve siegravecle)

conparatiuus gradus chez Augustin etc

La terminologie grammaticale est le reacutesultat drsquoun processus graduel et complexe

de creacuteation drsquoun lexique speacutecialiseacute agrave lrsquoaide drsquoemprunts de mots deacuteriveacutes agrave partir de

radicaux latins productifs de calques seacutemantiques (casus) avec enrichissement de

sens nouveaux plus restreints et plus preacutecis pour des termes latins preacuteexistants de

signifi cation beaucoup plus large (usus)

3 Ars sancti Augustini pro fratrum mediocritate breviata peut-ecirctre IVe siegravecle

CILPR 2013 ndash SECTION 2

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23 Remarques sur le corpus seacutelectionneacute

231 La structure de la terminologie grammaticale latine (agrave partir des donneacutees du corpus)

La lecture critique des quatre premiegraveres grammaires latines du roumain nous a

permis drsquoobserver lrsquoextension de la terminologie grammaticale que les grammairiens

employaient en latin en parallegravele avec leurs efforts pour creacuteer une terminologie dans

la langue qursquoils parlaient

En premier lieu nous avons seacutelectionneacute environ 60 lexies et lexies complexes qui

ont de nos jours des correspondants tregraves proches en ce qui concerne leurs formes

dans les langues romanes et en roumain

Du point de vue de lrsquoappartenance des mots seacutelectionneacutes agrave la terminologie gram-

maticale nous avons remarqueacute des degreacutes diffeacuterents de speacutecialisation On trouve en

effet

a) des termes speacutecialiseacutes proprement dits dont la plupart sont monoseacutemiques orthogra-phia etymologia vocabularium etc substantivum adjectivum adverbium interjectio

conjunctio etc nominativus genitivus dativus etc vocalis consonans diphtongus etc

drsquoautres qui ont reccedilu un sens grammatical ulteacuterieurement sont polyseacutemiques genus

numerus persona casus modus gradus usus constructio terminatio comparatio etc

b) des lexies complexes repreacutesenteacutees par des syntagmes fi geacutes accentus gravis spiritus asper articulus defi nitus nomen proprium et des structures ougrave le deacuteterminant peut ecirctre deacutetacheacute

et employeacute seul genus masculinum pronomen demonstrativum verba passiva tempus praesens gradus positivus etc

c) des termes partiellement speacutecialiseacutes qui apparaissent dans le discours des grammairiens

comme agrave la suite drsquoune habitude langagiegravere ils ne traduisent pas de concepts mais sont

employeacutes pour mettre en relation des notions grammaticales exprimere (1805 substan-tivum quod in una constructione expressum fuit) formare (1780 duc fac dic formant personam praesentis imperativi du fagrave digrave) determinare (1780 articulus [hellip] defi nitus qui rem determinat indefi nitus alter qui rem non determinat) omittere (1805 e nominibus masculini vel neutrius generis desinentibus in us um u amp ut [hellip] omitte dictas termina-tiones amp erunt valachica) indicare (1805 articuli quibus praeter genera casus quoque indicantur) provenire (1812 ex littera h praeposita cognoscitur haec vocabula provenire a latino) denotare (1772 hoc praeterito denotari rem paulo ante factam) etc

232 La structure de la terminologie grammaticale roumaine (agrave partir des don-neacutees du corpus)

Du point de vue de leur eacutetymologie plus de 200 ans apregraves lrsquoinsertion de ces mots

dans lrsquoensemble du lexique par lrsquointervention deacutelibeacutereacutee des philologues de la fi n du

XVIIIe siegravecle la majoriteacute des termes sont consideacutereacutes dans les dictionnaires roumains

comme des emprunts neacuteologiques agrave eacutetymologie multiple latine franccedilaise italienne

parfois allemande

Les termes emprunteacutes au latin et aux langues romanes (consideacutereacutes par les lin-

guistes comme ayant une eacutetymologie multiple) sont largement majoritaires Le pro-

cessus de leur adaptation progressive au systegraveme phono-morphologique du roumain

ȚAcircRA

199

peut ecirctre signaleacute deacutejagrave dans les premiegraveres grammaires (notamment chez I Văcărescu

1787) mais il srsquoagit de formes fl uctuantes qui apparaissent de maniegravere irreacuteguliegravere4 en

concurrence avec des calques Une partie de notre corpus preacutesenteacutee en comparaison

avec le latin le franccedilais et lrsquoitalien et en contraste avec lrsquoallemand le hongrois et le

serbe (langues avec lesquelles le roumain eacutetait en contact immeacutediat au XVIIIe et au

XIXe siegravecles) montre que les formes emprunteacutees et adapteacutees au XIXe siegravecle sont res-

teacutees les mecircmes jusqursquoagrave notre eacutepoque5

SUBSTANTIVUM roum substantiv (1815) substantiv (1963 2005) it sostantivo fr substan-tif all das Nennwort (1810) das Substantiv hongr főneacutev sb imenica

CONJUNCTIO roum conjuncția (1815) conjuncția (1963 2005) it congiunzione fr

conjonction all das Verbindungswort (1810) die Konjunktion hongr koumltőszoacute sb Veznik

CASUS roum caz (1815) caz (1963 2005) it caso fr cas all der Kasus (1810) der Fall hongr eset sb Padež

DATIVUS roum dativ (1815) dativ (1963 2005) it dativo fr datif all der Dativ (1810)

hongr reacuteszeshataacuterozoacute eset dativus sb dativ

ABLATIVUS roum ablativ (1815) ablativ (DOOM 2005) it ablativo fr ablatif all der Ablativ (1810) hongr hataacuterozoacute eset ablativus sb ablativ

VOCATIVUS roum vocativ (1815) vocativ (1963 2005) it vocativo fr vocatif all der Vokativ hongr szoacuteliacutetoacute eset vocativus sb vokativ

PRONUNCIATIO roum pronunție (1815) pronunție (2005) it pronuncia fr prononciation

all die Aussprache hongr kiejteacutes sb izgovor

VOCALIS roum vocale pl (1815) vocală (DOOM 2005) it vocale fr voyelle all der Vokal hongr magaacutenhangzoacute sb samoglasnik vokal

CONSONANS roum consoana (1815) consoană (DOOM 2005) it consonante fr con-sonne all der Konsonant hongr maacutessalhangzoacute sb suglasnik konsonant

DIPHTONGUS roum diftongii pl (1815) diftong (DOOM 2005) it dittongo fr diph-tongue all der Diphthong der Doppellaut der Doppelvokal hongr kettőshangzoacute diftongus

sb diftong

PERSONA roum persoana (1815) persoană (1963 2005) it persona fr personne all die Person hongr szemeacutely sb lice

4 Les exemples que nous avons retenus remontent seulement agrave 1815 parce que Ion Budai Deleanu lrsquoauteur des Fundamenta grammaticeshellip (1812) et des Temeiurile gramaticiihellip (1815) emploie par excellence des neacuteologismes et il explique toujours son choix en faveur des emprunts latins

5 Les dates que nous avons indiqueacutees entre parenthegraveses repreacutesentent les attestations des termes chez Ion Budai Deleanu Temeiurile gramaticii romacircnești manuscrit 1815 Johann Molnar Deutsch-Walachische Sprachlehre Hermanstadt 1810 Gramatica limbii romacircne vol I-II ediția a II-a revăzută și adăugită București Editura Academiei Romacircne 1963 Gramatica limbii romacircne vol I-II București Editura Academiei Romacircne 2005 Dicționarul ortografi c ortoepic și morfologic al limbii romacircne (DOOM) ediția a II-a revăzută și adăugită București Univers Enciclopedic 2005

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200

NEUTRUM roum neutre pl (1815) neutru (1963 2005) it neutro fr neutre all das Neu-trum hongr semleges sb srednji

CONSTRUCTIO roum construcție (1815) construcție (1963 2005) it costruzione fr

construction all die Konstruktion hongr szerkezet sb konstrukcija

TERMINATIO roum terminație (1815) terminație (1963 2005) it terminazione fr termi-naison all die Endung (1810) hongr veacutegződeacutes sb zavrsetak

COMPARATIO roum comparație (1815) comparație (1963 2005) it paragone fr compa-raison all die Komparation hongr fokozaacutesa sb komparacija

GRADUS roum gradul (1815) grad (1963 2005) it grado fr degreacute all die Steigerungs-form (1810) hongr fok sb stepen

etc

Le processus drsquoadaptation phoneacutetique des emprunts nrsquoest pas toujours acheveacute

dans la premiegravere partie du XIXe siegravecle et il peut continuer jusqursquoau XXe siegravecle Par

exemple Ion Budai Deleanu propose des formes infl uenceacutees par la prononciation

latine (adiective interiecția coniugație) par la prononciation allemande des mots

latins (acțent partițipiu) et par la graphie des termes latins (preposiția acusativ

articul) Tous ces lexegravemes ont connu ulteacuterieurement des modifi cations en accord avec

leurs correspondants franccedilais ou italiens Cependant letera attesteacute en 1815 avec une

forme tregraves proche de lrsquoitalien lettera connaicirct le processus inverse et devient plus tard

litera proche du modegravele latin

ADJECTIVUM roum adiective adiectivuri pl (1815) adjectiv (1963 2005) it aggettiacutevo fr

adjectif all das Adjektiv (1810) hongr melleacutekneacutev sb pridev

INTERJECTIO roum interiecția (1815) interjecție (1963 2005) it interiezione fr inter-jection all das Zwischen Wort (1810) die Interjektion hongr indulatszoacute sb uzvik usklik

CONJUGATIO roum coniugație (1815) conjugare (1963 2005) it coniugazione fr conju-gaison all die Konjugation hongr igeragozaacutes sb glagolska promena konjugacija

PRAEPOSITIO roum preposiția (1815) prepoziție (1963 2005) it preposizione fr preacutepo-sition all das Vorwort (1810) die Praumlposition hongr eloumlljaacuteroacute (szo) viszonyszoacute prepoziacutecioacutes

sb predlog

ACCUSATIVUS roum acusativ (1815) acuzativ (1963 2005) it accusativo fr accusatif all

der Akkusativ (1810) hongr taacutergyeset accusativus sb akuzativ

ARTICULUS roum articul (1815) articol (1963 2005) it articolo fr article all der Artikel (1810) hongr neacutevelő sb član

ACCENTUS roum acțent (1815) accent (1963 2005) it accento fr accent all das Tonzei-chen (1810) der Akzent die Betonung hongr eacutekezet sb akcenat

PARTICIPIUM roum partițipiu (1815) participiu (1963 2005) it participio fr participe

all das Partizip hongr melleacutekneacutevi igeneacutev sb particip

MODUS roum modu (1815) mod (1963 2005) it modo fr mode all der Modus hongr

moacuted sb način

ȚAcircRA

201

LITTERA roum leteră (1815) literă (1963 2005) it lettera fr lettre all der Buchstabe (1810) hongr betű sb slovo etc

Les calques bien que nombreux agrave lrsquoeacutepoque (agrave cause des modegraveles allemands et

hongrois en Transylvanie neacuteo-grecs et russes en Valachie et en Moldavie) sont peu

repreacutesenteacutes dans nos exemples et il srsquoagit de mots heacuteriteacutes du latin On peut mentionner

pour les calques seacutemantiques

NUMERUS roum număr lt lat numerus TEMPUS roum timp lt lat tempus SONUS roum

sunet lt lat sonitum MASCULINUM roum bărbătesc (1815) bărbat ldquo homme rdquo lt lat barbatus

mais masculin (1963 2005) FEMININUM roum femeiesc (1815) femeie ldquo femme rdquo lt lat fami-lia mais feminin (1963 2005)

Relegravevent en outre des calques de structure les termes suivants PRONOMEN roum

pronume (pro+ nume lt lat nomen) POSTPONERE roum postpune (post+ pune lt lat

ponere)

On rencontre eacutegalement des lexies complexes emprunteacutees

ACCENTUS CIRCUMFLEXUS roum accent circumfl ex (1815 1963 2005) ACCENTUS GRAVIS roum accent grav (1963 2005) SUBSTANTIVUM INDECLINABILE roum substantiv indeclina-bil (1963 2005) VERBA AUXILIARIA roum verbe auxiliare (1815 1963 2005) VERBA ACTIVA roum verbe active (1815 1963 2005) VERBA PASSIVA roum verbe pasive (1815 1963 2005)

VERBA IMPERSONALIA roum verbe impersonale (1963 2005) MODUS INDICATIVUS roum mod indicativ (1815 1963 2005) M CONJUNCTIVUS roum m conjunctiv (1815 1963 2005) M OPTATIVUS roum m optativ (1963 2005) M IMPERATIVUS roum m imperativ (1815 1963

2005) M INFINITIVUS roum m infi nitiv (1815 1963 2005) NUMERALES CARDINALES roum

numerale cardinale (1963 2005) NUMERALES ORDINALES roum numerale ordinale (1963

2005)

NOMEN APPELLATIVUM roum substantiv apelativ (1963 2005) NOMEN DEFECTIVUM roum

substantiv defective (1963 2005) NOMINA EPICENA roum substantive epicene (1963 2005)

On peut ajouter des lexies complexes mixtes

PRONOMINA PERSONALIA roum pronume personale (1815 1963 2005) PRONOMINA POS-SESSIVA roum pronume posesive (1815 1963 2005) PRONOMINA DEMONSTRATIVA roum pro-nume demonstrative (1815 1963 2005) PRONOMINA RELATIVA roum pronume relative (1815

1963 2005) PRONOMINA INTERROGATIVA roum pronume interogative (1963 2005)

NOMEN PROPRIUM roum nume propriu (1963 2005) ACCENTUS ACUTUS accent ascuțit (1963 2005) ARTICULUM DEFINITUM roum articol hotăracirct (1963) articol defi nit (2005) ARTI-CULUM INDEFINITUM roum articol nehotăracirct (1963) articol nedefi nit (2005)

Les termes latins partiellement speacutecialiseacutes ont aussi des eacutequivalents dans la ter-

minologie roumaine actuelle DENOTARE roum a denota DETERMINARE roum a determina EXPRIMERE roum a exprima FORMARE roum a forma INDICARE roum a indica OMITTERE roum a omite PROUENIRE roum a proveni etc

CILPR 2013 ndash SECTION 2

202

3 Conclusion

Lrsquoanalyse contrastive drsquoun corpus repreacutesentatif de la terminologie grammaticale

roumaine nous conduit agrave deux conclusions distinctes

En premier lieu dans le processus de relatinisation du roumain les grammaires

eacutecrites en latin ont joueacute un rocircle essentiel pour la formation de la nouvelle termino-

logie grammaticale Langue de la science au XIXe siegravecle le latin devient une source

drsquoemprunts neacuteologiques en roumain qui agrave la diffeacuterence des langues avec lesquelles

il est en contact eacutevite le plus souvent les calques afi n drsquoenrichir son inventaire lexical

avec des mots drsquoorigine latine La comparaison avec les termes correspondants en

allemand en hongrois (langue offi cielle en Transylvanie jusqursquoen 1918) et en serbe

met en eacutevidence les diffeacuterences concernant le processus drsquoacquisition (traduction vs

adaptation des emprunts neacuteologiques) dans ces quatre langues appartenant agrave des

groupes linguistiques distincts

En deuxiegraveme lieu les formes actuelles des termes speacutecialiseacutes (1963 2005) teacute-

moignent de leur rapprochement non seulement avec les formes des mecircmes mots dans

les langues romanes (franccedilais italien) mais surtout avec les termes latins employeacutes en

Europe jusqursquoau XIXe siegravecle Le roumain langue romane qui srsquoest deacuteveloppeacutee dans

un milieu linguistique totalement alloglotte modernise son vocabulaire agrave lrsquoaide des

lexiques scientifi ques creacuteeacutes par des emprunts massifs au latin savant Cette action

consciemment orienteacutee vers une relatinisation de lrsquoensemble du lexique roumain

commence par la creacuteation des terminologies scientifi ques parmi lesquelles le premier

rang en importance peut ecirctre attribueacute agrave la terminologie grammaticale au XIXe siegravecle

Universiteacute de lrsquoOuest Timisoara Roumanie George Bogdan ȚAcircRA

ȚAcircRA

203

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205

Termes religieux heacuteriteacutes du latin avec une aire de diffusion

restreinte dans le contexte roman

1 Preacuteliminaires

Notre eacutetude propose une approche comparative dans le domaine des langues

romanes appliqueacutee agrave un corpus qui comprend 13 termes basilica calendae chris-

tianus creatio dominedeus draco paenitere (poenitere) pausum peruigilare

rogare rogationem rosalia templa Cette liste est eacutetablie agrave partir du roumain

et des problegravemes que les mots en question constituent pour son lexique Il srsquoensuit

que dans le domaine linguistique neacuteo-latin cette cateacutegorie est susceptible drsquoecirctre eacutelar-

gie par lrsquoincorporation de la cateacutegorie des termes religieux conserveacutes dans certaines

reacutegions de la Romania agrave lrsquoexception entre autres idiomes du roumain

La cateacutegorie eacutetymologique que nous nous proposons de traiter ici oriente lrsquoinvesti-

gation vers lrsquoidentifi cation des termes religieux se trouvant dans la plupart des autres

idiomes neacuteo-latins et lieacutes agrave un contenu religieux identique Ce type de recherche nous

oblige agrave maintes reprises agrave retourner agrave lrsquoorigine agrave la langue-source qursquoest le latin et agrave

identifi er eacuteventuellement plusieurs expressions latines Cet aspect drsquoun latin lsquostratifi eacutersquo

sera rapprocheacute lui-mecircme de la reacutealiteacute extralinguistique sui generis speacutecifi que pour

telle ou telle aire de la Romania

Dans ce contexte agrave propos du roumain il faut prendre en compte tout particu-

liegraverement deux cas importants qui concernent aussi la preacutesente eacutetude et mettent en

lumiegravere la speacutecifi citeacute de la langue roumaine 1 la cateacutegorie lsquopan-roman sauf rou-

mainrsquo 2 la cateacutegorie des termes conserveacutes uniquement en roumain Pour ces deux

classes eacutetymologiques les speacutecialistes srsquoaccordent agrave reconnaicirctre la neacutecessiteacute drsquoune

approche extralinguistique

Lrsquoinventaire des mots pan-romans absents en roumain est nettement supeacuterieur agrave

lrsquoinventaire des mots pan-romans absents dans tout autre idiome roman de lrsquoaire occi-

dentale (TILR 122-123) Pour le vocabulaire religieux cette situation linguistique fut

mise en relation avec le caractegravere profondeacutement rural de la terminologie chreacutetienne

roumaine (Puşcariu (1976 361) Sala (2006 41)) Il est signifi catif que bien souvent

aux mots latins ayant une aire drsquoexpansion consideacuterable dans la Romania occiden-

tale correspondent en roumain des lexegravemes slavons Ce sont des termes qui par leur

seacutemantisme renvoient agrave une certaine organisation et hieacuterarchie eccleacutesiastiques lat

benedicere sl blagosloviti gt roum blagoslovi lat episcopus sl jepiskop gt roum

CILPR 2013 ndash SECTION 2

206

episcop lat evangelium sl evengelije gt roum evanghelie1 etc Le roumain nrsquoa pas

heacuteriteacute du latin les termes qui portent sur la pratique du service divin ou sur le deacuterou-

lement de la vie monastique ces absences se justifi ant par lrsquoenvironnement drsquoune

population deacutepourvue drsquoorganisation eccleacutesiastique supeacuterieure agrave une eacutepoque ougrave les

relations avec la romaniteacute occidentale srsquoeacutetaient affaiblies De tels champs conceptuels

allaient se constituer agrave une eacutepoque ulteacuterieure agrave la suite de lrsquoinfl uence slavonne le

slavon eacutetant la langue de culture qui joua dans lrsquoOrient le mecircme rocircle que le latin

savant dans lrsquoaire occidentale de la romaniteacute Tout en consideacuterant de telles reacutealiteacutes

les chercheurs modernes ont insisteacute sur lrsquoideacutee du deacuteveloppement dans lrsquoaire orientale

de la romaniteacute de ce qursquoils appellent un lsquochristianisme populairersquolsquopaiumlenrsquo (Zugravu

(1997 31sqq))

Agrave partir des mecircmes preacutemices il convient de traiter aussi la cateacutegorie des mots

conserveacutes uniquement en roumain et dans une certaine mesure eacutegalement la classe

des termes religieux ayant une aire restreinte de diffusion dans la Romania

2 Continuiteacute vs discontinuiteacute formelle et seacutemantico-stylistique dans la

Romania

Bien que certaines eacutetudes de speacutecialiteacute dans une perspective diatopique situent

le roumain au-delagrave du continuum de la romaniteacute2 point de vue qui se justifi e par la

prise en compte du facteur geacuteographique toutefois lrsquoisolement geacuteographique nrsquoa pas

toujours repreacutesenteacute un obstacle au processus drsquoassimilation ou agrave la continuiteacute des par-

ticulariteacutes linguistiques communes au roumain et agrave drsquoautres idiomes appartenant au

domaine neacuteo-latin Crsquoest la raison pour laquelle on ne pourra pas qualifi er le roumain

de maniegravere cateacutegorique comme un idiome esp inagrupable selon lrsquoopinion drsquoAlonso

(1934) qui srsquoimpose par conseacutequent la neacutecessiteacute de reformuler le concept de lsquoRoma-nia continuarsquo Ce point fut remarqueacute drsquoailleurs dans la bibliographie de speacutecialiteacute

Maria Iliescu3 apporte des arguments en faveur de lrsquoideacutee que le roumain appartient agrave la lsquoRomania continuarsquo mecircme si tout comme le franccedilais il preacutesente des traits qursquoelle

qualifi e de laquo faits drsquoidiosyncrasie raquo Dans cette perspective on note que le roumain ne

se diffeacuterencie pas des autres langues romanes ni du point de vue geacuteneacutealogique ni du

point de vue typologique

Pour revenir au corpus qui fait lrsquoobjet de notre eacutetude la question fondamentale

est celle du degreacute de lsquocontinuiteacutersquo ou de lsquolrsquouniteacute seacutemantiquersquo agrave lrsquointeacuterieur de la classe

deacutelimiteacutee mise agrave part lsquolrsquouniteacute formellersquo des idiomes ayant heacuteriteacute ces termes du latin

Si lrsquoon a vraiment affaire agrave une concordance seacutemantique se pose alors un second

1 Pour plusieurs exemples voir Teleoacă (2005 184sqq)2 Le concept de la lsquoRomania continuarsquo apparaicirct pour la premiegravere fois chez Amado Alonso

(1934) auteur selon lequel le roumain serait lrsquounique idiome neacuteo-latin situeacute au-delagrave du lsquocontinuumrsquo et esplsquoinagrupablersquo

3 Voir Maria Iliescu Face parte romacircna din Romania Discontinua (ltwwwdiaspora-stiintifi caroMariaILIESCUpdf -gt) Voir aussi Schmitt (1974 33)

TELEOACĂ

207

problegraveme quelle est la position qursquooccupent ces mots dans le systegraveme de chacune des

langues concerneacutees Est-ce un mot fondamental pour renvoyer agrave un certain concept

religieux ou bien un mot peacuteripheacuterique ou encore un mot appartenant agrave la langue

standard ou un mot archaiumlquedialectal etc

21 Mots latins geacuteneacuteralement admis comme eacutetymons directs des diverses formes romanes

211 Le substantif latin basilica est un emprunt au grec βασιλικός ldquoqui appar-

tient au roirdquo Il acquit une signifi cation religieuse agrave partir du IVe siegravecle apr J-C

lorsqursquoil en arriva agrave deacutesigner lrsquoeacutedifi ce destineacute au culte chreacutetien (DELL 1959) Ce mot

srsquoest conserveacute comme terme fondamental au sens drsquoldquoeacutegliserdquo dans tous les dialectes

roumains mais il a eacuteteacute enregistreacute aussi dans drsquoautres reacutegions de la latiniteacute surtout

comme terme archaiumlque ou dialectal de telle ou telle langue avec certaines restric-

tions seacutemantiques dalm basalka v-veacutenit baselega v-log vethiliga engad basel-gia4 anc-fr basoche ldquobasilique de St Martin agrave Toursrdquo moyen-fr et fr-mod basoche

ldquoensemble de clercs deacutependant des cours de justicerdquo prov-mod basocho (FEW I

1948 Mihăescu 1993 297)

Agrave la diffeacuterence de basilica le latin ecclesia a connu de tout temps une distribu-

tion presque geacuteneacuterale dans la Romania (Tagliavini (1963) REW 972) La victoire de

lat ecclesia sur basilica dans la plus grande partie de la Romania fut expliqueacutee par

le fait que le second substantif aurait eacuteteacute perccedilu comme un deacuteriveacute du grec βασιλεύς et

par conseacutequent consideacutereacute comme un terme laiumlque (Skok (1930190))

212 Pour ce qui est du roumain le terme fondamental exprimant le concept de

ldquodiviniteacute chreacutetienne suprecircmerdquo est Dumnezeu qui est agrave lrsquoorigine une formule paiumlenne

drsquoinvocation (lat dominedeus)5 conserveacutee eacutegalement au sud du Danube (DDA1

Papahagi (1902) Caragiu-Marioţeanu (1995 57sqq)) Cette expression fut enregis-

treacutee aussi dans drsquoautres reacutegions de la Romania it Domineddio anc-fr Damedieu

et v-prov Domnedeu (FEW III 1949 TILR 170sq) Les lexegravemes citeacutes nrsquooccupent

cependant pas (et nrsquoont jamais occupeacute) la position privileacutegieacutee du roumain Dum-nezeu6 dans la romaniteacute occidentale la sphegravere religieuse est reacuteserveacutee principalement

aux descendants de lat deus mot heacuteriteacute eacutegalement en roumain mais utiliseacute avec une

signifi cation sacreacutee exclusivement agrave lrsquoeacutepoque archaiumlque

213 On peut compter draco (emprunt latiniseacute au grec δράκων -ονος cf DELL

1959) parmi les termes agrave distribution limiteacutee au sud-est de lrsquoEurope en raison de sa

faible diffusion dans lrsquoespace neacuteo-latin roum drac fr-dial drac et it dragone (REW

2759) Mais crsquoest en roumain que draco constitue le mot essentiel pour deacutesigner le

4 Crsquoest la forme speacutecialiseacutee pour le sens de ldquotemple reacuteformeacuterdquo tandis que la signifi cation drsquoldquoeacuteglise catholiquerdquo est porteacutee par le descendant de lat ecclesia agrave savoir gesa (Jud (1934 13))

5 Agrave la diffeacuterence du latin Deus terme pour lequel les plus anciennes attestations confi rment une signifi cation fondamentalement chreacutetienne (voir Pacircrvan (1911 135))

6 Excepteacute peut-ecirctre lrsquoitalien Domineddio en tant que terme liturgique (DELI 2 (D-H))

CILPR 2013 ndash SECTION 2

208

diable Cette signifi cation chreacutetienne est commune agrave tous les dialectes roumains et

mentionneacutee aussi pour des variantes archaiumlques et dialectales du franccedilais (fr drac ldquodiable lutinrdquo FEW III 1949) Certaines eacutetudes de speacutecialiteacute attribuent une accep-

tion identique eacutegalement au provenccedilal dragatildeo (voir Tomescu (1997 77sqq)) qui est

vraisemblablement issu du latin draco comme terme semi-savant (cf REW 2759) Le

mecircme statut paraicirct commun agrave toutes les autres formes de la Romania crsquoest-agrave-dire fr

dragon cat tragoacute esp dragoacuten qui tous offrent une signifi cation laiumlque Au champ

seacutemantique religieux appartiennent en revanche les descendants de lat diabolus

terme chreacutetien tardif dans les langues romanes occidentales (Ivănescu (1980 169))

Les donneacutees ci-dessus conduisirent Ivănescu (ibid) agrave consideacuterer lrsquoabsence de lat

diabolus aussi bien que lrsquoabsence du sens de ldquodragonrdquo pour draco comme speacutecifi ques

au roumain Cette remarque exige des corrections Tout drsquoabord le roumain possegravede

aussi un mot chreacutetien pour deacutesigner le diable bien qursquoil ne soit pas un terme heacuteriteacute

Drsquoautre part la signifi cation paiumlenne de draco existe dialectalement en roumain ce

qui met en eacutevidence un continuum de la romaniteacute Roum dracul din vale ldquole diable

de la valleacuteerdquo dracul icircn baltă ldquole diable dans la fl aquerdquo muşcatul dracului ldquomordu par

le diablerdquo etc sont des syntagmes ougrave le sens de drac doit provenir plutocirct du sens paiumlen

de draco (voir aussi Teleoacă (2000 210) Id (2012 85))

214 Le terme latin pausum deacuteriveacute postverbal de lat pausare (DELL 1959) srsquoest

conserveacute en roumain agrave lrsquoeacutepoque archaiumlque et offre des survivances reacutegionales (cf

roum paus ldquoreposrdquo ldquorepas funeacuterairerdquo ldquovin mecircleacute de lrsquoeau beacutenite avec lequel le precirctre

asperge le mortrdquo DLR 1972) Il est conserveacute aussi tregraves probablement en proven-

ccedilal (paacuteus ldquoaccalmie paixrdquo) espagnol (poso ldquoseacutedimentrdquo7) et portugais (ponso ldquolieu

drsquoancragerdquo) (FEW VIII 1955 REW 6308)

215 Les occurrences peu nombreuses du verbe preacuteverbeacute pervigilare dans le

territoire de langue latine (cf Popescu (1943 209sq)) justifi ent la faible repreacutesenta-

tion de ce type lexical dans lrsquoaire neacuteo-latine agrave savoir en roumain (droum priveghea aroum priveglrsquou) et en vieux-provenccedilal (pervelhar ldquopasser la soireacutee en veillantrdquo FEW

1960) La mecircme acception (tant religieuse que laiumlque) est lexicaliseacutee dans les autres

langues romanes par les descendants de lat vigilare (FEW ibid REW 9326) Ce

verbe est eacutegalement continueacute en roumain mais il y est reacuteserveacute agrave la sphegravere profane

bien qursquoagrave une eacutepoque archaiumlque roum veghea et priveghea aient eacuteteacute utiliseacutes comme

synonymes

216 A cocircteacute du roumain (droum aroum et meacutegl rugăciune ldquopriegravererdquo) lat roga-

tio se conserve dans les langues suivantes anc-fr ro(u)visons ldquotemps de rogationsrdquo

moyen-fr rogasion ldquodemanderdquo rogation ldquopriegravererdquo rogacions ldquooffrandesrdquo fr-dial

(S-V) ruumlzotilde prov roazotilde ldquosemaine de priegravererdquo port rogaccedilotildees ldquoles trois jours qui preacute-

cegravedent la fecircte de lrsquoAscensionrdquo (FEW X 1962 REW 7362) Mais dans la Romania

occidentale ce nrsquoest pas le latin rogatio qui fournit le terme principal pour lexicaliser

le concept religieux en question crsquoest lat precaria mot que lrsquoon trouve dans lrsquoaire

7 Dans DCELC III (L-RE) avec la signifi cation ldquodescansordquo

TELEOACĂ

209

gallo-romane aussi bien que dans les idiomes ibeacutero-romans (voir REW 6734) Lrsquoespa-

gnol fait appel eacutegalement agrave un descendant de lat pr ces ldquopriegraveresrdquo agrave savoir preces terme utiliseacute depuis toujours avec une signifi cation religieuse (DCELC III 1954)

217 Le latin templum terme de la langue augurale deacutesigne un espace deacutelimiteacute

dans le ciel pour lrsquoobservation des oiseaux et ensuite un temple (DELL 1959) Crsquoest

cette derniegravere acception qui se retrouve dans lrsquoaire de la latiniteacute mais exclusivement

dans des formes savantes dans lrsquoOccident roman et la Romania orientale les des-

cendants directs de lat templa ont eacuteteacute soit consigneacutes uniquement avec une accep-

tion laiumlque (cf regg teimpya log trempa fr temp(l)e ldquonavette du meacutetier agrave tisserrdquo

tempre ldquoplacage du boucherrdquo8) soit seacutemantiquement restreints en comparaison avec

les sens du terme latin Cette derniegravere situation est illustreacutee par le roumain tacircmplă ldquoiconostaserdquo (DLR 1982)9 dont la signifi cation relegraveve drsquoune reacutealiteacute extralinguistique

speacutecifi que au milieu confessionnel orthodoxe Le mecircme concept est lexicaliseacute dans le

domaine neacuteo-latin occidental par le biais drsquoun terme grec byzantin (cf fr iconostase esp iconostasio) emprunteacute aussi par le roumain ougrave il fut introduit par la fi liegravere sla-

vonne Afi n de deacutesigner lrsquoautel de mecircme que pour renvoyer agrave une reacutealiteacute propre agrave lrsquoes-

pace catholique (ldquoœuvre drsquoarchitecture qui repreacutesente la deacutecoration drsquoun autelrdquo) les

langues occidentales font appel au latin re(tro)tabulum introduit dans ces idiomes

comme un emprunt tardif au latin de bas niveau de langue (cf esp retablo fr retable)

22 Mots latins sujets agrave discussion pour leur continuiteacute (directe) dans lrsquoe-space neacuteo-latin

221 En plus de sa survie en roumain (droum corindă ldquochanson religieuserdquo) le

substantif latin calendae est conserveacute (cf REW 1508) avec des acceptions parti-

culiegraveres (ldquojour de fecircterdquo ldquoNoeumllrdquo ldquoNouvelle Anneacuteerdquo) en italien dialectal (pieacutem mod

kalent abruzz kalenne) en sarde (chalanda) en provenccedilal (calendas) en rheacuteto-

roman (kalenne) et en franccedilais dialectal (tsalatilded) Bien que les descendants occiden-

taux de lat calendae ne signifi ent pas ldquocantique religieuxrdquo neacuteanmoins certaines

nuances seacutemantiques enregistreacutees dans ce domaine linguistique nrsquoexcluent pas la

possibiliteacute que cette acception se soit deacuteveloppeacutee agrave lrsquoeacutepoque du latin tardif (cf par

exemple prov aubado de calendo ldquoconcerts nocturnes que des troupes de musiciens

donnaient autrefois pendant les quatre semaines qui preacutecegravedent le Noeumllrdquo apud Rosetti

(1920 16))10 Mais les langues neacuteo-latines occidentales ont choisi drsquoautres maniegraveres de

lexicaliser le concept de ldquochanson religieuserdquo comme lrsquoillustrent les termes suivants

(apud Rosetti ibid) fr cantiques noeumlls ou chants de quęte it cantico di Natale esp

villancico de Noche Buena ou port Vilhancico

Quant au roumain trois formes fi rent lrsquoobjet de discussions parmi les speacutecia-

listes roum cărindă corindă et colindă ldquochanson de Noeumllrdquo En fait crsquoest la variante

8 Cf REW 8630 Voir aussi TILR 170 9 Cf aussi roum reacuteg tacircmplă ldquopoutre au-dessus du porche drsquoune maisonrdquo (DLR 1982) 10 Pour drsquoautres exemples voir FEW II 1949

CILPR 2013 ndash SECTION 2

210

cărindă qui doit continuer lat calenda(e) tandis que colindă (terme qui srsquoest imposeacute

au niveau litteacuteraire) repreacutesente un emprunt agrave sl kolęda Le terme droum reacutegional

corindă serait selon toute probabiliteacute le reacutesultat drsquoune contamination entre les deux

premiegraveres formes (DA Vătăşescu (1997 474))

222 Le latin christianus adjectif deacuteriveacute en latin de Christus (emprunteacute agrave gr χριστός) se serait conserveacute uniquement en roumain et en dalmate tandis que les

autres idiomes neacuteo-latins auraient gardeacute lat christianus seulement comme mot savant

(TILR 171 Mihăescu (1993 121)) Mais certaines eacutetudes nrsquoexcluent pas la possibiliteacute

que ce mot ait eacuteteacute transmis aussi par la voie phoneacutetique dans drsquoautres aires de la roma-

niteacute notamment en franccedilais en espagnol et en rheacuteto-roman11

Quant au roumain mecircme la continuiteacute directe du latin christianus dans cette aire

orientale (droum creştin aroum et meacutegl criştin iroum cršćaringn) pose des problegravemes

phoneacutetiques pour la conservation de la consonne t Trois explications furent avan-

ceacutees agrave ce propos 1 lrsquointroduction tardive de ce terme en roumain 2 la mise en

relation de christianus avec sa base de deacuterivation 3 lrsquointroduction du mot par la

fi liegravere slave Selon toute probabiliteacute crsquoest la seconde hypothegravese qui illustre la veacuteritable

raison de la conservation de t et crsquoest agrave cette theacuteorie que la grande majoriteacute des

linguistes srsquoest rallieacutee

223 Afi n de deacutesigner ldquola fecircte de la Naissance de Jeacutesus-Christrdquo le roumain a opteacute

pour un terme (Crăciun) dont lrsquoorigine continue agrave ecirctre lrsquoobjet de deacutebats linguistiques

tandis que les langues occidentales ont seacutelectionneacute le plus souvent lat natalis12 ou

nativitas13 A preacutesent nous nous proposons de discuter ci-dessous uniquement lrsquoeacutety-

mon latin creatio

Bien que lat creationem soit lrsquounique forme lexicale accepteacutee par la majoriteacute des

speacutecialistes les opposants et mecircme les partisans de cette theacuteorie ont remarqueacute toute

une seacuterie drsquoincoheacuterences phoneacutetiques ouet seacutemantiques qui placent sous le signe de

lrsquoincertitude la justesse de cette thegravese Dans cet ordre drsquoideacutee certains linguistes rou-

mains (par exemple Rosetti (1968 299)) ont consideacutereacute que lat creatio fut introduit

en roumain par la fi liegravere slave En mecircme temps les efforts des speacutecialistes tentegraverent

drsquoidentifi er des raisons de nature formelle et seacutemantique qui puissent soutenir lrsquoideacutee

drsquoune adaptation directe du latin creatio en roumain Ainsi au plan phoneacutetique lrsquoex-

plication avanceacutee par Graur (1963 78sq) nous semble-t-elle ecirctre la plus convaincante

Au niveau seacutemantico-conceptuel les chercheurs ont souvent remarqueacute la charge

seacutemantique aryenne de lat creatio En outre on a reacutefl eacutechi sur le risque drsquoadmettre

cet eacutetymon compte tenu de lrsquoimpossibiliteacute de justifi er la personnifi cation ainsi que le

nom de personne Crăciun Selon nous la validation de la theacuteorie aryenne ne repreacute-

11 Voir Vătăşescu (1997 450) qui renvoie agrave Dauzat Dubois Mitterand (1964) et agrave Rohlfs (1970) 12 Cf it Natale frioul Nadal fr Noeumll prov cat et astur Nadal log Nadale sassar Naddali

(REW 5845) 13 Cf lrsquoesp Navidad (REW 5845b)

TELEOACĂ

211

sente pas un obstacle pour consideacuterer lat creatio comme lrsquoeacutetymon de roum Crăciun En effet comme nous avons eu lrsquooccasion de le constater14 le vocabulaire religieux

du roumain offre un inventaire relativement riche de termes conservant dans leur

seacutemantique des reacuteminiscences paiumlennes Les chercheurs qui ont rejeteacute cette theacuteorie

ont pris en consideacuteration le sens ldquoenfantrdquo de creatio acception consigneacutee aussi dans

drsquoautres idiomes neacuteo-latins ougrave le terme latin est conserveacute sarde kriaθogravene ldquopiccolo

piombordquo et v-esp criazoacuten ldquoidrdquo (Peţan 2002 216)

224 En plus de sa survie en roumain (v-roum a pănăta roum-reacuteg a se pănăta ldquosouffrirrdquo) le verbe latin paenitere ldquose repentirrdquo (DELL 1959) est conserveacute dans

lrsquoaire gallo-romane (anc-fr pentir ldquose repentirrdquo v-prov prov-mod pentir alais

penti ldquofaire repentirrdquo) en catalan (v-cat penedir cat-mod penedirse) et en italien

(pentirsi) (FEW IX 1958 DELI 4 (O-R))15 Il convient de souligner les deux faits sui-

vants 1 dans lrsquoensemble neacuteo-latin les descendants du verbe paenitere appartiennent

au registre archaiumlque ouet reacutegional des langues romanes 2 le concept de ldquose repen-

tirrdquo est lexicaliseacute dans les langues romanes modernes soit par les successeurs du

verbe preacuteverbeacute repoenitere (voir REW 7224 Mihăescu (1993 53)) soit comme en

roumain par des emprunts drsquoorigine balkanique roum a se (po)căi

225 Les verbes latins orare precari et rogare repreacutesentent les trois uniteacutes lexi-

cales verbales auxquelles faisait appel le latin chreacutetien afi n de lexicaliser le concept

de ldquoprier Dieurdquo (DELL 1959) Quoique le premier de ces verbes se soit conserveacute

dans tout le territoire roman (cf REW 6081) ce nrsquoest pas lui qui fi t carriegravere dans les

langues romanes occidentales mais son synonyme precare qui connut une grande

diffusion dans lrsquoespace neacuteo-latin ougrave il srsquoimposa avec une signifi cation religieuse (voir

REW 6734)

Attesteacute eacutepigraphiquement avec une double acception religieuse et laiumlque (cf

Mihăescu (1960 225)) lat rogare se serait conserveacute (cf REW 7361) uniquement en

roumain droum ruga aroum rog ldquoprier (Dieu)rdquo meacutegl ruga et iroum rugaring Cepen-

dant drsquoautres sources (par exemple FEW X 1962) nrsquoexcluent pas la possibiliteacute que ce

verbe latin ait eacuteteacute eacutegalement heacuteriteacute en ancien et moyen-franccedilais et en italien dialectal

(voir aussi DELI 4 (O-R))

226 Lat rosalia srsquoest conserveacute seulement en roumain (v-droum reacuteg Rusăi16)

et en wallon ougrave il preacutesente la mecircme signifi cation que le mot roumain agrave savoir ldquofecircte de

la Pentecocircterdquo (REW 7376 FEW X 1962) Cependant certaines sources admettent la

conservation du terme dans une aire plus vaste Par exemple Goicu (1999 80) inclut

dans cette aire le ladin occidental de mecircme que le vieil-espagnol et le vieux-catalan

Que cette derniegravere assertion puisse ou non ecirctre valideacutee il est certain que dans la

14 Voir Teleoacă (2005 142sqq 159sqq 166sqq) 15 Par opposition au FEW REW 6630 considegravere que la forme paenitere ne srsquoest conserveacutee qursquoen

roumain 16 Voir aussi aroum Arusalrsquoe (DDA1) et meacutegl Rusalii (Papahagi (1902))

CILPR 2013 ndash SECTION 2

212

romaniteacute occidentale ce nrsquoest pas le latin Rosalia qui srsquoimposa pour deacutesigner cette

fecircte religieuse mais les repreacutesentants drsquoun autre terme latin Pentecoste (emprunteacute

agrave gr πεντεχοστής) terme attesteacute chez Tertullien et conserveacute dans it Pentecoste fr

Pentecocircte ou esp Pentecosteacutes (Tagliavini (1963 249sqq))

En outre lrsquoEacuteglise romane de langue latine utilisait aussi un autre terme lat Qvin-

qvagesima conserveacute en wallon et dans une certaine aire du ladin occidental (Id

ibid)

Quant au roumain dans le vocabulaire religieux de cet idiome oriental ce nrsquoest

pas la forme Rusăi qui triompha mais Rusalii une variante introduite par la fi liegravere

slave

3 Remarques fi nales

Quelques-uns des mots inclus dans notre discussion ont pu ecirctre seacutelectionneacutes prio-

ritairement dans lrsquoensemble roman gracircce agrave leur statut de termes religieux agrave propre-

ment parler qualiteacute qui les distingue surtout de leurs correspondants synonymiques

rattacheacutes agrave la sphegravere ontologique profane ou paiumlennepreacutechreacutetienne diabolus vs

draco ecclesia vs basilica deus vs dominedeus natalis vs creatio pentecoste

vs rosalia Dans cette situation linguistique la seacutelection de termes tels que creatio

rosalia etc fut sans doute favoriseacutee par un milieu culturel speacutecifi que le deacutevelop-

pement de certaines communauteacutes dans les conditions de ce qursquoon appelle le lsquochris-

tianisme paiumlenrsquo ou lsquopopulairersquo Le cas du roumain est tout agrave fait pertinent agrave cet eacutegard

Dans drsquoautres situations linguistiques on pourrait admettre le renforcement de la

position drsquoun terme heacuteriteacute gracircce agrave un emprunt ulteacuterieur du mecircme terme fait agrave une

langue jouant le rocircle drsquoadstrat (cf agrave cet eacutegard roum corindă)

Quant agrave la seacutelection drsquoun des deux termes des couples precarerogare uigilareperuigilare il nrsquoest pas exclu que le critegravere stylistico-pragmatique ait eacuteteacute deacutecisif (voir

Niculescu (1999 250))

Dans la grande majoriteacute des situations eacutetudieacutees le mot seacutelectionneacute par le roumain

est limiteacute au registre litteacuteraire de la langue actuelle et il repreacutesente le terme principal

utiliseacute pour lexicaliser un certain contenu religieux Cette affi rmation ne vaut qursquoen

partie pour les autres langues romanes ougrave les 13 termes sont conserveacutes et cela pour

lrsquoune ou lrsquoautre des raisons suivantes

(1) afi n de deacutesigner certaines reacutealiteacutes chreacutetiennes ces idiomes ont opteacute pour drsquoautres termes

dans la situation ougrave les descendants du mot heacuteriteacute eacutegalement en roumain avaient subi des

eacutevolutions seacutemantiques particuliegraveres

(2) quelques formes neacuteo-latines sont resteacutees dans un fonds passif du fait qursquoelles furent

concurrenceacutees par drsquoautres lexegravemes

(3) dans un cadre eccleacutesiastique supeacuterieur agrave lrsquoorganisation religieuse speacutecifi que agrave lrsquoaire

orientale on a parfois rejeteacute toute une seacuterie drsquoexpressions de signifi cation marqueacutee

[+populaire] au profi t des termes offi ciels du culte chreacutetien

TELEOACĂ

213

(4) quelques-uns de ces idiomes ont pu conserver un terme latin ayant une acception purement

laiumlque ce qui fut parfois la conseacutequence de facteurs extralinguistiques particuliers (par

exemple le milieu confessionnel etc)

Cependant nous pouvons identifi er au niveau de cette cateacutegorie eacutetymologique

non seulement des eacuteleacutements de lsquorupturersquo mais eacutegalement toute une seacuterie de faits rele-

vant de la lsquocontinuiteacute linguistiquersquo dans le domaine de la romaniteacute

Parfois dans les limites drsquoune certaine aire on peut admettre une triple concor-

dance au niveau lexical seacutemantique et stylistique

Dominedeus roum et it

peruigilare v-roum priveghea ldquoveiller toute la nuitrdquo v-prov pervelhar qui est toujours

un terme profane

rogationem roum fr prov et port (concordance seacutemantique partielle) etc

Drsquoautres fois un certain type de discontinuiteacute est compenseacute par lrsquouniteacute identifi a-

ble agrave un autredrsquoautres niveau(x) On observe

(1) une discontinuiteacute de registre mais une continuiteacute lexicale et seacutemantique dans

lat Dominedeus roum it ndash anc fr v-prov

lat draco roum ndash fr reacutegional

lat rogare roum ruga (laiumlque et religieux) ndash anc-fr et moyen-fr it reacutegional etc

(2) une discontinuiteacute seacutemantique mais une continuiteacute lexico-stylistique dans

lat creatio roum Crăciun ldquofecircte de Noeumllrdquo ndash sarde kriaθogravene ldquopiccolo piombordquo

lat draco roum drac ldquodiablerdquo ndash it dragone ldquodragonrdquo

lat templa roum tacircmplă ldquoiconostaserdquo ndash srd fr idiomes ayant conserveacute le terme latin

avec une signifi cation laiumlque etc

(3) une discontinuiteacute lexicale17 mais une uniteacute seacutemantique et stylistique dans

lat draco roum ndash prov

lat christianus roum dalm (et eacuteventuellement fr esp rheacuteto-rom) vs les autres

langues romanes ougrave les termes correspondants deacutetiennent le statut de mots savants

Institut de Linguistique laquo Iorgu Iordan ndash Al Rosetti raquo

Bucarest Dana-Luminiţa TELEOACĂ

17 On pourrait parler drsquoune discontinuiteacute lexicale agrave part eacutetant donneacute qursquoil arrive parfois qursquoun terme latin unique ait eacuteteacute heacuteriteacute dans une aire de la romaniteacute tandis qursquoune autre langue de lrsquoespace roman possegravede le mecircme terme mais comme mot savant

CILPR 2013 ndash SECTION 2

214

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alais = alaisien

aroum = aroumain

astur = asturien

cat = catalan

dalm = dalmate

droum= daco-roumain

engad = engadinais

esp = espagnol

fr = franccedilais

frioul = frioulan

gr = grec

iroum= istro-roumain

it = italien

lat = latin

log = logoudorais

meacutegl = meacutegleacuteno-roumain

pieacutem = pieacutemontais

port = portugais

prov = provenccedilal

regg = reggiano

roum = roumain

sassar = sassarais

srd = sarde

veacutenit = veacutenitien

wall = wallon

Page 2: Anafonesi latina e anafonesi romanza

CILPR 2013 ndash SECTION 2

2

aver giagrave impiegato e che infatti ritrovo oltre che nel fondamentale volume del 19523

in Castellani (1950 249 n) e ancor prima in Castellani (1949 24 e 1948 12)

In un romanzo contemporaneo il Pasticciaccio di Gadda anafonesi designa

invece un movimento che ripercorre a ritroso il corso dellrsquoevoluzione fonetica (si parla

delle donne romane che storpiano il nome veneto Menegazzi in Menicacci)

Sui loro labbri stupendi quel nome veneto risaliva lrsquoetimo puntava contro corrente cioegrave

contro lrsquoerosione operata dagli anni Lrsquoanafonegravesi trivellava il defl usso col perforante vigore

di unrsquoanguilla []

Il Pasticciaccio fu pubblicato in volume nel 19574 ma era apparso nella rivista

Letteratura nel 1946 senza varianti per il passo che ci riguarda (cfr Isella 1989 320)

Dobbiamo credere che Castellani abbia risemantizzato prontamente il termine del

geniale onomaturgo milanese5 O non si tratteragrave piuttosto di poligenesi Certo sia

lrsquouno che lrsquoaltro uso sembrano indipendenti dal grecismo medico-musicale anafonesi ldquoesercizio del canto per dilatare i polmonirdquo attestato sporadicamente a partire dal

1797 (DrsquoAlberti di Villanuova) e giunto probabilmente attraverso il francese6

Ma torniamo ai dati Per il portoghese Williams (1962 sect 3510 e 3812) dagrave come

regola la chiusura di e e o davanti a [k] e [g] anche se le eccezioni non mancano

(oltre a tronco cfr ponto ponta)

Il problema non sembra aver attirato particolarmente lrsquoattenzione delle gramma-

tiche storiche spagnole non ne trovo menzione neacute in Meneacutendez Pidal neacute in Penny

Tuttavia esso egrave stato almeno parzialmente oggetto di uno studio di Sampson (2006)

che si concentra sulle sequenze in cui la vocale egrave seguita dal gruppo -nct- come cin-

ctu gt cinto tinctu gt tinto iunctu gt junto punctu gt punto unctu gt unto le uniche in

cui il fenomeno egrave regolare7

Secondo Badiacutea Margarit (1951 sect 49IV) in catalano la chiusura di e si verifi ca solo

davanti allo stesso gruppo cincta gt cinta pinctat gt pinta tinctu gt tint laquoSi la gutu-

ral srsquoarticula com a explosiva amb una vocal seguumlent la infl exioacute desapareixraquo trincat

gt trenca (ma lrsquoetimo egrave incerto cfr REW 8953) lingua gt llengua Analogamente

troviamo chiusa la vocale o seguita da due consonanti ung(u)la gt ungla punctu

3 Come giagrave segnalato dal LEI 1 1053 Maria Teresa De Luca ha gentilmente spogliato per me LN il termine compare per la prima volta nel 1952 nella recensione di Migliorini ai Nuovi testi fi orentini di Castellani

4 Il passo in questione si trova a p 52 Il Battaglia riportandolo dagrave come fonte erroneamente Le meraviglie drsquoItalia (1939) La data esatta egrave ristabilita dal LEI 1 1053

5 Un rapporto diverso sembra postulare Lurati (1995 289) laquoGadda anticipa (sulla scorta di Contini) il ricorso a quella nozione di anafonesi che sulla scia di Arrigo Castellani doveva poi imporsi tra i linguistiraquo

6 Cfr LEI ibid Il fr anaphonegravese egrave giagrave nellrsquoEncyclopeacutedie (1751)7 Per un processo collegato alla Legge di Lachmann (cfr go ctus) i participi in questione

potevano avere una lunga in latino ma Sampson (2006 22-25) mostra convincentemente che di norma la quantitagrave della vocale doveva essere breve

BARBATO

3

gt punt praecunctat gt pregunta laquoSi la velar srsquoarticula com a explosiva de la vocal

seguumlent desapareix la infl exioacuteraquo juncu gt jonc (Badiacutea Margarit 1951 sect 52V)8

Lrsquoantico provenzale ha junher unher accanto ai piugrave frequenti jonher onher

(Anglade 1921 81) La chiusura sia della vocale anteriore che posteriore caratterizza

modernamente il guascone cinglo cinta (Ronjat 1930-1941 sect 81) unglo unto punt junt (Ronjat 1930-1941 sect 86)9

Quanto al romancio non si ha mai chiusura in lingere stringere vincere lin-

gua pingue ma sigrave in alcune varietagrave nella sequenza - nct- (quasi sempre con ulteriore

assorbimento della nasale) cfr exstinctu gt surs stetg eng stit Val Muumlstair [tic]

(Eichenhofer 1999 sect 109) axungia pungere ungere hanno lrsquoesito normale di o

ma dovunque le basi in - nct- hanno esiti di u unctu gt surs etg engad uumlt Muumlstair

[yc] punctu gt surs petg engad puumlt (ma in topon Puumlnch) (Eichenhofer 1999 sect

200)10

Venendo alle spiegazioni un tentativo convincente per lo spagnolo egrave nel citato

articolo di Sampson (2006) che dopo aver respinto con buoni argomenti altre inter-

pretazioni che non rendono conto della globalitagrave del fenomeno11 propone tre fattori

esplicativi di cui solo lrsquoultimo egrave considerato decisivo

(1) lrsquoeffetto della consonante velare sulla vocale omorganica

(2) la proporzione diretta tra durata e apertura vocalica la struttura sillabica a coda complessa

determina una vocale iperbreve ndash [puktu] vs [juku] ndash e dunque tendenzialmente

chiusa

(3) lrsquoeffetto chiudente della nasale che comrsquoegrave noto si manifesta anche in altri casi nelle lingue

romanze coinvolgendo anche le vocali medio-basse (Lausberg 1971 sectsect 230-237)

Percheacute proprio la nasale velare La risposta viene dalla fonetica sperimentale la

nasale velare ha la frequenza piugrave vicina a quella della vocale ed egrave quindi piugrave in grado

di determinare un effetto di coarticolazione laquoVu que le formant nasal est plus bas

que tout premier formant vocalique un tel percept vocalique semblera eacuteventuelle-

ment avoir un premier formant abaisseacute Lrsquoauditeur entendrait par lagrave une voyelle plus

fermeacuteeraquo (Sampson 2006 34)12

8 Paradossalmente in italiano secondo Castellani (1992 392) non ci sarebbe anafonesi in que-sto contesto per la precoce semplifi cazione del gruppo -nct- punctiare gt puntiare gt ponzare I vari giunto punto unto cinto tinto vinto sarebbero analogici alternativamente si potrebbe dire che in questi casi i rapporti paradigmatici hanno impedito la semplifi cazione (lrsquoocclusiva velare di iungo ecc avrebbe preservato quella di iunctus ecc)

9 Cfr anche Rohlfs (1970 sect 353)10 Per lrsquoesito di u cfr fr ctu gt surs fretg engad fruumlt11 Secondo Torreblanca (1990) ogni consonante velare o velarizzata impedirebbe lrsquoapertura di

ma questa interpretazione da un lato lascia diverse aporie dallrsquoaltro non spiega la chiusura di Per una diversa spiegazione di ductu gt ducho lucta gt lucha cfr Barbato (2012 80)

12 Si tratta del primo formante che egrave tanto piugrave basso quanto piugrave la vocale egrave chiusa Ci si riferisce ovviamente alla vocale seguita da nasale velare

CILPR 2013 ndash SECTION 2

4

Possiamo cercare di estendere la spiegazione di Sampson che da una parte si egrave

occupato solo del contesto -nct- dallrsquoaltra non ha tenuto conto sistematicamente

delle altre varietagrave romanze Queste si dispongono in un ventaglio che possiamo cosigrave

descrivere13

(a) varietagrave in cui la chiusura non egrave sensibile neacute alla qualitagrave [= anteroposterioritagrave] della vocale

neacute alla struttura della sillaba (italiano portoghese guascone)

(b) varietagrave in cui la chiusura egrave sensibile alla struttura sillabica (engadinese catalano e

spagnolo in misura diversa)

(c) varietagrave in cui la chiusura egrave sensibile alla struttura sillabica e alla qualitagrave della vocale (cfr

il soprasilvano dove crsquoegrave solo la chiusura in - nct-)

(d) varietagrave senza chiusura (francese gran parte dellrsquooccitanico e dellrsquoitaloromanzo tranne il

toscano)

Egrave evidente che la restrizione della qualitagrave vocalica si spiega con il fattore (1) di

Sampson ndash lrsquoeffetto della velare sulla velare ndash la restrizione della struttura sillabica

con il fattore (2) lrsquoeffetto del carattere iperbreve della vocale Apparentemente in

controtendenza lrsquoitaliano dove la chiusura sembra piugrave spinta per la vocale anteriore

che per quella posteriore cfr oltre a tronco spelonca carbonchio (gall caruncho)

Ma potrebbe essere un caso a ben vedere non mancano le eccezioni con la vocale

anteriore pentola spengo camarlengo14

Che si debba aggiungere allrsquoelenco di Sampson un altro fattore quello della sono-

ritagrave dellrsquoocclusiva velare Castellani nota la quasi totale assenza di [uk] contro la

regolaritagrave di [ug] in italiano saragrave casuale la mancata chiusura in iberoromanzo di

vinco (spagn venzo port venccedilo) contro cingo (cintildeo cinjo) fingo (hintildeo fi njo) tingo

(tintildeo tinjo) iungo (unzo junjo) pungo (pungo punjo) Egrave possibile che la conso-

nante sonora piugrave lsquoomorganicarsquo alla vocale di quella sorda abbia in quanto tale favo-

rito lrsquoeffetto di coarticolazione15

Egrave interessante notare che il nostro fenomeno ne ripete uno del latino arcaico (Leu-

mann 1977 sectsect 42 45 85 126 Palmer 1977 264sq) Nello stesso contesto di nasale

+ velare una vocale media etimologica si egrave chiusa in decnos gt dignus legnos

gt lignum16 tinguo (cfr greco tengo) uncus (greco onkos) unguis (greco onyx) hunc

(ant honc) La chiusura ha risparmiato eccezionalmente longus (e iuvencus) ma in

iscrizioni si trova lung- (CIL I2 1353 XI 6671a) e una forma del genere egrave presuppo-

sta dallrsquoit lungo17 Siamo dunque in presenza di un fenomeno ciclico

13 Sono ovviamente fuori gioco le varietagrave che confondono e e e anche il rum limbă ecc non aiuta giaccheacute qui tutti i timbri si sono fusi in i davanti a nasale pl nu gt plin = d nte gt dint

14 Vero egrave che questi ultimi due lessemi hanno a Firenze segno del loro carattere non popolare15 Il parere di Straka citato in nota da Castellani (1961 79) sembra andare in questo senso16 Queste due forme mostrano che anche la prima consonante del gruppo gn si pronunciava []17 Per lungo lt l ngu credo si possa sciogliere senzrsquoaltro la riserva di Castellani (1961 76 n 16)

ed escludere lrsquoidea di Rohlfs (1966-1969 sect 70) che si tratti di una doppia applicazione della chiusura antenasale (l[]ngo gt l[o]ngo gt lungo) fenomeno altrimenti indocumentato (cfr p[]nte gt p[o]nte gt punte)

BARBATO

5

La domanda da porci ora egrave la seguente si tratta di una chiusura di e o romanzo-

comuni o di una mancata apertura di (o se si vuole di ) latini Sampson (2006

34) si pronuncia per questa seconda ipotesi laquoon peut diffi cilement parler drsquoune ferme-

ture vocalique provoqueacutee dans nos mots probleacutematiques par lrsquoeffet acoustico-percep-

tuel de la nasaliteacute Mais nous proposons que cet effet a pu aider agrave conserver la qualiteacute

fermeacutee de et en freinant toute tendance de ces voyelles agrave srsquoouvrirraquo

Torreblanca (1990 249) sottolinea che il fenomeno devrsquoessere anteriore alla sem-

plifi cazione del gruppo -nct- gt -nt- frequentemente attestata laquodans les inscriptions

tardives de toutes les reacutegionsraquo (Vaumlaumlnaumlnen 1981 sect 116) In effetti in latino tardo ci

devrsquoessere stata la tendenza a semplifi care il nesso (cfr giagrave il classico quintus lt

quinctus) che si egrave imposta in iberoromanzo e italiano (santo) ma non in francese

(saint) lasciando altrove unrsquoarea diffusa di variazione (occit sant vs sanch saint sent piem sant vs gena sainto mil onć)18

Si noti che se in spagnolo (portoghese guascone) lrsquoanafonesi egrave anteriore alla sem-

plifi cazione -nct- gt -nt- in romancio egrave anteriore alla palatalizzazione di -ct- si tratta

di un ulteriore argomento a favore della precocitagrave del fenomeno e indirettamente

della sua interpretazione come fatto di conservazione e non di innovazione19

Del resto gli esiti romanzi disegnano una tipica fi gura areale conservazione rela-

tiva di Italo- e Iberoromania (in senso lato includendo rispettivamente i Grigioni e la

Guascogna) rispetto alla Galloromania (in particolare lrsquoantica Lugdunense) notoria-

mente lrsquoarea piugrave innovativa nel tardo Impero

Ci sono dunque diversi argomenti per pensare a una mancata apertura della vocale

latina20 Ci sono perograve anche delle possibili obiezioni In italiano lrsquoesito chiuso coivolge

anche un lessema con e il suffi sso germanico - ng

it spagn port

sp ngia spugna esponja esponja

- ng -ingo -engo -engo

Sembrerebbe la prova che si tratti di una chiusura di e o e di un fenomeno rela-

tivamente tardo21 Secondo Castellani (1961 85-87 e 121-122) il nostro fenomeno

egrave posteriore allrsquoapertura di (III sec) ma anteriore alla palatalizzazione di ng (sugna spugna IV-V sec) va collocato dunque nel IV secolo ma devrsquoessere rimasto

attivo almeno fi no a tutto il V secolo cosigrave da coinvolgere il suffi sso germanico

18 Anglade (1921 167) Meneacutendez Pidal (1941 sect 512) Rohlfs (1966-1969 sect 272) Lausberg (1971 sectsect 437-438) AIS

19 Meno assicurata appare lrsquoanterioritagrave rispetto alla palatalizzazione di cj asserita da Torre-blanca (1990 256) sulla base di uncia gt it oncia spagn onza port onccedila (cfr la mancata chiusura anche in tronco)

20 Un fenomeno analogo si verifi ca in iato cfr mia (attestato a Pompei) gt it engad occ cat spagn mia (Barbato 2010) fuit gt it(a) fu(e) (Barbato 2009)

21 Si ricordi che germanica egrave resa normalmente con e

CILPR 2013 ndash SECTION 2

6

Drsquoaltra parte si puograve credere che giagrave compiuta lrsquoanafonesi [spogja] e [-eg-]

unici casi che presentavano una vocale medio-alta davanti alla sequenza nasale piugrave

velare siano stati pareggiati per analogia fonetica a [iC] [uC] Quanto al primo

caso si potrebbe anche partire da una base spungia che sembrerebbe presupposta

pure da cast espundia arag espuntildea (DCECH sv esponja ed espundia)22 Del resto

la palatalizzazione di ng potrebbe essere avvenuta piugrave precocemente di quanto sup-

pone Castellani con la trafi la ngj gt nj lt [] Lo stesso Castellani data il passaggio gj

gt j al I sec dC e quello nj gt [] al III secolo Proporrei dunque la seguente cronologia

(1) anafonesi davanti a []

(2) gj gt j

(3) nj gt []

Secondo questa ipotesi lrsquoanafonesi egrave contemporanea alla formazione del sistema

vocalico romanzo di cui costituisce il negativo In ogni caso sia che la si consideri un

fatto di conservazione che di innovazione va sottolineato il suo carattere irregolare

che confi gura una lsquolegge fonetica debolersquo o una resistenza a unrsquoinnovazione governata

da una fi tta rete di parametri

Anafonesi (metafonesi) romanza

Si considerino ora le corrispondenze (parziali) seguenti

it spagn port

t nea tigna tintildea tinha

erv lia rubiglia arveja ervilha

c lia ciglia ceja celha

stam nea stamigna estamentildea estamenha

curc lio gorgoglio gorgojo gorgulho

c neu cogno cuntildeo cunho

22 La questione egrave intricata Il lat spongia lt greco σπογγιά dovrebbe avere una vocale breve la lunga viene postulata proprio per spiegare lrsquoitaliano spugna (Rohlfs 1966-1969 sect 110) Un prestito greco molto antico potrebbe essere stato coinvolto nella chiusura latina di davanti a nasale velare (vedi sopra uncus unguis) In effetti come segnala Torreblanca (1990 261) la grafi a spungia egrave attestata in latino non si puograve escludere tuttavia che essa renda una pro-nuncia tardiva [o] si sa infatti che omicron aveva un timbro chiuso che poteva essere reso in latino tardo con o donde le pronunce coacutelpo poacutelpo dellrsquoitaliano (Rohlfs 1966-1969 sect 110) Il logud ispundza (accanto a isponda) non egrave decisivo percheacute come illustra Wagner potrebbe risentire dellrsquoit spugna o essere laquosardizzazioneraquo di spagn-cat esponja (DES)

BARBATO

7

Franceschini (1991) ha voluto vedere qui un fenomeno comune di innalzamento

dovuto a yod che agirebbe con piugrave o meno restrizioni nelle varietagrave romanze In que-

sto caso tuttavia le condizioni appaiono diverse come mostra la chiara asimmetria

tra lrsquoitaliano che chiude regolarmente la vocale anteriore e lrsquoibero-romanzo che

chiude preferibilmente quella posteriore23

Va sottolineata qui una caratteristica costitutiva del toscano lrsquoassenza di meta-

fonesi24 Se Castellani sentigrave il bisogno di coniare il termine anafonesi fu proprio per

descrivere un processo di innalzamento che ha una ragione diversa da quello meta-

fonetico

Ora egrave noto che le varietagrave iberoromanze come quelle galloromanze conoscono

metafonia da -i (cfr f ci gt fr prov fi s spagn hice port fi z contro it feci) In altra

sede (Barbato 2012 e 2013) ho sostenuto che la metafonia sia prodotta non soltanto da

-i ma anche da yod proponendo questa cronologia

sec II III IV V VI

palatalizzazione di tj gt ts cj gt t ----- --

dittongazione metafonetica di ----- --

palatalizzazione di j (gj dj) gt d lj gl gt nj gn gt ----- --

chiusura metafonetica di e o ----- --

Normalmente la palatalizzazione di lj nj si applica prima della chiusura di e o

eliminando il contesto metafonetico

ndash cilia gt [tellja] gt [tea] gt cejandash gurgulio gt [gorgolljo] gt [gorgoo] gt gorgojo

Ma il processo di palatalizzazione e quello di chiusura metafonetica si sono

sovrapposti per un periodo e dunque egrave potuto succedere eccezionalmente che si

applicassero in ordine inverso

ndash cunia gt [konnja] gt [kunnja] gt cuntildeandash tinea gt [tennja] gt [tinnja] gt tintildea

Nel caso di -[i]- (ervilha) e di -[u]- (gorgulho) puograve poi aver agito lrsquoanalogia

dei suffi ssi da - cul- (es lentilha) e - cul- (agulha)

23 Secondo Franceschini il toscano occidentale presenterebbe simmetria nella chiusura ma cfr le obiezioni di Castellani (1992 397-399)

24 Esiste forse una sola eccezione se non sono dovuti a chiusura in protonia (fi schiare mischiare) potrebbero essere metafonetici fi schio mischio lt feschio meschio Se egrave cosigrave lrsquounica metafo-nia toscana ripeterebbe singolarmente la nota chiusura del latino parlato b stia gt b stia

CILPR 2013 ndash SECTION 2

8

In italiano siamo di fronte a un processo ben diverso che come ha chiarito ancora

Castellani (1961)

(a) colpisce e e non o

(b) egrave prodotto solo dalla nasale palatale derivata da nj e non da quella derivata da gn (cfr

degno pegno)

Esso egrave dunque successivo alla palatalizzazione dei gruppi con yod laquopercheacute in

Toscana la non esercita nessun infl usso sulla vocale della sillaba tonicaraquo (p 85) ed

egrave anteriore alla confusione di nj e gn va collocato dunque dopo il II secolo e prima

dellrsquoVIII (laquodal 757 si trovano grafi e inverse attestanti la pronuncia di gn come nrsquonrsquoraquo p

86) ma piugrave probabilmente tra il III e il IV secolo (cfr anche p 122)

Secondo Castellani dunque lrsquoanafonesi davanti a precede quella davanti a

[] Ma se facciamo reagire queste considerazioni sullo schema precedente otteniamo

la seguente cronologia

(1) anafonesi davanti a []

(2) gj gt j

(3) nj gt [] lj gt []

(4) anafonesi davanti a [ ]

(5) gn gt []

Percheacute questo secondo processo colpisce e e non o Probabilmente per motivi

articolatori (Pensado 1985 645) la chiusura non coinvolge la vocale posteriore per-

cheacute lrsquoassimilazione laquoque como efecto de la elevacioacuten de la parte anterior de la lengua

(cerrazoacuten) parece perfectamente posible no lo es si se tiene en cuenta el paraacutemetro

de la posicioacuten de la raiacutez de la lenguaraquo Insomma se la consonante velare favorisce

la chiusura delle vocali posteriori come si egrave visto sopra quella palatale esercita un

effetto parallelo sulle anteriori

Che ne egrave delle altre lingue romanze Il catalano si allinea allo spagnolo coi suoi

tinya cuny (ma corcoll) Lrsquoantico provenzale ha le alternanze celhacilha lt cilia melh

milh lt miliu telhtilh lt tiliu estrilhaestrelha lt strig(i)la tegnotigno lt tinea lenh

linh lt lignu (Anglade 1921 60sqq 78sqq) Includendo le forme antiche e dialettali

si scopre che il francese oltre a cil ha anche milmeil tilteil teignetigne eacutetrilleeacutetreille

linleigne (FEW svv) In tutti questi casi si conoscono dei risultati con i e u anche

in Italia settentrionale per es ver (Raldoacuten) [sije] (AIS 102 p 372) emilocc (San

Secondo parm) [mij] (AIS 1467cp p 413) emilocc (Sologno) [tijj] (AIS 580 p

453) gen [tia] (AIS 684 p 178) APiem (Villafalletto) [stria] (AIS 1242 p 172) Il

romancio non conosce chiusura (Eichenhofer 1999 sectsect 93 110 201)

Questi casi si potrebbero allineare a quelli iberici come effetto di una metafonia

che ha preceduto la palatalizzazione ma potrebbero anche essere dei piugrave tardi feno-

meni anafonetici come mostra il fatto che solo la vocale anteriore egrave coinvolta dallrsquoin-

BARBATO

9

nalzamento25 Del resto come mostra Philipon (1918-1919 433) spesso la chiusura egrave

documentabile in epoca letteraria prov abelha gt abilho lion oreilli gt orilli lig megiu

gt migiu mil stregia gt strigia E non a caso Roncaglia (1965 49) parla di laquoanafonesiraquo

per le occorrenze provenzali26

Si deve ancora a Castellani (1961 80-81 e n) il merito di aver stabilito che nel caso

di it pugno spagn puntildeo port punho cat puny itsett puumlgn (accanto a pogn AIS 1679

e cp) ndash cui si puograve aggiungere prov punh (accanto a ponh) lad [pu] (Kramer 1977

145) ndash non crsquoegrave anafonesi ma si parte da una forma romanzo-comune con u

Conclusioni

Sulla scia di Rohlfs (1966-1969 sect 49 e 70) le grammatiche storiche romanze con-

tinuano a parlare per lrsquoitaliano di una chiusura di e o in una serie di contesti che

includono la nasale e la laterale palatali e la nasale velare

Rohlfs (1966-1969 sect 49) laquoNel dialetto fi orentino si trova i invece di e davanti a n seguita

da k o da g () davanti a sk e davanti a ntilde oppure a łraquo

Lausberg (1971 sect 204) laquoNel fi orentino (e nellrsquoitaliano letterario) la e la del latino

vengono innalzate a [i] e [u] dinanzi a gruppi nasali-palataliraquo

AlkireRosen (2010 77) laquoRegularly stressed high mids followed by [] or [] raise one

degree to become high vowels i instead of e and u instead of oraquo

In realtagrave da molti anni Castellani ha chiarito che esistono due anafonesi in ita-

liano cronologicamente distinte (1) chiusura di e o davanti a nasale velare (2) chiu-

sura della sola e davanti a nj lj27 Sarebbe ora che gli studi romanzi prendessero atto

di questo fatto

Qui si egrave proposto ulteriormente di collegare (1) con alcuni fenomeni analoghi di

altre varietagrave romanze rintracciandone la radice comune nel latino tardo di distin-

guere (2) da fenomeni apparentemente analoghi che sono invece di natura metafo-

netica

Non sarebbe forse male che il termine anafonesi (vs metafonesi) venisse adottato

anche nelle altre lingue fr anaphonie (vs meacutetaphonie)28 spagn anafoniacutea (vs metafoniacutea)

ecc

Universitagrave di Napoli lsquoLrsquoOrientalersquo Marcello BARBATO

25 Per strigile e tinea si potrebbe pensare che la chiusura si sia prodotta dapprima in protonia nei tipi lsquoeacutetrillerrsquo e lsquotigneuxrsquo (FEW 12 303 e 13 343)

26 Lrsquouso continua nella provenzalistica italiana (cfr Ventura 2010 LIX)27 Si ricordi che la cronologia proposta da Castellani egrave quella inversa e si noti che la lsquochiusurarsquo

di e o egrave a nostro avviso piuttosto una mancata apertura di 28 Cfr giagrave Redon (2002 37)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

10

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13

Les meacutecanismes de la concordance des temps et leur eacutevolution

du latin aux langues romanes

Les regravegles lsquoclassiquesrsquo de la concordance des temps ont fait lrsquoobjet de nombreuses

critiques de la part des grammairiens et des linguistes Parmi ceux-ci il semble que

Ferdinand Brunot et Charles Bruneau soient les plus cateacutegoriques laquo Les grammai-

riens modernes ont imagineacute une preacutetendue regravegle de concordance des temps Cette

regravegle nrsquoa jamais eacuteteacute observeacutee par les bons eacutecrivains raquo (Preacutecis de grammaire historique de la langue franccedilaise Paris Masson et Cie 1949 p 387) Quelques anneacutees plus tard

lorsqursquoil eacutecrit La penseacutee et la langue Ferdinand Brunot nrsquoa pas changeacute drsquoavis laquo Le

chapitre de la concordance des temps se reacutesume en une ligne il nrsquoy en a pas raquo (Bru-

not 1965 782)

Pourtant contrairement agrave lrsquoaffi rmation ci-dessus la regravegle de lsquoconcordance des

tempsrsquo a plus drsquoun titre drsquoancienneteacute Elle a drsquoabord eacuteteacute appliqueacutee au latin et est ensei-

gneacutee depuis plus de deux milleacutenaires Dans leur Syntaxe latine (1951-2002) A Ernout

et F Thomas la reacutesument en ces termes

laquo La concordance des temps du subjonctif est deacutefi nie drsquoordinaire par la regravegle suivante

dite regravegle de la consecutio temporum

1) Au preacutesent (ou au futur) de lrsquoindicatif dans la proposition principale correspond un preacute-

sent ou un parfait du subjonctif dans la subordonneacutee

dico

quid faciat quid fecerit quid facturus sit

dicam

lsquolsquo je dis (dirai) ce qursquoil fait ce qursquoil a fait ce qursquoil fera rsquorsquo

2) A un temps passeacute de la proposition principale correspond dans la subordonneacutee un impar-

fait ou un plus-que-parfait du subjonctif

dixi

dicebam quid faceret quid fecisset quid facturus esset

dixeram

lsquolsquo jrsquoai dit (je disais jrsquoavais dit) ce qursquoil faisait ce qursquoil avait fait ce qursquoil ferait rsquorsquo (sect 394)

Les laquo grammairiens modernes raquo dont parlent Ferdinand Brunot et Charles Bru-

neau nrsquoont donc fait qursquoadapter au franccedilais une regravegle que tous les apprenants du latin

sont bien obligeacutes drsquoapprendre car elle permet drsquoeacuteviter des erreurs grossiegraveres dans le

CILPR 2013 ndash SECTION 2

14

thegraveme latin Il ne srsquoagit cependant pas drsquoune regravegle absolue comme le reconnaissent

A Ernout et F Thomas qui apregraves avoir eacutenonceacute la regravegle ajoutent laquo Mais la simpliciteacute

factice de cette regravegle a pour reacutesultat de rejeter de nombreux faits parmi les exceptions

On doit tenir compte mieux qursquoelle ne le fait des conditions imposeacutees par les valeurs

particuliegraveres des temps eux-mecircmes et par la nature des diverses propositions subor-

donneacutees raquo

Le problegraveme poseacute par les laquo grammairiens modernes raquo citeacutes par F Brunot et C

Bruneau pourrait se reacutesumer de la maniegravere suivante ces grammairiens ont-ils eu

raison de transposer au franccedilais une regravegle faite pour la langue dont le franccedilais est

issu le latin

On remarquera que les remarques critiques de F Brunot et C Bruneau nrsquoont pas

drsquoeacutequivalents dans les autres langues romanes comme lrsquoespagnol le portugais ou

lrsquoitalien Les speacutecialistes de ces langues qursquoils soient peacutedagogues grammairiens ou

linguistes sont contraints de reconnaicirctre pratiquement tous lrsquoexistence dans ces lan-

gues drsquoun meacutecanisme de laquo concordance des temps raquo Ainsi la Grammaire espagnole de Jean Bouzet (Paris Belin 1945 p223 sect514) met en garde le traducteur qui doit

rendre en espagnol un preacutesent du subjonctif franccedilais laquo Le franccedilais moderne nrsquoest pas

tregraves rigoureux sur la concordance des temps du subjonctif avec le verbe de la proposi-

tion principale et tolegravere bien souvent lrsquoemploi du preacutesent au lieu de lrsquoimparfait Jrsquoavais peur qursquoil ne srsquoeacutegare qursquoil nrsquoarrive pas qursquoil ne sache pas etc Il conviendra toujours

de rectifi er la concordance avant de traduire raquo Dans un manuel drsquoapprentissage de

lrsquoespagnol comme Pueblo sous le libelleacute laquo La concordance des temps raquo on peut lire

laquo Alors que le franccedilais utilise de moins en moins le subjonctif passeacute (il eucirct fallu que vous vinssiez) son emploi au lieu du subjonctif preacutesent est rigoureusement obligatoire

chaque fois que le verbe de la proposition principale est au passeacute ou au conditionnel raquo

(A Mercier Pueblo 3 Paris Armand Colin 1972 120) Lrsquoaffi rmation aussi peacuteremp-

toire - mais de sens opposeacute - que celles de Ferdinand Brunot est compleacuteteacutee par les

exemples suivants

laquo nos dicen que pasemos ----------gt nos dijeron que pasaacuteramos

me interesa que esteacutes tuacute ----------gt me interesaba que estuvieses tuacute

es mejor que vuelva mantildeana ------gt seriacutea mejor que volviera mantildeana

quiero que contestes pronto ------gt quisiera que contestases pronto raquo

avec le commentaire

laquo Principale au passeacute ----gt subjonctif passeacute dans la subordonneacutee

passeacute simple

imparfait

plus-que-parfait

conditionnel raquo

BEGIONI ROCCHETTI

15

Cette concordance est valable aussi pour lrsquoitalien La Grammatica italiana - Il verbo de G-B Moretti et de G-R Orvieto (Perugia Benucci 1979 vol I 67-76)

consacre 10 pages agrave exposer en deacutetail la concordance des temps en italien Pour ne

pas alourdir notre exposeacute nous nous limiterons agrave citer un extrait de la grammaire de

Luca Serianni Italiano (Torino UTET 1988 388-390) qui renvoie agrave G-B Moretti et

G-R Orvieto et reacutesume ainsi la concordance des temps lorsque la subordonneacutee est au

subjonctif (p 390) laquo Il tempo verbale della reggente condiziona il tempo dellrsquoogget-

tiva sia pure senza la rigorositagrave della lsquoconsecutio temporumrsquo latina raquo (p 388)

On voit que lrsquoespagnol et lrsquoitalien donnent lieu agrave des remarques comparables

proches de la regravegle latine quoique avec une moindre rigueur comme le souligne

Luca Serianni La diffeacuterence tient au fait que le subjonctif latin comportait 4 temps

(preacutesent imparfait parfait et plus-que-parfait) alors que le subjonctif de la langue

italienne se reacuteduit agrave un preacutesent et agrave un parfait Ce dernier est paradoxalement appeleacute

imperfetto alors qursquoil a pour origine le plus-que-parfait du subjonctif latin - cf lat

cantavissem gt it cantassi - et qursquoil est resteacute un perfectum de virtualiteacute en italien Il

peut par exemple poser seul une hypothegravese sans lrsquoaide des conjonctions se ou anche se Avesse dovuto aspettare non cinque minuti ma cinquanta secoli non sarebbe uscito di ligrave senza aver parlato prima collrsquoamabile sposina (De Marchi Demetrio Pia-nelli 479) Il en est de mecircme de lrsquoespagnol bien que sa morphologie au subjonctif

soit un peu plus complexe il dispose lui aussi drsquoun preacutesent drsquoun parfait - doteacute de

deux formes lrsquoune en -se (lat cantavissem gt esp cantase) de mecircme origine que le

parfait italien lrsquoautre en -ra issue du plus-que-parfait de lrsquoindicatif latin (lat cantave-ram gt esp cantara) - et drsquoun futur Mais ce dernier temps nrsquoest plus drsquousage courant et

nrsquoentre pas dans la regravegle lsquoclassiquersquo de la concordance des temps

Nous arrivons ainsi agrave lrsquoobjet de notre eacutetude comment et surtout pourquoi est-on

passeacute de 4 temps pour le subjonctif latin agrave deux temps en italien et (pratiquement) en

espagnol Pourquoi le franccedilais a-t-il reacuteduit aujourdrsquohui son subjonctif agrave un seul temps

alors que lrsquoancien-franccedilais en utilisait reacuteguliegraverement deux Quelles sont les eacutetapes

que lrsquoon peut distinguer dans ces eacutevolutions Agrave quoi reacutepond un meacutecanisme aussi

insolite - et on lrsquoa vu aussi controverseacute - que la concordance des temps Enfi n nous

avons passeacute sous silence jusqursquoagrave preacutesent la langue roumaine mais elle peut ecirctre riche

drsquoenseignements puisqursquoelle est issue comme les langues romanes occidentales drsquoun

latin fortement marqueacute par la concordance des temps et pourtant elle ne preacutesente

aucune regravegle de lsquoconcordance des tempsrsquo ni mecircme aucun reste eacutevident drsquoun ancien

fonctionnement fondeacute sur une telle regravegle Comment comprendre une telle diversifi -

cation pour des langues qui offrent par ailleurs une multitude de meacutecanismes com-

parables

Ce qui frappe en premier lieu crsquoest moins la concordance en elle-mecircme - puisque

tous les eacuteleacutements drsquoune phrase doivent en effet lsquoconcorderrsquo pour donner agrave la phrase

sa coheacuterence - que le fait qursquoelle entraicircne la reacutepeacutetition drsquoune donneacutee (le temps) deacutejagrave

fournie par le verbe de la principale Agrave quoi reacutepond cette reprise Le verbe de la

principale ne serait-il pas suffi sant pour situer lrsquoensemble de la phrase dans lrsquoeacutepoque

CILPR 2013 ndash SECTION 2

16

preacutesente passeacutee ou future Doit-on analyser la seacutequence laquo proposition principale +

proposition subordonneacutee raquo comme le rapprochement de deux entiteacutes indeacutependantes

agrave lrsquoorigine et qui pour se rapprocher doivent emprunter lrsquoune agrave lrsquoautre des eacuteleacutements

temporels marquant leur homogeacuteneacuteisation au sein drsquoune mecircme phrase Agrave cette ques-

tion srsquoen ajoute une autre y a-t-il dans les langues en eacutevolution drsquoautres cas analo-

gues de rapprochement drsquoeacuteleacutements drsquoorigine diffeacuterente et fi nissant par srsquoamalgamer

en une nouvelle uniteacute homogegravene La reacuteponse agrave cette deuxiegraveme question est certaine-

ment positive et les exemples ne manquent pas

Dans Begioni Rocchetti 2010 eacutetude publieacutee dans la revue Langages ndeg 178 (p

67-87) et intituleacutee La deacutefl exiviteacute du latin aux langues romanes quels meacutecanismes systeacutemiques sous-tendent cette eacutevolution nous avons examineacute plusieurs cas de reacutepeacute-

tition concernant des eacuteleacutements en cours de rapprochement Le cas le plus exemplaire

nous paraicirct ecirctre dans le domaine nominal lrsquoapparition de lrsquoarticle deacutefi ni (agrave partir du

deacutemonstratif latin) sa liaison progressive avec le substantif lrsquoexistence pendant de

nombreux siegravecles drsquoune double marque du genre et du nombre agrave la fois sur lrsquoarticle et

sur le substantif et la reacuteduction en franccedilais moderne de la marque du nombre expri-

meacutee jusque-lagrave par la deacutesinence du deuxiegraveme eacuteleacutement (le substantif) alors qursquoelle se

maintient sur le premier Pour une compreacutehension plus approfondie du pheacutenomegravene de

la deacutefl exiviteacute nous renvoyons le lecteur agrave cette eacutetude

Nous avons mis en rapport ces eacutevolutions avec une restructuration de la phrase due

au passage de lrsquoindo-europeacuteen langue reconstruite avec le verbe en position fi nale

aux langues indo-europeacuteennes actuelles inteacutegrant plusieurs propositions enchacircsseacutees

les unes dans les autres dont lrsquoune ou les unes sont reacutegissantes et les autres reacutegies

On peut reacutesumer les diffeacuterentes eacutetapes pour lrsquoassemblage de deux eacuteleacutements dans

une forme nouvelle de la maniegravere suivante

- Eacutetape 1 les deux syntagmes verbaux indeacutependants agrave lrsquoorigine mais mis en relation au

sein drsquoune phrase unique doivent pour bien signaler leur association reprendre les

mecircmes marques formelles (aspect mode et temps) On observe donc une duplication sys-

teacutematique des marques au niveau de la morphologie des deux verbes qui sont ainsi mis en

relation mais qui peuvent dans cette premiegravere phase rester eacuteloigneacutes lrsquoun de lrsquoautre

- Eacutetape 2 les deux verbes conservent chacun leurs marques morphologiques (le plus sou-

vent deacutesinentielles) de leur solidariteacute mais ils commencent agrave se rapprocher Le verbe de

la subordonneacutee peut ecirctre introduit par une conjonction (qui peut varier selon le type de

subordonneacutee)

- Eacutetape 3 une fois leur liaison syntaxique eacutetablie - crsquoest-agrave-dire une successiviteacute systeacutemati-

quement installeacutee - le deuxiegraveme eacuteleacutement (dans le cas de la deacutefl exiviteacute reacutegressive) perd des

marques qui faisaient double emploi avec celles deacutejagrave apporteacutees par le premier eacuteleacutement

Degraves lors celui-ci devient preacutedominant et tend agrave concentrer tous les apports formels lais-

sant les apports seacutemantiques au second eacuteleacutement

- Etape 4 Lrsquoeacutevolution est acheveacutee lorsqursquoil nrsquoy a plus aucune duplication drsquoinformation

Voyons comment intervient le pheacutenomegravene de la deacutefl exiviteacute dans le cas qui nous

inteacuteresse ici celui de la concordance des temps

BEGIONI ROCCHETTI

17

Le premier stade - celui du rapprochement de deux verbes ou de deux syntagmes

verbaux dans une structure nouvelle orienteacutee vers la creacuteation drsquoune subordination

- est envisageacute pour le latin par A Ernout et F Thomas dans le chapitre laquo Subordi-

nation et coordination raquo (p 291) de leur volume Syntaxe latine laquo la syntaxe de subor-

dination repreacutesente un eacutetat de langue relativement reacutecent instituant entre des pro-

positions agrave lrsquoorigine autonomes des rapports comparables agrave ceux qui se sont eacutetablis

dans la syntaxe du nom au deacutetriment de la construction appositionnelle raquo Crsquoest aussi

notre position nous venons de voir en effet que le processus de creacuteation de lrsquoarticle agrave

partir du pronom-adjectif reacutesulte de lrsquoapplication de la deacutefl exiviteacute au syntagme nomi-

nal et nous allons voir que la creacuteation de la subordination est lrsquoapplication du mecircme

processus au syntagme verbal Les deux latinistes se fondent pour cela sur des traces

drsquoun eacutetat ancien que conserve encore la langue de Ciceacuteron laquo Le latin eacutecrivent-ils

laisse entrevoir encore dans certains tours lrsquoancienne autonomie des propositions

des constructions comme caue cadas lsquolsquo prends garde de tomber rsquorsquo uolo facias lsquolsquo je veux

que tu fasses rsquorsquo signifi aient proprement lsquolsquo prends garde tu pourrais tomber rsquorsquo lsquolsquo fais-le

je le veux rsquorsquo Les subjonctifs cadas facias se justifi aient par eux-mecircmes comme mar-

quant la possibiliteacute ou la volonteacute et ils eacutetaient simplement juxtaposeacutes De cet eacutetat qui

est celui de la parataxe [] il subsiste des traces dans des formules et la langue parleacutee

ne srsquoen est jamais entiegraverement deacutepartie raquo

De telles lsquotracesrsquo de parataxe se trouvent encore en italien Alors que les verbes

qui introduisent une subordonneacutee exprimant la reacutealiteacute doivent obligatoirement se

construire avec la conjonction che lsquolsquo que rsquorsquo - vedo che sei contento lsquolsquo je vois que tu es

content rsquorsquo osservo che non egrave venuto lsquolsquo je remarque qursquoil nrsquoest pas venu rsquorsquo - ceux qui

expriment le deacutesir lrsquoespoir la crainte la croyance ou la volonteacute - crsquoest-agrave-dire tous ceux

qui contiennent une part (variable) de virtualiteacute - peuvent se construire avec ou sans

che

(6) spero sia stato promosso lsquolsquo jrsquoespegravere qursquoil a eacuteteacute admis rsquorsquo

(7) credevo fosse piugrave piccolo lsquolsquo je croyais qursquoil eacutetait plus petit rsquorsquo

La parataxe a eu une large extension en ancien italien Elle srsquoest reacuteduite en italien

moderne puisqursquoelle ne peut plus ecirctre utiliseacutee apregraves des verbes deacuteclaratifs introdui-

sant une subordonneacutee de reacutealiteacute Mais si lrsquoon compare le franccedilais et lrsquoitalien sur le cri-

tegravere de lrsquoemploi ou du non emploi de che on est frappeacute de la constance avec laquelle

le franccedilais utilise sa conjonction

Sommes-nous pour autant en franccedilais au stade 4 celui drsquoune disparition com-

plegravete de la concordance Dans je veux qursquoil vienne devenant au passeacute je voulais qursquoil vienne le verbe de la subordonneacutee ne reprend effectivement pas le temps (preacutesent

et passeacute) des principales je veux et je voulais mais que faut-il penser de lrsquoemploi du

mode subjonctif Ne repreacutesente-t-il pas sous une forme speacutecifi que la reprise du

contenu seacutemantique virtualisant du verbe de la principale Avec le verbe venir on

nrsquoest pas dans la situation des verbes du premier groupe lesquels ne distinguent plus

en effet lrsquoindicatif et le subjonctif par des formes speacutecifi ques je vois que tu manges je

CILPR 2013 ndash SECTION 2

18

veux que tu manges Dans ce seul cas en effet on peut dire que la concordance des

temps est parvenue agrave une disparition complegravete ce qui signifi e que la subordonneacutee

a eacuteteacute parfaitement inteacutegreacutee agrave la principale on passe de la phrase indeacutependante tu manges agrave la subordonneacutee que tu manges par le seul ajout de la conjonction de subordi-

nation que En revanche pour tous les autres groupes puisque le subjonctif preacutesente

une forme diffeacuterente de celle de lrsquoindicatif on constate une duplication de la valeur

modale exprimeacutee par le seacutemantisme du verbe de la principale avec la reprise sur

un plan morphologique de cette valeur modale On peut donc dire que si dans les

deux exemples ci-dessus le franccedilais nrsquoapplique plus la concordance des temps il nrsquoen

applique pas moins une reacuteelle lsquoconcordance modalersquo

Le fait que dans les langues romanes occidentales la conjonction ldquoquerdquo (it che esp et fr que) ait eacuteteacute la particule de subordination la plus utiliseacutee a contribueacute au

maintien de la valeur modale du verbe de la subordonneacutee Dans les cas ougrave la particule

de subordination nrsquoest pas ldquoquerdquo mais ldquosirdquo la forme de subjonctif ne srsquoest pas mainte-

nue ainsi doit-on utiliser le subjonctif dans une phrase comme je veux qursquoil le fasse mais on passe agrave lrsquoindicatif (futur) si on continue avec mais je me demande srsquoil le fera En effet que pose alors que si suppose Le subjonctif est donc neacutecessaire apregraves que pour exprimer la virtualiteacute lorsque celle-ci est exigeacutee par le verbe de la principale

Dans les mecircmes conditions lrsquoindicatif srsquoimpose apregraves la conjonction hypotheacutetique si La langue roumaine qui a utiliseacute beaucoup plus largement la particule de subordina-

tion să - issue du latin si - a pu reacuteduire consideacuterablement la morphologie speacutecifi que de

son subjonctif Crsquoest un des eacuteleacutements qui a contribueacute agrave faire disparaicirctre pratiquement

toute concordance des temps (et des modes) dans cette langue

Il peut ecirctre inteacuteressant drsquoaller plus loin dans lrsquoanalyse des choix qui ont eacuteteacute faits par

la langue roumaine Ils peuvent en effet apporter un eacuteclairage nouveau sur certaines

particulariteacutes des langues romanes qui preacutesentent - ou ont preacutesenteacute au cours de leur

eacutevolution - une concordance des temps Le fait que le roumain ne reacutevegravele agrave aucun

moment de son histoire un fonctionnement qursquoil serait possible de classer sous la

deacutenomination de lsquoconcordance des tempsrsquo nous paraicirct devoir ecirctre analyseacute pour com-

prendre la maniegravere dont ont eacutevolueacute les langues romanes occidentales

Nous sommes en particulier intrigueacutes par la creacuteation au sortir du latin drsquoun des

temps qui entrent dans la syntaxe de la concordance des temps non pas le futur - car

lrsquoexpression du temps agrave venir paraicirct tout agrave fait claire et leacutegitime dans la penseacutee et dans

la bouche drsquoun locuteur - mais le temps qui sert agrave indiquer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute

et qui porte le nom (nettement moins leacutegitime ) de conditionnel Il exprime en effet

une action soumise agrave une condition et tire de lagrave son nom mais en plus (simultaneacute-

ment ) il remplace le futur dans les fonctions que celui-ci aurait ducirc (mais peut-ecirctre nrsquoa

pas pu ) assumer dans lrsquoeacutepoque passeacutee Formeacute au sortir du latin avec lrsquoinfi nitif suivi

de lrsquoauxiliaire habere au passeacute le conditionnel peut ecirctre consideacutereacute comme la variante

(passeacutee) du futur La liaison eacutetroite entre le futur et le moment de lrsquoeacutelocution apparaicirct

agrave la reacutefl exion comme la raison profonde de la creacuteation du conditionnel et par voie

de conseacutequence de lrsquoexistence mecircme de cette regravegle de concordance des temps qui

BEGIONI ROCCHETTI

19

oblige agrave passer du futur dans la subordonneacutee (apregraves une principale au preacutesent) agrave un

conditionnel (apregraves une principale au passeacute) Les langues de la Romania occidentale

ont en quelque sorte susciteacute la creacuteation drsquoun temps nouveau speacutecialement consacreacute agrave

lrsquoexpression de lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute afi n de reacutesoudre la non-pertinence du futur

pour cette fonction Voyons maintenant ce que peut nous apporter sur ce point la

langue roumaine

Elle a eacuteteacute confronteacutee au mecircme problegraveme mais a trouveacute une autre solution et

mecircme une solution eacuteleacutegante qursquoil peut ecirctre inteacuteressant drsquoexaminer dans son principe

Le meacutecanisme qursquoelle a utiliseacute est celui qursquoen psychomeacutecanique du langage on appelle

la saisie anticipeacutee lorsque le futur est utiliseacute dans une proposition indeacutependante ou

principale il preacutesente toutes ses caracteacuteristiques en particulier

1- la valeur drsquoulteacuterioriteacute

2- la liaison avec le moment de lrsquoeacutelocution (futur laquo vrai raquo)

En revanche lorsqursquoil se situe dans une proposition subordonneacutee il exprime tou-

jours lrsquoideacutee drsquoulteacuterioriteacute mais il perd sa liaison avec le moment de lrsquoeacutelocution lrsquoulteacute-

rioriteacute se reacutefegravere alors au temps exprimeacute par le verbe de la principale Soit en scheacutema

Fig 1 - Le meacutecanisme de la saisie anticipeacutee

Emploi dans une proposition Emploi dans une proposition

subordonneacutee indeacutependante ou principale

saisie anticipeacutee saisie fi nale

Futur lsquotemps relatifrsquo Futur vrai

(= relatif au temps (= en relation avec

de la principale) le moment de lrsquoeacutelocution)

Le roumain dispose avec cette double saisie du futur drsquoun temps qui comme le

futur des langues romanes occidentales peut situer lrsquoaction dans lrsquoeacutepoque future pour

le locuteur mais qui peut aussi exprimer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute lorsqursquoil est placeacute

dans une subordonneacutee deacutependant drsquoune principale au passeacute

Le choix qui a eacuteteacute celui de la langue roumaine repreacutesente une innovation dans les

langues romanes et a eu au moins trois conseacutequences importantes

1 - Contrairement aux langues romanes occidentales la langue roumaine nrsquoa pas eu recours agrave

un temps speacutecifi que pour exprimer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute Elle a bien disposeacute au sor-

tir du latin drsquoune construction avec lrsquoinfi nitif suivi de lrsquoauxiliaire habere au preacutesent (ex

cantare + habeo gt cacircntare aș lsquolsquo je chanterai(s) rsquorsquo devenu aujourdrsquohui aș cacircnta lsquolsquo je chante-

rais rsquorsquo) mais elle ne preacutesente pas drsquoeacutequivalents de cantare + habebam (conditionnel fr

esp port) ni de cantare + hebui (conditionnel it)

2 - La seconde conseacutequence est lrsquoabsence de veacuteritable concordance des temps lorsqursquoil srsquoagit

drsquoexprimer lrsquoulteacuterioriteacute par rapport au preacutesent ou par rapport au passeacute le futur est utiliseacute

CILPR 2013 ndash SECTION 2

20

dans les deux cas Comme par ailleurs le subjonctif srsquoest lui aussi consideacuterablement

reacuteduit en liaison avec lrsquoemploi de la conjonction să (issue du latin si) la concordance des

temps est sans doute la surprise la plus deacutesagreacuteable qui attend les Roumains lorsqursquoils

entreprennent lrsquoapprentissage drsquoune langue romane occidentale

3 - On peut relever une troisiegraveme conseacutequence puisque la langue roumaine nrsquoa pas eu besoin

drsquoun conditionnel pour exprimer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute elle a pu se doter drsquoun veacuteri-

table conditionnel crsquoest-agrave-dire drsquoune forme verbale reacuteserveacutee agrave la seule modaliteacute de condi-

tionnel ce qui nrsquoest pas le cas des autres langues romanes Celles-ci preacutesentent en effet un

temps verbal dit conditionnel qui assume une double fonction lrsquoune temporelle (= ulteacute-

rieur du passeacute) lrsquoautre modale (= conditionnel) La prolifeacuteration des constructions expri-

mant le futur dans la langue roumaine - am să cacircnt lsquolsquo je chanterai rsquorsquo litt lsquolsquo jrsquoai agrave chanter rsquorsquo

voi cacircnta lsquolsquo je chanterai rsquorsquo litt lsquolsquo je veux chanter rsquorsquo o să cacircnt lsquolsquo je chanterai rsquorsquo litt lsquolsquo je veux

que je chante rsquorsquo - a permis agrave la forme qui a donneacute le futur dans les autres langues romanes

(cantare + habeo) de quitter complegravetement le domaine de la temporaliteacute agrave laquelle elle

eacutetait encore attacheacutee aux XVIe et XVIIe siegravecles pour devenir uniquement lrsquoexpression de

la modaliteacute conditionnelle (aș cacircnta = lsquolsquo je chanterais rsquorsquo)

On peut penser que le conditionnel formeacute sur lrsquoinfi nitif suivi de lrsquoauxiliaire agrave lrsquoim-

parfait ou au parfait des langues romanes occidentales est neacute apregraves la mecircme construc-

tion avec lrsquoauxiliaire au preacutesent puisque ce dernier existe en roumain tandis que le

premier est inexistant Si cette hypothegravese est exacte cela pourrait signifi er que le

conditionnel des langues romanes occidentales est neacute en premier pour lrsquoexpression

de la temporaliteacute (lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute) et qursquoil nrsquoa assumeacute qursquoensuite les valeurs

modales reccedilues du subjonctif Crsquoest le chemin suivi aussi on vient de le voir par le

conditionnel roumain dont la construction est la mecircme que celle qui a donneacute les

futurs des langues romanes occidentales On peut voir une confi rmation de cette

hypothegravese dans le deacutegagement amorceacute du conditionnel franccedilais de lrsquoexpression de

lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute avec le remplacement de la forme syntheacutetique du condition-

nel par lrsquoauxiliaire aller suivi de lrsquoinfi nitif il a dit avait dit qursquoil viendrait remplaceacute

dans le franccedilais actuel par il a dit avait dit qursquoil allait venir Ainsi progressivement

deacutegageacute de ses valeurs temporelles le conditionnel franccedilais pourra devenir de plus

en plus modal crsquoest-agrave-dire suivre un chemin parallegravele agrave celui traceacute par le condition-

nel roumain Mais on remarquera que le deacutegagement du conditionnel ne signifi e pas

pour autant la disparition de la concordance des temps on a certes il a dit qursquoil va venir qursquoil allait venir mais pas il avait dit qursquoil va venir On retombe en effet sur la

liaison du futur avec le moment T0 de lrsquoeacutelocution

En reacutesumeacute la concordance des temps apparaicirct comme une eacutetape de lrsquoeacutevolution

de la subordination dans les langues romanes dans la mesure ougrave cette concordance

tregraves stricte dans certaines drsquoentre elles - italien espagnol en particulier mais aussi

franccedilais (du tregraves ancien franccedilais jusqursquoau franccedilais classique) - reacutevegravele une subordina-

tion non encore complegravetement exprimeacutee par lrsquoeacuteleacutement subordonnant (it che esp et

fr que) lequel doit encore ecirctre accompagneacute drsquoune modifi cation agrave la fois modale et

temporelle du verbe subordonneacute On a vu que lrsquoeacutetape suivante repreacutesenteacutee par le

franccedilais conserve la variation compleacutementaire modale mais ne preacutesente plus pour

lrsquoessentiel la concordance temporelle

BEGIONI ROCCHETTI

21

Lorsque cette derniegravere eacutetape sera deacutepasseacutee on pourra dire qursquoil nrsquoy aura plus

aucune diffeacuterence formelle entre une phrase indeacutependante et une phrase subordon-

neacutee seule la preacutesence drsquoune conjonction placeacutee agrave la jonction entre la phrase (1) et la

phrase (2) indiquera que la premiegravere est la proposition reacutegissante et que la seconde

est la proposition reacutegie Crsquoest deacutejagrave ce que lrsquoon observe dans le cas ougrave la phrase reacutegie

indique une reacutealiteacute et cela pour tous les groupes verbaux

je sais X (X= tu fais ce qursquoil faut pour reacuteussir) ------gt je sais que tu fais ce qursquoil faut pour reacuteussir

je constate + tu as reacuteussi ------gt je constate que tu as reacuteussi

Cette remarque reste valable lorsque la proposition subordonneacutee exprime une

action virtuelle irreacuteelle ou potentielle mais seulement pour les verbes du premier

groupe

je veux + tu manges ------gt je veux que tu manges

En revanche lrsquoadaptation modale est indispensable pour les verbes des autres

groupes

je veux + tu dors ------gt je veux que tu dormes

La comparaison entre lrsquoeacutevolution de la subordination et celle du syntagme nomi-

nal pourrait se poursuivre De mecircme que nous venons de voir que la subordination se

comporte diffeacuteremment selon les groupes verbaux de mecircme nous pouvons constater

que la reacutepartition des marques du genre et du nombre entre lrsquoarticle et le substan-

tif tient compte du groupe auquel le substantif appartient srsquoil exprime une pluraliteacute

externe seul lrsquoarticle exprime le genre et le nombre dans la langue orale ex un enfant une enfant lrsquoenfant les enfant(s) mais srsquoil exprime une pluraliteacute interne le

substantif conserve lui aussi la marque du nombre ex lrsquoœil les yeux le travail les travaux

Il y a donc bien un paralleacutelisme eacutevident entre lrsquoeacutevolution de la reacutepartition des

marques du genre et du nombre dans le syntagme nominal et lrsquoeacutevolution de la subor-

dination Crsquoest qursquoen effet le meacutecanisme fondamental de la deacutefl exiviteacute est le mecircme

Dans le premier cas il srsquoapplique agrave un eacuteleacutement de la phrase (le syntagme nominal)

dans le deuxiegraveme agrave la nominalisation drsquoune proposition Lrsquoobjectif de la subordina-

tion est en effet la transformation drsquoune phrase en lrsquoeacutequivalent drsquoun substantif pour

que lrsquoensemble ainsi lsquosubstantiveacutersquo puisse ecirctre inteacutegreacute dans une autre phrase Toutes les

variantes que nous avons vues ne sont que des eacutetapes de cette eacutevolution

Universiteacute Charles de Gaulle - Lille 3

CAER EA 854 Aix-Marseille Universiteacute Louis BEGIONI

Universiteacute Sorbonne Nouvelle - Paris 3 Alvaro ROCCHETTI

CILPR 2013 ndash SECTION 2

22

Bibliographie

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Begioni L Bracquenier C (ed) Lrsquoaspect dans les langues naturelles approche comparative

Rennes PUR 39-50

23

Il lessico della cultura materiale come fonte di studio del latino

lsquocirca romanccedilumrsquo

1 Il lessico concreto nei documenti notarili medievali dellrsquoItalia meri-

dionale

In questo contributo saranno presentati alcuni aspetti emersi da un esame del

lessico della cultura materiale nelle carte notarili medievali dellrsquoItalia meridionale

Nellrsquoindagine sullo stadio di lingua in cui si collocano i documenti latini studiati lrsquoos-

servazione del lessico concreto egrave di particolare interesse se si considerano la natura

linguistica dei testi e la situazione comunicativa in cui essi vengono prodotti

Il lavoro si avvale delle edizioni di documenti originali provenienti dalla Cam-

pania e dalla Puglia e riguarda lrsquoarco cronologico che va dallrsquoVIII al XII secolo

Nellrsquoambito della ricerca egrave stato considerato un campione piuttosto abbondante di

circa 5000 carte Lrsquoestrapolazione delle forme attraverso lo spoglio di una porzione

signifi cativa della produzione notarile disponibile consente la raccolta di un reper-

torio lessicale vasto e articolato in cui risulta ridotto il margine di incompletezza

nella rappresentazione del materiale interessato In tal modo egrave possibile osservare i

termini studiati al confronto con un contesto ampio limitando il rischio di trascurare

lrsquoindividuazione di eventuali fenomeni di polimorfi smo nellrsquoindagine comparativa dei

lessemi

Tra le fonti diplomatiche prese in considerazione1 egrave stato selezionato un corpus di

160 brani da cui sono state estratte circa 500 voci relative a oggetti della vita quoti-

diana

I vocaboli analizzati compaiono principalmente in inventari nellrsquoambito di testa-

menti corredi donazioni e in misura minore di vendite Si tratta delle parti libere

dei documenti in cui lo scriba deve descrivere i beni trasmessi elaborando perso-

nalmente il testo in base alle circostanze Al di lagrave del luogo della charta in cui si

trovano gli elenchi in questione2 lrsquointeresse per lo studio del latino lsquocirca romanccedilumrsquo

egrave determinato soprattutto dallo speciale settore del lessico indagato La necessitagrave di

denominare oggetti della vita di ogni giorno suggerisce lrsquoidea che le espressioni impie-

1 Sono indicate nella nota bibliografi ca le sole fonti relative ai casi di studio menzionati in que-sta sede

2 Per le differenze linguistiche dovute alla distinzione strutturale tra parti di formulario e parti libere cfr Sabatini (1965 972-998) e Sabatini (1968 320-358)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

24

gate fossero di uso corrente e che la scelta dei lessemi rifl ettesse in qualche misura il

linguaggio comune

Lrsquoanalisi lessicale egrave utile per lrsquoosservazione della lingua degli atti notarili da piugrave

punti di vista Lrsquoincontro tra dimensione scritta e dimensione orale che caratterizza

i documenti legali in esame permette di cercare nella scripta latina tracce dellrsquoincon-

tro tra latino e volgare Il problema della diglossia richiede di considerare anche il

registro stilistico Lrsquoattribuzione dellrsquoelemento romanzo a una varietagrave bassa rispetto

al latino non sembra potersi applicare completamente allrsquoinvestigazione del lessico

concreto Tale approccio teorico dovrebbe presupporre un repertorio in cui termini

sinonimi piugrave o meno connotati stilisticamente denotano lo stesso referente proprio

della vita materiale Dalla ricerca in ambito lessicografi co non sono emersi tuttavia

indizi a supporto di questa ipotesi

La complessitagrave e lrsquointreccio di questi fattori saranno illustrati attraverso tre casi

di studio che forniranno lrsquooccasione di rifl ettere nello specifi co sulle implicazioni di

natura diacronica diatopica e stilistica determinate dallrsquoindagine sul lessico quoti-

diano nelle carte notarili

11 Alcuni aspetti dellrsquoindagine lessicale continuitagrave e innovazione

Tra i lessemi individuati si trovano naturalmente termini giagrave in uso in latino

come ad esempio ampulla anulus aratrum catinum conca falx mappa Alcuni di

questi presentano tratti grafi ci o morfologici che si discostano dal modello classico ma

non mostrano una sostanziale evoluzione semantica come calciamenta cocclarium

corcoma russus e i derivati in -ellus acucella arcella caldarella

Accanto alle voci giagrave presenti nella tradizione letteraria latina sono numerose

quelle che non risultano documentate nei lessici latini Molte di queste possono rico-

noscersi in esiti romanzi e dialettali ma non sono infrequenti i casi che non hanno

continuazione nelle varietagrave romanze moderne e che non sono riportati dalle fonti

dizionaristiche Il problema della continuitagrave si presenta con una fenomenologia

variegata che complica la valutazione delle innovazioni lessicali secondo un modello

astratto di polaritagrave latinoromanzo Una classifi cazione defi nita che distingua forme

latine da forme propriamente romanze non egrave unrsquooperazione scontata e in alcuni casi

resta aperta la questione se si tratti di espressioni proprie esclusivamente del romanzo

o di termini latini vitali magari in ambito quotidiano e colloquiale

La questione dellrsquoidentifi cazione di elementi latini e di elementi romanzi com-

porta implicazioni metodologiche che si rifl ettono sul momento della rappresenta-

zione formale In ragione della presenza di volgarismi accanto a lessemi di tradizione

latina questo problema egrave particolarmente complicato nello studio del lessico inda-

gato Nella presentazione di una forma base infatti risulta problematico lrsquouso della

declinazione classica anche per termini la cui interpretazione storica non egrave sempre

chiara Si pone in sostanza il problema di applicare lo stesso trattamento a un mate-

riale che si presenta eterogeneo sotto alcuni aspetti La diffi coltagrave della lemmatizza-

FERRARI

25

zione egrave evidente anche nei diversi criteri impiegati dalle fonti lessicografi che come si

potragrave constatare a proposito di alcuni degli esempi illustrati di seguito I tipi elencati

selezionati a titolo dimostrativo non sono registrati dai dizionari di latino classico e

risultano documentati solo in latino medievale3

andantelis agg nel sintagma altare andantele ldquoaltare mobilerdquo (1043 in Salernitano agro

CDC VI MXVI) La forma egrave lemmatizzata e defi nita in questo modo nel Lexicon posto in

appendice al IX volume del CDC4

barilis s m ldquobarilerdquo (1065 Salerno CDC IX 1) Il Lexicon di CDC5 riporta barrilis ldquodoliolumrdquo Il termine si trova sotto la voce barile in DuCange (I 578b)

calzari s m pl ldquocalzarirdquo (1028 in Salernitano agro CDC V DCCXCVII) Il termine egrave

riportato in questa forma solamente da Sella (104) che registra una forma simile calzarius

ldquocalzarerdquo a Venezia nel 1271

cardaturum -us ldquocardo (da lana)rdquo6 (1021 Bari CDB I 10) In questo caso si segnala la

diffi coltagrave di assegnare la categoria di genere a certe forme laddove i termini studiati com-

paiono per lo piugrave in funzione di complemento oggetto Su tre occorrenze individuate nel

corpus due terminano in -o e una in -um7

citrinus agg ldquogiallordquo (1065 Bari CDB IV 42)8

coclarilis s m ldquoporta cucchiairdquo (1054 Monopoli nella forma cucclarile ChCup 42)9

corcibaldus s m ldquoveste corta o a maniche corterdquo (968 Nocera CDC II CCLVII)10

facciatora s f ldquomadia cassa di legno per impastarerdquo (1054 Monopoli ChCup 42)11

fondata s f ldquoveste con ricami drsquooro su setardquo (1028 Gaeta CDCaj I CLIII)12

nastala s f ldquonastrordquo (1028 Gaeta CDCaj I CLIII)13

zappa s f ldquozappardquo (845 Luceria CDC I XXV Sappas duas nel 785 a Benevento)14

3 Per comoditagrave di esposizione sono indicati il luogo e lrsquoanno dellrsquoattestazione piugrave antica rilevata nel corpus

4 De Prisco (1984 451)5 De Prisco (1984 453)6 La forma non egrave registrata dalle fonti lessicografi che consultate Ditchfi eld (2007 350) la

menziona a proposito della cardatura sottolineando la peculiaritagrave dellrsquouso al singolare per un oggetto utilizzato in paia

7 Oltre allrsquooccorrenza indicata il termine si trova nel 1054 a Monopoli (ChCup 42) e nel 1138 a Terlizzi (CDB III LI)

8 Cfr LIMAL (80a)9 Anche questa forma non egrave registrata dai dizionari consultati La defi nizione proposta egrave tratta

da Ditchfi eld (2007 130)10 Cfr DuCange (II 664a) LIMAL (112b) Niermeyer (I 384a) Ditchfi eld (2007 457)11 Nessuno dei dizionari consultati registra la forma Cfr Ditchfi eld (2007 120) che individua la

continuazione in Puglia nella forma fassature Cfr anche in VDS (I 226) fazzatorǝ ldquomadiardquo12 Cfr Niermeyer (I 599a) dove fundatus egrave defi nito ldquomȇleacute de fi l drsquoorrdquo e Sella (255) che riporta

fundatum ldquointessuto drsquoorordquo Cfr anche Ditchfi eld (2007 417-420) 13 Cfr DuCange (V 571a) Niermeyer (II 930a) REW (5840)14 Cfr DuCange (VIII 427b) Niermeyer (II 1224a) REW (9599)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

26

Un altro aspetto determinante nella caratterizzazione della situazione linguistica

relativa ai documenti studiati sono gli apporti alloglotti principalmente i germanismi

dovuti alla presenza longobarda e i grecismi di infl usso bizantino I longobardismi

non sono molto numerosi nel settore lessicale di nostro interesse Qualche traccia

si trova in termini come predula ldquosgabellordquo (sia a Monopoli nel 1054 in ChCup 42

che a Salerno nel 1065 in CDB IV 42) plaione ldquolenzuolordquo (a Bari nel 971 in CDB

IV Frammenti 2 e a Salerno nel 988 in CDC II CCCCIII)15 scirfa ldquosuppellettili

date come corredo nuzialerdquo (a Nocera nel 1014 in CDC IV DCLXXV)16 I greci-

smi sono piuttosto evidenti nel lessico relativo alla liturgia ad esempio in vocaboli

indicanti libri sacri come anastasimon (1032 Bari CDB I 18) catanicticon (1065

Salerno CDC IX 1) biblion panegiricon (1065 Salerno CDC IX 1) Alcuni lessemi

che denotano articoli di provenienza orientale si trovano anche nel linguaggio della

moda Lrsquoattribuzione di valore semantico per alcune di queste forme non consente di

ricavare unrsquoimmagine completa e dettagliata degli oggetti in questione Si tratta di

termini come bambadiki (1054 Monopoli ChCup 42) che indicherebbe una cami-

cia di cotone presumibilmente confezionata a Costantinopoli17 fuffude (1065 Bari

CDB IV 42) che rimanda forse a un tessuto di sciamito decorato a pois e alla tunica

confezionata con lo stesso tessuto18 scamagna ldquocaftanordquo (1029 in Salernitano agro

CDC V DCCCXII)19

2 Alcuni casi di studio

I casi illustrati di seguito rappresentano degli esempi della compresenza di diversi

fattori che si nota nellrsquoindagine sulle carte medievali latine Dallrsquoanalisi dei singoli

lessemi o di determinati aspetti strutturali che accomunano diversi tipi lessicali emer-

gono implicazioni di varia natura che possono essere comprese appieno solo se valu-

tate insieme e in rapporto tra loro

Il livello morfologico dellrsquoanalisi sembra di notevole rilievo a questo proposito In

particolare lrsquoesame dei modi della derivazione chiama in causa aspetti diacronici dia-

topici e di esplicazione del signifi cato Lo studio delle forme derivate invita a osserva-

zioni sulla produttivitagrave di alcuni suffi ssi nel corso del tempo e consente di verifi carne

la vitalitagrave nei territori considerati alla luce del confronto con la distribuzione geo-

grafi ca in epoche successive Lrsquointerpretazione delle forme suffi ssali stimola inoltre

rifl essioni sul signifi cato e sullrsquoambito drsquouso dei termini

Gli aspetti menzionati possono essere riscontrati tutti nella denotazione dellrsquoag-

gettivo ldquoafricanordquo in riferimento a tessuti nel CDC

15 Cfr LEI-Germ (I fasc 5 928-931)16 Cfr Tamassia (1906-7 311-318)17 Cfr Ditchfi eld (2007 446) e Nicole (1894 32) 18 Cfr Ditchfi eld (2007 415-6 e 451)19 Cfr DuCange (scaramanga VII 337 c) REW (scaramancum 577 a) Ditchfi eld (2007 452)

FERRARI

27

(1) 1043 in Salernitano agro panni serici africati (CDC VI MXVI)

(2) 1045 - panni serici africazzani du de altare (CDC VI MLII)

(3) 1049 Salerni vel in comitatu Salernitano pani serici africazzani tres de altare (CDC VII

MCXXI)

(4) 1054 Salerni vel in comitatu Salernitano pannilli afrecazzani serici quadtuor (CDC VII

MCCV)

(5) 1058 - sindones africactiana sericas quinque (CDC VIII MCCLVIII)

(6) 1065 Salerno sindones africaczanas sericas quinque (CDC IX I)

Il signifi cato del termine in relazione alla provenienza africana dei tessuti sem-

bra confermato da un altro passo in cui tale aspetto egrave espresso dal complemento de africa in luogo dellrsquoaggettivo (planete due de serico de panni de africa 1057 luogo

non menzionato CDC VIII MCCLII) Lrsquoaggettivo di provenienza egrave riportato per il

latino solo come Africus (ThLL I 1254 e REW 272) e Africanus (ThLL I 1260) LEI

(I 1270) riporta lrsquoaggettivo africanus come voce dotta presente in quasi tutte le lingue

romanze e segnala anche i tipi africato e africazzano derivati di africus come forme

dellrsquoitaliano antico meridionale inserite in un contesto latino Sia il tipo in -ato che

quello in -actianus-azzano non sono documentati nelle varietagrave romanze moderne

LEI rimanda alle stesse carte del nostro corpus senza richiami ad altre fonti al di

fuori del CDC Egrave da notare inoltre che le stesse forme non risultano attestate in altri

documenti coevi di diversa area

In questo caso il problema della defi nizione del tipo lessicale e della riduzione

a una forma base egrave particolarmente evidente I tipi africato e africazzano anche se

giudicati come semplici varianti formali mostrano una veste morfologica che si dif-

ferenzia sensibilmente

Nellrsquoanalisi delle forme rilevate lrsquoelemento che appare piugrave diffi cile da chiarire egrave

il suffi sso -azzo Esso egrave impiegato in alcune varietagrave romanze per derivare nomi di

abitanti Rohlfs20 segnala questo uso in Corsica in basteligaccio ldquodi Bastelicardquo bas-tiaccio ldquodi Bastiardquo con esito fonetico in -accio in Toscana in Melazzo ldquoabitante di

Melordquo e in Italia nordoccidentale in fi emazzo ldquodella Val di Fiemmerdquo Se si consi-

dera tale distribuzione areale del suffi sso inteso come espressione di appartenenza

geografi ca lrsquoaggettivo africazzano individuato nel CDC testimonierebbe un uso che

risulta documentato nelle varietagrave romanze moderne in aree che non corrispondono

con quella interessata dai documenti Meno problematica sembra invece lrsquoaggiunta

del suffi sso -ano indicante anchrsquoesso un rapporto di appartenenza e usato anche per

la formazione di nomi di abitanti

Un altro aspetto di cui tenere conto egrave che gli aggettivi africo africano sono consi-

derati per lrsquoitaliano come propri di un linguaggio colto e che le forme in -azzo ripor-

tate da Rohlfs sono registrate in ambito per lo piugrave dialettale Questo confronto tra le

diverse opzioni favorisce rifl essioni sulla connotazione stilistica di africazzano per

cui non si puograve escludere che si tratti di una voce se non colloquiale almeno non

20 Rohlfs (1969 III 365-7)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

28

colta Lrsquoassenza nel corpus studiato di altri modi per indicare lo stesso signifi cato non

permette tuttavia di valutare la forma indagata al confronto con forme alternative

ovvero di comprendere se si tratti di un uso generalizzato privo di specifi che conno-

tazioni regionali o stilistiche

In un diverso documento del CDC degli stessi anni si incontra un altro termine

con occorrenza unica nel corpus che per aspetto formale e contesto sembrerebbe

appartenere alla stessa famiglia lessicale e che potrebbe invece essere inteso diversa-

mente In una carta del 1047 si fa menzione di una planeta linea ornata africu (CDC

VII MXCVI) La spiegazione di africu come aggettivo di planeta nel signifi cato di

ldquoproveniente dallrsquoAfricardquo risulta complicata sotto il profi lo morfologico oltre che per

il contesto sintattico se si guarda alla terminazione e alla posizione nel testo dopo

lrsquoaggettivo ornata Il problema troverebbe una soluzione di fronte a unrsquoaltra ipotesi

interpretativa che riconoscerebbe nel lessema un diverso tipo lessicale estraneo alle

accezioni fi nora considerate che manterrebbe una forte coerenza dal punto di vista

semantico Il tipo in questione non risulta documentato dalle fonti lessicografi che

di latino e di latino medievale ma si incontra con forme diverse nella carta 1547 di

AIS VIII lsquoorlare (i fazzoletti)rsquo nelle varietagrave dialettali dellrsquoItalia meridionale a partire

dalla Campania e dalla Puglia settentrionale includendo anche la Sicilia Si tratta

del nap agravefreco afreciello ldquoorlatura orlo di fazzoletto o drsquoaltro panno cucito a tra-

foro lrsquoestremitagrave dei pannilani ripiegata in dentro e cucitardquo (DrsquoAscoli 29a cfr anche

Andreoli 16a) del cal lieacutefricu leacutefricu ldquoorlo (del fazzoletto)rdquo (NDDC 363b) del sal

aacutefricu ldquoorlatura orlo di un fazzolettordquo (VDS I 35a) del sic rregravefi cu ldquoorlo cucitura

che si fa allrsquoestremitagrave di una stoffa ripiegata su seacute stessa per impedire che si sfi laccirdquo

(VS IV 110b) Lrsquoorigine sarebbe il verbo refricare ldquoreibenrdquo REW (7159) registrato

in latino con il solo signifi cato di ldquostrofi narerdquo e per estensione di ldquorinnovarerdquo Sotto

questa entrata REW riporta il nap lefre kare il cal lyefrikare il sic rifi kari ldquosaumlu-

menrdquo con i derivati cal liefritsu pugl afretsu ldquoSaumrdquo Egrave interessante segnalare che lo

stesso dizionario raccoglie separatamente sotto la voce africus ldquoafrikanischrdquo (REW

272) il nap afreke e il tar afrike ipotizzando il signifi cato di ldquoArt Nahtrdquo

Secondo questa interpretazione bisognerebbe distinguere le forme rilevate lad-

dove lrsquoaggettivo lsquoafricanorsquo egrave espresso con il termine africazzano e africu sarebbe da

ricondurre a un etimo diverso e indicherebbe lrsquoorlatura decorativa della planeta Se

si accoglie la spiegazione di africu nel senso di ldquoorlordquo come derivazione da refri-

care lrsquooccorrenza si puograve intendere come una testimonianza antica di un fenomeno

che continua ancora nei dialetti meridionali

Queste osservazioni consentono infi ne di valutare in modo piugrave problematico il

senso del passo (1) in cui si puograve ipotizzare per il sintagma panni serici africati una

certa ambiguitagrave di signifi cato Da una parte il termine africati si differenzia formal-

mente rispetto al tipo piugrave ricorrente africazzano che pure compare in documenti

redatti negli stessi anni e soprattutto nello stesso contesto socio-culturale Una possi-

bilitagrave sarebbe di spiegare il suffi sso -atus come desinenza participiale riconducendo

FERRARI

29

il termine allrsquoorigine refricare21 Il contesto tuttavia mostra una forte analogia con

i documenti in cui compaiono i panni serici africazzani Questo uso indurrebbe a

considerare le forme come semanticamente coincidenti in quanto varianti formali

con la stessa accezione di ldquoafricanirdquo

Il problema della registrazione nelle fonti lessicografi che unito alle rifl essioni

sugli aspetti semantici e sullrsquoambito drsquouso di determinati lessemi puograve incontrarsi

ancora una volta nella presenza di aggettivi che rimandano alla provenienza geogra-

fi ca degli oggetti Per i termini illustrati di seguito la speculazione egrave motivata soprat-

tutto dal tipo di formazione laddove lrsquoimpiego di un certo suffi sso suggerisce lrsquoipotesi

che si tratti di un uso relativo a un campo semantico defi nito A Gaeta nel 1028 si

incontra una fondata mea serica bona gaytanisca (CDCaj I CLIII) a Monopoli nel

1054 un faciolo grecisco (ChCup 42) a Bari nel 1065 duo facioli greciski (CDB IV

42) nellrsquoagro salernitano nel 1043 quadtuor sindones grecesce (CDC VI MXVI) a

Terlizzi nel 1180 tres pallidellas franciscas lini (CDB III CXXIX)22 a Molfetta nel

1184 unam caiam (o catam) malfetanescam (CDB VII LXVIII)23

Gli aggettivi individuati nel nostro corpus sono sempre legati al campo tessile

qualifi cando specifi ci oggetti di stoffa Il suffi sso si incontra in italiano antico per for-

mare aggettivi che indicano lrsquoorigine e in alcuni casi questi si riferiscono a manifat-

ture tessili in espressioni come lana corsesca panno francesco lana lombardesca e

panni lombardeschi documentate da TLIO in testi toscani del XIII e del XIV secolo

Egrave signifi cativo il riscontro di tale formazione in testi mediolatini e si segnala che i tipi

gaytaniscus e malfetanescus non risultano documentati dai dizionari di latino neacute di

latino medievale al contrario di franciscus e greciscus attestati giagrave in una carta del

1007 riportata nelle Memorie Amalfi tane (I 222 amictum unum optimum de seta plumatu greciscu petie due de pannu plumatu francesce)24

In quanto al signifi cato lrsquointerpretazione solleva alcuni dubbi sul valore semantico

da assegnare agli aggettivi In particolare il tipo francesco indicherebbe un prodotto

o una merce laquoche proviene dalle manifatture della Francia e in partic della Fiandraraquo

o laquoche egrave decorato o viene eseguito secondo modelli o tecniche francesiraquo (GDLI VI

283b) Lrsquoespressione panno francesco egrave defi nita da TLIO ldquotipo di tessuto per abitirdquo

Analogamente un aggettivo come romanesco si incontra nellrsquoitaliano letterario del

21 Alessio (1976 9) riporta lrsquoespressione panni serici africati sotto la voce affricare ldquofregar con-tro stropicciarerdquo e rimanda alle forme dialettali per ldquoorlordquo

22 Dal punto di vista semantico sono da considerare separatamente le occorrenze dellrsquoaggettivo nel sintagma lectus franciscus (in CDB III LI CDB III CXXIX CDB VII LXVIII) che indicherebbe un letto di larghezza intermedia e che egrave attestato nelle carte pugliesi dopo la conquista normanna nel 1071 (cfr Ditchfi eld 2007 77)

23 Questrsquoultimo aggettivo compare anche in un corredo di Terlizzi del 1138 (CDB III LI) in cui si menzionano tres faciolos unam etiam malfetanescam duas reticellas sericas La lettura della forma etiam egrave controversa In ogni caso essa denota con ogni probabilitagrave un oggetto di tessuto

24 Cfr LIMAL (1029b)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

30

XVI-XVII sec nel sintagma panno romanesco a indicare un laquotessuto ruvido e gros-

solano (e lrsquoabito confezionato con tale tessuto)raquo (GDLI XVII 36a)

Non pare illogico quindi domandarsi se la peculiaritagrave semantica dellrsquoaggettivo

francesco non possa estendersi anche agli altri tipi Gli aggettivi studiati potrebbero

indicare oltre al luogo di produzione degli oggetti che descrivono particolari caratte-

ristiche materiali come il genere di manifattura La presenza dei suffi ssi -anus + -iscus nelle forme gaytaniscus e malfetanescus conduce a unrsquoulteriore rifl essione conside-

rando che lrsquoorigine geografi ca risulterebbe espressa giagrave con il solo -anus Non egrave dato

stabilire se allrsquoaspetto morfologico corrisponda una precisa accezione semantica o se

si tratti solo di un fatto formale Egrave impossibile inoltre ogni verifi ca sulla conforma-

zione degli oggetti I contesti di occorrenza sono indicativi della preziositagrave dei tessuti

menzionati che rientrano in elenchi di beni di lusso e sono caratterizzati da unrsquoalta

qualitagrave e un consistente valore economico25

3 Conclusioni

Lrsquoosservazione dei termini presi in esame mette in luce alcune questioni poste

dallrsquoanalisi lessicale nello studio della lingua dei documenti Lrsquoindagine diacronica sul

materiale raccolto suggerisce in certi casi lrsquoesistenza anche nel latino tardo di feno-

meni presenti in ambito romanzo e alla luce del confronto con le varietagrave dialettali

moderne egrave possibile notare nelle fonti medievali tratti che paiono diatopicamente

connotati

Non sono infrequenti i casi in cui si puograve ravvisare un uso proprio di unrsquoarea geo-

grafi ca specifi ca La frequenza limitata alla produzione di un territorio circoscritto

spiegherebbe lrsquoassenza di alcuni lessemi nei corpora delle opere lessicografi che Egrave

prevedibile inoltre che lo studio dei testi mostri talvolta testimonianze antiche di usi

locali che continuano in voci dialettali Ciograve si ipotizza per il tipo africu non attestato

dai dizionari di latino nel signifi cato di laquoorloraquo ma documentato nelle parlate di area

meridionale Come si egrave visto con la forma africazzano lrsquoindagine puograve offrire informa-

zioni sulla produttivitagrave di certi elementi in epoche diverse mostrandone la vitalitagrave su

un territorio piugrave esteso in passato rispetto a quanto si constata per le varietagrave romanze

moderne

Le occorrenze degli aggettivi di provenienza in -iscus rappresentano infi ne testi-

monianze di un modello di formazione ben presente in italiano antico I tipi gaytani-scus e malfetanescus non sembrano documentati in altre fonti cosigrave come non risul-

tano aggettivi analoghi che presentino la stessa struttura morfologica con il doppio

suffi sso

25 Cfr Ditchfi eld (2007 524) a proposito dei veli importati dallrsquoimpero bizantino e dalla cittagrave di Amalfi e Ditchfi eld (2007 417-20) per il ricamo drsquooro su seta ovvero il fundatus anche con riferimento alla fondata gaytanisca menzionata nel nostro documento

FERRARI

31

Lo studio del lessico in prospettiva diacronica insieme allrsquoosservazione della

distribuzione geografi ca e dellrsquoambito drsquouso di forme e di tipi lessicali comporta ri-

fl essioni che toccano anche lrsquoaspetto stilistico

Per le forme che non godono di signifi cativa documentazione si puograve immaginare

che esse fossero vitali per lo piugrave nella comunicazione orale Tale aspetto unito al

riscontro di continuazioni dialettali (si veda africu) e allrsquoattribuzione dei lessemi a

varietagrave regionali (si ricorda che africato e africazzano sono individuati da LEI solo

come forme del latino medievale campano) apre la questione del livello stilistico in

cui collocare i termini in esame Lrsquouso del tipo africazzano appare interessante se

si considera la disponibilitagrave di una alternativa africanus defi nito termine colto dai

dizionari consultati Se si pensa alle diverse opzioni come a pure varianti formali

lrsquoopposizione tra i due tipi potrebbe trovare una giustifi cazione in unrsquoipotetica dif-

ferenza stilistica tra le due forme La stessa opportunitagrave di una facile alternativa fa

sospettare perograve una piugrave precisa motivazione della scelta lessicale il cui valore seman-

tico resta tuttavia di diffi cile comprensione

La ricerca di documentazione nelle fonti lessicografi che puograve risultare problema-

tica con conseguenti diffi coltagrave nellrsquoassegnazione di valore semantico che a volte

non consentono una defi nizione precisa e dettagliata dei lessemi Lrsquoesame dei ter-

mini selezionati offre lo spunto per sottolineare che lrsquoanalisi linguistica in un settore

del lessico come quello interessato deve accompagnarsi a un approccio di studio che

abbia come argomento anche il rapporto tra lsquoparole e cosersquo Come si egrave visto non sem-

pre egrave possibile un riscontro oggettivo dei vocaboli indagati che favorirebbe in certi

casi una migliore comprensione della realtagrave linguistica e materiale

Per le carte esaminate non sembra possibile stabilire se gli scribi operassero una

selezione nellrsquoambito di un repertorio linguistico Le scelte lessicali che emergono

dai documenti rispecchiano con ogni probabilitagrave lrsquouso corrente Se la situazione di

diglossia che riguarda la scrittura notarile richiama a rifl essioni di natura stilistica

pare azzardato tuttavia riconoscere immediatamente nei termini rilevati voci popo-

lari proprie di una varietagrave bassa proiettando categorie moderne sullrsquointerpretazione

dei testi antichi Non egrave infatti opportuno accomunare sul piano sociolinguistico le

voci dialettali delle varietagrave romanze moderne e quelle che in base alla documenta-

zione mediolatina sembrano avere una circolazione limitata a una determinata area

geografi ca Lrsquoindagine sullrsquointersecazione del livello diatopico con quello diastratico

risulta complessa specialmente se proiettata sulla situazione linguistica di cui i testi

in questione non sono che una testimonianza ridotta e fortemente condizionata dalla

variante diamesica26 Il problema di applicare le etichette lsquoregionalersquo e lsquopopolarersquo negli

studi sul latino volgare egrave discusso da Poccetti (2004 149-151)27 In particolare occorre

ricordare che laquoegrave certo che il latino regionale di qualunque epoca non era soltanto

26 Su questo problema cfr Varvaro (1998)27 Sullrsquoapplicazione di un approccio dialettologico a situazioni linguistiche del passato cfr

anche Varvaro (2004)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

32

lsquopopolarersquoraquo (Poccetti 2004 204) Questa consapevolezza puograve applicarsi anche alla

situazione in esame e ben si collega a un altro aspetto da non sottovalutare che con-

cerne proprio il peculiare ambito a cui appartengono i lessemi Tutti i termini indagati

rientrano nel linguaggio specifi co di un campo semantico ben defi nito e avrebbero

quindi una connotazione piugrave o meno tecnica La scarsitagrave di testimonianze per alcuni

tipi potrebbe essere attribuita quindi non tanto allrsquoaffi oramento episodico di tratti

diastraticamente connotati quanto a un uso specializzato di certi elementi lessicali

Il riferimento di una decisa connotazione diastratica alle forme individuate non egrave

conveniente anche di fronte al carattere regionale di alcune espressioni Per quanto

la denominazione di oggetti quotidiani lasci supporre lrsquouso del linguaggio comune la

mediazione del testo scritto richiede cautela nel vedere le forme incontrate come un

immediato rifl esso della lingua parlata

In conclusione sono molti i fattori da tenere in conto nella lettura delle scrip-tae notarili soprattutto se si cerca di attingere tracce del linguaggio comune Per lo

studio del lessico concreto si puograve ipotizzare tuttavia un ridimensionamento della

distanza della scripta dal linguaggio corrente di fronte alla necessitagrave di denominare

oggetti della vita quotidiana (un ulteriore cenno merita la distinzione tra gli articoli

piugrave comuni e quelli piugrave preziosi che non dovevano godere di grande diffusione) Sia

nel caso in cui si osservano elementi sovraregionali sia in quello in cui si individuano

tratti diatopici la documentazione di fenomeni non testimoniati dalle fonti latine puograve

offrire interessanti testimonianze della loro circolazione nel contesto preromanzo Il

forte legame con la realtagrave concreta e con la vita quotidiana del lessico studiato con-

sente un punto di vista privilegiato a questo scopo

Istituto Italiano di Scienze Umane Valentina FERRARI

FERRARI

33

Nota bibliografi ca

Fonti primarie

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Le Pergamene di S Nicola di Bari periodo greco (939-1071) e Le Pergamene di S Nicola di Bari periodo normanno (1075-1194) VII Carabellese Francesco 1912 Le carte di Molfetta (1076-1309) X Filangieri di Candida Riccardo 1927 Pergamene di Barletta del r archivio di Napoli Bari Commissione provinciale di archeologia e storia patria

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CILPR 2013 ndash SECTION 2

34

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logici e linguistici siciliani

35

Le systegraveme des participes latins et les signes avant-coureurs

des changements romans au VIe siegravecle apregraves J-Ch

Au VIe siegravecle apregraves J-Ch les structures de la langue latine ne correspondent plus

tout agrave fait aux normes du latin classique aussi bien du point de vue morphologique et

seacutemantique que syntaxique

Il est fort diffi cile par ailleurs drsquoeacutetablir avec preacutecision une lsquolsquo grammaire rsquorsquo de la

langue de cette peacuteriode le latin du VIe siegravecle est en effet une mosaiumlque de niveaux de

langue et de structures linguistiques diverses Il semble donc que les grammaires de

latin tardif eacutevoquent un stade plus avanceacute de lrsquoeacutevolution

Nous voudrions aujourdrsquohui eacutevoquer le systegraveme participial aussi bien au sein des

constructions absolues que dans le discours Nous verrons ainsi quels sont les nou-

veaux outils linguistiques dont disposent les auteurs et la survivance de ceux-ci en

roman

1 Le corpus

Afi n de mettre en lumiegravere un deacuteveloppement diachronique de lrsquoemploi du parti-

cipe nous avons confronteacute deux synchronies dans lrsquoeacutetablissement du corpus de textes

pour notre eacutetude Drsquoun cocircteacute quatre textes de latin tardif1 et de lrsquoautre quatre textes

de latin classique

11 Le corpus de textes tardifs

Tout drsquoabord nous avons choisi deux textes de Greacutegoire de Tours (538-593) le

livre II de lrsquoHistoria Francorum et le livre II du De uirtutibus sancti Martini afi n

de deacuteterminer si lrsquoemploi des constructions absolues et du participe est lsquolsquo homogegravene rsquorsquo

chez Greacutegoire de Tours ou srsquoil reacutepond au contraire agrave des critegraveres litteacuteraires choisis

en fonction de la nature du genre litteacuteraire LrsquoHistoria Francorum est en effet une

œuvre historique dans laquelle les notations chronologiques sont essentielles alors

que le De uirtutibus sancti Martini est une œuvre hagiographique qui consiste en une

succession drsquoanecdotes sans lien les unes avec les autres

1 Les textes de latin tardif sont citeacutes drsquoapregraves lrsquoeacutedition des Monumenta Germaniae Historica disponible en ligne ltwwwdmghdegt Le premier chiffre correspond au livre de lrsquoœuvre le second au chapitre le troisiegraveme agrave la page des Monumenta Germaniae Historica et le qua-triegraveme agrave la ligne Les textes classiques sont eux citeacutes dans lrsquoeacutedition de la Collection des Universiteacutes de France aux Belles Lettres Paris

CILPR 2013 ndash SECTION 2

36

Nous avons parallegravelement compareacute Greacutegoire de Tours avec deux autres auteurs

tardifs de textes historiques lrsquoun anteacuterieur lrsquoAnonyme de Valois (eacuteveacutenements de 464

agrave 526) et lrsquoautre posteacuterieur Freacutedeacutegaire (texte eacutecrit vers 660) cette similitude de genre

litteacuteraire permettant drsquoeacutecarter autant que possible les diffeacuterences stylistiques inheacute-

rentes agrave chaque genre litteacuteraire

12 Le corpus de textes classiques

Nous avons choisi le livre I du De Bello Gallico de Ceacutesar le livre I de Tite-Live

(Ab urbe condita) le livre I des Annales de Tacite et le livre XXIII drsquoAmmien Mar-

cellin auteur du IVe siegravecle apregraves J-Ch traditionnellement consideacutereacute comme le der-

nier auteur agrave eacutecrire dans un latin de facture classique

Cette eacutetude de lrsquoemploi du participe srsquoappuie majoritairement sur son emploi dans

les constructions absolues lrsquoablatif absolu agrave lrsquoeacutepoque classique et durant toute la lati-

niteacute auquel srsquoajoutent agrave lrsquoeacutepoque tardive ce qursquoon appelle lsquoaccusatif absolursquo et lsquonomi-

natif absolursquo

2 Les constructions absolues deacutefi nition

Les constructions absolues sont des syntagmes constitueacutes majoritairement drsquoun

sujet et drsquoun participe jouant le rocircle syntaxique de preacutedicat les deux eacutetant accordeacutes

en genre en nombre et en cas En latin classique ces syntagmes sont exclusivement

agrave lrsquoablatif (ce sont des lsquoablatifs absolusrsquo) mais les textes en latin tardif preacutesentent de

nouvelles constructions absolues qui nrsquoexistent pas en latin classique le nominatif

absolu (ougrave le sujet et le participe sont au nominatif) lrsquoaccusatif absolu (ougrave le sujet et

le participe sont agrave lrsquoaccusatif) et les constructions mixtes (ougrave le sujet est agrave un cas et le

participe agrave un autre)

Ainsi lrsquoablatif absolu proelio facto chez Ceacutesar lsquolsquo le combat ayant eacuteteacute fait rsquorsquo (Gall 1 13 1) pourrait-il se trouver chez Greacutegoire de Tours sous la forme drsquoun accusatif

absolu ou drsquoun nominatif absolu proelium factum ou drsquoune construction mixte facto proelium

Dans nos textes tardifs si les nouvelles constructions absolues sont bien repreacutesen-

teacutees lrsquoablatif absolu reste de loin majoritaire

Tableau 1 Reacutepartition des constructions absolues chez nos auteurs tardifs

des VIe et VIIe siegravecles

Nombre

total de

constructions

absolues

Nominatif

absolu

Accusatif

absolu

Construc-

tions mixtes

Ablatif

absolu

Anon

Vales38 132 26 842

GAYNO

37

Nombre

total de

constructions

absolues

Nominatif

absolu

Accusatif

absolu

Construc-

tions mixtes

Ablatif

absolu

GregTur

Martin234 3 86 04 88

GregTur

Hist246 32 11 32 826

Fredeg 144 222 97 111 57

Ce tableau montre que lrsquoablatif absolu reste la construction absolue la plus employeacutee

au VIe siegravecle dans nos textes Il corrobore ce qursquoeacutecrit Johannes Muumlller-Lanceacute2 ce der-

nier se deacuteclare deacuteccedilu de ne pas avoir retrouveacute dans les textes ce que les manuels annon-

cent traditionnellement crsquoest-agrave-dire un net deacuteveloppement des nouvelles constructions

absolues au deacutetriment de lrsquoablatif absolu Paolo Greco3 relegraveve quant agrave lui les mecircmes

proportions que nous pour le premier livre de lrsquoHistoria Francorum agrave savoir 73

drsquoablatifs absolus 20 drsquoaccusatifs absolus et 2 de nominatifs absolus

Cette structure ougrave le participe preacutedicat a un sujet propre donne agrave la construction

absolue une valeur de proposition circonstancielle et se retrouve eacutegalement en fran-

ccedilais

Le pegravere mort les fi ls nous retournent le champ (La Fontaine Fables V 9)

De mecircme en ancien-franccedilais ougrave nous avons releveacute dans notre lecture de La Chanson de Roland soit 4002 vers lrsquoemploi drsquoun syntagme participial correspondant

agrave une construction absolue latine

Desfi les ci sire vostre veiant (Rol 326)

lsquolsquo Je les en deacutefi e Sire agrave votre vue rsquorsquo

Le chevalier Ganelon srsquoadresse ici au roi Charlemagne Le participe veiant du verbe

veoir forme ici une locution adverbialiseacutee dans laquelle il est grammaticaliseacute en adverbe on

peut le traduire par lsquolsquo devant rsquorsquo

La rareteacute des constructions absolues est remarquable dans le texte du XIe siegravecle

Cette situation srsquooppose agrave celle de notre corpus tardif ougrave lrsquoon trouve plusieurs

constructions absolues par page Cette structure a donc beaucoup diminueacute en ancien-

franccedilais comme le note Philippe Meacutenard4 laquo Les constructions absolues de lrsquoancien-

2 Muumlller-Lanceacute (1994 119)3 Greco (2005)4 Meacutenard (1988 173)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

38

franccedilais sont beaucoup plus limiteacutees [qursquoen latin tardif] puisqursquoil srsquoagit surtout des

formes oiant et voiant qui font presque fi gure de preacutepositions raquo

3 Le participe

Le participe employeacute dans les constructions absolues peut aussi bien ecirctre un par-

ticipe preacutesent qursquoun participe passeacute Le participe futur et lrsquoadjectif verbal sont rares

degraves le latin classique Cependant on observe une diffeacuterence de proportion entre les

occurrences du participe preacutesent et celles du participe passeacute entre le latin classique

et nos auteurs tardifs en latin classique les auteurs privileacutegient lrsquoemploi du participe

passeacute en construction absolue Mais lrsquoemploi du participe preacutesent va beaucoup aug-

menter dans les constructions absolues dans notre corpus de latin tardif

Les constructions absolues ne comportant qursquoexceptionnellement une autre forme

participiale celles-ci sont noteacutees dans la colonne laquo autre raquo dans le tableau suivant

Tableau 2 Les participes employeacutes dans les constructions absolues chez

les auteurs classiques du corpus

Participe

preacutesent

Participe

parfait actif de

verbe deacuteponent

Participe

parfait passifAutre

Caes 79 0 921 0

Liv 155 3 81 055

Tac 208 108 661 236

Amm 202 92 706 0

La supeacuterioriteacute numeacuterique de lrsquoemploi du participe parfait passif dans les construc-

tions absolues agrave lrsquoeacutepoque classique ressort clairement de ce tableau quoique lrsquoon

puisse noter un infl eacutechissement de cette tendance de Ceacutesar (921) agrave Tite-live (81)

et surtout Tacite (661)

Dans nos textes tardifs cette reacutepartition change avec lrsquoaugmentation de lrsquoemploi

du participe preacutesent comme le note Johannes Muumlller-Lanceacute7 Le tableau suivant

montre cette eacutevolution chez les auteurs tardifs de notre corpus

5 Un adjectif verbal en 1 18 6 condenda6 Trois adjectifs verbaux 1 26 4 augendis 1 26 4 adleuandis 1 54 1 retinendis7 Muumlller-Lance (1995 417)

GAYNO

39

Tableau 3 Les participes employeacutes dans les constructions absolues

chez les auteurs tardifs de notre corpus8

Participe

preacutesent

Participe

parfait actif de

verbe deacuteponent

Participe par-

fait passifAutre

Anon Vales 421 26 553 0

Greg Tur

Martin393 13 594 0

Greg Tur

Hist 325 69 602 048

Fredeg 556 69 368 074

La proportion de participe preacutesent est bien plus importante en latin tardif qursquoen

latin classique drsquoapregraves ces releveacutes corroboreacutes par ceux de Paolo Greco9 pour le pre-

mier livre de lrsquoHistoria Francorum de Greacutegoire de Tours (dans lequel il deacutecompte

33 participes preacutesents et 44 participes parfaits passifs) Mais cette eacutevolution nrsquoest pas

uniforme selon les auteurs si le participe passeacute reste le plus utiliseacute chez Greacutegoire

de Tours ce nrsquoest pas le cas chez Freacutedeacutegaire On pourrait expliquer ces variations

en disant que la langue de cette eacutepoque nrsquoest pas grammaticalement uniformiseacutee

ou fi xeacutee Elle est en effet en pleine mutation ce que marquent eacutegalement les nom-

breuses confusions dans le paradigme verbal Agrave cela srsquoajoute un coeffi cient de varia-

biliteacute stylistique propre agrave chaque auteur

4 Les confusions dans le paradigme verbal

Dans le mecircme temps les distinctions agrave la fois de voix et de temps dans le para-

digme verbal se sont estompeacutees en latin tardif

Les distinctions qui existent en latin classique entre les verbes actifs deacuteponents

et passifs sont moins nettes en latin tardif ougrave de freacutequentes confusions sont attesteacutees

dans nos textes On observe par exemple des fl ottements entre la forme de lrsquoinfi nitif

preacutesent actif et celle de lrsquoinfi nitif preacutesent passif

8 On trouve dans cette œuvre drsquoautres formes participiales neacuteanmoins celles-ci eacutetant em-ployeacutees en coordination avec un participe recenseacute au sein de la mecircme construction absolue elles nrsquoapparaissent pas dans ce deacutecompte comme le participe futur ruituris en Hist 2 7 48 19 coordonneacute agrave un participe preacutesent trementibus Un seul exemple drsquoadjectif verbal employeacute seul dans un ablatif absolu en Hist 2 9 56 1 delendis

9 Greco (2005)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

40

Lrsquoaugmentation de lrsquoemploi du participe preacutesent et les confusions dans le para-

digme verbal ont favoriseacute lrsquoapparition de nouvelles valeurs des participes preacutesent et

passeacute en latin tardif ou plus exactement ont favoriseacute le deacuteveloppement de valeurs

qui preacuteexistaient dans lrsquoancienne langue

Ainsi en latin archaiumlque et classique le latin nrsquoa que deux participes un participe

en -ns -ntis qui est dit preacutesent actif (aimant) et un participe en -tus -a -um (ayant eacuteteacute aimeacute) qui est dit passeacute passif Le latin offre donc deux lacunes paradigmatiques il lui

manque un participe preacutesent passif (du type du franccedilais eacutetant aimeacute) et un participe

passeacute actif (du type du franccedilais ayant aimeacute)

Degraves le latin archaiumlque le participe preacutesent en -ns -ntis est grammaticaliseacute comme

un participe de sens actif agrave valeur aspectuelle durative et sans valeur temporelle

puisqursquoil marque la concomitance avec le procegraves du verbe principal reacutegissant ainsi

que lrsquoeacutecrivent Alfred Ernout et Franccedilois Thomas10 laquo Le participe preacutesent ne marque

pas le temps en lui-mecircme mais il deacutesigne lrsquoaction concomitante crsquoest-agrave-dire qui se

deacuteveloppe en mecircme temps que celle du verbe de la proposition ougrave il se trouve raquo

Le participe passeacute en -tus -a -um est grammaticaliseacute comme un participe de sens

passif deacutenotant un procegraves accompli

Mais degraves les premiers textes latins lrsquoexistence des verbes deacuteponents trouble la

frontiegravere entre actif et passif Les verbes deacuteponents en effet ont des formes sem-

blables au passif mais un sens actif Le participe en -tus des verbes deacuteponents malgreacute

sa forme homophone drsquoun participe passif aura donc un sens actif de profi ciscor

lsquolsquo srsquoen aller partir rsquorsquo le participe parfait profectus signifi e lsquolsquo srsquoeacutetant en alleacute eacutetant parti rsquorsquo

comme un participe passeacute actif Cet affaiblissement de la frontiegravere entre actif et passif

est probablement en partie agrave lrsquoorigine drsquoun changement attesteacute dans nos textes tardifs

pour le participe passeacute passif en -tus qui peut porter une valeur active Il y a donc

maintien de la valeur temporelle de passeacute (et eacuteventuellement de la valeur aspectuelle

drsquoaccompli) mais changement de voix

De son cocircteacute et agrave lrsquoinverse le participe preacutesent actif en -ns peut garder sa valeur

active (maintien de la voix) mais perdre sa valeur aspectuelle durative et exprimer un

procegraves passeacute (changement de valeur aspecto-temporelle)

On se retrouve donc dans nos textes tardifs avec une forme en -ns qui fonctionne

comme un participe preacutesent actif (ancien systegraveme) et aussi comme un participe passeacute

actif (nouveau systegraveme) et un participe en -tus qui fonctionne encore comme un par-

ticipe passeacute passif (majoritaire dans lrsquoancien systegraveme) et aussi comme un participe

passeacute actif (nouveau systegraveme) Ainsi lrsquoune des deux lacunes morphologiques du latin

classique est-elle combleacutee par une extension drsquoemploi des deux participes preacuteexis-

tants qui viennent endosser occasionnellement la nouvelle fonction de participe par-

fait actif (fr ayant tueacute)

10 ErnoutThomas (1972 sect286)

GAYNO

41

5 La structure phrastique

Dans notre corpus tardif lrsquoorganisation syntaxique de la phrase est transformeacutee

la structure pyramidale de la phrase classique a laisseacute la place agrave une structure lineacuteaire

crsquoest-agrave-dire que les propositions preacutesentent les procegraves dans lrsquoordre de leur deacuteroule-

ment chronologique

Ainsi chez Ceacutesar par exemple la proposition principale est-elle postposeacutee agrave la

proposition subordonneacutee

Per eos ne causam diceret se eripuit (Caes Gall 1 4 2)

(Orgeacutetorix lors de son procegraves intenteacute contre lui par les Helvegravetes a fait venir nombre de

ses soutiens)

lsquolsquo Gracircce agrave eux afi n de ne pas deacutefendre sa cause il sut se soustraire rsquorsquo (traduction mot agrave mot)

lsquolsquo Gracircce agrave leur preacutesence il put se soustraire agrave lrsquoobligation de parler rsquorsquo11

Par contre pour traduire lrsquoun de nos textes tardifs il est preacutefeacuterable de suivre

lrsquoordre de la phrase

Gunthedrudis quaedam de Virmandense terreturio (= territorio) oculorum lumen perdide-

rat quae relinquens domum et patriam fi de commonente uenit ad sanctam basilicam ibique diebus multis deseruiens unius oculi meruit recipere uisum (Greg Tur Martin 2 9 612 5)

lsquolsquo Une Guntedrude du territoire de Vermandois avait perdu la lumiegravere de ses yeux et

celle-ci laissant sa maison et sa patrie la foi lrsquoavertissant vint agrave la sainte basilique et lagrave ser-vant avec zegravele pendant de nombreux jours meacuterita de recouvrer la vue drsquoun œil rsquorsquo12

La lineacuteariteacute du discours est ici assureacutee par lrsquoalternance des verbes conjugueacutes et des par-

ticipes preacutesents le sujet agent des procegraves verbaux eacutetant le mecircme tout au long de la phrase la

femme laisse sa maison (relinquens) puis elle vient agrave Tours (uenit) elle y remplit un service

religieux (deseruiens) et enfi n est gueacuterie de son infi rmiteacute (meruit)

Ainsi une construction absolue anteacuteposeacutee agrave la proposition reacutegissante deacutenote-t-elle

un procegraves anteacuterieur agrave celui exprimeacute dans la proposition reacutegissante et une construc-

tion absolue postposeacutee agrave la proposition reacutegissante deacutenote-t-elle un procegraves posteacuterieur

agrave celui exprimeacute dans la proposition reacutegissante

Lrsquointerpreacutetation drsquoun participe preacutesent anteacuteposeacute peut donc ecirctre diffeacuterente entre le

latin classique et le latin tardif

Cotta pugnans occiditur (Caes Gall 5 37 5)

lsquolsquo Alors qursquoil eacutetait en train de combattre Cotta est tueacute rsquorsquo

Le procegraves duratif exprimeacute par le participe preacutesent pugnans est concomitant de celui deacute-

noteacute par le verbe principal occiditur

11 Traduction Constans12 lsquolsquo Une Gondeacutetrude femme du pays de Vermandois avait perdu la lumiegravere du jour Aux aver-

tissements de la foi laissant maison et patrie elle vint agrave la sainte basilique et lagrave se proster-nant pendant un grand nombre de jours elle meacuterita de recouvrer lrsquousage drsquoun de ses yeux rsquorsquo (Traduction Bordier)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

42

La mecircme phrase pourrait se trouver chez Greacutegoire de Tours et le participe preacute-

sent pugnans pourrait avoir la mecircme valeur que chez Ceacutesar crsquoest-agrave-dire aspectuelle

et non temporelle la mort interrompt le premier procegraves celui de combattre Cepen-

dant comme le participe preacutesent est anteacuteposeacute au verbe de la proposition reacutegissante

il pourrait eacutegalement chez Greacutegoire de Tours deacutenoter un procegraves anteacuterieur agrave celui

exprimeacute par occiditur On pourrait alors comprendre lsquolsquo Cotta apregraves avoir combattu

fut tueacute rsquorsquo lrsquoassassinat intervient apregraves le combat La phrase preacutesente les procegraves selon

leur deacuteroulement chronologique

6 Le participe preacutesent exprimant une action anteacuterieure agrave celle exprimeacutee

par le verbe de la proposition reacutegissante

Les verbes de mouvement peuvent de maniegravere geacuteneacuterale deacutenoter le parcours lui-

mecircme conccedilu dans sa dureacutee (fr il se promenait dans le jardin) ou bien au contraire

le point de deacutepart ou le point drsquoarriveacutee drsquoun parcours (fr il sortit de la ville il entra dans la ville) Ces derniers qui correspondent aux bornes du parcours expriment

lorsqursquoils sont employeacutes au participe preacutesent chez nos auteurs une action acheveacutee au

moment ougrave srsquoaccomplit le procegraves exprimeacute par la proposition reacutegissante le participe

preacutesent drsquoun verbe signifi ant lsquolsquo arriver entrer sortir etc rsquorsquo a alors la mecircme valeur reacutefeacute-

rentielle deacutenotative qursquoun participe passeacute actif dans les langues (comme le franccedilais)

ougrave existe un tel participe passeacute actif ingrediens Ravennam qui est traduit litteacuterale-

ment par lsquolsquo entrant dans la ville de Ravenne rsquorsquo deacutenote une situation extralinguistique

correspondant agrave lrsquoeacutenonceacute franccedilais laquo eacutetant entreacute dans la ville de Ravenne raquo comme on

le voit dans le passage suivant

Ingrediens13 autem Rauennam deposuit Augustulum de regno (Anon Vales 2 38 310 3)

lsquolsquo Entrant dans Ravenne il deacuteposa Augustulus rsquorsquo

Odoacre arrive drsquoabord agrave Ravenne puis il deacutepose le dernier empereur romain drsquoOcci-

dent Augustulus Le participe preacutesent exprime un procegraves anteacuterieur et acheveacute par rapport agrave

celui exprimeacute par le verbe de la proposition principale il peut se traduire par un participe

passeacute actif lsquolsquo eacutetant entreacute rsquorsquo

De mecircme les verbes de sens imperfectif qui expriment un procegraves en cours au

moment ougrave srsquoaccomplit le procegraves de la proposition principale peuvent lorsqursquoils sont

employeacutes au participe preacutesent agrave lrsquoinitiale de proposition deacutenoter un procegraves duratif agrave la

fois anteacuterieur et concomitant par rapport agrave celui deacutenoteacute par la proposition principale

le procegraves qursquoils expriment a commenceacute avant celui de la proposition principale Dans

lrsquoexemple suivant le procegraves de craindre a commenceacute avant celui drsquoordonner

Metuens uero rex ne dolore generi14 aliquid aduersus regnum eius tractaret obiecto cri-mine iussit interfi ci (Anon Vales 2 92 328 30)

13 Il srsquoagit drsquoOdoacre14 Il srsquoagit de Boegravece cf sect 85-87

GAYNO

43

lsquolsquo Le roi craignant alors que de douleur pour la mort de son gendre il ne ficirct quelque chose

contre son autoriteacute ordonna qursquoil soit tueacute un crime lui eacutetant reprocheacute rsquorsquo15

Dans cet exemple le participe preacutesent exprime un lien de cause agrave effet avec le procegraves de

la proposition principale le procegraves exprimeacute par le participe preacutesent lsquodeacuteclenchersquo le procegraves

exprimeacute par la proposition reacutegissante Cette relation de causaliteacute implique une relation tem-

porelle drsquoanteacuterioriteacute

7 Le participe preacutesent employeacute comme verbe conjugueacute en latin tardif

Dans plusieurs occurrences le participe preacutesent est employeacute comme un verbe

conjugueacute agrave un mode personnel dans nos textes tardifs soit dans des propositions

subordonneacutees soit coordonneacute agrave un verbe conjugueacute par et

On relegraveve eacutegalement quelques phrases sans verbe conjugueacute Le participe preacutesent

et ses compleacutements forment alors agrave eux seuls une veacuteritable proposition

Quam cum uir suos imperatur (= imperator) Persarum per legationis (= legationes) sepius (= saepius) repetiret (= repeteret) et Mauricius emperatur (= imperator) uxorem ipsius esse nesciret tunc agusta (= Augusta) uidens eam pulcerrimam (= pulcherrimam) suspicans ne ipsa esset quam legati quaerebant dicensque eis (Fredeg 4 9 126 3)

lsquolsquo Et comme son mari empereur des Perses la reacuteclamait tregraves souvent par lrsquointermeacutediaire

drsquoambassades et que lrsquoempereur Maurice ignorait qursquoelle eacutetait la femme de celui-ci alors

lrsquoimpeacuteratrice voyant qursquoelle eacutetait tregraves belle se doutant qursquoelle pouvait ecirctre celle que les leacutegats

demandaient et leur disant rsquorsquo16

Dans cette phrase la proposition principale ne contient pas de verbe conjugueacute mais seu-

lement trois participes preacutesents accordeacutes avec le nominatif sujet agusta uidens suspicans

et dicens Lrsquoun au moins de ces trois participes eacutequivaut agrave un verbe conjugueacute drsquoailleurs le

participe preacutesent suspicans est lsquo reacutegulariseacute rsquo en un verbe conjugueacute agrave mode personnel dans le

manuscrit 5a qui utilise la forme suspicatur du verbe deacuteponent suspicor

8 Eacuteleacutements drsquoexplication

Cet emploi du participe preacutesent comme preacutedicat dans des phrases ou des proposi-

tions sans verbe conjugueacute repreacutesente peut-ecirctre un emploi peacuteriphrastique du participe

preacutesent avec le verbe sum lsquolsquo ecirctre rsquorsquo dans une fonction grammaticaliseacutee ou semi-gram-

maticaliseacutee drsquoauxiliaire sur le modegravele de la conjugaison peacuteriphrastique avec le verbe

esse et le participe passeacute Ce tour lsquo participe preacutesent + sum rsquo existe en latin archaiumlque

et classique en particulier sous la forme lsquo fore + participe preacutesent rsquo tournure eacutequiva-

lant agrave un infi nitif futur et attesteacutee en latin classique

15 lsquolsquo There the king fearing that through resentment at the death of his son-in-law Symmachus might take some step in opposition to his rule ordered him to be put to death under a false accusation rdquo (Traduction Rolfe 1939)

16 lsquolsquo Son mari lrsquoempereur des Perses la reacuteclamait freacutequemment en envoyant des ambassades mais lrsquoempereur Maurice ignorait qursquoelle eacutetait son eacutepouse alors lrsquoimpeacuteratrice avisant cette femme drsquoune grande beauteacute se douta que crsquoeacutetait elle que les ambassadeurs cherchaient et leur dit rsquorsquo (Traduction Devillers et Meyers)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

44

Fore audientes (Caes Gall 1 39 7)

lsquolsquo Ils entendront rsquorsquo

Lrsquoextension de cette tournure en latin tardif a pu ecirctre favoriseacutee par lrsquoinfl uence

des traductions latines de la Bible grecque puisque cette tournure est eacutegalement un

helleacutenisme17

Et omnis multitudo populi erat orans foris hora incensi (pour orabat) (Luc 1 10)καὶ πᾶν τὸ πλῆθος ἦν τοῦ λαοῦ προσευχόμενον ἔξω τῇ ὥρᾳ τοῦ θυμιάματοςlsquolsquo Et toute la multitude du peuple eacutetait en priegravere dehors agrave lrsquoheure de lrsquoencens rsquorsquo

Cependant ces tournures sont fort rares dans nos textes nous nrsquoen avons releveacute

que trois dans notre corpus tardif dont une seule peut ecirctre interpreacuteteacutee comme une

peacuteriphrase verbale

Merobaudis (ou Merobaudus) quidam ex pago Pictauensi dum esset laborans in opere caecitate pessima insidiatore inmittente (= immittente) percussus est (Greg Tur Martin 2

15 613 36)

lsquolsquo Un certain Meacuterobaude du canton poitevin alors qursquoil eacutetait en train de travailler agrave son

ouvrage de la ceacuteciteacute la pire agrave lrsquoinstigation du traicirctre a eacuteteacute frappeacute rsquorsquo18

Le syntagme esset laborans exprime une action en cours drsquoaccomplissement au moment

ougrave srsquoaccomplit le procegraves exprimeacute par le verbe de la proposition reacutegissante percussus est le

sujet de esset laborans est aussi le sujet de percussus est et le participe preacutesent forme peut-

ecirctre ici avec lrsquoauxiliaire une peacuteriphrase verbale exprimant la dureacutee concomitante du procegraves

principal comme la forme progressive anglaise en -ing il est lsquolsquo en train de travailler rsquorsquo19

Il est donc deacutelicat de postuler un auxiliaire esse sous-entendu avec le participe preacute-

sent puisque lrsquoattestation de esse avec le participe preacutesent est exceptionnelle Donc

la tournure peacuteriphrastique est certes attesteacutee en grec mais la tournure grecque ne

peut ecirctre consideacutereacutee comme eacutetant agrave lrsquoorigine de lrsquoemploi en latin du participe preacutesent

agrave la place drsquoun verbe conjugueacute

En fait lrsquoemploi du participe preacutesent offre le grand avantage de permettre une

simplifi cation de la fl exion verbale il suffi t que le sujet parlant ait meacutemoriseacute la forme

participiale en -ans -ens formeacutee sur le thegraveme de lrsquoinfectum pour eacutelaborer la forme

verbale qursquoil veut exprimer en lui adjoignant une forme du verbe lsquolsquo ecirctre rsquorsquo qui portera

les morphegravemes aspecto-temporels et personnels

17 Blaise (1986 sect225)18 lsquolsquo Un certain Meacuterobaude du pays du Poitou fut par un coup du diable frappeacute pendant qursquoil

srsquooccupait de son travail de la ceacuteciteacute la plus absolue rsquorsquo (Traduction Bordier)19 Les deux autres occurrences se trouvent en Hist 2 13 63 8 patientes estote et en Martin 2

24 617 9 adhaerentes Patientes semble ecirctre adjectiviseacute plutocirct que de relever de lrsquoexpression peacuteriphrastique de lrsquoimpeacuteratif futur Adhaerentes employeacute ici avec lrsquoauxiliaire erant corres-pond sans doute agrave la forme syntheacutetique de lrsquoimparfait passif du verbe simple adhaereo

GAYNO

45

Par ailleurs cette tournure peacuteriphrastique en lsquolsquo esse + participe preacutesent rsquorsquo est attes-

teacutee dans La Chanson de Roland laquo Le procegraves est envisageacute en cours dans son accom-

plissement raquo20

Carles qui est as forz passant (Rol 1703)

lsquolsquo Charles qui est en train de traverser les deacutefi leacutes rsquorsquo

Selon les grammaires drsquoancien-franccedilais consulteacutees la tournure la plus freacutequente

est lrsquoemploi du participe preacutesent avec un verbe de mouvement Le procegraves du verbe de

mouvement lsquolsquo aller rsquorsquo et celui exprimeacute par le participe preacutesent sont simultaneacutes

Curant i vinz Margariz de Sibilie (Rol 955)

lsquolsquo Alors Margariz de Seacuteville arrive en courant rsquorsquo

Cette tournure est encore usuelle au XVIIe siegravecle

Je mrsquoen vas deacutesalteacuterant (La Fontaine Le loup et lrsquoagneau Fables I 10)

Le participe preacutesent dans ces exemples eacutequivaut agrave un geacuterondif franccedilais formeacute

de la preacuteposition en suivie du participe preacutesent Cette tournure nrsquoexiste absolument

pas dans nos textes tardifs ougrave la forme syntheacutetique de geacuterondif du latin classique en

-dum ou -do est encore freacutequemment utiliseacutee quoique de nombreuses confusions

drsquoemploi puissent ecirctre releveacutees entre participe preacutesent et geacuterondif La tournure est en

formation au XIe siegravecle si elle est attesteacutee son emploi nrsquoest pas systeacutematique

Cler en riant lrsquoa dit a Guenelun (Rol 618)

lsquolsquo Il dit agrave Ganelon en riant de faccedilon sonore rsquorsquo

Asez est mielz que moerium cumbatant (Rol 1518)

lsquolsquo Il vaut beaucoup mieux que nous mourions en combattant rsquorsquo

Conclusion

La langue des VIe-VIIe siegravecles ne semble pas ecirctre lrsquoancecirctre direct des emplois du

participe releveacutes au XIe siegravecle Ceux-ci deacuterivent sans doute drsquoun eacutetat plus tardif de la

langue latine

Notre corpus tardif a reacuteveacuteleacute une langue en pleine mutation avec lrsquoemploi encore

bien attesteacute et majoritaire des formes classiques parallegravelement avec lrsquoeacutemergence de

nouvelles structures Les auteurs tardifs tentent de pallier leurs carences en gram-

maire classique en ayant recours agrave de nouveaux outils linguistiques qui sont geacuteneacutera-

lement lrsquoextension de tournures existant dans lrsquoancienne langue

20 Moignet (1979 202)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

46

Ces tentatives des VIe-VIIe siegravecles resteront pour la plupart vaines drsquoautres plus

tardives se retrouveront elles en franccedilais Nous avons donc affaire agrave une peacuteriode de

transition entre la norme du latin classique qui quoique affaiblie existe encore et ce

qui sera lrsquoeacutetat ou plutocirct les eacutetats les plus anciens des langues romanes

Centre Alfred Ernout

Universiteacute de Paris-Sorbonne (Paris 4) Maryse GAYNO

GAYNO

47

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49

Marcatori interazionali di cortesia dal latino alle lingue

romanze nomi e verbi tra morfosintassi e contesto discorsivo

1 Introduzione

Questo contributo1 analizza lrsquoevoluzione pragmatica dal latino ad alcune lingue

romanze di un gruppo di marcatori interazionali di cortesia (MIC) I MIC indagati

sono derivati da verbi o da locuzioni performative con valore illocutivo (ad es it

grazie prego chiedo scusa fr merci je tevous demande pardon port obrigado desculpe sp pido perdoacuten gracias rum mulțumesc măvă rog) ed esprimono i tre atti

linguistici di fare una richiesta (es 1) ringraziare (es 2) chiedere scusa (es 3)

(1) rum Mă rog dacă nu vă supăraţi aveţi apă2 (Caragiale Momente şi schiţe Livescu

(2014))

ldquoper favorevi prego se non vi dispiace avete (dellrsquo) acquardquo

(2) fr Merci monsieur de nous avoir donneacute agrave ma femme et agrave moi des nouvelles du joyeux

compagnon (Barregraves 1906 Le Voyage de Sparte Frantext)

(3) sp Bueno perdoacuten disculpaacute el teacutermino porque no seacute queacute cosa es (CREA Oral)

Dal punto di vista conversazionale i MIC costituiscono lsquorituali interazionalirsquo con

specifi che funzioni sociali poicheacute rappresentano modalitagrave standardizzate di orga-

nizzare scambi interpersonali che a loro volta hanno origine in un contesto storico

e socio-culturale (Goffman (1967)) Si tratta quindi di atti illocutori convenzionali

che hanno successo non se il destinatario comprende lrsquointenzione del parlante ma se

lrsquoatto egrave conforme a una convenzione socialmente riconosciutaQuindi dal punto di vista della realizzazione pragmatica la routinizzazione a

livello interazionale e sociale di alcuni atti genera formule che non implicano una

negoziazione di signifi cato ma la cui funzione pragmatica egrave fi nalizzata alla lsquocoesione

socialersquo (cfr Ghezzi (2014))Lo sviluppo pragmatico dei MIC puograve essere osservato da diversi punti di vista a

livello semasiologico analizzando quali funzioni pragmatiche sono realizzate da una

specifi ca forma oppure onomasiologico studiando come la stessa funzione venga rea-

lizzata da forme diverse Questo secondo punto di vista utilizzato qui per lrsquoanalisi evi-

1 Questo egrave un prodotto della ricerca laquoDinamica delle identitagrave nella comunicazione e nel muta-mento linguisticoraquo coordinata da Piera Molinelli e fi nanziata dallrsquoUniversitagrave di Bergamo (FAR 2012)

2 Qui sono tradotti gli esempi complessi

CILPR 2013 ndash SECTION 2

50

denzia a livello inter- e intra-linguistico processi ciclici di pragmaticalizzazione ricon-

ducibili a tendenze ricorrenti nelle lingue considerate (cfr Ghezzi e Molinelli (2014)) Le similitudini funzionali e formali nella nascita di MIC in alcune lingue romanze

infatti ben mettono in luce la relazione tra meccanica e meccanismi del mutamento

pragmatico ovvero tra il carattere ciclico dei processi implicati nel mutamento (mec-

canica) e le proprietagrave morfosintattiche e semantiche delle fonti dei MIC che in prima

istanza favoriscono il mutamento stesso (meccanismi) Allrsquoanalisi di questo secondo

aspetto egrave dedicato questo contributo3Lo sviluppo diacronico dei MIC egrave direttamente connesso alle caratteristiche mor-

fosintattiche dei contesti in cui vengono ritualizzati alla tipologia di atti linguistici

nei quali funzionalmente si collocano al valore di performativitagrave delle espressioni da

cui hanno origineQuesti contesti sono costituiti da forme che a livello morfosintattico codifi cano la

forza illocutiva in modo diverso Gli atti di richiesta scusa ringraziamento infatti

possono essere espressi

(a) nelle forme verbali da un verbo semanticamente rilevante come sp te lo agra-dezco rum icircţi mulţumesc e it mi scuso in (4-6)

(4) sp Bueno muchas gracias te lo agradezco (CREA Oral)

(5) rom Icircţi mulţumesc pentru cadoul foarte frumos (esempio reale)4

ldquoTi ringrazio per il bellissimo regalordquo

(6) it Mi scuso per il disturbo (esempio reale)

(b) nelle locuzioni da un verbo semanticamente generico con valore performativo

e da un nome che veicola il valore semantico principale come sp peccedilo desculpas it

chiedo scusa e fr je vous dis merci in (7-9)

(7) port Peccedilo novamente desculpas pelo adiantado da hora (CETEM publico)

ldquoChiedo nuovamente scusa per lrsquoora tardardquo

(8) it chiedo scusa ma non crsquoegrave il tempo del pronostico (Corpus LIP)

(9) fr De Milo je vous dis merci (Echenoz Nous trois Frantext)

(c) da una formula olofrastica come rum vă rog port obrigado fr pardon in (10-12)

(10) rum Luaţi loc vă rog (Livescu 2014)

ldquoSiediti per favorerdquo

(11) port laquoBom adeu Estimo que sejas felizraquo (CETEM Publico)

laquoObrigadoraquo

laquoBene arrivederci Credo che sarai feliceraquo

laquoGrazieraquo

(12) fr Oh ma tante Pardon Pouvais-je imaginer (Garat Pense agrave demain Frantext)

3 A Pierluigi Cuzzolin e Piera Molinelli un sincero ringraziamento per la lettura attenta e i molti consigli

4 Ringrazio Mihaela Popescu e Joana Aguiar per lrsquoaiuto nella traduzione degli esempi in rumeno e in portoghese rispettivamente

GHEZZI

51

Egrave possibile esemplifi care in Tab 1 alcune espressioni con funzione di MIC in lin-

gue romanze

Tab 1 ndash MIC in alcune lingue romanze

atto MIC italiano francese rumeno spagnolo portoghese

richieste verbi prego je te vous prie

te vă rog ruego peccedilo

locuzioni rivolgo una preghiera

je fais un appel

amo rugăminte

hago una peticioacuten

faccedilo um apelo

formule olofrastiche

prego je vous trsquo en prie

măvă rog (por favor) (por favorse faz favor)

scuse verbi mi scuso je mrsquoexcusepardonne (moi)

mă scuzaţi me disculpodesculpe-me

desculpe-me

locuzioni chiedo scusaperdonofaccio le mie scuse

je disdemande pardon

icircmi cer scuze

pido perdoacutendisculpa ofrezcopresento mis disculpas

peccedilo desculpaspeccedilo perdatildeo

formule olofrastiche

scusapardon

pardon scuzațiscuzaţi-mă

perdoacuten desculpeperdatildeo

ringrazimenti verbi ringrazio je remercie mulţumesc te lo agradezco

agradeccedilo

locuzioni dico grazierendo grazie (arcaico)

je dis mercije rends gracircce

aduc mulţumiri

doy (las) gracias

dou graccedilas

formule olofrastiche

graziegran merceacute (arcaico)

(grand) mercimille gracircces(arcaico)

mulţumesc gracias obrigado(a)

Alla base dei cicli di pragmaticalizzazione dei MIC vi sono contesti discorsivi per-

formativi codifi cati attraverso formule ritualizzate che hanno sviluppato un valore

pragmatico di cortesia a partire da perifrasi nominali o verbali In particolare le peculiaritagrave dei percorsi di pragmaticalizzazione dei MIC saranno

qui esemplifi cate in italiano e in francese attraverso lrsquoatto linguistico del ringraziare

Ci si avvarragrave di due corpora bilanciati di opere teatrali secondo lo schema in Tab 25

5 Il bilanciamento tiene conto del numero complessivo di parole in ogni corpus (circa 1200000 per il corpus italiano e 2200000 per quello francese) e della loro distribuzione nei tre secoli considerati Per permettere una comparazione le frequenze di occorrenza dei MIC sono state normalizzate per 100000 parole

CILPR 2013 ndash SECTION 2

52

Tab 2 - Corpora

1500 1700 1900

Francese Selezione opere teatrali

da Frantext

Selezione opere teatrali

da Frantext

Selezione opere teatrali

da Frantext

Italiano Selezione opere

teatrali di Aretino

Ariosto Belo Grazzini

Machiavelli Bruno

Ruzante

Selezione commedie di

Goldoni

Selezione opere teatrali

di Pirandello e di

Giacosa

Analizzando le caratteristiche degli enunciati performativi in cui i MIC occor-

rono ci si concentreragrave sullrsquoanalisi diacronica nelle due lingue romanze dellrsquointerre-

lazione tra

(a) il contesto discorsivo in cui emergono i valori pragmatici connessi alla cortesia

(b) i tratti morfosintattici dei MIC nelle lingue considerate

(c) le caratteristiche semantiche delle fonti dei MIC

In particolare la nozione di ciclo pragmatico verragrave utilizzata per descrivere lrsquoalter-

nanza morfosintattica tra forme verbali e nominali

2 I performativi e lrsquoorigine dei MIC

Il repertorio dei MIC nelle lingue romanze egrave costituito da verbi locuzioni e for-

mule olofrastiche a carattere performativo (cfr Tab 1) la nozione di performativitagrave

rappresenta dunque un punto di osservazione imprescindibile per lrsquoanalisi dei per-

corsi che hanno portato alla formazione di MICI verbi performativi condividono alcune proprietagrave In primo luogo manifestano

la soggettivitagrave del parlante annullando formalmente il discrimine tra enunciato ed

enunciazione (tra modus e dictum Benveniste (1966 273-274)) ed esprimendo lessi-

calmente il contenuto mentale del locutore attraverso lrsquouso del verbo alla prima per-

sona del presente indicativo Secondariamente sottolineano una coincidenza tra laquolocutoreraquo ed laquoenunciatoreraquo

ovvero tra laquoil soggetto responsabile dellrsquoatto di enunciazione che parla in prima per-

sonaraquo (locutore) e laquocolui che esprime il punto di vista espresso nellrsquoenunciatoraquo (enun-

ciatore) (Ducrot (1984 119-120)) Ne consegue che derivano non da un lessema ma da

un atto linguistico (Ti ringrazio Ti dico grazie Grazie) utilizzato per lsquofare qualche

cosarsquo e non solo per lsquodire qualche cosarsquo (cfr la trattazione in Benveniste (1958 1966)) Dunque i MIC che hanno origine da verbi o locuzioni performative hanno valore

laquodelocutivoraquo6 essendo derivati da locuzioni ovvero unitagrave del discorso e non da nomi

o verbi unitagrave della langue nel senso saussuriano del termine Tali forme sono alta-

6 Sulla nozione di delocutivitagrave si vedano tra gli altri Benveniste (1958 1966) Anscombre (1985) Buumlchi (1995) Fruyt (1997) Larcher (2003)

GHEZZI

53

mente produttive poicheacute egrave possibile derivare verbi come it ringraziare e fr remercier e nomi it grazie e fr merci7 In questi casi si puograve dire che morfologicamente i MIC

hanno valore denominale ma pragmaticamente (e semanticamente) hanno valore

delocutivo

Infi ne i performativi sono caratterizzati da una doppia illocuzione la prima

dichiarativa la seconda determinata dalla semantica del verbo o del nome che carat-

terizza la locuzione performativa Sono quindi tipici dei contesti socialmente ritualiz-

zati e consacrati alla realizzazione di alcune azioni (cfr Held e Helfrich (2011))Tra gli atti linguistici realizzati da MIC richiedere e ringraziare costituiscono la

base lsquocortesersquo di ogni processo di scambio8 Le richieste sono atti minacciosi della faccia negativa mitigati attraverso specifi -

che strategie verbali I ringraziamenti invece sono atti sociali a benefi cio dellrsquointerlo-

cutore che si basano sullrsquoidea che vi sia un laquoindebitamentoraquo pragmatico tra parlante e

interlocutore (Leech (1983 205)) Come per le richieste i ringraziamenti sono atti lin-

guistici codifi cati metaforicamente attraverso una lsquotransazionersquo calcolata in relazione

ad un contesto situazionale e storico-culturale in base ai quali viene verbalmente

bilanciata e compensata Egrave interessante che il medesimo etimo latino (gratia) possa essere usato in francese

e in italiano in atti linguistici di richiesta e di ringraziamento (fr accorder un gracircce

demander un gracircce vs mille gracircce rendre gracircce it di grazia domandare una grazia

vs mille grazie ringraziare rendere grazie) Infatti il valore semantico ldquofavore buona

disposizionerdquo egrave elemento culturale chiave nel processo sociale di scambio

Il riferimento lsquoeconomicorsquo di tale scambio egrave invece alla base degli usi della for-

mula olofrastica francese merci e dellrsquoit mercedemerceacute in locuzioni quali je rends merci o rendo merceacute entrambi derivati dal lat mercede(m) ldquoprezzo pagato per un

prodotto commercialerdquo (Cortelazzo Zolli (1979 sv))Nonostante la prosecuzione comune alle due lingue degli etimi gratia (it grazia e

fr gracircce) e merces (it merceacute mercede e fr merci) il confronto diacronico tra francese

e italiano mostra differenze formali e congruenze funzionali nei percorsi che hanno

portato alla formazione dei moderni MIC

7 Nellrsquoit un grazie speciale a Marco e nel fr dis-lui un grand merci de ma part (Frantext) la presenza dellrsquoarticolo al singolare e al maschile rispettivamente testimoniano la derivazione dallrsquoatto linguistico e non dal nome plurale o dal femminile corrispondente

8 Si vedano Brown Levinson (1987) ed Held (1996) relativamente agli atti di richiesta e di ringraziamento nella cortesia verbale

CILPR 2013 ndash SECTION 2

54

3 Sviluppi diacronici in italiano e in francese

Tra i meccanismi alla base degli sviluppi diacronici dei diversi tipi di MIC9 vi egrave la

frequenza di occorrenza delle unitagrave determinata dallrsquouso dellrsquoespressione in situa-

zioni ricorrenti Lrsquoerosione del signifi cato originario egrave infatti parte integrante dello

sviluppo verso un uso pragmatico In entrambe le lingue tale sviluppo ha origine a

partire da un contesto e da strutture morfosintattiche contenenti verbi o locuzioni

performativi

31 Il latino

In latino sono attestate diverse formule spesso caratterizzate in diastratia asso-

ciate ai lessemi gratus ldquogratordquo e gratia(m) ldquofavore buona disposizionerdquo Queste

formule sono utilizzate in accezione concreta ldquoatto con il quale si acquista ricono-

scenzardquo o astratta ldquoservizio resordquo (Castiglioni Mariotti (2007 sv))

La formula non marcata in latino egrave gratias (tibi) ago ldquorendo grazie (a te)rdquo a cui si

associano diverse varianti tra cui grates ago grates dico rivolte a divinitagrave o persona di

alto rango (Panagl (2003)) La formula latina tam gratiast (lt tam gratia est) lett ldquotanto

egrave graziardquo continua nelle lingue romanze come nellrsquoit tante grazie (Panagl (2003))

Il secondo etimo considerato merces non compare nei dati scritti di cui si egrave in

possesso con il valore di MIC

32 Lrsquoitaliano

In italiano entrambi gli etimi latini sono attestati con valore di MICLe forme italiane che proseguono tali etimi hanno valore di MIC giagrave in italiano

antico Esse compaiono sotto forma di verbi di locuzioni performative e di formule

olofrastiche Renzi (2010) indica come non marcate le forme del verbo illocutivo rin-graziare (es 13) le espressioni farerendere (molte) graziemerceacute (es 13-15) e le for-

mule olofrastiche merzeacute granmolte merceacute (es 16-17) Alcuni usi di grazia e delle

sue varianti possono essere interpretati come contesti ponte di formule olofrastiche

spesso in co-occorrenza con merceacute (es 18-19) Nello stesso periodo nel corpus OVI

sono attestate 8 occorrenze del verbo merciare ldquoringraziarerdquo (es 20) in varietagrave sia

toscane sia veneziane

(13) Ringrazzo voi di fi n cor [con cuore puro] merzeacute rendo merzeacute mia donna (Chiaro

Davanzati Rime canz 7 vv 49-50 OVI)

(14) Irsquo le dissi laquoMadonna grazie rendo a voiumlraquo (Fiore 202 vv 1-2 OVI)

(15) Segnor mio di ciograve che voi mi dite io vi rendo grande grazie e mercieacute sigrave della promessa e

ssigrave del consilglio (Libro della distruzione di Troia 1539 OVI)

(16) Dice il sere che gran mercegrave e che voi gli rimandiate il tabarro (Boccaccio Novelle

72-14 OVI)

9 Simili percorsi possono essere ricostruiti per locuzioni performative formule olofrastiche non marcate come it grazie e fr merci o verbi performativi

GHEZZI

55

(17) [hellip] maggiore me lrsquoaveste dimandato e io vi dono questoraquo laquoSignoreraquo disse la donzella

laquomolte marceacute raquo (Palameacutedes pis pt2 cap 54 1113 OVI)

(18) Grasia a te grasia amico e mersede tutta di tanto grasioza benivoglensa de sigrave orrata

discreta discressione (Guittone Lettere in prosa 29 34817 OVI)

(19) Grasia e mersede a voi Signor dibonaire che grasia e onore tanto fatto mrsquoavete lrsquoumel

persona despetta mirsquo accogliendo e degnando in vostra altessa (Guittone Lettere in prosa 26 3237 OVI)

(20) laquoEl me plaxe molto benraquo ciograve dixe lo re Galleodin laquoe sigrave ve ne mercio fortemente de ccedilograve che

vuj aviti ditoraquo (Tristano Cors 8435 OVI)

Nella seconda metagrave del Quattrocento Savonarola (III 181) nota laquoGrazia si chiama

il ringraziamento che facciamo ad uno quando lo ringraziamo che ci ha fatto qualche

benefi cio cioegrave che rendiamo grazia idest ringraziamoraquo (Battaglia (1971 sv)) Allo

stesso periodo risalgono le prime attestazioni di ringraziamento (es 21)

(21) Dopo assai ringraziamenti fatti e lor commemorazione date al Piovano gli donograve braccia

XXX di panno di mellina e trenta iscudi drsquooro e feceli oferte assai per seacute e per li suoi

amici (Piovano Arlotto 14 Battaglia (1971 sv))

Baretti (1760) nel dizionario italiano-inglese sotto la voce grazia (ldquoil ringraziare

per segno di gratitudinerdquo) indica laquothanks vi rendo grazie I thank youraquo Nel volume

inglese-italiano si trova invece laquoThanks grazie sf ringraziamenti smraquo Secondo

Lepschy Lepschy (2007) le due notazioni fanno pensare che non si tratti ancora

dellrsquoespressione olofrastica ma di una riduzione di rendo grazie Inoltre nello stesso

periodo sul Vocabolario degli accademici della Crusca alla voce mercegrave si indicano

come sinonimi render mercede e ringraziare (4deg edizione (1729-1738) sv es 22)

(22) Io son qui per renderti mercede del benefi cio che mi festi allora (Ariosto Orlando furioso 431031-2)

Dal 1850 circa la formula olofrastica grazie compare nei vocabolari come lemma

indipendente (Lepschy Lepschy (2007 127-128)) il che probabilmente registra anche

formalmente un uso moderno del MIC ormai consolidato nella prassi (es 23) Ancora

intorno alla metagrave del 1800 perograve vengono citati come sinonimi di grazie voci quali

mercegrave o gran mercegrave grandissima mercegrave rendo grazie (Boerio (18562 sv)) utilizzati

soprattutto in registri stilisticamente alti come testimonia lrsquoesempio (24) dallrsquointro-

duzione a Il Piacere di Gabriele DrsquoAnnunzio del 1888)

(23) laquoDi grazia quel signore da che parte si va fuora per andare a Bergamoraquo

laquoPer andare a Bergamo Da porta orientaleraquo

laquoGrazie signore []raquo (Manzoni I Promessi sposi cap XVI)

(24) Questo libro composto nella tua casa dallrsquoospite bene accetto viene a te come un rendi-mento di grazie [hellip] Se nel mio libro egrave qualche pietagrave umana e qualche bontagrave rendo mercede al tuo fi gliuolo [hellip] Ave Giorgio Amico e maestro gran merceacute (DrsquoAnnun-

zio Il Piacere Introduzione)

Lrsquoanalisi quantitativa delle diverse unitagrave nel corpus considerato conferma lrsquoevolu-

zione dei MIC (Graf 1)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

56

Graf 1 - Distribuzione dei MIC in italiano

Rispetto alle tre tipologie di MIC considerati si puograve osservare che tra le due locu-

zioni attestate (rendo merceacutegrazie) prevale rendo grazie la cui frequenza diminuisce

perograve nel 1900 Il verbo performativo piugrave diffuso in italiano egrave ringrazio la variante

mercio giagrave poco frequente in italiano antico non egrave attestata nel 1500 Similmente la

formula olofrastica piugrave frequente nel 1500 egrave gran merceacute ma progressivamente viene

sostituita da grazie

33 Il francese

Anche in francese entrambi gli etimi latini sono attestati con valore di MICGiagrave in antico francese essi compaiono sotto forma di verbi di locuzioni performa-

tive e di formule olofrastiche Tra i piugrave frequenti vi sono la locuzione rendre granzgrace(s) che co-occorre anche con merci (es 25 Treacutesor sv) la formula olofrastica

grand merciz attestata per la prima volta nel 1135 (es 26 Treacutesor sv) diversi verbi

performativi a partire dal XII secolo quali remercier (es 27 Treacutesor sv) a sua volta

derivato dallrsquoantico verbo mercier (es 28 Robert Rey (2001 sv)) da cui anche mer-ciement (es 29) Nello stesso periodo il verbo gracier egrave usato con il signifi cato ldquorin-

graziarerdquo (es 30)

(25) Biau sire Diex je te rent graces et merciz de ce que je ne sui pas ausi mauveacutes ne ausi

desloiax come sont mi (La Queste del Saint Graal 1220 p 124 BFM)

(26) ldquoGranz merciz sirerdquo diumlent li losengier (Couronnement de Louis 4 BFM)

(27) Mais comme povre orpheline je vous remercie dei vaisseaulux que vous mrsquoenvoyastes

(Melusine BFM)

(28) Mercyeacute Sire en soyes vous (Intern Consol II Xxi Bibl Godefroy (1895 sv))

(29) E li reis li en rent mut grant merciement (Horn 3213 Mich BFM)

(30) Vous mercy Qui venu estes jusqursquoa ci Et chascun de vous en gracie (Griseld BFM)

In francese medio le forme olofrastiche sono prevalentemente costruite a par-

tire da merci grand(s) merci(s)moult de mercis (es 31) (La) + agg poss (bonne) merci (es 32 DMF sv) Le locuzioni performative contengono merci (rendre merci es 33) o grace (donner rendre grace DMF sv soprattutto rivolto a Dio) o entrambe

le forme (donnerrendre grace(s) et merci(s) es 34) Parimenti sono attestati diversi

verbi delocutivi gracier mercier regracier remercier (es 35-37) Allo stesso periodo

risalgono anche le prime attestazioni di remerciement (es 38)

GHEZZI

57

(31) Sire chevaliers a vostre congieacute et grans mercis de vostre courtoisie (Arras 7 DMF sv)

(32) laquoSireraquo dist Saintreacute laquovostre bonne mercyraquo (La Sale JS 131 DMF sv)

(33) Mon pere je te rans mercy Du grant pouvoir que mrsquoas donneacute Faire ce que mrsquoas ordonneacute

Mrsquoen vaiz (Pass Auv 161 DMF sv)

(34) Et pour ce sire nous lui promettons en bonne foy que nous le servirons comme nostre

loyal seigneur et lui rendrons graces et mercis de la bonteacute qursquoil nous a faicte (Beacuterinus I

188 DMF sv)

(35) Sire que bien devons amer Tous ensemble vous merciumlons Tant humblement com nous

povons Et regraciumlons chierement Qursquoil vous a pleu benignement Condescendre a nostre

priere [agrave vous marier] (Gris 17 DMF sv)

(36) Si que bonne Amour graci Cent mille fois qui Mrsquoa si tres bien asseneacutee Que jrsquoaim la fl eur

et le tri De ce monde cy [] (Mach Ch bal 630 DMF sv)

(37) Tres chiers et especiaus amis je vous remerci grandement des lettres si amiables et si

confortans a ce qui me touce que vous mrsquoaveacutes envoiies (Froiss Pris am F 68 DMF

sv)

(38) [] avec remerciement de leur longue maintenue faveur leur prioit-on de tousjours per-

seacuteveacuterer tels (Chastell Chron K t1 69 DMF sv)

NellrsquoOttocento la situazione egrave diversa Il verbo delocutivo non marcato egrave remercier

(es 39) merci egrave la forma olofrastica non marcata (es 40) insieme alle molte varianti

(ad es grand merci merci beaucoup merci bien) anche se vi sono esempi di mille gracircces (es 41) Attestata egrave anche la locuzione performativa rendre gracircce(s) (es 42)

(39) Mon bon monsieur je vous remercie (Balzac Meacuted camp 1833 p 271 Frantext)

(40) Lrsquoemployeacute () prit () un paquet de piegraveces enfermeacutees dans une chemise bleue et le

preacutesentant laquoVoici monsieur Lesable vous nrsquoignorez pas que le chef a enleveacute hier trois

deacutepecircches dans ce dossier minus Oui Je les ai merciraquo (Maupassant Contes et nouv t 1

Heacuterit 1884 p 466 Frantext)(41) Mille gracircces mon cher Monsieur des bonnes nouvelles que vous me donnez de la santeacute

de M de Chateaubriand (Mme de Chateaubriand Meacutem et lettres 211-212 Frantext)

(42) Maintenant je vous rends gracircce pour le plaisir que vous me faites en me procurant lrsquooc-

casion de vous remercier comme je vous ai beacuteni crsquoest-agrave-dire du fond du cœur (Dumas

Monte-Cristo t 1 610 Frantext)

Lrsquoanalisi delle occorrenze delle formule nel corpus conferma anche quantitativa-

mente lrsquoevoluzione dei MIC (cfr Graf 2)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

58

Graf 2 - Distribuzione dei MIC in francese

Per le tre tipologie di MIC si puograve osservare che nei testi francesi tra le due locu-

zioni performative (je rends mercigracircce(s)) prevale je rends gracircce(s) che perograve dimi-

nuisce nel 1900 Il verbo performativo je remercie egrave la forma piugrave frequente in francese

contemporaneo ma nei secoli precedenti sono attestate diverse varianti di verbi per-

formativi che caratterizzano in particolare lrsquoantico francese La formula olofrastica

(grand) merci egrave costantemente la piugrave frequente e anzi aumenta di frequenza nel 1900

4 In conclusione

Nelle lingue romanze i valori pragmatici dei MIC si realizzano in contesti morfo-

sintattici differenti (locuzioni e verbi performativi formule olofrastiche) per gli atti di

scuse richiesta e ringraziamento

Per quanto il latino utilizzasse prevalentemente formule legate ad un solo etimo

(gratia) italiano e francese riprendono invece due etimi diversi mentre la funzione

di cortesia associata alla formula latina continua nella formula olofrastica italiana

grazie il francese attribuisce ad un altro etimo (merces) il valore di formula olofra-

stica forse in relazione ad una interpretazione dellrsquoetimo originario che sembrerebbe

caratterizzare il latino di Gallia nel periodo tardo10 In ogni caso per i secoli e i testi

qui considerati i due etimi latini svolgono la medesima funzione di cortesia pur con

sfumature di signifi cato e in contesti drsquouso differenti

La prevalenza di una forma sullrsquoaltra si evidenzia

(a) in termini di frequenza anche in relazione a parametri sociolinguistici

(b) in relazione al grado di pragmaticalizzazione (formula olofrastica)

10 Cfr ad es il passo di Venanzio Fortunato vescovo di Poitiers nel VI sec Quaeligrens unde viro duplicentur vota salutis Et tibi mercedem de Radegunde facit (Carm 9 14 13)

GHEZZI

59

(c) in relazione alla formazione di unitagrave delocutive (it grazie gt ringraziare ringraziamento

fr merci gt merciergt merciement remercier gt remerciement)

Mentre per le locuzioni la forma piugrave frequente in entrambe le lingue ha come base

lrsquoetimo gratia le formule olofrastiche mostrano traiettorie differenti in italiano dal

1500 al 1900 la forma olofrastica egrave realizzata a partire dai due etimi latini ma pro-

gressivamente la variante grazie sostituisce gran merceacute In francese anche se vi sono

tuttora attestazioni di mille gracircces la formula piugrave frequente egrave (grand) merci

La derivazione delocutiva egrave un lsquomeccanismorsquo diacronico diffuso Lrsquoanalisi dello

sviluppo dei MIC associati ai ringraziamenti ha evidenziato processi ciclici produttivi

che presuppongono lrsquoesistenza di un impiego formulare dellrsquoespressione reinterpre-

tata secondo lo schema seguente (esemplifi cato attraverso it grazie)

grazia ldquofavorerdquo rendere graziae grazie ringraziare gt ringraziamento

(a) grazia favore (che viene fatto a qualcuno)

(b) utilizzo di graziae con il senso (a) nella formula rendere grazie utilizzata per ringraziare

in base alle regole di discorso laquose X dice a Y che (a) egrave un favore fatto a X allora X rin-

grazia Yraquo

(c) creazione di una nuovo sostantivo con il signifi cato di ldquoatto che si realizza dicendo

grazierdquo

(d) gli usi di grazie dello stadio (b) sono reinterpretati con il valore in (c)

(e) creazione di un verbo performativo con il signifi cato di ldquodire grazierdquo

Tra gli aspetti che richiedono approfondimenti ve ne sono alcuni che riguardano

le modalitagrave di selezione della base da cui derivano i verbi performativi in particolare

saragrave interessante verifi care se questa derivazione si applichi a partire dalla struttura

o dalla forma meno marcate sincronicamente al momento della derivazione Il caso

del francese permetterebbe allora di ipotizzare uno sviluppo diacronico gracier gt (re)mercier dove gracier testimonia una fase precedente in cui anche nel francese predo-

minava ancora il modello latino cosigrave come it salutare rispetto a ciao testimonia la

presenza di una formula di saluto (salve) precedentemente meno marcata Un secondo aspetto che meriterebbe piugrave approfonditi studi egrave relativo al ruolo dei

fattori sociali e storico-culturali nella diversa evoluzione delle formule olofrastiche

francesi e italiane (merci e grazie) Held (1996) ipotizza che la peculiaritagrave del francese

possa essere variamente associata a fattori socio-culturali come ad esempio il fatto

che progressivamente la forma gratia sia stata utilizzata come base per la creazione

di forme idiomatiche connesse al linguaggio cerimoniale delle laquoHonnetes gensraquo nel

1700 e che sia quindi stata progressivamente relegata allrsquouso religioso Ragioni simili

potrebbero essere ricercate anche per le altre lingue a partire dal rumeno ma lrsquoam-

bito socio-culturale di riferimento egrave ancora tutto da scoprire

Universitagrave di Bergamo Chiara GHEZZI

CILPR 2013 ndash SECTION 2

60

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GHEZZI

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Treacutesor Le Treacutesor de la langue franccedilaise informatiseacute ltatilfatilffrgt

Vocabolario degli accademici della Crusca ltvocabolariosnsithtmlindexhtmlgt

63

Aliquis tra latino e romanzo

1 Introduzione gli indefi niti tra tipologia e diacronia

La direzionalitagrave del mutamento linguistico egrave un tema molto prominente nella sin-

tassi storica soprattutto grazie al fi lone di ricerche sulla grammaticalizzazione (per

il latino si veda Fruyt (2011)) In questo campo gli studiosi hanno potuto identifi care

un numero ristretto di cause e meccanismi del mutamento sintattico motivati dal

punto di vista cognitivo in termini di strategie di acquisizione (cf Roberts (2007) per

un quadro drsquoinsieme) In ambito semantico invece non sono emersi con altrettanta

chiarezza meccanismi generali e cognitivamente fondati che spieghino la ricorrenza

di certi tipi di mutamento (con alcune eccezioni per es Traugott Dasher (2001) e

Eckardt (2006))

Come mostrato dallrsquoampio studio tipologico di Haspelmath (1997) i pronomi

e aggettivi indefi niti sono diacronicamente piuttosto instabili e possono quindi

mostrare differenze signifi cative anche in lingue strettamente imparentate e in inin-

terrotto contatto come quelle romanze Allo stesso tempo nel sistema degli indefi niti

si possono osservare degli schemi di mutamento ricorrenti Per esempio frequente

egrave la trasformazione di un termine a polaritagrave negativa (NPI) in un indefi nito nega-

tivo (cf Haspelmath (1997 221-233)) ma anche la direzione contraria egrave attestata (cf

Jaumlger (2010)) Un altro ciclo rilevante interessa gli indefi niti lsquoa scelta liberarsquo (lsquofree

choicersquo come lrsquoit qualsiasi) che si sviluppano da relative libere e vengono estesi a

contesti comparativi condizionali e interrogativi perdendo il valore originario (cf

Haspelmath (1997 149-150) e Foulet (1919) e Jayez Tovena (2011) sul fr quelque)

Meno studiato in questa prospettiva egrave il sistema degli indefi niti specifi ci su questo mi

concentro qui considerando la storia del latino aliquis lsquoqualcuno (un) qualchersquo che

mostra sviluppi diacronici peculiari in prospettiva tipologica

2 Gli sviluppi romanzi di aliquis

Nel ricco sistema degli indefi niti del latino classico quidam e aliquis svolgono la

funzione di indefi niti specifi ci Egrave generalmente riconosciuto (cf Haspelmath (1997)

Bertocchi et al (2010) Bortolussi (2010)) che il loro signifi cato si distingue in base

allo stato epistemico del parlante (lsquospecifi c known unknownrsquo in Haspelmath (1997))

Con quidam il parlante introduce un referente della cui identitagrave egrave certo spesso ma

non necessariamente seguono nel testo ulteriori specifi cazioni sullrsquoidentitagrave del refe-

CILPR 2013 ndash SECTION 2

64

rente eo sul tipo di conoscenza che ne ha il parlante (cf (1)a) Con aliquis invece il

referente dellrsquoespressione indefi nita egrave presentato come esistente e in questo consiste

la sua specifi citagrave la sua identitagrave egrave perograve sconosciuta al parlante e impossibile da indi-

viduare o non rilevante (cf (1)b) Secondo la defi nizione del dizionario Lewis-Short

aliquis laquodenotes that an object really exists but that nothing depends upon its indi-

vidualityraquo

(1) a Nec diu moratus rusticus quidam familiaris oculis meis cum muliercula comite propius accessit (Petron 12 3)

lsquoDopo poco arrivograve un contadino che conoscevo di vista accompagnato da una donnettarsquo

b expectabam aliquem meorum (Cic Att 13 15)

lsquoapettavo (qualc)uno dei mieirsquo

Quidam pur mantenendo vitalitagrave in latino tardo non produce esiti romanzi al

contrario aliquis egrave continuato dalle forme pronominali romanze derivanti dallrsquoaccu-

sativo come sp alguien pt algueacutem sp e pt algo e da quelle risultanti dallrsquouniverba-

zione di aliquis e unus gt alicunus come per es it alcuno fr aucun sp alguacuten pt

algum La distribuzione di queste forme egrave piuttosto diversifi cata nelle varie lingue

e il signifi cato egrave talvolta distante da quello del lat aliquis Il plurale (in fr lrsquoarcaico

drsquoaucuns) puograve ricevere interpretazione specifi ca (cf lrsquoit alcuni in (2)a) Il singolare

invece egrave diventato un termine a polaritagrave negativa talvolta -come in spagnolo cf (2)b-

con inversione rispetto al nome secondo alcune analisi della concordanza negativa il

francese aucun (usato nei registri formali) egrave un vero e proprio indefi nito negativo la

cui distribuzione egrave legata alla presenza della negazione diretta e i cui tratti semantici

ne permettono lrsquouso come risposta negativa in contesti ellittici cf (2)c-d In Ibero-

Romanzo inoltre per gli indefi niti derivati da aliquis egrave possibile un cosiddetto uso

lsquoepistemicorsquo (cf (2)e Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito 2003 Jayez Tovena 2006)

che non permette lrsquoidentifi cazione univoca del referente dellrsquoelemento indefi nito uso

che in francese e italiano egrave impossibile con alcuno aucun ed egrave invece espresso rispet-

tivamente da quelque e (un) qualche (cf lrsquoit in (2)f-g)

(2) a Franco vuole comprare alcuni libri nel negozio qui vicino (specifi co possibile)

b no toma precaucioacuten alguna lsquonon prende alcuna precauzionersquo

c Aucun de mes amis nrsquoest venu lsquoNessuno dei miei amici egrave venutorsquo

d A Avez-vous une objection B Aucune lsquoA Ha unrsquoobiezione B Nessunarsquo

e Mariacutea se casoacute con alguacuten estudiante del departamento en concreto con Pedro

lsquoMaria si egrave sposata con un qualche studente del dipartimento precisamente Pedrorsquo

f Maria si egrave sposata con alcuno studente del dipartimento

g Qualche idiota ha dimenticato di spegnere la luce

La Tabella 1 riassume in forma schematica la distribuzione degli esiti di aliquis in

italiano francese spagnolo e portoghese

GIANOLLO

65

Tabella 1 distribuzione degli esiti romanzi di aliquis

linguaLatino

ClassicoRomanzo

formaaliquis Sp alguacuten

alguien

Pt algumalgueacutem

It alcunoFr aucun

funzionelsquospecifi c

unknownrsquoSINGOLARE PLURALE

indefi nito

epistemico

Sp Pt

(It qualche

Fr quelque)

termine

a polaritagrave

negativa

Sp Pt

Ita Fr

indefi nito

negativo

Fr

indefi nito

semplice o

specifi co

Sp Pt It

Fr

In questo contributo non mi occupo dellrsquoasimmetria nello sviluppo di singolare e

plurale e mi dedico invece a due aspetti evidenziati dal confronto tra il valore del sin-

golare latino e gli sviluppi semantici delle forme singolari romanze il comportamento

di aliquis rispetto alla negazione in latino classico e tardo (sect 4) e lrsquouso epistemico di

aliquis in contesti modali (sect 5) Egrave opportuno perograve fare precedere alla presentazione

dei dati una breve discussione della nozione di specifi citagrave (sect 3)

3 Gli ingredienti della specifi citagrave

La specifi citagrave egrave un fenomeno pervasivo allrsquointerfaccia tra semantica pragmatica e

sintassi per il quale egrave diffi cile raggiungere una defi nizione condivisa Von Heusinger

(2011) offre un panorama aggiornato degli studi sul tema da cui emerge la mancanza

di consenso su quale sia la componente fondamentale della specifi citagrave e quali invece

gli lsquoepifenomenirsquo dovuti allrsquointerazione con i vari contesti semantici e pragmatici Da

una parte si osservano nelle lingue elementi con i quali egrave sempre associato un valore

di specifi citagrave e che sono incompatibili con contesti che non permettono unrsquointerpre-

tazione specifi ca Dallrsquoaltra esistono elementi piugrave variabili che a seconda di fattori

contestuali come le relazioni di portata tra operatori logici e la struttura informazio-

nale assumono o meno unrsquointerpretazione specifi ca

Haspelmath (1997) classifi ca aliquis come indefi nito specifi co ma studi dedicati al

latino hanno mostrato che tale classifi cazione egrave tuttrsquoaltro che ovvia se per es Bertoc-

chi et al (2010 25) affermano che laquoaliquis is generally though not always specifi craquo

Orlandini (1983 233) classifi cava aliquis in base ai suoi criteri pragmatici come non-

CILPR 2013 ndash SECTION 2

66

specifi co1 La variabilitagrave della classifi cazione dipende dalla defi nizione di specifi citagrave

di volta in volta adottata

In Orlandini (1983) come in molta letteratura sul tema si adotta una defi nizione

pragmatica basata sullo stato epistemico del parlante un indefi nito specifi co esprime

certezza del parlante riguardo allrsquoidentitagrave del referente (unicitagrave del riferimento) Lo

stato epistemico del parlante egrave di fatto identico a quello che produce lrsquointerpretazione

referenziale di un sintagma nominale defi nito diverso egrave solo lo stato epistemico del

ricevente che nel caso del defi nito ha familiaritagrave con il referente nel caso dellrsquoindefi -

nito non ne conosce lrsquoidentitagrave

Haspelmath (1997 38) offre la seguente defi nizione laquoan expression is specifi c if

the speaker presupposes the existence and unique identifi ability of its referentraquo Solo

nellrsquoambito di una presupposizione di unicitagrave del riferimento ha senso distinguere

secondo Haspelmath (1997 45) tra riferimento conosciuto e non conosciuto

Bertocchi et al (2010 24-28) cosigrave come Bortolussi (2010) adottano la defi nizione

di Haspelmath ma distinguono tra casi in cui crsquoegrave sia presupposizione di esistenza che

unicitagrave di riferimento e casi in cui invece non crsquoegrave unicitagrave di riferimento ma lrsquoesistenza

del referente egrave comunque presupposta a seconda dei contesti di occorrenza aliquis

puograve indicare o meno unicitagrave di riferimento ossia puograve essere o non essere specifi co

