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BILANCIO SECONDO I PRINCIPI CONTABILI
INTERNAZIONALI
Analisi di alcune operazioni effettuate da banche IAS Adopter
Dott. RENZO PARISOTTO
Università degli Studi di Bergamo
Anno accademico 2014/2015
Bergamo, 22 aprile 2015 (2° parte)
2
Indice
IFRS 3 - richiami
La fusione Banche Popolari Unite (BPU Banca)
Banca Lombarda Piemontese (BLP) = (UBI Banca)
La fusione Banca Intesa
SANPAOLO IMI = (Intesa SanPaolo)
IAS 39 - Applicazione Regolamento 1004/2008
- Banca Intesa SanPaolo
- Monte dei Paschi
- UBI Banca
IAS 36 – Impairment Attività immateriali
Rivalutazione Quote Banca d’Italia
- Circolare AdE n. 4/E/2013
- Comunicati CONSOB
Bilancio UBI Banca 2013 – Quote Bankitalia, Valutazione crediti a attività immateriali, DTA
Bilancio Intesa SanPaolo 2013 - Quote Bankitalia, Valutazione crediti a attività immateriali, DTA
Bilancio Unicredit 2013 - Quote Bankitalia, Valutazione crediti a attività immateriali, DTA
3
L’IFRS 3: il purchase method
Purchase method
Identificazione
dell’acquirente
Determinazione del
costo
dell’aggregazione
Purchase Price
allocation
Fase 1 Fase 2 Fase 3
• In estrema sintesi una volta identificato l’acquirente e definito il costo di acquisizione –
dato dal fair value alla data dell’acquisizione delle attività cedute, delle passività sostenute o
assunte e degli strumenti rappresentativi di capitale emessi dall’acquirente, in cambio del
controllo dell’acquisito, nonché dei costi direttamente attribuibili all’aggregazione
aziendale – l’acquirente dovrà riallocare tale costo di acquisizione alle attività identificabili,
alle passività effettive e potenziali dell’impresa acquisita, rilevandole al fair value
• L’eccedenza del costo di acquisizione sostenuto dall’acquirente rispetto al valore corrente
delle attività o passività dell’acquisito costituirà avviamento
– Lo IAS 38, par. 34, stabilisce che nei casi aggregazioni aziendali un acquirente alla data di
acquisizione rileva un’attività immateriale dell’acquisita separatamente dall’avviamento se il
fair value può essere determinato attendibilmente, a prescindere dal fatto che l’attività sia stata
rilevata dall’acquisita prima dell’aggregazione
Determinazione della Determinazione della
datadata di acquisizionedi acquisizione
4
La determinazione della data di acquisizione
Data di
acquisizione
Data di scambio
• E’ la data dalla quale l’acquirente ottiene effettivamente il controllo dell’acquisita
− rileva, non tanto il momento della stipula del contratto o della comunicazione al pubblico, quanto la data di trasferimento effettivo del controllo alla parte acquirente.
• E’ data a decorrere dalla quale l’acquirente deve contabilizzare l’operazione.
− Tale data potrebbe non coincidere con il trasferimento della proprietà delle quote/azioni dell’impresa acquisita (data di scambio).
− Se l’acquisizione di un’impresa avviene attraverso un’unica transazione, la data di acquisizione coincide con la data di scambio delle attività/passività dell’impresa acquisita
Data in cui avviene il trasferimento delle azioni/quote dell’impresa acquisita
La realizzazione dell’operazione di acquisizione può prevedere varie fasi con acquisti successivi di quote/azioni. In tal caso:
– il costo dell’aggregazione è pari al costo complessivo delle singole operazioni di scambio,
– la data dello scambio è la data di ciascuna operazione di trasferimento delle azioni o quote dell’impresa acquisita, mentre
– la data di acquisizione è la data in cui l’acquirente ottiene il controllo sull’acquisita: tale data è anche quella in cui deve avvenire la contabilizzazione dell’acquisizione.
La realizzazione dell’operazione di acquisizione può prevedere varie fasi con acquisti successivi di quote/azioni. In tal caso:
– il costo dell’aggregazione è pari al costo complessivo delle singole operazioni di scambio,
– la data dello scambio è la data di ciascuna operazione di trasferimento delle azioni o quote dell’impresa acquisita, mentre
– la data di acquisizione è la data in cui l’acquirente ottiene il controllo sull’acquisita: tale data è anche quella in cui deve avvenire la contabilizzazione dell’acquisizione.
Purchase method
Identificazione
dell’acquirente
Determinazione del
costo dell’aggregazione Purchase Price
allocation
Fase 2
Determinazione della data
di acquisizione
Fase 3 Fase 1
5
Fase 2: La determinazione del costo di acquisizione Purchase method
Identificazione
dell’acquirente
Determinazione del
costo dell’aggregazione Purchase Price
allocation
Fase 2
Determinazione della data
di acquisizione
Fase 3 Fase 1
Costo di
acquisizione =
Fair value di attività
corrisposte, passività
assunte e strumenti di
equity emessi
Qualunque costo
direttamente attribuibile
all’aggregazione +
• Il costo di acquisizione deve essere determinato alla data di acquisizione. − Quando un’acquisizione viene effettuata in più fasi, il costo di acquisto è pari alla sommatoria del costo di ciascuna
transazione (scambio), determinato alla data nella quale la stessa si verifica.
− Qualora il regolamento di tutto o parte del costo di un’aggregazione aziendale sia differito, il fair value del costo di ogni
singola transazione deve essere determinato attualizzando alla data di ogni singolo scambio gli importi oggetto di
regolamento.
Corrispettivo
monetario
Corrispettivo
non
monetario
• il costo di acquisizione è pari all’ammontare dei mezzi monetari trasferiti al
venditore. Quando è previsto un pagamento differito di tutto o parte del prezzo di
acquisto, il costo di acquisto è rappresentato dal valore attuale del corrispettivo
monetario pattuito. Tale effetto di attualizzazione deve essere rilevato solo se
significativo. • Nel caso di acquisizione mediante scambio azionario, il prezzo di borsa delle azioni
emesse dall’acquirente alla data di scambio rappresenta la miglior evidenza del fair
value dell’entità acquisita e rappresenta pertanto il costo di acquisizione (es. data di
acquisizione: 1° aprile 2007, valore di borsa 30 marzo 2007).
− Laddove, per contro, il mercato non sia in grado di esprimere il fair value degli
strumenti di capitale emessi dall’acquirente, l’entità dovrà utilizzare criteri valutativi
alternativi (tecniche valutative consolidate nel settore in cui l’impresa opera)
• Il prezzo di borsa alla data dello scambio è un indicatore non attendibile solo se è stato
condizionato dalla illiquidità del mercato
IFRS 3, par. 24
6
P(azioni/quote dell’acquirente) x N(azioni/quote acquirente) + C.A dove:
P = prezzo dell’azione/quota dell’acquirente alla data di effettivo ottenimento del
controllo dell’entità acquisita (v. ad esempio quotazione al 30 marzo 2007)
N = numero azioni/quote che saranno effettivamente emesse dall’acquirente al servizio
dell’aggregazione (ad esempio sulla base del rapporto di concabio)
C.A. = costi accessori direttamente attribuibili alla business combination, individuati
sulla base di quanto alla slide successiva
Fase 2: La determinazione del costo di acquisizione
(segue)
• L’IFRS 3, par. 32, stabilisce che “se un accordo di aggregazione aziendale prevede rettifiche al costo
dell’aggregazione aziendale subordinate ad eventi futuri, l’acquirente deve includere l’importo di tali rettifiche
nel costo dell’aggregazione alla data di acquisizione se la rettifica è probabile e può essere determinata
attendibilmente”. Tale è la circostanza in cui l’accordo di aggregazione (ad esempio, contratto di compravendita di
azienda o di partecipazione di controllo) prevede che il costo dell’acquisizione possa essere soggetto a correzioni
sulla base di eventi futuri incerti (vedi clausole di earn out).
• La contabilizzazione dell’acquisizione deve tener conto di tali rettifiche fin da subito solo laddove esse siano
“probabili e possano essere stimate attendibilmente”. Se invece una rettifica del costo è prevista dal contratto, ma
non è probabile o non è possibile valutarla attendibilmente, essa “non deve essere inclusa nel costo
dell’aggregazione al momento della contabilizzazione iniziale dell’aggregazione”
• L’IFRS 3, par. 32, stabilisce che “se un accordo di aggregazione aziendale prevede rettifiche al costo
dell’aggregazione aziendale subordinate ad eventi futuri, l’acquirente deve includere l’importo di tali rettifiche
nel costo dell’aggregazione alla data di acquisizione se la rettifica è probabile e può essere determinata
attendibilmente”. Tale è la circostanza in cui l’accordo di aggregazione (ad esempio, contratto di compravendita di
azienda o di partecipazione di controllo) prevede che il costo dell’acquisizione possa essere soggetto a correzioni
sulla base di eventi futuri incerti (vedi clausole di earn out).
• La contabilizzazione dell’acquisizione deve tener conto di tali rettifiche fin da subito solo laddove esse siano
“probabili e possano essere stimate attendibilmente”. Se invece una rettifica del costo è prevista dal contratto, ma
non è probabile o non è possibile valutarla attendibilmente, essa “non deve essere inclusa nel costo
dell’aggregazione al momento della contabilizzazione iniziale dell’aggregazione”
Costo di
acquisizione
mediante scambio
di interessenze
partecipative
=
Valore attribuito alle
azioni emesse nel
bilancio dell’acquirente
Capitale sociale
(numero delle azioni
emesse X per il valore
nominale azioni)
+ Sovrapprezzo azioni
(parte residuale) =
Purchase method
Identificazione
dell’acquirente
Determinazione del
costo dell’aggregazione Purchase Price
allocation
Fase 2
Determinazione della data
di acquisizione
Fase 3 Fase 1
7
Fase 3: Purchase Price allocation
• Il purchase method prevede, quale ultima fase, che l’acquirente, alla data di acquisizione, allochi il
costo dell’aggregazione (c.d. PPA, “purchase price allocation”) alle attività, alle passività ed alle
passività potenziali identificabili dell’entità acquisita, rilevandone i relativi fair value a tale data, a
eccezione delle attività che sono classificabili come detenute per la vendita, che saranno invece
iscritte al fair value al netto dei costi di vendita.
