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Diritto pubblico di Marco D'andrea Riassunto del libro 'Diritto pubblico' preparato per l'esame di Istituzioni di Diritto Pubblico, a.a. 2009-10. Università: Università degli Studi del Salento Facoltà: Economia Corso: Economia e Finanza Esame: Istituzioni di diritto pubblico Docente: M. Zuppetta Titolo del libro: Diritto pubblico Autore del libro: R. Bin, G. Pitruzzella Editore: Giappichelli - Torino Anno pubblicazione: 2010

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Diritto pubblico

di Marco D'andrea

Riassunto del libro 'Diritto pubblico' preparato per l'esame di Istituzioni di Diritto

Pubblico, a.a. 2009-10.

Università: Università degli Studi del Salento

Facoltà: EconomiaCorso: Economia e Finanza

Esame: Istituzioni di diritto pubblicoDocente: M. Zuppetta

Titolo del libro: Diritto pubblicoAutore del libro: R. Bin, G. Pitruzzella

Editore: Giappichelli - TorinoAnno pubblicazione: 2010

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1. Lo Stato: nozioni introduttivePotere politico

Il potere politico è un potere sociale che consente di imporre la propria volontà con la forza legittima.

Il potere sociale è individuato nel potere politico, potere economico e potere ideologico.

Il potere politico prevede l'utilizzo della forza per imporre la propria volontà, ma essa non basta, infatti un

soggetto rispetta le regole non solo ed esclusivamente perchè altrimenti viene sanzionato, ma anche perchè è

moralmente obbligato a farlo. Il potere politico quindi si basa sulla forza e sul principio di giustificazione

dello stesso, che si definisce legittimazione.

Lo Stato

Lo stato moderno è un apparato centralizzato stabile, che ha il monopolio della forza legittima in un

determinato territorio, ed inoltre è composto da un organizzazione amministrativa in cui opera una

burocrazia professionale.

Lo stato esercita quindi una sovranità sul territorio. La sovranità è duplice inquanto è interna (lo stato è

sovrano nel proprio territorio), ed esterna (lo stato è indipendente daglia ltri stati). Si è discusso inoltre su

chi fosse veramente ad esercitare la sovranità sul territorio, e tre teorie si sono distinte: la teoria della

sovranità dello stato come persona giuridica, la teoria della sovranità della nazione e la teoria della sovranità

popolare. Nella seconda metà del 900 si è diffusa l'idea della sovranità del popolo come si evince dalla

nostra costituzione (art. 1 Cost) "la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti

della costituzione". Tuttavia la sovranità popolare non ha più le caratteristiche dell'assolutezza, ma viene

inserita in un contesto di rappresentanza, di costituzioni rigide e di organizzazioni internazionali.

Come detto oltre ad esercitare una sovranità sul territorio lo stato è un organizzazione amministrativa in cui

opera una burocrazia professionale. Lo stato è quindi un apparato organizzato, l'unità organizzativa di base è

l'ufficio, alcuni uffici hanno competenze specifiche e vengono chiamati organi, cioè uffici particolarmente

qualificati. Gli organi si dividono in rappresentativi (eletti dal popolo ed: parlamento), e burocratici (soggetti

che prestano la loro attività allo stato, pur non eletti dal popolo). Si distinguono inoltre gli organi attivi

(deliberativi), consultivi (decisionali) e di controllo (verifica).

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2. Forme di StatoForme di stato

Con l'espressione forma di stato si intende far riferimento al rapporto tra le autorità dotate di potestà

d'imperio e la società civile, nonchè i principi e i valori su cui si basa lo stato.

Con l'espressione forma di governo si intende far riferimento ai modi in cui il potere è distribuito tra gli

organi principali, e i rapporti che si instaurano tra essi.

Gli studiosi hanno effettuato diverse classificazioni sulle forme di stato e di governo, nelle prime troviamo

lo stato assoluto, lo stato liberale, lo stato a democrazia pluralistica, lo stato totalitario e lo stato socialista,

nel secondo riferendoci alle democrazie pluralistiche troviamo forma di governo parlamentare,

neoparlamentare, presidenziale, direttoriale, semipresidenziale. Analizziamo ora le diverse forme di stato.

Stato assoluto: nasce tra il quattrocento e il cinquecento, e si caratterizza per il concentramento del potere

nelle mani del Re detentore del potere legislativo ed esecutivo, mentre il potere giudiziario è esercitato da

corti o tribunali da lui nominati.

Stato liberale: nasce tra la fine del settecento e gli inizi dell'ottocento, si diffonde in vari paesi come la

Francia, Inghiltere e USA in modi diversi.

Si caratterizza per:

-nascita di una economia di mercato basata sulla domanda e sull'offerta;

-suffragio limitato;

-stato minimo;

-principio di garanzia di libertà;

-principio della separazione dei poteri;

-principio di legalità;

-principio rappresentativo;

-stato monoclasse.

Stato a democrazia pluralista: l'affermazione dello stato pluriclasse e del suffragio universale porta alla

nascita della democrazia pluralista, che si caratterizza per la configurazione di partiti di massa in confronto e

scontro politico. Al termine della seconda guerra mondiale lo stato pluralista trova conferma, tuttavia ci si

trova di fronte ad un problema cioè quello di tenere insieme una società formata da classi sociali differenti,

si afferma cosi l'idea di stato sociale o stato del benessere.

Lo stato a democrazia pluralista si caratterizza per:

-suffragio universale;

-riconoscimento costituzionale di alcune libertà;

-riconoscimento di alcuni interessi comuni;

-libertà di manifestazione del pensiero.

Stato totalitario e stato socialista: le alternative allo stato di democrazia pluralista sono state adottate da

Germania e Italia prima del conflitto mondiale rispettivamente con il nazionalsocialismo (1933/1945) e il

fascismo (1922/1943). Nei territori come URSS invece si è diffusa la dittatura del proletariato cioè lo stato

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socialista.

Rappresentanza politica

Con il termine rappresentanza si può indicare un agire per conto di un altro, o un creare qualcosa in un

determinato ambito che non c'è. Nella seconda accezione del significato si preferisce utilizzare il termine di

rappresentazione, e proprio quest'ultima è conforme alla rapresentanza politica odierna.

Nello stato di democrazia pluralista, si afferma il principio della sovranità del popolo, che esige

soddisfazione dei propri interessi dallo stato. In un clima di suffragio universale gli interessi del popolo sono

molteplici e spesso in conflitto tra loro.

Il problema può essere risolto mettendo insieme i due aspetti della rappresentanza politica ossia,

rappresentanza come rapporto con gli elettori, e rappresentanza come potere autonomo.

-Lo stato dei partiti. La prima soluzione per accoppiare i due aspetti di rappresentanza è stata data dai partiti

politici. Oggi preò sempre di più si sente parlare di crisi dei partiti, con cui si intende la difficoltà dei partiti

sul versante del rapporto con la società. Mentre in passato i partiri rispecchiavano la rappresentanza diretta

di una classe sociale, oggi questo è impossibile per via della difficoltà e complessità della società. I partiti

non riescono più quindi ad assicurare la completa rappresentanza della società.

