6
Anno 4 - n° 19 Gennaio 2015 Cammin i amo nsieme REDAZIONE Salvatore Burrometo Irene Cafiso E-mail [email protected] Sede Parrocchia Angelo Custode - Ragusa C.so V. Veneto 328 Tel. 0932.622146 Hanno collaborato: P. Angelo Sparacino Grafica: Salvatore Burrometo P. Luigi Butera C arissimi, l'anno 2014 non è più tra noi. Ormai abbiamo iniziato l'anno nuovo, l'anno 2015. Ognuno di noi lo vorrà vivere sicuramente in uno spirito di grande gioia e serenità. Chi non ha la salute, cerca la salute. Chi non ha il lavoro, cerca il lavoro. Chi non ha ancora raggiunto il proprio ideale, spera di raggiungerlo al più presto. Voglio augurarmi che tanti giovani diano ascolto alla chiamata vocazionale sacerdotale e religiosa. Tutti sicuramente sentiamo la voce del Signore che ci manifesta il suo grande amore, la sua misericordia. Aspetta da noi una risposta di ascolto, di inizio di conversione vera e sincera. Gli auguri che ci siamo scambiati tra noi vicini e lontani avevano solamente una parola comune: Dio ci ama, anche noi dobbiamo amarci come lui. Amare vuole dire donare, servire, collaborare, saper perdonare. Amare vuol dire avere un cuore grande da non amare solamente quelli che ci amano, lo fanno anche i pagani, ma amare proprio coloro che non vogliono o non riescono ad amarci totalmente. A Natale si respira un'aria di pace, di gioia, La Voce del Parroco di serenità. Purtroppo, dopo poco tempo, tutto rientra nella normalità. Spesse volte si ritorna a nutrire rancori, invidia, gelosie, ingiustizie, guerre. L'amore vero fatica a farsi strada. Papa Francesco ci ripete: “Il segreto della vita cristiana è l'amore. Solo l'amore riempie i vuoti, le voragini negative che il male apre nei cuori… che bello se ognuno di noi alla sera potesse dire: oggi ho compiuto un gesto di amore verso gli altri!”. La celebrazione del Convegno zonale OFS nei locali della nostra Parrocchia è stata veramente un'esperienza stupenda di fraternità francescana e giovanile. Le varie esperienze dei gruppi parrocchiali, sia a Ragusa, sia fuori Ragusa, hanno lasciato, almeno mi auguro, dei segni meravigliosi di crescita umana e cristiana. I vari incontri e i momenti liturgici e culturali sono stati per tutti noi uno stimolo maggiore per crescere sempre meglio. Noi vogliamo sperare per la nostra realtà conventuale dell'Angelo Custode un domani ricco di luce, di entusiasmo e di amore vero e duraturo. Vi prego di leggere quanto segue: Apprendiamo in questo preciso momento che giorno 27 Gennaio 2015 i Frati minori conventuali di Sicilia, riuniti in Capitolo Provinciale Straordinario a Pergusa (EN) hanno deciso di chiudere il Convento dell'Angelo Custode in RAGUSA. Il tutto si realizzerà dopo gli adempimenti giuridici sia con il Ministro Generale , sia con il Vescovo di Ragusa. Pace e Bene! Buon Anno a tutti. Web angelocustoderg.altervista.org/blog P. Luigi Butera Alessia Distefano 1 Gianni Tidona Parrocchia Angelo Custode dei Frati Minori Conventuali Gianni Mazza Irene Cafiso Salvatore Burrometo P. Angelo

Camminiamo insieme n. 19 - Gennaio 2015

Embed Size (px)

DESCRIPTION

 

Citation preview

Page 1: Camminiamo insieme n. 19 - Gennaio 2015

Anno 4 - n° 19

Gennaio 2015

Camminiamonsieme

REDAZIONE

Salvatore Burrometo

Irene Cafiso

[email protected]

Sede Parrocchia Angelo Custode - Ragusa

C.so V. Veneto 328Tel. 0932.622146

Hanno collaborato:

P. Angelo Sparacino

Grafica:Salvatore Burrometo

P. Luigi Butera

Carissimi, l ' a n n o 2014 non

è più tra noi. Ormai abbiamo iniziato l 'anno n u o v o , l ' a n n o 2015. Ognuno di noi lo vorrà vivere

sicuramente in uno spirito di grande gioia e serenità.

