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Calore in centro con l’acqua calda della Sesa Este, intervento pag. 9 pag. 6 Lunghi, Corso e poi sfida per Monselice Elezioni, escono allo scoperto i primi due candidati per il voto delle amministrative I n politica si sa, nulla è scontato. Quando sembrava ormai certa una corsa a due nel centro destra, è arrivato il colpo di scena e gli appartenenti all’ex Pdl ne sono usciti più forti che mai. Stiamo parlando del sindaco uscente Francesco Lunghi e del suo vice Gian- ni Mamprin che hanno ufficializzato di cor- rere insieme con l’attuale primo cittadino in testa alla coalizione. Un centro destra unito e nel segno della continuità e dell’esperienza amministrativa. A sostegno di Lunghi ci saranno in cam- po Forza Italia, una civica del sindaco che si chiamerà probabilmente “Città di Monselice Lunghi sindaco”, il Nuovo centrodestra, la civica di Mamprin “Patto per Monselice” e la nuova civica di Santino Bozza “Prima il Veneto”. Insomma, nessuna corsa in solita- ria per Mamprin che fin all’ultimo sembrava indirizzato verso una coalizione tutta sua che avrebbe spaccato il centro destra e reso le cose molto più semplici al gruppo di centro sinistra guidato dal sindaco di Baone Fran- cesco Corso. Anche se sono considerazioni premature, Lunghi ha anche confermato gli attuali incarichi con Mamprin che, in caso di vittoria, resterà il suo vice. Intanto lungo via Roma, all’incrocio con via Cesare Batti- sti, uno dei negozi sfitti ospita la sede della campagna di Lunghi mentre in via Cadorna Mamprin ha preparato il suo quartier gene- rale. “In questi cinque anni insieme abbiamo fatto un buon lavoro - ha commentato Mam- prin - Dare la città in mano a questa sinistra, che si è mostrata capace solo di bloccare tutto, sarebbe un dramma”. PREOCCUPAZIONE PER LA SCUOLA MEDIA Garanzie e chiarezza sul futuro del Chinaglia. A richiedere un intervento deciso sulla scuola media di Montagna- na è la sezione locale del Pd, attraverso precise richieste in merito alla situazione dell’edificio della scuola. pag. 12 Terremoto in Crediveneto Belluzzo lascia Montagnana pag. 14 ESTE - OSPEDALETTO FUSIONE VICINA Este ed Ospedaletto Euganeo, la fusione si farà entro il 2014. Questo, almeno, è l’obiettivo degli amministra- tori dei due Comuni, sempre più decisi a creare una maxi municipalità da 23 mila abitanti. Entro l’anno il referendum. pag. 10 Periodico d’informazione locale. Anno XXI n. 20 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it della Bassa Padovana 10% 40% 50% 30% 30% 50% 50% 20% 20% 10% 10% 30% 20% 60% 40% 60% COUPON del risparmio Cogli le migliori offerte della tua zona! continua a pag. 8 L’Intervento S ulla difesa idrogeologica del territorio, il Veneto si gioca il proprio futuro. L’errore politico, culturale, in ogni caso storico, compiuto pun- tualmente da chi ha governato e governa il Veneto da vent’anni, è stato quello di considerare questo capitolo di bilancio come un investimen- to ‘a fondo perduto’. “Sulla difesa idrogeologica la Regione ha speso male e poco” *Capogruppo PD in Consiglio regionale di Lucio Tiozzo* EDITORIALE Ad ogni pioggia intensa il nostro Veneto va in crisi di Nicola Stievano O rmai è un dato di fatto, una tendenza confermata anno dopo anno. Ogni pioggia intensa, in qualsiasi periodo dell’anno, si trasforma il “allerta meteo” con la concreta possibilità che il sistema dei nostri fiumi entri in crisi in più punti contem- poraneamente, provocando allagamenti tanto nei centri urbani quanto in aperta campagna. L’ultimo episodio è la prova che ormai il nostro territorio non è più in grado di reggere l’urto delle precipitazioni sempre più concentrate e intense. Se fino a qualche anno fa in queste occasioni si parlava di “evento eccezionale”, ora siamo di fronte se non alla norma, a fenomeni che si ripetono cono una certa frequenza, almeno due - tre volte nel corso dell’anno. Un fatto del quale bisogna prendere atto, evitando di trincerarsi dietro all’ineluttabilità del clima. Del resto le responsabilità delle emergenze continue e dell’ormai evidente dissesto idrogeologico non possono essere scaricate esclusivamente sulle “avverse condizioni meteo”, ma vanno individuate sull’impatto di decenni di espan- sione urbanistica, per molti aspetti selvaggia o quantomeno poco controllata, di sviluppo di infrastrutture che non è andato di pari passo con gli interventi su una rete idraulica e di scolo rimasta ferma agli inizi del Novecento, quando non addirittura peggiorate. continua a pag. 3 Il Veneto deve risolvere il problema acqua Maltempo pagg. 4-5 SPACCIO DI FABBRICA VIA DEL COMMERCIO, 12 - ROVIGO Loc. BORSEA AREA COMMERCIALE LA FATTORIA - TEL. 0425 474954 dormiflex.rovigo@dormiflex.it - www.dormiflex.it

Bassapadovana febb2014 n20

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Bassapadovana febb2014 n20

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Page 1: Bassapadovana febb2014 n20

Calore in centrocon l’acqua caldadella Sesa

Este, intervento

pag. 9

pag. 6

Lunghi, Corso e poisfida per MonseliceElezioni, escono allo scoperto i primidue candidati per il voto delle amministrative

In politica si sa, nulla è scontato. Quando sembrava ormai certa una corsa a due nel centro destra, è arrivato il colpo di scena e

gli appartenenti all’ex Pdl ne sono usciti più forti che mai. Stiamo parlando del sindaco uscente Francesco Lunghi e del suo vice Gian-ni Mamprin che hanno ufficializzato di cor-rere insieme con l’attuale primo cittadino in testa alla coalizione. Un centro destra unito e nel segno della continuità e dell’esperienza amministrativa.

A sostegno di Lunghi ci saranno in cam-

po Forza Italia, una civica del sindaco che si chiamerà probabilmente “Città di Monselice Lunghi sindaco”, il Nuovo centrodestra, la civica di Mamprin “Patto per Monselice” e la nuova civica di Santino Bozza “Prima il Veneto”. Insomma, nessuna corsa in solita-ria per Mamprin che fin all’ultimo sembrava indirizzato verso una coalizione tutta sua che avrebbe spaccato il centro destra e reso le cose molto più semplici al gruppo di centro sinistra guidato dal sindaco di Baone Fran-cesco Corso. Anche se sono considerazioni

premature, Lunghi ha anche confermato gli attuali incarichi con Mamprin che, in caso di vittoria, resterà il suo vice. Intanto lungo via Roma, all’incrocio con via Cesare Batti-sti, uno dei negozi sfitti ospita la sede della campagna di Lunghi mentre in via Cadorna Mamprin ha preparato il suo quartier gene-rale. “In questi cinque anni insieme abbiamo fatto un buon lavoro - ha commentato Mam-prin - Dare la città in mano a questa sinistra, che si è mostrata capace solo di bloccare tutto, sarebbe un dramma”.

preoccupazioneper la scuola media

Garanzie e chiarezza sul futuro del Chinaglia. A richiedere un intervento

deciso sulla scuola media di Montagna-na è la sezione locale del Pd, attraverso precise richieste in merito alla situazione

dell’edificio della scuola.pag. 12

Terremoto in CredivenetoBelluzzo lascia

Montagnana

pag. 14

este - ospedalettofusione vicina

Este ed Ospedaletto Euganeo, la fusione si farà entro il 2014. Questo,

almeno, è l’obiettivo degli amministra-tori dei due Comuni, sempre più decisi a creare una maxi municipalità da 23 mila

abitanti. Entro l’anno il referendum. pag. 10

Periodico d’informazione locale. Anno XXI n. 20 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it

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continua a pag. 8

L’Intervento

Sulla difesa idrogeologica del territorio, il Veneto si gioca il proprio futuro. L’errore politico, culturale, in ogni caso storico, compiuto pun-tualmente da chi ha governato e governa il Veneto da vent’anni, è

stato quello di considerare questo capitolo di bilancio come un investimen-to ‘a fondo perduto’.

“Sulla difesa idrogeologica la Regione ha speso male e poco”

*Capogruppo PD in Consiglio regionale

di Lucio Tiozzo*

continua a pag. 8

L’Intervento

Sulla difesa idrogeologica del territorio, il Veneto si gioca il proprio futu-ro. L’errore politico, culturale, in ogni caso storico, compiuto puntualmente da chi ha governato e go-

verna il Veneto da vent’anni, è stato quello di considerare questo capitolo di bilancio come un investimento ‘a fondo perduto’.

“Sulla difesa idrogeologica la Regione ha speso poco”

*Capogruppo PD in Consiglio regionale

di Lucio Tiozzo*

EDITORIALE

Ad ogni pioggia intensa il nostro Veneto va in crisi di Nicola Stievano

Ormai è un dato di fatto, una tendenza confermata anno dopo anno. Ogni pioggia intensa, in qualsiasi periodo

dell’anno, si trasforma il “allerta meteo” con la concreta possibilità che il sistema dei nostri fi umi entri in crisi in più punti contem-poraneamente, provocando allagamenti tanto nei centri urbani quanto in aperta campagna. L’ultimo episodio è la prova che ormai il nostro territorio non è più in grado di reggere l’urto delle precipitazioni sempre più concentrate e intense. Se fi no a qualche anno fa in queste occasioni si parlava di “evento eccezionale”, ora siamo di fronte se non alla norma, a fenomeni che si ripetono cono una certa frequenza, almeno due - tre volte nel corso dell’anno. Un fatto del quale bisogna prendere atto, evitando di trincerarsi dietro all’ineluttabilità del clima. Del resto le responsabilità delle emergenze continue e dell’ormai evidente dissesto idrogeologico non possono essere scaricate esclusivamente sulle “avverse condizioni meteo”, ma vanno individuate sull’impatto di decenni di espan-sione urbanistica, per molti aspetti selvaggia o quantomeno poco controllata, di sviluppo di infrastrutture che non è andato di pari passo con gli interventi su una rete idraulica e di scolo rimasta ferma agli inizi del Novecento, quando non addirittura peggiorate.

continua a pag. 3

Il Veneto deve risolvere il problema acqua

Maltempo

pagg. 4-5

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Page 3: Bassapadovana febb2014 n20

Bassapadovana Provincia Regionemonselice

pag. 8

Complanare lungol’autostrada,progetto congelato

este, piano opere

pag. 10

Il Patto di Stabilitàparalizza gliinvestimenti peri lavori pubblici

montagnana

pag. 12

Tre giornateper riscoprireil Rinascimento

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VeneziaPadovaRovigo Treviso

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.Questa edizione raggiunge le zone Montagnana, Monselice, Este, per un numero complessivo di 12.504 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONEe ConCessionaria di PubbliCità loCale

Padova, via Lisbona 10Tel. 049 8704884 Fax 049 [email protected]

REDAZIONE:Direttore responsabileMauro GaMbin [email protected] Jovane [email protected] in redazione il 26 febbraio 2014Centro Stampa: rotopreSS InternatIonalloreto, vIa breCCIa (an)

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

è un marchio registrato di proprietà

srldi

Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

Entro l’estate partono i lavori tangenziale sudmessa in sicurezza

“Metteremo in sicurezza il raccordo tra la tangenziale sud est e la A13, un tratto di strada che dal 2008 al 2013 ha visto 47 incidenti con 71 feriti e 2morti. Non possiamo certo stare a guardare”. Così Ivo Rossi vicesindaco reggente di Padova e Massimiliano Barison, sindaco di Albignasego, presentanto il progetto che dovrebbe essere realizzato entro l’estate. Sarà allargato un tratto dello svincolo, la car-reggiata sarà separata da un guardrail e illuminata. Il progetto comporta una spesa di 563mila euro, di cui 433mila per la curva della tangenziale Sud.

Collaborazione con l’Universitàorto botanico stardell’expo 2015

L’Orto Botanico dell’Università di Padova pronto a sbarcare all’ Expo di Milano 2015. Un’appendice del giardino unico al mondo sarà infatti presente a Milano il prossimo anno. Un «matrimonio» molto importante, che porta vantaggi all’Expo, che potrà vedere ampliata la propria offerta dal richiamo dell’Orto Botanico, e a Padova e alla sua Università.

River Film Festival a maggioil grande cinemain riva al piovego

L’Associazione Culturale Researching Movie in collaborazione con il Comune di Padova - assessorato alla Cultura continua la sua attività in preparazione dell’ottava edizione del River Film Festival, che si terrà a Padova, a Porta Portello in riva al fiume Piovego, dal 28 maggio al 9 giugno. Al centro della scena ci sarà come sempre il grande schermo galleggiante sul quale ogni sera verranno proiettati i film. La novità? Un film in 100 secondi: nasce una nuova sezione dedicata alle opere girate con cellulari, tablet, I-pad, fo-tocamere che saranno visibili in streaming e che il pubblico potrà votare online.

Terme Euganee, gli ultimi datiturismo in calo

c’è preoccupazione

C’è preoccupazione negli alberghi di Montegrotto Terme, la cui diminuzione di presenze si sta aggravando di anno

in anno di cinque punti percentuali, raggiungendo nel rapporto 2013/2012 un brusco -6,55%. Dato che viene lenito

dalla situazione aponense, che dopo una serie di anni negativi dall’inizio del secondo decennio, registra una boccata d’ossigeno. Basti guardare la situazione

degli ospiti stranieri che rispetto al 2012 a Montegrotto è diminuita del

9,12% nelle presenze e dell’11,73% negli arrivi, mentre ad Abano è

aumentata rispettivamente dell’8,62% e dell’11,58%, quasi vi fosse stato un

travaso di clientela.

Laboratorio innovazione socialetecnologia e ricerca

per il terzo settore

Il Centro Culturale San Gaetano ha ospistao il Festival per l’Innovazione, la Ricerca, il Sociale e il Territorio che

l’associazione L.I.S. – Laboratorioper l’Innovazione sociale ha proposto per riflettere sull’innovazione sociale, su quella nuova modalità di produrre

beni e servizi per rispondere abisogni sociali con le nuove tecnologie.

Lenta inversione di tendenzal’industria locale

riprende fiato

La ripartenza dell’industria padovana è in carreggiata, ma è discontinua e incerta e affidata solo alla domanda

estera. Il quarto trimestre 2013, informa Confindustria Padova, segna

un punto di significativa inversione di tendenza per la produzione. Gli

ordini tornano positivi, pur permanendo ridotta visibilità. Ancora in calo (più

contenuto) la domanda interna. Accelera l’export, trainato dalle vendite

extra-Ue. Si stabilizza l’occupazione. Migliorano le prospettive di inizio anno

ma la dispersione è elevata.

EDITORIALE

Ad ogni pioggia intensa il nostro Veneto va in crisiGirando fra i centri invasi o minacciati dall’acqua si sente spesso dire, per lo più dagli anziani: “Quando ero giovane vedevo scavare

lungo i fi umi, adesso da molti, troppi, anni non si fa più”. Un luogo comune? In parte può essere, ma è un dato di fatto che i nostri fi umi sono stati lasciati in balia di sé stessi e quelli più fragili, come il Bacchiglione, per fare un esempio, ne risentono parecchio. Per non parlare di altri corsi d’acqua, dal Muson dei Sassi al Fratta Gorzone, che presentano un regime quasi torrentizio.

L’alluvione del novembre del 2010 ha insegnato qualcosa e ha spinto la Regione ad investire sulle opere di prevenzione del rischio, a monte come a valle, mettendo in cantiere, non senza diffi coltà in questo periodo di grave crisi economica, lavori che dovrebbero portare a qualche benefi cio.

La strada però è ancora lunga e tutta in salita, come ha dimostrato l’ultima emergenza. Il nostro territorio, dalla pedemontana al litorale, dal Polesine ai Colli Euganei, martoriati dalle frane che inghiottono vigneti e strade, è costellato da decine di criticità che possono avere conseguenze drammatiche durante le ondate di maltempo. Così, ancora una volta, prima bisogna cercare i soldi per riparare i danni e magari riconoscere anche qualcosa a chi ha avuto l’acqua in casa o ha riportato gravi conseguenze nella propria azienda. Di nuovo il denaro serve per intervenire dopo l’emergenza, rendendo ancora più impegnativo trovare le risorse per tutte le opere che dovrebbero invece servire a prevenire e a ridurre le calamità.

Siamo comunque di fronte ad una maggiore coscienza civica su questo tema, dopo un lungo periodo di sostanziale indifferenza, perché ormai nessuno può dirsi veramente tranquillo di fronte alle conseguenze del dissesto idrogeologico, nessuno può chiamarsi fuori dalla responsabilità di tutelare il nostro territorio.

segue da pag. 1

di Nicola Stievano

commercio e imprese

pag. 16

La marcia dei millepadovani a Roma“siamo esasperati”

ambiente

pag. 19

Piazzale Boschetti,Legambiente:“facciamone un grande parco”

scienza a padova

pag. 24

Costruito in cittàil telescopio dellasonda spaziale

società

pagg. 20-21-22

Cyberbullismo, i giovani e le insidie della rete

sicurezza

pag. 23

Povertà o racket? Lotta congiunta agli accattoni

arte

pag. 26

Al Museo Correr l’architettura di Léger

Page 4: Bassapadovana febb2014 n20

4 Argomento del mese

nel padovano

Assegnati 2 milioni di euro al Genio Civile

E’ arrivata quest’anno parte dei fondi per le alluvioni del padovano del 2010. A gennaio infatti quasi

due milioni di euro sono stati assegnati al Genio Civile di Padova per interventi urgenti fi nalizzati al ripristino di situa-zioni di particolare criticità, conseguenti ai danni provocati dall’alluvione del 2010. L’assegnazione, disposta con un provvedimento della giunta regionale su

relazione dell’assessore alla difesa del suolo Maurizio Conte, rientra nel piano di as-segnazione delle risorse fi nanziarie ripartite con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 marzo 2013. Per il 2013 in tutta la Regione sono state destinate risorse per circa 10 milioni di euro “per realizzare interventi in conto capitale nei ter-ritori colpiti dagli eventi alluvionali in Veneto che hanno determinato l’esondazione di fi umi e torrenti, con conseguenti allagamenti di centri abitati e movimenti franosi, nonché gravi danni alle infrastrutture, agli edifi ci pubblici e privati e ai beni mobili, l’interruzione di collegamenti viari. Per il superamento dell’emergenza il governo aveva provveduto anche alla nomina di un Commissario delegato”. E’ stata rinviata a successivi provvedimenti la programmazione delle risorse relative alle annualità 2014 e 2015. A.A.

Alluvioni in Veneto, danni per centinaia di milioni di euro (oltre mezzo miliardo) con oltre 130 territori comunali coinvolti dall’ondata di maltempo. Questo il bilancio fatto

nelle scorse settimane da comuni, protezioni civili e Regione a fronte di eventi che hanno messo in ginocchio tantissime aree della nostra regione, e che si sono sviluppati lungo un inverno nevoso in montagna e piovoso in pianura. Le zone colpite sono state tantissime: Veneto orientale, Bassa e Terme padovane, Pedemontana di Treviso e Vicenza, litorali veneziani e per il problema della neve la montagna bellunese. Ma ecco la conta dei danni nello specifi co presentata dal governatore Luca Zaia al Governo e al capo della protezione civile Franco Gabrielli, costo che si aggira sul mezzo miliardo di euro ma che al conto consuntivo sarà superata di molto. Pesanti i danni alle rete di infrastrutture viarie e di servizio (145 milioni) e ancor più quelli alla rete idraulica principale e secondaria (213 milioni di euro concentrati nel Veneziano e nel Padovano); quindi le famiglie e le attività produttive colpite da nevicate ed esondazioni (73 mi-lioni); i dissesti idrogeologici (37 milioni); la rimozione di neve, lo smaltimento di rifi uti, gli interventi igienico-sanitari (15); le sofferenze dell’agricoltura (10); le operazioni di soccorso pre-

state dai vari corpi e dal personale civile (5). Tutto ciò senza tener conto dei contraccolpi alla stagione turistica invernale e dei disagi subìti dalla popolazione dell’area del bellunese a cau-sa di nevicate di 4 metri. In ginocchio anche la rete turistica in pianura, basti pensare alle decine di alberghi nell’area di Mon-tegrotto Terme, Terme Euganee e Tribano che sono stati messi direttamente fuori uso per settimane. E poi le alluvioni nel Portogruarese e le mareggiate sui litorali che hanno devastato chilometri di arenile a Jesolo e Sottomarina. Il governatore del Veneto sottolinea però che dal 2010 diverse cose sono state fatte. ”E’ piovuta molta più acqua che nel 2010 - spiega Luca Zaia - quando fi nirono allagati 150 km quadrati di territorio. Però i 925 interventi puntuali di ripristino, consolidamento e realizzazione di interventi di difesa idraulica attuati in questo triennio si sono per ora dimostrati decisivi. Non abbiamo avuto stavolta crolli arginali come allora. Ma i danni sono altissimi.

“Gli allagamenti ci sono anche questa volta ma più limitati, con centinaia di famiglie evacuate e aziende in sofferenza. Ma il vero problema ogni volta è e sarà anche nel futuro, la tenuta degli argini. Con il piano straordinario successivo all’alluvione del 2010 la Regione ha erogato 24 milioni nel 2013 e ne

stanzierà ulteriori 100 milioni da qui al 2015. Noi abbiamo iniziato a lavorare sui primi bacini di espansione, ma per attuare integralmente un piano di messa in sicurezza ci servono 2 mi-liardi 700 milioni - spiega Zaia - a fronte dei quali come Regione riusciamo a reperire dai 50 ai 100 milioni l’anno: troppo poco. Lo Stato deve intervenire, il governo deve dimostrare coraggio e volontà di fi nanziare i grandi bacini di laminazione. Poi c’è anche un problema di burocrazia che è risolvibile, dando ai Presidenti di regione pieni poteri in tema di lavori pubblici”. ”I fenomeni atmosferici sono sempre più intensi e violenti per i cambiamenti climatici e a questo va aggiunta la trasforma-zione del territorio. La cementifi cazione del territorio produce che a parità di piogge le acque superfi ciali sono di più. Anche le piogge aumentano. E se questo è colpa del clima, la trasfor-mazione del territorio è opera dell’uomo. C’è da sottolineare inoltre che la rete di difesa idraulica è quella del secolo scor-so. Gli ultimi interventi sono stati fatti durante il fascismo e prevedevano difese per un territorio agricolo. Nel frattempo i campi sono diventati un’area metropolitana, capannoni, villette e cemento. Il sistema non regge più. Una rete più moderna aiuterebbe a ridurre l’emergenza”.

di Alessandro Abbadir

Zaia: “Per la messa in sicurezza

del territorio ci servono 2 miliardi

700 milioni”

L’Autorità di Bacino accusa: troppa

cementifi cazione e un sistema di difesa

idraulico fermo

TERRITORIOLe zone colpite sono state

tantissime: Veneto orientale, Bassa e Terme padovane, Pedemontana

di Treviso e Vicenza, litorali veneziani e il bellunese a causa della neve.

Pesanti i danni alle rete di infrastrutture viarie e di servizio (145 milioni) e alla rete

idraulica principale e secondaria (213 milioni di euro concentrati

nel Veneziano e nel Padovano). E’ piovuta molta più acqua che nel 2010.

Non ci sono stati crolli arginali Alluvioni, danni per oltre mezzo miliardo di euro

Il Gruppo Deeptel, è la catena di negozi di telefonia al dettagliopiù importante della Bassa Padovana con punti vendita di tutti igestori telefonici. Deeptel è nata nel 2004 a Monselice, in Piazza Ossicella, doveoggi è ancora presente il Centro TIM del gruppo, dalla passionee competenza tecnica e commerciale del Presidente Enrico Cremonese, oggi affiancato da un team di veri esperti del settore.I negozi del Gruppo Deeptel hanno come obiettivo la soddisfa-zione del cliente e la qualità nel servizio offerto, differenziandosiproprio per la cura e la passione nel gestire ogni operazione.

Il nuovo negozio in Via Cristoforo Colombo 34, di fianco al distri-butore Q8 lungo la Strada Statale 10, va a completare il piano disviluppo per Monselice del gruppo.Il punto vendita si estende per 80mq di esposizione vetrinati eporta la nuova insegna del gruppo: “Deeptel Multi Store”. In questo negozio si può trovare quindi tutto quello che serve perla telefonia fissa e mobile ben suddiviso in settori.

La parte WIND INFOSTRADA occupa una buona porzione delnegozio, per poter servire la sempre più esigente clientela del gestore arancione, differenziandosi dai negozi concorrenti per lacompletezza delle informazioni fornite, data la decennale esperienza con Wind del gruppo.

A grande richiesta dei clienti e del gestore telefonico, torna final-mente a Monselice FASTWEB con un presidio completo per daresupporto a vecchi e nuovi clienti. Assente da circa 2 anni, Fastwebtorna con Deeptel a servire Monselice con offerte tutte nuove ein particolare un’offerta di telefonia fissa completa e competitiva,data la copertura dedicata a 20 mega in tutto il Comune di Mon-selice, per dare le migliori prestazioni in termini di qualità e prezzo.Ma Deeptel è da sempre portatore di novità e offre in esclusiva aMonselice per i negozi di telefonia, il servizio di NOVERCAgestore mobile virtuale presente già dal 2008 in Italia, oggi conofferte per tutti a prezzi convenienti e per tutte le esigenze.Per chi invece cerca una soluzione economica per avere una con-nessione internet sempre attiva e senza limiti di traffico, Deeptelpropone il servizio LINKEM. Operatore nazionale che si servedella tecnologia senza fili Wi-Max, Linkem copre tutto il territoriodi Monselice e della Bassa Padovana, da Tribano fino a Salettocon due ripetitori, uno nella zona industriale di Monselice ed unsecondo ad Este.

