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Analisi e pianificazione del Territorio dott. Leonardo Conti Analisi e pianificazione del Territorio Corso di Laurea Magistrale in “Scienze e Tecnologie agrarie” Curriculum Agroingegneria Quadro legislativo per la pianificazione del paesaggio Quadro legislativo per la pianificazione del paesaggio 1

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Analisi e pianificazione del Territorio dott. Leonardo Conti

Analisi e pianificazione del Territorio

Corso di Laurea Magistrale in

“Scienze e Tecnologie agrarie”

Curriculum Agroingegneria

Quadro legislativo per la pianificazione del paesaggioQuadro legislativo per la pianificazione del paesaggio

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Analisi e pianificazione del Territorio

Norme legislative in materia di Pianificazione del Paesaggio

• Legge 1497/39 - “Norme sulla protezione delle Bellezze Naturali”

• Legge 1089/39 - “Tutela delle cose d'interesse artistico e storico”

• Ministero per i Beni culturali e ambientali (1975)

• Legge n. 431/85, detta "Legge Galasso"

• Testo Unico dei Beni Culturali e Ambientali (Dlgs. 490/1999)

• Convenzione Europea sul Paesaggio (2000)

• Decreto Legislativo n. 42/2004 – “Codice dei beni culturali e del paesaggio”(Codice Urbani)

• Regolamento Ce 1968/2005

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• Pianificazione Paesistico-Territoriale regionale

• Principali leggi della Regione Toscana:

• Piano Territoriale Paesistico Regionale,

• Deruralizzazione (64),

• PMA (piani di miglioramento ambientale)

• Evoluzione storica PIT, PTCP, PSR (Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 misure 121, 122, 123): paesaggio concepito come risorsa

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“Parabola” normativa della Pianificazione Territoriale

200419751939Fine 19°secolo

Codice dei Beni Culturali

Ministero per i Beni Culturali e Ambientali - Spadolini

Norme sulla protezione delle Bellezze Naturali

Pianificazione paesaggisticaPiani Paesaggistici

Bellezza naturale4

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La prima legge organica a livello nazionale inerente la protezione delle bellezze naturali è stata la

L. 1497 del 1939 - Norme sulla protezione delle Bellezze Naturali -, (ora sostituita

dalla Parte III del Dlgs. 42/2004), sulla cui disciplina si sono innestate successivamente le

disposizioni dell’art. 82 del D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616, che attribuiscono alle regioni la delega

delle funzioni amministrative esercitate dagli organi periferici dello Stato "per la protezione delle

bellezze naturali, per quanto attiene alla loro individuazione e alla loro tutela".

La legge 1497/39 si basa su di una concezione essenzialmente estetica dell’oggetto

paesaggistico e riguarda singoli beni, o bellezze d’insieme.

Due sono le categorie di beni che rientrano nella tutela paesaggistica:

a) i beni vincolati con provvedimento ministeriale o regionale di "dichiarazione di notevole

interesse pubblico" ai sensi dell'art. 139, cioè le bellezze individue e le bellezze d'insieme (si tratta

delle categorie già previste dall'art. 1 della L. 1497/39);

b) i beni vincolati in forza di legge di cui all'art. 146 (previsione che deriva dalla L. 431/85), cioè

quelli che insistono su fasce o aree geografiche prevalentemente di tipo fisico per le quali la

legge stessa riconosce la necessità di una tutela.5

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Le Regioni, a cui è trasferita la competenza in materia di pianificazione

paesaggistica, hanno il compito di sottoporre a specifica normativa d'uso e

valorizzazione il territorio che comprende i beni previsti alla lettera b), attraverso

la realizzazione dei Piani Territoriali Paesistici e ambientali, che hanno la

finalità di salvaguardare i valori paesaggistici e ambientali, presenti nelle loro

realtà territoriali. Nella redazione di tali piani, devono naturalmente tenere conto

anche dei beni di cui alla precedente lettera a) e delle prescrizioni per essi

previste.

Piani paesistici:

• Ischia (1943)

• Nervi (1953???)

• Osimo

• Portofino (1958)

Tali piani, nati come strumenti per conservare il paesaggio, in realtà erano degli incentivi a progettare.

Lottizzazioni

Strumenti equivoci

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Legge 1089/39 - Tutela delle cose d'interesse artistico e storicoLa legge fondamentale in materia di tutela (Legge Bottai, oggi rifluita nel T.U. dei beni culturali, D.Lgs. 490/99)

La categoria dei vincoli ex legge n. 1089/39 comprende:• Vincolo monumentale (art. 1, 4, 21) e vincolo archeologico (art. 1, 21).

La legge risale al 1939, ma è ancora valida nei suoi principi essenziali; essa disciplinando i beni del patrimonio culturale viene oggi considerata, in virtù delle successive integrazioni, una legge quadro del settore.

In sintesi:• fornisce la definizione di bene culturale;• afferma il principio del godimento pubblico dei beni culturali;• sancisce l'indipendenza dei beni culturali dai Piani Regolatori;• dispone sulle autorizzazioni in caso di intervento di qualsiasi natura sul bene culturale;• impone il principio della conservazione anche ai privati possessori di cose di interesse culturale;• regola le alienazioni, i prestiti, i trasferimenti, le importazioni e le esportazioni dei beni culturali;• disciplina i ritrovamenti e le scoperte;• stabilisce le sanzioni in caso di contravvenzione di detti principi.

