17
Avventura Anno XXXI - n. 31 3 dicembre 2007 Settimanale Poste italiane s.p.a. Spedizione periodico in abbonamento postale L. 46/04 art. 1 comma 2, DCB BOLOGNA Avventura

Avventura n. 8 - 2007

Embed Size (px)

DESCRIPTION

La Rivista degli Esploratori e delle Guide dell'Agesci

Citation preview

AvventuraAnno XXXI - n. 313 dicembre 2007

SettimanalePoste italiane s.p.a.

Spedizione periodico inabbonamento postale

L. 46/04 art. 1 comma 2, DCB BOLOGNA

Avventura

22

SOM

MA

RIO

Avventura 8/2007Avventura 8/2007

Avventura 8/2007

Direttore Responsabile: Sergio Gatti

Redattore Capo: Giorgio Cusma

In redazione: Mauro Bonomini, Filo-mena Calzedda, Margot Castiglione,Dario Fontanesca, Chiara Fontanot,Stefano Garzaro, Giorgio Infante, DonDamiano Marino, Stefania Marti-niello, Antonio Oggiano, Don LucaMeacci, Sara Meloni, Andrea Provini,Enrico Rocchetti, Isabella Samà,Alessandro Testa, Salvo Tomarchio,Paolo Vanzini, Jean Claudio Vinci

AvventuraLAB: Giada Martin, Elisa-betta Percivati, Sara Palombo, ErikaPolimeni

Grazie a: Emiliano Addelio, Ales-sandra Cao, Sebastiano Costantino,Francesca Frecentese, Laura Palla-dino, Vincenzo Semprevivo, Lilli Sor-gente, Alta Squadriglia - Bagno aRipoli 1, Reparto S. Michele - Olevano1, Reparto - Roma 88, Viterbo 4.

Progetto grafico: Technograph

Grafica: Technograph

Disegni di: Chiara Fontanot, AdrianoPerone, Emanuela Reanda, SimonaSpadaro, Reparto “Tony Roncato” -Adria 2.

Foto di: Giorgio Cusma, Dario Fonta-nesca, Sara Meloni, Giulia Rossi, Pat-tuglia E/G Sicilia.

Copertina: Foto di Giulia Rossi

Per scrivere, inviare materiale, corri-spondere con AAvvvveennttuurraa ecco il reca-pito da riportare esattamente sullabusta:

Redazione di Avventura c/o GiorgioCusma – Santa Croce 438 – 34010Trieste TS

E-mail: [email protected]

Avventura on line:www.agesci.org/eg/

Webmaster: Emanuele Cesena

Manoscritti, disegni, fotografie, ecc.inviati alla redazione non vengonorestituiti.

aParliamo di...aI proposti natalizi…aGrande o piccolo?aUn libro = tante cose nuoveaIn silenzio davanti allo specchioaChristmas PartyaMa nessuno deve sentirsi soloaSusanna dal cervello di cocomeroaUna vecchia pagina di diario: avere pazienzaaSpesso l’apparenza ingannaaLa marcia della Pace di AssisiaAl, Tania ed il “vulcanico” eventoaGuidoncini verdi in CampaniaaMani abiliaGiochi per la SquadrigliaaC’è posta per voiaSpazio E/GaTopo di biblioteca

3

Avventura 8/2007Avventura 8/2007

dicembre

33

46891012131415161922

32302925

32

Par

liam

o d

i…P

arli

amo

di…

Parliamo di…Parliamo di… Parliamo di…Parliamo di… Parliamo di…Parliamo di…

Un “fuochista” ai Guidoncini Verdi della Campania (foto di Giorgio Cusma)

… di Giornata del pensiero 2008 - Quest’anno iltema sarà centrato sull’acqua, riflettere cioè sull’acquacome risorsa mondiale da difendere ed utilizzare nelmodo corretto. Sul sito del WAGGS(www.worldthinkingday.org/en/home), in inglese, trovategià molte idee di attività in merito… presto ve le fare-mo trovare in italiano sul sito di Avventura.

… di Natale? Forse non tutti riceverannoquesto numero in tempo, in ogni caso la

Redazione di Avventura, al completo, vi fa i più cari efraterni auguri di buon Natale, da trasmettere ovviamentea tutte le vostre famiglie: dai più giovani fratellini e sorelli-ne fino ai nonni più anziani! E… buon Anno!

… di regali – La Redazione ha pensato di farvi un regalo: una serie di racconti su alcune situa-zioni che prima o poi ci coinvolgono, specialmente quando si sta crescendo. Non è nostra inten-zione fare la morale, ma solo suggerirvi delle regole di vita che, se ben condotte, vi aiuterannosenz’altro a crescere! Leggeteci e magari fateci conoscere le vostre impressioni ([email protected]), ne saremo felici.

… delle vostre Imprese – Sappiamo benissimo che quando fate le Imprese per le Specialità diSquadriglia, realizzate anche delle splendide documentazioni che nemmeno noi saremmo in gradodi fare. Ed allora… perché non ce le mandate? CD, DVD, foto, relazioni o altro: saremo ben con-tenti di poter pubblicare le vostre Gesta migliori, quelle su cui avete lavorato duro, con impegno efatica. In questo modo anche altri E/G potranno ammirare le vostre opere. Non vi sembra che nevalga la pena? Dopotutto vi costerà solo il prezzo di una spedizione postale!

… di foto per spazio E/G – Riceviamo molte foto dapubblicare nello spazio E/G, ne abbiamo un bel pacchet-to: sufficiente per i prossimi numeri. Ma ne abbiamoanche un bel pacchetto da cestinare, che non verrannomai pubblicate: perché? Perché non sono belle (… e fermiamoci su questo aggettivo per non dir di peg-

gio). Ma che cos’hanno per essere brutte? Ve lo diciamo subito! Sono stampate con metodi casalin-ghi: colori non buoni, carta inadatta… ci giungono sciupate e mal ridotte. Non sono tecnicamentevalide: sono sfuocate, sono mosse, sono troppo scure o troppo chiare, i soggetti sono minuscolie non riconoscibili, il soggetto non c’è proprio, non raccontano nulla.Altre illustrano tutte le stra-nezze possibili sull’uniforme: niente cinture, calzini bianchi da tennista, jeans, ecc. Ma l’anomaliapiù grave è la mancanza di fazzolettoni che fanno pensare ad un anonimo gruppo di vacanzieri,non certo agli Scout! O peggio ancora, fazzolettoni nascosti da sciarpe e simili, di varia foggiae colore, che vanno tanto di moda ma che non sono assolutamente scout! Poi ci sono quellefatte da “furbetti” e spiritosi che mostrano le loro qualità espressive con tanto di lingua fuori ocorna manuali sulle teste di chi è in primo piano! Beh, avrete compreso che questi tipi di fotoNON HANNO ALCUNA POSSIBILITA’ DI VENIR PUBBLICATE! Chiaro?!

S O M M A R I O

Anche Gesù, nel Vangelo di Matteo 25, premia chi è fedele ai propri impegni: “Coluiche aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mihai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servobuono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò auto-rità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.Ogni impegno che ci assumiamo, anche quelli formulati per questo Natale, deveincidere nella nostra vita, cioè deve portare ad un cambiamento, è come per gli

atleti: è la stessa cosa. Quanti di voi fanno sport……sapranno sicuramente megliodi me, quanto sia importante l’allenamento, perchè giorno dopo giorno, simigliorano tecnica, prestazioni, aumenta il fiato. Così è con i propositi: un passoalla volta! Si può migliorare il carattere, aumentare la pazienza, imparare amettere le nostre cose al loro posto; insomma ogni proposito è un passoverso il successo.

44

I PROPOSITI NATALIZI… CHE NONRESTINO NELLE BUONE INTENZIONI

I P

RO

PO

SIT

I N

AT

AL

IZI…

Voglio provare a fare un sogno ad occhi aperti…In quel tempo Gesù, dopo essere tornato da una visita al paese di Nazareth, doveaveva visitato sua Madre e i parenti, fece ritorno a Cafarnao. Come entrò nel vil-laggio, tutti i ragazzi gli corsero incontro, erano contenti del suo ritorno, perchéGesù sapeva parlare ai ragazzi e più volte si era intrattenuto con loro sulle rive dellago, raccontando di quanto è buono Dio Padre e come, nel suo cuore, ha un postoper ciascuno di loro. Quel giorno i ragazzi erano tanti e insistevano perché sifermasse con loro, ma giunse Pietro che, col suo fare un po’ burbero, li scac-ciò via e accompagnò a casa Gesù, perché si ristorasse un po’.Appena rifocillato,Gesù non esitò a radunare tutti quei ragazzi e parlando con loro di Dio, e di quel-lo che Dio ha fatto per il tutti gli uomini e le donne, chiese anche a lorodi fare qualcosa per gli altri, per il proprio villaggio, per i propri familiari.Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni che avevano accompagnato Gesù inquell’uscita pomeridiana, non credevano ai loro occhi e soprattutto noncredevano a ciò che sentivano: tutti i ragazzi stavano ad ascoltare Gesù, face-vano domande e poi, a turno, ognuno si sceglieva un impegno.Tutti volevano fareun sacco di cose, i più grandi fecero più propositi rispetto ai più piccoli. Da quelgiorno tutti si meravigliavano i come le cose stessero cambiando aCafarnao….le strade erano più pulite, non si sentivano più le liti tra i ragazzi, tuttiandavano alla scuola e si impegnavano anche a partecipare al sabato alla preghieraal Tempio. Ma la sorprese maggiori vennero dai genitori che, sorpresi dalla cosa,si confidavano raccontandosi come i loro figli fossero diventati più ordinati edisponibili ai più vari servizi (… andare alla fonte a prendere l’acqua, dare unamano nelle faccende di casa, ecc.). Un giorno mentre Gesù era a passeggio con i suoi apostoli, videun gruppo di genitori che stavano proprio parlando di queste cose: una mamma teneva per manosuo figlio e, quando Gesù incrociò lo sguardo di questo ragazzo, i due si strizzarono l’occhioin segno di intesa.Credo però che dobbiamo stare attenti a non esagerare, perché a volte rischiamo di pren-derci degli impegni molto più grandi delle nostre possibilità e poi non riusciamo a por-tarli a termine. Quindi sarebbe meglio formulare dei propositi adatti a noi.Su questo argomento possiamo trovare un aiuto anche nel Vangelo di Luca 3,10-14 quando le folleinterrogando Giovanni il battezzatore chiedevano cosa dovevano fare, quali impegni potevanoprendersi per migliorarsi: “Che cosa dobbiamo fare? ”. Rispondeva:“Chi ha due tuniche, nedia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto”.Vennero anche dei pub-blicani a farsi battezzare, e gli chiesero:“Maestro, che dobbiamo fare? ”. Ed egli disse loro:“Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato”. Lo interrogavano anche alcuni sol-dati: “E noi che dobbiamo fare?”. Rispose:“Non maltrattate e non estorcete niente a nes-suno, contentatevi delle vostre paghe”.Vedete, il Vangelo non chiede di fare cose super, ma di assolvere con serietà gli impegni di ognigiorno.

Forza. carissimi E/G, sono sicuro chenelle vostre Unità, nelle vostreSquadriglie, fioccano le Imprese e gliIncarichi: quelli sono i migliori proposi-ti da portare avanti, sono quegliImpegni che ognuno di voi deve tenerein massima attenzione, per migliorarese stesso e portare un contributo forteal proprio Reparto e alla Squadriglia.

I PR

OP

OSIT

I NA

TA

LIZ

I…

55

L’altro giorno sono andato a far visita ai ragazzi del catechi-smo della mia Parrocchia e per far capire ai bambini e airagazzi che il tempo che stiamo vivendo è quello del Natale,ho portato con me la statuina di Gesù bambino.La sorpresa è stata tanta, specie per i più piccoli, datoche pensavano che fosse un bambino vero. I più grandinon si sono turbati più di tanto, infatti qualcuno mi hadetto: “Don….ma Gesù Bambino è scappato dalPresepe ?” A tutti i gruppi ho fatto la medesima domanda: Cosa accade a Natale ? Sembravache si fossero accordati prima, specie i più piccoli, in molti hanno risposto: “ANatale, tutti dobbiamo essere più buoni”.

Poi tutti ad elencare le cose che si sono impegnati a fare, qualcuno si era preso perfino l’impegnodi fare le pulizie della propria cameretta, oppure da rifarsi il letto. Qualcuno ha azzardato ad impe-gnarsi di più nello studio e nel fare le lezioni; insomma sembra proprio che questo sia il tempodi tanti buoni propositi.Non voglio giudicare negativamente tutti coloro che hanno formulato dei propositi natalizi, ancheperché sono convinto che ogni piccolo impegno che ci prendiamo e che riusciamo a portare a ter-mine, contribuisce al miglioramento di noi stessi e della realtà che ci circonda.Non mi vergogno a dirvi che ancora oggi, all’inizio dei tempi forti della liturgia, come l’Avvento ela Quaresima, mi piace darmi degli obiettivi, prendermi degli impegni, insomma….formulare deipropositi. Ci sono, in tutto questo,alcuni rischi: fermarsi ai propositi, senza impegnarsiveramente per un cambiamento sul proprio modo di comportarsi (… in famiglia, a scuola, nellosport, oppure in Reparto e nella Squadriglia).Altro rischio è che quanto ci siamo impegnati a fare,rimanga una bella promessa e basta. Mi piace paragonare i propositi a piccoli impegni, picco-li obiettivi da raggiungere. Se uno riesce, fin da bambino, ad essere fedele nelle cose piccole e sem-plici, sicuramente da grande riescirà a raggiungere quegli obiettivi che è giusto darsi inogni ambito della vita.