–La determinazione del fair value delle attività, passività e passività potenziali identificate dovrà
tenere conto anche della quota attribuibile agli azionisti di minoranza dell’impresa acquisita, e
pertanto dovrà essere calcolata al 100%.
• In altre parole l’acquirente non deve iscrivere le attività, passività e passività potenziali acquisiti al
fair value in misura pari alla quota percentuale delle proprie interessenze nel capitale acquisito,
bensì deve rilevare il fair value di tali asset al 100%, comprensivi pertanto delle eventuali
interessenze dei soci di minoranza.
–La differenza (positiva) fra il costo dell’aggregazione ed il fair value delle attività, passività e
passività potenziali identificabili dell’acquisita determina il valore del goodwill acquisito
• Tale allocazione ha per oggetto gli elementi patrimoniali della società acquisita, anche se in
precedenza non rilevati nel bilancio di quest’ultima.
–E’ possibile infatti che l’acquirente rilevi attività precedentemente non rilevabili presso
l’acquisita. E’ il caso di risorse intangibili (v. allegato), passività potenziali, ovvero attività
per imposte differite, relative a perdite fiscali riportate dall’entità acquisita, laddove
quest’ultima, non sussistendone i presupposti, non aveva rilevato in precedenza tali elementi
patrimoniali
Purchase method
Identificazione
dell’acquirente
Determinazione del
costo dell’aggregazione Purchase Price
allocation
Fase 2
Determinazione della data
di acquisizione
Fase 3 Fase 1
8
Fase 3: Purchase Price allocation (segue)
• l’IFRS 3 dispone che qualora la contabilizzazione di un’aggregazione aziendale possa essere determinata solo provvisoriamente entro la fine dell’esercizio in cui l’aggregazione viene realizzata, tale contabilizzazione deve essere effettuata “utilizzando valori provvisori”.
• L’acquirente, entro 12 mesi dalla data di acquisizione, dovrà rilevare le rettifiche di quei valori provvisori dalla data dell’acquisizione.
Fair value di
attività, passività
e passività
potenziali
Avviamento
Fair value di
attività
immateriali in
precedenza non
riconosciuti
Entità
acquisita
Valore
netto
contabile
Entità
acquirente
1
2
3
Purchase method
Identificazione
dell’acquirente
Determinazione del
costo dell’aggregazione Purchase Price
allocation
Fase 2
Determinazione della data
di acquisizione
Fase 3 Fase 1
COSTO DI ACQUISIZIONE
9
Fase 3: Purchase Price allocation (segue)
• La determinazione del costo di acquisizione nell’ambito di un’operazione di business combination deve essere effettuata attraverso
la miglior stima del fair value delle attività e passività e delle passività potenziali della società acquisita. Detto costo è dato dalla
somma di:
Fair value di attività,
passività e passività
potenziali
• L’acquirente rileva separatamente come parte dell’allocazione del costo
dell’aggregazione solo le attività, le passività e le passività potenziali identificabili
dell’acquisito alla data di acquisizione e che soddisfano i seguenti criteri: i. Nel caso di un’attività diversa da un’attività immateriale, è probabile che gli eventuali futuri benefici
economici affluiscano all’acquirente ed è possibile valutarne il fair value attendibilmente
ii. Nel caso di una passività diversa da una passività potenziale, è probabile che per estinguere l’obbligazione
sarà richiesto l’impiego di risorse atte a produrre benefici economici ed è possibile valutarne il fair value
attendibilmente
iii. Nel caso di un’attività immateriale o di una passività potenzxiale, il relativo fair value può essere valutato
attendibilmente
Fair value di attività
immateriali in
precedenza non
riconosciuti
• Ai sensi dello IAS 38, par. 34, un acquirente alla data di acquisizione rileva
un’attività immateriale dell’acquisita separatamente dall’avviamento se soddisfa
la definizione di attività immateriale ai sensi dello IAS 38 e il fair value può essere
determinato attendibilmente, a prescindere dal fatto che l’attività sia stata rilevata
dall’acquisita prima dell’aggregazione aziendale
Avviamento
• L’avviamento è quantificabile come differenza tra il costo di acquisto e la
sommatoria de (i) il fair value degli asset netti identificabili dell’entità acquista (ii) il
fair value degli asset in precedenza non riconosciuti dall’entità acquisita
• Lo IASB nelle Basis for conclusion dell’IFRS 3 (BC 130) osserva, tale differenza
potrebbe comprendere le seguenti componenti i. Avviamento proprio dell’azienda acquisita (Fair value of the “going concern” element of the acquiree)
ii. Avviamento derivante dalle sinergie attese dall’aggregazione aziendale
iii. Gli eccessi di pagamento effettuati dall’acquirente (cd “overpayment”)
iv. Errori di valutazione (v. anche allegato)
1
2
3
Purchase method
Identificazione
dell’acquirente
Determinazione del
costo dell’aggregazione Purchase Price
allocation
Fase 2
Determinazione della data
di acquisizione
Fase 3 Fase 1
10
La determinazione del fair value delle attività, passività e
passività potenziali dell’acquisita
Fair value di attività,
passività e passività
potenziali 1
Elemento patrimoniale MISURAZIONE
Strumenti finanziari negoziati in un mercato attivo Valore corrente di mercato
Strumenti finanziari non negoziati in un mercato
attivoValore stimato
- Crediti,
- i contratti favorevoli ai beneficiari e
- altre attività identificabili
Valore attuale atteso
Terreni e fabbricati Valore di mercato
Impianti e macchinari Valori di mercato/costo di sostituzione ammortizzato.
Attività immateriali Fair value
Attività relative a benefici per i dipendenti o le
passività per piani a benefici definitiValore attuale atteso
Attività e passività fiscali
Beneficio fiscale derivante da perdite fiscali o da imposte sul
reddito dovute determinate tenendo conto dell’effetto fiscale
connesso alla rideterminazione del valore di attività,
passività e passività potenziali identificabili ai rispettivi fair
value.
Debiti ed effetti a breve; debiti a lungo termineValore attuale degli importi da corrispondere per estinguere
le passività
Contratti onerosi e altre passività identificabili
dell’acquisito
Valore attuali degli importi da corrispondere per estinguere
le passività
Passività potenziali dell’acquisito
Importi che un terzo addebiterebbe per assumere tali
passività potenziali (tale importo deve riflettere tutte le attese
di possibili flussi finanziari)
11
Fair value di attività immateriali in precedenza non riconosciuti
• Nell’applicazione del purchase method l’acquirente determina il prezzo di acquisto
rilevando anche il fair value di tutte le attività immateriali dell’acquisita, sia che esse
siano state iscritte nei precedenti bilanci dell’acquisita sia che non lo siano state in quanto
“prodotte internamente
• L’IFRS 3 dispone che un’acquirente alla data di acquisizione rileva un’attività immateriale
dell’acquisita separatamente dall’avviamento, a prescindere dal fatto che l’attività sia stata
rilevata dall’acquisita prima dell’aggregazione, se:
i. rispetta la definizione di attività immateriale secondo lo IAS 38 (i.e. attività non monetaria,
identificabile e priva di consistenza fisica, di cui l’impresa detiene il controllo nel senso di potere
usufruire dei benefici economici futuri derivanti dalla risorsa in oggetto)
ii. il fair value può essere determinato attendibilmente.
• In particolare, quando l’attività ha vita utile definita, l’IFRS 3 specifica che esiste una
presunzione di misurabilità del relativo fair value. Le uniche circostanze in cui potrebbe non
essere possibile determinare il fair value di un’attività immateriale acquisita in
un’operazione di aggregazione d’azienda si verificano allorché l’attività derivi da diritti legali
o contrattuali e l’attività:
a) non è separabile, ovvero
b) è separabile, ma non vi è esperienza o evidenza di operazioni di scambio per le stesse attività o
attività simili, e stimare il fair value dipenderebbe da variabili non misurabili
Fair value di attività
immateriali in precedenza non
riconosciuti 2
12
Indice
IFRS 3 - richiami
La fusione Banche Popolari Unite (BPU Banca)
Banca Lombarda Piemontese (BLP) = (UBI Banca)
La fusione Banca Intesa
SANPAOLO IMI = (Intesa SanPaolo)
IAS 39 - Applicazione Regolamento 1004/2008
- Banca Intesa SanPaolo
- Monte dei Paschi
- UBI Banca
IAS 36 – Impairment Attività immateriali
Rivalutazione Quote Banca d’Italia
- Circolare AdE n. 4/E/2013
- Comunicati CONSOB
Bilancio UBI Banca 2013 – Quote Bankitalia, Valutazione crediti a attività immateriali, DTA
Bilancio Intesa SanPaolo 2013 - Quote Bankitalia, Valutazione crediti a attività immateriali, DTA
Bilancio Unicredit 2013 - Quote Bankitalia, Valutazione crediti a attività immateriali, DTA
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Relazioni e bilanci 2007
UBI >< BANCA
14
1.1 Operazioni di aggregazione (segue)
L’esercizio 2007 è caratterizzato dalla realizzazione dell’ operazione di
aggregazione tra BPU Banca e Banca Lombarda e Piemontese
(BLP),contabilizzata secondo le previsioni del principio internazionale IFRS 3.
Il 1° aprile 2007 è identificato, ai sensi del citato principio, come momento di
acquisizione del controllo e quindi come data a partire dalla quale i valori
contabili della società incorporata confluiscono nella società incorporante.
Nell’ambito dell’operazione in esame il costo dell’aggregazione è rappresentato
da:
1) il fair value delle azioni emesse da BPU Banca al 1° aprile 2007 in cambio
delle azioni dell’incorporata Banca Lombarda e Piemontese;
2) i costi sostenuti e direttamente ascrivibili all’operazione di fusione.
