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Azione C.1 - Conservazione dei prati aridi Data · a. analisi dello stato attuale ed originario 2 a.1 descrizione dei caratteri geomorfologici e paesaggistici espressi dall ’a rea

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Codice commessa: 11/01_2010

Progetto LIFE+ Colli Berici Natura 2000 Azioni di conservazione, miglioramento degli

habitat e delle specie e salvaguardia della naturalità del SIC Colli Berici

Azione C.1 - Conservazione dei prati aridi Data: 11/01/2011

RELAZIONE PAESAGGISTICA – Intervento del lotto 2 Rev.: Data:

Codice documento:S:\Lavoro\11_PROGETTI_CE\01_2010_LIFE-Berici\Documenti\Documenti_2010\A4_Prati aridi\Progetto\lotto2\Relazione_paesaggistica_lotto2.doc Pagina 1

Studio PROGEA – Progettazione e gestione ambientale Viale Riviera Berica 453 – 36100 Vicenza tel. 0444-240386, fax 0444-247258 e-mail: [email protected]

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INDICE

PREMESSA 2

DATI GENERALI 2

A. ANALISI DELLO STATO ATTUALE ED ORIGINARIO 2

A.1 DESCRIZIONE DEI CARATTERI GEOMORFOLOGICI E PAESAGGISTICI ESPRESSI DALL’AREA DI

INTERVENTO E DAL CONTESTO DI ZONA 2

A.1.1 I CARATTERI GEOGRAFICI, GEOLITOLOGICI E MORFOLOGICI 3

A.1.2 IL PAESAGGIO AGROFORESTALE 4

A.1.3 IL SISTEMA FLORO-FAUNISTICO 6

A.1.4 IL SISTEMA INSEDIATIVO E LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA 7

A.1.5 LE ECCELLENZE ARCHITETTONICHE 8

A.1.6 I SITI E GLI ELEMENTI DI INTERESSE STORICO - TESTIMONIALE 9

A.1.7 IL SISTEMA RELAZIONALE ESISTENTE 10

A.2 INDICAZIONE E ANALISI DEI LIVELLI DI TUTELA OPERANTI NEL CONTESTO PAESAGGISTICO E

NELL’AREA DI INTERVENTO CONSIDERATA 12

A.3 RAPPRESENTAZIONE FOTOGRAFICA DELLO STATO ATTUALE DELL’AREA D’INTERVENTO E DEL

CONTESTO PAESAGGISTICO 14

B. ELABORATI DI PROGETTO 14

B.1 INQUADRAMENTO DELL’AREA 14

B.2 CARATTERISTICHE DELL’INTERVENTO 14

B.2.1 OBIETTIVI 14

B.2.2 DESCRIZIONE GENERALE DEGLI INTERVENTI 15

B.2.3 INTERVENTI PREVISTI 16

B.2.4 COMPLEMENTARIETÀ CON ALTRI PIANI E PROGETTI 20

C. ELEMENTI PER LA VALUTAZIONE DI COMPATIBILITA’ 21

C.1 PREVISIONE DEGLI EFFETTI DELLE TRASFORMAZIONI PAESAGGISTICHE 21

C.2 OPERE DI MITIGAZIONE VISIVE ED AMBIENTALI PREVISTE 21

C.3 MISURE DI COMPENSAZIONE PROPOSTE 21

D. CONSIDERAZIONI IN MERITO ALLE EVENTUALI SOLUZIONI ALTERNATIVE 21

E. COMPATIBILITA' RISPETTO AI VALORI PAESAGGISTICI RICONOSCIUTI DAL VINCOLO 21

F. DICHIARAZIONE DI COMPATIBILITA’ 22

G. ELABORATI GRAFICI 23

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PREMESSA

I sottoscritti dott. for. Cesare Cariolato e dott. for. Michele Carta, su incarico

dell’Amministrazione provinciale di Vicenza, hanno provveduto a redigere la presente Relazione

paesaggistica, ai sensi del DPCM 12.12.2005 e del DLgs 42/2004 art. 146, a corredo del progetto

Life+ Colli Berici – Natura 2000, Azione C.1 - Conservazione dei prati aridi, da realizzarsi

nell’ambito del comprensorio dei Colli Berici in provincia di Vicenza. La presente relazione

risponde ai requisiti del succitato decreto DPCM 12.12.2005.

DATI GENERALI

Progetto: Life+ Colli Berici – Natura 2000, Azione C.1 - Conservazione dei prati aridi

Ubicato in: Provincia di Vicenza

Comuni di Brendola, Castegnero, Grancona, Longare, Nanto, Orgiano, San Germano dei Berici, Villaga

A. ANALISI DELLO STATO ATTUALE ED ORIGINARIO

A.1 DESCRIZIONE DEI CARATTERI GEOMORFOLOGICI E PAESAGGISTICI

ESPRESSI DALL’AREA DI INTERVENTO E DAL CONTESTO DI ZONA

Tipo di Contesto dove ricade l’intervento

Tipologia morfologica dove ricade l’intervento

naturale X Costiero agricolo tradizionale X Alta Pianura agricolo industrializzato Bassa Pianura insediamento diffuso o sparso X Bassa montagna / collinare X periurbano Media montagna

Montano Alta montagna

Si riporta qui di seguito un estratto della descrizione territoriale contenuta all’interno del Piano

d’Area dei Monti Berici, strumento urbanistico che interessa l’area oggetto del progetto Life+ in

esame. Per un inquadramento dell’area, si vedano la tavola 1- Corografia delle aree di

intervento e la Figura G-1, mentre per una caratterizzazione ambientale di prima approssimazione

del sito si veda la Carta dell’uso del suolo Corine Land Cover riportata in Figura G-2.

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A.1.1 I caratteri geografici, geolitologici e morfologici

Il rilievo dei Colli Berici sorge nella pianura a Sud, Sud-Ovest di Vicenza lungo la direttrice che

congiunge le ultime propaggini dei Pre-Lessini ai Colli Euganei. Due corridoi di campagna larghi

qualche chilometro separano i Berici dai Monti Lessini e dai Colli Euganei.