TESTO DI DON LUCA MEACCI DISEGNI DI GIORGIO CUSMA

Avventura 8/2007Avventura 8/2007

“Sammy,sei gran-de!”, sicongratula-

va da solo.Aveva appena infi-

lato un altro goal,dopo una strepito-sa azione solitaria,

che l’aveva vistosaltare e dribbla-re un avversariodopo l’altro, finoalla splendida con-

clusione.“Sono un grande!Nessuno è più fortedi me! Sono il mi-gliore!”, si osannavaSammy, mentre esul-tava con il pugno

verso l’alto. I suoi compagni erano attorno a luiper congratularsi, ma lui non se ne accorgeva.Sammy era così: estremamente bravo (avevatante capacità), ma assolutamente pieno di sé.La cosa avrebbe dovuto infastidire i suoi amici, maavveniva il contrario: la sicurezza e la superioritàdi Sammy li affascinava e loro lo seguivanocome tanti cagnolini.Sammy era uno Scout e replicava lo stesso com-portamento in Reparto: grande competenza egrande arroganza. Quando c’era qualche discus-sione in Alta sq., liquidava sbeffeggiando chi era unpo’ più incerto o intimorito di fronte alla sua staz-za; se invece qualcuno osava sostenere una tesidiversa dalla sua, Sammy ingaggiava un duelloverbale, fatto di frasi provocatorie e toniaggressivi, con il risultato di trasformare i con-fronti in polemiche sterili e di dividere i compagni

in fazioni; quando poi Sammy vinceva, si trasfor-mava ne “il comandante” e somministrava ordi-ni, compiti e ruoli, come se guidasse una navefatta solo di motori e di ingranaggi,anziché di persone con storie, motiva-zioni e saperi diversi.

Venne un giorno il momento più atteso del-

della luna piena tra le piume calde del falco.Osservava il cielo e si perdeva a rimirare lestelle. Si sentiva piccolo e grande al tempo stesso.Parte minuta di un disegno maestoso.Stava per addormentarsi quando l’odore di brucia-to lo colpì al naso. Aprì gli occhi e vide il boscoaccendersi di rosso vivo.“Quercia, ghiro, genziana moriranno!”, urlava dispe-rato. Piangeva di fronte all’oltraggio e allo scempiooperato da uomini senza scrupoli e senza ritegno,mentre veniva portato lontano dal falco.Sammy si svegliò in un letto d’ospedale.Dalla caduta aveva riportato diverse fratture, maper fortuna nulla di grave. I suoi genitori gli eranoaccanto, così come gli amici di scuola e delReparto.Ancora non parlava. La voce gli si era strozzata ingola. Aveva ancora vivo il ricordo dell’incendio edella distruzione delle cose più care. Lo sguardodi Sammy – si erano accorti gli amici – si era fattopiù maturo e profondo.Quando Sammy si ristabilì completamente, ebbe ilsuo totem: tornò nel bosco, abbracciò la terraavvolto tra gli arbusti e fu catturato. Quindi ebbe ilsuo nome: Falco Lucente. Falco per l’acutezzadello sguardo con cui coglie e segue ilpiccolo e il grande nella vita e nellepersone; Lucente per lo splendoredell’armatura che indossa dallamalattia, l’armatura di un cavalie-re nobile e generoso.Il totem che avrebbero dovuto dargliquel giorno di tante lune fa, non ve lodirà. Non ha più importanza.

l’anno per Sammy, quello della sua totemizzazio-ne. Era tradizione del Reparto che il totemizzandodovesse fuggire dal fuoco e nascondersi nel bosco;a pochi minuti di distanza, tutto il Reparto avrebbedato la “caccia all’uomo”; una volta scovato, l’a-vrebbe ricondotto al fuoco per il rito del totem.Sammy non vedeva l’ora di celebrare il suoingresso trionfale al fuoco. Mentre correva comeun lampo per il bosco, si ripeteva ghignando“nessuno mi troverà, nessuno mi troveràmai”.Ma il bosco nel buio fa brutti scherzi. E fu cosìche, concitato e distratto, Sammy non si reseconto che correva verso il vuoto. Sotto il piedegli mancò la terra e cadde, rotolandosi permetri e metri, fino a frenare su un pianoro.Sammy perse i sensi. Si risvegliò che era già gior-no.Aprì faticosamente gli occhi; si risollevò lenta-mente, tra mugugni di dolore e imprecazioni.Appena alzò lo sguardo, gli apparve uno scenariomai visto prima, totalmente diverso da quellofamiliare: montagne di rocce si facevano faticosa-mente spazio tra piante di una altezza vertigino-sa. La natura era sovrana e questo aveva unche di maestoso, primitivo, ma ancheminaccioso.Dove diavolo era finito? Si domandava Sammy,guardandosi attentamente attorno. E poi silen-zio, completo, assoluto e irreale. Sammy fuassalito dalla paura.Volse lentamente la testa eincrociò lo sguardo di una orribile creatura, unaspecie di cavalletta gigante che l’aveva puntatoe le cui tenaglie scintillavano al sole.Sammy stava per essere assalito, quando un murod’aria si abbattè su di lui e lo scaraventò lontano.Giusto il tempo di riprendersi per vedere unabellissima creatura che assomigliava ad unfalco e che inghiottiva ciò che restava del-l’insetto.Per quanto bello da lasciare senza fiato, il falconon prometteva nulla di buono, ora che avevaposato il suo sguardo su Sammy ed aveva intesola sua paura.“Cosa ci fa un uomo così piccolo tra noi?”,chiese con una voce che era al tempo stesso puriultrasuoni e suggestione ultraterrena.

GRANDEO PICCOLO?

Avventura 8/2007Avventura 8/2007Avventura 8/2007Avventura 8/2007

GR

AN

DE

O P

ICC

OL

O?

77

GR

AN

DE

O P

ICC

OL

O?

TESTO DI ISABELLA SAMÀDISEGNI DI SIMONA SPADARO

66

ATTENZIONE ALLEPICCOLE COSE DELLA VITA“Com, cos”, cominciò a balbettare Sammy,“cioè?”. Non riusciva a proferire parola, alcontrario del falco, su cui avrebbe giurato fossepassato un lampo divertito negli occhi.“Colpa della luna”, disse voltandosi per spiccare ilvolo.“Cioè, cioè, cioè?”, cercava di trattenerlo Sammy.Il falco tornò a guardarlo; allargò le sue grandi ali,mostrando al mondo la perfezione del suo corpo ela bellezza del suo piumaggio, “opera senza dubbiodi uno scultore divino” (rifletteva estasiato Sammy).“La luna esercita un potere speciale sullaTerra e gli animali che la abitano. Ieri eranel pieno della sua forma e splendore. Daquel che osservo, la luna ti ha fatto un pro-digio, riducendoti alla dimensione di ungranello di polvere”.“Cosa?! Non è possibile! Non può essere vero!”,esclamò Sammy, passando dallo stupore alladisperazione. “Come farò a tornare me nelmio mondo?”.Il falco lo guardò profondamente e disse: “A-spetta il prossimo plenilunio. Il prodigiosvanirà”.“No! No! No! Aspettare 29 giorni in queste con-dizioni?! Non è possibile! Non posso sopravvive-re”, piagnucolava Sammy, passando questavolta dalla rabbia allo sconforto.“Non fa onore questo comportamento né a te néalla tua specie”. Sammy ammutolì.“Hai una scelta:puoi imprecare contro la sorte, lasciandotimorire oppure cogliere questa opportunitàper esplorare le meraviglie del creato,imparando a stare con gli altri ed evitando leinsidie”.Detto questo, il falco spiccò il volo. La sua sago-ma diventava sempre più piccola, stagliata controil cielo.Sammy rimase solo e stupito, mentre attorno isuoni si riaccendevano vari e vivaci. Fu allora chefecero la loro comparsa la formica, la coccinel-la, il topolino, l’ape, lo scoiattolo e tantealtre creature. Un mondo prese a girargli attor-no nella multiformità di colori, forme, lingue.Allora decise di abbandonarsi a tanta meraviglio-sa bellezza e nei giorni che seguirono fece laconoscenza di piante, fiori, animali, pietre ecristalli d’acqua.Tutto il piccolo che fa il mondoa cui lui non aveva mai prestato attenzione.Tuttoil piccolo che fa ricco e vario il mondo e lorende un posto straordinario da vivere.Venne l’ultima notte. Sammy aspettava il sorgere

AMichele piaceva la Playstation, propriocome a tanti suoi amici e avrebbe voluto

passare pomeriggi interi a giocare a corse dimacchine virtuali o battaglie di draghi e guer-rieri davvero emozionanti.

Ogni tanto si organizzava con i suoi compagni esi sfidavano a vicenda, lasciando a casa unFrancesco che se ne stava sempre da parte, per-ché gli altri ragazzini lo trattavano male. E sapeteperché? Perché trascorreva la ricreazioneleggendo storie avventurose, ogni giorno daun libro differente.Un giorno, stanco di non essere mai invitato,decise di giocare uno scherzetto ai suoi com-pagni.Li invitò a casa della nonna, dove trascorreva lamaggior parte dei pomeriggi, e i suoi amici dopoqualche tentennamento, accettarono. Puntualialle 17.00 si trovavano davanti la casa con le lorobelle PSP. Lui li accolse davvero bene, offrendoloro anche dei buonissimi biscotti caldi che lanonna aveva preparato per il vicinoNatale. Disse loro di posare le console sultavolo e di andare con lui in una stanza piena digiochi. Loro incuriositi lo seguirono senza faretroppe storie. Francesco li fece entrare nellostudio del nonno, pieno zeppo di libri dagliargomenti più svariati e poi, con la scusa diandare a prendere i videogiochi lasciati in salot-to, uscì dalla stanza e li chiuse dentro.Michele, Daniele e Alberto capirono subito cosafosse accaduto. Francesco si era preso gioco diloro. Ma erano troppo orgogliosi per mettersi apiagnucolare per farsi riaprire la porta.Allora zitti zitti, cominciarono ad esplorare lastanza cercando di trovare qualche gioco con cuiintrattenersi. Ma, ahimè, la stanza era piena

solo di libri, di tutte le dimensione e di tutti gliargomenti.Michele ne prese uno a caso e cominciò a leg-gerne il contenuto. Era un libro che racconta-va la storia di cavalieri antichi. C’erano molte fig-ure delle armature e mentre lo sfogliavarimaneva affascinato dalle cose che legge-va: storie piene di mistero e di magia.Anche Daniele e Alberto si erano soffermati asfogliare e leggere due volumi piuttosto interes-santi: uno era un libro di fiabe; il secondo era unlibro buffissimo, che tentava di spiegare i dirittidei lettori. Che cosa buffa, pensò Daniele.“Sapete che i lettori hanno dei diritti belli ebuoni?” – urlò ai suoi due compagni. “Hanno ildiritto di saltare le pagine che non piac-ciono loro, hanno il diritto di smettere dileggere un libro se non li appassiona;hanno addirittura il diritto di cambiare lestorie”.La storia dei diritti di lettori giungeva loro total-mente nuova. Cominciarono sfogliare tutti i libriche in quella stanza sembrarono interessanti. Siritrovarono tra le mani volumi che racconta-vano di viaggi fantastici e posti mai visti;testi che aiutavano a costruire modellinidi barche così belle da mozzare il fiato.Non avevano mai preso in considerazione tuttele cose che avrebbero potuto scoprire leggendo.E da fuori la porta, Francesco se la rideva. Luiconosceva bene tutte le storie raccontate inquei libri che spesso l’avevano fatto volare conla fantasia durante pomeriggi di mal tempo.Si era fatta l’ora di cena. Francesco pensò chelo scherzo sarebbe anche potuto finire e alloracon tutta calma aprì la porta. I suoi amicierano talmente assorti nella lettura che

non se ne accorsero nemmeno.Era contento perché era riuscito afar capire loro che leggere è bel-lissimo perché permette ognivolta di scoprire un mondonuovo e inaspettato. Perscusarsi del brutto scherzo gio-cato loro, fece scegliere ad o-gnuno un libro e glielo regalò.