-Il rafforzamento del governo e investitura diretta del suo capo. I fenomeni di crisi richiamati hanno portato

a realizzare un equilibrio tra le due componenti di rappresentanza politica che fa leva sul rafforzamento del

potere esecutivo del governo e sull'investitura diretta a favore del popolo del capo di governo.

-democrazia diretta. Attraverso questo istituto si affida al popolo l'esercizio di alcune funzioni di

rappresentanza diretta: iniziativa legislativa popolare, petizione, referendum.

Separazione dei poteri

Il principio della separazione dei poteri è stato elaborato dallo stato liberale con l'obbiettivo di tutelare le

libertà degli individui. Tre sono i poteri: potere legislativo (produzione di leggi), potere esecutico

(applicazioni leggi all'interno dello stato), potere giudiziario (applicazione legge per risolvere il conflitto).

Le trasformazioni della società nello stato a democrazia pluralista hanno portato ad una modifica della

separazione dei poteri.

Rimangono indistinti i tre poteri tradizionali tra loro reciprocamente indipendenti, ma ad essi si aggiungono

il potere di indirizzo politico (determinazione delle linee fondamentali di sviluppo dell'ordinamento della

politica interna ed esterna), garanzia giurisdizionale della costituzione (controllo giudiziale della

costituzione) e e funzione presidenziale (garanzia di equilibri costituzionali).

La regola di maggioranza

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La regola di maggioranza assume significati e principi diversi:

-Principio funzionale: la regola di maggioranza è lo strumento mediante il quale gli organi collegiale (es:

parlamento), possono adottare una decisione.

-Principio rappresentativo: la regola di maggioranza è lo strumento mediante il quale si scelgono tramite

meccanismi elettorali le maggioranze e le minoranze politiche.

-Principio di organizzazione politica.

Occorre distinguere tra gli stati a democrazia maggioritaria, e stati a democrazia consociativa.

Nel primo caso esiste una contrapposizione tra i leader politici durante le elezioni del corpo elettorale, che si

manifesta anche dopo sottoforma di funzione di opposizione per il leader sconfitto.

Nel secondo caso i leader dei principali partiti tendono a condividere il controllo politico, i partiti pertanto

competono in campagna elettorale per proprio conto in modo da conquistare seggi parlamentari, dopo le

elezioni però i partiti tendono a collaborare utilizzando ogniuno la propria forza politica.

Da sottolineare è anche l'esistenza di minoranze permanenti che la costituzione italiana tutela:

-divieto di discriminazione in ragione dell'utilizzazione di una lingua diversa (art. 3 cost).

-divieto di discriminazione in ragione della religione professata (artt 3-7-8 cost).

-divieto di discriminazione in ragione all'appartenenza ad una o un' altra razza   (art 3 cost).

Stato unitario, stato regionale, stato federale

La separazione dei poteri oltre ad essere realizzata in senso orizzontale, si dispone anche in senso verticale

attraverso la distribuzione del potere politico attribuito allo stato centrale o ad altri stati membri. Si

differenzia così lo stato unitario da quello composto, mentre nel primo il potere politico è esclusivo dello

stato, nel secondo il potere politico è diviso tra lo stato ed enti territoriali.

Lo stato composto si divide poi in stato regionale o stato federale, tuttavia tale distinzione è discussa per

utilità. Importante invece è distinguere tra federalismo duale e federalismo cooperativo, mentre nel primo lo

stato federale e gli stati membri hanno ognuno proprie competenze senza interferenze con l'altro, nello stato

federale cooperativo, si ricorre spesso a interventi congiunti e coordinati tra stato e stati membri. Il

federalismo cooperativo è tipico della democrazia pluralista.

Unione Europea

L'unione europea è una struttura che nasce su tre pilasti, la CE (comunità europea che ricomprende la CEE,

CECA e EURATOM), la PESC (politica estera di sicurezza comune) e la CGAI (cooperazione di giustizia e

affari interni).

La UE ha una struttra organizzativa che rispecchia l'elencazione seguente:

Consiglio europeo: organo titolare di impulsi politici, ma privo di poteri normativi.

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Consiglio UE: organo titolare del potere di adottare atti normativi, formato da un rappresentante per ogni

stato.

Comitato: organo centrale dei processi di decisione, i membri durano in carica per 5 anni e sono

rappresentanti di ogni stato.

Parlamento europeo: composto da rappresentanti (732) di ogni stato, che durano in carica per 5 anni,

partecipa alle procedure di codecisione e cooperazione.

Corte di giustizia: organo di giustizia chiamato ad assicurare il rispetto del trattato.

Corte dei conti: organo di controllo contabile.

Comitato economico e sociale: organo consultivo nel campo economico sociale.

Comitato delle regioni: organo consultivo delle collettività regionali e locali.

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3. La CostituzioneIl termine costituzione è intriso di più significati, la costituzione può essere intesa come gli elementi che

caratterizzano un determinato sistema politico. Assumendo questo punto di vista ogni società ha la sua

costituzione.

Un secondo significato è quella di costituzione come manifesto politico e quindi come documento

fondamentale di una società. La terza accezione è intendere la costituzione come atto normativo. Questa

terza definizione di costituzione è quella che interessa aui giuristi.

Le costituzioni possono essere flessibili o rigide.

Le costituzioni flessibili sono quelle costituzioni diffuse nell'ottocento per concessione dei sovrani che

possono essere modificate mediante legge ordinaria.

Le costituzioni rigide invece sono tipiche del novecento e per essere modificate hanno bisogno di particolari

procedure aggravate, e di una maggioranza elevata. Una costituzione per quanto rigida non può essere

immodificabile.

Necessario è a questo punto dare alcune definizioni in particolare di:

Disposizione: atto scritto del legislatore;

Norma giuridica: regola dell'agire;

Regola: norma giuridica di carattere circoscritto;

Principio: norma giuridica generale;

Interessi e valori: sono i motivi che spingono il legislatore.

La costituzione italiana entra in vigore l'1 gennaio del 1948. Essa è composta da 139 articoli divisi in tre

parti: i principi fondamentali, i diritti e doveri dei cittadini e l'organizzazione della repubblica.

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4. Le forme di governoForme di governo

 Con l'espressione forma di governo si intende il modo in cui si distribuiscono i poteri tra gli organi

collegiali, e i rapporti che si creano tra essi.

Le forme di governo conosciute nello stato liberale sono la monarchia costituzionale, il governo

parlamentare e negli USA il governo presidenziale.

La monarchia costituzionale è la forma che si afferma nel passaggio tra lo stato assoluto e lo stato liberale,

essa si caratterizza per la netta separazione dei poteri tra il re (potere esecutivo), e il parlamento (potere

legislativo). Tra i due centri di autorità non c'è alcun raccordo. Il potere giudiziale spettava ai tribunali, il

monarca aveva inoltre la possibilità di sciogliere anticipatamente le camere.

Il governo parlamentare si instaura quando tra il monarca e il parlamento si inserisce il governo, che

acquisisce autonomia dal re per cercare sempre più spesso la fiducia del parlamento.

Nella democrazia pluralista invece le forme di governo sono, il sistema parlamentare, il sistema

presidenziale, il sistema semipresidenziale, e altre forme di governo minori come il sistema neocorporativo e

il sistema direttoriale.

