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EDITORIALE Dall’Imu alla crescita non c’è tempo da perdere di Nicola Stievano F atto il Governo, archiviata - almeno così pare - la lunga e tormentata stagione di impasse politico che ha segnato questa prima fase dell’anno, elaborato il duro respon- so delle urne che ha confermato come l’Italia sia un paese diviso, che nutre scarsa fiducia nei suoi rappresentanti istituzionali e nella po- litica, che è stanco, dopo cinque lunghi anni di recessione, di non vedere risultati apprezzabili per rimettere in carreggiata il sistema - Paese, che non ne può più della “casta”, così lontana dalla realtà e così concentrata sul proprio “par- ticolare”. La nascita del nuovo esecutivo non è stata impresa delle più semplici e anche il suo percorso sarà accidentato e non privo di rischi, breve o lungo che sia. Non troppo breve però, perché la voglia di tornare alle urne è poca e, soprattutto con questa legge elettorale, non è detto che dal voto possa emergere un’indica- zione più chiara. Adesso è tempo del fare, più che di lanciarsi in vuote campagne elettorali ma anche in sterili braccio di ferro (compresi quelli in streaming, falsati dalla presenza delle telecamere), è il momento di mettere mano con una buona dose di pragmatismo alla tas- sazione senza uscire dai parametri di bilancio imposti dall’Europa, ma anche di favorire quei processi che finalmente possano far ripartire l’economia o, quantomeno, arrestarne il de- clino. continua a pag. 3 Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 48 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it della Bassa Padovana E’ nata la Casa dei Beni Comuni aperta a tutti Monselice pag. 6 Centro nazionale di Sla al posto dell’ospedale Este, sanità pag.10 pag. 14 Il Giudice di pace resterà nella Bassa Accordo fra Este e Montagnana che ora sperano nella collaborazione degli altri M ontagnana ed Este “salvano” il giudice di pace. L’ufficio diventerà unico, avrà sede ad Este e non più anche nella cittadina murata, ma almeno la Bassa padovana non perderà questo impor- tante servizio. I sindaci Loredana Borghesan e Giancarlo Piva hanno siglato una conven- zione che permetterà agli uffici del giudice di pace di rimanere nella Bassa padovana. Entro il 29 aprile occorreva infatti inviare al Ministero di Giustizia una richiesta ufficiale che esprimesse la volontà di mantenere l’or- gano giudiziario nel territorio. La direttiva governativa ha previsto, di- fatti, lo smantellamento degli uffici periferici di Este e Montagnana (quello di Monselice è aggregato a Padova) e il trasferimento di personale e giudici a Rovigo. Le due ammi- nistrazioni comunali hanno deciso di pren- dersi sulle spalle la responsabilità, a partire dagli oneri della questione, manifestando al Ministero l’interesse di accollarsi ogni tipo di spesa necessaria al mantenimento degli uffici nel territorio. Dunque Este e Monta- gnana dovranno recuperare le risorse per provvedere a personale, affitto dei locali, pulizie, utente, manutenzioni e materiale di cancelleria. Il Comune di Este pagherà il 64% del totale e quello di Montagnana il rimanente 36%, per un totale di quasi 180 mila euro. La convenzione, che fissa il giudi- ce di pace nella sede atestina di via Brunelli, è stata portata nei due consigli comunali. La Borghesan e Piva, a conti ormai fatti, spera- no tuttavia di poter ricevere l’aiuto anche di altri colleghi della Bassa. Festival Show selezionati i “magnifici dodici” Montagnana pag. 13 LAVORO, PERSI 500 POSTI IN APPENA DUE ANNI Più di 500 posti di lavoro persi in due anni. Un dato, questo, che è solo la punta di un iceberg è che stato diffuso dagli uffici del lavoro della Provincia di Padova. E’ riferito ai saldi occupazionali del Centro per l’impiego di Este: dal 2010 al 2012 Este ha registrato una perdita di 576 posti di lavoro. pag. 10 BORGHESAN: TURISMO PENSIAMO IN GRANDE Il “piccolo” turismo sta stretto a Montagnana. Ora la cittadina murata e il suo sindaco puntano al turismo globale, quello dei grandi tour e dei progetti internazionali di turismo. La considera- zione arriva direttamente dal sindaco Loredana Borghesan, che fa il punto sul turismo nella sua città. pag. 13 Entra in Rete con noi! Rete con noi! Rete con noi! Rete con noi! www.lapiazzaweb.it il sito del giornale continua a pag. 8 L’Intervento ENTRA IN RETE CON NOI! Troverai il nostro giornale prima che venga distribuito con nuove news che riguardano il tuo territorio L a Cisl del Veneto, oltre 400mila iscritti, più della metà tra i la- voratori dipendenti, ha celebrato il suo 11° congresso regiona- le nei giorni in cui Parlamento e i rappresentanti delle Regioni erano impegnati nella elezione del presidente della Repubblica... Il lavoro è vita, anche per il Veneto *segretaria Cisl Veneto di Franca Porto* ODONTOIATRIA VENEZIA - MESTRE - PADOVA - ROVIGO Via A. Mario, 5 45100 Rovigo tel./fax 0425 21277 APRE A ROVIGO

La Piazza della Bassapadovana - 2013apr n48

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La Piazza della Bassapadovana - 2013apr n48

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Page 1: La Piazza della Bassapadovana - 2013apr n48

EDITORIALE

Dall’Imu alla crescita non c’è tempo da perderedi Nicola Stievano

Fatto il Governo, archiviata - almeno così pare - la lunga e tormentata stagione di impasse politico che ha segnato questa

prima fase dell’anno, elaborato il duro respon-so delle urne che ha confermato come l’Italia sia un paese diviso, che nutre scarsa fi ducia nei suoi rappresentanti istituzionali e nella po-litica, che è stanco, dopo cinque lunghi anni di recessione, di non vedere risultati apprezzabili per rimettere in carreggiata il sistema - Paese, che non ne può più della “casta”, così lontana dalla realtà e così concentrata sul proprio “par-ticolare”. La nascita del nuovo esecutivo non è stata impresa delle più semplici e anche il suo percorso sarà accidentato e non privo di rischi, breve o lungo che sia. Non troppo breve però, perché la voglia di tornare alle urne è poca e, soprattutto con questa legge elettorale, non è detto che dal voto possa emergere un’indica-zione più chiara. Adesso è tempo del fare, più che di lanciarsi in vuote campagne elettorali ma anche in sterili braccio di ferro (compresi quelli in streaming, falsati dalla presenza delle telecamere), è il momento di mettere mano con una buona dose di pragmatismo alla tas-sazione senza uscire dai parametri di bilancio imposti dall’Europa, ma anche di favorire quei processi che fi nalmente possano far ripartire l’economia o, quantomeno, arrestarne il de-clino.

continua a pag. 3

Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 48 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it

della Bassa Padovana

E’ nata la Casadei Beni Comuniaperta a tutti

Monselice

pag. 6

Centro nazionaledi Sla al postodell’ospedale

Este, sanità

pag.10

pag. 14

Il Giudice di paceresterà nella BassaAccordo fra Este e Montagnana che orasperano nella collaborazione degli altri

Montagnana ed Este “salvano” il giudice di pace. L’ufficio diventerà unico, avrà sede ad Este e non più

anche nella cittadina murata, ma almeno la Bassa padovana non perderà questo impor-tante servizio. I sindaci Loredana Borghesan e Giancarlo Piva hanno siglato una conven-zione che permetterà agli uffici del giudice di pace di rimanere nella Bassa padovana. Entro il 29 aprile occorreva infatti inviare al Ministero di Giustizia una richiesta ufficiale che esprimesse la volontà di mantenere l’or-

gano giudiziario nel territorio. La direttiva governativa ha previsto, di-

fatti, lo smantellamento degli uffici periferici di Este e Montagnana (quello di Monselice è aggregato a Padova) e il trasferimento di personale e giudici a Rovigo. Le due ammi-nistrazioni comunali hanno deciso di pren-dersi sulle spalle la responsabilità, a partire dagli oneri della questione, manifestando al Ministero l’interesse di accollarsi ogni tipo di spesa necessaria al mantenimento degli uffici nel territorio. Dunque Este e Monta-

gnana dovranno recuperare le risorse per provvedere a personale, affitto dei locali, pulizie, utente, manutenzioni e materiale di cancelleria. Il Comune di Este pagherà il 64% del totale e quello di Montagnana il rimanente 36%, per un totale di quasi 180 mila euro. La convenzione, che fissa il giudi-ce di pace nella sede atestina di via Brunelli, è stata portata nei due consigli comunali. La Borghesan e Piva, a conti ormai fatti, spera-no tuttavia di poter ricevere l’aiuto anche di altri colleghi della Bassa.

Festival Showselezionati i“magnifici dodici”

Montagnana

pag. 13

lavoro, persi 500 postiin appena due anni

Più di 500 posti di lavoro persi in due anni. Un dato, questo, che è solo la

punta di un iceberg è che stato diffuso dagli uffici del lavoro della Provincia di

Padova. E’ riferito ai saldi occupazionali del Centro per l’impiego di Este: dal

2010 al 2012 Este ha registrato una perdita di 576 posti di lavoro.

pag. 10

borghesan: turismopensiamo in grande

Il “piccolo” turismo sta stretto a Montagnana. Ora la cittadina murata e il suo sindaco puntano al turismo globale,

quello dei grandi tour e dei progetti internazionali di turismo. La considera-zione arriva direttamente dal sindaco

Loredana Borghesan, che fa il punto sul turismo nella sua città.

pag. 13

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il sito del giornale

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L’Intervento

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La Cisl del Veneto, oltre 400mila iscritti, più della metà tra i la-voratori dipendenti, ha celebrato il suo 11° congresso regiona-le nei giorni in cui Parlamento e i rappresentanti delle Regioni

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Il lavoro è vita, anche per il Veneto

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di Franca Porto*

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EDITORIALE

Dall’Imu alla crescita non c’è tempo da perderePrendendo a prestito lo slogan del movimento meteora, “Fare per fermare il declino” è proprio quello che occorre in questo momento,

è proprio ciò che la gente si aspetta. Non basta continuare ad urlare contro “la politica” come se fosse una cosa che non ci appartiene, visto che è sempre stata ed è tutt’ora lo specchio fedele del nostro Paese.

I tagli ai privilegi, la riduzione dei mille privilegi, la trasparenza nei confronti degli elettori su spese e rimborsi sono un obbligo, vanno fatti senza tante discussioni o ripensamenti, ma non può essere questo l’unico punto di discussione politica, non è questo che ci aiuta a ripartire.

Meglio lasciar perdere la gara a chi urla più forte, a chi raccoglie più gente in piazza, a chi realizza più contatti sul web. La nuova compagine governativa avrà vita dura ma è nata proprio con l’intento di trovare dei punti condivisi per non fermare la deriva. A partire dall’Imu, una tassa che va rivista sia per la prima casa che per gli immobili produttivi e commerciali, come ha sottolineato il ministro dello sviluppo economico Flavio Zanonato.

Proprio all’ex sindaco di Padova spetta una delle imprese più delicate, vale a dire favorire l’inversione di rotta e trovare la ricetta per la crescita della nostra economia, per la salvaguardia del lavoro e della capacità imprenditoriale delle nostre aziende.

Allentare la morsa del fi sco è solo il primo passo, serve una visione più ampia che abbracci il sistema del credito, le politiche del lavoro, la preparazione dei giovani, l’attenzione alla formazione.

Non c’è tempo da perdere in chiacchiere, è il momento di agire.

segue da pag. 1

di Nicola Stievano

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.Questa edizione raggiunge le zone Montagnana, Monselice, Este, per un numero complessivo di 12.504 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONEe ConCessionaria di PubbliCità loCale

Padova, via Svezia 9Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054numero verde 800 [email protected]

REDAZIONE:Direttore responsabileMauro GaMbin [email protected] Jovane [email protected]

Chiuso in redazione il 27 aprile 2013Centro Stampa: rotopreSS InternatIonalloreto, vIa breCCIa (an)

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

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VeneziaPadovaRovigo Treviso

E’ un marchio registrato.

srlEditore

Bassapadovana Provincia RegioneProvincia RegioneProvincia RegioneProvincia RegioneBassapadovana Provincia RegioneProvincia Regionemonselice

pag. 6

Oltre mille famigliehanno aderito al Gas per il solare

politica locale

pag. 9

Bufera nel Pd dellaRocca, Giaccarellolascia la segreteriafra le polemiche

este, dati anagrafe

pag. 12

Popolazione mai così bassa da 46 anni, più stranieri

Padova, quartiere Caminal parco di villaberta cani accolti

Nel parco di Villa Berta a Camin, quartiere padovano, c’è una nuova area per i cani per la soddisfazione dei molti cittadini e dei moltissimi cani che l’aspettavano. Almeno un’area cani in ciascun quartiere: è questo l’obbiet-tivo a cui puntano gli amministratori padovani. È un gesto di civiltà sia per i tantissimi cani e conduttori di cani che ci sono in città, ma anche per chi non ha un cane e che vive con timore e sospetto la presenza degli amici a quattro zampe nelle aeree verdi. Una forma di convivenza possibile e che porterà solamente benefici.

Padova, testimone a Rossizanonato chiamato

dal governo letta

Il sindaco Flavio Zanonato è stato chia-mato da Enrico Letta nel suo governo

per superare l’impasse politico. Al primo cittadino padovano un ministero

chiave, quello sviluppo economico, con portafoglio per gestire alcune delle

più delicate questioni. L’annuncio è stato dato dallo stesso Letta dopo un colloquio di oltre due ore con il capo

dello Stato e pare che sia stato proprio l’ex segretario del Pd Pierluigi Bersani a

fare il nome di Zanonato per la nuova squadra di governo. A Padova novità

in municipio: spetta al vicesindaco Ivo Rossi traghettare la città in questo

anno, fino alle prossime elezioni ammi-nistrative previste per giugno 2014.

Il dibattito nel cuore di Padovafestival cittadinanza

“occupiamoci!”

Nell’Anno Europeo dedicato al Cittadino e alla Lotta agli sprechi, il Festival della

Cittadinanza 2013 che si è tenuto a Padova la prima metà di maggio ha

fatto di “occupiamoci!” la sua parola chiave, una esortazione a mettere in

campo i propri talenti, per occuparci del territorio, salvaguardando risorse e beni comuni, occupare e riqualificare spazi.

Confindustria Padova allarmeemergenza lavoroescalation di crisi

Oltre 1.500 crisi aziendali (1.502) l’anno scorso in Veneto, 4 al giorno, il 41,3% in più rispetto al 2011, quasi 500 negli ultimi tre mesi del 2012,

con un’escalation dell’80,6% . Un quadro in costante peggioramento negli ultimi cinque anni, dalle 335

crisi aziendali nel 2008, e il periodo più nero è stato proprio l’anno scorso.

Oltre 36 mila lavoratori (36.092) sono stati licenziati l’anno scorso in Veneto, quasi 10 mila negli ultimi tre mesi del 2012. È grave l’emergenza a Padova,

denunciano i vertici di Confindustria.

“I colori della salute”un ciclo di opere dedicate agli alimenti

Resteranno esposte fino al prossimo 18 giugno le ope-re della pittrice

Barbara Bruscagin presso il ristorante “Per Bacco” di Ponte Corvo. Si tratta di ciclo di opere dal titolo “I colori della salute” e ha come protagonisti assoluti degli alimenti, quali il cavolo e la curcuma, le cui proprietà terapeutiche e purificatrici sono essenziali componenti dell’alimentazione antitumo-rale. Lo scopo principale di queste opere è per l’appunto mostrare come si possa asso-ciare il cibo all’arte: la figura umana, anche se talvolta sembra essere impercettibile, è invece onnipresente in tutti i quadri; e ad essa viene associato un alimento ogni volta diverso che ha delle proprietà benefiche per il nostro organismo. “Il piacere del gusto” è il secondo ciclo di opere dedicato al culto del cibo. Un’alimentazione salutare non è sinonimo di un’alimentazione senza sapore; infatti è possibile nutrirsi con cibi sani che possano comunque stimolare il piacere dei sensi e farci mantenere una forma fisica vigorosa. Tali sensazioni sono evocate nelle tele dando maggior importanza alla figura umana e creando una personificazione dell’alimento.

trasporti pubblici

pag. 16

Fusione di societàe nuovi tragittiper i pendolari

il personaggio

pag. 20

Nicola Zampieri racconta il successo delle “Anime in Plexiglass”

scuola padovana

pag. 18

Un freno alle gitecostose e di più giornate

economia

pagg. 24-25

Decrescita per virtù e per necessità

turismo

pag. 26

Dalla montagna al mare, dal lago alle terme, prenotazioni in calo

arte

pag. 30

A Palazzo Ducale Manet e il Rinascimento

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4 Argomento del mese44 Argomento del mese

il poliambulatorio emergency a marghera

Richieste in continuo aumento

Nel dicembre del 2010 Emergency aveva aper-to, non senza diffi coltà e vari bastoni tra le ruote, l’ambulatorio a Marghera per garantire

assistenza sanitaria gratuita a chi non poteva per-mettersela. Extracomunitari, migranti “di passaggio”, poveri: questa la “clientela” a cui sembrava dovesse rivolgersi il nuovo servizio, prestato da medici e ope-

ratori volontari. Ma la crisi ha cambiato tutto e ora “l’ospedale di Emergency”, come lo chiamano tutti, è un centro di riferimento per l’intero quartiere, e non solo. In coda per una medicazione e un accertamento non si trovano solamente le persone da sempre e un po’ frettolosamente considerate “ai margini” della nostra società, ma anche pensionati che fati-cano a pagarsi le cure, disoccupati di lungo corso, giovani coppie alle perse con troppe spese e poche entrate. Molti italiani dunque, molte persone che comunque ottengono una risposta e un servizio che ormai si è radicato in una realtà del tutto particolare come quella di Marghera e del suo tessuto sociale. Dai residenti l’ospedale di Emergency è visto come un servizio che mancava, come la possibilità di trovare sotto casa assistenza sanitaria e non solo. Il Poliam-bulatorio ha aperto in uno stabile messo a disposizione dall’amministrazione comunale di Venezia ed è stato avviato grazie al fi nanziamento di Fondazione Smemoranda.”Svolgiamo un servizio di orientamento dei pazienti verso le strutture pubbliche, qualora ne avessero bisogno. – precisano i responsabili - Lo spirito del Poliambulatorio, infatti, è di collaborazione e integrazione con il Sistema sanitario nazionale. Sono sempre presenti mediatori culturali”.

Tagli ai posti letto e potenziamento del servizio domiciliare, è su questi due versanti che la Regione ha intenzione di agire per razionalizzare e rendere più effi caci i servizi della

sanità veneta. Si tratta, è bene sottolinearlo, di ipotesi di tagli che non sono ancora stati deliberati dalla giunta e quindi da prendere con la massima cautela. Da queste stime qualcosa comunque si capisce: i tagli riguarderanno tutte le province, in particolar modo quelle di Padova e Verona.

Emergono dalla bozza delle nuove schede ospedaliere tagli ai reparti di degenza previsti dal nuovo piano socio sanitario, da un anno “congelato”. I posti letto che la Regione avrebbe inten-zione di tagliare sono oltre 1800. Si passerebbe da 19.040 posti letto a 17.202. Le province venete più colpite? Padova e Verona, che perderanno rispettivamente oltre 400 e quasi 500 posti letto. Diversi però sono i conti fatti dal presidente del-la Regione Luca Zaia che ha confutato i numeri. “Attenzione - ammonisce - perché il taglio reale alla fi ne non supererà, nel complesso, i 400 che, divisi per gli ospedali esistenti fa 7 letti ad ospedale”. C’è poi una suddivisione importante. Gli ospedali saranno, secondo questo piano in hub (alta specialità) e spoke (intensità di cure medio-bassa). Saranno hub Vicenza, Treviso,

Venezia, Padova e Verona mentre diventeranno spoke Belluno e Rovigo, che guarda caso sono le attuali province venete meno popolate. Negli ospedali ad alta specializzazione non saranno toccati i reparti di rianimazione, mentre succederà per gli ospe-dali spoke. Vediamo, ora, nel dettaglio provincia per provincia le ipotesi che la Regione ha messo in campo per poter snellire la sanità, ipotesi che dovranno fare i conti con le forze politiche in consiglio regionale prima di diventare realtà. Le più colpite saran-no Padova e Verona Padova perderà 418 posti letto passando a 3.590 (3,87 per mille), Verona 492, arrivando 3.462 (3,81 per mille). Meno colpita Vicenza con un taglio di 127 posti letto, Treviso me perderà 244, Venezia perderà 222 posti letto arrivan-do a 3,21 posti letto ogni mille abitanti. Rovigo di posti letto ne perderà 202 ma in percentuale il taglio sarà cospicuo passando da 4,24 a 348 per mille. Belluno di posti letto ne perderà 103. Ovviamente con questo piano e questi tagli, ci saranno anche meno primari, che passeranno da 864 a 725, mentre l’area dei posti letto privata resterà invariata (3020) che però diminuendo quelli pubblici alla fi ne peseranno di più a livello percentuale.

