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“La Mediazione è il riferimento nel mare delle controversie... è tutta un’altra storia...

Associazione IMC

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Descrizione dell'Associazione IMC e della mediazione

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“La Mediazione è il riferimento nel maredelle controversie“

... è tutta un’altra storia...

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2 - Associazione IMC

L’Associazione “Istituto per la Mediazione e la Conciliazione”L’Associazione “Istituto per la Mediazione e la Conciliazione” o, in breve, Associazione IMC, nasce per iniziativa e volere di alcuni professionisti di diverse città e regioni ed ac-coglie, fra i suoi Mediatori, esperti di tutti i settori, albi e ordini professionali con l’obiet-tivo di diffondere il tema della Mediazione civile come valida alternativa al contenzioso giudiziario.

L’Associazione IMC assume come suoi valori fondanti l’aggiornamento costante e la spe-cializzazione dei suoi Mediatori sulle singole materie, garantendo di operare con criteri di professionalità e rapidità di Servizio.

Offre consulenza qualifi cata sulle materie, non solo obbligatorie ma anche volontarie, che possono essere utilmente trattate con la mediazione e sulle modalità di attivazione, nell’intento di rendere accessibile e fruibile il nuovo istituto a fasce sempre più ampie di cittadini e imprese che potranno così benefi ciare delle opportunità che que-sto nuovo istituto offre.

Con la sua estesa presenza sul territorio e l’effi cace integrazione delle diverse competenze dei suoi Mediatori, l’Associazione IMC rappresenta la migliore garanzia di soddisfazione dei bisogni di giustizia degli italiani.

“IMC è la scelta vincentenella soluzione delle controversie”

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Perché un’associazione?

La maggior parte degli organismi di mediazione sono costituiti in forma di società commerciale o come emanazione di un ente pubblico, per lo più ordini o collegi professionali e camere di commercio. Nel primo caso gli organismi dovranno rispondere ai soci, i quali ne delineano le linee guida nell’ottica di perseguire un utile economico derivante dall’attività; nel secondo caso gli enti da cui emano gli organismi accolgono solo gli iscritti ad un determinato ordine o collegio professionale e spesso devono attenersi a linee guida che si traducono in Regolamenti degli organismi che spesso hanno modifi cato pesantemente lo spirito della mediazione.

“IMC è la risposta rapida e qualifi cata ai bisogni di giustizia degli italiani”

Perché l’Associazione IMC è diversa

L’Associazione non ha soci che si attendono un ritorno econo-mico dell’investimento, quindi gli utili sono completamente investiti per migliorare sempre di più il servizio per i cittadini, i professionisti e le imprese. Questo si traduce in:- corsi di aggiornamento e specializzazione dei mediatori;- investimenti in infrastrutture telematiche che facilitino e

rendano più economico l’accesso alla mediazione;- apertura di nuove fi liali al fi ne di garantire un servizio sem-

pre più capillare sul territorio;- corsi e convegni gratuiti, aperti sia ai professionisti ed ai cit-

tadini, al fi ne di spiegare e far comprendere la mediazione.

Inoltre l’Associazione IMC non ha interesse a perseguire nessuno scopo corporativistico, quali la protezione o la pro-mozione di una categoria professionale, poiché accoglie fra i suoi mediatori professionisti di tutti gli albi, di tutti i collegi e con tutte le specializzazioni.Questa apertura a tutti i professionisti è uno dei tratti fonda-mentali dell’Associazione IMC sin dalla sua costituzione poi-ché l’Associazione ha visto come un valore quello di poter offrire alle parti un mediatore che sia in grado di mediare ma di comprendere anche gli aspetti prettamente tecnici della controversia.

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La mediazione ha fra i suoi migliori pregi quello di essere un’alternativa economi-ca ad un processo. Abbiamo fatto nostra questa idea e l’abbiamo portata ad un li-vello superiore defi nendo tariffe chiare e semplici da comprendere, in una parola, trasparenti.

