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COPIA OMAGGIO Mensile indipendente di cultura liberale, laica, socialista e radicale Luglio-Agosto 2007 - ANNO I - n° 7 BRUSSELLS 5 luglio 2007 Parlamento Europeo CONVEGNO SU “Eutanasia e Morte medicalmente assistita: una ques- tione di diritti umani.” Cari lettori ecco il nuovo sito di ALM. L’indirizzo è www.almcalabria.it Ci sono diverse ragioni che ci hanno spinto a dare vita al giornale anche in rete: speriamo con questo strumento di raggiungere più lettori con costi infinitamente più bassi della versione cartacea; avere più spazio per pubblicare il materiale che necessariamente per ragioni di spazio/costi non è possibile riversare su carta; interagire con i lettori e viceversa, attraverso la rete, in modo immediato e diretto; dare la possibilità al lettore di commentare gli articoli e soprattutto di partecipare senza neanche muoversi da casa. Vale per l’edizione su carta che sull’edizione in rete: chiunque può partecipare scrivendo un articolo, facendo una segnalazione, collaborare stabilmente con noi; questo è un progetto aperto a chiunque voglia farlo proprio o voglia farne proprio un pezzetto; è un progetto aperto a chiunque voglia “contaminarci” con le proprie idee; basta farsi avanti. E in realtà ci ha sorpreso il risul- tato della nostra scarsezza di mezzi, in quanto già diverse persone ci hanno avvicinato e offerto collabo- razione! Il sito internet ci permette, inoltre, di fare informazione in tempo reale su iniziative che intendiamo portare avanti e di cui non vi anticipiamo nulla per far restare in voi lettori la curiosità di farci visita su www.almcalabria.it Marco Machese [email protected] FOTO: Giuseppe Candido anche questo anche questo mese mese COPIA OMAGGIO Welby: assolto Mario Riccio. Cappato: “Vittoria della nonviolenza radicale”......... P 15 Pensioni, scalone, sinistra comunista e proposta radicale Welfare to Work: Sussidi per la flessibilità e l’acces- so al lavoro. Non più incentivi a rimanere disoccupati. .....P 8 Dichiarazione / Risoluzione della Conferenza su morte medicalmete assistita ed eutanasia: una questione di diritti umani, Parlamento europeo, 5 luglio 2007

Anno I n° 7 - Luglio e Agosto 2007

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Abolire la miseria della Calabria Periodico nonviolento di storia, arte, cultura laica, liberale calabrese

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I - n° 7

BRUSSELLS 5 luglio 2007Parlamento EuropeoCONVEGNO SU “Eutanasia e Morte

medicalmente assistita: una ques-tione di diritti umani.”

Cari lettori ecco il nuovo sito di ALM. L’indirizzo è

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Ci sono diverse ragioni che ci hanno spinto a dare vita algiornale anche in rete: speriamo con questo strumento diraggiungere più lettori con costi infinitamente più bassidella versione cartacea; avere più spazio per pubblicare ilmateriale che necessariamente per ragioni di spazio/costinon è possibile riversare su carta; interagire con i lettori eviceversa, attraverso la rete, in modo immediato e diretto;dare la possibilità al lettore di commentare gli articoli esoprattutto di partecipare senza neanche muoversi dacasa. Vale per l’edizione su carta che sull’edizione inrete: chiunque può partecipare scrivendo un articolo,facendo una segnalazione, collaborare stabilmente connoi; questo è un progetto aperto a chiunque voglia farloproprio o voglia farne proprio un pezzetto; è un progettoaperto a chiunque voglia “contaminarci” con le proprieidee; basta farsi avanti. E in realtà ci ha sorpreso il risul-tato della nostra scarsezza di mezzi, in quanto giàdiverse persone ci hanno avvicinato e offerto collabo-razione!Il sito internet ci permette, inoltre, di fare informazione intempo reale su iniziative che intendiamo portare avanti edi cui non vi anticipiamo nulla per far restare in voi lettorila curiosità di farci visita su www.almcalabria.it

Marco Machese [email protected]

FOTO: Giuseppe Candido

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Welby: assoltoMario Riccio.

Cappato: “Vittoriadella nonviolenza

radicale”......... P 15

Pensioni, scalone,sinistra comunista

e proposta radicale

Welfare to Work:Sussidi per la

flessibilità e l’acces-so al lavoro. Non piùincentivi a rimaneredisoccupati. .....P 8

Dichiarazione / Risoluzione della Conferenza su mortemedicalmete assistita ed eutanasia: una questione didiritti umani, Parlamento europeo, 5 luglio 2007

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Pag. 3 La Patria europea o l’Europa delle patrie? Intervista Marco Pannella

Pag. 5 Europa delle Patrie o Patria europea? Incontro a Brussells

Pag. 6 Radicali calabresi: ripartiamo dai giovani

Pag. 6 11 Luglio 1995. Per non dimenticare Srebrenica

Pag 7 Energia dal fotovoltaico: si può fare impresa anche in Calabria rispettando l’ambiente

Pag. 8 Pensioni, scalone, sinistra comunista e proposta radicale di sinistra

Pag. 9 Il pragmatismo inglese, l’utopia concreta di Ernesto Rossi, l’attualità di Abolire la miseria

Pag.11 Il destino è un’invenzione della gente rassegnata

Pag.11 Quando un’ordinario non omologato si accosta all’ordinario omologato (ma omologato da chi?)

Pag.12 La Scuola siete voi

Pag.13 Qualcuno era comunista

Pag.14 Morte medicalmete assistita ed eutanasia: una questione di diritti umani. 5 Luglio-Brussells/ Conferenza al Parlamento europeo del gruppo A.L.D.E.

Pag.15 Parlamento Europeo. Dichiarazione/Risoluzione dalla Conferenza su morte medicalmete assistita ed eutanasia: una questione di diritti umani

Pag.15 Welby: assolto Mario Riccio, il medico che staccò la spina. Cappato: “vittoria della nonviolenza radicale”

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ABOLIRE LA MISERIA della calabria 2

SOMMARIO

ABOLIRE LA MISERIA DELLA CALABRIAmensile indipendente di cultura liberale, laica, socialista e radicale-------------------------------------------------------------Direttore Responsabile: Filippo Curtosi - Vice Direttore: Giuseppe CandidoComitato di redazione: Giuseppe Fontana - Giovanna Canigiula - Marco Marchese -Francesco Lo Duca - Salvatore Colace-------------------------------------------------------------------Editore: Associazione culturale di volontariato “NON MOLLARE” - Via Ernesto Rossi,2 - Cessaniti (Vibi Valentia)Redazione, amministrazione e impaginazioneVia Crotone, 24 – 88050 Cropani (CZ)Tel/Fax. 0961 961036 – 0961/1916348 - 347 8253666e.mail: [email protected] - sul internet: almcalabria.itStampa: BRU.MAR - V.le dei Normanni, 23/q - CATANZARO - tel.0961.728005 - 320.0955809-----------------------------------------------------------------------------------------------Iscrizione Registro Stampa Periodica Tribunale di CatanzaroN°1 del 9 gennaio 2007---------------------------------------------------------------------------------------------------------Mensile partecipativo: la collaborazione è libera a tutti ed è da considerarsi totalmente gratuita. Gliarticoli riflettono il pensiero degli autori i quali si assumono la responsabilità di fronte la legge.Hanno collaborato a questo numero:Lorenzo Albertelli, Giuseppe Candido, Giovanna Canigiula, Filippo Curtosi,Saverio De Mortelli, Giuseppe Fontana; Marco Marchese; Armand Goldman -Francesco Lo Duca - - Progetto grafica: Antonio Renda; (resp. distribuzione)Francesco Callipo. Si ringrazia il periodico telematico “Nessuno Tocchi CainoNews Flash” di Sergio D’EliaQuesto numero è stato chiuso li giorno 1 Agosto 2007 alle ore 11,00

NESSUNO TOCCHI CAINO NEWS FLASH

IRAN. SEDICI IMPICCAGIONI22 luglio 2007: "Dodici banditi sono stati impiccati dimattina a Teheran", ha detto il procuratore capo dellacittà, Said Mortazavi, aggiungendo che i dodici fannoparte delle decine di persone arrestate nelle scorsesettimane per diversi reati, compresi rapine, stupri esequestri. Secondo la Resistenza iraniana fra questi12 ci sarebbero due prigionieri politici. Si tratta diFazel Ramezani e Haj-Morad Mohammadi, membridella tribù Bakhtyari (sud-ovest dell'Iran), fatti passaredal regime come criminali comuni. Sono stati trasferiti dal carcere di Gohardasht a quellodi Evin, dove sono stati giustiziati. Altre quattro persone - ha aggiunto Mortazavi - sonostate impiccate la scorsa settimana. La televisione di stato ha trasmesso immagini dei con-dannati ammanettati, poco prima di essere impiccati. La pena di morte è prevista in Iran per omicidio, rap-ina a mano armata, stupro, blasfemia, apostasia,cospirazione contro il Governo, adulterio, prosti-tuzione, omosessualità, reati legati alla droga. La legge iraniana prevede la pena di morte per il pos-sesso di più di 30 grammi di eroina o di 5 chili dioppio. Secondo le stesse autorità, che però non for-niscono statistiche ufficiali, molte esecuzioni in Iransono relative a reati di droga, ma è opinione di osser-vatori sui diritti umani che molti di quelli giustiziati perreati comuni, in particolare per droga, possano esserein realtà oppositori politici.Per saperne di piu' : http://www.ntc.it

PARLAMENTARI UDC eTEST ANTIDROGA

BERNARDINI: SOLO PROPAGANDADA IPOCRITI PROIBIZIONISTI ALL'A-MATRICIANA

Roma, 1 agosto 2007• Dichiarazione di Rita Bernardini, Segretariadi Radicali Italiani:"Se non fossimo in Italia non ci sarebbebisogno di ricordare ai parlamentari dell'Udc,che questa mattina si sono precipitati in piaz-za a fare propaganda demagogica con unopseudo test antidroga, che per verificare seeffettivamente si è fatto uso di sostanze psi-cotrope negli ultimi 12/24 mesi occorre fareun esame tricologico. Il test-propaganda cuisi sono sottoposti i deputati dello stessoGruppo dell'onorevole Mele, coinvolto alcunigiorni fa in una vicenda di prostitute ecocaina, possono soltanto verificare se si èfatto uso di Cannabis negli ultimi 30/90 giornie di droghe pesanti nelle ultime 24/48 ore. Perché, mi chiedo, non vengono fatti anchegli esami sull'uso e abuso di alcool? E' forsemeno dannoso per sé e per gli altri dellamarijuana? La verità è che i deputati Udc confermano,con test-propaganda sulla droga, che le leggiproibizioniste come la Iervolino Vassalli ocome quella del centro-destra, votata dema-gogicamente poche settimane prima del votodelle scorse elezioni politiche, falliscono mis-eramente. Infatti, come tutti sanno, tutti i tipidi droghe sono facilmente reperibili 24 ore su24; insomma, il trionfo del fallimento dellalegge di cui nessuno parla!Occorre, invece, sperimentare con saggezzala regolamentazione del consumo delledroghe per colpire subito il mercato mafiosoche è alimentato proprio dal proibizionismo,destinando almeno una parte delle ingentis-sime risorse oggi impiegate ad un' inconclu-dente e costosissima repressione, all'infor-mazione e alla prevenzione".

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Intervista a Marco Pannella.

Bruxelles, 6 Luglio 2007 ore 13.50(pausa pranzo).