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La Legge n. 431/85, detta "Legge Galasso", costituisce la prima normativa

organica per la tutela degli aspetti naturalistici del territorio italiano, incidendo

decisivamente anche nel campo particolarmente delicato dei rapporti tra Stato e

Regioni.

La norma classifica come bellezze naturali soggette a vincolo tutta una serie

di territori individuati in blocco e per categorie morfologiche senza la

necessità di alcun ulteriore provvedimento formale da parte della pubblica

amministrazione.

Per quanto riguarda le sanzioni, la legge prevede che con la sentenza di condanna

il Pretore ordini anche la rimessa in ripristino dello stato originario dei luoghi a

spese del condannato. Le opere edilizie nei luoghi vincolati saranno sempre

possibili ma dietro espressa autorizzazione preventiva degli organi regionali

competenti. 8

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Tali autorizzazioni, soggette tra l'altro a controllo e verifica da parte del Ministero

per i Beni Ambientali e Culturali, sono atti vincolanti ad osservanza obbligatoria

da parte dei singoli Comuni che non possono rilasciare a loro volta autorizzazioni

e concessioni in contrasto con tale pronuncia oppure in assenza di essa.

Questa categoria articolata in due classi di beni vincolati:

• Parchi e riserve nazionali o regionali istituiti (art. 1 f);

• Coste lacuali (fascia di 300 m: art. 1 b); Sponde di fiumi, torrenti e corsi

d'acqua pubblici (fascia di 150 m: art. 1 c); Montagna alpina (>1600 m slm)

e appenninica (>1200 m slm: art. 1 d); Ghiacciai e circhi glaciali (art. 1 e);

Foreste e boschi (art. 1 g); Usi civici (art. 1 h); Zone umide (art. 1 i); Zone di

interesse archeologico (art. 1 m).

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Negli anni '70/80 la causa del paesaggio in Italia sembrava persa: Piani paesistici

(quasi) mai fatti; vincoli paesaggistici ignorati o violati sistematicamente; sanzioni

inapplicate; abusi dilaganti; delega alle Regioni (e subdelega ai Comuni!) del

potere di rilasciare le autorizzazioni paesaggistiche, ecc. L'intero sistema della

tutela del paesaggio era stato giudicato irrecuperabile.

Quella che fu giustamente definita la "rivoluzione Galasso" fu in realtà -dopo

decenni di latitanza dello Stato - un fatto epocale.

Sovvertendo alla radice le prassi amministrative quiete e rassegnate invalse sia tra

le Regioni che tra le Soprintendenze, la "legge Galasso" introduceva queste

strepitose innovazioni:

o Il "vincolo paesaggistico" non più messo caso per caso con specifici decreti,

ma esteso "ope legis" su vasti ambiti che rivestono valore paesistico,

concorrendo a formare la morfologia del Paese;

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o Il potere del Ministero B.A.C. di annullare entro 60 giorni le autorizzazioni

rilasciate dalle Regioni o dai Comuni subdelegati;

o L'obbligo per le Regioni di dotarsi in breve termine dei Piani Paesistici;

o Pesanti sanzioni penali per le violazioni.

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La L. 431/85 ha introdotto un concetto nuovo di paesaggio, ormai pressochéuniversalmente condiviso, da ricondurre nel più ampio concetto di territorio (Piani urbanistico-territoriali con specifica considerazione dei valori paesistici e ambientali).

I caratteri fondamentali del paesaggio, inteso come prodotto della natura e dell’intervento dell’uomo, sono di natura fisiognomica, strutturale, ecologica e storica.

Se ogni componente del paesaggio/territorio risulta coinvolta e indagata, il risultato di questa lettura in chiave paesistico/ambientale finisce per coincidere col P.T.C. stesso il quale acquisisce così valore di "Piano urbanistico-territoriale con specifica considerazione dei valori paesistici" di cui alla L.431/85.

Le analisi preliminari, di conseguenza, si sono sviluppate in modo da consentire una attenta lettura ed una più precisa valutazione dei caratteri che costituiscono il nostro territorio, nonché una classificazione articolata accompagnata da norme (indirizzi, prescrizioni e salvaguardie) per la loro gestione.

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Tali analisi hanno riguardato:

• Caratteri fisiognomici; lettura del quadro paesistico ovvero del paesaggio

visivo, esteriore, costituito da forme, dimensioni, colori.

• Caratteri strutturali; lettura della struttura "interna" del paesaggio ovvero:

geologia, pedologia, litologia, permeabilità, idrologia, idrogeologica, vulnerabilità

delle falde, uso del suolo, vegetazione, opere antropiche.

• Caratteri ecologici (aria-acqua-suolo); valutazione dei livelli di

compromissione degli ecosistemi, individuazione di biotopi e biocenosi.

• Caratteri storici; individuazione di emergenze storico-culturali: edifici e

viabilità di interesse storico-aree archeologiche.

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La lettura in chiave paesistico ecologica del territorio e l’attenta analisi delle risorse

ambientali ha consentito di arricchire il complesso degli ambiti territoriali

definiti dalle leggi, costituiti dalle categorie Galasso ex L. 431/85 (Boschi, corsi

d’acqua pubblici, coste, zone umide, aree archeologiche, ville, giardini, parchi di

non comune bellezza) e dalle zone e dai beni soggetti ai vincoli di cui alla L.

