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195 ANALISI AMBIENTALE E PAESAGGISTICA ambito 15 – L’ALTO SEBINO Inquadramento geografico L’area di pertinenza dell’unità territoriale è molto eterogenea. Comprende la parte inferiore della valle Borlezza, un tratto della Valle Camonica e il settore nord-occidentale del lago di Iseo, che con l’estesa Valle di Fonteno si spinge a lambire il sistema orografico dei rilievi dei Colli di S. Fermo. Panorama su Lovere e il lago di Iseo L’area si connota per la presenza di elementi paesaggistici di pregio risultato della fusione tra gli ambiti più naturali, come i contesti rocciosi delle sponde lacustri o la foce dell’Oglio e l’intensa opera di modellamento dell’uomo. E’ dominata dai segni e dalle tracce delle generazioni passate che hanno saputo inserirsi in modo intelligente e rispettoso nel contesto naturale creando un paesaggio armonico. Le grandi spinte insediative degli ultimi decenni hanno interessato solo in parte l’area condizionata fortemente dall’assetto naturale molto articolato e povero di significative superfici pianeggianti, se si esclude la piana alluvionale dell’Oglio. L’unità territoriale comprende

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ANALISI AMBIENTALE E PAESAGGISTICA

ambito 15 – L’ALTO SEBINO Inquadramento geografico L’area di pertinenza dell’unità territoriale è molto eterogenea. Comprende la parte inferiore della valle Borlezza, un tratto della Valle Camonica e il settore nord-occidentale del lago di Iseo, che con l’estesa Valle di Fonteno si spinge a lambire il sistema orografico dei rilievi dei Colli di S. Fermo.

Panorama su Lovere e il lago di Iseo L’area si connota per la presenza di elementi paesaggistici di pregio risultato della fusione tra gli ambiti più naturali, come i contesti rocciosi delle sponde lacustri o la foce dell’Oglio e l’intensa opera di modellamento dell’uomo. E’ dominata dai segni e dalle tracce delle generazioni passate che hanno saputo inserirsi in modo intelligente e rispettoso nel contesto naturale creando un paesaggio armonico. Le grandi spinte insediative degli ultimi decenni hanno interessato solo in parte l’area condizionata fortemente dall’assetto naturale molto articolato e povero di significative superfici pianeggianti, se si esclude la piana alluvionale dell’Oglio. L’unità territoriale comprende

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i comuni di Rogno, Costa Volpino, Lovere, Sovere, Pianico, Bossico, Castro, Solto Collina, Riva di Solto e Fonteno per una estensione pari a 10.413 ha. Il quadro dellʹecologia del paesaggio

Carta dei disturbi Risultanze evidenziate dalla carta dei disturbi:

• Lʹintensa attività estrattiva di sabbia e ghiaia, gesso e calcare, adesso come in passato, ha lasciato i suoi segni caratteristici: laghetti di cava dai confini geometrici e dalle sponde con la caratteristica forma a gradoni e che normalmente sono avulse dal contesto e recuperate come centri della pesca sportiva. Non cʹè quindi, nella fase di progettazione, unʹattenzione particolare a ricreare contesti di zone umide.

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• Habitat Standard di 687 m2/ab, valore che comprende solo 12 m2 per abitante di spazi agricoli. La restante parte è suddivisa tra apparato sussidiario in particolare estrattivo e residenziale.

• L’Habitat Umano occupa una superficie del 20,1 %, percentuale che consente di poter fare scelte corrette e oculate per la futura pianificazione territoriale e che permette il mantenimento di habitat diversificati utili anche alle esigenze umane (fieno da prati da sfalcio e legna dalla silvicoltura).

Carta del sistema degli spazi aperti

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Incrociando i dati della carta del sistema degli spazi aperti e i grafi illustranti la connettività dellʹarea emergono le seguenti considerazioni:

• Rispetto al basso Sebino anche per la presenza di pareti strapiombanti sul lago, i centri abitati sulle rive del lago stesso sono meno diffusi.

• Elevato contrasto tra aree naturali aperte e antropizzato, nella carta evidenziato in rosso: denota un mancanza di apparati ecotonali che proteggono le zone naturali.