Inoltre viene sottolineata per il latino la presenza di un indefi nito quis che egrave neutro

rispetto alla presupposizione di esistenza Su questa base viene riconosciuto per il

latino il sistema in (3)

(3) a quidam [+ presupposizione di esistenza] [+ unicitagrave del referente]

b aliquis [+ presupposizione di esistenza] [plusmn unicitagrave del referente]

c quis [empty presupposizione di esistenza] [ndash unicitagrave del referente]

d quisquam [ndash presupposizione di esistenza] [ndash unicitagrave del referente]

A fronte di queste diffi coltagrave nel raggiungere una defi nizione unitaria di specifi citagrave

mi sembra opportuno procedere nella ricerca empirica scomponendo il concetto e

prendendo in considerazione separatamente due ingredienti che sono rilevanti per

lrsquointerpretazione di aliquis

(i) portata in latino classico aliquis egrave in grado di deve trovarsi al di fuori della

portata di altri operatori come ad es la negazione e il condizionale

(ii) componente epistemica il referente egrave sconosciuto indifferente al parlante

In sect 4 mi concentro sul primo fattore e in particolare sugli sviluppi di aliquis in

contesti negativi e sullrsquoimpossibilitagrave di avere letture specifi che allrsquointerno della por-

tata della negazione Sotto questo aspetto lrsquoevoluzione diacronica di aliquis si pro-

spetta giagrave chiaramente a partire dal IV sec dC In sect 5 discuto lrsquoimportanza della

1 La bibliografi a su questo tema e in generale sugli indefi niti latini egrave vasta e non le puograve essere resa giustizia in questa sede Segnalo solo alcuni dei contributi piugrave recenti Orlandini (1983) (2000) Mellet (1992) Maraldi (2000) Bortolussi (2001) (2010) Bertocchi et al (2010) Bortolussi Sznajder (2014) Devine Stephens (2013)

GIANOLLO

67

componente epistemica interpretata come estensione del dominio di quantifi cazione

per il percorso diacronico di aliquis

4 Aliquis e la negazione

Si egrave osservato in sect 2 come gli esiti romanzi di aliquis diventino termini a polaritagrave

negativa legittimati quindi in contesti con lsquocapovolgimento di scalarsquo (lsquodownward

entailingrsquo) come il dominio di portata della negazione Lrsquoestensione a questi con-

testi e in generale a contesti non-specifi ci delle forme romanze che continuano

aliquis contraddice la generalizzazione diacronica di Haspelmath (1997 148-154)

secondo cui i mutamenti semantici che interessano gli indefi niti operano unidire-

zionalmente da destra a sinistra della sua mappa semantica Nel sistema di funzioni

di Haspelmath rappresentato in (4) gli usi specifi ci occupano lrsquoestrema sinistra

mentre quelli sotto negazione indiretta e diretta si trovano nella parte destra dello

spazio semantico

(4) Rappresentazione della mappa semantica per gli indefi niti di Haspelmath (1997)

specifi c

known

specifi c

unknown

irrealis

non-spe-

cifi c

question indirect

negation

direct

negation

conditional compara-

tive

free-choice

Le letture specifi che degli indefi niti sono sempre impossibili sotto la portata della

negazione come mostrato dal contrasto tra inglese some e any in (5)

(5) a I didnrsquot cite some contributions lsquoci sono alcuni contributi che non ho citatorsquo exist gt not

b I didnrsquot cite any contributions lsquonon ho citato alcun contributorsquo not gt existIl latino aliquis se usato in contesti di negazione diretta prende sistematicamente

portata ampia rispetto allrsquooperatore negativo (cf Orlandini (2000)) in (6) si inter-

preta quindi lsquocrsquoegrave qualcosa che tu non hairsquo e non lsquonon crsquoegrave niente che tu abbiarsquo Si noti

che anche se in (6) la portata del quantifi catore egrave ampia lrsquoidentifi cazione del refe-

rente non egrave possibile o voluta lrsquoesistenza di lsquoun qualcosarsquo egrave rilevante la sua indentifi -

cazione egrave lasciata aperta

(6) dicitur enim alio modo etiam lsquocarerersquo cum aliquid non habeas et non habere te sentias

(Cic Tusc 1 88)

lsquoinfatti carere egrave usato in un signifi cato diverso quando crsquoegrave qualcosa che non hai e hai la

percezione di non averlorsquo

CILPR 2013 ndash SECTION 2

68

La quantifi cazione esistenziale sotto la portata della negazione egrave espressa in latino

da termini a polaritagrave negativa come quisquam ullus o la serie in -piam2 che co-

occorrono con la negazione (7)a-b unrsquoaltra possibilitagrave egrave offerta dagli indefi niti nega-

tivi come nemo nihil nullus che da soli danno valore negativo alla frase (7)c3

(7) a neque quisquam omnino consisteret (Caes civ 3 69)

lsquoe (cosigrave che) assolutamente nessuno si fermavarsquo

b sine timore ullo (Caes Gall 8 3)

lsquosenza alcun timorersquo

c sed hunc laborem recusabat nemo (Caes civ 1 68)

lsquoma nessuno rifi utava questa faticarsquo

Anche in altri contesti con capovolgimento di scala come per es la restrizione del

quantifi catore universale si trova per lo piugrave la serie a polaritagrave negativa

(8) omnes qui ullam agri glebam possiderent (Cic Verr 2 3 28)

lsquotutti coloro che possedessero un qualche appezzamento di terrenorsquo

Tuttavia aliquis come semplice esistenziale egrave anche possibile secondo De-

vine Stephens (2013 376) in (9) a differenza che in (8) non crsquoegrave il riferimento al

valore fi nale di una scala tipico invece per gli elementi a polaritagrave negativa lsquoqualcosarsquo

quindi e non lsquoqualsiasi cosarsquo

(9) omnes qui aliquid scire videntur (Cic parad 40)

lsquotutti coloro che sembrano sapere qualcosarsquo

Il comportamento di aliquis in contesti negativi mostra che questo indefi nito egrave

capace di portata ampia rispetto ad altri operatori e dagrave luogo a interpretazioni specifi -

che in cui il quantifi catore ha portata al di sopra della negazione In questo senso ali-quis contrasta nettamente con il comportamento degli esiti romanzi In latino tardo

perograve marcatamente a partire dal IV sec dC si iniziano a trovare casi in cui aliquis

va interpretato sotto la negazione come lrsquoesempio dalla Vulgata in (10)

(10) si ergo corpus tuum totum lucidum fuerit non habens aliquam partem tenebrarum erit lucidum totum et sicut lucerna fulgoris inluminabit te (Vulg Luc 11 36)

lsquose quindi il tuo corpo egrave tutto nella luce senza avere alcuna parte nelle tenebre tutto

saragrave luminoso e come quando la lucerna ti illumina con i suoi raggirsquo

2 La serie in -piam era giagrave rara e arcaizzante in latino classico (Bertocchi et al (2010 48)) ma mostra nuova vitalitagrave nel latino della Vulgata (Bortolussi Sznajder 2014) Egrave possibile che ciograve sia da interpretare come segno di una discrepanza tra lingua letteraria e lingua parlata nel dominio dei termini a polaritagrave negativa che mostra sviluppi giagrave nel IV secolo dC

3 Orlandini (2000 154-155) e Devine Stephens (2013 374-375) discutono alcuni rari casi con il complementatore negativo ne in cui aliquis ha portata al di sotto della negazione Gli autori sono concordi nel ritenere che nelle completive introdotte da ne la negazione ha proprietagrave semantiche e pragmatiche particolari che giustifi cano tale comportamento Per Orlandini tuttavia aliquis ha in questi casi unrsquointerpretazione simile a un termine a polaritagrave negativa che indica lrsquoestremo di una scala quantitativa mentre Devine e Stephens lo trattano come un semplice esistenziale

GIANOLLO

69

Contemporaneamente si notano con sempre maggiore frequenza soprattutto nei

registri stilistici meno coltivati segni dello sviluppo della concordanza negativa sia

nei testi che nelle discussioni grammaticali (Diomede GL 1455) cf Molinelli (1988)

Molinelli (1989) In (11) unrsquoattestazione dalla Vetus Latina egrave paragonata allrsquouso clas-

sico della Vulgata

(11) a non respondes nihil (Vet Lat Marc 14 60)

lsquonon rispondi nullarsquo

b non respondes quidquam (Vulg Marc 14 60)

Dal latino al romanzo la serie degli indefi niti negativi si rinnova completamente

Lrsquoorigine dei nuovi elementi puograve essere tracciata al latino tardo e deve aver avuto

effetti profondi sullrsquointero sistema degli indefi niti compreso aliquis Molinelli (1989

622-623) discute a proposito della concordanza negativa alcune osservazioni di Ago-

stino su quello che lui considera essere lrsquouso grammaticale corretto al contrario di

espressioni evidentemente frequenti nella sua epoca Egrave notevole che tali osservazioni

mostrino talvolta come in (12) anche lrsquouso corrente non classico -ma si noti bene

proposto come corretto proprio da Agostino- di aliquis come termine a polaritagrave

negativa

(12) Non est relictum viride nihil in lignis dicendum fuit more locutionis nostrae non est relictum viride aliquid in lignis (Aug quaest Hept 54 239 Loc de Exodo)

lsquolsaquonon rimase nulla [nihil] di verde sugli alberirsaquo si dovrebbe piuttosto dire nella lingua

corretta lsaquonon rimase nulla [aliquid] di verde sugli alberi rsaquo

cf Vulgata nihilque omnino virens relictum est in lignis

Se in latino tardo ci sono dunque segni piuttosto chiari che preludono ai ter-

mini a polaritagrave negativa romanzi che continuano aliquis diffi cile egrave tracciare il per-

corso diacronico che vi ha portato Nella mappa semantica di Haspelmath (1997) la

contiguitagrave tra le diverse funzioni segnala una relazione semantica che si dovrebbe

anche proiettare in dimensione diacronica indicando direzioni e tappe di mutamento

Come giunge quindi aliquis dallrsquoestremo sinistro allrsquoestremo destro dello spazio

semantico presentato in (4) Nella sezione seguente considero la componente episte-

mica di aliquis e propongo che essa rappresenti una forma di lsquoestensione del dominio

di quantifi cazionersquo da riconoscersi come tappa intermedia verso la polaritagrave negativa

5 Aliquis e gli indefi niti epistemici

La seconda osservazione che emerge dal quadro comparato in sect 2 concerne gli

usi cosiddetti lsquoepistemicirsquo degli esiti di aliquis in Ibero-Romanzo Il termine lsquoepiste-

micorsquo egrave usato da Jayez e Tovena (2006) in senso piuttosto ampio per gli indefi niti il

cui uso egrave condizionato dal parametro lsquostato di conoscenza del parlantersquo sono defi niti

lsquoepistemicirsquo sia gli indefi niti che permettono lrsquoidentifi cazione del referente (fr un cer-tain) sia quelli che indicano un grado di ignoranza (fr un quelconque) A prima vista

sembrerebbe quindi possibile considerare questa funzione equivalente alle catego-

CILPR 2013 ndash SECTION 2

70

rie lsquoknown unknownrsquo di Haspelmath (1997) Non egrave perograve cosigrave per Haspelmath tali

categorie si applicano solo agli indefi niti specifi ci mentre per Jayez e Tovena (2006)

lrsquoepistemicitagrave puograve essere anche un parametro degli indefi niti lsquofree choicersquo

A complicare ulteriormente il quadro terminologico nel defi nire lsquoepistemicorsquo lrsquouso

di sp alguacuten in casi come (2)e per es in Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito (2003) e

Aloni Port (2006) il termine egrave stato impiegato con il senso piugrave ristretto di lsquoforma

lessicale specializzata che indica lrsquoassenza di conoscenza da parte del parlantersquo In

particolare lo sp alguacuten egrave stato caratterizzato da Alonso-Ovalle e Meneacutendez-Benito

(2010) come lsquoanti-singleton indefi nitersquo il cui dominio di quantifi cazione non puograve

essere ridotto a un singolo elemento Se si adotta tale accezione ristretta la corri-

spondenza rispetto alle categorie di Haspelmath si riduce al polo lsquounknownrsquo Inol-

tre gli indefi niti epistemici non sono necessariamente specifi ci rispetto alla portata

come mostra lrsquointerazione con altri operatori Aloni e Port (2006) hanno mostrato

come non solo alguacuten ma anche per es lrsquoit un qualche e il ted irgendein anchrsquoessi

considerati epistemici presentino valori semantici diversi a seconda del contesto Se

unrsquointerpretazione specifi ca egrave possibile in frasi episodiche di modalitagrave reale questi

indefi niti possono anche avere interpretazione non-specifi ca per es in un contesto

modale epistemico Nel caso di contesti negativi poi alguacuten e irgendein (ma non un qualche) vengono interpretati sotto la portata della negazione comportandosi come

esistenziali semplici perdendo cioegrave lrsquoapporto epistemico

Un approccio promettente che qui seguo anche nella defi nizione di epistemicitagrave

egrave quello di Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito (2003) (2010) che si basa sul formulare

condizioni sul dominio di quantifi cazione degli indefi niti sulla scorta dellrsquoinfl uente

proposta di Kratzer Shimoyama (2002)4 Il punto di partenza egrave il confronto con gli

indefi niti lsquofree choicersquo come it qualunque o sp cualquiera Nel loro caso il dominio

di quantifi cazione egrave esteso al massimo (lsquodomain wideningrsquo) fi no a comprendere anche

i casi marginali dellrsquouniverso del discorso Con gli indefi niti lsquoepistemicirsquo invece se egrave

vero che non egrave possibile lrsquoidentifi cazione univoca del referente (lsquoanti-singleton con-

straintrsquo) alcune alternative possono essere escluse gli indefi niti epistemici quindi

hanno un dominio piugrave limitato rispetto ai lsquofree choicersquo (lsquominimal domain wideningrsquo)

Se si segue lrsquoapproccio pragmatico di Schwarzschild (2002) alla specifi citagrave egrave possibile

riconoscere un continuum di restrizioni sul dominio di quantifi cazione cf (13) la

specifi citagrave sarebbe lrsquoeffetto di unrsquoestrema restrizione del dominio di quantifi cazione

a livello contestuale fi no a comprendere un solo elemento (lsquosingleton indefi nitesrsquo

lsquoextreme domain narrowingrsquo)

(13) extreme domain narrowing gt minimal domain widening gt domain widening

Data la caratteristica di base di lsquominimal domain wideningrsquo il comportamento

fl essibile degli indefi niti epistemici a seconda del contesto egrave spiegato in termini

pragmatici come differenza nel tipo di implicature di volta in volta permesse (cf

Kratzer Shimoyama (2002) Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito (2010 20-27)) Si

4 Lrsquoapproccio non egrave privo di problemi come discusso da Aloni e Port (2006)

GIANOLLO

71

considerino esempi classici di aliquis in contesto epistemico (si noti il tempo futuro)

(14) egrave un tentativo di rassicurazione in una situazione critica in (15) Trimalchione

considera il canto di un gallo un segnale di cattivo augurio

(14) Deus respiciet nos aliquis (Plaut Bacch 638a)

lsquoqualche divinitagrave ci proteggeragraversquo

(15) nam aut incendium oportet fi at aut aliquis in vicinia animam abiciet (Petron 74 2)

lsquoinfatti o ci deve essere un incendio o qualcuno nelle vicinanze sta per tirare le cuoiarsquo

In casi come questi il ricevente del messaggio verbale cerca una motivazione per

lrsquoestensione del dominio di quantifi cazione (del percheacute il parlante non abbia voluto

essere piugrave informativo restringendo il dominio a un individuo) e conclude che il par-

lante ha voluto evitare di asserire qualcosa di falso da qui lrsquoeffetto di lsquoignoranzarsquo

sullrsquoidentitagrave del referente

Nel continuum formulato in (13) trovano spazio anche gli indefi niti a polaritagrave

negativa che come i lsquofree choicersquo producono la massima estensione del dominio

di quantifi cazione (Kadmon Landman 1993) In contesti con lsquocapovolgimento di

scalarsquo questo porta a un rafforzamento dellrsquoasserzione dal momento che anche le

alternative al margine del dominio vengono escluse (di converso per i lsquofree choicersquo il

rafforzamento consiste nellrsquoammettere anche le alternative marginali)

Haspelmath (1997) mostra che casi come lrsquoinglese any che ha sia la funzione

lsquofree choicersquo sia la funzione di termine a polaritagrave negativa non sono affatto rari

tipologicamente nota anche che dal punto di vista storico sembra aver luogo con

una certa frequenza il mutamento direzionale da funzione lsquofree choicersquo a funzione

lsquopolaritagrave negativarsquo La situazione osservata in sect 2 per il latino e le lingue romanze

suggerisce che un altro mutamento possibile sia quello da indefi nito epistemico

a indefi nito a polaritagrave negativa e che esso si sia verifi cato nel caso di aliquis La

categoria di indefi nito epistemico puograve rappresentare lrsquoanello mancante tra gli usi spe-

cifi ci e quelli a polaritagrave negativa Il percorso diacronico di aliquis non appare piugrave

eccezionale in prospettiva tipologica allorcheacute si consideri che aliquis in latino classico

non egrave poi cosigrave specifi co se da una parte egrave in grado di avere portata ampia rispetto a

molti operatori dallrsquoaltra egrave meno referenziale di un indefi nito specifi co lsquostandardrsquo (it

uno un certo) e si avvicina piuttosto allrsquouso odierno dello sp alguacuten del fr quelque

insomma degli indefi niti epistemici

6 Conclusioni

Se alle funzioni considerate da Haspelmath nella sua mappa si aggiunge la fun-

zione di indefi nito epistemico si puograve modellare il mutamento in forma graduale

attraverso contesti contigui Resta il fatto che il mutamento proposto contraddice

le predizioni di Haspelmath rispetto alla direzionalitagrave del mutamento (pur sempre

da sinistra a destra nello spazio semantico) Gli sviluppi nelle varie lingue romanze

seguono la stessa direzione ma raggiungono stadi diversi Egrave probabile che ciograve sia con-

CILPR 2013 ndash SECTION 2

72

seguenza dellrsquointerazione con altri mutamenti (soprattutto nel dominio della nega-

zione) e della pressione paradigmatica di altri indefi niti Gli usi epistemici delle lin-

gue ibero-romanze rappresenterebbero uno stadio piugrave conservativo rispetto a italiano

e francese Queste ultime hanno perso gli usi epistemici attestati per gli stadi piugrave

antichi (cf Martins (2000) Stark (2006) Ingham (2011)) e mantengono solo il valore

di termine a polaritagrave negativa

Universitagrave di Colonia Chiara GIANOLLO

GIANOLLO

73

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75

Sulla morfosintassi dei pronomi relativi nelle carte notarili

di area salernitana (IX secolo)

1 Questioni preliminari e struttura del lavoro

In questo studio presenteremo alcuni dati relativi ad una piugrave ampia ricerca in

corso presso lrsquoUniversitagrave di Napoli ldquoFederico IIrdquo sul latino delle carte notarili pro-

dotte in Italia meridionale nel corso dellrsquoalto medio-evo e del medio-evo centrale1 In

particolar modo in questrsquooccasione saranno discussi i primi dati riguardanti le forme

assunte dai pronomi relativi nei documenti rogati in area salernitana nel IX secolo

Dal punto di vista tipologico comrsquoegrave noto la subordinazione relativa rappresenta

uno dei principali macro-tipi subordinativi presenti nelle lingue del mondo2 Secondo

la defi nizione interlinguisticamente valida proposta da Andrews (2007 206) attra-

verso la frase relativa viene delimitata laquothe reference of an NP [sc Noun Phrase] by

specifying the role of the referent of that NP in the situation described by the RC [sc Relative Clause]raquo Come si vede la defi nizione di frase relativa appena fornita include

le frasi che nella tradizione grammaticale italiana (e di altri paesi occidentali) sono

chiamate relative restrittive ma taglia fuori dal dominio della subordinazione rela-

tiva le cosiddette frasi relative non-restrittive Queste ultime presentano in effetti una

relazione semantica e pragmatica con la frase reggente che differisce sensibilmente da

quella instaurata dalle relative restrittive (si veda ad esempio Comrie (1989 138-139))

Tuttavia poicheacute il latino (come altre lingue ad esempio lrsquoitaliano e lrsquoinglese) presenta

strategie simili nella realizzazione delle relative restrittive e non-restrittive in questo

studio ci occuperemo di entrambe le strutture Soprattutto percheacute in questa occa-

sione ci soffermeremo in particolar modo sugli aspetti morfologici della relazione tra

il nome testa e il pronome relativo

Lrsquoipotesi di fondo di questo contributo egrave che nei documenti prodotti nel IX secolo

nei territori longobardi dellrsquoarea salernitana la distanza tra forme (e costruzioni) che

tendono maggiormente verso il latino e forme (e costruzioni) che tendono maggior-

mente verso il romanzo debba essere misurata nei termini di un continuum di diverse

opzioni in competizione ma non in mutua esclusione la cui selezione era sensibile

1 I primi risultati di questa ricerca si possono leggere in Sornicola (2007 2008 2011 2012a 2012b 2013a e 2013b) DrsquoArgenio (2013) Ferrari (2013) Valente (2013) e Greco (2012a 2012b e 2013)

2 Si veda ad esempio Dixon (1995 179-183)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

76

a fattori di diverso tipo come ad esempio la tipologia testuale e le abilitagrave scrittorie

dello scrivente Lrsquoobiettivo principale del lavoro egrave infatti quello di valutare se le dif-

ferenti caratteristiche delle realizzazioni delle strutture relative a verbo fi nito ed in

particolar modo di fenomeni come la relazione tra la forma del pronome relativo e la

sua funzione o come lrsquoaccordo morfologico tra il pronome e il nome testa possono

rappresentare degli utili strumenti per lrsquoanalisi del dislivello stilistico tra le diverse

carte prese in esame3

Per quanto riguarda la struttura del lavoro nel prossimo paragrafo saranno pre-

sentate alcune caratteristiche generali della struttura testuale e della lingua dei docu-

menti indagati nella terza sezione dello studio discuteremo invece alcune questioni

riguardanti le forme assunte dai pronomi relativi nelle carte esaminate il paragrafo

4 saragrave dedicato allrsquoanalisi piugrave in dettaglio delle caratteristiche dei pronomi relativi

in un sottoinsieme del nostro corpus in relazione al confronto tra carte rogate da

notai differenti e nel quadro della produzione di un unico notaio tra tipologie di

carta diverse Nellrsquoultima sezione infi ne saranno tratte le conclusioni delle rifl essioni

svolte nel corso del lavoro

2 Caratteristiche generali dei testi indagati e della loro lingua

Il corpus di testi su cui si fonda questo studio egrave costituito da tutte le carte notarili

del IX secolo conservate nellrsquoArchivio della Badia della SSma Trinitagrave di Cava dersquo

Tirreni Si tratta di 105 documenti4 tutti rogati nella longobardia minore (e soprat-

tutto nel salernitano) redatti in massima parte secondo il modello della cartula e

caratterizzati molto spesso da una forte ripetitivitagrave di schemi compositivi e di for-

mule5 Nel complesso infatti la gran parte degli atti egrave costituita da piccoli negozi

legati soprattutto alla vendita (e in alcuni casi alla donazione o alla permuta) di terre

documenti in cui le lsquoparti di formulariorsquo costituiscono la quasi totalitagrave del testo e

minore spazio egrave lasciato alle lsquoparti liberersquo che consistono in genere in una rapida

descrizione dei confi ni e delle caratteristiche delle terre vendute (o permutate o

donate)6 Tuttavia le diverse abilitagrave scrittorie dei notai paiono rifl ettersi anche nella

differente qualitagrave nellrsquouso delle parti di formulario in cui proprio come nelle parti

3 La nozione di lsquoanalisi del dislivello stilisticorsquo egrave intesa in questo lavoro come studio del campo di variazione linguistica attestato dalle carte e delle opzioni selezionate di volta in volta dai diversi scriventi

4 Centodue carte sono edite nei volumi 50 51 e 52 delle Chartae Latinae Antiquiores (drsquoora in poi ChLA) le restanti tre sono invece state pubblicate da Galante (2001)

5 Non mancano in ogni caso nel nostro corpus testi appartenenti ad altre tipologie documen-tarie come i memoratoria le notitiae iudicati e i praecepta concessionis principeschi (infor-mazioni piugrave dettagliate sulla loro ripartizione in termini quantitativi nei testi del IX secolo conservati a Cava dersquo Tirreni sono fornite da DrsquoArgenio Ferrari Valente Greco 2013) Su queste tipologie di documenti ed in particolar modo sulle cartulae (o chartulae) e sui memo-ratoria si vedano Magistrale (1991) e Galante (2012)

6 Sulla differenza tra le lsquoparti di formulariorsquo e le lsquoparti liberersquo si vedano i classici Sabatini (1965 e 1968)

GRECO

77

libere si puograve osservare una certa variazione tra i diversi testi Variazione che come

vedremo nei prossimi paragrafi egrave per noi di interesse centrale

In questo quadro ci sembra che una nozione teorica come quella di dislivello stili-

stico risulti piugrave adatta a descrivere le differenze che si possono cogliere tra le carte del

nostro corpus7 rispetto a categorie come bilinguismo o diglossia assai problematiche

in seacute e la cui interpretazione risulta particolarmente delicata nel caso dei testi che

compongono il nostro corpus Drsquoaltronde giagrave Sornicola (2012a) ha mostrato lrsquooppor-

tunitagrave di una tale scelta per lrsquoanalisi di una serie di fenomeni strutturali in documenti

comparabili a quelli indagati in questo studio

Il presente contributo cercheragrave dunque di rispondere alla seguente domanda le

caratteristiche dellrsquouso dei pronomi relativi possono rappresentare un elemento di

diagnostica del dislivello stilistico tra le diverse carte Per rispondere a questo quesito

la nostra indagine correragrave su due binari distinti da un lato offriremo una descrizione

generale dellrsquouso dei pronomi relativi nei documenti del nostro corpus dallrsquoaltro pro-

porremo unrsquoanalisi piugrave dettagliata di una ventina di carte prodotte negli ultimi 25

anni del secolo IX

3 Caratteristiche generali dellrsquouso dei pronomi relativi nel nostro corpus

31 Aspetti quantitativi

Un aspetto fondamentale della lingua dei testi indagati in questo studio egrave rap-

presentato dal fatto che la relazione tra caso morfologico e funzione sintattica segue

logiche che spesso non sono latine (ma neanche romanze) Sono frequenti ad esempio

scambi nellrsquouso dei casi o forme di Erstarrung nominale (si veda lrsquoesempio 1)8

(1) Et qui si bovi minime inantistare potuerimus [au]t nos ipsi bel nostri heredibus per colibe

ingenio retornare boluerimus con[pon]ere promitemus nos bovi duplo pretjius (ChLA

50 3 18)

Evidentemente una tale condizione generalizzata presenta rifl essi cruciali per

lrsquoanalisi della subordinazione relativa a verbo fi nito e in particolar modo per la rela-

zione tra la forma morfologica dei pronomi relativi e la loro funzione sintattica

Prima di addentrarci nel cuore dellrsquoanalisi perograve desideriamo proporre un quadro

complessivo della frequenza con cui compaiono le diverse forme del pronome relativo

nel nostro corpus

qui que quod quem quam quas quos cuius cui quo qua quorum quarum quibus

630 77 70 61 9 27 0 1 16 6 8 2 0 53

Tabella 1

7 Sulla nozione di lsquodislivello stilisticorsquo si veda la n 38 Una trattazione piugrave distesa di questi fenomeni si trova in Sornicola (2012a)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

78

Il dato che emerge piugrave chiaramente dalla Tabella 1 egrave probabilmente la netta pre-

ponderanza delle forme qui que e quod (e soprattutto della prima)9 Tuttavia a que-

sto proposito egrave necessario sottolineare che nei nostri testi compare molto frequente-

mente una formula che serve a indicare univocamente lrsquoautore dellrsquoazione giuridica o

il suo destinatario e che ha la forma qui supra que supra (si vedano gli esempi 2 e 3)

Questa formula ricorre in 381 dei 630 casi (il 60) in cui compare il pronome qui allo

stesso modo su 78 que 23 (il 30) sono nella locuzione que supra

(2) Infra suprascripte fi ni nec mihi nec ad alio homine nihil reserbabi set bobis qui supra in

integrum binumdedi ad possidendum unde pro suprascripta mea vinditjione de presentis

recepi pretjium ego qui supra vinditor a te emtore meo auro fi guratu solidos Beneventa-

nos numero sex et tremisse uno (ChLA 50 1 8-10)

(3) Unde per istabiliscendum anc mea venditjionem pro confi rmandum cartula suscepi ego

que supra Fredenperga vindetrice a te Aiemprandu emtore fenito pretjium biginti Bene-

bentano solidos de ipsi veteri (ChLA 50 20 27)

Altre caratteristiche evidenziate dalla Tabella riguardano la generale maggior fre-

quenza di pronomi che presentano una forma accusativale rispetto a quelli dotati di

forma obliqua Eccezioni a questa tendenza sono rappresentate dalle forme quam

(9 occorrenze) e quos (che addirittura non compare mai nel corpus) da un lato e da

quibus (53 casi) dallrsquoaltro Lrsquounico altro pronome obliquo che compare con una certa

frequenza egrave cui (16 occorrenze) Le questioni che discuteremo nei prossimi paragrafi

possono a nostro avviso spiegare queste differenze

32 Forma e funzione dei pronomi relativi

Lrsquoanalisi dei nomi testa cui i pronomi si legano e dei valori che questi ultimi assu-

mono evidenzia che in moltissimi casi la corrispondenza tra forma e funzione dei

pronomi relativi nelle carte del nostro corpus non egrave di tipo latino tanto dal punto

di vista della funzione grammaticale (esempio 4) quanto da quello dellrsquoaccordo di

genere e numero (esempi 5 6 e 7 in cui qui que e quod sono legati allo stesso nome

testa terra)10

(4) Unde ubi nec mihi que supra Fredenperge vindetrici nec ad alius homine de de que

superius legitur nullam reserbabit (ChLA 50 20 24)

(5) Binumdedi tibi Vuaiferi comes et fi lius bone memorie Dauferi terra mea qui est arbustu

bitatu (ChLA 51 19 3)

(6) Benundedit tibi Ursi fi lio Iacob terra mea que est arbustu bitatu (ChLA 51 6 3)

(7) De capu fi ne via de alia parte fi ne terra quod tenet Lupu fi lio Decorusi (ChLA 51 5 4)

9 Le forme qui que e quod occorrono quasi sempre in funzione di soggetto o di oggetto e in particolar modo di soggetto Uno dei rari casi in cui questa caratteristica non si riscontra egrave presentato in (4)

10 In alcuni casi allrsquointerno di uno stesso documento il nome testa terra egrave ripreso prima da un pronome e poi da un altro (si vedano a questo proposito lrsquoesempio 19 oppure la carta 27 del volume 51 in cui al rigo 10 si ritrova lrsquoespressione terra campensem nostram quod e qualche rigo oltre si legge invece prima terram qui e poi terra que)

GRECO

79

Le riprese del nome testa terra operate attraverso il pronome qui sono nettamente

maggioritarie si tratta di 31 occorrenze contro le 6 realizzate con que e le 2 con quod

Questa caratteristica sembrerebbe spingere verso una spiegazione del fenomeno in

termini di sovraestensione della forma qui ai danni di que Altri casi in cui uno stesso

nome testa viene ripreso da pronomi diversi mostrano perograve che lrsquoalternanza compare

anche con nomi maschili Le riprese di questo tipo di sostantivi invece in unrsquoottica

di semplice sovraestensione lineare della forma maschile che tende a generalizzarsi

dovrebbero essere effettuate regolarmente con il ricorso al pronome qui Si prenda il

caso del nome maschile locus

(8) Dono adque per an cartula cedo tibi nominati Arniperti dues pezze de terra in locum qui dicitur Iobi (ChLA 50 14 6)

(9) Tibi Persoaldi fi lio quondam Forti terra mea qui est arbustu bitatu et ensetetu in loco que dicitur Clusura subtu ipsa Matruniana abentes fi nis de uno latu terra Donasdei

(ChLA 50 24 4)

(10) Et bos et bestros heredes liceam introire in ipsa medietate in ipso loco quod mihi ibi

reserbabit (ChLA 52 13 27)

Anche nel caso di locus in ogni caso le realizzazioni con qui sono nettamente

maggioritarie il nome testa locus egrave ripreso in 33 occasioni da qui in 8 da que e in 2

da quod La presenza di tutti e tre i pronomi in percentuali praticamente identiche

a quelle riscontrate in occasione dellrsquoanalisi delle riprese del nome terra ci spinge

a ritenere che per molti dei notai attivi nel salernitano nel IX secolo la distinzione

al nominativo tra la forma maschile femminile e neutra del pronome relativo non

fosse piugrave determinante e che qui rappresentasse in tutti i contesti la variante piugrave

frequente ma non lrsquounica possibile Non mancano in ogni caso parole che vengono

riprese esclusivamente dai pronomi qui o quem Un caso di questo tipo egrave rappresen-

tato da petja (o pezza) che funziona come nome testa per una frase relativa a verbo

fi nito in 14 occasioni

(11) Sexta pezza qui est terra cum vinea abet fi ni (ChLA 50 15 12)

Il quadro come si vede egrave piuttosto frastagliato e ferma restando una preferenza

accordata alle forme pronominali maschili (e segnatamente allrsquoelemento qui) non

mancano elementi che indicano direzioni differenti

Per quanto riguarda le forme del pronome accusativo la Tabella 1 evidenzia che

quos non compare mai nei documenti indagati Drsquoaltronde egrave anche vero che i refe-

renti plurali che vengono relativizzati soprattutto in funzione di oggetto diretto non

sono molti (i numerosi quas presenti nel nostro corpus non riprendono infatti neces-

sariamente elementi plurali e anzi egrave piuttosto raro che la forma quas sia utilizzata per

richiamare un nome femminile plurale)

(12) Et casa mea quas habeo intu Benebentanam cibitatem noba [a]d porta qui vocatur da

fl ubio Sapatu (ChLA 50 20 15)

(13) Per unc scriptum dabo tibi qui supra ad frugiandum medietatem de sortem Framperti germani mei quas abuit in locum que dicitur Poltjanu Rotemsis fi nibus (ChLA 51 17 3)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

80

Tra le forme oblique del pronome relativo lrsquounica che ricorre con una certa fre-

quenza nel nostro corpus egrave quibus Ci sembra perograve opportuno sottolineare che 39

delle 53 occorrenze di questo pronome compaiono nella costruzione de quibus la cui

funzione egrave quella di introdurre la formula attraverso la quale chi vende si obbliga a

rispettare il contratto nei confronti di chi acquista De quibus in questi casi sembra

avere un valore paragonabile a ldquorispetto a queste coserdquo

(14) Amodo et semper te tuisque eredibus suprascriptam mea vinditjonem avere et possi-

dere valeatis Unde de quibus nos repromictimus et eredes nostros colligamus tivi qui

supra et at tuis eredibus (ChLA 51 2 15)

(15) Semper tuum nominate Radelghisi et tuis eredibus ea que prelegitur abere et possidere

baleatis de quibus me repromicto ego qui supra Lopenando binditor et obligo me ipsum

et meis eredibus tibi (ChLA 52 15 22)

Le altre forme oblique invece compaiono in pochissime occasioni e in maniera

interessante solo in testi vergati da notai di una certa importanza Si tratta di scri-

venti che prestano servizio presso la corte e che evidenziano abilitagrave scrittorie piugrave sofi -

sticate tanto dal punto di vista della grafi a adottata quanto da quello propriamente

linguistico La forma cuius ad esempio occorre una sola volta in una notitia iudicati (e dunque in un documento dotato di una certa uffi cialitagrave) vergata da Dausdedi

(16) Primis ipsa nominata Adelgisa cum ipso Adelfrid tutore et parentes suos in cuius m[un]dio subiacebat dixerunt ut ipse Teodelgardus in birtute conpreensisset ipsa Adelgisa et

in terra illa (ChLA 52 29 8)

Allo stesso modo la forma quorum compare soltanto in due occasioni Unrsquooccor-

renza si trova in una carta vergata da Ursus un altro notaio dotato di ottime abilitagrave

scrittorie che come Dausdedi ha prestato servizio presso la corte11 Lrsquoaltra compare

invece in un documento prodotto da Toto Si tratta anche in questo caso di un notaio

che presta servizio presso la corte e che quindi si puograve supporre doveva essere rite-

nuto particolarmente abile nella scrittura Si noti comunque la diffi coltagrave di interpre-

tare il valore di quorum nel brano tratto dalla carta vergata da Toto (esempio 17)

(17) Et pariter perreximus ante presentjam Sicardi gastaldi et iudicem et Petrus idem gastaldus

quorum nostra vona volumtas esse[t] venundendum hoc a quem diligenter sum inquisitam

ne aliquid violentjam hoc vindendum a suprascripto vir meus paterent (ChLA 51 26 4)

(18) Unam de rebus sua sola eis iudicare licerent duas bero portjiones hebenire in pote-

statem in quorum mundium subiacere videntur ego autem mundoald nec de progenie

ipsius viri mei aud de progenie (ChLA 52 33 8)

Infi ne anche le sei occorrenze della forma quo compaiono tutte in documenti

vergati proprio da Ursus e Toto Tanto quorum quanto quo si ritrovano dunque solo

in documenti rogati da questi due notai Per altro tre di queste sei occorrenze si ritro-

vano in carte di livello piugrave elevato (una notitia iudicati e un praeceptum concessionis

principesco)

11 Su Dausdedi e Ursus e sulle caratteristiche della lingua particolarmente sofi sticata (nel qua-dro della produzione scrittoria dei notai operanti nel salernitano nel IX secolo) utilizzata da questi scriventi si vedano Greco (2012b e 2013)

GRECO

81

Risulta dunque evidente che le forme oblique del pronome relativo (a parte qui-bus che presenta una distribuzione differente) sono utilizzate pressocheacute esclusiva-

mente da notai che in base a dati di tipo storico paleografi co e linguistico possiamo

annoverare tra i piugrave importanti e dotati di abilitagrave scrittorie piugrave sofi sticate Inoltre esse

ricorrono soprattutto nei documenti di livello piugrave elevato nel quadro della produzione

di questi notai

4 I pronomi relativi e il dislivello stilistico

Al termine del paragrafo precedente abbiamo avuto modo di sottolineare che

sembra possibile individuare caratteristiche differenti nellrsquouso dei pronomi relativi da

parte dei diversi notai operanti nel IX secolo nel salernitano In questa sezione ci sof-

fermeremo brevemente su alcune di queste differenze concentrandoci in particolar

modo su 18 carte rogate tra il novembre dellrsquo877 e lrsquoagosto dellrsquo89912

In questi documenti lrsquoaccordo del pronome relativo con il proprio nome testa segue

logiche di tipo latino (cioegrave con accordo di genere e numero e con caso selezionato in

base alla funzione sintattica svolta) nel 45 dei casi (si tratta di 41 occasioni su 91)13

Questa percentuale oscilla perograve sensibilmente da scrivente a scrivente e ad esempio

nei tre documenti vergati dal notaio Adelmari che abbiamo analizzato14 i pronomi

relativi sono correttamente accordati solo nel 22 dei casi Allo stesso modo dei

quattro pronomi relativi presenti nella carta prodotta dal notaio Ioanne nel novembre

dellrsquo87715 tre presentano accordi in qualche modo ldquoanomalirdquo e uno compare nellrsquoe-

spressione de quibus sulla quale ci siamo soffermati nel paragrafo precedente

(19) Leopardi dono adque per an cartulam confi rmo tibi Ursi fi lio Truppoli terra mea cum

bineam cot abeo in Castelione ubi propio ad Palumbulu bocatur qui abet fi nis (ChLA

52 6 4-5)

(20) De supto pede fi ne tua qui supra Ursi cot tu pro ipsa hoptaba Sadi germanus meo abuisti

(ChLA 52 6 6)

Nellrsquoesempio (19) oltre a grafi e (tipiche soprattutto dei documenti caratterizzati

da un livello sociolinguistico meno elevato) come adque per atque an per hanc e

cot per quod possiamo notare che il nome testa cui si riferiscono entrambi i pro-

nomi relativi (tanto cot quanto qui) egrave terra mea16 Nel brano presentato in (20) invece

12 Si tratta dei documenti 6 11 12 13 15 18 19 22 23 24 25 26 27 28 29 31 33 e 34 del volume 52 delle ChLA Queste carte sono costituite in larga parte da vendite o donazioni ma non mancano testi di natura piugrave uffi ciale come un paio di praecepta concessionis principeschi (carte 24 e 34) e una notitia iudicati (carta 29)

13 Abbiamo escluso dal corpus tutte le occorrenze delle espressioni qui supra e que supra (sulle quali si veda quanto abbiamo osservato nel paragrafo 31)

14 Si tratta delle carte 13 19 e 22 del volume 52 delle ChLA15 Si tratta della carta 6 del volume 52 delle ChLA16 Allrsquointerno dello stesso periodo il nome terra viene dunque ripreso da pronomi in principio

appartenenti a due generi diversi Ma sulle peculiaritagrave delle riprese pronominali di questo sostantivo si vedano le rifl essioni che abbiamo svolto nel paragrafo precedente

CILPR 2013 ndash SECTION 2

82

troviamo unrsquoattestazione dellrsquoespressione qui supra (che come abbiamo sottolineato

nella nota 13 non abbiamo incluso nello spoglio) e unrsquooccorrenza del pronome cot Il

nome testa ripreso da questrsquoultimo non egrave perograve facilmente individuabile ed egrave probabil-

mente rappresentato da un elemento soggiacente e non espresso formalmente il cui

signifi cato dovrebbe essere lsquoterrarsquo o lsquoproprietagraversquo (lrsquoelemento fi ne nellrsquoespressione fi ne tua dovrebbe far riferimento proprio ai confi ni di questa terra) I pronomi relativi che

compaiono nella donazione rogata da Ioanne presentano dunque caratteristiche (di

tipo sintattico morfologico o testuale) interessanti che mettono chiaramente in luce

alcune delle peculiaritagrave del latino delle carte oggetto di questo studio

Allrsquoestremo opposto dei casi che abbiamo appena discusso si situano le produzioni

del notaio Dausdedi uno degli scriventi piugrave sofi sticati dal punto di vista linguistico tra

quelli indagati in questo studio Abbiamo giagrave avuto modo di soffermarci altrove sul

livello generale della lingua di Dausdedi17 in questa sede ci limiteremo a sottoline-

are alcune caratteristiche dellrsquouso dei pronomi relativi nelle carte prodotte da questo

notaio In primo luogo dal punto di vista quantitativo nelle 5 carte indagate18 compa-

iono 21 pronomi relativi (esclusi come sempre quelli facenti parte delle espressioni

qui supra e que supra) di cui 16 correttamente accordati al proprio nome testa e fl essi

nel caso corrispondente alla propria funzione sintattica (si tratta dunque del 762

dei casi) Le cinque occasioni in cui si riscontra un accordo non canonico sono per

altro tutte caratterizzate dalla presenza degli stessi due nomi testa in due casi si tratta

di ecclesia (ripreso sempre da quod)19 e in tre di res (ripreso in due casi da qui ed in

uno da quod)20 Interessante in particolar modo risulta un documento in cui lo stesso

sintagma ipsa res viene ripreso ad un rigo di distanza prima da qui e poi da quod

(22) Ideoque ego Benedictus gastaldeus fi lius Azzoni per anc cartula bindedit tibi Iohanni

presbiteri et abbati fi lio Iohanni ipsa res qui fuit Lupi fi lii Boniperti de loco qui dicit[ur]

Agella ubi Clusuria bocatur Nucerina fi nes quod ego per cartula emtum ab[e]o (ChLA

52 25 4-5)

Al di lagrave di questo esempio (in cui non egrave da escludere che la differente ripresa

dello stesso referente sia stata favorita anche dalla distanza che separa il secondo

pronome dal primo e dal nome testa) probabilmente non egrave necessario soffermarsi

sulle peculiaritagrave semantiche del nome res che potrebbero essere alla base di questo

tipo di accordi non canonici Piugrave interessante da questo punto di vista appare il caso

del sostantivo ecclesia il quale in tutte le carte del IX secolo conservate nellrsquoarchivio

cavense viene ripreso da un pronome relativo in 7 occasioni In nessun caso il pro-

17 Si vedano Greco (2012b e 2013)18 Si tratta delle carte 12 24 25 28 e 29 del volume 52 delle ChLA19 Si tratta per altro delle sole due occasioni in cui nelle carte vergate da Dausdedi il nome

ecclesia viene ripreso da un pronome relativo Questo sostantivo egrave dunque sempre ripreso da quod nei documenti di questo notaio

20 Si tratta dei tre soli casi in cui nelle carte vergate da Dausdedi il nome res viene ripreso da un pronome relativo Questo sostantivo non egrave dunque mai ripreso da pronomi relativi femminili nei documenti di questo notaio

GRECO

83

nome egrave correttamente accordato In 3 occasioni il sostantivo egrave ripreso da qui in 2 da

quod in una da quem ed in unrsquoaltra da quas Come si vede solo in un caso lrsquoelemento

ecclesia egrave ripreso da un pronome femminile anche se lrsquoaccordo risulta comunque non

canonico poicheacute il pronome egrave formalmente plurale a fronte di un nome testa singolare

(tanto dal punto di vista formale quanto da quello della referenza)

Risulta dunque evidente che anche i (pochi) casi di accordo non canonico tra pro-

forma e nome testa che si riscontrano nelle carte prodotte da Dausdedi sono relativi

a situazioni peculiari in cui il sostantivo da cui dipende la frase relativa o presenta

caratteristiche non comuni dal punto di vista sintattico e semantico (egrave il caso di res) oppure non si ritrova mai ripreso da un pronome accordato in maniera canonica in

tutti i testi del IX secolo conservati a Cava dersquo Tirreni (egrave il caso di ecclesia)

5 Conclusioni

In questo contributo abbiamo proposto una rifl essione sulle caratteristiche morfo-

sintattiche dei pronomi relativi in un corpus di documenti notarili latini costituito da

tutte le carte originali del IX secolo conservate nellrsquoArchivio della Badia della SSma

Trinitagrave di Cava dersquo Tirreni Abbiamo in particolar modo cercato di stabilire se le rea-

lizzazioni piugrave o meno canoniche (ovvero piugrave o meno aderenti alle norme latine) dei

pronomi relativi in termini di accordo morfologico con il nome testa e di relazione tra

forma del pronome relativo e sua funzione sintattica possano rappresentare degli stru-

menti per lrsquoanalisi del dislivello stilistico tra le diverse carte prese in esame

La nostra analisi ha messo in evidenza la netta preponderanza delle forme nomi-

nativali e accusativali dei pronomi (e segnatamente di qui que quod e quem) rispetto

a quelle di tipo obliquo (ad eccezione di quibus che compare soprattutto nellrsquoespres-

sione di ripresa ldquoad ampio spettrordquo de quibus) Il fatto che queste ultime compaiano

quasi esclusivamente nei documenti prodotti da quei notai che in base a caratteristi-

che sia extralinguistiche sia propriamente linguistiche possiamo considerare come

piugrave importanti e dotati di abilitagrave scrittorie piugrave sofi sticate ci ha spinto a ritenere che

lrsquoipotesi di partenza fosse fondata e che effettivamente le differenti caratteristiche

dellrsquouso dei pronomi relativi nel nostro corpus possano costituire degli elementi utili

nella valutazione del dislivello stilistico tra i vari documenti

Allo scopo di fornire ulteriori indicazioni in questo senso abbiamo inoltre inda-

gato in maniera piugrave dettagliata una ventina di carte prodotte nellrsquoultimo quindicennio

del IX secolo evidenziando che effettivamente la percentuale di accordi ldquocanonicirdquo

tra pronome relativo e nome testa risulta sensibile alle caratteristiche sociolinguisti-

che dello scrivente un notaio piugrave importante come Dausdedi (il quale presta ser-

vizio presso la corte e utilizza una grafi a piugrave innovativa) presenta una percentuale

di accordi canonici piugrave elevata della media e molto piugrave elevata rispetto ad esem-

pio a quella che si riscontra in tre carte vergate dal notaio Adelmari (notaio attivo a

Nocera) Inoltre abbiamo mostrato che anche i pochi casi di accordo non canonico

che si ritrovano nei testi di Dausdedi sono tutti relativi a due nomi testa res e ecclesia

CILPR 2013 ndash SECTION 2

84

che per motivi diversi presentano numerose peculiaritagrave che li differenziano dalla

maggior parte degli altri sostantivi

Evidentemente al di lagrave degli obiettivi di questo lavoro molte altre questioni

restano aperte in particolar modo per quanto riguarda le condizioni che possono

favorire accordi non canonici tra il pronome relativo e il suo nome testa (si pensi al

grado di animatezza o di agentivitagrave di questrsquoultimo) e drsquoaltronde in questo contributo

abbiamo presentato solo i primi risultati di una piugrave ampia indagine in corso sulle

caratteristiche della subordinazione relativa a verbo fi nito in questi documenti

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87

Lrsquoespressione della direzione del moto dal latino classico

allrsquoitaliano antico1

1 Introduzione

Nella classifi cazione tipologica di Talmy (2000) le lingue romanze si differenziano

dalla maggior parte delle lingue indoeuropee per il modo in cui codifi cano gli eventi

di moto Queste sono infatti classifi cate nel tipo lsquoverb-framedrsquo (VF) a differenza del

latino o delle lingue germaniche considerate lingue lsquosatellite-framedrsquo (SF)

I due tipi di lingue si distinguono fondamentalmente per il diverso locus lessicale

in cui codifi cano le principali componenti semantiche di un evento di moto nelle

lingue SF la direzione egrave espressa tramite satelliti cioegrave elementi associati al verbo (es

prefi ssi particelle avverbi) mentre il signifi cato lessicale del verbo tende a espri-

mere la maniera del moto invece le lingue VF esprimono di preferenza la direzione

nella radice verbale mentre la maniera egrave spesso data per sottintesa ed egrave espressa se

necessario in componenti aggiunti (es forme non fi nite del verbo complementi pre-

posizionali)

La diversa strategia di lessicalizzazione degli eventi di moto era giagrave stata messa

in evidenza da Tesniegravere (1959) ed esemplifi cata attraverso il confronto della frase in

tedesco riprodotta in (1a) con la corrispettiva frase in francese in (1b) da cui si puograve

notare come il verbo in francese esprima la direzione mentre in tedesco la maniera

del moto

(1a) Anton schwimmt uumlber den Fluss

(1b) Antoine traverse le fl euve en nageant

Le stesse relazioni asimmetriche si possono cogliere da una parte nella frase latina

riportata in (2a) e dallrsquoaltra nelle traduzioni in francese (2b) e in italiano (2c)

(2a) perpauci [hellip] [fl umen] tranare contenderunt (Caes Gall 1 53)

(2b) lsquoquelques-uns [hellip] essayegraverent de passer le fl euve agrave la nagersquo

(2c) lsquopochissimi [hellip] cercarono di attraversare il fi ume a nuotorsquo

1 Questo lavoro egrave frutto della stretta collaborazione tra gli autori sono tuttavia attribuibili a Claudio Iacobini i paragrafi 1 e 5 a Luisa Corona i paragrafi 2 3 4 Siamo felici di ringraziare Lene Schoslashsler Anna Maria Thornton Wolfang U Dressler Michegravele Fruyt e Gerd Haverling per i preziosi suggerimenti e commenti

CILPR 2013 ndash SECTION 2

88

La proposta di Talmy ha sollecitato un gran numero di lavori descrittivi e di

rifl essioni teoriche sulle caratteristiche le cause e le conseguenze di tale distinzione

tipologica e sulla sua sistematicitagrave e coerenza cfr Matsumoto (2003) Slobin (2004)

Questa classifi cazione infatti da un lato permette di individuare interessanti distin-

zioni a livello macro-tipologico dallrsquoaltro tende a oscurare importanti fenomeni di

variazione (che riguardano ad esempio la correlazione fra le strategie di lessicalizza-

zione preferite in relazione ai diversi tipi di eventi di moto) rispetto a quanto atteso in

ciascuna delle due macro-classi che emergono a un livello di analisi piugrave di dettaglio

Un interessante fi lone di ricerca si egrave recentemente concentrato sui fenomeni di

variazione allrsquointerno e fra le due macro-classi in prospettiva sincronica cfr Beavers

et al (2010) Croft et al (2010) Fortis et al (2011) Meno indagati sono le possibili

cause e i fenomeni linguistici implicati nel passaggio da un tipo a un altro in prospet-

tiva diacronica cfr Iacobini Fagard (2011)

La ricca tradizione di documenti e testi in latino e nelle varietagrave romanze costi-

tuisce un ideale campo drsquoindagine per ricerche sui fenomeni implicati nel passaggio

dalla strategia SF verso quella VF

In studi recenti - Stolova (2015) Iacobini (2009) Kopecka (in stampa) - sono stati

messi in luce alcuni fenomeni linguistici che sono piugrave direttamente implicati nel cam-

bio di strategia di codifi ca della direzione nel passaggio dal latino alle lingue romanze

Li ricordiamo schematicamente di seguito

(i) Impoverimento della prefi ssazione verbale

(ii) Formazione di nuovi tipi di verbi che incorporano la direzione nella radice a partire

da nomi aggettivi o preposizioni Lat montare da mons montis lsquomontagna montersquo gt

Fr monter It montare Cat muntar Occ montar Reto-R muntar lsquosalire ascenderersquo

Lat altiare da altus lsquoaltorsquo gt Fr hausser It alzare Sard artziai arziare lsquoalzarersquo Lat

abantiare da abante lsquoavanti davantirsquo gt Port Cat avanccedilar Sp avanzar Fr avancer It

avanzare lsquoavanzare andare avantirsquo

(iii) Lessicalizzazione di verbi originariamente prefi ssati percepiti come monomorfemici

Lat ex-ire lsquouscirersquo gt Sp ant exir Cat eixir ant Fr eissir It uscire Rom a ieși Sard

bessiri bessire

(iv) Riduzione nel numero e nellrsquouso dei verbi di maniera reinterpretati come verbi

direzionali o verbi generici di moto Lat ambulare lsquocamminare passeggiarersquo gt Fr aller Friulano lacirc lsquoandarersquo

(v) Progressiva perdita della distinzione fra signifi cati stativi e direzionali nei sintagmi

preposizionali

(vi) Passaggio allrsquoordine basico romanzo VO testa modifi catore

Non egrave perograve ancora disponibile una rassegna esaustiva delle strategie di codifi ca

della direzione in latino classico e del loro impiego effettivo Alcune indicazioni si

possono trarre da Baldi (2006) Brucale Iacobini Mocciaro (2011) Moussy (2011)

Questa lacuna non permette neacute di valutare appieno la rilevanza dei fenomeni

descritti in latino tardo neacute di misurare correttamente la distanza tipologica fra le lin-

gue romanze e il latino classico per quanto riguarda le strategie di codifi ca del moto

IACOBINI CORONA

89

Nonostante alcuni studi esplorativi - cfr Schoslashsler (2008) Burnett Tremblay (2012)

Iacobini (2012 in stampa) - non abbiamo neanche una chiara visione dellrsquoevoluzione

della codifi ca del moto nella storia delle lingue romanze

In questo lavoro intendiamo presentare alcuni risultati preliminari di un piugrave ampio

progetto (in parte coincidente in parte coincidente con i risultati presentati in Corona

(2015) IacobiniCorona (2015) Iacobini et al (2015) riguardante lrsquoespressione degli

eventi di moto in latino classico e nelle lingue romanze in particolare in questa sede

presentiamo un inventario delle strategie di codifi ca del moto in latino classico per

verifi care la loro aderenza al modello tipologico SF e seguire i cambiamenti diacronici

nel periodo di formazione della lingua italiana

2 Corpus e metodo di analisi

I precedenti studi dedicati alla codifi ca del moto in latino si sono concentrati prin-

cipalmente sulle opere del periodo arcaico o sul latino volgare La scelta di studiare

il latino classico egrave dunque dovuta da un lato alla necessitagrave di colmare una lacuna in

un asse ideale di descrizione diacronica nello studio del passaggio dal tipo lessicale

SF a quello VF dallrsquoaltro dalla necessitagrave di studiare i fenomeni connessi alla codifi ca

del moto in una fase della lingua in cui questa si approssima quanto piugrave possibile alle

caratteristiche attribuite alle varietagrave standard Il latino delle opere di epoca classica

egrave infatti la varietagrave usata dal ceto medio-alto con connotati sovraregionali con un

certo grado di invarianza codifi cata in un corpus di opere di riferimento

Le opere analizzate nella nostra ricerca sono le Metamorfosi di Ovidio e La guerra gallica di Cesare (lrsquoedizione utilizzata egrave quella contenuta nel corpus Packard Huma-

nities Institute 5) Da queste sono stati estratti tutti i contesti che descrivono eventi di

dislocazione spaziale cioegrave movimenti reali di unrsquoentitagrave da un luogo fi sico a un altro

I testi di confronto italiani per le Metamorfosi sono volgarizzamenti e traduzioni

distinti secondo la periodizzazione della lingua italiana in cinque stadi cronologici2

elaborata da Paolo DrsquoAchille e adottata per la scansione temporale del corpus MIDIA

(Morfologia dellrsquoitaliano in diacronia ltwwwcorpusmidiaunitoitgt) Tale periodizza-

zione egrave basata su date salienti della storia linguistica letteraria e culturale dellrsquoItalia

la cui rilevanza ha avuto rifl essi signifi cativi anche sulle strutture della lingua italiana

In questo contributo forniremo i risultati dellrsquoanalisi del primo libro delle Metamor-fosi di Ovidio comparato con il primo libro del volgarizzamento di Arrigo Simintendi

da Prato prodotto prima del 1333 (la versione utilizzata egrave tratta dal corpus DiVo)

Per la descrizione della codifi ca del moto in latino e in italiano abbiamo elaborato

2 Per La guerra gallica di Cesare abbiamo scelto di confrontare due traduzioni in italiano contemporaneo - stadio successivo allrsquoultimo della periodizzazione in cinque fasi adottata - che si differenziano per il livello di formalitagrave la traduzione di tipo fi lologico-letterario di Adriano Pennacini nellrsquoedizione Einaudi e una gratuitamente scaricabile da internet sul sito wwwskuolanet rivolta a studenti di scuole medie superiori che si caratterizza per scelte lessicali adeguate a una varietagrave standard con un basso grado di formalitagrave

CILPR 2013 ndash SECTION 2

90

una griglia di analisi che si rifagrave al modello di tipologia delle costruzioni proposto da

Fortis Vittrant (2011 71-98) che ispirandosi in particolare alla tipologia canonica proposta da Corbett (2005) e ai lavori sugli eventi di moto in ottica costruzionista

come quello di Croft et al (2011) elaborano un quadro esaustivo delle costruzioni che

possono essere impiegate nellrsquoespressione della direzione

La griglia di analisi prende in considerazione le seguenti caratteristiche

(i) semantica delle radici verbali (tramite la distinzione tra verbi di direzione venio profi ciscor verbi di maniera fl uo navigo verbi di moto causato duco mitto)

(ii) semantica e distribuzione dei prefi ssi

(iii) ruolo e distribuzione dei sintagmi preposizionali nellrsquoespressione del signifi cato dire-

zionale

(iv) ruolo dei casi nella codifi ca delle componenti salienti nellrsquoespressione del moto (es

origine e meta)

(v) distribuzione allrsquointerno dellrsquoenunciato della codifi ca delle informazioni spaziali

3 La codifi ca della direzione in latino

Per individuare le strategie di codifi ca della direzione impiegate in latino classico

sono state consultate innanzitutto le sezioni dedicate allrsquoespressione del moto e delle

relazioni spaziali delle principali opere grammaticali di riferimento Le grammatiche

sono state uno strumento analitico di partenza che ci ha permesso di stilare un primo

inventario delle strategie linguistiche impiegate dal latino classico per esprimere la

direzione Lo spoglio del corpus ha permesso di integrare lrsquoinventario fornito dalle

grammatiche con altri tipi di costruzioni disponibili in latino per descrivere eventi di

moto e di valutarne la frequenza nei testi

31 Tipi di costruzioni per esprimere direzione in latino

Nella Tabella 1 sono riportati schematicamente i principali tipi di costruzione

usati in latino nellrsquoespressione degli eventi di moto specifi cando i diversi elementi

della frase che concorrono alla codifi ca della direzione e riportandone alcuni esempi

tratti dalle Metamorfosi e da La guerra gallica Lrsquoanalisi quantitativa dei dati estratti

dalle due opere in esame permetteragrave di verifi care quali fra le costruzioni disponibili

sono maggiormente impiegate in latino per codifi care il moto

IACOBINI CORONA

91

Tabella 1 Costruzioni impiegate in latino per codifi care la direzione rilevate nel corpus

Tipo Pref Verbo Avv Prep Caso Es

Dir Man

I [retto da Pref]

(3) summo delabor Olympo (Ov 1 213)

II [retto da Pref

e Prep]

(4) ab imo effusus Pindo (Ov 1 569)

III [retto da Pref]

(5) adeunt pariter Cephisi-das undas (Ov 1 369)

IV [retto da Pref

e Prep]

(6) suis ex fi nibus educunt (Caes 4 1 4)

V (7) hostes undique circum-venti (Caes 3 26 5)

VI

VII [retto da Prep]

(8) [fl umina] sub terras Stygio labentia luco (Ov

1 189)

VIII [retto da Prep]

(9) sed itum est in viscera terrae (Ov 1 138)

(10) omnem senatum ad se convenire (Caes 2 5 1)

IX [trans]

[accusativo]

(11) Scythiam septemque triones horrifer invasit Boreas (Ov 1 64-65)

X (12) signa dedi venisse deum (Ov 1 220)

XI (13) territus ipse fugit (Ov

1 232)

XII (14) ubi eo ventum est (Caes 1 43 4)

XIII

XIV [retto da Prep]

(15) ex loco superiore in ipsis fl uminis ripis proe-liabantur (Caes 2 23 4)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

92

Nella Tabella 1 la colonna dedicata al verbo egrave ulteriormente suddivisa lrsquoindica-

zione sintattica egrave infatti integrata con lrsquoelemento semantico espresso dalla radice ver-

bale distinguendo le costruzioni in cui il verbo esprime direzione da quelle in cui il

verbo esprime maniera Va osservato che nella classifi cazione semantica delle radici

verbali non egrave sempre possibile tenere rigidamente distinte le componenti semantiche

di direzione e maniera Ad esempio il verbo cado veicola sia la componente seman-

tica direzionale - indicando un moto discendente - sia la maniera - descrivendo un

moto privo di controllo da parte della fi gura3

Analizziamo ora i principali tipi di costruzione che esprimono direzione in latino

Nei tipi I-VI la direzione egrave espressa nel prefi sso Nel tipo I il prefi sso egrave legato ad

una radice verbale che indica maniera lrsquoorigine eo la meta del moto sono codifi cate

invece nellrsquoadnominale rappresentato da un caso semplice retto dal prefi sso Anche

nel tipo II il prefi sso egrave legato a un verbo di maniera ma la semantica del prefi sso egrave

ldquorinforzatardquo dalla preposizione che regge il caso che codifi ca origine o meta Nei tipi

III e IV abbiamo lo stesso tipo di costruzione a variare egrave la semantica del verbo

che non codifi ca maniera ma direzione (nel caso di venio) movimento generico (nel

caso di eo) o movimento causato (nel caso di mitto) Nei tipi II e IV la preposizione

che regge il caso puograve coincidere con il prefi sso come nellrsquoesempio (6) o non coinci-

dere come nellrsquoesempio (4) quando prefi sso e preposizione non coincidono tendono

comunque a codifi care la stessa porzione di traiettoria (o origine o meta) Nel tipo

V la direzione egrave codifi cata contemporaneamente da prefi sso legato a un verbo di

direzione e da un avverbio non abbiamo ancora trovato nel corpus esempi del tipo

VI in cui la direzione egrave codifi cata da un avverbio e da un prefi sso legato a un verbo

di maniera

Nei tipi VII-VIII la codifi ca della direzione non avviene sul prefi sso i verbi sono

infatti verbi di maniera (nel tipo VII) o direzionali (nel tipo VIII) non prefi ssati

oppure prefi ssati ma in cui il prefi sso non ha (o ha perso) valore spaziale cfr (10)

Il tipo IX impiega verbi direzionali transitivi o transitivizzati dal prefi sso in cui la

direzione egrave espressa dal verbo che regge lrsquoaccusativo che codifi ca la meta

Nei tipi X e XI la codifi ca della direzione avviene tramite il solo verbo rispettiva-

mente di direzione o di maniera

Nel tipo XII la direzione viene codifi cata oltre che dal verbo da un avverbio

di luogo Il tipo XIII prevede la stessa costruzione ma con verbo di maniera (non

abbiamo ancora trovato esempi di questo tipo)

Nel tipo XIV il verbo non egrave di per seacute un verbo di moto ma egrave costruito con sintagmi

3 Alcuni approcci teorici (cfr Rappaport Hovav Levin (2010)) negano la possibilitagrave che nel verbo vengano codifi cate piugrave di due componenti semantiche In realtagrave esistono radici verbali di moto che possono esprimere contemporaneamente sia direzione che maniera (ad es curro se costruito con sintagmi che indicano Meta come in usque sub Orchomenon Psophidaque Cyllenenque Maenaliosque sinus gelidumque Erymanthon et Elin currere sustinui (Ov 5 607-609) o altre componenti semantiche come la fi gura (es stillo lsquogocciolarersquo)

IACOBINI CORONA

93

preposizionali che descrivono una traiettoria e inducono unrsquointerpretazione dellrsquoe-

vento come un evento di moto

Fra le costruzioni descritte solo I e II corrispondono appieno alle caratteristiche

di una lingua SF i tipi III-VI sono riconducibili al tipo SF grazie allrsquouso dei prefi ssi

direzionali ma la radice verbale non esprime maniera I tipi VIII-X sono ricondu-

cibili al tipo VF dal momento che la direzione egrave espressa dal verbo Gli altri tipi di

costruzione non sono direttamente assegnabili a uno dei due tipi

Andando ad integrare le indicazioni sul tipo di costruzioni impiegate in latino con

quella sulla frequenza dei tipi nel corpus ricavate dallrsquoanalisi dei dati tratti dal I libro

delle Metamorfosi si nota che le costruzioni che rispettano tutte le caratteristiche del

tipo SF sono molto poco frequenti Su 80 contesti in cui sono descritti eventi di moto

abbiamo solo 9 occorrenze dei tipi I e II Ne riportiamo alcuni esempi in (16) (17)

(18) in aggiunta a quelli indicati nella Tabella 1 in (2) e (3)

(16) madidis Notus evolat alis (Ov 1 264)

(17) vires effundite vestras (Ov 1 278)

(18) emicat [hellip] Phaethon (Ov 1 776)

32 Verbi di moto e sintagmi preposizionali in latino

Secondo Slobin (2004) le lingue di tipo SF hanno una alta numerositagrave e frequenza

di verbi di maniera In latino questa correlazione egrave disattesa la maniera egrave infatti una

componente semantica poco espressa non solo nella radice verbale ma anche in altri

elementi della frase

Nella Tabella 2 possiamo osservare come nel primo libro delle Metamorfosi degli 80 contesti selezionati che descrivono eventi di moto - di cui 70 costruiti con un

verbo - solo 19 (27 circa) sono costruiti con verbi di maniera e solo 9 di questi verbi

di maniera sono verbi prefi ssati 51 eventi di moto sono costruiti con verbi direzionali

(di cui 31 prefi ssati e 20 non prefi ssati)

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94

Tabella 2 Tipi e occorrenze di verbi di moto nel primo libro delle Metamorfosi

OccorrenzeV Maniera V Maniera Pref V Direzione V Direzione Pref

10 9 20 31

Tipi 9 7 13 23

curro fl uo fugio labor navigo no propero ruo stillo

delabor disicio effundo emico evolo inrumpo insulto

cado eo fl ecto intro loco lustro mitto moveo rapio surgo veho venio volvo

adeo admoveo concutio convenio decido demitto descendo desero discedo emitto exeo ingredior invado pervenio procumbo pro-deo recedo redeo relinquo removeo subeo subsido transeo

La percentuale dei verbi di maniera ne La guerra gallica egrave ancora piugrave bassa supera

di poco il 10

Analizzando ulteriormente i dati sulle costruzioni riportati nella Tabella 1 pos-

siamo osservare che lrsquoespressione delle componenti semantiche di origine e meta

viene realizzata in latino tramite caso assoluto o caso retto da preposizione Nel

primo libro delle Metamorfosi la codifi ca sul caso assoluto egrave piugrave frequente Abbiamo

infatti 20 occorrenze di casi assoluti cfr (19) e (20) e 12 di casi retti da preposizione

cfr (21) e (22)

(19) inhospita tecta tyranni ingredior (Ov 1 218-219]

(20) nemora avia lustrat (Ov 1 479)

(21) fl uminaque [hellip] quae [hellip] in mare perveniunt (Ov 1 41)

(22) in liquidas pinus descenderat undas (Ov 1 61)

Ne La guerra gallica invece la traiettoria egrave piugrave frequentemente descritta con sin-

tagmi preposizionali

In generale lrsquouso dei sintagmi preposizionali appare giagrave molto diffuso nel latino

classico infatti lrsquoaccusativo egrave impiegato per codifi care la meta solo in usi cristallizzati

(come nei nomi di cittagrave o di piccola isola e in pochi altri casi) o con verbi transitivi e

lrsquoablativo ha una gamma di signifi cati molto piugrave vasta di quello di allontanamento da

un punto di riferimento

La porzione di traiettoria piugrave tipicamente codifi cata in latino egrave la meta mentre lrsquoo-

rigine tende a essere specifi cata meno di frequente nel primo libro delle Metamorfosi la meta viene espressa in 40 eventi di moto lrsquoorigine in 12

IACOBINI CORONA

95

33 Lrsquoespressione della maniera in latino

In latino dunque esistono giagrave costruzioni che possono essere ricondotte al tipo

VF costruite cioegrave con un verbo direzionale (23) o con un verbo di moto generico (24)

(23) iussit [hellip] lapidosos surgere montes (Ov 1 44)

(24) fl umina iam lactis iam fl umina nectaris ibant (Ov 1 111)

Lrsquoesempio (24) permette di fare alcune osservazioni aggiuntive sullrsquoespressione

della maniera in latino Nonostante il latino disponga infatti di una risorsa lessicale

specifi ca per descrivere la maniera di movimento dei corsi drsquoacqua (fl uo) in diversi

contesti lo scorrere di un fi ume egrave descritto con il verbo direzionale eo Si tratta di

un comportamento tipicamente attribuito alle lingue VF in cui la maniera viene

espressa solo quando non egrave facilmente inferibile dal contesto

Occorre inoltre notare come osservato anche da Brucale (2011) che in latino i

verbi considerati di maniera tendono a perdere questa componente semantica se pre-

fi ssati Ad esempio il verbo gradior esprime di norma il camminare a piedi in oppo-

sizione ad altre forme di locomozione Il passo in (25) esemplifi ca questa accezione

mettendo in opposizione il camminare sulle zampe con lo strisciare il volare e il

nuotare

(25) alia animalia gradiendo alia serpendo alia volando alia nando (Cic nat 2 122)

Negli esempi da (26) a (28) osservati allinterno dellintero corpus Packard Huma-

nities Institute (versione PHI 5) si puograve invece notare la perdita della componente di

maniera nei verbi prefi ssati in (26) infatti il soggetto logico di progredi egrave equites la

cavalleria che non avanza a piedi in (27) la maniera egrave (ri)codifi cata nella frase con

lrsquoablativo strumentale pedibus in (28) la maniera codifi cata dallrsquoaggiunto tanta atque ita instructa nave lascia intuire che la componente semantica del lsquocamminare a piedirsquo

sia ormai irrilevante a favore di un piugrave generico valore di moto

(26) equitesque in ulteriorem portum progredi [hellip] iussit (Caes 4 23 1)

(27) cum ingressus iter pedibus sit in equum omnino non ascendere (Cic sen 34)

(28) [M Tullium] tanta atque ita instructa nave hoc mare ingressus (Quint inst 12 proem 4)

4 La codifi ca della direzione nel passaggio allrsquoitaliano

I dati sullrsquoitaliano delle origini sono estratti dal volgarizzamento delle Metamor-fosi di Arrigo Simintendi Come si puograve osservare nella Tabella 3 il volgarizzamento

trecentesco usa un numero maggiore di verbi direzionali (57 occorrenze 29 tipi)

rispetto ai verbi di maniera (12 occorrenze 9 tipi)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

96

Tabella 3 Tipi e occorrenze di verbi di moto nel volgarizzamento

delle Metamorfosi di Simintendi

OccorrenzeV Maniera V Direzione

12 57

Tipi 9 29

correre discorrere fug-

gire gocciolare navigare

nuotare ruinare saltare

volare

allogare andare approssimarsi arri-

vare assalire attorneare cacciare

cadere capitare discendere entrare

inginocchiarsi lasciare levarsi

mandare muovere partire passare

portare raccogliersi rimuovere

rizzare seguitare sotterrare tornare

tremare uscire venire volgere

Alcuni verbi attestati dal volgarizzamento (es assalire discorrere) pur essendo

etimologicamente prefi ssati presentano un valore direzionale che non puograve conside-

rarsi codifi cato nel prefi sso

Nel testo di Simintendi vengono anche usati verbi prefi ssati con valore direzio-

nale di formazione moderna es sottentrare in (29) un verbo abbastanza diffuso nelle

scritture volgari cfr Giuliani (in stampa) Questo verbo egrave usato nel volgarizzamento

di Simintendi per tradurre il latino serpunt ma si trova anche come traducente dei

verbi subeo subicio subvenio

(29) e subitamente sono fatti due e sottentrano con congiunto volgimento

Lat et subito duo sunt iunctoque volumine serpunt (Ov 4 600)

Nel volgarizzamento di Simintendi alla forma sottentrare se ne affi anca unrsquoaltra

sotto entrare cfr (30) Nello stesso passo Simintendi traduce supposui con il verbo

sotto porre rendendo con un pattern analitico quello che in latino egrave un verbo giagrave in

parte sintetico (il prefi sso si egrave opacizzato e assimilato alla radice verbale)

(30) io medesimo quando sono sotto entrato nelle caverne della terra e ho sotto posti a

quelle gli miei dossi

Lat idem ego cum subii convexa foramina terrae supposuique ferox imis mea terga cavernis (Ov 6 697-698)

Nelle scritture trecentesche coesistono due tipi di formazione per lrsquoespressione

della direzione Da un lato abbiamo la riproposizione del modello prefi ssale latino

in verbi come sottentrare trasandare dallrsquoaltro emerge un nuovo tipo di costruzione

satellitare con particella postverbale In Simintendi oltre a sottentrare e sotto entrare egrave infatti attestato anche entrare sotto Altri esempi in cui la traduzione di verbi pre-

fi ssati latini con valore direzionale egrave espressa dalla costruzione con verbo e particella

postverbale sono in (31) e (32)

(31) e manda fuori Noto

Lat emittitque Notum (Ov 1 264)

IACOBINI CORONA

97

(32) uscigraveo fuori la battallia

Lat prodit bellum (Ov 1 142)

5 Conclusioni

I dati presentati in questo lavoro permettono sia di valutare meglio i cambiamenti

intercorsi fra latino e italiano sia di contribuire ad una migliore comprensione dei

fenomeni linguistici che sono alla base del cambiamento tipologico nella espressione

degli eventi di moto

Uno studio della codifi ca degli eventi di moto in ottica costruzionista permette di

fornire un inventario esaustivo delle strategie impiegate da una lingua per esprimere

la direzione di osservare il ruolo svolto dagli altri elementi della frase oltre al verbo

e di integrare la tassonomia delle costruzioni con indicazioni di natura quantitativa

sul loro impiego effettivo

Questo tipo di analisi consente di misurare non solo gli elementi di variazione ma

anche gli elementi di continuitagrave come ad esempio la presenza di espressioni di tipo

VF in latino la diffusione - sempre crescente - di sintagmi preposizionali lrsquoemergere

di costruzioni con particella postverbale in italiano di cui si trovano tracce giagrave nel

latino

Sebbene i risultati siano tratti da un campione ristretto riteniamo che indichino

una chiara tendenza che le nostre indagini in corso confermano come rappresenta-

tiva dellrsquointero testo delle opere analizzate e che possono essere sintetizzate nello

schema seguente

Latino Classico

(a) La codifi ca della direzione in base a quanto atteso in lingue del tipo SF (direzione codi-

fi cata dal prefi sso premesso a una radice verbale che codifi ca la maniera) egrave molto poco

frequente

(i) la direzione tende a essere espressa nella radice verbale I verbi piugrave numerosi e piugrave

frequenti sono infatti i verbi direzionali prefi ssati e non

(ii) la maniera egrave molto poco espressa in latino e alcuni verbi che etimologicamente esprimono

maniera perdono questa componente semantica se prefi ssati

(b) La codifi ca satellitare della direzione tramite prefi sso tende ad essere rinforzata da altri

elementi della frase in particolare dalla preposizione che regge il caso le componenti

semantiche di Origine e Meta vengono generalmente espresse in latino con sintagmi

preposizionali che rinforzano la direzione codifi cata dal prefi sso

(c) La porzione di traiettoria generalmente codifi cata in latino egrave la Meta LrsquoOrigine tende a

essere espressa qualora non sia inferibile

(d) La direzione puograve essere codifi cata anche senza lrsquointervento di un verbo di moto

(i) in costruzioni a verbo supporto in cui la direzione egrave codifi cata nel nome (es excur- sionem incursionem facere)

(ii) con uno o piugrave sintagmi che indicano direzione e forzano unrsquointerpretazione dellrsquoevento

come un evento di moto (es ipsi ex silvis raris propugnabant (Caes 5 9 6))

Italiano antico

CILPR 2013 ndash SECTION 2

98

(a) I verbi piugrave frequenti sono come giagrave in latino quelli che esprimono direzione nella radice

(b) I verbi etimologicamente prefi ssati hanno un basso grado di trasparenza morfotattica e

morfosemantica (es allogare assalire discorrere discendere)

(c) Coesistono due tipi di costruzioni verbali indicanti direzione un tipo che ripropone il

modello prefi ssato latino (es sottentrare sottoporre trasandare) e un altro tipo emergente

in cui il verbo egrave costruito con particella postverbale (es entrare sotto)

Universitagrave di Salerno Claudio IACOBINI

Luisa CORONA

IACOBINI CORONA

99

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101

Osservazioni diacroniche sulle espressioni nominali

discontinue dal latino alle lingue romanze1

1 Introduzione e obiettivi

Questo lavoro considera le espressioni nominali discontinue (drsquoora in avanti

END) cioegrave i cosiddetti iperbati da una prospettiva diacronica interna al latino (I-VI

sec dC) e rispetto alle lingue romanze

Nella letteratura recente sul latino un costituente viene considerato discontinuo

quando il suo ordine lineare viene interrotto da uno o piugrave elementi appartenenti allo

stesso dominio sintattico oppure a uno differente (Oniga (2007 205) Spevak (2010

274sqq) Ledgeway (2012 53sqq)) In questo senso il fenomeno dellrsquoiperbato coinci-

derebbe con una violazione del principio del domain integrity (Dik (1997) Bolkestein

(1998))

La discontinuitagrave rappresenta un fenomeno tipico del latino (Pinkster (2005)

Devine Stephens (2006) Bauer (2009)) che lo distingue rispetto alle lingue romanze

(Vaumlaumlnaumlnen (1963 163)) in cui lrsquoiperbato egrave estremamente limitato

Tradizionalmente (Hale (1983) Jelinek (1984)) la libertagrave dellrsquoordine delle parole

e soprattutto la possibilitagrave di avere ordini discontinui sono considerate prove per

sostenere la ldquonon-confi gurazionalitagraverdquo di alcune lingue la cui caratteristica principale

egrave lrsquoassenza di una differenziazione strutturale tra il soggetto e lrsquooggetto nella frase

In questo contributo saragrave tuttavia proposto che anche gli ordini discontinui possono

essere spiegati alla luce di una struttura sintattica soggiacente a partire dalla quale egrave

possibile derivare gli ordini attestati compresi quelli pragmaticamente marcati Lrsquoi-

potesi proposta si inserisce dunque nel piugrave ampio quadro dellrsquoapproccio sintattico

allo studio dellrsquoordine delle parole in latino che si propone non solo di descrivere

lrsquoordine lineare ma di comprenderlo in termini gerarchici e di ridurre la sua comples-

sitagrave a un sistema coerente di regole generali e predittive (Devine Stephens (2006)

Giusti Oniga (2006) Gianollo (2007) Iovino (2012) Ledgeway (2012))

In questo contributo saranno considerate tutte le END trovate in un corpus costi-

tuito dalla Cena Trimalchionis di Petronio (I dC) dal V libro delle Noctes Atti-cae di Gellio (II dC) e dal III libro delle Historia Francorum di Gregorio di Tours

1 Ringrazio Giuliana Giusti e Renato Oniga per aver seguito la ricerca e per aver letto e com-mentato questo contributo

CILPR 2013 ndash SECTION 2

102

(VI dC) Lrsquoobiettivo egrave quello di proporre una tipologia delle discontinuitagrave ammesse

individuando dei pattern strutturali che proprio percheacute ricorrenti in testi eteroge-

nei dal punto di vista contenutistico linguistico e cronologico sono ascrivibili alla

struttura della lingua Si vedragrave che egrave possibile individuare i seguenti quattro tipi di

discontinuitagrave tipo zero in cui gli ordini sono linearmente ma non sintatticamente

discontinui in quanto lrsquoelemento che crea lrsquointerruzione egrave il complemento di un sot-

tocostituente del sintagma (sect31) tipo uno in cui un elemento interno a un sintagma

viene estratto dalla sua posizione di base e dislocato in una posizione periferica a sini-

stra (cfr ldquoleft-edge frontingrdquo Ledgeway in stampa) (sect32) tipo due in cui lrsquoordine

egrave interrotto a livello di frase dallrsquoinserimento di un elemento debole che occupa la

seconda posizione della frase (posizione Wackernagel) (sect33) tipo tre in cui lrsquoordine

lineare egrave interrotto a livello di frase dallrsquo ldquoinserimentordquo di un verbo (sect34)

2 Note sul trattamento dellrsquoiperbato nella tradizione e nella linguistica

moderna

Lrsquoiperbato egrave un fenomeno ben noto sin dallrsquoantichitagrave2 Per limitarsi allrsquoambito

latino lrsquoautore della Rhetorica ad Herennium (4 44) ne parla come di una transgres-sio [hellip] quae verborum perturbat ordinem e sulla stessa linea si colloca Quintiliano

(inst 8 6 62-66) che defi nisce lrsquohyperbaton come un fenomeno di verbi transgressio

in base a quanto richiedono la ratio compositionis e il decor del periodo Nel Corpus Grammaticorum Latinorum (CGL) si trovano 32 occorrenze del termine hyperba-ton Ad esempio Carisio fa riferimento al fatto che lrsquoiperbato coincide con unrsquooratio diducta uerbis non suo loco positis (Ars K Barwick (1964sup2 362 15)) mentre Donato

afferma che lrsquohyperbaton est transcensio quaedam uerborum ordinem turbans (Ars

maior L Holtz (1981 670 6)) Dunque in entrambi i casi lrsquoiperbato viene considerato

come una ldquodeviazionerdquo che si puograve comprendere solo se si ipotizza che essa avvenga a

partire da un ordine sentito come naturalis cioegrave ldquonormalerdquo secondo la defi nizione di

Quintiliano (inst 9 4 23)

La letteratura moderna di ambito linguistico3 propone per il latino una distinzione

generale tra un tipo di iperbato dovuto a un elemento interno al sintagma e un tipo

in cui un sintagma viene interrotto da elementi appartenenti a un costituente diverso

Nellrsquoesempio (1) lrsquoordine A-N egrave interrotto dal complemento del nome in genitivo

mentre in (2) il medesimo ordine A-N egrave interrotto dalla preposizione cum entrambi

questi elementi sono interni al sintagma In (3) e in (4) si trovano invece degli esempi

in cui la linearitagrave del costituente egrave interrotta da un elemento esterno al sintagma

come un verbo (3) un SP (4a) un pronome e un verbo (4b) una congiunzione e un

pronome (4c)

2 Cfr Torzi (2000 cap VI 2007 95-102) Hofmann Szantyr (2002 11-19 280-281) e bibliogra-fi a ivi citata

3 Cfr Adams (1971) Kessler (1995) Spevak (2010 cap 6) Ledgeway (2012 53-55)

IOVINO

103

(1) infestam rei publicae pestem (Cic Cat 1 11) (Ledgeway (2012 43))

(2) magno cum dolore (Caes Gall 7153)

(3) nostram [] ridebant invidiam (Petron 14 7) (Ledgeway (2012 44))

(4) a magnae ex fi nitimis civitatibus copiae convenerunt (Caes Gall 7 57 2)

(Spevak (2010 276))

(4) b multa mihi dant solacia (Cic Att 4 18 2) (Spevak (2010 277))

(4) c orationes autem me duas postulas (Cic Att 2 7 1) (Spevak (2010 277))

Sebbene le possibilitagrave combinatorie offerte dal latino siano molteplici e creino un

effetto che si potrebbe defi nire ldquocaleidoscopicordquo il contributo di Bolkestein (2001)

mette in evidenza che non tutti gli ordini possibili sono attestati con la stessa fre-

quenza e che si possono individuare restrizioni che limitano la realizzazione di strut-

ture discontinue

3 Per una tipologia degli iperbati in latino

Questa sezione egrave dedicata allrsquoanalisi quantitativa dei dati trovati nel corpus di rife-

rimento Nelle tabelle seguenti sono riportati tutti gli ordini lineari in cui appaiono le

END in ciascuno degli autori considerati

Tabella 1

Petronio I dC (parole totali 11516)

(a) Modif hellip NN (2) V (9) Cong (3) Avv (2) Gen (1)

Num N Agg (2) Quant N Poss (1)20

(arsquo) Det hellip NN (1) V (1) Pron (1) AP (1)

Det Mod N (1)5

(b) N hellip Modif

V (2) Cong (3) Avv (1) Gen (1) SP (1)

Piugrave elementi (2)

N Agg Agg (1)

11

(brsquo) N Det 0

totale 36

CILPR 2013 ndash SECTION 2

104

Tabella 2

Gellio II dC (parole totali 5915)

(a) Modif hellip NAvv (1) Cong (1) V (1) Gen (4) SP (1)

Modif Modif N Modif (1)9

(arsquo) Det hellip N 0

(b) N hellip ModifSP (1) Gen (5) N (3) Piugrave elementi (1)

N Modif Agg (1)11

(brsquo) N hellip Det 0

totale 20

Tabella 3

Gregorio VI dC (parole totali 7920)

(a)Modif hellip N

Avv (2) Cong (1) V (6) N (1) SP (1)

Pron (2) Gen (7) Piugrave elementi (1)

Agg Agg N (1)

22

(arsquo) Det hellip N Agg (1) Avv (2) 3

(b) N hellip Modif V (2) Pron (1) SP (1) 4

(brsquo) NDet Agg Agg N Det (1) 1

totale 30

Le END sono state suddivise in due gruppi principali Il primo (a) comprende

quelle inizianti con un Modif (Modif hellip N) il secondo (b) quelle inizianti con un

nome (N hellip Modif) Nella colonna centrale sono stati riportati tutti gli elementi che

interrompono lrsquoordine lineare e le rispettive quantitagrave di occorrenza Nella colonna di

destra egrave indicato il totale Si noti anche che si egrave scelto di distinguere nei sottogruppi

IOVINO

105

(arsquo) e (brsquo) i casi in cui il Modif sia un dimostrativo Come egrave stato notato da molti autori

(Giusti (1993) in prospettiva interlinguistica Giusti Oniga (2006) e Iovino (2012) per

il latino) lo status categoriale del dimostrativo egrave analogo a quello degli altri modi-

fi catori nominali Tuttavia egrave opportuno sottolineare che il dimostrativo presenta la

peculiaritagrave di occupare la posizione di specifi catore del DP che coincide con lo strato

piugrave alto della struttura al confi ne con la periferia sinistra nel quale viene assegnato

il caso Alla luce di questo si puograve spiegare il fatto che non sono molti i casi in cui il

Modif coinvolto sia un dimostrativo (986) e soprattutto che sono molto rari i casi in

cui il Dim egrave postN (si trova un solo esempio in Gregorio)

31 Iperbati ldquonon iperbatirdquo

Un primo tipo di alterazione dellrsquoordine lineare riguarda i casi appartenenti al

tipo defi nito ldquozerordquo in cui un nesso Modif-N oppure N-Modif viene interrotto dal

complemento di una delle due categorie In Petronio si trovano 5 casi di questo tipo

appartenenti al gruppo (a) e al gruppo (b) della Tabella 1 In (5) sono riportati due

esempi in cui un complemento in ablativo (5a) e al genitivo partitivo (5b) interrompe

lrsquoordine lineare4

(5) a Composita ergo in gremio Scintillae indecentissimam rubore faciem sudario abscon dit (Petron 67 13)

ldquoRiaggiustatasi allora tra le braccia di Scintilla nascose nel fazzoletto la faccia tanto

piugrave involgarita dal rossorerdquo

(5) b Sequebatur puer cum tabula terebinthina et crystallinis tesseris notavique rem omnium delicatissimam (Petron 33 2)

ldquoLo seguiva un valletto con una scacchiera di terebinto e dadi di cristallo e notai un

particolare estremamente raffi natordquo

In Gellio si trovano 11 casi di questo tipo in cui il genitivo egrave lrsquoelemento responsa-

bile dellrsquointerruzione nella maggior parte dei casi (9 su 11) come mostra il caso ripor-

tato in (6a) Oltre a ciograve si trova anche un SP (6b) o un complemento allrsquoablativo (6c)

(6) a Sed opinor assidua veterum scriptorium tractatione inoleverat linguae illius vox quam in libris saepe offenderat (Gell 5 21 3)5

ldquoMa penso con la trattazione assidua degli scrittori antichi si era sviluppata nella

lingua di quello una forma che spesso aveva incontrato nei librirdquo

(6) b Protagoram virum in studiis doctrinarum egregium cuius nomen Plato libro suo illi incluto inscripsit adulescentem aiunt victus quaerendi gratia in mercedem mis sum (Gell 5 3 1)

ldquoProtagora uomo eccellente negli studi delle discipline il cui nome Platone scrisse su

un suo libro dedicato a lui dicono che da giovane per guadagnarsi da vivere si mise a

salariordquo

4 Oltre allrsquoablativo e al genitivo partitivo si trova anche un complemento al genitivo possessivo al dativo e allrsquoablativo modifi cato da un aggettivo

5 In (6a) la posizione prenominale del genitivo soggettivo egrave attesa sulla base di Giusti Oniga (2006 79-87 2007 85-92)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

106

(6) c Ostendebat ei Antiochus in campo copias ingentis quas bellum facturus comparave-rat convertebatque exercitum insignibus argenteis et aureis fl orentem (Gell 5 5 2)

ldquoAntioco gli mostrava le ingenti truppe nel campo che aveva ammassato per fare la

guerra e faceva volteggiare lrsquoesercito lustro con le insegne drsquoargento e drsquoorordquo

Infi ne in Gregorio si trovano 9 casi Anche in questo autore il genitivo egrave respon-

sabile dellrsquointerruzione nella maggior parte dei casi (89) come si vede in (7a) ma si

trova anche un SP (7b) Si noti che lrsquoesempio in (7c) riguarda unrsquoespressione nominale

complessa percheacute modifi cata da due aggettivi6

(7) a Theudobertum fi lium suum in illis partibus cum valido exercitu ac magno armorum apparatu direxit (Greg Tur Franc 5 3)

ldquoEgli mandograve suo fi glio Teodoberto in quei territori con un nutrito esercito e con un

grande apparato drsquoarmirdquo

(7) b Presbiter enim amicitiam cum beato Gregorio antiquam habebat (Greg Tur Franc 5

15)

ldquoInfatti il presbitero aveva unrsquoantica amicizia con il beato Gregoriordquo

(7) c Tamen adquisitam maximam Hispaniae partem cum magnis spoliis in Galliis redie runt (Greg Tur Franc 3 29)

ldquoPoi conquistata grandissima parte della Spagna tornarono nelle Gallie con ricchi

bottinirdquo

Visti gli esiti nelle lingue romanze in cui la possibilitagrave di realizzare questo tipo

di END egrave pressocheacute nulla percheacute i complementi devono obbligatoriamente seguire la

testa ci si aspetterebbe che in Gregorio il fenomeno dellrsquoiperbato tendesse ad essere

meno frequente Tuttavia questa aspettativa viene disattesa dal momento che i casi

di ldquonon iperbatordquo discussi in questa sezione sono piugrave numerosi di quelli che si trovano

in un autore piugrave antico come Petronio (9 vs 5) Ciograve puograve essere attribuito allo stile di

Gregorio che come osservato in Bonnet (1968 [1890] 716-724) opta per un ordine

delle parole studiato e molto costruito Gregorio tende a porre in evidenza una parola

in ogni frase prediligendo lrsquouso dellrsquoiperbato a cui spesso fa ricorso laquomal agrave propos ou

maladroitementraquo (ibid p 720)

32 Iperbati ldquoa estrazionerdquo

La discontinuitagrave puograve realizzarsi allrsquointerno di un sintagma quando un sottocosti-

tuente viene estratto dalla sua posizione per ragioni pragmatiche e dislocato in una

posizione periferica dove riceve unrsquointerpretazione marcata In Petronio si trovano 5

casi di questo tipo Lrsquoestrazione da una presumibile posizione di base indicata con il

carattere barrato avviene da sintagmi di tipo diverso ma in 4 casi su 5 riguarda un

Modif

(8) Nam cum positus esset ut nos putabamus anser altilis circaque pisces et omnium genera omnium avium inquit Trimalchio (Petron 69 8)

6 Adquisitam egrave un participio in -tus con valore aggettivale Sulle proprietagrave verbali e nominali del participio cfr Pompei (2008) per alcuni dettagli sul participio latino cfr Iovino (2008) e bibliografi a ivi citata

IOVINO

107

ldquoInfatti quando fu servita in tavola almeno cosigrave noi pensavamo unrsquooca di allevamento

e intorno pesci e uccelli di ogni genere (di ogni generi uccello) disse Trdquo

(9) Venit ergo galbino succincta cingillo galbino (Petron 67 4)

ldquoVenne quindi vestita con una cintura giallina (con una giallina vestita cintura)rdquo

(10) Inter haec tres pueri candidas succincti candidas tunicas intraverunt (Petron 60 8)

ldquoFrattanto entrarono tre valletti vestiti con tuniche candide (con candide vestiti

tuniche)rdquo

(11) His repleti his voluptatibus cum conaremur in triclinium intrare exclamavit unus ex pueris qui super hoc offi cium erat positus (Petron 30 5)

ldquoPieni di queste meraviglie (di queste pieni meraviglie) accingendoci ad entrare nel

triclinio uno dei fanciulli che era preposto a questo incarico urlograverdquo

(12) Tandem ergo discubuimus pueris Alexandrinis aquam in manus aquam nivatam infun-

dentibus (Petron 31 3)

ldquoCosigrave fi nalmente ci mettemmo a tavola con i valletti di Alessandria che versavano

acqua ghiacciata sulle manirdquo

In Gellio si trovano 4 casi di iperbati a estrazione In 34 lrsquoelemento estratto dal SN

egrave il nome (13) mentre nel caso restante si ha lrsquoestrazione di un Modif da un SP (14)

(13) Ac se quidem dubitare super ea re dicit posse autem videri putat nonnihil esse rationis in ea opinione quod historia Graece signifi cet rerum cognitionem rerum praesentium

(Gell 5 18 2)

ldquoE egli dice di dubitare in proposito ma ritiene che in questa opinione possa sembrare

che ci sia una qualche giustifi cazione etimologica percheacute historia in greco signifi ca

conoscenza dei fatti attuali (dei fatti conoscenza attuali)rdquo

(14) Nam et augendae rei et minuendae valet sicuti aliae particulae plurimae propter quod accidit ut quaedam vocabula quibus particula ista praeponitur ambigua sint et utroque-versum dicantur veluti ldquovescumrdquo ldquovehemensrdquo et ldquovegranderdquo de quibus alio in alio loco

uberiore tractatu facto admonuimus (Gell 5 12 10)

ldquo[La particella ve] infatti ha valore sia di accrescitivo sia di diminutivo come molte

altre particelle per questo motivo accade che talune parole a cui questa particella viene

prefi ssata siano ambigue e si usino sia in un senso sia nellrsquoaltro come ldquovescusrdquo ldquovehe-

mensrdquo ldquovegranderdquo di cui ci occupiamo in un altro passo (altro in passo) con piugrave ampia

trattazionerdquo

In Gregorio si trovano 3 casi in cui viene estratto un Modif

(15) a Tunc ille his mollitus his sermonibus ait (Greg Tur Franc 3 14)

ldquoAllora lrsquoaltro addolcito da questi discorsi (da questi addolcito discorsi) rispose

(15) b Cumque portae civitatis obseratae essent et unde ingrederetur pervium patulum non haberet incisam Archadius incisam serram unius portae eum civitati intromisit (Greg Tur Franc 3 9)

ldquoE poicheacute le porte della cittagrave erano chiuse neacute vi era quindi alcun passaggio agibile da

cui entrare Arcadio fatta spaccare la serratura (fatta spaccare Arcadio la serratura)

di una porta lo fece entrare [Childeberto] in cittagraverdquo

(15) c Vellim si placet parumper conferre quae christianis beatam confi tentibus beatam

Trinitatem prospera successerint (Greg Tur Franc 3 incipit)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

108

ldquoVorrei se pare opportuno discorrere per un momento delle vicende fortunate che

accaddero ai cristiani che credevano nella beata Trinitagrave (nella beata che credevano

Trinitagrave)rdquo

Negli esempi discussi sembra possibile individuare sia la (presumibile) posizione

di partenza dellrsquoelemento estratto sia quella di arrivo alla sinistra dove viene dislocato

per motivi di struttura dellrsquoinformazione (LP left periphery Giusti Iovino in press)

Tale posizione non egrave ammessa in italiano e piugrave in generale nelle lingue romanze per-

cheacute in queste ultime le teste funzionali (TD) sono occupate rispettivamente dagli

ausiliari (o dai verbi) e dagli articoli mentre restano vuote in latino come si vede in

(16a) vs (16b)

(16) a [LP

Oslash [TPDP

[TrsquoDrsquo

Xauxdet

[VPNP

VN SX]]] lingue romanze

(16) b [LP

SXtopicfocus

[TPDP

[TrsquoDrsquo

Oslash [VPNP

VN SX]]] latino

La mancata realizzazione delle teste funzionali in latino puograve favorire il movi-

mento e lrsquoestrazione di elementi massimali (Ledgeway (2012))

33 Iperbati dovuti allrsquoinserimento di elementi in posizione Wackernagel

Un tipo di iperbato puograve essere dovuto anche allrsquoinserimento di un elemento in

posizione Wackernagel In questi casi un ordine che potrebbe essere considerato

come di base viene interrotto dalla presenza di un elemento ldquodebolerdquo che tende ad

occupare la seconda posizione della frase (Salvi (2004 cap IV) Devine Stephens

(2006 282-287)) o del colon (Adams (1994)) Negli esempi seguenti il colon egrave delimi-

tato con una barretta verticale |

In Petronio si trovano 12 occorrenze di questo tipo di iperbato Gli elementi deboli

possono essere di vario tipo (avverbi veluti denique ubique quidem congiunzioni

autem enim pronomi) Alcuni esempi sono riportati in (17)

(17) a Flebat et Fortunata fl ebat et Habinnas | tota denique familia | tanquam in funus rogata lamentatione triclinium implevit (Petron 72 1)

ldquoPiangeva anche Fortunata piangeva anche Abinna tutta la famiglia quindi come

costretta in un funerale riempigrave di lamenti il tricliniordquo

(17) b Reliquos autem collibertos eius cave contemnas (Petron 38 6)

ldquoMa attento a non prendere sotto gamba gli altri suoi colleghirdquo

(17) c Poteram quidem inquit hoc fericulo esse contentus secundas enim mensas habetis Sed si quid belli habes affer (Petron 68 1)

ldquoCerto disse avrei potuto accontentarmi di questo servizio infatti i piatti nuovi li

avete Ma se hai qualcosa di buono portalordquo

(17) d Sed ut coeperam dicere| ad hanc me fortunam frugalitas mea perduxit (Petron 75 19)

ldquoMa come avevo cominciato a dire a tanta fortuna mi ha condotto la mia parsimoniardquo

(17) e Delectatus hac Trimalchio hilaritate et ipse capaciorem poposcit scyphum quaesi vitque quomodo acceptus esset (Petron 65 8)

ldquoTrimalchione compiaciuto da questa allegria ordinograve anche lui un calice piugrave grande e

chiese (allrsquoaltro) in che modo fosse stato accoltordquo

IOVINO

109

Lrsquoesempio in (17e) egrave interessante in quanto egrave il dimostrativo hac lrsquoelemento debole

che si trova in seconda posizione Non egrave quindi la presenza del N Trimalchio a inter-

rompere lrsquoordine lineare di hac hilaritate come si potrebbe dedurre limitando lrsquoos-

servazione allrsquoordine lineare ma la discontinuitagrave egrave dovuta alla natura sintattica del

dimostrativo che e come tale puograve collocarsi in seconda posizione

Gellio restituisce 2 esempi di iperbati legati alla posizione Wackernagel Gli ele-

menti deboli sono quidem e autem

(18) a Is tamen Protagoras| insincerus quidem philosophus | sed acerrimus sophistarum fuit (Gell 537)

ldquoIn effetti Protagora certamente fu un fi losofo non autentico ma dei sofi sti egli fu il

piugrave acutordquo

(18) b Cum Graecum autem vocabulum sit ldquosoloecismusrdquo an Attici homines qui elegantius locuti sunt usi eo sint quaeri solet (Gell 5203)

ldquoPoicheacute ldquosolecismordquo egrave una parola greca di solito viene chiesto se gli autori attici che

hanno parlato molto elegantemente ne abbiano fatto usordquo

In Gregorio gli esempi sono 9 e gli elementi deboli sono rursum ergo enim un

pronome una forma di is

(19) a Oscarum fl uvium [hellip] qui per portam ingrediens ac sub pontem decurrens | per aliam rursum portam egreditur| (Greg Tur Franc 3 19)

ldquoil fi ume Osche [hellip] che entrando attraverso la porta e scorrendo sotto un ponte esce

poi dallrsquoaltra porta della cittagraverdquo

(19) b Patratam ergo victuriam regionem illam capessunt et in suam redigunt potestatem

(Greg Tur Franc 3 7)

ldquoConseguita quindi la vittoria (i Franchi) occuparono la regione e la misero sotto il

loro potererdquo

(19) c In talibus enim dolis Theudoricus multum callidus erat (Greg Tur Franc 3 7)

ldquoCerto Teodorico era molto astuto in questi ingannirdquo

(19) d Quod videns Theudobertus ex ea reversus est | multa secum expolia ipse vel sui deferentes| (Greg Tur Franc 332)

ldquoTeodeberto vedendo ciograve se ne tornograve indietro da quelle (regioni) portando lui stesso

o i suoi molto bottinordquo

(19) e Cum autem haec Theudorico nuntiatum fuisse iussi inibi sanctum Quintianum constitui et | omnem ei potestatem tradi eclesiae | dicens (Greg Tur Franc 3 2)

ldquoQuando allora fu annunciato il fatto a Teodorico il re ordinograve che in quello stesso

posto fosse reintegrato il santo Quinziano e gli venisse affi dato ogni potere sulla

Chiesa dicendordquo

Per rendere conto di questi esempi si puograve ipotizzare con Salvi (2004 cap IV) che

la struttura della frase principale preveda una posizione disponibile che puograve ospitare

lrsquoelemento debole dopo il primo costituente

(20) [SX [pdeb

hellip [SV ]]]

CILPR 2013 ndash SECTION 2

110

Il primo costituente puograve essere di qualsiasi natura (SP SA SN SP) ma non puograve

essere marcato pragmaticamente Salvi (1994 120) osserva infatti che il dominio di

collocazione delle forme deboli non comprende la periferia

34 Iperbati dovuti allrsquoldquoinserimentordquo di un verbo

Lrsquoultimo tipo di iperbato si realizza anchrsquoesso a livello di frase ma egrave dovuto a un

verbo che interviene a rompere lrsquoordine lineare di un costituente Questo ldquoeffettordquo egrave

dovuto in realtagrave al movimento di una parte del sintagma nominale intorno al verbo

stesso In Petronio si trovano 14 casi di questo tipo alcuni dei quali sono riportati in

(21)

(21) a Interim ego qui privatum habebam secessum in multas cogitationes diductus sum quare aper pilleatus intrasset (Petron 41 1)

ldquoIo frattanto che mi ero ritirato in me stesso mi sono stillato il cervello in molti pen

sieri percheacute mai il cinghiale fosse entrato col berrettordquo

(21) b Et ne has tantum ostenderet divitias dextrum nudavit lacertum armilla aurea cultum et eboreo circulo lamina splendente conexo (Petron 32 4)

ldquoE per non far mostra di quei preziosi soltanto mise a nudo il braccio destro adorno di

unrsquoarmilla drsquooro e di un cerchio drsquoavorio circondato da una lamina splendenterdquo

(21) c Ita tutelam huius loci habeam propitiam ut ego si secundum illum discumberem iam illi balatum clusissem (Petron 57 2)

ldquoChe io abbia la protezione favorevole di questo luogo cosigrave che io se fossi seduto

vicino a lui gli avrei giagrave chiuso la boccardquo

Egrave interessante osservare che in (21b) sebbene da un punto di vista lineare siano

due le parole che interrompono lrsquoordine has divitias sul piano della struttura sintattica

si tratta di un solo elemento cioegrave di un verbo modifi cato da un avverbio (tantum osten-deret) Qualcosa di analogo si verifi ca nel caso di (21c) le parole che separano il nesso

tutelam propitiam sono tre ma da un punto di vista sintattico si tratta di soli due ele-

menti cioegrave un SN di tipo Dim-N (huius loci) e di un verbo (habeam) Si tratta quindi

di due esempi in cui la struttura dei costituenti non coincide con lrsquoordine lineare

In Gellio si trovano 2 esempi di iperbati dovuti a inserimento del verbo Sono

entrambi riportati in (22)

(22) a Sed et quispiam Samius athleta ndash nomen illi fui t Echeklous ndash cum antea non loquens fuisset ob similem dicitur causam loqui coepisse (Gell 5 9 4)

ldquoMa anche un atleta di Samo il cui nome era Echecleo non essendo prima capace di

parlare si dice che cominciograve a parlare per un motivo analogordquo

(22) b ldquoPluriardquo forte quis dixit sermocinans vir adprime doctus meus amicus non hercle studio se ferens ostentandi neque quo ldquoplurardquonon dicendum putaret (Gell 5 21 1)

ldquoUn uomo molto eloquente eccezionalmente dotto mio amico disse una volta ldquoplu riardquo non per Bacco per intenzione di ostentazione e nemmeno percheacute pensava che

non si dovesse dire ldquoplurardquordquo

Si noti che in (22b) si trova un lungo SN formato da un indefi nito (quis) un parti-

cipio in -nt- prenominale con valore aggettivale (sermocinans) che modifi ca il nome

IOVINO

111

(vir) a sua volta modifi cato da un participio postnominale in -tus con valore aggetti-

vale (doctus) (cfr nota n 6) modifi cato da un avverbio (adprime)

In Gregorio i casi di questo tipo sono invece 7 In 67 casi un verbo interrompe il

nesso Modif-N mentre in un solo caso interrompe il nesso inverso Un esempio per

ciascun tipo si trova in (23)

(23) a qui perditam priorem coniugem fi liam Theudorici regis Italici de qua fi lium habe bat nomen Sigiricum aliam duxit uxorem (Greg Tur Franc 3 5)

ldquo[Sigemondo] che dopo aver perduto la prima moglie fi glia di Teodorico re drsquoItalia

dalla quale aveva avuto un fi glio di nome Sigerico sposograve unrsquoaltra donnardquo

(23) b Alaricus hanc [Trinitate] denegans a regno et populo atque ab ipsa quod magis est vita multatur aeterna (Greg Tur Franc 3 1)

ldquoAlarico che lrsquoaveva negata [la Trinitagrave] fu privato del regno del popolo e cosa piugrave

importante della vita eternardquo

I casi di questo tipo possono essere spiegati con una struttura come quella seguente

(24) [SX [V [ SX]]]

in cui si vede che una serie di proiezioni funzionali (come indicato dallrsquoasterisco)

nelle quali possono spostarsi elementi di diversa natura sono disponibili intorno al

verbo

35 Unrsquoosservazione diacronica

Al di lagrave dellrsquoopposizione tra il latino che ammette le strutture discontinue e le

lingue romanze in cui il loro utilizzo egrave invece estremamente limitato egrave possibile indi-

viduare alcuni elementi di continuitagrave tra il latino e le lingue discendenti

Rispetto al latino di Petronio del I sec dC Gellio e Gregorio offrono alcuni

esempi di iperbati che sembrano preludere a quelle che diventeranno le strutture

romanze con elementi estratti e dislocati a sinistra (o apparentemente a destra) che

costituiscono lrsquounica possibilitagrave di discontinuitagrave sintattica I rispettivi contesti sono

riportati di seguito

(25) pecuniam quippe ingentem cum a discipulis acciperet annuam pollicebatur se id docere quanam verborum industria causa infi rmior fi eret fortior (Gell 5 3 7)

ldquoRicevendo dai suoi discepoli una somma annuale veramente cospicua prometteva di

insegnare ciograve come una causa da piugrave debole diventa piugrave forte manovrando le parolerdquo

(26) Indignamini quaeso tam meam iniuriam quam interitum parentum vestrorum ac recolite Thoringus quondam super parentes nostros violenter advenisse ac multa illis intulisse mala (Greg Tur Franc 3 7)

ldquoVi prego disdegnate tanto lrsquooffesa che ho subito quanto quella per lrsquouccisione dei vostri

familiari e ricordate che un tempo i Turingi hanno aggredito con violenza i nostri cari e

hanno provocato loro molti malirdquo

(27) Erat ibi tunc temporis quidam Lytigius ex minoribus qui magnas sancto Quintiano

parabat insidias (Greg Tur Franc 313)

ldquoA quel tempo ligrave viveva un certo Litigio uomo di mediocre condizione che procurava

molte insidie al santo Quinzianordquo

CILPR 2013 ndash SECTION 2

112

Gli esempi in (25)-(27) sono accomunati dal fatto che solo una parte del costi-

tuente nominale (rispettivamente lrsquoaggettivo annuam e i nomi mala e insidias) viene

dislocata a destra lasciando in posizione preverbale lrsquoelemento (modifi catore o nome)

da cui viene separato

Per quanto concerne le cosiddette dislocazioni a destra dellrsquoitaliano moderno

esse esprimono qualcosa di ldquodatordquo nel contesto che viene poi richiamato alla fi ne

della frase essendo perograve lrsquoordine delle parole dellrsquoitaliano SVO la struttura con dislo-

cazione a destra risulta problematica in quanto non sempre egrave ben chiaro cosa sia effet-

tivamente dislocato anche se in questi casi la punteggiatura puograve aiutare

(28) Compro domani()

il giornale

Che si tratti senza dubbio di un ordine pragmaticamente marcato risulta piugrave evi-

dente nei casi in cui si ha una sorta di doppia presenza del costituente rappresentato

da un clitico cataforico di un costituente o di unrsquointera frase

(29) a La mangio domani la pizza(29) b Lo sai che Gianni e Maria si sono lasciati

Oltre alla dislocazione di interi costituenti in italiano moderno egrave possibile estrarre

solo una parte del costituente nominale (per lo piugrave nei SN quantifi cati ma non solo)

Proprio questa struttura sembra essere la diretta discendente di quella che si trova giagrave

in latino

(30) a Una somma di denaro annua veramente ingente dai suoi discepoli (la) riceveva

annua

(30) b Molti mali a quelli (ne) sono stati fatti di mali

(30) c Grandi insidie (ne) preparava al santo Quintiano di insidie

In (30) sono riportate le traduzioni degli esempi latini Sebbene lrsquoaccettabilitagrave

di (30a) possa essere controversa (30bc) mostrano piugrave chiaramente che nei casi

di estrazione del nome da un SN modifi cato da un aggettivo lessicale (anche di

quantitagrave) egrave obbligatoria la ripresa clitica (la) oppure pronominale (ne) dellrsquooggetto

(partitivo)

4 Conclusioni

In questo contributo si egrave visto che in unrsquoottica sintattica basata sul concetto di

costituente non tutti gli ordini linearmente discontinui sono anche sintatticamente

discontinui (tipo zero) Questa distinzione riduce in maniera consistente il dominio

degli iperbati per i quali egrave stata proposta una tipologia tripartita costituita dal tipo

uno dovuto allrsquoestrazione di un elemento allrsquointerno di un sintagma dal tipo due

dovuto allrsquoinserimento di un elemento debole in posizione Wackernagel dal tipo tre

dovuto al movimento di una parte del SN intorno al verbo

Universitagrave CarsquoFoscari Venezia Rossella IOVINO

IOVINO

113

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115

Les preacutesentatifs franccedilais voici voilagrave et latins ecce em ēn

essai drsquoeacutetude comparative

1 Introduction

Les romanistes ont eacuteteacute les premiers au deacutebut du vingtiegraveme siegravecle agrave utiliser le terme

lsquopreacutesentatifrsquo pour deacutesigner une cateacutegorie grammaticale composeacutee essentiellement de

fr voici voilagrave il y a crsquoest Cette terminologie aussi insuffi sante soit-elle (P Lauwers

(2004)) permet de deacutepasser lrsquoimbroglio taxinomique qui lrsquoa preacuteceacutedeacutee (interjection

verbe adverbe adverbe deacutemonstratif adverbe de lieu adverbe preacutesentatif particule

preacuteposition exclamation actualisateur introducteur) en se fondant sur une simili-

tude syntaxique et seacutemantico-reacutefeacuterentielle drsquoeacuteleacutements heacuteteacuterogegravenes qui servent agrave preacute-

senter un ecirctre ou une action Cette notion de lsquopreacutesentatifrsquo est adopteacutee dans la majoriteacute

des eacutetudes portant sur le franccedilais1 sans doute parce qursquoelle colle davantage agrave la reacutealiteacute

observable en revanche elle peine agrave peacuteneacutetrer les eacutetudes sur les langues anciennes

mecircme les plus reacutecentes (sauf Petit (2010a et b)) qui srsquoattachent encore agrave deacutefi nir latin

ecce em ou ēn laquo voici voilagrave raquo comme des lsquointerjectionsrsquo ou des lsquoparticules deacutemons-

trativesrsquo selon la terminologie heacuteriteacutee des grammairiens antiques Ces petits mots si

freacutequents dans le dialogue donneront lieu ici agrave une eacutetude compareacutee du fait gramma-

tical en latin et en franccedilais agrave partir de trois paramegravetres morphologique syntaxique

et seacutemantico-reacutefeacuterentiel et avec essentiellement pour corpus des comeacutedies latines

(Plaute [Pl]) et franccedilaises (Moliegravere [M] Dumas Pegravere [D] et Anouilh [An]) dans

lesquelles lrsquooral lsquosimuleacutersquo est proche de celui de tous les jours Cette eacutetude srsquoachegravevera

sur un exemple qui vise agrave montrer que bien que les preacutesentatifs fassent probablement

partie des universaux linguistiques ils diffegraverent sensiblement drsquoune langue agrave lrsquoautre

2 Premier paramegravetre la morphologie

Un premier rapprochement morphologique peut ecirctre eacutetabli entre le fr voici voilagrave et le lat em initialement laquo tiens raquo (et peut-ecirctre aussi ēn) ces termes invariables

reposent sur drsquoanciennes formes drsquoimpeacuteratif preacutesent de deuxiegraveme personne Lrsquoimpeacute-

ratif srsquoexplique aiseacutement par la fonction de base du preacutesentatif qui est drsquoinviter lrsquointer-

locuteur agrave prendre connaissance drsquoun eacuteveacutenement soudain lrsquoarriveacutee drsquoune personne

ou la mise en eacutevidence drsquoun objet dans la conversation En franccedilais le preacutesentatif

1 Entre autres Morel (1992) Riegel et al (2009)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

116

est issu de la grammaticalisation de lrsquoimpeacuteratif drsquoun verbe de saisie visuelle agrave la deu-

xiegraveme personne du pluriel suivi drsquoun deacuteictique anc-fr veez ci veez la En latin em est issu de la grammaticalisation drsquoune forme drsquoimpeacuteratif agrave la deuxiegraveme personne du

singulier drsquoun verbe signifi ant une saisie tactile En latin contrairement au franccedilais

donc il nrsquoy a pas de preacutesentatif reposant sur un verbe laquo voir raquo Cela peut paraicirctre

eacutetonnant au regard de lrsquoensemble des langues indo-europeacuteennes anciennes les preacute-

sentatifs reposent sur une forme drsquoimpeacuteratif drsquoun verbe laquo voir raquo en grec en gotique

en vieil-irlandais en sanskrit en armeacutenien en tokharien B et cela mecircme dans des

langues non indo-europeacuteennes tregraves probablement en eacutegyptien moyen2 Qursquoil srsquoagisse

drsquoun preacutesentatif signifi ant au deacutepart laquo vois voyez raquo ou laquo tiens raquo la preacutesentation drsquoun

ecirctre semble revenir au mecircme

(1)a Ah Voici Monsieur Purgon (M Le Malade imaginaire III 5)

(1)b Em tibi hominem (Pl As 880) ldquo Voici ton homme rdquo

Voici et em preacutesentent tous deux lrsquoarriveacutee drsquoun homme toutefois drsquoun point de

vue informationnel lrsquoeacutequivalence nrsquoest pas totale le premier annonce lrsquoentreacutee sur

scegravene drsquoun personnage le second constitue une invitation agrave aller agrave la rencontre de

ce personnage le plus souvent pour le frapper ce qui explique lrsquoadjonction toujours

attesteacutee drsquoun datif de destination tibi apregraves em la formule peut ecirctre mecircme raccourcie

et em tibi signifi er laquo voilagrave pour toi raquo formule qui srsquoaccompagne drsquoun amical coup de

poing

Par ailleurs lrsquoimportance ndash morphologique et seacutemantique ndash de lrsquoeacuteleacutement deacuteictique

preacutesent dans fr voi-ci se trouve deacutejagrave en latin puisque preacuteciseacutement fr -ci est issu de la

diminution du corps phoneacutetique de la seacutequence latine ecce hīc Le second eacuteleacutement du

preacutesentatif ec-ce est une ancienne particule deacuteictique k e de date proto-indo-euro-

peacuteenne Mais cet eacuteleacutement k e nrsquoest pas neacutecessaire dans la formation drsquoun preacutesentatif

(cf lat em fr tiens3 jrsquoai vous avez4) Pourtant il peut agrave lui seul dans certaines lan-

gues suffi re agrave former un preacutesentatif en hittite et en eacutetrusque5 Rares sont les langues

qui ont un preacutesentatif reposant agrave la fois sur un thegraveme deacuteictique et sur une forme

drsquoimpeacuteratif grammaticaliseacutee comme en roumain par exemple6

Une autre diffeacuterence morphologique importante apparaicirct entre le latin et le fran-

ccedilais le latin langue fl exionnelle a deacuteveloppeacute des preacutesentatifs dits lsquofl eacutechisrsquo7 eccum

eccam eccistam eccillud etc qui srsquoaccordent en genre et en nombre avec le reacutefeacuterent

et une agglutination particuliegravere eccerē laquo Voilagrave crsquoest fait raquo Toutefois ces formes lsquofl eacute-

2 Cf Julia (2013)3 Cf Saunier (1996)4 Cf Morel (1992)5 Cf Julia (2013)6 Iliescu (2008 2010) eacutetudie les deux preacutesentatifs du roumain7 On admet que ces formes sont issues de lrsquoagglutination de ecce et drsquoun deacutemonstratif hum

ham etc

JULIA

117

chiesrsquo ne fonctionnent pas tout agrave fait comme la forme de base ecce8 La morphologie

semble avoir eu une incidence sur la syntaxe des preacutesentatifs

3 Deuxiegraveme paramegravetre la syntaxe

31 Des proprieacuteteacutes syntaxiques communes

Les preacutesentatifs franccedilais et latins partagent eacutegalement des proprieacuteteacutes syntaxiques

semblables une certaine mobiliteacute dans lrsquoeacutenonceacute lrsquoimpossibiliteacute drsquoecirctre nieacutes en dehors

des phrases interrogatives agrave valeur rheacutetorique en franccedilais (ne voilagrave-t-il pas que )

ainsi que la capaciteacute agrave remplir une fonction preacutedicative par eux-mecircmes En latin lrsquoeacuteleacute-

ment nominal preacutesenteacute par ecce se trouve agrave lrsquoaccusatif (en latin archaiumlque et classique)

ou au nominatif (agrave partir du latin classique) Le fait que le lsquoreacutegimersquo du preacutesentatif

puisse ecirctre soit agrave lrsquoaccusatif soit au nominatif en latin classique montre que le mot

nrsquoeacutetait plus senti comme une forme verbale tout comme en franccedilais voicivoilagrave nrsquoest

plus senti comme reposant sur une forme du verbe laquo voir raquo Ni lrsquoun ni lrsquoautre cas en

latin ne se justifi e aiseacutement Faut-il parler drsquoun accusatif exclamatif drsquoun accusatif de

lrsquoobjet direct comme on lrsquoa fait pour voici voilagrave parfois consideacutereacutes comme des verbes

agrave part entiegravere (Moignet (1969)) Une perspective uniquement syntaxique se reacutevegravele

dans tous les cas insuffi sante

32 Positions syntaxiques occupeacutees par les preacutesentatifs

Le preacutesentatif latin comme franccedilais peut occuper trois positions syntaxiques dans

la proposition comme illustreacute en (2) lrsquoanteacuteposition (a) la position inteacutegreacutee agrave la struc-

ture preacutedicative (b) et la postposition (c) mais il preacutecegravede toujours son lsquoreacutegimersquo de

maniegravere attendue puisqursquoil le preacute-sente ndash laquo est devant raquo agrave une exception pregraves en latin

comme dans lrsquoexemple (d) le pronom personnel enclitique preacutecegravede en franccedilais le

preacutesentatif alors qursquoen latin le preacutesentatif preacutecegravede toujours le pronom

(2)a Voilagrave crsquoest lui que jrsquoaime je veux lrsquoeacutepouser (An Antigone)

Ecce autem perii (Pl Most 660) ldquo Voilagrave je suis mort rdquo

Em accipetrina haec nunc erit (Pl Bacch 274) ldquo Voilagrave crsquoest le coup de lrsquoeacutepervier main-

tenant rdquo

(2)b Voilagrave ce qursquoelle me dira ta megravere lagrave-haut quand jrsquoy monterai (An Antigone)

Ecce nos tibi oboedientes (Pl Mil 610) ldquo Nous voilagrave precircts agrave trsquoobeacuteir rdquo

Em cui te et tua quae tu habeas commendes uiro (Pl Merc 620) ldquo Voilagrave lrsquohomme agrave qui tu

confi es ta personne et tout ce que tu as rdquo

(2)c Jrsquoai promis agrave sa pauvre megravere que jrsquoen ferais une honnecircte fi lle et voilagrave (An Antigone)

Assum apud te eccum (Pl Poen 279) ldquo Je suis agrave cocircteacute de toi voilagrave rdquo aucun em postposeacute

(2)d Ecce hominem te Stasime nihilltigt (Pl Trin 1013) ldquo Te voilagrave Stasime un propre

agrave rien rdquo

8 Pour le latin archaiumlque cf Touratier (1994) pour le latin post-classique cf Cuzzolin (1998)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

118

33 Un mecircme eacutelargissement des constructions syntaxiques

En franccedilais comme en latin on observe un mecircme eacutelargissement des constructions

syntaxiques dans les deux langues le preacutesentatif a cesseacute de reacutefeacuterer exclusivement au

lieu de lrsquoeacutenonciation pour devenir eacutegalement preacutesentatif de narration et preacutesentatif

textuel Oppermann-Marsaux (2006) a lieacute le changement formel du preacutesentatif agrave une

extension de ses emplois Il semblerait que ce soit eacutegalement le cas en latin par rap-

port agrave ecce les formes eccum eccam srsquoaccompagnent drsquoune extension des emplois

Tout drsquoabord les preacutesentatifs entrent dans la construction de tours simples et com-

plexes En franccedilais (Riegel et al (2009)) comme en latin les preacutesentatifs ne sont pas

reacuteserveacutes agrave des phrases nominales comme Le voici Voici le facteur (Delahaie (2009))

mais peuvent aussi introduire des propositions subordonneacutees en particulier des rela-

tives ou des phrases entiegraveres avec un noyau verbal indeacutependant Le classement des

tours simples et complexes constitueacutes drsquoun preacutesentatif ici preacutesenteacute suit le classement

de Hache (2006)

En preacutedication simple et en emploi isoleacute le preacutesentatif forme agrave lui seul un eacutenonceacute

qui constitue soit la reacuteponse agrave une question soit une intervention spontaneacutee drsquoun

locuteur Cet emploi offre une particulariteacute inteacuteressante les preacutesentatifs latins ou

franccedilais nrsquoont pas de valeur deacutemonstrative seulement une valeur confi rmative

(3)a LrsquoHocirctesse en dehors- Voilagrave voilagrave (D Antony III 7)

(3)b De Atque audin etiam Li Ecce (Pl As 109) ldquo Deacutemeacutenegravete- Ah encore un mot

Liban- Voilagrave rdquo

Toujours en preacutedication simple le preacutesentatif est souvent suivi drsquoun pronom drsquoun

nom propre ou drsquoun substantif deacutesignant une personne son statut familial ou sa fonc-

tion (appellatifs etc)

ndash en reacutefeacuterence exophorique avec une valeur deacuteictique souvent en clocircture de scegravene

(4)a Argan- Ah Voici Monsieur Purgon (M Le Malade imaginaire III 5)

(4)b Sed Toxili puerum Paegnium eccum (Pl Pers 271-272) ldquo Mais voici Peacutegnion lrsquoes-

clave de Toxile rdquo

ndash ou en valeur endophorique le preacutesentatif possegravede alors une valeur cataphorique (5) ou

anaphorique (6 exemples dans lesquels fabulam et lrsquohistoire se reacutepondent parfaitement)

(5)a Leacutelie- Eacutecoute donc voici bien le meilleur La lettre que je dis a donc eacuteteacute remise

(M LrsquoEtourdi ou les contre-temps I 11)

(5)b Em mater mea Tibi rem potiorem uerbo clamat parturit (Pl Aul 692-693) ldquo Voi-

ci ma megravere un fait qui en dit plus que toute parole elle crie elle enfante rdquo

(6)a Voilagrave lrsquohistoire en gros (hellip) (M LrsquoEacutetourdi ou les Contre-temps IV 1)

(6)b Em tibi omnem fabulam ldquoVoilagrave toute la comeacutedierdquo (Pl Pseud 754)

Les preacutesentatifs franccedilais et latins peuvent aussi introduire des eacuteleacutements nominaux

qui prennent la forme drsquoune proposition subordonneacutee compleacutetive conjonctive ou rela-

tive substantive fr voilagrave qui est fait voici qursquoil entre lat eccum qui ex incerto faciet mihi ldquo Voici celui qui va me tirer drsquoembarras rdquo (Pl Pseud 965) Mais on ne trouve pas

JULIA

119

en latin drsquoexemple ougrave le preacutesentatif fonctionne comme pivot verbal drsquoune subordon-

neacutee relative comme en franccedilais le livre que voici

Fr voicivoilagrave peuvent eacutegalement ecirctre suivis drsquoun infi nitif comme peut-ecirctre des

preacutesentatifs lsquofl eacutechisrsquo du latin

(7)a Voici venir Ascagne (M Deacutepit amoureux V 7)

(7)b Sed generum nostrum ire eccillum uideo (Pl Trin 622) ldquo Mais je vois voici lagrave-bas

venir notre gendre rdquo

Le preacutesentatif franccedilais comme latin entrent enfi n dans des constructions agrave double

preacutedication lrsquoune avec lrsquoattribut de lrsquoobjet et la seconde avec la proposition relative

ndash dans la seacutequence preacutesentatif + nompronom + adjectifgroupe nominal il faut distinguer

les occurrences ougrave lrsquoadjectif est attribut de celles ougrave il est eacutepithegravete ou apposeacute dans le

premier cas la structure implique deux preacutedicats contre un seul dans la seconde

(8)a Me voici un vrai militaire (St La Chartreuse de Parme I 3)

(8)b Ecce me nullum senem (Pl Cas 305) ldquo Me voici un pauvre vieillard rdquo

ndash en revanche la seacutequence preacutesentatif + nompronom + pronom attesteacutee en franccedilais et en

latin ne forme pas un double preacutedicat

(9)a Voilagrave Toinette elle-mecircme (M Le Malade imaginaire III 8)

(9)b Atque eccum ipsum hominem (Pl Men 898) ldquo Et voilagrave lrsquohomme lui-mecircme rdquo

Dans la double preacutedication avec lrsquoattribut de lrsquoobjet le latin se distingue du fran-

ccedilais par une structure originale Le preacutesentatif lsquofl eacutechirsquo peut deacuteterminer non pas toute

la proposition mais seulement lrsquoattribut de lrsquoobjet et lrsquoobjet

(10) Habeo eccillam meam clientam meretricem adulescentulam (Pl Mil 789) ldquo Jrsquoai la

voici pour cliente une courtisane encore toute jeunette rdquo

Quand les preacutesentatifs entrent en correacutelation avec les outils relatifs ils permettent

de former des phrases dont un eacuteleacutement nominal pronominal adverbial est extrait

pour ecirctre mis en relief fr Le voicivoilagrave qui arrive en regard de la phrase sans mise

en relief Il arrive Il faut distinguer deux cas lorsque la proposition relative est inteacute-

greacutee agrave la structure preacutesentative (Hache (2006))

ndash quand la relative exerce une fonction appositive ou eacutepithegravete il nrsquoy a pas de double preacutedi-

cat

(11)a Voilagrave une femme qui mrsquoaime (M Le Malade imaginaire II 6)

(11)b Eccum quem quaerebam (Pl Curc 610) ldquo Voici celui que je cherchais rdquo

ndash quand la relative exerce une fonction attributive il y a une double preacutedication

(11)d Voilagrave un doigt qui sait tout qui me dira si vous mentez (M Le Malade imaginaire

II 8)

(11)e Sed eccum parasitum quoius mihi auxilio est opus (Pl Persa 83) ldquo Mais voici mon

parasite dont le secours mrsquoest neacutecessaire rdquo

CILPR 2013 ndash SECTION 2

120

Comme avec lrsquoattribut de lrsquoobjet sous forme nominale on rencontre en latin la

structure particuliegravere verbe + preacutesentatif + relative attributive

(12) Video eccum qui ltagtmans tutorem med optaultit sugtis bonis (Pl Truc 859) ldquo Je

vois le voici celui qui par amour de moi mrsquoa choisie pour geacuterer la tutelle de ses biens rdquo

Les preacutesentatifs du franccedilais peuvent aussi introduire dans divers types de phrases

des compleacutements circonstanciels Il a deacutemeacutenageacute voicivoilagrave cinq ans VoiciVoilagrave cinq ans qursquoil a deacutemeacutenageacute Ce cas de fi gure ne se rencontre pas en latin En revanche

en latin on relegraveve de nombreuses occurrences dans lesquelles le preacutesentatif est suivi

drsquoune preacutedication en proposition indeacutependante sans qursquoon sache veacuteritablement la

deacutelimiter Faut-il ou non consideacuterer qursquoil y a deux eacutenonceacutes le premier constitueacute du

preacutesentatif le second de la proposition preacutedicative La question est complexe car

le latin a pour originaliteacute de pouvoir inteacutegrer syntaxiquement le preacutesentatif dans une

proposition preacutedicative ougrave il joue le rocircle de sujet ou de compleacutement drsquoobjet direct du

preacutedicat verbal De fait rien ne seacutepare syntaxiquement le preacutesentatif de la proposi-

tion preacutedicative qui lui succegravede Mais inversement aucun morphegraveme conjonctif ou

autre ne lie formellement la proposition preacutedicative au preacutesentatif En (13) le mecircme

eacutediteur A Ernout (Les Belles Lettres Paris) ne seacutepare pas le preacutesentatif de la pro-

position preacutedicative dans le premier exemple alors qursquoil le fait dans le second agrave lrsquoaide

drsquoune virgule sa traduction teacutemoigne eacutegalement de lrsquoambiguiumlteacute que nous observons

(13)a Em ista uirtus est quando usust qui malum fert fortiter (Pl As 322) ldquoVoilagrave le vrai

courage que de savoir quand neacutecessaire braver bravement la souffrance rdquo (traduction A

Ernout)

(13)b Em accipetrina haec nunc erit (Pl Bacch 274) ldquo Tu vas voir maintenant crsquoest le

coup de lrsquoeacutepervie rdquo (traduction A Ernout)

On ignore donc si une seacutequence comme (14) eacutetait prononceacutee drsquoun seul trait ou

non Ecc(e) Apollo mihi ex oraclo imperat ou Ecce Apollo mihi ex oraclo imperat

(14) Ecce Apollo mihi ex oraclo imperat Vt ego illic oculos exuram lampadibus ardenti-bus (Pl Men 841-842) ldquo Voilagrave Apollon Voilagrave [qursquo]Apollon par son oracle mrsquoordonne de lui

brucircler les yeux avec des torches enfl ammeacutees rdquo

Plus encore que faire des occurrences ougrave le preacutesentatif lsquofl eacutechirsquo morphologique-

ment agrave lrsquoaccusatif joue apparemment le rocircle du sujet du preacutedicat verbal comme en

(15) Le recours agrave une phrase cliveacutee dans la traduction eacutelude la diffi culteacute sans la

reacutesoudre

(15) Sed eccum incedit (Pl Poen 470) ldquo Mais le voici qui srsquoavance rdquo ou ldquo Mais le voici

il srsquoavance rdquo

Cette seconde approche a permis de constater que ecce et em voici voilagrave ne par-

tageaient pas les mecircmes constructions syntaxiques Le tableau suivant reacutesume les

similitudes et les diffeacuterences

JULIA

121

Structures syntaxiques

preacutesentativesLatin Franccedilais

Preacute

dic

ati

on

s si

mp

les

Emploi isoleacuteEcce eccum em eccere en

Voilagrave

Avec un nom un GN ou

un pronom

Ecce me eccum ecca eccos eccas ecca eccil-lum eccistum eccistam ecce odium meum em pateram en Priamus

Metenousvouslelalesen voici mete nousvouslelalesen voilagrave voici le facteur voilagrave le facteur voilagrave tout

Avec un pronom et un

nom En voilagrave des maniegraveres

Avec deux pronoms Nous y voici nous y voilagrave

Avec un adverbe Em sicVoilagrave pourquoi voilagrave comment

Avec une proposition

subordonneacutee agrave statut

nominal compleacutetive

conjonctive ou relative

substantive

Eccum qui ex incerto faciet mihi Eccere autem quem conuenire maxime cupiebam En qui nostra sibi bello conubia poscunt

Ecce autem perii Em sapis sane eccum incedit Eccere autem capite nutat Em rursum nunc nugas agis

Voici qui est fait voici qursquoil entre voilagrave qui est fait voilagrave qursquoil entre

Avec une proposition

interrogative indirecte Voilagrave pourquoi votre fi lle

est muette

Avec une exclamative Comme vous voilagrave bacircti

Avec un infi nitif Ire eccillumVoici venir voilagrave trop

causer

Avec une forme verbale

conjugueacutee agrave un mode per-

sonnel ou avec omission

de la copule

Amphitruo eccum exit foras eccum uideo eccam attuli Em tibi adsunt en supplex uenio

Intus eccum fratrem ger-manum tuum

CILPR 2013 ndash SECTION 2

122

Structures syntaxiques

preacutesentativesLatin Franccedilais

Preacute

dic

ati

on

s d

ou

ble

s

Avec attribut de lrsquoobjet

Ecce me nullum senem Saluam eccam Habeo eccillam meam clientam Em tibi rem potiorem uerbo En ego uicta situ

Me voici un vrai militaire

Avec une proposition rela-

tive agrave fonction attributive

Eccum quem quaerebam Em quoi decem talenta dotis detuli

Voilagrave un doigt qui sait tout

Avec une proposition rela-

tive non restrictive (lsquoCRPrsquo

Lambrecht)

(eccum incedit)Le voici qui srsquoavance voilagrave le facteur qui arrive voilagrave longtemps que

Formant le noyau drsquoune

proposition relative Le moi que voici la sotte

musique que voilagrave

4 Troisiegraveme paramegravetre les valeurs seacutemantico-reacutefeacuterentielles et

eacutenonciatives

Les valeurs seacutemantico-reacutefeacuterentielles et eacutenonciatives se recoupent presque totale-

ment entre le franccedilais9 et le latin10 Dans les deux langues les preacutesentatifs remplissent

un emploi deacuteictique exophorique (16) peuvent servir de lsquosignal discursifrsquo au sens de

Cesare (2011) ou bien remplir un emploi textuel ou lsquoDiscourse deicticrsquo (Plaucheacute Ber-

gen (2001) (17) ou un emploi propositionnel ou eacuteveacutenementiel appeleacute parfois narratif

sans preacutedicat verbal (18 (a et b)) ou avec preacutedicat verbal (18 (c agrave f)) ou bien encore un

emploi pragmaticaliseacute (19)

(16)a Me voici (M Les Fourberies de Scapin II 7)

(16)b Ecce me (Pl Mil 663) ldquo Me voici rdquo

(16)c Ah Te voilagrave (M George Dandin ou le mari confondu III 3)

(17)a Voilagrave ce que jrsquoavois agrave vous faire savoir (M LrsquoEacutecole des maris II 2)

(17)b Em tibi omnem fabulam (Pl Pseud 754) ldquo Voilagrave toute la comeacutedie rdquo

(18)a Voilagrave une eacutetrange folie (M Meacutedecin malgreacute lui I 4)

(18)b Ecce Gripi scelera (Pl Rud 1178) ldquo Voici les folies de Gripus rdquo

9 Les valeurs eacutenonciatives de voicivoilagrave ont eacuteteacute deacutecrites dans le theacuteacirctre franccedilais par Deacutetrie (2001) Gaudin (2005) et Narjoux (2003)

10 Dionisotti (2007) attribue une liste impressionnante de valeurs eacutenonciatives agrave ecce Lrsquoeacutetude de Roseacuten (1998) porte avant tout sur les phrases preacutesentatives agrave valeur existentielle ou drsquoiden-tifi cation

JULIA

123

(18)c Voilagrave ma fi lle qui parle (M Le Meacutedecin malgreacute lui III 6)

(18)d Em cui te et tua quae tu habeas commendes uiro (Pl Merc 702) ldquo Voilagrave lrsquohomme agrave

qui on confi e sa personne et ce qursquoon a rdquo

(18)e Voilagrave ce que jrsquoavois agrave vous faire savoir (M LrsquoEcole des maris II 2)

(18)f Em istuc rectius (Pl Epid 553) ldquo Voilagrave qui est mieux dit encore rdquo

(19)a Voicy jrsquoay trouveacute un bon moyen pour nous venger de luy le mieux du monde (P de

Larivey Les Comeacutedies facecieuses Les Escolliers V 2)

(19)b Voila ceste breneuse de ma femme voudroit ce croyie faire ainsi (P de Larivey

Les Comeacutedies facecieuses Les Escolliers II 1)

(19)c Em tibi imperatumst (Pl Most 313) ldquo Voilagrave tu sais ce que tu as agrave faire rdquo

En emploi grammaticaliseacute le preacutesentatif peut marquer

ndash la clocircture

(19)d Sabot encore prononccedila lsquoVoilagrave voilagraversquo puis se tut (Maupassant Contes et nou-velles laquo La confession de Theacuteodule Sabot raquo)

(19)e St Lesbonicum suam sororem despondisse em hoc modo (Pl Trin 603) ldquo Stasime-

Que Lesbonicus a fi anceacute sa sœur Voilagrave voilagrave rdquo

ndash le consensus

(19)f Par ici monsieur le sergent par ici cria lrsquoouvreuse - Voilagrave voilagrave voilagrave (Dumas

Pegravere Le Capitaine Pamphile VIII)

(19)g Si Vorte ergo umerum ltPsgt Em (Pl Pseud 1318-1319) ldquo Simon- Tourne donc

ton eacutepaule Pseudolus- Voilagrave rdquo

ndash le dissensus

(19)h Elle mrsquointerrompt en geacutemissant - lsquoVoilagrave voilagrave tu te moques encore de moi je ne

voulais pas trsquoeacutecrire tu es sans cœurrsquo (Colette Claudine agrave lrsquoeacutecole)

(19)i Em istucinest operam dare Bonum sodalem (Pl Merc 620-622) ldquo Voilagrave est-ce

ainsi qursquoon sert fi degravelement un ami rdquo (traduction A Ernout)

ndash la conclusion (cf Pl Persa 701-705)

La grammaticalisation du preacutesentatif avec un datif eacutethique latin ecce tibi ou em tibi et ancien-franccedilais es vos (E Oppermann-Marsaux (2006) et D Petit (2010a)) per-

met drsquoarticuler lrsquouniteacute de tous ces emplois autour de la personne de lrsquointerlocuteur La

preacutesentation quelle que soit sa nature est neacutecessairement tourneacutee vers lrsquointerlocuteur

5 Exemple Voici lrsquohomme Ecce homo

Lrsquoanalyse drsquoune seule locution biblique ceacutelegravebre en franccedilais et en latin montrera

combien il est en fait diffi cile de comparer les preacutesentatifs drsquoune langue agrave lrsquoautre lat

ecce homo canoniquement traduit par laquo Voici lrsquohomme raquo Autant nous avons vu que

ecce et voicivoilagrave partageaient des traits syntaxiques et seacutemantico-fonctionnels com-

muns autant il est diffi cile parfois de reconnaicirctre exactement la valeur du preacutesentatif

diffi culteacute qui peut poser problegraveme au traducteur

CILPR 2013 ndash SECTION 2

124

Pour signifi er laquo voici lrsquohomme raquo Plaute dit em hominem et Peacutetrone ēn homo

(20)a Em tibi hominem (Pl Asin 880) ldquo Voici (pour toi) lrsquohomme rdquo

(20)b En homo quemadmodum natat (Petron 115 10) ldquoVoici lrsquohomme comment il

patauge rdquo

Or la freacutequence de ecce en tant que preacutesentatif deacuteictique chute fortement degraves

lrsquoeacutepoque de Ciceacuteron agrave lrsquoavantage de ēn Crsquoest drsquoailleurs ēn qui est employeacute comme

preacutesentatif deacuteictique dans la Vulgate (par exemple Vulgate Juges 8 15) Quand Pilate

prononce le premier ecce (22 (a)) Jeacutesus nrsquoest pas encore visible par la foule il ne

srsquoagit pas drsquoun preacutesentatif deacuteictique mais drsquoun preacutesentatif ayant un rapport eacutetroit avec

lrsquoeacutenonciation il est tout agrave fait possible de lui superposer sur le plan interpreacutetatif une

valeur anaphorique situationnelle signifi ant laquo voilagrave celui que vous reacuteclamiez je vous

lrsquoamegravene raquo Cet eacutenonceacute reprend presque mot pour mot un eacutenonceacute preacuteceacutedent de Pilate

(22 (b)) qui par le biais drsquoun eacutegocentrage explicite traduisait un deacutegagement fort du

locuteur

(21)a exiit iterum Pilatus foras et dicit eis ecce adduco uobis eum foras ut cognoscatis quia in eo nullam causam inuenio (Exiuit ergo Iesus portans coronam spineam et purpureum uestimentum) Et dicit eis ecce homo (Vulgate Eacutevangile saint Jean 19 4-5)

ldquo Pilate sortit de nouveau et leur dit Voilagrave je vous lrsquoamegravene dehors afi n que vous sachiez

que je ne trouve en lui aucun crime (Jeacutesus sortit donc portant la couronne drsquoeacutepines et le

manteau de pourpre) Et Pilate leur dit VoiciVoilagrave lrsquohomme rdquo

(21)b dicit eis ego nullam inuenio in eo causam (Vulgate Eacutevangile saint Jean 18 38)

ldquo Il leur dit lsquoMoi je ne trouve en lui aucun motif de condamnationrsquo rdquo

Le premier ecce traduit une attitude eacutenonciative consensuelle avec les interlocu-

teurs sur lrsquoobjet du discours ndash faire sortir Jeacutesus du preacutetoire ougrave les Juifs nrsquoentrent pas

par crainte de souillure ndash lrsquoeacutegocentrage eacutetant explicite et donc susceptible de reacuteac-

tions fortes des interlocuteurs Crsquoest le cas puisque la foule reacuteclame encore plus fort la

mise agrave mort de Jeacutesus Aussi Pilate emploie-t-il un second ecce qui nous semble pou-

voir ecirctre tout aussi consensuel que le premier le locuteur invite ainsi lrsquointerlocuteur

agrave partager lrsquoinfeacuterence tireacutee de lrsquoobservation Le paradoxe de cette valeur repreacutesenta-

tive-eacutenonciative est qursquoelle opegravere de maniegravere masqueacutee lrsquoobjet du discours paraicirct ecirctre

preacutesenteacute de maniegravere objective ce qui explique peut-ecirctre la traduction canonique de

laquo Voici lrsquohomme raquo mais crsquoest estomper lrsquoorigine eacutenonciative du locuteur qui ne veut

pas condamner lui-mecircme Jeacutesus Pilate nrsquoa pas agrave preacutesenter Jeacutesus que la foule connaicirct

mais preacutesente avec ecce lrsquoerreur des Juifs mise en relief par la co-observation du locu-

teur et des interlocuteurs Crsquoest pourquoi nous suggeacuterons de traduire ecce homo par

laquo Voilagrave lrsquohomme raquo autrement dit laquo Voilagrave ce que vous voulez lrsquohomme raquo

JULIA

125

6 Conclusion

Le but de cet article eacutetait drsquoune part de reacutehabiliter des lsquopetits motsrsquo des mal-aimeacutes

dans la tradition classique pourtant si freacutequents dans le dialogue et drsquoautre part de

montrer sur le modegravele de ce qui a deacutejagrave eacuteteacute fait au sujet des preacutesentatifs franccedilais la

richesse de leurs emplois Loin drsquoavoir une simple fonction phatique les preacutesentatifs

comme lrsquoeacutecrit tregraves justement Rabatel (2001) laquo manifestent une force argumentative

indirecte redoutable raquo

Lyceacutee Henri IV (Paris)

amp Centre Alfred Ernout (Paris-Sorbonne) Marie-Ange JULIA

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127

Verbes impersonnels et introducteurs de rhegravemes en latin et

en roman

1 La construction impersonnelle et la perspective fonctionnelle de

la phrase

La perspective fonctionnelle (ou communicative) de la phrase et lrsquoordre de ses

constituants sont deux probleacutematiques qui se rencontrent neacutecessairement un de leurs

points drsquointersection est reacuteveacuteleacute par lrsquoeacutetude de la construction dite lsquoimpersonnellersquo et

de ses diverses varieacuteteacutes En effet le terme lsquoimpersonnelrsquo recouvre dans lrsquousage cou-

rant des confi gurations morpho-syntaxiques assez diffeacuterentes qui ont cependant

pour trait commun une sorte de deacutefection vis-agrave-vis de la cateacutegorie de la personne ver-

bale une cateacutegorie qui se vide ici pour ainsi dire de ses possibiliteacutes de commutation

Par ce biais la question de lrsquoimpersonnel se lie naturellement agrave celle du sujet actant

preacutesupposeacute par tous les autres actants chaque fois que la personne verbale fonctionne

normalement Il nrsquoest donc pas eacutetonnant que le comportement lsquounipersonnelrsquo des

verbes nrsquoait pas cesseacute drsquointriguer les grammairiens il est bien naturel aussi que le

pheacutenomegravene trouve diffi cilement le cadre approprieacute agrave son traitement sans parler des

tacirctonnements de la terminologie

La notion de sujet neacutecessairement lieacutee agrave celle de preacutedicat renvoie agrave un fonction-

nement de la langue qui porte lrsquoempreinte de la logique cependant le jeu du preacutedicat

du sujet et des compleacutements traduit en mecircme temps la viseacutee communicative du mes-

sage puisque lrsquoarrangement et le traitement prosodique de ces constituants doivent

creacuteer une structure pragmatique adapteacutee aux besoins du contexte discursif et de la

situation Cette double deacutetermination de la phrase nrsquoa pas eacutechappeacute aux linguistes de

la fi n du XIXe siegravecle qui srsquoapprochent du problegraveme avec une intuition psychologique

chez Hermann Paul (19205 124 premiegravere eacuted 1880) lsquosujet psychologiquersquo et lsquopreacutedicat

psychologiquersquo apparaissent avec un sens voisin de celui que nous donnons agrave lsquothegravemersquo et

agrave lsquorhegravemersquo et le mecircme Hermann Paul constate que le sujet lsquogrammaticalrsquo et le sujet dit

lsquopsychologiquersquo ne peuvent pas coiumlncider dans les phrases lsquoimpersonnellesrsquo du type fr

il gegravele all es regnet (ibid 131-133) Dans la linguistique psychologique classique pour

ainsi dire Albert Sechehaye (1926 148) enregistre le mecircme divorce des deux lsquosujetsrsquo

pour le type de phrase fr il vient un homme en affi rmant que le verbe impersonnel il

Travail reacutealiseacute avec le soutien fi nancier du Fonds National Hongrois pour les Recherches Scientifi ques OTKA K 81913

CILPR 2013 ndash SECTION 2

128

vient se comporte comme le laquo support psychologique de ce qui suit raquo Par lagrave nous arri-

vons au cœur de notre probleacutematique en effet nous pouvons reconnaicirctre le siegravege de

lrsquoinformation essentielle ndash crsquoest-agrave-dire le rhegraveme ndash dans la deuxiegraveme partie de la phrase

(un homme) la lsquorheacutematisationrsquo de ce groupe nominal a eacuteteacute expresseacutement signaleacutee

par une forme verbale un lsquointroducteur de rhegravemersquo Le proceacutedeacute transformationnel qui

aboutit au type de phrase il vient un homme a ainsi pour but une lsquorheacutematisation fortersquo

ou autrement dit une lsquomise en relief non contrastiversquo (la lsquomise en relief contrastiversquo

eacutetant reacutealiseacutee par la structure fr crsquoest un homme qui vient)1

Nous devons donc admettre qursquoil existe dans le franccedilais ndash et dans les autres lan-

gues romanes aussi ndash des structures qui expriment la perspective communicative

de la phrase drsquoune maniegravere tregraves directe pour ainsi dire au deacutetriment de la liaison

logique entre un sujet et un preacutedicat La combinaison du verbe qui nrsquoa pas de sujet

proprement dit et du groupe nominal qui srsquoy rattache fait partie naturellement drsquoun

ensemble plus vaste de phrases lsquonon canoniquesrsquo2 ougrave nous trouvons eacutegalement les

structures avec adverbe preacutesentatif (fr voici voilagrave + GN it ecco + GN) et toutes ces

constructions sont apparenteacutees au type de phrases qui tout en conservant un sujet

au sens ordinaire du terme utilisent ce sujet drsquoune maniegravere insolite en le postposant

au verbe dans des langues qui se caracteacuterisent par un ordre fondamental SV Cette

sorte drsquoinversion traduit certains besoins pragmatiques il peut srsquoagir du remplissage

de cadres preacuteeacutetablis (listes comme dans le reportage drsquoun deacutefi leacute arrive le groupe X

arrive le groupe Y indications sceacuteniques entre le roi3 cf roum urmează o pauză)

ou de lrsquoannonce de quelque chose drsquoimpreacutevu (et soudain apparaicirct X) drsquoune maniegravere

plus geacuteneacuterale cet ordre est apte agrave la rheacutematisation drsquoun GN apregraves un verbe intransitif4

(it egrave scoppiata la rivoluzione exemple de Salvi Vanelli 2004 34 esp prosperan los negocios exemple de Gili y Gaya 1968 92) Nous arrivons ainsi agrave un problegraveme de

seacutemantique est-il possible de preacutevoir dans les langues romanes certaines sphegraveres

seacutemantiques qui preacutedisposent les locuteurs agrave choisir la construction impersonnelle

1 Dans le cadre de cette contribution nous nous inteacuteressons uniquement aux phrases lsquoimper-sonnellesrsquo contenant un lsquorhegravemersquo proprement dit donc nous faisons abstraction du type lsquomeacuteteacuteorologiquersquo fr il gegravele (verbe lsquoavalentrsquo ou lsquosans actantrsquo selon la terminologie de Tesniegravere (1959 239-240)) Pour quelques indications concernant lrsquohistoire du problegraveme de lrsquoimperson-nel dans la grammaire franccedilaise cf Kiss (1987 62-66)

2 Pour la notion de lsquophrase canoniquersquo ou lsquoscheacutema structurel de basersquo voir Riegel Pellat Rioul (20097 211-212)

3 Agrave propos de ce type citons la formulation de Riegel Pellat Rioul (20097 258) il srsquoagit de verbes qui laquo indiquent lrsquoentreacutee ou la persistance dans lrsquounivers de discours du reacutefeacuterent de leur sujet nominal raquo

4 Pour Sechehaye (1926 147) lrsquoancien ordre vient un homme a subsisteacute en franccedilais laquo pour mar-quer que le terme substantif eacutetait le veacuteritable preacutedicat de lrsquoeacutenonceacute raquo Wartburg et Zumthor (19582 193) srsquoinspirent de cette deacutefi nition lorsqursquoils affi rment laquo le propre [hellip] de la construc-tion impersonnelle par rapport agrave la personnelle est de transformer le sujet en preacutedicat raquo

KISS

129

2 Problegravemes seacutemantiques

Drsquoune maniegravere geacuteneacuterale on dira que les expressions impersonnelles introduisant

un rhegraveme tracent un cadre dans lequel vient prendre place lrsquoinformation centrale

Il est normal de supposer que ce lsquocadrersquo se comporte comme une lsquoannoncersquo suivie

drsquoun constituant au seacutemantisme plus particulier en rapport avec la situation et lrsquouni-

vers discursif qui sont communs aux participants de la communication En effet on

constate empiriquement que les lsquointroducteurs de rhegravemesrsquo sont tregraves souvent porteurs

drsquoune signifi cation verbale fondamentale existence ou non-existence drsquoun reacutefeacuterent

(personne chose ou eacuteveacutenement) modaliteacute deacuteontique ou potentielle (crsquoest-agrave-dire ren-

voi agrave des lsquomondes alternatifsrsquo) appreacuteciation modale ou sentimentale La reacutealisation

syntaxique de la relation entre introducteur et rhegraveme est variable elle couvre une

large gamme impliquant des phrases lsquonon canoniquesrsquo ainsi que des propositions

infi nitives et des subordonneacutees verbales de type compleacutetif deacutependant drsquoexpressions

impersonnelles5 Nous pouvons enregistrer ainsi les constructions speacutecifi ques fi geacutees

que les langues romanes ndash et deacutejagrave le latin tardif ndash ont deacuteveloppeacutees pour marquer lrsquoexis-

tence par geacuteneacuteralisation du sujet suivie de son abolition lat habet gt fr (il y) a esp

hay ajoutons lrsquoexpression eacutegalement speacutecifi que qui leur correspond en lrsquoitalien mais

qui traite le sujet drsquoune maniegravere moins radicale pour ainsi dire lrsquoaccord en nombre

eacutetant conserveacute it crsquoegrave un uomo ci sono uomini Le latin classique connaicirct lui-mecircme

lrsquoannonce drsquoun lsquoeacuteveacutenementrsquo ou drsquoun lsquoeacutetat de chosesrsquo agrave lrsquoaide drsquoexpressions typiques

utilisant une 3e personne seacutemantiquement speacutecialiseacutee dont deacutepend une preacutetendue

lsquosubordonneacutee conseacutecutiversquo fi t ut accidit ut epistulam scribam ldquo il arrive que jrsquoeacutecrive

une lettre rdquo ajoutons pour une sorte de mise en relief de lrsquolsquoexistencersquo la structure

relative sunt qui scribant ldquo il y en a qui eacutecrivent rdquo Dans les phrases gouverneacutees par des

verbes impersonnels lrsquoexpression de la modaliteacute deacuteontique se reacutealise le plus souvent

agrave lrsquoaide drsquoune combinaison qui comporte un infi nitif ou une subordonneacutee compleacutetive

ce qui rend plus manifeste encore la bipartition de la structure un syntagme initial

(lsquointroducteur de rhegravemersquo) doteacute drsquoun seacutemantisme lsquofondamentalrsquo comme la lsquoneacutecessiteacutersquo

se trouve suivi par un point drsquoaboutissement (lsquorhegravemersquo) repreacutesentant la veacuteritable nou-

veauteacute du message Ainsi avons-nous en franccedilais ndash agrave cocircteacute de la structure il faut + GN

ndash les seacutequences il faut + lsquoinfi nitifrsquo et il faut que + lsquosubordonneacuteersquo Derriegravere la varieacuteteacute

du mateacuteriel que nous offrent ici les langues romanes on deacutecouvre la permanence du

besoin des vocables anciens peuvent se perdre mais la langue forge des outils nou-

veaux qui les remplacent en ayant recours notamment agrave des verbes qui se precirctent agrave

une speacutecialisation seacutemantique dans le domaine en question Si le verbe impersonnel

oportet lexegraveme drsquoimportance centrale pour lrsquoexpression de la lsquoneacutecessiteacutersquo en latin ne

survit pas dans la plupart des idiomes romans fallere se tient precirct pour entrer dans

ce champ seacutemantique en franccedilais au prix de la bifurcation morpho-seacutemantique qursquoon

5 Les verbes qui participent agrave ces expressions impersonnelles ne sont geacuteneacuteralement pas des verbes lsquoessentiellement impersonnelsrsquo ils sont exclus de la commutation des personnes ver-bales preacuteciseacutement dans le type drsquoemploi que nous appelons lsquointroducteur de rhegravemersquo

CILPR 2013 ndash SECTION 2

130

lui connaicirct6 on peut ajouter uelle apparaissant dans lrsquoexpression impersonnelle it ci vuole ldquo il faut rdquo ldquo il est neacutecessaire rdquo Ce va-et-vient lexical peut conduire agrave la naissance

de nouveaux paradigmes verbaux appartenant au vocabulaire fondamental des lan-

gues crsquoest le cas de falloir mais aussi de estovoir7 usuel en ancien-franccedilais lrsquoapport

eacutetranger joue eacutegalement un rocircle (it bisogna roum trebuie attribueacutes respectivement

aux superstrats germanique et slave8) On retrouve un ensemble drsquoexpressions fon-

damentales dans le domaine de la modaliteacute potentielle avec une bipartition typique

du message le verbe impersonnel eacutetant suivi drsquoune subordonneacutee rheacutematique (fr il se peut que roum se poate sǎ) La prise de position subjective que refl egravete la moda-

liteacute potentielle se complegravete de maniegravere assez naturelle par lrsquoappreacuteciation morale ou

affective ce qui explique les impersonnels decet me iuuat me delectat mihi placet en

latin9 ainsi que le type fr il convient que de il importe que de Ainsi pour un cer-

tain nombre de seacutemantismes fondamentaux il existe des expressions prototypiques

et autour drsquoelles un large halo reacuteunissant des nuances diffeacuterentes la tendance syn-

taxique est agrave la bipartition de la phrase avec utilisation de morphegravemes deacutemarcatifs

et une possibiliteacute de deacutelimitation prosodique Compte tenu de cette bipartition on

dira naturellement que les verbes et expressions impersonnels proprement dits qui

font lrsquoobjet de cette eacutetude reacutealisent de la maniegravere la plus typique la rheacutematisation par

lsquoextrapositionrsquo proceacutedeacute qui consiste agrave faire sortir le rhegraveme du cadre phrastique habi-

tuel sans recours cependant agrave un veacuteritable lsquoimpersonnelrsquo10

Il est curieux de constater qursquoune bipartition du message servant agrave mettre en relief

le rhegraveme existe dans une autre sphegravere morpho-syntaxique cette solution est appeleacutee

eacutegalement lsquoemploi impersonnel du verbersquo ce qui amegravene une importante confusion

terminologique Il srsquoagit de la tendance qui consiste agrave transformer la marque clitique

du verbe lsquopronominalrsquo en marque de verbe lsquonon personnelrsquo tendance que connaissent

certaines langues romanes et qui est tregraves deacuteveloppeacutee en italien Au cours du passage

de it si mangiano le mele (lsquopronominal passifrsquo avec accord entre verbe et sujet) agrave

si mangia le mele (lsquopronominal non personnelrsquo sans accord)11 lrsquointransitivant si qui

6 Sur le rapport entre faillir et falloir cf FEW s v fallere7 Lrsquoeacutetymologie retenue par le REW (s v opus) et le FEW (s v opus) est lrsquoexpression imper-

sonnelle latine opus est Concernant les expressions impersonnelles deacutenotant la lsquoneacutecessiteacutersquo en ancien-franccedilais ainsi que leur mouvement diachronique voir en particulier Buridant (2000 399-401)

8 V REW s v sonium LEI s v bisogno et Cioranescu (1961) s v treabǎ9 Pour les questions de lrsquoimpersonnel en latin voir Bassols de Climent (1948 82-90) cf

eacutegalement Hofmann Szantyr (1965 414-417)10 Cf fr Cela amuse Sylvie que Pierre soit tombeacute (exemple de Riegel Pellat Rioul 20097 723)

it Sarebbe una pazzia andarci ora (exemple de Salvi Vanelli 2004 267) esp Me pesa de haberos ofendido (exemple de Gili y Gaya 1968 79) roum icircmi place sǎ dansez (exemple de Gramatica limbii romacircne 19662 I 244) Notons que lrsquolsquoextrapositionrsquo du rhegraveme ndash et ainsi la bipartition de la phrase ndash apparaicirct comme une sorte de modegravele seacutemantico-pragmatique chez Wierzbicka (1988 106-107) analysant les jugements de type affectif en anglais (Irsquom pleased to meet you ~ Itrsquos nice to meet you)

11 Tournure caracteacuterisant laquo certaines varieacuteteacutes de lrsquoitalien raquo selon Salvi Vanelli (2004 75) cf le

KISS

131

avait repreacutesenteacute un lsquoagent humain indeacutetermineacutersquo a eacuteteacute converti en un indice drsquolsquointro-

ducteur de rhegravemersquo lrsquoabsence drsquoaccord signale preacuteciseacutement la bipartition de la phrase

La perspective fonctionnelle de la phrase tend donc agrave srsquoexprimer par diffeacuterents pro-

ceacutedeacutes syntaxiquement marqueacutes quand les locuteurs eacuteprouvent le besoin de precircter au

dosage de lrsquoinformation un relief particulier

3 Problegravemes diachroniques

Sur le plan diachronique latino-roman il est assez naturel de chercher un rapport

entre lrsquoexploitation croissante des proceacutedeacutes de rheacutematisation forte et la modifi cation

de lrsquoordre des termes qui a eu lieu en latin tardif Durant la peacuteriode classique du latin

lrsquoordre des constituants ndash libre du point de vue des fonctions syntaxiques ndash se precirctait

avec souplesse agrave lrsquoexpression de la perspective communicative de la phrase Les types

drsquoarrangement possibles eacutetaient donc nombreux il semble cependant qursquoagrave lrsquoeacutepoque

postclassique certains arrangements soient devenus plus freacutequents ce qui a drsquoailleurs

entraicircneacute une eacutetape vers lrsquoordre plus rigide des langues romanes Drsquoune part le verbe

freacutequent agrave la fi n de la phrase en latin classique quitte aiseacutement cette place pour des

raisons de rheacutematisation tout agrave fait compreacutehensibles Deux citations de Greacutegoire de

Tours choisies au hasard peuvent illustrer le pheacutenomegravene Le verbe y occupe la pre-

miegravere place et preacutecegravede lrsquoessentiel du message exprimeacute sous forme de compleacutements

posuit manum super oculos eius [sc heretici] (Greg Tur 23 p 432) ldquo il posa la main sur

les yeux de lrsquohomme [sc de lrsquoheacutereacutetique] rdquo

ou de sujet

ait ad eum episcopus (Greg Tur 21 p 3727) ldquo lrsquoeacutevecircque lui dit rdquo

Drsquoautre part le sujet tend agrave occuper la premiegravere position quand il joue le rocircle du

thegraveme ce qui est freacutequent dans les phrases agentives et il apparaicirct souvent comme

postverbal colleacute neacuteanmoins au verbe et rattacheacute agrave celui-ci par un lien seacutemantique

eacutetroit

in fl umine Minio [hellip] capiuntur pisces IIII noui uisu et specie (Hydatius 253) ldquo dans le

fl euve Minius [hellip] sont pris quatre poissons nouveaux pour leur apparence et pour leur es-

pegravece rdquo12

Les eacutechantillons citeacutes montrent qursquoen latin tardif le preacutedicat verbal se deacuteplace

vers la premiegravere zone de la phrase et qursquoen mecircme temps la place du sujet devient plus

type espagnol se vende casas (pour lrsquoespagnol voir Gili y Gaya 1968 76-78)12 Un exemple ougrave le pheacutenomegravene caracteacuterise une suite de phrases agrave lrsquointeacuterieur drsquoun mecircme reacutecit

Post haec omnia mortuus est Chlodoueus rex in pace [hellip] A transitu sancti Martini usque ad transitum Chlodouechi regis fuerunt anni centum duodecim [hellip] Habebat quoque Theude-ricus fi lium nomine Theudobertum (Liber Historiae Francorum 19 p 27317) ldquo Apregraves tous ces eacuteveacutenements mourut en paix le roi Chlodouechus [hellip] Du deacutecegraves de saint Martin au deacutecegraves du roi Chlodouechus srsquoeacutecoulegraverent cent douze anneacutees [hellip] Theudericus avait un fi ls nommeacute Theudobertus rdquo

CILPR 2013 ndash SECTION 2

132

preacutevisible cette relative uniformiteacute entraicircne sur le plan pragmatique le besoin de

renforcer lrsquoopposition entre le lsquomarqueacutersquo et le lsquonon marqueacutersquo Ce besoin se traduit sur le

plan syntaxique par une exploitation plus intense des structures (deacutejagrave preacutesentes dans

la langue) qui assurent la rheacutematisation forte La tendance pouvait prendre appui sur

le type de phrase ougrave un verbe drsquoexistence ou une expression eacutevaluative se deacutetache en

position initiale pour introduire un rhegraveme plus ou moins complexe13

Erant omnino itinera duo quibus itineribus domo exire possent [sc Heluetii] (Caes

Gall 1 6 1) ldquo il existait en somme deux chemins par lesquels ils [= les Helvegravetes] pouvaient

quitter leur territoire rdquo

Dulce et decorum est pro patria mori (Hor carm 3 2 13) ldquo Crsquoest une douce et belle chose

que de mourir pour la patrie rdquo

Dans les textes tardifs les expressions marquant lrsquolsquoexistencersquo occupent tregraves sou-

vent la position initiale dans la phrase elles sont annonciatrices de rhegravemes

extant ipsius egregii studia praedicanda (Hydatius 81) ldquo De cet homme excellent sub-

sistent des ouvrages savants agrave propager rdquo

Ecce et coepit iam esse hora forsitan octaua (Itinerarium Egeriae 4 5) ldquo Et voilagrave que

peut-ecirctre commenccedilait la huitiegraveme heure de la journeacutee rdquo

Habebat autem de eo loco ad montem Dei forsitan quattuor milia (Itinerarium Egeriae 2

1) ldquo Et de cet endroit agrave la montagne de Dieu il y avait peut-ecirctre une distance de quatre mille

pas rdquo14

Agrave la suite des modifi cations des regravegles gouvernant lrsquoemplacement des constituants

syntaxiques en latin les phrases indiquant une rheacutematisation forte se deacutetachent de

plus en plus sur le fond des phrases canoniques dans lesquelles lrsquoordre des consti-

tuants se fi xe petit agrave petit agrave lrsquoeacutepoque preacuteromane15 Les langues romanes deacuteveloppent

ainsi sur des bases latines un systegraveme relativement coheacuterent pour lrsquoexpression mar-

queacutee de la perspective communicative de la phrase User ou ne pas user de ces proceacute-

deacutes pragmatiques particuliers est un choix qui reste agrave la discreacutetion du locuteur situant

son acte communicatif dans le reacuteseau de ses interactions avec le monde

Universiteacute de Debrecen Saacutendor KISS

13 Cf eacutegalement Devine Stephens (2006 166-172) Spevak (2010 29-30 et 57-58) 14 Agrave propos de la genegravese de habet impersonnel en latin tardif (effacement du sujet dans domus

habet multum uinum rarr habet multum uinum) cf Bassols de Climent (1948 82-83) Quant agrave lrsquoexpression de la lsquoneacutecessiteacutersquo lrsquoItinerarium Egeriae nous offre beaucoup de phrases ayant la structure lsquoexpression impersonnelle + infi nitifrsquo du type necesse nos fuit ibi descendere iuxta consuetudinem (7 7) ldquo il nous a fallu y descendre selon notre habitude rdquo

15 Concernant les modifi cations de lrsquoordre des constituants syntaxiques en latin tardif voir Kiss (2015 593-595)

KISS

133

Reacutefeacuterences bibliographiques

Textes

Gregorius episcopus Turonensis Libri Historiarum X Publ Bruno Krusch Wilhelm Levison

Monumenta Germaniae Historica Scriptores rerum Merouingicarum I1 Hannover 1951

Hydatius Lemicus Continuatio chronicorum Hieronymianorum Publ Theodor Mommsen

Monumenta Germaniae Historica Auctores antiquissimi XI Berlin 1894

Itinerarium Egeriae Publ Otto Prinz Heidelberg Winter 19605

Liber Historiae Francorum Publ Bruno Krusch Monumenta Germaniae Historica Scriptores rerum Merouingicarum II Hannover 1888

Eacutetudes

Bassols de Climent M 1948 Sintaxis histoacuterica de la lengua latina II Barcelona Instituto

Nebrija (CSIC)

Buridant Claude 2000 Grammaire nouvelle de lrsquoancien franccedilais Paris SEDES

Cioranescu Alejandro 1961 Diccionaacuterio etimoloacutegico rumano Tenerife Universidad de La

Laguna

Devine A M Stephens Laurence D 2006 Latin Word Order Structured Meaning and Infor-mation Oxford Oxford University Press

Gili y Gaya Samuel 1968 Curso superior de sintaxis espantildeola La Habana Instituto del Libro

Gramatica limbii romacircne 19662 Bucureşti Academia Republicii Socialiste Romacircnia vol I-II

Hofmann J B Szantyr A 1965 Lateinische Syntax und Stilistik Muumlnchen Beck

Kiss Saacutendor 1987 laquo Le traitement des fonctions de la phrase simple dans la linguistique fran-

ccedilaise entre 1950 et 1965 raquo in Kiss Saacutendor Skutta Franciska (ed) Analyse grammaticale ndash analyse narrative Debrecen Kossuth Lajos Tudomaacutenyegyetem Studia Romanica 7-70

Kiss Saacutendor 2015 laquo Recherches sur le texte des chroniques latines du Haut Moyen Acircge raquo in

Haverling Gerd V M (ed) Latin Linguistics in the Early 21st Century Acts of the 16th International Colloquium on Latin Linguistics Uppsala Universitet 588-596

Paul Hermann 19205 [1880] Prinzipien der Sprachgeschichte Tuumlbingen Niemeyer (reacuteimpr)

Riegel Martin Pellat Jean-Christophe Rioul Reneacute 20097 Grammaire meacutethodique du fran-ccedilais Paris Presses Universitaires de France

Salvi Giampaolo Vanelli Laura 2004 Nuova grammatica italiana Bologna Il Mulino

Sechehaye Albert 1926 Essai sur la structure logique de la phrase Paris Eacutedouard Champion

(reacuteimpr 1950)

Spevak Olga 2010 Constituent Order in Classical Latin Prose Amsterdam Philadelphia John

Benjamins

Tesniegravere Lucien 1959 Eacuteleacutements de syntaxe structurale Paris Klincksieck

Wartburg Walter von Zumthor Paul 19582 Preacutecis de syntaxe du franccedilais contemporain Berne

Francke

Wierzbicka Anna 1988 The Semantics of Grammar Amsterdam Philadelphia John Benja-

mins

135

LrsquoOpinion de R Kiesler sur lorigine des langues romanes

En ce qui concerne lrsquoorigine des langues romanes deux thegraveses principales peuvent

ecirctre repreacutesenteacutees par les scheacutemas suivants

A B

Lat archaiumlque Lat archaiumlque

Lat vulgaire Lat classique Lat classique

Fr It Roum Lat vulgaire

Fr It Roum

La diffeacuterence entre ces deux thegraveses consiste en ce que selon la thegravese A le latin

archaiumlque srsquoest scindeacute en latin classique et en latin vulgaire et les langues romanes

proviennent du latin vulgaire (appeleacute aussi lsquo latin populaire rsquo lsquo latin parleacute rsquo lsquo roman

commun rsquo lsquo protoroman rsquo etc) tandis que selon la thegravese B les langues romanes sont

issues du latin classique alors que le latin vulgaire diffeacuterencieacute dans le temps et lrsquoes-

pace constitue une eacutetape intermeacutediaire entre le latin classique et les langues romanes

La thegravese A est neacutee en 1435 agrave Florence Quelques humanistes que personne nrsquoose-

rait consideacuterer comme des linguistes ont discuteacute la question de savoir drsquoougrave provenait

lrsquoitalien Nrsquooublions pas que cela se passait avant le XIXe siegravecle qui a eu le grand

meacuterite drsquointroduire la notion drsquoeacutevolution dans diffeacuterentes disciplines y compris la lin-

guistique Avant le XIXe siegravecle on avait une vision du monde sensiblement statique

on srsquoimaginait par exemple que toutes les espegraveces veacutegeacutetales et animales existaient

depuis le deacutebut du monde Or nos humanistes fl orentins se rendaient parfaitement

compte drsquoune diffeacuterence entre lrsquoitalien et le latin lrsquoun eacutetant selon la terminologie

contemporaine une langue analytique et lrsquoautre une langue syntheacutetique De mecircme

qursquoils eacutetaient incapables drsquoimaginer que les plantes et les animaux soient le reacutesultat

drsquoune eacutevolution de mecircme il leur paraissait inconcevable qursquoune langue syntheacutetique

CILPR 2013 ndash SECTION 2

136

puisse se transformer en une langue analytique et sachant que chez des auteurs latins

il y avait quelques vagues allusions agrave un uulgaris sermo ils sont arriveacutes agrave la conclusion

que dans lrsquoancienne Rome il y aurait eu deux langues le latin classique langue syn-

theacutetique et le latin vulgaire langue analytique et source de lrsquoitalien Les arguments

que nos humanistes alleacuteguaient agrave lrsquoappui de leur thegravese eacutetaient extrecircmement naiumlfs

ainsi selon eux une femme du peuple nrsquoaurait pas eacuteteacute capable drsquoapprendre agrave deacutecliner

un substantif comme supellex geacuten supellectilis Mais par inertie lrsquoopinion formuleacutee

par quelques ignorants meacutedieacutevaux a eacuteteacute approuveacutee par drsquoinnombrables autoriteacutes est

devenue un dogme de la linguistique romane et est partageacutee jusqursquoagrave nos jours par la

grande majoriteacute des romanistes

En revanche il nrsquoy a eu jusqursquoen 1974 que trois chercheurs pour souscrire agrave la

thegravese B Eyssenhardt (1880) dans la seconde moitieacute du XIXe siegravecle Henri Muller

(1932) dans la premiegravere moitieacute du XXe siegravecle et moi-mecircme agrave partir de 1974 La diffeacute-

rence entre ces deux thegraveses consiste en ce que selon la thegravese A le latin vulgaire est

une langue sœur du latin classique tandis que drsquoapregraves la thegravese B le latin vulgaire

est une langue fi lle du latin classique Alors qursquoil nrsquoy a aucune forme qui confi rme-

rait la thegravese A des milliers de formes confi rment la thegravese B Par exemple lat class

patrem gt lat vulg patre caelum gt celu herbam gt erba mēnsem gt mēse toacutenitrum

gt toniacutetru precor est refait en precō sapere en sapēre esse en essere morī en

morīre etc Il suffi t de mentionner que dans le REW il y a 6000 substantifs et adjec-

tifs dont lrsquoaccusatif singulier preacutesente en latin vulgaire la chute de -m On voit donc

que toutes les formes du latin vulgaire sont plus reacutecentes que celles du latin classique

Il en reacutesulte que le latin vulgaire est une langue fi lle du latin classique

Depuis 1974 crsquoest-agrave-dire depuis presque 40 ans aussi bien dans mes publications

que dans mes confeacuterences je demande aux romanistes de citer des formes qui prou-

veraient que le latin vulgaire eacutetait une langue sœur du latin classique mais personne

nrsquoa citeacute une telle forme

Il nrsquoy a pas longtemps le romaniste allemand Reinhard Kiesler (2012) a publieacute

une communication intituleacutee Les langues romanes proviennent-elles du latin clas-sique et qui commence de la faccedilon suivante

Je me propose de discuter les deux thegraveses connues concernant lrsquoorigine des langues ro-

manes celle de la succession du latin classique au latin vulgaire et celle de la simultaneacuteiteacute des

deux varieacuteteacutes Prenant en consideacuteration la bibliographie actuelle je reacuteexaminerai les argu-

ments respectifs et proposerai une synthegravese qui montre que les deux thegraveses sont en partie

justes et qursquoelles ne sont pas incompatibles La thegravese de la successiviteacute est notamment deacutefen-

due par W Mańczak [hellip] Selon la thegravese de la simultaneacuteiteacute le latin classique et le latin vulgaire

ont eacutevolueacute parallegravelement en partant du latin archaiumlque

Et voici le scheacutema sur lrsquoorigine des langues romanes proposeacute par le romaniste de

lrsquouniversiteacute de Wuumlrzburg

MAŃCZAK

137

Modegravele - synthegravese drsquoapregraves Kiesler 1995 p 394 2006 p 110

env 1er s av J-CMoyen Acircge

latin classique = pelagus langue standard

latin postclassique - meacutedieacuteval

eacuteleacutements et regravegles MARE

stylistiquement calidus mots savants Lat archaIumlque neutres

mots populaires

langues

latin vulgaire = CALDUS romanes

langue familiegravere

Avant de critiquer ce scheacutema je voudrais mentionner un deacutetail Selon Kiesler

laquo on trouve normalement la repreacutesentation suivante lat class posse puis lat vulg

POTERE gt esp poder Mais cette repreacutesentation constitue une inversion de lrsquoeacutevolu-

tion reacuteelle La preuve en est le thegraveme du parfait en latin classique potu- (potui etc)

qui deacuterive preacuteciseacutement de POTERE Cela prouve que la forme POTERE a existeacute

avant lrsquoeacutepoque classique et qursquoil est erroneacute de vouloir la deacuteriver de posse raquo

Lrsquoauteur se trompe Le mot posse est un verbe composeacute posse lt potis esse pos-sum lt potis sum potes lt potis es potest lt potis est possumus lt potes sumus

potestis lt potes estis possunt lt potes sunt poteram lt potis eram potui lt potis fui etc Des formes comme posse possum poteram potui etc sont attesteacutees des

milliers de fois tandis que potere nrsquoest jamais attesteacute Par conseacutequent potere est

plus reacutecent que posse Mentionnons enfi n que la forme ancienne du morphegraveme de

lrsquoinfi nitif est -se et qursquoelle srsquoest maintenue dans esse posse tandis que la forme -re

(cf laudare habere dicere venire) est plus reacutecente et srsquoexplique par le rhotacisme en

position intervocalique

Selon la thegravese traditionnelle qui remonte agrave 1435 le latin vulgaire eacutetait une langue

sœur du latin classique alors que drsquoapregraves la thegravese soutenue par Eyssenhardt Henri

Muller et moi-mecircme le latin vulgaire eacutetait une langue fi lle du latin classique Le

romaniste Kiesler se propose de montrer laquo que les deux thegraveses sont en partie justes

et qursquoelles ne sont pas incompatibles raquo Cela est absolument impossible Si quelqursquoun

dit que Mme A est une sœur de Mme B et que quelqursquoun drsquoautre affi rme que Mme

A est une fi lle de Mme B nous avons affaire agrave deux assertions qui srsquoexcluent lrsquoune

lrsquoautre assertions entre lesquelles un compromis nrsquoest pas possible Si la premiegravere de

ces assertions est vraie la seconde doit ecirctre erroneacutee ou inversement

En ce qui concerne le scheacutema sur lrsquoorigine des langues romanes proposeacute par Kies-

ler son deacutefaut principal consiste en ce que le latin vulgaire y est consideacutereacute comme

une langue sœur du latin classique Afi n de montrer que cette opinion est fausse jrsquoai

CILPR 2013 ndash SECTION 2

138

deacutepouilleacute les 20 premiegraveres pages du Dictionnaire eacutetymologique de la langue franccedilaise de Bloch et Wartburg ougrave jrsquoai trouveacute les formes suivantes

Franccedilais Latin populaire Latin classique

abattre abbatt(u)ěre preacuteverbeacute de battuere

abreuver abbǐběrāre preacuteverbeacute et deacuteriveacute de bibere

accorder accǒrdārepar substitution de preacuteverbe de

concǒrdāre

accoutrer accō(n)s(ū)tūrāre deacuteriveacute de cōnsūtūra

accueillir accǒlligěre preacuteverbeacute de cǒllǐgěre

acqueacuterir acquerěre acquīrěre

affeacuterent afferīre afferre

affi ler affīlāre deacuteriveacute de fīlum

agacer adaciāre deacuteriveacute drsquoacies

aiumleul aviǒlus avus

aine inguǐnem inguen inguinis

airain arāmen aes aeris

aisselle axělla axilla

alevin allevāmen deacuteriveacute du verbe allevāre

alleacutecher allectǐcāre deacuteriveacute drsquoallectāre

allegravegre alǐcěr alecris (geacuten) ǎlǎcer

allumer allūmǐnāre preacuteverbeacute de lūmǐnāre

Le deacutepouillement partiel du Dictionnaire eacutetymologique de la langue franccedilaise de

Bloch et Wartburg montre que tous les mots du latin vulgaire citeacutes par ces auteurs

sont plus reacutecents que ceux du latin classique Il en reacutesulte que contrairement agrave ce

qursquoon enseigne depuis 1435 crsquoest-agrave-dire depuis cinq siegravecles le latin vulgaire eacutetait une

langue fi lle et non pas une langue sœur du latin classique Il en reacutesulte eacutegalement

MAŃCZAK

139

que les langues romanes proviennent du latin classique tandis que le latin vulgaire

diffeacuterencieacute dans le temps et lrsquoespace constitue une eacutetape intermeacutediaire entre le latin

classique et les langues romanes

Universiteacute de Cracovie Witold MAŃCZAK

Reacutefeacuterences bibliographiques

Eyssenhardt F 1880 laquo Der Ursprung der romanischen Sprachen raquo Nord und Suumld 12 404-413

Kiesler Reinhard 2006 Einfuumlhrung in die Problematik des Vulgaumlrlateins Tuumlbingen Niemeyer

Kiesler Reinhard 2012 laquo Les langues romanes proviennent-elles du latin classique raquo in

Biville Freacutedeacuterique Lhommeacute Marie-Karine Vallat Daniel (ed) Latin vulgaire ndash latin tar-dif IX Actes du IXe colloque international sur le latin vulgaire et tardif Lyon MOM

Mańczak Witold 1974 laquo La langue romane commune latin vulgaire ou latin classique raquo Revue Romane 9 218-231

Muller Henri F Pauline Taylor 1932 A Chrestomathy of Vulgar Latin Boston D C Heath

and Company

141

Le nivellement analogique reacutegi par la phonologie

Le rapport entre lrsquoanalyse et lrsquoanalogie a beaucoup occupeacute lrsquoattention des lin-

guistes derniegraverement De fait lrsquoanalogie est devenue aussi importante que lrsquoanalyse agrave

tel point qursquoexiste un point de vue tregraves reacutepandu selon lequel le propre du langage est

analogique

(1) Language structure and language use are [hellip] predominantly analogical and that is why analogy is the backbone of universal grammar (Antila (2003 439))

Il nrsquoexiste donc rien dans le langage qui ne remonte agrave lrsquoanalogie ce qui ne permet

qursquoavec diffi culteacute une diffeacuterence entre le changement analogique fondeacute sur le sens et

le changement phoneacutetique deacutetermineacute par la forme la structure Dans ce contexte cer-

tains linguistes sont alleacutes au-delagrave de la geacuteneacuteralisation pour approfondir notre connais-

sance du rapport entre lrsquoanalogie et le systegraveme phonologique Drsquoun cocircteacute Wang (1969)

essaya de voir jusqursquoagrave quel point les changements phoneacutetiques sont diffuseacutes mot par

mot par un proceacutedeacute analogique dans le lexique Ce pheacutenomegravene fut mis au point par

Kiparsky qui souligne lrsquoaction des regravegles phonologiques dans le lexique laquo lexical

diffusion is the analogical generalization of lexical phonological rules raquo (1995 313)

alors que Labov (1981 1994) en dirigeant notre attention sur le rocircle de la variation

dans le deacuteroulement des sons souligna le rapport entre les changements reacuteguliers et

les exceptions en tant qursquoemprunts dialectaux ou sociaux (cf Campbell (2004 222-

224)) La discussion est alleacutee suffi samment loin pour infl uencer notre perspective sur

le fonctionnement de lrsquoanalogie dans le langage en geacuteneacuteral et plus speacutecifi quement

dans le deacuteroulement des changements des sons

Il convient eacutevidemment de tenir compte des diffeacuterents sens que peut avoir le mot

lsquoanalogiersquo dans la discussion des linguistes Nous laissons de cocircteacute pour le moment la

probleacutematique de la nature analogique du langage en geacuteneacuteral par rapport aux reacutesul-

tats que peuvent produire les infl uences sociales Ce dont nous souhaitons discuter

ici plus preacuteciseacutement est la tendance du langage agrave uniformiser les irreacutegulariteacutes mor-

phologiques qui remontent aux reacutegulariteacutes des changements phoneacutetiques (cf Stur-

tevant (1947 109)) et le rocircle de lrsquoanalogie le cas eacutecheacuteant dans lrsquoameacutenagement du

paradigme Crsquoest surtout cette tendance au nivellement analogique dans le paradigme

verbal aussi bien qursquoentre les formes des noms et des adjectifs qui ne manque pas de

poser certaines questions dans le passage du latin aux langues romanes Cet aspect

ne peut ecirctre dissocieacute de la tacircche deacutelicate consistant agrave faire une description exacte

des eacuteveacutenements en question Dans lrsquohistoire du franccedilais par exemple le pheacutenomegravene

qui aplanit ces irreacutegulariteacutes paradigmatiques est bien connu et les exemples en sont

CILPR 2013 ndash SECTION 2

142

nombreux Pour nrsquoen prendre que deux le verbe fr laver aurait ducirc donner legraveve au

singulier pour se ranger du cocircteacute de lrsquoeacutevolution de la voyelle [a] accentueacutee en syllabe

ouverte par exemple dans [laacutewo] gt [lέvǝ] comme pour la forme [maacutere] qui donne

[mέr] en franccedilais Par contre en syllabe inaccentueacutee la voyelle drsquoorigine est preacuteser-

veacutee par exemple dans [lawaacutemus] gt [lavotilde] ce qui fait que nous avons un paradigme ougrave

le radical accentueacute voir (2a) srsquooppose au radical inaccentueacute illustreacute en (2b)

(2)a jetuil(s) [lέv]

(2)b nousvousils [lav]-onsez

Pour reacutesoudre lrsquoirreacutegulariteacute du paradigme le pluriel est censeacute lrsquoavoir emporteacute sur

le singulier gracircce au fonctionnement de lrsquoanalogie repreacutesenteacute dans lrsquoexemple (3a)

(3) a [lέvǝ] [lav-]

Dans le cas du verbe fr aimer au contraire crsquoest la diphtongue que nous trouvons

comme reacutesultat de [a] accentueacute en syllabe ouverte devant la consonne nasale ce qui

donne [aacuteimǝ] agrave cocircteacute de la voyelle inaccentueacutee [amotilde] Cette fois-ci crsquoest la forme

accentueacutee qui lrsquoemporte encore une fois par un proceacutedeacute analogique repreacutesenteacute dans

lrsquoexemple (3b)

(3) b [aacuteimǝ] [amotilde]

Dans les deux cas le paradigme est reacutegulariseacute au moyen de lrsquoanalogie dont la

direction est varieacutee

Agrave lrsquoaide de ces exemples nous voyons lrsquoeffet eacutevident de lrsquoanalogie qui consiste agrave

niveler le paradigme Il faut souligner cependant que notre avis selon lequel qursquoil

srsquoagit lagrave drsquoun cas drsquoanalogie est tout autant fondeacute sur la reacutegulariteacute du changement pho-

neacutetique crsquoest-agrave-dire que le changement reacutegulier lrsquoeffet attendu aacute[ gt eacute[ ai gt a _ [+voy

+nas] nrsquoa pas reacuteussi et ce nrsquoest qursquoagrave partir de la reacutegulariteacute qursquoil nous arrive drsquoinvo-

quer lrsquoanalogie pour expliquer lrsquoeacutechec de la reacutegulariteacute La constatation de lrsquoaction de

lrsquoanalogie nrsquoaurait donc pas eacuteteacute justifi eacutee sans la veacuterifi cation preacutealable des changements

reacuteguliers en question

1 Analyse conventionnelle

Muni du processus de nivellement que nous venons drsquoillustrer certains linguistes

ont mecircme eacutegalement recouru agrave lrsquoanalogie pour valoriser lrsquoeacutechec drsquoune reacutegulariteacute sup-

poseacutee et non veacuterifi eacutee Il srsquoagit du type de nivellement analogique proposeacute dans lrsquohis-

toire du franccedilais et representeacute dans lrsquoexemple (4)

(4) manğiέr maacutenčǝθ kolğiέr kόlčǝθ)

Ce sont lagrave des exemples de lrsquoanalogie invoqueacutee pour meacutenager les irreacutegulariteacutes agrave

la base de lrsquoanalyse putative de Meyer-Luumlbke Il srsquoagit bien sucircr des inconveacutenients

paradigmatiques les reacutesultats de lrsquoinvention drsquoune analyse reacuteguliegravere pour relever les

MAZZOLA

143

changements historiques du franccedilais (cf Meyer-Luumlbke (1890) (1913)) Lrsquoessentiel de

son analyse est reproduit dans lrsquoexemple (5)

(5) mastikaacutere maacutestikat karrikaacutere kaacuterrikat

syncope 1 --------- maacutes(t)kat ---------- kaacuter(r)ka

k gt g mastigaacutere ----------- karrigaacutere ----------

syncope 2 mast(i)gaacutere ----------- kar(r)gaacutere ----------

palatal mas(t)ğaacutere maacutes(t)čat čarğaacutere čaacuterčat

a[ gt e[ masğeacutere ----------- čarğέre ----------Čeacute[ gt Čieacute[ masğieacutere ----------- čarğieacutere ----------

masğiέr maacutesčǝθ čarğiέr čaacuterčǝθNous voyons ici un reacutesultat diffeacuterent bien connu entre les formes du paradigme

Les formes conjugueacutees accentueacutees sur la peacutenultiegraveme sont syncopeacutees en premier lieu

pour bloquer la sonorisation de la veacutelaire intervocalique La consonne veacutelaire par la

suite sonoriseacutee continue comme yod agrave son tour palataliseacute pour produire lrsquoaffriqueacutee

palatale sonore Lrsquoaffriqueacutee palatale sourde par contre devant a est produite par

la palatalisation de la veacutelaire sourde qui nrsquoest pas sonoriseacutee du fait de la syncope

deacutejagrave imposeacutee anteacuterieurement Pour expliquer les formes facirccheuses qui reacutesultent de

cette analyse il fallut recourir agrave une analogie dont la direction est varieacutee comme

nous lrsquoavons vu dans le cas de fr laver et aimer Ce nrsquoest donc que devant cet obstacle

ce reacuteseau de changements phoneacutetiques enchevecirctreacutes acceptable ou non qursquoon a eacuteteacute

obligeacute de proposer une analogie explicative Cependant crsquoest de lrsquoanalogie putative

deacuteduite de lrsquoanalyse reconstruite et ni lrsquoune ni lrsquoautre ne proviennent de la veacuterifi ca-

tion directe Autrement dit nous avons affaire agrave des exemples de nivellement paradig-

matique deacuteduits drsquoune analyse reconstruite qui manque de veacuterifi cation directe pos-

sible Il est donc impossible de savoir si lrsquoanalogie est partie de lrsquoanalyse ou si lrsquoanalyse

est le reacutesultat drsquoun nivellement paradigmatique consciemment manipuleacute Par conseacute-

quent le but de cette communication est de proposer que lrsquoanalyse de Meyer-Luumlbke

est malheureusement fautive (cf Mazzola (2013)) et qursquoil srsquoensuit que les deux cas de

nivellement analogique fondeacutes sur elle sont douteux

Comme nous lrsquoavons vu le travail de Meyer-Luumlbke fut eacutetayeacute par les exemples

de nivellement analogique rencontreacutes ailleurs dans lrsquoeacutevolution du franccedilais Mais

son interpreacutetation fut encore davantage eacutetayeacutee par les nombreux cas de syncope

attesteacutes beaucoup plus clairement en franccedilais que dans les autres langues romanes

(Cf Meyer-Luumlbke (1890-1906 287) Pirson (1909 885-886) Pope (1934 102-103)

Richter (1934 31) Straka (1953) (1956) (1970) et al) Lrsquoabondance de la syncope

est attribueacutee agrave lrsquoinfl uence germanique et citeacutee comme preuve pour lrsquoinvraisemblable

continuiteacute sans changement du latin durant les longs siegravecles avant lrsquoarriveacutee des Francs

(cf Muller (1929)) Cette perspective est amplement refl eacuteteacutee dans lrsquoanalyse de Meyer-

CILPR 2013 ndash SECTION 2

144

Luumlbke Cependant elle fut remise en cause derniegraverement par lrsquoessai de Morin (2003)

sur lrsquoeacutechec de lrsquoanalyse agrave base de reacutegulariteacute Morin souligna le manque de succegraves de

Straka (1953) (1956) (1970) pour mener agrave bien les eacutetapes intermeacutediaires de lrsquoanalyse

traditionnelle Au cours de sa critique il souleva plusieurs problegravemes notamment

la syncope la sonorisation la diphtongaison et lrsquoapocope pour deacutemontrer au profi t

drsquoune perspective de la variation lrsquoinsuffi sance de lrsquoanalyse fondeacutee sur la reacutegulariteacute

De ce fait eacutetant donneacute lrsquoeacutechec des regravegles qui sont agrave la base des tentatives de Straka il

nous est proposeacute drsquoabandonner la reacutegulariteacute dans la mutation des sons en faveur de la

nature variationnelle du langage

2 Analyse proposeacutee

Plutocirct que drsquoabandonner la reacutegulariteacute nous avons fait une proposition alterna-

tive (Mazzola (2000) (2006) (2007) (2008) (2012) (2013)) agrave travers une perspective

reacutegleacutee par le rythme crsquoest-agrave-dire qursquoau lieu drsquoenvisager la syncope comme une carac-

teacuteristique exclusive des langues germaniques nous avons suggeacutereacute qursquoil est possible

drsquoaborder la probleacutematique agrave partir des cas syncopeacutes qursquoon trouve aussi en latin On

rencontre par exemple des mots latins syncopeacutes agrave lrsquoarborescence agrave gauche dans la

phonologie lexicale

(6)a [[juacutewɛn] + ior] rarr junior [[aacuteiwi] + [tas]] rarr aetas [[uacutewi] + [dos]] rarr udos

[[aacutewi] + [kɛps]] rarr auceps [[maacutenu] + [kɛps]] rarr manceps

aussi bien que dans la phonologie lsquosuperfi ciellersquo

(6) b [[naacutewi]ta] (Ovide) rarr nauta [[aacutewi]dus] rarr audus (latin tardif)

et dans drsquoautres exemples eacuteparpilleacutes dans le lexique

(6) c [[laacuteri]dum] rarr lardum [[soacuteli]dum] rarr soldum [[vaacuteli]de] rarr valde etc

Plutocirct que des exemples de dactyles dans une simple suite de syllabes (longue

bregraveve bregraveve) selon la repreacutesentation conventionnelle dans ces exemples nous avons

affaire agrave un trocheacutee enchacircsseacute dans le dactyle Ce mecircme pheacutenomegravene de lrsquoenchacircsse-

ment du trocheacutee peut ecirctre repreacutesenteacute en forme drsquoarbre ougrave la syllabe agrave supprimer se

preacutesente toujours du cocircteacute gauche (arborescence agrave gauche)

laridum solidum valide

[[laacute ri] dum] [[soacute li] dum] [[vaacute li] de]

Ce nrsquoest que dans la derniegravere syllabe du trocheacutee ainsi enchacircsseacutee que nous trou-

vons la cible de lrsquoeffacement en question Dans un trocheacutee simple lrsquoeffacement nrsquoest

eacutevidemment pas effectueacute par exemple [maacute nu] rarr [maacuten] il ne lrsquoest pas non plus dans

le cas de lrsquoarborescence agrave droite par exemple [na [tuacute ra]] rarr [na tuacuter] [ma [tuacute rus]]

MAZZOLA

145

rarr [ma tuacuter] Le mecircme pheacutenomegravene drsquoarborescence agrave gauche est aussi bien eacutevident

dans des formes verbales de La Guerre des Gaules (Bellum Gallicum) de Ceacutesar

(7)a [[enun]+[[tiaacutewe]rit]] gt enuntiaacuterit (1 17 6) [[ku]+[[raacutewi]sset]] gt curasset (1 19 1)

[[kon]+[[sueacutewi]sse gt consuesse (1 43 4)

(7)b enuntia(ve)rit rarr enuntiarit (1 17 6)

compara(vi)sset rarr comparasset (1 18 4)

conloca(vi)sse rarr conlocasse (1 18 6)

cura(vi)sset rarr curasset (1 19 1)

Dans ces exemples lrsquoaccent srsquoest manifestement deacuteplaceacute pour faire en sorte que la

voyelle cibleacutee soit dans un constituant dans lrsquoarborescence agrave gauche

(7)c e[[nunti]a]] + [weacuterit] rarr e[nunti] + [[aacute + we]rit] rarr enuntiarit

[[kompa]ra]] + [wiacutesset] rarr [kompa] + [[raacute + wi]sset] rarr comparasset

[[konlo]ka]] + [wiacutesse] rarr [konlo] + [[kaacute + wi]sse] rarr conlocasse

[[kura] + [wiacutesset] rarr [ku] + [[raacute + wi]sset] rarr curasset

Ce deacuteplacement de lrsquoaccent agrave gauche est deacuteclencheacute par un rythme qui dirige les syl-

labes vers une suite de constituants dont la deuxiegraveme syllabe du trocheacutee ainsi enchacircsseacute

est viseacutee comme cible pour lrsquoeffacement en question Lrsquoenvironnement de lrsquoeffacement

vocalique est donc identique agrave ce que nous avons vu dans les exemples (6)

Comme nous lrsquoavons vu lrsquoeffacement vocalique est acheveacute agrave la suite de la creacutea-

tion drsquoun nouveau trocheacutee enchacircsseacute dans un dactyle par le deacuteplacement accentuel

Cette suite [trocheacutee + nouveau trocheacutee en dactyle agrave lrsquoarborescence agrave gauche] sert

drsquoenvironnement rythmique pour le raccourcissement du mot La derniegravere voyelle du

dactyle est ainsi neacutecessairement le pivot essentiel pour que le trocheacutee du dactyle soit agrave

lrsquoarborescence agrave gauche Le jeu de cette derniegravere voyelle est donc essentiel pour fi xer

lrsquoenvironnement rythmique de lrsquoeffacement de la voyelle du trocheacutee Naturellement

sans le jeu de cette derniegravere syllabe lrsquoarborescence agrave gauche serait impossible agrave for-

muler Il faut alors en conclure que le changement morphologique est effectueacute par une

regravegle drsquoaccentuation de la phonologie suprasegmentale

Cette perspective sur le pied meacutetrique comme environnement phonologique a

deacutejagrave eacuteteacute proposeacutee (Mazzola (1999) (2000)) en contraste avec lrsquoapproche drsquoextrameacutetri-

caliteacute dans lrsquooptique du processus de angl trapping de Mester (1994) Comme on le

sait selon la theacuteorie de lrsquoextrameacutetricaliteacute certaines syllabes sont eacutecarteacutees en faveur

de lrsquooptimisation des repreacutesentations lexicales (Hayes (1985) (1987)) Mester essaie

drsquoeacutelargir lrsquoeffet de la theacuteorie en proposant que seule une syllabe bimorique ([lsquoσ σ]

[lsquoσ]) soit valable par opposition agrave deux autres possibiliteacutes (trimorique [lsquoσ σ] ou mono-

morique [lsquoσ]) Pour la syncope du latin du type aevitas rarr aetas et uvidos rarr udos

la syllabe qualifi eacutee de angl trapped entre deux syllabes bimoriques ([lsquoσ] σ [σ]) est

CILPR 2013 ndash SECTION 2

146

situeacutee hors du fait meacutetrique Pour cette raison la syllabe est supprimeacutee Dans le cas

de la syncope du latin tardif Mester cite de maniegravere erroneacutee lat tabulam plutocirct qursquoun

exemple mieux approprieacute comme lat fabulam pour la repreacutesentation trimorique

[[lsquoσ σ]ltσgt] afi n de deacutemontrer que puisque la quantiteacute vocalique nrsquoest plus pertinente

en latin tardif [[lsquoσ σ]ltσgt] est rendu bimorique [[lsquoσ σ]ltσgt] ce qui est illustreacute par

lat calidam Agrave la suite de ce proceacutedeacute nous avons un trocheacutee bimorique suivi drsquoune

voyelle extrameacutetrique Agrave travers cette perspective nous voyons que crsquoest la deuxiegraveme

syllable du trocheacutee bimorique qui est supprimeacutee par exemple [[faacute bu] ltlagt] au lieu

de la syllabe inaccentueacutee drsquoun trocheacutee trimorique par exemple [[faacute bu] ltlagt] Par la

mise en extrameacutetricaliteacute de la derniegravere voyelle des dactyles lrsquoarborescence du pied

meacutetrique ne rentre pas en jeu de sorte que le radical lexical du mot est favoriseacute aux

deacutepens de la repreacutesentation phonologique

Cependant bien des cas ne soutiennent pas le proceacutedeacute proposeacute par cette perspec-

tive On peut citer des exemples de redoublement consonantique en italien preacuteciseacute-

ment dans le constituant trochaiumlque agrave lrsquoarborescense de gauche par exemple pele-grinum gt [[pegravelle] [griacutenum]] pellegrino femina gt [[feacutemmi] na] femmina (pour une

discussion plus deacutetailleacutee voir Mazzola ibid) Mais ce qui est encore plus important

lrsquoapproche du angl trapping est aussi contredite par lrsquoeacutevolution de certains doublets

en franccedilais eacutevidemment par des voies diverses Comme nous le voyons dans la deacuteri-

vation de lrsquoexemple (7d) le proceacutedeacute alternatif proposeacute ci-dessus est fortement appuyeacute

par la double eacutevolution des mecircmes mots Ainsi trouvons-nous le reacutesultat continuel et

original (sonorisation rarr affaiblissement rarr raccourcissement) comme on lrsquoa pro-

poseacute (par exemple fr diaule seule taule reule) par opposition au reacutesultat des mots

latins reacuteintroduits bien plus tard sans doute durant les reacuteformes carolingiennes (par

exemple fr diable siegravecle table regravegle) Ceux-ci sont des exemples clairs drsquoun deacutevelop-

pement posteacuterieur entiegraverement distinct (emprunt rarr diphtongaison rarr syncope) abou-

tissant agrave des reacutesultats diffeacuterents qui ont remplaceacute les formes drsquoorigine La deacuterivation

qui suit sert drsquoillustration au changement historique des doublets preacutesenteacute ci-dessus

(7)d diaacutebolu sέkulu taacutebula rέgula ------ ------- ------ ------

Sonorisation ------- sέgulu ------- ------- ------- ------ ------

Affaiblissement diaacutewolu sέwulu taacutewula rέwula ------- ------- ------- ------

Racourcissement diaacutewlǝ sέwlǝ taacutewlǝ rέwlǝ ------- ------- ------- ------

Emprunt -------- -------- ------ ------ diaacutebolu sέkulu taacuteblǝ rέglǝ

Diphtongaison -------- -------- ------ ------ ------- siέkulu ------ ------

Syncope -------- -------- ------ ------ djaacuteblǝ sjέklǝ taacuteblǝ rέglǝ

diaule seule taule reule diable siegravecle table regravegle

MAZZOLA

147

Les mots fr diaule et seule sont attesteacutes dans la Cantilegravene de Ste Eulalie fr reule

est la source du mot rule en anglais et fr taule mot patois se retrouve en franccedilais

moderne sous la forme tocircle

Nous pourrions appliquer les proceacutedeacutes ainsi illustreacutes aux cas drsquoanalogie des

paroxytons de Meyer-Luumlbke que nous avons vus tels que

(8) a [[kagraverri] + [kaacutere]] [[magravesti] + [kaacutere]] [[magravendu] + [kaacutere]]

c-agrave-d des suites de deux trocheacutees dont le premier est sur la gauche de lrsquoarbre meacutetrique

et donc conforme au rythme souhaiteacute de lrsquoeffacement de la voyelle cibleacutee Pour ce qui

est des proparoxytons

(8) b [[kaacuterri] kat] [[maacutesti] kat] [[maacutendu] kat]

nous avons deux dactyles Dans le cas de manducat nous voyons que lrsquoaccent tombe

sur la peacutenultiegraveme en latin classique Cependant en supposant le deacuteplacement de lrsquoac-

cent agrave gauche comme nous lrsquoavons vu en (7c) nous voyons le verbe se ranger aiseacutement

dans un dactyle [[maacutendu] + [kat]] Ceci fait les trois exemples preacutesentent tous lrsquoenvi-

ronnement pour lrsquoeffacement de la voyelle comme nous lrsquoavons vu plus haut pour le

latin Pour la deacuterivation du franccedilais il est seulement neacutecessaire de supposer drsquoabord

deux eacutetapes drsquoaffaiblissement de la sourde de tregraves bonne heure (voir (9))

(9) karrikaacutere kaacuterrikat mastikaacutere maacutestikat mandukaacutere maacutendukat

k gt g karri gaacutere kaacuterri gat masti gaacutere maacutesti gat mandu gaacutere maacutendu gat

g gt j karri jaacutere kaacuterri jat masti jaacutere maacutesti jat mandu jaacutere maacutendu jat

V gt Oslash karr(i) jaacutere kaacuterr(i) jat mast(i) jaacutere maacutest(i) jat mand(u) jaacutere maacutend(u) jat

j gt Č čarğiέr čaacuterğǝθ mas(t) čiέr maacutes(t) čǝθ manğiέr maacutenğәθApregraves lrsquoeffacement de la voyelle fi nale du trocheacutee de gauche nous avons la palata-

lisation du yod si caracteacuteristique du gallo-roman Lrsquoaffriqueacutee palatale qui en reacutesulte

est sonore apregraves une consonne sonore et sourde apregraves une consonne sourde (voir aussi

pέdika gt pέdiga gt pέdija gt piέdja gt piέğә piegravege) Ceci fait il nrsquoy a aucun besoin drsquoajus-

ter la deacuterivation des formes au moyen drsquoun nivellement paradigmatique Nous avons

appeleacute les reacutesultats des changements reacuteguliers des lsquovariantes structuralesrsquo (cf Mazzola

(2013)) pour les distinguer des emprunts proposeacutes dans la liste de lrsquoexemple (10)

(10) vindicare gt venger rarr (re)vencher

collocare gt couger rarr coucher

caballicare gt chevauger rarr chevaucher

pendicare gt penger rarr pencher

pertica gt perge rarr perche

porticu gt porge rarr porche

granica gt grange rarr granche

basilica gt basoge rarr basoche

manica gt mange rarr manche

manicu gt mange rarr manche

CILPR 2013 ndash SECTION 2

148

Les exceptions que nous trouvons sont les affriqueacutees sourdes qui surviennent

apregraves les consonnes sonores On ne rencontre notamment pas drsquoexemples ougrave une

consonne sourde + yod donne une affriqueacutee sonore La preacutefeacuterence pour lrsquoassourdis-

sement de lrsquoaffriqueacutee dans ces cas trouve son origine en toute probabiliteacute dans la pro-

nonciation germanique (cf Mazzola (2008) (2012) (2013)) Crsquoest donc ici que nous

rencontrons lrsquoinfl uence des Francs plutocirct que dans une syncope agrave lrsquoorigine Pour cette

raison nous avons appeleacute ces exceptions des lsquovariantes socialesrsquo (cf Mazzola (2013))

des emprunts au franco-roman qui greffeacutes sur la couleacutee linguistique gallo-romane

ressemblent beaucoup agrave la diffusion lexicale de Wang Ce sont donc des emprunts

mais non des emprunts drsquoun son puisque le son existe deacutejagrave en gallo-roman Ce sont

plutocirct des emprunts de mots individuels qui ne diffegraverent que par quelques traits dis-

tinctifs Labov nous aide agrave mettre en perspective ce pheacutenomegravene

(11) Lexical diffusion is the result of the abrupt substitution of one phoneme for another in words that contain that phoneme The older and newer forms of the word will usually differ by several phonetic features This process is most characteristic of the late stages of an internal change that has been differentiated by lexical and grammatical conditioning or has developed a high degree of social awareness or of borrowings from other systems (ldquochange from aboverdquo) (Labov (1994 542))

Agrave cocircteacute donc des lsquovariantes structuralesrsquo des exemples de changements reacuteguliers

nous avons des lsquovariantes socialesrsquo qui ne repreacutesentent pas le remplacement drsquoun son

par un autre mais plutocirct le remplacement drsquoun mot par un autre Drsquoapregraves la citation

de Labov nous aurions affaire agrave des emprunts extrasysteacutematiques diffuseacutes comme

reacutesultats drsquoune prise de conscience drsquoun niveau linguistique et social privileacutegieacute Au

cours de ce proceacutedeacute il srsquoagirait donc drsquoune modaliteacute eacutegalement valable quoique seacutepa-

reacutee de la modaliteacute reacuteguliegravere

Conclusion

Le but de cette communication a eacuteteacute de proposer que la maniegravere de fi xer lrsquohis-

toire drsquoune langue est plus sucircre si le linguiste est plus fi degravele aux donneacutees linguistiques

qursquoengageacute politiquement ou socialement Pour en arriver lagrave il nous a fallu mettre en

valeur le rocircle de la structure phonologique (a) rythmique deacuteclencheacutee par le trocheacutee

agrave lrsquoarborescence agrave gauche et (b) segmentale qui srsquoapplique aussi bien aux paroxytons

mandukaacutere gt mandugaacutere gt manduyaacutere gt mandyaacutere gt manğaacutere gt manğiέr qursquoaux pro-

paroxytons maacutendukat gt maacutendugat gt maacutenduyat gt maacutendyat gt maacutenğǝθ Lrsquoanalogie

produite par lrsquoanalyse conventionnelle a eacuteteacute par-lagrave examineacutee et eacutecarteacutee par une ana-

lyse entiegraverement phonologique plutocirct que soutenue par une morphologie consciem-

ment manipuleacutee Crsquoest agrave partir de lrsquoanalyse phonologique motiveacutee par lrsquoaction ryth-

mique qursquoon a pu mettre de cocircteacute lrsquoanalyse qui va de lrsquoideacutee vers la forme de lrsquoanalogie

preacuteconccedilue agrave la forme phonologique putative pour justifi er agrave son tour lrsquoanalogie preacute-

conccedilue Cette insistance sur un nivellement paradigmatique putatif a servi drsquooutil plus

politique et social que linguistique et culturel (cf Mazzola (2013))

MAZZOLA

149

Parce que nous sommes attacheacute aux seules donneacutees linguistiques nous avons proposeacute

de remplacer le nivellement analogique par une analyse rythmique

Universiteacute de Northern Illinois Michael L MAZZOLA

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Cicli di pragmaticalizzazione tra latino e lingue romanze

la formazione di marcatori interazionali

1 Introduzione

Questo contributo1 egrave dedicato ad alcune forme verbali che in diverse lingue acqui-

siscono progressivamente una funzione pragmatica e procedurale ovvero diventano

segnali funzionali Gli elementi a carattere procedurale si distinguono dalle forme

con signifi cato proposizionale che codifi cano concetti Quando una forma assume

carattere procedurale talvolta presenta diffi coltagrave interpretative soprattutto quando

manca il contesto orale che ne egrave la cornice naturale

I segnali funzionali rappresentano risorse strategiche comunemente usate dai par-

lanti negli scambi comunicativi e il loro uso permette di individuare alcune macrofun-

zioni piugrave o meno orientate al contesto di discorso o di interazione Diversi approcci

hanno prodotto molte defi nizioni spesso tra loro sovrapposte2 La Tabella 1 propone

una classifi cazione funzionale elaborata sulla base di alcuni parametri presentati in

precedenza3

Tabella 1 - Macrofunzioni e tipi di segnali funzionali

Macrofunzioni Tipi di segnali

(a) coesione e coerenza testuale e discorsiva che implica la

pianifi cazione e la gestione del discorso in quanto testo

segnalimarcatori

discorsivi

(b) coesione sociale che si riferisce allrsquointerazione tra i parte-

cipanti e allrsquoidentitagrave sociale dei parlanti

(c) atteggiamento personale che si riferisce alla prospettiva

del parlante verso il discorso e verso il suo interlocutore

segnali marcatori

pragmatici

1 Questo articolo egrave un prodotto della ricerca PRIN laquoRappresentazioni linguistiche dellrsquoiden-titagrave Modelli sociolinguistici e linguistica storicaraquo coordinata da me (PRIN 20102011 prot 2010HXPFF2 fi nanziato dal MIUR) Per informazioni sul progetto e i suoi prodotti cfr ltwwwmedilingeugt