1497/39, con zone di particolare interesse ambientale costituite da:

AP1 Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano

AP2 Riserve Naturali statali

AP3 Aree di interesse scientifico

AP4 Aree di interesse Naturalistico/ambientale

AP5 Aree di interesse Storico/Artistico/Archeologico

AP6 Aree di interesse paesaggistico.

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Da ciò scaturiscono elaborati di sintesi sottoforma di "Carte delle aree con rilevante funzione ambientale" che concorrono alla formazione del complesso quadro rappresentato:

Carta dei vincoli paesaggistici, contenente: le zone soggette ai vincoli di cui alla L.

1497/39, secondo i perimetri risultanti dai decreti istituitivi; le aree interessate dalle categorie

dei beni di cui al 5° comma dell’art. 82 del D.P.R. 616/77, (territori costieri, fiumi, torrenti e

corsi d’acqua classificati pubblici, boschi e foreste, zone di interesse archeologico, edifici

vincolati ai sensi della L. 1089, parchi, riserve nazionali, zone umide).

Carta del patrimonio storico-architettonico e della viabilità storica, costituente

verifica delle perimetrazioni riguardanti i beni di cui al 7° comma dell’art. 82 del D.P.R. 616/77.

Carta dei biotopi e delle aree di interesse naturalistico.

Carta della vegetazione con funzione protettiva, ricreativa, paesaggistica.

Carta delle aree provvisoriamente classificate Siti di Interesse Comunitario e

Zone di Protezione Speciale ai sensi delle direttive 92/43 e 79/409 C.E.E..

Carta del sistema dunale costiero, costituente, tra l’altro, nuovo ambito di applicazione

della direttiva per la fascia costiera.

Carta della idrologia e degli scarichi, contenente l’ubicazione dei pozzi e delle sorgenti.

Carta del Sistema Provinciale delle Aree Protette ai sensi della L.R. 49/9515

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Convenzione Europea sul Paesaggio

Ratificata dall'Italia e diventa anch'essa legge dello Stato italiano nel 2006.

La Convenzione Europea del Paesaggio è un documento adottato dal Comitato dei Ministri della Cultura e dell'Ambiente del Consiglio d'Europa il 19 luglio 2000.È stata firmata da ventisette Stati della Comunità Europea e ratificata da dieci, tra cui l'Italia nel 2006.

"Paesaggio" designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni (Capitolo 1, art. 1-a)

Secondo la Convenzione tutto il territorio è paesaggio; la precisazione quindi è un probabile retaggio del concetto italiano di paesaggio inteso come bellezza naturale (L. 1497/39):« Zona o territorio, quale viene percepito dagli abitanti del luogo o dai visitatori, il cui aspetto o carattere derivano dalle azioni di fattori naturali e/o culturali (antropici) ».

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Oltre a dare una definizione univoca e condivisa di paesaggio, la convenzione dispone i provvedimenti in tema di riconoscimento e tutela.Vengono definite le politiche, gli obiettivi, la salvaguardia e la gestione relativi al patrimonio paesaggistico, riconosciuta la sua importanza culturale, ambientale, sociale, storica quale componente del patrimonio europeo ed elemento fondamentale a garantire la qualità della vita delle popolazioni.Emerge la sua natura antropica, ovvero l'importanza ricoperta dal ruolo dell'azione umana. Il paesaggio è descritto come l'aspetto formale, estetico e percettivo dell'ambiente e del territorio.

La Convenzione prevede la salvaguardia di tutti i paesaggi, indipendentemente da prestabiliti canoni di bellezza o originalità, ed include espressamente:

« ...paesaggi terrestri, le acque interne e marine. Concerne sia i paesaggi che possono essere considerati eccezionali, sia i paesaggi della vita quotidiana sia i paesaggi degradati." » (art. 2)

La Convenzione Europea sul Paesaggio presenta un concetto di “paesaggio”inteso come bene strutturale e cioè un bene costituito da innumerevoli componenti, la cui non ottimale gestione di uno solo di essi vanifica l'equilibrio delle altre e dell'intero sistema.

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La Convenzione è potenzialmente una vera e propria rivoluzione concettuale,

che porta le comunità a diventare i soggetti primari dell’evoluzione dei paesaggi in

cui vivono, visti come beni culturali strategici per la qualità dell’habitat, rilevanti

anche sotto il profilo sociale e economico.

La Convenzione ha al centro del suo disegno politico l’idea di progetto, per

esprimere, mantenere, evolvere in un luogo quella qualità che appunto chiamiamo

“paesaggio”.

Nel momento in cui una comunità ha consapevolezza di un paesaggio come di un

proprio principio culturale, deve tutelarlo, gestirlo, valorizzarlo, inventarlo se

necessario.

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Analisi e pianificazione del Territorio

Ad essere mutata è l’idea stessa di “paesaggio”, tradizionalmente identificata con

quella di bellezza panoramica-estetica: solo in questi ultimi decenni essa è

passata «da una concezione soggettivistico-rappresentativa, in cui l’individuo

appare come detentore solitario di percezioni e sensazioni relative al

paesaggio e manifesta delle sensazioni in merito alla condivisione di un luogo di

vita e di cultura.