Chi non ha la salute, cerca la salute. Chi non ha il lavoro, cerca il lavoro. Chi non ha ancora raggiunto il proprio ideale, spera di raggiungerlo al più presto. Voglio augurarmi che tanti giovani diano ascolto alla chiamata vocazionale sacerdotale e religiosa.

Tutti sicuramente sentiamo la voce del Signore che ci manifesta il suo grande amore, la sua misericordia. Aspetta da noi una risposta di ascolto, di inizio di conversione vera e sincera.

Gli auguri che ci siamo scambiati tra noi vicini e lontani avevano solamente una parola comune: Dio ci ama, anche noi dobbiamo amarci come lui. Amare vuole dire donare, servire, collaborare, saper perdonare. Amare vuol dire avere un cuore grande da non amare solamente quelli che ci amano, lo fanno anche i pagani, ma amare proprio coloro che non vogliono o non riescono ad amarci totalmente.

A Natale si respira un'aria di pace, di gioia,

La Voce del Parrocodi serenità. Purtroppo, dopo poco tempo, tutto rientra nella normalità. Spesse volte si ritorna a nutrire rancori, invidia, gelosie, ingiustizie, guerre. L'amore vero fatica a farsi strada.

Papa Francesco ci ripete: “Il segreto della vita cristiana è l'amore. Solo l'amore riempie i vuoti, le voragini negative che il male apre nei cuori… che bello se ognuno di noi alla sera potesse dire: oggi ho compiuto un gesto di amore verso gli altri!”.

La celebrazione del Convegno zonale OFS nei locali della nostra Parrocchia è stata veramente un'esperienza stupenda di fraternità francescana e giovanile. Le varie esperienze dei gruppi parrocchiali, sia a Ragusa, sia fuori Ragusa, hanno lasciato, almeno mi auguro, dei segni meravigliosi di crescita umana e cristiana.

I vari incontri e i momenti liturgici e culturali sono stati per tutti noi uno stimolo maggiore per crescere sempre meglio.

Noi vogliamo sperare per la nostra realtà conventuale dell'Angelo Custode un domani ricco di luce, di entusiasmo e di amore vero e duraturo. Vi prego di leggere quanto segue: Apprendiamo in questo preciso momento che giorno 27 Gennaio 2015 i Frati minori conventuali di Sicilia, riuniti in Capitolo Provinciale Straordinario a Pergusa (EN) hanno deciso di chiudere il Convento dell'Angelo Custode in RAGUSA. Il tutto si realizzerà dopo gli adempimenti giuridici sia con il Ministro Generale , sia con il Vescovo di Ragusa. Pace e Bene! Buon Anno a tutti.

Webangelocustoderg.altervista.org/blog

P. Luigi Butera

Alessia Distefano

1

Gianni Tidona

Parrocchia Angelo Custode dei Frati Minori Conventuali

Gianni Mazza

Irene Cafiso

Salvatore Burrometo

P. Angelo

Page 2: Camminiamo insieme n. 19 - Gennaio 2015

Gianni Tidona

Lunedì’ 17 Novembre 2014 in occasione della festa di Santa Elisabetta d’Ungheria (Patrona dell’O.F.S.) si e’ coronato l’ardente desiderio di fare parte del la fraternità’ O.F.S. dell’Angelo Custode di Ragusa:Durante la Santa Messa delle ore 18,00 celebrata da Fra Luigi Butera quattro persone Gianni Mazza, Giuseppe Antoci, Emanuela e G i u s e p p a C a s c o n e , h a n n o p r o f e s s a t o s o l e n n e m e n t e e perpetuamente la promessa di vita evangelica dettata da San Francesco D’Assisi nella sua regola, da seguire per tutto il resto della loro vita.Qualcuno un giorno bussò al nostro cuore chiamandoci e facendoci

capire che era arrivato il momento di seguire una strada ben precisa, in questa nostra vita terrena.Così ecco arrivare la Vocazione in Dio.A questo punto abbiamo desiderato di real izzare un qualcosa di importante per noi e per gli altri, confidando in Lui, che ci avrebbe dato le qualità’ necessarie per diventare Consacrati; e la strada che Lui ci ha proposto e’ stata quella di seguire la sequela di Cristo tramite la vocazione che ha avuto il Nostro San Francesco d’Assisi per Lui.Da oggi porteremo la nostra testimonianza francescana tra la gente di questo mondo, vivendo ilvangelo nella nostra giornata, nella

nostra famiglia e nel nostro lavoro.Per fare questo abbiamo avuto bisogno della formazione spirituale che e’ stata sin dall’inizio nostra compagna di vita per farci capire che la fraternità francescana e’ il luogo adatto per vivere la nostra vita ecclesiale. Questo compito lo ha svolto con devozione e spirito di impegno il Nostro Fra Angelo Sparacino.Da oggi invece dato che siamo stati incastonati nell’Ordine Francescano Secolare la formazione permanente ci e’ necessaria ed indispensabile per poter sempre vivere un rapporto di vicinanza con il Signore Gesù e con i fratelli. Questo compito lo svolge assiduamente il Nostro Fra Luigi