2 Si vedano tra tanti lo studio pionieristico di Schiffrin (1987) poi Jucker Ziv (1998) Fraser (1996) Aijmer (2002) Dostie (2004) Fischer (2006)

3 Da diverso tempo un gruppo di lavoro di cui chi scrive fa parte studia questo tema con riferimento sia agli aspetti teorici che a singole lingue (cfr i lavori di Ghezzi e di Molinelli di seguito citati)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

152

Macrofunzioni Tipi di segnali

(d) contesto interazionale che esplicita il legame tra parlante interlocutore e contesto

segnali marcatori con-

testuali

Come la tabella rappresenta assolvono la macrofunzione di coesione e coerenza

testuale e discorsiva i segnali che sono orientati al discorso o al testo Sono utilizzati

per organizzare e gestire testi come allrsquoes (1) in cui lat ergo riprende il tema dopo

una digressione o i turni conversazionali come per lrsquoit allora es (2) con cui il par-

lante prende la parola

(1) lat tres viae sunt ad Mutinam ndash quo festinat animus ut quam primum illud pignus liber-tatis populi Romani D Brutum aspicere possim cuius in complexu libenter extremum vitae spiritum ediderim cum omnes actiones horum omnes sententiae meae pervenerint ad eum qui mihi fuit propositus exitum tres ergo ut dixi viae a supero mari Flaminia ab infero Aurelia media Cassia (Cic Phil 12 9 22)4

ldquoTre sono le vie per Modena ndash [hellip] Tre dunque come ho detto sono le strade dal mare

Adriatico la Flaminia dal Tirreno lrsquoAurelia e quella di mezzo egrave la Cassiardquo

(2) it allora son partita cosirsquo la mattina ersquo sempre tragico arrivare a scuola (LIP FA2)

La classe dei segnali pragmatici o interazionali egrave costituita dai marcatori che

sottolineano la relazione tra parlante e interlocutore Tali marcatori possono essere

orientati sul parlante esprimendo sul piano funzionale lrsquoatteggiamento personale o

sullrsquointerlocutore assolvendo alla macrofunzione di coesione sociale

I segnali orientati al parlante servono a negoziare o introdurre i punti di vista e

lrsquoatteggiamento del parlante Egrave questo ad esempio il caso di alcuni usi parentetici di

verbi epistemici come it penso fr je crois sp yo creo negli esempi (3-5)

(3) it allora cioersquo praticamente si svilupperebbe cosirsquo penso io (LIP FC3)

(4) fr lui deacuteclara (je crois) que son mari eacutetait un imbeacutecile (Audin Une vie bregraveve Frantext)

(5) sp La respuesta es - yo creo - crear equilibrio y armonia (Spanish web corpus Sketch

Engine)

I segnali orientati allrsquointerlocutore servono invece ad esplicitare la relazione con

lrsquointerlocutore o a richiamarne lrsquoattenzione sul parlante o su elementi dellrsquointerazione

come egrave il caso ad esempio dei segnali allocutivi di richiamo derivati dai verbi di per-

cezione visiva guardare e mirar negli esempi (6) e (7) Questo gruppo di segnali puograve

inoltre essere utilizzato per stabilire e mantenere relazioni sociali come per il lat

quaeso amabo5 negli esempi (8) e (9) per lrsquoit prego il rumeno mă rog il fr srsquoil vous plaicirct negli esempi da (10) a (12)

4 In questo contributo egrave fornita la traduzione degli esempi latini o di quelli di interpretazione complessa Ringrazio di cuore Luis Unceta Goacutemez e Mihaela Popescu preziosi consulenti per spagnolo e rumeno

5 Il lat amabo egrave una formula di preghiera tra le piugrave comuni Cfr anche Hofmann (19852 281sqq)

MOLINELLI

153

(6) it Guarda io mi sono informato oggi (LIP MB30)

(7) sp Mira a los 48 antildeos sabes ya muy bien quieacuten te va a querer y quieacuten no (Spanish web corpus Sketch Engine)

(8) lat tu quaeso cogita (Cic Att 9 17 2)

ldquoPer favore pensardquo

(9) lat Amabo accurrite ne se interemat (Plaut Cist 645)

ldquoPer favore accorrete percheacute non si uccidardquo

(10) it Prego si accomodi (LIP NA9)

(11) rum Atunci ndash zic eu ndash mă rog ţie nu mă lăsa ştiu că pot conta pe amiciţia (Caragiale

Momente 273 Livescu (2014))

ldquoAllora ndash io dico ndash ti prego non deludermi So di poter contare sulla tua amiciziardquo

(12) fr un cafeacute parisien srsquoil vous plaicirct demande mon pegravere (Fellous Avenue de France Fran-

text)

Infi ne alcuni elementi fungono da segnali contestuali quando servono ad esplici-

tare il legame tra parlante interlocutore e contesto deittico ad esempio con valore

mirativo come nel caso del lat ecce it ecco torsquo fr voilagrave negli esempi da (13) a (15)

(13) lat Ecce autem uxor obuiamst (Plaut Cas 969)

ldquoecco qua mia moglie che mi sbarra la stradardquo

(14) it Ecco il signore col quale dovete essere pronta di fare i pugni (Svevo La coscienza di Zeno cap VI)

(15) it torsquo la contessa Ortensia (Butti Fiamme nellrsquoombra 21)

Ciograve che accomuna i segnali funzionali egrave la realizzazione di una funzione prag-

matica a partire da elementi diversi (verbi avverbi congiunzioni o espressioni) Ci

concentriamo qui sui segnali interazionali poicheacute spesso hanno come caratteristica

comune lrsquoorigine deverbale

In diverse lingue i segnali interazionali sviluppano nuovi valori pragmatici in con-

testi dialogici seguendo percorsi ricorrenti ciclici e coerenti a livello interlinguistico

Questo succede percheacute i parlanti co-optano e ri-defi niscono lrsquouso di un termine nel

caso specifi co lrsquouso di una forma verbale a livello pragmatico6 In altre parole per

raggiungere i loro scopi interazionali i parlanti usano risorse linguistiche sfruttando

alcune sfumature di signifi cato di un termine allrsquointerno del contesto interazionale

Frequentemente questi sviluppi danno origine a processi di pragmaticalizzazione

ciclici diacronicamente diffusi e stabili che condividono molte caratteristiche con

percorsi di arricchimento pragmatico ampiamente noti come la riorganizzazione

strutturale del sistema della negazione nelle lingue romanze (Jespersen (1917))7 Il carattere ciclico dei processi implicati costituisce la lsquomeccanicarsquo del mutamento

pragmatico poicheacute evidenzia i processi e le cause che sono alla base di diversi per-

corsi di pragmaticalizzazione Qui si esemplifi cheragrave il ciclo di pragmaticalizzazione

6 Cfr Traugott Dasher (2002) Kaltenboumlck et alii (2011)7 Per approfondimenti ed esemplifi cazioni relativi ai cicli di pragmaticalizzazione cfr

Ghezzi Molinelli (2012) Molinelli (2010) e Hansen (2014)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

154

di alcuni marcatori interazionali di cortesia (MIC) che a partire dal latino quaeso ha

dato origine ad it prego fr je vous en prie rum mă rog

Questi processi interagiscono con lsquomeccanismirsquo del mutamento pragmatico

ovvero con le proprietagrave morfosintattiche delle strutture che sono alla base dei MIC

nel caso specifi co verbi performativi che hanno favorito i percorsi di pragmaticaliz-

zazione

In questo lavoro si analizza il carattere ciclico dei processi (la meccanica) mentre

si rimanda a Ghezzi (in stampa) per lrsquoesplicitazione dei meccanismi cioegrave delle pro-

prietagrave morfosintattiche dei verbi performativi di origine

Si esemplifi ca qui il carattere ciclico della formazione di segnali funzionali attra-

verso lrsquoanalisi dello sviluppo di MIC con valore richiestivo

Questo gruppo di MIC in genere ha la funzione pragmatica di favorire la coe-

sione sociale percheacute codifi ca

(a) le caratteristiche della relazione tra parlante e interlocutore

(b) la loro identitagrave sociale (il loro grado di potere e di distanza sociale allrsquointerno del contesto

comunicativo)

(c) il tipo di atto linguistico realizzato (una richiesta o unrsquoofferta)

Questi segnali sono dunque ancorati al contesto storico-sociale e alle norme socio-

culturali che lo caratterizzano Ogni atto linguistico infatti egrave anche un atto di iden-

titagrave (Le Page Tabouret-Keller (1985 315)) attraverso il quale il parlante colloca se

stesso e gli altri nello spazio sociale attraverso aspetti linguistici e pragmatici regole

di interazione sociale convenzioni socio-culturali in base ai quali un comportamento

ottiene un giudizio di appropriatezza

La considerazione globale di questi aspetti che costituisce lrsquolaquoetichetta comuni-

cativaraquo guida il parlante nelle sue scelte comunicative e lrsquoaspetto piugrave visibile di questa

applicazione egrave costituito dal sistema della cortesia (politeness cfr Brown Levinson

(1987))

Lrsquoetichetta comunicativa opera quindi nel contratto conversazionale tra i parlanti

nel singolo contesto comunicativo che varia al variare del contratto conversazionale

(laquorelativitagrave comunicativaraquo) Parallelamente varia in base al contesto socioculturale

che si differenzia tra culture ma anche in relazione al periodo storico di riferimento

nella medesima cultura (laquorelativitagrave socioculturaleraquo Blum-Kulka (1992))

Come esempio prendiamo qui in esame alcuni MIC in latino italiano rumeno e

francese In quanto MIC questi verbi mitigano la forza illocutiva di una richiesta e

hanno quindi una funzione coesiva a livello sociale analizzando dialoghi parlati o

scritti questi MIC tipicamente si riscontrano in atti potenzialmente minacciosi della

faccia come gli ordini e le richieste

In particolare il confronto interlinguistico tra latino e lingue romanze permetteragrave

ora di evidenziare alcuni processi simili di sviluppi funzionali il cui punto di partenza

egrave un verbo performativo e il punto drsquoarrivo egrave un MIC

MOLINELLI

155

2 I marcatori di cortesia da verbi performativi

Un verbo performativo quando diventa MIC ha la funzione di

(a) asserire la sinceritagrave del parlante (Busse (2002))

(b) indicizzare la deissi sociale poicheacute rifl ette la negoziazione del parlante dei bisogni dellrsquoin-

terlocutore anche sulla base del contesto storico-culturale di riferimento e conseguen-

temente delle nozioni di faccia positiva e negativa (cfr Brown Levinson (1987) Trau-

gott Dasher (2002) Held (2005))

(c) costituire una mossa di supporto con cui attenuare o mitigare una richiesta (cfr Ghezzi in stampa Culpeper Archer (2008 73-76) sullrsquoingl pray)

Tali proprietagrave costituiscono meccanismi fondamentali che favoriscono lrsquoavvio di

percorsi di pragmaticalizzazione Per le lingue qui in esame egrave possibile ricostruire

diverse fasi nello sviluppo dei MIC a partire dal valore performativo del verbo origi-

nario

Il punto di partenza latino egrave costituito da una coppia di verbi performativi (rogo

vs quaesoquaero a cui si aggiunge una terza forma precor per quanto meno atte-

stata) Uno di questi verbi egrave anche specializzato pragmaticamente come MIC giagrave nel

latino di Plauto quaeso

(16) Hoc quod te rogo responde quaeso (Plaut Merc 214)

ldquoRispondi a ciograve che ti chiedo per favorerdquo

(17) At ego patriam te rogo quae sit (Plaut Persa 635) ldquoMa ti chiedo qual egrave il tuo Paeserdquo

(18) tela precor pueri promite acuta magis (Prop 2 9 37)

ldquoVi prego fanciulli scagliate dardi piugrave acutirdquo

La coppia di temi quaes-rog- produce tre forme di cui una quaeso prevalente-

mente fossilizzata e solo di valenza interazionale lrsquoaltra quaero forma verbale con

paradigma ad alta produttivitagrave senza valenza pragmatica la terza rogo con entrambe

le possibilitagrave8 Questa situazione puograve essere raffi gurata con lo Schema 1 sottostante

Schema 1 - Sviluppi funzionali in latino

Il verbo quaerere con il signifi cato di ldquochiedere cercarerdquo a sua volta dagrave origine a

verbi romanzi con signifi cati diversi (it chiedere fr queacuterir spport querer rum a cere) nessuno dei quali perograve mantiene la funzione pragmatica latina

8 Cfr Molinelli (2010) e Ghezzi Molinelli (2012)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

156

Le evoluzioni pragmatiche delle forme latine nelle diverse lingue romanze sono

rappresentate nello Schema 2 Il valore di MIC del lat quaeso (in ovale nello schema)

si perde nelle lingue romanze

Schema 2 - Sviluppi pragmatici dei verbi performativi latini

quaeso rogo precor (gli ovali indicano i MIC)

In rumeno il valore di cortesia egrave assunto dal verbo di origine latina rogo attra-

verso lrsquoespressione formulaica vămă rog invece in italiano e in francese un altro

verbo performativo scarsamente attestato in latino (precor) assume il valore di MIC

(it prego fr je vous en prie)

Lrsquoesito romanzo dei tre verbi performativi latini non esaurisce le strategie pragma-

tiche per veicolare la cortesia ad esempio in francese coesistono le formule je tevous en prie e srsquoil tevous plaicirct entrambe originatesi da frasi mentre altre lingue (spagnolo

e portoghese) hanno progressivamente privilegiato strategie diverse attraverso lrsquouti-

lizzo di perifrasi nominali (ad es lo sp por favor) Lrsquoitaliano stesso ha entrambe le

possibilitagrave (prego e per favore) cfr es (19)

(19) a) rom Icircmi citeşti o poveste te rog

b) fr Srsquoil te plaicirct lis-moi une histoire

Tais-toi je trsquoen prie

c) sp Lee una historia por favor d) it Leggimi una favola per favoreti prego

Interessante al riguardo egrave il francese contemporaneo in cui coesistono anche se

non sempre con funzioni sovrapponibili le due varianti deverbali da plaire e prier

rispettivamente cfr es (20) e (21)

(20) Hilda Srsquoil te plaicirct Ne sois pas mon ennemie (Sartre Le diable et le bon dieu II 6 IV

Frantext)

(21) Rentrons chez nous disait-elle agrave Raymond je trsquoen prie (Garat Pense agrave demain Fran-

text)

MOLINELLI

157

Unrsquoindagine campione su opere teatrali del 1500 e del 1900 nel corpus Frantext

evidenzia una diminuzione di frequenza dei marcatori derivati da prier ed un aumento

di quelli aventi come base plaire9 (cfr Tabella 2)

Tabella 2 - Occorrenze e frequenze dei MIC derivati da plaire e prier in francese

MIC da plaire MIC da prier

occorrenze frnr10 occorrenze frnr10

1500 31 39 185 235

1900 89 109 101 124

3 I contesti drsquouso dei verbi

Lrsquoevoluzione dei contesti sintattici drsquouso delle forme qui prese in esame rifl ette

lrsquoevoluzione pragmatica dei MIC appena accennata

Nellrsquoacquisizione di valore pragmatico egrave importante sottolineare che i verbi per-

formativi considerati divengono progressivamente parentetici (Ghezzi Molinelli

(2012) Thompson Mulac (1991) sui verbi epistemici)

Per il latino lrsquoitaliano il francese e il rumeno egrave possibile ricostruire percorsi

paralleli in cui il verbo drsquoorigine passa dallrsquoessere predicato reggente di una subordi-

nata argomentale allrsquoavere un minor grado di legame sintattico con la proposizione

seguente allrsquouso parentetico Dal punto di vista del legame sintattico tra i due blocchi

si passa dunque dalla subordinazione alla coordinazione alla perdita di valore pre-

posizionale del MIC

Latino - quaeso

quaeso ut (es 22) quaeso + congiuntivo (es 23) gt

quaeso + imperativo (es 24) gt

quaeso (es 25)

(22) Blepharo quaeso ut aduocatus mihi adsis neue abeas (Plaut Amph 1037)

ldquoBelfarone (ti) prego di assistermi come avvocato e di non andartenerdquo

(23) quaeso videas ut satis honestum nobis sit eas Romae esse (Cic Att 7 14)

ldquoTi prego guarda che [hellip]rdquo (24) Hoc quod te rogo responde quaeso (Plaut Merc 214)

ldquoRispondi a ciograve che ti chiedo per favorerdquo

(25) haec cum inter gemitus lacrimasque fudissem detersit ille pallio vultum et ldquoquaesordquo inquit ldquoEncolpi fi dem memoriae tuae appellordquo (Petron 91 8)

9 Per il verbo plaire oltre alla voce plaicirct si sono considerate anche le forme plaise e pleirot10 Frequenza normalizzata per 100000 parole

CILPR 2013 ndash SECTION 2

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ldquoE dopo aver pronunciato quelle parole in un profl uvio di gemiti e lacrime lui mi asciugograve

la faccia col mantello e disse ldquoPer favore Encolpio mi affi do alla tua memoriardquo

Italiano - prego

(io) tivi prego che (es 26) (io) tivi prego di (es 27) gt

ti vi La prego + imperativo (es 28) gt

prego (es 29 e 30)

(26) Io vi priego che voi il pigliate (Boccaccio Decameron II 1)

(27) Pregovi per tutte le sacre leggi drsquoamicizia e drsquo amore di non tradirmi (Goldoni Il servi-tore di due padroni I 20)

(28) Non glielo dite vi prego (Goldoni I puntigli domestici II 17)

(29) Alzate le mani gli astenuti prego (LIP MC)

(30) Grazie

Prego di niente

Francese - prier (Rickard (1982))

Je vous prie que + congiuntivo (es 31)gt

Je vous prie (deagrave) + infi nito (dal 1650) (es 32) gt

Je vous priesje trsquoen prie + imperativo (es 33) gt

Je vous priesje trsquoen prie (es 34)

(31) Je vos pri que vos me diez qui vos estes (La Queste del Saint Graal ed Pauphilet p 260

1115-16)

(32) Je vous prie de bien celler ce conseil (Livre du chevalier de la Tour Landry p 280)

(33) Je te prie laisse le en paix et me sers et je trsquoen sauray moult bon greacute (Froissart Chroni-ques Paris ms fr 2656 (80 v) 3-46)

(34) Horton laisse moy dormir je trsquoen prie (Froissart Chroniques Paris ms fr 2659 (64 v)

3-46)

Rumeno ndash a ruga

Vă Te rog să + congiuntivo (es 35)gt

Vămă rog + imperativo (es 36) gt

Măvă rog (es 37)

(35) Și rog și pre domnia voastră pre cari vă va dărui Dumnezeu cu domnia Țării Rumănești icircn urma noastră ori de veți hi de roada pacircntecelui nostru ori dintr-alt neam să nu călcați nici să stricați această pomeană a domniii mele ce o am făcut spre mare folos

lăcuitorilor Țării Rumănești[] (Hrisov Cacircmpulung 1669)

ldquoE domando a voi a cui il Signore faragrave dono dopo di noi del regno di Valacchia - che

siate o meno del nostro stesso sangue - di non togliere o danneggiare tutto ciograve che io ho

fatto di bene agli abitanti della Valacchiardquo

(36) Vină mă rog mai degrabă adăogă călăreţul (Urechia Coliba 96)

ldquoVenite prego il cavaliere aggiunserdquo

(37) Pe cine căutaţi mă rog domniilor voastre (Sadoveanu Fraţii Jderi 260)

ldquoChi cercate vi prego gentile signorerdquo

MOLINELLI

159

Osservando i percorsi di pragmaticalizzazione delle lingue qui analizzate egrave possi-

bile proporre alcune considerazioniNelle lingue in esame il verbo ha inizialmente diverse possibilitagrave sintattiche a

partire dallrsquoavere come argomento una subordinata esplicita introdotta da una con-

giunzione La struttura parattattica alternativa senza marca favorisce lo sviluppo

parentetico la cancellazione del complemento oggetto (tipicamente un pronome) egrave

possibile poicheacute coincide con il destinatario e diventa ridondante con lrsquoimperativoLrsquoaumento di frequenza del verbo con funzione parentetica nella periferia destra o

in posizione intermedia occorre tipicamente in un contesto volitivo11 che rappresenta

un importante contesto di transizione (anche contesto critico o contesto ponte) per lo

sviluppo della funzione pragmatica

Se per le lingue qui considerate il verbo nella periferia sinistra puograve ancora essere

interpretato come performativo nella periferia destra o in posizione intermedia ha

invece una chiara funzione parentetica di cortesia in questo caso potragrave essere inter-

pretato come una formula che attenua lrsquoimperativo ed esprime in modo saliente defe-

renza verso lrsquointerlocutore assumendo quindi valori intersoggettivi In tali contesti il

grado di forza illocutiva dellrsquoatto direttivo diminuisce gli elementi non verbali diven-

tano rilevanti e lrsquoatto puograve essere suddiviso in due nuclei pragmatici il primo che

contiene il verbo non piugrave interpretabile come performativo ma come parentetico con

funzione attenuativa il secondo che porta il carico della struttura informativaI verbi performativi latini e romanzi qui analizzati sono stati sottoposti a pro-

cessi di opacizzazione semantica progressiva fi ssazione morfosintattica del verbo

alla prima persona del presente indicativo rafforzamento delle funzioni pragma-

tiche e loro routinizzazione gli originari performativi sono diventati MIC grazie ad

uno sviluppo intrecciato di fattori di tipo sintattico e pragmatico indipendente dalla

struttura sintattica caratterizzante ciascuna lingua lrsquooriginario predicato si specia-

lizza nellrsquoassolvere solo un ruolo pragmatico di tipo interpersonale perde il suo ruolo

dal punto di vista morfosintattico e il suo contenuto proposizionale Di conseguenza

la frase originariamente subordinata acquisisce indipendenza sintattica e maggiore

importanza in termini di struttura informativa come risultato di una diminuzione del

legame morfosintattico con il contenuto informativo nella prima parte

4 In conclusione

Lrsquoanalisi della relazione tra meccanica e meccanismi del mutamento pragmatico

nella formazione dei MIC utilizzati per fare una richiesta considerando in partico-

lare latino italiano francese e rumeno ha evidenziato alcuni aspetti interessanti

I verbi che in latino hanno acquisito una funzione pragmatica come MIC (lat

quaeso amabo) non vengono ereditati dalle lingue romanze dove si formano MIC

11 Per il latino le completive non introdotte da ut per le altre lingue lrsquoimperativo cfr Molinelli Rizzi (1993)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

160

originati da predicati e sintagmi diversi con signifi cato analogo (in it prego fr je vous en prie rum vă rog) oppure diverso (fr srsquoil vous plaicirct it per favore) Il performativo

rogo spesso alternativo a quaeso pur non completando in latino il percorso di prag-

maticalizzazione rimane soltanto in rumeno

In modo del tutto simile a quanto descritto da Jespersen (1917) in relazione ai cicli

della negazione questi che defi niamo cicli di pragmaticalizzazione rappresentano

processi ricorrenti produttivi e iterativi alla base della lsquomeccanicarsquo del mutamento

pragmaticoQuesti sviluppi funzionali a livello pragmatico correlano con alcuni lsquomeccanismirsquo

e mutamenti a livello formale Come si egrave dimostrato per le lingue qui prese in esame

nelle fasi iniziali il processo di pragmaticalizzazione egrave favorito da alcune proprietagrave

semantiche e pragmatiche delle fonti dei MIC (ad es il valore performativo dei verbi)

mentre in fasi successive il processo viene rinforzato da due fenomeni lrsquoaumento nella

libertagrave sintattica del verbo originario rispetto alla struttura della frase e la fi ssazione

della forma

I mutamenti sociali e culturali che caratterizzano il contesto linguistico di rife-

rimento hanno certamente un ruolo in questi cicli di pragmaticalizzazione Lrsquoevolu-

zione del sistema francese egrave un esempio interessante il fr je vous (en) prie egrave ancora

frequente come MIC ma la variante concorrente srsquoil vous plaicirct sembra essersi impo-

sta Un simile sviluppo egrave stato analizzato in alcuni studi sullrsquoinglese in cui pray egrave stato

progressivamente sostituito da please probabilmente proprio per contatto dal fran-

cese (Lutzky - Demmen (2013) Akimoto (2000 79) Traugott Dasher (2002 255))

Busse (2002 31) spiega questo sviluppo sulla base di un cambiamento nelle strate-

gie legate alla cortesia e sostiene che laquoa shift in polite requests has taken place from

requests that assert the sincerity of the speaker (I pray you beseech you etc) to those

that question the willingness of the listener to perform the request (please)raquo Questo

farebbe pensare ad una sostituzione di un marcatore orientato al parlante (je vous en prie) ad un marcatore orientato allrsquointerlocutore (srsquoil vous plaicirct) che ben rappresenta

un mutamento generalizzato da cortesia positiva a negativa

A tal proposito Bax (2010 67) afferma

[t]he current preoccupation with other-face differs materially from historically earlier

conceptions Not only is [hellip] early modern politeness display primarily a device for self-pres-

entation and self-assertion (with a degree of recognition or enhancement of the addresseersquos

face as a side effect at best) there is every appearance that earlier on during the medieval

millennium minding onersquos manners was also generally motivated by lsquoselfi shrsquo reasons

I segnali interazionali una volta di piugrave mostrano la rilevanza della nozione di

lsquovalorersquo di saussuriana memoria poicheacute un elemento acquisisce valore (signifi cato

norme drsquouso) solo allrsquointerno del contesto anche extralinguistico in cui egrave usato

Universitagrave di Bergamo Piera MOLINELLI

MOLINELLI

161

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Frantext Base textuelle Frantext ltwwwfrantextfrgt

Spanish web Corpus Spanish web corpus ltwwwthesketchenginecoukgt

163

Latinum Circa Romanccedilum1

Eacutetude sur la langue de la Vita Sancte Eufrosine (BHL Nordm 2722)

du manuscrit H55 de la Bibliothegraveque interuniversitaire de

Montpellier (BuM)

1 La sociolinguistique diachronique

Les eacutetudes sur les systegravemes linguistiques en usage dans la Romania principale-

ment la Galloromania pendant lrsquoAntiquiteacute tardive et le Haut Moyen-Age ont eacuteteacute

renouveleacutees agrave partir de la fi n des anneacutees quatre-vingt par la sociolinguistique diachro-

nique ou reacutetrospective (Cotelli 2009) illustreacutee en France par les travaux de Michel

Banniard (1992)

Notre communication se situe dans ce courant de recherches tout en srsquoen distin-

guant par un refus de lrsquoexclusion a priori de recherches plus traditionnelles fondeacutees

sur la grammaire historique et la philologie classique drsquoun cocircteacute (Vielliard 1927 Pei

1932) drsquoune approche reconstructrice plus reacutecente deacuteveloppeacutee par R de Dardel

(1996 1958) de lrsquoautre

Nous appliquerons la deacutemarche sociolinguistique agrave un texte hagiographique du

VIIe siegravecledeacutebut du VIIIe siegravecle la Vita Sancte Eufrosine

2 Vita Sancte Eufrosine

La Vita Sancte Eufrosine (BHL Ndeg2722) a eacuteteacute transmise dans le manuscrit BuM

H55 fol 139r-142v originaire de Lorraine ou de la Bourgogne du Nord et datant du

deacutebut du IXe siegravecle Elle fut eacutecrite agrave partir du folio 140v par un scribe de lrsquoeacutecole de

Metz (style Angilram) (De Stryker Gribomont 1965 368-370 Bischoff 1998 2004

II 198 Nordm2822 Moretus 1915-1916 251-255) Lrsquoeacutetude de la langue du texte suggegravere

toutefois une premiegravere reacutedaction au VIIedeacutebut du VIIIe s (Boucherie 1871 24)

Le texte rapporte lrsquohistoire drsquoune jeune fi lle Euphrosyne ayant peut-ecirctre veacutecu agrave

Alexandrie au Ve s qui refusant de se marier se travestit en homme et se retire dans

un couvent de moines Elle y vivra heureuse et estimeacutee par les moines pendant 38 ans

1 Luumldtke (1964 19) lrsquoexpression est tireacutee de Meneacutendez Pidal Oriacutegines del espantildeol EspasaCape 1964 459 Cette communication est fondeacutee sur notre thegravese de doctorat Reisdoerfer (2006)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

164

accueillant et consolant mecircme son propre pegravere effondreacute par la perte de sa fi lle Ce

nrsquoest qursquoau seuil de la mort qursquoelle reacuteveacutelera sa veacuteritable identiteacute2

La vita fait partie drsquoune seacuterie de reacutecits hagiographiques apparus entre le IVe et le

VIIe s sur une aire greacuteco-orientale qui racontent tous avec des variantes lrsquohistoire

drsquoune monachoparthenos drsquoune jeune fi lle qui se travestit en homme et souvent se

retire dans un couvent de moines3

La citation liminaire de notre communication deacutecrit bien la latiniteacute du texte lati-num circa romanccedilum maxime coram laicis un latin preacutepareacute pour ecirctre reacuteciteacute devant

une communauteacute de laici en passe de perdre son latin (VIIedeacutebut du VIIIe s) ou

lrsquoayant deacutejagrave perdu (deacutebut du IXe s)4

3 Eacutetude de la langue de la Vita Sancte Eufrosine

Nous chercherons drsquoabord agrave mettre en eacutevidence comment le scribe a adapteacute un

texte reacutedigeacute agrave lrsquoorigine dans un latin eacutecrit tardif (deacutesormais LET IIIe-Ve s) pour un

auditoire pratiquant un latin parleacute tardif de phase 2 employeacute aux Ve-VIIe s (deacutesor-

mais LPT2) en recourant ainsi agrave la terminologie de Banniard (2006 32-33) Nous

nous appuyons sur un modegravele communicatif fonctionnant dans une situation de com-

munication verticale orale dans un contexte religieux Aux VIIendashIXe s des audi-

toires drsquoillitterati continuaient drsquoavoir une maicirctrise passive acceptable drsquoeacutenonceacutes en

latin eacutecrit tardif (IIIe-Ve s) Au niveau seacutemantique les mots latins eacutetaient globale-

ment compris La morphologie et les structures syntaxiques de base du LET parfois

directement heacuteriteacutees du latin classique eacutecrit subsistent souvent agrave cocircteacute de formes et de

structures nouvelles

(i) futur saluaueris (I 80 l 210)5

(ii) passif suscipitur (I 56 l 97)

(iii) deacuteponents loquebatur (I 104 l 347 l 351)

(iv) marquage du compleacutement de nom par le geacutenitif curam habens pauperum (I 38 l 6)

(v) ablatif absolu Et congregatis omnibus fratribus (I 82 l 229)

(vi) AcI Et iussit abbas foras de monasterio hellip manere patrem cum puella (I 48-50 l 56-58)

La maicirctrise passive du LET aux VIIendashIXe s devrait srsquoexpliquer entre autres par le

fait que les illitterati restaient en contact avec cette langue par le biais du latin drsquoeacuteglise

auquel ils eacutetaient confronteacutes dans leurs pratiques religieuses Afi n de captiver les

auditoires drsquoillitterati et drsquoeacuteviter les problegravemes de compreacutehension il eacutetait cependant

devenu indispensable drsquoadapter des textes reacutedigeacutes en LET c-agrave-d de les rapprocher

sur le plan du lexique du phoneacutetisme et de la morphosyntaxe du LPT2 familier agrave

2 Sur la vie de sainte Euphrosyne cf Bautz (1990-)3 Sur lrsquointerpreacutetation du thegraveme de la monachopartheacutenie cf Reisdoerfer (2011)4 Sur la langue du texte cf Selig (1989 123) (1992 152)5 Les reacutefeacuterences aux pages et aux lignes renvoient agrave notre eacutedition (2006) accessible en ligne

REISDOERFER

165

lrsquoauditoire6 Cela eacutetait drsquoautant plus neacutecessaire pour des textes destineacutes agrave ecirctre reacuteciteacutes

en public7 pour assurer non seulement la compreacutehension du texte mais aussi la fl u-

iditeacute de la reacutecitation le lector devait avoir sous les yeux un texte preacutepareacute qui sur le

plan de la phoneacutetique drsquoabord et surtout8 du lexique et de la morphosyntaxe ensuite

se rapprochait de la langue pratiqueacutee par lrsquoauditoire Or la mise en eacutevidence tregraves fi ne

de ces adaptations est faciliteacutee en lrsquooccurrence par lrsquoexistence de diffeacuterentes versions

du mecircme texte9

(1) version A ms H55 BuM reacutedigeacutee en latin meacuterovingien (latin eacutecrit tardif de phase 2)

editio princeps Boucherie (1871) cf eacutegalement Reisdoerfer (2006)

(2) version B reacutedigeacutee en latin eacutecrit tardif des IIIe-Ve s et conserveacutee dans deux manuscrits

(a) ms 168 fol 211r-212v Bibliothegraveque municipale de Valenciennes fi n du XIIIe s eacutecriture

italienne () abbaye de Saint-Amand Molinier-Liegravevre (1894 XXV 259-260) editio princeps Reisdoerfer (2011) (BmV)

(b) le texte fragmentaire du ms U3 fol 16r-16v de la Bibliothegraveque municipale de Rouen XIe

s abbaye de Feacutecamp Poncelet (1904 156) editio princeps Reisdoerfer (2002) (BmR)

La comparaison entre les versions A et B en faisant clairement ressortir les adap-

tations opeacutereacutees par le scribe du VIIedeacutebut du VIIIe s nous donnera non seulement

de preacutecieux renseignements sur les modaliteacutes de la communication verticale du VIIe s

jusqursquoau deacutebut du IXe s mais entrouvre surtout une petite fenecirctre sur la langue orale

pratiqueacutee par les laici au moment mecircme ougrave se preacuteparait le passage de la latinophonie

agrave la romanophonie

4 Les adaptations

41 Adaptations phoneacutetiques

Drsquoapregraves le modegravele communicationnel adopteacute il fallait srsquoattendre agrave ce que les adap-

tations phoneacutetiques soient les plus nombreuses et les plus manifestes Elles confegraverent

au texte son identiteacute meacuterovingienne

On relegraveve entre autres le marquage de la fermeture de certaines voyelles

(a) Ē accentueacute transcrit par la graphie ltigt

Rogo uos fratres labores sustenḭte unam septimanam (I 96 l 303) sustinete (BmV p

243)

Drsquoapregraves Vielliard (1927 5) et Pei (1932 20) le passage de Ē accentueacute agrave i est un des

faits marquants du latin meacuterovingien La graphie ltigt pourrait transcrire une pronon-

6 Sur lrsquoadaptation de textes hagiographiques agrave lrsquoeacutepoque meacuterovingienne cf Banniard (1992 259-261) et Luumldtke (2009 588-593)

7 Sur la lecture agrave haute voix de textes hagiographiques agrave lrsquoeacutepoque meacuterovingienne cf Banniard (1992 256 258)

8 Cf Luumldtke (2009 583-584) 9 Sur cette maniegravere de proceacuteder cf Auernheimer (2003 46)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

166

ciation tregraves fermeacutee de ē tendant vers i (Stotz 1996 III 15 sect12) ou bien eacuteventuellement

annoncer deacutejagrave la diphtongue ei (VIe s Zink 1986 57-59) attesteacutee en ancien-fran-

ccedilais10 Ē inaccentueacute aboutit eacutegalement tregraves souvent agrave i surtout apregraves -s 11 Au sud de

lrsquoItalie -i a eacuteteacute conserveacute (Bec 1970 I 106) Enfi n Ĕ inaccentueacute passe eacutegalement agrave i dans toutes les positions12

(b) Ō accentueacute transcrit par la graphie ltugt

Deus qui cognusces hominem antequam natus sit [hellip] (I 52 l 76-78) cognoscis (BmR

p 715 BmV p 237)

Ō accentueacute libre ou fermeacute aboutit souvent agrave -u- On admet geacuteneacuteralement que sous

lrsquoaction du bouleversement quantitatif Ō accentueacute a ducirc se fermer agrave tel point que sa

prononciation se rapprochait de celle de -u- 13 On observe un traitement semblable

pour Ō et Ŏ inaccentueacutes Ces fermetures pourraient marquer un affaiblissement de

la voyelle -o

42 Adaptations morphologiques

421 Modifi cations seacutemantiques

Nous traiterons ici lrsquoeacutevolution seacutemantique de ille qui de deacutemonstratif proprement

dit agrave valeur deacuteictique devient entre autres un anaphorique reprenant un eacuteleacutement citeacute

preacuteceacutedemment dans le texte

[hellip] inuentus est ibidem onus senex seruos Dei orans adtentissime in ipsa ecclesia [hellip] Et uidit illum ipsa castissima [hellip] (I 64 l 139-142) eum (BmV p 238)

Les occurrences de ille anaphorique sont attesteacutees degraves le 1er s apregraves J-C en latin

parleacute (Vaumlaumlnaumlnen 1981 120 sect270) et des pronoms de rappel baseacutes sur ille se retrouvent

dans pratiquement toutes les langues romanes (Alliegraveres 2001 53-66)

422 Reacuteductions de traits grammaticaux14

(a) On observe la simplifi cation du systegraveme des pronoms relatifs

(1) On trouve qui agrave la place de quae (nomin f sg)

fi lia mea qui de lumbus meis exiuit [hellip] (I 106 l 362-363) fi lia mea quae (BmV p

245)

(2) et quem agrave la place de quam

Vade in ecclesia quem construcxit Theodosius imperatur [hellip] (I 64 l 134-135) quam

(BmR p 716 BmV p 238)

10 Pei (1932 20) Vielliard (1927 9) pour lrsquoanc-fr cf Foucheacute (1952-1961 II 223-224) et ibid la Remarque I p 224 Bourciez (1967 71-73 sect54)

11 Pei (1932 44-46) Vielliard (1927 22-24) Bonnet (1968 106-13) Stotz (1996 III 18-20 sect14)12 Pei (1932 39-44) Vielliard (1927 18-22) Stotz (1996 23-24 sect165-168)13 Pei (1932 30) Vielliard (1927 13-14) Bonnet (1968 126-30) Stotz (1996 III 48-51 sect39)14 Sur la reacuteduction grammaticale c-agrave-d la suppression de traits grammaticaux cf de Dardel

(2007b 108)

REISDOERFER

167

Les quelques occurrences de notre texte reacutevegravelent une tendance vers la simplifi -

cation de la morphologie des relatifs par lrsquoabolition des distinctions de genre et de

nombre Qui devient le pronom relatif sujet du masculin et du feacuteminin quem le pro-

nom relatif cod singulier et pluriel du masculin du feacuteminin et du neutre Cette sim-

plifi cation eacutetait favoriseacutee par lrsquoeacutebranlement geacuteneacuteral du systegraveme casuel et des confu-

sions au niveau phoneacutetique qui quae et quem eacutetant prononceacutes indiffeacuteremment KE15

(b) On procegravede aussi agrave la reacutegularisation des paradigmes verbaux

Dum autem non potebat portare dolores pater puelle [hellip] (I 94 l 294-295) poterat

(BmR p 718) posset (BmV p 243)

En latin lsquovulgairersquo (Vaumlaumlnaumlnen 1981 136 sect315) et meacuterovingien (Vielliard 1927

174) lrsquoimparfait classique de posse ldquo pouvoir rdquo poteram fut lsquoreacutegulariseacutersquo en potebat potibat16 On retrouve la mecircme reacutefection de formes anomales pour le paradigme de

uelle ldquo vouloir rdquo lorsque uult est refait en uolit forme rattacheacutee agrave uolēre (Bec 1970 I

it XVII 1 p 143)

(c) Imperfectum pro perfecto(1) Dum autem non potebat portare dolores pater puelle ambolabat ad ipso monasterio et actauit se ante pedes beati abbatis [hellip] (I 94 l 294-296) ambulauit (BmR 718

BmVp 243)

(2) Et uidit illum ipsa castissima salutabat eum dixitque ei puella [hellip] (I 64-66 l 142-143)

salutauitque (BmR p 716) salutauit (BmV p 238)

Nous avons releveacute un certain nombre drsquooccurrences drsquoimparfaits notamment avec

le verbe ambulare17 deacutesignant une action de la trame eacuteveacutenementielle et remplaccedilant

donc un parfait18 Vielliard (1927 222-23) et Pei (1932 278-279) relegravevent la mecircme sub-

stitution dans leur corpus Le pheacutenomegravene est eacutegalement analyseacute par Haverling (2005

170-171) (1999 368-369) Il est malaiseacute de lrsquoexpliquer Il se pourrait que le LPT2 ait

peu ou prou abandonneacute le parfait classique qui avait le deacutesavantage de preacutesenter une

morphologie complexe (Serbat 1994 125-126) pour le remplacer en partie par lrsquoim-

parfait et en partie par le nouveau parfait analytique du type episcopum inuitatum habes (Serbat 1994 126-127) Ce dernier devait toutefois ecirctre employeacute drsquoabord au

sens drsquoun parfait comme le montre la situation en ancien-franccedilais parleacute (Foulet 1974

227-228 sect329-330) Il se peut eacutegalement que le LPT2 ait eacuteteacute infl uenceacute par le vieux-

haut-allemand qui au passeacute ne connaissait qursquoun seul temps le preacuteteacuterit (Schrodt

2004 127 sect121 16-18 sect8)

15 Vielliard (1927 148-49) Bonnet (1968 389-90) Pei (1932 175-180) et Loumlfstedt (1911 131-33) pour la situation dans les langues romanes cf Bec (1970 I it IV 3 p 76 occ I 19 p 417-418 cat I 24 p 473-474) Joly (2012 80-82)

16 Pour les langues romanes cf Bec (1970 I it V 10 p 83-84)17 Le sens premier inacheveacute drsquoambulare ldquo se promener rdquo attire lrsquoimparfait Serbat (1994 120)18 Sur le systegraveme imparfait-parfait en latin cf Ernout (1951 223-224 sect244) et Haverling (2005

165-166)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

168

423 Innovations

La premiegravere innovation est la formation drsquoun article

(1) In una autem die fuit festiuitas dedicationis monasterii et transmisit abbas fratrem de

monasterio ut inuitaret patrem puelle in ipsam festiuitatem accedere ad illos hellip Audiens autem castissima puella rogauit introducere ipso monacho [hellip] (I 54-56 l 86-89 91-92)

introducere ipsum monachum (BmR 715) monachum introire (BmV p 237) [hellip] ἡ Εὐφροσύνη προσκαλεῖται τograveν ἀδελφoacuteν Boucherie (1883 198)

(2) Et frequentabat se in ipso monasterio [hellip] (I 100 l 326) monasterium (BmV p 244)

ἀπέρχεται είς τὸν κοινόβιον Boucherie (1883 202)

Notre texte recourt essentiellement agrave lrsquoarticloiumlde ipse (Aebischer 1948) alors que

ille pourtant promis agrave un si bel avenir comme article dans les langues romanes rem-

place surtout lrsquoanaphorique is

Dans la Vita Sancte Eufrosine ipse peut ecirctre (a) deacutemonstratif (b) emphatique =

ille (c) anaphorique (Selig 1992 154-155) (d) article (e) synonyme de idem (Selig

1992 153-156) (f) intensif (emploi canonique) Lrsquoemploi de ipse comme article nrsquoest

jamais obligatoire Le groupe ipse laquo article raquo + nom est donc toujours un syntagme mis

en eacutevidence (Selig 1992 184-185 208)

Ipse articloiumlde a en geacuteneacuteral la double valeur drsquoactualisateur19 et drsquoanaphorique

Dans le syntagme ipso monacho (1) ipse actualise le nom et renvoie en mecircme temps

au syntagme fratrem de monasterio20 Dans lrsquoexemple (2) la valeur anaphorisante est

plus vague et crsquoest surtout la fonction drsquoactualisateur qui domine Le mot accompagne

souvent des personnages ou des eacuteleacutements importants du reacutecit Enfi n ipse articloiumlde

eacutetait deacutejagrave preacutesent dans la version B (LET des IIIe-Ve s) et son emploi fut simplement

eacutetendu dans la version meacuterovingienne A

Plusieurs causes ont eacuteteacute avanceacutees pour expliquer lrsquoeacutemergence drsquoarticles en latin

parleacute (Selig 1992 79-105) comme la neacutecessiteacute de marquer par la preacutedeacutetermination

le cas le genre et le nombre de substantifs dont lrsquoeacutevolution phoneacutetique avait changeacute

voire fait disparaicirctre les deacutesinences (Selig 1992 82-86) Relevons deux faits pour la

Vita Sancte Eufrosine (a) dans ce texte traduit du grec lrsquoemploi de lrsquoarticle fut favo-

riseacute par lrsquoexistence drsquoun article dans la langue source (b) lrsquoemploi de lrsquoarticloiumlde ipse

actualisateur surtout de lexegravemes importants et anaphorique renforce la coheacutesion et la

clarteacute et partant la compreacutehension drsquoun texte probablement reacuteciteacute devant un public

dont la latinophonie eacutetait devenue chancelante et qui avait besoin de repegraveres et de

structures clairs (Selig 1992 145)

Vnus est utiliseacute comme article indeacutefi ni (cf ex1)21 Lrsquoarticle indeacutefi ni est moins

freacutequent que le deacutefi ni La structure unus article indeacutefi ni + nom est deacutejagrave en place dans

19 Guillaume (1919 19-25) Selig (1992 107-110)20 Sur cet emploi cf Ledgeway (2012 90)21 Sur lrsquoarticle indeacutefi ni dans la Vita Sancte Eufrosine cf Selig (1992 76-77)

REISDOERFER

169

la version B (LET des IIIe-Ve s) les prodromes de lrsquoeacutevolution se manifestant deacutejagrave en

latin classique et en latin classique parleacute

43 Adaptations syntaxiques

431 Reacuteductions

(a) On observe le deacutemantegravelement du systegraveme hexacasuel

(1) [hellip] venit pater eius de platea ciuitatis et interrogauit monacho [hellip] (I 62 l 125-126)

monachum (BmR p 716 BmV p 238)

(2) Audiens autem ipse pater sponso con fi lio quid contegit [hellip] (I 88 l 258-259) ipse pater sponsi (BmV p 242)

(3) [hellip] uenit pater suus in monasterio et post orationem dixit ad abbati [hellip] (I 108 l 371-

372) abbati (BmV p 246)

(4) Voles uidere bonum hominem eunuchus de palatium Thodosio imperatori retrusum (I 100 l 328-330) Theodosii imperatoris (BmV 244)

Le systegraveme casuel est fortement eacutebranleacute dans notre texte qui preacutesente par exem-

ple pour la 2e deacuteclinaison du masculin une pluraliteacute de systegravemes imbriqueacutes les uns

dans les autres

(1) un systegraveme bi-casuel cas sujetcas reacutegime en -o qui exprime des fonctions aussi diverses

que lrsquoaccusatif le datif le compleacutement de nom le compleacutement preacutepositionnel

(2) un systegraveme bi-casuel cas sujetcas reacutegime qui exprime toutefois les fonctions datif et

compleacutement de nom par les preacutepositions ad et de (3) un systegraveme tri-casuel cas sujet cas reacutegime

1 et cas reacutegime

2 ougrave le cas reacutegime

2 issu du datif

du latin classique sert agrave marquer les compleacutements de nom (Herman 2000 56-57)

Les systegravemes (1) et (2) annoncent deacutejagrave les structures de lrsquoancien-franccedilais (Joly

2012 216-234) La disparition du systegraveme casuel correspond drsquoabord agrave une dynamique

profonde des langues europeacuteennes vers un syncreacutetisme des cas (Serbat 1994 66) Ce

mouvement sera renforceacute et acceacuteleacutereacute en latin par les imperfections du systegraveme mecircme

(la plurifonctionnaliteacute de certaines deacutesinences domino pour le datif et lrsquoablatif) et

les eacutevolutions phoneacutetiques affectant ces deacutesinences Ainsi apregraves la fermeture de -o- en -u- et la chute du -m agrave lrsquoaccusatif singulier la deacuteclinaison de dominus au singulier

en latin parleacute du 1er siegravecle apr J-C ne preacutesentera-t-elle que 3 formes diffeacuterentes

nominatif dominus geacuten domini dat-acc-abl domino

(b) Dum devient lrsquounique conjonction causalo-temporelle avec les sens ldquo lorsque rdquo (ex 1) et

ldquo parce que rdquo (ex 2)

(1) Dum autem uidit sancta castissima ancilla Dei se paratam esse ut migraret de hoc seculo ad Dominum rogat uenire patrem suum [hellip] (I 110 l 389-391) Ut (BmV p 246)

(2) [hellip] illi non potuit recognuscere fi liam suam dum de nimiam adfl ictioni sui fuerat affl icta [hellip] (I 102 l 337-339) Quia (BmV p 244)

Le systegraveme des causalo-temporelles simplifi eacute dans notre texte est domineacute par

une seule conjonction dum (avec 29 occurrences) avec une pluraliteacute de sens ldquo tant

CILPR 2013 ndash SECTION 2

170

que pendant que quand lorsque puisque parce que comme rdquo22 Dum est geacuteneacutera-

lement suivi de lrsquoindicatif parfois du subjonctif surtout du subjonctif plus-que-par-

fait introduit probablement sous lrsquoinfl uence de cum23 Agrave cocircteacute de dum temporel on

trouve deux occurrences de quando une de quomodo La causaliteacute peut eacutegalement

ecirctre exprimeacutee par quia Les occurrences du texte montrent que lrsquoextension du sens

de dum et lrsquoaugmentation de sa freacutequence drsquoemploi ont deacutejagrave commenceacute en latin eacutecrit

tardif et que le pheacutenomegravene srsquoest simplement renforceacute en latin meacuterovingien Dans les

langues romanes la conjonction a laisseacute peu de traces mentre ldquo tandis que rdquo en vieil-

italien (Bec 1970 I ital II 1 41-42) et (en) dementres que ldquo pendant que rdquo24 en ancien-

franccedilais issu de lat dum interim (Ernout 1985 187 b) Le deacuteveloppement de dum

en conjonction causalo-temporelle unique semble donc drsquoabord ecirctre une eacutevolution

limiteacutee aux diffeacuterents systegravemes latins postclassiques

432 Innovations

Lrsquoeacutevolution vers un ordre des mots roman est une innovation importante On la

trouve dans

[hellip] rogauuit itaque pro suum fi lium [hellip] (I 48 l 47-48) pro fi lio suo (BmV p 236)

Lrsquoexemple de la version meacuterovingienne preacutesente deacutejagrave une structure romane lsquodeacuteter-

minant ndash deacutetermineacutersquo (comme fr son fi ls) alors que le manuscrit de la BmV conserve la

structure latine lsquodeacutetermineacute ndash deacuteterminantrsquo

44 Les adaptations lexicales

Le lexique change peu drsquoune version agrave lrsquoautre Dans les passages suivants

(1) [hellip] Vir autem suus in grandem tribulationem erat [hellip] (I 38 l 9) [hellip] magna [hellip] (BmV

p 235)

(2) Vidensque eum mulier in merore uallido (I 40 l 12) uxor sua (BmV p 235)

nous avons releveacute deux remplacements remarquables deux termes pratiquement pan-

romans grandis REW 327b et mulier REW 472a remplacent les mots du latin clas-

sique magna et uxor

5 Conclusions

Ce texte donne un premier aperccedilu sur la complexiteacute de la situation linguistique

dans lrsquoest de la France en Lorraine ou en Bourgogne aux VIIe s et deacutebut du VIIIe s

(a) La population eacutetait probablement multilingue pratiquant soit passivement soit

activement des langues germaniques (langues franque burgonde25) un latin tardif des

22 Sur dum causal cf Hofmann et al (1972 613-614 sect 330)23 Vielliard (1927 235-236) Bonnet (1890 685-686) Hofmann et al (1972 614-615 sect 330)24 Godefroy (1881 2 498c-499a DMF sub endementres25 Sur le bilinguisme dans le royaume franc cf Polenz (2009 29)

REISDOERFER

171

IIIe-Ve s et un latin tardif des Ve-VIIe s se rapprochant deacutejagrave drsquoun roman eacutevoluant par la

suite en ancien-franccedilais le latinum circa romanccedilum

(b) Il est probable que non seulement les lettreacutes les clerici mais aussi les illitterati continuaient

agrave avoir au moins une connaissance passive du latin tardif des IIIe-Ve s

(c) La langue que tous clerici et illitterati devaient pratiquer activement est selon nous un

latin en mutation au niveau de la phoneacutetique de la grammaire surtout moins au niveau

du lexique Ces mutations tantocirct eacuteloignent cette langue du diasystegraveme latin en annonccedilant

un systegraveme roman (systegravemes casuels relatif) tantocirct se situent encore agrave lrsquointeacuterieur du

diasystegraveme latin (extension de lrsquoemploi de dum) Nous avons deacutenommeacute ce latin avec

Banniard latin parleacute tardif de phase 2 (Ve-VIIe s)

(d) Au regard de ces mutations drsquoaucuns (R de Dardel 2007a 14-15 R Wright 1982

43-44 261-262) vont plus loin encore en admettant que cette langue soit par rapport

au diasystegraveme latin une veacuteritable lsquolangue par distanciationrsquo une langue Abstand (Kloss

1978) langue qursquoon pourrait appeler protoroman et qui serait le preacutedeacutecesseur direct de

lrsquoancien-franccedilais

(e) Pour plusieurs raisons nous pensons que cette langue parleacutee qui apparaicirct parfois sous

le latin eacutecrit tardif des Ve-VIIe s se situe toujours dans un diasystegraveme latin Certains

domaines geacuteneacuteralement consideacutereacutes comme caracteacuteristiques pour le passage du latin au

franccedilais26 notamment le passif analytique ne sont guegravere toucheacutes par les variations Quant

au lexique il reste solidement ancreacute dans le diasystegraveme latin Lrsquointercompreacutehension entre

une personne pratiquant le LPT2 (VendashVIIe s) et une autre recourant au LET de phase 2

des Ve-VIIe s (le latin meacuterovingien) voire au LET (IIIe-Ve s) paraicirct eacutegalement assureacutee

(f) La langue de base du texte le latin eacutecrit tardif des Ve-VIIe s appeleacute communeacutement latin meacuterovingien repreacutesente agrave nos yeux une tentative originale lanceacutee par les clerici pour

faire du latin parleacute tardif de phase 2 une lsquolangue par eacutelaborationrsquo une langue Ausbau

(Kloss 1978) ancreacutee toutefois dans la latinitas et fonctionnant dans lrsquoadministration

le notariat notamment et dans le domaine religieux La politique linguistique de

la reacuteforme carolingienne (Admonitio generalis27) en procircnant un retour au latin des

Pegraveres de lrsquoEacuteglise en insistant sur la correction grammaticale des textes et en exigeant

la prononciation de chaque graphegraveme a mis fi n agrave cette expeacuterience et a lanceacute drsquoun

cocircteacute le latin du moyen-acircge de lrsquoautre une formidable dynamique drsquoeacutemancipation et

drsquoeacutelaboration du latinum circa romanccedilum qui eacutevoluera en ancien-franccedilais

Mais lagrave nous quittons deacutefi nitivement le monde antique pour entrer de plain-pied

dans la civilisation du medium aevum

Institut grand-ducal Luxembourg Joseph REISDOERFER

26 Pour ces domaines cf par exemple Ledgeway (2012 2-3)27 Sur ces textes cf Auernheimer (2003 108-123)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

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Lat tepidus fr tiegravede ital tiepido eacutetude lexicale

Lrsquoadjectif tepidus appartient agrave la seacuterie latine des adjectifs de tempeacuterature qui

comprend notamment frīgidus (ldquo froid rdquo) calidus (ldquo chaud rdquo) feruidus (ldquo brucirclant rdquo)

ou encore gelidus (ldquo geleacute rdquo) Tepidus renvoie agrave une notion relative situeacutee entre les

deux antonymes que sont calidus et frigidus et se traduit habituellement par ldquo tiegravede rdquo

Il appartient agrave une importante famille lexicale qui associe adjectifs en -idus verbes

drsquoeacutetat en -ēre et substantifs en -or1 Les adjectifs qui preacutesentent le suffi xe -idus laquo deacutecri-

vent les diffeacuterents facteurs exteacuterieurs ou inteacuterieurs (aux ecirctre animeacutes ou inanimeacutes)

qui peuvent affecter lrsquohomme dans son rapport avec lui-mecircme ou avec le monde raquo

(Sznajder 2002 59) Les adjectifs de tempeacuterature trouvent donc parfaitement leur

place dans cette seacuterie

Notre objectif dans la ligne des eacutetudes de typologie lexicale actuelles2 consacreacutees

au domaine de la tempeacuterature est de deacuteterminer le champ drsquoapplication de cet adjec-

tif en latin agrave quel type de tempeacuterature fait-il exactement reacutefeacuterence Par ailleurs

drsquoun point de vue seacutemantico-reacutefeacuterentiel la notion de tieacutedeur est-elle deacutefi nie par rap-

port au chaud (plus froid que chaud) par rapport au froid (plus chaud que froid) ou

indiffeacuteremment par rapport agrave lrsquoune ou lrsquoautre de ces deux notions Y a-t-il des entiteacutes

qui suscitent un systegraveme speacutecifi que drsquoeacutevaluation de la tempeacuterature Quelles sont les

meacutetaphores associeacutees agrave la notion de tieacutedeur en latin

Nous procegravederons agrave une comparaison avec lrsquoadjectif signifi ant ldquo tiegravede rdquo en franccedilais

contemporain en nous demandant si fr tiegravede srsquoemploie dans les mecircmes conditions que

lat tepidus Pourquoi la notion de tieacutedeur qui est graduable en latin ne lrsquoest-elle pas

en franccedilais Un parallegravele sera aussi fait avec lrsquoitalien tiepido

Le deacutepouillement des textes latins srsquoest fait agrave lrsquoaide de la Library of Latin texts

(series A) de Brepols Notre recherche a porteacute sur une peacuteriode allant des plus

anciennes attestations (IIIe siegravecle av JC) jusqursquoau Ve siegravecle ap JC Tepidus appa-

raicirct degraves les textes les plus anciens mais est agrave peu pregraves trois fois moins employeacute que

calidus (ldquo chaud rdquo) et frigidus (ldquo froid rdquo) on relegraveve 377 occurrences de tepidus3 des

deacutebuts de la latiniteacute au Ve siegravecle ap JC contre 1076 occurrences de calidus4 et

1 Cf Fruyt (2006 15) Sur lrsquoorigine du suffi xe -idus voir Pultrovaacute (2007) et Olsen (2003 240-243)

2 Cf Koptjevskaja -Tamm (2011 2012 2015)3 Ainsi que de lrsquoadverbe tepide qui lui est associeacute4 Et lrsquoadverbe calide

CILPR 2013 ndash SECTION 2

176

1315 de frigidus5 peut-ecirctre parce que la notion de tieacutedeur a des champs drsquoapplica-

tion plus restreints que ceux de la chaleur ou du froid Nous suivrons les emplois

du terme de ses emplois les plus anciens de la peacuteriode archaiumlque jusqursquoagrave la peacuteriode

classique6

1 Eacutetymologie

Pour Rix (1998 5747) la base tep- signifi e ldquo ecirctre chaud rdquo Ernout Meillet (1967

685 su tepeo) posent le mecircme sens ldquo ecirctre chaud rdquo pour la racine et expliquent laquo dans

ce sens tepeo srsquoest retrouveacute en concurrence avec drsquoautres verbes notamment caleo et

a tendu agrave prendre la nuance de lsquoecirctre modeacutereacutement chaud ecirctre tiegravedersquo ce qui est lrsquoaccep-

tion usuelle (au sens physique ou moral) raquo Si lrsquoon tient compte de lrsquoeacutetymologie et de ce

problegraveme de concurrence avec caleo il faudrait poser agrave lrsquoorigine pour tepidus le sens

ldquo moins chaud que calidus rdquo ldquo peu chaud rdquo (plutocirct que ldquo peu froid rdquo) drsquoougrave ldquo tiegravede rdquo8

Nous verrons agrave lrsquousage des contextes si cette hypothegravese est pertinente

Nous caracteacuteriserons les emplois de ce terme en recourant agrave des paramegravetres pro-

poseacutes par Koptjevskaja-Tamm (2012 375) pour une eacutetude inter-linguistique du voca-

bulaire de la tempeacuterature agrave savoir la distinction entre des emplois visant la tempeacute-

rature ressentie au toucher la tempeacuterature ambiante ou la tempeacuterature corporelle

subjective ressentie de lrsquointeacuterieur par le locuteur9

Les premiegraveres attestations de lrsquoadjectif se rencontrent chez Ennius Accius et

Caton crsquoest-agrave-dire degraves les deacutebuts de la litteacuterature latine dont nous ayons des traces

(IIIe et IIe siegravecles av JC)

2 Tempeacuterature tactile

Chez Ennius et Accius le terme se rencontre avec une acception tactile dans lrsquoex-

pression tepidus sanguis (ldquo sang tiegravede rdquo) Il srsquoagit drsquoexprimer la tempeacuterature ressentie

quand lrsquoon touche du sang reacutepandu hors du corps

21 Chaleur drsquoun eacuteleacutement agrave tempeacuterature du corps

211 Chaleur du sang verseacute hors du corps et que lrsquoon touche

Ainsi peut-on lire chez Ennius dans un extrait drsquoAjax10

5 Et lrsquoadverbe frigide6 Nous ne ferons que peu drsquoexcursus dans les textes de la peacuteriode tardive car ils ne preacutesentent

pas drsquoeacutevolution notable pour les emplois de tepidus7 Voir de mecircme Mallory Adams (1997 263) su heat8 Sens proposeacute dans le Dictionnaire latin-franccedilais de F Gaffi ot9 Pour ces critegraveres voir aussi Plank (2003)10 Ennianae poesis reliquiae ed Vahlen Johannes Leipzig Teubner 1854 fragment 5 = The

tragedies of Ennius ed Jocelyn Hanry D Cambridge CUP 1967 fragment 12

ROESCH

177

IV 20 Aiax misso sanguine tepido tullii effl antes uolant

ldquo Le sang tiegravede ayant eacuteteacute reacutepandu les jets qui srsquoeacutecoulent sortent rapidement rdquo

Ou chez Accius11

III (3) Vulnere taetro deformatum suo sibi lautum sanguine tepido

ldquo Enlaidi par une horrible blessure baigneacute dans son propre sang tiegravede rdquo

Cette association entre le sang et la tieacutedeur se rencontre aussi chez les auteurs

ulteacuterieurs12 comme Ovide chez qui on peut lire en Ars 3 395-396 agrave propos des jeux

du cirque

Spectentur tepido maculosae sanguine harenae metaque feruenti circueunda rota (Ov ars 3 395-396)

ldquo Qursquoils regardent le sable souilleacute de sang tiegravede et les bornes que doivent contourner [les

chars] de leur roue brucirclante rdquo

Cela dit chez Ovide lui-mecircme ainsi que chez drsquoautres auteurs tels Virgile Seacutenegraveque

et chez Ennius (Fragment 1 9913) lrsquoadjectif calidus peut aussi ecirctre employeacute comme

eacutepithegravete de sanguis14 (ou de sa variante cruor15) avec la mecircme valeur de tempeacuterature

du sang verseacute hors du corps Cela confi rme le lien ancien entre les racines tep- et

cal- pour deacutesigner la chaleur Dans ses emplois ulteacuterieurs tepidus srsquoapplique aussi agrave

des liquides autres que le sang agrave tempeacuterature du corps comme le lait ou les larmes

212 Lait chaud

Chez Virgile lrsquoadjectif srsquoemploie pour le lait fraicircchement tireacute utiliseacute lors des ceacutereacute-

monies funegravebres pour Polydore16

Inferimus tepido spumantia cymbia lacte sanguinis et sacri pateras animamque sepul-chro condimus (Verg Aen 3 66-68)

ldquo Nous apportons des coupes mousseuses de lait tiegravede et des pategraveres de sang sacreacute et nous

enfouissons cette acircme dans le tombeau rdquo

11 Extrait de Stasiastae uel Tropaeum Tragicorum Romanorum fragmenta v 606 p 215 ed Ribbeck Otto Leipzig Teubner 18712 = Accius Œuvres ed Dangel Jacqueline Paris CUF 1995 fragment IV

12 Lrsquoexpression tepidus sanguis se rencontre en Ov ars 3 395 Sil 7 610 tepidus cruor en Verg Aen 6 248 Aen 8 106 Sil 12 328

13 Ennianae poesis reliquiae ed Vahlen Johannes Leipzig Teubner 1854 Annales fragment 58 = Quinto Ennio Annali ed Flores Enrico et al vol I Napoli Liguori editore 2000 livre I fragment 44

14 Pour calidus sanguis voir Ov fast 1 321 met 14 754 met 6 238 Hor epist 1 3 33 Cels 4 2 5 26 Verg Aen 9 422 Sen HercO 298 Thy 1054 sans compte les multiples occur-rences chez Lucain et Silius Italicus

15 Calidus cruor est un syntagme plus rare cf Ov met 1 158 met 9 132 Lucan 4 28716 Voir aussi Ov met 7 247 fast 4 745-746

CILPR 2013 ndash SECTION 2

178

La mousse sur le dessus des coupes montre que le lait est encore chaud Crsquoest ce

que confi rme le commentaire de Servius en ad Aen 3 66 tepido lacte statim mulcto

ldquo avec un lait tiegravede crsquoest-agrave-dire qui vient drsquoecirctre trait rdquo 17

213 Larmes

Ovide utilise quant agrave lui tepidus pour caracteacuteriser les larmes en met 4 673-675 agrave

propos drsquoAndromegravede sur son rocher18

Vidit Abantiades nisi quod leuis aura capillos mouerat et tepido manabant lumina fl e-tu marmoreum ratus esset opus (Ov met 4 673-675)

ldquo Perseacutee la vit et si un vent leacuteger nrsquoavait pas agiteacute sa chevelure si ses yeux nrsquoavaient pas

reacutepandu des larmes tiegravedes il aurait penseacute que crsquoeacutetait une statue de marbre rdquo

214 Objet chauffeacute par le corps humain

Si tepidus est freacutequemment employeacute pour eacutevoquer la chaleur des fl uides corporels

il sert aussi agrave renvoyer agrave des objets chauffeacutes par leur contact avec le corps humain19

Ainsi chez Properce en 1 16 21-22 le tepidum limen20 (ldquo seuil tiegravede rdquo) est un seuil en

pierre chauffeacute par le corps de lrsquoamant qui srsquoy est endormi

Nulla ne fi nis erit nostro concessa dolori turpis et in tepido limine somnus erit (Prop

1 16 21-22)

ldquo Est-ce qursquoaucun reacutepit ne sera accordeacute agrave notre douleur et est-ce que nous dormirons

honteusement sur un seuil tiegravede rdquo

215 Chaleur du corps humain en vie

De maniegravere geacuteneacuterale la tempeacuterature tiegravede du corps humain21 est associeacutee agrave la

vie22 la mort eacutetant deacutecrite en termes de froid avec lrsquoadjectif frigidus23 Ainsi chez

Virgile24 en Aen 3 626-62725 tepidus srsquoapplique-t-il aux corps fraicircchement tueacutes donc

encore chauds des hommes que deacutevore le Cyclope

17 Pour cette expression voir aussi Ov met 9 339 fast 4 54818 Cf aussi Ov met 10 360 met 10 50019 Voir Ov met 4 162-163 Verg Aen 9 419 Aen 9 70120 Cf aussi Catull 63 64-6521 Chez Ovide lrsquoexpression tepidus sinus est freacutequente pour deacutesigner le sein de lrsquoamant ars 2

360 ars 3 212 ars 3 622 Lrsquoadjectif calidus peut aussi srsquoemployer pour la chaleur du corps humain comme chez Lucregravece (3 654) ou Seacutenegraveque (epist 102 26)

22 Cf chez Ovide en met 10 281-282 agrave propos de la statue qui srsquoanime et dont Pygmalion tombe amoureux un emploi de ce type du verbe tepere

23 Cf lrsquoexpression frigida mors chez Virgile en Aen 4 38524 Voir aussi Aen 10 554-55625 Servius commente ce passage en ad Aen 3 627 et associe la notion de tieacutedeur agrave celle de vie

tepidi melius lsquo tepidi rsquo quasi adhuc uiui quam lsquo trepidi rsquo (laquo tepidi il a bien fait drsquoemployer tepidi comme srsquoils eacutetaient encore vivants plutocirct que trepidi raquo)

ROESCH

179

Vidi atro cum membra fl uentia tabo manderet et tepidi tremerent sub dentibus artus (Verg Aen 3 626-627)

ldquo Jrsquoai vu quand il macircchait leurs membres deacutegoulinants drsquoun sang noir et quand leurs arti-

culations tiegravedes tremblaient sous ses dents rdquo

Si manifestement les emplois les plus anciens renvoient agrave un eacuteleacutement chauffeacute

par le corps humain lrsquoadjectif sert aussi par ailleurs agrave indiquer la chaleur de tout

objet qui a eacuteteacute chauffeacute par le feu et preacutesente agrave la suite de ce processus une chaleur

modeacutereacutee et agreacuteable pour le corps Il est souvent question drsquoun liquide (eau ou eacuteven-

tuellement huile) Cela nrsquoest pas surprenant la notion de tieacutedeur eacutetant tout particu-

liegraverement appliqueacutee agrave lrsquoeacuteleacutement liquide dans la plupart des langues (cf Koptjevskaja-

Tamm 2012) Crsquoest en effet un eacuteleacutement omnipreacutesent tant dans la nature que dans les

maisons avec un usage quotidien ougrave la tempeacuterature est un vecteur de confort

22 Chaleur modeacutereacutee drsquoun eacuteleacutement ou drsquoun objet chauffeacute par le feu

221 Eau (ou tout autre liquide) chauffeacutee par le feu dans lrsquousage domestique

Chez Celse dans les textes meacutedicaux26 il est souvent question de chauffer de lrsquoeau

ou un meacutedicament27 La chaleur du liquide est partie prenante du remegravede Ainsi lrsquoeau

tiegravede aide agrave vomir28

Nam si uenter fl uit aut si stomachus non continet ubi febris decreuit liberaliter oportet aquam tepidam potui dare et uomere cogere (Cels 3 6 15)

ldquo Car si le ventre se vide ou si lrsquoestomac ne garde rien quand la fi egravevre a diminueacute il faut

donner geacuteneacutereusement agrave boire de lrsquoeau tiegravede et forcer le malade agrave vomir rdquo

Si lrsquoadjectif tepidus semble srsquoappliquer preacutefeacuterentiellement agrave un liquide il se ren-

contre aussi pour tout objet qui a eacuteteacute en contact avec le feu et en a gardeacute une chaleur

reacutesiduelle

26 La meacutedecine animale fait aussi appel agrave lrsquoeau tiegravede (aqua tepida) Ainsi chez Varron en rust 2 1 23 elle est indiqueacutee pour le beacutetail qui souffre de fi egravevre agrave qui on fera en outre une onction avec de lrsquohuile et du vin tiegravedes (oleo et uino tepefacto) Voir encore Varro rust 316 14

27 Voir par exemple Cels 6 7 4 Cato agr 157 16 158 228 Pour la tepida aqua comme une aide au vomissement voir aussi Cels 1 3 22 ou 3 12 3 En

Cels 4 20 3 il est cette fois question de mulsum tepidum (laquo hydromel tiegravede raquo) Lrsquoeau tiegravede peut aussi ecirctre utiliseacutee en affusion pour ceux qui ont des maux de tecircte en alternance avec lrsquoeau chaude et lrsquoeau froide (cf Cels 1 4 22) cf encore Cels 4 15 ou 6 7 Mais lrsquoeau tiegravede sert encore agrave lrsquousage domestique quotidien Pline lrsquoAncien (nat 19 34 115) indique ainsi qursquoune fois saleacutee elle sert agrave la conservation des oignons et de lrsquoail

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180

222 Objet chauffeacute par le feu en train de refroidir

Ainsi chez Ovide29 la tempeacuterature deacutesigneacutee par tepidus est-elle celle des cendres

Inque foco tepidum cinerem dimouit et ignes suscitat hesternos (Ov met 8 641-642)

ldquo Dans le foyer il eacutecarte les cendres tiegravedes et ranime le feu de la veille rdquo

Le feu constituant la reacutefeacuterence du chaud la tieacutedeur se deacutefi nit donc comme un

moindre degreacute de chaleur

23 Chaleur modeacutereacutee de lrsquoeau chauffeacutee par le soleil

La tieacutedeur peut aussi se rencontrer dans le monde naturel30 dans ce cas crsquoest le

soleil qui est agrave lrsquoorigine de cette tempeacuterature En Meacutedeacutee 72531 il est question du fl euve

Hydaspe qui coule dans une reacutegion tregraves chaude drsquoougrave la tieacutedeur de ses eaux

Has aluit altum gurgitem Tigris premens Danuuius illas has per arentes plagas tepidis Hydaspes gemmifer currens aquis (Sen Med 723-725)

ldquo [Parmi ces herbes] le Tigre qui creuse un gouffre profond a nourri les unes le Danube

les autres lrsquoHydaspe qui renferme des pierres preacutecieuses et court dans des reacutegions arides en

a quant agrave lui nourri drsquoautres de ses eaux tiegravedes rdquo

24 Tempeacuterature intermeacutediaire entre le froid et le chaud

Mais indeacutependamment de ces reacutefeacuterences au corps humain au feu refroidi ou au

soleil - ougrave lrsquoeacutetalon de la chaleur est bien eacutetabli - la notion tactile de tieacutedeur peut ecirctre

deacutecrite comme un eacutetat meacutedian intermeacutediaire entre le chaud et le froid une tempeacutera-

ture moins chaude que le chaud ou plus chaude que le froid Seacutenegraveque en epist 92 21

souligne la gradation froid chaud tiegravede32

Frigidum inquit aliquid et calidum nouimus inter utrumque tepidum est sic aliquis bea-tus est aliquis miser aliquis nec beatus nec miser Volo hanc contra nos positam imaginem excutere Si tepido illi plus frigidi ingessero fi et frigidum si plus calidi adfudero fi et nouis-sime calidum (Sen epist 92 21)

ldquo Nous connaissons dit-il le froid et le chaud entre les deux il y a le tiegravede de la mecircme

maniegravere quelqursquoun est heureux malheureux ou ni lrsquoun ni lrsquoautre Je veux faire un sort agrave cette

image qursquoon nous oppose Si jrsquoajoute du froid au tiegravede il deviendra froid si jrsquoy reacutepands plus

de chaleur il deviendra fi nalement chaud rdquo

29 Voir aussi Sen Tro 85-86 (tepido puluere) Ov epist 6 92 (tepidis rogis) Verg Aen 11 211-212 agrave propos de la terre tiegravede qui se mecircle aux braises drsquoun brasier funeacuteraire

30 Cet adjectif srsquoapplique aussi au terme umor (laquo liquide raquo) chez Virgile en georg 1 117 ougrave il est question drsquoun tepidus umor que lrsquoon trouve dans les champs imbibeacutes drsquoeau

31 Voir aussi Oed 604-607 ougrave Seacutenegraveque oppose le gelidus Strymon (laquo le Strymon geleacute raquo) ainsi que les Arctoas niues (laquo neiges arctiques raquo) au tepens Nilus (laquo le Nil tiegravede raquo)

32 Voir aussi Cels 1 4 2-3

ROESCH

181

Au sein de cette gradation du chaud au froid le tiegravede peut ecirctre indiffeacuteremment

preacutesenteacute comme plus froid que chaud33 ou plus chaud que froid34 Par exemple chez

Lucregravece agrave propos des symptocircmes de la peste drsquoAthegravenes la tieacutedeur de la peau des per-

sonnes enfi eacutevreacutees est eacutetonnante car on srsquoattendrait agrave la trouver plus chaude

Nec nimio cuiquam posses ardore tueri corporis in summo summam feruescere par-tem sed potius tepidum manibus proponere tactum (Lucr 6 1163-1165)

ldquo Et on ne pouvait remarquer chez personne que la peau et la surface du corps fussent

brucirclantes drsquoune chaleur corporelle excessive mais elles offraient plutocirct au toucher une sen-

sation de tieacutedeur rdquo

Tandis que chez Seacutenegraveque en Phaedr 381-383 la pluie est deacutecrite comme tiegravede

car elle est plus chaude que la neige froide

Lacrimae cadunt per ora et assiduo genae rore irrigantur qualiter tauri iugis tepido madescunt imbre percussae niues (Sen Phaedr 381-383)

ldquo Les larmes tombent sans trecircve le long de son visage et ses joues sont mouilleacutees de roseacutee

comme les neiges qui srsquoamollissent frappeacutees par la pluie tiegravede sur les monts du Taurus rdquo

Ces emplois concernant la tempeacuterature tactile sont les plus anciens Degraves lrsquoeacutepoque

de Varron (Ier siegravecle av JC) tepidus est employeacute aussi pour renvoyer agrave la tempeacuterature

ambiante le terme qualifi e la chaleur modeacutereacutee de lrsquoatmosphegravere drsquoun lieu

3 Tempeacuterature ambiante

31 Tempeacuterature drsquoun lieu clos ou non

La tieacutedeur peut ecirctre obtenue dans une maison en chauffant une piegravece jusqursquoagrave une

tempeacuterature agreacuteable pour le corps Columelle explique ainsi agrave propos des jeunes

poulets qursquoils doivent ecirctre gardeacutes au tiegravede35

Sed et curandum erit ut tepide habeantur nam nec calorem nec frigus sustinent (Colum

8 5 19)

ldquo On prendra soin que [les poulets] soient maintenus agrave une tempeacuterature tiegravede car ils ne

peuvent supporter ni la chaleur ni le froid rdquo

Mais la tieacutedeur ambiante se rencontre aussi en exteacuterieur dans certaines reacutegions

Crsquoest un sujet freacutequemment eacutevoqueacute dans les traiteacutes agricoles quand il srsquoagit de donner

33 Voir aussi pour le substantif tepor le passage de Tacite hist 3 32 3 il est question drsquoAntonius qui veut se laver agrave lrsquoissue drsquoun combat Is balineas abluendo cruori propere petit Excepta uox est cum teporem incusaret statim futurum ut incalescerent (laquo Celui-ci gagne rapidement les bains pour se laver du sang Comme il se plaignait de la tieacutedeur de lrsquoeau on entendit une voix qui disait qursquoils allaient tout de suite la reacutechaufferraquo) Voir aussi Cels 4 15 4

34 Cf aussi Cels 2 30 3 ougrave lrsquoaqua tepida (laquo lrsquoeau tiegravede raquo) est opposeacutee agrave lrsquoaqua perfrigida (laquo lrsquoeau glaceacutee raquo)

35 Pour cette expression locus tepidus voir aussi Varro rust 3 9 Cels 1 3 5

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des conseils sur les cultures adapteacutees agrave tel ou tel climat chez Columelle36 par exem-

ple en 2 7

Sed de his prius disseremus quae nostra causa seminantur memores antiquissimi prae-cepti quo monemur ut locis frigidis nouissime tepidis celerius calidis ocissime iaciamus (Colum 2 7)

ldquo Mais nous parlerons drsquoabord des plantes qui sont semeacutees pour notre usage En gardant

en meacutemoire le preacutecepte tregraves ancien qui nous avertit de semer en dernier dans les lieux froids

plus rapidement dans les lieux tiegravedes le plus tocirct possible dans les lieux chauds rdquo

32 Tempeacuterature du vent

Lrsquoadjectif sert aussi agrave qualifi er la tempeacuterature du vent cet emploi est tregraves freacutequent

en poeacutesie (Virgile Seacutenegraveque Catulle Ovide37) en particulier agrave propos de lrsquoAuster ou

du Notus preacutesenteacutes comme des vents agreacuteables par leur tieacutedeur ainsi chez Seacutenegraveque38

en Phaedr 20-22

Vos qua tepidis subditus austris frigora mollit durus Acharneus (Sen Phaedr 20-22)

ldquo Vous [allez] lagrave ougrave le dur mont Acharne adoucit ses tempeacuteratures rigoureuses soumis

aux tiegravedes vents du midi rdquo

33 Tempeacuterature du printemps

Par extension tepidus est associeacute au printemps saison de tempeacuterature modeacutereacutee

par Ovide en fast 5 601-60239

Tum mihi non dubiis auctoribus incipit aestas et tepidi fi nem tempora ueris habent (Ov

fast 5 601-602)

ldquo Alors si jrsquoen crois des garants certains commence lrsquoeacuteteacute et crsquoest la fi n de la peacuteriode du

tiegravede printemps rdquo

La notion de tieacutedeur eacutevoque donc principalement une tempeacuterature ressentie

soit par la main (tempeacuterature tactile) soit par lrsquoensemble du corps (tempeacuterature

ambiante) Les eacuteleacutements auxquels lrsquoadjectif tepidus srsquoapplique majoritairement sont

lrsquoeau (ainsi que toute sorte de liquide) et lrsquoair (lrsquoatmosphegravere)40 Il srsquoagit drsquoindiquer des

contextes dans lesquels ces eacuteleacutements sont dans une zone de confort pour le corps La

notion de tempeacuterature corporelle nous semble centrale ici en effet si lrsquoon remonte

aux occurrences les plus anciennes lrsquoeacuteleacutement prototypiquement tepidus est le sang

Nous pourrions donc poser pour cet adjectif un sens ancien ldquo agrave la tempeacuterature du

36 Voir aussi Colum 11 2 3337 Voir Ov am 1 4 12 am 1 7 56 am 2 8 20 Pont 4 10 43 Pont 4 12 35 ars 3 174 Verg

georg 2 331 (pour le Zeacutephyr)38 Cf Herc O 729 Catull 64 282 (tepidihellip Fauoni)39 Voir aussi Ov fast 1 662-663 et Sen Hercf 840 Voir Koptjevskava-Tamm (2012 375)

ROESCH

183

corps chaud comme le corps rdquo La racine tep- signifi ant ldquo ecirctre chaud rdquo il y aurait lagrave

une speacutecialisation pour deacutesigner un type de tempeacuterature moyenne eacutequivalente agrave celle

du corps et agreacuteable au toucher

4 Tempeacuterature subjective

Sans surprise le terme nrsquoest pas employeacute pour deacutecrire la tempeacuterature corporelle

ressentie par le sujet parlant Comme le souligne Koptjevskaja-Tamm (2011 407) le

corps humain dont la tempeacuterature correspond exactement agrave cette notion de tiegravede

(il nrsquoest perccedilu ni comme chaud ni comme froid) nrsquoest en geacuteneacuteral pas deacutecrit agrave lrsquoaide

de lrsquoadjectif ldquo tiegravede rdquo puisque preacuteciseacutement il srsquoagit de sa tempeacuterature normale La

tempeacuterature subjective est deacutecrite quand le locuteur ressent une gecircne par rapport agrave

la norme il a une sensation de chaud ou de froid (par exemple en cas de fi egravevre ou de

frissons)

5 Meacutetaphores images associeacutees

Au-delagrave de ces emplois bien concrets tepidus preacutesente aussi des emplois meacutetapho-

riques dans le domaine des sentiments amoureux ou dans le vocabulaire de la rheacuteto-

rique

51 Sentiment amoureux

511 Amour qui nrsquoest pas fort ou qui srsquoatteacutenue

La meacutetaphore du feu est banale dans lrsquoAntiquiteacute pour renvoyer au sentiment amou-

reux Celui-ci est deacutecrit en termes de chaleur avec lrsquoadjectif calidus ou des verbes tels

calere ou ardere si la passion est un feu quand celle-ci faiblit les fl ammes aussi et la

chaleur diminue Il nrsquoest donc pas eacutetonnant qursquoun amour mourant soit deacutecrit comme

tiegravede comme chez Ovide41 en am 2 19 15-16

Sic ubi nexarat tepidosque refouerat ignis rursus erat uotis comis et apta meis (Ov am 2 19 15-16)

ldquo Ainsi quand elle mrsquoavait enchaicircneacute et qursquoelle avait agrave nouveau attiseacute mes sentiments

tiegravedes agrave nouveau elle eacutetait douce et accessible agrave mes vœux rdquo

512 Sentiment amoureux naissant et progressant en intensiteacute

Mais chez Ovide le verbe tepere (ainsi que sa variante praetepesco) peut aussi

srsquoemployer avec un sens inverse pour indiquer un amour qui croicirct et non qui dimi-

41 Voir aussi ars 2 445 Fac timeat de te tepidamque recalface mentem (laquo Fais en sorte qursquoelle ait des craintes agrave ton sujet et embrase agrave nouveau son acircme tiegravede raquo) rem 629 434 am 2 2 51-54 rem 7 (Saepe tepent alii iuuenes ego semper amaui) Lrsquoadjectif srsquoemploie aussi au sein de la litote haud tepidus pour indiquer un amour qui est calidus donc bien actif cf Ov met 11 225 Prop 1 13 26

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nue42 Ainsi en epist 11 27-28 Canaceacute explique agrave Macareacutee comment son amour pour

lui a crucirc en elle43

Ipsa quoque incalui qualemque audire solebam nescio quem sensi corde tepente deum (Ov epist 11 27-28)

ldquo Moi aussi je me suis enfl ammeacutee et jrsquoai senti dans mon cœur qui srsquoeacutechauffait je ne sais

quel dieu dont jrsquoavais entendu souvent parler rdquo

Tepere et tepidus indiquent donc un degreacute de tempeacuterature atteint lors drsquoun mou-

vement croissant ou descendant sur lrsquoeacutechelle de la tempeacuterature amoureuse Quel que

soit le sens de ce mouvement le point de reacutefeacuterence semble ecirctre le chaud plus que le

froid on va vers le chaud ou on en vient mais dans les passages qui nous inteacuteressent

il nrsquoest pas question de froid

52 Dans le vocabulaire de la rheacutetorique

Dans le vocabulaire de la rheacutetorique lrsquoadjectif tepidus se rencontre chez Quinti-

lien en inst 2 12 11 pour qualifi er un mauvais orateur

At illi hanc uim appellant quae est potius uiolentia cum interim non actores modo ali-quos inuenias sed quod est turpius praeceptores etiam qui breuem dicendi exercitationem consecuti omissa ratione ut tulit impetus passim tumultuentur eosque qui plus honoris lit-teris tribuerunt ineptos et ieiunos et tepidos et infi rmos ut quodque uerbum contumeliosissi-mum occurrit appellent (Quint 2 12 11)

ldquo Mais ces hommes appellent force ce qui est plutocirct de la violence Et lrsquoon ne trouve pas

seulement des avocats mais aussi ce qui est plus honteux des professeurs mecircmes qui apregraves

un bref entraicircnement agrave parler en oubliant toute meacutethode tempecirctent sans ordre suivant que

leur eacutelan les entraicircne ici ou lagrave et traitent ceux qui ont apporteacute le plus de gloire aux lettres

drsquohomme ineptes secs tiegravedes et faibles suivant le mot le plus outrageant leur vient agrave lrsquoesprit rdquo

Mais qursquoentend exactement Quintilien quand il dit qursquoun orateur est tiegravede Il faut

sans doute comprendre tepidus par rapport au substantif calor (ldquo chaleur rdquo) souvent

utiliseacute par Quintilien pour renvoyer meacutetaphoriquement dans un discours agrave la rapi-

diteacute de la penseacutee ou de lrsquoenchaicircnement des mots Par exemple en inst 8 proem 27

Quintilien explique qursquoil faut que lrsquoorateur srsquoentraicircne pour ne pas soupeser ses mots

un agrave un au moment ougrave il parle

Quod si idcirco fi eret ut semper optimis uterentur abominanda tamen haec infelicitas erat quae et cursum dicendi refrenat et calorem cogitationis extinguit mora et diffi dentia

(Quint inst 8 proem 27)

ldquo Et si ils font cela pour trouver toujours les meilleurs mots cette malheureuse pratique

doit cependant ecirctre rejeteacutee car elle reacutefregravene lrsquoeacutelan de la parole et le temps de la reacutefl exion ainsi

que la deacutefi ance eacuteteignent le feu de la penseacutee rdquo

42 Il faut cependant signaler qursquoen ce sens nous nrsquoavons pas releveacute drsquoemplois de lrsquoadjectif tepidus43 Voir aussi Hor carm 1 4 19-2 Ov am 2 3 6 (pour le preacuteverbeacute praetepesco)

ROESCH

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Si le calor est du cocircteacute de la spontaneacuteiteacute et de la rapiditeacute44 de la penseacutee45 la tieacutedeur

correspondrait donc agrave un manque drsquoeacutelan dans le discours tant dans le deacutebit que dans

lrsquoenchaicircnement des ideacutees Cela se confi rme dans un passage de Tacite du Dialogue des orateurs 21 6 ougrave apparaicirct le substantif tepor (ldquo tieacutedeur rdquo) avec un emploi meacutetaphori-

que Aper eacutevoque les œuvres des Anciens et explique que toutes ne sont pas bonnes

il donne pour exemple certaines œuvres de Ceacutesar ou de Brutus caracteacuteriseacutees par leur

tepor et leur lentitudo

[hellip] tam hercule quam Brutum philosophiae suae relinquamus Nam in orationibus mi-norem esse fama sua etiam admiratores eius fatentur nisi forte quisquam aut Caesaris pro Deciltdigto Samnite aut Bruti pro Deiotaro rege ceterosque eiusdem lentitudinis ac teporis libros legit nisi qui et carmina eorundem miratur (Tac dial 21 6)

ldquo De mecircme par Hercule laissons Brutus agrave sa philosophie car mecircme ses admirateurs

avouent que dans ses discours il est en-deccedilagrave de sa reacuteputation Personne ne lit les discours de

Ceacutesar pour le Samnite Decius ou de Brutus pour le roi Deiotarus et drsquoautres ouvrages de la

mecircme lenteur et de la mecircme tieacutedeur sauf quelqursquoun qui admire leurs poegravemes rdquo

Ainsi dans ses emplois meacutetaphoriques tepidus est-il tributaire des meacutetaphores

de la chaleur Par exemple lrsquoamour eacutetant deacutecrit en latin en termes de feu tepidus qui

renvoie agrave une chaleur moins ardente servira agrave caracteacuteriser un amour moins fort qursquoil

soit en train de naicirctre ou de mourir De mecircme dans le vocabulaire de la rheacutetorique

par rapport agrave calidus qui deacutesigne un orateur tregraves dynamique ou un discours vif et

rapide tepidus renvoie agrave quelqursquoun qui manque drsquoeacutenergie Comme lrsquoadjectif eacutevoque

un comportement qui est en-deccedilagrave de la chaleur attendue drsquoun amoureux ou drsquoun bon

orateur il nrsquoest pas eacutetonnant qursquoil se colore drsquoune connotation neacutegative46 Une fois

de plus la reacutefeacuterence se fait par rapport au chaud tepidus renvoie agrave ce qui est moins

chaud que calidus

6 La question de la graduabiliteacute ldquo plus tiegravede rdquo ou ldquo tregraves tiegravede rdquo

En latin lrsquoadjectif tepidus peut se rencontrer sous la forme du comparatif tepi-dior (ldquo plus tiegravede rdquo) ou du superlatif tepidissimus (ldquo tregraves tiegravede rdquo)47 ce qui est eacutetonnant

quand on compare ce terme agrave lrsquoadjectif franccedilais tiegravede qui lui nrsquoest pas graduable48

44 Cette association entre chaleur est rapiditeacute est freacutequente en latin sans doute notamment agrave cause de lrsquoimage du feu perccedilu comme un eacuteleacutement en permanence en mouvement Cf Roesch agrave paraicirctre

45 Pour drsquoautres emplois de ce terme calor chez Quintilien voir inst 9 4 113 10 3 6 10 3 18 10 7 13 11 3 111 11 3 130 11 3 146

46 Signalons qursquoon trouve en anglais et en serbe (cf Rasulić 2015) des emplois meacutetaphoriques analogues de laquo tiegravede raquo pour exprimer le manque drsquointensiteacute eacutemotionnelle ou le manque drsquoeacutenergie Rasulić souligne aussi que dans ces deux langues dans ses emplois meacutetaphoriques laquo tiegravede raquo est neacutegativement connoteacute de mecircme en letton (cf Perkova 2015)

47 Dans lrsquoensemble de la litteacuterature latine jusqursquoau Ve siegravecle ap JC on relegraveve 30 occurrences du terme au comparatif 10 au superlatif

48 Du moins dans les cas ougrave il deacutesigne une tempeacuterature (cf Rivara 1993) dans ses emplois meacutetaphoriques par exemple au sens de laquo faible raquo il est graduable

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61 Le comparatif tepidior

Les emplois de tepidus au comparatif se rencontrent souvent dans les traiteacutes drsquoa-

griculture (Varron et Columelle) ougrave pour la culture ou lrsquoeacutelevage la tempeacuterature joue

un rocircle important ou dans lrsquoHistoire naturelle de Pline ougrave lrsquoauteur parle reacuteguliegravere-

ment du climat Ainsi en rust 1 6 2 Varron explique-t-il que les mecircmes cultures ne

conviennent pas aux diffeacuterents terrains (plaines collines montagnes)

E quibus tribus fastigiis simplicibus sine dubio infi mis alia cultura aptior quam summis quod haec calidiora quam summa sic collinis quod ea tepidiora quam infi ma aut summa

(Varro rust 1 6 2)

ldquo Parmi ces trois type de terrains simples sans doute un certain type de culture est

plus adapteacute aux altitudes basses qursquoaux altitudes eacuteleveacutees parce que les premiegraveres sont plus

chaudes que les altitudes eacuteleveacutees de mecircme pour les collines parce que celles-ci sont de tem-

peacuterature plus douce que les terrains situeacutes plus bas ou plus haut rdquo

Tepidior est ici employeacute pour renvoyer agrave la tempeacuterature des collines zone

intermeacutediaire de climat tempeacutereacute plus ldquo tiegravede rdquo que les sommets (summa) ou les plai-

nes (infi ma) crsquoest-agrave-dire plus chaud que les uns et plus froid que les autres Le compa-

ratif souligne la diffeacuterence de tempeacuterature avec les deux extrecircmes que sont le chaud

et le froid

Mais la reacutefeacuterence peut se faire uniquement par rapport au froid comme en Varro

rust 3 10 3 ougrave il est cette fois question de lrsquoeacutelevage des oies49 la tempestas la mau-

vaise saison incarne le froid

Incubat tempestatibus dies triginta tepidioribus XXV (Varro rust 3 10 3)

ldquo [Lrsquooie] couve 30 jours par mauvais temps 25 si le temps est plus doux rdquo

Rappelons que le comparatif latin nrsquoest pas toujours strictement comparatif pui-

sqursquoil peut indiquer une intensiteacute variable et se traduire par ldquo trop rdquo ou ldquo assez rdquo50

Ainsi Seacutenegraveque dans le de ira 2 25 (= dial 4 25) fait-il une liste des petits deacutesa-

greacutements du quotidien le comparatif nrsquoindique ici pas une comparaison (plus ou

moins chaud) mais une intensiteacute comme on le voit avec lrsquousage de parum agilis dans

la mecircme phrase

Parum agilis est puer aut tepidior aqua poturo aut turbatus torus aut mensa neglegentius posita ad ista concitari insania est (Sen dial 4 25)

ldquo Mon esclave est trop peu rapide mon eau trop chaude pour la boire mon lit en deacutesordre

ou ma table dresseacutee avec neacutegligence Srsquoeacutenerver pour cela est de la folie rdquo

49 Voir aussi Sen nat 2 10 3 ougrave lrsquoexpression tepidiora loca renvoie agrave des reacutegions agrave la tempeacuterature plus modeacutereacutee que celles du nord ou Pline le Jeune epist 5 6 25 ougrave lrsquoauteur qui deacutecrit sa maison parle des bains froids puis explique que si lrsquoon veut nager dans un espace plus large ou plus chaud (si natare latius aut tepidius uelis) on peut trouver une piscine toute proche Voir aussi pour des emplois similaires Plin nat11 15 43 10 79 163 18 49 174 37 44 128 Varro rust 1 6

50 Cf Touratier (1994 304)

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Une fois encore tepidus est orienteacute vers le chaud lrsquoeau ldquo trop tiegravede rdquo est plus

chaude que la tempeacuterature souhaiteacutee

62 Le superlatif tepidissimus

Les emplois au superlatif sont plus rares51 peut-ecirctre parce que la notion de

tempeacuterature moyenne se precircte mal agrave lrsquoexpression de la superlativiteacute Chez Seacutenegraveque

dans la Consolatio ad Marciam en 17 4 (= dial 6 17 4) lrsquoauteur deacutecrit agrave un futur

voyageur tout ce qursquoil pourra voir agrave Syracuse

Videbis [hellip] ipsam ingentem ciuitatem et laxius territorium quam multarum urbium fi nes sunt tepidissima hiberna et nullum diem sine interuentu solis (Sen dial 6 17 4)

ldquo Tu verras la ville mecircme et son territoire plus eacutetendu que les limites de nombreuses citeacutes

les hivers tregraves doux et aucun jour sans apparition du soleil rdquo

Si les hivers sont qualifi eacutes de tregraves tepida crsquoest-agrave-dire ldquo tregraves doux rdquo crsquoest sans doute

parce que lrsquoadjectif calidus (ldquo chaud rdquo) ne peut srsquoappliquer agrave cette saison prototypi-

quement froide Crsquoest probablement parce que tepidus permet drsquoindiquer un degreacute de

chaleur infeacuterieur agrave calidus qursquoil a eacuteteacute retenu52

Les emplois ulteacuterieurs se rencontrent notamment sous la plume de saint Augustin

au Ve siegravecle dans son œuvre on relegraveve 3 occurrences de lrsquoadjectif au superlatif53 mais

une seule ougrave lrsquoadjectif est employeacute au sens propre pour renvoyer agrave une tempeacuterature

Il srsquoagit de Conf 6 2 ougrave Augustin eacutevoque le vin aquatissimum et tepidissimum que

sa megravere utilisait pour rendre hommage aux martyrs suivant une pratique ancienne il

srsquoagit ici de montrer qursquoelle ne boit pas pour le plaisir car ce vin (merum) nrsquoest pas bon

eacutetant tregraves dilueacute et tiegravede Le superlatif ldquo tregraves tiegravede rdquo vise sans doute agrave renforcer lrsquoideacutee

sous-jacente suivant laquelle boire tiegravede est ldquo tregraves deacutesagreacuteable rdquo

[hellip] et si multae essent quae illo modo uidebantur honorandae memoriae defunctorum idem ipsum unum quod ubique poneret circumferebat quo iam non solum aquatissimo sed etiam tepidissimo cum suis praesentibus per sorbitiones exiguas partiretur quia pietatem ibi quaerebat non uoluptatem (Aug conf 6 2 2)

ldquo Et srsquoil y avait plusieurs deacutefunts dont elle voulait honorer la meacutemoire de cette maniegravere

elle emportait seulement cette mecircme [petite coupe] qursquoelle posait partout avec laquelle elle

partageait agrave petites gorgeacutees avec les fi degraveles qui eacutetaient lagrave du vin non seulement largement

51 Entre le IIIe siegravecle av JC et le IVe ap JC on a en tout deux occurrences de cette forme les huit autres emplois sont tardifs (Vegraveme siegravecle ap JC)

52 On relegraveve un emploi analogue chez Pline le Jeune qui deacutecrit une des chambres de sa villa de Toscane Idem cubiculum hieme tepidissimum quia plurimo sole perfunditur (epist 5 6 24) laquo La mecircme chambre est bien chaude en hiver parce qursquoelle inondeacutee de soleil raquo Lagrave encore lrsquoemploi de tepidus srsquoexplique sans doute par la reacutefeacuterence agrave lrsquohiver

53 Dans les deux autres occurrences chez Augustin lrsquoadjectif preacutesente le sens fi gureacute de laquo faible raquo ce qui explique qursquoil soit graduable Par exemple dans le Contra epistulam Manichaei quam uocant fundamenti 9 lrsquoadjectif tepidissimus qualifi e le substantif celebritas et deacutesigne laquo une tregraves faible affl uence raquo et en conf 8 11 27 le superlatif drsquoadverbe tepidissime signifi e laquo tregraves faiblement raquo

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coupeacute drsquoeau mais aussi tout agrave fait tiegravede car ce qursquoelle cherchait lagrave crsquoeacutetait la pieacuteteacute et non le

plaisir rdquo

Si dans tous ces emplois lrsquoadjectif tepidus peut ecirctre employeacute tant au comparatif

qursquoau superlatif crsquoest sans doute parce qursquoil renvoie agrave un degreacute de chaleur preacutecis

avec lequel on peut caracteacuteriser tel ou tel eacuteleacutement (en lrsquooccurrence une tempeacuterature

modeacutereacutee agreacuteable pour le corps) plutocirct qursquoune vague notion intermeacutediaire entre le

chaud et le froid En cela tepidus a un fonctionnement diffeacuterent de celui du franccedilais

tiegravede dont il est pourtant lrsquoancecirctre

7 Lrsquoexpression du tiegravede en latin par rapport au franccedilais et agrave lrsquoitalien

En franccedilais lrsquoadjectif tiegravede issu de lat tepidus caracteacuterise preacutefeacuterentiellement des

entiteacutes qui sont les mecircmes qursquoen latin lrsquoeau lrsquoair le corps ou les cendres54 Le TLF

deacutecrit fr tiegravede comme laquo 1- qui est agrave une tempeacuterature modeacutereacutee qui provoque une

sensation thermique modeacutereacutee entre le chaud et le froid 2- qui est encore leacutegegraverement

chaud 3- qui reacutechauffe modeacutereacutement raquo crsquoest-agrave-dire que ce qui prime est la notion de

tempeacuterature moyenne et intermeacutediaire

Rivara (1990 128) explique qursquoen franccedilais les antonymes froid et chaud sont ce

qursquoil appelle bipolaires crsquoest-agrave-dire que le chaud et le froid sont des proprieacuteteacutes laquo perccedilues

comme orienteacutees agrave lrsquoinverse lrsquoune de lrsquoautre [hellip] elles sont seacutepareacutees non par une fron-

tiegravere clairement traceacutee mais par une zone intermeacutediaire vaguement deacutefi nie agrave laquelle

on donne lrsquoeacutepithegravete de tiegravede Bien que tregraves approximativement deacutefi nissable cette zone

est conccedilue comme ponctuelle et a fortiori non graduable elle ne souffre donc pas les

deacuteterminations de degreacute ni la comparaison (tregraves tiegravede) 55raquo Entre ces deux eacutechelles qui

ne se recouvrent pas orienteacutees lrsquoune vers le chaud lrsquoautre vers le froid il y aurait donc

une zone intermeacutediaire hors eacutechelle dans laquelle rentre lrsquoadjectif fr tiegravede crsquoest parce

qursquoil est hors eacutechelle que cet adjectif nrsquoest pas graduable Rivara (1993 45) repreacutesente

les adjectifs fr chaud froid et tiegravede du franccedilais par le scheacutema suivant

Pas de limite theacuteorique

Chaud

Zone intermeacutediaire tiegravede

Froid

Pas de limite theacuteorique

Agrave lrsquoinverse en latin tepidus appartient agrave une eacutechelle de tempeacuterature continue

qui va du chaud (calidus) au froid (frigidus) avec en haut de chacune des eacutechelles

le chaud extrecircme (feruidus) ou le froid extrecircme (algidus) Dans cette eacutechelle tepidus

occupe une zone meacutediane (bien qursquoagrave notre avis il soit plus pregraves du chaud que du froid

54 Cf les exemples de lrsquoarticle laquo tiegravede raquo du TLF55 Voir aussi Rivara (1993 45)

ROESCH

189

car comme nous lrsquoavons vu notamment agrave propos de ses emplois meacutetaphoriques le

terme se deacutefi nit en prioriteacute comme moins chaud que calidus) Pour le latin on peut

donc proposer lrsquoeacutechelle suivante

feruidus (brucirclant)

calidus (chaud)

tepidus (tiegravede)

frigidus (froid)

algidus (glaceacute)

Agrave la diffeacuterence du franccedilais srsquoil faut en croire Luraghi (2015 348 fi gure 4b) lrsquoita-

lien a gardeacute la mecircme eacutechelle de tempeacuterature continue que le latin Luraghi propose la

repreacutesentation suivante pour les termes de chaleur en italien

bollente caldo tiepido (neutral) fresco freddo gelato

Elle explique que ni it tiepido ni it fresco ne correspondent agrave une tempeacuterature

neutre qui pourrait ecirctre deacutecrite par fr tiegravede en franccedilais car it tiepido est du cocircteacute du

chaud (avec le sens de ldquo modeacutereacutement chaud rdquo ce qui correspond aux emplois du latin

tepidus) 56 it fresco (ldquo frais rdquo) du cocircteacute du froid Un autre point commun est que it

tiepido permet le comparatif piugrave tiepido dont Luraghi explique que dans le cas de

la tempeacuterature tactile selon le contexte il signifi e ldquo plus chaud en venant du froid rdquo

ou ldquo plus froid en venant du chaud rdquo mais pas ldquo plus tiegravede rdquo Luraghi dresse alors un

parallegravele entre le latin et lrsquoitalien et apregraves reacutefl exion propose pour les termes latins

le scheacutema suivant (2015 348 fi gure 5) qui preacutesente une reacutepartition quasi-similaire agrave

celle des termes de tempeacuterature en italien

fervidus calidus tepidus (neutral) frigidus algidus

En fait il nous semble que le sens de tepidus en latin srsquoil se situe bien eacutetymolo-

giquement du cocircteacute du chaud deacutepend beaucoup du contexte et peut remplir la place

de la tempeacuterature ldquo neutre rdquo en cas de besoin Quand lrsquoadjectif est employeacute seul sans

reacutefeacuterence ni au chaud ni au froid il signifi e ldquo agrave la tempeacuterature du corps modeacutereacutement

chaud rdquo Quand il est employeacute en lien avec la notion de froid ou celle de chaud du fait

de sa position intermeacutediaire entre ces deux degreacutes de chaleur il peut signifi er ldquo plus

chaud que le degreacute froid rdquo ou ldquo plus froid que le degreacute chaud rdquo Enfi n quand il srsquoagit de

renvoyer agrave une tempeacuterature intermeacutediaire entre ces deux extrecircmes crsquoest tepidus qui

est utiliseacute par deacutefaut car crsquoest le seul adjectif latin permettant de renvoyer agrave une tem-

peacuterature modeacutereacutee - ce qui en fait lrsquoeacutequivalent du terme neutre de Luraghi Il eacutequivaut

alors au franccedilais tiegravede ce qui explique sans doute la valeur de tempeacuterature meacutediane

prise par cet adjectif en franccedilais

56 Luraghi souligne par ailleurs le fait que it tiepido se deacutefi nit par reacutefeacuterence agrave la tempeacuterature du corps humain lagrave aussi dans la droite ligne de ce que nous avons mis en lumiegravere pour lat tepidus

CILPR 2013 ndash SECTION 2

190

Le franccedilais a donc innoveacute par rapport au latin en sortant le ldquo tiegravede rdquo de lrsquoeacutechelle de

la chaleur et en en faisant une zone intermeacutediaire Ce qui prime en franccedilais pour ce

terme est son emploi relatif la reacutefeacuterence agrave la tempeacuterature du corps qui eacutetait primor-

diale en latin est devenue marginale Agrave la diffeacuterence de lrsquoitalien tiepido le franccedilais

tiegravede ne garde donc pas la trace du sens eacutetymologique de lat tepidus issu de la racine

i-e tep- ldquo ecirctre chaud rdquo

Universiteacute Franccedilois Rabelais Tours Sophie ROESCH

ROESCH

191

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CILPR 2013 ndash SECTION 2

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193

La formation de la terminologie grammaticale roumaine agrave

lrsquoaide des termes latins la relatinisation du roumain entre

le XVIIIe et le XIXe siegravecles

Pour la plupart des lexiques techniques appartenant aux langues modernes le

latin est en mecircme temps source et modegravele pour la constitution des termes speacutecialiseacutes

du domaine de la grammaire Nous tenterons de preacutesenter ici les conditions speacuteci-

fi ques de la formation drsquoune terminologie grammaticale en roumain agrave lrsquoaide du latin

comme eacuteleacutement essentiel du processus de relatinisation du roumain entre le XVIIIe

et le XIXe siegravecles Nous partons des textes des premiegraveres grammaires latines du rou-

main afi n de dresser un inventaire des termes qui sont agrave la base de leurs correspon-

dants roumains

1 Latin1 et langues techniques

11 Lexiques techniques et terminologie grammaticale

On sait qursquoagrave partir du XVIe siegravecle en Occident le monopole du latin est menaceacute

face au deacuteveloppement des langues vernaculaires Il y a un paradoxe qui se produit

agrave cette eacutepoque et dans les siegravecles qui suivent le savoir et ses moyens de transmission

se modernisent gracircce au retour au latin classique Les nouveaux concepts ainsi que

les nouvelles reacutealiteacutes extralinguistiques avaient besoin drsquoune langue pour les nommer

drsquoune maniegravere sans eacutequivoque commune agrave tous les participants au savoir Dans son

ouvrage Le latin ou lrsquoempire drsquoun signe XVIe-XXe siegravecle Franccediloise Waquet considegravere

que laquo les concepts nouveaux qursquoelles [les œuvres] veacutehiculaient nrsquoeacutetaient pas toujours

aiseacutement traduisibles alors que de surcroicirct ils eacutetaient parfaitement clairs pour le

nombre limiteacute des doctes qui avaient agrave les manier raquo (Waquet 1998 112) Apregraves la

disparition du latin comme langue universelle de la communication dans les divers

domaines de la science les langues modernes (et non seulement les langues romanes)

conservent des inventaires des termes drsquoorigine latine qui transforment cet heacuteritage

dans une terminologie internationale

Bien qursquoelle appartienne au vocabulaire technique la terminologie grammaticale

est dans une situation diffeacuterente Elle est deacutejagrave formeacutee et elle repreacutesente un systegraveme

1 laquo Il est leacutegitime de souligner le rocircle essentiel qursquoa joueacute la langue latine dans la constitution des lexiques techniques et scientifi ques dans tous les domaines de la connaissance et en particu-lier dans ceux comme la botanique qui ont continueacute jusqursquoagrave lrsquoeacutepoque moderne et contempo-raine agrave employer le latin comme langue de communication raquo (Fruyt 2006 11)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

194

clos parce qursquoelle se conserve depuis les eacutepoques classique et tardive du latin Elle

nrsquoeacutevolue pas comme les autres lexiques techniques des XVIe-XVIIe siegravecles Mais son

importance est toujours de premier rang gracircce agrave son prestige assureacute par lrsquoenseigne-

ment en latin et parce qursquoelle est aussi un meacutetalangage le seul agrave former une conscience

linguistique Les gens reacutefl eacutechissent sur leurs langues maternelles agrave lrsquoaide du latin

Au XVIIe siegravecle le roumain est une langue qui se trouve dans une situation para-

doxale Il posseacutedait une traduction inteacutegrale de la Bible (en 1688) soixante-dix ans

avant la reacutedaction de la premiegravere grammaire du roumain Le contact avec la langue et

la culture latines nrsquoest pas institutionnaliseacute pour les locuteurs roumains avant lrsquoappa-

rition de lrsquoEglise grecque-catholique en Transylvanie mais il existe en opposition

avec la culture eccleacutesiastique offi cielle des Roumains Jusqursquoau XVIIIe siegravecle leur

culture est principalement religieuse chreacutetienne orthodoxe conserveacutee et deacutevelop-

peacutee par les contacts exclusifs avec Constantinople et le monde grec avec les Slaves

qui habitent au sud du Danube et les Russes A la fi n du XVIIIe siegravecle et surtout au

deacutebut du XIXe siegravecle la modernisation devient synonyme du clivage entre la culture

religieuse et la culture laiumlque La modernisation du roumain ne se fait pas agrave lrsquoaide de

la culture religieuse et de sa langue qui sont essentiellement conservatrices mais par

lrsquointermeacutediaire des langues techniques qui appartiennent agrave la culture laiumlque

12 Les concepts de relatinisation reromanisation occidentalisation

romane

Nous ne nous proposons pas drsquoentrer dans la poleacutemique concernant la deacutefi nition

du concept que les linguistes ont nommeacute successivement relatinisation (A Graur)

reromanisation (Sextil Pușcariu) occidentalisation romane (A Niculescu) ou tout

simplement modernisation latino-romane (N A Ursu) de la langue roumaine Nous

avons opteacute pour le terme de relatinisation qui dans lrsquoacception de Theodor Hristea

(2008 161-172) indique un pheacutenomegravene extrecircmement complexe laquo drsquointensifi cation et

drsquoaugmentation des caractegraveres latins du roumain raquo Lrsquoauteur identifi e le verbe relati-niser qursquoil trouve pour la premiegravere fois chez Antoine Meillet au sujet de laquo lrsquoinfl uence

franccedilaise qui a eacuteteacute grande au XIXe siegravecle raquo et qui laquo a heureusement relatiniseacute le

roumain depuis quelques deacutecades raquo (apud Hristea 2008 162) Le linguiste roumain

insiste sur la valeur intensive du preacutefi xe re- en deacutepit du sens iteacuteratif que les diction-

naires lui attribuent geacuteneacuteralement

Nous reconnaissons les deux valeurs intensive et iteacuterative du preacutefi xe re- dans le

deacuteriveacute relatinisation parce que le remplacement des termes consideacutereacutes comme ldquoeacutetran-

gersrdquo en roumain notamment les termes drsquoorigine slave suppose une intense activiteacute

linguistique de retour aux sources latines du roumain dans un milieu alloglotte Mais

dans lrsquoenvironnement culturel dans lequel se sont formeacutes les intellectuels de Transyl-

vanie le latin nrsquoest pas uniquement la langue de leurs ancecirctres de lrsquoEmpire Romain

crsquoest aussi la langue de la science et de la culture du Saint-Empire romain germanique

et de lrsquoOccident Nous prenons le terme relatinisation dans une acception plus res-

treinte justifi eacutee historiquement comme un processus par lequel le roumain langue

ȚAcircRA

195

drsquoorigine latine parleacutee par une population au carrefour entre lrsquoOrient et lrsquoOccident

fait le choix de se moderniser agrave lrsquoaide du latin et des langues romanes gracircce agrave sa toute

premiegravere geacuteneacuteration de philologues La premiegravere phase qui nous inteacuteresse ici dure

presqursquoun siegravecle de 1780 agrave 1860 et repreacutesente laquo lrsquoeacutetape drsquoassimilation de la science

moderne et de la creacuteation de lrsquoesprit scientifi que chez les Roumains raquo (Ursu 1962 10)

Le cas de la terminologie grammaticale est diffeacuterent des autres terminologies speacute-

cialiseacutees pour deux raisons Premiegraverement certains auteurs roumains eacutecrivent des

grammaires de leur propre langue directement en latin La connaissance du latin

savant signifi e lrsquoacquisition drsquoune reacutefl exion grammaticale structureacutee selon les cateacute-

gories de la langue latine et la connaissance de la terminologie latine En deuxiegraveme

lieu lrsquoactiviteacute de ces intellectuels eacutetait consciemment orienteacutee vers lrsquoaffi rmation drsquoune

correacutelation entre le roumain et le latin comme langue originaire et comme langue

des sciences agrave leur eacutepoque Le simple fait de preacutesenter le roumain agrave lrsquoaide des termes

latins agrave une eacutepoque ougrave tregraves peu de langues modernes posseacutedaient une terminologie

grammaticale propre ouvre la reacutefl exion sur la creacuteation drsquoune telle terminologie en

roumain

2 Grammaires latines du roumain et terminologies grammaticales

21 Remarques sur les grammaires choisies

Depuis la premiegravere grammaire du roumain eacutecrite en 1757 et jusqursquoagrave la fi n du

XIXe siegravecle lrsquointeacuterecirct pour comprendre pour deacutecrire la langue et pour lui donner des

normes unitaires srsquoest mateacuterialiseacute dans 100 grammaires reacutedigeacutees en roumain (74)

latin (6) allemand (12) franccedilais (4) italien (1) grec (2) et anglais (1)

Le corpus que nous avons choisi pour illustrer lrsquoideacutee de la relatinisation du rou-

main agrave lrsquoaide de la terminologie grammaticale latine est formeacute par les quatre pre-

miegraveres grammaires latines de la langue roumaine

Institutiones linguae valachicae sive Grammatica compendio exhibita (1770)

est la premiegravere grammaire roumaine reacutedigeacutee en latin Conserveacutee dans un manus-

crit de la Bibliothegraveque Archieacutepiscopale de Kalocsa en Hongrie elle fut eacutediteacutee en

2001 par Gheorghe Chivu et Lucia Wald de lrsquoUniversiteacute de Bucarest Lrsquoauteur ano-

nyme annonce dans la preacuteface lrsquoutiliteacute de son ouvrage et deacuteclare avoir employeacute une

meacutethode approprieacutee au latin langue agrave laquelle le roumain doit son origine2 Mecircme

srsquoil srsquoagit drsquoun instrument pour les missionnaires jeacutesuites le texte est important parce

qursquoil laquo affi rme explicitement la latiniteacute des structures grammaticales du roumain raquo

(Chivu Wald 2001 40)

Elementa linguae daco-romanae sive valachicae (Vienne 1780) est la premiegravere

grammaire eacutediteacutee de la langue roumaine Son apparition marque le deacutebut du pro-

2 laquo Utque harum Institutionum utilitas ad plures pertineret Methodo Latinae Linguae con-venienti cui Valachicum hoc Idioma sua debet cunabula pertractandas existimavi raquo (Chi-vu Wald 2001 50)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

196

cessus de modernisation du roumain cultiveacute processus qui srsquoeacutetend sur plus de cent

ans Ecrit entiegraverement en latin par lrsquoeacuterudit Samuil Micu en collaboration avec Gheor-

ghe Șincai cet ouvrage contient les principes theacuteoriques et les moyens pratiques drsquoun

renouvellement profond de la langue Destineacutee aux speacutecialistes eacutetrangers et rou-

mains cette grammaire a comme modegravele absolu lrsquoElementa linguae germanicae in gratiam hungaricae et transylvanicae iuventutis ex optimis autoribus collecta a Geor-gio Nagy Vienne 1775 Les ideacutees concernant lrsquoadoption de lrsquoalphabet latin selon un

systegraveme orthographique conforme agrave lrsquoeacutetymologie lrsquoinstitution des normes grammati-

cales drsquoapregraves les critegraveres des grammaires latines de lrsquoeacutepoque la conception geacuteneacuterale

concernant lrsquoenrichissement du vocabulaire par des emprunts massifs au latin mais

aussi agrave lrsquoitalien et au franccedilais ont assureacute la notorieacuteteacute de ce livre immeacutediatement apregraves

sa parution Il sera reacuteeacutediteacute en 1805 avec des changements concernant notamment le

systegraveme orthographique

La derniegravere grammaire que nous avons consulteacutee en manuscrit est lrsquoœuvre de Ion

Budai Deleanu eacutecrivain et philologue formeacute agrave Vienne auteur de travaux philolo-

giques qui deacutepassent par leur importance les eacutecrits de ses contemporains En plus

drsquoun dictionnaire roumain-allemand en 4 tomes il reacutedige la grammaire intituleacutee Fun-damenta grammatices linguae romaenicae seu ita dictae valachicae usui tam domes-ticorum quam extraneorum accommodata (1812) agrave laquelle il ajoute une variante

roumaine sous le titre Temeiurile gramaticii romacircnești (1815) Dans les Fundamenta

la description de la structure grammaticale du roumain est accompagneacutee par des

commentaires linguistiques deacutetailleacutes concernant la modernisation des normes phoneacute-

tiques et morphologiques Lrsquoauteur recommande le renouvellement du lexique par des

neacuteologismes emprunteacutes au latin agrave lrsquoitalien et au franccedilais censeacutes remplacer les mots

drsquoorigine slave hongroise grecque turque etc langues avec lesquelles le roumain

nrsquoavait pas drsquoaffi niteacute geacuteneacutealogique Sur la base de la terminologie latine employeacutee

dans les Fundamenta il propose et justifi e une terminologie grammaticale roumaine

tregraves proche de la terminologie actuelle

Dans le milieu culturel de la Transylvanie du XVIIIe siegravecle les auteurs des gram-

maires latines du roumain eacutetaient en contact avec la terminologie grammaticale latine

de diverses maniegraveres a) gracircce agrave leurs eacutetudes dans les collegraveges de Vienne et de Rome

b) par lrsquointermeacutediaire des grammaires de la langue latine dont celle de Gregorius

Molnar Elementa grammaticae latinae (Cluj 1556) qui a connu plusieurs eacuteditions

successives c) par des grammaires latines des autres idiomes parleacutes dans lrsquoempire

pluri-ethnique Elementa linguae germanicae in gratiam hungaricae et transylvani-cae iuventutis ex optimis autoribus collecta a Georgio Nagy Vienna 1775 Herkel

Johannes Pannonio Elementa universalis linguae slavicae e vivis dialectis eruta et sanis logicae principiis suffulta Budae Typis Regiae Universitatis Hungaricae 1826

d) par des traductions Teodor Corbea Dictiones latinae cum valachica interpreta-tione (environ 1700)

ȚAcircRA

197

22 Remarques sur les lexegravemes des vocabulaires techniques employeacutes dans les grammaires

Les traits saillants des lexegravemes qui forment un vocabulaire technique sont le

degreacute hautement speacutecialiseacute la faible extension seacutemantique la grande compreacutehension

seacutemantique et le fait drsquoecirctre rarement attesteacutes dans les textes (cf Fruyt 2006 12)

La terminologie grammaticale latine qui est agrave la base des terminologies des

langues modernes est le reacutesultat drsquoune eacutevolution dans le temps Elle comprend des

termes formeacutes en latin ou emprunteacutes au grec attesteacutes agrave des eacutepoques tregraves diffeacuterentes

grammaticus grammatica (Ciceacuteron Horace) syntaxis (Priscien) orthographia

(Quintilien Sueacutetone) etymologia (Quintilien) prosodia (Varron chez Aulu-Gelle)

uocabularium (qui nrsquoest pas attesteacute en latin classique et tardif) alphabetum (Tertul-

lien) usus (Ciceacuteron) substantiuum (Priscien) adjectiuus (Macrobe) pronomen (Var-

ron) uerbum (Quintilien) aduerbium (Quintilien) articulus (Quintilien) numeralis

(Priscien) praepositio (Ciceacuteron) interiectio (Quintilien) coniunctio (Horace) etc

Certains de ces lexegravemes furent pendant une longue peacuteriode polyseacutemiques

comme termes de la langue commune et comme termes speacutecialiseacutes (uerbum ldquo mot rdquo

vs ldquo verbe rdquo) parfois ambigus mecircme agrave lrsquointeacuterieur du vocabulaire technique (chez deux

auteurs diffeacuterents articulus ldquo pronom rdquo chez Varron vs ldquo article rdquo chez Quintilien

ou chez le mecircme auteur interjectio ldquo insertion rdquo vs ldquo parenthegravese rdquo vs ldquo interjection rdquo

chez Quintilien) Substantiuum (Priscien) et numeralis (Priscien) sont attesteacutes seule-

ment comme deacuteterminants

Les lexies complexes sous la forme drsquoun substantif ayant deacutejagrave un sens gramma-

tical deacutetermineacute par un adjectif qui sert agrave deacutelimiter de maniegravere preacutecise le sens afi n

de creacuteer des cateacutegories et des sous-cateacutegories sont un moyen constant drsquoenrichisse-

ment de la terminologie grammaticale Ces constructions qui sont speacutecifi ques de tous

les vocabulaires techniques fonctionnent comme des uniteacutes seacutemantiques attesteacutees

chez divers auteurs Par exemple pronomen possessiuum apparaicirct pour la premiegravere

fois dans un opuscule qursquoon attribue agrave saint Augustin3 accentus circumfl exus chez

Quoduultdeus (Ve siegravecle) indicatiuus modus chez Gaudentius Brixiensis (Ve siegravecle)

conparatiuus gradus chez Augustin etc

La terminologie grammaticale est le reacutesultat drsquoun processus graduel et complexe

de creacuteation drsquoun lexique speacutecialiseacute agrave lrsquoaide drsquoemprunts de mots deacuteriveacutes agrave partir de

radicaux latins productifs de calques seacutemantiques (casus) avec enrichissement de

sens nouveaux plus restreints et plus preacutecis pour des termes latins preacuteexistants de

signifi cation beaucoup plus large (usus)

3 Ars sancti Augustini pro fratrum mediocritate breviata peut-ecirctre IVe siegravecle

CILPR 2013 ndash SECTION 2

198

23 Remarques sur le corpus seacutelectionneacute

231 La structure de la terminologie grammaticale latine (agrave partir des donneacutees du corpus)

La lecture critique des quatre premiegraveres grammaires latines du roumain nous a

permis drsquoobserver lrsquoextension de la terminologie grammaticale que les grammairiens

employaient en latin en parallegravele avec leurs efforts pour creacuteer une terminologie dans

la langue qursquoils parlaient

En premier lieu nous avons seacutelectionneacute environ 60 lexies et lexies complexes qui

ont de nos jours des correspondants tregraves proches en ce qui concerne leurs formes

dans les langues romanes et en roumain

Du point de vue de lrsquoappartenance des mots seacutelectionneacutes agrave la terminologie gram-

maticale nous avons remarqueacute des degreacutes diffeacuterents de speacutecialisation On trouve en

effet

a) des termes speacutecialiseacutes proprement dits dont la plupart sont monoseacutemiques orthogra-phia etymologia vocabularium etc substantivum adjectivum adverbium interjectio

conjunctio etc nominativus genitivus dativus etc vocalis consonans diphtongus etc

drsquoautres qui ont reccedilu un sens grammatical ulteacuterieurement sont polyseacutemiques genus

numerus persona casus modus gradus usus constructio terminatio comparatio etc

b) des lexies complexes repreacutesenteacutees par des syntagmes fi geacutes accentus gravis spiritus asper articulus defi nitus nomen proprium et des structures ougrave le deacuteterminant peut ecirctre deacutetacheacute

et employeacute seul genus masculinum pronomen demonstrativum verba passiva tempus praesens gradus positivus etc

c) des termes partiellement speacutecialiseacutes qui apparaissent dans le discours des grammairiens

comme agrave la suite drsquoune habitude langagiegravere ils ne traduisent pas de concepts mais sont

employeacutes pour mettre en relation des notions grammaticales exprimere (1805 substan-tivum quod in una constructione expressum fuit) formare (1780 duc fac dic formant personam praesentis imperativi du fagrave digrave) determinare (1780 articulus [hellip] defi nitus qui rem determinat indefi nitus alter qui rem non determinat) omittere (1805 e nominibus masculini vel neutrius generis desinentibus in us um u amp ut [hellip] omitte dictas termina-tiones amp erunt valachica) indicare (1805 articuli quibus praeter genera casus quoque indicantur) provenire (1812 ex littera h praeposita cognoscitur haec vocabula provenire a latino) denotare (1772 hoc praeterito denotari rem paulo ante factam) etc

232 La structure de la terminologie grammaticale roumaine (agrave partir des don-neacutees du corpus)

Du point de vue de leur eacutetymologie plus de 200 ans apregraves lrsquoinsertion de ces mots

dans lrsquoensemble du lexique par lrsquointervention deacutelibeacutereacutee des philologues de la fi n du

XVIIIe siegravecle la majoriteacute des termes sont consideacutereacutes dans les dictionnaires roumains

comme des emprunts neacuteologiques agrave eacutetymologie multiple latine franccedilaise italienne

parfois allemande

Les termes emprunteacutes au latin et aux langues romanes (consideacutereacutes par les lin-

guistes comme ayant une eacutetymologie multiple) sont largement majoritaires Le pro-

cessus de leur adaptation progressive au systegraveme phono-morphologique du roumain

ȚAcircRA

199

peut ecirctre signaleacute deacutejagrave dans les premiegraveres grammaires (notamment chez I Văcărescu

1787) mais il srsquoagit de formes fl uctuantes qui apparaissent de maniegravere irreacuteguliegravere4 en

concurrence avec des calques Une partie de notre corpus preacutesenteacutee en comparaison

avec le latin le franccedilais et lrsquoitalien et en contraste avec lrsquoallemand le hongrois et le

serbe (langues avec lesquelles le roumain eacutetait en contact immeacutediat au XVIIIe et au

XIXe siegravecles) montre que les formes emprunteacutees et adapteacutees au XIXe siegravecle sont res-

teacutees les mecircmes jusqursquoagrave notre eacutepoque5

SUBSTANTIVUM roum substantiv (1815) substantiv (1963 2005) it sostantivo fr substan-tif all das Nennwort (1810) das Substantiv hongr főneacutev sb imenica

CONJUNCTIO roum conjuncția (1815) conjuncția (1963 2005) it congiunzione fr

conjonction all das Verbindungswort (1810) die Konjunktion hongr koumltőszoacute sb Veznik

CASUS roum caz (1815) caz (1963 2005) it caso fr cas all der Kasus (1810) der Fall hongr eset sb Padež

DATIVUS roum dativ (1815) dativ (1963 2005) it dativo fr datif all der Dativ (1810)

hongr reacuteszeshataacuterozoacute eset dativus sb dativ

ABLATIVUS roum ablativ (1815) ablativ (DOOM 2005) it ablativo fr ablatif all der Ablativ (1810) hongr hataacuterozoacute eset ablativus sb ablativ

VOCATIVUS roum vocativ (1815) vocativ (1963 2005) it vocativo fr vocatif all der Vokativ hongr szoacuteliacutetoacute eset vocativus sb vokativ

PRONUNCIATIO roum pronunție (1815) pronunție (2005) it pronuncia fr prononciation

all die Aussprache hongr kiejteacutes sb izgovor

VOCALIS roum vocale pl (1815) vocală (DOOM 2005) it vocale fr voyelle all der Vokal hongr magaacutenhangzoacute sb samoglasnik vokal

CONSONANS roum consoana (1815) consoană (DOOM 2005) it consonante fr con-sonne all der Konsonant hongr maacutessalhangzoacute sb suglasnik konsonant

DIPHTONGUS roum diftongii pl (1815) diftong (DOOM 2005) it dittongo fr diph-tongue all der Diphthong der Doppellaut der Doppelvokal hongr kettőshangzoacute diftongus

sb diftong

PERSONA roum persoana (1815) persoană (1963 2005) it persona fr personne all die Person hongr szemeacutely sb lice

4 Les exemples que nous avons retenus remontent seulement agrave 1815 parce que Ion Budai Deleanu lrsquoauteur des Fundamenta grammaticeshellip (1812) et des Temeiurile gramaticiihellip (1815) emploie par excellence des neacuteologismes et il explique toujours son choix en faveur des emprunts latins

5 Les dates que nous avons indiqueacutees entre parenthegraveses repreacutesentent les attestations des termes chez Ion Budai Deleanu Temeiurile gramaticii romacircnești manuscrit 1815 Johann Molnar Deutsch-Walachische Sprachlehre Hermanstadt 1810 Gramatica limbii romacircne vol I-II ediția a II-a revăzută și adăugită București Editura Academiei Romacircne 1963 Gramatica limbii romacircne vol I-II București Editura Academiei Romacircne 2005 Dicționarul ortografi c ortoepic și morfologic al limbii romacircne (DOOM) ediția a II-a revăzută și adăugită București Univers Enciclopedic 2005

CILPR 2013 ndash SECTION 2

200

NEUTRUM roum neutre pl (1815) neutru (1963 2005) it neutro fr neutre all das Neu-trum hongr semleges sb srednji

CONSTRUCTIO roum construcție (1815) construcție (1963 2005) it costruzione fr

construction all die Konstruktion hongr szerkezet sb konstrukcija

TERMINATIO roum terminație (1815) terminație (1963 2005) it terminazione fr termi-naison all die Endung (1810) hongr veacutegződeacutes sb zavrsetak

COMPARATIO roum comparație (1815) comparație (1963 2005) it paragone fr compa-raison all die Komparation hongr fokozaacutesa sb komparacija

GRADUS roum gradul (1815) grad (1963 2005) it grado fr degreacute all die Steigerungs-form (1810) hongr fok sb stepen

etc

Le processus drsquoadaptation phoneacutetique des emprunts nrsquoest pas toujours acheveacute

dans la premiegravere partie du XIXe siegravecle et il peut continuer jusqursquoau XXe siegravecle Par

exemple Ion Budai Deleanu propose des formes infl uenceacutees par la prononciation

latine (adiective interiecția coniugație) par la prononciation allemande des mots

latins (acțent partițipiu) et par la graphie des termes latins (preposiția acusativ

articul) Tous ces lexegravemes ont connu ulteacuterieurement des modifi cations en accord avec

leurs correspondants franccedilais ou italiens Cependant letera attesteacute en 1815 avec une

forme tregraves proche de lrsquoitalien lettera connaicirct le processus inverse et devient plus tard

litera proche du modegravele latin

ADJECTIVUM roum adiective adiectivuri pl (1815) adjectiv (1963 2005) it aggettiacutevo fr

adjectif all das Adjektiv (1810) hongr melleacutekneacutev sb pridev

INTERJECTIO roum interiecția (1815) interjecție (1963 2005) it interiezione fr inter-jection all das Zwischen Wort (1810) die Interjektion hongr indulatszoacute sb uzvik usklik

CONJUGATIO roum coniugație (1815) conjugare (1963 2005) it coniugazione fr conju-gaison all die Konjugation hongr igeragozaacutes sb glagolska promena konjugacija

PRAEPOSITIO roum preposiția (1815) prepoziție (1963 2005) it preposizione fr preacutepo-sition all das Vorwort (1810) die Praumlposition hongr eloumlljaacuteroacute (szo) viszonyszoacute prepoziacutecioacutes

sb predlog

ACCUSATIVUS roum acusativ (1815) acuzativ (1963 2005) it accusativo fr accusatif all

der Akkusativ (1810) hongr taacutergyeset accusativus sb akuzativ

ARTICULUS roum articul (1815) articol (1963 2005) it articolo fr article all der Artikel (1810) hongr neacutevelő sb član

ACCENTUS roum acțent (1815) accent (1963 2005) it accento fr accent all das Tonzei-chen (1810) der Akzent die Betonung hongr eacutekezet sb akcenat

PARTICIPIUM roum partițipiu (1815) participiu (1963 2005) it participio fr participe

all das Partizip hongr melleacutekneacutevi igeneacutev sb particip

MODUS roum modu (1815) mod (1963 2005) it modo fr mode all der Modus hongr

moacuted sb način

ȚAcircRA

201

LITTERA roum leteră (1815) literă (1963 2005) it lettera fr lettre all der Buchstabe (1810) hongr betű sb slovo etc

Les calques bien que nombreux agrave lrsquoeacutepoque (agrave cause des modegraveles allemands et

hongrois en Transylvanie neacuteo-grecs et russes en Valachie et en Moldavie) sont peu

repreacutesenteacutes dans nos exemples et il srsquoagit de mots heacuteriteacutes du latin On peut mentionner

pour les calques seacutemantiques

NUMERUS roum număr lt lat numerus TEMPUS roum timp lt lat tempus SONUS roum

sunet lt lat sonitum MASCULINUM roum bărbătesc (1815) bărbat ldquo homme rdquo lt lat barbatus

mais masculin (1963 2005) FEMININUM roum femeiesc (1815) femeie ldquo femme rdquo lt lat fami-lia mais feminin (1963 2005)

Relegravevent en outre des calques de structure les termes suivants PRONOMEN roum

pronume (pro+ nume lt lat nomen) POSTPONERE roum postpune (post+ pune lt lat

ponere)

On rencontre eacutegalement des lexies complexes emprunteacutees

ACCENTUS CIRCUMFLEXUS roum accent circumfl ex (1815 1963 2005) ACCENTUS GRAVIS roum accent grav (1963 2005) SUBSTANTIVUM INDECLINABILE roum substantiv indeclina-bil (1963 2005) VERBA AUXILIARIA roum verbe auxiliare (1815 1963 2005) VERBA ACTIVA roum verbe active (1815 1963 2005) VERBA PASSIVA roum verbe pasive (1815 1963 2005)

VERBA IMPERSONALIA roum verbe impersonale (1963 2005) MODUS INDICATIVUS roum mod indicativ (1815 1963 2005) M CONJUNCTIVUS roum m conjunctiv (1815 1963 2005) M OPTATIVUS roum m optativ (1963 2005) M IMPERATIVUS roum m imperativ (1815 1963

2005) M INFINITIVUS roum m infi nitiv (1815 1963 2005) NUMERALES CARDINALES roum

numerale cardinale (1963 2005) NUMERALES ORDINALES roum numerale ordinale (1963

2005)

NOMEN APPELLATIVUM roum substantiv apelativ (1963 2005) NOMEN DEFECTIVUM roum

substantiv defective (1963 2005) NOMINA EPICENA roum substantive epicene (1963 2005)

On peut ajouter des lexies complexes mixtes

PRONOMINA PERSONALIA roum pronume personale (1815 1963 2005) PRONOMINA POS-SESSIVA roum pronume posesive (1815 1963 2005) PRONOMINA DEMONSTRATIVA roum pro-nume demonstrative (1815 1963 2005) PRONOMINA RELATIVA roum pronume relative (1815

1963 2005) PRONOMINA INTERROGATIVA roum pronume interogative (1963 2005)

NOMEN PROPRIUM roum nume propriu (1963 2005) ACCENTUS ACUTUS accent ascuțit (1963 2005) ARTICULUM DEFINITUM roum articol hotăracirct (1963) articol defi nit (2005) ARTI-CULUM INDEFINITUM roum articol nehotăracirct (1963) articol nedefi nit (2005)

Les termes latins partiellement speacutecialiseacutes ont aussi des eacutequivalents dans la ter-

minologie roumaine actuelle DENOTARE roum a denota DETERMINARE roum a determina EXPRIMERE roum a exprima FORMARE roum a forma INDICARE roum a indica OMITTERE roum a omite PROUENIRE roum a proveni etc

CILPR 2013 ndash SECTION 2

202

3 Conclusion

Lrsquoanalyse contrastive drsquoun corpus repreacutesentatif de la terminologie grammaticale

roumaine nous conduit agrave deux conclusions distinctes

En premier lieu dans le processus de relatinisation du roumain les grammaires

eacutecrites en latin ont joueacute un rocircle essentiel pour la formation de la nouvelle termino-

logie grammaticale Langue de la science au XIXe siegravecle le latin devient une source

drsquoemprunts neacuteologiques en roumain qui agrave la diffeacuterence des langues avec lesquelles

il est en contact eacutevite le plus souvent les calques afi n drsquoenrichir son inventaire lexical

avec des mots drsquoorigine latine La comparaison avec les termes correspondants en

allemand en hongrois (langue offi cielle en Transylvanie jusqursquoen 1918) et en serbe

met en eacutevidence les diffeacuterences concernant le processus drsquoacquisition (traduction vs

adaptation des emprunts neacuteologiques) dans ces quatre langues appartenant agrave des

groupes linguistiques distincts

En deuxiegraveme lieu les formes actuelles des termes speacutecialiseacutes (1963 2005) teacute-

moignent de leur rapprochement non seulement avec les formes des mecircmes mots dans

les langues romanes (franccedilais italien) mais surtout avec les termes latins employeacutes en

Europe jusqursquoau XIXe siegravecle Le roumain langue romane qui srsquoest deacuteveloppeacutee dans

un milieu linguistique totalement alloglotte modernise son vocabulaire agrave lrsquoaide des

lexiques scientifi ques creacuteeacutes par des emprunts massifs au latin savant Cette action

consciemment orienteacutee vers une relatinisation de lrsquoensemble du lexique roumain

commence par la creacuteation des terminologies scientifi ques parmi lesquelles le premier

rang en importance peut ecirctre attribueacute agrave la terminologie grammaticale au XIXe siegravecle

Universiteacute de lrsquoOuest Timisoara Roumanie George Bogdan ȚAcircRA

ȚAcircRA

203

Reacutefeacuterences bibliographiques

Dicționarul ortografi c ortoepic şi morfologic al limbii romacircne (DOOM) 2005 Ediţia a II-a

revăzută și adăugită București Univers Enciclopedic

Gramatica limbii romacircne 1963 Vol I-II ediţia a II-a revăzută și adăugită București Editura

Academiei Romacircne

Gramatica limbii romacircne 2005 Vol I-II Bucureşti Editura Academiei Romacircne

Institutiones linguae valachicae Prima gramatică a limbii romacircne scrisă icircn limba latină 2001

Ediție critică de Gheorghe Chivu Revizia textului latin de Lucia Wald București Editura

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Chivu Gheorghe Buză Emanuela Roman Morariu Alexandra 1992 Dicţionarul icircmprumutu-rilor latino-romanice icircn limba romacircnă veche (1421-1760) București Editura Știinţifi că

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Micu Samuil Șincai Gheorghe 1980 Elementa linguae daco-romanae sive valachicae Studiu

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Molnar Johann 18102 Deutsch-Walachische Sprachlehre Hermanstadt Martin Hochmeister

Niculescu Alexandru 1978 laquo Occidentalizarea romanică a limbii și a culturii romacircnești mo-

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Waquet Franccediloise 1998 Le latin ou lrsquoempire drsquoun signe XVIe-XXe siegravecle Paris Albin Michel

205

Termes religieux heacuteriteacutes du latin avec une aire de diffusion

restreinte dans le contexte roman

1 Preacuteliminaires

Notre eacutetude propose une approche comparative dans le domaine des langues

romanes appliqueacutee agrave un corpus qui comprend 13 termes basilica calendae chris-

tianus creatio dominedeus draco paenitere (poenitere) pausum peruigilare

rogare rogationem rosalia templa Cette liste est eacutetablie agrave partir du roumain

et des problegravemes que les mots en question constituent pour son lexique Il srsquoensuit

que dans le domaine linguistique neacuteo-latin cette cateacutegorie est susceptible drsquoecirctre eacutelar-

gie par lrsquoincorporation de la cateacutegorie des termes religieux conserveacutes dans certaines

reacutegions de la Romania agrave lrsquoexception entre autres idiomes du roumain

La cateacutegorie eacutetymologique que nous nous proposons de traiter ici oriente lrsquoinvesti-

gation vers lrsquoidentifi cation des termes religieux se trouvant dans la plupart des autres

idiomes neacuteo-latins et lieacutes agrave un contenu religieux identique Ce type de recherche nous

oblige agrave maintes reprises agrave retourner agrave lrsquoorigine agrave la langue-source qursquoest le latin et agrave

identifi er eacuteventuellement plusieurs expressions latines Cet aspect drsquoun latin lsquostratifi eacutersquo

sera rapprocheacute lui-mecircme de la reacutealiteacute extralinguistique sui generis speacutecifi que pour

telle ou telle aire de la Romania

Dans ce contexte agrave propos du roumain il faut prendre en compte tout particu-

liegraverement deux cas importants qui concernent aussi la preacutesente eacutetude et mettent en

lumiegravere la speacutecifi citeacute de la langue roumaine 1 la cateacutegorie lsquopan-roman sauf rou-

mainrsquo 2 la cateacutegorie des termes conserveacutes uniquement en roumain Pour ces deux

classes eacutetymologiques les speacutecialistes srsquoaccordent agrave reconnaicirctre la neacutecessiteacute drsquoune

approche extralinguistique

Lrsquoinventaire des mots pan-romans absents en roumain est nettement supeacuterieur agrave

lrsquoinventaire des mots pan-romans absents dans tout autre idiome roman de lrsquoaire occi-

dentale (TILR 122-123) Pour le vocabulaire religieux cette situation linguistique fut

mise en relation avec le caractegravere profondeacutement rural de la terminologie chreacutetienne

roumaine (Puşcariu (1976 361) Sala (2006 41)) Il est signifi catif que bien souvent

aux mots latins ayant une aire drsquoexpansion consideacuterable dans la Romania occiden-

tale correspondent en roumain des lexegravemes slavons Ce sont des termes qui par leur

seacutemantisme renvoient agrave une certaine organisation et hieacuterarchie eccleacutesiastiques lat

benedicere sl blagosloviti gt roum blagoslovi lat episcopus sl jepiskop gt roum

CILPR 2013 ndash SECTION 2

206

episcop lat evangelium sl evengelije gt roum evanghelie1 etc Le roumain nrsquoa pas

heacuteriteacute du latin les termes qui portent sur la pratique du service divin ou sur le deacuterou-

lement de la vie monastique ces absences se justifi ant par lrsquoenvironnement drsquoune

population deacutepourvue drsquoorganisation eccleacutesiastique supeacuterieure agrave une eacutepoque ougrave les

relations avec la romaniteacute occidentale srsquoeacutetaient affaiblies De tels champs conceptuels

allaient se constituer agrave une eacutepoque ulteacuterieure agrave la suite de lrsquoinfl uence slavonne le

slavon eacutetant la langue de culture qui joua dans lrsquoOrient le mecircme rocircle que le latin

savant dans lrsquoaire occidentale de la romaniteacute Tout en consideacuterant de telles reacutealiteacutes

les chercheurs modernes ont insisteacute sur lrsquoideacutee du deacuteveloppement dans lrsquoaire orientale

de la romaniteacute de ce qursquoils appellent un lsquochristianisme populairersquolsquopaiumlenrsquo (Zugravu

(1997 31sqq))

Agrave partir des mecircmes preacutemices il convient de traiter aussi la cateacutegorie des mots

conserveacutes uniquement en roumain et dans une certaine mesure eacutegalement la classe

des termes religieux ayant une aire restreinte de diffusion dans la Romania

2 Continuiteacute vs discontinuiteacute formelle et seacutemantico-stylistique dans la

Romania

Bien que certaines eacutetudes de speacutecialiteacute dans une perspective diatopique situent

le roumain au-delagrave du continuum de la romaniteacute2 point de vue qui se justifi e par la

prise en compte du facteur geacuteographique toutefois lrsquoisolement geacuteographique nrsquoa pas

toujours repreacutesenteacute un obstacle au processus drsquoassimilation ou agrave la continuiteacute des par-

ticulariteacutes linguistiques communes au roumain et agrave drsquoautres idiomes appartenant au

domaine neacuteo-latin Crsquoest la raison pour laquelle on ne pourra pas qualifi er le roumain

de maniegravere cateacutegorique comme un idiome esp inagrupable selon lrsquoopinion drsquoAlonso

(1934) qui srsquoimpose par conseacutequent la neacutecessiteacute de reformuler le concept de lsquoRoma-nia continuarsquo Ce point fut remarqueacute drsquoailleurs dans la bibliographie de speacutecialiteacute

Maria Iliescu3 apporte des arguments en faveur de lrsquoideacutee que le roumain appartient agrave la lsquoRomania continuarsquo mecircme si tout comme le franccedilais il preacutesente des traits qursquoelle

qualifi e de laquo faits drsquoidiosyncrasie raquo Dans cette perspective on note que le roumain ne

se diffeacuterencie pas des autres langues romanes ni du point de vue geacuteneacutealogique ni du

point de vue typologique

Pour revenir au corpus qui fait lrsquoobjet de notre eacutetude la question fondamentale

est celle du degreacute de lsquocontinuiteacutersquo ou de lsquolrsquouniteacute seacutemantiquersquo agrave lrsquointeacuterieur de la classe

deacutelimiteacutee mise agrave part lsquolrsquouniteacute formellersquo des idiomes ayant heacuteriteacute ces termes du latin

Si lrsquoon a vraiment affaire agrave une concordance seacutemantique se pose alors un second

1 Pour plusieurs exemples voir Teleoacă (2005 184sqq)2 Le concept de la lsquoRomania continuarsquo apparaicirct pour la premiegravere fois chez Amado Alonso

(1934) auteur selon lequel le roumain serait lrsquounique idiome neacuteo-latin situeacute au-delagrave du lsquocontinuumrsquo et esplsquoinagrupablersquo

3 Voir Maria Iliescu Face parte romacircna din Romania Discontinua (ltwwwdiaspora-stiintifi caroMariaILIESCUpdf -gt) Voir aussi Schmitt (1974 33)

TELEOACĂ

207

problegraveme quelle est la position qursquooccupent ces mots dans le systegraveme de chacune des

langues concerneacutees Est-ce un mot fondamental pour renvoyer agrave un certain concept

religieux ou bien un mot peacuteripheacuterique ou encore un mot appartenant agrave la langue

standard ou un mot archaiumlquedialectal etc

21 Mots latins geacuteneacuteralement admis comme eacutetymons directs des diverses formes romanes

211 Le substantif latin basilica est un emprunt au grec βασιλικός ldquoqui appar-

tient au roirdquo Il acquit une signifi cation religieuse agrave partir du IVe siegravecle apr J-C

lorsqursquoil en arriva agrave deacutesigner lrsquoeacutedifi ce destineacute au culte chreacutetien (DELL 1959) Ce mot

srsquoest conserveacute comme terme fondamental au sens drsquoldquoeacutegliserdquo dans tous les dialectes

roumains mais il a eacuteteacute enregistreacute aussi dans drsquoautres reacutegions de la latiniteacute surtout

comme terme archaiumlque ou dialectal de telle ou telle langue avec certaines restric-

tions seacutemantiques dalm basalka v-veacutenit baselega v-log vethiliga engad basel-gia4 anc-fr basoche ldquobasilique de St Martin agrave Toursrdquo moyen-fr et fr-mod basoche

ldquoensemble de clercs deacutependant des cours de justicerdquo prov-mod basocho (FEW I

1948 Mihăescu 1993 297)

Agrave la diffeacuterence de basilica le latin ecclesia a connu de tout temps une distribu-

tion presque geacuteneacuterale dans la Romania (Tagliavini (1963) REW 972) La victoire de

lat ecclesia sur basilica dans la plus grande partie de la Romania fut expliqueacutee par

le fait que le second substantif aurait eacuteteacute perccedilu comme un deacuteriveacute du grec βασιλεύς et

par conseacutequent consideacutereacute comme un terme laiumlque (Skok (1930190))

212 Pour ce qui est du roumain le terme fondamental exprimant le concept de

ldquodiviniteacute chreacutetienne suprecircmerdquo est Dumnezeu qui est agrave lrsquoorigine une formule paiumlenne

drsquoinvocation (lat dominedeus)5 conserveacutee eacutegalement au sud du Danube (DDA1

Papahagi (1902) Caragiu-Marioţeanu (1995 57sqq)) Cette expression fut enregis-

treacutee aussi dans drsquoautres reacutegions de la Romania it Domineddio anc-fr Damedieu

et v-prov Domnedeu (FEW III 1949 TILR 170sq) Les lexegravemes citeacutes nrsquooccupent

cependant pas (et nrsquoont jamais occupeacute) la position privileacutegieacutee du roumain Dum-nezeu6 dans la romaniteacute occidentale la sphegravere religieuse est reacuteserveacutee principalement

aux descendants de lat deus mot heacuteriteacute eacutegalement en roumain mais utiliseacute avec une

signifi cation sacreacutee exclusivement agrave lrsquoeacutepoque archaiumlque

213 On peut compter draco (emprunt latiniseacute au grec δράκων -ονος cf DELL

1959) parmi les termes agrave distribution limiteacutee au sud-est de lrsquoEurope en raison de sa

faible diffusion dans lrsquoespace neacuteo-latin roum drac fr-dial drac et it dragone (REW

2759) Mais crsquoest en roumain que draco constitue le mot essentiel pour deacutesigner le

4 Crsquoest la forme speacutecialiseacutee pour le sens de ldquotemple reacuteformeacuterdquo tandis que la signifi cation drsquoldquoeacuteglise catholiquerdquo est porteacutee par le descendant de lat ecclesia agrave savoir gesa (Jud (1934 13))

5 Agrave la diffeacuterence du latin Deus terme pour lequel les plus anciennes attestations confi rment une signifi cation fondamentalement chreacutetienne (voir Pacircrvan (1911 135))

6 Excepteacute peut-ecirctre lrsquoitalien Domineddio en tant que terme liturgique (DELI 2 (D-H))

CILPR 2013 ndash SECTION 2

208

diable Cette signifi cation chreacutetienne est commune agrave tous les dialectes roumains et

mentionneacutee aussi pour des variantes archaiumlques et dialectales du franccedilais (fr drac ldquodiable lutinrdquo FEW III 1949) Certaines eacutetudes de speacutecialiteacute attribuent une accep-

tion identique eacutegalement au provenccedilal dragatildeo (voir Tomescu (1997 77sqq)) qui est

vraisemblablement issu du latin draco comme terme semi-savant (cf REW 2759) Le

mecircme statut paraicirct commun agrave toutes les autres formes de la Romania crsquoest-agrave-dire fr

dragon cat tragoacute esp dragoacuten qui tous offrent une signifi cation laiumlque Au champ

seacutemantique religieux appartiennent en revanche les descendants de lat diabolus

terme chreacutetien tardif dans les langues romanes occidentales (Ivănescu (1980 169))

Les donneacutees ci-dessus conduisirent Ivănescu (ibid) agrave consideacuterer lrsquoabsence de lat

diabolus aussi bien que lrsquoabsence du sens de ldquodragonrdquo pour draco comme speacutecifi ques

au roumain Cette remarque exige des corrections Tout drsquoabord le roumain possegravede

aussi un mot chreacutetien pour deacutesigner le diable bien qursquoil ne soit pas un terme heacuteriteacute

Drsquoautre part la signifi cation paiumlenne de draco existe dialectalement en roumain ce

qui met en eacutevidence un continuum de la romaniteacute Roum dracul din vale ldquole diable

de la valleacuteerdquo dracul icircn baltă ldquole diable dans la fl aquerdquo muşcatul dracului ldquomordu par

le diablerdquo etc sont des syntagmes ougrave le sens de drac doit provenir plutocirct du sens paiumlen

de draco (voir aussi Teleoacă (2000 210) Id (2012 85))

214 Le terme latin pausum deacuteriveacute postverbal de lat pausare (DELL 1959) srsquoest

conserveacute en roumain agrave lrsquoeacutepoque archaiumlque et offre des survivances reacutegionales (cf

roum paus ldquoreposrdquo ldquorepas funeacuterairerdquo ldquovin mecircleacute de lrsquoeau beacutenite avec lequel le precirctre

asperge le mortrdquo DLR 1972) Il est conserveacute aussi tregraves probablement en proven-

ccedilal (paacuteus ldquoaccalmie paixrdquo) espagnol (poso ldquoseacutedimentrdquo7) et portugais (ponso ldquolieu

drsquoancragerdquo) (FEW VIII 1955 REW 6308)

215 Les occurrences peu nombreuses du verbe preacuteverbeacute pervigilare dans le

territoire de langue latine (cf Popescu (1943 209sq)) justifi ent la faible repreacutesenta-

tion de ce type lexical dans lrsquoaire neacuteo-latine agrave savoir en roumain (droum priveghea aroum priveglrsquou) et en vieux-provenccedilal (pervelhar ldquopasser la soireacutee en veillantrdquo FEW

1960) La mecircme acception (tant religieuse que laiumlque) est lexicaliseacutee dans les autres

langues romanes par les descendants de lat vigilare (FEW ibid REW 9326) Ce

verbe est eacutegalement continueacute en roumain mais il y est reacuteserveacute agrave la sphegravere profane

bien qursquoagrave une eacutepoque archaiumlque roum veghea et priveghea aient eacuteteacute utiliseacutes comme

synonymes

216 A cocircteacute du roumain (droum aroum et meacutegl rugăciune ldquopriegravererdquo) lat roga-

tio se conserve dans les langues suivantes anc-fr ro(u)visons ldquotemps de rogationsrdquo

moyen-fr rogasion ldquodemanderdquo rogation ldquopriegravererdquo rogacions ldquooffrandesrdquo fr-dial

(S-V) ruumlzotilde prov roazotilde ldquosemaine de priegravererdquo port rogaccedilotildees ldquoles trois jours qui preacute-

cegravedent la fecircte de lrsquoAscensionrdquo (FEW X 1962 REW 7362) Mais dans la Romania

occidentale ce nrsquoest pas le latin rogatio qui fournit le terme principal pour lexicaliser

le concept religieux en question crsquoest lat precaria mot que lrsquoon trouve dans lrsquoaire

7 Dans DCELC III (L-RE) avec la signifi cation ldquodescansordquo

TELEOACĂ

209

gallo-romane aussi bien que dans les idiomes ibeacutero-romans (voir REW 6734) Lrsquoespa-

gnol fait appel eacutegalement agrave un descendant de lat pr ces ldquopriegraveresrdquo agrave savoir preces terme utiliseacute depuis toujours avec une signifi cation religieuse (DCELC III 1954)

217 Le latin templum terme de la langue augurale deacutesigne un espace deacutelimiteacute

dans le ciel pour lrsquoobservation des oiseaux et ensuite un temple (DELL 1959) Crsquoest

cette derniegravere acception qui se retrouve dans lrsquoaire de la latiniteacute mais exclusivement

dans des formes savantes dans lrsquoOccident roman et la Romania orientale les des-

cendants directs de lat templa ont eacuteteacute soit consigneacutes uniquement avec une accep-

tion laiumlque (cf regg teimpya log trempa fr temp(l)e ldquonavette du meacutetier agrave tisserrdquo

tempre ldquoplacage du boucherrdquo8) soit seacutemantiquement restreints en comparaison avec

les sens du terme latin Cette derniegravere situation est illustreacutee par le roumain tacircmplă ldquoiconostaserdquo (DLR 1982)9 dont la signifi cation relegraveve drsquoune reacutealiteacute extralinguistique

speacutecifi que au milieu confessionnel orthodoxe Le mecircme concept est lexicaliseacute dans le

domaine neacuteo-latin occidental par le biais drsquoun terme grec byzantin (cf fr iconostase esp iconostasio) emprunteacute aussi par le roumain ougrave il fut introduit par la fi liegravere sla-

vonne Afi n de deacutesigner lrsquoautel de mecircme que pour renvoyer agrave une reacutealiteacute propre agrave lrsquoes-

pace catholique (ldquoœuvre drsquoarchitecture qui repreacutesente la deacutecoration drsquoun autelrdquo) les

langues occidentales font appel au latin re(tro)tabulum introduit dans ces idiomes

comme un emprunt tardif au latin de bas niveau de langue (cf esp retablo fr retable)

22 Mots latins sujets agrave discussion pour leur continuiteacute (directe) dans lrsquoe-space neacuteo-latin

221 En plus de sa survie en roumain (droum corindă ldquochanson religieuserdquo) le

substantif latin calendae est conserveacute (cf REW 1508) avec des acceptions parti-

culiegraveres (ldquojour de fecircterdquo ldquoNoeumllrdquo ldquoNouvelle Anneacuteerdquo) en italien dialectal (pieacutem mod

kalent abruzz kalenne) en sarde (chalanda) en provenccedilal (calendas) en rheacuteto-

roman (kalenne) et en franccedilais dialectal (tsalatilded) Bien que les descendants occiden-

taux de lat calendae ne signifi ent pas ldquocantique religieuxrdquo neacuteanmoins certaines

nuances seacutemantiques enregistreacutees dans ce domaine linguistique nrsquoexcluent pas la

possibiliteacute que cette acception se soit deacuteveloppeacutee agrave lrsquoeacutepoque du latin tardif (cf par

exemple prov aubado de calendo ldquoconcerts nocturnes que des troupes de musiciens

donnaient autrefois pendant les quatre semaines qui preacutecegravedent le Noeumllrdquo apud Rosetti

(1920 16))10 Mais les langues neacuteo-latines occidentales ont choisi drsquoautres maniegraveres de

lexicaliser le concept de ldquochanson religieuserdquo comme lrsquoillustrent les termes suivants

(apud Rosetti ibid) fr cantiques noeumlls ou chants de quęte it cantico di Natale esp

villancico de Noche Buena ou port Vilhancico

Quant au roumain trois formes fi rent lrsquoobjet de discussions parmi les speacutecia-

listes roum cărindă corindă et colindă ldquochanson de Noeumllrdquo En fait crsquoest la variante

8 Cf REW 8630 Voir aussi TILR 170 9 Cf aussi roum reacuteg tacircmplă ldquopoutre au-dessus du porche drsquoune maisonrdquo (DLR 1982) 10 Pour drsquoautres exemples voir FEW II 1949

CILPR 2013 ndash SECTION 2

210

cărindă qui doit continuer lat calenda(e) tandis que colindă (terme qui srsquoest imposeacute

au niveau litteacuteraire) repreacutesente un emprunt agrave sl kolęda Le terme droum reacutegional

corindă serait selon toute probabiliteacute le reacutesultat drsquoune contamination entre les deux

premiegraveres formes (DA Vătăşescu (1997 474))

222 Le latin christianus adjectif deacuteriveacute en latin de Christus (emprunteacute agrave gr χριστός) se serait conserveacute uniquement en roumain et en dalmate tandis que les

autres idiomes neacuteo-latins auraient gardeacute lat christianus seulement comme mot savant

(TILR 171 Mihăescu (1993 121)) Mais certaines eacutetudes nrsquoexcluent pas la possibiliteacute

que ce mot ait eacuteteacute transmis aussi par la voie phoneacutetique dans drsquoautres aires de la roma-

niteacute notamment en franccedilais en espagnol et en rheacuteto-roman11

Quant au roumain mecircme la continuiteacute directe du latin christianus dans cette aire

orientale (droum creştin aroum et meacutegl criştin iroum cršćaringn) pose des problegravemes

phoneacutetiques pour la conservation de la consonne t Trois explications furent avan-

ceacutees agrave ce propos 1 lrsquointroduction tardive de ce terme en roumain 2 la mise en

relation de christianus avec sa base de deacuterivation 3 lrsquointroduction du mot par la

fi liegravere slave Selon toute probabiliteacute crsquoest la seconde hypothegravese qui illustre la veacuteritable

raison de la conservation de t et crsquoest agrave cette theacuteorie que la grande majoriteacute des

linguistes srsquoest rallieacutee

223 Afi n de deacutesigner ldquola fecircte de la Naissance de Jeacutesus-Christrdquo le roumain a opteacute

pour un terme (Crăciun) dont lrsquoorigine continue agrave ecirctre lrsquoobjet de deacutebats linguistiques

tandis que les langues occidentales ont seacutelectionneacute le plus souvent lat natalis12 ou

nativitas13 A preacutesent nous nous proposons de discuter ci-dessous uniquement lrsquoeacutety-

mon latin creatio

Bien que lat creationem soit lrsquounique forme lexicale accepteacutee par la majoriteacute des

speacutecialistes les opposants et mecircme les partisans de cette theacuteorie ont remarqueacute toute

une seacuterie drsquoincoheacuterences phoneacutetiques ouet seacutemantiques qui placent sous le signe de

lrsquoincertitude la justesse de cette thegravese Dans cet ordre drsquoideacutee certains linguistes rou-

mains (par exemple Rosetti (1968 299)) ont consideacutereacute que lat creatio fut introduit

en roumain par la fi liegravere slave En mecircme temps les efforts des speacutecialistes tentegraverent

drsquoidentifi er des raisons de nature formelle et seacutemantique qui puissent soutenir lrsquoideacutee

drsquoune adaptation directe du latin creatio en roumain Ainsi au plan phoneacutetique lrsquoex-

plication avanceacutee par Graur (1963 78sq) nous semble-t-elle ecirctre la plus convaincante

Au niveau seacutemantico-conceptuel les chercheurs ont souvent remarqueacute la charge

seacutemantique aryenne de lat creatio En outre on a reacutefl eacutechi sur le risque drsquoadmettre

cet eacutetymon compte tenu de lrsquoimpossibiliteacute de justifi er la personnifi cation ainsi que le

nom de personne Crăciun Selon nous la validation de la theacuteorie aryenne ne repreacute-

11 Voir Vătăşescu (1997 450) qui renvoie agrave Dauzat Dubois Mitterand (1964) et agrave Rohlfs (1970) 12 Cf it Natale frioul Nadal fr Noeumll prov cat et astur Nadal log Nadale sassar Naddali

(REW 5845) 13 Cf lrsquoesp Navidad (REW 5845b)

TELEOACĂ

211

sente pas un obstacle pour consideacuterer lat creatio comme lrsquoeacutetymon de roum Crăciun En effet comme nous avons eu lrsquooccasion de le constater14 le vocabulaire religieux

du roumain offre un inventaire relativement riche de termes conservant dans leur

seacutemantique des reacuteminiscences paiumlennes Les chercheurs qui ont rejeteacute cette theacuteorie

ont pris en consideacuteration le sens ldquoenfantrdquo de creatio acception consigneacutee aussi dans

drsquoautres idiomes neacuteo-latins ougrave le terme latin est conserveacute sarde kriaθogravene ldquopiccolo

piombordquo et v-esp criazoacuten ldquoidrdquo (Peţan 2002 216)

224 En plus de sa survie en roumain (v-roum a pănăta roum-reacuteg a se pănăta ldquosouffrirrdquo) le verbe latin paenitere ldquose repentirrdquo (DELL 1959) est conserveacute dans

lrsquoaire gallo-romane (anc-fr pentir ldquose repentirrdquo v-prov prov-mod pentir alais

penti ldquofaire repentirrdquo) en catalan (v-cat penedir cat-mod penedirse) et en italien

(pentirsi) (FEW IX 1958 DELI 4 (O-R))15 Il convient de souligner les deux faits sui-

vants 1 dans lrsquoensemble neacuteo-latin les descendants du verbe paenitere appartiennent

au registre archaiumlque ouet reacutegional des langues romanes 2 le concept de ldquose repen-

tirrdquo est lexicaliseacute dans les langues romanes modernes soit par les successeurs du

verbe preacuteverbeacute repoenitere (voir REW 7224 Mihăescu (1993 53)) soit comme en

roumain par des emprunts drsquoorigine balkanique roum a se (po)căi

225 Les verbes latins orare precari et rogare repreacutesentent les trois uniteacutes lexi-

cales verbales auxquelles faisait appel le latin chreacutetien afi n de lexicaliser le concept

de ldquoprier Dieurdquo (DELL 1959) Quoique le premier de ces verbes se soit conserveacute

dans tout le territoire roman (cf REW 6081) ce nrsquoest pas lui qui fi t carriegravere dans les

langues romanes occidentales mais son synonyme precare qui connut une grande

diffusion dans lrsquoespace neacuteo-latin ougrave il srsquoimposa avec une signifi cation religieuse (voir

REW 6734)

Attesteacute eacutepigraphiquement avec une double acception religieuse et laiumlque (cf

Mihăescu (1960 225)) lat rogare se serait conserveacute (cf REW 7361) uniquement en

roumain droum ruga aroum rog ldquoprier (Dieu)rdquo meacutegl ruga et iroum rugaring Cepen-

dant drsquoautres sources (par exemple FEW X 1962) nrsquoexcluent pas la possibiliteacute que ce

verbe latin ait eacuteteacute eacutegalement heacuteriteacute en ancien et moyen-franccedilais et en italien dialectal

(voir aussi DELI 4 (O-R))

226 Lat rosalia srsquoest conserveacute seulement en roumain (v-droum reacuteg Rusăi16)

et en wallon ougrave il preacutesente la mecircme signifi cation que le mot roumain agrave savoir ldquofecircte de

la Pentecocircterdquo (REW 7376 FEW X 1962) Cependant certaines sources admettent la

conservation du terme dans une aire plus vaste Par exemple Goicu (1999 80) inclut

dans cette aire le ladin occidental de mecircme que le vieil-espagnol et le vieux-catalan

Que cette derniegravere assertion puisse ou non ecirctre valideacutee il est certain que dans la

14 Voir Teleoacă (2005 142sqq 159sqq 166sqq) 15 Par opposition au FEW REW 6630 considegravere que la forme paenitere ne srsquoest conserveacutee qursquoen

roumain 16 Voir aussi aroum Arusalrsquoe (DDA1) et meacutegl Rusalii (Papahagi (1902))

CILPR 2013 ndash SECTION 2

212

romaniteacute occidentale ce nrsquoest pas le latin Rosalia qui srsquoimposa pour deacutesigner cette

fecircte religieuse mais les repreacutesentants drsquoun autre terme latin Pentecoste (emprunteacute

agrave gr πεντεχοστής) terme attesteacute chez Tertullien et conserveacute dans it Pentecoste fr

Pentecocircte ou esp Pentecosteacutes (Tagliavini (1963 249sqq))

En outre lrsquoEacuteglise romane de langue latine utilisait aussi un autre terme lat Qvin-

qvagesima conserveacute en wallon et dans une certaine aire du ladin occidental (Id

ibid)

Quant au roumain dans le vocabulaire religieux de cet idiome oriental ce nrsquoest

pas la forme Rusăi qui triompha mais Rusalii une variante introduite par la fi liegravere

slave

3 Remarques fi nales

Quelques-uns des mots inclus dans notre discussion ont pu ecirctre seacutelectionneacutes prio-

ritairement dans lrsquoensemble roman gracircce agrave leur statut de termes religieux agrave propre-

ment parler qualiteacute qui les distingue surtout de leurs correspondants synonymiques

rattacheacutes agrave la sphegravere ontologique profane ou paiumlennepreacutechreacutetienne diabolus vs

draco ecclesia vs basilica deus vs dominedeus natalis vs creatio pentecoste

vs rosalia Dans cette situation linguistique la seacutelection de termes tels que creatio

rosalia etc fut sans doute favoriseacutee par un milieu culturel speacutecifi que le deacutevelop-

pement de certaines communauteacutes dans les conditions de ce qursquoon appelle le lsquochris-

tianisme paiumlenrsquo ou lsquopopulairersquo Le cas du roumain est tout agrave fait pertinent agrave cet eacutegard

Dans drsquoautres situations linguistiques on pourrait admettre le renforcement de la

position drsquoun terme heacuteriteacute gracircce agrave un emprunt ulteacuterieur du mecircme terme fait agrave une

langue jouant le rocircle drsquoadstrat (cf agrave cet eacutegard roum corindă)

Quant agrave la seacutelection drsquoun des deux termes des couples precarerogare uigilareperuigilare il nrsquoest pas exclu que le critegravere stylistico-pragmatique ait eacuteteacute deacutecisif (voir

Niculescu (1999 250))

Dans la grande majoriteacute des situations eacutetudieacutees le mot seacutelectionneacute par le roumain

est limiteacute au registre litteacuteraire de la langue actuelle et il repreacutesente le terme principal

utiliseacute pour lexicaliser un certain contenu religieux Cette affi rmation ne vaut qursquoen

partie pour les autres langues romanes ougrave les 13 termes sont conserveacutes et cela pour

lrsquoune ou lrsquoautre des raisons suivantes

(1) afi n de deacutesigner certaines reacutealiteacutes chreacutetiennes ces idiomes ont opteacute pour drsquoautres termes

dans la situation ougrave les descendants du mot heacuteriteacute eacutegalement en roumain avaient subi des

eacutevolutions seacutemantiques particuliegraveres

(2) quelques formes neacuteo-latines sont resteacutees dans un fonds passif du fait qursquoelles furent

concurrenceacutees par drsquoautres lexegravemes

(3) dans un cadre eccleacutesiastique supeacuterieur agrave lrsquoorganisation religieuse speacutecifi que agrave lrsquoaire

orientale on a parfois rejeteacute toute une seacuterie drsquoexpressions de signifi cation marqueacutee

[+populaire] au profi t des termes offi ciels du culte chreacutetien

TELEOACĂ

213

(4) quelques-uns de ces idiomes ont pu conserver un terme latin ayant une acception purement

laiumlque ce qui fut parfois la conseacutequence de facteurs extralinguistiques particuliers (par

exemple le milieu confessionnel etc)

Cependant nous pouvons identifi er au niveau de cette cateacutegorie eacutetymologique

non seulement des eacuteleacutements de lsquorupturersquo mais eacutegalement toute une seacuterie de faits rele-

vant de la lsquocontinuiteacute linguistiquersquo dans le domaine de la romaniteacute

Parfois dans les limites drsquoune certaine aire on peut admettre une triple concor-

dance au niveau lexical seacutemantique et stylistique

Dominedeus roum et it

peruigilare v-roum priveghea ldquoveiller toute la nuitrdquo v-prov pervelhar qui est toujours

un terme profane

rogationem roum fr prov et port (concordance seacutemantique partielle) etc

Drsquoautres fois un certain type de discontinuiteacute est compenseacute par lrsquouniteacute identifi a-

ble agrave un autredrsquoautres niveau(x) On observe

(1) une discontinuiteacute de registre mais une continuiteacute lexicale et seacutemantique dans

lat Dominedeus roum it ndash anc fr v-prov

lat draco roum ndash fr reacutegional

lat rogare roum ruga (laiumlque et religieux) ndash anc-fr et moyen-fr it reacutegional etc

(2) une discontinuiteacute seacutemantique mais une continuiteacute lexico-stylistique dans

lat creatio roum Crăciun ldquofecircte de Noeumllrdquo ndash sarde kriaθogravene ldquopiccolo piombordquo

lat draco roum drac ldquodiablerdquo ndash it dragone ldquodragonrdquo

lat templa roum tacircmplă ldquoiconostaserdquo ndash srd fr idiomes ayant conserveacute le terme latin

avec une signifi cation laiumlque etc

(3) une discontinuiteacute lexicale17 mais une uniteacute seacutemantique et stylistique dans

lat draco roum ndash prov

lat christianus roum dalm (et eacuteventuellement fr esp rheacuteto-rom) vs les autres

langues romanes ougrave les termes correspondants deacutetiennent le statut de mots savants

Institut de Linguistique laquo Iorgu Iordan ndash Al Rosetti raquo

Bucarest Dana-Luminiţa TELEOACĂ

17 On pourrait parler drsquoune discontinuiteacute lexicale agrave part eacutetant donneacute qursquoil arrive parfois qursquoun terme latin unique ait eacuteteacute heacuteriteacute dans une aire de la romaniteacute tandis qursquoune autre langue de lrsquoespace roman possegravede le mecircme terme mais comme mot savant

CILPR 2013 ndash SECTION 2

214

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Abreacuteviations

abruzz = abruzzien

alais = alaisien

aroum = aroumain

astur = asturien

cat = catalan

dalm = dalmate

droum= daco-roumain

engad = engadinais

esp = espagnol

fr = franccedilais

frioul = frioulan

gr = grec

iroum= istro-roumain

it = italien

lat = latin

log = logoudorais

meacutegl = meacutegleacuteno-roumain

pieacutem = pieacutemontais

port = portugais

prov = provenccedilal

regg = reggiano

roum = roumain

sassar = sassarais

srd = sarde

veacutenit = veacutenitien

wall = wallon

Page 3: Anafonesi latina e anafonesi romanza

BARBATO

3

gt punt praecunctat gt pregunta laquoSi la velar srsquoarticula com a explosiva de la vocal

seguumlent desapareix la infl exioacuteraquo juncu gt jonc (Badiacutea Margarit 1951 sect 52V)8

Lrsquoantico provenzale ha junher unher accanto ai piugrave frequenti jonher onher

(Anglade 1921 81) La chiusura sia della vocale anteriore che posteriore caratterizza

modernamente il guascone cinglo cinta (Ronjat 1930-1941 sect 81) unglo unto punt junt (Ronjat 1930-1941 sect 86)9

Quanto al romancio non si ha mai chiusura in lingere stringere vincere lin-

gua pingue ma sigrave in alcune varietagrave nella sequenza - nct- (quasi sempre con ulteriore

assorbimento della nasale) cfr exstinctu gt surs stetg eng stit Val Muumlstair [tic]

(Eichenhofer 1999 sect 109) axungia pungere ungere hanno lrsquoesito normale di o

ma dovunque le basi in - nct- hanno esiti di u unctu gt surs etg engad uumlt Muumlstair

[yc] punctu gt surs petg engad puumlt (ma in topon Puumlnch) (Eichenhofer 1999 sect

200)10

Venendo alle spiegazioni un tentativo convincente per lo spagnolo egrave nel citato

articolo di Sampson (2006) che dopo aver respinto con buoni argomenti altre inter-

pretazioni che non rendono conto della globalitagrave del fenomeno11 propone tre fattori

esplicativi di cui solo lrsquoultimo egrave considerato decisivo

(1) lrsquoeffetto della consonante velare sulla vocale omorganica

(2) la proporzione diretta tra durata e apertura vocalica la struttura sillabica a coda complessa

determina una vocale iperbreve ndash [puktu] vs [juku] ndash e dunque tendenzialmente

chiusa

(3) lrsquoeffetto chiudente della nasale che comrsquoegrave noto si manifesta anche in altri casi nelle lingue

romanze coinvolgendo anche le vocali medio-basse (Lausberg 1971 sectsect 230-237)

Percheacute proprio la nasale velare La risposta viene dalla fonetica sperimentale la

nasale velare ha la frequenza piugrave vicina a quella della vocale ed egrave quindi piugrave in grado

di determinare un effetto di coarticolazione laquoVu que le formant nasal est plus bas

que tout premier formant vocalique un tel percept vocalique semblera eacuteventuelle-

ment avoir un premier formant abaisseacute Lrsquoauditeur entendrait par lagrave une voyelle plus

fermeacuteeraquo (Sampson 2006 34)12

8 Paradossalmente in italiano secondo Castellani (1992 392) non ci sarebbe anafonesi in que-sto contesto per la precoce semplifi cazione del gruppo -nct- punctiare gt puntiare gt ponzare I vari giunto punto unto cinto tinto vinto sarebbero analogici alternativamente si potrebbe dire che in questi casi i rapporti paradigmatici hanno impedito la semplifi cazione (lrsquoocclusiva velare di iungo ecc avrebbe preservato quella di iunctus ecc)

9 Cfr anche Rohlfs (1970 sect 353)10 Per lrsquoesito di u cfr fr ctu gt surs fretg engad fruumlt11 Secondo Torreblanca (1990) ogni consonante velare o velarizzata impedirebbe lrsquoapertura di

ma questa interpretazione da un lato lascia diverse aporie dallrsquoaltro non spiega la chiusura di Per una diversa spiegazione di ductu gt ducho lucta gt lucha cfr Barbato (2012 80)

12 Si tratta del primo formante che egrave tanto piugrave basso quanto piugrave la vocale egrave chiusa Ci si riferisce ovviamente alla vocale seguita da nasale velare

CILPR 2013 ndash SECTION 2

4

Possiamo cercare di estendere la spiegazione di Sampson che da una parte si egrave

occupato solo del contesto -nct- dallrsquoaltra non ha tenuto conto sistematicamente

delle altre varietagrave romanze Queste si dispongono in un ventaglio che possiamo cosigrave

descrivere13

(a) varietagrave in cui la chiusura non egrave sensibile neacute alla qualitagrave [= anteroposterioritagrave] della vocale

neacute alla struttura della sillaba (italiano portoghese guascone)

(b) varietagrave in cui la chiusura egrave sensibile alla struttura sillabica (engadinese catalano e

spagnolo in misura diversa)

(c) varietagrave in cui la chiusura egrave sensibile alla struttura sillabica e alla qualitagrave della vocale (cfr

il soprasilvano dove crsquoegrave solo la chiusura in - nct-)

(d) varietagrave senza chiusura (francese gran parte dellrsquooccitanico e dellrsquoitaloromanzo tranne il

toscano)

Egrave evidente che la restrizione della qualitagrave vocalica si spiega con il fattore (1) di

Sampson ndash lrsquoeffetto della velare sulla velare ndash la restrizione della struttura sillabica

con il fattore (2) lrsquoeffetto del carattere iperbreve della vocale Apparentemente in

controtendenza lrsquoitaliano dove la chiusura sembra piugrave spinta per la vocale anteriore

che per quella posteriore cfr oltre a tronco spelonca carbonchio (gall caruncho)

Ma potrebbe essere un caso a ben vedere non mancano le eccezioni con la vocale

anteriore pentola spengo camarlengo14

Che si debba aggiungere allrsquoelenco di Sampson un altro fattore quello della sono-

ritagrave dellrsquoocclusiva velare Castellani nota la quasi totale assenza di [uk] contro la

regolaritagrave di [ug] in italiano saragrave casuale la mancata chiusura in iberoromanzo di

vinco (spagn venzo port venccedilo) contro cingo (cintildeo cinjo) fingo (hintildeo fi njo) tingo

(tintildeo tinjo) iungo (unzo junjo) pungo (pungo punjo) Egrave possibile che la conso-

nante sonora piugrave lsquoomorganicarsquo alla vocale di quella sorda abbia in quanto tale favo-

rito lrsquoeffetto di coarticolazione15

Egrave interessante notare che il nostro fenomeno ne ripete uno del latino arcaico (Leu-

mann 1977 sectsect 42 45 85 126 Palmer 1977 264sq) Nello stesso contesto di nasale

+ velare una vocale media etimologica si egrave chiusa in decnos gt dignus legnos

gt lignum16 tinguo (cfr greco tengo) uncus (greco onkos) unguis (greco onyx) hunc

(ant honc) La chiusura ha risparmiato eccezionalmente longus (e iuvencus) ma in

iscrizioni si trova lung- (CIL I2 1353 XI 6671a) e una forma del genere egrave presuppo-

sta dallrsquoit lungo17 Siamo dunque in presenza di un fenomeno ciclico

13 Sono ovviamente fuori gioco le varietagrave che confondono e e e anche il rum limbă ecc non aiuta giaccheacute qui tutti i timbri si sono fusi in i davanti a nasale pl nu gt plin = d nte gt dint

14 Vero egrave che questi ultimi due lessemi hanno a Firenze segno del loro carattere non popolare15 Il parere di Straka citato in nota da Castellani (1961 79) sembra andare in questo senso16 Queste due forme mostrano che anche la prima consonante del gruppo gn si pronunciava []17 Per lungo lt l ngu credo si possa sciogliere senzrsquoaltro la riserva di Castellani (1961 76 n 16)

ed escludere lrsquoidea di Rohlfs (1966-1969 sect 70) che si tratti di una doppia applicazione della chiusura antenasale (l[]ngo gt l[o]ngo gt lungo) fenomeno altrimenti indocumentato (cfr p[]nte gt p[o]nte gt punte)

BARBATO

5

La domanda da porci ora egrave la seguente si tratta di una chiusura di e o romanzo-

comuni o di una mancata apertura di (o se si vuole di ) latini Sampson (2006

34) si pronuncia per questa seconda ipotesi laquoon peut diffi cilement parler drsquoune ferme-

ture vocalique provoqueacutee dans nos mots probleacutematiques par lrsquoeffet acoustico-percep-

tuel de la nasaliteacute Mais nous proposons que cet effet a pu aider agrave conserver la qualiteacute

fermeacutee de et en freinant toute tendance de ces voyelles agrave srsquoouvrirraquo

Torreblanca (1990 249) sottolinea che il fenomeno devrsquoessere anteriore alla sem-

plifi cazione del gruppo -nct- gt -nt- frequentemente attestata laquodans les inscriptions

tardives de toutes les reacutegionsraquo (Vaumlaumlnaumlnen 1981 sect 116) In effetti in latino tardo ci

devrsquoessere stata la tendenza a semplifi care il nesso (cfr giagrave il classico quintus lt

quinctus) che si egrave imposta in iberoromanzo e italiano (santo) ma non in francese

(saint) lasciando altrove unrsquoarea diffusa di variazione (occit sant vs sanch saint sent piem sant vs gena sainto mil onć)18

Si noti che se in spagnolo (portoghese guascone) lrsquoanafonesi egrave anteriore alla sem-

plifi cazione -nct- gt -nt- in romancio egrave anteriore alla palatalizzazione di -ct- si tratta

di un ulteriore argomento a favore della precocitagrave del fenomeno e indirettamente

della sua interpretazione come fatto di conservazione e non di innovazione19

Del resto gli esiti romanzi disegnano una tipica fi gura areale conservazione rela-

tiva di Italo- e Iberoromania (in senso lato includendo rispettivamente i Grigioni e la

Guascogna) rispetto alla Galloromania (in particolare lrsquoantica Lugdunense) notoria-

mente lrsquoarea piugrave innovativa nel tardo Impero

Ci sono dunque diversi argomenti per pensare a una mancata apertura della vocale

latina20 Ci sono perograve anche delle possibili obiezioni In italiano lrsquoesito chiuso coivolge

anche un lessema con e il suffi sso germanico - ng

it spagn port

sp ngia spugna esponja esponja

- ng -ingo -engo -engo

Sembrerebbe la prova che si tratti di una chiusura di e o e di un fenomeno rela-

tivamente tardo21 Secondo Castellani (1961 85-87 e 121-122) il nostro fenomeno

egrave posteriore allrsquoapertura di (III sec) ma anteriore alla palatalizzazione di ng (sugna spugna IV-V sec) va collocato dunque nel IV secolo ma devrsquoessere rimasto

attivo almeno fi no a tutto il V secolo cosigrave da coinvolgere il suffi sso germanico

18 Anglade (1921 167) Meneacutendez Pidal (1941 sect 512) Rohlfs (1966-1969 sect 272) Lausberg (1971 sectsect 437-438) AIS

19 Meno assicurata appare lrsquoanterioritagrave rispetto alla palatalizzazione di cj asserita da Torre-blanca (1990 256) sulla base di uncia gt it oncia spagn onza port onccedila (cfr la mancata chiusura anche in tronco)

20 Un fenomeno analogo si verifi ca in iato cfr mia (attestato a Pompei) gt it engad occ cat spagn mia (Barbato 2010) fuit gt it(a) fu(e) (Barbato 2009)

21 Si ricordi che germanica egrave resa normalmente con e

CILPR 2013 ndash SECTION 2

6

Drsquoaltra parte si puograve credere che giagrave compiuta lrsquoanafonesi [spogja] e [-eg-]

unici casi che presentavano una vocale medio-alta davanti alla sequenza nasale piugrave

velare siano stati pareggiati per analogia fonetica a [iC] [uC] Quanto al primo

caso si potrebbe anche partire da una base spungia che sembrerebbe presupposta

pure da cast espundia arag espuntildea (DCECH sv esponja ed espundia)22 Del resto

la palatalizzazione di ng potrebbe essere avvenuta piugrave precocemente di quanto sup-

pone Castellani con la trafi la ngj gt nj lt [] Lo stesso Castellani data il passaggio gj

gt j al I sec dC e quello nj gt [] al III secolo Proporrei dunque la seguente cronologia

(1) anafonesi davanti a []

(2) gj gt j

(3) nj gt []

Secondo questa ipotesi lrsquoanafonesi egrave contemporanea alla formazione del sistema

vocalico romanzo di cui costituisce il negativo In ogni caso sia che la si consideri un

fatto di conservazione che di innovazione va sottolineato il suo carattere irregolare

che confi gura una lsquolegge fonetica debolersquo o una resistenza a unrsquoinnovazione governata

da una fi tta rete di parametri

Anafonesi (metafonesi) romanza

Si considerino ora le corrispondenze (parziali) seguenti

it spagn port

t nea tigna tintildea tinha

erv lia rubiglia arveja ervilha

c lia ciglia ceja celha

stam nea stamigna estamentildea estamenha

curc lio gorgoglio gorgojo gorgulho

c neu cogno cuntildeo cunho

22 La questione egrave intricata Il lat spongia lt greco σπογγιά dovrebbe avere una vocale breve la lunga viene postulata proprio per spiegare lrsquoitaliano spugna (Rohlfs 1966-1969 sect 110) Un prestito greco molto antico potrebbe essere stato coinvolto nella chiusura latina di davanti a nasale velare (vedi sopra uncus unguis) In effetti come segnala Torreblanca (1990 261) la grafi a spungia egrave attestata in latino non si puograve escludere tuttavia che essa renda una pro-nuncia tardiva [o] si sa infatti che omicron aveva un timbro chiuso che poteva essere reso in latino tardo con o donde le pronunce coacutelpo poacutelpo dellrsquoitaliano (Rohlfs 1966-1969 sect 110) Il logud ispundza (accanto a isponda) non egrave decisivo percheacute come illustra Wagner potrebbe risentire dellrsquoit spugna o essere laquosardizzazioneraquo di spagn-cat esponja (DES)

BARBATO

7

Franceschini (1991) ha voluto vedere qui un fenomeno comune di innalzamento

dovuto a yod che agirebbe con piugrave o meno restrizioni nelle varietagrave romanze In que-

sto caso tuttavia le condizioni appaiono diverse come mostra la chiara asimmetria

tra lrsquoitaliano che chiude regolarmente la vocale anteriore e lrsquoibero-romanzo che

chiude preferibilmente quella posteriore23

Va sottolineata qui una caratteristica costitutiva del toscano lrsquoassenza di meta-

fonesi24 Se Castellani sentigrave il bisogno di coniare il termine anafonesi fu proprio per

descrivere un processo di innalzamento che ha una ragione diversa da quello meta-

fonetico

Ora egrave noto che le varietagrave iberoromanze come quelle galloromanze conoscono

metafonia da -i (cfr f ci gt fr prov fi s spagn hice port fi z contro it feci) In altra

sede (Barbato 2012 e 2013) ho sostenuto che la metafonia sia prodotta non soltanto da

-i ma anche da yod proponendo questa cronologia

sec II III IV V VI

palatalizzazione di tj gt ts cj gt t ----- --

dittongazione metafonetica di ----- --

palatalizzazione di j (gj dj) gt d lj gl gt nj gn gt ----- --

chiusura metafonetica di e o ----- --

Normalmente la palatalizzazione di lj nj si applica prima della chiusura di e o

eliminando il contesto metafonetico

ndash cilia gt [tellja] gt [tea] gt cejandash gurgulio gt [gorgolljo] gt [gorgoo] gt gorgojo

Ma il processo di palatalizzazione e quello di chiusura metafonetica si sono

sovrapposti per un periodo e dunque egrave potuto succedere eccezionalmente che si

applicassero in ordine inverso

ndash cunia gt [konnja] gt [kunnja] gt cuntildeandash tinea gt [tennja] gt [tinnja] gt tintildea

Nel caso di -[i]- (ervilha) e di -[u]- (gorgulho) puograve poi aver agito lrsquoanalogia

dei suffi ssi da - cul- (es lentilha) e - cul- (agulha)

23 Secondo Franceschini il toscano occidentale presenterebbe simmetria nella chiusura ma cfr le obiezioni di Castellani (1992 397-399)

24 Esiste forse una sola eccezione se non sono dovuti a chiusura in protonia (fi schiare mischiare) potrebbero essere metafonetici fi schio mischio lt feschio meschio Se egrave cosigrave lrsquounica metafo-nia toscana ripeterebbe singolarmente la nota chiusura del latino parlato b stia gt b stia

CILPR 2013 ndash SECTION 2

8

In italiano siamo di fronte a un processo ben diverso che come ha chiarito ancora

Castellani (1961)

(a) colpisce e e non o

(b) egrave prodotto solo dalla nasale palatale derivata da nj e non da quella derivata da gn (cfr

degno pegno)

Esso egrave dunque successivo alla palatalizzazione dei gruppi con yod laquopercheacute in

Toscana la non esercita nessun infl usso sulla vocale della sillaba tonicaraquo (p 85) ed

egrave anteriore alla confusione di nj e gn va collocato dunque dopo il II secolo e prima

dellrsquoVIII (laquodal 757 si trovano grafi e inverse attestanti la pronuncia di gn come nrsquonrsquoraquo p

86) ma piugrave probabilmente tra il III e il IV secolo (cfr anche p 122)

Secondo Castellani dunque lrsquoanafonesi davanti a precede quella davanti a

[] Ma se facciamo reagire queste considerazioni sullo schema precedente otteniamo

la seguente cronologia

(1) anafonesi davanti a []

(2) gj gt j

(3) nj gt [] lj gt []

(4) anafonesi davanti a [ ]

(5) gn gt []

Percheacute questo secondo processo colpisce e e non o Probabilmente per motivi

articolatori (Pensado 1985 645) la chiusura non coinvolge la vocale posteriore per-

cheacute lrsquoassimilazione laquoque como efecto de la elevacioacuten de la parte anterior de la lengua

(cerrazoacuten) parece perfectamente posible no lo es si se tiene en cuenta el paraacutemetro

de la posicioacuten de la raiacutez de la lenguaraquo Insomma se la consonante velare favorisce

la chiusura delle vocali posteriori come si egrave visto sopra quella palatale esercita un

effetto parallelo sulle anteriori

Che ne egrave delle altre lingue romanze Il catalano si allinea allo spagnolo coi suoi

tinya cuny (ma corcoll) Lrsquoantico provenzale ha le alternanze celhacilha lt cilia melh

milh lt miliu telhtilh lt tiliu estrilhaestrelha lt strig(i)la tegnotigno lt tinea lenh

linh lt lignu (Anglade 1921 60sqq 78sqq) Includendo le forme antiche e dialettali

si scopre che il francese oltre a cil ha anche milmeil tilteil teignetigne eacutetrilleeacutetreille

linleigne (FEW svv) In tutti questi casi si conoscono dei risultati con i e u anche

in Italia settentrionale per es ver (Raldoacuten) [sije] (AIS 102 p 372) emilocc (San

Secondo parm) [mij] (AIS 1467cp p 413) emilocc (Sologno) [tijj] (AIS 580 p

453) gen [tia] (AIS 684 p 178) APiem (Villafalletto) [stria] (AIS 1242 p 172) Il

romancio non conosce chiusura (Eichenhofer 1999 sectsect 93 110 201)

Questi casi si potrebbero allineare a quelli iberici come effetto di una metafonia

che ha preceduto la palatalizzazione ma potrebbero anche essere dei piugrave tardi feno-

meni anafonetici come mostra il fatto che solo la vocale anteriore egrave coinvolta dallrsquoin-

BARBATO

9

nalzamento25 Del resto come mostra Philipon (1918-1919 433) spesso la chiusura egrave

documentabile in epoca letteraria prov abelha gt abilho lion oreilli gt orilli lig megiu

gt migiu mil stregia gt strigia E non a caso Roncaglia (1965 49) parla di laquoanafonesiraquo

per le occorrenze provenzali26

Si deve ancora a Castellani (1961 80-81 e n) il merito di aver stabilito che nel caso

di it pugno spagn puntildeo port punho cat puny itsett puumlgn (accanto a pogn AIS 1679

e cp) ndash cui si puograve aggiungere prov punh (accanto a ponh) lad [pu] (Kramer 1977

145) ndash non crsquoegrave anafonesi ma si parte da una forma romanzo-comune con u

Conclusioni

Sulla scia di Rohlfs (1966-1969 sect 49 e 70) le grammatiche storiche romanze con-

tinuano a parlare per lrsquoitaliano di una chiusura di e o in una serie di contesti che

includono la nasale e la laterale palatali e la nasale velare

Rohlfs (1966-1969 sect 49) laquoNel dialetto fi orentino si trova i invece di e davanti a n seguita

da k o da g () davanti a sk e davanti a ntilde oppure a łraquo

Lausberg (1971 sect 204) laquoNel fi orentino (e nellrsquoitaliano letterario) la e la del latino

vengono innalzate a [i] e [u] dinanzi a gruppi nasali-palataliraquo

AlkireRosen (2010 77) laquoRegularly stressed high mids followed by [] or [] raise one

degree to become high vowels i instead of e and u instead of oraquo

In realtagrave da molti anni Castellani ha chiarito che esistono due anafonesi in ita-

liano cronologicamente distinte (1) chiusura di e o davanti a nasale velare (2) chiu-

sura della sola e davanti a nj lj27 Sarebbe ora che gli studi romanzi prendessero atto

di questo fatto

Qui si egrave proposto ulteriormente di collegare (1) con alcuni fenomeni analoghi di

altre varietagrave romanze rintracciandone la radice comune nel latino tardo di distin-

guere (2) da fenomeni apparentemente analoghi che sono invece di natura metafo-

netica

Non sarebbe forse male che il termine anafonesi (vs metafonesi) venisse adottato

anche nelle altre lingue fr anaphonie (vs meacutetaphonie)28 spagn anafoniacutea (vs metafoniacutea)

ecc

Universitagrave di Napoli lsquoLrsquoOrientalersquo Marcello BARBATO

25 Per strigile e tinea si potrebbe pensare che la chiusura si sia prodotta dapprima in protonia nei tipi lsquoeacutetrillerrsquo e lsquotigneuxrsquo (FEW 12 303 e 13 343)

26 Lrsquouso continua nella provenzalistica italiana (cfr Ventura 2010 LIX)27 Si ricordi che la cronologia proposta da Castellani egrave quella inversa e si noti che la lsquochiusurarsquo

di e o egrave a nostro avviso piuttosto una mancata apertura di 28 Cfr giagrave Redon (2002 37)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

10

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Les meacutecanismes de la concordance des temps et leur eacutevolution

du latin aux langues romanes

Les regravegles lsquoclassiquesrsquo de la concordance des temps ont fait lrsquoobjet de nombreuses

critiques de la part des grammairiens et des linguistes Parmi ceux-ci il semble que

Ferdinand Brunot et Charles Bruneau soient les plus cateacutegoriques laquo Les grammai-

riens modernes ont imagineacute une preacutetendue regravegle de concordance des temps Cette

regravegle nrsquoa jamais eacuteteacute observeacutee par les bons eacutecrivains raquo (Preacutecis de grammaire historique de la langue franccedilaise Paris Masson et Cie 1949 p 387) Quelques anneacutees plus tard

lorsqursquoil eacutecrit La penseacutee et la langue Ferdinand Brunot nrsquoa pas changeacute drsquoavis laquo Le

chapitre de la concordance des temps se reacutesume en une ligne il nrsquoy en a pas raquo (Bru-

not 1965 782)

Pourtant contrairement agrave lrsquoaffi rmation ci-dessus la regravegle de lsquoconcordance des

tempsrsquo a plus drsquoun titre drsquoancienneteacute Elle a drsquoabord eacuteteacute appliqueacutee au latin et est ensei-

gneacutee depuis plus de deux milleacutenaires Dans leur Syntaxe latine (1951-2002) A Ernout

et F Thomas la reacutesument en ces termes

laquo La concordance des temps du subjonctif est deacutefi nie drsquoordinaire par la regravegle suivante

dite regravegle de la consecutio temporum

1) Au preacutesent (ou au futur) de lrsquoindicatif dans la proposition principale correspond un preacute-

sent ou un parfait du subjonctif dans la subordonneacutee

dico

quid faciat quid fecerit quid facturus sit

dicam

lsquolsquo je dis (dirai) ce qursquoil fait ce qursquoil a fait ce qursquoil fera rsquorsquo

2) A un temps passeacute de la proposition principale correspond dans la subordonneacutee un impar-

fait ou un plus-que-parfait du subjonctif

dixi

dicebam quid faceret quid fecisset quid facturus esset

dixeram

lsquolsquo jrsquoai dit (je disais jrsquoavais dit) ce qursquoil faisait ce qursquoil avait fait ce qursquoil ferait rsquorsquo (sect 394)

Les laquo grammairiens modernes raquo dont parlent Ferdinand Brunot et Charles Bru-

neau nrsquoont donc fait qursquoadapter au franccedilais une regravegle que tous les apprenants du latin

sont bien obligeacutes drsquoapprendre car elle permet drsquoeacuteviter des erreurs grossiegraveres dans le

CILPR 2013 ndash SECTION 2

14

thegraveme latin Il ne srsquoagit cependant pas drsquoune regravegle absolue comme le reconnaissent

A Ernout et F Thomas qui apregraves avoir eacutenonceacute la regravegle ajoutent laquo Mais la simpliciteacute

factice de cette regravegle a pour reacutesultat de rejeter de nombreux faits parmi les exceptions

On doit tenir compte mieux qursquoelle ne le fait des conditions imposeacutees par les valeurs

particuliegraveres des temps eux-mecircmes et par la nature des diverses propositions subor-

donneacutees raquo

Le problegraveme poseacute par les laquo grammairiens modernes raquo citeacutes par F Brunot et C

Bruneau pourrait se reacutesumer de la maniegravere suivante ces grammairiens ont-ils eu

raison de transposer au franccedilais une regravegle faite pour la langue dont le franccedilais est

issu le latin

On remarquera que les remarques critiques de F Brunot et C Bruneau nrsquoont pas

drsquoeacutequivalents dans les autres langues romanes comme lrsquoespagnol le portugais ou

lrsquoitalien Les speacutecialistes de ces langues qursquoils soient peacutedagogues grammairiens ou

linguistes sont contraints de reconnaicirctre pratiquement tous lrsquoexistence dans ces lan-

gues drsquoun meacutecanisme de laquo concordance des temps raquo Ainsi la Grammaire espagnole de Jean Bouzet (Paris Belin 1945 p223 sect514) met en garde le traducteur qui doit

rendre en espagnol un preacutesent du subjonctif franccedilais laquo Le franccedilais moderne nrsquoest pas

tregraves rigoureux sur la concordance des temps du subjonctif avec le verbe de la proposi-

tion principale et tolegravere bien souvent lrsquoemploi du preacutesent au lieu de lrsquoimparfait Jrsquoavais peur qursquoil ne srsquoeacutegare qursquoil nrsquoarrive pas qursquoil ne sache pas etc Il conviendra toujours

de rectifi er la concordance avant de traduire raquo Dans un manuel drsquoapprentissage de

lrsquoespagnol comme Pueblo sous le libelleacute laquo La concordance des temps raquo on peut lire

laquo Alors que le franccedilais utilise de moins en moins le subjonctif passeacute (il eucirct fallu que vous vinssiez) son emploi au lieu du subjonctif preacutesent est rigoureusement obligatoire

chaque fois que le verbe de la proposition principale est au passeacute ou au conditionnel raquo

(A Mercier Pueblo 3 Paris Armand Colin 1972 120) Lrsquoaffi rmation aussi peacuteremp-

toire - mais de sens opposeacute - que celles de Ferdinand Brunot est compleacuteteacutee par les

exemples suivants

laquo nos dicen que pasemos ----------gt nos dijeron que pasaacuteramos

me interesa que esteacutes tuacute ----------gt me interesaba que estuvieses tuacute

es mejor que vuelva mantildeana ------gt seriacutea mejor que volviera mantildeana

quiero que contestes pronto ------gt quisiera que contestases pronto raquo

avec le commentaire

laquo Principale au passeacute ----gt subjonctif passeacute dans la subordonneacutee

passeacute simple

imparfait

plus-que-parfait

conditionnel raquo

BEGIONI ROCCHETTI

15

Cette concordance est valable aussi pour lrsquoitalien La Grammatica italiana - Il verbo de G-B Moretti et de G-R Orvieto (Perugia Benucci 1979 vol I 67-76)

consacre 10 pages agrave exposer en deacutetail la concordance des temps en italien Pour ne

pas alourdir notre exposeacute nous nous limiterons agrave citer un extrait de la grammaire de

Luca Serianni Italiano (Torino UTET 1988 388-390) qui renvoie agrave G-B Moretti et

G-R Orvieto et reacutesume ainsi la concordance des temps lorsque la subordonneacutee est au

subjonctif (p 390) laquo Il tempo verbale della reggente condiziona il tempo dellrsquoogget-

tiva sia pure senza la rigorositagrave della lsquoconsecutio temporumrsquo latina raquo (p 388)

On voit que lrsquoespagnol et lrsquoitalien donnent lieu agrave des remarques comparables

proches de la regravegle latine quoique avec une moindre rigueur comme le souligne

Luca Serianni La diffeacuterence tient au fait que le subjonctif latin comportait 4 temps

(preacutesent imparfait parfait et plus-que-parfait) alors que le subjonctif de la langue

italienne se reacuteduit agrave un preacutesent et agrave un parfait Ce dernier est paradoxalement appeleacute

imperfetto alors qursquoil a pour origine le plus-que-parfait du subjonctif latin - cf lat

cantavissem gt it cantassi - et qursquoil est resteacute un perfectum de virtualiteacute en italien Il

peut par exemple poser seul une hypothegravese sans lrsquoaide des conjonctions se ou anche se Avesse dovuto aspettare non cinque minuti ma cinquanta secoli non sarebbe uscito di ligrave senza aver parlato prima collrsquoamabile sposina (De Marchi Demetrio Pia-nelli 479) Il en est de mecircme de lrsquoespagnol bien que sa morphologie au subjonctif

soit un peu plus complexe il dispose lui aussi drsquoun preacutesent drsquoun parfait - doteacute de

deux formes lrsquoune en -se (lat cantavissem gt esp cantase) de mecircme origine que le

parfait italien lrsquoautre en -ra issue du plus-que-parfait de lrsquoindicatif latin (lat cantave-ram gt esp cantara) - et drsquoun futur Mais ce dernier temps nrsquoest plus drsquousage courant et

nrsquoentre pas dans la regravegle lsquoclassiquersquo de la concordance des temps

Nous arrivons ainsi agrave lrsquoobjet de notre eacutetude comment et surtout pourquoi est-on

passeacute de 4 temps pour le subjonctif latin agrave deux temps en italien et (pratiquement) en

espagnol Pourquoi le franccedilais a-t-il reacuteduit aujourdrsquohui son subjonctif agrave un seul temps

alors que lrsquoancien-franccedilais en utilisait reacuteguliegraverement deux Quelles sont les eacutetapes

que lrsquoon peut distinguer dans ces eacutevolutions Agrave quoi reacutepond un meacutecanisme aussi

insolite - et on lrsquoa vu aussi controverseacute - que la concordance des temps Enfi n nous

avons passeacute sous silence jusqursquoagrave preacutesent la langue roumaine mais elle peut ecirctre riche

drsquoenseignements puisqursquoelle est issue comme les langues romanes occidentales drsquoun

latin fortement marqueacute par la concordance des temps et pourtant elle ne preacutesente

aucune regravegle de lsquoconcordance des tempsrsquo ni mecircme aucun reste eacutevident drsquoun ancien

fonctionnement fondeacute sur une telle regravegle Comment comprendre une telle diversifi -

cation pour des langues qui offrent par ailleurs une multitude de meacutecanismes com-

parables

Ce qui frappe en premier lieu crsquoest moins la concordance en elle-mecircme - puisque

tous les eacuteleacutements drsquoune phrase doivent en effet lsquoconcorderrsquo pour donner agrave la phrase

sa coheacuterence - que le fait qursquoelle entraicircne la reacutepeacutetition drsquoune donneacutee (le temps) deacutejagrave

fournie par le verbe de la principale Agrave quoi reacutepond cette reprise Le verbe de la

principale ne serait-il pas suffi sant pour situer lrsquoensemble de la phrase dans lrsquoeacutepoque

CILPR 2013 ndash SECTION 2

16

preacutesente passeacutee ou future Doit-on analyser la seacutequence laquo proposition principale +

proposition subordonneacutee raquo comme le rapprochement de deux entiteacutes indeacutependantes

agrave lrsquoorigine et qui pour se rapprocher doivent emprunter lrsquoune agrave lrsquoautre des eacuteleacutements

temporels marquant leur homogeacuteneacuteisation au sein drsquoune mecircme phrase Agrave cette ques-

tion srsquoen ajoute une autre y a-t-il dans les langues en eacutevolution drsquoautres cas analo-

gues de rapprochement drsquoeacuteleacutements drsquoorigine diffeacuterente et fi nissant par srsquoamalgamer

en une nouvelle uniteacute homogegravene La reacuteponse agrave cette deuxiegraveme question est certaine-

ment positive et les exemples ne manquent pas

Dans Begioni Rocchetti 2010 eacutetude publieacutee dans la revue Langages ndeg 178 (p

67-87) et intituleacutee La deacutefl exiviteacute du latin aux langues romanes quels meacutecanismes systeacutemiques sous-tendent cette eacutevolution nous avons examineacute plusieurs cas de reacutepeacute-

tition concernant des eacuteleacutements en cours de rapprochement Le cas le plus exemplaire

nous paraicirct ecirctre dans le domaine nominal lrsquoapparition de lrsquoarticle deacutefi ni (agrave partir du

deacutemonstratif latin) sa liaison progressive avec le substantif lrsquoexistence pendant de

nombreux siegravecles drsquoune double marque du genre et du nombre agrave la fois sur lrsquoarticle et

sur le substantif et la reacuteduction en franccedilais moderne de la marque du nombre expri-

meacutee jusque-lagrave par la deacutesinence du deuxiegraveme eacuteleacutement (le substantif) alors qursquoelle se

maintient sur le premier Pour une compreacutehension plus approfondie du pheacutenomegravene de

la deacutefl exiviteacute nous renvoyons le lecteur agrave cette eacutetude

Nous avons mis en rapport ces eacutevolutions avec une restructuration de la phrase due

au passage de lrsquoindo-europeacuteen langue reconstruite avec le verbe en position fi nale

aux langues indo-europeacuteennes actuelles inteacutegrant plusieurs propositions enchacircsseacutees

les unes dans les autres dont lrsquoune ou les unes sont reacutegissantes et les autres reacutegies

On peut reacutesumer les diffeacuterentes eacutetapes pour lrsquoassemblage de deux eacuteleacutements dans

une forme nouvelle de la maniegravere suivante

- Eacutetape 1 les deux syntagmes verbaux indeacutependants agrave lrsquoorigine mais mis en relation au

sein drsquoune phrase unique doivent pour bien signaler leur association reprendre les

mecircmes marques formelles (aspect mode et temps) On observe donc une duplication sys-

teacutematique des marques au niveau de la morphologie des deux verbes qui sont ainsi mis en

relation mais qui peuvent dans cette premiegravere phase rester eacuteloigneacutes lrsquoun de lrsquoautre

- Eacutetape 2 les deux verbes conservent chacun leurs marques morphologiques (le plus sou-

vent deacutesinentielles) de leur solidariteacute mais ils commencent agrave se rapprocher Le verbe de

la subordonneacutee peut ecirctre introduit par une conjonction (qui peut varier selon le type de

subordonneacutee)

- Eacutetape 3 une fois leur liaison syntaxique eacutetablie - crsquoest-agrave-dire une successiviteacute systeacutemati-

quement installeacutee - le deuxiegraveme eacuteleacutement (dans le cas de la deacutefl exiviteacute reacutegressive) perd des

marques qui faisaient double emploi avec celles deacutejagrave apporteacutees par le premier eacuteleacutement

Degraves lors celui-ci devient preacutedominant et tend agrave concentrer tous les apports formels lais-

sant les apports seacutemantiques au second eacuteleacutement

- Etape 4 Lrsquoeacutevolution est acheveacutee lorsqursquoil nrsquoy a plus aucune duplication drsquoinformation

Voyons comment intervient le pheacutenomegravene de la deacutefl exiviteacute dans le cas qui nous

inteacuteresse ici celui de la concordance des temps

BEGIONI ROCCHETTI

17

Le premier stade - celui du rapprochement de deux verbes ou de deux syntagmes

verbaux dans une structure nouvelle orienteacutee vers la creacuteation drsquoune subordination

- est envisageacute pour le latin par A Ernout et F Thomas dans le chapitre laquo Subordi-

nation et coordination raquo (p 291) de leur volume Syntaxe latine laquo la syntaxe de subor-

dination repreacutesente un eacutetat de langue relativement reacutecent instituant entre des pro-

positions agrave lrsquoorigine autonomes des rapports comparables agrave ceux qui se sont eacutetablis

dans la syntaxe du nom au deacutetriment de la construction appositionnelle raquo Crsquoest aussi

notre position nous venons de voir en effet que le processus de creacuteation de lrsquoarticle agrave

partir du pronom-adjectif reacutesulte de lrsquoapplication de la deacutefl exiviteacute au syntagme nomi-

nal et nous allons voir que la creacuteation de la subordination est lrsquoapplication du mecircme

processus au syntagme verbal Les deux latinistes se fondent pour cela sur des traces

drsquoun eacutetat ancien que conserve encore la langue de Ciceacuteron laquo Le latin eacutecrivent-ils

laisse entrevoir encore dans certains tours lrsquoancienne autonomie des propositions

des constructions comme caue cadas lsquolsquo prends garde de tomber rsquorsquo uolo facias lsquolsquo je veux

que tu fasses rsquorsquo signifi aient proprement lsquolsquo prends garde tu pourrais tomber rsquorsquo lsquolsquo fais-le

je le veux rsquorsquo Les subjonctifs cadas facias se justifi aient par eux-mecircmes comme mar-

quant la possibiliteacute ou la volonteacute et ils eacutetaient simplement juxtaposeacutes De cet eacutetat qui

est celui de la parataxe [] il subsiste des traces dans des formules et la langue parleacutee

ne srsquoen est jamais entiegraverement deacutepartie raquo

De telles lsquotracesrsquo de parataxe se trouvent encore en italien Alors que les verbes

qui introduisent une subordonneacutee exprimant la reacutealiteacute doivent obligatoirement se

construire avec la conjonction che lsquolsquo que rsquorsquo - vedo che sei contento lsquolsquo je vois que tu es

content rsquorsquo osservo che non egrave venuto lsquolsquo je remarque qursquoil nrsquoest pas venu rsquorsquo - ceux qui

expriment le deacutesir lrsquoespoir la crainte la croyance ou la volonteacute - crsquoest-agrave-dire tous ceux

qui contiennent une part (variable) de virtualiteacute - peuvent se construire avec ou sans

che

(6) spero sia stato promosso lsquolsquo jrsquoespegravere qursquoil a eacuteteacute admis rsquorsquo

(7) credevo fosse piugrave piccolo lsquolsquo je croyais qursquoil eacutetait plus petit rsquorsquo