• La Connettività assume il valore di 0,45 e la Circuitazione 0,14 : la disposizione spaziale dei nodi nel grafo della connettività riprende la forma a celle unitarie che consente una buona circuitazione e quindi la possibilità di potersi spostare fino al punto di partenza.

HU HN HS (m2/ab) Connettività Circuitazione Capacità

portante 20,1% 79,9% 687 0,45 0,14 0,48

Il quadro naturalistico

• Descrizione degli aspetti geomorfologici e idrografici

L’ossatura geologica dell’area è costituita in gran parte da rocce triassiche, calcari, dolomie, marne e argilliti. Molto diffuse sono le Argilliti di Riva di Solto che testimoniano imponenti apporti di materiali argillosi provenienti da lontane terre emerse in un ambiente di transizione tra piattaforma carbonatica e ambiente lagunare calmo e poco profondo. La dolomia costituisce la mole del basso ma aspro Monte Clemo alle cui falde il Borlezza ha scavato una profonda forra (forra del Tinazzo) per aprirsi la strada verso il lago, dove ha creato un ampio delta su cui sorge l’impianto siderurgico di Castro. La formazione calcarea del Calcare di Zorzino, rocce scure piuttosto erodibili, modella lo spettacolare Bögn di Castro, imponente struttura costituita da lastroni di calcare che piombano verticalmente nel lago. L’area reca evidenti i segni dell’ultima glaciazione che ne ha modellato la morfologia, attraverso intensi processi erosivi e di deposizione di detriti. L’ampia valle dell’Oglio, la valle Borlezza, la valle sospesa di Fonteno, le forme arrotondate e sinuose presenti sull’altopiano di Solto Collina testimoniano il marcato ruolo ricoperto dal ghiaccio nella formazione di questo ambito territoriale. Forme di interesse naturalistico sono date dai coni di deiezione presenti allo sbocco delle ripide valli laterali che incidono i versanti rupestri della destra orografica della Val Camonica, su cui si insediano i centri abitati di Costa Volpino e Rogno. Il tratto inferiore della Valle Borlezza presenta un ampio fondovalle a U che denota una chiara morfologia di origine glaciale, modellata dal successivo lavoro di erosione e di trasporto dell’acqua con la creazione di una sequenza di terrazzi morfologici e di conoidi su cui hanno trovato localizzazione alcuni nuclei rurali.

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La valle di Fonteno è un’ampia valle che si caratterizza come valle glaciale sospesa, raccordata al lago mediante alti gradoni superati dal torrente Barca con spettacolari salti e cascate.

Il Bögn di Zorzino Il sistema idrografico dell’area annovera tra i corsi d’acqua più importanti il torrente Borlezza che raccoglie le acque della Conca della Presolana ed è alimentato dalle acque delle numerose valli minori laterali che connettono il fondovalle con i terrazzi fluviali posti a diverse altezze e l’altipiano di Bossico, caratterizzato da diffusi i fenomeni carsici dati da doline, spaccature e grotte. La valle Borlezza, a causa del particolare assetto idrogeologico, dà origine a copiose sorgenti captate per soddisfare il fabbisogno idrico di ampi territori contigui. La carenza di spazi adatti all’insediamento e alle attività agricole legata alla complessa geologia e morfologia dell’area ha prodotto nel passato un’intensa opera di terrazzamento dei ripidi pendii, in particolare di quelli che fiancheggiano il lago, per ricavare superfici piane adatte alla coltivazione, mentre oggi è di ostacolo ad ulteriori espansioni dell’edificato. La natura geologica dell’area ha determinato una limitata attività estrattiva circoscritta allo sfruttamento della volpinite di Volpino.

