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Percorso storico letterario sovra comunale: “CARLO EMILIO GADDA ALPINO E SCRITTORE IN ALTA VALLE CAMONICA” (agosto 1915 al gennaio 1916) A cura di Giancarlo Maculotti e di Pietro Messa RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI PROGETTO Invito per presentare progetti a carattere sovra comunale che valorizzino i percorsi storici lombardi a valenza storica, culturale e/o letteraria Anno 2010

“ARLO EMILIO GADDA ALPINO E SRITTORE IN ALTA VALLE … · 1.4 Carlo Emilio Gadda in alta Vallecamonica 25 3. Relazione dettagliata sul percorso storico-culturale 31 4. Collegamenti

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Percorso storico – letterario sovra comunale:

“CARLO EMILIO GADDA ALPINO E

SCRITTORE IN ALTA VALLE CAMONICA” (agosto 1915 al gennaio 1916)

A cura di Giancarlo Maculotti e di Pietro Messa

RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI PROGETTO

Invito per presentare progetti a carattere sovra comunale che valorizzino i percorsi storici lombardi a valenza storica,

culturale e/o letteraria – Anno 2010

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INDICE

Premessa 3

1. Il contesto storico, culturale, letterario e territoriale 5 1.1 Il territorio dell’alta Valle Camonica 5 1.2 Il contesto storico: la Grande Guerra in Adamello 6 1.3 Principali interventi di recupero e valorizzazione della Grande Guerra in Adamello realizzati ed avviati 14 1.4 Carlo Emilio Gadda in alta Vallecamonica 25

2. Relazione illustrativa di progetto

2.1 Il parternariato 30 1.2 Obiettivi, finalità, risultati e prodotti attesi dal progetto 31 1.3 Principali interventi di recupero e valorizzazione della Grande Guerra in Adamello realizzati ed avviati 14 1.4 Carlo Emilio Gadda in alta Vallecamonica 25

3. Relazione dettagliata sul percorso storico-culturale 31

4. Collegamenti con altri progetti simili realizzati sui territori limitrofi 34

5. Crono programma 48

6. Quadro economico-finanziario dettagliato 49

7. Documentazione illustrativa 51

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PREMESSA

Il presente progetto di valorizzazione, divulgazione e promozione del “Percorso storico-letterario sovra

comunale: Carlo Emilio Gadda alpino e scrittore in alta Valle Camonica” nasce dalla comune e congiunta

volontà delle nove amministrazioni comunali dell’alta Valle Camonica di intraprendere un processo di

riscoperta della figura, degli scritti, con particolare riferimento a il “Giornale di guerra e prigionia”, e delle

vicende vissute e narrate, nel periodo che va dal 24 agosto 1915 al 15 febbraio 1916, dal grande scrittore

lombardo novecentesco, volontario nel 5° reggimento alpini ed assegnato al fronte dell’Adamello in alta

Valle Camonica durante la Grande Guerra.

Il progetto vede dunque come figura letteraria d’interesse Carlo Emilio Gadda (1893-1973) con particolare

riferimento a il “Giornale di guerra e prigionia”, si riferisce al periodo storico connesso alla Grande Guerra e

con specifico riferimento territoriale ed ambientale costituito dal contesto territoriale e paesaggistico

alpino dell’alta Valle Camonica e dell’Adamello con riferimento ai territori dei comuni di Edolo, Corteno

Golgi, Incudine, Monno, Ponte di Legno, Sonico, Temù Vezza d’Oglio e Vione, i luoghi dove si svolsero gli

avvenimenti descritti nel “Giornale di guerra e prigionia”nel periodo che va dal 24 agosto 1915 al 15

febbraio 1916.

Il progetto, di rilevo interregionale, coinvolge anche ed innanzitutto la Comunità Montana di Valle

Camonica attraverso il Distretto Culturale di Valle Camonica, quale primo soggetto comprensoriale

costituto con il fine precipuo di favorire l’integrazione nelle attività ed iniziative di tutela, valorizzazione,

promozione e gestione dei beni e patrimoni locali, e vede il coinvolgimento diretto del Museo della Guerra

Bianca, dell’Associazione Alpini sezione di Valle Camonica e dall’Ecomuseo delle Fiamme Verdi del

Mortirolo, da tempo impegnate in un processo di lento recupero, valorizzazione e promozione dei beni e

manufatti connessi alla Grande Guerra.

Il progetto prevede quali utenti privilegiati, sia nella fase di progettazione e realizzazione del progetto che e

soprattutto in quella di divulgazione, promozione didattica e diffusione capillare della conoscenza dello

scrittore lombardo, l’attivo coinvolgimento e la partecipazione delle scuole e della popolazione locale.

Il progetto d’altra parte si pone in continuità e ad integrazione di altri interventi ed azioni già realizzate ed

avviate nel territorio dirette al recupero e alla valorizzazione dei manufatti relativi al primo conflitto

mondiale considerato il crescente interesse turistico, culturale e di testimonianza storica da essi

rappresentato, e alla più recente istituzione degli Ecomusei locali volti a favorire il coinvolgimento della

popolazione e delle sue espressioni nelle azioni di tutela, valorizzazione e promozione del distintivo e

peculiare patrimonio d’identità locale.

I territori dell’alta Valle Camonica si caratterizzano infatti per il significativo patrimonio, materiale ed

immateriale, di natura ambientale, storico e culturale a valenza turistica, connesso in particolare alla

presenza di Parchi ed aree Natura 2000 e ai relativi itinerari escursionistici e naturalistici, alla presenza di

evidenze ambientali e storiche culturali connesse alle tradizionali attività montane agro – silvo - pastorali,

minerarie e forestali (tradizione lignea), e, non da ultimo, si caratterizzano in particolare per il significativo

patrimonio connesso ai reperti, manufatti e memorie storiche della Grande Guerra in Adamello.

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Il progetto si inserisce altresì nel solco di una strategia di sviluppo locale volta al miglioramento

dell’attrattività turistica locale con specifico riferimento al turismo culturale, storico ed ambientale, volta

per tanto a promuovere un turismo sostenibile, di qualità e destagionalizzato.

Il percorso storico-letterario in progetto si inserisce e pone per tanto quale proposta ad integrazione dei

percorsi ambientali, storici e culturali già costituiti e valorizzati dal Distretto Culturale di Valle Camonica, dal

Museo della Guerra Bianca (BS) e dal Sistema Turistico interregionale “Adamello”.

A livello regionale, oltre alle valenze turistiche e relative connessioni con le specifiche normative in materia

di turismo e dunque in coerenza con il Programma di Sviluppo Turistico interregionale Adamello approvato

da Regione Lombardia, il progetto intende porsi in coerenza con le finalità e gli obiettivi specifici delle:

l.r. n. 35 del 29 aprile 1995 avente ad oggetto "Interventi della Regione Lombardia per la promozione, il coordinamento e lo sviluppo di sistemi integrati di beni e servizi culturali";

l.r. n. 28 del 14 novembre 2008 avente ad oggetto “Promozione e valorizzazione del patrimonio storico della Prima guerra mondiale in Lombardia”;

l.r. n. 27 del 23 ottobre 2008 avente ad oggetto “Valorizzazione del patrimonio culturale immateriale”;

ex l.r. 13 del 12 luglio 2007 “Riconoscimento degli ecomusei per la valorizzazione della cultura e delle tradizioni locali ai fini ambientali, paesaggistici, culturali, turistici ed economici”.

Il presente progetto risulta per tanto coerente con una pluralità di leggi regionali relative alla valorizzazione

culturale del territorio e ponendosi altrettanto in coerenza con i contenuti, gli obiettivi e le finalità sia del

PRS che del DPEFR soprattutto in tema di ambiente, cultura e turismo.

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1. Il contesto storico, culturale, letterario e territoriale

1.1 Il territorio dell’alta Valle Camonica

Il contesto ambientale e territoriale del percorso è l’Alta Valle Camonica, con particolare riferimento ai

territori dei comuni di Edolo, Corteno Golgi, Incudine, Monno, Ponte di Legno, Sonico, Temù Vezza d’Oglio

e Vione, i luoghi dove si svolsero gli avvenimenti descritti nel “Giornale di guerra e prigionia” nel periodo

che va dal 24 agosto 1915 al 15 febbraio 1916.

L’alta Valle Camonica è caratterizzata dalla presenza dei massicci alpini Adamello - Presanella ed Ortles –

Cevedale ed include nel proprio territorio i Parchi Naturali dell’Adamello e il Parco dello Stelvio. Si tratta di

un territorio alpino caratterizzato da valenze ambientali, culturali e storiche e quindi da una elevata

vocazione turistica che negli ultimi anni è stata fortemente valorizzata con importanti investimenti in opere

strutturali, infrastrutturali e di promozione turistica. Il contesto territoriale presenta vari percorsi turistici di

natura sportiva, ambientale, culturale e storica.

L’alta Valle Camonica rappresenta il territorio dei comuni più a nord della Valle Camonica in provincia di

Brescia. La valle bresciana è ubicata nella parte nord - orientale della Lombardia, inserita a cavallo fra la

zona prealpina e quell’alpina e confinante con la Regione Trentino.

L’alta Valle Camonica si incunea fra i massicci alpini Adamello - Presanella ed Ortles - Cevedale, tutti con

altitudine superiore ai 3.500 metri; spostandosi a Nord verso il confine con la Regione Trentino, il Monte Re

di Castello, il Monte Tonale e l’Adamello (territorio tutto compreso nell’omonimo Parco Regionale). La Cima

dei Tre Signori svetta ancora più a nord, nel Parco Nazionale dello Stelvio.

L’alta Valle Camonica include nel suo territorio i Parchi Naturali dell’Adamello (ubicato nella parte

meridionale dell’alta Valle e istituito con Legge della Regione Lombardia, n. 79 del 16 settembre 1983) e la

parte camuna del Parco dello Stelvio. Quest’area montana si caratterizza quindi proprio per essere sia area

Parco Regionale che area Parco Nazionale.

Il territorio dell’alta Valle Camonica presenta un’altitudine variabile dai 600 metri del fondovalle al confine

con Edolo, ai 3.554 dell’Adamello.

Il paesaggio è caratterizzato da un ambiente fatto di scenari imponenti, maestosi: ghiacciai eterni fanno da

corona a montagne massicce e altissime sui cui fianchi, man mano che si scende di altitudine, crescono

rigogliosi boschi che, nella parte più bassa della valle, lasciano il posto ai terreni agricoli coltivati.

Accanto alla natura, anche l’ambiente umano è di impronta squisitamente alpina: caratteristiche sono ad

esempio le baite in pietra e legno, parte integrante del paesaggio; i paesi, nei quali sono tuttora visibili i

tratti dei villaggi alpini di un tempo, conservano edifici di interesse storico ed artistico (chiese e edifici civili).

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1.2 Il contesto storico: la Grande Guerra in Adamello

Questa vasta area si trovò interessata dalla prima linea del fronte e pertanto condivise, anche se a volte

solo marginalmente, tutte le battaglie che si susseguirono nel settore principale del fronte dell’Adamello.

In Alta Valle Camonica il confine tra l’Italia e l’Impero Austro-Ungarico tagliava trasversalmente le

imponenti catene montuose dell’Ortles-Cevedale e dell’Adamello Presanella. La linea di demarcazione, tra i

due schieramenti avversari, seguendo la cresta proveniente dalla dorsale S. Matteo – Punta Vallumbrina

superava il Corno dei Tre Signori, sopra il Passo Gavia, scendeva lungo la Montagna di Ercavallo dividendo la Valle di Viso italiana dalla Valle del Monte in territorio austriaco, continuando per la frastagliata cresta fino

alla Punta di Ercavallo. Seguitava quindi sulla dorsale rocciosa, che separa sempre la Val di Viso dalla Val

Montozzo, giungendo prima alla Punta Montozzo e poi alla Forcellina omonima. Questo valico

rappresentava il punto più importante del settore camuno dell’attuale Parco dello Stelvio in quanto luogo

di passaggio alternativo al Passo del Tonale, sia per gli italiani verso la Val Montozzo, sia per gli Austriaci

verso la Valle Camonica.

Oltre la Forcellina di Montozzo la prima linea continuava lungo l’impervia cresta dell’Albiolino e dell’Albiolo

per giungere al Passo dei Contrabbandieri, altra possibile via di sfondamento attraverso la Val d’Albiolo. La

dorsale Cima Casaióle – Monte Tonale Occidentale – Cima Bleis – Cima Le Sorti costituiva il baluardo più

occidentale, spartiacque tra la Val di Viso e la sella del Tonale.

Perpendicolarmente a questa cresta s’incuneavano le diramazioni fortificate di Cima Cadì e del Monte

Serodine, direttamente collegate alla prima linea del Passo del Tonale. La distribuzione difensiva italiana in

Alta Valle Camonica faceva capo al grande “Sbarramento del Tonale” che, sul suo fianco sinistro, si

identificava nel più ridotto, ma non per questo meno importante, “Fronte del Montozzo”.

Una ulteriore diramazione, della prima linea del fronte, riguardava la zona del Passo del Gavia che, insieme

al Passo del Tonale e alla Forcellina del Montozzo, rappresentavano le tre possibili vie d’accesso, da parte

austriaca, alla Valle Camonica.

L’esteso territorio del Passo di Gavia era stato approntato a difesa fortificando, da un lato la dorsale

orografica destra in direzione della Cima Gavia, dall’altro le pendici montuose di Cima Gaviola. Anche tutta

l’impervia cresta dal Corno Tre Signori fino al Monte S. Matteo, passando per la Cima Sforzellina, il Pizzo di Vallumbrina, la Cima di Villacorna e il Monte Mantello, costituiva un importante settore avanzato che

consentiva il controllo ravvicinato delle linee austriache direttamente prospicienti la Val del Monte. La zona

del Gavia costituiva inoltre l’anello di congiunzione della struttura difensiva del “Fronte del Tonale” con

quella facente capo al grande sbarramento fortificato dello Stelvio.

A ridosso di questi fondamentali baluardi di difesa erano stati predisposti alcuni centri dai quali doveva

irradiarsi l’organizzazione logistica di questa parte di fronte: il villaggio militare di Vallumbrina al Passo di

Dosegù, quello di Ercavallo sotto l’omonima cima e quello più importante del Montozzo. Inoltre il centro

logistico del Serodine assicurava i contatti con le linee avanzate del Passo del Tonale e, quello leggermente arretrato delle Gràole, faceva da punto d’unione con le opere fortificate del Passo di Gavia. Si originava in

tal modo una rete di collegamenti tra tutti gli avamposti della prima linea del fronte.

Questo particolare settore, definito appunto “Fronte del Montozzo”, di fatto aveva nella Forcellina di

Montozzo una via alternativa alla sella del Tonale, utile sia agli italiani sia agli austriaci in caso di tentativo di

aggiramento delle posizioni del passo stesso del Tonale. La Forcellina del Montozzo era infatti una

conosciuta via di transito sin dall’antichità per lo spostamento delle greggi transumanti e per quanti si

spingevano nelle valli trentine per lavoro; era inoltre percorsa da cacciatori e bracconieri.

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A controllo di questi movimenti, che avvenivano a ridosso delle linea di confine, già nel 1910 la Regia

Guardia di Finanza aveva fatto costruire una piccola caserma per la vigilanza estiva della Forcellina di

Montozzo e del Passo dei Contrabbandieri. Allo scoppio delle ostilità i comandi militari, di entrambi gli

schieramenti, non erano preparati ad affrontare una guerra tipicamente “alpina”, cioè di alta montagna e a

quote di oltre 3.000 metri. Con il passare dei mesi dovettero rendersi conto che la guerra, nella quale si

erano avventurati, era totalmente diversa rispetto alle precedenti, nuova per la logistica e per la vastità del territorio morfologicamente diverso. Andavano perciò studiate nuove strategie capaci di adattarsi ad

esigenze sempre più diversificate, inventando ogni giorno accorgimenti, che al di là di quanto prescritto nei

manuali, potessero meglio calarsi nella realtà quotidiana.

Le prime linee italiane dello “Sbarramento del Tonale” furono comunque costruite e fortificate in

previsione di una guerra tipicamente difensiva. Le disposizioni del Comando Supremo stabilivano infatti che

sul fronte Trentino fossero effettuate, ove necessario, solo piccole azioni offensive esclusivamente per

occupare posizioni più facilmente difendibili, che consentissero alle truppe italiane di attestarsi in luoghi

meglio accessibili e rifornibili. Di fatto tutto il fronte, tra il Gavia e il Tonale, non subì durante la guerra

alcuna modifica rispetto alle condizioni iniziali. Le operazioni belliche si svolsero, quasi esclusivamente, nel

tentativo di occupare alcune posizioni dominanti o per distogliere dai veri obiettivi, in concomitanza di

azioni svolte in altra parte del fronte.

Alla luce di queste considerazioni vennero impartite precise disposizioni affinché, a rincalzo della prima

linea, fossero realizzate una serie di linee arretrate che dovevano entrare in funzione in caso di

sfondamento di quella principale al Passo del Tonale. Diversi sbarramenti difensivi vennero così costruiti

sulle dorsali che, lungo il solco dell’Oglio, si diramano perpendicolarmente al suo asse.

La prima, delle linee arretrate, si attestava tra la Malga Previsgai e la Bocchetta di Val Massa sopra l’abitato

di Villa Dalegno ed era collegata, sull’opposto versante, con il Forte di Corno d’Aola a monte di Ponte di

Legno. Il forte, unico italiano presente sul fronte dell’Adamello, doveva contrastare i cinque forti austriaci posizionati oltre la linea di confine, all’inizio della Val di Sole: i forti Strino, Velon, Mero, Saccarana o Tonale

e Presanella o Pozzi Alti dislocati, secondo il principio della disposizione a tenaglia e della difesa reciproca,

sugli opposti versanti della valle. La seconda linea arretrata era stata costruita sopra l’abitato di Vezza

d’Oglio, anch’essa su entrambi i lati della valle, con le difese fortificate di Pornina e della Piana dei Morei sul

versante orografico sinistro e di Rovaia su quello destro.