A differenza di tutti gli altri organismi di mediazione, l’Associazione ha deciso di determinare l’indennità di mediazione dovuta solo sulla base del valore della pratica e della tipologia della contro-versia, ovvero se obbligatoria o volontaria, come si evince dalla tabella riportata qui a fi anco.

L’indennità non è soggetta ad aumenti:- arbitrari (complessità della controversia);- dipendenti dalle attività svolte (la reda-

zione di una proposta di conciliazione);- dipendenti dal risultato (conclusione

positiva della mediazione);- dipendenti dal numero dei mediatori

assegnati (nomina di co-mediatori).

È inoltre prevista una diminuzione di 1/3 dell’indennità di mediazione (che non potrà comunque superare 250 Euro) qualora almeno una delle con-troparti non abbia aderito alla media-zione.In questo modo chiunque voglia avviare un procedimento di mediazione può sa-pere esattamente quale sarà il costo fi na-le in caso di adesione o meno della con-

Indipendenza e imparzialità

Per espresse previsioni dei Regolamenti e del Codice Etico dell’Associazione, l’operato dei mediatori, delle fi liali e del personale dell’Associazione è sottoposto al controllo ed alla verifi ca da parte della “Commissione di Vigilanza”.Quest’ultima, qualora ravvisi comportamenti non in linea con i principi dell’Associazione, potrà deferire le perso-ne interessate alla “Commissione Etica e Disciplinare” la

Perché scegliere l’Associazione IMC

quale, al termine del procedimento, potrà irrorare le sanzioni più opportune che andranno dall’ammonimento sino all’e-spulsione dall’Associazione.Questo sistema di controllo è del tutto indipendente dagli organi di amministrazione dell’Associazione, proprio perché deve offrire le massime garanzie di indipendenza ed impar-zialità dell’organismo nel suo complesso.

troparte, evitando così di scoprire solo successivamente un imprevisto aumento dei costi della stessa.

Inoltre, poiché l’indennità di mediazione è totalmente indipendente dalle attivi-tà del mediatore e dal risultato della procedura, questo da la certezza che i mediatori:- non hanno alcun interesse a fare pro-

poste di mediazione e, quindi, utiliz-zano questo strumento solo se richiesti dalle parti o solo qualora lo reputino veramente necessario;

- non avendo alcun interesse economico a che le parti trovino una conciliazione, saranno ancora più terzi ed imparziali rispetto alle parti stesse.

Per espres

Valore della controversia Mediazione obbligatoria Mediazione facoltativa

da 1 a 1.000 60 75

da 1.001 a 5.000 125 150

da 5.001 a 10.000 220 300

da 10.001 a 25.000 330 500

da 25.001 a 50.000 550 750

da 50.001 a 250.000 900 1.200

da 250.001 a 500.000 2.000 2.500

da 500.001 a 2.500.000 3.500 4.000

da 2.500.001 a 5.000.000 5.000 0,25% dell'importo della controversiaoltre 5.000.000 9.000

Tutti i valori sono espressi in Euro.

Chiarezza e trasparenza

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L’Associazione IMC ha adottato un sistema di scelta e di selezione dei mediatori tale per cui ogni fi liale deve ave-re un certo numero di mediatori provenienti da diver-se professioni, così da poter sempre assicurare un ampio ventaglio di competenze.Inoltre, i mediatori che intendono iscriversi all’organi-smo, oltre a presentare il proprio curriculum vitae, devo-no sostenere un colloquio con il responsabile della fi liale e con il responsabile d’area. Nel corso del 2012 è inten-zione dell’Associazione richiedere anche un colloquio con uno psicologo che attesti l’attitudine della persone a svolgere il ruolo di mediatore.

L’incarico di un mediatore o di due co-mediatori per una controversia è stata oggetto di profondi studi da parte dell’Associazione la quale ha posto particolare attenzione alla nomina di professionisti che possano dare le migliori garanzie in tema di competenza, serietà, preparazione, imparzialità ed indipendenza.