La Convenzione europea del paesaggio va oltre questa concezione passando ad una

«partecipazione e corresponsabilità democratica nella cura e nella

progettazione del luogo (pluralità di soggetti coinvolti), nella ri-assunzione di una

consapevole produzione sociale e simbolica del paesaggio».

Per la definizione e realizzazione delle politiche paesaggistiche (Art. 5)

Sensibilizzazione,

Formazione ed educazione,

Identificazione e qualificazione

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Analisi e pianificazione del Territorio

Come scrive Alberto Magnaghi: «i caratteri peculiari, che definiscono l’identità di un

luogo, rappresentano le risorse potenziali di uno sviluppo originale e durevole,

“trattando” in modo integrato l’insieme delle attività che concorrono a definirne i

caratteri: produttive, insediative, ambientali, culturali, sociali».

Art. 6: “processi di educazione e formazione”, chiamano direttamente in causa la

scuola e l’Università come istituzioni vocate ad aprire un confronto con soggetti

diversi e/o nuovi, o finora non abbastanza coinvolti. Sinergia di poteri, saperi,

esperienze e competenze diverse.

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Analisi e pianificazione del Territorio

Valore e significato di paesaggio = Aspetto estetico del paesaggio

Il paesaggio concepito in tal senso è lo strato più superficiale, quello visibile, il

quale però rimanda necessariamente ai vari gradi ed estensioni di invisibilità, di

ordine naturale, culturale, storico e simbolico.

Negli anni si è registrato il passaggio progressivo da:

• Paesaggio inteso come bellezza naturale ovvero secondo un criterio estetico

(Legge n.1497/1939)

• Concezione territoriale-ambientale del paesaggio (Legge n.431/1985, c.d.

Decreto Galasso)

• Paesaggio inteso come valore storico, simbolico e culturale a prescindere dalla sua qualità estetica (Convenzione Europea sul Paesaggio, 2000)

Ha inizio la tutela diffusa del paesaggio21

Analisi e pianificazione del Territorio

L’approvazione del Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali (D. Lgs. 29 ottobre 1999, n.490), con l’abrogazione delle principali normative in materia (L.1497/39, L.1089/39, L.431/85) ha determinato, pur non avendo in nulla modificato la natura dei vincoli, la sostituzione dei riferimenti legislativi precedenti.

La consuetudine alle ben note normative consiglia tuttavia di mantenere in essere le diciture “storiche”, che, anche se giuridicamente non più rispondenti, consentono tuttavia una più immediata individuazione della natura dei vincoli; ciò con l’avvertenza di utilizzare, al fine di ottenere il riferimento normativo corretto, la tabella di conversione di seguito riportata.

Legge Voce della legenda Riferimento normativo

431/85 Parchi e riserve nazionali o regionali istituiti (art.1.f) D.Lgs.490/99 art.146.f

431/85 Altri ambiti vincolati D.Lgs.490/99 art.146

1497/39 Vincolo paesaggistico D.Lgs.490/99 art.139

1089/39 Vincolo monumentale D.Lgs.490/99 art.2

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Codice Urbani: riscrive il T.U dei Beni CC.AA vecchio di soli 4 anni!!! Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 - "Codice dei beni culturali e del paesaggio”. Recente modificato nel D. Lgs. n. 63/2008.

Disastroso soprattutto per i Beni Paesaggistici, la cui tutela viene in realtà totalmente delegata alle Regioni e ai Comuni. La Parte Terza del Codice riguarda soprattutto gli ambiti territoriali caratterizzati da particolari valori paesaggistici o naturalistici.

o Il problema centrale è proprio l'abrogazione della “Legge Galasso" (431/1985, poi Titolo II del T.U.) nei suoi due aspetti fondamentali: estensione dei vincoli e potere di annullamento.

o Oggi vengono meno queste 2 innovazioni; alle sanzioni penali ci penserà la "sanatoria paesistica“. L'inedita possibilità di estinguere i reati connessi alla violazione dei vincoli paesaggistici, sulla base di una "valutazione di compatibilità" successiva alla realizzazione degli abusi, affidata ai Comuni e totalmente aleatoria quanto a tempi e criteri di valutazione (Art. 27).

o L’ Art. 142 del nuovo Codice rende temporanea la vigenza dei vincoli "ope legis", cioè "fino all'approvazione del Piano paesaggistico“, i quali per anni sono stati ritardati nella loro approvazione da parte delle Regioni. In pratica vengono soppressi i vincoli e ridotte le aree sottoposte a vincolo.

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• Art.131 “....La tutela e la valorizzazione del paesaggio salvaguardano i valori che esso esprime quali manifestazioni identitarie percepibili. ”

Il concetto di tutela del paesaggio

Tutela paesistica come salvaguardia, gestione, pianificazione per valorizzazione,

ripristino, creazione di paesaggi

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Analisi e pianificazione del Territorio

o L’ art. 146 del Codice, sostituisce la precedente funzione di controllo "a valle" da parte delle Soprintendenze sulle autorizzazioni paesistiche rilasciate da Regioni o Comuni (inclusiva del potere di annullarle entro 60 giorni) con un "parere", oltretutto da esprimere entro soli 30 giorni dalla ricezione.