Hanno forma allungata, con l'asse maggiore nella direttrice Vicenza - Orgiano (sviluppo 25 km

circa) e l'asse minore nella direttrice Barbarano - Brendola (sviluppo 10-12 km circa). Il rilievo

collinare appare molto frastagliato a Nord, più regolare a Sud. Il perimetro è inscrivibile in un ampio

romboide con i capi Vicenza, Longare, Orgiano e Lonigo, serrato da una barriera viaria e fluviale.

Vi sono alcuni rilievi che superano i 400 m di quota quali il Monte Tondo 415 m, il Monte della

Cengia 428 m ed il Monte Alto 444 m, che dopo lo spianamento degli anni ‘60 oggi risulta essere

440 m. I sistemi vallivi principali sono due, Liona e Fimon: il primo, a sud, è percorso dall’omonimo

fiumicello, il secondo, a nord, raccoglie l’unico lago vicentino.

La parte orientale dei Berici, più vasta rispetto quella occidentale, è costituita da un altopiano

fortemente degradante verso Sud-Est; la zona occidentale presenta rilievi meno marcati e

degradanti dolcemente verso la pianura veronese (Cologna Veneta - Spessa) e verso il basso

vicentino (Poiana Maggiore - Noventa).

L’emersione dei Colli Berici è il risultato di un corrugamento locale della crosta terrestre

avvenuto ai margini e nell’ultima fase dell’orogenesi alpina. Questa piega anticlinale ha sollevato di

alcune centinaia di metri sopra il livello del mare, un pacco di strati rocciosi di sedimenti marini,

esponendoli ad agenti meteorici; questi, assieme ad altre concause, sono stati i principali artefici

del modellamento del rilievo che oggi possiamo osservare.

La geolitologia dei Colli Berici si presenta essenzialmente caratterizzata da formazioni

sedimentarie carbonatiche, di età compresa fra il Cretaceo superiore e il Miocene inferiore.

Data la netta prevalenza di rocce carbonatiche, il rilievo dei Colli Berici presenta intensi e

diffusi fenomeni carsici; tutta la zona superiore dei Colli appare, infatti, disseminata di doline e

depressioni assorbenti che convogliano rapidamente nel sottosuolo le acque meteoriche. La

restituzione delle acque avviene così 150-200 m. più in basso, dove le rocce permeabili vengono a

contatto con le sottostanti praticamente impermeabili.

La stratificazione generalmente pseudo-orizzontale degli strati ha favorito lo sviluppo del

profondo carsismo, responsabile della quasi inesistente idrografia superficiale dei colli; lungo la

fascia pedecollinare, le sorgenti dei Berici, pur essendo relativamente copiose, non sono infatti

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sufficienti a costituire corsi d'acqua di una certa rilevanza.

I caratteri dell'idrografia pedecollinare sono quindi legati alla presenza di una serie di canali e

scoli artificiali di cui il più importante è il canale Bisatto (canale artificiale un tempo navigabile,

aperto tra Longare e Monselice nel 1143 dai Vicentini per utilizzare i deflussi del Bacchiglione). Vi

è inoltre tutta una rete di scoli e fossi, per lo più comunicanti tra loro, che interessa tutta l'area

pianeggiante. I corsi d'acqua più lunghi risultano essere il Liona – Gazzetto, che raggiunge i 12

km, e il Debba – Ferrara, lungo 9 km.

La valle Liona è la maggiore dei Berici ed è costituita da una larga incisione lunga circa 12 km.

La zona pedecollinare compresa nei Comuni di Barbarano, Mossano e Villaga è caratterizzata

dalla presenza di alcune sorgenti termo-minerali, che costituiscono un carattere peculiare dell'area

collinare dei Berici. Tali sorgenti erogano acqua con temperature costanti attorno ai 30°C.

Risulta interessante notare come lungo il versante Est del rilievo collinare, in coincidenza della

presenza di calcari stratificati e marne, si sia determinata un’alta concentrazione di cavità naturali

denominate “covoli”. Analogamente nella parte Sud-occidentale del rilievo la presenza delle stesse

rocce a giacitura più o meno orizzontale, ha condotto alla formazione di un tavolato carsico

caratterizzato dalla significativa presenza di doline. I Colli Berici, con le loro oltre 430 cavità

conosciute, sono una delle più interessanti realtà carsiche d’Italia e continuano a rivelare ambienti

nuovi.

L'attività estrattiva nei Colli Berici ha origini assai lontane. Le prime manifestazioni legate a

questa attività riguardano l'estrazione di calcare organogeno bioclastico noto come "Pietra di

Vicenza". La fitta rete di cave in galleria esistente in località Costozza costituisce una concreta

testimonianza dell'antica attività estrattiva esercitata fin dall’età romana.

Segni della più recente attività estrattiva, indirizzata in maniera massiccia sull'estrazione dei

calcarei fossiliferi dell'Eocene e dell'Oligocene e caratterizzata da attività estrattive legate alle

sabbie silicee e alle argille refrattarie e ferrifere, sono presenti sul territorio un po’ ovunque.

E’ fatto d’obbligo segnalare l’importanza storico-economica dell’attività estrattiva ed in

particolare della rilevanza territoriale delle antiche cave abbandonate.