Avventura 8/2007Avventura 8/2007Avventura 8/2007Avventura 8/200788 99

UN LIBRO = TANTECOSE NUOVE

UN

LIB

RO

= T

AN

TE

CO

SE N

UO

VE

TESTO DI SARA MELONIDISEGNI DI SIMONA SPADARO TESTO DI MAURO BONOMINI

DISEGNI DI SIMONA SPADARO

IN SILENZIO DAVANTIALLO SPECCHIO

IN SIL

EN

ZIO

DA

VA

NT

I AL

LO

SPE

CC

HIO

S e qualcuno avesse chiesto ai componentidella Squadriglia Volpi o agli altri ragazzi

del Reparto cosa ne pensassero di Franco, proba-bilmente avrebbe ricevuto una risposta tipo:”Boh, niente di che, uno come gli altri, forsequalche volta troppo sbruffone, troppopronto a sfottere e a fare scherzi alla gente.”Se ancora sempre quel qualcuno avesse insistito,avrebbe anche strappato qualcosa come :”Non èche sia proprio simpaticissimo, se la prendecon chi è più debole di lui, fa lavorare glisquadriglini con urlacci e rimproveri.” Franco, Vice delle Volpi è fuori della sede, conun’aria da “duro”, Natale e le feste sono moltovicine, e la riunione di Squadriglia non gli va moltoa genio, deve pensare alle vacanze, alla settimanabianca. Il Capo Squadriglia esce a chiamarlo:”Allora, Franco, ti decidi ad entrare?” Non hal’aria amichevole, il Vice si chiede come mai. Nonsarà forse che uno degli squadriglini si è lamenta-to di lui? Tacere, dovrebbero, e ringraziarloperché li spinge a lavorare, altro chelamentarsi! Entra in sede già carico e pronto allitigio. Ma Marco non gli parla direttamente, parlaa tutta la Squadriglia. :”Sapete, ogni tanto i preti cidicono di fare l’esame di coscienza, di renderciconto dei nostri peccati, specialmente nell’Av-vento, come adesso. Ma io non vi dico di farel’esame di coscienza, vi chiedo semplice-mente di fare un gioco, quando tornerete acasa: mettevi davanti allo specchio e rac-contate voi stessi alla vostra immagine,cercate di spiegarle perché vi comportatein un modo piuttosto che in un altro, cerca-te di convincere quell’immagine che siete dellepersone degne di portare il fazzolettone, perso-ne che sanno rispettare la Promessa e laLegge scout. Poi, se avrete convinto la vostraimmagine, potrete mettervi a fare quello chevolete, ma se non l’avrete convinta, allora sì, fate-lo, questo esame di coscienza.” Franco aveva le orecchie rosse :”Che, Capo, cel’hai con me, per caso?” Un attimo di silenzio,teso… :”Si, forse. Ce l’ho con te, con me, contutti. Forse ho la luna storta, forse pretendo la

luna davvero. Però mibasta che ognuno di voi,almeno davanti allospecchio, sia sincero.Con sé stesso, se nonaltro.” La Squadriglia sene va in silenzio, nessu-no si sarebbe imma-ginata una ramanzinacosì, peggio che un’ur-lata. Franco torna a casa,figurati se farà quello che gli hadetto il Capo, pensa che siano tuttebaggianate. Ma poi, come se non ne potesse fare ameno, gli scappa l’occhio su uno specchio.:”Cos’hai da guardarmi così? Lo so, sono uncretino, o meglio, siamo due cretini, tu che mi guar-di e io che ti parlo! E cosa dovrei dirti poi? Chelo so anch’io che non dovrei dire e fare certe cose,che ai piccoli dovrei insegnare ed aiutare, inveceche pretendere. O che non è Scout prendere ingiro chi non può difendersi. Ma cosa te lo dico afare? Lo sai benissimo anche tu, lo sai che lo facciosolo perché non ho altro modo di far vedere aglialtri che ci sono anch’io. Non sono così bravo nelfare le cose, non sono capace di farmi seguire erispettare, non sono intelligente. Insomma, vuoi cheti dica la verità vera? Devo dirti che ho solopaura che la gente non mi voglia vicino, chenon mi consideri uno in gamba? E allora esa-gero, faccio credere che non importa, che sono unotosto. Ma io e te lo sappiamo bene, in fondo, chevogliamo solo che qualcuno ci dica bravo, seiuno Scout in gamba, sei una persona in gamba.”Franco tace e si dà dello stupido, per essererimasto a parlare ad una immagine che nongli risponde. Ma chissà perché ora si sentecome se se ne fosse andato un peso dallostomaco, un peso che sapeva di avere, mache fingeva non ci fosse.A Natale si fanno buonipropositi, si cerca di essere più buoni. Franco, sem-plicemente, da oggi proverà ad essere se stesso,invece che ad apparire ciò che non è. E forsela prossima volta che parlerà alla sua immagine,potrà anche farsi scappare un piccolo sorriso.

LEGGERE È BELLO,DIVERTENTE ED UTILE

IL SILENZIO: PERSCOPRIRSI E CONOSCERSIMEGLIO

E ra la metà di dicembre. Come ogni anno sistavano avvicinando “le Feste”, e Filippo

cominciava, al solito, ad essere inquieto. In realtà ilproblema non era Natale, ma il suo complean-no, che cadeva per l’appunto il 25 dicem-bre! Questa coincidenza lo metteva molto a disa-gio: quando era molto piccolo trovava divertentefesteggiare due volte nella stessa giornata, ma unavolta arrivato alle elementari i suoi compagniavevano cominciato ad invitarlo alle pro-prie feste, oppure a farle a scuola, e lui nonaveva mai potuto ricambiare…L’unica volta che ci aveva provato, in quinta ele-mentare, aveva invitato la sua classe e qual-che altro amichetto a casa per il pomerig-gio di Natale.Aveva fatto le cose con cura, pre-parando personalmente addobbi e rinfresco, ma,complici il freddo e i lunghi pranzi in famiglia, aquella festa si presentarono soltanto cinquebambini. Filippo ne rimase così deluso da giura-re a se stesso che non avrebbe più sopporta-to una simile umiliazione!

Molto tempo era passato da allora. Filippoaveva passato anni a lamentarsi per avere

avuto la sfortuna di nascere in un giorno“non festeggiabile”, ma segretamentetrascorreva pomeriggi interi a sognare

la sua prima vera festa di complean-no, al posto della solita iperaffettuosacompagnia di nonni e zie.Anno dopo anno

aveva aggiunto particolari e modificato gli invita-ti,ma in realtà in pubblico faceva di tutto per evi-tare l’argomento. Soltanto pochi amici conosce-vano questo suo segreto ed a Natale passavanoa trovarlo, o almeno gli facevano gli auguri pertelefono.Poi, poco prima del suo quattordicesimo com-

pleanno, accadde qualcosa. Luca, suo compa-gno di classe e vicino di casa, gli offrì un pas-saggio con l’auto di suo nonno Matteo,che era venuto a prenderlo a scuola.Alla clas-

sica domanda sui progetti per le vacanze diNatale Filippo aveva subito perso il suo buonumore, così il signor Matteo aveva cercato dicapirne il motivo. «Beh, non direi che tu siacosì sfortunato, anzi! Hai il grandissimoonore di fare il compleanno nello stessogiorno di Gesù! – A queste parole Luca rimaseturbato: non aveva mai visto la cosa da questopunto di vista! – E poi: come fai a dire chetanto non verrebbe nessuno se non provi!Tanti anni fa tu ed i tuoi amichetti eravate picco-li: non potevate certo andare in giro da soli, e saiche le mamme sono un po’ apprensive: per il fred-do, per non offendere i parenti e così via. Sonosicuro che se farai una festa i tuoi amici, i tuoiveri amici, verranno da te anche nel giornodi Natale!» Filippo non riuscì a trattenere due grossilacrimoni: di colpo anni ed anni di rancore sisciolsero sulle sue guance, mentre abbracciavaforte il signor Matteo. Quella sera stessa ne parlòcon i suoi genitori, e passò il pomeriggio suc-cessivo a fare l’elenco degli invitati ed astampare i cartoncini.La mattina di lunedì si alzò prestissimo. Era cosìemozionato da non riuscire a dormire.Cosa gli avrebbero detto i suoi compagni di clas-se? Come avrebbero accolto l’invito? Infondo era ancora in tempo ad annullare tutto….No, ormai aveva deciso! Avrebbe consegnato ibiglietti durante la ricreazione! Come unica precauzione fece un piccolo test:nell’intervallo tra le prime due ore si avvicinò aSara, che aveva fatto le medie con lui, e siinformò discretamente sui suoi progettiper Natale. Appurato che non sarebbe partita

CHRISTMASPARTY

CH

RIS

TM

AS

PA

RT

Y

TESTO DI ALESSANDRO TESTADISEGNI DI SIMONA SPADARO

Avventura 8/2007Avventura 8/20071100 1111

CH

RIST

MA

S PA

RT

Y

cominciò a girarci un po’intorno, poi alla finetrovò il coraggio e lechiese: «allora nelpomeriggio verre-sti alla mia festa dicompleanno?» Saraera imbarazzatissima:sembrava unoscherzo, ma Filippoera così serio chenon poteva essere…«Ma davvero seinato il giorno diNatale? Non lo me lohai mai detto… Forte!Certo che vengo, dove abiti?»In quei pochi minuti il cuore di Filippo aveva pal-pitato come poche volte in vita sua! Ma il sorrisodi Sara mentre accettava il cartoncino lo ripagò ditutta la tensione accumulata… La scena si ripeté ancora, più o meno identica, epoi ancora, con Filippo che distribuiva, a gruppet-ti, tutti i suoi cartoncini. Quando tornò a casa eraesausto, ma si sentiva molto più leggero… enon soltanto per i ventidue cartoncini chenon erano più nello zainetto!!!Il pomeriggio di Natale casa di Filippo sitrasformò in un’autentica baraonda. Per laprima volta Filippo aveva la casa piena di gente

che era lì apposta per lui! La festa che avevasempre sognato era diventata realtà! Fu un successone, che andò addirittura oltre lesue stesse speranze. L’anno successivo i suoiamici addirittura lo precedettero, quasi sup-plicandolo di fare il bis! Il “Natale con le can-deline” a casa di Filippo (o comunque insieme alui) diventò rapidamente un appuntamento fisso,addirittura “di tendenza” ed un suo invito diven-ne ben presto ricercato e ambito! Il brutto anatroccolo era diventato uncigno bellissimo, ed era bastato cosìpoco…. Era bastato volerlo.

Avventura 8/2007Avventura 8/2007

A.A.A.A. CERCASI – GIOVANI CORRISPONDENTI - Tipiace scrivere? Ti piace esprimere la tua opinione su tutto ciòche ti riguarda? Ti piace raccontare la tua realtà scout… vita diSquadriglia, Sentiero, Competenza? Sei disponibile per delle “inter-viste” via mail? Allora fatti vivo con noi e potrai vedere le tue ideescritte su queste pagine.Il nostro indirizzo mail è [email protected]

A.A.A.A. CERCASI – GIOVANI DISEGNATORI – Ti piacedisegnare? Lo sai fare bene? I tuoi amici dicono che seibravo… ed i tuoi prof? Hai creato qualche tuo personaggio? Tipiacerebbe vedere i tuoi disegni su Avventura? … ed essereuno dei disegnatori di Avventura?? Altri E/G ci sono riusciti!Perché non provi! Aspettiamo i tuoi lavori: puoi spedirceli perposta (l’indirizzo è a pag.2 ) o via mail (indirizzo come sopra).

UN PO’ DI FIDUCIAIN SE STESSI NONGUASTA MAI

Avventura 8/2007Avventura 8/20071122

MA

NE

SSU

NO

DE

VE

SE

NT

IRSI

SO

LO

MA NESSUNO DEVESENTIRSI SOLOTESTO DI MAURO BONOMINIDISEGNI DI SIMONA SPADARO

E lena stava cam-minando per le

strade della suacittà, di ritorno dallariunione di AltaSquadriglia. Quellasera c’era moltanebbia, tanta cheanche le stradeconosciute sembra-vano diverse e stra-ne. Per tenersi unpo’ compagniaestrasse dalla tascadella giacca a ventole cuffiette del lettore MP3 e schiacciò il pulsanteplay. Però anche la musica non riusciva ad allenta-re quel senso strano che le dava il manto grigio digoccioline sospese nell’aria. Si fermò un attimoper cercare di capire meglio questa sensazione…ecco... si sentiva sola, come se tutte le personefossero scomparse dal mondo. Affrettò il passoalzando il volume della musica, cercando congli occhi i piccoli segni di familiarità dai muri dellestrade: i manifesti pubblicitari, i portoni delle case,ma la malinconia della nebbia la avvolgeva sempre.Arrivò finalmente a destinazione, entrò quasi dicorsa, si tolse le cuffie, appoggiò la giacca a ventoall’attaccapanni e corse in camera. Prima di infilar-si a letto, con già indosso il pigiama, aprì ilQuaderno di Caccia e scrisse qualche riflessio-ne. “La solitudine. Un sensazione molto brutta,di abbandono, di impotenza.A me non capita spes-so di sentirmi sola perché ho gli amici, laSquadriglia, il Reparto. Ma qualche volta lo sguar-

do che io immagino di avere avutomentre camminavo nella nebbial’ho visto sul volto di qualcunadelle squadrigliere, magari una diquelle più imbranate, che sono capa-ci di naufragare anche in un bicchier

d’acqua. Oppure anche in qualcunadelle più grandi, quando a loro è

capitato qualcosa di spiacevole,come essere lasciate dal ragaz-

zo, aver perso unaamica per un liti-gio o perché sem-plicemente hacambiato scuolao città. Qualchevolta l’ho notato,quello sguardo, inclasse, per la strada.Stasera promettoche farò in mododi andare vicinoa queste perso-ne, quando mene accorgerò, ad

offrire anche solo la mia presenza, perché si sen-tano un po’ sollevate, un po’ meno… sole. Espero che, se mai capiterà anche a me di sentirmicosì, di trovare qualcuno che mi dia una mano afarmi sentire compresa, accettata, amica, partecipedella vita di chi mi sta vicino.” Andò a letto esognò di essere diventata un clown, uno diquelli con il naso rosso e il sorriso grande dipintosul volto bianco, che andava in giro di strada instrada, di paese in paese a far sentire menosole le persone anche semplicemente con unarisata. La mattina dopo il sogno era ancora vividoe le fece brillare in testa la lampadina di una idea.Dopo la scuola, al pomeriggio, chiamò a raccolta laSquadriglia e la espose alle altre. Nella settimanaprima di Natale avrebbero girato, di casa in casa, atrovare le persone anziane sole, gli emigrati,le persone che a scuola non frequentavanonessuno. Si sarebbero vestite da clown e daBabbo Natale: due canti, qualche gag ridicoladei clown e un piccolo dono per tutti. Per lepersona di altre religioni qualche dolcetto tradi-zionale e, per chi era cattolico, con il dono cisarebbe stato un piccolo presepe fatto con i fiam-miferi di cera, per ricordare che la nascita di Gesùbambino aveva fatto in modo, duemila anni prima,che ognuno diventasse parte di una grande fami-glia, grande come l’intero mondo, una famiglia incui, nel nome dell’amore che viene da Dio,nessuno avrebbe più dovuto sentirsi solo.