o ristrettissimi termini del procedimento, o "parere" è palesemente solo consultivo non più di annullamento. Ciò significa che, all'atto pratico, verrebbe meno qualsiasi reale potere di controllo e di "veto" da parte dello Stato (scontrandosi con i ripetuti pronunciamenti della Corte Costituzionale),o ridotta l’operatività delle Sopraintendenze,o puntuali e frequenti ricorsi al TAR,o le sanzioni penali sembrano più dirette a colpire abusi formali (mancanza di autorizzazione) che ad evitare i grandi scempi ambientali.

o L’ art. 159 (fino all'approvazione dei Piani Paesistici, ovvero al loro "adeguamento", resterebbe in vigore la verifica "a valle", con il potere di annullamento). Troppe vicende ormai stanno a dimostrare che le Regioni possono dare i contenuti che vogliono ai Piani Paesistici, oppure modificarli con espedienti vari non appena ne ravvisino l'opportunità. o E' precisa opinione che la tutela del paesaggio - almeno nelle zone di importanza prioritaria - debba essere garantita dallo Stato, sia pure in seconda battuta.

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Analisi e pianificazione del Territorio

o Il Codice (art. 147) non dice nulla nel caso in cui le opere che, per le loro dimensioni, sono assoggettate a procedura VIA nazionale siano, anziché statali, di altre amministrazioni pubbliche o di privati

o- Non dice nulla nel caso in cui invece la VIA sia di competenza regionale, o addirittura locale. Il complesso intreccio delle norme nazionali e regionali in fatto di VIA e Conferenze di Servizi potrebbe perfino mettere fuori gioco i poteri dell'amministrazione dei Beni CC.AA.

o L‘ art. 156 riguarderebbe l’adeguamento dei Piani Paesistici esistenti alle finalità della nuova normativa, pur tuttavia essendoci il problema di alcune Regioni che non hanno ancora approvato i Piani, oppure che hanno redatto Piani inammissibili.

Codice Urbani" conferma appieno, almeno per quanto riguarda il paesaggio, la tendenza già chiarissima delle forze politiche a depotenziare con ogni mezzo o espediente le leggi di tutela, viste come un intralcio al liberismo economico e agli affari connessi alle opere pubbliche e private.

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Analisi e pianificazione del Territorio

Il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (Codice Urbani o D.L.n. 42 del

2004), è in evidente antitesi con la Convenzione Europea del

Paesaggio presentata a Firenze nel 2000.

Di fatto la tutela del 'paesaggio' viene applicata, nel Codice Urbani, ai soli

paesaggi che presentano identità nazionale e valenza culturale, delineando

così un “paesaggio” e un “non paesaggio”; perfino il mare, che la

Convenzione Europea tutela pienamente come “paesaggio”, nel Codice Urbani

viene completamente ignorato.

Si evidenzia così un approccio culturale fortemente diverso e contrastante,

messo in risalto dalla totale assenza nel Codice Urbani del protagonismo delle

popolazioni nella percezione dei paesaggi e nelle scelte sulla loro

gestione.

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Analisi e pianificazione del Territorio

• Codice Urbani: il “paesaggio” è rappresentato da “beni”, • Convenzione Europea: il paesaggio è invece rappresentato dal “patrimonio paesaggistico”.Tale impostazione mette in evidenza un ulteriore allontanamento del nostro Paese dalle attuali strategie politiche europee.

Per i dottori agronomi e forestali e per i paesaggisti, quali scenari si configurano?Il paesaggio agrario e forestale è una parte dell’ intero e complesso patrimonio paesaggistico. Nel Codice Urbani viene fatta molto confusione tra pianificazione paesaggistica e pianificazione urbanistica; la prima riguarda infatti il paesaggio, che è costituito da tutti quegli elementi naturali che lo compongono, e la seconda dallo studio dell'espansione urbana nel paesaggio.Deve esserci prima una pianificazione paesaggistica, che deve successivamente indicare all'urbanistica modi e possibilità di espansione.Da un'attenta analisi si evidenzia la comune strategia di tutelare solo alcune minute parti di “paesaggio” a discapito dell'intero patrimonio paesaggistico italiano.

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Analisi e pianificazione del Territorio

• In mancanza di una scrupolosa pianificazione paesaggistica non può esistere una valorizzazione dell'agricoltura e della selvicoltura, le quali hanno bisogno invece di una programmazione precisa e di una legislazione piùconsona alle esigenze del paesaggio, delle popolazioni e degli imprenditori agricoli e forestali.Pertanto anziché aprire nuovi scenari per i professionisti del paesaggio, il Codice Urbani sembra favorire l'abbandono del paesaggio e delle economie ad esso legate, in una drammaticità non recepita dai cittadini italiani ed in forte antitesi con laConvenzione Europea del Paesaggio.

• L'azienda agricola svolge sempre più spesso una funzione non solo produttiva, ma anche di “erogatore” di servizi. Quali adempimenti e quali opportunità si possono configurare?L'esigenza degli imprenditori agricoli, di integrare con nuove funzioni la propria azienda nasce evidentemente dal non essere soddisfatti delle scelte attuate in campo politico e relative all'economia agraria; di conseguenza negli ultimi due decenni si è sviluppata la multifunzionalità delle aziende agricole, che, oltre ad offrire nuovi servizi, tendono così ad individuare altre forme di reddito, che possano assicurare l'equilibrio economico aziendale.Nascono così agriturismi, fattorie sociali e quant'altro di utile al fine; nella purezza degli intenti tali funzioni offrono anche un aspetto di carattere culturale, non sempre in linea con le finalità preposte.

