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INDICE
1. Analisi idrologica pag. 2
1.1 Curva di possibilità pluviometrica – metodo statistico pag. 2
1.2 Curva di possibilità climatica – metodo AdBP pag. 3
1.3 Ietogramma di progetto pag. 4
2 Metodologia per il dimensionamento della rete di drenaggio pag. 8
2.1 Descrizione della rete e metodo di predimensionamento pag. 8
2.2 Descrizione del modello di calcolo adottato per la verifica pag. 11
2.3 Descrizione della procedura di verifica e risultati ottenuti pag. 14
3 Dimensionamento dell‟impianto di trattamento delle acque di prima pioggia pag. 16
3.1 Componenti dell‟impianto di trattamento acque di prima pioggia pag. 18
4 Smaltimento/riutilizzo delle acque reflue e trattate pag. 19
ELENCO ALLEGATI
ALLEGATO 1 - Valori massimi piogge intense, stazione di Andria.
ALLEGATO 2 - Metodo SCN-Curve Number.
ALLEGATO 3 - Predimensionamento della rete di drenaggio
ALLEGATO 4 - Procedura di verifica della rete di drenaggio
ALLEGATO 5 - Impianto di trattamento in continuo delle acque di prima pioggia
ALLEGATI GRAFICI TECNICI
Tavola D.1.a - Planimetria generale della rete (Area Parcheggio)
Tavola D.1.b - Planimetria generale della rete (Viabilità di accesso)
Tavola D.2.a - Aree scolanti (Area Parcheggio)
Tavola D.2.b - Aree scolanti (Viabilità di accesso)
Tavola D.3 - Profili longitudinali collettori
Tavola D.4 - Schema e Profilo longitudinale dell'impianto di trattamento acque di prima pioggia
Tavola D.5 - Profili longitudinali collettore finale
Tavola D.6 - Planimetria generale della rete di irrigazione aree verdi
2
Scopo della presente relazione è la descrizione delle metodologie impiegate per dimensionare la
rete di drenaggio e gli impianti di trattamento acque di prima pioggia relativamente al
parcheggio auto e alla viabilità di accesso a servizio della stazione ferroviaria di Andria Sud, di cui
alla Relazione Tecnica del progetto definitivo e ai relativi allegati grafici.
L'intervento consisterà nella realizzazione di una rete di drenaggio costituita da tubazioni in PEAD
(Polietilene ad Alta Densità) per convogliamento di acque di scarico civili e industriali, conformi
alla norma UNI EN 12666, e da caditoie stradali a salto sul fondo con griglia concava,
opportunamente disposte nelle aree oggetto della presente relazione, così come riportato nella
Tavola allegata D.1. Le acque così raccolte verranno divise in acque di prima pioggia e reflui non
trattati: le prime saranno trattate secondo quanto disposto dal P.T.A. Puglia attraverso un impianto
di trattamento a flusso continuo conforme alle norme tecniche UNI-EN 1825-1 e UNI-EN 858-1 e 2
(Tavola allegata D.4); mentre le seconde verranno direttamente convogliate in un collettore finale
collegato alla fogna pubblica secondo le disposizioni e i regolamenti del Comune di Andria. Le
acque di prima pioggia, una volta trattate, verranno anch'esse convogliate nel collettore finale,
mentre una parte di esse (circa 9 mc) sarà stoccata in apposito serbatoio interrato e utilizzata per
l'irrigazione delle aree a verde di cui l'area sarà dotata (Tavola allegata D.6).
La prima parte della relazione riporta uno studio idrologico dell‟area oggetto di analisi al fine di
valutare le principali grandezze idrologiche che intervengono nei calcoli di dimensionamento della
rete di drenaggio e del sistema di smaltimento delle acque meteoriche.
La seconda parte della relazione si occuperà invece del dimensionamento vero e proprio della
rete di drenaggio e dell‟impianto di trattamento acque di prima pioggia.
1 Analisi idrologica
1.1 Curva di possibilità pluviometrica – metodo statistico
Allo scopo di determinare l‟evento di progetto sono state assunte alcune ipotesi in coerenza con
quanto riportato nella relazione di piano del Piano Stralcio per l‟Assetto Idrogeologico dell‟Autorità
di Bacino della Puglia.
Inoltre, secondo quanto indicato dal D.P.C.M. 4 marzo 1996, che detta Disposizioni in materia di
risorse idriche, si devono ammettere insufficienze periodiche, che si mantengano in limiti tollerabili
per tempi di ritorno pari a 5 anni, sulla base dei quali è stata costruita la curva di possibilità
pluviometrica. Si è pertanto proceduto a uno studio locale effettuato sulle serie storiche dei valori
estremi misurati alla stazione pluviometrica di Andria dell‟ex Istituto Idrografico e Mareografico,
compartimento di Bari.
3
Seguono in Allegato 1 i dati utilizzati a tal fine.
Si è ipotizzato che i dati in Allegato 1 fossero descritti da una distribuzione di probabilità di tipo
Gumbel, che sulla base di esperienze pregresse ben si adatta alla modellazione statistica degli
eventi di pioggia estremi in Puglia. L„espressione della distribuzione di probabilità di tipo gamma è
la seguente:
x u
eP x e
(1)
1.283
0.450
x
u x x
(2)
dove α e u sono i parametri della distribuzione e P è la densità di probabilità. Per la stima dei
parametri è stato utilizzato il metodo dei momenti, dopodiché si è proceduto alla verifica
dell‟ipotesi di appartenenza del campione alla popolazione ipotizzata, attraverso il test statistico di
Pearson1. Nella seguente tabella 1 sono riportati i valori stimati dei parametri a e u per le durate 1,
3, 6, 12, 24 ore.
Tabella 1. Valori dei parametri della distribuzione Gumbel.
Parametro 1 ora 3 ore 6 ore 12 ore 24 ore
α 0.1228 0.0859 0.0753 0.0635 0.0532
u 21.2323 26.8539 32.5910 40.3039 48.5688
Il risultato del test di Pearson, con significatività al 95%, conferma l‟appartenenza dei campioni alle
distribuzioni di probabilità identificate. Sulla base di quanto stimato, è stata identificata la seguente
Curva di Possibilità Pluviometrica (CPP), per tempo di ritorno 5 anni:
0.261533.271h t (3)
1.2 Curva di possibilità climatica – metodo AdBP
In base a quanto suggerito dal PAI Puglia, si ritiene opportuno riportare in breve la procedura di
determinazione della CPP in coerenza con quanto riportato nella relazione di piano del Piano
Stralcio di Assetto Idrogeologico dell‟Autorità di Bacino della Puglia.
1 Benjamin, J.R. & Cornell, C.A. (1960). Probability, Statistics and Decision for Civil Engineering. McGraw-Hill.
4
In particolare, si è ipotizzato un tempo di ritorno di 5 anni, sulla base del quale è stata costruita la
CPP così come riportato al punto VI.3.1 del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI), approvato in data
30/11/2005 per l‟area oggetto di studio, la quale è parte dell‟area omogenea denominata Zona 5.
La cui curva di possibilità pluviometrica può essere quindi espressa come:
0.628 0.0002 /3.178( , ) 28.2
zp t z t
(4)
in cui p(t, z) è la precipitazione totale in mm dall‟inizio dell‟evento fino all‟istante t e z è il parametro
geomorfologico della quota assoluta rispetto al livello del mare in m, stimato in 151 m per la città di
Andria.
Ai valori così ottenuti, vanno poi applicati coefficienti moltiplicativi rappresentati dal Fattore di
Crescita KTR (funzione del tempo di ritorno dell‟evento di progetto TR, espresso in anni), e dal Fattore
di Riduzione Areale KA (funzione della superficie del bacino espressa in kmq, e della durata
dell‟evento di progetto espressa in ore). Le espressioni per il calcolo dei suddetti coefficienti sono di
seguito riportate:
0.1599 0.5166 ln( )RT RK T (5)
0.250.0021 0.531 (1 )A t
AK e e (6)
Dalla applicazione di dette formule suggerite dal PAI Puglia, si è ottenuto un Fattore di Crescita =
0.9913 (TR = 5 anni), e un Fattore di Riduzione Areale = 0.999988 ≈ 1 (con area scolante totale 0.009
Kmq e durata di pioggia critica pari a 0.5 ore); pertanto, si è ottenuta la seguente CPP secondo il
metodo dettato dal PAI Puglia:
0.207127.995h t (7)
In definitiva, quindi, comparando la CPP determinata attraverso il metodo statistico, Eq. (3), e
quella determinata con il metodo PAI, Eq. (7), appare chiaro che la prima determina altezze (e
intensità) di pioggia più critiche; pertanto nel prosieguo della presente relazione si intenderà per
CPP quella riportata in Eq. (3).
1.3 Ietogramma di progetto
Per la progettazione della rete di drenaggio oggetto di questa relazione, e quindi per la definizione
dell‟evento di progetto, avente tempo di ritorno di 5 anni, si sono seguite le indicazioni del P.A.I.
Puglia (cfr. Relazione Generale di piano, p. 81), ovvero si è ipotizzato che l‟altezza di pioggia
deducibile dalla CPP appena definita non sia distribuita uniformemente in funzione del tempo, ma
5
presenti un picco centrale per meglio simulare le precipitazioni reali. Pertanto, è stato assunto uno
ietogramma di tipo Chicago che, come riportato in letteratura, è descritto, in termini di intensità,
dalle seguenti espressioni che rappresentano nell‟ordine l‟intensità di pioggia prima e dopo
l‟istante di picco:
1n
bbi t n a
r
(8)
1
1
n
aai t n a
r
(9)
dove r rappresenta il parametro di picco dello ietogramma, n ed a sono i parametri della CPP già
stimati precedentemente e θb e θa sono rispettivamente i tempi prima e dopo l‟istante di picco.