A differenza della normale ADSL, che usa gli oramai vecchi cavitelefonici in rame, che a seconda della distanza dal centro delpaese fanno degradare le prestazioni di connessione, Linkem rie-sce a fornire una connettività stabile a 7 megabit, anche ai clientidistanti dal centro di Monselice, come ad esempio il QuartireMarco Polo, la Zona Industriale, Marendole e Ca’ Oddo. La forzadi Linkem è anche il prezzo, 23 €uro, per sempre.

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I negozi del Gruppo Deeptel:Centro TIM P.zza Ossicella Monselice e C.C. Lando Conselve,3Store C.C. Airone Monselice e Lando Conselve, Deeptel MultiStore C.C. Lando Conselve e Via Colombo Monselice.Fastweb Store Centro Storico Ferrara.

il Gruppo Deeptel alla conquista di Via Colombo”Monselice: Si preannuncia l’arrivo di Qualità e Cortesia”

Page 5: Bassapadovana febb2014 n20

5Argomento del mese

di Nicola Stievano

“Sicurezza idraulica, piano quinquennale da 1,3 miliardi per il Veneto” Consorzi di bonifi ca Il presidente Giuseppe Romano indica quali sono le opere indispensabili

Un piano di investimenti da un miliardo e 350 milioni, con centinaia di cantieri lungo i corsi dei fi umi per i prossimi cinque anni, per la sicurezza idraulica in Veneto. Lo chiedono i consorzi di bonifi ca, ricordando che i progetti ci sono già, ma è necessario recuperare le risorse. “Già dal 2010 - ricorda Giuseppe Romano, presidente dell’Unione Veneta Bonifi che - per

garantire la difesa idraulica veneta i consorzi hanno presentato 629 progetti del valore di 1 miliardo e 350 milioni euro. E’ il più grande piano di difesa idraulica della Regione, prevede opere infrastrutturali necessarie come il potenziamento e l’ammoderna-mento degli impianti idrovori, la realizzazione di casse di espansione per contenere le ondate di piena e di canali scolmatori o collettori, consolidamenti arginali e sistemazioni idrauliche; tutti interventi necessari la maggior sicurezza del nostro territorio”. Il sistema idraulico veneto è complesso e delicato, e oltre ai grandi fi umi comprende una rete di canali e corsi d’acqua minori che solcano l’intera pianura.

Durante le allerte meteo sono almeno cinquecento uomini della bonifi ca impegnati a sorvegliare, 24 ore su 24, il livello dei fi umi, il funzionamento degli impianti e manufatti con l’impiego di circa un migliaio di mezzi e macchine operatrici (trattori, escavatori, pompe idrovore mobili), lungo le reti idrauliche. Inoltre, 400 impianti idrovori, grazie alle loro 1000 pompe, muovono 1milione e mezzo di litri d’acqua al secondo, continuando l’incessante attività di pompaggio per evitare la sommersione di ampie distese di territorio e per ripristinare le situazioni più critiche. I consorzi, dopo l’ultima emergenza maltempo, ribadiscono la neces-sità di destinare risorse al settore della difesa idraulica per la realizzazione di un grande piano, che preveda la concretizzazione delle grandi opere e delle infrastrutture necessarie.

Alluvioni, danni per oltre mezzo miliardo di euro spalla pag 5 per padova

In provincia

Padova dopo l’emergenza “L’Idrovia va completata” Completare e collegare il Bacchiglione al Brenta, sfruttando l’Idrovia di Padova: questa

la ricetta invocata ormai con un coro quasi unanime per mettere in sicurezza buona parte della provincia dall’emergenza fi umi. Il Bacchiglione infatti si ingrossa facilmente

ad ogni perturbazione intensa e raggiunge piene sempre più diffi cili da gestire. Completando l’Idrovia in zona industriale sarebbe possibile, osservano comitati, esperti e amministratori, trovare una via di sfogo per l’acqua in eccesso. Bisogna però trovare i soldi e in fretta, così come servono altri milioni di euro per avviare un serio intervento di scavo dell’alveo del Bacchiglione, anche se resta il problema di dove portare il terreno estratto dal fondo del fi ume, visto che dall’attuale legislazione è considerato un rifi uto. Altre opere idrauliche vanno poi programmate nella Bassa Padovana, in particolare lungo l’asta del Fratta - Gorzone e del Frassine. Ma nel territorio padovano non sono solo i fi umi a fare paura. La Provincia di Padova ha avviato le indagini necessarie a individuare gli interventi per ripristinare le Strade provinciali colpite dalle frane nei Colli Euganei. “Da una prima quantifi cazione – ha spiegato la presidente della Provincia di Padova Barbara Degani – abbiamo stimato in circa 4 milioni di euro i danni causati dall’alluvione lungo le nostre Strade provinciali, in particolare a causa delle frane. Sono interventi ingenti, per questo proprio nei giorni scorsi ho chiesto e ottenuto la disponibilità della Regione di prevedere un fondo per realizzare le opere necessarie. È arrivato il momen-to di affrontare il problema del rischio idraulico alla radice anche insieme al Genio civile e ai Consorzi di bonifi ca affi nché si adottino tutte le buone prati-che necessarie. In particolare, abbiamo invitato i consiglieri e la giunta regionale ad attivarsi quanto prima per creare un fondo apposito in vista del bilancio previsionale della Regione Veneto”. In particolare, lungo la strada provinciale 77 di Rovolon è emersa la particolare importanza del movimento franoso che ha origine a monte della strada e prosegue verso valle per un’estensione totale di circa un ettaro di terreno. La frana è in movimento e, dopo la relazione dei geologi, sarà necessario avviare specifi che indagini geotecniche per capirne le origini e poter ipotizzare gli interventi. Intanto la Provincia cercherà di predisporre nei tempi più rapidi possibili, un primo intervento provvisorio in modo da incanalare le acque a monte e, mediante degli attraversamenti, scaricarle verso valle oltre la strada. Sono in corso di studio anche delle soluzioni relative alla strada 63 “del Cataio” a Battaglia Terme. A seguito dell’alluvione e dell’allagamento della strada, si è verifi cato un cedimento delle sponde dello scolo consortile che ha interessato parte della carreggiata stradale. Inoltre le mura di recinzione del complesso del Cataio si presentano in uno stato precario tanto che po-trebbero collassare coinvolgendo la strada. La Provincia sta quindi analizzando delle ipotesi di intervento tra cui la posa di un guard rail a protezione del manufatto e un risanamento con la riasfaltatura della carreggiata in modo da riaprire la strada il più presto possibile. Finora la Provincia ha stanziato circa 380 mila euro per i primi interventi urgenti alla viabilità.

N.S.

Altro fronte critico sui Colli Euganei tra frane, smottamenti e allagamenti

Il Gruppo Deeptel, è la catena di negozi di telefonia al dettagliopiù importante della Bassa Padovana con punti vendita di tutti igestori telefonici. Deeptel è nata nel 2004 a Monselice, in Piazza Ossicella, doveoggi è ancora presente il Centro TIM del gruppo, dalla passionee competenza tecnica e commerciale del Presidente Enrico Cremonese, oggi affiancato da un team di veri esperti del settore.I negozi del Gruppo Deeptel hanno come obiettivo la soddisfa-zione del cliente e la qualità nel servizio offerto, differenziandosiproprio per la cura e la passione nel gestire ogni operazione.

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il Gruppo Deeptel alla conquista di Via Colombo”Monselice: Si preannuncia l’arrivo di Qualità e Cortesia”

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6 Monselice

Guardando a destra e sinistra la situa-zione sembra ormai più che definita con il sindaco uscente Francesco Lun-

ghi sfidato da Francesco Corso, candidato unico del centro sinistra. Ma sembra ormai certo che ci sarà pure un terzo in comodo e forse pure un quarto. I rappresentanti della parte più centrista vogliono esprimere una proposta alternativa. Anche perché tra i due litiganti il terzo gode. Il candidato centrista farà riferimento all’Udc, ma le liste in bal-lo sarebbero addirittura tre: Partecipazione Popolare, l’associazione Monselice Centro e, appunto, l’Udc. Naturalmente l’idea di base punterebbe sulle facce nuove e sul rinnovamento, in grado di intercettare il malessere dell’opinione pubblica monselicense nei confronti della politica che presenta sempre gli stessi schemi e gli stessi volti. Ma la vera incognita resta il Movimento 5 Stelle che a Monselice ormai da parecchi mesi riunisce i grillini nella sala Beato Liviero. Il gruppo di Beppe Grillo ha più volte stravolto la situazione nelle tornate elettorali comunali, ma a Monselice è la prima occasione per “contare” i seguaci del movimento anti-politica. Le ultime incognite restano la Lega Nord e Fratelli d’Italia che potrebbero unirsi ad un can-didato oppure proporne uno tutto loro. Nel frattempo la campagne elettorale impazza su Facebook e sul web dove gli schieramenti stanno attuando una serrata propaganda virtuale. In fondo nel 2014, con dei candidati “forti” come Lunghi e Corso, anche internet potrebbe fare da ago della bilancia. Il premio rapidità, va al centro sinistra che non solo ha realizzato un sito web, ma ha anche associato una pagina Facebook sem-pre aggiornata e una newsletter informativa per tutti gli utenti-elettori. Lunghi, invece, rimane molto attivo nel suo profilo personale dove spesso si animano discussioni con decine di post.

focus

Gli altri schieramenti in lizza, l’incognita dei 5Stelleil centro scommette su un proprio nome

E.M.

Il municipio di Monselice

In politica si sa, nulla è scontato. Quando sembrava ormai certa una corsa a due nel centro destra, è arrivato il colpo di

scena e gli appartenenti all’ex Pdl ne sono usciti più forti che mai. Stiamo parlando del sindaco uscente Francesco Lunghi e del suo vice Gianni Mamprin che hanno ufficializ-zato di correre insieme con l’attuale primo cittadino in testa alla coalizione. Un centro destra unito e nel segno della continuità e dell’esperienza amministrativa.

A sostegno di Lunghi ci saranno in cam-po Forza Italia, una civica del sindaco che si chiamerà probabilmente “Città di Monselice Lunghi sindaco”, il Nuovo centrodestra, la civica di Mamprin “Patto per Monselice” e la nuova civica di Santino Bozza “Prima il Veneto”. Insomma, nessuna corsa in solita-ria per Mamprin che fin all’ultimo sembrava indirizzato verso una coalizione tutta sua che avrebbe spaccato il centro destra e reso le cose molto più semplici al gruppo di centro si-nistra guidato dal sindaco di Baone Francesco Corso. Anche se sono considerazioni prema-

ture, Lunghi ha anche confermato gli attuali incarichi con Mamprin che, in caso di vittoria, resterà il suo vice. Intanto lungo via Roma, all’incrocio con via Cesare Battisti, uno dei negozi sfitti ospita la sede della campagna di Lunghi mentre in via Cadorna Mamprin ha preparato il suo quartier generale. “In questi cinque anni insieme abbiamo fatto un buon lavoro - ha commentato Mamprin - Dare la città in mano a questa sinistra, che si è mo-strata capace solo di bloccare tutto, sarebbe un dramma. E poi squadra che vince non si cambia”. Di certo le ultime “battaglie” che sindaco e vice hanno seguito insieme, come

ad esempio la questione Italcementi, hanno creato un legame che sarebbe stato difficile rompere e trovare una valida spiegazione in campagna elettorale.

Ma per il centro destra la strada sembra tutt’altro che in discesa. Lo sfidante numero uno, Francesco Corso, conosce bene Monse-lice e i suoi elettori ed esce forte e motivato dalle primarie del Pd che ha vinto con il 76% dei consensi. Senza contare che proprio Cor-so aveva sfidato Fabio Conte (predecessore di Lunghi) perdendo per soli 56 voti al bal-lottaggio. La voglia di vincere sarà davvero tanta.

di Emanuele Masiero

L’obiettivo è garantire la continuità a PalazzoTortorini e non lasciare il fianco agli sfidanti

Verso le elezioni Il centrodestra fa quadrato intorno al sindaco uscente

Patto fra Lunghi e Mamprin

Il sindaco Francesco Lunghi e a fianco Gianni Mamprin

Centro destra unito? Il centro sini-stra non è da meno. Con una prova magistrale di democrazia, il Partito

Democratico di Monselice ha eletto Fran-cesco Corso candidato sindaco con la con-sultazione delle primarie. Il primo cittadino di Baone si è imposto con il 76,8% delle preferenze sullo sfidante Giannino Scanferla (23,2%). Tradotto in numeri: i votanti sono stati 724, un dato in forte flessione rispetto alle primarie del 2009 (1.229 voti) che vedevano Francesco Miazzi contrapposto a Carla Montelatici. Bisogna anche dire però che all’epoca la sfiducia rispetto alla politi-ca non era forte come oggi e Miazzi aveva calamitato tutti i suoi numerosi sostenitori.

“L’obiettivo è dare un’alternativa al governo Lunghi - ha commentato Corso - dobbiamo lavorare tutti insieme per aprirci il più possibile alla città, in maniera coesa e propositiva. Vogliamo realizzare il nostro programma aprendoci ai contributi della popolazione, con le “Primarie delle idee”, arrivando a individuare le proposte per risol-vere i problemi: dal lavoro, all’emergenza spazi per sport, cultura e verde. Vogliamo parlare dei problemi di Monselice e della nostra capacità di individuare le soluzioni. Il primo forte messaggio che vogliamo dare ai cittadini di Monselice è l’impegno di un programma costruito insieme a loro”.

Corso sarà appoggiato dal Partito de-mocratico, dalla civica Nuova Monselice e da altre liste civiche. Corso è sempre stato presente ed attivo nella politica del nostro territorio. Dal 2004 al 2009 è stato in Con-

siglio Comunale a Monselice. Ha lavorato per 24 anni in un istituto di credito di Mon-selice anche se ora è in pensione.

“Proponiamo Francesco Corso perchè sappiamo che si tratta di una persona da sempre impegnata nella difesa e nella va-lorizzazione del nostro territorio - spiegano i responsabili del Comitato elettorale - Lo candidiamo perchè abbiamo bisogno di una persona di esperienza amministrativa che sia in grado da subito di dare sicurezza e certezza nella gestione amministrativa del Comune, in modo che l’inesperienza non gravi sui cittadini, e che sia soprattutto in grado di formare un gruppo dirigente di gio-vani che lo accompagneranno da subito”.

Netto risultatoper il sindacodi Baone: “orapossiamo dareun’alternativa”

FRANCESCO CORSO VINCE LE PRIMARIE

E.M.

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8 Monselice

Monselice Scrive compie dieci anni. La storica rassegna di scrittori e poeti cresciuti all’om-bra della Rocca festeggia un compleanno

importante proponendo una vastissima scelta di autori. Monselice Scrive è ormai diventato l’evento dell’anno per la cultura letteraria monselicense, dove i cittadini hanno la grande possibilità di far conoscere la propria storia e le proprie doti di scrittori.

LA STRUTTURA DELL’EVENTO. Per dar spazio alle richieste, l’evento letterario viene articolato in due parti. La prima ha come protagonisti nove volumi che vengono presentati presso il castello di Monselice. La seconda coinvolge invece la Loggetta (appena restaurata). A chiusura della rassegna si terrà la seconda edizione di “Monselice in poesia”, in cui i poeti monselicensi coordinati da Giancarlo Fabian avranno la possibilità di declamare i propri componimenti.

LE PROSSIME OPERE. Il prossimo appuntamen-to sarà sabato 15 marzo alle ore 16 con Marco Brinafico, autore dell’opera “Io sono sempre qui”, presentata da Nicola Ruzzenenti. Il libro racconta la storia di un ragazzo e del suo mondo interiore, delle sue paure e della sua curiosità per il mondo. Sabato 22 marzo alle ore 16 sarà invece la giornata nazio-nale dedicata alla poesia e nell’occasione si terrà il “Concerto per voci e testi”, un omaggio a Rino Ferrari, poeta e scrittore nel centenario della nascita (1914-2014), a cura di Roberto Valandro. Il 29 mar-zo alle ore 16 sarà presentato il libro “Amazzonia” scritto da Fabio Conterio con la presentazione di Massimo Rocchetto: si tratta di un diario di viaggio, vissuto in prima persona con la moglie Silvana alla scoperta di uno dei paradisi più belli della terra, l’Amazzonia

Brasiliana. Sabato 5 aprile alle ore 17 sarà la volta di “Fiori di roccia, versi residui” di Giacomo Mainardi con la presentazione dell’avvocato Giovanni Cappel-lari. L’opera è una “antologia” che esprime il meglio delle numerose opere di questo scrittore. Il 12 aprile alle ore 17 sarà presentato “L’uomo della Bassa” di

Resio Veronese con la presen-tazione di Lucio Merlin. Il libro è un romanzo in cui rivive la simbiosi con la propria terra e con la gente che la popola. E’ una storia vissuta da molti figli della bassa padovana nei primi

anni sessanta del novecento. Il primo degli incon-tri previsti nella location della Loggetta prevede la presentazione di “Taccuino 2011-2013” di Mauro Contato che nella sua opera propone alcune ricette

per uscire dalla crisi: reddito di cittadinanza, blocco delle politiche neoliberiste e il ritorno a uno Stato che sia veramente sociale, e che metta l’uomo e le sue esigenze al centro della ricostruzione.

I COMMENTI. “L’edizione 2014 presenta una quindicina di opere - hanno commentato Gianni Mamprin e Francesco Lunghi, assessore alla Cul-tura e sindaco di Monselice - un fermento culturale che fa onore alla nostra città e incoraggia soprattut-to i giovani a pubblicare i lori scritti utilizzando le agevolazione offerte dalla nuova tecnologia. Poeti e scrittori approfittano della manifestazione per far conoscere le loro opere e per raccogliere il parere dei lettori. Grazie a Monselice Scrive, la Loggetta ritorna a respirare il profumo dei libri dopo accurati lavori che hanno restituito alla città spazi destinati alla promozione della lettura”.

di Emanuele Masiero

La storica rassegna Quindici le opere in lizza per l’edizione 2014 con numerosi incontri

Rocca capitale della cultura

Uno degliappuntamenti dell’edizione 2013 di “Monselice Scrive”:Manolo de Santos e Massimo Menghini

Al via “Monselice Scrive”, scrittorie poeti a portata di mano, riccocalendario di letture, anche concerti

Alla rassegna di poesia è riservatala Loggetta frescadi restauro

L’evento

Le grandi opere della bassa padovana sembra-no andare a rilento. Complanare e variante alla Sr10 continuano ad accumulare ritardi e

incertezze. Al momento l’unica vera novità che ri-guarda la viabilità di Monselice sono i nuovi pannelli informativi installati lungo la strada statale agli in-gressi della città. Insegne che al momento servono solamente a ricordare di allacciare la cintura: un bel consiglio, ma decisamente ovvio e poco funzionale al

vero utilizzo che si potrebbe fare dei famosi pannelli luminosi. Le sorti della complanare sembrano incer-te: l’ultimo dubbio sulla fattibilità dell’opera è stato sollevato in consiglio comunale dall’opposizione che ha fatto notare come l’opera sarebbe priva della valutazione di impatto ambientale. Tanto che alcuni privati hanno presentato ricorso al Tar per 5 milioni di euro, per opporsi alla costruzione della mega strada e all’esproprio dei loro terreni. Dal canto suo il sinda-

co Lunghi si è detto tranquillo e fiducioso per il prose-guio dell’iter della complanare. Per quanto riguarda la Monselice-Mare, rimane l’ipotesi di far pagare un pedaggio. Un’idea che fa rabbrividire il Pd della bas-sa che in questi giorni ha distribuito 10.000 cartoline indirizzate alla Regione con la scritta “Prossima usci-ta: Bancomat”. Un’idea presentata dalla deputata Giulia Narduolo e dal segretario Nicola Ferro: “Le responsabilità sono della Regione” spiegano.

viabilità Intanto il Pd guida la protesta per il pedaggio sulla Sr10complanare autostrada al palo, ricorso dei privati

E.M. La cartolina polemica realizzata dal Pd

segue da pag. 1

Un errore fatale per due motivi. Da un lato perché l’incuria e la scarsa manuten-zione hanno trasformato anche gli eventi atmosferici di media portata in una spada di Damocle calamitosa. Dall’altro perché si è rivelata tremendamente miope la visio-ne di chi non ha mai considerato la tutela ambientale come risorsa, come garanzia

di una tenuta economica e produttiva di un intero territorio: basti pensare a quante famiglie e aziende sono state irrimediabilmente messe in ginocchio a causa di un’alluvione. Cambiare passo si-gnifi ca spostare le logiche di gigantismo che, fi sicamente, hanno intasato fi no all’inverosimile la terra veneta in direzione dell’unica, vera, grande opera che doverosamente deve essere ora compiuta, rendendo sicure, compatibili con l’ambiente ed ugualmente produt-tive le nostre terre. Questo lo si può fare approvando una nuova legge regionale contro il consumo del suolo, proposta che il PD ha presentato da mesi. Ma anche puntando su norme urbanistiche, anche importanti per l’economia locale, come il Piano Casa, che non privino comunque le amministrazioni locali del loro compito di vigilare su ogni forma di speculazione dannosa per il territorio stesso. Di sicuro è indispensabile mettere a disposizione le risorse: per la voce ‘Tutela del territorio’ la Giunta Zaia aveva previsto per il 2014 uno stanziamento di 166,8 milioni. Praticamente gli stessi soldi del 2013 (165,9 milioni) e addirittura meno di quelli stanziati nel 2012 (175,6 milioni). E’ evidente che così non va e che si debba fare uno sforzo straordinario per aumentare di molto questa cifra. Il PD ha proposto un piano di investimenti decennale: 100 milioni in più, rispetto alla proposta della Giunta, nel 2014 e 50 milioni per ognuno dei successivi nove anni, da destinare esclusiva-mente ad opere infrastrutturali straordinarie di difesa permanente, che esulano dall’ordinaria manutenzione. Basti pensare ai bacini di laminazione, piuttosto che alle barriere subacquee per la tutela degli arenili, per i quali ormai la periodica attività di ripascimento si rivela dispendiosa ed insuffi ciente. Il presidente Zaia non si limiti ad invocare fi nanziamenti statali, gli stessi che peraltro hanno consen-tito di realizzare una parte di interventi negli ultimi anni: decida di fare la propria parte e di investire per il futuro del Veneto.