A differenza di quegli organismi che hanno adottato sistemi di rotazione dei mediatori, l’Associazione prov-vede a nominare i mediatori sulla base dei seguenti criteri:

- fi liale: ogni mediatore può operare solo presso un mas-simo di tre fi liali;

- competenza tecnica: la controversia deve riguardare una materia in cui il mediatore è esperto (fi no ad un massimo di 4 materie per ogni mediatore) e per le quali deve seguire opportuni corsi di formazione ed aggior-namento;

- disinteresse circa l’oggetto, il valore e le parti coin-volte: i mediatori, prima di avere accesso ai documenti della pratica di mediazione, vengono informati unica-mente dei dati delle parti e dell’oggetto generico della controversia rispetto ai quali devono dichiarare espli-citamente la proprio imparzialità ed indipendenza, nonché l’assenza di qualsiasi interesse anche indiretto rispetto all’esito della pratica;

- rating: ogni mediatore è soggetto ad una valutazione annuale, fatta a cura della “Commissione Scientifi ca”, che culmina in un rating il quale non può essere infe-riore a quello attribuito alla pratica di mediazione sulla base del valore e della diffi coltà;

- inderogabilità: i responsabili delle Filiali dell’Associa-zione non possono derogare ai principi sopra enunciati se non con l’autorizzazione del Responsabile dell’Orga-nismo e solo in casi suffi cientemente motivati.

Un altro punto fondamentale, sul quale la nostra Associazione sta inve-stendo molto, è rendere facilmente ed economicamente accessibile la media-zione a tutti: cittadini, professionisti ed imprese.

Per fare ciò la nostra associazione sta investendo molto sulla realizzazione di una piattaforma informatica, accessi-bile tramite qualsiasi browser web, che faciliti la presentazione delle domande, l’adesione al procedimento, le media-zioni fra soggetti distanti e il reperi-mento delle informazioni necessarie anche a distanza di tempo.Questa piattaforma, che diventerà ope-rativa nel 2012, permetterà a chiunque abbia un computer o un dispositivo portatile collegato in rete, di:- presentare una domanda di media-

zione, sia per sé che per altri;- aderire ad un procedimento di me-

diazione;- predisporre anche elettronicamente

il pagamento delle indennità;- verifi care lo stato della pratica ed

eventuali comunicazioni;- presentare integrazioni della docu-

mentazione o consultare quella pre-sentata;

- scaricare copia dei documenti con-clusivi del procedimento (verbali, certifi cazioni fi scali, fatture ecc.).

Questo sistema permetterà di accedere velocemente alla mediazione in quanto non sarà necessario compilare articola-ti moduli prestampati o scrivere lunghe domande, poiché tutte le informazioni necessarie potranno essere inserite fa-cilmente grazie ad una procedura gui-data.Allo stesso modo non sarà necessario perdere tempo per fare fi le alle poste, poiché sarà possibile ricevere tutte le comunicazioni per mezzo della posta elettronica o, per coloro che ne sono dotati, della PEC (Posta Elettronica Certifi cata).

Criteri di selezione e nomina dei mediatori

Accessibilità alla mediazione

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6 - Vademecum

della mediazione

Vademecum della mediazione

La mediazione è l’attività svolta da un terzo imparziale (il Mediatore) che ha come unico fi ne quello di facilitare l’individuazione di una soluzione concordata di una controversia, ovve-ro di aiutare le parti a giungere alla cosiddetta conciliazione.La mediazione deve creare uno spazio entro cui limitare e gestire il confl itto fra le parti nell’in-tento di ridefi nire o ripristinare i rapporti tra le stesse, partendo dalla comprensione dei rispet-tivi bisogni e interessi. Per fare questo la me-diazione può spaziare oltre i limiti del singolo confl itto ed abbracciare tutte le questioni che riguardano le parti.La mediazione viene spesso defi nita come me-todo di risoluzione alternativa delle controver-sie. Questa defi nizione, benché innegabilmen-te vera, è riduttiva perché non menziona la cosa più importante, ovvero che la mediazione muove da un approccio al problema completa-mente diverso.