La forma di governo parlamentare è caratterizzata per l'esigenza del rapporto di fiducia tra governo e

parlamento, senza la quale il governo entrerebbe in crisi. Proprio a seguito delle crisi di governo si ha avuto

in Europa l'avvento degli stati totalitari. Per scongiurare ciò, si è pervenuti ad un sistema di

razionalizzazione del parlamentarismo. Da sottolineare è che il sistema di governo italiano è a debole

razionalizzazione, forte invece è quello tedesco.

Il parlamentarismo si divide in parlamentarismo maggioritario (sistema partitico bipolare, con due partiti fra

loro alternativi che si scontrano durante le campagne elettorali e che rimangono in opposizione anche dopo),

e parlamentarismo a prevalenza del parlamento o compromissorio (dopo le elezioni i partiti scelgono di

unirsi in grandi coalizioni al fine di ottenere la maggioranza e il potere politico).

La forma di governo presidenziale è quella in cui il capo dello stato di norma è eletto direttamente dal corpo

elettorale, non può essere sfiduciato e può nominare e dirigere i governi. La forma presidenziale ha trovato

maggior accoglimento negli USA, dove il presidente e il vicepresidente sono eletti per un mandato di quattro

anni attraverso una procedura che solo formalmente è a doppio grado.

La forma di governo semipresidenziale è quella in cui il capo è eletto direttamente dal popolo per tutta la

durata del suo mandato, ed è indipendente dal parlamento, ma tuttavia deve nominare un governo per poter

comandare che deve essere fiduciato dal parlamento. Le forme di governo semipresidenziali trovano

accoglimento in Francia e in altri Paesi (Islanda, Irlanda, Austria), ma in modi differenti.

Il semipresidenzialismo Francese prevede in capo al presidente diversi poteri, al contrario negli altri Paesi il

presidente ha solo potedi di garanzia.

La forma di governo neoparlamentare si caratterizza per il rapporto di fiducia tra governo e parlamento,

l'elezione diretta del primo ministro e il governo di legislatura, tale tipo di governo trova approvazione in

Israele.

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La forma di governo direttoriale si caratterizza per la presenza di un parlamento e di un direttorio  formato

da sette membri con funzioni di governo e di capo di stato, tale tipo di governo trova approvazione in

Svizzera.

I sistemi elettorali

Nella legislazione elettorale confluiscono tre diversi elementi, cittadinanza politica, legislazione elettorale di

controllo e sistema elettorale.

Per quanto riguarda il primo punto, l'art 48 cost detta che i cittadini che hanno raggiunto la maggiore erà

possono partecipare all'elettorato attivo. Lo stesso articolo detta alcuni principi riguardanti il diritto di voto,

esso è personale, eguale, dovere civico, segreto e libero. Dall'elettorato attivo si distingue quello passivo,

necessaria è la cittadinanza italiano, ma oltre alla maggiore età servono minimo venticinque anni per essere

eletti alla camera e minimo quaranta per il senato. Esisto anche limiti di inelegibilità e di incompatibilità.

Il secondo aspetto riguarda la disciplina delle campagne elettorali regolata dalla legge 28/2000 e il

finanziamento della politica.

Il terzo punto, il sistema elettorale, riguarda il meccanismo in cui il voto espresso si trasforma in seggi.

Importante è distinguere un sistema elettorale maggioritario da uno proporzionale. Il sistema maggioritario è

selettivo e l'accesso ai seggi è consentito solo a chi ottiene la maggiornza dei voti. Il sistema proporzionale

invece assegna un numero di seggi in base al voto, garantendo così anche le minoranze politiche.

Il sistema elettorale italiano è di tipo proporzionale e si caratterizza per:

a) Lista bloccata;

b) Collegamenti di più liste;

c) Preventiva indicazione del capo di coalizione;

d) Clausola di sbarramento;

e) Premio di maggioranza.

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5. Organizzazione costituzionale in ItaliaLa forma di governo italiana: caratteri generali

La forma di governo italiana è una forma di governo parlamentare a debole razionalizzazione che prevede

un rapporto di fiducia tra parlamento e governo.

La razionalizzazione del rapporto di fiducia garantisce stabilità al governo, la Costituzione contempla la

mozione di fiducia e la mozione di sfiducia. La prima prevede che il governo entro dieci giorni dalla sua

formazione si presenti dinanzi alle camere per ottene la fiducia; la seconda prevede che si voti la sfiducia del

governo provocandone lo scioglimento anticipato. La mozione di sfiducia deve essere motivata e votata per

appello nominale.

La formazione di una maggioranza politica costituisce una necessità istituzionale, pertanto il governo viene

chiamato governo di coalizione per differenziarlo dai governi monocolore. La coalizione si può formare

prima o dopo le elezioni.

Il governo

Il governo è un organo costituzionale complesso formato dal presidente del consiglio e dai ministri che

danno vita al consiglio dei ministri.

Il governo si forma nel seguente modo:

1) il presidente della repubblica nomina il presidente del consiglio;

2) i ministri sono nominati dal presidente della repubblica su proposta del presidente del consiglio;

3) i membri del governo fanno giuramento;

4) entro dieci giorni il governo deve ottenere la fiducia del parlamento;

5) la fiducia è accordata mediante mozione motivata votata per appello nominale.

La Costituzione prevede che il governo si comporti in modo unitario e che i suoi componenti agiscano

conformemente al suo indirizzo politico.

Per garantire l'unità del governo e del suo indirizzo politico, la legge 400/1988, ha razionalizzato gli

strumenti di garanzia di unità politica e amministrativa del governo nel seguente modo:

-Concentrazione delle decisioni relative alla politica del governo al consiglio dei ministri;

-Attribuzione al presidente del consiglio dei poteri di funzionamento del consiglio dei ministri;

-Attribuzione al presidente del cosiglio dei poteri di coordinamento delle attività dei ministri.

Agli organi governativi necessari (presidente del consiglio, ministri, consiglio dei ministri), si aggiungono

organi non necessari, essi sono:

-vicepresidente del consiglio dei ministri;

-consiglio di gabinetto;

-comitati interministeriali;

-ministri senza portafoglio;

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-sottosegretari di stato;

-viceministri;

-commissari straordinari.

Vi sono alcuni settori dell'indirizzo politico che formano oggetto di discipline politiche particolari e che

concentrano nel governo il potere decisionale esse sono:

-politica di bilancio finanziaria;

-politica estera;

-politica comunitaria;

-politica militare;

-politica informativa e di sicurezza.

Il ministero da una parte costituisce un organo di partecipazione al potere politico, dall'altra parte costituisce

un organo amministrativo.

Si distingue così la PA dal governo. Accanto al ministero si trovano alcuni organi amministrativi denominati

agenzie.

Il governo si circonda anche di organi ausiliari i quali sono:

-consiglio di stato;

-consiglio sull'economia e lavoro;

-corte dei conti.

La durata del governo è di 5 anni.

Il Parlamento

La struttura dei parlamenti moderni prevede il bicameralismo (perfetto o imperfetto) o il monocameralismo.

In Italia si è optati per un bicameralismo perfetto. La Costituzione prevede dei casi in cui le camere si

riuniscano in seduta comune nei casi di elezione del presidente della repubblicam elezione di giudici

costituzionali, elezioni componente CSM, messa in stato d'accusa del presidente della repubblica.