Ancora più a valle, in territorio di Incudine, la terza linea di difesa sbarrava letteralmente la vallata

irradiandosi poi sull’uno e sull’altro pendio montuoso. Su quello orografico destro si collegava alle

fortificazioni del Pianaccio e del Monte Pagano, a loro volta unite a quelle della Cima Varadèga. I sopracitati apprestamenti difensivi di Cima Rovaia, del Pianaccio, del Monte Pagano e di Cima Varadèga costituivano lo

“Sbarramento del Mortirolo”. Esso aveva l’importante compito di intervenire in caso di cedimento della

linea del Tonale ma allo stesso tempo costituiva anche il pilastro meridionale dello “Sbarramento di Grosio”

in Valtellina. Rappresentava pertanto un fulcro tattico in previsione di un possibile tentativo di

aggiramento, da parte austriaca, attraverso la neutrale Svizzera.

Dalle disposizioni del Comando Supremo concernenti la mobilitazione e la radunata dell’esercito, impartite

dal Comando del III Corpo d’Armata, al Comando del Settore Valtellina – Vallecamonica di Edolo, in data 15

luglio 1915, è possibile avere un quadro completo di come l’esercito italiano, a poco più di un mese dall’inizio delle ostilità, preparava i piani tattici per la difesa del territorio nella zona che viene definita come

“Sbarramento del Mortirolo”.

Di seguito, per completezza forniamo anche sintesi dei principali avvenimenti bellici. Tale sintesi è tratta dal

sito istituzionale del Museo della guerra Bianca in Adamello, soggetto partner di progetto:

http://www.museoguerrabianca.it/index.php?option=com_content&task=view&id=12&Itemid=41)

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Nel corso del primo conflitto mondiale, l'estremità occidentale del fronte italo-austriaco attraversava i due

imponenti gruppi montuosi dell'Ortles-Cevedale e dell'Adamello-Presanella.

Di pattuglia

Allo scoppio delle ostilità i comandi militari Italiani ed Austriaci non erano preparati ad affrontare le

problematiche di una guerra di alta montagna con permanenza ad oltre 3.000 metri di quota e ben presto si

resero conto che la guerra lassù era totalmente diversa rispetto alle altre zone del fronte. Questo per la

vastità e la morfologia del territorio che condizionava pesantemente ogni scelta militare. Secondo le

strategie dell'epoca solo il possesso delle cime poteva garantire il controllo delle valli e la difesa doveva

essere organizzata su più linee successive da abbandonare una ad una a seguito di un eventuale

sfondamento avversario della prima linea. Questi due principi portarono a sanguinosi quanto inutili attacchi

a cime rivelatesi in seguito non adeguatamente difendibili, nonché alla realizzazione contemporanea di tre

o quattro linee difensive, togliendo energie per la formazione di una prima linea forte e disperdendo i

reparti in estenuanti lavori dal valore tattico piuttosto scarso.

Passerella aerea

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Alla dichiarazione di guerra da parte dell'Italia, l'Austria, da quasi un anno impegnata in durissimi scontri sul

fronte Russo, dispone di pochi soldati da dedicare al nuovo fronte: gli austriaci, possono contare quasi

esclusivamente sugli Standschutzen, civili al di fuori delle fasce di età della leva ma iscritti ai poligoni di tiro

e quindi esperti tiratori. Questi, rapidamente inquadrati in reparti militarizzati, formarono quel velo

difensivo che seppe resistere con coraggio ed abnegazione fino all'arrivo delle truppe fatte affluire dal

fronte russo, questo anche grazie all'incapacità da parte italiana di sfruttarne l'intrinseca debolezza. Il Passo

del Tonale fu da subito considerato il punto strategico dell'intero settore: per questo motivo tutte le azioni,

sia da parte italiana sia da parte austriaca, ebbero come obiettivo, diretto o indiretto, il possesso ed il

superamento dell'importante valico.

Messa al Passo della Lobbia

La prima azione di guerra sui ghiacciai fu affidata al battaglione “Morbegno” il 9 giugno 1915. Gli alpini, nel

tentativo di cogliere gli austriaci di sorpresa e occupare la Conca Presena, effettuarono una vera impresa

alpinistica risalendo la Val Narcanello, il ghiacciaio del Pisgana e attraversando la parte alta di Conca

Mandrone. Tuttavia, appena iniziata la discesa in Conca Presena, avvistati, furono sottoposti ad un intenso

bombardamento ed al preciso tiro dei Landschutzen (le truppe scelte da montagna dell'esercito austriaco)

che, pur essendo di numero assai inferiore, respinsero l'attacco. Il 15 luglio, risalendo la Vedretta del

Mandrone, gli austriaci tentarono un'azione contro il presidio al Rifugio Garibaldi. Il piano fallì per l'abilità

dei difensori, ma mise in risalto la vulnerabilità del sistema difensivo italiano che avrebbe potuto essere

aggirato muovendo attraverso i ghiacciai.

Tenuta mimetica italiana

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Fu quindi rafforzata la vigilanza ai margini della Vedretta del Mandrone (sulla cosiddetta “Linea dei Passi”) e

aumentata la consistenza del reparto di stanza presso il Rifugio Garibaldi che crebbe fino a divenire un

battaglione autonomo di sciatori.

Il 25 agosto i reparti italiani furono impegnati in una nuova offensiva sulla sella del Tonale. Gli alpini,

affrontando di notte notevoli difficoltà, riuscirono a conquistare la linea di cresta Castellaccio - Lagoscuro -

Payer – Pisgana: fin da subito furono approntati i lavori per garantirne la difesa e i collegamenti, e quanto

necessario per affrontare l'inverno ormai alle porte. Furono costruite baracche, postazioni d'artiglieria,

scavate caverne e intagliati sentieri, sentieri di cui oggi è superstite testimonianza il suggestivo ed aereo

"Sentiero dei Fiori" che percorre tutta la cresta.

Altre azioni in direzione della Conca Presena furono tentate nell'autunno ma si conclusero senza alcun

successo. Nella zona del Montozzo, ala destra del fronte del Tonale, le azioni più significative del 1915

portarono alla breve conquista italiana del Torrione d'Albiolo, presto ripreso dagli imperiali.

Svaghi al Garibaldi

Durante il primo inverno di guerra il territorio decisamente ostile e le avversità atmosferiche costrinsero i

contendenti ad immani opere di approntamento e di logistica per poter svernare a quote così elevate, in

condizioni climatiche al limite della sopravvivenza. Se da un lato gli italiani avevano rafforzato la “Linea dei

Passi”, gli austriaci erano saldamente radicati alla testata della Val di Genova, intorno al Rifugio Mandrone,

con presidi avanzati sulla dorsale montuosa Lobbia Alta - Monte Fumo. Fu in direzione di questa linea che si

concentrarono le azioni italiane della primavera del 1916.

Il 12 aprile gli alpini, raggiunsero Passo Brizio e, irradiandosi a ventaglio sul ghiacciaio, conquistarono con

difficoltà la linea Lobbia Alta-Cresta Croce-Dosson di Genova-Monte Fumo, presidiata dagli austriaci.

Due settimane dopo, il 29 e 30 aprile, fu attaccata e presa solo in parte anche la più orientale delle linee di

difesa austriache: la cresta Crozzon di Folgorida - Crozzon di Lares - Passo di Cavento.

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Il villaggio di Passo Brizio

All'azione di fuoco contribuì anche un cannone da 149 G piazzato al Passo Venerocolo, il più grosso pezzo

d'artiglieria mai portato a quote così elevate. Il suo trasporto richiese sforzi eccezionali a centinaia di soldati

per quasi tre mesi, ma poi contribuì notevolmente a tutte le successive battaglie del fronte dei ghiacciai.

Oggi monumento nazionale esso è ancora nella sua ultima postazione di Cresta Croce, a 3276 metri di

quota.

Uno strano viaggiatore

Dopo due giorni di sanguinosi combattimenti l'azione fu sospesa pur mantenendo gli austriaci ancora

saldamente le posizioni centrali dei Passi di Fargorida e delle Topette, avendo respinto ogni attacco. La

situazione fu sbloccata qualche giorno dopo da una pattuglia di alpini che, aggirando le posizioni nemiche

del Crozzon del Diavolo, costrinse al ripiegamento gli avversari; le truppe italiane furono così in grado di

dilagare in Val di Genova, giungendo fino alle porte di Carisolo. L'improvvisa offensiva austriaca nota come

“Strafexpedition”, sferrata nel Trentino orientale, costrinse però gli italiani ad interrompere la loro

avanzata, essendo divenuta prioritaria la difesa degli altipiani.

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Cani di corve’

In seguito all'occupazione delle due dorsali al centro delle vedrette adamelline si presentò il problema di

organizzare la logistica di questa nuova parte del fronte. Al Passo Garibaldi, ove giungevano le teleferiche

che risalivano da Temù la Val d'Avio, sorse un grande villaggio militare. Da questa posizione, attraversando i

ghiacciai del Mandrone e della Lobbia, i rifornimenti raggiungevano le posizioni più avanzate trasportati da

slitte trainate inizialmente da muli, in seguito sostituiti da cani, animali molto più veloci e resistenti al clima

d'alta quota. L'inverno si presentò subito quale nemico implacabile: temperature bassissime e abbondanti

nevicate, seguite da micidiali valanghe, provocarono infatti numerosissime vittime lungo tutto il fronte

dell'Adamello.

Ponte di Legno bombardata

Sull'Adamello il 1917 fu un anno di relativa calma: l'esercito italiano era infatti impegnato nelle

sanguinosissime battaglie dell'Isonzo. Unica azione di rilievo ebbe luogo il 15 giugno con la conquista da

parte degli italiani del Corno di Cavento a 3402 metri di quota.

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Gli abitanti dell'Alta Valle Camonica, e soprattutto quelli di Ponte di Legno, ricorderanno però il 1917 come

il più nefasto dei quattro anni di guerra: il 27 settembre, infatti, gli austriaci bombardano l'abitato di Ponte

distruggendolo completamente.

Passato l'inverno del 1917, e fermata l'onda asburgica seguita alla rotta di Caporetto, per il 1918 i comandi

italiani del settore dell'Adamello prepararono nuove offensive. L'esercito austroungarico era ormai

immerso nella grave crisi politica ed economica interna: impossibili gli approvvigionamenti di materie prime

e capitali a causa del blocco imposto dall'Intesa, le risorse stavano rapidamente esaurendo.

Piccole azioni furono dirette, nel mese di maggio, verso le propaggini della cresta Punta dell'Orco-Fargorida,

ma furono solo i preparativi della più grande battaglia dell'intero fronte dell'Adamello: la conquista della

Conca Presena, spina nel fianco dello schieramento difensivo italiano.

Attacco italiano al Presena

Questa azione, la più significativa e complessa tra tutte le battaglie della “Guerra Bianca”, si svolse tra il 25

e il 28 maggio 1918 e vide impegnati numerosi battaglioni di alpini e oltre 200 pezzi d'artiglieria di ogni

calibro.

Il 13 giugno, gli austriaci, in concomitanza con un analogo estremo attacco sul Piave, sferrarono sul Tonale

la “Lawine-expedition” (Offensiva Valanga), ma gli italiani resistettero per due giorni ai pressanti assalti,

costringendo infine gli austriaci a desistere.

Il 15 giugno, gli austriaci, con un'azione ben riuscita, rioccuparono di sorpresa il Corno di Cavento,

esattamente un anno dopo averlo perduto. Il Cavento però resta in mani austriache ben poco: il successivo

19 luglio, infatti, gli italiani rimisero piede sulla posizione e fu definitivamente.

Il 13 agosto, una nuova offensiva italiana cercò di completare l'occupazione della Conca Presena.

Il 1° novembre 1918, il Passo del Tonale fu ancora una volta campo di battaglia: gli imperiali, allo stremo

delle forze ma fedeli al compito di difesa assegnato, combatterono con le ultime risorse, senza tuttavia

fermare l'esercito italiano che dilagò in Val di Sole catturando interi reparti avversari.

Finita la guerra, su quelle tormentate montagne, scese il velo silenzioso della pace. Una indimenticabile

pagina di storia è stata scritta col sangue, da uomini che, senza odio, combatterono per la difesa della

propria Patria.

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1.3 Principali interventi di recupero e valorizzazione della Grande Guerra in Adamello realizzati ed avviati

Per il periodo 2007/10, nell’ambito del Sistema Turistico interregionale “Adamello” si sono realizzate e

programmate operazioni di recupero, valorizzazione e promozione del patrimonio della Grande Guerra.

Nel dettaglio si sono realizzati e avviati i seguenti interventi:

Recupero funzionale manufatti storici della guerra in Adamello – Realizzazione di un centro

polifunzionale per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari e artigianali tipici locali: finanziato da Regione Lombardia DGR n. 15389 del 27 dicembre 2006, realizzato dal Comune di

Monno, ha previsto un costo di 200.000,00 euro.

Progetto Interregionale 2007: “Itinerari della Grande Guerra – Un viaggio nella storia” percorsi

della Grande Guerra in Adamello”: finanziato da Regione Lombardia DGR n. 8/6022 del 5 dicembre

2007 prevede un costo complessivo di 900.000,00 euro per la realizzazione degli interventi: Valorizzazione dei manufatti della Grande Guerra e recupero dei percorsi d’accesso; Realizzazione

di opere di manutenzione straordinaria, realizzazione nuovi percorsi, implementazione mappatura

GPS per la regione ciclistica Adamello Bike Arena.

Più lontano nel tempo, il primo e più consistente intervento di recupero è riferito agli apprestamenti

difensivi della conca del Montozzo, in Comune di Ponte di Legno, lungo la prima linea del fronte, sulla

destra dello sbarramento difensivo del Passo del Tonale.

I lavori sono stati progettati dal Museo della Guerra Bianca in Adamello di Temù e sono iniziati nel 1997

coinvolgendo diverse forze culturali e amministrative. Oltre al Museo hanno collaborato ai lavori il Comune

di Ponte di Legno, il Parco Nazionale dello Stelvio, la Comunità Montana di Valle Camonica, Il Club Alpino

Italiano di Brescia, l’Associazione Nazionale Alpini di Valle Camonica, il 4° Corpo d’Armata Alpino.

Più recentemente, in parallelo con il recupero dei manufatti è nato il progetto Parco Tematico Culturale e Ambientale “La Guerra Bianca: il suo territorio, le sue genti” che rappresenta senz’altro l’ennesima ed

ambiziosa azione strategica per valorizzare e promuovere il turismo storico – culturale, nonché il turismo

ambientale ed escursionistico nel contesto territoriale.

Lo stanziamento che la Giunta regionale nel corso del 2003, su proposta dell’assessore alle Culture, identità

e autonomie della Lombardia, Ettore Albertoni, ha deciso di assegnare all’associazione Museo della Guerra

bianca in Adamello di Temù è stato di 45mila euro in riferimento alla legge regionale n. 35 del 1995 relativo

alla promozione e sviluppo dei beni culturali lombardi, recupero degli archivi, sviluppo dei sistemi integrati

e attività culturali. Il contributo regionale è finalizzato esclusivamente al censimento e valorizzazione delle

opere esistenti sul territorio lombardo relative al tratto di fronte della Prima Guerra Mondiale che va dal

Passo dello Stelvio al Garda.

A complemento ed integrazione di questo progetto si deve aggiunge la realizzazione della nuova sede del

Museo della Guerra Bianca in Adamello di Temù.

Le varie e diverse opere previste per la realizzazione della nuova sede del Museo della Guerra Bianca in

Adamello di Temù hanno previsto un importo complessivo di 2 milioni e 600 mila euro e sono state

finanziate dalla Regione Lombardia e dall’Unione Europea attraverso il piano Obiettivo 2, e in parte dallo

stesso Comune con fondi propri.

Gli obiettivi specifici che si è dato il nuovo Museo della Guerra Bianca in Adamello di Temù sono altrettanto

ambiziosi e qualificati: da una parte, il Museo ha progettato l’innovazione delle esposizioni e dei servizi

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attraverso la costruzione di una nuova sede, che contribuirà anche a riqualificare il centro storico del

comune; dall’altra parte, il Museo si è proposto come il punto di raccordo del progetto di conservazione e

valorizzazione del patrimonio culturale della Prima Guerra Mondiale diffuso sul territorio, attraverso

appunto la costituzione del Parco Tematico Culturale ed Ambientale dedicato alla Guerra Bianca.

Nell’ambito del Parco Tematico "La Guerra Bianca: il suo territorio, le sue genti" il Museo della Guerra

Bianca in Adamello ha individuato diversi Itinerari escursionistici di Turismo Culturale assai emozionanti per

le numerose tracce di storia che conservano e sempre suggestivi per il meraviglioso contesto naturale ed i

grandiosi panorami entro cui si svolgono.

I percorsi hanno diversi livelli di fruibilità: ognuno, dalla famiglia con bambini all’escursionista più esperto

potrà trovarvi diverse escursioni adatte ai propri interessi ed alle proprie capacità. La bellezza e la varietà di

questi 13 itinerari costituiscono sicuramente una risorsa turistica rilevante.

Di seguito proponiamo le tabelle illustrative degli stessi itinerari individuati e proposti dal Museo della

Guerra Bianca.

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1. Itinerario: Alle pendici del Corno d’Aola

Percorso: Ponte di Legno (1256 m) - Valbione (1517 m) - Rifugio Petitpierre (1920 m) -

Baita del Pastore (2131 m).

Interessi: Manufatti militari di vario tipo realizzati durante il primo conflitto mondiale.