Relazione di bilancio 2007 - UBI Banca
15
1.1 Operazioni di aggregazione
BPU Banca ha effettuato un aumento di capitale sociale al servizio del
concambio per 736.658.045,00 euro mediante emissione di n. 294.663.218 da
nominali 2,50 euro ciascuna, attribuite agli azionisti Banca Lombarda e
Piemontese in funzione del rapporto di concambio per 0,83 azioni ordinarie
BPU Banca ogni azione Banca Lombarda. Il fair value dell’azione BPU
Banca al 31 marzo 2007 era pari a 22,151 euro; il fair value complessivo
delle azioni emesse per l’acquisizione del controllo di BL è quindi pari a
6.526.790.278,70 euro.
A quest’ultimo valore, al fine di determinare il costo dell’aggregazione, sono
stati sommati i costi direttamente imputabili all’operazione.
Trattasi in particolare dei costi sostenuti per realizzare l’operazione e quindi
propedeutici all’acquisizione del controllo (non sono quindi compresi gli oneri
connessi alla fase di integrazione delle due entità).
Relazione di bilancio 2007 - UBI Banca
16
1.2 Altre informazioni sulle operazioni di aggregazione
In base a quanto disposto dal principio IFRS 3, l’aggregazione deve essere
contabilizzata in applicazione del metodo dell’acquisto (c.d. purchase method)
secondo cui l’acquirente deve contabilizzare l’operazione, alla data di acquisizione,
rilevando il costo della stessa ed allocando tale costo, in prima istanza, al fair value
delle attività e passività dell’acquisita e mantenendo ciò che residua dopo
l’allocazione nella voce indistinta “avviamento”.
Le attività individuate cui attribuire parte del costo dell’aggregazione sono:
Crediti: Il modello sviluppato per la determinazione del fair value si basa
sull’attualizzazione dei flussi di cassa attesi dai crediti mediante l’utilizzo di un
tasso di sconto che considera il premio espressivo dei rischi associati al credito
nonché il costo del capitale. Nella determinazione del fair value si sono anche
stimati gli effetti legati alla estinzione anticipata dei mutui.
Immobili: La determinazione del fair value del patrimonio immobiliare ha
portato ad allocare su di esso un maggior valore della differenza di fusione, al
netto dell’imposizione fiscale e della quota dei terzi, pari a 78,4 milioni (il valore
contabile di detti immobili al 31 marzo 2007 era pari a 594 milioni).
Partecipazioni: Si è proceduto alla valutazione al fair value delle società
consolidate al patrimonio netto.
Relazione di bilancio 2007 - UBI Banca
17
1.2 Altre informazioni sulle operazioni di aggregazione
Passività finanziaria a medio/lungo termine
Trattasi in particolare dei prestiti obbligazionari emessi (con l’eccezione dei prestiti
obbligazionari infragruppo e quelli indicizzati al tasso Eonia). La quota da
allocare ai suddetti prestiti è stata determinata confrontando il valore contabile di
iscrizione dei prestiti obbligazionari con il relativo fair value, determinato quale
valore attuale dei flussi in uscita necessari per estinguere le passività, applicando
tassi di attualizzazione pari a quelli correnti nei mercati in cui sono collocati i
relativi prestiti.
Attività immateriali
Nell’ambito del processo di allocazione della differenza di fusione si sono
inoltre individuate attività immateriali non già iscritte nel bilancio consolidato
dell’acquisita, per le quali risulta rilevante definirne la vita utile ossia se si tratta di
attività a vita utile definita o indefinita. Nel primo caso tali attività sono soggette
ad un processo di ammortamento sistematico, mentre nel secondo caso sono
soggette esclusivamente ad impairment test.
Relazione di bilancio 2007 - UBI Banca
18
1.2 Altre informazioni sulle operazioni di aggregazioni
Trattasi in particolare di:
Attività immateriali legata al brand (marchio)
Il marchio costituisce in linea di principio un’attività immateriale identificabile in
quanto separabile dall’azienda nel suo complesso.
Core deposit
La raccolta a vista (c.d. core deposit) rappresenta un’attività immateriale legata
alle relazioni con la clientela. Il fair value della stessa non è pari al suo valore
facciale, bensì inferiore in quanto ridotto di un premio rappresentativo del
valore attuale del relativo mark down ossia del differenziale tra il tasso
interbancario corrente e il tasso medio della raccolta diretta sostenuto dalla
banca.
Attività immateriali legata agli asset under management
Gli asset under management (c.d. AUM) rappresentano attività legate al
risparmio gestito (ad esempio gestione di fondi comuni, gestioni patrimoniali
individuali, gestioni patrimoniali in fondi, fondi di fondi, fondi hedge ecc.).
Risparmio amministrato
Per la determinazione del fair value è stato stimato il valore dei flussi
commissionali generati dal risparmio amministrato.
Relazione di bilancio 2007 - UBI Banca
19
Quanto riportato nelle slide precedenti è sintetizzato nella tabella che segue:
Relazione di bilancio 2007 - UBI Banca
A seguito del citato processo di allocazione, e non essendo identificabili ulteriori attività non precedentemente
iscritte nel bilancio consolidato di Banca Lombarda e Piemontese, si è quantificato un avviamento pari a
3.082 milioni, da allocare alle cash generation unit che beneficiano delle sinergie della business combination.
20
Indice
IFRS 3 - richiami
La fusione Banche Popolari Unite (BPU Banca)
Banca Lombarda Piemontese (BLP) = (UBI Banca)
La fusione Banca Intesa
SANPAOLO IMI = (Intesa SanPaolo)
IAS 39 - Applicazione Regolamento 1004/2008
- Banca Intesa SanPaolo
- Monte dei Paschi
- UBI Banca
IAS 36 – Impairment Attività immateriali
Rivalutazione Quote Banca d’Italia
- Circolare AdE n. 4/E/2013
- Comunicati CONSOB
Bilancio UBI Banca 2013 – Quote Bankitalia, Valutazione crediti a attività immateriali, DTA
Bilancio Intesa SanPaolo 2013 - Quote Bankitalia, Valutazione crediti a attività immateriali, DTA
Bilancio Unicredit 2013 - Quote Bankitalia, Valutazione crediti a attività immateriali, DTA
21
Relazioni e bilanci 2007
INTESA SANPAOLO
22
Parte G - Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d’azienda
La fusione tra Banca Intesa e SANPAOLO IMI
Valori contabili e fair value delle attività e passività acquisite
Relazione di bilancio 2007 - INTESA SANPAOLO
23
Parte G - Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d’azienda
La fusione tra Banca Intesa e SANPAOLO IMI
Descrizione dell’operazione
In data 28 dicembre 2006 è stato stipulato l’atto di fusione per incorporazione in Banca
Intesa di SANPAOLO IMI con decorrenza degli effetti giuridici, contabili e fiscali dal 1°
gennaio 2007. Banca Intesa - che dalla data di efficacia della fusione ha modificato la
propria denominazione sociale in Intesa Sanpaolo - ha effettuato un aumento del
proprio capitale sociale di Euro 3.033.435.122,64 mediante emissione di n.
5.833.529.082 azioni ordinarie di nominali Euro 0,52 ciascuna attribuite agli azionisti
SANPAOLO IMI nel rapporto di cambio di 3,115 azioni ordinarie Intesa Sanpaolo di
nominali Euro 0,52 ogni azione ordinaria o privilegiata SANPAOLO IMI di nominali Euro
2,88 ciascuna. Le azioni ordinarie di SANPAOLO IMI sono state revocate dalla
quotazione dal 2 gennaio 2007 (primo giorno di Borsa aperta successivo alla data di
efficacia della fusione).
L’operazione di fusione tra Intesa e SANPAOLO IMI è stata concepita come una
“fusione tra uguali”. Tuttavia, i principi contabili internazionali richiedono che per
qualunque operazione di aggregazione venga identificato un acquirente: Banca Intesa -
con riferimento ai fattori quantitativi inerenti il numero delle nuove azioni emesse e le
dimensioni dei due Gruppi, nonché essendo stata l’entità che ha emesso le azioni - è
stata identificata impresa acquirente ai sensi dell’IFRS 3.
Relazione di bilancio 2007 - INTESA SANPAOLO
24
Parte G - Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d’azienda
La fusione tra Banca Intesa e SANPAOLO IMI
Descrizione dell’operazione (segue)
Il 1° gennaio 2007, data dalla quale sono decorsi gli effetti giuridici della fusione, è
stato identificato ai sensi dell’IFRS 3 come data di acquisizione del controllo e quindi
come data a partire dalla quale i valori contabili della società incorporata sono
confluiti nella società incorporante. Ai sensi dello IAS 27 si presume il controllo di una
società quando si dispone della maggioranza dei diritti di voto o della maggioranza
degli amministratori, oppure del potere di determinare le politiche finanziarie ed
operative, oppure ancora del potere di nominare la maggioranza degli amministratori.
Nel caso della fusione tra Intesa e SANPAOLO IMI tali condizioni si sono manifestate
a partire dalla data di efficacia giuridica della fusione.
Nella tabella che segue sono riportate le differenze tra le preliminari risultanze
dell’allocazione del prezzo di acquisto fornite nei bilanci infrannuali 2007 e
l’allocazione definitiva sopra riportata e descritta in modo analitico nel prosieguo.
Relazione di bilancio 2007 - INTESA SANPAOLO
25
Parte G - Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d’azienda
La fusione tra Banca Intesa e SANPAOLO IMI
Relazione di bilancio 2007 - INTESA SANPAOLO
L’allocazione del costo di acquisto
Le attività e passività iscritte nel bilancio del Gruppo Sanpaolo IMI non già
valorizzate al fair value sono principalmente riconducibili a:
- crediti e debiti verso clientela e verso banche;
- debiti rappresentati da titoli;
- attività finanziarie detenute sino alla scadenza;
- immobili;
-partecipazioni.
26
Parte G - Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d’azienda
La fusione tra Banca Intesa e SANPAOLO IMI
Relazione di bilancio 2007 - INTESA SANPAOLO
Le attività e passività finanziarie sono state valutate al fair value attraverso
l’attualizzazione a tassi correnti di mercato dei flussi di cassa attesi dagli
strumenti finanziari. La differenza tra il fair value ed il valore contabile delle
suddette attività e passività viene ammortizzata, lungo la vita residua degli
stessi, attraverso l’applicazione del criterio del costo ammortizzato.