Incontriamo Marco Pannella conGiuseppe Candido nel suo ufficio alnono piano del Parlamento Europeoin una di quelle giornate dove sisogna il mare calabrese e noi làall’ombra di una pineta dieucaliptus. Non ci sono ener-gumeni all’ingresso, solo sig-nori beneducati e senzaeroici gesta e sprezzo delpericolo ci facciamo avanti.Pannella materializzato inuna sorte di immagine sacrache ha funzione evangeliz-zatrice, materia che rimandaquasi al trascendente e invitaall’adorazione perché comediceva in mattinata il leaderdei social-isti europei,Glean?anche lacreatività el’originalitàdi Marcoesprimonoanelito aldivino laico;scrutando ilsuo sguardo scorgiamo il caos e l’or-dine, la saggezza e la santità, maanche il rimprovero severo.In matti-nata si è parlato nell’aula “Spinelli

“del Manifesto europeista firmato daSpinelli, Colorni ed Ernesto Rossi.Marco Pannella non è un gran nar-ciso, non, come dice Marcenaro unoinsopportabile, prepotente, individual-ista, logorroico, eccessivo, provoca-tore. Non è un Urano che divora isuoi figli, un mangiafuoco, un canni-bale, un politico dell’antipolitica, unaantipolitico della politica, uno che cal-cola,uno che innalza la Bonino e poi

la stronca, che la riinnalza e laristronca. Non è l’ultimo leninista ol’ultimo stalinista. Non è uno che si èfatto un partito su misura, che locomanda a bacchetta, che finge dilasciarti le briglia sul collo e al primostrattone ti lacera la bocca da qua alà.Il nostro obiettivo è approfondire iltema della mattina : la PatriaEuropea o l’Europa delle Patrie. Fin

dalle prime battuteabbiamo la confer-ma sulla vera figu-ra di MarcoPannella nonstereotipata,chestupendamente

campeggia nelle sue linee essenzialidove si intravedono i tratti delle sueardite e originali intuizioni che sannodi spirituale elevazione e di mistico

lirismo, espresse inuna prosa che è poe-sia, a volte contem-plazione, nutrita dimemoria storica,politicamente esocialmente vissuta etestimoniata , oggicome ieri. A noi non cisorprende la suaumiltà e la sua eccel-sa figura di apostolodella laicità,del social-ismo liberale, folle-mente innamorato diverità, di giustizia e dilibertà. Alcunerisposte sono

estremamente illuminanti e significa-tive, spiritualmente e politicamenteconquidenti nell’oggi della nostra vitapolitica, sociale e civile. Dietro a sésta trascinando il mondo con la mora-toria contro la pena di morte.Pannella dei paradossi, fariseo set-tario e cosmopolita aperto,persecu-tore e apostolo, debole e gagliardo,cieco e veggente che vede tutto quel-lo che mai ad uomo è stato concesso

vedere. Povero che arricchiscemolti,sconosciuto e notissimo, umilee si vanta, incatenato e libera tutti. Parliamo di Europa e di AltieroSpinelli ad un secolo dalla nascita,comunista negli anni giovanile . Glianni del confino sono stati gli annifondamentali della svolta politica diSpinelli, a Ventotene dove era statotradotto in carcere per una arbitraria

condanna a cinque anni di confi-no fa gli incontri fondamentalidella sua vita: Ernesto Rossi,Eugenio Colorni e UrsulaHirchmann( sorella del futuroPremio Nobel per l’economia OttoAlbert Hirchhmann e futuramoglie di Spinelli). Nel corsodella permanenza sull’isola hamodo di discutere approfondita-mente e “ liberamente” con diver-si intellettuali e uomini politicidelle più disparate matrici cultur-ali ed ha l’intuizione che porteràalla redazione del” Manifesto diVentotene”; il Manifesto è il docu-mento fondamentale del federal-

ismo europeo, redatto nella primav-era del 1941 da Altiero Spinelli edErnesto Rossi. Il Manifesto ha ilgrande merito di trasformare le ideedi alcuni grandi pensatori a comincia-re da Kant, Robbins e Lord Lothian(delle cui opere Spinelli aveva potutofare conoscenza durante il confinograzie alla trasmissione clandestinadi libri che aveva luogo tra LuigiEinaudi ed Ernesto Rossi). IlManifesto presenta alcuni concezionipolitiche nuove, ovvero che labattaglia per la federazione europeaè una battaglia da fare subito percreare un Movimento FederalistaEuropeo su scala sopranazionale.Lapace europea, scriveva Spinelli, è lachiave di volta della pace del mondo.Difatti,nello spazio di una sola gener-azione l’Europa è stata l’epicentro didue conflitti mondiali che hanno avutoorigine dall’esistenza su questoContinente di trenta Stati sovrani. E’necessario rimediare a questa anar-chia con la creazione di un’Unionefederale tra i popoli europei..L’Unionefederale dovrà avere essenzialmente:un governo responsabile non verso igoverni dei diversi Stati membri, maverso i loro popoli..Un esercito messoagli ordini di questo governo..Un tri-bunale supremo”.“ E’ la nostra battaglia, dice Pannella,Spinelli è stato lucido. Era successoche nell’ultimo anno e mezzo, pubbli-camente venendo al nostroCongresso, devo dire col suo carat-tere. Se c’era una persona dura maanche delicatissima, limpida era lui,

Inervista di Filippo Curtosi a Marco Pannella a Brussells

La Patria europea o l’Europa delle Patrie ?

La pace europea, scriveva Spinelli, è lachiave di volta della pace del mondo...

L’Unione federale dovrà avere essenzial-mente: un governo responsabile non verso

i governi dei diversi Stati membri, maverso i loro popoli..Un esercito messo agli

ordini di questo governo..Un tribunalesupremo

FOTO: Giuseppe Candido

FOTO: Giuseppe Candido

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arrossiva ; mi prendeva sotto braccioogni volta che mi vedeva e mi diceva:”adesso è il tuo turno”. Io al letto dimorte con dei testimoni autorevoli chepoi sono divenuti eredi di mestiere chenon erano granchè gli >> dissi:” guar-da, arrangiati per fare il miracolo divivere. Io ero a capo del letto, c’erano40 persone da una parte , dall’altraparte i familiari, guardandolo perchésapevo che era un dolore vero, ma ildolore è un valore quando è una cosaviva è anche un dovere di non evitaredi darlo perché rende vivi il dolore.Sono il dovere, le amarezze le coseche non vanno. Gli dissi, guarda fai ilmiracolo, ti rimetti invece di morire. Iola gestione in attesa del miracolo lafaccio, ma se è un problema di ereditàguarda chi hai attorno, erano anchemiei amici”.Chi erano?“ Erano tanti, diversi, Dastoli, Bombelli,guarda qui, no, io eredità no. Devoanche dire…lo capisco. Infatti adessoviene fuori di nuovo il rilancio del prog-etto Spinelliano, concretamente lo fac-ciamo. A quel livello. L’ultima volta chelui prese la parola sull’Atto Unico cheera il tradimento di tutte le cose nostre,Spinelliane ecc proposto da Delors esubito accettato da questo parlamen-taccio ch’era divenuto perché il proget-to comunista dalla quale faceva partegli dava la possibilità di intervenire per-ché io rinunciai al mio intervento per-ché Altiero potesse parlare”.Nel 1946 Spinelli e Rossi escono dalMovimento Federalista Europeo, rite-nendo assai improbabile la realiz-zazione del loro progetto di Europa,Libera e Federata per sviluppare unalotta con altri mezzi e l’azione diSpinelli si rivela decisiva per fare dellacostituente europea la questione cen-trale per la creazione della ComunitàEuropea di Difesa e grazie a questaazione l’Assemblea, allargata allaCECA viene incaricata di elaborare loStatuto della Comunità PoliticaEuropea per controllare l’esercitoeuropeo, ma la sua opera venne vani-ficata dalla Francia. Fu una sconfittaper la lotta federalista ma Spinelli e ilMFE rilaciano la lotta federalista permobilitare l’europeismo in una protestapopolare diretta contro la legittimitàstessa degli stati nazionali…”“ Ecco, la Patria Europea nell’ambitodello Stato Internazionale, quindiSpinelli resta qualcosa che è attualissi-mo ed è la risposta per la Cina, ilMedioriente e anche per l’Europa nellaconcezione e nel linguaggio diVentotene. La battaglia vera è questa.Adesso nel giro di un mese cominci-amo ad organizzare, iscriversi perriconoscersi, tra di noi, tra di loro perla Patria contro l’Europa delle Patrie”.Cosa comporta essere , come tu seifiloisraeliano quando l’Israele fa unapolitica dove la sovranità nazionale..“ Guarda, io mi faccio carico da annidelle inadeguatezze storiche di Israeleche fa come dice tu una politica di

sovranità nazionale come tutti gli statinazionali e sono ormai 30 anni che iolotto perché come l’Italia,la Germania,Israele rinunci alla sovranità nazionaledi Stato nazionale e faccia parte strut-turalmente dell’Europa. La PatriaEuropea nell’ambito dello StatoInternazionale. La lotta e le battaglie diAltiero Spinelli ed Ernesto Rossi”.Senti però Spinelli in qualche modo hafallito come dire quello che era ilProgetto di Trattato Europeo perchéfrenato e insabbiato dai governinazionali che nel 1985 varano il menoambizioso Atto Unico Europeo.“ Come ti ho detto prima adesso èvenuto il tempo per il rilancio del prog-etto di Altiero Spinelli perché è attualis-simo ed è la vera risposta per unaPatria Europea e non per l’Europadelle Patrie”.Parliamo d’altro, esiste la compas-sione senza la pietà?“ C’è Pasolini che ha insistito diversevolte che la Fede senza la Speranza osenza la Carità, la Carità senza laFede o la speranza produce cosemostruose. E’ una riflessione chericonduce a questo. Per cui l’assisten-za che è alla base della compassioneche poi alla fine è alla base dell’8 permille. E’ una industria quella dellaCom-passione, io mi tengo laCompassione della Cosa Radicale”.Con Pasolini intellettuale marxista?“ Ma, quello che risulta dai suoi scrittiche sono poi quelli fatti fuori, lui noncapiva e non era d’accordo che noinon ci presentassimo alle elezioni,donde quando lui ha mandato il testa-mento ai radicali lui dice: io sono unintellettuale marxista, lo era a modogiusto suo che vota DC. Oramai daanni avrebbe voluto che i radicali sicandidassero. Nel ’63 io feci una pub-blicazione” Il Voto Radicale”, noi cipresentammo alle elezioni è il primo ascrivere, accettare di dire io voterò PCIe a qualificare il suo voto come votoradicale fu Pier Paolo Pasolini . In quelmomento il voto radicale voleva direproprio Torre Argentina, insomma allo-ra era 24 Maggio, non è che è comeadesso che uno si vergogna di direComunista o Verde o altri cazzi, diceSinistra Radicale”.La Rosa Nel Pugno ha un futuro?“Ma, sai quando una cosa ha un pas-sato, quasi clandestino…chi si ricordache Sciascia era eletto con la Rosa nelPugno, Tortora, Emma. Noi l’abbiamotutelata e quando l’abbiamo rimesso adisposizione è stato scritto ovunqueche era l’unico evento politico nuovo.Io dico che resta l’unico evento politiconuovo perché queste altre cose,Costituente Socialista..io sonoSocialista e devo andà a fare la cos-tituente socialista. magari quelli artrifaranno la costituente Liberale, laica,radicale. Mi pare che chi ha un pas-sato ha un avvenire. Chi ha le novitàdi questa Europa di Guano del 23giugno di quest’anno. Faccio tantiauguri, mi auguro di sbagliare però

continuo con le mie compagne ed imiei compagni Radicali e quindidoppie tessere e continuo a portareavanti la RnP che è anche storia del-l’organizzazione Liberale, Antipartiticae Laica…sono cose che possono poidivenire sinonimi comeLiberale,Socialista, Laico e Radicale.La nascita della Rosa nel Pugno sig-nifica decidere, fare. L’alternanza perl’Alternativa. Un milione di voti presinon può essere considerato un disas-tro sapendo che l’alternanza vennestabilita solo per 24 mila voti. Abbiamoconcorso tutti? Può darsi. Mezzo mil-ione di voti sono nostri o no?Allora noirivendichiamo la scelta di valutazionepolitica. Negli anni ’60 ancora prima diquello che dice Claudio Martelli sulPartito Democratico, con Bettino neparlammo anche..eravamo per il sis-tema Americano, Bipartitico,Anglosassone e dicemmo oltre 40 annifa che dovevamo fare il PartitoDemocratico..mo pare che voglionofare non si sa cosa. Onore alla sceltadi Enrico Borselli e agli altri per questascelta della Costituente Socialista fattanel momento più difficile”.Oggi la Rosa nel Pugno da una partee galassia Radicale dall’altra mi pareche sono la prospettiva. Dobbiamocreare una nuova forza. GuidoCalogero, Capitini, i Rosselli, ErnestoRossi, Gaetano Salvemini, storie glo-riose e costitutive della civiltà nellamodernità. Sono sinonimi: storiesocialiste, liberali, radicali, sapendoche la prospettiva deve essere unaunica tessera.Un’ultima domanda,Ignazio Silonediceva che la libertà, la democrazia èlibertà di sbagliare, Capezzone hasbagliato?“Dipende da che punto di vista. Dalpunto di vista dei cazzi suoi, no. LaCosa di Silone era proprio la tolleranzama presupponeva che non c’è unaverità e un errare, se no che libertà è”.Io gli auguro…gli ho fatto gli auguri,partecipo se vuole visto che i 13 puntisono tutti e tredici manifestamenteprodotti dai lombi radicali e questa for-mula è una formula quella che maga-ri…saremmo stati lieti se nei 5 anniche è stato segretario dei radicaliItaliani l’avesse fatta anche li. Mo pareche gli sia aguzzato l’ingegno, vedi-amo se riuscirà a farla. Per quel chemi riguarda l’unica cosa che credo luioggi ha..una bulimia di potere dipotere di esposizione..non gli faràbene purtroppo.Ha dimostrato, unavolta eletto Presidente di unaCommissione Parlamentare importantecome si fa l’opposizione. Se ognigiorno fa il Di Pietro, i Mastella..megliobuoni a niente che essere capaci ditutto. I grandi problemi sono di classe:Welfare to Work, scalone varagionevolizzato, ma mantenuto”.Abolire la Miseria che vuol dire?“ Abolizione vuol dire radicalità”.