I nuovi professi solenni dell’Ordine Francescano Secolare Gianni Mazza

Domenica 16 Novembre, con l'armonia e lo spirito francescano, si è svolto presso i locali parrocchiali dell'Angelo Custode di Ragusa, il raduno zonale dell'Ordine Francescano Secolare per la zona “Ragusa Servo di Dio Giorgio La Pira”.

Erano presenti le Fraternità di Licodia Eubea, Comiso, Modica, Chiaramonte Gulfi, Ragusa “Sacra famiglia” e Ragusa “Angelo Custode”.

Dopo il saluto della fraternità ospitante e del delegato regionale Lucio Barone, sono iniziati i lavori con la celebrazioni delle lodi presieduta dall'assistente locale p. Luigi Butera.

I lavori si sono suddivisi in due momenti: la relazione sul tema e le testimonianze.

E' stato chiamato a relazionare sul tema “Dov'è tuo fratello?” P. Biagio Aprile della fraternità di Comiso.

Il relatore ha evidenziato che la problematica della relazione con il fratello, iniziò sin da Caino e Abele. Con

RADUNO ZONALE OFS “Dov'è tuo fratello”

la lettura di brani della bibbia e il confronto con la nostra vita quotidiana, il relatore ha evidenziato come è facile dimenticare il fratello e di come ognuno tenta di isolarsi dagli altri, ma nel contempo ha posto delle domande e degli esempi di come sia difficile, ma non impossibile, non dimenticarsi del fratello. A conclusione, il relatore, ha posto ai partecipanti spunti di riflessione sull'argomento trattato.

Secondo momento, le fraternità hanno ascoltato la testimonianza di una giovane coppia proveniente da Caltagirone, che ci illustrato la loro esperienza di volontariato nell'assistenza ai bisognosi svolta per le strade di Catania. Siamo stati tutti invitati a non essere sordi alla chiamata di un volontariato attivo e concreto ove occorre ed in ogni ambito.

I partecipanti al raduno zonale si sono uniti all'assemblea parrocchiale per la celebrazione eucaristica, animata assieme alla Gioventù F rancescana de l l 'Ange lo Cus tode ed una rappresentanza della Gioventù Francescana di Licodia Eubea.

Dopo aver condiviso insieme il pranzo, ci si è riuniti in assemblea, si è discusso e risposto alle domande emerse dal relatore sul tema della giornata.

La giornata si è chiusa con un momento di preghiera, affidando alla Madonna tutti i nostri buoni propositi per un sereno cammino di fede.

Pace e Bene

2

Page 3: Camminiamo insieme n. 19 - Gennaio 2015

3

Butera con solertà ed impegno pastorale, nelle riunioni

settimanali a cui partecipiamo.L’Ordine Francescano Secolare è costituito da cristiani

che, per una vocazione specifica, mediante una

Professione solenne, si impegnano a vivere il Vangelo alla

maniera di San Francesco, nel proprio stato secolare,

osservando una Regola specifica approvata dalla Chiesa.

L’Ofs è una delle tre componenti fondamentali della

grande Famiglia Francescana che è costituita dai tre

Ordini costituiti da San Francesco: il Primo Ordine (i

frati), il Secondo Ordine (le religiose contemplative

cosiddette clarisse) e il Terzo ordine (laici e numerose

forme di religiosi e religiose impegnati in attività

apostoliche).Non siamo, un'assemblea di perfetti; ma ci dobbiamo

impegnare ad essere una scuola di perfezionecristiana.Pace e bene.

Gioventù FrancescanaIl presepe delle tre virtù teologalinche quest’anno il Natale è stato un momento di

Agioia e comunione. I ragazzi della Gi.Fra. hanno

voluto preparare, come da tradizione, il presepe.