La parataxe a eu une large extension en ancien italien Elle srsquoest reacuteduite en italien

moderne puisqursquoelle ne peut plus ecirctre utiliseacutee apregraves des verbes deacuteclaratifs introdui-

sant une subordonneacutee de reacutealiteacute Mais si lrsquoon compare le franccedilais et lrsquoitalien sur le cri-

tegravere de lrsquoemploi ou du non emploi de che on est frappeacute de la constance avec laquelle

le franccedilais utilise sa conjonction

Sommes-nous pour autant en franccedilais au stade 4 celui drsquoune disparition com-

plegravete de la concordance Dans je veux qursquoil vienne devenant au passeacute je voulais qursquoil vienne le verbe de la subordonneacutee ne reprend effectivement pas le temps (preacutesent

et passeacute) des principales je veux et je voulais mais que faut-il penser de lrsquoemploi du

mode subjonctif Ne repreacutesente-t-il pas sous une forme speacutecifi que la reprise du

contenu seacutemantique virtualisant du verbe de la principale Avec le verbe venir on

nrsquoest pas dans la situation des verbes du premier groupe lesquels ne distinguent plus

en effet lrsquoindicatif et le subjonctif par des formes speacutecifi ques je vois que tu manges je

CILPR 2013 ndash SECTION 2

18

veux que tu manges Dans ce seul cas en effet on peut dire que la concordance des

temps est parvenue agrave une disparition complegravete ce qui signifi e que la subordonneacutee

a eacuteteacute parfaitement inteacutegreacutee agrave la principale on passe de la phrase indeacutependante tu manges agrave la subordonneacutee que tu manges par le seul ajout de la conjonction de subordi-

nation que En revanche pour tous les autres groupes puisque le subjonctif preacutesente

une forme diffeacuterente de celle de lrsquoindicatif on constate une duplication de la valeur

modale exprimeacutee par le seacutemantisme du verbe de la principale avec la reprise sur

un plan morphologique de cette valeur modale On peut donc dire que si dans les

deux exemples ci-dessus le franccedilais nrsquoapplique plus la concordance des temps il nrsquoen

applique pas moins une reacuteelle lsquoconcordance modalersquo

Le fait que dans les langues romanes occidentales la conjonction ldquoquerdquo (it che esp et fr que) ait eacuteteacute la particule de subordination la plus utiliseacutee a contribueacute au

maintien de la valeur modale du verbe de la subordonneacutee Dans les cas ougrave la particule

de subordination nrsquoest pas ldquoquerdquo mais ldquosirdquo la forme de subjonctif ne srsquoest pas mainte-

nue ainsi doit-on utiliser le subjonctif dans une phrase comme je veux qursquoil le fasse mais on passe agrave lrsquoindicatif (futur) si on continue avec mais je me demande srsquoil le fera En effet que pose alors que si suppose Le subjonctif est donc neacutecessaire apregraves que pour exprimer la virtualiteacute lorsque celle-ci est exigeacutee par le verbe de la principale

Dans les mecircmes conditions lrsquoindicatif srsquoimpose apregraves la conjonction hypotheacutetique si La langue roumaine qui a utiliseacute beaucoup plus largement la particule de subordina-

tion să - issue du latin si - a pu reacuteduire consideacuterablement la morphologie speacutecifi que de

son subjonctif Crsquoest un des eacuteleacutements qui a contribueacute agrave faire disparaicirctre pratiquement

toute concordance des temps (et des modes) dans cette langue

Il peut ecirctre inteacuteressant drsquoaller plus loin dans lrsquoanalyse des choix qui ont eacuteteacute faits par

la langue roumaine Ils peuvent en effet apporter un eacuteclairage nouveau sur certaines

particulariteacutes des langues romanes qui preacutesentent - ou ont preacutesenteacute au cours de leur

eacutevolution - une concordance des temps Le fait que le roumain ne reacutevegravele agrave aucun

moment de son histoire un fonctionnement qursquoil serait possible de classer sous la

deacutenomination de lsquoconcordance des tempsrsquo nous paraicirct devoir ecirctre analyseacute pour com-

prendre la maniegravere dont ont eacutevolueacute les langues romanes occidentales

Nous sommes en particulier intrigueacutes par la creacuteation au sortir du latin drsquoun des

temps qui entrent dans la syntaxe de la concordance des temps non pas le futur - car

lrsquoexpression du temps agrave venir paraicirct tout agrave fait claire et leacutegitime dans la penseacutee et dans

la bouche drsquoun locuteur - mais le temps qui sert agrave indiquer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute

et qui porte le nom (nettement moins leacutegitime ) de conditionnel Il exprime en effet

une action soumise agrave une condition et tire de lagrave son nom mais en plus (simultaneacute-

ment ) il remplace le futur dans les fonctions que celui-ci aurait ducirc (mais peut-ecirctre nrsquoa

pas pu ) assumer dans lrsquoeacutepoque passeacutee Formeacute au sortir du latin avec lrsquoinfi nitif suivi

de lrsquoauxiliaire habere au passeacute le conditionnel peut ecirctre consideacutereacute comme la variante

(passeacutee) du futur La liaison eacutetroite entre le futur et le moment de lrsquoeacutelocution apparaicirct

agrave la reacutefl exion comme la raison profonde de la creacuteation du conditionnel et par voie

de conseacutequence de lrsquoexistence mecircme de cette regravegle de concordance des temps qui

BEGIONI ROCCHETTI

19

oblige agrave passer du futur dans la subordonneacutee (apregraves une principale au preacutesent) agrave un

conditionnel (apregraves une principale au passeacute) Les langues de la Romania occidentale

ont en quelque sorte susciteacute la creacuteation drsquoun temps nouveau speacutecialement consacreacute agrave

lrsquoexpression de lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute afi n de reacutesoudre la non-pertinence du futur

pour cette fonction Voyons maintenant ce que peut nous apporter sur ce point la

langue roumaine

Elle a eacuteteacute confronteacutee au mecircme problegraveme mais a trouveacute une autre solution et

mecircme une solution eacuteleacutegante qursquoil peut ecirctre inteacuteressant drsquoexaminer dans son principe

Le meacutecanisme qursquoelle a utiliseacute est celui qursquoen psychomeacutecanique du langage on appelle

la saisie anticipeacutee lorsque le futur est utiliseacute dans une proposition indeacutependante ou

principale il preacutesente toutes ses caracteacuteristiques en particulier

1- la valeur drsquoulteacuterioriteacute

2- la liaison avec le moment de lrsquoeacutelocution (futur laquo vrai raquo)

En revanche lorsqursquoil se situe dans une proposition subordonneacutee il exprime tou-

jours lrsquoideacutee drsquoulteacuterioriteacute mais il perd sa liaison avec le moment de lrsquoeacutelocution lrsquoulteacute-

rioriteacute se reacutefegravere alors au temps exprimeacute par le verbe de la principale Soit en scheacutema

Fig 1 - Le meacutecanisme de la saisie anticipeacutee

Emploi dans une proposition Emploi dans une proposition

subordonneacutee indeacutependante ou principale

saisie anticipeacutee saisie fi nale

Futur lsquotemps relatifrsquo Futur vrai

(= relatif au temps (= en relation avec

de la principale) le moment de lrsquoeacutelocution)

Le roumain dispose avec cette double saisie du futur drsquoun temps qui comme le

futur des langues romanes occidentales peut situer lrsquoaction dans lrsquoeacutepoque future pour

le locuteur mais qui peut aussi exprimer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute lorsqursquoil est placeacute

dans une subordonneacutee deacutependant drsquoune principale au passeacute

Le choix qui a eacuteteacute celui de la langue roumaine repreacutesente une innovation dans les

langues romanes et a eu au moins trois conseacutequences importantes

1 - Contrairement aux langues romanes occidentales la langue roumaine nrsquoa pas eu recours agrave

un temps speacutecifi que pour exprimer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute Elle a bien disposeacute au sor-

tir du latin drsquoune construction avec lrsquoinfi nitif suivi de lrsquoauxiliaire habere au preacutesent (ex

cantare + habeo gt cacircntare aș lsquolsquo je chanterai(s) rsquorsquo devenu aujourdrsquohui aș cacircnta lsquolsquo je chante-

rais rsquorsquo) mais elle ne preacutesente pas drsquoeacutequivalents de cantare + habebam (conditionnel fr

esp port) ni de cantare + hebui (conditionnel it)

2 - La seconde conseacutequence est lrsquoabsence de veacuteritable concordance des temps lorsqursquoil srsquoagit

drsquoexprimer lrsquoulteacuterioriteacute par rapport au preacutesent ou par rapport au passeacute le futur est utiliseacute

CILPR 2013 ndash SECTION 2

20

dans les deux cas Comme par ailleurs le subjonctif srsquoest lui aussi consideacuterablement

reacuteduit en liaison avec lrsquoemploi de la conjonction să (issue du latin si) la concordance des

temps est sans doute la surprise la plus deacutesagreacuteable qui attend les Roumains lorsqursquoils

entreprennent lrsquoapprentissage drsquoune langue romane occidentale

3 - On peut relever une troisiegraveme conseacutequence puisque la langue roumaine nrsquoa pas eu besoin

drsquoun conditionnel pour exprimer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute elle a pu se doter drsquoun veacuteri-

table conditionnel crsquoest-agrave-dire drsquoune forme verbale reacuteserveacutee agrave la seule modaliteacute de condi-

tionnel ce qui nrsquoest pas le cas des autres langues romanes Celles-ci preacutesentent en effet un

temps verbal dit conditionnel qui assume une double fonction lrsquoune temporelle (= ulteacute-

rieur du passeacute) lrsquoautre modale (= conditionnel) La prolifeacuteration des constructions expri-

mant le futur dans la langue roumaine - am să cacircnt lsquolsquo je chanterai rsquorsquo litt lsquolsquo jrsquoai agrave chanter rsquorsquo

voi cacircnta lsquolsquo je chanterai rsquorsquo litt lsquolsquo je veux chanter rsquorsquo o să cacircnt lsquolsquo je chanterai rsquorsquo litt lsquolsquo je veux

que je chante rsquorsquo - a permis agrave la forme qui a donneacute le futur dans les autres langues romanes

(cantare + habeo) de quitter complegravetement le domaine de la temporaliteacute agrave laquelle elle

eacutetait encore attacheacutee aux XVIe et XVIIe siegravecles pour devenir uniquement lrsquoexpression de

la modaliteacute conditionnelle (aș cacircnta = lsquolsquo je chanterais rsquorsquo)

On peut penser que le conditionnel formeacute sur lrsquoinfi nitif suivi de lrsquoauxiliaire agrave lrsquoim-

parfait ou au parfait des langues romanes occidentales est neacute apregraves la mecircme construc-

tion avec lrsquoauxiliaire au preacutesent puisque ce dernier existe en roumain tandis que le

premier est inexistant Si cette hypothegravese est exacte cela pourrait signifi er que le

conditionnel des langues romanes occidentales est neacute en premier pour lrsquoexpression

de la temporaliteacute (lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute) et qursquoil nrsquoa assumeacute qursquoensuite les valeurs

modales reccedilues du subjonctif Crsquoest le chemin suivi aussi on vient de le voir par le

conditionnel roumain dont la construction est la mecircme que celle qui a donneacute les

futurs des langues romanes occidentales On peut voir une confi rmation de cette

hypothegravese dans le deacutegagement amorceacute du conditionnel franccedilais de lrsquoexpression de

lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute avec le remplacement de la forme syntheacutetique du condition-

nel par lrsquoauxiliaire aller suivi de lrsquoinfi nitif il a dit avait dit qursquoil viendrait remplaceacute

dans le franccedilais actuel par il a dit avait dit qursquoil allait venir Ainsi progressivement

deacutegageacute de ses valeurs temporelles le conditionnel franccedilais pourra devenir de plus

en plus modal crsquoest-agrave-dire suivre un chemin parallegravele agrave celui traceacute par le condition-

nel roumain Mais on remarquera que le deacutegagement du conditionnel ne signifi e pas

pour autant la disparition de la concordance des temps on a certes il a dit qursquoil va venir qursquoil allait venir mais pas il avait dit qursquoil va venir On retombe en effet sur la

liaison du futur avec le moment T0 de lrsquoeacutelocution

En reacutesumeacute la concordance des temps apparaicirct comme une eacutetape de lrsquoeacutevolution

de la subordination dans les langues romanes dans la mesure ougrave cette concordance

tregraves stricte dans certaines drsquoentre elles - italien espagnol en particulier mais aussi

franccedilais (du tregraves ancien franccedilais jusqursquoau franccedilais classique) - reacutevegravele une subordina-

tion non encore complegravetement exprimeacutee par lrsquoeacuteleacutement subordonnant (it che esp et

fr que) lequel doit encore ecirctre accompagneacute drsquoune modifi cation agrave la fois modale et

temporelle du verbe subordonneacute On a vu que lrsquoeacutetape suivante repreacutesenteacutee par le

franccedilais conserve la variation compleacutementaire modale mais ne preacutesente plus pour

lrsquoessentiel la concordance temporelle

BEGIONI ROCCHETTI

21

Lorsque cette derniegravere eacutetape sera deacutepasseacutee on pourra dire qursquoil nrsquoy aura plus

aucune diffeacuterence formelle entre une phrase indeacutependante et une phrase subordon-

neacutee seule la preacutesence drsquoune conjonction placeacutee agrave la jonction entre la phrase (1) et la

phrase (2) indiquera que la premiegravere est la proposition reacutegissante et que la seconde

est la proposition reacutegie Crsquoest deacutejagrave ce que lrsquoon observe dans le cas ougrave la phrase reacutegie

indique une reacutealiteacute et cela pour tous les groupes verbaux

je sais X (X= tu fais ce qursquoil faut pour reacuteussir) ------gt je sais que tu fais ce qursquoil faut pour reacuteussir

je constate + tu as reacuteussi ------gt je constate que tu as reacuteussi

Cette remarque reste valable lorsque la proposition subordonneacutee exprime une

action virtuelle irreacuteelle ou potentielle mais seulement pour les verbes du premier

groupe

je veux + tu manges ------gt je veux que tu manges

En revanche lrsquoadaptation modale est indispensable pour les verbes des autres

groupes

je veux + tu dors ------gt je veux que tu dormes

La comparaison entre lrsquoeacutevolution de la subordination et celle du syntagme nomi-

nal pourrait se poursuivre De mecircme que nous venons de voir que la subordination se

comporte diffeacuteremment selon les groupes verbaux de mecircme nous pouvons constater

que la reacutepartition des marques du genre et du nombre entre lrsquoarticle et le substan-

tif tient compte du groupe auquel le substantif appartient srsquoil exprime une pluraliteacute

externe seul lrsquoarticle exprime le genre et le nombre dans la langue orale ex un enfant une enfant lrsquoenfant les enfant(s) mais srsquoil exprime une pluraliteacute interne le

substantif conserve lui aussi la marque du nombre ex lrsquoœil les yeux le travail les travaux

Il y a donc bien un paralleacutelisme eacutevident entre lrsquoeacutevolution de la reacutepartition des

marques du genre et du nombre dans le syntagme nominal et lrsquoeacutevolution de la subor-

dination Crsquoest qursquoen effet le meacutecanisme fondamental de la deacutefl exiviteacute est le mecircme

Dans le premier cas il srsquoapplique agrave un eacuteleacutement de la phrase (le syntagme nominal)

dans le deuxiegraveme agrave la nominalisation drsquoune proposition Lrsquoobjectif de la subordina-

tion est en effet la transformation drsquoune phrase en lrsquoeacutequivalent drsquoun substantif pour

que lrsquoensemble ainsi lsquosubstantiveacutersquo puisse ecirctre inteacutegreacute dans une autre phrase Toutes les

variantes que nous avons vues ne sont que des eacutetapes de cette eacutevolution

Universiteacute Charles de Gaulle - Lille 3

CAER EA 854 Aix-Marseille Universiteacute Louis BEGIONI

Universiteacute Sorbonne Nouvelle - Paris 3 Alvaro ROCCHETTI

CILPR 2013 ndash SECTION 2

22

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et Laval-Queacutebec PU 255-267

Rocchetti A 2005 laquo De lrsquoindo-europeacuteen aux langues romanes apparition eacutevolution et conseacute-

quences de la subordination verbale raquo in Des universaux aux faits de langue et de discours - Langues romanes - Hommage agrave Bernard Pottier Publications de lrsquoUniversiteacute de Paris 8

Vincennes Saint-Denis 101-123

Rocchetti A 2012 laquo Les rapports de lrsquoinfectum et du perfectum dans les langues romanes raquo in

Begioni L Bracquenier C (ed) Lrsquoaspect dans les langues naturelles approche comparative

Rennes PUR 39-50

23

Il lessico della cultura materiale come fonte di studio del latino

lsquocirca romanccedilumrsquo

1 Il lessico concreto nei documenti notarili medievali dellrsquoItalia meri-

dionale

In questo contributo saranno presentati alcuni aspetti emersi da un esame del

lessico della cultura materiale nelle carte notarili medievali dellrsquoItalia meridionale

Nellrsquoindagine sullo stadio di lingua in cui si collocano i documenti latini studiati lrsquoos-

servazione del lessico concreto egrave di particolare interesse se si considerano la natura

linguistica dei testi e la situazione comunicativa in cui essi vengono prodotti

Il lavoro si avvale delle edizioni di documenti originali provenienti dalla Cam-

pania e dalla Puglia e riguarda lrsquoarco cronologico che va dallrsquoVIII al XII secolo

Nellrsquoambito della ricerca egrave stato considerato un campione piuttosto abbondante di

circa 5000 carte Lrsquoestrapolazione delle forme attraverso lo spoglio di una porzione

signifi cativa della produzione notarile disponibile consente la raccolta di un reper-

torio lessicale vasto e articolato in cui risulta ridotto il margine di incompletezza

nella rappresentazione del materiale interessato In tal modo egrave possibile osservare i

termini studiati al confronto con un contesto ampio limitando il rischio di trascurare

lrsquoindividuazione di eventuali fenomeni di polimorfi smo nellrsquoindagine comparativa dei

lessemi

Tra le fonti diplomatiche prese in considerazione1 egrave stato selezionato un corpus di

160 brani da cui sono state estratte circa 500 voci relative a oggetti della vita quoti-

diana

I vocaboli analizzati compaiono principalmente in inventari nellrsquoambito di testa-

menti corredi donazioni e in misura minore di vendite Si tratta delle parti libere

dei documenti in cui lo scriba deve descrivere i beni trasmessi elaborando perso-

nalmente il testo in base alle circostanze Al di lagrave del luogo della charta in cui si

trovano gli elenchi in questione2 lrsquointeresse per lo studio del latino lsquocirca romanccedilumrsquo

egrave determinato soprattutto dallo speciale settore del lessico indagato La necessitagrave di

denominare oggetti della vita di ogni giorno suggerisce lrsquoidea che le espressioni impie-

1 Sono indicate nella nota bibliografi ca le sole fonti relative ai casi di studio menzionati in que-sta sede

2 Per le differenze linguistiche dovute alla distinzione strutturale tra parti di formulario e parti libere cfr Sabatini (1965 972-998) e Sabatini (1968 320-358)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

24

gate fossero di uso corrente e che la scelta dei lessemi rifl ettesse in qualche misura il

linguaggio comune

Lrsquoanalisi lessicale egrave utile per lrsquoosservazione della lingua degli atti notarili da piugrave

punti di vista Lrsquoincontro tra dimensione scritta e dimensione orale che caratterizza

i documenti legali in esame permette di cercare nella scripta latina tracce dellrsquoincon-

tro tra latino e volgare Il problema della diglossia richiede di considerare anche il

registro stilistico Lrsquoattribuzione dellrsquoelemento romanzo a una varietagrave bassa rispetto

al latino non sembra potersi applicare completamente allrsquoinvestigazione del lessico

concreto Tale approccio teorico dovrebbe presupporre un repertorio in cui termini

sinonimi piugrave o meno connotati stilisticamente denotano lo stesso referente proprio

della vita materiale Dalla ricerca in ambito lessicografi co non sono emersi tuttavia

indizi a supporto di questa ipotesi

La complessitagrave e lrsquointreccio di questi fattori saranno illustrati attraverso tre casi

di studio che forniranno lrsquooccasione di rifl ettere nello specifi co sulle implicazioni di

natura diacronica diatopica e stilistica determinate dallrsquoindagine sul lessico quoti-

diano nelle carte notarili

11 Alcuni aspetti dellrsquoindagine lessicale continuitagrave e innovazione

Tra i lessemi individuati si trovano naturalmente termini giagrave in uso in latino

come ad esempio ampulla anulus aratrum catinum conca falx mappa Alcuni di

questi presentano tratti grafi ci o morfologici che si discostano dal modello classico ma

non mostrano una sostanziale evoluzione semantica come calciamenta cocclarium

corcoma russus e i derivati in -ellus acucella arcella caldarella

Accanto alle voci giagrave presenti nella tradizione letteraria latina sono numerose

quelle che non risultano documentate nei lessici latini Molte di queste possono rico-

noscersi in esiti romanzi e dialettali ma non sono infrequenti i casi che non hanno

continuazione nelle varietagrave romanze moderne e che non sono riportati dalle fonti

dizionaristiche Il problema della continuitagrave si presenta con una fenomenologia

variegata che complica la valutazione delle innovazioni lessicali secondo un modello

astratto di polaritagrave latinoromanzo Una classifi cazione defi nita che distingua forme

latine da forme propriamente romanze non egrave unrsquooperazione scontata e in alcuni casi

resta aperta la questione se si tratti di espressioni proprie esclusivamente del romanzo

o di termini latini vitali magari in ambito quotidiano e colloquiale

La questione dellrsquoidentifi cazione di elementi latini e di elementi romanzi com-

porta implicazioni metodologiche che si rifl ettono sul momento della rappresenta-

zione formale In ragione della presenza di volgarismi accanto a lessemi di tradizione

latina questo problema egrave particolarmente complicato nello studio del lessico inda-

gato Nella presentazione di una forma base infatti risulta problematico lrsquouso della

declinazione classica anche per termini la cui interpretazione storica non egrave sempre

chiara Si pone in sostanza il problema di applicare lo stesso trattamento a un mate-

riale che si presenta eterogeneo sotto alcuni aspetti La diffi coltagrave della lemmatizza-

FERRARI

25

zione egrave evidente anche nei diversi criteri impiegati dalle fonti lessicografi che come si

potragrave constatare a proposito di alcuni degli esempi illustrati di seguito I tipi elencati

selezionati a titolo dimostrativo non sono registrati dai dizionari di latino classico e

risultano documentati solo in latino medievale3

andantelis agg nel sintagma altare andantele ldquoaltare mobilerdquo (1043 in Salernitano agro

CDC VI MXVI) La forma egrave lemmatizzata e defi nita in questo modo nel Lexicon posto in

appendice al IX volume del CDC4

barilis s m ldquobarilerdquo (1065 Salerno CDC IX 1) Il Lexicon di CDC5 riporta barrilis ldquodoliolumrdquo Il termine si trova sotto la voce barile in DuCange (I 578b)

calzari s m pl ldquocalzarirdquo (1028 in Salernitano agro CDC V DCCXCVII) Il termine egrave

riportato in questa forma solamente da Sella (104) che registra una forma simile calzarius

ldquocalzarerdquo a Venezia nel 1271

cardaturum -us ldquocardo (da lana)rdquo6 (1021 Bari CDB I 10) In questo caso si segnala la

diffi coltagrave di assegnare la categoria di genere a certe forme laddove i termini studiati com-

paiono per lo piugrave in funzione di complemento oggetto Su tre occorrenze individuate nel

corpus due terminano in -o e una in -um7

citrinus agg ldquogiallordquo (1065 Bari CDB IV 42)8

coclarilis s m ldquoporta cucchiairdquo (1054 Monopoli nella forma cucclarile ChCup 42)9

corcibaldus s m ldquoveste corta o a maniche corterdquo (968 Nocera CDC II CCLVII)10

facciatora s f ldquomadia cassa di legno per impastarerdquo (1054 Monopoli ChCup 42)11

fondata s f ldquoveste con ricami drsquooro su setardquo (1028 Gaeta CDCaj I CLIII)12

nastala s f ldquonastrordquo (1028 Gaeta CDCaj I CLIII)13

zappa s f ldquozappardquo (845 Luceria CDC I XXV Sappas duas nel 785 a Benevento)14

3 Per comoditagrave di esposizione sono indicati il luogo e lrsquoanno dellrsquoattestazione piugrave antica rilevata nel corpus

4 De Prisco (1984 451)5 De Prisco (1984 453)6 La forma non egrave registrata dalle fonti lessicografi che consultate Ditchfi eld (2007 350) la

menziona a proposito della cardatura sottolineando la peculiaritagrave dellrsquouso al singolare per un oggetto utilizzato in paia

7 Oltre allrsquooccorrenza indicata il termine si trova nel 1054 a Monopoli (ChCup 42) e nel 1138 a Terlizzi (CDB III LI)

8 Cfr LIMAL (80a)9 Anche questa forma non egrave registrata dai dizionari consultati La defi nizione proposta egrave tratta

da Ditchfi eld (2007 130)10 Cfr DuCange (II 664a) LIMAL (112b) Niermeyer (I 384a) Ditchfi eld (2007 457)11 Nessuno dei dizionari consultati registra la forma Cfr Ditchfi eld (2007 120) che individua la

continuazione in Puglia nella forma fassature Cfr anche in VDS (I 226) fazzatorǝ ldquomadiardquo12 Cfr Niermeyer (I 599a) dove fundatus egrave defi nito ldquomȇleacute de fi l drsquoorrdquo e Sella (255) che riporta

fundatum ldquointessuto drsquoorordquo Cfr anche Ditchfi eld (2007 417-420) 13 Cfr DuCange (V 571a) Niermeyer (II 930a) REW (5840)14 Cfr DuCange (VIII 427b) Niermeyer (II 1224a) REW (9599)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

26

Un altro aspetto determinante nella caratterizzazione della situazione linguistica

relativa ai documenti studiati sono gli apporti alloglotti principalmente i germanismi

dovuti alla presenza longobarda e i grecismi di infl usso bizantino I longobardismi

non sono molto numerosi nel settore lessicale di nostro interesse Qualche traccia

si trova in termini come predula ldquosgabellordquo (sia a Monopoli nel 1054 in ChCup 42

che a Salerno nel 1065 in CDB IV 42) plaione ldquolenzuolordquo (a Bari nel 971 in CDB

IV Frammenti 2 e a Salerno nel 988 in CDC II CCCCIII)15 scirfa ldquosuppellettili

date come corredo nuzialerdquo (a Nocera nel 1014 in CDC IV DCLXXV)16 I greci-

smi sono piuttosto evidenti nel lessico relativo alla liturgia ad esempio in vocaboli

indicanti libri sacri come anastasimon (1032 Bari CDB I 18) catanicticon (1065

Salerno CDC IX 1) biblion panegiricon (1065 Salerno CDC IX 1) Alcuni lessemi

che denotano articoli di provenienza orientale si trovano anche nel linguaggio della

moda Lrsquoattribuzione di valore semantico per alcune di queste forme non consente di

ricavare unrsquoimmagine completa e dettagliata degli oggetti in questione Si tratta di

termini come bambadiki (1054 Monopoli ChCup 42) che indicherebbe una cami-

cia di cotone presumibilmente confezionata a Costantinopoli17 fuffude (1065 Bari

CDB IV 42) che rimanda forse a un tessuto di sciamito decorato a pois e alla tunica

confezionata con lo stesso tessuto18 scamagna ldquocaftanordquo (1029 in Salernitano agro

CDC V DCCCXII)19

2 Alcuni casi di studio

I casi illustrati di seguito rappresentano degli esempi della compresenza di diversi

fattori che si nota nellrsquoindagine sulle carte medievali latine Dallrsquoanalisi dei singoli

lessemi o di determinati aspetti strutturali che accomunano diversi tipi lessicali emer-

gono implicazioni di varia natura che possono essere comprese appieno solo se valu-

tate insieme e in rapporto tra loro

Il livello morfologico dellrsquoanalisi sembra di notevole rilievo a questo proposito In

particolare lrsquoesame dei modi della derivazione chiama in causa aspetti diacronici dia-

topici e di esplicazione del signifi cato Lo studio delle forme derivate invita a osserva-

zioni sulla produttivitagrave di alcuni suffi ssi nel corso del tempo e consente di verifi carne

la vitalitagrave nei territori considerati alla luce del confronto con la distribuzione geo-

grafi ca in epoche successive Lrsquointerpretazione delle forme suffi ssali stimola inoltre

rifl essioni sul signifi cato e sullrsquoambito drsquouso dei termini

Gli aspetti menzionati possono essere riscontrati tutti nella denotazione dellrsquoag-

gettivo ldquoafricanordquo in riferimento a tessuti nel CDC

15 Cfr LEI-Germ (I fasc 5 928-931)16 Cfr Tamassia (1906-7 311-318)17 Cfr Ditchfi eld (2007 446) e Nicole (1894 32) 18 Cfr Ditchfi eld (2007 415-6 e 451)19 Cfr DuCange (scaramanga VII 337 c) REW (scaramancum 577 a) Ditchfi eld (2007 452)

FERRARI

27

(1) 1043 in Salernitano agro panni serici africati (CDC VI MXVI)

(2) 1045 - panni serici africazzani du de altare (CDC VI MLII)

(3) 1049 Salerni vel in comitatu Salernitano pani serici africazzani tres de altare (CDC VII

MCXXI)

(4) 1054 Salerni vel in comitatu Salernitano pannilli afrecazzani serici quadtuor (CDC VII

MCCV)

(5) 1058 - sindones africactiana sericas quinque (CDC VIII MCCLVIII)

(6) 1065 Salerno sindones africaczanas sericas quinque (CDC IX I)

Il signifi cato del termine in relazione alla provenienza africana dei tessuti sem-

bra confermato da un altro passo in cui tale aspetto egrave espresso dal complemento de africa in luogo dellrsquoaggettivo (planete due de serico de panni de africa 1057 luogo

non menzionato CDC VIII MCCLII) Lrsquoaggettivo di provenienza egrave riportato per il

latino solo come Africus (ThLL I 1254 e REW 272) e Africanus (ThLL I 1260) LEI

(I 1270) riporta lrsquoaggettivo africanus come voce dotta presente in quasi tutte le lingue

romanze e segnala anche i tipi africato e africazzano derivati di africus come forme

dellrsquoitaliano antico meridionale inserite in un contesto latino Sia il tipo in -ato che

quello in -actianus-azzano non sono documentati nelle varietagrave romanze moderne

LEI rimanda alle stesse carte del nostro corpus senza richiami ad altre fonti al di

fuori del CDC Egrave da notare inoltre che le stesse forme non risultano attestate in altri

documenti coevi di diversa area

In questo caso il problema della defi nizione del tipo lessicale e della riduzione

a una forma base egrave particolarmente evidente I tipi africato e africazzano anche se

giudicati come semplici varianti formali mostrano una veste morfologica che si dif-

ferenzia sensibilmente

Nellrsquoanalisi delle forme rilevate lrsquoelemento che appare piugrave diffi cile da chiarire egrave

il suffi sso -azzo Esso egrave impiegato in alcune varietagrave romanze per derivare nomi di

abitanti Rohlfs20 segnala questo uso in Corsica in basteligaccio ldquodi Bastelicardquo bas-tiaccio ldquodi Bastiardquo con esito fonetico in -accio in Toscana in Melazzo ldquoabitante di

Melordquo e in Italia nordoccidentale in fi emazzo ldquodella Val di Fiemmerdquo Se si consi-

dera tale distribuzione areale del suffi sso inteso come espressione di appartenenza

geografi ca lrsquoaggettivo africazzano individuato nel CDC testimonierebbe un uso che

risulta documentato nelle varietagrave romanze moderne in aree che non corrispondono

con quella interessata dai documenti Meno problematica sembra invece lrsquoaggiunta

del suffi sso -ano indicante anchrsquoesso un rapporto di appartenenza e usato anche per

la formazione di nomi di abitanti

Un altro aspetto di cui tenere conto egrave che gli aggettivi africo africano sono consi-

derati per lrsquoitaliano come propri di un linguaggio colto e che le forme in -azzo ripor-

tate da Rohlfs sono registrate in ambito per lo piugrave dialettale Questo confronto tra le

diverse opzioni favorisce rifl essioni sulla connotazione stilistica di africazzano per

cui non si puograve escludere che si tratti di una voce se non colloquiale almeno non

20 Rohlfs (1969 III 365-7)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

28

colta Lrsquoassenza nel corpus studiato di altri modi per indicare lo stesso signifi cato non

permette tuttavia di valutare la forma indagata al confronto con forme alternative

ovvero di comprendere se si tratti di un uso generalizzato privo di specifi che conno-

tazioni regionali o stilistiche

In un diverso documento del CDC degli stessi anni si incontra un altro termine

con occorrenza unica nel corpus che per aspetto formale e contesto sembrerebbe

appartenere alla stessa famiglia lessicale e che potrebbe invece essere inteso diversa-

mente In una carta del 1047 si fa menzione di una planeta linea ornata africu (CDC

VII MXCVI) La spiegazione di africu come aggettivo di planeta nel signifi cato di

ldquoproveniente dallrsquoAfricardquo risulta complicata sotto il profi lo morfologico oltre che per

il contesto sintattico se si guarda alla terminazione e alla posizione nel testo dopo

lrsquoaggettivo ornata Il problema troverebbe una soluzione di fronte a unrsquoaltra ipotesi

interpretativa che riconoscerebbe nel lessema un diverso tipo lessicale estraneo alle

accezioni fi nora considerate che manterrebbe una forte coerenza dal punto di vista

semantico Il tipo in questione non risulta documentato dalle fonti lessicografi che

di latino e di latino medievale ma si incontra con forme diverse nella carta 1547 di

AIS VIII lsquoorlare (i fazzoletti)rsquo nelle varietagrave dialettali dellrsquoItalia meridionale a partire

dalla Campania e dalla Puglia settentrionale includendo anche la Sicilia Si tratta

del nap agravefreco afreciello ldquoorlatura orlo di fazzoletto o drsquoaltro panno cucito a tra-

foro lrsquoestremitagrave dei pannilani ripiegata in dentro e cucitardquo (DrsquoAscoli 29a cfr anche

Andreoli 16a) del cal lieacutefricu leacutefricu ldquoorlo (del fazzoletto)rdquo (NDDC 363b) del sal

aacutefricu ldquoorlatura orlo di un fazzolettordquo (VDS I 35a) del sic rregravefi cu ldquoorlo cucitura

che si fa allrsquoestremitagrave di una stoffa ripiegata su seacute stessa per impedire che si sfi laccirdquo

(VS IV 110b) Lrsquoorigine sarebbe il verbo refricare ldquoreibenrdquo REW (7159) registrato

in latino con il solo signifi cato di ldquostrofi narerdquo e per estensione di ldquorinnovarerdquo Sotto

questa entrata REW riporta il nap lefre kare il cal lyefrikare il sic rifi kari ldquosaumlu-

menrdquo con i derivati cal liefritsu pugl afretsu ldquoSaumrdquo Egrave interessante segnalare che lo

stesso dizionario raccoglie separatamente sotto la voce africus ldquoafrikanischrdquo (REW

272) il nap afreke e il tar afrike ipotizzando il signifi cato di ldquoArt Nahtrdquo

Secondo questa interpretazione bisognerebbe distinguere le forme rilevate lad-

dove lrsquoaggettivo lsquoafricanorsquo egrave espresso con il termine africazzano e africu sarebbe da

ricondurre a un etimo diverso e indicherebbe lrsquoorlatura decorativa della planeta Se

si accoglie la spiegazione di africu nel senso di ldquoorlordquo come derivazione da refri-

care lrsquooccorrenza si puograve intendere come una testimonianza antica di un fenomeno

che continua ancora nei dialetti meridionali

Queste osservazioni consentono infi ne di valutare in modo piugrave problematico il

senso del passo (1) in cui si puograve ipotizzare per il sintagma panni serici africati una

certa ambiguitagrave di signifi cato Da una parte il termine africati si differenzia formal-

mente rispetto al tipo piugrave ricorrente africazzano che pure compare in documenti

redatti negli stessi anni e soprattutto nello stesso contesto socio-culturale Una possi-

bilitagrave sarebbe di spiegare il suffi sso -atus come desinenza participiale riconducendo

FERRARI

29

il termine allrsquoorigine refricare21 Il contesto tuttavia mostra una forte analogia con

i documenti in cui compaiono i panni serici africazzani Questo uso indurrebbe a

considerare le forme come semanticamente coincidenti in quanto varianti formali

con la stessa accezione di ldquoafricanirdquo

Il problema della registrazione nelle fonti lessicografi che unito alle rifl essioni

sugli aspetti semantici e sullrsquoambito drsquouso di determinati lessemi puograve incontrarsi

ancora una volta nella presenza di aggettivi che rimandano alla provenienza geogra-

fi ca degli oggetti Per i termini illustrati di seguito la speculazione egrave motivata soprat-

tutto dal tipo di formazione laddove lrsquoimpiego di un certo suffi sso suggerisce lrsquoipotesi

che si tratti di un uso relativo a un campo semantico defi nito A Gaeta nel 1028 si

incontra una fondata mea serica bona gaytanisca (CDCaj I CLIII) a Monopoli nel

1054 un faciolo grecisco (ChCup 42) a Bari nel 1065 duo facioli greciski (CDB IV

42) nellrsquoagro salernitano nel 1043 quadtuor sindones grecesce (CDC VI MXVI) a

Terlizzi nel 1180 tres pallidellas franciscas lini (CDB III CXXIX)22 a Molfetta nel

1184 unam caiam (o catam) malfetanescam (CDB VII LXVIII)23

Gli aggettivi individuati nel nostro corpus sono sempre legati al campo tessile

qualifi cando specifi ci oggetti di stoffa Il suffi sso si incontra in italiano antico per for-

mare aggettivi che indicano lrsquoorigine e in alcuni casi questi si riferiscono a manifat-

ture tessili in espressioni come lana corsesca panno francesco lana lombardesca e

panni lombardeschi documentate da TLIO in testi toscani del XIII e del XIV secolo

Egrave signifi cativo il riscontro di tale formazione in testi mediolatini e si segnala che i tipi

gaytaniscus e malfetanescus non risultano documentati dai dizionari di latino neacute di

latino medievale al contrario di franciscus e greciscus attestati giagrave in una carta del

1007 riportata nelle Memorie Amalfi tane (I 222 amictum unum optimum de seta plumatu greciscu petie due de pannu plumatu francesce)24

In quanto al signifi cato lrsquointerpretazione solleva alcuni dubbi sul valore semantico

da assegnare agli aggettivi In particolare il tipo francesco indicherebbe un prodotto

o una merce laquoche proviene dalle manifatture della Francia e in partic della Fiandraraquo

o laquoche egrave decorato o viene eseguito secondo modelli o tecniche francesiraquo (GDLI VI

283b) Lrsquoespressione panno francesco egrave defi nita da TLIO ldquotipo di tessuto per abitirdquo

Analogamente un aggettivo come romanesco si incontra nellrsquoitaliano letterario del

21 Alessio (1976 9) riporta lrsquoespressione panni serici africati sotto la voce affricare ldquofregar con-tro stropicciarerdquo e rimanda alle forme dialettali per ldquoorlordquo

22 Dal punto di vista semantico sono da considerare separatamente le occorrenze dellrsquoaggettivo nel sintagma lectus franciscus (in CDB III LI CDB III CXXIX CDB VII LXVIII) che indicherebbe un letto di larghezza intermedia e che egrave attestato nelle carte pugliesi dopo la conquista normanna nel 1071 (cfr Ditchfi eld 2007 77)

23 Questrsquoultimo aggettivo compare anche in un corredo di Terlizzi del 1138 (CDB III LI) in cui si menzionano tres faciolos unam etiam malfetanescam duas reticellas sericas La lettura della forma etiam egrave controversa In ogni caso essa denota con ogni probabilitagrave un oggetto di tessuto

24 Cfr LIMAL (1029b)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

30

XVI-XVII sec nel sintagma panno romanesco a indicare un laquotessuto ruvido e gros-

solano (e lrsquoabito confezionato con tale tessuto)raquo (GDLI XVII 36a)

Non pare illogico quindi domandarsi se la peculiaritagrave semantica dellrsquoaggettivo

francesco non possa estendersi anche agli altri tipi Gli aggettivi studiati potrebbero

indicare oltre al luogo di produzione degli oggetti che descrivono particolari caratte-

ristiche materiali come il genere di manifattura La presenza dei suffi ssi -anus + -iscus nelle forme gaytaniscus e malfetanescus conduce a unrsquoulteriore rifl essione conside-

rando che lrsquoorigine geografi ca risulterebbe espressa giagrave con il solo -anus Non egrave dato

stabilire se allrsquoaspetto morfologico corrisponda una precisa accezione semantica o se

si tratti solo di un fatto formale Egrave impossibile inoltre ogni verifi ca sulla conforma-

zione degli oggetti I contesti di occorrenza sono indicativi della preziositagrave dei tessuti

menzionati che rientrano in elenchi di beni di lusso e sono caratterizzati da unrsquoalta

qualitagrave e un consistente valore economico25

3 Conclusioni

Lrsquoosservazione dei termini presi in esame mette in luce alcune questioni poste

dallrsquoanalisi lessicale nello studio della lingua dei documenti Lrsquoindagine diacronica sul

materiale raccolto suggerisce in certi casi lrsquoesistenza anche nel latino tardo di feno-

meni presenti in ambito romanzo e alla luce del confronto con le varietagrave dialettali

moderne egrave possibile notare nelle fonti medievali tratti che paiono diatopicamente

connotati

Non sono infrequenti i casi in cui si puograve ravvisare un uso proprio di unrsquoarea geo-

grafi ca specifi ca La frequenza limitata alla produzione di un territorio circoscritto

spiegherebbe lrsquoassenza di alcuni lessemi nei corpora delle opere lessicografi che Egrave

prevedibile inoltre che lo studio dei testi mostri talvolta testimonianze antiche di usi

locali che continuano in voci dialettali Ciograve si ipotizza per il tipo africu non attestato

dai dizionari di latino nel signifi cato di laquoorloraquo ma documentato nelle parlate di area

meridionale Come si egrave visto con la forma africazzano lrsquoindagine puograve offrire informa-

zioni sulla produttivitagrave di certi elementi in epoche diverse mostrandone la vitalitagrave su

un territorio piugrave esteso in passato rispetto a quanto si constata per le varietagrave romanze

moderne

Le occorrenze degli aggettivi di provenienza in -iscus rappresentano infi ne testi-

monianze di un modello di formazione ben presente in italiano antico I tipi gaytani-scus e malfetanescus non sembrano documentati in altre fonti cosigrave come non risul-

tano aggettivi analoghi che presentino la stessa struttura morfologica con il doppio

suffi sso

25 Cfr Ditchfi eld (2007 524) a proposito dei veli importati dallrsquoimpero bizantino e dalla cittagrave di Amalfi e Ditchfi eld (2007 417-20) per il ricamo drsquooro su seta ovvero il fundatus anche con riferimento alla fondata gaytanisca menzionata nel nostro documento

FERRARI

31

Lo studio del lessico in prospettiva diacronica insieme allrsquoosservazione della

distribuzione geografi ca e dellrsquoambito drsquouso di forme e di tipi lessicali comporta ri-

fl essioni che toccano anche lrsquoaspetto stilistico

Per le forme che non godono di signifi cativa documentazione si puograve immaginare

che esse fossero vitali per lo piugrave nella comunicazione orale Tale aspetto unito al

riscontro di continuazioni dialettali (si veda africu) e allrsquoattribuzione dei lessemi a

varietagrave regionali (si ricorda che africato e africazzano sono individuati da LEI solo

come forme del latino medievale campano) apre la questione del livello stilistico in

cui collocare i termini in esame Lrsquouso del tipo africazzano appare interessante se

si considera la disponibilitagrave di una alternativa africanus defi nito termine colto dai

dizionari consultati Se si pensa alle diverse opzioni come a pure varianti formali

lrsquoopposizione tra i due tipi potrebbe trovare una giustifi cazione in unrsquoipotetica dif-

ferenza stilistica tra le due forme La stessa opportunitagrave di una facile alternativa fa

sospettare perograve una piugrave precisa motivazione della scelta lessicale il cui valore seman-

tico resta tuttavia di diffi cile comprensione

La ricerca di documentazione nelle fonti lessicografi che puograve risultare problema-

tica con conseguenti diffi coltagrave nellrsquoassegnazione di valore semantico che a volte

non consentono una defi nizione precisa e dettagliata dei lessemi Lrsquoesame dei ter-

mini selezionati offre lo spunto per sottolineare che lrsquoanalisi linguistica in un settore

del lessico come quello interessato deve accompagnarsi a un approccio di studio che

abbia come argomento anche il rapporto tra lsquoparole e cosersquo Come si egrave visto non sem-

pre egrave possibile un riscontro oggettivo dei vocaboli indagati che favorirebbe in certi

casi una migliore comprensione della realtagrave linguistica e materiale

Per le carte esaminate non sembra possibile stabilire se gli scribi operassero una

selezione nellrsquoambito di un repertorio linguistico Le scelte lessicali che emergono

dai documenti rispecchiano con ogni probabilitagrave lrsquouso corrente Se la situazione di

diglossia che riguarda la scrittura notarile richiama a rifl essioni di natura stilistica

pare azzardato tuttavia riconoscere immediatamente nei termini rilevati voci popo-

lari proprie di una varietagrave bassa proiettando categorie moderne sullrsquointerpretazione

dei testi antichi Non egrave infatti opportuno accomunare sul piano sociolinguistico le

voci dialettali delle varietagrave romanze moderne e quelle che in base alla documenta-

zione mediolatina sembrano avere una circolazione limitata a una determinata area

geografi ca Lrsquoindagine sullrsquointersecazione del livello diatopico con quello diastratico

risulta complessa specialmente se proiettata sulla situazione linguistica di cui i testi

in questione non sono che una testimonianza ridotta e fortemente condizionata dalla

variante diamesica26 Il problema di applicare le etichette lsquoregionalersquo e lsquopopolarersquo negli

studi sul latino volgare egrave discusso da Poccetti (2004 149-151)27 In particolare occorre

ricordare che laquoegrave certo che il latino regionale di qualunque epoca non era soltanto

26 Su questo problema cfr Varvaro (1998)27 Sullrsquoapplicazione di un approccio dialettologico a situazioni linguistiche del passato cfr

anche Varvaro (2004)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

32

lsquopopolarersquoraquo (Poccetti 2004 204) Questa consapevolezza puograve applicarsi anche alla

situazione in esame e ben si collega a un altro aspetto da non sottovalutare che con-

cerne proprio il peculiare ambito a cui appartengono i lessemi Tutti i termini indagati

rientrano nel linguaggio specifi co di un campo semantico ben defi nito e avrebbero

quindi una connotazione piugrave o meno tecnica La scarsitagrave di testimonianze per alcuni

tipi potrebbe essere attribuita quindi non tanto allrsquoaffi oramento episodico di tratti

diastraticamente connotati quanto a un uso specializzato di certi elementi lessicali

Il riferimento di una decisa connotazione diastratica alle forme individuate non egrave

conveniente anche di fronte al carattere regionale di alcune espressioni Per quanto

la denominazione di oggetti quotidiani lasci supporre lrsquouso del linguaggio comune la

mediazione del testo scritto richiede cautela nel vedere le forme incontrate come un

immediato rifl esso della lingua parlata

In conclusione sono molti i fattori da tenere in conto nella lettura delle scrip-tae notarili soprattutto se si cerca di attingere tracce del linguaggio comune Per lo

studio del lessico concreto si puograve ipotizzare tuttavia un ridimensionamento della

distanza della scripta dal linguaggio corrente di fronte alla necessitagrave di denominare

oggetti della vita quotidiana (un ulteriore cenno merita la distinzione tra gli articoli

piugrave comuni e quelli piugrave preziosi che non dovevano godere di grande diffusione) Sia

nel caso in cui si osservano elementi sovraregionali sia in quello in cui si individuano

tratti diatopici la documentazione di fenomeni non testimoniati dalle fonti latine puograve

offrire interessanti testimonianze della loro circolazione nel contesto preromanzo Il

forte legame con la realtagrave concreta e con la vita quotidiana del lessico studiato con-

sente un punto di vista privilegiato a questo scopo

Istituto Italiano di Scienze Umane Valentina FERRARI

FERRARI

33

Nota bibliografi ca

Fonti primarie

CDB = Codice diplomatico barese I Nitto de Rossi Giovanni Battista Nitti de Vito Francesco

1897 Le pergamene del duomo di Bari (952-1264) III Carabellese Francesco 1899 Le per-gamene della Cattedrale di Terlizzi (971-1300) IV-V Nitti de Vito Francesco 1900 e 1902

Le Pergamene di S Nicola di Bari periodo greco (939-1071) e Le Pergamene di S Nicola di Bari periodo normanno (1075-1194) VII Carabellese Francesco 1912 Le carte di Molfetta (1076-1309) X Filangieri di Candida Riccardo 1927 Pergamene di Barletta del r archivio di Napoli Bari Commissione provinciale di archeologia e storia patria

CDC = I-VIII Morcaldi Michele Schiani Mauro De Stefano Silvano (ed) 1873-1893 Codex Diplomaticus Cavensis I Napoli Petrus Piazzi II-VIII MilanoPisaNapoli Hulricus Hoe-

pli IX-X Leone Simeone Vitolo Giovanni (ed) 1984 e 1990 Codex Diplomaticus Caven-sis IX-X Cava dei Tirreni Badia di Cava

CDCaj = Codex diplomaticus Cajetanus I 1887 Editus cura et studio monachorum D Bene-

dicti Archicoenobii Montis Casini Typis Archicoenobii Montis Casini

CDL = Zielinski Herbert (a cura di) 1986 Codice diplomatico longobardo V Le chartae dei ducati di Spoleto e di Benevento Roma Istituto storico italiano per il Medio Evo

ChCup = Morea Domenico 1892 Il Chartularium del monastero di S Benedetto di Conver-sano Montecassino Tipografi a di Montecassino

Memorie amalfi tane = Camera Matteo 1876 Memorie storico-diplomatiche dellrsquoantica cittagrave e ducato di Amalfi Salerno Stabilimento tipografi co nazionale

Fonti secondarie

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Zofi ngen Verlaganstalt Ringier amp Co

Ditchfi eld Philip 2007 La culture mateacuterielle meacutedieacutevale lrsquoItalie meacuteridionale byzantine et nor-mande Roma Eacutecole franccedilaise de Rome

Nicole Jules 1894 Le livre du preacutefet ou lrsquoeacutedit de lrsquoempereur Leacuteon le Sage sur les corporations de Constantinople Geneacuteve amp Bale Georg amp Co

Poccetti Paolo 2004 laquoMetodi percorsi e miraggi per una dialettologia del latinoraquo in Trovato

Salvatore C (ed) Linguistica storica e dialettologia Atti del Convegno della Societagrave Italiana

di Glottologia (Catania 3-5 ottobre 2002) Roma Il Calamo

Rohlfs Gerhard 1969 Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti III Torino

Einaudi

Sabatini Francesco 1965 laquoEsigenze di realismo e dislocazione morfologica in testi preromanziraquo

Rivista di cultura classica e medievale VII 972-998

Sabatini Francesco 1968 laquoDalla lsquoscripta latina rusticarsquo alle lsquoscriptaersquo romanzeraquo Studi Medievali s III IX 320-358

Tamassia Nino 1906-1907 laquoScherpa scerpha scirparaquo Atti dellrsquoIstituto Veneto LXVI 311-318

Varvaro Alberto 1998 laquoDocumentazione ed uso della documentazioneraquo in Herman Joacutezsef

(ed) La transizione dal latino alle lingue romanze Atti della Tavola Rotonda di Linguistica

Storica (Universitagrave Carsquo Foscari di Venezia 14-15 giugno 1996) Tuumlbingen Niemeyer

Varvaro Alberto 2004 laquoLa dialettologia e le situazioni linguistiche del passatoraquo in Trovato

Salvatore C (ed) Linguistica storica e dialettologia Atti del Convegno della Societagrave Italiana

di Glottologia (Catania 3-5 ottobre 2002) Roma Il Calamo

CILPR 2013 ndash SECTION 2

34

Fonti lessicografi che

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Andreoli Raffaele 1988 Vocabolario napoletano-italiano Napoli Istituto grafi co editoriale

italiano

DrsquoAscoli Francesco 1983 Dizionario italiano napoletano Napoli Gallina

De Prisco Antonio 1984 Lexicon in Codex Diplomaticus Cavensis IX Cava dei Tirreni Badia

di Cava

DuCange = DuCange Charles 1954 Glossarium Ad Scriptores Mediae et Infi mae Latinitatis

Graz Akademische druck- U Verlagsanstalt

LIMAL = Arnaldi Francesco Smiraglia Pasquale 2001 Latinitatis Italicae Medii Aevi Lexi-con Tavarnuzze (Firenze) SISMEL-Edizioni del Galluzzo

NDDC = Rohlfs Gerhard 2001 Nuovo Dizionario Dialettale della Calabria (Nuova ed intera-

mente rielaborata ampliata e aggiornata) Ravenna Longo

Niermeyer = Niermeyer Jan Frederik Van de Kieft Co 2002 Mediae Latinitatis Lexicon Minus Leiden-Boston Brill

Sella = Sella Pietro 1944 Glossario latino-italiano Stato della Chiesa Veneto Abruzzi Cittagrave del Vaticano Biblioteca Apostolica Vaticana

TLIO corpus digitale OVI consultabile al sito ltwwwtlioovicnritgt

VDS = Rohlfs Gerhard 1956-1961 Vocabolario dei Dialetti Salentini Muumlnchen Verlag der Bay-

erischen Akademie der Wissenschaften Rist fotomeccanica 1976 Galatina Congedo

VS = Piccitto Giorgio (ed) 1985 Vocabolario Siciliano CataniaPalermo Centro di studi fi lo-

logici e linguistici siciliani

35

Le systegraveme des participes latins et les signes avant-coureurs

des changements romans au VIe siegravecle apregraves J-Ch

Au VIe siegravecle apregraves J-Ch les structures de la langue latine ne correspondent plus

tout agrave fait aux normes du latin classique aussi bien du point de vue morphologique et

seacutemantique que syntaxique

Il est fort diffi cile par ailleurs drsquoeacutetablir avec preacutecision une lsquolsquo grammaire rsquorsquo de la

langue de cette peacuteriode le latin du VIe siegravecle est en effet une mosaiumlque de niveaux de

langue et de structures linguistiques diverses Il semble donc que les grammaires de

latin tardif eacutevoquent un stade plus avanceacute de lrsquoeacutevolution

Nous voudrions aujourdrsquohui eacutevoquer le systegraveme participial aussi bien au sein des

constructions absolues que dans le discours Nous verrons ainsi quels sont les nou-

veaux outils linguistiques dont disposent les auteurs et la survivance de ceux-ci en

roman

1 Le corpus

Afi n de mettre en lumiegravere un deacuteveloppement diachronique de lrsquoemploi du parti-

cipe nous avons confronteacute deux synchronies dans lrsquoeacutetablissement du corpus de textes

pour notre eacutetude Drsquoun cocircteacute quatre textes de latin tardif1 et de lrsquoautre quatre textes

de latin classique

11 Le corpus de textes tardifs

Tout drsquoabord nous avons choisi deux textes de Greacutegoire de Tours (538-593) le

livre II de lrsquoHistoria Francorum et le livre II du De uirtutibus sancti Martini afi n

de deacuteterminer si lrsquoemploi des constructions absolues et du participe est lsquolsquo homogegravene rsquorsquo

chez Greacutegoire de Tours ou srsquoil reacutepond au contraire agrave des critegraveres litteacuteraires choisis

en fonction de la nature du genre litteacuteraire LrsquoHistoria Francorum est en effet une

œuvre historique dans laquelle les notations chronologiques sont essentielles alors

que le De uirtutibus sancti Martini est une œuvre hagiographique qui consiste en une

succession drsquoanecdotes sans lien les unes avec les autres

1 Les textes de latin tardif sont citeacutes drsquoapregraves lrsquoeacutedition des Monumenta Germaniae Historica disponible en ligne ltwwwdmghdegt Le premier chiffre correspond au livre de lrsquoœuvre le second au chapitre le troisiegraveme agrave la page des Monumenta Germaniae Historica et le qua-triegraveme agrave la ligne Les textes classiques sont eux citeacutes dans lrsquoeacutedition de la Collection des Universiteacutes de France aux Belles Lettres Paris

CILPR 2013 ndash SECTION 2

36

Nous avons parallegravelement compareacute Greacutegoire de Tours avec deux autres auteurs

tardifs de textes historiques lrsquoun anteacuterieur lrsquoAnonyme de Valois (eacuteveacutenements de 464

agrave 526) et lrsquoautre posteacuterieur Freacutedeacutegaire (texte eacutecrit vers 660) cette similitude de genre

litteacuteraire permettant drsquoeacutecarter autant que possible les diffeacuterences stylistiques inheacute-

rentes agrave chaque genre litteacuteraire

12 Le corpus de textes classiques

Nous avons choisi le livre I du De Bello Gallico de Ceacutesar le livre I de Tite-Live

(Ab urbe condita) le livre I des Annales de Tacite et le livre XXIII drsquoAmmien Mar-

cellin auteur du IVe siegravecle apregraves J-Ch traditionnellement consideacutereacute comme le der-

nier auteur agrave eacutecrire dans un latin de facture classique

Cette eacutetude de lrsquoemploi du participe srsquoappuie majoritairement sur son emploi dans

les constructions absolues lrsquoablatif absolu agrave lrsquoeacutepoque classique et durant toute la lati-

niteacute auquel srsquoajoutent agrave lrsquoeacutepoque tardive ce qursquoon appelle lsquoaccusatif absolursquo et lsquonomi-

natif absolursquo

2 Les constructions absolues deacutefi nition

Les constructions absolues sont des syntagmes constitueacutes majoritairement drsquoun

sujet et drsquoun participe jouant le rocircle syntaxique de preacutedicat les deux eacutetant accordeacutes

en genre en nombre et en cas En latin classique ces syntagmes sont exclusivement

agrave lrsquoablatif (ce sont des lsquoablatifs absolusrsquo) mais les textes en latin tardif preacutesentent de

nouvelles constructions absolues qui nrsquoexistent pas en latin classique le nominatif

absolu (ougrave le sujet et le participe sont au nominatif) lrsquoaccusatif absolu (ougrave le sujet et

le participe sont agrave lrsquoaccusatif) et les constructions mixtes (ougrave le sujet est agrave un cas et le

participe agrave un autre)

Ainsi lrsquoablatif absolu proelio facto chez Ceacutesar lsquolsquo le combat ayant eacuteteacute fait rsquorsquo (Gall 1 13 1) pourrait-il se trouver chez Greacutegoire de Tours sous la forme drsquoun accusatif

absolu ou drsquoun nominatif absolu proelium factum ou drsquoune construction mixte facto proelium

Dans nos textes tardifs si les nouvelles constructions absolues sont bien repreacutesen-

teacutees lrsquoablatif absolu reste de loin majoritaire

Tableau 1 Reacutepartition des constructions absolues chez nos auteurs tardifs

des VIe et VIIe siegravecles

Nombre

total de

constructions

absolues

Nominatif

absolu

Accusatif

absolu

Construc-

tions mixtes

Ablatif

absolu

Anon

Vales38 132 26 842

GAYNO

37

Nombre

total de

constructions

absolues

Nominatif

absolu

Accusatif

absolu

Construc-

tions mixtes

Ablatif

absolu

GregTur

Martin234 3 86 04 88

GregTur

Hist246 32 11 32 826

Fredeg 144 222 97 111 57

Ce tableau montre que lrsquoablatif absolu reste la construction absolue la plus employeacutee

au VIe siegravecle dans nos textes Il corrobore ce qursquoeacutecrit Johannes Muumlller-Lanceacute2 ce der-

nier se deacuteclare deacuteccedilu de ne pas avoir retrouveacute dans les textes ce que les manuels annon-

cent traditionnellement crsquoest-agrave-dire un net deacuteveloppement des nouvelles constructions

absolues au deacutetriment de lrsquoablatif absolu Paolo Greco3 relegraveve quant agrave lui les mecircmes

proportions que nous pour le premier livre de lrsquoHistoria Francorum agrave savoir 73

drsquoablatifs absolus 20 drsquoaccusatifs absolus et 2 de nominatifs absolus

Cette structure ougrave le participe preacutedicat a un sujet propre donne agrave la construction

absolue une valeur de proposition circonstancielle et se retrouve eacutegalement en fran-

ccedilais

Le pegravere mort les fi ls nous retournent le champ (La Fontaine Fables V 9)

De mecircme en ancien-franccedilais ougrave nous avons releveacute dans notre lecture de La Chanson de Roland soit 4002 vers lrsquoemploi drsquoun syntagme participial correspondant

agrave une construction absolue latine

Desfi les ci sire vostre veiant (Rol 326)

lsquolsquo Je les en deacutefi e Sire agrave votre vue rsquorsquo

Le chevalier Ganelon srsquoadresse ici au roi Charlemagne Le participe veiant du verbe

veoir forme ici une locution adverbialiseacutee dans laquelle il est grammaticaliseacute en adverbe on

peut le traduire par lsquolsquo devant rsquorsquo

La rareteacute des constructions absolues est remarquable dans le texte du XIe siegravecle

Cette situation srsquooppose agrave celle de notre corpus tardif ougrave lrsquoon trouve plusieurs

constructions absolues par page Cette structure a donc beaucoup diminueacute en ancien-

franccedilais comme le note Philippe Meacutenard4 laquo Les constructions absolues de lrsquoancien-

2 Muumlller-Lanceacute (1994 119)3 Greco (2005)4 Meacutenard (1988 173)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

38

franccedilais sont beaucoup plus limiteacutees [qursquoen latin tardif] puisqursquoil srsquoagit surtout des

formes oiant et voiant qui font presque fi gure de preacutepositions raquo

3 Le participe

Le participe employeacute dans les constructions absolues peut aussi bien ecirctre un par-

ticipe preacutesent qursquoun participe passeacute Le participe futur et lrsquoadjectif verbal sont rares

degraves le latin classique Cependant on observe une diffeacuterence de proportion entre les

occurrences du participe preacutesent et celles du participe passeacute entre le latin classique

et nos auteurs tardifs en latin classique les auteurs privileacutegient lrsquoemploi du participe

passeacute en construction absolue Mais lrsquoemploi du participe preacutesent va beaucoup aug-

menter dans les constructions absolues dans notre corpus de latin tardif

Les constructions absolues ne comportant qursquoexceptionnellement une autre forme

participiale celles-ci sont noteacutees dans la colonne laquo autre raquo dans le tableau suivant

Tableau 2 Les participes employeacutes dans les constructions absolues chez

les auteurs classiques du corpus

Participe

preacutesent

Participe

parfait actif de

verbe deacuteponent

Participe

parfait passifAutre

Caes 79 0 921 0

Liv 155 3 81 055

Tac 208 108 661 236

Amm 202 92 706 0

La supeacuterioriteacute numeacuterique de lrsquoemploi du participe parfait passif dans les construc-

tions absolues agrave lrsquoeacutepoque classique ressort clairement de ce tableau quoique lrsquoon

puisse noter un infl eacutechissement de cette tendance de Ceacutesar (921) agrave Tite-live (81)

et surtout Tacite (661)

Dans nos textes tardifs cette reacutepartition change avec lrsquoaugmentation de lrsquoemploi

du participe preacutesent comme le note Johannes Muumlller-Lanceacute7 Le tableau suivant

montre cette eacutevolution chez les auteurs tardifs de notre corpus

5 Un adjectif verbal en 1 18 6 condenda6 Trois adjectifs verbaux 1 26 4 augendis 1 26 4 adleuandis 1 54 1 retinendis7 Muumlller-Lance (1995 417)

GAYNO

39

Tableau 3 Les participes employeacutes dans les constructions absolues

chez les auteurs tardifs de notre corpus8

Participe

preacutesent

Participe

parfait actif de

verbe deacuteponent

Participe par-

fait passifAutre

Anon Vales 421 26 553 0

Greg Tur

Martin393 13 594 0

Greg Tur

Hist 325 69 602 048

Fredeg 556 69 368 074

La proportion de participe preacutesent est bien plus importante en latin tardif qursquoen

latin classique drsquoapregraves ces releveacutes corroboreacutes par ceux de Paolo Greco9 pour le pre-

mier livre de lrsquoHistoria Francorum de Greacutegoire de Tours (dans lequel il deacutecompte

33 participes preacutesents et 44 participes parfaits passifs) Mais cette eacutevolution nrsquoest pas

uniforme selon les auteurs si le participe passeacute reste le plus utiliseacute chez Greacutegoire

de Tours ce nrsquoest pas le cas chez Freacutedeacutegaire On pourrait expliquer ces variations

en disant que la langue de cette eacutepoque nrsquoest pas grammaticalement uniformiseacutee

ou fi xeacutee Elle est en effet en pleine mutation ce que marquent eacutegalement les nom-

breuses confusions dans le paradigme verbal Agrave cela srsquoajoute un coeffi cient de varia-

biliteacute stylistique propre agrave chaque auteur

4 Les confusions dans le paradigme verbal

Dans le mecircme temps les distinctions agrave la fois de voix et de temps dans le para-

digme verbal se sont estompeacutees en latin tardif

Les distinctions qui existent en latin classique entre les verbes actifs deacuteponents

et passifs sont moins nettes en latin tardif ougrave de freacutequentes confusions sont attesteacutees

dans nos textes On observe par exemple des fl ottements entre la forme de lrsquoinfi nitif

preacutesent actif et celle de lrsquoinfi nitif preacutesent passif

8 On trouve dans cette œuvre drsquoautres formes participiales neacuteanmoins celles-ci eacutetant em-ployeacutees en coordination avec un participe recenseacute au sein de la mecircme construction absolue elles nrsquoapparaissent pas dans ce deacutecompte comme le participe futur ruituris en Hist 2 7 48 19 coordonneacute agrave un participe preacutesent trementibus Un seul exemple drsquoadjectif verbal employeacute seul dans un ablatif absolu en Hist 2 9 56 1 delendis

9 Greco (2005)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

40

Lrsquoaugmentation de lrsquoemploi du participe preacutesent et les confusions dans le para-

digme verbal ont favoriseacute lrsquoapparition de nouvelles valeurs des participes preacutesent et

passeacute en latin tardif ou plus exactement ont favoriseacute le deacuteveloppement de valeurs

qui preacuteexistaient dans lrsquoancienne langue

Ainsi en latin archaiumlque et classique le latin nrsquoa que deux participes un participe

en -ns -ntis qui est dit preacutesent actif (aimant) et un participe en -tus -a -um (ayant eacuteteacute aimeacute) qui est dit passeacute passif Le latin offre donc deux lacunes paradigmatiques il lui

manque un participe preacutesent passif (du type du franccedilais eacutetant aimeacute) et un participe

passeacute actif (du type du franccedilais ayant aimeacute)

Degraves le latin archaiumlque le participe preacutesent en -ns -ntis est grammaticaliseacute comme

un participe de sens actif agrave valeur aspectuelle durative et sans valeur temporelle

puisqursquoil marque la concomitance avec le procegraves du verbe principal reacutegissant ainsi

que lrsquoeacutecrivent Alfred Ernout et Franccedilois Thomas10 laquo Le participe preacutesent ne marque

pas le temps en lui-mecircme mais il deacutesigne lrsquoaction concomitante crsquoest-agrave-dire qui se

deacuteveloppe en mecircme temps que celle du verbe de la proposition ougrave il se trouve raquo

Le participe passeacute en -tus -a -um est grammaticaliseacute comme un participe de sens

passif deacutenotant un procegraves accompli

Mais degraves les premiers textes latins lrsquoexistence des verbes deacuteponents trouble la

frontiegravere entre actif et passif Les verbes deacuteponents en effet ont des formes sem-

blables au passif mais un sens actif Le participe en -tus des verbes deacuteponents malgreacute

sa forme homophone drsquoun participe passif aura donc un sens actif de profi ciscor

lsquolsquo srsquoen aller partir rsquorsquo le participe parfait profectus signifi e lsquolsquo srsquoeacutetant en alleacute eacutetant parti rsquorsquo

comme un participe passeacute actif Cet affaiblissement de la frontiegravere entre actif et passif

est probablement en partie agrave lrsquoorigine drsquoun changement attesteacute dans nos textes tardifs

pour le participe passeacute passif en -tus qui peut porter une valeur active Il y a donc

maintien de la valeur temporelle de passeacute (et eacuteventuellement de la valeur aspectuelle

drsquoaccompli) mais changement de voix

De son cocircteacute et agrave lrsquoinverse le participe preacutesent actif en -ns peut garder sa valeur

active (maintien de la voix) mais perdre sa valeur aspectuelle durative et exprimer un

procegraves passeacute (changement de valeur aspecto-temporelle)

On se retrouve donc dans nos textes tardifs avec une forme en -ns qui fonctionne

comme un participe preacutesent actif (ancien systegraveme) et aussi comme un participe passeacute

actif (nouveau systegraveme) et un participe en -tus qui fonctionne encore comme un par-

ticipe passeacute passif (majoritaire dans lrsquoancien systegraveme) et aussi comme un participe

passeacute actif (nouveau systegraveme) Ainsi lrsquoune des deux lacunes morphologiques du latin

classique est-elle combleacutee par une extension drsquoemploi des deux participes preacuteexis-

tants qui viennent endosser occasionnellement la nouvelle fonction de participe par-

fait actif (fr ayant tueacute)

10 ErnoutThomas (1972 sect286)

GAYNO

41

5 La structure phrastique

Dans notre corpus tardif lrsquoorganisation syntaxique de la phrase est transformeacutee

la structure pyramidale de la phrase classique a laisseacute la place agrave une structure lineacuteaire

crsquoest-agrave-dire que les propositions preacutesentent les procegraves dans lrsquoordre de leur deacuteroule-

ment chronologique

Ainsi chez Ceacutesar par exemple la proposition principale est-elle postposeacutee agrave la

proposition subordonneacutee

Per eos ne causam diceret se eripuit (Caes Gall 1 4 2)

(Orgeacutetorix lors de son procegraves intenteacute contre lui par les Helvegravetes a fait venir nombre de

ses soutiens)

lsquolsquo Gracircce agrave eux afi n de ne pas deacutefendre sa cause il sut se soustraire rsquorsquo (traduction mot agrave mot)

lsquolsquo Gracircce agrave leur preacutesence il put se soustraire agrave lrsquoobligation de parler rsquorsquo11

Par contre pour traduire lrsquoun de nos textes tardifs il est preacutefeacuterable de suivre

lrsquoordre de la phrase

Gunthedrudis quaedam de Virmandense terreturio (= territorio) oculorum lumen perdide-

rat quae relinquens domum et patriam fi de commonente uenit ad sanctam basilicam ibique diebus multis deseruiens unius oculi meruit recipere uisum (Greg Tur Martin 2 9 612 5)

lsquolsquo Une Guntedrude du territoire de Vermandois avait perdu la lumiegravere de ses yeux et

celle-ci laissant sa maison et sa patrie la foi lrsquoavertissant vint agrave la sainte basilique et lagrave ser-vant avec zegravele pendant de nombreux jours meacuterita de recouvrer la vue drsquoun œil rsquorsquo12

La lineacuteariteacute du discours est ici assureacutee par lrsquoalternance des verbes conjugueacutes et des par-

ticipes preacutesents le sujet agent des procegraves verbaux eacutetant le mecircme tout au long de la phrase la

femme laisse sa maison (relinquens) puis elle vient agrave Tours (uenit) elle y remplit un service

religieux (deseruiens) et enfi n est gueacuterie de son infi rmiteacute (meruit)

Ainsi une construction absolue anteacuteposeacutee agrave la proposition reacutegissante deacutenote-t-elle

un procegraves anteacuterieur agrave celui exprimeacute dans la proposition reacutegissante et une construc-

tion absolue postposeacutee agrave la proposition reacutegissante deacutenote-t-elle un procegraves posteacuterieur

agrave celui exprimeacute dans la proposition reacutegissante

Lrsquointerpreacutetation drsquoun participe preacutesent anteacuteposeacute peut donc ecirctre diffeacuterente entre le

latin classique et le latin tardif

Cotta pugnans occiditur (Caes Gall 5 37 5)

lsquolsquo Alors qursquoil eacutetait en train de combattre Cotta est tueacute rsquorsquo

Le procegraves duratif exprimeacute par le participe preacutesent pugnans est concomitant de celui deacute-

noteacute par le verbe principal occiditur

11 Traduction Constans12 lsquolsquo Une Gondeacutetrude femme du pays de Vermandois avait perdu la lumiegravere du jour Aux aver-

tissements de la foi laissant maison et patrie elle vint agrave la sainte basilique et lagrave se proster-nant pendant un grand nombre de jours elle meacuterita de recouvrer lrsquousage drsquoun de ses yeux rsquorsquo (Traduction Bordier)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

42

La mecircme phrase pourrait se trouver chez Greacutegoire de Tours et le participe preacute-

sent pugnans pourrait avoir la mecircme valeur que chez Ceacutesar crsquoest-agrave-dire aspectuelle

et non temporelle la mort interrompt le premier procegraves celui de combattre Cepen-

dant comme le participe preacutesent est anteacuteposeacute au verbe de la proposition reacutegissante

il pourrait eacutegalement chez Greacutegoire de Tours deacutenoter un procegraves anteacuterieur agrave celui

exprimeacute par occiditur On pourrait alors comprendre lsquolsquo Cotta apregraves avoir combattu

fut tueacute rsquorsquo lrsquoassassinat intervient apregraves le combat La phrase preacutesente les procegraves selon

leur deacuteroulement chronologique

6 Le participe preacutesent exprimant une action anteacuterieure agrave celle exprimeacutee

par le verbe de la proposition reacutegissante

Les verbes de mouvement peuvent de maniegravere geacuteneacuterale deacutenoter le parcours lui-

mecircme conccedilu dans sa dureacutee (fr il se promenait dans le jardin) ou bien au contraire

le point de deacutepart ou le point drsquoarriveacutee drsquoun parcours (fr il sortit de la ville il entra dans la ville) Ces derniers qui correspondent aux bornes du parcours expriment

lorsqursquoils sont employeacutes au participe preacutesent chez nos auteurs une action acheveacutee au

moment ougrave srsquoaccomplit le procegraves exprimeacute par la proposition reacutegissante le participe

preacutesent drsquoun verbe signifi ant lsquolsquo arriver entrer sortir etc rsquorsquo a alors la mecircme valeur reacutefeacute-

rentielle deacutenotative qursquoun participe passeacute actif dans les langues (comme le franccedilais)

ougrave existe un tel participe passeacute actif ingrediens Ravennam qui est traduit litteacuterale-

ment par lsquolsquo entrant dans la ville de Ravenne rsquorsquo deacutenote une situation extralinguistique

correspondant agrave lrsquoeacutenonceacute franccedilais laquo eacutetant entreacute dans la ville de Ravenne raquo comme on

le voit dans le passage suivant

Ingrediens13 autem Rauennam deposuit Augustulum de regno (Anon Vales 2 38 310 3)

lsquolsquo Entrant dans Ravenne il deacuteposa Augustulus rsquorsquo

Odoacre arrive drsquoabord agrave Ravenne puis il deacutepose le dernier empereur romain drsquoOcci-

dent Augustulus Le participe preacutesent exprime un procegraves anteacuterieur et acheveacute par rapport agrave

celui exprimeacute par le verbe de la proposition principale il peut se traduire par un participe

passeacute actif lsquolsquo eacutetant entreacute rsquorsquo

De mecircme les verbes de sens imperfectif qui expriment un procegraves en cours au

moment ougrave srsquoaccomplit le procegraves de la proposition principale peuvent lorsqursquoils sont

employeacutes au participe preacutesent agrave lrsquoinitiale de proposition deacutenoter un procegraves duratif agrave la

fois anteacuterieur et concomitant par rapport agrave celui deacutenoteacute par la proposition principale

le procegraves qursquoils expriment a commenceacute avant celui de la proposition principale Dans

lrsquoexemple suivant le procegraves de craindre a commenceacute avant celui drsquoordonner

Metuens uero rex ne dolore generi14 aliquid aduersus regnum eius tractaret obiecto cri-mine iussit interfi ci (Anon Vales 2 92 328 30)

13 Il srsquoagit drsquoOdoacre14 Il srsquoagit de Boegravece cf sect 85-87

GAYNO

43

lsquolsquo Le roi craignant alors que de douleur pour la mort de son gendre il ne ficirct quelque chose

contre son autoriteacute ordonna qursquoil soit tueacute un crime lui eacutetant reprocheacute rsquorsquo15

Dans cet exemple le participe preacutesent exprime un lien de cause agrave effet avec le procegraves de

la proposition principale le procegraves exprimeacute par le participe preacutesent lsquodeacuteclenchersquo le procegraves

exprimeacute par la proposition reacutegissante Cette relation de causaliteacute implique une relation tem-

porelle drsquoanteacuterioriteacute

7 Le participe preacutesent employeacute comme verbe conjugueacute en latin tardif

Dans plusieurs occurrences le participe preacutesent est employeacute comme un verbe

conjugueacute agrave un mode personnel dans nos textes tardifs soit dans des propositions

subordonneacutees soit coordonneacute agrave un verbe conjugueacute par et

On relegraveve eacutegalement quelques phrases sans verbe conjugueacute Le participe preacutesent

et ses compleacutements forment alors agrave eux seuls une veacuteritable proposition

Quam cum uir suos imperatur (= imperator) Persarum per legationis (= legationes) sepius (= saepius) repetiret (= repeteret) et Mauricius emperatur (= imperator) uxorem ipsius esse nesciret tunc agusta (= Augusta) uidens eam pulcerrimam (= pulcherrimam) suspicans ne ipsa esset quam legati quaerebant dicensque eis (Fredeg 4 9 126 3)

lsquolsquo Et comme son mari empereur des Perses la reacuteclamait tregraves souvent par lrsquointermeacutediaire

drsquoambassades et que lrsquoempereur Maurice ignorait qursquoelle eacutetait la femme de celui-ci alors

lrsquoimpeacuteratrice voyant qursquoelle eacutetait tregraves belle se doutant qursquoelle pouvait ecirctre celle que les leacutegats

demandaient et leur disant rsquorsquo16

Dans cette phrase la proposition principale ne contient pas de verbe conjugueacute mais seu-

lement trois participes preacutesents accordeacutes avec le nominatif sujet agusta uidens suspicans

et dicens Lrsquoun au moins de ces trois participes eacutequivaut agrave un verbe conjugueacute drsquoailleurs le

participe preacutesent suspicans est lsquo reacutegulariseacute rsquo en un verbe conjugueacute agrave mode personnel dans le

manuscrit 5a qui utilise la forme suspicatur du verbe deacuteponent suspicor

8 Eacuteleacutements drsquoexplication

Cet emploi du participe preacutesent comme preacutedicat dans des phrases ou des proposi-

tions sans verbe conjugueacute repreacutesente peut-ecirctre un emploi peacuteriphrastique du participe

preacutesent avec le verbe sum lsquolsquo ecirctre rsquorsquo dans une fonction grammaticaliseacutee ou semi-gram-

maticaliseacutee drsquoauxiliaire sur le modegravele de la conjugaison peacuteriphrastique avec le verbe

esse et le participe passeacute Ce tour lsquo participe preacutesent + sum rsquo existe en latin archaiumlque

et classique en particulier sous la forme lsquo fore + participe preacutesent rsquo tournure eacutequiva-

lant agrave un infi nitif futur et attesteacutee en latin classique

15 lsquolsquo There the king fearing that through resentment at the death of his son-in-law Symmachus might take some step in opposition to his rule ordered him to be put to death under a false accusation rdquo (Traduction Rolfe 1939)

16 lsquolsquo Son mari lrsquoempereur des Perses la reacuteclamait freacutequemment en envoyant des ambassades mais lrsquoempereur Maurice ignorait qursquoelle eacutetait son eacutepouse alors lrsquoimpeacuteratrice avisant cette femme drsquoune grande beauteacute se douta que crsquoeacutetait elle que les ambassadeurs cherchaient et leur dit rsquorsquo (Traduction Devillers et Meyers)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

44

Fore audientes (Caes Gall 1 39 7)

lsquolsquo Ils entendront rsquorsquo

Lrsquoextension de cette tournure en latin tardif a pu ecirctre favoriseacutee par lrsquoinfl uence

des traductions latines de la Bible grecque puisque cette tournure est eacutegalement un

helleacutenisme17

Et omnis multitudo populi erat orans foris hora incensi (pour orabat) (Luc 1 10)καὶ πᾶν τὸ πλῆθος ἦν τοῦ λαοῦ προσευχόμενον ἔξω τῇ ὥρᾳ τοῦ θυμιάματοςlsquolsquo Et toute la multitude du peuple eacutetait en priegravere dehors agrave lrsquoheure de lrsquoencens rsquorsquo

Cependant ces tournures sont fort rares dans nos textes nous nrsquoen avons releveacute

que trois dans notre corpus tardif dont une seule peut ecirctre interpreacuteteacutee comme une

peacuteriphrase verbale

Merobaudis (ou Merobaudus) quidam ex pago Pictauensi dum esset laborans in opere caecitate pessima insidiatore inmittente (= immittente) percussus est (Greg Tur Martin 2

15 613 36)

lsquolsquo Un certain Meacuterobaude du canton poitevin alors qursquoil eacutetait en train de travailler agrave son

ouvrage de la ceacuteciteacute la pire agrave lrsquoinstigation du traicirctre a eacuteteacute frappeacute rsquorsquo18

Le syntagme esset laborans exprime une action en cours drsquoaccomplissement au moment

ougrave srsquoaccomplit le procegraves exprimeacute par le verbe de la proposition reacutegissante percussus est le

sujet de esset laborans est aussi le sujet de percussus est et le participe preacutesent forme peut-

ecirctre ici avec lrsquoauxiliaire une peacuteriphrase verbale exprimant la dureacutee concomitante du procegraves

principal comme la forme progressive anglaise en -ing il est lsquolsquo en train de travailler rsquorsquo19

Il est donc deacutelicat de postuler un auxiliaire esse sous-entendu avec le participe preacute-

sent puisque lrsquoattestation de esse avec le participe preacutesent est exceptionnelle Donc

la tournure peacuteriphrastique est certes attesteacutee en grec mais la tournure grecque ne

peut ecirctre consideacutereacutee comme eacutetant agrave lrsquoorigine de lrsquoemploi en latin du participe preacutesent

agrave la place drsquoun verbe conjugueacute

En fait lrsquoemploi du participe preacutesent offre le grand avantage de permettre une

simplifi cation de la fl exion verbale il suffi t que le sujet parlant ait meacutemoriseacute la forme

participiale en -ans -ens formeacutee sur le thegraveme de lrsquoinfectum pour eacutelaborer la forme

verbale qursquoil veut exprimer en lui adjoignant une forme du verbe lsquolsquo ecirctre rsquorsquo qui portera

les morphegravemes aspecto-temporels et personnels

17 Blaise (1986 sect225)18 lsquolsquo Un certain Meacuterobaude du pays du Poitou fut par un coup du diable frappeacute pendant qursquoil

srsquooccupait de son travail de la ceacuteciteacute la plus absolue rsquorsquo (Traduction Bordier)19 Les deux autres occurrences se trouvent en Hist 2 13 63 8 patientes estote et en Martin 2

24 617 9 adhaerentes Patientes semble ecirctre adjectiviseacute plutocirct que de relever de lrsquoexpression peacuteriphrastique de lrsquoimpeacuteratif futur Adhaerentes employeacute ici avec lrsquoauxiliaire erant corres-pond sans doute agrave la forme syntheacutetique de lrsquoimparfait passif du verbe simple adhaereo

GAYNO

45

Par ailleurs cette tournure peacuteriphrastique en lsquolsquo esse + participe preacutesent rsquorsquo est attes-

teacutee dans La Chanson de Roland laquo Le procegraves est envisageacute en cours dans son accom-

plissement raquo20

Carles qui est as forz passant (Rol 1703)

lsquolsquo Charles qui est en train de traverser les deacutefi leacutes rsquorsquo

Selon les grammaires drsquoancien-franccedilais consulteacutees la tournure la plus freacutequente

est lrsquoemploi du participe preacutesent avec un verbe de mouvement Le procegraves du verbe de

mouvement lsquolsquo aller rsquorsquo et celui exprimeacute par le participe preacutesent sont simultaneacutes

Curant i vinz Margariz de Sibilie (Rol 955)

lsquolsquo Alors Margariz de Seacuteville arrive en courant rsquorsquo

Cette tournure est encore usuelle au XVIIe siegravecle

Je mrsquoen vas deacutesalteacuterant (La Fontaine Le loup et lrsquoagneau Fables I 10)

Le participe preacutesent dans ces exemples eacutequivaut agrave un geacuterondif franccedilais formeacute

de la preacuteposition en suivie du participe preacutesent Cette tournure nrsquoexiste absolument

pas dans nos textes tardifs ougrave la forme syntheacutetique de geacuterondif du latin classique en

-dum ou -do est encore freacutequemment utiliseacutee quoique de nombreuses confusions

drsquoemploi puissent ecirctre releveacutees entre participe preacutesent et geacuterondif La tournure est en

formation au XIe siegravecle si elle est attesteacutee son emploi nrsquoest pas systeacutematique

Cler en riant lrsquoa dit a Guenelun (Rol 618)

lsquolsquo Il dit agrave Ganelon en riant de faccedilon sonore rsquorsquo

Asez est mielz que moerium cumbatant (Rol 1518)

lsquolsquo Il vaut beaucoup mieux que nous mourions en combattant rsquorsquo

Conclusion

La langue des VIe-VIIe siegravecles ne semble pas ecirctre lrsquoancecirctre direct des emplois du

participe releveacutes au XIe siegravecle Ceux-ci deacuterivent sans doute drsquoun eacutetat plus tardif de la

langue latine

Notre corpus tardif a reacuteveacuteleacute une langue en pleine mutation avec lrsquoemploi encore

bien attesteacute et majoritaire des formes classiques parallegravelement avec lrsquoeacutemergence de

nouvelles structures Les auteurs tardifs tentent de pallier leurs carences en gram-

maire classique en ayant recours agrave de nouveaux outils linguistiques qui sont geacuteneacutera-

lement lrsquoextension de tournures existant dans lrsquoancienne langue

20 Moignet (1979 202)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

46

Ces tentatives des VIe-VIIe siegravecles resteront pour la plupart vaines drsquoautres plus

tardives se retrouveront elles en franccedilais Nous avons donc affaire agrave une peacuteriode de

transition entre la norme du latin classique qui quoique affaiblie existe encore et ce

qui sera lrsquoeacutetat ou plutocirct les eacutetats les plus anciens des langues romanes

Centre Alfred Ernout

Universiteacute de Paris-Sorbonne (Paris 4) Maryse GAYNO

GAYNO

47

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49

Marcatori interazionali di cortesia dal latino alle lingue

romanze nomi e verbi tra morfosintassi e contesto discorsivo

1 Introduzione

Questo contributo1 analizza lrsquoevoluzione pragmatica dal latino ad alcune lingue

romanze di un gruppo di marcatori interazionali di cortesia (MIC) I MIC indagati

sono derivati da verbi o da locuzioni performative con valore illocutivo (ad es it

grazie prego chiedo scusa fr merci je tevous demande pardon port obrigado desculpe sp pido perdoacuten gracias rum mulțumesc măvă rog) ed esprimono i tre atti

linguistici di fare una richiesta (es 1) ringraziare (es 2) chiedere scusa (es 3)

(1) rum Mă rog dacă nu vă supăraţi aveţi apă2 (Caragiale Momente şi schiţe Livescu

(2014))

ldquoper favorevi prego se non vi dispiace avete (dellrsquo) acquardquo

(2) fr Merci monsieur de nous avoir donneacute agrave ma femme et agrave moi des nouvelles du joyeux

compagnon (Barregraves 1906 Le Voyage de Sparte Frantext)

(3) sp Bueno perdoacuten disculpaacute el teacutermino porque no seacute queacute cosa es (CREA Oral)

Dal punto di vista conversazionale i MIC costituiscono lsquorituali interazionalirsquo con

specifi che funzioni sociali poicheacute rappresentano modalitagrave standardizzate di orga-

nizzare scambi interpersonali che a loro volta hanno origine in un contesto storico

e socio-culturale (Goffman (1967)) Si tratta quindi di atti illocutori convenzionali

che hanno successo non se il destinatario comprende lrsquointenzione del parlante ma se

lrsquoatto egrave conforme a una convenzione socialmente riconosciutaQuindi dal punto di vista della realizzazione pragmatica la routinizzazione a

livello interazionale e sociale di alcuni atti genera formule che non implicano una

negoziazione di signifi cato ma la cui funzione pragmatica egrave fi nalizzata alla lsquocoesione

socialersquo (cfr Ghezzi (2014))Lo sviluppo pragmatico dei MIC puograve essere osservato da diversi punti di vista a

livello semasiologico analizzando quali funzioni pragmatiche sono realizzate da una

specifi ca forma oppure onomasiologico studiando come la stessa funzione venga rea-

lizzata da forme diverse Questo secondo punto di vista utilizzato qui per lrsquoanalisi evi-

1 Questo egrave un prodotto della ricerca laquoDinamica delle identitagrave nella comunicazione e nel muta-mento linguisticoraquo coordinata da Piera Molinelli e fi nanziata dallrsquoUniversitagrave di Bergamo (FAR 2012)

2 Qui sono tradotti gli esempi complessi

CILPR 2013 ndash SECTION 2

50

denzia a livello inter- e intra-linguistico processi ciclici di pragmaticalizzazione ricon-

ducibili a tendenze ricorrenti nelle lingue considerate (cfr Ghezzi e Molinelli (2014)) Le similitudini funzionali e formali nella nascita di MIC in alcune lingue romanze

infatti ben mettono in luce la relazione tra meccanica e meccanismi del mutamento

pragmatico ovvero tra il carattere ciclico dei processi implicati nel mutamento (mec-

canica) e le proprietagrave morfosintattiche e semantiche delle fonti dei MIC che in prima

istanza favoriscono il mutamento stesso (meccanismi) Allrsquoanalisi di questo secondo

aspetto egrave dedicato questo contributo3Lo sviluppo diacronico dei MIC egrave direttamente connesso alle caratteristiche mor-

fosintattiche dei contesti in cui vengono ritualizzati alla tipologia di atti linguistici

nei quali funzionalmente si collocano al valore di performativitagrave delle espressioni da

cui hanno origineQuesti contesti sono costituiti da forme che a livello morfosintattico codifi cano la

forza illocutiva in modo diverso Gli atti di richiesta scusa ringraziamento infatti

possono essere espressi

(a) nelle forme verbali da un verbo semanticamente rilevante come sp te lo agra-dezco rum icircţi mulţumesc e it mi scuso in (4-6)

(4) sp Bueno muchas gracias te lo agradezco (CREA Oral)

(5) rom Icircţi mulţumesc pentru cadoul foarte frumos (esempio reale)4

ldquoTi ringrazio per il bellissimo regalordquo

(6) it Mi scuso per il disturbo (esempio reale)

(b) nelle locuzioni da un verbo semanticamente generico con valore performativo

e da un nome che veicola il valore semantico principale come sp peccedilo desculpas it

chiedo scusa e fr je vous dis merci in (7-9)

(7) port Peccedilo novamente desculpas pelo adiantado da hora (CETEM publico)

ldquoChiedo nuovamente scusa per lrsquoora tardardquo

(8) it chiedo scusa ma non crsquoegrave il tempo del pronostico (Corpus LIP)

(9) fr De Milo je vous dis merci (Echenoz Nous trois Frantext)

(c) da una formula olofrastica come rum vă rog port obrigado fr pardon in (10-12)

(10) rum Luaţi loc vă rog (Livescu 2014)

ldquoSiediti per favorerdquo

(11) port laquoBom adeu Estimo que sejas felizraquo (CETEM Publico)

laquoObrigadoraquo

laquoBene arrivederci Credo che sarai feliceraquo

laquoGrazieraquo

(12) fr Oh ma tante Pardon Pouvais-je imaginer (Garat Pense agrave demain Frantext)

3 A Pierluigi Cuzzolin e Piera Molinelli un sincero ringraziamento per la lettura attenta e i molti consigli

4 Ringrazio Mihaela Popescu e Joana Aguiar per lrsquoaiuto nella traduzione degli esempi in rumeno e in portoghese rispettivamente

GHEZZI

51

Egrave possibile esemplifi care in Tab 1 alcune espressioni con funzione di MIC in lin-

gue romanze

Tab 1 ndash MIC in alcune lingue romanze

atto MIC italiano francese rumeno spagnolo portoghese

richieste verbi prego je te vous prie

te vă rog ruego peccedilo

locuzioni rivolgo una preghiera

je fais un appel

amo rugăminte

hago una peticioacuten

faccedilo um apelo

formule olofrastiche

prego je vous trsquo en prie

măvă rog (por favor) (por favorse faz favor)

scuse verbi mi scuso je mrsquoexcusepardonne (moi)

mă scuzaţi me disculpodesculpe-me

desculpe-me

locuzioni chiedo scusaperdonofaccio le mie scuse

je disdemande pardon

icircmi cer scuze

pido perdoacutendisculpa ofrezcopresento mis disculpas

peccedilo desculpaspeccedilo perdatildeo

formule olofrastiche

scusapardon

pardon scuzațiscuzaţi-mă

perdoacuten desculpeperdatildeo

ringrazimenti verbi ringrazio je remercie mulţumesc te lo agradezco

agradeccedilo

locuzioni dico grazierendo grazie (arcaico)

je dis mercije rends gracircce

aduc mulţumiri

doy (las) gracias

dou graccedilas

formule olofrastiche

graziegran merceacute (arcaico)

(grand) mercimille gracircces(arcaico)

mulţumesc gracias obrigado(a)

Alla base dei cicli di pragmaticalizzazione dei MIC vi sono contesti discorsivi per-

formativi codifi cati attraverso formule ritualizzate che hanno sviluppato un valore

pragmatico di cortesia a partire da perifrasi nominali o verbali In particolare le peculiaritagrave dei percorsi di pragmaticalizzazione dei MIC saranno

qui esemplifi cate in italiano e in francese attraverso lrsquoatto linguistico del ringraziare

Ci si avvarragrave di due corpora bilanciati di opere teatrali secondo lo schema in Tab 25

5 Il bilanciamento tiene conto del numero complessivo di parole in ogni corpus (circa 1200000 per il corpus italiano e 2200000 per quello francese) e della loro distribuzione nei tre secoli considerati Per permettere una comparazione le frequenze di occorrenza dei MIC sono state normalizzate per 100000 parole

CILPR 2013 ndash SECTION 2

52

Tab 2 - Corpora

1500 1700 1900

Francese Selezione opere teatrali

da Frantext

Selezione opere teatrali

da Frantext

Selezione opere teatrali

da Frantext

Italiano Selezione opere

teatrali di Aretino

Ariosto Belo Grazzini

Machiavelli Bruno

Ruzante

Selezione commedie di

Goldoni

Selezione opere teatrali

di Pirandello e di

Giacosa

Analizzando le caratteristiche degli enunciati performativi in cui i MIC occor-

rono ci si concentreragrave sullrsquoanalisi diacronica nelle due lingue romanze dellrsquointerre-

lazione tra

(a) il contesto discorsivo in cui emergono i valori pragmatici connessi alla cortesia

(b) i tratti morfosintattici dei MIC nelle lingue considerate

(c) le caratteristiche semantiche delle fonti dei MIC

In particolare la nozione di ciclo pragmatico verragrave utilizzata per descrivere lrsquoalter-

nanza morfosintattica tra forme verbali e nominali

2 I performativi e lrsquoorigine dei MIC

Il repertorio dei MIC nelle lingue romanze egrave costituito da verbi locuzioni e for-

mule olofrastiche a carattere performativo (cfr Tab 1) la nozione di performativitagrave

rappresenta dunque un punto di osservazione imprescindibile per lrsquoanalisi dei per-

corsi che hanno portato alla formazione di MICI verbi performativi condividono alcune proprietagrave In primo luogo manifestano

la soggettivitagrave del parlante annullando formalmente il discrimine tra enunciato ed

enunciazione (tra modus e dictum Benveniste (1966 273-274)) ed esprimendo lessi-

calmente il contenuto mentale del locutore attraverso lrsquouso del verbo alla prima per-

sona del presente indicativo Secondariamente sottolineano una coincidenza tra laquolocutoreraquo ed laquoenunciatoreraquo

ovvero tra laquoil soggetto responsabile dellrsquoatto di enunciazione che parla in prima per-

sonaraquo (locutore) e laquocolui che esprime il punto di vista espresso nellrsquoenunciatoraquo (enun-

ciatore) (Ducrot (1984 119-120)) Ne consegue che derivano non da un lessema ma da

un atto linguistico (Ti ringrazio Ti dico grazie Grazie) utilizzato per lsquofare qualche

cosarsquo e non solo per lsquodire qualche cosarsquo (cfr la trattazione in Benveniste (1958 1966)) Dunque i MIC che hanno origine da verbi o locuzioni performative hanno valore

laquodelocutivoraquo6 essendo derivati da locuzioni ovvero unitagrave del discorso e non da nomi

o verbi unitagrave della langue nel senso saussuriano del termine Tali forme sono alta-

6 Sulla nozione di delocutivitagrave si vedano tra gli altri Benveniste (1958 1966) Anscombre (1985) Buumlchi (1995) Fruyt (1997) Larcher (2003)

GHEZZI

53

mente produttive poicheacute egrave possibile derivare verbi come it ringraziare e fr remercier e nomi it grazie e fr merci7 In questi casi si puograve dire che morfologicamente i MIC

hanno valore denominale ma pragmaticamente (e semanticamente) hanno valore

delocutivo

Infi ne i performativi sono caratterizzati da una doppia illocuzione la prima

dichiarativa la seconda determinata dalla semantica del verbo o del nome che carat-

terizza la locuzione performativa Sono quindi tipici dei contesti socialmente ritualiz-

zati e consacrati alla realizzazione di alcune azioni (cfr Held e Helfrich (2011))Tra gli atti linguistici realizzati da MIC richiedere e ringraziare costituiscono la

base lsquocortesersquo di ogni processo di scambio8 Le richieste sono atti minacciosi della faccia negativa mitigati attraverso specifi -

che strategie verbali I ringraziamenti invece sono atti sociali a benefi cio dellrsquointerlo-

cutore che si basano sullrsquoidea che vi sia un laquoindebitamentoraquo pragmatico tra parlante e

interlocutore (Leech (1983 205)) Come per le richieste i ringraziamenti sono atti lin-

guistici codifi cati metaforicamente attraverso una lsquotransazionersquo calcolata in relazione

ad un contesto situazionale e storico-culturale in base ai quali viene verbalmente

bilanciata e compensata Egrave interessante che il medesimo etimo latino (gratia) possa essere usato in francese

e in italiano in atti linguistici di richiesta e di ringraziamento (fr accorder un gracircce

demander un gracircce vs mille gracircce rendre gracircce it di grazia domandare una grazia

vs mille grazie ringraziare rendere grazie) Infatti il valore semantico ldquofavore buona

disposizionerdquo egrave elemento culturale chiave nel processo sociale di scambio

Il riferimento lsquoeconomicorsquo di tale scambio egrave invece alla base degli usi della for-

mula olofrastica francese merci e dellrsquoit mercedemerceacute in locuzioni quali je rends merci o rendo merceacute entrambi derivati dal lat mercede(m) ldquoprezzo pagato per un

prodotto commercialerdquo (Cortelazzo Zolli (1979 sv))Nonostante la prosecuzione comune alle due lingue degli etimi gratia (it grazia e

fr gracircce) e merces (it merceacute mercede e fr merci) il confronto diacronico tra francese

e italiano mostra differenze formali e congruenze funzionali nei percorsi che hanno

portato alla formazione dei moderni MIC

7 Nellrsquoit un grazie speciale a Marco e nel fr dis-lui un grand merci de ma part (Frantext) la presenza dellrsquoarticolo al singolare e al maschile rispettivamente testimoniano la derivazione dallrsquoatto linguistico e non dal nome plurale o dal femminile corrispondente

8 Si vedano Brown Levinson (1987) ed Held (1996) relativamente agli atti di richiesta e di ringraziamento nella cortesia verbale

CILPR 2013 ndash SECTION 2

54

3 Sviluppi diacronici in italiano e in francese

Tra i meccanismi alla base degli sviluppi diacronici dei diversi tipi di MIC9 vi egrave la

frequenza di occorrenza delle unitagrave determinata dallrsquouso dellrsquoespressione in situa-

zioni ricorrenti Lrsquoerosione del signifi cato originario egrave infatti parte integrante dello

sviluppo verso un uso pragmatico In entrambe le lingue tale sviluppo ha origine a

partire da un contesto e da strutture morfosintattiche contenenti verbi o locuzioni

performativi

31 Il latino

In latino sono attestate diverse formule spesso caratterizzate in diastratia asso-

ciate ai lessemi gratus ldquogratordquo e gratia(m) ldquofavore buona disposizionerdquo Queste

formule sono utilizzate in accezione concreta ldquoatto con il quale si acquista ricono-

scenzardquo o astratta ldquoservizio resordquo (Castiglioni Mariotti (2007 sv))

La formula non marcata in latino egrave gratias (tibi) ago ldquorendo grazie (a te)rdquo a cui si

associano diverse varianti tra cui grates ago grates dico rivolte a divinitagrave o persona di

alto rango (Panagl (2003)) La formula latina tam gratiast (lt tam gratia est) lett ldquotanto

egrave graziardquo continua nelle lingue romanze come nellrsquoit tante grazie (Panagl (2003))

Il secondo etimo considerato merces non compare nei dati scritti di cui si egrave in

possesso con il valore di MIC

32 Lrsquoitaliano

In italiano entrambi gli etimi latini sono attestati con valore di MICLe forme italiane che proseguono tali etimi hanno valore di MIC giagrave in italiano

antico Esse compaiono sotto forma di verbi di locuzioni performative e di formule

olofrastiche Renzi (2010) indica come non marcate le forme del verbo illocutivo rin-graziare (es 13) le espressioni farerendere (molte) graziemerceacute (es 13-15) e le for-

mule olofrastiche merzeacute granmolte merceacute (es 16-17) Alcuni usi di grazia e delle

sue varianti possono essere interpretati come contesti ponte di formule olofrastiche

spesso in co-occorrenza con merceacute (es 18-19) Nello stesso periodo nel corpus OVI

sono attestate 8 occorrenze del verbo merciare ldquoringraziarerdquo (es 20) in varietagrave sia

toscane sia veneziane

(13) Ringrazzo voi di fi n cor [con cuore puro] merzeacute rendo merzeacute mia donna (Chiaro

Davanzati Rime canz 7 vv 49-50 OVI)

(14) Irsquo le dissi laquoMadonna grazie rendo a voiumlraquo (Fiore 202 vv 1-2 OVI)

(15) Segnor mio di ciograve che voi mi dite io vi rendo grande grazie e mercieacute sigrave della promessa e

ssigrave del consilglio (Libro della distruzione di Troia 1539 OVI)

(16) Dice il sere che gran mercegrave e che voi gli rimandiate il tabarro (Boccaccio Novelle

72-14 OVI)

9 Simili percorsi possono essere ricostruiti per locuzioni performative formule olofrastiche non marcate come it grazie e fr merci o verbi performativi

GHEZZI

55

(17) [hellip] maggiore me lrsquoaveste dimandato e io vi dono questoraquo laquoSignoreraquo disse la donzella

laquomolte marceacute raquo (Palameacutedes pis pt2 cap 54 1113 OVI)

(18) Grasia a te grasia amico e mersede tutta di tanto grasioza benivoglensa de sigrave orrata

discreta discressione (Guittone Lettere in prosa 29 34817 OVI)

(19) Grasia e mersede a voi Signor dibonaire che grasia e onore tanto fatto mrsquoavete lrsquoumel

persona despetta mirsquo accogliendo e degnando in vostra altessa (Guittone Lettere in prosa 26 3237 OVI)

(20) laquoEl me plaxe molto benraquo ciograve dixe lo re Galleodin laquoe sigrave ve ne mercio fortemente de ccedilograve che

vuj aviti ditoraquo (Tristano Cors 8435 OVI)

Nella seconda metagrave del Quattrocento Savonarola (III 181) nota laquoGrazia si chiama

il ringraziamento che facciamo ad uno quando lo ringraziamo che ci ha fatto qualche

benefi cio cioegrave che rendiamo grazia idest ringraziamoraquo (Battaglia (1971 sv)) Allo

stesso periodo risalgono le prime attestazioni di ringraziamento (es 21)

(21) Dopo assai ringraziamenti fatti e lor commemorazione date al Piovano gli donograve braccia

XXX di panno di mellina e trenta iscudi drsquooro e feceli oferte assai per seacute e per li suoi

amici (Piovano Arlotto 14 Battaglia (1971 sv))

Baretti (1760) nel dizionario italiano-inglese sotto la voce grazia (ldquoil ringraziare

per segno di gratitudinerdquo) indica laquothanks vi rendo grazie I thank youraquo Nel volume

inglese-italiano si trova invece laquoThanks grazie sf ringraziamenti smraquo Secondo

Lepschy Lepschy (2007) le due notazioni fanno pensare che non si tratti ancora

dellrsquoespressione olofrastica ma di una riduzione di rendo grazie Inoltre nello stesso

periodo sul Vocabolario degli accademici della Crusca alla voce mercegrave si indicano

come sinonimi render mercede e ringraziare (4deg edizione (1729-1738) sv es 22)

(22) Io son qui per renderti mercede del benefi cio che mi festi allora (Ariosto Orlando furioso 431031-2)

Dal 1850 circa la formula olofrastica grazie compare nei vocabolari come lemma

indipendente (Lepschy Lepschy (2007 127-128)) il che probabilmente registra anche

formalmente un uso moderno del MIC ormai consolidato nella prassi (es 23) Ancora

intorno alla metagrave del 1800 perograve vengono citati come sinonimi di grazie voci quali

mercegrave o gran mercegrave grandissima mercegrave rendo grazie (Boerio (18562 sv)) utilizzati

soprattutto in registri stilisticamente alti come testimonia lrsquoesempio (24) dallrsquointro-

duzione a Il Piacere di Gabriele DrsquoAnnunzio del 1888)

(23) laquoDi grazia quel signore da che parte si va fuora per andare a Bergamoraquo

laquoPer andare a Bergamo Da porta orientaleraquo

laquoGrazie signore []raquo (Manzoni I Promessi sposi cap XVI)

(24) Questo libro composto nella tua casa dallrsquoospite bene accetto viene a te come un rendi-mento di grazie [hellip] Se nel mio libro egrave qualche pietagrave umana e qualche bontagrave rendo mercede al tuo fi gliuolo [hellip] Ave Giorgio Amico e maestro gran merceacute (DrsquoAnnun-

zio Il Piacere Introduzione)

Lrsquoanalisi quantitativa delle diverse unitagrave nel corpus considerato conferma lrsquoevolu-

zione dei MIC (Graf 1)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

56

Graf 1 - Distribuzione dei MIC in italiano

Rispetto alle tre tipologie di MIC considerati si puograve osservare che tra le due locu-

zioni attestate (rendo merceacutegrazie) prevale rendo grazie la cui frequenza diminuisce

perograve nel 1900 Il verbo performativo piugrave diffuso in italiano egrave ringrazio la variante

mercio giagrave poco frequente in italiano antico non egrave attestata nel 1500 Similmente la

formula olofrastica piugrave frequente nel 1500 egrave gran merceacute ma progressivamente viene

sostituita da grazie

33 Il francese

Anche in francese entrambi gli etimi latini sono attestati con valore di MICGiagrave in antico francese essi compaiono sotto forma di verbi di locuzioni performa-

tive e di formule olofrastiche Tra i piugrave frequenti vi sono la locuzione rendre granzgrace(s) che co-occorre anche con merci (es 25 Treacutesor sv) la formula olofrastica

grand merciz attestata per la prima volta nel 1135 (es 26 Treacutesor sv) diversi verbi

performativi a partire dal XII secolo quali remercier (es 27 Treacutesor sv) a sua volta

derivato dallrsquoantico verbo mercier (es 28 Robert Rey (2001 sv)) da cui anche mer-ciement (es 29) Nello stesso periodo il verbo gracier egrave usato con il signifi cato ldquorin-

graziarerdquo (es 30)

(25) Biau sire Diex je te rent graces et merciz de ce que je ne sui pas ausi mauveacutes ne ausi

desloiax come sont mi (La Queste del Saint Graal 1220 p 124 BFM)

(26) ldquoGranz merciz sirerdquo diumlent li losengier (Couronnement de Louis 4 BFM)

(27) Mais comme povre orpheline je vous remercie dei vaisseaulux que vous mrsquoenvoyastes

(Melusine BFM)

(28) Mercyeacute Sire en soyes vous (Intern Consol II Xxi Bibl Godefroy (1895 sv))

(29) E li reis li en rent mut grant merciement (Horn 3213 Mich BFM)

(30) Vous mercy Qui venu estes jusqursquoa ci Et chascun de vous en gracie (Griseld BFM)

In francese medio le forme olofrastiche sono prevalentemente costruite a par-

tire da merci grand(s) merci(s)moult de mercis (es 31) (La) + agg poss (bonne) merci (es 32 DMF sv) Le locuzioni performative contengono merci (rendre merci es 33) o grace (donner rendre grace DMF sv soprattutto rivolto a Dio) o entrambe

le forme (donnerrendre grace(s) et merci(s) es 34) Parimenti sono attestati diversi

verbi delocutivi gracier mercier regracier remercier (es 35-37) Allo stesso periodo

risalgono anche le prime attestazioni di remerciement (es 38)

GHEZZI

57

(31) Sire chevaliers a vostre congieacute et grans mercis de vostre courtoisie (Arras 7 DMF sv)

(32) laquoSireraquo dist Saintreacute laquovostre bonne mercyraquo (La Sale JS 131 DMF sv)

(33) Mon pere je te rans mercy Du grant pouvoir que mrsquoas donneacute Faire ce que mrsquoas ordonneacute

Mrsquoen vaiz (Pass Auv 161 DMF sv)

(34) Et pour ce sire nous lui promettons en bonne foy que nous le servirons comme nostre

loyal seigneur et lui rendrons graces et mercis de la bonteacute qursquoil nous a faicte (Beacuterinus I

188 DMF sv)

(35) Sire que bien devons amer Tous ensemble vous merciumlons Tant humblement com nous

povons Et regraciumlons chierement Qursquoil vous a pleu benignement Condescendre a nostre

priere [agrave vous marier] (Gris 17 DMF sv)

(36) Si que bonne Amour graci Cent mille fois qui Mrsquoa si tres bien asseneacutee Que jrsquoaim la fl eur

et le tri De ce monde cy [] (Mach Ch bal 630 DMF sv)

(37) Tres chiers et especiaus amis je vous remerci grandement des lettres si amiables et si

confortans a ce qui me touce que vous mrsquoaveacutes envoiies (Froiss Pris am F 68 DMF

sv)

(38) [] avec remerciement de leur longue maintenue faveur leur prioit-on de tousjours per-

seacuteveacuterer tels (Chastell Chron K t1 69 DMF sv)

NellrsquoOttocento la situazione egrave diversa Il verbo delocutivo non marcato egrave remercier

(es 39) merci egrave la forma olofrastica non marcata (es 40) insieme alle molte varianti

(ad es grand merci merci beaucoup merci bien) anche se vi sono esempi di mille gracircces (es 41) Attestata egrave anche la locuzione performativa rendre gracircce(s) (es 42)

(39) Mon bon monsieur je vous remercie (Balzac Meacuted camp 1833 p 271 Frantext)

(40) Lrsquoemployeacute () prit () un paquet de piegraveces enfermeacutees dans une chemise bleue et le

preacutesentant laquoVoici monsieur Lesable vous nrsquoignorez pas que le chef a enleveacute hier trois

deacutepecircches dans ce dossier minus Oui Je les ai merciraquo (Maupassant Contes et nouv t 1

Heacuterit 1884 p 466 Frantext)(41) Mille gracircces mon cher Monsieur des bonnes nouvelles que vous me donnez de la santeacute

de M de Chateaubriand (Mme de Chateaubriand Meacutem et lettres 211-212 Frantext)

(42) Maintenant je vous rends gracircce pour le plaisir que vous me faites en me procurant lrsquooc-

casion de vous remercier comme je vous ai beacuteni crsquoest-agrave-dire du fond du cœur (Dumas

Monte-Cristo t 1 610 Frantext)

Lrsquoanalisi delle occorrenze delle formule nel corpus conferma anche quantitativa-

mente lrsquoevoluzione dei MIC (cfr Graf 2)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

58

Graf 2 - Distribuzione dei MIC in francese

Per le tre tipologie di MIC si puograve osservare che nei testi francesi tra le due locu-

zioni performative (je rends mercigracircce(s)) prevale je rends gracircce(s) che perograve dimi-

nuisce nel 1900 Il verbo performativo je remercie egrave la forma piugrave frequente in francese

contemporaneo ma nei secoli precedenti sono attestate diverse varianti di verbi per-

formativi che caratterizzano in particolare lrsquoantico francese La formula olofrastica

(grand) merci egrave costantemente la piugrave frequente e anzi aumenta di frequenza nel 1900

4 In conclusione

Nelle lingue romanze i valori pragmatici dei MIC si realizzano in contesti morfo-

sintattici differenti (locuzioni e verbi performativi formule olofrastiche) per gli atti di

scuse richiesta e ringraziamento

Per quanto il latino utilizzasse prevalentemente formule legate ad un solo etimo

(gratia) italiano e francese riprendono invece due etimi diversi mentre la funzione

di cortesia associata alla formula latina continua nella formula olofrastica italiana

grazie il francese attribuisce ad un altro etimo (merces) il valore di formula olofra-

stica forse in relazione ad una interpretazione dellrsquoetimo originario che sembrerebbe

caratterizzare il latino di Gallia nel periodo tardo10 In ogni caso per i secoli e i testi

qui considerati i due etimi latini svolgono la medesima funzione di cortesia pur con

sfumature di signifi cato e in contesti drsquouso differenti

La prevalenza di una forma sullrsquoaltra si evidenzia

(a) in termini di frequenza anche in relazione a parametri sociolinguistici

(b) in relazione al grado di pragmaticalizzazione (formula olofrastica)

10 Cfr ad es il passo di Venanzio Fortunato vescovo di Poitiers nel VI sec Quaeligrens unde viro duplicentur vota salutis Et tibi mercedem de Radegunde facit (Carm 9 14 13)

GHEZZI

59

(c) in relazione alla formazione di unitagrave delocutive (it grazie gt ringraziare ringraziamento

fr merci gt merciergt merciement remercier gt remerciement)

Mentre per le locuzioni la forma piugrave frequente in entrambe le lingue ha come base

lrsquoetimo gratia le formule olofrastiche mostrano traiettorie differenti in italiano dal

1500 al 1900 la forma olofrastica egrave realizzata a partire dai due etimi latini ma pro-

gressivamente la variante grazie sostituisce gran merceacute In francese anche se vi sono

tuttora attestazioni di mille gracircces la formula piugrave frequente egrave (grand) merci

La derivazione delocutiva egrave un lsquomeccanismorsquo diacronico diffuso Lrsquoanalisi dello

sviluppo dei MIC associati ai ringraziamenti ha evidenziato processi ciclici produttivi

che presuppongono lrsquoesistenza di un impiego formulare dellrsquoespressione reinterpre-

tata secondo lo schema seguente (esemplifi cato attraverso it grazie)

grazia ldquofavorerdquo rendere graziae grazie ringraziare gt ringraziamento

(a) grazia favore (che viene fatto a qualcuno)

(b) utilizzo di graziae con il senso (a) nella formula rendere grazie utilizzata per ringraziare

in base alle regole di discorso laquose X dice a Y che (a) egrave un favore fatto a X allora X rin-

grazia Yraquo

(c) creazione di una nuovo sostantivo con il signifi cato di ldquoatto che si realizza dicendo

grazierdquo

(d) gli usi di grazie dello stadio (b) sono reinterpretati con il valore in (c)

(e) creazione di un verbo performativo con il signifi cato di ldquodire grazierdquo

Tra gli aspetti che richiedono approfondimenti ve ne sono alcuni che riguardano

le modalitagrave di selezione della base da cui derivano i verbi performativi in particolare

saragrave interessante verifi care se questa derivazione si applichi a partire dalla struttura

o dalla forma meno marcate sincronicamente al momento della derivazione Il caso

del francese permetterebbe allora di ipotizzare uno sviluppo diacronico gracier gt (re)mercier dove gracier testimonia una fase precedente in cui anche nel francese predo-

minava ancora il modello latino cosigrave come it salutare rispetto a ciao testimonia la

presenza di una formula di saluto (salve) precedentemente meno marcata Un secondo aspetto che meriterebbe piugrave approfonditi studi egrave relativo al ruolo dei

fattori sociali e storico-culturali nella diversa evoluzione delle formule olofrastiche

francesi e italiane (merci e grazie) Held (1996) ipotizza che la peculiaritagrave del francese

possa essere variamente associata a fattori socio-culturali come ad esempio il fatto

che progressivamente la forma gratia sia stata utilizzata come base per la creazione

di forme idiomatiche connesse al linguaggio cerimoniale delle laquoHonnetes gensraquo nel

1700 e che sia quindi stata progressivamente relegata allrsquouso religioso Ragioni simili

potrebbero essere ricercate anche per le altre lingue a partire dal rumeno ma lrsquoam-

bito socio-culturale di riferimento egrave ancora tutto da scoprire

Universitagrave di Bergamo Chiara GHEZZI

CILPR 2013 ndash SECTION 2

60

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63

Aliquis tra latino e romanzo

1 Introduzione gli indefi niti tra tipologia e diacronia

La direzionalitagrave del mutamento linguistico egrave un tema molto prominente nella sin-

tassi storica soprattutto grazie al fi lone di ricerche sulla grammaticalizzazione (per

il latino si veda Fruyt (2011)) In questo campo gli studiosi hanno potuto identifi care

un numero ristretto di cause e meccanismi del mutamento sintattico motivati dal

punto di vista cognitivo in termini di strategie di acquisizione (cf Roberts (2007) per

un quadro drsquoinsieme) In ambito semantico invece non sono emersi con altrettanta

chiarezza meccanismi generali e cognitivamente fondati che spieghino la ricorrenza

di certi tipi di mutamento (con alcune eccezioni per es Traugott Dasher (2001) e

Eckardt (2006))

Come mostrato dallrsquoampio studio tipologico di Haspelmath (1997) i pronomi

e aggettivi indefi niti sono diacronicamente piuttosto instabili e possono quindi

mostrare differenze signifi cative anche in lingue strettamente imparentate e in inin-

terrotto contatto come quelle romanze Allo stesso tempo nel sistema degli indefi niti

si possono osservare degli schemi di mutamento ricorrenti Per esempio frequente

egrave la trasformazione di un termine a polaritagrave negativa (NPI) in un indefi nito nega-

tivo (cf Haspelmath (1997 221-233)) ma anche la direzione contraria egrave attestata (cf

Jaumlger (2010)) Un altro ciclo rilevante interessa gli indefi niti lsquoa scelta liberarsquo (lsquofree

choicersquo come lrsquoit qualsiasi) che si sviluppano da relative libere e vengono estesi a

contesti comparativi condizionali e interrogativi perdendo il valore originario (cf

Haspelmath (1997 149-150) e Foulet (1919) e Jayez Tovena (2011) sul fr quelque)

Meno studiato in questa prospettiva egrave il sistema degli indefi niti specifi ci su questo mi

concentro qui considerando la storia del latino aliquis lsquoqualcuno (un) qualchersquo che

mostra sviluppi diacronici peculiari in prospettiva tipologica

2 Gli sviluppi romanzi di aliquis

Nel ricco sistema degli indefi niti del latino classico quidam e aliquis svolgono la

funzione di indefi niti specifi ci Egrave generalmente riconosciuto (cf Haspelmath (1997)

Bertocchi et al (2010) Bortolussi (2010)) che il loro signifi cato si distingue in base

allo stato epistemico del parlante (lsquospecifi c known unknownrsquo in Haspelmath (1997))

Con quidam il parlante introduce un referente della cui identitagrave egrave certo spesso ma

non necessariamente seguono nel testo ulteriori specifi cazioni sullrsquoidentitagrave del refe-

CILPR 2013 ndash SECTION 2

64

rente eo sul tipo di conoscenza che ne ha il parlante (cf (1)a) Con aliquis invece il

referente dellrsquoespressione indefi nita egrave presentato come esistente e in questo consiste

la sua specifi citagrave la sua identitagrave egrave perograve sconosciuta al parlante e impossibile da indi-

viduare o non rilevante (cf (1)b) Secondo la defi nizione del dizionario Lewis-Short

aliquis laquodenotes that an object really exists but that nothing depends upon its indi-

vidualityraquo

(1) a Nec diu moratus rusticus quidam familiaris oculis meis cum muliercula comite propius accessit (Petron 12 3)

lsquoDopo poco arrivograve un contadino che conoscevo di vista accompagnato da una donnettarsquo

b expectabam aliquem meorum (Cic Att 13 15)

lsquoapettavo (qualc)uno dei mieirsquo

Quidam pur mantenendo vitalitagrave in latino tardo non produce esiti romanzi al

contrario aliquis egrave continuato dalle forme pronominali romanze derivanti dallrsquoaccu-

sativo come sp alguien pt algueacutem sp e pt algo e da quelle risultanti dallrsquouniverba-

zione di aliquis e unus gt alicunus come per es it alcuno fr aucun sp alguacuten pt

algum La distribuzione di queste forme egrave piuttosto diversifi cata nelle varie lingue

e il signifi cato egrave talvolta distante da quello del lat aliquis Il plurale (in fr lrsquoarcaico

drsquoaucuns) puograve ricevere interpretazione specifi ca (cf lrsquoit alcuni in (2)a) Il singolare

invece egrave diventato un termine a polaritagrave negativa talvolta -come in spagnolo cf (2)b-

con inversione rispetto al nome secondo alcune analisi della concordanza negativa il

francese aucun (usato nei registri formali) egrave un vero e proprio indefi nito negativo la

cui distribuzione egrave legata alla presenza della negazione diretta e i cui tratti semantici

ne permettono lrsquouso come risposta negativa in contesti ellittici cf (2)c-d In Ibero-

Romanzo inoltre per gli indefi niti derivati da aliquis egrave possibile un cosiddetto uso

lsquoepistemicorsquo (cf (2)e Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito 2003 Jayez Tovena 2006)

che non permette lrsquoidentifi cazione univoca del referente dellrsquoelemento indefi nito uso

che in francese e italiano egrave impossibile con alcuno aucun ed egrave invece espresso rispet-

tivamente da quelque e (un) qualche (cf lrsquoit in (2)f-g)

(2) a Franco vuole comprare alcuni libri nel negozio qui vicino (specifi co possibile)

b no toma precaucioacuten alguna lsquonon prende alcuna precauzionersquo

c Aucun de mes amis nrsquoest venu lsquoNessuno dei miei amici egrave venutorsquo

d A Avez-vous une objection B Aucune lsquoA Ha unrsquoobiezione B Nessunarsquo

e Mariacutea se casoacute con alguacuten estudiante del departamento en concreto con Pedro

lsquoMaria si egrave sposata con un qualche studente del dipartimento precisamente Pedrorsquo

f Maria si egrave sposata con alcuno studente del dipartimento

g Qualche idiota ha dimenticato di spegnere la luce

La Tabella 1 riassume in forma schematica la distribuzione degli esiti di aliquis in

italiano francese spagnolo e portoghese

GIANOLLO

65

Tabella 1 distribuzione degli esiti romanzi di aliquis

linguaLatino

ClassicoRomanzo

formaaliquis Sp alguacuten

alguien

Pt algumalgueacutem

It alcunoFr aucun

funzionelsquospecifi c

unknownrsquoSINGOLARE PLURALE

indefi nito

epistemico

Sp Pt

(It qualche

Fr quelque)

termine

a polaritagrave

negativa

Sp Pt

Ita Fr

indefi nito

negativo

Fr

indefi nito

semplice o

specifi co

Sp Pt It

Fr

In questo contributo non mi occupo dellrsquoasimmetria nello sviluppo di singolare e

plurale e mi dedico invece a due aspetti evidenziati dal confronto tra il valore del sin-

golare latino e gli sviluppi semantici delle forme singolari romanze il comportamento

di aliquis rispetto alla negazione in latino classico e tardo (sect 4) e lrsquouso epistemico di

aliquis in contesti modali (sect 5) Egrave opportuno perograve fare precedere alla presentazione

dei dati una breve discussione della nozione di specifi citagrave (sect 3)

3 Gli ingredienti della specifi citagrave

La specifi citagrave egrave un fenomeno pervasivo allrsquointerfaccia tra semantica pragmatica e

sintassi per il quale egrave diffi cile raggiungere una defi nizione condivisa Von Heusinger

(2011) offre un panorama aggiornato degli studi sul tema da cui emerge la mancanza

di consenso su quale sia la componente fondamentale della specifi citagrave e quali invece

gli lsquoepifenomenirsquo dovuti allrsquointerazione con i vari contesti semantici e pragmatici Da

una parte si osservano nelle lingue elementi con i quali egrave sempre associato un valore

di specifi citagrave e che sono incompatibili con contesti che non permettono unrsquointerpre-

tazione specifi ca Dallrsquoaltra esistono elementi piugrave variabili che a seconda di fattori

contestuali come le relazioni di portata tra operatori logici e la struttura informazio-

nale assumono o meno unrsquointerpretazione specifi ca

Haspelmath (1997) classifi ca aliquis come indefi nito specifi co ma studi dedicati al

latino hanno mostrato che tale classifi cazione egrave tuttrsquoaltro che ovvia se per es Bertoc-

chi et al (2010 25) affermano che laquoaliquis is generally though not always specifi craquo

Orlandini (1983 233) classifi cava aliquis in base ai suoi criteri pragmatici come non-

CILPR 2013 ndash SECTION 2

66

specifi co1 La variabilitagrave della classifi cazione dipende dalla defi nizione di specifi citagrave

di volta in volta adottata

In Orlandini (1983) come in molta letteratura sul tema si adotta una defi nizione

pragmatica basata sullo stato epistemico del parlante un indefi nito specifi co esprime

certezza del parlante riguardo allrsquoidentitagrave del referente (unicitagrave del riferimento) Lo

stato epistemico del parlante egrave di fatto identico a quello che produce lrsquointerpretazione

referenziale di un sintagma nominale defi nito diverso egrave solo lo stato epistemico del

ricevente che nel caso del defi nito ha familiaritagrave con il referente nel caso dellrsquoindefi -

nito non ne conosce lrsquoidentitagrave

Haspelmath (1997 38) offre la seguente defi nizione laquoan expression is specifi c if

the speaker presupposes the existence and unique identifi ability of its referentraquo Solo

nellrsquoambito di una presupposizione di unicitagrave del riferimento ha senso distinguere

secondo Haspelmath (1997 45) tra riferimento conosciuto e non conosciuto

Bertocchi et al (2010 24-28) cosigrave come Bortolussi (2010) adottano la defi nizione

di Haspelmath ma distinguono tra casi in cui crsquoegrave sia presupposizione di esistenza che

unicitagrave di riferimento e casi in cui invece non crsquoegrave unicitagrave di riferimento ma lrsquoesistenza

del referente egrave comunque presupposta a seconda dei contesti di occorrenza aliquis

puograve indicare o meno unicitagrave di riferimento ossia puograve essere o non essere specifi co

Inoltre viene sottolineata per il latino la presenza di un indefi nito quis che egrave neutro

rispetto alla presupposizione di esistenza Su questa base viene riconosciuto per il

latino il sistema in (3)

(3) a quidam [+ presupposizione di esistenza] [+ unicitagrave del referente]

b aliquis [+ presupposizione di esistenza] [plusmn unicitagrave del referente]

c quis [empty presupposizione di esistenza] [ndash unicitagrave del referente]

d quisquam [ndash presupposizione di esistenza] [ndash unicitagrave del referente]

A fronte di queste diffi coltagrave nel raggiungere una defi nizione unitaria di specifi citagrave

mi sembra opportuno procedere nella ricerca empirica scomponendo il concetto e

prendendo in considerazione separatamente due ingredienti che sono rilevanti per

lrsquointerpretazione di aliquis

(i) portata in latino classico aliquis egrave in grado di deve trovarsi al di fuori della

portata di altri operatori come ad es la negazione e il condizionale

(ii) componente epistemica il referente egrave sconosciuto indifferente al parlante

In sect 4 mi concentro sul primo fattore e in particolare sugli sviluppi di aliquis in

contesti negativi e sullrsquoimpossibilitagrave di avere letture specifi che allrsquointerno della por-

tata della negazione Sotto questo aspetto lrsquoevoluzione diacronica di aliquis si pro-

spetta giagrave chiaramente a partire dal IV sec dC In sect 5 discuto lrsquoimportanza della

1 La bibliografi a su questo tema e in generale sugli indefi niti latini egrave vasta e non le puograve essere resa giustizia in questa sede Segnalo solo alcuni dei contributi piugrave recenti Orlandini (1983) (2000) Mellet (1992) Maraldi (2000) Bortolussi (2001) (2010) Bertocchi et al (2010) Bortolussi Sznajder (2014) Devine Stephens (2013)

GIANOLLO

67

componente epistemica interpretata come estensione del dominio di quantifi cazione

per il percorso diacronico di aliquis

4 Aliquis e la negazione

Si egrave osservato in sect 2 come gli esiti romanzi di aliquis diventino termini a polaritagrave

negativa legittimati quindi in contesti con lsquocapovolgimento di scalarsquo (lsquodownward

entailingrsquo) come il dominio di portata della negazione Lrsquoestensione a questi con-

testi e in generale a contesti non-specifi ci delle forme romanze che continuano

aliquis contraddice la generalizzazione diacronica di Haspelmath (1997 148-154)

secondo cui i mutamenti semantici che interessano gli indefi niti operano unidire-

zionalmente da destra a sinistra della sua mappa semantica Nel sistema di funzioni

di Haspelmath rappresentato in (4) gli usi specifi ci occupano lrsquoestrema sinistra

mentre quelli sotto negazione indiretta e diretta si trovano nella parte destra dello

spazio semantico

(4) Rappresentazione della mappa semantica per gli indefi niti di Haspelmath (1997)

specifi c

known

specifi c

unknown

irrealis

non-spe-

cifi c

question indirect

negation

direct

negation

conditional compara-

tive

free-choice

Le letture specifi che degli indefi niti sono sempre impossibili sotto la portata della

negazione come mostrato dal contrasto tra inglese some e any in (5)

(5) a I didnrsquot cite some contributions lsquoci sono alcuni contributi che non ho citatorsquo exist gt not

b I didnrsquot cite any contributions lsquonon ho citato alcun contributorsquo not gt existIl latino aliquis se usato in contesti di negazione diretta prende sistematicamente

portata ampia rispetto allrsquooperatore negativo (cf Orlandini (2000)) in (6) si inter-

preta quindi lsquocrsquoegrave qualcosa che tu non hairsquo e non lsquonon crsquoegrave niente che tu abbiarsquo Si noti

che anche se in (6) la portata del quantifi catore egrave ampia lrsquoidentifi cazione del refe-

rente non egrave possibile o voluta lrsquoesistenza di lsquoun qualcosarsquo egrave rilevante la sua indentifi -

cazione egrave lasciata aperta

(6) dicitur enim alio modo etiam lsquocarerersquo cum aliquid non habeas et non habere te sentias

(Cic Tusc 1 88)

lsquoinfatti carere egrave usato in un signifi cato diverso quando crsquoegrave qualcosa che non hai e hai la

percezione di non averlorsquo

CILPR 2013 ndash SECTION 2

68

La quantifi cazione esistenziale sotto la portata della negazione egrave espressa in latino

da termini a polaritagrave negativa come quisquam ullus o la serie in -piam2 che co-

occorrono con la negazione (7)a-b unrsquoaltra possibilitagrave egrave offerta dagli indefi niti nega-

tivi come nemo nihil nullus che da soli danno valore negativo alla frase (7)c3

(7) a neque quisquam omnino consisteret (Caes civ 3 69)

lsquoe (cosigrave che) assolutamente nessuno si fermavarsquo

b sine timore ullo (Caes Gall 8 3)

lsquosenza alcun timorersquo

c sed hunc laborem recusabat nemo (Caes civ 1 68)

lsquoma nessuno rifi utava questa faticarsquo

Anche in altri contesti con capovolgimento di scala come per es la restrizione del

quantifi catore universale si trova per lo piugrave la serie a polaritagrave negativa

(8) omnes qui ullam agri glebam possiderent (Cic Verr 2 3 28)

lsquotutti coloro che possedessero un qualche appezzamento di terrenorsquo

Tuttavia aliquis come semplice esistenziale egrave anche possibile secondo De-

vine Stephens (2013 376) in (9) a differenza che in (8) non crsquoegrave il riferimento al

valore fi nale di una scala tipico invece per gli elementi a polaritagrave negativa lsquoqualcosarsquo

quindi e non lsquoqualsiasi cosarsquo

(9) omnes qui aliquid scire videntur (Cic parad 40)

lsquotutti coloro che sembrano sapere qualcosarsquo

Il comportamento di aliquis in contesti negativi mostra che questo indefi nito egrave

capace di portata ampia rispetto ad altri operatori e dagrave luogo a interpretazioni specifi -

che in cui il quantifi catore ha portata al di sopra della negazione In questo senso ali-quis contrasta nettamente con il comportamento degli esiti romanzi In latino tardo

perograve marcatamente a partire dal IV sec dC si iniziano a trovare casi in cui aliquis

va interpretato sotto la negazione come lrsquoesempio dalla Vulgata in (10)

(10) si ergo corpus tuum totum lucidum fuerit non habens aliquam partem tenebrarum erit lucidum totum et sicut lucerna fulgoris inluminabit te (Vulg Luc 11 36)

lsquose quindi il tuo corpo egrave tutto nella luce senza avere alcuna parte nelle tenebre tutto

saragrave luminoso e come quando la lucerna ti illumina con i suoi raggirsquo

2 La serie in -piam era giagrave rara e arcaizzante in latino classico (Bertocchi et al (2010 48)) ma mostra nuova vitalitagrave nel latino della Vulgata (Bortolussi Sznajder 2014) Egrave possibile che ciograve sia da interpretare come segno di una discrepanza tra lingua letteraria e lingua parlata nel dominio dei termini a polaritagrave negativa che mostra sviluppi giagrave nel IV secolo dC

3 Orlandini (2000 154-155) e Devine Stephens (2013 374-375) discutono alcuni rari casi con il complementatore negativo ne in cui aliquis ha portata al di sotto della negazione Gli autori sono concordi nel ritenere che nelle completive introdotte da ne la negazione ha proprietagrave semantiche e pragmatiche particolari che giustifi cano tale comportamento Per Orlandini tuttavia aliquis ha in questi casi unrsquointerpretazione simile a un termine a polaritagrave negativa che indica lrsquoestremo di una scala quantitativa mentre Devine e Stephens lo trattano come un semplice esistenziale

GIANOLLO

69

Contemporaneamente si notano con sempre maggiore frequenza soprattutto nei

registri stilistici meno coltivati segni dello sviluppo della concordanza negativa sia

nei testi che nelle discussioni grammaticali (Diomede GL 1455) cf Molinelli (1988)

Molinelli (1989) In (11) unrsquoattestazione dalla Vetus Latina egrave paragonata allrsquouso clas-

sico della Vulgata

(11) a non respondes nihil (Vet Lat Marc 14 60)

lsquonon rispondi nullarsquo

b non respondes quidquam (Vulg Marc 14 60)

Dal latino al romanzo la serie degli indefi niti negativi si rinnova completamente

Lrsquoorigine dei nuovi elementi puograve essere tracciata al latino tardo e deve aver avuto

effetti profondi sullrsquointero sistema degli indefi niti compreso aliquis Molinelli (1989

622-623) discute a proposito della concordanza negativa alcune osservazioni di Ago-

stino su quello che lui considera essere lrsquouso grammaticale corretto al contrario di

espressioni evidentemente frequenti nella sua epoca Egrave notevole che tali osservazioni

mostrino talvolta come in (12) anche lrsquouso corrente non classico -ma si noti bene

proposto come corretto proprio da Agostino- di aliquis come termine a polaritagrave

negativa

(12) Non est relictum viride nihil in lignis dicendum fuit more locutionis nostrae non est relictum viride aliquid in lignis (Aug quaest Hept 54 239 Loc de Exodo)

lsquolsaquonon rimase nulla [nihil] di verde sugli alberirsaquo si dovrebbe piuttosto dire nella lingua

corretta lsaquonon rimase nulla [aliquid] di verde sugli alberi rsaquo

cf Vulgata nihilque omnino virens relictum est in lignis

Se in latino tardo ci sono dunque segni piuttosto chiari che preludono ai ter-

mini a polaritagrave negativa romanzi che continuano aliquis diffi cile egrave tracciare il per-

corso diacronico che vi ha portato Nella mappa semantica di Haspelmath (1997) la

contiguitagrave tra le diverse funzioni segnala una relazione semantica che si dovrebbe

anche proiettare in dimensione diacronica indicando direzioni e tappe di mutamento

Come giunge quindi aliquis dallrsquoestremo sinistro allrsquoestremo destro dello spazio

semantico presentato in (4) Nella sezione seguente considero la componente episte-

mica di aliquis e propongo che essa rappresenti una forma di lsquoestensione del dominio

di quantifi cazionersquo da riconoscersi come tappa intermedia verso la polaritagrave negativa

5 Aliquis e gli indefi niti epistemici

La seconda osservazione che emerge dal quadro comparato in sect 2 concerne gli

usi cosiddetti lsquoepistemicirsquo degli esiti di aliquis in Ibero-Romanzo Il termine lsquoepiste-

micorsquo egrave usato da Jayez e Tovena (2006) in senso piuttosto ampio per gli indefi niti il

cui uso egrave condizionato dal parametro lsquostato di conoscenza del parlantersquo sono defi niti

lsquoepistemicirsquo sia gli indefi niti che permettono lrsquoidentifi cazione del referente (fr un cer-tain) sia quelli che indicano un grado di ignoranza (fr un quelconque) A prima vista

sembrerebbe quindi possibile considerare questa funzione equivalente alle catego-

CILPR 2013 ndash SECTION 2

70

rie lsquoknown unknownrsquo di Haspelmath (1997) Non egrave perograve cosigrave per Haspelmath tali

categorie si applicano solo agli indefi niti specifi ci mentre per Jayez e Tovena (2006)

lrsquoepistemicitagrave puograve essere anche un parametro degli indefi niti lsquofree choicersquo

A complicare ulteriormente il quadro terminologico nel defi nire lsquoepistemicorsquo lrsquouso

di sp alguacuten in casi come (2)e per es in Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito (2003) e

Aloni Port (2006) il termine egrave stato impiegato con il senso piugrave ristretto di lsquoforma

lessicale specializzata che indica lrsquoassenza di conoscenza da parte del parlantersquo In

particolare lo sp alguacuten egrave stato caratterizzato da Alonso-Ovalle e Meneacutendez-Benito

(2010) come lsquoanti-singleton indefi nitersquo il cui dominio di quantifi cazione non puograve

essere ridotto a un singolo elemento Se si adotta tale accezione ristretta la corri-

spondenza rispetto alle categorie di Haspelmath si riduce al polo lsquounknownrsquo Inol-

tre gli indefi niti epistemici non sono necessariamente specifi ci rispetto alla portata

come mostra lrsquointerazione con altri operatori Aloni e Port (2006) hanno mostrato

come non solo alguacuten ma anche per es lrsquoit un qualche e il ted irgendein anchrsquoessi

considerati epistemici presentino valori semantici diversi a seconda del contesto Se

unrsquointerpretazione specifi ca egrave possibile in frasi episodiche di modalitagrave reale questi

indefi niti possono anche avere interpretazione non-specifi ca per es in un contesto

modale epistemico Nel caso di contesti negativi poi alguacuten e irgendein (ma non un qualche) vengono interpretati sotto la portata della negazione comportandosi come

esistenziali semplici perdendo cioegrave lrsquoapporto epistemico

Un approccio promettente che qui seguo anche nella defi nizione di epistemicitagrave

egrave quello di Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito (2003) (2010) che si basa sul formulare

condizioni sul dominio di quantifi cazione degli indefi niti sulla scorta dellrsquoinfl uente

proposta di Kratzer Shimoyama (2002)4 Il punto di partenza egrave il confronto con gli

indefi niti lsquofree choicersquo come it qualunque o sp cualquiera Nel loro caso il dominio

di quantifi cazione egrave esteso al massimo (lsquodomain wideningrsquo) fi no a comprendere anche

i casi marginali dellrsquouniverso del discorso Con gli indefi niti lsquoepistemicirsquo invece se egrave

vero che non egrave possibile lrsquoidentifi cazione univoca del referente (lsquoanti-singleton con-

straintrsquo) alcune alternative possono essere escluse gli indefi niti epistemici quindi

hanno un dominio piugrave limitato rispetto ai lsquofree choicersquo (lsquominimal domain wideningrsquo)

Se si segue lrsquoapproccio pragmatico di Schwarzschild (2002) alla specifi citagrave egrave possibile

riconoscere un continuum di restrizioni sul dominio di quantifi cazione cf (13) la

specifi citagrave sarebbe lrsquoeffetto di unrsquoestrema restrizione del dominio di quantifi cazione

a livello contestuale fi no a comprendere un solo elemento (lsquosingleton indefi nitesrsquo

lsquoextreme domain narrowingrsquo)

(13) extreme domain narrowing gt minimal domain widening gt domain widening

Data la caratteristica di base di lsquominimal domain wideningrsquo il comportamento

fl essibile degli indefi niti epistemici a seconda del contesto egrave spiegato in termini

pragmatici come differenza nel tipo di implicature di volta in volta permesse (cf

Kratzer Shimoyama (2002) Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito (2010 20-27)) Si

4 Lrsquoapproccio non egrave privo di problemi come discusso da Aloni e Port (2006)

GIANOLLO

71

considerino esempi classici di aliquis in contesto epistemico (si noti il tempo futuro)

(14) egrave un tentativo di rassicurazione in una situazione critica in (15) Trimalchione

considera il canto di un gallo un segnale di cattivo augurio

(14) Deus respiciet nos aliquis (Plaut Bacch 638a)

lsquoqualche divinitagrave ci proteggeragraversquo

(15) nam aut incendium oportet fi at aut aliquis in vicinia animam abiciet (Petron 74 2)

lsquoinfatti o ci deve essere un incendio o qualcuno nelle vicinanze sta per tirare le cuoiarsquo

In casi come questi il ricevente del messaggio verbale cerca una motivazione per

lrsquoestensione del dominio di quantifi cazione (del percheacute il parlante non abbia voluto

essere piugrave informativo restringendo il dominio a un individuo) e conclude che il par-

lante ha voluto evitare di asserire qualcosa di falso da qui lrsquoeffetto di lsquoignoranzarsquo

sullrsquoidentitagrave del referente

Nel continuum formulato in (13) trovano spazio anche gli indefi niti a polaritagrave

negativa che come i lsquofree choicersquo producono la massima estensione del dominio

di quantifi cazione (Kadmon Landman 1993) In contesti con lsquocapovolgimento di

scalarsquo questo porta a un rafforzamento dellrsquoasserzione dal momento che anche le

alternative al margine del dominio vengono escluse (di converso per i lsquofree choicersquo il

rafforzamento consiste nellrsquoammettere anche le alternative marginali)

Haspelmath (1997) mostra che casi come lrsquoinglese any che ha sia la funzione

lsquofree choicersquo sia la funzione di termine a polaritagrave negativa non sono affatto rari

tipologicamente nota anche che dal punto di vista storico sembra aver luogo con

una certa frequenza il mutamento direzionale da funzione lsquofree choicersquo a funzione

lsquopolaritagrave negativarsquo La situazione osservata in sect 2 per il latino e le lingue romanze

suggerisce che un altro mutamento possibile sia quello da indefi nito epistemico

a indefi nito a polaritagrave negativa e che esso si sia verifi cato nel caso di aliquis La

categoria di indefi nito epistemico puograve rappresentare lrsquoanello mancante tra gli usi spe-

cifi ci e quelli a polaritagrave negativa Il percorso diacronico di aliquis non appare piugrave

eccezionale in prospettiva tipologica allorcheacute si consideri che aliquis in latino classico

non egrave poi cosigrave specifi co se da una parte egrave in grado di avere portata ampia rispetto a

molti operatori dallrsquoaltra egrave meno referenziale di un indefi nito specifi co lsquostandardrsquo (it

uno un certo) e si avvicina piuttosto allrsquouso odierno dello sp alguacuten del fr quelque

insomma degli indefi niti epistemici

6 Conclusioni

Se alle funzioni considerate da Haspelmath nella sua mappa si aggiunge la fun-

zione di indefi nito epistemico si puograve modellare il mutamento in forma graduale

attraverso contesti contigui Resta il fatto che il mutamento proposto contraddice

le predizioni di Haspelmath rispetto alla direzionalitagrave del mutamento (pur sempre

da sinistra a destra nello spazio semantico) Gli sviluppi nelle varie lingue romanze

seguono la stessa direzione ma raggiungono stadi diversi Egrave probabile che ciograve sia con-

CILPR 2013 ndash SECTION 2

72

seguenza dellrsquointerazione con altri mutamenti (soprattutto nel dominio della nega-

zione) e della pressione paradigmatica di altri indefi niti Gli usi epistemici delle lin-

gue ibero-romanze rappresenterebbero uno stadio piugrave conservativo rispetto a italiano

e francese Queste ultime hanno perso gli usi epistemici attestati per gli stadi piugrave

antichi (cf Martins (2000) Stark (2006) Ingham (2011)) e mantengono solo il valore

di termine a polaritagrave negativa

Universitagrave di Colonia Chiara GIANOLLO

GIANOLLO

73

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75

Sulla morfosintassi dei pronomi relativi nelle carte notarili

di area salernitana (IX secolo)

1 Questioni preliminari e struttura del lavoro

In questo studio presenteremo alcuni dati relativi ad una piugrave ampia ricerca in

corso presso lrsquoUniversitagrave di Napoli ldquoFederico IIrdquo sul latino delle carte notarili pro-

dotte in Italia meridionale nel corso dellrsquoalto medio-evo e del medio-evo centrale1 In

particolar modo in questrsquooccasione saranno discussi i primi dati riguardanti le forme

assunte dai pronomi relativi nei documenti rogati in area salernitana nel IX secolo

Dal punto di vista tipologico comrsquoegrave noto la subordinazione relativa rappresenta

uno dei principali macro-tipi subordinativi presenti nelle lingue del mondo2 Secondo

la defi nizione interlinguisticamente valida proposta da Andrews (2007 206) attra-

verso la frase relativa viene delimitata laquothe reference of an NP [sc Noun Phrase] by

specifying the role of the referent of that NP in the situation described by the RC [sc Relative Clause]raquo Come si vede la defi nizione di frase relativa appena fornita include

le frasi che nella tradizione grammaticale italiana (e di altri paesi occidentali) sono

chiamate relative restrittive ma taglia fuori dal dominio della subordinazione rela-

tiva le cosiddette frasi relative non-restrittive Queste ultime presentano in effetti una

relazione semantica e pragmatica con la frase reggente che differisce sensibilmente da

quella instaurata dalle relative restrittive (si veda ad esempio Comrie (1989 138-139))

Tuttavia poicheacute il latino (come altre lingue ad esempio lrsquoitaliano e lrsquoinglese) presenta

strategie simili nella realizzazione delle relative restrittive e non-restrittive in questo

studio ci occuperemo di entrambe le strutture Soprattutto percheacute in questa occa-

sione ci soffermeremo in particolar modo sugli aspetti morfologici della relazione tra

il nome testa e il pronome relativo

Lrsquoipotesi di fondo di questo contributo egrave che nei documenti prodotti nel IX secolo

nei territori longobardi dellrsquoarea salernitana la distanza tra forme (e costruzioni) che

tendono maggiormente verso il latino e forme (e costruzioni) che tendono maggior-

mente verso il romanzo debba essere misurata nei termini di un continuum di diverse

opzioni in competizione ma non in mutua esclusione la cui selezione era sensibile

1 I primi risultati di questa ricerca si possono leggere in Sornicola (2007 2008 2011 2012a 2012b 2013a e 2013b) DrsquoArgenio (2013) Ferrari (2013) Valente (2013) e Greco (2012a 2012b e 2013)

2 Si veda ad esempio Dixon (1995 179-183)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

76

a fattori di diverso tipo come ad esempio la tipologia testuale e le abilitagrave scrittorie

dello scrivente Lrsquoobiettivo principale del lavoro egrave infatti quello di valutare se le dif-

ferenti caratteristiche delle realizzazioni delle strutture relative a verbo fi nito ed in

particolar modo di fenomeni come la relazione tra la forma del pronome relativo e la

sua funzione o come lrsquoaccordo morfologico tra il pronome e il nome testa possono

rappresentare degli utili strumenti per lrsquoanalisi del dislivello stilistico tra le diverse

carte prese in esame3

Per quanto riguarda la struttura del lavoro nel prossimo paragrafo saranno pre-

sentate alcune caratteristiche generali della struttura testuale e della lingua dei docu-

menti indagati nella terza sezione dello studio discuteremo invece alcune questioni

riguardanti le forme assunte dai pronomi relativi nelle carte esaminate il paragrafo

4 saragrave dedicato allrsquoanalisi piugrave in dettaglio delle caratteristiche dei pronomi relativi

in un sottoinsieme del nostro corpus in relazione al confronto tra carte rogate da

notai differenti e nel quadro della produzione di un unico notaio tra tipologie di

carta diverse Nellrsquoultima sezione infi ne saranno tratte le conclusioni delle rifl essioni

svolte nel corso del lavoro

2 Caratteristiche generali dei testi indagati e della loro lingua

Il corpus di testi su cui si fonda questo studio egrave costituito da tutte le carte notarili

del IX secolo conservate nellrsquoArchivio della Badia della SSma Trinitagrave di Cava dersquo

Tirreni Si tratta di 105 documenti4 tutti rogati nella longobardia minore (e soprat-

tutto nel salernitano) redatti in massima parte secondo il modello della cartula e

caratterizzati molto spesso da una forte ripetitivitagrave di schemi compositivi e di for-

mule5 Nel complesso infatti la gran parte degli atti egrave costituita da piccoli negozi

legati soprattutto alla vendita (e in alcuni casi alla donazione o alla permuta) di terre

documenti in cui le lsquoparti di formulariorsquo costituiscono la quasi totalitagrave del testo e

minore spazio egrave lasciato alle lsquoparti liberersquo che consistono in genere in una rapida

descrizione dei confi ni e delle caratteristiche delle terre vendute (o permutate o

donate)6 Tuttavia le diverse abilitagrave scrittorie dei notai paiono rifl ettersi anche nella

differente qualitagrave nellrsquouso delle parti di formulario in cui proprio come nelle parti

3 La nozione di lsquoanalisi del dislivello stilisticorsquo egrave intesa in questo lavoro come studio del campo di variazione linguistica attestato dalle carte e delle opzioni selezionate di volta in volta dai diversi scriventi

4 Centodue carte sono edite nei volumi 50 51 e 52 delle Chartae Latinae Antiquiores (drsquoora in poi ChLA) le restanti tre sono invece state pubblicate da Galante (2001)

5 Non mancano in ogni caso nel nostro corpus testi appartenenti ad altre tipologie documen-tarie come i memoratoria le notitiae iudicati e i praecepta concessionis principeschi (infor-mazioni piugrave dettagliate sulla loro ripartizione in termini quantitativi nei testi del IX secolo conservati a Cava dersquo Tirreni sono fornite da DrsquoArgenio Ferrari Valente Greco 2013) Su queste tipologie di documenti ed in particolar modo sulle cartulae (o chartulae) e sui memo-ratoria si vedano Magistrale (1991) e Galante (2012)

6 Sulla differenza tra le lsquoparti di formulariorsquo e le lsquoparti liberersquo si vedano i classici Sabatini (1965 e 1968)

GRECO

77

libere si puograve osservare una certa variazione tra i diversi testi Variazione che come

vedremo nei prossimi paragrafi egrave per noi di interesse centrale

In questo quadro ci sembra che una nozione teorica come quella di dislivello stili-

stico risulti piugrave adatta a descrivere le differenze che si possono cogliere tra le carte del

nostro corpus7 rispetto a categorie come bilinguismo o diglossia assai problematiche

in seacute e la cui interpretazione risulta particolarmente delicata nel caso dei testi che

compongono il nostro corpus Drsquoaltronde giagrave Sornicola (2012a) ha mostrato lrsquooppor-

tunitagrave di una tale scelta per lrsquoanalisi di una serie di fenomeni strutturali in documenti

comparabili a quelli indagati in questo studio

Il presente contributo cercheragrave dunque di rispondere alla seguente domanda le

caratteristiche dellrsquouso dei pronomi relativi possono rappresentare un elemento di

diagnostica del dislivello stilistico tra le diverse carte Per rispondere a questo quesito

la nostra indagine correragrave su due binari distinti da un lato offriremo una descrizione

generale dellrsquouso dei pronomi relativi nei documenti del nostro corpus dallrsquoaltro pro-

porremo unrsquoanalisi piugrave dettagliata di una ventina di carte prodotte negli ultimi 25

anni del secolo IX

3 Caratteristiche generali dellrsquouso dei pronomi relativi nel nostro corpus

31 Aspetti quantitativi

Un aspetto fondamentale della lingua dei testi indagati in questo studio egrave rap-

presentato dal fatto che la relazione tra caso morfologico e funzione sintattica segue

logiche che spesso non sono latine (ma neanche romanze) Sono frequenti ad esempio

scambi nellrsquouso dei casi o forme di Erstarrung nominale (si veda lrsquoesempio 1)8

(1) Et qui si bovi minime inantistare potuerimus [au]t nos ipsi bel nostri heredibus per colibe

ingenio retornare boluerimus con[pon]ere promitemus nos bovi duplo pretjius (ChLA

50 3 18)

Evidentemente una tale condizione generalizzata presenta rifl essi cruciali per

lrsquoanalisi della subordinazione relativa a verbo fi nito e in particolar modo per la rela-

zione tra la forma morfologica dei pronomi relativi e la loro funzione sintattica

Prima di addentrarci nel cuore dellrsquoanalisi perograve desideriamo proporre un quadro

complessivo della frequenza con cui compaiono le diverse forme del pronome relativo

nel nostro corpus

qui que quod quem quam quas quos cuius cui quo qua quorum quarum quibus

630 77 70 61 9 27 0 1 16 6 8 2 0 53

Tabella 1

7 Sulla nozione di lsquodislivello stilisticorsquo si veda la n 38 Una trattazione piugrave distesa di questi fenomeni si trova in Sornicola (2012a)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

78

Il dato che emerge piugrave chiaramente dalla Tabella 1 egrave probabilmente la netta pre-

ponderanza delle forme qui que e quod (e soprattutto della prima)9 Tuttavia a que-

sto proposito egrave necessario sottolineare che nei nostri testi compare molto frequente-

mente una formula che serve a indicare univocamente lrsquoautore dellrsquoazione giuridica o

il suo destinatario e che ha la forma qui supra que supra (si vedano gli esempi 2 e 3)

Questa formula ricorre in 381 dei 630 casi (il 60) in cui compare il pronome qui allo

stesso modo su 78 que 23 (il 30) sono nella locuzione que supra

(2) Infra suprascripte fi ni nec mihi nec ad alio homine nihil reserbabi set bobis qui supra in

integrum binumdedi ad possidendum unde pro suprascripta mea vinditjione de presentis

recepi pretjium ego qui supra vinditor a te emtore meo auro fi guratu solidos Beneventa-

nos numero sex et tremisse uno (ChLA 50 1 8-10)

(3) Unde per istabiliscendum anc mea venditjionem pro confi rmandum cartula suscepi ego

que supra Fredenperga vindetrice a te Aiemprandu emtore fenito pretjium biginti Bene-

bentano solidos de ipsi veteri (ChLA 50 20 27)

Altre caratteristiche evidenziate dalla Tabella riguardano la generale maggior fre-

quenza di pronomi che presentano una forma accusativale rispetto a quelli dotati di

forma obliqua Eccezioni a questa tendenza sono rappresentate dalle forme quam

(9 occorrenze) e quos (che addirittura non compare mai nel corpus) da un lato e da

quibus (53 casi) dallrsquoaltro Lrsquounico altro pronome obliquo che compare con una certa

frequenza egrave cui (16 occorrenze) Le questioni che discuteremo nei prossimi paragrafi

possono a nostro avviso spiegare queste differenze

32 Forma e funzione dei pronomi relativi

Lrsquoanalisi dei nomi testa cui i pronomi si legano e dei valori che questi ultimi assu-

mono evidenzia che in moltissimi casi la corrispondenza tra forma e funzione dei

pronomi relativi nelle carte del nostro corpus non egrave di tipo latino tanto dal punto

di vista della funzione grammaticale (esempio 4) quanto da quello dellrsquoaccordo di

genere e numero (esempi 5 6 e 7 in cui qui que e quod sono legati allo stesso nome

testa terra)10

(4) Unde ubi nec mihi que supra Fredenperge vindetrici nec ad alius homine de de que

superius legitur nullam reserbabit (ChLA 50 20 24)

(5) Binumdedi tibi Vuaiferi comes et fi lius bone memorie Dauferi terra mea qui est arbustu

bitatu (ChLA 51 19 3)

(6) Benundedit tibi Ursi fi lio Iacob terra mea que est arbustu bitatu (ChLA 51 6 3)

(7) De capu fi ne via de alia parte fi ne terra quod tenet Lupu fi lio Decorusi (ChLA 51 5 4)

9 Le forme qui que e quod occorrono quasi sempre in funzione di soggetto o di oggetto e in particolar modo di soggetto Uno dei rari casi in cui questa caratteristica non si riscontra egrave presentato in (4)

10 In alcuni casi allrsquointerno di uno stesso documento il nome testa terra egrave ripreso prima da un pronome e poi da un altro (si vedano a questo proposito lrsquoesempio 19 oppure la carta 27 del volume 51 in cui al rigo 10 si ritrova lrsquoespressione terra campensem nostram quod e qualche rigo oltre si legge invece prima terram qui e poi terra que)

GRECO

79

Le riprese del nome testa terra operate attraverso il pronome qui sono nettamente

maggioritarie si tratta di 31 occorrenze contro le 6 realizzate con que e le 2 con quod

Questa caratteristica sembrerebbe spingere verso una spiegazione del fenomeno in

termini di sovraestensione della forma qui ai danni di que Altri casi in cui uno stesso

nome testa viene ripreso da pronomi diversi mostrano perograve che lrsquoalternanza compare

anche con nomi maschili Le riprese di questo tipo di sostantivi invece in unrsquoottica

di semplice sovraestensione lineare della forma maschile che tende a generalizzarsi

dovrebbero essere effettuate regolarmente con il ricorso al pronome qui Si prenda il

caso del nome maschile locus

(8) Dono adque per an cartula cedo tibi nominati Arniperti dues pezze de terra in locum qui dicitur Iobi (ChLA 50 14 6)

(9) Tibi Persoaldi fi lio quondam Forti terra mea qui est arbustu bitatu et ensetetu in loco que dicitur Clusura subtu ipsa Matruniana abentes fi nis de uno latu terra Donasdei

(ChLA 50 24 4)

(10) Et bos et bestros heredes liceam introire in ipsa medietate in ipso loco quod mihi ibi

reserbabit (ChLA 52 13 27)

Anche nel caso di locus in ogni caso le realizzazioni con qui sono nettamente

maggioritarie il nome testa locus egrave ripreso in 33 occasioni da qui in 8 da que e in 2

da quod La presenza di tutti e tre i pronomi in percentuali praticamente identiche

a quelle riscontrate in occasione dellrsquoanalisi delle riprese del nome terra ci spinge

a ritenere che per molti dei notai attivi nel salernitano nel IX secolo la distinzione

al nominativo tra la forma maschile femminile e neutra del pronome relativo non

fosse piugrave determinante e che qui rappresentasse in tutti i contesti la variante piugrave

frequente ma non lrsquounica possibile Non mancano in ogni caso parole che vengono

riprese esclusivamente dai pronomi qui o quem Un caso di questo tipo egrave rappresen-

tato da petja (o pezza) che funziona come nome testa per una frase relativa a verbo

fi nito in 14 occasioni

(11) Sexta pezza qui est terra cum vinea abet fi ni (ChLA 50 15 12)

Il quadro come si vede egrave piuttosto frastagliato e ferma restando una preferenza

accordata alle forme pronominali maschili (e segnatamente allrsquoelemento qui) non

mancano elementi che indicano direzioni differenti

Per quanto riguarda le forme del pronome accusativo la Tabella 1 evidenzia che

quos non compare mai nei documenti indagati Drsquoaltronde egrave anche vero che i refe-

renti plurali che vengono relativizzati soprattutto in funzione di oggetto diretto non

sono molti (i numerosi quas presenti nel nostro corpus non riprendono infatti neces-

sariamente elementi plurali e anzi egrave piuttosto raro che la forma quas sia utilizzata per

richiamare un nome femminile plurale)

(12) Et casa mea quas habeo intu Benebentanam cibitatem noba [a]d porta qui vocatur da

fl ubio Sapatu (ChLA 50 20 15)

(13) Per unc scriptum dabo tibi qui supra ad frugiandum medietatem de sortem Framperti germani mei quas abuit in locum que dicitur Poltjanu Rotemsis fi nibus (ChLA 51 17 3)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

80

Tra le forme oblique del pronome relativo lrsquounica che ricorre con una certa fre-

quenza nel nostro corpus egrave quibus Ci sembra perograve opportuno sottolineare che 39

delle 53 occorrenze di questo pronome compaiono nella costruzione de quibus la cui

funzione egrave quella di introdurre la formula attraverso la quale chi vende si obbliga a

rispettare il contratto nei confronti di chi acquista De quibus in questi casi sembra

avere un valore paragonabile a ldquorispetto a queste coserdquo

(14) Amodo et semper te tuisque eredibus suprascriptam mea vinditjonem avere et possi-

dere valeatis Unde de quibus nos repromictimus et eredes nostros colligamus tivi qui

supra et at tuis eredibus (ChLA 51 2 15)

(15) Semper tuum nominate Radelghisi et tuis eredibus ea que prelegitur abere et possidere

baleatis de quibus me repromicto ego qui supra Lopenando binditor et obligo me ipsum

et meis eredibus tibi (ChLA 52 15 22)

Le altre forme oblique invece compaiono in pochissime occasioni e in maniera

interessante solo in testi vergati da notai di una certa importanza Si tratta di scri-

venti che prestano servizio presso la corte e che evidenziano abilitagrave scrittorie piugrave sofi -

sticate tanto dal punto di vista della grafi a adottata quanto da quello propriamente

linguistico La forma cuius ad esempio occorre una sola volta in una notitia iudicati (e dunque in un documento dotato di una certa uffi cialitagrave) vergata da Dausdedi

(16) Primis ipsa nominata Adelgisa cum ipso Adelfrid tutore et parentes suos in cuius m[un]dio subiacebat dixerunt ut ipse Teodelgardus in birtute conpreensisset ipsa Adelgisa et

in terra illa (ChLA 52 29 8)

Allo stesso modo la forma quorum compare soltanto in due occasioni Unrsquooccor-

renza si trova in una carta vergata da Ursus un altro notaio dotato di ottime abilitagrave

scrittorie che come Dausdedi ha prestato servizio presso la corte11 Lrsquoaltra compare

invece in un documento prodotto da Toto Si tratta anche in questo caso di un notaio

che presta servizio presso la corte e che quindi si puograve supporre doveva essere rite-

nuto particolarmente abile nella scrittura Si noti comunque la diffi coltagrave di interpre-

tare il valore di quorum nel brano tratto dalla carta vergata da Toto (esempio 17)

(17) Et pariter perreximus ante presentjam Sicardi gastaldi et iudicem et Petrus idem gastaldus

quorum nostra vona volumtas esse[t] venundendum hoc a quem diligenter sum inquisitam

ne aliquid violentjam hoc vindendum a suprascripto vir meus paterent (ChLA 51 26 4)

(18) Unam de rebus sua sola eis iudicare licerent duas bero portjiones hebenire in pote-

statem in quorum mundium subiacere videntur ego autem mundoald nec de progenie

ipsius viri mei aud de progenie (ChLA 52 33 8)

Infi ne anche le sei occorrenze della forma quo compaiono tutte in documenti

vergati proprio da Ursus e Toto Tanto quorum quanto quo si ritrovano dunque solo

in documenti rogati da questi due notai Per altro tre di queste sei occorrenze si ritro-

vano in carte di livello piugrave elevato (una notitia iudicati e un praeceptum concessionis

principesco)

11 Su Dausdedi e Ursus e sulle caratteristiche della lingua particolarmente sofi sticata (nel qua-dro della produzione scrittoria dei notai operanti nel salernitano nel IX secolo) utilizzata da questi scriventi si vedano Greco (2012b e 2013)

GRECO

81

Risulta dunque evidente che le forme oblique del pronome relativo (a parte qui-bus che presenta una distribuzione differente) sono utilizzate pressocheacute esclusiva-

mente da notai che in base a dati di tipo storico paleografi co e linguistico possiamo

annoverare tra i piugrave importanti e dotati di abilitagrave scrittorie piugrave sofi sticate Inoltre esse

ricorrono soprattutto nei documenti di livello piugrave elevato nel quadro della produzione

di questi notai

4 I pronomi relativi e il dislivello stilistico

Al termine del paragrafo precedente abbiamo avuto modo di sottolineare che

sembra possibile individuare caratteristiche differenti nellrsquouso dei pronomi relativi da

parte dei diversi notai operanti nel IX secolo nel salernitano In questa sezione ci sof-

fermeremo brevemente su alcune di queste differenze concentrandoci in particolar

modo su 18 carte rogate tra il novembre dellrsquo877 e lrsquoagosto dellrsquo89912

In questi documenti lrsquoaccordo del pronome relativo con il proprio nome testa segue

logiche di tipo latino (cioegrave con accordo di genere e numero e con caso selezionato in

base alla funzione sintattica svolta) nel 45 dei casi (si tratta di 41 occasioni su 91)13

Questa percentuale oscilla perograve sensibilmente da scrivente a scrivente e ad esempio

nei tre documenti vergati dal notaio Adelmari che abbiamo analizzato14 i pronomi

relativi sono correttamente accordati solo nel 22 dei casi Allo stesso modo dei

quattro pronomi relativi presenti nella carta prodotta dal notaio Ioanne nel novembre

dellrsquo87715 tre presentano accordi in qualche modo ldquoanomalirdquo e uno compare nellrsquoe-

spressione de quibus sulla quale ci siamo soffermati nel paragrafo precedente

(19) Leopardi dono adque per an cartulam confi rmo tibi Ursi fi lio Truppoli terra mea cum

bineam cot abeo in Castelione ubi propio ad Palumbulu bocatur qui abet fi nis (ChLA

52 6 4-5)

(20) De supto pede fi ne tua qui supra Ursi cot tu pro ipsa hoptaba Sadi germanus meo abuisti

(ChLA 52 6 6)

Nellrsquoesempio (19) oltre a grafi e (tipiche soprattutto dei documenti caratterizzati

da un livello sociolinguistico meno elevato) come adque per atque an per hanc e

cot per quod possiamo notare che il nome testa cui si riferiscono entrambi i pro-

nomi relativi (tanto cot quanto qui) egrave terra mea16 Nel brano presentato in (20) invece

12 Si tratta dei documenti 6 11 12 13 15 18 19 22 23 24 25 26 27 28 29 31 33 e 34 del volume 52 delle ChLA Queste carte sono costituite in larga parte da vendite o donazioni ma non mancano testi di natura piugrave uffi ciale come un paio di praecepta concessionis principeschi (carte 24 e 34) e una notitia iudicati (carta 29)

13 Abbiamo escluso dal corpus tutte le occorrenze delle espressioni qui supra e que supra (sulle quali si veda quanto abbiamo osservato nel paragrafo 31)

14 Si tratta delle carte 13 19 e 22 del volume 52 delle ChLA15 Si tratta della carta 6 del volume 52 delle ChLA16 Allrsquointerno dello stesso periodo il nome terra viene dunque ripreso da pronomi in principio

appartenenti a due generi diversi Ma sulle peculiaritagrave delle riprese pronominali di questo sostantivo si vedano le rifl essioni che abbiamo svolto nel paragrafo precedente

CILPR 2013 ndash SECTION 2

82

troviamo unrsquoattestazione dellrsquoespressione qui supra (che come abbiamo sottolineato

nella nota 13 non abbiamo incluso nello spoglio) e unrsquooccorrenza del pronome cot Il

nome testa ripreso da questrsquoultimo non egrave perograve facilmente individuabile ed egrave probabil-

mente rappresentato da un elemento soggiacente e non espresso formalmente il cui

signifi cato dovrebbe essere lsquoterrarsquo o lsquoproprietagraversquo (lrsquoelemento fi ne nellrsquoespressione fi ne tua dovrebbe far riferimento proprio ai confi ni di questa terra) I pronomi relativi che

compaiono nella donazione rogata da Ioanne presentano dunque caratteristiche (di

tipo sintattico morfologico o testuale) interessanti che mettono chiaramente in luce

alcune delle peculiaritagrave del latino delle carte oggetto di questo studio

Allrsquoestremo opposto dei casi che abbiamo appena discusso si situano le produzioni

del notaio Dausdedi uno degli scriventi piugrave sofi sticati dal punto di vista linguistico tra

quelli indagati in questo studio Abbiamo giagrave avuto modo di soffermarci altrove sul

livello generale della lingua di Dausdedi17 in questa sede ci limiteremo a sottoline-

are alcune caratteristiche dellrsquouso dei pronomi relativi nelle carte prodotte da questo

notaio In primo luogo dal punto di vista quantitativo nelle 5 carte indagate18 compa-

iono 21 pronomi relativi (esclusi come sempre quelli facenti parte delle espressioni

qui supra e que supra) di cui 16 correttamente accordati al proprio nome testa e fl essi

nel caso corrispondente alla propria funzione sintattica (si tratta dunque del 762

dei casi) Le cinque occasioni in cui si riscontra un accordo non canonico sono per

altro tutte caratterizzate dalla presenza degli stessi due nomi testa in due casi si tratta

di ecclesia (ripreso sempre da quod)19 e in tre di res (ripreso in due casi da qui ed in

uno da quod)20 Interessante in particolar modo risulta un documento in cui lo stesso

sintagma ipsa res viene ripreso ad un rigo di distanza prima da qui e poi da quod

(22) Ideoque ego Benedictus gastaldeus fi lius Azzoni per anc cartula bindedit tibi Iohanni

presbiteri et abbati fi lio Iohanni ipsa res qui fuit Lupi fi lii Boniperti de loco qui dicit[ur]

Agella ubi Clusuria bocatur Nucerina fi nes quod ego per cartula emtum ab[e]o (ChLA

52 25 4-5)

Al di lagrave di questo esempio (in cui non egrave da escludere che la differente ripresa

dello stesso referente sia stata favorita anche dalla distanza che separa il secondo

pronome dal primo e dal nome testa) probabilmente non egrave necessario soffermarsi

sulle peculiaritagrave semantiche del nome res che potrebbero essere alla base di questo

tipo di accordi non canonici Piugrave interessante da questo punto di vista appare il caso

del sostantivo ecclesia il quale in tutte le carte del IX secolo conservate nellrsquoarchivio

cavense viene ripreso da un pronome relativo in 7 occasioni In nessun caso il pro-

17 Si vedano Greco (2012b e 2013)18 Si tratta delle carte 12 24 25 28 e 29 del volume 52 delle ChLA19 Si tratta per altro delle sole due occasioni in cui nelle carte vergate da Dausdedi il nome

ecclesia viene ripreso da un pronome relativo Questo sostantivo egrave dunque sempre ripreso da quod nei documenti di questo notaio

20 Si tratta dei tre soli casi in cui nelle carte vergate da Dausdedi il nome res viene ripreso da un pronome relativo Questo sostantivo non egrave dunque mai ripreso da pronomi relativi femminili nei documenti di questo notaio

GRECO

83

nome egrave correttamente accordato In 3 occasioni il sostantivo egrave ripreso da qui in 2 da

quod in una da quem ed in unrsquoaltra da quas Come si vede solo in un caso lrsquoelemento

ecclesia egrave ripreso da un pronome femminile anche se lrsquoaccordo risulta comunque non

canonico poicheacute il pronome egrave formalmente plurale a fronte di un nome testa singolare

(tanto dal punto di vista formale quanto da quello della referenza)

Risulta dunque evidente che anche i (pochi) casi di accordo non canonico tra pro-

forma e nome testa che si riscontrano nelle carte prodotte da Dausdedi sono relativi

a situazioni peculiari in cui il sostantivo da cui dipende la frase relativa o presenta

caratteristiche non comuni dal punto di vista sintattico e semantico (egrave il caso di res) oppure non si ritrova mai ripreso da un pronome accordato in maniera canonica in

tutti i testi del IX secolo conservati a Cava dersquo Tirreni (egrave il caso di ecclesia)

5 Conclusioni

In questo contributo abbiamo proposto una rifl essione sulle caratteristiche morfo-

sintattiche dei pronomi relativi in un corpus di documenti notarili latini costituito da

tutte le carte originali del IX secolo conservate nellrsquoArchivio della Badia della SSma

Trinitagrave di Cava dersquo Tirreni Abbiamo in particolar modo cercato di stabilire se le rea-

lizzazioni piugrave o meno canoniche (ovvero piugrave o meno aderenti alle norme latine) dei

pronomi relativi in termini di accordo morfologico con il nome testa e di relazione tra

forma del pronome relativo e sua funzione sintattica possano rappresentare degli stru-

menti per lrsquoanalisi del dislivello stilistico tra le diverse carte prese in esame

La nostra analisi ha messo in evidenza la netta preponderanza delle forme nomi-

nativali e accusativali dei pronomi (e segnatamente di qui que quod e quem) rispetto

a quelle di tipo obliquo (ad eccezione di quibus che compare soprattutto nellrsquoespres-

sione di ripresa ldquoad ampio spettrordquo de quibus) Il fatto che queste ultime compaiano

quasi esclusivamente nei documenti prodotti da quei notai che in base a caratteristi-

che sia extralinguistiche sia propriamente linguistiche possiamo considerare come

piugrave importanti e dotati di abilitagrave scrittorie piugrave sofi sticate ci ha spinto a ritenere che

lrsquoipotesi di partenza fosse fondata e che effettivamente le differenti caratteristiche

dellrsquouso dei pronomi relativi nel nostro corpus possano costituire degli elementi utili

nella valutazione del dislivello stilistico tra i vari documenti

Allo scopo di fornire ulteriori indicazioni in questo senso abbiamo inoltre inda-

gato in maniera piugrave dettagliata una ventina di carte prodotte nellrsquoultimo quindicennio

del IX secolo evidenziando che effettivamente la percentuale di accordi ldquocanonicirdquo

tra pronome relativo e nome testa risulta sensibile alle caratteristiche sociolinguisti-

che dello scrivente un notaio piugrave importante come Dausdedi (il quale presta ser-

vizio presso la corte e utilizza una grafi a piugrave innovativa) presenta una percentuale

di accordi canonici piugrave elevata della media e molto piugrave elevata rispetto ad esem-

pio a quella che si riscontra in tre carte vergate dal notaio Adelmari (notaio attivo a

Nocera) Inoltre abbiamo mostrato che anche i pochi casi di accordo non canonico

che si ritrovano nei testi di Dausdedi sono tutti relativi a due nomi testa res e ecclesia

CILPR 2013 ndash SECTION 2

84

che per motivi diversi presentano numerose peculiaritagrave che li differenziano dalla

maggior parte degli altri sostantivi

Evidentemente al di lagrave degli obiettivi di questo lavoro molte altre questioni

restano aperte in particolar modo per quanto riguarda le condizioni che possono

favorire accordi non canonici tra il pronome relativo e il suo nome testa (si pensi al

grado di animatezza o di agentivitagrave di questrsquoultimo) e drsquoaltronde in questo contributo

abbiamo presentato solo i primi risultati di una piugrave ampia indagine in corso sulle

caratteristiche della subordinazione relativa a verbo fi nito in questi documenti

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documents from the South of Italy (Codex Diplomaticus Amalfi tanus)raquo in Wright R (ed)

Latin Vulgaire - Latin Tardif VIII Hildesheim Olms 510-520

Sornicola Rosanna 2011 laquoSintassi e semantica di exinde inde nel codice diplomatico amal-

fi tanoraquo in Dessigrave Schmid Sarah Detges Ulrich Gevaudan Paul (ed) Rahmen des Spre-chens Beitraumlge zu Valenztheorie Varietaumltenlinguistik Kreolistik kognitiver und histori-scher Semantik Tuumlbingen Narr 127-140

Sornicola Rosanna 2012a Bilinguismo e diglossia dei territori bizantini e longobardi del Mezzo-giorno le testimonianze dei documenti del IX e X secolo Napoli Quaderni dellrsquoAccademia

Pontaniana

Sornicola Rosanna 2012b laquoPotenzialitagrave e problemi dellrsquoanalisi linguistica dei documenti notarili

alto-medievali dei domini bizantini e longobardiraquo in Sornicola Rosanna Greco Paolo (ed)

2012 La lingua dei documenti notarili alto-medievali dellrsquoItalia meridionale Bilancio degli studi e prospettive di ricerca Napoli Accademia di Archeologia Lettere e Belle Arti 9-62

Sornicola Rosanna 2013a laquoVariazione strutturale e stilistica nel tempo e cambiamento lingui-

stico alcune rifl essioni sul Cartulario del Chronicon Sanctae Sophiaeraquo in Boutier Marie-

Guy Hadermann Pascale Van Acker Marieke (ed) La variation et le changement en lan-gue (langues romanes) Helsinki Socieacuteteacute Neacuteophilologique 21-45

Sornicola Rosanna 2013b laquoVolgarismo e bilinguismo nelle fonti giuridiche e nelle prassi legali

in latinoraquo in Cascione et al 2013 437-539

Sornicola Rosanna Greco Paolo (ed) 2012 La lingua dei documenti notarili alto-medievali dellrsquoItalia meridionale Bilancio degli studi e prospettive di ricerca Napoli Accademia di

Archeologia Lettere e Belle Arti

Valente Simona in stampa laquoDislivelli stilistici e confi gurazioni sintattiche delle costruzioni al

participio nel Codex Diplomaticus Cavensisraquo in Cascione et al 2013 865-895

87

Lrsquoespressione della direzione del moto dal latino classico

allrsquoitaliano antico1

1 Introduzione

Nella classifi cazione tipologica di Talmy (2000) le lingue romanze si differenziano

dalla maggior parte delle lingue indoeuropee per il modo in cui codifi cano gli eventi

di moto Queste sono infatti classifi cate nel tipo lsquoverb-framedrsquo (VF) a differenza del

latino o delle lingue germaniche considerate lingue lsquosatellite-framedrsquo (SF)

I due tipi di lingue si distinguono fondamentalmente per il diverso locus lessicale

in cui codifi cano le principali componenti semantiche di un evento di moto nelle

lingue SF la direzione egrave espressa tramite satelliti cioegrave elementi associati al verbo (es

prefi ssi particelle avverbi) mentre il signifi cato lessicale del verbo tende a espri-

mere la maniera del moto invece le lingue VF esprimono di preferenza la direzione

nella radice verbale mentre la maniera egrave spesso data per sottintesa ed egrave espressa se

necessario in componenti aggiunti (es forme non fi nite del verbo complementi pre-

posizionali)

La diversa strategia di lessicalizzazione degli eventi di moto era giagrave stata messa

in evidenza da Tesniegravere (1959) ed esemplifi cata attraverso il confronto della frase in

tedesco riprodotta in (1a) con la corrispettiva frase in francese in (1b) da cui si puograve

notare come il verbo in francese esprima la direzione mentre in tedesco la maniera

del moto

(1a) Anton schwimmt uumlber den Fluss

(1b) Antoine traverse le fl euve en nageant

Le stesse relazioni asimmetriche si possono cogliere da una parte nella frase latina

riportata in (2a) e dallrsquoaltra nelle traduzioni in francese (2b) e in italiano (2c)

(2a) perpauci [hellip] [fl umen] tranare contenderunt (Caes Gall 1 53)

(2b) lsquoquelques-uns [hellip] essayegraverent de passer le fl euve agrave la nagersquo

(2c) lsquopochissimi [hellip] cercarono di attraversare il fi ume a nuotorsquo

1 Questo lavoro egrave frutto della stretta collaborazione tra gli autori sono tuttavia attribuibili a Claudio Iacobini i paragrafi 1 e 5 a Luisa Corona i paragrafi 2 3 4 Siamo felici di ringraziare Lene Schoslashsler Anna Maria Thornton Wolfang U Dressler Michegravele Fruyt e Gerd Haverling per i preziosi suggerimenti e commenti

CILPR 2013 ndash SECTION 2

88

La proposta di Talmy ha sollecitato un gran numero di lavori descrittivi e di

rifl essioni teoriche sulle caratteristiche le cause e le conseguenze di tale distinzione

tipologica e sulla sua sistematicitagrave e coerenza cfr Matsumoto (2003) Slobin (2004)

Questa classifi cazione infatti da un lato permette di individuare interessanti distin-

zioni a livello macro-tipologico dallrsquoaltro tende a oscurare importanti fenomeni di

variazione (che riguardano ad esempio la correlazione fra le strategie di lessicalizza-

zione preferite in relazione ai diversi tipi di eventi di moto) rispetto a quanto atteso in

ciascuna delle due macro-classi che emergono a un livello di analisi piugrave di dettaglio

Un interessante fi lone di ricerca si egrave recentemente concentrato sui fenomeni di

variazione allrsquointerno e fra le due macro-classi in prospettiva sincronica cfr Beavers

et al (2010) Croft et al (2010) Fortis et al (2011) Meno indagati sono le possibili

cause e i fenomeni linguistici implicati nel passaggio da un tipo a un altro in prospet-

tiva diacronica cfr Iacobini Fagard (2011)

La ricca tradizione di documenti e testi in latino e nelle varietagrave romanze costi-

tuisce un ideale campo drsquoindagine per ricerche sui fenomeni implicati nel passaggio

dalla strategia SF verso quella VF

In studi recenti - Stolova (2015) Iacobini (2009) Kopecka (in stampa) - sono stati

messi in luce alcuni fenomeni linguistici che sono piugrave direttamente implicati nel cam-

bio di strategia di codifi ca della direzione nel passaggio dal latino alle lingue romanze

Li ricordiamo schematicamente di seguito

(i) Impoverimento della prefi ssazione verbale

(ii) Formazione di nuovi tipi di verbi che incorporano la direzione nella radice a partire

da nomi aggettivi o preposizioni Lat montare da mons montis lsquomontagna montersquo gt

Fr monter It montare Cat muntar Occ montar Reto-R muntar lsquosalire ascenderersquo

Lat altiare da altus lsquoaltorsquo gt Fr hausser It alzare Sard artziai arziare lsquoalzarersquo Lat

abantiare da abante lsquoavanti davantirsquo gt Port Cat avanccedilar Sp avanzar Fr avancer It

avanzare lsquoavanzare andare avantirsquo

(iii) Lessicalizzazione di verbi originariamente prefi ssati percepiti come monomorfemici

Lat ex-ire lsquouscirersquo gt Sp ant exir Cat eixir ant Fr eissir It uscire Rom a ieși Sard

bessiri bessire

(iv) Riduzione nel numero e nellrsquouso dei verbi di maniera reinterpretati come verbi

direzionali o verbi generici di moto Lat ambulare lsquocamminare passeggiarersquo gt Fr aller Friulano lacirc lsquoandarersquo

(v) Progressiva perdita della distinzione fra signifi cati stativi e direzionali nei sintagmi

preposizionali

(vi) Passaggio allrsquoordine basico romanzo VO testa modifi catore

Non egrave perograve ancora disponibile una rassegna esaustiva delle strategie di codifi ca

della direzione in latino classico e del loro impiego effettivo Alcune indicazioni si

possono trarre da Baldi (2006) Brucale Iacobini Mocciaro (2011) Moussy (2011)

Questa lacuna non permette neacute di valutare appieno la rilevanza dei fenomeni

descritti in latino tardo neacute di misurare correttamente la distanza tipologica fra le lin-

gue romanze e il latino classico per quanto riguarda le strategie di codifi ca del moto

IACOBINI CORONA

89

Nonostante alcuni studi esplorativi - cfr Schoslashsler (2008) Burnett Tremblay (2012)

Iacobini (2012 in stampa) - non abbiamo neanche una chiara visione dellrsquoevoluzione

della codifi ca del moto nella storia delle lingue romanze

In questo lavoro intendiamo presentare alcuni risultati preliminari di un piugrave ampio

progetto (in parte coincidente in parte coincidente con i risultati presentati in Corona

(2015) IacobiniCorona (2015) Iacobini et al (2015) riguardante lrsquoespressione degli

eventi di moto in latino classico e nelle lingue romanze in particolare in questa sede

presentiamo un inventario delle strategie di codifi ca del moto in latino classico per

verifi care la loro aderenza al modello tipologico SF e seguire i cambiamenti diacronici

nel periodo di formazione della lingua italiana

2 Corpus e metodo di analisi

I precedenti studi dedicati alla codifi ca del moto in latino si sono concentrati prin-

cipalmente sulle opere del periodo arcaico o sul latino volgare La scelta di studiare

il latino classico egrave dunque dovuta da un lato alla necessitagrave di colmare una lacuna in

un asse ideale di descrizione diacronica nello studio del passaggio dal tipo lessicale

SF a quello VF dallrsquoaltro dalla necessitagrave di studiare i fenomeni connessi alla codifi ca

del moto in una fase della lingua in cui questa si approssima quanto piugrave possibile alle

caratteristiche attribuite alle varietagrave standard Il latino delle opere di epoca classica

egrave infatti la varietagrave usata dal ceto medio-alto con connotati sovraregionali con un

certo grado di invarianza codifi cata in un corpus di opere di riferimento

Le opere analizzate nella nostra ricerca sono le Metamorfosi di Ovidio e La guerra gallica di Cesare (lrsquoedizione utilizzata egrave quella contenuta nel corpus Packard Huma-

nities Institute 5) Da queste sono stati estratti tutti i contesti che descrivono eventi di

dislocazione spaziale cioegrave movimenti reali di unrsquoentitagrave da un luogo fi sico a un altro

I testi di confronto italiani per le Metamorfosi sono volgarizzamenti e traduzioni

distinti secondo la periodizzazione della lingua italiana in cinque stadi cronologici2

elaborata da Paolo DrsquoAchille e adottata per la scansione temporale del corpus MIDIA

(Morfologia dellrsquoitaliano in diacronia ltwwwcorpusmidiaunitoitgt) Tale periodizza-

zione egrave basata su date salienti della storia linguistica letteraria e culturale dellrsquoItalia

la cui rilevanza ha avuto rifl essi signifi cativi anche sulle strutture della lingua italiana

In questo contributo forniremo i risultati dellrsquoanalisi del primo libro delle Metamor-fosi di Ovidio comparato con il primo libro del volgarizzamento di Arrigo Simintendi

da Prato prodotto prima del 1333 (la versione utilizzata egrave tratta dal corpus DiVo)

Per la descrizione della codifi ca del moto in latino e in italiano abbiamo elaborato

2 Per La guerra gallica di Cesare abbiamo scelto di confrontare due traduzioni in italiano contemporaneo - stadio successivo allrsquoultimo della periodizzazione in cinque fasi adottata - che si differenziano per il livello di formalitagrave la traduzione di tipo fi lologico-letterario di Adriano Pennacini nellrsquoedizione Einaudi e una gratuitamente scaricabile da internet sul sito wwwskuolanet rivolta a studenti di scuole medie superiori che si caratterizza per scelte lessicali adeguate a una varietagrave standard con un basso grado di formalitagrave

CILPR 2013 ndash SECTION 2

90

una griglia di analisi che si rifagrave al modello di tipologia delle costruzioni proposto da

Fortis Vittrant (2011 71-98) che ispirandosi in particolare alla tipologia canonica proposta da Corbett (2005) e ai lavori sugli eventi di moto in ottica costruzionista

come quello di Croft et al (2011) elaborano un quadro esaustivo delle costruzioni che

possono essere impiegate nellrsquoespressione della direzione

La griglia di analisi prende in considerazione le seguenti caratteristiche

(i) semantica delle radici verbali (tramite la distinzione tra verbi di direzione venio profi ciscor verbi di maniera fl uo navigo verbi di moto causato duco mitto)

(ii) semantica e distribuzione dei prefi ssi

(iii) ruolo e distribuzione dei sintagmi preposizionali nellrsquoespressione del signifi cato dire-

zionale

(iv) ruolo dei casi nella codifi ca delle componenti salienti nellrsquoespressione del moto (es

origine e meta)

(v) distribuzione allrsquointerno dellrsquoenunciato della codifi ca delle informazioni spaziali

3 La codifi ca della direzione in latino

Per individuare le strategie di codifi ca della direzione impiegate in latino classico

sono state consultate innanzitutto le sezioni dedicate allrsquoespressione del moto e delle

relazioni spaziali delle principali opere grammaticali di riferimento Le grammatiche

sono state uno strumento analitico di partenza che ci ha permesso di stilare un primo

inventario delle strategie linguistiche impiegate dal latino classico per esprimere la

direzione Lo spoglio del corpus ha permesso di integrare lrsquoinventario fornito dalle

grammatiche con altri tipi di costruzioni disponibili in latino per descrivere eventi di

moto e di valutarne la frequenza nei testi

31 Tipi di costruzioni per esprimere direzione in latino

Nella Tabella 1 sono riportati schematicamente i principali tipi di costruzione

usati in latino nellrsquoespressione degli eventi di moto specifi cando i diversi elementi

della frase che concorrono alla codifi ca della direzione e riportandone alcuni esempi

tratti dalle Metamorfosi e da La guerra gallica Lrsquoanalisi quantitativa dei dati estratti

dalle due opere in esame permetteragrave di verifi care quali fra le costruzioni disponibili

sono maggiormente impiegate in latino per codifi care il moto

IACOBINI CORONA

91

Tabella 1 Costruzioni impiegate in latino per codifi care la direzione rilevate nel corpus

Tipo Pref Verbo Avv Prep Caso Es

Dir Man

I [retto da Pref]

(3) summo delabor Olympo (Ov 1 213)

II [retto da Pref

e Prep]

(4) ab imo effusus Pindo (Ov 1 569)

III [retto da Pref]

(5) adeunt pariter Cephisi-das undas (Ov 1 369)

IV [retto da Pref

e Prep]

(6) suis ex fi nibus educunt (Caes 4 1 4)

V (7) hostes undique circum-venti (Caes 3 26 5)

VI

VII [retto da Prep]

(8) [fl umina] sub terras Stygio labentia luco (Ov

1 189)

VIII [retto da Prep]

(9) sed itum est in viscera terrae (Ov 1 138)

(10) omnem senatum ad se convenire (Caes 2 5 1)

IX [trans]

[accusativo]

(11) Scythiam septemque triones horrifer invasit Boreas (Ov 1 64-65)

X (12) signa dedi venisse deum (Ov 1 220)

XI (13) territus ipse fugit (Ov

1 232)

XII (14) ubi eo ventum est (Caes 1 43 4)

XIII

XIV [retto da Prep]

(15) ex loco superiore in ipsis fl uminis ripis proe-liabantur (Caes 2 23 4)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

92

Nella Tabella 1 la colonna dedicata al verbo egrave ulteriormente suddivisa lrsquoindica-

zione sintattica egrave infatti integrata con lrsquoelemento semantico espresso dalla radice ver-

bale distinguendo le costruzioni in cui il verbo esprime direzione da quelle in cui il

verbo esprime maniera Va osservato che nella classifi cazione semantica delle radici

verbali non egrave sempre possibile tenere rigidamente distinte le componenti semantiche

di direzione e maniera Ad esempio il verbo cado veicola sia la componente seman-

tica direzionale - indicando un moto discendente - sia la maniera - descrivendo un

moto privo di controllo da parte della fi gura3

Analizziamo ora i principali tipi di costruzione che esprimono direzione in latino

Nei tipi I-VI la direzione egrave espressa nel prefi sso Nel tipo I il prefi sso egrave legato ad

una radice verbale che indica maniera lrsquoorigine eo la meta del moto sono codifi cate

invece nellrsquoadnominale rappresentato da un caso semplice retto dal prefi sso Anche

nel tipo II il prefi sso egrave legato a un verbo di maniera ma la semantica del prefi sso egrave

ldquorinforzatardquo dalla preposizione che regge il caso che codifi ca origine o meta Nei tipi

III e IV abbiamo lo stesso tipo di costruzione a variare egrave la semantica del verbo

che non codifi ca maniera ma direzione (nel caso di venio) movimento generico (nel

caso di eo) o movimento causato (nel caso di mitto) Nei tipi II e IV la preposizione

che regge il caso puograve coincidere con il prefi sso come nellrsquoesempio (6) o non coinci-

dere come nellrsquoesempio (4) quando prefi sso e preposizione non coincidono tendono

comunque a codifi care la stessa porzione di traiettoria (o origine o meta) Nel tipo

V la direzione egrave codifi cata contemporaneamente da prefi sso legato a un verbo di

direzione e da un avverbio non abbiamo ancora trovato nel corpus esempi del tipo

VI in cui la direzione egrave codifi cata da un avverbio e da un prefi sso legato a un verbo

di maniera

Nei tipi VII-VIII la codifi ca della direzione non avviene sul prefi sso i verbi sono

infatti verbi di maniera (nel tipo VII) o direzionali (nel tipo VIII) non prefi ssati

oppure prefi ssati ma in cui il prefi sso non ha (o ha perso) valore spaziale cfr (10)

Il tipo IX impiega verbi direzionali transitivi o transitivizzati dal prefi sso in cui la

direzione egrave espressa dal verbo che regge lrsquoaccusativo che codifi ca la meta

Nei tipi X e XI la codifi ca della direzione avviene tramite il solo verbo rispettiva-

mente di direzione o di maniera

Nel tipo XII la direzione viene codifi cata oltre che dal verbo da un avverbio

di luogo Il tipo XIII prevede la stessa costruzione ma con verbo di maniera (non

abbiamo ancora trovato esempi di questo tipo)

Nel tipo XIV il verbo non egrave di per seacute un verbo di moto ma egrave costruito con sintagmi

3 Alcuni approcci teorici (cfr Rappaport Hovav Levin (2010)) negano la possibilitagrave che nel verbo vengano codifi cate piugrave di due componenti semantiche In realtagrave esistono radici verbali di moto che possono esprimere contemporaneamente sia direzione che maniera (ad es curro se costruito con sintagmi che indicano Meta come in usque sub Orchomenon Psophidaque Cyllenenque Maenaliosque sinus gelidumque Erymanthon et Elin currere sustinui (Ov 5 607-609) o altre componenti semantiche come la fi gura (es stillo lsquogocciolarersquo)

IACOBINI CORONA

93

preposizionali che descrivono una traiettoria e inducono unrsquointerpretazione dellrsquoe-

vento come un evento di moto

Fra le costruzioni descritte solo I e II corrispondono appieno alle caratteristiche

di una lingua SF i tipi III-VI sono riconducibili al tipo SF grazie allrsquouso dei prefi ssi

direzionali ma la radice verbale non esprime maniera I tipi VIII-X sono ricondu-

cibili al tipo VF dal momento che la direzione egrave espressa dal verbo Gli altri tipi di

costruzione non sono direttamente assegnabili a uno dei due tipi

Andando ad integrare le indicazioni sul tipo di costruzioni impiegate in latino con

quella sulla frequenza dei tipi nel corpus ricavate dallrsquoanalisi dei dati tratti dal I libro

delle Metamorfosi si nota che le costruzioni che rispettano tutte le caratteristiche del

tipo SF sono molto poco frequenti Su 80 contesti in cui sono descritti eventi di moto

abbiamo solo 9 occorrenze dei tipi I e II Ne riportiamo alcuni esempi in (16) (17)

(18) in aggiunta a quelli indicati nella Tabella 1 in (2) e (3)

(16) madidis Notus evolat alis (Ov 1 264)

(17) vires effundite vestras (Ov 1 278)

(18) emicat [hellip] Phaethon (Ov 1 776)

32 Verbi di moto e sintagmi preposizionali in latino

Secondo Slobin (2004) le lingue di tipo SF hanno una alta numerositagrave e frequenza

di verbi di maniera In latino questa correlazione egrave disattesa la maniera egrave infatti una

componente semantica poco espressa non solo nella radice verbale ma anche in altri

elementi della frase

Nella Tabella 2 possiamo osservare come nel primo libro delle Metamorfosi degli 80 contesti selezionati che descrivono eventi di moto - di cui 70 costruiti con un

verbo - solo 19 (27 circa) sono costruiti con verbi di maniera e solo 9 di questi verbi

di maniera sono verbi prefi ssati 51 eventi di moto sono costruiti con verbi direzionali

(di cui 31 prefi ssati e 20 non prefi ssati)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

94

Tabella 2 Tipi e occorrenze di verbi di moto nel primo libro delle Metamorfosi

OccorrenzeV Maniera V Maniera Pref V Direzione V Direzione Pref

10 9 20 31

Tipi 9 7 13 23

curro fl uo fugio labor navigo no propero ruo stillo

delabor disicio effundo emico evolo inrumpo insulto

cado eo fl ecto intro loco lustro mitto moveo rapio surgo veho venio volvo

adeo admoveo concutio convenio decido demitto descendo desero discedo emitto exeo ingredior invado pervenio procumbo pro-deo recedo redeo relinquo removeo subeo subsido transeo

La percentuale dei verbi di maniera ne La guerra gallica egrave ancora piugrave bassa supera

di poco il 10

Analizzando ulteriormente i dati sulle costruzioni riportati nella Tabella 1 pos-

siamo osservare che lrsquoespressione delle componenti semantiche di origine e meta

viene realizzata in latino tramite caso assoluto o caso retto da preposizione Nel

primo libro delle Metamorfosi la codifi ca sul caso assoluto egrave piugrave frequente Abbiamo

infatti 20 occorrenze di casi assoluti cfr (19) e (20) e 12 di casi retti da preposizione

cfr (21) e (22)

(19) inhospita tecta tyranni ingredior (Ov 1 218-219]

(20) nemora avia lustrat (Ov 1 479)

(21) fl uminaque [hellip] quae [hellip] in mare perveniunt (Ov 1 41)

(22) in liquidas pinus descenderat undas (Ov 1 61)

Ne La guerra gallica invece la traiettoria egrave piugrave frequentemente descritta con sin-

tagmi preposizionali

In generale lrsquouso dei sintagmi preposizionali appare giagrave molto diffuso nel latino

classico infatti lrsquoaccusativo egrave impiegato per codifi care la meta solo in usi cristallizzati

(come nei nomi di cittagrave o di piccola isola e in pochi altri casi) o con verbi transitivi e

lrsquoablativo ha una gamma di signifi cati molto piugrave vasta di quello di allontanamento da

un punto di riferimento

La porzione di traiettoria piugrave tipicamente codifi cata in latino egrave la meta mentre lrsquoo-

rigine tende a essere specifi cata meno di frequente nel primo libro delle Metamorfosi la meta viene espressa in 40 eventi di moto lrsquoorigine in 12

IACOBINI CORONA

95

33 Lrsquoespressione della maniera in latino

In latino dunque esistono giagrave costruzioni che possono essere ricondotte al tipo

VF costruite cioegrave con un verbo direzionale (23) o con un verbo di moto generico (24)

(23) iussit [hellip] lapidosos surgere montes (Ov 1 44)

(24) fl umina iam lactis iam fl umina nectaris ibant (Ov 1 111)

Lrsquoesempio (24) permette di fare alcune osservazioni aggiuntive sullrsquoespressione

della maniera in latino Nonostante il latino disponga infatti di una risorsa lessicale

specifi ca per descrivere la maniera di movimento dei corsi drsquoacqua (fl uo) in diversi

contesti lo scorrere di un fi ume egrave descritto con il verbo direzionale eo Si tratta di

un comportamento tipicamente attribuito alle lingue VF in cui la maniera viene

espressa solo quando non egrave facilmente inferibile dal contesto

Occorre inoltre notare come osservato anche da Brucale (2011) che in latino i

verbi considerati di maniera tendono a perdere questa componente semantica se pre-

fi ssati Ad esempio il verbo gradior esprime di norma il camminare a piedi in oppo-

sizione ad altre forme di locomozione Il passo in (25) esemplifi ca questa accezione

mettendo in opposizione il camminare sulle zampe con lo strisciare il volare e il

nuotare

(25) alia animalia gradiendo alia serpendo alia volando alia nando (Cic nat 2 122)

Negli esempi da (26) a (28) osservati allinterno dellintero corpus Packard Huma-

nities Institute (versione PHI 5) si puograve invece notare la perdita della componente di

maniera nei verbi prefi ssati in (26) infatti il soggetto logico di progredi egrave equites la

cavalleria che non avanza a piedi in (27) la maniera egrave (ri)codifi cata nella frase con

lrsquoablativo strumentale pedibus in (28) la maniera codifi cata dallrsquoaggiunto tanta atque ita instructa nave lascia intuire che la componente semantica del lsquocamminare a piedirsquo

sia ormai irrilevante a favore di un piugrave generico valore di moto

(26) equitesque in ulteriorem portum progredi [hellip] iussit (Caes 4 23 1)

(27) cum ingressus iter pedibus sit in equum omnino non ascendere (Cic sen 34)

(28) [M Tullium] tanta atque ita instructa nave hoc mare ingressus (Quint inst 12 proem 4)

4 La codifi ca della direzione nel passaggio allrsquoitaliano

I dati sullrsquoitaliano delle origini sono estratti dal volgarizzamento delle Metamor-fosi di Arrigo Simintendi Come si puograve osservare nella Tabella 3 il volgarizzamento

trecentesco usa un numero maggiore di verbi direzionali (57 occorrenze 29 tipi)

rispetto ai verbi di maniera (12 occorrenze 9 tipi)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

96

Tabella 3 Tipi e occorrenze di verbi di moto nel volgarizzamento

delle Metamorfosi di Simintendi

OccorrenzeV Maniera V Direzione

12 57

Tipi 9 29

correre discorrere fug-

gire gocciolare navigare

nuotare ruinare saltare

volare

allogare andare approssimarsi arri-

vare assalire attorneare cacciare

cadere capitare discendere entrare

inginocchiarsi lasciare levarsi

mandare muovere partire passare

portare raccogliersi rimuovere

rizzare seguitare sotterrare tornare

tremare uscire venire volgere

Alcuni verbi attestati dal volgarizzamento (es assalire discorrere) pur essendo

etimologicamente prefi ssati presentano un valore direzionale che non puograve conside-

rarsi codifi cato nel prefi sso

Nel testo di Simintendi vengono anche usati verbi prefi ssati con valore direzio-

nale di formazione moderna es sottentrare in (29) un verbo abbastanza diffuso nelle

scritture volgari cfr Giuliani (in stampa) Questo verbo egrave usato nel volgarizzamento

di Simintendi per tradurre il latino serpunt ma si trova anche come traducente dei

verbi subeo subicio subvenio

(29) e subitamente sono fatti due e sottentrano con congiunto volgimento

Lat et subito duo sunt iunctoque volumine serpunt (Ov 4 600)

Nel volgarizzamento di Simintendi alla forma sottentrare se ne affi anca unrsquoaltra

sotto entrare cfr (30) Nello stesso passo Simintendi traduce supposui con il verbo

sotto porre rendendo con un pattern analitico quello che in latino egrave un verbo giagrave in

parte sintetico (il prefi sso si egrave opacizzato e assimilato alla radice verbale)

(30) io medesimo quando sono sotto entrato nelle caverne della terra e ho sotto posti a

quelle gli miei dossi

Lat idem ego cum subii convexa foramina terrae supposuique ferox imis mea terga cavernis (Ov 6 697-698)

Nelle scritture trecentesche coesistono due tipi di formazione per lrsquoespressione

della direzione Da un lato abbiamo la riproposizione del modello prefi ssale latino

in verbi come sottentrare trasandare dallrsquoaltro emerge un nuovo tipo di costruzione

satellitare con particella postverbale In Simintendi oltre a sottentrare e sotto entrare egrave infatti attestato anche entrare sotto Altri esempi in cui la traduzione di verbi pre-

fi ssati latini con valore direzionale egrave espressa dalla costruzione con verbo e particella

postverbale sono in (31) e (32)

(31) e manda fuori Noto

Lat emittitque Notum (Ov 1 264)

IACOBINI CORONA

97

(32) uscigraveo fuori la battallia

Lat prodit bellum (Ov 1 142)

5 Conclusioni

I dati presentati in questo lavoro permettono sia di valutare meglio i cambiamenti

intercorsi fra latino e italiano sia di contribuire ad una migliore comprensione dei

fenomeni linguistici che sono alla base del cambiamento tipologico nella espressione

degli eventi di moto

Uno studio della codifi ca degli eventi di moto in ottica costruzionista permette di

fornire un inventario esaustivo delle strategie impiegate da una lingua per esprimere

la direzione di osservare il ruolo svolto dagli altri elementi della frase oltre al verbo

e di integrare la tassonomia delle costruzioni con indicazioni di natura quantitativa

sul loro impiego effettivo

Questo tipo di analisi consente di misurare non solo gli elementi di variazione ma

anche gli elementi di continuitagrave come ad esempio la presenza di espressioni di tipo

VF in latino la diffusione - sempre crescente - di sintagmi preposizionali lrsquoemergere

di costruzioni con particella postverbale in italiano di cui si trovano tracce giagrave nel

latino

Sebbene i risultati siano tratti da un campione ristretto riteniamo che indichino

una chiara tendenza che le nostre indagini in corso confermano come rappresenta-

tiva dellrsquointero testo delle opere analizzate e che possono essere sintetizzate nello

schema seguente

Latino Classico

(a) La codifi ca della direzione in base a quanto atteso in lingue del tipo SF (direzione codi-

fi cata dal prefi sso premesso a una radice verbale che codifi ca la maniera) egrave molto poco

frequente

(i) la direzione tende a essere espressa nella radice verbale I verbi piugrave numerosi e piugrave

frequenti sono infatti i verbi direzionali prefi ssati e non

(ii) la maniera egrave molto poco espressa in latino e alcuni verbi che etimologicamente esprimono

maniera perdono questa componente semantica se prefi ssati

(b) La codifi ca satellitare della direzione tramite prefi sso tende ad essere rinforzata da altri

elementi della frase in particolare dalla preposizione che regge il caso le componenti

semantiche di Origine e Meta vengono generalmente espresse in latino con sintagmi

preposizionali che rinforzano la direzione codifi cata dal prefi sso

(c) La porzione di traiettoria generalmente codifi cata in latino egrave la Meta LrsquoOrigine tende a

essere espressa qualora non sia inferibile

(d) La direzione puograve essere codifi cata anche senza lrsquointervento di un verbo di moto

(i) in costruzioni a verbo supporto in cui la direzione egrave codifi cata nel nome (es excur- sionem incursionem facere)

(ii) con uno o piugrave sintagmi che indicano direzione e forzano unrsquointerpretazione dellrsquoevento

come un evento di moto (es ipsi ex silvis raris propugnabant (Caes 5 9 6))

Italiano antico

CILPR 2013 ndash SECTION 2

98

(a) I verbi piugrave frequenti sono come giagrave in latino quelli che esprimono direzione nella radice

(b) I verbi etimologicamente prefi ssati hanno un basso grado di trasparenza morfotattica e

morfosemantica (es allogare assalire discorrere discendere)

(c) Coesistono due tipi di costruzioni verbali indicanti direzione un tipo che ripropone il

modello prefi ssato latino (es sottentrare sottoporre trasandare) e un altro tipo emergente

in cui il verbo egrave costruito con particella postverbale (es entrare sotto)

Universitagrave di Salerno Claudio IACOBINI

Luisa CORONA

IACOBINI CORONA

99

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tato al 10th Mediterranean Morphology Meeting (MMM 10) Haifa (Israele) 7 - 10 Settembre

2015

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CILPR 2013 ndash SECTION 2

100

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101

Osservazioni diacroniche sulle espressioni nominali

discontinue dal latino alle lingue romanze1

1 Introduzione e obiettivi

Questo lavoro considera le espressioni nominali discontinue (drsquoora in avanti

END) cioegrave i cosiddetti iperbati da una prospettiva diacronica interna al latino (I-VI

sec dC) e rispetto alle lingue romanze

Nella letteratura recente sul latino un costituente viene considerato discontinuo

quando il suo ordine lineare viene interrotto da uno o piugrave elementi appartenenti allo

stesso dominio sintattico oppure a uno differente (Oniga (2007 205) Spevak (2010

274sqq) Ledgeway (2012 53sqq)) In questo senso il fenomeno dellrsquoiperbato coinci-

derebbe con una violazione del principio del domain integrity (Dik (1997) Bolkestein

(1998))

La discontinuitagrave rappresenta un fenomeno tipico del latino (Pinkster (2005)

Devine Stephens (2006) Bauer (2009)) che lo distingue rispetto alle lingue romanze

(Vaumlaumlnaumlnen (1963 163)) in cui lrsquoiperbato egrave estremamente limitato

Tradizionalmente (Hale (1983) Jelinek (1984)) la libertagrave dellrsquoordine delle parole

e soprattutto la possibilitagrave di avere ordini discontinui sono considerate prove per

sostenere la ldquonon-confi gurazionalitagraverdquo di alcune lingue la cui caratteristica principale

egrave lrsquoassenza di una differenziazione strutturale tra il soggetto e lrsquooggetto nella frase

In questo contributo saragrave tuttavia proposto che anche gli ordini discontinui possono

essere spiegati alla luce di una struttura sintattica soggiacente a partire dalla quale egrave

possibile derivare gli ordini attestati compresi quelli pragmaticamente marcati Lrsquoi-

potesi proposta si inserisce dunque nel piugrave ampio quadro dellrsquoapproccio sintattico

allo studio dellrsquoordine delle parole in latino che si propone non solo di descrivere

lrsquoordine lineare ma di comprenderlo in termini gerarchici e di ridurre la sua comples-

sitagrave a un sistema coerente di regole generali e predittive (Devine Stephens (2006)

Giusti Oniga (2006) Gianollo (2007) Iovino (2012) Ledgeway (2012))

In questo contributo saranno considerate tutte le END trovate in un corpus costi-

tuito dalla Cena Trimalchionis di Petronio (I dC) dal V libro delle Noctes Atti-cae di Gellio (II dC) e dal III libro delle Historia Francorum di Gregorio di Tours

1 Ringrazio Giuliana Giusti e Renato Oniga per aver seguito la ricerca e per aver letto e com-mentato questo contributo

CILPR 2013 ndash SECTION 2

102

(VI dC) Lrsquoobiettivo egrave quello di proporre una tipologia delle discontinuitagrave ammesse

individuando dei pattern strutturali che proprio percheacute ricorrenti in testi eteroge-

nei dal punto di vista contenutistico linguistico e cronologico sono ascrivibili alla

struttura della lingua Si vedragrave che egrave possibile individuare i seguenti quattro tipi di

discontinuitagrave tipo zero in cui gli ordini sono linearmente ma non sintatticamente

discontinui in quanto lrsquoelemento che crea lrsquointerruzione egrave il complemento di un sot-

tocostituente del sintagma (sect31) tipo uno in cui un elemento interno a un sintagma

viene estratto dalla sua posizione di base e dislocato in una posizione periferica a sini-

stra (cfr ldquoleft-edge frontingrdquo Ledgeway in stampa) (sect32) tipo due in cui lrsquoordine

egrave interrotto a livello di frase dallrsquoinserimento di un elemento debole che occupa la

seconda posizione della frase (posizione Wackernagel) (sect33) tipo tre in cui lrsquoordine

lineare egrave interrotto a livello di frase dallrsquo ldquoinserimentordquo di un verbo (sect34)

2 Note sul trattamento dellrsquoiperbato nella tradizione e nella linguistica

moderna

Lrsquoiperbato egrave un fenomeno ben noto sin dallrsquoantichitagrave2 Per limitarsi allrsquoambito

latino lrsquoautore della Rhetorica ad Herennium (4 44) ne parla come di una transgres-sio [hellip] quae verborum perturbat ordinem e sulla stessa linea si colloca Quintiliano

(inst 8 6 62-66) che defi nisce lrsquohyperbaton come un fenomeno di verbi transgressio

in base a quanto richiedono la ratio compositionis e il decor del periodo Nel Corpus Grammaticorum Latinorum (CGL) si trovano 32 occorrenze del termine hyperba-ton Ad esempio Carisio fa riferimento al fatto che lrsquoiperbato coincide con unrsquooratio diducta uerbis non suo loco positis (Ars K Barwick (1964sup2 362 15)) mentre Donato

afferma che lrsquohyperbaton est transcensio quaedam uerborum ordinem turbans (Ars

maior L Holtz (1981 670 6)) Dunque in entrambi i casi lrsquoiperbato viene considerato

come una ldquodeviazionerdquo che si puograve comprendere solo se si ipotizza che essa avvenga a

partire da un ordine sentito come naturalis cioegrave ldquonormalerdquo secondo la defi nizione di

Quintiliano (inst 9 4 23)