Escursione panoramica in ambiente suggestivo ricco di moltissime varietà di

flora alpina. Stupenda vista sulla imponente parete del Salimmo e sulla cresta

Castellaccio-Lagoscuro-Payer.

Difficoltà: Il percorso è agevole in tutto il suo sviluppo.

Periodo consigliato: Da giugno a ottobre.

Tempo di percorrenza: Ore 3.10. (Partendo dal Rifugio Petitpierre in 45 minuti si raggiunge la Baita

del Pastore).

Dislivello: 876 m.

Attrezzatura e vestiario: Da media montagna.

Segnaletica: Itinerari C.A.I. n. 41 e 47.

Parcheggio: A Ponte di Legno nelle vicinanze della stazione di partenza della seggiovia per

Valbione.

Note: E' possibile percorrere il tratto Ponte di Legno-Valbione con l'automobile. Si

possono inoltre utilizzare due tronchi di seggiovia: Ponte di Legno-Valbione e

Valbione-Rifugio Petitpierre al Corno d'Aola.

2. Nella Conca del Montozzo intorno al Rifugio Bozzi

Percorso: Case di Viso (1753 m) - Malga delle Casaiole (2102 m) - Rifugio Bozzi (2480m )

Interessi: Si tratta di un importante complesso di fabbricati, grotte e postazioni a

ridosso della prima linea del fronte. Escursione tra pascoli popolati da

numerosi branchi di cervi, particolarmente avvistabili durante la stagione

degli amori. Ambiente ricco di molte specie di flora alpina.

Panoramico punto di osservazione sulle affascinanti Case di Viso, sul Corno

dei Tre Signori e sulle irnpervie pareti della Punta d'Albiolo.

Difficoltà: Percorso agevole in tutto il suo sviluppo.

Periodo consigliato: Da giugno a ottobre.

Tempo di percorrenza: Ore 2.20.

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Dislivello: 727 m.

Attrezzatura e vestiario: Da media montagna.

Segnaletica: Segnavia C.A.I. n. 52.

Parcheggio: Nel vasto piazzale realizzato a lato della strada prima del ponte che immette

nel villaggio di Case di Viso.

Note: Data la facile raggiungibilità, grazie alla comoda strada militare, il complesso

fortificato della Conca di Montozzo è particolarmente indicato per gite di

istruzione scolastica e familiari.

Pernottamento in quota: Esiste la possibilità di pernottare presso il Rifugio A. Bozzi, di proprietà dei CAI

di Brescia, che dispone di 24 posti letto ed è aperto durante la stagione

estiva, dal 20 Giugno al 20 Settembre.

3. Tra la Cima Cadì ed il Monte Serodine

Percorso: Passo del Tonale (1883 m) - Ristorante Nigritella (2072 m) -Malga Serodine di

Dentro (2426 m) - Cima Cadì (2604 m).

Interessi: Manufatti militari di vario tipo realizzati durante il primo conflitto mondiale.

Escursione panoramica in ambiente suggestivo con possibili avvistamenti di

camosci. Stupenda vista sulla cresta dei Monticelli, sulla Presanella e sulla

Conca Presena. Copiose fioriture di Stelle alpine nei costoni laterali al

tracciato.

Difficoltà: Agevole nel tratto che dalla Malga Serodine di Dentro porta alla postazione

d'artiglieria in caverna e a Cima Cadì, e che da Cima Cadì a mezza costa

raggiunge il Laghetto Bleis. Il sentiero di arroccamento in cresta che dalla

Cima Cadì sale al Monte Tonale Occidentale e prosegue poi per Cima Bleis e

Cima Le sorti, e così pure il tratto che dalla Bocchetta Bleis conduce al Monte

Serodine, sono per escursionisti esperti.

Periodo consigliato: Da giugno a ottobre.

Tempo di percorrenza: Ore 2.30 per raggiungere la Cima Cadì.

Dislivello: 721 m.

Attrezzatura e vestiario: Da media montagna.

Segnaletica: Itinerario C.A.I. n. 63 (solo in parte).

Parcheggio: Al Passo del Tonale nel piazzale posto al bivio tra la SS. 42 e la strada che

porta alla stazione di partenza della funivia del Paradiso.

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4. Tra il Passo Nota e il Monte Carone

Percorso: Passo Nota (1.208 m) – Bocca dei Fortini (1.243 m) – Monte Carone (1.621

m).

Interessi: manufatti militari di vario tipo realizzati durante il primo conflitto mondiale

ed in particolare postazioni d'artiglieria antiaerea. Particolarmente

suggestivo il tratto finale di accesso alla vetta costituito da una gradinata di

oltre 200 scalini che si sviluppa in un ripidissimo e stretto canalino.

Escursione caratterizzata dalla presenza di numerose specie di flora alpina

caratteristica dei calcari. Panorama sul Lago di Garda, sulla catena del

Baldo e sulla Val di Ledro.

Difficoltà: percorso agevole in tutto il suo sviluppo (particolare attenzione nel

canalino terminale).

Periodo consigliato: da maggio a ottobre.

Tempo di percorrenza: ore 1.30.

Dislivello: 413m.

Attrezzatura e vestiario: da media montagna.

Segnaletica: segnavia CAI n. 421 e 105.

Parcheggio: al termine della strada asfaltata, poche centinaia di metri prima del Passo

Nota.

Note: poco a valle del Passo Nota, sul tracciato che porta alla Corna Vecchia, cinquecento metri a destra dell'incrocio con la strada che conduce al Passo Tremalzo, è possibile visitare il cimitero militare realizzato per accogliere le salme dei caduti su questa parte di fronte. Due lapidi all'interno ricordano la sepoltura di 14 operai vittime di un incendio il 10 ottobre 1918 e di 22 soldati e 3 operai vittime del conflitto

5 Lungo la costa di Casamadre, ai piedi del Castellaccio

Percorso: Passo del Tonale (1820 m) - Costa di Casamadre (2270 m) - Cima Castellaccio

(2535 m).

Interessi:

Manufatti militari di vario tipo realizzati durante il primo conflitto mondiale.

Escursione panoramica in ambiente suggestivo e selvaggio con possibili

avvistamenti di camosci e pernici bianche. Stupenda vista sulla cresta dei

Monticelli e sull'opposto versante dove, tra la Cima Cadì e il Monte Serodine,

sono collocati altrettanti manufatti militari ristrutturati. Copiose fioriture di tutte

le varietà di flora alpina d'alta quota.

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Difficoltà: Agevole in tutto il suo sviluppo. Particolare attenzione va posta nel percorrere il

tratto finale che porta sulla Cima Castellaccio per la ripidezza del pendio.

Periodo consigliato: Da giugno a ottobre.

Tempo di percorrenza: Ore 2.30.

Dislivello: 715 m.

Attrezzatura e vestiario: Da media montagna.

Segnaletica: Itinerario C.A.I. n. 45 (solo nel tratto iniziale).

Parcheggio: Poco prima del Passo del Tonale, a destra della strada subito dopo la “curva dei

frati”, nei pressi del Villaggio Alpino.

Note: La ristrutturazione sulla Costa di Casamadre, a quota 2270, di un camminamento

coperto, consente di avere un punto di appoggio in caso di maltempo.

6. Al capannone di Cresta Croce

Percorso: Passo Paradiso-Capanna Presena (2.740 m) - Passo Maroccaro (2.975m) - Rifugio

Città di Trento (2.449 ) - Rifugio Ai Caduti dell'Adamello (3.040 m ) - Cresta Croce

(3.315 m

Interessi: cannone da 149/G, unico pezzo d'artiglieria rimasto in postazione sul fronte

dell'Adamello. Tale cannone è oggi monumento nazionale. Magnifica escursione

sui luoghi che furono il teatro della Grande Guerra. Panorama entusiasmante sulle

vette che coronano il ghiacciaio del Mandrone.

Difficoltà: per escursionisti esperti.

Periodo consigliato: da giugno a settembre.

Tempo di percorrenza: ore 4.45 (per il Rifugio ai Caduti dell'Adamello).

Dislivello: 1352 m (compresa la discesa al Rifugio Città di Trento).

Attrezzatura e vestiario: da alta montagna (piccozza, ramponi, corda e imbracatura).

Segnaletica: segnavia SAT n. 209 e 236.

Parcheggio: nel piazzale antistante la stazione di partenza della funivia per il Passo Paradiso.

Note: si consiglia di dividere l'escursione in due tappe pernottando presso il Rifugio Città

di Trento al Mandrone o al Rifugio Ai Caduti dell'Adamello al Passo della Lobbia

Alta. Il rifugio Ai Caduti dell'Adamello, di proprietà del CAI di Brescia, dispone di

circa 120 posti letto e di un locale invernale sempre aperto. E' dotato di telefono

0465-52615, di servizi igienici con acqua corrente con apertura da metà giugno a

metà settembre.

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7. Nella Piana di Davenino

Percorso: Incudine - località Ponte Salto dei Lupo (936m) - Cascine di Davenino (1.017m) -

Pianoro di Davenino (1.050m).

Interessi:

manufatti militari di vario tipo realizzati durante il primo conflitto mondiale ed in

particolare postazioni per mitragliatrici.

Escursione per famiglie e scolaresche, tra i prati e a tratti lungo il percorso

dell'antica strada di valle detta Valeriana. Panorama sugli abitati di Davena, Vezza,

e Vione, sul Passo dei Tonale e sulle cime Le Sorti, Bleis, Tonale Occidentale e

Albiolo.

Difficoltà: il percorso è agevole in tutto il suo sviluppo.

Periodo consigliato: durante tutto l'anno.

Tempo di percorrenza: ore 0.25.

Dislivello: 114m.

Attrezzatura e vestiario: da media montagna.

Segnaletica: segnali stradali.

Parcheggio: al Ponte Salto dei Lupo, a monte dell'abitato di Incudine in direzione di Vezza

d'Oglio, nello spiazzo in cui la SS.42 compie un'ampia curva.

Note: per la vicinanza alla SS.42 del Tonale e della Mendola ed il facile raggiungimento,

le trincee dei Davenino rappresentano, insieme a quelle realizzate nella piana di

Greano in Comune di Sonico, i manufatti più facilmente visitabili.

8. Intorno al Rifugio Garibaldi

Percorso: Temù-località Bedolina (1.285 m) - Malga Caldea (1.574 m) - Laghi d'Avio (1.901

m) - Malga Lavedole (2.047 m) - Rifugio Garibaldi (2.548 m).

Interessi: la chiesetta dedicata alla Madonna dell'Adamello è l'unico esempio di manufatto

di origine militare ancora visibile nei pressi del Rifugio. E' un movimento di linee

semplici ma armoniose testimoni degli avvenimenti storici.

La parete nord dell'Adamello si specchia nelle acque del Lago Venerocolo e la

costiera rocciosa dei passi Venerocolo-Garibaldi-Brizio sembra voler proteggere

dall'alto questo incantevole posto.

Difficoltà: percorso agevole in tutto il suo sviluppo.

Periodo consigliato: da giugno a ottobre.

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Tempo di percorrenza: ore 4.00

Dislivello: 1.263 m.

Attrezzatura e vestiario: da alta montagna.

Segnaletica: segnavia CAI n. 11.

Parcheggio: nello slargo posto alla Bedolina, poco più avanti del bivio, sulla strada che

prosegue per la stazione di partenza della funivia ENEL.

Note: il Rifugio Giuseppe Garibaldi (tel. 0364 94436) è di proprietà del CAI-Sezione di

Brescia, dispone di 120 posti letto ed è dotato di bivacco invernale sempre aperto.

L'apertura è garantita dal 20 giugno al 20 settembre, con pensione completa,

cucina curata e familiare.

9. Tra il Pianaccio e il Monte Pagano

Percorso: Pianaccio (2112 m) - Monte Pagano (2346 m).

Interessi:

manufatti militari di vario tipo realizzati durante il primo conflitto mondiale.

Escursione in ambiente selvaggio dove non è difficile incontrare i cervi. Panorama

a 360 gradi sulle vette della catena adamellina, sulle montagne della Alta

Valtellina e della vicina Svizzera. Copiose fioriture di molte specie alpine d'alta

quota.

Difficoltà: Il percorso è agevole in tutto il suo sviluppo, ma da compiersi con attenzione in

quanto si sviluppa per un buon tratto lungo la cresta.

Periodo consigliato: Da giugno a ottobre.

Tempo di percorrenza: ore 1.00.

Dislivello: 234 m.

Attrezzatura e vestiario: Da media montagna.

Segnaletica: segni bianchi e rossi dal Pianaccio fino in vetta.

Parcheggio: al bivio dove la strada militare sterrata si stacca da quella asfaltata che procede in

direzione degli alpeggi di Incudine e della Val Bighéra.

Note: il Monte Pagano, durante la seconda guerra mondiale, tornò a rivivere momenti

di guerra divenendo il fulcro della resistenza partigiana. Sulla sua pianeggiante

vetta furono effettuati, da parte degli Alleati, lanci di materiali e viveri a sostegno

di coloro che erano impegnati a combattere le truppe nazi-fasciste in Alta Valle.

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10. Tra le Baite Pornina, la piana dei Moréi e la Cresta Salì

Percorso: Vezza d'Oglio-Rifugio alla Cascata (1460 m) - Baite Pornina (1723 m) - Piana dei

Moréi (2134 m) - Cresta Salì (2303 m).

Interessi: Manufatti militari di vario tipo realizzati durante il primo conflitto mondiale.

Escursione panoramica in ambiente selvaggio ricco di funghi con possibili

avvistamenti di cervi e camosci. Stupenda vista sulle impervie pareti del Corno

Pornina, sul Monte Aviolo e sull'opposto versante dove, tra il Pianaccio e il Monte

Pagano, era stata disposta la penultima delle linee arretrate del sistema difensivo

dell'Alta Valle Camonica. Copiose fioriture di tutte le varietà di flora alpina d'alta

quota.

Difficoltà: Percorso agevole in tutto il suo sviluppo. Particolare attenzione va posta nel tratto

finale quando il sentiero di arroccamento giunge al termine della rocciosa cresta

Salì, ai piedi del Corno Pornina.

Periodo consigliato: Da giugno a ottobre.

Tempo di percorrenza: Ore 2.45.

Dislivello: 843 m.

Attrezzatura e vestiario: Da media montagna.

Segnaletica: Itinerario C.A.I. n. 72 (solo nel tratto Rifugio alla Cascata-Baite Pornina).

Parcheggio: Al termine della Val Paghera di Vezza d'Oglio, presso il Rifugio alla Cascata, dove si

stacca il sentiero per il Rifugio Aviolo.

Note: Suggestiva presenza di un fabbricato adibito a caserma e di una polveriera, unici

esempi integri e ancora ben conservati di simile architettura militare, presenti

nella zona camuna del fronte

11. Alla Bocchetta della Forcola di Rims

Percorso: IV Cantoniera al Giogo di Santa Maria (2.502 m) – Bocchetta della Forcola di Rims

(2.768 m).

Interessi: manufatti militari di vario tipo realizzati durante il primo conflitto mondiale ed in

particolare postazioni per mitragliatrici e d'artiglieria realizzate in calcestruzzo.

Escursione caratterizzata dalla presenza di numerose specie della flora alpina dei

calcari. Facili incontri con gli animali che popolano il territorio compreso

all'interno del confine del Parco Nazionale dello Stelvio.

Difficoltà: percorso agevole in tutto il suo sviluppo.

Periodo consigliato: da giugno a settembre.

Tempo di percorrenza: ore 1.00.

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Dislivello: 266 m.

Attrezzatura e vestiario: da alta montagna.

Segnaletica: percorso indicato come “Sentiero Life”.

Parcheggio: negli slarghi a lato della strada presso la IV Cantoniera al Giogo di Santa Maria.

Note: il tracciato, evidenziato quale “Sentiero Life" (Percorso Vita), è consigliato anche

per gite in mountaine-bike con possibile rientro, mediante un giro ad anello, che

dalla Caserma e dai Piani di Pedenoletto, si sviluppa lungo la Val Forcola. La facile

escursione, anche per famiglie, offre uno stupendo scenario sulle maestose vette

del massiccio dell'Ortles-Cevedale.

12. Intorno a Cima Rovaia

Percorso: Vezza d'Oglio - Frazione Tu (1207 m) - Pil (1545 m) - Plazza Grande (2100 m) -

Cima Rovaia (2525 m).

Interessi: Manufatti militari di vario tipo, ed in particolare alcune postazioni circolari per

mitragliatrice, realizzati durante il primo conflitto mondiale sulla linea arretrata a

monte dell'abitato di Vezza d'Oglio, importante fulcro dello Sbarramento del

Mortirolo.

Escursione panoramica in ambiente selvaggio popolato di cervi e camosci.

Stupenda vista sulle vicine cime dei Tirlo, del Mattaciul e di Bles. Copiose fioriture

di molte specie alpine d'alta quota.

Difficoltà: Percorso agevole in tutto il suo sviluppo.

Periodo consigliato: Da giugno a ottobre.

Tempo di percorrenza: Ore 4.00.

Dislivello: 1318 m.

Attrezzatura e vestiario: Da media montagna.

Segnaletica: A tratti, segni bianchi e rossi.

Parcheggio: Spiazzo chiesa di S. Giuseppe, frazione Tu Vezza d'Oglio.

Note: Il rientro può essere effettuato, quando si è alla Plazza Grande, scendendo lungo il

lariceto fino alla località Bórom; si prosegue poi per la strada acciottolata che,

passando per le baite di Vedecia e Dòs, raggiunge la frazione Tu. I lavori di

recupero dei manufatti costruiti durante la guerra intorno a Cima Rovaia, sono

stati eseguiti dal Parco Nazionale dello Stelvio, con manodopera propria; iniziati

nel 1999 si sono conclusi nell'autunno del 2000. Alcune postazioni circolari per

mitragliatrici, perfettamente conservate o ristrutturate, si incontrano salendo dal

valico in direzione della sovrastante Cima Rovaia.