Il nostro parroco ha espresso il desiderio di soffermarci sul

significato delle tre virtù teologali: Fede, Speranza e

Carità. Con questo messaggio ci siamo voluti mettere in

adorazione davanti al bambino Gesù, con lo sguardo

proteso verso il futuro, un futuro migliore. Vogliamo

continuare a rivolgerci al Signore chiedendo così la grazia

di rafforzare sempre la nostra Fede che porta ad

abbandonarci totalmente a Lui e a fidarci di Lui; di non

perdere mai la Speranza anche nelle difficoltà, dunque a

non mollare; infine tutto confluisce nella Carità,

quell’Amore che non passa mai e così come gratuitamente

Lui ci ha amati, noi possiamo amare i fratelli.

omenica 14 dicembre, durante la celebrazione della S. Messa

Dvespertina, ci siamo uniti alla gioia di padre Luigi Butera per il

60° anniversario di professione religiosa. Il ministro

provinciale, che ha presieduto, si è soffermato sull’importanza della vita

religiosa, in particolare sulla bellezza della sequela di Cristo sui passi del

serafico padre Francesco. Subito dopo l’omelia padre Luigi ha rinnovato i

voti e ringraziato il Signore per il dono della ‘chiamata’.

60° di Professione Religiosa di P. Luigi Butera Redazione

Page 4: Camminiamo insieme n. 19 - Gennaio 2015

4

Redazione

iorno 23 dicembre, la comunità parrocchiale si è riunita in un Gclima fraterno per partecipare a un momento di canti e letture eseguiti dai bambini del catechismo aiutati dai loro animatori.

Anche in questa occasione, i giovani hanno messo in gioco la parola ‘Natale’, interrogando i presenti su «cos’è davvero il Natale? Quando è Natale per noi?». Attraverso questo momento abbiamo voluto guardare ancora una volta il bambino di Betlemme che ogni giorno si mostra al mondo con la sua dolcezza e mitezza nell’Eucaristia.

Il Natale visto dai bambini

spirituale con Fra Gimmi; nel piano francescano, con Fra Piero e abbiamo fatto diverse attività, soprattutto in gruppo, nei quali siamo stati divisi il primo giorno e che avevano il nome dei 12 fratelli di cui parla la storia; una prima attività in gruppo è stata quella di analizzare i limiti che ci bloccano nei rapporti di amicizia, dopodiché li abbiamo scritti in delle scatole e abbiamo creato un muro: il muro dei limiti. Un'altra attività che abbiamo fatto è stato un ''viaggio guidato nella mente'';ci hanno fatto sedere in due file, abbiamo chiuso gli occhi e abbiamo immaginato ciò che ciò diceva un frate. Il lunedì sera, penultimo giorno del covegno, abbiamo fatto una veglia nella quale abbiamo rotto i muri che avevamo costruito il primo g i o r n o e d o v e abbiamo visto due filmati sulla storia di Giuseppe e i suoi fratelli. I momenti

più emozionanti di questo convegno, sono stati per me: “il viaggio nella mente” e la veglia, in questi due momenti ho sentito come se il Signore mi stesse consolando e mi stesse dando un aiuto, riguardo alcune situazioni e ciò è stato fantastico. In generale, comunque mi sono piaciuti molto i momenti in gruppo, perché ci siamo divertiti e si è creato tra noi un rapporto, come se ci conoscessimo già, infatti l'ultimo giorno è stato brutto, perché alcuni ragazzi avevano legato molto con ragazzi di altre fraternità, e quando è arrivato il momento di tornare nelle proprie realtà locali erano tristi di non rivedersi fino a quando non ci sarà un

altro incontro o convegno, però dopo la v e g l i a c i hanno da to dei libretti in cui potevamo s c r i v e r e qualcosa in

o scorso mese noi ragazzi Ldella Gi.Fra. siamo andati a Pergusa per quattro giorni

dove si è tenuto il convegno adolescenti regionale. Il titolo del convegno era “… Mio fratello è figlio unico? …” ;durante i quattro giorni abbiamo analizzato la storia di Giuseppe e i suoi fratelli, appunto perché in questa storia è analizzato il rapporto tra fratelli, che prima vendono Giuseppe per gelosia, dato che il padre lo ''preferisce'',poi dopo tanti anni Giuseppe viene nominato ministro dal faraone, col compito di custodire il grano durante gli anni di abbondanza; negli anni di carestia si recano in Egitto i vari popoli, tra cui i fratelli di Giuseppe, che in un primo momento non lo riconoscono, ma poi quando in Egitto si reca anche il padre, si fanno riconoscere e in un primo momento non li perdona, ma alla fine li perdona e si trasferiscono tutti al palazzo del faraone. Durante il convegno abbiamo assistito a tre conferenze sulla fratellanza nel piano sociale, con una psicologa; nel piano