Un commento arriva subito dal consigliere regionale del Pd in commissione sanità Bruno Pigozzo: “Queste cifre – com-

menta Pigozzo - vanno prese con le pinze e saranno credibili solo quando saranno deliberate dalla giunta e portate in consiglio. Va detto poi che in questa operazione non si parla di realizzazione delle strutture di ricezione intermedie Si è colpito il settore pubbli-co salvando quello privato”. Se da un lato la Regione punta ad un taglio sostanziale dei posti letto, dall’altro vuole potenziale la domiciliarità. Sarà istituita entro luglio 2013 “l’impegnativa di cura domiciliare”. Sarà di fatto una rivoluzione per la famiglia che vorrà curare in casa un anziano o un disabile. Sarà istituito un percorso basato su cinque livelli, erogati dal servizio sanitario regionale. Le categorie saranno: basso bisogno assistenziale, medio bisogno assistenziale , alto bisogno assistenziale disabilità gravissime con necessità di assistenza a domicilio, grave disabili-tà psichica e intellettiva; grave disabilità fi sico-motoria. Si punta a deospedalizzare gli anziani, seguendo un orientamento medico che vede fare notevoli progressi a queste persone fra le mura domestiche. Per questo c’è uno stanziamento di 90 milioni di euro. “E’ una rivoluzione culturale - dice l’assessore Remo Ser-nagiotto - con questa riforma le persone potranno essere assisti-te dai loro famigliari, ottenendo risultati migliori rispetto ad una ospedalizzazione e facendo risparmiare risorse”.

di Alessandro Abbadir

Da luglio sarà istituita “l’impegnativa

di cura domiciliare”. Stanziato un fondo

da 90 milioni di euro

Pigozzo (Pd): “ci spieghi come

vuole comportarsi la Regione con le

strutture intermedie”

OSPEDALIvede la luce un’potesi di taglio di oltre 1800

posti letto Le province venete più colpite? Padova e verona, che perderanno

rispettivamente oltre 400 posti letto. Meno colpita vicenza con un taglio di 127 posti

letto, Treviso che ne perderà 244, venezia con 222. Il presidente Luca Zaia però non

condivide i numeri. “Diminuzione reale - dice - non superiore a 400 posti letto ospedalieri in

tutto”. ci saranno meno primari, il loro numero passerà dagli attuali 864 a 725.

Invariata l’area privata con 3.020 assegnazioni Sanità, meno posti letto e più domiciliarità

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555Argomento del mese

di Nicola Stievano

Esami e visite anche a tarda sera, a settembre dovrà essere tutto prontoServizi sanitari La Regione stanzia 30 milioni di euro l’anno e, se necessario, assumerà personale

“Una rivoluzione culturale”: così il governatore veneto Luca Zaia ha defi nito la scelta di aprire gli ospedali anche di notte, dalle 20 alle 24, per almeno due giorni alla settimana e nei giorni festivi e prefestivi. Si parte da settembre ma la macchina si è già messa in moto, perché tutto dovrà essere pronto per il primo di settembre. Da allora si farà su serio e si capirà quanto sarà apprezzata

l’iniziativa che ha lo scopo di ridurre le liste di attesa per esami e visite e agevolare chi lavora. Sulla carta l’idea di non dover ricorrere a permessi o a ferie sembra piacere a molti, poi ci sarà la prova del nove direttamente “sul campo”. In alcune città i pazienti sono già abituati alla “sanità serale” con l’apertura fi no all’ora di cena degli ambulatori medici e di alcuni servizi privati convenzionati. Ora la Regione vuole fare un passo avanti e prevede che l’intera rete ospedaliera veneta debba essere pronta a partire entro il prossimo primo settembre, demandando ai direttori generali la defi nizione operativa e organizzativa su base territoriale. I servizi interessati sono quelli ambulatoriali ma soprattutto radiologici, per ottimizzare al massimo l’utilizzo prima di tutto dei grandi macchinari come Tac e Risonanze Magnetiche, sofi sticati e costosi, che restano spenti per lunghe ore. “E’ una nuova fi losofi a – ha detto Zaia – che si rivolge prima di tutto ai 5 milioni di veneti che ci chiedono tempi più veloci per gli esami e le visite. Avviciniamo la sanità alla gente, rendiamo più effi ciente l’intero sistema, creiamo una vera e propria rete di presa in carico del paziente che, attraverso i Centri Unici di Prenotazione, troverà non solo assistenza per la prenotazione singola, ma anche per la defi nizione del percorso di controlli ed esami dopo una fase acuta passata in ospedale. Il tutto nei tempi più brevi possibili, perché l’obiettivo tendenziale è quello di chiudere le liste d’attesa o, nel peggiore dei casi, di ridurle al minimo fi siologico”. L’intera operazione sarà fi nanziata con circa 30 milioni di euro l’anno, frutto della razionalizzazione di spesa già in atto, destinati al pagamento del personale e delle spese organizzative. Ai lavoratori è garantito il pieno rispetto degli accordi sindacali e, se necessario, ci saranno anche delle nuove assunzioni.

Sanità, meno posti letto e più domiciliarità

A Padova e provincia

Più servizi e risparmio Intanto nella Bassa c’è attesa per l’Ospedale unico Si farà o non si farà il nuovo ospedale di Padova? Da Venezia Zaia è più che

convinto del progetto e lo rilancia almeno una volta ogni 15-20 giorni. Nella città del Santo aleggiano ancora dei dubbi ma i prossimi mesi saranno decisivi,

lo sperano ardentemente anche ai vertici di Uls 16 e Azienda Ospedaliera. Intanto però ancora per un bel pezzo i padovani (e non solo, visto l’indice di attrazione fuori provincia e regione) dovranno continuare a fare i conti ancora per un bel po’ con il “vecchio” ospedale.

Un’azienda mastodontica retta, da alcuni mesi, dal direttore generale Claudio Dario. Vale la pena ricordare alcune cifre: 4.459 dipendenti, suddivisi in ruolo sani-tario (3.218), professionale (14), tecnico (854) e amministrativo (374). Il costo annuo per il personale è di 215 milioni di euro, pari al 52% dei costi complessivi. Nel 2012 sono stati eseguiti 310 trapianti: 20 al cuore, 118 al rene, 10 a rene e pancreas, 79 a fegato e intestino, 24 al polmone e 59 al midollo. In calo il numero delle operazioni assestate a 31.657: erano più di 35 mila nel 2004. L’azienda ospedaliera conta quattro reparti di pronto soccorso: quello aziendale ha registrato 100.636 accessi, il Sant’Antonio 26.543, Piove di Sacco 28.509, la casa di cura di Abano Terme 29.369, per un totale di oltre 185 mila. Quanto ai bilanci, la situazione è critica ma non disperata: il risultato di esercizio nel 2012 si è chiuso con un passivo di 50 milioni di euro, erano 41 l’anno precedente. Invariato il risultato di gestione da due anni a meno 46 milioni i euro. Il patrimonio netto è sceso a causa dell’erosione progressiva del fondo di dotazione. I debiti invece l’anno scorso ammontavano a 490 milioni, a breve termine, di cui 270 relativi ai fornitori.

“Nel futuro dell’azienda ospedaliera - afferma Dario, - va messo in conto sicu-ramente il rafforzamento della sinergia con l’università, così come con le altre Usl padovane e venete. È necessaria una revisione della rete delle alleanze, struttu-rando rapporti di collaborazione con le altre aziende sanitarie. Si è voluta rivedere l’interaziendalità dei servizi amministrativi, particolarmente in ambito economico e fi nanziario, per chiarezza organizzativa e di responsabilità. Al momento non sono in discussione, invece, i servizi assistenziali in regime di interaziendalità. Per quanto riguarda i tagli dei posti letto le disposizione regionali sono chiare. Il nuovo ospedale prevede mille posti letto, a Padova ne abbiamo 1.500: se saranno progressivamente ridotti lo vedremo a partire dalle prossime schede ospedaliere. Nel frattempo stiamo lavorando per il nuovo ospedale, al punto che l’Azienda si è candidata come stazione appaltante.

Il nostro obiettivo resta quello di mantenere alti standard di servizio per le mi-gliaia di persone che si rivolgono alle nostre strutture ogni giorno”. Nella Bassa Pado-vana l’ospedale unico prende corpo giorno dopo giorno, nel rispetto della tabella di marcia. Lo conferma Giovanni Pavesi, al suo secondo mandato ai vertici dell’Uls 17: “In questi mesi ci attendono obiettivi importanti, dal completamento e trasferimento nel nuovo ospedale a Schiavonia alla creazione di una rete sempre più effi cace di assistenza territoriale, sempre mantenendo al centro dell’attenzione il cittadino con le sue legittime aspettative e garantendo standard di qualità per tutti i servizi, sia ospedalieri che territoriali”.

spalla pag 5 per padova

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6 Monselice66 Monselice

Il lavoro e il migrante sono al centro della proposta del circolo culturale “Claudio Varalli” di Ca’ Oddo. Nasce così la “Casa

dei Beni Comuni”, uno spazio fisico che a partire dalle esperienze del comitato popo-lare “Lasciateci respirare” e da Adl Cobas, punta alla costruzione di una nuova proget-tualità in grado di produrre un mutamento radicale del futuro del territorio. Una bassa padovana non più condizionata da impianti nocivi alla salute, ma orientata a creare oc-cupazione nel rispetto della salute, dell’am-biente e dei diritti dei lavoratori.

“La sede della Casa dei Beni Comuni cercherà di diventare un punto di riferimen-to per tutte quelle realtà, anche giovanili, che vogliono e vorranno costruire “buone pratiche”di vita e di comunità, dai Gruppi di Acquisto Solidale ai corsi d’italiano per migranti, dai momenti culturali a nuove for-me di socialità – spiegano i rappresentanti delle due realtà coinvolte nel progetto - Una “casa comune” dove si possa discutere e confrontarsi, si possa produrre proposte

sociali e culturali, e si possano mettere in sinergia e a frutto le proprie esperienze come l’assistenza legale e il supporto di un Caf, organizzare la tutela dei diritti sui posti di lavoro, affrontare il nodo della questione abitativa e degli sfratti e si possa attingere all’esperienza di uno sportello ambientale”. Insomma uno spazio che operi a 360 gra-di nelle tematiche sociali e ambientali che certo sono ben strutturate nel territorio di Monselice e della bassa in generale. “Guar-dando alle esperienze maturate nell’ultimo decennio anche in questo territorio – con-

tinuano - sentiamo la necessità di operare per la costruzione di percorsi ricompositivi, capaci di articolare una proposta adeguata alla fase e alle mutazioni sociali e ambienta-li in atto. Riteniamo indispensabile un salto di qualità che faccia uscire dal particolarismo le varie realtà presenti, che riesca a coniuga-re l’inevitabile conflitto alla costruzione di progetti alternativi, che sappia intrecciare i percorsi e produrre sinergie virtuose”. Per avere maggiori informazioni è possibile vi-sitare I siti www.adlcobas.it oppure www.lasciatecirespirare.it.

Lavoro, integrazione, ambiente sono gli ambitidi azione insieme ai gruppi di acquisto solidali

Movimenti Circolo Culturale “Varalli” con Adl Cobas e “Lasciateci Respirare”

Casa dei Beni Comuni

A quattro anni dal primo Gruppo di Ac-quisto Solare è ora di tirare le somme. Il Gas, l’innovativo sistema con cui

le famiglie della bassa possono acquistare impianti fotovoltaici in sicurezza, è quasi pronto per la quinta edizione. Un complean-no carico di aspettative anche in virtù della situazione economica attuale. Complessiva-mente i quattro Gas hanno coinvolto oltre 1.000 famiglie in un percorso partecipato che ha portato all’installazione di 360 impianti solari in cui lo sportello energia, gestito da Legambiente insieme a Padova Tre, ha fornito supporto tecnico in tutte le fasi della realizzazione, per un totale di 1,1 Mwp di fotovoltaico pari a 290 impianti domestici (taglia media di 3,79 kWp cia-scuno) e 320 mq di solare termico pari a 70 impianti familiari.

Un risultato ancor più significato se confrontato con il numero complessivo degli impianti fotovoltaici realizzati dalle famiglie della bassa padovana. Nel periodo compreso fra giugno 2010 e febbraio 2013 quasi il 20% degli impianti fino a 4,5 kW di potenza entrati in funzione sono stati realizzati tramite il gruppo di acquisto. Si-gnificativo anche il risparmio per le famiglie che vi hanno aderito. Rispetto alle spese di installazione, il risparmio complessivo è stato di quasi 838.000 euro. Questo rispar-mio complessivo nelle installazioni significa una media a famiglia di 2.330 euro. Non meno importante è l’impatto economico ingenerato dai Gas sull’economia locale anche considerando il periodo di risi che il

territorio sta attraversando. Le cinque aziende, tutte con sede in

provincia di Padova, che hanno vinto le varie edizioni diventando partner dei Gas, hanno avuto un fatturato complessivo di oltre 3,6 milioni di euro. “Non meno impor-tanti sono i risvolti ambientali dei Gas – ha spiegato Federico Gianesello, responsabile del progetto per Legambiente - Consideran-do sia il solare termico che il fotovoltaico, a partire da febbraio 2013, sono oltre un milione e mezzo i kwh prodotti annualmen-te dai nostri impianti. Applicando il “mix energetico nazionale” e relativo fattore di conversione, significa 664,4 t/anno di co2 evitata. Tradotto in Tep (tonnellate di petro-lio equivalenti), corrispondono ad un rispar-mio di 1.934 barili di petrolio equivalenti in meno ogni anno. Se calcoliamo il vantaggio ambientale per tutta la durata di vita degli impianti (circa 30 anni) possiamo vedere che la co2 evitata corrisponde a 20 mila tonnellate, i barili di petrolio non consumati sono 58 mila”.

gRuPPO D’ACquISTO PER MIllE FAMIglIE

E.M.

Il quadro disegnato dalla conferenza dei sindaci dell’Ulss 17 è a dir poco dram-matico. I 39 primi cittadini, che si sono

recentemente riuniti a Monselice, hanno inviato una missiva alla Regione Veneto per evidenziare lo stato disastroso in cui versano le famiglie della bassa. Ci sono infatti mi-gliaia di situazioni di sofferenza presenti nel territorio: le famiglie che non riescono più a pagare l’affitto, le bollette, la frequenza dei servizi educativi, le visite mediche e i farmaci. Ci sono ormai 160.000 persone nella regione che hanno perso o non trovano posto di lavoro. “I Comuni sono in prima linea ad affrontare queste drammatiche situazioni – ha commentato il sindaco di Monselice, Francesco Lunghi - Perciò chiediamo alla Regione che il Fondo Regionale per l’emergen-za sociale sia lo strumento per sostenere gli enti locali nell’aiutare le famiglie a pagare il canone d’affitto, le utenze gas, luce ed acqua e per elaborare i progetti a favore delle persone in estrema povertà”. Il Consiglio Comunale monselicense ha presentato intanto una mozione affinchè l’Ulss 17 venga inserita nel registro tumori del Veneto. Un’esigen-za che nasce dall’approvazione del nuovo regolamento sul funzionamento del registro che prevede lo smantellamento del Servizio Oncologico Veneto (Iov). Pertanto il registro tumori diventa strategico se non fondamentale. “La finalità specifica del trattamento dei dati a livello epidemiologico è quella di offrire indicazioni sui fattori di rischio dei tumori – ha spiegato il primo cittadino – ma anche sugli esiti d’interventi di diagnosi precoce, delle terapie e dei percorsi diagnosticiterapeutici. Il registro rappresenta quindi uno strumento fondamentale per indagare se determinate neoplasie sono più diffuse in luoghi critici dal punto di vista dell’inquinamento ambientale, se esiste una correlazione tra l’esposizione a determinate sostanze inquinanti e l’insorgenza della neoplasia. Tutto questo per avviare una vera campagna di prevenzione primaria della malattia oncologi-ca, obiettivo cui purtroppo sono destinate, scarsa attenzione e risorse”.

sociale

la conferenza dell’uls 17 sull’aumento del disagio in famigliaallarme dei sindaci sulla povertà

E.M.

Il sindaco Francesco Lunghi

di Emanuele Masiero

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segue da pag. 1

...si stava prendendo atto della impossibilità che dalle elezioni politi-che, anticipate, si potesse arrivare alla costituzione di un nuovo governo, dunque, elezioni inutili. Il buio della politica sul buio della crisi. A ridare vita alla politica è stata la rielezione di Giorgio Napolitano, l’uomo che oggi più rappresenta nel nostro Paese, per la sua storia personale, la dignità della politica e la imprescindibilità delle istituzioni democratiche. Ridare vita, darsi una direzione per uscire dalla crisi, anche quella economica, sono stati gli obiettivi di fondo anche del nostro congresso regionale che ha avuto il suo baricentro nel tema del lavoro, il valore che più rappresenta la dignità della nostra regione ed è imprescindibile dalla sua vita sociale e civile. Esplicito il suo titolo “Il lavoro è vita, lo sai”, una citazione di John Lennon, che prosegue richiamando anche il suo contrario “senza quello esiste solo paura ed insicurezza”. Una verità, drammaticamente confer-mata dalla serie di atti disperati, suicidio compreso, di imprenditori e lavo-ratori che stanno segnando questi anni di crisi. Per riportare occupazione in Veneto, arginare la disoccupazione e recuperare quei 100mila posti di lavoro bruciati da 5 anni ininterrotti di crisi, abbiamo messo sul piatto non solo le richieste, in qualche modo scontate, verso l’alto (il governo nazionale e regionale) e verso gli altri (i politici, gli amministratori e gli imprenditori) ma anche le nostre prerogative e responsabilità di sindacato. Abbiamo precisato che per riprendere a produrre ricchezza (e quindi a ripartirla nei termini di occupazione e reddito) il sistema produttivo Veneto deve mantenere il suo cuore nel settore manifatturiero, invertendone la corsa al declino ricreando (perché c’era e non c’è più) un contesto “amico delle imprese” che sono competitive, innovative, inclusive e sostenibili.

A questi obiettivi vogliamo indirizzare la contrattazione sindacale nelle singole aziende come nel livello territoriale. Si tratta, ad esempio, di estendere gli strumenti della bilateralità (dove già eccelliamo: basti pensare alle esperienze di Solidarietà Veneto e di EBAV, tanto per citare) e di valorizzare il rapporto tra retribuzioni e competitività, una questione fondamentale questa anche per i lavoratori pubblici e la riorganizzazione della Pubblica Amministrazione. In parallelo intendiamo operare per rin-novare il sistema delle tutele sociali: quel welfare che nella nostra regione poggia su quattro mura perimetrali: il servizio pubblico (in primis il servizio Socio-Sanitario), l’azione del volontariato, la mutualità collettiva, il priva-to. Nel primo si deve intervenire per eliminarne distorsioni e ritardi che, ogni giorno di più, ne limitano l’effi cacia, l’equità, la capacità di intervenire sui nuovi disagi e povertà. Servizi per l’infanzia e applicazione della legge regionale n.30 sulla non autosuffi cienza ne sono, per noi, le priorità.

*segretaria Cisl Veneto

L’Intervento

di Franca Porto*

Il lavoro è vita, anche per il Veneto

8 Monselice88 Monselice

Il simbolo di Monselice è stato messo a dura prova. La Rocca, il colle più rappresentativo del Veneto medioevale, ha rischiato di franare rovinosamen-

te e definitivamente. Nelle scorse settimane si sono verificate più di dieci frane che hanno costretto dodici famiglie ad abbandonare le loro case. Ma dopo più di un mese di paura la situazione sembra tornare lentamente alla normalità, ammesso che così si pos-sa definire visto che nessuno potrà riportare La Rocca alla sua condizione originale. Ma almeno l’emergen-za acuta è finita nonostante ci siano ancora alcune persone sfollate e tanti lavori da fare. In questi giorni dovrebbero partire i primi cantieri, autorizzati dalla Regione per 550.000 euro.

Un momento da segnare sul calendario visto che chiude un’emergenza durata 33 giorni, che ha visto impegnati 24 ore su 24 ben 600 volontari della Pro-tezione civile della Bassa padovana. 35 le persone sfollate in totale, 25 le ordinanze emesse. “I lavori saranno articolati in due fasi. La prima, più urgente, è finalizzata a far rientrare i cittadini: la Regione ha prospettato due settimane. La seconda fase dei la-vori consisterà invece in opere di messa in sicurezza definitiva sulle due frane di via San Tommaso e via Galilei: è la prima volta che si fanno lavori di questo tipo e non semplici rattoppi”.