Filippo [email protected]

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Brussells 5-6 luglio 2007 / All’indomanidella riunione del Consiglio europeo e invista della conferenza intergovernativa,si sono svolte a Brussells una seratadibattito (5 luglio Hotel Hilton) alla qualeha preso parte anche il Ministro EmmaBonino e una giornatadedicata ad unaConferenza per dis-cutere delle scelte nec-essarie al fine “di evitareche sia la logica dellecose ad imporsi allavolontà di ciascuno”. Ildibattito e la conferenzasono stati organizzati dalPartito RadicaleNonviolentoTransnazionale eTranspartito. La doman-da del dibattito e dellaconferenza, sintetizzatanel titolo, era: continuaresulla strada dell’<<Europa>> delle patrieo meglio, più che maiproseguire sulla stradadel progetto federalista europeo (comeAltiero Spinelli prefigurava nel suo man-ifesto), con il coinvolgimento dei popolidel Mediterraneo?Abolire la Miseria della Calabria (nellapersona del direttore del nostromensile Filippo Curtosi) e laCellula Coscioni di Sellia Marina(nella persona dello scrivente)erano lì. Dopo aver partecipato alconvegno del Gruppo ALDE su“Eutanasia e morte medicalmenteassistita: una questione di dirittiumani” ci siamo recati dalParlamento europeo alla salaconvegni dell’Hilton dove eranopresenti circa 400-450 personeper assistere e partecipare aldibattito su “Europea delle patrieo Patria europea?”.Oltre al Ministro per le PoliticheEuropee e il CommercioInternazionale, Emma Bonino, tragli oratori anche Marco Cappato,Parlamentare europeo del gruppoALDE, Gianfranco Dell’Alba, sottosegre-tario del Ministro Emma Bonino e MarcoPannella, Parlamentare europeo eSenatore della Rosa nel Pugno.

Con questo incontro il Partito Radicaleha voluto denunciare quanto accaduto il21 e il 23 giugno scorsi e quanto sistava preparando ad accadere il 10luglio in merito ai processi di riforma deitrattati europei.

Forse non tutti i cittadini “europei”sapranno (e in effetti in questo la stam-pa italiana non aiuta tanto) che sia labandiera blu con le stelle rappresenta-tive degli Stati Membri sia l’inno alla

Gioia spariranno. E con essi la possibil-ità di chiamare leggi le direttive e lapossibilità di avere un Ministro degliEsteri europeo che sarà declassato ad“Alto rappresentante”.

Come si legge nell’intervento diGianfranco Dell’Alba, sottosegretario delMinistero alle Politiche europee e delCommercio Internazionale, già il costi-tuzionalista Giovanni Tesauro ha sotto-lineato come per la prima volta dellastoria dell’integrazione europea, si èfatto un passo indietro anziché unpasso avanti.E come fa notare lo stesso Dell’Albatutto ciò avviene mentre i sondaggi di“Eurobarometro” evidenziano che l’ideadi un’Europa basata su un progetto cos-

tituzionale sia largamente maggioritarianell’opinione pubblica.

Nel suo intervento all’Hotel Hilton, ilMinistro Bonino ha parlato, senza pelisulla lingua, di “una cammino europeo –

dalle Patrie europeeagli Stati Uniti d’Europa– oggi pericolosamenteinvertito dalle ultimedecisioni protese verso“una direzione intergov-ernativa”. Per ripren-dere un senso di mar-cia coerente – haaggiunto Emma Bonino– sarà necessario“essere determinaticome Juan Monet”

Se si procederà sullastrada ora intrapresacon l’accordo del 21 edel 23 giugno e con laloro ratifica il 23 luglioda parte dellaConferenza intergover-

nativa (CIG), in effetti, bisognerà direaddio ad un’Europa federale, addio aldiritto di cittadinanza. Solo scambi com-merciali e i “vantaggi” della monetaunica. Tra l’altro una “cosettina” non da

poco: qualunque decisione su temietici potrà essere impedita ancheda un solo singolo Paese Membro.Non era certo questo il progettoEuropeo di Monet e di Spinelli.Ma ritorniamo ai fatti. Come silegge nell’intervento di GianfrancoDell’Alba divulgato alla stampa:“secondo le indicazioni dellaPresidenza Tedesca “il progettocostituzionale che consisteva nel-l’abrogazione di tutti i trattatiesistenti e loro sostituzione con ununico atto denominato Costituzione”sarà abbandonato mentre il Trattatodi Nizza sarà riorganizzato in duedistinti trattati: il Trattato sull’UnioneEuropea (TUE) e il Trattato sul

Funzionamento dell’Unione europea(TFU). Alla faccia – aggiungiamo soltan-to - della Costituzione europea, degliStati Uniti di Europa e in barba a Monete Spinelli i cui rispettivi palazzi starannovacillando come in preda ad evento tel-lurico di elevata intensità.Non sarà infatti utilizzato – ha spiegatoDell’Alba - il termine costituzione, ilMinistro degli esteri sarà invece denom-inato “Alto Rappresentante” e i termini

Emma Bonino: Un cammino europeo invertito. Pannella: costituire un network per laPatria europea.

Europa delle Patrie o Patria europea ? L’incontro pubblico a Brussells del 5 e 6 luglio organizzato dal Partito RadicaleNonviolento Transnazionale e Transpartito.

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Filippo Curtosi e Marco Pannella a Brussells

FOTO: Giuseppe Candido

5 Luglio Brussells: Il Ministro Emma Bonino

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ABOLIRE LA MISERIA della calabria 6“legge” e “legge quadro” non sarannoadottati in favore del permanere delladizione di “Direttiva europea”.Parimenti i trattati modificati – continua ilSottosegretario alle Politiche europee –non conterranno nessun articolo che fac-cia riferimento ai simboli quali la bandiera,l’inno, il motto.Nel suo intervento ha sintetizzato il con-fronto tra progetto di Costituzione e nuoviTrattati da cui emerge che, se da un lato,positivamente, permane la definizione chel’UE ha una personalità giuridica, è statoesteso a 43 aree il principio del voto amaggioranza qualificata invece che all’u-nanimità, sono state estese le competen-ze dell’UE in materia di energia e di cam-biamenti climatici, sono stati rafforzati ipoteri dei parlamenti nazionali, dall’altrocanto, a questi magri successi, rispettoalla Costituzione, i nuovi Trattati rovescer-anno “l’onere della prova” e cioè l’Unioneesercita solo poteri espressamente con-feriti dagli stati membri (che implicita-mente continueranno a detenere gli altri),faranno sparire l’idea di Costituzione conquello che ne consegue per quantoriguarda anche i simboli (inno, bandiera,motto), faranno sparire l’idea di chiamareleggi le direttive. Sempre nei trattati nonsarà ripresa l’idea di inserire un articoloche formalizzi la “primizia” del dirittoeuropeo su quello nazionale, finita in unadichiarazione che rinvia ai Trattati esisten-ti per quanto riguarda il Mercato Interno.

L’Italia – ha denunciato il Sottosegretarioalle Politiche europee – è rimasta per lopiù ai margini del negoziato, ma accettan-done le conclusioni, contrariamente aquanto avesse preconizzato Napolitano,che ha sempre sostenuto che era meglioun disaccordo che un cattivo compromes-so.

Dal dibattito e dalla conferenza è emersasituazione assai distante dal progettod’Europa di Altiero Spinelli e Juan Monetche rimane, per i Radicali e per chi scrive,il modello dell’architettura per l’Europa.Per la Patria europea e contro un’Europaintergovernativa dove su temi etici e sugiustizia permanga la prevalenza anche diun singolo stato membro. Allora che fare? A questa domanda cheanche Emma Bonino ha lanciato nel suointervento risponde Marco Pannella che,dopo aver evidenziato l’assurdità di ques-ta inversione del cammino europeo,antieuropeista e antispinelliana, ha pro-posto la costituzione, dalla base di cittadi-ni, un network (una rete di persone, enti eassociazioni per la Patria Europea.Abolire La Miseria della Calabria che nellatestata riporta il nome di Ernesto Rossi,federalista europeo convinto e coautorecon Altiero Spinelli del Manifesto diVentotene non può non aderire cometesata giornalistica a questa importanteiniziativa per una Patria europea. E si pro-pone come primo nodo di una Calabriaper l’Europa.

Giuseppe [email protected]

Ieri, mentre ero nella facoltà diArchitettura dell’UniversitàMediterranea di Reggio Calabria perdistribuire le copie del sesto numerodi “Abolire la Miseria”, di colpo sonostato accerchiato da un gruppo diragazzi incuriositi che chiedevano eascoltavano.Domandavano cosa trattava quelgiornale, da quanto tempo era in cir-colazione, se riguardava la “politica”,domandavano, e questo è grave, chierano e chi sono i “Radicali”.“Questi sconosciuti” verrebbe dadire, perché la cosa ancor più grave èche purtroppo a questa domanda nonc’era nessuno, o quasi oltre a me,che riusciva a rispondere.I dibattiti, le parole continuarono inquella sede come in altre, con semprepiù giovani incuriositi ma “dis-infor-mati”, nonché apparentemente disin-teressati.La cosa interessante è che oggi rin-contrando quei giovani colleghi di“ieri”, molti fra loro mi hanno ferma-to, hanno voluto complimentarsi conle idee del giornale, hanno volutoconfermarmi che molte di questesono anche le loro ed hanno ammes-so un po’ di vergogna per non avermai valutato prima “questi sconosciu-ti”. Ed allora tutto questo ci fa riflet-tere, fa riflettere soprattutto noi cheportiamo e trasportiamo questa“sconosciuta” voce Radicale inCalabria, ci fa capire quanto si puòfare “con e per” i giovani.C’è bisogno di coinvolgerli, di farconoscere loro la verità, perché oggipiù che mai, in questo clima di confu-sione, di corruzione e di presa in giro,i giovani calabresi hanno bisogno diuna voce che racconti loro la verità,hanno bisogno di una voce Radicale.Queste righe molto probabilmentenon resteranno altro che la testimoni-anza di un giovane calabrese che “cicrede”, ma spero che potrannodiventare anche un appello per chi leleggerà.Un appello a “non fermarsi”, per chicome me e come i tanti di “Abolire laMiseria” hanno già iniziato a gridarecon entusiasmo questa voce in unterritorio difficile e delicato, ma ancheun appello ad “informarsi” per chivorrebbe iniziare a gridare.Un appello rivolto ai giovani calabresiche hanno bisogno di conoscere, diaprire finalmente le loro vedute e chehanno tutto il diritto di riporre ancoraqui, in questa terra le loro speranzeper il futuro. Giovani inoltre chehanno anche il dovere, purtroppoarduo, di “Abolire la Miseria” vil-mente costruita dai loro “padri” e perfarlo potranno iniziare proprio da“questi sconosciuti” che hanno giàpensato di farlo.

Saverio De [email protected]

Radicali Calabresi:Ripartiamo dai giovani

di Saverio De Morelli

Brussells 5 Luglio 2007. Hotel Hilton.Alla serata di dibattito sul tema“Europa delle Patrie o Patria euro-pea?” organizzato dal PartitoRadicale Nonviolento, Transnazionalee Transpartito partecipa pure ilMinistro per le Politiche europee ed ilCommercio Internazionale, EmmaBonino. Nel suo intervento parla di un cammi-no dell’integrazione europea (dallepatrie europee agli stati unitid’Europa) oggi invertito dalle recentidecisioni dei vertici dei Capi di Statoe dei Governi dei Paesi Membri.Ma poi, nel suo intervento, EmmaBonino ha ricordato che l’11 lugliosarebbe stata occasione per nondimenticare il genocidio che l’11 lugliodel 1995 fu compiuto a Srebrenica.La Fondazione Alexander Langer diBolzano ha organizzato un viaggiodall’8 al 13 luglio a Srebrenica eTuzla. Su quel massacro di 10.000uomini l’Associazione “Non c’è Pacesenza Giustizia” ha organizzato laproiezione del film documentario delgenocidio di 10.000 uomini “Skorpio”.Il volantino distribuito per promuoverele adesioni al viaggio della memoriadi Srebrenica porta un testo diCorinna Sabbadini, dal suo raccontodi viaggio del 2005: …”Quella matti-na, migliaia di uomini, donne, bambinied anziani mussulmani imploraronol’aiuto dei caschi blu di stanza nellavecchia fabbrica di batterie diPotocari, a pochi chilometri daSrebrenica. Il soccorso venne negato:quei caschi blu olandesi furono taciticomplici di quel massacro. Si diceche chi è sopravvissuto alla strage diSrebrenica porta negli occhi il doloreimmenso e la paura vissuta in queigiorni (Nel film documentario Storpioalcune scene sono allucinantidavvero). Osservandoli si percepiscequesta tristezza, e un’immensa dig-nità. E urlano quegli occhi, perché leparole, qui, sono inutili….La vergognadi chi ha promesso che tutto questoaccadesse non dovrebbe nemmenoaleggiare nell’aria, qua. Non è più iltempo delle scuse né del perdono:chi ha vissuto il male di Srebrenicapuò solo convivere con il dolore. Etutti noi dobbiamo rimanere insilenzio”. Parole di verità pesanticome macigni. ALM le pubblica perconoscere e non dimenticare.