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I manufatti più significativi, oggetto dell'intervento, sono state le 25 postazioni

circolari distribuite lungo la dorsale che divide la Val Grande dalla Valle di

Tremonti. Queste particolari opere militari, uniche nel loro genere per quanto

riguarda il fronte del Tonale, sono un'interessante testimonianza di un ottimo

inserimento dell'opera dell'uomo nell'ambiente naturale; esse sono, infatti,

perfettamente integrate con i ghiaioni e i pascoli pietrosi circostanti. L'opera di

recupero ha comunque interessato tutto il complesso difensivo: sono così stati

riportati alle condizioni originali alcuni tratti di trincee e di camminamenti,

attraverso un faticoso lavoro di scavo dei materiale franato all'intorno e alla

meticolosa ricostruzione di vari tratti di muro crollati. I ruderi di alcuni fabbricati,

ripuliti dal materiale depositatosi all'interno e all'esterno e le cui murature

perimetrali sono state elevate fino a 130 cm, offrono ora un'immagine sulla

distribuzione degli alloggi di soldati nonché dei ricoveri per gli animali ed i

materiali. All'interno del fabbricato posto a quota più bassa, che è anche quello

più grande, è stata realizzata una tettoia che, oltre a contenere alcuni pannelli

descrittivi delle opere realizzate e del percorso da seguire per la visita guidata alle

stesse, funziona da riparo in caso di emergenza atmosferica. La mulattiera

militare, che collegava gli apprestamenti difensivi di Cima Rovaia con Pil in Val

Grande, è stata riadattata e in qualche tratto costruita ex novo, consentendo così

un accesso più facile ad un complesso di opere di indubbio interesse storico-

militare.

13. Tra Privisgai e la Bocchetta di Val Massa

Percorso: Cané (1.520 m) - Chigolo-Castilla - (1.750 m) - Prebalduino (1.762 m) - Malga

Privisgai (2.158 m) - Bocchetta di Val Massa (2.504 m).

Interessi: eccezionali manufatti militari di vario tipo realizzati durante il primo conflitto

mondiale. Presenza di un lunghissimo sbarramento difensivo tra la Cima Coleazzo

e la Cima Bleis di Somalbosco. Escursione tra boschi e pascoli ricchi di fiori e

funghi, regno incontrastato di cervi e caprioli. Ampio panorama sulla cresta

Castellaccio-Lagoscuro-Payer-Pisgana da una parte e sulle vette che sovrastano la

Val d'Avio dall'altra quali Calotta, Salimmo, Adamello, Plem e Baitone.

Difficoltà: percorso agevole in tutto il suo sviluppo.

Periodo consigliato: da giugno a ottobre.

Tempo di percorrenza: ore 4.00.

Dislivello: 984 m.

Attrezzatura e vestiario: da media montagna.

Segnaletica: segnavia CAI nn. 3, 55 e 54.

Note: tra tutti i manufatti militari realizzati prima e durante il conflitto mondiale in Alta

Valle Camonica, il complesso costruito alla Bocchetta di Val Massa rappresenta la

più imponente ed eccezionale testimonianza di architettura militare.

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1.4 Carlo Emilio Gadda in alta Vallecamonica

Carlo Emilio Gadda (1893-1973) approda in alta Vallecamonica e precisamente a Edolo il 18 agosto 1915.

Da fervente interventista qual era venne arruolato come volontario nel 5° alpini ed assegnato al fronte

dell’Adamello. Trascorse a Edolo alcuni mesi (agosto-novembre 1915) nei quali fu impegnato

nell’addestramento fisico (marce) e in lezioni di arte marziale.

Cominciò fin dai primi giorni del suo arrivo a scrivere le sue impressioni sulla vita militare, sulla zona nella

quale visse, sulla guerra, sui comandanti, sui suoi commilitoni. Si intravede nei suoi scritti, o almeno in

alcune pagine di essi, lo stile del grande romanziere che diverrà in futuro.

Possiamo dire senza ombra di dubbio che l’universitario studente di ingegneria milanese mosse i suoi primi

passi come scrittore proprio in Vallecamonica. Infatti il “Giornale di guerra e prigionia”, anche se pubblicato

per la prima volta solo nel 1950, e in forma più completa da Einaudi nel 1965, è di fatto il primo libro scritto

da Gadda. Le pagine che riguardano l’alta Valle sono quasi un centinaio e sono state scritte a Edolo, a

Precasaglio e a Ponte di Legno nel periodo che va dal 24 agosto 1915 al 15 febbraio 1916. Non hanno

evidentemente alcun scopo descrittivo o di celebrazione del paesaggio montano (peraltro molto

apprezzato da Gadda) ma sono degli intermezzi dedicati all’alta valle motivati da approcci molto diversi e

sempre in qualche modo collegati alla guerra.

I paesi nominati da Gadda sono numerosi: Edolo, ovviamente, ma poi Sonico, il passo dell’Aprica, Vezza, il

rifugio Garibaldi, Precasaglio, Pezzo, Pontedilegno, il passo Tonale, il Montozzo e molti altri luoghi dove lui

passò o dove si svolgevano i fatti bellici.

«Il bollettino del Ministero della Guerra del giorno 5 agosto 1915 mi nominava, dietro mia

richiesta del 27 marzo u. s., sottotenente nella milizia territoriale, arma di fanteria, con

destinazione al 5.° Alpini. - Il comando reggimentale di Milano a cui mi presentai il 17 agosto mi

destinò al Magazzino di Edolo. - Il 18 sera ero a Edolo, dopo aver prestato il giuramento a Milano. -

Presi alloggio all'albergo Derna, dove sono tuttora, e cominciai tosto il servizio, o più precisamente

l'istruzione. Già avevo prestato servizio militare in fanteria, a Parma; dove prestai servizio come

soldato semplice nel 1° regg.to Granatieri, dal 13 giugno fino alla nomina. »

«Edolo, 24 agosto 1915.» C. E. Gadda.

Edolo, 24 agosto 1915. Le note che prendo a redigere sono stese addirittura in buona copia,

come vien viene, con quei mezzi lessigrafici e grammaticali e stilistici che mi avanzeranno dopo la

sveglia antelucana, le istruzioni, le marce, i pasti copiosi, il vino e il caffè. Scrivo sul tavolino

incomodo della mia stanza, all'albergo Derna, verso le una e mezza pomeridiana. Le imposte chiuse e i vetri aperti mi lasciano entrare l'aria fresca e quasi fredda della montagna, i rumori dei

trasporti e le voci della gente: mi impediscono la veduta di un muro, che si trova a due o tre metri

in faccia e in cui non figurano che finestre chiuse, e delle rocce del Baitone.

2. Sto abbastanza bene di corpo, per quanto il troppo preso ieri alla mensa e l'uso che vi si fa di

vino e caffè, a cui io non ho l'abitudine, mi lascino un senso di odiosa sazietà e di intorpidimento

intellettuale: ho anche un po' sonno. Quest'aria fresca mi ristora e un po' di raccoglimento mi fa

piacere. Spiritualmente sono seccato dalla mancanza di notizie della famiglia, poiché da quando

sono a Edolo, cioè dal 18 corr., non ho ricevuto una riga; dal continuo seccarmi che il capitano fa (e con ragione) perché mi provveda del cinturone di cuoio e del revolver; dalla perdita dei miei

guanti, che occorrono all'istruzione, e che difficilmente potrò sostituire. Inoltre uno strano

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intorpidimento dell'animo mi toglie di godere a pieno della vivissima emozione fantastica e

sentimentale che per solito la montagna mi destava, e talora anzi mi lascia indifferente del tutto:

però levando lo sguardo al Baitone, alle sue rocce e alle sue nevi, questa monotona e stanca

situazione dello spirito si interrompe per poco. Anche le cattive notizie della Guerra dei Russi mi

mandano a traverso questi giorni che potrebbero essere di esaltazione.

Il motivo egoistico sentimentale che momentaneamente mi domina è un desiderio di

raccoglimento e di durezza alpinistica, di forze fresche, di compagnia coi miei pochi amici, di

nebbia e di bosco. Tanto più quindi mi sono lontani questi carriaggi, questi muli, e la mensa

copiosa e chiassosa degli ufficiali. Penso raramente alla guerra, non per indifferenza, ma per

timore di soffrir troppo nella preoccupazione e anche perché ne sono continuamente distratto

dalla vita giornaliera.

Lo scrittore era un giovane allievo sottotenente che di stanza a Edolo doveva eseguire marce esplorative e

di allenamento che avevano lo scopo di prendere confidenza con la fatica e con il territorio montano. Le

“escursioni” toccavano vari punti della zona di Edolo, si spingevano ad esempio:

fino a Sonico ed oltre, su strada, e in una completa manovra di combattimento di tutta la

compagnia in un bosco di castani, su terreno morenico, meraviglioso”.

Oppure salivano verso l’Aprica come accadde il giorno 27 agosto:

Ieri mi alzai alle 4 del mattino, come ufficiale di servizio, e fui in caserma alle 4 1/2 presi il nome

degli ammalati. Ero piuttosto assonnato e la marcia sullo stradone polveroso dell'Aprica mi fu

dura. Mangiai, a mezza strada circa, del pane e due uova, e bevvi un bicchier di vino. Arrivai all' A-

prica accaldato, come tutti, mi rinfrescai con gli altri nel bagno dell'Hotel Aprica, e scesi in sala. La

colazione fu allegra, abbondante, e servita da due cameriere che furono il pretesto di mille

allegrie. Il vino di Valtellina e due bicchieri fini di squisito Sassella coronarono la mensa. Ma in

fondo, per quanto la colazione consistesse di spaghetti, una costoletta, frutta, mi sentivo pieno,

appesantito, stanco. Riprendemmo tosto la via del ritorno, sullo stradone polveroso, sotto il sole.

Poi si prese la strada mulattiera che sta sulla destra del Fiumicello e che è deliziosa. Ma il mal di

ventre che mi colse, mi impedì ogni godimento del paesaggio… Fu una pessima giornata e avrò un

cattivo ricordo di questa prima visita al collo dell'Aprica, che divide la Rezia dalla Camunia.

L’attenzione dello scrittore è puntata soprattutto sul suo malessere fisico e psicologico. I disturbi gastro-

intestinali lo tormentano per tutti i primi mesi di permanenza nelle retroguardie del fronte bellico e i

rapporti con i commilitoni non hanno certo nulla dell’idillio. Gadda non sopporta le loro infinite discussioni

su argomenti di nessunissimo valore, su questioni di lana caprina che portano comunque a scontri a volte

fisici e ad un vociare scomposto ed irritante al quale il giovane soldato reagisce con lo sciopero della parola:

parla poco o nulla. Scrive lettere alla mamma, ai parenti, agli amici, al fratello e si lamenta perché non

riceve mai tempestiva risposta.

Uniche note spiritose e serene quelle riguardanti la conoscenza di qualche giovane ragazza. Gadda è

particolarmente attratto dalla bellezza femminile e pare abbia in quei mesi una tresca con una donna di

Sonico il cui marito è emigrato in Australia.

Edolo, 2 settembre.

Ieri pessima giornata: caldo, stanchezza, litigi, ecc. Rinuncio alla sua descrizione che riuscirebbe

troppo uggiosa da scrivere. È venuta a stare nel nostro albergo una graziosissima cameriera del lago

27

di Garda, dai folti capelli castani, altissima, snella; mi propongo di farle la corte non ostante che

nell'albergo abitino altri cinque miei colleghi.

Oggi marcia al monte Faetto, ma non alla cima. Partiti da Edolo, salimmo per la strada militare

d'oltre Fiumicello al passo di Flette, nome pomposo d'una spalla di contrafforte del Faetto, e per

meravigliose praterie e castagneti scendemmo a Malonno: qui colazione e allegria. Ritorno con

pioggia non forte.

Il “vecchio” Gaddus che quando scrive ha la bellezza di 22 anni usa a tratti il linguaggio che poi ritroveremo

nei suoi principali scritti. Traspare dalle sue pagine di autore in erba tutta l’ironia e l’inventiva che poi

ritroveremo nell’Adalgisa, nel Castello di Udine, nel Pasticciaccio, nella Cognizione del dolore. Sembra che il

divertimento più apprezzato da Gadda sia il giocare con la lingua. Ne abbiamo uno dei primi esempi, se non

il primo in assoluto, quando descrive il monte Faeto.

Hodie quel vecchio Gaddus e Duca di Sant' Aquila arrancò du' ore per via sulle spallacce del

monte Faetto, uno scioccolone verde per castani, prati, e conifere, come dicono i botanici, e io lo dico perché di lontano guerciamente non distinsi se larici o se abeti vedessi. Ahi che le rupi dure e

belle del corno Baitone si celavano nelle nubi, forse per ira della non giusta preferenza data ai

rosolacci. Ma è destino che chi vuole non possa, e chi può non voglia. Ora, questo Gaddus

amerebbe adunghiare questo Baitone, ma gli è come carne di porco, a volerla mangiare di

venerdì: Moisè ti strapazza. Ora, questo è il venerdì, perché è il tempo delle mortificazioni, e

Baitone è porco, perché piace, e il generale Cavaciocchi, buon bestione, è Moisè, perché non vuole. E il Gaddus è il pio credente nella legge, e nella sua continova sanzione. Per che detto Duca

seguitò per prati e boschive forre la sua buona mandra, che lungo la costa cantò nel silenzio della

valle. Cantò la canzone dell'alpino che torna, poi che chi non torna né pure avanza fiato a cantare,

e che gli è chiesto come s'è cambiato in viso dell'antico colore: è stato il sole del Tonale che mi ha

cambià il colore, rispose l'alpino: e la sua ragazza si contenta. La canzone tristemente si perdeva

nella valle, così nebulosa, come s'io l'avessi creata a mia posta, e con il mio immaginare pensavo che per la detta valle risonasse religiosamente un alto corale *…+ Fin che tragicamente lo scherzo

cessa per un romore subitaneo: è il rimbombo lontano della cannonata. E con questo l'onda

corale s'accende, improvvisa e totale, come se il vento si levasse d'un tratto nel più forte e

generale suo modo: passa per il dolore e il compianto, con pause di sgomento e rincalzi

d'angoscia, e si fonde nell'ira, e si perde. Ecco la solitudine delle pareti rupestri, il vano sotto le

torri, la nebbia che sale dal profondo come fumo d'una valle senza suolo, il silenzio in cui è

lasciato il monte dallo sparire dell'uomo.

Questo fu l'immaginare del detto Gaddus, ma il monte era buono e rotondo, con spalle di prati e barbe di castagneti. Sulla più dolce e bassa delle propagini sue si ammucchiano grigie case di

petrame, e in mezzo è il castello mal ridipinto con la torre ancor selvaggia, non guasta da cache di

pittori a méstoli. Nel detto castello è il trattore con vino;

formaggi; e costole di manzo, ch'era stanco d'imbizzirsi al novilunio: e le sue corna mulesche

finirono male, di quest'asino, come quelle di molti manzi ribaldi.

S’intrecciano come sempre osservazioni sul paesaggio e sull’uomo sul filo della melanconia e dello sguardo

sardonico, della critica ai comandanti e della comprensione per un ruolo difficile e che suscita pochi

consensi. Così ci viene restituita dallo sguardo dello scrittore la Val Gallinera:

Ieri marcia in Val Gallinera, quasi fino al passo di Gallinera. Fu una mezza odissea. Partimmo da

Edolo poco dopo le 4 del mattino (gli uomini si erano levati alle 3) e lungo i costoni di M. Foppa

(propaggine dell'Aviolo) raggiungemmo dopo qualche lungo disguido la VaI Gallinera. Vi

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proseguimmo lungo le pendici dell'Aviolo fino ad una profondità superiore alle Malghe Gallinera

(che sono sull'altro versante) e quivi si fece il rancio. Valle grandiosa e bella, ma diavolescamente

piena di sole. Il fondo-valle è coperto dagli erratici torrentizi di bellissimo granito (credo tonalite)

rovinati dalla cima dell'Aviolo, e dai massi di schisto dell'Aviolo stesso. Dopo il rancio, manovra di

sicurezza in marcia, sotto il sole, al riverbero dei graniti, da mezzodì alle due: ora pessima. Io

giunsi con le avanguardie fin sotto il passo, ma fu allora comandato il «dietro front.» La truppa

era un po' indisciplinata, brontolona, ma marciò molto bene. Con quaranta e più kili in dosso

questi uomini si stancarono come me, che non portavo nulla. Vero è che io andavo su e giù, a

recare ordini nella manovra, ecc. Il ritorno fu un po' grave, per lo spirito della truppa mal disposto

verso il comandante, il tenente Ricci, bestia bisbetica e pasticciona. Ha per altro il merito di fare

delle vere marce di montagna e non della caricatura. Io tornai molto stanco, e risentii la

stanchezza anche stamane (Edolo, 19 sett.bre 1915).

La guerra è lontana e si presenta all’attenzione di Gadda solo con l’eco di qualche scoppio e le notizie poco

rassicuranti che arrivano dal fronte. Il giovane sottufficiale vorrebbe essere in prima linea e si lamenta della vita oziosa (senza libri!) e del fatto di non essere adeguatamente impegnato dove infuria la battaglia e

dove, per un periodo, è di stanza il fratello Enrico. Solo in qualche rara occasione il rumore dei cannoni si fa

più vicino.

Accompagnai, col collega Radice, 132 uomini alla Forcella di Montozzo, in due giorni. Le truppe

erano mal nutrite e poco resistenti: il primo giorno giungemmo a Pontagna (19 km. circa) il 2°

salimmo a Montozzo (2470). Fu una vera fatica il guidare questi muli *…+ Edolo, 9 ottobre 19 I 5.