Noi siamo generalmente abituati a ragiona-re in termini di giustizia processuale, ovvero cerchiamo nella legge scritta i motivi per cui in una controversia il giudice, applicando la legge, potrebbe darmi ragione oppure torto.Quando un giudice deciderà a nostro favore ci sentiremo soddisfatti perché un terzo ha rico-nosciuto il nostro diritto, ma questa sensazio-ne svanirà non appena inizieremo a pensare a quanto ci è costato in termini di tempo e di denaro oltre al rischio pur sempre presente di perdere.

Tutto ciò accade perché noi siamo convinti che la controparte non possa capire le nostre ra-gioni esattamente come noi non ci sforziamo di capire le sue. Ecco allora che la mediazio-ne, invece, parte da un assunto diverso, ovvero dall’analisi di quali sono gli interessi, i bi-sogni o le necessità che ognuna delle parti intende perseguire o proteggere per aiutarle a trovare una soluzione che sia reciprocamente soddisfacente.In questo senso si dice anche che la mediazione è l’arte di saper porre le domande giuste.

Cos’è la mediazione?

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UN ESEMPIO SCOLASTICO

Durante i corsi per mediatori professionisti si usa spesso proporre un esercizio che aiuta a comprendere facilmente la differenza di approc-cio al problema quale caratteristica fondante della mediazione.

La premessa è che due aziende, attive in settori diversi, si trovano un giorno di fronte ad uno stesso problema: ognuna ha un bisogno disperato di un ingente quantitativo di un bene al momento molto scarso, ad esempio i famosi limoni di Amalfi . Ognuna di esse ha il diritto di fare tutto quanto legalmente lecito per riuscire ad ac-quistare quel bene ma, data la scarsità dello stesso, si innesca un meccanismo competitivo.Proviamo qui a riassumere le più comuni ipotesi di risoluzione del problema:

Prima ipotesi: le aziende iniziano a competere offrendo al forni-tore condizioni migliori di quelle offerte dal concorrente fi no a che una delle due rinuncia per via dell’eccessiva onerosità.Risultato: una delle due aziende si sarà assicurata la fornitura ma il prezzo eccessivo penalizzerà drasticamente il suo utile mentre l’altra non avrà soddisfatto il suo bisogno.

Seconda ipotesi: una delle due aziende porta la questione in giu-dizio perché ritiene di avere le basi giuridiche per ottenere la for-nitura esclusiva in breve tempo.Risultato: dopo mesi (o addirittura anni) un giudice forse deciderà a suo favore ma i costi del procedimento ed il ritardo nell’approvvi-gionamento avranno comportato un notevole ritardo della produ-zione con conseguenti danni; l’altra azienda, ovviamente, non avrà ottenuto nulla ed avrà anche sostenuto ingenti spese, massimiz-zando quindi la sua perdita.

Terza ipotesi: le aziende intavolano una discussione, anche se in modo abbastanza reticente, e alla fi ne decidono di dividere in parti uguali la quantità di merce disponibile.Risultato: ognuna è abbastanza soddisfatta ma la rinuncia a metà del proprio fabbisogno ha comunque comportato una mancata produzione con tutte le conseguenze del caso.

“IMC è professionalizzare la mediazione“

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CASO SCOLASTICO CONTRO CASO REALE

È innegabile che questo sia un caso limite scelto ad hoc, ma è davvero così impossibile compren-dere la richiesta di un altro o che lui comprenda la nostra? Il risparmio di tempo e denaro per una controversia che non si è trasformata in una causa non vale davvero il piccolo sforzo necessario per ascoltarsi a provare a comprendersi reciprocamente?

Pensiamoci davvero solo un secondo: vale la pena avviare un processo che durerà anni solo perché vogliamo che un giudice faccia spostare una recinzione o una siepe di un metro? Questo vale davvero il tempo che togliamo alla famiglia o al lavoro e, per di più, il dissapore continuo col nostro vicino? Crediamo davvero di non avere il buon senso necessario per risolvere questi problemi senza l’intervento di un giudice che decida per noi?