Giuseppe Candido

Per non dimenticareSREBRENICA

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www.almcalabria.it7

Segnalo immediatamente il link:http://www.jacopofo.com/pannelli-solari.Su questa sezione di sito si parla dienergia da fonti rinnovabili, più precisa-mente di fotovoltaico e non si fanno chi-acchiere, ma fatti concreti: studio, prog-ettualità, azione. Snocciolo un po’grossolanamente un paio di dati, mi per-donerete, ma giusto due:l’Italia è un paese con un’esposizionesolare favorevole; ma l’energia cheviene prodotta dal solare fotovoltaico èquantitativamente inferiore a quantoproducono nazioni con un’esposizionemeno favorevole della nostra.L’Italia settentrionale, che ha un’espo-sizione solare meno favorevole rispettoalle regioni meridionali, produce piùenergia da fotovoltaico.Due contraddizioni che trovano spie-gazioni sulle quali potremmo tranquilla-mente dilungarci in analisi utili, ma chenon risolvono il problema nel concreto.Cerco di ragionare per me stesso e inmodo speculare, concentrandomi sullamia piccola economia domestica; cosami viene in mente:Se potessi produrre per conto mio l’en-ergia elettrica che mi serve attraverso ilsole (quindi attraverso un impianto foto-voltaico) potrei risparmiare da 1.500 a1.800 Euro l’anno.Se potessi produrre una quantità dienergia elettrica, attraverso il foto-voltaico, tale da poterla utilizzare percucinare, risparmierei da 200 a 300Euro di gas in bombole.Se potessi produrre per conto mio unaquantità di energia elettrica tale da poterriscaldare casa attraverso i condiziona-tori d’aria potrei risparmiare un’ulterioresomma: da 250 a 400 Euro.Risparmio totale da 1.950 a 2.500 Euroall’anno. Cosa potrei fare con questasomma risparmiata? Bella domandavero?

Possibile soluzione del ragionamento:Potrei investire una somma di circa30.000 Euro e farmi installare unimpianto fotovoltaico che produca 4,meglio se 5 Kilowatt di energia elettricae ammortizzare l’investimento in unaquindicina d’anni per poi pensare dispendere in altro il risparmio di cuisopra, (con mia grande felicità), ma frauna QUINDICINA D’ANNI!Ok, diciamo che mi vada bene, vediamole implicazioni:I 30.000 Euro ce li ho, ma li immobilizzoa lungo termine; non ce li ho e quindicerco di farmeli prestare: 30.000 Euro +interessi = un costo maggiore. La bancami concede il prestito? Per loro ce li ho irequisiti per il credito? Ho sufficientigaranzie? Che tipo di contratto dovrò

sottoscrivere? Devo ipotecare la casa?Quante altre spese dovrò affrontare peraccedere al credito?Ci sono delle agevolazioni nella realiz-zazione di un progetto del genere?Trovo persone affidabili che mi sappianoconsigliare correttamente?A chi faccio progettare l’impianto? E’ unprofessionista affidabile e sufficiente-

mente preparato?A quale impresa affido la realizzazionedell’opera? E’ un’impresa seria e che miconsegnerà un impianto efficiente? Mifornirà l’assistenza necessaria per iprossimi 20, 30 o 40 anni se qualcosanon va? Mi fornirà un servizio dimanutenzione?Sui materiali che garanzie otterrò dalproduttore e per quanti anni?Esiste una polizza assicurativa che miindennizzi nel caso l’impianto subiscadei danni? Che tipo di danni si possonoverificare? Quanto costa la polizza? Checontratto dovrò sottoscrivere e quantomi costerà?Ci sono ancora molti altri dubbi che pos-sono essere snocciolati e che andreb-bero a complicare ulteriormente le impli-cazioni di cui sopra. Morale: se possopermettermi di pagare la bolletta ener-getica della mia piccola economiadomestica continuerò a farlo; diversa-mente sarò costretto a stringere lacinghia e modularla in base alla situ-azione del momento.

Altra possibile soluzione del ragiona-mento:Supponiamoche riesca a trovare ungruppo organizzato, autorevole e checon scrupolo e serietà dia una rispostapositiva e convincente alle implicazionielencate sopra e a molte altre ancora.Supponiamo che questo gruppo stiamettendo in piedi un progetto di acquis-to collettivo e che abbia adottato il piùclassico dei criteri: “l’unione fa la forza”.Supponiamo che il tutto nasca dalbasso e non da un’iniziativa mangiasoldia tradimento.Supponiamo che attraverso l’incentivostatale del Conto Energia sul foto-voltaico possa avere la possibilità diazzerare la bolletta elettrica in un colpo

solo e che con l’agevolazione sull’ener-gia prodotta dal mio impianto in 15, 20anni, il costo dell’impianto stessoandrebbe ad ammortizzarsi da sé.Supponiamo di non dover togliere grossisoldi dalla tasca, e soldi che magarineanche possiedo.Supponiamo che ogni passaggio possaessere verificato e trasparente e le infor-mazioni vengano veicolate in temporeale su internet.Supponiamoche si possa usufruire delprogetto anche parzialmente e non conla formula a pacchetto “prendere o las-ciare”.Supponiamo che il progetto dia la possi-bilità di partecipare attivamente e chequalsiasi riserva possa trovare unasoluzione in una discussione traspar-ente e pubblica.Supponiamo di trovarsi davanti ad unprogetto aperto e che condividendolo sidia la possibilità, a chi lo desidera, didarsi da fare, intendendo per ciò che sene possa fare un’opportunità di lavoro.Supponiamo…La differenza che c’è fra i “supponi-amo…”, quindi le chiacchiere e la realtà,porta dritti al link che ho scritto all’iniziodell’articolo. E’ sufficiente armarsi di unpo’ di pazienza per leggere attenta-mente il materiale e i contributi deipartecipanti. Ulteriori dubbi? Bastachiedere e le risposte arriveranno pun-tualmente.Rischi?Domattina per chi esce di casa chi noha da scendere almeno un gradino?Anche questo è un rischio. Iacopo Fonel suo sito parla di democrazia ener-getica, ci si rifletta, secondo me è un’in-tuizione che ha davanti a se una bellastrada da percorrere. Si pensi allericadute positive: sull’ambiente, sull’e-conomia, sull’occupazione e sulleeconomie domestiche. Il sistema dell’in-centivo economico sull’energia prodottadagli impianti, (non sto qui a spiegarne ilmeccanismo perché l’invito è quello divisitare il sito pocanzi segnalato) è bencongeniato e le risorse messe a dispo-sizione possono coprire impianti messiin funzione entro il 31/12/2008 fino aduna potenza complessiva di 1.200Megawatt (240.000 impianti domesticida 5 Kilowatt) e oltre.Il sasso nello stagno è lanciato, cari let-tori / consumatori; la Calabria sapràcogliere questa ulteriore opportunità?

Cosa ho deciso di fare io? Aderisco alprogetto e annuncio la mia pre-adesioneper il mio futuro impianto fotovoltaico.

Marco [email protected]

Energia da fotovoltaico: si può fare impresa anche inCalabria, rispettando l'ambienteIncentivi dalla finanziaria 2007 e cittadini organizzati in gruppo d'acquisto

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ABOLIRE LA MISERIA della calabria 87

Lo scorso 3 aprile era stata presen-tata alla Camera la proposta dilegge di riforma degli ammortizza-tori sociali (Proposta di legge n.2484) il cui testo integrale è scari-cabile dal sito radicale HYPER-LINK "http://www.welfaretowork.biz"www.welfaretowork.biz Il PdLprevede – ma forse, vista la situ-azione attuale del governo, è piùcorretto dire prevedeva - la delegaal Governo per la riforma del sis-tema degli ammortizzatori sociali edella disciplina dei contributi sociali,nonché per l' istituzione dell'Agenzia nazionale per la gestionedell' indennità di disoccupazione e ilreinserimento dei lavoratori disoc-cupati. Inoltre la proposta prevedel’elevazione del requisito anagraficoper l' accesso alla pensione dianzianità e la parificazione dell' etàpensionabile delle lavoratrici e deilavoratori. I presentatori sono iDeputati Daniele Capezzone(Rnp), Bruno Tabacci (UDC (CCD-CDU)), Benedetto Della Vedova(FI), Adolfo Urso (AN), MarcoBeltrandi (Rnp), Sergio D'Elia(Rnp), Bruno Mellano (Rnp),Donatella Poretti (Rnp), MaurizioTurco (Rnp), Lucio Barani (DCA-PS-Nuovo PSI), Giorgio Carta(Ulivo), Francesco Colucci (FI),Gianfranco Conte (FI), PietroFranzoso (FI), Gerolamo Grassi(Ulivo), Salvatore Greco (UDC(CCD-CDU)), Enzo Raisi (AN),Antonio Razzi (IdV), StefanoSaglia (AN), Riccardo Villari(Ulivo). Nel numero precedente di ALMavevamo pubblicato un’intervistaall’On. Roberto Villetti in cui siparlava di Calabria e del LibroBianco di Marco Biagi.Oggi il tema pensioni torna dicocente attualità per le vicendesullo scalone previdenziale previstodalla riforma Dini del 95 e che oggila sinistra c.d. “radicale” chiede diabolire o quanto meno di trasfor-mare in tre scalini.Quello che si chiede è di tutelare (oprivilegiare) il diritto di non più di130.000 persone ad andare in pen-sione a 57 anni (contro una mediaeuropea di 65) anziché a 60 comeprevisto dalla riforma Dini. Si

chiede di spendere l’extragettito(c.d. tesoretto) che durerà soltantoun anno (per il futuro non è dettoche si ripeta) per coprire l’aumentodi spesa previsto dall’abolizionedello scalone.Questa la posizione della sinistrache si appella radicale. Ma cosapensano invece i Radicali, quelliveri, laici socialisti e liberali?La sinistra comunista chiede la“tutela” dei 130.000 lavoratori chepercepiranno una pensione (cheper i pubblici dipendenti è ancorasu base retributiva e non contributi-va) pari al proprio stipendio già a57 anni. E per tutti gli altri? Per tuttii giovani precari che mai vedranno

una pensione pari al proprio giàesile stipendio?Bisognerebbe ricordare agli espo-nenti della Sinistra Comunista eVerde che l’Italia è uno Stato, a dif-ferenza di molti paesi Europei, dovei giovani e i disoccupati hannominori sostegni.

Il 3 luglio è stato tenuto a Roma uninteressante convegno sul tema“Diritto al lavoro, alla pensione eriforma del sistema previdenziale”regolarmente trasmesso in direttada Radio Radicale e al quale hannopartecipato oltre al Ministro dellePolitiche Europee e Commercio conl’estero, Emma Bonino ancheMarco Pannella, Lamberto Dini,Enrico Morando, Natale D’Amico,Benedetto Della Vedova e FiorellaKostoris.Ma andiamo per gradi. Oggi si parlatanto di pensioni e del necessarioinnalzamento a 60 anni (il c.d.scalone) dell’età di pensionamentoessendo non più sostenibile un sis-tema in cui si va in pensione a 57anni mentre la media dei paesieuropei è di 65. In più in Italia vige

un sistema di sussidi alla disoccu-pazione che, di fatto, costituisce unincentivo a rimanere disoccupatiper un tot di giorni all’anno inmaniera da continuare a percepire isussidi stessi. Come funzionano gliammortizzatori sociali e il sistemadel welfare negli altri paesieuropei?Sia il modello danese sia quello bri-tannico sono differenti dal nostro. Ilsussidio di disoccupazione non ètradotto in precarietà permanenteperché se lo stato offre un lavoro eil disoccupato rifiuta più di una voltal’offerta di lavoro questi perde ildiritto al sussidio.Quanto al debito pubblico è evi-dente, nel nostro Paese, l’esigenzadi proseguire il risanamento conuna politica che si sposti dal latodelle nuove entrate al lato dellariduzione e progressiva riqualifi-cazione della spesa pubblica.Come si legge nel sito radicalewww.welfaretowork.biz , “in Italiasoltanto il 18% delle persone cheperdono il lavoro o che nonriescono a trovarlo ha un sistemaassicurativo - un ammortizzatoresociale - che copra questo rischiocon un sussidio per il tempo stretta-mente necessario per cercare unnuovo lavoro o per adattare le pro-prie competenze alla domanda delmercato. I più esposti sono proprio ilavoratori assunti con contrattiflessibili, a tempo determinato.Scriveva Marco Biagi che occorre"disporre anche in Italia di un nuovoassetto della regolazione e del sis-tema di incentivi e ammortizzatori,che concorra a realizzare un bilan-ciamento tra flessibilità e sicurez-za".Occorre, quindi, disporre di un sis-tema assicurativo per i periodi didisoccupazione generalizzato e uni-versale, che superi gli attualiammortizzatori e che tuteli anche ilavoratori flessibili e precari, ma chenon produca abusi e non scoraggila ricerca di un lavoro.Occorre un nuovo welfare, unnuovo patto sociale che vincolil'erogazione di ammortizzatorisociali, di formazione personalizza-ta e di servizi per il collocamento, alconcorso attivo del disoccupato

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taWelfare to Work: Sussidi per la flessibilità e l’accesso al lavoro. Non più incentivi arimanere disoccupati.

Pensioni, scalone, sinistra comunista e propostaradicale.