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• Descrizione degli aspetti floristico-vegetazionali ed ecologici

Il paesaggio vegetale dell’Alto Sebino è ancora oggi di pregio, anche se molti terrazzamenti sono stati edificati o abbandonati e i prati e i pascoli sono sensibilmente diminuiti per l’avanzata del bosco in seguito all’abbandono delle pratiche colturali. L’area è fortemente connotata dal punto di vista climatico dalla presenza della grande massa di acqua del lago, che mitiga sensibilmente il clima dei contesti affacciati al bacino lacustre e permette lo sviluppo di vegetazione spontanea termo-xerofila sugli assolati versanti dei rilievi e di coltivazioni di impronta mediterranea, quali olivi, agrumi e vite nei coltivi terrazzati, ricavati su balze rupestri e povere di suolo. Fra le emergenze naturalistiche più importanti sono da segnalare le praterie aride del monte Clemo, attestate sui versanti più acclivi, esposti a sud. Sono praterie in forte contrazione a causa dell’abbandono delle pratiche agricole tradizionali. Ospitano consorzi erbacei ricchi di specie mediterranee e steppiche, tra le quali più di una ventina di orchidee spontanee. Per l’elevato grado di biodiversità che le caratterizza e la notevole fioritura di orchidee tali ambienti sono considerati prioritari in sede europee, nell’ambito della Direttiva Habitat. Sempre in ambito lacustre sono di notevole interesse naturalistico le pareti rocciose di calcare di Zorzino che strapiombano sul lago, colonizzate da una flora rupicola, tra cui spiccano alcuni endemismi come Campanula elatinoides, Telekia speciosissima, Euphorbia variabilis, Centaurea rhaetica, Silene saxifraga, Moehringia bavarica subsp insubrica e la flora delle vallecole incise che ospitano una vegetazione peculiare di ambienti caldo-umidi in cui vegeta, tra le specie tipicamente presenti: Phyllitis scolopendrium, Allium ursinum, Cardamine pentaphylla, la pteride di Creta (Pteris cretica), vistosa felce neo-tropicale, molto rara nell’Italia settentrionale.

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L’articolato ecomosaico di boschi e praterie che connota la valle di Fonteno Nelle zone più interne, quali la Valle di Fonteno, la sella di Solto, la Val Borlezza con l’altipiano di Bossico, il paesaggio vegetale riassume quello prealpino, con ampi prati e pascoli sui versanti meglio esposti e coperture forestali su quelli orientati a settentrione. Fra i boschi prevalgono i castagneti e i querco-castagneti sui versanti a bacìo, mentre negli impluvi si impongono con maggior frequenza gli acero-frassineti. L’area di confluenza dell’Oglio nel Sebino, fortemente influenzata dall’interazione tra attività umane e processi naturali, rappresenta un ambito di grande valore paesaggistico ed ambientale per l’alternarsi di boschi igrofili a salici e ontani lungo il tratto terminale del fiume e nelle lanche, con prati umidi, canneti e coltivi e la conseguente presenza di una pregiata quanto rara flora acquatica e di una ricca fauna ornitologica e ittica. L’assetto ecologico dell’area appare nel complesso valido. Nelle aree interne, più distanti dal lago (Valle Borlezza, Valle di Fonteno, terrazzi di Pianico e Solto Collina, ecc.), fasce di vegetazione raccordano i boschi di versante con praterie presenti lungo i terrazzi, seguendo le incisioni delle vallecole e gli avvallamenti, cortine verdi e siepi percorrono i versanti vallivi delineando un mosaico paesaggistico di assoluto rilievo e soprattutto assicurano al territorio una discreta/buona funzionalità ecologica. L’area che presenta il maggior grado di compromissione, dal punto di vista funzionale, è la piana dell’Oglio, dove la diffusione delle aree edificate ha accentuato la frammentazione tra l’asta del fiume e i boschi di versante.

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• Descrizione degli aspetti faunistici

L’alto Sebino comprende il tratto terminale della Val Camonica e le zone che si affacciano sulla parte superiore del lago d’Iseo. Il tratto terminale della Val Camonica si presenta fortemente urbanizzato a ridosso del tracciato orografico, lasciando pochi varchi al movimento della fauna terrestre. Una grande varietà dli ambienti favorisce una presenza particolarmente ricca e diversificata dell’ornitofauna. Particolarmente interessanti sono i boschi che ricoprono le pendici e che sfumano nei prati dell’altopiano di Bossico e nei pascoli del monte Pora, a sud, i prati del monte Torrezzo che degradano dolcemente nella Val Fonteno e i versanti a nord, nord-ovest, che, invece, sono ricoperti di fitti boschi di latifoglie. Il Monte Clemo degrada verso il lago ed è ricoperto da praterie aride xerofile, che favoriscono la presenza di una fauna legata ad ambienti più termofili.