L‟uso dello ietogramma Chicago consente, avendo ipotizzato la durata dell‟evento, di
considerare tutti gli eventi di durata ad essa inferiore. In particolare, ancora sulla base delle
indicazioni dettate dal PAI Puglia, la durata dell‟evento critico è stata definita come il tempo di
risposta (cosiddetto tempo di corrivazione, Tc) del bacino scolante della rete oggetto di relazione,
con particolare riferimento alla sezione di chiusura. Nello specifico, per la determinazione dello
ietogramma di progetto, la durata di pioggia critica è stata predimensionata utilizzando la
seguente formula2
0
c a r
ir i
i
T t t
Lt
V
(10)
laddove il tempo di corrivazione (o concentrazione) è pari alla somma del tempo di ruscellamento
(o tempo di accesso alla rete, ta) e del tempo di rete tr, che è il tempo impiegato dall‟acqua per
percorrere il tratto di rete che separa la sezione di monte dalla sezione di chiusura. Per il tempo di
ruscellamento esistono diverse formulazioni sperimentali, anche se in generale esso si può assumere
compreso tra i 5 e i 15 minuti per bacini urbani quali quello in esame.
In definitiva, assumendo il percorso più lungo in rete (circa 140 m), una velocità in rete di circa 1
m/s (considerate le pendenze dei tronchi) e un tempo di accesso nell‟ordine dei 15 minuti,
l‟applicazione della Eq. (10), ha portato a determinare un tempo di corrivazione di circa 18 minuti,
che, a vantaggio di sicurezza è stato portato a 30 minuti, considerando anche gli aspetti legati al
dimensionamento dell‟impianto di trattamento delle acque di prima pioggia e del collettore di
smaltimento. Pertanto, si è ipotizzato uno ietogramma di progetto di tipo Chicago per un evento
2 Sistemi di fognatura. Manuale di progettazione. AA.VV, CSDU-Hoepli, 2001.
6
critico della durata di 30 minuti, con il parametro r pari a 0.5 (tempo di picco pari a 10 min). In
Figura 1 è riportato lo ietogramma Chicago utilizzato per il calcolo della portata di progetto.
A conferma della bontà delle assunzioni, le varie prove effettuate in sede di verifica (come
descritto di seguito), hanno confermato che la portata critica per il bacino oggetto di studio si
realizza dopo circa 16-18 minuti.
Figura 1. Ietogramma Chicago utilizzato, r = 0.5 e T = 30 min, Tr = 5 anni.
Ai fini del calcolo della pioggia netta, in fase di predimensionamento (par. 2.1) si è adottato il
metodo percentuale, ovvero per le varie aree scolanti del bacino drenato si è adottato un
coefficiente di deflusso φ esprimibile come il rapporto tra il volume di acqua defluito nella rete
nell‟arco dell‟evento critico e il volume di pioggia caduto nello stesso intervallo di tempo.
Va rilevato a questo punto che le aree di parcamento/stallo nell'area oggetto di studio avranno
una pavimentazione drenante (spessore 125 mm) costituita da elementi autobloccanti in cls vibro-
compresso, e specie vegetali erbose (tipo graminacee) a pressoché completa copertura degli
stessi; questo dato è stato preso in considerazione in questa fase per la opportuna scelta del
coefficiente di deflusso di dette aree.
Nello specifico, alla luce della presenza contigua di aree impermeabili (viabilità e aree di manovra
- φimp = 0.80) e di aree permeabili (aree di stallo - φperm = 0.10), come illustrato nella Tavola allegata
D.2, il coefficiente di deflusso φ é stato determinato come media pesata dei rispettivi coefficiente
di deflusso in ragione delle rispettive superfici, come riportato nella seguente formulazione3
3 Sistemi di fognatura. Manuale di progettazione. AA.VV, CSDU-Hoepli, 2001.
0,00
50,00
100,00
150,00
200,00
250,00
300,00
inte
nsi
tà [
mm
/h]
7
imp imp perm perm
imp perm
A A
A A
(11)
Una volta stabilito il coefficiente di deflusso propriamente detto, si è scelto di considerare l‟effetto
di laminazione che il bacino scolante può avere durante il deflusso dell‟acqua meteorica verso la
rete di drenaggio. Tale effetto, dovuto all‟esistenza di asperità, impedimenti al libero deflusso
dell‟acqua, scabrezza superficiale delle superfici di scolo, è riassumibile attraverso l‟uso di un
coefficiente di ritardo, esprimibile come
2
min ;1
3.6288 4.893 0.6428
s
n
s s
i
A
n i i
(12)
dove is è la pendenza media del bacino scolante e A è la superficie del bacino in ettari. Il
coefficiente n è calcolato sperimentalmente attraverso la seconda equazione delle (12). Una volta
definito il coefficiente di ritardo, per ogni bacino scolante è stata assegnato un coefficiente di
deflusso globale Φ = φ∙ψ.
Per quanto concerne la fase di verifica (par. 2.2), invece, si è operato attraverso l‟uso della
metodologia SCS-CN, dove sulla base della tipologia di terreni, descritti nell‟inquadramento
geologico (Tabella A.2 in Allegato 2), e di uso del suolo (Tabella B.2 in Allegato 2), avendo
ipotizzato una classe AMC (Advanced Moisture Content) del terreno II media (Tabella C.2 in
Allegato 2), si è stimato un Curve Number (CN) pari a 98 per le aree impermeabili (terreno di tipo D
- parcheggi impermeabilizzati), ed uno pari a 40 per le aree permeabili (terreno di tipo A - prato
rasato in buone condizioni), per cui i valori di pioggia netta possono essere valutati attraverso le
seguenti equazioni:
20.2
0.8
100254 1
lorda
netta
lorda
P SP
P S
dove
SCN
(13)
Dove Pnetta è l‟altezza di pioggia netta, mentre Plorda è l‟altezza di pioggia lorda.
La metodologia SCS-CN è implementata all‟interno del simulatore idraulico Storm Water
Management Model (SWMM) versione n. 5.021, utilizzato per la verifica della rete di drenaggio
oggetto della presente relazione (par. 2.2).
8
2 Metodologia per il dimensionamento della rete di drenaggio
2.1 Descrizione della rete e metodo di predimensionamento
Per determinare la portata critica che si determina in seguito ad una pioggia di una certa entità e
durata nella sezione di chiusura di un certo bacino scolante, bisogna adottare un cosiddetto
modello di trasformazione afflussi-deflussi. Tra questi, i più semplici sono i modelli di piena, il cui
obbiettivo è la modellazione del solo deflusso di pioggia, trasformando un assegnato ietogramma
in ingresso in un idrogramma in uscita. I numerosi modelli di piena proposti nella letteratura tecnico-
scientifica hanno di solito in comune la caratteristica di essere stazionari e lineari.
I modelli di trasformazione afflussi-deflussi sono modelli semplificati (anche detti concettuali) che
adottano quindi una serie di semplificazioni, che in determinate condizioni possono essere assunte
per il bacino scolante (per esempio la valutazione delle perdite idrologiche attraverso
l‟introduzione di un semplice coefficiente di afflusso). Inoltre, per quanto riguarda i modelli di piena,
la durata dei fenomeni da modellare, che dipende dalle dimensioni del bacino, è di solito molto
limitata, dell‟ordine dei minuti o, per fognature molto estese, delle ore.
I modelli di piena sono il risultato di una combinazione di elementi costitutivi semplici. In pratica, lo
ietogramma in ingresso subisce una serie di trasformazioni attraverso una serie di elementi, con i
quali si intende riprodurre concettualmente i fenomeni del ritardo e dell‟invaso. I più semplici
elementi sono il canale lineare e il serbatoio lineare. Il primo è un elemento che produce solo un
ritardo dell‟idrogramma in uscita rispetto a quello in ingresso, senza modificarne in alcun modo la
forma. Il secondo è un elemento in cui la portata uscente è in ogni istante proporzionale al volume
in esso invasato.
In considerazione di quanto appena detto, la rete di drenaggio oggetto della presente relazione è
stata dapprima predimensionata utilizzando il modello di piena cinematico (o della corrivazione),
che tiene conto soltanto del fenomeno del ritardo, inteso come il tempo necessario al
trasferimento dei volumi di acqua che cadono nei vari punti dell‟area scolante fino alla sezione di
chiusura del collettore. Tale scelta è motivabile col fatto che la superficie e la conformazione del
bacino drenato dalla rete oggetto della presente relazione ha scarse capacità di laminazione,
connotandosi invece come un bacino a risposta lineare quasi immediata, e conseguentemente
può avere un funzionamento maggiormente assimilabile al canale lineare.
Il modello di piena cinematico si basa sulle seguenti ipotesi:
1. la formazione della piena è dovuta solo al trasferimento di volumi d‟acqua all‟interno del
bacino;
2. ogni goccia di pioggia che cade sulla superficie segue un percorso invariabile nel tempo,
che dipende solo dal punto in cui essa è caduta;
9
3. la velocità con cui la goccia si muove lungo la superficie non è influenzata dalla presenza
di altre gocce;
4. la portata nella sezione di chiusura in un dato istante è data dalla somma delle portate
elementari, provenienti dalle diverse parti del bacino, che pervengono alla sezione di
chiusura in quell‟istante.
Le suddette ipotesi equivalgono ad assumere la linearità del modello (sovrapposizione degli
effetti). Il tempo tc impiegato da una goccia a raggiungere, dal punto in cui cade, la sezione di
chiusura viene detto tempo di corrivazione. Si definisce tempo di corrivazione dell‟area scolante Tc
il massimo tra i tempi di corrivazione di tutti i punti dell‟area scolante.