* Capogruppo PD in Consiglio regionale

L’Intervento

di Lucio Tiozzo*

“Sulla difesa idrogeologica la Regione ha speso male e poco”

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9Este

Sei chilometri di nuove condotte, ol-tre cento famiglie interessate, più di 2.500 tonnellate di anidride carbonica

in meno nell’aria e un risparmio in bolletta di oltre un quarto dell’attuale conto. Sono questi i numeri del nuovo cantiere del te-leriscaldamento urbano, i cui lavori sono stati avviati a metà febbraio da Comune e Sesa. Il teleriscaldamento, giunto ormai al secondo stralcio, consiste nella distribuzione ad edifici ed abitazioni, attraverso una rete di tubazioni isolate e interrate, dell’acqua calda proveniente dalla centrale a biogas di

Sesa, in via Comuna. L’acqua calda, una vol-ta arrivata ai singoli edifici, attraverso uno scambiatore viene utilizzata per produrre calore e dunque per il riscaldamento degli ambienti. Este è tra le poche città europee che vanta un sistema così ben strutturato di teleriscaldamento urbano. Con questa

seconda fase di lavori la rete verrà ampliata per 6 chilometri e raggiungerà un centinaio di famiglie, oltre che la casa di riposo Santa Tecla, il patronato, il Consorzio di bonifica, gli alloggi Erp di via Scarabello e alcune scuole comunali. L’intervento richiederà una spesa di 6,5 milioni di euro, per un terzo messi dalla Regione e per il resto da Sesa, che gestirà per 18 anni la rete salvo poi restituire l’apparato all’ente pubblico. Il nuovo impianto fornirà 18 milioni di kwatt/ora all’anno e contribuirà a diminuire la pro-duzione di anidride carbonica nella città di

ben 2.500 tonnellate annue. Sommate alle 1.234 risparmiate con il primo stralcio e a quelle previste con il terzo, si stima che le emissioni totali di Este scenderanno del 4%. Oltre al risparmio ambientale c’è pure quello economico, visto che le famiglie – e soprat-tutto i grandi edifici – che si allacceranno al teleriscaldamento vedranno garantito un ta-glio della bolletta energetica del 20-25 per cento. E, dato non indifferente, non avranno più a carico fastidiosi problemi di riparazione

o manutenzione, che saranno ovviamente addossati a Sesa. I lavori del secondo stral-cio finiranno entro il 31 gennaio 2015. In-tanto il Comune ha già recuperato 12 milio-ni di euro dal progetto europeo Elena, a cui Este ha avuto accesso in partnership con la Provincia di Padova: serviranno in parte per avviare il terzo stralcio di lavori che porterà il teleriscaldamento fino a Meggiaro e nel cen-tro storico. L’obiettivo è quello di dare una copertura quasi totale al cuore della città.

di Nicola Cesaro

Saranno costruite nuove condotte per 6 kmoltre un centinaio le famiglie raggiunte dalla rete

Il cantiere Dal mese scorso partito il secondo stralcio dei lavori in centro

Teleriscaldamento al via

Un dettaglio del progetto di teleriscaldamento in centroL’acqua caldaattraverso unoscambiatoresarà usata perprodurre calore

Lamberto Toscani è il nuovo presidente della Fondazione Acca-demia dell’Artigianato di Este. Toscani, 63 anni, già presiden-te della Provincia di Padova, presidente di Interporto Padova

e di altre importanti strutture pubbliche eredita il ruolo rimasto vacante dopo la prematura scomparsa di Venanzio Rosina a di-

cembre. Il nuovo direttore “porterà avanti il progetto territoriale della Fondazione già intrapreso dal suo predecessore” si legge in una nota ufficiale “Nel 2013 la Fondazione ha realizzato una serie di manifestazioni, dai convegni sul lavoro e sulla formazio-ne, ai numerosi incontri ed eventi per finire al grande lavoro della triennale internazionale della ceramica di Este con il successo del-la mostra e di tutte le attività inerenti”. Il Cda è inoltre confermato e con esso la direzione di Giorgio Bido. E a proposito di incarichi,

il 23enne Andrea Barbetta, imprenditore agricolo di Sant’Elena, è entrato nell’esecutivo nazionale di Coldiretti Giovani Impresa. L’anno scorso Barbetta era stato eletto delegato Regionale del movimento che rappresenta gli agricoltori under 30 del Veneto. Ora entra a far parte del nuovo esecutivo nazionale guidato dalla marchigiana Maria Letizia Gardoni, leader dei giovani agricoltori italiani. Il giovane imprenditore si era già messo in luce nel 2011 conquistando il titolo regionale del concorso “Oscar Green”. N.C.

toscani all’accademia,barbetta ai giovani coldiretti

Incarichi

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10 Este

A un mese dall’ennesima ondata di mal-tempo che ha afflitto Estense e Bassa Padovana, oltre al conto preciso dei

danni si cercano soluzioni per proteggere il territorio dal rischio idrogeologico che pare essersi inasprito nell’ultimo decennio. E’ in questo filone che si inserisce il progetto del Consorzio di bonifica Adige Euganeo per eliminare il problema delle piene del Fratta-Gorzone. L’idea, presentata ufficialmente nella sede di Este, è quella di sversare le acque in piena del Fratta-Gorzone nell’Adige attraverso il canale Fossetta, tra Castelbaldo e Merlara. Il Fossetta si trova nel bacino Spazzolara: all’altezza della curva che ren-de il Fratta parallelo all’Adige verrà installata un’idrovora del costo di 8 milioni di euro. La pompa trasferirà l’acqua dal Fratta all’Adige – i cui livelli non sono allineati - attraverso un canale già esistente, il Fossetta. Il col-legamento funzionerebbe solo 3-4 giorni all’anno per non più di 36 ore e immettereb-be 40 metri cubi d’acqua al secondo contro i 400 di portata dell’Adige. Il costo totale dell’operazione è di 19.870.000 euro. Ma non è il costo ad intimorire gli amministratori pubblici. I sindaci del territorio, in particolare, temono che quest’operazione vada a com-promettere la potabilità delle acque dell’A-dige. Il Gorzone, infatti, è uno dei fiumi più inquinati del Nord-Italia, come denuncia il sindaco di Castelbaldo Claudio Pasqualin: “Il Gorzone è un mostro ambientale che contiene i veleni del Chiampo e che fa dan-ni da trent’anni. E ora vogliamo mischiare queste acque a quelle dell’Adige che dà da

bere a 360 mila cittadini? Ricordo che esi-stono leggi che vietano l’alterazione di corsi d’acqua potabili. Siamo alla pazzia”. Prima di decretare la fattibilità dell’intervento, oc-correranno dunque serie analisi delle acque del Gorzone. Nell’ultima piena di febbraio è stato già prelevato un campione di acque: la conducibilità del Gorzone (caratteristiche che esamina la presenza di metalli) è di 775, contro i 345 nell’Adige, ma i valori diverrebbero simili vista la diluizione nell’A-dige, che ha un rapporto stimato di 1 a 10. L’effetto diluizione renderebbe molto simili anche i valori di piombo e cromo. Manca tuttavia un’analisi più seria per la presenza di perfluorati alchilici, componenti altamente inquinanti riscontrati nel Fratta-Gorzone solo da qualche mese e già oggetto di un’inda-gine del Ministero. La Regione Veneto si è impegnata a finanziare le analisi di queste acque.

NUOVO CANALE ANTI ALLAGAMENTI

N.C.

Giardini verso il cielo”, sarà questo il titolo della tredicesima edizione di “Este in Fiore”, la rassegna del

vivaismo nazionale di qualità. L’evento si terrà da venerdì 11 a domenica 13 aprile nella cornice dei giardini storici del castello.

Il programma è stato ufficializzato dal Comune nei primi giorni di marzo. Il tema conduttore di questa edizione sarà dedicata alle terrazze, ai “tetti verdi” e ai “giardini verticali” lanciati dal botanico francese Patrick Blac. Sono confermati gli interventi e i laboratori che da un decennio contraddistinguono la rassegna.

Da segnalare, in particolare, ci sono le conversazioni con esperti da tutto il mondo del settore, condotte dal Mariagrazia Dammicco, presidente del Wigwam Club Giardini Storici Venezia, assieme all’artista e clarinettista Oreste Sabadin. Cuore dell’evento ai giardini sarà come sempre l’aiuola dedicata alla Rosa Beatrice d’Este, creata apposita-mente dall’ibridatore francese Delbard, oltre all’esemplare monumentale di glicine che ricopre le mura di cinta del castello. Informazioni su www.esteinfio-re.it, dove sarà disponibile il programma completo.

neWs

“Giardini verso il cielo”este in fioredall’11 al 13 aprile

N.C.

Il caso Investimenti per poco meno di 850 mila euro

Poco meno di 850 mila euro di investi-menti e un solo intervento nel 2014. Piange il piano triennale delle opere

pubbliche di Este. La lista delle opere che si andranno a realizzare da qui al 2016 è la più “povera” degli ultimi anni: in program-ma l’amministrazione comunale ha inserito la costruzione della pista ciclabile tra via Ver-sori e via Cornaro (250 mila euro), la ma-nutenzione e l’adeguamento della sicurezza nella scuola media “Carducci” (nel 2015, 400 mila euro), la sistemazione della pista ciclabile del Ponte della Torre (nel 2016, 220 mila euro). Colpa, soprattutto, del pat-to di stabilità, che oltre ad ingessare l’ente comunale ha rallentato alcuni versamenti della Regione nelle casse comunali (come i 600 mila euro per il recupero dell’ex tri-bunale): nel 2014 il Comune dovrà sostan-zialmente pagare i lavori fatti l’anno scorso – dal teatro dei Filodrammatici e alla chiesa degli Zoccoli – permettendo dunque di inve-stire solo il chilometro e mezzo di pista di via Versori. Il Comune potrà poi operare solo su cantieri che non sono vincolati al patto di stabilità, strumento che limita le spese degli enti pubblici: il teleriscaldamento, la bonifica di via Rovigo, le opere di sicurezza sulle scuole. Decisamente interessante è co-munque l’intervento pensato nel 2015 per il “Carducci”: ristrutturando questo polo, il Comune andrà ad unire il plesso dell’attuale

scuola media e quello che fino a qualche anno fa ospitava il liceo “Ferrari”. In questo secondo stabile attualmente deserto (il liceo è nella nuova sede di via Stazie Bragadine) si vuole dirottare la sede distaccata del “Car-ducci”, attualmente ospite dello “Zanchi”. L’ente comunale potrebbe intervenire già nel 2014, qualora il Governo mantenesse la promessa di svincolare dal patto di stabilità gli interventi di edilizia scolastica.

In programmaalcune pisteciclabili e la messain sicurezza dellascuola Carducci

N.C.

Il patto di stabilità congelail piano triennale delle opere

Il Municipio di Este, pochisoldi per i lavori pubblici

Sono centinaia gli ettariallagati nella Bassa Padovana

Con sentenze del 13 febbraio scorso il Giudice Patrizia Prando ha accol-to due ricorsi per altrettante san-

zioni comminate a Granze e Sant’Elena, presentati entrambi dall’avvocato Cate-rina Cretì. Spiega il legale: “Il Giudice ha ritenuto fondata la mia contestazione relativa alla illegittimità della rilevazio-ne frontale della presunta violazione, in quanto tale accertamento si pone in violazione alle norme in materia di riser-vatezza personale. Le foto frontali - scat-tate, pertanto, a mezzi che provengono dal senso contrario - sarebbero utilizzabi-li solo per le contestazioni immediate, in quanto la direttiva del Ministero dell’In-terno dell’agosto 2009 vieta le riprese frontali in caso di sistemi di rilevamento della velocità a contestazione differita”. Il Giudice ha contestato anche il princi-pio costituzionale dell’eguaglianza della legge per tutti i cittadini, violato dai vigili con lo Scout Speed: attraverso la foto frontale possono essere sanzionati solo i conducenti di veicoli che dispongono anche di targa anteriore lasciando impu-niti tutti gli altri mezzi che ne sono privi, quali ad esempio le moto.

neWs

Dal Giudice di Pacescout speedricorsi accolti

N.C.

Este ed Ospedaletto Euganeo, la fusione si farà entro il 2014. Questo, almeno, è l’obiettivo degli amministratori dei

due Comuni, sempre più decisi a creare una maxi municipalità da 23 mila abitanti. Nelle scorse settimane si è cominciato a riflettere su uno degli aspetti più “critici” di questa operazione, o perlomeno una delle incom-

benze che rischiano di far mobilitare l’opi-nione pubblica: la scelta del nome che as-sumerà il nuovo super Comune. Si è quindi ufficialmente insediata una commissione di quattro storici che avrà il compito di mettere d’accordo cittadini, storia e geografia delle due realtà che si fonderanno. La commissio-ne è composta da Aldo Prosdocimi, docente di linguistica all’Università di Padova; Fran-

cesco Selmin, storico atestino e direttore della rivista “Terra e Storia”; Francesco “Ginetto” De Negri, storico di Ospedaletto Euganeo; Luigia Businarolo, giovane storica e docente di Lettere, nonché figlia di un altro illustre docente della città, Bruno.

Il compito è arduo e lo conferma anche il sindaco Giancarlo Piva: “Non è così facile come sembra in quanto occorrerà individuare un nome che possa andar bene anche qualo-ra a questi due Comuni se ne aggiungessero altri, come per esempio Baone, Carceri, Villa Estense, Sant’Elena o Sant’Urbano”. Insom-ma, il nome Atheste che pareva ormai asso-dato non è assolutamente scontato.

Sono stati inoltre scanditi i tempi con cui si arriverà al referendum per decidere o meno la fusione: a breve cominceranno gli incontri informativi per la cittadinanza, propedeutici al referendum che si dovrebbe tenere entro la fine del 2014.

In questi incontri verranno illustrati i dati del secondo studio di fattibilità sulla fusione, che chiarisce maggiormente anche

il risparmio che questa operazione compor-terà. Ogni anno, solamente snellendo la macchina politica dei due enti, risparmiere-mo 68.500 euro. Il risparmio totale, inve-ce, sarà di almeno 250 mila euro. A questi vanno sommati gli 890 mila euro annui per dieci anni che arriveranno dallo Stato e la deroga al patto di stabilità che sbloccherà nuove risorse.

Antonio Battistella, sindaco di Ospeda-

letto, conferma invece alcune direttive che saranno garantite per il proprio Comune: “Ospedaletto Euganeo avrà un pro-sindaco, che sarà inserito nella giunta comunale della nuova municipalità e avrà quindi potere de-cisorio. Il pro-sindaco sarà affiancato da due consiglieri-consulenti eletti ad Ospedaletto. Il municipio di Ospedaletto rimarrà inoltre atti-vo, sia per accogliere sportelli delocalizzati sia per ospitare sedi di servizi”.

di NIcola Cesaro

Entro la fine dell’anno il referendum, previsto un risparmio di centinaia di migliaia di euro

Il progetto Al lavoro la commissione che dovrà scegliere il nome del nuovo Comune

Este e Ospedaletto, fusione vicina

Il consiglio comunale congiunto Este - Ospedaletto

Non è esclusoche anche altriComuni scelganodi aggregarsinei prossimi mesi

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12 Montagnana

Un viaggio alla scoperta del patrimonio storico della città murata. A proporlo è l’asso-

ciazione culturale Murabilia, anima-trice del ciclo di incontri dal titolo “Il Rinascimento a Montagnana”.

Spiegano i promotori: “La città, oltre ad essere indiscussa testimone dell’epoca medievale grazie alle mura trecentesche che la circondano, racchiude nel centro storico particolari e felici esempi di architettura e pittura di un periodo tra i più floridi della nostra storia: il Rinascimento”. L’itinerario proposto da Murabilia, che si snoderà tra le vie del centro, coinvolgerà i principali monumenti di quest’epoca, a partire dal Duomo con le sue ine-stimabili opere d’arte, l’esterno dei palazzi signorili che si affacciano sulle vie del centro e la villa palladiana Pisani-Placco. Tutti segni tangibili di una nuova sensibilità artistico-culturale importata da Venezia nell’entroterra veneto.

Le visite si terranno nei giorni 30 marzo, 22 giugno e 21 settembre, alle 15.30: l’eccezionalità della proposta è dovuta in particolare alla rara opportunità di visitare gli interni di villa Pisani-Placco, nobile dimora urbana progettata da Palladio conosciuta in tutto il mondo, ma solitamente chiusa al pubblico in quanto attuale residenza della famiglia Placco. Chiudono da Murabilia: “Queste visite tematiche dedicate al Rinasci-mento vogliono porre l’accento su un aspetto nuovo ed interessante della nostra storia, permettendoci di vedere Montagnana con altri occhi e con un diverso spirito, quello dell’uomo rinascimentale che ha reso così preziosa la nostra città”. Data l’eccezionalità dell’evento è vivamente consigliata la prenotazione, contattando l’ufficio turistico Iat di piazza Trieste allo 0429-81302 o scrivendo a [email protected].

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Tre incontri con Murabilia, il 30 marzo, 22 giugno e 21 settembremontagnana e il rinascimento italiano

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Villa Pisani a Montagnana

Garanzie e chiarezza sul futuro del Chi-naglia. A richiedere un intervento deci-so sulla scuola media di Montagnana

è la sezione locale del Pd. Il gruppo demo-cratico ha indirizzato al sindaco Loredana Borghesan delle precise richieste in merito alla situazione del Chinaglia, il cui edificio scolastico è cronicamente vittima di proble-mi statici e strutturali. Incalza il segretario del Pd Pierangela Vesentini: “Abbiamo avuto modo di raccogliere le parole ama-reggiate di molti genitori che, avendo figli in età scolare, non hanno ottenuto risposte concrete dall’amministrazione in merito alla costruzione o ristrutturazione della scuola media annessa all’istituto Chinaglia. Attual-mente gli allievi della secondaria di primo grado sono ospiti dell’ex istituto agrario, scuola che risulta non adeguata struttural-mente ai bisogni dei ragazzi che, per poter accedere alla palestra, devono spostarsi a piedi o in pulmino”.

Grossi disagi, segnalano Pd e genitori, sono poi vissuti anche dagli allievi dell’indi-

rizzo musicale. Il timore è che un eventuale intervento di riqualificazione all’edificio del Chinaglia preveda solamente la ristruttu-razione del solo corpo aule, escludendo quella di palestra, porticato e auditorium. “Si tratterebbe di un piccolo cerotto su di una grande ferita. - insiste la Vesentini, che ha idee ben più radicali per il futuro dell’im-mobile - Occorre demolire, riprogettare e costruire altrove un nuovo istituto moderno e funzionale. Considerato che è questo il periodo in cui le famiglie devono iscrivere i

propri figli alle scuole per il nuovo anno sco-lastico, l’amministrazione dovrebbe fornire risposte chiare e rassicuranti in merito alla nuova scuola media e al futuro del Chinaglia che negli anni a venire potrebbe vedersi ridi-mensionato, qualora il numero degli allievi si riducesse in maniera significativa”. Il Pd chiede la creazione di un tavolo di lavoro - a cui far sedere forze politiche, genitori, docenti, figure autorevoli della società civi-le – e l’avvio di un concordo di idee per progettare il nuovo Chinaglia.

di NIcola Cesaro

L’edificio ha bisogno di un radicale intervento“i ragazzi e le famiglie affrontano molti disagi”

Edilizia scolastica Intervento della sezione locale del Partito Democratico

“Chiarezza sulla Chinaglia”

La scuola media “Chinaglia” di Montagnana

Un riconoscimento a scuola e lavoro, settori trainanti della società. Va a due imprenditori e ad un istituto

scolastico la prima edizione del premio “Il Sanmicheli”, riconoscimento con cui il Comu-ne di Montagnana celebra le eccellenze del territorio. In municipio, per la premiazione che a metà febbraio ha visto protagonisti il sindaco Loredana Borghesan e l’assessore Matteo Mantoan, sono arrivati innanzitutto i rappresentanti dell’Educandato statale “San Benedetto”. E’ della scuola montagnanese il progetto dedicato alla sensibilizzazione sul braille (il sistema di scrittura per non ve-denti), portato avanti dall’educatrice Patrizia Crema con i ragazzi del liceo classico euro-peo, e che si è concretizzato nella realizza-zione di giornali di approfondimento, nell’or-ganizzazione di incontri con la cittadinanza e con l’installazione di semafori acustici alle porte della città, oltre che di didascalie tattili per non vedenti e ipovedenti al museo civico “Antonio Giacomelli”.

Vengono invece dal mondo lavorativo gli altri due premiati. Vittorio Frison ha ricevuto il riconoscimento per la sua attività imprendi-toriale nel settore degli spettacoli viaggianti: la sua Visa International ha realizzato giostre in tutto il mondo. L’ultima è lo scivolo instal-lato a Manhattan in occasione del Super Bowl che ha raccolto migliaia di visitatori e le copertine dei media mondiali. Stefano Frigo, giovane imprenditore e socio della Heminia, azienda leader di misuratori innovativi che opera a Montagnana dal 1999, è stato in-vece premiato per la capacità di crescere ed affermarsi in settori tecnologicamente avan-zati anche negli ultimi anni di crisi generale.

“La scelta dei vincitori non è stata facile - spiega il sindaco Loredana Borghesan - in quanto a Montagnana operano con succes-so, impegno sociale e dedizione più soggetti, testimonianza vera della vitalità dell’intera comunità”. Le candidature al “Sanmicheli” erano arrivate anche dai cittadini per via telematica.

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Un bilancio che, per la quarta volta di fila, presenta utili in negativo. E’ questa la motivazione forte che ha

spinto Alessandro Belluzzo, presidente di Crediveneto dal 2005, a rassegnare le proprie dimissioni dalla guida dell’istituto montagnanese. Le dimissioni di Belluzzo, chirurgo di Legnago con quasi 18 anni di permanenza negli organi dirigenziali di Crediveneto, sono arrivate lo scorso 26 febbraio, a meno di due mesi dall’assem-blea dei soci dell’istituto bancario.

“Questa poltrona non ha la colla. Se non centri gli obiettivi servono coerenza e dignità: ho deciso di lasciare questa carica come gesto di responsabilità verso banca e soci”: queste le parole con cui il veronese ha motivato le proprie dimis-sioni, sottolineando come “nella scorsa assemblea dei soci avevo promesso di chiudere il bilancio 2013 in pareggio, ad-dirittura con piccolo utile. Dopo i 21,4 mi-lioni di perdite dei tre bilanci scorsi, però, il conto che presenteremo nell’assemblea di aprile presenterà utili in negativo per 9 milioni di euro, esattamente come l’anno scorso. Per dignità e coerenza lascio il mio ruolo, sperando che questa sofferta scelta, assolutamente personale e non imposta, sia propedeutica al rinnovamen-to dell’azienda”.

Nel 2007 l’isituto montagnanese vantava utili per 16,678 milioni di euro, scesi a 9,682 nel 2008 e quindi ancora a 4,766 nell’anno successivo. Il 2010 è l’anno del primo “rosso”: -1,473 milioni

di utili, scesi vertiginosamente a -11,147 nel 2011 e risollevati leggermente l’an-no scorso, quando il negativo si fermò a 9,119 milioni di euro. Il negativo è stato bissato anche per il 2013. In questo av-vio d’anno Crediveneto è stata oggetto anche di un’ispezione di Bankitalia, che aveva setacciato i conti della banca montagnanese anche nel 2011. Anche Bankitalia ha sollecitato un rinnovo dei vertici dell’istituto, che peraltro era già stato avviato a livello operativo: lo scorso dicembre era arrivato un nuovo direttore, Luca De Mattia.

Prima di lasciare l’incarico, Belluzzo ha voluto rassicurare sulla solidità di Cre-diveneto, che vanta 30 filiali tra Verona, Padova, Vicenza e Mantova: “Nei 18 anni di operato in questa banca, la Credi-veneto è passata da 60 a 150 milioni di patrimonio di vigilanza. Proprio grazie a

di Nicola Cesaro

Per il quarto anno domina il segno negativo, il presidente si dimette: “Atto di reponsabilità”

Bilancio in rosso Sarà la prossima assemblea a scegliere il successore

Belluzzo lascia la guidadi Bcc Crediveneto

L’ex presidente Belluzzo, a sinistra, durante la consegna di un contributo ad una parrocchia

questo patrimonio la banca può dirsi soli-da e al sicuro nonostante queste perdite. Risparmiatori e soci non devono essere preoccupati. Di fatto la grande crescita del decennio scorso, che ci ha portato tra i vari successi a raggiungere 9 mila soci e 33 mila conti correnti, sta compensando la feroce crisi di questi ultimi tempi, che si è mangiata molto di quanto accanto-nato in passato”. Tra queste dimissioni e l’assemblea dei soci ci sarà il tempo per formare la nuova lista che guiderà la banca di credito.

Le settimanescorse c’erastata ancheuna ispezione dellaBanca d’Italia

La banca contaoltre novemilasoci e ben 33mila conticorrenti attivi

C’è anche Saletto tra i Comuni ripe-scati dal progetto “6000 campani-li” promosso dal Ministero delle In-

frastrutture. L’iniziativa metteva in palio 100 milioni di euro ai Comuni con meno di 5 mila abitanti: ogni amministrazione comunale poteva richiedere un massi-mo di 1 milione di euro e un minimo di 500 mila per realizzare piccole opere pubbliche da appaltare entro febbraio. Per ottenere il finanziamento bastava inviare per via telematica tutta la docu-mentazione richiesta dalle 9 dello scorso 24 ottobre. Saletto è entrato insieme a Candiana nella lista dei “ripescaggi” e si aggiunge così alle altre municipalità padovane premiate, Barbona e Sant’Ele-na. Saletto si è meritato 698 mila euro, che saranno destinati alla manutenzione della strade e alla realizzazione di nuovi percorsi. In particolare, l’amministrazio-ne investirà la somma per completare la pista ciclabile che da via Garzara porta a Ca’ Briani, opera attesa da anni in paese e ferma per l’assenza di risorse. Il me-todo di assegnazione è stato contestato da tutta Italia visto che ha premiato l’or-dine di trasmissione delle ammissioni.

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Più di mille sono state le imprese venete che hanno preso parte alla manifestazione a Roma per far sentire la propria voce nella capitale. Una voce straziata dalla

crisi che negli ultimi mesi e settimane non ha mancato di scene disperate che ancora di più hanno dimostrano la pro-fondità della crisi che, a poco a poco, sta distruggendo le realtà imprenditoriali del nord est.

Una manifestazione, quella dello scorso febbraio, or-ganizzata da Confartigianato UPA, Ascom Confcommercio, Cna, Confesercenti e Casartigiani le grandi associazioni di rappresentanza nazionale che meglio si sono insediate nella realtà padovana dimostrandone la forza e l’importanza a livello non solo italiano ma anche internazionale. Al grido di “Senza impresa non c’è Italia” i piccoli imprenditori, arti-giani e commercianti sono andati a portare la loro voce fra le vie di Roma ribadendo la loro importanza per la crescita del Paese che si trova ad affrontare, come affermano i por-tavoce, una sorta di forzatura da parte delle istituzioni che, invece di facilitare i processi di crescita ed investimenti, si accaniscono rendendo troppo diffi coltose le procedure per la creazione di nuove imprese, e quindi posti di lavoro, e bersagliando con tasse ed imposte le attività commerciali, già sofferenti.

Ma non solo tematiche legate alla crisi sono state quelle portate all’attenzione nazionale dal folto gruppo di rappre-

sentanti di Padova. Sulla questione della sicurezza, sia dei cittadini che dei lavoratori, si è concentrata l’attenzione dei commercianti del centro storico di Padova che, nell’ultimo periodo, si trovano ad affrontare situazioni a dir poco rischio-se dovute a rapine e spaccate nelle storiche vie patavine da sempre ricche di piccole botteghe e negozi artigianali che a poco a poco, causa crisi e frequenti irru-zioni di malviventi, stanno chiudendo i battenti impoverendo non solo l’offerta commerciale ma soprattutto il cuore pulsante della città. A portare a Roma questa tematica è stata l’Associazione commercianti centro di Padova, già pro-motrice delle passeggiate solidali, che ha portato anche un primato alla manifestazione essendo la prima associazione non di categoria a partecipare ad un corteo di portata na-zionale organizzata da Rete Imprese Italia. Una questione, quella legata alla sicurezza, che l’associazione ha voluto portare all’attenzione delle autorità per la gravità che sta raggiungendo nell’ultimo periodo e che sta causando danni equiparabili alla crisi economica.

Una manifestazione tranquilla e civile che ha visto i commercianti del centro, riconoscibili da bandiere e cappel-lini realizzati a tre mesi dalla fondazione dell’associazio-ne, affi ancati ai navigati rappresentanti di Confesercenti e

Ascom anch’essi riconoscibili dai caschi blu e dalla casacca anti tasse e dalla tenuta di gladiatori. A guidare il folto gruppo, Fernando Zilio, attuale presidente della Camera di Commercio di Padova, il vice presidente Patrizio Bertin, il presidente e il direttore del Centro Grossisti Alberto Ferro e Federico Barberiato.