Ciascun ramo del parlamento ha un organizzazione interna complessa in cui agiscono diversi organi: il

presidente dell'assemblea, l'ufficio di presidenza, le commissioni, i gruppi parlamentari e il capo gruppo.

I presidenti dell'assembra rappresentano le due camere dei deputati e del senato, ed hanno il compito di

regolarne le attività.

Le commissioni parlamentari sono organi collegiali che assolvono compiti specifici e possono essere

temporanee, permanenti, bicamerali, monocamerali.

I gruppi parlamentari hanno un ruolo fondamentale nell'organizzazione di entrambe le camere, con essi si

indicano le unioni dei membri di ciascuna camera che si costituiscono come un organizzazione stabile.

La durata in carica delle camere è di 5 anni, il parlamento è detentore della funzione legislativa e di

controllo nei confronti del governo.

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Il Presidente della Repubblica

Il presidente della repubblica è dotato di poteri di garanzia costituzionale e di garanzia dell'unità nazionale.

Il suo compito principare è:

- nominare il presidente del consiglio e sciogliere anticipatamente le camere;

Il presidente è eletto dalle camere in seduta comune, con una maggioranza dei 2/3 dell'assemblea, dopo il

terzo scrutinio è richiesta la semplice maggioranza. Prima di essere immesso alle funzioni esso giura di

fronte al parlamento in seduta comune.

Il presidente della repubblica è irresponsabile politicamente.

Il presidente compie atti di nomina ( 5 senatori a vita), il rinvio delle leggi motivato, i messaggi al

parlamento, esternazioni atipiche, e convocazioni straordinaria delle camere. Esso inoltre promulga leggi,

ratifica trattati internazionali, concede la grazia, ecc..

E' previsto che il presidente del senato possa sostituire il presidente della repubblica in caso di sua assenza.

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6. Regioni e governo localeRegioni nella storia istituzionale italiana

La Costituzione italiana prevede accanto all'apparato centrale dello stato, un complesso sistema di

autonomie regionali e locali, la Costituzione aveva previsto infatti uno stato regionale basato su:

-autonomia politica (art. 114 Cost);

-autonomia amministrativa e legislativa (art. 117 Cost);

-autonomia finanziaria (art. 119 Cost).

La Costituzione prevedeva anche la distinzione tra le 15 regioni ordinarie e le 5 regioni a statuto speciale

(Sicilia, Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Trentino, Valle D'Aosta), con l'aggiunta delle province di Trento e

Bolzano.

Il documento riconosceva anche l'autonomia di alcuni enti territoriali come comuni e province, con la

differenza che le regioni possono legiferare i comuni e province possono solo regolamentare.

Nonostante la previsione costituzionalNel 2001 il parlamento con legge 3/2001 e le regioni sono state

riconosciute solo nel 1970 e hanno raggiunto una parziale autonomia di funzioni amministrative tra il 1972 e

il 1977.

ha modificato il titolo V della Costituzione, la nuova disciplina ha apportato delle modificazioni che hanno

modificato il rapporto tra stato, regioni ed enti locali, provacando un decentramento politico, designando una

repubblica delle autonomie.

Ripartizione competenze tra stato, regioni ed enti locali

La Costituzione ha previsto che la repubblica si divisa in regioni, province, città metropolitane e comuni,

ciascuno dotato di autonomia. Inevitabilmente la repubblica delle autonomie a provocato una modificazione

del modo in cui sono ripartite le competenze tra stato, regioni ed enti territoriali. Lo stato ha perduto la

potestà legislativa generale, in quanto ora può legiferare solo negli ambiti previsti dalla Costituzione.

Importante è sottolineare che sia lo stato che le regioni devono rispettare gli stessi limiti legislativi di

coerenza con il testo costituzionale, coerenza con i vincoli dell'ordinamento comunitario e coerenza con gli

obblighi internazionali.

Con la legge Bassani e con la riforma costituzionale, si è dato agli enti locali la possibilità di funzioni

amministrative, pertanto l'amministrazione pubblica, viene assegnata se non diversamente richiesto

all'amministrazione locale. La riforma prevede la distinzione delle cinque regioni a statuto speciale.

I raccordi tra i diversi livelli territoriali di governo

In uno stato a forte decentramento politico, si pone il problema dei racordi (ossia gli strumenti di

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coordinamento e collegamento), tra i diversi livelli di governo territoriale.

Attualmente in italia si prevede la commissione bicamerale integrata e la conferenza stato-regionale.

Commissione bicamerale integrata: organo bicamerale previsto dal documento del 1948 che svolge compiti

consultivi, limitati essenzialmente allo scioglimento anticipato delle camere. A diversi anni di distanza

nessun atto è stato deliberato tramite la commissione bicamerale che sembra ormai essere abbandonata.

Conferenza stato-regione: creato prima della riforma del 2001, è ancora oggi operativo, esso costitusce lo

strumento cui si svolge la collaborazione tra stato, regioni e autonomie locali.

Accanto hai due meccanismi di raccordo si affianca la strumento delle competenze trasversali dello stato che

svolge funzioni di competenza regionale al fine di intervenire in nome di esigenze unitarie e di

coordinamento.

Un altra forma di raccordo è il potere estero delle regioni che consente alcuni rapporti con l'unione europea.

Infine lo stato può esercitare il potere sostitutivo sulle regioni o enti locali al fine di assicurare esigenze

pubbliche.

I rapporti tra le regioni e gli enti locali

La Costituzione riconosce e garantisce gli enti territoriali, essi sono:

Comuni: ente locale che rappresenta la propria comunità e ne cura gli interessi e lo sviluppo;

Province: ente locale che fa da intermediario tra comune e regione e rappresenta la propria comunità e ne

cura interessi, sviluppo e coordinamento.

A esse si aggiungono le città metropolitante.

Federalismo fiscale

Con tale termine si intende l'autonomia degli enti territoriali di utilizzare le risorse finanziarie e richiedere

tributi previsti da legge.

Il federalismo fiscale può comportare però una differenza tra i cittadini italiani, mettendo a rischio l'unità del

paese, pertanto è previsto un fondo perequativo a favore dei territori con minore possibilità economiche.

Forma di governo regionale

La legge elettorale 1/1999 ha dato avvio al mutamento della forma di governo regionale, che dovrà essere

definita dagli statuti delle regioni. Siamo quindi in una situazione transitoria. A seguito della riforma del

1999 il governo regionale si basa sulle figuere del presidente della regione, eletto a suffraggio universale.

rappresentante della regione, dirigente della giunta regionale (organo esecutivo della regione), promulgatore

di leggi e regolamenti regionali. Consiglio regionale, eletto dagli elettori regionali, titolare di funzione

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legislativa e il potere di fare proposte alle camere. Il consiglio regionale può provvedere allo scioglimento

anticipato della giunta e alle dimissioni del presidente mediante mozione di sfiducia.

In attesa del nuovo statuto si applica la legge del 1995 che prevede:

-Candidati alla presidenza regionale i capi liste;

-Preclamazione del presidente che ha avuto più voti;

-Il presidente fa parte del consiglio regionale;

-Entro dieci giorni il presidente nomina la giunta;

-Il consiglio può sfiduciare il presidente.