S usanna era sotto osservazione. Il VerticeSegreto MCTT (Marketing Customer Target

Trend) spiava da tempo le sue abitudini e isuoi gusti con microcamere e sensori spar-pagliati lungo le strade che percorreva, nel-l’antibagno della scuola, nelle discoteche che fre-quentava, nei negozi in cui comprava magliette,scarpette, ciabatte e braghette.Il Vertice MCTT l’aveva scelta come cavia per-ché era una ragazza di poca fantasia.Attraverso i gusti di Susanna, il Vertice capiva qualierano i gusti di quella folla di ragazzi incapacidi essere originali, pronti però a spenderemolti soldi per obbedire agli ordini della moda. SeSusanna ad esempio sceglieva un colore cocome-ro cotto per scarpette e sciarpette, il VerticeMCTT stabiliva che in quella stagione si sarebbe-ro venduti abiti e accessori di quel colore. IlVertice comunicava la scoperta a stilisti,designer pubblicitari e direttori di catenecommerciali. Lo stilista Lavandino, ad esempio,a ogni cambio di stagione aspettava la relazionedel Vertice MCTT sulle preferenze di Susanna perprogettare le sue novità.Quell’anno, a Natale, il Vertice MCTT non silimitò a spiare i gusti di Susanna sull’abbi-gliamento, ma volle capire che cosa lei siaspettava da quella festa. Susanna attendeva ilNatale per partecipare ai concorsi: se ad esem-pio compri molti panettoni della marcaRicotta, partecipi a una ricca estrazione chedestina parte del ricavato alle popolazioni poveredell’Africa; più panettoni mangi, più bambinisudanesi saranno salvati dalla fame. Susan-na ci credeva e ci cascava in pieno.Quell’anno, dunque, tutta la pubblicità cercò ditrasformare il Natale in un enorme concor-so. Pochi ricordavano ancora che Natale era lanascita di un bambino povero, che avrebbereso ricchi tutti gli uomini e tutte le donne non didenaro e di i-pod, ma di bussole per trovarela strada della loro salvezza.Il Vertice MCTT, però, commise un errore. Non siaccontentò di Susanna: aveva puntato una

serie di sensori anche su un’altra ragazza,Camilla. Questa frequentava spesso un localac-cio fuori moda, non sempre pulitissimo,pieno di attrezzi da sembrare un magazzi-no di falegname: era una sede di Reparto,perché Camilla era una Guida. Le microcame-re nascoste in quel locale cominciarono a tra-smettere segnali sconosciuti: risparmio, essen-zialità, aiuto reciproco, attenzione agli altrie soprattutto molte risate. Nella sede segre-ta del MCTT esplose il panico: i sensori nonerano predisposti per quei messaggi e i terminalicominciarono a esplodere uno dopo l’altro. Leidee di Camilla non erano fatte per esserevendute al supermercato.Il famoso stilista Lavandino ebbe una crisi cere-brale, perché sapeva disegnare soltanto oggettiinutili e molto costosi; i designer pubblicitarinon riuscirono a creare nemmeno il più piccoloslogan con la frase “aiutare gli altri in ogni cir-costanza”, perché quella era un’idea che aveva-no ormai dimenticato. Ci rimasero malissimo,proprio come Susanna, che aveva bisogno diqualcuno che ragionasse al suo posto per-ché aveva perso l’abitudine di farlo da sé.Chi si divertì un sacco fu Camilla, che passò unpomeriggio intero a raccogliere con la suaSquadriglia le microcamere che sbucavano da ogniangolo della sede.Visto che brillavano come pic-coli cristalli, leappese tutteall’albero diNatale. Poi lasquadriglia aprìun panettone.E quella checos’era? Unacartolina diun concorsoa premi: finìsubito nellos c a t o l o n edella cartadel riciclo.

Avventura 8/2007Avventura 8/2007 1133

TESTO DI STEFANO GARZARODISEGNI DI SIMONA SPADARO

SUSANNA DALCERVELLODI COCOMERO

SUSA

NN

A D

AL

CE

RV

EL

LO

DI C

OC

OM

ER

OIMPEGNARSI AD EVITARELA VERA SOLITUDINE…

ALLA LARGA DALLE MODEE ATTENZIONE ALLEPUBBLICITÀ

E ra freddo. L’inverno era arriva-to! La notte appena passata

aveva portato con sé una dolce esoffice nevicata che aveva ricoper-to tutto il paese di un morbido esuggestivo manto bianco.Filippo, ancora sotto le coperte,scrutava il paesaggio che intravede-va fuori dalla finestra e dentro di sépensava a quando nel pomeriggiosarebbe dovuto partire per l’Uscita di Squadriglia.La Squadriglia dei Falchi si era presentatapuntuale e motivata all’appuntamento,mancava solo Lorenzo, il Vice, che era rimasto acasa con la scusa di dover studiare, per un com-pito in classe che avrebbe avuto lunedì mattina.Gli Scout, muniti di zaini e giacconi per ripararsi dalfreddo pungente, partirono diretti alla volta di unconvento sperduto nelle colline toscane dove,per due giorni, avrebbero aiutato i frati nellapreparazione del grande albero di Natale cheveniva allestito tutti gli anni, ricevendo in cambio l’o-spitalità nelle stanze del Convento.Il pomeriggio i Falchi si misero immediatamente allavoro.Tutti si davano da fare per completare l’al-bero; mentre Filippo attaccava le palline, vi eraMarco, il più piccolo, che girava intorno con ilnastro argentato, per non parlare di Francescoche provava senza risultati ad accendere lalunga fila di luci colorate.Il risultato fu splendido con un grande alberoluminoso che sovrastava tutta la collina sucui si ergeva il convento e che era visibile, inmaniera limpida, dai paesi sottostanti.La sera, prima di andare a dormire, Filippo udì alcu-ni strani rumori provenire dalla cucina. Senzafarsi sentire si precipitò di sotto e notò un frate che,in modo furtivo, apriva gli scaffali della dispensasaccheggiando quanto più cibo possibile, dallafarina alle uova, dallo zucchero alla pasta e il tuttocon una velocità spaventosa.Lentamente Filippo tornò al piano di sopra eraccontò subito quanto aveva visto allaSquadriglia che rimase stupita di fronte allapossibilità di un frate che si mette a ruba-

re le vivande di nascosto, venendole così asottrarre ai suoi fratelli.La mattina seguente gli Esploratori si risvegliaro-no intorpiditi dal freddo e, per nessuna cosa almondo, avrebbero lasciato i loro conforte-voli sacchi a pelo, se non fosse che, piano piano,cominciò a spargersi nell’aria un caldo ed invi-tante odore di torta appena sfornata.In un batter d’occhio tutti insieme si precipitaro-no di sotto, saltando fuori dai sacchi a pelo eall’arrivo, come per magia, trovarono il fratedella sera prima davanti ad una tavolaimbandita di ogni genere alimentare: tortecalde, ciambelle, crema pasticcera e tantoaltro ancora.“Questo vuole essere un piccolo ringrazia-mento per l’aiuto che ci avete dato ieri e che cidarete oggi. Piccolo, ma spero di vostro gradi-mento. Mi sembrava giusto ringraziarvi con unasemplice colazione di Natale, anche se mancanotre giorni alla festa”, disse il frate.I ragazzi, ancora impressionati dalla celestia-le visione, si sedettero ed iniziarono adassaggiare tutte le cose presenti, conti-nuando a riempire di complimenti il frate: sem-brava veramente che l’atmosfera del Natalefosse lì con loro tra la tavola imbandita, ilgrande albero fuori e le colline circostan-ti innevate.Filippo guardò gli altri squadriglieri e, senza dirsiuna parola, pensarono a quanto l’apparenza liavesse ingannati nel fargli ritenere ladro quelfrate, il quale, invece che riposare, aveva passatotutta la notte a cucinare per donare quella splen-dida tavola imbandita.

Avventura 8/2007Avventura 8/2007 1155

TESTO DI FRANCESCO SCOPPOLADISEGNI DI SIMONA SPADARO

SPESSOL’APPARENZAINGANNA

SPE

SSO L

’AP

PR

EN

ZA

ING

AN

NA

Avventura 8/2007Avventura 8/20071144

UNA VECCHIA PAGINADI DIARIO: AVEREPAZIENZATESTO DI SARA MELONIDISEGNI DI SIMONA SPADARO

“Caro diario,oggi non mi va di studiare. Fa freddo e vorrei met-termi sotto le coperte a guardare la televisione, in santapace. Solo che ci sono i compiti da fare. Mi chiedo,come fanno a chiamarle vacanze di natale sepoi sono vacanze studio?! Anzi, le vacanze studiosono quelle che si vanno a fare in estate all’estero perimparare le lingue. Almeno vedi posti nuovi, conoscigente interessante! Ecco, queste le dovrei chiamarevacanze di compiti. Non trovo mai il tempo di ripo-sarmi, di dedicarmi a quello che vorrei. Mi piacerebbefare shopping con le amiche, uscire un po’ dipiù il pomeriggio per chiacchierare conFederica, ma c’è sempre qualcosa da studiare. Michiamo Margherita e vorrei stare come le margheritefelice e tranquilla in un bel prato. Le margherite nonvanno a scuola, vero? Perché se andassero a scuolaallora vorrei essere, che so io, qualcos’altro.E poi certe cose sono proprio inutili da studiare. Cosavuoi che mi serva leggere le opere scritte più di milleanni fa? Gli autori sono morti e gli argomenti sono pocoattuali. L’altro giorno, per esempio, ho perso due ore,dico ben due ore , a imparare la prima declina-zione… rosa, rosae, rosae… ma mi capiterà mai diandare a comprare un mazzo di rose e parlare in lati-no col fioraio?! Roba da matti!E poi passo ore a studiare l’educazione civica. Qual-cuno la chiama diritto. Dobbiamo imparare il

s i g n i f i c a t odella libertà,della giustizia,dell’uguaglian-za. Solo che dopoaverli studiati nonposso metterli inpratica, perchénon ho lalibertà di nonstudiare, nonc’è giustiziaquando vedogli altri che sidivertono men-tre io sprecotempo a legge-

re, e non c’è uguaglianza, perché spesso nonsono premiata dai voti che i professori midanno.Caro diario, ma secondo te conviene stare qui e impie-gare il tempo così?”Margherita aveva ritrovato questa vecchiapagina di diario scritta in primo liceo, quando tra-scorreva tempo a studiare e non ne aveva assolu-tamente voglia. Di anni ne erano passati propriotanti: più di venti da quel giorno in cui aveva vogliasolo di mettersi sotto le coperte per guardare latelevisione. Eppure tutti quegli studi, quelleore passate ad impegnarsi sui libri le eranoserviti, eccome.Margherita da qualche anno era diventata magi-strato in una sezione del tribunale minorile.Amava il suo lavoro, che le permetteva ognigiorno di tirare fuori i bambini dalle situa-zioni di disagio, di ridare loro i diritti troppospesso perduti. Anche il diritto allo studio.Ogni tanto ripensava a quando da piccolina, buffacome non mai, si metteva a fantasticare di starealtrove, ma non seduta alla scrivania. Alle voltepensava che tutto quell’impegno non a-vrebbe portato a niente. Si sentiva addiritturadi stare a sprecar tempo prezioso, perché chilo sapeva cosa avrebbe fatto da grande? Espesso faceva fatica ad impegnarsi con costanzaperché non riusciva a guardare troppo lonta-no; non riusciva a scorgere il progetto belloe importante che il Signore aveva in serboper lei. E quindi, ogni tanto si scoraggiava. Poiperò un giorno aveva incontrato una personamolto importante che le aveva insegnato che biso-gnava costruire il futuro passo passo, comincian-do ad impegnarsi già da piccoli. Aveva capitoche tutti progetti andavano costruiti pianopiano, senza avere fretta di vedere subito irisultati.A dir la verità il concetto era stato diffi-cile da assimilare, soprattutto a quell’età, ma amano a mano che cresceva, le era diventato sem-pre più chiaro nella testa.Margherita, con un sorriso dolce chiuse il diarioe lo ripose in fondo alla cassa che avevaaperto.

PER “COSTRUIRSI” CIVUOLE TANTA PAZIENZA

SPESSO L‘APPARENZAINGANNA: PIANO CON IGIUDIZI

DA

UN

A V

EC

CH

IA P

AG

INA

DI

DIA

RIO

:A

VE

RE

PA

ZIE

NZ

A

Avventura 8/2007Avventura 8/20071166

LA

MA

RC

IA D

EL

LA

PA

CE

DI

ASS

ISI

LA MARCIA DELLAPACE DI ASSISITESTO DI ISABELLA SAMÀFOTO DI SARA MELONI

2 00 mila persone hanno marciato da Perugiaad Assisi, domenica 7 ottobre, sotto la comu-

ne bandiera arcobaleno.“E’ stata una marcia popolare”, raccontano GraziaBellini e Flavio Lotti, coordinatori nazionali dellaTavola della Pace, raccordo di associazioni pacifi-ste che ogni anno organizzano l’evento. “Unfiume di gente che si è ingrossato lungo lastrada fino a riempirne un tratto di quindi-ci chilometri. Moltissimi giovani e giovanissimi,molte famiglie, molte mamme con i loro figli inbraccio. Poche bandiere di partito e di organizza-zione. Ma tanta, tanta gente, sparsa un po’ lungotutto il tragitto fin su alla Rocca Maggiore diAssisi. Una marcia così lunga (24 chilome-tri), così ampia (almeno 200.000 parteci-panti), così popolare, senza polemiche”, conclu-

dono, “è un gran fatto positivo per chi si senteimpegnato a costruire un paese migliore in unmondo migliore”.“Tutti i diritti per tutti” è stato il tema dellaMarcia del 2007, scelto in occasione del 60° anni-versario della firma della Dichiarazioneinternazionale deidiritti umani, perricordare che la pacenon è semplice as-senza di guerra, macome dice il Pre-sidente della Repub-blica, Giorgio Napo-litano,“effettiva capa-cità di rispettare ognipersona e di favorir-ne la crescita umanae sociale, senza di-stinzioni di sesso,razza, religione o o-pinioni politiche”.La Marcia della Pa-ce, iniziata a Nairobia settembre, ha toc-cato come ognianno Perugia e Assisi, senza fermarsi in realtà. LaMarcia, infatti, prosegue a casa nostra, laddove laporteranno i nostri piedi di operatori di pace, nelnostro piccolo e nel quotidiano, a partire da noi eda chi ci sta attorno.