Una manifestazione, defi nita dagli stessi organizzatori come “una rivolta pacifi ca delle imprese”, che ha raccolto a Roma all’incirca 60 mila commer-cianti e imprenditori guidata dal Nord Italia (9 mila le partecipazioni registra-te) ma con rappresentanze di tutto il

bel paese, che, da Piazza del Popolo, ha chiesto a gran voce meno tasse e burocrazia con rispetto e compostezza che hanno ribadito la posizione dei commercianti nei confronti del Governo e dei cambiamenti che negli ultimi anni hanno messo a dura prova tutto il settore. Non sono mancati mes-saggi rivolti al nuovo premier Matteo Renzi che comunque non hanno portato tafferugli o scontri con le forze dell’ordi-ne accorse come di consueto.

Richieste concrete che non possono non arrivare all’at-tenzione delle autorità preposte che, necessariamente, non possono più ignorare la condizione del motore economico dell’Italia.

di Martina Celegato

Oltre 60 mila imprenditori sono scesi in piazzaper ribadire che tasse e burocrazia li soffocano

La manifestazione nella capitale Folta la delegazione dei padovani

A Roma mille imprese“così dobbiamo chiudere”

Un triste primato, quello detenuto dalla provincia di Padova, che con-ta il maggior numero di suicidi da

quando la crisi ha cominciato a mettere a dura prova l’economia locale e le piccole medie imprese, che ne sono le fondamen-ta. I recenti suicidi hanno portato alla luce una situazione ancora drammatica per l’economica locale che non cessa di dimo-strarsi in tutta la sua tragicità.Una situazio-ne che ha portato ad istituire un numero verde anti suicidi che, a conferma del dato precedente, riceve il maggior numero di chiamate provenienti dalle provincie di Padova e Vicenza. All’800 33434 in 19 mesi sono arrivate 1.137 chiamate frutto della disperazione di imprenditori soprat-tutto veneti (poco più di un centinaio le chiamate da fuori regione) che hanno rice-vuto supporto e sono stati accompagnati in un percorso verso la serenità.

Triste primato dei suicidi

un numero verdeper un primo aiuto

M.C.

La situazione di crisi è senza dubbio drammatica come dimostrano molti casi di cronaca locale che negli ultimi mesi hanno popolato le pagine di giornali la situazione economica padovana sembra essere in ripresa come dimostrano i dati dell’Uffi cio Studi della Camera

di Commercio di Padova. Numeri alla mano la provincia con 13.431 unità, di cui 9.836 sono sedi legali e 3.595 unità locali (sedi secondarie, negozi, depositi) si posiziona al 22 esimo posto in Italia per numero di imprese del settore e al secondo in Veneto solo dopo Venezia. A seguire si posizionano Verona, Treviso e Vicenza. I segnali di ripresa sono evidenti se si confrontano con quelli degli anni precedenti. Ben 162 attività commerciali in più rispetto al 2011 con un aumento del 1,2% percentuale ben superiore a quella nazionale e veneta pari

a +0,1%. Una crescita dovuta anche all’aumento di imprese che investono nel commercio elettronico, +9,4%, dimostrando ancora una volta quanto sia fondamentale puntare in tale direzione non solo per prodotti tecnologici ma anche per tutte le altre categorie merceologi-che. Oggetto dell’e-commerce infatti non solo prodotti tecnologici ma anche abbigliamento, alimentari regionali tipici, prodotti informatici e relativi alle telecomunicazioni. Tra il 2012 e 2013 è aumentata anche la presenza di imprese a maggioranza extracomunitaria, passate da 7 a 77, che vedono la loro attività concentrarsi in particolari tipologie commerciali come di-stributori automatici, abbigliamento, ambulanti alimentali e ambulanti della moda. Un quadro che lascia ben sperare in una ripresa ancor più notevole nel 2014. M.C.

LA DINAMICA DELLE IMPRESE NONOSTANTE TUTTO C’E’ ChI CI CREDE

Rivolta pacifi cacon la presenzadel numero unodella Camera diCommercio Zilio

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Tensioni all’interno del Partito Democratico

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Potranno avere inizio già entro la

fi ne dell’anno i lavori di riqualifi cazione

del quartiere Norge di Rosolina che

permetteranno ai residenti di potersi

godere al meglio gli spazi all’aperto del

centro della frazione

ROSOLINA, RIQUALIFICAZIONE

DEL QUARTIERE NORGE

pag. 18

Taglio delle Province, Delrio fa partire il countdown

Enti locali

pag. 34

pagg. 4-5 e 6

Casa di cura di Porto Viro, non è più presidio ospedalieroCon l’approvazione delle schede ospedaliere

è stata declassata la struttura

Il coro delle forze politiche bassopolesane

si è alzato unanime e trasversalmente

contro la perdita decretata dalla schede

ospedaliere regionali del presidio ospedalie-

ro della casa di cura Madonna della Salute

di Porto Viro, appellativo che permetteva di

porre il nosocomio in posizione di assoluta

parità rispetto alla sanità pubblica e che nel

rapporto annuale di Agenas (Agenzia Nazio-

nale per i servizi sanitari) ha indicato come

il secondo miglior centro del Veneto nel trat-

tare gli infarti del miocardio. Per discutere

in merito alla questione, la sala consiliare

portovirese è stata recentemente teatro

dell’incontro pubblico “L’ospedale di Porto

Viro mutilato da Venezia: pronto soccorso al

pronto soccorso” promosso dal capogruppo

di Uniti per Porto Viro Thomas Giacon e a

cui hanno partecipato diversi rappresentanti

istituzionali compresi i consiglieri regionali

Cristiano Corazzari e Graziano Azzalin, oltre

all’onorevole Diego Crivellari, tutti accomu-

nati da un unico scopo dopo il declassa-

mento avvenuto con le schede ospedaliere

predisposte dalla Giunta ed approvate dalla

V commissione regionale. Geremia Gennari,

ricordando l’ordine del giorno approvato ad

agosto all’unanimità in consiglio comunale

per il mantenimento del presidio ospedalie-

ro, ha voluto ancora una volta precisare che

“Porto Viro non arretrerà di un millimetro:

se c’è da urlare o da sbarcare a Venezia,

lo faremo.

Assolti i 25 attivisti di Greenpeace

Centrale Enel

pag. 14

La struttura del costo di 500.000 euro

circa è stata fi nanziata con 250.000 euro

provenienti da un contributo regionale e il

rimanente sarà addebitato con ammorta-

mento nel piano Tia/Tares. Tra le novità del

centro, spiccano le modalità di accesso e di

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EDITORIALE

Davanti al “dio palanca” così fan tutti di Nicola Stievano

“Davanti al dio palanca non ci

sono fratelli, amici o parenti”:

è una delle frasi pronunciate

in una delle decine di intercettazioni della

recente inchiesta sulla rete di corruzione

legata agli appalti pubblici. Poche parole

che sintetizzano, ancora una volta se ce ne

fosse il bisogno, qual è il criterio adottato

da funzionari pubblici infedeli e da impren-

ditori complici. Il denaro, ovviamente, che

giustifi ca i favori piccoli e grandi, gli “ag-

giustamenti” di gare e procedure, il ritocco

in corso d’opera, sempre a danno del pub-

blico e, di conseguenza, di ciascuno di noi.

Il denaro, sia “cash”, basta anche qualche

banconota da 50-100 euro di tanto in

tanto, che sottoforma di “regali” come

il viaggio esotico ma anche una mano di

bianco in casa o qualche piccolo lavoretto

“extra”. E’ la corruzione nostrana, di pic-

colo cabotaggio e piccola pezzatura, quella

che alimenta una zona grigia di cui nessuno

conosce i contorni con chiarezza. E’ il primo

passo che poi giustifi ca tutti gli altri, fi no ad

arrivare ai grandi scandali. Il tutto in nome

del “dio palanca”, ovviamente, ma anche

di una distorta concezione di moralità e di

senso civico. Perché dunque scandalizzarsi

se “così fan tutti”?

continua a pag. 3

continua a pag. 10

L’Intervento

Le recentissime modifi che legislative, inserite con decreto legge lo scorso agosto

e convertito in legge il 15 ottobre 2013, hanno recepito

le raccomandazioni europee della Convenzione

del Consiglio d’Europa ed hanno risposto al crescente

allarme sociale determinato dai delitti contro le donne.

Violenza sulle donne, il decreto

legge sullo stalking

*Avvocato penalista ed esperta in diritto della famiglia

di Silvia Giuriato*

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Dalla crisi non si esce, sindacati preoccupati

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Passa da 110 a 70 km orari il limite della velocità nell’arteria stradale strategica S.S. 434 meglio nota come Transpolesana. La decisione è stata presa dall’Anas. Polemico Corazzari che ha indicato nelle voragini aperte sul manto stradale il vero problema per gli automobilisti che transitano.

pag. 10SULLA S.S. 434 SI VIAGGIA A 70 CHILOMETRI L’ORA

C’è stato un taglio considerevole di risorse, soprattutto di fornitura di certi farmaci, che se vogliono devono procurarsi pagando, quindi alle persone detenute oltre alla libertà viene tolta loro anche la salute. Fondamentale l’intervento prestato dal Sert.

pag. 12

La guida alla nuova mostra del Roverella

Arte

pag. 26-27

pagg. 4-5

Serve un cambio di rotta per il Cen.Ser?In molti credono possibile un rilancio ma non esclusivamente legato alle fi ere Malato grave aveva defi nito il Cen.Ser la presidente della Provincia, qualche anno fa. I costi di gestione molto alti avevano di fatto portato ad uno stato debitorio importante, si parlava di oltre un milione di euro che lo stesso ente aveva cercato di abbattere indicendo un bando di vendita per alcuni dei propri immobili. Va detto, e lo conferma il neodeputato Diego Crivellari, che negli ultimi anni si è compiuto un importante lavoro di risanamento dei con-ti. “Di questo – ha spiegato - va dato atto

agli amministratori”. Infatti per tentare di rientrate dallo stato debitorio lo scorso anno è stato fatto un piano di rientro che prevede-va un accordo con RovigoExpò, una società partecipata, in larga parte, dalla Regione Ve-neto e dalla Camera di commercio di Rovigo, al quale fu affi dato il compito di organizzare eventi (fi ere, convegni, presentazioni, ecc...) prevalentemente, ma non esclusivamente, presso il Centro Servizi di Rovigo. Lo scopo prefi sso era, ed è tuttora, quello di far sì che il Cen.Ser di Rovigo diventasse luogo di riferi-

mento per lo svolgimento di manifestazioni, anche specifi che e settoriali; il fi ne, inoltre, era quello di far conoscere il Polesine e di renderlo soggetto ospitante di eventi rilevanti al livello nazionale e internazionale. L’attività svolta lo scorso anno, tuttavia, non sembrata essere così signifi cativa per il rilancio della struttura dell’ex zuccherifi cio e in molti oggi pensano che una nuova vita della struttura potrebbe essere garantita da un totale cam-bio di rotta.

Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 25 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it

di Rovigo

EDITORIALELa crisi dietro la protesta

di Alessandro Abbadir*

Dalle urne del 24 e 25 febbraio scorso emerge una situazione davvero ine-stricabile, o perlomeno diffi cilmente risolvibile. Un caos politico che rischia di portare spediti a nuove consultazioni. Pro-prio quello che non ci voleva in una situa-zione economica del genere, caratterizzata da una recessione a cui dal 2008 non si vede fi ne. Il ciclone o tsunami (come lo defi nisce il suo capo Beppe Grillo) del Movimento 5 Stelle, si è abbattuto sui partiti, anche in Veneto, con una potenza per molti versi davvero inaspettata.

Nella nostra regione però, quello che sorprende più che il boom dei grillini (che è stato un evento generalizzato su tutto il territorio italiano), è il crollo verticale di par-titi che hanno caratterizzato la vita politica delle nostre terre da 20 anni a questa par-te: il Pdl prima Forza Italia e la Lega Nord. Due partiti che fi no a due anni fa ave-vano totalizzato oltre il 60% dei consensi con l’elezione di Luca Zaia a governatore del Veneto. La Lega crolla dal 35% a poco più del 10% di questa ultima tornata elet-torale. Il Pdl dal 2008 perde 10 punti e si assesta sotto il 20%.

continua a pag. 3*[email protected]

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L’Intervento

Come tanti e forse come tutti, sono rimasto senza parole! Lo sbigottimento e anche lo smarrimento di fronte al pronun-ciamento del Papa che dichiara di ritirarsi è stato totale e per molte ore non mi ha permesso alcun commento che non fosse la ripetizione di qualche luogo comune.

Benedetto Papa…

*Parroco Chioggia

di Don Angelo Busetto*

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Page 19: Bassapadovana febb2014 n20

13Spazi Aperti

La prossima sfi da di Legambiente? Rendere Padova una città sostenibile. A partire dagli spazi verdi, ma in generale stando molto più attenti alla gestione

del tessuto urbano e visto il periodo elettorale il primo appello è andato ai candidati sindaci. Con una cartolina molto eloquente, Legambiente ha esortato gli sfi danti in lizza per la poltrona di primo cittadino, ad avere cura di Padova con uno slogan che non lascia spazio a dubbi: “Via le mani dalla città, salviamo il paesaggio”. Proprio in questi giorni, si sta consumando un dibattito acceso sulle sorti dell’ex stazione delle corriere di Padova. Un’a-rea di grandi dimensioni situata nel cuore di Padova a ridosso del principale corso d’acqua e dei giardini dell’A-rena. La proposta di Legambiente è chiaramente quella di trasformare piazzale Boschetti in un’area verde. “Le ultime esternazioni del presidente della Provincia Barba-ra Degani parlano della volontà di contestare il contratto di permuta, stipulato nel 2007 – ha commentato Lo-renzo Cabrelle del Direttivo Legambiente Padova - in ragione di questo contratto la Provincia ha ceduto al Co-mune l’area di piazzale Boschetti ricevendo in cambio, senza alcun conguaglio, una potenzialità edifi catoria di

40.000 metri cubi all’interno del PP1 (piano di trasfor-mazione urbanistica dell’area dell’ex gasometro tra via Valeri e via Trieste)”. Le prime ipotesi, già tramontate a causa di una serie di imprevisti, prevedevano una torre di oltre cento metri e una doppia schiera di ville urbane oppure un auditorium. Ma le proposte non hanno preso vita e Provincia e Comune si sono ritrovati con due aree edifi cabili da riprogettare.

“Tra i rappresentanti delle due amministrazioni sono iniziate delle accuse reciproche, attraverso ester-nazioni che tradiscono più la volontà di alimentare la competizione politica che non quella di ricercare as-sieme una soluzione che garantisca il migliore assetto urbanistico delle due aree, nell’interesse della città e dei suoi abitanti – ha continuato Cabrelle - La proposta della Degani di rientrare in possesso dell’area Boschetti per destinarla a parco è senza dubbio interessante. Peraltro anche il sindaco reggente Ivo Rossi, quando ha deciso di trasferire altrove l’Auditorium, aveva indicato nella sistemazione a parco la futura destinazione dell’area, pur non rinunciando a realizzare una certa volumetria a ridosso dei due edifi ci esistenti”.

Il problema sembra essere proprio la capacità edifi -catoria delle due aree di proprietà del Comune e della Provincia. La soluzione non può essere la revoca del contratto di permuta perchè il presidente della Provincia si troverebbe nella stessa situazione del sindaco reggen-te di dover giustifi care la rinuncia al valore immobiliare dell’area qualora decidesse di attrezzarla a parco. Ma mentre il Comune può decidere di spostare la capacità edifi catoria di piazzale Boschetti altrove, risolvendo così l’aspetto economico della diversa destinazione d’uso, ciò non è possibile per la Provincia, che rischia di essere imputata di danno patrimoniale qualora dovesse rinun-ciare al proprio volume edifi cabile.

Per Legambiente la soluzione più logica va in di-

rezione del rispetto per l’ambiente. “Proponiamo una variante urbanistica che preveda la destinazione a verde pubblico dell’area di piazzale Boschetti – ha spiegato Cabrelle – in questo modo si risolvono, per entrambe le amministrazioni, gli aspetti patrimoniali relativi alle volumetrie soppresse.

Un punto fermo deve rimanere la vocazione cul-turale di questo brano della città, dove l’area a verde di piazzale Boschetti deve essere collegata ai giardini dell’arena e rappresentare la porta verde di accesso all’area monumentale della cappella degli Scrovegni e del complesso degli Eremitani, nonché del percorso cul-turale che si sviluppa verso il centro Altinate S. Gaetano e verso le basiliche del Santo e di Santa Giustina”.

L’ex stazione delle corriere di Padovapotrebbe essere punto di collegamentocon l’area monumentale degli Scrovegni

La proposta di Legambiente Secondo Lorenzo Cabrelle del direttivo la soluzione è quella di modifi care la destinazione d’uso

“Piazzale Boschetti nuova area verde”

La vasta zona di piazzaleBoschetti, ora si parladi una sua riconversioneda zona urbanistca aparco cittadino

Trasferito il progetto dell’auditoriuml’associazionepunta all’ambiente

135 disoccupati avranno di nuovo un lavoro, coinvolgendo 48 Comuni del-la bassa padovana, Regione Veneto,

Fondo Straordinario di Solidarietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Padova Tre, Confcooperative e Consorzio Padova Sud, per un fi nanziamen-to complessivo che si avvicina al milione di euro. Un progetto importante che ha preso forma grazie alla scelta di elaborare una proposta unitaria per reperire i fondi neces-sari e inserire il maggior numero di persone. Una scelta attuata con la cabina di regia del Consorzio Padova Sud, un ente che si occupa principalmente di gestione rifi uti e tematiche ambientali.

La Regione Veneto ha stanziato 5 milio-ni di euro per fi nanziare un’iniziativa fi naliz-zata a dare una risposta lavorativa alle per-sone senza occupazione e senza la tutela degli ammortizzatori sociali, dando la possi-bilità a gli over 35 disoccupati di benefi ciare di questi fi nanziamenti. Sono molteplici le fi gure che hanno permesso la realizzazio-ne di questo progetto: la Regione Veneto che ha fi nanziato il progetto con 296.125 euro per i Comuni sopra i 5.000 abitanti, la Fondazione Cariparo che con il contributo di 250.000 euro ha permesso anche ai piccoli comuni di partecipare al progetto, Padova Tre che ha contribuito per 200.000 euro ed infi ne il contributo importante dei Comuni pari a 191.228 euro per un ammontare fi nale complessivo di 937.353 euro.

“Grazie a questi fi nanziamenti sarà possibile assumere nel corso del 2014, nel-

le varie cooperative presenti nel territorio, 135 persone disoccupate, per un periodo di 6 mesi per 16 ore settimanali – ha spie-gato Stefano Tromboni, Direttore del Con-sorzio Padova Sud - Questo reinserimento nel mondo lavorativo darà a queste persone la possibilità di confrontarsi con un modo di lavorare differente dal loro, relazionandosi con soggetti diversi per rimettersi in gioco.

I 48 comuni coinvolti avranno a dispo-sizione nuova forza lavoro che potrà essere impiegata nelle biblioteche o nei musei, svolgere attività amministrative, di assi-stenza ai convegni, di supporto scolastico e assistenza agli anziani o saranno coinvolti in altri servizi a benefi cio del cittadino come interventi di igiene urbana, pulizia del terri-torio o giardinaggio di aree pubbliche”.

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10

IL VENETOin PRIMO PIANO

“Gli atti di prepotenza e le forme di comporta-mento aggressivo che si esercitano nel web possono creare danni enormi sugli adolescenti

che le subiscono perché si sentono fragili, soli e indifesi proprio in quel mondo virtuale nel quale si erano rifugiati. Incapaci di affrontare la minaccia o, nei casi più gravi la persecuzione, vivono con disperazione l’umiliazione della vessazione che si traduce in pensieri tormentati, diffi coltà esistenziale ed incapacità di trovare una via di uscita”.

Il bullismo informatico e le nefaste conseguenze che può avere sulla vita dei ragazzi è un tema di gran-de attualità che la cronaca ha recentemente richiamato all’attenzione dei media con il caso della ragazza di Cit-tadella che si è tolta la vita lanciandosi dall’ultimo piano di un albergo, spinta a suicidarsi dalle offese di probabili coetanei sul sito web Ask.fm. Quali sono le caratteristiche del bullismo informatico, quali le conseguenze e come difendersi dagli attacchi on-line?

“Il cyberbullismo - risponde Lino Busato, psicologo e psicoterapeuta - ha delle specifi che caratteristiche che rendono, rispetto al bullismo nella vita reale, ancora più disastrose le conseguenze. Innanzitutto è suffi ciente un singolo episodio per procurare danni enormi nei confronti della vittima. Un atteggiamento imbarazzante, colto magari occasionalmente durante una festa, si può trasformare in un video scomodo o umiliante che postato, sui social network, apre ad una vetrina ster-minata di testimoni. L’umiliazione sarà dilagante anche nel tempo. Il fatto in sè non è circoscritto al momento in cui accade, ma disponibile 24 ore su 24 nel web. La vittima dell’aggressione subisce l’umiliazione e, nei casi più gravi, la persecuzione senza tregua, che si dilata all’infi nito nello spazio e nel tempo”.

“L’anonimato dietro cui si può tranquillamente na-scondere il “carnefi ce” è un’altra delle caratteristiche del cyberbullismo - prosegue Busato - che spiazza e inquieta la vittima. Accade che ragazzi che nella vita reale non avreb-bero mai comportamenti discutibili, nel web, incoraggiati

proprio dall’anonimato, si trasformino e diano il peggio di sè”.

Ma, forse, il peggiore dei connotati che si possono attribuire al cyberbullismo è la disumanizzazione dell’atto stesso.

“Se nella realtà - esemplifi ca lo psicoterapeuta - fra gli spettatori che assistono ad un atto di prepotenza o di violenza ad un certo punto c’è chi interviene per fermare lo scempio, nella rete manca il ritorno empatico, si assiste “passivi” come se si stesse vedendo un fi lm, senza che nessuno intervenga”.

“I social network - commenta Busato - sono una inte-ressante forma di partecipazione e di comunicazione che tuttavia va utilizzata con responsabilità. Fondamentale da questo punto di vista è il ruolo degli adulti che devono, sen-za remore e con autorevolezza, lavorare sull’educazione

degli adolescenti”. In che modo?“Rendendo - risponde conclu-

dendo Busato - i giovani consape-voli di rischi e pericoli della rete, sviluppando nei nostri ragazzi il senso critico per attrezzarli a saper distinguere tra il bene e il male.

Non è un compito facile nè circoscritto alle occasioni ma un lavoro che si deve svolgere nei tempi lunghi, sin dalla scuo-la primaria. E’ fondamentale il passaggio dell’educazione socioaffettiva, insegnare cioè ai bambini a stare insieme, educarli all’accettazione dell’altro, al rispetto dell’altro e a vedere e sentire le sofferenze e le emozioni di chi ci sta di fronte”.

“Comportamenti basati su forme di prepotenza eserci-tate da uno o più soggetti su un minore, ovvero i cosiddetti atti di bullismo legati all’età, ci sono sempre stati. Ciò che è cambiato, nella rete, non è tanto l’impatto in termini quantitativi del fenomeno quanto, piuttosto, il grado di percezione dello stesso e soprattutto la gravità dell’effetto provocato su chi lo subisce”. Tommaso Palumbo, primo dirigente della Polizia di Stato, dirigente del Compartimen-to Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Veneto, è impegnato in iniziative di sensibilizzazione ed informazio-

ne rivolte ai giovani e agli adulti, genitori ed educatori, sul tema dei social network, della navigazione sicura e sui pericoli, più o meno nascosti, della rete.

“Un tempo – spiega – ci si muoveva in modo sponta-neo, oggi l’attività in chiave di prevenzione è strutturata e progettata. La Polizia Postale e la Polizia di Stato si muove in team con il Dipartimento di Pubblica sicurezza del Mi-nistero dell’Interno, col Miur e in partnership con le stesse aziende che offrono servizi per la navigazione in internet”.

Rivolge l’attenzione in modo specifi co al mondo dei social network il progetto itinerante “Una vita da social” che la Polizia Postale e la Polizia di Stato stanno portando sul territorio. “Ci muoviamo con un trak attrezzato con aula multimediale – spiega il primo dirigente – nel quale organizziamo incontri con gli studenti e la cittadinanza. La presenza di testimonial, personaggi famosi del mon-do dello sport, della cultura e dello spettacolo vicini ai giovani, aiutano a veicolare in modo ancora più effi cace i messaggi “educativi e informativi” che andiamo portando in giro per le città”.

Le tappe venete del percorso itinerante sono programmate per il prossimo 14 aprile a Padova e il 15 a Venezia.

Ed è proprio la tematica dei social network che richia-ma la maggiore attenzione e soprattutto invita a tenere alta la guardia nell’ambito degli incontri a rischio cyber bullismo.

“La maggiore differenza tra un atto di bullismo nella vita reale e uno subito nella rete – spiega Palumbo – è l’enorme risonanza che quello informatico riesce ad avere, per la possibilità, che offre il web, di moltiplicare all’in-fi nito i testimoni e l’atto stesso. Una scena di violenza ripresa dallo smartphone – non necessariamente da un amico o conoscente della vittima che subisce ma anche da una persona sconosciuta che si trova per caso ad assistere all’atto di bullismo – una volta postata su Facebook o su WhatsApp avrà una platea sterminata di visitatori. E questo con la conseguenza di aumentare lo stato di morti-

fi cazione della vittima”. “Nei nostri uffi ci – racconta – giungono genitori che

richiedono di oscurare video o rimuovere foto e messag-gi mortifi canti per i propri fi gli. Va precisato tuttavia che l’operazione richiede il necessario intervento dell’Autorità giudiziaria e non sempre è agevole e scontata. Senza con-tare il fatto che, nel tempo di permanenza in rete, video, foto e messaggi possono essere scaricati e i fruitori si mol-tiplicano a dismisura”.

Ci sono poi da tener presente le conseguenze legali e penali causate dalla richiesta di rimozione o oscuramento di materiali da internet, dal momento in cui si decide di fare ricorso alle autorità giudiziarie.