Tempi più lunghi si prospettano invece per le altre frane che hanno colpito il colle, per le quali al momento non ci sono finanziamenti. Una volta risolte le emergenze che riguardano le abitazioni bisognerà pensare anche alle frane in cava. Ma nel frattempo il Comune ha ordinato la riapertura al traf-fico di via Galilei e del parcheggio di via Tassello: un primo passo avanti, in attesa che anche i residenti evacuati possano tornare a casa.

L’assessore Regionale Maurizio Conte ha auto-rizzato il Genio civile a procedere con la massima

celerità possibile alla realizzazione degli interventi urgenti sul fronte nord-est del Colle della Rocca a Monselice. Lavori che permetteranno la messa in sicurezza delle abitazioni di via San Tommaso e di via Galilei, oltre a proteggere il patrimonio monu-mentale. Nel dettaglio, il Genio civile provvederà a effettuare lavori di pulizia dell’area e il taglio mirato della vegetazione, oltre a disgaggi controllati sulle pareti rocciose (ovvero distacchi controllati di massi pericolanti), consolidamenti in parete, nei punti più critici, con legature e chiodature, opere di difesa con barriere o reti paramassi e consolidamento del ciglio superiore.

L’intervento avrà dei costi tutt’altro che banali:

250.000 euro serviranno per via San Tommaso e altri 300.000 per il fronte di via Galilei. In tutto ci vorranno 10-15 giorni per operazioni preliminari all’attività di cantiere e circa due mesi per la realiz-zazione e il completamento dei lavori.

“Ora che l’emergenza acuta è finita un ringra-ziamento particolare va ai nostri volontari della Pro-tezione Civile e ai nostri vigili – ha dichiarato Lunghi - Quanto successo ha permesso di innescare un mec-canismo di controllo idrogeologico del territorio, cosa che non c’è mai stata a Monselice e ci ha consentito di coinvolgere pesantemente Regione, genio civile e forestale con un programma di risoluzione e messa in sicurezza dei fenomeni acuti”.

di Emanuele Masiero

Dall’emergenza agli interventi Dopo 33 giorni di allarme al via i lavori di sistemazione

Al capezzale della Rocca

Chiusal’emergenzaci si chiedecomesarà laRocca in futuroResta apertoancheil problemadellefamigliesfollate

Serviranno almeno 550 mila euroe circa due mesi per completarele prime opere di sistemazione

Dopo le frane

Cultura e conoscenza per sconfiggere la camorra. Questo il messaggio principale che Don Luigi Merola ha voluto lanciare durante l’incontro

“Educazione alla legalità. I giovani seme e germoglio della legalità”, organizzato dal Comune di Monselice nei giorni scorsi. Don Merola è stato protagonista del doppio incontro con la cittadinanza in cui ha anche presentato il suo ultimo libro “I bambini di Napoli”. Don Merola ha sottolineato che uno dei risvolti più pe-

ricolosi dell’attività camorristica, e delle associazioni a delinquere in generale, è lo sfruttamento dei bambini e il loro allontanamento dalle scuole. Rivolgendosi ai bambini della terza media Buggiani e ai giovani delle superiori, il sacerdote ha presentato con carisma e rea-lismo la situazione dell’Italia meridionale, in particolare quella di Napoli, sottolineando, però, come anche nella parte settentrionale della penisola si stia verificando il passaggio “dall’infiltrazione al radicamento delle cellule

malavitose”, in modo più o meno silente. Don Merola ha più volte rinnovato ai giovani presenti l’invito allo studio costante e proficuo, alla conoscenza e al sapere e ha spiegato loro come sia possibile combattere l’igno-ranza della delinquenza con la forza della cultura, a cominciare dai banchi di scuola. Il messaggio trasmesso da Don Merola non lascia spazio a dubbi: “Con la cul-tura, l’impegno e l’intelligenza si può, e si deve, fare la differenza”.

legalità Doppio incontro con la cittadinanza e i ragazzi di terza mediadon merola: “la criminalità si sconfigge con l’intelligenza”

E.M. Don Luigi Merola è stato ospite a Monselice

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Page 9: La Piazza della Bassapadovana - 2013apr n48

A Monselice è terremoto nel Partito De-mocratico. Le dimissioni del segretario Pierluigi Giaccarello e del tesoriere

Nicola Terzo hanno dato uno scossone che certo non è passato inosservato. In pole-mica con le scelte nazionali del partito, il giovane segretario cittadino ha scelto la via della contestazione.

“La sindrome autoimmune del Pd che in due giorni si è giocato Bersani e Prodi solo per consumare sulle pelle dell’Italia antichi rancori interni non mi consentiva di immaginare la mia passione politica ancora

al servizio di questo partito – ha spiegato Giaccarello - Una scelta che non è di chi getta la spugna nelle difficoltà. Come non lo feci nel 2009 dopo primarie locali vissu-te in modo analogo al recente voto per il Quirinale: allora non abbandonai il Pd ma lo condussi a sostegno di Francesco Miazzi, candidato di cui non avevo inizialmente ap-poggiato la candidatura.

A fine 2011, all’interno del direttivo di cui ho continuato a far parte, vi era un generale consenso alla mia proposta di avvicendamento in consiglio comunale

per consentire una significativa esperien-za amministrativa a due giovani come Federico Bettin e il sottoscritto (primi dei non eletti nel 2009). Ci siamo purtroppo scontrati contro l’indisponibilità degli attuali consiglieri”. Un’occasione persa per il Pd di Monselice che per una volta poteva dimo-strare di voler veramente lasciare spazio ai giovani. Giaccarello pur facendo parte del direttivo, aveva lasciato il ruolo primario di segretario. “Di fronte ad una richiesta unanime sono tornato alla guida del circolo locale in vista delle importanti scadenze

che avevamo davanti – ha continuato Giac-carello - le elezioni politiche, il congresso del partito, le amministrative del 2014. Purtroppo la prima scadenza ci ha portato a questa situazione. L’unico rimpianto è ri-servato agli amici con cui ho condiviso dal 2004 tante avventure politiche. I partiti muoiono ma queste persone restano con il patrimonio di relazioni che ne derivano.

I messaggi di assenso e solidarietà ricevuti dopo la mia scelta sono stati così tanti da farmi capire che la buona politica la fanno le persone con le loro idee, la

loro passione e determinazione”. E per il futuro? Giaccarello rappresenta certamente un personaggio importante della politica locale, giovane e dinamico. Non è escluso quindi che per le amministrative del 2014 non scenda in campo, magari in qualche forza civica.

“Non smetterò certo di lottare perché non ho un partito in nome di cui farlo – ha dichiarato - Il fronte del mio impegno rimarrà sempre lo stesso: quello dei tanti convinti che fra un anno Monselice abbia bisogno di una svolta”.

di Emanuele Masiero

Il segretario non condivide le scelte del partitosia a livello nazionale che locale e si fa sentire

Politica Dimissioni polemiche di Pierluigi Giaccarello e di Nicola Terzo

Terremoto in casa Pd

Un incontro del Partito Democratico di Monselice

Un progetto da due milioni di euro per la messa in sicurez-za idraulica del territorio di San Cosma. È un intervento di grandi proporzioni, quello approvato in via definitiva

a fine aprile da Comune e Consorzio di Bonifica. Si tratta dei lavori per deviare il corso del canale Desturello, creando un vero

e proprio nuovo corso d’acqua, parallelo all’attuale, che con-sentirà di raccogliere tutte le acque meteoriche per un regolare deflusso. Ai residenti di San Cosma è ben noto il problema degli allagamenti, che puntualmente si ripete ad ogni acquazzone. Intere strade, come via Cuora e via Deson, si ritrovano periodi-camente sotto acqua, con notevoli disagi per i residenti.

Un problema che dovrebbe scomparire quando saranno fini-ti i lavori per deviare il Desturello, con benefici non solo per San

Cosma ma anche per i territori dei comuni limitrofi.Il progetto è del Consorzio di Bonifica, che ora seguirà di-

rettamente i lavori. Il primo stralcio, che è stato approvato e ora sarà appaltato e finanziato, permetterà di bypassare tutta San Cosma. Verrà costruito un canale molto grande, di quasi 10 me-tri di ampiezza, che girerà intorno alla frazione, così che il cen-tro e numerose vie saranno protette da pioggia e allagamenti.

E.M.

due milioni di euro di lavoriper la sicurezza idraulica

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Page 10: La Piazza della Bassapadovana - 2013apr n48

Più di 500 posti di lavoro persi in due anni. Un dato, questo, che è solo la punta di un iceberg è che stato diffu-

so dagli uffici del lavoro della Provincia di Padova. E’ riferito ai saldi occupazionali del Centro per l’impiego di Este: dal 2010 al 2012 Este ha registrato una perdita di 576 posti di lavoro. Più di Montagnana (540) e Monselice (516 nel 2012, ma con un saldo di +335 nei due anni precedenti).

Si tratta perlopiù di uomini di mezza età: dei 380 lavoratori rimasti senza impie-go l’anno scorso, 206 hanno tra i 30 e i 54 anni (112 tra i 30 e i 39), 155 invece tra i 55 e i 64 (93 tra i 55 e i 59). Gli uomini doppiano le donne, 265 contro 115. Nel 2011 il saldo, in questo senso, era stato clamoroso: 155 uomini e 1 sola donna.

E se i posti di lavoro spariscono, lo svi-luppo delle nuovo realtà produttive viaggia con il freno a mano tirato: l’anno scorso il distretto di Este è stato quello con il calo maggiore di avviamenti al lavoro dipen-dente, un pessimo -10,5% (4.427 contro i

4.948 del 2011), un gradino sopra Monse-lice (-9,8%), Conselve (-9%) e Montagna-na (+8%), e comunque peggio della media provinciale (-7,1%).

Al lavoro che manca, inoltre, occorre ac-costare anche la durata esigua dei contratti: su 4.427 avviamenti, 231 hanno sottoscrit-to contratti validi per 1 giorno, 155 per 3 giorni, 128 per 7 giorni, 348 per 30 giorni, 770 per 3 mesi, 714 per 6 mesi, 892 per massimo 12 mesi. Sperare in un contratto

a tempo indeterminato, poi, è una chime-ra: gli avviamenti a tempo indeterminato, nell’Estense, hanno subito una riduzione del -11,1%, che però è la media del saldo posi-tivo al femminile (+6,3%) e della caduta a picco del maschile (-27%).

Le emorragie più pesanti si sono re-gistrate nei settori delle delle costruzioni (-91), degli apparecchi meccanici (-52), della produzione del metallo (-33) e del turismo (-31).

di Nicola Cesaro

A restare disoccupati sono soprattutto uominifra i 30 e i 54 anni, frenano anche le assunzioni

Le cifre Preoccupanti i dati degli ultimi due anni diffusi dalla Provincina

Lavoro, persi 500 posti

Nella Bassa Padovana è ermergenza lavoro

E’ Natalino Boris Furlan il nuovo presi-dente di Sesa, la società estense per i servizi ambientali. A nominare il nuovo

vertice della società di via Comuna, di cui il Comune di Este detiene il 51% delle azioni, è stato direttamente il sindaco Giancarlo Piva. Furlan, architetto di 56 anni, è consi-gliere comunale con delega alla pianificazio-ne territoriale e segretario cittadino del Pd. Succede a Mario Sandrin, rappresentante delle Civiche d’Este che ha retto le redini di Sesa per sette anni.

I due posti di consiglieri nel Cda sono invece andati a Leonardo Corso, ingegnere ambientale, 37 anni e figlio del sindaco di Baone, in lista con il Pd nelle scorse ele-zioni comunali, e a Lisa Celeghin, 48 anni, laureata in lettere, artigiana e curatrice di mostre d’arte, attuale consigliere comuna-le con le Civiche d’Este.

Il socio privato ha confermato invece i posti di Maurizio Simionato e di Angelo Mandato, attuale amministratore delegato della società. Rinnovato solo in parte il col-legio sindacale: per l’ente pubblico vi par-tecipano Fausto Furioso e Sabrina Bellin (l’unica novità), per il privato Dino Stocco.

Il nuovo assetto societario non ha trovato tutti d’accordo. L’Italia dei Valori di Este, per esempio, ha accusato Piva di non aver concertato lealmente le nomine, escludendo di fatto il partito dipietrista che era stato fedele alleato in campagna elet-torale. La Lega Nord ha invece parlato di spartizioni fatte con il “manuale Cencelli”, mentre i comitati ambientalisti del territo-

rio hanno condannato l’assenza di un loro rappresentante in consiglio. Su più fronti, inoltre, è arrivata la richiesta di ridurre il compenso agli amministratori di Sesa: ad oggi, infatti, la presidenza vale 41 mila euro annui di compenso, mentre ad ogni consigliere vanno 18 mila euro.

Non mancanole polemichesulle nominee sui compensiagli amministratori

NATAlINO FuRlAN PRESIDENTE SESA

N.C.

L’Usl 17 ha un nuovo direttore dei Servizi sociali. La nomina è infatti andata a Marta Rappo (nella foto), conselvana, vent’anni di esperienza lavorativa nell’am-

bito del sociale tutti trascorsi all’interno dell’Azienda. Il nuovo direttore è laureato in Scienze Politiche, è iscritto al Registro dei valutatori per l’accreditamento istituzionale del-la Regione Veneto e attraverso questo ruolo ha avuto modo di conoscere in modo approfondito i servizi e le numerose realtà presenti nel territorio con cui è chiamata a dialogare per conto dell’Usl 17. Nel suo curriculum ci sono anche vari incarichi di docenza presso la Scuola infermieri professionali di Piove di Sacco, corsi per educatori professionali e animatori e corsi per operatori sociosanitari.

in breve

Conselvana, vanta una lunga esperienza nel settoremarta rappo nuovo direttore dei servizi sociali dell’uls 17

N.C.

Operazione trasparenza per gli ammini-stratori comunali. Il consiglio atestino ha infatti approvato la pubblicazione

sul sito istituzionale dei proventi dei gettoni di presenza di ogni consigliere. Sul sito del Comune si potrà dunque visionare quanto percepisce ogni singolo consigliere per la sua attività politica. Il prossimo passo, almeno è quello che si auspicano in molti, sarà la pubblicazione dei redditi e della situazione patrimoniale dei consiglieri comunali, degli assessori e del sindaco. A breve dovrebbero essere pubblicati nel sito del Comune anche questi dati.

Il prossimo passo dovrebbe essere la pubblicazione dei redditioperazione trasparenza in consigliocomunale, sul sito i gettoni di presenza

N.C.

Abbandonati dal loro titolare ieri, padroni di sé stessi oggi. E’ una storia da raccontare quella della

Csd Estense, la Cooperativa sociale disoccupati nata sulle ceneri della Gs Montaggi.

I responsabili della Csd Estense sono quasi tutti ex dipendenti della Gs Montaggi, azienda letteralmente abbandonata dal titolare e lasciata piena di debiti e problemi. I lavoratori prima hanno chiesto aiuto a tutte le istituzioni, poi hanno deciso di dare vita a un’occupazione permanente del-la fabbrica. In un anno questi operai sono riusciti a far rinascere una nuova realtà lavorativa, per non sacrificare l’ennesimo capannone e soprattutto tante professionalità.

Supportati da un pool di professio-nisti e anche dal Comune di Este e dalla Provincia di Padova, i lavoratori hanno quindi messo in piedi la cooperativa.

La cooperativa offre servizi di giardinaggio, potatura, imbianchino, idraulica, carpenteria leggera, traslo-chi, sgomberi e riparazioni di bici. Per informazioni, 328-6328734. La sede lavorativa della Csd è in via Leonardo Da Vinci, quella legale in piazzale Ca’ Pesaro.

lavoro

Ampia la gamma di servizieX disoccupatiin cooperativa

N.C.

La proposta L’amministrazione comunale ci prova

Un centro per la cura della Sla di rilievo nazionale. Potrebbe essere questa la destinazione del complesso ospeda-

liero di via San Fermo, prossimo ormai alla dismissione visto l’imminente avvio del polo unico di Schiavonia. Ecco l’idea dell’ammi-nistrazione comunale: “In quell’area stiamo ipotizzando una struttura di eccellenza sul tema della riabilitazione, già inserita all’in-terno della schedatura sociosanitaria e con-cordata anche all’interno della Conferenza dei sindaci – spiega il sindaco Giancarlo Piva – Il centro sarebbe specializzato nella cura dei malati di Sla, costretti ad oggi da uscire dalla Regione per affrontare la patolo-gia. Ci sono fondazioni e privati che si sono già dimostrati interessati al progetto, molto ambizioso e difficile da portare avanti, ma in cui crediamo”.

L’idea era stata covata già durante la scorsa campagna elettorale per le ammini-strative ed era stata portata avanti in tan-dem con l’allora candidato Natalino Zoggia, già assessore comunale nella giunta di Vanni Mengotto. Chi invece ha altre idee sull’uso dei volumi di via San Fermo è la Lega Nord atestina. Spiega la consigliere co-munale Orietta Ravazzolo: “La riflessione sul futuro dell’ospedale deve iniziare dalle analisi di quali persone abbiano più neces-sità di un sostegno: non possiamo dunque non tenere conto del continuo aumento del

numero di anziani. È tempo di formulare progetti che siano a basso costo e di imme-diata realizzazione con l’obiettivo prioritario del mantenimento dell’autosufficienza bio-logica, psichica e sociale dei concittadini più a rischio”. Da qui la proposta: “Una buona parte degli spazi ospedalieri lasciati liberi può diventare un centro diurno per anziani. Un centro che non sia puro contenitore, ma spazio per attività di socializzazione con gruppi omogenei di ascolto e di ricordo del-la propria identità, di intrattenimento e di stimolazione intellettuale, di incentivazioni alla scrittura, di esercizi di ginnastica fisica. Este può diventare un laboratorio di pratiche assistenziali innovative”. Il Comune, però, ha già scartato questa ipotesi. N.C.

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Sono stati tenuti a battesimo da Mon-tagnana i dodici giovani artisti scelti per la finale di Festival Show, lo spet-

tacolo itinerante di Radio Birikina e Radio Bella&Monella che con la città murata ormai ha appuntamento fisso. La tappa montagna-nese, che si è tenuta negli ultimi giorni di aprile, ha selezionato i 12 artisti finalisti tra 30 partecipanti. Si tratta di Camilla Facina, Marco Kheper, Giorgia Spedicati, Stefano Paviani, Leonardo Dragusin, Marta Maugeri, Anna Danieli, Giulia d’Eredità, i gruppi Attika di Monselice, Euro Project di Venezia, Feed To Rage e quattro ragazze riunite in una band dal nome U.B. Dolls di Padova. Nella giuria era presente il cantante Sandro Gia-cobbe, anche se la presidenza quest’anno era affidata all’eccentrico Cristiano Malgio-glio, che tra le altre cose ha annunciato di voler girare un video proprio a Montagnana. Gli altri “specialisti” che hanno scelto i gio-vani finalisti erano Etienne Jean Marie, Fran-co Zanetti, Cristiana Sparvoli, Diego Basso e Marco Rossi. Quanto alla sfilata per la scel-ta di Miss Kaos di Montagnana, la corona della vincitrice su un totale di 14 aspiranti

modelle è stata assegnata alla veneziana Debora Manenti, di Martellago. Dopo di lei sono arrivate Costanza Jurato, Denise Robur, Fabienne Barca e Jessica Vincenzi. Alla finale nazionale della manifestazione canora ha assistito un folto pubblico, che tradizionalmente premia l’organizzazione montagnanese. L’evento, quasi sicuramen-te, tornerà nella Bassa padovana anche l’anno prossimo. E a proposito di visibilità nazionale, Montagnana ha avuto l’onore di comparire sulla copertina del mese di aprile di “Medioevo Dossier”, intitolata per l’occa-sione dal titolo “Il Medioevo nascosto”.

L’approfondimento della rivista è dedi-cato agli itinerari medievali padovani, in par-ticolare a Monselice e Montagnana, la città murata con ancora integra la cinta muraria medievale. L’autore dell’articolo la giudica “sorprendentemente intatta”. Non mancano gli errori, visto che il tiranno Ezzelino da Ro-mano viene definito umbro quando invece era di origine tedesca, ma trevigiano perché proveniente dalla Marca. Una piccolezza, comunque: resta il piacere per una visibilità inaspettata.

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Il “piccolo” turismo sta stretto a Monta-gnana. Ora la cittadina murata e il suo sindaco puntano al turismo globale,

quello dei grandi tour e dei progetti inter-nazionali di turismo. La considerazione arriva direttamente dal sindaco Loredana Borghesan, che fa il punto sul turismo nella sua città: “E’ passato il tempo del caro “piccolo è bello”, o di essere inseriti in semplici “tour tematici”. La riscoperta del nostro territorio, la possibilità di trasfor-mare Montagnana da centro di semplice interesse turistico in un nuovo elemento di sviluppo, deve partire dalla capacità di fare sistema ed essere inseriti all’interno dei grandi progetti turistici”. Gli itinerari locali, che pur giovano al turismo cittadino, non bastano.