A.1.2 Il paesaggio agroforestale

Il paesaggio agroforestale dell’area risulta articolato in numerose e diversificate tipologie: dalle

scarpate orientale con boschi e boscaglie termofile (è il paesaggio della scogliera da Longare a

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Villaga che si distingue per il caratteristico aspetto a macchia della vegetazione e per la presenza

di pareti rocciose, ricche di cavità naturali, covoli e grotte), al bosco ceduo (il paesaggio più diffuso

nei Berici soprattutto in presenza di versanti molto ripidi), ai prati aridi e boscaglia xerotermofila, al

paesaggio ondulato con prati e seminativi delle zone dorsali e sommitali a Sud-Est, ai versanti

collinari Sud-occidentali con vigneti specializzati e seminativi (Lonigo, Alonte e Orgiano, sia sulla

parte occidentale intorno alla pianura di Brendola ed alla Val Massina). Lungo il versante orientale i

vigneti si estendono fino al piede delle pareti verticali della scarpata; di frequente sono sovrastati

dagli olivi che ancora occupano gli antichi terrazzamenti o, come a Castegnero, si associano alla

coltura del ciliegio. Oltre questi, vi sono altre forme di paesaggio come quello delle piccole incisioni

vallive (Valle dei Mulini e Villa di Fimon nelle valli di Fimon e Valle del Calto e Val del Gazzo nella

Val Liona). Sono aree di particolare pregio naturalistico e paesaggistico caratterizzati dalla

presenza di sorgenti, corsi d’acqua e mulini che di frequente utilizzavano tali risorse naturali, e dei

principali sistemi vallivi (di fondovalle delle Valli di S. Agostino, delle Valli di Fimon e della Val

Liona). Unica per i valori ambientali e naturali è la zona lacustre e perilacustre del lago di Fimon.

Nell'area collinare lo stato del comparto agricolo si caratterizza per alcune peculiarità comuni.

E’ da segnalare innanzitutto un’elevata frammentazione fondiaria alla quale corrisponde una

relativa stabilità del numero delle aziende agricole.

Accanto alle coltivazioni di primaria importanza, quali vite, ciliegio, olivo ecc..., è significativa la

presenza di attività agricole cosiddette minori fra le quali è possibile annoverare l’apicoltura, la

coltura dei tartufi, le piante officinali (sono presenti singoli produttori con appezzamenti di

estensione generalmente modesta) e l’allevamento di selvaggina. Le cause che hanno

determinato il degrado delle attività agricole nei Colli Berici sono da ricercare nella struttura

morfologica, topografica e idrografica del luogo, nello stato frammentario delle proprietà, nella

scarsità di infrastrutture e nella mancata modernizzazione delle tecniche colturali.

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A.1.3 Il sistema floro-faunistico

L’estrema diversificazione delle specie rende la flora berica un aspetto di primaria importanza.

Il patrimonio spontaneo ha subito profonde modificazioni dovute a fattori antropici: i

disboscamenti per la ricerca di terreni per le coltivazioni, ma soprattutto introduzione di specie

estranee, sono forse gli elementi più incisivi con cui l’uomo ha stravolto gli equilibri naturali. Degno

di nota è l'enorme patrimonio floristico dei Berici che appare caratterizzato anche dalla presenza di

alcuni endemismi. Di notevole interesse, per la presenza di specie termoxerofile, sono la scarpata

orientale ed alcuni versanti meridionali; la Val Liona, le pendici del Monte Comunale e le zone

umide, costituite dal laghetto di Brendola e dal bacino di Polesine (Sossano), rappresentano

ulteriori aree di particolare rilievo floristico e vegetazionale. Un ambiente del tutto particolare e di

grandissimo interesse botanico è costituito dal Lago di Fimon, dove sopravvive una vegetazione

palustre, relitto di ambienti più vasti in tempi lontani, oggi totalmente bonificati e stravolti.

Il Lago di Fimon è, infatti, l’unico bacino non bonificato di tutta l’area berica, anche se vi sono

altri ambienti palustri minori che consentono le stesse osservazioni: pozze d’acqua perenni in

collina e fossati di scolo nelle valli sono l’ambiente di vita di una varia vegetazione e fauna oltre

che della popolazione ittica.

Assai interessante risulta inoltre la vegetazione che cresce all'ingresso delle cavità naturali e

negli scaranti.

Un accenno va fatto ai prati, ai coltivi, alle radure e ai terrazzamenti creati dall'uomo, spesso

adattando preesistenti situazioni ambientali naturali; questa operazione ha favorito l'insediarsi di

particolari essenze, quali la vite, l'ulivo, il gelso, il cipresso che, in certi microambienti più o meno

antropizzati, caratterizzano oggi il paesaggio vegetazionale dei Colli Berici.

Il rapporto delle attività umane con il territorio circostante si legge nella disposizione dei terreni

agricoli, nell’ordine degli arborati coltivati e in quelli spontanei circostanti: un microcosmo marcato

dalla presenza dell’uomo e degli animali sia domestici che selvatici fra loro interdipendenti.

Dal punto di vista faunistico, i Colli Berici, costituiscono una zona relativamente ricca pur non

ospitando un particolare tipo di fauna; Il quadro faunistico generale appare soprattutto costituito da

animali caratteristici degli ambienti agrari e delle formazioni forestali degradate (cedui). L’attuale

fauna dei mammiferi è pertanto costituita essenzialmente dalla lepre comune, da insettivori e da

piccoli carnivori quali la volpe. Data la notevole diffusione del carsismo, è presente un’interessante

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e peculiare fauna troglobia, soprattutto tra gli antropodi, come pseudoscorpioni, diplopodi e insetti.

L'avifauna appare ricca e varia, compromessa però sempre dall'attività venatoria, dall'abuso

dei pesticidi e dei diserbanti in agricoltura e dall'inquinamento dovuto all'immissione di fauna

alloctona, come ad esempio il fagiano.

Riguardo al patrimonio ittico l'immissione nei corsi d'acqua e soprattutto nel Lago di Fimon di

specie esotiche ha fortemente compromesso l'integrità e la varietà del patrimonio originario. Il

panorama faunistico è completato dalla presenza di diverse specie di rettili ed anfibi.

A.1.4 Il sistema insediativo e la pianificazione urbanistica

I Colli Berici furono abitati fin dai tempi antichissimi; costituiscono testimonianza di ciò gli

importanti ritrovamenti di insediamenti preistorici avvenuti in numerose grotte del versante

orientale dei colli e nelle Valli di Fimon.

Molti altri sono gli esempi che possono dimostrare l’antichità dell’insediamento berico, come

nel comune di Longare, in località Castellon del monte Brosimo, dove è stato individuato un sito

d’altura frequentato dai tempi tardo-neolitici, o a Costozza dove sono presenti varie cave in gallerie

che testimoniano l’attività estrattiva esercitata in epoca romana. Ancora sono da segnalare tutte

quelle grotte e covoli che sono state antiche dimore come la grotta del Broion, i Covoli della

Sengia, la grotta di S. Bernardino, la grotta di Paina, il covolo fortificato di Trene ecc.