Insomma quella che nella vita reale può essere con-siderata una ragazzata, legata alle intemperanze dell’età e catalogata come un comportamento tipico adolescen-

ziale, da punire ma nell’ambito ristretto della famiglia o comunque del contesto nel quale si consuma, e tuttavia con una buona dose di tolleranza, nella rete può diventare facilmente un reato perseguibile.

“Le nuove tecnologie – fa os-servare il dirigente di Polizia postale - che hanno poten-zialità enormi, possono perciò diventare insidiose in caso di comportamenti “insani”, come appunto gli atti di bulli-smo, che, se nella vita reale abbiamo imparato ad argina-re, non siamo ancora in grado di gestire con padronanza nel web, soprattutto perché non abbiamo ancora fatto gli anticorpi per tenere sotto controllo le conseguenze, che a volte possono essere davvero dolorose”.

L’unico fronte sul quale si può lavorare con profi tto rimane dunque quello della prevenzione.

“I fi gli – conclude Tommaso Palumbo - vanno seguiti, ancora prima che nella rete, nella vita reale: vanno respon-sabilizzati ed educati ai valori e al rispetto dell’altro. Vanno sensibilizzati e va insegnato loro che ogni azione che com-piono nei confronti degli altri ha delle conseguenze delle quali sono essi stessi responsabili e di cui sono chiamati a rispondere”.

di Ornella Jovane

Cyberbullismo, i giovani e le insidie della rete

Inchiesta Lino Busato, psicologo e psicoterapeuta, Tommaso Palumbo, dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Veneto, ne illustrano le caratteristiche

In alto Lino Busato, psicologo e psicoterapeuta, sotto Tommaso Palumbo, dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Veneto

Un atteggiamento imbarazzante si può trasformare in video che si ricorderà all’infi nito

Quello che nella vita reale è una “ragazzata” nella rete può diventare un reato perseguibile

20

Page 21: Bassapadovana febb2014 n20

Il profumo intenso dei limoni, il ruvido della buccia gialla, il loro sapore asprigno. Tatto, olfatto e gusto: sono i tre sensi stimolati dalla vista delle piante che si affacciano nel

giardino, verso il quale casualmente lo sguardo si rivolge. La realtà in tutta la sua pienezza non può essere vissuta

nella rete: tre quinti di essa, tre dei cinque sensi, non viene percepita.

E’ questa la premessa che ha ispirato “Il profumo dei limoni. Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook” il saggio pubblicato da don Jonah Lynch nel 2011 e che tutt’o-ra ispira il vicerettore del seminario della Fraternità Sacerdota-le dei Missionari di San Carlo Borromeo a Roma negli incontri con i genitori e docenti sul tema in questione. Recente, al riguardo, il suo intervento a fi ne febbraio a Vigonza (nel Pa-dovano) sul tema “Io voglio educare”, un ciclo di incontri per non lasciare soli i fi gli (e anche i genitori) nel mondo virtuale.

Nel suo libro “Il profumo dei limoni. Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook” lei analizza l’oriz-zonte delle nuove tecnologie, ne rileva le utilità e i van-taggi ma mette in guardia anche dai limiti e dai disagi. Ci aiuta don Lynch a capire?

“È bellissimo poter comunicare in tempo reale con chiun-que, in qualunque parte del mondo, raggiungere agevolmen-te informazioni un tempo quasi introvabili. Al tempo stesso, questa quasi “onnipotenza” del web e della tecnologia in ge-

nerale è anche il suo lato insidioso: l’illusione di poter essere ovunque, poter sapere tutto e contattare chiunque. La vita digitale presenta questa illusione di illimitatezza, che può ge-nerare un distacco dal mondo in cui possiamo agire, toccare, sentire i profumi…”.

La tecnologia ha avuto un impatto signifi cativo nella vita di tutti, ma imponente in quella dei giovani, tant’è che noi adulti defi niamo le nuove generazioni come “na-tivi digitali”. Non è che in nome di questa defi nizione accettiamo - noi adulti - in modo incondizionato e talvolta acritico la massiccia invadenza della dimensione virtuale nella vita dei nostri ragazzi?

“Secondo lei, i nostri fi gli appartengono alla nostra stes-sa specie? Cioè, chi è nato dopo la rivoluzione tecnologica, che ha prodotto Facebook, Google e gli altri, ha la stessa natura di me e di lei? A mio parere, la natura umana più perfetta è quella di Maria, madre di Gesù. E il Concilio Vatica-no II ha detto che Cristo svela l’uomo all’uomo. In Lui, cioè, impariamo chi siamo. Certamente Cristo non è stato un passo intermedio nell’evoluzione verso l’”uomo digitale”.

Educare ai tempi di Facebook non è poi così sempli-ce: gli adulti hanno gli strumenti e le conoscenze adegua-te per dare ai ragazzi un’educazione idonea a sapersi gestire con autonomia e senza farsi male nella vita che sgorga in “rete”, nelle relazioni che si creano con i social

network?“Educare non è mai stato semplice. La realtà tutta mette

sempre alla prova la nostra libertà. Siamo sempre liberi di sce-gliere di allontanarci dalla verità, da ciò che è bello e vero, ma portiamo anche le conseguenze di quelle scelte. Partecipare alla vita dei ragazzi signifi ca partecipare alla loro giornata, interessarsi a loro, ascoltarli. Educarli vuol dire anche proporre le cose più belle che conosciamo. Se siamo convinti di ciò che diciamo, saremo credibili. In particolare, nell’educazione all’uso delle tecnologie, della rete, vale come sempre dare l’esempio. Quanti di noi adulti sanno rinunciare alle notizie sul telefonino o all’ultimo video su Facebook? Ai ragazzi che educo ho proposto il “digiuno digitale”, il fare a meno, per gran parte della giornata, degli strumenti tecnologici. Doman-diamoci: utilizziamo i nostri mezzi di comunicazione, o ne siamo schiavi? Impariamo noi adulti a decidere: ora spengo il cellulare, mi concentro interamente sulla persona che è qui, davanti a me. Questa riscoperta può darci la forza di accom-pagnare anche i nostri ragazzi”.

Si possono creare relazioni di qualità attraverso i social network? O una società iperconnessa in realtà ri-vela solo delle enormi solitudini, o quanto meno delle relazioni superfi ciali?

“Senza dubbio l’”iperconnessione” può assottigliare lo spessore dei nostri rapporti, può renderli fugaci, veloci come

un tweet o un sms. D’altra parte, però, il web e tutto ciò che offre fa parte della realtà, il web stesso è parte della re-altà. Nell’esperienza di una grande amicizia, l’altra persona diventa parte di me, in maniera così profonda che sentiamo la ristrettezza del canale digitale, che è, per sua natura, se-lettivo, che lascia da parte, inevitabilmente, tante sfumature della realtà”.

11Il Veneto in primo piano

di Ornella Jovane

Il saggio”Il profumo dei limoni Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook” di don Jonah Lynch

Dall’illusione di essere ovunque al rischio di distacco dal mondo reale

A lato Don Jonah Lynchsotto il suo volume “Il profumo dei limoni. Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook”

21Il Veneto in primo piano

Page 22: Bassapadovana febb2014 n20

12 Il Veneto in primo piano

“Il cielo in una stanza: opportuni-tà e pericoli della rete” è il titolo emblematico di un ciclo di tre ap-

puntamenti che iniziati il 14 marzo a Me-stre, presso la scuola media “Don Milani”, proseguiranno il 27 del mese a San Donà di Piave, all’istituto “Ippolito Nievo”, e il prossimo 11 aprile a Chioggia al Galileo Galilei. Agli incontri, organizzati dal Forum provinciale associazione genitori scuola di Venezia, prenderà parte il professor Pietro Gavagnin, docente al Liceo Morin di Mestre, vincitore con il suo progetto pgava.net della sezione “docente dell’anno” al premio na-zionale 2013 “Anp per l’innovazione”. Una iniziativa, giunta alla quinta edizione, che si pone come obiettivo quello di diffondere l’uso delle tecnologie informatiche nell’inse-gnamento.

E’ lui, insegnante ed esperto di infor-matica, che spiega agli adulti, genitori ed educatori, come gestire il confronto con la wireless generation.

Quali sono le opportunità e i pericoli della Rete per gli adolescenti?

“Di pericoli ce ne sono. Ma sono sostan-zialmente gli stessi pericoli che incontriamo nella vita: quando usciamo, quando ci rap-portiamo agli altri, quando manipoliano i no-stri dati. L’importante è non farsi prendere dal panico perché altrimenti non lasceremo più uscire i nostri fi gli neppure per strada o dagli amici.

Un innocuo coltello da cucina può servi-re per spezzettare alcuni semplici rametti di prezzemolo ma può essere anche un’arma pericolosissima!

Opportunità ce ne sono molte ed anzi, oggi quando non possiamo connetterci tutti noi sentiamo come una sensazione di man-canza. Internet non solo è serbatoio quanti-tativamente sconfi nato di conoscenza ma può essere il motore o l’occasione per in-staurare nuove relazioni (pur con le dovute cautele). Se si usa con acutezza. Se si usa con competenza. Se si usa con coscienza. Se si usa con conoscenza”.

Come possono i genitori “prevenire” i pericoli?

“Non credo servano proibizioni (che

hanno un effetto spesso contrario). Con i giovani le fi gure di “mediazione” (genito-ri, insegnanti) devono convincersi che sia importante “esserci”, nonostante noi geni-tori sappiamo bene che a volte è diffi cile: i nostri fi gli devono sapere che ci siamo. Per aiutarli, per consigliarli, per indirizzarli, per proteggerli. Una delle vie maestre per la promozione della sicurezza on line è una combinazione equilibrata di protezione e responsabilizzazione”.

Cosa dire ai ragazzi perché si proteg-gano dalle violazioni del web?

“Quello che ci si sente dire quotidiana-mente: non “distribuire” a cuor leggero dati personali. Non accettare facilmente “amici-zie” da persone che non si conoscono. Non aprire allegati o compilare e spedire form senza la consapevolezza di ciò che si sta fa-cendo. Purtroppo però uno dei pericoli della rete che purtroppo sta diventando sempre più una moda è il Sexting (sex+texting = autoscatti in pose sexy). E qui ritorniamo al discorso di prima. Per noi adulti è necessa-rio esserci. Ma non passivamente. Ciò a cui

dobbiamo tendere è una educazione, una formazione complessiva della personalità del ragazzo che serva sempre, online e offl ine”.

Come possono gli adulti inserirsi con autorevolezza e tutelare i ragazzi dalle insidie che il web nasconde se ne sanno meno e sono meno attrezzati di loro?

“Devono attrezzarsi. Ovvio. Scusi se mi ripeto ma in quell’”esserci” di cui ho parla-to in precedenza ci sta dentro tutto! Lo so, può essere diffi cile. Ma può risultare anche divertente e…utile! Per quanto riguarda gli insegnanti ad esempio è assolutamente necessario saper usare il web, e per questo è necessario praticarlo. E’ lo stesso motivo per il quale nelle scuole professionali inse-gnano docenti che praticano un certo me-stiere. Quando mi riferisco alla necessità di un aggiornamento serio da parte degli inse-gnanti non voglio sottolineare l’importanza di “contenuti” (e qui si spiega l’inutilità dei

vari corsi e progetti che l’amministrazione negli anni ha organizzato) quanto l’impor-tanza di pratiche, di “buone” pratiche. E’ fondamentale non avere paura del mezzo, è fondamentale saperlo dominare”.

E’ vero che i ragazzi temono il bulli-smo virtuale? In che misura?

“Il bullismo è molto più diffuso offl ine che online ma esser vittima di cyberbullismo è un’esperienza dolorosa per la maggior parte dei ragazzi intervistati nelle indagini scientifi che che si fanno periodicamente. Per questo motivo, dati alla mano, posso con-fermare che il bullismo virtuale faccia male (l’85% dei giovani che l’hanno provato si sono dichiarati infastiditi o turbati) credo anche per una sensazione di solitudine e di impotenza che la vittima sente e che viene moltiplicata e amplifi cata dalla “solitudine” tipica del mezzo: usiamo la rete standocene da soli”.

di Ornella Jovane

Il docente e le nuove tecnologie. Consigli del professor Pietro Gavagnin agli educatori

“Anche gli adulti devono esserci in rete, senza paura”

Di solito è l’impietosa videocamera del telefono o del computer, oppure è una fotografi a scattata da amici e condivi-

sa in rete. Capita di rivedersi da un’ottica diversa e, spesso, si scopre un’immagine di sé che non ci si aspetta. Doppio mento, occhiaie e qualche ruga che erano sfuggite, magari, davanti allo specchio, vengono in-vece alla luce con i nuovi social network e i nuovi media. E la bellezza nell’era 2.0 non fa sconti a nessuno.

“Oggi si scattano foto o si girano video con maggiore frequenza rispetto al passato e ci sono quindi anche più occasione per confrontarsi con la propria immagine e con i segni del tempo - osserva Patrizia Gilardi-no, chirurgo plastico di Milano -. Si notano più facilmente i cambiamenti: una piccola ruga, l’occhiaia più marcata o la palpebra leggermente cadente che attribuisce un’aria stanca ci fanno vedere come effettivamente ci vedono gli altri”.

Negli Stati Uniti hanno già ribattezzato la tendenza “facebook-lift”. Pur essendo dif-fi cile misurare il fenomeno, qualche segnale del diverso approccio dei pazienti c’è anche in Italia: innanzitutto “i pazienti quando

si presentano in studio hanno ben chiaro dove vogliono intervenire e cosa attenuare. Inoltre i modelli di riferimento non sono più tanto i divi del cinema o delle passerelle, come poteva essere fi no a qualche tempo fa, quanto loro stessi, solamente qualche anno prima”, continua il chirurgo estetico.

I social stanno diventando quindi lo specchio del tempo che passa. Cambiando così l’approccio alla chirurgia estetica.

“In effetti prima ci si rivolgeva dal me-dico estetico in occasioni di importanti cam-biamenti nella propria vita: un matrimonio o una separazione, una gravidanza o un nuovo lavoro, erano questi i principali motivi che spingevano i pazienti, indistintamente uomini e donne, in studio -, ricorda Gilar-dino. - Oggi la tendenza è diversa. Chi era diffi dente anche davanti ad una iniezione di fi ller, chiede di poter migliorare il proprio aspetto attenuando qualche segno del tem-po dal proprio viso”. Le richieste si concen-trano prevalentemente nella zona del volto. “Nella maggior parte dei casi si tratta di attenuare qualche ruga del contorno occhi oppure restituire volume a delle labbra che si sono assottigliate troppo”.

“Una delle vie maestre per la promozione della sicurezza on line è una combinazione equilibrata di protezione e responsabilizzazione”

Anche in Italia si ricorre al ritocco estetico per apparire più giovani nella foto di Facebook

Il professor Pietro Gavagnin

LA CURIOSITÀ DAGLI STATI UNITI LA MODA DEL FACEBOOK-LIFT PRENDE PIEDE ANChE IN ITALIA

22 Il Veneto in primo piano

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Page 23: Bassapadovana febb2014 n20

13Il Veneto in primo piano

Giro di vite per arginare un fenomeno crescente dietro al quale, però, non c’è solo la miseria. Probabilmente c’è anche la malavita organizza-

ta. Da marzo polizie locali, questure e prefetture dei tre capoluoghi Padova, Treviso e Venezia si riuniranno per fare il punto della situazione e defi nire strategie per affrontare il problema come un’unica realtà urba-na: la città metropolitana. Al vertice saranno invitati anche i funzionari delle rispettive Questure. La giunta di Treviso ha dato il via a quest’azione congiunta si-cura che ci voglia una visione ampia del problema per provare a risolverlo, in quanto esisterebbe una struttura organizzata che usa alternativamente le tre città facendo leva su persone disperate che fi niscono in questa rete. Le prime voci di denuncia di questo fenomeno sono venute da chi i poveri li conosce bene. Tra loro il direttore della Caritas veneziana, monsignor Dino Pistolato, che ha accolto la decisione con un plauso. “L’elemosina è un atto di misericordia – ha detto – ma più volte abbiamo denunciato che l’accat-tonaggio sta diventando un business per qualcuno. Furboni che chiedono il pizzo per mendicare in un angolo di strada, con percosse e minacce, che sfrut-tano e ricattano gente in situazione d’indigenza. Quindi bene se si riesce a fare una barriera comune in un territorio vasto e che chi se ne occuperà col-pisca davvero il racket e non i veri poveri”. Contro l’accattonaggio i primi cittadini e la polizia locale non possono quasi nulla, solo elevare delle sanzioni che dovrebbero servire almeno come deterrente ma che in realtà non risolvono granché. A Padova nel 2013 sono state elevate 619 sanzioni per accattonaggio molesto. “Siamo arrivati a oltre 50 a carico di una singola persona - precisa Ivo Rossi -. Questa attività

ha già portato la polizia locale a fare richiesta alla questura di allontanamento di 8 persone”. A Treviso nello stesso anno sono state 250 le sanzioni e dall’i-nizio del 2014 sono già una settantina. Non serve a nulla neanche sequestrare il denaro che il mendicante ha raccolto sino al momento della sanzione. Questi torna comunque a fare il suo “mestiere” il giorno dopo. “Quando le sanzioni non hanno più effetto – ha detto il vicesindaco e assessore alla sicurezza di Treviso Roberto Grigoletto – occorre trovare rimedi effi caci. Gli accattoni molesti legati al racket verranno riconosciuti dalla polizia locale, saranno identifi cati dagli agenti e accompagnati in questura. Verrà loro notifi cato un provvedimento di pubblica sicurezza, il foglio di via. Se torneranno a Treviso nei tre anni di allontanamento, verranno defi nitivamente allontanati con un decreto penale”. “Sono contrario all’introdu-zione del divieto di accattonaggio” aveva detto l’esta-te scorsa il sindaco di Venezia Orsoni, dichiarando in anticipo che non aveva intenzione di replicare Cacciari che, per risolvere la questione del centro storico, fece un’ordinanza apposita tra mille polemiche. Certo con la prefettura si è valutata l’applicazione del foglio di via con rientro coatto, e ora questa convenzione PaTreVe dà una ulteriore spinta verso la regolamen-tazione di un fenomeno che a Mestre e Venezia è davvero pesante.

I tre sindaci solleciteranno anche interventi su scala nazionale per colpire le organizzazioni criminali che molto spesso stanno dietro a questi mendicanti: “Chiederemo - conferma il primo cittadino di Treviso - l’introduzione di un reato che punisca lo sfruttamento in forma associativa dell’accattonaggio”.

di Germana Urbani

Le tre provincie Padova, Treviso e Venezia stringono un patto per combattere l’accattonaggio crescente mettendo insieme le forze di polizia

Sicurezza Troppi mendicanti professionisti che, spesso, molestano i cittadini

Povertà o racket? Lotta congiunta agli accattoni

Aveva alzato un vero e proprio polverone la scelta del parroco di San Lorenzo a Mestre che, nei giorni della messa aveva deciso di impie-gare dei giovani come “guardie parrocchiali” allo scopo di allontanare

i mendicanti rom che, appostati sul sagrato o, peggio, durante le unzioni all’interno della chiesa, chiedevano ai fedeli l’elemosina. Quindi don Fausto Bonini, un uomo mite, aveva deciso di blindare le messe. “Se anche don Fausto Bonini – aveva commentato il sindaco Orsoni -, che è una per-sona di grande equilibrio e dedito alla carità, è arrivato a prendere questi provvedimenti è chiaro che il problema il problema ha raggiunto un grado limite”. Orsoni ci tiene però a sottolineare come occorra stare attenti a non fare di tutta l’erba un fascio. “Confondere l’accattonaggio riconducibile al racket con chi mendica per necessità sarebbe un errore. E anche sul fronte del racket – ha proseguito Orsoni - serve una netta distinzione tra sfruttati e sfruttatori. Ma di questo se ne devono occupare le forze dell’ordine”.

Ma il problema sicurezza c’è e lo sentono soprattutto le donne che, mentre fanno le loro spese in centro si vedono improvvisamente avvicinare da uomini che insistentemente chiedono un euro o di più. “Mendicare è possibile – afferma Leda Cossu, anima del volontariato mestrino – ma la violenza è un’altra cosa. Tra gli accattoni violenti c’è chi alza anche minaccioso il bastone verso le donne, fi ngendo di zoppicare, controllandole a distanza. Una violenza che fa paura”. E certo di questa situazione non sono felici i commercianti che conoscono bene il problema che, a detta loro è stato tollerato o sottovalutato troppo a lungo. “ In molte zone della città – ha detto Dario Corradi, dell’Ascom - si è abbassato il livello di vivibilità. E quando sento che i turisti di un bus vengono circondati e viene loro impedito di scendere perché non sganciano l’euro, allora dico che non è accattonaggio, ma criminalità, che va combattuta e che danneggia l’im-magine della città. Noi commercianti però vediamo i vigili solo quando si tratta di controllare se lo spazio del plateatico è stato sforato di cinquanta centimetri. È giusto che lo facciano, non voglio dire di no, ma ci piacerebbe venderli in azione anche per prevenire episodi come questi”.

Mendicanti violentiLe donne hanno paura

In alto a sinistra il sindaco di Padova Ivo Rossi, di seguito

Giorgio Orsoni sindaco di Venezia e sotto Giovanni

Manildo, sindaco di Treviso

23Il Veneto in primo piano

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Page 24: Bassapadovana febb2014 n20

Quattrocento anni dopo Galileo, che con il suo cannocchiale spinse l’oc-chio umano dove mai nessuno aveva

potuto guardare, Padova torna ad essere al centro di una grande impresa scientifi ca, sui passi del grande scienziato. Sarà qui infatti che verrà progettato il cuore – costituito da un sistema di telescopi – di uno dei due satelliti che avranno il compito di scovare i gemelli della terra. Il compito di Cheops e Plato, questi i nomi delle due sonde spazia-li, sarà quello di comprendere la struttura di altri sistemi solari, scoprire la composizione e la struttura dei loro esopianeti e trovare la collocazione, nelle vicinanze del Sistema Solare, di quelli che hanno le medesime ca-ratteristiche della Terra.

Cheops volerà nel 2017 in orbita attor-no alla Terra, mentre Plato salirà in rampa di lancio nel 2024 per immettersi in orbita attorno al Sole. I telescopi montati sui due satelliti, veri e propri osservatori astronomi-ci specializzati in queste ricerche, saranno molto diversi fra loro. Su Cheops uno uni-

co scruterà una stella alla volta, mentre il rivoluzionario Plato avrà ben 34 obbiettivi grandangolari che scandaglieranno per 8 anni il cielo.

Sembra l’inizio di un romanzo di fanta-scienza, ma si tratta di una svolta epocale per la storia dell’astronomia: “Verrà prodot-to un inventario di pianeti che sarà oggetto di ricerche per decenni a venire – spiega il professor Giampaolo Piotto dell’Univer-sità di Padova – una rivoluzione culturale comparabile a quella dei primi cataloghi stellari”.

Il gruppo padovano che lavorerà alla costruzione dei due satelliti e allo sfrut-tamento scientifi co dei dati comprende ricercatori dell’Osservatorio Astronomico di Padova dell’Istituto Nazionale di Astrofi sica e del Dipartimento di Fisica e Astronomia “Galileo Galilei” dell’Università di Padova ed è fi nanziato dall’Agenzia Spaziale Ita-liana. “Gli occhi di Plato - spiega Roberto Ragazzoni dell’Istituto Nazionale di Astro-fi sica - sono costati lo sforzo di un gruppo

di giovani scienziati padovani che per alcuni anni hanno concepito, disegnato, realizzato un prototipo che è stato testato nelle condi-zioni estreme del vuoto cosmico, convincen-do l’Agenzia Spaziale Europea che i tempi erano maturi per questo epocale progetto”. E l’approvazione è arrivata proprio lo scorso 20 febbraio.

“Con un contributo italiano di rilievo anche nel campo dell’elettronica di bor-do – osserva la prof.ssa Isabella Pagano, dell’INAF-Osservatorio di Catania –, la

costruzione degli strumenti di Plato è una straordinaria opportunità non solo per i ri-cercatori italiani (oltre un centinaio quelli coinvolti) ma anche per la nostra industria che vanta competenze di punta proprio nei settori dell’ottica e dell’elettronica spazia-li”.

Entrambe le missioni godono di un re-spiro europeo e sono giunte alla selezione dopo una dura sfi da che ha visto in compe-tizione le migliori proposte spaziali di tutto il vecchio continente.

Al via la progettazione del sistema di telescopi che sarà installatosui satelliti alla ricerca di pianeti

Scienza ed esplorazione L’Università di Padova partecipa all’ambiziosa missione di respiro europeo

Padovani gli “occhi” sullo spazio

Il satellite “Plato” sarà costruito in parte anche a Padova

Riqualifi care il Sottopasso della Stua attraverso proposte culturali innovati-ve. Con questo obiettivo l’assessora-

to alla cultura ha dato in gestione questo spazio fi no a tutto il 2015 alle associazio-ni Kinima e Sugarpulp, selezionate tramite avviso pubblico. Il Sottopasso della Stua, con la sua nuova forma creata e curata da Kinima e Sugarpulp, offrirà dei nuovi servizi ai cittadini, che potranno consultare e usufruire del servizio prestito libri e fumetti, utilizzare l’accogliente ambiente per consultare internet attraverso il servizio hotspot wifi e, soprattutto, trovare nella nuova sede operativa delle due associazioni un luogo di discussione, di confronto e di condivisione. Il Sottopasso della Stua sarà aperto al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18.

fino al 2015

L.O.

Sottopasso dellaStua, nuovo modo di fare cultura

Il Sottopasso della Stua

17Cultura provinciale

di Laura Organte

L’esposizione Fino al 31 marzo le suggestive incisioni di Miyayama Hiroaki

Una mostra tra arte e letteratura porta il visitatore nel cuore dell’affascinante cultura giapponese. Fino al 31 marzo

i Musei Civici (ingresso da Piazza Eremita-ni), ospitano l’esposizione “Splendori dal Giappone. Le storie del principe Genji nella tradizione Edo e nelle incisioni di Miyayama Hiroaki”.