Il modello è un po’ quello delle Terme Euganee, i cui pacchetti di benessere sono conosciuti in tutta Europa. Continua il sin-daco: “L’idea di fare sistema, di dare or-ganicità al nostro patrimonio culturale non è certo nuova e per molti potrebbe essere

ripetitivo. Ma è anche vero che allo stato attuale, se ci soffermiamo solo sulle attuali risorse, in primis economiche, parlare di turismo a Montagnana risulta essere pura utopia. Da qui la necessità vitale per que-sto settore e non solo per Montagnana, di cavalcare tutte le ipotesi possibili per porre Montagnana all’interno dell’offerta globale turistica”. La Borghesan fa degli esempi: “L’idea è quella di non accontentarci più degli itinerari locali come “Borghi e Castel-

li”, ma di provare ad accedere a circuiti più ampi. Penso alle offerte legate a “Venezia Capitale Europea della Cultura 2019”, ad una maggiore adesione degli appuntamenti del Fai con i nostri preziosi tesori, al grande circuito delle Città Bandiere Arancione del Touring Club Italiano, in cui vogliamo es-sere sempre più protagonisti. Sogni? No, assolutamente, sono realtà già imbastite e da coltivare con parsimonia, positività e amore per la nostra città”.

di Nicola Cesaro

Il sindaco Borghesan guarda ai circuiti globalia livello internazionale, come per le Terme

Le offerte L’intenzione è voltare pagina con la filosofia del “piccolo è bello”

Ambizioni per il turismo

Montagnana vuole entrare nel “giro giusto” del turismo

“Una nuova realtà e una nuo-va sensibilità stanno nascen-do: lasciamoci contagiare e

rendiamo nuova questa nostra comuni-tà”. E’ questo il messaggio lanciato da parrocchie, amministrazione comunale, scuole e associazioni durante la fiaccola-ta per la vita organizzata per domenica 12 maggio nel cuore della cittadina murata. “La città si illumina”, è questo il titolo che gli organizzatori hanno vo-luto dare all’evento, messo in piedi per fermarsi a riflettere su tutti i recenti lutti che hanno colpito la cittadina. L’ultimo, quello forse più doloroso, è stato il sui-cidio di uno studente diciassettenne. Un momento per fermarsi, certo, ma anche per stringersi e per fare cerchio attorno al dolore. Quasi un migliaio di cittadini hanno aderito all’iniziativa, una fiaccolata che ha toccato i simboli della città. Tra questi anche il municipio: “Le istituzioni hanno il dovere di comprendere il senso di disagio della comunità e le sue esigenze” ha voluto sottolineare l’assessore comunale Matteo Mantoan, chiamato a portare la voce dell’amministrazione “Non basta poter dire “io sono a posto”. Occorre ascoltare chi abbiamo a fianco e tendergli la mano. E’ nostro compito, civile e morale. Pur nel dolore degli eventi, in questi giorni una nuova realtà sta nascendo a Montagnana: lasciamoci contagiare”. Un altro momento toccante è stata la testimonianza delle suore clarisse, che hanno messo un piede fuori dalla chiesa di San Francesco per riflettere sul vero senso della vita e sul bisogno di amore e di ascolto nelle relazioni di ogni giorno. “Non siamo sognatori e sappiamo che non basta una serata a rendere una città bella, ma vogliamo iniziare da qui”, ha chiuso don Renzo Zecchin.

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Montagnana ed Este “salvano” il giudice di pace. L’ufficio diventerà unico, avrà sede ad Este e non più

anche nella cittadina murata, ma almeno la Bassa padovana non perderà questo impor-tante servizio. I sindaci Loredana Borghesan e Giancarlo Piva hanno siglato una conven-zione che permetterà agli uffici del giudice di pace di rimanere nella Bassa padovana. Entro il 29 aprile occorreva infatti inviare al Ministero di Giustizia una richiesta ufficiale che esprimesse la volontà di mantenere l’or-gano giudiziario nel territorio.

La direttiva governativa ha previsto, di-fatti, lo smantellamento degli uffici periferici di Este e Montagnana (quello di Monselice è aggregato a Padova) e il trasferimento di personale e giudici a Rovigo. Le due ammi-nistrazioni comunali hanno deciso di pren-dersi sulle spalle la responsabilità, a partire dagli oneri della questione, manifestando al Ministero l’interesse di accollarsi ogni tipo di spesa necessaria al mantenimento degli uffici nel territorio. Dunque Este e Monta-

gnana dovranno recuperare le risorse per provvedere a personale, affitto dei locali, pulizie, utente, manutenzioni e materiale di cancelleria. Il Comune di Este pagherà il 64% del totale e quello di Montagnana il rimanente 36%, per un totale di quasi 180 mila euro. La convenzione, che fissa il giudi-ce di pace nella sede atestina di via Brunelli, è stata portata nei due consigli comunali. La Borghesan e Piva, a conti ormai fatti, spera-no tuttavia di poter ricevere l’aiuto anche di altri colleghi della Bassa.

La speranza è che altri Comuni aderisca-no alla convenzione e si accollino parte delle spese, alleggerendo quindi la partecipazio-ne di Montagnana ed Este. Le adesioni, ad oggi, sono tuttavia poche. Non è escluso che, se le cose rimarranno tali, al giudice di pace potranno accedere solo i cittadini dei Comuni che hanno aderito alla convenzio-ne. L’emigrazione del giudice di pace (e del tribunale) a Rovigo era fissata per il pros-simo 13 settembre. E questo nonostante a Rovigo, paradossalmente, lo spazio per

accogliere la giustizia atestina e montagna-nese non ci sia. Adalgisa Fraccon, nuova presidentessa del tribunale di Rovigo, ha infatti commentato nelle scorse settimane: “A pieno organico ora non c’è posto fisico per giudici, aule, personale e fascicoli. L’au-mento delle competenze renderà ancora tutto più difficile”.

La stessa Fraccon ha scritto a Borghe-

san e Piva, chiedendo massima collabora-zione in questo. Al problema degli spazi si somma quello dei magistrati: con 14 mila procedimenti pendenti e un incremento no-tevole del lavoro, per il civile a Rovigo non sono previsti arrivi di giudici, mentre per il penale ci si dovrà accontentare di un’altra figura fissa e di un altro, che tuttavia sarà impegnato solamente su un procedimento.

di Nicola Cesaro

I sindaci hanno siglato la convenzione per mantenere l’ufficiocon una spesa di 180 mila euro

Accordo Este - Montagnana Dopo la riorganizzazione degli uffici giudiziari una positiva novità

“Salvato” il giudice di pace

Un’aula del Tribunale di Este, ormai prossimo alla chiusura

Il Piedibus…prende piede. Il “pas-saggio” sicuro per andare a scuola è sbarcato anche a Casale di Scodosia

ed Urbana. Nella prima settimana di maggio sono infatti partite due espe-rienze che hanno coinvolto ben 150 bambini e una quarantina di genitori. A Urbana i quattro percorsi che si snodano attraverso il paese verso la scuola hanno visto in cammino oltre 60 bambini e 20 genitori. Per tre giorni la settimana (lu-nedì, mercoledì e venerdì) i bimbi invece che utilizzare la macchina verranno ac-compagnati dai genitori, ognuno dal pro-prio capolinea, per raggiungere in com-pagnia e allegria la scuola camminando. Non è da meno Casale di Scodosia: qui l’iniziativa si limiterà ad un solo giorno settimanale. Poco meno di 90 bambini e 20 genitori hanno attraversato i quattro percorsi paesani che portano alle scuole comunali.

Dal mese di settembre il progetto verrà ampliato ad altri giorni della set-timana. E’ invece ormai un’esperienza consolidata il Piedibus di Montagnana: in particolare quello dell’educandato San Benedetto, che a inizio anno ha ricevuto anche un premio dall’ammini-strazione comunale.

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vIAGGIO IN PROvINcIAPADOvA

Sta diventando sempre più realtà la fusione dei trasporti locali ed extra provinciali della Provincia di Padova. E’ datata 29 gennaio 2013 infatti la lettera d’intenti che

mira a creare una partnership tra i vari enti ed aziende che si occupano dei servizi di trasporto e che ha visto coinvolti i sindaci di Padova, Venezia e l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiano e alcune settimane fa si è tenuto l’incontro che ha definito le varie operazioni e le tem-pistiche che andranno a scandire le fasi dell’accorpamento tra Actv, Aps e Busitalia.

Ultime importanti novità sono arrivate ad aprile quando è stato ufficializzato il fatto che molti degli autobus di Busi-talia (ex Sita) non arriveranno più in centro ma si fermeran-no al capolinea del tram che aumenterà la frequenza delle corse da 8 a 5 minuti. Una prima importante conseguenza della fusione che andrà a coinvolgere tutte le tratte dei bus, sia quelle che provengono dal nord della provincia che quelle che provengono dal sud. In definitiva tutte le corse che attualmente partono dai capolinea di Candiana, Agna e Bagnoli di Sopra non arriveranno più al capolinea vicino alla stazione ma si fermeranno al capolinea del tram situato a pochi metri dalla tangenziale al quartiere Guizza così come le corse provenienti da Trebaseleghe, Tombolo e Galliera si fermeranno al capolinea di Pontevigodarzere.

Per sopperire all’inevitabile disagio che questo cambia-

mento porterà nella quotidianità dei viaggiatori verrà anche introdotto il biglietto integrato, che molto probabilmente prenderà il nome da altre realtà simili esistenti in Italia come Napoli e tutta la regione Campania, che si chiamerà “Padova Unico”. Tale biglietto sarà disponibile, ovviamente con fasce di prezzo diverse, in varie tipologie di durata che spazieranno dai 90 ai 140 minuti, per supplire a tutte le necessità di sposta-mento. Grande è il dubbio sull’effetti-va efficienza e capacità di affrontare il grande flusso di pendolari che ogni giorno si recano in città, sia lavoratori che studenti, da parte del tram, che già ad oggi, solo con gli spostamenti cittadini viaggia sempre pieno e a poco sono servite le rassicurazioni da parte delle istituzioni sull’aumento della frequenza senza contare l’ef-fettivo disagio che questa scelta porterà a livello di tempo di raggiungimento del punto preciso in città.

Fin dalla sottoscrizione della lettera di intenti i sindacati territoriali si sono dimostrati favorevoli alla fusione “purché porti degli effettivi miglioramenti”. Dalla lettera ufficiale diramata in merito dalle segreterie provinciali dei maggio-ri sindacati si legge infatti “Riteniamo che l’integrazione acqua-gomma-ferro, servizi urbani ed extraurbani possa con-sentire l’efficienza del servizio, il potenziamento dell’offer-

ta, un netto miglioramento della qualità a bordo e a terra.” Con un successivo incentivo a coinvolgere anche le provincie limitrofe come Treviso e Rovigo (che già sarà coinvolta nel progetto in un secondo momento).

Per quanto riguarda le tempistiche l’accorpamento l’o-peratività del progetto dovrebbe svilupparsi attraverso due

step, che andranno quindi a scandire anche a livello temporale le varie fasi del passaggio. Il primo step dovrebbe portare entro luglio alla fusione fra Aps e Busitalia mentre il secondo step ve-drà la fusione fra questa nuova realtà e Avm e verrà realizzato secondo le

ipotesi entro fine 2013. Secondo le ipotesi delle autorità coinvolte questa fusione dovrebbe portare ad una com-petitività a livello nazionale dei trasporti pubblici e la loro gestione proprio perché andrà a coinvolgere delle realtà già molto importanti che collegano zone strategiche per il tessuto industriale e imprenditoriale del Veneto. L’obiettivo è sicuramente quello di una maggiore efficienza, obiettivo irrinunciabile vista la quantità di persone che sempre più scelgono di spostarsi con autobus e tram anziché con l’auto propria e quelle che da anni subiscono disagi a causa del cattivo funzionamento dei mezzi e della loro mancata in-terconnessione.

di Martina Celegato

Spicca la novità: alcune corse di Busitalia non arriveranno in centro ma al capolinea del tram

I servizi a Padova e Provincia La difficile partita della fusione fra società

Trasporto pubblicouna “rivoluzione” a metà Alcune linee

BusItalia sifermerannoal capolineadel tram allaGuizza e aPontevigodar-zere

Il primo problema è quello del crollo dei consumi, dichiara il Presidente di Confesercenti Padova Nicola Rossi: tra

tasse varie, aumento dei servizi e crisi oc-cupazionale negli ultimi 5 anni ( dall’inizio della crisi) si sono persi quasi 20 punti percentuali nella capacità di spesa delle famiglie padovane. Il secondo problema è lo strapotere dei colossi della grande distri-buzione, continua Rossi, non solo si è riem-pito (con la compiacenza di tanti sindaci) il territorio di mega centri commerciali, di ipermercati e di outlet ma nel 2012 per completare l’opera si è regalato alla gran-de distribuzione la deregolamentazione degli orari di apertura con il risultato di avere ulteriormente impoverito il sistema commerciale del territorio. La sfida oggi non è più tra grande distribuzione e negozi ma bensì tra sistemi distributivi e ludici, tra centri commerciali e sistema città.

Confesercenti Padova

crollano i consuminegozi in affanno

E’ stato presentato durante l’ultima edizione dello Smau a Padova il programma formativo roadshow di If, ossia il Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Padova, partito lo scorso 17 aprile che mira ad una formazione trasversale per utilizzare

al meglio gli strumenti di comunicazione digitale e che prende il nome di “i-Economy- new media per il business”. Stefania Brogin, presidente di IF ha spiegato come “il nostro road show sulla I-Economy, l’economia basata su tablet e smartphone che sta diventando cruciale, è la nostra attività formativa di punta per il 2013. Le oltre 100 imprenditrici che hanno partecipato al 1°incontro testimoniano che l’argomento è sentito e che siamo in sintonia con ciò che chiedono le imprenditrici oggi”. Il programma formativo in itinere, visto che i vari incontri non avranno

un’unica sede ma si sposteranno di volta in volta andando a coinvolgere le varie sedi locali, presenta un calendario di 8 incontri in ognuno dei quali verrà trattato un tema di attualità e aiuterà comprendere al meglio delle tematiche e tecnologie sempre più indispensabili per essere competutivi nel mercato e all’avanguardia per la propria proposta commerciale. Dall’utilizzo dei Social Network per lavoro, fino all’uso dell’Ipad e dell’Iphone come strumenti di business, tutte le tematiche verranno sviscerate tenendo però sempre in primo piano le peculiarità della zona in cui si opera e si lavora. Dopo il primo incontro tenutosi il 17 marzo i seminari si articoleranno con cadenza settimanale per concludersi il 19 giugno, incontro di chiusura, in cui verranno analizzate le potenzialità dell’Ipad nelle reti di vendita. M.C.

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V E N E Z I A - M E S T R E - PA D O VA - R O V I G O

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17171717Spazi Aperti

Il leone, poi l’antilope, lo struzzo e l’ippopotamo a meno di non trovarci in Africa, ci troviamo dentro ad uno zoo. Quest’ultima è la risposta giusta è oltre a questi animali

ce ne sono molti altri al parco faunistico Val Corba di Poz-zonovo nel cuore delle Bassa Padovana ma non si tratta di uno zoo. I proprietari ci tengono a precisare che non si tratta di un’esposizione di animali, il parco faunistico è invece uno strumento nato per insegnare il rispetto della natura in tutte le sue forme. I lavori necessari per fornire una un habitat il più possibile confortevole per le spe-cie ospitate sono durati ben 10 anni, i ricoveri, i recinti gli spazi sono stati pensati e progettati appositamente per ogni una di esse. E dal 2000, quando sono stati aperti i cancelli del parco ai visitatori, ogni angolo allestito ha cominciato a vivere in simbiosi con la campagna circostante. Il verde è il colore predominante, la fauna non è il solo aspetto al quale si è dato risalto, grande spazio è stato dato alla flora incorniciando il percorso con alberi e piante che garantiscono la privacy anche agli stessi animali. Non ci sono gabbie, ci sono spazi ai quali e possibile affacciarsi da

dietro un vetro garantendo la massima discrezione nel farsi vedere e dagli animali nell’essere visti. Se qualcuno di loro mancherà all’appuntamento con il visitatore, non è un limite del parco è invece un diritto che deve essere riconosciuto agli amici ospitati nel parco: “Anche loro – spiegano gli ac-compagnatori - possono andare incontro a forme di stress

come accade alle star o ai vip con-tinuamente inseguite dai fotografi. Quindi innanzi tutto il parco informa del rispetto necessario nell’approcciar-si agli animali, con l’auspicio che que-sto possa trasformarsi nella consape-volezza che il futuro della “natura”

dipende esclusivamente dai nostri piccoli gesti quotidiani. Del resto all’interno dei 200.000 metri quadrati del parco e tra i 220 animali, di circa 70 specie diverse, ospitati, l’occa-sione di un incontro davvero esclusivo si propone di certo. La proposta del parco, ovviamente, è rivolta alle famiglie con attività didattiche rivolte ai più piccoli per far conoscere loro tutte le curiosità del mondo animale e l’importanza della biodiversità. Anche per le scuole sono a disposizione pac-chetti didattici, legati a diversi temi, comprensivi di percorsi

educativi e laboratori che consentono l’osservazione ma anche la possibilità di maneggiare reperti animali, giocare in modo creativo in modo da entrare in contatto con il mondo naturale nel modo più adeguato possibile per un bambino. Insomma si tratta di una risorsa per il territorio e di una risorsa anche per gli animali. Qualche anno fa infatti, qual-cuno ricorderà l’episodio del quale ne parlò anche Striscia la notizia, vennero sequestrati alla mafia una leopardo e una pantera tenuti in condizioni a dir poco tragiche, bene: i due felini hanno trovato casa qui e oggi si sono completamente ristabiliti. “Nessuno ci ringraziò per quel gesto – spiega il proprietario del parco Andrea Mazzonetti – noi ci sperava-mo ma è andata così”. Parlare di aiuto agli animali, tuttavia, per la famiglia Mazzonetti potrebbe risultare riduttivo, certo in anni passati ha aderito a progetti per la salvaguardia dell’orso marsicano ma oggi è impegnata a sostenere an-

che le persone meno fortunate. “Qualche anno fa – spiega Andrea – abbiamo conosciuto un Padre Canossiano, si chia-ma Pierantonio Valente, e da alcuni anni è in India (Vasai) e segue un progetto (denominato ASHADEEP) per aiutare i bambini del luogo a studiare. Lui dice che lì c’è “fame di scuola” e noi siamo qui a pensare su come rendere piacevoli ed educative la gite scolastiche dei nostri bambini. Noi non siamo un ente caritatevole, non ci occupiamo di volontariato e non raccogliamo fondi, ma una mano al nostro caro amico Pierantonio (e ai suoi amici indiani) ci è parso giusto darla darla. Da allora terremo una corrispondenza con Pierantonio e pubblicheremo le sue mail, le foto e tutto il materiale che ci viene inviato in modo da rendere noto il suo progetto alle scolaresche, con l’auspicio di far riflettere anche i più giovani che spesso considerano la scuola come un peso e non come un’opportunità”.

Negli ultimi 10 anni il parco si è reso disponibile per aiutare gli animali ma anche le persone

Luoghi da conoscere A Stroppare di Pozzonovo, nel cuore della bassa

Val Corba, il parco che aiuta a conoscere

Le classi in visita e alcuni degli animali ospitati nel parco di Stroppare di Pozzonovo

200.000 metri quadrati, 220 animali di circa 70 specie diverse

Un polmone verde per riqualificare l’area ospedaliera di Padova in vista del suo trasferimento, un veicolo elettrico au-

toguidato capace di rivoluzionare la mobilità, una comunicazione fresca e accattivante per valorizzare l’area naturale Palazzina a Pieve di Curtarolo.

Sono i tre progetti vincitori della sesta edizione del Concorso di idee “Territorio per Azioni” promosso da Confindustria Padova e Camera di Commercio di Padova, nato per stimolare la partecipazione attiva di studenti universitari e professionisti alla valorizzazione del territorio, elaborando modelli di sviluppo innovativi ed eco-sostenibili. Progetti fattibili, corredati di planimetrie e piani di lavoro detta-gliati, a disposizione di enti e istituzioni. Sedici i lavori presentati dai team composti da 40 studenti dell’Ateneo di Padova (Dipartimento di ingegneria civile, edile e ambientale - DI-CEA), dello IUAV di Venezia (facoltà di archi-tettura e design), dell’istituto di formazione superiore Irigem di Rosà (Vi) e da 37 studi di architettura.