Forma di governo enti locali

La legge 265/1999 prevede che i cittadini votino direttamente il sindaco e il presidente della provincia.

Bisogna distinguere i comuni che hanno meno di 15000 abitanti da quelli che ne hanno di più. Nei primi

ogni candidato sindaco deve essere collegato ad una lista e l'elettore esprime un voto sia per il candidato che

per la lista, vince il candidato che ha i 2/3 dei voti se ciò non avviene si procede al ballottaggio. Nei secondi

il candidato sindaco è collegato ad una lista e l'elettore vota direttamente il sindaco e la lista, vince il sindaco

che ha il 50% più 1 dei voti, se ciò non avviene si procede al ballottaggio. L'elezione del presidente della

provincia è simile a quella per il sindaco dei comuni com più di 15000 abitanti, inoltre la ripartizione dei

seggi avviene a sistema proporzionale con clausola di sbarramento del 3%.

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7. Amministrazione della giustiziaGiudici ordinari e giudici speciali

Il sistema giudiziario italiano si caratterizza per la contestuale presenza di più giurisdizioni, esse sono:

Giudici ordinari: amministrano l'a giustizia civile e penale attraverso organi di giudizio civile (1.giudice di

pace e tribunale, 2.corte d'appello), organi di giudizio penale (1.giudice di pace, tribunale e corte d'assise,

2.corte d'appello, corte d'assise d'appello e tribunale della libertà) e organi requienti (PM).

Il PM esercita azioni penali in cui ha l'obbligo dell'azione (art. 112 cost), e azioni civili nei casi previsti dalla

legge. Gli uffici del PM sono chiamati Procure della Repubblica.

Giudici amministrativi: sono tribunali amministrativi regionali articolati in sezione e consiglio di stato

(organo di poteri giurisdizionali e consultivi), a cui è affidata la tutela giurisdizionale degli interessi legittimi

(art. 113 cost).

Corte dei conti: opera attraverso sezione regionali o centrali ed esercita giurisdizione in tema di

responsabilità dei pubblici amministratori che recano danni in campo economico ai soggetti pubblici ai quali

dipendono.

Giudici tributari: esercitano la giurisdizione nelle controversie tra cittadini e amministrazione finanziaria.

Giudici militari: in tempo di guerra svolgono funzioni stabilite dalla legge, in tempo di pace esercitano la

giurisdiziona sui reati commessi dagli appartenenti alle forze armate.

Principi costituzionali in tema di giurisdizione

La Costituzione prevede alcuni principi fondamentali in tema di giurisidizione come il principio della

precostituzione del giudice; il divieto di giudici speciali; i principi secondo cui la giustizia sia amministrata

in nome del popolo, partecipazione popolare alla giurisdizione, indipendenza degli organi giudicanti e del

PM, motivazione dei provvedimenti giudicanti, ricorso alla corte di cassazione (giudice di legittimità che

risolve i conflitti tra gli organi giurisdizionali); il prinicipio del diritto di difesa e giusto processo.

Lo status dei magistrati ordinari

La Costituzione prevede che l'accesso alla magistratura avvenga per concorso. I magistrati si distinguono tra

loro per le diverse funzioni che esercitano quella giudicante e quella requirente. La Costituzione afferma

anche che la magistratura costituisce un ordine autono e indipendente.

L'autonomia dell'ordine giudiziario indica che ciascun magistrato può determinarsi autonomamente senza

ricevere alcun condizionamento;

L'indipendenza dell'ordine giudiziario indica che ciscun magistrati è tutelato dai condizionamenti che

possono venire da poteri diversi.

Marco D'andrea Sezione Appunti

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Consiglio Superiore della Magistratura

La Costituzione italiana ha previsto a garanzia dell'autonomia e dell'indipendenza della magistratura il CSM,

composto da:

-3 membri di dirtto e precisamente il Presidente della repubblica, il presidente della Cassazione e il

procuratore della corte di cassazione.

-2/3 del consiglio sono occupati da giudici ordinari eletti che rappresentano i membri togati.

-1/3 del consiglio è ocupato dai membri laici ossia professori universitari e avvocati.

Il CSM è competente in ordine all'adozione dei provvedimenti riguardanti lo status dei magistrati ordinari,

che vengono sottoposti alla responsabilità disciplinare civile e penale.

Gli atti del CSM vengono espressi sottoforma di DPR.

Ministro di giustizia

La Costituzione attribuisce al ministro della giustizia i poteri di:

1) curare l'organizzazione e il funzionamento della giustizia;

2) promuovere l'azione disciplinare di nanzi al CSM;

3) partecipare al procedimento di conferimento degli uffici diretti;

4) esercitare poteri di sorveglianza sugli uffici giudiziari.

Marco D'andrea Sezione Appunti

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8. Fonti nozioni generaliFonti di produzione e fonti di cognizione

Sono fonti di produzione tutti gli atti o i fatti che incrementano l'ordinamento giuridico.

Sono fonti di cognizione tutti i mezzi mediante il quale si fa conoscere la legge. Distinguiamo fonti di

cognizione ufficiali da fonti non ufficiali. Le prime sono la Gazzetta ufficiale (GU), il bollettino ufficiale

regionale (BUR), Gazzetta ufficiale Comunità Europea (GUCE), esse rendono la norma ufficiale dopo 15

giorni dalla pubblicazione salvo diversa segnalazione. Le fonti di cognizione non ufficiali invece hanno solo

scopo di raccolta.

Fonti atto e fonti fatto

Le fonti atto sono equiparabili agli atti giuridici e si distinguono per il fatto che gli atti normativi sono

vincolanti per tutti, e per il fatto che devono essere imputabili a soggetti che sono capaci del potere di porre

in essere tali atti.

Le fonti fatto sono residuali e sono equiparabili ai fatti giuridici. Esse sono le consuetudini, le norme

prodotte dalla CE e le norme prodotte dalla globalizzazione dei mercati.

Tecnica di rinvio ad altri ordinamenti

Lo stato ha il principio di esclusività sulle fonti del diritto, e può decidere se adottare fatti o atti di altri

ordinamenti, mediante la tecnica del riinvio che si divide in rinvio fisso (meccanismo con il quale lo stato

richiama ad un determinato atto in vigore in un altro ordinamento), e rinvio mobile (meccanismo con il

quale lo stato richiama una intera fonte del diritto di un altro  ordinamento).

La funzione dell'interpretazione

Attraverso un atto normativo, il legislatore esprime la propria volontà. Gli enunciati normativi del legislatore

vengono chiamati disposizioni, che si distinguono dalle norme in quanto esse sono frutto dell'interpretazione

della disposizione.

Importante è distinguere tra interpretazione e applicazione, la prima come detto esprime ciò che il legislatore

vuole dalla sua disposizione, la seconda indica che ad un comportamento X corrisponde un effetto Y

(sillogismo giudiziale).

Interpretare una disposizione non è sempre facile, in alcuni casi il legislatore effettua una interpretazione

autentica con la quale chiarisce la sua volontà. Il legislatore non è comunque in ogni caso interprete.