Alessia Distefano

Page 5: Camminiamo insieme n. 19 - Gennaio 2015

5

icordo di questa esperienza e così tutti lo rabbiamo usato per scriverci le dediche. Nonostante questo convegno sia stato meno

dinamico di quello dell'anno scorso, al quale ho partecipato, in quanto abbiamo fatto meno attività movimentate ,è stato comunque bellissimo ed è un'esperienza che ripeterei sempre e spero di poterci andare tutti gli anni, perché ogni anno si vivono momenti bellissimi e si conoscono ragazzi di tutta la Sicilia che affrontano le tue stesse tematiche, ognuno però nelle proprie fraternità e comunque perché sono quattro giorni in cui sei fuori dal mondo quotidiano, ma dentro un mondo di felicità, riflessione ed emozioni!!

Missionario in Giappone

Pur con un fisico indebolito dalla tubercolosi, nel 1930, P. Kolbe partì come miss ionar io a l la vol ta dell'estremo oriente. Dopo una breve sosta a Shanghai, proseguì poi fino a Nagasaki, in Giappone. Qui curò la pubblicazione di una r ivis ta (Mugenzai no Seibo no Kishi) ed edificò un convento alle falde del monte Hikosan, che prese il nome di Mugenzai no Sono (Giardino dell'Immacolata).

Nel 1932 si recò in India per valutare la possibilità di fondare una nuova missione ma, dopo un breve soggiorno nel distretto di Ernakulam, decise di tornare a Nagasaki, dove nel 1936 aprì anche il seminario.

Nel 1936 P. Kolbe lasciò defini t ivamente i l Giappone, rientrando in Polonia dopo un tragitto via mare passando per Manila e Genova.

.Gli ultimi anni in PoloniaIn Polonia P. Kolbe si dedicò al

rafforzamento di Niepokalanow e, nel 1937, si recò nuovamente in Italia (Roma, Piglio, Assisi, Padova) per partecipare ai festeggiamenti del movimento mariano.

Nel 1938 conseguì la licenza di radioamatore e fu attivo per alcuni

anni con il nominativo SP 3 RN, ed ancora oggi è il s a n t o p a t r o n o d e i radioamatori italiani. Nel maggio del 1939 si recò quindi in Lettonia dove intendeva creare, su un terreno offerto in donazione nella località di Romanowska, una nuova "Città di Maria".

Gl i event i in Europa però precipitarono. La Polonia venne occupata dai nazisti e Kolbe fu arrestato dalle truppe tedesche il 19 settembre 1939 insieme ad altri 37 confratelli. Dopo quasi tre mesi di prigionia, Kolbe venne liberato l'8 dicembre ad Ostrzeszów. Tornato a Niepokalanów, la trovò bombardata e presto la trasformò in ospedale e asilo per migliaia di profughi. La sua libertà però durò poco. Il 17 febbraio 1941 P. Kolbe v e n n e n u o v a m e n t e e definitivamente arrestato dalla Gestapo

La morte ad Auschwitz

Il 28 maggio 1941 P. Kolbe giunse nel campo di concentramento di A u s c h w i t z , d o v e v e n n e immatricolato con il numero 16670 e addetto a lavori umilianti come il trasporto dei cadaveri. Venne più volte bastonato, ma non rinunciò a dimostrarsi solidale nei confronti dei

compagni di prigionia. Nonostante fosse vietato, P. Kolbe, in segreto celebrò due volte una messa e continuò il suo impegno come sacerdote.

Alla fine del mese di luglio dello stesso anno venne trasferito al Blocco 14 e impiegato nei lavori di mietitura. La fuga di uno dei prigionieri causò una rappresaglia da parte dei nazisti, che selezionarono dieci persone della stessa baracca per farle morire nel cosiddetto bunker della fame.

Quando uno dei dieci condannati, Francesco Gajowniczek, scoppiò in lacrime dicendo di avere una famiglia a casa che lo aspettava, P. Kolbe uscì dalle file dei prigionieri e si offrì di morire al suo posto. In modo del tutto inaspettato, lo scambio venne concesso: i campi di concentramento erano infatti concepiti per spezzare ogni legame affettivo e i gesti di solidarietà non erano accolti con favore.