Entusiasta per la qualità dei progetti Enri-co Berto, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Padova: “Si tratta di soluzioni originali, creative e fattibili che partono dai veri fabbisogni delle comunità. Con Territorio per Azioni sollecitiamo giovani e professionisti a mettere in circolo le idee e sentirsi parte attiva nel progettare il futuro del territorio in chiave sostenibile. I loro progetti dettagliati sono da oggi a disposizione di enti e amministrazioni, pronti per essere adottati, segno di una proget-tazione partecipata che le imprese vogliono

incoraggiare”.Per la categoria “progettare il territorio”

ha vinto il progetto “Padova: un nuovo polmo-ne verde” realizzato da Ilaria Fantin, 24 anni di Cittadella, Giovanna Marchioro, 25 anni di Dolo, Angela Martini e Silvia Tarallo, 24 anni di Padova. Le studentesse, al quinto anno di ingegneria edile-architettura all’Università di Padova, hanno valorizzato l’attuale area ospedaliera di Padova in vista del prossimo trasferimento. Al centro una “Green Belt” che segue il perimetro della città per un museo di Padova all’aria aperta. La proposta è creare un “polmone verde” con 5 macroaree La riqualificazione prevede una nuova linea di metrobus.

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18 Mondo scuola181818 Mondo scuola

La crisi entra fra i corridoi scolastici non solo per essere analizzata e studiata ma anche a livello concreto. Su scala

nazionale moltissimi saranno gli alunni delle scuole superiori che non partiranno per le gite scolastiche e in molte scuole addirittu-ra si sono eliminate le uscite dalla classe per evitare discriminazioni e per scarsa partecipa-zione a causa dei costi elevati.

Da quello che emerge dallo studio dell’Osservatorio Turistico del Touring Club Italiano quest’anno nemmeno uno studente su tre partirà con la classe, ben un 20% in meno rispetto a ai 930mila che sono partiti nel corso dell’anno scolastico 2011/2012. Le gite scolastiche hanno sempre rappresen-

tato un ottimo momento di socializzazione e cultura, un diversivo alla vita di classe e alla formazione tradizionale. Come si è ar-rivati quindi a questa drastica situazione?

Sicuramente le cause che hanno por-tato alla scelta di non aderire o addirittura non proporre le gite scolastiche sono di di-versa natura e vanno ricercate sia all’interno della situazione socio

economica che stiamo vivendo sia al partico-lare ambito dell’istruzione e dei docenti che vi operano. La crisi ha portato le famiglie a non poter più affrontare una spesa così alta, innalzatasi anche in seguito al rincaro dei viaggi di studio, motivi per cui molte scuo-le hanno deciso di non proporre più viaggi all’estero o prettamente ludici ovviando su

scampagnate ed escursioni naturalistiche, in molti casi anche in giornata.

A Padova e provincia molte sono le classi che hanno scelto i Colli Euganei o escursioni all’Orto Botanico e Musei citta-dini, tagliando quindi le spese sia per il per-nottamento che per lo spostamento.

La seconda causa che ha portato a que-sta situazione è invece da ricercarsi, come segnala sempre la ricer-ca del Touring club, fra i docenti che non si vedono più riconosciuta l’indennità per le uscite con i ragazzi. La mancanza di questo incentivo e la pesante responsabilità e stress a cui i docenti vengono sottoposti durante le uscite scolastiche ha fatto crescere a dismi-sura i docenti che non si rendono più dispo-

nibili spingendo alcuni istituti a eliminare le uscite del tutto o a orientarsi, come già visto verso destinazioni raggiungibili in giornata e senza necessità di pernottamenti o pasti fuo-ri. I costi per una gita scolastica sono senza

dubbio impattanti per le famiglie, come del resto lo sono sempre stati, anche se in tempi di crisi questa spesa sembra inaffrontabile, in particolar modo per

le uscite di più giorni che sono sempre state prerogativa delle quarte e quinte classi delle scuole superiori.

Cinque o sei giorni fuori porta possono costare ad alunno fino a 400 euro e se a questi si aggiungono le spese di equipaggia-mento, a volte considerevoli per escursioni sulla neve o soggiorni sportivi, la gita può

venire a costare fino a 700-800 euro ad alunno.

Per molte destinazioni inoltre l’utilizzo dell’aereo è fondamentale, e l’incertezza vigente fino all’ultimo costringe ad acqui-stare biglietti costosi ai quali si devono ag-giungere i costi di bagaglio e navetta per raggiungere l’hotel.

Per le poche classi che riescono ad orga-nizzare la gita all’estero cambiano quindi le destinazioni: se fino a pochi anni fa’ Londra e Barcellona erano il sogno degli studenti delle scuole superiori padovane il rincaro dei prezzi, fra i 400 e 500 euro ad alunno per cinque giorni, ha fatto tornare in voga negli ultimi due anni mete più vicine e raggiungi-bili in pullman come Praga e Berlino che ad una stima finale arrivano a costare anche 100-150 euro in meno ad alunno e sono molto meno costose per vitto e alloggio.

Anche le scuole padovane preferiscono mete“casalinghe”, meglio se nell’arco della giornata

Viaggi di istruzione Quasi il 20% in meno gli studenti coinvolti

Costi e crisi cancellanole gite dal calendario

Una scolaresca in gita a Venezia, una delle mete più gettonateperché richiedere appena un giorno e una spesa contenuta

Gli insegnanti scelgono i colliEuganei, oppurei musei cittadinie l’Orto Botanico

di Martina Celegato

Sempre di piùle famiglie chenon si possonopermettere una spesa troppo alta

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Con 11 anni su e giù dai palchi, 800 concerti all’attivo le Anime in Plexiglass sono leader indiscussi delle cover band

locali e continuano a spopolare come e più degli esordi. Grande passione, la testa ben salda per terra e un cantante che nella voce supera l’originale: Nicola Zampieri.

La band nasce da una vecchia pro-messa fra amici. Da dove nasce invece la tua passione per le performance live?

“La passione nasce dal live stesso. Da ti-mido all’inizio significava dovermi vergogna-re come un cane e affrontare complimenti ma anche giudizi e critiche. Fortunatamente la prima cosa che ti arriva addosso sul palco è “godimento allo stato puro”, che con adrena-lina e autostima formano una vera e propria droga e quando smetti devi fare i conti con la crisi d’astinenza che è sempre una gran battaglia. Insomma...questa passione non è altro che la consapevolezza di star bene là mentre fai quello che ami fare. Noi, prima di essere componenti di un gruppo, siamo persone che si vogliono parecchio bene tra di loro e questo è molto importante...altrimenti i problemi li porti inevitabilmente sul palco. Quando ci divertiamo tra di noi, si diverte an-che il pubblico ed escono belle serate”.

Spopolate ormai da più di 10 anni, come te lo spieghi?

“Eh...sinceramente non me la so spiega-re, anche se ci provo. Credo derivi dal fatto che lo facciamo come passione e dalla scelta di un cantautore molto amato e presente. Spero duri il più possibile, ma credo viaggi in parallelo con la nostra voglia di divertirci e con la presenza di Ligabue. Quando si è in ascesa è tutto bello, poi arriva la discesa, per ora vivo bene il periodo. Sicuramente ci sono stati miglioramenti sia a livello tecnico e mu-sicale, ci siamo impegnati mettendo del no-stro meglio, che scenico, in particolare dopo l’arrivo di Mauro Cattelani al basso, due anni fa, che ha portato uno scossone scenografico e artistico”.

Come influisce questo successo nella quotidianità?

“Non passi inosservato ma le persone si limitano a salutarti e chiederti dei concerti. Mi è capitata la richiesta di fare una foto e lì sinceramente sono diventato di tutti i colori, non ne sono abituato. Non siamo vip siamo semplicemente musicisti locali....tutto qui! Per il resto, tutto è com’è sempre stato!”

Come conciliate lavoro e musica? Come vi preparate?

“Ci prepariamo prima di ogni stagione, con prove prima dell’inverno e dell’estate. Poi smettiamo e le prove le facciamo nei live. Di noi 5 persone su 6 hanno un lavoro che non c’entra con la musica. Beviamo tanti caffè... e dormiamo quando possiamo. Fin-ché il fisico tiene....avanti sempre!”.

Hai mai pensato di dedicarti solo ed esclusivamente alla musica?

“Finché posso tengo la musica come passione, anche perché è ..di un altro arti-sta!”.

Ci sarà un seguito alla tua esperienza da cantautore?

“Due anni fa ho inciso un demo con tre miei brani, prodotti e arrangiati con Max Cottafavi e suonati da un gruppo di musicisti scelti da me, alcuni delle Anime e altri no. Una bella squadra che non intendo cambia-re e che mi ha dato molte soddisfazioni. In quei brani ho messo la mia voce originale, quella che nessuno sente con le Anime. Ora continuo a scrivere e produrre canzoni, molto presto uscirò con altri brani inediti, alcuni di quest’ ultimo anno e altri un po’ più vecchiot-ti”.

Qual è il concerto che ha dato il via al vostro successo? Quello che ricordi con

di Martina Celegato

Musica Intervista a Nicola Zampieri, leader delle “Anime in Plexiglass”, la band conta oltre 800 concerti

Quando il “live” diventa consapevolezza

Nicola Zampieri

più piacere? Quello che invece non ti è proprio piaciuto?

“Il concerto che ha dato il via a tutto è stato senza dubbio quello del 3 luglio 2003 ad Arre, quella sera ho effettivamente capito che stavo facendo una cosa che amavo fare, che avrei voluto farla per sempre e mi ha anche sfiorato il pensiero di sentirmi molto fortunato. Sono tanti i concerti che ricordo con piacere, ma le prime serate passate con i musicisti di Ligabue siano state speciali. Ci sono stati concerti che non ricordo con piace-re ma quasi sempre per colpa nostra e non di altri.”

Se dovessi dare un nome, chi sarebbe la persona che maggiormente vi ha so-stenuto quando ancora non eravate così noti?

“Sai, una delle cose più belle per uno che fa questo “mestiere”, è conoscere un sacco di belle persone che viaggiano con te per un po’ poi le perdi e ne trovi delle altre. Ma è l’ordine naturale delle cose, ci sono si-tuazioni che ti appassionano e le vivi finché non si consuma qualcosa. Poi ci sono quelli che non demordono, che stringono con te una sincera amicizia e vengono a vederti. Potrei fare più di un nome a partire dai miei

genitori e da chi ha sempre messo il cuore per noi ossia Enrico Zatta più volte ospite sul palco nelle vesti di “Mario” il barista”.

Che ne pensi dei reality musicali? Hai mai pensato di partecipare?

“Semplicemente le cose cambiano e si evolvono. Ero un po’ scettico sui programmi tv che ti fanno diventare famoso prima di di-mostrare cosa sai fare. Da sempre sono fan di chi bussa alle porte con i demo in mano ma purtroppo quei tempi sono passati. Pa-zienza....ci si adatterà!”.

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21212121cultura provinciale

L’arte come linguaggio universale, che consente l’incontro e il dialogo tra culture e sensibilità diverse. A partire dal 1 giugno

e fino al 20 agosto, Padova sarà teatro del colloquio inedito tra due maestri della scultura contemporanea, che animerà diversi spazi citta-dini: le opere di Novello Finotti, artista italiano, originario di Verona, costituiranno assieme a quelle di Kim Young Won, scultore coreano, il materiale espositivo che darà vita alla mostra “Scultori a confronto nella città di Padova”, organizzata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Padova - Musei Civici, con il patroci-nio dell’Ambasciata della Repubblica di Corea e della Regione del Veneto.

Una mostra diffusa, che si articolerà lungo un percorso all’aperto tra le bellezze cittadine, generando una sorta di scambio e fusione tra l’opera e il luogo che la ospita. Le sculture esposte saranno quaranta in totale, tra quel-le di grandi dimensioni collocate soprattutto all’esterno e altre più piccole che troveranno collocazione negli spazi per esposizioni tempo-ranee di Palazzo Zuckermann. Ci sono opere

che pesano oltre una tonnellata, mentre alcune sono alte oltre i due metri. Non sarà perciò dif-ficile trovarsi faccia a faccia con l’arte di Finotti e Kim Young- Won, che con la sua imponente eleganza abbraccia Padova nei siti di maggior interesse culturale.

Il punto di partenza del percorso artistico sarà in via VIII Febbraio, davanti al Municipio, dove si potranno ammirare le prime sculture. Poi si proseguirà con una camminata di una decina di minuti per arrivare all’altro snodo della mostra: i musei civici di piazza Eremitani e gli spazi circostanti vicini alla Cappella affre-scata da Giotto. Le sculture saranno collocate nei giardini e nel chiostro del museo, oltre che all’interno del vicino Palazzo Zuckermann.

Una sezione della mostra troverà colloca-zione nella Galleria d’arte La Teca, all’interno della quale verranno esposte circa venti opere - marmi e bronzi - di piccola dimensione. Filo rosso di questo percorso saranno i temi della vita e del movimento, declinati da Finotti e Kim Young -Won, attraverso i loro personali linguag-gi, che guideranno il visitatore attraverso una

riscoperta della città come luogo dell’interiorità. Non a caso saranno esposte sculture che

raccontano l’uomo e l’equilibrio tra esistenza e aldilà: dalle varie sfaccettature del tema

“Shadow e shadow” e “Gravity Nongravity ”di Kim Young- Won alle “Compenetrazioni” e “Anatomico che cammina” di Finotti, per citarne alcune.

colloquio inedito tra le opere di Novello Finotti, veronese, e quelle del coreano Kim Yuong-Won

L’esposizione Dal primo giugno al 20 agosto la città ospita le opere di due grandi artisti contemporanei

I grandi della scultura a Padova

Le opere di Finotti e di Young Won nella locandina della mostra

Il giovedì il rito padovano si trasferisce a Palazzo Zuckermann, dove incontra l’arte e la cultura. Quattro percorsi

tematici guidati consentiranno alla cittadinanza di scoprire altrettante sezioni delle raccolte artistiche e numismatiche conservate in questa sede dei Musei Civici. Al termine delle visite verrà offerto un aperitivo. Il primo appuntamento è giovedì 23 maggio: Elisabetta Gastaldi guiderà i visitatori attraverso l’evoluzione del mobilio dal Medioevo all’Ottocento. Giovedì 30 maggio sarà la volta delle opere di Pietro Magni nella collezione del Museo Bottacin, illustrate da Valeria Vettorato. Gli ultimi due appuntamenti, giovedì 7 e 14 giugno, saranno dedicati rispettivamente ai gioielli delle collezioni Trieste e Sartori Piovene e al ritratto nelle monete rinascimentali italiane. Un pezzo di storia che si racconta.

appuntamenti

L.O.

Allo Zuckermannincontro arte-cultura

Palazzo Zuckermanndi laura Organte

A Padova fino al 30 giugno Quattro sezioni espositive in altrettante sedi

Una mostra svela il nastro che unisce Padova e Rovigo all’antico Egitto: un nastro d’acqua che lega le terre vene-

te al Nilo, un filo azzurro che apre le porte alla scoperta. A cura di Paola Zanovello ed Emanuele M. Ciampini, l’evento espositi-vo sarà visitabile fino al 30 giugno, e si ar-ticola in quattro sezioni per altrettante sedi: all’Orto Botanico sarà ospitata la sezione “Esplorando l’Egitto: viaggio nella cultura egizia”, mentre ai Musei Civici agli Eremi-tani si potrà visitare quella dedicata a “ Il Veneto e l’Egitto nell’antichità: relazione e scambi” e, al Pedrocchi, “L’Egittomania a Padova”. Al Museo dei Grandi Fiumi di Ro-vigo fino al 16 giugno sarà inoltre in esposi-zione la sezione “L’Egitto all’Accademia dei Concordi di Rovigo”. Con l’occasione verrà poi riallestita e sarà visitabile la sezione egizia del Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte in palazzo Liviano , cui si aggiun-gerà una sezione dedicata a “Lo scavo e la ricerca archeologica patavina in Egitto”. La mostra rappresenta un’occasione unica per conoscere le tappe. Le modalità e i risultati di un’indagine scientifica sulle orme di uno studio realmente seguito da un’équipe di studiosi delle Università di Padova e Vene-zia nei diversi musei del nostro territorio, af-fiancati dal personale e dalle strutture della

Regione del Veneto.Nata dai primi interessi del padovano

Belzoni, del rodigino Valsé Pantellini e dalle indagini condotte, all’inizio del Novecento, dal professor Carlo Anti dell’ateneo patavi-no, la ricerca continua oggi nell’ambito del progetto EgittoVeneto, coordinato dall’Uni-versità degli Studi di Padova (prof.ssa Paola Zanovello, Archeologia delle Province Roma-ne) e dall’Università Ca’ Foscari di Venezia (prof. Emanuele Ciampini, Egittologia), che ha come fine la conoscenza e la progres-

siva valorizzazione dell’ingente patrimonio egittologico ed egittizzante conservato in Veneto. Egitto Veneto è sostenuto dalla Fon-dazione Cassa di Risparmio di Padova e Ro-vigo che lo ha selezionato fra i vincitori del “Bando Progetti di Eccellenza”. L’emozione della scoperta, l’attenzione verso il passato e la ricostruzione di un mondo perduto per-metteranno quindi di far riaffiorare gli stra-ordinari reperti dell’antica civiltà egiziana dall’ombra dei depositi ad una nuova luce.

Quel filo rosso che uniscela città all’antico Egitto

Il frammento di un rilievo raffigurante un volto maschile

L.O.

eventi e mostre

gRANDE musIcA IN mAcEllODura fino al 13 giugno al seconda edizione del Macello Festival. Il festival sarà anima-to anche quest’anno da performance musicali di grande livello nazionale e internazio-nale che non mancheranno di realizzare il tutto esaurito. Tra i nomi di maggior spicco l’islandese Ólafur Arnalds, i Diaframma, con i Litfiba una delle band più note della new wave italiana e il duo statunitense A Hawk and a Hacksaw. La manifestazione è organizzata da La mela di Newton in collaborazione con Pulse e Movement, e realizza-ta con il contributo e l’attiva partecipazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova.

chIARA gAlIAZZO A PIAZZOlASarà a Piazzola sul Brenta la prima vera esibizione live di Chiara Galiazzo, che sarà sul prestigioso palco dell’Hydrogen Festival sabato 29 giugno. L’artista padovana si è imposta, dopo X-Factor, non solo per la sua voce straordinaria, che le è valsa la benedizione di Mina e di Ornella Vanoni, ma anche per una personalità semplice e spontanea, che l’ha resa sin dall’inizio un personaggio amato dal pubblico. Chiara farà pochi concerti in Italia, forse solo 5, come una grande star. Non poteva ovviamente mancare Padova, sua città natale, dove la Galiazzo terrà un concerto speciale.

cANtIERE D’ARtE AmbIENtAlETorna anche quest’anno, dal 26 maggio 23 giugno all’Ex Macello di via Cornaro, l’appuntamento con la manifestazione eco-sostenibile “Riciclarti cantiere d’arte ambientale”, un contenitore artistico e cul-turale che promuove un dialogo fra l’uomo e l’ambiente attraverso l’arte contempo-ranea e il design. Per l’edizione del 2013 l’evento diventa Biennale Internazionale affermando sempre di più la sua importan-za a livello sociale e culturale.

a cura di Laura Organte

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E’ un’ascesa senza fine. Andrea Borgato, 40 anni, residente a So-lesino, ha fatto l’abitudine al primo

gradino del podio e anche nei campionati italiani assoluti di tennis tavolo per diversa-mente abili ha portato a casa una medaglia d’oro. Andrea, campione nazionale, porta il vessillo della bassa padovana. Primo in Italia, quarto in Europa e ottavo nel mon-do. Uno di quelli che il ping pong ce l’ha nel sangue. Un gladiatore che affronta ogni sfida deciso a combattere fino all’ultimo istante. Negli ultimi campionati italiani, che si sono tenuti a Lignano Sabbiadoro in apri-le, Andrea ha stravinto mettendo in mostra il meglio della sua forma, anche grazie ad una nuova tecnica di allenamento. Il cam-pione, che normalmente si allena nella pa-lestra dell’associazione H81 di Vicenza, ha aggiunto una giornata in più di allenamento in una palestra atestina per garantirsi una forma fisica migliore a vantaggio della luci-dità durante le sfide ufficiali. Una strategia che ha già dato i suoi frutti vista la medaglia d’oro. “Ormai è da novembre che mi alleno 3 volte a settimana con regolarità e costan-za – ha spiegato Andrea – A marzo avevo preso un bronzo in team con l’amico Mar-co Pizzurro e sapevo che avrei potuto fare bene a Lignano. E’ stata una sfida difficile, ma è servita anche a capire il mio attuale li-vello di preparazione”. Andrea ha disputato le olimpiadi portando il vessillo azzurro per il tennis tavolo, dove ha mancato per poco

una medaglia. Ma ora la concentrazione è tutta puntata sugli europei. “A maggio ci sono i campionati open in Slovenia e Slo-vacchia propedeutici per la qualificazione ai mondiali 2014 di Pechino – ha continuato – Mentre a settembre ci saranno gli euro-pei. Attualmente sono molto contento e sen-to di avere buonissime possibilità di farcela a piazzarmi bene”. Andrea è più che mai deciso ad ottenere risultati d’eccellenza. Un obiettivo possibile anche grazie a sessioni di allenamento molto dure: riscaldamento con qualche scambio e poi schemi di par-tita. Acasa continua con un po’ di lavoro ai pesi elastici, bastoni di legno e attrezzi vari. Ovviamente ha pure un tavolo da ping-pong per provare servizi per un’oretta o due. E per i mondiali?”Sarà dura, ma certo non demordo. I primi 4-5 atleti nella classifica mondiale sono ancora un gradino più avanti di me, ma in passato sono riuscito a battere il campione olimpico quindi niente è scritto. Di certo continuerò ad allenarmi duramente. Davanti a me ho ancora tante gare”.