Come specificato in precedenza (par. 1.3) ai fini dell‟applicazione del modello della corrivazione
ai problemi di progetto e verifica delle reti di drenaggio urbano, di solito il tempo di corrivazione
del bacino scolante si considera somma di un tempo di ruscellamento Ta (o tempo di accesso) e di
un tempo di percorrenza Tr (o tempo di rete); quest‟ultimo rappresenta il tempo impiegato
dall‟acqua a percorrere il collettore in condizioni di moto uniforme.
Una volta calcolato il tempo di corrivazione per ogni bacino scolante, si ottiene la portata critica
per la sezione di chiusura di quel bacino (ovvero la sezione di valle del tratto di condotta
considerato) come
1 1max C C
n nm c T c TQ i A aT A aT A (14)
laddove si è assunta la presenza di un coefficiente di ritardo, vedasi Eq.(12), e si è indicata con ATc
la superficie di un bacino scolante caratterizzato da un tempo di corrivazione Tc, così come
espresso dalla Eq.(10). Il calcolo del tempo di rete, però, richiede la conoscenza della portata per
calcolare la velocità della corrente in moto uniforme. Pertanto, l‟applicazione del modello della
corrivazione per il predimensionamento delle condotte richiede delle iterazioni per pervenire al
calcolo della portata critica e alla determinazione del diametro.
Nel caso specifico di progetto, si è proceduto come di seguito indicato4:
1. i dati noti sono:
a. i coefficienti di scabrezza (Ks) delle condotte, secondo la formula di Gaukler-Strikler, che
esprime il coefficiente di scabrezza all‟interno della formula di Chezy, vedasi Eq.(15):
1
6
s HK R , ove RH è il raggio idraulico, ovvero il rapporto tra area bagnata e
perimetro bagnato.
Per le condotte da predimensionare si è scelto il valore di Ks = 90 (adeguato per
materiale plastico in condizioni di servizio), secondo la Tabella A.3 in Allegato 3;
4 Sistemi di fognatura. Manuale di progettazione. AA.VV, CSDU-Hoepli, 2001.
10
b. la topologia della rete, come nella Tavola allegata D.1. In questa tavola sono indicati i
nomi dei tronchi a cui tutti gli elaborati successivi (profili longitudinali e tabelle) fanno
riferimento;
c. le pendenze e le lunghezze delle condotte (i);
d. le caratteristiche delle aree scolanti, come la superficie del bacino, il coefficiente
globale di deflusso e la pendenza media;
e. la curva di possibilità pluviometrica, come in Eq.(3);
2. Si calcola dapprima il tempo di accesso per ogni area scolante, attraverso la formula
sperimentale
41 3
0.304
0.250.375
3600 120
n n
iai
i i
St
s aove Si [ha] è la superficie del bacino scolante, si [m/m] è la sua
pendenza media e φi il rispettivo coefficiente di deflusso;
3. Attraverso la Eq.(10) si calcola il tempo di rete assumendo una velocità di partenza pari a 1.5
m/s, e conseguentemente si calcola il corrispondente tempo di corrivazione5;
4. Si calcola ora, attraverso la Eq.(14), la portata critica che lo speco dovrà contenere, con un
grado di riempimento non maggiore di 0.80, ammettendo una velocità massima di moto
uniforme pari a 5 m/s;
5. Si assume un DN di tentativo, e si calcolano la portata (Qr) e la velocità (Vr) a sezione piena
attraverso la formula di Chézy:
2 1
3 2
2
4H s H
DNQ A V A R i K R i
(15)
considerando che per sezioni circolari RH = DN/4;
6. Se, dato il DN di tentativo, Qr > Q allora si calcola il rapporto Q/Qr che è il valore d‟ingresso
nella scala di deflusso in Tabella 2; se il grado di riempimento h/D è uguale o poco minore di
0.80, allora il DN prescelto è sufficiente a contenere la portata critica di pioggia con un
adeguato grado di riempimento;
7. Attraverso la scala di deflusso in Tabella 2 si determina anche il valore di V/Vr corrispondente,
che attraverso la conoscenza di Vr precedentemente determinato consente di calcolare la
velocità media di moto uniforme V; se questa velocità è molto differente dal valore
inizialmente assunto per il calcolo del tempo di rete (punto 3), si ripete il procedimento a partire
dal punto 3 con il nuovo valore di V; il procedimento si interrompe quando le due velocità sono
sostanzialmente uguali.
5 Si noti che, per i tronchi che hanno uno o più tronchi confluenti a monte, il tempo di corrivazione di calcola come la
somma tra il tempo di rete e il maggiore tra il tempo di corrivazione dei tronchi confluenti e il tempo di accesso.
11
Tabella 2. Scala di deflusso normalizzata per condotte chiuse a sezione circolare.
Le Tabelle B.3 e C.3 riportano rispettivamente i dati relativi alle condotte della rete e alle rispettive
aree scolanti, e i risultati relativi al predimensionamento delle condotte come da procedimento su
dettagliato, facendo riferimento ai numeri identificativi dei tronchi in Tavola D.1.
2.2 Descrizione del modello di calcolo adottato per la verifica
La procedura di verifica della rete di drenaggio predimensionata in precedenza è stata effettuata
attraverso l‟implementazione di un modello di calcolo basato sulla teoria dell‟Onda Dinamica
all‟interno del simulatore idraulico Storm Water Management Model (SWMM) versione n. 5.021
sviluppato da Lewis A. Rossman del Water Supply and Water Resources Division National Risk
Management Research Laboratory per la United States Environmental Protection Agency (US
EPA)6.
L‟uso di tale modello consente un‟accurata simulazione del comportamento del bacino in
condizioni non stazionarie e considerando i fenomeni d‟infiltrazione nel sottosuolo e la presenza dei
dispositivi di derivazione e confluenza, previa definizione dei relativi parametri. Il modello SWMM
consente inoltre di operare con ietogrammi di qualsiasi forma, di considerare i fenomeni di
evapotraspirazione e intercettazione di volumi idrici da parte di avvallamenti e irregolarità del
suolo.
Ciascun componente della rete è definito come un oggetto all‟interno del modello, ad esempio il
generatore di piogge, la rete, il bacino, i nodi ed i manufatti speciali.
In particolare il modello ha richiesto la definizione delle seguenti variabili:
Ietogramma di pioggia definito come sopra descritto in base al tempo di ritorno fissato.
6 Tale modello è disponibile gratuitamente presso il sito internet “http://www.epa.gov/ednnrmrl/models/swmm/index.htm”, il
software è di pubblico dominio e pertanto non è soggetto ad acquisto di licenza o a condizioni restrittive atte a tutelare il
diritto d‟autore.
12
Tracciato della rete di drenaggio.
Caratteristiche delle condotte, ovvero scabrezze (secondo la formula di Manning, vedi
Allegato 4), pendenze, forma delle sezioni.
Bacini scolanti, definiti dalla superficie, dalla sezione tributaria, dalla pendenza media, dalla
larghezza media del fronte di deflusso superficiale, dalla percentuale d‟impermeabilità, dalla
scabrezza delle aliquote impermeabili delle superfici scolanti e dalla scabrezza delle aliquote
permeabili delle superfici scolanti, dalla profondità media delle depressioni superficiali sia per
aree permeabili che per le aree impermeabili, dalla percentuale delle aree impermeabili non
dotata di depressioni superficiali e infine la tipologia del modello di infiltrazione nel terreno, nella
fattispecie si è scelto di operare con la metodologia SCS-CN, i cui parametri sono descritti
nell‟Allegato 2.
Durata della simulazione di funzionamento del bacino.
Tipologia di simulazione delle condizioni di moto vario in condotta, nella fattispecie si è scelto il
modello detto dell‟Onda Dinamica (o modello completo).
A valle della simulazione il modello restituisce, dato uno ietogramma specifico e tutte le
caratteristiche precedentemente elencate:
Idrogramma dell‟intero sistema.
Idrogramma di ogni tronco di fognatura/canale.
Localizzazione delle eventuali esondazioni e tempi medi di esondazione.
Portate, velocità medie e tirante idrico per ogni condotta.
Tempo medio, condotta per condotta, del raggiungimento del picco di portata.
Il simulatore idraulico SWMM simula le condizioni di moto vario nei canali risolvendo
numericamente le Equazioni di de Saint-Venant, che descrivono il flusso non-stazionario delle
correnti a superficie libera7. Le equazioni di de Saint-Venant hanno diverse forme semplificate,
ciascuna atta a cogliere aspetti particolari di problemi pratici. In Tabella 3 sono riportate le
semplificazioni usuali che si possono adottare nell‟equazione del moto, mantenendo inalterata la
forma dell‟equazione di continuità. Lo schema più semplice è quello dell‟onda cinematica, che
trascura gli effetti inerziali e delle variazioni della superficie libera. In tal caso si assume i J, ovvero,
si ipotizza che le forze di resistenza e gravitazionali si bilancino perfettamente. Il modello parabolico
o diffusivo trascura i termini inerziali ma incorpora il termine di pressione.
7 Idraulica (2a Ed.). Citrini D., Noseda G., C.E. Ambrosiana, Milano, 2000.
13
Il modello completo o dell’onda dinamica considera tutti i termini.
Tabella 3. Modello completo e sue semplificazioni.
Nei fenomeni di propagazione naturali c‟è la presenza sia di onde cinematiche che complete o
dinamiche. In molti casi l‟effetto della pendenza del canale è dominante nell‟equazione del moto,
per cui la maggior parte del corpo dell‟onda di piena si muove con le caratteristiche proprie di un
modello cinematico. Se gli altri termini dell‟equazione dinamica non sono trascurabili, si verifica
l‟esistenza di un fronte d‟onda dinamico che si può propagare sia a monte che a valle del corpo
principale dell‟onda (Figura 2). In letteratura sono presentati diversi suggerimenti per la verifica
dell‟applicabilità o meno del modello cinematico alla propagazione di onde di piena, ma non
esiste alcun criterio universale per supportare tale decisione.
Figura 2. Movimento di un‟onda di piena.