La mediazione ci dà la possibilità inestimabile di essere parte attiva nella risoluzione dei nostri confl itti, perché non esiste giudice o giuria che possa sapere meglio di noi cosa conta davvero e per quale motivo.

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LA QUARTA VIA

Cosa succederebbe se entrambe le aziende non avessero timore di affrontare dav-vero il problema? Cosa accadrebbe se si analizzassero le loro reali necessità al di là del semplice “lo voglio perché ne ho bisogno”?Ognuno di noi ha un certo timore nello spiegare le motivazioni che stanno alla base delle proprie necessità perché si pensa che, rivelandole, sia più facile che vengano utilizzate contro di noi piuttosto che comprese.

Nel caso scolastico le due aziende, con l’aiuto di un mediatore professionista, ac-cettano di analizzare il problema esponendo ognuna le proprie reali necessità e così si scopre che, mentre ad una i limoni interessano per via dell’essenza ricavata dalla buccia, all’altra interessano per il succo.

Ecco allora che entrambe si rendono conto che le rispettive esigenze non si esclu-dono a vicenda, ma sono addirittura complementari e, tramite un’azione con-giunta e coordinata, possono non solo soddisfare le proprie necessità (ricevendo entrambe quello di cui hanno realmente bisogno, ovvero una la buccia e una la polpa dei limoni), ma addirittura farlo in modo più economico ed effi ciente sia in quel momento che nel futuro.

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8 - Vademecum

della mediazione

Prima di addentrarci a spiega-re cos’è la mediazione, per quali materie oggi è obbligatoria, quali sono i tempi o i costi della stessa, chiariamo subito un concetto fon-damentale: ci sono tanti motivi per cui esperire un tentativo di mediazione, magari anche in una materia non obbligatoria, dovrebbe essere visto come un’opportunità e non un impiccio.

2Perché scegliere la mediazione

- Riservatezza: mentre un giudizio è pubblico, il procedimento di mediazione è stretta-mente riservato e nessuno, all’infuori delle parti coinvolte e dell’organismo di mediazio-ne, è a conoscenza dell’esistenza della controversia, delle parti coinvolte e dei termini con cui si risolve; inoltre il mediatore è tenuto ad una riservatezza pari a quella di un avvocato e in nessun caso potrà rivelare a terzi, nemmeno in giudizio, quanto comunica-togli da una delle parti in eventuali sessioni disgiunte.

- Economicità: i costi di una procedura di mediazione sono contenuti e facilmente in-dividuabili ancora prima di dare inizio al procedimento, mentre quelli di un proces-so sono generalmente molto elevati e impossibili da prevedere; inoltre, l’indennità di mediazione gode di indubbi vantaggi fi scali che possono azzerarne il costo ed esistono agevolazioni anche per le imposte di registro.

- Brevità: un tentativo di mediazione può durare fi no ad un massimo di 4 mesi contro la durata media di un processo che si attesta ad 83 mesi; è pertanto evidente che, qua-lora la mediazione abbia buon fi ne, si avrebbe un risparmio di almeno 79 mesi, mentre in caso di insuccesso avrebbe ben poco peso l’allungamento di un massimo di 4 mesi contro gli 83 mediamente necessari.

- Reciproca soddisfazione: nella procedura conciliativa non ci sono né vincitori né vinti poiché sono le parti stesse a concordare i termini dell’eventuale conciliazione; questo rende la mediazione molto più aderente alla giustizia sostanziale di quanto non lo sia la giustizia processuale.

- Non esclusività: avviare un procedimento di mediazione, anche per una materia non ob-bligatoria, non preclude in nessun modo la possibilità di poter instaurare una causa se il procedimento di mediazione non ha buon fi ne; quindi la mediazione è un’opportu-nità ulteriore e non un impedimento o un impiccio.

La mediazione, a fronte di un costo contenuto e di una durata certamente breve, offre la possibilità di risolvere una controversia in modo soddisfacente e riservato.