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Analisi e pianificazione del Territorio

Riflessioni:1. Maggiore consapevolezza sul valore culturale ed economico del “paesaggio”;

2. L’ Italia deve la sua fama nel mondo al proprio paesaggio culturale;

3. Il turismo è un settore economico con dei buoni profitti (per fatturato, numero di addetti, ecc.); la risorsa primaria del turismo è il “paesaggio”;

4. Corrette ed idonee politiche di pianificazione paesaggistica, procurerebbero certamente una maggiore ricchezza economica alla popolazione.

5. Pianificazione basata sulle differenti risorse territoriali presenti; l'Italia è un paese ricco di identità culturali e paesaggistiche diversificate, seppur facilmente e maggiormente riferibili al paesaggio mediterraneo;

6. Adeguata formazione degli specialisti e operatori del “paesaggio” (agricoltori, selvicoltori, operatori turistici, ecc.) così come avviene negli altri Paesi europei e come viene prescritto dalla Convenzione Europea del Paesaggio;

7. Divulgazione della coscienza paesaggistica presso le comunità.

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Analisi e pianificazione del Territorio

Regolamento CE 1968/2005

Biodiversità dei paesaggi rurali

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Analisi e pianificazione del Territorio

Regolamento CE 1968/2005

Valorizzazione del rapporto

paesaggio-prodotto32

Analisi e pianificazione del Territorio

Regolamento CE 1968/2005• Recupero di superfici pascolive (promozione allevamento semibrado)• Diversificazione delle superfici forestali(limitare superfici compatte e omogenee).

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Analisi e pianificazione del Territorio

Regolamento CE 1968/2005

Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale

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Analisi e pianificazione del Territorio

Regolamento CE 1968/2005

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Analisi e pianificazione del Territorio

Regolamento CE 1968/2005

1. Le Regioni, attraverso la scelta delle azioni piùadeguate, hanno la responsabilità di attuare le politiche di difesa e valorizzazione del paesaggio rurale.

2. Piani di Sviluppo Rurale - PAC

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Analisi e pianificazione del Territorio

Il concetto di tutela del paesaggio

REGIONE TOSCANA

La legge regionale n.1/2005 disciplina il governo del territorio e

promuove e garantisce la tutela delle risorse essenziali del territorio in

quanto beni comuni che costituiscono patrimonio della collettività

(art.3): tra di essi c'è anche il PAESAGGIO

La legge definisce la disciplina regionale di tutela paesaggistica e valorizzazione dei parchi e delle

aree protette37

Analisi e pianificazione del Territorio

La legge regionale n.1/2005 prevede che ogni livello di pianificazione

elabori, alla propria scala, la tutela paesaggistica sulla base di un'analisi

approfondita del territorio mirata ad individuare:

− lo statuto del territorio, formato dalle invarianti strutturali;

− i sistemi territoriali e funzionali;

− le aree dichiarate di notevole interesse pubblico in accordo con il

Codice dei Beni culturali

Il concetto di tutela del paesaggio

REGIONE TOSCANA

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Analisi e pianificazione del Territorio

• Invarianti strutturali

Il concetto di tutela del paesaggio

REGIONE TOSCANA

Caratteri fondativi delle identità dei luoghi che consentono il loro mantenimento e crescita nei processi

di trasformazione

Valori, risorse non negoziabili39

Analisi e pianificazione del Territorio

• Gli strumenti di pianificazione territoriale concorrono ciascuno, per quanto

di propria competenza:

− a definire le trasformazioni compatibili con i valori paesaggistici, le

azioni di recupero e riqualificazione degli immobili e delle aree

sottoposte a tutela....;

− partecipano ad interventi di valorizzazione del paesaggio in relazione

alle prospettive dello sviluppo sostenibile.

Il concetto di tutela del paesaggio

REGIONE TOSCANA

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Analisi e pianificazione del Territorio

Piramide della pianificazione territoriale

PIT – obiettivi e schede sul paesaggio

PS- Piani Strutturali e Comunali

PTCP – invarianti strutturali

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Gli strumenti: il piano e la pianificazione

Concetto di piano economico è utilizzato per indicare l’insieme coordinato di scelte politico-economiche che si propongono lo sviluppo o il riequilibrio di un’area in tempi medio-lunghi (10-20 anni).

Concetto di piano urbanistico e territoriale è utilizzato per archi temporali più ristretti (5-7 anni), coinvolgendo aspetti riguardanti gli insediamenti edilizi, la difesa del suolo, la tutela del paesaggio, del territorio, ecc.

IL PIANO È QUINDI UN PROCESSO RAZIONALE D’ INTERVENTO NELL’AMBIENTE NATURALE E/O COSTRUITO, FINALIZZATO ALLO SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO, ALLA TUTELA DELL’AMBIENTE E ALLA GESTIONE DELLE RISORSE.

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• PIANO ADOTTATO, quando è stato oggetto di deliberazione da parte degli organi competenti dell’ente pianificante;

• PIANO APPROVATO, quando ha compiuto tutta la procedura per conseguire la formale approvazione dell’organo competente (Regioni per i piani urbanistici);

• PIANO ATTUATIVO e/o OPERATIVO, quando ha lo scopo di precisare nel dettaglio le opere previste. A tale scopo deve essere corredato da:

• documentazione grafica (tavole, disegni, ecc.),• relazioni tecniche,• documenti contabili (preventivi di spesa, capitolati).