Ernest Glean e Giuseppe Candido

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www.almcalabria.it9nella ricerca del lavoro.Si chiama welfare to work quel sis-tema di diritti e doveri in cui il disoc-cupato o inoccupato viene aiutato conun sussidio economico, con la for-mazione professionale, con il colloca-mento e con altre misure, in cambiodeve impegnarsi nella ricerca dellavoro e accettare i posti che gli sonoofferti; nel caso non rispetti questoaccordo il sussidio è ridotto o sop-presso.In questo momento in cui si discutetanto di pensioni e ammortizzatorisociali, il tema della riforma delle pen-sioni e del welfare deve essere nec-essariamente legata al progressivoabbattimento del debito pubblico”. Con questo breve articolo vorremmomettere in luce come la necessità dimantenere, nell’immediato, lo scalonedella riforma Maroni e di equiparare(volontariamente a richiesta dell’inter-essata) l’età pensionabile tra uomo edonna siano in realtà posizioni non didestra ma di sinistra; una propostaradicale di sinistra attenta ai giovani enon conservatrice di privilegi di pochi. Una sinistra che si preoccupa dei gio-vani e non cerca di spendere tutto iltesoretto dell’extra gettito per garan-tire un privilegio a pochi (andare inpensione a 57 anni) senza tutelari imolti. I molti giovani in cerca di primaoccupazione o disoccupati e che,quando andranno in pensione, con ilsistema contributivo, a sessantac-inque anni percepiranno all’incirca il50-60 % del loro stipendio attuale.La riforma Dini del “95 segnò infatti ilpassaggio dal sistema retributivo aquello contributivo.Come è scritto sul sito stesso, il sitoHYPERLINK "http://www.welfare-towork.biz" www.welfaretowork.biznasce dalla volontà di confrontare,senza pregiudizi ideologi, le diverseopinioni sul welfare e di offrire docu-menti, ricerche e opinioni sui temi dellavoro, dell'istruzione e della for-mazione.Il sistema di tutela sociale denomina-to welfare to work fu concepito eadottato per la prima volta nel RegnoUnito per limitare gli effetti collateralinegativi del welfare sul mercato dellavoro, in particolare degli aiuti indenaro. (aiuti di disoccupazione chein Italia sono un incentivo a rimaneredisoccupati almeno per un tot digiorni all’anno per non perdere il sus-sidio stesso).L'entità e le modalità di erogazionedei sussidi possono, infatti, scorag-giare l'accettazione di un posto dilavoro e determinare così il prolunga-mento cronico dello stato di disoccu-pazione con costi insostenibili per la

collettività. Con il termine welfare towork (W2W) si intende quell’insiemedi provvedimenti nel campo dellavoro, della fiscalità, della for-mazione, dell'istruzione e dell'assis-tenza che mirano ad accompagnare isettori più deboli e svantaggiati dellapopolazione in età lavorativa dallacondizione di dipendenza dai sussidiall'inserimento nel mercato del lavoro.In sostanza si stabilisce un accordo inbase al quale si condiziona laerogazione di sovvenzioni, di for-mazione e di altri aiuti all'effettivadisponibilità del beneficiario a entrareo rientrare nel mondo del lavoro. Sitratta quindi di un sistema di diritti edoveri: il disoccupato o inoccupatoviene aiutato dallo Stato con un sus-sidio economico, con la formazioneprofessionale, con il collocamento econ altre misure, in cambio deveimpegnarsi nella ricerca del lavoro eaccettare i posti che gli sono offerti;nel caso non rispetti questo accordo ilsussidio è ridotto o soppresso.Il modello del W2W non si basa solosulla sanzione, ma si fonda su unaserie di incentivi e disincentivi cherendano sempre meno convenientecontare sul sussidio. Oltre alle misuretipiche di accompagnamento allavoro, il welfare to work prevede,infatti, altre modalità d'interventocome il riorientamento del sistemascolastico e formativo verso le esi-genze di gruppi selezionati di utenti ela definizione di un particolare mix trail livello dei sussidi, delle retribuzionie del prelievo fiscale sui redditi inmodo da rendere sempre più conve-niente l'attività lavorativa rispetto allemisure di assistenza. Altre misure disostegno alla famiglia e l'assistenzaabitativa devono rendere conciliabile,specialmente per le donne, il lavorocon la vita privata e facilitare la mobil-ità nel territorio.In pratica non è vero che spendendotutto il tesoretto per mantenere il privi-legio di pochi ad andare in pensionea 57 anni anziché investirli in un sis-tema di ammortizzatori sociali siacosa di sinistra. Forse di una sinistraconservatrice e massimalista chetutela un privilegio che non ha pari innessun paese europeo e che è causadel fortissimo indebitamento pubblicodel nostro paese ma non pensa disostenere la flessibilità con adeguatiammortizzatori sociali così come erascritto nel libro bianco di Marco Biagi.Il welfare to work è invece la rispostaradicale di una sinistra laica, social-ista e liberale.

Giuseppe [email protected]

“La miseria è una malattia infettiva,giacché la causa della miseria è lamiseria stessa”Perché Abolire la miseria? Perchél’Associazione dei Radicali calabresi,questa rivista e lo stesso sito webscelgono Abolire la miseria di ErnestoRossi? Per dei radicali che vivono inCalabria e condividono l’azione politi-ca e culturale del movimento animatoda Marco Pannella, Abolire la miseriaassume un significato ed un valoreche va oltre l’opera più nota e indub-biamente più rappresentativa del pen-siero di Ernesto Rossi.Abolire la miseria subisce la stessa“censura” che ha subito, in Italia neldopoguerra, il suo autore. Pertanto,diventa necessario descrivere sinteti-camente un profilo di Ernesto Rossonato a Caserta nel 1897.Giovanissimo partì volontario in guer-ra e dal 1919 al 1922 collaborò al"Popolo d'Italia", il quotidiano direttoda Mussolini. In quel periodo ErnestoRossi ha conosciuto GaetanoSalvemini, con il quale ha stabilitosubito un legame di amicizia, oltreche d’ammirazione e d’affetto consoli-date da una piena intesa intellettuale.Questo legame portò Ernesto Rossiad avversare con implacabile determi-nazione il regime fascista. Dirigente,con Riccardo Bauer, dell’organiz-zazione "Giustizia e Libertà", pagò lasua intransigenza con una condannadel Tribunale speciale a venti anni dicarcere, di cui nove furono scontatinelle patrie galere e quattro al confinodi Ventotene. Qui, con Altiero Spinellied Eugenio Colorni maturò più compi-utamente le sue idee federalisticheche nel 1941 ricevettero il loro sug-gello nel celebre Manifesto diVentotene. All'indomani dellaLiberazione, in rappresentanza delPartito d'Azione, fu sottosegretarioalla Ricostruzione nel Governo Parri epresidente dell'Arar (Azienda RilievoAlienazione Residuati) fino al 1958.Dopo lo scioglimento del Partitod'Azione aderì al Partito

Il pragmatismoinglese,

l'utopia concreta diErnesto Rossi,

l'attualità diAbolire la miseria

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Radicale di Pannunzio eVillabruna, ma rifiutò ogni

incarico direttivo preferendo dedi-carsi alla scrittura di libri e al gior-nalismo d'inchiesta sul “Mondo”. La collaborazione al “Mondo” fu lastagione d'oro di Ernesto Rossi econtinuò ininterrotta per tredici anni,fino al 1962. I suoi articoli li raccolsein volumi famosi tra cui si ricordano:I padroni del vapore (Bari, 1956) eAria fritta (Bari, 1955). Dal 1962 inavanti svolse la sua attività di pub-blicista su "L'Astrolabio" di FerruccioParri. Nel 1966 gli fu conferito il pre-mio "Francesco Saverio Nitti", chemolto lo ripagò di un'esistenzascontrosa e assai avara diriconoscimenti accademici. L'annosuccessivo, il 9 febbraio del 1967,Ernesto Rossi moriva a Romaall’età di sessantanove anni. Nell’Italia del dopoguerra dominavauna inversa relazione tra egemoniaculturale ed egemonia politica. Aicomunisti e quindi al marxismoandava la rappresentanza culturalee il dominio sugli intellettuali, aidemocristiani la supremazia politicae l’esercizio della ricostruzionemateriale del Paese. Le forze laicheevidenziavano una capacità di con-sensi scarsa, pagando la disfattadel Partito d’Azione alle elezionidella Costituente del 1946. Tuttavia,la cultura laica non si dimostra perniente sottomessa all’egemoniamarxista da una parte e a quellaclericale dall’altra. Espressione diquest’area erano i prestigiosiSalvemini, Einaudi, Croce, Bobbio,Calamandrei, Silone e altri chepotevano manifestarsi attraverso glistrumenti offerti da case editricicome Laterza, La Nuova Italia e leriviste “Il Ponte”, “il Mulino” esoprattutto nelle pagine del setti-manale “Il Mondo”. Qui, al centro diquesto miscuglio culturale, si èespresso al meglio il raffinato ebattagliero Ernesto Rossi.«La “centralità” di Rossi nel panora-ma politico-culturale - scrive PietroIgnazi in una raccolta di interventisu Ernesto Rossi – si deve alla par-ticolare combinazione di trattibiografici e ideologici che gli con-sentono di reggere lo scontro con idue schieramenti dominanti». Rossinon ha complessi d’inferiorità e puòrivolgersi con autorevolezza versola sinistra e all’altro versante, intro-ducendo efficacemente, nel dibattitopolitico, le tematiche liberali,liberiste e libertarie. Il progetto di Abolire la miserianasceva dall’osservazione di Rossi

che, le condizioni economiche esociali delle classi poveri anche neipaesi economicamente più progred-iti erano ripugnanti alla coscienzaumana e contraria ad ogni ideale diciviltà. Rossi parte dalla seguenteconstatazione: «La miseria è unamalattia infettiva. Chi ne è colpitodemoralizza tutti coloro con cui è incontatto».Abolire la miseria è stato scritto daErnesto Rossi nel 1942 durante ilconfino politico a Ventotene e pub-blicato per la prima volta nell'imme-diato dopoguerra. Riedito nel 1977dalla casa editrice Laterza a cura diPaolo Sylos Labini. «Questo libro –scriveva lo stesso Rossi – è il fruttodelle mie riflessioni su Economiadel benessere del Pigou e suUnemployment del Beveridge».Un’analisi quindi che parte dal prag-matismo inglese del pianoBeveridge, il primo sistema di Statosociale o Welfare State (Stato delbenessere) realizzato in GranBretagna, nel 1942 e costruito sullacultura della solidarietà sociale, inbase alla quale lo Stato intervienecon sovvenzioni pubbliche a favoredelle categorie meno abbienti. Leproposte contenute nel lavoro diRossi sono di scottante attualità,poiché rintracciamo, oltre allo Statosociale, le problematiche relative almercato del lavoro, la struttura delsalario, la dinamica occupazionale,la riorganizzazione della scuola. Ilmetodo usato è quello empirico,fatto di rilevazioni dei dati sul mer-cato del lavoro e di confronti traforme e sistemi di assistenzasociale adottati nei paesi industrial-izzati, in primo luogo l’Inghilterra. Oggi in Italia si sente il bisogno diavere una politica fortemente ispira-ta al pragmatismo, invece che aposizioni univoche e preconcette.Dall’esperienza inglese ErnestoRossi desume una serie di principiche dovrebbero essere applicati infuturo per raggiungere i risultatimigliori. Rossi osservava che «la miseria èuna malattia infettiva, giacché lacausa della miseria è la miseriastessa». La povertà, oltre a provo-care conseguenze rovinose sul fisi-co di chi ne è afflitto, ha effetti anco-ra più disastrose sul suo morale esull’ambiente in cui vive. E i dirittipolitici concessi a chi non ha unminimo di vita civile sono una presain giro. Entrando nel vivo del sostegnosociale Ernesto Rossi sosteneva ilprincipio che «l’assistenza non

dovrebbe diminuire il senso di dig-nità e di responsabilità delle per-sone soccorse» come avvenivanelle case di lavoro inglesi, dovel’assistito veniva posto in condizioniumilianti. La “carità privata” davaanche risultati demoralizzanti per ipoveri che venivano demoralizzati.«La carità privata – scriveva Rossi -può servire alle persone religioseper guadagnarsi il paradiso, ma cer-tamente non costituisce un rimedioalla miseria». Un altro principio importante eraquello che «non si deve permettereche i soccorsi vengano sperperati inconsumi voluttuari o socialmenteriprovevoli, lasciando insoddisfatti ipiù elementari diritti della vitacivile». Il concetto centrale era quello digarantire a tutti quelli che ne face-vano richiesta di oggetti e servizinecessari alla vita come il cibo, lacasa, abiti, mobilio di base di mod-esta qualità ma essenziali. Un mini-mo per poter vivere dignitosamentepercepito però non come carità maricevuto come un diritto, perchéciascuno lo avrebbe pagato attra-verso due o tre anni di servizio dellavoro obbligatorio per tutti, uominie donne in età giovanile. E’ l’attual-ità del pensiero di Ernesto Rossi,l’idea del servizio civile e la possibil-ità di separare nel tempo lavoro ereddito. I servizi in natura dovrebberoessere forniti da quello che Rossichiama l’esercito del lavoro, vale adire un sistema di prestazioni gratu-iti a cui saranno tenuti tutti i cittadiniper una frazione della loro vita. Igiovani terminata la loropreparazione scolastica sarebberoobbligati a prestare servizio in taleesercito del lavoro. La soluzionepunta su una scuola accessibile atutti (cosa che ai tempi di Rossi nonlo era per niente) e riorganizzata nelduplice aspetto di formazione dellaforza lavoro e di consumo sociale.Rossi sulla scuola aveva le stesseidee di Einaudi, entrambi favorevolia non dare titoli di studio. Gli esami,sosteneva Rossi, non si faccianoall’uscita ma all’ingresso di ogniciclo scolastico per accertare che ilcandidato abbia le competenze e leconoscenze necessarie per trarreprofitto da quel ciclo di insegnamen-to. Abolendo i titoli si elimina ilgrave equivoco per cui i giovanivanno a scuola non per impararema per ottenere un diploma.