La letteratura moderna di ambito linguistico3 propone per il latino una distinzione

generale tra un tipo di iperbato dovuto a un elemento interno al sintagma e un tipo

in cui un sintagma viene interrotto da elementi appartenenti a un costituente diverso

Nellrsquoesempio (1) lrsquoordine A-N egrave interrotto dal complemento del nome in genitivo

mentre in (2) il medesimo ordine A-N egrave interrotto dalla preposizione cum entrambi

questi elementi sono interni al sintagma In (3) e in (4) si trovano invece degli esempi

in cui la linearitagrave del costituente egrave interrotta da un elemento esterno al sintagma

come un verbo (3) un SP (4a) un pronome e un verbo (4b) una congiunzione e un

pronome (4c)

2 Cfr Torzi (2000 cap VI 2007 95-102) Hofmann Szantyr (2002 11-19 280-281) e bibliogra-fi a ivi citata

3 Cfr Adams (1971) Kessler (1995) Spevak (2010 cap 6) Ledgeway (2012 53-55)

IOVINO

103

(1) infestam rei publicae pestem (Cic Cat 1 11) (Ledgeway (2012 43))

(2) magno cum dolore (Caes Gall 7153)

(3) nostram [] ridebant invidiam (Petron 14 7) (Ledgeway (2012 44))

(4) a magnae ex fi nitimis civitatibus copiae convenerunt (Caes Gall 7 57 2)

(Spevak (2010 276))

(4) b multa mihi dant solacia (Cic Att 4 18 2) (Spevak (2010 277))

(4) c orationes autem me duas postulas (Cic Att 2 7 1) (Spevak (2010 277))

Sebbene le possibilitagrave combinatorie offerte dal latino siano molteplici e creino un

effetto che si potrebbe defi nire ldquocaleidoscopicordquo il contributo di Bolkestein (2001)

mette in evidenza che non tutti gli ordini possibili sono attestati con la stessa fre-

quenza e che si possono individuare restrizioni che limitano la realizzazione di strut-

ture discontinue

3 Per una tipologia degli iperbati in latino

Questa sezione egrave dedicata allrsquoanalisi quantitativa dei dati trovati nel corpus di rife-

rimento Nelle tabelle seguenti sono riportati tutti gli ordini lineari in cui appaiono le

END in ciascuno degli autori considerati

Tabella 1

Petronio I dC (parole totali 11516)

(a) Modif hellip NN (2) V (9) Cong (3) Avv (2) Gen (1)

Num N Agg (2) Quant N Poss (1)20

(arsquo) Det hellip NN (1) V (1) Pron (1) AP (1)

Det Mod N (1)5

(b) N hellip Modif

V (2) Cong (3) Avv (1) Gen (1) SP (1)

Piugrave elementi (2)

N Agg Agg (1)

11

(brsquo) N Det 0

totale 36

CILPR 2013 ndash SECTION 2

104

Tabella 2

Gellio II dC (parole totali 5915)

(a) Modif hellip NAvv (1) Cong (1) V (1) Gen (4) SP (1)

Modif Modif N Modif (1)9

(arsquo) Det hellip N 0

(b) N hellip ModifSP (1) Gen (5) N (3) Piugrave elementi (1)

N Modif Agg (1)11

(brsquo) N hellip Det 0

totale 20

Tabella 3

Gregorio VI dC (parole totali 7920)

(a)Modif hellip N

Avv (2) Cong (1) V (6) N (1) SP (1)

Pron (2) Gen (7) Piugrave elementi (1)

Agg Agg N (1)

22

(arsquo) Det hellip N Agg (1) Avv (2) 3

(b) N hellip Modif V (2) Pron (1) SP (1) 4

(brsquo) NDet Agg Agg N Det (1) 1

totale 30

Le END sono state suddivise in due gruppi principali Il primo (a) comprende

quelle inizianti con un Modif (Modif hellip N) il secondo (b) quelle inizianti con un

nome (N hellip Modif) Nella colonna centrale sono stati riportati tutti gli elementi che

interrompono lrsquoordine lineare e le rispettive quantitagrave di occorrenza Nella colonna di

destra egrave indicato il totale Si noti anche che si egrave scelto di distinguere nei sottogruppi

IOVINO

105

(arsquo) e (brsquo) i casi in cui il Modif sia un dimostrativo Come egrave stato notato da molti autori

(Giusti (1993) in prospettiva interlinguistica Giusti Oniga (2006) e Iovino (2012) per

il latino) lo status categoriale del dimostrativo egrave analogo a quello degli altri modi-

fi catori nominali Tuttavia egrave opportuno sottolineare che il dimostrativo presenta la

peculiaritagrave di occupare la posizione di specifi catore del DP che coincide con lo strato

piugrave alto della struttura al confi ne con la periferia sinistra nel quale viene assegnato

il caso Alla luce di questo si puograve spiegare il fatto che non sono molti i casi in cui il

Modif coinvolto sia un dimostrativo (986) e soprattutto che sono molto rari i casi in

cui il Dim egrave postN (si trova un solo esempio in Gregorio)

31 Iperbati ldquonon iperbatirdquo

Un primo tipo di alterazione dellrsquoordine lineare riguarda i casi appartenenti al

tipo defi nito ldquozerordquo in cui un nesso Modif-N oppure N-Modif viene interrotto dal

complemento di una delle due categorie In Petronio si trovano 5 casi di questo tipo

appartenenti al gruppo (a) e al gruppo (b) della Tabella 1 In (5) sono riportati due

esempi in cui un complemento in ablativo (5a) e al genitivo partitivo (5b) interrompe

lrsquoordine lineare4

(5) a Composita ergo in gremio Scintillae indecentissimam rubore faciem sudario abscon dit (Petron 67 13)

ldquoRiaggiustatasi allora tra le braccia di Scintilla nascose nel fazzoletto la faccia tanto

piugrave involgarita dal rossorerdquo

(5) b Sequebatur puer cum tabula terebinthina et crystallinis tesseris notavique rem omnium delicatissimam (Petron 33 2)

ldquoLo seguiva un valletto con una scacchiera di terebinto e dadi di cristallo e notai un

particolare estremamente raffi natordquo

In Gellio si trovano 11 casi di questo tipo in cui il genitivo egrave lrsquoelemento responsa-

bile dellrsquointerruzione nella maggior parte dei casi (9 su 11) come mostra il caso ripor-

tato in (6a) Oltre a ciograve si trova anche un SP (6b) o un complemento allrsquoablativo (6c)

(6) a Sed opinor assidua veterum scriptorium tractatione inoleverat linguae illius vox quam in libris saepe offenderat (Gell 5 21 3)5

ldquoMa penso con la trattazione assidua degli scrittori antichi si era sviluppata nella

lingua di quello una forma che spesso aveva incontrato nei librirdquo

(6) b Protagoram virum in studiis doctrinarum egregium cuius nomen Plato libro suo illi incluto inscripsit adulescentem aiunt victus quaerendi gratia in mercedem mis sum (Gell 5 3 1)

ldquoProtagora uomo eccellente negli studi delle discipline il cui nome Platone scrisse su

un suo libro dedicato a lui dicono che da giovane per guadagnarsi da vivere si mise a

salariordquo

4 Oltre allrsquoablativo e al genitivo partitivo si trova anche un complemento al genitivo possessivo al dativo e allrsquoablativo modifi cato da un aggettivo

5 In (6a) la posizione prenominale del genitivo soggettivo egrave attesa sulla base di Giusti Oniga (2006 79-87 2007 85-92)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

106

(6) c Ostendebat ei Antiochus in campo copias ingentis quas bellum facturus comparave-rat convertebatque exercitum insignibus argenteis et aureis fl orentem (Gell 5 5 2)

ldquoAntioco gli mostrava le ingenti truppe nel campo che aveva ammassato per fare la

guerra e faceva volteggiare lrsquoesercito lustro con le insegne drsquoargento e drsquoorordquo

Infi ne in Gregorio si trovano 9 casi Anche in questo autore il genitivo egrave respon-

sabile dellrsquointerruzione nella maggior parte dei casi (89) come si vede in (7a) ma si

trova anche un SP (7b) Si noti che lrsquoesempio in (7c) riguarda unrsquoespressione nominale

complessa percheacute modifi cata da due aggettivi6

(7) a Theudobertum fi lium suum in illis partibus cum valido exercitu ac magno armorum apparatu direxit (Greg Tur Franc 5 3)

ldquoEgli mandograve suo fi glio Teodoberto in quei territori con un nutrito esercito e con un

grande apparato drsquoarmirdquo

(7) b Presbiter enim amicitiam cum beato Gregorio antiquam habebat (Greg Tur Franc 5

15)

ldquoInfatti il presbitero aveva unrsquoantica amicizia con il beato Gregoriordquo

(7) c Tamen adquisitam maximam Hispaniae partem cum magnis spoliis in Galliis redie runt (Greg Tur Franc 3 29)

ldquoPoi conquistata grandissima parte della Spagna tornarono nelle Gallie con ricchi

bottinirdquo

Visti gli esiti nelle lingue romanze in cui la possibilitagrave di realizzare questo tipo

di END egrave pressocheacute nulla percheacute i complementi devono obbligatoriamente seguire la

testa ci si aspetterebbe che in Gregorio il fenomeno dellrsquoiperbato tendesse ad essere

meno frequente Tuttavia questa aspettativa viene disattesa dal momento che i casi

di ldquonon iperbatordquo discussi in questa sezione sono piugrave numerosi di quelli che si trovano

in un autore piugrave antico come Petronio (9 vs 5) Ciograve puograve essere attribuito allo stile di

Gregorio che come osservato in Bonnet (1968 [1890] 716-724) opta per un ordine

delle parole studiato e molto costruito Gregorio tende a porre in evidenza una parola

in ogni frase prediligendo lrsquouso dellrsquoiperbato a cui spesso fa ricorso laquomal agrave propos ou

maladroitementraquo (ibid p 720)

32 Iperbati ldquoa estrazionerdquo

La discontinuitagrave puograve realizzarsi allrsquointerno di un sintagma quando un sottocosti-

tuente viene estratto dalla sua posizione per ragioni pragmatiche e dislocato in una

posizione periferica dove riceve unrsquointerpretazione marcata In Petronio si trovano 5

casi di questo tipo Lrsquoestrazione da una presumibile posizione di base indicata con il

carattere barrato avviene da sintagmi di tipo diverso ma in 4 casi su 5 riguarda un

Modif

(8) Nam cum positus esset ut nos putabamus anser altilis circaque pisces et omnium genera omnium avium inquit Trimalchio (Petron 69 8)

6 Adquisitam egrave un participio in -tus con valore aggettivale Sulle proprietagrave verbali e nominali del participio cfr Pompei (2008) per alcuni dettagli sul participio latino cfr Iovino (2008) e bibliografi a ivi citata

IOVINO

107

ldquoInfatti quando fu servita in tavola almeno cosigrave noi pensavamo unrsquooca di allevamento

e intorno pesci e uccelli di ogni genere (di ogni generi uccello) disse Trdquo

(9) Venit ergo galbino succincta cingillo galbino (Petron 67 4)

ldquoVenne quindi vestita con una cintura giallina (con una giallina vestita cintura)rdquo

(10) Inter haec tres pueri candidas succincti candidas tunicas intraverunt (Petron 60 8)

ldquoFrattanto entrarono tre valletti vestiti con tuniche candide (con candide vestiti

tuniche)rdquo

(11) His repleti his voluptatibus cum conaremur in triclinium intrare exclamavit unus ex pueris qui super hoc offi cium erat positus (Petron 30 5)

ldquoPieni di queste meraviglie (di queste pieni meraviglie) accingendoci ad entrare nel

triclinio uno dei fanciulli che era preposto a questo incarico urlograverdquo

(12) Tandem ergo discubuimus pueris Alexandrinis aquam in manus aquam nivatam infun-

dentibus (Petron 31 3)

ldquoCosigrave fi nalmente ci mettemmo a tavola con i valletti di Alessandria che versavano

acqua ghiacciata sulle manirdquo

In Gellio si trovano 4 casi di iperbati a estrazione In 34 lrsquoelemento estratto dal SN

egrave il nome (13) mentre nel caso restante si ha lrsquoestrazione di un Modif da un SP (14)

(13) Ac se quidem dubitare super ea re dicit posse autem videri putat nonnihil esse rationis in ea opinione quod historia Graece signifi cet rerum cognitionem rerum praesentium

(Gell 5 18 2)

ldquoE egli dice di dubitare in proposito ma ritiene che in questa opinione possa sembrare

che ci sia una qualche giustifi cazione etimologica percheacute historia in greco signifi ca

conoscenza dei fatti attuali (dei fatti conoscenza attuali)rdquo

(14) Nam et augendae rei et minuendae valet sicuti aliae particulae plurimae propter quod accidit ut quaedam vocabula quibus particula ista praeponitur ambigua sint et utroque-versum dicantur veluti ldquovescumrdquo ldquovehemensrdquo et ldquovegranderdquo de quibus alio in alio loco

uberiore tractatu facto admonuimus (Gell 5 12 10)

ldquo[La particella ve] infatti ha valore sia di accrescitivo sia di diminutivo come molte

altre particelle per questo motivo accade che talune parole a cui questa particella viene

prefi ssata siano ambigue e si usino sia in un senso sia nellrsquoaltro come ldquovescusrdquo ldquovehe-

mensrdquo ldquovegranderdquo di cui ci occupiamo in un altro passo (altro in passo) con piugrave ampia

trattazionerdquo

In Gregorio si trovano 3 casi in cui viene estratto un Modif

(15) a Tunc ille his mollitus his sermonibus ait (Greg Tur Franc 3 14)

ldquoAllora lrsquoaltro addolcito da questi discorsi (da questi addolcito discorsi) rispose

(15) b Cumque portae civitatis obseratae essent et unde ingrederetur pervium patulum non haberet incisam Archadius incisam serram unius portae eum civitati intromisit (Greg Tur Franc 3 9)

ldquoE poicheacute le porte della cittagrave erano chiuse neacute vi era quindi alcun passaggio agibile da

cui entrare Arcadio fatta spaccare la serratura (fatta spaccare Arcadio la serratura)

di una porta lo fece entrare [Childeberto] in cittagraverdquo

(15) c Vellim si placet parumper conferre quae christianis beatam confi tentibus beatam

Trinitatem prospera successerint (Greg Tur Franc 3 incipit)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

108

ldquoVorrei se pare opportuno discorrere per un momento delle vicende fortunate che

accaddero ai cristiani che credevano nella beata Trinitagrave (nella beata che credevano

Trinitagrave)rdquo

Negli esempi discussi sembra possibile individuare sia la (presumibile) posizione

di partenza dellrsquoelemento estratto sia quella di arrivo alla sinistra dove viene dislocato

per motivi di struttura dellrsquoinformazione (LP left periphery Giusti Iovino in press)

Tale posizione non egrave ammessa in italiano e piugrave in generale nelle lingue romanze per-

cheacute in queste ultime le teste funzionali (TD) sono occupate rispettivamente dagli

ausiliari (o dai verbi) e dagli articoli mentre restano vuote in latino come si vede in

(16a) vs (16b)

(16) a [LP

Oslash [TPDP

[TrsquoDrsquo

Xauxdet

[VPNP

VN SX]]] lingue romanze

(16) b [LP

SXtopicfocus

[TPDP

[TrsquoDrsquo

Oslash [VPNP

VN SX]]] latino

La mancata realizzazione delle teste funzionali in latino puograve favorire il movi-

mento e lrsquoestrazione di elementi massimali (Ledgeway (2012))

33 Iperbati dovuti allrsquoinserimento di elementi in posizione Wackernagel

Un tipo di iperbato puograve essere dovuto anche allrsquoinserimento di un elemento in

posizione Wackernagel In questi casi un ordine che potrebbe essere considerato

come di base viene interrotto dalla presenza di un elemento ldquodebolerdquo che tende ad

occupare la seconda posizione della frase (Salvi (2004 cap IV) Devine Stephens

(2006 282-287)) o del colon (Adams (1994)) Negli esempi seguenti il colon egrave delimi-

tato con una barretta verticale |

In Petronio si trovano 12 occorrenze di questo tipo di iperbato Gli elementi deboli

possono essere di vario tipo (avverbi veluti denique ubique quidem congiunzioni

autem enim pronomi) Alcuni esempi sono riportati in (17)

(17) a Flebat et Fortunata fl ebat et Habinnas | tota denique familia | tanquam in funus rogata lamentatione triclinium implevit (Petron 72 1)

ldquoPiangeva anche Fortunata piangeva anche Abinna tutta la famiglia quindi come

costretta in un funerale riempigrave di lamenti il tricliniordquo

(17) b Reliquos autem collibertos eius cave contemnas (Petron 38 6)

ldquoMa attento a non prendere sotto gamba gli altri suoi colleghirdquo

(17) c Poteram quidem inquit hoc fericulo esse contentus secundas enim mensas habetis Sed si quid belli habes affer (Petron 68 1)

ldquoCerto disse avrei potuto accontentarmi di questo servizio infatti i piatti nuovi li

avete Ma se hai qualcosa di buono portalordquo

(17) d Sed ut coeperam dicere| ad hanc me fortunam frugalitas mea perduxit (Petron 75 19)

ldquoMa come avevo cominciato a dire a tanta fortuna mi ha condotto la mia parsimoniardquo

(17) e Delectatus hac Trimalchio hilaritate et ipse capaciorem poposcit scyphum quaesi vitque quomodo acceptus esset (Petron 65 8)

ldquoTrimalchione compiaciuto da questa allegria ordinograve anche lui un calice piugrave grande e

chiese (allrsquoaltro) in che modo fosse stato accoltordquo

IOVINO

109

Lrsquoesempio in (17e) egrave interessante in quanto egrave il dimostrativo hac lrsquoelemento debole

che si trova in seconda posizione Non egrave quindi la presenza del N Trimalchio a inter-

rompere lrsquoordine lineare di hac hilaritate come si potrebbe dedurre limitando lrsquoos-

servazione allrsquoordine lineare ma la discontinuitagrave egrave dovuta alla natura sintattica del

dimostrativo che e come tale puograve collocarsi in seconda posizione

Gellio restituisce 2 esempi di iperbati legati alla posizione Wackernagel Gli ele-

menti deboli sono quidem e autem

(18) a Is tamen Protagoras| insincerus quidem philosophus | sed acerrimus sophistarum fuit (Gell 537)

ldquoIn effetti Protagora certamente fu un fi losofo non autentico ma dei sofi sti egli fu il

piugrave acutordquo

(18) b Cum Graecum autem vocabulum sit ldquosoloecismusrdquo an Attici homines qui elegantius locuti sunt usi eo sint quaeri solet (Gell 5203)

ldquoPoicheacute ldquosolecismordquo egrave una parola greca di solito viene chiesto se gli autori attici che

hanno parlato molto elegantemente ne abbiano fatto usordquo

In Gregorio gli esempi sono 9 e gli elementi deboli sono rursum ergo enim un

pronome una forma di is

(19) a Oscarum fl uvium [hellip] qui per portam ingrediens ac sub pontem decurrens | per aliam rursum portam egreditur| (Greg Tur Franc 3 19)

ldquoil fi ume Osche [hellip] che entrando attraverso la porta e scorrendo sotto un ponte esce

poi dallrsquoaltra porta della cittagraverdquo

(19) b Patratam ergo victuriam regionem illam capessunt et in suam redigunt potestatem

(Greg Tur Franc 3 7)

ldquoConseguita quindi la vittoria (i Franchi) occuparono la regione e la misero sotto il

loro potererdquo

(19) c In talibus enim dolis Theudoricus multum callidus erat (Greg Tur Franc 3 7)

ldquoCerto Teodorico era molto astuto in questi ingannirdquo

(19) d Quod videns Theudobertus ex ea reversus est | multa secum expolia ipse vel sui deferentes| (Greg Tur Franc 332)

ldquoTeodeberto vedendo ciograve se ne tornograve indietro da quelle (regioni) portando lui stesso

o i suoi molto bottinordquo

(19) e Cum autem haec Theudorico nuntiatum fuisse iussi inibi sanctum Quintianum constitui et | omnem ei potestatem tradi eclesiae | dicens (Greg Tur Franc 3 2)

ldquoQuando allora fu annunciato il fatto a Teodorico il re ordinograve che in quello stesso

posto fosse reintegrato il santo Quinziano e gli venisse affi dato ogni potere sulla

Chiesa dicendordquo

Per rendere conto di questi esempi si puograve ipotizzare con Salvi (2004 cap IV) che

la struttura della frase principale preveda una posizione disponibile che puograve ospitare

lrsquoelemento debole dopo il primo costituente

(20) [SX [pdeb

hellip [SV ]]]

CILPR 2013 ndash SECTION 2

110

Il primo costituente puograve essere di qualsiasi natura (SP SA SN SP) ma non puograve

essere marcato pragmaticamente Salvi (1994 120) osserva infatti che il dominio di

collocazione delle forme deboli non comprende la periferia

34 Iperbati dovuti allrsquoldquoinserimentordquo di un verbo

Lrsquoultimo tipo di iperbato si realizza anchrsquoesso a livello di frase ma egrave dovuto a un

verbo che interviene a rompere lrsquoordine lineare di un costituente Questo ldquoeffettordquo egrave

dovuto in realtagrave al movimento di una parte del sintagma nominale intorno al verbo

stesso In Petronio si trovano 14 casi di questo tipo alcuni dei quali sono riportati in

(21)

(21) a Interim ego qui privatum habebam secessum in multas cogitationes diductus sum quare aper pilleatus intrasset (Petron 41 1)

ldquoIo frattanto che mi ero ritirato in me stesso mi sono stillato il cervello in molti pen

sieri percheacute mai il cinghiale fosse entrato col berrettordquo

(21) b Et ne has tantum ostenderet divitias dextrum nudavit lacertum armilla aurea cultum et eboreo circulo lamina splendente conexo (Petron 32 4)

ldquoE per non far mostra di quei preziosi soltanto mise a nudo il braccio destro adorno di

unrsquoarmilla drsquooro e di un cerchio drsquoavorio circondato da una lamina splendenterdquo

(21) c Ita tutelam huius loci habeam propitiam ut ego si secundum illum discumberem iam illi balatum clusissem (Petron 57 2)

ldquoChe io abbia la protezione favorevole di questo luogo cosigrave che io se fossi seduto

vicino a lui gli avrei giagrave chiuso la boccardquo

Egrave interessante osservare che in (21b) sebbene da un punto di vista lineare siano

due le parole che interrompono lrsquoordine has divitias sul piano della struttura sintattica

si tratta di un solo elemento cioegrave di un verbo modifi cato da un avverbio (tantum osten-deret) Qualcosa di analogo si verifi ca nel caso di (21c) le parole che separano il nesso

tutelam propitiam sono tre ma da un punto di vista sintattico si tratta di soli due ele-

menti cioegrave un SN di tipo Dim-N (huius loci) e di un verbo (habeam) Si tratta quindi

di due esempi in cui la struttura dei costituenti non coincide con lrsquoordine lineare

In Gellio si trovano 2 esempi di iperbati dovuti a inserimento del verbo Sono

entrambi riportati in (22)

(22) a Sed et quispiam Samius athleta ndash nomen illi fui t Echeklous ndash cum antea non loquens fuisset ob similem dicitur causam loqui coepisse (Gell 5 9 4)

ldquoMa anche un atleta di Samo il cui nome era Echecleo non essendo prima capace di

parlare si dice che cominciograve a parlare per un motivo analogordquo

(22) b ldquoPluriardquo forte quis dixit sermocinans vir adprime doctus meus amicus non hercle studio se ferens ostentandi neque quo ldquoplurardquonon dicendum putaret (Gell 5 21 1)

ldquoUn uomo molto eloquente eccezionalmente dotto mio amico disse una volta ldquoplu riardquo non per Bacco per intenzione di ostentazione e nemmeno percheacute pensava che

non si dovesse dire ldquoplurardquordquo

Si noti che in (22b) si trova un lungo SN formato da un indefi nito (quis) un parti-

cipio in -nt- prenominale con valore aggettivale (sermocinans) che modifi ca il nome

IOVINO

111

(vir) a sua volta modifi cato da un participio postnominale in -tus con valore aggetti-

vale (doctus) (cfr nota n 6) modifi cato da un avverbio (adprime)

In Gregorio i casi di questo tipo sono invece 7 In 67 casi un verbo interrompe il

nesso Modif-N mentre in un solo caso interrompe il nesso inverso Un esempio per

ciascun tipo si trova in (23)

(23) a qui perditam priorem coniugem fi liam Theudorici regis Italici de qua fi lium habe bat nomen Sigiricum aliam duxit uxorem (Greg Tur Franc 3 5)

ldquo[Sigemondo] che dopo aver perduto la prima moglie fi glia di Teodorico re drsquoItalia

dalla quale aveva avuto un fi glio di nome Sigerico sposograve unrsquoaltra donnardquo

(23) b Alaricus hanc [Trinitate] denegans a regno et populo atque ab ipsa quod magis est vita multatur aeterna (Greg Tur Franc 3 1)

ldquoAlarico che lrsquoaveva negata [la Trinitagrave] fu privato del regno del popolo e cosa piugrave

importante della vita eternardquo

I casi di questo tipo possono essere spiegati con una struttura come quella seguente

(24) [SX [V [ SX]]]

in cui si vede che una serie di proiezioni funzionali (come indicato dallrsquoasterisco)

nelle quali possono spostarsi elementi di diversa natura sono disponibili intorno al

verbo

35 Unrsquoosservazione diacronica

Al di lagrave dellrsquoopposizione tra il latino che ammette le strutture discontinue e le

lingue romanze in cui il loro utilizzo egrave invece estremamente limitato egrave possibile indi-

viduare alcuni elementi di continuitagrave tra il latino e le lingue discendenti

Rispetto al latino di Petronio del I sec dC Gellio e Gregorio offrono alcuni

esempi di iperbati che sembrano preludere a quelle che diventeranno le strutture

romanze con elementi estratti e dislocati a sinistra (o apparentemente a destra) che

costituiscono lrsquounica possibilitagrave di discontinuitagrave sintattica I rispettivi contesti sono

riportati di seguito

(25) pecuniam quippe ingentem cum a discipulis acciperet annuam pollicebatur se id docere quanam verborum industria causa infi rmior fi eret fortior (Gell 5 3 7)

ldquoRicevendo dai suoi discepoli una somma annuale veramente cospicua prometteva di

insegnare ciograve come una causa da piugrave debole diventa piugrave forte manovrando le parolerdquo

(26) Indignamini quaeso tam meam iniuriam quam interitum parentum vestrorum ac recolite Thoringus quondam super parentes nostros violenter advenisse ac multa illis intulisse mala (Greg Tur Franc 3 7)

ldquoVi prego disdegnate tanto lrsquooffesa che ho subito quanto quella per lrsquouccisione dei vostri

familiari e ricordate che un tempo i Turingi hanno aggredito con violenza i nostri cari e

hanno provocato loro molti malirdquo

(27) Erat ibi tunc temporis quidam Lytigius ex minoribus qui magnas sancto Quintiano

parabat insidias (Greg Tur Franc 313)

ldquoA quel tempo ligrave viveva un certo Litigio uomo di mediocre condizione che procurava

molte insidie al santo Quinzianordquo

CILPR 2013 ndash SECTION 2

112

Gli esempi in (25)-(27) sono accomunati dal fatto che solo una parte del costi-

tuente nominale (rispettivamente lrsquoaggettivo annuam e i nomi mala e insidias) viene

dislocata a destra lasciando in posizione preverbale lrsquoelemento (modifi catore o nome)

da cui viene separato

Per quanto concerne le cosiddette dislocazioni a destra dellrsquoitaliano moderno

esse esprimono qualcosa di ldquodatordquo nel contesto che viene poi richiamato alla fi ne

della frase essendo perograve lrsquoordine delle parole dellrsquoitaliano SVO la struttura con dislo-

cazione a destra risulta problematica in quanto non sempre egrave ben chiaro cosa sia effet-

tivamente dislocato anche se in questi casi la punteggiatura puograve aiutare

(28) Compro domani()

il giornale

Che si tratti senza dubbio di un ordine pragmaticamente marcato risulta piugrave evi-

dente nei casi in cui si ha una sorta di doppia presenza del costituente rappresentato

da un clitico cataforico di un costituente o di unrsquointera frase

(29) a La mangio domani la pizza(29) b Lo sai che Gianni e Maria si sono lasciati

Oltre alla dislocazione di interi costituenti in italiano moderno egrave possibile estrarre

solo una parte del costituente nominale (per lo piugrave nei SN quantifi cati ma non solo)

Proprio questa struttura sembra essere la diretta discendente di quella che si trova giagrave

in latino

(30) a Una somma di denaro annua veramente ingente dai suoi discepoli (la) riceveva

annua

(30) b Molti mali a quelli (ne) sono stati fatti di mali

(30) c Grandi insidie (ne) preparava al santo Quintiano di insidie

In (30) sono riportate le traduzioni degli esempi latini Sebbene lrsquoaccettabilitagrave

di (30a) possa essere controversa (30bc) mostrano piugrave chiaramente che nei casi

di estrazione del nome da un SN modifi cato da un aggettivo lessicale (anche di

quantitagrave) egrave obbligatoria la ripresa clitica (la) oppure pronominale (ne) dellrsquooggetto

(partitivo)

4 Conclusioni

In questo contributo si egrave visto che in unrsquoottica sintattica basata sul concetto di

costituente non tutti gli ordini linearmente discontinui sono anche sintatticamente

discontinui (tipo zero) Questa distinzione riduce in maniera consistente il dominio

degli iperbati per i quali egrave stata proposta una tipologia tripartita costituita dal tipo

uno dovuto allrsquoestrazione di un elemento allrsquointerno di un sintagma dal tipo due

dovuto allrsquoinserimento di un elemento debole in posizione Wackernagel dal tipo tre

dovuto al movimento di una parte del SN intorno al verbo

Universitagrave CarsquoFoscari Venezia Rossella IOVINO

IOVINO

113

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115

Les preacutesentatifs franccedilais voici voilagrave et latins ecce em ēn

essai drsquoeacutetude comparative

1 Introduction

Les romanistes ont eacuteteacute les premiers au deacutebut du vingtiegraveme siegravecle agrave utiliser le terme

lsquopreacutesentatifrsquo pour deacutesigner une cateacutegorie grammaticale composeacutee essentiellement de

fr voici voilagrave il y a crsquoest Cette terminologie aussi insuffi sante soit-elle (P Lauwers

(2004)) permet de deacutepasser lrsquoimbroglio taxinomique qui lrsquoa preacuteceacutedeacutee (interjection

verbe adverbe adverbe deacutemonstratif adverbe de lieu adverbe preacutesentatif particule

preacuteposition exclamation actualisateur introducteur) en se fondant sur une simili-

tude syntaxique et seacutemantico-reacutefeacuterentielle drsquoeacuteleacutements heacuteteacuterogegravenes qui servent agrave preacute-

senter un ecirctre ou une action Cette notion de lsquopreacutesentatifrsquo est adopteacutee dans la majoriteacute

des eacutetudes portant sur le franccedilais1 sans doute parce qursquoelle colle davantage agrave la reacutealiteacute

observable en revanche elle peine agrave peacuteneacutetrer les eacutetudes sur les langues anciennes

mecircme les plus reacutecentes (sauf Petit (2010a et b)) qui srsquoattachent encore agrave deacutefi nir latin

ecce em ou ēn laquo voici voilagrave raquo comme des lsquointerjectionsrsquo ou des lsquoparticules deacutemons-

trativesrsquo selon la terminologie heacuteriteacutee des grammairiens antiques Ces petits mots si

freacutequents dans le dialogue donneront lieu ici agrave une eacutetude compareacutee du fait gramma-

tical en latin et en franccedilais agrave partir de trois paramegravetres morphologique syntaxique

et seacutemantico-reacutefeacuterentiel et avec essentiellement pour corpus des comeacutedies latines

(Plaute [Pl]) et franccedilaises (Moliegravere [M] Dumas Pegravere [D] et Anouilh [An]) dans

lesquelles lrsquooral lsquosimuleacutersquo est proche de celui de tous les jours Cette eacutetude srsquoachegravevera

sur un exemple qui vise agrave montrer que bien que les preacutesentatifs fassent probablement

partie des universaux linguistiques ils diffegraverent sensiblement drsquoune langue agrave lrsquoautre

2 Premier paramegravetre la morphologie

Un premier rapprochement morphologique peut ecirctre eacutetabli entre le fr voici voilagrave et le lat em initialement laquo tiens raquo (et peut-ecirctre aussi ēn) ces termes invariables

reposent sur drsquoanciennes formes drsquoimpeacuteratif preacutesent de deuxiegraveme personne Lrsquoimpeacute-

ratif srsquoexplique aiseacutement par la fonction de base du preacutesentatif qui est drsquoinviter lrsquointer-

locuteur agrave prendre connaissance drsquoun eacuteveacutenement soudain lrsquoarriveacutee drsquoune personne

ou la mise en eacutevidence drsquoun objet dans la conversation En franccedilais le preacutesentatif

1 Entre autres Morel (1992) Riegel et al (2009)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

116

est issu de la grammaticalisation de lrsquoimpeacuteratif drsquoun verbe de saisie visuelle agrave la deu-

xiegraveme personne du pluriel suivi drsquoun deacuteictique anc-fr veez ci veez la En latin em est issu de la grammaticalisation drsquoune forme drsquoimpeacuteratif agrave la deuxiegraveme personne du

singulier drsquoun verbe signifi ant une saisie tactile En latin contrairement au franccedilais

donc il nrsquoy a pas de preacutesentatif reposant sur un verbe laquo voir raquo Cela peut paraicirctre

eacutetonnant au regard de lrsquoensemble des langues indo-europeacuteennes anciennes les preacute-

sentatifs reposent sur une forme drsquoimpeacuteratif drsquoun verbe laquo voir raquo en grec en gotique

en vieil-irlandais en sanskrit en armeacutenien en tokharien B et cela mecircme dans des

langues non indo-europeacuteennes tregraves probablement en eacutegyptien moyen2 Qursquoil srsquoagisse

drsquoun preacutesentatif signifi ant au deacutepart laquo vois voyez raquo ou laquo tiens raquo la preacutesentation drsquoun

ecirctre semble revenir au mecircme

(1)a Ah Voici Monsieur Purgon (M Le Malade imaginaire III 5)

(1)b Em tibi hominem (Pl As 880) ldquo Voici ton homme rdquo

Voici et em preacutesentent tous deux lrsquoarriveacutee drsquoun homme toutefois drsquoun point de

vue informationnel lrsquoeacutequivalence nrsquoest pas totale le premier annonce lrsquoentreacutee sur

scegravene drsquoun personnage le second constitue une invitation agrave aller agrave la rencontre de

ce personnage le plus souvent pour le frapper ce qui explique lrsquoadjonction toujours

attesteacutee drsquoun datif de destination tibi apregraves em la formule peut ecirctre mecircme raccourcie

et em tibi signifi er laquo voilagrave pour toi raquo formule qui srsquoaccompagne drsquoun amical coup de

poing

Par ailleurs lrsquoimportance ndash morphologique et seacutemantique ndash de lrsquoeacuteleacutement deacuteictique

preacutesent dans fr voi-ci se trouve deacutejagrave en latin puisque preacuteciseacutement fr -ci est issu de la

diminution du corps phoneacutetique de la seacutequence latine ecce hīc Le second eacuteleacutement du

preacutesentatif ec-ce est une ancienne particule deacuteictique k e de date proto-indo-euro-

peacuteenne Mais cet eacuteleacutement k e nrsquoest pas neacutecessaire dans la formation drsquoun preacutesentatif

(cf lat em fr tiens3 jrsquoai vous avez4) Pourtant il peut agrave lui seul dans certaines lan-

gues suffi re agrave former un preacutesentatif en hittite et en eacutetrusque5 Rares sont les langues

qui ont un preacutesentatif reposant agrave la fois sur un thegraveme deacuteictique et sur une forme

drsquoimpeacuteratif grammaticaliseacutee comme en roumain par exemple6

Une autre diffeacuterence morphologique importante apparaicirct entre le latin et le fran-

ccedilais le latin langue fl exionnelle a deacuteveloppeacute des preacutesentatifs dits lsquofl eacutechisrsquo7 eccum

eccam eccistam eccillud etc qui srsquoaccordent en genre et en nombre avec le reacutefeacuterent

et une agglutination particuliegravere eccerē laquo Voilagrave crsquoest fait raquo Toutefois ces formes lsquofl eacute-

2 Cf Julia (2013)3 Cf Saunier (1996)4 Cf Morel (1992)5 Cf Julia (2013)6 Iliescu (2008 2010) eacutetudie les deux preacutesentatifs du roumain7 On admet que ces formes sont issues de lrsquoagglutination de ecce et drsquoun deacutemonstratif hum

ham etc

JULIA

117

chiesrsquo ne fonctionnent pas tout agrave fait comme la forme de base ecce8 La morphologie

semble avoir eu une incidence sur la syntaxe des preacutesentatifs

3 Deuxiegraveme paramegravetre la syntaxe

31 Des proprieacuteteacutes syntaxiques communes

Les preacutesentatifs franccedilais et latins partagent eacutegalement des proprieacuteteacutes syntaxiques

semblables une certaine mobiliteacute dans lrsquoeacutenonceacute lrsquoimpossibiliteacute drsquoecirctre nieacutes en dehors

des phrases interrogatives agrave valeur rheacutetorique en franccedilais (ne voilagrave-t-il pas que )

ainsi que la capaciteacute agrave remplir une fonction preacutedicative par eux-mecircmes En latin lrsquoeacuteleacute-

ment nominal preacutesenteacute par ecce se trouve agrave lrsquoaccusatif (en latin archaiumlque et classique)

ou au nominatif (agrave partir du latin classique) Le fait que le lsquoreacutegimersquo du preacutesentatif

puisse ecirctre soit agrave lrsquoaccusatif soit au nominatif en latin classique montre que le mot

nrsquoeacutetait plus senti comme une forme verbale tout comme en franccedilais voicivoilagrave nrsquoest

plus senti comme reposant sur une forme du verbe laquo voir raquo Ni lrsquoun ni lrsquoautre cas en

latin ne se justifi e aiseacutement Faut-il parler drsquoun accusatif exclamatif drsquoun accusatif de

lrsquoobjet direct comme on lrsquoa fait pour voici voilagrave parfois consideacutereacutes comme des verbes

agrave part entiegravere (Moignet (1969)) Une perspective uniquement syntaxique se reacutevegravele

dans tous les cas insuffi sante

32 Positions syntaxiques occupeacutees par les preacutesentatifs

Le preacutesentatif latin comme franccedilais peut occuper trois positions syntaxiques dans

la proposition comme illustreacute en (2) lrsquoanteacuteposition (a) la position inteacutegreacutee agrave la struc-

ture preacutedicative (b) et la postposition (c) mais il preacutecegravede toujours son lsquoreacutegimersquo de

maniegravere attendue puisqursquoil le preacute-sente ndash laquo est devant raquo agrave une exception pregraves en latin

comme dans lrsquoexemple (d) le pronom personnel enclitique preacutecegravede en franccedilais le

preacutesentatif alors qursquoen latin le preacutesentatif preacutecegravede toujours le pronom

(2)a Voilagrave crsquoest lui que jrsquoaime je veux lrsquoeacutepouser (An Antigone)

Ecce autem perii (Pl Most 660) ldquo Voilagrave je suis mort rdquo

Em accipetrina haec nunc erit (Pl Bacch 274) ldquo Voilagrave crsquoest le coup de lrsquoeacutepervier main-

tenant rdquo

(2)b Voilagrave ce qursquoelle me dira ta megravere lagrave-haut quand jrsquoy monterai (An Antigone)

Ecce nos tibi oboedientes (Pl Mil 610) ldquo Nous voilagrave precircts agrave trsquoobeacuteir rdquo

Em cui te et tua quae tu habeas commendes uiro (Pl Merc 620) ldquo Voilagrave lrsquohomme agrave qui tu

confi es ta personne et tout ce que tu as rdquo

(2)c Jrsquoai promis agrave sa pauvre megravere que jrsquoen ferais une honnecircte fi lle et voilagrave (An Antigone)

Assum apud te eccum (Pl Poen 279) ldquo Je suis agrave cocircteacute de toi voilagrave rdquo aucun em postposeacute

(2)d Ecce hominem te Stasime nihilltigt (Pl Trin 1013) ldquo Te voilagrave Stasime un propre

agrave rien rdquo

8 Pour le latin archaiumlque cf Touratier (1994) pour le latin post-classique cf Cuzzolin (1998)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

118

33 Un mecircme eacutelargissement des constructions syntaxiques

En franccedilais comme en latin on observe un mecircme eacutelargissement des constructions

syntaxiques dans les deux langues le preacutesentatif a cesseacute de reacutefeacuterer exclusivement au

lieu de lrsquoeacutenonciation pour devenir eacutegalement preacutesentatif de narration et preacutesentatif

textuel Oppermann-Marsaux (2006) a lieacute le changement formel du preacutesentatif agrave une

extension de ses emplois Il semblerait que ce soit eacutegalement le cas en latin par rap-

port agrave ecce les formes eccum eccam srsquoaccompagnent drsquoune extension des emplois

Tout drsquoabord les preacutesentatifs entrent dans la construction de tours simples et com-

plexes En franccedilais (Riegel et al (2009)) comme en latin les preacutesentatifs ne sont pas

reacuteserveacutes agrave des phrases nominales comme Le voici Voici le facteur (Delahaie (2009))

mais peuvent aussi introduire des propositions subordonneacutees en particulier des rela-

tives ou des phrases entiegraveres avec un noyau verbal indeacutependant Le classement des

tours simples et complexes constitueacutes drsquoun preacutesentatif ici preacutesenteacute suit le classement

de Hache (2006)

En preacutedication simple et en emploi isoleacute le preacutesentatif forme agrave lui seul un eacutenonceacute

qui constitue soit la reacuteponse agrave une question soit une intervention spontaneacutee drsquoun

locuteur Cet emploi offre une particulariteacute inteacuteressante les preacutesentatifs latins ou

franccedilais nrsquoont pas de valeur deacutemonstrative seulement une valeur confi rmative

(3)a LrsquoHocirctesse en dehors- Voilagrave voilagrave (D Antony III 7)

(3)b De Atque audin etiam Li Ecce (Pl As 109) ldquo Deacutemeacutenegravete- Ah encore un mot

Liban- Voilagrave rdquo

Toujours en preacutedication simple le preacutesentatif est souvent suivi drsquoun pronom drsquoun

nom propre ou drsquoun substantif deacutesignant une personne son statut familial ou sa fonc-

tion (appellatifs etc)

ndash en reacutefeacuterence exophorique avec une valeur deacuteictique souvent en clocircture de scegravene

(4)a Argan- Ah Voici Monsieur Purgon (M Le Malade imaginaire III 5)

(4)b Sed Toxili puerum Paegnium eccum (Pl Pers 271-272) ldquo Mais voici Peacutegnion lrsquoes-

clave de Toxile rdquo

ndash ou en valeur endophorique le preacutesentatif possegravede alors une valeur cataphorique (5) ou

anaphorique (6 exemples dans lesquels fabulam et lrsquohistoire se reacutepondent parfaitement)

(5)a Leacutelie- Eacutecoute donc voici bien le meilleur La lettre que je dis a donc eacuteteacute remise

(M LrsquoEtourdi ou les contre-temps I 11)

(5)b Em mater mea Tibi rem potiorem uerbo clamat parturit (Pl Aul 692-693) ldquo Voi-

ci ma megravere un fait qui en dit plus que toute parole elle crie elle enfante rdquo

(6)a Voilagrave lrsquohistoire en gros (hellip) (M LrsquoEacutetourdi ou les Contre-temps IV 1)

(6)b Em tibi omnem fabulam ldquoVoilagrave toute la comeacutedierdquo (Pl Pseud 754)

Les preacutesentatifs franccedilais et latins peuvent aussi introduire des eacuteleacutements nominaux

qui prennent la forme drsquoune proposition subordonneacutee compleacutetive conjonctive ou rela-

tive substantive fr voilagrave qui est fait voici qursquoil entre lat eccum qui ex incerto faciet mihi ldquo Voici celui qui va me tirer drsquoembarras rdquo (Pl Pseud 965) Mais on ne trouve pas

JULIA

119

en latin drsquoexemple ougrave le preacutesentatif fonctionne comme pivot verbal drsquoune subordon-

neacutee relative comme en franccedilais le livre que voici

Fr voicivoilagrave peuvent eacutegalement ecirctre suivis drsquoun infi nitif comme peut-ecirctre des

preacutesentatifs lsquofl eacutechisrsquo du latin

(7)a Voici venir Ascagne (M Deacutepit amoureux V 7)

(7)b Sed generum nostrum ire eccillum uideo (Pl Trin 622) ldquo Mais je vois voici lagrave-bas

venir notre gendre rdquo

Le preacutesentatif franccedilais comme latin entrent enfi n dans des constructions agrave double

preacutedication lrsquoune avec lrsquoattribut de lrsquoobjet et la seconde avec la proposition relative

ndash dans la seacutequence preacutesentatif + nompronom + adjectifgroupe nominal il faut distinguer

les occurrences ougrave lrsquoadjectif est attribut de celles ougrave il est eacutepithegravete ou apposeacute dans le

premier cas la structure implique deux preacutedicats contre un seul dans la seconde

(8)a Me voici un vrai militaire (St La Chartreuse de Parme I 3)

(8)b Ecce me nullum senem (Pl Cas 305) ldquo Me voici un pauvre vieillard rdquo

ndash en revanche la seacutequence preacutesentatif + nompronom + pronom attesteacutee en franccedilais et en

latin ne forme pas un double preacutedicat

(9)a Voilagrave Toinette elle-mecircme (M Le Malade imaginaire III 8)

(9)b Atque eccum ipsum hominem (Pl Men 898) ldquo Et voilagrave lrsquohomme lui-mecircme rdquo

Dans la double preacutedication avec lrsquoattribut de lrsquoobjet le latin se distingue du fran-

ccedilais par une structure originale Le preacutesentatif lsquofl eacutechirsquo peut deacuteterminer non pas toute

la proposition mais seulement lrsquoattribut de lrsquoobjet et lrsquoobjet

(10) Habeo eccillam meam clientam meretricem adulescentulam (Pl Mil 789) ldquo Jrsquoai la

voici pour cliente une courtisane encore toute jeunette rdquo

Quand les preacutesentatifs entrent en correacutelation avec les outils relatifs ils permettent

de former des phrases dont un eacuteleacutement nominal pronominal adverbial est extrait

pour ecirctre mis en relief fr Le voicivoilagrave qui arrive en regard de la phrase sans mise

en relief Il arrive Il faut distinguer deux cas lorsque la proposition relative est inteacute-

greacutee agrave la structure preacutesentative (Hache (2006))

ndash quand la relative exerce une fonction appositive ou eacutepithegravete il nrsquoy a pas de double preacutedi-

cat

(11)a Voilagrave une femme qui mrsquoaime (M Le Malade imaginaire II 6)

(11)b Eccum quem quaerebam (Pl Curc 610) ldquo Voici celui que je cherchais rdquo

ndash quand la relative exerce une fonction attributive il y a une double preacutedication

(11)d Voilagrave un doigt qui sait tout qui me dira si vous mentez (M Le Malade imaginaire

II 8)

(11)e Sed eccum parasitum quoius mihi auxilio est opus (Pl Persa 83) ldquo Mais voici mon

parasite dont le secours mrsquoest neacutecessaire rdquo

CILPR 2013 ndash SECTION 2

120

Comme avec lrsquoattribut de lrsquoobjet sous forme nominale on rencontre en latin la

structure particuliegravere verbe + preacutesentatif + relative attributive

(12) Video eccum qui ltagtmans tutorem med optaultit sugtis bonis (Pl Truc 859) ldquo Je

vois le voici celui qui par amour de moi mrsquoa choisie pour geacuterer la tutelle de ses biens rdquo

Les preacutesentatifs du franccedilais peuvent aussi introduire dans divers types de phrases

des compleacutements circonstanciels Il a deacutemeacutenageacute voicivoilagrave cinq ans VoiciVoilagrave cinq ans qursquoil a deacutemeacutenageacute Ce cas de fi gure ne se rencontre pas en latin En revanche

en latin on relegraveve de nombreuses occurrences dans lesquelles le preacutesentatif est suivi

drsquoune preacutedication en proposition indeacutependante sans qursquoon sache veacuteritablement la

deacutelimiter Faut-il ou non consideacuterer qursquoil y a deux eacutenonceacutes le premier constitueacute du

preacutesentatif le second de la proposition preacutedicative La question est complexe car

le latin a pour originaliteacute de pouvoir inteacutegrer syntaxiquement le preacutesentatif dans une

proposition preacutedicative ougrave il joue le rocircle de sujet ou de compleacutement drsquoobjet direct du

preacutedicat verbal De fait rien ne seacutepare syntaxiquement le preacutesentatif de la proposi-

tion preacutedicative qui lui succegravede Mais inversement aucun morphegraveme conjonctif ou

autre ne lie formellement la proposition preacutedicative au preacutesentatif En (13) le mecircme

eacutediteur A Ernout (Les Belles Lettres Paris) ne seacutepare pas le preacutesentatif de la pro-

position preacutedicative dans le premier exemple alors qursquoil le fait dans le second agrave lrsquoaide

drsquoune virgule sa traduction teacutemoigne eacutegalement de lrsquoambiguiumlteacute que nous observons

(13)a Em ista uirtus est quando usust qui malum fert fortiter (Pl As 322) ldquoVoilagrave le vrai

courage que de savoir quand neacutecessaire braver bravement la souffrance rdquo (traduction A

Ernout)

(13)b Em accipetrina haec nunc erit (Pl Bacch 274) ldquo Tu vas voir maintenant crsquoest le

coup de lrsquoeacutepervie rdquo (traduction A Ernout)

On ignore donc si une seacutequence comme (14) eacutetait prononceacutee drsquoun seul trait ou

non Ecc(e) Apollo mihi ex oraclo imperat ou Ecce Apollo mihi ex oraclo imperat

(14) Ecce Apollo mihi ex oraclo imperat Vt ego illic oculos exuram lampadibus ardenti-bus (Pl Men 841-842) ldquo Voilagrave Apollon Voilagrave [qursquo]Apollon par son oracle mrsquoordonne de lui

brucircler les yeux avec des torches enfl ammeacutees rdquo

Plus encore que faire des occurrences ougrave le preacutesentatif lsquofl eacutechirsquo morphologique-

ment agrave lrsquoaccusatif joue apparemment le rocircle du sujet du preacutedicat verbal comme en

(15) Le recours agrave une phrase cliveacutee dans la traduction eacutelude la diffi culteacute sans la

reacutesoudre

(15) Sed eccum incedit (Pl Poen 470) ldquo Mais le voici qui srsquoavance rdquo ou ldquo Mais le voici

il srsquoavance rdquo

Cette seconde approche a permis de constater que ecce et em voici voilagrave ne par-

tageaient pas les mecircmes constructions syntaxiques Le tableau suivant reacutesume les

similitudes et les diffeacuterences

JULIA

121

Structures syntaxiques

preacutesentativesLatin Franccedilais

Preacute

dic

ati

on

s si

mp

les

Emploi isoleacuteEcce eccum em eccere en

Voilagrave

Avec un nom un GN ou

un pronom

Ecce me eccum ecca eccos eccas ecca eccil-lum eccistum eccistam ecce odium meum em pateram en Priamus

Metenousvouslelalesen voici mete nousvouslelalesen voilagrave voici le facteur voilagrave le facteur voilagrave tout

Avec un pronom et un

nom En voilagrave des maniegraveres

Avec deux pronoms Nous y voici nous y voilagrave

Avec un adverbe Em sicVoilagrave pourquoi voilagrave comment

Avec une proposition

subordonneacutee agrave statut

nominal compleacutetive

conjonctive ou relative

substantive

Eccum qui ex incerto faciet mihi Eccere autem quem conuenire maxime cupiebam En qui nostra sibi bello conubia poscunt

Ecce autem perii Em sapis sane eccum incedit Eccere autem capite nutat Em rursum nunc nugas agis

Voici qui est fait voici qursquoil entre voilagrave qui est fait voilagrave qursquoil entre

Avec une proposition

interrogative indirecte Voilagrave pourquoi votre fi lle

est muette

Avec une exclamative Comme vous voilagrave bacircti

Avec un infi nitif Ire eccillumVoici venir voilagrave trop

causer

Avec une forme verbale

conjugueacutee agrave un mode per-

sonnel ou avec omission

de la copule

Amphitruo eccum exit foras eccum uideo eccam attuli Em tibi adsunt en supplex uenio

Intus eccum fratrem ger-manum tuum

CILPR 2013 ndash SECTION 2

122

Structures syntaxiques

preacutesentativesLatin Franccedilais

Preacute

dic

ati

on

s d

ou

ble

s

Avec attribut de lrsquoobjet

Ecce me nullum senem Saluam eccam Habeo eccillam meam clientam Em tibi rem potiorem uerbo En ego uicta situ

Me voici un vrai militaire

Avec une proposition rela-

tive agrave fonction attributive

Eccum quem quaerebam Em quoi decem talenta dotis detuli

Voilagrave un doigt qui sait tout

Avec une proposition rela-

tive non restrictive (lsquoCRPrsquo

Lambrecht)

(eccum incedit)Le voici qui srsquoavance voilagrave le facteur qui arrive voilagrave longtemps que

Formant le noyau drsquoune

proposition relative Le moi que voici la sotte

musique que voilagrave

4 Troisiegraveme paramegravetre les valeurs seacutemantico-reacutefeacuterentielles et

eacutenonciatives

Les valeurs seacutemantico-reacutefeacuterentielles et eacutenonciatives se recoupent presque totale-

ment entre le franccedilais9 et le latin10 Dans les deux langues les preacutesentatifs remplissent

un emploi deacuteictique exophorique (16) peuvent servir de lsquosignal discursifrsquo au sens de

Cesare (2011) ou bien remplir un emploi textuel ou lsquoDiscourse deicticrsquo (Plaucheacute Ber-

gen (2001) (17) ou un emploi propositionnel ou eacuteveacutenementiel appeleacute parfois narratif

sans preacutedicat verbal (18 (a et b)) ou avec preacutedicat verbal (18 (c agrave f)) ou bien encore un

emploi pragmaticaliseacute (19)

(16)a Me voici (M Les Fourberies de Scapin II 7)

(16)b Ecce me (Pl Mil 663) ldquo Me voici rdquo

(16)c Ah Te voilagrave (M George Dandin ou le mari confondu III 3)

(17)a Voilagrave ce que jrsquoavois agrave vous faire savoir (M LrsquoEacutecole des maris II 2)

(17)b Em tibi omnem fabulam (Pl Pseud 754) ldquo Voilagrave toute la comeacutedie rdquo

(18)a Voilagrave une eacutetrange folie (M Meacutedecin malgreacute lui I 4)

(18)b Ecce Gripi scelera (Pl Rud 1178) ldquo Voici les folies de Gripus rdquo

9 Les valeurs eacutenonciatives de voicivoilagrave ont eacuteteacute deacutecrites dans le theacuteacirctre franccedilais par Deacutetrie (2001) Gaudin (2005) et Narjoux (2003)

10 Dionisotti (2007) attribue une liste impressionnante de valeurs eacutenonciatives agrave ecce Lrsquoeacutetude de Roseacuten (1998) porte avant tout sur les phrases preacutesentatives agrave valeur existentielle ou drsquoiden-tifi cation

JULIA

123

(18)c Voilagrave ma fi lle qui parle (M Le Meacutedecin malgreacute lui III 6)

(18)d Em cui te et tua quae tu habeas commendes uiro (Pl Merc 702) ldquo Voilagrave lrsquohomme agrave

qui on confi e sa personne et ce qursquoon a rdquo

(18)e Voilagrave ce que jrsquoavois agrave vous faire savoir (M LrsquoEcole des maris II 2)

(18)f Em istuc rectius (Pl Epid 553) ldquo Voilagrave qui est mieux dit encore rdquo

(19)a Voicy jrsquoay trouveacute un bon moyen pour nous venger de luy le mieux du monde (P de

Larivey Les Comeacutedies facecieuses Les Escolliers V 2)

(19)b Voila ceste breneuse de ma femme voudroit ce croyie faire ainsi (P de Larivey

Les Comeacutedies facecieuses Les Escolliers II 1)

(19)c Em tibi imperatumst (Pl Most 313) ldquo Voilagrave tu sais ce que tu as agrave faire rdquo

En emploi grammaticaliseacute le preacutesentatif peut marquer

ndash la clocircture

(19)d Sabot encore prononccedila lsquoVoilagrave voilagraversquo puis se tut (Maupassant Contes et nou-velles laquo La confession de Theacuteodule Sabot raquo)

(19)e St Lesbonicum suam sororem despondisse em hoc modo (Pl Trin 603) ldquo Stasime-

Que Lesbonicus a fi anceacute sa sœur Voilagrave voilagrave rdquo

ndash le consensus

(19)f Par ici monsieur le sergent par ici cria lrsquoouvreuse - Voilagrave voilagrave voilagrave (Dumas

Pegravere Le Capitaine Pamphile VIII)

(19)g Si Vorte ergo umerum ltPsgt Em (Pl Pseud 1318-1319) ldquo Simon- Tourne donc

ton eacutepaule Pseudolus- Voilagrave rdquo

ndash le dissensus

(19)h Elle mrsquointerrompt en geacutemissant - lsquoVoilagrave voilagrave tu te moques encore de moi je ne

voulais pas trsquoeacutecrire tu es sans cœurrsquo (Colette Claudine agrave lrsquoeacutecole)

(19)i Em istucinest operam dare Bonum sodalem (Pl Merc 620-622) ldquo Voilagrave est-ce

ainsi qursquoon sert fi degravelement un ami rdquo (traduction A Ernout)

ndash la conclusion (cf Pl Persa 701-705)

La grammaticalisation du preacutesentatif avec un datif eacutethique latin ecce tibi ou em tibi et ancien-franccedilais es vos (E Oppermann-Marsaux (2006) et D Petit (2010a)) per-

met drsquoarticuler lrsquouniteacute de tous ces emplois autour de la personne de lrsquointerlocuteur La

preacutesentation quelle que soit sa nature est neacutecessairement tourneacutee vers lrsquointerlocuteur

5 Exemple Voici lrsquohomme Ecce homo

Lrsquoanalyse drsquoune seule locution biblique ceacutelegravebre en franccedilais et en latin montrera

combien il est en fait diffi cile de comparer les preacutesentatifs drsquoune langue agrave lrsquoautre lat

ecce homo canoniquement traduit par laquo Voici lrsquohomme raquo Autant nous avons vu que

ecce et voicivoilagrave partageaient des traits syntaxiques et seacutemantico-fonctionnels com-

muns autant il est diffi cile parfois de reconnaicirctre exactement la valeur du preacutesentatif

diffi culteacute qui peut poser problegraveme au traducteur

CILPR 2013 ndash SECTION 2

124

Pour signifi er laquo voici lrsquohomme raquo Plaute dit em hominem et Peacutetrone ēn homo

(20)a Em tibi hominem (Pl Asin 880) ldquo Voici (pour toi) lrsquohomme rdquo

(20)b En homo quemadmodum natat (Petron 115 10) ldquoVoici lrsquohomme comment il

patauge rdquo

Or la freacutequence de ecce en tant que preacutesentatif deacuteictique chute fortement degraves

lrsquoeacutepoque de Ciceacuteron agrave lrsquoavantage de ēn Crsquoest drsquoailleurs ēn qui est employeacute comme

preacutesentatif deacuteictique dans la Vulgate (par exemple Vulgate Juges 8 15) Quand Pilate

prononce le premier ecce (22 (a)) Jeacutesus nrsquoest pas encore visible par la foule il ne

srsquoagit pas drsquoun preacutesentatif deacuteictique mais drsquoun preacutesentatif ayant un rapport eacutetroit avec

lrsquoeacutenonciation il est tout agrave fait possible de lui superposer sur le plan interpreacutetatif une

valeur anaphorique situationnelle signifi ant laquo voilagrave celui que vous reacuteclamiez je vous

lrsquoamegravene raquo Cet eacutenonceacute reprend presque mot pour mot un eacutenonceacute preacuteceacutedent de Pilate

(22 (b)) qui par le biais drsquoun eacutegocentrage explicite traduisait un deacutegagement fort du

locuteur

(21)a exiit iterum Pilatus foras et dicit eis ecce adduco uobis eum foras ut cognoscatis quia in eo nullam causam inuenio (Exiuit ergo Iesus portans coronam spineam et purpureum uestimentum) Et dicit eis ecce homo (Vulgate Eacutevangile saint Jean 19 4-5)

ldquo Pilate sortit de nouveau et leur dit Voilagrave je vous lrsquoamegravene dehors afi n que vous sachiez

que je ne trouve en lui aucun crime (Jeacutesus sortit donc portant la couronne drsquoeacutepines et le

manteau de pourpre) Et Pilate leur dit VoiciVoilagrave lrsquohomme rdquo

(21)b dicit eis ego nullam inuenio in eo causam (Vulgate Eacutevangile saint Jean 18 38)

ldquo Il leur dit lsquoMoi je ne trouve en lui aucun motif de condamnationrsquo rdquo

Le premier ecce traduit une attitude eacutenonciative consensuelle avec les interlocu-

teurs sur lrsquoobjet du discours ndash faire sortir Jeacutesus du preacutetoire ougrave les Juifs nrsquoentrent pas

par crainte de souillure ndash lrsquoeacutegocentrage eacutetant explicite et donc susceptible de reacuteac-

tions fortes des interlocuteurs Crsquoest le cas puisque la foule reacuteclame encore plus fort la

mise agrave mort de Jeacutesus Aussi Pilate emploie-t-il un second ecce qui nous semble pou-

voir ecirctre tout aussi consensuel que le premier le locuteur invite ainsi lrsquointerlocuteur

agrave partager lrsquoinfeacuterence tireacutee de lrsquoobservation Le paradoxe de cette valeur repreacutesenta-

tive-eacutenonciative est qursquoelle opegravere de maniegravere masqueacutee lrsquoobjet du discours paraicirct ecirctre

preacutesenteacute de maniegravere objective ce qui explique peut-ecirctre la traduction canonique de

laquo Voici lrsquohomme raquo mais crsquoest estomper lrsquoorigine eacutenonciative du locuteur qui ne veut

pas condamner lui-mecircme Jeacutesus Pilate nrsquoa pas agrave preacutesenter Jeacutesus que la foule connaicirct

mais preacutesente avec ecce lrsquoerreur des Juifs mise en relief par la co-observation du locu-

teur et des interlocuteurs Crsquoest pourquoi nous suggeacuterons de traduire ecce homo par

laquo Voilagrave lrsquohomme raquo autrement dit laquo Voilagrave ce que vous voulez lrsquohomme raquo

JULIA

125

6 Conclusion

Le but de cet article eacutetait drsquoune part de reacutehabiliter des lsquopetits motsrsquo des mal-aimeacutes

dans la tradition classique pourtant si freacutequents dans le dialogue et drsquoautre part de

montrer sur le modegravele de ce qui a deacutejagrave eacuteteacute fait au sujet des preacutesentatifs franccedilais la

richesse de leurs emplois Loin drsquoavoir une simple fonction phatique les preacutesentatifs

comme lrsquoeacutecrit tregraves justement Rabatel (2001) laquo manifestent une force argumentative

indirecte redoutable raquo

Lyceacutee Henri IV (Paris)

amp Centre Alfred Ernout (Paris-Sorbonne) Marie-Ange JULIA

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127

Verbes impersonnels et introducteurs de rhegravemes en latin et

en roman

1 La construction impersonnelle et la perspective fonctionnelle de

la phrase

La perspective fonctionnelle (ou communicative) de la phrase et lrsquoordre de ses

constituants sont deux probleacutematiques qui se rencontrent neacutecessairement un de leurs

points drsquointersection est reacuteveacuteleacute par lrsquoeacutetude de la construction dite lsquoimpersonnellersquo et

de ses diverses varieacuteteacutes En effet le terme lsquoimpersonnelrsquo recouvre dans lrsquousage cou-

rant des confi gurations morpho-syntaxiques assez diffeacuterentes qui ont cependant

pour trait commun une sorte de deacutefection vis-agrave-vis de la cateacutegorie de la personne ver-

bale une cateacutegorie qui se vide ici pour ainsi dire de ses possibiliteacutes de commutation

Par ce biais la question de lrsquoimpersonnel se lie naturellement agrave celle du sujet actant

preacutesupposeacute par tous les autres actants chaque fois que la personne verbale fonctionne

normalement Il nrsquoest donc pas eacutetonnant que le comportement lsquounipersonnelrsquo des

verbes nrsquoait pas cesseacute drsquointriguer les grammairiens il est bien naturel aussi que le

pheacutenomegravene trouve diffi cilement le cadre approprieacute agrave son traitement sans parler des

tacirctonnements de la terminologie

La notion de sujet neacutecessairement lieacutee agrave celle de preacutedicat renvoie agrave un fonction-

nement de la langue qui porte lrsquoempreinte de la logique cependant le jeu du preacutedicat

du sujet et des compleacutements traduit en mecircme temps la viseacutee communicative du mes-

sage puisque lrsquoarrangement et le traitement prosodique de ces constituants doivent

creacuteer une structure pragmatique adapteacutee aux besoins du contexte discursif et de la

situation Cette double deacutetermination de la phrase nrsquoa pas eacutechappeacute aux linguistes de

la fi n du XIXe siegravecle qui srsquoapprochent du problegraveme avec une intuition psychologique

chez Hermann Paul (19205 124 premiegravere eacuted 1880) lsquosujet psychologiquersquo et lsquopreacutedicat

psychologiquersquo apparaissent avec un sens voisin de celui que nous donnons agrave lsquothegravemersquo et

agrave lsquorhegravemersquo et le mecircme Hermann Paul constate que le sujet lsquogrammaticalrsquo et le sujet dit

lsquopsychologiquersquo ne peuvent pas coiumlncider dans les phrases lsquoimpersonnellesrsquo du type fr

il gegravele all es regnet (ibid 131-133) Dans la linguistique psychologique classique pour

ainsi dire Albert Sechehaye (1926 148) enregistre le mecircme divorce des deux lsquosujetsrsquo

pour le type de phrase fr il vient un homme en affi rmant que le verbe impersonnel il

Travail reacutealiseacute avec le soutien fi nancier du Fonds National Hongrois pour les Recherches Scientifi ques OTKA K 81913

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128

vient se comporte comme le laquo support psychologique de ce qui suit raquo Par lagrave nous arri-

vons au cœur de notre probleacutematique en effet nous pouvons reconnaicirctre le siegravege de

lrsquoinformation essentielle ndash crsquoest-agrave-dire le rhegraveme ndash dans la deuxiegraveme partie de la phrase

(un homme) la lsquorheacutematisationrsquo de ce groupe nominal a eacuteteacute expresseacutement signaleacutee

par une forme verbale un lsquointroducteur de rhegravemersquo Le proceacutedeacute transformationnel qui

aboutit au type de phrase il vient un homme a ainsi pour but une lsquorheacutematisation fortersquo

ou autrement dit une lsquomise en relief non contrastiversquo (la lsquomise en relief contrastiversquo

eacutetant reacutealiseacutee par la structure fr crsquoest un homme qui vient)1

Nous devons donc admettre qursquoil existe dans le franccedilais ndash et dans les autres lan-

gues romanes aussi ndash des structures qui expriment la perspective communicative

de la phrase drsquoune maniegravere tregraves directe pour ainsi dire au deacutetriment de la liaison

logique entre un sujet et un preacutedicat La combinaison du verbe qui nrsquoa pas de sujet

proprement dit et du groupe nominal qui srsquoy rattache fait partie naturellement drsquoun

ensemble plus vaste de phrases lsquonon canoniquesrsquo2 ougrave nous trouvons eacutegalement les

structures avec adverbe preacutesentatif (fr voici voilagrave + GN it ecco + GN) et toutes ces

constructions sont apparenteacutees au type de phrases qui tout en conservant un sujet

au sens ordinaire du terme utilisent ce sujet drsquoune maniegravere insolite en le postposant

au verbe dans des langues qui se caracteacuterisent par un ordre fondamental SV Cette

sorte drsquoinversion traduit certains besoins pragmatiques il peut srsquoagir du remplissage

de cadres preacuteeacutetablis (listes comme dans le reportage drsquoun deacutefi leacute arrive le groupe X

arrive le groupe Y indications sceacuteniques entre le roi3 cf roum urmează o pauză)

ou de lrsquoannonce de quelque chose drsquoimpreacutevu (et soudain apparaicirct X) drsquoune maniegravere

plus geacuteneacuterale cet ordre est apte agrave la rheacutematisation drsquoun GN apregraves un verbe intransitif4

(it egrave scoppiata la rivoluzione exemple de Salvi Vanelli 2004 34 esp prosperan los negocios exemple de Gili y Gaya 1968 92) Nous arrivons ainsi agrave un problegraveme de

seacutemantique est-il possible de preacutevoir dans les langues romanes certaines sphegraveres

seacutemantiques qui preacutedisposent les locuteurs agrave choisir la construction impersonnelle

1 Dans le cadre de cette contribution nous nous inteacuteressons uniquement aux phrases lsquoimper-sonnellesrsquo contenant un lsquorhegravemersquo proprement dit donc nous faisons abstraction du type lsquomeacuteteacuteorologiquersquo fr il gegravele (verbe lsquoavalentrsquo ou lsquosans actantrsquo selon la terminologie de Tesniegravere (1959 239-240)) Pour quelques indications concernant lrsquohistoire du problegraveme de lrsquoimperson-nel dans la grammaire franccedilaise cf Kiss (1987 62-66)

2 Pour la notion de lsquophrase canoniquersquo ou lsquoscheacutema structurel de basersquo voir Riegel Pellat Rioul (20097 211-212)

3 Agrave propos de ce type citons la formulation de Riegel Pellat Rioul (20097 258) il srsquoagit de verbes qui laquo indiquent lrsquoentreacutee ou la persistance dans lrsquounivers de discours du reacutefeacuterent de leur sujet nominal raquo

4 Pour Sechehaye (1926 147) lrsquoancien ordre vient un homme a subsisteacute en franccedilais laquo pour mar-quer que le terme substantif eacutetait le veacuteritable preacutedicat de lrsquoeacutenonceacute raquo Wartburg et Zumthor (19582 193) srsquoinspirent de cette deacutefi nition lorsqursquoils affi rment laquo le propre [hellip] de la construc-tion impersonnelle par rapport agrave la personnelle est de transformer le sujet en preacutedicat raquo

KISS

129

2 Problegravemes seacutemantiques

Drsquoune maniegravere geacuteneacuterale on dira que les expressions impersonnelles introduisant

un rhegraveme tracent un cadre dans lequel vient prendre place lrsquoinformation centrale

Il est normal de supposer que ce lsquocadrersquo se comporte comme une lsquoannoncersquo suivie

drsquoun constituant au seacutemantisme plus particulier en rapport avec la situation et lrsquouni-

vers discursif qui sont communs aux participants de la communication En effet on

constate empiriquement que les lsquointroducteurs de rhegravemesrsquo sont tregraves souvent porteurs

drsquoune signifi cation verbale fondamentale existence ou non-existence drsquoun reacutefeacuterent

(personne chose ou eacuteveacutenement) modaliteacute deacuteontique ou potentielle (crsquoest-agrave-dire ren-

voi agrave des lsquomondes alternatifsrsquo) appreacuteciation modale ou sentimentale La reacutealisation

syntaxique de la relation entre introducteur et rhegraveme est variable elle couvre une

large gamme impliquant des phrases lsquonon canoniquesrsquo ainsi que des propositions

infi nitives et des subordonneacutees verbales de type compleacutetif deacutependant drsquoexpressions

impersonnelles5 Nous pouvons enregistrer ainsi les constructions speacutecifi ques fi geacutees

que les langues romanes ndash et deacutejagrave le latin tardif ndash ont deacuteveloppeacutees pour marquer lrsquoexis-

tence par geacuteneacuteralisation du sujet suivie de son abolition lat habet gt fr (il y) a esp

hay ajoutons lrsquoexpression eacutegalement speacutecifi que qui leur correspond en lrsquoitalien mais

qui traite le sujet drsquoune maniegravere moins radicale pour ainsi dire lrsquoaccord en nombre

eacutetant conserveacute it crsquoegrave un uomo ci sono uomini Le latin classique connaicirct lui-mecircme

lrsquoannonce drsquoun lsquoeacuteveacutenementrsquo ou drsquoun lsquoeacutetat de chosesrsquo agrave lrsquoaide drsquoexpressions typiques

utilisant une 3e personne seacutemantiquement speacutecialiseacutee dont deacutepend une preacutetendue

lsquosubordonneacutee conseacutecutiversquo fi t ut accidit ut epistulam scribam ldquo il arrive que jrsquoeacutecrive

une lettre rdquo ajoutons pour une sorte de mise en relief de lrsquolsquoexistencersquo la structure

relative sunt qui scribant ldquo il y en a qui eacutecrivent rdquo Dans les phrases gouverneacutees par des

verbes impersonnels lrsquoexpression de la modaliteacute deacuteontique se reacutealise le plus souvent

agrave lrsquoaide drsquoune combinaison qui comporte un infi nitif ou une subordonneacutee compleacutetive

ce qui rend plus manifeste encore la bipartition de la structure un syntagme initial

(lsquointroducteur de rhegravemersquo) doteacute drsquoun seacutemantisme lsquofondamentalrsquo comme la lsquoneacutecessiteacutersquo

se trouve suivi par un point drsquoaboutissement (lsquorhegravemersquo) repreacutesentant la veacuteritable nou-

veauteacute du message Ainsi avons-nous en franccedilais ndash agrave cocircteacute de la structure il faut + GN

ndash les seacutequences il faut + lsquoinfi nitifrsquo et il faut que + lsquosubordonneacuteersquo Derriegravere la varieacuteteacute

du mateacuteriel que nous offrent ici les langues romanes on deacutecouvre la permanence du

besoin des vocables anciens peuvent se perdre mais la langue forge des outils nou-

veaux qui les remplacent en ayant recours notamment agrave des verbes qui se precirctent agrave

une speacutecialisation seacutemantique dans le domaine en question Si le verbe impersonnel

oportet lexegraveme drsquoimportance centrale pour lrsquoexpression de la lsquoneacutecessiteacutersquo en latin ne

survit pas dans la plupart des idiomes romans fallere se tient precirct pour entrer dans

ce champ seacutemantique en franccedilais au prix de la bifurcation morpho-seacutemantique qursquoon

5 Les verbes qui participent agrave ces expressions impersonnelles ne sont geacuteneacuteralement pas des verbes lsquoessentiellement impersonnelsrsquo ils sont exclus de la commutation des personnes ver-bales preacuteciseacutement dans le type drsquoemploi que nous appelons lsquointroducteur de rhegravemersquo

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130

lui connaicirct6 on peut ajouter uelle apparaissant dans lrsquoexpression impersonnelle it ci vuole ldquo il faut rdquo ldquo il est neacutecessaire rdquo Ce va-et-vient lexical peut conduire agrave la naissance

de nouveaux paradigmes verbaux appartenant au vocabulaire fondamental des lan-

gues crsquoest le cas de falloir mais aussi de estovoir7 usuel en ancien-franccedilais lrsquoapport

eacutetranger joue eacutegalement un rocircle (it bisogna roum trebuie attribueacutes respectivement

aux superstrats germanique et slave8) On retrouve un ensemble drsquoexpressions fon-

damentales dans le domaine de la modaliteacute potentielle avec une bipartition typique

du message le verbe impersonnel eacutetant suivi drsquoune subordonneacutee rheacutematique (fr il se peut que roum se poate sǎ) La prise de position subjective que refl egravete la moda-

liteacute potentielle se complegravete de maniegravere assez naturelle par lrsquoappreacuteciation morale ou

affective ce qui explique les impersonnels decet me iuuat me delectat mihi placet en

latin9 ainsi que le type fr il convient que de il importe que de Ainsi pour un cer-

tain nombre de seacutemantismes fondamentaux il existe des expressions prototypiques

et autour drsquoelles un large halo reacuteunissant des nuances diffeacuterentes la tendance syn-

taxique est agrave la bipartition de la phrase avec utilisation de morphegravemes deacutemarcatifs

et une possibiliteacute de deacutelimitation prosodique Compte tenu de cette bipartition on

dira naturellement que les verbes et expressions impersonnels proprement dits qui

font lrsquoobjet de cette eacutetude reacutealisent de la maniegravere la plus typique la rheacutematisation par

lsquoextrapositionrsquo proceacutedeacute qui consiste agrave faire sortir le rhegraveme du cadre phrastique habi-

tuel sans recours cependant agrave un veacuteritable lsquoimpersonnelrsquo10

Il est curieux de constater qursquoune bipartition du message servant agrave mettre en relief

le rhegraveme existe dans une autre sphegravere morpho-syntaxique cette solution est appeleacutee

eacutegalement lsquoemploi impersonnel du verbersquo ce qui amegravene une importante confusion

terminologique Il srsquoagit de la tendance qui consiste agrave transformer la marque clitique

du verbe lsquopronominalrsquo en marque de verbe lsquonon personnelrsquo tendance que connaissent

certaines langues romanes et qui est tregraves deacuteveloppeacutee en italien Au cours du passage

de it si mangiano le mele (lsquopronominal passifrsquo avec accord entre verbe et sujet) agrave

si mangia le mele (lsquopronominal non personnelrsquo sans accord)11 lrsquointransitivant si qui

6 Sur le rapport entre faillir et falloir cf FEW s v fallere7 Lrsquoeacutetymologie retenue par le REW (s v opus) et le FEW (s v opus) est lrsquoexpression imper-

sonnelle latine opus est Concernant les expressions impersonnelles deacutenotant la lsquoneacutecessiteacutersquo en ancien-franccedilais ainsi que leur mouvement diachronique voir en particulier Buridant (2000 399-401)

8 V REW s v sonium LEI s v bisogno et Cioranescu (1961) s v treabǎ9 Pour les questions de lrsquoimpersonnel en latin voir Bassols de Climent (1948 82-90) cf

eacutegalement Hofmann Szantyr (1965 414-417)10 Cf fr Cela amuse Sylvie que Pierre soit tombeacute (exemple de Riegel Pellat Rioul 20097 723)

it Sarebbe una pazzia andarci ora (exemple de Salvi Vanelli 2004 267) esp Me pesa de haberos ofendido (exemple de Gili y Gaya 1968 79) roum icircmi place sǎ dansez (exemple de Gramatica limbii romacircne 19662 I 244) Notons que lrsquolsquoextrapositionrsquo du rhegraveme ndash et ainsi la bipartition de la phrase ndash apparaicirct comme une sorte de modegravele seacutemantico-pragmatique chez Wierzbicka (1988 106-107) analysant les jugements de type affectif en anglais (Irsquom pleased to meet you ~ Itrsquos nice to meet you)

11 Tournure caracteacuterisant laquo certaines varieacuteteacutes de lrsquoitalien raquo selon Salvi Vanelli (2004 75) cf le

KISS

131

avait repreacutesenteacute un lsquoagent humain indeacutetermineacutersquo a eacuteteacute converti en un indice drsquolsquointro-

ducteur de rhegravemersquo lrsquoabsence drsquoaccord signale preacuteciseacutement la bipartition de la phrase

La perspective fonctionnelle de la phrase tend donc agrave srsquoexprimer par diffeacuterents pro-

ceacutedeacutes syntaxiquement marqueacutes quand les locuteurs eacuteprouvent le besoin de precircter au

dosage de lrsquoinformation un relief particulier

3 Problegravemes diachroniques

Sur le plan diachronique latino-roman il est assez naturel de chercher un rapport

entre lrsquoexploitation croissante des proceacutedeacutes de rheacutematisation forte et la modifi cation

de lrsquoordre des termes qui a eu lieu en latin tardif Durant la peacuteriode classique du latin

lrsquoordre des constituants ndash libre du point de vue des fonctions syntaxiques ndash se precirctait

avec souplesse agrave lrsquoexpression de la perspective communicative de la phrase Les types

drsquoarrangement possibles eacutetaient donc nombreux il semble cependant qursquoagrave lrsquoeacutepoque

postclassique certains arrangements soient devenus plus freacutequents ce qui a drsquoailleurs

entraicircneacute une eacutetape vers lrsquoordre plus rigide des langues romanes Drsquoune part le verbe

freacutequent agrave la fi n de la phrase en latin classique quitte aiseacutement cette place pour des

raisons de rheacutematisation tout agrave fait compreacutehensibles Deux citations de Greacutegoire de

Tours choisies au hasard peuvent illustrer le pheacutenomegravene Le verbe y occupe la pre-

miegravere place et preacutecegravede lrsquoessentiel du message exprimeacute sous forme de compleacutements

posuit manum super oculos eius [sc heretici] (Greg Tur 23 p 432) ldquo il posa la main sur

les yeux de lrsquohomme [sc de lrsquoheacutereacutetique] rdquo

ou de sujet

ait ad eum episcopus (Greg Tur 21 p 3727) ldquo lrsquoeacutevecircque lui dit rdquo

Drsquoautre part le sujet tend agrave occuper la premiegravere position quand il joue le rocircle du

thegraveme ce qui est freacutequent dans les phrases agentives et il apparaicirct souvent comme

postverbal colleacute neacuteanmoins au verbe et rattacheacute agrave celui-ci par un lien seacutemantique

eacutetroit

in fl umine Minio [hellip] capiuntur pisces IIII noui uisu et specie (Hydatius 253) ldquo dans le

fl euve Minius [hellip] sont pris quatre poissons nouveaux pour leur apparence et pour leur es-

pegravece rdquo12

Les eacutechantillons citeacutes montrent qursquoen latin tardif le preacutedicat verbal se deacuteplace

vers la premiegravere zone de la phrase et qursquoen mecircme temps la place du sujet devient plus

type espagnol se vende casas (pour lrsquoespagnol voir Gili y Gaya 1968 76-78)12 Un exemple ougrave le pheacutenomegravene caracteacuterise une suite de phrases agrave lrsquointeacuterieur drsquoun mecircme reacutecit

Post haec omnia mortuus est Chlodoueus rex in pace [hellip] A transitu sancti Martini usque ad transitum Chlodouechi regis fuerunt anni centum duodecim [hellip] Habebat quoque Theude-ricus fi lium nomine Theudobertum (Liber Historiae Francorum 19 p 27317) ldquo Apregraves tous ces eacuteveacutenements mourut en paix le roi Chlodouechus [hellip] Du deacutecegraves de saint Martin au deacutecegraves du roi Chlodouechus srsquoeacutecoulegraverent cent douze anneacutees [hellip] Theudericus avait un fi ls nommeacute Theudobertus rdquo

CILPR 2013 ndash SECTION 2

132

preacutevisible cette relative uniformiteacute entraicircne sur le plan pragmatique le besoin de

renforcer lrsquoopposition entre le lsquomarqueacutersquo et le lsquonon marqueacutersquo Ce besoin se traduit sur le

plan syntaxique par une exploitation plus intense des structures (deacutejagrave preacutesentes dans

la langue) qui assurent la rheacutematisation forte La tendance pouvait prendre appui sur

le type de phrase ougrave un verbe drsquoexistence ou une expression eacutevaluative se deacutetache en

position initiale pour introduire un rhegraveme plus ou moins complexe13

Erant omnino itinera duo quibus itineribus domo exire possent [sc Heluetii] (Caes

Gall 1 6 1) ldquo il existait en somme deux chemins par lesquels ils [= les Helvegravetes] pouvaient

quitter leur territoire rdquo

Dulce et decorum est pro patria mori (Hor carm 3 2 13) ldquo Crsquoest une douce et belle chose

que de mourir pour la patrie rdquo

Dans les textes tardifs les expressions marquant lrsquolsquoexistencersquo occupent tregraves sou-

vent la position initiale dans la phrase elles sont annonciatrices de rhegravemes

extant ipsius egregii studia praedicanda (Hydatius 81) ldquo De cet homme excellent sub-

sistent des ouvrages savants agrave propager rdquo

Ecce et coepit iam esse hora forsitan octaua (Itinerarium Egeriae 4 5) ldquo Et voilagrave que

peut-ecirctre commenccedilait la huitiegraveme heure de la journeacutee rdquo

Habebat autem de eo loco ad montem Dei forsitan quattuor milia (Itinerarium Egeriae 2

1) ldquo Et de cet endroit agrave la montagne de Dieu il y avait peut-ecirctre une distance de quatre mille

pas rdquo14

Agrave la suite des modifi cations des regravegles gouvernant lrsquoemplacement des constituants

syntaxiques en latin les phrases indiquant une rheacutematisation forte se deacutetachent de

plus en plus sur le fond des phrases canoniques dans lesquelles lrsquoordre des consti-

tuants se fi xe petit agrave petit agrave lrsquoeacutepoque preacuteromane15 Les langues romanes deacuteveloppent

ainsi sur des bases latines un systegraveme relativement coheacuterent pour lrsquoexpression mar-

queacutee de la perspective communicative de la phrase User ou ne pas user de ces proceacute-

deacutes pragmatiques particuliers est un choix qui reste agrave la discreacutetion du locuteur situant

son acte communicatif dans le reacuteseau de ses interactions avec le monde

Universiteacute de Debrecen Saacutendor KISS

13 Cf eacutegalement Devine Stephens (2006 166-172) Spevak (2010 29-30 et 57-58) 14 Agrave propos de la genegravese de habet impersonnel en latin tardif (effacement du sujet dans domus

habet multum uinum rarr habet multum uinum) cf Bassols de Climent (1948 82-83) Quant agrave lrsquoexpression de la lsquoneacutecessiteacutersquo lrsquoItinerarium Egeriae nous offre beaucoup de phrases ayant la structure lsquoexpression impersonnelle + infi nitifrsquo du type necesse nos fuit ibi descendere iuxta consuetudinem (7 7) ldquo il nous a fallu y descendre selon notre habitude rdquo

15 Concernant les modifi cations de lrsquoordre des constituants syntaxiques en latin tardif voir Kiss (2015 593-595)

KISS

133

Reacutefeacuterences bibliographiques

Textes

Gregorius episcopus Turonensis Libri Historiarum X Publ Bruno Krusch Wilhelm Levison

Monumenta Germaniae Historica Scriptores rerum Merouingicarum I1 Hannover 1951

Hydatius Lemicus Continuatio chronicorum Hieronymianorum Publ Theodor Mommsen

Monumenta Germaniae Historica Auctores antiquissimi XI Berlin 1894

Itinerarium Egeriae Publ Otto Prinz Heidelberg Winter 19605

Liber Historiae Francorum Publ Bruno Krusch Monumenta Germaniae Historica Scriptores rerum Merouingicarum II Hannover 1888

Eacutetudes

Bassols de Climent M 1948 Sintaxis histoacuterica de la lengua latina II Barcelona Instituto

Nebrija (CSIC)

Buridant Claude 2000 Grammaire nouvelle de lrsquoancien franccedilais Paris SEDES

Cioranescu Alejandro 1961 Diccionaacuterio etimoloacutegico rumano Tenerife Universidad de La

Laguna

Devine A M Stephens Laurence D 2006 Latin Word Order Structured Meaning and Infor-mation Oxford Oxford University Press

Gili y Gaya Samuel 1968 Curso superior de sintaxis espantildeola La Habana Instituto del Libro

Gramatica limbii romacircne 19662 Bucureşti Academia Republicii Socialiste Romacircnia vol I-II

Hofmann J B Szantyr A 1965 Lateinische Syntax und Stilistik Muumlnchen Beck

Kiss Saacutendor 1987 laquo Le traitement des fonctions de la phrase simple dans la linguistique fran-

ccedilaise entre 1950 et 1965 raquo in Kiss Saacutendor Skutta Franciska (ed) Analyse grammaticale ndash analyse narrative Debrecen Kossuth Lajos Tudomaacutenyegyetem Studia Romanica 7-70

Kiss Saacutendor 2015 laquo Recherches sur le texte des chroniques latines du Haut Moyen Acircge raquo in

Haverling Gerd V M (ed) Latin Linguistics in the Early 21st Century Acts of the 16th International Colloquium on Latin Linguistics Uppsala Universitet 588-596

Paul Hermann 19205 [1880] Prinzipien der Sprachgeschichte Tuumlbingen Niemeyer (reacuteimpr)

Riegel Martin Pellat Jean-Christophe Rioul Reneacute 20097 Grammaire meacutethodique du fran-ccedilais Paris Presses Universitaires de France

Salvi Giampaolo Vanelli Laura 2004 Nuova grammatica italiana Bologna Il Mulino

Sechehaye Albert 1926 Essai sur la structure logique de la phrase Paris Eacutedouard Champion

(reacuteimpr 1950)

Spevak Olga 2010 Constituent Order in Classical Latin Prose Amsterdam Philadelphia John

Benjamins

Tesniegravere Lucien 1959 Eacuteleacutements de syntaxe structurale Paris Klincksieck

Wartburg Walter von Zumthor Paul 19582 Preacutecis de syntaxe du franccedilais contemporain Berne

Francke

Wierzbicka Anna 1988 The Semantics of Grammar Amsterdam Philadelphia John Benja-

mins

135

LrsquoOpinion de R Kiesler sur lorigine des langues romanes

En ce qui concerne lrsquoorigine des langues romanes deux thegraveses principales peuvent

ecirctre repreacutesenteacutees par les scheacutemas suivants

A B

Lat archaiumlque Lat archaiumlque

Lat vulgaire Lat classique Lat classique

Fr It Roum Lat vulgaire

Fr It Roum

La diffeacuterence entre ces deux thegraveses consiste en ce que selon la thegravese A le latin

archaiumlque srsquoest scindeacute en latin classique et en latin vulgaire et les langues romanes

proviennent du latin vulgaire (appeleacute aussi lsquo latin populaire rsquo lsquo latin parleacute rsquo lsquo roman

commun rsquo lsquo protoroman rsquo etc) tandis que selon la thegravese B les langues romanes sont

issues du latin classique alors que le latin vulgaire diffeacuterencieacute dans le temps et lrsquoes-

pace constitue une eacutetape intermeacutediaire entre le latin classique et les langues romanes

La thegravese A est neacutee en 1435 agrave Florence Quelques humanistes que personne nrsquoose-

rait consideacuterer comme des linguistes ont discuteacute la question de savoir drsquoougrave provenait

lrsquoitalien Nrsquooublions pas que cela se passait avant le XIXe siegravecle qui a eu le grand

meacuterite drsquointroduire la notion drsquoeacutevolution dans diffeacuterentes disciplines y compris la lin-

guistique Avant le XIXe siegravecle on avait une vision du monde sensiblement statique

on srsquoimaginait par exemple que toutes les espegraveces veacutegeacutetales et animales existaient

depuis le deacutebut du monde Or nos humanistes fl orentins se rendaient parfaitement

compte drsquoune diffeacuterence entre lrsquoitalien et le latin lrsquoun eacutetant selon la terminologie

contemporaine une langue analytique et lrsquoautre une langue syntheacutetique De mecircme

qursquoils eacutetaient incapables drsquoimaginer que les plantes et les animaux soient le reacutesultat

drsquoune eacutevolution de mecircme il leur paraissait inconcevable qursquoune langue syntheacutetique

CILPR 2013 ndash SECTION 2

136

puisse se transformer en une langue analytique et sachant que chez des auteurs latins

il y avait quelques vagues allusions agrave un uulgaris sermo ils sont arriveacutes agrave la conclusion

que dans lrsquoancienne Rome il y aurait eu deux langues le latin classique langue syn-

theacutetique et le latin vulgaire langue analytique et source de lrsquoitalien Les arguments

que nos humanistes alleacuteguaient agrave lrsquoappui de leur thegravese eacutetaient extrecircmement naiumlfs

ainsi selon eux une femme du peuple nrsquoaurait pas eacuteteacute capable drsquoapprendre agrave deacutecliner

un substantif comme supellex geacuten supellectilis Mais par inertie lrsquoopinion formuleacutee

par quelques ignorants meacutedieacutevaux a eacuteteacute approuveacutee par drsquoinnombrables autoriteacutes est

devenue un dogme de la linguistique romane et est partageacutee jusqursquoagrave nos jours par la

grande majoriteacute des romanistes

En revanche il nrsquoy a eu jusqursquoen 1974 que trois chercheurs pour souscrire agrave la

thegravese B Eyssenhardt (1880) dans la seconde moitieacute du XIXe siegravecle Henri Muller

(1932) dans la premiegravere moitieacute du XXe siegravecle et moi-mecircme agrave partir de 1974 La diffeacute-

rence entre ces deux thegraveses consiste en ce que selon la thegravese A le latin vulgaire est

une langue sœur du latin classique tandis que drsquoapregraves la thegravese B le latin vulgaire

est une langue fi lle du latin classique Alors qursquoil nrsquoy a aucune forme qui confi rme-

rait la thegravese A des milliers de formes confi rment la thegravese B Par exemple lat class

patrem gt lat vulg patre caelum gt celu herbam gt erba mēnsem gt mēse toacutenitrum

gt toniacutetru precor est refait en precō sapere en sapēre esse en essere morī en

morīre etc Il suffi t de mentionner que dans le REW il y a 6000 substantifs et adjec-

tifs dont lrsquoaccusatif singulier preacutesente en latin vulgaire la chute de -m On voit donc

que toutes les formes du latin vulgaire sont plus reacutecentes que celles du latin classique

Il en reacutesulte que le latin vulgaire est une langue fi lle du latin classique

Depuis 1974 crsquoest-agrave-dire depuis presque 40 ans aussi bien dans mes publications

que dans mes confeacuterences je demande aux romanistes de citer des formes qui prou-

veraient que le latin vulgaire eacutetait une langue sœur du latin classique mais personne

nrsquoa citeacute une telle forme

Il nrsquoy a pas longtemps le romaniste allemand Reinhard Kiesler (2012) a publieacute

une communication intituleacutee Les langues romanes proviennent-elles du latin clas-sique et qui commence de la faccedilon suivante

Je me propose de discuter les deux thegraveses connues concernant lrsquoorigine des langues ro-

manes celle de la succession du latin classique au latin vulgaire et celle de la simultaneacuteiteacute des

deux varieacuteteacutes Prenant en consideacuteration la bibliographie actuelle je reacuteexaminerai les argu-

ments respectifs et proposerai une synthegravese qui montre que les deux thegraveses sont en partie

justes et qursquoelles ne sont pas incompatibles La thegravese de la successiviteacute est notamment deacutefen-

due par W Mańczak [hellip] Selon la thegravese de la simultaneacuteiteacute le latin classique et le latin vulgaire

ont eacutevolueacute parallegravelement en partant du latin archaiumlque

Et voici le scheacutema sur lrsquoorigine des langues romanes proposeacute par le romaniste de

lrsquouniversiteacute de Wuumlrzburg

MAŃCZAK

137

Modegravele - synthegravese drsquoapregraves Kiesler 1995 p 394 2006 p 110

env 1er s av J-CMoyen Acircge

latin classique = pelagus langue standard

latin postclassique - meacutedieacuteval

eacuteleacutements et regravegles MARE

stylistiquement calidus mots savants Lat archaIumlque neutres

mots populaires

langues

latin vulgaire = CALDUS romanes

langue familiegravere

Avant de critiquer ce scheacutema je voudrais mentionner un deacutetail Selon Kiesler

laquo on trouve normalement la repreacutesentation suivante lat class posse puis lat vulg

POTERE gt esp poder Mais cette repreacutesentation constitue une inversion de lrsquoeacutevolu-

tion reacuteelle La preuve en est le thegraveme du parfait en latin classique potu- (potui etc)

qui deacuterive preacuteciseacutement de POTERE Cela prouve que la forme POTERE a existeacute

avant lrsquoeacutepoque classique et qursquoil est erroneacute de vouloir la deacuteriver de posse raquo

Lrsquoauteur se trompe Le mot posse est un verbe composeacute posse lt potis esse pos-sum lt potis sum potes lt potis es potest lt potis est possumus lt potes sumus

potestis lt potes estis possunt lt potes sunt poteram lt potis eram potui lt potis fui etc Des formes comme posse possum poteram potui etc sont attesteacutees des

milliers de fois tandis que potere nrsquoest jamais attesteacute Par conseacutequent potere est

plus reacutecent que posse Mentionnons enfi n que la forme ancienne du morphegraveme de

lrsquoinfi nitif est -se et qursquoelle srsquoest maintenue dans esse posse tandis que la forme -re

(cf laudare habere dicere venire) est plus reacutecente et srsquoexplique par le rhotacisme en

position intervocalique

Selon la thegravese traditionnelle qui remonte agrave 1435 le latin vulgaire eacutetait une langue

sœur du latin classique alors que drsquoapregraves la thegravese soutenue par Eyssenhardt Henri

Muller et moi-mecircme le latin vulgaire eacutetait une langue fi lle du latin classique Le

romaniste Kiesler se propose de montrer laquo que les deux thegraveses sont en partie justes

et qursquoelles ne sont pas incompatibles raquo Cela est absolument impossible Si quelqursquoun

dit que Mme A est une sœur de Mme B et que quelqursquoun drsquoautre affi rme que Mme

A est une fi lle de Mme B nous avons affaire agrave deux assertions qui srsquoexcluent lrsquoune

lrsquoautre assertions entre lesquelles un compromis nrsquoest pas possible Si la premiegravere de

ces assertions est vraie la seconde doit ecirctre erroneacutee ou inversement

En ce qui concerne le scheacutema sur lrsquoorigine des langues romanes proposeacute par Kies-

ler son deacutefaut principal consiste en ce que le latin vulgaire y est consideacutereacute comme

une langue sœur du latin classique Afi n de montrer que cette opinion est fausse jrsquoai

CILPR 2013 ndash SECTION 2

138

deacutepouilleacute les 20 premiegraveres pages du Dictionnaire eacutetymologique de la langue franccedilaise de Bloch et Wartburg ougrave jrsquoai trouveacute les formes suivantes

Franccedilais Latin populaire Latin classique

abattre abbatt(u)ěre preacuteverbeacute de battuere

abreuver abbǐběrāre preacuteverbeacute et deacuteriveacute de bibere

accorder accǒrdārepar substitution de preacuteverbe de

concǒrdāre

accoutrer accō(n)s(ū)tūrāre deacuteriveacute de cōnsūtūra

accueillir accǒlligěre preacuteverbeacute de cǒllǐgěre

acqueacuterir acquerěre acquīrěre

affeacuterent afferīre afferre

affi ler affīlāre deacuteriveacute de fīlum

agacer adaciāre deacuteriveacute drsquoacies

aiumleul aviǒlus avus

aine inguǐnem inguen inguinis

airain arāmen aes aeris

aisselle axělla axilla

alevin allevāmen deacuteriveacute du verbe allevāre

alleacutecher allectǐcāre deacuteriveacute drsquoallectāre

allegravegre alǐcěr alecris (geacuten) ǎlǎcer

allumer allūmǐnāre preacuteverbeacute de lūmǐnāre

Le deacutepouillement partiel du Dictionnaire eacutetymologique de la langue franccedilaise de

Bloch et Wartburg montre que tous les mots du latin vulgaire citeacutes par ces auteurs

sont plus reacutecents que ceux du latin classique Il en reacutesulte que contrairement agrave ce

qursquoon enseigne depuis 1435 crsquoest-agrave-dire depuis cinq siegravecles le latin vulgaire eacutetait une

langue fi lle et non pas une langue sœur du latin classique Il en reacutesulte eacutegalement

MAŃCZAK

139

que les langues romanes proviennent du latin classique tandis que le latin vulgaire

diffeacuterencieacute dans le temps et lrsquoespace constitue une eacutetape intermeacutediaire entre le latin

classique et les langues romanes

Universiteacute de Cracovie Witold MAŃCZAK

Reacutefeacuterences bibliographiques

Eyssenhardt F 1880 laquo Der Ursprung der romanischen Sprachen raquo Nord und Suumld 12 404-413

Kiesler Reinhard 2006 Einfuumlhrung in die Problematik des Vulgaumlrlateins Tuumlbingen Niemeyer

Kiesler Reinhard 2012 laquo Les langues romanes proviennent-elles du latin classique raquo in

Biville Freacutedeacuterique Lhommeacute Marie-Karine Vallat Daniel (ed) Latin vulgaire ndash latin tar-dif IX Actes du IXe colloque international sur le latin vulgaire et tardif Lyon MOM

Mańczak Witold 1974 laquo La langue romane commune latin vulgaire ou latin classique raquo Revue Romane 9 218-231

Muller Henri F Pauline Taylor 1932 A Chrestomathy of Vulgar Latin Boston D C Heath

and Company

141

Le nivellement analogique reacutegi par la phonologie

Le rapport entre lrsquoanalyse et lrsquoanalogie a beaucoup occupeacute lrsquoattention des lin-

guistes derniegraverement De fait lrsquoanalogie est devenue aussi importante que lrsquoanalyse agrave

tel point qursquoexiste un point de vue tregraves reacutepandu selon lequel le propre du langage est

analogique

(1) Language structure and language use are [hellip] predominantly analogical and that is why analogy is the backbone of universal grammar (Antila (2003 439))

Il nrsquoexiste donc rien dans le langage qui ne remonte agrave lrsquoanalogie ce qui ne permet

qursquoavec diffi culteacute une diffeacuterence entre le changement analogique fondeacute sur le sens et

le changement phoneacutetique deacutetermineacute par la forme la structure Dans ce contexte cer-

tains linguistes sont alleacutes au-delagrave de la geacuteneacuteralisation pour approfondir notre connais-

sance du rapport entre lrsquoanalogie et le systegraveme phonologique Drsquoun cocircteacute Wang (1969)

essaya de voir jusqursquoagrave quel point les changements phoneacutetiques sont diffuseacutes mot par

mot par un proceacutedeacute analogique dans le lexique Ce pheacutenomegravene fut mis au point par

Kiparsky qui souligne lrsquoaction des regravegles phonologiques dans le lexique laquo lexical

diffusion is the analogical generalization of lexical phonological rules raquo (1995 313)

alors que Labov (1981 1994) en dirigeant notre attention sur le rocircle de la variation

dans le deacuteroulement des sons souligna le rapport entre les changements reacuteguliers et

les exceptions en tant qursquoemprunts dialectaux ou sociaux (cf Campbell (2004 222-

224)) La discussion est alleacutee suffi samment loin pour infl uencer notre perspective sur

le fonctionnement de lrsquoanalogie dans le langage en geacuteneacuteral et plus speacutecifi quement

dans le deacuteroulement des changements des sons

Il convient eacutevidemment de tenir compte des diffeacuterents sens que peut avoir le mot

lsquoanalogiersquo dans la discussion des linguistes Nous laissons de cocircteacute pour le moment la

probleacutematique de la nature analogique du langage en geacuteneacuteral par rapport aux reacutesul-

tats que peuvent produire les infl uences sociales Ce dont nous souhaitons discuter

ici plus preacuteciseacutement est la tendance du langage agrave uniformiser les irreacutegulariteacutes mor-

phologiques qui remontent aux reacutegulariteacutes des changements phoneacutetiques (cf Stur-

tevant (1947 109)) et le rocircle de lrsquoanalogie le cas eacutecheacuteant dans lrsquoameacutenagement du

paradigme Crsquoest surtout cette tendance au nivellement analogique dans le paradigme

verbal aussi bien qursquoentre les formes des noms et des adjectifs qui ne manque pas de

poser certaines questions dans le passage du latin aux langues romanes Cet aspect

ne peut ecirctre dissocieacute de la tacircche deacutelicate consistant agrave faire une description exacte

des eacuteveacutenements en question Dans lrsquohistoire du franccedilais par exemple le pheacutenomegravene

qui aplanit ces irreacutegulariteacutes paradigmatiques est bien connu et les exemples en sont

CILPR 2013 ndash SECTION 2

142

nombreux Pour nrsquoen prendre que deux le verbe fr laver aurait ducirc donner legraveve au

singulier pour se ranger du cocircteacute de lrsquoeacutevolution de la voyelle [a] accentueacutee en syllabe

ouverte par exemple dans [laacutewo] gt [lέvǝ] comme pour la forme [maacutere] qui donne

[mέr] en franccedilais Par contre en syllabe inaccentueacutee la voyelle drsquoorigine est preacuteser-

veacutee par exemple dans [lawaacutemus] gt [lavotilde] ce qui fait que nous avons un paradigme ougrave

le radical accentueacute voir (2a) srsquooppose au radical inaccentueacute illustreacute en (2b)

(2)a jetuil(s) [lέv]

(2)b nousvousils [lav]-onsez

Pour reacutesoudre lrsquoirreacutegulariteacute du paradigme le pluriel est censeacute lrsquoavoir emporteacute sur

le singulier gracircce au fonctionnement de lrsquoanalogie repreacutesenteacute dans lrsquoexemple (3a)

(3) a [lέvǝ] [lav-]

Dans le cas du verbe fr aimer au contraire crsquoest la diphtongue que nous trouvons

comme reacutesultat de [a] accentueacute en syllabe ouverte devant la consonne nasale ce qui

donne [aacuteimǝ] agrave cocircteacute de la voyelle inaccentueacutee [amotilde] Cette fois-ci crsquoest la forme

accentueacutee qui lrsquoemporte encore une fois par un proceacutedeacute analogique repreacutesenteacute dans

lrsquoexemple (3b)

(3) b [aacuteimǝ] [amotilde]

Dans les deux cas le paradigme est reacutegulariseacute au moyen de lrsquoanalogie dont la

direction est varieacutee

Agrave lrsquoaide de ces exemples nous voyons lrsquoeffet eacutevident de lrsquoanalogie qui consiste agrave

niveler le paradigme Il faut souligner cependant que notre avis selon lequel qursquoil

srsquoagit lagrave drsquoun cas drsquoanalogie est tout autant fondeacute sur la reacutegulariteacute du changement pho-

neacutetique crsquoest-agrave-dire que le changement reacutegulier lrsquoeffet attendu aacute[ gt eacute[ ai gt a _ [+voy

+nas] nrsquoa pas reacuteussi et ce nrsquoest qursquoagrave partir de la reacutegulariteacute qursquoil nous arrive drsquoinvo-

quer lrsquoanalogie pour expliquer lrsquoeacutechec de la reacutegulariteacute La constatation de lrsquoaction de

lrsquoanalogie nrsquoaurait donc pas eacuteteacute justifi eacutee sans la veacuterifi cation preacutealable des changements

reacuteguliers en question

1 Analyse conventionnelle

Muni du processus de nivellement que nous venons drsquoillustrer certains linguistes

ont mecircme eacutegalement recouru agrave lrsquoanalogie pour valoriser lrsquoeacutechec drsquoune reacutegulariteacute sup-

poseacutee et non veacuterifi eacutee Il srsquoagit du type de nivellement analogique proposeacute dans lrsquohis-

toire du franccedilais et representeacute dans lrsquoexemple (4)

(4) manğiέr maacutenčǝθ kolğiέr kόlčǝθ)

Ce sont lagrave des exemples de lrsquoanalogie invoqueacutee pour meacutenager les irreacutegulariteacutes agrave

la base de lrsquoanalyse putative de Meyer-Luumlbke Il srsquoagit bien sucircr des inconveacutenients

paradigmatiques les reacutesultats de lrsquoinvention drsquoune analyse reacuteguliegravere pour relever les

MAZZOLA

143

changements historiques du franccedilais (cf Meyer-Luumlbke (1890) (1913)) Lrsquoessentiel de

son analyse est reproduit dans lrsquoexemple (5)

(5) mastikaacutere maacutestikat karrikaacutere kaacuterrikat

syncope 1 --------- maacutes(t)kat ---------- kaacuter(r)ka

k gt g mastigaacutere ----------- karrigaacutere ----------

syncope 2 mast(i)gaacutere ----------- kar(r)gaacutere ----------

palatal mas(t)ğaacutere maacutes(t)čat čarğaacutere čaacuterčat

a[ gt e[ masğeacutere ----------- čarğέre ----------Čeacute[ gt Čieacute[ masğieacutere ----------- čarğieacutere ----------

masğiέr maacutesčǝθ čarğiέr čaacuterčǝθNous voyons ici un reacutesultat diffeacuterent bien connu entre les formes du paradigme

Les formes conjugueacutees accentueacutees sur la peacutenultiegraveme sont syncopeacutees en premier lieu

pour bloquer la sonorisation de la veacutelaire intervocalique La consonne veacutelaire par la

suite sonoriseacutee continue comme yod agrave son tour palataliseacute pour produire lrsquoaffriqueacutee

palatale sonore Lrsquoaffriqueacutee palatale sourde par contre devant a est produite par

la palatalisation de la veacutelaire sourde qui nrsquoest pas sonoriseacutee du fait de la syncope

deacutejagrave imposeacutee anteacuterieurement Pour expliquer les formes facirccheuses qui reacutesultent de

cette analyse il fallut recourir agrave une analogie dont la direction est varieacutee comme

nous lrsquoavons vu dans le cas de fr laver et aimer Ce nrsquoest donc que devant cet obstacle

ce reacuteseau de changements phoneacutetiques enchevecirctreacutes acceptable ou non qursquoon a eacuteteacute

obligeacute de proposer une analogie explicative Cependant crsquoest de lrsquoanalogie putative

deacuteduite de lrsquoanalyse reconstruite et ni lrsquoune ni lrsquoautre ne proviennent de la veacuterifi ca-

tion directe Autrement dit nous avons affaire agrave des exemples de nivellement paradig-

matique deacuteduits drsquoune analyse reconstruite qui manque de veacuterifi cation directe pos-

sible Il est donc impossible de savoir si lrsquoanalogie est partie de lrsquoanalyse ou si lrsquoanalyse

est le reacutesultat drsquoun nivellement paradigmatique consciemment manipuleacute Par conseacute-

quent le but de cette communication est de proposer que lrsquoanalyse de Meyer-Luumlbke

est malheureusement fautive (cf Mazzola (2013)) et qursquoil srsquoensuit que les deux cas de

nivellement analogique fondeacutes sur elle sont douteux

Comme nous lrsquoavons vu le travail de Meyer-Luumlbke fut eacutetayeacute par les exemples

de nivellement analogique rencontreacutes ailleurs dans lrsquoeacutevolution du franccedilais Mais

son interpreacutetation fut encore davantage eacutetayeacutee par les nombreux cas de syncope

attesteacutes beaucoup plus clairement en franccedilais que dans les autres langues romanes

(Cf Meyer-Luumlbke (1890-1906 287) Pirson (1909 885-886) Pope (1934 102-103)

Richter (1934 31) Straka (1953) (1956) (1970) et al) Lrsquoabondance de la syncope

est attribueacutee agrave lrsquoinfl uence germanique et citeacutee comme preuve pour lrsquoinvraisemblable

continuiteacute sans changement du latin durant les longs siegravecles avant lrsquoarriveacutee des Francs

(cf Muller (1929)) Cette perspective est amplement refl eacuteteacutee dans lrsquoanalyse de Meyer-

CILPR 2013 ndash SECTION 2

144

Luumlbke Cependant elle fut remise en cause derniegraverement par lrsquoessai de Morin (2003)

sur lrsquoeacutechec de lrsquoanalyse agrave base de reacutegulariteacute Morin souligna le manque de succegraves de

Straka (1953) (1956) (1970) pour mener agrave bien les eacutetapes intermeacutediaires de lrsquoanalyse

traditionnelle Au cours de sa critique il souleva plusieurs problegravemes notamment

la syncope la sonorisation la diphtongaison et lrsquoapocope pour deacutemontrer au profi t

drsquoune perspective de la variation lrsquoinsuffi sance de lrsquoanalyse fondeacutee sur la reacutegulariteacute

De ce fait eacutetant donneacute lrsquoeacutechec des regravegles qui sont agrave la base des tentatives de Straka il

nous est proposeacute drsquoabandonner la reacutegulariteacute dans la mutation des sons en faveur de la

nature variationnelle du langage

2 Analyse proposeacutee

Plutocirct que drsquoabandonner la reacutegulariteacute nous avons fait une proposition alterna-

tive (Mazzola (2000) (2006) (2007) (2008) (2012) (2013)) agrave travers une perspective

reacutegleacutee par le rythme crsquoest-agrave-dire qursquoau lieu drsquoenvisager la syncope comme une carac-

teacuteristique exclusive des langues germaniques nous avons suggeacutereacute qursquoil est possible

drsquoaborder la probleacutematique agrave partir des cas syncopeacutes qursquoon trouve aussi en latin On

rencontre par exemple des mots latins syncopeacutes agrave lrsquoarborescence agrave gauche dans la

phonologie lexicale

(6)a [[juacutewɛn] + ior] rarr junior [[aacuteiwi] + [tas]] rarr aetas [[uacutewi] + [dos]] rarr udos

[[aacutewi] + [kɛps]] rarr auceps [[maacutenu] + [kɛps]] rarr manceps

aussi bien que dans la phonologie lsquosuperfi ciellersquo

(6) b [[naacutewi]ta] (Ovide) rarr nauta [[aacutewi]dus] rarr audus (latin tardif)

et dans drsquoautres exemples eacuteparpilleacutes dans le lexique

(6) c [[laacuteri]dum] rarr lardum [[soacuteli]dum] rarr soldum [[vaacuteli]de] rarr valde etc

Plutocirct que des exemples de dactyles dans une simple suite de syllabes (longue

bregraveve bregraveve) selon la repreacutesentation conventionnelle dans ces exemples nous avons

affaire agrave un trocheacutee enchacircsseacute dans le dactyle Ce mecircme pheacutenomegravene de lrsquoenchacircsse-

ment du trocheacutee peut ecirctre repreacutesenteacute en forme drsquoarbre ougrave la syllabe agrave supprimer se

preacutesente toujours du cocircteacute gauche (arborescence agrave gauche)

laridum solidum valide

[[laacute ri] dum] [[soacute li] dum] [[vaacute li] de]

Ce nrsquoest que dans la derniegravere syllabe du trocheacutee ainsi enchacircsseacutee que nous trou-

vons la cible de lrsquoeffacement en question Dans un trocheacutee simple lrsquoeffacement nrsquoest

eacutevidemment pas effectueacute par exemple [maacute nu] rarr [maacuten] il ne lrsquoest pas non plus dans

le cas de lrsquoarborescence agrave droite par exemple [na [tuacute ra]] rarr [na tuacuter] [ma [tuacute rus]]

MAZZOLA

145

rarr [ma tuacuter] Le mecircme pheacutenomegravene drsquoarborescence agrave gauche est aussi bien eacutevident

dans des formes verbales de La Guerre des Gaules (Bellum Gallicum) de Ceacutesar

(7)a [[enun]+[[tiaacutewe]rit]] gt enuntiaacuterit (1 17 6) [[ku]+[[raacutewi]sset]] gt curasset (1 19 1)

[[kon]+[[sueacutewi]sse gt consuesse (1 43 4)

(7)b enuntia(ve)rit rarr enuntiarit (1 17 6)

compara(vi)sset rarr comparasset (1 18 4)

conloca(vi)sse rarr conlocasse (1 18 6)

cura(vi)sset rarr curasset (1 19 1)

Dans ces exemples lrsquoaccent srsquoest manifestement deacuteplaceacute pour faire en sorte que la

voyelle cibleacutee soit dans un constituant dans lrsquoarborescence agrave gauche

(7)c e[[nunti]a]] + [weacuterit] rarr e[nunti] + [[aacute + we]rit] rarr enuntiarit

[[kompa]ra]] + [wiacutesset] rarr [kompa] + [[raacute + wi]sset] rarr comparasset

[[konlo]ka]] + [wiacutesse] rarr [konlo] + [[kaacute + wi]sse] rarr conlocasse

[[kura] + [wiacutesset] rarr [ku] + [[raacute + wi]sset] rarr curasset

Ce deacuteplacement de lrsquoaccent agrave gauche est deacuteclencheacute par un rythme qui dirige les syl-

labes vers une suite de constituants dont la deuxiegraveme syllabe du trocheacutee ainsi enchacircsseacute

est viseacutee comme cible pour lrsquoeffacement en question Lrsquoenvironnement de lrsquoeffacement

vocalique est donc identique agrave ce que nous avons vu dans les exemples (6)

Comme nous lrsquoavons vu lrsquoeffacement vocalique est acheveacute agrave la suite de la creacutea-

tion drsquoun nouveau trocheacutee enchacircsseacute dans un dactyle par le deacuteplacement accentuel

Cette suite [trocheacutee + nouveau trocheacutee en dactyle agrave lrsquoarborescence agrave gauche] sert

drsquoenvironnement rythmique pour le raccourcissement du mot La derniegravere voyelle du

dactyle est ainsi neacutecessairement le pivot essentiel pour que le trocheacutee du dactyle soit agrave

lrsquoarborescence agrave gauche Le jeu de cette derniegravere voyelle est donc essentiel pour fi xer

lrsquoenvironnement rythmique de lrsquoeffacement de la voyelle du trocheacutee Naturellement

sans le jeu de cette derniegravere syllabe lrsquoarborescence agrave gauche serait impossible agrave for-

muler Il faut alors en conclure que le changement morphologique est effectueacute par une

regravegle drsquoaccentuation de la phonologie suprasegmentale

Cette perspective sur le pied meacutetrique comme environnement phonologique a

deacutejagrave eacuteteacute proposeacutee (Mazzola (1999) (2000)) en contraste avec lrsquoapproche drsquoextrameacutetri-

caliteacute dans lrsquooptique du processus de angl trapping de Mester (1994) Comme on le

sait selon la theacuteorie de lrsquoextrameacutetricaliteacute certaines syllabes sont eacutecarteacutees en faveur

de lrsquooptimisation des repreacutesentations lexicales (Hayes (1985) (1987)) Mester essaie

drsquoeacutelargir lrsquoeffet de la theacuteorie en proposant que seule une syllabe bimorique ([lsquoσ σ]

[lsquoσ]) soit valable par opposition agrave deux autres possibiliteacutes (trimorique [lsquoσ σ] ou mono-

morique [lsquoσ]) Pour la syncope du latin du type aevitas rarr aetas et uvidos rarr udos

la syllabe qualifi eacutee de angl trapped entre deux syllabes bimoriques ([lsquoσ] σ [σ]) est

CILPR 2013 ndash SECTION 2

146

situeacutee hors du fait meacutetrique Pour cette raison la syllabe est supprimeacutee Dans le cas

de la syncope du latin tardif Mester cite de maniegravere erroneacutee lat tabulam plutocirct qursquoun

exemple mieux approprieacute comme lat fabulam pour la repreacutesentation trimorique

[[lsquoσ σ]ltσgt] afi n de deacutemontrer que puisque la quantiteacute vocalique nrsquoest plus pertinente

en latin tardif [[lsquoσ σ]ltσgt] est rendu bimorique [[lsquoσ σ]ltσgt] ce qui est illustreacute par

lat calidam Agrave la suite de ce proceacutedeacute nous avons un trocheacutee bimorique suivi drsquoune

voyelle extrameacutetrique Agrave travers cette perspective nous voyons que crsquoest la deuxiegraveme

syllable du trocheacutee bimorique qui est supprimeacutee par exemple [[faacute bu] ltlagt] au lieu

de la syllabe inaccentueacutee drsquoun trocheacutee trimorique par exemple [[faacute bu] ltlagt] Par la

mise en extrameacutetricaliteacute de la derniegravere voyelle des dactyles lrsquoarborescence du pied

meacutetrique ne rentre pas en jeu de sorte que le radical lexical du mot est favoriseacute aux

deacutepens de la repreacutesentation phonologique

Cependant bien des cas ne soutiennent pas le proceacutedeacute proposeacute par cette perspec-

tive On peut citer des exemples de redoublement consonantique en italien preacuteciseacute-

ment dans le constituant trochaiumlque agrave lrsquoarborescense de gauche par exemple pele-grinum gt [[pegravelle] [griacutenum]] pellegrino femina gt [[feacutemmi] na] femmina (pour une

discussion plus deacutetailleacutee voir Mazzola ibid) Mais ce qui est encore plus important

lrsquoapproche du angl trapping est aussi contredite par lrsquoeacutevolution de certains doublets

en franccedilais eacutevidemment par des voies diverses Comme nous le voyons dans la deacuteri-

vation de lrsquoexemple (7d) le proceacutedeacute alternatif proposeacute ci-dessus est fortement appuyeacute

par la double eacutevolution des mecircmes mots Ainsi trouvons-nous le reacutesultat continuel et

original (sonorisation rarr affaiblissement rarr raccourcissement) comme on lrsquoa pro-

poseacute (par exemple fr diaule seule taule reule) par opposition au reacutesultat des mots

latins reacuteintroduits bien plus tard sans doute durant les reacuteformes carolingiennes (par

exemple fr diable siegravecle table regravegle) Ceux-ci sont des exemples clairs drsquoun deacutevelop-

pement posteacuterieur entiegraverement distinct (emprunt rarr diphtongaison rarr syncope) abou-

tissant agrave des reacutesultats diffeacuterents qui ont remplaceacute les formes drsquoorigine La deacuterivation

qui suit sert drsquoillustration au changement historique des doublets preacutesenteacute ci-dessus

(7)d diaacutebolu sέkulu taacutebula rέgula ------ ------- ------ ------

Sonorisation ------- sέgulu ------- ------- ------- ------ ------

Affaiblissement diaacutewolu sέwulu taacutewula rέwula ------- ------- ------- ------

Racourcissement diaacutewlǝ sέwlǝ taacutewlǝ rέwlǝ ------- ------- ------- ------

Emprunt -------- -------- ------ ------ diaacutebolu sέkulu taacuteblǝ rέglǝ

Diphtongaison -------- -------- ------ ------ ------- siέkulu ------ ------

Syncope -------- -------- ------ ------ djaacuteblǝ sjέklǝ taacuteblǝ rέglǝ

diaule seule taule reule diable siegravecle table regravegle

MAZZOLA

147

Les mots fr diaule et seule sont attesteacutes dans la Cantilegravene de Ste Eulalie fr reule

est la source du mot rule en anglais et fr taule mot patois se retrouve en franccedilais

moderne sous la forme tocircle

Nous pourrions appliquer les proceacutedeacutes ainsi illustreacutes aux cas drsquoanalogie des

paroxytons de Meyer-Luumlbke que nous avons vus tels que

(8) a [[kagraverri] + [kaacutere]] [[magravesti] + [kaacutere]] [[magravendu] + [kaacutere]]

c-agrave-d des suites de deux trocheacutees dont le premier est sur la gauche de lrsquoarbre meacutetrique

et donc conforme au rythme souhaiteacute de lrsquoeffacement de la voyelle cibleacutee Pour ce qui

est des proparoxytons

(8) b [[kaacuterri] kat] [[maacutesti] kat] [[maacutendu] kat]

nous avons deux dactyles Dans le cas de manducat nous voyons que lrsquoaccent tombe

sur la peacutenultiegraveme en latin classique Cependant en supposant le deacuteplacement de lrsquoac-

cent agrave gauche comme nous lrsquoavons vu en (7c) nous voyons le verbe se ranger aiseacutement

dans un dactyle [[maacutendu] + [kat]] Ceci fait les trois exemples preacutesentent tous lrsquoenvi-

ronnement pour lrsquoeffacement de la voyelle comme nous lrsquoavons vu plus haut pour le

latin Pour la deacuterivation du franccedilais il est seulement neacutecessaire de supposer drsquoabord

deux eacutetapes drsquoaffaiblissement de la sourde de tregraves bonne heure (voir (9))

(9) karrikaacutere kaacuterrikat mastikaacutere maacutestikat mandukaacutere maacutendukat

k gt g karri gaacutere kaacuterri gat masti gaacutere maacutesti gat mandu gaacutere maacutendu gat

g gt j karri jaacutere kaacuterri jat masti jaacutere maacutesti jat mandu jaacutere maacutendu jat

V gt Oslash karr(i) jaacutere kaacuterr(i) jat mast(i) jaacutere maacutest(i) jat mand(u) jaacutere maacutend(u) jat

j gt Č čarğiέr čaacuterğǝθ mas(t) čiέr maacutes(t) čǝθ manğiέr maacutenğәθApregraves lrsquoeffacement de la voyelle fi nale du trocheacutee de gauche nous avons la palata-

lisation du yod si caracteacuteristique du gallo-roman Lrsquoaffriqueacutee palatale qui en reacutesulte

est sonore apregraves une consonne sonore et sourde apregraves une consonne sourde (voir aussi

pέdika gt pέdiga gt pέdija gt piέdja gt piέğә piegravege) Ceci fait il nrsquoy a aucun besoin drsquoajus-

ter la deacuterivation des formes au moyen drsquoun nivellement paradigmatique Nous avons

appeleacute les reacutesultats des changements reacuteguliers des lsquovariantes structuralesrsquo (cf Mazzola

(2013)) pour les distinguer des emprunts proposeacutes dans la liste de lrsquoexemple (10)

(10) vindicare gt venger rarr (re)vencher

collocare gt couger rarr coucher

caballicare gt chevauger rarr chevaucher

pendicare gt penger rarr pencher

pertica gt perge rarr perche

porticu gt porge rarr porche

granica gt grange rarr granche

basilica gt basoge rarr basoche

manica gt mange rarr manche

manicu gt mange rarr manche

CILPR 2013 ndash SECTION 2

148

Les exceptions que nous trouvons sont les affriqueacutees sourdes qui surviennent

apregraves les consonnes sonores On ne rencontre notamment pas drsquoexemples ougrave une

consonne sourde + yod donne une affriqueacutee sonore La preacutefeacuterence pour lrsquoassourdis-

sement de lrsquoaffriqueacutee dans ces cas trouve son origine en toute probabiliteacute dans la pro-

nonciation germanique (cf Mazzola (2008) (2012) (2013)) Crsquoest donc ici que nous

rencontrons lrsquoinfl uence des Francs plutocirct que dans une syncope agrave lrsquoorigine Pour cette

raison nous avons appeleacute ces exceptions des lsquovariantes socialesrsquo (cf Mazzola (2013))

des emprunts au franco-roman qui greffeacutes sur la couleacutee linguistique gallo-romane

ressemblent beaucoup agrave la diffusion lexicale de Wang Ce sont donc des emprunts

mais non des emprunts drsquoun son puisque le son existe deacutejagrave en gallo-roman Ce sont

plutocirct des emprunts de mots individuels qui ne diffegraverent que par quelques traits dis-

tinctifs Labov nous aide agrave mettre en perspective ce pheacutenomegravene

(11) Lexical diffusion is the result of the abrupt substitution of one phoneme for another in words that contain that phoneme The older and newer forms of the word will usually differ by several phonetic features This process is most characteristic of the late stages of an internal change that has been differentiated by lexical and grammatical conditioning or has developed a high degree of social awareness or of borrowings from other systems (ldquochange from aboverdquo) (Labov (1994 542))

Agrave cocircteacute donc des lsquovariantes structuralesrsquo des exemples de changements reacuteguliers

nous avons des lsquovariantes socialesrsquo qui ne repreacutesentent pas le remplacement drsquoun son

par un autre mais plutocirct le remplacement drsquoun mot par un autre Drsquoapregraves la citation

de Labov nous aurions affaire agrave des emprunts extrasysteacutematiques diffuseacutes comme

reacutesultats drsquoune prise de conscience drsquoun niveau linguistique et social privileacutegieacute Au

cours de ce proceacutedeacute il srsquoagirait donc drsquoune modaliteacute eacutegalement valable quoique seacutepa-

reacutee de la modaliteacute reacuteguliegravere

Conclusion

Le but de cette communication a eacuteteacute de proposer que la maniegravere de fi xer lrsquohis-

toire drsquoune langue est plus sucircre si le linguiste est plus fi degravele aux donneacutees linguistiques

qursquoengageacute politiquement ou socialement Pour en arriver lagrave il nous a fallu mettre en

valeur le rocircle de la structure phonologique (a) rythmique deacuteclencheacutee par le trocheacutee

agrave lrsquoarborescence agrave gauche et (b) segmentale qui srsquoapplique aussi bien aux paroxytons

mandukaacutere gt mandugaacutere gt manduyaacutere gt mandyaacutere gt manğaacutere gt manğiέr qursquoaux pro-

paroxytons maacutendukat gt maacutendugat gt maacutenduyat gt maacutendyat gt maacutenğǝθ Lrsquoanalogie

produite par lrsquoanalyse conventionnelle a eacuteteacute par-lagrave examineacutee et eacutecarteacutee par une ana-

lyse entiegraverement phonologique plutocirct que soutenue par une morphologie consciem-

ment manipuleacutee Crsquoest agrave partir de lrsquoanalyse phonologique motiveacutee par lrsquoaction ryth-

mique qursquoon a pu mettre de cocircteacute lrsquoanalyse qui va de lrsquoideacutee vers la forme de lrsquoanalogie

preacuteconccedilue agrave la forme phonologique putative pour justifi er agrave son tour lrsquoanalogie preacute-

conccedilue Cette insistance sur un nivellement paradigmatique putatif a servi drsquooutil plus

politique et social que linguistique et culturel (cf Mazzola (2013))

MAZZOLA

149

Parce que nous sommes attacheacute aux seules donneacutees linguistiques nous avons proposeacute

de remplacer le nivellement analogique par une analyse rythmique

Universiteacute de Northern Illinois Michael L MAZZOLA

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151

Cicli di pragmaticalizzazione tra latino e lingue romanze

la formazione di marcatori interazionali

1 Introduzione

Questo contributo1 egrave dedicato ad alcune forme verbali che in diverse lingue acqui-

siscono progressivamente una funzione pragmatica e procedurale ovvero diventano

segnali funzionali Gli elementi a carattere procedurale si distinguono dalle forme

con signifi cato proposizionale che codifi cano concetti Quando una forma assume

carattere procedurale talvolta presenta diffi coltagrave interpretative soprattutto quando

manca il contesto orale che ne egrave la cornice naturale

I segnali funzionali rappresentano risorse strategiche comunemente usate dai par-

lanti negli scambi comunicativi e il loro uso permette di individuare alcune macrofun-

zioni piugrave o meno orientate al contesto di discorso o di interazione Diversi approcci

hanno prodotto molte defi nizioni spesso tra loro sovrapposte2 La Tabella 1 propone

una classifi cazione funzionale elaborata sulla base di alcuni parametri presentati in

precedenza3

Tabella 1 - Macrofunzioni e tipi di segnali funzionali

Macrofunzioni Tipi di segnali

(a) coesione e coerenza testuale e discorsiva che implica la

pianifi cazione e la gestione del discorso in quanto testo

segnalimarcatori

discorsivi

(b) coesione sociale che si riferisce allrsquointerazione tra i parte-

cipanti e allrsquoidentitagrave sociale dei parlanti

(c) atteggiamento personale che si riferisce alla prospettiva

del parlante verso il discorso e verso il suo interlocutore

segnali marcatori

pragmatici

1 Questo articolo egrave un prodotto della ricerca PRIN laquoRappresentazioni linguistiche dellrsquoiden-titagrave Modelli sociolinguistici e linguistica storicaraquo coordinata da me (PRIN 20102011 prot 2010HXPFF2 fi nanziato dal MIUR) Per informazioni sul progetto e i suoi prodotti cfr ltwwwmedilingeugt

2 Si vedano tra tanti lo studio pionieristico di Schiffrin (1987) poi Jucker Ziv (1998) Fraser (1996) Aijmer (2002) Dostie (2004) Fischer (2006)

3 Da diverso tempo un gruppo di lavoro di cui chi scrive fa parte studia questo tema con riferimento sia agli aspetti teorici che a singole lingue (cfr i lavori di Ghezzi e di Molinelli di seguito citati)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

152

Macrofunzioni Tipi di segnali

(d) contesto interazionale che esplicita il legame tra parlante interlocutore e contesto

segnali marcatori con-

testuali

Come la tabella rappresenta assolvono la macrofunzione di coesione e coerenza

testuale e discorsiva i segnali che sono orientati al discorso o al testo Sono utilizzati

per organizzare e gestire testi come allrsquoes (1) in cui lat ergo riprende il tema dopo

una digressione o i turni conversazionali come per lrsquoit allora es (2) con cui il par-

lante prende la parola

(1) lat tres viae sunt ad Mutinam ndash quo festinat animus ut quam primum illud pignus liber-tatis populi Romani D Brutum aspicere possim cuius in complexu libenter extremum vitae spiritum ediderim cum omnes actiones horum omnes sententiae meae pervenerint ad eum qui mihi fuit propositus exitum tres ergo ut dixi viae a supero mari Flaminia ab infero Aurelia media Cassia (Cic Phil 12 9 22)4

ldquoTre sono le vie per Modena ndash [hellip] Tre dunque come ho detto sono le strade dal mare

Adriatico la Flaminia dal Tirreno lrsquoAurelia e quella di mezzo egrave la Cassiardquo

(2) it allora son partita cosirsquo la mattina ersquo sempre tragico arrivare a scuola (LIP FA2)

La classe dei segnali pragmatici o interazionali egrave costituita dai marcatori che

sottolineano la relazione tra parlante e interlocutore Tali marcatori possono essere

orientati sul parlante esprimendo sul piano funzionale lrsquoatteggiamento personale o

sullrsquointerlocutore assolvendo alla macrofunzione di coesione sociale

I segnali orientati al parlante servono a negoziare o introdurre i punti di vista e

lrsquoatteggiamento del parlante Egrave questo ad esempio il caso di alcuni usi parentetici di

verbi epistemici come it penso fr je crois sp yo creo negli esempi (3-5)

(3) it allora cioersquo praticamente si svilupperebbe cosirsquo penso io (LIP FC3)

(4) fr lui deacuteclara (je crois) que son mari eacutetait un imbeacutecile (Audin Une vie bregraveve Frantext)

(5) sp La respuesta es - yo creo - crear equilibrio y armonia (Spanish web corpus Sketch

Engine)

I segnali orientati allrsquointerlocutore servono invece ad esplicitare la relazione con

lrsquointerlocutore o a richiamarne lrsquoattenzione sul parlante o su elementi dellrsquointerazione

come egrave il caso ad esempio dei segnali allocutivi di richiamo derivati dai verbi di per-

cezione visiva guardare e mirar negli esempi (6) e (7) Questo gruppo di segnali puograve

inoltre essere utilizzato per stabilire e mantenere relazioni sociali come per il lat

quaeso amabo5 negli esempi (8) e (9) per lrsquoit prego il rumeno mă rog il fr srsquoil vous plaicirct negli esempi da (10) a (12)

4 In questo contributo egrave fornita la traduzione degli esempi latini o di quelli di interpretazione complessa Ringrazio di cuore Luis Unceta Goacutemez e Mihaela Popescu preziosi consulenti per spagnolo e rumeno

5 Il lat amabo egrave una formula di preghiera tra le piugrave comuni Cfr anche Hofmann (19852 281sqq)

MOLINELLI

153

(6) it Guarda io mi sono informato oggi (LIP MB30)

(7) sp Mira a los 48 antildeos sabes ya muy bien quieacuten te va a querer y quieacuten no (Spanish web corpus Sketch Engine)

(8) lat tu quaeso cogita (Cic Att 9 17 2)

ldquoPer favore pensardquo

(9) lat Amabo accurrite ne se interemat (Plaut Cist 645)

ldquoPer favore accorrete percheacute non si uccidardquo

(10) it Prego si accomodi (LIP NA9)

(11) rum Atunci ndash zic eu ndash mă rog ţie nu mă lăsa ştiu că pot conta pe amiciţia (Caragiale

Momente 273 Livescu (2014))

ldquoAllora ndash io dico ndash ti prego non deludermi So di poter contare sulla tua amiciziardquo

(12) fr un cafeacute parisien srsquoil vous plaicirct demande mon pegravere (Fellous Avenue de France Fran-

text)

Infi ne alcuni elementi fungono da segnali contestuali quando servono ad esplici-

tare il legame tra parlante interlocutore e contesto deittico ad esempio con valore

mirativo come nel caso del lat ecce it ecco torsquo fr voilagrave negli esempi da (13) a (15)

(13) lat Ecce autem uxor obuiamst (Plaut Cas 969)

ldquoecco qua mia moglie che mi sbarra la stradardquo

(14) it Ecco il signore col quale dovete essere pronta di fare i pugni (Svevo La coscienza di Zeno cap VI)

(15) it torsquo la contessa Ortensia (Butti Fiamme nellrsquoombra 21)

Ciograve che accomuna i segnali funzionali egrave la realizzazione di una funzione prag-

matica a partire da elementi diversi (verbi avverbi congiunzioni o espressioni) Ci

concentriamo qui sui segnali interazionali poicheacute spesso hanno come caratteristica

comune lrsquoorigine deverbale

In diverse lingue i segnali interazionali sviluppano nuovi valori pragmatici in con-

testi dialogici seguendo percorsi ricorrenti ciclici e coerenti a livello interlinguistico

Questo succede percheacute i parlanti co-optano e ri-defi niscono lrsquouso di un termine nel

caso specifi co lrsquouso di una forma verbale a livello pragmatico6 In altre parole per

raggiungere i loro scopi interazionali i parlanti usano risorse linguistiche sfruttando

alcune sfumature di signifi cato di un termine allrsquointerno del contesto interazionale

Frequentemente questi sviluppi danno origine a processi di pragmaticalizzazione

ciclici diacronicamente diffusi e stabili che condividono molte caratteristiche con

percorsi di arricchimento pragmatico ampiamente noti come la riorganizzazione

strutturale del sistema della negazione nelle lingue romanze (Jespersen (1917))7 Il carattere ciclico dei processi implicati costituisce la lsquomeccanicarsquo del mutamento

pragmatico poicheacute evidenzia i processi e le cause che sono alla base di diversi per-

corsi di pragmaticalizzazione Qui si esemplifi cheragrave il ciclo di pragmaticalizzazione

6 Cfr Traugott Dasher (2002) Kaltenboumlck et alii (2011)7 Per approfondimenti ed esemplifi cazioni relativi ai cicli di pragmaticalizzazione cfr

Ghezzi Molinelli (2012) Molinelli (2010) e Hansen (2014)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

154

di alcuni marcatori interazionali di cortesia (MIC) che a partire dal latino quaeso ha

dato origine ad it prego fr je vous en prie rum mă rog

Questi processi interagiscono con lsquomeccanismirsquo del mutamento pragmatico

ovvero con le proprietagrave morfosintattiche delle strutture che sono alla base dei MIC

nel caso specifi co verbi performativi che hanno favorito i percorsi di pragmaticaliz-

zazione

In questo lavoro si analizza il carattere ciclico dei processi (la meccanica) mentre

si rimanda a Ghezzi (in stampa) per lrsquoesplicitazione dei meccanismi cioegrave delle pro-

prietagrave morfosintattiche dei verbi performativi di origine

Si esemplifi ca qui il carattere ciclico della formazione di segnali funzionali attra-

verso lrsquoanalisi dello sviluppo di MIC con valore richiestivo

Questo gruppo di MIC in genere ha la funzione pragmatica di favorire la coe-

sione sociale percheacute codifi ca

(a) le caratteristiche della relazione tra parlante e interlocutore

(b) la loro identitagrave sociale (il loro grado di potere e di distanza sociale allrsquointerno del contesto

comunicativo)

(c) il tipo di atto linguistico realizzato (una richiesta o unrsquoofferta)

Questi segnali sono dunque ancorati al contesto storico-sociale e alle norme socio-

culturali che lo caratterizzano Ogni atto linguistico infatti egrave anche un atto di iden-

titagrave (Le Page Tabouret-Keller (1985 315)) attraverso il quale il parlante colloca se

stesso e gli altri nello spazio sociale attraverso aspetti linguistici e pragmatici regole

di interazione sociale convenzioni socio-culturali in base ai quali un comportamento

ottiene un giudizio di appropriatezza

La considerazione globale di questi aspetti che costituisce lrsquolaquoetichetta comuni-

cativaraquo guida il parlante nelle sue scelte comunicative e lrsquoaspetto piugrave visibile di questa

applicazione egrave costituito dal sistema della cortesia (politeness cfr Brown Levinson

(1987))

Lrsquoetichetta comunicativa opera quindi nel contratto conversazionale tra i parlanti

nel singolo contesto comunicativo che varia al variare del contratto conversazionale

(laquorelativitagrave comunicativaraquo) Parallelamente varia in base al contesto socioculturale

che si differenzia tra culture ma anche in relazione al periodo storico di riferimento

nella medesima cultura (laquorelativitagrave socioculturaleraquo Blum-Kulka (1992))

Come esempio prendiamo qui in esame alcuni MIC in latino italiano rumeno e

francese In quanto MIC questi verbi mitigano la forza illocutiva di una richiesta e

hanno quindi una funzione coesiva a livello sociale analizzando dialoghi parlati o

scritti questi MIC tipicamente si riscontrano in atti potenzialmente minacciosi della

faccia come gli ordini e le richieste

In particolare il confronto interlinguistico tra latino e lingue romanze permetteragrave

ora di evidenziare alcuni processi simili di sviluppi funzionali il cui punto di partenza

egrave un verbo performativo e il punto drsquoarrivo egrave un MIC

MOLINELLI

155

2 I marcatori di cortesia da verbi performativi

Un verbo performativo quando diventa MIC ha la funzione di

(a) asserire la sinceritagrave del parlante (Busse (2002))

(b) indicizzare la deissi sociale poicheacute rifl ette la negoziazione del parlante dei bisogni dellrsquoin-

terlocutore anche sulla base del contesto storico-culturale di riferimento e conseguen-

temente delle nozioni di faccia positiva e negativa (cfr Brown Levinson (1987) Trau-

gott Dasher (2002) Held (2005))

(c) costituire una mossa di supporto con cui attenuare o mitigare una richiesta (cfr Ghezzi in stampa Culpeper Archer (2008 73-76) sullrsquoingl pray)

Tali proprietagrave costituiscono meccanismi fondamentali che favoriscono lrsquoavvio di

percorsi di pragmaticalizzazione Per le lingue qui in esame egrave possibile ricostruire

diverse fasi nello sviluppo dei MIC a partire dal valore performativo del verbo origi-

nario

Il punto di partenza latino egrave costituito da una coppia di verbi performativi (rogo

vs quaesoquaero a cui si aggiunge una terza forma precor per quanto meno atte-

stata) Uno di questi verbi egrave anche specializzato pragmaticamente come MIC giagrave nel

latino di Plauto quaeso

(16) Hoc quod te rogo responde quaeso (Plaut Merc 214)

ldquoRispondi a ciograve che ti chiedo per favorerdquo

(17) At ego patriam te rogo quae sit (Plaut Persa 635) ldquoMa ti chiedo qual egrave il tuo Paeserdquo

(18) tela precor pueri promite acuta magis (Prop 2 9 37)

ldquoVi prego fanciulli scagliate dardi piugrave acutirdquo

La coppia di temi quaes-rog- produce tre forme di cui una quaeso prevalente-

mente fossilizzata e solo di valenza interazionale lrsquoaltra quaero forma verbale con

paradigma ad alta produttivitagrave senza valenza pragmatica la terza rogo con entrambe

le possibilitagrave8 Questa situazione puograve essere raffi gurata con lo Schema 1 sottostante

Schema 1 - Sviluppi funzionali in latino

Il verbo quaerere con il signifi cato di ldquochiedere cercarerdquo a sua volta dagrave origine a

verbi romanzi con signifi cati diversi (it chiedere fr queacuterir spport querer rum a cere) nessuno dei quali perograve mantiene la funzione pragmatica latina

8 Cfr Molinelli (2010) e Ghezzi Molinelli (2012)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

156

Le evoluzioni pragmatiche delle forme latine nelle diverse lingue romanze sono

rappresentate nello Schema 2 Il valore di MIC del lat quaeso (in ovale nello schema)

si perde nelle lingue romanze

Schema 2 - Sviluppi pragmatici dei verbi performativi latini

quaeso rogo precor (gli ovali indicano i MIC)

In rumeno il valore di cortesia egrave assunto dal verbo di origine latina rogo attra-

verso lrsquoespressione formulaica vămă rog invece in italiano e in francese un altro

verbo performativo scarsamente attestato in latino (precor) assume il valore di MIC

(it prego fr je vous en prie)

Lrsquoesito romanzo dei tre verbi performativi latini non esaurisce le strategie pragma-

tiche per veicolare la cortesia ad esempio in francese coesistono le formule je tevous en prie e srsquoil tevous plaicirct entrambe originatesi da frasi mentre altre lingue (spagnolo

e portoghese) hanno progressivamente privilegiato strategie diverse attraverso lrsquouti-

lizzo di perifrasi nominali (ad es lo sp por favor) Lrsquoitaliano stesso ha entrambe le

possibilitagrave (prego e per favore) cfr es (19)

(19) a) rom Icircmi citeşti o poveste te rog

b) fr Srsquoil te plaicirct lis-moi une histoire

Tais-toi je trsquoen prie

c) sp Lee una historia por favor d) it Leggimi una favola per favoreti prego

Interessante al riguardo egrave il francese contemporaneo in cui coesistono anche se

non sempre con funzioni sovrapponibili le due varianti deverbali da plaire e prier

rispettivamente cfr es (20) e (21)

(20) Hilda Srsquoil te plaicirct Ne sois pas mon ennemie (Sartre Le diable et le bon dieu II 6 IV

Frantext)

(21) Rentrons chez nous disait-elle agrave Raymond je trsquoen prie (Garat Pense agrave demain Fran-

text)

MOLINELLI

157

Unrsquoindagine campione su opere teatrali del 1500 e del 1900 nel corpus Frantext

evidenzia una diminuzione di frequenza dei marcatori derivati da prier ed un aumento

di quelli aventi come base plaire9 (cfr Tabella 2)

Tabella 2 - Occorrenze e frequenze dei MIC derivati da plaire e prier in francese

MIC da plaire MIC da prier

occorrenze frnr10 occorrenze frnr10

1500 31 39 185 235

1900 89 109 101 124

3 I contesti drsquouso dei verbi

Lrsquoevoluzione dei contesti sintattici drsquouso delle forme qui prese in esame rifl ette

lrsquoevoluzione pragmatica dei MIC appena accennata

Nellrsquoacquisizione di valore pragmatico egrave importante sottolineare che i verbi per-

formativi considerati divengono progressivamente parentetici (Ghezzi Molinelli

(2012) Thompson Mulac (1991) sui verbi epistemici)

Per il latino lrsquoitaliano il francese e il rumeno egrave possibile ricostruire percorsi

paralleli in cui il verbo drsquoorigine passa dallrsquoessere predicato reggente di una subordi-

nata argomentale allrsquoavere un minor grado di legame sintattico con la proposizione

seguente allrsquouso parentetico Dal punto di vista del legame sintattico tra i due blocchi

si passa dunque dalla subordinazione alla coordinazione alla perdita di valore pre-

posizionale del MIC

Latino - quaeso

quaeso ut (es 22) quaeso + congiuntivo (es 23) gt

quaeso + imperativo (es 24) gt

quaeso (es 25)

(22) Blepharo quaeso ut aduocatus mihi adsis neue abeas (Plaut Amph 1037)

ldquoBelfarone (ti) prego di assistermi come avvocato e di non andartenerdquo

(23) quaeso videas ut satis honestum nobis sit eas Romae esse (Cic Att 7 14)

ldquoTi prego guarda che [hellip]rdquo (24) Hoc quod te rogo responde quaeso (Plaut Merc 214)

ldquoRispondi a ciograve che ti chiedo per favorerdquo

(25) haec cum inter gemitus lacrimasque fudissem detersit ille pallio vultum et ldquoquaesordquo inquit ldquoEncolpi fi dem memoriae tuae appellordquo (Petron 91 8)

9 Per il verbo plaire oltre alla voce plaicirct si sono considerate anche le forme plaise e pleirot10 Frequenza normalizzata per 100000 parole

CILPR 2013 ndash SECTION 2

158

ldquoE dopo aver pronunciato quelle parole in un profl uvio di gemiti e lacrime lui mi asciugograve

la faccia col mantello e disse ldquoPer favore Encolpio mi affi do alla tua memoriardquo

Italiano - prego

(io) tivi prego che (es 26) (io) tivi prego di (es 27) gt

ti vi La prego + imperativo (es 28) gt

prego (es 29 e 30)

(26) Io vi priego che voi il pigliate (Boccaccio Decameron II 1)

(27) Pregovi per tutte le sacre leggi drsquoamicizia e drsquo amore di non tradirmi (Goldoni Il servi-tore di due padroni I 20)

(28) Non glielo dite vi prego (Goldoni I puntigli domestici II 17)

(29) Alzate le mani gli astenuti prego (LIP MC)

(30) Grazie

Prego di niente

Francese - prier (Rickard (1982))

Je vous prie que + congiuntivo (es 31)gt

Je vous prie (deagrave) + infi nito (dal 1650) (es 32) gt

Je vous priesje trsquoen prie + imperativo (es 33) gt

Je vous priesje trsquoen prie (es 34)

(31) Je vos pri que vos me diez qui vos estes (La Queste del Saint Graal ed Pauphilet p 260

1115-16)

(32) Je vous prie de bien celler ce conseil (Livre du chevalier de la Tour Landry p 280)

(33) Je te prie laisse le en paix et me sers et je trsquoen sauray moult bon greacute (Froissart Chroni-ques Paris ms fr 2656 (80 v) 3-46)

(34) Horton laisse moy dormir je trsquoen prie (Froissart Chroniques Paris ms fr 2659 (64 v)

3-46)

Rumeno ndash a ruga

Vă Te rog să + congiuntivo (es 35)gt

Vămă rog + imperativo (es 36) gt

Măvă rog (es 37)

(35) Și rog și pre domnia voastră pre cari vă va dărui Dumnezeu cu domnia Țării Rumănești icircn urma noastră ori de veți hi de roada pacircntecelui nostru ori dintr-alt neam să nu călcați nici să stricați această pomeană a domniii mele ce o am făcut spre mare folos

lăcuitorilor Țării Rumănești[] (Hrisov Cacircmpulung 1669)

ldquoE domando a voi a cui il Signore faragrave dono dopo di noi del regno di Valacchia - che

siate o meno del nostro stesso sangue - di non togliere o danneggiare tutto ciograve che io ho

fatto di bene agli abitanti della Valacchiardquo

(36) Vină mă rog mai degrabă adăogă călăreţul (Urechia Coliba 96)

ldquoVenite prego il cavaliere aggiunserdquo

(37) Pe cine căutaţi mă rog domniilor voastre (Sadoveanu Fraţii Jderi 260)

ldquoChi cercate vi prego gentile signorerdquo

MOLINELLI

159

Osservando i percorsi di pragmaticalizzazione delle lingue qui analizzate egrave possi-

bile proporre alcune considerazioniNelle lingue in esame il verbo ha inizialmente diverse possibilitagrave sintattiche a

partire dallrsquoavere come argomento una subordinata esplicita introdotta da una con-

giunzione La struttura parattattica alternativa senza marca favorisce lo sviluppo

parentetico la cancellazione del complemento oggetto (tipicamente un pronome) egrave

possibile poicheacute coincide con il destinatario e diventa ridondante con lrsquoimperativoLrsquoaumento di frequenza del verbo con funzione parentetica nella periferia destra o

in posizione intermedia occorre tipicamente in un contesto volitivo11 che rappresenta

un importante contesto di transizione (anche contesto critico o contesto ponte) per lo

sviluppo della funzione pragmatica

Se per le lingue qui considerate il verbo nella periferia sinistra puograve ancora essere

interpretato come performativo nella periferia destra o in posizione intermedia ha

invece una chiara funzione parentetica di cortesia in questo caso potragrave essere inter-

pretato come una formula che attenua lrsquoimperativo ed esprime in modo saliente defe-

renza verso lrsquointerlocutore assumendo quindi valori intersoggettivi In tali contesti il

grado di forza illocutiva dellrsquoatto direttivo diminuisce gli elementi non verbali diven-

tano rilevanti e lrsquoatto puograve essere suddiviso in due nuclei pragmatici il primo che

contiene il verbo non piugrave interpretabile come performativo ma come parentetico con

funzione attenuativa il secondo che porta il carico della struttura informativaI verbi performativi latini e romanzi qui analizzati sono stati sottoposti a pro-

cessi di opacizzazione semantica progressiva fi ssazione morfosintattica del verbo

alla prima persona del presente indicativo rafforzamento delle funzioni pragma-

tiche e loro routinizzazione gli originari performativi sono diventati MIC grazie ad

uno sviluppo intrecciato di fattori di tipo sintattico e pragmatico indipendente dalla

struttura sintattica caratterizzante ciascuna lingua lrsquooriginario predicato si specia-

lizza nellrsquoassolvere solo un ruolo pragmatico di tipo interpersonale perde il suo ruolo

dal punto di vista morfosintattico e il suo contenuto proposizionale Di conseguenza

la frase originariamente subordinata acquisisce indipendenza sintattica e maggiore

importanza in termini di struttura informativa come risultato di una diminuzione del

legame morfosintattico con il contenuto informativo nella prima parte

4 In conclusione

Lrsquoanalisi della relazione tra meccanica e meccanismi del mutamento pragmatico

nella formazione dei MIC utilizzati per fare una richiesta considerando in partico-

lare latino italiano francese e rumeno ha evidenziato alcuni aspetti interessanti

I verbi che in latino hanno acquisito una funzione pragmatica come MIC (lat

quaeso amabo) non vengono ereditati dalle lingue romanze dove si formano MIC

11 Per il latino le completive non introdotte da ut per le altre lingue lrsquoimperativo cfr Molinelli Rizzi (1993)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

160

originati da predicati e sintagmi diversi con signifi cato analogo (in it prego fr je vous en prie rum vă rog) oppure diverso (fr srsquoil vous plaicirct it per favore) Il performativo

rogo spesso alternativo a quaeso pur non completando in latino il percorso di prag-

maticalizzazione rimane soltanto in rumeno

In modo del tutto simile a quanto descritto da Jespersen (1917) in relazione ai cicli

della negazione questi che defi niamo cicli di pragmaticalizzazione rappresentano

processi ricorrenti produttivi e iterativi alla base della lsquomeccanicarsquo del mutamento

pragmaticoQuesti sviluppi funzionali a livello pragmatico correlano con alcuni lsquomeccanismirsquo

e mutamenti a livello formale Come si egrave dimostrato per le lingue qui prese in esame

nelle fasi iniziali il processo di pragmaticalizzazione egrave favorito da alcune proprietagrave

semantiche e pragmatiche delle fonti dei MIC (ad es il valore performativo dei verbi)

mentre in fasi successive il processo viene rinforzato da due fenomeni lrsquoaumento nella

libertagrave sintattica del verbo originario rispetto alla struttura della frase e la fi ssazione

della forma

I mutamenti sociali e culturali che caratterizzano il contesto linguistico di rife-

rimento hanno certamente un ruolo in questi cicli di pragmaticalizzazione Lrsquoevolu-

zione del sistema francese egrave un esempio interessante il fr je vous (en) prie egrave ancora

frequente come MIC ma la variante concorrente srsquoil vous plaicirct sembra essersi impo-

sta Un simile sviluppo egrave stato analizzato in alcuni studi sullrsquoinglese in cui pray egrave stato

progressivamente sostituito da please probabilmente proprio per contatto dal fran-

cese (Lutzky - Demmen (2013) Akimoto (2000 79) Traugott Dasher (2002 255))

Busse (2002 31) spiega questo sviluppo sulla base di un cambiamento nelle strate-

gie legate alla cortesia e sostiene che laquoa shift in polite requests has taken place from

requests that assert the sincerity of the speaker (I pray you beseech you etc) to those

that question the willingness of the listener to perform the request (please)raquo Questo

farebbe pensare ad una sostituzione di un marcatore orientato al parlante (je vous en prie) ad un marcatore orientato allrsquointerlocutore (srsquoil vous plaicirct) che ben rappresenta

un mutamento generalizzato da cortesia positiva a negativa

A tal proposito Bax (2010 67) afferma

[t]he current preoccupation with other-face differs materially from historically earlier

conceptions Not only is [hellip] early modern politeness display primarily a device for self-pres-

entation and self-assertion (with a degree of recognition or enhancement of the addresseersquos

face as a side effect at best) there is every appearance that earlier on during the medieval

millennium minding onersquos manners was also generally motivated by lsquoselfi shrsquo reasons

I segnali interazionali una volta di piugrave mostrano la rilevanza della nozione di

lsquovalorersquo di saussuriana memoria poicheacute un elemento acquisisce valore (signifi cato

norme drsquouso) solo allrsquointerno del contesto anche extralinguistico in cui egrave usato

Universitagrave di Bergamo Piera MOLINELLI

MOLINELLI

161

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163

Latinum Circa Romanccedilum1

Eacutetude sur la langue de la Vita Sancte Eufrosine (BHL Nordm 2722)

du manuscrit H55 de la Bibliothegraveque interuniversitaire de

Montpellier (BuM)

1 La sociolinguistique diachronique

Les eacutetudes sur les systegravemes linguistiques en usage dans la Romania principale-

ment la Galloromania pendant lrsquoAntiquiteacute tardive et le Haut Moyen-Age ont eacuteteacute

renouveleacutees agrave partir de la fi n des anneacutees quatre-vingt par la sociolinguistique diachro-

nique ou reacutetrospective (Cotelli 2009) illustreacutee en France par les travaux de Michel

Banniard (1992)

Notre communication se situe dans ce courant de recherches tout en srsquoen distin-

guant par un refus de lrsquoexclusion a priori de recherches plus traditionnelles fondeacutees

sur la grammaire historique et la philologie classique drsquoun cocircteacute (Vielliard 1927 Pei

1932) drsquoune approche reconstructrice plus reacutecente deacuteveloppeacutee par R de Dardel

(1996 1958) de lrsquoautre

Nous appliquerons la deacutemarche sociolinguistique agrave un texte hagiographique du

VIIe siegravecledeacutebut du VIIIe siegravecle la Vita Sancte Eufrosine

2 Vita Sancte Eufrosine

La Vita Sancte Eufrosine (BHL Ndeg2722) a eacuteteacute transmise dans le manuscrit BuM

H55 fol 139r-142v originaire de Lorraine ou de la Bourgogne du Nord et datant du

deacutebut du IXe siegravecle Elle fut eacutecrite agrave partir du folio 140v par un scribe de lrsquoeacutecole de

Metz (style Angilram) (De Stryker Gribomont 1965 368-370 Bischoff 1998 2004

II 198 Nordm2822 Moretus 1915-1916 251-255) Lrsquoeacutetude de la langue du texte suggegravere

toutefois une premiegravere reacutedaction au VIIedeacutebut du VIIIe s (Boucherie 1871 24)

Le texte rapporte lrsquohistoire drsquoune jeune fi lle Euphrosyne ayant peut-ecirctre veacutecu agrave

Alexandrie au Ve s qui refusant de se marier se travestit en homme et se retire dans

un couvent de moines Elle y vivra heureuse et estimeacutee par les moines pendant 38 ans

1 Luumldtke (1964 19) lrsquoexpression est tireacutee de Meneacutendez Pidal Oriacutegines del espantildeol EspasaCape 1964 459 Cette communication est fondeacutee sur notre thegravese de doctorat Reisdoerfer (2006)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

164

accueillant et consolant mecircme son propre pegravere effondreacute par la perte de sa fi lle Ce

nrsquoest qursquoau seuil de la mort qursquoelle reacuteveacutelera sa veacuteritable identiteacute2

La vita fait partie drsquoune seacuterie de reacutecits hagiographiques apparus entre le IVe et le

VIIe s sur une aire greacuteco-orientale qui racontent tous avec des variantes lrsquohistoire

drsquoune monachoparthenos drsquoune jeune fi lle qui se travestit en homme et souvent se

retire dans un couvent de moines3

La citation liminaire de notre communication deacutecrit bien la latiniteacute du texte lati-num circa romanccedilum maxime coram laicis un latin preacutepareacute pour ecirctre reacuteciteacute devant

une communauteacute de laici en passe de perdre son latin (VIIedeacutebut du VIIIe s) ou

lrsquoayant deacutejagrave perdu (deacutebut du IXe s)4

3 Eacutetude de la langue de la Vita Sancte Eufrosine

Nous chercherons drsquoabord agrave mettre en eacutevidence comment le scribe a adapteacute un

texte reacutedigeacute agrave lrsquoorigine dans un latin eacutecrit tardif (deacutesormais LET IIIe-Ve s) pour un

auditoire pratiquant un latin parleacute tardif de phase 2 employeacute aux Ve-VIIe s (deacutesor-

mais LPT2) en recourant ainsi agrave la terminologie de Banniard (2006 32-33) Nous

nous appuyons sur un modegravele communicatif fonctionnant dans une situation de com-

munication verticale orale dans un contexte religieux Aux VIIendashIXe s des audi-

toires drsquoillitterati continuaient drsquoavoir une maicirctrise passive acceptable drsquoeacutenonceacutes en

latin eacutecrit tardif (IIIe-Ve s) Au niveau seacutemantique les mots latins eacutetaient globale-

ment compris La morphologie et les structures syntaxiques de base du LET parfois

directement heacuteriteacutees du latin classique eacutecrit subsistent souvent agrave cocircteacute de formes et de

structures nouvelles

(i) futur saluaueris (I 80 l 210)5

(ii) passif suscipitur (I 56 l 97)

(iii) deacuteponents loquebatur (I 104 l 347 l 351)

(iv) marquage du compleacutement de nom par le geacutenitif curam habens pauperum (I 38 l 6)

(v) ablatif absolu Et congregatis omnibus fratribus (I 82 l 229)

(vi) AcI Et iussit abbas foras de monasterio hellip manere patrem cum puella (I 48-50 l 56-58)

La maicirctrise passive du LET aux VIIendashIXe s devrait srsquoexpliquer entre autres par le

fait que les illitterati restaient en contact avec cette langue par le biais du latin drsquoeacuteglise

auquel ils eacutetaient confronteacutes dans leurs pratiques religieuses Afi n de captiver les

auditoires drsquoillitterati et drsquoeacuteviter les problegravemes de compreacutehension il eacutetait cependant

devenu indispensable drsquoadapter des textes reacutedigeacutes en LET c-agrave-d de les rapprocher

sur le plan du lexique du phoneacutetisme et de la morphosyntaxe du LPT2 familier agrave

2 Sur la vie de sainte Euphrosyne cf Bautz (1990-)3 Sur lrsquointerpreacutetation du thegraveme de la monachopartheacutenie cf Reisdoerfer (2011)4 Sur la langue du texte cf Selig (1989 123) (1992 152)5 Les reacutefeacuterences aux pages et aux lignes renvoient agrave notre eacutedition (2006) accessible en ligne

REISDOERFER

165

lrsquoauditoire6 Cela eacutetait drsquoautant plus neacutecessaire pour des textes destineacutes agrave ecirctre reacuteciteacutes

en public7 pour assurer non seulement la compreacutehension du texte mais aussi la fl u-

iditeacute de la reacutecitation le lector devait avoir sous les yeux un texte preacutepareacute qui sur le

plan de la phoneacutetique drsquoabord et surtout8 du lexique et de la morphosyntaxe ensuite

se rapprochait de la langue pratiqueacutee par lrsquoauditoire Or la mise en eacutevidence tregraves fi ne

de ces adaptations est faciliteacutee en lrsquooccurrence par lrsquoexistence de diffeacuterentes versions

du mecircme texte9

(1) version A ms H55 BuM reacutedigeacutee en latin meacuterovingien (latin eacutecrit tardif de phase 2)

editio princeps Boucherie (1871) cf eacutegalement Reisdoerfer (2006)

(2) version B reacutedigeacutee en latin eacutecrit tardif des IIIe-Ve s et conserveacutee dans deux manuscrits

(a) ms 168 fol 211r-212v Bibliothegraveque municipale de Valenciennes fi n du XIIIe s eacutecriture

italienne () abbaye de Saint-Amand Molinier-Liegravevre (1894 XXV 259-260) editio princeps Reisdoerfer (2011) (BmV)

(b) le texte fragmentaire du ms U3 fol 16r-16v de la Bibliothegraveque municipale de Rouen XIe

s abbaye de Feacutecamp Poncelet (1904 156) editio princeps Reisdoerfer (2002) (BmR)

La comparaison entre les versions A et B en faisant clairement ressortir les adap-

tations opeacutereacutees par le scribe du VIIedeacutebut du VIIIe s nous donnera non seulement

de preacutecieux renseignements sur les modaliteacutes de la communication verticale du VIIe s

jusqursquoau deacutebut du IXe s mais entrouvre surtout une petite fenecirctre sur la langue orale

pratiqueacutee par les laici au moment mecircme ougrave se preacuteparait le passage de la latinophonie

agrave la romanophonie

4 Les adaptations

41 Adaptations phoneacutetiques

Drsquoapregraves le modegravele communicationnel adopteacute il fallait srsquoattendre agrave ce que les adap-

tations phoneacutetiques soient les plus nombreuses et les plus manifestes Elles confegraverent

au texte son identiteacute meacuterovingienne

On relegraveve entre autres le marquage de la fermeture de certaines voyelles

(a) Ē accentueacute transcrit par la graphie ltigt

Rogo uos fratres labores sustenḭte unam septimanam (I 96 l 303) sustinete (BmV p

243)

Drsquoapregraves Vielliard (1927 5) et Pei (1932 20) le passage de Ē accentueacute agrave i est un des

faits marquants du latin meacuterovingien La graphie ltigt pourrait transcrire une pronon-

6 Sur lrsquoadaptation de textes hagiographiques agrave lrsquoeacutepoque meacuterovingienne cf Banniard (1992 259-261) et Luumldtke (2009 588-593)

7 Sur la lecture agrave haute voix de textes hagiographiques agrave lrsquoeacutepoque meacuterovingienne cf Banniard (1992 256 258)

8 Cf Luumldtke (2009 583-584) 9 Sur cette maniegravere de proceacuteder cf Auernheimer (2003 46)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

166

ciation tregraves fermeacutee de ē tendant vers i (Stotz 1996 III 15 sect12) ou bien eacuteventuellement

annoncer deacutejagrave la diphtongue ei (VIe s Zink 1986 57-59) attesteacutee en ancien-fran-

ccedilais10 Ē inaccentueacute aboutit eacutegalement tregraves souvent agrave i surtout apregraves -s 11 Au sud de

lrsquoItalie -i a eacuteteacute conserveacute (Bec 1970 I 106) Enfi n Ĕ inaccentueacute passe eacutegalement agrave i dans toutes les positions12

(b) Ō accentueacute transcrit par la graphie ltugt

Deus qui cognusces hominem antequam natus sit [hellip] (I 52 l 76-78) cognoscis (BmR

p 715 BmV p 237)

Ō accentueacute libre ou fermeacute aboutit souvent agrave -u- On admet geacuteneacuteralement que sous

lrsquoaction du bouleversement quantitatif Ō accentueacute a ducirc se fermer agrave tel point que sa

prononciation se rapprochait de celle de -u- 13 On observe un traitement semblable

pour Ō et Ŏ inaccentueacutes Ces fermetures pourraient marquer un affaiblissement de

la voyelle -o

42 Adaptations morphologiques

421 Modifi cations seacutemantiques

Nous traiterons ici lrsquoeacutevolution seacutemantique de ille qui de deacutemonstratif proprement

dit agrave valeur deacuteictique devient entre autres un anaphorique reprenant un eacuteleacutement citeacute

preacuteceacutedemment dans le texte

[hellip] inuentus est ibidem onus senex seruos Dei orans adtentissime in ipsa ecclesia [hellip] Et uidit illum ipsa castissima [hellip] (I 64 l 139-142) eum (BmV p 238)

Les occurrences de ille anaphorique sont attesteacutees degraves le 1er s apregraves J-C en latin

parleacute (Vaumlaumlnaumlnen 1981 120 sect270) et des pronoms de rappel baseacutes sur ille se retrouvent

dans pratiquement toutes les langues romanes (Alliegraveres 2001 53-66)

422 Reacuteductions de traits grammaticaux14

(a) On observe la simplifi cation du systegraveme des pronoms relatifs

(1) On trouve qui agrave la place de quae (nomin f sg)

fi lia mea qui de lumbus meis exiuit [hellip] (I 106 l 362-363) fi lia mea quae (BmV p

245)

(2) et quem agrave la place de quam

Vade in ecclesia quem construcxit Theodosius imperatur [hellip] (I 64 l 134-135) quam

(BmR p 716 BmV p 238)

10 Pei (1932 20) Vielliard (1927 9) pour lrsquoanc-fr cf Foucheacute (1952-1961 II 223-224) et ibid la Remarque I p 224 Bourciez (1967 71-73 sect54)

11 Pei (1932 44-46) Vielliard (1927 22-24) Bonnet (1968 106-13) Stotz (1996 III 18-20 sect14)12 Pei (1932 39-44) Vielliard (1927 18-22) Stotz (1996 23-24 sect165-168)13 Pei (1932 30) Vielliard (1927 13-14) Bonnet (1968 126-30) Stotz (1996 III 48-51 sect39)14 Sur la reacuteduction grammaticale c-agrave-d la suppression de traits grammaticaux cf de Dardel

(2007b 108)

REISDOERFER

167

Les quelques occurrences de notre texte reacutevegravelent une tendance vers la simplifi -

cation de la morphologie des relatifs par lrsquoabolition des distinctions de genre et de

nombre Qui devient le pronom relatif sujet du masculin et du feacuteminin quem le pro-

nom relatif cod singulier et pluriel du masculin du feacuteminin et du neutre Cette sim-

plifi cation eacutetait favoriseacutee par lrsquoeacutebranlement geacuteneacuteral du systegraveme casuel et des confu-

sions au niveau phoneacutetique qui quae et quem eacutetant prononceacutes indiffeacuteremment KE15

(b) On procegravede aussi agrave la reacutegularisation des paradigmes verbaux

Dum autem non potebat portare dolores pater puelle [hellip] (I 94 l 294-295) poterat

(BmR p 718) posset (BmV p 243)

En latin lsquovulgairersquo (Vaumlaumlnaumlnen 1981 136 sect315) et meacuterovingien (Vielliard 1927

174) lrsquoimparfait classique de posse ldquo pouvoir rdquo poteram fut lsquoreacutegulariseacutersquo en potebat potibat16 On retrouve la mecircme reacutefection de formes anomales pour le paradigme de

uelle ldquo vouloir rdquo lorsque uult est refait en uolit forme rattacheacutee agrave uolēre (Bec 1970 I

it XVII 1 p 143)

(c) Imperfectum pro perfecto(1) Dum autem non potebat portare dolores pater puelle ambolabat ad ipso monasterio et actauit se ante pedes beati abbatis [hellip] (I 94 l 294-296) ambulauit (BmR 718

BmVp 243)

(2) Et uidit illum ipsa castissima salutabat eum dixitque ei puella [hellip] (I 64-66 l 142-143)

salutauitque (BmR p 716) salutauit (BmV p 238)

Nous avons releveacute un certain nombre drsquooccurrences drsquoimparfaits notamment avec

le verbe ambulare17 deacutesignant une action de la trame eacuteveacutenementielle et remplaccedilant

donc un parfait18 Vielliard (1927 222-23) et Pei (1932 278-279) relegravevent la mecircme sub-

stitution dans leur corpus Le pheacutenomegravene est eacutegalement analyseacute par Haverling (2005

170-171) (1999 368-369) Il est malaiseacute de lrsquoexpliquer Il se pourrait que le LPT2 ait

peu ou prou abandonneacute le parfait classique qui avait le deacutesavantage de preacutesenter une

morphologie complexe (Serbat 1994 125-126) pour le remplacer en partie par lrsquoim-

parfait et en partie par le nouveau parfait analytique du type episcopum inuitatum habes (Serbat 1994 126-127) Ce dernier devait toutefois ecirctre employeacute drsquoabord au

sens drsquoun parfait comme le montre la situation en ancien-franccedilais parleacute (Foulet 1974

227-228 sect329-330) Il se peut eacutegalement que le LPT2 ait eacuteteacute infl uenceacute par le vieux-

haut-allemand qui au passeacute ne connaissait qursquoun seul temps le preacuteteacuterit (Schrodt

2004 127 sect121 16-18 sect8)

15 Vielliard (1927 148-49) Bonnet (1968 389-90) Pei (1932 175-180) et Loumlfstedt (1911 131-33) pour la situation dans les langues romanes cf Bec (1970 I it IV 3 p 76 occ I 19 p 417-418 cat I 24 p 473-474) Joly (2012 80-82)

16 Pour les langues romanes cf Bec (1970 I it V 10 p 83-84)17 Le sens premier inacheveacute drsquoambulare ldquo se promener rdquo attire lrsquoimparfait Serbat (1994 120)18 Sur le systegraveme imparfait-parfait en latin cf Ernout (1951 223-224 sect244) et Haverling (2005

165-166)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

168

423 Innovations

La premiegravere innovation est la formation drsquoun article

(1) In una autem die fuit festiuitas dedicationis monasterii et transmisit abbas fratrem de

monasterio ut inuitaret patrem puelle in ipsam festiuitatem accedere ad illos hellip Audiens autem castissima puella rogauit introducere ipso monacho [hellip] (I 54-56 l 86-89 91-92)

introducere ipsum monachum (BmR 715) monachum introire (BmV p 237) [hellip] ἡ Εὐφροσύνη προσκαλεῖται τograveν ἀδελφoacuteν Boucherie (1883 198)

(2) Et frequentabat se in ipso monasterio [hellip] (I 100 l 326) monasterium (BmV p 244)

ἀπέρχεται είς τὸν κοινόβιον Boucherie (1883 202)

Notre texte recourt essentiellement agrave lrsquoarticloiumlde ipse (Aebischer 1948) alors que

ille pourtant promis agrave un si bel avenir comme article dans les langues romanes rem-

place surtout lrsquoanaphorique is

Dans la Vita Sancte Eufrosine ipse peut ecirctre (a) deacutemonstratif (b) emphatique =

ille (c) anaphorique (Selig 1992 154-155) (d) article (e) synonyme de idem (Selig

1992 153-156) (f) intensif (emploi canonique) Lrsquoemploi de ipse comme article nrsquoest

jamais obligatoire Le groupe ipse laquo article raquo + nom est donc toujours un syntagme mis

en eacutevidence (Selig 1992 184-185 208)

Ipse articloiumlde a en geacuteneacuteral la double valeur drsquoactualisateur19 et drsquoanaphorique

Dans le syntagme ipso monacho (1) ipse actualise le nom et renvoie en mecircme temps

au syntagme fratrem de monasterio20 Dans lrsquoexemple (2) la valeur anaphorisante est

plus vague et crsquoest surtout la fonction drsquoactualisateur qui domine Le mot accompagne

souvent des personnages ou des eacuteleacutements importants du reacutecit Enfi n ipse articloiumlde

eacutetait deacutejagrave preacutesent dans la version B (LET des IIIe-Ve s) et son emploi fut simplement

eacutetendu dans la version meacuterovingienne A

Plusieurs causes ont eacuteteacute avanceacutees pour expliquer lrsquoeacutemergence drsquoarticles en latin

parleacute (Selig 1992 79-105) comme la neacutecessiteacute de marquer par la preacutedeacutetermination

le cas le genre et le nombre de substantifs dont lrsquoeacutevolution phoneacutetique avait changeacute

voire fait disparaicirctre les deacutesinences (Selig 1992 82-86) Relevons deux faits pour la

Vita Sancte Eufrosine (a) dans ce texte traduit du grec lrsquoemploi de lrsquoarticle fut favo-

riseacute par lrsquoexistence drsquoun article dans la langue source (b) lrsquoemploi de lrsquoarticloiumlde ipse

actualisateur surtout de lexegravemes importants et anaphorique renforce la coheacutesion et la

clarteacute et partant la compreacutehension drsquoun texte probablement reacuteciteacute devant un public

dont la latinophonie eacutetait devenue chancelante et qui avait besoin de repegraveres et de

structures clairs (Selig 1992 145)

Vnus est utiliseacute comme article indeacutefi ni (cf ex1)21 Lrsquoarticle indeacutefi ni est moins

freacutequent que le deacutefi ni La structure unus article indeacutefi ni + nom est deacutejagrave en place dans

19 Guillaume (1919 19-25) Selig (1992 107-110)20 Sur cet emploi cf Ledgeway (2012 90)21 Sur lrsquoarticle indeacutefi ni dans la Vita Sancte Eufrosine cf Selig (1992 76-77)

REISDOERFER

169

la version B (LET des IIIe-Ve s) les prodromes de lrsquoeacutevolution se manifestant deacutejagrave en

latin classique et en latin classique parleacute

43 Adaptations syntaxiques

431 Reacuteductions

(a) On observe le deacutemantegravelement du systegraveme hexacasuel

(1) [hellip] venit pater eius de platea ciuitatis et interrogauit monacho [hellip] (I 62 l 125-126)

monachum (BmR p 716 BmV p 238)

(2) Audiens autem ipse pater sponso con fi lio quid contegit [hellip] (I 88 l 258-259) ipse pater sponsi (BmV p 242)

(3) [hellip] uenit pater suus in monasterio et post orationem dixit ad abbati [hellip] (I 108 l 371-

372) abbati (BmV p 246)

(4) Voles uidere bonum hominem eunuchus de palatium Thodosio imperatori retrusum (I 100 l 328-330) Theodosii imperatoris (BmV 244)

Le systegraveme casuel est fortement eacutebranleacute dans notre texte qui preacutesente par exem-

ple pour la 2e deacuteclinaison du masculin une pluraliteacute de systegravemes imbriqueacutes les uns

dans les autres

(1) un systegraveme bi-casuel cas sujetcas reacutegime en -o qui exprime des fonctions aussi diverses

que lrsquoaccusatif le datif le compleacutement de nom le compleacutement preacutepositionnel

(2) un systegraveme bi-casuel cas sujetcas reacutegime qui exprime toutefois les fonctions datif et

compleacutement de nom par les preacutepositions ad et de (3) un systegraveme tri-casuel cas sujet cas reacutegime

1 et cas reacutegime

2 ougrave le cas reacutegime

2 issu du datif

du latin classique sert agrave marquer les compleacutements de nom (Herman 2000 56-57)

Les systegravemes (1) et (2) annoncent deacutejagrave les structures de lrsquoancien-franccedilais (Joly

2012 216-234) La disparition du systegraveme casuel correspond drsquoabord agrave une dynamique

profonde des langues europeacuteennes vers un syncreacutetisme des cas (Serbat 1994 66) Ce

mouvement sera renforceacute et acceacuteleacutereacute en latin par les imperfections du systegraveme mecircme

(la plurifonctionnaliteacute de certaines deacutesinences domino pour le datif et lrsquoablatif) et

les eacutevolutions phoneacutetiques affectant ces deacutesinences Ainsi apregraves la fermeture de -o- en -u- et la chute du -m agrave lrsquoaccusatif singulier la deacuteclinaison de dominus au singulier

en latin parleacute du 1er siegravecle apr J-C ne preacutesentera-t-elle que 3 formes diffeacuterentes

nominatif dominus geacuten domini dat-acc-abl domino

(b) Dum devient lrsquounique conjonction causalo-temporelle avec les sens ldquo lorsque rdquo (ex 1) et

ldquo parce que rdquo (ex 2)

(1) Dum autem uidit sancta castissima ancilla Dei se paratam esse ut migraret de hoc seculo ad Dominum rogat uenire patrem suum [hellip] (I 110 l 389-391) Ut (BmV p 246)

(2) [hellip] illi non potuit recognuscere fi liam suam dum de nimiam adfl ictioni sui fuerat affl icta [hellip] (I 102 l 337-339) Quia (BmV p 244)

Le systegraveme des causalo-temporelles simplifi eacute dans notre texte est domineacute par

une seule conjonction dum (avec 29 occurrences) avec une pluraliteacute de sens ldquo tant

CILPR 2013 ndash SECTION 2

170

que pendant que quand lorsque puisque parce que comme rdquo22 Dum est geacuteneacutera-

lement suivi de lrsquoindicatif parfois du subjonctif surtout du subjonctif plus-que-par-

fait introduit probablement sous lrsquoinfl uence de cum23 Agrave cocircteacute de dum temporel on

trouve deux occurrences de quando une de quomodo La causaliteacute peut eacutegalement

ecirctre exprimeacutee par quia Les occurrences du texte montrent que lrsquoextension du sens

de dum et lrsquoaugmentation de sa freacutequence drsquoemploi ont deacutejagrave commenceacute en latin eacutecrit

tardif et que le pheacutenomegravene srsquoest simplement renforceacute en latin meacuterovingien Dans les

langues romanes la conjonction a laisseacute peu de traces mentre ldquo tandis que rdquo en vieil-

italien (Bec 1970 I ital II 1 41-42) et (en) dementres que ldquo pendant que rdquo24 en ancien-

franccedilais issu de lat dum interim (Ernout 1985 187 b) Le deacuteveloppement de dum

en conjonction causalo-temporelle unique semble donc drsquoabord ecirctre une eacutevolution

limiteacutee aux diffeacuterents systegravemes latins postclassiques

432 Innovations

Lrsquoeacutevolution vers un ordre des mots roman est une innovation importante On la

trouve dans

[hellip] rogauuit itaque pro suum fi lium [hellip] (I 48 l 47-48) pro fi lio suo (BmV p 236)

Lrsquoexemple de la version meacuterovingienne preacutesente deacutejagrave une structure romane lsquodeacuteter-

minant ndash deacutetermineacutersquo (comme fr son fi ls) alors que le manuscrit de la BmV conserve la

structure latine lsquodeacutetermineacute ndash deacuteterminantrsquo

44 Les adaptations lexicales

Le lexique change peu drsquoune version agrave lrsquoautre Dans les passages suivants

(1) [hellip] Vir autem suus in grandem tribulationem erat [hellip] (I 38 l 9) [hellip] magna [hellip] (BmV

p 235)

(2) Vidensque eum mulier in merore uallido (I 40 l 12) uxor sua (BmV p 235)

nous avons releveacute deux remplacements remarquables deux termes pratiquement pan-

romans grandis REW 327b et mulier REW 472a remplacent les mots du latin clas-

sique magna et uxor

5 Conclusions

Ce texte donne un premier aperccedilu sur la complexiteacute de la situation linguistique

dans lrsquoest de la France en Lorraine ou en Bourgogne aux VIIe s et deacutebut du VIIIe s

(a) La population eacutetait probablement multilingue pratiquant soit passivement soit

activement des langues germaniques (langues franque burgonde25) un latin tardif des

22 Sur dum causal cf Hofmann et al (1972 613-614 sect 330)23 Vielliard (1927 235-236) Bonnet (1890 685-686) Hofmann et al (1972 614-615 sect 330)24 Godefroy (1881 2 498c-499a DMF sub endementres25 Sur le bilinguisme dans le royaume franc cf Polenz (2009 29)

REISDOERFER

171

IIIe-Ve s et un latin tardif des Ve-VIIe s se rapprochant deacutejagrave drsquoun roman eacutevoluant par la

suite en ancien-franccedilais le latinum circa romanccedilum

(b) Il est probable que non seulement les lettreacutes les clerici mais aussi les illitterati continuaient

agrave avoir au moins une connaissance passive du latin tardif des IIIe-Ve s

(c) La langue que tous clerici et illitterati devaient pratiquer activement est selon nous un

latin en mutation au niveau de la phoneacutetique de la grammaire surtout moins au niveau

du lexique Ces mutations tantocirct eacuteloignent cette langue du diasystegraveme latin en annonccedilant

un systegraveme roman (systegravemes casuels relatif) tantocirct se situent encore agrave lrsquointeacuterieur du

diasystegraveme latin (extension de lrsquoemploi de dum) Nous avons deacutenommeacute ce latin avec

Banniard latin parleacute tardif de phase 2 (Ve-VIIe s)

(d) Au regard de ces mutations drsquoaucuns (R de Dardel 2007a 14-15 R Wright 1982

43-44 261-262) vont plus loin encore en admettant que cette langue soit par rapport

au diasystegraveme latin une veacuteritable lsquolangue par distanciationrsquo une langue Abstand (Kloss

1978) langue qursquoon pourrait appeler protoroman et qui serait le preacutedeacutecesseur direct de

lrsquoancien-franccedilais

(e) Pour plusieurs raisons nous pensons que cette langue parleacutee qui apparaicirct parfois sous

le latin eacutecrit tardif des Ve-VIIe s se situe toujours dans un diasystegraveme latin Certains

domaines geacuteneacuteralement consideacutereacutes comme caracteacuteristiques pour le passage du latin au

franccedilais26 notamment le passif analytique ne sont guegravere toucheacutes par les variations Quant

au lexique il reste solidement ancreacute dans le diasystegraveme latin Lrsquointercompreacutehension entre

une personne pratiquant le LPT2 (VendashVIIe s) et une autre recourant au LET de phase 2

des Ve-VIIe s (le latin meacuterovingien) voire au LET (IIIe-Ve s) paraicirct eacutegalement assureacutee

(f) La langue de base du texte le latin eacutecrit tardif des Ve-VIIe s appeleacute communeacutement latin meacuterovingien repreacutesente agrave nos yeux une tentative originale lanceacutee par les clerici pour

faire du latin parleacute tardif de phase 2 une lsquolangue par eacutelaborationrsquo une langue Ausbau

(Kloss 1978) ancreacutee toutefois dans la latinitas et fonctionnant dans lrsquoadministration

le notariat notamment et dans le domaine religieux La politique linguistique de

la reacuteforme carolingienne (Admonitio generalis27) en procircnant un retour au latin des

Pegraveres de lrsquoEacuteglise en insistant sur la correction grammaticale des textes et en exigeant

la prononciation de chaque graphegraveme a mis fi n agrave cette expeacuterience et a lanceacute drsquoun

cocircteacute le latin du moyen-acircge de lrsquoautre une formidable dynamique drsquoeacutemancipation et

drsquoeacutelaboration du latinum circa romanccedilum qui eacutevoluera en ancien-franccedilais

Mais lagrave nous quittons deacutefi nitivement le monde antique pour entrer de plain-pied

dans la civilisation du medium aevum

Institut grand-ducal Luxembourg Joseph REISDOERFER

26 Pour ces domaines cf par exemple Ledgeway (2012 2-3)27 Sur ces textes cf Auernheimer (2003 108-123)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

172

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175

Lat tepidus fr tiegravede ital tiepido eacutetude lexicale

Lrsquoadjectif tepidus appartient agrave la seacuterie latine des adjectifs de tempeacuterature qui

comprend notamment frīgidus (ldquo froid rdquo) calidus (ldquo chaud rdquo) feruidus (ldquo brucirclant rdquo)

ou encore gelidus (ldquo geleacute rdquo) Tepidus renvoie agrave une notion relative situeacutee entre les

deux antonymes que sont calidus et frigidus et se traduit habituellement par ldquo tiegravede rdquo

Il appartient agrave une importante famille lexicale qui associe adjectifs en -idus verbes

drsquoeacutetat en -ēre et substantifs en -or1 Les adjectifs qui preacutesentent le suffi xe -idus laquo deacutecri-

vent les diffeacuterents facteurs exteacuterieurs ou inteacuterieurs (aux ecirctre animeacutes ou inanimeacutes)

qui peuvent affecter lrsquohomme dans son rapport avec lui-mecircme ou avec le monde raquo

(Sznajder 2002 59) Les adjectifs de tempeacuterature trouvent donc parfaitement leur

place dans cette seacuterie

Notre objectif dans la ligne des eacutetudes de typologie lexicale actuelles2 consacreacutees

au domaine de la tempeacuterature est de deacuteterminer le champ drsquoapplication de cet adjec-

tif en latin agrave quel type de tempeacuterature fait-il exactement reacutefeacuterence Par ailleurs

drsquoun point de vue seacutemantico-reacutefeacuterentiel la notion de tieacutedeur est-elle deacutefi nie par rap-

port au chaud (plus froid que chaud) par rapport au froid (plus chaud que froid) ou

indiffeacuteremment par rapport agrave lrsquoune ou lrsquoautre de ces deux notions Y a-t-il des entiteacutes

qui suscitent un systegraveme speacutecifi que drsquoeacutevaluation de la tempeacuterature Quelles sont les

meacutetaphores associeacutees agrave la notion de tieacutedeur en latin

Nous procegravederons agrave une comparaison avec lrsquoadjectif signifi ant ldquo tiegravede rdquo en franccedilais

contemporain en nous demandant si fr tiegravede srsquoemploie dans les mecircmes conditions que

lat tepidus Pourquoi la notion de tieacutedeur qui est graduable en latin ne lrsquoest-elle pas

en franccedilais Un parallegravele sera aussi fait avec lrsquoitalien tiepido

Le deacutepouillement des textes latins srsquoest fait agrave lrsquoaide de la Library of Latin texts

(series A) de Brepols Notre recherche a porteacute sur une peacuteriode allant des plus

anciennes attestations (IIIe siegravecle av JC) jusqursquoau Ve siegravecle ap JC Tepidus appa-

raicirct degraves les textes les plus anciens mais est agrave peu pregraves trois fois moins employeacute que

calidus (ldquo chaud rdquo) et frigidus (ldquo froid rdquo) on relegraveve 377 occurrences de tepidus3 des

deacutebuts de la latiniteacute au Ve siegravecle ap JC contre 1076 occurrences de calidus4 et

1 Cf Fruyt (2006 15) Sur lrsquoorigine du suffi xe -idus voir Pultrovaacute (2007) et Olsen (2003 240-243)

2 Cf Koptjevskaja -Tamm (2011 2012 2015)3 Ainsi que de lrsquoadverbe tepide qui lui est associeacute4 Et lrsquoadverbe calide

CILPR 2013 ndash SECTION 2

176

1315 de frigidus5 peut-ecirctre parce que la notion de tieacutedeur a des champs drsquoapplica-

tion plus restreints que ceux de la chaleur ou du froid Nous suivrons les emplois

du terme de ses emplois les plus anciens de la peacuteriode archaiumlque jusqursquoagrave la peacuteriode

classique6

1 Eacutetymologie

Pour Rix (1998 5747) la base tep- signifi e ldquo ecirctre chaud rdquo Ernout Meillet (1967

685 su tepeo) posent le mecircme sens ldquo ecirctre chaud rdquo pour la racine et expliquent laquo dans

ce sens tepeo srsquoest retrouveacute en concurrence avec drsquoautres verbes notamment caleo et

a tendu agrave prendre la nuance de lsquoecirctre modeacutereacutement chaud ecirctre tiegravedersquo ce qui est lrsquoaccep-

tion usuelle (au sens physique ou moral) raquo Si lrsquoon tient compte de lrsquoeacutetymologie et de ce

problegraveme de concurrence avec caleo il faudrait poser agrave lrsquoorigine pour tepidus le sens

ldquo moins chaud que calidus rdquo ldquo peu chaud rdquo (plutocirct que ldquo peu froid rdquo) drsquoougrave ldquo tiegravede rdquo8

Nous verrons agrave lrsquousage des contextes si cette hypothegravese est pertinente

Nous caracteacuteriserons les emplois de ce terme en recourant agrave des paramegravetres pro-

poseacutes par Koptjevskaja-Tamm (2012 375) pour une eacutetude inter-linguistique du voca-

bulaire de la tempeacuterature agrave savoir la distinction entre des emplois visant la tempeacute-

rature ressentie au toucher la tempeacuterature ambiante ou la tempeacuterature corporelle

subjective ressentie de lrsquointeacuterieur par le locuteur9

Les premiegraveres attestations de lrsquoadjectif se rencontrent chez Ennius Accius et

Caton crsquoest-agrave-dire degraves les deacutebuts de la litteacuterature latine dont nous ayons des traces

(IIIe et IIe siegravecles av JC)

2 Tempeacuterature tactile

Chez Ennius et Accius le terme se rencontre avec une acception tactile dans lrsquoex-

pression tepidus sanguis (ldquo sang tiegravede rdquo) Il srsquoagit drsquoexprimer la tempeacuterature ressentie

quand lrsquoon touche du sang reacutepandu hors du corps

21 Chaleur drsquoun eacuteleacutement agrave tempeacuterature du corps

211 Chaleur du sang verseacute hors du corps et que lrsquoon touche

Ainsi peut-on lire chez Ennius dans un extrait drsquoAjax10

5 Et lrsquoadverbe frigide6 Nous ne ferons que peu drsquoexcursus dans les textes de la peacuteriode tardive car ils ne preacutesentent

pas drsquoeacutevolution notable pour les emplois de tepidus7 Voir de mecircme Mallory Adams (1997 263) su heat8 Sens proposeacute dans le Dictionnaire latin-franccedilais de F Gaffi ot9 Pour ces critegraveres voir aussi Plank (2003)10 Ennianae poesis reliquiae ed Vahlen Johannes Leipzig Teubner 1854 fragment 5 = The

tragedies of Ennius ed Jocelyn Hanry D Cambridge CUP 1967 fragment 12

ROESCH

177

IV 20 Aiax misso sanguine tepido tullii effl antes uolant

ldquo Le sang tiegravede ayant eacuteteacute reacutepandu les jets qui srsquoeacutecoulent sortent rapidement rdquo

Ou chez Accius11

III (3) Vulnere taetro deformatum suo sibi lautum sanguine tepido

ldquo Enlaidi par une horrible blessure baigneacute dans son propre sang tiegravede rdquo

Cette association entre le sang et la tieacutedeur se rencontre aussi chez les auteurs

ulteacuterieurs12 comme Ovide chez qui on peut lire en Ars 3 395-396 agrave propos des jeux

du cirque

Spectentur tepido maculosae sanguine harenae metaque feruenti circueunda rota (Ov ars 3 395-396)

ldquo Qursquoils regardent le sable souilleacute de sang tiegravede et les bornes que doivent contourner [les

chars] de leur roue brucirclante rdquo

Cela dit chez Ovide lui-mecircme ainsi que chez drsquoautres auteurs tels Virgile Seacutenegraveque

et chez Ennius (Fragment 1 9913) lrsquoadjectif calidus peut aussi ecirctre employeacute comme

eacutepithegravete de sanguis14 (ou de sa variante cruor15) avec la mecircme valeur de tempeacuterature

du sang verseacute hors du corps Cela confi rme le lien ancien entre les racines tep- et

cal- pour deacutesigner la chaleur Dans ses emplois ulteacuterieurs tepidus srsquoapplique aussi agrave

des liquides autres que le sang agrave tempeacuterature du corps comme le lait ou les larmes

212 Lait chaud

Chez Virgile lrsquoadjectif srsquoemploie pour le lait fraicircchement tireacute utiliseacute lors des ceacutereacute-

monies funegravebres pour Polydore16

Inferimus tepido spumantia cymbia lacte sanguinis et sacri pateras animamque sepul-chro condimus (Verg Aen 3 66-68)

ldquo Nous apportons des coupes mousseuses de lait tiegravede et des pategraveres de sang sacreacute et nous

enfouissons cette acircme dans le tombeau rdquo

11 Extrait de Stasiastae uel Tropaeum Tragicorum Romanorum fragmenta v 606 p 215 ed Ribbeck Otto Leipzig Teubner 18712 = Accius Œuvres ed Dangel Jacqueline Paris CUF 1995 fragment IV

12 Lrsquoexpression tepidus sanguis se rencontre en Ov ars 3 395 Sil 7 610 tepidus cruor en Verg Aen 6 248 Aen 8 106 Sil 12 328

13 Ennianae poesis reliquiae ed Vahlen Johannes Leipzig Teubner 1854 Annales fragment 58 = Quinto Ennio Annali ed Flores Enrico et al vol I Napoli Liguori editore 2000 livre I fragment 44

14 Pour calidus sanguis voir Ov fast 1 321 met 14 754 met 6 238 Hor epist 1 3 33 Cels 4 2 5 26 Verg Aen 9 422 Sen HercO 298 Thy 1054 sans compte les multiples occur-rences chez Lucain et Silius Italicus

15 Calidus cruor est un syntagme plus rare cf Ov met 1 158 met 9 132 Lucan 4 28716 Voir aussi Ov met 7 247 fast 4 745-746

CILPR 2013 ndash SECTION 2

178

La mousse sur le dessus des coupes montre que le lait est encore chaud Crsquoest ce

que confi rme le commentaire de Servius en ad Aen 3 66 tepido lacte statim mulcto

ldquo avec un lait tiegravede crsquoest-agrave-dire qui vient drsquoecirctre trait rdquo 17

213 Larmes

Ovide utilise quant agrave lui tepidus pour caracteacuteriser les larmes en met 4 673-675 agrave

propos drsquoAndromegravede sur son rocher18

Vidit Abantiades nisi quod leuis aura capillos mouerat et tepido manabant lumina fl e-tu marmoreum ratus esset opus (Ov met 4 673-675)

ldquo Perseacutee la vit et si un vent leacuteger nrsquoavait pas agiteacute sa chevelure si ses yeux nrsquoavaient pas

reacutepandu des larmes tiegravedes il aurait penseacute que crsquoeacutetait une statue de marbre rdquo

214 Objet chauffeacute par le corps humain

Si tepidus est freacutequemment employeacute pour eacutevoquer la chaleur des fl uides corporels

il sert aussi agrave renvoyer agrave des objets chauffeacutes par leur contact avec le corps humain19

Ainsi chez Properce en 1 16 21-22 le tepidum limen20 (ldquo seuil tiegravede rdquo) est un seuil en

pierre chauffeacute par le corps de lrsquoamant qui srsquoy est endormi

Nulla ne fi nis erit nostro concessa dolori turpis et in tepido limine somnus erit (Prop

1 16 21-22)

ldquo Est-ce qursquoaucun reacutepit ne sera accordeacute agrave notre douleur et est-ce que nous dormirons

honteusement sur un seuil tiegravede rdquo

215 Chaleur du corps humain en vie

De maniegravere geacuteneacuterale la tempeacuterature tiegravede du corps humain21 est associeacutee agrave la

vie22 la mort eacutetant deacutecrite en termes de froid avec lrsquoadjectif frigidus23 Ainsi chez

Virgile24 en Aen 3 626-62725 tepidus srsquoapplique-t-il aux corps fraicircchement tueacutes donc

encore chauds des hommes que deacutevore le Cyclope

17 Pour cette expression voir aussi Ov met 9 339 fast 4 54818 Cf aussi Ov met 10 360 met 10 50019 Voir Ov met 4 162-163 Verg Aen 9 419 Aen 9 70120 Cf aussi Catull 63 64-6521 Chez Ovide lrsquoexpression tepidus sinus est freacutequente pour deacutesigner le sein de lrsquoamant ars 2

360 ars 3 212 ars 3 622 Lrsquoadjectif calidus peut aussi srsquoemployer pour la chaleur du corps humain comme chez Lucregravece (3 654) ou Seacutenegraveque (epist 102 26)

22 Cf chez Ovide en met 10 281-282 agrave propos de la statue qui srsquoanime et dont Pygmalion tombe amoureux un emploi de ce type du verbe tepere

23 Cf lrsquoexpression frigida mors chez Virgile en Aen 4 38524 Voir aussi Aen 10 554-55625 Servius commente ce passage en ad Aen 3 627 et associe la notion de tieacutedeur agrave celle de vie

tepidi melius lsquo tepidi rsquo quasi adhuc uiui quam lsquo trepidi rsquo (laquo tepidi il a bien fait drsquoemployer tepidi comme srsquoils eacutetaient encore vivants plutocirct que trepidi raquo)

ROESCH

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Vidi atro cum membra fl uentia tabo manderet et tepidi tremerent sub dentibus artus (Verg Aen 3 626-627)

ldquo Jrsquoai vu quand il macircchait leurs membres deacutegoulinants drsquoun sang noir et quand leurs arti-

culations tiegravedes tremblaient sous ses dents rdquo

Si manifestement les emplois les plus anciens renvoient agrave un eacuteleacutement chauffeacute

par le corps humain lrsquoadjectif sert aussi par ailleurs agrave indiquer la chaleur de tout

objet qui a eacuteteacute chauffeacute par le feu et preacutesente agrave la suite de ce processus une chaleur

modeacutereacutee et agreacuteable pour le corps Il est souvent question drsquoun liquide (eau ou eacuteven-

tuellement huile) Cela nrsquoest pas surprenant la notion de tieacutedeur eacutetant tout particu-

liegraverement appliqueacutee agrave lrsquoeacuteleacutement liquide dans la plupart des langues (cf Koptjevskaja-

Tamm 2012) Crsquoest en effet un eacuteleacutement omnipreacutesent tant dans la nature que dans les

maisons avec un usage quotidien ougrave la tempeacuterature est un vecteur de confort

22 Chaleur modeacutereacutee drsquoun eacuteleacutement ou drsquoun objet chauffeacute par le feu

221 Eau (ou tout autre liquide) chauffeacutee par le feu dans lrsquousage domestique

Chez Celse dans les textes meacutedicaux26 il est souvent question de chauffer de lrsquoeau

ou un meacutedicament27 La chaleur du liquide est partie prenante du remegravede Ainsi lrsquoeau

tiegravede aide agrave vomir28

Nam si uenter fl uit aut si stomachus non continet ubi febris decreuit liberaliter oportet aquam tepidam potui dare et uomere cogere (Cels 3 6 15)

ldquo Car si le ventre se vide ou si lrsquoestomac ne garde rien quand la fi egravevre a diminueacute il faut

donner geacuteneacutereusement agrave boire de lrsquoeau tiegravede et forcer le malade agrave vomir rdquo

Si lrsquoadjectif tepidus semble srsquoappliquer preacutefeacuterentiellement agrave un liquide il se ren-

contre aussi pour tout objet qui a eacuteteacute en contact avec le feu et en a gardeacute une chaleur

reacutesiduelle

26 La meacutedecine animale fait aussi appel agrave lrsquoeau tiegravede (aqua tepida) Ainsi chez Varron en rust 2 1 23 elle est indiqueacutee pour le beacutetail qui souffre de fi egravevre agrave qui on fera en outre une onction avec de lrsquohuile et du vin tiegravedes (oleo et uino tepefacto) Voir encore Varro rust 316 14

27 Voir par exemple Cels 6 7 4 Cato agr 157 16 158 228 Pour la tepida aqua comme une aide au vomissement voir aussi Cels 1 3 22 ou 3 12 3 En

Cels 4 20 3 il est cette fois question de mulsum tepidum (laquo hydromel tiegravede raquo) Lrsquoeau tiegravede peut aussi ecirctre utiliseacutee en affusion pour ceux qui ont des maux de tecircte en alternance avec lrsquoeau chaude et lrsquoeau froide (cf Cels 1 4 22) cf encore Cels 4 15 ou 6 7 Mais lrsquoeau tiegravede sert encore agrave lrsquousage domestique quotidien Pline lrsquoAncien (nat 19 34 115) indique ainsi qursquoune fois saleacutee elle sert agrave la conservation des oignons et de lrsquoail

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180

222 Objet chauffeacute par le feu en train de refroidir

Ainsi chez Ovide29 la tempeacuterature deacutesigneacutee par tepidus est-elle celle des cendres

Inque foco tepidum cinerem dimouit et ignes suscitat hesternos (Ov met 8 641-642)

ldquo Dans le foyer il eacutecarte les cendres tiegravedes et ranime le feu de la veille rdquo

Le feu constituant la reacutefeacuterence du chaud la tieacutedeur se deacutefi nit donc comme un

moindre degreacute de chaleur

23 Chaleur modeacutereacutee de lrsquoeau chauffeacutee par le soleil

La tieacutedeur peut aussi se rencontrer dans le monde naturel30 dans ce cas crsquoest le

soleil qui est agrave lrsquoorigine de cette tempeacuterature En Meacutedeacutee 72531 il est question du fl euve

Hydaspe qui coule dans une reacutegion tregraves chaude drsquoougrave la tieacutedeur de ses eaux

Has aluit altum gurgitem Tigris premens Danuuius illas has per arentes plagas tepidis Hydaspes gemmifer currens aquis (Sen Med 723-725)

ldquo [Parmi ces herbes] le Tigre qui creuse un gouffre profond a nourri les unes le Danube

les autres lrsquoHydaspe qui renferme des pierres preacutecieuses et court dans des reacutegions arides en

a quant agrave lui nourri drsquoautres de ses eaux tiegravedes rdquo

24 Tempeacuterature intermeacutediaire entre le froid et le chaud

Mais indeacutependamment de ces reacutefeacuterences au corps humain au feu refroidi ou au

soleil - ougrave lrsquoeacutetalon de la chaleur est bien eacutetabli - la notion tactile de tieacutedeur peut ecirctre

deacutecrite comme un eacutetat meacutedian intermeacutediaire entre le chaud et le froid une tempeacutera-

ture moins chaude que le chaud ou plus chaude que le froid Seacutenegraveque en epist 92 21

souligne la gradation froid chaud tiegravede32

Frigidum inquit aliquid et calidum nouimus inter utrumque tepidum est sic aliquis bea-tus est aliquis miser aliquis nec beatus nec miser Volo hanc contra nos positam imaginem excutere Si tepido illi plus frigidi ingessero fi et frigidum si plus calidi adfudero fi et nouis-sime calidum (Sen epist 92 21)

ldquo Nous connaissons dit-il le froid et le chaud entre les deux il y a le tiegravede de la mecircme

maniegravere quelqursquoun est heureux malheureux ou ni lrsquoun ni lrsquoautre Je veux faire un sort agrave cette

image qursquoon nous oppose Si jrsquoajoute du froid au tiegravede il deviendra froid si jrsquoy reacutepands plus

de chaleur il deviendra fi nalement chaud rdquo

29 Voir aussi Sen Tro 85-86 (tepido puluere) Ov epist 6 92 (tepidis rogis) Verg Aen 11 211-212 agrave propos de la terre tiegravede qui se mecircle aux braises drsquoun brasier funeacuteraire

30 Cet adjectif srsquoapplique aussi au terme umor (laquo liquide raquo) chez Virgile en georg 1 117 ougrave il est question drsquoun tepidus umor que lrsquoon trouve dans les champs imbibeacutes drsquoeau

31 Voir aussi Oed 604-607 ougrave Seacutenegraveque oppose le gelidus Strymon (laquo le Strymon geleacute raquo) ainsi que les Arctoas niues (laquo neiges arctiques raquo) au tepens Nilus (laquo le Nil tiegravede raquo)

32 Voir aussi Cels 1 4 2-3

ROESCH

181

Au sein de cette gradation du chaud au froid le tiegravede peut ecirctre indiffeacuteremment

preacutesenteacute comme plus froid que chaud33 ou plus chaud que froid34 Par exemple chez

Lucregravece agrave propos des symptocircmes de la peste drsquoAthegravenes la tieacutedeur de la peau des per-

sonnes enfi eacutevreacutees est eacutetonnante car on srsquoattendrait agrave la trouver plus chaude

Nec nimio cuiquam posses ardore tueri corporis in summo summam feruescere par-tem sed potius tepidum manibus proponere tactum (Lucr 6 1163-1165)

ldquo Et on ne pouvait remarquer chez personne que la peau et la surface du corps fussent

brucirclantes drsquoune chaleur corporelle excessive mais elles offraient plutocirct au toucher une sen-

sation de tieacutedeur rdquo

Tandis que chez Seacutenegraveque en Phaedr 381-383 la pluie est deacutecrite comme tiegravede

car elle est plus chaude que la neige froide

Lacrimae cadunt per ora et assiduo genae rore irrigantur qualiter tauri iugis tepido madescunt imbre percussae niues (Sen Phaedr 381-383)

ldquo Les larmes tombent sans trecircve le long de son visage et ses joues sont mouilleacutees de roseacutee

comme les neiges qui srsquoamollissent frappeacutees par la pluie tiegravede sur les monts du Taurus rdquo

Ces emplois concernant la tempeacuterature tactile sont les plus anciens Degraves lrsquoeacutepoque

de Varron (Ier siegravecle av JC) tepidus est employeacute aussi pour renvoyer agrave la tempeacuterature

ambiante le terme qualifi e la chaleur modeacutereacutee de lrsquoatmosphegravere drsquoun lieu

3 Tempeacuterature ambiante

31 Tempeacuterature drsquoun lieu clos ou non

La tieacutedeur peut ecirctre obtenue dans une maison en chauffant une piegravece jusqursquoagrave une

tempeacuterature agreacuteable pour le corps Columelle explique ainsi agrave propos des jeunes

poulets qursquoils doivent ecirctre gardeacutes au tiegravede35

Sed et curandum erit ut tepide habeantur nam nec calorem nec frigus sustinent (Colum

8 5 19)

ldquo On prendra soin que [les poulets] soient maintenus agrave une tempeacuterature tiegravede car ils ne

peuvent supporter ni la chaleur ni le froid rdquo

Mais la tieacutedeur ambiante se rencontre aussi en exteacuterieur dans certaines reacutegions

Crsquoest un sujet freacutequemment eacutevoqueacute dans les traiteacutes agricoles quand il srsquoagit de donner

33 Voir aussi pour le substantif tepor le passage de Tacite hist 3 32 3 il est question drsquoAntonius qui veut se laver agrave lrsquoissue drsquoun combat Is balineas abluendo cruori propere petit Excepta uox est cum teporem incusaret statim futurum ut incalescerent (laquo Celui-ci gagne rapidement les bains pour se laver du sang Comme il se plaignait de la tieacutedeur de lrsquoeau on entendit une voix qui disait qursquoils allaient tout de suite la reacutechaufferraquo) Voir aussi Cels 4 15 4

34 Cf aussi Cels 2 30 3 ougrave lrsquoaqua tepida (laquo lrsquoeau tiegravede raquo) est opposeacutee agrave lrsquoaqua perfrigida (laquo lrsquoeau glaceacutee raquo)

35 Pour cette expression locus tepidus voir aussi Varro rust 3 9 Cels 1 3 5

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182

des conseils sur les cultures adapteacutees agrave tel ou tel climat chez Columelle36 par exem-

ple en 2 7

Sed de his prius disseremus quae nostra causa seminantur memores antiquissimi prae-cepti quo monemur ut locis frigidis nouissime tepidis celerius calidis ocissime iaciamus (Colum 2 7)

ldquo Mais nous parlerons drsquoabord des plantes qui sont semeacutees pour notre usage En gardant

en meacutemoire le preacutecepte tregraves ancien qui nous avertit de semer en dernier dans les lieux froids

plus rapidement dans les lieux tiegravedes le plus tocirct possible dans les lieux chauds rdquo

32 Tempeacuterature du vent

Lrsquoadjectif sert aussi agrave qualifi er la tempeacuterature du vent cet emploi est tregraves freacutequent

en poeacutesie (Virgile Seacutenegraveque Catulle Ovide37) en particulier agrave propos de lrsquoAuster ou

du Notus preacutesenteacutes comme des vents agreacuteables par leur tieacutedeur ainsi chez Seacutenegraveque38

en Phaedr 20-22

Vos qua tepidis subditus austris frigora mollit durus Acharneus (Sen Phaedr 20-22)

ldquo Vous [allez] lagrave ougrave le dur mont Acharne adoucit ses tempeacuteratures rigoureuses soumis

aux tiegravedes vents du midi rdquo

33 Tempeacuterature du printemps

Par extension tepidus est associeacute au printemps saison de tempeacuterature modeacutereacutee

par Ovide en fast 5 601-60239

Tum mihi non dubiis auctoribus incipit aestas et tepidi fi nem tempora ueris habent (Ov

fast 5 601-602)

ldquo Alors si jrsquoen crois des garants certains commence lrsquoeacuteteacute et crsquoest la fi n de la peacuteriode du

tiegravede printemps rdquo

La notion de tieacutedeur eacutevoque donc principalement une tempeacuterature ressentie

soit par la main (tempeacuterature tactile) soit par lrsquoensemble du corps (tempeacuterature

ambiante) Les eacuteleacutements auxquels lrsquoadjectif tepidus srsquoapplique majoritairement sont

lrsquoeau (ainsi que toute sorte de liquide) et lrsquoair (lrsquoatmosphegravere)40 Il srsquoagit drsquoindiquer des

contextes dans lesquels ces eacuteleacutements sont dans une zone de confort pour le corps La

notion de tempeacuterature corporelle nous semble centrale ici en effet si lrsquoon remonte

aux occurrences les plus anciennes lrsquoeacuteleacutement prototypiquement tepidus est le sang

Nous pourrions donc poser pour cet adjectif un sens ancien ldquo agrave la tempeacuterature du

36 Voir aussi Colum 11 2 3337 Voir Ov am 1 4 12 am 1 7 56 am 2 8 20 Pont 4 10 43 Pont 4 12 35 ars 3 174 Verg

georg 2 331 (pour le Zeacutephyr)38 Cf Herc O 729 Catull 64 282 (tepidihellip Fauoni)39 Voir aussi Ov fast 1 662-663 et Sen Hercf 840 Voir Koptjevskava-Tamm (2012 375)

ROESCH

183

corps chaud comme le corps rdquo La racine tep- signifi ant ldquo ecirctre chaud rdquo il y aurait lagrave

une speacutecialisation pour deacutesigner un type de tempeacuterature moyenne eacutequivalente agrave celle

du corps et agreacuteable au toucher

4 Tempeacuterature subjective

Sans surprise le terme nrsquoest pas employeacute pour deacutecrire la tempeacuterature corporelle

ressentie par le sujet parlant Comme le souligne Koptjevskaja-Tamm (2011 407) le

corps humain dont la tempeacuterature correspond exactement agrave cette notion de tiegravede

(il nrsquoest perccedilu ni comme chaud ni comme froid) nrsquoest en geacuteneacuteral pas deacutecrit agrave lrsquoaide

de lrsquoadjectif ldquo tiegravede rdquo puisque preacuteciseacutement il srsquoagit de sa tempeacuterature normale La

tempeacuterature subjective est deacutecrite quand le locuteur ressent une gecircne par rapport agrave

la norme il a une sensation de chaud ou de froid (par exemple en cas de fi egravevre ou de

frissons)