La configurazione ad "altopiano" di altezza modesta, il clima favorevole rispetto alla pianura, il

perimetro articolato capace di racchiudere valli ampie e riparate, hanno storicamente costituito nel

tempo sicuri elementi di antropizzazione, che hanno condotto alla determinazione di un'area

geografica omogenea e di una ben precisa "unità culturale".

Notevole è il numero degli insediamenti storici presenti sull’intero territorio.

A partire dal secondo dopoguerra, al lento e spontaneo cambiamento interno al mondo rurale

per lo più legato alle esigenze di sussistenza, è subentrata una trasformazione accelerata del

territorio e delle forme dello spazio antropico, indotta dalle importanti trasformazioni economiche,

sociologiche e culturali manifestatesi all’interno delle aree più urbane e di quelle immediatamente

limitrofe.

La popolazione, abbandonate le zone collinari più interne, si è concentrata intorno alle aree in

stretta relazione con la viabilità principale e con la città, mentre profonde modifiche hanno

interessato le caratteristiche morfologiche e strutturali degli originari centri e nuclei abitati.

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A.1.5 Le eccellenze architettoniche

Il territorio berico è caratterizzato da un patrimonio di beni di interesse storico culturale ricco e

variegato, di cui le numerose emergenze architettoniche presenti (ville, chiese ed oratori)

costituiscono gli elementi più noti.

Nel corso dei secoli gli edifici hanno subito molte trasformazioni, formali e funzionali.

Trasformazioni radicali sono state subite da molti edifici adibiti al culto o da palazzi e ville costruiti

prima del XV secolo. La maggior parte delle chiese parrocchiali distribuite sul territorio dei Berici ha

condiviso lo stesso destino: già presenti nel XIII secolo (poiché nominate in rari documenti

imperiali) vengono demolite completamente, o quasi, e ricostruite una prima volta nel XVI secolo, e

poi una seconda a cavallo fra il XVIII ed il XIX secolo. Proprio per questo motivo è relativamente

esiguo il numero delle chiese presenti nell'area berica la cui costruzione sia antecedente al XVIII

secolo. Ed è interessante notare che fra queste vi sono tutte quelle chiese che in una determinata

epoca sono state dismesse come parrocchiali e sostituite nella loro funzione da altri edifici costruiti

ex novo in altri luoghi: si veda ad esempio la Chiesa dell'Annunciazione di Maria (antica

parrocchiale di Nanto) ora in comune di Castegnero, o la Chiesa di S. Maiolo (antica parrocchiale

di Lumignano) in comune di Longare.

La maggior parte delle ville risale al primo Rinascimento (XVI secolo) al periodo in cui la

Serenissima comincia a rivolgersi verso la terraferma; è il momento in cui sorgono le prime "ville

venete". Sono ville, queste, che nascono dalle esigenze dei nuovi rapporti agrari, come elementi

quindi di organizzazione di tutto il paesaggio circostante. Quando si parla di villa veneta non si può

limitare il discorso ad un singolo edificio ma ci si riferisce ad un intero complesso costituito da

molteplici elementi: il corpo edilizio centrale (ove ha sede la residenza del proprietario terriero), le

barchesse (cioè gli annessi agricoli disposti ai lati della residenza), il cortile, il pozzo, l'aia, il brolo,

la cedraia, il giardino, la colombara, le residenze dei salariati e del mezzadro e soprattutto la

campagna circostante. Questi elementi non sono sempre tutti presenti, è comunque chiaro che la

tutela e la valorizzazione di queste emergenze non può certo limitarsi ad isolare solo una parte

delle componenti ma deve necessariamente estendersi all'intero complesso.

La grande quantità di edifici costruita nei due secoli successivi ('600 e '700) si spiega con il

fatto che, mentre nel resto d'Italia in questo periodo comincia ad allentarsi il legame fra le esigenze

produttive e la villa (assumendo quest'ultima soprattutto il ruolo di luogo di svago e di simbolo

sociale), nei territori veneti la maggior parte delle ville continuano ad assume un ruolo

determinante nella gestione dei fondi agricoli.

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Fra il XVII ed XVIII secolo si sentono in modo particolare le conseguenze del declino

commerciale della Repubblica di Venezia, a causa del quale una grande quantità di capitali viene

spinta nell'entroterra. In questo periodo un enorme flusso di investimenti si riversa nelle campagne

sotto forma di opere di colonizzazione agraria, e proprio a questi due secoli risalgono ben più di

una cinquantina di costruzioni, solo alcune delle quali sono trasformazioni di edifici già esistenti.

Al '600 e '700 risalgono inoltre quasi tutti gli oratori presenti sui Colli Berici, molti dei quali

venivano costruiti dai proprietari terrieri nei pressi delle ville. Essi fungevano da perno della vita

religiosa dell'intera contrada essendo aperti regolarmente a tutti i fedeli. Le cappelle invece,

costruite all'interno della recinzione della villa non accessibili a tutti, rivestivano un uso

esclusivamente privato.

A.1.6 I siti e gli elementi di interesse storico - testimoniale

Il quadro ambientale dei Monti Berici quale “Area di tutela paesaggistica” deve prendere in

considerazione anche i numerosi siti ed elementi che presentano comunque caratteristiche

singolari.

Al quadro precedentemente illustrato si aggiungono i parchi e giardini storici, progettati e

realizzati per esaltare la bellezza delle residenze nobiliari che, oltre al valore estetico e storico ed a

costituire un importante motivo di arricchimento del paesaggio, assumono una particolare

importanza per gli esemplari arborei che vi vegetano; i siti di specifico interesse archeologico di

entità ed importanza tali da motivare, a livello di pianificazione regionale, la previsione di un parco

naturale - archeologico; i covoli ed abituri ripetutamente utilizzati dagli uomini nel corso dei secoli

come rifugio, abitazione od altro (dai covoli alle Prigioni di Mossano, dalle grotte in cui si coltivano i

funghi ai ventodotti e le cavità eoliche); gli eremi, luoghi di culto di frequentazione storica; gli

antichi manufatti difensivi e siti fortificati le cui testimonianze architettoniche superstiti sono assai

esigue ma dei quali rimane ancora evidente la maglia di distribuzione sul territorio; gli ambienti

(piccole valli) mulini e dagli edifici di archeologia industriale significativi, che costituiscono

importanti testimonianze della civiltà paleo-industriale sui Colli Berici, come ex stabilimento fonti S.