Il Reparto Roma 88 ha risposto all’invito deiCapi Reparto:“Chi vuole venire con noi alla MarciaPerugia-Assisi?”. Non tutti hanno risposto, ma unabella fetta sì. Ed allora eccoli, per la primissima voltain assoluto, a manifestare per la Pace.Come è nata la voglia di svegliarsi presto,venire fino a qua e camminare così tanto?“Sicuramente è nata dal sentimento di pace cheproviamo, ma complice è stato anche il campoestivo di quest’anno, intitolato ‘Born to peace’”, cirispondono.Cosa significa?“Born to peace è tratto da una battuta capo-volta del film ‘Full Metal Jacket’ (regista StanleyKubrick, anno 1987, ndr). Nasciamo per fare lapace, non la guerra: ecco cosa significa”.Cosa avete fatto di particolare al campo?

DA NAIROBI AD ASSISI A CASA TUA:LA MARCIA DELLA PACE CONTINUA…

Tutti in marcia.

La pace passa per la testa

L’Alta Squadriglia del Bagno a Ripoli I è venuta dalla provincia di Firenze per la prima voltaa Perugia, per partecipare alla Marcia della Pace. Indossa per tutti e 24 i km di strada un cartel-lone che ha la sagoma di un’orma di scarpa; sopra ad ognuno c’è scritto un articolo trattodalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.

“Abbiamo deciso noi di aderire alla Marcia Perugia-Assisi”, raccontano le Guide e gli Esploratori a ScoutAvventura.“Volevamo fare qualcosa di concreto per testimoniare la nostra scelta di Pace. Così”, pro-seguono,“ci siamo preparati in Alta Squadriglia, affrontando il tema principale della Marcia di quest’an-

NON CALPESTIAMO I DIRITTI.MARCIAMO PER LA PACE

Alta Squadriglia di Bagno a Rispoli I

SCEGLIAMO LA PACE, UNA FORZA DEBOLE

Il Roma 88

“Abbiamo vissuto le attività adottando un’otticaparticolare: quella di stabilire un’atmosfera dipace tra di noi, in Squadriglia prima e in Repartopoi.Altrimenti la pace rimane un proclama!”.Qual è il messaggio che volete trasmettereoggi alla Marcia?“Vogliamo dire una cosa molto semplice: la pacegiova a tutti; si può collaborare senza sottomet-tere gli altri”.Pensate sia possibile fare la Pace?“Noi crediamo che le piccole cose si possanorisolvere, come sperimentiamo nel nostro Re-parto. Però la condizione fondamentale è chebisogna prima imparare ad essere in pace con sestessi”, ci spiegano.“La pace nei rapporti personaliè più facile da realizzare in un ambiente scout,dove tutti più o meno professiamo gli stessi valo-ri. È diverso fuori”, precisano.Spiegatevi meglio.“La Pace è difficile, perchè significa andare con-trocorrente. Rispondere al male e alla violen-za con il bene. Significa essere a mani nude,mostrarsi deboli. La Pace, vissuta ogni gior-no sui banchi di scuola o nelle nostre città, nonè una cosa facile”.

1177

LA

MA

RC

IA D

EL

LA

PA

CE

DI A

SSISI

no,‘Tutti i diritti per tutti’, un tema che ci riporta all’im-portanza di riconoscere, garantire e promuovere i dirit-ti dell’essere umano in ogni parte del mondo”.Cosa avete fatto esattamente?“Abbiamo esaminato la Dichiarazione Universale deiDiritti dell’Uomo (approvata nel 1948 dall’Assem-blea generale delle Nazioni Unite, ndr) e abbiamo

discusso di quei diritti che vengono calpestati ancora oggi, in base a quello che vediamo e sentia-mo accadere nel resto del mondo”.Per questo avete scelto di portare sulle spalle la sagoma di una scarpa?“Sì, esattamente. Il messaggio che vogliamo trasmettere è che non dobbiamo camminare sopra idiritti, ma semmai marciare come stiamo facendo oggi per la Pace”.Cosa avete scritto sui cartelloni-scarpa?“I diritti umani. Ciascuno di noi ne porta uno, facendo riferimentoagli articoli della Dichiarazione Universale. C’è per esempio ilprimo che recita ‘Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali indignità e diritti’ oppure c’è il numero 4, per cui ‘Nessun individuopuò essere tenuto in stato di schiavitù’, il n. 19 (‘Ogni individuo hail diritto alla libertà di opinione e di espressione’) e così via”.Oggi state manifestando insieme a tanti altri ragazzi.Secondo voi, cosa possono fare i giovani per la Pace?“Poco, effettivamente. Però pensiamo di poter partecipare allacostruzione di un mondo migliore partendo dalla nostra forma-zione. Conoscere di più quello che accade intorno a noi, infor-marci costantemente è importante. Inoltre non dimentichiamoche la Pace comincia dal piccolo, dal quotidiano, da noi”.

tranquillo econvinto chesarà un deli-rio di folla,hai visto mai,magari c’az-zecca...T r o p p avoglia diesserci, di“fare qual-cosa insie-me, non per il semplice gusto di esserci, maperché il fare insieme scioglie lingua e pre-concetti e alla fine rende fratelli”.Troppa voglia di condividere esperienze, tecni-che, vita all’aperto, avventura.Troppo il desiderio di incontrare quelli “dell’altraparte”, perché la Sicilia è si larga pressapococome l’Emilia Romagna, ma per attraversarla daparte a parte ci vogliono quasi cinque ore; per-ché qui se devi chiamare i “ragazzi” di Palermodevi chiamarli “picciotti”, ma se sei a Catania lichiami “carusi” e Dio non voglia che tu non sap-pia che a Messina sono “figghioli”.Ma è terra strana la Sicilia che fa delle differenzeuna ricchezza (o almeno finora la storia è andatacosì) e le Guide e gli Esploratori siciliani ne sonoun esempio gagliardo e vigoroso: ti sbattono infaccia sinceri e sicuri la convinzione di essereun’unica cosa, che sono lì per vivere insieme, tuttiinsieme, questo Campo di Alta Squadriglia.Il Campo è (anche, non solo ovviamente)la fase finale di un anno vissuto con inten-sità ed impegno dalle Alte, di mesi e mesi

Parziale panoramica sul Campo.

S i comincia da qui, da quel vulcanico chemettiamo dentro per titolare.

Da quel nero lava misto al verde vita dei boschietnei, tristi per chi non c’era, tristi perché consa-pevoli che gli eventi si possono certo raccontare,ma viverli... viverli è un’altra cosa.C’è una strana magia nell’aria, la magia di un vul-cano, il più alto d’Europa, che è vivo, vivissimo,che richiama atmosfere e dimensioni uniche nelgenere, roba da restar lì rincretiniti, attoniti da“una silenziosa potenza del Creatore che fa da sfon-do al resto”.

Un resto chenon è contor-no, che nonpuò esserlo,che non vuole,che non ci staed allora giù, amenar ledanze per unanno di fila,condividendo,d i s c u t e n d o ,perché no, avolta anchelitigando.Gente stranaquesti E/G sici-liani, ragazzi eragazze che

non hanno nessun pudore a rivelarti che le AlteSquadriglie, le altre, quelle della Zona, non è chele conoscano bene, ma il Campo regionale èun’altra cosa, è una sfida, è un azzardo piacevole,è una rincorsa contro il tempo che ti è stramale-dettamente avverso,“è un’occasione che non tiricapita più...”A chi si è chiesto il perché di un simile evento,rispondono gli stessi Esploratori e Guide cheriferiscono di averlo atteso tanto, che i loro Capiparlano da sempre di un “mitico” Campo regio-nale nel 1986, parlano a loro che nel 1986 nonfrequentavano nemmeno le scuole elementari.E allora “forse, magari il Capo si fa furbo”, sente lavoglia nell’aria e s’inventa l’evento, te lo butta lì,

Approfittando della possibilità di cominciare la Mar-cia in qualsiasi punto, a seconda delle proprie possi-bilità fisiche, il giovane Reparto “San Michele”del gruppo Olevano I (Salerno) è partito alle12.45 a Santa Maria degli Angeli, per arrivare allaconclusione della Marcia sulla Rocca di Assisi.Cosa vi ha colpito di più della Marcia dellaPace?La multiculturalità. La presenza di rappresentantidi tante nazioni diverse, dall’Africa all’Europaall’Asia, che sfilavano lungo il tragitto e sventola-vano le proprie bandiere. Su tutti, ci hanno colpi-to i monaci buddisti che manifestavano per la Pace inBirmania. Pacifici e accoglienti, sfilavano con unamucca, cantando e distribuendo biscotti.Avete marciato con uno striscione che dice “Lanonviolenza comincia da noi”. Perchè?Abbiamo inaugurato con questo tema e questa mar-cia il prossimo anno scout dedicato dal nostroReparto alla Comunità.Abbiamo cioè iniziato un per-corso per diventare davvero fratelli tra di noi.Vogliamo portare la pace laddove c’è il litigio. Noi

veniamo infatti da un paese in cui non è

facile porgere l’altra guancia.Ma lo scoutismo ci aiutaa crescere e ci piacerebbe convincere altri nostricoetanei a venire in associazione, dove – a differenzadi altri posti – si viene aiutati a diventare grandi.C’è un messaggio che vorreste mandare alleIstituzioni del nostro Stato in merito allaPace?Sì. Che bisogna usare più diplomazia per sedare leguerre e che i politici devono pensare al mondo eagli altri prima che a se stessi e ai propri interessi.Qual è il messaggio invece che indirizzeresteai giovani, a voi stessi?Di riscoprire il diritto allo studio: per avere unfuturo migliore, la cultura è importante. Lo diciamonoi ragazzi che veniamo dalSud. Lo Stato dovrebbe daredei sussidi per lo studio deimeno abbienti: è così che sipossono togliere i ragazzidalla strada. Tutto questo lodiciamo senza dimenticareche la cultura è fondamenta-le anche per la Pace.

Per il Gruppo Viterbo 4 venire alla Marcia della Pace è ormai una tradizione: sonoormai 15 anni che i rappresentanti del gruppo aderiscono. Quest’anno è la volta del Reparto.

“Marciamo perchè crediamo nella Pace”, spiegano ad Avventura. “Essere qui oggi è per noi unaforma di testimonianza. D’altra parte”, aggiungono, “è vero che marciare insieme a tanta gente ciscalda il cuore, ci rassicura, ci entusiasma, perchè ci fa rendere conto che ci sono molte altre per-sone che come noi credono nella pace”.Cosa siete venuti a manifestare, in particolare?“La nostra solidarietà alla Birmania. Non possiamo rimanere zitti rispetto a quello che succede (asettembre, la dittatura militare ha represso le marce pacifiche e nonviolente dei monaci birmani;non è che un nuovo capitolo di oppressione della democrazia e del popolo birmano da parte del-l’esercito che governa con la prevaricazione e la forza da decenni, ndr)”Come vi sembra la Marcia del 2007?“E’ tranquilla. Ci sono tanti Scout. Rispetto alle altre edizioni, è sostenuta maggiormente dall’AGESCI. Epoi ci sono poche bandiere, quasi per niente slogan: sembra proprio la marcia della gente ‘silenziosa’,

quella che ogni giorno lavora per la pace senza farsi pubblicità”.Cosa possono fare i giovani e in particolare gli scout perla Pace?“Continuare a crederci e a marciare. Noi giovani siamo fon-damentali, perchè siamo il futuro. Come Scout, inoltre, abbiamouna responsabilità in più: abbiamo fatto una Promessa, che fin dapiccoli ci impegna a realizzare un mondo un po’ migliore diquello che abbiamo”. Se tutti gli Scout del mondo (e con ilfesteggiamento del Centenario ci siamo accorti di essere ben500 milioni) tenessero fede alla propria Promessa, il mondosarebbe veramente un luogo più pacifico – conclude Avventura.

LA PERUGIA - ASSISI, LA MARCIADELLA GENTE “SILENZIOSA”

LA NONVIOLENZA COMINCIA DA NOI

LA

MA

RC

IA D

EL

LA

PA

CE

DI

ASS

ISI

Il Gruppo Olevano 1

L’uniforme per l’occasione

1199

TESTO DI DARIO FONTANESCAFOTO DELL’AUTORE E DELLA PATTUGLIA REGIONALE E/G

AL

, TA

NIA

E IL

“V

UL

CA

NIC

O”

EV

EN

TO

Avventura 8/2007Avventura 8/2007

Il logo del Campo.

Un angolo ordinato ed efficiente

AL,TANIA E IL“VULCANICO”EVENTO

1188

GIROVAGANDO…Il nostro curiosare comincia al mattino con una interessan-te esplorazione speleologica della grotta Cassone, perla quale ringraziamo Mario Consoli e tutto il GruppoGrotte dell’Etna della Sezione CAI di Catania;Helga e Claudia (Messina 1 – Sottocampo Olympia) sidicono entusiaste dell’evento in generale: ”l’avventura in grot-ta è stata davvero entusiasmante ed istruttiva poiché gli specia-listi non hanno esclusivamente guidato, ma soprattuto spiegatocome nasce una grotta sull’Etna”; le due Guide si lascianoscappare anche che: ”il Campo ci voleva proprio, un irripetibileoccasione di confronto che lascerà il segno”, in effetti la visitadella grotta qualche “segno” lo lascerà davvero su Helga(tranquilli, niente di grave...).