Il valore di mercato degli immobili e dei terreni è stato determinato attraverso
il ricorso a perizie valutative di esperti indipendenti. La differenza tra il fair
value ed il valore contabile degli immobili viene ammortizzata lunga la vita
utile degli stessi rideterminata al momento dell’acquisizione.
Il fair value delle partecipazioni è stato determinato utilizzando i metodi
normalmente utilizzati nelle prassi valutative.
27
Parte G - Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d’azienda
La fusione tra Banca Intesa e SANPAOLO IMI
Relazione di bilancio 2007 - INTESA SANPAOLO
28
Parte G - Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d’azienda
La fusione tra Banca Intesa e SANPAOLO IMI
Relazione di bilancio 2007 - INTESA SANPAOLO
29
Indice
IFRS 3 - richiami
La fusione Banche Popolari Unite (BPU Banca)
Banca Lombarda Piemontese (BLP) = (UBI Banca)
La fusione Banca Intesa
SANPAOLO IMI = (Intesa SanPaolo)
IAS 39 - Applicazione Regolamento 1004/2008
- Banca Intesa SanPaolo
- Monte dei Paschi
- UBI Banca
IAS 36 – Impairment Attività immateriali
Rivalutazione Quote Banca d’Italia
- Circolare AdE n. 4/E/2013
- Comunicati CONSOB
Bilancio UBI Banca 2013 – Quote Bankitalia, Valutazione crediti a attività immateriali, DTA
Bilancio Intesa SanPaolo 2013 - Quote Bankitalia, Valutazione crediti a attività immateriali, DTA
Bilancio Unicredit 2013 - Quote Bankitalia, Valutazione crediti a attività immateriali, DTA
30
REGOLAMENTO 1004/2008: RICLASSIFICAZIONE DALLA CATEGORIA
FVTPL E DALLA CATEGORIA AFS
Possono essere riclassificate dalla categoria FVTPL ad altre categorie attività
finanziarie non più possedute con finalità di trading con esclusione delle:
a) attività finanziarie derivate;
b) attività finanziarie designate a fair value in applicazione della Fair Value
Option.
Non possono essere effettuate riclassificazioni alla categoria FVTPL.
Possono essere riclassificate dalla categoria AFS ad altre categorie attività
finanziarie che l’impresa ha intenzione e capacità di detenere per il futuro
prevedibile o sino a scadenza.
La riclassificazione deve avvenire sulla base del fair value dello strumento alla
data della riclassifica (salvo applicazione della norma transitoria). Tale valore
diventa il nuovo costo o costo ammortizzato.
Se successivamente alla riclassifica l’impresa rivede le proprie stime
prevedendo un incremento dei flussi finanziari attesi, tale incremento deve
essere rilevato come aumento del tasso di interesse effettivo anzichè del valore
contabile dello strumento.
31
REGOLAMENTO 1004/2008: CONTRATTI DERIVATI E STRUMENTI
FINANZIARI COMPLESSI
I contratti derivati (stand alone o incorporati in strumenti finanziari complessi)
mantengono le attuali regole in materia di classificazione nel comparto trading o tra
gli strumenti di copertura.
Qualora uno strumento finanziario di trading gestionalmente coperto venga
riclassificato, per non incrementare la volatilità del conto economico, si ritiene
possibile riclassificare il contratto derivato preesistente da trading a copertura
instaurando prospetticamente una nuova relazione di hedge accounting a partire
dalla data di riclassifica.
Per gli strumenti finanziari complessi il Regolamento non prevede disposizioni
specifiche. E’ da ritenere, quindi, che qualora venga riclassificato uno strumento
finanziario complesso si debbano applicare le regole già presenti nello IAS 39 ed in
particolare procedere allo scorporo del derivato (riclassificando così il solo
contratto ospite) qualora si ricada in una delle situazioni previste dal paragrafo 11
dello IAS 39.
Peraltro, l’IFRIC 9 imporrebbe il divieto di scorporo di un derivato incorporato in un
momento successivo alla prima iscrizione dello strumento finanziario. Tuttavia,
poichè l’IFRIC 9 è antecedente alla modifica dello IAS 39, si ritiene che lo stesso
non sia applicabile nel caso in cui uno strumento finanziario che ospita il derivato
venga riclassificato fuori dalla categoria FVTPL in aderenza con le nuove
disposizioni.
32
REGOLAMENTO 1004/2008: possibili riclassificazioni
Comparto
di provenienza
Comparto
di
destinazione Requisiti
─ Strumento non più detenuto per trading
─ Presenza di rare circostanze
─ Attività con scadenza fissa quotata o non quotata su mercati
attivi
─ Strumento non più detenuto per trading
─ Presenza di rare circostanze
─ Attività quotata o non quotata su mercati attivi
─ Necessità intento di detenzione per il futuro prevedibile o
sino a scadenza
Riferimento
Reg.
1004/2008
Par. 50 b
Par. 50 d
Par. 50 b
Par. 50 e
H T M
L R
A F S
L R
FVTPL
A F S
─ Strumento non più detenuto per trading
─ Necessità intento di detenzione per il futuro prevedibile o
sino a scadenza
─ Assenza di rare circostanze
─ Attività con scadenza fissa non quotata o quotata su mercati
dislocati alla data di riclassifica
─ Assenza di rare circostanze
─ Attività con scadenza fissa non quotata o quotata su mercati
dislocati alla data di riclassifica
33
RICLASSIFICA POST REGOLAMENTO 1004/2008
FVTPL
FVO
HFT
HTM
L&R
AFS
AFS
HTM
L&R
HTM AFS
Solo in rare circostanze
Solo in rare circostanze
a) Solo in rare circostanze
DATA DI RIFERIMENTO
1/7/2008
Regime Derogatorio 31/12/2008
o successive
b) Assenza di rare circostanze Necessità di dimostrare che
l’attività non è più posseduta
per trading
Non ammesse
riclassifiche
(QUOTATI)
(NON QUOTATI/QUOTATI SU MERCATI DISLOCATI)
34
REGOLAMENTO 1004/2008: DISCLOSURE
Con riferimento alle attività finanziarie in oggetto di riclassifica, il Regolamento ha
emendato l’IFRS 7 richiedendo alle imprese di fornire in nota integrativa le seguenti
informazioni:
a) l’ammontare e i motivi della riclassifica;
b) il fair value e valore contabile nel trimestre/esercizio (reporting period) corrente e
nei trimestri/esercizi (reporting period) precedenti, fino alla scadenza o vendita
degli asset;
c) la descrizione delle circostanze eccezionali (“rare”) che hanno determinato la
riclassifica;
d) nel trimestre/esercizio (reporting period) di riclassifica: gli utili e le perdite rilevati
sulle attività riclassificate in quel trimestre/esercizio (reporting period) e nel
trimestre/esercizio (reporting period) precedente;
e) nel trimestre/esercizio (reporting period) di riclassifica e nei trimestri/esercizi
(reporting period) seguenti: gli utili e le perdite che sarebbero stati contabilizzati se
non fosse stata effettuata la riclassifica;
f) il tasso effettivo di rendimento degli asset e i flussi di cassa attesi alla data di
riclassifica.
35
Relazioni e bilanci 2008
INTESA SAN PAOLO
36
A.2 Parte relativa alle principali voci di bilancio
Più in dettaglio, lo IASB, con il documento “Reclassification of financial assets”, nello
scorso mese di ottobre ha apportato alcune modifiche allo IAS 39, con riferimento alla
classificazione degli strumenti finanziari, ed all’IFRS 7 per quanto riguarda le relative
informazioni integrative. Le modifiche sono state omologate dalla Commissione europea
il 15 ottobre 2008 e sono entrate immediatamente in vigore.
L’intervento ha riguardato la possibilità, vietata sino all’entrata in vigore delle
presenti modifiche, di riclassificare dalla categoria degli strumenti finanziari di
trading (attività finanziarie valutate al fair value con imputazione a conto
economico) alle altre categorie previste dallo IAS 39 (attività detenute sino alla
scadenza, attività disponibili per la vendita, finanziamenti e crediti) attività
finanziarie non derivate non più detenute per finalità di trading. Inoltre è stata
prevista la possibilità di riclassificare attività finanziarie disponibili per la vendita
nel comparto finanziamenti e crediti.
Il Gruppo Intesa Sanpaolo ha ritenuto opportuno identificare alcuni titoli prevalentemente
obbligazionari non quotati su mercati attivi ed alcuni finanziamenti originariamente
classificati tra le attività di trading o tra quelle disponibili per la vendita che attualmente
non presentano rischi di impairment per i quali le attuali e prevedibili future condizioni di
mercato non consentono più una gestione attiva e che quindi saranno tenute in
portafoglio.
Relazione di bilancio 2008 – Intesa SanPaolo
37
A.2 Parte relativa alle principali voci di bilancio
Tali attività sono state, pertanto, riclassificate nella categoria dei crediti e
conseguentemente dal momento della riclassifica esse vengono valutate al costo
ammortizzato.
In particolare, nell’ambito del portafoglio titoli, sono stati prevalentemente
riclassificati alcuni prodotti strutturati di credito nonché alcuni titoli emessi da enti
territoriali o rivenienti da cartolarizzazioni.
Per quanto riguarda il portafoglio crediti sono stati riclassificati alcuni
finanziamenti in pool originariamente destinati al collocamento presso altre
istituzioni finanziarie.
Le riclassifiche sono state effettuate per 10.144 milioni in termini di valore
nominale entro il 1° novembre 2008 e quindi prendendo come riferimento la
valorizzazione che tali attività presentavano al 1° luglio 2008 se già presenti
a quella data nel portafoglio o con riferimento al prezzo di acquisto, se
quest’ultimo è avvenuto dopo il 1° luglio 2008, ovvero al valore nominale
per i crediti erogati dopo tale data; 119 milioni sono stati riclassificati
successivamente al 1° novembre 2008 e quindi sulla base del fair value alla
data della riclassifica.