5 Meacutetaphores images associeacutees

Au-delagrave de ces emplois bien concrets tepidus preacutesente aussi des emplois meacutetapho-

riques dans le domaine des sentiments amoureux ou dans le vocabulaire de la rheacuteto-

rique

51 Sentiment amoureux

511 Amour qui nrsquoest pas fort ou qui srsquoatteacutenue

La meacutetaphore du feu est banale dans lrsquoAntiquiteacute pour renvoyer au sentiment amou-

reux Celui-ci est deacutecrit en termes de chaleur avec lrsquoadjectif calidus ou des verbes tels

calere ou ardere si la passion est un feu quand celle-ci faiblit les fl ammes aussi et la

chaleur diminue Il nrsquoest donc pas eacutetonnant qursquoun amour mourant soit deacutecrit comme

tiegravede comme chez Ovide41 en am 2 19 15-16

Sic ubi nexarat tepidosque refouerat ignis rursus erat uotis comis et apta meis (Ov am 2 19 15-16)

ldquo Ainsi quand elle mrsquoavait enchaicircneacute et qursquoelle avait agrave nouveau attiseacute mes sentiments

tiegravedes agrave nouveau elle eacutetait douce et accessible agrave mes vœux rdquo

512 Sentiment amoureux naissant et progressant en intensiteacute

Mais chez Ovide le verbe tepere (ainsi que sa variante praetepesco) peut aussi

srsquoemployer avec un sens inverse pour indiquer un amour qui croicirct et non qui dimi-

41 Voir aussi ars 2 445 Fac timeat de te tepidamque recalface mentem (laquo Fais en sorte qursquoelle ait des craintes agrave ton sujet et embrase agrave nouveau son acircme tiegravede raquo) rem 629 434 am 2 2 51-54 rem 7 (Saepe tepent alii iuuenes ego semper amaui) Lrsquoadjectif srsquoemploie aussi au sein de la litote haud tepidus pour indiquer un amour qui est calidus donc bien actif cf Ov met 11 225 Prop 1 13 26

CILPR 2013 ndash SECTION 2

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nue42 Ainsi en epist 11 27-28 Canaceacute explique agrave Macareacutee comment son amour pour

lui a crucirc en elle43

Ipsa quoque incalui qualemque audire solebam nescio quem sensi corde tepente deum (Ov epist 11 27-28)

ldquo Moi aussi je me suis enfl ammeacutee et jrsquoai senti dans mon cœur qui srsquoeacutechauffait je ne sais

quel dieu dont jrsquoavais entendu souvent parler rdquo

Tepere et tepidus indiquent donc un degreacute de tempeacuterature atteint lors drsquoun mou-

vement croissant ou descendant sur lrsquoeacutechelle de la tempeacuterature amoureuse Quel que

soit le sens de ce mouvement le point de reacutefeacuterence semble ecirctre le chaud plus que le

froid on va vers le chaud ou on en vient mais dans les passages qui nous inteacuteressent

il nrsquoest pas question de froid

52 Dans le vocabulaire de la rheacutetorique

Dans le vocabulaire de la rheacutetorique lrsquoadjectif tepidus se rencontre chez Quinti-

lien en inst 2 12 11 pour qualifi er un mauvais orateur

At illi hanc uim appellant quae est potius uiolentia cum interim non actores modo ali-quos inuenias sed quod est turpius praeceptores etiam qui breuem dicendi exercitationem consecuti omissa ratione ut tulit impetus passim tumultuentur eosque qui plus honoris lit-teris tribuerunt ineptos et ieiunos et tepidos et infi rmos ut quodque uerbum contumeliosissi-mum occurrit appellent (Quint 2 12 11)

ldquo Mais ces hommes appellent force ce qui est plutocirct de la violence Et lrsquoon ne trouve pas

seulement des avocats mais aussi ce qui est plus honteux des professeurs mecircmes qui apregraves

un bref entraicircnement agrave parler en oubliant toute meacutethode tempecirctent sans ordre suivant que

leur eacutelan les entraicircne ici ou lagrave et traitent ceux qui ont apporteacute le plus de gloire aux lettres

drsquohomme ineptes secs tiegravedes et faibles suivant le mot le plus outrageant leur vient agrave lrsquoesprit rdquo

Mais qursquoentend exactement Quintilien quand il dit qursquoun orateur est tiegravede Il faut

sans doute comprendre tepidus par rapport au substantif calor (ldquo chaleur rdquo) souvent

utiliseacute par Quintilien pour renvoyer meacutetaphoriquement dans un discours agrave la rapi-

diteacute de la penseacutee ou de lrsquoenchaicircnement des mots Par exemple en inst 8 proem 27

Quintilien explique qursquoil faut que lrsquoorateur srsquoentraicircne pour ne pas soupeser ses mots

un agrave un au moment ougrave il parle

Quod si idcirco fi eret ut semper optimis uterentur abominanda tamen haec infelicitas erat quae et cursum dicendi refrenat et calorem cogitationis extinguit mora et diffi dentia

(Quint inst 8 proem 27)

ldquo Et si ils font cela pour trouver toujours les meilleurs mots cette malheureuse pratique

doit cependant ecirctre rejeteacutee car elle reacutefregravene lrsquoeacutelan de la parole et le temps de la reacutefl exion ainsi

que la deacutefi ance eacuteteignent le feu de la penseacutee rdquo

42 Il faut cependant signaler qursquoen ce sens nous nrsquoavons pas releveacute drsquoemplois de lrsquoadjectif tepidus43 Voir aussi Hor carm 1 4 19-2 Ov am 2 3 6 (pour le preacuteverbeacute praetepesco)

ROESCH

185

Si le calor est du cocircteacute de la spontaneacuteiteacute et de la rapiditeacute44 de la penseacutee45 la tieacutedeur

correspondrait donc agrave un manque drsquoeacutelan dans le discours tant dans le deacutebit que dans

lrsquoenchaicircnement des ideacutees Cela se confi rme dans un passage de Tacite du Dialogue des orateurs 21 6 ougrave apparaicirct le substantif tepor (ldquo tieacutedeur rdquo) avec un emploi meacutetaphori-

que Aper eacutevoque les œuvres des Anciens et explique que toutes ne sont pas bonnes

il donne pour exemple certaines œuvres de Ceacutesar ou de Brutus caracteacuteriseacutees par leur

tepor et leur lentitudo

[hellip] tam hercule quam Brutum philosophiae suae relinquamus Nam in orationibus mi-norem esse fama sua etiam admiratores eius fatentur nisi forte quisquam aut Caesaris pro Deciltdigto Samnite aut Bruti pro Deiotaro rege ceterosque eiusdem lentitudinis ac teporis libros legit nisi qui et carmina eorundem miratur (Tac dial 21 6)

ldquo De mecircme par Hercule laissons Brutus agrave sa philosophie car mecircme ses admirateurs

avouent que dans ses discours il est en-deccedilagrave de sa reacuteputation Personne ne lit les discours de

Ceacutesar pour le Samnite Decius ou de Brutus pour le roi Deiotarus et drsquoautres ouvrages de la

mecircme lenteur et de la mecircme tieacutedeur sauf quelqursquoun qui admire leurs poegravemes rdquo

Ainsi dans ses emplois meacutetaphoriques tepidus est-il tributaire des meacutetaphores

de la chaleur Par exemple lrsquoamour eacutetant deacutecrit en latin en termes de feu tepidus qui

renvoie agrave une chaleur moins ardente servira agrave caracteacuteriser un amour moins fort qursquoil

soit en train de naicirctre ou de mourir De mecircme dans le vocabulaire de la rheacutetorique

par rapport agrave calidus qui deacutesigne un orateur tregraves dynamique ou un discours vif et

rapide tepidus renvoie agrave quelqursquoun qui manque drsquoeacutenergie Comme lrsquoadjectif eacutevoque

un comportement qui est en-deccedilagrave de la chaleur attendue drsquoun amoureux ou drsquoun bon

orateur il nrsquoest pas eacutetonnant qursquoil se colore drsquoune connotation neacutegative46 Une fois

de plus la reacutefeacuterence se fait par rapport au chaud tepidus renvoie agrave ce qui est moins

chaud que calidus

6 La question de la graduabiliteacute ldquo plus tiegravede rdquo ou ldquo tregraves tiegravede rdquo

En latin lrsquoadjectif tepidus peut se rencontrer sous la forme du comparatif tepi-dior (ldquo plus tiegravede rdquo) ou du superlatif tepidissimus (ldquo tregraves tiegravede rdquo)47 ce qui est eacutetonnant

quand on compare ce terme agrave lrsquoadjectif franccedilais tiegravede qui lui nrsquoest pas graduable48

44 Cette association entre chaleur est rapiditeacute est freacutequente en latin sans doute notamment agrave cause de lrsquoimage du feu perccedilu comme un eacuteleacutement en permanence en mouvement Cf Roesch agrave paraicirctre

45 Pour drsquoautres emplois de ce terme calor chez Quintilien voir inst 9 4 113 10 3 6 10 3 18 10 7 13 11 3 111 11 3 130 11 3 146

46 Signalons qursquoon trouve en anglais et en serbe (cf Rasulić 2015) des emplois meacutetaphoriques analogues de laquo tiegravede raquo pour exprimer le manque drsquointensiteacute eacutemotionnelle ou le manque drsquoeacutenergie Rasulić souligne aussi que dans ces deux langues dans ses emplois meacutetaphoriques laquo tiegravede raquo est neacutegativement connoteacute de mecircme en letton (cf Perkova 2015)

47 Dans lrsquoensemble de la litteacuterature latine jusqursquoau Ve siegravecle ap JC on relegraveve 30 occurrences du terme au comparatif 10 au superlatif

48 Du moins dans les cas ougrave il deacutesigne une tempeacuterature (cf Rivara 1993) dans ses emplois meacutetaphoriques par exemple au sens de laquo faible raquo il est graduable

CILPR 2013 ndash SECTION 2

186

61 Le comparatif tepidior

Les emplois de tepidus au comparatif se rencontrent souvent dans les traiteacutes drsquoa-

griculture (Varron et Columelle) ougrave pour la culture ou lrsquoeacutelevage la tempeacuterature joue

un rocircle important ou dans lrsquoHistoire naturelle de Pline ougrave lrsquoauteur parle reacuteguliegravere-

ment du climat Ainsi en rust 1 6 2 Varron explique-t-il que les mecircmes cultures ne

conviennent pas aux diffeacuterents terrains (plaines collines montagnes)

E quibus tribus fastigiis simplicibus sine dubio infi mis alia cultura aptior quam summis quod haec calidiora quam summa sic collinis quod ea tepidiora quam infi ma aut summa

(Varro rust 1 6 2)

ldquo Parmi ces trois type de terrains simples sans doute un certain type de culture est

plus adapteacute aux altitudes basses qursquoaux altitudes eacuteleveacutees parce que les premiegraveres sont plus

chaudes que les altitudes eacuteleveacutees de mecircme pour les collines parce que celles-ci sont de tem-

peacuterature plus douce que les terrains situeacutes plus bas ou plus haut rdquo

Tepidior est ici employeacute pour renvoyer agrave la tempeacuterature des collines zone

intermeacutediaire de climat tempeacutereacute plus ldquo tiegravede rdquo que les sommets (summa) ou les plai-

nes (infi ma) crsquoest-agrave-dire plus chaud que les uns et plus froid que les autres Le compa-

ratif souligne la diffeacuterence de tempeacuterature avec les deux extrecircmes que sont le chaud

et le froid

Mais la reacutefeacuterence peut se faire uniquement par rapport au froid comme en Varro

rust 3 10 3 ougrave il est cette fois question de lrsquoeacutelevage des oies49 la tempestas la mau-

vaise saison incarne le froid

Incubat tempestatibus dies triginta tepidioribus XXV (Varro rust 3 10 3)

ldquo [Lrsquooie] couve 30 jours par mauvais temps 25 si le temps est plus doux rdquo

Rappelons que le comparatif latin nrsquoest pas toujours strictement comparatif pui-

sqursquoil peut indiquer une intensiteacute variable et se traduire par ldquo trop rdquo ou ldquo assez rdquo50

Ainsi Seacutenegraveque dans le de ira 2 25 (= dial 4 25) fait-il une liste des petits deacutesa-

greacutements du quotidien le comparatif nrsquoindique ici pas une comparaison (plus ou

moins chaud) mais une intensiteacute comme on le voit avec lrsquousage de parum agilis dans

la mecircme phrase

Parum agilis est puer aut tepidior aqua poturo aut turbatus torus aut mensa neglegentius posita ad ista concitari insania est (Sen dial 4 25)

ldquo Mon esclave est trop peu rapide mon eau trop chaude pour la boire mon lit en deacutesordre

ou ma table dresseacutee avec neacutegligence Srsquoeacutenerver pour cela est de la folie rdquo

49 Voir aussi Sen nat 2 10 3 ougrave lrsquoexpression tepidiora loca renvoie agrave des reacutegions agrave la tempeacuterature plus modeacutereacutee que celles du nord ou Pline le Jeune epist 5 6 25 ougrave lrsquoauteur qui deacutecrit sa maison parle des bains froids puis explique que si lrsquoon veut nager dans un espace plus large ou plus chaud (si natare latius aut tepidius uelis) on peut trouver une piscine toute proche Voir aussi pour des emplois similaires Plin nat11 15 43 10 79 163 18 49 174 37 44 128 Varro rust 1 6

50 Cf Touratier (1994 304)

ROESCH

187

Une fois encore tepidus est orienteacute vers le chaud lrsquoeau ldquo trop tiegravede rdquo est plus

chaude que la tempeacuterature souhaiteacutee

62 Le superlatif tepidissimus

Les emplois au superlatif sont plus rares51 peut-ecirctre parce que la notion de

tempeacuterature moyenne se precircte mal agrave lrsquoexpression de la superlativiteacute Chez Seacutenegraveque

dans la Consolatio ad Marciam en 17 4 (= dial 6 17 4) lrsquoauteur deacutecrit agrave un futur

voyageur tout ce qursquoil pourra voir agrave Syracuse

Videbis [hellip] ipsam ingentem ciuitatem et laxius territorium quam multarum urbium fi nes sunt tepidissima hiberna et nullum diem sine interuentu solis (Sen dial 6 17 4)

ldquo Tu verras la ville mecircme et son territoire plus eacutetendu que les limites de nombreuses citeacutes

les hivers tregraves doux et aucun jour sans apparition du soleil rdquo

Si les hivers sont qualifi eacutes de tregraves tepida crsquoest-agrave-dire ldquo tregraves doux rdquo crsquoest sans doute

parce que lrsquoadjectif calidus (ldquo chaud rdquo) ne peut srsquoappliquer agrave cette saison prototypi-

quement froide Crsquoest probablement parce que tepidus permet drsquoindiquer un degreacute de

chaleur infeacuterieur agrave calidus qursquoil a eacuteteacute retenu52

Les emplois ulteacuterieurs se rencontrent notamment sous la plume de saint Augustin

au Ve siegravecle dans son œuvre on relegraveve 3 occurrences de lrsquoadjectif au superlatif53 mais

une seule ougrave lrsquoadjectif est employeacute au sens propre pour renvoyer agrave une tempeacuterature

Il srsquoagit de Conf 6 2 ougrave Augustin eacutevoque le vin aquatissimum et tepidissimum que

sa megravere utilisait pour rendre hommage aux martyrs suivant une pratique ancienne il

srsquoagit ici de montrer qursquoelle ne boit pas pour le plaisir car ce vin (merum) nrsquoest pas bon

eacutetant tregraves dilueacute et tiegravede Le superlatif ldquo tregraves tiegravede rdquo vise sans doute agrave renforcer lrsquoideacutee

sous-jacente suivant laquelle boire tiegravede est ldquo tregraves deacutesagreacuteable rdquo

[hellip] et si multae essent quae illo modo uidebantur honorandae memoriae defunctorum idem ipsum unum quod ubique poneret circumferebat quo iam non solum aquatissimo sed etiam tepidissimo cum suis praesentibus per sorbitiones exiguas partiretur quia pietatem ibi quaerebat non uoluptatem (Aug conf 6 2 2)

ldquo Et srsquoil y avait plusieurs deacutefunts dont elle voulait honorer la meacutemoire de cette maniegravere

elle emportait seulement cette mecircme [petite coupe] qursquoelle posait partout avec laquelle elle

partageait agrave petites gorgeacutees avec les fi degraveles qui eacutetaient lagrave du vin non seulement largement

51 Entre le IIIe siegravecle av JC et le IVe ap JC on a en tout deux occurrences de cette forme les huit autres emplois sont tardifs (Vegraveme siegravecle ap JC)

52 On relegraveve un emploi analogue chez Pline le Jeune qui deacutecrit une des chambres de sa villa de Toscane Idem cubiculum hieme tepidissimum quia plurimo sole perfunditur (epist 5 6 24) laquo La mecircme chambre est bien chaude en hiver parce qursquoelle inondeacutee de soleil raquo Lagrave encore lrsquoemploi de tepidus srsquoexplique sans doute par la reacutefeacuterence agrave lrsquohiver

53 Dans les deux autres occurrences chez Augustin lrsquoadjectif preacutesente le sens fi gureacute de laquo faible raquo ce qui explique qursquoil soit graduable Par exemple dans le Contra epistulam Manichaei quam uocant fundamenti 9 lrsquoadjectif tepidissimus qualifi e le substantif celebritas et deacutesigne laquo une tregraves faible affl uence raquo et en conf 8 11 27 le superlatif drsquoadverbe tepidissime signifi e laquo tregraves faiblement raquo

CILPR 2013 ndash SECTION 2

188

coupeacute drsquoeau mais aussi tout agrave fait tiegravede car ce qursquoelle cherchait lagrave crsquoeacutetait la pieacuteteacute et non le

plaisir rdquo

Si dans tous ces emplois lrsquoadjectif tepidus peut ecirctre employeacute tant au comparatif

qursquoau superlatif crsquoest sans doute parce qursquoil renvoie agrave un degreacute de chaleur preacutecis

avec lequel on peut caracteacuteriser tel ou tel eacuteleacutement (en lrsquooccurrence une tempeacuterature

modeacutereacutee agreacuteable pour le corps) plutocirct qursquoune vague notion intermeacutediaire entre le

chaud et le froid En cela tepidus a un fonctionnement diffeacuterent de celui du franccedilais

tiegravede dont il est pourtant lrsquoancecirctre

7 Lrsquoexpression du tiegravede en latin par rapport au franccedilais et agrave lrsquoitalien

En franccedilais lrsquoadjectif tiegravede issu de lat tepidus caracteacuterise preacutefeacuterentiellement des

entiteacutes qui sont les mecircmes qursquoen latin lrsquoeau lrsquoair le corps ou les cendres54 Le TLF

deacutecrit fr tiegravede comme laquo 1- qui est agrave une tempeacuterature modeacutereacutee qui provoque une

sensation thermique modeacutereacutee entre le chaud et le froid 2- qui est encore leacutegegraverement

chaud 3- qui reacutechauffe modeacutereacutement raquo crsquoest-agrave-dire que ce qui prime est la notion de

tempeacuterature moyenne et intermeacutediaire

Rivara (1990 128) explique qursquoen franccedilais les antonymes froid et chaud sont ce

qursquoil appelle bipolaires crsquoest-agrave-dire que le chaud et le froid sont des proprieacuteteacutes laquo perccedilues

comme orienteacutees agrave lrsquoinverse lrsquoune de lrsquoautre [hellip] elles sont seacutepareacutees non par une fron-

tiegravere clairement traceacutee mais par une zone intermeacutediaire vaguement deacutefi nie agrave laquelle

on donne lrsquoeacutepithegravete de tiegravede Bien que tregraves approximativement deacutefi nissable cette zone

est conccedilue comme ponctuelle et a fortiori non graduable elle ne souffre donc pas les

deacuteterminations de degreacute ni la comparaison (tregraves tiegravede) 55raquo Entre ces deux eacutechelles qui

ne se recouvrent pas orienteacutees lrsquoune vers le chaud lrsquoautre vers le froid il y aurait donc

une zone intermeacutediaire hors eacutechelle dans laquelle rentre lrsquoadjectif fr tiegravede crsquoest parce

qursquoil est hors eacutechelle que cet adjectif nrsquoest pas graduable Rivara (1993 45) repreacutesente

les adjectifs fr chaud froid et tiegravede du franccedilais par le scheacutema suivant

Pas de limite theacuteorique

Chaud

Zone intermeacutediaire tiegravede

Froid

Pas de limite theacuteorique

Agrave lrsquoinverse en latin tepidus appartient agrave une eacutechelle de tempeacuterature continue

qui va du chaud (calidus) au froid (frigidus) avec en haut de chacune des eacutechelles

le chaud extrecircme (feruidus) ou le froid extrecircme (algidus) Dans cette eacutechelle tepidus

occupe une zone meacutediane (bien qursquoagrave notre avis il soit plus pregraves du chaud que du froid

54 Cf les exemples de lrsquoarticle laquo tiegravede raquo du TLF55 Voir aussi Rivara (1993 45)

ROESCH

189

car comme nous lrsquoavons vu notamment agrave propos de ses emplois meacutetaphoriques le

terme se deacutefi nit en prioriteacute comme moins chaud que calidus) Pour le latin on peut

donc proposer lrsquoeacutechelle suivante

feruidus (brucirclant)

calidus (chaud)

tepidus (tiegravede)

frigidus (froid)

algidus (glaceacute)

Agrave la diffeacuterence du franccedilais srsquoil faut en croire Luraghi (2015 348 fi gure 4b) lrsquoita-

lien a gardeacute la mecircme eacutechelle de tempeacuterature continue que le latin Luraghi propose la

repreacutesentation suivante pour les termes de chaleur en italien

bollente caldo tiepido (neutral) fresco freddo gelato

Elle explique que ni it tiepido ni it fresco ne correspondent agrave une tempeacuterature

neutre qui pourrait ecirctre deacutecrite par fr tiegravede en franccedilais car it tiepido est du cocircteacute du

chaud (avec le sens de ldquo modeacutereacutement chaud rdquo ce qui correspond aux emplois du latin

tepidus) 56 it fresco (ldquo frais rdquo) du cocircteacute du froid Un autre point commun est que it

tiepido permet le comparatif piugrave tiepido dont Luraghi explique que dans le cas de

la tempeacuterature tactile selon le contexte il signifi e ldquo plus chaud en venant du froid rdquo

ou ldquo plus froid en venant du chaud rdquo mais pas ldquo plus tiegravede rdquo Luraghi dresse alors un

parallegravele entre le latin et lrsquoitalien et apregraves reacutefl exion propose pour les termes latins

le scheacutema suivant (2015 348 fi gure 5) qui preacutesente une reacutepartition quasi-similaire agrave

celle des termes de tempeacuterature en italien

fervidus calidus tepidus (neutral) frigidus algidus

En fait il nous semble que le sens de tepidus en latin srsquoil se situe bien eacutetymolo-

giquement du cocircteacute du chaud deacutepend beaucoup du contexte et peut remplir la place

de la tempeacuterature ldquo neutre rdquo en cas de besoin Quand lrsquoadjectif est employeacute seul sans

reacutefeacuterence ni au chaud ni au froid il signifi e ldquo agrave la tempeacuterature du corps modeacutereacutement

chaud rdquo Quand il est employeacute en lien avec la notion de froid ou celle de chaud du fait

de sa position intermeacutediaire entre ces deux degreacutes de chaleur il peut signifi er ldquo plus

chaud que le degreacute froid rdquo ou ldquo plus froid que le degreacute chaud rdquo Enfi n quand il srsquoagit de

renvoyer agrave une tempeacuterature intermeacutediaire entre ces deux extrecircmes crsquoest tepidus qui

est utiliseacute par deacutefaut car crsquoest le seul adjectif latin permettant de renvoyer agrave une tem-

peacuterature modeacutereacutee - ce qui en fait lrsquoeacutequivalent du terme neutre de Luraghi Il eacutequivaut

alors au franccedilais tiegravede ce qui explique sans doute la valeur de tempeacuterature meacutediane

prise par cet adjectif en franccedilais

56 Luraghi souligne par ailleurs le fait que it tiepido se deacutefi nit par reacutefeacuterence agrave la tempeacuterature du corps humain lagrave aussi dans la droite ligne de ce que nous avons mis en lumiegravere pour lat tepidus

CILPR 2013 ndash SECTION 2

190

Le franccedilais a donc innoveacute par rapport au latin en sortant le ldquo tiegravede rdquo de lrsquoeacutechelle de

la chaleur et en en faisant une zone intermeacutediaire Ce qui prime en franccedilais pour ce

terme est son emploi relatif la reacutefeacuterence agrave la tempeacuterature du corps qui eacutetait primor-

diale en latin est devenue marginale Agrave la diffeacuterence de lrsquoitalien tiepido le franccedilais

tiegravede ne garde donc pas la trace du sens eacutetymologique de lat tepidus issu de la racine

i-e tep- ldquo ecirctre chaud rdquo

Universiteacute Franccedilois Rabelais Tours Sophie ROESCH

ROESCH

191

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193

La formation de la terminologie grammaticale roumaine agrave

lrsquoaide des termes latins la relatinisation du roumain entre

le XVIIIe et le XIXe siegravecles

Pour la plupart des lexiques techniques appartenant aux langues modernes le

latin est en mecircme temps source et modegravele pour la constitution des termes speacutecialiseacutes

du domaine de la grammaire Nous tenterons de preacutesenter ici les conditions speacuteci-

fi ques de la formation drsquoune terminologie grammaticale en roumain agrave lrsquoaide du latin

comme eacuteleacutement essentiel du processus de relatinisation du roumain entre le XVIIIe

et le XIXe siegravecles Nous partons des textes des premiegraveres grammaires latines du rou-

main afi n de dresser un inventaire des termes qui sont agrave la base de leurs correspon-

dants roumains

1 Latin1 et langues techniques

11 Lexiques techniques et terminologie grammaticale

On sait qursquoagrave partir du XVIe siegravecle en Occident le monopole du latin est menaceacute

face au deacuteveloppement des langues vernaculaires Il y a un paradoxe qui se produit

agrave cette eacutepoque et dans les siegravecles qui suivent le savoir et ses moyens de transmission

se modernisent gracircce au retour au latin classique Les nouveaux concepts ainsi que

les nouvelles reacutealiteacutes extralinguistiques avaient besoin drsquoune langue pour les nommer

drsquoune maniegravere sans eacutequivoque commune agrave tous les participants au savoir Dans son

ouvrage Le latin ou lrsquoempire drsquoun signe XVIe-XXe siegravecle Franccediloise Waquet considegravere

que laquo les concepts nouveaux qursquoelles [les œuvres] veacutehiculaient nrsquoeacutetaient pas toujours

aiseacutement traduisibles alors que de surcroicirct ils eacutetaient parfaitement clairs pour le

nombre limiteacute des doctes qui avaient agrave les manier raquo (Waquet 1998 112) Apregraves la

disparition du latin comme langue universelle de la communication dans les divers

domaines de la science les langues modernes (et non seulement les langues romanes)

conservent des inventaires des termes drsquoorigine latine qui transforment cet heacuteritage

dans une terminologie internationale

Bien qursquoelle appartienne au vocabulaire technique la terminologie grammaticale

est dans une situation diffeacuterente Elle est deacutejagrave formeacutee et elle repreacutesente un systegraveme

1 laquo Il est leacutegitime de souligner le rocircle essentiel qursquoa joueacute la langue latine dans la constitution des lexiques techniques et scientifi ques dans tous les domaines de la connaissance et en particu-lier dans ceux comme la botanique qui ont continueacute jusqursquoagrave lrsquoeacutepoque moderne et contempo-raine agrave employer le latin comme langue de communication raquo (Fruyt 2006 11)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

194

clos parce qursquoelle se conserve depuis les eacutepoques classique et tardive du latin Elle

nrsquoeacutevolue pas comme les autres lexiques techniques des XVIe-XVIIe siegravecles Mais son

importance est toujours de premier rang gracircce agrave son prestige assureacute par lrsquoenseigne-

ment en latin et parce qursquoelle est aussi un meacutetalangage le seul agrave former une conscience

linguistique Les gens reacutefl eacutechissent sur leurs langues maternelles agrave lrsquoaide du latin

Au XVIIe siegravecle le roumain est une langue qui se trouve dans une situation para-

doxale Il posseacutedait une traduction inteacutegrale de la Bible (en 1688) soixante-dix ans

avant la reacutedaction de la premiegravere grammaire du roumain Le contact avec la langue et

la culture latines nrsquoest pas institutionnaliseacute pour les locuteurs roumains avant lrsquoappa-

rition de lrsquoEglise grecque-catholique en Transylvanie mais il existe en opposition

avec la culture eccleacutesiastique offi cielle des Roumains Jusqursquoau XVIIIe siegravecle leur

culture est principalement religieuse chreacutetienne orthodoxe conserveacutee et deacutevelop-

peacutee par les contacts exclusifs avec Constantinople et le monde grec avec les Slaves

qui habitent au sud du Danube et les Russes A la fi n du XVIIIe siegravecle et surtout au

deacutebut du XIXe siegravecle la modernisation devient synonyme du clivage entre la culture

religieuse et la culture laiumlque La modernisation du roumain ne se fait pas agrave lrsquoaide de

la culture religieuse et de sa langue qui sont essentiellement conservatrices mais par

lrsquointermeacutediaire des langues techniques qui appartiennent agrave la culture laiumlque

12 Les concepts de relatinisation reromanisation occidentalisation

romane

Nous ne nous proposons pas drsquoentrer dans la poleacutemique concernant la deacutefi nition

du concept que les linguistes ont nommeacute successivement relatinisation (A Graur)

reromanisation (Sextil Pușcariu) occidentalisation romane (A Niculescu) ou tout

simplement modernisation latino-romane (N A Ursu) de la langue roumaine Nous

avons opteacute pour le terme de relatinisation qui dans lrsquoacception de Theodor Hristea

(2008 161-172) indique un pheacutenomegravene extrecircmement complexe laquo drsquointensifi cation et

drsquoaugmentation des caractegraveres latins du roumain raquo Lrsquoauteur identifi e le verbe relati-niser qursquoil trouve pour la premiegravere fois chez Antoine Meillet au sujet de laquo lrsquoinfl uence

franccedilaise qui a eacuteteacute grande au XIXe siegravecle raquo et qui laquo a heureusement relatiniseacute le

roumain depuis quelques deacutecades raquo (apud Hristea 2008 162) Le linguiste roumain

insiste sur la valeur intensive du preacutefi xe re- en deacutepit du sens iteacuteratif que les diction-

naires lui attribuent geacuteneacuteralement

Nous reconnaissons les deux valeurs intensive et iteacuterative du preacutefi xe re- dans le

deacuteriveacute relatinisation parce que le remplacement des termes consideacutereacutes comme ldquoeacutetran-

gersrdquo en roumain notamment les termes drsquoorigine slave suppose une intense activiteacute

linguistique de retour aux sources latines du roumain dans un milieu alloglotte Mais

dans lrsquoenvironnement culturel dans lequel se sont formeacutes les intellectuels de Transyl-

vanie le latin nrsquoest pas uniquement la langue de leurs ancecirctres de lrsquoEmpire Romain

crsquoest aussi la langue de la science et de la culture du Saint-Empire romain germanique

et de lrsquoOccident Nous prenons le terme relatinisation dans une acception plus res-

treinte justifi eacutee historiquement comme un processus par lequel le roumain langue

ȚAcircRA

195

drsquoorigine latine parleacutee par une population au carrefour entre lrsquoOrient et lrsquoOccident

fait le choix de se moderniser agrave lrsquoaide du latin et des langues romanes gracircce agrave sa toute

premiegravere geacuteneacuteration de philologues La premiegravere phase qui nous inteacuteresse ici dure

presqursquoun siegravecle de 1780 agrave 1860 et repreacutesente laquo lrsquoeacutetape drsquoassimilation de la science

moderne et de la creacuteation de lrsquoesprit scientifi que chez les Roumains raquo (Ursu 1962 10)

Le cas de la terminologie grammaticale est diffeacuterent des autres terminologies speacute-

cialiseacutees pour deux raisons Premiegraverement certains auteurs roumains eacutecrivent des

grammaires de leur propre langue directement en latin La connaissance du latin

savant signifi e lrsquoacquisition drsquoune reacutefl exion grammaticale structureacutee selon les cateacute-

gories de la langue latine et la connaissance de la terminologie latine En deuxiegraveme

lieu lrsquoactiviteacute de ces intellectuels eacutetait consciemment orienteacutee vers lrsquoaffi rmation drsquoune

correacutelation entre le roumain et le latin comme langue originaire et comme langue

des sciences agrave leur eacutepoque Le simple fait de preacutesenter le roumain agrave lrsquoaide des termes

latins agrave une eacutepoque ougrave tregraves peu de langues modernes posseacutedaient une terminologie

grammaticale propre ouvre la reacutefl exion sur la creacuteation drsquoune telle terminologie en

roumain

2 Grammaires latines du roumain et terminologies grammaticales

21 Remarques sur les grammaires choisies

Depuis la premiegravere grammaire du roumain eacutecrite en 1757 et jusqursquoagrave la fi n du

XIXe siegravecle lrsquointeacuterecirct pour comprendre pour deacutecrire la langue et pour lui donner des

normes unitaires srsquoest mateacuterialiseacute dans 100 grammaires reacutedigeacutees en roumain (74)

latin (6) allemand (12) franccedilais (4) italien (1) grec (2) et anglais (1)

Le corpus que nous avons choisi pour illustrer lrsquoideacutee de la relatinisation du rou-

main agrave lrsquoaide de la terminologie grammaticale latine est formeacute par les quatre pre-

miegraveres grammaires latines de la langue roumaine

Institutiones linguae valachicae sive Grammatica compendio exhibita (1770)

est la premiegravere grammaire roumaine reacutedigeacutee en latin Conserveacutee dans un manus-

crit de la Bibliothegraveque Archieacutepiscopale de Kalocsa en Hongrie elle fut eacutediteacutee en

2001 par Gheorghe Chivu et Lucia Wald de lrsquoUniversiteacute de Bucarest Lrsquoauteur ano-

nyme annonce dans la preacuteface lrsquoutiliteacute de son ouvrage et deacuteclare avoir employeacute une

meacutethode approprieacutee au latin langue agrave laquelle le roumain doit son origine2 Mecircme

srsquoil srsquoagit drsquoun instrument pour les missionnaires jeacutesuites le texte est important parce

qursquoil laquo affi rme explicitement la latiniteacute des structures grammaticales du roumain raquo

(Chivu Wald 2001 40)

Elementa linguae daco-romanae sive valachicae (Vienne 1780) est la premiegravere

grammaire eacutediteacutee de la langue roumaine Son apparition marque le deacutebut du pro-

2 laquo Utque harum Institutionum utilitas ad plures pertineret Methodo Latinae Linguae con-venienti cui Valachicum hoc Idioma sua debet cunabula pertractandas existimavi raquo (Chi-vu Wald 2001 50)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

196

cessus de modernisation du roumain cultiveacute processus qui srsquoeacutetend sur plus de cent

ans Ecrit entiegraverement en latin par lrsquoeacuterudit Samuil Micu en collaboration avec Gheor-

ghe Șincai cet ouvrage contient les principes theacuteoriques et les moyens pratiques drsquoun

renouvellement profond de la langue Destineacutee aux speacutecialistes eacutetrangers et rou-

mains cette grammaire a comme modegravele absolu lrsquoElementa linguae germanicae in gratiam hungaricae et transylvanicae iuventutis ex optimis autoribus collecta a Geor-gio Nagy Vienne 1775 Les ideacutees concernant lrsquoadoption de lrsquoalphabet latin selon un

systegraveme orthographique conforme agrave lrsquoeacutetymologie lrsquoinstitution des normes grammati-

cales drsquoapregraves les critegraveres des grammaires latines de lrsquoeacutepoque la conception geacuteneacuterale

concernant lrsquoenrichissement du vocabulaire par des emprunts massifs au latin mais

aussi agrave lrsquoitalien et au franccedilais ont assureacute la notorieacuteteacute de ce livre immeacutediatement apregraves

sa parution Il sera reacuteeacutediteacute en 1805 avec des changements concernant notamment le

systegraveme orthographique

La derniegravere grammaire que nous avons consulteacutee en manuscrit est lrsquoœuvre de Ion

Budai Deleanu eacutecrivain et philologue formeacute agrave Vienne auteur de travaux philolo-

giques qui deacutepassent par leur importance les eacutecrits de ses contemporains En plus

drsquoun dictionnaire roumain-allemand en 4 tomes il reacutedige la grammaire intituleacutee Fun-damenta grammatices linguae romaenicae seu ita dictae valachicae usui tam domes-ticorum quam extraneorum accommodata (1812) agrave laquelle il ajoute une variante

roumaine sous le titre Temeiurile gramaticii romacircnești (1815) Dans les Fundamenta

la description de la structure grammaticale du roumain est accompagneacutee par des

commentaires linguistiques deacutetailleacutes concernant la modernisation des normes phoneacute-

tiques et morphologiques Lrsquoauteur recommande le renouvellement du lexique par des

neacuteologismes emprunteacutes au latin agrave lrsquoitalien et au franccedilais censeacutes remplacer les mots

drsquoorigine slave hongroise grecque turque etc langues avec lesquelles le roumain

nrsquoavait pas drsquoaffi niteacute geacuteneacutealogique Sur la base de la terminologie latine employeacutee

dans les Fundamenta il propose et justifi e une terminologie grammaticale roumaine

tregraves proche de la terminologie actuelle

Dans le milieu culturel de la Transylvanie du XVIIIe siegravecle les auteurs des gram-

maires latines du roumain eacutetaient en contact avec la terminologie grammaticale latine

de diverses maniegraveres a) gracircce agrave leurs eacutetudes dans les collegraveges de Vienne et de Rome

b) par lrsquointermeacutediaire des grammaires de la langue latine dont celle de Gregorius

Molnar Elementa grammaticae latinae (Cluj 1556) qui a connu plusieurs eacuteditions

successives c) par des grammaires latines des autres idiomes parleacutes dans lrsquoempire

pluri-ethnique Elementa linguae germanicae in gratiam hungaricae et transylvani-cae iuventutis ex optimis autoribus collecta a Georgio Nagy Vienna 1775 Herkel

Johannes Pannonio Elementa universalis linguae slavicae e vivis dialectis eruta et sanis logicae principiis suffulta Budae Typis Regiae Universitatis Hungaricae 1826

d) par des traductions Teodor Corbea Dictiones latinae cum valachica interpreta-tione (environ 1700)

ȚAcircRA

197

22 Remarques sur les lexegravemes des vocabulaires techniques employeacutes dans les grammaires

Les traits saillants des lexegravemes qui forment un vocabulaire technique sont le

degreacute hautement speacutecialiseacute la faible extension seacutemantique la grande compreacutehension

seacutemantique et le fait drsquoecirctre rarement attesteacutes dans les textes (cf Fruyt 2006 12)

La terminologie grammaticale latine qui est agrave la base des terminologies des

langues modernes est le reacutesultat drsquoune eacutevolution dans le temps Elle comprend des

termes formeacutes en latin ou emprunteacutes au grec attesteacutes agrave des eacutepoques tregraves diffeacuterentes

grammaticus grammatica (Ciceacuteron Horace) syntaxis (Priscien) orthographia

(Quintilien Sueacutetone) etymologia (Quintilien) prosodia (Varron chez Aulu-Gelle)

uocabularium (qui nrsquoest pas attesteacute en latin classique et tardif) alphabetum (Tertul-

lien) usus (Ciceacuteron) substantiuum (Priscien) adjectiuus (Macrobe) pronomen (Var-

ron) uerbum (Quintilien) aduerbium (Quintilien) articulus (Quintilien) numeralis

(Priscien) praepositio (Ciceacuteron) interiectio (Quintilien) coniunctio (Horace) etc

Certains de ces lexegravemes furent pendant une longue peacuteriode polyseacutemiques

comme termes de la langue commune et comme termes speacutecialiseacutes (uerbum ldquo mot rdquo

vs ldquo verbe rdquo) parfois ambigus mecircme agrave lrsquointeacuterieur du vocabulaire technique (chez deux

auteurs diffeacuterents articulus ldquo pronom rdquo chez Varron vs ldquo article rdquo chez Quintilien

ou chez le mecircme auteur interjectio ldquo insertion rdquo vs ldquo parenthegravese rdquo vs ldquo interjection rdquo

chez Quintilien) Substantiuum (Priscien) et numeralis (Priscien) sont attesteacutes seule-

ment comme deacuteterminants

Les lexies complexes sous la forme drsquoun substantif ayant deacutejagrave un sens gramma-

tical deacutetermineacute par un adjectif qui sert agrave deacutelimiter de maniegravere preacutecise le sens afi n

de creacuteer des cateacutegories et des sous-cateacutegories sont un moyen constant drsquoenrichisse-

ment de la terminologie grammaticale Ces constructions qui sont speacutecifi ques de tous

les vocabulaires techniques fonctionnent comme des uniteacutes seacutemantiques attesteacutees

chez divers auteurs Par exemple pronomen possessiuum apparaicirct pour la premiegravere

fois dans un opuscule qursquoon attribue agrave saint Augustin3 accentus circumfl exus chez

Quoduultdeus (Ve siegravecle) indicatiuus modus chez Gaudentius Brixiensis (Ve siegravecle)

conparatiuus gradus chez Augustin etc

La terminologie grammaticale est le reacutesultat drsquoun processus graduel et complexe

de creacuteation drsquoun lexique speacutecialiseacute agrave lrsquoaide drsquoemprunts de mots deacuteriveacutes agrave partir de

radicaux latins productifs de calques seacutemantiques (casus) avec enrichissement de

sens nouveaux plus restreints et plus preacutecis pour des termes latins preacuteexistants de

signifi cation beaucoup plus large (usus)

3 Ars sancti Augustini pro fratrum mediocritate breviata peut-ecirctre IVe siegravecle

CILPR 2013 ndash SECTION 2

198

23 Remarques sur le corpus seacutelectionneacute

231 La structure de la terminologie grammaticale latine (agrave partir des donneacutees du corpus)

La lecture critique des quatre premiegraveres grammaires latines du roumain nous a

permis drsquoobserver lrsquoextension de la terminologie grammaticale que les grammairiens

employaient en latin en parallegravele avec leurs efforts pour creacuteer une terminologie dans

la langue qursquoils parlaient

En premier lieu nous avons seacutelectionneacute environ 60 lexies et lexies complexes qui

ont de nos jours des correspondants tregraves proches en ce qui concerne leurs formes

dans les langues romanes et en roumain

Du point de vue de lrsquoappartenance des mots seacutelectionneacutes agrave la terminologie gram-

maticale nous avons remarqueacute des degreacutes diffeacuterents de speacutecialisation On trouve en

effet

a) des termes speacutecialiseacutes proprement dits dont la plupart sont monoseacutemiques orthogra-phia etymologia vocabularium etc substantivum adjectivum adverbium interjectio

conjunctio etc nominativus genitivus dativus etc vocalis consonans diphtongus etc

drsquoautres qui ont reccedilu un sens grammatical ulteacuterieurement sont polyseacutemiques genus

numerus persona casus modus gradus usus constructio terminatio comparatio etc

b) des lexies complexes repreacutesenteacutees par des syntagmes fi geacutes accentus gravis spiritus asper articulus defi nitus nomen proprium et des structures ougrave le deacuteterminant peut ecirctre deacutetacheacute

et employeacute seul genus masculinum pronomen demonstrativum verba passiva tempus praesens gradus positivus etc

c) des termes partiellement speacutecialiseacutes qui apparaissent dans le discours des grammairiens

comme agrave la suite drsquoune habitude langagiegravere ils ne traduisent pas de concepts mais sont

employeacutes pour mettre en relation des notions grammaticales exprimere (1805 substan-tivum quod in una constructione expressum fuit) formare (1780 duc fac dic formant personam praesentis imperativi du fagrave digrave) determinare (1780 articulus [hellip] defi nitus qui rem determinat indefi nitus alter qui rem non determinat) omittere (1805 e nominibus masculini vel neutrius generis desinentibus in us um u amp ut [hellip] omitte dictas termina-tiones amp erunt valachica) indicare (1805 articuli quibus praeter genera casus quoque indicantur) provenire (1812 ex littera h praeposita cognoscitur haec vocabula provenire a latino) denotare (1772 hoc praeterito denotari rem paulo ante factam) etc

232 La structure de la terminologie grammaticale roumaine (agrave partir des don-neacutees du corpus)

Du point de vue de leur eacutetymologie plus de 200 ans apregraves lrsquoinsertion de ces mots

dans lrsquoensemble du lexique par lrsquointervention deacutelibeacutereacutee des philologues de la fi n du

XVIIIe siegravecle la majoriteacute des termes sont consideacutereacutes dans les dictionnaires roumains

comme des emprunts neacuteologiques agrave eacutetymologie multiple latine franccedilaise italienne

parfois allemande

Les termes emprunteacutes au latin et aux langues romanes (consideacutereacutes par les lin-

guistes comme ayant une eacutetymologie multiple) sont largement majoritaires Le pro-

cessus de leur adaptation progressive au systegraveme phono-morphologique du roumain

ȚAcircRA

199

peut ecirctre signaleacute deacutejagrave dans les premiegraveres grammaires (notamment chez I Văcărescu

1787) mais il srsquoagit de formes fl uctuantes qui apparaissent de maniegravere irreacuteguliegravere4 en

concurrence avec des calques Une partie de notre corpus preacutesenteacutee en comparaison

avec le latin le franccedilais et lrsquoitalien et en contraste avec lrsquoallemand le hongrois et le

serbe (langues avec lesquelles le roumain eacutetait en contact immeacutediat au XVIIIe et au

XIXe siegravecles) montre que les formes emprunteacutees et adapteacutees au XIXe siegravecle sont res-

teacutees les mecircmes jusqursquoagrave notre eacutepoque5

SUBSTANTIVUM roum substantiv (1815) substantiv (1963 2005) it sostantivo fr substan-tif all das Nennwort (1810) das Substantiv hongr főneacutev sb imenica

CONJUNCTIO roum conjuncția (1815) conjuncția (1963 2005) it congiunzione fr

conjonction all das Verbindungswort (1810) die Konjunktion hongr koumltőszoacute sb Veznik

CASUS roum caz (1815) caz (1963 2005) it caso fr cas all der Kasus (1810) der Fall hongr eset sb Padež

DATIVUS roum dativ (1815) dativ (1963 2005) it dativo fr datif all der Dativ (1810)

hongr reacuteszeshataacuterozoacute eset dativus sb dativ

ABLATIVUS roum ablativ (1815) ablativ (DOOM 2005) it ablativo fr ablatif all der Ablativ (1810) hongr hataacuterozoacute eset ablativus sb ablativ

VOCATIVUS roum vocativ (1815) vocativ (1963 2005) it vocativo fr vocatif all der Vokativ hongr szoacuteliacutetoacute eset vocativus sb vokativ

PRONUNCIATIO roum pronunție (1815) pronunție (2005) it pronuncia fr prononciation

all die Aussprache hongr kiejteacutes sb izgovor

VOCALIS roum vocale pl (1815) vocală (DOOM 2005) it vocale fr voyelle all der Vokal hongr magaacutenhangzoacute sb samoglasnik vokal

CONSONANS roum consoana (1815) consoană (DOOM 2005) it consonante fr con-sonne all der Konsonant hongr maacutessalhangzoacute sb suglasnik konsonant

DIPHTONGUS roum diftongii pl (1815) diftong (DOOM 2005) it dittongo fr diph-tongue all der Diphthong der Doppellaut der Doppelvokal hongr kettőshangzoacute diftongus

sb diftong

PERSONA roum persoana (1815) persoană (1963 2005) it persona fr personne all die Person hongr szemeacutely sb lice

4 Les exemples que nous avons retenus remontent seulement agrave 1815 parce que Ion Budai Deleanu lrsquoauteur des Fundamenta grammaticeshellip (1812) et des Temeiurile gramaticiihellip (1815) emploie par excellence des neacuteologismes et il explique toujours son choix en faveur des emprunts latins

5 Les dates que nous avons indiqueacutees entre parenthegraveses repreacutesentent les attestations des termes chez Ion Budai Deleanu Temeiurile gramaticii romacircnești manuscrit 1815 Johann Molnar Deutsch-Walachische Sprachlehre Hermanstadt 1810 Gramatica limbii romacircne vol I-II ediția a II-a revăzută și adăugită București Editura Academiei Romacircne 1963 Gramatica limbii romacircne vol I-II București Editura Academiei Romacircne 2005 Dicționarul ortografi c ortoepic și morfologic al limbii romacircne (DOOM) ediția a II-a revăzută și adăugită București Univers Enciclopedic 2005

CILPR 2013 ndash SECTION 2

200

NEUTRUM roum neutre pl (1815) neutru (1963 2005) it neutro fr neutre all das Neu-trum hongr semleges sb srednji

CONSTRUCTIO roum construcție (1815) construcție (1963 2005) it costruzione fr

construction all die Konstruktion hongr szerkezet sb konstrukcija

TERMINATIO roum terminație (1815) terminație (1963 2005) it terminazione fr termi-naison all die Endung (1810) hongr veacutegződeacutes sb zavrsetak

COMPARATIO roum comparație (1815) comparație (1963 2005) it paragone fr compa-raison all die Komparation hongr fokozaacutesa sb komparacija

GRADUS roum gradul (1815) grad (1963 2005) it grado fr degreacute all die Steigerungs-form (1810) hongr fok sb stepen

etc

Le processus drsquoadaptation phoneacutetique des emprunts nrsquoest pas toujours acheveacute

dans la premiegravere partie du XIXe siegravecle et il peut continuer jusqursquoau XXe siegravecle Par

exemple Ion Budai Deleanu propose des formes infl uenceacutees par la prononciation

latine (adiective interiecția coniugație) par la prononciation allemande des mots

latins (acțent partițipiu) et par la graphie des termes latins (preposiția acusativ

articul) Tous ces lexegravemes ont connu ulteacuterieurement des modifi cations en accord avec

leurs correspondants franccedilais ou italiens Cependant letera attesteacute en 1815 avec une

forme tregraves proche de lrsquoitalien lettera connaicirct le processus inverse et devient plus tard

litera proche du modegravele latin

ADJECTIVUM roum adiective adiectivuri pl (1815) adjectiv (1963 2005) it aggettiacutevo fr

adjectif all das Adjektiv (1810) hongr melleacutekneacutev sb pridev

INTERJECTIO roum interiecția (1815) interjecție (1963 2005) it interiezione fr inter-jection all das Zwischen Wort (1810) die Interjektion hongr indulatszoacute sb uzvik usklik

CONJUGATIO roum coniugație (1815) conjugare (1963 2005) it coniugazione fr conju-gaison all die Konjugation hongr igeragozaacutes sb glagolska promena konjugacija

PRAEPOSITIO roum preposiția (1815) prepoziție (1963 2005) it preposizione fr preacutepo-sition all das Vorwort (1810) die Praumlposition hongr eloumlljaacuteroacute (szo) viszonyszoacute prepoziacutecioacutes

sb predlog

ACCUSATIVUS roum acusativ (1815) acuzativ (1963 2005) it accusativo fr accusatif all

der Akkusativ (1810) hongr taacutergyeset accusativus sb akuzativ

ARTICULUS roum articul (1815) articol (1963 2005) it articolo fr article all der Artikel (1810) hongr neacutevelő sb član

ACCENTUS roum acțent (1815) accent (1963 2005) it accento fr accent all das Tonzei-chen (1810) der Akzent die Betonung hongr eacutekezet sb akcenat

PARTICIPIUM roum partițipiu (1815) participiu (1963 2005) it participio fr participe

all das Partizip hongr melleacutekneacutevi igeneacutev sb particip

MODUS roum modu (1815) mod (1963 2005) it modo fr mode all der Modus hongr

moacuted sb način

ȚAcircRA

201

LITTERA roum leteră (1815) literă (1963 2005) it lettera fr lettre all der Buchstabe (1810) hongr betű sb slovo etc

Les calques bien que nombreux agrave lrsquoeacutepoque (agrave cause des modegraveles allemands et

hongrois en Transylvanie neacuteo-grecs et russes en Valachie et en Moldavie) sont peu

repreacutesenteacutes dans nos exemples et il srsquoagit de mots heacuteriteacutes du latin On peut mentionner

pour les calques seacutemantiques

NUMERUS roum număr lt lat numerus TEMPUS roum timp lt lat tempus SONUS roum

sunet lt lat sonitum MASCULINUM roum bărbătesc (1815) bărbat ldquo homme rdquo lt lat barbatus

mais masculin (1963 2005) FEMININUM roum femeiesc (1815) femeie ldquo femme rdquo lt lat fami-lia mais feminin (1963 2005)

Relegravevent en outre des calques de structure les termes suivants PRONOMEN roum

pronume (pro+ nume lt lat nomen) POSTPONERE roum postpune (post+ pune lt lat

ponere)

On rencontre eacutegalement des lexies complexes emprunteacutees

ACCENTUS CIRCUMFLEXUS roum accent circumfl ex (1815 1963 2005) ACCENTUS GRAVIS roum accent grav (1963 2005) SUBSTANTIVUM INDECLINABILE roum substantiv indeclina-bil (1963 2005) VERBA AUXILIARIA roum verbe auxiliare (1815 1963 2005) VERBA ACTIVA roum verbe active (1815 1963 2005) VERBA PASSIVA roum verbe pasive (1815 1963 2005)

VERBA IMPERSONALIA roum verbe impersonale (1963 2005) MODUS INDICATIVUS roum mod indicativ (1815 1963 2005) M CONJUNCTIVUS roum m conjunctiv (1815 1963 2005) M OPTATIVUS roum m optativ (1963 2005) M IMPERATIVUS roum m imperativ (1815 1963

2005) M INFINITIVUS roum m infi nitiv (1815 1963 2005) NUMERALES CARDINALES roum

numerale cardinale (1963 2005) NUMERALES ORDINALES roum numerale ordinale (1963

2005)

NOMEN APPELLATIVUM roum substantiv apelativ (1963 2005) NOMEN DEFECTIVUM roum

substantiv defective (1963 2005) NOMINA EPICENA roum substantive epicene (1963 2005)

On peut ajouter des lexies complexes mixtes

PRONOMINA PERSONALIA roum pronume personale (1815 1963 2005) PRONOMINA POS-SESSIVA roum pronume posesive (1815 1963 2005) PRONOMINA DEMONSTRATIVA roum pro-nume demonstrative (1815 1963 2005) PRONOMINA RELATIVA roum pronume relative (1815

1963 2005) PRONOMINA INTERROGATIVA roum pronume interogative (1963 2005)

NOMEN PROPRIUM roum nume propriu (1963 2005) ACCENTUS ACUTUS accent ascuțit (1963 2005) ARTICULUM DEFINITUM roum articol hotăracirct (1963) articol defi nit (2005) ARTI-CULUM INDEFINITUM roum articol nehotăracirct (1963) articol nedefi nit (2005)

Les termes latins partiellement speacutecialiseacutes ont aussi des eacutequivalents dans la ter-

minologie roumaine actuelle DENOTARE roum a denota DETERMINARE roum a determina EXPRIMERE roum a exprima FORMARE roum a forma INDICARE roum a indica OMITTERE roum a omite PROUENIRE roum a proveni etc

CILPR 2013 ndash SECTION 2

202

3 Conclusion

Lrsquoanalyse contrastive drsquoun corpus repreacutesentatif de la terminologie grammaticale

roumaine nous conduit agrave deux conclusions distinctes

En premier lieu dans le processus de relatinisation du roumain les grammaires

eacutecrites en latin ont joueacute un rocircle essentiel pour la formation de la nouvelle termino-

logie grammaticale Langue de la science au XIXe siegravecle le latin devient une source

drsquoemprunts neacuteologiques en roumain qui agrave la diffeacuterence des langues avec lesquelles

il est en contact eacutevite le plus souvent les calques afi n drsquoenrichir son inventaire lexical

avec des mots drsquoorigine latine La comparaison avec les termes correspondants en

allemand en hongrois (langue offi cielle en Transylvanie jusqursquoen 1918) et en serbe

met en eacutevidence les diffeacuterences concernant le processus drsquoacquisition (traduction vs

adaptation des emprunts neacuteologiques) dans ces quatre langues appartenant agrave des

groupes linguistiques distincts

En deuxiegraveme lieu les formes actuelles des termes speacutecialiseacutes (1963 2005) teacute-

moignent de leur rapprochement non seulement avec les formes des mecircmes mots dans

les langues romanes (franccedilais italien) mais surtout avec les termes latins employeacutes en

Europe jusqursquoau XIXe siegravecle Le roumain langue romane qui srsquoest deacuteveloppeacutee dans

un milieu linguistique totalement alloglotte modernise son vocabulaire agrave lrsquoaide des

lexiques scientifi ques creacuteeacutes par des emprunts massifs au latin savant Cette action

consciemment orienteacutee vers une relatinisation de lrsquoensemble du lexique roumain

commence par la creacuteation des terminologies scientifi ques parmi lesquelles le premier

rang en importance peut ecirctre attribueacute agrave la terminologie grammaticale au XIXe siegravecle

Universiteacute de lrsquoOuest Timisoara Roumanie George Bogdan ȚAcircRA

ȚAcircRA

203

Reacutefeacuterences bibliographiques

Dicționarul ortografi c ortoepic şi morfologic al limbii romacircne (DOOM) 2005 Ediţia a II-a

revăzută și adăugită București Univers Enciclopedic

Gramatica limbii romacircne 1963 Vol I-II ediţia a II-a revăzută și adăugită București Editura

Academiei Romacircne

Gramatica limbii romacircne 2005 Vol I-II Bucureşti Editura Academiei Romacircne

Institutiones linguae valachicae Prima gramatică a limbii romacircne scrisă icircn limba latină 2001

Ediție critică de Gheorghe Chivu Revizia textului latin de Lucia Wald București Editura

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Micu Samuil Șincai Gheorghe 1980 Elementa linguae daco-romanae sive valachicae Studiu

introductiv traducerea textelor și note de Mircea Zdrenghea Cluj-Napoca Editura Dacia

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Fiorini

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Waquet Franccediloise 1998 Le latin ou lrsquoempire drsquoun signe XVIe-XXe siegravecle Paris Albin Michel

205

Termes religieux heacuteriteacutes du latin avec une aire de diffusion

restreinte dans le contexte roman

1 Preacuteliminaires

Notre eacutetude propose une approche comparative dans le domaine des langues

romanes appliqueacutee agrave un corpus qui comprend 13 termes basilica calendae chris-

tianus creatio dominedeus draco paenitere (poenitere) pausum peruigilare

rogare rogationem rosalia templa Cette liste est eacutetablie agrave partir du roumain

et des problegravemes que les mots en question constituent pour son lexique Il srsquoensuit

que dans le domaine linguistique neacuteo-latin cette cateacutegorie est susceptible drsquoecirctre eacutelar-

gie par lrsquoincorporation de la cateacutegorie des termes religieux conserveacutes dans certaines

reacutegions de la Romania agrave lrsquoexception entre autres idiomes du roumain

La cateacutegorie eacutetymologique que nous nous proposons de traiter ici oriente lrsquoinvesti-

gation vers lrsquoidentifi cation des termes religieux se trouvant dans la plupart des autres

idiomes neacuteo-latins et lieacutes agrave un contenu religieux identique Ce type de recherche nous

oblige agrave maintes reprises agrave retourner agrave lrsquoorigine agrave la langue-source qursquoest le latin et agrave

identifi er eacuteventuellement plusieurs expressions latines Cet aspect drsquoun latin lsquostratifi eacutersquo

sera rapprocheacute lui-mecircme de la reacutealiteacute extralinguistique sui generis speacutecifi que pour

telle ou telle aire de la Romania

Dans ce contexte agrave propos du roumain il faut prendre en compte tout particu-

liegraverement deux cas importants qui concernent aussi la preacutesente eacutetude et mettent en

lumiegravere la speacutecifi citeacute de la langue roumaine 1 la cateacutegorie lsquopan-roman sauf rou-

mainrsquo 2 la cateacutegorie des termes conserveacutes uniquement en roumain Pour ces deux

classes eacutetymologiques les speacutecialistes srsquoaccordent agrave reconnaicirctre la neacutecessiteacute drsquoune

approche extralinguistique

Lrsquoinventaire des mots pan-romans absents en roumain est nettement supeacuterieur agrave

lrsquoinventaire des mots pan-romans absents dans tout autre idiome roman de lrsquoaire occi-

dentale (TILR 122-123) Pour le vocabulaire religieux cette situation linguistique fut

mise en relation avec le caractegravere profondeacutement rural de la terminologie chreacutetienne

roumaine (Puşcariu (1976 361) Sala (2006 41)) Il est signifi catif que bien souvent

aux mots latins ayant une aire drsquoexpansion consideacuterable dans la Romania occiden-

tale correspondent en roumain des lexegravemes slavons Ce sont des termes qui par leur

seacutemantisme renvoient agrave une certaine organisation et hieacuterarchie eccleacutesiastiques lat

benedicere sl blagosloviti gt roum blagoslovi lat episcopus sl jepiskop gt roum

CILPR 2013 ndash SECTION 2

206

episcop lat evangelium sl evengelije gt roum evanghelie1 etc Le roumain nrsquoa pas

heacuteriteacute du latin les termes qui portent sur la pratique du service divin ou sur le deacuterou-

lement de la vie monastique ces absences se justifi ant par lrsquoenvironnement drsquoune

population deacutepourvue drsquoorganisation eccleacutesiastique supeacuterieure agrave une eacutepoque ougrave les

relations avec la romaniteacute occidentale srsquoeacutetaient affaiblies De tels champs conceptuels

allaient se constituer agrave une eacutepoque ulteacuterieure agrave la suite de lrsquoinfl uence slavonne le

slavon eacutetant la langue de culture qui joua dans lrsquoOrient le mecircme rocircle que le latin

savant dans lrsquoaire occidentale de la romaniteacute Tout en consideacuterant de telles reacutealiteacutes

les chercheurs modernes ont insisteacute sur lrsquoideacutee du deacuteveloppement dans lrsquoaire orientale

de la romaniteacute de ce qursquoils appellent un lsquochristianisme populairersquolsquopaiumlenrsquo (Zugravu

(1997 31sqq))

Agrave partir des mecircmes preacutemices il convient de traiter aussi la cateacutegorie des mots

conserveacutes uniquement en roumain et dans une certaine mesure eacutegalement la classe

des termes religieux ayant une aire restreinte de diffusion dans la Romania

2 Continuiteacute vs discontinuiteacute formelle et seacutemantico-stylistique dans la

Romania

Bien que certaines eacutetudes de speacutecialiteacute dans une perspective diatopique situent

le roumain au-delagrave du continuum de la romaniteacute2 point de vue qui se justifi e par la

prise en compte du facteur geacuteographique toutefois lrsquoisolement geacuteographique nrsquoa pas

toujours repreacutesenteacute un obstacle au processus drsquoassimilation ou agrave la continuiteacute des par-

ticulariteacutes linguistiques communes au roumain et agrave drsquoautres idiomes appartenant au

domaine neacuteo-latin Crsquoest la raison pour laquelle on ne pourra pas qualifi er le roumain

de maniegravere cateacutegorique comme un idiome esp inagrupable selon lrsquoopinion drsquoAlonso

(1934) qui srsquoimpose par conseacutequent la neacutecessiteacute de reformuler le concept de lsquoRoma-nia continuarsquo Ce point fut remarqueacute drsquoailleurs dans la bibliographie de speacutecialiteacute

Maria Iliescu3 apporte des arguments en faveur de lrsquoideacutee que le roumain appartient agrave la lsquoRomania continuarsquo mecircme si tout comme le franccedilais il preacutesente des traits qursquoelle

qualifi e de laquo faits drsquoidiosyncrasie raquo Dans cette perspective on note que le roumain ne

se diffeacuterencie pas des autres langues romanes ni du point de vue geacuteneacutealogique ni du

point de vue typologique

Pour revenir au corpus qui fait lrsquoobjet de notre eacutetude la question fondamentale

est celle du degreacute de lsquocontinuiteacutersquo ou de lsquolrsquouniteacute seacutemantiquersquo agrave lrsquointeacuterieur de la classe

deacutelimiteacutee mise agrave part lsquolrsquouniteacute formellersquo des idiomes ayant heacuteriteacute ces termes du latin

Si lrsquoon a vraiment affaire agrave une concordance seacutemantique se pose alors un second

1 Pour plusieurs exemples voir Teleoacă (2005 184sqq)2 Le concept de la lsquoRomania continuarsquo apparaicirct pour la premiegravere fois chez Amado Alonso

(1934) auteur selon lequel le roumain serait lrsquounique idiome neacuteo-latin situeacute au-delagrave du lsquocontinuumrsquo et esplsquoinagrupablersquo

3 Voir Maria Iliescu Face parte romacircna din Romania Discontinua (ltwwwdiaspora-stiintifi caroMariaILIESCUpdf -gt) Voir aussi Schmitt (1974 33)

TELEOACĂ

207

problegraveme quelle est la position qursquooccupent ces mots dans le systegraveme de chacune des

langues concerneacutees Est-ce un mot fondamental pour renvoyer agrave un certain concept

religieux ou bien un mot peacuteripheacuterique ou encore un mot appartenant agrave la langue

standard ou un mot archaiumlquedialectal etc

21 Mots latins geacuteneacuteralement admis comme eacutetymons directs des diverses formes romanes

211 Le substantif latin basilica est un emprunt au grec βασιλικός ldquoqui appar-

tient au roirdquo Il acquit une signifi cation religieuse agrave partir du IVe siegravecle apr J-C

lorsqursquoil en arriva agrave deacutesigner lrsquoeacutedifi ce destineacute au culte chreacutetien (DELL 1959) Ce mot

srsquoest conserveacute comme terme fondamental au sens drsquoldquoeacutegliserdquo dans tous les dialectes

roumains mais il a eacuteteacute enregistreacute aussi dans drsquoautres reacutegions de la latiniteacute surtout

comme terme archaiumlque ou dialectal de telle ou telle langue avec certaines restric-

tions seacutemantiques dalm basalka v-veacutenit baselega v-log vethiliga engad basel-gia4 anc-fr basoche ldquobasilique de St Martin agrave Toursrdquo moyen-fr et fr-mod basoche

ldquoensemble de clercs deacutependant des cours de justicerdquo prov-mod basocho (FEW I

1948 Mihăescu 1993 297)

Agrave la diffeacuterence de basilica le latin ecclesia a connu de tout temps une distribu-

tion presque geacuteneacuterale dans la Romania (Tagliavini (1963) REW 972) La victoire de

lat ecclesia sur basilica dans la plus grande partie de la Romania fut expliqueacutee par

le fait que le second substantif aurait eacuteteacute perccedilu comme un deacuteriveacute du grec βασιλεύς et

par conseacutequent consideacutereacute comme un terme laiumlque (Skok (1930190))

212 Pour ce qui est du roumain le terme fondamental exprimant le concept de

ldquodiviniteacute chreacutetienne suprecircmerdquo est Dumnezeu qui est agrave lrsquoorigine une formule paiumlenne

drsquoinvocation (lat dominedeus)5 conserveacutee eacutegalement au sud du Danube (DDA1

Papahagi (1902) Caragiu-Marioţeanu (1995 57sqq)) Cette expression fut enregis-

treacutee aussi dans drsquoautres reacutegions de la Romania it Domineddio anc-fr Damedieu

et v-prov Domnedeu (FEW III 1949 TILR 170sq) Les lexegravemes citeacutes nrsquooccupent

cependant pas (et nrsquoont jamais occupeacute) la position privileacutegieacutee du roumain Dum-nezeu6 dans la romaniteacute occidentale la sphegravere religieuse est reacuteserveacutee principalement

aux descendants de lat deus mot heacuteriteacute eacutegalement en roumain mais utiliseacute avec une

signifi cation sacreacutee exclusivement agrave lrsquoeacutepoque archaiumlque

213 On peut compter draco (emprunt latiniseacute au grec δράκων -ονος cf DELL

1959) parmi les termes agrave distribution limiteacutee au sud-est de lrsquoEurope en raison de sa

faible diffusion dans lrsquoespace neacuteo-latin roum drac fr-dial drac et it dragone (REW

2759) Mais crsquoest en roumain que draco constitue le mot essentiel pour deacutesigner le

4 Crsquoest la forme speacutecialiseacutee pour le sens de ldquotemple reacuteformeacuterdquo tandis que la signifi cation drsquoldquoeacuteglise catholiquerdquo est porteacutee par le descendant de lat ecclesia agrave savoir gesa (Jud (1934 13))

5 Agrave la diffeacuterence du latin Deus terme pour lequel les plus anciennes attestations confi rment une signifi cation fondamentalement chreacutetienne (voir Pacircrvan (1911 135))

6 Excepteacute peut-ecirctre lrsquoitalien Domineddio en tant que terme liturgique (DELI 2 (D-H))

CILPR 2013 ndash SECTION 2

208

diable Cette signifi cation chreacutetienne est commune agrave tous les dialectes roumains et

mentionneacutee aussi pour des variantes archaiumlques et dialectales du franccedilais (fr drac ldquodiable lutinrdquo FEW III 1949) Certaines eacutetudes de speacutecialiteacute attribuent une accep-

tion identique eacutegalement au provenccedilal dragatildeo (voir Tomescu (1997 77sqq)) qui est

vraisemblablement issu du latin draco comme terme semi-savant (cf REW 2759) Le

mecircme statut paraicirct commun agrave toutes les autres formes de la Romania crsquoest-agrave-dire fr

dragon cat tragoacute esp dragoacuten qui tous offrent une signifi cation laiumlque Au champ

seacutemantique religieux appartiennent en revanche les descendants de lat diabolus

terme chreacutetien tardif dans les langues romanes occidentales (Ivănescu (1980 169))

Les donneacutees ci-dessus conduisirent Ivănescu (ibid) agrave consideacuterer lrsquoabsence de lat

diabolus aussi bien que lrsquoabsence du sens de ldquodragonrdquo pour draco comme speacutecifi ques

au roumain Cette remarque exige des corrections Tout drsquoabord le roumain possegravede

aussi un mot chreacutetien pour deacutesigner le diable bien qursquoil ne soit pas un terme heacuteriteacute

Drsquoautre part la signifi cation paiumlenne de draco existe dialectalement en roumain ce

qui met en eacutevidence un continuum de la romaniteacute Roum dracul din vale ldquole diable

de la valleacuteerdquo dracul icircn baltă ldquole diable dans la fl aquerdquo muşcatul dracului ldquomordu par

le diablerdquo etc sont des syntagmes ougrave le sens de drac doit provenir plutocirct du sens paiumlen

de draco (voir aussi Teleoacă (2000 210) Id (2012 85))

214 Le terme latin pausum deacuteriveacute postverbal de lat pausare (DELL 1959) srsquoest

conserveacute en roumain agrave lrsquoeacutepoque archaiumlque et offre des survivances reacutegionales (cf

roum paus ldquoreposrdquo ldquorepas funeacuterairerdquo ldquovin mecircleacute de lrsquoeau beacutenite avec lequel le precirctre

asperge le mortrdquo DLR 1972) Il est conserveacute aussi tregraves probablement en proven-

ccedilal (paacuteus ldquoaccalmie paixrdquo) espagnol (poso ldquoseacutedimentrdquo7) et portugais (ponso ldquolieu

drsquoancragerdquo) (FEW VIII 1955 REW 6308)

215 Les occurrences peu nombreuses du verbe preacuteverbeacute pervigilare dans le

territoire de langue latine (cf Popescu (1943 209sq)) justifi ent la faible repreacutesenta-

tion de ce type lexical dans lrsquoaire neacuteo-latine agrave savoir en roumain (droum priveghea aroum priveglrsquou) et en vieux-provenccedilal (pervelhar ldquopasser la soireacutee en veillantrdquo FEW

1960) La mecircme acception (tant religieuse que laiumlque) est lexicaliseacutee dans les autres

langues romanes par les descendants de lat vigilare (FEW ibid REW 9326) Ce

verbe est eacutegalement continueacute en roumain mais il y est reacuteserveacute agrave la sphegravere profane

bien qursquoagrave une eacutepoque archaiumlque roum veghea et priveghea aient eacuteteacute utiliseacutes comme

synonymes

216 A cocircteacute du roumain (droum aroum et meacutegl rugăciune ldquopriegravererdquo) lat roga-

tio se conserve dans les langues suivantes anc-fr ro(u)visons ldquotemps de rogationsrdquo

moyen-fr rogasion ldquodemanderdquo rogation ldquopriegravererdquo rogacions ldquooffrandesrdquo fr-dial

(S-V) ruumlzotilde prov roazotilde ldquosemaine de priegravererdquo port rogaccedilotildees ldquoles trois jours qui preacute-

cegravedent la fecircte de lrsquoAscensionrdquo (FEW X 1962 REW 7362) Mais dans la Romania

occidentale ce nrsquoest pas le latin rogatio qui fournit le terme principal pour lexicaliser

le concept religieux en question crsquoest lat precaria mot que lrsquoon trouve dans lrsquoaire

7 Dans DCELC III (L-RE) avec la signifi cation ldquodescansordquo

TELEOACĂ

209

gallo-romane aussi bien que dans les idiomes ibeacutero-romans (voir REW 6734) Lrsquoespa-

gnol fait appel eacutegalement agrave un descendant de lat pr ces ldquopriegraveresrdquo agrave savoir preces terme utiliseacute depuis toujours avec une signifi cation religieuse (DCELC III 1954)

217 Le latin templum terme de la langue augurale deacutesigne un espace deacutelimiteacute

dans le ciel pour lrsquoobservation des oiseaux et ensuite un temple (DELL 1959) Crsquoest

cette derniegravere acception qui se retrouve dans lrsquoaire de la latiniteacute mais exclusivement

dans des formes savantes dans lrsquoOccident roman et la Romania orientale les des-

cendants directs de lat templa ont eacuteteacute soit consigneacutes uniquement avec une accep-

tion laiumlque (cf regg teimpya log trempa fr temp(l)e ldquonavette du meacutetier agrave tisserrdquo

tempre ldquoplacage du boucherrdquo8) soit seacutemantiquement restreints en comparaison avec

les sens du terme latin Cette derniegravere situation est illustreacutee par le roumain tacircmplă ldquoiconostaserdquo (DLR 1982)9 dont la signifi cation relegraveve drsquoune reacutealiteacute extralinguistique

speacutecifi que au milieu confessionnel orthodoxe Le mecircme concept est lexicaliseacute dans le

domaine neacuteo-latin occidental par le biais drsquoun terme grec byzantin (cf fr iconostase esp iconostasio) emprunteacute aussi par le roumain ougrave il fut introduit par la fi liegravere sla-

vonne Afi n de deacutesigner lrsquoautel de mecircme que pour renvoyer agrave une reacutealiteacute propre agrave lrsquoes-

pace catholique (ldquoœuvre drsquoarchitecture qui repreacutesente la deacutecoration drsquoun autelrdquo) les

langues occidentales font appel au latin re(tro)tabulum introduit dans ces idiomes

comme un emprunt tardif au latin de bas niveau de langue (cf esp retablo fr retable)

22 Mots latins sujets agrave discussion pour leur continuiteacute (directe) dans lrsquoe-space neacuteo-latin

221 En plus de sa survie en roumain (droum corindă ldquochanson religieuserdquo) le

substantif latin calendae est conserveacute (cf REW 1508) avec des acceptions parti-

culiegraveres (ldquojour de fecircterdquo ldquoNoeumllrdquo ldquoNouvelle Anneacuteerdquo) en italien dialectal (pieacutem mod

kalent abruzz kalenne) en sarde (chalanda) en provenccedilal (calendas) en rheacuteto-

roman (kalenne) et en franccedilais dialectal (tsalatilded) Bien que les descendants occiden-

taux de lat calendae ne signifi ent pas ldquocantique religieuxrdquo neacuteanmoins certaines

nuances seacutemantiques enregistreacutees dans ce domaine linguistique nrsquoexcluent pas la

possibiliteacute que cette acception se soit deacuteveloppeacutee agrave lrsquoeacutepoque du latin tardif (cf par

exemple prov aubado de calendo ldquoconcerts nocturnes que des troupes de musiciens

donnaient autrefois pendant les quatre semaines qui preacutecegravedent le Noeumllrdquo apud Rosetti

(1920 16))10 Mais les langues neacuteo-latines occidentales ont choisi drsquoautres maniegraveres de

lexicaliser le concept de ldquochanson religieuserdquo comme lrsquoillustrent les termes suivants

(apud Rosetti ibid) fr cantiques noeumlls ou chants de quęte it cantico di Natale esp

villancico de Noche Buena ou port Vilhancico

Quant au roumain trois formes fi rent lrsquoobjet de discussions parmi les speacutecia-

listes roum cărindă corindă et colindă ldquochanson de Noeumllrdquo En fait crsquoest la variante

8 Cf REW 8630 Voir aussi TILR 170 9 Cf aussi roum reacuteg tacircmplă ldquopoutre au-dessus du porche drsquoune maisonrdquo (DLR 1982) 10 Pour drsquoautres exemples voir FEW II 1949

CILPR 2013 ndash SECTION 2

210

cărindă qui doit continuer lat calenda(e) tandis que colindă (terme qui srsquoest imposeacute

au niveau litteacuteraire) repreacutesente un emprunt agrave sl kolęda Le terme droum reacutegional

corindă serait selon toute probabiliteacute le reacutesultat drsquoune contamination entre les deux

premiegraveres formes (DA Vătăşescu (1997 474))

222 Le latin christianus adjectif deacuteriveacute en latin de Christus (emprunteacute agrave gr χριστός) se serait conserveacute uniquement en roumain et en dalmate tandis que les

autres idiomes neacuteo-latins auraient gardeacute lat christianus seulement comme mot savant

(TILR 171 Mihăescu (1993 121)) Mais certaines eacutetudes nrsquoexcluent pas la possibiliteacute

que ce mot ait eacuteteacute transmis aussi par la voie phoneacutetique dans drsquoautres aires de la roma-

niteacute notamment en franccedilais en espagnol et en rheacuteto-roman11

Quant au roumain mecircme la continuiteacute directe du latin christianus dans cette aire

orientale (droum creştin aroum et meacutegl criştin iroum cršćaringn) pose des problegravemes

phoneacutetiques pour la conservation de la consonne t Trois explications furent avan-

ceacutees agrave ce propos 1 lrsquointroduction tardive de ce terme en roumain 2 la mise en

relation de christianus avec sa base de deacuterivation 3 lrsquointroduction du mot par la

fi liegravere slave Selon toute probabiliteacute crsquoest la seconde hypothegravese qui illustre la veacuteritable

raison de la conservation de t et crsquoest agrave cette theacuteorie que la grande majoriteacute des

linguistes srsquoest rallieacutee

223 Afi n de deacutesigner ldquola fecircte de la Naissance de Jeacutesus-Christrdquo le roumain a opteacute

pour un terme (Crăciun) dont lrsquoorigine continue agrave ecirctre lrsquoobjet de deacutebats linguistiques

tandis que les langues occidentales ont seacutelectionneacute le plus souvent lat natalis12 ou

nativitas13 A preacutesent nous nous proposons de discuter ci-dessous uniquement lrsquoeacutety-

mon latin creatio

Bien que lat creationem soit lrsquounique forme lexicale accepteacutee par la majoriteacute des

speacutecialistes les opposants et mecircme les partisans de cette theacuteorie ont remarqueacute toute

une seacuterie drsquoincoheacuterences phoneacutetiques ouet seacutemantiques qui placent sous le signe de

lrsquoincertitude la justesse de cette thegravese Dans cet ordre drsquoideacutee certains linguistes rou-

mains (par exemple Rosetti (1968 299)) ont consideacutereacute que lat creatio fut introduit

en roumain par la fi liegravere slave En mecircme temps les efforts des speacutecialistes tentegraverent

drsquoidentifi er des raisons de nature formelle et seacutemantique qui puissent soutenir lrsquoideacutee

drsquoune adaptation directe du latin creatio en roumain Ainsi au plan phoneacutetique lrsquoex-

plication avanceacutee par Graur (1963 78sq) nous semble-t-elle ecirctre la plus convaincante

Au niveau seacutemantico-conceptuel les chercheurs ont souvent remarqueacute la charge

seacutemantique aryenne de lat creatio En outre on a reacutefl eacutechi sur le risque drsquoadmettre

cet eacutetymon compte tenu de lrsquoimpossibiliteacute de justifi er la personnifi cation ainsi que le

nom de personne Crăciun Selon nous la validation de la theacuteorie aryenne ne repreacute-

11 Voir Vătăşescu (1997 450) qui renvoie agrave Dauzat Dubois Mitterand (1964) et agrave Rohlfs (1970) 12 Cf it Natale frioul Nadal fr Noeumll prov cat et astur Nadal log Nadale sassar Naddali

(REW 5845) 13 Cf lrsquoesp Navidad (REW 5845b)

TELEOACĂ

211

sente pas un obstacle pour consideacuterer lat creatio comme lrsquoeacutetymon de roum Crăciun En effet comme nous avons eu lrsquooccasion de le constater14 le vocabulaire religieux

du roumain offre un inventaire relativement riche de termes conservant dans leur

seacutemantique des reacuteminiscences paiumlennes Les chercheurs qui ont rejeteacute cette theacuteorie

ont pris en consideacuteration le sens ldquoenfantrdquo de creatio acception consigneacutee aussi dans

drsquoautres idiomes neacuteo-latins ougrave le terme latin est conserveacute sarde kriaθogravene ldquopiccolo

piombordquo et v-esp criazoacuten ldquoidrdquo (Peţan 2002 216)

224 En plus de sa survie en roumain (v-roum a pănăta roum-reacuteg a se pănăta ldquosouffrirrdquo) le verbe latin paenitere ldquose repentirrdquo (DELL 1959) est conserveacute dans

lrsquoaire gallo-romane (anc-fr pentir ldquose repentirrdquo v-prov prov-mod pentir alais

penti ldquofaire repentirrdquo) en catalan (v-cat penedir cat-mod penedirse) et en italien

(pentirsi) (FEW IX 1958 DELI 4 (O-R))15 Il convient de souligner les deux faits sui-

vants 1 dans lrsquoensemble neacuteo-latin les descendants du verbe paenitere appartiennent

au registre archaiumlque ouet reacutegional des langues romanes 2 le concept de ldquose repen-

tirrdquo est lexicaliseacute dans les langues romanes modernes soit par les successeurs du

verbe preacuteverbeacute repoenitere (voir REW 7224 Mihăescu (1993 53)) soit comme en

roumain par des emprunts drsquoorigine balkanique roum a se (po)căi

225 Les verbes latins orare precari et rogare repreacutesentent les trois uniteacutes lexi-

cales verbales auxquelles faisait appel le latin chreacutetien afi n de lexicaliser le concept

de ldquoprier Dieurdquo (DELL 1959) Quoique le premier de ces verbes se soit conserveacute

dans tout le territoire roman (cf REW 6081) ce nrsquoest pas lui qui fi t carriegravere dans les

langues romanes occidentales mais son synonyme precare qui connut une grande

diffusion dans lrsquoespace neacuteo-latin ougrave il srsquoimposa avec une signifi cation religieuse (voir

REW 6734)

Attesteacute eacutepigraphiquement avec une double acception religieuse et laiumlque (cf

Mihăescu (1960 225)) lat rogare se serait conserveacute (cf REW 7361) uniquement en

roumain droum ruga aroum rog ldquoprier (Dieu)rdquo meacutegl ruga et iroum rugaring Cepen-

dant drsquoautres sources (par exemple FEW X 1962) nrsquoexcluent pas la possibiliteacute que ce

verbe latin ait eacuteteacute eacutegalement heacuteriteacute en ancien et moyen-franccedilais et en italien dialectal

(voir aussi DELI 4 (O-R))

226 Lat rosalia srsquoest conserveacute seulement en roumain (v-droum reacuteg Rusăi16)

et en wallon ougrave il preacutesente la mecircme signifi cation que le mot roumain agrave savoir ldquofecircte de

la Pentecocircterdquo (REW 7376 FEW X 1962) Cependant certaines sources admettent la

conservation du terme dans une aire plus vaste Par exemple Goicu (1999 80) inclut

dans cette aire le ladin occidental de mecircme que le vieil-espagnol et le vieux-catalan

Que cette derniegravere assertion puisse ou non ecirctre valideacutee il est certain que dans la

14 Voir Teleoacă (2005 142sqq 159sqq 166sqq) 15 Par opposition au FEW REW 6630 considegravere que la forme paenitere ne srsquoest conserveacutee qursquoen

roumain 16 Voir aussi aroum Arusalrsquoe (DDA1) et meacutegl Rusalii (Papahagi (1902))

CILPR 2013 ndash SECTION 2

212

romaniteacute occidentale ce nrsquoest pas le latin Rosalia qui srsquoimposa pour deacutesigner cette

fecircte religieuse mais les repreacutesentants drsquoun autre terme latin Pentecoste (emprunteacute

agrave gr πεντεχοστής) terme attesteacute chez Tertullien et conserveacute dans it Pentecoste fr

Pentecocircte ou esp Pentecosteacutes (Tagliavini (1963 249sqq))

En outre lrsquoEacuteglise romane de langue latine utilisait aussi un autre terme lat Qvin-

qvagesima conserveacute en wallon et dans une certaine aire du ladin occidental (Id

ibid)

Quant au roumain dans le vocabulaire religieux de cet idiome oriental ce nrsquoest

pas la forme Rusăi qui triompha mais Rusalii une variante introduite par la fi liegravere

slave

3 Remarques fi nales

Quelques-uns des mots inclus dans notre discussion ont pu ecirctre seacutelectionneacutes prio-

ritairement dans lrsquoensemble roman gracircce agrave leur statut de termes religieux agrave propre-

ment parler qualiteacute qui les distingue surtout de leurs correspondants synonymiques

rattacheacutes agrave la sphegravere ontologique profane ou paiumlennepreacutechreacutetienne diabolus vs

draco ecclesia vs basilica deus vs dominedeus natalis vs creatio pentecoste

vs rosalia Dans cette situation linguistique la seacutelection de termes tels que creatio

rosalia etc fut sans doute favoriseacutee par un milieu culturel speacutecifi que le deacutevelop-

pement de certaines communauteacutes dans les conditions de ce qursquoon appelle le lsquochris-

tianisme paiumlenrsquo ou lsquopopulairersquo Le cas du roumain est tout agrave fait pertinent agrave cet eacutegard

Dans drsquoautres situations linguistiques on pourrait admettre le renforcement de la

position drsquoun terme heacuteriteacute gracircce agrave un emprunt ulteacuterieur du mecircme terme fait agrave une

langue jouant le rocircle drsquoadstrat (cf agrave cet eacutegard roum corindă)

Quant agrave la seacutelection drsquoun des deux termes des couples precarerogare uigilareperuigilare il nrsquoest pas exclu que le critegravere stylistico-pragmatique ait eacuteteacute deacutecisif (voir

Niculescu (1999 250))

Dans la grande majoriteacute des situations eacutetudieacutees le mot seacutelectionneacute par le roumain

est limiteacute au registre litteacuteraire de la langue actuelle et il repreacutesente le terme principal

utiliseacute pour lexicaliser un certain contenu religieux Cette affi rmation ne vaut qursquoen

partie pour les autres langues romanes ougrave les 13 termes sont conserveacutes et cela pour

lrsquoune ou lrsquoautre des raisons suivantes

(1) afi n de deacutesigner certaines reacutealiteacutes chreacutetiennes ces idiomes ont opteacute pour drsquoautres termes

dans la situation ougrave les descendants du mot heacuteriteacute eacutegalement en roumain avaient subi des

eacutevolutions seacutemantiques particuliegraveres

(2) quelques formes neacuteo-latines sont resteacutees dans un fonds passif du fait qursquoelles furent

concurrenceacutees par drsquoautres lexegravemes

(3) dans un cadre eccleacutesiastique supeacuterieur agrave lrsquoorganisation religieuse speacutecifi que agrave lrsquoaire

orientale on a parfois rejeteacute toute une seacuterie drsquoexpressions de signifi cation marqueacutee

[+populaire] au profi t des termes offi ciels du culte chreacutetien

TELEOACĂ

213

(4) quelques-uns de ces idiomes ont pu conserver un terme latin ayant une acception purement

laiumlque ce qui fut parfois la conseacutequence de facteurs extralinguistiques particuliers (par

exemple le milieu confessionnel etc)

Cependant nous pouvons identifi er au niveau de cette cateacutegorie eacutetymologique

non seulement des eacuteleacutements de lsquorupturersquo mais eacutegalement toute une seacuterie de faits rele-

vant de la lsquocontinuiteacute linguistiquersquo dans le domaine de la romaniteacute

Parfois dans les limites drsquoune certaine aire on peut admettre une triple concor-

dance au niveau lexical seacutemantique et stylistique

Dominedeus roum et it

peruigilare v-roum priveghea ldquoveiller toute la nuitrdquo v-prov pervelhar qui est toujours

un terme profane

rogationem roum fr prov et port (concordance seacutemantique partielle) etc

Drsquoautres fois un certain type de discontinuiteacute est compenseacute par lrsquouniteacute identifi a-

ble agrave un autredrsquoautres niveau(x) On observe

(1) une discontinuiteacute de registre mais une continuiteacute lexicale et seacutemantique dans

lat Dominedeus roum it ndash anc fr v-prov

lat draco roum ndash fr reacutegional

lat rogare roum ruga (laiumlque et religieux) ndash anc-fr et moyen-fr it reacutegional etc

(2) une discontinuiteacute seacutemantique mais une continuiteacute lexico-stylistique dans

lat creatio roum Crăciun ldquofecircte de Noeumllrdquo ndash sarde kriaθogravene ldquopiccolo piombordquo

lat draco roum drac ldquodiablerdquo ndash it dragone ldquodragonrdquo

lat templa roum tacircmplă ldquoiconostaserdquo ndash srd fr idiomes ayant conserveacute le terme latin

avec une signifi cation laiumlque etc

(3) une discontinuiteacute lexicale17 mais une uniteacute seacutemantique et stylistique dans

lat draco roum ndash prov

lat christianus roum dalm (et eacuteventuellement fr esp rheacuteto-rom) vs les autres

langues romanes ougrave les termes correspondants deacutetiennent le statut de mots savants

Institut de Linguistique laquo Iorgu Iordan ndash Al Rosetti raquo

Bucarest Dana-Luminiţa TELEOACĂ

17 On pourrait parler drsquoune discontinuiteacute lexicale agrave part eacutetant donneacute qursquoil arrive parfois qursquoun terme latin unique ait eacuteteacute heacuteriteacute dans une aire de la romaniteacute tandis qursquoune autre langue de lrsquoespace roman possegravede le mecircme terme mais comme mot savant

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dalm = dalmate

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engad = engadinais

esp = espagnol

fr = franccedilais

frioul = frioulan

gr = grec

iroum= istro-roumain

it = italien

lat = latin

log = logoudorais

meacutegl = meacutegleacuteno-roumain

pieacutem = pieacutemontais

port = portugais

prov = provenccedilal

regg = reggiano

roum = roumain

sassar = sassarais

srd = sarde

veacutenit = veacutenitien

wall = wallon

Page 4: Anafonesi latina e anafonesi romanza

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4

Possiamo cercare di estendere la spiegazione di Sampson che da una parte si egrave

occupato solo del contesto -nct- dallrsquoaltra non ha tenuto conto sistematicamente

delle altre varietagrave romanze Queste si dispongono in un ventaglio che possiamo cosigrave

descrivere13

(a) varietagrave in cui la chiusura non egrave sensibile neacute alla qualitagrave [= anteroposterioritagrave] della vocale

neacute alla struttura della sillaba (italiano portoghese guascone)

(b) varietagrave in cui la chiusura egrave sensibile alla struttura sillabica (engadinese catalano e

spagnolo in misura diversa)

(c) varietagrave in cui la chiusura egrave sensibile alla struttura sillabica e alla qualitagrave della vocale (cfr

il soprasilvano dove crsquoegrave solo la chiusura in - nct-)

(d) varietagrave senza chiusura (francese gran parte dellrsquooccitanico e dellrsquoitaloromanzo tranne il

toscano)

Egrave evidente che la restrizione della qualitagrave vocalica si spiega con il fattore (1) di

Sampson ndash lrsquoeffetto della velare sulla velare ndash la restrizione della struttura sillabica

con il fattore (2) lrsquoeffetto del carattere iperbreve della vocale Apparentemente in

controtendenza lrsquoitaliano dove la chiusura sembra piugrave spinta per la vocale anteriore

che per quella posteriore cfr oltre a tronco spelonca carbonchio (gall caruncho)

Ma potrebbe essere un caso a ben vedere non mancano le eccezioni con la vocale

anteriore pentola spengo camarlengo14

Che si debba aggiungere allrsquoelenco di Sampson un altro fattore quello della sono-

ritagrave dellrsquoocclusiva velare Castellani nota la quasi totale assenza di [uk] contro la

regolaritagrave di [ug] in italiano saragrave casuale la mancata chiusura in iberoromanzo di

vinco (spagn venzo port venccedilo) contro cingo (cintildeo cinjo) fingo (hintildeo fi njo) tingo

(tintildeo tinjo) iungo (unzo junjo) pungo (pungo punjo) Egrave possibile che la conso-

nante sonora piugrave lsquoomorganicarsquo alla vocale di quella sorda abbia in quanto tale favo-

rito lrsquoeffetto di coarticolazione15

Egrave interessante notare che il nostro fenomeno ne ripete uno del latino arcaico (Leu-

mann 1977 sectsect 42 45 85 126 Palmer 1977 264sq) Nello stesso contesto di nasale

+ velare una vocale media etimologica si egrave chiusa in decnos gt dignus legnos

gt lignum16 tinguo (cfr greco tengo) uncus (greco onkos) unguis (greco onyx) hunc

(ant honc) La chiusura ha risparmiato eccezionalmente longus (e iuvencus) ma in

iscrizioni si trova lung- (CIL I2 1353 XI 6671a) e una forma del genere egrave presuppo-

sta dallrsquoit lungo17 Siamo dunque in presenza di un fenomeno ciclico

13 Sono ovviamente fuori gioco le varietagrave che confondono e e e anche il rum limbă ecc non aiuta giaccheacute qui tutti i timbri si sono fusi in i davanti a nasale pl nu gt plin = d nte gt dint

14 Vero egrave che questi ultimi due lessemi hanno a Firenze segno del loro carattere non popolare15 Il parere di Straka citato in nota da Castellani (1961 79) sembra andare in questo senso16 Queste due forme mostrano che anche la prima consonante del gruppo gn si pronunciava []17 Per lungo lt l ngu credo si possa sciogliere senzrsquoaltro la riserva di Castellani (1961 76 n 16)

ed escludere lrsquoidea di Rohlfs (1966-1969 sect 70) che si tratti di una doppia applicazione della chiusura antenasale (l[]ngo gt l[o]ngo gt lungo) fenomeno altrimenti indocumentato (cfr p[]nte gt p[o]nte gt punte)

BARBATO

5

La domanda da porci ora egrave la seguente si tratta di una chiusura di e o romanzo-

comuni o di una mancata apertura di (o se si vuole di ) latini Sampson (2006

34) si pronuncia per questa seconda ipotesi laquoon peut diffi cilement parler drsquoune ferme-

ture vocalique provoqueacutee dans nos mots probleacutematiques par lrsquoeffet acoustico-percep-

tuel de la nasaliteacute Mais nous proposons que cet effet a pu aider agrave conserver la qualiteacute

fermeacutee de et en freinant toute tendance de ces voyelles agrave srsquoouvrirraquo

Torreblanca (1990 249) sottolinea che il fenomeno devrsquoessere anteriore alla sem-

plifi cazione del gruppo -nct- gt -nt- frequentemente attestata laquodans les inscriptions

tardives de toutes les reacutegionsraquo (Vaumlaumlnaumlnen 1981 sect 116) In effetti in latino tardo ci

devrsquoessere stata la tendenza a semplifi care il nesso (cfr giagrave il classico quintus lt

quinctus) che si egrave imposta in iberoromanzo e italiano (santo) ma non in francese

(saint) lasciando altrove unrsquoarea diffusa di variazione (occit sant vs sanch saint sent piem sant vs gena sainto mil onć)18

Si noti che se in spagnolo (portoghese guascone) lrsquoanafonesi egrave anteriore alla sem-

plifi cazione -nct- gt -nt- in romancio egrave anteriore alla palatalizzazione di -ct- si tratta

di un ulteriore argomento a favore della precocitagrave del fenomeno e indirettamente

della sua interpretazione come fatto di conservazione e non di innovazione19

Del resto gli esiti romanzi disegnano una tipica fi gura areale conservazione rela-

tiva di Italo- e Iberoromania (in senso lato includendo rispettivamente i Grigioni e la

Guascogna) rispetto alla Galloromania (in particolare lrsquoantica Lugdunense) notoria-

mente lrsquoarea piugrave innovativa nel tardo Impero

Ci sono dunque diversi argomenti per pensare a una mancata apertura della vocale

latina20 Ci sono perograve anche delle possibili obiezioni In italiano lrsquoesito chiuso coivolge

anche un lessema con e il suffi sso germanico - ng

it spagn port

sp ngia spugna esponja esponja

- ng -ingo -engo -engo

Sembrerebbe la prova che si tratti di una chiusura di e o e di un fenomeno rela-

tivamente tardo21 Secondo Castellani (1961 85-87 e 121-122) il nostro fenomeno

egrave posteriore allrsquoapertura di (III sec) ma anteriore alla palatalizzazione di ng (sugna spugna IV-V sec) va collocato dunque nel IV secolo ma devrsquoessere rimasto

attivo almeno fi no a tutto il V secolo cosigrave da coinvolgere il suffi sso germanico

18 Anglade (1921 167) Meneacutendez Pidal (1941 sect 512) Rohlfs (1966-1969 sect 272) Lausberg (1971 sectsect 437-438) AIS

19 Meno assicurata appare lrsquoanterioritagrave rispetto alla palatalizzazione di cj asserita da Torre-blanca (1990 256) sulla base di uncia gt it oncia spagn onza port onccedila (cfr la mancata chiusura anche in tronco)

20 Un fenomeno analogo si verifi ca in iato cfr mia (attestato a Pompei) gt it engad occ cat spagn mia (Barbato 2010) fuit gt it(a) fu(e) (Barbato 2009)

21 Si ricordi che germanica egrave resa normalmente con e

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6

Drsquoaltra parte si puograve credere che giagrave compiuta lrsquoanafonesi [spogja] e [-eg-]

unici casi che presentavano una vocale medio-alta davanti alla sequenza nasale piugrave

velare siano stati pareggiati per analogia fonetica a [iC] [uC] Quanto al primo

caso si potrebbe anche partire da una base spungia che sembrerebbe presupposta

pure da cast espundia arag espuntildea (DCECH sv esponja ed espundia)22 Del resto

la palatalizzazione di ng potrebbe essere avvenuta piugrave precocemente di quanto sup-

pone Castellani con la trafi la ngj gt nj lt [] Lo stesso Castellani data il passaggio gj

gt j al I sec dC e quello nj gt [] al III secolo Proporrei dunque la seguente cronologia

(1) anafonesi davanti a []

(2) gj gt j

(3) nj gt []

Secondo questa ipotesi lrsquoanafonesi egrave contemporanea alla formazione del sistema

vocalico romanzo di cui costituisce il negativo In ogni caso sia che la si consideri un

fatto di conservazione che di innovazione va sottolineato il suo carattere irregolare

che confi gura una lsquolegge fonetica debolersquo o una resistenza a unrsquoinnovazione governata

da una fi tta rete di parametri

Anafonesi (metafonesi) romanza

Si considerino ora le corrispondenze (parziali) seguenti

it spagn port

t nea tigna tintildea tinha

erv lia rubiglia arveja ervilha

c lia ciglia ceja celha

stam nea stamigna estamentildea estamenha

curc lio gorgoglio gorgojo gorgulho

c neu cogno cuntildeo cunho

22 La questione egrave intricata Il lat spongia lt greco σπογγιά dovrebbe avere una vocale breve la lunga viene postulata proprio per spiegare lrsquoitaliano spugna (Rohlfs 1966-1969 sect 110) Un prestito greco molto antico potrebbe essere stato coinvolto nella chiusura latina di davanti a nasale velare (vedi sopra uncus unguis) In effetti come segnala Torreblanca (1990 261) la grafi a spungia egrave attestata in latino non si puograve escludere tuttavia che essa renda una pro-nuncia tardiva [o] si sa infatti che omicron aveva un timbro chiuso che poteva essere reso in latino tardo con o donde le pronunce coacutelpo poacutelpo dellrsquoitaliano (Rohlfs 1966-1969 sect 110) Il logud ispundza (accanto a isponda) non egrave decisivo percheacute come illustra Wagner potrebbe risentire dellrsquoit spugna o essere laquosardizzazioneraquo di spagn-cat esponja (DES)

BARBATO

7

Franceschini (1991) ha voluto vedere qui un fenomeno comune di innalzamento

dovuto a yod che agirebbe con piugrave o meno restrizioni nelle varietagrave romanze In que-

sto caso tuttavia le condizioni appaiono diverse come mostra la chiara asimmetria

tra lrsquoitaliano che chiude regolarmente la vocale anteriore e lrsquoibero-romanzo che

chiude preferibilmente quella posteriore23

Va sottolineata qui una caratteristica costitutiva del toscano lrsquoassenza di meta-

fonesi24 Se Castellani sentigrave il bisogno di coniare il termine anafonesi fu proprio per

descrivere un processo di innalzamento che ha una ragione diversa da quello meta-

fonetico

Ora egrave noto che le varietagrave iberoromanze come quelle galloromanze conoscono

metafonia da -i (cfr f ci gt fr prov fi s spagn hice port fi z contro it feci) In altra

sede (Barbato 2012 e 2013) ho sostenuto che la metafonia sia prodotta non soltanto da

-i ma anche da yod proponendo questa cronologia

sec II III IV V VI

palatalizzazione di tj gt ts cj gt t ----- --

dittongazione metafonetica di ----- --

palatalizzazione di j (gj dj) gt d lj gl gt nj gn gt ----- --

chiusura metafonetica di e o ----- --

Normalmente la palatalizzazione di lj nj si applica prima della chiusura di e o

eliminando il contesto metafonetico

ndash cilia gt [tellja] gt [tea] gt cejandash gurgulio gt [gorgolljo] gt [gorgoo] gt gorgojo

Ma il processo di palatalizzazione e quello di chiusura metafonetica si sono

sovrapposti per un periodo e dunque egrave potuto succedere eccezionalmente che si

applicassero in ordine inverso

ndash cunia gt [konnja] gt [kunnja] gt cuntildeandash tinea gt [tennja] gt [tinnja] gt tintildea

Nel caso di -[i]- (ervilha) e di -[u]- (gorgulho) puograve poi aver agito lrsquoanalogia

dei suffi ssi da - cul- (es lentilha) e - cul- (agulha)

23 Secondo Franceschini il toscano occidentale presenterebbe simmetria nella chiusura ma cfr le obiezioni di Castellani (1992 397-399)

24 Esiste forse una sola eccezione se non sono dovuti a chiusura in protonia (fi schiare mischiare) potrebbero essere metafonetici fi schio mischio lt feschio meschio Se egrave cosigrave lrsquounica metafo-nia toscana ripeterebbe singolarmente la nota chiusura del latino parlato b stia gt b stia

CILPR 2013 ndash SECTION 2

8

In italiano siamo di fronte a un processo ben diverso che come ha chiarito ancora

Castellani (1961)

(a) colpisce e e non o

(b) egrave prodotto solo dalla nasale palatale derivata da nj e non da quella derivata da gn (cfr

degno pegno)

Esso egrave dunque successivo alla palatalizzazione dei gruppi con yod laquopercheacute in

Toscana la non esercita nessun infl usso sulla vocale della sillaba tonicaraquo (p 85) ed

egrave anteriore alla confusione di nj e gn va collocato dunque dopo il II secolo e prima

dellrsquoVIII (laquodal 757 si trovano grafi e inverse attestanti la pronuncia di gn come nrsquonrsquoraquo p

86) ma piugrave probabilmente tra il III e il IV secolo (cfr anche p 122)

Secondo Castellani dunque lrsquoanafonesi davanti a precede quella davanti a

[] Ma se facciamo reagire queste considerazioni sullo schema precedente otteniamo

la seguente cronologia

(1) anafonesi davanti a []

(2) gj gt j

(3) nj gt [] lj gt []

(4) anafonesi davanti a [ ]

(5) gn gt []

Percheacute questo secondo processo colpisce e e non o Probabilmente per motivi

articolatori (Pensado 1985 645) la chiusura non coinvolge la vocale posteriore per-

cheacute lrsquoassimilazione laquoque como efecto de la elevacioacuten de la parte anterior de la lengua

(cerrazoacuten) parece perfectamente posible no lo es si se tiene en cuenta el paraacutemetro

de la posicioacuten de la raiacutez de la lenguaraquo Insomma se la consonante velare favorisce

la chiusura delle vocali posteriori come si egrave visto sopra quella palatale esercita un

effetto parallelo sulle anteriori

Che ne egrave delle altre lingue romanze Il catalano si allinea allo spagnolo coi suoi

tinya cuny (ma corcoll) Lrsquoantico provenzale ha le alternanze celhacilha lt cilia melh

milh lt miliu telhtilh lt tiliu estrilhaestrelha lt strig(i)la tegnotigno lt tinea lenh

linh lt lignu (Anglade 1921 60sqq 78sqq) Includendo le forme antiche e dialettali

si scopre che il francese oltre a cil ha anche milmeil tilteil teignetigne eacutetrilleeacutetreille

linleigne (FEW svv) In tutti questi casi si conoscono dei risultati con i e u anche

in Italia settentrionale per es ver (Raldoacuten) [sije] (AIS 102 p 372) emilocc (San

Secondo parm) [mij] (AIS 1467cp p 413) emilocc (Sologno) [tijj] (AIS 580 p

453) gen [tia] (AIS 684 p 178) APiem (Villafalletto) [stria] (AIS 1242 p 172) Il

romancio non conosce chiusura (Eichenhofer 1999 sectsect 93 110 201)

Questi casi si potrebbero allineare a quelli iberici come effetto di una metafonia

che ha preceduto la palatalizzazione ma potrebbero anche essere dei piugrave tardi feno-

meni anafonetici come mostra il fatto che solo la vocale anteriore egrave coinvolta dallrsquoin-

BARBATO

9

nalzamento25 Del resto come mostra Philipon (1918-1919 433) spesso la chiusura egrave

documentabile in epoca letteraria prov abelha gt abilho lion oreilli gt orilli lig megiu

gt migiu mil stregia gt strigia E non a caso Roncaglia (1965 49) parla di laquoanafonesiraquo

per le occorrenze provenzali26

Si deve ancora a Castellani (1961 80-81 e n) il merito di aver stabilito che nel caso

di it pugno spagn puntildeo port punho cat puny itsett puumlgn (accanto a pogn AIS 1679

e cp) ndash cui si puograve aggiungere prov punh (accanto a ponh) lad [pu] (Kramer 1977

145) ndash non crsquoegrave anafonesi ma si parte da una forma romanzo-comune con u

Conclusioni

Sulla scia di Rohlfs (1966-1969 sect 49 e 70) le grammatiche storiche romanze con-

tinuano a parlare per lrsquoitaliano di una chiusura di e o in una serie di contesti che

includono la nasale e la laterale palatali e la nasale velare

Rohlfs (1966-1969 sect 49) laquoNel dialetto fi orentino si trova i invece di e davanti a n seguita

da k o da g () davanti a sk e davanti a ntilde oppure a łraquo

Lausberg (1971 sect 204) laquoNel fi orentino (e nellrsquoitaliano letterario) la e la del latino

vengono innalzate a [i] e [u] dinanzi a gruppi nasali-palataliraquo

AlkireRosen (2010 77) laquoRegularly stressed high mids followed by [] or [] raise one

degree to become high vowels i instead of e and u instead of oraquo

In realtagrave da molti anni Castellani ha chiarito che esistono due anafonesi in ita-

liano cronologicamente distinte (1) chiusura di e o davanti a nasale velare (2) chiu-

sura della sola e davanti a nj lj27 Sarebbe ora che gli studi romanzi prendessero atto

di questo fatto

Qui si egrave proposto ulteriormente di collegare (1) con alcuni fenomeni analoghi di

altre varietagrave romanze rintracciandone la radice comune nel latino tardo di distin-

guere (2) da fenomeni apparentemente analoghi che sono invece di natura metafo-

netica

Non sarebbe forse male che il termine anafonesi (vs metafonesi) venisse adottato

anche nelle altre lingue fr anaphonie (vs meacutetaphonie)28 spagn anafoniacutea (vs metafoniacutea)

ecc

Universitagrave di Napoli lsquoLrsquoOrientalersquo Marcello BARBATO

25 Per strigile e tinea si potrebbe pensare che la chiusura si sia prodotta dapprima in protonia nei tipi lsquoeacutetrillerrsquo e lsquotigneuxrsquo (FEW 12 303 e 13 343)

26 Lrsquouso continua nella provenzalistica italiana (cfr Ventura 2010 LIX)27 Si ricordi che la cronologia proposta da Castellani egrave quella inversa e si noti che la lsquochiusurarsquo

di e o egrave a nostro avviso piuttosto una mancata apertura di 28 Cfr giagrave Redon (2002 37)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

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13

Les meacutecanismes de la concordance des temps et leur eacutevolution

du latin aux langues romanes

Les regravegles lsquoclassiquesrsquo de la concordance des temps ont fait lrsquoobjet de nombreuses

critiques de la part des grammairiens et des linguistes Parmi ceux-ci il semble que

Ferdinand Brunot et Charles Bruneau soient les plus cateacutegoriques laquo Les grammai-

riens modernes ont imagineacute une preacutetendue regravegle de concordance des temps Cette

regravegle nrsquoa jamais eacuteteacute observeacutee par les bons eacutecrivains raquo (Preacutecis de grammaire historique de la langue franccedilaise Paris Masson et Cie 1949 p 387) Quelques anneacutees plus tard

lorsqursquoil eacutecrit La penseacutee et la langue Ferdinand Brunot nrsquoa pas changeacute drsquoavis laquo Le

chapitre de la concordance des temps se reacutesume en une ligne il nrsquoy en a pas raquo (Bru-

not 1965 782)

Pourtant contrairement agrave lrsquoaffi rmation ci-dessus la regravegle de lsquoconcordance des

tempsrsquo a plus drsquoun titre drsquoancienneteacute Elle a drsquoabord eacuteteacute appliqueacutee au latin et est ensei-

gneacutee depuis plus de deux milleacutenaires Dans leur Syntaxe latine (1951-2002) A Ernout

et F Thomas la reacutesument en ces termes

laquo La concordance des temps du subjonctif est deacutefi nie drsquoordinaire par la regravegle suivante

dite regravegle de la consecutio temporum

1) Au preacutesent (ou au futur) de lrsquoindicatif dans la proposition principale correspond un preacute-

sent ou un parfait du subjonctif dans la subordonneacutee

dico

quid faciat quid fecerit quid facturus sit

dicam

lsquolsquo je dis (dirai) ce qursquoil fait ce qursquoil a fait ce qursquoil fera rsquorsquo

2) A un temps passeacute de la proposition principale correspond dans la subordonneacutee un impar-

fait ou un plus-que-parfait du subjonctif

dixi

dicebam quid faceret quid fecisset quid facturus esset

dixeram

lsquolsquo jrsquoai dit (je disais jrsquoavais dit) ce qursquoil faisait ce qursquoil avait fait ce qursquoil ferait rsquorsquo (sect 394)

Les laquo grammairiens modernes raquo dont parlent Ferdinand Brunot et Charles Bru-

neau nrsquoont donc fait qursquoadapter au franccedilais une regravegle que tous les apprenants du latin

sont bien obligeacutes drsquoapprendre car elle permet drsquoeacuteviter des erreurs grossiegraveres dans le

CILPR 2013 ndash SECTION 2

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thegraveme latin Il ne srsquoagit cependant pas drsquoune regravegle absolue comme le reconnaissent

A Ernout et F Thomas qui apregraves avoir eacutenonceacute la regravegle ajoutent laquo Mais la simpliciteacute

factice de cette regravegle a pour reacutesultat de rejeter de nombreux faits parmi les exceptions

On doit tenir compte mieux qursquoelle ne le fait des conditions imposeacutees par les valeurs

particuliegraveres des temps eux-mecircmes et par la nature des diverses propositions subor-

donneacutees raquo

Le problegraveme poseacute par les laquo grammairiens modernes raquo citeacutes par F Brunot et C

Bruneau pourrait se reacutesumer de la maniegravere suivante ces grammairiens ont-ils eu

raison de transposer au franccedilais une regravegle faite pour la langue dont le franccedilais est

issu le latin

On remarquera que les remarques critiques de F Brunot et C Bruneau nrsquoont pas

drsquoeacutequivalents dans les autres langues romanes comme lrsquoespagnol le portugais ou

lrsquoitalien Les speacutecialistes de ces langues qursquoils soient peacutedagogues grammairiens ou

linguistes sont contraints de reconnaicirctre pratiquement tous lrsquoexistence dans ces lan-

gues drsquoun meacutecanisme de laquo concordance des temps raquo Ainsi la Grammaire espagnole de Jean Bouzet (Paris Belin 1945 p223 sect514) met en garde le traducteur qui doit

rendre en espagnol un preacutesent du subjonctif franccedilais laquo Le franccedilais moderne nrsquoest pas

tregraves rigoureux sur la concordance des temps du subjonctif avec le verbe de la proposi-

tion principale et tolegravere bien souvent lrsquoemploi du preacutesent au lieu de lrsquoimparfait Jrsquoavais peur qursquoil ne srsquoeacutegare qursquoil nrsquoarrive pas qursquoil ne sache pas etc Il conviendra toujours

de rectifi er la concordance avant de traduire raquo Dans un manuel drsquoapprentissage de

lrsquoespagnol comme Pueblo sous le libelleacute laquo La concordance des temps raquo on peut lire

laquo Alors que le franccedilais utilise de moins en moins le subjonctif passeacute (il eucirct fallu que vous vinssiez) son emploi au lieu du subjonctif preacutesent est rigoureusement obligatoire

chaque fois que le verbe de la proposition principale est au passeacute ou au conditionnel raquo

(A Mercier Pueblo 3 Paris Armand Colin 1972 120) Lrsquoaffi rmation aussi peacuteremp-

toire - mais de sens opposeacute - que celles de Ferdinand Brunot est compleacuteteacutee par les

exemples suivants

laquo nos dicen que pasemos ----------gt nos dijeron que pasaacuteramos

me interesa que esteacutes tuacute ----------gt me interesaba que estuvieses tuacute

es mejor que vuelva mantildeana ------gt seriacutea mejor que volviera mantildeana

quiero que contestes pronto ------gt quisiera que contestases pronto raquo

avec le commentaire

laquo Principale au passeacute ----gt subjonctif passeacute dans la subordonneacutee

passeacute simple

imparfait

plus-que-parfait

conditionnel raquo

BEGIONI ROCCHETTI

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Cette concordance est valable aussi pour lrsquoitalien La Grammatica italiana - Il verbo de G-B Moretti et de G-R Orvieto (Perugia Benucci 1979 vol I 67-76)

consacre 10 pages agrave exposer en deacutetail la concordance des temps en italien Pour ne

pas alourdir notre exposeacute nous nous limiterons agrave citer un extrait de la grammaire de

Luca Serianni Italiano (Torino UTET 1988 388-390) qui renvoie agrave G-B Moretti et

G-R Orvieto et reacutesume ainsi la concordance des temps lorsque la subordonneacutee est au

subjonctif (p 390) laquo Il tempo verbale della reggente condiziona il tempo dellrsquoogget-

tiva sia pure senza la rigorositagrave della lsquoconsecutio temporumrsquo latina raquo (p 388)

On voit que lrsquoespagnol et lrsquoitalien donnent lieu agrave des remarques comparables

proches de la regravegle latine quoique avec une moindre rigueur comme le souligne

Luca Serianni La diffeacuterence tient au fait que le subjonctif latin comportait 4 temps

(preacutesent imparfait parfait et plus-que-parfait) alors que le subjonctif de la langue

italienne se reacuteduit agrave un preacutesent et agrave un parfait Ce dernier est paradoxalement appeleacute

imperfetto alors qursquoil a pour origine le plus-que-parfait du subjonctif latin - cf lat

cantavissem gt it cantassi - et qursquoil est resteacute un perfectum de virtualiteacute en italien Il

peut par exemple poser seul une hypothegravese sans lrsquoaide des conjonctions se ou anche se Avesse dovuto aspettare non cinque minuti ma cinquanta secoli non sarebbe uscito di ligrave senza aver parlato prima collrsquoamabile sposina (De Marchi Demetrio Pia-nelli 479) Il en est de mecircme de lrsquoespagnol bien que sa morphologie au subjonctif

soit un peu plus complexe il dispose lui aussi drsquoun preacutesent drsquoun parfait - doteacute de

deux formes lrsquoune en -se (lat cantavissem gt esp cantase) de mecircme origine que le

parfait italien lrsquoautre en -ra issue du plus-que-parfait de lrsquoindicatif latin (lat cantave-ram gt esp cantara) - et drsquoun futur Mais ce dernier temps nrsquoest plus drsquousage courant et

nrsquoentre pas dans la regravegle lsquoclassiquersquo de la concordance des temps

Nous arrivons ainsi agrave lrsquoobjet de notre eacutetude comment et surtout pourquoi est-on

passeacute de 4 temps pour le subjonctif latin agrave deux temps en italien et (pratiquement) en

espagnol Pourquoi le franccedilais a-t-il reacuteduit aujourdrsquohui son subjonctif agrave un seul temps

alors que lrsquoancien-franccedilais en utilisait reacuteguliegraverement deux Quelles sont les eacutetapes

que lrsquoon peut distinguer dans ces eacutevolutions Agrave quoi reacutepond un meacutecanisme aussi

insolite - et on lrsquoa vu aussi controverseacute - que la concordance des temps Enfi n nous

avons passeacute sous silence jusqursquoagrave preacutesent la langue roumaine mais elle peut ecirctre riche

drsquoenseignements puisqursquoelle est issue comme les langues romanes occidentales drsquoun

latin fortement marqueacute par la concordance des temps et pourtant elle ne preacutesente

aucune regravegle de lsquoconcordance des tempsrsquo ni mecircme aucun reste eacutevident drsquoun ancien

fonctionnement fondeacute sur une telle regravegle Comment comprendre une telle diversifi -

cation pour des langues qui offrent par ailleurs une multitude de meacutecanismes com-

parables

Ce qui frappe en premier lieu crsquoest moins la concordance en elle-mecircme - puisque

tous les eacuteleacutements drsquoune phrase doivent en effet lsquoconcorderrsquo pour donner agrave la phrase

sa coheacuterence - que le fait qursquoelle entraicircne la reacutepeacutetition drsquoune donneacutee (le temps) deacutejagrave

fournie par le verbe de la principale Agrave quoi reacutepond cette reprise Le verbe de la

principale ne serait-il pas suffi sant pour situer lrsquoensemble de la phrase dans lrsquoeacutepoque

CILPR 2013 ndash SECTION 2

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preacutesente passeacutee ou future Doit-on analyser la seacutequence laquo proposition principale +

proposition subordonneacutee raquo comme le rapprochement de deux entiteacutes indeacutependantes

agrave lrsquoorigine et qui pour se rapprocher doivent emprunter lrsquoune agrave lrsquoautre des eacuteleacutements

temporels marquant leur homogeacuteneacuteisation au sein drsquoune mecircme phrase Agrave cette ques-

tion srsquoen ajoute une autre y a-t-il dans les langues en eacutevolution drsquoautres cas analo-

gues de rapprochement drsquoeacuteleacutements drsquoorigine diffeacuterente et fi nissant par srsquoamalgamer

en une nouvelle uniteacute homogegravene La reacuteponse agrave cette deuxiegraveme question est certaine-

ment positive et les exemples ne manquent pas

Dans Begioni Rocchetti 2010 eacutetude publieacutee dans la revue Langages ndeg 178 (p

67-87) et intituleacutee La deacutefl exiviteacute du latin aux langues romanes quels meacutecanismes systeacutemiques sous-tendent cette eacutevolution nous avons examineacute plusieurs cas de reacutepeacute-

tition concernant des eacuteleacutements en cours de rapprochement Le cas le plus exemplaire

nous paraicirct ecirctre dans le domaine nominal lrsquoapparition de lrsquoarticle deacutefi ni (agrave partir du

deacutemonstratif latin) sa liaison progressive avec le substantif lrsquoexistence pendant de

nombreux siegravecles drsquoune double marque du genre et du nombre agrave la fois sur lrsquoarticle et

sur le substantif et la reacuteduction en franccedilais moderne de la marque du nombre expri-

meacutee jusque-lagrave par la deacutesinence du deuxiegraveme eacuteleacutement (le substantif) alors qursquoelle se

maintient sur le premier Pour une compreacutehension plus approfondie du pheacutenomegravene de

la deacutefl exiviteacute nous renvoyons le lecteur agrave cette eacutetude

Nous avons mis en rapport ces eacutevolutions avec une restructuration de la phrase due

au passage de lrsquoindo-europeacuteen langue reconstruite avec le verbe en position fi nale

aux langues indo-europeacuteennes actuelles inteacutegrant plusieurs propositions enchacircsseacutees

les unes dans les autres dont lrsquoune ou les unes sont reacutegissantes et les autres reacutegies

On peut reacutesumer les diffeacuterentes eacutetapes pour lrsquoassemblage de deux eacuteleacutements dans

une forme nouvelle de la maniegravere suivante

- Eacutetape 1 les deux syntagmes verbaux indeacutependants agrave lrsquoorigine mais mis en relation au

sein drsquoune phrase unique doivent pour bien signaler leur association reprendre les

mecircmes marques formelles (aspect mode et temps) On observe donc une duplication sys-

teacutematique des marques au niveau de la morphologie des deux verbes qui sont ainsi mis en

relation mais qui peuvent dans cette premiegravere phase rester eacuteloigneacutes lrsquoun de lrsquoautre

- Eacutetape 2 les deux verbes conservent chacun leurs marques morphologiques (le plus sou-

vent deacutesinentielles) de leur solidariteacute mais ils commencent agrave se rapprocher Le verbe de

la subordonneacutee peut ecirctre introduit par une conjonction (qui peut varier selon le type de

subordonneacutee)

- Eacutetape 3 une fois leur liaison syntaxique eacutetablie - crsquoest-agrave-dire une successiviteacute systeacutemati-

quement installeacutee - le deuxiegraveme eacuteleacutement (dans le cas de la deacutefl exiviteacute reacutegressive) perd des

marques qui faisaient double emploi avec celles deacutejagrave apporteacutees par le premier eacuteleacutement

Degraves lors celui-ci devient preacutedominant et tend agrave concentrer tous les apports formels lais-

sant les apports seacutemantiques au second eacuteleacutement

- Etape 4 Lrsquoeacutevolution est acheveacutee lorsqursquoil nrsquoy a plus aucune duplication drsquoinformation

Voyons comment intervient le pheacutenomegravene de la deacutefl exiviteacute dans le cas qui nous

inteacuteresse ici celui de la concordance des temps

BEGIONI ROCCHETTI

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Le premier stade - celui du rapprochement de deux verbes ou de deux syntagmes

verbaux dans une structure nouvelle orienteacutee vers la creacuteation drsquoune subordination

- est envisageacute pour le latin par A Ernout et F Thomas dans le chapitre laquo Subordi-

nation et coordination raquo (p 291) de leur volume Syntaxe latine laquo la syntaxe de subor-

dination repreacutesente un eacutetat de langue relativement reacutecent instituant entre des pro-

positions agrave lrsquoorigine autonomes des rapports comparables agrave ceux qui se sont eacutetablis

dans la syntaxe du nom au deacutetriment de la construction appositionnelle raquo Crsquoest aussi

notre position nous venons de voir en effet que le processus de creacuteation de lrsquoarticle agrave

partir du pronom-adjectif reacutesulte de lrsquoapplication de la deacutefl exiviteacute au syntagme nomi-

nal et nous allons voir que la creacuteation de la subordination est lrsquoapplication du mecircme

processus au syntagme verbal Les deux latinistes se fondent pour cela sur des traces

drsquoun eacutetat ancien que conserve encore la langue de Ciceacuteron laquo Le latin eacutecrivent-ils

laisse entrevoir encore dans certains tours lrsquoancienne autonomie des propositions

des constructions comme caue cadas lsquolsquo prends garde de tomber rsquorsquo uolo facias lsquolsquo je veux

que tu fasses rsquorsquo signifi aient proprement lsquolsquo prends garde tu pourrais tomber rsquorsquo lsquolsquo fais-le

je le veux rsquorsquo Les subjonctifs cadas facias se justifi aient par eux-mecircmes comme mar-

quant la possibiliteacute ou la volonteacute et ils eacutetaient simplement juxtaposeacutes De cet eacutetat qui

est celui de la parataxe [] il subsiste des traces dans des formules et la langue parleacutee

ne srsquoen est jamais entiegraverement deacutepartie raquo

De telles lsquotracesrsquo de parataxe se trouvent encore en italien Alors que les verbes

qui introduisent une subordonneacutee exprimant la reacutealiteacute doivent obligatoirement se

construire avec la conjonction che lsquolsquo que rsquorsquo - vedo che sei contento lsquolsquo je vois que tu es

content rsquorsquo osservo che non egrave venuto lsquolsquo je remarque qursquoil nrsquoest pas venu rsquorsquo - ceux qui

expriment le deacutesir lrsquoespoir la crainte la croyance ou la volonteacute - crsquoest-agrave-dire tous ceux

qui contiennent une part (variable) de virtualiteacute - peuvent se construire avec ou sans

che

(6) spero sia stato promosso lsquolsquo jrsquoespegravere qursquoil a eacuteteacute admis rsquorsquo

(7) credevo fosse piugrave piccolo lsquolsquo je croyais qursquoil eacutetait plus petit rsquorsquo

La parataxe a eu une large extension en ancien italien Elle srsquoest reacuteduite en italien

moderne puisqursquoelle ne peut plus ecirctre utiliseacutee apregraves des verbes deacuteclaratifs introdui-

sant une subordonneacutee de reacutealiteacute Mais si lrsquoon compare le franccedilais et lrsquoitalien sur le cri-

tegravere de lrsquoemploi ou du non emploi de che on est frappeacute de la constance avec laquelle

le franccedilais utilise sa conjonction

Sommes-nous pour autant en franccedilais au stade 4 celui drsquoune disparition com-

plegravete de la concordance Dans je veux qursquoil vienne devenant au passeacute je voulais qursquoil vienne le verbe de la subordonneacutee ne reprend effectivement pas le temps (preacutesent

et passeacute) des principales je veux et je voulais mais que faut-il penser de lrsquoemploi du

mode subjonctif Ne repreacutesente-t-il pas sous une forme speacutecifi que la reprise du

contenu seacutemantique virtualisant du verbe de la principale Avec le verbe venir on

nrsquoest pas dans la situation des verbes du premier groupe lesquels ne distinguent plus

en effet lrsquoindicatif et le subjonctif par des formes speacutecifi ques je vois que tu manges je

CILPR 2013 ndash SECTION 2

18

veux que tu manges Dans ce seul cas en effet on peut dire que la concordance des

temps est parvenue agrave une disparition complegravete ce qui signifi e que la subordonneacutee

a eacuteteacute parfaitement inteacutegreacutee agrave la principale on passe de la phrase indeacutependante tu manges agrave la subordonneacutee que tu manges par le seul ajout de la conjonction de subordi-

nation que En revanche pour tous les autres groupes puisque le subjonctif preacutesente

une forme diffeacuterente de celle de lrsquoindicatif on constate une duplication de la valeur

modale exprimeacutee par le seacutemantisme du verbe de la principale avec la reprise sur

un plan morphologique de cette valeur modale On peut donc dire que si dans les

deux exemples ci-dessus le franccedilais nrsquoapplique plus la concordance des temps il nrsquoen

applique pas moins une reacuteelle lsquoconcordance modalersquo

Le fait que dans les langues romanes occidentales la conjonction ldquoquerdquo (it che esp et fr que) ait eacuteteacute la particule de subordination la plus utiliseacutee a contribueacute au

maintien de la valeur modale du verbe de la subordonneacutee Dans les cas ougrave la particule

de subordination nrsquoest pas ldquoquerdquo mais ldquosirdquo la forme de subjonctif ne srsquoest pas mainte-

nue ainsi doit-on utiliser le subjonctif dans une phrase comme je veux qursquoil le fasse mais on passe agrave lrsquoindicatif (futur) si on continue avec mais je me demande srsquoil le fera En effet que pose alors que si suppose Le subjonctif est donc neacutecessaire apregraves que pour exprimer la virtualiteacute lorsque celle-ci est exigeacutee par le verbe de la principale

Dans les mecircmes conditions lrsquoindicatif srsquoimpose apregraves la conjonction hypotheacutetique si La langue roumaine qui a utiliseacute beaucoup plus largement la particule de subordina-

tion să - issue du latin si - a pu reacuteduire consideacuterablement la morphologie speacutecifi que de

son subjonctif Crsquoest un des eacuteleacutements qui a contribueacute agrave faire disparaicirctre pratiquement

toute concordance des temps (et des modes) dans cette langue

Il peut ecirctre inteacuteressant drsquoaller plus loin dans lrsquoanalyse des choix qui ont eacuteteacute faits par

la langue roumaine Ils peuvent en effet apporter un eacuteclairage nouveau sur certaines

particulariteacutes des langues romanes qui preacutesentent - ou ont preacutesenteacute au cours de leur

eacutevolution - une concordance des temps Le fait que le roumain ne reacutevegravele agrave aucun

moment de son histoire un fonctionnement qursquoil serait possible de classer sous la

deacutenomination de lsquoconcordance des tempsrsquo nous paraicirct devoir ecirctre analyseacute pour com-

prendre la maniegravere dont ont eacutevolueacute les langues romanes occidentales

Nous sommes en particulier intrigueacutes par la creacuteation au sortir du latin drsquoun des

temps qui entrent dans la syntaxe de la concordance des temps non pas le futur - car

lrsquoexpression du temps agrave venir paraicirct tout agrave fait claire et leacutegitime dans la penseacutee et dans

la bouche drsquoun locuteur - mais le temps qui sert agrave indiquer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute

et qui porte le nom (nettement moins leacutegitime ) de conditionnel Il exprime en effet

une action soumise agrave une condition et tire de lagrave son nom mais en plus (simultaneacute-

ment ) il remplace le futur dans les fonctions que celui-ci aurait ducirc (mais peut-ecirctre nrsquoa

pas pu ) assumer dans lrsquoeacutepoque passeacutee Formeacute au sortir du latin avec lrsquoinfi nitif suivi

de lrsquoauxiliaire habere au passeacute le conditionnel peut ecirctre consideacutereacute comme la variante

(passeacutee) du futur La liaison eacutetroite entre le futur et le moment de lrsquoeacutelocution apparaicirct

agrave la reacutefl exion comme la raison profonde de la creacuteation du conditionnel et par voie

de conseacutequence de lrsquoexistence mecircme de cette regravegle de concordance des temps qui

BEGIONI ROCCHETTI

19

oblige agrave passer du futur dans la subordonneacutee (apregraves une principale au preacutesent) agrave un

conditionnel (apregraves une principale au passeacute) Les langues de la Romania occidentale

ont en quelque sorte susciteacute la creacuteation drsquoun temps nouveau speacutecialement consacreacute agrave

lrsquoexpression de lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute afi n de reacutesoudre la non-pertinence du futur

pour cette fonction Voyons maintenant ce que peut nous apporter sur ce point la

langue roumaine

Elle a eacuteteacute confronteacutee au mecircme problegraveme mais a trouveacute une autre solution et

mecircme une solution eacuteleacutegante qursquoil peut ecirctre inteacuteressant drsquoexaminer dans son principe

Le meacutecanisme qursquoelle a utiliseacute est celui qursquoen psychomeacutecanique du langage on appelle

la saisie anticipeacutee lorsque le futur est utiliseacute dans une proposition indeacutependante ou

principale il preacutesente toutes ses caracteacuteristiques en particulier

1- la valeur drsquoulteacuterioriteacute

2- la liaison avec le moment de lrsquoeacutelocution (futur laquo vrai raquo)

En revanche lorsqursquoil se situe dans une proposition subordonneacutee il exprime tou-

jours lrsquoideacutee drsquoulteacuterioriteacute mais il perd sa liaison avec le moment de lrsquoeacutelocution lrsquoulteacute-

rioriteacute se reacutefegravere alors au temps exprimeacute par le verbe de la principale Soit en scheacutema

Fig 1 - Le meacutecanisme de la saisie anticipeacutee

Emploi dans une proposition Emploi dans une proposition

subordonneacutee indeacutependante ou principale

saisie anticipeacutee saisie fi nale

Futur lsquotemps relatifrsquo Futur vrai

(= relatif au temps (= en relation avec

de la principale) le moment de lrsquoeacutelocution)

Le roumain dispose avec cette double saisie du futur drsquoun temps qui comme le

futur des langues romanes occidentales peut situer lrsquoaction dans lrsquoeacutepoque future pour

le locuteur mais qui peut aussi exprimer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute lorsqursquoil est placeacute

dans une subordonneacutee deacutependant drsquoune principale au passeacute

Le choix qui a eacuteteacute celui de la langue roumaine repreacutesente une innovation dans les

langues romanes et a eu au moins trois conseacutequences importantes

1 - Contrairement aux langues romanes occidentales la langue roumaine nrsquoa pas eu recours agrave

un temps speacutecifi que pour exprimer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute Elle a bien disposeacute au sor-

tir du latin drsquoune construction avec lrsquoinfi nitif suivi de lrsquoauxiliaire habere au preacutesent (ex

cantare + habeo gt cacircntare aș lsquolsquo je chanterai(s) rsquorsquo devenu aujourdrsquohui aș cacircnta lsquolsquo je chante-

rais rsquorsquo) mais elle ne preacutesente pas drsquoeacutequivalents de cantare + habebam (conditionnel fr

esp port) ni de cantare + hebui (conditionnel it)

2 - La seconde conseacutequence est lrsquoabsence de veacuteritable concordance des temps lorsqursquoil srsquoagit

drsquoexprimer lrsquoulteacuterioriteacute par rapport au preacutesent ou par rapport au passeacute le futur est utiliseacute

CILPR 2013 ndash SECTION 2

20

dans les deux cas Comme par ailleurs le subjonctif srsquoest lui aussi consideacuterablement

reacuteduit en liaison avec lrsquoemploi de la conjonction să (issue du latin si) la concordance des

temps est sans doute la surprise la plus deacutesagreacuteable qui attend les Roumains lorsqursquoils

entreprennent lrsquoapprentissage drsquoune langue romane occidentale

3 - On peut relever une troisiegraveme conseacutequence puisque la langue roumaine nrsquoa pas eu besoin

drsquoun conditionnel pour exprimer lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute elle a pu se doter drsquoun veacuteri-

table conditionnel crsquoest-agrave-dire drsquoune forme verbale reacuteserveacutee agrave la seule modaliteacute de condi-

tionnel ce qui nrsquoest pas le cas des autres langues romanes Celles-ci preacutesentent en effet un

temps verbal dit conditionnel qui assume une double fonction lrsquoune temporelle (= ulteacute-

rieur du passeacute) lrsquoautre modale (= conditionnel) La prolifeacuteration des constructions expri-

mant le futur dans la langue roumaine - am să cacircnt lsquolsquo je chanterai rsquorsquo litt lsquolsquo jrsquoai agrave chanter rsquorsquo

voi cacircnta lsquolsquo je chanterai rsquorsquo litt lsquolsquo je veux chanter rsquorsquo o să cacircnt lsquolsquo je chanterai rsquorsquo litt lsquolsquo je veux

que je chante rsquorsquo - a permis agrave la forme qui a donneacute le futur dans les autres langues romanes

(cantare + habeo) de quitter complegravetement le domaine de la temporaliteacute agrave laquelle elle

eacutetait encore attacheacutee aux XVIe et XVIIe siegravecles pour devenir uniquement lrsquoexpression de

la modaliteacute conditionnelle (aș cacircnta = lsquolsquo je chanterais rsquorsquo)

On peut penser que le conditionnel formeacute sur lrsquoinfi nitif suivi de lrsquoauxiliaire agrave lrsquoim-

parfait ou au parfait des langues romanes occidentales est neacute apregraves la mecircme construc-

tion avec lrsquoauxiliaire au preacutesent puisque ce dernier existe en roumain tandis que le

premier est inexistant Si cette hypothegravese est exacte cela pourrait signifi er que le

conditionnel des langues romanes occidentales est neacute en premier pour lrsquoexpression

de la temporaliteacute (lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute) et qursquoil nrsquoa assumeacute qursquoensuite les valeurs

modales reccedilues du subjonctif Crsquoest le chemin suivi aussi on vient de le voir par le

conditionnel roumain dont la construction est la mecircme que celle qui a donneacute les

futurs des langues romanes occidentales On peut voir une confi rmation de cette

hypothegravese dans le deacutegagement amorceacute du conditionnel franccedilais de lrsquoexpression de

lrsquoulteacuterioriteacute dans le passeacute avec le remplacement de la forme syntheacutetique du condition-

nel par lrsquoauxiliaire aller suivi de lrsquoinfi nitif il a dit avait dit qursquoil viendrait remplaceacute

dans le franccedilais actuel par il a dit avait dit qursquoil allait venir Ainsi progressivement

deacutegageacute de ses valeurs temporelles le conditionnel franccedilais pourra devenir de plus

en plus modal crsquoest-agrave-dire suivre un chemin parallegravele agrave celui traceacute par le condition-

nel roumain Mais on remarquera que le deacutegagement du conditionnel ne signifi e pas

pour autant la disparition de la concordance des temps on a certes il a dit qursquoil va venir qursquoil allait venir mais pas il avait dit qursquoil va venir On retombe en effet sur la

liaison du futur avec le moment T0 de lrsquoeacutelocution

En reacutesumeacute la concordance des temps apparaicirct comme une eacutetape de lrsquoeacutevolution

de la subordination dans les langues romanes dans la mesure ougrave cette concordance

tregraves stricte dans certaines drsquoentre elles - italien espagnol en particulier mais aussi

franccedilais (du tregraves ancien franccedilais jusqursquoau franccedilais classique) - reacutevegravele une subordina-

tion non encore complegravetement exprimeacutee par lrsquoeacuteleacutement subordonnant (it che esp et

fr que) lequel doit encore ecirctre accompagneacute drsquoune modifi cation agrave la fois modale et

temporelle du verbe subordonneacute On a vu que lrsquoeacutetape suivante repreacutesenteacutee par le

franccedilais conserve la variation compleacutementaire modale mais ne preacutesente plus pour

lrsquoessentiel la concordance temporelle

BEGIONI ROCCHETTI

21

Lorsque cette derniegravere eacutetape sera deacutepasseacutee on pourra dire qursquoil nrsquoy aura plus

aucune diffeacuterence formelle entre une phrase indeacutependante et une phrase subordon-

neacutee seule la preacutesence drsquoune conjonction placeacutee agrave la jonction entre la phrase (1) et la

phrase (2) indiquera que la premiegravere est la proposition reacutegissante et que la seconde

est la proposition reacutegie Crsquoest deacutejagrave ce que lrsquoon observe dans le cas ougrave la phrase reacutegie

indique une reacutealiteacute et cela pour tous les groupes verbaux

je sais X (X= tu fais ce qursquoil faut pour reacuteussir) ------gt je sais que tu fais ce qursquoil faut pour reacuteussir

je constate + tu as reacuteussi ------gt je constate que tu as reacuteussi

Cette remarque reste valable lorsque la proposition subordonneacutee exprime une

action virtuelle irreacuteelle ou potentielle mais seulement pour les verbes du premier

groupe

je veux + tu manges ------gt je veux que tu manges

En revanche lrsquoadaptation modale est indispensable pour les verbes des autres

groupes

je veux + tu dors ------gt je veux que tu dormes

La comparaison entre lrsquoeacutevolution de la subordination et celle du syntagme nomi-

nal pourrait se poursuivre De mecircme que nous venons de voir que la subordination se

comporte diffeacuteremment selon les groupes verbaux de mecircme nous pouvons constater

que la reacutepartition des marques du genre et du nombre entre lrsquoarticle et le substan-

tif tient compte du groupe auquel le substantif appartient srsquoil exprime une pluraliteacute

externe seul lrsquoarticle exprime le genre et le nombre dans la langue orale ex un enfant une enfant lrsquoenfant les enfant(s) mais srsquoil exprime une pluraliteacute interne le

substantif conserve lui aussi la marque du nombre ex lrsquoœil les yeux le travail les travaux

Il y a donc bien un paralleacutelisme eacutevident entre lrsquoeacutevolution de la reacutepartition des

marques du genre et du nombre dans le syntagme nominal et lrsquoeacutevolution de la subor-

dination Crsquoest qursquoen effet le meacutecanisme fondamental de la deacutefl exiviteacute est le mecircme

Dans le premier cas il srsquoapplique agrave un eacuteleacutement de la phrase (le syntagme nominal)

dans le deuxiegraveme agrave la nominalisation drsquoune proposition Lrsquoobjectif de la subordina-

tion est en effet la transformation drsquoune phrase en lrsquoeacutequivalent drsquoun substantif pour

que lrsquoensemble ainsi lsquosubstantiveacutersquo puisse ecirctre inteacutegreacute dans une autre phrase Toutes les

variantes que nous avons vues ne sont que des eacutetapes de cette eacutevolution

Universiteacute Charles de Gaulle - Lille 3

CAER EA 854 Aix-Marseille Universiteacute Louis BEGIONI

Universiteacute Sorbonne Nouvelle - Paris 3 Alvaro ROCCHETTI

CILPR 2013 ndash SECTION 2

22

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Begioni L Bracquenier C (ed) Lrsquoaspect dans les langues naturelles approche comparative

Rennes PUR 39-50

23

Il lessico della cultura materiale come fonte di studio del latino

lsquocirca romanccedilumrsquo

1 Il lessico concreto nei documenti notarili medievali dellrsquoItalia meri-

dionale

In questo contributo saranno presentati alcuni aspetti emersi da un esame del

lessico della cultura materiale nelle carte notarili medievali dellrsquoItalia meridionale

Nellrsquoindagine sullo stadio di lingua in cui si collocano i documenti latini studiati lrsquoos-

servazione del lessico concreto egrave di particolare interesse se si considerano la natura

linguistica dei testi e la situazione comunicativa in cui essi vengono prodotti

Il lavoro si avvale delle edizioni di documenti originali provenienti dalla Cam-

pania e dalla Puglia e riguarda lrsquoarco cronologico che va dallrsquoVIII al XII secolo

Nellrsquoambito della ricerca egrave stato considerato un campione piuttosto abbondante di

circa 5000 carte Lrsquoestrapolazione delle forme attraverso lo spoglio di una porzione

signifi cativa della produzione notarile disponibile consente la raccolta di un reper-

torio lessicale vasto e articolato in cui risulta ridotto il margine di incompletezza

nella rappresentazione del materiale interessato In tal modo egrave possibile osservare i

termini studiati al confronto con un contesto ampio limitando il rischio di trascurare

lrsquoindividuazione di eventuali fenomeni di polimorfi smo nellrsquoindagine comparativa dei

lessemi

Tra le fonti diplomatiche prese in considerazione1 egrave stato selezionato un corpus di

160 brani da cui sono state estratte circa 500 voci relative a oggetti della vita quoti-

diana

I vocaboli analizzati compaiono principalmente in inventari nellrsquoambito di testa-

menti corredi donazioni e in misura minore di vendite Si tratta delle parti libere

dei documenti in cui lo scriba deve descrivere i beni trasmessi elaborando perso-

nalmente il testo in base alle circostanze Al di lagrave del luogo della charta in cui si

trovano gli elenchi in questione2 lrsquointeresse per lo studio del latino lsquocirca romanccedilumrsquo

egrave determinato soprattutto dallo speciale settore del lessico indagato La necessitagrave di

denominare oggetti della vita di ogni giorno suggerisce lrsquoidea che le espressioni impie-

1 Sono indicate nella nota bibliografi ca le sole fonti relative ai casi di studio menzionati in que-sta sede

2 Per le differenze linguistiche dovute alla distinzione strutturale tra parti di formulario e parti libere cfr Sabatini (1965 972-998) e Sabatini (1968 320-358)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

24

gate fossero di uso corrente e che la scelta dei lessemi rifl ettesse in qualche misura il

linguaggio comune

Lrsquoanalisi lessicale egrave utile per lrsquoosservazione della lingua degli atti notarili da piugrave

punti di vista Lrsquoincontro tra dimensione scritta e dimensione orale che caratterizza

i documenti legali in esame permette di cercare nella scripta latina tracce dellrsquoincon-

tro tra latino e volgare Il problema della diglossia richiede di considerare anche il

registro stilistico Lrsquoattribuzione dellrsquoelemento romanzo a una varietagrave bassa rispetto

al latino non sembra potersi applicare completamente allrsquoinvestigazione del lessico

concreto Tale approccio teorico dovrebbe presupporre un repertorio in cui termini

sinonimi piugrave o meno connotati stilisticamente denotano lo stesso referente proprio

della vita materiale Dalla ricerca in ambito lessicografi co non sono emersi tuttavia

indizi a supporto di questa ipotesi

La complessitagrave e lrsquointreccio di questi fattori saranno illustrati attraverso tre casi

di studio che forniranno lrsquooccasione di rifl ettere nello specifi co sulle implicazioni di

natura diacronica diatopica e stilistica determinate dallrsquoindagine sul lessico quoti-

diano nelle carte notarili

11 Alcuni aspetti dellrsquoindagine lessicale continuitagrave e innovazione

Tra i lessemi individuati si trovano naturalmente termini giagrave in uso in latino

come ad esempio ampulla anulus aratrum catinum conca falx mappa Alcuni di

questi presentano tratti grafi ci o morfologici che si discostano dal modello classico ma

non mostrano una sostanziale evoluzione semantica come calciamenta cocclarium

corcoma russus e i derivati in -ellus acucella arcella caldarella

Accanto alle voci giagrave presenti nella tradizione letteraria latina sono numerose

quelle che non risultano documentate nei lessici latini Molte di queste possono rico-

noscersi in esiti romanzi e dialettali ma non sono infrequenti i casi che non hanno

continuazione nelle varietagrave romanze moderne e che non sono riportati dalle fonti

dizionaristiche Il problema della continuitagrave si presenta con una fenomenologia

variegata che complica la valutazione delle innovazioni lessicali secondo un modello

astratto di polaritagrave latinoromanzo Una classifi cazione defi nita che distingua forme

latine da forme propriamente romanze non egrave unrsquooperazione scontata e in alcuni casi

resta aperta la questione se si tratti di espressioni proprie esclusivamente del romanzo

o di termini latini vitali magari in ambito quotidiano e colloquiale

La questione dellrsquoidentifi cazione di elementi latini e di elementi romanzi com-

porta implicazioni metodologiche che si rifl ettono sul momento della rappresenta-

zione formale In ragione della presenza di volgarismi accanto a lessemi di tradizione

latina questo problema egrave particolarmente complicato nello studio del lessico inda-

gato Nella presentazione di una forma base infatti risulta problematico lrsquouso della

declinazione classica anche per termini la cui interpretazione storica non egrave sempre

chiara Si pone in sostanza il problema di applicare lo stesso trattamento a un mate-

riale che si presenta eterogeneo sotto alcuni aspetti La diffi coltagrave della lemmatizza-

FERRARI

25

zione egrave evidente anche nei diversi criteri impiegati dalle fonti lessicografi che come si

potragrave constatare a proposito di alcuni degli esempi illustrati di seguito I tipi elencati

selezionati a titolo dimostrativo non sono registrati dai dizionari di latino classico e

risultano documentati solo in latino medievale3

andantelis agg nel sintagma altare andantele ldquoaltare mobilerdquo (1043 in Salernitano agro

CDC VI MXVI) La forma egrave lemmatizzata e defi nita in questo modo nel Lexicon posto in

appendice al IX volume del CDC4

barilis s m ldquobarilerdquo (1065 Salerno CDC IX 1) Il Lexicon di CDC5 riporta barrilis ldquodoliolumrdquo Il termine si trova sotto la voce barile in DuCange (I 578b)

calzari s m pl ldquocalzarirdquo (1028 in Salernitano agro CDC V DCCXCVII) Il termine egrave

riportato in questa forma solamente da Sella (104) che registra una forma simile calzarius

ldquocalzarerdquo a Venezia nel 1271

cardaturum -us ldquocardo (da lana)rdquo6 (1021 Bari CDB I 10) In questo caso si segnala la

diffi coltagrave di assegnare la categoria di genere a certe forme laddove i termini studiati com-

paiono per lo piugrave in funzione di complemento oggetto Su tre occorrenze individuate nel

corpus due terminano in -o e una in -um7

citrinus agg ldquogiallordquo (1065 Bari CDB IV 42)8

coclarilis s m ldquoporta cucchiairdquo (1054 Monopoli nella forma cucclarile ChCup 42)9

corcibaldus s m ldquoveste corta o a maniche corterdquo (968 Nocera CDC II CCLVII)10

facciatora s f ldquomadia cassa di legno per impastarerdquo (1054 Monopoli ChCup 42)11

fondata s f ldquoveste con ricami drsquooro su setardquo (1028 Gaeta CDCaj I CLIII)12

nastala s f ldquonastrordquo (1028 Gaeta CDCaj I CLIII)13

zappa s f ldquozappardquo (845 Luceria CDC I XXV Sappas duas nel 785 a Benevento)14

3 Per comoditagrave di esposizione sono indicati il luogo e lrsquoanno dellrsquoattestazione piugrave antica rilevata nel corpus

4 De Prisco (1984 451)5 De Prisco (1984 453)6 La forma non egrave registrata dalle fonti lessicografi che consultate Ditchfi eld (2007 350) la

menziona a proposito della cardatura sottolineando la peculiaritagrave dellrsquouso al singolare per un oggetto utilizzato in paia

7 Oltre allrsquooccorrenza indicata il termine si trova nel 1054 a Monopoli (ChCup 42) e nel 1138 a Terlizzi (CDB III LI)

8 Cfr LIMAL (80a)9 Anche questa forma non egrave registrata dai dizionari consultati La defi nizione proposta egrave tratta

da Ditchfi eld (2007 130)10 Cfr DuCange (II 664a) LIMAL (112b) Niermeyer (I 384a) Ditchfi eld (2007 457)11 Nessuno dei dizionari consultati registra la forma Cfr Ditchfi eld (2007 120) che individua la

continuazione in Puglia nella forma fassature Cfr anche in VDS (I 226) fazzatorǝ ldquomadiardquo12 Cfr Niermeyer (I 599a) dove fundatus egrave defi nito ldquomȇleacute de fi l drsquoorrdquo e Sella (255) che riporta

fundatum ldquointessuto drsquoorordquo Cfr anche Ditchfi eld (2007 417-420) 13 Cfr DuCange (V 571a) Niermeyer (II 930a) REW (5840)14 Cfr DuCange (VIII 427b) Niermeyer (II 1224a) REW (9599)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

26

Un altro aspetto determinante nella caratterizzazione della situazione linguistica

relativa ai documenti studiati sono gli apporti alloglotti principalmente i germanismi

dovuti alla presenza longobarda e i grecismi di infl usso bizantino I longobardismi

non sono molto numerosi nel settore lessicale di nostro interesse Qualche traccia

si trova in termini come predula ldquosgabellordquo (sia a Monopoli nel 1054 in ChCup 42

che a Salerno nel 1065 in CDB IV 42) plaione ldquolenzuolordquo (a Bari nel 971 in CDB

IV Frammenti 2 e a Salerno nel 988 in CDC II CCCCIII)15 scirfa ldquosuppellettili

date come corredo nuzialerdquo (a Nocera nel 1014 in CDC IV DCLXXV)16 I greci-

smi sono piuttosto evidenti nel lessico relativo alla liturgia ad esempio in vocaboli

indicanti libri sacri come anastasimon (1032 Bari CDB I 18) catanicticon (1065

Salerno CDC IX 1) biblion panegiricon (1065 Salerno CDC IX 1) Alcuni lessemi

che denotano articoli di provenienza orientale si trovano anche nel linguaggio della

moda Lrsquoattribuzione di valore semantico per alcune di queste forme non consente di

ricavare unrsquoimmagine completa e dettagliata degli oggetti in questione Si tratta di

termini come bambadiki (1054 Monopoli ChCup 42) che indicherebbe una cami-

cia di cotone presumibilmente confezionata a Costantinopoli17 fuffude (1065 Bari

CDB IV 42) che rimanda forse a un tessuto di sciamito decorato a pois e alla tunica

confezionata con lo stesso tessuto18 scamagna ldquocaftanordquo (1029 in Salernitano agro

CDC V DCCCXII)19

2 Alcuni casi di studio

I casi illustrati di seguito rappresentano degli esempi della compresenza di diversi

fattori che si nota nellrsquoindagine sulle carte medievali latine Dallrsquoanalisi dei singoli

lessemi o di determinati aspetti strutturali che accomunano diversi tipi lessicali emer-

gono implicazioni di varia natura che possono essere comprese appieno solo se valu-

tate insieme e in rapporto tra loro

Il livello morfologico dellrsquoanalisi sembra di notevole rilievo a questo proposito In

particolare lrsquoesame dei modi della derivazione chiama in causa aspetti diacronici dia-

topici e di esplicazione del signifi cato Lo studio delle forme derivate invita a osserva-

zioni sulla produttivitagrave di alcuni suffi ssi nel corso del tempo e consente di verifi carne

la vitalitagrave nei territori considerati alla luce del confronto con la distribuzione geo-

grafi ca in epoche successive Lrsquointerpretazione delle forme suffi ssali stimola inoltre

rifl essioni sul signifi cato e sullrsquoambito drsquouso dei termini

Gli aspetti menzionati possono essere riscontrati tutti nella denotazione dellrsquoag-

gettivo ldquoafricanordquo in riferimento a tessuti nel CDC

15 Cfr LEI-Germ (I fasc 5 928-931)16 Cfr Tamassia (1906-7 311-318)17 Cfr Ditchfi eld (2007 446) e Nicole (1894 32) 18 Cfr Ditchfi eld (2007 415-6 e 451)19 Cfr DuCange (scaramanga VII 337 c) REW (scaramancum 577 a) Ditchfi eld (2007 452)

FERRARI

27

(1) 1043 in Salernitano agro panni serici africati (CDC VI MXVI)

(2) 1045 - panni serici africazzani du de altare (CDC VI MLII)

(3) 1049 Salerni vel in comitatu Salernitano pani serici africazzani tres de altare (CDC VII

MCXXI)

(4) 1054 Salerni vel in comitatu Salernitano pannilli afrecazzani serici quadtuor (CDC VII

MCCV)

(5) 1058 - sindones africactiana sericas quinque (CDC VIII MCCLVIII)

(6) 1065 Salerno sindones africaczanas sericas quinque (CDC IX I)

Il signifi cato del termine in relazione alla provenienza africana dei tessuti sem-

bra confermato da un altro passo in cui tale aspetto egrave espresso dal complemento de africa in luogo dellrsquoaggettivo (planete due de serico de panni de africa 1057 luogo

non menzionato CDC VIII MCCLII) Lrsquoaggettivo di provenienza egrave riportato per il

latino solo come Africus (ThLL I 1254 e REW 272) e Africanus (ThLL I 1260) LEI

(I 1270) riporta lrsquoaggettivo africanus come voce dotta presente in quasi tutte le lingue

romanze e segnala anche i tipi africato e africazzano derivati di africus come forme

dellrsquoitaliano antico meridionale inserite in un contesto latino Sia il tipo in -ato che

quello in -actianus-azzano non sono documentati nelle varietagrave romanze moderne

LEI rimanda alle stesse carte del nostro corpus senza richiami ad altre fonti al di

fuori del CDC Egrave da notare inoltre che le stesse forme non risultano attestate in altri

documenti coevi di diversa area

In questo caso il problema della defi nizione del tipo lessicale e della riduzione

a una forma base egrave particolarmente evidente I tipi africato e africazzano anche se

giudicati come semplici varianti formali mostrano una veste morfologica che si dif-

ferenzia sensibilmente

Nellrsquoanalisi delle forme rilevate lrsquoelemento che appare piugrave diffi cile da chiarire egrave

il suffi sso -azzo Esso egrave impiegato in alcune varietagrave romanze per derivare nomi di

abitanti Rohlfs20 segnala questo uso in Corsica in basteligaccio ldquodi Bastelicardquo bas-tiaccio ldquodi Bastiardquo con esito fonetico in -accio in Toscana in Melazzo ldquoabitante di

Melordquo e in Italia nordoccidentale in fi emazzo ldquodella Val di Fiemmerdquo Se si consi-

dera tale distribuzione areale del suffi sso inteso come espressione di appartenenza

geografi ca lrsquoaggettivo africazzano individuato nel CDC testimonierebbe un uso che

risulta documentato nelle varietagrave romanze moderne in aree che non corrispondono

con quella interessata dai documenti Meno problematica sembra invece lrsquoaggiunta

del suffi sso -ano indicante anchrsquoesso un rapporto di appartenenza e usato anche per

la formazione di nomi di abitanti

Un altro aspetto di cui tenere conto egrave che gli aggettivi africo africano sono consi-

derati per lrsquoitaliano come propri di un linguaggio colto e che le forme in -azzo ripor-

tate da Rohlfs sono registrate in ambito per lo piugrave dialettale Questo confronto tra le

diverse opzioni favorisce rifl essioni sulla connotazione stilistica di africazzano per

cui non si puograve escludere che si tratti di una voce se non colloquiale almeno non

20 Rohlfs (1969 III 365-7)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

28

colta Lrsquoassenza nel corpus studiato di altri modi per indicare lo stesso signifi cato non

permette tuttavia di valutare la forma indagata al confronto con forme alternative

ovvero di comprendere se si tratti di un uso generalizzato privo di specifi che conno-

tazioni regionali o stilistiche

In un diverso documento del CDC degli stessi anni si incontra un altro termine

con occorrenza unica nel corpus che per aspetto formale e contesto sembrerebbe

appartenere alla stessa famiglia lessicale e che potrebbe invece essere inteso diversa-

mente In una carta del 1047 si fa menzione di una planeta linea ornata africu (CDC

VII MXCVI) La spiegazione di africu come aggettivo di planeta nel signifi cato di

ldquoproveniente dallrsquoAfricardquo risulta complicata sotto il profi lo morfologico oltre che per

il contesto sintattico se si guarda alla terminazione e alla posizione nel testo dopo

lrsquoaggettivo ornata Il problema troverebbe una soluzione di fronte a unrsquoaltra ipotesi

interpretativa che riconoscerebbe nel lessema un diverso tipo lessicale estraneo alle

accezioni fi nora considerate che manterrebbe una forte coerenza dal punto di vista

semantico Il tipo in questione non risulta documentato dalle fonti lessicografi che

di latino e di latino medievale ma si incontra con forme diverse nella carta 1547 di

AIS VIII lsquoorlare (i fazzoletti)rsquo nelle varietagrave dialettali dellrsquoItalia meridionale a partire

dalla Campania e dalla Puglia settentrionale includendo anche la Sicilia Si tratta

del nap agravefreco afreciello ldquoorlatura orlo di fazzoletto o drsquoaltro panno cucito a tra-

foro lrsquoestremitagrave dei pannilani ripiegata in dentro e cucitardquo (DrsquoAscoli 29a cfr anche

Andreoli 16a) del cal lieacutefricu leacutefricu ldquoorlo (del fazzoletto)rdquo (NDDC 363b) del sal

aacutefricu ldquoorlatura orlo di un fazzolettordquo (VDS I 35a) del sic rregravefi cu ldquoorlo cucitura

che si fa allrsquoestremitagrave di una stoffa ripiegata su seacute stessa per impedire che si sfi laccirdquo

(VS IV 110b) Lrsquoorigine sarebbe il verbo refricare ldquoreibenrdquo REW (7159) registrato

in latino con il solo signifi cato di ldquostrofi narerdquo e per estensione di ldquorinnovarerdquo Sotto

questa entrata REW riporta il nap lefre kare il cal lyefrikare il sic rifi kari ldquosaumlu-

menrdquo con i derivati cal liefritsu pugl afretsu ldquoSaumrdquo Egrave interessante segnalare che lo

stesso dizionario raccoglie separatamente sotto la voce africus ldquoafrikanischrdquo (REW

272) il nap afreke e il tar afrike ipotizzando il signifi cato di ldquoArt Nahtrdquo

Secondo questa interpretazione bisognerebbe distinguere le forme rilevate lad-

dove lrsquoaggettivo lsquoafricanorsquo egrave espresso con il termine africazzano e africu sarebbe da

ricondurre a un etimo diverso e indicherebbe lrsquoorlatura decorativa della planeta Se

si accoglie la spiegazione di africu nel senso di ldquoorlordquo come derivazione da refri-

care lrsquooccorrenza si puograve intendere come una testimonianza antica di un fenomeno

che continua ancora nei dialetti meridionali

Queste osservazioni consentono infi ne di valutare in modo piugrave problematico il

senso del passo (1) in cui si puograve ipotizzare per il sintagma panni serici africati una

certa ambiguitagrave di signifi cato Da una parte il termine africati si differenzia formal-

mente rispetto al tipo piugrave ricorrente africazzano che pure compare in documenti

redatti negli stessi anni e soprattutto nello stesso contesto socio-culturale Una possi-

bilitagrave sarebbe di spiegare il suffi sso -atus come desinenza participiale riconducendo

FERRARI

29

il termine allrsquoorigine refricare21 Il contesto tuttavia mostra una forte analogia con

i documenti in cui compaiono i panni serici africazzani Questo uso indurrebbe a

considerare le forme come semanticamente coincidenti in quanto varianti formali

con la stessa accezione di ldquoafricanirdquo

Il problema della registrazione nelle fonti lessicografi che unito alle rifl essioni

sugli aspetti semantici e sullrsquoambito drsquouso di determinati lessemi puograve incontrarsi

ancora una volta nella presenza di aggettivi che rimandano alla provenienza geogra-

fi ca degli oggetti Per i termini illustrati di seguito la speculazione egrave motivata soprat-

tutto dal tipo di formazione laddove lrsquoimpiego di un certo suffi sso suggerisce lrsquoipotesi

che si tratti di un uso relativo a un campo semantico defi nito A Gaeta nel 1028 si

incontra una fondata mea serica bona gaytanisca (CDCaj I CLIII) a Monopoli nel

1054 un faciolo grecisco (ChCup 42) a Bari nel 1065 duo facioli greciski (CDB IV

42) nellrsquoagro salernitano nel 1043 quadtuor sindones grecesce (CDC VI MXVI) a

Terlizzi nel 1180 tres pallidellas franciscas lini (CDB III CXXIX)22 a Molfetta nel

1184 unam caiam (o catam) malfetanescam (CDB VII LXVIII)23

Gli aggettivi individuati nel nostro corpus sono sempre legati al campo tessile

qualifi cando specifi ci oggetti di stoffa Il suffi sso si incontra in italiano antico per for-

mare aggettivi che indicano lrsquoorigine e in alcuni casi questi si riferiscono a manifat-

ture tessili in espressioni come lana corsesca panno francesco lana lombardesca e

panni lombardeschi documentate da TLIO in testi toscani del XIII e del XIV secolo

Egrave signifi cativo il riscontro di tale formazione in testi mediolatini e si segnala che i tipi

gaytaniscus e malfetanescus non risultano documentati dai dizionari di latino neacute di

latino medievale al contrario di franciscus e greciscus attestati giagrave in una carta del

1007 riportata nelle Memorie Amalfi tane (I 222 amictum unum optimum de seta plumatu greciscu petie due de pannu plumatu francesce)24

In quanto al signifi cato lrsquointerpretazione solleva alcuni dubbi sul valore semantico

da assegnare agli aggettivi In particolare il tipo francesco indicherebbe un prodotto

o una merce laquoche proviene dalle manifatture della Francia e in partic della Fiandraraquo

o laquoche egrave decorato o viene eseguito secondo modelli o tecniche francesiraquo (GDLI VI

283b) Lrsquoespressione panno francesco egrave defi nita da TLIO ldquotipo di tessuto per abitirdquo

Analogamente un aggettivo come romanesco si incontra nellrsquoitaliano letterario del

21 Alessio (1976 9) riporta lrsquoespressione panni serici africati sotto la voce affricare ldquofregar con-tro stropicciarerdquo e rimanda alle forme dialettali per ldquoorlordquo

22 Dal punto di vista semantico sono da considerare separatamente le occorrenze dellrsquoaggettivo nel sintagma lectus franciscus (in CDB III LI CDB III CXXIX CDB VII LXVIII) che indicherebbe un letto di larghezza intermedia e che egrave attestato nelle carte pugliesi dopo la conquista normanna nel 1071 (cfr Ditchfi eld 2007 77)

23 Questrsquoultimo aggettivo compare anche in un corredo di Terlizzi del 1138 (CDB III LI) in cui si menzionano tres faciolos unam etiam malfetanescam duas reticellas sericas La lettura della forma etiam egrave controversa In ogni caso essa denota con ogni probabilitagrave un oggetto di tessuto

24 Cfr LIMAL (1029b)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

30

XVI-XVII sec nel sintagma panno romanesco a indicare un laquotessuto ruvido e gros-

solano (e lrsquoabito confezionato con tale tessuto)raquo (GDLI XVII 36a)

Non pare illogico quindi domandarsi se la peculiaritagrave semantica dellrsquoaggettivo

francesco non possa estendersi anche agli altri tipi Gli aggettivi studiati potrebbero

indicare oltre al luogo di produzione degli oggetti che descrivono particolari caratte-

ristiche materiali come il genere di manifattura La presenza dei suffi ssi -anus + -iscus nelle forme gaytaniscus e malfetanescus conduce a unrsquoulteriore rifl essione conside-

rando che lrsquoorigine geografi ca risulterebbe espressa giagrave con il solo -anus Non egrave dato

stabilire se allrsquoaspetto morfologico corrisponda una precisa accezione semantica o se

si tratti solo di un fatto formale Egrave impossibile inoltre ogni verifi ca sulla conforma-

zione degli oggetti I contesti di occorrenza sono indicativi della preziositagrave dei tessuti

menzionati che rientrano in elenchi di beni di lusso e sono caratterizzati da unrsquoalta

qualitagrave e un consistente valore economico25

3 Conclusioni

Lrsquoosservazione dei termini presi in esame mette in luce alcune questioni poste

dallrsquoanalisi lessicale nello studio della lingua dei documenti Lrsquoindagine diacronica sul

materiale raccolto suggerisce in certi casi lrsquoesistenza anche nel latino tardo di feno-

meni presenti in ambito romanzo e alla luce del confronto con le varietagrave dialettali

moderne egrave possibile notare nelle fonti medievali tratti che paiono diatopicamente

connotati

Non sono infrequenti i casi in cui si puograve ravvisare un uso proprio di unrsquoarea geo-

grafi ca specifi ca La frequenza limitata alla produzione di un territorio circoscritto

spiegherebbe lrsquoassenza di alcuni lessemi nei corpora delle opere lessicografi che Egrave

prevedibile inoltre che lo studio dei testi mostri talvolta testimonianze antiche di usi

locali che continuano in voci dialettali Ciograve si ipotizza per il tipo africu non attestato

dai dizionari di latino nel signifi cato di laquoorloraquo ma documentato nelle parlate di area

meridionale Come si egrave visto con la forma africazzano lrsquoindagine puograve offrire informa-

zioni sulla produttivitagrave di certi elementi in epoche diverse mostrandone la vitalitagrave su

un territorio piugrave esteso in passato rispetto a quanto si constata per le varietagrave romanze

moderne

Le occorrenze degli aggettivi di provenienza in -iscus rappresentano infi ne testi-

monianze di un modello di formazione ben presente in italiano antico I tipi gaytani-scus e malfetanescus non sembrano documentati in altre fonti cosigrave come non risul-

tano aggettivi analoghi che presentino la stessa struttura morfologica con il doppio

suffi sso

25 Cfr Ditchfi eld (2007 524) a proposito dei veli importati dallrsquoimpero bizantino e dalla cittagrave di Amalfi e Ditchfi eld (2007 417-20) per il ricamo drsquooro su seta ovvero il fundatus anche con riferimento alla fondata gaytanisca menzionata nel nostro documento

FERRARI

31

Lo studio del lessico in prospettiva diacronica insieme allrsquoosservazione della

distribuzione geografi ca e dellrsquoambito drsquouso di forme e di tipi lessicali comporta ri-

fl essioni che toccano anche lrsquoaspetto stilistico

Per le forme che non godono di signifi cativa documentazione si puograve immaginare

che esse fossero vitali per lo piugrave nella comunicazione orale Tale aspetto unito al

riscontro di continuazioni dialettali (si veda africu) e allrsquoattribuzione dei lessemi a

varietagrave regionali (si ricorda che africato e africazzano sono individuati da LEI solo

come forme del latino medievale campano) apre la questione del livello stilistico in

cui collocare i termini in esame Lrsquouso del tipo africazzano appare interessante se

si considera la disponibilitagrave di una alternativa africanus defi nito termine colto dai

dizionari consultati Se si pensa alle diverse opzioni come a pure varianti formali

lrsquoopposizione tra i due tipi potrebbe trovare una giustifi cazione in unrsquoipotetica dif-

ferenza stilistica tra le due forme La stessa opportunitagrave di una facile alternativa fa

sospettare perograve una piugrave precisa motivazione della scelta lessicale il cui valore seman-

tico resta tuttavia di diffi cile comprensione

La ricerca di documentazione nelle fonti lessicografi che puograve risultare problema-

tica con conseguenti diffi coltagrave nellrsquoassegnazione di valore semantico che a volte

non consentono una defi nizione precisa e dettagliata dei lessemi Lrsquoesame dei ter-

mini selezionati offre lo spunto per sottolineare che lrsquoanalisi linguistica in un settore

del lessico come quello interessato deve accompagnarsi a un approccio di studio che

abbia come argomento anche il rapporto tra lsquoparole e cosersquo Come si egrave visto non sem-

pre egrave possibile un riscontro oggettivo dei vocaboli indagati che favorirebbe in certi

casi una migliore comprensione della realtagrave linguistica e materiale

Per le carte esaminate non sembra possibile stabilire se gli scribi operassero una

selezione nellrsquoambito di un repertorio linguistico Le scelte lessicali che emergono

dai documenti rispecchiano con ogni probabilitagrave lrsquouso corrente Se la situazione di

diglossia che riguarda la scrittura notarile richiama a rifl essioni di natura stilistica

pare azzardato tuttavia riconoscere immediatamente nei termini rilevati voci popo-

lari proprie di una varietagrave bassa proiettando categorie moderne sullrsquointerpretazione

dei testi antichi Non egrave infatti opportuno accomunare sul piano sociolinguistico le

voci dialettali delle varietagrave romanze moderne e quelle che in base alla documenta-

zione mediolatina sembrano avere una circolazione limitata a una determinata area

geografi ca Lrsquoindagine sullrsquointersecazione del livello diatopico con quello diastratico

risulta complessa specialmente se proiettata sulla situazione linguistica di cui i testi

in questione non sono che una testimonianza ridotta e fortemente condizionata dalla

variante diamesica26 Il problema di applicare le etichette lsquoregionalersquo e lsquopopolarersquo negli

studi sul latino volgare egrave discusso da Poccetti (2004 149-151)27 In particolare occorre

ricordare che laquoegrave certo che il latino regionale di qualunque epoca non era soltanto

26 Su questo problema cfr Varvaro (1998)27 Sullrsquoapplicazione di un approccio dialettologico a situazioni linguistiche del passato cfr

anche Varvaro (2004)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

32

lsquopopolarersquoraquo (Poccetti 2004 204) Questa consapevolezza puograve applicarsi anche alla

situazione in esame e ben si collega a un altro aspetto da non sottovalutare che con-

cerne proprio il peculiare ambito a cui appartengono i lessemi Tutti i termini indagati

rientrano nel linguaggio specifi co di un campo semantico ben defi nito e avrebbero

quindi una connotazione piugrave o meno tecnica La scarsitagrave di testimonianze per alcuni

tipi potrebbe essere attribuita quindi non tanto allrsquoaffi oramento episodico di tratti

diastraticamente connotati quanto a un uso specializzato di certi elementi lessicali

Il riferimento di una decisa connotazione diastratica alle forme individuate non egrave

conveniente anche di fronte al carattere regionale di alcune espressioni Per quanto

la denominazione di oggetti quotidiani lasci supporre lrsquouso del linguaggio comune la

mediazione del testo scritto richiede cautela nel vedere le forme incontrate come un

immediato rifl esso della lingua parlata

In conclusione sono molti i fattori da tenere in conto nella lettura delle scrip-tae notarili soprattutto se si cerca di attingere tracce del linguaggio comune Per lo

studio del lessico concreto si puograve ipotizzare tuttavia un ridimensionamento della

distanza della scripta dal linguaggio corrente di fronte alla necessitagrave di denominare

oggetti della vita quotidiana (un ulteriore cenno merita la distinzione tra gli articoli

piugrave comuni e quelli piugrave preziosi che non dovevano godere di grande diffusione) Sia

nel caso in cui si osservano elementi sovraregionali sia in quello in cui si individuano

tratti diatopici la documentazione di fenomeni non testimoniati dalle fonti latine puograve

offrire interessanti testimonianze della loro circolazione nel contesto preromanzo Il

forte legame con la realtagrave concreta e con la vita quotidiana del lessico studiato con-

sente un punto di vista privilegiato a questo scopo

Istituto Italiano di Scienze Umane Valentina FERRARI

FERRARI

33

Nota bibliografi ca

Fonti primarie

CDB = Codice diplomatico barese I Nitto de Rossi Giovanni Battista Nitti de Vito Francesco

1897 Le pergamene del duomo di Bari (952-1264) III Carabellese Francesco 1899 Le per-gamene della Cattedrale di Terlizzi (971-1300) IV-V Nitti de Vito Francesco 1900 e 1902

Le Pergamene di S Nicola di Bari periodo greco (939-1071) e Le Pergamene di S Nicola di Bari periodo normanno (1075-1194) VII Carabellese Francesco 1912 Le carte di Molfetta (1076-1309) X Filangieri di Candida Riccardo 1927 Pergamene di Barletta del r archivio di Napoli Bari Commissione provinciale di archeologia e storia patria

CDC = I-VIII Morcaldi Michele Schiani Mauro De Stefano Silvano (ed) 1873-1893 Codex Diplomaticus Cavensis I Napoli Petrus Piazzi II-VIII MilanoPisaNapoli Hulricus Hoe-

pli IX-X Leone Simeone Vitolo Giovanni (ed) 1984 e 1990 Codex Diplomaticus Caven-sis IX-X Cava dei Tirreni Badia di Cava

CDCaj = Codex diplomaticus Cajetanus I 1887 Editus cura et studio monachorum D Bene-

dicti Archicoenobii Montis Casini Typis Archicoenobii Montis Casini

CDL = Zielinski Herbert (a cura di) 1986 Codice diplomatico longobardo V Le chartae dei ducati di Spoleto e di Benevento Roma Istituto storico italiano per il Medio Evo

ChCup = Morea Domenico 1892 Il Chartularium del monastero di S Benedetto di Conver-sano Montecassino Tipografi a di Montecassino

Memorie amalfi tane = Camera Matteo 1876 Memorie storico-diplomatiche dellrsquoantica cittagrave e ducato di Amalfi Salerno Stabilimento tipografi co nazionale

Fonti secondarie

AIS = Jaberg Karl Jud Jacob 1940 Sprach- und Sachatlas Italiens und der SuumldSchweiz VIII1

Zofi ngen Verlaganstalt Ringier amp Co

Ditchfi eld Philip 2007 La culture mateacuterielle meacutedieacutevale lrsquoItalie meacuteridionale byzantine et nor-mande Roma Eacutecole franccedilaise de Rome

Nicole Jules 1894 Le livre du preacutefet ou lrsquoeacutedit de lrsquoempereur Leacuteon le Sage sur les corporations de Constantinople Geneacuteve amp Bale Georg amp Co

Poccetti Paolo 2004 laquoMetodi percorsi e miraggi per una dialettologia del latinoraquo in Trovato

Salvatore C (ed) Linguistica storica e dialettologia Atti del Convegno della Societagrave Italiana

di Glottologia (Catania 3-5 ottobre 2002) Roma Il Calamo

Rohlfs Gerhard 1969 Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti III Torino

Einaudi

Sabatini Francesco 1965 laquoEsigenze di realismo e dislocazione morfologica in testi preromanziraquo

Rivista di cultura classica e medievale VII 972-998

Sabatini Francesco 1968 laquoDalla lsquoscripta latina rusticarsquo alle lsquoscriptaersquo romanzeraquo Studi Medievali s III IX 320-358

Tamassia Nino 1906-1907 laquoScherpa scerpha scirparaquo Atti dellrsquoIstituto Veneto LXVI 311-318

Varvaro Alberto 1998 laquoDocumentazione ed uso della documentazioneraquo in Herman Joacutezsef

(ed) La transizione dal latino alle lingue romanze Atti della Tavola Rotonda di Linguistica

Storica (Universitagrave Carsquo Foscari di Venezia 14-15 giugno 1996) Tuumlbingen Niemeyer

Varvaro Alberto 2004 laquoLa dialettologia e le situazioni linguistiche del passatoraquo in Trovato

Salvatore C (ed) Linguistica storica e dialettologia Atti del Convegno della Societagrave Italiana

di Glottologia (Catania 3-5 ottobre 2002) Roma Il Calamo

CILPR 2013 ndash SECTION 2

34

Fonti lessicografi che

Alessio Giovanni 1976 Lexicon Etymologicum Napoli Arte tipografi ca

Andreoli Raffaele 1988 Vocabolario napoletano-italiano Napoli Istituto grafi co editoriale

italiano

DrsquoAscoli Francesco 1983 Dizionario italiano napoletano Napoli Gallina

De Prisco Antonio 1984 Lexicon in Codex Diplomaticus Cavensis IX Cava dei Tirreni Badia

di Cava

DuCange = DuCange Charles 1954 Glossarium Ad Scriptores Mediae et Infi mae Latinitatis

Graz Akademische druck- U Verlagsanstalt

LIMAL = Arnaldi Francesco Smiraglia Pasquale 2001 Latinitatis Italicae Medii Aevi Lexi-con Tavarnuzze (Firenze) SISMEL-Edizioni del Galluzzo

NDDC = Rohlfs Gerhard 2001 Nuovo Dizionario Dialettale della Calabria (Nuova ed intera-

mente rielaborata ampliata e aggiornata) Ravenna Longo

Niermeyer = Niermeyer Jan Frederik Van de Kieft Co 2002 Mediae Latinitatis Lexicon Minus Leiden-Boston Brill

Sella = Sella Pietro 1944 Glossario latino-italiano Stato della Chiesa Veneto Abruzzi Cittagrave del Vaticano Biblioteca Apostolica Vaticana

TLIO corpus digitale OVI consultabile al sito ltwwwtlioovicnritgt

VDS = Rohlfs Gerhard 1956-1961 Vocabolario dei Dialetti Salentini Muumlnchen Verlag der Bay-

erischen Akademie der Wissenschaften Rist fotomeccanica 1976 Galatina Congedo

VS = Piccitto Giorgio (ed) 1985 Vocabolario Siciliano CataniaPalermo Centro di studi fi lo-

logici e linguistici siciliani

35

Le systegraveme des participes latins et les signes avant-coureurs

des changements romans au VIe siegravecle apregraves J-Ch

Au VIe siegravecle apregraves J-Ch les structures de la langue latine ne correspondent plus

tout agrave fait aux normes du latin classique aussi bien du point de vue morphologique et

seacutemantique que syntaxique

Il est fort diffi cile par ailleurs drsquoeacutetablir avec preacutecision une lsquolsquo grammaire rsquorsquo de la

langue de cette peacuteriode le latin du VIe siegravecle est en effet une mosaiumlque de niveaux de

langue et de structures linguistiques diverses Il semble donc que les grammaires de

latin tardif eacutevoquent un stade plus avanceacute de lrsquoeacutevolution

Nous voudrions aujourdrsquohui eacutevoquer le systegraveme participial aussi bien au sein des

constructions absolues que dans le discours Nous verrons ainsi quels sont les nou-

veaux outils linguistiques dont disposent les auteurs et la survivance de ceux-ci en

roman

1 Le corpus

Afi n de mettre en lumiegravere un deacuteveloppement diachronique de lrsquoemploi du parti-

cipe nous avons confronteacute deux synchronies dans lrsquoeacutetablissement du corpus de textes

pour notre eacutetude Drsquoun cocircteacute quatre textes de latin tardif1 et de lrsquoautre quatre textes

de latin classique

11 Le corpus de textes tardifs

Tout drsquoabord nous avons choisi deux textes de Greacutegoire de Tours (538-593) le

livre II de lrsquoHistoria Francorum et le livre II du De uirtutibus sancti Martini afi n

de deacuteterminer si lrsquoemploi des constructions absolues et du participe est lsquolsquo homogegravene rsquorsquo

chez Greacutegoire de Tours ou srsquoil reacutepond au contraire agrave des critegraveres litteacuteraires choisis

en fonction de la nature du genre litteacuteraire LrsquoHistoria Francorum est en effet une

œuvre historique dans laquelle les notations chronologiques sont essentielles alors

que le De uirtutibus sancti Martini est une œuvre hagiographique qui consiste en une

succession drsquoanecdotes sans lien les unes avec les autres

1 Les textes de latin tardif sont citeacutes drsquoapregraves lrsquoeacutedition des Monumenta Germaniae Historica disponible en ligne ltwwwdmghdegt Le premier chiffre correspond au livre de lrsquoœuvre le second au chapitre le troisiegraveme agrave la page des Monumenta Germaniae Historica et le qua-triegraveme agrave la ligne Les textes classiques sont eux citeacutes dans lrsquoeacutedition de la Collection des Universiteacutes de France aux Belles Lettres Paris

CILPR 2013 ndash SECTION 2

36

Nous avons parallegravelement compareacute Greacutegoire de Tours avec deux autres auteurs

tardifs de textes historiques lrsquoun anteacuterieur lrsquoAnonyme de Valois (eacuteveacutenements de 464

agrave 526) et lrsquoautre posteacuterieur Freacutedeacutegaire (texte eacutecrit vers 660) cette similitude de genre

litteacuteraire permettant drsquoeacutecarter autant que possible les diffeacuterences stylistiques inheacute-

rentes agrave chaque genre litteacuteraire

12 Le corpus de textes classiques

Nous avons choisi le livre I du De Bello Gallico de Ceacutesar le livre I de Tite-Live

(Ab urbe condita) le livre I des Annales de Tacite et le livre XXIII drsquoAmmien Mar-

cellin auteur du IVe siegravecle apregraves J-Ch traditionnellement consideacutereacute comme le der-

nier auteur agrave eacutecrire dans un latin de facture classique

Cette eacutetude de lrsquoemploi du participe srsquoappuie majoritairement sur son emploi dans

les constructions absolues lrsquoablatif absolu agrave lrsquoeacutepoque classique et durant toute la lati-

niteacute auquel srsquoajoutent agrave lrsquoeacutepoque tardive ce qursquoon appelle lsquoaccusatif absolursquo et lsquonomi-

natif absolursquo

2 Les constructions absolues deacutefi nition

Les constructions absolues sont des syntagmes constitueacutes majoritairement drsquoun

sujet et drsquoun participe jouant le rocircle syntaxique de preacutedicat les deux eacutetant accordeacutes

en genre en nombre et en cas En latin classique ces syntagmes sont exclusivement

agrave lrsquoablatif (ce sont des lsquoablatifs absolusrsquo) mais les textes en latin tardif preacutesentent de

nouvelles constructions absolues qui nrsquoexistent pas en latin classique le nominatif

absolu (ougrave le sujet et le participe sont au nominatif) lrsquoaccusatif absolu (ougrave le sujet et

le participe sont agrave lrsquoaccusatif) et les constructions mixtes (ougrave le sujet est agrave un cas et le

participe agrave un autre)

Ainsi lrsquoablatif absolu proelio facto chez Ceacutesar lsquolsquo le combat ayant eacuteteacute fait rsquorsquo (Gall 1 13 1) pourrait-il se trouver chez Greacutegoire de Tours sous la forme drsquoun accusatif

absolu ou drsquoun nominatif absolu proelium factum ou drsquoune construction mixte facto proelium

Dans nos textes tardifs si les nouvelles constructions absolues sont bien repreacutesen-

teacutees lrsquoablatif absolu reste de loin majoritaire

Tableau 1 Reacutepartition des constructions absolues chez nos auteurs tardifs

des VIe et VIIe siegravecles

Nombre

total de

constructions

absolues

Nominatif

absolu

Accusatif

absolu

Construc-

tions mixtes

Ablatif

absolu

Anon

Vales38 132 26 842

GAYNO

37

Nombre

total de

constructions

absolues

Nominatif

absolu

Accusatif

absolu

Construc-

tions mixtes

Ablatif

absolu

GregTur

Martin234 3 86 04 88

GregTur

Hist246 32 11 32 826

Fredeg 144 222 97 111 57

Ce tableau montre que lrsquoablatif absolu reste la construction absolue la plus employeacutee

au VIe siegravecle dans nos textes Il corrobore ce qursquoeacutecrit Johannes Muumlller-Lanceacute2 ce der-

nier se deacuteclare deacuteccedilu de ne pas avoir retrouveacute dans les textes ce que les manuels annon-

cent traditionnellement crsquoest-agrave-dire un net deacuteveloppement des nouvelles constructions

absolues au deacutetriment de lrsquoablatif absolu Paolo Greco3 relegraveve quant agrave lui les mecircmes

proportions que nous pour le premier livre de lrsquoHistoria Francorum agrave savoir 73

drsquoablatifs absolus 20 drsquoaccusatifs absolus et 2 de nominatifs absolus

Cette structure ougrave le participe preacutedicat a un sujet propre donne agrave la construction

absolue une valeur de proposition circonstancielle et se retrouve eacutegalement en fran-

ccedilais

Le pegravere mort les fi ls nous retournent le champ (La Fontaine Fables V 9)

De mecircme en ancien-franccedilais ougrave nous avons releveacute dans notre lecture de La Chanson de Roland soit 4002 vers lrsquoemploi drsquoun syntagme participial correspondant

agrave une construction absolue latine

Desfi les ci sire vostre veiant (Rol 326)

lsquolsquo Je les en deacutefi e Sire agrave votre vue rsquorsquo

Le chevalier Ganelon srsquoadresse ici au roi Charlemagne Le participe veiant du verbe

veoir forme ici une locution adverbialiseacutee dans laquelle il est grammaticaliseacute en adverbe on

peut le traduire par lsquolsquo devant rsquorsquo

La rareteacute des constructions absolues est remarquable dans le texte du XIe siegravecle

Cette situation srsquooppose agrave celle de notre corpus tardif ougrave lrsquoon trouve plusieurs

constructions absolues par page Cette structure a donc beaucoup diminueacute en ancien-

franccedilais comme le note Philippe Meacutenard4 laquo Les constructions absolues de lrsquoancien-

2 Muumlller-Lanceacute (1994 119)3 Greco (2005)4 Meacutenard (1988 173)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

38

franccedilais sont beaucoup plus limiteacutees [qursquoen latin tardif] puisqursquoil srsquoagit surtout des

formes oiant et voiant qui font presque fi gure de preacutepositions raquo

3 Le participe

Le participe employeacute dans les constructions absolues peut aussi bien ecirctre un par-

ticipe preacutesent qursquoun participe passeacute Le participe futur et lrsquoadjectif verbal sont rares

degraves le latin classique Cependant on observe une diffeacuterence de proportion entre les

occurrences du participe preacutesent et celles du participe passeacute entre le latin classique

et nos auteurs tardifs en latin classique les auteurs privileacutegient lrsquoemploi du participe

passeacute en construction absolue Mais lrsquoemploi du participe preacutesent va beaucoup aug-

menter dans les constructions absolues dans notre corpus de latin tardif

Les constructions absolues ne comportant qursquoexceptionnellement une autre forme

participiale celles-ci sont noteacutees dans la colonne laquo autre raquo dans le tableau suivant

Tableau 2 Les participes employeacutes dans les constructions absolues chez

les auteurs classiques du corpus

Participe

preacutesent

Participe

parfait actif de

verbe deacuteponent

Participe

parfait passifAutre

Caes 79 0 921 0

Liv 155 3 81 055

Tac 208 108 661 236

Amm 202 92 706 0

La supeacuterioriteacute numeacuterique de lrsquoemploi du participe parfait passif dans les construc-

tions absolues agrave lrsquoeacutepoque classique ressort clairement de ce tableau quoique lrsquoon

puisse noter un infl eacutechissement de cette tendance de Ceacutesar (921) agrave Tite-live (81)

et surtout Tacite (661)

Dans nos textes tardifs cette reacutepartition change avec lrsquoaugmentation de lrsquoemploi

du participe preacutesent comme le note Johannes Muumlller-Lanceacute7 Le tableau suivant

montre cette eacutevolution chez les auteurs tardifs de notre corpus

5 Un adjectif verbal en 1 18 6 condenda6 Trois adjectifs verbaux 1 26 4 augendis 1 26 4 adleuandis 1 54 1 retinendis7 Muumlller-Lance (1995 417)

GAYNO

39

Tableau 3 Les participes employeacutes dans les constructions absolues

chez les auteurs tardifs de notre corpus8

Participe

preacutesent

Participe

parfait actif de

verbe deacuteponent

Participe par-

fait passifAutre

Anon Vales 421 26 553 0

Greg Tur

Martin393 13 594 0

Greg Tur

Hist 325 69 602 048

Fredeg 556 69 368 074

La proportion de participe preacutesent est bien plus importante en latin tardif qursquoen

latin classique drsquoapregraves ces releveacutes corroboreacutes par ceux de Paolo Greco9 pour le pre-

mier livre de lrsquoHistoria Francorum de Greacutegoire de Tours (dans lequel il deacutecompte

33 participes preacutesents et 44 participes parfaits passifs) Mais cette eacutevolution nrsquoest pas

uniforme selon les auteurs si le participe passeacute reste le plus utiliseacute chez Greacutegoire

de Tours ce nrsquoest pas le cas chez Freacutedeacutegaire On pourrait expliquer ces variations

en disant que la langue de cette eacutepoque nrsquoest pas grammaticalement uniformiseacutee

ou fi xeacutee Elle est en effet en pleine mutation ce que marquent eacutegalement les nom-

breuses confusions dans le paradigme verbal Agrave cela srsquoajoute un coeffi cient de varia-

biliteacute stylistique propre agrave chaque auteur

4 Les confusions dans le paradigme verbal

Dans le mecircme temps les distinctions agrave la fois de voix et de temps dans le para-

digme verbal se sont estompeacutees en latin tardif

Les distinctions qui existent en latin classique entre les verbes actifs deacuteponents

et passifs sont moins nettes en latin tardif ougrave de freacutequentes confusions sont attesteacutees

dans nos textes On observe par exemple des fl ottements entre la forme de lrsquoinfi nitif

preacutesent actif et celle de lrsquoinfi nitif preacutesent passif

8 On trouve dans cette œuvre drsquoautres formes participiales neacuteanmoins celles-ci eacutetant em-ployeacutees en coordination avec un participe recenseacute au sein de la mecircme construction absolue elles nrsquoapparaissent pas dans ce deacutecompte comme le participe futur ruituris en Hist 2 7 48 19 coordonneacute agrave un participe preacutesent trementibus Un seul exemple drsquoadjectif verbal employeacute seul dans un ablatif absolu en Hist 2 9 56 1 delendis

9 Greco (2005)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

40

Lrsquoaugmentation de lrsquoemploi du participe preacutesent et les confusions dans le para-

digme verbal ont favoriseacute lrsquoapparition de nouvelles valeurs des participes preacutesent et

passeacute en latin tardif ou plus exactement ont favoriseacute le deacuteveloppement de valeurs

qui preacuteexistaient dans lrsquoancienne langue

Ainsi en latin archaiumlque et classique le latin nrsquoa que deux participes un participe

en -ns -ntis qui est dit preacutesent actif (aimant) et un participe en -tus -a -um (ayant eacuteteacute aimeacute) qui est dit passeacute passif Le latin offre donc deux lacunes paradigmatiques il lui

manque un participe preacutesent passif (du type du franccedilais eacutetant aimeacute) et un participe

passeacute actif (du type du franccedilais ayant aimeacute)

Degraves le latin archaiumlque le participe preacutesent en -ns -ntis est grammaticaliseacute comme

un participe de sens actif agrave valeur aspectuelle durative et sans valeur temporelle

puisqursquoil marque la concomitance avec le procegraves du verbe principal reacutegissant ainsi

que lrsquoeacutecrivent Alfred Ernout et Franccedilois Thomas10 laquo Le participe preacutesent ne marque

pas le temps en lui-mecircme mais il deacutesigne lrsquoaction concomitante crsquoest-agrave-dire qui se

deacuteveloppe en mecircme temps que celle du verbe de la proposition ougrave il se trouve raquo

Le participe passeacute en -tus -a -um est grammaticaliseacute comme un participe de sens

passif deacutenotant un procegraves accompli

Mais degraves les premiers textes latins lrsquoexistence des verbes deacuteponents trouble la

frontiegravere entre actif et passif Les verbes deacuteponents en effet ont des formes sem-

blables au passif mais un sens actif Le participe en -tus des verbes deacuteponents malgreacute

sa forme homophone drsquoun participe passif aura donc un sens actif de profi ciscor

lsquolsquo srsquoen aller partir rsquorsquo le participe parfait profectus signifi e lsquolsquo srsquoeacutetant en alleacute eacutetant parti rsquorsquo

comme un participe passeacute actif Cet affaiblissement de la frontiegravere entre actif et passif

est probablement en partie agrave lrsquoorigine drsquoun changement attesteacute dans nos textes tardifs

pour le participe passeacute passif en -tus qui peut porter une valeur active Il y a donc

maintien de la valeur temporelle de passeacute (et eacuteventuellement de la valeur aspectuelle

drsquoaccompli) mais changement de voix

De son cocircteacute et agrave lrsquoinverse le participe preacutesent actif en -ns peut garder sa valeur

active (maintien de la voix) mais perdre sa valeur aspectuelle durative et exprimer un

procegraves passeacute (changement de valeur aspecto-temporelle)

On se retrouve donc dans nos textes tardifs avec une forme en -ns qui fonctionne

comme un participe preacutesent actif (ancien systegraveme) et aussi comme un participe passeacute

actif (nouveau systegraveme) et un participe en -tus qui fonctionne encore comme un par-

ticipe passeacute passif (majoritaire dans lrsquoancien systegraveme) et aussi comme un participe

passeacute actif (nouveau systegraveme) Ainsi lrsquoune des deux lacunes morphologiques du latin

classique est-elle combleacutee par une extension drsquoemploi des deux participes preacuteexis-

tants qui viennent endosser occasionnellement la nouvelle fonction de participe par-

fait actif (fr ayant tueacute)

10 ErnoutThomas (1972 sect286)

GAYNO

41

5 La structure phrastique

Dans notre corpus tardif lrsquoorganisation syntaxique de la phrase est transformeacutee

la structure pyramidale de la phrase classique a laisseacute la place agrave une structure lineacuteaire

crsquoest-agrave-dire que les propositions preacutesentent les procegraves dans lrsquoordre de leur deacuteroule-

ment chronologique

Ainsi chez Ceacutesar par exemple la proposition principale est-elle postposeacutee agrave la

proposition subordonneacutee

Per eos ne causam diceret se eripuit (Caes Gall 1 4 2)

(Orgeacutetorix lors de son procegraves intenteacute contre lui par les Helvegravetes a fait venir nombre de

ses soutiens)

lsquolsquo Gracircce agrave eux afi n de ne pas deacutefendre sa cause il sut se soustraire rsquorsquo (traduction mot agrave mot)

lsquolsquo Gracircce agrave leur preacutesence il put se soustraire agrave lrsquoobligation de parler rsquorsquo11

Par contre pour traduire lrsquoun de nos textes tardifs il est preacutefeacuterable de suivre

lrsquoordre de la phrase

Gunthedrudis quaedam de Virmandense terreturio (= territorio) oculorum lumen perdide-

rat quae relinquens domum et patriam fi de commonente uenit ad sanctam basilicam ibique diebus multis deseruiens unius oculi meruit recipere uisum (Greg Tur Martin 2 9 612 5)

lsquolsquo Une Guntedrude du territoire de Vermandois avait perdu la lumiegravere de ses yeux et

celle-ci laissant sa maison et sa patrie la foi lrsquoavertissant vint agrave la sainte basilique et lagrave ser-vant avec zegravele pendant de nombreux jours meacuterita de recouvrer la vue drsquoun œil rsquorsquo12

La lineacuteariteacute du discours est ici assureacutee par lrsquoalternance des verbes conjugueacutes et des par-

ticipes preacutesents le sujet agent des procegraves verbaux eacutetant le mecircme tout au long de la phrase la

femme laisse sa maison (relinquens) puis elle vient agrave Tours (uenit) elle y remplit un service

religieux (deseruiens) et enfi n est gueacuterie de son infi rmiteacute (meruit)

Ainsi une construction absolue anteacuteposeacutee agrave la proposition reacutegissante deacutenote-t-elle

un procegraves anteacuterieur agrave celui exprimeacute dans la proposition reacutegissante et une construc-

tion absolue postposeacutee agrave la proposition reacutegissante deacutenote-t-elle un procegraves posteacuterieur

agrave celui exprimeacute dans la proposition reacutegissante

Lrsquointerpreacutetation drsquoun participe preacutesent anteacuteposeacute peut donc ecirctre diffeacuterente entre le

latin classique et le latin tardif

Cotta pugnans occiditur (Caes Gall 5 37 5)

lsquolsquo Alors qursquoil eacutetait en train de combattre Cotta est tueacute rsquorsquo

Le procegraves duratif exprimeacute par le participe preacutesent pugnans est concomitant de celui deacute-

noteacute par le verbe principal occiditur

11 Traduction Constans12 lsquolsquo Une Gondeacutetrude femme du pays de Vermandois avait perdu la lumiegravere du jour Aux aver-

tissements de la foi laissant maison et patrie elle vint agrave la sainte basilique et lagrave se proster-nant pendant un grand nombre de jours elle meacuterita de recouvrer lrsquousage drsquoun de ses yeux rsquorsquo (Traduction Bordier)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

42

La mecircme phrase pourrait se trouver chez Greacutegoire de Tours et le participe preacute-

sent pugnans pourrait avoir la mecircme valeur que chez Ceacutesar crsquoest-agrave-dire aspectuelle

et non temporelle la mort interrompt le premier procegraves celui de combattre Cepen-

dant comme le participe preacutesent est anteacuteposeacute au verbe de la proposition reacutegissante

il pourrait eacutegalement chez Greacutegoire de Tours deacutenoter un procegraves anteacuterieur agrave celui

exprimeacute par occiditur On pourrait alors comprendre lsquolsquo Cotta apregraves avoir combattu

fut tueacute rsquorsquo lrsquoassassinat intervient apregraves le combat La phrase preacutesente les procegraves selon

leur deacuteroulement chronologique

6 Le participe preacutesent exprimant une action anteacuterieure agrave celle exprimeacutee

par le verbe de la proposition reacutegissante

Les verbes de mouvement peuvent de maniegravere geacuteneacuterale deacutenoter le parcours lui-

mecircme conccedilu dans sa dureacutee (fr il se promenait dans le jardin) ou bien au contraire

le point de deacutepart ou le point drsquoarriveacutee drsquoun parcours (fr il sortit de la ville il entra dans la ville) Ces derniers qui correspondent aux bornes du parcours expriment

lorsqursquoils sont employeacutes au participe preacutesent chez nos auteurs une action acheveacutee au

moment ougrave srsquoaccomplit le procegraves exprimeacute par la proposition reacutegissante le participe

preacutesent drsquoun verbe signifi ant lsquolsquo arriver entrer sortir etc rsquorsquo a alors la mecircme valeur reacutefeacute-

rentielle deacutenotative qursquoun participe passeacute actif dans les langues (comme le franccedilais)

ougrave existe un tel participe passeacute actif ingrediens Ravennam qui est traduit litteacuterale-

ment par lsquolsquo entrant dans la ville de Ravenne rsquorsquo deacutenote une situation extralinguistique

correspondant agrave lrsquoeacutenonceacute franccedilais laquo eacutetant entreacute dans la ville de Ravenne raquo comme on

le voit dans le passage suivant

Ingrediens13 autem Rauennam deposuit Augustulum de regno (Anon Vales 2 38 310 3)

lsquolsquo Entrant dans Ravenne il deacuteposa Augustulus rsquorsquo

Odoacre arrive drsquoabord agrave Ravenne puis il deacutepose le dernier empereur romain drsquoOcci-

dent Augustulus Le participe preacutesent exprime un procegraves anteacuterieur et acheveacute par rapport agrave

celui exprimeacute par le verbe de la proposition principale il peut se traduire par un participe

passeacute actif lsquolsquo eacutetant entreacute rsquorsquo

De mecircme les verbes de sens imperfectif qui expriment un procegraves en cours au

moment ougrave srsquoaccomplit le procegraves de la proposition principale peuvent lorsqursquoils sont

employeacutes au participe preacutesent agrave lrsquoinitiale de proposition deacutenoter un procegraves duratif agrave la

fois anteacuterieur et concomitant par rapport agrave celui deacutenoteacute par la proposition principale

le procegraves qursquoils expriment a commenceacute avant celui de la proposition principale Dans

lrsquoexemple suivant le procegraves de craindre a commenceacute avant celui drsquoordonner

Metuens uero rex ne dolore generi14 aliquid aduersus regnum eius tractaret obiecto cri-mine iussit interfi ci (Anon Vales 2 92 328 30)

13 Il srsquoagit drsquoOdoacre14 Il srsquoagit de Boegravece cf sect 85-87

GAYNO

43

lsquolsquo Le roi craignant alors que de douleur pour la mort de son gendre il ne ficirct quelque chose

contre son autoriteacute ordonna qursquoil soit tueacute un crime lui eacutetant reprocheacute rsquorsquo15

Dans cet exemple le participe preacutesent exprime un lien de cause agrave effet avec le procegraves de

la proposition principale le procegraves exprimeacute par le participe preacutesent lsquodeacuteclenchersquo le procegraves

exprimeacute par la proposition reacutegissante Cette relation de causaliteacute implique une relation tem-

porelle drsquoanteacuterioriteacute

7 Le participe preacutesent employeacute comme verbe conjugueacute en latin tardif

Dans plusieurs occurrences le participe preacutesent est employeacute comme un verbe

conjugueacute agrave un mode personnel dans nos textes tardifs soit dans des propositions

subordonneacutees soit coordonneacute agrave un verbe conjugueacute par et

On relegraveve eacutegalement quelques phrases sans verbe conjugueacute Le participe preacutesent

et ses compleacutements forment alors agrave eux seuls une veacuteritable proposition

Quam cum uir suos imperatur (= imperator) Persarum per legationis (= legationes) sepius (= saepius) repetiret (= repeteret) et Mauricius emperatur (= imperator) uxorem ipsius esse nesciret tunc agusta (= Augusta) uidens eam pulcerrimam (= pulcherrimam) suspicans ne ipsa esset quam legati quaerebant dicensque eis (Fredeg 4 9 126 3)

lsquolsquo Et comme son mari empereur des Perses la reacuteclamait tregraves souvent par lrsquointermeacutediaire

drsquoambassades et que lrsquoempereur Maurice ignorait qursquoelle eacutetait la femme de celui-ci alors

lrsquoimpeacuteratrice voyant qursquoelle eacutetait tregraves belle se doutant qursquoelle pouvait ecirctre celle que les leacutegats

demandaient et leur disant rsquorsquo16

Dans cette phrase la proposition principale ne contient pas de verbe conjugueacute mais seu-

lement trois participes preacutesents accordeacutes avec le nominatif sujet agusta uidens suspicans

et dicens Lrsquoun au moins de ces trois participes eacutequivaut agrave un verbe conjugueacute drsquoailleurs le

participe preacutesent suspicans est lsquo reacutegulariseacute rsquo en un verbe conjugueacute agrave mode personnel dans le

manuscrit 5a qui utilise la forme suspicatur du verbe deacuteponent suspicor

8 Eacuteleacutements drsquoexplication

Cet emploi du participe preacutesent comme preacutedicat dans des phrases ou des proposi-

tions sans verbe conjugueacute repreacutesente peut-ecirctre un emploi peacuteriphrastique du participe

preacutesent avec le verbe sum lsquolsquo ecirctre rsquorsquo dans une fonction grammaticaliseacutee ou semi-gram-

maticaliseacutee drsquoauxiliaire sur le modegravele de la conjugaison peacuteriphrastique avec le verbe

esse et le participe passeacute Ce tour lsquo participe preacutesent + sum rsquo existe en latin archaiumlque

et classique en particulier sous la forme lsquo fore + participe preacutesent rsquo tournure eacutequiva-

lant agrave un infi nitif futur et attesteacutee en latin classique

15 lsquolsquo There the king fearing that through resentment at the death of his son-in-law Symmachus might take some step in opposition to his rule ordered him to be put to death under a false accusation rdquo (Traduction Rolfe 1939)

16 lsquolsquo Son mari lrsquoempereur des Perses la reacuteclamait freacutequemment en envoyant des ambassades mais lrsquoempereur Maurice ignorait qursquoelle eacutetait son eacutepouse alors lrsquoimpeacuteratrice avisant cette femme drsquoune grande beauteacute se douta que crsquoeacutetait elle que les ambassadeurs cherchaient et leur dit rsquorsquo (Traduction Devillers et Meyers)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

44

Fore audientes (Caes Gall 1 39 7)

lsquolsquo Ils entendront rsquorsquo

Lrsquoextension de cette tournure en latin tardif a pu ecirctre favoriseacutee par lrsquoinfl uence

des traductions latines de la Bible grecque puisque cette tournure est eacutegalement un

helleacutenisme17

Et omnis multitudo populi erat orans foris hora incensi (pour orabat) (Luc 1 10)καὶ πᾶν τὸ πλῆθος ἦν τοῦ λαοῦ προσευχόμενον ἔξω τῇ ὥρᾳ τοῦ θυμιάματοςlsquolsquo Et toute la multitude du peuple eacutetait en priegravere dehors agrave lrsquoheure de lrsquoencens rsquorsquo

Cependant ces tournures sont fort rares dans nos textes nous nrsquoen avons releveacute

que trois dans notre corpus tardif dont une seule peut ecirctre interpreacuteteacutee comme une

peacuteriphrase verbale

Merobaudis (ou Merobaudus) quidam ex pago Pictauensi dum esset laborans in opere caecitate pessima insidiatore inmittente (= immittente) percussus est (Greg Tur Martin 2

15 613 36)

lsquolsquo Un certain Meacuterobaude du canton poitevin alors qursquoil eacutetait en train de travailler agrave son

ouvrage de la ceacuteciteacute la pire agrave lrsquoinstigation du traicirctre a eacuteteacute frappeacute rsquorsquo18

Le syntagme esset laborans exprime une action en cours drsquoaccomplissement au moment

ougrave srsquoaccomplit le procegraves exprimeacute par le verbe de la proposition reacutegissante percussus est le

sujet de esset laborans est aussi le sujet de percussus est et le participe preacutesent forme peut-

ecirctre ici avec lrsquoauxiliaire une peacuteriphrase verbale exprimant la dureacutee concomitante du procegraves

principal comme la forme progressive anglaise en -ing il est lsquolsquo en train de travailler rsquorsquo19

Il est donc deacutelicat de postuler un auxiliaire esse sous-entendu avec le participe preacute-

sent puisque lrsquoattestation de esse avec le participe preacutesent est exceptionnelle Donc

la tournure peacuteriphrastique est certes attesteacutee en grec mais la tournure grecque ne

peut ecirctre consideacutereacutee comme eacutetant agrave lrsquoorigine de lrsquoemploi en latin du participe preacutesent

agrave la place drsquoun verbe conjugueacute

En fait lrsquoemploi du participe preacutesent offre le grand avantage de permettre une

simplifi cation de la fl exion verbale il suffi t que le sujet parlant ait meacutemoriseacute la forme

participiale en -ans -ens formeacutee sur le thegraveme de lrsquoinfectum pour eacutelaborer la forme

verbale qursquoil veut exprimer en lui adjoignant une forme du verbe lsquolsquo ecirctre rsquorsquo qui portera

les morphegravemes aspecto-temporels et personnels

17 Blaise (1986 sect225)18 lsquolsquo Un certain Meacuterobaude du pays du Poitou fut par un coup du diable frappeacute pendant qursquoil

srsquooccupait de son travail de la ceacuteciteacute la plus absolue rsquorsquo (Traduction Bordier)19 Les deux autres occurrences se trouvent en Hist 2 13 63 8 patientes estote et en Martin 2

24 617 9 adhaerentes Patientes semble ecirctre adjectiviseacute plutocirct que de relever de lrsquoexpression peacuteriphrastique de lrsquoimpeacuteratif futur Adhaerentes employeacute ici avec lrsquoauxiliaire erant corres-pond sans doute agrave la forme syntheacutetique de lrsquoimparfait passif du verbe simple adhaereo

GAYNO

45

Par ailleurs cette tournure peacuteriphrastique en lsquolsquo esse + participe preacutesent rsquorsquo est attes-

teacutee dans La Chanson de Roland laquo Le procegraves est envisageacute en cours dans son accom-

plissement raquo20

Carles qui est as forz passant (Rol 1703)

lsquolsquo Charles qui est en train de traverser les deacutefi leacutes rsquorsquo

Selon les grammaires drsquoancien-franccedilais consulteacutees la tournure la plus freacutequente

est lrsquoemploi du participe preacutesent avec un verbe de mouvement Le procegraves du verbe de

mouvement lsquolsquo aller rsquorsquo et celui exprimeacute par le participe preacutesent sont simultaneacutes

Curant i vinz Margariz de Sibilie (Rol 955)

lsquolsquo Alors Margariz de Seacuteville arrive en courant rsquorsquo

Cette tournure est encore usuelle au XVIIe siegravecle

Je mrsquoen vas deacutesalteacuterant (La Fontaine Le loup et lrsquoagneau Fables I 10)

Le participe preacutesent dans ces exemples eacutequivaut agrave un geacuterondif franccedilais formeacute

de la preacuteposition en suivie du participe preacutesent Cette tournure nrsquoexiste absolument

pas dans nos textes tardifs ougrave la forme syntheacutetique de geacuterondif du latin classique en

-dum ou -do est encore freacutequemment utiliseacutee quoique de nombreuses confusions

drsquoemploi puissent ecirctre releveacutees entre participe preacutesent et geacuterondif La tournure est en

formation au XIe siegravecle si elle est attesteacutee son emploi nrsquoest pas systeacutematique

Cler en riant lrsquoa dit a Guenelun (Rol 618)

lsquolsquo Il dit agrave Ganelon en riant de faccedilon sonore rsquorsquo

Asez est mielz que moerium cumbatant (Rol 1518)

lsquolsquo Il vaut beaucoup mieux que nous mourions en combattant rsquorsquo

Conclusion

La langue des VIe-VIIe siegravecles ne semble pas ecirctre lrsquoancecirctre direct des emplois du

participe releveacutes au XIe siegravecle Ceux-ci deacuterivent sans doute drsquoun eacutetat plus tardif de la

langue latine

Notre corpus tardif a reacuteveacuteleacute une langue en pleine mutation avec lrsquoemploi encore

bien attesteacute et majoritaire des formes classiques parallegravelement avec lrsquoeacutemergence de

nouvelles structures Les auteurs tardifs tentent de pallier leurs carences en gram-

maire classique en ayant recours agrave de nouveaux outils linguistiques qui sont geacuteneacutera-

lement lrsquoextension de tournures existant dans lrsquoancienne langue

20 Moignet (1979 202)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

46

Ces tentatives des VIe-VIIe siegravecles resteront pour la plupart vaines drsquoautres plus

tardives se retrouveront elles en franccedilais Nous avons donc affaire agrave une peacuteriode de

transition entre la norme du latin classique qui quoique affaiblie existe encore et ce

qui sera lrsquoeacutetat ou plutocirct les eacutetats les plus anciens des langues romanes

Centre Alfred Ernout

Universiteacute de Paris-Sorbonne (Paris 4) Maryse GAYNO

GAYNO

47

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49

Marcatori interazionali di cortesia dal latino alle lingue

romanze nomi e verbi tra morfosintassi e contesto discorsivo

1 Introduzione

Questo contributo1 analizza lrsquoevoluzione pragmatica dal latino ad alcune lingue

romanze di un gruppo di marcatori interazionali di cortesia (MIC) I MIC indagati

sono derivati da verbi o da locuzioni performative con valore illocutivo (ad es it

grazie prego chiedo scusa fr merci je tevous demande pardon port obrigado desculpe sp pido perdoacuten gracias rum mulțumesc măvă rog) ed esprimono i tre atti

linguistici di fare una richiesta (es 1) ringraziare (es 2) chiedere scusa (es 3)

(1) rum Mă rog dacă nu vă supăraţi aveţi apă2 (Caragiale Momente şi schiţe Livescu

(2014))

ldquoper favorevi prego se non vi dispiace avete (dellrsquo) acquardquo

(2) fr Merci monsieur de nous avoir donneacute agrave ma femme et agrave moi des nouvelles du joyeux

compagnon (Barregraves 1906 Le Voyage de Sparte Frantext)

(3) sp Bueno perdoacuten disculpaacute el teacutermino porque no seacute queacute cosa es (CREA Oral)