Francesco Lo [email protected]

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Sarà capitato ad ognuno di noi, forsepiù spesso di quanto ricordiamo, diascoltare uno di quei discorsi, da bar oda ascensore, sulla situazione criticadel nostro Paese. Magari spesso abbi-amo rinunciato a dire la nostra, oppure,abbiamo pensato a quanta noiaprovochi ascoltare sempre le solitelamentele, ma in cuor nostro restavaun’amara consapevolezza: quellecritiche erano fondate.

Si chiama desensibilizzazione quelfenomeno che, ad un tratto, ci fasembrare il malessere “normale”solo perché cronico. La desensibiliz-zazione a volte è più grave del malestesso, fa abbassare la guardia, sopirei campanelli d’allarme, ci fa smettere direagire e può colpire tutti anche quan-do il male si chiama “morti del terroris-mo” o “malgoverno”.Non ascoltare e rassegnarsi però noncambierà certo le cose e un malatoresta malato anche se sedato o illusoda ipocriti appelli alla calma e all’ot-timismo.

Un malato non si rialza semplice-mente portando pazienza e aspettando,soprattutto se di pazienza ne ha giàdimostrata tanta e di risultati ne ha vistiben pochi, un malato ha bisogno dicure, di rimedi efficaci e soprattutto dinuove forze. Un medico saggio, primadi far peggiorare le condizioni delpaziente, se il sistema adottato non haportato miglioramenti, rivaluta la suadiagnosi, ascolta nuovamente il tapinoe se questi manifesta dolori o insof-ferenze ne prende atto.

L’Italia è un Paese malato, come hagiustamente detto il nostro premierRomano Prodi, e il suo medico è il gov-erno, nessuno dovrebbe disconoscerlo,ma quale è la cura che dovrebbe rimet-terlo in sesto?

Certo sarebbe impresa ardua inquesta sede elencare tutta una serie diprovvedimenti urgenti, sbandierati incampagna elettorale, che dopo un annodi legislatura sembrano il sogno dipromesse lontane, ma gli italiani, che

uscivano da un lungo periodo fonda-mentalmente conservatore, hannoriposto le loro speranze in una parola:RIFORMISMO!

C’è ancora chi crede in questa parola,c’è ancora un’Italia riformista cheattende la completa riorganizzazionedell’assetto socio-politico-finanziarioma, quest’Italia, non ha voce o, permeglio dire, non ha una voce unitariaabbastanza forte da arrivare alle orec-chie di chi non sente e di chi non vuolsentire. Chi c’ha promesso riforme ora,cercando di mantenere un precarioequilibrio, alza le tasse per elargirecontentini, soffoca le voci riformistechiedendo pazienza in attesa di tempimigliori (che puntualmente non arrivanomai) e piccona la democrazia con lesue “gare alle poltrone” disinteressan-dosi dei problemi reali e contingentidella società civile tutta e dei meridion-ali in primo luogo.

Il governo invece di costruire unanuova Italia ha preferito dedicarsi allacostruzione di un nuovo partito, con-tenitore vuoto di due realtà, ideologica-mente diverse, ma unite, a quantopare, per l’obiettivo comune di sederesul maggior numero di poltrone possi-bili. I riformisti, quelli veri, non possonoe non devono contribuire affinchéquesto progetto cresca e metta radici. IlPartito democratico tirerà a camparecome, coloro che lo stanno creando,tirano a campare a Palazzo Chigi: get-terà un po’ di fumo nero negli occhi,quando chiederemo la soluzione deinostri problemi ci risponderà che i soldinon bastano e, quando cadranno i con-sensi, con un’astuta mossa, degna diHarry Potter, tirerà fuori dal cilindro untesoretto stranamente dimenticato dasuddividere in tante piccole caramelleper strappare qualche sorriso e soffo-care qualche pianto.

So che molti di voi ora storceranno ilnaso, come già detto all’inizio, sentirealla lunga le stesse lamentele porta allanoia e al disinteresse, ma vi prego diprestarmi orecchio solo per un ultimo

concetto perché le mie critiche nonsono fini a se stesse.

Il partito democratico è un nuovo par-tito ma non è un “partito nuovo”, hadentro di se i vecchi meccanismi dellaprima repubblica, vuole governaresenza troppi intoppi e senza proporrenessuna soluzione impopolare anchese necessaria.Se vogliamo cambiare le cose, se vera-mente vogliamo che la parola riformis-mo acquisti un senso e una dimensioneeffettiva, non dobbiamo però “premiare”l’altro schieramento, che in cinque anniha ribadito la sua natura conservatricee centrista, ma darci da fare per“costruire una nuova sinistra”, unasinistra riformista, laica e liberale.

Per fare questo dobbiamo guardarecon maggiore interesse e con cres-cente speranza ai cantieri liberalsocial-isti che proprio in questi mesi stannoprendendo corpo ponendo fine allalunga diaspora che ha consegnatol’Italia a politici dai mille tentacoli e milleinteressi. Non voglio far discorsi dacampagna elettorale dicendo io i prob-lemi che avete e come intendo risolver-li, voglio che siate voi stessi a farmelisapere, voglio che dopo questo articoloriprendiate coscienza della vostraimportanza, che ricordiate di possederel’esclusiva Sovranità e che la eserciti-ate per porre fine a quei problemi pic-coli e grandi che avvertite sulla vostrapelle. Solo se riconoscerete nella costituenteliberalsocialista il progetto innovativoche è mancato in questi anni e secreerete un dialogo diretto con le forzeche lo stanno realizzando, il partitodemocratico dovrà dar conto a unavoce riformista che non potrà più igno-rare. Noi che siamo lontani dai giochi dipalazzo saremo la nuova forza cherimetterà in piedi il malato che ha anco-ra voglia di guarire.

Lorenzo [email protected]

Il destino è un'invenzione della gente rassegnatadi Lorenzo Albertelli

l mio Pseudonimo, Armand Goldman, ènato per caso, ricordando il dialogo diun personaggio che mi somiglia molto,tratto da un film Piume di Struzzo, a suavolta rifacimento in chiave moderna delnoto Il Vizietto, con Ugo Tognazzi.Ebbene, il mio omonimo, dopo una liti-gata simile a quella tra marito e moglie,discute con il suo compagno, e perrestare fedele al testo ecco le battuteestrapolate dalla scena: (Armand) Il miocimitero sta a Cabybiss Cane, è uno deipiù belli del mondo, gli alberi sono stu-pendi, il cielo è blu... quello di Los Copè proprio una merda...Eh...che rottura di

coglioni che sei, è vero non sei giovane,e non sei un uomo e in effetti fai riderela gente... e io... io sto ancora con teperché mi fai ridere... perciò sai chedovrò fare... mi tocca vendere il mioloculo a Caybiss Cane per poterne com-prare uno vicino a te in quel buco dimerda di Los Cop... così non mi perdouna risata... -Dopo un po' Armandesclama- Ho 50 anni suonati, e c'è unsolo posto al mondo che io chiamo casaed è perché ci sei tu... -Albert, allora, gliprende la mano e la scena si chiudecon loro due vicini, seduti sulla panchi-na del porto-

Quando si parla di omosessualità, i neo-fiti dell'argomento, tendono a generaliz-zare, affermando che scegliere di esser-lo è sbagliato. Molte volte ho ascoltato idiscorsi di chi non la pensa come me, ele mie povere orecchie sono state vit-time di parole quanto mai grigie comepeccato e contro natura. Se da unaparte, i cattolici professano la castitàcome metodo unico al "vizio" di amareuna persona dello stesso sesso, chi reli-gioso non è si indigna nel vedere unacoppia omosessuale scambiarsi gestid'affetto come un bacio, affermando

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Quando un ordinario non omologato si accosta all'ordinarioomologato (ma omologato da chi ?)

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ABOLIRE LA MISERIA della calabria 129SE

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Cosa leggerai?/ Con che libroaffascini il tuo cuore?/E se tiperderai/nel labirinto di un amaroautore (Coretto) [ …] A che mostraandrai?/ Un Picasso in fiamme tipuò andare?/ Ne discuterai/ conqualcuno che ne sa parlare[…]. Ah,la poesia di Conte! Ah, le tristi poe-sie a scuola! E chi può negarlo? Ah,la scuola! Dividi in sillabe, indica ilmetro, piano del significante epiano del significato!Forzaaa…asinello (solo pensato,non si sa mai)… forzaaa! Farebbecosì l’ammaliante Benigni? E la let-tura calabresotta, con quella dis-graziatissime consonanti doppie ele vocali che non finiscono più:L’iiraa caantta ooh deeaaa...Povero esametro dattilicocatalettico in duas syllabascon cesura pentemimeradopo la prima lunga delterzo piede. Poveri, poveri,poveri noi…Tattatarata….Tidivertirai/ che traguardi vuoifarmitrovare…Tattatarata…Poveriinsegnanti poveri.E nella tragedia, la tragedia:oggi la scuola è di tutti tranne chedi loro. Non è un caso che, daqualche anno, tutti parlino escrivano di questo luogo ibrido sen-tendosi in diritto di criticare, con-sigliare, spiegare mentre la classedocente si arrabbia, farfuglia, tace econsuma in silenzio quantitàspropositate di ansiolitici. Neppurel’evoluta Musa vergiliana si dis-tricherebbe con disinvoltura in tantalabirintica complessità e, di certo,alla fine rinuncerebbe: interpretarecosa per spiegarla a chi? Io non lafarei così difficile invece e comin-cerei col focalizzare un punto su cuiquasi tutti sorvolano: la scuola nonfunziona anzitutto perché ha esiliatochi ci lavora, togliendogli credibilità,funzioni, diritti e serietà. Quando frequentavo da alunna mi

sono ritrovata, in quarta ginnasio,con una trentina di compagni men-tre l’anno successivo eravamoappena la metà. La bocciatura èsenza dubbio un trauma eppurenon rammento fragilità estreme eminacce di suicidio. Era da metterein conto. Punto. E chi, andandomale, allora come ora non ha dettoche il tal professore ce l’aveva con

lui? Ma non ricordo neppure geni-tori col fucile spianato o il pugnofacile né estenuanti ricorsi -nuovalinfa per furbi avvocati- così vez-zosamente di moda e spauracchiodi dirigenti che amano la tranquillità.E di colleghi esausti, diciamolo. Iruoli erano chiari: all’insegnante sichiedeva di formare, il nostro com-pito di alunni era quello di studiare(pena la bocciatura) e comportarcieducatamente (pena la sospen-sione), quello dei nostri più prossimiavi di collaborare. Poi, la tempesta:la vecchia scuola è diventata spaz-zatura, lontana dalla realtà e daragazzi che hanno altri interessi(noi non ne avevamo?), parlano

lingue sconosciute (forse che inpassato non era così?) e coltivanoun numero imprecisato di attivitàextracurriculari di tutto rispetto (e inquesto, ahinoi, si sono invertite lepriorità). I genitori la fanno dapadroni: difendono, contrattano,accusano. Se il piccolo mostro è indifficoltà lacrimano o abbaiano dalpreside. Che, il più delle volte eforse suo malgrado, accarezza econcede. I voti si rimescolano comedadi e gli scrutini finali sono al car-diopalma perché non c’è ragiona-mento matematico che tenga, obso-leto anch’esso: il quattro è quattro eva usato con assoluta parsimoniama il cinque è sei e guai a contrad-dire, anche se cinque più cinquecontinua a fare dieci. Il caos. E,insieme, il ricatto: si nasconde che iragazzi studiano poco perchéhanno consapevolezza della facilitàdella promozione e si dice che, se iragazzi riportano insufficienze, èperché l’insegnante non è valido.Ed eccoci, così, al più paradossaledei paradossi: l’affannosa corsa alrialzo incrementa le eccellenze enessuno che si chieda come siapossibile che una scuola che fa

acqua da tutte le parti sia in gradodi sfornare a getto continuo tantestrabilianti genialità. Che dire? Sono debitrice alla vec-chia scuola e non eravamo giovanimarziani quelli di allora, suoi ultimifigli: ma davvero, se non fossi statacostretta a farlo e a farlo bene,avrei preferito trascorrere i mieipomeriggi fra asclepiadei maggiorie minori, ferecratei e gliconei? Sonostata fortunata, perché ho temuto ilgiudizio dei miei professori i cui votinon erano frutto di alchimie maconseguenza dei miei atti e ancorapiù fortunata perché non ho avutogenitori che mi avrebbero difesa,sostenuta, spalleggiata incondizion-

atamente. Se la scuola nonfunziona è perché non sivuole che funzioni.Basterebbero tre “r” anzichétre “i” : rigore, rispetto,regole. Fuori i genitori anzi-tutto, a calci se necessario. Selezione da subito, senzale finte e dannoseaccoglienze del primo anno:non venivamo anche noi,povere creaturine smarrite,

dalle scuole medie? Più grammati-ca e meno progetti. Voti che rispecchino realipreparazioni. Bocciature, sì, salutaribocciature. Non sono cambiati iragazzi ma solo chi non se ne saoccupare e, se la smettessimo diandare in giro come mago Magoo,vedremmo che questi bulli super-impegnati che, tutti complici, abbi-amo partorito, le regole sotto sottole vorrebbero, eccome: si cominciain famiglia, però. Spiegando perprima cosa che nella vita non si èmacchine perfette (dalla sufficienzain su, per intenderci) e si può inci-ampare, che rialzarsi è bello se lo sifa con responsabilità e che il senti-mento imposto della vergognasociale conduce dritto dritto all’igno-ranza, alla fragilità e alla totalemancanza di rispetto non solo deglialtri –robetta di poco conto ormai-ma anche di sé. Questa è spazzatura, perché faschizofrenicamente crescere tra-cotanti e deboli insieme. E se lefamiglie da questo orecchio non cisentono, la rieducazione deve par-