Marco D'andrea Sezione Appunti

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Antinomie e tecniche di risoluzione

Può succedere che alcune norme siano tra loro in contrasto, a tale scopo sono stati adottati dei meccanismi di

risoluzione dei contrasti, essi sono il criterio cronologico, il criterio gerarchico, il criterio di specialità, il

criterio di competenza.

Criterio cronologico: detta che in caso di contrasto tra due norme dello stesso rango gerarchico, resta vigente

la norma più recente, l'altra viene abrogata, cioè perde efficacia. L'abbrogazione può essere espressa, tacita,

implicita.

Mentre l'abrogazione fa si che la norma perda efficacia, la deroga limita il campo d'applicazione della

norma, e la sospensione invece rende limitata per un certo periodo la norma.

Criterio gerarchico: detta che in caso di contrasto tra due norme di diverso rango gerarchico, resta vigente la

norma di rango superiore, quella di rango inferiore viene annullata.

Criterio di specialità: detta che in caso di contrasto tra due norme si deve preferire quella speciale a quella

generale. Le norme in conflitto rimangono entrambe valide.

Criterio di competenza: la Costituzione nell'art 114 assegna competenze particolari alle regioni per quanto

riguarda il loro potere legislativo. In tutti i casi previsti le regioni hanno la potestà legislativa anche sullo

stato.

Riserva di legge e principio di legalità

La riserva di legge è lo strumento con cui la Costituzione fa si che il legislatore debba disciplinare una

determinata materia, impedendogli di lasciare che essa venga disciplinata da atti di un livello gerarchico

minore.

Il principio di legalità prescrive che qualsiasi potere pubblico si fonda su una previa norma attributiva della

competenza.

Marco D'andrea Sezione Appunti

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9. Le fonti dell'ordinamento italiano. Lo StatoCostituzione e leggi di rango costituzionale

La Costituzione dello stato italiano è il vertice delle fonti del diritto, essa è una costituzione rigida il cui

processo di revisione è soggetto ad un procedimento partiolare. Accanto alla Costituzione troviamo le leggi

costituzionali.

Per la modificazione della Costituzione o di una legge di rango costituzionale, si svolge un particolare

processo che prevede quattro deliberazioni sullo stesso testo due per ogni camera.

La prima deliberazione è a maggioranza relativa, basta che i si superino i no. La seconda votazione (dopo tre

mesi), è a maggioranza qualificata (2/3) dei votanti. Se si raggiungono i due terzi la legge entra in vigore o

viene modificata, altrimenti si procede alla pubblicazione sulla GU, per dare maggior visibilità alla legge e

successivamente si apre il referendum.

Esistono comunque dei limiti alla modificazione della Costituzione, l'art 139 prevede che la forma

repubblicana non può essere oggetto di revisione, esistono anche principi impliciti come la libertà di voto, la

libertà di espressione ecc... che sono immodificabili.

La Legge formale ordinaria e gli atti aventi forza di legge

Con l'espressione legge formale si intendono sia le leggi costituzionali (vertice delle fonti), che quelle

ordinarie (fonti primarie), in quanto sono entrambe atti normativi deliberati dalle camere e promulgati dal

presidente della repubblica. Allo stesso gradino delle leggi ordinarie, vi sono gli atti aventi forza di legge,

essi sono: decreto legislativo, decreto legge, decreti del governo in caso di guerra, decreti di attuazione dello

stato e referendum abrogativo.

La formazione di una legge prevede i seguenti criteri cronologici:

-Iniziativa legislativa del governo (disegni di legge) o delle camere (proposte di legge).

-La deliberazione legislativa delle camere, che passa prima per commissioni competenti.

- Promulgazione e pubblicazione delle leggi.

La Costituzione prevede dei casi di leggi rinforzate o di fonti atipiche.

Decreti legislativi

Il decreto legislativo è l'atto con cui le camere possono attribuire al governo l'esercizio del potere legilsativo,

sotto ad alcuni limiti previsti: la delega è conferita solo con legge formale, la delega può essere conferita

solo al governo, la delega deve contenere indicazioni minime di tempo, principi e argomenti.

La formazione del decreto legislativo segue il procedimento secondo cui: il ministro promuove il decreto, le

camere deliberano e il presidnete della repubblica emana il decreto. Esistono anche dei casi di deleghe

Marco D'andrea Sezione Appunti

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accessorie come quelle che autorizzano il governo ad emanare testi unici.

Decreto legge

In casi straordinari e necessari il governo può emanare decreti legge, i quali sono efficaci sin da subito

appena pubblicati nella gazzetta ufficiale, ma perdono efficacia se non approvati dalle camere entro 60

giorni dalla loro pubblicazione.

Il decreto legge è deliberato dal consiglio dei ministri, emanato dal presidente della repubblica e pubblicato

nella GU. Il giorno stesso della pubblicazione esso viene presentato alle camere che dovranno decidere entro

60 giorni se convertirlo in legge, se ciò non avviene il decreto decade. Si è ricorso all'abuso del decreto

legge ogni qualvolta il governo lo ritenesse opportuno, cosi si è innescato un circolo vizioso che la corte

costituzionale con sentenza 360/1996 ha fermato, decretando che il decreto legge può essere utilizzato in

casi di urgenza e di necessità e se non approvato, non può essere riemanato.

Altri decreti con forza di legge

Esistono oltre al decreto legge e il decreto legislativo altri atti aventi forza di legge essi sono:

Decreti emanati dal governo in caso di guerra

Decreti legislativi di attuazione degli statuti speciali

Il referendum abrogativo come fonte

Il referendum è la richiesta fatta al corpo elettorale di esprimersi direttamente su una determinata questione,

la Costituzione prevede oltre al referendum costituzionale, il referendum abrogativo, mediante il quale il

corpo elettorale può incidere direttamente sull'ordinamento giuridico.

Esso richiede un procedimento lungo e difficile, esso può essere richiesto dal popolo (500000 firme) o dalla

regione, presso la Cassazione si costituisce l'ufficio centrale per il referendum che esamina la richiesta per

giudicarne la conformità con la legge, i quesiti legittimi vengono trasmessi alla corte costituzionale per il

giudizio di ammissibilità, se la corte lo dichiara ammissibile, tra il 15 aprile e il 15 giugno gli elettori

possono votare si o no.

Regolamenti parlamentari

Con i regolamenti parlamentari, le camere disciplinano la loro organizzazione e il loro funzionamento. Esso

è approvato a maggioranza assoluta e pubblicato lo stesso giorno in GU, nonostante i regolamenti per

Marco D'andrea Sezione Appunti

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tradizione sono fonti secondarie, essi sono equiparati alle leggi ordinarie.

Regolamenti dell'esecutivo

I regolamenti dell'esecutivo si dividono in governativi e ministeriali ed occupano il posto di fonte

secondaria.

Tra i governamenti regolativi troviamo: regolamenti di esecuzione, attuazione, organizzazione, indipendenti

ed un particolare i regolamenti di delegificazione, che consento di raggirare l'ordine gerarchico riuscendo

tramite un regolamento ad abrogare leggi. I regolamenti ministeriali non hanno bisogno di una

classificazione.