TENNIS TAvOlO. Duro allenamento per l’atleta diversamente abileandrea borgato di trionfo in trionfosi prepara alla sfida degli europei

Emanuele Masiero

LO SPORT in PRIMO PIANOin PRIMO PIANO

Le Lupe nella storia. Il Fila San Martino di Lupari è la prima squadra padovana a partecipare alla serie A/1, il massimo

campionato della pallacanestro femminile. La squadra allenata da coach Larry Abignente ha guadagnato la massima serie vincendo la sfida playoff di A/2 contro il Sanga Mi-lano. La storica promozione è arrivata dopo un campionato trionfale, che ha visto le Lupe chiudere la stagione regolare al secondo po-sto (dietro la corazzata dell’Umana Reyer Venezia, l’altra promossa del girone) ed eliminare poi ai playoff l’Interclub Muggia e il Delser Udine. L’epilogo finale con le mene-ghine si è concluso con la doppia vittoria del Fila, 70-62 in casa (dopo due tempi supple-mentari) e 56-62 al PalaGiordani di Milano. Come già ribadito, è la prima volta che una padovana mette il piede in serie A/1. Anche nei fasti della palla a spicchi rosa patavina, il Thermal Abano di Giorgio Leone e il Padova ’81 allenato da Roberto Bosello si dovettero accontentare della seconda serie nazionale.

Per la società luparense del presidentissimo Francesco Cordiano è il coronamento di un progetto che ha visto, tra le altre cose, la vit-toria dello scudetto Under 17 e l’inserimento nella prima squadra, che oggi si è guadagna-ta la serie A, di numerose atlete cresciute nel vivaio. Su tutte la capitana Valentina Stoppa, che ha seguito il Fila dalla serie C alla A, e di Alessia Cattapan.

Questo il roster delle neopromosse: So-phia Costacurta, Sara Scappin, Maria Giulia Pegoraro, Marta Granzotto, Alessia Cattapan,

Valentina Stoppa, Erika Aleotti, Martina San-dri, Lea Jagodic, Beatrice Mognon, Marianna Morao, Giulia Fassina, Veronica Carlan, Ma-ria Luisa Sbrissa, Gloria Artuso. Allenatore: Gianluca Abignente. Vice: Francesco Nasato. Presidente: Francesco Cordiano. Il basket rosa padovano, inoltre, festeggia un altro traguar-do: la Pallacanestro Cadelfa ha infatti stacca-to il pass per le finali nazionali in programma dal 10 al 16 maggio a Mosciano Sant’Angelo (Teramo). La squadra patavina è allenata da Alberto Antonello e Marco Volpato.

Le “Lupe” volano in A/1volley

Battendo con un perentorio 3-0 la Casual volley, dentro alla magica atmosfera del pa-lazzetto dello sport di Bagnoli, assiepato in ogni ordine di posto, lAsd Volley Arre ha conquistato matematicamente la promozione in serie “D”. “Siamo felici e orgogliosi

– ha detto il presidente Matteo D’Anna – coroniamo un sogno e ora possiamo dire che grazie al volley abbiamo fatto sognare tante persone che con la loro presenza ci hanno regalato una cornice da grandi palcoscenici”. La neopromossa società nasce nel 2008-2009 da una collaborazione tra il volley Arre del presidente D’Anna e Asd Giovani 2000 di Bagnoli presieduto da Luisa Bozza. Il sodalizio è cresciuto con il contributo di Renato Zanin, titolare della ZR impianti e grazie alla forte volontà, di dare voce a questa società, da parte degli assessorati allo sport di Arre e Bagnoli. Una sinergia vincente che ha formato un gruppo eccezionale, spinto dalla grande competenza e professionalità del tecnico Luca Traversi che ha scritto una pagina indelebile nella storia del volley della bassa Padovana. Presidente Matteo D’Anna; presidente Giovani 2000 Luisa Bozza; vice presidente Roberto Banzato; segretario Elia Ruzzarin; consiglieri: Gloria Barbato, Anna Barbierato, Eleonora Bianzale, Monia Sguotti, Davide Gomiero. Gli atleti: Luca Vegro, Stefano Sattin, Paolo Roncon, Riccardo Gregolin, Nicola Siviero, Mattia Voltan, Massimiliano Costa, Alessandro Vino, Paolo Marcheluzzo, Nicola Brunoro, Diego Gallocchio, Simone Berto, Mauro Manfrin, Davide Caldon, Francesco Scalfari, Davide Bottaro. Allenatore Luca Traversi.

e’ matematico, la serie dè una realtà per l’asd arre

Walter Lotto

Pallacanestro femminile Fila San Martino di Lupari prima padovana ad arrivarci

di Nicola Cesaro

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IL vENETOin PRIMO PIANO

E’ possibile in un momento storico in cui in Italia non si fa che invocare la cresci-ta perchè l’economia possa riprendere,

il Pil a salire e i disoccupati trovare lavoro considerare seriamente l’utilità delle teorie e pratiche della Decrescita felice?

Soprattutto in un territorio come il Ve-neto che, solo pochi anni fa, ha realizzato la propria fortuna con una rete di piccole e medie imprese famigliari, la questione è ancora più difficile. Sull’altare del pro-gresso, della produzione e della ricchezza i veneti, laboriosi e creativi, hanno sacrifi-cato tutto: dal territorio all’agricoltura. Poi, in pochissimo tempo, hanno visto franare il miracolo economico che avevano costru-ito: la famosa locomotiva del Nord-Est si è bloccata sul binario e non riparte nonostante tutto. Difficile accetta-re che probabilmente non ripartirà mai più, almeno così come l’a-vevano conosciuta.

In molti stanno ragionando su quale po-trà essere il modello di sviluppo del futuro e in questo modello sono tante le parole in cui la Decrescita può essere intesa e coniugata.

Per esempio la tutela del territorio è una di queste e addirittura le associazioni di categoria la invocano, proprio loro che solo pochi anni fa chiedevano più terra per i loro capannoni.

Già lo scorso anno, infatti, Confcom-mercio, Confartigianato, Confindustria e Confcooperative Veneto hanno lanciato una campagna il cui slogan è “basta sprecare territorio!”. L’obiettivo era proprio impe-gnare la Regione ad affermare un modello di sviluppo basato non più sul consumo di suolo, ma sulla valorizzazione e rivitalizza-zione delle città e dei territori.

“Come denunciato da Cia-Confederazio-ne italiana agricoltori – spiega la senatrice del Pd Laura Puppato – nel nostro Paese il settore primario ha dovuto rinunciare solo negli ultimi dieci anni a quasi 2 milioni di ettari, una superficie pari all’intera regione del Veneto. Terra che assorbiva acqua piova-na che oggi scivola invece veloce su km di

asfalto e cemento, per poi fermarsi da qual-che parte con un urto tremendo e produce disastri. In Veneto, poi, si è costruito ovunque e oggi il vero obiettivo

è, prima di tutto fermare lo scempio e poi riconvertendo ciò che c’è. Se si continua a costruire ai ritmi odierni tra vent’anni fare-mo i conti con un consumo di suolo superio-re ai 70 ettari al giorno, mettendo a rischio un patrimonio paesaggistico di inestimabile valore e rischiando la non autosufficienza alimentare”.

E’ talmente grave la situazione che

esattamente un anno fa li Parlamento Europeo ha approvato la relazione “Stop Cemento 2050”, con cui ha previsto di azzerare la cementificazione dei terreni agricoli entro il 2050.

In linea con quanto detto, la giunta re-gionale ha adottato un Piano del Territorio denso di vincoli che prevede che in campa-gna venga dato il via libera solo a ristruttu-razioni mentre la città avrà la possibilità di svilupparsi in altezza. Un piano all’insegna della decrescita tanto che Marino Zorzato, assessore regionale all’Urbanistica ricono-sce che se avesse “presentato un piano di sviluppo come questo prima della crisi eco-nomica mi venivano a prendere a casa”!

Il nuovo piano di sviluppo guarda in prospettiva tenendo condo della futura e sperata ripresa economica. “Allora – assicu-ra Zorzato - sarà molto più semplice riutiliz-zare le vecchie strutture industriali dismesse e più difficile consumare nuovo territorio”.

Il Movimento per la Decrescita Felice del Veneto ha accolto con favore le iniziati-ve delle associazioni di categoria che hanno spinto per questo risultato. “La interpretia-mo come un segno dei tempi – hanno spie-gato in una nota - La Campagna lanciata dalle associazioni degli industriali, commer-cianti, artigiani e cooperative del Veneto, regione disseminata di capannoni industriali e in cui molte zone sono state rovinate e stravolte dalla speculazione edilizia, è il

di germana urbani

Decrescita per virtù e per necessitàStop al cemento, avanti la riconversione con la tutela del verde e delle campagne. A parlare non è Legambiente ma la Regione veneto

Negli ultimi 10 anni cementati tanti ettari quanto l’intero veneto

Sfide al colosso liberal-produttivista

segno che una nuova consapevolezza sta maturando e forse siamo di fronte a quel cambio di paradigma culturale cui come MDF stiamo lavorando da anni”.

Il movimento per la decrescita pensa anche al lavoro e propone al mondo im-prenditoriale e politico di spostare la priorità della crescita del Pil alla crescita di occupa-zione in lavori utili.

“E’ una proposta concreta – dicono dal MDF - Bisogna solo cambiare le prio-rità partendo dalla consapevolezza che è convenienza di tutti investire subito le poche risorse disponibili in molte migliaia

di piccoli e micro cantieri e solo successi-vamente, eventualmente, in grandi opere infrastrutturali. I micro cantieri dovrebbero riguardare in primo luogo l’efficientamento energetico degli edifici pubblici e privati, le bonifiche ambientali e la messa in sicurezza del territorio rispetto agli eventi catastrofici. In progetti come questi potrebbero venire impiegati migliaia di lavoratori che aumen-terebbero il loro reddito. Con una grande opera, invece, magari finanziata con il debi-to, guadagnerebbero molto le solite grandi imprese di costruzione”.

Da sinistra: Laura Pieppato e Marino Zorzato

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25252525Il veneto in primo piano

“Il progetto di decrescita non propone una semplice riduzione dei consumi, ma un nuovo modo di inten-dere i rapporti tra gli esseri umani e tra questi e il

loro ambiente, con particolare attenzione alla gestione del-le risorse naturali, esauribili o comunque alterabili. Quando queste risorse sono indispensabili per la vita di ogni essere umano, vanno considerate “beni comuni” non privatizzabili, per garantirne l’accesso a tutti, come applicazione del diritto alla vita”. A dirlo è Gianni Tamino, biologo padovano e pre-sidente dell’Associazione per la decrescita del triveneto che spiega così alcuni dei principi cardine del movimento per la Decrescita. Secondo gli studiosi e gli economisti che credono nella necessità di rallentare e cambiare stile di vita questa cri-si ha come origine proprio l’economia del consumismo, che porta inevitabilmente all’esaurimento delle risorse. Occorre svoltare e scegliere la via della sostenibilità per creare nuovi

posti di lavoro e nuova economia. E in Veneto sono già tanti coloro che l’hanno capito. Un dato su tutti deve far pensare. La facoltà universitaria che cresce di più in numeri di iscrizione è agraria. Perché il mondo dell’agricoltura è oggi in grande fermento, soprattutto in Veneto. Sono moltissime, infatti, le aziende agricole che stanno puntando su qualità dei prodotti, spesso abbracciando il biologico, e vendita al dettaglio di frut-ta e verdura. Alcune vanno talmente bene, anche in questi tempi di crisi, che cercano disperatamente della terra in cui espandere la propria attività e non la trovano facilmente! An-che l’esperienza dei gruppi d’acquisto solidali cresce sempre di più nella nostra regione: la gente ordina al contadino gli ortag-gi che gli servono risparmiando. Allo stesso tempo il contadino guadagna molto di più che vendere la verdura all’ingrosso. Sono scelte virtuose che, guidate da associazioni come le Acli o la Coldiretti, stanno prendendo piede ad un ritmo impensa-

bile fino a qualche anno fa. Altri fenomeni molto interessanti, sempre legati all’agricoltura, sono ad esempio le associazioni che cercano, piantano, scambiano i semi antichi e si battono per la tutela della biodiversità. In Veneto è molto attiva Rete semi rurali ( semirurali.net) e la bellunese Coltivarcondividen-do (coltivarcondividendo.blogspot.it) che organizzano fiere di sementi antiche, mostre-scambio e seminari di studio. Certo l’agricoltura di qualità va tutelata, soprattutto dalle multina-zionali a cui la Decrescita non va proprio a genio. Qualche mese fa una sentenza della Corte Europea, unitamente a una fortissima pressione svolta dalle multinazionali sementiere su-gli organi comunitari, ha di fatto dato “via libera” alla coltiva-zione di alcune varietà di Organismi Geneticamente Modificati (le famigerate sementi Frankenstein) anche in quelle Nazioni in cui erano banditi. “Abbiamo esposto alla regione Veneto – riferisce il portavoce del Gruppo Coltivare Condividendo – le

forti preoccupazioni legate al rischio che fra poche settimane anche la nostra Terra venga stuprata da semine di mais OGM Monsanto. Cio’ metterebbe a serio rischio il nostro patrimonio di biodiversità. Infatti è acclarato che gli OGM contaminano le altre varietà di mais, e quindi le varietà tipiche di mais Sponcio, Storo, Cinquantino, Fiorentin, Marano, Bianco Perla e molte altre sono in serio pericolo. Ci ha molto rincuorato sentire che la Regione e l’assessore sono decisamente contrari agli ogm e si sono già attivati, nella conferenza Stato Regioni per chiedere l’adozione della clausola di salvaguardia”.

di germana urbani

Decrescita non significa recessione

Saremo felici con l’equilibrio uomo-natura Alexander Langer, il padre del pensiero ecologista diceva che “La conversione ecologica potrà affermarsi solo se apparirà socialmente desiderabile”

esperienze

C’è già chi, con grande ingegno, ha trovato tra i principi della decrescita l’idea giusta per un’impresa economicamente vantaggiosa e allo stesso tempo green. A Padova, l’intuizione ecologica di un gruppetto di giovani univer-

sitari ha dato vita ad una avviata officina ciclomeccanica dove riparano biciclette, insegnando anche a cambiarsi da sé un pedale, un freno, una ruota. Qui le biciclette arrivano in tre modi: “Abbiamo una convenzione con l’Esu – spiega Matteo Lenzi dell’associazione che gestisce l’impresa – che, a fine anno accademico, ci permette di fare pulizia nelle rastrelliere delle residenze universitarie recuperando le carcasse abbandonate dagli studenti che, altrimenti, andrebbero al macero. Inoltre, chi co-

nosce la ciclofficina sa che ogni tipo di rottame è bene accetto e, al momento di svuotare garage e cantine, si ricorda di noi. Infine, la cooperativa Mani tese, con le sue periodiche raccolte del ferro, ci tiene da parte i materiali più utili senza smaltirli”. Nel tempo il gruppetto è cresciuto e ha pure diversificato e ampliato la propria attività offrendo anche corsi: dalla sartoria all’artigianato creativo. Alla base di tutto sta l’idea del riutilizzo intelligente. “Con il nostro lavoro pensavamo di contribuire a ridurre i rifiuti – racconta Lenzi – ma poi le cose sono maturate da sole e, in questo momen-to di difficoltà economiche, molti partecipano alle iniziative della Mente comune per imparare a risparmiare attraverso il riutilizzo e le riparazioni fai da te”. Esiste da anni

ormai, sempre a Padova, un progetto che mette insieme informatica e disabilità e che si basa sul recupero e riutilizzo di vecchi computer definiti “obsoleti” dall’utenza consumer e l’utilizzo degli stessi con software liberi tipo Linux. Le macchine recupera-te sono messe a disposizione di persone disabili che ne abbiano la necessità. Il pro-getto coniuga solidarietà e decrescita ma non solo. Gli obiettivi sono molteplici e oltre al recupero e al riutilizzo è meritoria l’attività di formazione di persone con disabilità all’uso autonomo della tecnologia informatica, spaziando su più sistemi operativi e su diversi software applicativi di editoria elettronica e la creazione di un punto d’incontro accessibile (Compupoint Disabili) dove trovare alcuni computer per le proprie attività.

dal rifiuto al lavoro: l’idea giusta contro la crisi

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26 Il veneto in primo piano262626 Il veneto in primo piano

Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat circa un milione di famiglie in Italia sono com-pletamente prive di reddito. Molte altre,

invece, vivono l’incertezza del momento, vitti-me dell’instabilità economica generale che im-pedisce loro di fare progetti a lunga scadenza.

Per tutti questi motivi, probabilmente, sono molti coloro che a tutt’oggi non hanno an-cora prenotato le vacanze. Mancano all’appello anche gli stranieri che se non prenoteranno nei prossimi giorni, per il turismo veneto potrebbe essere davvero un anno orribile. Gli albergatori della costa veneziana, infatti, lanciano un grido d’allarme molto serio. Secondo una stima pru-denziale, infatti, se il trend delle prenotazioni alberghiere resterà simile a quello dei primi tre mesi dell’anno, a fine stagione si potrebbe re-gistrare un -15% sull’anno scorso in tema di prenotazioni alberghiere complessive. Un dato preoccupante riguarda le prenotazioni dei tu-risti italiani che fino a metà aprile erano quasi pari allo zero.