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Sono anni che in Italia si lamenta il problema della lunghezza dei processi civili e non è raro sentire di cause che sono durate decenni o che sono arrivate a sentenza defi nitiva quando una delle parti coinvolte era già passata a miglior vita.

Qualche numero, fornito direttamente dal Ministero della Giustizia, permette di comprendere immediatamente le ragioni di tutto ciò:- 33 erano le tipologie di rito possibili nel processo civile (ridotte a 3 dal 1

settembre 2011);- 83 sono i mesi mediamente necessari perché una causa civile giunga a sen-

tenza defi nitiva;- 4.800.000 è il numero delle cause introdotte ogni anno;- 4.600.000 è il numero delle cause defi nite ogni anno, ovvero ben 200.000 in

meno di quelle iscritte;- 6.000.000 è il numero di cause arretrate dei tribunali italiani;- 267.000.000 Euro è quanto lo stato ha risarcito ai cittadini a causa della

lentezza della giustizia- 2.300.000.000 Euro è il costo stimato della lentezza della giustizia per le

imprese

Di fronte a questi numeri è facilmente comprensibile perché lo Stato abbia cercato strumenti che fossero in grado, da un lato, di diminuire il numero di cause iscritte a ruolo ogni anno e, dall’altro, di portare a sentenza il più rapidamente possibile quelle già in corso.

Dunque, perché la mediazione? Se abbiamo un problema con il nostro vicino o con un nostro congiunto, quindi con una persona con cui abbiamo, volenti o nolenti, un rapporto protratto nel tempo, il nostro interesse è davvero quello di aspettare 83 mesi perché un tribunale ci dia fi nalmente ragione, ammesso che ciò avvenga? Oppure il nostro interesse è risolvere nel più breve tempo possibile la questione e, magari, riallacciare un rapporto anche solo di convivenza civile con quella persona?

Ci siamo mai domandati se la giustizia processuale, ovvero l’aver avuto ragione o torto alla fi ne di un lungo processo, in questi casi coincida davvero con la giu-stizia sostanziale, ovvero con l’adeguata protezione dei nostri interessi?

Pensiamoci un attimo: risparmiare mediamente gli 83 mesi di durata di un pro-cesso civile, i suoi costi tutt’altro che esigui e la tensione ed il malumore che ci accompagna in queste vicende, vale l’investimento massimo di 4 mesi e di qualche centinaio di euro per cercare una soluzione alternativa con l’aiuto di un terzo imparziale e preparato per questo?

3Perché è stata introdotta la mediazione?

“IMC è ilgiusto investimento nella mediazione“

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10 - Vademecum

della mediazione

La mediazione è stata oggetto di numerosi interventi legislativi nel corso degli ultimi anni i più importanti dei quali sono:- Decreto Legislativo 28 del 4 Marzo 2010- Decreto Ministeriale 180 del 18 ottobre 2010- Decreto Ministeriale 145 del 6 Luglio 2011

Dai provvedimenti legislativi sopra richiamati emergono alcuni punti chiave della mediazione civile che meritano quantomeno di essere menzionati.

Il D.Lgs. 28/2010 ha di fatto introdotto nel nostro ordinamen-to e regolamentato la mediazione civile defi nendone le carat-teristiche principali, ovvero:- la possibilità di ricorrere alla mediazione civile per qualunque

controversia civile riguardante diritti disponibili (Art. 2);- l’assenza di rigidi formalismi, la possibilità di utilizzo degli

strumenti informatici e la riservatezza quale principio car-dine del procedimento (Art. 3);

- l’obbligatorietà della mediazione, intesa come condizione di procedibilità del giudizio ordinario, per alcune materie defi nite dalla legge stessa (Art. 5) non escludendosi tale pos-sibilità anche per libera scelta delle parti;

- il dovere del giudice di tenere conto della mancata parte-cipazione alla mediazione senza giustifi cato motivo (Art. 8);