Marco D'andrea Sezione Appunti

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10. Le fonti delle autonomieSono fonti dell'ordinamento regionale: lo statuto, la legge regionale e il regolamento regionale.

Lo statuto

Si distinguono regioni a statuto speciale da regioni a statuto ordinario.

Le regioni a statuto speciale disciplinano oltre all'organizzazione il loro potere autonomamente.

Le regioni a statuto ordinario invece trovano disciplina nel titolo V della Costituzione ed in particolare nell'

art. 117, dopo la riforma 1/1999, gli statuti delle regioni ordinarie hanno avuto maggior importanza in

quanto essi possono decidere la propria forma di governo, concessa anche agli statuti speciali con legge

2/2001.

Leggi regionali

Le leggi regionali sono collocate tra le fonti primarie equiparate alle leggi statali, in quanto previste dalla

Costituzione. Ad esse si aggiungono le leggi delle province di Trento e Bolzano.

Il procedimento di formazione delle leggi regionali si compone di: iniziativa, approvazione in consiglio

regionale e promulgazione del presidente della regione con pubblicazione nel BUR.

L'art 117 stabilisce le competenze che si dividono lo stato e le regioni nell'attività legislativa, dettando:

- un elenco in cui lo stato ha potestà legislativa esclusiva (es: affari esteri, immigrazione e ordine pubblico,

cittadinanza, giurisdizione ecc...)

- un elenco in cui stato e regioni hanno potestà legislativa concorrente (es: governo del territorio, protezione

civile, sicurezza del lavoro ecc...)

- una clausola residuale dove si detta che tutte le altre competenze non ricomprese nei due elenchi spettano

alle regioni.

Regolamenti regionali

Anche le regioni possono emanare regolamenti con le seguenti caratteristiche:

-spetta agli statuti disciplinare i modi di esercizio della potestà regolamentare

-è introdotto un principio di parallelismo tra funzione legislativa e regolamentare

- i regolamenti sono fonti secondarie

Fonti degli enti locali

Marco D'andrea Sezione Appunti

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Anche gli enti locali (comuni e province) hanno proprie fonti, essi sono lo statuto e i regolamenti.

Lo statuto deve adottare le norme fondamentali su cui si fona l'organizzazione dell'ente

I regolamenti devono essere utilizzati nelle materie di propria competenza (es: funzionamento delle

istituzioni).

Marco D'andrea Sezione Appunti

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11. Le fonti comunitarie Anche il diritto della CE ha le sue fonti, esse sono fonti di diritto convenzionali (trattati) sui quali vigila lacorte di giustizia, e fonti di diritto derivato, che si dividono in non vincolanti (pareri e raccomandazioni) evincolanti (regolamenti CE, direttive CE e decisioni CE). I regolamenti CE hanno il valore di fonte primaria equiparabili cioè alla legge ordinaria nazionale, essi sonovincolanti per tutti ed hanno i requisiti di generalità ed astrattezza. Le direttive CE sono vincolanti per un singolo stato che lo vincolano ad un risultato da raggiungere. Le decisioni hanno lo stesso carattere dei regolamenti ma hanno portata particolare. Le fonti della comunità europea possono avere la caratteristica della diretta applicabilità (atti comunitari cheproducono effetti giuridici immediatamente, senza l'interposizione di un atto normativo), e effetto diretto(norme comunitarie che producono effetti giuridici immediatamente senza l'intermediazione dello statointerno [norma self-executing]). In caso di conflitto tra norma interna e norma esterna dobbiamo distinguere quindi tra: conflitto legge ordinaria e norma CE self executing: vige la norma self executing in quanto ha effetto diretto; conflitto legge ordinaria e norma CE non self executing: vige la legge ordinaria fino a quando la legge CEnon è attuata; conflitto tra norma sub legislativa e norma CE: vige la norma gerarchicamente sovraordinata; conflitto tra norma costituzionale e norma comunitaria: in caso di norma di dettaglio vige la normacomunitaria, in caso di principio fondamentale vige la costituzione. Per quanto riguarda le direttive comunitarie esse sono attuate da: -legge del parlamento -decreti legislativi -regolamenti governativi.

Marco D'andrea Sezione Appunti

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12. Giustizia costituzionaleLa giustizia costituzionale

Per giustizia costituzionale si intende lo strumento di controllo di legittimità a difesa della Costituzione. Se

la Costituzione non fosse controllabile essa perderebbe il suo carattere di fonte sovraordinata e di rigidità.

I modi di sindacabilità della Costituizione sono prevalentemente due:

-Sindacato preventivo: tipico del sistema francese, il sindacato preventivo prevede un sistema di controllo di

legittimità costituzionale delle leggi prima della loro promulgazione, questa funzione è svolta dal conseil

costituzionail.

-Sindacato successivo: prevede un controllo successivo all'entrata in vigore della legge o atto avente forza di

legge. Esso può essere diffuso o accentrato. Nel primo caso tipico esempio è quello dei sistemi di common

law, in particolare quello forte degli USA, qui ogni giudice può esprimersi sulla legittimità di una norma,

ovviamente il giudice di grado inferiore sarà vincolato dal giudice di grado superiore. Nel secondo caso

invece, vi è un unico organo che vigila sulla costituzionalità delle leggi essa è la corte costituzionale. Il

sindacato accentrato si divide inoltre in sindacato in via diretta (promosso da cittadini o organi di potere), e

in sindacato in via incidentale (promosso dal giudice durante il processo).

Il sistema costituzionale italiano è prevalentemente a sindacato successivo, accentrato in via indiretta.

La corte costituzionale

La corte costituzionale non può essere eletta su una struttura di rappresentanza, in quanto essa deve essere

indipendente e neutrale rispetto a:

-Politica in genere;

-Le parti che la eleggono (5 parlamento, 5 presidente repubblica, 5 suprema magistratura ordinaria);

-Interessi politici e privati.

Per garanzia di maggior neutralità ai giudici è riservato un particolare status che prevede:

-Trattamento economico elevato;

-Inamovibilità;

-Immunità;

-Autonomia finanziaria;

-Autodichia (competenze speciale per i ricorsi in materia di impiego dei propri dipendenti).

I giudici della corte durano in carica 9 anni e alla scadenza del loro mandato essi non vengono rinnovati

insieme, ma gradualmente, inoltre non è previsto il principio della prorogatio, a meno chè non si tratti di

rapporti d'accusa pendenti.

Alla corte per funzionare serve un quorum minimo di 11 giudici.

Il presidente della corte è eletto tra i membri della stessa, a scrutinio segreto e a maggioranza assoluta (50%

+ 1 dei votanti), esso oltre a svolgere rappresentanza esterna e amministrazione interna, designa i giudici,

Marco D'andrea Sezione Appunti

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presiede la camera di consiglio e vota per ultimo.

La corte può svolgere funzioni istruttorie per accertamento dei fatti, essa può inoltre riunirsi in udienza

pubblica o in camera di consiglio, dove vengono approvate le decisioni e trasformate in sentenza e

pubblicate in GU.

Le decisioni della corte si dividono in sentenze e ordinanze, le prime definiscono il processo, le seconde

risolvono le questioni sorte durante il processo.

Il controllo di costituzionalità delle leggi

L'art 134 cost detta che la corte effettua un controllo di legittimità costituzionale su leggi e atti aventi forza

di legge di stato e regioni.