LA SCUOLA SIETE VOI Giovanna Canigiula

IL CINQUE È SEI E GUAI A CONTRADDIRE, ANCHE SE CINQUEPIÙ CINQUE CONTINUA A FARE DIECI

.......E, INSIEME, IL RICATTO: SI NASCONDE CHE I RAGAZZI STUDI-

ANO POCO PERCHÉ HANNO CONSAPEVOLEZZA DELLA FACILITÀDELLA PROMOZIONE

.......SE LA SCUOLA NON FUNZIONA È PERCHÉ NON SI VUOLE CHE

FUNZIONI. BASTEREBBERO TRE “R” ANZICHÉ TRE “I” : RIGORE,RISPETTO, REGOLE

>>>> SEGUE

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Qualcuno dice che i comunisti nonesistono più, altri dicono di essere comu-nisti ed altri lo fanno ma non ci credononemmeno loro, altri parlano come i vecchicomunisti, altri li scimmiottano. Ma comu-nisti si nasce, non si diventa, non ci siimprovvisa. Purtroppo come ogni specie inestinzione siamo pronti per il museo natu-ralistico e tutti vengono a prenderci conreti e retini, mentre per i cattolici usanoancora le reti a strascico. Mi piace ricor-dare una persona: Giorgio Gaber ed unsuo famoso mologo: “Qualcuno era comu-nista” (di Gaber – Leporini 1991 ©Edizioni Curci Srl – Milano “MONOLO-GO”)“Uh? No, non è vero, io non ho niente darimproverarmi. Voglio dire... non mi sem-bra di aver fatto delle cose gravi. La miavita? Una vita normale. Non ho mai ruba-to, neanche in casa da piccolo, non hoammazzato nessuno, figuriamoci!...Qualche atto impuro ma è normale no?Lavoro, ho una famiglia, pago le tasse.Non mi sembra di avere delle colpe... nonvado neanche a caccia! Uh? Ah, voiparlavate di prima! Ah... ma prima... maprima mi sono comportato come tutti.Come mi vestivo? Mi vestivo, mi vestivocome ora… beh non proprio come ora, unpo’ più… sì, jeans, maglione, l’eskimo.Perché? Non va bene? Era comodo. Cosacantavo? Questa poi, volete sapere cosacantavo. Ma sì certo, anche canzoni popo-lari, sì… “Ciao bella ciao”. Devo parlar piùforte? Sì, “Ciao bella ciao” l’ho cantata,d’accordo, e anche l’“Internazionale”, peròin coro eh! Sì, quello sì, lo ammetto, sì, cisono andato, sì, li ho visti anch’io gli IntiIllimani... però non ho pianto! Come? Sein camera ho delle foto? Che discorsi,certo, le foto dei miei genitori, mia moglie,mia… Manifesti? Non mi pare... Forseuno, piccolo proprio... Che Ghevara. Mache cos’è, un processo questo qui? No,no, no, io quello no, io il pugno non l’homai fatto, il pugno no, mai. Beh insomma,una volta ma… un pugnettino, rapido pro-prio… Come? Se ero comunista? Eh. Mipiacciono le domande dirette! Voletesapere se ero comunista? No, no final-mente perché adesso non ne parla piùnessuno, tutti fanno finta di niente einvece è giusto chiarirle queste cose, unavolta per tutte, ohhh! Se ero comunista.Mah! In che senso? No, voglio dire…Qualcuno era comunista perché era natoin Emilia. Qualcuno era comunista perché il nonno,lo zio, il papà… la mamma no. Qualcunoera comunista perché vedeva la Russiacome una promessa, la Cina come unapoesia, il comunismo come il ParadisoTerrestre. Qualcuno era comunista perchési sentiva solo. Qualcuno era comunista perché avevaavuto un’educazione troppo cattolica.Qualcuno era comunista perché il cinemalo esigeva, il teatro lo esigeva, la pittura loesigeva, la letteratura anche… loesigevano tutti. Qualcuno era comunistaperché “La Storia è dalla nostra parte!”.Qualcuno era comunista perché glieloavevano detto. Qualcuno era comunistaperché non gli avevano detto tutto.Qualcuno era comunista perché prima erafascista. Qualcuno era comunista perchéaveva capito che la Russia andava pianoma lontano. Qualcuno era comunista per-ché Berlinguer era una brava persona.Qualcuno era comunista perché Andreottinon era una brava persona. Qualcuno eracomunista perché era ricco ma amava il

popolo. Qualcuno era comunista perchébeveva il vino e si commuoveva alle festepopolari. Qualcuno era comunista perchéera così ateo che aveva bisogno di unaltro Dio. Qualcuno era comunista perchéera talmente affascinato dagli operai chevoleva essere uno di loro. Qualcuno eracomunista perché non ne poteva più difare l’operaio. Qualcuno era comunistaperché voleva l’aumento di stipendio.Qualcuno era comunista perché la borgh-esia il proletariato la lotta di classe. Facileno? Qualcuno era comunista perché la riv-oluzione oggi no, domani forse, ma dopodomani sicuramente… Qualcuno eracomunista perché “Viva Marx, viva Lenin,viva Mao Tse-Tung”. Qualcuno era comu-nista per fare rabbia a suo padre.Qualcuno era comunista perché guardavasempre Rai Tre. Qualcuno era comunistaper moda, qualcuno per principio, qual-cuno per frustrazione. Qualcuno era comunista perché volevastatalizzare tutto. Qualcuno era comunistaperché non conosceva gli impiegati statali,parastatali e affini. Qualcuno era comu-nista perché aveva scambiato il “material-ismo dialettico” per il “Vangelo secondoLenin”. Qualcuno era comunista perchéera convinto d’avere dietro di sé la classeoperaia .Qualcuno era comunista perchéera più comunista degli altri. Qualcuno eracomunista perché c’era il grande PartitoComunista. Qualcuno era comunistanonostante ci fosse il grande PartitoComunista. Qualcuno era comunista per-ché non c’era niente di meglio. Qualcunoera comunista perché abbiamo il peggiorePartito Socialista d’Europa. Qualcuno eracomunista perché lo Stato peggio che danoi solo l’Uganda. Qualcuno era comu-nista perché non ne poteva più di quaran-t’anni di governi viscidi e ruffiani.Qualcuno era comunista perché piazzaFontana, Brescia, la stazione di Bologna,l’Italicus, Ustica, eccetera, eccetera,eccetera. Qualcuno era comunista perchéchi era contro era comunista. Qualcunoera comunista perché non sopportava piùquella cosa sporca che ci ostiniamo achiamare democrazia. Qualcuno credevadi essere comunista e forse era qual-cos’altro .Qualcuno era comunista perchésognava una libertà diversa da quellaamericana. Qualcuno era comunista per-ché pensava di poter essere vivo e felicesolo se lo erano anche gli altri. Qualcunoera comunista perché aveva bisogno diuna spinta verso qualcosa di nuovo, per-ché era disposto a cambiare ogni giorno,perché sentiva la necessità di una moralediversa, perché forse era solo una forza,un volo, un sogno, era solo uno slancio,un desiderio di cambiare le cose, di cam-biare la vita. Qualcuno era comunista per-ché con accanto questo slancio ognunoera come più di se stesso, era come duepersone in una. Da una parte la personalefatica quotidiana e dall’altra il senso diappartenenza a una razza che volevaspiccare il volo per cambiare veramente lavita. No, niente rimpianti. Forse ancheallora molti avevano aperto le ali senzaessere capaci di volare, come dei gab-biani ipotetici. E ora? Anche ora ci si sentecome in due: da una parte l’uomo inseritoche attraversa ossequiosamente losquallore della propria sopravvivenza quo-tidiana e dall’altra il gabbiano, senza piùneanche l’intenzione del volo, perchéormai il sogno si è rattrappito. Due miseriein un corpo solo.”

www.almcalabria.it13 10Qualcuno era comunista Giuseppe Fontana

tire dalle scuole. Dai dirigenti, però.Solo allora gli insegnanti potrannotornare a insegnare qualcosa.Socialmente utili e con entusiasmiinsospettati anche se così sottopa-gati da dovere scegliere, in libreria,cosa comprare e se compare. Ho un sogno: che qualcuno giungaa liberarci dagli eccessi della falsamodernità prima che una pocoeroica morte ci colga frustrati, debolie vinti. Siamo giovani, che diamine,c’è tempo. Il sogno: che fiorisca lastagione dei docenti disobbedienti edei dirigenti disobbedienti. Ribelliamoci in massa. Sono certache dibatteremmo meno suinadeguatezze, faremmo pace colnemico, smetteremmo i ridicoli abitidi cerberi (pochi) o mammine e pap-ini di ripiego (molti) e non lascerem-mo agonizzante don Chisciotte soloperché abbiamo deciso che la sua èuna biblioteca invecchiata.Ribelliamoci. Saremmo tutti assiemela scuola e non amebe che stannodentro a una struttura per essernevisibilmente fuori. Tranquillamente moderni fra vecchie nuovi poeti. Si può e se ci dotanole classi di registratori e videoproiet-tori saremmo meno barbosi e mod-ernissimi. La sciando spazio a senti-menti inevitabili: un ppoo’ di gioia,un ppoo’ di noia, un ppoo’di paura,un ppoo’ di distrazione, un ppoo’ dipiacevole paarttecipazioone (lin-guaggio professorale…calabresot-to). Con qualche pungolo perché illinguaggio professorale migliori enon solo quello, perché no.Saremmo la scuola.Quale storia tu/ vuoi che io racconti/Ah, non so dir di no/ no no no no/ nono no no/no no no no/no no no no/Ericomincerà/ come in un rendezvous…(Musica. In crescendo.Climax musicale ascendente). Ah, lapoesia di Conte! Ah il giambo, dice-va il mio amatissimo prof: non li sen-tite i cavalli? Non lo sentite il cuoreche batte? Breve- lunga, breve-lunga, breve- lunga…E-ri-co-min-ce-rà,..Sette sillabe perché l’ultimaparola è tronca. Co-me in-un…Sinalefe tra seconda e terza sil-laba. (Musica). Musica. E’ Lei chemanca. (Personificazione). Alla finel’ho scoperto. [email protected]