Assorbiti dai compiti e dai doveri militari si presta poca attenzione al tran tran di tutti i giorni e solo di

sfuggita si coglie il ritmo della vita quotidiana dei paesi:

Edolo, ancora 26 ottobre Sera.

Come sono poco osservatore delle cose che non mi interessano! Da che sono in Valcamonica

non ho sentito mai suonare una campana, eppure solo oggi la mia attenzione si fermò su questo

fatto. Nessun campanile si anima mai, né a mattina, né a vespro, né durante le feste. La torre di

Edolo (alta e massiccia costruzione in granito, di stile rinascimento abbastanza buono) non batte

neppur le ore. La valle suona solo del fiume, della ferrovia, degli automobili, delle segherie

elettriche, talora del tiro a segno. Quale differenza da quando, remota a ogni civiltà, solo il fiume

e qualche campana vi avrà vissuto! La grammatica zoppica, ma poco importa.

Poi finalmente l’agognato salto verso le prime linee. Non è ancora il respiro della polvere del cannone o

l’incontro quotidiano con la morte, ma il fronte è lì a due passi e l’inverno bellico, nelle fredde stanze prima

di Precasaglio e poi del Grande Albergo di Ponte di Legno, sfida la resistenza e l’equilibrio del giovane

interventista che sfilava a Milano per reclamare l’ingresso in guerra.

La camera che qui abito è a Sud Ovest, la migliore esposizione, a dieci metri dal quartiere, ed è

stanza d'angolo con due finestre: è alta poco più di due metri, a quadrilatero irregolare, bianca,

pulita, ma molto fredda e senza stufa né camino. Il padrone, un tirchio montanaro, voleva 1,20

al giorno: m'accordai a stento per L. 1, che è il prezzo di requisizione, già fin troppo elevato. La

catinella, piccola, in ferro, con dell'acqua gelida, è posata sopra uno sgabello. Vi è uno specchio,

un tavolo, un cassettone, due sedie il letto e il tavolino da notte. Il letto è un'ottomana corta, in

cui devo stare rannicchiato. (Precasaglio, 18 novembre).

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Alle osservazioni sulle zone visitate attraverso delle marce impegnative si sostituiscono descrizioni delle

condizioni ambientali determinate dal freddo. Nel marasma della disorganizzazione Gadda riesce ad

individuare anche alcuni aspetti positivi riguardanti l’uso di mezzi di trasporto innovativi e la

predisposizione di trincee “assai ben fatte”.

Il tempo qui è sereno, secco, e freddissimo: a Vescase, dov'è la truppa di guarnigione del Tonale,

si sono raggiunti i 18 cent. sotto lo zero; qui la notte credo si siano passati i 15; gelano i ruscelli, e

gli scoli delle strade formano enormi incrostazioni di ghiaccio. Ovunque grosse stalattiti e for-

mazioni botriodali e mammellonari. La valle è asciutta, cosparsa di capannoni in legno, a doppia

parete, coperti di tela catramata, assai ben fatti, capaci di 60 uomini e più; rigata da costruzioni

stradali e da sentieri recenti; solcata dal Narcanello e dall'Oglio p. d.; talora assordata dai boati

delle mine; passeggiata dalle comitive d'uomini e di muli. Queste vanno divenendo meno

frequenti a mano a mano che si aprono all'esercizio le filovie. A Montozzo una filovia, al

Castellaccio e al Corno di Laghi Scuri sale una teleferica: insomma l'organizzazione va man mano

compiendosi. A Vezza d'Oglio, e qui a Ponte pure delle molteplici linee di trincee assai ben fatte e

di reticolati sbarrano Valcamonica a un'eventuale irruzione nemica. (Ponte di Legno 27 novembre

1915).

I nomi dei nostri monti lo meravigliano non poco. Ma ancor di più lo colpiscono le differenze tra le abitudini

di bresciani e bergamaschi e quelle di militari di altre regioni.

Certi romani e certi toscani, non per parlar male, che faranno anche loro quel che devono, ma

vanno su per la neve come un cavallo per una scala a pioli: gli batte il cuore e gli occhi si

cerchiano d’un giallo-viola e strabuzzano, in aria di infinita amarezza. Uno, che incontrai in

ferrovia, si ammalò al solo vedere la posizione della batteria (Cima delle Gràole) e ottenne sei

mesi di convalescenza. Un altro che faceva servizio tra il Corno d’Aòla e Cima Le Sorti, ottenne di

andare a Livorno, in una batteria da costa o giù di lì. I nomi di questi siti, tra parentesi sono qualche cosa di raro: una montagna si chiama: I Cacàoni, un’altra Dosso del Faustinelli, un’altra

Cima Cady, un’altra Crestone di Re di Castello, un’altra Cima di Casamadre; senza parlarti del

passo dei Contrabbandieri, del passo di Laghi scuri e del passo di Ercavallo: un Orlando Furioso.

(Lettera scritta al nipote, Emilio Fornasini da Ponte di Legno il 5 dicembre 1915).

Del resto ne “Il castello di Udine”, scritto nel 1934 e quindi non sotto l’influenza nervosa delle vicende belliche, Gadda avrà elogi sperticati per i nostri soldati e per i montanari in genere e in Eros e Priapo, violento pamphlet di derisione del dittatore e delle sue patologiche maniacali, scriverà: “Il popolo mi ha offerto i modelli sublimi de’ bergamaschi e camuni, de’ piemontesi; e certi vecchi e saggi operai che ancora li vedo lavorare: li vedo vivere in un mondo il quale sta già disparendo dalla mia anima come orizzonte in fuga “ (pagg. 152-153). Chissà, se quel mondo stava già disparendo negli anni trenta del secolo scorso, che cosa ne scriverebbe oggi.

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2. Relazione illustrativa di progetto

2.1 Il Partenariato

Il progetto “Percorso storico-letterario sovra comunale: Carlo Emilio Gadda alpino e scrittore in Alta Valle

Camonica” vede come Ente Capofila il Comune di Edolo (BS) e la partecipazione di un parternariato

formalizzato con protocollo d’intesa sottoscritto in Edolo il 17 maggio 2010 composto da

1. Comune di Corteno Golgi (BS); 2. Comune di Incudine (BS); 3. Comune di Monno (BS); 4. Comune di Ponte di Legno (BS); 5. Comune di Sonico (BS); 6. Comune di Temù (BS); 7. Comune di Vezza d’Oglio (BS); 8. Comune di Vione (BS); 9. Comunità Montana di Valle Camonica - Distretto Culturale di Valle Camonica (BS); 10. Museo della Guerra Bianca (BS); 11. Associazione Alpini sezione di Valle Camonica (BS); 12. Ecomuseo delle Fiamme Verdi del Mortirolo (BS).

Il Museo della Guerra Bianca collaborerà al progetto nelle fasi d’identificazione dei luoghi più opportuni ove

apporre la segnaletica, di realizzazione dei contenuti e materiali fotografici e divulgativi e di organizzazione

di iniziative culturali sul territorio.

Il Distretto Culturale di Valle Camonica collaborerà e supporterà il partenariato nelle fasi di definizione e

realizzazione delle attività ed azioni di comunicazione, divulgazione e promozione del progetto e

nell’organizzazione di iniziative culturali.

L’Associazione Alpini sezione di Valle Camonica e l’Ecomuseo delle Fiamme Verdi del Mortirolo sosterranno

l’iniziativa promuovendola presso gli istituti scolastici, la popolazione locale e i propri associati ed aderenti.

Il progetto si qualifica come intervento a carattere sovra comunale, interessando 9 comuni dell’alta Valle

Camonica, finalizzato alla valorizzazione, divulgazione e promozione di un percorso storico-letterario

inerente lo scrittore lombardo novecentesco Carlo Emilio Gadda.

Il percorso storico-letterario sovra comunale denominato “Carlo Emilio Gadda alpino e scrittore in Alta

Valle Camonica” è incentrato sulla valorizzazione e promozione della vita, delle opere e dei luoghi dove si

svolsero gli avvenimenti descritti nel periodo che va dal 24 agosto 1915 al 15 febbraio 1916 nel “Giornale di

guerra e prigionia”, primo scritto, seppur pubblicato per la prima volta solo nel 1950, e in forma più

completa da Einaudi nel 1965, del giovane scrittore lombardo Carlo Emilio Gadda (1893-1973) arruolatosi

durante la Grande Guerra come volontario nel 5° reggimento alpini ed assegnato al fronte dell’Adamello in

alta Valle Camonica.

Il progetto sovra comunale, storico e letterario, presenta dunque come filo conduttore la testimonianza

dello scrittore lombardo Carlo Emilio Gadda nel primo anno di guerra 1915 e all’inizio del 1916, prima del

trasferimento sul Carso, e presenta azioni ed attività di tipo segnaletico, informativo, didattico ed

editoriale.

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2.2 Obiettivi, finalità, risultati e prodotti attesi dal progetto

L’obiettivo generale di identificazione, valorizzazione, divulgazione e promozione di un itinerario storico,

culturale, letterario dedicato al grande scrittore lombardo Carlo Emilio Gadda che metta in luce i principali

luoghi visitati e descritti dalla penna dell’autore del “Pasticciaccio” e di molte altre opere di fama nazionale

ed internazionale, è perseguito attraverso attività ed azioni finalizzate al raggiungimento dei seguenti e

principali obiettivi operativi:

miglioramento, qualificazione e potenziamento della fruizione del percorso;

promozione e divulgazione, in particolare presso l’utenza scolastica, del percorso storico-

letterario, dello scrittore lombardo Carlo Emilio Gadda, delle valenze ed eccellenze, materiali ed

immateriali, ambientali e culturali presenti sul territorio con riferimento particolare ai manufatti

della Grande Guerra;

coinvolgimento nel progetto delle scuole, delle forme associazionistiche ed aggregative locali e in

generale della popolazione locale e diffusione capillare della conoscenza dello scrittore

lombardo;

presentazione e diffusione dei risultati del progetto mediante organizzazione di un convegno con

mostra dei pannelli e l’istituzione di un premio letterario nazionale dedicato a Carlo Emilio Gadda.

stretta collaborazione con il Museo della Guerra Bianca, riconosciuto dalla Regione Lombardia, per

l’identificazione dei luoghi più opportuni ove apporre la segnaletica, per scegliere il materiale

fotografico e per realizzare iniziative culturali sul territorio;

salvaguardia del patrimonio culturale immateriale mediante uno studio che, partendo dal lo

scritto di Gadda, possa individuare i luoghi descritti e recepire testimonianze orali dei discendenti

delle le persone citate.

Il progetto prevede i seguenti principali risultati e prodotti attesi:

realizzazione segnaletica informativa coordinata del percorso storico-letteriario con posa di una

quarantina di pannelli informativi con contenuti inerenti fatti, vicende e persone citate e narrate

dallo scrittore lombardo nel “Giornale di guerra e prigionia”e delle eccellenze ambientali e culturali

pertinenti ai siti specifici individuati con riferimento in particolare ai manufatti della Grande Guerra.

I pannelli riprodurranno le parti più significative del diario di Gadda e verranno introdotti da brevi

spiegazioni orientative che aiutino a comprendere la grandezza dello scrittore, il suo rapporto con

la guerra, la storia di quel periodo in uno stretto legame con il territorio e i resti visibili lasciati dal

primo conflitto nei paesi interessati. I contenuti in prosa saranno realizzati in almeno tre lingue

(italiano-inglese-tedesco).

realizzazione e pubblicazione di materiale cartografico, guida dettagliata e materiali informativi e

divulgativi del percorso storico-letterario in almeno tre lingue (italiano-inglese-tedesco). Per

32

facilitare la divulgazione e comprensione presso utenti scolastici saranno predisposti materiali

didattici-informativi ad hoc e verranno distribuiti presso gli istituti scolastici Cd che presentino i

punti principali dell’opera di Gadda in alta Valle Camonica, una sua breve biografia, la bibliografia e

l’itinerario proposto;

azione formativa nelle scuole e realizzazione materiale didattico: distribuzione in tutti gli istituti

scolastici della Valle Camonica di un Cd che presenti i punti principali dell’opera di Gadda in alta

Valle Camonica, una sua breve biografia, la bibliografia e l’itinerario proposto. Verranno organizzate

giornate formative per le scuole con visite guidate lungo il percorso.

creazione di contenuti internet dedicati al percorso culturale di Gadda in alta Valle Camonica che

saranno inseriti mediante link nel portale del Distretto Culturale di Valle Camonica

www.vallecamonicacultura.it/ e nel portale Voli Vallecamonica On-Line - Rete civica della Valle

Camonica www.voli.bs.it/

mostra dei pannelli, Convegno e premio letterario: verrà organizzato un convegno su Gadda in alta

Vallecamonica che lanci l’itinerario e approfondisca gli aspetti storici e letterari legati ai temi del

grande scrittore organizzato in collaborazione con l’Università di Edolo. In tale occasione verrà

allestita una mostra con tutti i pannelli, inoltre verrà organizzato un premio letterario biennale

dedicato a Gadda.

studio del patrimonio immateriale: verrà realizzato uno studio che, partendo dallo scritto di

Gadda, individui i luoghi descritti e recepisca testimonianze orali dei discendenti delle le persone

citate. Tale lavoro è già stato in parte realizzato ed ha consentito di individuare taluni luoghi ed

edifici citati, di realizzare interviste con discendenti delle persone citate dal Gadda, di recuperare

materiale storico (fotografie, scritti) utili alla ricostruzione dei fatti narrati;

realizzazione ed organizzazione di azioni, attività ed iniziative culturali di divulgazione e

promozione del percorso storico-letterario e dei risultati del progetto con realizzazione in

particolare di un convegno, di mostre presso le scuole locali ed istituzione di un premio letterario

con l’obiettivo di promuovere e divulgare l’itinerario, approfondire gli aspetti storici e letterari

legati ai temi del grande scrittore organizzato in collaborazione con l’Università di Edolo.

33

Il progetto prevede inoltre:

- Piano di comunicazione che si intende realizzare in collaborazione con Regione Lombardia è

attuato mediante azioni specifiche di divulgazione quali la produzione di materiale

promozionale, conferenze stampa, pubblicizzazione tramite internet. Nel piano di

comunicazione ed in particolare sul materiale per le scuole e sulla guida verrà data la massima

evidenza e fatto esplicito riferimento alla partecipazione e al sostegno di Regione Lombardia.

Referenti regionali saranno informati circa le iniziative in programma e formalmente invitati a

parteciparvi.

- Monitoraggio di risultato: oltre alla fase di monitoraggio contabile relativo allo stato di

avanzamento delle spese sostenute, il progetto prevede la verifica dei risultati attesi attraverso

specifici indicatori connessi alle azioni previste. Di seguito forniamo un quadro di sintesi dei

risultati attesi in correlazione alle azioni individuate. Per le scuole sarà realizzato un

questionario per testare il grado di apprendimento e di gradimento.

Risultati attesi Output previsti Indicatori

Realizzazione segnaletica informatica

coordinata del percorso storico-

letteriario

Pannelli didattici –

informativi

N. pannelli didattici-informativi

posizionati sul territorio

Realizzazione e pubblicazione di

materiale cartografico, guida

dettagliata e materiali informativi e

divulgativi del percorso storico-

letterario

Redazione e pubblicazione

materiale

cartografico/guida/altri

materiali divulgativi anche

digitali (CD)

Cartografia percorso

N. guide pubblicate

N. materiali divulgativi e promozionali

N. CD per le scuole

Collegamento ai portali locali di

promozione turistica – culturale del

territorio

Collegamenti web N. collegamenti WEB

N. visitatori virtuali

Realizzazione ed organizzazione di

azioni, attività ed iniziative culturali

di divulgazione e promozione del

percorso storico-letterario e dei

risultati del progetto

Convegno/Mostre presso

istituti scolastici /Premio

letterario

N. partecipanti alle iniziative culturali

e divulgazione dei risultati;

N. referenti regionali partecipanti

N. questionari grado di soddisfazione

e gradimento

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3. Relazione dettagliata sul percorso storico-culturale

Il percorso culturale storico-letterario sarà descritto mediante una quarantina di pannelli localizzati nei

comuni dell’Alta Valle: n. 12 Comune di Edolo, n.2 Comune di Corteno Golgi, n.1 Comune di Incudine, n.1

Comune di Monno, n.17 Comune di Ponte di Legno, n. 2 Comune di Sonico, n.6 Comune di Temù, n. 2

Comune di Vezza d’Oglio, n. 1 Comune di Vione.

Forniamo di seguito la descrizione dettagliata del contenuto dei pannelli:

Pannello 1 - Comune di Edolo:

“Nota.

«Acquistai questo quaderno oggi, in Edolo, al Bazar Edolo. »

24 agosto 1915 – foto della casa dove c’era la cartoleria.

Pannello 2 - Comune di Edolo:

«Il bollettino del Ministero della Guerra del giorno 5 agosto 1915 mi nominava, dietro mia

richiesta del 27 marzo u. s., sottotenente nella milizia territoriale, arma di fanteria, con

destinazione al 5.° Alpini.

Il comando reggimentale di Milano a cui mi presentai il 17 agosto mi destinò al Magazzino di

Edolo.

Il 18 sera ero a Edolo, dopo aver prestato il giuramento a Milano. - Presi alloggio all'albergo

Derna, dove sono tuttora, e cominciai tosto il servizio, o più precisamente l'istruzione. «Edolo, 24

agosto 1915.» C. E. Gadda – foto dell’Albergo Derna e della firma autografa di Gadda.

Pannello 3 - Comune di Edolo:

“…uno strano intorpidimento dell'animo mi toglie di godere a pieno della vivissima emozione

fantastica e sentimentale che per solito la montagna mi destava, e talora anzi mi lascia

indifferente del tutto:

però levando lo sguardo al Baitone, alle sue rocce e alle sue nevi, questa monotona e stanca

situazione dello spirito si interrompe per poco”.