Relazione di bilancio 2008 – Intesa SanPaolo
38
A.2 Parte relativa alle principali voci di bilancio
Qualora il Gruppo non si fosse avvalso della facoltà di riclassificare le citate attività finanziarie,
nel conto economico sarebbero state rilevate maggiori componenti negative, al lordo dell’effetto
fiscale, per 459 milioni (141 milioni al 30 settembre 2008) mentre le riserve da valutazione del
patrimonio netto sarebbero risultate inferiori, al lordo dell’effetto fiscale, per 862 milioni (212
milioni al 30 settembre 2008).
Il tasso interno di rendimento del portafoglio riclassificato è risultato pari al 5,4%.
Relazione di bilancio 2008 – Intesa SanPaolo
39
Relazioni e bilanci 2008
MONTE PASCHI
40
Nuovi principi contabili, emendamenti e interpretazioni applicati nel bilancio 2008
Il Gruppo si è avvalsa di tale emendamento e ha riclassificato:
a. titoli di debito dal portafoglio delle “attività finanziarie detenute per la
negoziazione” al portafoglio “finanziamenti e crediti”;
b. titoli di capitale dal portafoglio delle “attività finanziarie detenute per la
negoziazione al portafoglio “attività finanziarie disponibili per la vendita”;
c. titoli di debito dal portafoglio “attività finanziarie disponibili per la vendita ” al
portafoglio “finanziamenti e crediti”.
Le modifiche apportate dallo IASB all’IFRS 7 prevedono, tra le altre cose, che sia data
informativa su:
- l’importo riclassificato da e verso ciascun portafoglio;
- le “rare circostanze” che hanno comportato la riclassifica;
L’utile o la perdita generato da valutazioni al FV che sarebbero state contabilizzate a
conto economico o a patrimonio netto se l’attività finanziaria non fosse stata
riclassificata. Per l’informativa quantitativa relativa alle riclassificazioni operate, secondo
le modificate disposizioni dell’IFRS 7, si rimanda alle sezioni 2, 4, 6 e 7 dell’attivo della
nota integrativa. In particolare si segnala che per effetto delle riclassifiche operate non
sono state rilevate in bilancio minusvalenze da valutazione per un ammontare di € 336,5
(al lordo dell’effetto fiscale).
Relazione di bilancio 2008 – MONTEPASCHI
41
Nuovi principi contabili, emendamenti e interpretazioni applicati nel bilancio 2008
Di seguito si riepilogano i principali effetti rimandano alle sezioni già indicate per le informazioni
di dettaglio:
Relazione di bilancio 2008 – MONTEPASCHI
42
Relazioni e bilanci 2008
UBI >< BANCA
43
Le modifiche dello IAS 39
Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea n. 275 del
16 ottobre 2008 del Regolamento CE n. 1004/2008 della Commissione
Europea sono entrate in vigore le modifiche allo IAS 39 “Strumenti finanziari:
rilevazione e valutazione”.
Tali modifiche sono sostanzialmente volte a concedere alcune limitate
possibilità di riclassifica, in determinate condizioni quali ad esempio quelle
attuali di crisi dei mercati finanziari, di strumenti finanziari classificati tra le
“Attività finanziarie detenute per la negoziazione” (ovvero attività valutate al fair
value con impatto delle variazioni a conto economico) in altre categorie al fine
di evitarne la valutazione al fair value.
Più in dettaglio l’amendment allo IAS 39 consente:
1. in rare circostanze di riclassificare una qualsiasi attività finanziaria –
diversa dagli strumenti derivati – in uscita dalle “Attività finanziarie
detenute per la negoziazione” (voce 20 dell’attivo patrimoniale);
Relazione di bilancio 2008 - UBI Banca
44
Le modifiche dello IAS 39
2. di riclassificare attività finanziarie che hanno le caratteristiche oggettive
dei c.d. “loans and receivables” (leggasi finanziamenti e crediti) e per le
quali si ha l’intenzione di detenerle per un prevedibile futuro ovvero sino
alla scadenza, in uscita dalle “Attività finanziarie detenute per la
negoziazione”(voce 20 dell’attivo patrimoniale) e dalle “Attività
finanziarie disponibili per la vendita” (voce 40 dell’attivo patrimoniale) verso
la categoria dei loans and receivables (leggasi “Crediti verso banche” o
“Crediti verso clientela” – rispettivamente voce 60 e 70 dell’attivo
patrimoniale).
In riferimento a tutto quanto detto sopra, con specifico riguardo alle
modifiche dello IAS 39 nonché alle linee guida sull’applicazione del fair
value, si segnala che il Gruppo UBI Banca, come già indicato nella
relazione trimestrale al 30 settembre 2008, non ha ritenuto di dover
utilizzare le facoltà concesse e non ha pertanto operato alcuna
riclassifica di attività finanziarie presenti in portafoglio in ossequio alle
nuove previsioni dello IAS 39.
Relazione di bilancio 2008 - UBI Banca
45
Indice
IFRS 3 - richiami
La fusione Banche Popolari Unite (BPU Banca)
Banca Lombarda Piemontese (BLP) = (UBI Banca)
La fusione Banca Intesa
SANPAOLO IMI = (Intesa SanPaolo)
IAS 39 - Applicazione Regolamento 1004/2008
- Banca Intesa SanPaolo
- Monte dei Paschi
- UBI Banca
IAS 36 – Impairment Attività immateriali
Rivalutazione Quote Banca d’Italia
- Circolare AdE n. 4/E/2013
- Comunicati CONSOB
Bilancio UBI Banca 2013 – Quote Bankitalia, Valutazione crediti a attività immateriali, DTA
Bilancio Intesa SanPaolo 2013 - Quote Bankitalia, Valutazione crediti a attività immateriali, DTA
Bilancio Unicredit 2013 - Quote Bankitalia, Valutazione crediti a attività immateriali, DTA
46
IAS 36 – Impairment Attività immateriali
Documento Banca d’Italia/Consob/Isvap n. 4 del 3 marzo 2010
Tavolo di coordinamento fra Banca d’Italia, Consob ed Isvap
in materia di applicazione degli
IAS/IFRS
47
IAS 36 – Impairment Attività immateriali
1. Principio IAS 36 – Riduzioni di valore delle attività (c.d. Impairment test)
Nell’attuale congiuntura economica la verifica della eventuale perdita di valore delle attività
è di fondamentale importanza.
In generale e soprattutto in assenza di idonei piani aziendali, si ritiene necessario che la
rispondenza della procedura di impairment test alle prescrizioni dello IAS 36 formi oggetto
di formale e consapevole approvazione da parte dell’organo di amministrazione,
responsabile della redazione dei bilanci della società. L’approvazione della procedura
d’impairment da parte degli amministratori deve avvenire in via autonoma e anticipata
rispetto al momento dell’approvazione delle relazioni finanziarie.
Ulteriore aspetto che occorre sottolineare è la necessità che gli amministratori svolgano
adeguate considerazioni in ordine all’esistenza di segnali esogeni di perdita di valore, quali,
ad esempio, quelli espressi dal mercato finanziario, come la presenza di una
capitalizzazione di mercato della società significativamente inferiore al patrimonio netto
contabile. In tale ambito gli amministratori devono ricercare le ragioni delle eventuali
differenze che potrebbero emergere tra le valutazioni “esterne” e il risultato al quale giunge
la procedura di impairment. Tale analisi - richiesta dallo IAS 36, par. 12, lettera (d) – deve
essere compiutamente documentata nell’ambito di tale procedura.
(segue)
48
IAS 36 – Impairment Attività immateriali
1. Principio IAS 36 – Riduzioni di valore delle attività (c.d. Impairment test)
Un’efficace informativa sul processo valutativo dell’avviamento deve quanto meno
contenere i seguenti elementi fondamentali:
(i) definizione delle “unità generatrici di cassa” (di seguito “CGU”);
(ii) allocazione dell’avviamento alle singole CGU (o gruppi di CGU);
(iii) illustrazione del criterio di stima del valore recuperabile, quando
questo si basa sul valore d'uso;
(iv) illustrazione del criterio di stima del valore recuperabile, quando
questo si basa sul fair value;
(v) descrizione dell’analisi di sensitività del risultato dell’impairment test
rispetto alle variazioni degli assunti di base;
(vi) considerazioni in ordine alla presenza di indicatori esterni di perdita di
valore in assenza di svalutazioni degli attivi a seguito della procedura di
impairment.
49
OIC
Applicazioni IAS/IFRS 2., 2.1, 2.3
50
OIC - Applicazioni IAS/IFRS – 2., 2.1, 2.3
Il parere dell’OIC Valutazioni di “impairment” L’OIC ritiene che, nel comparto bancario e finanziario, le valutazioni di “impairment” debbano
essere svolte includendo anche le attività e passività finanziarie, incluse quelle
subordinate, e, quindi, di fatto tutte le attività e passività direttamente o indirettamente
allocabili alla “cash generating unit” (CGU) di pertinenza, compresi l’avviamento e le
attività immateriali di pertinenza. Ciò in quanto, nel caso di un’impresa bancaria, le
passività finanziarie, in linea di principio escluse dall’“impairment test” ex IAS 36, integrano
il “core business” aziendale, rappresentando i “beni” che consentono di sviluppare il
“business” bancario.
Valutazione dell’avviamento Per il processo valutativo dell’avviamento l’OIC ricorda come in base allo IAS 36 il valore
recuperabile è definito come il maggiore tra il “fair value” di un’attività e il proprio valore
d’uso. Quanto al “fair value” la miglior evidenza è costituita dal prezzo di vendita tra parti
indipendenti o, in mancanza, multipli di società o di transazioni comparabili purché, in tale
ultimo caso, siano presenti un numero sufficiente di transazioni, vi sia omogeneità delle CGU
comparabili in termini di attività, localizzazione geografica, dimensione e profilo reddituale, le
transazioni siano recenti e non soggette ad elevata volatilità. Per contro il valore d’uso
presuppone la stima dei flussi finanziari attesi dall’utilizzo delle attività che compongono la
CGU espressi in termini di valore attuale attraverso l’utilizzo di opportuni tassi di
attualizzazione.