Tuttavia, si può osservare che la celerità8 dell‟onda cinematica aumenta con Q (e quindi al
crescere della sezione). Ne risulta che, teoricamente, il fronte dell‟onda cinematica che si propaga
verso valle (in un alveo circa cilindrico) diventa sempre più ripido. Comunque, l‟onda non si
allunga né si attenua e portata e altezza massima rimangono invariate. In sostanza, si ha una
8 Un‟onda è essenzialmente descritta come una variazione di determinate caratteristiche del flusso, come ad esempio la
portata o il tirante idrico. Si definisce celerità dell‟onda la velocità con cui tale perturbazione si sposta lungo l‟alveo. La
celerità dipende dal tipo di onda considerato ed è in generale (anche molto) diversa dalla velocità del flusso principale
della corrente.
14
deformazione dell‟onda con cresta che diventa sempre più ripida e coda sempre più adagiata sul
profilo preesistente. Al crescere della ripidità dell‟onda gli altri termini nell‟equazione del moto
(trascurati nel caso cinematico) diventano sempre più importanti introducendo dispersione e
attenuazione. La celerità dell‟onda di piena si scosta conseguentemente da quella prevista dallo
schema cinematico perché la portata non è più funzione univoca della profondità della corrente
e Q e h non si mantengono circa costanti in prossimità del picco dell‟onda.
Alla luce di queste considerazioni, la simulazione delle condizioni di moto vario nella rete è stata
realizzata attraverso il metodo dell‟Onda Dinamica, che consente di descrivere numericamente le
variazioni spazio-temporali del flusso all‟interno delle condotte, senza trascurare i termini di
accelerazione e di pendenza del pelo libero presenti nell‟equazione del moto. In sostanza, data la
natura sostanzialmente impulsiva della pioggia di progetto ipotizzata (vedasi par. 1.3), si è deciso di
non trascurare la ripidezza dell‟onda di piena che si forma nelle condotte, considerando
conseguentemente anche i termini di dispersione e attenuazione nell‟equazione del moto (di solito
trascurati nel caso dell‟onda cinematica).
La simulazione di verifica è stata eseguita con passo temporale di 1 minuto, per il quale è garantita
una buona stabilità numerica.
2.3 Descrizione della procedura di verifica e risultati ottenuti
In relazione alla descrizione dello strumento software di verifica descritto nel paragrafo 2.2, nel
caso specifico della rete di drenaggio oggetto della presente relazione, si è proceduto come di
seguito descritto:
Definizione dello ietogramma di pioggia, come descritto nel par. 1.3, secondo un tempo di
ritorno di cinque anni;
Definizione del tracciato della rete di drenaggio, come nella Tavola allegata D.1;
Coefficiente di scabrezza per le condotte pari a n = 0.011 (vedasi Tabella A.4 in Allegato 4);
Pendenze come da Tabella B.3 in Allegato 3;
Forma delle sezioni: circolare;
Caratterizzazione dei bacini scolanti:
Superficie come da Tabella B.3 e Tavola allegata D.1;
Sezione tributaria come da Tabella B.3 in Allegato 3;
Pendenza media come da Tabella B.3 in Allegato 3;
15
Larghezza media del fronte di deflusso superficiale, calcolato come il rapporto tra la
superficie dell‟area scolante e la lunghezza di massima corrivazione dello stesso;
Percentuale d‟impermeabilità assunta pari al 100% per le vie di accesso e manovra (ovvero
in via cautelativa si è esclusa la possibilità d‟infiltrazione di parte della pioggia caduta), e
pari al 5% per le aree di stallo;
Scabrezza delle aliquote impermeabili delle superfici scolanti secondo Manning pari a n =
0.011 (vedasi Tabella C.4 in Allegato 4);
Scabrezza delle aliquote permeabili delle superfici scolanti secondo Manning pari a n =
0.15 (vedasi Tabella C.4 in Allegato 4);
Altezza media del velo idrico superficiali che si forma durante il deflusso per le aree
impermeabili assunta pari a 2 mm (vedasi Tabella B.4 in Allegato 4);
Altezza media del velo idrico superficiali che si forma durante il deflusso per le aree
permeabili assunta pari a 5 mm (vedasi Tabella B.4 in Allegato 4);
Percentuale delle aree impermeabili non dotata di depressioni superficiali assunta pari allo
0% (ovvero si è assunto che il velo idrico si formi durante il deflusso su tutta l‟area scolante);
Tipologia del modello d‟infiltrazione nel terreno: metodo SCS-CN, vedasi par. 1.3;
Durata della simulazione di funzionamento del bacino: 2 ore (90 minuti oltre la fine della
pioggia critica);
Simulazione delle condizioni di moto vario in condotta: modello dell‟Onda Dinamica (o
modello completo).
Sulla base di quanto definito attraverso il software SWMM, si sono implementati dapprima i diametri
rivenienti dal predimensionamento (vedasi Tabella C.3 in Allegato 3), e dopo poche iterazioni, si
sono ottenuti i diametri definitivi, che sono riportati in Tabella D.4 in Allegato 4.
Si noti che in sede di predimensionamento si sono adottati dei diametri commerciali generici, non
tenendo conto della tecnologia di produzione delle tubazioni adottate e della differenza tra
diametro nominale (DN e diametro interno, significativo ai fini idraulici). In sede di verifica, invece,
sono stati adottati i reali diametri commerciali disponibili in PEAD, implementando nel software di
verifica i reali diametri interni. La tabella D.4 in Allegato 4 riporta però i soli diametri nominali per
ogni tratto della rete.
16
Nelle Figure A.4 e B.4 in Allegato 4 si riportano i profili longitudinali nelle condizioni di picco dei vari
tratti della rete come indicati nelle Tavole allegate D.1 e D.3; esse mostrano l‟andamento
dell‟onda di piena prevista in conseguenza dell‟evento di pioggia critico ipotizzato.
3 Dimensionamento dell’impianto di trattamento delle acque di prima pioggia.
I criteri per la disciplina delle acque meteoriche di dilavamento e acque di prima pioggia, di cui
all‟art. 113 del D. Lgs 152/06, sono stati riportati dalla Regione Puglia nel Piano Direttore del giugno
2002, redatto nell‟ambito delle attività finalizzate alla redazione del Piano di Tutela delle Acque,
che è poi confluito per contenuti nel Piano di Tutela delle Acque Puglia (c.d. PTA), approvato dal
Consiglio Regionale con delibera n. 230 del 20/10/2009. In esso si definiscono acque di prima
pioggia come: “… le prime acque meteoriche di dilavamento relative a ogni evento meteorico
preceduto da almeno 48 h di tempo asciutto, per una altezza di precipitazione uniformemente
distribuita:
A. di 5 mm per superfici scolanti aventi estensione, valutata al netto delle aree a verde e delle
coperture non carrabili, inferiore o uguale a 10.000 m2;
B. compresa tra 2,5 e 5 mm per superfici di estensione maggiore di 10.000 m2, valutate al
netto delle aree a verde e delle coperture non carrabili, in funzione dell‟estensione dello
stesso bacino correlata ai tempi di accesso alla vasca di raccolta”.
Nella caso specifico, quindi, le acque di prima pioggia derivanti da precipitazioni meteoriche
raccolte dalla rete di drenaggio oggetto della presente relazione ricadono nel caso di cui al punto
A, avendo l‟area drenata una superficie totale di 9000 mq (7200 mq per il parcheggio e 1800 mq
per la viabilità di accesso). Le superfici di cui sopra sono state assunte a favore di sicurezza,
comprensive anche di un'aliquota delle aree drenanti (parcheggi).
Pertanto, il volume delle acque di prima pioggia sarà valutato considerando una altezza di
precipitazione uniformemente distribuita pari a 5 mm, per un valore totale di 45000 litri,
corrispondente a una portata media di 25 l/s, per la durata dell‟evento critico ipotizzata
precedentemente per il dimensionamento della rete di drenaggio (30 minuti).
Il PTA Puglia, inoltre, prevede all‟art.3 comma 3.3, che “le acque di prima pioggia derivanti dagli
scarichi di acque meteoriche di dilavamento di superfici esterne di insediamenti destinati alla
residenza o ai servizi, strade, piste e piazzali sui quali si effettua il transito, la sosta ed il parcheggio di
mezzi di qualsiasi tipo, nonché la movimentazione ed il deposito di sostanze non pericolose devono
essere sottoposti prima del loro smaltimento ad un trattamento di grigliatura e dissabbiatura.
L‟autorità competente potrà richiedere, in funzione della pericolosità e dell‟estensione delle
superfici di raccolta, anche un trattamento di disoleazione …”.
17
Nel caso specifico, durante un evento meteorico le acque di prima pioggia saranno trattate in
continuo attraverso un impianto di depurazione predimensionato, composto di due vasche
(dissabbiatore e disoleatore) e di un pozzetto scolmatore a monte delle due vasche. In particolare,
data la conformazione della rete di drenaggio in oggetto si è deciso di utilizzare due distinti
impianti di trattamento delle acque di prima pioggia, uno a servizio della rete di drenaggio del
parcheggio (IPC7200, vedasi scheda tecnica Allegato 5) e uno a servizio della rete di drenaggio
della viabilità di accesso alla stazione modello (IPC1800, vedasi scheda tecnica Allegato 5), come
dettagliato nella Tavola allegata D.4. e nello schema dell'impianto riportato in Figura 5.
Figura 3. Sistema per il trattamento in continuo delle acque di pioggia (superficie massima di 1800 mq).
Gli impianti di trattamento scelti sono dimensionati per una certa superficie massima di raccolta e
per una portata di progetto, come riportato in Allegato 5. La Tabella 3, riassume i dati salienti delle
aree drenate ai fini del trattamento delle acque di prima pioggia, come determinati a valle del
procedimento di verifica della rete di drenaggio (par. 2.3).