Agostino ove venivano distribuite le acque minerali, o come le fornaci da calce; gli edifici rurali di

particolare interesse tipologico come i casotti in pietra, realizzati a secco ed ubicati a margine delle

aree coltivate ed utilizzati probabilmente per il ricovero degli attrezzi agricoli ricordano vagamente

nella forma i "trulli", ai quali a volte sono stati paragonati; le ghiacciaie, caratteristici manufatti della

civiltà preindustriale adibiti alla conservazione del ghiaccio; la località di bagno termale,

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testimonianza dell’antico utilizzo delle acque termali nelle zone di Barbarano Vicentino, Villaga e

Mossano; i roccoli in pietra ubicati sulla sommità dei rilievi o nei punti di raccordo fra un rilievo e

l’altro, un tempo utilizzati per la caccia agli uccelli migratori; le fontane, lavatoi e forni per la

panificazione, anche queste preziose testimonianze dell’antica civiltà rurale e preindustriale; le torri

colombare sorte in origine come primarie strutture difensive del territorio.

A.1.7 Il sistema relazionale esistente

Il territorio collinare berico risulta dotato di una sistema infrastrutturale viario di buon livello, che

però in alcuni casi, riguardo il trasporto stradale, specialmente in prossimità dei centri maggiori e in

alcuni punti lungo la Riviera Berica, non riesce a soddisfare la domanda.

L'area è interessata tangenzialmente dall'Autostrada A 4 "Serenissima" (Milano-Venezia) con

accessi a Vicenza Est, Vicenza Ovest, Alte - Montecchio Maggiore. Le Strade Statali n° 247

Riviera Berica (Vicenza - Noventa - Este) e n° 500 di Lonigo (Alte di M.M. - Lonigo) lambiscono

l’area collinare, in adiacenza ai versanti est ed ovest del rilievo.

Nel comprensorio sono inoltre esistenti numerose strade provinciali. Particolare importanza

riveste la S.P. n. 19 Dorsale dei Berici che costituisce senza dubbio il più importante asse viario di

riferimento per l’intera viabilità collinare.

Questa infrastruttura si configura come percorso unitario di percezione paesistica, significativo

per l’intero comprensorio berico, con la funzione di connettere i vari “paesaggi” e mettere in

relazione le diverse situazioni territoriali: gli ambiti chiusi (le valli) e gli ambiti aperti.

É inoltre da rilevare la presenza di brevi tratti più o meno estesi di piste ciclabili che, da

Vicenza, Longare, Brendola, consentono l’avvicinamento al territorio collinare tramite agevoli

percorsi di pianura.

Significativa e di particolare interesse per escursioni a piedi e a cavallo è la fitta rete di percorsi

escursionistici, naturalistici e didattici presente nell’area

Appartenenza del contesto paesaggistico a:

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− sistemi naturalistici

• Biotopi • Riserve • Parchi naturali • Boschi

SI NO � �

SIC IT3220037 “Colli Berici” Presenza di aree boscate

− sistemi insediativi storici

• centri storici • edifici storici diffusi

SI NO � �

− paesaggi agrari

• assetti colturali tipici • sistemi tipologici rurali

SI NO � �

− tessiture territoriali storiche

SI NO � �

− sistemi tipologici a forte caratterizzazione

SI NO � �

− percorsi panoramici o abiti di percezione da percorsi o punti panoramici

SI NO � �

− ambiti a forte valenza simbolica SI NO � �

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A.2 INDICAZIONE E ANALISI DEI LIVELLI DI TUTELA OPERANTI NEL CONTESTO

PAESAGGISTICO E NELL’AREA DI INTERVENTO CONSIDERATA

L’esame degli strumenti pianificatori vigenti ai diversi livelli ha avuto come oggetto:

- P.T.R.C. (Piano Territoriale Regionale di Coordinamento) approvato nel 1992

- Nuovo P.T.R.C. adottato nel 2009

- P.T.C.P. (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) di Vicenza

- P.A.Mo.B. (Piano d’Area dei Monti Berici)

- Strumenti urbanistici comunali (P.R.G., P.A.T., P.A.T.I.)

- Rete Natura 2000

Si evince come l’area dei Colli Berici sia interessata da alcuni vincoli che si estendono su

ampie porzioni di territorio e da una serie di ulteriori forme di tutela, che hanno invece come

oggetto siti ed edifici specifici.

Nella prima categoria rientrano:

- Area di tutela paesaggistica di interesse regionale e competenza provinciale ed ambito

per l’istituzione del parco naturale archeologico identificata col n° 38 e denominata “Colli

Berici”: è stata introdotta dal P.T.R.C. approvato nel 1992 ed interessa i versanti della

porzione Nord-orientale dei berici e l’ambito del lago di Fimon, estendendosi dal territorio

comunale di Villaga a Sud fino a quello di Vicenza a Nord.

- Vincolo idrogeologico-forestale

- Vincolo paesaggistico relativamente alle zone boscate;

- Natura 2000: Sito di Importanza Comunitaria IT3220037 “Colli Berici” (c.f.r. Figura G-3 –

Ubicazione dei siti di intervento rispetto alla della rete Natura2000): gli interventi in

oggetto si configurano come interventi di manutenzione degli habitat, connessi alla

gestione del sito e come tali non sono soggetti a Valutazione di incidenza ambientale ai

sensi della DGR 3173/2006.

Tali vincoli, in particolare il vincolo paesaggistico relativo alle zone boscate, interessano in tutto

o in parte i diversi siti di progetto investiti dall’Azione C.1 – Conservazione dei prati aridi, più avanti

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descritta.