51
Indice
IFRS 3 - richiami
La fusione Banche Popolari Unite (BPU Banca)
Banca Lombarda Piemontese (BLP) = (UBI Banca)
La fusione Banca Intesa
SANPAOLO IMI = (Intesa SanPaolo)
IAS 39 - Applicazione Regolamento 1004/2008
- Banca Intesa SanPaolo
- Monte dei Paschi
- UBI Banca
IAS 36 – Impairment Attività immateriali
Rivalutazione Quote Banca d’Italia
- Circolare AdE n. 4/E/2013
- Comunicati CONSOB
Bilancio UBI Banca 2013 – Quote Bankitalia, Valutazione crediti a attività immateriali, DTA
Bilancio Intesa SanPaolo 2013 - Quote Bankitalia, Valutazione crediti a attività immateriali, DTA
Bilancio Unicredit 2013 - Quote Bankitalia, Valutazione crediti a attività immateriali, DTA
52
Rivalutazione Quote Banca d’Italia
Circolare AdE n. 4/E del 24 febbraio 2014
Rivalutazione quote di partecipazione al capitale della Banca d’Italia - Articolo 6, comma 6,
del decreto legge 30 novembre 2013, n. 133 e articolo 1, comma 148, della legge 27 dicembre
2013, n. 147.
L’articolo 6, comma 6, del decreto legge 30 novembre 2013, n. 133 e l’articolo 1, comma
148, della legge 27 dicembre 2013, n. 147 prevedono una peculiare disciplina che interessa
le quote di partecipazione al capitale della Banca d’Italia.
La disciplina in esame, da un punto di vista fiscale, inquadra le quote di partecipazione
al capitale della Banca d’Italia nel comparto delle attività finanziarie e tenute per la
negoziazione (portafoglio di trading) e determina un disallineamento tra il maggior
valore nominale della partecipazione e quello fiscalmente riconosciuto.
La stessa disciplina si preoccupa anche di riallineare il differenziale tra i due valori con
l’applicazione di un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi, dell’imposta regionale sulle
attività produttive e di eventuali addizionali.
L’articolo 6, comma 6, del decreto legge n. 133 del 2013 stabilisce che “a partire
dall'esercizio in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto, i partecipanti al
capitale della Banca d'Italia iscrivono le quote di cui all'articolo 4, comma 2, nel comparto delle
attività finanziarie detenute per la negoziazione, ai medesimi valori”.
(segue)
53
Rivalutazione Quote Banca d’Italia
Circolare AdE n. 4/E del 24 febbraio 2014
Prescindendo in questa sede da valutazioni di carattere contabile, ciò che occorre
evidenziare è che il legislatore, con la norma sopra richiamata, detta una disciplina
fiscale per le quote di partecipazione al capitale della Banca d’Italia inquadrandole nel
comparto delle attività finanziarie detenute per la negoziazione (portafoglio di trading).
Tale inquadramento, da un punto di vista fiscale, deve essere effettuato a decorrere dal
periodo d’imposta in corso al 30 novembre 2013, data di entrata in vigore del decreto legge n.
133 del 2013.
In particolare, con l’utilizzo della locuzione “ai medesimi valori” il legislatore ha
voluto individuare un nuovo valore delle partecipazioni a seguito dell’inquadramento
delle stesse nella categoria delle attività finanziarie detenute per la negoziazione.
Tale nuovo valore è pari al valore nominale delle quote di nuova emissione previsto
nell’articolo 4, comma 2, del medesimo decreto legge n. 133 del 2013, vale a dire 25.000 euro
per ciascuna quota di partecipazione.
In definitiva, considerando che il valore nominale della partecipazione è pari a 25.000
euro, deve essere riallineata la differenza tra tale valore nominale e quello fiscalmente
riconosciuto ascrivibile alle quote precedentemente iscritte in bilancio.
54
Rivalutazione Quote Banca d’Italia: comunicati CONSOB
Consob risponde ad un quesito sulla rivalutazione delle quote di Banca d’Italia
(Comunicato stampa del 10 marzo 2014) Tenuto conto delle questioni interpretative emerse in sede europea e nelle more degli approfondimenti in
corso in merito all'applicazione della normativa in oggetto nonché alla sua coerenza rispetto ai principi
internazionali di contabilità (Ias/Ifrs), la Consob ha richiamato l'attenzione sulla necessità che gli
amministratori adottino le modalità di contabilizzazione ritenute più appropriate a soddisfare gli Ias/Ifrs. Al
tempo stesso gli amministratori dovranno fornire in bilancio la più completa informativa riguardo alle
scelte contabili effettuate. Ciò al fine di fornire un chiarimento utile al mercato in vista dell'approvazione dei
bilanci di esercizio 2013.
Trattamento nei bilanci IFRS delle quote di partecipazione al capitale della Banca d’Italia
(Comunicato stampa congiunto Consob. Banca d’Italia, Ivass dell’11 marzo 2014) Il Decreto-Legge 30 novembre 2013, n. 133, convertito con modificazioni nella Legge 29 gennaio 2014, n. 5,
ha introdotto numerose novità nella disciplina del capitale della Banca d'Italia. Tali modifiche sono state
recepite nel nuovo statuto della Banca d'Italia, deliberato dall'assemblea straordinaria del 23 dicembre 2013 e
approvato con Decreto del Presidente della Repubblica del 27 dicembre 2013.
Sul trattamento contabile da adottare nei bilanci redatti secondo i principi contabili internazionali (IAS/IFRS)
relativi all'esercizio 2013 sono in corso approfondimenti presso sedi internazionali.
Allo stato degli atti, gli amministratori delle società detentrici delle quote Banca d'Italia dovranno
adottare, in sede di approvazione del bilancio 2013, modalità di contabilizzazione che tengano conto
di quanto disposto dal Decreto-Legge 133/2013, così come convertito nella Legge 5/2014, nel rispetto
dei principi contabili internazionali e avvalendosi del complessivo quadro informativo disponibile.
In considerazione della particolare delicatezza della materia, si raccomanda che le società forniscano nella
nota integrativa del bilancio la più completa informativa al riguardo.
55
Indice
IFRS 3 - richiami
La fusione Banche Popolari Unite (BPU Banca)
Banca Lombarda Piemontese (BLP) = (UBI Banca)
La fusione Banca Intesa
SANPAOLO IMI = (Intesa SanPaolo)
IAS 39 - Applicazione Regolamento 1004/2008
- Banca Intesa SanPaolo
- Monte dei Paschi
- UBI Banca
IAS 36 – Impairment Attività immateriali
Rivalutazione Quote Banca d’Italia
- Circolare AdE n. 4/E/2013
- Comunicati CONSOB
Bilancio UBI Banca 2013 – Quote Bankitalia, Valutazione crediti a attività immateriali, DTA
Bilancio Intesa SanPaolo 2013 - Quote Bankitalia, Valutazione crediti a attività immateriali, DTA
Bilancio Unicredit 2013 - Quote Bankitalia, Valutazione crediti a attività immateriali, DTA
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Relazioni e bilanci 2013
UBI >< BANCA
57
Relazione di bilancio 2013 - UBI Banca
COMUNICATO STAMPA del 12 marzo 2014
In base ai dati al 31 dicembre 2013:
Capitale: Core Tier 1 ratio al 12,6%
Proposto un dividendo di 0,06 euro per azione in crescita rispetto a 0,05 euro nel 2012
Utile netto dell’esercizio 2013 a 250,8 milioni di euro (82,7 nel 2012)
-le rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali hanno totalizzato 180,2
milioni, registrando anch’esse una diminuzione rispetto ai 191,1 milioni del 2012,
essenzialmente per il venir meno di alcune poste legate alla riorganizzazione del Gruppo (write
off di sistemi informativi dismessi, chiusure di filiali, ecc..).
Per effetto del perdurare di una congiuntura difficile e del ritardo della ripresa economica, le
rettifiche di valore nette per deterioramento crediti sono salite a 943 milioni, contro gli
847,2 milioni del 2012, definendo un costo del credito pari all’1,07% del totale impieghi, rispetto
allo 0,91% del 2012.
segue
58
Relazione di bilancio 2013 - UBI Banca
COMUNICATO STAMPA del 12 marzo 2014
Nel corso dell’esercizio sono state inoltre contabilizzate rettifiche di valore nette per
deterioramento di altre attività/passività finanziarie per 47,5 milioni (54,8 milioni nel 2012),
riferite quasi interamente, in ambedue gli esercizi, a componenti non ricorrenti relative a
svalutazioni durevoli di strumenti detenuti nel portafoglio AFS; da segnalare nel 4° trimestre
2013 un onere di 17,1 milioni quale quota a carico del Gruppo conseguente all’intervento di
sostegno del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi a favore di Banca Tercas.
Infine, le imposte sul reddito d’esercizio dell’operatività corrente sono risultate positive
per 55,1 milioni – erano negative per 121,2 milioni nel 2012 – per effetto della contabilizzazione
di imposte sull’attività ricorrente per 136 milioni, e di imposte su voci non ricorrenti
essenzialmente riconducibili all’addizionale IRES dell’8,5% per il 2013 che ha determinato un
maggior onere fiscale di 32,9 milioni, e a un componente positivo specifico di UBI Banca, pari a
212,6 milioni, relativo all’iscrizione, a seguito delle nuove disposizioni della legge 147 del 27
dicembre 2013, cd Legge di Stabilità per il 2014, che ne garantiscono la recuperabilità, di
imposte differite IRAP sugli avviamenti riallineati, non stanziate nei precedenti esercizi, in
quanto non ne ricorrevano i presupposti.
59
Relazione di bilancio 2013 - UBI Banca
Principi contabili internazionali in vigore dal 2013
Il Regolamento UE 475/2012 ha apportato modifiche:
- allo IAS 1 “Presentazione del bilancio” con riguardo al “Prospetto della redditività complessiva”, le cui voci vengono
suddivise a seconda che le medesime possano successivamente avere impatto sul conto economico, oppure, per loro
stessa natura, siano destinate a rimanere rilevate a patrimonio netto.
- allo IAS 19 con riguardo, principalmente, all’eliminazione dei differenti trattamenti contabili applicabili per la
rilevazione degli utili/perdite attuariali, i quali, in base alle nuove previsioni, devono essere rilevati in un’unica soluzione
nel “Prospetto della redditività complessiva”.