- il rigido dovere di riservatezza imposto al mediatore ed all’organismo di mediazione, in particolare per tutte quelle informazioni fornite da una delle parti e per le quali la stessa non abbia dato espressa autorizzazione alla diffusione (Artt. 9 e 10);

- la possibilità per il mediatore di formulare una proposta di conciliazione su richiesta delle parti o di propria iniziativa (Art. 11);

- l’effi cacia esecutiva del verbale di conciliazione (Art. 12);- l’imparzialità, l’indipendenza, la professionalità e la riser-

vatezza del mediatore (Art. 14);- l’economicità del procedimento di mediazione derivan-

te tanto dal credito d’imposta riconosciuto dal ministero quanto dal non assoggettamento ad imposta di registro fi no ad 50.000 Euro di valore (Art. 17).

Gli altri due provvedimenti richiamati, ovvero il Decreto Ministe-riale 180 del 18 Ottobre 2010 e il successivo Decreto Ministe-riale 145 del 6 Luglio 2011, che va a riformare parzialmente il pri-mo, hanno invece defi nito le linee guida operative della mediazione, ovvero i requisiti degli organismi di mediazione, degli organismi di formazione e dei mediatori stessi.

Entrambi richiamano abbastanza fedelmente i punti già espressi dal D.Lgs. 28/2010 e ne chiariscono le modalità e gli ambiti di applica-zione, pertanto è suffi ciente richiamare pochi principi o dettami per chiarire la portata dei medesimi:- gli organismi di mediazione e di formazione, al fi ne di poter

operare, devono essere iscritti negli appositi registri tenuti dal Ministero della Giustizia (Art. 3);

- i mediatori, al fi ne di poter operare, devono (Art. 4):- o avere un diploma di laurea o essere iscritti ad un albo o ad

un collegio professionale;- o aver conseguito la qualifi ca di mediatore professionista me-

diante il superamento di un corso teorico e pratico di 50 ore;- o aver partecipato in tirocinio assistito ad almeno 20 casi di

mediazione;- o partecipare a corsi di formazione ed aggiornamento di al-

meno 18 ore biennali;- o possedere i requisiti di onorabilità e professionalità;

- ogni organismo di mediazione deve dotarsi di un proprio re-golamento delle procedure di mediazione che dia garanzie di chiarezza, trasparenza, affi dabilità, e competenza, oltre a disciplinare la nomina dei mediatori in base alle specifi che competenze tecniche degli stessi (Art. 7);

- le indennità di mediazione degli organismi sono deter-minate sulla base di una tabella proposta dal Ministero e ogni modifi ca alla stessa dev’essere autorizzata dallo stesso (Art. 16).

4Quadro normativo di riferimento

“IMC garantiscetariffe chiare e semplici”

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Ma cosa signifi ca che la mediazione è obbligatoria, ov-vero è condizione di procedibilità? Nel caso in cui una persona, per mezzo del proprio legale, depositasse un atto di citazione per una materia compresa nell’e-lenco di cui sopra, il chiamato in causa o il giudi-ce potrebbero sollevare l’eccezione che non è stato esperito il tentativo di mediazione. In questo caso il giudice deve sospendere il giudizio ed invitare la parte che l’ha introdotto a presentare una domanda di mediazione presso un organismo. In caso di esito negativo della mediazione, allora il giudizio ri-prende.Vale la pena di notare che tutte le materie in cui la

mediazione è obbligatoria riguardano quelle questioni di diritto in cui è più facile che le parti coinvolte abbiano rapporti anche in futuro. Pensiamo alle controversie in tema di successioni ereditarie, oppure quelle in tema di condominio o, ancora, con-troversie riguardanti la locazione o il comodato: in tutti questi casi è molto facile che le parti abbiano molteplici rapporti fra di loro, rapporti che un giudizio comprometterebbe irrime-diabilmente e che, invece, la media-zione tende a salvaguardare.