Scoperte in grotta

LE IMPRESE ED IL FESTIVAL

Avventura 8/2007Avventura 8/2007Avventura 8/2007Avventura 8/2007

trascorsi a progettare, programmare, rea-lizzare, di incontri e confronti che miglio-rassero l’approccio al Campo, di momenti

di conoscenza con le Alte Squadriglie,quelle altre, quelle della propria Zona,che magari prima non si conoscevanobenissimo.E poi eccoli arrivare, questi quattro giorni di unfine Giugno caldo e strano perché la pioggia nonha voluto mancare all’appuntamento, giorni chevanno via veloci, troppo veloci, forse quel granCapo si è sottovalutato, l’idea era fin troppobuona, talmente buona da poter osare oltre, “civolevano altri giorni, quattro giorni sonopochi”, ma si sa, questi Esploratori e Guide sonopersoncine esigenti, gente dal palato fine, di com-pagnia, fosse stato per loro...

2200

LA

MA

RC

IA D

EL

LA

PA

CE

DI

ASS

ISI

Il Campo regionale di Alta Squadriglia si è svolto dal 21 al24 Giugno 2007 sull’Etna in località Serra La Nave a quasi 1800metri sul livello del mare.Appuntamento fissato per la mattina di Giovedì 21 dalle 10:00in poi per registrarsi e cominciare a montare il proprio angolocompleto di tenda, tavolo e cucina.Apertura ufficiale del Campo alle ore 17:00 di Giovedì, nellaserata Fuoco di accoglienza; Venerdì attività e fuoco diSottocampo; Sabato attività e Fiesta finale; Domenica: S. Messa,chiusura ufficiale 12:30 e smontaggio.Le 71 Alte Squadriglie siciliane presenti al Campo sonostate divise in 9 sottocampi, ognuno recante il nome della

città sede di un Jamboree ed abbinato ad una specialità: Speleologia, Campismo,Esplorazione, Nautica. Oltre a ciò sono stati creati il Villaggio delle tecniche (lavorazionedel cuoio, del legno, del rame, pronto soccorso, emergenza e protezione civile, radio scout, comu-nicazione) e il World Village (cucina e giochi internazionali).

Ogni Alta Squadriglia ha presentato un’impresa realizza-ta nei mesi scorsi e la migliore è stata premiata con lapartecipazione al Concorso Nazionale: in palio un viag-gio in Inghilterra per il Jamboree.E’ risultata vincitrice l’Alta Squadriglia dell’Alcamo1 (Zona Elimi) che ha realizzato un carretto siciliano,seconda classificata l’Alta Squadriglia del Messina 6con l’Impresa “Sguardi di Sicilia”.Per il “Festival canoro della Montagna” ogni Zona hapresentato un canto: è risultata vincitrice la ZonaLilibeo con la canzone “ Strade e pensieri per domani”,seconda classificata la Zona dello Stretto che ha pre-sentato la canzone “Colore del Sol”.]

“E siamo a mare” è il titolo di una bagnata e gustosaImpresa dell'Alta Squadriglia del Marsala 2 (SottocampoMaratona): una riscoperta del mare attraverso la cucina (siconsigliano “Pasta con patelle e pomodoro, oppure pastacon i ricci, oppure ancora l'intramontabile, storico, super-bo ed arabesco cous-cous). Non manca l'approfondimentodella conoscenza degli antichi metodi di pesca (attrezzatu-re, vari tipi canne e galleggianti), per finire con il nuoto epesca in apnea.

Quei geni del Palermo 15 (Sottocampo Moisson) si sono diver-titi nell'Impresa di raccontarci “Cento anni di trasporti con gliScout!”. Il diario dell'Alta racchiude tutte le foto e le immagi-ni a confronto dei mezzi dei primi del '900 ad oggi. Inoltre,non contenti hanno provato in bicicletta l'Esplorazione 40chilometri spostandosi come si faceva una volta.”

I TEMPI E LE MODALITÀ DEL CAMPO

Attività in cucina

Attività di pioneristica

E’ tempo ti spiegare il titolo:Al e Tania (visibili nellogo del Campo) sono semplicemente i personag-gi principali della storia ideata dagli organizzatoridell’evento, cioè la Pattuglia Regionale E/G(n.d.r.), che vivono questa avventura passo, dopopasso, dall’arrivo della lettera alla partecipazionedel Campo, passando di volta in volta per tutti imomenti previsti.Da precisare infatti che ogni Alta Squadriglia cheha voluto scommettersi, è stata chiamata non soloa realizzare e vivere l’Impresa, bensì a partecipareal Festival della Montagna (ogni Zona presente haallegramente allietato la platea della Fiesta del Sabato sera), a scegliere un ambito da vivere edapprofondire al Campo (la scelta era fra ben quattro tecniche).Ogni Alta Squadriglia ha potuto quindi scoprire cosa l’aspettava durante tutto l’anno (non soloquindi al Campo) da questi due personaggi.

MA CHI SONO AL E TANIA?

Una costruzione audace

L’A.S. dell’Alcamo 1 mentrecostruisce il carretto

2211

I cuochi del Marsala 2

Alta Squadriglia del Palermo 15

AL

, TA

NIA

E IL

“V

UL

CA

NIC

O”

EV

EN

TO

L’atteso incontro delle Squadriglie a caccia di Specialità è arrivato! Ma cosa sono questiGuidoncini Verdi? Triangolini di stoffa da attaccare all’alpenstock, simboli del raggiungi-mento di un piccolo sogno, trampolino di lancio per Imprese sempre più grandi.

Rappresentano la conquista della Specialità diSquadriglia, e per un anno potrnno sventolare inogni riunione e uscita: non dimenticando mai disfruttare le competenze acquisite! Per noi, ragazzi dellaCampania, i giorni in verde sono stati il 23 e 24 giugno2007, un pernottamento in tenda nel “pungente” casta-gneto di Roccamonfina. Gli Incaricati Regionali Laura edEmiliano, sotto le vesti di Moira Orfei e suo marito, cihanno accolto in una grande famiglia circense in cui una cin-quantina di Squadriglie sono state divise in domatori, man-giatori di fuoco, musicanti e pagliacci. Nuove occasioniper scoprire amicizie colorate da tecniche e accenti diver-si, tanto divertimento in tutte le attività, dall’allesti-mento degli stand, finalizzati a conoscere nuove idee e

modi di lavorare alle tante Specialità. Intense emozioni che vorremmo trasmettervi, per invogliaretutti ad impegnarsi sempre di più, in cerca non solo di riconoscimenti ma anche di esperien-ze che non si dimenticheranno nel tempo.

FOTO DI GIORGIO CUSMA

GUIDONCINI VERDIIN CAMPANIA

23

La gioia di vivere due giorni “in verde”!TESTO DI FRANCESCA FRECENTESE – SQ.DELFINO – SCAFATI 1°

Alessandra: Ogni anno vi ritrovate a giudicare tante Squadriglie, ed i loro lavori, per la conquista delleSpecialità: attraverso quali elementi le giudicate e quali sono le principali caratteristiche di unaSquadriglia competente?Emiliano ADDELIO: Diciamo che cerchiamo di non dare ungiudizio, cerchiamo piuttosto di capire il lavoro che è statofatto dalle Squadriglie. E’ un lavoro, un impegno che è statoprofuso nella Specialità di Squadriglia, è l’impegno di tutti gli squa-

driglieri: quindi come sono state progettate queste cose, dadove parte il loro sogno. Parte da un sogno di tutta laSquadriglia? Parte da un sogno del Capo Squadriglia? E’condiviso da tutti quanti? Ciò che guardiamo nell’Impresaè come la Sq. abbia progettato il proprio sogno e come loabbia poi realizzato.

Laura PALLADINO: Le prime cose che guardiamo sono lecapacità, le competenze di ciascuno, il sentirsi protago-nisti in quella Impresa. Spesso le Imprese realizzate non sono

Intervista agli incaricatiA CURA DI ALESSANDRA CAO - SQ. TIGRE - CAPUA 2

delle cose megagalattiche,non son delle cose scon-volgenti, però è importan-te capire la crescita cheogni singolo membrodella Squadriglia haavuto. Per questo deside-riamo che le Sq. presenti-no delle relazioni che cifacciano capire quali

sono stati i diversi passaggi, quali i Posti d’Azione e qual’è il protago-nismo che ciascuno ha vissuto.Alessandra: Quali sono le due caratteristiche che rendono un’Impresa diSq. una grande Impresa?Emiliano: La domanda non è facile.. secondo me sono tutte delle grandiImprese, perché sono il sogno di una Squadriglia, è importante che questosogno sia condiviso da tutta la Sq e che tutti abbiano le idee chiare suquello che si vuole andare a realizzare. Diciamo che queste sono le duecaratteristiche che rendono l’impresa una grande impresa.Laura: Le due caratteristiche, che ritengo più importanti, sono l’entusiasmo che si mette nel fare le cose e laforza nel superare i proprio limiti. Spesso siamo portati a guardare i risultati e non tutta la preparazione chec’è prima. Invece una grande Impresa è fatta da questo, da tutti i momenti, da tutti i passaggi, fatti con passione,fatti con gioia, fatti con coraggio.Alessandra: Durante questo tipo di eventi, noi abbiamo possibilità di vivere esperienze diverse da quelle cheviviamo in Reparto, voi cosa notate tra noi ragazzi?Emiliano: Noto il grande entusiasmo che dimostrate nel presentare agli altri la passione che avete espresso duran-te l’anno per lavorare sul vostro sogno. Noto la vostra crescita, anche in competenza. Noto la voglia di condivide-re il vostro lavoro e di imparare dalle esperienze degli altri, per tornare a casa con altre idee, altre competenze.Laura: Questa domanda mi ha ricordato una canzone che, mi sembra, dica: “…un incontro di mille sorrisi…” Qui

veniamo da posti diversi, ma siamo un’unica famiglia, la famiglia scout! Noto chein queste occasioni tra voi nascono tante amicizie proprio per il clima di appar-tenenza e di gioia che c’è.

Abbiamo sentito alcune delle Squadriglie presenti e ci siamo fatti raccontare, inbreve, ciò che hanno fatto per conquistare il proprio Guidoncino Verde… legge-te: sono idee che possono servire anche a voi per guadagnarvi la Specialità diSquadriglia:

Aquile – torre del greco 4 – Alpinismo1a Impresa - Stesura di un manuale di alpinismo (P.S., orientamento, attrezzatu-re, segnali di pista, ecc.)2a Impresa - Escursione sul Vesuvio, eseguite 2 scalate e cucinato alla trappeurMissione – Schizzo rettificato di un sentiero, schizzo panoramico e inda-gine su flora e fauna

Cervi – Angri 3 - Olimpia1a Impresa - Un tour ciclistico fino a Pompei con raccolta dati diversi e notizie varie2a Impresa – Organizzazione di una maratona per il Reparto Missione – Compilazione di un opuscolo con diete ed allenamenti dedicati perciclisti e marciatori

22

I primi arrivi devono attendere

Si apre la segreteria

In cerca di un posto per la tenda

Montaggio campo!

Il lancio, in temacircense, su dorso di…

un cammello!

Il tempo scorre e l’attesa cresce. Eccoci tutti riuniti in quadrato più pronti a conseguire una vittoria chead accettare una sconfitta. Ciò che è fatto, è fatto. I giochi sono ormai chiusi.Questa è la definitiva conclusione d’un duro anno di lavoro.La tensione sale; c’è chi sfoga la propria ansia sorridendo istericamente, chi urta lo scarpone destro a quello

sinistro, chi si sistema la divisa continuamente, chi si tocca il foulard, chi ride senza motivo, chi allinea più volte laSquadriglia alla ricerca di una disperata precisione, chi trattiene le lacrime o chi più esplicitamente piange… insom-

ma l’atmosfera è da manicomio.Gli Incaricati Regionali iniziano a chiamare, al centro del quadrato, leSquadriglie giudicate “competenti” e inizialmente, la gioia si manifestasolo attraverso qualche breve sorriso e qualche timido applauso.Man mano che la cerimonia procede, acquisisce una venatura sem-pre più allegra, i sorrisi e gli applausi si trasformano in vere e pro-prie urla di gioia.Al termine della cerimonia della consegna dei Guidoncini Verdi,gran parte delle Squadriglie può festeggiare la conquista della cosid-detta “Sventola Verde”, poche altre Squadriglie, invece, devonotornare a casa, o meglio in Sede, senza il Guidoncino, ma tuttepronte a cominciare un nuovo percorso di Competenza ed arituffarsi nella conquista della tanto ambita Specialità di Squadriglia.