Rientrano in questa definizione le leggi costituzionali, e le leggi ordinarie precedenti alla Costutuzione, che

presentano vizi materiali. La differenza tra vizi materiali e vizi formali sta nel fatto che i primi riguardano un

vizio del contenuto della norma, i secondi invece riguardano un vizio del processo di formazione della

norma.

Il parametro di giudizio è il termine di confronto impiegato dall corte nel giudicare.

Il giudizio può essere in via incidentale o in via diretta.

Il giudizio in via incidentale nasce durante un processo quando il giudice che deve risolvere la lite, si ritrova

a dover applicare una legge secondo lui sospetta, in questo caso il giudice presenta la questione alla corte

che ne verifica l'ammissibilità.

Importante che il giudice abbia il requisito oggettivo (applicazione legge in maniera obiettiva) e il requisito

soggettivo (posizione di terzietà).

Il giudizio in via diretta nasce dallo stato verso le regioni, dalle regioni verso lo stato o tra regioni. In questo

caso si agisce mediante ricorso alla corte promosso dalla giunta o dal consiglio dei ministri entro 60 giorni

dalla pubblicazione della legge.

Le sentenze della corte sono principalmente di 3 tipi:

-sentenze di inammissibilità;

-sentenze di rigetto;

-sentenze di accoglimento.

Le sentenze di inammissibilità sono quelle che respingono la questione perchè inammissibile dato che

manca dei requisiti essenziali (es: oggetto, requisiti giudice, thema decidendum).

Le sentenze di rigetto respingono la richiesta del giudice poichè ritenuta infondata. In questo caso la corte

non dichiara la legge legittima, ciò vuol dire che altri giudici potranno richiedere il sindacato sulla stessa

legge.

Le sentenze di accoglimento sono quelle che dichiarano la legge incostituzionale.

A tali sentenze si aggiungono:

-sentenze interpretative di rigetto: esse respingono la richiesta del giudice non perchè essa sia infondata ma

perchè essa nasce da una interpretazione distorta.

Marco D'andrea Sezione Appunti

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-sentenze manipolative: si dividono in:

sentenze accoglimento parziale (legge dichiarata illegittima in una sola parte)

sentenze sostitutive (legge dichiarata illegittima per via di una proposizione errata. Es: prevede x al posto di

y)

senteze additive (legge dichiarata illegittima per via della mancanza di una parte di essa).

Esistono inoltre delle sentenze che tendono a limitare gli effetti della corte, esse sono:

-sentenze esortative (dichiarano legge illegittima ed esortano il legislatore a renderle legittime)

-sentenze di legittimità provvisoria ( dichiarano legge legittima, ritenendo che essa sia transitoria)

-sentenze di accoglimento che limitano la retroattività (dichiarano legge incostituzionale, ma la rendono

illegittima solo per il futuro)

-sentenze additive di principio (dichiarano legge illegittima ed esortano il legislatore ad aggiungere la

proposione necessaria per rendere la legge legittima.

Conflitti attribuzione

I conflitti di attribuzione sono lo strumento con cui un potere dello stato può agire dinanzi alla corte per la

difesa delle proprie attribuzioni, lese da un altro potere dello stato.

Il potere non è altro che un ruolo attribuito agli organi dalla Costituzione.

La differenza tra conflitto di attribuzione e conflitto di competenza sta nel fatto che il primo sorge tra organi

di potere differente, il secondo tra organi dello stesso potere.

Oggetto del conflitto di attribuzione è l'usurpazione del potere, o l'intralcio del suo esercizio. La parte lesa si

rivolge mediante ordinanza alla corte che dopo aver ritenuto il conflitto ammissibile mediante ordinanza si

esprime con sentenza.

Conflitti attribuzione stato-regione

Sorgono tra stato e regione o tra regioni.

Oggetto del conflitto è la violazione di una competenza. Si agisce mediante ricorso, promosso dalla giunta

regionale o dal consiglio dei ministri, entro 60 giorni dalla promulgazione della legge, su cui la corte si

pronuncierà con sentenza.

Giudizio ammissibilità referendum abrogativo

Il referendum abrogativo da la possibilità di agire direttamente ai cittadini, per abrogare una legge.

Esso nasce per iniziativa popolare (500000 firme), o iniziativa regionale. Prima di essere proposto ai

cittadini esso viene sottoposto alla corte di cassazione per verificarne la conformità alla legge, e

Marco D'andrea Sezione Appunti

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successivamente alla corte costituzionale per verificarne l'ammissibilità.

Il referendum non è ammissibile nei casi previsti dall' art 75 cost, e cioè nei casi:

- leggi tributarie;

- leggi indulto;

- leggi di autorizzazione ratifica trattati internazionali;

- leggi di bilancio.

Inoltre non è ammissibile porre a referendum abrogativo le leggi costituzionali.

Giustizia politica

Consiste nella messa in accusa del presidente della repubblica nei casi di alto tradimento o attento alla

Costituzione.

In questo caso si agisce mediante una duplice fase: riunione delle camere in seduta comune per decretare o

no la messa in accusa, decisione della corte costituzionale.

Marco D'andrea Sezione Appunti

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13. Diritti e libertàPrincipio di uguaglianza Il principio di uguaglianza è citato nell'articolo 3 della Costituzione, esso ha una formulazione complessa: principio di uguaglianza formale: si trattano in modo uguale situazioni uguali, in modo diverso situazionidiverse; principio di uguaglianza  (nucleo forte): divieto discriminazioni sesso, razze, religione, lingua, ideologie. Principio di uguaglianza sostanziale: si tratta di rimuovere gli ostacoli di ordine economico sociale. Alla base del principio di uguaglianza vi è un principio di ragionevolezza.

Strumenti di tutela dei diritti Sono: riserva di legge riserva di giurisdizione tutela giurisdizionale responsabilità del funzionario sindacato di legittimità costituzionale

Applicazione garanzie costituzionali Esse vengono garantite dal punto di vista soggettivo (chi sono i titolari dei diritti), dal punto di vistaoggettivo (il contenuto dei diritti), dal punto di vista del bilanciamento (antinomie e contrasti tra diritto).

Diritti individuali Sono: Libertà personale; Libertà di domicilio; Libertà di circolazione.

Diritti pubblici Sono: Libertà di riunione; Libertà di associazione; Libertà di religione e di coscienza; Libertà manifestazione pensiero.

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Diritti economici Diritto sindacale; Diritto di sciopero; Diritto iniziativa economica.

Doveri Costituzionali I doveri costituzionali sono sostanzialmente due: dovere di difesa della patria (obbligo servizio militare); dovere di pagare le tasse.

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Indice

1. Lo Stato: nozioni introduttive 1

2. Forme di Stato 2

3. La Costituzione 6

4. Le forme di governo 7

5. Organizzazione costituzionale in Italia 9

6. Regioni e governo locale 12

7. Amministrazione della giustizia 15

8. Fonti nozioni generali 17

9. Le fonti dell'ordinamento italiano. Lo Stato 19

10. Le fonti delle autonomie 22

11. Le fonti comunitarie 24

12. Giustizia costituzionale 25

13. Diritti e libertà 29