Pannello 4 - Comune di Edolo:

“Alla mensa, che si tiene alla Villa Nicolina, partecipano gli ufficiali del 5° alpini che si trovano a

Edolo. Si mangia assai e per poco, si discorre, si ride: io dirò meno di dodici parole in tutto il

pranzo, pur partecipando del buon umore altrui”.

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Pannello 5 - Comune di Edolo:

“Uscito dalla caserma, andai dall'avv. Cava, bresciano, per acquistare una cucinetta alpinistica

di alluminio.

Il furbo bresciano,, mi vendette la sua cucinetta usata, ma in ottimo stato, per L. 5: aveva voglia

di disfarsene, avendone acquistato una nuova e trovò me disposto all'acquisto.

Mi sorbii poi una lunga sfuriata sull'ingiustizia umana e l'egoismo e la freddezza dei colleghi, e la

severità balorda dei superiori, che mi disse una volta di più, se mai ve ne fosse stato bisogno,

essere l'avvocato una di quelle persone intolleranti, per quanto buone di cuore, di cui abbonda la

nostra razza”.

Pannello 6 - Comune di Edolo:

Edolo, 24 agosto 1915. Le note che prendo a redigere sono stese addirittura in buona copia,

come vien viene, con quei mezzi lessigrafici e grammaticali e stilistici che mi avanzeranno dopo la

sveglia antelucana, le istruzioni, le marce, i pasti copiosi, il vino e il caffè. Scrivo sul tavolino

incomodo della mia stanza, all'albergo Derna, verso le una e mezza pomeridiana. Le imposte

chiuse e i vetri aperti mi lasciano entrare l'aria fresca e quasi fredda della montagna, i rumori dei

trasporti e le voci della gente: mi impediscono la veduta di un muro, che si trova a due o tre metri

in faccia e in cui non figurano che finestre chiuse, e delle rocce del Baitone.

Pannello 7 - Comune di Edolo:

Edolo, 24 agosto 1915. Quest'aria fresca mi ristora e un po' di raccoglimento mi fa piacere.

Spiritualmente sono seccato dalla mancanza di notizie della famiglia, poiché da quando sono a

Edolo, cioè dal 18 corr., non ho ricevuto una riga; dal continuo seccarmi che il capitano fa (e con

ragione) perché mi provveda del cinturone di cuoio e del revolver; dalla perdita dei miei guanti,

che occorrono all'istruzione, e che difficilmente potrò sostituire. Inoltre uno strano

intorpidimento dell'animo mi toglie di godere a pieno della vivissima emozione fantastica e

sentimentale che per solito la montagna mi destava, e talora anzi mi lascia indifferente del tutto:

però levando lo sguardo al Baitone, alle sue rocce e alle sue nevi, questa monotona e stanca

situazione dello spirito si interrompe per poco. Anche le cattive notizie della Guerra dei Russi mi

mandano a traverso questi giorni che potrebbero essere di esaltazione.

Pannello 8 - Comune di Edolo:

Alla mensa, che si tiene alla Villa Nicolina, partecipano gli ufficiali del 5° alpini che si trovano a

Edolo. Si mangia assai e per poco, si discorre, si ride: io dirò meno di dodici parole in tutto il

pranzo, pur partecipando del buon umore altrui. Parlerò poi più dettagliatamente di questo.

Ho l'ordinanza, che mi riordina la stanza, mi pulisce le scarpe, mi fa tutti quei servigi che le

chiedo: è un uomo sulla quarantina, che fu già al fronte sul Tonale, un'ottima persona. Ho

ricevuto l'indennità di entrata in campagna, di L. 365,40 nette, che in parte mi serviranno alla

provvista di oggetti alpinistici e militari, e che per il resto manderò alla famiglia.

36

Adesso riposerò un poco: desidererei vivamente di poter leggere o studiare, ma non ho un libro:

perciò mi sfogo a scrivere. Alle ore 4 sarò alla caserma, dal capitano. Proseguirò queste note

stasera o domani.

Pannello 9 - Comune di Edolo:

Credo che il tenente Ricci-CasaltelIi, trasferito al distretto militare di Milano, per inabilità

nell'arma degli alpini (poveraccio, è vecchiotto e ippopotamo) partirà oggi; poco male. Vogliono

trasferire la mensa dalla villa Nicolina alla villa Ameni, assai più decorosa e vicina: alcuni

preferivano un salone dell'osteria del Gallo; io no, stavo col partito dell'Ameni, che difatti è in

maggioranza.

Le notizie che vengono dal fronte Russo mi fanno star male; i tedeschi hanno evidentemente dei

generali meno Cavaciocchi dei nostri. Se le cose si mettessero al brutto, allora sì passerei un

bell'inverno! Altro che sofferenza pel gelo! Vorrei esser fottuto al polo, ma saper che si vince: e

non crepar di dolore.

Pannello 10 - Comune di Edolo:

Edolo, 2 settembre.

Ieri pessima giornata: caldo, stanchezza, litigi, ecc. Rinuncio alla sua descrizione che riuscirebbe

troppo uggiosa da scrivere. È venuta a stare nel nostro albergo una graziosissima cameriera del

lago di Garda, dai folti capelli castani, altissima, snella; mi propongo di farle la corte non ostante

che nell'albergo abitino altri cinque miei colleghi.

Oggi marcia al monte Faetto, ma non alla cima. Partiti da Edolo, salimmo per la strada militare

d'oltre Fiumicello al passo di Flette, nome pomposo d'una spalla di contrafforte del Faetto, e per

meravigliose praterie e castagneti scendemmo a Malonno: qui colazione e allegria. Ritorno con

pioggia non forte.

Pannello 11 - Comune di Edolo:

Edolo, 7 settembre.

Ieri sera partita a scacchi al Derna con Cavalli, il tenente piccolino, camminatore formidabile e

con Crolla-Lanza, amministratore del Secolo, che fu già al fronte e che è qui sottotenente. Notte

agitata da sogni tristi: è forse il primo sogno di guerra che ho fatto. Ieri ricevetti una cara lettera

di mio fratello Enrico, che è sopra Bormio, in cui mi dice che ha molto da lavorare, che sta bene,

ma che è a corto di soldi non potendo riscuotere un vaglia. Egli frequenta quivi un corso di allievi

ufficiali. Anche Semenza mi scrisse, dicendomi che forse verrà a trovarmi appena nominato

sottotenente. Da casa ho buone notizie. Con tutto ciò una grande tristezza mi domina, e nulla

vale a scuoterla: l'isolamento spirituale, (poiché nessuno dei miei colleghi è persona con cui

possa interamente affiatarmi), la non perfetta calma de' miei nervi, la non perfetta vicenda de'

miei giorni, alternati di riposo annoiato e di fatica, di notizie discrete e di cattive, sono la causa

principale del mio stato: poi la lontananza dalla famiglia comincia a farsi sentire. Oltre tutto, i

miei compagni genovesi hanno preso a bersagliarmi con scherzi spesso indiscreti: l'altra sera mi

piovvero in camera mentre già dormivo e mi misero tutto a soqquadro: nulla di male. Ma alla

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mensa continuano, continuano, con una insistenza asfissiante: io, che pure sono così facile

all'allegria, allo scherzo, alle burle d'ogni genere, ne sono arcistufo. Alla prima che mi dicono

ancora mi alzo da tavola e me ne vado: perché sono troppo annoiato.

Pannello 1 - Comune di Ponte di Legno:

Ponte di Legno, 22 dicembre. Il 21 scesi a Edolo, con il Giovanni, per prendere lo stipendio di no-

vembre... Fu un viaggetto interessante e con qualche fatterello curioso: anzitutto la discesa da

Pontagna a Edolo sul fondo di un camion senza gomme, che ci ruppe le ossa, nella sera gelida,

dopo aver temuto di non poter arrivare perché il camion della posta era già partito. Poi, arrivati,

la delusione di non trovare le signore… Arrivarono infatti, e le conducemmo al Grand-Hotel Edo-

lo: chiacchierammo fino a tardi, e poi le lasciammo. Dopo aver girato per tutti gli alberghi di

Edolo, senza poter trovare da dormire, io e Giovanni ci avviammo al Gallo. Entrati girammo

l'intero casamento senza trovare i padroni; allora ci schiaffammo in una camera a due letti,

dormimmo, pisciammo, e l'indomani, levatici, cercavamo del padrone: nessuno e poi nessuno.

Allora via, senza pagar una madonna, lasciandogli i letti scomposti e i pitali pieni.

Pannello 1 - Comune di Sonico:

Questa notte fui disturbato da dolori viscerali. Il mattino mi sentivo fiacco e assonnato, ma

partecipai egualmente alla istruzione, la quale consistette in una marcia fino a Sonico ed oltre, su

strada, e in una completa manovra di combattimento di tutta la compagnia in un bosco di

castani, su terreno morenico, meraviglioso. Al ritorno mal di testa e stanchezza.

Pannello 2 - Comune di Sonico:

Ieri tosatura a Zero dei capelli. Mi coricai presto la sera. Stamane grande sonnolenza;

esercitazioni in ordine sparso nel bosco sopra Rino. Mangiai molto e bevvi a colazione. Ieri soffrii

dei soliti dolori intestinali, con disturbi. Oggi sto meglio.

Cattive notizie dal fronte Russo mi avvilirono assai e mi resero triste. Anche l'insuccesso di una

nostra azione sul Tonale mi rattristò; vi perirono una trentina di soldati e quattro ufficiali, due

capitani e due sottotenenti: quale proporzione! Si commisero errori tecnici dall'artiglieria e tattici

dal battaglione Morbegno. L'azione però non costò gravi

perdite, come si vede: inoltre la sua difficoltà era grande. Credo che oggi o domani la si ritenti.

Oggi sono spiritualmente in migliori condizioni.

Ieri prima di pranzo feci una passeggiatina col prof. Reggiani; buona e colta persona. È adibito al

comando della divisione. È professore di ginnasio e si dedica alla epigrafia greca; ha un fratello

ingegnere che, se non creperò, vorrei conoscere. Ho ricevuto una cartolina da casa, stamane: ot-

time notizie. (Edolo, 31 agosto 1915).

Pannello 3 - Comune di Sonico:

Il giorno 20 feci una passeggiata a Rino e trovai una contadina, il cui marito è in Australia, su cui

potrò contare per il futuro. La sera successe una tragedia alla mensa perché Brugnoli mi gettò

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una buccia di limone e io lo insultai. Sgridate, insulti, diverbi: ora tutto è finito, salvo che Spinelli

e quel buon diavolo d'un Marana sono agli arresti.

Pannello 4 - Comune di Sonico:

Ieri fu una giornata tranquilla; andai in bicicletta a Rino a trovare una donna. Poi montai in

servizio di battaglione: oggi sono appunto ufficiale di battaglione. Stamane girai per le camerate,

per i cessi, per i cortili. Le scope scarseggiano: una Compagnia (uomini 240 circa) ha una

dotazione mensile di scope di L. 2,50.

Oggi è una giornata abbastanza serena: il bel tempo tornato, la lettura di un romanzo poliziesco

del Romanzo Mensile hanno calmato un po' il mio spirito. Ieri ricevetti una lettera di mio fratello,

in cui finalmente mi parla delle granate austriache ringraziandomi.

Pannello 1 - Comune di Corteno Golgi:

Edolo, 25 agosto 1915. Domani sono ufficiale di compagnia, vale a dire devo levarmi alle quattro

per essere in quartiere alle quattro e mezza. Vi sarà per la nostra compagnia la marcia al collo

dell'Aprica. Sono un po' fiacco, fui tormentato da irrequietezza e sono scontento di me.

Sensazione di caldo e inappetenza: nullità intellettuale.

Qualche raffreddamento nel contegno de' miei colleghi verso di me, senza alcuna causa per

parte mia. Cattive notizie dal fronte Russo mi fanno passar male quei pochi momenti che penso

alla guerra e mi lasciano una sensazione, sotto coscienza, di inquietudine. Adesso farò la barba e

dopo mensa dovrò andare in compagnia a fare l'appe1lo serale o almeno a sorvegliarlo:

domattina dovrò curare la distribuzione dei viveri. Il servizio dell'ufficiale di compagnia va dalle

17 alle 17 del giorno successivo.

Pannello 2 - Comune di Corteno Golgi:

Edolo, 27 agosto 1915.

Ieri mi alzai alle 4 del mattino, come ufficiale di servizio, e fui in caserma alle 4 1/2 presi il nome

degli ammalati. Ero piuttosto assonnato e la marcia sullo stradone polveroso dell'Aprica mi fu

dura. Mangiai, a mezza strada circa, del pane e due uova, e bevvi un bicchier di vino. Arrivai all'

Aprica accaldato, come tutti, mi rinfrescai con gli altri nel bagno dell'Hotel Aprica, e scesi in sala.

La colazione fu allegra, abbondante, e servita da due cameriere che furono il pretesto di mille

allegrie. Il vino di Valtellina e due bicchieri fini di squisito Sassella coronarono la mensa. Ma in

fondo, per quanto la colazione consistesse di spaghetti, una costoletta, frutta, mi sentivo pieno,

appesantito, stanco. Riprendemmo tosto la via del ritorno, sullo stradone polveroso, sotto il sole.

Poi si prese la strada mulattiera che sta sulla destra del Fiumicello e che è deliziosa. Ma il mal di

ventre che mi colse, mi impedì ogni godimento del paesaggio: dovetti fermarmi e i dolori mi

costrinsero ad appartarmi in una forra boschiva, e scoperta, sulla riva del fiume, mentre gli altri

proseguivano. Successe un mezzo disastro, che mi costrinse a spogliarmi; non avevo carta, avevo

dimenticato i fazzoletti la mattina. La scena fu barbara; il fiume mi servi un po' per pulirmi poi le

mani. Raggiunsi stanco e avvilito Edolo, mandai dall'Albergo un biglietto di scusa al capitano e

mi gettai a letto. Fu una pessima giornata e avrò un cattivo ricordo di questa prima visita al collo

dell'Aprica, che divide la Rezia dalla Camunia.

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Pannello 1 - Comune di Incudine:

Edolo, 25 agosto 1915. Tengo però sempre contegno correttissimo, ossequioso ed evito, come

sempre, ogni discussione. Il vero motivo per cui io evito sempre ogni discussione è anzitutto la

sterilità e la sciocchezza dei motivi che le accendono: ieri due miei colleghi, l'avv. Cava e certo

Marana genovese, pittore, antimilitarista a sua detta in tempi normali, ma fautore della

presente guerra contro il militarismo (che persona spiccia, costui!) ebbero il coraggio e la buona

voglia di litigare mezz'ora sulla necessità o no del portare la cucinetta a spirito in montagna: e si

illividirono reciprocamente e finirono nel campanilismo: Brescia contro Genova. Oggi lo stesso

genovese e un altro, certo Rovero, litigarono per mezza colazione sostenendo l'uno che il

Governo non ha colpa nella mancanza di manuali per la nostra istruzione, e l'altro che ci ha

colpa. Si litigò poi da altri sull'estensione che deve esser data all'articolo del regolamento

vietante di usare dialetti, in servizio: quest'ultima discussione era già più ragionevole. Insomma

la miseria, l'inutilità, il grigio squallore, la bestialità degli argomenti, invogliano un povero

diavolo a diventar imbecille perché la ragione non gli serve a nulla.

Io poi sono pigro, svogliato di parlare, difficile a contrarre simpatie e amicizie: onde la lingua mi

rimane ostinatamente appiccicata al palato. Litigare per sciocchezze e con sterilità di risultati è

un gran contento per gli italiani in genere. Per me che vorrei vedere e che sento il bisogno di

avere sempre, ovunque, affabilità, cortesia, assenza di egotismo nelle discussioni e anche un

zinzino di fantasia e di ragionevolezza tutto questo bociare a vanvera è una noia, e talora una

rabbia. Ma si tratta di cose da nulla.

Pannello 1 - Comune di Vezza d’Oglio:

Edolo, 20 settembre 19 I 5 .

I nostri uomini sono calzati in modo da far pietà: scarpe di cuoio scadente e troppo fresco per

l'uso, cucite con filo leggero da abiti anzi che con spago, a macchina anzi che a mano. Dopo due

o tre giorni di uso si aprono, si spaccano, si scuciono, i fogli delle suole si distaccano nell'umidità

l'uno dall'altro. Un mese di servizio le mette fuori d'uso. Questo fatto ridonda a totale danno,

oltre che dell'economia dell'erario, del morale delle truppe costrette alla vergogna di questa

lacerazione, e, in guerra, alle orribili sofferenze del gelo!

Quanta abnegazione è in questi uomini così sacrificati a 38 anni, e così trattati! Come scuso, io, i

loro brontolamenti, la loro poca disciplina! Essi portano il vero peso della guerra, peso morale,

finanziario, corporale, e sono i peggio trattati.

Quanto delinquono coloro che per frode o per incuria li calzano a questo modo; se ieri avessi

avuto innanzi un fabbricatore di calzature, l'avrei provocato a una rissa, per finirlo a coltellate.

Noi Italiani siamo troppo acquiescenti al male; davanti alle cause della nostra rovina morale

diciamo: «Eh ben! », e lasciamo andare. Non è esagerazione il riconoscere come necessaria una

estrema sanzione per i frodatori dell'erario in questi giorni, poiché il loro delitto, oltre che frode,

è rovina morale dell'esercito. Io mi auguro che possano morir tisici, o di fame, o che vedano i loro

figli scannati a colpi di scure.

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Pannello 1 - Comune di Vezza d’Oglio:

Edolo, 9 novembre 1915.