P. Kolbe venne quindi rinchiuso nel bunker del Blocco 13. Dopo due settimane di agonia senza acqua né cibo la maggioranza dei condannati era morta di stenti, ma quattro di loro, tra cui P. Kolbe, erano ancora

“PATRONO DEL NOSTRO DIFFICILE SECOLO”L'UOMO CHE HA CREDUTO NEI SOGNI E LI HA RESI REALTÀ A cura di P. Luigi Butera - III

Page 6: Camminiamo insieme n. 19 - Gennaio 2015

6

vivi e continuavano a pregare e cantare inni a Maria. La calma professata dal sacerdote impressionò le SS addette alla guardia, per le quali assistere a questa agonia si rivelò scioccante. P. Kolbe e i suoi compagni vennero quindi uccisi il 14 agosto 1941, vigilia della Festa dell'Assunzione di Maria, con una iniezione di acido fenico. Il loro corpo venne cremato il giorno seguente, e le ceneri disperse.

All'ufficiale medico nazista che gli fece l'iniezione mortale nel braccio, Padre Kolbe disse: «Lei non ha capito nulla della vita...» e mentre l'ufficiale lo guardava con fare interrogativo, soggiunse: «...l'odio non serve a niente... Solo l'amore crea!». Le sue ultime parole, porgendo il braccio, furono: «Ave Maria».

Fu lo stesso tenente medico nazista che raccontò dopo alcuni anni questo fatto, che fu messo agli atti del processo canonico. L'espressione "Solo l'amore crea" fu ricordata più volte da Paolo VI nel 1971 in occasione della beatificazione di Kolbe.

Francesco Gajowniczek riuscì a sopravvivere ad Auschwitz. Tornato a casa, trovò sua moglie viva, ma i suoi due figli erano rimasti uccisi durante un bombardamento russo. Morì nel 1995.

E la chiusura del convento? Volete sapere cosa ne pensiamo, no?RIFIUTO, ‘MA’…VADO AVANTI!

Abbiamo l'impressione che forse, qualcuno tra voi lettori, sarà andato lì veloce a passare al setaccio uno per uno i titoli degli articoli di questo numero

per sapere innanzitutto, o solamente, “Come l'avranno presa la notizia i ragusani?”. Come l'abbiamo presa? Ovviamente, un sentimento di profonda tristezza è palese sui volti dell'intera comunità parrocchiale, dagli anziani che hanno seguito l'evolversi della realtà conventuale sin dagli anni Cinquanta, ai giovani, ai bambini per i quali i frati sono stati padri spiritualmente, amici, ancor più fratelli. Ci siamo ritrovati di fronte a una chiusura votata alla quasi unanimità, una chiusura su cui si ragionava già da tempo, una chiusura che è stata dettata da cause di forza maggiore e indubbiamente finalizzata al bene dell'intera fraternità regionale. Umanamente parlando,

tanti “perché” balenano nella mente e, forse, l'istinto è quello di iniziare a puntare il dito contro l'uno o contro l'altro, contro quello che riteniamo sia stato più cattivo, o contro quell'altro lì che magari pensiamo sia stato più vendicativo …guardate, basta aprire uno di quei quotidiani nazionali per trovare solo e solamente “polemiche” e davvero a volte “urlare” sembra essere l'unica via, ma la testimonianza, innanzitutto cristiana, che personalmente vogliamo dare sta su un altro piano. Ci vengono in mente queste parole: “[…]anche se ora dovete essere, per un po' di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell'oro - destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco - torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà” (1Pt 1-6). E' proprio la nostra fede che viene messa in gioco quando la vita del cristiano o della comunità viene “scossa” da una qualunque situazione difficile, è il nostro rapporto personale con Gesù che viene messo in discussione. In questo momento crediamo che le domande principali siano “Ma davvero era giusto così?” e “Cosa sarà dopo?”; dunque il tutto sta nel riuscire ad uscire dall'impasse che ci blocca nel passato che ormai così è, e non si può cambiare, o nella paura per il futuro. Come? Vogliamo consegnare ogni dubbio, ogni incertezza, ogni rabbia nelle mani del Signore perché ci aiuti a comprendere la Sua volontà. Ma attenzione, e qui vogliamo lasciarci e lanciare un interrogativo a tutti quanti, ai frati di Sicilia, alla comunità parrocchiale, con le parole di Papa Francesco: “Preghiamo perché il Signore ci dia la voglia di fare la Sua volontà, o cerchiamo i 'compromessi' perché abbiamo paura della volontà di Dio?”.

Irene Caso e Salvatore Burrometo