Svasso maggiore

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Nei cedui che ricoprono i versanti orografici si segnalano le presenze dello sparviero, del cuculo, del picchio rosso maggiore, dell’usignolo, del luì verde, del pettirosso, del nibbio bruno e del falco pecchiaolo. Le due ultime specie sono rapaci, che, dal bosco, si spingono sui prati dei colli a caccia di arvicole. Per il loro valore naturalistico sono incluse nell’allegato I della direttiva 79/409/CEE; Nei castagneti maturi nidificano l’allocco, il torcicollo, la cinciarella, la cincia bigia, il picchio muratore, il rampichino e il frosone. Dove il castagneto si dirada nei prati, trovano habitat favorevole la civetta, il rigogolo e il pigliamosche Le rupi che si affacciano sul lago d’Iseo sono luoghi di nidificazione del rondone, della rondine montana e del gheppio. I pascoli delle sommità, ad esempio del monte Pora, sono abitati dallo strillozzo, dal culbianco, dall’allodola, dal gheppio, dallo stiaccino. Le peccete sopra l’altopiano di Bossico ospitano la cesena, la cincia mora e la cincia col ciuffo. Le umide vallecole, segnate dai torrenti, sono habitat della ballerina gialla e dello scricciolo. Alla confluenza dell’Oglio nel lago d’Iseo la presenza di canneti sulla riva nord del lago favorisce la presenza dello svasso maggiore, del cormorano, del germano reale, della gallinella d’acqua e del gabbiano comune. Lungo l’Oglio nidificano l’usignolo di fiume, la capinera e il luì piccolo. In tali contesti è facile imbattersi nella garzetta e nell’airone cenerino intenti alla pesca. I boschi di latifoglie sono sede di popolazioni di cervi, presenti in Val Borlezza e nel comprensorio Bronzone e Torrezzo a cavallo tra l’alto e i basso Sebino dove è presente la popolazione più consistente della provincia, caprioli e cinghiali, questi ultimi a seguito di introduzioni recenti. Si segnalano le presenze della volpe, del tasso, dell’arvicola rossastra, dello scoiattolo, del topo quercino e del ghiro. Negli ornostrieti in evoluzione verso i querceti, si segnalano la faina, il moscardino il topo selvatico e la crocidura minore. Dove il bosco si dirada compare la lepre e la donnola. Nelle acque ben ossigenate dei torrenti è presente la salamandra pezzata. Nelle pozze d’abbeverata, ad esempio sull’altopiano di Tossico, depongono le uova la rana montana e il rospo comune. Tra i rettili, la biscia d’acqua frequenta i luoghi più umidi, il ramarro, il biacco, il colubro liscio, il colubro d’Esculapio e la vipera comune prediligono le zone più calde e aperte dei prati. Le acque mesotrofie del lago favoriscono la presenza di un’abbondante e diversificata ittiofauna. Si segnalano specie legate ad acque limpide e ossigenate, ad esempio la sanguinerola, lo scazzone, la bottatrice, la trota fario, la trota iridea la trota di lago, il coregone e il salmerino. Specie meno esigenti quali il trotto, la scardola, il luccio e il persico trota si spingono presso il litorale, mentre il vairone, il cavedano e la tinca preferiscono le acque più profonde. Sono presenti specie eurialine, quali l’agone la cheppia e l’anguilla. Il tratto di fondovalle, dell’Oglio ha un andamento irregolare, con acque basse e poco profonde. La portata è regolata artificialmente a monte. Nei pressi di Rogno la metà

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della popolazione ittica è composta dall’ibrido di trota fario e trota mormorata. Interessante è la presenza di una piccola popolazione di temolo e di trota mormorata. Completano la cenosi il vairone, la sanguinerola e il barbo comune. Il tratto più a valle in località Costa Volpino risente della vicinanza del lago, da cui risalgono il luccio, l’anguilla, la bottatrice e il persico reale. La specie più numerosa è il vairone, accompagnata da piccole popolazioni di temolo, trota mormorata, di barbo canino e, assai interessante, di lampreda di fiume.