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IL PIANO HA LO SCOPO DI FISSARE ORGANICAMENTE GLI OBIETTIVI

PROGRAMMATICI RIFERITI AD UN’ AREA GENERALMENTE VASTA (REGIONE,

COMPRENSORIO, PROVINCIA, ECC.), CON L’INDICAZIONE DEI CRITERI

PRIORITARI DI DESTINAZIONE D’ USO DEL TERRITORIO, I FABBISOGNI

INFRASTRUTTURALI, LA LOCALIZZAZIONE DI IMPIANTI E SERVIZI DI

INTERESSE GENERALE, ECC.

L’ applicazione del PIANO ad un singolo ambito territoriale è detto PIANO

GENERALE (es. Piano Territoriale di Coordinamento Regionale); il piano relativo

ai singoli aspetti è detto PIANO DI SETTORE (es. Piano urbanistico-PRG

Comunale).

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PIANIFICAZIONE: si intende la formulazione e l’attuazione controllata di un

processo di piano, ovvero la predisposizione degli strumenti programmatori ai

vari gradi di gerarchia (nazionale, regionale, comprensoriale, ecc.) finalizzati

agli obiettivi trattati.

TERMINE CONCETTO EVOCATOTutela ambientale Conservazione, protezione, salvaguardia

Assetto del territorio Organizzazione, programmazione, pianificazione

Riassetto del territorio Risanamento, recupero

Urbanistica Governo del territorio interessato da insediamenti abitativi

Pianificazione territoriale Governo di un territorio più ampio, es. territorio agro-forestale (aria, acqua, suolo)

Gestione Esecuzione ed esercizio delle varie componenti dei piani attuativi

Governo del territorio Pianificazione e gestione del territorio

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Piano Territoriale (PT)• Piano generale di un’ area vasta:

• regione, comprensori comunali, bacini idrografici e province

• rivolto agli enti preposti ai piani settoriali

• Alcuni esempi di PT:

• PTC, ovvero Piano Territoriale di Coordinamento di carattere urbanistico a livello sovra-comunale

• PTCP, ovvero Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Il piano indica:

1. Le diverse destinazioni del territorio, in relazione alle vocazioni territoriali (agricole, insediative, economiche, ecc.),

2. Localizzazione delle maggiori infrastrutture e delle principali vie di comunicazione,

3. Linee di intervento per rete idrica, idrogeologica, idraulico-forestale,

4. Individuazione aree dove istituire parchi e/o riserve.

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Documentazione di un PTCP:

Struttura del territorio e dinamiche di crescita degli insediamenti

Pianificazione locale (mosaico dei PRG)

Infrastrutturazione del territorio e mobilità (vie e trasporti)

Emergenze di carattere storico e archeologico

Vincoli ed emergenze territoriali

Geo-litologia

Dissesti e zonazione sismica

Siti estrattivi

Criticità ambientale

Vulnerabilità corpi idrici sotterranei

Criticità acque superficiali

Unità del paesaggio ed uso del suolo

Vegetazione

Piano di settore per la

protezione della natura e

la tutela dell’ambiente

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Piano Regolatore Generale (PRG)• Strumento urbanistico di carattere generale, riferito al territorio di un Comune

• Scopo di guidarne lo sviluppo ed il riassetto degli insediamenti

• Il PRG deve indicare:

1. Tipologie edilizie e suddivisione delle zone omogenee (per funzione e destinazione d’uso) del territorio comunale,

2. Rete delle principali vie di comunicazione (strade, ferrovie, porti, aeroporti) per l’esigenze del centro urbano,

3. Aree di uso pubblico (es. zone verdi),

4. Aree riservate ad edifici pubblici e ad opere d’interesse pubblico,

5. Vincoli in zone di interesse storico, ambientale e paesistico,

6. Norme per l’attuazione del piano.

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Piano Regolatore Generale (PRG)Azzonamento o Zonizzazione = zone omogenee per destinazione d’uso

A. centro storico, zone di pregio storico-architettonico-ambientale

B. zone di completamento, aree già costruite dove il tessuto urbano èda integrare

C. nuove zone residenziali, dove tutto il tessuto urbano è da progettare

D. insediamenti produttivi industriali e commerciali

E. zone agricole, boschi e aree naturali

E1-normale, senza limiti di tipologia di coltivazione

E2-speciale, vocazione arboricola

E3-boschi utilizzati, cedui ed aree vegetazionali

E4-boschi naturali e foreste

F. servizi pubblici e privati, strade, scuole, ospedali, centri di culto, ecc

G. verde pubblico e privato, spazi pubblici e privati attrezzati

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PRG – Le zone E (territorio agroforestale) • Soggetti che concorrono alla gestione del territorio agroforestale:

• Pubblica amministrazione

• Proprietario del fondo

• Imprenditore agroforestale ed edilizio

• In passato scarsa attenzione alle zone rurali, considerate “zone bianche” e addirittura “non luogo”

• Tendenza attuale è quella di non prescindere dalla tutela ambientale, soprattutto dinanzi alla frequente insostenibilità dei sistemi urbani

• Suddivisione nelle 4 sottozone

• Regolamentazioni delle costruzioni nelle zone agricole:

• Recupero dei manufatti esistenti secondo i materiali e le tecniche locali

• Nuova edificazione se funzionale all’esercizio delle attività agricole (PSA)

• In tal senso occorre una descrizione dettagliata degli interventi edilizi necessari a migliorare le condizioni di vita e di lavoro dell’imprenditore agricolo.