Dal punto di vista conversazionale i MIC costituiscono lsquorituali interazionalirsquo con

specifi che funzioni sociali poicheacute rappresentano modalitagrave standardizzate di orga-

nizzare scambi interpersonali che a loro volta hanno origine in un contesto storico

e socio-culturale (Goffman (1967)) Si tratta quindi di atti illocutori convenzionali

che hanno successo non se il destinatario comprende lrsquointenzione del parlante ma se

lrsquoatto egrave conforme a una convenzione socialmente riconosciutaQuindi dal punto di vista della realizzazione pragmatica la routinizzazione a

livello interazionale e sociale di alcuni atti genera formule che non implicano una

negoziazione di signifi cato ma la cui funzione pragmatica egrave fi nalizzata alla lsquocoesione

socialersquo (cfr Ghezzi (2014))Lo sviluppo pragmatico dei MIC puograve essere osservato da diversi punti di vista a

livello semasiologico analizzando quali funzioni pragmatiche sono realizzate da una

specifi ca forma oppure onomasiologico studiando come la stessa funzione venga rea-

lizzata da forme diverse Questo secondo punto di vista utilizzato qui per lrsquoanalisi evi-

1 Questo egrave un prodotto della ricerca laquoDinamica delle identitagrave nella comunicazione e nel muta-mento linguisticoraquo coordinata da Piera Molinelli e fi nanziata dallrsquoUniversitagrave di Bergamo (FAR 2012)

2 Qui sono tradotti gli esempi complessi

CILPR 2013 ndash SECTION 2

50

denzia a livello inter- e intra-linguistico processi ciclici di pragmaticalizzazione ricon-

ducibili a tendenze ricorrenti nelle lingue considerate (cfr Ghezzi e Molinelli (2014)) Le similitudini funzionali e formali nella nascita di MIC in alcune lingue romanze

infatti ben mettono in luce la relazione tra meccanica e meccanismi del mutamento

pragmatico ovvero tra il carattere ciclico dei processi implicati nel mutamento (mec-

canica) e le proprietagrave morfosintattiche e semantiche delle fonti dei MIC che in prima

istanza favoriscono il mutamento stesso (meccanismi) Allrsquoanalisi di questo secondo

aspetto egrave dedicato questo contributo3Lo sviluppo diacronico dei MIC egrave direttamente connesso alle caratteristiche mor-

fosintattiche dei contesti in cui vengono ritualizzati alla tipologia di atti linguistici

nei quali funzionalmente si collocano al valore di performativitagrave delle espressioni da

cui hanno origineQuesti contesti sono costituiti da forme che a livello morfosintattico codifi cano la

forza illocutiva in modo diverso Gli atti di richiesta scusa ringraziamento infatti

possono essere espressi

(a) nelle forme verbali da un verbo semanticamente rilevante come sp te lo agra-dezco rum icircţi mulţumesc e it mi scuso in (4-6)

(4) sp Bueno muchas gracias te lo agradezco (CREA Oral)

(5) rom Icircţi mulţumesc pentru cadoul foarte frumos (esempio reale)4

ldquoTi ringrazio per il bellissimo regalordquo

(6) it Mi scuso per il disturbo (esempio reale)

(b) nelle locuzioni da un verbo semanticamente generico con valore performativo

e da un nome che veicola il valore semantico principale come sp peccedilo desculpas it

chiedo scusa e fr je vous dis merci in (7-9)

(7) port Peccedilo novamente desculpas pelo adiantado da hora (CETEM publico)

ldquoChiedo nuovamente scusa per lrsquoora tardardquo

(8) it chiedo scusa ma non crsquoegrave il tempo del pronostico (Corpus LIP)

(9) fr De Milo je vous dis merci (Echenoz Nous trois Frantext)

(c) da una formula olofrastica come rum vă rog port obrigado fr pardon in (10-12)

(10) rum Luaţi loc vă rog (Livescu 2014)

ldquoSiediti per favorerdquo

(11) port laquoBom adeu Estimo que sejas felizraquo (CETEM Publico)

laquoObrigadoraquo

laquoBene arrivederci Credo che sarai feliceraquo

laquoGrazieraquo

(12) fr Oh ma tante Pardon Pouvais-je imaginer (Garat Pense agrave demain Frantext)

3 A Pierluigi Cuzzolin e Piera Molinelli un sincero ringraziamento per la lettura attenta e i molti consigli

4 Ringrazio Mihaela Popescu e Joana Aguiar per lrsquoaiuto nella traduzione degli esempi in rumeno e in portoghese rispettivamente

GHEZZI

51

Egrave possibile esemplifi care in Tab 1 alcune espressioni con funzione di MIC in lin-

gue romanze

Tab 1 ndash MIC in alcune lingue romanze

atto MIC italiano francese rumeno spagnolo portoghese

richieste verbi prego je te vous prie

te vă rog ruego peccedilo

locuzioni rivolgo una preghiera

je fais un appel

amo rugăminte

hago una peticioacuten

faccedilo um apelo

formule olofrastiche

prego je vous trsquo en prie

măvă rog (por favor) (por favorse faz favor)

scuse verbi mi scuso je mrsquoexcusepardonne (moi)

mă scuzaţi me disculpodesculpe-me

desculpe-me

locuzioni chiedo scusaperdonofaccio le mie scuse

je disdemande pardon

icircmi cer scuze

pido perdoacutendisculpa ofrezcopresento mis disculpas

peccedilo desculpaspeccedilo perdatildeo

formule olofrastiche

scusapardon

pardon scuzațiscuzaţi-mă

perdoacuten desculpeperdatildeo

ringrazimenti verbi ringrazio je remercie mulţumesc te lo agradezco

agradeccedilo

locuzioni dico grazierendo grazie (arcaico)

je dis mercije rends gracircce

aduc mulţumiri

doy (las) gracias

dou graccedilas

formule olofrastiche

graziegran merceacute (arcaico)

(grand) mercimille gracircces(arcaico)

mulţumesc gracias obrigado(a)

Alla base dei cicli di pragmaticalizzazione dei MIC vi sono contesti discorsivi per-

formativi codifi cati attraverso formule ritualizzate che hanno sviluppato un valore

pragmatico di cortesia a partire da perifrasi nominali o verbali In particolare le peculiaritagrave dei percorsi di pragmaticalizzazione dei MIC saranno

qui esemplifi cate in italiano e in francese attraverso lrsquoatto linguistico del ringraziare

Ci si avvarragrave di due corpora bilanciati di opere teatrali secondo lo schema in Tab 25

5 Il bilanciamento tiene conto del numero complessivo di parole in ogni corpus (circa 1200000 per il corpus italiano e 2200000 per quello francese) e della loro distribuzione nei tre secoli considerati Per permettere una comparazione le frequenze di occorrenza dei MIC sono state normalizzate per 100000 parole

CILPR 2013 ndash SECTION 2

52

Tab 2 - Corpora

1500 1700 1900

Francese Selezione opere teatrali

da Frantext

Selezione opere teatrali

da Frantext

Selezione opere teatrali

da Frantext

Italiano Selezione opere

teatrali di Aretino

Ariosto Belo Grazzini

Machiavelli Bruno

Ruzante

Selezione commedie di

Goldoni

Selezione opere teatrali

di Pirandello e di

Giacosa

Analizzando le caratteristiche degli enunciati performativi in cui i MIC occor-

rono ci si concentreragrave sullrsquoanalisi diacronica nelle due lingue romanze dellrsquointerre-

lazione tra

(a) il contesto discorsivo in cui emergono i valori pragmatici connessi alla cortesia

(b) i tratti morfosintattici dei MIC nelle lingue considerate

(c) le caratteristiche semantiche delle fonti dei MIC

In particolare la nozione di ciclo pragmatico verragrave utilizzata per descrivere lrsquoalter-

nanza morfosintattica tra forme verbali e nominali

2 I performativi e lrsquoorigine dei MIC

Il repertorio dei MIC nelle lingue romanze egrave costituito da verbi locuzioni e for-

mule olofrastiche a carattere performativo (cfr Tab 1) la nozione di performativitagrave

rappresenta dunque un punto di osservazione imprescindibile per lrsquoanalisi dei per-

corsi che hanno portato alla formazione di MICI verbi performativi condividono alcune proprietagrave In primo luogo manifestano

la soggettivitagrave del parlante annullando formalmente il discrimine tra enunciato ed

enunciazione (tra modus e dictum Benveniste (1966 273-274)) ed esprimendo lessi-

calmente il contenuto mentale del locutore attraverso lrsquouso del verbo alla prima per-

sona del presente indicativo Secondariamente sottolineano una coincidenza tra laquolocutoreraquo ed laquoenunciatoreraquo

ovvero tra laquoil soggetto responsabile dellrsquoatto di enunciazione che parla in prima per-

sonaraquo (locutore) e laquocolui che esprime il punto di vista espresso nellrsquoenunciatoraquo (enun-

ciatore) (Ducrot (1984 119-120)) Ne consegue che derivano non da un lessema ma da

un atto linguistico (Ti ringrazio Ti dico grazie Grazie) utilizzato per lsquofare qualche

cosarsquo e non solo per lsquodire qualche cosarsquo (cfr la trattazione in Benveniste (1958 1966)) Dunque i MIC che hanno origine da verbi o locuzioni performative hanno valore

laquodelocutivoraquo6 essendo derivati da locuzioni ovvero unitagrave del discorso e non da nomi

o verbi unitagrave della langue nel senso saussuriano del termine Tali forme sono alta-

6 Sulla nozione di delocutivitagrave si vedano tra gli altri Benveniste (1958 1966) Anscombre (1985) Buumlchi (1995) Fruyt (1997) Larcher (2003)

GHEZZI

53

mente produttive poicheacute egrave possibile derivare verbi come it ringraziare e fr remercier e nomi it grazie e fr merci7 In questi casi si puograve dire che morfologicamente i MIC

hanno valore denominale ma pragmaticamente (e semanticamente) hanno valore

delocutivo

Infi ne i performativi sono caratterizzati da una doppia illocuzione la prima

dichiarativa la seconda determinata dalla semantica del verbo o del nome che carat-

terizza la locuzione performativa Sono quindi tipici dei contesti socialmente ritualiz-

zati e consacrati alla realizzazione di alcune azioni (cfr Held e Helfrich (2011))Tra gli atti linguistici realizzati da MIC richiedere e ringraziare costituiscono la

base lsquocortesersquo di ogni processo di scambio8 Le richieste sono atti minacciosi della faccia negativa mitigati attraverso specifi -

che strategie verbali I ringraziamenti invece sono atti sociali a benefi cio dellrsquointerlo-

cutore che si basano sullrsquoidea che vi sia un laquoindebitamentoraquo pragmatico tra parlante e

interlocutore (Leech (1983 205)) Come per le richieste i ringraziamenti sono atti lin-

guistici codifi cati metaforicamente attraverso una lsquotransazionersquo calcolata in relazione

ad un contesto situazionale e storico-culturale in base ai quali viene verbalmente

bilanciata e compensata Egrave interessante che il medesimo etimo latino (gratia) possa essere usato in francese

e in italiano in atti linguistici di richiesta e di ringraziamento (fr accorder un gracircce

demander un gracircce vs mille gracircce rendre gracircce it di grazia domandare una grazia

vs mille grazie ringraziare rendere grazie) Infatti il valore semantico ldquofavore buona

disposizionerdquo egrave elemento culturale chiave nel processo sociale di scambio

Il riferimento lsquoeconomicorsquo di tale scambio egrave invece alla base degli usi della for-

mula olofrastica francese merci e dellrsquoit mercedemerceacute in locuzioni quali je rends merci o rendo merceacute entrambi derivati dal lat mercede(m) ldquoprezzo pagato per un

prodotto commercialerdquo (Cortelazzo Zolli (1979 sv))Nonostante la prosecuzione comune alle due lingue degli etimi gratia (it grazia e

fr gracircce) e merces (it merceacute mercede e fr merci) il confronto diacronico tra francese

e italiano mostra differenze formali e congruenze funzionali nei percorsi che hanno

portato alla formazione dei moderni MIC

7 Nellrsquoit un grazie speciale a Marco e nel fr dis-lui un grand merci de ma part (Frantext) la presenza dellrsquoarticolo al singolare e al maschile rispettivamente testimoniano la derivazione dallrsquoatto linguistico e non dal nome plurale o dal femminile corrispondente

8 Si vedano Brown Levinson (1987) ed Held (1996) relativamente agli atti di richiesta e di ringraziamento nella cortesia verbale

CILPR 2013 ndash SECTION 2

54

3 Sviluppi diacronici in italiano e in francese

Tra i meccanismi alla base degli sviluppi diacronici dei diversi tipi di MIC9 vi egrave la

frequenza di occorrenza delle unitagrave determinata dallrsquouso dellrsquoespressione in situa-

zioni ricorrenti Lrsquoerosione del signifi cato originario egrave infatti parte integrante dello

sviluppo verso un uso pragmatico In entrambe le lingue tale sviluppo ha origine a

partire da un contesto e da strutture morfosintattiche contenenti verbi o locuzioni

performativi

31 Il latino

In latino sono attestate diverse formule spesso caratterizzate in diastratia asso-

ciate ai lessemi gratus ldquogratordquo e gratia(m) ldquofavore buona disposizionerdquo Queste

formule sono utilizzate in accezione concreta ldquoatto con il quale si acquista ricono-

scenzardquo o astratta ldquoservizio resordquo (Castiglioni Mariotti (2007 sv))

La formula non marcata in latino egrave gratias (tibi) ago ldquorendo grazie (a te)rdquo a cui si

associano diverse varianti tra cui grates ago grates dico rivolte a divinitagrave o persona di

alto rango (Panagl (2003)) La formula latina tam gratiast (lt tam gratia est) lett ldquotanto

egrave graziardquo continua nelle lingue romanze come nellrsquoit tante grazie (Panagl (2003))

Il secondo etimo considerato merces non compare nei dati scritti di cui si egrave in

possesso con il valore di MIC

32 Lrsquoitaliano

In italiano entrambi gli etimi latini sono attestati con valore di MICLe forme italiane che proseguono tali etimi hanno valore di MIC giagrave in italiano

antico Esse compaiono sotto forma di verbi di locuzioni performative e di formule

olofrastiche Renzi (2010) indica come non marcate le forme del verbo illocutivo rin-graziare (es 13) le espressioni farerendere (molte) graziemerceacute (es 13-15) e le for-

mule olofrastiche merzeacute granmolte merceacute (es 16-17) Alcuni usi di grazia e delle

sue varianti possono essere interpretati come contesti ponte di formule olofrastiche

spesso in co-occorrenza con merceacute (es 18-19) Nello stesso periodo nel corpus OVI

sono attestate 8 occorrenze del verbo merciare ldquoringraziarerdquo (es 20) in varietagrave sia

toscane sia veneziane

(13) Ringrazzo voi di fi n cor [con cuore puro] merzeacute rendo merzeacute mia donna (Chiaro

Davanzati Rime canz 7 vv 49-50 OVI)

(14) Irsquo le dissi laquoMadonna grazie rendo a voiumlraquo (Fiore 202 vv 1-2 OVI)

(15) Segnor mio di ciograve che voi mi dite io vi rendo grande grazie e mercieacute sigrave della promessa e

ssigrave del consilglio (Libro della distruzione di Troia 1539 OVI)

(16) Dice il sere che gran mercegrave e che voi gli rimandiate il tabarro (Boccaccio Novelle

72-14 OVI)

9 Simili percorsi possono essere ricostruiti per locuzioni performative formule olofrastiche non marcate come it grazie e fr merci o verbi performativi

GHEZZI

55

(17) [hellip] maggiore me lrsquoaveste dimandato e io vi dono questoraquo laquoSignoreraquo disse la donzella

laquomolte marceacute raquo (Palameacutedes pis pt2 cap 54 1113 OVI)

(18) Grasia a te grasia amico e mersede tutta di tanto grasioza benivoglensa de sigrave orrata

discreta discressione (Guittone Lettere in prosa 29 34817 OVI)

(19) Grasia e mersede a voi Signor dibonaire che grasia e onore tanto fatto mrsquoavete lrsquoumel

persona despetta mirsquo accogliendo e degnando in vostra altessa (Guittone Lettere in prosa 26 3237 OVI)

(20) laquoEl me plaxe molto benraquo ciograve dixe lo re Galleodin laquoe sigrave ve ne mercio fortemente de ccedilograve che

vuj aviti ditoraquo (Tristano Cors 8435 OVI)

Nella seconda metagrave del Quattrocento Savonarola (III 181) nota laquoGrazia si chiama

il ringraziamento che facciamo ad uno quando lo ringraziamo che ci ha fatto qualche

benefi cio cioegrave che rendiamo grazia idest ringraziamoraquo (Battaglia (1971 sv)) Allo

stesso periodo risalgono le prime attestazioni di ringraziamento (es 21)

(21) Dopo assai ringraziamenti fatti e lor commemorazione date al Piovano gli donograve braccia

XXX di panno di mellina e trenta iscudi drsquooro e feceli oferte assai per seacute e per li suoi

amici (Piovano Arlotto 14 Battaglia (1971 sv))

Baretti (1760) nel dizionario italiano-inglese sotto la voce grazia (ldquoil ringraziare

per segno di gratitudinerdquo) indica laquothanks vi rendo grazie I thank youraquo Nel volume

inglese-italiano si trova invece laquoThanks grazie sf ringraziamenti smraquo Secondo

Lepschy Lepschy (2007) le due notazioni fanno pensare che non si tratti ancora

dellrsquoespressione olofrastica ma di una riduzione di rendo grazie Inoltre nello stesso

periodo sul Vocabolario degli accademici della Crusca alla voce mercegrave si indicano

come sinonimi render mercede e ringraziare (4deg edizione (1729-1738) sv es 22)

(22) Io son qui per renderti mercede del benefi cio che mi festi allora (Ariosto Orlando furioso 431031-2)

Dal 1850 circa la formula olofrastica grazie compare nei vocabolari come lemma

indipendente (Lepschy Lepschy (2007 127-128)) il che probabilmente registra anche

formalmente un uso moderno del MIC ormai consolidato nella prassi (es 23) Ancora

intorno alla metagrave del 1800 perograve vengono citati come sinonimi di grazie voci quali

mercegrave o gran mercegrave grandissima mercegrave rendo grazie (Boerio (18562 sv)) utilizzati

soprattutto in registri stilisticamente alti come testimonia lrsquoesempio (24) dallrsquointro-

duzione a Il Piacere di Gabriele DrsquoAnnunzio del 1888)

(23) laquoDi grazia quel signore da che parte si va fuora per andare a Bergamoraquo

laquoPer andare a Bergamo Da porta orientaleraquo

laquoGrazie signore []raquo (Manzoni I Promessi sposi cap XVI)

(24) Questo libro composto nella tua casa dallrsquoospite bene accetto viene a te come un rendi-mento di grazie [hellip] Se nel mio libro egrave qualche pietagrave umana e qualche bontagrave rendo mercede al tuo fi gliuolo [hellip] Ave Giorgio Amico e maestro gran merceacute (DrsquoAnnun-

zio Il Piacere Introduzione)

Lrsquoanalisi quantitativa delle diverse unitagrave nel corpus considerato conferma lrsquoevolu-

zione dei MIC (Graf 1)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

56

Graf 1 - Distribuzione dei MIC in italiano

Rispetto alle tre tipologie di MIC considerati si puograve osservare che tra le due locu-

zioni attestate (rendo merceacutegrazie) prevale rendo grazie la cui frequenza diminuisce

perograve nel 1900 Il verbo performativo piugrave diffuso in italiano egrave ringrazio la variante

mercio giagrave poco frequente in italiano antico non egrave attestata nel 1500 Similmente la

formula olofrastica piugrave frequente nel 1500 egrave gran merceacute ma progressivamente viene

sostituita da grazie

33 Il francese

Anche in francese entrambi gli etimi latini sono attestati con valore di MICGiagrave in antico francese essi compaiono sotto forma di verbi di locuzioni performa-

tive e di formule olofrastiche Tra i piugrave frequenti vi sono la locuzione rendre granzgrace(s) che co-occorre anche con merci (es 25 Treacutesor sv) la formula olofrastica

grand merciz attestata per la prima volta nel 1135 (es 26 Treacutesor sv) diversi verbi

performativi a partire dal XII secolo quali remercier (es 27 Treacutesor sv) a sua volta

derivato dallrsquoantico verbo mercier (es 28 Robert Rey (2001 sv)) da cui anche mer-ciement (es 29) Nello stesso periodo il verbo gracier egrave usato con il signifi cato ldquorin-

graziarerdquo (es 30)

(25) Biau sire Diex je te rent graces et merciz de ce que je ne sui pas ausi mauveacutes ne ausi

desloiax come sont mi (La Queste del Saint Graal 1220 p 124 BFM)

(26) ldquoGranz merciz sirerdquo diumlent li losengier (Couronnement de Louis 4 BFM)

(27) Mais comme povre orpheline je vous remercie dei vaisseaulux que vous mrsquoenvoyastes

(Melusine BFM)

(28) Mercyeacute Sire en soyes vous (Intern Consol II Xxi Bibl Godefroy (1895 sv))

(29) E li reis li en rent mut grant merciement (Horn 3213 Mich BFM)

(30) Vous mercy Qui venu estes jusqursquoa ci Et chascun de vous en gracie (Griseld BFM)

In francese medio le forme olofrastiche sono prevalentemente costruite a par-

tire da merci grand(s) merci(s)moult de mercis (es 31) (La) + agg poss (bonne) merci (es 32 DMF sv) Le locuzioni performative contengono merci (rendre merci es 33) o grace (donner rendre grace DMF sv soprattutto rivolto a Dio) o entrambe

le forme (donnerrendre grace(s) et merci(s) es 34) Parimenti sono attestati diversi

verbi delocutivi gracier mercier regracier remercier (es 35-37) Allo stesso periodo

risalgono anche le prime attestazioni di remerciement (es 38)

GHEZZI

57

(31) Sire chevaliers a vostre congieacute et grans mercis de vostre courtoisie (Arras 7 DMF sv)

(32) laquoSireraquo dist Saintreacute laquovostre bonne mercyraquo (La Sale JS 131 DMF sv)

(33) Mon pere je te rans mercy Du grant pouvoir que mrsquoas donneacute Faire ce que mrsquoas ordonneacute

Mrsquoen vaiz (Pass Auv 161 DMF sv)

(34) Et pour ce sire nous lui promettons en bonne foy que nous le servirons comme nostre

loyal seigneur et lui rendrons graces et mercis de la bonteacute qursquoil nous a faicte (Beacuterinus I

188 DMF sv)

(35) Sire que bien devons amer Tous ensemble vous merciumlons Tant humblement com nous

povons Et regraciumlons chierement Qursquoil vous a pleu benignement Condescendre a nostre

priere [agrave vous marier] (Gris 17 DMF sv)

(36) Si que bonne Amour graci Cent mille fois qui Mrsquoa si tres bien asseneacutee Que jrsquoaim la fl eur

et le tri De ce monde cy [] (Mach Ch bal 630 DMF sv)

(37) Tres chiers et especiaus amis je vous remerci grandement des lettres si amiables et si

confortans a ce qui me touce que vous mrsquoaveacutes envoiies (Froiss Pris am F 68 DMF

sv)

(38) [] avec remerciement de leur longue maintenue faveur leur prioit-on de tousjours per-

seacuteveacuterer tels (Chastell Chron K t1 69 DMF sv)

NellrsquoOttocento la situazione egrave diversa Il verbo delocutivo non marcato egrave remercier

(es 39) merci egrave la forma olofrastica non marcata (es 40) insieme alle molte varianti

(ad es grand merci merci beaucoup merci bien) anche se vi sono esempi di mille gracircces (es 41) Attestata egrave anche la locuzione performativa rendre gracircce(s) (es 42)

(39) Mon bon monsieur je vous remercie (Balzac Meacuted camp 1833 p 271 Frantext)

(40) Lrsquoemployeacute () prit () un paquet de piegraveces enfermeacutees dans une chemise bleue et le

preacutesentant laquoVoici monsieur Lesable vous nrsquoignorez pas que le chef a enleveacute hier trois

deacutepecircches dans ce dossier minus Oui Je les ai merciraquo (Maupassant Contes et nouv t 1

Heacuterit 1884 p 466 Frantext)(41) Mille gracircces mon cher Monsieur des bonnes nouvelles que vous me donnez de la santeacute

de M de Chateaubriand (Mme de Chateaubriand Meacutem et lettres 211-212 Frantext)

(42) Maintenant je vous rends gracircce pour le plaisir que vous me faites en me procurant lrsquooc-

casion de vous remercier comme je vous ai beacuteni crsquoest-agrave-dire du fond du cœur (Dumas

Monte-Cristo t 1 610 Frantext)

Lrsquoanalisi delle occorrenze delle formule nel corpus conferma anche quantitativa-

mente lrsquoevoluzione dei MIC (cfr Graf 2)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

58

Graf 2 - Distribuzione dei MIC in francese

Per le tre tipologie di MIC si puograve osservare che nei testi francesi tra le due locu-

zioni performative (je rends mercigracircce(s)) prevale je rends gracircce(s) che perograve dimi-

nuisce nel 1900 Il verbo performativo je remercie egrave la forma piugrave frequente in francese

contemporaneo ma nei secoli precedenti sono attestate diverse varianti di verbi per-

formativi che caratterizzano in particolare lrsquoantico francese La formula olofrastica

(grand) merci egrave costantemente la piugrave frequente e anzi aumenta di frequenza nel 1900

4 In conclusione

Nelle lingue romanze i valori pragmatici dei MIC si realizzano in contesti morfo-

sintattici differenti (locuzioni e verbi performativi formule olofrastiche) per gli atti di

scuse richiesta e ringraziamento

Per quanto il latino utilizzasse prevalentemente formule legate ad un solo etimo

(gratia) italiano e francese riprendono invece due etimi diversi mentre la funzione

di cortesia associata alla formula latina continua nella formula olofrastica italiana

grazie il francese attribuisce ad un altro etimo (merces) il valore di formula olofra-

stica forse in relazione ad una interpretazione dellrsquoetimo originario che sembrerebbe

caratterizzare il latino di Gallia nel periodo tardo10 In ogni caso per i secoli e i testi

qui considerati i due etimi latini svolgono la medesima funzione di cortesia pur con

sfumature di signifi cato e in contesti drsquouso differenti

La prevalenza di una forma sullrsquoaltra si evidenzia

(a) in termini di frequenza anche in relazione a parametri sociolinguistici

(b) in relazione al grado di pragmaticalizzazione (formula olofrastica)

10 Cfr ad es il passo di Venanzio Fortunato vescovo di Poitiers nel VI sec Quaeligrens unde viro duplicentur vota salutis Et tibi mercedem de Radegunde facit (Carm 9 14 13)

GHEZZI

59

(c) in relazione alla formazione di unitagrave delocutive (it grazie gt ringraziare ringraziamento

fr merci gt merciergt merciement remercier gt remerciement)

Mentre per le locuzioni la forma piugrave frequente in entrambe le lingue ha come base

lrsquoetimo gratia le formule olofrastiche mostrano traiettorie differenti in italiano dal

1500 al 1900 la forma olofrastica egrave realizzata a partire dai due etimi latini ma pro-

gressivamente la variante grazie sostituisce gran merceacute In francese anche se vi sono

tuttora attestazioni di mille gracircces la formula piugrave frequente egrave (grand) merci

La derivazione delocutiva egrave un lsquomeccanismorsquo diacronico diffuso Lrsquoanalisi dello

sviluppo dei MIC associati ai ringraziamenti ha evidenziato processi ciclici produttivi

che presuppongono lrsquoesistenza di un impiego formulare dellrsquoespressione reinterpre-

tata secondo lo schema seguente (esemplifi cato attraverso it grazie)

grazia ldquofavorerdquo rendere graziae grazie ringraziare gt ringraziamento

(a) grazia favore (che viene fatto a qualcuno)

(b) utilizzo di graziae con il senso (a) nella formula rendere grazie utilizzata per ringraziare

in base alle regole di discorso laquose X dice a Y che (a) egrave un favore fatto a X allora X rin-

grazia Yraquo

(c) creazione di una nuovo sostantivo con il signifi cato di ldquoatto che si realizza dicendo

grazierdquo

(d) gli usi di grazie dello stadio (b) sono reinterpretati con il valore in (c)

(e) creazione di un verbo performativo con il signifi cato di ldquodire grazierdquo

Tra gli aspetti che richiedono approfondimenti ve ne sono alcuni che riguardano

le modalitagrave di selezione della base da cui derivano i verbi performativi in particolare

saragrave interessante verifi care se questa derivazione si applichi a partire dalla struttura

o dalla forma meno marcate sincronicamente al momento della derivazione Il caso

del francese permetterebbe allora di ipotizzare uno sviluppo diacronico gracier gt (re)mercier dove gracier testimonia una fase precedente in cui anche nel francese predo-

minava ancora il modello latino cosigrave come it salutare rispetto a ciao testimonia la

presenza di una formula di saluto (salve) precedentemente meno marcata Un secondo aspetto che meriterebbe piugrave approfonditi studi egrave relativo al ruolo dei

fattori sociali e storico-culturali nella diversa evoluzione delle formule olofrastiche

francesi e italiane (merci e grazie) Held (1996) ipotizza che la peculiaritagrave del francese

possa essere variamente associata a fattori socio-culturali come ad esempio il fatto

che progressivamente la forma gratia sia stata utilizzata come base per la creazione

di forme idiomatiche connesse al linguaggio cerimoniale delle laquoHonnetes gensraquo nel

1700 e che sia quindi stata progressivamente relegata allrsquouso religioso Ragioni simili

potrebbero essere ricercate anche per le altre lingue a partire dal rumeno ma lrsquoam-

bito socio-culturale di riferimento egrave ancora tutto da scoprire

Universitagrave di Bergamo Chiara GHEZZI

CILPR 2013 ndash SECTION 2

60

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63

Aliquis tra latino e romanzo

1 Introduzione gli indefi niti tra tipologia e diacronia

La direzionalitagrave del mutamento linguistico egrave un tema molto prominente nella sin-

tassi storica soprattutto grazie al fi lone di ricerche sulla grammaticalizzazione (per

il latino si veda Fruyt (2011)) In questo campo gli studiosi hanno potuto identifi care

un numero ristretto di cause e meccanismi del mutamento sintattico motivati dal

punto di vista cognitivo in termini di strategie di acquisizione (cf Roberts (2007) per

un quadro drsquoinsieme) In ambito semantico invece non sono emersi con altrettanta

chiarezza meccanismi generali e cognitivamente fondati che spieghino la ricorrenza

di certi tipi di mutamento (con alcune eccezioni per es Traugott Dasher (2001) e

Eckardt (2006))

Come mostrato dallrsquoampio studio tipologico di Haspelmath (1997) i pronomi

e aggettivi indefi niti sono diacronicamente piuttosto instabili e possono quindi

mostrare differenze signifi cative anche in lingue strettamente imparentate e in inin-

terrotto contatto come quelle romanze Allo stesso tempo nel sistema degli indefi niti

si possono osservare degli schemi di mutamento ricorrenti Per esempio frequente

egrave la trasformazione di un termine a polaritagrave negativa (NPI) in un indefi nito nega-

tivo (cf Haspelmath (1997 221-233)) ma anche la direzione contraria egrave attestata (cf

Jaumlger (2010)) Un altro ciclo rilevante interessa gli indefi niti lsquoa scelta liberarsquo (lsquofree

choicersquo come lrsquoit qualsiasi) che si sviluppano da relative libere e vengono estesi a

contesti comparativi condizionali e interrogativi perdendo il valore originario (cf

Haspelmath (1997 149-150) e Foulet (1919) e Jayez Tovena (2011) sul fr quelque)

Meno studiato in questa prospettiva egrave il sistema degli indefi niti specifi ci su questo mi

concentro qui considerando la storia del latino aliquis lsquoqualcuno (un) qualchersquo che

mostra sviluppi diacronici peculiari in prospettiva tipologica

2 Gli sviluppi romanzi di aliquis

Nel ricco sistema degli indefi niti del latino classico quidam e aliquis svolgono la

funzione di indefi niti specifi ci Egrave generalmente riconosciuto (cf Haspelmath (1997)

Bertocchi et al (2010) Bortolussi (2010)) che il loro signifi cato si distingue in base

allo stato epistemico del parlante (lsquospecifi c known unknownrsquo in Haspelmath (1997))

Con quidam il parlante introduce un referente della cui identitagrave egrave certo spesso ma

non necessariamente seguono nel testo ulteriori specifi cazioni sullrsquoidentitagrave del refe-

CILPR 2013 ndash SECTION 2

64

rente eo sul tipo di conoscenza che ne ha il parlante (cf (1)a) Con aliquis invece il

referente dellrsquoespressione indefi nita egrave presentato come esistente e in questo consiste

la sua specifi citagrave la sua identitagrave egrave perograve sconosciuta al parlante e impossibile da indi-

viduare o non rilevante (cf (1)b) Secondo la defi nizione del dizionario Lewis-Short

aliquis laquodenotes that an object really exists but that nothing depends upon its indi-

vidualityraquo

(1) a Nec diu moratus rusticus quidam familiaris oculis meis cum muliercula comite propius accessit (Petron 12 3)

lsquoDopo poco arrivograve un contadino che conoscevo di vista accompagnato da una donnettarsquo

b expectabam aliquem meorum (Cic Att 13 15)

lsquoapettavo (qualc)uno dei mieirsquo

Quidam pur mantenendo vitalitagrave in latino tardo non produce esiti romanzi al

contrario aliquis egrave continuato dalle forme pronominali romanze derivanti dallrsquoaccu-

sativo come sp alguien pt algueacutem sp e pt algo e da quelle risultanti dallrsquouniverba-

zione di aliquis e unus gt alicunus come per es it alcuno fr aucun sp alguacuten pt

algum La distribuzione di queste forme egrave piuttosto diversifi cata nelle varie lingue

e il signifi cato egrave talvolta distante da quello del lat aliquis Il plurale (in fr lrsquoarcaico

drsquoaucuns) puograve ricevere interpretazione specifi ca (cf lrsquoit alcuni in (2)a) Il singolare

invece egrave diventato un termine a polaritagrave negativa talvolta -come in spagnolo cf (2)b-

con inversione rispetto al nome secondo alcune analisi della concordanza negativa il

francese aucun (usato nei registri formali) egrave un vero e proprio indefi nito negativo la

cui distribuzione egrave legata alla presenza della negazione diretta e i cui tratti semantici

ne permettono lrsquouso come risposta negativa in contesti ellittici cf (2)c-d In Ibero-

Romanzo inoltre per gli indefi niti derivati da aliquis egrave possibile un cosiddetto uso

lsquoepistemicorsquo (cf (2)e Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito 2003 Jayez Tovena 2006)

che non permette lrsquoidentifi cazione univoca del referente dellrsquoelemento indefi nito uso

che in francese e italiano egrave impossibile con alcuno aucun ed egrave invece espresso rispet-

tivamente da quelque e (un) qualche (cf lrsquoit in (2)f-g)

(2) a Franco vuole comprare alcuni libri nel negozio qui vicino (specifi co possibile)

b no toma precaucioacuten alguna lsquonon prende alcuna precauzionersquo

c Aucun de mes amis nrsquoest venu lsquoNessuno dei miei amici egrave venutorsquo

d A Avez-vous une objection B Aucune lsquoA Ha unrsquoobiezione B Nessunarsquo

e Mariacutea se casoacute con alguacuten estudiante del departamento en concreto con Pedro

lsquoMaria si egrave sposata con un qualche studente del dipartimento precisamente Pedrorsquo

f Maria si egrave sposata con alcuno studente del dipartimento

g Qualche idiota ha dimenticato di spegnere la luce

La Tabella 1 riassume in forma schematica la distribuzione degli esiti di aliquis in

italiano francese spagnolo e portoghese

GIANOLLO

65

Tabella 1 distribuzione degli esiti romanzi di aliquis

linguaLatino

ClassicoRomanzo

formaaliquis Sp alguacuten

alguien

Pt algumalgueacutem

It alcunoFr aucun

funzionelsquospecifi c

unknownrsquoSINGOLARE PLURALE

indefi nito

epistemico

Sp Pt

(It qualche

Fr quelque)

termine

a polaritagrave

negativa

Sp Pt

Ita Fr

indefi nito

negativo

Fr

indefi nito

semplice o

specifi co

Sp Pt It

Fr

In questo contributo non mi occupo dellrsquoasimmetria nello sviluppo di singolare e

plurale e mi dedico invece a due aspetti evidenziati dal confronto tra il valore del sin-

golare latino e gli sviluppi semantici delle forme singolari romanze il comportamento

di aliquis rispetto alla negazione in latino classico e tardo (sect 4) e lrsquouso epistemico di

aliquis in contesti modali (sect 5) Egrave opportuno perograve fare precedere alla presentazione

dei dati una breve discussione della nozione di specifi citagrave (sect 3)

3 Gli ingredienti della specifi citagrave

La specifi citagrave egrave un fenomeno pervasivo allrsquointerfaccia tra semantica pragmatica e

sintassi per il quale egrave diffi cile raggiungere una defi nizione condivisa Von Heusinger

(2011) offre un panorama aggiornato degli studi sul tema da cui emerge la mancanza

di consenso su quale sia la componente fondamentale della specifi citagrave e quali invece

gli lsquoepifenomenirsquo dovuti allrsquointerazione con i vari contesti semantici e pragmatici Da

una parte si osservano nelle lingue elementi con i quali egrave sempre associato un valore

di specifi citagrave e che sono incompatibili con contesti che non permettono unrsquointerpre-

tazione specifi ca Dallrsquoaltra esistono elementi piugrave variabili che a seconda di fattori

contestuali come le relazioni di portata tra operatori logici e la struttura informazio-

nale assumono o meno unrsquointerpretazione specifi ca

Haspelmath (1997) classifi ca aliquis come indefi nito specifi co ma studi dedicati al

latino hanno mostrato che tale classifi cazione egrave tuttrsquoaltro che ovvia se per es Bertoc-

chi et al (2010 25) affermano che laquoaliquis is generally though not always specifi craquo

Orlandini (1983 233) classifi cava aliquis in base ai suoi criteri pragmatici come non-

CILPR 2013 ndash SECTION 2

66

specifi co1 La variabilitagrave della classifi cazione dipende dalla defi nizione di specifi citagrave

di volta in volta adottata

In Orlandini (1983) come in molta letteratura sul tema si adotta una defi nizione

pragmatica basata sullo stato epistemico del parlante un indefi nito specifi co esprime

certezza del parlante riguardo allrsquoidentitagrave del referente (unicitagrave del riferimento) Lo

stato epistemico del parlante egrave di fatto identico a quello che produce lrsquointerpretazione

referenziale di un sintagma nominale defi nito diverso egrave solo lo stato epistemico del

ricevente che nel caso del defi nito ha familiaritagrave con il referente nel caso dellrsquoindefi -

nito non ne conosce lrsquoidentitagrave

Haspelmath (1997 38) offre la seguente defi nizione laquoan expression is specifi c if

the speaker presupposes the existence and unique identifi ability of its referentraquo Solo

nellrsquoambito di una presupposizione di unicitagrave del riferimento ha senso distinguere

secondo Haspelmath (1997 45) tra riferimento conosciuto e non conosciuto

Bertocchi et al (2010 24-28) cosigrave come Bortolussi (2010) adottano la defi nizione

di Haspelmath ma distinguono tra casi in cui crsquoegrave sia presupposizione di esistenza che

unicitagrave di riferimento e casi in cui invece non crsquoegrave unicitagrave di riferimento ma lrsquoesistenza

del referente egrave comunque presupposta a seconda dei contesti di occorrenza aliquis

puograve indicare o meno unicitagrave di riferimento ossia puograve essere o non essere specifi co

Inoltre viene sottolineata per il latino la presenza di un indefi nito quis che egrave neutro

rispetto alla presupposizione di esistenza Su questa base viene riconosciuto per il

latino il sistema in (3)

(3) a quidam [+ presupposizione di esistenza] [+ unicitagrave del referente]

b aliquis [+ presupposizione di esistenza] [plusmn unicitagrave del referente]

c quis [empty presupposizione di esistenza] [ndash unicitagrave del referente]

d quisquam [ndash presupposizione di esistenza] [ndash unicitagrave del referente]

A fronte di queste diffi coltagrave nel raggiungere una defi nizione unitaria di specifi citagrave

mi sembra opportuno procedere nella ricerca empirica scomponendo il concetto e

prendendo in considerazione separatamente due ingredienti che sono rilevanti per

lrsquointerpretazione di aliquis

(i) portata in latino classico aliquis egrave in grado di deve trovarsi al di fuori della

portata di altri operatori come ad es la negazione e il condizionale

(ii) componente epistemica il referente egrave sconosciuto indifferente al parlante

In sect 4 mi concentro sul primo fattore e in particolare sugli sviluppi di aliquis in

contesti negativi e sullrsquoimpossibilitagrave di avere letture specifi che allrsquointerno della por-

tata della negazione Sotto questo aspetto lrsquoevoluzione diacronica di aliquis si pro-

spetta giagrave chiaramente a partire dal IV sec dC In sect 5 discuto lrsquoimportanza della

1 La bibliografi a su questo tema e in generale sugli indefi niti latini egrave vasta e non le puograve essere resa giustizia in questa sede Segnalo solo alcuni dei contributi piugrave recenti Orlandini (1983) (2000) Mellet (1992) Maraldi (2000) Bortolussi (2001) (2010) Bertocchi et al (2010) Bortolussi Sznajder (2014) Devine Stephens (2013)

GIANOLLO

67

componente epistemica interpretata come estensione del dominio di quantifi cazione

per il percorso diacronico di aliquis

4 Aliquis e la negazione

Si egrave osservato in sect 2 come gli esiti romanzi di aliquis diventino termini a polaritagrave

negativa legittimati quindi in contesti con lsquocapovolgimento di scalarsquo (lsquodownward

entailingrsquo) come il dominio di portata della negazione Lrsquoestensione a questi con-

testi e in generale a contesti non-specifi ci delle forme romanze che continuano

aliquis contraddice la generalizzazione diacronica di Haspelmath (1997 148-154)

secondo cui i mutamenti semantici che interessano gli indefi niti operano unidire-

zionalmente da destra a sinistra della sua mappa semantica Nel sistema di funzioni

di Haspelmath rappresentato in (4) gli usi specifi ci occupano lrsquoestrema sinistra

mentre quelli sotto negazione indiretta e diretta si trovano nella parte destra dello

spazio semantico

(4) Rappresentazione della mappa semantica per gli indefi niti di Haspelmath (1997)

specifi c

known

specifi c

unknown

irrealis

non-spe-

cifi c

question indirect

negation

direct

negation

conditional compara-

tive

free-choice

Le letture specifi che degli indefi niti sono sempre impossibili sotto la portata della

negazione come mostrato dal contrasto tra inglese some e any in (5)

(5) a I didnrsquot cite some contributions lsquoci sono alcuni contributi che non ho citatorsquo exist gt not

b I didnrsquot cite any contributions lsquonon ho citato alcun contributorsquo not gt existIl latino aliquis se usato in contesti di negazione diretta prende sistematicamente

portata ampia rispetto allrsquooperatore negativo (cf Orlandini (2000)) in (6) si inter-

preta quindi lsquocrsquoegrave qualcosa che tu non hairsquo e non lsquonon crsquoegrave niente che tu abbiarsquo Si noti

che anche se in (6) la portata del quantifi catore egrave ampia lrsquoidentifi cazione del refe-

rente non egrave possibile o voluta lrsquoesistenza di lsquoun qualcosarsquo egrave rilevante la sua indentifi -

cazione egrave lasciata aperta

(6) dicitur enim alio modo etiam lsquocarerersquo cum aliquid non habeas et non habere te sentias

(Cic Tusc 1 88)

lsquoinfatti carere egrave usato in un signifi cato diverso quando crsquoegrave qualcosa che non hai e hai la

percezione di non averlorsquo

CILPR 2013 ndash SECTION 2

68

La quantifi cazione esistenziale sotto la portata della negazione egrave espressa in latino

da termini a polaritagrave negativa come quisquam ullus o la serie in -piam2 che co-

occorrono con la negazione (7)a-b unrsquoaltra possibilitagrave egrave offerta dagli indefi niti nega-

tivi come nemo nihil nullus che da soli danno valore negativo alla frase (7)c3

(7) a neque quisquam omnino consisteret (Caes civ 3 69)

lsquoe (cosigrave che) assolutamente nessuno si fermavarsquo

b sine timore ullo (Caes Gall 8 3)

lsquosenza alcun timorersquo

c sed hunc laborem recusabat nemo (Caes civ 1 68)

lsquoma nessuno rifi utava questa faticarsquo

Anche in altri contesti con capovolgimento di scala come per es la restrizione del

quantifi catore universale si trova per lo piugrave la serie a polaritagrave negativa

(8) omnes qui ullam agri glebam possiderent (Cic Verr 2 3 28)

lsquotutti coloro che possedessero un qualche appezzamento di terrenorsquo

Tuttavia aliquis come semplice esistenziale egrave anche possibile secondo De-

vine Stephens (2013 376) in (9) a differenza che in (8) non crsquoegrave il riferimento al

valore fi nale di una scala tipico invece per gli elementi a polaritagrave negativa lsquoqualcosarsquo

quindi e non lsquoqualsiasi cosarsquo

(9) omnes qui aliquid scire videntur (Cic parad 40)

lsquotutti coloro che sembrano sapere qualcosarsquo

Il comportamento di aliquis in contesti negativi mostra che questo indefi nito egrave

capace di portata ampia rispetto ad altri operatori e dagrave luogo a interpretazioni specifi -

che in cui il quantifi catore ha portata al di sopra della negazione In questo senso ali-quis contrasta nettamente con il comportamento degli esiti romanzi In latino tardo

perograve marcatamente a partire dal IV sec dC si iniziano a trovare casi in cui aliquis

va interpretato sotto la negazione come lrsquoesempio dalla Vulgata in (10)

(10) si ergo corpus tuum totum lucidum fuerit non habens aliquam partem tenebrarum erit lucidum totum et sicut lucerna fulgoris inluminabit te (Vulg Luc 11 36)

lsquose quindi il tuo corpo egrave tutto nella luce senza avere alcuna parte nelle tenebre tutto

saragrave luminoso e come quando la lucerna ti illumina con i suoi raggirsquo

2 La serie in -piam era giagrave rara e arcaizzante in latino classico (Bertocchi et al (2010 48)) ma mostra nuova vitalitagrave nel latino della Vulgata (Bortolussi Sznajder 2014) Egrave possibile che ciograve sia da interpretare come segno di una discrepanza tra lingua letteraria e lingua parlata nel dominio dei termini a polaritagrave negativa che mostra sviluppi giagrave nel IV secolo dC

3 Orlandini (2000 154-155) e Devine Stephens (2013 374-375) discutono alcuni rari casi con il complementatore negativo ne in cui aliquis ha portata al di sotto della negazione Gli autori sono concordi nel ritenere che nelle completive introdotte da ne la negazione ha proprietagrave semantiche e pragmatiche particolari che giustifi cano tale comportamento Per Orlandini tuttavia aliquis ha in questi casi unrsquointerpretazione simile a un termine a polaritagrave negativa che indica lrsquoestremo di una scala quantitativa mentre Devine e Stephens lo trattano come un semplice esistenziale

GIANOLLO

69

Contemporaneamente si notano con sempre maggiore frequenza soprattutto nei

registri stilistici meno coltivati segni dello sviluppo della concordanza negativa sia

nei testi che nelle discussioni grammaticali (Diomede GL 1455) cf Molinelli (1988)

Molinelli (1989) In (11) unrsquoattestazione dalla Vetus Latina egrave paragonata allrsquouso clas-

sico della Vulgata

(11) a non respondes nihil (Vet Lat Marc 14 60)

lsquonon rispondi nullarsquo

b non respondes quidquam (Vulg Marc 14 60)

Dal latino al romanzo la serie degli indefi niti negativi si rinnova completamente

Lrsquoorigine dei nuovi elementi puograve essere tracciata al latino tardo e deve aver avuto

effetti profondi sullrsquointero sistema degli indefi niti compreso aliquis Molinelli (1989

622-623) discute a proposito della concordanza negativa alcune osservazioni di Ago-

stino su quello che lui considera essere lrsquouso grammaticale corretto al contrario di

espressioni evidentemente frequenti nella sua epoca Egrave notevole che tali osservazioni

mostrino talvolta come in (12) anche lrsquouso corrente non classico -ma si noti bene

proposto come corretto proprio da Agostino- di aliquis come termine a polaritagrave

negativa

(12) Non est relictum viride nihil in lignis dicendum fuit more locutionis nostrae non est relictum viride aliquid in lignis (Aug quaest Hept 54 239 Loc de Exodo)

lsquolsaquonon rimase nulla [nihil] di verde sugli alberirsaquo si dovrebbe piuttosto dire nella lingua

corretta lsaquonon rimase nulla [aliquid] di verde sugli alberi rsaquo

cf Vulgata nihilque omnino virens relictum est in lignis

Se in latino tardo ci sono dunque segni piuttosto chiari che preludono ai ter-

mini a polaritagrave negativa romanzi che continuano aliquis diffi cile egrave tracciare il per-

corso diacronico che vi ha portato Nella mappa semantica di Haspelmath (1997) la

contiguitagrave tra le diverse funzioni segnala una relazione semantica che si dovrebbe

anche proiettare in dimensione diacronica indicando direzioni e tappe di mutamento

Come giunge quindi aliquis dallrsquoestremo sinistro allrsquoestremo destro dello spazio

semantico presentato in (4) Nella sezione seguente considero la componente episte-

mica di aliquis e propongo che essa rappresenti una forma di lsquoestensione del dominio

di quantifi cazionersquo da riconoscersi come tappa intermedia verso la polaritagrave negativa

5 Aliquis e gli indefi niti epistemici

La seconda osservazione che emerge dal quadro comparato in sect 2 concerne gli

usi cosiddetti lsquoepistemicirsquo degli esiti di aliquis in Ibero-Romanzo Il termine lsquoepiste-

micorsquo egrave usato da Jayez e Tovena (2006) in senso piuttosto ampio per gli indefi niti il

cui uso egrave condizionato dal parametro lsquostato di conoscenza del parlantersquo sono defi niti

lsquoepistemicirsquo sia gli indefi niti che permettono lrsquoidentifi cazione del referente (fr un cer-tain) sia quelli che indicano un grado di ignoranza (fr un quelconque) A prima vista

sembrerebbe quindi possibile considerare questa funzione equivalente alle catego-

CILPR 2013 ndash SECTION 2

70

rie lsquoknown unknownrsquo di Haspelmath (1997) Non egrave perograve cosigrave per Haspelmath tali

categorie si applicano solo agli indefi niti specifi ci mentre per Jayez e Tovena (2006)

lrsquoepistemicitagrave puograve essere anche un parametro degli indefi niti lsquofree choicersquo

A complicare ulteriormente il quadro terminologico nel defi nire lsquoepistemicorsquo lrsquouso

di sp alguacuten in casi come (2)e per es in Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito (2003) e

Aloni Port (2006) il termine egrave stato impiegato con il senso piugrave ristretto di lsquoforma

lessicale specializzata che indica lrsquoassenza di conoscenza da parte del parlantersquo In

particolare lo sp alguacuten egrave stato caratterizzato da Alonso-Ovalle e Meneacutendez-Benito

(2010) come lsquoanti-singleton indefi nitersquo il cui dominio di quantifi cazione non puograve

essere ridotto a un singolo elemento Se si adotta tale accezione ristretta la corri-

spondenza rispetto alle categorie di Haspelmath si riduce al polo lsquounknownrsquo Inol-

tre gli indefi niti epistemici non sono necessariamente specifi ci rispetto alla portata

come mostra lrsquointerazione con altri operatori Aloni e Port (2006) hanno mostrato

come non solo alguacuten ma anche per es lrsquoit un qualche e il ted irgendein anchrsquoessi

considerati epistemici presentino valori semantici diversi a seconda del contesto Se

unrsquointerpretazione specifi ca egrave possibile in frasi episodiche di modalitagrave reale questi

indefi niti possono anche avere interpretazione non-specifi ca per es in un contesto

modale epistemico Nel caso di contesti negativi poi alguacuten e irgendein (ma non un qualche) vengono interpretati sotto la portata della negazione comportandosi come

esistenziali semplici perdendo cioegrave lrsquoapporto epistemico

Un approccio promettente che qui seguo anche nella defi nizione di epistemicitagrave

egrave quello di Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito (2003) (2010) che si basa sul formulare

condizioni sul dominio di quantifi cazione degli indefi niti sulla scorta dellrsquoinfl uente

proposta di Kratzer Shimoyama (2002)4 Il punto di partenza egrave il confronto con gli

indefi niti lsquofree choicersquo come it qualunque o sp cualquiera Nel loro caso il dominio

di quantifi cazione egrave esteso al massimo (lsquodomain wideningrsquo) fi no a comprendere anche

i casi marginali dellrsquouniverso del discorso Con gli indefi niti lsquoepistemicirsquo invece se egrave

vero che non egrave possibile lrsquoidentifi cazione univoca del referente (lsquoanti-singleton con-

straintrsquo) alcune alternative possono essere escluse gli indefi niti epistemici quindi

hanno un dominio piugrave limitato rispetto ai lsquofree choicersquo (lsquominimal domain wideningrsquo)

Se si segue lrsquoapproccio pragmatico di Schwarzschild (2002) alla specifi citagrave egrave possibile

riconoscere un continuum di restrizioni sul dominio di quantifi cazione cf (13) la

specifi citagrave sarebbe lrsquoeffetto di unrsquoestrema restrizione del dominio di quantifi cazione

a livello contestuale fi no a comprendere un solo elemento (lsquosingleton indefi nitesrsquo

lsquoextreme domain narrowingrsquo)

(13) extreme domain narrowing gt minimal domain widening gt domain widening

Data la caratteristica di base di lsquominimal domain wideningrsquo il comportamento

fl essibile degli indefi niti epistemici a seconda del contesto egrave spiegato in termini

pragmatici come differenza nel tipo di implicature di volta in volta permesse (cf

Kratzer Shimoyama (2002) Alonso-Ovalle Meneacutendez-Benito (2010 20-27)) Si

4 Lrsquoapproccio non egrave privo di problemi come discusso da Aloni e Port (2006)

GIANOLLO

71

considerino esempi classici di aliquis in contesto epistemico (si noti il tempo futuro)

(14) egrave un tentativo di rassicurazione in una situazione critica in (15) Trimalchione

considera il canto di un gallo un segnale di cattivo augurio

(14) Deus respiciet nos aliquis (Plaut Bacch 638a)

lsquoqualche divinitagrave ci proteggeragraversquo

(15) nam aut incendium oportet fi at aut aliquis in vicinia animam abiciet (Petron 74 2)

lsquoinfatti o ci deve essere un incendio o qualcuno nelle vicinanze sta per tirare le cuoiarsquo

In casi come questi il ricevente del messaggio verbale cerca una motivazione per

lrsquoestensione del dominio di quantifi cazione (del percheacute il parlante non abbia voluto

essere piugrave informativo restringendo il dominio a un individuo) e conclude che il par-

lante ha voluto evitare di asserire qualcosa di falso da qui lrsquoeffetto di lsquoignoranzarsquo

sullrsquoidentitagrave del referente

Nel continuum formulato in (13) trovano spazio anche gli indefi niti a polaritagrave

negativa che come i lsquofree choicersquo producono la massima estensione del dominio

di quantifi cazione (Kadmon Landman 1993) In contesti con lsquocapovolgimento di

scalarsquo questo porta a un rafforzamento dellrsquoasserzione dal momento che anche le

alternative al margine del dominio vengono escluse (di converso per i lsquofree choicersquo il

rafforzamento consiste nellrsquoammettere anche le alternative marginali)

Haspelmath (1997) mostra che casi come lrsquoinglese any che ha sia la funzione

lsquofree choicersquo sia la funzione di termine a polaritagrave negativa non sono affatto rari

tipologicamente nota anche che dal punto di vista storico sembra aver luogo con

una certa frequenza il mutamento direzionale da funzione lsquofree choicersquo a funzione

lsquopolaritagrave negativarsquo La situazione osservata in sect 2 per il latino e le lingue romanze

suggerisce che un altro mutamento possibile sia quello da indefi nito epistemico

a indefi nito a polaritagrave negativa e che esso si sia verifi cato nel caso di aliquis La

categoria di indefi nito epistemico puograve rappresentare lrsquoanello mancante tra gli usi spe-

cifi ci e quelli a polaritagrave negativa Il percorso diacronico di aliquis non appare piugrave

eccezionale in prospettiva tipologica allorcheacute si consideri che aliquis in latino classico

non egrave poi cosigrave specifi co se da una parte egrave in grado di avere portata ampia rispetto a

molti operatori dallrsquoaltra egrave meno referenziale di un indefi nito specifi co lsquostandardrsquo (it

uno un certo) e si avvicina piuttosto allrsquouso odierno dello sp alguacuten del fr quelque

insomma degli indefi niti epistemici

6 Conclusioni

Se alle funzioni considerate da Haspelmath nella sua mappa si aggiunge la fun-

zione di indefi nito epistemico si puograve modellare il mutamento in forma graduale

attraverso contesti contigui Resta il fatto che il mutamento proposto contraddice

le predizioni di Haspelmath rispetto alla direzionalitagrave del mutamento (pur sempre

da sinistra a destra nello spazio semantico) Gli sviluppi nelle varie lingue romanze

seguono la stessa direzione ma raggiungono stadi diversi Egrave probabile che ciograve sia con-

CILPR 2013 ndash SECTION 2

72

seguenza dellrsquointerazione con altri mutamenti (soprattutto nel dominio della nega-

zione) e della pressione paradigmatica di altri indefi niti Gli usi epistemici delle lin-

gue ibero-romanze rappresenterebbero uno stadio piugrave conservativo rispetto a italiano

e francese Queste ultime hanno perso gli usi epistemici attestati per gli stadi piugrave

antichi (cf Martins (2000) Stark (2006) Ingham (2011)) e mantengono solo il valore

di termine a polaritagrave negativa

Universitagrave di Colonia Chiara GIANOLLO

GIANOLLO

73

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CILPR 2013 ndash SECTION 2

74

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aliquisraquo Bulletin de la Socieacuteteacute de Linguistique de Paris 971 147-159

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Molinelli Piera 1989 laquoDouble negation from Latin to Italianraquo in Calboli Gualtiero (ed) Sub-ordination and Other Topics in Latin Amsterdam Benjamins 611-633

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Orlandini Anna 2000 laquoLes pronoms indeacutefi nis et la neacutegationraquo in Calboli Gualtiero (ed) Pa-pers on grammar Bologna CLUEB 151-178

Roberts Ian 2007 Diachronic Syntax Oxford Oxford University Press

Schwarzschild Roger 2002 laquoSingleton Indefi nitesraquo Journal of Semantics 19 289-314

Stark Elisabeth 2006 Indefi nitheit und Textkohaumlrenz Entstehung und Semantische Strukturie-rung Indefi niter Nominaldetermination im Altitalienischen Tuumlbingen Narr

Traugott Elisabeth Closs Dasher Richard B 2001 [2004] Regularity in Semantic Change

Cambridge Cambridge University Press

75

Sulla morfosintassi dei pronomi relativi nelle carte notarili

di area salernitana (IX secolo)

1 Questioni preliminari e struttura del lavoro

In questo studio presenteremo alcuni dati relativi ad una piugrave ampia ricerca in

corso presso lrsquoUniversitagrave di Napoli ldquoFederico IIrdquo sul latino delle carte notarili pro-

dotte in Italia meridionale nel corso dellrsquoalto medio-evo e del medio-evo centrale1 In

particolar modo in questrsquooccasione saranno discussi i primi dati riguardanti le forme

assunte dai pronomi relativi nei documenti rogati in area salernitana nel IX secolo

Dal punto di vista tipologico comrsquoegrave noto la subordinazione relativa rappresenta

uno dei principali macro-tipi subordinativi presenti nelle lingue del mondo2 Secondo

la defi nizione interlinguisticamente valida proposta da Andrews (2007 206) attra-

verso la frase relativa viene delimitata laquothe reference of an NP [sc Noun Phrase] by

specifying the role of the referent of that NP in the situation described by the RC [sc Relative Clause]raquo Come si vede la defi nizione di frase relativa appena fornita include

le frasi che nella tradizione grammaticale italiana (e di altri paesi occidentali) sono

chiamate relative restrittive ma taglia fuori dal dominio della subordinazione rela-

tiva le cosiddette frasi relative non-restrittive Queste ultime presentano in effetti una

relazione semantica e pragmatica con la frase reggente che differisce sensibilmente da

quella instaurata dalle relative restrittive (si veda ad esempio Comrie (1989 138-139))

Tuttavia poicheacute il latino (come altre lingue ad esempio lrsquoitaliano e lrsquoinglese) presenta

strategie simili nella realizzazione delle relative restrittive e non-restrittive in questo

studio ci occuperemo di entrambe le strutture Soprattutto percheacute in questa occa-

sione ci soffermeremo in particolar modo sugli aspetti morfologici della relazione tra

il nome testa e il pronome relativo

Lrsquoipotesi di fondo di questo contributo egrave che nei documenti prodotti nel IX secolo

nei territori longobardi dellrsquoarea salernitana la distanza tra forme (e costruzioni) che

tendono maggiormente verso il latino e forme (e costruzioni) che tendono maggior-

mente verso il romanzo debba essere misurata nei termini di un continuum di diverse

opzioni in competizione ma non in mutua esclusione la cui selezione era sensibile

1 I primi risultati di questa ricerca si possono leggere in Sornicola (2007 2008 2011 2012a 2012b 2013a e 2013b) DrsquoArgenio (2013) Ferrari (2013) Valente (2013) e Greco (2012a 2012b e 2013)

2 Si veda ad esempio Dixon (1995 179-183)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

76

a fattori di diverso tipo come ad esempio la tipologia testuale e le abilitagrave scrittorie

dello scrivente Lrsquoobiettivo principale del lavoro egrave infatti quello di valutare se le dif-

ferenti caratteristiche delle realizzazioni delle strutture relative a verbo fi nito ed in

particolar modo di fenomeni come la relazione tra la forma del pronome relativo e la

sua funzione o come lrsquoaccordo morfologico tra il pronome e il nome testa possono

rappresentare degli utili strumenti per lrsquoanalisi del dislivello stilistico tra le diverse

carte prese in esame3

Per quanto riguarda la struttura del lavoro nel prossimo paragrafo saranno pre-

sentate alcune caratteristiche generali della struttura testuale e della lingua dei docu-

menti indagati nella terza sezione dello studio discuteremo invece alcune questioni

riguardanti le forme assunte dai pronomi relativi nelle carte esaminate il paragrafo

4 saragrave dedicato allrsquoanalisi piugrave in dettaglio delle caratteristiche dei pronomi relativi

in un sottoinsieme del nostro corpus in relazione al confronto tra carte rogate da

notai differenti e nel quadro della produzione di un unico notaio tra tipologie di

carta diverse Nellrsquoultima sezione infi ne saranno tratte le conclusioni delle rifl essioni

svolte nel corso del lavoro

2 Caratteristiche generali dei testi indagati e della loro lingua

Il corpus di testi su cui si fonda questo studio egrave costituito da tutte le carte notarili

del IX secolo conservate nellrsquoArchivio della Badia della SSma Trinitagrave di Cava dersquo

Tirreni Si tratta di 105 documenti4 tutti rogati nella longobardia minore (e soprat-

tutto nel salernitano) redatti in massima parte secondo il modello della cartula e

caratterizzati molto spesso da una forte ripetitivitagrave di schemi compositivi e di for-

mule5 Nel complesso infatti la gran parte degli atti egrave costituita da piccoli negozi

legati soprattutto alla vendita (e in alcuni casi alla donazione o alla permuta) di terre

documenti in cui le lsquoparti di formulariorsquo costituiscono la quasi totalitagrave del testo e

minore spazio egrave lasciato alle lsquoparti liberersquo che consistono in genere in una rapida

descrizione dei confi ni e delle caratteristiche delle terre vendute (o permutate o

donate)6 Tuttavia le diverse abilitagrave scrittorie dei notai paiono rifl ettersi anche nella

differente qualitagrave nellrsquouso delle parti di formulario in cui proprio come nelle parti

3 La nozione di lsquoanalisi del dislivello stilisticorsquo egrave intesa in questo lavoro come studio del campo di variazione linguistica attestato dalle carte e delle opzioni selezionate di volta in volta dai diversi scriventi

4 Centodue carte sono edite nei volumi 50 51 e 52 delle Chartae Latinae Antiquiores (drsquoora in poi ChLA) le restanti tre sono invece state pubblicate da Galante (2001)

5 Non mancano in ogni caso nel nostro corpus testi appartenenti ad altre tipologie documen-tarie come i memoratoria le notitiae iudicati e i praecepta concessionis principeschi (infor-mazioni piugrave dettagliate sulla loro ripartizione in termini quantitativi nei testi del IX secolo conservati a Cava dersquo Tirreni sono fornite da DrsquoArgenio Ferrari Valente Greco 2013) Su queste tipologie di documenti ed in particolar modo sulle cartulae (o chartulae) e sui memo-ratoria si vedano Magistrale (1991) e Galante (2012)

6 Sulla differenza tra le lsquoparti di formulariorsquo e le lsquoparti liberersquo si vedano i classici Sabatini (1965 e 1968)

GRECO

77

libere si puograve osservare una certa variazione tra i diversi testi Variazione che come

vedremo nei prossimi paragrafi egrave per noi di interesse centrale

In questo quadro ci sembra che una nozione teorica come quella di dislivello stili-

stico risulti piugrave adatta a descrivere le differenze che si possono cogliere tra le carte del

nostro corpus7 rispetto a categorie come bilinguismo o diglossia assai problematiche

in seacute e la cui interpretazione risulta particolarmente delicata nel caso dei testi che

compongono il nostro corpus Drsquoaltronde giagrave Sornicola (2012a) ha mostrato lrsquooppor-

tunitagrave di una tale scelta per lrsquoanalisi di una serie di fenomeni strutturali in documenti

comparabili a quelli indagati in questo studio

Il presente contributo cercheragrave dunque di rispondere alla seguente domanda le

caratteristiche dellrsquouso dei pronomi relativi possono rappresentare un elemento di

diagnostica del dislivello stilistico tra le diverse carte Per rispondere a questo quesito

la nostra indagine correragrave su due binari distinti da un lato offriremo una descrizione

generale dellrsquouso dei pronomi relativi nei documenti del nostro corpus dallrsquoaltro pro-

porremo unrsquoanalisi piugrave dettagliata di una ventina di carte prodotte negli ultimi 25

anni del secolo IX

3 Caratteristiche generali dellrsquouso dei pronomi relativi nel nostro corpus

31 Aspetti quantitativi

Un aspetto fondamentale della lingua dei testi indagati in questo studio egrave rap-

presentato dal fatto che la relazione tra caso morfologico e funzione sintattica segue

logiche che spesso non sono latine (ma neanche romanze) Sono frequenti ad esempio

scambi nellrsquouso dei casi o forme di Erstarrung nominale (si veda lrsquoesempio 1)8

(1) Et qui si bovi minime inantistare potuerimus [au]t nos ipsi bel nostri heredibus per colibe

ingenio retornare boluerimus con[pon]ere promitemus nos bovi duplo pretjius (ChLA

50 3 18)

Evidentemente una tale condizione generalizzata presenta rifl essi cruciali per

lrsquoanalisi della subordinazione relativa a verbo fi nito e in particolar modo per la rela-

zione tra la forma morfologica dei pronomi relativi e la loro funzione sintattica

Prima di addentrarci nel cuore dellrsquoanalisi perograve desideriamo proporre un quadro

complessivo della frequenza con cui compaiono le diverse forme del pronome relativo

nel nostro corpus

qui que quod quem quam quas quos cuius cui quo qua quorum quarum quibus

630 77 70 61 9 27 0 1 16 6 8 2 0 53

Tabella 1

7 Sulla nozione di lsquodislivello stilisticorsquo si veda la n 38 Una trattazione piugrave distesa di questi fenomeni si trova in Sornicola (2012a)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

78

Il dato che emerge piugrave chiaramente dalla Tabella 1 egrave probabilmente la netta pre-

ponderanza delle forme qui que e quod (e soprattutto della prima)9 Tuttavia a que-

sto proposito egrave necessario sottolineare che nei nostri testi compare molto frequente-

mente una formula che serve a indicare univocamente lrsquoautore dellrsquoazione giuridica o

il suo destinatario e che ha la forma qui supra que supra (si vedano gli esempi 2 e 3)

Questa formula ricorre in 381 dei 630 casi (il 60) in cui compare il pronome qui allo

stesso modo su 78 que 23 (il 30) sono nella locuzione que supra

(2) Infra suprascripte fi ni nec mihi nec ad alio homine nihil reserbabi set bobis qui supra in

integrum binumdedi ad possidendum unde pro suprascripta mea vinditjione de presentis

recepi pretjium ego qui supra vinditor a te emtore meo auro fi guratu solidos Beneventa-

nos numero sex et tremisse uno (ChLA 50 1 8-10)

(3) Unde per istabiliscendum anc mea venditjionem pro confi rmandum cartula suscepi ego

que supra Fredenperga vindetrice a te Aiemprandu emtore fenito pretjium biginti Bene-

bentano solidos de ipsi veteri (ChLA 50 20 27)

Altre caratteristiche evidenziate dalla Tabella riguardano la generale maggior fre-

quenza di pronomi che presentano una forma accusativale rispetto a quelli dotati di

forma obliqua Eccezioni a questa tendenza sono rappresentate dalle forme quam

(9 occorrenze) e quos (che addirittura non compare mai nel corpus) da un lato e da

quibus (53 casi) dallrsquoaltro Lrsquounico altro pronome obliquo che compare con una certa

frequenza egrave cui (16 occorrenze) Le questioni che discuteremo nei prossimi paragrafi

possono a nostro avviso spiegare queste differenze

32 Forma e funzione dei pronomi relativi

Lrsquoanalisi dei nomi testa cui i pronomi si legano e dei valori che questi ultimi assu-

mono evidenzia che in moltissimi casi la corrispondenza tra forma e funzione dei

pronomi relativi nelle carte del nostro corpus non egrave di tipo latino tanto dal punto

di vista della funzione grammaticale (esempio 4) quanto da quello dellrsquoaccordo di

genere e numero (esempi 5 6 e 7 in cui qui que e quod sono legati allo stesso nome

testa terra)10

(4) Unde ubi nec mihi que supra Fredenperge vindetrici nec ad alius homine de de que

superius legitur nullam reserbabit (ChLA 50 20 24)

(5) Binumdedi tibi Vuaiferi comes et fi lius bone memorie Dauferi terra mea qui est arbustu

bitatu (ChLA 51 19 3)

(6) Benundedit tibi Ursi fi lio Iacob terra mea que est arbustu bitatu (ChLA 51 6 3)

(7) De capu fi ne via de alia parte fi ne terra quod tenet Lupu fi lio Decorusi (ChLA 51 5 4)

9 Le forme qui que e quod occorrono quasi sempre in funzione di soggetto o di oggetto e in particolar modo di soggetto Uno dei rari casi in cui questa caratteristica non si riscontra egrave presentato in (4)

10 In alcuni casi allrsquointerno di uno stesso documento il nome testa terra egrave ripreso prima da un pronome e poi da un altro (si vedano a questo proposito lrsquoesempio 19 oppure la carta 27 del volume 51 in cui al rigo 10 si ritrova lrsquoespressione terra campensem nostram quod e qualche rigo oltre si legge invece prima terram qui e poi terra que)

GRECO

79

Le riprese del nome testa terra operate attraverso il pronome qui sono nettamente

maggioritarie si tratta di 31 occorrenze contro le 6 realizzate con que e le 2 con quod

Questa caratteristica sembrerebbe spingere verso una spiegazione del fenomeno in

termini di sovraestensione della forma qui ai danni di que Altri casi in cui uno stesso

nome testa viene ripreso da pronomi diversi mostrano perograve che lrsquoalternanza compare

anche con nomi maschili Le riprese di questo tipo di sostantivi invece in unrsquoottica

di semplice sovraestensione lineare della forma maschile che tende a generalizzarsi

dovrebbero essere effettuate regolarmente con il ricorso al pronome qui Si prenda il

caso del nome maschile locus

(8) Dono adque per an cartula cedo tibi nominati Arniperti dues pezze de terra in locum qui dicitur Iobi (ChLA 50 14 6)

(9) Tibi Persoaldi fi lio quondam Forti terra mea qui est arbustu bitatu et ensetetu in loco que dicitur Clusura subtu ipsa Matruniana abentes fi nis de uno latu terra Donasdei

(ChLA 50 24 4)

(10) Et bos et bestros heredes liceam introire in ipsa medietate in ipso loco quod mihi ibi

reserbabit (ChLA 52 13 27)

Anche nel caso di locus in ogni caso le realizzazioni con qui sono nettamente

maggioritarie il nome testa locus egrave ripreso in 33 occasioni da qui in 8 da que e in 2

da quod La presenza di tutti e tre i pronomi in percentuali praticamente identiche

a quelle riscontrate in occasione dellrsquoanalisi delle riprese del nome terra ci spinge

a ritenere che per molti dei notai attivi nel salernitano nel IX secolo la distinzione

al nominativo tra la forma maschile femminile e neutra del pronome relativo non

fosse piugrave determinante e che qui rappresentasse in tutti i contesti la variante piugrave

frequente ma non lrsquounica possibile Non mancano in ogni caso parole che vengono

riprese esclusivamente dai pronomi qui o quem Un caso di questo tipo egrave rappresen-

tato da petja (o pezza) che funziona come nome testa per una frase relativa a verbo

fi nito in 14 occasioni

(11) Sexta pezza qui est terra cum vinea abet fi ni (ChLA 50 15 12)

Il quadro come si vede egrave piuttosto frastagliato e ferma restando una preferenza

accordata alle forme pronominali maschili (e segnatamente allrsquoelemento qui) non

mancano elementi che indicano direzioni differenti

Per quanto riguarda le forme del pronome accusativo la Tabella 1 evidenzia che

quos non compare mai nei documenti indagati Drsquoaltronde egrave anche vero che i refe-

renti plurali che vengono relativizzati soprattutto in funzione di oggetto diretto non

sono molti (i numerosi quas presenti nel nostro corpus non riprendono infatti neces-

sariamente elementi plurali e anzi egrave piuttosto raro che la forma quas sia utilizzata per

richiamare un nome femminile plurale)

(12) Et casa mea quas habeo intu Benebentanam cibitatem noba [a]d porta qui vocatur da

fl ubio Sapatu (ChLA 50 20 15)

(13) Per unc scriptum dabo tibi qui supra ad frugiandum medietatem de sortem Framperti germani mei quas abuit in locum que dicitur Poltjanu Rotemsis fi nibus (ChLA 51 17 3)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

80

Tra le forme oblique del pronome relativo lrsquounica che ricorre con una certa fre-

quenza nel nostro corpus egrave quibus Ci sembra perograve opportuno sottolineare che 39

delle 53 occorrenze di questo pronome compaiono nella costruzione de quibus la cui

funzione egrave quella di introdurre la formula attraverso la quale chi vende si obbliga a

rispettare il contratto nei confronti di chi acquista De quibus in questi casi sembra

avere un valore paragonabile a ldquorispetto a queste coserdquo

(14) Amodo et semper te tuisque eredibus suprascriptam mea vinditjonem avere et possi-

dere valeatis Unde de quibus nos repromictimus et eredes nostros colligamus tivi qui

supra et at tuis eredibus (ChLA 51 2 15)

(15) Semper tuum nominate Radelghisi et tuis eredibus ea que prelegitur abere et possidere

baleatis de quibus me repromicto ego qui supra Lopenando binditor et obligo me ipsum

et meis eredibus tibi (ChLA 52 15 22)

Le altre forme oblique invece compaiono in pochissime occasioni e in maniera

interessante solo in testi vergati da notai di una certa importanza Si tratta di scri-

venti che prestano servizio presso la corte e che evidenziano abilitagrave scrittorie piugrave sofi -

sticate tanto dal punto di vista della grafi a adottata quanto da quello propriamente

linguistico La forma cuius ad esempio occorre una sola volta in una notitia iudicati (e dunque in un documento dotato di una certa uffi cialitagrave) vergata da Dausdedi

(16) Primis ipsa nominata Adelgisa cum ipso Adelfrid tutore et parentes suos in cuius m[un]dio subiacebat dixerunt ut ipse Teodelgardus in birtute conpreensisset ipsa Adelgisa et

in terra illa (ChLA 52 29 8)

Allo stesso modo la forma quorum compare soltanto in due occasioni Unrsquooccor-

renza si trova in una carta vergata da Ursus un altro notaio dotato di ottime abilitagrave

scrittorie che come Dausdedi ha prestato servizio presso la corte11 Lrsquoaltra compare

invece in un documento prodotto da Toto Si tratta anche in questo caso di un notaio

che presta servizio presso la corte e che quindi si puograve supporre doveva essere rite-

nuto particolarmente abile nella scrittura Si noti comunque la diffi coltagrave di interpre-

tare il valore di quorum nel brano tratto dalla carta vergata da Toto (esempio 17)

(17) Et pariter perreximus ante presentjam Sicardi gastaldi et iudicem et Petrus idem gastaldus

quorum nostra vona volumtas esse[t] venundendum hoc a quem diligenter sum inquisitam

ne aliquid violentjam hoc vindendum a suprascripto vir meus paterent (ChLA 51 26 4)

(18) Unam de rebus sua sola eis iudicare licerent duas bero portjiones hebenire in pote-

statem in quorum mundium subiacere videntur ego autem mundoald nec de progenie

ipsius viri mei aud de progenie (ChLA 52 33 8)

Infi ne anche le sei occorrenze della forma quo compaiono tutte in documenti

vergati proprio da Ursus e Toto Tanto quorum quanto quo si ritrovano dunque solo

in documenti rogati da questi due notai Per altro tre di queste sei occorrenze si ritro-

vano in carte di livello piugrave elevato (una notitia iudicati e un praeceptum concessionis

principesco)

11 Su Dausdedi e Ursus e sulle caratteristiche della lingua particolarmente sofi sticata (nel qua-dro della produzione scrittoria dei notai operanti nel salernitano nel IX secolo) utilizzata da questi scriventi si vedano Greco (2012b e 2013)

GRECO

81

Risulta dunque evidente che le forme oblique del pronome relativo (a parte qui-bus che presenta una distribuzione differente) sono utilizzate pressocheacute esclusiva-

mente da notai che in base a dati di tipo storico paleografi co e linguistico possiamo

annoverare tra i piugrave importanti e dotati di abilitagrave scrittorie piugrave sofi sticate Inoltre esse

ricorrono soprattutto nei documenti di livello piugrave elevato nel quadro della produzione

di questi notai

4 I pronomi relativi e il dislivello stilistico

Al termine del paragrafo precedente abbiamo avuto modo di sottolineare che

sembra possibile individuare caratteristiche differenti nellrsquouso dei pronomi relativi da

parte dei diversi notai operanti nel IX secolo nel salernitano In questa sezione ci sof-

fermeremo brevemente su alcune di queste differenze concentrandoci in particolar

modo su 18 carte rogate tra il novembre dellrsquo877 e lrsquoagosto dellrsquo89912

In questi documenti lrsquoaccordo del pronome relativo con il proprio nome testa segue

logiche di tipo latino (cioegrave con accordo di genere e numero e con caso selezionato in

base alla funzione sintattica svolta) nel 45 dei casi (si tratta di 41 occasioni su 91)13

Questa percentuale oscilla perograve sensibilmente da scrivente a scrivente e ad esempio

nei tre documenti vergati dal notaio Adelmari che abbiamo analizzato14 i pronomi

relativi sono correttamente accordati solo nel 22 dei casi Allo stesso modo dei

quattro pronomi relativi presenti nella carta prodotta dal notaio Ioanne nel novembre

dellrsquo87715 tre presentano accordi in qualche modo ldquoanomalirdquo e uno compare nellrsquoe-

spressione de quibus sulla quale ci siamo soffermati nel paragrafo precedente

(19) Leopardi dono adque per an cartulam confi rmo tibi Ursi fi lio Truppoli terra mea cum

bineam cot abeo in Castelione ubi propio ad Palumbulu bocatur qui abet fi nis (ChLA

52 6 4-5)

(20) De supto pede fi ne tua qui supra Ursi cot tu pro ipsa hoptaba Sadi germanus meo abuisti

(ChLA 52 6 6)

Nellrsquoesempio (19) oltre a grafi e (tipiche soprattutto dei documenti caratterizzati

da un livello sociolinguistico meno elevato) come adque per atque an per hanc e

cot per quod possiamo notare che il nome testa cui si riferiscono entrambi i pro-

nomi relativi (tanto cot quanto qui) egrave terra mea16 Nel brano presentato in (20) invece

12 Si tratta dei documenti 6 11 12 13 15 18 19 22 23 24 25 26 27 28 29 31 33 e 34 del volume 52 delle ChLA Queste carte sono costituite in larga parte da vendite o donazioni ma non mancano testi di natura piugrave uffi ciale come un paio di praecepta concessionis principeschi (carte 24 e 34) e una notitia iudicati (carta 29)

13 Abbiamo escluso dal corpus tutte le occorrenze delle espressioni qui supra e que supra (sulle quali si veda quanto abbiamo osservato nel paragrafo 31)

14 Si tratta delle carte 13 19 e 22 del volume 52 delle ChLA15 Si tratta della carta 6 del volume 52 delle ChLA16 Allrsquointerno dello stesso periodo il nome terra viene dunque ripreso da pronomi in principio

appartenenti a due generi diversi Ma sulle peculiaritagrave delle riprese pronominali di questo sostantivo si vedano le rifl essioni che abbiamo svolto nel paragrafo precedente

CILPR 2013 ndash SECTION 2

82

troviamo unrsquoattestazione dellrsquoespressione qui supra (che come abbiamo sottolineato

nella nota 13 non abbiamo incluso nello spoglio) e unrsquooccorrenza del pronome cot Il

nome testa ripreso da questrsquoultimo non egrave perograve facilmente individuabile ed egrave probabil-

mente rappresentato da un elemento soggiacente e non espresso formalmente il cui

signifi cato dovrebbe essere lsquoterrarsquo o lsquoproprietagraversquo (lrsquoelemento fi ne nellrsquoespressione fi ne tua dovrebbe far riferimento proprio ai confi ni di questa terra) I pronomi relativi che

compaiono nella donazione rogata da Ioanne presentano dunque caratteristiche (di

tipo sintattico morfologico o testuale) interessanti che mettono chiaramente in luce

alcune delle peculiaritagrave del latino delle carte oggetto di questo studio

Allrsquoestremo opposto dei casi che abbiamo appena discusso si situano le produzioni

del notaio Dausdedi uno degli scriventi piugrave sofi sticati dal punto di vista linguistico tra

quelli indagati in questo studio Abbiamo giagrave avuto modo di soffermarci altrove sul

livello generale della lingua di Dausdedi17 in questa sede ci limiteremo a sottoline-

are alcune caratteristiche dellrsquouso dei pronomi relativi nelle carte prodotte da questo

notaio In primo luogo dal punto di vista quantitativo nelle 5 carte indagate18 compa-

iono 21 pronomi relativi (esclusi come sempre quelli facenti parte delle espressioni

qui supra e que supra) di cui 16 correttamente accordati al proprio nome testa e fl essi

nel caso corrispondente alla propria funzione sintattica (si tratta dunque del 762

dei casi) Le cinque occasioni in cui si riscontra un accordo non canonico sono per

altro tutte caratterizzate dalla presenza degli stessi due nomi testa in due casi si tratta

di ecclesia (ripreso sempre da quod)19 e in tre di res (ripreso in due casi da qui ed in

uno da quod)20 Interessante in particolar modo risulta un documento in cui lo stesso

sintagma ipsa res viene ripreso ad un rigo di distanza prima da qui e poi da quod

(22) Ideoque ego Benedictus gastaldeus fi lius Azzoni per anc cartula bindedit tibi Iohanni

presbiteri et abbati fi lio Iohanni ipsa res qui fuit Lupi fi lii Boniperti de loco qui dicit[ur]

Agella ubi Clusuria bocatur Nucerina fi nes quod ego per cartula emtum ab[e]o (ChLA

52 25 4-5)

Al di lagrave di questo esempio (in cui non egrave da escludere che la differente ripresa

dello stesso referente sia stata favorita anche dalla distanza che separa il secondo

pronome dal primo e dal nome testa) probabilmente non egrave necessario soffermarsi

sulle peculiaritagrave semantiche del nome res che potrebbero essere alla base di questo

tipo di accordi non canonici Piugrave interessante da questo punto di vista appare il caso

del sostantivo ecclesia il quale in tutte le carte del IX secolo conservate nellrsquoarchivio

cavense viene ripreso da un pronome relativo in 7 occasioni In nessun caso il pro-

17 Si vedano Greco (2012b e 2013)18 Si tratta delle carte 12 24 25 28 e 29 del volume 52 delle ChLA19 Si tratta per altro delle sole due occasioni in cui nelle carte vergate da Dausdedi il nome

ecclesia viene ripreso da un pronome relativo Questo sostantivo egrave dunque sempre ripreso da quod nei documenti di questo notaio

20 Si tratta dei tre soli casi in cui nelle carte vergate da Dausdedi il nome res viene ripreso da un pronome relativo Questo sostantivo non egrave dunque mai ripreso da pronomi relativi femminili nei documenti di questo notaio

GRECO

83

nome egrave correttamente accordato In 3 occasioni il sostantivo egrave ripreso da qui in 2 da

quod in una da quem ed in unrsquoaltra da quas Come si vede solo in un caso lrsquoelemento

ecclesia egrave ripreso da un pronome femminile anche se lrsquoaccordo risulta comunque non

canonico poicheacute il pronome egrave formalmente plurale a fronte di un nome testa singolare

(tanto dal punto di vista formale quanto da quello della referenza)

Risulta dunque evidente che anche i (pochi) casi di accordo non canonico tra pro-

forma e nome testa che si riscontrano nelle carte prodotte da Dausdedi sono relativi

a situazioni peculiari in cui il sostantivo da cui dipende la frase relativa o presenta

caratteristiche non comuni dal punto di vista sintattico e semantico (egrave il caso di res) oppure non si ritrova mai ripreso da un pronome accordato in maniera canonica in

tutti i testi del IX secolo conservati a Cava dersquo Tirreni (egrave il caso di ecclesia)

5 Conclusioni

In questo contributo abbiamo proposto una rifl essione sulle caratteristiche morfo-

sintattiche dei pronomi relativi in un corpus di documenti notarili latini costituito da

tutte le carte originali del IX secolo conservate nellrsquoArchivio della Badia della SSma

Trinitagrave di Cava dersquo Tirreni Abbiamo in particolar modo cercato di stabilire se le rea-

lizzazioni piugrave o meno canoniche (ovvero piugrave o meno aderenti alle norme latine) dei

pronomi relativi in termini di accordo morfologico con il nome testa e di relazione tra

forma del pronome relativo e sua funzione sintattica possano rappresentare degli stru-

menti per lrsquoanalisi del dislivello stilistico tra le diverse carte prese in esame

La nostra analisi ha messo in evidenza la netta preponderanza delle forme nomi-

nativali e accusativali dei pronomi (e segnatamente di qui que quod e quem) rispetto

a quelle di tipo obliquo (ad eccezione di quibus che compare soprattutto nellrsquoespres-

sione di ripresa ldquoad ampio spettrordquo de quibus) Il fatto che queste ultime compaiano

quasi esclusivamente nei documenti prodotti da quei notai che in base a caratteristi-

che sia extralinguistiche sia propriamente linguistiche possiamo considerare come

piugrave importanti e dotati di abilitagrave scrittorie piugrave sofi sticate ci ha spinto a ritenere che

lrsquoipotesi di partenza fosse fondata e che effettivamente le differenti caratteristiche

dellrsquouso dei pronomi relativi nel nostro corpus possano costituire degli elementi utili

nella valutazione del dislivello stilistico tra i vari documenti

Allo scopo di fornire ulteriori indicazioni in questo senso abbiamo inoltre inda-

gato in maniera piugrave dettagliata una ventina di carte prodotte nellrsquoultimo quindicennio

del IX secolo evidenziando che effettivamente la percentuale di accordi ldquocanonicirdquo

tra pronome relativo e nome testa risulta sensibile alle caratteristiche sociolinguisti-

che dello scrivente un notaio piugrave importante come Dausdedi (il quale presta ser-

vizio presso la corte e utilizza una grafi a piugrave innovativa) presenta una percentuale

di accordi canonici piugrave elevata della media e molto piugrave elevata rispetto ad esem-

pio a quella che si riscontra in tre carte vergate dal notaio Adelmari (notaio attivo a

Nocera) Inoltre abbiamo mostrato che anche i pochi casi di accordo non canonico

che si ritrovano nei testi di Dausdedi sono tutti relativi a due nomi testa res e ecclesia

CILPR 2013 ndash SECTION 2

84

che per motivi diversi presentano numerose peculiaritagrave che li differenziano dalla

maggior parte degli altri sostantivi

Evidentemente al di lagrave degli obiettivi di questo lavoro molte altre questioni

restano aperte in particolar modo per quanto riguarda le condizioni che possono

favorire accordi non canonici tra il pronome relativo e il suo nome testa (si pensi al

grado di animatezza o di agentivitagrave di questrsquoultimo) e drsquoaltronde in questo contributo

abbiamo presentato solo i primi risultati di una piugrave ampia indagine in corso sulle

caratteristiche della subordinazione relativa a verbo fi nito in questi documenti

Universitagrave di Napoli ldquoFederico IIrdquo Paolo GRECO

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Un esame testuale di alcune carte campane dellrsquoAlto Medio Evoraquo in Cunita Alexandra

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Pontaniana

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alto-medievali dei domini bizantini e longobardiraquo in Sornicola Rosanna Greco Paolo (ed)

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stico alcune rifl essioni sul Cartulario del Chronicon Sanctae Sophiaeraquo in Boutier Marie-

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87

Lrsquoespressione della direzione del moto dal latino classico

allrsquoitaliano antico1

1 Introduzione

Nella classifi cazione tipologica di Talmy (2000) le lingue romanze si differenziano

dalla maggior parte delle lingue indoeuropee per il modo in cui codifi cano gli eventi

di moto Queste sono infatti classifi cate nel tipo lsquoverb-framedrsquo (VF) a differenza del

latino o delle lingue germaniche considerate lingue lsquosatellite-framedrsquo (SF)

I due tipi di lingue si distinguono fondamentalmente per il diverso locus lessicale

in cui codifi cano le principali componenti semantiche di un evento di moto nelle

lingue SF la direzione egrave espressa tramite satelliti cioegrave elementi associati al verbo (es

prefi ssi particelle avverbi) mentre il signifi cato lessicale del verbo tende a espri-

mere la maniera del moto invece le lingue VF esprimono di preferenza la direzione

nella radice verbale mentre la maniera egrave spesso data per sottintesa ed egrave espressa se

necessario in componenti aggiunti (es forme non fi nite del verbo complementi pre-

posizionali)

La diversa strategia di lessicalizzazione degli eventi di moto era giagrave stata messa

in evidenza da Tesniegravere (1959) ed esemplifi cata attraverso il confronto della frase in

tedesco riprodotta in (1a) con la corrispettiva frase in francese in (1b) da cui si puograve

notare come il verbo in francese esprima la direzione mentre in tedesco la maniera

del moto

(1a) Anton schwimmt uumlber den Fluss

(1b) Antoine traverse le fl euve en nageant

Le stesse relazioni asimmetriche si possono cogliere da una parte nella frase latina

riportata in (2a) e dallrsquoaltra nelle traduzioni in francese (2b) e in italiano (2c)

(2a) perpauci [hellip] [fl umen] tranare contenderunt (Caes Gall 1 53)

(2b) lsquoquelques-uns [hellip] essayegraverent de passer le fl euve agrave la nagersquo

(2c) lsquopochissimi [hellip] cercarono di attraversare il fi ume a nuotorsquo

1 Questo lavoro egrave frutto della stretta collaborazione tra gli autori sono tuttavia attribuibili a Claudio Iacobini i paragrafi 1 e 5 a Luisa Corona i paragrafi 2 3 4 Siamo felici di ringraziare Lene Schoslashsler Anna Maria Thornton Wolfang U Dressler Michegravele Fruyt e Gerd Haverling per i preziosi suggerimenti e commenti

CILPR 2013 ndash SECTION 2

88

La proposta di Talmy ha sollecitato un gran numero di lavori descrittivi e di

rifl essioni teoriche sulle caratteristiche le cause e le conseguenze di tale distinzione

tipologica e sulla sua sistematicitagrave e coerenza cfr Matsumoto (2003) Slobin (2004)

Questa classifi cazione infatti da un lato permette di individuare interessanti distin-

zioni a livello macro-tipologico dallrsquoaltro tende a oscurare importanti fenomeni di

variazione (che riguardano ad esempio la correlazione fra le strategie di lessicalizza-

zione preferite in relazione ai diversi tipi di eventi di moto) rispetto a quanto atteso in

ciascuna delle due macro-classi che emergono a un livello di analisi piugrave di dettaglio

Un interessante fi lone di ricerca si egrave recentemente concentrato sui fenomeni di

variazione allrsquointerno e fra le due macro-classi in prospettiva sincronica cfr Beavers

et al (2010) Croft et al (2010) Fortis et al (2011) Meno indagati sono le possibili

cause e i fenomeni linguistici implicati nel passaggio da un tipo a un altro in prospet-

tiva diacronica cfr Iacobini Fagard (2011)

La ricca tradizione di documenti e testi in latino e nelle varietagrave romanze costi-

tuisce un ideale campo drsquoindagine per ricerche sui fenomeni implicati nel passaggio

dalla strategia SF verso quella VF

In studi recenti - Stolova (2015) Iacobini (2009) Kopecka (in stampa) - sono stati

messi in luce alcuni fenomeni linguistici che sono piugrave direttamente implicati nel cam-

bio di strategia di codifi ca della direzione nel passaggio dal latino alle lingue romanze

Li ricordiamo schematicamente di seguito

(i) Impoverimento della prefi ssazione verbale

(ii) Formazione di nuovi tipi di verbi che incorporano la direzione nella radice a partire

da nomi aggettivi o preposizioni Lat montare da mons montis lsquomontagna montersquo gt

Fr monter It montare Cat muntar Occ montar Reto-R muntar lsquosalire ascenderersquo

Lat altiare da altus lsquoaltorsquo gt Fr hausser It alzare Sard artziai arziare lsquoalzarersquo Lat

abantiare da abante lsquoavanti davantirsquo gt Port Cat avanccedilar Sp avanzar Fr avancer It

avanzare lsquoavanzare andare avantirsquo

(iii) Lessicalizzazione di verbi originariamente prefi ssati percepiti come monomorfemici

Lat ex-ire lsquouscirersquo gt Sp ant exir Cat eixir ant Fr eissir It uscire Rom a ieși Sard

bessiri bessire

(iv) Riduzione nel numero e nellrsquouso dei verbi di maniera reinterpretati come verbi

direzionali o verbi generici di moto Lat ambulare lsquocamminare passeggiarersquo gt Fr aller Friulano lacirc lsquoandarersquo

(v) Progressiva perdita della distinzione fra signifi cati stativi e direzionali nei sintagmi

preposizionali

(vi) Passaggio allrsquoordine basico romanzo VO testa modifi catore

Non egrave perograve ancora disponibile una rassegna esaustiva delle strategie di codifi ca

della direzione in latino classico e del loro impiego effettivo Alcune indicazioni si

possono trarre da Baldi (2006) Brucale Iacobini Mocciaro (2011) Moussy (2011)

Questa lacuna non permette neacute di valutare appieno la rilevanza dei fenomeni

descritti in latino tardo neacute di misurare correttamente la distanza tipologica fra le lin-

gue romanze e il latino classico per quanto riguarda le strategie di codifi ca del moto

IACOBINI CORONA

89

Nonostante alcuni studi esplorativi - cfr Schoslashsler (2008) Burnett Tremblay (2012)

Iacobini (2012 in stampa) - non abbiamo neanche una chiara visione dellrsquoevoluzione

della codifi ca del moto nella storia delle lingue romanze

In questo lavoro intendiamo presentare alcuni risultati preliminari di un piugrave ampio

progetto (in parte coincidente in parte coincidente con i risultati presentati in Corona

(2015) IacobiniCorona (2015) Iacobini et al (2015) riguardante lrsquoespressione degli

eventi di moto in latino classico e nelle lingue romanze in particolare in questa sede

presentiamo un inventario delle strategie di codifi ca del moto in latino classico per

verifi care la loro aderenza al modello tipologico SF e seguire i cambiamenti diacronici

nel periodo di formazione della lingua italiana

2 Corpus e metodo di analisi

I precedenti studi dedicati alla codifi ca del moto in latino si sono concentrati prin-

cipalmente sulle opere del periodo arcaico o sul latino volgare La scelta di studiare

il latino classico egrave dunque dovuta da un lato alla necessitagrave di colmare una lacuna in

un asse ideale di descrizione diacronica nello studio del passaggio dal tipo lessicale

SF a quello VF dallrsquoaltro dalla necessitagrave di studiare i fenomeni connessi alla codifi ca

del moto in una fase della lingua in cui questa si approssima quanto piugrave possibile alle

caratteristiche attribuite alle varietagrave standard Il latino delle opere di epoca classica

egrave infatti la varietagrave usata dal ceto medio-alto con connotati sovraregionali con un

certo grado di invarianza codifi cata in un corpus di opere di riferimento

Le opere analizzate nella nostra ricerca sono le Metamorfosi di Ovidio e La guerra gallica di Cesare (lrsquoedizione utilizzata egrave quella contenuta nel corpus Packard Huma-

nities Institute 5) Da queste sono stati estratti tutti i contesti che descrivono eventi di

dislocazione spaziale cioegrave movimenti reali di unrsquoentitagrave da un luogo fi sico a un altro

I testi di confronto italiani per le Metamorfosi sono volgarizzamenti e traduzioni

distinti secondo la periodizzazione della lingua italiana in cinque stadi cronologici2

elaborata da Paolo DrsquoAchille e adottata per la scansione temporale del corpus MIDIA

(Morfologia dellrsquoitaliano in diacronia ltwwwcorpusmidiaunitoitgt) Tale periodizza-

zione egrave basata su date salienti della storia linguistica letteraria e culturale dellrsquoItalia

la cui rilevanza ha avuto rifl essi signifi cativi anche sulle strutture della lingua italiana

In questo contributo forniremo i risultati dellrsquoanalisi del primo libro delle Metamor-fosi di Ovidio comparato con il primo libro del volgarizzamento di Arrigo Simintendi

da Prato prodotto prima del 1333 (la versione utilizzata egrave tratta dal corpus DiVo)

Per la descrizione della codifi ca del moto in latino e in italiano abbiamo elaborato

2 Per La guerra gallica di Cesare abbiamo scelto di confrontare due traduzioni in italiano contemporaneo - stadio successivo allrsquoultimo della periodizzazione in cinque fasi adottata - che si differenziano per il livello di formalitagrave la traduzione di tipo fi lologico-letterario di Adriano Pennacini nellrsquoedizione Einaudi e una gratuitamente scaricabile da internet sul sito wwwskuolanet rivolta a studenti di scuole medie superiori che si caratterizza per scelte lessicali adeguate a una varietagrave standard con un basso grado di formalitagrave

CILPR 2013 ndash SECTION 2

90

una griglia di analisi che si rifagrave al modello di tipologia delle costruzioni proposto da

Fortis Vittrant (2011 71-98) che ispirandosi in particolare alla tipologia canonica proposta da Corbett (2005) e ai lavori sugli eventi di moto in ottica costruzionista

come quello di Croft et al (2011) elaborano un quadro esaustivo delle costruzioni che

possono essere impiegate nellrsquoespressione della direzione

La griglia di analisi prende in considerazione le seguenti caratteristiche

(i) semantica delle radici verbali (tramite la distinzione tra verbi di direzione venio profi ciscor verbi di maniera fl uo navigo verbi di moto causato duco mitto)

(ii) semantica e distribuzione dei prefi ssi

(iii) ruolo e distribuzione dei sintagmi preposizionali nellrsquoespressione del signifi cato dire-

zionale

(iv) ruolo dei casi nella codifi ca delle componenti salienti nellrsquoespressione del moto (es

origine e meta)

(v) distribuzione allrsquointerno dellrsquoenunciato della codifi ca delle informazioni spaziali

3 La codifi ca della direzione in latino

Per individuare le strategie di codifi ca della direzione impiegate in latino classico

sono state consultate innanzitutto le sezioni dedicate allrsquoespressione del moto e delle

relazioni spaziali delle principali opere grammaticali di riferimento Le grammatiche

sono state uno strumento analitico di partenza che ci ha permesso di stilare un primo

inventario delle strategie linguistiche impiegate dal latino classico per esprimere la

direzione Lo spoglio del corpus ha permesso di integrare lrsquoinventario fornito dalle

grammatiche con altri tipi di costruzioni disponibili in latino per descrivere eventi di

moto e di valutarne la frequenza nei testi

31 Tipi di costruzioni per esprimere direzione in latino

Nella Tabella 1 sono riportati schematicamente i principali tipi di costruzione

usati in latino nellrsquoespressione degli eventi di moto specifi cando i diversi elementi

della frase che concorrono alla codifi ca della direzione e riportandone alcuni esempi

tratti dalle Metamorfosi e da La guerra gallica Lrsquoanalisi quantitativa dei dati estratti

dalle due opere in esame permetteragrave di verifi care quali fra le costruzioni disponibili

sono maggiormente impiegate in latino per codifi care il moto

IACOBINI CORONA

91

Tabella 1 Costruzioni impiegate in latino per codifi care la direzione rilevate nel corpus

Tipo Pref Verbo Avv Prep Caso Es

Dir Man

I [retto da Pref]

(3) summo delabor Olympo (Ov 1 213)

II [retto da Pref

e Prep]

(4) ab imo effusus Pindo (Ov 1 569)

III [retto da Pref]

(5) adeunt pariter Cephisi-das undas (Ov 1 369)

IV [retto da Pref

e Prep]

(6) suis ex fi nibus educunt (Caes 4 1 4)

V (7) hostes undique circum-venti (Caes 3 26 5)

VI

VII [retto da Prep]

(8) [fl umina] sub terras Stygio labentia luco (Ov

1 189)

VIII [retto da Prep]

(9) sed itum est in viscera terrae (Ov 1 138)

(10) omnem senatum ad se convenire (Caes 2 5 1)

IX [trans]

[accusativo]

(11) Scythiam septemque triones horrifer invasit Boreas (Ov 1 64-65)

X (12) signa dedi venisse deum (Ov 1 220)

XI (13) territus ipse fugit (Ov

1 232)

XII (14) ubi eo ventum est (Caes 1 43 4)

XIII

XIV [retto da Prep]

(15) ex loco superiore in ipsis fl uminis ripis proe-liabantur (Caes 2 23 4)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

92

Nella Tabella 1 la colonna dedicata al verbo egrave ulteriormente suddivisa lrsquoindica-

zione sintattica egrave infatti integrata con lrsquoelemento semantico espresso dalla radice ver-

bale distinguendo le costruzioni in cui il verbo esprime direzione da quelle in cui il

verbo esprime maniera Va osservato che nella classifi cazione semantica delle radici

verbali non egrave sempre possibile tenere rigidamente distinte le componenti semantiche

di direzione e maniera Ad esempio il verbo cado veicola sia la componente seman-

tica direzionale - indicando un moto discendente - sia la maniera - descrivendo un

moto privo di controllo da parte della fi gura3

Analizziamo ora i principali tipi di costruzione che esprimono direzione in latino

Nei tipi I-VI la direzione egrave espressa nel prefi sso Nel tipo I il prefi sso egrave legato ad

una radice verbale che indica maniera lrsquoorigine eo la meta del moto sono codifi cate

invece nellrsquoadnominale rappresentato da un caso semplice retto dal prefi sso Anche

nel tipo II il prefi sso egrave legato a un verbo di maniera ma la semantica del prefi sso egrave

ldquorinforzatardquo dalla preposizione che regge il caso che codifi ca origine o meta Nei tipi

III e IV abbiamo lo stesso tipo di costruzione a variare egrave la semantica del verbo

che non codifi ca maniera ma direzione (nel caso di venio) movimento generico (nel

caso di eo) o movimento causato (nel caso di mitto) Nei tipi II e IV la preposizione

che regge il caso puograve coincidere con il prefi sso come nellrsquoesempio (6) o non coinci-

dere come nellrsquoesempio (4) quando prefi sso e preposizione non coincidono tendono

comunque a codifi care la stessa porzione di traiettoria (o origine o meta) Nel tipo

V la direzione egrave codifi cata contemporaneamente da prefi sso legato a un verbo di

direzione e da un avverbio non abbiamo ancora trovato nel corpus esempi del tipo

VI in cui la direzione egrave codifi cata da un avverbio e da un prefi sso legato a un verbo

di maniera

Nei tipi VII-VIII la codifi ca della direzione non avviene sul prefi sso i verbi sono

infatti verbi di maniera (nel tipo VII) o direzionali (nel tipo VIII) non prefi ssati

oppure prefi ssati ma in cui il prefi sso non ha (o ha perso) valore spaziale cfr (10)

Il tipo IX impiega verbi direzionali transitivi o transitivizzati dal prefi sso in cui la

direzione egrave espressa dal verbo che regge lrsquoaccusativo che codifi ca la meta

Nei tipi X e XI la codifi ca della direzione avviene tramite il solo verbo rispettiva-

mente di direzione o di maniera

Nel tipo XII la direzione viene codifi cata oltre che dal verbo da un avverbio

di luogo Il tipo XIII prevede la stessa costruzione ma con verbo di maniera (non

abbiamo ancora trovato esempi di questo tipo)

Nel tipo XIV il verbo non egrave di per seacute un verbo di moto ma egrave costruito con sintagmi

3 Alcuni approcci teorici (cfr Rappaport Hovav Levin (2010)) negano la possibilitagrave che nel verbo vengano codifi cate piugrave di due componenti semantiche In realtagrave esistono radici verbali di moto che possono esprimere contemporaneamente sia direzione che maniera (ad es curro se costruito con sintagmi che indicano Meta come in usque sub Orchomenon Psophidaque Cyllenenque Maenaliosque sinus gelidumque Erymanthon et Elin currere sustinui (Ov 5 607-609) o altre componenti semantiche come la fi gura (es stillo lsquogocciolarersquo)

IACOBINI CORONA

93

preposizionali che descrivono una traiettoria e inducono unrsquointerpretazione dellrsquoe-

vento come un evento di moto

Fra le costruzioni descritte solo I e II corrispondono appieno alle caratteristiche

di una lingua SF i tipi III-VI sono riconducibili al tipo SF grazie allrsquouso dei prefi ssi

direzionali ma la radice verbale non esprime maniera I tipi VIII-X sono ricondu-

cibili al tipo VF dal momento che la direzione egrave espressa dal verbo Gli altri tipi di

costruzione non sono direttamente assegnabili a uno dei due tipi

Andando ad integrare le indicazioni sul tipo di costruzioni impiegate in latino con

quella sulla frequenza dei tipi nel corpus ricavate dallrsquoanalisi dei dati tratti dal I libro

delle Metamorfosi si nota che le costruzioni che rispettano tutte le caratteristiche del

tipo SF sono molto poco frequenti Su 80 contesti in cui sono descritti eventi di moto

abbiamo solo 9 occorrenze dei tipi I e II Ne riportiamo alcuni esempi in (16) (17)

(18) in aggiunta a quelli indicati nella Tabella 1 in (2) e (3)

(16) madidis Notus evolat alis (Ov 1 264)

(17) vires effundite vestras (Ov 1 278)

(18) emicat [hellip] Phaethon (Ov 1 776)

32 Verbi di moto e sintagmi preposizionali in latino

Secondo Slobin (2004) le lingue di tipo SF hanno una alta numerositagrave e frequenza

di verbi di maniera In latino questa correlazione egrave disattesa la maniera egrave infatti una

componente semantica poco espressa non solo nella radice verbale ma anche in altri

elementi della frase

Nella Tabella 2 possiamo osservare come nel primo libro delle Metamorfosi degli 80 contesti selezionati che descrivono eventi di moto - di cui 70 costruiti con un

verbo - solo 19 (27 circa) sono costruiti con verbi di maniera e solo 9 di questi verbi

di maniera sono verbi prefi ssati 51 eventi di moto sono costruiti con verbi direzionali

(di cui 31 prefi ssati e 20 non prefi ssati)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

94

Tabella 2 Tipi e occorrenze di verbi di moto nel primo libro delle Metamorfosi

OccorrenzeV Maniera V Maniera Pref V Direzione V Direzione Pref

10 9 20 31

Tipi 9 7 13 23

curro fl uo fugio labor navigo no propero ruo stillo

delabor disicio effundo emico evolo inrumpo insulto

cado eo fl ecto intro loco lustro mitto moveo rapio surgo veho venio volvo

adeo admoveo concutio convenio decido demitto descendo desero discedo emitto exeo ingredior invado pervenio procumbo pro-deo recedo redeo relinquo removeo subeo subsido transeo

La percentuale dei verbi di maniera ne La guerra gallica egrave ancora piugrave bassa supera

di poco il 10

Analizzando ulteriormente i dati sulle costruzioni riportati nella Tabella 1 pos-

siamo osservare che lrsquoespressione delle componenti semantiche di origine e meta

viene realizzata in latino tramite caso assoluto o caso retto da preposizione Nel

primo libro delle Metamorfosi la codifi ca sul caso assoluto egrave piugrave frequente Abbiamo

infatti 20 occorrenze di casi assoluti cfr (19) e (20) e 12 di casi retti da preposizione

cfr (21) e (22)

(19) inhospita tecta tyranni ingredior (Ov 1 218-219]

(20) nemora avia lustrat (Ov 1 479)

(21) fl uminaque [hellip] quae [hellip] in mare perveniunt (Ov 1 41)

(22) in liquidas pinus descenderat undas (Ov 1 61)

Ne La guerra gallica invece la traiettoria egrave piugrave frequentemente descritta con sin-

tagmi preposizionali

In generale lrsquouso dei sintagmi preposizionali appare giagrave molto diffuso nel latino

classico infatti lrsquoaccusativo egrave impiegato per codifi care la meta solo in usi cristallizzati

(come nei nomi di cittagrave o di piccola isola e in pochi altri casi) o con verbi transitivi e

lrsquoablativo ha una gamma di signifi cati molto piugrave vasta di quello di allontanamento da

un punto di riferimento

La porzione di traiettoria piugrave tipicamente codifi cata in latino egrave la meta mentre lrsquoo-

rigine tende a essere specifi cata meno di frequente nel primo libro delle Metamorfosi la meta viene espressa in 40 eventi di moto lrsquoorigine in 12

IACOBINI CORONA

95

33 Lrsquoespressione della maniera in latino

In latino dunque esistono giagrave costruzioni che possono essere ricondotte al tipo

VF costruite cioegrave con un verbo direzionale (23) o con un verbo di moto generico (24)

(23) iussit [hellip] lapidosos surgere montes (Ov 1 44)

(24) fl umina iam lactis iam fl umina nectaris ibant (Ov 1 111)

Lrsquoesempio (24) permette di fare alcune osservazioni aggiuntive sullrsquoespressione

della maniera in latino Nonostante il latino disponga infatti di una risorsa lessicale

specifi ca per descrivere la maniera di movimento dei corsi drsquoacqua (fl uo) in diversi

contesti lo scorrere di un fi ume egrave descritto con il verbo direzionale eo Si tratta di

un comportamento tipicamente attribuito alle lingue VF in cui la maniera viene

espressa solo quando non egrave facilmente inferibile dal contesto

Occorre inoltre notare come osservato anche da Brucale (2011) che in latino i

verbi considerati di maniera tendono a perdere questa componente semantica se pre-

fi ssati Ad esempio il verbo gradior esprime di norma il camminare a piedi in oppo-

sizione ad altre forme di locomozione Il passo in (25) esemplifi ca questa accezione

mettendo in opposizione il camminare sulle zampe con lo strisciare il volare e il

nuotare

(25) alia animalia gradiendo alia serpendo alia volando alia nando (Cic nat 2 122)

Negli esempi da (26) a (28) osservati allinterno dellintero corpus Packard Huma-

nities Institute (versione PHI 5) si puograve invece notare la perdita della componente di

maniera nei verbi prefi ssati in (26) infatti il soggetto logico di progredi egrave equites la

cavalleria che non avanza a piedi in (27) la maniera egrave (ri)codifi cata nella frase con

lrsquoablativo strumentale pedibus in (28) la maniera codifi cata dallrsquoaggiunto tanta atque ita instructa nave lascia intuire che la componente semantica del lsquocamminare a piedirsquo

sia ormai irrilevante a favore di un piugrave generico valore di moto

(26) equitesque in ulteriorem portum progredi [hellip] iussit (Caes 4 23 1)

(27) cum ingressus iter pedibus sit in equum omnino non ascendere (Cic sen 34)

(28) [M Tullium] tanta atque ita instructa nave hoc mare ingressus (Quint inst 12 proem 4)

4 La codifi ca della direzione nel passaggio allrsquoitaliano

I dati sullrsquoitaliano delle origini sono estratti dal volgarizzamento delle Metamor-fosi di Arrigo Simintendi Come si puograve osservare nella Tabella 3 il volgarizzamento

trecentesco usa un numero maggiore di verbi direzionali (57 occorrenze 29 tipi)

rispetto ai verbi di maniera (12 occorrenze 9 tipi)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

96

Tabella 3 Tipi e occorrenze di verbi di moto nel volgarizzamento

delle Metamorfosi di Simintendi

OccorrenzeV Maniera V Direzione

12 57

Tipi 9 29

correre discorrere fug-

gire gocciolare navigare

nuotare ruinare saltare

volare

allogare andare approssimarsi arri-

vare assalire attorneare cacciare

cadere capitare discendere entrare

inginocchiarsi lasciare levarsi

mandare muovere partire passare

portare raccogliersi rimuovere

rizzare seguitare sotterrare tornare

tremare uscire venire volgere

Alcuni verbi attestati dal volgarizzamento (es assalire discorrere) pur essendo

etimologicamente prefi ssati presentano un valore direzionale che non puograve conside-

rarsi codifi cato nel prefi sso

Nel testo di Simintendi vengono anche usati verbi prefi ssati con valore direzio-

nale di formazione moderna es sottentrare in (29) un verbo abbastanza diffuso nelle

scritture volgari cfr Giuliani (in stampa) Questo verbo egrave usato nel volgarizzamento

di Simintendi per tradurre il latino serpunt ma si trova anche come traducente dei

verbi subeo subicio subvenio

(29) e subitamente sono fatti due e sottentrano con congiunto volgimento

Lat et subito duo sunt iunctoque volumine serpunt (Ov 4 600)

Nel volgarizzamento di Simintendi alla forma sottentrare se ne affi anca unrsquoaltra

sotto entrare cfr (30) Nello stesso passo Simintendi traduce supposui con il verbo

sotto porre rendendo con un pattern analitico quello che in latino egrave un verbo giagrave in

parte sintetico (il prefi sso si egrave opacizzato e assimilato alla radice verbale)

(30) io medesimo quando sono sotto entrato nelle caverne della terra e ho sotto posti a

quelle gli miei dossi

Lat idem ego cum subii convexa foramina terrae supposuique ferox imis mea terga cavernis (Ov 6 697-698)

Nelle scritture trecentesche coesistono due tipi di formazione per lrsquoespressione

della direzione Da un lato abbiamo la riproposizione del modello prefi ssale latino

in verbi come sottentrare trasandare dallrsquoaltro emerge un nuovo tipo di costruzione

satellitare con particella postverbale In Simintendi oltre a sottentrare e sotto entrare egrave infatti attestato anche entrare sotto Altri esempi in cui la traduzione di verbi pre-

fi ssati latini con valore direzionale egrave espressa dalla costruzione con verbo e particella

postverbale sono in (31) e (32)

(31) e manda fuori Noto

Lat emittitque Notum (Ov 1 264)

IACOBINI CORONA

97

(32) uscigraveo fuori la battallia

Lat prodit bellum (Ov 1 142)

5 Conclusioni

I dati presentati in questo lavoro permettono sia di valutare meglio i cambiamenti

intercorsi fra latino e italiano sia di contribuire ad una migliore comprensione dei

fenomeni linguistici che sono alla base del cambiamento tipologico nella espressione

degli eventi di moto

Uno studio della codifi ca degli eventi di moto in ottica costruzionista permette di

fornire un inventario esaustivo delle strategie impiegate da una lingua per esprimere

la direzione di osservare il ruolo svolto dagli altri elementi della frase oltre al verbo

e di integrare la tassonomia delle costruzioni con indicazioni di natura quantitativa

sul loro impiego effettivo

Questo tipo di analisi consente di misurare non solo gli elementi di variazione ma

anche gli elementi di continuitagrave come ad esempio la presenza di espressioni di tipo

VF in latino la diffusione - sempre crescente - di sintagmi preposizionali lrsquoemergere

di costruzioni con particella postverbale in italiano di cui si trovano tracce giagrave nel

latino

Sebbene i risultati siano tratti da un campione ristretto riteniamo che indichino

una chiara tendenza che le nostre indagini in corso confermano come rappresenta-

tiva dellrsquointero testo delle opere analizzate e che possono essere sintetizzate nello

schema seguente

Latino Classico

(a) La codifi ca della direzione in base a quanto atteso in lingue del tipo SF (direzione codi-

fi cata dal prefi sso premesso a una radice verbale che codifi ca la maniera) egrave molto poco

frequente

(i) la direzione tende a essere espressa nella radice verbale I verbi piugrave numerosi e piugrave

frequenti sono infatti i verbi direzionali prefi ssati e non

(ii) la maniera egrave molto poco espressa in latino e alcuni verbi che etimologicamente esprimono

maniera perdono questa componente semantica se prefi ssati

(b) La codifi ca satellitare della direzione tramite prefi sso tende ad essere rinforzata da altri

elementi della frase in particolare dalla preposizione che regge il caso le componenti

semantiche di Origine e Meta vengono generalmente espresse in latino con sintagmi

preposizionali che rinforzano la direzione codifi cata dal prefi sso

(c) La porzione di traiettoria generalmente codifi cata in latino egrave la Meta LrsquoOrigine tende a

essere espressa qualora non sia inferibile

(d) La direzione puograve essere codifi cata anche senza lrsquointervento di un verbo di moto

(i) in costruzioni a verbo supporto in cui la direzione egrave codifi cata nel nome (es excur- sionem incursionem facere)

(ii) con uno o piugrave sintagmi che indicano direzione e forzano unrsquointerpretazione dellrsquoevento

come un evento di moto (es ipsi ex silvis raris propugnabant (Caes 5 9 6))

Italiano antico

CILPR 2013 ndash SECTION 2

98

(a) I verbi piugrave frequenti sono come giagrave in latino quelli che esprimono direzione nella radice

(b) I verbi etimologicamente prefi ssati hanno un basso grado di trasparenza morfotattica e

morfosemantica (es allogare assalire discorrere discendere)

(c) Coesistono due tipi di costruzioni verbali indicanti direzione un tipo che ripropone il

modello prefi ssato latino (es sottentrare sottoporre trasandare) e un altro tipo emergente

in cui il verbo egrave costruito con particella postverbale (es entrare sotto)

Universitagrave di Salerno Claudio IACOBINI

Luisa CORONA

IACOBINI CORONA

99

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morphology Variation in motion expression between system and usageraquo intervento presen-

tato al 10th Mediterranean Morphology Meeting (MMM 10) Haifa (Israele) 7 - 10 Settembre

2015

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CILPR 2013 ndash SECTION 2

100

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101

Osservazioni diacroniche sulle espressioni nominali

discontinue dal latino alle lingue romanze1

1 Introduzione e obiettivi

Questo lavoro considera le espressioni nominali discontinue (drsquoora in avanti

END) cioegrave i cosiddetti iperbati da una prospettiva diacronica interna al latino (I-VI

sec dC) e rispetto alle lingue romanze

Nella letteratura recente sul latino un costituente viene considerato discontinuo

quando il suo ordine lineare viene interrotto da uno o piugrave elementi appartenenti allo

stesso dominio sintattico oppure a uno differente (Oniga (2007 205) Spevak (2010

274sqq) Ledgeway (2012 53sqq)) In questo senso il fenomeno dellrsquoiperbato coinci-

derebbe con una violazione del principio del domain integrity (Dik (1997) Bolkestein

(1998))

La discontinuitagrave rappresenta un fenomeno tipico del latino (Pinkster (2005)

Devine Stephens (2006) Bauer (2009)) che lo distingue rispetto alle lingue romanze

(Vaumlaumlnaumlnen (1963 163)) in cui lrsquoiperbato egrave estremamente limitato

Tradizionalmente (Hale (1983) Jelinek (1984)) la libertagrave dellrsquoordine delle parole

e soprattutto la possibilitagrave di avere ordini discontinui sono considerate prove per

sostenere la ldquonon-confi gurazionalitagraverdquo di alcune lingue la cui caratteristica principale

egrave lrsquoassenza di una differenziazione strutturale tra il soggetto e lrsquooggetto nella frase

In questo contributo saragrave tuttavia proposto che anche gli ordini discontinui possono

essere spiegati alla luce di una struttura sintattica soggiacente a partire dalla quale egrave

possibile derivare gli ordini attestati compresi quelli pragmaticamente marcati Lrsquoi-

potesi proposta si inserisce dunque nel piugrave ampio quadro dellrsquoapproccio sintattico

allo studio dellrsquoordine delle parole in latino che si propone non solo di descrivere

lrsquoordine lineare ma di comprenderlo in termini gerarchici e di ridurre la sua comples-

sitagrave a un sistema coerente di regole generali e predittive (Devine Stephens (2006)

Giusti Oniga (2006) Gianollo (2007) Iovino (2012) Ledgeway (2012))

In questo contributo saranno considerate tutte le END trovate in un corpus costi-

tuito dalla Cena Trimalchionis di Petronio (I dC) dal V libro delle Noctes Atti-cae di Gellio (II dC) e dal III libro delle Historia Francorum di Gregorio di Tours

1 Ringrazio Giuliana Giusti e Renato Oniga per aver seguito la ricerca e per aver letto e com-mentato questo contributo

CILPR 2013 ndash SECTION 2

102

(VI dC) Lrsquoobiettivo egrave quello di proporre una tipologia delle discontinuitagrave ammesse

individuando dei pattern strutturali che proprio percheacute ricorrenti in testi eteroge-

nei dal punto di vista contenutistico linguistico e cronologico sono ascrivibili alla

struttura della lingua Si vedragrave che egrave possibile individuare i seguenti quattro tipi di

discontinuitagrave tipo zero in cui gli ordini sono linearmente ma non sintatticamente

discontinui in quanto lrsquoelemento che crea lrsquointerruzione egrave il complemento di un sot-

tocostituente del sintagma (sect31) tipo uno in cui un elemento interno a un sintagma

viene estratto dalla sua posizione di base e dislocato in una posizione periferica a sini-

stra (cfr ldquoleft-edge frontingrdquo Ledgeway in stampa) (sect32) tipo due in cui lrsquoordine

egrave interrotto a livello di frase dallrsquoinserimento di un elemento debole che occupa la

seconda posizione della frase (posizione Wackernagel) (sect33) tipo tre in cui lrsquoordine

lineare egrave interrotto a livello di frase dallrsquo ldquoinserimentordquo di un verbo (sect34)

2 Note sul trattamento dellrsquoiperbato nella tradizione e nella linguistica

moderna

Lrsquoiperbato egrave un fenomeno ben noto sin dallrsquoantichitagrave2 Per limitarsi allrsquoambito

latino lrsquoautore della Rhetorica ad Herennium (4 44) ne parla come di una transgres-sio [hellip] quae verborum perturbat ordinem e sulla stessa linea si colloca Quintiliano

(inst 8 6 62-66) che defi nisce lrsquohyperbaton come un fenomeno di verbi transgressio

in base a quanto richiedono la ratio compositionis e il decor del periodo Nel Corpus Grammaticorum Latinorum (CGL) si trovano 32 occorrenze del termine hyperba-ton Ad esempio Carisio fa riferimento al fatto che lrsquoiperbato coincide con unrsquooratio diducta uerbis non suo loco positis (Ars K Barwick (1964sup2 362 15)) mentre Donato

afferma che lrsquohyperbaton est transcensio quaedam uerborum ordinem turbans (Ars

maior L Holtz (1981 670 6)) Dunque in entrambi i casi lrsquoiperbato viene considerato

come una ldquodeviazionerdquo che si puograve comprendere solo se si ipotizza che essa avvenga a

partire da un ordine sentito come naturalis cioegrave ldquonormalerdquo secondo la defi nizione di

Quintiliano (inst 9 4 23)

La letteratura moderna di ambito linguistico3 propone per il latino una distinzione

generale tra un tipo di iperbato dovuto a un elemento interno al sintagma e un tipo

in cui un sintagma viene interrotto da elementi appartenenti a un costituente diverso

Nellrsquoesempio (1) lrsquoordine A-N egrave interrotto dal complemento del nome in genitivo

mentre in (2) il medesimo ordine A-N egrave interrotto dalla preposizione cum entrambi

questi elementi sono interni al sintagma In (3) e in (4) si trovano invece degli esempi

in cui la linearitagrave del costituente egrave interrotta da un elemento esterno al sintagma

come un verbo (3) un SP (4a) un pronome e un verbo (4b) una congiunzione e un

pronome (4c)

2 Cfr Torzi (2000 cap VI 2007 95-102) Hofmann Szantyr (2002 11-19 280-281) e bibliogra-fi a ivi citata

3 Cfr Adams (1971) Kessler (1995) Spevak (2010 cap 6) Ledgeway (2012 53-55)

IOVINO

103

(1) infestam rei publicae pestem (Cic Cat 1 11) (Ledgeway (2012 43))

(2) magno cum dolore (Caes Gall 7153)

(3) nostram [] ridebant invidiam (Petron 14 7) (Ledgeway (2012 44))

(4) a magnae ex fi nitimis civitatibus copiae convenerunt (Caes Gall 7 57 2)

(Spevak (2010 276))

(4) b multa mihi dant solacia (Cic Att 4 18 2) (Spevak (2010 277))

(4) c orationes autem me duas postulas (Cic Att 2 7 1) (Spevak (2010 277))

Sebbene le possibilitagrave combinatorie offerte dal latino siano molteplici e creino un

effetto che si potrebbe defi nire ldquocaleidoscopicordquo il contributo di Bolkestein (2001)

mette in evidenza che non tutti gli ordini possibili sono attestati con la stessa fre-

quenza e che si possono individuare restrizioni che limitano la realizzazione di strut-

ture discontinue

3 Per una tipologia degli iperbati in latino

Questa sezione egrave dedicata allrsquoanalisi quantitativa dei dati trovati nel corpus di rife-

rimento Nelle tabelle seguenti sono riportati tutti gli ordini lineari in cui appaiono le

END in ciascuno degli autori considerati

Tabella 1

Petronio I dC (parole totali 11516)

(a) Modif hellip NN (2) V (9) Cong (3) Avv (2) Gen (1)

Num N Agg (2) Quant N Poss (1)20

(arsquo) Det hellip NN (1) V (1) Pron (1) AP (1)

Det Mod N (1)5

(b) N hellip Modif

V (2) Cong (3) Avv (1) Gen (1) SP (1)

Piugrave elementi (2)

N Agg Agg (1)

11

(brsquo) N Det 0

totale 36

CILPR 2013 ndash SECTION 2

104

Tabella 2

Gellio II dC (parole totali 5915)

(a) Modif hellip NAvv (1) Cong (1) V (1) Gen (4) SP (1)

Modif Modif N Modif (1)9

(arsquo) Det hellip N 0

(b) N hellip ModifSP (1) Gen (5) N (3) Piugrave elementi (1)

N Modif Agg (1)11

(brsquo) N hellip Det 0

totale 20

Tabella 3

Gregorio VI dC (parole totali 7920)

(a)Modif hellip N

Avv (2) Cong (1) V (6) N (1) SP (1)

Pron (2) Gen (7) Piugrave elementi (1)

Agg Agg N (1)

22

(arsquo) Det hellip N Agg (1) Avv (2) 3

(b) N hellip Modif V (2) Pron (1) SP (1) 4

(brsquo) NDet Agg Agg N Det (1) 1

totale 30

Le END sono state suddivise in due gruppi principali Il primo (a) comprende

quelle inizianti con un Modif (Modif hellip N) il secondo (b) quelle inizianti con un

nome (N hellip Modif) Nella colonna centrale sono stati riportati tutti gli elementi che

interrompono lrsquoordine lineare e le rispettive quantitagrave di occorrenza Nella colonna di

destra egrave indicato il totale Si noti anche che si egrave scelto di distinguere nei sottogruppi

IOVINO

105

(arsquo) e (brsquo) i casi in cui il Modif sia un dimostrativo Come egrave stato notato da molti autori

(Giusti (1993) in prospettiva interlinguistica Giusti Oniga (2006) e Iovino (2012) per

il latino) lo status categoriale del dimostrativo egrave analogo a quello degli altri modi-

fi catori nominali Tuttavia egrave opportuno sottolineare che il dimostrativo presenta la

peculiaritagrave di occupare la posizione di specifi catore del DP che coincide con lo strato

piugrave alto della struttura al confi ne con la periferia sinistra nel quale viene assegnato

il caso Alla luce di questo si puograve spiegare il fatto che non sono molti i casi in cui il

Modif coinvolto sia un dimostrativo (986) e soprattutto che sono molto rari i casi in

cui il Dim egrave postN (si trova un solo esempio in Gregorio)

31 Iperbati ldquonon iperbatirdquo

Un primo tipo di alterazione dellrsquoordine lineare riguarda i casi appartenenti al

tipo defi nito ldquozerordquo in cui un nesso Modif-N oppure N-Modif viene interrotto dal

complemento di una delle due categorie In Petronio si trovano 5 casi di questo tipo

appartenenti al gruppo (a) e al gruppo (b) della Tabella 1 In (5) sono riportati due

esempi in cui un complemento in ablativo (5a) e al genitivo partitivo (5b) interrompe

lrsquoordine lineare4

(5) a Composita ergo in gremio Scintillae indecentissimam rubore faciem sudario abscon dit (Petron 67 13)

ldquoRiaggiustatasi allora tra le braccia di Scintilla nascose nel fazzoletto la faccia tanto

piugrave involgarita dal rossorerdquo

(5) b Sequebatur puer cum tabula terebinthina et crystallinis tesseris notavique rem omnium delicatissimam (Petron 33 2)

ldquoLo seguiva un valletto con una scacchiera di terebinto e dadi di cristallo e notai un

particolare estremamente raffi natordquo

In Gellio si trovano 11 casi di questo tipo in cui il genitivo egrave lrsquoelemento responsa-

bile dellrsquointerruzione nella maggior parte dei casi (9 su 11) come mostra il caso ripor-

tato in (6a) Oltre a ciograve si trova anche un SP (6b) o un complemento allrsquoablativo (6c)

(6) a Sed opinor assidua veterum scriptorium tractatione inoleverat linguae illius vox quam in libris saepe offenderat (Gell 5 21 3)5

ldquoMa penso con la trattazione assidua degli scrittori antichi si era sviluppata nella

lingua di quello una forma che spesso aveva incontrato nei librirdquo

(6) b Protagoram virum in studiis doctrinarum egregium cuius nomen Plato libro suo illi incluto inscripsit adulescentem aiunt victus quaerendi gratia in mercedem mis sum (Gell 5 3 1)

ldquoProtagora uomo eccellente negli studi delle discipline il cui nome Platone scrisse su

un suo libro dedicato a lui dicono che da giovane per guadagnarsi da vivere si mise a

salariordquo

4 Oltre allrsquoablativo e al genitivo partitivo si trova anche un complemento al genitivo possessivo al dativo e allrsquoablativo modifi cato da un aggettivo

5 In (6a) la posizione prenominale del genitivo soggettivo egrave attesa sulla base di Giusti Oniga (2006 79-87 2007 85-92)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

106

(6) c Ostendebat ei Antiochus in campo copias ingentis quas bellum facturus comparave-rat convertebatque exercitum insignibus argenteis et aureis fl orentem (Gell 5 5 2)

ldquoAntioco gli mostrava le ingenti truppe nel campo che aveva ammassato per fare la

guerra e faceva volteggiare lrsquoesercito lustro con le insegne drsquoargento e drsquoorordquo

Infi ne in Gregorio si trovano 9 casi Anche in questo autore il genitivo egrave respon-

sabile dellrsquointerruzione nella maggior parte dei casi (89) come si vede in (7a) ma si

trova anche un SP (7b) Si noti che lrsquoesempio in (7c) riguarda unrsquoespressione nominale

complessa percheacute modifi cata da due aggettivi6

(7) a Theudobertum fi lium suum in illis partibus cum valido exercitu ac magno armorum apparatu direxit (Greg Tur Franc 5 3)

ldquoEgli mandograve suo fi glio Teodoberto in quei territori con un nutrito esercito e con un

grande apparato drsquoarmirdquo

(7) b Presbiter enim amicitiam cum beato Gregorio antiquam habebat (Greg Tur Franc 5

15)

ldquoInfatti il presbitero aveva unrsquoantica amicizia con il beato Gregoriordquo

(7) c Tamen adquisitam maximam Hispaniae partem cum magnis spoliis in Galliis redie runt (Greg Tur Franc 3 29)

ldquoPoi conquistata grandissima parte della Spagna tornarono nelle Gallie con ricchi

bottinirdquo

Visti gli esiti nelle lingue romanze in cui la possibilitagrave di realizzare questo tipo

di END egrave pressocheacute nulla percheacute i complementi devono obbligatoriamente seguire la

testa ci si aspetterebbe che in Gregorio il fenomeno dellrsquoiperbato tendesse ad essere

meno frequente Tuttavia questa aspettativa viene disattesa dal momento che i casi

di ldquonon iperbatordquo discussi in questa sezione sono piugrave numerosi di quelli che si trovano

in un autore piugrave antico come Petronio (9 vs 5) Ciograve puograve essere attribuito allo stile di

Gregorio che come osservato in Bonnet (1968 [1890] 716-724) opta per un ordine

delle parole studiato e molto costruito Gregorio tende a porre in evidenza una parola

in ogni frase prediligendo lrsquouso dellrsquoiperbato a cui spesso fa ricorso laquomal agrave propos ou

maladroitementraquo (ibid p 720)

32 Iperbati ldquoa estrazionerdquo

La discontinuitagrave puograve realizzarsi allrsquointerno di un sintagma quando un sottocosti-

tuente viene estratto dalla sua posizione per ragioni pragmatiche e dislocato in una

posizione periferica dove riceve unrsquointerpretazione marcata In Petronio si trovano 5

casi di questo tipo Lrsquoestrazione da una presumibile posizione di base indicata con il

carattere barrato avviene da sintagmi di tipo diverso ma in 4 casi su 5 riguarda un

Modif

(8) Nam cum positus esset ut nos putabamus anser altilis circaque pisces et omnium genera omnium avium inquit Trimalchio (Petron 69 8)

6 Adquisitam egrave un participio in -tus con valore aggettivale Sulle proprietagrave verbali e nominali del participio cfr Pompei (2008) per alcuni dettagli sul participio latino cfr Iovino (2008) e bibliografi a ivi citata

IOVINO

107

ldquoInfatti quando fu servita in tavola almeno cosigrave noi pensavamo unrsquooca di allevamento

e intorno pesci e uccelli di ogni genere (di ogni generi uccello) disse Trdquo

(9) Venit ergo galbino succincta cingillo galbino (Petron 67 4)

ldquoVenne quindi vestita con una cintura giallina (con una giallina vestita cintura)rdquo

(10) Inter haec tres pueri candidas succincti candidas tunicas intraverunt (Petron 60 8)

ldquoFrattanto entrarono tre valletti vestiti con tuniche candide (con candide vestiti

tuniche)rdquo

(11) His repleti his voluptatibus cum conaremur in triclinium intrare exclamavit unus ex pueris qui super hoc offi cium erat positus (Petron 30 5)

ldquoPieni di queste meraviglie (di queste pieni meraviglie) accingendoci ad entrare nel

triclinio uno dei fanciulli che era preposto a questo incarico urlograverdquo

(12) Tandem ergo discubuimus pueris Alexandrinis aquam in manus aquam nivatam infun-

dentibus (Petron 31 3)

ldquoCosigrave fi nalmente ci mettemmo a tavola con i valletti di Alessandria che versavano

acqua ghiacciata sulle manirdquo

In Gellio si trovano 4 casi di iperbati a estrazione In 34 lrsquoelemento estratto dal SN

egrave il nome (13) mentre nel caso restante si ha lrsquoestrazione di un Modif da un SP (14)

(13) Ac se quidem dubitare super ea re dicit posse autem videri putat nonnihil esse rationis in ea opinione quod historia Graece signifi cet rerum cognitionem rerum praesentium

(Gell 5 18 2)

ldquoE egli dice di dubitare in proposito ma ritiene che in questa opinione possa sembrare

che ci sia una qualche giustifi cazione etimologica percheacute historia in greco signifi ca

conoscenza dei fatti attuali (dei fatti conoscenza attuali)rdquo

(14) Nam et augendae rei et minuendae valet sicuti aliae particulae plurimae propter quod accidit ut quaedam vocabula quibus particula ista praeponitur ambigua sint et utroque-versum dicantur veluti ldquovescumrdquo ldquovehemensrdquo et ldquovegranderdquo de quibus alio in alio loco

uberiore tractatu facto admonuimus (Gell 5 12 10)

ldquo[La particella ve] infatti ha valore sia di accrescitivo sia di diminutivo come molte

altre particelle per questo motivo accade che talune parole a cui questa particella viene

prefi ssata siano ambigue e si usino sia in un senso sia nellrsquoaltro come ldquovescusrdquo ldquovehe-

mensrdquo ldquovegranderdquo di cui ci occupiamo in un altro passo (altro in passo) con piugrave ampia

trattazionerdquo

In Gregorio si trovano 3 casi in cui viene estratto un Modif

(15) a Tunc ille his mollitus his sermonibus ait (Greg Tur Franc 3 14)

ldquoAllora lrsquoaltro addolcito da questi discorsi (da questi addolcito discorsi) rispose

(15) b Cumque portae civitatis obseratae essent et unde ingrederetur pervium patulum non haberet incisam Archadius incisam serram unius portae eum civitati intromisit (Greg Tur Franc 3 9)

ldquoE poicheacute le porte della cittagrave erano chiuse neacute vi era quindi alcun passaggio agibile da

cui entrare Arcadio fatta spaccare la serratura (fatta spaccare Arcadio la serratura)

di una porta lo fece entrare [Childeberto] in cittagraverdquo

(15) c Vellim si placet parumper conferre quae christianis beatam confi tentibus beatam

Trinitatem prospera successerint (Greg Tur Franc 3 incipit)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

108

ldquoVorrei se pare opportuno discorrere per un momento delle vicende fortunate che

accaddero ai cristiani che credevano nella beata Trinitagrave (nella beata che credevano

Trinitagrave)rdquo

Negli esempi discussi sembra possibile individuare sia la (presumibile) posizione

di partenza dellrsquoelemento estratto sia quella di arrivo alla sinistra dove viene dislocato

per motivi di struttura dellrsquoinformazione (LP left periphery Giusti Iovino in press)

Tale posizione non egrave ammessa in italiano e piugrave in generale nelle lingue romanze per-

cheacute in queste ultime le teste funzionali (TD) sono occupate rispettivamente dagli

ausiliari (o dai verbi) e dagli articoli mentre restano vuote in latino come si vede in

(16a) vs (16b)

(16) a [LP

Oslash [TPDP

[TrsquoDrsquo

Xauxdet

[VPNP

VN SX]]] lingue romanze

(16) b [LP

SXtopicfocus

[TPDP

[TrsquoDrsquo

Oslash [VPNP

VN SX]]] latino

La mancata realizzazione delle teste funzionali in latino puograve favorire il movi-

mento e lrsquoestrazione di elementi massimali (Ledgeway (2012))

33 Iperbati dovuti allrsquoinserimento di elementi in posizione Wackernagel

Un tipo di iperbato puograve essere dovuto anche allrsquoinserimento di un elemento in

posizione Wackernagel In questi casi un ordine che potrebbe essere considerato

come di base viene interrotto dalla presenza di un elemento ldquodebolerdquo che tende ad

occupare la seconda posizione della frase (Salvi (2004 cap IV) Devine Stephens

(2006 282-287)) o del colon (Adams (1994)) Negli esempi seguenti il colon egrave delimi-

tato con una barretta verticale |

In Petronio si trovano 12 occorrenze di questo tipo di iperbato Gli elementi deboli

possono essere di vario tipo (avverbi veluti denique ubique quidem congiunzioni

autem enim pronomi) Alcuni esempi sono riportati in (17)

(17) a Flebat et Fortunata fl ebat et Habinnas | tota denique familia | tanquam in funus rogata lamentatione triclinium implevit (Petron 72 1)

ldquoPiangeva anche Fortunata piangeva anche Abinna tutta la famiglia quindi come

costretta in un funerale riempigrave di lamenti il tricliniordquo

(17) b Reliquos autem collibertos eius cave contemnas (Petron 38 6)

ldquoMa attento a non prendere sotto gamba gli altri suoi colleghirdquo

(17) c Poteram quidem inquit hoc fericulo esse contentus secundas enim mensas habetis Sed si quid belli habes affer (Petron 68 1)

ldquoCerto disse avrei potuto accontentarmi di questo servizio infatti i piatti nuovi li

avete Ma se hai qualcosa di buono portalordquo

(17) d Sed ut coeperam dicere| ad hanc me fortunam frugalitas mea perduxit (Petron 75 19)

ldquoMa come avevo cominciato a dire a tanta fortuna mi ha condotto la mia parsimoniardquo

(17) e Delectatus hac Trimalchio hilaritate et ipse capaciorem poposcit scyphum quaesi vitque quomodo acceptus esset (Petron 65 8)

ldquoTrimalchione compiaciuto da questa allegria ordinograve anche lui un calice piugrave grande e

chiese (allrsquoaltro) in che modo fosse stato accoltordquo

IOVINO

109

Lrsquoesempio in (17e) egrave interessante in quanto egrave il dimostrativo hac lrsquoelemento debole

che si trova in seconda posizione Non egrave quindi la presenza del N Trimalchio a inter-

rompere lrsquoordine lineare di hac hilaritate come si potrebbe dedurre limitando lrsquoos-

servazione allrsquoordine lineare ma la discontinuitagrave egrave dovuta alla natura sintattica del

dimostrativo che e come tale puograve collocarsi in seconda posizione

Gellio restituisce 2 esempi di iperbati legati alla posizione Wackernagel Gli ele-

menti deboli sono quidem e autem

(18) a Is tamen Protagoras| insincerus quidem philosophus | sed acerrimus sophistarum fuit (Gell 537)

ldquoIn effetti Protagora certamente fu un fi losofo non autentico ma dei sofi sti egli fu il

piugrave acutordquo

(18) b Cum Graecum autem vocabulum sit ldquosoloecismusrdquo an Attici homines qui elegantius locuti sunt usi eo sint quaeri solet (Gell 5203)

ldquoPoicheacute ldquosolecismordquo egrave una parola greca di solito viene chiesto se gli autori attici che

hanno parlato molto elegantemente ne abbiano fatto usordquo

In Gregorio gli esempi sono 9 e gli elementi deboli sono rursum ergo enim un

pronome una forma di is

(19) a Oscarum fl uvium [hellip] qui per portam ingrediens ac sub pontem decurrens | per aliam rursum portam egreditur| (Greg Tur Franc 3 19)

ldquoil fi ume Osche [hellip] che entrando attraverso la porta e scorrendo sotto un ponte esce

poi dallrsquoaltra porta della cittagraverdquo

(19) b Patratam ergo victuriam regionem illam capessunt et in suam redigunt potestatem

(Greg Tur Franc 3 7)

ldquoConseguita quindi la vittoria (i Franchi) occuparono la regione e la misero sotto il

loro potererdquo

(19) c In talibus enim dolis Theudoricus multum callidus erat (Greg Tur Franc 3 7)

ldquoCerto Teodorico era molto astuto in questi ingannirdquo

(19) d Quod videns Theudobertus ex ea reversus est | multa secum expolia ipse vel sui deferentes| (Greg Tur Franc 332)

ldquoTeodeberto vedendo ciograve se ne tornograve indietro da quelle (regioni) portando lui stesso

o i suoi molto bottinordquo

(19) e Cum autem haec Theudorico nuntiatum fuisse iussi inibi sanctum Quintianum constitui et | omnem ei potestatem tradi eclesiae | dicens (Greg Tur Franc 3 2)

ldquoQuando allora fu annunciato il fatto a Teodorico il re ordinograve che in quello stesso

posto fosse reintegrato il santo Quinziano e gli venisse affi dato ogni potere sulla

Chiesa dicendordquo

Per rendere conto di questi esempi si puograve ipotizzare con Salvi (2004 cap IV) che

la struttura della frase principale preveda una posizione disponibile che puograve ospitare

lrsquoelemento debole dopo il primo costituente

(20) [SX [pdeb

hellip [SV ]]]

CILPR 2013 ndash SECTION 2

110

Il primo costituente puograve essere di qualsiasi natura (SP SA SN SP) ma non puograve

essere marcato pragmaticamente Salvi (1994 120) osserva infatti che il dominio di

collocazione delle forme deboli non comprende la periferia

34 Iperbati dovuti allrsquoldquoinserimentordquo di un verbo

Lrsquoultimo tipo di iperbato si realizza anchrsquoesso a livello di frase ma egrave dovuto a un

verbo che interviene a rompere lrsquoordine lineare di un costituente Questo ldquoeffettordquo egrave

dovuto in realtagrave al movimento di una parte del sintagma nominale intorno al verbo

stesso In Petronio si trovano 14 casi di questo tipo alcuni dei quali sono riportati in

(21)

(21) a Interim ego qui privatum habebam secessum in multas cogitationes diductus sum quare aper pilleatus intrasset (Petron 41 1)

ldquoIo frattanto che mi ero ritirato in me stesso mi sono stillato il cervello in molti pen

sieri percheacute mai il cinghiale fosse entrato col berrettordquo

(21) b Et ne has tantum ostenderet divitias dextrum nudavit lacertum armilla aurea cultum et eboreo circulo lamina splendente conexo (Petron 32 4)

ldquoE per non far mostra di quei preziosi soltanto mise a nudo il braccio destro adorno di

unrsquoarmilla drsquooro e di un cerchio drsquoavorio circondato da una lamina splendenterdquo

(21) c Ita tutelam huius loci habeam propitiam ut ego si secundum illum discumberem iam illi balatum clusissem (Petron 57 2)

ldquoChe io abbia la protezione favorevole di questo luogo cosigrave che io se fossi seduto

vicino a lui gli avrei giagrave chiuso la boccardquo

Egrave interessante osservare che in (21b) sebbene da un punto di vista lineare siano

due le parole che interrompono lrsquoordine has divitias sul piano della struttura sintattica

si tratta di un solo elemento cioegrave di un verbo modifi cato da un avverbio (tantum osten-deret) Qualcosa di analogo si verifi ca nel caso di (21c) le parole che separano il nesso

tutelam propitiam sono tre ma da un punto di vista sintattico si tratta di soli due ele-

menti cioegrave un SN di tipo Dim-N (huius loci) e di un verbo (habeam) Si tratta quindi

di due esempi in cui la struttura dei costituenti non coincide con lrsquoordine lineare

In Gellio si trovano 2 esempi di iperbati dovuti a inserimento del verbo Sono

entrambi riportati in (22)

(22) a Sed et quispiam Samius athleta ndash nomen illi fui t Echeklous ndash cum antea non loquens fuisset ob similem dicitur causam loqui coepisse (Gell 5 9 4)

ldquoMa anche un atleta di Samo il cui nome era Echecleo non essendo prima capace di

parlare si dice che cominciograve a parlare per un motivo analogordquo

(22) b ldquoPluriardquo forte quis dixit sermocinans vir adprime doctus meus amicus non hercle studio se ferens ostentandi neque quo ldquoplurardquonon dicendum putaret (Gell 5 21 1)

ldquoUn uomo molto eloquente eccezionalmente dotto mio amico disse una volta ldquoplu riardquo non per Bacco per intenzione di ostentazione e nemmeno percheacute pensava che

non si dovesse dire ldquoplurardquordquo

Si noti che in (22b) si trova un lungo SN formato da un indefi nito (quis) un parti-

cipio in -nt- prenominale con valore aggettivale (sermocinans) che modifi ca il nome

IOVINO

111

(vir) a sua volta modifi cato da un participio postnominale in -tus con valore aggetti-

vale (doctus) (cfr nota n 6) modifi cato da un avverbio (adprime)

In Gregorio i casi di questo tipo sono invece 7 In 67 casi un verbo interrompe il

nesso Modif-N mentre in un solo caso interrompe il nesso inverso Un esempio per

ciascun tipo si trova in (23)

(23) a qui perditam priorem coniugem fi liam Theudorici regis Italici de qua fi lium habe bat nomen Sigiricum aliam duxit uxorem (Greg Tur Franc 3 5)

ldquo[Sigemondo] che dopo aver perduto la prima moglie fi glia di Teodorico re drsquoItalia

dalla quale aveva avuto un fi glio di nome Sigerico sposograve unrsquoaltra donnardquo

(23) b Alaricus hanc [Trinitate] denegans a regno et populo atque ab ipsa quod magis est vita multatur aeterna (Greg Tur Franc 3 1)

ldquoAlarico che lrsquoaveva negata [la Trinitagrave] fu privato del regno del popolo e cosa piugrave

importante della vita eternardquo

I casi di questo tipo possono essere spiegati con una struttura come quella seguente

(24) [SX [V [ SX]]]

in cui si vede che una serie di proiezioni funzionali (come indicato dallrsquoasterisco)

nelle quali possono spostarsi elementi di diversa natura sono disponibili intorno al

verbo

35 Unrsquoosservazione diacronica

Al di lagrave dellrsquoopposizione tra il latino che ammette le strutture discontinue e le

lingue romanze in cui il loro utilizzo egrave invece estremamente limitato egrave possibile indi-

viduare alcuni elementi di continuitagrave tra il latino e le lingue discendenti

Rispetto al latino di Petronio del I sec dC Gellio e Gregorio offrono alcuni

esempi di iperbati che sembrano preludere a quelle che diventeranno le strutture

romanze con elementi estratti e dislocati a sinistra (o apparentemente a destra) che

costituiscono lrsquounica possibilitagrave di discontinuitagrave sintattica I rispettivi contesti sono

riportati di seguito

(25) pecuniam quippe ingentem cum a discipulis acciperet annuam pollicebatur se id docere quanam verborum industria causa infi rmior fi eret fortior (Gell 5 3 7)

ldquoRicevendo dai suoi discepoli una somma annuale veramente cospicua prometteva di

insegnare ciograve come una causa da piugrave debole diventa piugrave forte manovrando le parolerdquo

(26) Indignamini quaeso tam meam iniuriam quam interitum parentum vestrorum ac recolite Thoringus quondam super parentes nostros violenter advenisse ac multa illis intulisse mala (Greg Tur Franc 3 7)

ldquoVi prego disdegnate tanto lrsquooffesa che ho subito quanto quella per lrsquouccisione dei vostri

familiari e ricordate che un tempo i Turingi hanno aggredito con violenza i nostri cari e

hanno provocato loro molti malirdquo

(27) Erat ibi tunc temporis quidam Lytigius ex minoribus qui magnas sancto Quintiano

parabat insidias (Greg Tur Franc 313)

ldquoA quel tempo ligrave viveva un certo Litigio uomo di mediocre condizione che procurava

molte insidie al santo Quinzianordquo

CILPR 2013 ndash SECTION 2

112

Gli esempi in (25)-(27) sono accomunati dal fatto che solo una parte del costi-

tuente nominale (rispettivamente lrsquoaggettivo annuam e i nomi mala e insidias) viene

dislocata a destra lasciando in posizione preverbale lrsquoelemento (modifi catore o nome)

da cui viene separato

Per quanto concerne le cosiddette dislocazioni a destra dellrsquoitaliano moderno

esse esprimono qualcosa di ldquodatordquo nel contesto che viene poi richiamato alla fi ne

della frase essendo perograve lrsquoordine delle parole dellrsquoitaliano SVO la struttura con dislo-

cazione a destra risulta problematica in quanto non sempre egrave ben chiaro cosa sia effet-

tivamente dislocato anche se in questi casi la punteggiatura puograve aiutare

(28) Compro domani()

il giornale

Che si tratti senza dubbio di un ordine pragmaticamente marcato risulta piugrave evi-

dente nei casi in cui si ha una sorta di doppia presenza del costituente rappresentato

da un clitico cataforico di un costituente o di unrsquointera frase

(29) a La mangio domani la pizza(29) b Lo sai che Gianni e Maria si sono lasciati

Oltre alla dislocazione di interi costituenti in italiano moderno egrave possibile estrarre

solo una parte del costituente nominale (per lo piugrave nei SN quantifi cati ma non solo)

Proprio questa struttura sembra essere la diretta discendente di quella che si trova giagrave

in latino

(30) a Una somma di denaro annua veramente ingente dai suoi discepoli (la) riceveva

annua

(30) b Molti mali a quelli (ne) sono stati fatti di mali

(30) c Grandi insidie (ne) preparava al santo Quintiano di insidie

In (30) sono riportate le traduzioni degli esempi latini Sebbene lrsquoaccettabilitagrave

di (30a) possa essere controversa (30bc) mostrano piugrave chiaramente che nei casi

di estrazione del nome da un SN modifi cato da un aggettivo lessicale (anche di

quantitagrave) egrave obbligatoria la ripresa clitica (la) oppure pronominale (ne) dellrsquooggetto

(partitivo)

4 Conclusioni

In questo contributo si egrave visto che in unrsquoottica sintattica basata sul concetto di

costituente non tutti gli ordini linearmente discontinui sono anche sintatticamente

discontinui (tipo zero) Questa distinzione riduce in maniera consistente il dominio

degli iperbati per i quali egrave stata proposta una tipologia tripartita costituita dal tipo

uno dovuto allrsquoestrazione di un elemento allrsquointerno di un sintagma dal tipo due

dovuto allrsquoinserimento di un elemento debole in posizione Wackernagel dal tipo tre

dovuto al movimento di una parte del SN intorno al verbo

Universitagrave CarsquoFoscari Venezia Rossella IOVINO

IOVINO

113

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115

Les preacutesentatifs franccedilais voici voilagrave et latins ecce em ēn

essai drsquoeacutetude comparative

1 Introduction

Les romanistes ont eacuteteacute les premiers au deacutebut du vingtiegraveme siegravecle agrave utiliser le terme

lsquopreacutesentatifrsquo pour deacutesigner une cateacutegorie grammaticale composeacutee essentiellement de

fr voici voilagrave il y a crsquoest Cette terminologie aussi insuffi sante soit-elle (P Lauwers

(2004)) permet de deacutepasser lrsquoimbroglio taxinomique qui lrsquoa preacuteceacutedeacutee (interjection

verbe adverbe adverbe deacutemonstratif adverbe de lieu adverbe preacutesentatif particule

preacuteposition exclamation actualisateur introducteur) en se fondant sur une simili-

tude syntaxique et seacutemantico-reacutefeacuterentielle drsquoeacuteleacutements heacuteteacuterogegravenes qui servent agrave preacute-

senter un ecirctre ou une action Cette notion de lsquopreacutesentatifrsquo est adopteacutee dans la majoriteacute

des eacutetudes portant sur le franccedilais1 sans doute parce qursquoelle colle davantage agrave la reacutealiteacute

observable en revanche elle peine agrave peacuteneacutetrer les eacutetudes sur les langues anciennes

mecircme les plus reacutecentes (sauf Petit (2010a et b)) qui srsquoattachent encore agrave deacutefi nir latin

ecce em ou ēn laquo voici voilagrave raquo comme des lsquointerjectionsrsquo ou des lsquoparticules deacutemons-

trativesrsquo selon la terminologie heacuteriteacutee des grammairiens antiques Ces petits mots si

freacutequents dans le dialogue donneront lieu ici agrave une eacutetude compareacutee du fait gramma-

tical en latin et en franccedilais agrave partir de trois paramegravetres morphologique syntaxique

et seacutemantico-reacutefeacuterentiel et avec essentiellement pour corpus des comeacutedies latines

(Plaute [Pl]) et franccedilaises (Moliegravere [M] Dumas Pegravere [D] et Anouilh [An]) dans

lesquelles lrsquooral lsquosimuleacutersquo est proche de celui de tous les jours Cette eacutetude srsquoachegravevera

sur un exemple qui vise agrave montrer que bien que les preacutesentatifs fassent probablement

partie des universaux linguistiques ils diffegraverent sensiblement drsquoune langue agrave lrsquoautre

2 Premier paramegravetre la morphologie

Un premier rapprochement morphologique peut ecirctre eacutetabli entre le fr voici voilagrave et le lat em initialement laquo tiens raquo (et peut-ecirctre aussi ēn) ces termes invariables

reposent sur drsquoanciennes formes drsquoimpeacuteratif preacutesent de deuxiegraveme personne Lrsquoimpeacute-

ratif srsquoexplique aiseacutement par la fonction de base du preacutesentatif qui est drsquoinviter lrsquointer-

locuteur agrave prendre connaissance drsquoun eacuteveacutenement soudain lrsquoarriveacutee drsquoune personne

ou la mise en eacutevidence drsquoun objet dans la conversation En franccedilais le preacutesentatif

1 Entre autres Morel (1992) Riegel et al (2009)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

116

est issu de la grammaticalisation de lrsquoimpeacuteratif drsquoun verbe de saisie visuelle agrave la deu-

xiegraveme personne du pluriel suivi drsquoun deacuteictique anc-fr veez ci veez la En latin em est issu de la grammaticalisation drsquoune forme drsquoimpeacuteratif agrave la deuxiegraveme personne du

singulier drsquoun verbe signifi ant une saisie tactile En latin contrairement au franccedilais

donc il nrsquoy a pas de preacutesentatif reposant sur un verbe laquo voir raquo Cela peut paraicirctre

eacutetonnant au regard de lrsquoensemble des langues indo-europeacuteennes anciennes les preacute-

sentatifs reposent sur une forme drsquoimpeacuteratif drsquoun verbe laquo voir raquo en grec en gotique

en vieil-irlandais en sanskrit en armeacutenien en tokharien B et cela mecircme dans des

langues non indo-europeacuteennes tregraves probablement en eacutegyptien moyen2 Qursquoil srsquoagisse

drsquoun preacutesentatif signifi ant au deacutepart laquo vois voyez raquo ou laquo tiens raquo la preacutesentation drsquoun

ecirctre semble revenir au mecircme

(1)a Ah Voici Monsieur Purgon (M Le Malade imaginaire III 5)

(1)b Em tibi hominem (Pl As 880) ldquo Voici ton homme rdquo

Voici et em preacutesentent tous deux lrsquoarriveacutee drsquoun homme toutefois drsquoun point de

vue informationnel lrsquoeacutequivalence nrsquoest pas totale le premier annonce lrsquoentreacutee sur

scegravene drsquoun personnage le second constitue une invitation agrave aller agrave la rencontre de

ce personnage le plus souvent pour le frapper ce qui explique lrsquoadjonction toujours

attesteacutee drsquoun datif de destination tibi apregraves em la formule peut ecirctre mecircme raccourcie

et em tibi signifi er laquo voilagrave pour toi raquo formule qui srsquoaccompagne drsquoun amical coup de

poing

Par ailleurs lrsquoimportance ndash morphologique et seacutemantique ndash de lrsquoeacuteleacutement deacuteictique

preacutesent dans fr voi-ci se trouve deacutejagrave en latin puisque preacuteciseacutement fr -ci est issu de la

diminution du corps phoneacutetique de la seacutequence latine ecce hīc Le second eacuteleacutement du

preacutesentatif ec-ce est une ancienne particule deacuteictique k e de date proto-indo-euro-

peacuteenne Mais cet eacuteleacutement k e nrsquoest pas neacutecessaire dans la formation drsquoun preacutesentatif

(cf lat em fr tiens3 jrsquoai vous avez4) Pourtant il peut agrave lui seul dans certaines lan-

gues suffi re agrave former un preacutesentatif en hittite et en eacutetrusque5 Rares sont les langues

qui ont un preacutesentatif reposant agrave la fois sur un thegraveme deacuteictique et sur une forme

drsquoimpeacuteratif grammaticaliseacutee comme en roumain par exemple6

Une autre diffeacuterence morphologique importante apparaicirct entre le latin et le fran-

ccedilais le latin langue fl exionnelle a deacuteveloppeacute des preacutesentatifs dits lsquofl eacutechisrsquo7 eccum

eccam eccistam eccillud etc qui srsquoaccordent en genre et en nombre avec le reacutefeacuterent

et une agglutination particuliegravere eccerē laquo Voilagrave crsquoest fait raquo Toutefois ces formes lsquofl eacute-

2 Cf Julia (2013)3 Cf Saunier (1996)4 Cf Morel (1992)5 Cf Julia (2013)6 Iliescu (2008 2010) eacutetudie les deux preacutesentatifs du roumain7 On admet que ces formes sont issues de lrsquoagglutination de ecce et drsquoun deacutemonstratif hum

ham etc

JULIA

117

chiesrsquo ne fonctionnent pas tout agrave fait comme la forme de base ecce8 La morphologie

semble avoir eu une incidence sur la syntaxe des preacutesentatifs

3 Deuxiegraveme paramegravetre la syntaxe

31 Des proprieacuteteacutes syntaxiques communes

Les preacutesentatifs franccedilais et latins partagent eacutegalement des proprieacuteteacutes syntaxiques

semblables une certaine mobiliteacute dans lrsquoeacutenonceacute lrsquoimpossibiliteacute drsquoecirctre nieacutes en dehors

des phrases interrogatives agrave valeur rheacutetorique en franccedilais (ne voilagrave-t-il pas que )

ainsi que la capaciteacute agrave remplir une fonction preacutedicative par eux-mecircmes En latin lrsquoeacuteleacute-

ment nominal preacutesenteacute par ecce se trouve agrave lrsquoaccusatif (en latin archaiumlque et classique)

ou au nominatif (agrave partir du latin classique) Le fait que le lsquoreacutegimersquo du preacutesentatif

puisse ecirctre soit agrave lrsquoaccusatif soit au nominatif en latin classique montre que le mot

nrsquoeacutetait plus senti comme une forme verbale tout comme en franccedilais voicivoilagrave nrsquoest

plus senti comme reposant sur une forme du verbe laquo voir raquo Ni lrsquoun ni lrsquoautre cas en

latin ne se justifi e aiseacutement Faut-il parler drsquoun accusatif exclamatif drsquoun accusatif de

lrsquoobjet direct comme on lrsquoa fait pour voici voilagrave parfois consideacutereacutes comme des verbes

agrave part entiegravere (Moignet (1969)) Une perspective uniquement syntaxique se reacutevegravele

dans tous les cas insuffi sante

32 Positions syntaxiques occupeacutees par les preacutesentatifs

Le preacutesentatif latin comme franccedilais peut occuper trois positions syntaxiques dans

la proposition comme illustreacute en (2) lrsquoanteacuteposition (a) la position inteacutegreacutee agrave la struc-

ture preacutedicative (b) et la postposition (c) mais il preacutecegravede toujours son lsquoreacutegimersquo de

maniegravere attendue puisqursquoil le preacute-sente ndash laquo est devant raquo agrave une exception pregraves en latin

comme dans lrsquoexemple (d) le pronom personnel enclitique preacutecegravede en franccedilais le

preacutesentatif alors qursquoen latin le preacutesentatif preacutecegravede toujours le pronom

(2)a Voilagrave crsquoest lui que jrsquoaime je veux lrsquoeacutepouser (An Antigone)

Ecce autem perii (Pl Most 660) ldquo Voilagrave je suis mort rdquo

Em accipetrina haec nunc erit (Pl Bacch 274) ldquo Voilagrave crsquoest le coup de lrsquoeacutepervier main-

tenant rdquo

(2)b Voilagrave ce qursquoelle me dira ta megravere lagrave-haut quand jrsquoy monterai (An Antigone)

Ecce nos tibi oboedientes (Pl Mil 610) ldquo Nous voilagrave precircts agrave trsquoobeacuteir rdquo

Em cui te et tua quae tu habeas commendes uiro (Pl Merc 620) ldquo Voilagrave lrsquohomme agrave qui tu

confi es ta personne et tout ce que tu as rdquo

(2)c Jrsquoai promis agrave sa pauvre megravere que jrsquoen ferais une honnecircte fi lle et voilagrave (An Antigone)

Assum apud te eccum (Pl Poen 279) ldquo Je suis agrave cocircteacute de toi voilagrave rdquo aucun em postposeacute

(2)d Ecce hominem te Stasime nihilltigt (Pl Trin 1013) ldquo Te voilagrave Stasime un propre

agrave rien rdquo

8 Pour le latin archaiumlque cf Touratier (1994) pour le latin post-classique cf Cuzzolin (1998)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

118

33 Un mecircme eacutelargissement des constructions syntaxiques

En franccedilais comme en latin on observe un mecircme eacutelargissement des constructions

syntaxiques dans les deux langues le preacutesentatif a cesseacute de reacutefeacuterer exclusivement au

lieu de lrsquoeacutenonciation pour devenir eacutegalement preacutesentatif de narration et preacutesentatif

textuel Oppermann-Marsaux (2006) a lieacute le changement formel du preacutesentatif agrave une

extension de ses emplois Il semblerait que ce soit eacutegalement le cas en latin par rap-

port agrave ecce les formes eccum eccam srsquoaccompagnent drsquoune extension des emplois

Tout drsquoabord les preacutesentatifs entrent dans la construction de tours simples et com-

plexes En franccedilais (Riegel et al (2009)) comme en latin les preacutesentatifs ne sont pas

reacuteserveacutes agrave des phrases nominales comme Le voici Voici le facteur (Delahaie (2009))

mais peuvent aussi introduire des propositions subordonneacutees en particulier des rela-

tives ou des phrases entiegraveres avec un noyau verbal indeacutependant Le classement des

tours simples et complexes constitueacutes drsquoun preacutesentatif ici preacutesenteacute suit le classement

de Hache (2006)

En preacutedication simple et en emploi isoleacute le preacutesentatif forme agrave lui seul un eacutenonceacute

qui constitue soit la reacuteponse agrave une question soit une intervention spontaneacutee drsquoun

locuteur Cet emploi offre une particulariteacute inteacuteressante les preacutesentatifs latins ou

franccedilais nrsquoont pas de valeur deacutemonstrative seulement une valeur confi rmative

(3)a LrsquoHocirctesse en dehors- Voilagrave voilagrave (D Antony III 7)

(3)b De Atque audin etiam Li Ecce (Pl As 109) ldquo Deacutemeacutenegravete- Ah encore un mot

Liban- Voilagrave rdquo

Toujours en preacutedication simple le preacutesentatif est souvent suivi drsquoun pronom drsquoun

nom propre ou drsquoun substantif deacutesignant une personne son statut familial ou sa fonc-

tion (appellatifs etc)

ndash en reacutefeacuterence exophorique avec une valeur deacuteictique souvent en clocircture de scegravene

(4)a Argan- Ah Voici Monsieur Purgon (M Le Malade imaginaire III 5)

(4)b Sed Toxili puerum Paegnium eccum (Pl Pers 271-272) ldquo Mais voici Peacutegnion lrsquoes-

clave de Toxile rdquo

ndash ou en valeur endophorique le preacutesentatif possegravede alors une valeur cataphorique (5) ou

anaphorique (6 exemples dans lesquels fabulam et lrsquohistoire se reacutepondent parfaitement)

(5)a Leacutelie- Eacutecoute donc voici bien le meilleur La lettre que je dis a donc eacuteteacute remise

(M LrsquoEtourdi ou les contre-temps I 11)

(5)b Em mater mea Tibi rem potiorem uerbo clamat parturit (Pl Aul 692-693) ldquo Voi-

ci ma megravere un fait qui en dit plus que toute parole elle crie elle enfante rdquo

(6)a Voilagrave lrsquohistoire en gros (hellip) (M LrsquoEacutetourdi ou les Contre-temps IV 1)

(6)b Em tibi omnem fabulam ldquoVoilagrave toute la comeacutedierdquo (Pl Pseud 754)

Les preacutesentatifs franccedilais et latins peuvent aussi introduire des eacuteleacutements nominaux

qui prennent la forme drsquoune proposition subordonneacutee compleacutetive conjonctive ou rela-

tive substantive fr voilagrave qui est fait voici qursquoil entre lat eccum qui ex incerto faciet mihi ldquo Voici celui qui va me tirer drsquoembarras rdquo (Pl Pseud 965) Mais on ne trouve pas

JULIA

119

en latin drsquoexemple ougrave le preacutesentatif fonctionne comme pivot verbal drsquoune subordon-

neacutee relative comme en franccedilais le livre que voici

Fr voicivoilagrave peuvent eacutegalement ecirctre suivis drsquoun infi nitif comme peut-ecirctre des

preacutesentatifs lsquofl eacutechisrsquo du latin

(7)a Voici venir Ascagne (M Deacutepit amoureux V 7)

(7)b Sed generum nostrum ire eccillum uideo (Pl Trin 622) ldquo Mais je vois voici lagrave-bas

venir notre gendre rdquo

Le preacutesentatif franccedilais comme latin entrent enfi n dans des constructions agrave double

preacutedication lrsquoune avec lrsquoattribut de lrsquoobjet et la seconde avec la proposition relative

ndash dans la seacutequence preacutesentatif + nompronom + adjectifgroupe nominal il faut distinguer

les occurrences ougrave lrsquoadjectif est attribut de celles ougrave il est eacutepithegravete ou apposeacute dans le

premier cas la structure implique deux preacutedicats contre un seul dans la seconde

(8)a Me voici un vrai militaire (St La Chartreuse de Parme I 3)

(8)b Ecce me nullum senem (Pl Cas 305) ldquo Me voici un pauvre vieillard rdquo

ndash en revanche la seacutequence preacutesentatif + nompronom + pronom attesteacutee en franccedilais et en

latin ne forme pas un double preacutedicat

(9)a Voilagrave Toinette elle-mecircme (M Le Malade imaginaire III 8)

(9)b Atque eccum ipsum hominem (Pl Men 898) ldquo Et voilagrave lrsquohomme lui-mecircme rdquo

Dans la double preacutedication avec lrsquoattribut de lrsquoobjet le latin se distingue du fran-

ccedilais par une structure originale Le preacutesentatif lsquofl eacutechirsquo peut deacuteterminer non pas toute

la proposition mais seulement lrsquoattribut de lrsquoobjet et lrsquoobjet

(10) Habeo eccillam meam clientam meretricem adulescentulam (Pl Mil 789) ldquo Jrsquoai la

voici pour cliente une courtisane encore toute jeunette rdquo

Quand les preacutesentatifs entrent en correacutelation avec les outils relatifs ils permettent

de former des phrases dont un eacuteleacutement nominal pronominal adverbial est extrait

pour ecirctre mis en relief fr Le voicivoilagrave qui arrive en regard de la phrase sans mise

en relief Il arrive Il faut distinguer deux cas lorsque la proposition relative est inteacute-

greacutee agrave la structure preacutesentative (Hache (2006))

ndash quand la relative exerce une fonction appositive ou eacutepithegravete il nrsquoy a pas de double preacutedi-

cat

(11)a Voilagrave une femme qui mrsquoaime (M Le Malade imaginaire II 6)

(11)b Eccum quem quaerebam (Pl Curc 610) ldquo Voici celui que je cherchais rdquo

ndash quand la relative exerce une fonction attributive il y a une double preacutedication

(11)d Voilagrave un doigt qui sait tout qui me dira si vous mentez (M Le Malade imaginaire

II 8)

(11)e Sed eccum parasitum quoius mihi auxilio est opus (Pl Persa 83) ldquo Mais voici mon

parasite dont le secours mrsquoest neacutecessaire rdquo

CILPR 2013 ndash SECTION 2

120

Comme avec lrsquoattribut de lrsquoobjet sous forme nominale on rencontre en latin la

structure particuliegravere verbe + preacutesentatif + relative attributive

(12) Video eccum qui ltagtmans tutorem med optaultit sugtis bonis (Pl Truc 859) ldquo Je

vois le voici celui qui par amour de moi mrsquoa choisie pour geacuterer la tutelle de ses biens rdquo

Les preacutesentatifs du franccedilais peuvent aussi introduire dans divers types de phrases

des compleacutements circonstanciels Il a deacutemeacutenageacute voicivoilagrave cinq ans VoiciVoilagrave cinq ans qursquoil a deacutemeacutenageacute Ce cas de fi gure ne se rencontre pas en latin En revanche

en latin on relegraveve de nombreuses occurrences dans lesquelles le preacutesentatif est suivi

drsquoune preacutedication en proposition indeacutependante sans qursquoon sache veacuteritablement la

deacutelimiter Faut-il ou non consideacuterer qursquoil y a deux eacutenonceacutes le premier constitueacute du

preacutesentatif le second de la proposition preacutedicative La question est complexe car

le latin a pour originaliteacute de pouvoir inteacutegrer syntaxiquement le preacutesentatif dans une

proposition preacutedicative ougrave il joue le rocircle de sujet ou de compleacutement drsquoobjet direct du

preacutedicat verbal De fait rien ne seacutepare syntaxiquement le preacutesentatif de la proposi-

tion preacutedicative qui lui succegravede Mais inversement aucun morphegraveme conjonctif ou

autre ne lie formellement la proposition preacutedicative au preacutesentatif En (13) le mecircme

eacutediteur A Ernout (Les Belles Lettres Paris) ne seacutepare pas le preacutesentatif de la pro-

position preacutedicative dans le premier exemple alors qursquoil le fait dans le second agrave lrsquoaide

drsquoune virgule sa traduction teacutemoigne eacutegalement de lrsquoambiguiumlteacute que nous observons

(13)a Em ista uirtus est quando usust qui malum fert fortiter (Pl As 322) ldquoVoilagrave le vrai

courage que de savoir quand neacutecessaire braver bravement la souffrance rdquo (traduction A

Ernout)

(13)b Em accipetrina haec nunc erit (Pl Bacch 274) ldquo Tu vas voir maintenant crsquoest le

coup de lrsquoeacutepervie rdquo (traduction A Ernout)

On ignore donc si une seacutequence comme (14) eacutetait prononceacutee drsquoun seul trait ou

non Ecc(e) Apollo mihi ex oraclo imperat ou Ecce Apollo mihi ex oraclo imperat

(14) Ecce Apollo mihi ex oraclo imperat Vt ego illic oculos exuram lampadibus ardenti-bus (Pl Men 841-842) ldquo Voilagrave Apollon Voilagrave [qursquo]Apollon par son oracle mrsquoordonne de lui

brucircler les yeux avec des torches enfl ammeacutees rdquo

Plus encore que faire des occurrences ougrave le preacutesentatif lsquofl eacutechirsquo morphologique-

ment agrave lrsquoaccusatif joue apparemment le rocircle du sujet du preacutedicat verbal comme en

(15) Le recours agrave une phrase cliveacutee dans la traduction eacutelude la diffi culteacute sans la

reacutesoudre

(15) Sed eccum incedit (Pl Poen 470) ldquo Mais le voici qui srsquoavance rdquo ou ldquo Mais le voici

il srsquoavance rdquo

Cette seconde approche a permis de constater que ecce et em voici voilagrave ne par-

tageaient pas les mecircmes constructions syntaxiques Le tableau suivant reacutesume les

similitudes et les diffeacuterences

JULIA

121

Structures syntaxiques

preacutesentativesLatin Franccedilais

Preacute

dic

ati

on

s si

mp

les

Emploi isoleacuteEcce eccum em eccere en

Voilagrave

Avec un nom un GN ou

un pronom

Ecce me eccum ecca eccos eccas ecca eccil-lum eccistum eccistam ecce odium meum em pateram en Priamus

Metenousvouslelalesen voici mete nousvouslelalesen voilagrave voici le facteur voilagrave le facteur voilagrave tout

Avec un pronom et un

nom En voilagrave des maniegraveres

Avec deux pronoms Nous y voici nous y voilagrave

Avec un adverbe Em sicVoilagrave pourquoi voilagrave comment

Avec une proposition

subordonneacutee agrave statut

nominal compleacutetive

conjonctive ou relative

substantive

Eccum qui ex incerto faciet mihi Eccere autem quem conuenire maxime cupiebam En qui nostra sibi bello conubia poscunt

Ecce autem perii Em sapis sane eccum incedit Eccere autem capite nutat Em rursum nunc nugas agis

Voici qui est fait voici qursquoil entre voilagrave qui est fait voilagrave qursquoil entre

Avec une proposition

interrogative indirecte Voilagrave pourquoi votre fi lle

est muette

Avec une exclamative Comme vous voilagrave bacircti

Avec un infi nitif Ire eccillumVoici venir voilagrave trop

causer

Avec une forme verbale

conjugueacutee agrave un mode per-

sonnel ou avec omission

de la copule

Amphitruo eccum exit foras eccum uideo eccam attuli Em tibi adsunt en supplex uenio

Intus eccum fratrem ger-manum tuum

CILPR 2013 ndash SECTION 2

122

Structures syntaxiques

preacutesentativesLatin Franccedilais

Preacute

dic

ati

on

s d

ou

ble

s

Avec attribut de lrsquoobjet

Ecce me nullum senem Saluam eccam Habeo eccillam meam clientam Em tibi rem potiorem uerbo En ego uicta situ

Me voici un vrai militaire

Avec une proposition rela-

tive agrave fonction attributive

Eccum quem quaerebam Em quoi decem talenta dotis detuli

Voilagrave un doigt qui sait tout

Avec une proposition rela-

tive non restrictive (lsquoCRPrsquo

Lambrecht)

(eccum incedit)Le voici qui srsquoavance voilagrave le facteur qui arrive voilagrave longtemps que

Formant le noyau drsquoune

proposition relative Le moi que voici la sotte

musique que voilagrave

4 Troisiegraveme paramegravetre les valeurs seacutemantico-reacutefeacuterentielles et

eacutenonciatives

Les valeurs seacutemantico-reacutefeacuterentielles et eacutenonciatives se recoupent presque totale-

ment entre le franccedilais9 et le latin10 Dans les deux langues les preacutesentatifs remplissent

un emploi deacuteictique exophorique (16) peuvent servir de lsquosignal discursifrsquo au sens de

Cesare (2011) ou bien remplir un emploi textuel ou lsquoDiscourse deicticrsquo (Plaucheacute Ber-

gen (2001) (17) ou un emploi propositionnel ou eacuteveacutenementiel appeleacute parfois narratif

sans preacutedicat verbal (18 (a et b)) ou avec preacutedicat verbal (18 (c agrave f)) ou bien encore un

emploi pragmaticaliseacute (19)

(16)a Me voici (M Les Fourberies de Scapin II 7)

(16)b Ecce me (Pl Mil 663) ldquo Me voici rdquo

(16)c Ah Te voilagrave (M George Dandin ou le mari confondu III 3)

(17)a Voilagrave ce que jrsquoavois agrave vous faire savoir (M LrsquoEacutecole des maris II 2)

(17)b Em tibi omnem fabulam (Pl Pseud 754) ldquo Voilagrave toute la comeacutedie rdquo

(18)a Voilagrave une eacutetrange folie (M Meacutedecin malgreacute lui I 4)

(18)b Ecce Gripi scelera (Pl Rud 1178) ldquo Voici les folies de Gripus rdquo

9 Les valeurs eacutenonciatives de voicivoilagrave ont eacuteteacute deacutecrites dans le theacuteacirctre franccedilais par Deacutetrie (2001) Gaudin (2005) et Narjoux (2003)

10 Dionisotti (2007) attribue une liste impressionnante de valeurs eacutenonciatives agrave ecce Lrsquoeacutetude de Roseacuten (1998) porte avant tout sur les phrases preacutesentatives agrave valeur existentielle ou drsquoiden-tifi cation

JULIA

123

(18)c Voilagrave ma fi lle qui parle (M Le Meacutedecin malgreacute lui III 6)

(18)d Em cui te et tua quae tu habeas commendes uiro (Pl Merc 702) ldquo Voilagrave lrsquohomme agrave

qui on confi e sa personne et ce qursquoon a rdquo

(18)e Voilagrave ce que jrsquoavois agrave vous faire savoir (M LrsquoEcole des maris II 2)

(18)f Em istuc rectius (Pl Epid 553) ldquo Voilagrave qui est mieux dit encore rdquo

(19)a Voicy jrsquoay trouveacute un bon moyen pour nous venger de luy le mieux du monde (P de

Larivey Les Comeacutedies facecieuses Les Escolliers V 2)

(19)b Voila ceste breneuse de ma femme voudroit ce croyie faire ainsi (P de Larivey

Les Comeacutedies facecieuses Les Escolliers II 1)

(19)c Em tibi imperatumst (Pl Most 313) ldquo Voilagrave tu sais ce que tu as agrave faire rdquo

En emploi grammaticaliseacute le preacutesentatif peut marquer

ndash la clocircture

(19)d Sabot encore prononccedila lsquoVoilagrave voilagraversquo puis se tut (Maupassant Contes et nou-velles laquo La confession de Theacuteodule Sabot raquo)

(19)e St Lesbonicum suam sororem despondisse em hoc modo (Pl Trin 603) ldquo Stasime-

Que Lesbonicus a fi anceacute sa sœur Voilagrave voilagrave rdquo

ndash le consensus

(19)f Par ici monsieur le sergent par ici cria lrsquoouvreuse - Voilagrave voilagrave voilagrave (Dumas

Pegravere Le Capitaine Pamphile VIII)

(19)g Si Vorte ergo umerum ltPsgt Em (Pl Pseud 1318-1319) ldquo Simon- Tourne donc

ton eacutepaule Pseudolus- Voilagrave rdquo

ndash le dissensus

(19)h Elle mrsquointerrompt en geacutemissant - lsquoVoilagrave voilagrave tu te moques encore de moi je ne

voulais pas trsquoeacutecrire tu es sans cœurrsquo (Colette Claudine agrave lrsquoeacutecole)

(19)i Em istucinest operam dare Bonum sodalem (Pl Merc 620-622) ldquo Voilagrave est-ce

ainsi qursquoon sert fi degravelement un ami rdquo (traduction A Ernout)

ndash la conclusion (cf Pl Persa 701-705)

La grammaticalisation du preacutesentatif avec un datif eacutethique latin ecce tibi ou em tibi et ancien-franccedilais es vos (E Oppermann-Marsaux (2006) et D Petit (2010a)) per-

met drsquoarticuler lrsquouniteacute de tous ces emplois autour de la personne de lrsquointerlocuteur La

preacutesentation quelle que soit sa nature est neacutecessairement tourneacutee vers lrsquointerlocuteur

5 Exemple Voici lrsquohomme Ecce homo

Lrsquoanalyse drsquoune seule locution biblique ceacutelegravebre en franccedilais et en latin montrera

combien il est en fait diffi cile de comparer les preacutesentatifs drsquoune langue agrave lrsquoautre lat

ecce homo canoniquement traduit par laquo Voici lrsquohomme raquo Autant nous avons vu que

ecce et voicivoilagrave partageaient des traits syntaxiques et seacutemantico-fonctionnels com-

muns autant il est diffi cile parfois de reconnaicirctre exactement la valeur du preacutesentatif

diffi culteacute qui peut poser problegraveme au traducteur

CILPR 2013 ndash SECTION 2

124

Pour signifi er laquo voici lrsquohomme raquo Plaute dit em hominem et Peacutetrone ēn homo

(20)a Em tibi hominem (Pl Asin 880) ldquo Voici (pour toi) lrsquohomme rdquo

(20)b En homo quemadmodum natat (Petron 115 10) ldquoVoici lrsquohomme comment il

patauge rdquo

Or la freacutequence de ecce en tant que preacutesentatif deacuteictique chute fortement degraves

lrsquoeacutepoque de Ciceacuteron agrave lrsquoavantage de ēn Crsquoest drsquoailleurs ēn qui est employeacute comme

preacutesentatif deacuteictique dans la Vulgate (par exemple Vulgate Juges 8 15) Quand Pilate

prononce le premier ecce (22 (a)) Jeacutesus nrsquoest pas encore visible par la foule il ne

srsquoagit pas drsquoun preacutesentatif deacuteictique mais drsquoun preacutesentatif ayant un rapport eacutetroit avec

lrsquoeacutenonciation il est tout agrave fait possible de lui superposer sur le plan interpreacutetatif une

valeur anaphorique situationnelle signifi ant laquo voilagrave celui que vous reacuteclamiez je vous

lrsquoamegravene raquo Cet eacutenonceacute reprend presque mot pour mot un eacutenonceacute preacuteceacutedent de Pilate

(22 (b)) qui par le biais drsquoun eacutegocentrage explicite traduisait un deacutegagement fort du

locuteur

(21)a exiit iterum Pilatus foras et dicit eis ecce adduco uobis eum foras ut cognoscatis quia in eo nullam causam inuenio (Exiuit ergo Iesus portans coronam spineam et purpureum uestimentum) Et dicit eis ecce homo (Vulgate Eacutevangile saint Jean 19 4-5)

ldquo Pilate sortit de nouveau et leur dit Voilagrave je vous lrsquoamegravene dehors afi n que vous sachiez

que je ne trouve en lui aucun crime (Jeacutesus sortit donc portant la couronne drsquoeacutepines et le

manteau de pourpre) Et Pilate leur dit VoiciVoilagrave lrsquohomme rdquo

(21)b dicit eis ego nullam inuenio in eo causam (Vulgate Eacutevangile saint Jean 18 38)

ldquo Il leur dit lsquoMoi je ne trouve en lui aucun motif de condamnationrsquo rdquo

Le premier ecce traduit une attitude eacutenonciative consensuelle avec les interlocu-

teurs sur lrsquoobjet du discours ndash faire sortir Jeacutesus du preacutetoire ougrave les Juifs nrsquoentrent pas

par crainte de souillure ndash lrsquoeacutegocentrage eacutetant explicite et donc susceptible de reacuteac-

tions fortes des interlocuteurs Crsquoest le cas puisque la foule reacuteclame encore plus fort la

mise agrave mort de Jeacutesus Aussi Pilate emploie-t-il un second ecce qui nous semble pou-

voir ecirctre tout aussi consensuel que le premier le locuteur invite ainsi lrsquointerlocuteur

agrave partager lrsquoinfeacuterence tireacutee de lrsquoobservation Le paradoxe de cette valeur repreacutesenta-

tive-eacutenonciative est qursquoelle opegravere de maniegravere masqueacutee lrsquoobjet du discours paraicirct ecirctre

preacutesenteacute de maniegravere objective ce qui explique peut-ecirctre la traduction canonique de

laquo Voici lrsquohomme raquo mais crsquoest estomper lrsquoorigine eacutenonciative du locuteur qui ne veut

pas condamner lui-mecircme Jeacutesus Pilate nrsquoa pas agrave preacutesenter Jeacutesus que la foule connaicirct

mais preacutesente avec ecce lrsquoerreur des Juifs mise en relief par la co-observation du locu-

teur et des interlocuteurs Crsquoest pourquoi nous suggeacuterons de traduire ecce homo par

laquo Voilagrave lrsquohomme raquo autrement dit laquo Voilagrave ce que vous voulez lrsquohomme raquo

JULIA

125

6 Conclusion

Le but de cet article eacutetait drsquoune part de reacutehabiliter des lsquopetits motsrsquo des mal-aimeacutes

dans la tradition classique pourtant si freacutequents dans le dialogue et drsquoautre part de

montrer sur le modegravele de ce qui a deacutejagrave eacuteteacute fait au sujet des preacutesentatifs franccedilais la

richesse de leurs emplois Loin drsquoavoir une simple fonction phatique les preacutesentatifs

comme lrsquoeacutecrit tregraves justement Rabatel (2001) laquo manifestent une force argumentative

indirecte redoutable raquo

Lyceacutee Henri IV (Paris)

amp Centre Alfred Ernout (Paris-Sorbonne) Marie-Ange JULIA

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127

Verbes impersonnels et introducteurs de rhegravemes en latin et

en roman

1 La construction impersonnelle et la perspective fonctionnelle de

la phrase

La perspective fonctionnelle (ou communicative) de la phrase et lrsquoordre de ses

constituants sont deux probleacutematiques qui se rencontrent neacutecessairement un de leurs

points drsquointersection est reacuteveacuteleacute par lrsquoeacutetude de la construction dite lsquoimpersonnellersquo et

de ses diverses varieacuteteacutes En effet le terme lsquoimpersonnelrsquo recouvre dans lrsquousage cou-

rant des confi gurations morpho-syntaxiques assez diffeacuterentes qui ont cependant

pour trait commun une sorte de deacutefection vis-agrave-vis de la cateacutegorie de la personne ver-

bale une cateacutegorie qui se vide ici pour ainsi dire de ses possibiliteacutes de commutation

Par ce biais la question de lrsquoimpersonnel se lie naturellement agrave celle du sujet actant

preacutesupposeacute par tous les autres actants chaque fois que la personne verbale fonctionne

normalement Il nrsquoest donc pas eacutetonnant que le comportement lsquounipersonnelrsquo des

verbes nrsquoait pas cesseacute drsquointriguer les grammairiens il est bien naturel aussi que le

pheacutenomegravene trouve diffi cilement le cadre approprieacute agrave son traitement sans parler des

tacirctonnements de la terminologie

La notion de sujet neacutecessairement lieacutee agrave celle de preacutedicat renvoie agrave un fonction-

nement de la langue qui porte lrsquoempreinte de la logique cependant le jeu du preacutedicat

du sujet et des compleacutements traduit en mecircme temps la viseacutee communicative du mes-

sage puisque lrsquoarrangement et le traitement prosodique de ces constituants doivent

creacuteer une structure pragmatique adapteacutee aux besoins du contexte discursif et de la

situation Cette double deacutetermination de la phrase nrsquoa pas eacutechappeacute aux linguistes de

la fi n du XIXe siegravecle qui srsquoapprochent du problegraveme avec une intuition psychologique

chez Hermann Paul (19205 124 premiegravere eacuted 1880) lsquosujet psychologiquersquo et lsquopreacutedicat

psychologiquersquo apparaissent avec un sens voisin de celui que nous donnons agrave lsquothegravemersquo et

agrave lsquorhegravemersquo et le mecircme Hermann Paul constate que le sujet lsquogrammaticalrsquo et le sujet dit

lsquopsychologiquersquo ne peuvent pas coiumlncider dans les phrases lsquoimpersonnellesrsquo du type fr

il gegravele all es regnet (ibid 131-133) Dans la linguistique psychologique classique pour

ainsi dire Albert Sechehaye (1926 148) enregistre le mecircme divorce des deux lsquosujetsrsquo

pour le type de phrase fr il vient un homme en affi rmant que le verbe impersonnel il

Travail reacutealiseacute avec le soutien fi nancier du Fonds National Hongrois pour les Recherches Scientifi ques OTKA K 81913

CILPR 2013 ndash SECTION 2

128

vient se comporte comme le laquo support psychologique de ce qui suit raquo Par lagrave nous arri-

vons au cœur de notre probleacutematique en effet nous pouvons reconnaicirctre le siegravege de

lrsquoinformation essentielle ndash crsquoest-agrave-dire le rhegraveme ndash dans la deuxiegraveme partie de la phrase

(un homme) la lsquorheacutematisationrsquo de ce groupe nominal a eacuteteacute expresseacutement signaleacutee

par une forme verbale un lsquointroducteur de rhegravemersquo Le proceacutedeacute transformationnel qui

aboutit au type de phrase il vient un homme a ainsi pour but une lsquorheacutematisation fortersquo

ou autrement dit une lsquomise en relief non contrastiversquo (la lsquomise en relief contrastiversquo

eacutetant reacutealiseacutee par la structure fr crsquoest un homme qui vient)1

Nous devons donc admettre qursquoil existe dans le franccedilais ndash et dans les autres lan-

gues romanes aussi ndash des structures qui expriment la perspective communicative

de la phrase drsquoune maniegravere tregraves directe pour ainsi dire au deacutetriment de la liaison

logique entre un sujet et un preacutedicat La combinaison du verbe qui nrsquoa pas de sujet

proprement dit et du groupe nominal qui srsquoy rattache fait partie naturellement drsquoun

ensemble plus vaste de phrases lsquonon canoniquesrsquo2 ougrave nous trouvons eacutegalement les

structures avec adverbe preacutesentatif (fr voici voilagrave + GN it ecco + GN) et toutes ces

constructions sont apparenteacutees au type de phrases qui tout en conservant un sujet

au sens ordinaire du terme utilisent ce sujet drsquoune maniegravere insolite en le postposant

au verbe dans des langues qui se caracteacuterisent par un ordre fondamental SV Cette

sorte drsquoinversion traduit certains besoins pragmatiques il peut srsquoagir du remplissage

de cadres preacuteeacutetablis (listes comme dans le reportage drsquoun deacutefi leacute arrive le groupe X

arrive le groupe Y indications sceacuteniques entre le roi3 cf roum urmează o pauză)

ou de lrsquoannonce de quelque chose drsquoimpreacutevu (et soudain apparaicirct X) drsquoune maniegravere

plus geacuteneacuterale cet ordre est apte agrave la rheacutematisation drsquoun GN apregraves un verbe intransitif4

(it egrave scoppiata la rivoluzione exemple de Salvi Vanelli 2004 34 esp prosperan los negocios exemple de Gili y Gaya 1968 92) Nous arrivons ainsi agrave un problegraveme de

seacutemantique est-il possible de preacutevoir dans les langues romanes certaines sphegraveres

seacutemantiques qui preacutedisposent les locuteurs agrave choisir la construction impersonnelle

1 Dans le cadre de cette contribution nous nous inteacuteressons uniquement aux phrases lsquoimper-sonnellesrsquo contenant un lsquorhegravemersquo proprement dit donc nous faisons abstraction du type lsquomeacuteteacuteorologiquersquo fr il gegravele (verbe lsquoavalentrsquo ou lsquosans actantrsquo selon la terminologie de Tesniegravere (1959 239-240)) Pour quelques indications concernant lrsquohistoire du problegraveme de lrsquoimperson-nel dans la grammaire franccedilaise cf Kiss (1987 62-66)

2 Pour la notion de lsquophrase canoniquersquo ou lsquoscheacutema structurel de basersquo voir Riegel Pellat Rioul (20097 211-212)

3 Agrave propos de ce type citons la formulation de Riegel Pellat Rioul (20097 258) il srsquoagit de verbes qui laquo indiquent lrsquoentreacutee ou la persistance dans lrsquounivers de discours du reacutefeacuterent de leur sujet nominal raquo

4 Pour Sechehaye (1926 147) lrsquoancien ordre vient un homme a subsisteacute en franccedilais laquo pour mar-quer que le terme substantif eacutetait le veacuteritable preacutedicat de lrsquoeacutenonceacute raquo Wartburg et Zumthor (19582 193) srsquoinspirent de cette deacutefi nition lorsqursquoils affi rment laquo le propre [hellip] de la construc-tion impersonnelle par rapport agrave la personnelle est de transformer le sujet en preacutedicat raquo

KISS

129

2 Problegravemes seacutemantiques

Drsquoune maniegravere geacuteneacuterale on dira que les expressions impersonnelles introduisant

un rhegraveme tracent un cadre dans lequel vient prendre place lrsquoinformation centrale

Il est normal de supposer que ce lsquocadrersquo se comporte comme une lsquoannoncersquo suivie

drsquoun constituant au seacutemantisme plus particulier en rapport avec la situation et lrsquouni-

vers discursif qui sont communs aux participants de la communication En effet on

constate empiriquement que les lsquointroducteurs de rhegravemesrsquo sont tregraves souvent porteurs

drsquoune signifi cation verbale fondamentale existence ou non-existence drsquoun reacutefeacuterent

(personne chose ou eacuteveacutenement) modaliteacute deacuteontique ou potentielle (crsquoest-agrave-dire ren-

voi agrave des lsquomondes alternatifsrsquo) appreacuteciation modale ou sentimentale La reacutealisation

syntaxique de la relation entre introducteur et rhegraveme est variable elle couvre une

large gamme impliquant des phrases lsquonon canoniquesrsquo ainsi que des propositions

infi nitives et des subordonneacutees verbales de type compleacutetif deacutependant drsquoexpressions

impersonnelles5 Nous pouvons enregistrer ainsi les constructions speacutecifi ques fi geacutees

que les langues romanes ndash et deacutejagrave le latin tardif ndash ont deacuteveloppeacutees pour marquer lrsquoexis-

tence par geacuteneacuteralisation du sujet suivie de son abolition lat habet gt fr (il y) a esp

hay ajoutons lrsquoexpression eacutegalement speacutecifi que qui leur correspond en lrsquoitalien mais

qui traite le sujet drsquoune maniegravere moins radicale pour ainsi dire lrsquoaccord en nombre

eacutetant conserveacute it crsquoegrave un uomo ci sono uomini Le latin classique connaicirct lui-mecircme

lrsquoannonce drsquoun lsquoeacuteveacutenementrsquo ou drsquoun lsquoeacutetat de chosesrsquo agrave lrsquoaide drsquoexpressions typiques

utilisant une 3e personne seacutemantiquement speacutecialiseacutee dont deacutepend une preacutetendue

lsquosubordonneacutee conseacutecutiversquo fi t ut accidit ut epistulam scribam ldquo il arrive que jrsquoeacutecrive

une lettre rdquo ajoutons pour une sorte de mise en relief de lrsquolsquoexistencersquo la structure

relative sunt qui scribant ldquo il y en a qui eacutecrivent rdquo Dans les phrases gouverneacutees par des

verbes impersonnels lrsquoexpression de la modaliteacute deacuteontique se reacutealise le plus souvent

agrave lrsquoaide drsquoune combinaison qui comporte un infi nitif ou une subordonneacutee compleacutetive

ce qui rend plus manifeste encore la bipartition de la structure un syntagme initial

(lsquointroducteur de rhegravemersquo) doteacute drsquoun seacutemantisme lsquofondamentalrsquo comme la lsquoneacutecessiteacutersquo

se trouve suivi par un point drsquoaboutissement (lsquorhegravemersquo) repreacutesentant la veacuteritable nou-

veauteacute du message Ainsi avons-nous en franccedilais ndash agrave cocircteacute de la structure il faut + GN

ndash les seacutequences il faut + lsquoinfi nitifrsquo et il faut que + lsquosubordonneacuteersquo Derriegravere la varieacuteteacute

du mateacuteriel que nous offrent ici les langues romanes on deacutecouvre la permanence du

besoin des vocables anciens peuvent se perdre mais la langue forge des outils nou-

veaux qui les remplacent en ayant recours notamment agrave des verbes qui se precirctent agrave

une speacutecialisation seacutemantique dans le domaine en question Si le verbe impersonnel

oportet lexegraveme drsquoimportance centrale pour lrsquoexpression de la lsquoneacutecessiteacutersquo en latin ne

survit pas dans la plupart des idiomes romans fallere se tient precirct pour entrer dans

ce champ seacutemantique en franccedilais au prix de la bifurcation morpho-seacutemantique qursquoon

5 Les verbes qui participent agrave ces expressions impersonnelles ne sont geacuteneacuteralement pas des verbes lsquoessentiellement impersonnelsrsquo ils sont exclus de la commutation des personnes ver-bales preacuteciseacutement dans le type drsquoemploi que nous appelons lsquointroducteur de rhegravemersquo

CILPR 2013 ndash SECTION 2

130

lui connaicirct6 on peut ajouter uelle apparaissant dans lrsquoexpression impersonnelle it ci vuole ldquo il faut rdquo ldquo il est neacutecessaire rdquo Ce va-et-vient lexical peut conduire agrave la naissance

de nouveaux paradigmes verbaux appartenant au vocabulaire fondamental des lan-

gues crsquoest le cas de falloir mais aussi de estovoir7 usuel en ancien-franccedilais lrsquoapport

eacutetranger joue eacutegalement un rocircle (it bisogna roum trebuie attribueacutes respectivement

aux superstrats germanique et slave8) On retrouve un ensemble drsquoexpressions fon-

damentales dans le domaine de la modaliteacute potentielle avec une bipartition typique

du message le verbe impersonnel eacutetant suivi drsquoune subordonneacutee rheacutematique (fr il se peut que roum se poate sǎ) La prise de position subjective que refl egravete la moda-

liteacute potentielle se complegravete de maniegravere assez naturelle par lrsquoappreacuteciation morale ou

affective ce qui explique les impersonnels decet me iuuat me delectat mihi placet en

latin9 ainsi que le type fr il convient que de il importe que de Ainsi pour un cer-

tain nombre de seacutemantismes fondamentaux il existe des expressions prototypiques

et autour drsquoelles un large halo reacuteunissant des nuances diffeacuterentes la tendance syn-

taxique est agrave la bipartition de la phrase avec utilisation de morphegravemes deacutemarcatifs

et une possibiliteacute de deacutelimitation prosodique Compte tenu de cette bipartition on

dira naturellement que les verbes et expressions impersonnels proprement dits qui

font lrsquoobjet de cette eacutetude reacutealisent de la maniegravere la plus typique la rheacutematisation par

lsquoextrapositionrsquo proceacutedeacute qui consiste agrave faire sortir le rhegraveme du cadre phrastique habi-

tuel sans recours cependant agrave un veacuteritable lsquoimpersonnelrsquo10

Il est curieux de constater qursquoune bipartition du message servant agrave mettre en relief

le rhegraveme existe dans une autre sphegravere morpho-syntaxique cette solution est appeleacutee

eacutegalement lsquoemploi impersonnel du verbersquo ce qui amegravene une importante confusion

terminologique Il srsquoagit de la tendance qui consiste agrave transformer la marque clitique

du verbe lsquopronominalrsquo en marque de verbe lsquonon personnelrsquo tendance que connaissent

certaines langues romanes et qui est tregraves deacuteveloppeacutee en italien Au cours du passage

de it si mangiano le mele (lsquopronominal passifrsquo avec accord entre verbe et sujet) agrave

si mangia le mele (lsquopronominal non personnelrsquo sans accord)11 lrsquointransitivant si qui

6 Sur le rapport entre faillir et falloir cf FEW s v fallere7 Lrsquoeacutetymologie retenue par le REW (s v opus) et le FEW (s v opus) est lrsquoexpression imper-

sonnelle latine opus est Concernant les expressions impersonnelles deacutenotant la lsquoneacutecessiteacutersquo en ancien-franccedilais ainsi que leur mouvement diachronique voir en particulier Buridant (2000 399-401)

8 V REW s v sonium LEI s v bisogno et Cioranescu (1961) s v treabǎ9 Pour les questions de lrsquoimpersonnel en latin voir Bassols de Climent (1948 82-90) cf

eacutegalement Hofmann Szantyr (1965 414-417)10 Cf fr Cela amuse Sylvie que Pierre soit tombeacute (exemple de Riegel Pellat Rioul 20097 723)

it Sarebbe una pazzia andarci ora (exemple de Salvi Vanelli 2004 267) esp Me pesa de haberos ofendido (exemple de Gili y Gaya 1968 79) roum icircmi place sǎ dansez (exemple de Gramatica limbii romacircne 19662 I 244) Notons que lrsquolsquoextrapositionrsquo du rhegraveme ndash et ainsi la bipartition de la phrase ndash apparaicirct comme une sorte de modegravele seacutemantico-pragmatique chez Wierzbicka (1988 106-107) analysant les jugements de type affectif en anglais (Irsquom pleased to meet you ~ Itrsquos nice to meet you)

11 Tournure caracteacuterisant laquo certaines varieacuteteacutes de lrsquoitalien raquo selon Salvi Vanelli (2004 75) cf le

KISS

131

avait repreacutesenteacute un lsquoagent humain indeacutetermineacutersquo a eacuteteacute converti en un indice drsquolsquointro-

ducteur de rhegravemersquo lrsquoabsence drsquoaccord signale preacuteciseacutement la bipartition de la phrase

La perspective fonctionnelle de la phrase tend donc agrave srsquoexprimer par diffeacuterents pro-

ceacutedeacutes syntaxiquement marqueacutes quand les locuteurs eacuteprouvent le besoin de precircter au

dosage de lrsquoinformation un relief particulier

3 Problegravemes diachroniques

Sur le plan diachronique latino-roman il est assez naturel de chercher un rapport

entre lrsquoexploitation croissante des proceacutedeacutes de rheacutematisation forte et la modifi cation

de lrsquoordre des termes qui a eu lieu en latin tardif Durant la peacuteriode classique du latin

lrsquoordre des constituants ndash libre du point de vue des fonctions syntaxiques ndash se precirctait

avec souplesse agrave lrsquoexpression de la perspective communicative de la phrase Les types

drsquoarrangement possibles eacutetaient donc nombreux il semble cependant qursquoagrave lrsquoeacutepoque

postclassique certains arrangements soient devenus plus freacutequents ce qui a drsquoailleurs

entraicircneacute une eacutetape vers lrsquoordre plus rigide des langues romanes Drsquoune part le verbe

freacutequent agrave la fi n de la phrase en latin classique quitte aiseacutement cette place pour des

raisons de rheacutematisation tout agrave fait compreacutehensibles Deux citations de Greacutegoire de

Tours choisies au hasard peuvent illustrer le pheacutenomegravene Le verbe y occupe la pre-

miegravere place et preacutecegravede lrsquoessentiel du message exprimeacute sous forme de compleacutements

posuit manum super oculos eius [sc heretici] (Greg Tur 23 p 432) ldquo il posa la main sur

les yeux de lrsquohomme [sc de lrsquoheacutereacutetique] rdquo

ou de sujet

ait ad eum episcopus (Greg Tur 21 p 3727) ldquo lrsquoeacutevecircque lui dit rdquo

Drsquoautre part le sujet tend agrave occuper la premiegravere position quand il joue le rocircle du

thegraveme ce qui est freacutequent dans les phrases agentives et il apparaicirct souvent comme

postverbal colleacute neacuteanmoins au verbe et rattacheacute agrave celui-ci par un lien seacutemantique

eacutetroit

in fl umine Minio [hellip] capiuntur pisces IIII noui uisu et specie (Hydatius 253) ldquo dans le

fl euve Minius [hellip] sont pris quatre poissons nouveaux pour leur apparence et pour leur es-

pegravece rdquo12

Les eacutechantillons citeacutes montrent qursquoen latin tardif le preacutedicat verbal se deacuteplace

vers la premiegravere zone de la phrase et qursquoen mecircme temps la place du sujet devient plus

type espagnol se vende casas (pour lrsquoespagnol voir Gili y Gaya 1968 76-78)12 Un exemple ougrave le pheacutenomegravene caracteacuterise une suite de phrases agrave lrsquointeacuterieur drsquoun mecircme reacutecit

Post haec omnia mortuus est Chlodoueus rex in pace [hellip] A transitu sancti Martini usque ad transitum Chlodouechi regis fuerunt anni centum duodecim [hellip] Habebat quoque Theude-ricus fi lium nomine Theudobertum (Liber Historiae Francorum 19 p 27317) ldquo Apregraves tous ces eacuteveacutenements mourut en paix le roi Chlodouechus [hellip] Du deacutecegraves de saint Martin au deacutecegraves du roi Chlodouechus srsquoeacutecoulegraverent cent douze anneacutees [hellip] Theudericus avait un fi ls nommeacute Theudobertus rdquo

CILPR 2013 ndash SECTION 2

132

preacutevisible cette relative uniformiteacute entraicircne sur le plan pragmatique le besoin de

renforcer lrsquoopposition entre le lsquomarqueacutersquo et le lsquonon marqueacutersquo Ce besoin se traduit sur le

plan syntaxique par une exploitation plus intense des structures (deacutejagrave preacutesentes dans

la langue) qui assurent la rheacutematisation forte La tendance pouvait prendre appui sur

le type de phrase ougrave un verbe drsquoexistence ou une expression eacutevaluative se deacutetache en

position initiale pour introduire un rhegraveme plus ou moins complexe13

Erant omnino itinera duo quibus itineribus domo exire possent [sc Heluetii] (Caes

Gall 1 6 1) ldquo il existait en somme deux chemins par lesquels ils [= les Helvegravetes] pouvaient

quitter leur territoire rdquo

Dulce et decorum est pro patria mori (Hor carm 3 2 13) ldquo Crsquoest une douce et belle chose

que de mourir pour la patrie rdquo

Dans les textes tardifs les expressions marquant lrsquolsquoexistencersquo occupent tregraves sou-

vent la position initiale dans la phrase elles sont annonciatrices de rhegravemes

extant ipsius egregii studia praedicanda (Hydatius 81) ldquo De cet homme excellent sub-

sistent des ouvrages savants agrave propager rdquo

Ecce et coepit iam esse hora forsitan octaua (Itinerarium Egeriae 4 5) ldquo Et voilagrave que

peut-ecirctre commenccedilait la huitiegraveme heure de la journeacutee rdquo

Habebat autem de eo loco ad montem Dei forsitan quattuor milia (Itinerarium Egeriae 2

1) ldquo Et de cet endroit agrave la montagne de Dieu il y avait peut-ecirctre une distance de quatre mille

pas rdquo14

Agrave la suite des modifi cations des regravegles gouvernant lrsquoemplacement des constituants

syntaxiques en latin les phrases indiquant une rheacutematisation forte se deacutetachent de

plus en plus sur le fond des phrases canoniques dans lesquelles lrsquoordre des consti-

tuants se fi xe petit agrave petit agrave lrsquoeacutepoque preacuteromane15 Les langues romanes deacuteveloppent

ainsi sur des bases latines un systegraveme relativement coheacuterent pour lrsquoexpression mar-

queacutee de la perspective communicative de la phrase User ou ne pas user de ces proceacute-

deacutes pragmatiques particuliers est un choix qui reste agrave la discreacutetion du locuteur situant

son acte communicatif dans le reacuteseau de ses interactions avec le monde

Universiteacute de Debrecen Saacutendor KISS

13 Cf eacutegalement Devine Stephens (2006 166-172) Spevak (2010 29-30 et 57-58) 14 Agrave propos de la genegravese de habet impersonnel en latin tardif (effacement du sujet dans domus

habet multum uinum rarr habet multum uinum) cf Bassols de Climent (1948 82-83) Quant agrave lrsquoexpression de la lsquoneacutecessiteacutersquo lrsquoItinerarium Egeriae nous offre beaucoup de phrases ayant la structure lsquoexpression impersonnelle + infi nitifrsquo du type necesse nos fuit ibi descendere iuxta consuetudinem (7 7) ldquo il nous a fallu y descendre selon notre habitude rdquo

15 Concernant les modifi cations de lrsquoordre des constituants syntaxiques en latin tardif voir Kiss (2015 593-595)

KISS

133

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mins

135

LrsquoOpinion de R Kiesler sur lorigine des langues romanes

En ce qui concerne lrsquoorigine des langues romanes deux thegraveses principales peuvent

ecirctre repreacutesenteacutees par les scheacutemas suivants

A B

Lat archaiumlque Lat archaiumlque

Lat vulgaire Lat classique Lat classique

Fr It Roum Lat vulgaire

Fr It Roum

La diffeacuterence entre ces deux thegraveses consiste en ce que selon la thegravese A le latin

archaiumlque srsquoest scindeacute en latin classique et en latin vulgaire et les langues romanes

proviennent du latin vulgaire (appeleacute aussi lsquo latin populaire rsquo lsquo latin parleacute rsquo lsquo roman

commun rsquo lsquo protoroman rsquo etc) tandis que selon la thegravese B les langues romanes sont

issues du latin classique alors que le latin vulgaire diffeacuterencieacute dans le temps et lrsquoes-

pace constitue une eacutetape intermeacutediaire entre le latin classique et les langues romanes

La thegravese A est neacutee en 1435 agrave Florence Quelques humanistes que personne nrsquoose-

rait consideacuterer comme des linguistes ont discuteacute la question de savoir drsquoougrave provenait

lrsquoitalien Nrsquooublions pas que cela se passait avant le XIXe siegravecle qui a eu le grand

meacuterite drsquointroduire la notion drsquoeacutevolution dans diffeacuterentes disciplines y compris la lin-

guistique Avant le XIXe siegravecle on avait une vision du monde sensiblement statique

on srsquoimaginait par exemple que toutes les espegraveces veacutegeacutetales et animales existaient

depuis le deacutebut du monde Or nos humanistes fl orentins se rendaient parfaitement

compte drsquoune diffeacuterence entre lrsquoitalien et le latin lrsquoun eacutetant selon la terminologie

contemporaine une langue analytique et lrsquoautre une langue syntheacutetique De mecircme

qursquoils eacutetaient incapables drsquoimaginer que les plantes et les animaux soient le reacutesultat

drsquoune eacutevolution de mecircme il leur paraissait inconcevable qursquoune langue syntheacutetique

CILPR 2013 ndash SECTION 2

136

puisse se transformer en une langue analytique et sachant que chez des auteurs latins

il y avait quelques vagues allusions agrave un uulgaris sermo ils sont arriveacutes agrave la conclusion

que dans lrsquoancienne Rome il y aurait eu deux langues le latin classique langue syn-

theacutetique et le latin vulgaire langue analytique et source de lrsquoitalien Les arguments

que nos humanistes alleacuteguaient agrave lrsquoappui de leur thegravese eacutetaient extrecircmement naiumlfs

ainsi selon eux une femme du peuple nrsquoaurait pas eacuteteacute capable drsquoapprendre agrave deacutecliner

un substantif comme supellex geacuten supellectilis Mais par inertie lrsquoopinion formuleacutee

par quelques ignorants meacutedieacutevaux a eacuteteacute approuveacutee par drsquoinnombrables autoriteacutes est

devenue un dogme de la linguistique romane et est partageacutee jusqursquoagrave nos jours par la

grande majoriteacute des romanistes

En revanche il nrsquoy a eu jusqursquoen 1974 que trois chercheurs pour souscrire agrave la

thegravese B Eyssenhardt (1880) dans la seconde moitieacute du XIXe siegravecle Henri Muller