Protagonista è la suggestione visiva del Genji Monogatari, un romanzo giapponese di 54 capitoli scritto dalla dama di corte Mu-rasaki Shikubu nel periodo Heian (XI seco-lo), considerata il più importante romanzo dell’epoca e il primo romanzo psicologico o moderno della letteratura giapponese. Nel testo sono raccontati gli amori e le avventu-re del Principe Genji, noto come il Principe Splendente, fascinoso esempio di cultura e di eleganza di vita. La storia del principe fu illustrata fi n dai tempi della sua redazione in rotoli orizzontali risalenti alla fi ne del perio-do Heian e continuò a richiamare l’attenzio-ne degli artisti fi no al periodo Edo e ancora nella versione manga, molto popolare in Giappone.

Anche la grafi ca contemporanea si è dedicata ad evocare le ambientazioni raffi nate e le vicende di questa storia af-fascinante. All’interno di quest’ultima spic-cano per straordinaria qualità le 55 tavole

dell’artista di Tokyo Miyayama Hiroaki, che costituiscono il nucleo centrale della mostra. Si tratta di raffi natissime stampe calcografi che, il cui incredibile risalto, del tutto innaturalistico, comporta una tecnica vertiginosa, che prevede l’ottenimento di ogni singolo colore mediante il passaggio di cinque diverse lastre.

Il fondo oro su carta preparata a col-la è eseguito in un secondo momento, in qualche modo “ritagliando” con contorni impercettibili le immagini già presenti sul foglio. Nelle tavole di Miyayama partico-lare risalto è dato ai soggetti fl oreali, che costantemente contornano le storie evoca-te. Queste presenze sono ben più che un divertissement naturalistico, cosa di cui ci avverte già la loro resa iperrealistica, ma si confi gurano come un’allusione alla teoria buddista sulla dignità e potenzialità di ogni forma di vita. La documentazione grafi ca e documentaria della fortuna dell’illustrazione del Genji Monogatari costituisce però solo il secondo nucleo della mostra.

In apposite vetrine sono infatti esposte copie della documentazione più antica, esemplari di tavole d’epoca, conservate al Museo Orientale di Venezia ed edizioni del romanzo, che danno conto della sua fortuna e della sua ricezione.

“Splendori dal Giappone”viaggio ai Musei Civici

Una delle opere esposte Laura Organte

eventi e mostre

“EXCALIBU” AL TEATRO GEOXIl 30 marzo al Gran Teatro Geox approda “Excalibur”, un musical scritto e diretto da Mario Restagno con musiche di Giovanni Maria Lori, prodotto da Teatro dei Sogni. Excalibur porta in scena una delle storie più fantastiche e avvincenti di tutti i tempi: Maghi e Streghe, innamoramenti e fi ltri magici, eroici cavalieri, belle dame e insidiosi tradimenti. Lo spettacolo stupisce il pubblico con potenti colpi di scena ma chiede di usare memoria e intelligenza per entrare nel profondo della storia, dove si celano te-matiche forti che interrogano l’esistenza umana. Per maggiori informazioni consultare il sito internet dedicato allo spettacolo.

MUSICA E SAPORI D’IRLANDANuove tensostrutture, aree all’aperto, ma soprattutto 100 bands da tutto il mondo che avranno a disposizione ben tre palchi. Si annuncia così l’evento dedicato all’Irlanda in scena anche quest’anno al Gran Teatro Geox di Padova dal 12 al 17 marzo. Non mancheranno il mercatino, ristoranti a tema e un vero pub irlandese per entrare nell’at-mosfera. E per bambini e famiglie, animazioni, giochi e spazi per il divertimento, per tutti gli amanti dell’Irlanda, della sua musica, dei suoi sapori e dell’allegria contagiosa che distingue questo Paese.

GALÀ DELLA LIRICA CON BATTISTINIDopo il successo del 2013, torna il 6 aprile al Gran Teatro Geox il Gran Galà della Lirica. Nel 2013 fu Verdi il riferimento, quest’anno saranno invece le più belle arie del ’900 ad essere protagoniste, tra Puccini e Verdi, con alcune sorprese come Saint Saens o Arrigo Boito. Sul palco quattro importanti nomi della lirica internazionale, come la soprano Raffaella Battistini, il tenore Ernesto Grisales, la mezzo soprano Anna Maria Chiuri e il baritono Alberto Gazale. Ad accompagnarli la prestigiosa Orchestra Sinfola-rio, diretta dal Maestro Roberto Gianola. Il coro sarà quello della Città di Rimini, diretto da Gaetano Salvemini.

a cura di Laura Organte

24 Cultura provinciale

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14 Cultura veneta

Cà Pesaro, “Dialoghi americani” fi no al 4 giugno

Giuseppe Pan-za di Biumo è stato un colle-

zionista e appassio-nato d’arte che ha dedicato una vita a scovare e comprare opere di artisti che si sono affermati suc-cessivamente o che lo erano già. Di famiglia possidente, nacque a Milano nel 1923 lasciando defi nitivamente la sua collezione nel 2010 sempre nella città della Ma-donnina. La sua passione per l’arte iniziò dalla metà degli anni cinquanta, trovandosi nel pieno fi ore dell’arte che stava passando da moderna a contemporanea. Lo sviluppo della pittura d’azione, dell’informale, della pop art, dell’arte concettuale e di altri movimenti lo videro presente nel periodo cruciale dell’arte mondiale. Di estrema sensibilità scoprì nuovi ar-tisti ponendosi come mecenate degli stessi, perché il collezionare era una vera e propria fi losofi a di vita che doveva attribuire alla sua vita un’etica e un’estetica. Proprio per questo successe che non comprò le opere di Lucio Fontana in quanto all’epoca non gli diede un sentimento artistico positivo. Valutazioni che fece anche per altri artisti, ma nessuna delle sue scelte infi ciò l’abnegazione encomiabile che negli anni fu avvalorata da dona-zioni ai più importanti musei mondiali. Nel 2014 Venezia, nelle sale di Cà Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, dedica un omaggio a Giuseppe Panza di Biumo con la mostra “Dialoghi americani” fi no al 4 giugno. Una quarantina di lavori provenienti dalla stessa collezione Panza, dal Moca di Los Angeles e dal Guggenheim di New York testimoniano il percorso artistico attraverso 27 artisti. Una piccola parte di una collezione vastissima suddivisa in tre periodi: 1955 – 1965 dall’informale europeo alla pop art, 1966 – 1976 arte minimale, concettuale e ambientale, 1987 – 2010 arte organica, arte dei piccoli oggetti e arte monocroma. Si potranno vedere Franz Kline con Buttress acquistato nel 1956, Claes Ol-denburg, Robert Rauschenberg, Walter De Maria, Roy Lichtenstein, Mark Rothko, Richard Serra, Donald Judd, Joseph Kosuth, Hanne Darboven e altri sempre di alto contenuto artistico.

Giuseppe Panza di Biumo, un collezionista d’annata

“Fotografare è un atto di conoscenza: è possedere. Quello che si fotografa non sono immagini ma è una riproduzione di noi stessi. La creatività non illustra, non imita, ma interpreta diventando la ricerca della verità

ideale. La fotografi a creativa non deve riprodurre ma interpretare rendendo visibile l’invisibile”. Così il fotografo modenese Franco Fontana, classe 1933, introduce il suo concetto per click impressi partendo da un’inquadratura della realtà. In Italia è stato uno dei primi a intendere il colore non come elemento che ponga troppa evidenza ai dettagli di un ritratto o di uno scenario, ma come un attore protagonista ricco di messaggi. Fu proprio una sua foto, scattata nel 1978 a Baia delle Zagare in Puglia caratterizzata da essenziali fasce cromatiche, ad assumere il manifesto per il suo modo d’intendere l’arte fotografi ca. Tutto questo viene riunito all’interno della prima retrospettiva che la città di Venezia dedica a Fontana. Oltre 130 fotografi e sono ospitate all’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti per un’ampia panoramica della sua carriera. Gli esordi partono dagli anni ’60 partendo da elementi tipici del Neorealismo per porre successivamente il suo focus a componenti estetici ed esiti visivi. Dopo viaggi all’estero, tra cui New York, dal 1984 dedica la sua attenzione al ciclo Piscine nel quale porzioni di corpi, maggiormente di donna, sono esaltati da colori veraci. Nel 2000 con i Paesaggi Immaginari, attraverso anche l’elaborazione digitale, unisce alla realtà una buona visione d’immaginazione. La sua forza rima-ne comunque in paesaggi reali che nella sua personale scelta di rappresentazione vivono in costanti ritmi dimensionali sospesi in un equilibrio tra irreale e reale vera sua connotazione artistica. Suggestioni naturali che diventano quasi introspettive, nelle quali l’assenza dell’uomo traccia quasi la sua presenza, mentre gialli vivi si evidenziano in scenari d’effetto. Una mostra di Franco Fontana che, dopo Gianni Berengo Gardin, Maurizio Galimberti e Sebastião Salgado, pone Venezia capitale della fotografi a.

Oltre 130 fotografi e sono ospitate all’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti di Venezia

IL COLORE DI FONTANA

Al.Ch. Al.Ch.

Oltre 100 opere tracciano la vita artistica di un pittore che ha rifl ettuto e indagato i mutamenti sociali e tecnologici avvenuti nel corso del Novecento

L’opera “La ville” (La città) di Fernand Léger eseguita nel 1919, pro-veniente dal The Philadelphia Museum of Art, rappresenta un valido motivo per visitare la mostra, “Léger. La visione della città contempora-

nea” che, fi no al 2 giugno, il Museo Correr di Venezia propone ai visitatori italiani e non solo. Oltre 100 opere tracciano la vita artistica di un pittore che ha rifl ettuto e indagato i mutamenti sociali e tecnologici avvenuti nel corso del Novecento, evidenziando anche aspetti meno conosciuti, lungo un percorso di cinque sezioni che caratterizzano l’esposizione: la metropoli prima della Grande Guerra, il pittore della città, la pubblicità, lo spettacolo e lo spazio. Léger, nato in Normandia ad Argentan nel 1881 e deceduto a Gif-sur Yvette ad agosto 1955, elabora uno stile personale che trae le basi dal movimento cubista, passando per una scomposizione astratta e futuri-sta, quest’ultima in una versione statica. La sua pittura è un’ideazione archi-tettonica all’interno della quale gli scenari e le persone vivono di vita propria in equilibri di forme geometriche e colori. A un occhio contemporaneo le forme umane richiamano mondi cibernetici molto più vicini a una visione fantascientifi ca dei nostri giorni. Lo stesso maestro nel 1914 scrisse un in-teressante pensiero basilare per il suo proseguo artistico: “Se l’espressione pittorica è cambiata, è perché la vita moderna l’ha richiesto… La vista dal

fi nestrino della carrozza ferroviaria e dell’automobile, unita alla velocità, ha alterato l’aspetto abituale delle cose. Un uomo moderno registra cento vol-te più impressioni sensoriali rispetto a un artista del diciottesimo secolo… La compressione del quadro moderno, la sua varietà, la sua scomposizione delle forme, sono il risultato di tutto questo”. Ecco dunque la chiave di lettu-ra per un’arte d’avanguardia all’interno di un mutare continuo di cent’anni fa. Nel percorso espositivo si possono ammirare dipinti quali il “Fumo sui tetti” datato 1911, “Il tipografo” del 1919, “L’uomo con un bastone” (1920), “Elemento meccanico” (1925) fi no al cortometraggio “Ballet mécanique” (1924) e al fi lm, caratterizzato da oggetti d’uso comune che interagiscono attraverso differenti prospettive, “L’inhumaine” che vide la presenza di Man Ray a livello artistico e Dudley Murphy alla regia. Nell’am-bito della rappresentazione urbana, vero fi lo rosso del Correr, sono presenti opere di artisti che hanno condiviso una sperimentazione innovatrice come Robert Delaunay, Francis Picabia, Marcel Duchamp, Charles-Edouard Jean-neret-Gris conosciuto come Le Corbusier, Piet Mondrian e Lazar’ Markovic Lisickij con pseudonimo El Lissitzky. Dunque una mostra imperdibile, per la qualità delle opere, per un Légier che come defi niva Le Corbusier è “l’unico i cui dipinti richiedano una nuova architettura”.

di Alain Chivilò

Grandi mostre Fino al 2 giugno al il Museo Correr di Venezia

L’architettura di Léger

È un anno importante per i Remorse, la band veneziana che festeggia i suoi primi 20 anni di carriera, con una storia di spessore alle spalle e

un’altra, almeno guardando i presupposti, altrettanto interessante davanti. È l’occasione per Daniele Zabeo, Riccardo Cavicchiolo e Samuele Favaro, per guardarsi indietro e tracciare un bilancio del loro percorso, men-tre esce in questi giorni il loro quinto disco, su etichetta Hot Steel Records, anticipato dal singolo “Evasore so-ciale”. La band nasce come quartetto punk-hardcore nel febbraio 1994, per uscire con il primo demo-tape “Cracker” un anno dopo, subito scritturata dalla No-brain Records. Il debutto su cd arriva alla fi ne del 1998 quando esce “Handle with care”, con ottimi riscontri di vendite e buone recensioni nazionali. A supporto del disco, i Remorse partono per un tour di spalla ai francesi Burning Heads, toccando tutta la penisola, da Palermo a Treviso. Nel 2000 il gruppo effettua due tour italiani di una trentina di date di spalla ai Raw Power. A settembre 2001 i Remorse girano l’Europa, ancora con i Raw Power e a novembre esce “Balance of visions” su Nobrain Rec, ospite Mauro “Mp” Codeluppi dei Raw Power. I responsi della critica uffi ciale sono lusinghieri. All’inizio del 2002 ecco anche il primo video, “Face scored with scars”. Durante tutto l’anno la band suona moltissimo e comincia a scrivere i nuovi pezzi: agli inizi del 2004 esce il nuovo album dal titolo “A clown smile” su Sana Records che porta la band a fi rmare un contratto con la canadese Sudden Death Records. Il disco contiene “Ele-ven: changed”, scritto dal poeta Gongales Jr., che all’indomani dell’11 settembre 2001 aveva scritto un articolo-poesia su un giornale della Florida che poi ha concesso alla band. Il disco porta i Remorse ad una notevole considerazione a livello nazionale e non solo, con importanti riscontri in campo hardcore-crossover-metal. A metà del 2005 la band decide di bloccare i live per scrivere i nuovi pezzi e intraprende un nuovo percorso. Nel marzo 2009 esce Commutarte, il disco del cambiamento. La band volta pagina, allontanandosi dalle infl uenze musicali hardcore, cantando un disco interamente in italiano e con sonorità più vicine al funk-alternative-rock. Qualcosa di nuovo, destinato a un vasto pubblico, dagli amanti dei Primus a quelli dei Verdena, passando per i Pearl Jam, Metallica, Red Hot Chili Peppers, Afterhours ed Angeli. Il gruppo è di nuovo spalla, stavolta di Meganoidi, Pino Scotto, Sick Tamburo. Nel 2012 i Remorse hanno eseguito tre date esclusive per il diciottesimo anno di attività che poi li ha portati a settembre a suonare al prestigioso Home Festival di Treviso con Il Teatro Degli Orrori, Afterhours e altri.

musica

i remorse festeggiano 20 anni

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26 Cultura veneta

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LO SPORT in PRIMO PIANO

Basterebbero i numeri a decretare il suc-cesso del “Join the Game”, il torneo di pallacanestro giovanile che lo scorso 24

febbraio si è tenuto in tutta Italia e che nella nostra provincia è stato ospitato dagli impianti di Abano Terme. I numeri parlano chiaro: oltre 700 atleti da tutta la provincia (e ovviamente decine di genitori), 170 squadre e una serie infi nita di canestri che hanno infi ammato il tifo nei palazzetti di via Vittorino da Feltre e via Pillon. Cifre a parte, è l’entusiasmo dei giovani atleti ad aver vinto: quest’anno l’evento era riservato alle categoria Under13 e Under14, maschili e femminili. Il torneo è stato domina-to dalle squadre cittadine.

Per la categoria Under14 maschile ha trionfato la Virtus Verde, che in una fi nale moz-zafi ato ha avuto la meglio sulla Virtus Bianco. In semifi nale erano state eliminate Red Este e Petrarca 4. In campoo femminile il titolo è andato al Rhodigium 1 a spese del Fila San Martino e di Thermal e Padova 2, eliminate in semifi nale. L’Under13 femminile ha premiato

il Thermal Giallo che in fi nale ha domato il Dol-cital San Martino. Le due formazioni avevano eliminato Thermal Rosso e Rhodigium 2. Nel maschile, vittoria del Petrarca 4 sulla Virtus Verde. Terzo posto della Virtus Giallo sulla Virtus Bianco. Non sono mancate le soddisfa-zioni per le formazioni della Bassa Padovana. Oltre al buon piazzamento del Redentore Este nell’Under14, spicca l’ottimo risultato degli Under13 del Monselice: la squadra della Roc-ca è arrivata fi no agli ottavi di fi nale (dove è stata battuta dalla Virtus Padova) e ha quindi ottenuto il pass per le fi nali regionali. Buono anche il piazzamento degli Under13 del Mon-

tagnana (Cesaro, Rizzo e Ferrarato), secon-di su otto nel girone di qualifi cazione, dove il passaggio al turno successivo è mancato solamente per la differenza canestri. Non è mancato nemmeno il momento del cordoglio: prima della gara d’apertura del torneo, gli atle-ti hanno osservato un minuto di raccoglimento per commemorare la tragica scomparsa della giovane atleta Benedetta Moroni, giocatrice di 12 anni di Ancona morta dopo una partita di basket a Pesaro. Il “Join the Game” continua il prossimo 6 aprile a Treviso con la fase regio-nale, che mette in palio il pass per l’ultimo atto previsto a Fano per il 17 e 18 maggio.

Settecento al mega torneopodismo

L’eccezionale ondata di maltempo non ha fermato il movimento dei podisti che si sono presentati in 2000 per la 19. edizione della marcia dei mulini, presso l’antico borgo di Pontemanco a Due Carrare. Percorso tradizionale e collaudato di 7, 13 e

21 km che è si snodato tra i pregiati vigneti carraresi, dal terreno intriso di fango e gli argini dei canali gonfi ati a dismisura dalle ultime abbondanti precipitazioni. Il trofeo per la speciale classifi ca che premia il gruppo più numeroso è andato al gruppo Podistico Tribano (65) davanti ai podisti della Croce Verde (53) bronzo per il gruppo Conselvano (46). Alla premiazione sono intervenuti il vice sindaco Carrarese Claudio Garbo unita-mente all’assessore allo sport Mario Romanato. L’associazione Riviera di Pontemanco, organizzatrice dell’evento, rende noto che come di consueto l’incasso della manifesta-zione sarà devoluto in benefi cenza.

oltre duemila alla marciadei mulini a pontemanco

Walter Lotto

“Inauguriamo il nostro 58mo anno consecutivo di attività al servizio dei giovani e del ciclismo, siamo

una delle società più longeve e blasonate dell’intero panorama del ciclismo nostrano con all’attivo 19 titoli nazionali, 3 allori mondiali con tanti atleti “accompagnati” al dilettantismo e al professionismo”. Con queste parole, intrise d’orgoglio, ha esordito Flavio Milani ex vice presidente vicario del-la Fci Italiana e socio fondatore, nel lontano 1956, della Cartura Nalin alla presentazio-ne del programma 2014. Cerimoniale nel solco della tradizione, dopo la messa al duomo di Cartura foto uffi ciale innanzi alla banca Annia credito cooperativo di Cartura e del Polesine, uno degli sponsor della so-cietà, quindi convivio al ristorante Distille-rie Clandesine di Cagnola da anni “covo” biancorosso, dove il presidente Enzo Rango ha illustrato la programmazione dell’immi-nente stagione, denunciando purtroppo un

ridimensionamento dell’attività a causa della crisi economica sempre più stringente che limita le risorse: “saremo in campo con un buon numero di giovanissimi, per confer-mare gli oltre 30 podi della scorsa stagione, tra gli esordienti puntiamo forte sull’astro nascente Giovanni Sergiano, talento purissi-mo con all’attivo 11 vittorie nella stagione scorsa”. Fin qui le note positive poi il pre-sidente biancorosso annuncia la dolorosa scelta della rinuncia alla categoria allievi: “il mancato sostegno fi nanziario ci ha costretti a rivedere le nostre programmazioni , con il trasferimento “pro-tempore” dei nostri otti-mi allievi Ivan Berto ed Emanuele Barison alla Beni di Monselice, vogliamo sperare e ci impegneremo perché ogni diffi coltà venga presto superata e dalla prossima stagione tutto ritorni come da nostra tradizione”. Poi il doveroso ringraziamento agli sponsor che contribuiscono al mantenimento societario.

CICLISMO. Al via la nuova stagione tra buoni auspici anno 58 per la cartura nalin, dolorosala rinuncia al settore degli allievi

Walter Lotto

Basket Abano Terme ha ospitato “Join the game” e tantissimi giovani

Un momento delle competizioni ad Abano

di Nicola Cesaro

Gli atleti della Cartura Nalin schierati per l’inizio della stagione

Un momento della “Marcia dei mulini” lungo gli argini

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LO SPORT in PRIMO PIANO

Basterebbero i numeri a decretare il suc-cesso del “Join the Game”, il torneo di pallacanestro giovanile che lo scorso 24

febbraio si è tenuto in tutta Italia e che nella nostra provincia è stato ospitato dagli impianti di Abano Terme. I numeri parlano chiaro: oltre 700 atleti da tutta la provincia (e ovviamente decine di genitori), 170 squadre e una serie infi nita di canestri che hanno infi ammato il tifo nei palazzetti di via Vittorino da Feltre e via Pillon. Cifre a parte, è l’entusiasmo dei giovani atleti ad aver vinto: quest’anno l’evento era riservato alle categoria Under13 e Under14, maschili e femminili. Il torneo è stato domina-to dalle squadre cittadine.

Per la categoria Under14 maschile ha trionfato la Virtus Verde, che in una fi nale moz-zafi ato ha avuto la meglio sulla Virtus Bianco. In semifi nale erano state eliminate Red Este e Petrarca 4. In campoo femminile il titolo è andato al Rhodigium 1 a spese del Fila San Martino e di Thermal e Padova 2, eliminate in semifi nale. L’Under13 femminile ha premiato

il Thermal Giallo che in fi nale ha domato il Dol-cital San Martino. Le due formazioni avevano eliminato Thermal Rosso e Rhodigium 2. Nel maschile, vittoria del Petrarca 4 sulla Virtus Verde. Terzo posto della Virtus Giallo sulla Virtus Bianco. Non sono mancate le soddisfa-zioni per le formazioni della Bassa Padovana. Oltre al buon piazzamento del Redentore Este nell’Under14, spicca l’ottimo risultato degli Under13 del Monselice: la squadra della Roc-ca è arrivata fi no agli ottavi di fi nale (dove è stata battuta dalla Virtus Padova) e ha quindi ottenuto il pass per le fi nali regionali. Buono anche il piazzamento degli Under13 del Mon-

tagnana (Cesaro, Rizzo e Ferrarato), secon-di su otto nel girone di qualifi cazione, dove il passaggio al turno successivo è mancato solamente per la differenza canestri. Non è mancato nemmeno il momento del cordoglio: prima della gara d’apertura del torneo, gli atle-ti hanno osservato un minuto di raccoglimento per commemorare la tragica scomparsa della giovane atleta Benedetta Moroni, giocatrice di 12 anni di Ancona morta dopo una partita di basket a Pesaro. Il “Join the Game” continua il prossimo 6 aprile a Treviso con la fase regio-nale, che mette in palio il pass per l’ultimo atto previsto a Fano per il 17 e 18 maggio.

Settecento al mega torneopodismo

L’eccezionale ondata di maltempo non ha fermato il movimento dei podisti che si sono presentati in 2000 per la 19. edizione della marcia dei mulini, presso l’antico borgo di Pontemanco a Due Carrare. Percorso tradizionale e collaudato di 7, 13 e

21 km che è si snodato tra i pregiati vigneti carraresi, dal terreno intriso di fango e gli argini dei canali gonfi ati a dismisura dalle ultime abbondanti precipitazioni. Il trofeo per la speciale classifi ca che premia il gruppo più numeroso è andato al gruppo Podistico Tribano (65) davanti ai podisti della Croce Verde (53) bronzo per il gruppo Conselvano (46). Alla premiazione sono intervenuti il vice sindaco Carrarese Claudio Garbo unita-mente all’assessore allo sport Mario Romanato. L’associazione Riviera di Pontemanco, organizzatrice dell’evento, rende noto che come di consueto l’incasso della manifesta-zione sarà devoluto in benefi cenza.

oltre duemila alla marciadei mulini a pontemanco

Walter Lotto

“Inauguriamo il nostro 58mo anno consecutivo di attività al servizio dei giovani e del ciclismo, siamo

una delle società più longeve e blasonate dell’intero panorama del ciclismo nostrano con all’attivo 19 titoli nazionali, 3 allori mondiali con tanti atleti “accompagnati” al dilettantismo e al professionismo”. Con queste parole, intrise d’orgoglio, ha esordito Flavio Milani ex vice presidente vicario del-la Fci Italiana e socio fondatore, nel lontano 1956, della Cartura Nalin alla presentazio-ne del programma 2014. Cerimoniale nel solco della tradizione, dopo la messa al duomo di Cartura foto uffi ciale innanzi alla banca Annia credito cooperativo di Cartura e del Polesine, uno degli sponsor della so-cietà, quindi convivio al ristorante Distille-rie Clandesine di Cagnola da anni “covo” biancorosso, dove il presidente Enzo Rango ha illustrato la programmazione dell’immi-nente stagione, denunciando purtroppo un

ridimensionamento dell’attività a causa della crisi economica sempre più stringente che limita le risorse: “saremo in campo con un buon numero di giovanissimi, per confer-mare gli oltre 30 podi della scorsa stagione, tra gli esordienti puntiamo forte sull’astro nascente Giovanni Sergiano, talento purissi-mo con all’attivo 11 vittorie nella stagione scorsa”. Fin qui le note positive poi il pre-sidente biancorosso annuncia la dolorosa scelta della rinuncia alla categoria allievi: “il mancato sostegno fi nanziario ci ha costretti a rivedere le nostre programmazioni , con il trasferimento “pro-tempore” dei nostri otti-mi allievi Ivan Berto ed Emanuele Barison alla Beni di Monselice, vogliamo sperare e ci impegneremo perché ogni diffi coltà venga presto superata e dalla prossima stagione tutto ritorni come da nostra tradizione”. Poi il doveroso ringraziamento agli sponsor che contribuiscono al mantenimento societario.