Perché la controparte dovrebbe partecipare?La legge non impone un esplicito obbligo di partecipazio-ne alla controparte, ma non corrisponde a verità l’asser-zione secondo cui il chiamato in mediazione non incorre in alcuna sanzione se non partecipa.Infatti esistono diverse previsioni legislative, contenu-te tanto nel D.Lgs. 28/2010 quanto in atti successivi, che mirano a stimolare la partecipazione alla mediazione.Un primo incentivo alla partecipazione era già contenu-to nella prima versione dell’Art. 8 del D.Lgs. 20/2010: “Dalla mancata partecipazione senza giustifi cato motivo al procedimento di mediazione il giudice può desumere argomenti di prova nel successivo giudizio ai sensi dell’ar-ticolo 116, secondo comma, del codice di procedura civile”. La legge, pertanto, lasciava ampio spazio alla discrezio-nalità del giudice il quale dal comportamento della parte che non vi ha aderito potrà trarre le conclusioni più op-portune. Benché manchi ancora giurisprudenza in meri-to, è stato ipotizzato che i risvolti più probabili possano essere due: - il giudice potrebbe condannare alle spese di giudizio

la parte anche parzialmente soccombente che non si è presentata in mediazione;

- il giudice potrebbe tenerne conto in sede di determina-zione di risarcimento del danno.

Successivamente, un emendamento della legge fi nan-ziaria ha aggiornato l’Art. 8 del D.Lgs. 20/2010 ed ha aggiunto: “Il giudice condanna la parte costituita che, nei casi previsti dall’articolo 5, non ha partecipato al procedi-mento senza giustifi cato motivo, al versamento all’entrata del bilancio dello Stato di una somma di importo corrispon-dente al contributo unifi cato dovuto per giudizio”. Questa modifi ca all’Art. 5 aggiunge un altro elemento a favore della mediazione: l’importo del contributo unifi cato e dell’indennità di mediazione sono molto simili, però la se-conda gode di un notevole vantaggio fi scale consistente in un credito di imposta fi no al 100% con un massimo di 500 Euro in caso di successo della mediazione, ovvero del 50% fi no ad un massimo di 250 Euro in caso di insuccesso, peraltro non incorrendo in eventuali sanzioni ulteriori.

Partecipare resta quindi una libera scelta del chiamato in mediazione il quale, però, rischia di incorrere in pesan-ti sanzioni quando la mancata partecipazione è dovuta unicamente alla volontà di procrastinare la durata della controversia.

Se questo sia giusto o sbagliato non sta a noi giudicarlo, ma non si può non concordare col principio dal quale questi interventi legislativi si sono mossi, ovvero quello di favorire in qualsiasi modo la risoluzione delle con-troversie al di fuori delle aule di tribunale in modo si-curamente più effi ciente, veloce, economico e rapido.

5Le materie obbligatorie: la mediazione come condizione di procedibilità

La legge ha stabilito che dal 20 Marzo 2011 è obbliga-torio tentare una mediazione per tutte quelle controver-sie che riguardano le 11 materie elencate dall’Art. 5 del D.Lgs. 28/2010:- contratto di comodato;- condominio (*);- contratti assicurativi, bancari e fi nanziari;- diritti reali (diritto di superfi cie, usufrutto, enfi teusi,

diritto reale d’uso, diritto reale di abitazione, servitù, pegno e ipoteca);

- divisione (ereditaria, di beni ecc.);- contratti di locazione/affi tto;- patti di famiglia;- risarcimento del danno da diffamazione a mezzo

stampa o altro mezzo di pubblicità;- risarcimento del danno da responsabilità medica;- risarcimento del danno derivante da circolazione di

veicoli e natanti (*);- successioni ereditarie.

(*) Il governo ha posticipato l’obbligatorietà della mediazione di queste con-troversie a partire dal 20 Marzo 2012, termine poi anticipato a Novembre 2011 dal D.L. 225/2011.

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Iscritta nel registro degli organismi di mediazione M.G. n. 373

800 14 66 16

Sede Legale:Viale Venezia, 44 - 25123 [email protected]. 03304120987

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