Tabella 3. Dati salienti delle aree drenate ai fini del trattamento delle acque di prima pioggia.
Superficie
drenata [mq]
Portata
media [l/s]
Portata di
picco [l/s]
Sup. max amm.
dall'impianto [mq]
Portata max trattabile
dall'impianto [l/s]
Area
Parcheggio 7197 20 35 7200 40
18
Viabilità di
accesso 1760 5 10 1800 10
Pertanto, per quanto in Tabella 3, gli impianti di trattamento scelti sono capaci di trattare l‟acqua
di dilavamento dell‟area oggetto della presente, per un evento caratterizzato da un tempo di
ritorno di cinque anni.
3.1 Componenti dell’impianto di trattamento acque di prima pioggia
In rispondenza alle disposizioni del PTA Puglia, l‟impianto scelto sarà integrato con un trattamento
di grigliatura realizzato predisponendo, a monte degli altri trattamenti, un pozzetto dotato di griglia
in acciaio zincato realizzata con piatti 50x10 cm (interasse 40 mm) e piatti inferiori 20x10 (interasse
120 mm), come da Tavola allegata D.4.
Lo scolmatore è un dispositivo idraulico che ha il fine di garantire il trasferimento delle acque di
dilavamento alla fase di depurazione con portate che non siano superiori alla portata massima di
progetto e di inviare al ricettore finale, mediante by-pass, la portata in eccesso.
Il dissabbiatore è una vasca di calma in cui avviene la separazione dal refluo delle sostanze e
particelle in sospensione che hanno una densità più elevata (sabbie, ghiaia, limo, pezzetti di
metallo e di vetro, ecc.) e più bassa (oli, grassi, foglie, ecc.) di quella dell‟acqua.
La vasca, in monoblocco rotostampato di polietilene lineare ad alta densità, ha una pianta
circolare e all‟interno sono disposte due condotte semisommerse d‟ingresso e uscita poste a quote
diverse. In questo modo, il volume utile si suddivide in tre comparti: una zona d‟ingresso in cui viene
smorzata la turbolenza del flusso entrante, una zona in cui si realizza la separazione e l‟accumulo
dei solidi ed una terza zona di deflusso del refluo trattato. Il rendimento di rimozione dei materiali in
sospensione è tanto più alto quanto maggiore è il tempo di residenza del refluo nel dissabbiatore
(non minore di 3 minuti relativamente alla portata di punta). I dissabbiatori sono dimensionati in
base alla norma UNI-EN 1825-1 e garantiscono un tempo di detenzione del refluo di almeno 4
minuti per la portata di punta.
Il disoleatore con filtro a coalescenza permette di ottenere elevati rendimenti di rimozione delle
sostanze leggere presenti in sospensione all‟interno del refluo. Il sistema sfrutta un supporto di
spugna poliuretanica su cui si aggregano le particelle di oli e idrocarburi, fino a raggiungere
dimensioni tali da poter abbandonare il refluo per gravità. Il disoleatore con filtro a coalescenza
NDOFC 3200 10 l/s è definito di classe I secondo la norma UNI-EN 858-1 e 2.
Gli agenti inquinanti separati dalle acque di dilavamento all‟interno dell‟impianto sono
principalmente agenti non biodegradabili (sabbie, limo, pietrisco, idrocarburi, oli, ecc.). Questi
tendono pertanto ad accumularsi all‟interno delle diverse vasche. Nel tempo, questi accumuli
19
divengono eccessivi e tendono a pregiudicare l‟efficienza di depurazione dell‟impianto
(intasamento delle condotte, rilascio degli inquinanti stessi, ecc.). Pertanto, saranno effettuate
operazioni periodiche d‟ispezione delle vasche, con maggiore frequenza nei primi mesi di servizio
dell‟impianto (cadenza mensile/bimestrale), al fine di individuare la cadenza ottimale delle
operazioni di spurgo e pulizia (comunque la cadenza sarà almeno semestrale), da eseguirsi da
parte di aziende specializzate.
4 Smaltimento/riutilizzo delle acque reflue e trattate
A proposito dei recapiti finali, il già citato Piano di Tutela delle Acque al punto 3.8.1 stabilisce che
“fermo restando l‟obbligo, ove tecnicamente possibile, di utilizzo per uso irriguo, civile e industriale
delle acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne secondo le norme tecniche di cui al
Decreto 12.06.2003 n. 185, nei casi in cui ci sia eccedenza delle stesse acque recuperate per gli usi
consentiti ovvero l‟impossibilità di riutilizzo, le acque di prima pioggia e di lavaggio sono recapitate
secondo il seguente ordine preferenziale:
a. rete fognaria, nel rispetto delle prescrizioni delle norme regolamentari dell‟Ente Gestore;
b. corpo idrico superficiale;
c. qualora l‟autorità competente accerti l‟impossibilità o l‟eccessiva onerosità di utilizzare i
recapiti precedentemente elencati, sul suolo o negli strati superficiali del sottosuolo”.
Nel caso specifico, i reflui trattati e parte delle acque di prima pioggia saranno smaltiti nella
pubblica fogna, nel collettore fognario a costruirsi lungo la via Bisceglie (posta a nord nella area
drenata), come da Tavola allegata D.1, secondo le norme regolamentari dell‟Ente Gestore.
Figura 4. Andamento previsto della portata nella sezione di monte del collettore finale.
0
50
100
150
200
250
300
350
400
Po
rtat
a [l
/s]
Tempo di simulazione [hh:mm:ss]
20
Il collettore di scarico (vedasi Tavole allegate D.1 e D.3), da realizzarsi in PEAD macro-corrugato
esternamente, è stato anch'esso predimensionato come fatto per la rete di drenaggio attraverso il
metodo cinematico (par. 2.1), e successivamente verificato con la procedura descritta nel par.
2.2; per esso è stato determinato un diametro commerciale DN630 mm (DI 555 mm), assumendo
una pendenza del 1.5% e una portata massima di circa 350 l/s (come da Tabella D.4.2 in Allegato
4). La Figura 4 riporta l'andamento previsto della portata nella sezione di monte del collettore
finale.
Le acque di prima pioggia trattate nell'impianto a servizio della rete di drenaggio della viabilità di
accesso alla Stazione ferroviaria di Andria Sud, saranno invece accumulate e riutilizzate a fini irrigui
delle aree a verde presenti nell‟area in oggetto (vedasi Tavola allegata D.5). Le acque trattate
saranno accumulate in un serbatoio interrato, posto in prossimità dell‟impianto di trattamento,
costituito da una cisterna monoblocco in polietilene lineare ad alta densità del volume utile di 10
mc (vedasi scheda tecnica in Allegato 5) munita di tronchetti in PVC con guarnizioni per l‟entrata
e il troppo pieno, elettropompa sommersa e quadro elettrico per marcia/arresto. Si noti che la
tubazione di troppo pieno sarà collegata all‟impianto di smaltimento delle acque non trattate
attraverso un pozzetto di raccordo (vedasi Tavola allegata D.4).
ALLEGATO 1
Valore massimo piogge intense, stazione di Andria.