CICLISMO. Al via la nuova stagione tra buoni auspici anno 58 per la cartura nalin, dolorosala rinuncia al settore degli allievi

Walter Lotto

Basket Abano Terme ha ospitato “Join the game” e tantissimi giovani

Un momento delle competizioni ad Abano

di Nicola Cesaro

Gli atleti della Cartura Nalin schierati per l’inizio della stagione

Un momento della “Marcia dei mulini” lungo gli argini

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LO SPORT in PRIMO PIANO

Basterebbero i numeri a decretare il suc-cesso del “Join the Game”, il torneo di pallacanestro giovanile che lo scorso 24

febbraio si è tenuto in tutta Italia e che nella nostra provincia è stato ospitato dagli impianti di Abano Terme. I numeri parlano chiaro: oltre 700 atleti da tutta la provincia (e ovviamente decine di genitori), 170 squadre e una serie infi nita di canestri che hanno infi ammato il tifo nei palazzetti di via Vittorino da Feltre e via Pillon. Cifre a parte, è l’entusiasmo dei giovani atleti ad aver vinto: quest’anno l’evento era riservato alle categoria Under13 e Under14, maschili e femminili. Il torneo è stato domina-to dalle squadre cittadine.

Per la categoria Under14 maschile ha trionfato la Virtus Verde, che in una fi nale moz-zafi ato ha avuto la meglio sulla Virtus Bianco. In semifi nale erano state eliminate Red Este e Petrarca 4. In campoo femminile il titolo è andato al Rhodigium 1 a spese del Fila San Martino e di Thermal e Padova 2, eliminate in semifi nale. L’Under13 femminile ha premiato

il Thermal Giallo che in fi nale ha domato il Dol-cital San Martino. Le due formazioni avevano eliminato Thermal Rosso e Rhodigium 2. Nel maschile, vittoria del Petrarca 4 sulla Virtus Verde. Terzo posto della Virtus Giallo sulla Virtus Bianco. Non sono mancate le soddisfa-zioni per le formazioni della Bassa Padovana. Oltre al buon piazzamento del Redentore Este nell’Under14, spicca l’ottimo risultato degli Under13 del Monselice: la squadra della Roc-ca è arrivata fi no agli ottavi di fi nale (dove è stata battuta dalla Virtus Padova) e ha quindi ottenuto il pass per le fi nali regionali. Buono anche il piazzamento degli Under13 del Mon-

tagnana (Cesaro, Rizzo e Ferrarato), secon-di su otto nel girone di qualifi cazione, dove il passaggio al turno successivo è mancato solamente per la differenza canestri. Non è mancato nemmeno il momento del cordoglio: prima della gara d’apertura del torneo, gli atle-ti hanno osservato un minuto di raccoglimento per commemorare la tragica scomparsa della giovane atleta Benedetta Moroni, giocatrice di 12 anni di Ancona morta dopo una partita di basket a Pesaro. Il “Join the Game” continua il prossimo 6 aprile a Treviso con la fase regio-nale, che mette in palio il pass per l’ultimo atto previsto a Fano per il 17 e 18 maggio.

Settecento al mega torneopodismo

L’eccezionale ondata di maltempo non ha fermato il movimento dei podisti che si sono presentati in 2000 per la 19. edizione della marcia dei mulini, presso l’antico borgo di Pontemanco a Due Carrare. Percorso tradizionale e collaudato di 7, 13 e

21 km che è si snodato tra i pregiati vigneti carraresi, dal terreno intriso di fango e gli argini dei canali gonfi ati a dismisura dalle ultime abbondanti precipitazioni. Il trofeo per la speciale classifi ca che premia il gruppo più numeroso è andato al gruppo Podistico Tribano (65) davanti ai podisti della Croce Verde (53) bronzo per il gruppo Conselvano (46). Alla premiazione sono intervenuti il vice sindaco Carrarese Claudio Garbo unita-mente all’assessore allo sport Mario Romanato. L’associazione Riviera di Pontemanco, organizzatrice dell’evento, rende noto che come di consueto l’incasso della manifesta-zione sarà devoluto in benefi cenza.

oltre duemila alla marciadei mulini a pontemanco

Walter Lotto

“Inauguriamo il nostro 58mo anno consecutivo di attività al servizio dei giovani e del ciclismo, siamo

una delle società più longeve e blasonate dell’intero panorama del ciclismo nostrano con all’attivo 19 titoli nazionali, 3 allori mondiali con tanti atleti “accompagnati” al dilettantismo e al professionismo”. Con queste parole, intrise d’orgoglio, ha esordito Flavio Milani ex vice presidente vicario del-la Fci Italiana e socio fondatore, nel lontano 1956, della Cartura Nalin alla presentazio-ne del programma 2014. Cerimoniale nel solco della tradizione, dopo la messa al duomo di Cartura foto uffi ciale innanzi alla banca Annia credito cooperativo di Cartura e del Polesine, uno degli sponsor della so-cietà, quindi convivio al ristorante Distille-rie Clandesine di Cagnola da anni “covo” biancorosso, dove il presidente Enzo Rango ha illustrato la programmazione dell’immi-nente stagione, denunciando purtroppo un

ridimensionamento dell’attività a causa della crisi economica sempre più stringente che limita le risorse: “saremo in campo con un buon numero di giovanissimi, per confer-mare gli oltre 30 podi della scorsa stagione, tra gli esordienti puntiamo forte sull’astro nascente Giovanni Sergiano, talento purissi-mo con all’attivo 11 vittorie nella stagione scorsa”. Fin qui le note positive poi il pre-sidente biancorosso annuncia la dolorosa scelta della rinuncia alla categoria allievi: “il mancato sostegno fi nanziario ci ha costretti a rivedere le nostre programmazioni , con il trasferimento “pro-tempore” dei nostri otti-mi allievi Ivan Berto ed Emanuele Barison alla Beni di Monselice, vogliamo sperare e ci impegneremo perché ogni diffi coltà venga presto superata e dalla prossima stagione tutto ritorni come da nostra tradizione”. Poi il doveroso ringraziamento agli sponsor che contribuiscono al mantenimento societario.

CICLISMO. Al via la nuova stagione tra buoni auspici anno 58 per la cartura nalin, dolorosala rinuncia al settore degli allievi

Walter Lotto

Basket Abano Terme ha ospitato “Join the game” e tantissimi giovani

Un momento delle competizioni ad Abano

di Nicola Cesaro

Gli atleti della Cartura Nalin schierati per l’inizio della stagione

Un momento della “Marcia dei mulini” lungo gli argini

29

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10 Sì, viaggiare

“Yo ante soy canario, y despues español”. Il benzinaio di Icod de los Vinos non ha dubbi sulla sua identità e parla della Spagna defi nendola “peninsula”, come

i sardi parlano dell’Italia chiamandola “continente”. Un’altra cosa, insomma. C’è un’identità forte alle Isole Canarie, una specifi cità locale, un carattere ben defi nito fra i suoi abitanti, ovvero i “canarios”. Essere una Comunità Autonoma della Spa-gna (con due province: Las Palmas e Santa Cruz de Tenerife) può anche far comodo per via di quel 7% di Iva che rende la vita decisamente meno cara, ma è soprattutto un modo per demarcare una diversità. Cinque secoli di antropizzazione del-le sette isole dell’arcipelago da parte spagnola hanno mutato radicalmente il profi lo etnico di questa regione insulare che gal-leggia sull’Atlantico a un centinaio di chilometri dal Marocco e dall’ex Sahara Spagnolo (ora Western Sahara).

Alle Canarie ci si sente come in Spagna, perchè tutto ne ricorda il modo di vivere, ma è una Spagna diversa. E non solo nel clima, che qui è mite tutto l’anno. E’ differente anche l’ap-proccio alla vita, ispirato ad una maggiore leggerezza e a ritmi un po’ meno tirati. Non è però solo un eden: la crisi si fa sentire anche qui. E lo si scopre quando l’accesso a Santa Cruz de Tenerife, la capitale, nell’ora di punta è bloccato da una manife-stazione sindacale inscenata dai dipendenti dello stabilimento della Coca Cola che, per protesta contro la chiusura dell’attività decisa dalla multinazionale, hanno bloccato l’autostrada.

Fra le sette isole Tenerife è decisamente la più grande (2.034 kmq) ed è lì il baricentro dell’arcipelago, checchè ne dicano a Gran Canaria, l’isola dirimpettaia che a Madrid ha

strappato la concessione che le capitali dell’arcipelago fossero due: non solo Santa Cruz de Tenerife, ma pure Las Palmas. Navigando, Tenerife si scorge da lontano, dominata com’è dal cono del Teide, il grande vulcano “dormiente” dal 1909. Con i suoi 3718 metri è la montagna più alta di Spagna e la sua vetta è perennemente coperta di neve. Si trova al centro della più grande area protetta dell’arcipelago, un parco che in alta quota è fatto di paesaggi spettacolari disegnati dalle colate la-viche. Distese brune dalle tonalità diverse che assomigliano ad orizzonti lunari. E più sotto c’è la rivincita della vegetazione, estremamente varia, un giardino di biodiversità. A Icod de los Vinos sopravvive il “Drago”, una splendida pianta millenaria, esemplare di una specie botanica presente solo nell’isola.

Ma Tenerife sorprende anche per i suoi paesaggi marini. Se la maggior parte dei turisti del “tutto compreso” si limita a portare a casa le immagini stereotipate delle spiagge di Los Cristianos e di Playa Las Americas, belle ma sempre affolla-tissime e soprattutto circondate dal cemento dei tanti, troppi, complessi turistici, c’è altresì chi, viaggiatore a caccia di ben al-tre emozioni, scopre la bellezza selvaggia delle coste del nord dell’isola. Frastagliate come quelle scandinave o irlandesi, dove le alte onde dell’oceano vanno ad infrangersi fragorosamente sulle rocce. E più in alto, sulle montagne modellate dalle varie eruzioni del Teide, lo sguardo di questi viaggiatori sensibili al fascino naturale si posa su un ambiente unico, dove la palma divide il territorio con il pino marittimo e con le tante altre varie-tà presenti su questo versante dell’isola. Più su i “barrancos”, spettacolari fratture (da non perdere quella di Masca, percorsa

da una stradina da brivido) che si aprono al mare lungo ripide pareti.

Ma Tenerife sorprende anche per le sue cittadine di stile coloniale. Come La Orotava, elegante e sobria, aristocratica e semplice. Prendere un caffè all’arancio nella piazza, vicino al gazebo liberty, circondati da palazzi e chiese barocchi, specie sul far della sera, è un’emozione da provare. Anche Garachi-co conserva le atmosfere tipiche del “siglo de oro”, tangibili soprattutto nelle architetture. Ma anche il cuore storico di città più grandi, come Puerto de la Cruz, conservano tracce di questo passato splendente. Candelaria, sulla costa sud, merita una ri-fl essione: nella grande piazza dominata dalla basilica di Nostra Signora de Candelaria, spalle al mare, si ergono nove grandi statue. Raffi gurano nove valorosi guerrieri Guanci, gli ultimi ad arrendersi ai Normanni e agli Spagnoli prima che il loro popolo, nel XV secolo venisse annientato o ridotto in schiavitù. La loro presenza è un omaggio tardivo alla loro memoria. Al loro ingiu-sto sacrifi cio. Chi è appassionato alla loro storia e alla loro civiltà trova nel museo dell’Hombre y de la Naturaleza (dell’uomo e della natura) a Santa Cruz de Tenerife una documentazione straordinaria. Oltre a tanti oggetti creati dai Guanci, frutto di scoperte archeologiche, a ricostruzioni e ad altre informazioni, spiccano numerose mummie, tutte ben conservate. Nelle loro espressioni forti sembra di cogliere ancora il loro grido di dolore per la scomparsa della loro civiltà. Spazzata via senza pietà dai colonizzatori. Le Canarie erano la terra dei Guanci, per un momento è giusto ricordarlo. Come è giusto non perdere la memoria del loro genocidio.

IN COPERTINA LA SPIAGGIA DI SAN MARCOS NEI PRESSI ICOD DE LOS VINOS; IN ALTO IL VULCANO TEIDE (3718 METRI) E LA CITTADINA BAROCCA DI GARACHICO. PIÙ SOTTO: IL GAZEBO NELLA PIAZZA DI LA

OROTAVA E LA BASILICA DI NOSTRA SIGNORA A CANDELARIA. NELLA COLONNA SI DESTRA, DA IN ALTO: PAESAGGIO DELLA COSTA NORD DI TENERIFE, L’OCEANO “ARRABBIATO” E LA CHIESA DI LA OROTAVA. NELLA

STRISCIA IN FONDO PAGINA: MUMMIA GUANCI AL MUSEO DI SANTA CRUZ DE TENERIFE, LA SPIAGGIA DI LOS CRISTIANOS, SCORCIO DI PUERTO DE SANTA CRUZ, IL “DRAGO” MILLENARIO (UNA DELLE PIANTE PIÙ ANTICHE

DEL MONDO), GARACHICO E IL BARRANCO DI MASCA

LONTANO DALLE AFFOLLATE SPIAGGEE DAL CEMENTO DELLA PARTE SUD

LA PIÙ GRANDE ISOLA DELLE CANARIEOFFRE I SUOI ASPETTI PIÙ INTIMI:

UNA NATURA STRAORDINARIAFATTA DI COSTE SELVAGGE

UNA VEGETAZIONE DI SPECIE RAREE I PAESAGGI LUNARI DEL VULCANO TEIDE

OLTRE ALLE CITTÀ BAROCCHEDI LA OROTAVA E GARACHICO

DA SCOPRIRE FRA CANDELARIA E LA CAPITALE SANTA CRUZ DE TENERIFE

LA STORIA TRISTE DEI GUANCIIL POPOLO AUTOCTONO

ANNIENTATO NEL XV SECOLODAI COLONIZZATORI NORMANNI E SPAGNOLI

L’altra Tenerife un Eden barocco

SPAGNA

30 Sì, viaggiare

Page 31: Bassapadovana febb2014 n20

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Page 32: Bassapadovana febb2014 n20

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Accade più spesso di quanto si creda che ad un certo punto della vita compare un gran dolore a livello articolare che ci impe-

disce di muoverci al meglio e che a volte non ci fa dormire la notte. Che interferisce con la vita quotidiana, rifl ettendosi anche sulla vita fami-liare e sul lavoro. Un dolore che viene liquidato come reumatismo e di cui si sa solamente che può peggiorare. Dai reumatismi non si guarisce mai del tutto.

Ma è proprio così? Anche a Marzo l’associazione malati reumatici del Veneto, A.Ma.R.V., torna nelle maggiori piazze della regione per informare i cittadini sulle malattie reumatiche che colpiscono la mano, patologie molto frequenti e che possono essere talvolta particolarmente gravi. Un’azione che ha pri-ma di tutto uno scopo preventivo per cui, un corretto approccio, che comprende una diagnosi tempestiva e ad una terapia adeguata, può essere decisivo per il de-stino del paziente. “Si tratta di una patologia diffusissima – sottolinea l’assessore regionale Coletto – che spesso degenera creando vere e proprie disabilità. Proprio per questo il messag-gio di prevenzione lanciato con questa iniziati-va dell’Amarv è doppiamente importante per spingere le persone a controllare per tempo il loro stato di salute e per poterle curare tempe-stivamente evitando poi sofferenze e alti costi. Basti pensare che una patologia reumatica

può portare all’invalidità in 10 anni e questo fa capire quanto importante sia diagnosticarla precocemente. Anche per tale motivo ringrazio di cuore i volontari dell’Amarv e i sanitari che si prestano a queste belle giornate di divulga-zione e prevenzione”. In Veneto soffre di una malattia reumatica il 17% della popolazione ed i reumatismi sono la patologia più diffusa in Italia con circa 6,5 milioni di malati. Il modo migliore per prevenirla è quello della visita specialistica, ma l’85% dei cittadini si rivolge allo specialista quando è troppo tardi, e cioè quando i sintomi sono apparsi.

La cultura popolare defi nisce questo tipo di dolori cronici reumatismi ma la terminologia più

adatta è malattia reu-matica. E le malattie reumatiche purtroppo sono tante, oltre cen-to e tanti sono coloro che ne soffrono, oltre 5 milioni e mezzo di

persone in Italia. Oltre 300 milioni di persone nel mondo. E sono sempre esistite, tanto che ne soffriva anche il grande Faraone Ramsete II che veniva curato con l’estratto della radice di salice, da cui derivò molti secoli dopo l’a-spirina. Queste malattie possono comparire a qualunque età, soprattutto negli adulti e negli anziani e individuarle non è sempre facile. Le più frequenti sono l’artrosi, i reumatismi extra-articolari, le Spondiloentesoartriti, l’ar-trite reumatoride, la gotta, le connettiviti e il reumatismo articolare acuto. Tutte queste ed

altre sono patologie che devono essere curate adeguatamente e nei tempi giusti, poiché dopo appena 10 anni circa il 50% delle forme più gravi genera una invalidità permanente, quindi una diagnosi precoce è fondamentale. Occorre pensare che le malattie reumatoidi occupano il secondo posto dopo le malattie cardiovascolari come causa di invalidità permanente che, in circa il 27% dei casi dà diritto ad una pensioni di invalidità: ciò signifi ca che la persona colpita da questo male non è più in grado di lavorare e vivere una vita normale.

Oggi la conoscenza di queste malattie è più approfondita rispetto anche solo a pochi decenni fa e, grazie ad un accurato esame clinico, cioè la visita medica, che resta comun-que il momento fondamentale per individuare il problema che causa il dolore, oggi è possibile defi nire meglio una diagnosi in tempi più rapidi anche grazie ai progressi ottenuti in tema di indagini diagnostiche. Esistono esami di labora-torio più specifi ci di un tempo e una diagnostica per immagini più completa (esami radiografi ci, ecografi a articolare, tomografi a computerizza-ta - TC e risonanza magnetica). Una diagnosi precoce delle malattie reumatiche oggi è deter-minante perché le diverse forme terapeutiche attualmente in uso, principalmente farmacolo-gica, ma anche riabilitativa, occupazionale (per esempio i consigli sullo stile di vita) e chirurgica hanno profondamente cambiato l’evoluzione di queste affezioni consentendone di migliorar-ne la prognosi e di conseguenza la qualità della vita dei malati.

>> Un male che colpisce il 17% dei veneti

A marzo l’associazione malati reumatici sarà nelle maggiori piazze per informare la gente: meglio farsi visitare prima dell’insorgere del dolore

Reumatismi e dolore cronico: si guarirà mai?

Oltre 5 milioni e mezzo di persone in Italia soffrono di malattie reumatiche

di Germana Urbani

Il malato per prima cosa ha bisogno di essere sollevato dal dolore ma oltre alle cure rivolte ad alleviare il

male, farmaci sempre più numerosi e sofi sticati, antidolorifi ci ed antinfi am-matori, attualmente è disponibile la cosiddetta terapia “di fondo” per i reumatismi infi ammatori, si tratta di diversi tipi di farmaci il cui meccanismo d’azione tende a modifi care la storia naturale della malattia con lo scopo di rallentarne, o al meglio arrestarne, l’evoluzione. Ancora più recentemente sono stati sviluppati farmaci più effi caci, soprattutto per l’artrite reumatoide, i cosiddetti “biologici” o “anti-TNFalfa” che colpiscono a monte il processo infi ammatorio con l’obiettivo di ridurre il danno articolare che ne può derivare. È questo lo scopo della prevenzione secondaria, in altre parole prevenire l’eventuale ulteriore danno che consegue all’evoluzione della malattia.

La terapia farmacologia non è l’unica via per curarsi. La riabilitazione, per esempio, ha assunto molta importanza ed è sempre più accurata e mirata a ripristinare, laddove è possibile, la funzionalità articolare.

Un’altra forma di cura è l’economia articolare che consiste nell’applicazione ade-guata di metodi diversi come l’uso di ausili, la rieducazione gestuale e l’adattamento dell’ambiente circostante per superare gli ostacoli della vita quotidiana: sollevare una pentola, sbrigare le attività domestiche, provvedere all’igiene personale, vestirsi, ecc. Questa rieducazione ai gesti quotidiani che non si riesce più a fare come prima consen-te di mantenere o riacquistare un’autonomia funzionale soddisfacente nonostante la presenza di una disabilità importante.

Da ultimo va detto che anche la chirurgia ortopedica ora può aiutare molto i malati reumatici con artroprotesi, ricostruzioni tendinee o quanto necessario per correggere le articolazioni particolarmente compromesse.

le cure ci sono basta non rassegnarsi

32 Benessere

Page 33: Bassapadovana febb2014 n20

Crucilibro20

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Eroe - Eroina Noa, studia fotografi a a Gerusalemme

Ichmad, 12 anni, un talento non comune per la matematica María, una mite casalinga Clara, una cinquantenne madre di

due ragazzi

Il marito, uno sceneggiatore di successo, sempre assente

Mercedes, fi glia e moglie di due militari Il mandorlo in fondo al giardinoAmir, frequenta psicologia a Tel

Aviv Alter Ego

RomaL’Argentina dei generaliPalestina, metà anni ‘50IsraeleLocation

Il commissario Jozzelli, incaricato delle indagini

Vizi e virtù di anni diffi cili, spesso drammatici

L’esercito isdraeliano e il popolo di PalestinaUomini e donne del Medio OrienteCo-Protagonisti

Clara è affetta da una cronica depressione che la confi na nella sua stanza, in penombra, dove

alterna gocce tranquillanti a sigarette. Ama i fi gli e il marito che non c’è mai e la tradisce. Una sera di pioggia fi tta esce e scompare.

Un commissario la cerca

A María vedova di un muratore vengono strappati alla nascita dagli uomini che hanno preso il potere in Argentina i suoi due gemelli Pablo e Miguel. María cerca una risposta, vuole la verità, e per questo viene imprigionata, torturata, esiliata.