…non è venuta alcuna disposizione per mandarci al corso di Bormio o di Vezza che sia, e sto qui a

far niente e a crepare di beceraggine. Stamane bighellonai per il paese in cerca di un mezzo di

trasporto che mi portasse a Vezza d'Oglio, poiché la famiglia Carpani, a Milano, mi consegnò una

valigia di roba e una lettera con denaro per il Giovanni. Dopo colazione finalmente, con lungo

arrabattarmi, riuscii a pescare un cmion privato, della Steiner e Bianchi (costruzioni in cemento).

'Sto ludro mi recò fino a Vezza: appena sceso seppi che l'8 ° Regg.to fanteria e Giovanni Carpani

con lui (è aggregato per il corso all'8.°) sono a Ponte di Legno… Scesi di nuovo a Edolo, mediante

L. 1,70.

Limonai anche con una sarta qui dirimpetto. Fa un freddo baldracca.

Pannello 1 - Comune di Temù:

1) In questi giorni sono singolarmente inquieto, sia per la possibilità di una licenza, che mi

permetterebbe di risalutare i miei cari; sia per il desiderio ardente di far domenica una

ascensione di alta montagna; sia per le sorti della guerra (oggi è annunziata la mobilitazione

della Bulgaria); sia per il troppo caffè bevuto; sia per ragioni di femmine. Passo le ore facendo

disegni sopra disegni, mutando programmi e propositi. L'idea di chiedere la destinazione in Libia,

poi la destinazione a un battaglione che combatta nell'Ortles (Tirano o Valtellina); l'idea di

andare a Bormio a trovare il mio Enrico, ecc. ecc. mi occuparono successivamente il cervello.

Vorrei chiedere di andare al fronte, e certo lo chiederò appena sapessi che la domanda verrebbe

ascoltata; ma la domanda non è accettata o è trascurata.

Nelle poche ore libere dal servizio mi piacerebbe leggere, studiare, scrivere; ma non ho libri, altro

che la guida di Val Camonica, e un manuale militare in tre volumi. Se avrò la licenza per recarmi

a Milano, porterò qui un sacco di roba, specie i miei poeti.

Sono inquieto: il mio spirito è entrato in una fase di tumulto e di incertezza, conseguenza

dell'inazione. Oggi il tenente Ricci s'è congedato; spero che vada, una buona volta. Ho ricevuto il

sottot.te Fracassi, di Verona, che era partito appena io arrivai a Edolo, e che è al rifugio

Garibaldi. Mi parlò del freddo orribile dell'alta montagna. Oggi sono di servizio.

Pannello 2 - Comune di Temù:

Ebbi due cartoline da Enrico, nelle quali mi annuncia l'ottimo esito de' suoi esami: nel teorico fu

«ottimo» (massima classificazione) nel pratico «buono con tre punti. » In pari tempo mi prega di

mandargli denaro. La mamma mi scrisse che gli inviò L. 70, in parte già da lui spese. Non so nulla

della mia andata a Bormio. Ricevetti lo stipendio (L. 380,95 ) che sarebbe di L. 383, ecc. perché il

circolo ufficiali di Milano ingiustamente trattiene una quota mensile. A Cavalli, che non potendo

ottenere un permesso parti egualmente a proprio rischio per Milano, diedi una lettera e un

vasetto di miele da consegnare ai miei. Oggi vennero due nuovi sottotenenti. Oggi ero di

battaglione. È incominciata una azione sul Tonale, Montozzo Ercavallo, Cima del Castellaccio,

Garibaldi: pare che sia bene incominciata. Certo

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fu preparata con grande cura. Rocchi (sottotenente anziano), mi usò in questi giorni parecchie

scortesie durante il servizio e per ragioni di servizio. Anche stavolta ebbi la debolezza di non

reagire, […].

C. E. Gadda Edolo, 29-10-15.

Pannello 3 - Comune di Temù:

Immagine di Calvi.

Camminavo e vedevo quale era stata la fatica, quanto il valore. La voce di un bergamasco mi

riportò per analogie più veloci a riudire quella del tenente, pacata, quasi tenue, che avevo

conosciuto un giorno a Temù. Comandava una compagnia sciatori, già valida, per 1'Adamello,

come reparto di assalto.

Lo avevo conosciuto piccolo e privo di parole, forse in un'ora di presagi, aveva un nerbo di bue

nella destra, come certi figuri della malavita: di capelli biondastri; gli occhi erano calmissimi e

ceruli, il suo nome era negli animi e nell'elogio di tutti, per tutta la valle. (Il castello di Udine, p.

85)

Pannello 4 - Comune di Temù:

Uno strano imbarazzo m'aveva colto alla sua presenza muta e poco benevola…

Uno strano imbarazzo: ma mi ero vinto: e, adempiendo a un dovere troppo sentito per

disarmarsi davanti 1'ostacolo della freddezza, gli avevo espresso il desiderio di appartenere alla

sua compagnia. Mi rispose brevi parole di occasione. Era una compagnia composta quasi

esclusivamente di sciatori, diavoli bergamaschi scatenati sull’Adamello, nella tempesta e nella

bufera glaciale. II destino non esaudì al mio desiderio: e fu ragione, perché difficilmente avrei

potuto seguirli, nonchè divanzarli: come soldato potevo, ma per la questione montagna e

resistenza fisica no, dove simili demonii di troppo mi superavano.

Tre settimane: e lo rividi al passo, detto Brizio, ch'era come 1'ideale imbocco dei destini glaciali.

Quivi convergevano ad ammucchiarsi i rifornimenti, su dalla teleferica della valle, quindi

irradiavano pane e proietti agli alpini dell'eccelso Adamello. L'avevo riveduto, il tenente dagli

occhi fermissimi, senza sorriso. Disteso al suolo, una coperta grigia, come un sudario, lo

ricopriva: nel volto viveva lo sguardo. La bufera saliva dal Mandrone, tormentava infaticata il

lembo della tenda bianca, gommata come le cose de' medici, crociata come il magazzino del

dolore sanguinante.

Crudeltà vetrosa, il nevischio turbinava dentro la tenda, feriva ancora, implacato, il tenente.

Dietro di me il cappellano gli disse: «Coraggio!» Rispose in bergamasco: «Cosa devo farmi

coraggio, che non posso neanche respirare». Il cappellano si ritirò.

Trafitto nel polmone all'assalto del Dosson di Genova, trasportato alla tenda gommata del Brizio,

il tenente Attilio Calvi moriva. Suo fratello, l’altro Calvi, adempiva in quel momento, come in ogni

momento, ai suoi doveri militari: a pochi chilometri, sotto le difese ultime del nemico.

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II tenente Attilio Calvi, supino, rantolava, in un ansito senza conforto. Le mie labbra, dopo quella

risposta, non ebbero una parola per il morente. Lo guardai a lungo, senza osare dir nulla, mi

ritirai.

La bufera mi accecò. Arrivarono a trasportarlo fino al Rifugio Garibaldi.

Pannello 1 - Comune di Ponte di Legno:

27 agosto 1915 MONTOZZO (o case di Viso)

Stamane mi fu consegnato un biglietto di mio fratello Enrico, che fu già al fronte, mentre io era a

Parma, sulla Forcellina di Montozzo e che recentemente si trovava a Precasaglio sopra Ponte di

Legno, a frequentare un corso di istruzione per allievi ufficiali di complemento nel 5.° Alpini. Io,

appena arrivato a Edolo, mi preoccupai subito di andarlo a salutare, ma le esigenze del servizio

mi permisero di recarmi a Ponte solo domenica 22 corr. Lo preavvisai con un biglietto, a cui non

ebbi risposta. Andai a Ponte in automobile postale e seppi che la mattina precedente egli e tutti i

suoi compagni erano partiti per S. Caterina e Bormio a traverso il Gavia. Che disdetta! Che

dolore, che rabbia!

Pannello 2 - Comune di Ponte di Legno:

Precasaglio, 18 novembre 1915.

I due tenenti istruttori sono dell'8° fanteria e la distanza dal comando, che è al Grande Albergo, li

rende quasi autonomi. Il plotone che cominciò il primo ottobre è istruito dal sottotenente De

Luca, un simpatico abruzzese assai istruito. Il plotone che cominciò il 1° novembre, di cui fa parte

il Carpani, il trentino Mosna, il Caldonazzo (fratello del mio professore di meccanica), è istruito

da De Jean, un giovane Palermitano, simpatico, ma chiuso e riservatissimo. La mattina mi levo,

secondo le esigenze del servizio, prendo un caffè e latte dalla padrona di casa con pane da

soldato e della mia marmellata: poi vo ad assistere alle lezioni che si tengono da De Luca e De

Jean nella chiesuola a Nord del villaggio. È questo un locale a pian terreno, freddo, umido, senza

vetri alle due finestrole della facciata: una vera ghiacciaia. Le lezioni sono due, di un'ora

ciascuna, dalle 8 1/2 alle 10 1/2, impartite ad entrambi i corsi; De Luca fa tattica e topografia, De

Jean organica e fortificazioni. Dalle 7 1/2 alle 8 1/2 l'ufficiale di servizio fa poi istruzione sul

regolamento, alla sola truppa. Sveglia alle 6 1/2, rancio di carne alle 7, adunata alla chiesuola

alle 7 1/2 caffè alle 11. Dopo mezzodì istruzione pratica, scuola di comando, a cui partecipo

attivamente e con passione.

Pannello 3 - Comune di Ponte di Legno:

Segheria Ferrari. Precasaglio, 18 novembre 1915. A colazione (ore 11e 1/2) e a pranzo (ore 19)

siamo per ora alla mensa del genio: è un locale discreto a piano terreno, nella segheria Ferrari,

sul fondo della valle. Il capitano del Genio l'ha fatto riordinare, con belle vetrate, decorazioni a

fresco fatte da un soldato, stufetta di ghisa. Però le lastre di vetro dell'ingresso non sono ancora

arrivate e le impannate sono costituite da giornali. Due kilometri circa su strada, con un dislivello

di circa 100 metri separano la segheria da Precasaglio. Finora il tempo magnifico, sebbene

gelido, ci lasciò andare e venire all'asciutto. Sia la colazione che il pranzo si compongono di un

piatto di pasta o minestra, uno di carne con verdura, e frutta; formaggio, per chi lo prende, e

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caffè. La frutta sono castagne al forno, mele al forno o fresche, noci, mandorle. Del genio non

sono qui che il capitano e un aspirante, entrambi torinesi, muti o quasi, ma simpatici.

Pannello 4 - Comune di Ponte di Legno:

Precasaglio, 18 novembre 1915. La camera che qui abito è a Sud Ovest, la migliore esposizione, a

dieci metri dal quartiere, ed è stanza d'angolo con due finestre: è alta poco più di due metri, a

quadrilatero irregolare, bianca, pulita, ma molto fredda e senza stufa né camino. Il padrone, un

tirchio montanaro, voleva 1,20 al giorno: m'accordai a stento per L. 1, che è il prezzo di

requisizione, già fin troppo elevato. La catinella, piccola, in ferro, con dell'acqua gelida, è posata

sopra uno sgabello. Vi è uno specchio, un tavolo, un cassettone, due sedie il letto e il tavolino da

notte. Il letto è un'ottomana corta, in cui devo stare rannicchiato. Le candele è le salviette devo

provvederle a mie spese. La mattina ho, per 25cent., una tazza di buon caffè e latte, escluso lo

zucchero che devo provvedere io. Poiché le prime due mattine la padrona ci mise un pezzo di

zucchero, il marito venne a chiedermi un soldo in più per ognuna delle due.

Pannello 5 - Comune di Ponte di Legno:

Segheria Ferrari. Precasaglio, 18 novembre 1915. Adesso, prima di iniziare una nuova fase della

mia corrispondenza … voglio farmi prima dare la posta in ritardo giunta a Edolo, dopo la mia

partenza. Me la recherà domani il signor Ferrari, padrone della segheria, gentilissimo, il quale si

reca a Edolo. A lui commisi la fabbricazione di una cassetta-cofano in legno, per riporre e

trasportare indumenti, che mi fa per il prezzo modestissimo di L. 10. Inoltre si incaricò di recarmi

a Edolo il cofano che Radice mi prestò pel trasloco, non bastando il mio. La posta qui arriva alle

17: giornali e lettere; e il sergente di giornata si reca personalmente a prenderla al comando

dell'8.°, che è a Ponte di Legno, al Grande Albergo, come dissi. Il luogo è a duecento metri sopra

Ponte; la valle è freddissima. La notte e una parte del giorno gela di già; al mattino i ruscelli, i

canali, le docce d'ogni genere sono gelati, e fanno superbe stalattiti e incrostazioni. Poca neve

però fino ad ora. Lasciando Edolo, pur sapendo di andare a star peggio, provai un senso di vera

liberazione: non più maggiore, non più Rocchi né altri villani fottuti: dimenticai quelle sporche

figure di pettegoli maligni.

Pannello 6 - Comune di Ponte di Legno:

Ponte di Legno, 27 novembre 1915. Ieri compiei il mio installamento al «Grande Albergo », della

Banca Perlasca, un nuovo ed ottimo caseggiato. Sono alloggiato al n. 24, una stanzetta di m. 3 X

4 circa, piuttosto fredda, senza riscaldamento ma molto pulita e con ottimo mobiglio, di stile

moderno. Vi dormo bene, cambiandomi e vestendomi comodamente. Ieri ricevetti posta da casa

e così pure oggi, con buone notizie: mia sorella passò bene i suoi esami. Mio fratello si trova

bene, ma le notizie che ho di lui le ricevo indirettamente da casa.

Ancora sono annoiato da qualche stramberia e idea fissa; fisicamente sto molto bene e ho molto

appetito. Ieri tristezza e abbattimento per le cattive notizie balcaniche: il mio spirito è uno

strumento d'una sensibilità morbosa e lontana: direi che esso possiede doti speciali per la

previsione di certi fatti e l'intuizione di certe qualità degli uomini e degli enti, a distanza, senza

averli conosciuti né avvicinati: è un organismo procul sentiens.

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Pannello 7 - Comune di Ponte di Legno:

Vescasa. Ponte di Legno, 27 novembre 1915. Il tempo qui è sereno, secco, e freddissimo: a

Vescase, dov'è la truppa di guarnigione del Tonale, si sono raggiunti i 18 cent. sotto lo zero; qui

la notte credo si siano passati i 15; gelano i ruscelli, e gli scoli delle strade formano enormi

incrostazioni di ghiaccio. Ovunque grosse stalattiti e formazioni botriodali e mammellonari. La

valle è asciutta, cosparsa di capannoni in legno, a doppia parete, coperti di tela catramata, assai

ben fatti, capaci di 60 uomini e più; rigata da costruzioni stradali e da sentieri recenti; solcata dal

Narcanello e dall'Oglio p. d.; talora assordata dai boati delle mine; passeggiata dalle comitive

d'uomini e di muli. Queste vanno divenendo meno frequenti a mano a mano che si aprono

all'esercizio le filovie.

Pannello 8 - Comune di Ponte di Legno:

Ponte di Legno, 27 novembre 1915. A Montozzo una filovia, al Castellaccio e al Corno di Laghi

Scuri sale una teleferica: insomma l'organizzazione va man mano compiendosi. A Vezza d'Oglio,

e qui a Ponte pure delle molteplici linee di trincee assai ben fatte e di reticolati sbarrano

Valcamonica a un'eventuale irruzione nemica. Ieri assistei a un grosso incendio di alcuni casolari

di Zoanno; il plotone allievi cooperò ai tentativi di estinzione, ma invano, che non si avevano

strumenti e l'acqua gelava nei tubi delle pompe. Il fuoco fu provocato dalla trascuratezza dei

soldati maiali.

Pannello 9 - Comune di Ponte di Legno:

PEZZO. Ponte di Legno: (Grande Albergo); 30 novembre 1915. Domenica nel pomeriggio (giorno

28) accompagnai a Pezzo il Giovanni che andava là a mangiare, insieme ad altri che già vi erano,

quali il Caldonazzo e Cristiani, il mio compagno di Politecnico. Un bel pomeriggio sereno ma

gelido, con una brezza ghiacciata che filava giù dalla conca del Gavia. Tornai poi

all'albergo…Stanotte dormi poco e male, e oggi ho un tremendo raffreddore. Patii un gran

freddo, assistendo alle lezioni mattutine nella cappella dietro la chiesa di Ponte (la quale non ha

che vedere con l'altra chiesetta di Precasaglio, in cima a quel paese). Anche dopo colazione

lezione di De Luca, con barba spaventosa.

Pannello 10 - Comune di Ponte di Legno:

ALBERGO FAUSTINELLI Ponte di Legno, 4 dicembre 19 15. Il giorno 1 dicembre nulla di nuovo. Il

giorno 2 nel pomeriggio ci recammo (io, Riposio, Stagni, Pagnanelli, De Luca) alla ridotta

Garibaldina, sulla sella del Tonale, per la magnifica strada omonima. Conobbi finalmente

l'Albergo Faustinelli che tanto avevo sentito nominare nelle trasmissioni telefoniche. Le trincee

sono in mezzo alla neve, vere cave da animali sotterranei. La ridottina del comando è un locale di

pochi metri cubi in cui tre persone stanno a disagio.

Durante la strada Stagni e Riposio mi annoiarono parecchio trovando ogni pretesto a brontolare

e litigare, perché io acceleravo troppo il passo. Giunti al comando del battaglione (una casa sulla

destra della strada, salendo) ebbimo i particolari su uno scontro di pattuglie avvenuto poco pri-

ma.