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In Italia è ancora in corso la discussione della legge su testa-mento biologico e accanimento terapeutico e non si è ancoraconcluso – dal punto di vista giudiziario - il caso sollevato dalleader radicale Piergiorgio Welby. Dopo aver inviato una let-tera aperta al Presidente Giorgio Napolitano e aver sollevatola discussione su questi temi, Welby è riuscito a veder rispet-tata la sua espressa volontà di interrompere la ventilazionepolmonare che lo manteneva in vita grazie all’aiuto del Dott.Mario Riccio di Cremona che, nonostante la richiesta inizialedella procura di Roma di archiviare, ha dovuto attendere cheil GUP si pronunciasse. Oggi con Riccio prosciolto sappiamoche Piergiorgio Welby, che ha lottato per i tanti Welby italiani,ha vinto la sua battaglia nonviolenta e radicale di veder rispet-tato il suo diritto ad interrompere l’accanimento terapeuticoche non sopportava più.Mentre in Italia succede tutto ciò e Giovanni Nuvoli continu-ava a chiedere la “liberazione” del suo corpo, lo scorso 5luglio si è svolto al Palazzo Altiero Spinelli del ParlamentoEuropeo a Brussell una pubblica conferenza sul tema: “Mortemedicalmente assistita ed eutanasia – una questione di dirit-ti umani) organizzata dal gruppo ALDE con il supporto delPartito Radicale Trasnazionale, Nonviolento e Transpartito,della Federazione Mondiale delle associazioni per il dirittoalla morte, dall’Ass. Right to Die Europe e Liberal Democrats(UK).Alla conferenza hanno partecipato sia l’On. Marco Cappato –Parlamentare Radicale Europeo del gruppo ALDE nonchésegretario dell’Associazione Luca Coscioni – sia Mina Welbyvedova di Piergiorgio. Anche la Cellula Coscioni di SelliaMarina per il medio Ionio era a Brussell nella persona delloscrivente accompagnata dal nostro direttore Filippo Curtosi. La conferenza è stata articolata in tre sezioni. La prima, pre-sieduto da Chris Davis, Parlamentare europeo del GruppoALDE, è stata incentrata su “Leggi e politiche in Europa e nelmondo” ha visto gli interventi del professor GilbertoCorbellino, docente di storia della medicina all’Università diRoma che, ha proposto la sua relazione su: “diritto a moriredignitosamente, eutanasia e morte medicalmente assistita:definizioni e differenze”. Nella stessa sezione hanno illustratoi modelli legislativi tedesco, belga, svizzero rispettivamenteEls Borst, primo ministro olandese, Philippe Monfils, avvoca-to e Parlamentare europeo e Elke Baezner presidentedell’Associazione Exit Svizzera e di “Right to Die Europe”. Laprima sezione si è conclusa con l’intervento del Prof.Lemmens dell’Università Cattolica di Luivian che ha illustratola Convenzione Europea sui diritti umani.Già da questa sezione, prima ancora che intervenissero letestimonianze di alcuni parenti, si è capito che il diritto allamorte dignitosa viaggia, in Europa, su binari differenti per cui,quello che per i cittadini Belgi, Olandesi, Inglesi e Svizzeri èun diritto effettivo per gli italiani come Piergiorgio Welbyrimane un diritto costituzionale non tutelato. La seconda sessione – assai toccante – è stata invece dedi-cata alle testimonianze dei parenti, ai casi di morte medical-mente assistita e al relativo dibattito sollevato negli StatiMembri dell’UE.Questa seconda sessione è stata formalmente presieduta dalM. J. M. Cuadrado, ha visto la partecipazione di Pablo SimonLorda dell’Università Andalusa di Salute Pubblica e Membrodella commissione regionale per l’Etica e la Ricerca Bio-med-ica che ha illustrato il caso di morte medicalmente assistita diImmaculada Echevaria, che è stata ricoverata dal 97 al 2006al San Rafael Hospital di Granata e il 18 ottobre 2006 – conuna conferenza stampa – richiese pubblicamente e ottennepoi, il distacco del ventilatore polmonare che la manteneva invita dopo l’emanazione di alcune direttive e una lettera for-male di dichiarazioni anticipate di fine vita. Simon ha denun-ciato i ritardi occorsi a seguito di alcune ingerenze vaticaneanche in Spagna.A questa sessione hanno portato la loro testimonianza diret-ta, per il Regno Unito, Sophie Turner sorella di Anne Turner

che, affetta da un tumore inguaribile al pancreas, nel gennaio2006 si recò in Svizzera per ottenere una morte medical-mente assistita con il supporto dell’Associazione DignitasSvizzera; Mina Welby moglie di Piergiorgio Welby, leader rad-icale e copresidente dell’Associazione Coscioni che lo scorso20 Dicembre riuscì a vedere interrotto l’accanimento terapeu-tico che lo manteneva artificialmente ha letto alcuni brani di“Lasciatemi morire”, il libro di Piergiorgio. Per la Francia,infine, Marie Humbert madre di Vincent Humbert. A supportare queste toccanti testimonianze sono intervenutiJean Luc Romero presidente di ADMD France e direttoredella Federazione Mondiale delle Associazioni per il diritto amorire, Mark Reisinger, psichiatra che visitò PiergiorgioWelby dichiarandosi pronto ad intervenire secondo la norma-tiva belga e, Lord Joffe della Camera dei Lord Inglese eleader della campagna parlamentare sulla “morte medical-mente assistita” nel suo paese che ha ricordato come, per glioppositori di una legge sull’eutanasia, la cosa migliore siaquella di evitare il dibattito.La seconda sessione è stata davvero toccante per le testimo-nianze, in grado di suscitare la riflessione su quanto accadein Europa per fare un confronto con quello che inveceavviene in Italia dove manca una normativa che tuteli un dirit-to costituzionale sancito all’art.32 della nostra Carta fonda-mentale ma non “garantito” da una legge che lo renda effetti-vo.Pubblichiamo, per ragioni di spazio, alcune parti dell’interven-to di Mina Welby che – ricordiamo – è interamente riascolta-bile (e commentabile se registrati) sul sito HYPERLINK"http://www.radioradicale.it" www.radioradicale.it assiemeall’intera giornata di lavori.La conferenza si è conclusa con una terza sezione dal titolo“Esperienze nazionali e la via da seguire: una rete europea”e presieduta dall’On. Marco Cappato, Parlamentare europeoradicale aderente al gruppo ALDE e segretariodell’Associazione Luca Coscioni. Ad introdurre la sessione è stato Ludwig Minellidell’Associazione Dignitas Svizzera che ha parlato della“decisione della Corte Federale Svizzera del 3 novembre2006, della reazione negativa del mondo della medicina e lesue conseguenze. Si sono poi susseguiti gli interventi di alcuni rappresentantidelle associazioni per il diritto alla morte tra cui Emilio Coveriper la Exit Italia.La conferenza si è conclusa con la presentazione della“Dichiarazione/Risoluzione per la morte medicalmente assis-tita e l’eutanasia: una questione di diritti umani” sottoscrittadai rappresentanti delle associazioni e dai Parlamentari pre-senti e che pubblichiamo in queste pagine.Con la sua vicenda Piergiorgio Welby aveva voluto sollevareil dibattito nel nostro Paese. Oggi ci accorgiamo che è ancheriuscito a creare una nuova rete di dialogo europea che –speriamo - possa tutelare la dignità dei pazienti anche neimomenti di fine vita. Grazie ancora Welby per la tua foraza eil tuo coraggio.Giovanni Nuvoli ha però dovuto rinunciare a cibo e acqua perpoter smettere di soffrire perchè il suo diritto costiuzionale(art.32 della Costituzione) è stato reso vano dal sequestro distato preventivo che ha impedito al dott. Tommaso Caccia distaccare la spina del ventilatore. Viva l’Italia.Speriamo che anche da noi si arrivi presto ad una normativasul testamento biologico che veda rispettate le volontà deipazienti nelle scelte di fine vita come avviene in Belgio, inInghilterra, in Svizzera, in Spagna e in Olanda. Oppure l’Europa sarà ancora più lontana dai suoi cittadini esarà sempre di più un’Europa delle patrie sovrane basata sul-l’euro e non un’Europa federalista basata su diritti di cittadi-nanza come Altiero Spinelli e i suoi Padri costituenti avreb-bero voluto.

Giuseppe [email protected]

Brussell / Parlamento europeo, 5 luglio 2007Conferenza del Gruppo ALDE (Alleanza di liberali e democratici perl’Europa) su “Morte medicalmete assistita ed eutanasia: una ques-tione di diritti umani”

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Noi firmatari,considerato che:- Il diritto alla dignità è un diritto fonda-mentale da garantire anche al terminedella vita- I trattamenti obbligatori sono proibiti damolte leggi nazionali e convenzioni inter-nazionali- L’eutanasia clandestina è diffusa in queipaesi che la proibiscono ed è praticatasenza appropriate garanzie, procedure e -controlli, creando un rischio di abuso- Alcuni Stati Membri hanno introdotto leg-islazioni che garantiscono il diritto per ipazienti terminali in peggioramentocostante, con dolori insopportabili e sof-ferenze senza speranza alcuna di miglio-ramento della loro condizione e richieden-dolo insistentemente, volontariamente e inmaniera ben considerata, di avere la lorovita interrotta, decriminalizzando, al tempostesso, gli atti compiuti dai medici chesoddisfano queste richieste terminando lavita dei pazienti o aiutando loro a pren-dere la propria vita o di interrompere i trat-tamenti che li mantengono in vita- L’applicazione di questa legislazione hacondotto a risultati positivi con un trenddecrescente costante

chiediamo alla Commissione, alConsiglio e agli Stati Membri (Governi eParlamenti) di raccogliere, analizzare ecomparare l’evidenze sperimentali circa ledecisioni mediche di fine vita, per pro-muovere pratiche migliorative, assicurarelibero accesso ai trattamenti

chiediamo agli Stati Membri (Governi eParlamenti) di considerare una revisionelegislativa per assicurare che l’autonomiadel paziente, che include il consensoinformato, la dignità alla fine della vita eche la volontà delle persone coinvolte siapienamente rispettata, a.e. attraverso “liv-ing wills” (Dichiarazioni anticipate di finevita)

Dichiarazione / Risoluzionedella Conferenza su mortemedicalmete assistita edeutanasia: una questione didiritti umani, Parlamentoeuropeo, 5 luglio 2007

Ora lottiamo per testamento biologicoe eutanasia legale.Dichiarazione di Marco Cappato, segre-tario Associazione Coscioni e europarla-mentare radicale:L'assoluzione di Mario Riccio èuna conquista straordinaria dellanonviolenza radicale diPiergiorgio Welby,dell'Associazione Coscioni, diMario Riccio e di quanti in questimesi hanno lottato per l'affer-mazione del diritto a sceglieresulla propria salute, sulle propriecure e sul proprio corpo. Ci auguriamo e ci impegneremoperché da oggi il Paese dell'ago-nia e della tortura di GiovanniNuvoli abbia la forza di essere piùcivile e più rispettoso delle volon-tà dei malati italiani qualunqueesse siano: di assistenza, di ter-apia, di interruzione senza doloredi terapie.Come radicali ci batteremo inParlamento e fuori per l'esten-sione attraverso il testamento bio-logico di tale diritto nel momentoin cui non si sia più in grado diintendere e volere; ci batteremoanche per il diritto dei malati ter-minali che pur non dipendono datrattamenti sanitari e anche perl'eutanasia legale e controllatacontro l'attuale eutanasia sel-vaggia e clandestina. GraziePiergiorgio, grazie Mario, grazieMina e Carla, grazie al PartitoRadicale!

Welby: assolto MarioRiccio. Cappato:“Vittoria della nonvio-lenza radicale”

senza mezzi termini che tali effusionisono da relegarsi "in camera da letto". E'questo quello che mi fa riflettere, se unragazzo e una ragazza, passeggianotranquillamente mano nella mano per lestrade, nessuno ci farà caso, o almenochi fosse attento, noterebbe una bellacoppia, punto. Ma se la stessa cosa fossefatta da due maschietti, e beh, le carte intavola cambiano, e diventa una "osten-tazione", capace di dare scandalo al sen-tire comune. È paradossale come si pro-fessi il culto dell'anima, e poi ci si appiglidisperatamente al corpo, come strumentodel castigo. In un mondo perfetto, la mialibertà non calpesta quella di un altro indi-viduo, al contrario si confronta con esso,si mescolano, come due mondi partedello stesso universo. Ma dopo questapremessa sul come la penso io, è neces-sario dire che l'instabilità affettiva, lapromiscuità sessuale, e la poca "normal-ità" di una coppia gay, sono solo edesclusivamente luoghi comuni tanto validise applicati in una realtà eterosessuale.La mia personale esperienza, più di 7anni di Amore, che vivo tuttora, quotidi-anamente, con il mio compagno, possonoessere il simbolo di una realtà sconosciu-ta ai più, purtroppo relegati in una scatolaovattata e prigionieri di "principi" profes-sati in nome di un Dio che è stato crocifis-so proprio per mano di chi ora siede sultrono dell'ipocrisia e della falsità, facen-dosi beffa del prossimo, del fratello dis-criminato e vilipeso dai contemporaneifarisei. Ed eccoci ai giorni nostri, il gaypride è da poco trascorso con le imman-cabili polemiche e paragoni fuori luogo alfamily day. Ma se da un lato il coloritocarnevale G.L.B.T. rappresenta un vezzoche ci si concede una volta l'anno, peresorcizzare 365 giorni di clausura pubbli-ca, dall'altra c'è una manifestazione chedeve a tutti i costi sottolineare che esisteuna sola famiglia degna di questo nome,ed è quella fondata sul matrimonio di unuomo ed una donna, unici depositari dellapossibilità di procreare e quindi portareavanti la specie... animalesco! Non cisono sconti, ma nemmeno discrimi-nazioni... "nessuno vuole famiglie di serieB" ma solo sane unioni eterosessuali,capaci di inculcare una lezione fonda-mentale; non importa se tuo marito ti pic-chia a sangue, né se fra le mura domes-tiche si consumano i peggiori abusi ses-suali, o se ci sono più divorzi che matri-moni... conta solo una cosa, "il mulinobianco". Mi domando, da scioccotrasgressore alla comune morale, se ilfine ultimo di una coppia è quello di pro-creare, se Dio nella sua infinta misericor-dia è questo che vuole? Perché i preti ele suore non possono sposarsi?Da quello che ricordo delle mie reminis-cenze di catechismo, i patriarchi biblici,oltre ad avere moglie avevano anchesvariati figli ed erano anche coloro cheprofessavano la parola del Signore.Quindi, come ci siamo ridotti a stereotipidi folli clericali frustrati del genere "castitàassoluta" e attacco senza mezzi termini aciò che è diverso?

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