Il Regolamento UE 1255/2012 ha introdotto il principio contabile IFRS 13 “Valutazione al fair value” applicabile alle
attività e passività per le quali è prevista la valutazione al fair value ovvero l’indicazione del medesimo a livello di
informativa di bilancio.
Gli impatti più significativi connessi all’introduzione delle previsioni di cui all’IFRS 13 sono di seguito sintetizzati:
a) fair value titoli non quotati: la prassi di mercato, nella stima del non performance risk dell’emittente, considera
sia il rischio di credito che lo spread di illiquidità associato al titolo; premesso che tali parametri erano già oggetto
di ponderazione anche prima dell’introduzione dell’IFRS 13, si è ulteriormente affinata la metodologia di stima
dello spread di illiquidità quantificandolo in ragione dello spread di credito dell’emittente al fine di stimare l’exit
price dello strumento.
b) fair value derivati non quotati: l’affinamento metodologico della stima del non performance risk della controparte
contrattuale (Credit Value Adjustment – CVA) è sostanzialmente un’evoluzione della metodologia basata sui
modelli interni in uso per la stima del rischio controparte (Credit Risk Adjustment). La stima del non performance
risk proprio di UBI Banca (Debit Value Adjustment – DVA) rappresenta la sostanziale innovazione introdotta dal
citato principio. L’impatto netto del CVA e DVA stimati ha comportato un impatto marginale negativo a conto
economico (voce 80 “Risultato netto dell’attività di negoziazione) pari a euro 1,1 milioni.
Il Regolamento UE 1256/2012 emenda l’IFRS 7 “Strumenti finanziari: informazioni integrative” relativamente
all’informativa integrativa in materia di compensazione di attività e passività finanziarie
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Relazione di bilancio 2013 - UBI Banca
Principi contabili internazionali con applicazione obbligatoria
successiva al bilancio 2013
Regolamento UE 1254/2012:
• introduce gli IFRS 10 “Bilancio consolidato”, IFRS 11 “Accordi a controllo congiunto” e IFRS 12
“Informativa sulle partecipazioni in altre entità”; nonché
• modifica gli IAS 27 “Bilancio consolidato e separato”, ridenominato IAS 27 “Bilancio separato”, e 28
“Partecipazioni in società collegate”;
• l’IFRS 11 stabilisce i principi di rendicontazione contabile per le entità che sono parti di accordi che
stabiliscono un “controllo congiunto”;
• l’IFRS 12 disciplina in maniera articolata gli obblighi di informativa per le controllate, gli accordi di
controllo congiunto, le società collegate e le entità strutturate non consolidate.
- Il Regolamento UE 313/2013 modifica dell’ IFRS 10 “Bilancio Consolidato”, IFRS 11 “ Accordi a controllo
congiunto”, IFRS 12 “Informativa sulle partecipazioni in altre entità”.
- Il Regolamento UE 1174/2013 modifica dell’ IFRS 10 “Bilancio Consolidato”, dell’ IFRS 12 “Informativa
sulle partecipazioni in altre entità” e dello IAS 27 “Bilancio separato”.
- Il Regolamento UE 1374/2013 che adotta “Informazioni integrative sul valore recuperabile delle attività
non finanziarie” apporta modifiche allo IAS 36 “Riduzione di valore delle attività”.
- Il Regolamento UE 1375/2013 che adotta “Novazione di derivati e continuazione della contabilizzazione
di copertura” apporta modifiche allo IAS 39 “Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione”.
61
Relazione di bilancio 2013 - UBI Banca
Le modifiche dello IAS 39
Il processo di revisione integrale dello IAS 39 è tuttora in itinere e, allo stato attuale,
nessun documento emesso dallo IASB è stato oggetto di omologazione da parte
della Commissione Europea. Si ricorda che in merito all’adozione obbligatoria delle
nuove regole contabili, in data 19 novembre 2013 lo IASB ha emesso l’amendment
“Hedge Accounting and amendments to IFRS 9, IFRS 7 and IAS 39” che conferma la
cancellazione del 1° gennaio 2015 quale data di prima applicazione obbligatoria
dell’IFRS 9; tale data sarà presumibilmente ridefinita nel corso del 2014.
62
Relazione di bilancio 2013 - UBI Banca
Iscrizione delle imposte differite attive (DTA) IRAP
Con l’art. 1, commi da 167 a 170 della Legge di stabilità 2014 è stata integrata la
disciplina che consente di trasformare, qualora ricorrano le condizioni previste dalla
legge, in crediti d’imposta le attività per imposte anticipate (DTA) iscritte in bilancio,
relativamente a svalutazioni e perdite su crediti verso la clientela e al riallineamento del
valore dell’avviamento e delle altre attività immateriali.
UBI Banca che nei passati esercizi non aveva proceduto alla valorizzazione di imposte
differite attive sugli avviamenti fiscalmente riallineati a causa delle aspettative di reddito
imponibile negativo dei successivi esercizi, che ne rendevano di fatto incerto il recupero,
ha proceduto nel 2013 ad operare il reassessment delle DTA IRAP non iscritte sugli
avviamenti affrancati, e quindi a rilevare attività fiscali per imposte anticipate per un
importo pari a circa 212,6 milioni di euro.
63
Relazione di bilancio 2013 - UBI Banca Valutazione quote possesso azionario detenuto nella Banca d’Italia
Il Decreto Legge n. 133 del 30 novembre 2013, convertito nella Legge 29 gennaio 2014 n. 5 (di seguito anche il
“Decreto”), ha previsto, tra l’altro, la riforma della corporate governance della Banca d’Italia sostanzialmente volta a
ridurre la concentrazione delle partecipazioni nel suo capitale ed allargare perciò la sua compagine sociale, prevedendo
un aumento del capitale sociale dell’Organo di Vigilanza.
In particolare, facendo seguito all’emanazione del suddetto decreto e alle conseguenti modifiche statutarie apportate
dall’Assemblea Straordinaria dei partecipanti al capitale di Banca d’Italia del 23 dicembre 2013, l’Istituto centrale ha
effettuato un aumento di capitale fino a Euro 7.500.000.000, tramite prelievo dalle pre-esistenti riserve ed emissione di
nuove quote nominative di partecipazione del valore nominale di Euro 25.000 (di seguito anche le “Quote di Nuova
emissione”) in sostituzione dei precedenti certificati del valore nominale di Euro 0,52 (di seguito anche le “Quote
Annullate”).
Ai fini delle valutazioni da un punto di vista bilancistico, ci si è avvalsi anche di un autorevole parere contabile,
rilasciato da un professionista esterno, anch’esso reso disponibile alle associate dall’ABI che, considerando
anche le succitate conclusioni di natura legale, ha ritenuto possano ricorrere i presupposti, previsti dal
principio contabile IAS 39, per effettuare la cancellazione contabile (derecognition) delle Quote Annullate e
l’iscrizione (recognition) delle Quote di Nuova emissione con la contestuale rilevazione a conto economico
(voce “100b Utili/ Perdite da cessione di AFS) della differenza tra il valore contabile delle vecchie quote e il fair
value delle nuove quote.
Si segnala che il Gruppo UBI, in linea con l’orientamento di settore, ha deciso di contabilizzare nel bilancio consolidato
chiuso al 31 dicembre 2013 il maggior valore attribuito alle nuove Quote, pari a euro 29,2 milioni nel conto economico
(voce 100b “Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: attività finanziarie disponibili per la vendita”), per un effetto di euro
20,5 milioni al netto della quota dei terzi e del relativo effetto fiscale (pari all’imposta sostitutiva del 12%, in conformità a
quanto ribadito dalla Circolare dell’Agenzia delle Entrate 4/E del 24 febbraio 2014 “Rivalutazione quote di partecipazione
al capitale della Banca d’Italia - Articolo 6, comma 6, del decreto legge 30 novembre 2013, n. 133 e articolo 1, comma
148, della legge 27 dicembre 2013, n. 147”). In particolare, il fair value delle Quote di Nuova emissione è stato
determinato in misura pari al loro valore nominale. Quest’ultimo è infatti ritenuto rappresentativo del fair value delle
Quote di Nuova emissione come risultante dall’applicazione di modelli valutativi interni, che fanno altresì riferimento al
documento “Un aggiornamento del valore delle quote di capitale della Banca d’Italia” pubblicato da Banca d’Italia in data
9 novembre 2013.
64
Relazione di bilancio 2013 - UBI Banca
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Relazione di bilancio 2013 - UBI Banca
66
Relazione di
bilancio 2013 -
UBI Banca
Conto
Economico
Consolidato
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Relazione di bilancio 2013 - UBI Banca
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Relazione di bilancio 2013 - UBI Banca
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Relazione di bilancio 2013 - UBI Banca
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Relazione di
bilancio 2013
UBI Banca
Conto
Economico
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Relazione di bilancio 2013 - UBI Banca
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Relazione di bilancio 2013 - UBI Banca
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Relazione di bilancio 2013 - UBI Banca
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Relazione di bilancio 2013 - UBI Banca
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Relazione di bilancio 2013 - UBI Banca
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Relazione di
bilancio
2013
UBI Banca
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Relazione di bilancio 2013 - UBI Banca
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Relazione di bilancio 2013 - UBI Banca
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Relazione di bilancio 2013 - UBI Banca
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Relazione di bilancio 2013 - UBI Banca
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Indice
IFRS 3 - richiami
La fusione Banche Popolari Unite (BPU Banca)
Banca Lombarda Piemontese (BLP) = (UBI Banca)
La fusione Banca Intesa
SANPAOLO IMI = (Intesa SanPaolo)
IAS 39 - Applicazione Regolamento 1004/2008
- Banca Intesa SanPaolo
- Monte dei Paschi
- UBI Banca
IAS 36 – Impairment Attività immateriali
Rivalutazione Quote Banca d’Italia
- Circolare AdE n. 4/E/2013
- Comunicati CONSOB
Bilancio UBI Banca 2013 – Quote Bankitalia, Valutazione crediti a attività immateriali, DTA
Bilancio Intesa SanPaolo 2013 - Quote Bankitalia, Valutazione crediti a attività immateriali, DTA
Bilancio Unicredit 2013 - Quote Bankitalia, Valutazione crediti a attività immateriali, DTA
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Relazioni e bilanci 2013
INTESA SANPAOLO
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Relazione di bilancio 2013 - Intesa SanPaolo
COMUNICATO STAMPA del 28 marzo 2014
ELEVATA PATRIMONIALIZZAZIONE, IN ULTERIORE MIGLIORAMENTO E LARGAMENTE SUPERIORE AI
REQUISITI NORMATIVI; COMMON EQUITY BASILEA 3 PRO-FORMA, TENENDO CONTO DEI DIVIDENDI
MATURATI NEL 2013:
• 12,3% SECONDO I CRITERI A REGIME
• PROPOSTA DI DIVIDENDO CASH DI EURO 5 CENTESIMI PER AZIONE ORDINARIA E DI RISPARMIO:
DIVIDEND YIELD DEL 2,2% PER L’ORDINARIA E 2,6% PER LA RISPARMIO.