Così c’è scritto in gran parte delle case delmondo ed in tutte le lingue…eh sì casa dolce

casa.Noi siamo abituati, guardandoci intorno, a vederecase di diversi tipi: palazzi, grattacieli, case a schie-ra, ma non è così per molte popolazioni dellaterra.Avete mai pensato come si potrebbe costruireuna delle nostre case in mattoni vicino al polo, suuna distesa di ghiaccio?Sarebbe impossibile, ecco perché in quei luoghidesolati e freddi, la casa si chiama igloo.Un igloo non è una vera e propria casa, è un rifu-gio costruito con blocchi di neve, generalmente aforma di cupola. È una costruzione tipica degliInuit, popolazione artica che abita sulle coste dellaGroenlandia, dell’Alaska, della regione artica delCanada e sull’estrema punta nordorientale dellaSiberia.Nella lingua locale, il termine inuit (o yuit in sibe-riano e in alcuni dialetti dell’Alaska) significa‘gente’; offensivo viene invece considerato il ter-mine eschimesi (‘mangiatori dicarne cruda’), impropriamenteattribuito a queste popolazioni.La parola “igloo”, o iglu in ortogra-fia standard, identifica in Inuktitut,la lingua degli inuit, ogni tipo dicasa, quindi l’igloo fatto di ghiacciocosì come lo consideriamo noi inrealtà si chiama igluvigaq.L’igloo non è una casa stabile, cioènon è quella in cui la famiglia di

inuit vivrà per sempre, perché i popo-li del nord solitamente sono nomadi equindi si spostano per seguire i bran-chi di caribù o per cercare animali dacacciare o per le battute di pesca.E’ un po’ come le nostre tende, chemontiamo e smontiamo ogni voltache ci muoviamo per un’uscita o per ilcampo.Ma come fanno gli Inuit a costruirequesta casa di neve? E poi non muoio-no di freddo ad abitarci?Calma, calma, state tranquilli orarisponderemo a queste domande.La costruzione dell’igloo in effetti è unpo’ complessa, ma può essere interes-sante provarci, potrebbe essere una

bella Impresa di Squadriglia passare qualche gior-no al riparo di questa residenza.Innanzitutto si deve tracciare al suolo il perime-tro della nostra casa.Lo potete fare piantando un bastone nella nevelegandoci un cordino ed usando il cordino comeun compasso segnare un cerchio abbastanzagrande da poter contenere tutta la Squadriglia(fig.1).Poi si devono preparare dei mattoni pressandodella neve: potreste, per aiutarvi in questa opera-zione, preparare un telaio di legno rettangolaredi circa 50 x 30 centimetri e almeno venti diprofondità. nel quale impaccare la neve schiaccian-dola per bene in maniera da ottenere dei mattoniresistenti e compatti.Di solito questa operazione si dovrebbe effettua-re tagliando dei blocchi di neve ghiacciata, mapenso sia difficile riuscirci non avendo esperienza.I mattoni possono venire montati seguendo unaspirale oppure semplicemente in cerchi via viapiù stretti e inclinati verso l’interno. La secondapossibilità è geometricamente più semplice ma

2255Avventura 8/2007Avventura 8/2007

Fig. 1

Fig. 2

Che ansia… al cerchio finale!TESTO DI LILLI SORGENTE - SQ. LINCI - CAPUA 2

Antilopi – Scafati 1 - Artigianato1a Impresa - Sistemazione angolo di Sq.,cistruzione tavolo, panche e scudo.Sistemazione angolo di Reparto con car-telloni e posto dedicato alla preghiera.2a Impresa – Realizzazione dei personag-gi di un presepe, in DAS, con abiti in stof-fa e ricerca sulla storia del presepe.Missione - Lavori con la tecnica deldecoupage (cornici, scatole, ecc.)

Puma - Salerno 1 - Campismo1a Impresa – La costruzione, vicino alla Sede, di un villaggio scout con alzabandiera e portale

2a Impresa – In Sede: costruzione di un angolo di Sq. sopraelevato (di 70 cm da terra)Missione: Uscita senza tenda, costruito e dormito in un rifugio, costruzione accessori angolo al Campo: portazainie portascarpe

Cervi - S.Maria Capuavetere1 – Esplorazione1a Impresa – Escursione sul monte Orlando, a Gaeta, ed esplorazione della Grotta del Turco 2a Impresa – Costruzione torretta/rifugio per avvistamento animali Missione – Uscita alla montagna dei Profeti, a Liberi, e visita alla grotta di S.Michele. Esecuzione di percorso rettifi-cato, profilo altimetrico con foto e relazioni

Leoni - Salerno 3 – Campismo1a Impresa – Un explò a Paestum con visita agli scavi ed al museo

2a Impresa – Costruzione di un percorso herbert, in occasione del S.Giorgio. utilizzato poi da bambini ed adultiMissione – Navigazione in canotto lungo costa e pernottamento in casa vicino al mare]

24

Preparazione della cena

Consegna del Guidoncinoverde ai Deilfini dello Scafati !

Gli incaricati Regionali e la Csq.delle Tigri del Capua 2

Man

i ab

ili

Man

i ab

ili

C’è posta per voiC’è posta per voiMani abiliMani abili Mani abiliMani abili Mani abiliMani abili Mani abiliMani abili

TESTO DI ENRICO ROCCHETTIDISEGNI DI JEAN CLAUDIO VINCI

I G L O O : H O M E S W E E T H O M E !

forse meno robusta.Si devono sovrapporre in modo che quello postosopra copra la metà dei due mattoni della filasottostante.Se sarete abbastanza abili vedrete la cupola pren-dere vita ad ogni giro di mattoni.Man mano che procedete sarà importante copri-re le giunture con neve fresca in modo danon lasciare nessuna fessura da dove potrebbeentrare il freddo ed uscire il calore.Finita la cupola, si scava nella parete il foro d’en-trata che deve essere abbastanza grande dapermettere il passaggio a quattro zampe.State attenti a scegliere il lato dove posizionarel’apertura, considerate che deve essere dallaparte opposta da dove arriva il vento dominante.Generalmente potete riconoscere questa dire-zione osservando da che parte sono piegati glialberi più deboli.Dovrete proteggere il pertugio con una picco-la volta che serve a ostacolare l’entrata di raffi-che di vento.Un foro più piccolo, in alto, serve da comi-gnolo quando si accende il fuoco per scaldarel’ambiente.In un igloo di media grandezza la presenza di 3persone è sufficiente per riscaldare l’ambiente didiversi gradi; se poi si accende un fuoco per farlo,è essenziale usare della legna adatta.Essa deve essere molto secca per ridurre alminimo l’emissione di fumo, dovrete staremolto attenti ad eventuali scintille che pos-sono facilmente incendiare i vestiti, le coperte equalsiasi altro tessuto. La temperatura internapuò raggiungere tranquillamente i 17°C mentrefuori si viaggia sui 40°C.A meno che non riusciate a fare il campo inver-nale in Groenlandia, queste temperature esterne

saranno difficili da raggiungere.All’interno dell’igloo si sviluppa quindi un

tepore accogliente: non pensate cheavere a che fare con tutto quel ghiaccioM

ani

abil

iM

ani

abil

ivi faccia prendere una polmonite, potreste addirit-tura stare in maniche corte, un po’ per il calore delfuoco e un po’ per il calore “animale” prodotto davoi stessi respirando.Quindi l’aria si riscalda in fretta, viste anche ledimensioni ridotte dello spazio interno, mentre lepareti di ghiaccio si mantengono gelide e non fon-dono, sia per la temperatura esterna, sia per l’ele-vata capacità termica del ghiaccio.Durante la notte, perché la temperatura non siabbassi troppo, si devono mantenere vive almenole braci, oppure è sufficiente tenere accese duebelle lampade ad olio.All’interno gli inuit posano in terra pelli di foca odi orso per isolarsi dal terreno; alcuni teli dinylon e delle coperte possono fare tranquilla-mente al caso nostro.Ricordate di chiudere la porta con dei teli pernon disperdere calore e per non fare entra-re il minimo refolo di vento che potrebberendere inutile il riscaldamento interno.Alcune volte, nei villaggi, venivano scavati dei cuni-coli sotterranei comunicanti tra i vari igloo, permuoversi di casa in casa, quando il tempo atmo-sferico non prometteva bene, oppure per difesa.Allora che dite? Sareste disposti a cambiare lavostra casetta con una sfera di ghiaccio? Pensoproprio di no, e vi dò ragione; del resto comepotrebbe starci in un igloo la libreria perconservare tutti i numeri di Avventura?

I l Campo Invernale del nostro Reparto si èsvolto ad un altitudine di 1.000 mt in provin-

cia di Belluno, vi hanno partecipato 26 E/G, ed haavuto come tema gli esploratori del nuovomondo. I pionieri irlandesi che si avventurarononel continente americano, alla fine del 19° secolo,alla conquista di nuove terre. Le nostre cinqueSquadriglie hanno assunto il nome di cinque clanirlandesi alle prese con l’inospitalità delle freddeterre del Nord America e la resistenza dei pelle-rossa.Fra le varie attività abbiamo effettuato un’escur-sione con le slitte da traino, costruite dalleSquadriglie, costruito ripari di fortuna con laneve, acceso il fuoco e preparato il thè con laneve sciolta nella pentola di Squadriglia, oltre agiochi e sfide sulla neve (che, in alcuni punti, eraalta anche un metro), battaglie e scontri con i pel-lerossa, sia di giorno che di notte (p.s. il gioco not-

turno è iniziato alle sei del mattino!!! Meravigliosal’alba rossa fra le Dolomiti Bellunesi).Dovrei raccontarti moltissimi episodi e avventu-re, ma so che lo spazio nel giornale è semprepoco.Inserisci soltanto un sincero ringraziamento ainostri Capi Reparto, al nostro A.E., agli Aiuti ed aicambusieri: sono persone veramente in gamba!Ti invio anche uno schema di come si possacostruire, con pochissimo materiale, una comodae utile slitta da traino: ne abbiamo costruita unaper Squadriglia.

2277

TESTO E FOTO DI GIULIA ROSSIDISEGNI DEL REPARTO “TONY ROCCATO”

S L I T TA FAC I L E !

Avventura 8/2007Avventura 8/2007Avventura 8/2007Avventura 8/2007

Alle volte, tra la vecchia posta dei nostri corrispondenti saltano fuori delle cronache che almomento non avevano trovato spazio su Avventura ma ora, con qualche pagina in più a disposi-zione, si possono proporre perché sono rimaste attuali e concrete: giudicate da voi.

Il Reparto “Tony Roccato”

La slitta finita

2266

Fig. 3

Fig. 4 Man

i ab

ili

Man

i ab

ili

C’è posta per voiC’è posta per voiMani abiliMani abili Mani abiliMani abili Mani abiliMani abili Mani abiliMani abili

LA CONSEGNA DEI DONI

Materiale occorrente: un certo numero di pacchi per ogni squadra

Numero di giocatori: due o più Squadriglie divise in due squadre

I giocatori divisi in due squadre si siedono in due file parallele, una di fronte all’altra.

Ogni giocatore, tranne il primo della file, mette le mani die-

tro la schiena. Ogni squadra ha a disposizione lo stesso

numero di pacchi, ammucchiati all’inizio della fila.

Al “Via” del capo gioco, i primi giocatori di ciascuna fila prendono un

pacco, lo mettono tra i piedi e lo passano al secondo giocatore, che lo pas-

serà al terzo e così via; il passaggio deve avvenire esclusivamente con i

piedi senza l’utilizzo di altre parti del corpo.

Se il pacco cade lo si riprende senza l’utilizzo delle mani.

Vince la squadra che riesce a passare per prima tutti i pacchi dall’inizio

alla fine della fila.

ne le estremità. Con i rami più corti costruite ungraticcio intrecciato all’interno del ramo principa-le. Assicuratele agli scarponi con il sistema inFig.2: qui il piede diventa tutt’uno con la racchet-ta.Racchette 3 – Vi servono due rami lunghi e lospago, come per il tipo precedente, in più duepezze di stoffa robusta. Unite i rami all’estremità eriempitene l’area interna con una rete di spago.Posizionate la tela in modo da poterci infilare lapunta degli scarponi e… via! Fig.3

2288 2299Avventura 8/2007Avventura 8/2007Avventura 8/2007Avventura 8/2007

Dato che state per partire per il vostro Campo Invernale, avrete buone possibilità di andare sullaneve. Camminare in mezzo agli alti abeti innevati è bellissimo: la neve gelata scrocchia sotto i vostripiedi, mentre sprofondate fino alle ginocchia: l’entusiasmo vi porta avanti, l’aria fresca vi accarezzama… quanta fatica! C’è un modo per farne di meno, per godere di più il paesaggio senza questocontinuo pesante arrancare. Le popolazioni che abitano in zone fredde e ricoperte di neve, perspostarsi usano sci e… racchette! Entrambi questi attrezzi servono a distribuire il peso del corposu una superficie più ampia. Il piede affonda, ma se vi munite di un “piede” con una superficie quat-tro volte maggiore di quella della scarpa, il vostro peso risulterà alleggerito e non affonderete più.

TESTO E DISEGNI DI CHIARA FONTANOT

Gio

chi

per

la

Sq

uad

rigl

iaG

ioch

i p

er l

a S

qu

adri

glia

C’è posta per voiC’è posta per voiGiochi per la SquadrigliaGiochi per la Squadriglia Giochi per la SquadrigliaGiochi per la Squadriglia

IL PASTORE E LE PECORE

Materiale occorrente: nessuno

Numero di giocatori: da una a più Squadriglie

I giocatori (le pecore) sono seduti in cerchio tranne due (il pastore e il suo cane) che si posizionano al cen-

tro del cerchio. Per cercare di addormentarsi il pastore conta le pecore ad alta voce finché, iniziando ad asso-

pirsi, sbaglia numero. Le pecore allora si alzano e cercano di scappare. Il cane

pastore se ne accorge e cerca di acchiapparle toccandone il maggior nume-

ro possibile.Quando il pastore si sveglia, urla “Stop” e tutte le pecore tornano in cer-

chio. Le pecore che sono state toccate diventano cani e si siedono al cen-

tro del cerchio assieme al pastore.

Il pastore ricomincia a contare e il gioco si ripete, ma ci saranno più cani

che potranno acchiappare le pecore.Vince la pecora che viene acchiappa-

ta per ultima.