La situazione rispecchia un andamento generale che investe tutta l’Italia: l’andamento dei pernottamenti del primo trimestre 2013 segna -4,4%, per gli stranieri +3,7% con una flessione complessiva dell’1%. A fronte di tale scenario Marco Michielli, presidente di Federal-berghi Veneto, ha lanciato un appello ai primi cittadini delle località turistiche e ha chiesto di “riconsiderare la tassa di soggiorno in questo ‘annus horribilis’ del turismo italiano”. “Si regi-stra una situazione ampiamente prevista, dove l’assenza degli italiani si fa sentire - commenta Michielli - Dobbiamo considerare che non esi-ste azienda al mondo che possa riposizionare sul mercato il 50% della propria clientela in 2 anni. Un plauso va ai colleghi delle spiagge che

stanno lavorando sul fronte della promozione e della fidelizzazione dei propri clienti, ma i mi-racoli purtroppo non li fa nessuno. L’altro dato assolutamente preoccupante e’ che le strutture partiranno con almeno 2-3 unita’ di lavoratori in meno ciascuna in attesa di vedere gli sviluppi della stagione. Quindi, dati i circa 1000 alber-ghi della costa, si possono considerare fra le 2 e le 3mila le unita’ lavorative che non troveranno occupazione almeno a inizio stagione, con le conseguenze che si possono immaginare”. Una tendenza che si registra in tutta Italia dove nei primi tre mesi del 2013 l’occupazione negli alberghi e’ calata del 4,7%. Nel 2012 il dato finale e’ stato pari al -3% ma quest’anno andrà peggio. Già nel primo trimestre del 2013 i lavo-ratori a tempo indeterminato sono diminuiti del 3,8% e quelli a tempo determinato del 6,1%. Eppure gli imprenditori fanno la loro parte abbattendo i prezzi e mantenendo i servizi di sempre, creando indotto e mettendosi in gioco ogni giorno sul piano organizzativo con idee

di germana urbani

Stesso copione dalla montagna al mare, dal lago alle terme. La villeggiatura quando c’è dura poco e i pernottamenti sono in strutture a basso costo

Tempo di vacanze

Turismo allo stremo: prenotazioni in forte calo

Tra le nuove tendenze c’è il ritorno a far visita ai parenti lontani con buona pace della privacy

Il turismo è uno dei settori economici più importanti sia a livello regionale che a livello nazionale. Operatori e politici veneti sono concordi sul fatto che attuare strategie di crescita sia necessario non solo per il settore in sé ma anche per dare una mano al

Paese. Secondo un’indagine del Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica (Ciset) di Ca’ Foscari relativa al 2011, il turismo ha generato in Veneto un fatturato di 11 miliardi di euro e rappresenta l’8,2% del Pil regionale, il 13% dei consumi interni e mezzo milione di unità di lavoro. Si tratta di un fatturato che vale tre volte e mezzo quello dell’agricoltura, tre volte e mezzo quello dell’alimentare, tre volte il fatturato del tessile e abbigliamento, il 54% dell’intero fatturato regionale del commercio. Ma non è tutto. In termini di occupazione, il turismo dà lavoro in Veneto al 15% sul totale degli occupati e copre il 10,5% di tutti gli addetti al turismo d’Italia. Va anche sottolineata la trasversalità del turismo rispetto all’economia veneta, dove il Pil turistico è dato da una molteplicità di settori, non dai soli alberghi e ristoranti. Questi ultimi, infatti, rappresenta-no il 30% del Pil turistico, dove il commercio incide per il 17,1%, la locazione di fabbricati il 15,3% l’agroalimentare il 9,5%, l’artigianato il 7,7% le attività culturali e ricreative il 6,7%, i trasporti il 6,5%. “Il Veneto conserva il suo appeal mondiale come regione ospitale e terra del bello, del buono e dell’accoglienza - sottolinea Marino Finozzi, asses-sore regionale al turismo che, nel corso della Borsa Italiana del Turismo, ha salutato con orgoglio il primato del Veneto tra le regioni italiane proprio in questo settore. Nel 2012, nonostante la crisi generale, la regione si è confermata prima Regione turistica d’Italia con 62.351.657 presenze, delle quali il 64,8% di ospiti stranieri, e 15.818.525 arrivi, dei quali il 64,7% stranieri. “Anche se, in questo quadro sostanzialmente luminoso per un’annata critica come quella trascorsa, i numeri confermano la pesante crisi economica che morde sempre più gli italiani, che si riflette sulla capacità di spesa delle famiglie. Perciò, per far ripartire il settore occorre che gli operatori diminuiscano i prezzi”.

uN TuRISTA Su SEI SCEglIE Il vENETO

nuove che possano attrarre nuova clientela. A Bibione, per esempio, quest’anno apriranno i «Pet hotel», dedicati agli animali da compagnia che avranno accesso all’albergo, spazi verdi de-dicati, tappetino e ciotola in spiaggia. La politica dei prezzi, poi, iniziata già con le vacanze di Pasqua, sta dando qualche risultato solo nei centri storici maggiori e città d’arte come Vene-zia e Verona, mentre Treviso e Padova, dove gli alberghi risultano, in base a uno studio di Hotel Price Index, i meno cari d’Italia, le prenotazioni sono state pochissime. Pasqua e ponti primave-rili non sono stati all’altezza delle aspettative neanche per il lago di Garda, dove si è perso circa il 50-60% di presenze rispetto alla Pasqua degli anni scorsi e così negli hotel delle località termali di Abano e Montegrotto. Se l’estate rispecchierà queste tendenze anche uno dei po-chissimi settori che finora aveva retto almeno in parte alla grande depressione. E’ vero però che non bisogna disperare perchè, se dall’estero oc-corre prenotare vacanze con largo anticipo, gli italiani spesso si decidono all’ultimo momento, specie di questi tempi. Inoltre, spiace dirlo per il settore alberghiero, sempre più spesso scel-gono di pernottare in B&B, appartamento o campeggio dove i soggiorni risultano in genere molto più lunghi. Secondo i dati dell’osservato-rio regionale, negli alberghi al mare si permane

in media quattro notti che diventano nove per l’extralberghiero; anche in montagna il periodo si raddoppia da circa quattro a otto notti, ma si notano notevoli differenze anche nelle località affacciate sul lago di Garda (da 3,6 a 6,4) e nelle città d’arte (da 2 a 3,5). Alle terme la situazione si presenta invece ribaltata con una notte in più per la permanenza media negli alberghi, complici le rilassanti Spa.

Torna poi di gran moda la vacanza “in famiglia”, molto in voga negli anni del do-poguerra e abbandonata man mano che il benessere riempiva i portafogli. Sono mol-tissime le persone che, non volendo rinun-ciare alla villeggiatura, scelgono di visitare qualche parente che abita in altre regioni e che, magari, ha una bella camera per gli ospiti. Un favore che poi si ricambia volen-tieri rinunciando ad un po’ di libertà e di privacy per godersi per un po’ un orizzonte diverso da quello di casa.

E val la pena di approfittare di amici e conoscenti con case vacanza che fino ad oggi rimanevano chiuse per la maggior parte dell’anno. Oggi – a fronte di un pic-colo un contributo per pagare l’Imu sulla seconda casa - potrebbero volentieri darvi le chiavi per godere dei loro beni.

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1998 e presso l’Università degli Studi di Ferrara nell’a.a. 2005-2006, ha frequentato numerosi corsi di approfondimento e congressi nazio-nali ed internazionali di Conservativa dentale ed Endodonzia. Si occupa quotidianamente di Conservativa estetica e funzionale, Endodon-zia, Paradontologia e Chirurgia orale.

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“Au s p i c o che il ministro

comprenda appie-no come, per ogni potenziale posto di lavoro in una centrale così inquinante, se ne perdano de-cine di altri in settori altrettanto importanti per l’economia. Certamente ci vuole uno sviluppo forte per dare maggiore autono-mia energetica, ma la strada da prendere è quella dell’efficienza energetica e delle rinnovabili, che proprio nella Regione Ve-neto avevano e mantengono una consi-stente base produttiva. Non si comprende neppure bene – ha aggiunto - l’utilità di una centrale di quelle dimensioni quando la potenza gia’ installata nel nostro paese è pari al doppio della domanda registrata nel momento di picco massimo. L’Italia ha bisogno di politiche industriali, ma queste devono essere orientate alla sostenibilità, alla tutela dell’ambiente, alla valorizzazio-ne del nostro maggiore patrimonio’’.

Stella bianchi, responsabile ambiente del Pd “le centrali non aumentano l’occupazione”

L’opinioneL’opinione

“Non è

un’e-mergenza per il Veneto. Non è questo di cui hanno bisogno le nostre azien-de e il nostro terziario. Ha fatto bene Zanonato a dire che vuole esaminare la questione e parlarne con i vertici dell’Enel. L’azienda che, lo ricordiamo, forse anche per il surplus energetico attuale (l’Italia dispone di energia in eccesso, vista la crisi economica, ed aumenta le sue riserve) ha congelato gli investimenti per Porto Tolle: non c’è una domanda di energia tale da giustificare l’urgenza dell’operazione. Noi siamo per lo sviluppo e per l’innovazione, dobbiamo guardare al futuro, sostenibile e responsabile.

Chiediamo al ministro Zanonato di dare immediate risposte alle emergenze di adesso, non certo di perseguire un pro-getto trito e ritrito, che darà qualche limi-tato e temporaneo frutto, fra anni. Sulla questione - conclude Pipitone - abbiamo sempre ritenuto che la riconversione a carbone della centrale fosse una scelta sbagliata, che darà un colpo mortale al territorio. Sarà inutile per rilanciare l’e-conomia veneta e tantomeno quella del basso Polesine, che avrebbe invece biso-gno di investire su pesca, turismo, agri-coltura tipica. Quelle sì scelte giuste per creare sviluppo duraturo e nuovi posti di lavoro, non quelli effimeri per i cantieri del carbone”.

Antonio Pipitone, Italia dei valori“la centrale non è una priorità per veneto”

Il nuovo governo Letta parte dal veneto per il rilancio dello sviluppo economico. Un’origine inevitabile visto che il ministro competente è Flavio Zanonato. Appena ottenuto l’incarico,

infatti, l’ex sindaco di Padova, esponente del Partito Democrati-co, ha deciso di cominciare proprio dalla sua regione per prendere i primi appunti e segnarsi le priorità da inserire nell’agenda per i prossimi mesi. “Il veneto – ha spiegato il neo ministro – è anco-ra la locomotiva d’Italia e se continuerà a trainare, sicuramente contribuirà a portare fuori dalla crisi il Paese. Quindi, fare gli inte-ressi dei veneti non significa fare gli interessi di una parte degli italiani, è invece un modo per prendere in mano il destino dell’I-talia”. Dal canto suo il presidente Luca Zaia durante l’incontro ci ha messo un attimo a tradurre in veneto ciò che significa fare gli interessi dei veneti, ossia tornare a produrre. “La locomotiva d’Italia – ha spiegato – deve avere il carburante per funzionare. Chiamatelo gas, chiamatelo carbone ma serve energia alle aziende”. Energia che secondo il governatore potrebbe arriva-re direttamente da Porto Tolle e da qui l’appello rivolto al neoministro, affinché interceda presso l’Enel per sbloccare la situazione. Che avrebbero fatto desistere Enel dall’investire in Polesine. In proposito, infatti, va ricordato che per l’impianto polesano esiste da qualche anno un progetto di riconversione a carbone, un investimento di circa 2,5 miliardi che secondo i vertici del colosso dell’energia creerebbe diverse migliaia di posti di lavoro, almeno per tre anni. La specificazione temporale è riferita al fatto che nel novero dei lavori da svolgere c’è anche lo smantellamento dell’attuale impianto a oli vegetali e la costruzione del nuovo, con il funzionamento a regime inve-ce, per il quale in via ipotetica sono previsti tre anni, i posti di lavoro scenderanno. Il progetto tuttavia ha incontrato non poche difficoltà, soprattutto lungaggini legate alle autorizzazioni che inevitabilmente sono legate all’impatto ambientale. Certo è che alla causa non ha sicuramente giovato il rinvio a giudizio dal Gup di Rovigo, Manuela Fasolato, di alcuni esponenti di primo piano di Enel per “omissione dolosa di cautele contro disastri e infortuni sul lavoro, in concorso”. Il rinvio a giudizio ha investito in pieno i vertici della centrale in servizio tra il 1998 ed il 2009. Tra i

nomi spiccano quello dell’amministratore delegato, Fulvio Conti e quelli degli ex Franco Tato’ e Paolo Scaroni assieme ad altre sette persone tra funzionari Enel ed ex direttori della centrale polesana. Insomma la centrale negli anni ha fatto parecchio discutere nel Polesine che tra le altre ambizioni coltiva anche quella turistica, visto che qui lo sbocco a mare dei due più grandi fiumi italiani ha creato un paesaggio da fotografare e un Ente Parco che finalmen-te sembrerebbe in animo di farsi tutore del territorio. A proposito: è ancora sotto giudizio l’approvazione del Piano ambientale, arrivata dopo 15 anni dall’istituzione del Parco. Il tempo, del resto, in spazi così aperti come quelli del Delta sembra scorrere più lentamente ma tutto questo tempo il neo ministro non ce l’ha, il governo Letta è appeso ad un filo e molti di coloro che ne fanno parte non hanno fatto mistero di essere disposti ad usare le forbici con disinvoltura. L’esecutivo in carica non è stato fatto

per durare e il navigato Zanonato sa che in questi casi è opportuno centrare obbiettivi significativi per rendere visi-bile il proprio operato. L’ex sindaco di Padova, dunque, non ha battuto ciglio all’invito di Zaia di adoperarsi per la riconversione a carbone e si è detto

ben disponibile ad intercedere presso l’Enel. Tra le altre priorità concordate con Zaia c’è anche l’ospedale di Padova e la defisca-lizzazione delle opere pubbliche immediatamente “cantierabili”, tuttavia è sulla centrale che sono arrivate le maggiori critiche ai due politici veneti, soprattutto, era facile prevederlo, dagli am-bientalisti.

Secondo Greenpeace, infatti, la volontà di rilanciare il proget-to della conversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle ‘’e’ sbagliata e regressiva e dimostrerebbe la perfetta continuità, in materia d’energia, dell’attuale governo con gli esecutivi Ber-lusconi e Monti. E’ la spia - spiega l’associazione - di una stra-tegia industriale vecchia, che non modernizzerà il Paese e che, semmai, ne consoliderà la dipendenza energetica. Una centrale a carbone a Porto Tolle vorrebbe solo dire un ulteriore peggiora-mento della qualità dell’aria nella Pianura Padana, già oggi l’area più insalubre in Europa, con gravi costi sanitari, enormi emissioni di gas serra e, non ultimo, benefici occupazionali largamente

inferiori a quelli che si otterrebbero con uguali investimenti in energie pulite’’. Greenpeace stima che investendo i 2,5 miliardi di euro previsti da Enel per il carbone a Porto Tolle su un mix di fotovoltaico ed eolico si avrebbero ricadute occupazionali almeno 3 volte superiori. Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace ha ricordato che il progetto di riconversione è stato già bocciato dal Consiglio di Stato. “Se an-cora se ne parla – ha precisato – è perché è stato recuperato grazie a ben due leggi ad “aziendam”, una di Berlusconi e una di Zaia, frutto delle opache attività di lobby dell’Enel’’. Greenpeace ha affermato di essere pronta a dimostrare, ‘’dati dell’Univer-sita’ di Stoccarda alla mano, come quel progetto causerebbe, su base annua, danni economici fino a 240 milioni di euro e una mortalità prematura stimata in 85 casi’’. Come sempre più spesso accade, se su uno dei due piatti della bilancia c’è la salute, oppure l’ambiente sull’altro c’è il lavoro. ‘’Siamo 220 lavora-tori e almeno 2.000 famiglie che aspettano il progetto Enel a carbone: queste sarebbero senza la riconversione le reali ‘morti premature’, non l’algoritmo di Greenpeace che non ha nessuna prova sanitaria’’. E’ stato il commento provenuto dal comitato dei lavoratori. ‘’Greenpeace dimostra di non sapere niente sulla formazione del prezzo dell’energia elettrica e sulla necessita’ per l’Italia di ridurre i prezzi per imprese e famiglie, che sono superiori rispetto a quelli degli altri Paesi europei che usano quote di carbone doppie rispetto all’Italia e che in più hanno anche il nucleare’’.

Quale futuro, dunque, per la centrale? Finora sono state prese decisioni come si prendono gli schiaffi.

di Mauro gambin

Politica Ha fatto molto discutere il recente incontro del neo ministro con il governatore

Zaia e Zanonato vedono lo sviluppo nella centraleTre le priorità concordate, la riconversione a carbone dell’impianto di Polesine camerini, l’ospedale di Padova e la defiscalizzazione delle opere pubbliche immediatamente “cantierabili”

“La convergenza tra Zaia e Zanonato riguardo Porto Tolle è la miglior notizia per il Polesine e il Veneto, dando ragione a chi fin dall’inizio si

è speso per l’attivazione di questa centrale pur con tutte le tutele del caso per il nostro fragile ambiente deltizio”. In questa partita la gente polesana ancora una volta dimostra grande senso di responsabilità, accollandosi il peso di un impianto impattante in un’area delicata quale il Delta del Po. Ci tengo a sottolineare in modo particolare che l’accordo di intenti tra Zaia e Zanonato zittisce chi per anni ha attaccato il governatore, che da parte sua ha operato in ogni sede per ottenere un risultato fondamentale per l’intero territorio regionale, anche modificando la legge istitutiva del Parco del Delta per superare tutti gli ostacoli di ordine legale e giuridico alla realizzazione dell’impianto. Che oggi anche il ministro, rappresentante autorevole del Pd vene-to, definisca il progetto di Porto Tolle ‘un traguardo interessante ed affascinante che vogliamo centrare”.

“ottima convergenza zaia-zanonato”

Cristiano Corazzari, lega Nord

Nella foto il presidente della Regione Luca Zaia e il neo ministro Flavio Zanonato

Stella Bianchi

Antonio Pipitone

“Negli anni si sono aggirate leggi, cambiate normative nazionali e regionali e sempre e tutto a favore dell’Enel, che tutto ha dimostrato fuorché di essere un’azienda che ha a cuore oc-

cupazione e salute. L’approvazione in Consiglio regionale della modifica dell’art. 30 della legge regionale n. 36 del 1997, che istituiva il Parco del Delta del Po e che sembrava essere la causa del blocco dell’avvio della centrale a carbone, risale al luglio del 2011, ma finora non c’è stato nulla di nuovo, anzi, a due anni di distanza permane la bocciatura del progetto da parte del Consiglio di Stato e pare che Enel, nel frattempo, abbia abbandonato definitivamente il progetto. Ora si riparla del rilancio della “locomotiva nord est” ma, se questa dovrà essere alimentata a carbone, come succedeva un secolo fa, nutriamo seri dubbi che possa assicurare sviluppo sostenibile e duraturo alla nostra Regione. Forse - conclude Pettenò - il ministro Zanonato e il presidente Zaia sembrano più dei “moderni befani” ansiosi di regalarci tanto carbone più che degli innovatori in campo produttivo economico in grado di rilanciare economia, lavoro e occupazione in sintonia con la tutela dell’ambiente e la salute. È passato il tempo in cui credevamo alla befana e soprattutto non vogliamo più regali di questo genere”.

Pietrangelo Pettenò, Partito della Rifondazione Comunista “za&za, moderne befane che vogliono regalarci carbone”

Greenpeace: “Investendo 2,5 miliardi sulle rinnovabili l’occupazione sarebbe tripla”

Cristiano Corazzari

Pietrangelo Pettenò

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31313131cultura veneta

Un’indagine sulla persistenza gene-tica, potrebbe essere definita così la mostra che dal 28 maggio verrà

allestita negli spazi dell’area Scarpa della Fondazione Querini Stampalia, di Venezia. In concomitanza con la 55. Biennale di Ve-nezia, la Galleria d’Arte Maggiore – G.A.M. di Bologna, propone un’indagine tra le idee e i pensieri che si sono tramandati – attra-verso le generazioni, il tempo e la geografia – da Roberto Sebastian Matta ai suoi figli Gordon Matta-Clark e Pablo Echaurren Mat-ta. Tre nomi, tre storie, e un unico comun denominatore: l’arte. La mostra, curata da Danilo Eccher, prende origine dall’opera di Roberto Sebastian Matta ed attraverso le opere dei suoi protagonisti percorre mezzo secolo di storia dell’arte, vissuta in tre paesi

differenti: la Francia, gli Stati Uniti e l’Italia. Lo spaccato che ne deriva non è delimitato dalla loro storia familiare, per quanto ecce-zionale, ma amplia i propri confini all’am-biente culturale e politico in cui questi artisti sono stati profondamente coinvolti. Figli del-lo stesso padre, ma di madri differenti, sia Gordon che Pablo hanno avuto un rapporto conflittuale con la figura paterna ed attraver-so l’arte entrambi hanno cercato un dialogo concettuale - impossibile nella vita privata - con Matta attraverso le loro opere pur ma-turando entrambi, ed ognuno a suo modo, linguaggi singolari e differenti. Se l’affinità con Matta-Clark è riconducibile a un livello formale, estetico-architettonico, in Echaurren l’affinitudine è da ricercarsi nel carattere più propriamente concettuale. Il filo conduttore della loro opera a livello critico sarà svela-to da Danilo Eccher solo pochi giorni prima dell’apertura al pubblico, ma ad una prima lettura emerge già come la socialità, la continua ricerca di un rapporto non solo di partecipazione del fruitore, ma di un suo coinvolgimento diretto o indiretto, fisico o mentale, culturale o sociale, interno o ester-no all’opera sia presente nell’opera dei tre. Non è un caso infatti se alcuni definiscono le figure antropomorfe di Matta sia in pittura, sia in scultura, come “morfologie sociali”, come una trasfromazione di passaggio tra

Roberto Sebastian e i suoi figli Gordon clark e Pablo Echaurren. Tre nomi, tre storie, e un unico comun denominatore: l’arte

Spazi dell’area Scarpa della Fondazione Querini Stampalia Dal 28 maggio

Indagine sulla persistenza genetica dei Matta

i paesaggi interiori e il mondo esterno. Per Gordon la socialità è un fattore ancora più evidente, essendo la sua effimera arte ba-sata sulla performance, sui “building cuts”, gli edifici tagliati, trasformazioni sculturali di architetture preesistenti dove lo spettatore è invitato ad entrare per muoversi fisicamente ed emozionalmente in quegli spazi. Nella sua opera Matta-Clark crea un rapporto diretto con il fruitore, spesso basato sulla fiducia che costui deve devolvere all’operato dell’artista che come in Matta ha fondamen-ti architettonici. Mentre per quanto riguarda Pablo tutta la sua vita artistica è immersa nella socialità, nella sua esistenza quotidia-na. E se è vero che le sue tele riportano al mondo dei fumetti, della musica, della street art, alla cultura di massa, è attraversando la sua iconografia Pop fatta di contiminazioni di generi che dialogano ora con il Dadaismo, ora con lo stesso Surrealismo, che l’artista propone con ironia attraverso l’apparizione di una natura familiare ed allo stesso tempo inquietante una critica diretta alla società dei consumi. Proprio come sembrano suggerire le figure antropomorfe e primitive presenti nei dipinti del padre. Non a caso l’opera di Matta mira anche a una riflessione sull’im-patto che la tecnologia ha sull’esistenza umana.

Il filo conduttore della loro opera sarà svelato solo pochi giorni prima dell’apertura

Sia Gordon che Pablo hanno avuto un rapporto conflittuale con la figura paterna

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33333333I nostri esperti

Finalmente è arrivata l’estate: caldo, afa, sole… però fa troppo caldo per fare sport o andare in palestra! Questa è una delle tante affermazioni

(sbagliate) che spesso si sentono dire in ESTATE da “CHI DOVREBBE FARE SPORT“. Ma allora, in estate, che fare? Ci fermiamo completamente buttando via tutti i mesi di sacrificio e sudore fatti in palestra o piscina questo inverno? Nien-te di più sbagliato! Forse proprio in estate è il momento più bello per poter continuare o INI-ZIARE a far SPORT (sport all’aperto, in piscina, in palestra, tra amici).