(1932) dans la premiegravere moitieacute du XXe siegravecle et moi-mecircme agrave partir de 1974 La diffeacute-

rence entre ces deux thegraveses consiste en ce que selon la thegravese A le latin vulgaire est

une langue sœur du latin classique tandis que drsquoapregraves la thegravese B le latin vulgaire

est une langue fi lle du latin classique Alors qursquoil nrsquoy a aucune forme qui confi rme-

rait la thegravese A des milliers de formes confi rment la thegravese B Par exemple lat class

patrem gt lat vulg patre caelum gt celu herbam gt erba mēnsem gt mēse toacutenitrum

gt toniacutetru precor est refait en precō sapere en sapēre esse en essere morī en

morīre etc Il suffi t de mentionner que dans le REW il y a 6000 substantifs et adjec-

tifs dont lrsquoaccusatif singulier preacutesente en latin vulgaire la chute de -m On voit donc

que toutes les formes du latin vulgaire sont plus reacutecentes que celles du latin classique

Il en reacutesulte que le latin vulgaire est une langue fi lle du latin classique

Depuis 1974 crsquoest-agrave-dire depuis presque 40 ans aussi bien dans mes publications

que dans mes confeacuterences je demande aux romanistes de citer des formes qui prou-

veraient que le latin vulgaire eacutetait une langue sœur du latin classique mais personne

nrsquoa citeacute une telle forme

Il nrsquoy a pas longtemps le romaniste allemand Reinhard Kiesler (2012) a publieacute

une communication intituleacutee Les langues romanes proviennent-elles du latin clas-sique et qui commence de la faccedilon suivante

Je me propose de discuter les deux thegraveses connues concernant lrsquoorigine des langues ro-

manes celle de la succession du latin classique au latin vulgaire et celle de la simultaneacuteiteacute des

deux varieacuteteacutes Prenant en consideacuteration la bibliographie actuelle je reacuteexaminerai les argu-

ments respectifs et proposerai une synthegravese qui montre que les deux thegraveses sont en partie

justes et qursquoelles ne sont pas incompatibles La thegravese de la successiviteacute est notamment deacutefen-

due par W Mańczak [hellip] Selon la thegravese de la simultaneacuteiteacute le latin classique et le latin vulgaire

ont eacutevolueacute parallegravelement en partant du latin archaiumlque

Et voici le scheacutema sur lrsquoorigine des langues romanes proposeacute par le romaniste de

lrsquouniversiteacute de Wuumlrzburg

MAŃCZAK

137

Modegravele - synthegravese drsquoapregraves Kiesler 1995 p 394 2006 p 110

env 1er s av J-CMoyen Acircge

latin classique = pelagus langue standard

latin postclassique - meacutedieacuteval

eacuteleacutements et regravegles MARE

stylistiquement calidus mots savants Lat archaIumlque neutres

mots populaires

langues

latin vulgaire = CALDUS romanes

langue familiegravere

Avant de critiquer ce scheacutema je voudrais mentionner un deacutetail Selon Kiesler

laquo on trouve normalement la repreacutesentation suivante lat class posse puis lat vulg

POTERE gt esp poder Mais cette repreacutesentation constitue une inversion de lrsquoeacutevolu-

tion reacuteelle La preuve en est le thegraveme du parfait en latin classique potu- (potui etc)

qui deacuterive preacuteciseacutement de POTERE Cela prouve que la forme POTERE a existeacute

avant lrsquoeacutepoque classique et qursquoil est erroneacute de vouloir la deacuteriver de posse raquo

Lrsquoauteur se trompe Le mot posse est un verbe composeacute posse lt potis esse pos-sum lt potis sum potes lt potis es potest lt potis est possumus lt potes sumus

potestis lt potes estis possunt lt potes sunt poteram lt potis eram potui lt potis fui etc Des formes comme posse possum poteram potui etc sont attesteacutees des

milliers de fois tandis que potere nrsquoest jamais attesteacute Par conseacutequent potere est

plus reacutecent que posse Mentionnons enfi n que la forme ancienne du morphegraveme de

lrsquoinfi nitif est -se et qursquoelle srsquoest maintenue dans esse posse tandis que la forme -re

(cf laudare habere dicere venire) est plus reacutecente et srsquoexplique par le rhotacisme en

position intervocalique

Selon la thegravese traditionnelle qui remonte agrave 1435 le latin vulgaire eacutetait une langue

sœur du latin classique alors que drsquoapregraves la thegravese soutenue par Eyssenhardt Henri

Muller et moi-mecircme le latin vulgaire eacutetait une langue fi lle du latin classique Le

romaniste Kiesler se propose de montrer laquo que les deux thegraveses sont en partie justes

et qursquoelles ne sont pas incompatibles raquo Cela est absolument impossible Si quelqursquoun

dit que Mme A est une sœur de Mme B et que quelqursquoun drsquoautre affi rme que Mme

A est une fi lle de Mme B nous avons affaire agrave deux assertions qui srsquoexcluent lrsquoune

lrsquoautre assertions entre lesquelles un compromis nrsquoest pas possible Si la premiegravere de

ces assertions est vraie la seconde doit ecirctre erroneacutee ou inversement

En ce qui concerne le scheacutema sur lrsquoorigine des langues romanes proposeacute par Kies-

ler son deacutefaut principal consiste en ce que le latin vulgaire y est consideacutereacute comme

une langue sœur du latin classique Afi n de montrer que cette opinion est fausse jrsquoai

CILPR 2013 ndash SECTION 2

138

deacutepouilleacute les 20 premiegraveres pages du Dictionnaire eacutetymologique de la langue franccedilaise de Bloch et Wartburg ougrave jrsquoai trouveacute les formes suivantes

Franccedilais Latin populaire Latin classique

abattre abbatt(u)ěre preacuteverbeacute de battuere

abreuver abbǐběrāre preacuteverbeacute et deacuteriveacute de bibere

accorder accǒrdārepar substitution de preacuteverbe de

concǒrdāre

accoutrer accō(n)s(ū)tūrāre deacuteriveacute de cōnsūtūra

accueillir accǒlligěre preacuteverbeacute de cǒllǐgěre

acqueacuterir acquerěre acquīrěre

affeacuterent afferīre afferre

affi ler affīlāre deacuteriveacute de fīlum

agacer adaciāre deacuteriveacute drsquoacies

aiumleul aviǒlus avus

aine inguǐnem inguen inguinis

airain arāmen aes aeris

aisselle axělla axilla

alevin allevāmen deacuteriveacute du verbe allevāre

alleacutecher allectǐcāre deacuteriveacute drsquoallectāre

allegravegre alǐcěr alecris (geacuten) ǎlǎcer

allumer allūmǐnāre preacuteverbeacute de lūmǐnāre

Le deacutepouillement partiel du Dictionnaire eacutetymologique de la langue franccedilaise de

Bloch et Wartburg montre que tous les mots du latin vulgaire citeacutes par ces auteurs

sont plus reacutecents que ceux du latin classique Il en reacutesulte que contrairement agrave ce

qursquoon enseigne depuis 1435 crsquoest-agrave-dire depuis cinq siegravecles le latin vulgaire eacutetait une

langue fi lle et non pas une langue sœur du latin classique Il en reacutesulte eacutegalement

MAŃCZAK

139

que les langues romanes proviennent du latin classique tandis que le latin vulgaire

diffeacuterencieacute dans le temps et lrsquoespace constitue une eacutetape intermeacutediaire entre le latin

classique et les langues romanes

Universiteacute de Cracovie Witold MAŃCZAK

Reacutefeacuterences bibliographiques

Eyssenhardt F 1880 laquo Der Ursprung der romanischen Sprachen raquo Nord und Suumld 12 404-413

Kiesler Reinhard 2006 Einfuumlhrung in die Problematik des Vulgaumlrlateins Tuumlbingen Niemeyer

Kiesler Reinhard 2012 laquo Les langues romanes proviennent-elles du latin classique raquo in

Biville Freacutedeacuterique Lhommeacute Marie-Karine Vallat Daniel (ed) Latin vulgaire ndash latin tar-dif IX Actes du IXe colloque international sur le latin vulgaire et tardif Lyon MOM

Mańczak Witold 1974 laquo La langue romane commune latin vulgaire ou latin classique raquo Revue Romane 9 218-231

Muller Henri F Pauline Taylor 1932 A Chrestomathy of Vulgar Latin Boston D C Heath

and Company

141

Le nivellement analogique reacutegi par la phonologie

Le rapport entre lrsquoanalyse et lrsquoanalogie a beaucoup occupeacute lrsquoattention des lin-

guistes derniegraverement De fait lrsquoanalogie est devenue aussi importante que lrsquoanalyse agrave

tel point qursquoexiste un point de vue tregraves reacutepandu selon lequel le propre du langage est

analogique

(1) Language structure and language use are [hellip] predominantly analogical and that is why analogy is the backbone of universal grammar (Antila (2003 439))

Il nrsquoexiste donc rien dans le langage qui ne remonte agrave lrsquoanalogie ce qui ne permet

qursquoavec diffi culteacute une diffeacuterence entre le changement analogique fondeacute sur le sens et

le changement phoneacutetique deacutetermineacute par la forme la structure Dans ce contexte cer-

tains linguistes sont alleacutes au-delagrave de la geacuteneacuteralisation pour approfondir notre connais-

sance du rapport entre lrsquoanalogie et le systegraveme phonologique Drsquoun cocircteacute Wang (1969)

essaya de voir jusqursquoagrave quel point les changements phoneacutetiques sont diffuseacutes mot par

mot par un proceacutedeacute analogique dans le lexique Ce pheacutenomegravene fut mis au point par

Kiparsky qui souligne lrsquoaction des regravegles phonologiques dans le lexique laquo lexical

diffusion is the analogical generalization of lexical phonological rules raquo (1995 313)

alors que Labov (1981 1994) en dirigeant notre attention sur le rocircle de la variation

dans le deacuteroulement des sons souligna le rapport entre les changements reacuteguliers et

les exceptions en tant qursquoemprunts dialectaux ou sociaux (cf Campbell (2004 222-

224)) La discussion est alleacutee suffi samment loin pour infl uencer notre perspective sur

le fonctionnement de lrsquoanalogie dans le langage en geacuteneacuteral et plus speacutecifi quement

dans le deacuteroulement des changements des sons

Il convient eacutevidemment de tenir compte des diffeacuterents sens que peut avoir le mot

lsquoanalogiersquo dans la discussion des linguistes Nous laissons de cocircteacute pour le moment la

probleacutematique de la nature analogique du langage en geacuteneacuteral par rapport aux reacutesul-

tats que peuvent produire les infl uences sociales Ce dont nous souhaitons discuter

ici plus preacuteciseacutement est la tendance du langage agrave uniformiser les irreacutegulariteacutes mor-

phologiques qui remontent aux reacutegulariteacutes des changements phoneacutetiques (cf Stur-

tevant (1947 109)) et le rocircle de lrsquoanalogie le cas eacutecheacuteant dans lrsquoameacutenagement du

paradigme Crsquoest surtout cette tendance au nivellement analogique dans le paradigme

verbal aussi bien qursquoentre les formes des noms et des adjectifs qui ne manque pas de

poser certaines questions dans le passage du latin aux langues romanes Cet aspect

ne peut ecirctre dissocieacute de la tacircche deacutelicate consistant agrave faire une description exacte

des eacuteveacutenements en question Dans lrsquohistoire du franccedilais par exemple le pheacutenomegravene

qui aplanit ces irreacutegulariteacutes paradigmatiques est bien connu et les exemples en sont

CILPR 2013 ndash SECTION 2

142

nombreux Pour nrsquoen prendre que deux le verbe fr laver aurait ducirc donner legraveve au

singulier pour se ranger du cocircteacute de lrsquoeacutevolution de la voyelle [a] accentueacutee en syllabe

ouverte par exemple dans [laacutewo] gt [lέvǝ] comme pour la forme [maacutere] qui donne

[mέr] en franccedilais Par contre en syllabe inaccentueacutee la voyelle drsquoorigine est preacuteser-

veacutee par exemple dans [lawaacutemus] gt [lavotilde] ce qui fait que nous avons un paradigme ougrave

le radical accentueacute voir (2a) srsquooppose au radical inaccentueacute illustreacute en (2b)

(2)a jetuil(s) [lέv]

(2)b nousvousils [lav]-onsez

Pour reacutesoudre lrsquoirreacutegulariteacute du paradigme le pluriel est censeacute lrsquoavoir emporteacute sur

le singulier gracircce au fonctionnement de lrsquoanalogie repreacutesenteacute dans lrsquoexemple (3a)

(3) a [lέvǝ] [lav-]

Dans le cas du verbe fr aimer au contraire crsquoest la diphtongue que nous trouvons

comme reacutesultat de [a] accentueacute en syllabe ouverte devant la consonne nasale ce qui

donne [aacuteimǝ] agrave cocircteacute de la voyelle inaccentueacutee [amotilde] Cette fois-ci crsquoest la forme

accentueacutee qui lrsquoemporte encore une fois par un proceacutedeacute analogique repreacutesenteacute dans

lrsquoexemple (3b)

(3) b [aacuteimǝ] [amotilde]

Dans les deux cas le paradigme est reacutegulariseacute au moyen de lrsquoanalogie dont la

direction est varieacutee

Agrave lrsquoaide de ces exemples nous voyons lrsquoeffet eacutevident de lrsquoanalogie qui consiste agrave

niveler le paradigme Il faut souligner cependant que notre avis selon lequel qursquoil

srsquoagit lagrave drsquoun cas drsquoanalogie est tout autant fondeacute sur la reacutegulariteacute du changement pho-

neacutetique crsquoest-agrave-dire que le changement reacutegulier lrsquoeffet attendu aacute[ gt eacute[ ai gt a _ [+voy

+nas] nrsquoa pas reacuteussi et ce nrsquoest qursquoagrave partir de la reacutegulariteacute qursquoil nous arrive drsquoinvo-

quer lrsquoanalogie pour expliquer lrsquoeacutechec de la reacutegulariteacute La constatation de lrsquoaction de

lrsquoanalogie nrsquoaurait donc pas eacuteteacute justifi eacutee sans la veacuterifi cation preacutealable des changements

reacuteguliers en question

1 Analyse conventionnelle

Muni du processus de nivellement que nous venons drsquoillustrer certains linguistes

ont mecircme eacutegalement recouru agrave lrsquoanalogie pour valoriser lrsquoeacutechec drsquoune reacutegulariteacute sup-

poseacutee et non veacuterifi eacutee Il srsquoagit du type de nivellement analogique proposeacute dans lrsquohis-

toire du franccedilais et representeacute dans lrsquoexemple (4)

(4) manğiέr maacutenčǝθ kolğiέr kόlčǝθ)

Ce sont lagrave des exemples de lrsquoanalogie invoqueacutee pour meacutenager les irreacutegulariteacutes agrave

la base de lrsquoanalyse putative de Meyer-Luumlbke Il srsquoagit bien sucircr des inconveacutenients

paradigmatiques les reacutesultats de lrsquoinvention drsquoune analyse reacuteguliegravere pour relever les

MAZZOLA

143

changements historiques du franccedilais (cf Meyer-Luumlbke (1890) (1913)) Lrsquoessentiel de

son analyse est reproduit dans lrsquoexemple (5)

(5) mastikaacutere maacutestikat karrikaacutere kaacuterrikat

syncope 1 --------- maacutes(t)kat ---------- kaacuter(r)ka

k gt g mastigaacutere ----------- karrigaacutere ----------

syncope 2 mast(i)gaacutere ----------- kar(r)gaacutere ----------

palatal mas(t)ğaacutere maacutes(t)čat čarğaacutere čaacuterčat

a[ gt e[ masğeacutere ----------- čarğέre ----------Čeacute[ gt Čieacute[ masğieacutere ----------- čarğieacutere ----------

masğiέr maacutesčǝθ čarğiέr čaacuterčǝθNous voyons ici un reacutesultat diffeacuterent bien connu entre les formes du paradigme

Les formes conjugueacutees accentueacutees sur la peacutenultiegraveme sont syncopeacutees en premier lieu

pour bloquer la sonorisation de la veacutelaire intervocalique La consonne veacutelaire par la

suite sonoriseacutee continue comme yod agrave son tour palataliseacute pour produire lrsquoaffriqueacutee

palatale sonore Lrsquoaffriqueacutee palatale sourde par contre devant a est produite par

la palatalisation de la veacutelaire sourde qui nrsquoest pas sonoriseacutee du fait de la syncope

deacutejagrave imposeacutee anteacuterieurement Pour expliquer les formes facirccheuses qui reacutesultent de

cette analyse il fallut recourir agrave une analogie dont la direction est varieacutee comme

nous lrsquoavons vu dans le cas de fr laver et aimer Ce nrsquoest donc que devant cet obstacle

ce reacuteseau de changements phoneacutetiques enchevecirctreacutes acceptable ou non qursquoon a eacuteteacute

obligeacute de proposer une analogie explicative Cependant crsquoest de lrsquoanalogie putative

deacuteduite de lrsquoanalyse reconstruite et ni lrsquoune ni lrsquoautre ne proviennent de la veacuterifi ca-

tion directe Autrement dit nous avons affaire agrave des exemples de nivellement paradig-

matique deacuteduits drsquoune analyse reconstruite qui manque de veacuterifi cation directe pos-

sible Il est donc impossible de savoir si lrsquoanalogie est partie de lrsquoanalyse ou si lrsquoanalyse

est le reacutesultat drsquoun nivellement paradigmatique consciemment manipuleacute Par conseacute-

quent le but de cette communication est de proposer que lrsquoanalyse de Meyer-Luumlbke

est malheureusement fautive (cf Mazzola (2013)) et qursquoil srsquoensuit que les deux cas de

nivellement analogique fondeacutes sur elle sont douteux

Comme nous lrsquoavons vu le travail de Meyer-Luumlbke fut eacutetayeacute par les exemples

de nivellement analogique rencontreacutes ailleurs dans lrsquoeacutevolution du franccedilais Mais

son interpreacutetation fut encore davantage eacutetayeacutee par les nombreux cas de syncope

attesteacutes beaucoup plus clairement en franccedilais que dans les autres langues romanes

(Cf Meyer-Luumlbke (1890-1906 287) Pirson (1909 885-886) Pope (1934 102-103)

Richter (1934 31) Straka (1953) (1956) (1970) et al) Lrsquoabondance de la syncope

est attribueacutee agrave lrsquoinfl uence germanique et citeacutee comme preuve pour lrsquoinvraisemblable

continuiteacute sans changement du latin durant les longs siegravecles avant lrsquoarriveacutee des Francs

(cf Muller (1929)) Cette perspective est amplement refl eacuteteacutee dans lrsquoanalyse de Meyer-

CILPR 2013 ndash SECTION 2

144

Luumlbke Cependant elle fut remise en cause derniegraverement par lrsquoessai de Morin (2003)

sur lrsquoeacutechec de lrsquoanalyse agrave base de reacutegulariteacute Morin souligna le manque de succegraves de

Straka (1953) (1956) (1970) pour mener agrave bien les eacutetapes intermeacutediaires de lrsquoanalyse

traditionnelle Au cours de sa critique il souleva plusieurs problegravemes notamment

la syncope la sonorisation la diphtongaison et lrsquoapocope pour deacutemontrer au profi t

drsquoune perspective de la variation lrsquoinsuffi sance de lrsquoanalyse fondeacutee sur la reacutegulariteacute

De ce fait eacutetant donneacute lrsquoeacutechec des regravegles qui sont agrave la base des tentatives de Straka il

nous est proposeacute drsquoabandonner la reacutegulariteacute dans la mutation des sons en faveur de la

nature variationnelle du langage

2 Analyse proposeacutee

Plutocirct que drsquoabandonner la reacutegulariteacute nous avons fait une proposition alterna-

tive (Mazzola (2000) (2006) (2007) (2008) (2012) (2013)) agrave travers une perspective

reacutegleacutee par le rythme crsquoest-agrave-dire qursquoau lieu drsquoenvisager la syncope comme une carac-

teacuteristique exclusive des langues germaniques nous avons suggeacutereacute qursquoil est possible

drsquoaborder la probleacutematique agrave partir des cas syncopeacutes qursquoon trouve aussi en latin On

rencontre par exemple des mots latins syncopeacutes agrave lrsquoarborescence agrave gauche dans la

phonologie lexicale

(6)a [[juacutewɛn] + ior] rarr junior [[aacuteiwi] + [tas]] rarr aetas [[uacutewi] + [dos]] rarr udos

[[aacutewi] + [kɛps]] rarr auceps [[maacutenu] + [kɛps]] rarr manceps

aussi bien que dans la phonologie lsquosuperfi ciellersquo

(6) b [[naacutewi]ta] (Ovide) rarr nauta [[aacutewi]dus] rarr audus (latin tardif)

et dans drsquoautres exemples eacuteparpilleacutes dans le lexique

(6) c [[laacuteri]dum] rarr lardum [[soacuteli]dum] rarr soldum [[vaacuteli]de] rarr valde etc

Plutocirct que des exemples de dactyles dans une simple suite de syllabes (longue

bregraveve bregraveve) selon la repreacutesentation conventionnelle dans ces exemples nous avons

affaire agrave un trocheacutee enchacircsseacute dans le dactyle Ce mecircme pheacutenomegravene de lrsquoenchacircsse-

ment du trocheacutee peut ecirctre repreacutesenteacute en forme drsquoarbre ougrave la syllabe agrave supprimer se

preacutesente toujours du cocircteacute gauche (arborescence agrave gauche)

laridum solidum valide

[[laacute ri] dum] [[soacute li] dum] [[vaacute li] de]

Ce nrsquoest que dans la derniegravere syllabe du trocheacutee ainsi enchacircsseacutee que nous trou-

vons la cible de lrsquoeffacement en question Dans un trocheacutee simple lrsquoeffacement nrsquoest

eacutevidemment pas effectueacute par exemple [maacute nu] rarr [maacuten] il ne lrsquoest pas non plus dans

le cas de lrsquoarborescence agrave droite par exemple [na [tuacute ra]] rarr [na tuacuter] [ma [tuacute rus]]

MAZZOLA

145

rarr [ma tuacuter] Le mecircme pheacutenomegravene drsquoarborescence agrave gauche est aussi bien eacutevident

dans des formes verbales de La Guerre des Gaules (Bellum Gallicum) de Ceacutesar

(7)a [[enun]+[[tiaacutewe]rit]] gt enuntiaacuterit (1 17 6) [[ku]+[[raacutewi]sset]] gt curasset (1 19 1)

[[kon]+[[sueacutewi]sse gt consuesse (1 43 4)

(7)b enuntia(ve)rit rarr enuntiarit (1 17 6)

compara(vi)sset rarr comparasset (1 18 4)

conloca(vi)sse rarr conlocasse (1 18 6)

cura(vi)sset rarr curasset (1 19 1)

Dans ces exemples lrsquoaccent srsquoest manifestement deacuteplaceacute pour faire en sorte que la

voyelle cibleacutee soit dans un constituant dans lrsquoarborescence agrave gauche

(7)c e[[nunti]a]] + [weacuterit] rarr e[nunti] + [[aacute + we]rit] rarr enuntiarit

[[kompa]ra]] + [wiacutesset] rarr [kompa] + [[raacute + wi]sset] rarr comparasset

[[konlo]ka]] + [wiacutesse] rarr [konlo] + [[kaacute + wi]sse] rarr conlocasse

[[kura] + [wiacutesset] rarr [ku] + [[raacute + wi]sset] rarr curasset

Ce deacuteplacement de lrsquoaccent agrave gauche est deacuteclencheacute par un rythme qui dirige les syl-

labes vers une suite de constituants dont la deuxiegraveme syllabe du trocheacutee ainsi enchacircsseacute

est viseacutee comme cible pour lrsquoeffacement en question Lrsquoenvironnement de lrsquoeffacement

vocalique est donc identique agrave ce que nous avons vu dans les exemples (6)

Comme nous lrsquoavons vu lrsquoeffacement vocalique est acheveacute agrave la suite de la creacutea-

tion drsquoun nouveau trocheacutee enchacircsseacute dans un dactyle par le deacuteplacement accentuel

Cette suite [trocheacutee + nouveau trocheacutee en dactyle agrave lrsquoarborescence agrave gauche] sert

drsquoenvironnement rythmique pour le raccourcissement du mot La derniegravere voyelle du

dactyle est ainsi neacutecessairement le pivot essentiel pour que le trocheacutee du dactyle soit agrave

lrsquoarborescence agrave gauche Le jeu de cette derniegravere voyelle est donc essentiel pour fi xer

lrsquoenvironnement rythmique de lrsquoeffacement de la voyelle du trocheacutee Naturellement

sans le jeu de cette derniegravere syllabe lrsquoarborescence agrave gauche serait impossible agrave for-

muler Il faut alors en conclure que le changement morphologique est effectueacute par une

regravegle drsquoaccentuation de la phonologie suprasegmentale

Cette perspective sur le pied meacutetrique comme environnement phonologique a

deacutejagrave eacuteteacute proposeacutee (Mazzola (1999) (2000)) en contraste avec lrsquoapproche drsquoextrameacutetri-

caliteacute dans lrsquooptique du processus de angl trapping de Mester (1994) Comme on le

sait selon la theacuteorie de lrsquoextrameacutetricaliteacute certaines syllabes sont eacutecarteacutees en faveur

de lrsquooptimisation des repreacutesentations lexicales (Hayes (1985) (1987)) Mester essaie

drsquoeacutelargir lrsquoeffet de la theacuteorie en proposant que seule une syllabe bimorique ([lsquoσ σ]

[lsquoσ]) soit valable par opposition agrave deux autres possibiliteacutes (trimorique [lsquoσ σ] ou mono-

morique [lsquoσ]) Pour la syncope du latin du type aevitas rarr aetas et uvidos rarr udos

la syllabe qualifi eacutee de angl trapped entre deux syllabes bimoriques ([lsquoσ] σ [σ]) est

CILPR 2013 ndash SECTION 2

146

situeacutee hors du fait meacutetrique Pour cette raison la syllabe est supprimeacutee Dans le cas

de la syncope du latin tardif Mester cite de maniegravere erroneacutee lat tabulam plutocirct qursquoun

exemple mieux approprieacute comme lat fabulam pour la repreacutesentation trimorique

[[lsquoσ σ]ltσgt] afi n de deacutemontrer que puisque la quantiteacute vocalique nrsquoest plus pertinente

en latin tardif [[lsquoσ σ]ltσgt] est rendu bimorique [[lsquoσ σ]ltσgt] ce qui est illustreacute par

lat calidam Agrave la suite de ce proceacutedeacute nous avons un trocheacutee bimorique suivi drsquoune

voyelle extrameacutetrique Agrave travers cette perspective nous voyons que crsquoest la deuxiegraveme

syllable du trocheacutee bimorique qui est supprimeacutee par exemple [[faacute bu] ltlagt] au lieu

de la syllabe inaccentueacutee drsquoun trocheacutee trimorique par exemple [[faacute bu] ltlagt] Par la

mise en extrameacutetricaliteacute de la derniegravere voyelle des dactyles lrsquoarborescence du pied

meacutetrique ne rentre pas en jeu de sorte que le radical lexical du mot est favoriseacute aux

deacutepens de la repreacutesentation phonologique

Cependant bien des cas ne soutiennent pas le proceacutedeacute proposeacute par cette perspec-

tive On peut citer des exemples de redoublement consonantique en italien preacuteciseacute-

ment dans le constituant trochaiumlque agrave lrsquoarborescense de gauche par exemple pele-grinum gt [[pegravelle] [griacutenum]] pellegrino femina gt [[feacutemmi] na] femmina (pour une

discussion plus deacutetailleacutee voir Mazzola ibid) Mais ce qui est encore plus important

lrsquoapproche du angl trapping est aussi contredite par lrsquoeacutevolution de certains doublets

en franccedilais eacutevidemment par des voies diverses Comme nous le voyons dans la deacuteri-

vation de lrsquoexemple (7d) le proceacutedeacute alternatif proposeacute ci-dessus est fortement appuyeacute

par la double eacutevolution des mecircmes mots Ainsi trouvons-nous le reacutesultat continuel et

original (sonorisation rarr affaiblissement rarr raccourcissement) comme on lrsquoa pro-

poseacute (par exemple fr diaule seule taule reule) par opposition au reacutesultat des mots

latins reacuteintroduits bien plus tard sans doute durant les reacuteformes carolingiennes (par

exemple fr diable siegravecle table regravegle) Ceux-ci sont des exemples clairs drsquoun deacutevelop-

pement posteacuterieur entiegraverement distinct (emprunt rarr diphtongaison rarr syncope) abou-

tissant agrave des reacutesultats diffeacuterents qui ont remplaceacute les formes drsquoorigine La deacuterivation

qui suit sert drsquoillustration au changement historique des doublets preacutesenteacute ci-dessus

(7)d diaacutebolu sέkulu taacutebula rέgula ------ ------- ------ ------

Sonorisation ------- sέgulu ------- ------- ------- ------ ------

Affaiblissement diaacutewolu sέwulu taacutewula rέwula ------- ------- ------- ------

Racourcissement diaacutewlǝ sέwlǝ taacutewlǝ rέwlǝ ------- ------- ------- ------

Emprunt -------- -------- ------ ------ diaacutebolu sέkulu taacuteblǝ rέglǝ

Diphtongaison -------- -------- ------ ------ ------- siέkulu ------ ------

Syncope -------- -------- ------ ------ djaacuteblǝ sjέklǝ taacuteblǝ rέglǝ

diaule seule taule reule diable siegravecle table regravegle

MAZZOLA

147

Les mots fr diaule et seule sont attesteacutes dans la Cantilegravene de Ste Eulalie fr reule

est la source du mot rule en anglais et fr taule mot patois se retrouve en franccedilais

moderne sous la forme tocircle

Nous pourrions appliquer les proceacutedeacutes ainsi illustreacutes aux cas drsquoanalogie des

paroxytons de Meyer-Luumlbke que nous avons vus tels que

(8) a [[kagraverri] + [kaacutere]] [[magravesti] + [kaacutere]] [[magravendu] + [kaacutere]]

c-agrave-d des suites de deux trocheacutees dont le premier est sur la gauche de lrsquoarbre meacutetrique

et donc conforme au rythme souhaiteacute de lrsquoeffacement de la voyelle cibleacutee Pour ce qui

est des proparoxytons

(8) b [[kaacuterri] kat] [[maacutesti] kat] [[maacutendu] kat]

nous avons deux dactyles Dans le cas de manducat nous voyons que lrsquoaccent tombe

sur la peacutenultiegraveme en latin classique Cependant en supposant le deacuteplacement de lrsquoac-

cent agrave gauche comme nous lrsquoavons vu en (7c) nous voyons le verbe se ranger aiseacutement

dans un dactyle [[maacutendu] + [kat]] Ceci fait les trois exemples preacutesentent tous lrsquoenvi-

ronnement pour lrsquoeffacement de la voyelle comme nous lrsquoavons vu plus haut pour le

latin Pour la deacuterivation du franccedilais il est seulement neacutecessaire de supposer drsquoabord

deux eacutetapes drsquoaffaiblissement de la sourde de tregraves bonne heure (voir (9))

(9) karrikaacutere kaacuterrikat mastikaacutere maacutestikat mandukaacutere maacutendukat

k gt g karri gaacutere kaacuterri gat masti gaacutere maacutesti gat mandu gaacutere maacutendu gat

g gt j karri jaacutere kaacuterri jat masti jaacutere maacutesti jat mandu jaacutere maacutendu jat

V gt Oslash karr(i) jaacutere kaacuterr(i) jat mast(i) jaacutere maacutest(i) jat mand(u) jaacutere maacutend(u) jat

j gt Č čarğiέr čaacuterğǝθ mas(t) čiέr maacutes(t) čǝθ manğiέr maacutenğәθApregraves lrsquoeffacement de la voyelle fi nale du trocheacutee de gauche nous avons la palata-

lisation du yod si caracteacuteristique du gallo-roman Lrsquoaffriqueacutee palatale qui en reacutesulte

est sonore apregraves une consonne sonore et sourde apregraves une consonne sourde (voir aussi

pέdika gt pέdiga gt pέdija gt piέdja gt piέğә piegravege) Ceci fait il nrsquoy a aucun besoin drsquoajus-

ter la deacuterivation des formes au moyen drsquoun nivellement paradigmatique Nous avons

appeleacute les reacutesultats des changements reacuteguliers des lsquovariantes structuralesrsquo (cf Mazzola

(2013)) pour les distinguer des emprunts proposeacutes dans la liste de lrsquoexemple (10)

(10) vindicare gt venger rarr (re)vencher

collocare gt couger rarr coucher

caballicare gt chevauger rarr chevaucher

pendicare gt penger rarr pencher

pertica gt perge rarr perche

porticu gt porge rarr porche

granica gt grange rarr granche

basilica gt basoge rarr basoche

manica gt mange rarr manche

manicu gt mange rarr manche

CILPR 2013 ndash SECTION 2

148

Les exceptions que nous trouvons sont les affriqueacutees sourdes qui surviennent

apregraves les consonnes sonores On ne rencontre notamment pas drsquoexemples ougrave une

consonne sourde + yod donne une affriqueacutee sonore La preacutefeacuterence pour lrsquoassourdis-

sement de lrsquoaffriqueacutee dans ces cas trouve son origine en toute probabiliteacute dans la pro-

nonciation germanique (cf Mazzola (2008) (2012) (2013)) Crsquoest donc ici que nous

rencontrons lrsquoinfl uence des Francs plutocirct que dans une syncope agrave lrsquoorigine Pour cette

raison nous avons appeleacute ces exceptions des lsquovariantes socialesrsquo (cf Mazzola (2013))

des emprunts au franco-roman qui greffeacutes sur la couleacutee linguistique gallo-romane

ressemblent beaucoup agrave la diffusion lexicale de Wang Ce sont donc des emprunts

mais non des emprunts drsquoun son puisque le son existe deacutejagrave en gallo-roman Ce sont

plutocirct des emprunts de mots individuels qui ne diffegraverent que par quelques traits dis-

tinctifs Labov nous aide agrave mettre en perspective ce pheacutenomegravene

(11) Lexical diffusion is the result of the abrupt substitution of one phoneme for another in words that contain that phoneme The older and newer forms of the word will usually differ by several phonetic features This process is most characteristic of the late stages of an internal change that has been differentiated by lexical and grammatical conditioning or has developed a high degree of social awareness or of borrowings from other systems (ldquochange from aboverdquo) (Labov (1994 542))

Agrave cocircteacute donc des lsquovariantes structuralesrsquo des exemples de changements reacuteguliers

nous avons des lsquovariantes socialesrsquo qui ne repreacutesentent pas le remplacement drsquoun son

par un autre mais plutocirct le remplacement drsquoun mot par un autre Drsquoapregraves la citation

de Labov nous aurions affaire agrave des emprunts extrasysteacutematiques diffuseacutes comme

reacutesultats drsquoune prise de conscience drsquoun niveau linguistique et social privileacutegieacute Au

cours de ce proceacutedeacute il srsquoagirait donc drsquoune modaliteacute eacutegalement valable quoique seacutepa-

reacutee de la modaliteacute reacuteguliegravere

Conclusion

Le but de cette communication a eacuteteacute de proposer que la maniegravere de fi xer lrsquohis-

toire drsquoune langue est plus sucircre si le linguiste est plus fi degravele aux donneacutees linguistiques

qursquoengageacute politiquement ou socialement Pour en arriver lagrave il nous a fallu mettre en

valeur le rocircle de la structure phonologique (a) rythmique deacuteclencheacutee par le trocheacutee

agrave lrsquoarborescence agrave gauche et (b) segmentale qui srsquoapplique aussi bien aux paroxytons

mandukaacutere gt mandugaacutere gt manduyaacutere gt mandyaacutere gt manğaacutere gt manğiέr qursquoaux pro-

paroxytons maacutendukat gt maacutendugat gt maacutenduyat gt maacutendyat gt maacutenğǝθ Lrsquoanalogie

produite par lrsquoanalyse conventionnelle a eacuteteacute par-lagrave examineacutee et eacutecarteacutee par une ana-

lyse entiegraverement phonologique plutocirct que soutenue par une morphologie consciem-

ment manipuleacutee Crsquoest agrave partir de lrsquoanalyse phonologique motiveacutee par lrsquoaction ryth-

mique qursquoon a pu mettre de cocircteacute lrsquoanalyse qui va de lrsquoideacutee vers la forme de lrsquoanalogie

preacuteconccedilue agrave la forme phonologique putative pour justifi er agrave son tour lrsquoanalogie preacute-

conccedilue Cette insistance sur un nivellement paradigmatique putatif a servi drsquooutil plus

politique et social que linguistique et culturel (cf Mazzola (2013))

MAZZOLA

149

Parce que nous sommes attacheacute aux seules donneacutees linguistiques nous avons proposeacute

de remplacer le nivellement analogique par une analyse rythmique

Universiteacute de Northern Illinois Michael L MAZZOLA

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151

Cicli di pragmaticalizzazione tra latino e lingue romanze

la formazione di marcatori interazionali

1 Introduzione

Questo contributo1 egrave dedicato ad alcune forme verbali che in diverse lingue acqui-

siscono progressivamente una funzione pragmatica e procedurale ovvero diventano

segnali funzionali Gli elementi a carattere procedurale si distinguono dalle forme

con signifi cato proposizionale che codifi cano concetti Quando una forma assume

carattere procedurale talvolta presenta diffi coltagrave interpretative soprattutto quando

manca il contesto orale che ne egrave la cornice naturale

I segnali funzionali rappresentano risorse strategiche comunemente usate dai par-

lanti negli scambi comunicativi e il loro uso permette di individuare alcune macrofun-

zioni piugrave o meno orientate al contesto di discorso o di interazione Diversi approcci

hanno prodotto molte defi nizioni spesso tra loro sovrapposte2 La Tabella 1 propone

una classifi cazione funzionale elaborata sulla base di alcuni parametri presentati in

precedenza3

Tabella 1 - Macrofunzioni e tipi di segnali funzionali

Macrofunzioni Tipi di segnali

(a) coesione e coerenza testuale e discorsiva che implica la

pianifi cazione e la gestione del discorso in quanto testo

segnalimarcatori

discorsivi

(b) coesione sociale che si riferisce allrsquointerazione tra i parte-

cipanti e allrsquoidentitagrave sociale dei parlanti

(c) atteggiamento personale che si riferisce alla prospettiva

del parlante verso il discorso e verso il suo interlocutore

segnali marcatori

pragmatici

1 Questo articolo egrave un prodotto della ricerca PRIN laquoRappresentazioni linguistiche dellrsquoiden-titagrave Modelli sociolinguistici e linguistica storicaraquo coordinata da me (PRIN 20102011 prot 2010HXPFF2 fi nanziato dal MIUR) Per informazioni sul progetto e i suoi prodotti cfr ltwwwmedilingeugt

2 Si vedano tra tanti lo studio pionieristico di Schiffrin (1987) poi Jucker Ziv (1998) Fraser (1996) Aijmer (2002) Dostie (2004) Fischer (2006)

3 Da diverso tempo un gruppo di lavoro di cui chi scrive fa parte studia questo tema con riferimento sia agli aspetti teorici che a singole lingue (cfr i lavori di Ghezzi e di Molinelli di seguito citati)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

152

Macrofunzioni Tipi di segnali

(d) contesto interazionale che esplicita il legame tra parlante interlocutore e contesto

segnali marcatori con-

testuali

Come la tabella rappresenta assolvono la macrofunzione di coesione e coerenza

testuale e discorsiva i segnali che sono orientati al discorso o al testo Sono utilizzati

per organizzare e gestire testi come allrsquoes (1) in cui lat ergo riprende il tema dopo

una digressione o i turni conversazionali come per lrsquoit allora es (2) con cui il par-

lante prende la parola

(1) lat tres viae sunt ad Mutinam ndash quo festinat animus ut quam primum illud pignus liber-tatis populi Romani D Brutum aspicere possim cuius in complexu libenter extremum vitae spiritum ediderim cum omnes actiones horum omnes sententiae meae pervenerint ad eum qui mihi fuit propositus exitum tres ergo ut dixi viae a supero mari Flaminia ab infero Aurelia media Cassia (Cic Phil 12 9 22)4

ldquoTre sono le vie per Modena ndash [hellip] Tre dunque come ho detto sono le strade dal mare

Adriatico la Flaminia dal Tirreno lrsquoAurelia e quella di mezzo egrave la Cassiardquo

(2) it allora son partita cosirsquo la mattina ersquo sempre tragico arrivare a scuola (LIP FA2)

La classe dei segnali pragmatici o interazionali egrave costituita dai marcatori che

sottolineano la relazione tra parlante e interlocutore Tali marcatori possono essere

orientati sul parlante esprimendo sul piano funzionale lrsquoatteggiamento personale o

sullrsquointerlocutore assolvendo alla macrofunzione di coesione sociale

I segnali orientati al parlante servono a negoziare o introdurre i punti di vista e

lrsquoatteggiamento del parlante Egrave questo ad esempio il caso di alcuni usi parentetici di

verbi epistemici come it penso fr je crois sp yo creo negli esempi (3-5)

(3) it allora cioersquo praticamente si svilupperebbe cosirsquo penso io (LIP FC3)

(4) fr lui deacuteclara (je crois) que son mari eacutetait un imbeacutecile (Audin Une vie bregraveve Frantext)

(5) sp La respuesta es - yo creo - crear equilibrio y armonia (Spanish web corpus Sketch

Engine)

I segnali orientati allrsquointerlocutore servono invece ad esplicitare la relazione con

lrsquointerlocutore o a richiamarne lrsquoattenzione sul parlante o su elementi dellrsquointerazione

come egrave il caso ad esempio dei segnali allocutivi di richiamo derivati dai verbi di per-

cezione visiva guardare e mirar negli esempi (6) e (7) Questo gruppo di segnali puograve

inoltre essere utilizzato per stabilire e mantenere relazioni sociali come per il lat

quaeso amabo5 negli esempi (8) e (9) per lrsquoit prego il rumeno mă rog il fr srsquoil vous plaicirct negli esempi da (10) a (12)

4 In questo contributo egrave fornita la traduzione degli esempi latini o di quelli di interpretazione complessa Ringrazio di cuore Luis Unceta Goacutemez e Mihaela Popescu preziosi consulenti per spagnolo e rumeno

5 Il lat amabo egrave una formula di preghiera tra le piugrave comuni Cfr anche Hofmann (19852 281sqq)

MOLINELLI

153

(6) it Guarda io mi sono informato oggi (LIP MB30)

(7) sp Mira a los 48 antildeos sabes ya muy bien quieacuten te va a querer y quieacuten no (Spanish web corpus Sketch Engine)

(8) lat tu quaeso cogita (Cic Att 9 17 2)

ldquoPer favore pensardquo

(9) lat Amabo accurrite ne se interemat (Plaut Cist 645)

ldquoPer favore accorrete percheacute non si uccidardquo

(10) it Prego si accomodi (LIP NA9)

(11) rum Atunci ndash zic eu ndash mă rog ţie nu mă lăsa ştiu că pot conta pe amiciţia (Caragiale

Momente 273 Livescu (2014))

ldquoAllora ndash io dico ndash ti prego non deludermi So di poter contare sulla tua amiciziardquo

(12) fr un cafeacute parisien srsquoil vous plaicirct demande mon pegravere (Fellous Avenue de France Fran-

text)

Infi ne alcuni elementi fungono da segnali contestuali quando servono ad esplici-

tare il legame tra parlante interlocutore e contesto deittico ad esempio con valore

mirativo come nel caso del lat ecce it ecco torsquo fr voilagrave negli esempi da (13) a (15)

(13) lat Ecce autem uxor obuiamst (Plaut Cas 969)

ldquoecco qua mia moglie che mi sbarra la stradardquo

(14) it Ecco il signore col quale dovete essere pronta di fare i pugni (Svevo La coscienza di Zeno cap VI)

(15) it torsquo la contessa Ortensia (Butti Fiamme nellrsquoombra 21)

Ciograve che accomuna i segnali funzionali egrave la realizzazione di una funzione prag-

matica a partire da elementi diversi (verbi avverbi congiunzioni o espressioni) Ci

concentriamo qui sui segnali interazionali poicheacute spesso hanno come caratteristica

comune lrsquoorigine deverbale

In diverse lingue i segnali interazionali sviluppano nuovi valori pragmatici in con-

testi dialogici seguendo percorsi ricorrenti ciclici e coerenti a livello interlinguistico

Questo succede percheacute i parlanti co-optano e ri-defi niscono lrsquouso di un termine nel

caso specifi co lrsquouso di una forma verbale a livello pragmatico6 In altre parole per

raggiungere i loro scopi interazionali i parlanti usano risorse linguistiche sfruttando

alcune sfumature di signifi cato di un termine allrsquointerno del contesto interazionale

Frequentemente questi sviluppi danno origine a processi di pragmaticalizzazione

ciclici diacronicamente diffusi e stabili che condividono molte caratteristiche con

percorsi di arricchimento pragmatico ampiamente noti come la riorganizzazione

strutturale del sistema della negazione nelle lingue romanze (Jespersen (1917))7 Il carattere ciclico dei processi implicati costituisce la lsquomeccanicarsquo del mutamento

pragmatico poicheacute evidenzia i processi e le cause che sono alla base di diversi per-

corsi di pragmaticalizzazione Qui si esemplifi cheragrave il ciclo di pragmaticalizzazione

6 Cfr Traugott Dasher (2002) Kaltenboumlck et alii (2011)7 Per approfondimenti ed esemplifi cazioni relativi ai cicli di pragmaticalizzazione cfr

Ghezzi Molinelli (2012) Molinelli (2010) e Hansen (2014)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

154

di alcuni marcatori interazionali di cortesia (MIC) che a partire dal latino quaeso ha

dato origine ad it prego fr je vous en prie rum mă rog

Questi processi interagiscono con lsquomeccanismirsquo del mutamento pragmatico

ovvero con le proprietagrave morfosintattiche delle strutture che sono alla base dei MIC

nel caso specifi co verbi performativi che hanno favorito i percorsi di pragmaticaliz-

zazione

In questo lavoro si analizza il carattere ciclico dei processi (la meccanica) mentre

si rimanda a Ghezzi (in stampa) per lrsquoesplicitazione dei meccanismi cioegrave delle pro-

prietagrave morfosintattiche dei verbi performativi di origine

Si esemplifi ca qui il carattere ciclico della formazione di segnali funzionali attra-

verso lrsquoanalisi dello sviluppo di MIC con valore richiestivo

Questo gruppo di MIC in genere ha la funzione pragmatica di favorire la coe-

sione sociale percheacute codifi ca

(a) le caratteristiche della relazione tra parlante e interlocutore

(b) la loro identitagrave sociale (il loro grado di potere e di distanza sociale allrsquointerno del contesto

comunicativo)

(c) il tipo di atto linguistico realizzato (una richiesta o unrsquoofferta)

Questi segnali sono dunque ancorati al contesto storico-sociale e alle norme socio-

culturali che lo caratterizzano Ogni atto linguistico infatti egrave anche un atto di iden-

titagrave (Le Page Tabouret-Keller (1985 315)) attraverso il quale il parlante colloca se

stesso e gli altri nello spazio sociale attraverso aspetti linguistici e pragmatici regole

di interazione sociale convenzioni socio-culturali in base ai quali un comportamento

ottiene un giudizio di appropriatezza

La considerazione globale di questi aspetti che costituisce lrsquolaquoetichetta comuni-

cativaraquo guida il parlante nelle sue scelte comunicative e lrsquoaspetto piugrave visibile di questa

applicazione egrave costituito dal sistema della cortesia (politeness cfr Brown Levinson

(1987))

Lrsquoetichetta comunicativa opera quindi nel contratto conversazionale tra i parlanti

nel singolo contesto comunicativo che varia al variare del contratto conversazionale

(laquorelativitagrave comunicativaraquo) Parallelamente varia in base al contesto socioculturale

che si differenzia tra culture ma anche in relazione al periodo storico di riferimento

nella medesima cultura (laquorelativitagrave socioculturaleraquo Blum-Kulka (1992))

Come esempio prendiamo qui in esame alcuni MIC in latino italiano rumeno e

francese In quanto MIC questi verbi mitigano la forza illocutiva di una richiesta e

hanno quindi una funzione coesiva a livello sociale analizzando dialoghi parlati o

scritti questi MIC tipicamente si riscontrano in atti potenzialmente minacciosi della

faccia come gli ordini e le richieste

In particolare il confronto interlinguistico tra latino e lingue romanze permetteragrave

ora di evidenziare alcuni processi simili di sviluppi funzionali il cui punto di partenza

egrave un verbo performativo e il punto drsquoarrivo egrave un MIC

MOLINELLI

155

2 I marcatori di cortesia da verbi performativi

Un verbo performativo quando diventa MIC ha la funzione di

(a) asserire la sinceritagrave del parlante (Busse (2002))

(b) indicizzare la deissi sociale poicheacute rifl ette la negoziazione del parlante dei bisogni dellrsquoin-

terlocutore anche sulla base del contesto storico-culturale di riferimento e conseguen-

temente delle nozioni di faccia positiva e negativa (cfr Brown Levinson (1987) Trau-

gott Dasher (2002) Held (2005))

(c) costituire una mossa di supporto con cui attenuare o mitigare una richiesta (cfr Ghezzi in stampa Culpeper Archer (2008 73-76) sullrsquoingl pray)

Tali proprietagrave costituiscono meccanismi fondamentali che favoriscono lrsquoavvio di

percorsi di pragmaticalizzazione Per le lingue qui in esame egrave possibile ricostruire

diverse fasi nello sviluppo dei MIC a partire dal valore performativo del verbo origi-

nario

Il punto di partenza latino egrave costituito da una coppia di verbi performativi (rogo

vs quaesoquaero a cui si aggiunge una terza forma precor per quanto meno atte-

stata) Uno di questi verbi egrave anche specializzato pragmaticamente come MIC giagrave nel

latino di Plauto quaeso

(16) Hoc quod te rogo responde quaeso (Plaut Merc 214)

ldquoRispondi a ciograve che ti chiedo per favorerdquo

(17) At ego patriam te rogo quae sit (Plaut Persa 635) ldquoMa ti chiedo qual egrave il tuo Paeserdquo

(18) tela precor pueri promite acuta magis (Prop 2 9 37)

ldquoVi prego fanciulli scagliate dardi piugrave acutirdquo

La coppia di temi quaes-rog- produce tre forme di cui una quaeso prevalente-

mente fossilizzata e solo di valenza interazionale lrsquoaltra quaero forma verbale con

paradigma ad alta produttivitagrave senza valenza pragmatica la terza rogo con entrambe

le possibilitagrave8 Questa situazione puograve essere raffi gurata con lo Schema 1 sottostante

Schema 1 - Sviluppi funzionali in latino

Il verbo quaerere con il signifi cato di ldquochiedere cercarerdquo a sua volta dagrave origine a

verbi romanzi con signifi cati diversi (it chiedere fr queacuterir spport querer rum a cere) nessuno dei quali perograve mantiene la funzione pragmatica latina

8 Cfr Molinelli (2010) e Ghezzi Molinelli (2012)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

156

Le evoluzioni pragmatiche delle forme latine nelle diverse lingue romanze sono

rappresentate nello Schema 2 Il valore di MIC del lat quaeso (in ovale nello schema)

si perde nelle lingue romanze

Schema 2 - Sviluppi pragmatici dei verbi performativi latini

quaeso rogo precor (gli ovali indicano i MIC)

In rumeno il valore di cortesia egrave assunto dal verbo di origine latina rogo attra-

verso lrsquoespressione formulaica vămă rog invece in italiano e in francese un altro

verbo performativo scarsamente attestato in latino (precor) assume il valore di MIC

(it prego fr je vous en prie)

Lrsquoesito romanzo dei tre verbi performativi latini non esaurisce le strategie pragma-

tiche per veicolare la cortesia ad esempio in francese coesistono le formule je tevous en prie e srsquoil tevous plaicirct entrambe originatesi da frasi mentre altre lingue (spagnolo

e portoghese) hanno progressivamente privilegiato strategie diverse attraverso lrsquouti-

lizzo di perifrasi nominali (ad es lo sp por favor) Lrsquoitaliano stesso ha entrambe le

possibilitagrave (prego e per favore) cfr es (19)

(19) a) rom Icircmi citeşti o poveste te rog

b) fr Srsquoil te plaicirct lis-moi une histoire

Tais-toi je trsquoen prie

c) sp Lee una historia por favor d) it Leggimi una favola per favoreti prego

Interessante al riguardo egrave il francese contemporaneo in cui coesistono anche se

non sempre con funzioni sovrapponibili le due varianti deverbali da plaire e prier

rispettivamente cfr es (20) e (21)

(20) Hilda Srsquoil te plaicirct Ne sois pas mon ennemie (Sartre Le diable et le bon dieu II 6 IV

Frantext)

(21) Rentrons chez nous disait-elle agrave Raymond je trsquoen prie (Garat Pense agrave demain Fran-

text)

MOLINELLI

157

Unrsquoindagine campione su opere teatrali del 1500 e del 1900 nel corpus Frantext

evidenzia una diminuzione di frequenza dei marcatori derivati da prier ed un aumento

di quelli aventi come base plaire9 (cfr Tabella 2)

Tabella 2 - Occorrenze e frequenze dei MIC derivati da plaire e prier in francese

MIC da plaire MIC da prier

occorrenze frnr10 occorrenze frnr10

1500 31 39 185 235

1900 89 109 101 124

3 I contesti drsquouso dei verbi

Lrsquoevoluzione dei contesti sintattici drsquouso delle forme qui prese in esame rifl ette

lrsquoevoluzione pragmatica dei MIC appena accennata

Nellrsquoacquisizione di valore pragmatico egrave importante sottolineare che i verbi per-

formativi considerati divengono progressivamente parentetici (Ghezzi Molinelli

(2012) Thompson Mulac (1991) sui verbi epistemici)

Per il latino lrsquoitaliano il francese e il rumeno egrave possibile ricostruire percorsi

paralleli in cui il verbo drsquoorigine passa dallrsquoessere predicato reggente di una subordi-

nata argomentale allrsquoavere un minor grado di legame sintattico con la proposizione

seguente allrsquouso parentetico Dal punto di vista del legame sintattico tra i due blocchi

si passa dunque dalla subordinazione alla coordinazione alla perdita di valore pre-

posizionale del MIC

Latino - quaeso

quaeso ut (es 22) quaeso + congiuntivo (es 23) gt

quaeso + imperativo (es 24) gt

quaeso (es 25)

(22) Blepharo quaeso ut aduocatus mihi adsis neue abeas (Plaut Amph 1037)

ldquoBelfarone (ti) prego di assistermi come avvocato e di non andartenerdquo

(23) quaeso videas ut satis honestum nobis sit eas Romae esse (Cic Att 7 14)

ldquoTi prego guarda che [hellip]rdquo (24) Hoc quod te rogo responde quaeso (Plaut Merc 214)

ldquoRispondi a ciograve che ti chiedo per favorerdquo

(25) haec cum inter gemitus lacrimasque fudissem detersit ille pallio vultum et ldquoquaesordquo inquit ldquoEncolpi fi dem memoriae tuae appellordquo (Petron 91 8)

9 Per il verbo plaire oltre alla voce plaicirct si sono considerate anche le forme plaise e pleirot10 Frequenza normalizzata per 100000 parole

CILPR 2013 ndash SECTION 2

158

ldquoE dopo aver pronunciato quelle parole in un profl uvio di gemiti e lacrime lui mi asciugograve

la faccia col mantello e disse ldquoPer favore Encolpio mi affi do alla tua memoriardquo

Italiano - prego

(io) tivi prego che (es 26) (io) tivi prego di (es 27) gt

ti vi La prego + imperativo (es 28) gt

prego (es 29 e 30)

(26) Io vi priego che voi il pigliate (Boccaccio Decameron II 1)

(27) Pregovi per tutte le sacre leggi drsquoamicizia e drsquo amore di non tradirmi (Goldoni Il servi-tore di due padroni I 20)

(28) Non glielo dite vi prego (Goldoni I puntigli domestici II 17)

(29) Alzate le mani gli astenuti prego (LIP MC)

(30) Grazie

Prego di niente

Francese - prier (Rickard (1982))

Je vous prie que + congiuntivo (es 31)gt

Je vous prie (deagrave) + infi nito (dal 1650) (es 32) gt

Je vous priesje trsquoen prie + imperativo (es 33) gt

Je vous priesje trsquoen prie (es 34)

(31) Je vos pri que vos me diez qui vos estes (La Queste del Saint Graal ed Pauphilet p 260

1115-16)

(32) Je vous prie de bien celler ce conseil (Livre du chevalier de la Tour Landry p 280)

(33) Je te prie laisse le en paix et me sers et je trsquoen sauray moult bon greacute (Froissart Chroni-ques Paris ms fr 2656 (80 v) 3-46)

(34) Horton laisse moy dormir je trsquoen prie (Froissart Chroniques Paris ms fr 2659 (64 v)

3-46)

Rumeno ndash a ruga

Vă Te rog să + congiuntivo (es 35)gt

Vămă rog + imperativo (es 36) gt

Măvă rog (es 37)

(35) Și rog și pre domnia voastră pre cari vă va dărui Dumnezeu cu domnia Țării Rumănești icircn urma noastră ori de veți hi de roada pacircntecelui nostru ori dintr-alt neam să nu călcați nici să stricați această pomeană a domniii mele ce o am făcut spre mare folos

lăcuitorilor Țării Rumănești[] (Hrisov Cacircmpulung 1669)

ldquoE domando a voi a cui il Signore faragrave dono dopo di noi del regno di Valacchia - che

siate o meno del nostro stesso sangue - di non togliere o danneggiare tutto ciograve che io ho

fatto di bene agli abitanti della Valacchiardquo

(36) Vină mă rog mai degrabă adăogă călăreţul (Urechia Coliba 96)

ldquoVenite prego il cavaliere aggiunserdquo

(37) Pe cine căutaţi mă rog domniilor voastre (Sadoveanu Fraţii Jderi 260)

ldquoChi cercate vi prego gentile signorerdquo

MOLINELLI

159

Osservando i percorsi di pragmaticalizzazione delle lingue qui analizzate egrave possi-

bile proporre alcune considerazioniNelle lingue in esame il verbo ha inizialmente diverse possibilitagrave sintattiche a

partire dallrsquoavere come argomento una subordinata esplicita introdotta da una con-

giunzione La struttura parattattica alternativa senza marca favorisce lo sviluppo

parentetico la cancellazione del complemento oggetto (tipicamente un pronome) egrave

possibile poicheacute coincide con il destinatario e diventa ridondante con lrsquoimperativoLrsquoaumento di frequenza del verbo con funzione parentetica nella periferia destra o

in posizione intermedia occorre tipicamente in un contesto volitivo11 che rappresenta

un importante contesto di transizione (anche contesto critico o contesto ponte) per lo

sviluppo della funzione pragmatica

Se per le lingue qui considerate il verbo nella periferia sinistra puograve ancora essere

interpretato come performativo nella periferia destra o in posizione intermedia ha

invece una chiara funzione parentetica di cortesia in questo caso potragrave essere inter-

pretato come una formula che attenua lrsquoimperativo ed esprime in modo saliente defe-

renza verso lrsquointerlocutore assumendo quindi valori intersoggettivi In tali contesti il

grado di forza illocutiva dellrsquoatto direttivo diminuisce gli elementi non verbali diven-

tano rilevanti e lrsquoatto puograve essere suddiviso in due nuclei pragmatici il primo che

contiene il verbo non piugrave interpretabile come performativo ma come parentetico con

funzione attenuativa il secondo che porta il carico della struttura informativaI verbi performativi latini e romanzi qui analizzati sono stati sottoposti a pro-

cessi di opacizzazione semantica progressiva fi ssazione morfosintattica del verbo

alla prima persona del presente indicativo rafforzamento delle funzioni pragma-

tiche e loro routinizzazione gli originari performativi sono diventati MIC grazie ad

uno sviluppo intrecciato di fattori di tipo sintattico e pragmatico indipendente dalla

struttura sintattica caratterizzante ciascuna lingua lrsquooriginario predicato si specia-

lizza nellrsquoassolvere solo un ruolo pragmatico di tipo interpersonale perde il suo ruolo

dal punto di vista morfosintattico e il suo contenuto proposizionale Di conseguenza

la frase originariamente subordinata acquisisce indipendenza sintattica e maggiore

importanza in termini di struttura informativa come risultato di una diminuzione del

legame morfosintattico con il contenuto informativo nella prima parte

4 In conclusione

Lrsquoanalisi della relazione tra meccanica e meccanismi del mutamento pragmatico

nella formazione dei MIC utilizzati per fare una richiesta considerando in partico-

lare latino italiano francese e rumeno ha evidenziato alcuni aspetti interessanti

I verbi che in latino hanno acquisito una funzione pragmatica come MIC (lat

quaeso amabo) non vengono ereditati dalle lingue romanze dove si formano MIC

11 Per il latino le completive non introdotte da ut per le altre lingue lrsquoimperativo cfr Molinelli Rizzi (1993)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

160

originati da predicati e sintagmi diversi con signifi cato analogo (in it prego fr je vous en prie rum vă rog) oppure diverso (fr srsquoil vous plaicirct it per favore) Il performativo

rogo spesso alternativo a quaeso pur non completando in latino il percorso di prag-

maticalizzazione rimane soltanto in rumeno

In modo del tutto simile a quanto descritto da Jespersen (1917) in relazione ai cicli

della negazione questi che defi niamo cicli di pragmaticalizzazione rappresentano

processi ricorrenti produttivi e iterativi alla base della lsquomeccanicarsquo del mutamento

pragmaticoQuesti sviluppi funzionali a livello pragmatico correlano con alcuni lsquomeccanismirsquo

e mutamenti a livello formale Come si egrave dimostrato per le lingue qui prese in esame

nelle fasi iniziali il processo di pragmaticalizzazione egrave favorito da alcune proprietagrave

semantiche e pragmatiche delle fonti dei MIC (ad es il valore performativo dei verbi)

mentre in fasi successive il processo viene rinforzato da due fenomeni lrsquoaumento nella

libertagrave sintattica del verbo originario rispetto alla struttura della frase e la fi ssazione

della forma

I mutamenti sociali e culturali che caratterizzano il contesto linguistico di rife-

rimento hanno certamente un ruolo in questi cicli di pragmaticalizzazione Lrsquoevolu-

zione del sistema francese egrave un esempio interessante il fr je vous (en) prie egrave ancora

frequente come MIC ma la variante concorrente srsquoil vous plaicirct sembra essersi impo-

sta Un simile sviluppo egrave stato analizzato in alcuni studi sullrsquoinglese in cui pray egrave stato

progressivamente sostituito da please probabilmente proprio per contatto dal fran-

cese (Lutzky - Demmen (2013) Akimoto (2000 79) Traugott Dasher (2002 255))

Busse (2002 31) spiega questo sviluppo sulla base di un cambiamento nelle strate-

gie legate alla cortesia e sostiene che laquoa shift in polite requests has taken place from

requests that assert the sincerity of the speaker (I pray you beseech you etc) to those

that question the willingness of the listener to perform the request (please)raquo Questo

farebbe pensare ad una sostituzione di un marcatore orientato al parlante (je vous en prie) ad un marcatore orientato allrsquointerlocutore (srsquoil vous plaicirct) che ben rappresenta

un mutamento generalizzato da cortesia positiva a negativa

A tal proposito Bax (2010 67) afferma

[t]he current preoccupation with other-face differs materially from historically earlier

conceptions Not only is [hellip] early modern politeness display primarily a device for self-pres-

entation and self-assertion (with a degree of recognition or enhancement of the addresseersquos

face as a side effect at best) there is every appearance that earlier on during the medieval

millennium minding onersquos manners was also generally motivated by lsquoselfi shrsquo reasons

I segnali interazionali una volta di piugrave mostrano la rilevanza della nozione di

lsquovalorersquo di saussuriana memoria poicheacute un elemento acquisisce valore (signifi cato

norme drsquouso) solo allrsquointerno del contesto anche extralinguistico in cui egrave usato

Universitagrave di Bergamo Piera MOLINELLI

MOLINELLI

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163

Latinum Circa Romanccedilum1

Eacutetude sur la langue de la Vita Sancte Eufrosine (BHL Nordm 2722)

du manuscrit H55 de la Bibliothegraveque interuniversitaire de

Montpellier (BuM)

1 La sociolinguistique diachronique

Les eacutetudes sur les systegravemes linguistiques en usage dans la Romania principale-

ment la Galloromania pendant lrsquoAntiquiteacute tardive et le Haut Moyen-Age ont eacuteteacute

renouveleacutees agrave partir de la fi n des anneacutees quatre-vingt par la sociolinguistique diachro-

nique ou reacutetrospective (Cotelli 2009) illustreacutee en France par les travaux de Michel

Banniard (1992)

Notre communication se situe dans ce courant de recherches tout en srsquoen distin-

guant par un refus de lrsquoexclusion a priori de recherches plus traditionnelles fondeacutees

sur la grammaire historique et la philologie classique drsquoun cocircteacute (Vielliard 1927 Pei

1932) drsquoune approche reconstructrice plus reacutecente deacuteveloppeacutee par R de Dardel

(1996 1958) de lrsquoautre

Nous appliquerons la deacutemarche sociolinguistique agrave un texte hagiographique du

VIIe siegravecledeacutebut du VIIIe siegravecle la Vita Sancte Eufrosine

2 Vita Sancte Eufrosine

La Vita Sancte Eufrosine (BHL Ndeg2722) a eacuteteacute transmise dans le manuscrit BuM

H55 fol 139r-142v originaire de Lorraine ou de la Bourgogne du Nord et datant du

deacutebut du IXe siegravecle Elle fut eacutecrite agrave partir du folio 140v par un scribe de lrsquoeacutecole de

Metz (style Angilram) (De Stryker Gribomont 1965 368-370 Bischoff 1998 2004

II 198 Nordm2822 Moretus 1915-1916 251-255) Lrsquoeacutetude de la langue du texte suggegravere

toutefois une premiegravere reacutedaction au VIIedeacutebut du VIIIe s (Boucherie 1871 24)

Le texte rapporte lrsquohistoire drsquoune jeune fi lle Euphrosyne ayant peut-ecirctre veacutecu agrave

Alexandrie au Ve s qui refusant de se marier se travestit en homme et se retire dans

un couvent de moines Elle y vivra heureuse et estimeacutee par les moines pendant 38 ans

1 Luumldtke (1964 19) lrsquoexpression est tireacutee de Meneacutendez Pidal Oriacutegines del espantildeol EspasaCape 1964 459 Cette communication est fondeacutee sur notre thegravese de doctorat Reisdoerfer (2006)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

164

accueillant et consolant mecircme son propre pegravere effondreacute par la perte de sa fi lle Ce

nrsquoest qursquoau seuil de la mort qursquoelle reacuteveacutelera sa veacuteritable identiteacute2

La vita fait partie drsquoune seacuterie de reacutecits hagiographiques apparus entre le IVe et le

VIIe s sur une aire greacuteco-orientale qui racontent tous avec des variantes lrsquohistoire

drsquoune monachoparthenos drsquoune jeune fi lle qui se travestit en homme et souvent se

retire dans un couvent de moines3

La citation liminaire de notre communication deacutecrit bien la latiniteacute du texte lati-num circa romanccedilum maxime coram laicis un latin preacutepareacute pour ecirctre reacuteciteacute devant

une communauteacute de laici en passe de perdre son latin (VIIedeacutebut du VIIIe s) ou

lrsquoayant deacutejagrave perdu (deacutebut du IXe s)4

3 Eacutetude de la langue de la Vita Sancte Eufrosine

Nous chercherons drsquoabord agrave mettre en eacutevidence comment le scribe a adapteacute un

texte reacutedigeacute agrave lrsquoorigine dans un latin eacutecrit tardif (deacutesormais LET IIIe-Ve s) pour un

auditoire pratiquant un latin parleacute tardif de phase 2 employeacute aux Ve-VIIe s (deacutesor-

mais LPT2) en recourant ainsi agrave la terminologie de Banniard (2006 32-33) Nous

nous appuyons sur un modegravele communicatif fonctionnant dans une situation de com-

munication verticale orale dans un contexte religieux Aux VIIendashIXe s des audi-

toires drsquoillitterati continuaient drsquoavoir une maicirctrise passive acceptable drsquoeacutenonceacutes en

latin eacutecrit tardif (IIIe-Ve s) Au niveau seacutemantique les mots latins eacutetaient globale-

ment compris La morphologie et les structures syntaxiques de base du LET parfois

directement heacuteriteacutees du latin classique eacutecrit subsistent souvent agrave cocircteacute de formes et de

structures nouvelles

(i) futur saluaueris (I 80 l 210)5

(ii) passif suscipitur (I 56 l 97)

(iii) deacuteponents loquebatur (I 104 l 347 l 351)

(iv) marquage du compleacutement de nom par le geacutenitif curam habens pauperum (I 38 l 6)

(v) ablatif absolu Et congregatis omnibus fratribus (I 82 l 229)

(vi) AcI Et iussit abbas foras de monasterio hellip manere patrem cum puella (I 48-50 l 56-58)

La maicirctrise passive du LET aux VIIendashIXe s devrait srsquoexpliquer entre autres par le

fait que les illitterati restaient en contact avec cette langue par le biais du latin drsquoeacuteglise

auquel ils eacutetaient confronteacutes dans leurs pratiques religieuses Afi n de captiver les

auditoires drsquoillitterati et drsquoeacuteviter les problegravemes de compreacutehension il eacutetait cependant

devenu indispensable drsquoadapter des textes reacutedigeacutes en LET c-agrave-d de les rapprocher

sur le plan du lexique du phoneacutetisme et de la morphosyntaxe du LPT2 familier agrave

2 Sur la vie de sainte Euphrosyne cf Bautz (1990-)3 Sur lrsquointerpreacutetation du thegraveme de la monachopartheacutenie cf Reisdoerfer (2011)4 Sur la langue du texte cf Selig (1989 123) (1992 152)5 Les reacutefeacuterences aux pages et aux lignes renvoient agrave notre eacutedition (2006) accessible en ligne

REISDOERFER

165

lrsquoauditoire6 Cela eacutetait drsquoautant plus neacutecessaire pour des textes destineacutes agrave ecirctre reacuteciteacutes

en public7 pour assurer non seulement la compreacutehension du texte mais aussi la fl u-

iditeacute de la reacutecitation le lector devait avoir sous les yeux un texte preacutepareacute qui sur le

plan de la phoneacutetique drsquoabord et surtout8 du lexique et de la morphosyntaxe ensuite

se rapprochait de la langue pratiqueacutee par lrsquoauditoire Or la mise en eacutevidence tregraves fi ne

de ces adaptations est faciliteacutee en lrsquooccurrence par lrsquoexistence de diffeacuterentes versions

du mecircme texte9

(1) version A ms H55 BuM reacutedigeacutee en latin meacuterovingien (latin eacutecrit tardif de phase 2)

editio princeps Boucherie (1871) cf eacutegalement Reisdoerfer (2006)

(2) version B reacutedigeacutee en latin eacutecrit tardif des IIIe-Ve s et conserveacutee dans deux manuscrits

(a) ms 168 fol 211r-212v Bibliothegraveque municipale de Valenciennes fi n du XIIIe s eacutecriture

italienne () abbaye de Saint-Amand Molinier-Liegravevre (1894 XXV 259-260) editio princeps Reisdoerfer (2011) (BmV)

(b) le texte fragmentaire du ms U3 fol 16r-16v de la Bibliothegraveque municipale de Rouen XIe

s abbaye de Feacutecamp Poncelet (1904 156) editio princeps Reisdoerfer (2002) (BmR)

La comparaison entre les versions A et B en faisant clairement ressortir les adap-

tations opeacutereacutees par le scribe du VIIedeacutebut du VIIIe s nous donnera non seulement

de preacutecieux renseignements sur les modaliteacutes de la communication verticale du VIIe s

jusqursquoau deacutebut du IXe s mais entrouvre surtout une petite fenecirctre sur la langue orale

pratiqueacutee par les laici au moment mecircme ougrave se preacuteparait le passage de la latinophonie

agrave la romanophonie

4 Les adaptations

41 Adaptations phoneacutetiques

Drsquoapregraves le modegravele communicationnel adopteacute il fallait srsquoattendre agrave ce que les adap-

tations phoneacutetiques soient les plus nombreuses et les plus manifestes Elles confegraverent

au texte son identiteacute meacuterovingienne

On relegraveve entre autres le marquage de la fermeture de certaines voyelles

(a) Ē accentueacute transcrit par la graphie ltigt

Rogo uos fratres labores sustenḭte unam septimanam (I 96 l 303) sustinete (BmV p

243)

Drsquoapregraves Vielliard (1927 5) et Pei (1932 20) le passage de Ē accentueacute agrave i est un des

faits marquants du latin meacuterovingien La graphie ltigt pourrait transcrire une pronon-

6 Sur lrsquoadaptation de textes hagiographiques agrave lrsquoeacutepoque meacuterovingienne cf Banniard (1992 259-261) et Luumldtke (2009 588-593)

7 Sur la lecture agrave haute voix de textes hagiographiques agrave lrsquoeacutepoque meacuterovingienne cf Banniard (1992 256 258)

8 Cf Luumldtke (2009 583-584) 9 Sur cette maniegravere de proceacuteder cf Auernheimer (2003 46)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

166

ciation tregraves fermeacutee de ē tendant vers i (Stotz 1996 III 15 sect12) ou bien eacuteventuellement

annoncer deacutejagrave la diphtongue ei (VIe s Zink 1986 57-59) attesteacutee en ancien-fran-

ccedilais10 Ē inaccentueacute aboutit eacutegalement tregraves souvent agrave i surtout apregraves -s 11 Au sud de

lrsquoItalie -i a eacuteteacute conserveacute (Bec 1970 I 106) Enfi n Ĕ inaccentueacute passe eacutegalement agrave i dans toutes les positions12

(b) Ō accentueacute transcrit par la graphie ltugt

Deus qui cognusces hominem antequam natus sit [hellip] (I 52 l 76-78) cognoscis (BmR

p 715 BmV p 237)

Ō accentueacute libre ou fermeacute aboutit souvent agrave -u- On admet geacuteneacuteralement que sous

lrsquoaction du bouleversement quantitatif Ō accentueacute a ducirc se fermer agrave tel point que sa

prononciation se rapprochait de celle de -u- 13 On observe un traitement semblable

pour Ō et Ŏ inaccentueacutes Ces fermetures pourraient marquer un affaiblissement de

la voyelle -o

42 Adaptations morphologiques

421 Modifi cations seacutemantiques

Nous traiterons ici lrsquoeacutevolution seacutemantique de ille qui de deacutemonstratif proprement

dit agrave valeur deacuteictique devient entre autres un anaphorique reprenant un eacuteleacutement citeacute

preacuteceacutedemment dans le texte

[hellip] inuentus est ibidem onus senex seruos Dei orans adtentissime in ipsa ecclesia [hellip] Et uidit illum ipsa castissima [hellip] (I 64 l 139-142) eum (BmV p 238)

Les occurrences de ille anaphorique sont attesteacutees degraves le 1er s apregraves J-C en latin

parleacute (Vaumlaumlnaumlnen 1981 120 sect270) et des pronoms de rappel baseacutes sur ille se retrouvent

dans pratiquement toutes les langues romanes (Alliegraveres 2001 53-66)

422 Reacuteductions de traits grammaticaux14

(a) On observe la simplifi cation du systegraveme des pronoms relatifs

(1) On trouve qui agrave la place de quae (nomin f sg)

fi lia mea qui de lumbus meis exiuit [hellip] (I 106 l 362-363) fi lia mea quae (BmV p

245)

(2) et quem agrave la place de quam

Vade in ecclesia quem construcxit Theodosius imperatur [hellip] (I 64 l 134-135) quam

(BmR p 716 BmV p 238)

10 Pei (1932 20) Vielliard (1927 9) pour lrsquoanc-fr cf Foucheacute (1952-1961 II 223-224) et ibid la Remarque I p 224 Bourciez (1967 71-73 sect54)

11 Pei (1932 44-46) Vielliard (1927 22-24) Bonnet (1968 106-13) Stotz (1996 III 18-20 sect14)12 Pei (1932 39-44) Vielliard (1927 18-22) Stotz (1996 23-24 sect165-168)13 Pei (1932 30) Vielliard (1927 13-14) Bonnet (1968 126-30) Stotz (1996 III 48-51 sect39)14 Sur la reacuteduction grammaticale c-agrave-d la suppression de traits grammaticaux cf de Dardel

(2007b 108)

REISDOERFER

167

Les quelques occurrences de notre texte reacutevegravelent une tendance vers la simplifi -

cation de la morphologie des relatifs par lrsquoabolition des distinctions de genre et de

nombre Qui devient le pronom relatif sujet du masculin et du feacuteminin quem le pro-

nom relatif cod singulier et pluriel du masculin du feacuteminin et du neutre Cette sim-

plifi cation eacutetait favoriseacutee par lrsquoeacutebranlement geacuteneacuteral du systegraveme casuel et des confu-

sions au niveau phoneacutetique qui quae et quem eacutetant prononceacutes indiffeacuteremment KE15

(b) On procegravede aussi agrave la reacutegularisation des paradigmes verbaux

Dum autem non potebat portare dolores pater puelle [hellip] (I 94 l 294-295) poterat

(BmR p 718) posset (BmV p 243)

En latin lsquovulgairersquo (Vaumlaumlnaumlnen 1981 136 sect315) et meacuterovingien (Vielliard 1927

174) lrsquoimparfait classique de posse ldquo pouvoir rdquo poteram fut lsquoreacutegulariseacutersquo en potebat potibat16 On retrouve la mecircme reacutefection de formes anomales pour le paradigme de

uelle ldquo vouloir rdquo lorsque uult est refait en uolit forme rattacheacutee agrave uolēre (Bec 1970 I

it XVII 1 p 143)

(c) Imperfectum pro perfecto(1) Dum autem non potebat portare dolores pater puelle ambolabat ad ipso monasterio et actauit se ante pedes beati abbatis [hellip] (I 94 l 294-296) ambulauit (BmR 718

BmVp 243)

(2) Et uidit illum ipsa castissima salutabat eum dixitque ei puella [hellip] (I 64-66 l 142-143)

salutauitque (BmR p 716) salutauit (BmV p 238)

Nous avons releveacute un certain nombre drsquooccurrences drsquoimparfaits notamment avec

le verbe ambulare17 deacutesignant une action de la trame eacuteveacutenementielle et remplaccedilant

donc un parfait18 Vielliard (1927 222-23) et Pei (1932 278-279) relegravevent la mecircme sub-

stitution dans leur corpus Le pheacutenomegravene est eacutegalement analyseacute par Haverling (2005

170-171) (1999 368-369) Il est malaiseacute de lrsquoexpliquer Il se pourrait que le LPT2 ait

peu ou prou abandonneacute le parfait classique qui avait le deacutesavantage de preacutesenter une

morphologie complexe (Serbat 1994 125-126) pour le remplacer en partie par lrsquoim-

parfait et en partie par le nouveau parfait analytique du type episcopum inuitatum habes (Serbat 1994 126-127) Ce dernier devait toutefois ecirctre employeacute drsquoabord au

sens drsquoun parfait comme le montre la situation en ancien-franccedilais parleacute (Foulet 1974

227-228 sect329-330) Il se peut eacutegalement que le LPT2 ait eacuteteacute infl uenceacute par le vieux-

haut-allemand qui au passeacute ne connaissait qursquoun seul temps le preacuteteacuterit (Schrodt

2004 127 sect121 16-18 sect8)

15 Vielliard (1927 148-49) Bonnet (1968 389-90) Pei (1932 175-180) et Loumlfstedt (1911 131-33) pour la situation dans les langues romanes cf Bec (1970 I it IV 3 p 76 occ I 19 p 417-418 cat I 24 p 473-474) Joly (2012 80-82)

16 Pour les langues romanes cf Bec (1970 I it V 10 p 83-84)17 Le sens premier inacheveacute drsquoambulare ldquo se promener rdquo attire lrsquoimparfait Serbat (1994 120)18 Sur le systegraveme imparfait-parfait en latin cf Ernout (1951 223-224 sect244) et Haverling (2005

165-166)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

168

423 Innovations

La premiegravere innovation est la formation drsquoun article

(1) In una autem die fuit festiuitas dedicationis monasterii et transmisit abbas fratrem de

monasterio ut inuitaret patrem puelle in ipsam festiuitatem accedere ad illos hellip Audiens autem castissima puella rogauit introducere ipso monacho [hellip] (I 54-56 l 86-89 91-92)

introducere ipsum monachum (BmR 715) monachum introire (BmV p 237) [hellip] ἡ Εὐφροσύνη προσκαλεῖται τograveν ἀδελφoacuteν Boucherie (1883 198)

(2) Et frequentabat se in ipso monasterio [hellip] (I 100 l 326) monasterium (BmV p 244)

ἀπέρχεται είς τὸν κοινόβιον Boucherie (1883 202)

Notre texte recourt essentiellement agrave lrsquoarticloiumlde ipse (Aebischer 1948) alors que

ille pourtant promis agrave un si bel avenir comme article dans les langues romanes rem-

place surtout lrsquoanaphorique is

Dans la Vita Sancte Eufrosine ipse peut ecirctre (a) deacutemonstratif (b) emphatique =

ille (c) anaphorique (Selig 1992 154-155) (d) article (e) synonyme de idem (Selig

1992 153-156) (f) intensif (emploi canonique) Lrsquoemploi de ipse comme article nrsquoest

jamais obligatoire Le groupe ipse laquo article raquo + nom est donc toujours un syntagme mis

en eacutevidence (Selig 1992 184-185 208)

Ipse articloiumlde a en geacuteneacuteral la double valeur drsquoactualisateur19 et drsquoanaphorique

Dans le syntagme ipso monacho (1) ipse actualise le nom et renvoie en mecircme temps

au syntagme fratrem de monasterio20 Dans lrsquoexemple (2) la valeur anaphorisante est

plus vague et crsquoest surtout la fonction drsquoactualisateur qui domine Le mot accompagne

souvent des personnages ou des eacuteleacutements importants du reacutecit Enfi n ipse articloiumlde

eacutetait deacutejagrave preacutesent dans la version B (LET des IIIe-Ve s) et son emploi fut simplement

eacutetendu dans la version meacuterovingienne A

Plusieurs causes ont eacuteteacute avanceacutees pour expliquer lrsquoeacutemergence drsquoarticles en latin

parleacute (Selig 1992 79-105) comme la neacutecessiteacute de marquer par la preacutedeacutetermination

le cas le genre et le nombre de substantifs dont lrsquoeacutevolution phoneacutetique avait changeacute

voire fait disparaicirctre les deacutesinences (Selig 1992 82-86) Relevons deux faits pour la

Vita Sancte Eufrosine (a) dans ce texte traduit du grec lrsquoemploi de lrsquoarticle fut favo-

riseacute par lrsquoexistence drsquoun article dans la langue source (b) lrsquoemploi de lrsquoarticloiumlde ipse

actualisateur surtout de lexegravemes importants et anaphorique renforce la coheacutesion et la

clarteacute et partant la compreacutehension drsquoun texte probablement reacuteciteacute devant un public

dont la latinophonie eacutetait devenue chancelante et qui avait besoin de repegraveres et de

structures clairs (Selig 1992 145)

Vnus est utiliseacute comme article indeacutefi ni (cf ex1)21 Lrsquoarticle indeacutefi ni est moins

freacutequent que le deacutefi ni La structure unus article indeacutefi ni + nom est deacutejagrave en place dans

19 Guillaume (1919 19-25) Selig (1992 107-110)20 Sur cet emploi cf Ledgeway (2012 90)21 Sur lrsquoarticle indeacutefi ni dans la Vita Sancte Eufrosine cf Selig (1992 76-77)

REISDOERFER

169

la version B (LET des IIIe-Ve s) les prodromes de lrsquoeacutevolution se manifestant deacutejagrave en

latin classique et en latin classique parleacute

43 Adaptations syntaxiques

431 Reacuteductions

(a) On observe le deacutemantegravelement du systegraveme hexacasuel

(1) [hellip] venit pater eius de platea ciuitatis et interrogauit monacho [hellip] (I 62 l 125-126)

monachum (BmR p 716 BmV p 238)

(2) Audiens autem ipse pater sponso con fi lio quid contegit [hellip] (I 88 l 258-259) ipse pater sponsi (BmV p 242)

(3) [hellip] uenit pater suus in monasterio et post orationem dixit ad abbati [hellip] (I 108 l 371-

372) abbati (BmV p 246)

(4) Voles uidere bonum hominem eunuchus de palatium Thodosio imperatori retrusum (I 100 l 328-330) Theodosii imperatoris (BmV 244)

Le systegraveme casuel est fortement eacutebranleacute dans notre texte qui preacutesente par exem-

ple pour la 2e deacuteclinaison du masculin une pluraliteacute de systegravemes imbriqueacutes les uns

dans les autres

(1) un systegraveme bi-casuel cas sujetcas reacutegime en -o qui exprime des fonctions aussi diverses

que lrsquoaccusatif le datif le compleacutement de nom le compleacutement preacutepositionnel

(2) un systegraveme bi-casuel cas sujetcas reacutegime qui exprime toutefois les fonctions datif et

compleacutement de nom par les preacutepositions ad et de (3) un systegraveme tri-casuel cas sujet cas reacutegime

1 et cas reacutegime

2 ougrave le cas reacutegime

2 issu du datif

du latin classique sert agrave marquer les compleacutements de nom (Herman 2000 56-57)

Les systegravemes (1) et (2) annoncent deacutejagrave les structures de lrsquoancien-franccedilais (Joly

2012 216-234) La disparition du systegraveme casuel correspond drsquoabord agrave une dynamique

profonde des langues europeacuteennes vers un syncreacutetisme des cas (Serbat 1994 66) Ce

mouvement sera renforceacute et acceacuteleacutereacute en latin par les imperfections du systegraveme mecircme

(la plurifonctionnaliteacute de certaines deacutesinences domino pour le datif et lrsquoablatif) et

les eacutevolutions phoneacutetiques affectant ces deacutesinences Ainsi apregraves la fermeture de -o- en -u- et la chute du -m agrave lrsquoaccusatif singulier la deacuteclinaison de dominus au singulier

en latin parleacute du 1er siegravecle apr J-C ne preacutesentera-t-elle que 3 formes diffeacuterentes

nominatif dominus geacuten domini dat-acc-abl domino

(b) Dum devient lrsquounique conjonction causalo-temporelle avec les sens ldquo lorsque rdquo (ex 1) et

ldquo parce que rdquo (ex 2)

(1) Dum autem uidit sancta castissima ancilla Dei se paratam esse ut migraret de hoc seculo ad Dominum rogat uenire patrem suum [hellip] (I 110 l 389-391) Ut (BmV p 246)

(2) [hellip] illi non potuit recognuscere fi liam suam dum de nimiam adfl ictioni sui fuerat affl icta [hellip] (I 102 l 337-339) Quia (BmV p 244)

Le systegraveme des causalo-temporelles simplifi eacute dans notre texte est domineacute par

une seule conjonction dum (avec 29 occurrences) avec une pluraliteacute de sens ldquo tant

CILPR 2013 ndash SECTION 2

170

que pendant que quand lorsque puisque parce que comme rdquo22 Dum est geacuteneacutera-

lement suivi de lrsquoindicatif parfois du subjonctif surtout du subjonctif plus-que-par-

fait introduit probablement sous lrsquoinfl uence de cum23 Agrave cocircteacute de dum temporel on

trouve deux occurrences de quando une de quomodo La causaliteacute peut eacutegalement

ecirctre exprimeacutee par quia Les occurrences du texte montrent que lrsquoextension du sens

de dum et lrsquoaugmentation de sa freacutequence drsquoemploi ont deacutejagrave commenceacute en latin eacutecrit

tardif et que le pheacutenomegravene srsquoest simplement renforceacute en latin meacuterovingien Dans les

langues romanes la conjonction a laisseacute peu de traces mentre ldquo tandis que rdquo en vieil-

italien (Bec 1970 I ital II 1 41-42) et (en) dementres que ldquo pendant que rdquo24 en ancien-

franccedilais issu de lat dum interim (Ernout 1985 187 b) Le deacuteveloppement de dum

en conjonction causalo-temporelle unique semble donc drsquoabord ecirctre une eacutevolution

limiteacutee aux diffeacuterents systegravemes latins postclassiques

432 Innovations

Lrsquoeacutevolution vers un ordre des mots roman est une innovation importante On la

trouve dans

[hellip] rogauuit itaque pro suum fi lium [hellip] (I 48 l 47-48) pro fi lio suo (BmV p 236)

Lrsquoexemple de la version meacuterovingienne preacutesente deacutejagrave une structure romane lsquodeacuteter-

minant ndash deacutetermineacutersquo (comme fr son fi ls) alors que le manuscrit de la BmV conserve la

structure latine lsquodeacutetermineacute ndash deacuteterminantrsquo

44 Les adaptations lexicales

Le lexique change peu drsquoune version agrave lrsquoautre Dans les passages suivants

(1) [hellip] Vir autem suus in grandem tribulationem erat [hellip] (I 38 l 9) [hellip] magna [hellip] (BmV

p 235)

(2) Vidensque eum mulier in merore uallido (I 40 l 12) uxor sua (BmV p 235)

nous avons releveacute deux remplacements remarquables deux termes pratiquement pan-

romans grandis REW 327b et mulier REW 472a remplacent les mots du latin clas-

sique magna et uxor

5 Conclusions

Ce texte donne un premier aperccedilu sur la complexiteacute de la situation linguistique

dans lrsquoest de la France en Lorraine ou en Bourgogne aux VIIe s et deacutebut du VIIIe s

(a) La population eacutetait probablement multilingue pratiquant soit passivement soit

activement des langues germaniques (langues franque burgonde25) un latin tardif des

22 Sur dum causal cf Hofmann et al (1972 613-614 sect 330)23 Vielliard (1927 235-236) Bonnet (1890 685-686) Hofmann et al (1972 614-615 sect 330)24 Godefroy (1881 2 498c-499a DMF sub endementres25 Sur le bilinguisme dans le royaume franc cf Polenz (2009 29)

REISDOERFER

171

IIIe-Ve s et un latin tardif des Ve-VIIe s se rapprochant deacutejagrave drsquoun roman eacutevoluant par la

suite en ancien-franccedilais le latinum circa romanccedilum

(b) Il est probable que non seulement les lettreacutes les clerici mais aussi les illitterati continuaient

agrave avoir au moins une connaissance passive du latin tardif des IIIe-Ve s

(c) La langue que tous clerici et illitterati devaient pratiquer activement est selon nous un

latin en mutation au niveau de la phoneacutetique de la grammaire surtout moins au niveau

du lexique Ces mutations tantocirct eacuteloignent cette langue du diasystegraveme latin en annonccedilant

un systegraveme roman (systegravemes casuels relatif) tantocirct se situent encore agrave lrsquointeacuterieur du

diasystegraveme latin (extension de lrsquoemploi de dum) Nous avons deacutenommeacute ce latin avec

Banniard latin parleacute tardif de phase 2 (Ve-VIIe s)

(d) Au regard de ces mutations drsquoaucuns (R de Dardel 2007a 14-15 R Wright 1982

43-44 261-262) vont plus loin encore en admettant que cette langue soit par rapport

au diasystegraveme latin une veacuteritable lsquolangue par distanciationrsquo une langue Abstand (Kloss

1978) langue qursquoon pourrait appeler protoroman et qui serait le preacutedeacutecesseur direct de

lrsquoancien-franccedilais

(e) Pour plusieurs raisons nous pensons que cette langue parleacutee qui apparaicirct parfois sous

le latin eacutecrit tardif des Ve-VIIe s se situe toujours dans un diasystegraveme latin Certains

domaines geacuteneacuteralement consideacutereacutes comme caracteacuteristiques pour le passage du latin au

franccedilais26 notamment le passif analytique ne sont guegravere toucheacutes par les variations Quant

au lexique il reste solidement ancreacute dans le diasystegraveme latin Lrsquointercompreacutehension entre

une personne pratiquant le LPT2 (VendashVIIe s) et une autre recourant au LET de phase 2

des Ve-VIIe s (le latin meacuterovingien) voire au LET (IIIe-Ve s) paraicirct eacutegalement assureacutee

(f) La langue de base du texte le latin eacutecrit tardif des Ve-VIIe s appeleacute communeacutement latin meacuterovingien repreacutesente agrave nos yeux une tentative originale lanceacutee par les clerici pour

faire du latin parleacute tardif de phase 2 une lsquolangue par eacutelaborationrsquo une langue Ausbau

(Kloss 1978) ancreacutee toutefois dans la latinitas et fonctionnant dans lrsquoadministration

le notariat notamment et dans le domaine religieux La politique linguistique de

la reacuteforme carolingienne (Admonitio generalis27) en procircnant un retour au latin des

Pegraveres de lrsquoEacuteglise en insistant sur la correction grammaticale des textes et en exigeant

la prononciation de chaque graphegraveme a mis fi n agrave cette expeacuterience et a lanceacute drsquoun

cocircteacute le latin du moyen-acircge de lrsquoautre une formidable dynamique drsquoeacutemancipation et

drsquoeacutelaboration du latinum circa romanccedilum qui eacutevoluera en ancien-franccedilais

Mais lagrave nous quittons deacutefi nitivement le monde antique pour entrer de plain-pied

dans la civilisation du medium aevum

Institut grand-ducal Luxembourg Joseph REISDOERFER

26 Pour ces domaines cf par exemple Ledgeway (2012 2-3)27 Sur ces textes cf Auernheimer (2003 108-123)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

172

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Lat tepidus fr tiegravede ital tiepido eacutetude lexicale

Lrsquoadjectif tepidus appartient agrave la seacuterie latine des adjectifs de tempeacuterature qui

comprend notamment frīgidus (ldquo froid rdquo) calidus (ldquo chaud rdquo) feruidus (ldquo brucirclant rdquo)

ou encore gelidus (ldquo geleacute rdquo) Tepidus renvoie agrave une notion relative situeacutee entre les

deux antonymes que sont calidus et frigidus et se traduit habituellement par ldquo tiegravede rdquo

Il appartient agrave une importante famille lexicale qui associe adjectifs en -idus verbes

drsquoeacutetat en -ēre et substantifs en -or1 Les adjectifs qui preacutesentent le suffi xe -idus laquo deacutecri-

vent les diffeacuterents facteurs exteacuterieurs ou inteacuterieurs (aux ecirctre animeacutes ou inanimeacutes)

qui peuvent affecter lrsquohomme dans son rapport avec lui-mecircme ou avec le monde raquo

(Sznajder 2002 59) Les adjectifs de tempeacuterature trouvent donc parfaitement leur

place dans cette seacuterie

Notre objectif dans la ligne des eacutetudes de typologie lexicale actuelles2 consacreacutees

au domaine de la tempeacuterature est de deacuteterminer le champ drsquoapplication de cet adjec-

tif en latin agrave quel type de tempeacuterature fait-il exactement reacutefeacuterence Par ailleurs

drsquoun point de vue seacutemantico-reacutefeacuterentiel la notion de tieacutedeur est-elle deacutefi nie par rap-

port au chaud (plus froid que chaud) par rapport au froid (plus chaud que froid) ou

indiffeacuteremment par rapport agrave lrsquoune ou lrsquoautre de ces deux notions Y a-t-il des entiteacutes

qui suscitent un systegraveme speacutecifi que drsquoeacutevaluation de la tempeacuterature Quelles sont les

meacutetaphores associeacutees agrave la notion de tieacutedeur en latin

Nous procegravederons agrave une comparaison avec lrsquoadjectif signifi ant ldquo tiegravede rdquo en franccedilais

contemporain en nous demandant si fr tiegravede srsquoemploie dans les mecircmes conditions que

lat tepidus Pourquoi la notion de tieacutedeur qui est graduable en latin ne lrsquoest-elle pas

en franccedilais Un parallegravele sera aussi fait avec lrsquoitalien tiepido

Le deacutepouillement des textes latins srsquoest fait agrave lrsquoaide de la Library of Latin texts

(series A) de Brepols Notre recherche a porteacute sur une peacuteriode allant des plus

anciennes attestations (IIIe siegravecle av JC) jusqursquoau Ve siegravecle ap JC Tepidus appa-

raicirct degraves les textes les plus anciens mais est agrave peu pregraves trois fois moins employeacute que

calidus (ldquo chaud rdquo) et frigidus (ldquo froid rdquo) on relegraveve 377 occurrences de tepidus3 des

deacutebuts de la latiniteacute au Ve siegravecle ap JC contre 1076 occurrences de calidus4 et

1 Cf Fruyt (2006 15) Sur lrsquoorigine du suffi xe -idus voir Pultrovaacute (2007) et Olsen (2003 240-243)

2 Cf Koptjevskaja -Tamm (2011 2012 2015)3 Ainsi que de lrsquoadverbe tepide qui lui est associeacute4 Et lrsquoadverbe calide

CILPR 2013 ndash SECTION 2

176

1315 de frigidus5 peut-ecirctre parce que la notion de tieacutedeur a des champs drsquoapplica-

tion plus restreints que ceux de la chaleur ou du froid Nous suivrons les emplois

du terme de ses emplois les plus anciens de la peacuteriode archaiumlque jusqursquoagrave la peacuteriode

classique6

1 Eacutetymologie

Pour Rix (1998 5747) la base tep- signifi e ldquo ecirctre chaud rdquo Ernout Meillet (1967

685 su tepeo) posent le mecircme sens ldquo ecirctre chaud rdquo pour la racine et expliquent laquo dans

ce sens tepeo srsquoest retrouveacute en concurrence avec drsquoautres verbes notamment caleo et

a tendu agrave prendre la nuance de lsquoecirctre modeacutereacutement chaud ecirctre tiegravedersquo ce qui est lrsquoaccep-

tion usuelle (au sens physique ou moral) raquo Si lrsquoon tient compte de lrsquoeacutetymologie et de ce

problegraveme de concurrence avec caleo il faudrait poser agrave lrsquoorigine pour tepidus le sens

ldquo moins chaud que calidus rdquo ldquo peu chaud rdquo (plutocirct que ldquo peu froid rdquo) drsquoougrave ldquo tiegravede rdquo8

Nous verrons agrave lrsquousage des contextes si cette hypothegravese est pertinente

Nous caracteacuteriserons les emplois de ce terme en recourant agrave des paramegravetres pro-

poseacutes par Koptjevskaja-Tamm (2012 375) pour une eacutetude inter-linguistique du voca-

bulaire de la tempeacuterature agrave savoir la distinction entre des emplois visant la tempeacute-

rature ressentie au toucher la tempeacuterature ambiante ou la tempeacuterature corporelle

subjective ressentie de lrsquointeacuterieur par le locuteur9

Les premiegraveres attestations de lrsquoadjectif se rencontrent chez Ennius Accius et

Caton crsquoest-agrave-dire degraves les deacutebuts de la litteacuterature latine dont nous ayons des traces

(IIIe et IIe siegravecles av JC)

2 Tempeacuterature tactile

Chez Ennius et Accius le terme se rencontre avec une acception tactile dans lrsquoex-

pression tepidus sanguis (ldquo sang tiegravede rdquo) Il srsquoagit drsquoexprimer la tempeacuterature ressentie

quand lrsquoon touche du sang reacutepandu hors du corps

21 Chaleur drsquoun eacuteleacutement agrave tempeacuterature du corps

211 Chaleur du sang verseacute hors du corps et que lrsquoon touche

Ainsi peut-on lire chez Ennius dans un extrait drsquoAjax10

5 Et lrsquoadverbe frigide6 Nous ne ferons que peu drsquoexcursus dans les textes de la peacuteriode tardive car ils ne preacutesentent

pas drsquoeacutevolution notable pour les emplois de tepidus7 Voir de mecircme Mallory Adams (1997 263) su heat8 Sens proposeacute dans le Dictionnaire latin-franccedilais de F Gaffi ot9 Pour ces critegraveres voir aussi Plank (2003)10 Ennianae poesis reliquiae ed Vahlen Johannes Leipzig Teubner 1854 fragment 5 = The

tragedies of Ennius ed Jocelyn Hanry D Cambridge CUP 1967 fragment 12

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177

IV 20 Aiax misso sanguine tepido tullii effl antes uolant

ldquo Le sang tiegravede ayant eacuteteacute reacutepandu les jets qui srsquoeacutecoulent sortent rapidement rdquo

Ou chez Accius11

III (3) Vulnere taetro deformatum suo sibi lautum sanguine tepido

ldquo Enlaidi par une horrible blessure baigneacute dans son propre sang tiegravede rdquo

Cette association entre le sang et la tieacutedeur se rencontre aussi chez les auteurs

ulteacuterieurs12 comme Ovide chez qui on peut lire en Ars 3 395-396 agrave propos des jeux

du cirque

Spectentur tepido maculosae sanguine harenae metaque feruenti circueunda rota (Ov ars 3 395-396)

ldquo Qursquoils regardent le sable souilleacute de sang tiegravede et les bornes que doivent contourner [les

chars] de leur roue brucirclante rdquo

Cela dit chez Ovide lui-mecircme ainsi que chez drsquoautres auteurs tels Virgile Seacutenegraveque

et chez Ennius (Fragment 1 9913) lrsquoadjectif calidus peut aussi ecirctre employeacute comme

eacutepithegravete de sanguis14 (ou de sa variante cruor15) avec la mecircme valeur de tempeacuterature

du sang verseacute hors du corps Cela confi rme le lien ancien entre les racines tep- et

cal- pour deacutesigner la chaleur Dans ses emplois ulteacuterieurs tepidus srsquoapplique aussi agrave

des liquides autres que le sang agrave tempeacuterature du corps comme le lait ou les larmes

212 Lait chaud

Chez Virgile lrsquoadjectif srsquoemploie pour le lait fraicircchement tireacute utiliseacute lors des ceacutereacute-

monies funegravebres pour Polydore16

Inferimus tepido spumantia cymbia lacte sanguinis et sacri pateras animamque sepul-chro condimus (Verg Aen 3 66-68)

ldquo Nous apportons des coupes mousseuses de lait tiegravede et des pategraveres de sang sacreacute et nous

enfouissons cette acircme dans le tombeau rdquo

11 Extrait de Stasiastae uel Tropaeum Tragicorum Romanorum fragmenta v 606 p 215 ed Ribbeck Otto Leipzig Teubner 18712 = Accius Œuvres ed Dangel Jacqueline Paris CUF 1995 fragment IV

12 Lrsquoexpression tepidus sanguis se rencontre en Ov ars 3 395 Sil 7 610 tepidus cruor en Verg Aen 6 248 Aen 8 106 Sil 12 328

13 Ennianae poesis reliquiae ed Vahlen Johannes Leipzig Teubner 1854 Annales fragment 58 = Quinto Ennio Annali ed Flores Enrico et al vol I Napoli Liguori editore 2000 livre I fragment 44

14 Pour calidus sanguis voir Ov fast 1 321 met 14 754 met 6 238 Hor epist 1 3 33 Cels 4 2 5 26 Verg Aen 9 422 Sen HercO 298 Thy 1054 sans compte les multiples occur-rences chez Lucain et Silius Italicus

15 Calidus cruor est un syntagme plus rare cf Ov met 1 158 met 9 132 Lucan 4 28716 Voir aussi Ov met 7 247 fast 4 745-746

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La mousse sur le dessus des coupes montre que le lait est encore chaud Crsquoest ce

que confi rme le commentaire de Servius en ad Aen 3 66 tepido lacte statim mulcto

ldquo avec un lait tiegravede crsquoest-agrave-dire qui vient drsquoecirctre trait rdquo 17

213 Larmes

Ovide utilise quant agrave lui tepidus pour caracteacuteriser les larmes en met 4 673-675 agrave

propos drsquoAndromegravede sur son rocher18

Vidit Abantiades nisi quod leuis aura capillos mouerat et tepido manabant lumina fl e-tu marmoreum ratus esset opus (Ov met 4 673-675)

ldquo Perseacutee la vit et si un vent leacuteger nrsquoavait pas agiteacute sa chevelure si ses yeux nrsquoavaient pas

reacutepandu des larmes tiegravedes il aurait penseacute que crsquoeacutetait une statue de marbre rdquo

214 Objet chauffeacute par le corps humain

Si tepidus est freacutequemment employeacute pour eacutevoquer la chaleur des fl uides corporels

il sert aussi agrave renvoyer agrave des objets chauffeacutes par leur contact avec le corps humain19

Ainsi chez Properce en 1 16 21-22 le tepidum limen20 (ldquo seuil tiegravede rdquo) est un seuil en

pierre chauffeacute par le corps de lrsquoamant qui srsquoy est endormi

Nulla ne fi nis erit nostro concessa dolori turpis et in tepido limine somnus erit (Prop

1 16 21-22)

ldquo Est-ce qursquoaucun reacutepit ne sera accordeacute agrave notre douleur et est-ce que nous dormirons

honteusement sur un seuil tiegravede rdquo

215 Chaleur du corps humain en vie

De maniegravere geacuteneacuterale la tempeacuterature tiegravede du corps humain21 est associeacutee agrave la

vie22 la mort eacutetant deacutecrite en termes de froid avec lrsquoadjectif frigidus23 Ainsi chez

Virgile24 en Aen 3 626-62725 tepidus srsquoapplique-t-il aux corps fraicircchement tueacutes donc

encore chauds des hommes que deacutevore le Cyclope

17 Pour cette expression voir aussi Ov met 9 339 fast 4 54818 Cf aussi Ov met 10 360 met 10 50019 Voir Ov met 4 162-163 Verg Aen 9 419 Aen 9 70120 Cf aussi Catull 63 64-6521 Chez Ovide lrsquoexpression tepidus sinus est freacutequente pour deacutesigner le sein de lrsquoamant ars 2

360 ars 3 212 ars 3 622 Lrsquoadjectif calidus peut aussi srsquoemployer pour la chaleur du corps humain comme chez Lucregravece (3 654) ou Seacutenegraveque (epist 102 26)

22 Cf chez Ovide en met 10 281-282 agrave propos de la statue qui srsquoanime et dont Pygmalion tombe amoureux un emploi de ce type du verbe tepere

23 Cf lrsquoexpression frigida mors chez Virgile en Aen 4 38524 Voir aussi Aen 10 554-55625 Servius commente ce passage en ad Aen 3 627 et associe la notion de tieacutedeur agrave celle de vie

tepidi melius lsquo tepidi rsquo quasi adhuc uiui quam lsquo trepidi rsquo (laquo tepidi il a bien fait drsquoemployer tepidi comme srsquoils eacutetaient encore vivants plutocirct que trepidi raquo)

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Vidi atro cum membra fl uentia tabo manderet et tepidi tremerent sub dentibus artus (Verg Aen 3 626-627)

ldquo Jrsquoai vu quand il macircchait leurs membres deacutegoulinants drsquoun sang noir et quand leurs arti-

culations tiegravedes tremblaient sous ses dents rdquo

Si manifestement les emplois les plus anciens renvoient agrave un eacuteleacutement chauffeacute

par le corps humain lrsquoadjectif sert aussi par ailleurs agrave indiquer la chaleur de tout

objet qui a eacuteteacute chauffeacute par le feu et preacutesente agrave la suite de ce processus une chaleur

modeacutereacutee et agreacuteable pour le corps Il est souvent question drsquoun liquide (eau ou eacuteven-

tuellement huile) Cela nrsquoest pas surprenant la notion de tieacutedeur eacutetant tout particu-

liegraverement appliqueacutee agrave lrsquoeacuteleacutement liquide dans la plupart des langues (cf Koptjevskaja-

Tamm 2012) Crsquoest en effet un eacuteleacutement omnipreacutesent tant dans la nature que dans les

maisons avec un usage quotidien ougrave la tempeacuterature est un vecteur de confort

22 Chaleur modeacutereacutee drsquoun eacuteleacutement ou drsquoun objet chauffeacute par le feu

221 Eau (ou tout autre liquide) chauffeacutee par le feu dans lrsquousage domestique

Chez Celse dans les textes meacutedicaux26 il est souvent question de chauffer de lrsquoeau

ou un meacutedicament27 La chaleur du liquide est partie prenante du remegravede Ainsi lrsquoeau

tiegravede aide agrave vomir28

Nam si uenter fl uit aut si stomachus non continet ubi febris decreuit liberaliter oportet aquam tepidam potui dare et uomere cogere (Cels 3 6 15)

ldquo Car si le ventre se vide ou si lrsquoestomac ne garde rien quand la fi egravevre a diminueacute il faut

donner geacuteneacutereusement agrave boire de lrsquoeau tiegravede et forcer le malade agrave vomir rdquo

Si lrsquoadjectif tepidus semble srsquoappliquer preacutefeacuterentiellement agrave un liquide il se ren-

contre aussi pour tout objet qui a eacuteteacute en contact avec le feu et en a gardeacute une chaleur

reacutesiduelle

26 La meacutedecine animale fait aussi appel agrave lrsquoeau tiegravede (aqua tepida) Ainsi chez Varron en rust 2 1 23 elle est indiqueacutee pour le beacutetail qui souffre de fi egravevre agrave qui on fera en outre une onction avec de lrsquohuile et du vin tiegravedes (oleo et uino tepefacto) Voir encore Varro rust 316 14

27 Voir par exemple Cels 6 7 4 Cato agr 157 16 158 228 Pour la tepida aqua comme une aide au vomissement voir aussi Cels 1 3 22 ou 3 12 3 En

Cels 4 20 3 il est cette fois question de mulsum tepidum (laquo hydromel tiegravede raquo) Lrsquoeau tiegravede peut aussi ecirctre utiliseacutee en affusion pour ceux qui ont des maux de tecircte en alternance avec lrsquoeau chaude et lrsquoeau froide (cf Cels 1 4 22) cf encore Cels 4 15 ou 6 7 Mais lrsquoeau tiegravede sert encore agrave lrsquousage domestique quotidien Pline lrsquoAncien (nat 19 34 115) indique ainsi qursquoune fois saleacutee elle sert agrave la conservation des oignons et de lrsquoail

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222 Objet chauffeacute par le feu en train de refroidir

Ainsi chez Ovide29 la tempeacuterature deacutesigneacutee par tepidus est-elle celle des cendres

Inque foco tepidum cinerem dimouit et ignes suscitat hesternos (Ov met 8 641-642)

ldquo Dans le foyer il eacutecarte les cendres tiegravedes et ranime le feu de la veille rdquo

Le feu constituant la reacutefeacuterence du chaud la tieacutedeur se deacutefi nit donc comme un

moindre degreacute de chaleur

23 Chaleur modeacutereacutee de lrsquoeau chauffeacutee par le soleil

La tieacutedeur peut aussi se rencontrer dans le monde naturel30 dans ce cas crsquoest le

soleil qui est agrave lrsquoorigine de cette tempeacuterature En Meacutedeacutee 72531 il est question du fl euve

Hydaspe qui coule dans une reacutegion tregraves chaude drsquoougrave la tieacutedeur de ses eaux

Has aluit altum gurgitem Tigris premens Danuuius illas has per arentes plagas tepidis Hydaspes gemmifer currens aquis (Sen Med 723-725)

ldquo [Parmi ces herbes] le Tigre qui creuse un gouffre profond a nourri les unes le Danube

les autres lrsquoHydaspe qui renferme des pierres preacutecieuses et court dans des reacutegions arides en

a quant agrave lui nourri drsquoautres de ses eaux tiegravedes rdquo

24 Tempeacuterature intermeacutediaire entre le froid et le chaud

Mais indeacutependamment de ces reacutefeacuterences au corps humain au feu refroidi ou au

soleil - ougrave lrsquoeacutetalon de la chaleur est bien eacutetabli - la notion tactile de tieacutedeur peut ecirctre

deacutecrite comme un eacutetat meacutedian intermeacutediaire entre le chaud et le froid une tempeacutera-

ture moins chaude que le chaud ou plus chaude que le froid Seacutenegraveque en epist 92 21

souligne la gradation froid chaud tiegravede32

Frigidum inquit aliquid et calidum nouimus inter utrumque tepidum est sic aliquis bea-tus est aliquis miser aliquis nec beatus nec miser Volo hanc contra nos positam imaginem excutere Si tepido illi plus frigidi ingessero fi et frigidum si plus calidi adfudero fi et nouis-sime calidum (Sen epist 92 21)

ldquo Nous connaissons dit-il le froid et le chaud entre les deux il y a le tiegravede de la mecircme

maniegravere quelqursquoun est heureux malheureux ou ni lrsquoun ni lrsquoautre Je veux faire un sort agrave cette

image qursquoon nous oppose Si jrsquoajoute du froid au tiegravede il deviendra froid si jrsquoy reacutepands plus

de chaleur il deviendra fi nalement chaud rdquo

29 Voir aussi Sen Tro 85-86 (tepido puluere) Ov epist 6 92 (tepidis rogis) Verg Aen 11 211-212 agrave propos de la terre tiegravede qui se mecircle aux braises drsquoun brasier funeacuteraire

30 Cet adjectif srsquoapplique aussi au terme umor (laquo liquide raquo) chez Virgile en georg 1 117 ougrave il est question drsquoun tepidus umor que lrsquoon trouve dans les champs imbibeacutes drsquoeau

31 Voir aussi Oed 604-607 ougrave Seacutenegraveque oppose le gelidus Strymon (laquo le Strymon geleacute raquo) ainsi que les Arctoas niues (laquo neiges arctiques raquo) au tepens Nilus (laquo le Nil tiegravede raquo)

32 Voir aussi Cels 1 4 2-3

ROESCH

181

Au sein de cette gradation du chaud au froid le tiegravede peut ecirctre indiffeacuteremment

preacutesenteacute comme plus froid que chaud33 ou plus chaud que froid34 Par exemple chez

Lucregravece agrave propos des symptocircmes de la peste drsquoAthegravenes la tieacutedeur de la peau des per-

sonnes enfi eacutevreacutees est eacutetonnante car on srsquoattendrait agrave la trouver plus chaude

Nec nimio cuiquam posses ardore tueri corporis in summo summam feruescere par-tem sed potius tepidum manibus proponere tactum (Lucr 6 1163-1165)

ldquo Et on ne pouvait remarquer chez personne que la peau et la surface du corps fussent

brucirclantes drsquoune chaleur corporelle excessive mais elles offraient plutocirct au toucher une sen-

sation de tieacutedeur rdquo

Tandis que chez Seacutenegraveque en Phaedr 381-383 la pluie est deacutecrite comme tiegravede

car elle est plus chaude que la neige froide

Lacrimae cadunt per ora et assiduo genae rore irrigantur qualiter tauri iugis tepido madescunt imbre percussae niues (Sen Phaedr 381-383)

ldquo Les larmes tombent sans trecircve le long de son visage et ses joues sont mouilleacutees de roseacutee

comme les neiges qui srsquoamollissent frappeacutees par la pluie tiegravede sur les monts du Taurus rdquo

Ces emplois concernant la tempeacuterature tactile sont les plus anciens Degraves lrsquoeacutepoque

de Varron (Ier siegravecle av JC) tepidus est employeacute aussi pour renvoyer agrave la tempeacuterature

ambiante le terme qualifi e la chaleur modeacutereacutee de lrsquoatmosphegravere drsquoun lieu

3 Tempeacuterature ambiante

31 Tempeacuterature drsquoun lieu clos ou non

La tieacutedeur peut ecirctre obtenue dans une maison en chauffant une piegravece jusqursquoagrave une

tempeacuterature agreacuteable pour le corps Columelle explique ainsi agrave propos des jeunes

poulets qursquoils doivent ecirctre gardeacutes au tiegravede35

Sed et curandum erit ut tepide habeantur nam nec calorem nec frigus sustinent (Colum

8 5 19)

ldquo On prendra soin que [les poulets] soient maintenus agrave une tempeacuterature tiegravede car ils ne

peuvent supporter ni la chaleur ni le froid rdquo

Mais la tieacutedeur ambiante se rencontre aussi en exteacuterieur dans certaines reacutegions

Crsquoest un sujet freacutequemment eacutevoqueacute dans les traiteacutes agricoles quand il srsquoagit de donner

33 Voir aussi pour le substantif tepor le passage de Tacite hist 3 32 3 il est question drsquoAntonius qui veut se laver agrave lrsquoissue drsquoun combat Is balineas abluendo cruori propere petit Excepta uox est cum teporem incusaret statim futurum ut incalescerent (laquo Celui-ci gagne rapidement les bains pour se laver du sang Comme il se plaignait de la tieacutedeur de lrsquoeau on entendit une voix qui disait qursquoils allaient tout de suite la reacutechaufferraquo) Voir aussi Cels 4 15 4

34 Cf aussi Cels 2 30 3 ougrave lrsquoaqua tepida (laquo lrsquoeau tiegravede raquo) est opposeacutee agrave lrsquoaqua perfrigida (laquo lrsquoeau glaceacutee raquo)

35 Pour cette expression locus tepidus voir aussi Varro rust 3 9 Cels 1 3 5

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182

des conseils sur les cultures adapteacutees agrave tel ou tel climat chez Columelle36 par exem-

ple en 2 7

Sed de his prius disseremus quae nostra causa seminantur memores antiquissimi prae-cepti quo monemur ut locis frigidis nouissime tepidis celerius calidis ocissime iaciamus (Colum 2 7)

ldquo Mais nous parlerons drsquoabord des plantes qui sont semeacutees pour notre usage En gardant

en meacutemoire le preacutecepte tregraves ancien qui nous avertit de semer en dernier dans les lieux froids

plus rapidement dans les lieux tiegravedes le plus tocirct possible dans les lieux chauds rdquo

32 Tempeacuterature du vent

Lrsquoadjectif sert aussi agrave qualifi er la tempeacuterature du vent cet emploi est tregraves freacutequent

en poeacutesie (Virgile Seacutenegraveque Catulle Ovide37) en particulier agrave propos de lrsquoAuster ou

du Notus preacutesenteacutes comme des vents agreacuteables par leur tieacutedeur ainsi chez Seacutenegraveque38

en Phaedr 20-22

Vos qua tepidis subditus austris frigora mollit durus Acharneus (Sen Phaedr 20-22)

ldquo Vous [allez] lagrave ougrave le dur mont Acharne adoucit ses tempeacuteratures rigoureuses soumis

aux tiegravedes vents du midi rdquo

33 Tempeacuterature du printemps

Par extension tepidus est associeacute au printemps saison de tempeacuterature modeacutereacutee

par Ovide en fast 5 601-60239

Tum mihi non dubiis auctoribus incipit aestas et tepidi fi nem tempora ueris habent (Ov

fast 5 601-602)

ldquo Alors si jrsquoen crois des garants certains commence lrsquoeacuteteacute et crsquoest la fi n de la peacuteriode du

tiegravede printemps rdquo

La notion de tieacutedeur eacutevoque donc principalement une tempeacuterature ressentie

soit par la main (tempeacuterature tactile) soit par lrsquoensemble du corps (tempeacuterature

ambiante) Les eacuteleacutements auxquels lrsquoadjectif tepidus srsquoapplique majoritairement sont

lrsquoeau (ainsi que toute sorte de liquide) et lrsquoair (lrsquoatmosphegravere)40 Il srsquoagit drsquoindiquer des

contextes dans lesquels ces eacuteleacutements sont dans une zone de confort pour le corps La

notion de tempeacuterature corporelle nous semble centrale ici en effet si lrsquoon remonte

aux occurrences les plus anciennes lrsquoeacuteleacutement prototypiquement tepidus est le sang

Nous pourrions donc poser pour cet adjectif un sens ancien ldquo agrave la tempeacuterature du

36 Voir aussi Colum 11 2 3337 Voir Ov am 1 4 12 am 1 7 56 am 2 8 20 Pont 4 10 43 Pont 4 12 35 ars 3 174 Verg

georg 2 331 (pour le Zeacutephyr)38 Cf Herc O 729 Catull 64 282 (tepidihellip Fauoni)39 Voir aussi Ov fast 1 662-663 et Sen Hercf 840 Voir Koptjevskava-Tamm (2012 375)

ROESCH

183

corps chaud comme le corps rdquo La racine tep- signifi ant ldquo ecirctre chaud rdquo il y aurait lagrave

une speacutecialisation pour deacutesigner un type de tempeacuterature moyenne eacutequivalente agrave celle

du corps et agreacuteable au toucher

4 Tempeacuterature subjective

Sans surprise le terme nrsquoest pas employeacute pour deacutecrire la tempeacuterature corporelle

ressentie par le sujet parlant Comme le souligne Koptjevskaja-Tamm (2011 407) le

corps humain dont la tempeacuterature correspond exactement agrave cette notion de tiegravede

(il nrsquoest perccedilu ni comme chaud ni comme froid) nrsquoest en geacuteneacuteral pas deacutecrit agrave lrsquoaide

de lrsquoadjectif ldquo tiegravede rdquo puisque preacuteciseacutement il srsquoagit de sa tempeacuterature normale La

tempeacuterature subjective est deacutecrite quand le locuteur ressent une gecircne par rapport agrave

la norme il a une sensation de chaud ou de froid (par exemple en cas de fi egravevre ou de

frissons)

5 Meacutetaphores images associeacutees

Au-delagrave de ces emplois bien concrets tepidus preacutesente aussi des emplois meacutetapho-

riques dans le domaine des sentiments amoureux ou dans le vocabulaire de la rheacuteto-

rique

51 Sentiment amoureux

511 Amour qui nrsquoest pas fort ou qui srsquoatteacutenue

La meacutetaphore du feu est banale dans lrsquoAntiquiteacute pour renvoyer au sentiment amou-

reux Celui-ci est deacutecrit en termes de chaleur avec lrsquoadjectif calidus ou des verbes tels

calere ou ardere si la passion est un feu quand celle-ci faiblit les fl ammes aussi et la

chaleur diminue Il nrsquoest donc pas eacutetonnant qursquoun amour mourant soit deacutecrit comme

tiegravede comme chez Ovide41 en am 2 19 15-16

Sic ubi nexarat tepidosque refouerat ignis rursus erat uotis comis et apta meis (Ov am 2 19 15-16)

ldquo Ainsi quand elle mrsquoavait enchaicircneacute et qursquoelle avait agrave nouveau attiseacute mes sentiments

tiegravedes agrave nouveau elle eacutetait douce et accessible agrave mes vœux rdquo

512 Sentiment amoureux naissant et progressant en intensiteacute

Mais chez Ovide le verbe tepere (ainsi que sa variante praetepesco) peut aussi

srsquoemployer avec un sens inverse pour indiquer un amour qui croicirct et non qui dimi-

41 Voir aussi ars 2 445 Fac timeat de te tepidamque recalface mentem (laquo Fais en sorte qursquoelle ait des craintes agrave ton sujet et embrase agrave nouveau son acircme tiegravede raquo) rem 629 434 am 2 2 51-54 rem 7 (Saepe tepent alii iuuenes ego semper amaui) Lrsquoadjectif srsquoemploie aussi au sein de la litote haud tepidus pour indiquer un amour qui est calidus donc bien actif cf Ov met 11 225 Prop 1 13 26

CILPR 2013 ndash SECTION 2

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nue42 Ainsi en epist 11 27-28 Canaceacute explique agrave Macareacutee comment son amour pour

lui a crucirc en elle43

Ipsa quoque incalui qualemque audire solebam nescio quem sensi corde tepente deum (Ov epist 11 27-28)

ldquo Moi aussi je me suis enfl ammeacutee et jrsquoai senti dans mon cœur qui srsquoeacutechauffait je ne sais

quel dieu dont jrsquoavais entendu souvent parler rdquo

Tepere et tepidus indiquent donc un degreacute de tempeacuterature atteint lors drsquoun mou-

vement croissant ou descendant sur lrsquoeacutechelle de la tempeacuterature amoureuse Quel que

soit le sens de ce mouvement le point de reacutefeacuterence semble ecirctre le chaud plus que le

froid on va vers le chaud ou on en vient mais dans les passages qui nous inteacuteressent

il nrsquoest pas question de froid

52 Dans le vocabulaire de la rheacutetorique

Dans le vocabulaire de la rheacutetorique lrsquoadjectif tepidus se rencontre chez Quinti-

lien en inst 2 12 11 pour qualifi er un mauvais orateur

At illi hanc uim appellant quae est potius uiolentia cum interim non actores modo ali-quos inuenias sed quod est turpius praeceptores etiam qui breuem dicendi exercitationem consecuti omissa ratione ut tulit impetus passim tumultuentur eosque qui plus honoris lit-teris tribuerunt ineptos et ieiunos et tepidos et infi rmos ut quodque uerbum contumeliosissi-mum occurrit appellent (Quint 2 12 11)

ldquo Mais ces hommes appellent force ce qui est plutocirct de la violence Et lrsquoon ne trouve pas

seulement des avocats mais aussi ce qui est plus honteux des professeurs mecircmes qui apregraves

un bref entraicircnement agrave parler en oubliant toute meacutethode tempecirctent sans ordre suivant que

leur eacutelan les entraicircne ici ou lagrave et traitent ceux qui ont apporteacute le plus de gloire aux lettres

drsquohomme ineptes secs tiegravedes et faibles suivant le mot le plus outrageant leur vient agrave lrsquoesprit rdquo

Mais qursquoentend exactement Quintilien quand il dit qursquoun orateur est tiegravede Il faut

sans doute comprendre tepidus par rapport au substantif calor (ldquo chaleur rdquo) souvent

utiliseacute par Quintilien pour renvoyer meacutetaphoriquement dans un discours agrave la rapi-

diteacute de la penseacutee ou de lrsquoenchaicircnement des mots Par exemple en inst 8 proem 27

Quintilien explique qursquoil faut que lrsquoorateur srsquoentraicircne pour ne pas soupeser ses mots

un agrave un au moment ougrave il parle

Quod si idcirco fi eret ut semper optimis uterentur abominanda tamen haec infelicitas erat quae et cursum dicendi refrenat et calorem cogitationis extinguit mora et diffi dentia

(Quint inst 8 proem 27)

ldquo Et si ils font cela pour trouver toujours les meilleurs mots cette malheureuse pratique

doit cependant ecirctre rejeteacutee car elle reacutefregravene lrsquoeacutelan de la parole et le temps de la reacutefl exion ainsi

que la deacutefi ance eacuteteignent le feu de la penseacutee rdquo

42 Il faut cependant signaler qursquoen ce sens nous nrsquoavons pas releveacute drsquoemplois de lrsquoadjectif tepidus43 Voir aussi Hor carm 1 4 19-2 Ov am 2 3 6 (pour le preacuteverbeacute praetepesco)

ROESCH

185

Si le calor est du cocircteacute de la spontaneacuteiteacute et de la rapiditeacute44 de la penseacutee45 la tieacutedeur

correspondrait donc agrave un manque drsquoeacutelan dans le discours tant dans le deacutebit que dans

lrsquoenchaicircnement des ideacutees Cela se confi rme dans un passage de Tacite du Dialogue des orateurs 21 6 ougrave apparaicirct le substantif tepor (ldquo tieacutedeur rdquo) avec un emploi meacutetaphori-

que Aper eacutevoque les œuvres des Anciens et explique que toutes ne sont pas bonnes

il donne pour exemple certaines œuvres de Ceacutesar ou de Brutus caracteacuteriseacutees par leur

tepor et leur lentitudo

[hellip] tam hercule quam Brutum philosophiae suae relinquamus Nam in orationibus mi-norem esse fama sua etiam admiratores eius fatentur nisi forte quisquam aut Caesaris pro Deciltdigto Samnite aut Bruti pro Deiotaro rege ceterosque eiusdem lentitudinis ac teporis libros legit nisi qui et carmina eorundem miratur (Tac dial 21 6)

ldquo De mecircme par Hercule laissons Brutus agrave sa philosophie car mecircme ses admirateurs

avouent que dans ses discours il est en-deccedilagrave de sa reacuteputation Personne ne lit les discours de

Ceacutesar pour le Samnite Decius ou de Brutus pour le roi Deiotarus et drsquoautres ouvrages de la

mecircme lenteur et de la mecircme tieacutedeur sauf quelqursquoun qui admire leurs poegravemes rdquo

Ainsi dans ses emplois meacutetaphoriques tepidus est-il tributaire des meacutetaphores

de la chaleur Par exemple lrsquoamour eacutetant deacutecrit en latin en termes de feu tepidus qui

renvoie agrave une chaleur moins ardente servira agrave caracteacuteriser un amour moins fort qursquoil

soit en train de naicirctre ou de mourir De mecircme dans le vocabulaire de la rheacutetorique

par rapport agrave calidus qui deacutesigne un orateur tregraves dynamique ou un discours vif et

rapide tepidus renvoie agrave quelqursquoun qui manque drsquoeacutenergie Comme lrsquoadjectif eacutevoque

un comportement qui est en-deccedilagrave de la chaleur attendue drsquoun amoureux ou drsquoun bon

orateur il nrsquoest pas eacutetonnant qursquoil se colore drsquoune connotation neacutegative46 Une fois

de plus la reacutefeacuterence se fait par rapport au chaud tepidus renvoie agrave ce qui est moins

chaud que calidus

6 La question de la graduabiliteacute ldquo plus tiegravede rdquo ou ldquo tregraves tiegravede rdquo

En latin lrsquoadjectif tepidus peut se rencontrer sous la forme du comparatif tepi-dior (ldquo plus tiegravede rdquo) ou du superlatif tepidissimus (ldquo tregraves tiegravede rdquo)47 ce qui est eacutetonnant

quand on compare ce terme agrave lrsquoadjectif franccedilais tiegravede qui lui nrsquoest pas graduable48

44 Cette association entre chaleur est rapiditeacute est freacutequente en latin sans doute notamment agrave cause de lrsquoimage du feu perccedilu comme un eacuteleacutement en permanence en mouvement Cf Roesch agrave paraicirctre

45 Pour drsquoautres emplois de ce terme calor chez Quintilien voir inst 9 4 113 10 3 6 10 3 18 10 7 13 11 3 111 11 3 130 11 3 146

46 Signalons qursquoon trouve en anglais et en serbe (cf Rasulić 2015) des emplois meacutetaphoriques analogues de laquo tiegravede raquo pour exprimer le manque drsquointensiteacute eacutemotionnelle ou le manque drsquoeacutenergie Rasulić souligne aussi que dans ces deux langues dans ses emplois meacutetaphoriques laquo tiegravede raquo est neacutegativement connoteacute de mecircme en letton (cf Perkova 2015)

47 Dans lrsquoensemble de la litteacuterature latine jusqursquoau Ve siegravecle ap JC on relegraveve 30 occurrences du terme au comparatif 10 au superlatif

48 Du moins dans les cas ougrave il deacutesigne une tempeacuterature (cf Rivara 1993) dans ses emplois meacutetaphoriques par exemple au sens de laquo faible raquo il est graduable

CILPR 2013 ndash SECTION 2

186

61 Le comparatif tepidior

Les emplois de tepidus au comparatif se rencontrent souvent dans les traiteacutes drsquoa-

griculture (Varron et Columelle) ougrave pour la culture ou lrsquoeacutelevage la tempeacuterature joue

un rocircle important ou dans lrsquoHistoire naturelle de Pline ougrave lrsquoauteur parle reacuteguliegravere-

ment du climat Ainsi en rust 1 6 2 Varron explique-t-il que les mecircmes cultures ne

conviennent pas aux diffeacuterents terrains (plaines collines montagnes)

E quibus tribus fastigiis simplicibus sine dubio infi mis alia cultura aptior quam summis quod haec calidiora quam summa sic collinis quod ea tepidiora quam infi ma aut summa

(Varro rust 1 6 2)

ldquo Parmi ces trois type de terrains simples sans doute un certain type de culture est

plus adapteacute aux altitudes basses qursquoaux altitudes eacuteleveacutees parce que les premiegraveres sont plus

chaudes que les altitudes eacuteleveacutees de mecircme pour les collines parce que celles-ci sont de tem-

peacuterature plus douce que les terrains situeacutes plus bas ou plus haut rdquo

Tepidior est ici employeacute pour renvoyer agrave la tempeacuterature des collines zone

intermeacutediaire de climat tempeacutereacute plus ldquo tiegravede rdquo que les sommets (summa) ou les plai-

nes (infi ma) crsquoest-agrave-dire plus chaud que les uns et plus froid que les autres Le compa-

ratif souligne la diffeacuterence de tempeacuterature avec les deux extrecircmes que sont le chaud

et le froid

Mais la reacutefeacuterence peut se faire uniquement par rapport au froid comme en Varro

rust 3 10 3 ougrave il est cette fois question de lrsquoeacutelevage des oies49 la tempestas la mau-

vaise saison incarne le froid

Incubat tempestatibus dies triginta tepidioribus XXV (Varro rust 3 10 3)

ldquo [Lrsquooie] couve 30 jours par mauvais temps 25 si le temps est plus doux rdquo

Rappelons que le comparatif latin nrsquoest pas toujours strictement comparatif pui-

sqursquoil peut indiquer une intensiteacute variable et se traduire par ldquo trop rdquo ou ldquo assez rdquo50

Ainsi Seacutenegraveque dans le de ira 2 25 (= dial 4 25) fait-il une liste des petits deacutesa-

greacutements du quotidien le comparatif nrsquoindique ici pas une comparaison (plus ou

moins chaud) mais une intensiteacute comme on le voit avec lrsquousage de parum agilis dans

la mecircme phrase

Parum agilis est puer aut tepidior aqua poturo aut turbatus torus aut mensa neglegentius posita ad ista concitari insania est (Sen dial 4 25)

ldquo Mon esclave est trop peu rapide mon eau trop chaude pour la boire mon lit en deacutesordre

ou ma table dresseacutee avec neacutegligence Srsquoeacutenerver pour cela est de la folie rdquo

49 Voir aussi Sen nat 2 10 3 ougrave lrsquoexpression tepidiora loca renvoie agrave des reacutegions agrave la tempeacuterature plus modeacutereacutee que celles du nord ou Pline le Jeune epist 5 6 25 ougrave lrsquoauteur qui deacutecrit sa maison parle des bains froids puis explique que si lrsquoon veut nager dans un espace plus large ou plus chaud (si natare latius aut tepidius uelis) on peut trouver une piscine toute proche Voir aussi pour des emplois similaires Plin nat11 15 43 10 79 163 18 49 174 37 44 128 Varro rust 1 6

50 Cf Touratier (1994 304)

ROESCH

187

Une fois encore tepidus est orienteacute vers le chaud lrsquoeau ldquo trop tiegravede rdquo est plus

chaude que la tempeacuterature souhaiteacutee

62 Le superlatif tepidissimus

Les emplois au superlatif sont plus rares51 peut-ecirctre parce que la notion de

tempeacuterature moyenne se precircte mal agrave lrsquoexpression de la superlativiteacute Chez Seacutenegraveque

dans la Consolatio ad Marciam en 17 4 (= dial 6 17 4) lrsquoauteur deacutecrit agrave un futur

voyageur tout ce qursquoil pourra voir agrave Syracuse

Videbis [hellip] ipsam ingentem ciuitatem et laxius territorium quam multarum urbium fi nes sunt tepidissima hiberna et nullum diem sine interuentu solis (Sen dial 6 17 4)

ldquo Tu verras la ville mecircme et son territoire plus eacutetendu que les limites de nombreuses citeacutes

les hivers tregraves doux et aucun jour sans apparition du soleil rdquo

Si les hivers sont qualifi eacutes de tregraves tepida crsquoest-agrave-dire ldquo tregraves doux rdquo crsquoest sans doute

parce que lrsquoadjectif calidus (ldquo chaud rdquo) ne peut srsquoappliquer agrave cette saison prototypi-

quement froide Crsquoest probablement parce que tepidus permet drsquoindiquer un degreacute de

chaleur infeacuterieur agrave calidus qursquoil a eacuteteacute retenu52

Les emplois ulteacuterieurs se rencontrent notamment sous la plume de saint Augustin

au Ve siegravecle dans son œuvre on relegraveve 3 occurrences de lrsquoadjectif au superlatif53 mais

une seule ougrave lrsquoadjectif est employeacute au sens propre pour renvoyer agrave une tempeacuterature

Il srsquoagit de Conf 6 2 ougrave Augustin eacutevoque le vin aquatissimum et tepidissimum que

sa megravere utilisait pour rendre hommage aux martyrs suivant une pratique ancienne il

srsquoagit ici de montrer qursquoelle ne boit pas pour le plaisir car ce vin (merum) nrsquoest pas bon

eacutetant tregraves dilueacute et tiegravede Le superlatif ldquo tregraves tiegravede rdquo vise sans doute agrave renforcer lrsquoideacutee

sous-jacente suivant laquelle boire tiegravede est ldquo tregraves deacutesagreacuteable rdquo

[hellip] et si multae essent quae illo modo uidebantur honorandae memoriae defunctorum idem ipsum unum quod ubique poneret circumferebat quo iam non solum aquatissimo sed etiam tepidissimo cum suis praesentibus per sorbitiones exiguas partiretur quia pietatem ibi quaerebat non uoluptatem (Aug conf 6 2 2)

ldquo Et srsquoil y avait plusieurs deacutefunts dont elle voulait honorer la meacutemoire de cette maniegravere

elle emportait seulement cette mecircme [petite coupe] qursquoelle posait partout avec laquelle elle

partageait agrave petites gorgeacutees avec les fi degraveles qui eacutetaient lagrave du vin non seulement largement

51 Entre le IIIe siegravecle av JC et le IVe ap JC on a en tout deux occurrences de cette forme les huit autres emplois sont tardifs (Vegraveme siegravecle ap JC)

52 On relegraveve un emploi analogue chez Pline le Jeune qui deacutecrit une des chambres de sa villa de Toscane Idem cubiculum hieme tepidissimum quia plurimo sole perfunditur (epist 5 6 24) laquo La mecircme chambre est bien chaude en hiver parce qursquoelle inondeacutee de soleil raquo Lagrave encore lrsquoemploi de tepidus srsquoexplique sans doute par la reacutefeacuterence agrave lrsquohiver

53 Dans les deux autres occurrences chez Augustin lrsquoadjectif preacutesente le sens fi gureacute de laquo faible raquo ce qui explique qursquoil soit graduable Par exemple dans le Contra epistulam Manichaei quam uocant fundamenti 9 lrsquoadjectif tepidissimus qualifi e le substantif celebritas et deacutesigne laquo une tregraves faible affl uence raquo et en conf 8 11 27 le superlatif drsquoadverbe tepidissime signifi e laquo tregraves faiblement raquo

CILPR 2013 ndash SECTION 2

188

coupeacute drsquoeau mais aussi tout agrave fait tiegravede car ce qursquoelle cherchait lagrave crsquoeacutetait la pieacuteteacute et non le

plaisir rdquo

Si dans tous ces emplois lrsquoadjectif tepidus peut ecirctre employeacute tant au comparatif

qursquoau superlatif crsquoest sans doute parce qursquoil renvoie agrave un degreacute de chaleur preacutecis

avec lequel on peut caracteacuteriser tel ou tel eacuteleacutement (en lrsquooccurrence une tempeacuterature

modeacutereacutee agreacuteable pour le corps) plutocirct qursquoune vague notion intermeacutediaire entre le

chaud et le froid En cela tepidus a un fonctionnement diffeacuterent de celui du franccedilais

tiegravede dont il est pourtant lrsquoancecirctre

7 Lrsquoexpression du tiegravede en latin par rapport au franccedilais et agrave lrsquoitalien

En franccedilais lrsquoadjectif tiegravede issu de lat tepidus caracteacuterise preacutefeacuterentiellement des

entiteacutes qui sont les mecircmes qursquoen latin lrsquoeau lrsquoair le corps ou les cendres54 Le TLF

deacutecrit fr tiegravede comme laquo 1- qui est agrave une tempeacuterature modeacutereacutee qui provoque une

sensation thermique modeacutereacutee entre le chaud et le froid 2- qui est encore leacutegegraverement

chaud 3- qui reacutechauffe modeacutereacutement raquo crsquoest-agrave-dire que ce qui prime est la notion de

tempeacuterature moyenne et intermeacutediaire

Rivara (1990 128) explique qursquoen franccedilais les antonymes froid et chaud sont ce

qursquoil appelle bipolaires crsquoest-agrave-dire que le chaud et le froid sont des proprieacuteteacutes laquo perccedilues

comme orienteacutees agrave lrsquoinverse lrsquoune de lrsquoautre [hellip] elles sont seacutepareacutees non par une fron-

tiegravere clairement traceacutee mais par une zone intermeacutediaire vaguement deacutefi nie agrave laquelle

on donne lrsquoeacutepithegravete de tiegravede Bien que tregraves approximativement deacutefi nissable cette zone

est conccedilue comme ponctuelle et a fortiori non graduable elle ne souffre donc pas les

deacuteterminations de degreacute ni la comparaison (tregraves tiegravede) 55raquo Entre ces deux eacutechelles qui

ne se recouvrent pas orienteacutees lrsquoune vers le chaud lrsquoautre vers le froid il y aurait donc

une zone intermeacutediaire hors eacutechelle dans laquelle rentre lrsquoadjectif fr tiegravede crsquoest parce

qursquoil est hors eacutechelle que cet adjectif nrsquoest pas graduable Rivara (1993 45) repreacutesente

les adjectifs fr chaud froid et tiegravede du franccedilais par le scheacutema suivant

Pas de limite theacuteorique

Chaud

Zone intermeacutediaire tiegravede

Froid

Pas de limite theacuteorique

Agrave lrsquoinverse en latin tepidus appartient agrave une eacutechelle de tempeacuterature continue

qui va du chaud (calidus) au froid (frigidus) avec en haut de chacune des eacutechelles

le chaud extrecircme (feruidus) ou le froid extrecircme (algidus) Dans cette eacutechelle tepidus

occupe une zone meacutediane (bien qursquoagrave notre avis il soit plus pregraves du chaud que du froid

54 Cf les exemples de lrsquoarticle laquo tiegravede raquo du TLF55 Voir aussi Rivara (1993 45)

ROESCH

189

car comme nous lrsquoavons vu notamment agrave propos de ses emplois meacutetaphoriques le

terme se deacutefi nit en prioriteacute comme moins chaud que calidus) Pour le latin on peut

donc proposer lrsquoeacutechelle suivante

feruidus (brucirclant)

calidus (chaud)

tepidus (tiegravede)

frigidus (froid)

algidus (glaceacute)

Agrave la diffeacuterence du franccedilais srsquoil faut en croire Luraghi (2015 348 fi gure 4b) lrsquoita-

lien a gardeacute la mecircme eacutechelle de tempeacuterature continue que le latin Luraghi propose la

repreacutesentation suivante pour les termes de chaleur en italien

bollente caldo tiepido (neutral) fresco freddo gelato

Elle explique que ni it tiepido ni it fresco ne correspondent agrave une tempeacuterature

neutre qui pourrait ecirctre deacutecrite par fr tiegravede en franccedilais car it tiepido est du cocircteacute du

chaud (avec le sens de ldquo modeacutereacutement chaud rdquo ce qui correspond aux emplois du latin

tepidus) 56 it fresco (ldquo frais rdquo) du cocircteacute du froid Un autre point commun est que it

tiepido permet le comparatif piugrave tiepido dont Luraghi explique que dans le cas de

la tempeacuterature tactile selon le contexte il signifi e ldquo plus chaud en venant du froid rdquo

ou ldquo plus froid en venant du chaud rdquo mais pas ldquo plus tiegravede rdquo Luraghi dresse alors un

parallegravele entre le latin et lrsquoitalien et apregraves reacutefl exion propose pour les termes latins

le scheacutema suivant (2015 348 fi gure 5) qui preacutesente une reacutepartition quasi-similaire agrave

celle des termes de tempeacuterature en italien

fervidus calidus tepidus (neutral) frigidus algidus

En fait il nous semble que le sens de tepidus en latin srsquoil se situe bien eacutetymolo-

giquement du cocircteacute du chaud deacutepend beaucoup du contexte et peut remplir la place

de la tempeacuterature ldquo neutre rdquo en cas de besoin Quand lrsquoadjectif est employeacute seul sans

reacutefeacuterence ni au chaud ni au froid il signifi e ldquo agrave la tempeacuterature du corps modeacutereacutement

chaud rdquo Quand il est employeacute en lien avec la notion de froid ou celle de chaud du fait

de sa position intermeacutediaire entre ces deux degreacutes de chaleur il peut signifi er ldquo plus

chaud que le degreacute froid rdquo ou ldquo plus froid que le degreacute chaud rdquo Enfi n quand il srsquoagit de

renvoyer agrave une tempeacuterature intermeacutediaire entre ces deux extrecircmes crsquoest tepidus qui

est utiliseacute par deacutefaut car crsquoest le seul adjectif latin permettant de renvoyer agrave une tem-

peacuterature modeacutereacutee - ce qui en fait lrsquoeacutequivalent du terme neutre de Luraghi Il eacutequivaut

alors au franccedilais tiegravede ce qui explique sans doute la valeur de tempeacuterature meacutediane

prise par cet adjectif en franccedilais

56 Luraghi souligne par ailleurs le fait que it tiepido se deacutefi nit par reacutefeacuterence agrave la tempeacuterature du corps humain lagrave aussi dans la droite ligne de ce que nous avons mis en lumiegravere pour lat tepidus

CILPR 2013 ndash SECTION 2

190

Le franccedilais a donc innoveacute par rapport au latin en sortant le ldquo tiegravede rdquo de lrsquoeacutechelle de

la chaleur et en en faisant une zone intermeacutediaire Ce qui prime en franccedilais pour ce

terme est son emploi relatif la reacutefeacuterence agrave la tempeacuterature du corps qui eacutetait primor-

diale en latin est devenue marginale Agrave la diffeacuterence de lrsquoitalien tiepido le franccedilais

tiegravede ne garde donc pas la trace du sens eacutetymologique de lat tepidus issu de la racine

i-e tep- ldquo ecirctre chaud rdquo

Universiteacute Franccedilois Rabelais Tours Sophie ROESCH

ROESCH

191

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CILPR 2013 ndash SECTION 2

192

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Touratier Christian 1994 Syntaxe latine Louvain Peeters

193

La formation de la terminologie grammaticale roumaine agrave

lrsquoaide des termes latins la relatinisation du roumain entre

le XVIIIe et le XIXe siegravecles

Pour la plupart des lexiques techniques appartenant aux langues modernes le

latin est en mecircme temps source et modegravele pour la constitution des termes speacutecialiseacutes

du domaine de la grammaire Nous tenterons de preacutesenter ici les conditions speacuteci-

fi ques de la formation drsquoune terminologie grammaticale en roumain agrave lrsquoaide du latin

comme eacuteleacutement essentiel du processus de relatinisation du roumain entre le XVIIIe

et le XIXe siegravecles Nous partons des textes des premiegraveres grammaires latines du rou-

main afi n de dresser un inventaire des termes qui sont agrave la base de leurs correspon-

dants roumains

1 Latin1 et langues techniques

11 Lexiques techniques et terminologie grammaticale

On sait qursquoagrave partir du XVIe siegravecle en Occident le monopole du latin est menaceacute

face au deacuteveloppement des langues vernaculaires Il y a un paradoxe qui se produit

agrave cette eacutepoque et dans les siegravecles qui suivent le savoir et ses moyens de transmission

se modernisent gracircce au retour au latin classique Les nouveaux concepts ainsi que

les nouvelles reacutealiteacutes extralinguistiques avaient besoin drsquoune langue pour les nommer

drsquoune maniegravere sans eacutequivoque commune agrave tous les participants au savoir Dans son

ouvrage Le latin ou lrsquoempire drsquoun signe XVIe-XXe siegravecle Franccediloise Waquet considegravere

que laquo les concepts nouveaux qursquoelles [les œuvres] veacutehiculaient nrsquoeacutetaient pas toujours

aiseacutement traduisibles alors que de surcroicirct ils eacutetaient parfaitement clairs pour le

nombre limiteacute des doctes qui avaient agrave les manier raquo (Waquet 1998 112) Apregraves la

disparition du latin comme langue universelle de la communication dans les divers

domaines de la science les langues modernes (et non seulement les langues romanes)

conservent des inventaires des termes drsquoorigine latine qui transforment cet heacuteritage

dans une terminologie internationale

Bien qursquoelle appartienne au vocabulaire technique la terminologie grammaticale

est dans une situation diffeacuterente Elle est deacutejagrave formeacutee et elle repreacutesente un systegraveme

1 laquo Il est leacutegitime de souligner le rocircle essentiel qursquoa joueacute la langue latine dans la constitution des lexiques techniques et scientifi ques dans tous les domaines de la connaissance et en particu-lier dans ceux comme la botanique qui ont continueacute jusqursquoagrave lrsquoeacutepoque moderne et contempo-raine agrave employer le latin comme langue de communication raquo (Fruyt 2006 11)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

194

clos parce qursquoelle se conserve depuis les eacutepoques classique et tardive du latin Elle

nrsquoeacutevolue pas comme les autres lexiques techniques des XVIe-XVIIe siegravecles Mais son

importance est toujours de premier rang gracircce agrave son prestige assureacute par lrsquoenseigne-

ment en latin et parce qursquoelle est aussi un meacutetalangage le seul agrave former une conscience

linguistique Les gens reacutefl eacutechissent sur leurs langues maternelles agrave lrsquoaide du latin

Au XVIIe siegravecle le roumain est une langue qui se trouve dans une situation para-

doxale Il posseacutedait une traduction inteacutegrale de la Bible (en 1688) soixante-dix ans

avant la reacutedaction de la premiegravere grammaire du roumain Le contact avec la langue et

la culture latines nrsquoest pas institutionnaliseacute pour les locuteurs roumains avant lrsquoappa-

rition de lrsquoEglise grecque-catholique en Transylvanie mais il existe en opposition

avec la culture eccleacutesiastique offi cielle des Roumains Jusqursquoau XVIIIe siegravecle leur

culture est principalement religieuse chreacutetienne orthodoxe conserveacutee et deacutevelop-

peacutee par les contacts exclusifs avec Constantinople et le monde grec avec les Slaves

qui habitent au sud du Danube et les Russes A la fi n du XVIIIe siegravecle et surtout au

deacutebut du XIXe siegravecle la modernisation devient synonyme du clivage entre la culture

religieuse et la culture laiumlque La modernisation du roumain ne se fait pas agrave lrsquoaide de

la culture religieuse et de sa langue qui sont essentiellement conservatrices mais par

lrsquointermeacutediaire des langues techniques qui appartiennent agrave la culture laiumlque

12 Les concepts de relatinisation reromanisation occidentalisation

romane

Nous ne nous proposons pas drsquoentrer dans la poleacutemique concernant la deacutefi nition

du concept que les linguistes ont nommeacute successivement relatinisation (A Graur)

reromanisation (Sextil Pușcariu) occidentalisation romane (A Niculescu) ou tout

simplement modernisation latino-romane (N A Ursu) de la langue roumaine Nous

avons opteacute pour le terme de relatinisation qui dans lrsquoacception de Theodor Hristea

(2008 161-172) indique un pheacutenomegravene extrecircmement complexe laquo drsquointensifi cation et

drsquoaugmentation des caractegraveres latins du roumain raquo Lrsquoauteur identifi e le verbe relati-niser qursquoil trouve pour la premiegravere fois chez Antoine Meillet au sujet de laquo lrsquoinfl uence

franccedilaise qui a eacuteteacute grande au XIXe siegravecle raquo et qui laquo a heureusement relatiniseacute le

roumain depuis quelques deacutecades raquo (apud Hristea 2008 162) Le linguiste roumain

insiste sur la valeur intensive du preacutefi xe re- en deacutepit du sens iteacuteratif que les diction-

naires lui attribuent geacuteneacuteralement

Nous reconnaissons les deux valeurs intensive et iteacuterative du preacutefi xe re- dans le

deacuteriveacute relatinisation parce que le remplacement des termes consideacutereacutes comme ldquoeacutetran-

gersrdquo en roumain notamment les termes drsquoorigine slave suppose une intense activiteacute

linguistique de retour aux sources latines du roumain dans un milieu alloglotte Mais

dans lrsquoenvironnement culturel dans lequel se sont formeacutes les intellectuels de Transyl-

vanie le latin nrsquoest pas uniquement la langue de leurs ancecirctres de lrsquoEmpire Romain

crsquoest aussi la langue de la science et de la culture du Saint-Empire romain germanique

et de lrsquoOccident Nous prenons le terme relatinisation dans une acception plus res-

treinte justifi eacutee historiquement comme un processus par lequel le roumain langue

ȚAcircRA

195

drsquoorigine latine parleacutee par une population au carrefour entre lrsquoOrient et lrsquoOccident

fait le choix de se moderniser agrave lrsquoaide du latin et des langues romanes gracircce agrave sa toute

premiegravere geacuteneacuteration de philologues La premiegravere phase qui nous inteacuteresse ici dure

presqursquoun siegravecle de 1780 agrave 1860 et repreacutesente laquo lrsquoeacutetape drsquoassimilation de la science

moderne et de la creacuteation de lrsquoesprit scientifi que chez les Roumains raquo (Ursu 1962 10)

Le cas de la terminologie grammaticale est diffeacuterent des autres terminologies speacute-

cialiseacutees pour deux raisons Premiegraverement certains auteurs roumains eacutecrivent des

grammaires de leur propre langue directement en latin La connaissance du latin

savant signifi e lrsquoacquisition drsquoune reacutefl exion grammaticale structureacutee selon les cateacute-

gories de la langue latine et la connaissance de la terminologie latine En deuxiegraveme

lieu lrsquoactiviteacute de ces intellectuels eacutetait consciemment orienteacutee vers lrsquoaffi rmation drsquoune

correacutelation entre le roumain et le latin comme langue originaire et comme langue

des sciences agrave leur eacutepoque Le simple fait de preacutesenter le roumain agrave lrsquoaide des termes

latins agrave une eacutepoque ougrave tregraves peu de langues modernes posseacutedaient une terminologie

grammaticale propre ouvre la reacutefl exion sur la creacuteation drsquoune telle terminologie en

roumain

2 Grammaires latines du roumain et terminologies grammaticales

21 Remarques sur les grammaires choisies

Depuis la premiegravere grammaire du roumain eacutecrite en 1757 et jusqursquoagrave la fi n du

XIXe siegravecle lrsquointeacuterecirct pour comprendre pour deacutecrire la langue et pour lui donner des

normes unitaires srsquoest mateacuterialiseacute dans 100 grammaires reacutedigeacutees en roumain (74)

latin (6) allemand (12) franccedilais (4) italien (1) grec (2) et anglais (1)

Le corpus que nous avons choisi pour illustrer lrsquoideacutee de la relatinisation du rou-

main agrave lrsquoaide de la terminologie grammaticale latine est formeacute par les quatre pre-

miegraveres grammaires latines de la langue roumaine

Institutiones linguae valachicae sive Grammatica compendio exhibita (1770)

est la premiegravere grammaire roumaine reacutedigeacutee en latin Conserveacutee dans un manus-

crit de la Bibliothegraveque Archieacutepiscopale de Kalocsa en Hongrie elle fut eacutediteacutee en

2001 par Gheorghe Chivu et Lucia Wald de lrsquoUniversiteacute de Bucarest Lrsquoauteur ano-

nyme annonce dans la preacuteface lrsquoutiliteacute de son ouvrage et deacuteclare avoir employeacute une

meacutethode approprieacutee au latin langue agrave laquelle le roumain doit son origine2 Mecircme

srsquoil srsquoagit drsquoun instrument pour les missionnaires jeacutesuites le texte est important parce

qursquoil laquo affi rme explicitement la latiniteacute des structures grammaticales du roumain raquo

(Chivu Wald 2001 40)

Elementa linguae daco-romanae sive valachicae (Vienne 1780) est la premiegravere

grammaire eacutediteacutee de la langue roumaine Son apparition marque le deacutebut du pro-

2 laquo Utque harum Institutionum utilitas ad plures pertineret Methodo Latinae Linguae con-venienti cui Valachicum hoc Idioma sua debet cunabula pertractandas existimavi raquo (Chi-vu Wald 2001 50)

CILPR 2013 ndash SECTION 2

196

cessus de modernisation du roumain cultiveacute processus qui srsquoeacutetend sur plus de cent

ans Ecrit entiegraverement en latin par lrsquoeacuterudit Samuil Micu en collaboration avec Gheor-

ghe Șincai cet ouvrage contient les principes theacuteoriques et les moyens pratiques drsquoun

renouvellement profond de la langue Destineacutee aux speacutecialistes eacutetrangers et rou-

mains cette grammaire a comme modegravele absolu lrsquoElementa linguae germanicae in gratiam hungaricae et transylvanicae iuventutis ex optimis autoribus collecta a Geor-gio Nagy Vienne 1775 Les ideacutees concernant lrsquoadoption de lrsquoalphabet latin selon un

systegraveme orthographique conforme agrave lrsquoeacutetymologie lrsquoinstitution des normes grammati-

cales drsquoapregraves les critegraveres des grammaires latines de lrsquoeacutepoque la conception geacuteneacuterale

concernant lrsquoenrichissement du vocabulaire par des emprunts massifs au latin mais

aussi agrave lrsquoitalien et au franccedilais ont assureacute la notorieacuteteacute de ce livre immeacutediatement apregraves

sa parution Il sera reacuteeacutediteacute en 1805 avec des changements concernant notamment le

systegraveme orthographique

La derniegravere grammaire que nous avons consulteacutee en manuscrit est lrsquoœuvre de Ion

Budai Deleanu eacutecrivain et philologue formeacute agrave Vienne auteur de travaux philolo-

giques qui deacutepassent par leur importance les eacutecrits de ses contemporains En plus

drsquoun dictionnaire roumain-allemand en 4 tomes il reacutedige la grammaire intituleacutee Fun-damenta grammatices linguae romaenicae seu ita dictae valachicae usui tam domes-ticorum quam extraneorum accommodata (1812) agrave laquelle il ajoute une variante

roumaine sous le titre Temeiurile gramaticii romacircnești (1815) Dans les Fundamenta

la description de la structure grammaticale du roumain est accompagneacutee par des

commentaires linguistiques deacutetailleacutes concernant la modernisation des normes phoneacute-

tiques et morphologiques Lrsquoauteur recommande le renouvellement du lexique par des

neacuteologismes emprunteacutes au latin agrave lrsquoitalien et au franccedilais censeacutes remplacer les mots

drsquoorigine slave hongroise grecque turque etc langues avec lesquelles le roumain

nrsquoavait pas drsquoaffi niteacute geacuteneacutealogique Sur la base de la terminologie latine employeacutee

dans les Fundamenta il propose et justifi e une terminologie grammaticale roumaine

tregraves proche de la terminologie actuelle

Dans le milieu culturel de la Transylvanie du XVIIIe siegravecle les auteurs des gram-

maires latines du roumain eacutetaient en contact avec la terminologie grammaticale latine

de diverses maniegraveres a) gracircce agrave leurs eacutetudes dans les collegraveges de Vienne et de Rome

b) par lrsquointermeacutediaire des grammaires de la langue latine dont celle de Gregorius

Molnar Elementa grammaticae latinae (Cluj 1556) qui a connu plusieurs eacuteditions

successives c) par des grammaires latines des autres idiomes parleacutes dans lrsquoempire

pluri-ethnique Elementa linguae germanicae in gratiam hungaricae et transylvani-cae iuventutis ex optimis autoribus collecta a Georgio Nagy Vienna 1775 Herkel

Johannes Pannonio Elementa universalis linguae slavicae e vivis dialectis eruta et sanis logicae principiis suffulta Budae Typis Regiae Universitatis Hungaricae 1826

d) par des traductions Teodor Corbea Dictiones latinae cum valachica interpreta-tione (environ 1700)

ȚAcircRA

197

22 Remarques sur les lexegravemes des vocabulaires techniques employeacutes dans les grammaires

Les traits saillants des lexegravemes qui forment un vocabulaire technique sont le

degreacute hautement speacutecialiseacute la faible extension seacutemantique la grande compreacutehension

seacutemantique et le fait drsquoecirctre rarement attesteacutes dans les textes (cf Fruyt 2006 12)

La terminologie grammaticale latine qui est agrave la base des terminologies des

langues modernes est le reacutesultat drsquoune eacutevolution dans le temps Elle comprend des

termes formeacutes en latin ou emprunteacutes au grec attesteacutes agrave des eacutepoques tregraves diffeacuterentes

grammaticus grammatica (Ciceacuteron Horace) syntaxis (Priscien) orthographia

(Quintilien Sueacutetone) etymologia (Quintilien) prosodia (Varron chez Aulu-Gelle)

uocabularium (qui nrsquoest pas attesteacute en latin classique et tardif) alphabetum (Tertul-

lien) usus (Ciceacuteron) substantiuum (Priscien) adjectiuus (Macrobe) pronomen (Var-

ron) uerbum (Quintilien) aduerbium (Quintilien) articulus (Quintilien) numeralis

(Priscien) praepositio (Ciceacuteron) interiectio (Quintilien) coniunctio (Horace) etc

Certains de ces lexegravemes furent pendant une longue peacuteriode polyseacutemiques

comme termes de la langue commune et comme termes speacutecialiseacutes (uerbum ldquo mot rdquo

vs ldquo verbe rdquo) parfois ambigus mecircme agrave lrsquointeacuterieur du vocabulaire technique (chez deux

auteurs diffeacuterents articulus ldquo pronom rdquo chez Varron vs ldquo article rdquo chez Quintilien

ou chez le mecircme auteur interjectio ldquo insertion rdquo vs ldquo parenthegravese rdquo vs ldquo interjection rdquo

chez Quintilien) Substantiuum (Priscien) et numeralis (Priscien) sont attesteacutes seule-

ment comme deacuteterminants

Les lexies complexes sous la forme drsquoun substantif ayant deacutejagrave un sens gramma-

tical deacutetermineacute par un adjectif qui sert agrave deacutelimiter de maniegravere preacutecise le sens afi n

de creacuteer des cateacutegories et des sous-cateacutegories sont un moyen constant drsquoenrichisse-

ment de la terminologie grammaticale Ces constructions qui sont speacutecifi ques de tous

les vocabulaires techniques fonctionnent comme des uniteacutes seacutemantiques attesteacutees

chez divers auteurs Par exemple pronomen possessiuum apparaicirct pour la premiegravere

fois dans un opuscule qursquoon attribue agrave saint Augustin3 accentus circumfl exus chez

Quoduultdeus (Ve siegravecle) indicatiuus modus chez Gaudentius Brixiensis (Ve siegravecle)

conparatiuus gradus chez Augustin etc

La terminologie grammaticale est le reacutesultat drsquoun processus graduel et complexe

de creacuteation drsquoun lexique speacutecialiseacute agrave lrsquoaide drsquoemprunts de mots deacuteriveacutes agrave partir de

radicaux latins productifs de calques seacutemantiques (casus) avec enrichissement de

sens nouveaux plus restreints et plus preacutecis pour des termes latins preacuteexistants de

signifi cation beaucoup plus large (usus)

3 Ars sancti Augustini pro fratrum mediocritate breviata peut-ecirctre IVe siegravecle

CILPR 2013 ndash SECTION 2

198

23 Remarques sur le corpus seacutelectionneacute

231 La structure de la terminologie grammaticale latine (agrave partir des donneacutees du corpus)

La lecture critique des quatre premiegraveres grammaires latines du roumain nous a

permis drsquoobserver lrsquoextension de la terminologie grammaticale que les grammairiens

employaient en latin en parallegravele avec leurs efforts pour creacuteer une terminologie dans

la langue qursquoils parlaient

En premier lieu nous avons seacutelectionneacute environ 60 lexies et lexies complexes qui

ont de nos jours des correspondants tregraves proches en ce qui concerne leurs formes

dans les langues romanes et en roumain

Du point de vue de lrsquoappartenance des mots seacutelectionneacutes agrave la terminologie gram-

maticale nous avons remarqueacute des degreacutes diffeacuterents de speacutecialisation On trouve en

effet

a) des termes speacutecialiseacutes proprement dits dont la plupart sont monoseacutemiques orthogra-phia etymologia vocabularium etc substantivum adjectivum adverbium interjectio

conjunctio etc nominativus genitivus dativus etc vocalis consonans diphtongus etc

drsquoautres qui ont reccedilu un sens grammatical ulteacuterieurement sont polyseacutemiques genus

numerus persona casus modus gradus usus constructio terminatio comparatio etc

b) des lexies complexes repreacutesenteacutees par des syntagmes fi geacutes accentus gravis spiritus asper articulus defi nitus nomen proprium et des structures ougrave le deacuteterminant peut ecirctre deacutetacheacute

et employeacute seul genus masculinum pronomen demonstrativum verba passiva tempus praesens gradus positivus etc

c) des termes partiellement speacutecialiseacutes qui apparaissent dans le discours des grammairiens

comme agrave la suite drsquoune habitude langagiegravere ils ne traduisent pas de concepts mais sont

employeacutes pour mettre en relation des notions grammaticales exprimere (1805 substan-tivum quod in una constructione expressum fuit) formare (1780 duc fac dic formant personam praesentis imperativi du fagrave digrave) determinare (1780 articulus [hellip] defi nitus qui rem determinat indefi nitus alter qui rem non determinat) omittere (1805 e nominibus masculini vel neutrius generis desinentibus in us um u amp ut [hellip] omitte dictas termina-tiones amp erunt valachica) indicare (1805 articuli quibus praeter genera casus quoque indicantur) provenire (1812 ex littera h praeposita cognoscitur haec vocabula provenire a latino) denotare (1772 hoc praeterito denotari rem paulo ante factam) etc

232 La structure de la terminologie grammaticale roumaine (agrave partir des don-neacutees du corpus)

Du point de vue de leur eacutetymologie plus de 200 ans apregraves lrsquoinsertion de ces mots

dans lrsquoensemble du lexique par lrsquointervention deacutelibeacutereacutee des philologues de la fi n du

XVIIIe siegravecle la majoriteacute des termes sont consideacutereacutes dans les dictionnaires roumains

comme des emprunts neacuteologiques agrave eacutetymologie multiple latine franccedilaise italienne

parfois allemande

Les termes emprunteacutes au latin et aux langues romanes (consideacutereacutes par les lin-

guistes comme ayant une eacutetymologie multiple) sont largement majoritaires Le pro-

cessus de leur adaptation progressive au systegraveme phono-morphologique du roumain

ȚAcircRA

199

peut ecirctre signaleacute deacutejagrave dans les premiegraveres grammaires (notamment chez I Văcărescu

1787) mais il srsquoagit de formes fl uctuantes qui apparaissent de maniegravere irreacuteguliegravere4 en

concurrence avec des calques Une partie de notre corpus preacutesenteacutee en comparaison

avec le latin le franccedilais et lrsquoitalien et en contraste avec lrsquoallemand le hongrois et le

serbe (langues avec lesquelles le roumain eacutetait en contact immeacutediat au XVIIIe et au

XIXe siegravecles) montre que les formes emprunteacutees et adapteacutees au XIXe siegravecle sont res-

teacutees les mecircmes jusqursquoagrave notre eacutepoque5

SUBSTANTIVUM roum substantiv (1815) substantiv (1963 2005) it sostantivo fr substan-tif all das Nennwort (1810) das Substantiv hongr főneacutev sb imenica

CONJUNCTIO roum conjuncția (1815) conjuncția (1963 2005) it congiunzione fr

conjonction all das Verbindungswort (1810) die Konjunktion hongr koumltőszoacute sb Veznik

CASUS roum caz (1815) caz (1963 2005) it caso fr cas all der Kasus (1810) der Fall hongr eset sb Padež

DATIVUS roum dativ (1815) dativ (1963 2005) it dativo fr datif all der Dativ (1810)

hongr reacuteszeshataacuterozoacute eset dativus sb dativ

ABLATIVUS roum ablativ (1815) ablativ (DOOM 2005) it ablativo fr ablatif all der Ablativ (1810) hongr hataacuterozoacute eset ablativus sb ablativ

VOCATIVUS roum vocativ (1815) vocativ (1963 2005) it vocativo fr vocatif all der Vokativ hongr szoacuteliacutetoacute eset vocativus sb vokativ

PRONUNCIATIO roum pronunție (1815) pronunție (2005) it pronuncia fr prononciation

all die Aussprache hongr kiejteacutes sb izgovor

VOCALIS roum vocale pl (1815) vocală (DOOM 2005) it vocale fr voyelle all der Vokal hongr magaacutenhangzoacute sb samoglasnik vokal

CONSONANS roum consoana (1815) consoană (DOOM 2005) it consonante fr con-sonne all der Konsonant hongr maacutessalhangzoacute sb suglasnik konsonant

DIPHTONGUS roum diftongii pl (1815) diftong (DOOM 2005) it dittongo fr diph-tongue all der Diphthong der Doppellaut der Doppelvokal hongr kettőshangzoacute diftongus

sb diftong

PERSONA roum persoana (1815) persoană (1963 2005) it persona fr personne all die Person hongr szemeacutely sb lice

4 Les exemples que nous avons retenus remontent seulement agrave 1815 parce que Ion Budai Deleanu lrsquoauteur des Fundamenta grammaticeshellip (1812) et des Temeiurile gramaticiihellip (1815) emploie par excellence des neacuteologismes et il explique toujours son choix en faveur des emprunts latins

5 Les dates que nous avons indiqueacutees entre parenthegraveses repreacutesentent les attestations des termes chez Ion Budai Deleanu Temeiurile gramaticii romacircnești manuscrit 1815 Johann Molnar Deutsch-Walachische Sprachlehre Hermanstadt 1810 Gramatica limbii romacircne vol I-II ediția a II-a revăzută și adăugită București Editura Academiei Romacircne 1963 Gramatica limbii romacircne vol I-II București Editura Academiei Romacircne 2005 Dicționarul ortografi c ortoepic și morfologic al limbii romacircne (DOOM) ediția a II-a revăzută și adăugită București Univers Enciclopedic 2005

CILPR 2013 ndash SECTION 2

200

NEUTRUM roum neutre pl (1815) neutru (1963 2005) it neutro fr neutre all das Neu-trum hongr semleges sb srednji

CONSTRUCTIO roum construcție (1815) construcție (1963 2005) it costruzione fr

construction all die Konstruktion hongr szerkezet sb konstrukcija

TERMINATIO roum terminație (1815) terminație (1963 2005) it terminazione fr termi-naison all die Endung (1810) hongr veacutegződeacutes sb zavrsetak

COMPARATIO roum comparație (1815) comparație (1963 2005) it paragone fr compa-raison all die Komparation hongr fokozaacutesa sb komparacija

GRADUS roum gradul (1815) grad (1963 2005) it grado fr degreacute all die Steigerungs-form (1810) hongr fok sb stepen

etc

Le processus drsquoadaptation phoneacutetique des emprunts nrsquoest pas toujours acheveacute

dans la premiegravere partie du XIXe siegravecle et il peut continuer jusqursquoau XXe siegravecle Par

exemple Ion Budai Deleanu propose des formes infl uenceacutees par la prononciation

latine (adiective interiecția coniugație) par la prononciation allemande des mots

latins (acțent partițipiu) et par la graphie des termes latins (preposiția acusativ

articul) Tous ces lexegravemes ont connu ulteacuterieurement des modifi cations en accord avec

leurs correspondants franccedilais ou italiens Cependant letera attesteacute en 1815 avec une

forme tregraves proche de lrsquoitalien lettera connaicirct le processus inverse et devient plus tard

litera proche du modegravele latin

ADJECTIVUM roum adiective adiectivuri pl (1815) adjectiv (1963 2005) it aggettiacutevo fr

adjectif all das Adjektiv (1810) hongr melleacutekneacutev sb pridev

INTERJECTIO roum interiecția (1815) interjecție (1963 2005) it interiezione fr inter-jection all das Zwischen Wort (1810) die Interjektion hongr indulatszoacute sb uzvik usklik

CONJUGATIO roum coniugație (1815) conjugare (1963 2005) it coniugazione fr conju-gaison all die Konjugation hongr igeragozaacutes sb glagolska promena konjugacija

PRAEPOSITIO roum preposiția (1815) prepoziție (1963 2005) it preposizione fr preacutepo-sition all das Vorwort (1810) die Praumlposition hongr eloumlljaacuteroacute (szo) viszonyszoacute prepoziacutecioacutes

sb predlog

ACCUSATIVUS roum acusativ (1815) acuzativ (1963 2005) it accusativo fr accusatif all

der Akkusativ (1810) hongr taacutergyeset accusativus sb akuzativ

ARTICULUS roum articul (1815) articol (1963 2005) it articolo fr article all der Artikel (1810) hongr neacutevelő sb član

ACCENTUS roum acțent (1815) accent (1963 2005) it accento fr accent all das Tonzei-chen (1810) der Akzent die Betonung hongr eacutekezet sb akcenat

PARTICIPIUM roum partițipiu (1815) participiu (1963 2005) it participio fr participe

all das Partizip hongr melleacutekneacutevi igeneacutev sb particip

MODUS roum modu (1815) mod (1963 2005) it modo fr mode all der Modus hongr

moacuted sb način

ȚAcircRA

201

LITTERA roum leteră (1815) literă (1963 2005) it lettera fr lettre all der Buchstabe (1810) hongr betű sb slovo etc

Les calques bien que nombreux agrave lrsquoeacutepoque (agrave cause des modegraveles allemands et

hongrois en Transylvanie neacuteo-grecs et russes en Valachie et en Moldavie) sont peu

repreacutesenteacutes dans nos exemples et il srsquoagit de mots heacuteriteacutes du latin On peut mentionner

pour les calques seacutemantiques

NUMERUS roum număr lt lat numerus TEMPUS roum timp lt lat tempus SONUS roum

sunet lt lat sonitum MASCULINUM roum bărbătesc (1815) bărbat ldquo homme rdquo lt lat barbatus

mais masculin (1963 2005) FEMININUM roum femeiesc (1815) femeie ldquo femme rdquo lt lat fami-lia mais feminin (1963 2005)

Relegravevent en outre des calques de structure les termes suivants PRONOMEN roum

pronume (pro+ nume lt lat nomen) POSTPONERE roum postpune (post+ pune lt lat

ponere)

On rencontre eacutegalement des lexies complexes emprunteacutees

ACCENTUS CIRCUMFLEXUS roum accent circumfl ex (1815 1963 2005) ACCENTUS GRAVIS roum accent grav (1963 2005) SUBSTANTIVUM INDECLINABILE roum substantiv indeclina-bil (1963 2005) VERBA AUXILIARIA roum verbe auxiliare (1815 1963 2005) VERBA ACTIVA roum verbe active (1815 1963 2005) VERBA PASSIVA roum verbe pasive (1815 1963 2005)

VERBA IMPERSONALIA roum verbe impersonale (1963 2005) MODUS INDICATIVUS roum mod indicativ (1815 1963 2005) M CONJUNCTIVUS roum m conjunctiv (1815 1963 2005) M OPTATIVUS roum m optativ (1963 2005) M IMPERATIVUS roum m imperativ (1815 1963

2005) M INFINITIVUS roum m infi nitiv (1815 1963 2005) NUMERALES CARDINALES roum

numerale cardinale (1963 2005) NUMERALES ORDINALES roum numerale ordinale (1963

2005)

NOMEN APPELLATIVUM roum substantiv apelativ (1963 2005) NOMEN DEFECTIVUM roum

substantiv defective (1963 2005) NOMINA EPICENA roum substantive epicene (1963 2005)

On peut ajouter des lexies complexes mixtes

PRONOMINA PERSONALIA roum pronume personale (1815 1963 2005) PRONOMINA POS-SESSIVA roum pronume posesive (1815 1963 2005) PRONOMINA DEMONSTRATIVA roum pro-nume demonstrative (1815 1963 2005) PRONOMINA RELATIVA roum pronume relative (1815

1963 2005) PRONOMINA INTERROGATIVA roum pronume interogative (1963 2005)

NOMEN PROPRIUM roum nume propriu (1963 2005) ACCENTUS ACUTUS accent ascuțit (1963 2005) ARTICULUM DEFINITUM roum articol hotăracirct (1963) articol defi nit (2005) ARTI-CULUM INDEFINITUM roum articol nehotăracirct (1963) articol nedefi nit (2005)

Les termes latins partiellement speacutecialiseacutes ont aussi des eacutequivalents dans la ter-

minologie roumaine actuelle DENOTARE roum a denota DETERMINARE roum a determina EXPRIMERE roum a exprima FORMARE roum a forma INDICARE roum a indica OMITTERE roum a omite PROUENIRE roum a proveni etc

CILPR 2013 ndash SECTION 2

202

3 Conclusion

Lrsquoanalyse contrastive drsquoun corpus repreacutesentatif de la terminologie grammaticale

roumaine nous conduit agrave deux conclusions distinctes

En premier lieu dans le processus de relatinisation du roumain les grammaires

eacutecrites en latin ont joueacute un rocircle essentiel pour la formation de la nouvelle termino-

logie grammaticale Langue de la science au XIXe siegravecle le latin devient une source

drsquoemprunts neacuteologiques en roumain qui agrave la diffeacuterence des langues avec lesquelles

il est en contact eacutevite le plus souvent les calques afi n drsquoenrichir son inventaire lexical

avec des mots drsquoorigine latine La comparaison avec les termes correspondants en

allemand en hongrois (langue offi cielle en Transylvanie jusqursquoen 1918) et en serbe

met en eacutevidence les diffeacuterences concernant le processus drsquoacquisition (traduction vs

adaptation des emprunts neacuteologiques) dans ces quatre langues appartenant agrave des

groupes linguistiques distincts

En deuxiegraveme lieu les formes actuelles des termes speacutecialiseacutes (1963 2005) teacute-

moignent de leur rapprochement non seulement avec les formes des mecircmes mots dans

les langues romanes (franccedilais italien) mais surtout avec les termes latins employeacutes en

Europe jusqursquoau XIXe siegravecle Le roumain langue romane qui srsquoest deacuteveloppeacutee dans

un milieu linguistique totalement alloglotte modernise son vocabulaire agrave lrsquoaide des

lexiques scientifi ques creacuteeacutes par des emprunts massifs au latin savant Cette action

consciemment orienteacutee vers une relatinisation de lrsquoensemble du lexique roumain

commence par la creacuteation des terminologies scientifi ques parmi lesquelles le premier

rang en importance peut ecirctre attribueacute agrave la terminologie grammaticale au XIXe siegravecle

Universiteacute de lrsquoOuest Timisoara Roumanie George Bogdan ȚAcircRA

ȚAcircRA

203

Reacutefeacuterences bibliographiques

Dicționarul ortografi c ortoepic şi morfologic al limbii romacircne (DOOM) 2005 Ediţia a II-a

revăzută și adăugită București Univers Enciclopedic

Gramatica limbii romacircne 1963 Vol I-II ediţia a II-a revăzută și adăugită București Editura

Academiei Romacircne

Gramatica limbii romacircne 2005 Vol I-II Bucureşti Editura Academiei Romacircne

Institutiones linguae valachicae Prima gramatică a limbii romacircne scrisă icircn limba latină 2001

Ediție critică de Gheorghe Chivu Revizia textului latin de Lucia Wald București Editura

Academiei Romacircne

Chivu Gheorghe Buză Emanuela Roman Morariu Alexandra 1992 Dicţionarul icircmprumutu-rilor latino-romanice icircn limba romacircnă veche (1421-1760) București Editura Știinţifi că

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Studii şi cercetări lingvistice LIX 1 161-170

Marcu Mihaela 2004 laquo Modelele latine ale primelor gramatici romacircnești raquo Analele Universității din Craiova Seria știinţe fi lologice Limbi și literaturi clasice I 1-2 148-155

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Craiova Editura Universitaria

Micu Samuil Șincai Gheorghe 1980 Elementa linguae daco-romanae sive valachicae Studiu

introductiv traducerea textelor și note de Mircea Zdrenghea Cluj-Napoca Editura Dacia

Molnar Johann 18102 Deutsch-Walachische Sprachlehre Hermanstadt Martin Hochmeister

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Știin-ţifi că și Enciclopedică

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Fiorini

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Waquet Franccediloise 1998 Le latin ou lrsquoempire drsquoun signe XVIe-XXe siegravecle Paris Albin Michel

205

Termes religieux heacuteriteacutes du latin avec une aire de diffusion

restreinte dans le contexte roman

1 Preacuteliminaires

Notre eacutetude propose une approche comparative dans le domaine des langues

romanes appliqueacutee agrave un corpus qui comprend 13 termes basilica calendae chris-

tianus creatio dominedeus draco paenitere (poenitere) pausum peruigilare

rogare rogationem rosalia templa Cette liste est eacutetablie agrave partir du roumain

et des problegravemes que les mots en question constituent pour son lexique Il srsquoensuit

que dans le domaine linguistique neacuteo-latin cette cateacutegorie est susceptible drsquoecirctre eacutelar-

gie par lrsquoincorporation de la cateacutegorie des termes religieux conserveacutes dans certaines

reacutegions de la Romania agrave lrsquoexception entre autres idiomes du roumain

La cateacutegorie eacutetymologique que nous nous proposons de traiter ici oriente lrsquoinvesti-

gation vers lrsquoidentifi cation des termes religieux se trouvant dans la plupart des autres

idiomes neacuteo-latins et lieacutes agrave un contenu religieux identique Ce type de recherche nous

oblige agrave maintes reprises agrave retourner agrave lrsquoorigine agrave la langue-source qursquoest le latin et agrave

identifi er eacuteventuellement plusieurs expressions latines Cet aspect drsquoun latin lsquostratifi eacutersquo

sera rapprocheacute lui-mecircme de la reacutealiteacute extralinguistique sui generis speacutecifi que pour

telle ou telle aire de la Romania

Dans ce contexte agrave propos du roumain il faut prendre en compte tout particu-

liegraverement deux cas importants qui concernent aussi la preacutesente eacutetude et mettent en

lumiegravere la speacutecifi citeacute de la langue roumaine 1 la cateacutegorie lsquopan-roman sauf rou-

mainrsquo 2 la cateacutegorie des termes conserveacutes uniquement en roumain Pour ces deux

classes eacutetymologiques les speacutecialistes srsquoaccordent agrave reconnaicirctre la neacutecessiteacute drsquoune

approche extralinguistique

Lrsquoinventaire des mots pan-romans absents en roumain est nettement supeacuterieur agrave

lrsquoinventaire des mots pan-romans absents dans tout autre idiome roman de lrsquoaire occi-

dentale (TILR 122-123) Pour le vocabulaire religieux cette situation linguistique fut

mise en relation avec le caractegravere profondeacutement rural de la terminologie chreacutetienne

roumaine (Puşcariu (1976 361) Sala (2006 41)) Il est signifi catif que bien souvent

aux mots latins ayant une aire drsquoexpansion consideacuterable dans la Romania occiden-

tale correspondent en roumain des lexegravemes slavons Ce sont des termes qui par leur

seacutemantisme renvoient agrave une certaine organisation et hieacuterarchie eccleacutesiastiques lat

benedicere sl blagosloviti gt roum blagoslovi lat episcopus sl jepiskop gt roum

CILPR 2013 ndash SECTION 2

206

episcop lat evangelium sl evengelije gt roum evanghelie1 etc Le roumain nrsquoa pas

heacuteriteacute du latin les termes qui portent sur la pratique du service divin ou sur le deacuterou-

lement de la vie monastique ces absences se justifi ant par lrsquoenvironnement drsquoune

population deacutepourvue drsquoorganisation eccleacutesiastique supeacuterieure agrave une eacutepoque ougrave les

relations avec la romaniteacute occidentale srsquoeacutetaient affaiblies De tels champs conceptuels

allaient se constituer agrave une eacutepoque ulteacuterieure agrave la suite de lrsquoinfl uence slavonne le

slavon eacutetant la langue de culture qui joua dans lrsquoOrient le mecircme rocircle que le latin

savant dans lrsquoaire occidentale de la romaniteacute Tout en consideacuterant de telles reacutealiteacutes

les chercheurs modernes ont insisteacute sur lrsquoideacutee du deacuteveloppement dans lrsquoaire orientale

de la romaniteacute de ce qursquoils appellent un lsquochristianisme populairersquolsquopaiumlenrsquo (Zugravu

(1997 31sqq))

Agrave partir des mecircmes preacutemices il convient de traiter aussi la cateacutegorie des mots

conserveacutes uniquement en roumain et dans une certaine mesure eacutegalement la classe

des termes religieux ayant une aire restreinte de diffusion dans la Romania

2 Continuiteacute vs discontinuiteacute formelle et seacutemantico-stylistique dans la

Romania

Bien que certaines eacutetudes de speacutecialiteacute dans une perspective diatopique situent

le roumain au-delagrave du continuum de la romaniteacute2 point de vue qui se justifi e par la

prise en compte du facteur geacuteographique toutefois lrsquoisolement geacuteographique nrsquoa pas

toujours repreacutesenteacute un obstacle au processus drsquoassimilation ou agrave la continuiteacute des par-

ticulariteacutes linguistiques communes au roumain et agrave drsquoautres idiomes appartenant au

domaine neacuteo-latin Crsquoest la raison pour laquelle on ne pourra pas qualifi er le roumain

de maniegravere cateacutegorique comme un idiome esp inagrupable selon lrsquoopinion drsquoAlonso

(1934) qui srsquoimpose par conseacutequent la neacutecessiteacute de reformuler le concept de lsquoRoma-nia continuarsquo Ce point fut remarqueacute drsquoailleurs dans la bibliographie de speacutecialiteacute

Maria Iliescu3 apporte des arguments en faveur de lrsquoideacutee que le roumain appartient agrave la lsquoRomania continuarsquo mecircme si tout comme le franccedilais il preacutesente des traits qursquoelle

qualifi e de laquo faits drsquoidiosyncrasie raquo Dans cette perspective on note que le roumain ne

se diffeacuterencie pas des autres langues romanes ni du point de vue geacuteneacutealogique ni du

point de vue typologique

Pour revenir au corpus qui fait lrsquoobjet de notre eacutetude la question fondamentale

est celle du degreacute de lsquocontinuiteacutersquo ou de lsquolrsquouniteacute seacutemantiquersquo agrave lrsquointeacuterieur de la classe

deacutelimiteacutee mise agrave part lsquolrsquouniteacute formellersquo des idiomes ayant heacuteriteacute ces termes du latin

Si lrsquoon a vraiment affaire agrave une concordance seacutemantique se pose alors un second

1 Pour plusieurs exemples voir Teleoacă (2005 184sqq)2 Le concept de la lsquoRomania continuarsquo apparaicirct pour la premiegravere fois chez Amado Alonso

(1934) auteur selon lequel le roumain serait lrsquounique idiome neacuteo-latin situeacute au-delagrave du lsquocontinuumrsquo et esplsquoinagrupablersquo

3 Voir Maria Iliescu Face parte romacircna din Romania Discontinua (ltwwwdiaspora-stiintifi caroMariaILIESCUpdf -gt) Voir aussi Schmitt (1974 33)

TELEOACĂ

207

problegraveme quelle est la position qursquooccupent ces mots dans le systegraveme de chacune des

langues concerneacutees Est-ce un mot fondamental pour renvoyer agrave un certain concept

religieux ou bien un mot peacuteripheacuterique ou encore un mot appartenant agrave la langue

standard ou un mot archaiumlquedialectal etc

21 Mots latins geacuteneacuteralement admis comme eacutetymons directs des diverses formes romanes

211 Le substantif latin basilica est un emprunt au grec βασιλικός ldquoqui appar-

tient au roirdquo Il acquit une signifi cation religieuse agrave partir du IVe siegravecle apr J-C

lorsqursquoil en arriva agrave deacutesigner lrsquoeacutedifi ce destineacute au culte chreacutetien (DELL 1959) Ce mot

srsquoest conserveacute comme terme fondamental au sens drsquoldquoeacutegliserdquo dans tous les dialectes

roumains mais il a eacuteteacute enregistreacute aussi dans drsquoautres reacutegions de la latiniteacute surtout

comme terme archaiumlque ou dialectal de telle ou telle langue avec certaines restric-

tions seacutemantiques dalm basalka v-veacutenit baselega v-log vethiliga engad basel-gia4 anc-fr basoche ldquobasilique de St Martin agrave Toursrdquo moyen-fr et fr-mod basoche

ldquoensemble de clercs deacutependant des cours de justicerdquo prov-mod basocho (FEW I

1948 Mihăescu 1993 297)

Agrave la diffeacuterence de basilica le latin ecclesia a connu de tout temps une distribu-

tion presque geacuteneacuterale dans la Romania (Tagliavini (1963) REW 972) La victoire de

lat ecclesia sur basilica dans la plus grande partie de la Romania fut expliqueacutee par

le fait que le second substantif aurait eacuteteacute perccedilu comme un deacuteriveacute du grec βασιλεύς et

par conseacutequent consideacutereacute comme un terme laiumlque (Skok (1930190))

212 Pour ce qui est du roumain le terme fondamental exprimant le concept de

ldquodiviniteacute chreacutetienne suprecircmerdquo est Dumnezeu qui est agrave lrsquoorigine une formule paiumlenne

drsquoinvocation (lat dominedeus)5 conserveacutee eacutegalement au sud du Danube (DDA1

Papahagi (1902) Caragiu-Marioţeanu (1995 57sqq)) Cette expression fut enregis-

treacutee aussi dans drsquoautres reacutegions de la Romania it Domineddio anc-fr Damedieu

et v-prov Domnedeu (FEW III 1949 TILR 170sq) Les lexegravemes citeacutes nrsquooccupent

cependant pas (et nrsquoont jamais occupeacute) la position privileacutegieacutee du roumain Dum-nezeu6 dans la romaniteacute occidentale la sphegravere religieuse est reacuteserveacutee principalement

aux descendants de lat deus mot heacuteriteacute eacutegalement en roumain mais utiliseacute avec une

signifi cation sacreacutee exclusivement agrave lrsquoeacutepoque archaiumlque

213 On peut compter draco (emprunt latiniseacute au grec δράκων -ονος cf DELL

1959) parmi les termes agrave distribution limiteacutee au sud-est de lrsquoEurope en raison de sa

faible diffusion dans lrsquoespace neacuteo-latin roum drac fr-dial drac et it dragone (REW

2759) Mais crsquoest en roumain que draco constitue le mot essentiel pour deacutesigner le

4 Crsquoest la forme speacutecialiseacutee pour le sens de ldquotemple reacuteformeacuterdquo tandis que la signifi cation drsquoldquoeacuteglise catholiquerdquo est porteacutee par le descendant de lat ecclesia agrave savoir gesa (Jud (1934 13))

5 Agrave la diffeacuterence du latin Deus terme pour lequel les plus anciennes attestations confi rment une signifi cation fondamentalement chreacutetienne (voir Pacircrvan (1911 135))

6 Excepteacute peut-ecirctre lrsquoitalien Domineddio en tant que terme liturgique (DELI 2 (D-H))

CILPR 2013 ndash SECTION 2

208

diable Cette signifi cation chreacutetienne est commune agrave tous les dialectes roumains et

mentionneacutee aussi pour des variantes archaiumlques et dialectales du franccedilais (fr drac ldquodiable lutinrdquo FEW III 1949) Certaines eacutetudes de speacutecialiteacute attribuent une accep-

tion identique eacutegalement au provenccedilal dragatildeo (voir Tomescu (1997 77sqq)) qui est

vraisemblablement issu du latin draco comme terme semi-savant (cf REW 2759) Le

mecircme statut paraicirct commun agrave toutes les autres formes de la Romania crsquoest-agrave-dire fr

dragon cat tragoacute esp dragoacuten qui tous offrent une signifi cation laiumlque Au champ

seacutemantique religieux appartiennent en revanche les descendants de lat diabolus

terme chreacutetien tardif dans les langues romanes occidentales (Ivănescu (1980 169))

Les donneacutees ci-dessus conduisirent Ivănescu (ibid) agrave consideacuterer lrsquoabsence de lat

diabolus aussi bien que lrsquoabsence du sens de ldquodragonrdquo pour draco comme speacutecifi ques

au roumain Cette remarque exige des corrections Tout drsquoabord le roumain possegravede

aussi un mot chreacutetien pour deacutesigner le diable bien qursquoil ne soit pas un terme heacuteriteacute

Drsquoautre part la signifi cation paiumlenne de draco existe dialectalement en roumain ce

qui met en eacutevidence un continuum de la romaniteacute Roum dracul din vale ldquole diable

de la valleacuteerdquo dracul icircn baltă ldquole diable dans la fl aquerdquo muşcatul dracului ldquomordu par

le diablerdquo etc sont des syntagmes ougrave le sens de drac doit provenir plutocirct du sens paiumlen

de draco (voir aussi Teleoacă (2000 210) Id (2012 85))

214 Le terme latin pausum deacuteriveacute postverbal de lat pausare (DELL 1959) srsquoest

conserveacute en roumain agrave lrsquoeacutepoque archaiumlque et offre des survivances reacutegionales (cf

roum paus ldquoreposrdquo ldquorepas funeacuterairerdquo ldquovin mecircleacute de lrsquoeau beacutenite avec lequel le precirctre

asperge le mortrdquo DLR 1972) Il est conserveacute aussi tregraves probablement en proven-

ccedilal (paacuteus ldquoaccalmie paixrdquo) espagnol (poso ldquoseacutedimentrdquo7) et portugais (ponso ldquolieu

drsquoancragerdquo) (FEW VIII 1955 REW 6308)

215 Les occurrences peu nombreuses du verbe preacuteverbeacute pervigilare dans le

territoire de langue latine (cf Popescu (1943 209sq)) justifi ent la faible repreacutesenta-

tion de ce type lexical dans lrsquoaire neacuteo-latine agrave savoir en roumain (droum priveghea aroum priveglrsquou) et en vieux-provenccedilal (pervelhar ldquopasser la soireacutee en veillantrdquo FEW

1960) La mecircme acception (tant religieuse que laiumlque) est lexicaliseacutee dans les autres

langues romanes par les descendants de lat vigilare (FEW ibid REW 9326) Ce

verbe est eacutegalement continueacute en roumain mais il y est reacuteserveacute agrave la sphegravere profane

bien qursquoagrave une eacutepoque archaiumlque roum veghea et priveghea aient eacuteteacute utiliseacutes comme

synonymes

216 A cocircteacute du roumain (droum aroum et meacutegl rugăciune ldquopriegravererdquo) lat roga-

tio se conserve dans les langues suivantes anc-fr ro(u)visons ldquotemps de rogationsrdquo

moyen-fr rogasion ldquodemanderdquo rogation ldquopriegravererdquo rogacions ldquooffrandesrdquo fr-dial

(S-V) ruumlzotilde prov roazotilde ldquosemaine de priegravererdquo port rogaccedilotildees ldquoles trois jours qui preacute-

cegravedent la fecircte de lrsquoAscensionrdquo (FEW X 1962 REW 7362) Mais dans la Romania

occidentale ce nrsquoest pas le latin rogatio qui fournit le terme principal pour lexicaliser

le concept religieux en question crsquoest lat precaria mot que lrsquoon trouve dans lrsquoaire

7 Dans DCELC III (L-RE) avec la signifi cation ldquodescansordquo

TELEOACĂ

209

gallo-romane aussi bien que dans les idiomes ibeacutero-romans (voir REW 6734) Lrsquoespa-

gnol fait appel eacutegalement agrave un descendant de lat pr ces ldquopriegraveresrdquo agrave savoir preces terme utiliseacute depuis toujours avec une signifi cation religieuse (DCELC III 1954)

217 Le latin templum terme de la langue augurale deacutesigne un espace deacutelimiteacute

dans le ciel pour lrsquoobservation des oiseaux et ensuite un temple (DELL 1959) Crsquoest

cette derniegravere acception qui se retrouve dans lrsquoaire de la latiniteacute mais exclusivement

dans des formes savantes dans lrsquoOccident roman et la Romania orientale les des-

cendants directs de lat templa ont eacuteteacute soit consigneacutes uniquement avec une accep-

tion laiumlque (cf regg teimpya log trempa fr temp(l)e ldquonavette du meacutetier agrave tisserrdquo

tempre ldquoplacage du boucherrdquo8) soit seacutemantiquement restreints en comparaison avec

les sens du terme latin Cette derniegravere situation est illustreacutee par le roumain tacircmplă ldquoiconostaserdquo (DLR 1982)9 dont la signifi cation relegraveve drsquoune reacutealiteacute extralinguistique

speacutecifi que au milieu confessionnel orthodoxe Le mecircme concept est lexicaliseacute dans le

domaine neacuteo-latin occidental par le biais drsquoun terme grec byzantin (cf fr iconostase esp iconostasio) emprunteacute aussi par le roumain ougrave il fut introduit par la fi liegravere sla-

vonne Afi n de deacutesigner lrsquoautel de mecircme que pour renvoyer agrave une reacutealiteacute propre agrave lrsquoes-

pace catholique (ldquoœuvre drsquoarchitecture qui repreacutesente la deacutecoration drsquoun autelrdquo) les

langues occidentales font appel au latin re(tro)tabulum introduit dans ces idiomes

comme un emprunt tardif au latin de bas niveau de langue (cf esp retablo fr retable)

22 Mots latins sujets agrave discussion pour leur continuiteacute (directe) dans lrsquoe-space neacuteo-latin

221 En plus de sa survie en roumain (droum corindă ldquochanson religieuserdquo) le

substantif latin calendae est conserveacute (cf REW 1508) avec des acceptions parti-

culiegraveres (ldquojour de fecircterdquo ldquoNoeumllrdquo ldquoNouvelle Anneacuteerdquo) en italien dialectal (pieacutem mod

kalent abruzz kalenne) en sarde (chalanda) en provenccedilal (calendas) en rheacuteto-

roman (kalenne) et en franccedilais dialectal (tsalatilded) Bien que les descendants occiden-

taux de lat calendae ne signifi ent pas ldquocantique religieuxrdquo neacuteanmoins certaines

nuances seacutemantiques enregistreacutees dans ce domaine linguistique nrsquoexcluent pas la

possibiliteacute que cette acception se soit deacuteveloppeacutee agrave lrsquoeacutepoque du latin tardif (cf par

exemple prov aubado de calendo ldquoconcerts nocturnes que des troupes de musiciens

donnaient autrefois pendant les quatre semaines qui preacutecegravedent le Noeumllrdquo apud Rosetti

(1920 16))10 Mais les langues neacuteo-latines occidentales ont choisi drsquoautres maniegraveres de

lexicaliser le concept de ldquochanson religieuserdquo comme lrsquoillustrent les termes suivants

(apud Rosetti ibid) fr cantiques noeumlls ou chants de quęte it cantico di Natale esp

villancico de Noche Buena ou port Vilhancico

Quant au roumain trois formes fi rent lrsquoobjet de discussions parmi les speacutecia-

listes roum cărindă corindă et colindă ldquochanson de Noeumllrdquo En fait crsquoest la variante

8 Cf REW 8630 Voir aussi TILR 170 9 Cf aussi roum reacuteg tacircmplă ldquopoutre au-dessus du porche drsquoune maisonrdquo (DLR 1982) 10 Pour drsquoautres exemples voir FEW II 1949

CILPR 2013 ndash SECTION 2

210

cărindă qui doit continuer lat calenda(e) tandis que colindă (terme qui srsquoest imposeacute

au niveau litteacuteraire) repreacutesente un emprunt agrave sl kolęda Le terme droum reacutegional

corindă serait selon toute probabiliteacute le reacutesultat drsquoune contamination entre les deux

premiegraveres formes (DA Vătăşescu (1997 474))

222 Le latin christianus adjectif deacuteriveacute en latin de Christus (emprunteacute agrave gr χριστός) se serait conserveacute uniquement en roumain et en dalmate tandis que les

autres idiomes neacuteo-latins auraient gardeacute lat christianus seulement comme mot savant

(TILR 171 Mihăescu (1993 121)) Mais certaines eacutetudes nrsquoexcluent pas la possibiliteacute

que ce mot ait eacuteteacute transmis aussi par la voie phoneacutetique dans drsquoautres aires de la roma-

niteacute notamment en franccedilais en espagnol et en rheacuteto-roman11

Quant au roumain mecircme la continuiteacute directe du latin christianus dans cette aire

orientale (droum creştin aroum et meacutegl criştin iroum cršćaringn) pose des problegravemes

phoneacutetiques pour la conservation de la consonne t Trois explications furent avan-

ceacutees agrave ce propos 1 lrsquointroduction tardive de ce terme en roumain 2 la mise en

relation de christianus avec sa base de deacuterivation 3 lrsquointroduction du mot par la

fi liegravere slave Selon toute probabiliteacute crsquoest la seconde hypothegravese qui illustre la veacuteritable

raison de la conservation de t et crsquoest agrave cette theacuteorie que la grande majoriteacute des

linguistes srsquoest rallieacutee

223 Afi n de deacutesigner ldquola fecircte de la Naissance de Jeacutesus-Christrdquo le roumain a opteacute

pour un terme (Crăciun) dont lrsquoorigine continue agrave ecirctre lrsquoobjet de deacutebats linguistiques

tandis que les langues occidentales ont seacutelectionneacute le plus souvent lat natalis12 ou

nativitas13 A preacutesent nous nous proposons de discuter ci-dessous uniquement lrsquoeacutety-

mon latin creatio

Bien que lat creationem soit lrsquounique forme lexicale accepteacutee par la majoriteacute des

speacutecialistes les opposants et mecircme les partisans de cette theacuteorie ont remarqueacute toute

une seacuterie drsquoincoheacuterences phoneacutetiques ouet seacutemantiques qui placent sous le signe de

lrsquoincertitude la justesse de cette thegravese Dans cet ordre drsquoideacutee certains linguistes rou-

mains (par exemple Rosetti (1968 299)) ont consideacutereacute que lat creatio fut introduit

en roumain par la fi liegravere slave En mecircme temps les efforts des speacutecialistes tentegraverent

drsquoidentifi er des raisons de nature formelle et seacutemantique qui puissent soutenir lrsquoideacutee

drsquoune adaptation directe du latin creatio en roumain Ainsi au plan phoneacutetique lrsquoex-

plication avanceacutee par Graur (1963 78sq) nous semble-t-elle ecirctre la plus convaincante

Au niveau seacutemantico-conceptuel les chercheurs ont souvent remarqueacute la charge

seacutemantique aryenne de lat creatio En outre on a reacutefl eacutechi sur le risque drsquoadmettre

cet eacutetymon compte tenu de lrsquoimpossibiliteacute de justifi er la personnifi cation ainsi que le

nom de personne Crăciun Selon nous la validation de la theacuteorie aryenne ne repreacute-

11 Voir Vătăşescu (1997 450) qui renvoie agrave Dauzat Dubois Mitterand (1964) et agrave Rohlfs (1970) 12 Cf it Natale frioul Nadal fr Noeumll prov cat et astur Nadal log Nadale sassar Naddali

(REW 5845) 13 Cf lrsquoesp Navidad (REW 5845b)

TELEOACĂ

211

sente pas un obstacle pour consideacuterer lat creatio comme lrsquoeacutetymon de roum Crăciun En effet comme nous avons eu lrsquooccasion de le constater14 le vocabulaire religieux

du roumain offre un inventaire relativement riche de termes conservant dans leur

seacutemantique des reacuteminiscences paiumlennes Les chercheurs qui ont rejeteacute cette theacuteorie

ont pris en consideacuteration le sens ldquoenfantrdquo de creatio acception consigneacutee aussi dans

drsquoautres idiomes neacuteo-latins ougrave le terme latin est conserveacute sarde kriaθogravene ldquopiccolo

piombordquo et v-esp criazoacuten ldquoidrdquo (Peţan 2002 216)

224 En plus de sa survie en roumain (v-roum a pănăta roum-reacuteg a se pănăta ldquosouffrirrdquo) le verbe latin paenitere ldquose repentirrdquo (DELL 1959) est conserveacute dans

lrsquoaire gallo-romane (anc-fr pentir ldquose repentirrdquo v-prov prov-mod pentir alais

penti ldquofaire repentirrdquo) en catalan (v-cat penedir cat-mod penedirse) et en italien

(pentirsi) (FEW IX 1958 DELI 4 (O-R))15 Il convient de souligner les deux faits sui-

vants 1 dans lrsquoensemble neacuteo-latin les descendants du verbe paenitere appartiennent

au registre archaiumlque ouet reacutegional des langues romanes 2 le concept de ldquose repen-

tirrdquo est lexicaliseacute dans les langues romanes modernes soit par les successeurs du

verbe preacuteverbeacute repoenitere (voir REW 7224 Mihăescu (1993 53)) soit comme en

roumain par des emprunts drsquoorigine balkanique roum a se (po)căi

225 Les verbes latins orare precari et rogare repreacutesentent les trois uniteacutes lexi-

cales verbales auxquelles faisait appel le latin chreacutetien afi n de lexicaliser le concept

de ldquoprier Dieurdquo (DELL 1959) Quoique le premier de ces verbes se soit conserveacute

dans tout le territoire roman (cf REW 6081) ce nrsquoest pas lui qui fi t carriegravere dans les

langues romanes occidentales mais son synonyme precare qui connut une grande

diffusion dans lrsquoespace neacuteo-latin ougrave il srsquoimposa avec une signifi cation religieuse (voir

REW 6734)

Attesteacute eacutepigraphiquement avec une double acception religieuse et laiumlque (cf

Mihăescu (1960 225)) lat rogare se serait conserveacute (cf REW 7361) uniquement en

roumain droum ruga aroum rog ldquoprier (Dieu)rdquo meacutegl ruga et iroum rugaring Cepen-

dant drsquoautres sources (par exemple FEW X 1962) nrsquoexcluent pas la possibiliteacute que ce

verbe latin ait eacuteteacute eacutegalement heacuteriteacute en ancien et moyen-franccedilais et en italien dialectal

(voir aussi DELI 4 (O-R))

226 Lat rosalia srsquoest conserveacute seulement en roumain (v-droum reacuteg Rusăi16)

et en wallon ougrave il preacutesente la mecircme signifi cation que le mot roumain agrave savoir ldquofecircte de

la Pentecocircterdquo (REW 7376 FEW X 1962) Cependant certaines sources admettent la

conservation du terme dans une aire plus vaste Par exemple Goicu (1999 80) inclut

dans cette aire le ladin occidental de mecircme que le vieil-espagnol et le vieux-catalan

Que cette derniegravere assertion puisse ou non ecirctre valideacutee il est certain que dans la

14 Voir Teleoacă (2005 142sqq 159sqq 166sqq) 15 Par opposition au FEW REW 6630 considegravere que la forme paenitere ne srsquoest conserveacutee qursquoen

roumain 16 Voir aussi aroum Arusalrsquoe (DDA1) et meacutegl Rusalii (Papahagi (1902))

CILPR 2013 ndash SECTION 2

212

romaniteacute occidentale ce nrsquoest pas le latin Rosalia qui srsquoimposa pour deacutesigner cette

fecircte religieuse mais les repreacutesentants drsquoun autre terme latin Pentecoste (emprunteacute

agrave gr πεντεχοστής) terme attesteacute chez Tertullien et conserveacute dans it Pentecoste fr

Pentecocircte ou esp Pentecosteacutes (Tagliavini (1963 249sqq))

En outre lrsquoEacuteglise romane de langue latine utilisait aussi un autre terme lat Qvin-

qvagesima conserveacute en wallon et dans une certaine aire du ladin occidental (Id

ibid)

Quant au roumain dans le vocabulaire religieux de cet idiome oriental ce nrsquoest

pas la forme Rusăi qui triompha mais Rusalii une variante introduite par la fi liegravere

slave

3 Remarques fi nales

Quelques-uns des mots inclus dans notre discussion ont pu ecirctre seacutelectionneacutes prio-

ritairement dans lrsquoensemble roman gracircce agrave leur statut de termes religieux agrave propre-

ment parler qualiteacute qui les distingue surtout de leurs correspondants synonymiques

rattacheacutes agrave la sphegravere ontologique profane ou paiumlennepreacutechreacutetienne diabolus vs

draco ecclesia vs basilica deus vs dominedeus natalis vs creatio pentecoste

vs rosalia Dans cette situation linguistique la seacutelection de termes tels que creatio

rosalia etc fut sans doute favoriseacutee par un milieu culturel speacutecifi que le deacutevelop-

pement de certaines communauteacutes dans les conditions de ce qursquoon appelle le lsquochris-

tianisme paiumlenrsquo ou lsquopopulairersquo Le cas du roumain est tout agrave fait pertinent agrave cet eacutegard

Dans drsquoautres situations linguistiques on pourrait admettre le renforcement de la

position drsquoun terme heacuteriteacute gracircce agrave un emprunt ulteacuterieur du mecircme terme fait agrave une

langue jouant le rocircle drsquoadstrat (cf agrave cet eacutegard roum corindă)

Quant agrave la seacutelection drsquoun des deux termes des couples precarerogare uigilareperuigilare il nrsquoest pas exclu que le critegravere stylistico-pragmatique ait eacuteteacute deacutecisif (voir

Niculescu (1999 250))

Dans la grande majoriteacute des situations eacutetudieacutees le mot seacutelectionneacute par le roumain

est limiteacute au registre litteacuteraire de la langue actuelle et il repreacutesente le terme principal

utiliseacute pour lexicaliser un certain contenu religieux Cette affi rmation ne vaut qursquoen

partie pour les autres langues romanes ougrave les 13 termes sont conserveacutes et cela pour

lrsquoune ou lrsquoautre des raisons suivantes

(1) afi n de deacutesigner certaines reacutealiteacutes chreacutetiennes ces idiomes ont opteacute pour drsquoautres termes

dans la situation ougrave les descendants du mot heacuteriteacute eacutegalement en roumain avaient subi des

eacutevolutions seacutemantiques particuliegraveres

(2) quelques formes neacuteo-latines sont resteacutees dans un fonds passif du fait qursquoelles furent

concurrenceacutees par drsquoautres lexegravemes

(3) dans un cadre eccleacutesiastique supeacuterieur agrave lrsquoorganisation religieuse speacutecifi que agrave lrsquoaire

orientale on a parfois rejeteacute toute une seacuterie drsquoexpressions de signifi cation marqueacutee

[+populaire] au profi t des termes offi ciels du culte chreacutetien

TELEOACĂ

213

(4) quelques-uns de ces idiomes ont pu conserver un terme latin ayant une acception purement

laiumlque ce qui fut parfois la conseacutequence de facteurs extralinguistiques particuliers (par

exemple le milieu confessionnel etc)

Cependant nous pouvons identifi er au niveau de cette cateacutegorie eacutetymologique

non seulement des eacuteleacutements de lsquorupturersquo mais eacutegalement toute une seacuterie de faits rele-

vant de la lsquocontinuiteacute linguistiquersquo dans le domaine de la romaniteacute

Parfois dans les limites drsquoune certaine aire on peut admettre une triple concor-

dance au niveau lexical seacutemantique et stylistique

Dominedeus roum et it

peruigilare v-roum priveghea ldquoveiller toute la nuitrdquo v-prov pervelhar qui est toujours

un terme profane

rogationem roum fr prov et port (concordance seacutemantique partielle) etc

Drsquoautres fois un certain type de discontinuiteacute est compenseacute par lrsquouniteacute identifi a-

ble agrave un autredrsquoautres niveau(x) On observe

(1) une discontinuiteacute de registre mais une continuiteacute lexicale et seacutemantique dans

lat Dominedeus roum it ndash anc fr v-prov

lat draco roum ndash fr reacutegional

lat rogare roum ruga (laiumlque et religieux) ndash anc-fr et moyen-fr it reacutegional etc

(2) une discontinuiteacute seacutemantique mais une continuiteacute lexico-stylistique dans

lat creatio roum Crăciun ldquofecircte de Noeumllrdquo ndash sarde kriaθogravene ldquopiccolo piombordquo

lat draco roum drac ldquodiablerdquo ndash it dragone ldquodragonrdquo

lat templa roum tacircmplă ldquoiconostaserdquo ndash srd fr idiomes ayant conserveacute le terme latin

avec une signifi cation laiumlque etc

(3) une discontinuiteacute lexicale17 mais une uniteacute seacutemantique et stylistique dans

lat draco roum ndash prov

lat christianus roum dalm (et eacuteventuellement fr esp rheacuteto-rom) vs les autres

langues romanes ougrave les termes correspondants deacutetiennent le statut de mots savants

Institut de Linguistique laquo Iorgu Iordan ndash Al Rosetti raquo

Bucarest Dana-Luminiţa TELEOACĂ

17 On pourrait parler drsquoune discontinuiteacute lexicale agrave part eacutetant donneacute qursquoil arrive parfois qursquoun terme latin unique ait eacuteteacute heacuteriteacute dans une aire de la romaniteacute tandis qursquoune autre langue de lrsquoespace roman possegravede le mecircme terme mais comme mot savant

CILPR 2013 ndash SECTION 2

214

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abruzz = abruzzien

alais = alaisien

aroum = aroumain

astur = asturien

cat = catalan

dalm = dalmate

droum= daco-roumain

engad = engadinais

esp = espagnol

fr = franccedilais

frioul = frioulan

gr = grec

iroum= istro-roumain

it = italien

lat = latin

log = logoudorais

meacutegl = meacutegleacuteno-roumain

pieacutem = pieacutemontais

port = portugais

prov = provenccedilal

regg = reggiano

roum = roumain

sassar = sassarais

srd = sarde

veacutenit = veacutenitien

wall = wallon

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