ANNI 1 ORA 3 ORE 6 ORE
12
ORE
24
ORE
38 mm data mm data mm data mm data mm data
1959 25.6 01/07/1959 25.8 01/07/1959 36.2 24/11/1959 54.0 24/11/1959 82.8 24/11/1959
1963 30.2 10/10/1963 34.4 10/10/1963 34.4 10/10/1963 35.0 09/10/1963 50.0 09/10/1963
1965 20.0 10/10/1965 32.8 10/10/1965 43.6 10/02/1965 61.0 09/02/1965 92.2 09/02/1965
1966 16.8 31/05/1966 21.0 31/08/1966 21.0 31/08/1966 25.4 16/09/1966 32.4 12/01/1966
1967 31.8 12/07/1967 31.8 12/07/1967 31.8 12/07/1967 35.2 12/12/1967 43.8 12/12/1967
1968 21.0 24/06/1968 25.8 12/06/1968 27.4 12/06/1968 29.0 24/06/1968 38.2 11/06/1968
1969 19.0 05/09/1969 21.4 05/09/1969 30.6 14/06/1969 32.2 01/12/1969 38.8 01/12/1969
1970 34.2 18/09/1970 55.0 18/09/1970 72.6 18/09/1970 98.8 17/09/1970 118.4 17/09/1970
1971 33.0 30/09/1971 58.4 30/09/1971 77.0 30/09/1971 81.0 30/09/1971 107.8 24/02/1971
1972 28.0 15/10/1972 46.6 15/10/1972 59.2 15/09/1972 79.8 15/10/1972 91.6 15/10/1972
1973 21.0 02/02/1973 30.4 18/06/1973 30.6 18/06/1973 44.2 18/06/1973 45.2 02/12/1973
1974 14.0 18/02/1974 21.4 18/02/1974 29.4 30/12/1974 35.4 30/12/1974 35.4 30/12/1974
1975 26.2 22/05/1975 26.2 22/05/1975 39.2 28/11/1975 55.2 21/03/1975 74.0 21/03/1975
1976 18.8 03/08/1976 29.8 24/05/1976 38.8 24/05/1976 51.6 23/05/1976 83.2 23/05/1976
1977 49.6 02/09/1977 51.4 02/09/1977 57.8 02/09/1977 66.8 02/09/1977 77.2 02/09/1977
1978 17.2 06/03/1978 30.6 06/03/1978 45.8 06/03/1978 45.8 06/03/1978 45.8 06/03/1978
1979 12.2 11/08/1979 20.2 21/08/1979 22.6 21/08/1979 30.2 04/11/1979 47.2 04/11/1979
1980 31.2 25/09/1980 31.4 25/09/1980 31.4 25/09/1980 40.0 01/05/1980 47.6 11/01/1980
1981 16.0 06/09/1981 20.0 13/08/1981 24.8 26/02/1981 33.2 26/02/1981 39.4 25/02/1981
1982 58.6 10/08/1982 66.2 10/08/1982 66.2 10/08/1982 66.6 10/08/1982 68.0 09/08/1982
1983 21.6 30/11/1983 40.0 25/10/1983 54.8 25/10/1983 54.8 25/10/1983 67.0 24/10/1983
1984 >> >> 25.4 20/09/1984 27.4 20/09/1984 >> >> 40.0 10/01/1984
1985 >> >> >> >> 28.4 16/04/1985 42.2 16/04/1985 54.0 16/04/1985
1986 19.4 14/07/1986 19.4 14/07/1986 23.4 22/02/1986 36.4 22/02/1986 38.0 22/02/1986
1987 26.6 11/10/1987 27.0 11/10/1987 33.2 21/11/1987 51.6 20/11/1987 73.0 20/11/1987
1988 >> >> 32.6 17/09/1988 46.0 17/09/1987 47.2 16/09/1987 56.8 16/09/1987
1989 >> >> 19.0 21/03/1989 25.8 21/03/1989 27.4 21/03/1989 28.8 21/03/1989
1990 13.2 09/04/1990 22.2 09/04/1990 29.2 09/04/1990 41.4 15/11/1990 56.2 15/11/1990
1991 23.2 15/09/1991 23.4 15/09/1991 28.0 15/09/1991 29.6 21/10/1991 38.2 11/04/1991
1992 >> >> 23.8 11/04/1992 36.0 11/04/1992 60.4 10/04/1992 77.0 10/04/1992
1993 32.6 14/06/1993 42.6 14/06/1993 45.6 14/06/1993 45.6 14/06/1993 49.6 01/01/1993
1994 19.4 10/06/1994 26.6 10/06/1994 35.4 14/02/1994 50.0 14/02/1994 53.4 14/02/1994
1995 25.8 22/08/1995 26.0 22/08/1995 26.0 22/08/1995 28.4 05/01/1995 37.0 05/01/1995
1996 16.8 05/10/1996 20.2 01/12/1996 29.6 01/12/1996 42.6 01/12/1996 44.2 01/12/1996
1997 29.4 14/10/1997 65.2 14/10/1997 74.6 14/10/1997 75.0 14/10/1997 81.6 14/10/1997
1998 33.0 09/09/1998 48.0 09/09/1998 48.0 09/09/1998 48.0 09/09/1998 50.8 22/11/1998
1999 46.4 08/11/1999 76.0 08/11/1999 88.0 08/11/1999 113.6 08/11/1999 118.0 08/11/1999
2000 24.0 01/10/2000 24.2 10/02/2000 30.2 10/02/2000 33.0 09/02/2000 35.4 09/02/2000
ALLEGATO 2
Metodo SCN-Curve Number
Tabella A.2 - Metodo SCS-CN: classificazione dei suoli del Soil Conservation Service (SCS, 1968)
Tabella B.2 - Metodo SCS-CN: valori del “Curve Number” CN per i diversi tipi di suolo in funzione dell’uso del
suolo per condizioni d’umidità iniziale (Antecedent Moisture Conditions – AMC) medie (classe II) (SCS, 1968).
Tabella C.2 - Metodo SCS-CN: definizione della classe d’umidità iniziale in base all’altezza di pioggia nei 5
giorni precedenti (SCS, 1968).
ALLEGATO 3
Predimensionamento della rete di drenaggio
Tabella A.3 – Coefficienti di scabrezza secondo diverse formule di letteratura.
Tabella B.3-1 – Dati caratteristici delle condotte e delle relative aree scolanti: area Parcheggio
Tratto di calcolo
Tratti confluenti
Lunghezza tronco (m)
Area scolante permeabile
(mq)
Area scolante impermeabile
(mq)
Area scolante totale (mq)
Pendenza media terreno
[%]
Pendenza tronco [m/m]
Coefficiente di
permeabilità [Tp = 1]
Coefficiente di ritardo
Coefficiente di afflusso globale
VI-D
15.00 0.00 12.00 12.00 0.50 0.0050 0.80 1.00 0.80
VI-C VI-D 15.00 130.00 80.00 210.00 0.50 0.0050 0.38 0.92 0.35
VI-B VI-C 15.00 150.00 90.00 240.00 0.50 0.0050 0.36 0.91 0.33
VI-A VI-A 14.00 150.00 90.00 240.00 0.50 0.0050 0.36 0.91 0.33
V-D
15.00 50.00 70.00 120.00 0.50 0.0050 0.51 1.00 0.51
V-C V-D 15.00 110.00 90.00 200.00 0.50 0.0050 0.41 0.93 0.38
V-B V-C 15.00 150.00 90.00 240.00 0.50 0.0050 0.36 0.91 0.33
V-A V-B 14.00 150.00 90.00 240.00 0.50 0.0050 0.36 0.91 0.33
IV-D
15.00 70.00 70.00 140.00 0.50 0.0050 0.45 0.98 0.44
IV-C IV-D 15.00 110.00 90.00 200.00 0.50 0.0050 0.41 0.93 0.38
IV-B IV-C 15.00 150.00 90.00 240.00 0.50 0.0050 0.36 0.91 0.33
IV-A IV-B 14.00 150.00 90.00 240.00 0.50 0.0050 0.36 0.91 0.33
III-D
15.00 80.00 70.00 150.00 0.50 0.0050 0.43 0.97 0.41
III-C III-D 15.00 110.00 90.00 200.00 0.50 0.0050 0.41 0.93 0.38
III-B III-C 15.00 150.00 90.00 240.00 0.50 0.0050 0.36 0.91 0.33
III-A III-B 14.00 150.00 90.00 240.00 0.50 0.0050 0.36 0.91 0.33
II-D
15.00 70.00 70.00 140.00 0.50 0.0050 0.45 0.98 0.44
II-C II-D 15.00 110.00 90.00 200.00 0.50 0.0050 0.41 0.93 0.38
II-B II-C 15.00 150.00 90.00 240.00 0.50 0.0050 0.36 0.91 0.33
II-A II-B 14.00 150.00 90.00 240.00 0.50 0.0050 0.36 0.91 0.33
I-D
15.00 25.00 220.00 245.00 0.50 0.0050 0.73 0.90 0.66
I-C I-D 15.00 50.00 160.00 210.00 0.50 0.0050 0.62 0.92 0.57
I-B I-C 15.00 75.00 160.00 235.00 0.50 0.0050 0.58 0.91 0.53
I-A I-B 14.60 75.00 160.00 235.00 0.50 0.0050 0.58 0.91 0.53
VII-E VI-A 16.00 140.00 140.00 280.00 1.00 0.0097 0.45 1.00 0.45
VII-D V-A 16.00 200.00 200.00 400.00 1.00 0.0032 0.47 1.00 0.47
VII-C IV-A 16.00 150.00 200.00 350.00 0.50 0.0162 0.52 0.85 0.44
VII-B III-A 16.00 140.00 220.00 360.00 1.00 0.0195 0.53 1.00 0.53
VII-A II-A 12.80 200.00 200.00 400.00 1.00 0.0123 0.47 1.00 0.47
TPP1 I-A / VII-A 4.50 120.00 390.00 510.00 1.00 0.0095 0.64 1.00 0.64
Tabella B.3-2 – Dati caratteristici delle condotte e delle relative aree scolanti: viabilità di accesso stazione.
Tratto di calcolo
Tratti confluenti
Lunghezza tronco (m)
Area scolante permeabile
(mq)
Area scolante impermeabile
(mq)
Area scolante totale (mq)
Pendenza media terreno
[%]
Pendenza tronco [m/m]
Coefficiente di
permeabilità [Tp = 1]
Coefficiente di ritardo
Coefficiente di afflusso
globale
VIII-F VIII-G 15.00 0.00 240.00 240.00 0.50 0.0200 0.80 0.91 0.73
VIII-E VIII-F 15.00 0.00 175.00 175.00 0.50 0.0200 0.80 0.96 0.77
VIII-D VIII-E 15.00 0.00 290.00 290.00 0.50 0.0200 0.80 0.88 0.71
VIII-C VIII-D 15.00 0.00 202.00 202.00 0.50 0.0067 0.80 0.93 0.75
VIII-B VIII-C 15.00 0.00 152.00 152.00 0.50 0.0067 0.80 0.98 0.78
VIII-A VIII-B 15.00 0.00 149.00 149.00 0.50 0.0067 0.80 0.98 0.79
VIII-O VIII-A 15.00 0.00 442.00 442.00 0.50 0.0200 0.80 0.82 0.66
TPP2 VIII-O 27.45 0.00 110.00 110.00 0.50 0.0109 0.80 1.00 0.80
Tabella C.3-1 – Valori di predimensionamento delle condotte ottenuti attraverso il modello cinematico : viabilità di accesso stazione.