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Pannello 11 - Comune di Ponte di Legno:

Lettera scritta al nipote, Emilio Fornasini.- 5 dicembre 1915. Mi ha fatto molto piacere la tua

decisione, nel senso che condividerò teco e tu meco l’onore della divisa. Sarai il terzo della nostra

famiglia che entra a difendere i nostri monti, per tenere i quali occorre avere una bella cotenna,

da milanese o da bresciano o anche da calabrese. Certi romani e certi toscani, non per parlar

male, che faranno anche loro quel che devono, ma vanno su per la neve come un cavallo per una

scala a pioli: gli batte il cuore e gli occhi si cerchiano d’un giallo-viola e strabuzzano, in aria di

infinita amarezza. Uno, che incontrai in ferrovia, si ammalò al solo vedere la posizione della

batteria (Cima delle Gràole) e ottenne sei mesi di convalescenza. Un altro che faceva servizio tra

il Corno d’Aòla e Cima Le Sorti, ottenne di andare a Livorno, in una batteria da costa o giù di lì. I

nomi di questi siti, tra parentesi sono qualche cosa di raro: una montagna si chiama: I Cacàoni,

un’altra Dosso del Faustinelli, un’altra Cima Cady, un’altra Crestone di Re di Castello, un’altra

Cima di Casamadre; senza parlarti del passo dei Contrabbandieri, del passo di Laghi scuri e del

passo di Ercavallo: un Orlando Furioso. Quello che manca è la femmina; si dimenticano le nostre

prerogative. Un romano si mise silenziosamente a scopare una «cocotte» francese: le cose

andavano benino quando quella prese a divincolarsi e a sbattersi in ogni senso, gridando (a detta

del romano): «On comme il est bon, oh comme il est douce: dammel tütt, dammel tütt, dammel

tütt». «Possi morì ammazzata» je disse il Romano. Con che ti saluto, con la preghiera di

salutarmi a tua volta Emilio G. e di scrivermi.

Tuo Duca

Pannello 12 - Comune di Ponte di Legno:

OSPIZIO. Giunti al comando del battaglione (una casa sulla destra della strada, salendo) ebbimo i

particolari su uno scontro di pattuglie avvenuto poco prima. Una nostra ricognizione s'era

avvicinata all'ospizio di S. Bartolomeo (abbandonato da entrambe le parti): gli austriaci vi s'eran

ricoverati la notte: lasciarono che i nostri si avvicinassero per circondare la casa e spararono.

Così uccisero quattro dei nostri e ne ferirono parecchi. La pattuglia si ritirò, inseguita dagli

shrapnels. Io arrivai in trincea quando già v'era il colonnello, che aveva autorizzato noi a venirvi:

e assistei alla trasmissione degli ordini, a una nostra batteria, di demolire S. Bartolomeo. Il primo

colpo da 149 arrivò sibilando indiavolatamente e s'abbatté (a detta dell'osservatorio di

artiglieria) a 10 metri dalla casa, la quale dalla trincea non si vedeva, pur essendo vicinissima

(circa 600 metri) perché in una insenatura del terreno, ondulato. La batteria sparava da Ponte di

Legno. Dopo pochi colpi una valanga di sassi si sollevò dal suolo; poi un' altra; poi ancora. Pare

che la casa sia stata colpita. Alcuni colpi non esplosero perché la neve su cui caddero (almeno

credo) rese meno violenta la percussione.

Poco dopo arrivarono due barelle, recate dai porta feriti, con due morti: il sottoten. Evangelisti,

milanese, della M. T. e un soldato, certo Micheletta. Gli uomini scendevano calmi, sereni, e

rivelavano tutti una forza d'animo meravigliosa: era interessante poi il ritorno della pattuglia, in

fila, nella neve e nella nebbia che cominciava a salire.

Pannello 13 - Comune di Ponte di Legno:

17 DICEMBRE. Un fatto ben più grave è la morte di ventuno alpini, travolti da una valanga tre

giorni fa, mentre operavano i rifornimenti del Corno di Laghi Scuri. Ieri se ne seppellirono le

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salme nel piccolo cimitero di Pontedilegno, ormai pieno. Ho ricevuto anche delle notizie da mio

fratello: ma tutte anteriori all'ultimo combattimento che il Bollettino di Cadorna annunciava,

avvenuto in Val di Ledro e operato da reparti di alpini e di fanteria.

In questi giorni si tengono gli esami del 1.° plotone allievi ufficiali, quello che si iniziò il 1.°

ottobre: il nostro corso sarà naturalmente prolungato di un mese. L'altro giorno, essendo

finalmente caduta un po' di neve, cominciai a skiare: vado abbastanza bene.

Pannello 14 - Comune di Ponte di Legno:

VAL SOZZINE. Ponte di Legno, 19 dicembre 1915. (domenica). Giornata uggiosetta anzi che no:

crisi di spirito. Mi levai e mi lavai accuratamente: alle 9 1/2 in quartiere, dove seguii De Jean

nella rivista al fucile degli allievi. Assistei poi alla messa, per desiderio del colonnello: noia sopra

tedio sopra uggia sopra freddo sopra tristezza. A colazione mangiai bene e parecchio:

Champagne, frutta secca e aranci, mascarpone con cognac. Dopo colazione andai a Suzzine a

vedere gli accantonamenti e le baracche della 44.^, 45.^ e 47.^ compagnia del 5.° alpini. È un

luogo pittoresco, e le case di sasso e di legno e gli chalets di assi con cartone catramato stavano

assai bene, in mezzo ai pini. Skiai anche un po', ma me ne venni tosto. Feci la strada quasi di

corsa, col mio passo bestiale, e arrivai trafelato. Mi gettai sul letto e dormii fino a poco fa. Sul

giornale grame notizie, dal fronte russo.

Pannello 15 - Comune di Ponte di Legno:

30 dicembre 1915. Questa truppa, masnada birbona di conducenti delle salmerie, ha causato già

parecchi incendi, donde il provvedimento che gli ufficiali presenti in Ponte di Legno, facciano a

turno una ronda di notte, a ore diverse. A me toccò dalle una alle tre: mi presi quattro allievi

ufficiali, fra cui il sergente Nicheli, buon ragazzo, e una lanterna. Girai Ponte di Legno e Poia: non

trovai nulla di irregolare, salvo un mulo che girava slegato pel paese, e che feci ricondurre

all'ovile. Il generale di brigata lasciò al colonnello il comando della brigata, perché dové

provvisoriamente prendere il posto del comandante di divisione, andato a fare la sua licenza: il

reggimento è comandato perciò dal maggiore Micheli. Enrico mi scrisse di nuovo, con buone

notizie: è inutile che ripeta qui le ragioni per cui non disapprovai il suo desiderio di passare nel

corpo degli aviatori, e tutto ciò che gli scrissi in proposito: se avrà conservata la lettera, i posteri

ricercatori le potranno leggere.

Pannello 16 - Comune di Ponte di Legno:

Dopo colazione assistei all'interrogatorio fatto da De Jean ai suoi allievi, sulla lettura della carta

topografica. Eravamo nella baracca di legno dove s'è ora trasportato il plotone. Questa baracca

è una delle tante costruite dal genio o da ditte appaltatrici: in legno, a forma di serra, con due

file di giacigli a fior di terra e due a un metro e mezzo dal suolo; a doppia parete, con rivestitura

esterna di carta catramata: vi si sta benone, in sessanta circa. Ecco una specie di schizzo:

[schizzo]

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Sono salito in camera a finire questo giornale con queste quattro notizie insulse: ma mi preme

che sia fermato sulla carta, per potermene sempre ricordare, se vivrò, questo finale del 1915. In

Ponte di Legno, alla testata di Valcamonica: al grande Albergo, terzo piano, camera 63.

C. E. Gadda Ponte di Legno camera n. 63

Pannello 17 - Comune di Ponte di Legno:

Ponte di Legno, (Grande Albergo), 8 gennaio 1916. Quante coserelle interessanti avrei a notare!

Ma la mia schifa pigrizia, me le ha fatte lasciar nella penna nei sette giorni passati, onde scriverò

solo le più importanti. La più notevole è il battesimo del fuoco avvenuto l'altro ieri (6 gennaio).

Avendo una nostra batteria, quella di Tajadisso (pezzi da 87 B, delle campagne per

l'indipendenza; riadattati discretamente fanno un ottimo servizio) disturbato degli operai

austriaci che scavavano trincee, gli austriacani ribatterono Tajadisso a shrapnels: i tiri lunghi

piovvero giustappunto sulla baracca del plotone allievi ufficiali. Finita la solita lezione, verso le 11

e 1/2 del giorno 6, io ero con De Jean e Riposio e altri, fra cui Giovanni, sulla porta della baracca

che guarda il fiume (le baracche sono sul fondo valle, a sinistra del fiume, quasi all'altezza di

Precasaglio) quando un sibilo acuto e violento ci interruppe nei nostri discorsi. … Invece lo

scoppio non arrivò e il proietto (o la spoletta che fosse, se lo scoppio era avvenuto più in alto) si

conficcò nella neve, di là dal fiume. Appena terminata questa faccenda rimasi un po' perplesso,

aspettando altri colpi, poiché io non ero informato della azione di artiglieria contro Tajadisso e

credeva fossero colpi a noi espressamente dedicati. Ma quando altri due o tre shrapnels

piovvero, scoppiando alti verso i 500-600 m. sopra noi, ogni timore cessò. Per precauzione ci

mettevamo chini in un angolo morto del muro che fiancheggia la strada, che conduce al Grande

Albergo. Adesso devo andare al cesso e poi farmi la barba, perché è lunga e abbiamo a pranzo il

colonnello Barco, comandante del gruppo alpino.

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4. Collegamenti con altri progetti simili realizzati Come detto il presente progetto si pone innanzitutto in continuità e ad integrazione diretta di altri

interventi ed azioni già realizzate ed avviate nel territorio volte al recupero e alla valorizzazione dei

manufatti relativi al primo conflitto mondiale considerato il crescente interesse turistico, culturale e di

testimonianza storica da essi rappresentato, e alla più recente istituzione degli Ecomusei locali volti a

favorire il coinvolgimento della popolazione e delle sue espressioni nelle azioni di tutela, valorizzazione e

promozione del distintivo e peculiare patrimonio d’identità locale.

Il progetto assume necessariamente e d’altra parte una valenza interregionale collegandosi a progetti di

recupero e valorizzazione del patrimonio della Grande Guerra in Adamello che sono stati già avviati e

realizzati nel territorio lombardo e camuno e nel territorio dell’alta Val di Sole oltre il Passo del Tonale nel

territorio della Provincia di Trento.

Sul territorio lombardo i principali risultati di questo processo di recupero e valorizzazione del patrimonio

afferente alla Grande Guerra in Adamello sono: il Parco Tematico Culturale e Ambientale “La Guerra

Bianca: il suo territorio, le sue genti” che ha previsto in particolare la catalogazione di beni e manufatti e

l’individuazione di specifici itinerari; la realizzazione del Museo della Guerra Bianca nel Comune di Temù

che ha previsto un investimento di oltre 2 milioni di euro; il Progetto Interregionale: “Itinerari della Grande

Guerra – Un viaggio nella storia” percorsi della Grande Guerra in Adamello” finanziato da Regione

Lombardia DGR n. 8/6022 del 5 dicembre 2007 nell’ambito del Sistema Turistico interregionale Adamello

prevede un costo complessivo di 900.000,00 euro.

Lo stesso progetto vedendo il coinvolgimento e partecipazione diretta della Comunità Montana di Valle

Camonica attraverso il Distretto Culturale di Valle Camonica, primo soggetto comprensoriale costituto con il

fine precipuo di favorire l’integrazione nelle attività ed iniziative di tutela, valorizzazione, promozione e

gestione dei beni e patrimoni ambientali e culturali locali, si integra con i percorsi ambientali e culturali a

valenza turistica promossi a livello comprensoriale ed oggetto di specifici progetti integrati tra cui citiamo:

il Piano di Intervento del Distretto Culturale di Valle Camonica finanziato con circa 4 milioni di

euro da Fondazione Cariplo;

il Progetto Integrato d’Area “Lungo i crinali: percorsi tra natura e cultura per lo sviluppo integrato

della Valle Camonica” recentemente finanziato da Regione Lombardia con ulteriori 4 milioni di

euro nell’ambito del PORL 2007/2013 Asse IV “Tutela e valorizzazione del patrimonio naturale e

culturale”.

Il progetto si inserisce dunque nel solco di una strategia di sviluppo locale volta al miglioramento

dell’attrattività turistica locale con specifico riferimento al turismo culturale, storico ed ambientale, volta

per tanto a promuovere un turismo sostenibile, di qualità e destagionalizzato.

Il percorso storico-letterario, assume per tanto ed altresì una rilevanza e collegamento interregionale

integrandosi quale proposta ad integrazione dei percorsi ambientali, storici e culturali dell’alta Val di Sole

nella Provincia Autonoma di Trento e degli altri territori della medesima Comunità Montana, già costituiti e

valorizzati dal Distretto Culturale di Valle Camonica, dal Museo della Guerra Bianca e dal Sistema Turistico

interregionale “Adamello” .

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5. Cronogramma

Il progetto prevede un piano di lavoro in parternariato suddiviso in fasi ed azioni correlate e funzionali

distinguibili nelle seguenti macrofasi:

conclusione progettazione esecutiva;

attuazione delle azioni previste, coinvolgimento e partecipazione, divulgazione, diffusione e

promozione dei risultati del progetto e del percorso storico-letterario;

monitoraggio e controllo avanzamento di spesa.

Più nel dettaglio, il progetto prevede le seguenti fasi:

Fase 1: progettazione esecutiva volta alla conclusione delle fasi progettuali e conseguente definizione del

percorso storico-letterario con progettazione contenuti e grafica della cartellonistica e cartografia, dei

materiali divulgativi, didattici e promozionali, prevede in particolare:

identificazione del percorso storico-letteriario ovvero progettazione esecutiva della segnaletica informatica coordinata del percorso storico-letteriario con individuazione dei luoghi specifici ove apporre la segnaletica, definizione dei contenuti, redazione multilingue e grafica coordinata e identificazione cartografica del percorso;

definizione contenuti e grafica della guida, dei materiali, cartacei e digitali, informativi, divulgativi e didattici del percorso storico-letterario con traduzioni in tre lingue;

definizione puntuale del programma delle attività ed iniziative di comunicazione, divulgazione e promozione del percorso.

Fase 2: attuativa volta alla concreta attuazione delle azioni ed attività previste con relativo monitoraggio

degli stati d’avanzamento e realizzazione output previsti, prevede in particolare:

realizzazione e posa segnaletica / cartellonistica informativa;

realizzazione e pubblicazione di materiale cartografico, guida dettagliata e materiali informativi e divulgativi del percorso storico-letterario;

collegamento web ai portali locali di promozione turistica – culturale del territorio con creazione di un link;

organizzazione di azioni, attività ed iniziative culturali di divulgazione e promozione del percorso storico-letterario e dei risultati del progetto con specifico riferimento ad iniziative presso le scuole, organizzazioni di una mostra - convegno e istituzione premio letterario.

Fase 3: procedura attuativa contabile (stato avanzamento spesa) prevede in particolare il monitoraggio

dell’avanzamento dei lavori ed il controllo e rendicontazione delle spese sostenute.

Il progetto verrà attuato dunque attraverso le tre macroazioni di seguito descritte e secondo il

cronogramma attuativo e di spesa riportato di seguito.

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6. Quadro economico-finanziario di dettaglio

Il progetto prevede un costo complessivo di € 56.540,00 (IVA compresa) di cui € 28.600,00 a carico del

parternariato e € 27.940,00 richiesti a Regione Lombardia.

Di seguito riportiamo il dettaglio costi e di seguito la ripartizione fra partner.

Azione 1 Segnaletica percorso imponibile iva totale

Ricerca contenuti, preparazione testi, coordinamento € 5.000,00 € 1.000,00 € 6.000,00

Traduzioni € 1.250,00 € 250,00 € 1.500,00

Fotografie € 500,00 € 100,00 € 600,00

Realizzazione n. 44 Pannelli € 22.000,00 € 4.400,00 € 26.400,00

Pubblicazione della guida e cartografia percorso € 2.500,00 € 500,00 € 3.000,00

Posa pannelli € 4.400,00 € 4.400,00

Totale azione 1 € 35.650,00 € 6.250,00 € 41.900,00

Azione 2 Miglioramento dell'utenza scolastica

Materiale scolastico € 1.000,00 € 200,00 € 1.200,00

Formazione e divulgazione nelle scuole € 1.000,00 € 200,00 € 1.200,00

Totale azione 2 € 2.000,00 € 400,00 € 2.400,00

Azione 3 Presentazione e diffusione dei risultati

Convegno con mostra dei pannellli € 4.200,00 € 840,00 € 5.040,00

Premio letterario € 6.000,00 € 1.200,00 € 7.200,00

Totale azione 3 € 8.200,00 € 2.040,00 € 12.240,00

Totale azioni 1+2+3 € 56.540,00

Di cui a carico del parternariato € 28.600,00

Di cui richiesti a Regione Lombardia € 27.940,00

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Soggetto Partner Quota singolo partner di cui contributo di cui fondi propri

Comune di Edolo € 15.420,00 € 7.620,00 € 7.800,00

Comune di Corteno Golgi € 2.570,00 € 1.270,00 € 1.300,00

Comune di Incudine € 1.285,00 € 635,00 € 650,00

Comune di Monno € 1.285,00 € 635,00 € 650,00

Comune di Ponte di Legno € 21.845,00 € 10.795,00 € 11.050,00

Comune di Sonico € 2.570,00 € 1.270,00 € 1.300,00

Comune di Temù € 7.710,00 € 3.810,00 € 3.900,00

Comune di Vezza d’Oglio € 2.570,00 € 1.270,00 € 1.300,00

Comune di Vione € 1.285,00 € 635,00 € 650,00

TOTALE € 56.540,00 € 27.940,00 € 28.600,00

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7. Documentazione illustrativa

Forniamo di seguito i rendering dei pannelli illustrativi del percorso storico-letterario:

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