• IMPAIRMENT DI GOODWILL E ALTRE ATTIVITA’ INTANGIBILI:
SVALUTAZIONE PRUDENZIALE DI € 5,8 MLD NEL 4° TRIMESTRE E NELL’INTERO 2013.
RISULTATO NETTO: ANNO 2013: € -4.550 MLN DA € 1.605 MLN DEL 2012;
4° TRIM. 2013: € -5.190 MLN DA € 218 MLN DEL 3° TRIM. 2013
segue
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Relazione di bilancio 2013 - Intesa SanPaolo
COMUNICATO STAMPA del 28 marzo 2014
Politica di accantonamenti particolarmente rigorosa e prudenziale:
- stanziamenti a fronte dei rischi creditizi per 7.131 milioni di euro nel 2013, in crescita del 51,3%
rispetto al 2012,
- un livello di copertura specifica dei crediti deteriorati in crescita al 46% a fine 2013, rispetto al
42,7% di fine 2012 (media dei concorrenti italiani: 37% nel quarto trimestre 2013), con una
copertura specifica della componente costituita dalle sofferenze salita al 62,5% a fine 2013 dal
60,5% di fine 2012,
- un livello di copertura complessiva dei crediti deteriorati, considerando le garanzie reali, pari
al 128 % a fine 2013 (al 137 % considerando anche le garanzie personali), con una copertura
complessiva della componente costituita dalle sofferenze pari al 129% (al 137% considerando anche
le garanzie personali),
- un robusto buffer di riserva sui crediti in bonis, salito a 80 centesimi di punto a fine 2013 da 76
centesimi a fine 2012 (media dei concorrenti italiani: 59 centesimi di punto nel quarto trimestre 2013);
segue
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Relazione di bilancio 2013 - Intesa SanPaolo
COMUNICATO STAMPA del 28 marzo 2014
Criteri di prudenza per l’impairment test, sulla base di uno scenario previsionale di medio termine conservativo, adottato come
riferimento per il Piano di Impresa 2014-2017 del Gruppo, alla luce del contesto di politica monetaria e delle notevoli incertezze che
caratterizzeranno l’andamento dell’economia europea nei prossimi anni. Ne è conseguito un impairment di goodwill e altre attività
intangibili di significativa entità, ossia un ammontare complessivo di rettifiche di valore dell’avviamento e delle altre attività
immateriali pari a circa 6,8 miliardi di euro ante imposte (svalutazione del 51%) - di cui circa 4,7 miliardi relativi ad avviamento
(svalutazione del 55%), 0,5 miliardi a brand name (21%) e 1,6 miliardi a core deposits (azzeramento) - e a circa 5,8 miliardi al
netto delle imposte (di cui circa 3,9 miliardi registrati dalla Divisione Banca dei Territori, 1,1 miliardi dalla Divisione Corporate e
Investment Banking, 0,7 miliardi dalla Divisione Banche Estere e 29 milioni da Banca Fideuram), a fronte di operazioni
prevalentemente carta contro carta.
Per il Gruppo l’impairment ha peraltro effetti solo sulle scritture contabili e nessun impatto sul cash-flow, sulla liquidità,
sulla solidità patrimoniale e sui coefficienti patrimoniali e nessuna influenza sulla redditività prospettica;
La voce utili/perdite su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti registra un saldo positivo di 2.441
milioni di euro (comprendenti 2.558 milioni di beneficio derivante dalla partecipazione in Banca d’Italia), rispetto a quello negativo di
35 milioni del terzo trimestre 2013 (comprendenti 28 milioni di impairment della partecipazione in Telco) e di 104 milioni del quarto
trimestre 2012 (comprendenti 107 milioni di impairment sull’interessenza in Telco).
Le rettifiche di valore dell’avviamento e delle altre attività intangibili (al netto delle imposte) ammontano a 5.797 milioni di
euro, rispetto al dato nullo del terzo trimestre 2013 e del quarto trimestre 2012.
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Relazione di bilancio 2013 – Intesa SanPaolo
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Relazione di bilancio 2013 – Intesa SanPaolo
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Relazione di
bilancio 2013
Intesa SanPaolo
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Relazione di bilancio 2013 – Intesa SanPaolo
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Relazione di bilancio 2013 – Intesa SanPaolo
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Relazione di bilancio 2013 – Intesa SanPaolo
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Relazione di
bilancio 2013
Intesa SanPaolo
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Relazione di bilancio 2013 – Intesa SanPaolo
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Relazione di bilancio 2013 – Intesa SanPaolo
Tra le attività finanziarie disponibili per la vendita (titoli di capitale valutati al fair value – livello 3) sono incluse le nuove quote
partecipative emesse da Banca d’Italia in applicazione del D.L. 30 novembre 2013 n. 133 convertito nella L. 29 gennaio 2014 n. 5
ed in conseguenza delle modifiche statutarie approvate dall’Assemblea di Banca d’Italia del 23 dicembre 2013 entrate in vigore il
31 dicembre 2013.
Le modifiche statutarie, novando profondamente i diritti connessi, mutano radicalmente la natura dei titoli rappresentativi delle
quote di partecipazione al capitale della Banca d’Italia rispetto a quelli antecedenti la riforma. Per effetto di tali modifiche le quote
partecipative già possedute (127.266 quote) sono state cancellate ed in loro sostituzione sono stati iscritti in egual numero i nuovi
titoli in aderenza con le prescrizioni del principio contabile IAS 39.
Sempre in aderenza con le prescrizioni dello IAS 39, la differenza tra il valore di iscrizione in bilancio delle quote annullate (624
milioni) ed il valore di iscrizione delle nuove quote (3.182 milioni) pari a 2.558 milioni è stata imputata a conto economico alla
voce Utili (Perdite) delle partecipazioni.
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Relazione di bilancio 2013 – Intesa SanPaolo
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Relazione di bilancio 2013 – Intesa SanPaolo
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Relazione di bilancio 2013 – Intesa SanPaolo
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Relazione di bilancio 2013 – Intesa SanPaolo
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Relazione di bilancio 2013 – Intesa SanPaolo
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Relazione di bilancio 2013 – Intesa SanPaolo
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Relazione di bilancio 2013 – Intesa SanPaolo
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Indice
IFRS 3 - richiami
La fusione Banche Popolari Unite (BPU Banca)
Banca Lombarda Piemontese (BLP) = (UBI Banca)
La fusione Banca Intesa
SANPAOLO IMI = (Intesa SanPaolo)
IAS 39 - Applicazione Regolamento 1004/2008
- Banca Intesa SanPaolo
- Monte dei Paschi
- UBI Banca
IAS 36 – Impairment Attività immateriali
Rivalutazione Quote Banca d’Italia
- Circolare AdE n. 4/E/2013
- Comunicati CONSOB
Bilancio UBI Banca 2013 – Quote Bankitalia, Valutazione crediti a attività immateriali, DTA
Bilancio Intesa SanPaolo 2013 - Quote Bankitalia, Valutazione crediti a attività immateriali, DTA
Bilancio Unicredit 2013 - Quote Bankitalia, Valutazione crediti a attività immateriali, DTA
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Relazioni e bilanci 2013
UNICREDIT
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Relazione di bilancio 2013 - UniCredit
COMUNICATO STAMPA dell’ 11 marzo 2014
La revisione delle poste di bilancio porta a una perdita netta di €14 mld nel 2013, da svalutazioni su
avviamento e accantonamenti aggiuntivi su crediti
Coefficienti Patrimoniali forti: CET1 Ratio al 10,4
Proposta per la distribuzione di uno Scrip dividend di 10 centesimi di euro per Azione
Utile netto di gruppo 2014 previsto a circa €2 miliardi
• €9,3 miliardi di rettifiche di valore dell'avviamento e dei Rapporti con clienti nel 4TRIM13, che hanno
portato alla completa svalutazione dell'avviamento allocato a Italia, CEE e Austria. Il valore residuo
dell'avviamento iscritto nello stato patrimoniale pari a €3,5 miliardi, circa in linea con i livelli 2004.
• €7,2 miliardi aggiuntivi di accantonamenti su crediti (LLP), che hanno portato a €9,3 miliardi totali di LLP
nel 4TRIM13 (€13,7 miliardi nel 2013, +46,8% a/a).
• €699 milioni di oneri di ristrutturazione nel 4TRIM13, nell'ambito di un piano più ampio per ridurre
l'organico di circa 8.500 unità.
• Il beneficio della valutazione della quota in Banca d'Italia è stato pari a €1,4 miliardi ante imposte
registrato in conto economico alla voce profitti netti da investimenti nel 4TRIM13.
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Relazione di bilancio 2013 – UniCredit
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Relazione di bilancio 2013 – UniCredit
Stato patrimoniale consolidato
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Relazione di
bilancio 2013
UniCredit
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Relazione di bilancio 2013 – UniCredit
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Relazione di bilancio 2013 – UniCredit
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Relazione di bilancio 2013 – UniCredit
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Relazione di
bilancio 2013
UniCredit
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Relazione di bilancio 2013 – UniCredit
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Relazione di bilancio 2013 – UniCredit
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Relazione di bilancio 2013 – UniCredit
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Relazione di bilancio 2013 – UniCredit
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Relazione di bilancio 2013 – UniCredit
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Relazione di bilancio 2013 – UniCredit