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Piano Territoriale Paesistico (PTP)• Introdotto dalla L. n. 1497/39, strumento equivoco;

• Rilanciato dalla L. n. 431/85, con finalità e obiettivi di tutela e salvaguardia ambientale;

• Competenza Regionale, le quali dovranno legiferare ratificando la CEP (Firenze, 2000);

• Il PTP ha un concetto ampio di paesaggio, includendo tutti gli aspetti: clima, geomorfologia, flora, fauna, attività antopiche, ecc.

• Le finalità del piano:

a) Conoscenza dell’intero territorio, nelle sue caratteristiche storico-culturali, naturalistiche, morfologiche, estetico-percettive e delle loro possibili correlazioni

b) Analisi delle dinamiche di trasformazione ed evoluzione, individuazione dei fattori di rischio e degli elementi di vulnerabilità

c) Definizione degli obiettivi di qualità paesistico-ambientale, mantenimento dei valori costitutivi, delle morfologie, delle tipologie architettoniche (tecniche e materiali costruttivi tradizionali, salvaguardie delle zone agricole, riqualificazione delle aree degradate e compromesse, ecc.

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Piano Territoriale Paesistico (PTP)d) Individuazione degli ambiti territoriali di pregio paesistico e quelli degradati

e) Determinazione degli interventi di tutela e valorizzazione, finalizzati allo sviluppo economico e produttivo delle aree interessate secondo criteri sostenibili.

f) Definizione di norme prescrittive per la tutela e l’uso del territorio ricadente negli ambiti individuati

La pianificazione paesistica individua progetti mirati, misure incentivanti e di sostegno per il recupero, la valorizzazione e la gestione finalizzata al mantenimento dei paesaggi del territorio regionale , con l’indicazione dei relativi strumenti di attuazione.

Il Codice Urbani (D.L.n. 42 del 2004) sottolinea la necessità di un maggior coordinamento tra il PTP e i piani urbanistici; fino ad allora i piani erano spesso elaborati generici e puramente descrittivi.

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Altri Piani Ambientali

Piano di Comunità Montana (Piano Pluriennale di Sviluppo Socio Economico – PPSSE): piano territoriale di inquadramento predisposto per coordinare la strumentazione urbanistica e ordinare i piani settoriali di difesa del suolo, di protezione della natura e del paesaggio, ecc. In particolare devono essere realizzati interventi di:

riassetto idrogeologico,

sistemazione idraulico-forestale,

conservazione del patrimonio monumentale,

conservazione dell’edilizia rurale e dei centri storici,

mantenimento del paesaggio rurale e montano.

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Altri Piani Ambientali

Piano di Bacino (PDB): riguarda la difesa del suolo, la tutela delle acque, la fruizione e la gestione del patrimonio idrico e la tutela degli aspetti ambientali ed economico-sociali.

Il PDB istituisce la pianificazione a livello di bacino idrografico dei fiumi (11 bacini di rilievo nazionale, 16 bacini di rilievo interregionale).

L’ unità topografica ed ecologica è costituita dal bacino idrografico, senza limitazioni di natura amministrativa.

Responsabilità: Autorità di Bacino

Obiettivi: individuare e risolvere le criticità in materia di rischio idraulico e di difesa del suolo

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Altri Piani Ambientali

Piano di Assestamento forestale: si tratta di prescrizioni di massima per l’uso del territorio silvo-pastorale. Lo Stato finanzia la redazione dei PE da parte degli Enti proprietari (es. Comune, Provincia, Comunità Montane).

Il PE comprende: descrizione dello stato generale dei boschi e degli altri terreni, obiettivi del piano, direttive con le finalitàproposte.

Obiettivi:

• Coltivazione dei boschi e dei terreni

• Produzione di legname e delle risorse pastorali

• Governo razionale dei boschi

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Altri Piani Ambientali

Piano Faunistico Venatorio (PFV): istituito dalla Legge nazionale 157/1992.

Obiettivi:

• la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell’interesse della Comunità nazionale ed internazionale;

• la caccia può essere esercitata purché non contrasti con le esigenze di conservazione della fauna selvatica e non arrechi danno alle produzioni agricole;

• gestione della fauna e del territorio agro-silvo-pastorale:

La Legge 157/92 incarica le Regioni ad emanare i regolamenti di gestione del patrimonio faunistico presente sul territorio.

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Altri Piani Ambientali

Piano di assetto dei parchi e delle aree protette (PAAP): finalizzati alla tutela di territori di particolare pregio naturalistico.

I PAAP sono applicabili a 1) Parchi Nazionali, 2) Parchi Naturali Regionali, 3) Riserve Naturali, 4) Zone umide di importanza nazionale, 5) Oasi, 6) Parchi storici ed archeologici, 7) Aree e riserve marine protette.

Contenuti di un PAAP:

• Pianificazione fisica, attraverso l’analisi e la diagnosi del territorio;

• Pianificazione economico e sociale, attraverso la redazione di linee d’indirizzo economico sostenibile per i soggetti privati.

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