Dati tronco
Elementi progressivi V0 start = 1.5 m/s Risultati
n° tratto Tratti
confluenti Pendenza
tronco Lunghezza del
tratto (m) Tempo di
accesso (s)
Area effettiva
(mq)
Area ridotta (mq)
Tempo di
rete (s) Tempo di
corrivazione (s) Intensità media di
pioggia (mm/h) Portata
critica (mc/s) Velocità
(m/s) (h/D)
DN (mm)
VIII-F VIII-G 0.0200 15.60 61 240 175 0.73 7 67 629 0.0305 1.760 55% 200
0.0200
5 65 642 0.0311 1.760 55% 200
VIII-E VIII-F 0.0200 15.60 53 415 309 0.74 7 72 598 0.0512 2.042 55% 250
0.0200
4 69 614 0.0526 2.042 55% 250
VIII-D VIII-E 0.0200 15.60 66 705 513 0.73 7 76 574 0.0818 2.201 70% 250
0.0200
4 73 592 0.0844 2.201 70% 250
VIII-C VIII-D 0.0067 15.60 56 907 664 0.73 7 80 555 0.1024 1.561 65% 350
0.0067
6 79 560 0.1034 1.561 65% 350
VIII-B VIII-C 0.0067 15.60 50 1059 783 0.74 7 85 528 0.1148 1.591 70% 350
0.0067
6 84 533 0.1159 1.591 70% 350
VIII-A VIII-B 0.0067 15.60 50 1208 900 0.75 7 91 504 0.1259 1.609 75% 350
0.0067
6 90 508 0.1271 1.609 75% 350
VIII-O VIII-A 0.0200 15.60 78 1650 1192 0.72 7 96 482 0.1596 2.637 60% 350
0.0200
3 93 497 0.1645 2.637 60% 350
TPP2 VIII-O 0.0109 27.75 44 1760 1280 0.73 12 105 453 0.1612 2.095 60% 400
0.0109
7 100 471 0.1674 2.095 60% 400
Collettore principale 0.0150 270.00
0.4789 2.780 60% 600
Tabella C.3-2 – Valori di predimensionamento delle condotte ottenuti attraverso il modello cinematico : area Parcheggio.
Dati tronco
Elementi progressivi V0 start = 1.5 m/s Risultati
n° tratto Tratti
confluenti Pendenza
tronco Lunghezza del
tratto (m) Tempo di
accesso (s)
Area effettiva
(mq)
Area ridotta (mq)
Tempo di rete (s)
Tempo di corrivazione (s)
Intensità media di pioggia (mm/h)
Portata critica (mc/s)
Velocità (m/s)
(h/D) DN
(mm)
VI-D
0.0050 15.00 20 12 10 0.80 6 26 1270 0.0034 0.601 35% 150
0.0050
17 37 980 0.0026 0.553 30% 150
VI-C VI-D 0.0050 15.00 73 222 81 0.37 6 79 557 0.0126 0.864 50% 200
0.0050
12 85 529 0.0119 0.864 50% 200
VI-B VI-C 0.0050 15.00 77 462 160 0.35 6 91 501 0.0223 0.967 70% 200
0.0050
10 95 486 0.0216 0.967 70% 200
VI-A VI-A 0.0050 14.00 77 702 239 0.34 6 101 465 0.0309 1.074 60% 250
0.0050
9 104 455 0.0302 1.041 55% 250
V-D
0.0050 15.00 52 120 61 0.51 6 59 694 0.0118 0.824 45% 200
0.0050
13 65 645 0.0109 0.824 45% 200
V-C V-D 0.0050 15.00 69 320 139 0.43 6 75 580 0.0223 0.967 70% 200
0.0050
10 79 559 0.0216 0.967 70% 200
V-B V-C 0.0050 15.00 77 560 218 0.39 6 85 528 0.0320 1.074 60% 250
0.0050
10 89 513 0.0310 1.074 60% 250
V-A V-B 0.0050 14.00 77 800 297 0.37 6 95 489 0.0403 1.123 70% 250
0.0050
8 97 482 0.0397 1.123 70% 250
IV-D
0.0050 15.00 58 140 62 0.45 6 64 651 0.0113 0.808 75% 150
0.0050
13 70 609 0.0106 0.799 70% 150
IV-C IV-D 0.0050 15.00 69 340 140 0.41 6 77 571 0.0222 0.967 70% 200
0.0050
10 81 550 0.0214 0.967 70% 200
IV-B IV-C 0.0050 15.00 77 580 219 0.38 6 87 520 0.0317 1.074 60% 250
0.0050
10 90 506 0.0308 1.074 60% 250
IV-A IV-B 0.0050 14.00 77 820 298 0.36 6 96 483 0.0400 1.123 70% 250
0.0050
8 98 475 0.0394 1.123 70% 250
III-D
0.0050 15.00 60 150 63 0.42 6 67 632 0.0110 0.808 75% 150
0.0050
13 73 592 0.0103 0.799 70% 150
III-C III-D 0.0050 15.00 69 350 140 0.40 6 79 556 0.0217 0.967 70% 200
0.0050
10 83 538 0.0210 0.949 65% 200
III-B III-C 0.0050 15.00 77 590 220 0.37 6 90 509 0.0310 1.074 60% 250
0.0050
10 93 495 0.0302 1.041 55% 250
III-A III-B 0.0050 14.00 77 830 299 0.36 6 99 473 0.0393 1.123 70% 250
0.0050
8 101 466 0.0387 1.123 70% 250
II-D
0.0050 15.00 58 140 62 0.45 6 64 651 0.0113 0.808 75% 150
0.0050
13 70 608 0.0106 0.799 70% 150
II-C II-D 0.0050 15.00 69 340 140 0.41 6 77 571 0.0222 0.967 70% 200
0.0050
10 81 551 0.0214 0.949 65% 200
II-B II-C 0.0050 15.00 77 580 219 0.38 6 87 520 0.0317 1.074 60% 250
0.0050
10 90 506 0.0308 1.074 60% 250
II-A II-B 0.0050 14.00 77 820 298 0.36 6 96 483 0.0400 1.123 70% 250
0.0050
8 98 475 0.0394 1.123 70% 250
I-D
0.0050 15.00 63 245 162 0.66 6 69 615 0.0276 1.041 55% 250
0.0050
10 73 594 0.0267 1.041 55% 250
I-C I-D 0.0050 15.00 62 455 285 0.63 6 79 558 0.0442 1.136 75% 250
0.0050
8 81 547 0.0434 1.133 75% 250
I-B I-C 0.0050 15.00 66 690 409 0.59 6 88 517 0.0588 1.244 65% 300
0.0050
8 89 512 0.0582 1.244 65% 300
I-A I-B 0.0050 14.60 66 925 533 0.58 6 95 487 0.0721 1.282 75% 300
0.0050
7 96 483 0.0715 1.282 75% 300
VII-E VI-A 0.0097 16.00 54 982 365 0.37 7 111 434 0.0440 1.471 60% 250
0.0097
6 111 435 0.0441 1.471 60% 250
VII-D V-A/VII-E 0.0032 16.00 62 2182 842 0.39 7 118 416 0.0973 1.191 65% 400
0.0032
8 119 412 0.0964 1.191 65% 400
VII-C IV-A/VII-D 0.0162 16.00 82 3352 1291 0.39 7 126 395 0.1417 2.424 50% 400
0.0162
3 123 404 0.1447 2.424 50% 400
VII-B III-A/VII-C 0.0195 16.00 56 4542 1779 0.39 7 129 388 0.1917 2.759 55% 400
0.0195
3 125 397 0.1962 2.759 55% 400
VII-A II-A/VII-B 0.0123 12.80 62 5762 2258 0.39 5 131 385 0.2413 2.378 75% 400
0.0123
3 128 391 0.2452 2.378 75% 400
TPP1 I-A / VII-A 0.0095 4.50 61 7197 3114 0.43 2 130 387 0.3347 2.376 70% 500
0.0095
1 129 389 0.3365 2.376 70% 500
ALLEGATO 4
Procedura di verifica della rete di drenaggio
Tabella A.4 – Coefficienti di Manning per condotte chiuse
Formula di Manning
2 13 2
1V R i
n
NB. Questa formula è equivalente alla formula di Chézy per la determinazione della velocità media di moto uniforme, con il
coefficiente di scabrezza espresso in funzione del coefficiente di Manning (n).
Tabella B.4 – Profondità media delle depressioni superficiali
Tabella C.4 – Coefficienti di Manning per il deflusso superficiale
Tabella D.4-1 – Diametri definitivi della rete: area Parcheggio.
ID
Tronco
Forma dello
speco
Lunghezza
[m]
Coeff. di
Manning (n)
DN
Verifica
DN
Predimens. h/D max
VI-D Circolare 15.00 0.011 200 150 28%
VI-C Circolare 15.00 0.011 200 200 51%
VI-B Circolare 15.00 0.011 250 200 55%
VI-A Circolare 14.00 0.011 250 250 68%
V-D Circolare 15.00 0.011 200 200 45%
V-C Circolare 15.00 0.011 250 200 55%
V-B Circolare 15.00 0.011 315 250 61%
V-A Circolare 14.00 0.011 355 250 77%
IV-D Circolare 15.00 0.011 200 150 51%
IV-C Circolare 15.00 0.011 200 200 68%
IV-B Circolare 15.00 0.011 250 250 68%
IV-A Circolare 14.00 0.011 315 250 76%
III-D Circolare 15.00 0.011 200 150 45%
III-C Circolare 15.00 0.011 200 200 63%
III-B Circolare 15.00 0.011 250 250 68%
III-A Circolare 14.00 0.011 315 250 76%
II-D Circolare 15.00 0.011 200 150 51%
II-C Circolare 15.00 0.011 250 200 73%
II-B Circolare 15.00 0.011 315 250 83%
II-A Circolare 14.00 0.011 400 250 85%
I-D Circolare 15.00 0.011 250 250 59%
I-C Circolare 15.00 0.011 315 250 54%
I-B Circolare 15.00 0.011 355 300 58%
I-A Circolare 14.60 0.011 400 300 68%
VII-E Circolare 16.00 0.011 315 250 61%
VII-D Circolare 16.00 0.011 355 400 67%
VII-C Circolare 16.00 0.011 355 400 61%
VII-B Circolare 16.00 0.011 400 400 68%
VII-A Circolare 12.80 0.011 400 400 77%
TPP1 Circolare 4.50 0.011 500 500 80%
Tabella D.4-2 – Diametri definitivi della rete: viabilità di accesso stazione.