IL CAMPANELLO DELLA RENNAMateriale occorrente: un campanello, tante strisce di stoffa (bende) quanti sono i giocatori

Numero di giocatori: una decina, guidati da un conduttore-renna.Il campanello viene appeso al collo della renna (capo gioco). I giocatori vengono bendati e si spargono

per il campo.La renna gira tra i giocatori cercando di non farsi toccare da nessuno di loro. I giocatori tengono le orec-

chie bene aperte e cercano di afferrarlo, aiutandosi per rintracciarlo, col suono del campanello. Per evi-

tare scontri tra i giocatori è bene che procedano sempre con le mani davanti a sé.

Chi cattura la renna può togliersi la benda dagli occhi e sostituirla nel suo compito, finché non viene toc-

cata (e quindi sostituita) da un altro giocatore.

GIOCHI DI NATALE

Man

i ab

ili

Man

i ab

ili

C’è posta per voiC’è posta per voiMani abiliMani abili Mani abiliMani abili Mani abiliMani abili Mani abiliMani abili

TESTO A CURA DI GIORGIO CUSMADISEGNI A CURA DI EMANUELA REANDA

Le racchette trovano in commercio ma noivogliamo suggerirvene la costruzione in proprio,per risparmiare soldini e dimostrare che gli E/Gsanno arrangiarsi.Ve ne proponiamo tre tipi diver-si, poi deciderete voi, sulla base del materialedisponibile, quale realizzare:Racchette 1 - Vi servono quattro rami giovani,flessibili, da circa un metro ciascuno, una serie dirami più corti da usare per armare il fondo dellaracchetta, un gomitolo di spago per fare le lega-

ture, cordino per i fermi degli scarponi.Unite alle due estremità, con lo spago, le due cop-pie di rami più lunghi. Legate i rami più piccoliallargando i rami principali, per dar forma alla rac-

chetta, come visibile nella Fig.1. Con il cordinofissate la racchetta al piede, il sistema visibile

in figura vi permette di alzare ed abbassareil piede camminando.Racchette 2 – Trovate 2 rami flessibili, dicirca 2,5 metri: rami di salice vanno benis-simo; potrete trovarli sui greti dei torren-ti; rami più corti, cordino ed il gomitolo dispago. Piegate i due rami lunghi e legate-

L E R AC C H E T T E DA N E V E

Ciao a tutti, ma soprattutto ciao al mio Reparto,il Kaleidos del Venezia 1. Sono una Guida della Sq.Meduse e questo è l’ultimo anno che ho vissutoin Reparto. Mi vengono le lacrime agli occhi soloall’idea di aver lasciato tutti voi: per prima la miaSq. con cui ho vinto il san Giorgio,poi tutto il mioReparto, che in quell’occasione si è aggiudicato iltitolo di Miglior Reparto e che ogni sabato è riu-scito a farmi sorridere. Ma soprattutto mi viene

MMeellaanniiaa CCAARRBBOONNAARRAA – Ciao atutti! Sono una Guida delReparto Jonathan Livingstone –Triggiano 1. Ho 15 anni e faccioparte della Sq. Antilopi. Vorreicorrispondere con tutti gli E/G escambiare un po’ di tutto.Risposta assicuratissima! Il mioindirizzo è: via Giovanni Ca-salino – Triggiano BA. Il mioindirizzo msn è:[email protected]

VVaanniiaa DD’’AANNZZII – Ho 14 anni,sono nella Sq.Pantere delGruppo Vinosa 2! Ho assoluta-mente bisogno del vostro aiuto:sto cercando ragazzi/e con cuiscambiare quattro chiacchieree, perché no, anche fazzoletto-ni. Il mio hobby è la pallavolo ela m usica. Mi raccomando scri-vetemi in tanti a: via Monte-nero 60 – 74013 Ginosa - TA

BBrruunnaa FFOODDAALLEE – Ciao! Sonouna Guida del reparto Olympia– Trapani 24. Ho 14 anni e faccioparte della mitica Sq. Antilopi!Vorrei prendere la specialità di

qui a leggermi? Forza, prendetecarta e penna e contattatemiall’indirizzo: via Guido Raffaelli– 26845 Codogno LO. Rispostaassicurata al 100%

BBaarrbbaarraa PPEERREETTTTII - Ciauuuuu-uuuuuuuuuuuuuuuuuuu!! Mipresento..sono un’allegra Vice-capo di14anni che ha voglia dicorrispondere con tantissimiScouts e Guide di tutta l’Italia!!Che dire…mi piace tantissimocantare e scrivere…ma so-prattutto conoscere gente nuo-va anche lontanissima (ancorapiù bello!!) . Vi dò la mia parolache risponderò a tutte le vostrelettere, letterine o letterone chesiano!! Non vedo l’ora…alloraeccovi il mio indirizzo di casa: v.Torino 21/3 10045 Piossasco(TO) e di e-mail: [email protected] …bacioniii !!!

corrispondente… Sono allegra,amo cantare e ballare, adoro glianimali, infatti ho una dolcissi-ma cagnetta, ed infine mi piace-rebbe corrispondere con tuttigli E/G d’Italia! Così potremoscoprire le differenze tra i variGruppi: i Campi, le riunioni diSq., il momento dei passaggi,ecc. La risposta è assicurata al100%!!! Quindi potete scriverea: via L.Sciascia 3 – 91100Trapani TP oppure via e-mail [email protected]. Vi aspet-to numerosissimi!!! Bacioni

RRiiccccaarrddoo GGOORRII -- Ciao a tutti!Mi chiamo Riccardo,ho 15 anni esono il Capo della skatenataSquadriglia Pipistrelli, RepartoAnteus, del Follonica 2. Mi piac-ciono gli Scout, la musica e glisport. Sono molto alto, 1,90 m,sono molto solare ed estrover-so. Mi piacerebbe prendere laSpecialità di Corrispondente conil vostro aiuto. Scrivetemi in:Via Alessandro Volta n. 2 -58022 Follonica (GR), oppuretramite mail all’indirizzo [email protected]. Vi aspettoin molti, ciao!!!!”

LLaauurraa GGRRAAZZIIOOLLII –– sono una gio-vane Guida 13enne, allegra, sim-patica, solare e un po’ matta.Gioco a pallavolo, amo studiarele lingue straniere, mi piace leg-gere libri di qualsiasi genere eridere. Faccio parte della Sq.Scoiattoli del Gruppo Cotogno 1e sto “lavorando” per prenderela Specialità di corrispondente.Cerco E/G volenterosi di iniziareun’indimenticabile corrispon-denza per scambiare: giochi,canti. Distintivi e magari fazzo-lettoni o tradizioni. Siete ancora

Avventura 8/2007Avventura 8/2007Avventura 8/2007Avventura 8/20073300

A CURA DELLA REDAZIONE DI AVVENTURAFOTO DI MAURO BONOMINI

C’è

pos

ta p

er v

oiC

’è p

osta

per

voi

C’è posta per voiC’è posta per voiC’è posta per voiC’è posta per voiC’è posta per voiC’è posta per voi C’è posta per voiC’è posta per voi

Siamo arrivati all’ultimo numero dell’anno e non riusciamo mai a smaltire l’arretratodelle vostre richieste per amici di penna! Noi comunque facciamo il possibile per accon-

tentarvi. Vorremmo farvi comunque presente che per vedere pubblicato il vostro annun-cio dovete, sseemmpprree,, iinnsseerriirree iill vvoossttrroo iinnddiirriizzzzoo ppoossttaallee eedd iill GGRRUUPPPPOO ddii aappppaarrtteenneennzzaa. La richiesta con il ssoolloo iinnddiirriizzzzoo mmaaiill nnoonn vviieennee pprreessaa iinn ccoonnssiiddeerraazziioonnee. Ricordatelo!

Un caro saluto ed un grande grazie per lanostra esperienza al Jamboree, ma anche per ilprima ed il dopo! Bacioni a tutti

Elysa – Capo Reparto Jamboree“Oreste Bottecchia”

Al 31 luglio siamo andati, in notturna, sul MonteCimone e abbiamo rinnovato la Promessa all’albadel centenario.

Federica - Capo Reparto Magreta 1

3311

Sp

azio

E/G

Sp

azio

E/G

Spazio E/GSpazio E/G Spazio E/GSpazio E/G Spazio E/GSpazio E/G

CIAO GIULIANAGiuliana, la nostra sorella guida aveva poco più di 15 anni, tantissima voglia di vive-

re ed un futuro ricco di promesse, ma il 9 novembre 2006, recandosi a scuola, unterribile incidente l’ha strappata all’affetto dei suoi cari e dei tantissimi amici.Noi del Reparto Licata 4 abbiamo condiviso con lei momenti felici, pieni di gioia e di fati-ca, di allegria e d’impegno, di gioco e di preghiera vogliamo ricordarla a tutti voi.A mamma Claudia, a papà Angelo e al fratellino Francesco,vogliamo dare ancora una voltatutto il nostro affetto e ringraziarli per la grande testimonianza di fede.

Reparto Giuliana Pintacrona - Agesci Licata 4

da piangere per aver lasciato i miei Capi, primi responsabilidella mia stupenda vita Scout: la cosa più bella del mondo!!!Grazie Kaleidos, grazie

Emma Fusaro – Venezia 1

Volevamo salutare tutti gli E/G d’Italia, e ringraziare i nostri Capi, etutti coloro che ci hanno aiutato a realizzare il nostro bellissimoCampo Estivo, perché la quantità dei partecipanti ad un Campo èimportante, ma la qualità lo è ancor di più, basta saperlo affrontarecon lo spirito giusto, lo spirito scout. Lo spirito che ci ha dato la forza,di affrontare tutte le difficoltà, che si sono poste sul nostro cammino.CIAO A TUTTI

Reparto Acadia - Casapulla 1

A CURA DI MAURO BONOMINI

Topo di BibliotecaTopo di Biblioteca

To

po

di B

iblio

tecaT

op

o d

i Bib

lioteca

Topo di BibliotecaTopo di Biblioteca

Dopo un po’ di silenzio, eccovi alcuni suggerimenti per una buona lettura e… occhio ai Sussidi tecnici in fondo pagina!

Autore: Paolo ValenteTitolo: La papaia di Senan. Favole del BeninEditore: ed. EMI, Bologna 2006 - 64 paginePrezzo: 10 euroCi sono diversi modi di far entrare in comunicazione le diverse culture. Quello sceltodall’Autore, in questo libro, punta a far emergere quel tanto che unisce tutti gli uomini, tuttele donne, benché essi vivano a migliaia di chilometri di distanza. Lo scrittore altoatesino haraccolto ventidue favole che si narrano nel Benin, piccolo Paese dell’Africa occidentale,affacciato sul golfo di Guinea. Lo ha fatto recandosi direttamente sul posto, passando di vil-laggio in villaggio ed interpellando gli anziani, custodi della tradizione. Racconti mitici, sto-rie che si concludono con un piccolo - ma mai banale - insegnamento riguardante la con-vivenza delle persone tra loro o il rapporto tra uomo e natura.

Autore: Joseph DelaneyTitolo: L’apprendista del MagoEditore: Mondatori – collana Dark MagicPrezzo: 8.40 euroSettimo figlio di un padre che è settimo figlio… il destino di una persona così è un po’ segna-to. Perché queste persone possono diventare potenti maghi. Se poi si è anche settimo figliodi una madre che è settima figlia non ci si può proprio tirare indietro. Ma il tirocinio perdiventare maghi è faticoso, pericoloso, richiede coraggio e abnegazione. E un mago è temu-to ed evitato da tutti, non avrà amici e anche la sua famiglia correrà dei rischi per colpa sua.Thomas impara tutto nella maniera più dura, sbagliando e rischiando la vita sua e dei suoifamigliari. Riuscirà a resistere nell’apprendistato e a combattere con successo con streghe ealtre entità maligne? Leggete il libro e lo scoprirete.

Autrice: Margaret MahyTitolo: Lacrime di mezzanotteEditore: Mondatori – collana Dark magicPrezzo: 8.40 euroIn questo libro facciamo conoscenza con Roland, un ragazzo “giusto”, bello, ricco, intelligen-te. Naturalmente fidanzato con una ragazza altrettanto bella e desiderata da tutti, come puòinteressarsi ad una secchiona bruttina e goffa, che si siede sempre sotto una albero, in dispar-te dagli altri? E se un professore lo ricatta per un gesto stupido che Roland non sa nemme-no come ha potuto commettere, costringendolo a frequentare e spiare proprio quella per-sona? Vuol dire certo che c’è sotto qualcosa e suo malgrado il ragazzo viene trascinato daglieventi. C’entra la magia e uno strano prestigiatore da strada che lo aveva usato come caviaper un esperimento quand’era bambino, davanti agli occhi di suo padre.Tutti questi pezzi delmosaico si ricomporranno alla fine, quando, come spesso succede, i nodi vengono al pettine.

SCOUT - Anno XXXIII - n. 31 - 3 dicembre 2007 - Settimanale - Poste italiane s.p.a. - Spedizione periodico in abbonamento postale L. 46/04 art. 1 comma 2, DCB BOLOGNA - euro0,51 - Edito dall’Agesci - Direzione e pubblicità Piazza Pasquale Paoli 18 - 00186 Roma - Direttore responsabile: Sergio Gatti - registrato il 27 febbraio 1975 con il numero 15811 pres-so il Tribunale di Roma - Stampa: Omnimedia,Via Lucrezia Romana, 58 - Ciampino (Roma) - tiratura di questo numero copie 60.000 - Finito di stampare nel dicembre 2007

La rivista è stampata su carta riciclataAssociatoall'Unione StampaPeriodica Italiana

SCOPRI LA NUOVA COLLANA DEI “SUSSIDI TECNICI”64 pagine € 6,00 - LIBRI PENSATI PER VOI, UTILI A TUTTI

DISPONIBILI

INTUTTIGLI

SCOUTSHOP