CALDO=ACQUA=NUOTO=ACQUAGYM=HYDROBIKE. MA NON SOLO. ANCHE PALESTRA SI PUO’(MAGARI CON CORSI ALL’APERTO)

Alcune regolette però è bene tenerle in considerazione:

In estate chi le persone che fanno sport diminuiscono drasticamente del 31,5 per cento rispetto all’inverno. E il calo (ben il 40 per cento in meno) coinvolge soprattutto i giovani fra gli 11 e i 24 anni, mentre è molto più contenuto fra gli adulti: quelli che si impigriscono sono circa il 20 per cento. Ma c’è uno sport che du-rante l’estate ha un incremento forte: il jogging registra un aumento di ben il 22 per cento. E si praticano di più con il caldo anche il ciclismo, la pallacanestro, l’atletica leggera e l’equitazione ed il nuoto. Mentre per i più giovani la dimi-nuzione della pratica sportiva in estate ha una sua motivazione, per così dire, fisiologica - in genere fanno sport a livello agonistico e sono quindi finiti i vari tornei e campionati - per i più adulti pare esserci una sorta di turnover. Vi è uno zoccolo duro di praticanti che non viene affatto influenzato da fattori stagionali, vi è una parte che invece si prende una vacanza ma la pigrizia di questi ultimi viene parzialmente com-pensata dagli sportivi dell’estate, da tutti coloro i quali, appesi al chiodo gli impegni di lavoro, hanno voglia di “mettere in moto” il loro fisico. Gli sportivi dell’estate sono il 6 per cento, circa 800 mila persone, e sono quelli più a rischio incidenti se non rammentano tutta una serie di precauzioni,

Questi alcuni consigli e raccomandazioni: 1 - Graduare sempre l’intensità dell’eser-

cizio fisico. 2 - Se si fa sport in compagnia (attenzione

a non farsi plagiare dai ritmi magari troppo so-stenuti degli altri).

3 - Curare l’alimentazione e l’idratazione: specie se si fa sport la mattina presto o la sera si deve prestare attenzione allo stato di nutrizione e di digestione.

4 - L’attrezzatura non è marginale: l’ ab-bigliamento e calzature adeguati, non coprirsi troppo, bisogna avere un po’ di freddo all’inizio della pratica sportiva.

5 - Non avere mai timore di chiedere con-sigli a chi già fa da tempo l’esercizio fisico che si vuole svolgere.

Se la corsa è il vostro sport prediletto, ma

volete coniugarla al mare – in vacanza o tutti i giorni se avete la fortuna di vivere sulla co-sta – ecco alcuni semplici consigli per correre in sicurezza senza sacrificare l’allenamento ma al tempo stesso senza incorrere in guai dovuti a posture scorrette ed errori nel passo. E’ preferi-bile, tanto per cominciare, correre su sabbia più possibile compatta. La sabbia secca solitamente permette al piede di affondare più facilmente rispetto alla battigia, più soda e dunque più adatta alla corsa grazie alla stabilità che offre. Correre sulla sabbia secca è anche più faticoso: abituatevi gradualmente, alternando percorsi sulla sabbia bagnata e brevi tratti sulla sabbia asciutta. Attenzione ai dislivelli che spesso nelle spiagge sono la costante, essendo generalmen-te digradanti verso il mare. Scegliete tratti di spiaggia più pianeggianti possibili per evitare problemi alle articolazioni.

QUANDO FARE SPORT? c’è chi va a correre la mattina prima di

colazione perchè pare che aiuti a purificare l’or-ganismo ...la temperatura è molto importante nella scelta dell’orario perchè d’estate , durante il giorno, uno rischia di fare il triplo della fatica, di disidratarsi e di stancarsi subito a discapito di efficacia e durata dell’allenamento.... forse d’estate è meglio allenarsi la mattina tra le 9 e le 11 (o anche prima se riesci ad alzarti presto) o la sera dopo le 20.30...in autunno-inverno è diverso....hai più impegni da conciliare, di sera è più freddo quindi si corre più volentieri per scal-darsi (ipotizzando che lo sport in questione sia la corsa).... Quando si sceglie di intraprendere l’attività fisica per bruciare i grassi in eccesso nell’organismo, è necessario scegliere uno “stile d’allenamento”: la scelta migliore consiste nel trovare esercizi semplici ed efficaci, da eseguire in qualsiasi posto e a qualsiasi ora del giorno per sfruttare il proprio tempo libero. L’ideale per l’allenamento estivo è sicuramente la spiaggia: al mattino presto o al tramonto è piacevole al-lenarsi a piedi nudi sulla sabbia fredda per rilas-sarsi e nel contempo potenziare i muscoli messi a riposo durante le ore lavorative. È preferibile scegliere un allenamento cardiofitness, conside-rando un tempo di sforzo che va dai 30 ai 60 minuti, comprese piccole pause tra un esercizio e l’altro. I piegamenti sono un ottimo esercizio per rafforzare i muscoli delle gambe: partendo da una posizione standard che prevede gambe piegate e mani a terra, bisogna darsi un for-te slancio fino a raggiungere il punto più alto con un saltello. In discesa, bisogna atterrare dolcemente sulle gambe, tornando così nella posizione di partenza. L’esercizio va ripetuto in sequenza per circa un minuto. Una variante di questo esercizio coinvolge anche le gambe: la posizione di partenza sarà questa volta in piedi e il saltello coinvolgerà anche le gambe. Il nuovo esercizio consiste nel saltare alzando

Rubrica curata dal prof. Marco Canova, insegnante di Educazione Fisica, direttore tecnico e gestore del centro sportivo Le Piscine di Casale di Scodosia. Info: >[email protected] < >www.canovasport.it<

Sport in estate Come fare a mettersi in forma sotto il soleMarco

Canova

una delle due gambe e cercare di toccare con entrambe le mani la punta del piede mosso, magari alternando gamba destra e sinistra. Al-cune posizioni delle gambe possono essere un utile esercizio di riscaldamento prima dell’attivi-tà di cardiofitness: ad esempio, per distendere i muscoli si consiglia di stendersi al suolo quasi completamente con l’addome rivolto verso la sabbia, una gamba piegata in direzione della pancia e l’altra completamente stesa nella di-rezione opposta. Invertendo la gamba piegata e mantenendo una posizione simile a quella relativa alle flessioni, sarà possibile compiere un lavoro di resistenza. Un’ottima occasione per allenare le braccia consiste in un esercizio che ricorda lo sport del pugilato: mantenendo una posizione stabile per le gambe, muovere velo-cemente le braccia in avanti come per sferrare un pugno a un sacco da boxe invisibile. Per non trascurare gli addominali, e allenare i muscoli nella parte alta e bassa dell’addome contempo-raneamente, esiste un esercizio particolarmen-te indicato per chi vuole raggiungere la forma fisica nel minor tempo possibile: partendo da

una posizione supina, bisogna fare forza sulla schiena e sulle gambe nello stesso momento, in modo da formare una specie di lettera “V” mantenendo in tensione gli addo-minali.

E per chi RESTA IN CITTA’? cosa fare? Beh, ormai la scelta è ampia: continuare

l’attività fatta durante l’inverno: in PALESTRA (possibilmente in strutture dotate di adeguato sistema di aria condizionata), continuando così il percorso iniziato mesi e mesi fa e che sicuramente a settembre si andrà a riprendere, oppure in PISCINA frequentando corsi di AC-QUAFITNESS, HYDROBIKE, NUOTO ed abbinare così lo sport al relax al sole, e la corsa (come ampiamente descritto sopra) con tutti gli accor-gimenti del caso.

Se poi uno è amante del cavallo, del ten-nis o di altri sport, niente di meglio l’estate per dedicarsi ad uno degli sport pre¬feriti; unica accortezza: evitare le ORE CALDE e bere….bere…. bere molta acqua o Sali minerali.

GLI SPORT CHE PERSONALMENTE CON-SIGLIO?

in ordine: - ACQUAGYM o HYDROBIKE- pilates-yoga, in palestra o in luoghi all’a-

perto (a bordo piscina)- ZUMBA FITNESS ( magari anche all’aper-

to ), spinning e walking- qualsiasi corso di bonificazione, magari al

mattino o ore serali più fresche- NUOTO, NUOTO, NUOTO.BUON SPORT A TUTTI

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FITNESS E BENESSERE

Arriva il caldo! Che sport faccio? E quando lo faccio?

i giorni se avete la fortuna di vivere sulla co entrambe le mani la punta del piede mosso,

una posizione supina, bisogna fare Se poi uno è amante del cavallo, del ten-

Arriva il caldo! Che sport faccio? E quando lo faccio?

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34 I nostri esperti343434 I nostri esperti

I costi di realizzazione e di gestione di un edificio a basso consumo energetico sono in diretta relazione con il progetto: un progetto accurato assicura il risparmio di energia ed un ritorno economico. Lo standard costruttivo di edifici a basso consumo energetico non richiede la scelta di predeterminati tipi di costruzione; l’edificio può essere una costruzione massiccia in laterizio o calcestruzzo, oppure una costruzione massiccia in legno oppure una costruzione leggera a telaio. Nella costruzione massiccia in laterizio o calcestruzzo i materiali hanno una massa elevata; sono caratterizzati da una buona capacità di accumulo dell’energia, conferendo alla costruzione un’ottima condizione di confort sia d’inverno, con l’irraggiamento di calore verso gli ambienti interni, sia d’estate quando, con la ventilazione nelle ore più fresche, si “scaricano” dell’energia accumulata durante le ore più calde, contribuendo così ad abbassare la temperatura interna degli ambienti. La costruzione massiccia in legno, costituita da pannelli in tavole incollate, chiodate o impilate per pareti, coperture e solai, si comporta allo stesso modo con effetti un po’ attenuati rispetto la costruzione massiccia in laterizio o calcestruzzo. In entrambi i casi, per raggiungere gli standards di efficienza energetica richiesti, la costruzione viene coibentata con un isolamento termico continuo sul lato esterno degli elementi costruttivi, che può essere realizzato con materiali sintetici o naturali come vedremo prossimamente. La costruzione leggera è caratterizzata dal sistema portante a telaio in legno o acciaio e pannelli di irrigidimento e chiusura sui due lati; in questo caso l’isolante è situato all’interno degli elementi costruttivi. Quasi sempre, ed in particolare se il telaio portante è in legno, si tratta di edifici ad elementi prefabbricati, già completi degli impianti, costruiti in stabilimento su progetto del cliente, che in poco tempo vengono montati in cantiere. Per questi edifici, con poca massa, è necessaria l’installazione di un sistema di riscaldamento che reagisca in poco tempo alle variazioni di temperatura esterna per garantire una temperatura interna costante di confort; per l’estate deve essere progettato con cura il sistema di ombreggiamento e l’edificio va ventilato adeguatamente per evitare il surriscaldamento. Nelle costruzioni leggere a telaio si devono adottare opportuni accorgimenti per evitare la formazione di condensa all’interno degli elementi costruttivi (pareti, solai, tetto) che pregiudicherebbe la durabilità dei materiali. Si può dire che la progettazione accurata di un edificio energeticamente efficiente inizia già dalla scelta dell’area: se possibile, infatti, è opportuno costruire l’edificio in siti adatti per sfruttare al meglio l’energia gratuita offerta dal sole e per ridurre le dispersioni termiche. Una posizione favorevole ottimizza il comportamento energetico dell’edificio col conseguente risparmio di energia, che si traduce in una riduzione delle emissioni nell’ambiente ed in risparmio economico. Gli aspetti che devono essere considerati sono l’orografia del luogo (orientamento, quota e pendenza del terreno nelle zone collinari e montuose) e la presenza di ostacoli (rilievi, edifici, alberature considerando anche le evoluzioni future) che possono limitare l’irraggiamento solare utilizzabile per il riscaldamento dei locali, per la produzione di acqua calda con i pannelli solari e per la produzione di energia elettrica con i pannelli fotovoltaici. Per limitare, quindi, le dispersioni termiche durante l’inverno vanno evitate le posizioni esposte al vento e

quelle dove può accumularsi aria fredda con aumento dell’umidità e formazione di nebbie e foschie che riducono la radiazione solare. L’orientamento dell’edificio è di particolare importanza per determinare la sua efficienza energetica: è ottimale esporre ampie superfici vetrate verso sud per captare l’energia solare. Durante l’inverno l’irraggiamento è contenuto ma la bassa inclinazione sull’orizzonte garantisce comunque un flusso di energia significativo; per contro in l’estate, quando l’irraggiamento solare è intenso, l’inclinazione sull’orizzonte è elevata ed i raggi solari sono quasi radenti alla facciata sud, limitando così gli apporti di calore

all’interno. In ogni caso, per l’estate, devono essere previsti idonei sistemi di schermatura. Nelle aree geografiche con clima temperato la forma migliore degli edifici è quella allungata in direzione est ovest con una variazione di più o meno 20°; ciò consente di disporre i locali principali (soggiorno, pranzo, studio ecc.) verso sud per godere della migliore esposizione al sole, mentre quelli di servizio dovrebbero essere disposti sugli gli altri affacci.A nord l’ampiezza delle finestre dovrà essere la minima necessaria per contenere le dispersioni termiche; ad est ed ovest le superfici finestrate dovranno essere limitate ed opportunamente

L’aRchITETTo

Gli edifici energeticamente efficienti e la corretta progettazione

Per quesiti sugli argomenti trattati in questa rubrica il Lettore può inviare una mail a [email protected]

Rubrica a cura di Renzo Carturan, architetto

schermate per evitare il surriscaldamento estivo per il fatto che, su questi orientamenti, l’irraggiamento è intenso ed incide sulle superfici vetrate per la bassa inclinazione dei raggi solari rispetto l’orizzonte. Una buona soluzione, da valutare comunque attentamente, è quella di prevedere la piantumazione di essenze a foglia caduca che d’estate consentano un buon ombreggiamento mentre d’inverno, per essere spoglie, assicurano comunque lo sfruttamento dell’irraggiamento solare. Una diversa disposizione dell’edificio rispetto la direttrice est ovest comporta un bilancio energetico sfavorevole poiché aumentano le dispersioni termiche e diminuiscono gli apporti solari gratuiti; in questo caso si dovranno adottare opportuni accorgimenti ad esempio ruotando le superfici vetrate rispetto l’allineamento di facciata con la costruzione di bow-window, usando vetrate più performanti, aumentando lo spessore del materiale isolante del cappotto, usando pannelli isolanti con una minore conducibilità termica ecc. Una condizione importante per la corretta progettazione di un edificio a basso consumo energetico è la previsione di una forma possibilmente compatta per ridurre le superfici disperdenti a parità di volume costruito; la condizione è espressa dal rapporto tra le superfici disperdenti ed il volume: minore è il rapporto più l’edificio è compatto, minori sono le dispersioni termiche e minore sarà il fabbisogno di energia. Un edificio ad un solo piano consumerà di più di un edificio a due piani a parità di volume, così pure unità abitative isolate consumeranno di più di un edificio a schiera o a blocco sempre a parità di volume; un edificio a torre disperde di più di un edificio a schiera, a parità di rapporto tra la superficie disperdente ed il volume, poiché l’edificio a torre ha più superficie disperdente verso l’esterno mentre l’edificio a schiera ne ha di più verso il terreno ove le dispersioni sono minori. Nella progettazione di un edificio energeticamente efficiente si devono considerare altri due criteri importanti: la tenuta all’aria e la ventilazione; nel primo caso vanno presi tutti gli accorgimenti necessari per evitare le infiltrazioni d’aria dall’esterno con l’uso di guarnizioni espandenti negli attacchi delle finestre, con la posa di teli a tenuta all’aria nelle strutture in legno e nei sistemi costruttivi a secco, con l’uso di nastri sigillanti, con la corretta intonacatura degli edifici in laterizio, ecc.; nel secondo caso è opportuno prevedere un sistema di ventilazione meccanica controllata con scambiatore di calore anziché la ventilazione naturale; ciò consente di recuperare l’energia nello scambio termico tra l’aria immessa proveniente dall’esterno e quella espulsa dagli ambienti interni. La ventilazione degli edifici è determinante per l’efficienza energetica; trattandosi di un argomento importante sarà oggetto di una prossima e specifica trattazione.

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la spassano meglio il giorno.• E’ meglio vivere una vita di rimorsi piutto-sto che di rimpianti.• Gli obesi vivono di meno: però mangia-no di più.• La vita è vissuta in avanti ma capita all’indietro.• Un piacere senza rischi piace meno.

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capelli!”• Un carabiniere en-tra in una casa per una perquisizione. “C’è permesso?” E il maresciallo gli rispon-de: “Stupido! Non vedi che non c’è!?”

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si risveglieranno con assiMa spinta Ma la tener-

latitante. siate più attenti all’insieMe · salute nelle vostre giornate non c’è traccia di dina-MisMo Mentre l’appetito è robusto. un Mix per nulla favorevole al peso!

Scorpione dal 23/10 al 22/11

Fascino e’ gi-unto il teMpo per un

chiariMento o una pausa perchè l’unione traballa e l’intiMità è assente, decidetevi · salute vi at-tende un periodo difficile di affati-caMento in cui dolori Muscolari e infiaMMazioni la fanno da padrone

Sagittario dal 23/11 al 21/12

Fascino la routine pesa un po’ troppo. inoltre riconoscete

di essere passionali coMe una statua. correte ai ripari salute Meno internet e divano e più MoviMento. concordate con gli aMici appuntaMenti per lo sport di gruppo

apricorno dal 22/12 al 20/01Fascino e’ un

periodo in cui rasentate la perfezione in aMore: sarete preMurosi, profondi consigl-ieri e ardenti aManti · salute siete una Meraviglia anche fisicaMente, colMi di vigore e energia positiva. fate quello che non avete Mai osato

acquario dal 21/01 al 19/02Fascino forse cercherete altrove un’oasi di pace

e passione visto che il vostro rapporto è

burrascoso. fate atten-zione · salute folla e confusione potrebbero essere fatali per i vostri nervi già Molto tesi a causa di un grosso cuMulo di stress

peSci dal 20/02

al 20/03ascino se siete

single preparatevi a Mietere cuori grazie a stelle particolarMente favorevoli. per gli altri faville · salute la vostra iMMagine allo specchio Migliora Molto grazie an-che al fatto che lo sport è tornato di gran Moda

ariete dal 21/03

al 20/04Fascino siete preda

d i una treMenda gelo-sia, fate attenzione e usate la vos-tra carica sensuale per riMediare · salute occorre assolutaMente che stacchiate un po’ la spina, avete esagerato troppo con gli iMpegni presi

toro dal 21/04

al 20/05ascino se

siete single approfittate di

questo MoMento di seduzione e Mille! per il resto dosate tenerezza ed eros · salute avete un pieno da energie da spendere e, per far con-tenta la bilancia dovrete dedicarvi allo sport con convinzione

gemelli dal 21/05 al 21/06Fascino l’intesa di coppia potrebbe

subire degli scossoni...il letargo priMaverile si fa sentire un po’ troppo · salute riattivatevi al più presto e non fatevi vincere dalla stanchezza che vi vorrebbe stesi in poltrona. vitaMine e aria aperta

cancro dal 22/06

22/07Fascino la Magia non

Manca, buono il dialogo con la persona che aMate e

anche il resto. cogliete l’attiMo · salute l’insonnia potrebbe rovi-narvi Molte notti e di conseguenza Molti giorni. fatevi consigiare dei riMedi naturali

eone 23/07

al 23/08Fascino sentiMenti in crisi a causa di pi-aneti Mal allineati. Misurate gesti e pa-role, siate prudenti e

alute e’ teMpo di ricor-rere a tisane e Massaggi rilassanti perchè rischiate di affogare nella vostra idrofobia

Vergine 24/08 22/09ascino la bella stag-

ione risveglia fantasie scabrose da condividere

il partner o con una nuova fiaMMa · salute la pales-tra è il vostro Mondo e le energie sono al top. aggiungete una dieta equilibrata e sarete super

Oroscopo

VergineVergineVergine

eoneeoneeone 23/07 23/07

alal 23/08 23/08al 23/08alal 23/08alFF

alutealutealutealute

FFManca

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BilanciaBilanciaBilanciaBilanciaBilancia

siassiMalatitante

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Un professionista inesperto o non qualificato può essere competitivo solo con i prezzi, non certamente con la qualità dei suoi trattamenti. Riteniamo che la qualità dei dispo-sitivi, dei materiali utilizzati e delle tecniche più sofisticate siano fon-damentali per il raggiungimento di risultati che coniughino la salute e l’estetica del sorriso al la durata nel tempo.

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