Nella seconda categoria rientrano invece:

- Vincolo paesaggistico su alcune zone nei territori comunali di Albettone (Zona del colle

di Lovertino e colline adiacenti), Altavilla (Collina di Valmarana), Arcugnano (Parco Villa

Margherita e cipressi, Parco di Villa Tornieri Rambaldo Calvi, Zone appartenenti al

bacino del Lago di Fimon), Barbarano (Collina di S. Pancrazio, Viale alberato in loc.

Ponte di Barbarano), Longare (Eremo di S. Cassiano - Zona circostante (“Scogliera”) in

località Lumignano), S. Germano dei Berici (Campolongo, borgo rurale e Villa Dolfin),

Sarego (Parco di Villa Boroni, Villa La Favorita), Vicenza (Pendici di Monte Berico)

- Estensione vincolo paesaggistico: fascia di rispetto di 300 m dalla linea di battigia del

Lago di Fimon, fascia di rispetto di 150 m dalle sponde delle aste vincolate (Retrone,

Onte, Riello, Brendola, Debba, Ferrara, Gazzello, Siron, Valle della Scudeletta,

Seonega, Liona).

- Vincoli monumentali (L. 1089/39): interessano un vasto insieme di edifici costituito

primariamente dalle ville venete, ed in misura minoritaria da eremi, rocche, chiese,

oratori. Si trovano nei territori comunali di Altavilla, Arcugnano, Barbarano, Brendola,

Castegnero, Longare, Lonigo, Mossano, Nanto, Orgiano, S. Germano dei Berici, Sarego,

Vicenza, Villaga.

- Vincolo archeologico: include diversi siti nei territori comunali di Altavilla, Arcugnano,

Barbarano, Brendola, Longare, Mossano, Nanto, Sossano.

- Vincolo militare (L. 898/76): interessa tre siti nei comuni di Arcugnano (località Fontega),

Barbarano (località Monte S.Giovanni), Orgiano (località Monte Molinetto)

Questa seconda tipologia di vincoli interessa le seguenti aree di intervento:

- area n. 117 in comune di Orgiano che, pur se esterna alla recinzione dell’ambito militare,

ricade all’interno dell’area interessata da servitù militare;

- aree n. 132 e 152 in comune di Villaga, ricadenti entro la fascia di 150 dalla sponda dello

scolo Gorzon, affluente dello scolo Seònega, corso d’acqua vincolato che scorre nella pianura ai

piedi dei colli.

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A.3 RAPPRESENTAZIONE FOTOGRAFICA DELLO STATO ATTUALE DELL’AREA

D’INTERVENTO E DEL CONTESTO PAESAGGISTICO

Si veda l’ Allegato - Schede descrittive degli interventi, in cui sono riportate le informazioni

relative a ciascun’area e la relativa documentazione fotografica.

B. ELABORATI DI PROGETTO

B.1 INQUADRAMENTO DELL’AREA

Per un inquadramento delle aree di intervento si veda tavola 1 – Corografia delle aree di

intervento allegata alla presente relazione.

B.2 CARATTERISTICHE DELL’INTERVENTO

B.2.1 Obiettivi

I prati aridi presenti sui Colli Berici rappresentano ambienti di elevatissimo valore naturalistico e

paesaggistico, riconosciuti come habitat prioritario dall’Unione Europea. Si tratta di prati di origine

secondaria, legati pertanto al mantenimento di quelle attività agricole tradizionali a basso impatto

(sfalcio, pascolo) che hanno storicamente prodotto, modellato e mantenuto questi ambienti.

A seguito del regresso fino pressoché all’abbandono dell’agricoltura tradizionale nelle aree

marginali, in atto ormai da alcuni decenni, questi ambienti si presentano oggi spesso in precario

stato di conservazione, essendo soggetti a fenomeni di ricolonizzazione arbustivo – arborea in

diverso stadio di sviluppo (secondo la successione xerobrometo – xerobrometo cespugliato –

arbusteto termoxerofilo – boscaglia termoxerofila – ostrio querceto a scotano). Il conseguente

degrado dell’habitat si traduce in perdita di diversità biologica ma anche paesaggistica, venendo a

scomparire una peculiare tipologia paesaggistica, quella dei prati aridi appunto, con conseguente

semplificazione a favore delle aree boscate.

Per preservare i caratteri di naturalità di questi ambienti il progetto prevede la realizzazione di

interventi di sfalcio delle residue aree prative, controllo degli arbusti invasivi della boscaglia xero-

termofila, rimodellamento del margine prato - bosco ed in alcuni casi rimozione della componente

arborea di neoformazione.

Laddove la copertura erbacea risulta maggiormente degradata si attuerà il ripristino della cotica

erbosa mediante semina e/o impianto di specie vegetali caratteristiche dei prati aridi.

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Nelle aree accessibili ai mezzi meccanici gli sfalci e i decespugliamenti verranno realizzati con

trattore e trinciastocchi, altrimenti con decespugliatore.

Gli interventi verranno eseguiti rispettando i nuclei arborei più maturi e significativi e ricreando

un confine prato – bosco irregolare e il più possibile naturaliforme.

Verranno inoltre eseguiti tagli colturali di contorno alle radure utilizzate per la riproduzione,

nidificazione ed allevamento della prole da molte specie animali; tagli interventi sono configurabili

come miglioramenti boschivi ai sensi della L.R. 52/78.

E’ inoltre previsto un successivo intervento sulle superfici tagliate al fine di contenere il

riscoppio vegetativo e deprimere la capacità pollonifera sia degli alberi che degli arbusti.

B.2.2 Descrizione generale degli interventi

Si riporta di seguito uno schema riassuntivo degli interventi previsti

Cod Intervento Descrizione

A Sfalcio e decespugliamento nel prato cespugliato

L’intervento viene effettuato in ambienti di prato cespugliato e prevede lo sfalcio della vegetazione erbacea, il decespugliamento della componente arbustiva, la rimozione dei nuclei di rinnovazione arborea e di soggetti arborei isolati

E Manutenzione ed ampliamento dei corridoi tra radure in ambito boscato

L’intervento viene effettuato in ambiti boscati, lungo sentieri o corridoi di collegamento tra radure e prevede lo sfalcio della vegetazione erbacea ed il decespugliamento della componente arbustiva

F Sfalcio della vegetazione erbacea

Semplice sfalcio in aree a prato arido non gestito ma non ancora invaso dalla vegetazione arbustiva.