La famiglia di Ichmad viene costretta dall’esercito israeliano a trasferirsi in un misero fazzoletto di terra con

soltanto una pianta di mandorlo, fonte di sostentamento e ristoro. Quando il padre viene imprigionato spetta al primogenito trovare un lavoro per

sostenere la famiglia

Noa e Amir, due studenti ebrei giovani e innamorati, decidono di andare a vivere insieme nel

villaggio di Castel, dove dal 1948 si è stabilita una comunità ebraica

proveniente dal Kurdistan. La coppia stringe amicizia gli abitanti ma poi la Grande storia irrompe

Intrigo

Ma l’annegamento della protagonista, non è che il sottotesto

di una ricostruzione storica che va dagli anni oscuri del fascismo a Novara, nel lungo inverno di

Salò, fi no alla liberazione da parte degli alleati, avvenuta nella città piemontese il 26 aprile del ’45

La storia di Maria si intreccia a quella di Mercedes, madre di due gemelli, Nacho e Mari. I bambini le sono stati consegnati alla nascita,

fi gli di un’attivista politica arrestata e poi scomparsa. Sono cresciuti

in una famiglia che non è la loro, all’oscuro di tutto

Anno dopo anno, ingiustizia dopo ingiustizia, i suoi fratelli soccombono all’odio verso Israele, invece Ichmad

lotta per dare un senso a ciò che lo circonda e, grazie alla sua

intelligenza matematica, vince una borsa di studio per l’università che lo

porterà via di lì

Mentre il Medio Oriente è sconvolto dall’assassinio di Yitzhak Rabin, tutti

gli abitanti di Castel si trovano a fare i conti con i rimpianti legati al

passato. Solo quando ognuno di loro riuscirà a superare la nostalgia le loro vite torneranno ad avere un senso e

proseguiranno

Finale

Un romanzo tratto da una storia vera, altamente drammatica e

commovente, in cui una scrittura attenta, precisa, tagliente

aiuta il lettore a immergersi completamente nell’opera

L’ultima madre è un potente affresco ispirato ai grandi romanzi

della letteratura sudamericana: il tema dell’identità negata in un

romanzo forte e toccante

Un racconto che parla di tenacia e amore per i propri sogni in

qualunque luogo essi vengano coltivati. Proprio come un

mandorlo in terra arida continua a fi orire

Un libro di voci soffuse e strazianti perchè gli scrittori israeliani

parlano, non scrivono. Occorre godere di questa freschezza primitiva che rende uniche le

nostalgie

Cosa dire del libro

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Giovanni GrecoL’ultima madreNutrimenti, pp. 384

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Michelle Cohen CorasantiCome il vento tra i mandorli

Feltrinelli, pp. 377€ 17.00

Eshkol NevoNostalgia

Neri Pozza, pp. 352€ 18.00

Leggere…

Eshkol Nevo Michelle Cohen Corasanti Giovanni Greco Luciana Capretti

La terra in cui si nasce traccia un’indelebile identitàLe vite degli individui sono rette parallele che s’incontrano all’infi nito, in un orizzonte illusorio, o si sognano reciprocamente, più spesso si mancano

Finale

Leggere

33Crucilibro

Page 34: Bassapadovana febb2014 n20

33

x

La Fertilità (RNF)di Magdalena Buszynska ([email protected])

SALUTE

Attenti al Melanoma, un nemico subdolo che può dimostrarsi letale

Indirizzo email per richiedere maggiori informazioni: [email protected]

I fanatici dell’abbronzatura naturale o arti-fi ciale devono farsene una ragione: vuoi per l’abuso di esposizione al sole, vuoi per il ri-dotto spessore della fascia di ozono, i raggi del sole - da sempre amici della vita e della salute - oggi possono essere pericolosi per la pelle e addirittura per la vita umana. Infatti i nei, o nevi, da banali anomalie cutanee composti di cellule iperpigmentate possono trasformarsi, in particolari condizioni, in pe-ricolosi melanomi, o tumori della pelle, la cui incidenza sulla popolazione è in aumento. Ma quali sono le condizioni che concorrono a tale rischio? Innanzitutto sicuramente la fa-miliarità, ovvero una predisposizione geneti-ca che ha prodotto il melanoma tra gli ascen-denti (genitori, nonni o altri consanguinei). In attesa del test genetico per il melanoma, non ancora disponibile ma in fase avanzata di studio, questi soggetti dovranno sottoporsi a controlli periodici scrupolosi. In seconda istanza il fototipo: le pelli chiare, sensibili, che al sole si arrossano ma non si abbron-zano hanno pochi melanociti – le cellule che producono la melanina – e quindi mancano di una fondamentale difesa naturale. Anche agli altri è necessario raccomandare però

l’utilizzo della crema con adeguato fattore di protezione solare, dal momento che l’azione distruttiva dei raggi solari (UVA e UVB, ma soprattutto gli UVC che colpiscono in profon-dità il derma) sono certamente responsabili dell’invecchiamento precoce della pelle. Per quanto riguarda il melanoma, una mappa-tura dei nei effettuata dal dermatologo con uno strumento denominato dermatoscopio, capace sia di ingrandire che di evidenziare la struttura tridimensionale del nevo, consen-te di “mettere sotto osservazione” i nei più sospetti per forma, colore, dimensione etc… per identifi carne eventuali modifi cazioni, campanello d’allarme da non sottostimare in nessun caso. In particolare, il nevo mela-nocitico comune è una lesione pigmentaria benigna, molto comune, localizzata preva-lentemente sul tronco e sugli arti, completa-mente piatta o rilevata al centro. Il diametro è di solito inferiore a 1 cm, il colore è marro-ne nelle varie tonalità, non sempre distribuito uniformemente. La forma è tondeggiante od ovale, prevalentemente simmetrica e i bordi appaiono mal defi niti, sfumati. La superfi cie è liscia con disegno cutaneo lievemente ac-centuato. Compare nell’adolescenza o più

tardi; può essere unico o multiplo, in media dai 15 ai 30 elementi. Il nevo melanocitico atipico è una lesione pigmentaria che pre-senta un diametro di solito maggiore di 6 mm; ha forma asimmetrica, bordi irregolari con pigmentazione disomogenea. Si parla di ‘sindrome del nevo displastico’ per quei soggetti i quali presentano numerosi nevi che clinicamente e istologicamente hanno carat-teristiche di atipia. La sindrome ha spesso un’incidenza familiare e i soggetti affetti de-vono essere sottoposti a scrupolosi controlli periodici per il rischio di insorgenza di un melanoma. In generale tutti i nevi atipici de-vono essere strettamente monitorati, se non addirittura asportati per motivi preventivi. Il nevo melanocitico congenito è una lesione pigmentaria di colore brunastro scuro o chia-ro, spesso disomogeneo per la presenza di aree bluastre o nerastre. È già presente alla nascita o compare nei primi mesi di vita. Le dimensioni sono variabili: piccoli (diametro inferiore a 1,5 cm) , medi (diametro tra 1,5 cm e 20 cm ), grandi (con diametro maggio-re di 20 cm). Quando sono molto piccoli, diffi cilmente si distinguono dai nevi acquisiti. Solo le lesioni maggiori hanno un rischio ele-

vato di trasformazione in melanoma (circa il 60%). Lesioni pigmentarie congenite con diametri inferiori a 10 cm si devono con-siderare a basso rischio e possono essere attentamente e costantemente controllate procrastinando l’eventuale escissione. I nei che il dermatologo individua come “dubbi” potranno essere asportati ambulatoriamente dal chirurgo plastico e sottoposti ad esame istologico, per escludere che si tratti di me-lanoma.

Dottor Diego Lorusso, Specialista in Dermatologia

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i nostri EspertiA cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS

Cari lettrici e lettori, in questo numero vorrei affrontare con Voi una questione che, negli ultimi mesi, è stata oggetto di attenzione da parte dei media sia regionali che nazionali ovvero l’applicazione, da parte di alcuni istituti di credito, di interessi che possono arrivare alla soglia dell’usura. Consapevole della tecnicità della materia, in questa sede spero di fornirvi alcuni strumenti per potersi muovere nel mondo dei propri diritti “bancari” e non solo con maggior consapevolezza e determinazione. In primo luogo è necessario premettere alcune defi nizioni che ci consentano di comprendere ciò di cui si parla. Per interesse si intende il frutto civile del denaro. In tal senso l’art. 1282 c.c. stabilisce che “i crediti liquidi ed esigibili di somme di denaro producono interessi di pieno diritto…”. Gli interessi sono pertanto prestazioni pecuniarie - somme di denaro, percentuali e periodiche dovute da chi utilizza un capitale altrui o ne ritarda il pagamento. Gli interessi sono percentuali, in quanto calcolati come percentuale del capitale dovuto, c.d. saggio di interesse; periodici, in quanto dovuti in ragione del tempo in cui il debitore utilizza il capitale altrui o ne ritarda il pagamento ed accessori attesa la dipendenza degli stessi dal capitale.Esistono più tipologie di interessi. Tra questi, i più importanti, i c.d. interessi corrispettivi dovuti a titolo di remunerazione sulle somme date a mutuo e sulle somme liquide ed esigibili ed i c.d. interessi moratori, dovuti in forza del ritardo a restituire una somma di denaro.

Ciò premesso ci si chiede ora che cosa si intenda per usura ed interesse usurario.Il termine usura individua, nel gergo tecnico, il reato previsto e punito all’art. 644 c.p.Tale disposizione è stata oggetto di un’importante riforma nel 1996 (L. n. 108/1996) che ha introdotto dei parametri “oggettivi” per l’individuazione del reato di usura così ampliandone l’ambito di applicazione ed offrendo una tutela rafforzata per i soggetti vessati da questo odioso fenomeno. L’art. 644 c.p., nella sua attuale formulazione, punisce con la reclusione da due a dieci anni e con la multa da 5.000,00 euro a 30.000,00 euro “chiunque….si fa dare o promettere, sotto qualsiasi forma, per sé o per altri, in corrispettivo di una prestazione di denaro o di altra utilità, interessi o altri vantaggi usurari”.Ciò chiarito, quando l’interesse può dirsi usurario? E’ la legge che stabilisce quando il saggio di interesse diventa usurario. In tal senso si esprime il comma 3 dell’art. 644 c.p. ai sensi del quale “La legge stabilisce il limite oltre il quale gli interessi sono sempre usurari”. Ebbene la legge (art. 2, co. 4, L. n. 108/1996) prevede che “il limite previsto dal terzo comma dell’art. 644 c.p., oltre il quale gli interessi sono sempre usurari, è stabilito nel tasso medio risultante dall’ultima rilevazione pubblicata in Gazzetta Uffi ciale ai sensi del comma 1 relativamente alla categoria di operazioni in cui il credito è compreso, aumentato della metà”.Ove ciò non bastasse, il terzo comma dell’art. 644 c.p., prevede la c.d. Usura in concreto, nella misura

in cui stabilisce che “sono altresì usurari gli interessi, anche se inferiori a tale limite, e gli altri vantaggi o compensi che avuto riguardo alle concrete modalità del fatto e al tasso medio praticato per operazioni similari risultano comunque sproporzionati rispetto alla prestazione di denaro o di altra utilità, ovvero all’opera di mediazione, quando chi li ha dati o promessi si trova in condizioni di diffi coltà economica o fi nanziaria”. In altre parole la previsione legale di un limite, superato il quale l’interesse deve considerarsi usurario, integra una presunzione relativa superabile in sede giudiziale ove si accerti/dimostri che, per le condizioni di diffi coltà economica – fi nanziaria dell’usurato e con riguardo al tasso medio praticato per operazioni similari, nonostante il saggio di interesse sia inferiore al tasso soglia deve comunque ritenersi usurario.L’attenzione di giornali e tv si è recentemente focalizzato sugli elementi che concorrono a determinare il tasso usurario. In tale direzione l’art. 644 c.p., al quarto comma, individua, con una certa analiticità, le voci che compongono l’interesse usurario stabilendo che per la “determinazione del tasso di interesse usurario si tiene conto delle commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e delle spese, escluse quelle per imposte e tasse collegate all’erogazione del credito”. Quali sono le conseguenze nel caso si accerti la presenza di un tasso usurario? L’accertamento dell’usurarietà dell’interesse, data la tecnicità della materia, richiede spesso una preventiva perizia econometria. Quest’ultima avrà per oggetto tutta la documentazione

(es. contratti, comunicazioni di variazioni unilaterali) rilasciata dall’istituto di credito o da altro intermediario fi nanziario. Ove il Giudice accerti la presenza di un tasso usuraio, troverà applicazione il disposto dell’art. 1815, co. 2, c.c. a tenore del quale “se sono convenuti interessi usurari, la clausola è nulla e non sono dovuti interessi”. L’art. 1815, co. 2, c.c. si riferisce testualmente al solo contratto di mutuo, tuttavia la prassi applicativa, ritiene pacifi camente che tale norma operi per tutti i contratti di credito. La previsione di un interesse usurario viene pertanto “sanzionata” con la trasformazione del contratto da oneroso a gratuito. L’usurato, quindi, dovrà restituire il solo capitale e non, invece, anche gli interessi. Chi ritiene di essere stato leso con l’applicazione di interessi usurai bene potrà rivolgersi a un avvocato e/o ad un’associazione di consumatori che previa le dovute valutazioni tecniche – perizia econometrica di cui sopra- consiglieranno la migliore azione e strategia difensiva a tutela delle proprie ragioni che si potrà esplicare sia in ambito civile che penale.

AFFARI DI FAMIGLIA

Interessi usurai, rimedi e tutele

Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: [email protected] autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.

Anselm Zurfl uch, docente incaricato presso l’Università di Avignone analizza in “Empfängnisverhütung”(hänssler 2000) alcuni motivi che re la speranza all’umanità è Gesù e il Suo buon senso, di cui il Vangelo sovrabbonda.

LO SPAZIO DELL’ETICA

Analisi di aonaledi Magdalena Buszynska ([email protected])

34 I nostri esperti

Page 35: Bassapadovana febb2014 n20

33

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La Fertilità (RNF)di Magdalena Buszynska ([email protected])

SALUTE

Attenti al Melanoma, un nemico subdolo che può dimostrarsi letale

Indirizzo email per richiedere maggiori informazioni: [email protected]

I fanatici dell’abbronzatura naturale o arti-fi ciale devono farsene una ragione: vuoi per l’abuso di esposizione al sole, vuoi per il ri-dotto spessore della fascia di ozono, i raggi del sole - da sempre amici della vita e della salute - oggi possono essere pericolosi per la pelle e addirittura per la vita umana. Infatti i nei, o nevi, da banali anomalie cutanee composti di cellule iperpigmentate possono trasformarsi, in particolari condizioni, in pe-ricolosi melanomi, o tumori della pelle, la cui incidenza sulla popolazione è in aumento. Ma quali sono le condizioni che concorrono a tale rischio? Innanzitutto sicuramente la fa-miliarità, ovvero una predisposizione geneti-ca che ha prodotto il melanoma tra gli ascen-denti (genitori, nonni o altri consanguinei). In attesa del test genetico per il melanoma, non ancora disponibile ma in fase avanzata di studio, questi soggetti dovranno sottoporsi a controlli periodici scrupolosi. In seconda istanza il fototipo: le pelli chiare, sensibili, che al sole si arrossano ma non si abbron-zano hanno pochi melanociti – le cellule che producono la melanina – e quindi mancano di una fondamentale difesa naturale. Anche agli altri è necessario raccomandare però

l’utilizzo della crema con adeguato fattore di protezione solare, dal momento che l’azione distruttiva dei raggi solari (UVA e UVB, ma soprattutto gli UVC che colpiscono in profon-dità il derma) sono certamente responsabili dell’invecchiamento precoce della pelle. Per quanto riguarda il melanoma, una mappa-tura dei nei effettuata dal dermatologo con uno strumento denominato dermatoscopio, capace sia di ingrandire che di evidenziare la struttura tridimensionale del nevo, consen-te di “mettere sotto osservazione” i nei più sospetti per forma, colore, dimensione etc… per identifi carne eventuali modifi cazioni, campanello d’allarme da non sottostimare in nessun caso. In particolare, il nevo mela-nocitico comune è una lesione pigmentaria benigna, molto comune, localizzata preva-lentemente sul tronco e sugli arti, completa-mente piatta o rilevata al centro. Il diametro è di solito inferiore a 1 cm, il colore è marro-ne nelle varie tonalità, non sempre distribuito uniformemente. La forma è tondeggiante od ovale, prevalentemente simmetrica e i bordi appaiono mal defi niti, sfumati. La superfi cie è liscia con disegno cutaneo lievemente ac-centuato. Compare nell’adolescenza o più

tardi; può essere unico o multiplo, in media dai 15 ai 30 elementi. Il nevo melanocitico atipico è una lesione pigmentaria che pre-senta un diametro di solito maggiore di 6 mm; ha forma asimmetrica, bordi irregolari con pigmentazione disomogenea. Si parla di ‘sindrome del nevo displastico’ per quei soggetti i quali presentano numerosi nevi che clinicamente e istologicamente hanno carat-teristiche di atipia. La sindrome ha spesso un’incidenza familiare e i soggetti affetti de-vono essere sottoposti a scrupolosi controlli periodici per il rischio di insorgenza di un melanoma. In generale tutti i nevi atipici de-vono essere strettamente monitorati, se non addirittura asportati per motivi preventivi. Il nevo melanocitico congenito è una lesione pigmentaria di colore brunastro scuro o chia-ro, spesso disomogeneo per la presenza di aree bluastre o nerastre. È già presente alla nascita o compare nei primi mesi di vita. Le dimensioni sono variabili: piccoli (diametro inferiore a 1,5 cm) , medi (diametro tra 1,5 cm e 20 cm ), grandi (con diametro maggio-re di 20 cm). Quando sono molto piccoli, diffi cilmente si distinguono dai nevi acquisiti. Solo le lesioni maggiori hanno un rischio ele-

vato di trasformazione in melanoma (circa il 60%). Lesioni pigmentarie congenite con diametri inferiori a 10 cm si devono con-siderare a basso rischio e possono essere attentamente e costantemente controllate procrastinando l’eventuale escissione. I nei che il dermatologo individua come “dubbi” potranno essere asportati ambulatoriamente dal chirurgo plastico e sottoposti ad esame istologico, per escludere che si tratti di me-lanoma.

Dottor Diego Lorusso, Specialista in Dermatologia

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IL DIRITTO PER IL CITTADINO

Eredità e minorenniDott. Avv. Notaio Matteo Ceolin

DOTT. AVV. NOTAIO MATTEO CEOLIN [email protected]

Non è per niente raro che ad un’eredità venga chiamato un minorenne; in questo caso le procedure cui si va incontro sono piuttosto complesse ed i tempi rischiano di allungarsi notevolmente. Il minore d’età, infatti, non può accettare l’eredità se non con benefi cio di inventario, il che vuol dire che serve non solo un atto pubblico in cui si dichiari di accettare l’eredità, bensì anche un inventario, cioè un elenco preciso e puntuale di tutti i beni di cui il defunto era titolare. Ma questo sarebbe il minimo se non occorresse, prima di tutto, un’autorizzazione del Giudice Tutelare; ciò sta a signifi care che bisogna effettuare un ricorso al tribunale competente per farsi autorizzare al compimento

di tale atto; stante la lentezza dei nostri tribunali, doversi munire di tale autorizzazione signifi ca far passare (almeno) tra i due e i cinque mesi (salvo inconvenienti...).Non miglior sorte se il defunto aveva conti correnti bancari o postali; nel caso in cui non si sia riusciti a chiudere anzitempo detti conti, il prelievo del denaro dai medesimi viene solitamente autorizzato soltanto dietro presentazione di copia della dichiarazione di successione ovvero di un’apposita certifi cazione rilasciata dal competente Uffi cio dell’Agenzia delle Entrate (cosiddetto modello 240). Ma ancora una volta se il denaro (o parte di esso) deve essere versato ad un minore tutto si blocca; almeno fi no a

quando non si presenta copia della prescritta autorizzazione del Giudice.Lo stesso accade qualora si voglia ritirare il contenuto di una cassetta di sicurezza; e pure il versamento del TFR non può essere effettuato senza che venga presentata al datore di lavoro il citato provvedimento.Da ricordare, poi, che di tutto quanto di spettanza del minore non si potrà disporre se non con ulteriori autorizzazioni da richiedere di volta in volta (per es. non si potrà vendere la quota dell’immobile ricevuto dal minore in eredità se non autorizzati; non si potrà prelevare il denaro ricevuto in eredità se non autorizzati e solo per l’ammontare previsto ecc.).

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L’infl uamentoDott. Lara Tasso

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Quasi tutti noi pensiamo di essere autonomi quando prendiamo delle decisioni, mentre numerosi studi hanno dimost quando le nostre scelte hanno un impatto sulla vita e la dignità degli altri.

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incontro riapacifica-tore a Brindisi.• Archimede fu ucci-so da un soldato ro-mano, perché aveva inventato la leva.• Sto cercando di-speratamente di capire perché i piloti kamikaze si mettes-sero i caschi in testa (Dave Edison).• Il passatempo pre-ferito dai soldati cristiani nel medioevo erano le parole cro-ciate.• Qual è il colmo per un muratore? Fir-mare le sue opere in calce.• Qual è il colmo per un sub? Perdersi in un bicchiere d’acqua.• Qual è il colmo per un’ape? Andare in luna di miele.• Come si chiama il più grande motoci-clista giapponese? Mafuso Lamoto.• Come si chiama il più disonesto gom-mista giapponese? Tebuko Narota.

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Page 37: Bassapadovana febb2014 n20

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AL PREZZEMOLO IMMANCABILE CON QUESTO MOLLUSCO LA PRESENZA DELLE PATATE, IN PIÙ PERÒ FAVE, POMODORINI E CROCCANTINA FRUTTA SECCA, SPEZIE E AROMI A PROFUMARE IL PIATTO.UN PIATTO COMPLETO E DAVVERO MOLTO PARTICOLARE, UNA VARIANTE AL CLASSICO POLIPO E PATATE CHE SUGGERIAMO DI PROVARE E GUSTARE.

INGREDIENTI PER 5 PERSONE: 4-5 POLIPETTI, 265G FAVE PRECOTTE, 4 PATATE MEDIE, 250G POMODORINI DATTERINI, 50G PISTACCHI NON SALATI SGUSCIATI, 1/4 CIPOLLA BIANCA, 1 LIMONE, VINO BIANCO, PREZZEMOLO, MAGGIORANA, FOGLIE DI ALLORO, BOTTARGA DI MUGGINE, 1 DADO GUSTO PESCE, OLIO EVO, OLIO AL PEPERONCINO, SALE

LAVARE I POLIPETTI E CUOCERLI NELLA PENTOLA A PRESSIONE CON LE FOGLIE DI ALLORO, IL DADO GUSTO PESCE E 350ML DI ACQUA E LASCIAR CUOCERE PER CIRCA 20 MINUTI DAL FISCHIO DELLA PENTOLA. NEL FRATTEMPO LESSARE LE PATATE, QUINDI SBUCCIARLE E TAGLIARLE A CUBETTI. AFFETTARE LA CIPOLLA E SOFFRIGGERLA IN PADELLA CON L’OLIO EVO, UNIRE I POMODORINI TAGLIATI A METÀ E FAR APPASSIRE PROFUMANDO CON ALCUNE FOGLIE DI ALLORO; AGGIUNGERE POI LE FAVE E LE PATATE, AMALGAMARE BENE, BAGNANDO CON IL VINO, ED INSAPORIRE CON LA MAGGIORANA, LA BOTTARGA ED IL PREZZEMOLO. PER ULTIMO AGGIUSTARE DI SALE. FAR DORARE I PISTACCHI SCALDANDOLI ALCUNI MINUTI IN MICROONDE. UNA VOLTA PRONTI, TAGLIARE I POLIPETTI A PEZZETTI E CONDIRLI CON IL SUCCO E LE SCORZETTE DI LIMONE, DUE CUCCHIAI DI OLIO, UN PIZZICO DI SALE ED I PISTACCHI INTERI. SERVIRE DISPONENDO SUL PIATTO LE VERDURE SPADELLATE E SOPRA I POLIPETTI, INSAPORENDO A PIACERE CON UN FILO DI OLIO AL PEPERONCINO. ACCOMPAGNARE QUESTO PIATTO UNICO CON MORBIDA POLENTA BIANCA AROMATIZZATA AL PREZZEMOLO.

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PREPARAZIONESI VERSANO TUTTI GLI INGREDIENTI DENTRO AL BICCHIERE, SCHIACCIARE IL TUTTO CON L’APPOSITO PESTELLO, GHIACCIO TRITATO E SI COMPLETA IL TUTTO CON IL MOJITO SODA. MESCOLARE IL TUTTO DOLCEMENTE E GUARNIRE CON FOGLIOLINE DI MENTA, LIQUIRIZIA E UNA CILIEGINA VERDE.

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SAGITTARIODAL 23/11AL 21/12

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SOCIALIZZAZIONE, MA LA CARICA EROTICA È INCOSTANTE . SALUTE PROSEGUE IL TREND POSITIVO: I PIANETI PRINCIPALI FAVORIRANNO LA FORMA FISICA E IL BENESSERE PSICHICO

CAPRICORNODAL 22/12

AL 20/01FASCINO SARETE TROPPO NERVOSI O

STRESSATI DA ALTRE CONTINGENZE E VI SFUGGIRANNO OCCA-SIONI PER NUOVE CONQUISTE · SALUTE LAVORATE SU DUE FRONTI: MASSIMA REGOLARITÀ E PREVENZIONE DI EVENTU-ALI DISTURBI DI STAGIONE O ARTICOLARI

ACQUARIODAL 21/01

AL 19/02FASCINO GRANDE RIS-COSSA PER GLI SPIRITI PIÙ AVVENTUROSI O PER I SINGLE

IN CERCA DELL’ANIMA GE-MELLA. OSATE SEMPRE · SALUTE LE ARTI MARZIALI SONO IN CIMA AL PODIO

DELLE ATTIVITÀ CONSIGLIATE. SARETE VI-VACI E SCATTANTI, PRONTI A TUTTO

PESCI DAL 20/02 AL 20/03FASCINO L’EROS AC-CENDERÀ SENSI E PAS-SIONE E VENERE CON-

TRIBUIRÀ A RENDERVI ASSOLUTAMENTE IRRESISTIBILI. APPROFITTATE · SALUTE UNA CRESCENTE AUTOREVOLEZZA E UNA BUONA DOSE DI OTTIMISMO RENDERÀ I MESI A VENIRE MOLTO PROMETTENTI

ARIETEDAL 21/03

AL 20/04FASCINO L’INVITO ALLA MODERAZIONE

È SEMPRE OPPORTUNO. LE RELAZIONI STANCHE POTREBBERO SUBIRE ULTE-RIORI TURBOLENZE · SALUTE ATTENZI-ONE AGLI SBALZI CLIMATICI, A POSSIBILI STRAPPI, A IMPROVVISE INFIAMMAZIONI. SALVAGUARDATE ARTICOLAZIONI E COL-ONNA

TORO DAL 21/04

AL 20/05FASCINO UN

SANO REALISMO ATTIRERÀ STUOLI DI AMMIRATORI, PRONTI A GO-DERE DELLA VOSTRA TAUMATURGICA PRESENZA · SALUTE GRAZIE ALLA BU-ONA PADRONANZA DELLE VOSTRE ENER-GIE GODRETE DI UN ASPETTO ASSOLUTA-MENTE FANTASTICO

GEMELLIDAL 21/05AL 21/06FASCINO GRAZIE

A L L E STELLE FAVOREVOLI AS-PETTATEVI MOLTE NUOVE CONOSCENZE: SICURAMENTE, NON VI ANNOIERETE · SALUTE CHI VORRÀ SONDARE LA CAUSE DI QUALCHE DISTURBO RICORRENTE SARÀ FACILITATO IN OGNI GENERE DI ESAME DIAGNOSTICO

CANCRODAL 22/06AL 22/07

FASCINO TENDERETE AD ES-SERE POLEMICI A OLTRANZA E

PERCIÒ CONSIGLIAMO MASSIMA CALMA PER EVITARE DANNI RILEVANTI · SALUTE SCEGLIETE CIBI NUTRIENTI E RICCHI DI FIBRE, BEVETE TANTA ACQUA E STATE ALLA LARGA DA SBALZI DI TEM-PERATURA

LEONEDAL 23/07

AL 23/08FASCINO MOLTO SEX-APPEAL MA PER QUANTO CONCERNE L’ AFFETTIVITÀ TENDE-RETE A MANTENERE UN

BASSO PROFILO · SALUTE NON STRAFATE SOTTOPONENDOVI A RITMI DISUMANI: IL BENESSERE PSICO-FISICO SI BASA SU UN ATTEGGIAMENTO EQUILIBRATO

VERGINEDAL 24/08

AL 22/09FASCINO INDIRIZZERETE LE ENERGIE NELLA CERCHIA DEGLI AFFETTI PIÙ CARI,

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