G Controllo selettivo della vegetazione erbacea ed arbustiva in zone rupestri

In presenza di ambienti rocciosi associati al prato arido cespugliato si prevede un controllo selettivo della vegetazione arbustiva, atto a salvaguardare situazioni di pregio naturalistico

H Eradicazione specie arboree infestanti

Eradicazione tramite estirpazione di specie arboree infestanti previsto in un’unica situazione, nell’ambito di un nucleo arboreo di neoformazione con presenza di Ailanto.

Ma Taglio della vegetazione arbustiva e sfalcio delle chiarie

In ambienti di arbusteto, taglio della vegetazione arbustiva infestante (es. scotano) e dei nuclei di rinnovazione arborea associato allo sfalcio della vegetazione erbacea nelle residue aree prative intercluse.

Mb Taglio della veg. arboreo-arbustiva e sfalcio chiarie, con eventuale rilascio di nuclei arborei significativi (es. roverella)

Intervento di ripristino del prato arido tramite taglio della vegetazione arboreo – arbustiva associato allo sfalcio e decespugliamento delle chiarie esistenti, con eventuale rilascio di nuclei arborei particolarmente significativi (es. roverella). Nei casi in cui l’intervento configuri una riduzione di superficie boscata si prevede l’adozione di misure compensative ai sensi della L.R. 52/78.

Mc Taglio della veg. arboreo-arbustiva e sfalcio chiarie, con eventuale rilascio di nuclei arborei significativi (es. roverella)

Lo stesso intervento di cui sopra ma in ambiti non classificabili come bosco ai sensi della L.R. 52/78 (superfici < 2000 mq o larghezza media < 20 m). Pertanto non richiede misure compensative

N Miglioramento boschivo finalizzato al miglioramento della struttura ed all’aumento della superficie ecotonale

In aree di bosco affermato, intervento di miglioramento boschivo che costituisce misura compensativa per gli interventi di riduzione di superficie boscata ai sensi della L.R. 52/78. L’intervento comprende in particolare: controllo delle specie arboree infestanti (ailanto, robinia) o estranee alla vegetazione naturale (pino nero)

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funzionali all’ecologia del Succiacapre ed alle popolazioni di orchidee

dove presenti; taglio fitosanitario con eliminazione dei polloni secchi o deperienti; leggero diradamento con selezione dei migliori polloni; elevazione delle chiome; sfalcio e decespugliamento delle chiarie esistenti, apertura di piccole chiarie

L Rimodellamento del margine prato – bosco (associato all’intervento N)

Rimodellamento della fascia marginale tra prato e bosco per un’ampiezza indicativa di circa 3 m mediante interventi selettivi sulla componente arboreo-arbustiva al fine di favorire l’insediamento di vegetazioni di orlo e mantello creando una graduale successione degli ambienti naturali presenti

B.2.3 Interventi previsti

La superficie complessiva interessata dall’intervento C.1 è pari a circa 26,6 ettari, distribuiti in

26 aree di intervento della dimensione media di circa 1 ettaro.

Il progetto, che ha caratteri di unitarietà, è articolato in due stralci funzionali denominati Lotto 1

e Lotto 2; detta articolazione è necessaria per poter procedere nel più breve tempo possibile con i

primi interventi relativi al lotto 1, nel rispetto del cronoprogramma previsto dal progetto.

Le azioni relative al lotto 1 non prevedono infatti alcuna riduzione di superficie boscata, mentre

le azioni del lotto 2 prevedono anche riduzione di superficie boscata e pertanto richiedono un iter

autorizzativo più complesso con tempistiche più prolungate.

Le misure compensative della riduzione di superficie boscata interessano sia il lotto 2, oggetto

della presente relazione, che il lotto 1.

Nelle successive tabelle si riportano le superfici interessate dalle diverse tipologie di intervento

per ciascuna area e per ciascun lotto di intervento.

Nelle Schede descrittive degli interventi, allegate alla presente relazione, sono riportate

informazioni descrittive e cartografiche relative a ciascuna area e la relativa documentazione

fotografica.

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Tabella B-1. Interventi previsti – lotto 1

A E F G H Ma Mb Mc N TOTALE

Id_area Comune [m2] [m2] [m2] [m2] [m2] [m2] [m2] [m2] [m2] [m2]

17 Castegnero 830 1179 2009 21 Nanto 1864 245 1088 3197 33 Villaga 8401 8401 46 Grancona 4813 4813 47 Grancona 3795 3795 48 Grancona 2608 2608 49 Grancona 2410 1593 1170 5173 50 Grancona 5077 5077 65 S. Germano 25969 25969

103 Orgiano 1227 1227 104 Orgiano 715 715 107 Orgiano 1949 2040 534 4523 117 Orgiano 18907 1183 16966 405 20976 58437 146 Longare 967 435 1402 150 Castegnero 629 974 1603 151 Nanto 4074 117 1544 113 1848 534 10824 19054

TOTALE LOTTO 1 31775 117 53439 2511 0 17514 3897 2979 35771 148003

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Tabella B-2. Interventi previsti – lotto 2 e riepilogo

A E F G H Ma Mb Mc N TOTALE

Id_area Comune [m2] [m2] [m2] [m2] [m2] [m2] [m2] [m2] [m2] [m2]

4 Longare 1243 1249 119 2611 40 Brendola 3683 1552 1834 13102 20171 69 S. Germano 1417 996 2413

102 Orgiano 2214 145 464 4898 123 3370 11214 106 Orgiano 687 3707 7475 527 17802 30198 132 Villaga 3233 1435 1867 4186 380 3758 14859 137 Villaga 987 690 502 1665 3199 7043 141 Villaga 5710 544 1585 3426 11265 143 Villaga 3671 337 2158 418 1093 7677 152 Villaga 6003 1559 220 2695 514 10991

TOTALE LOTTO 2 28848 145 2249 1937 220 8471 28741 2081 45750 118442

TOTALE COMPLESSIVO 60623 262 55688 4448 220 25985 32638 5060 81521 266445

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Nella successiva tabella viene riportato, per ciascuna area di intervento, un riepilogo delle

superfici interessate dagli interventi di riduzione di superficie boscata, taglio boschivo e

miglioramento boschivo.

Tabella B-3. Interventi di riduzione, taglio e miglioramento boschivo

Id_area Comune Riduzione sup. boscata

Taglio boschivo

Miglioramento boschivo

[m2] [m2] [m2]

17 Castegnero 0 830 1179 21 Nanto 0 245 1088 49 Grancona 0 0 1170

107 Orgiano 0 0 534 117 Orgiano 0 0 20976 150 Castegnero 0 974 0 151 Nanto 0 1848 10824

TOTALE LOTTO 1 0 3897 35771

Id_area Comune Riduzione sup. boscata

Taglio boschivo

Miglioramento boschivo

[m2] [m2] [m2]

4 Longare 1343 0 0 40 Brendola 1834 0 13102 69 S. Germano 996 0 0

102 Orgiano 7041 0 3370 106 Orgiano 8162 0 17802 132 Villaga 5343 0 3758 137 Villaga 1665 0 3199 141 Villaga 1585 0 3426 143 Villaga 2158 0 1093 152 Villaga 2695 0 0

TOTALE LOTTO 2 32822 0 45750

TOTALE COMPLESSIVO 32822 3897 81521

L’intervento prevede pertanto una riduzione di superficie boscata pari a circa 3,28 ettari. Ai fini

della normativa forestale vigente (L.R. 52/78 art. 15) tale riduzione viene compensata dal

miglioramento boschivo su una superficie più che doppia rispetto a quella sottratta.

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B.2.4 Complementarietà con altri piani e progetti

Le altre azioni sul territorio previste dal progetto Life+ “Colli Berici Natura 2000” riguardano:

Azione Nome dell’azione

C.2 Pascolo controllato sulle aree prative ripristinate per contenere la ricolonizzazione arboreo – arbustiva

C.3 Protezione e conservazione delle cavità per favorire la presenza dei chirotteri

C.4 Interventi selvicolturali finalizzati al miglioramento degli habitat forestali

C.5 Realizzazione microriserve botaniche

C.7 Ripristino e conservazione di pozze d’acqua utilizzate in particolare per la riproduzione degli anfibi

C.8 Rinaturalizzazione di alcuni piccoli corsi d’acqua e ricreazione di ambienti umidi

C.10 Interventi pilota per il recupero di una cava dismessa

Come per l’azione C.1 – Conservazione dei prati aridi, oggetto della presente relazione, anche

gli altri interventi previsti dal progetto Life+ non comportano effetti negativi sull’assetto

paesaggistico. Viceversa si tratta di interventi potranno portare, nel medio termine, ad un

miglioramento del contesto paesaggistico percepito, come conseguenza dei miglioramenti indotti

sul piano naturalistico - ecosistemico.

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C. ELEMENTI PER LA VALUTAZIONE DI COMPATIBILITA’

C.1 PREVISIONE DEGLI EFFETTI DELLE TRASFORMAZIONI PAESAGGISTICHE

Le modificazioni indotte dalla realizzazione degli interventi saranno di tipo migliorativo

sull’assetto paesaggistico in quanto si tratta di opere di ripristino dei prati aridi attualmente in fase

di forte regresso a causa della progressiva ricolonizzazione arboreo - arbustiva.

C.2 OPERE DI MITIGAZIONE VISIVE ED AMBIENTALI PREVISTE

Non sono previsti interventi di mitigazione. L’intervento in se costituisce di fatto una misura di

mitigazione e miglioramento ambientale rispetto al fenomeno del regresso dei prati aridi nel

contesto berico.

C.3 MISURE DI COMPENSAZIONE PROPOSTE

Per quanto sopra evidenziato non sono necessarie misure di compensazione.

D. CONSIDERAZIONI IN MERITO ALLE EVENTUALI SOLUZIONI ALTERNATIVE

Soluzioni alternative potrebbero riguardare una diversa localizzazione degli interventi e/o una

diversa estensione areale degli stessi. L’attuale configurazione delle aree di intervento deriva

peraltro dai risultati delle indagini scientifiche preliminari svolte nell’ambito dell’azione A.1 del

progetto Life+ “Colli Berici Natura 2000”. Pertanto, nell’ottica della realizzazione del progetto Life+

e alla luce degli obiettivi di miglioramento degli habitat prefissati dallo stesso, essa risulta la

migliore possibile.

E. COMPATIBILITA' RISPETTO AI VALORI PAESAGGISTICI RICONOSCIUTI DAL VINCOLO

Si ritiene che gli interventi proposti siano compatibili rispetto ai valori paesaggistici dell’area e

non comportino effetti negativi sull’assetto paesaggistico dell’area. Viceversa gli interventi

porteranno, nel medio periodo, ad un miglioramento del contesto paesaggistico percepito, come

conseguenza dei miglioramenti indotti sul piano naturalistico - ecosistemico.

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F. DICHIARAZIONE DI COMPATIBILITA’

Si dichiara che l’intervento proposto, pur nelle trasformazioni, è adatto ai caratteri dei luoghi,

non produce danni al funzionamento territoriale, non abbassa la qualità paesaggistica.

Si ritiene l’intervento compatibile con i valori paesaggistici espressi dal sito e dal più ampio

contesto di zona.

Vicenza 1 gennaio 2011

Dott. for. Cesare Cariolato Dott. for. Michele Carta

Allegati:

• tav. 1 – Carta degli interventi

• Schede descrittive degli interventi

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G. ELABORATI GRAFICI

Figura G-1 – Corografia su base I.G.M.

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Figura G-2 – Carta dell’uso del suolo Corine Land Cover

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Figura G-3 – Ubicazione dei siti di intervento rispetto alla della rete Natura2000