ID
Tronco
Forma dello
speco
Lunghezza
[m]
Coeff. di
Manning
(n)
DN
Verifica
DN
Predimens. h/D max
VIII-F Circolare 15.60 0.015 250 200 45%
VIII-E Circolare 15.60 0.015 250 250 59%
VIII-D Circolare 15.60 0.015 315 250 65%
VIII-C Circolare 15.60 0.015 355 350 74%
VIII-B Circolare 15.60 0.015 355 350 74%
VIII-A Circolare 15.60 0.015 400 350 63%
VIII-O Circolare 15.60 0.015 400 350 57%
TPP2 Circolare 27.75 0.015 400 400 57%
Collettore principale 270.00 0.015 630 600 52%
Figura A.4-I – Profilo longitudinale tratto I: Area Parcheggio - minuto 16:00 (picco di portata).
Figura A.4-II – Profilo longitudinale tratto II: Area Parcheggio - minuto 16:00 (picco di portata).
Figura A.4-III – Profilo longitudinale tratto III: Area Parcheggio - minuto 17:00 (picco di portata).
Figura A.4-IV – Profilo longitudinale tratto IV: Area Parcheggio - minuto 16:00 (picco di portata).
Figura A.4-V – Profilo longitudinale tratto V: Area Parcheggio - minuto 17:00 (picco di portata).
Figura A.4-VI – Profilo longitudinale tratto VI: Area Parcheggio - minuto 16:00 (picco di portata).
Figura A.4-VII – Profilo longitudinale tratto VII: Area Parcheggio - minuto 17:00 (picco di portata).
Figura B.4 – Profilo longitudinale tratto VIII: Viabilità di accesso alla stazione - minuto 17:00 (picco di portata).
ALLEGATO 5
Impianto di trattamento in continuo delle acque di prima pioggia
73
Sommario
Rototec - Divisione Depurazione - Catalogo tecnico Ottobre 2010 rev. 01
impianti Di prima pioggia
Impi
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74 Rototec - Divisione Depurazione - Catalogo tecnico Ottobre 2010 rev. 01
Impianti di prima pioggia
Caratteristiche tecnicheLa materia del trattamento delle acque di dilavamento di superfici impermeabili viene regolamentata dal D.lgs 152/06 secondo il quale:
“1. Ai fini della prevenzione di rischi idraulici ed ambientali, le regioni, previo parere del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio, disciplinano e attuano:a) Le forme di controllo degli scarichi di acque meteoriche di dilavamento provenienti da reti fognarie separate; b) I casi in cui può essere richiesto che le immissioni delle acque meteoriche di dilavamento effettuate tramite altre condotte separate, siano sottoposte a particolari prescrizioni, ivi compresa l’eventuale autorizzazione. 2. Le regioni disciplinano altresì i casi in cui può essere richiesto che le acque di prima pioggia e di lavaggio di aree esterne siano convogliate e opportunamente trattate in impianti di depurazione per particolari condizioni nelle quali, in relazione alle attività svolte vi sia il rischio di dilavamento da superfici impermeabili scoperte di sostanze pericolose o di sostanze che creino pregiudizio per il raggiungimento degli obiettivi di qualità per i corpi idrici”.
Spesso nel dimensionamento di questo tipo di impianti si seguono le prescrizioni tecniche definite dalla legge regionale lombarda del 27 maggio 1985 n. 62, secondo la quale:
“sono considerate acque di prima pioggia quelle corrispondenti per un evento meteorico ad una precipitazione di 5 mm uniformemente distribuita sull’intera superficie scolante servita dalla rete di drenaggio; ai fini del dimensionamento delle portate si stabilisce che tale valore venga scaricato in un periodo di quindici minuti; i coefficienti di afflusso alla rete si assumono pari a 1 per superfici coperte, lastricate o impermeabilizzate e a 0,3 per quelle permeabili di qualsiasi tipo, escludendo dal computo le superfici coltivate”.
Per il trattamento delle acque di dilavamento o acque di prima pioggia sono possibili differenti soluzioni. Rototec è in grado di offrire sistemi di trattamento completi costituiti da:1) Vasche di accumulo costruite per poter stoccare l’acqua di pioggia e rilasciarla secondo tempi e portate note. E’ possibile ottenere deflussi controllati introducendo valvole di regolazione o sistemi di sollevamento temporizzati studiati per la specifica applicazione. In questo modo si garantisce l’accumulo ed il trattamento fuori linea e la riduzione dei rischi derivanti dall’afflusso di portate di piena eccessive per il sistema di smaltimento. 2) Vasche di trattamento in linea in grado di trattare in continuo la portata di prima pioggia.
Il sistema di accumulo può essere realizzato mediante cisterne rotostampate ciascuna del volume di 10 m3 accoppiabili per creare batterie di vasche con capacità complessive fino a 60000 litri. I sistemi di trattamento di dissabbiatura e disoleatura sono in grado di trattare le acque in uscita dal sistema di accumulo secondo le richieste del D.lgs 152/2006 per scarico in pubblica fognatura in conformità ai limiti della Tabella 3, Allegato 5 del suddetto decreto per scarico in corso d’acqua superficiale. Le vasche di trattamento sono pensate anche per essere inserite direttamente sulla condotta di drenaggio delle acque meteoriche per trattare in continuo le acque di prima pioggia. I dissabbiatori-disoleatori vengono dimensionati secondo la norma UNI-EN 858-1 e sono disponibili in versione a gravità, di classe II e di classe I con sistema di filtrazione a coalescenza per ottenere concentrazioni di idrocarburi con peso specifico inferiore a 0,95 g/cm3. L’innovativo sistema di filtrazione a coalescenza sfrutta un supporto poliuretanico in grado di aggregare le particelle oleose più fini per consentirne la separazione dall’acqua per gravità, per ottenere il trattenimento degli inquinanti all’interno della vasca.
n.b.: modalità d’interro a pagina 103
75Rototec - Divisione Depurazione - Catalogo tecnico Ottobre 2010 rev. 01
1] IPP - Trattamento delle acque di prima pioggia in accumulo (da 500 a 12.000 m2)
2] IPP - Trattamento delle acque di pioggia in continuo (da 270 a 7.200 m2)
installazione tipo
Impianti di prima pioggia
Impianti di prima pioggia
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76 Rototec - Divisione Depurazione - Catalogo tecnico Ottobre 2010 rev. 01
Caratteristiche tecnicheL’impianto comprende un pozzetto scolmatore, un sistema di accumulo con valvola di chiusura automatica e pompa sommersa temporizzata, un sistema di trattamento di dissabbiatura e disoleatura dimensionato secondo normativa UNI-EN858-1 e conforme alle richieste del D.lgs 152/06. L’impianto è dimensionato per trattare i primi 5 mm di pioggia in quanto solo in esse sono presenti le sostanze inquinanti secondo quanto indicato dalla L.R. Lombardia 27 maggio 1985 n. 62. Una volta riempita la vasca di accumulo le successive piogge, definite secondarie e teoricamente non inquinate, confluiranno direttamente nel corpo recettore grazie al pozzetto scolmatore posizionato a monte della vasca stessa. L’acqua inquinata stoccata viene quindi rilanciata da una pompa sommersa che si attiva mediante quadro elettrico che regola lo svuotamento dell’accumulo in modo che dopo 48/72 ore dall’evento di pioggia il sistema sia pronto per un nuovo ciclo di funzionamento. L’impianto di trattamento è costituito da un deoliatore gravitazionale nel caso il refluo finale sia recapitato in pubblica fognatura (rispetto dei limiti della colonna 2 della tabella 3 D.lgs 152/06). Nel caso inve-ce il refluo sia recapitato in corso idrico superficiale (rispetto dei limiti più restrittivi della colonna 1 della tabella 3 D.lgs 152/06) il sistema di trattamento è costituito da un dissabbiatore e da un deoliatore con filtro a coalescenza. Quando il sistema di accumulo è costituito da una sola vasca (IPP 500, IPP 1000 e IPP 2000) il dissabbiatore è installato a monte del deoliatore. Quando invece il sistema di accumulo è costituito da più cisterne, il compito di dissabbiatore è svolto dalla prima cisterna di accumulo nella quale si depositano i materiali in sospensione. In entrambi i casi, come stabilito dalla legge, prima dell’immissione del refluo trattato nel recettore finale è previsto un pozzetto prelievi nel quale possono svolgersi i campionamenti per le opportune analisi del refluo.L’efficacia dell’impianto è per i seguenti parametri:- Solidi sedimentabili. - Idrocarburi totali ed altri liquidi leggeri non emulsionati aventi peso specifico sino a 0.95 g/cm3. - La portata di punta m³/h per ogni singolo modello dove non espressamente indicato deve essere inferiore ai limiti indicati sulla scheda tecnica. - La superficie (m2) del piazzale da trattare per ogni singolo modello, dove non espressamente indicato, deveessere minore o uguale ai limiti indicati sulla scheda tecnica. - Per quanto non espressamente indicato si fa riferimento ai dati di progetto indicati sulla scheda tecnica.
impiego:Separazione di oli minerali, idrocarburi e inerti per: - Parcheggi auto, box e saloni espositivi - Stazioni di servizio - Stazioni di lavaggio - Autofficine e imprese di demolizione
voci di capitolatoFornitura di n... impianti di prima pioggia in accumulo per depurazione acque di prima pioggia di un piazzale di super-ficie pari a....m2 composto da: Pozzetto scolmatore monoblocco rotostampato in polietilene lineare ad alta densità (LLDPE) dotato di n. 3 tron-chetti in PVC (diametro....mm) con guarnizione in gomma N.B.R., per l’entrata, l’uscita e il collegamento al by-pass. Sistema di accumulo/rilancio/dissabbiatura costituito da cisterna/e monoblocco rotostampata/e in polietilene lineare ad alta densità (LLDPE), dotato di n. 1 valvola antiriflusso e di n. 1 elettropompa sommersa corredata di quadro elet-trico; nel caso di sistema composto da più di una cisterna, queste sono predisposte per il collegamento grazie all’in-stallazione di giunti flangiati (diametro....mm). Sistema di depurazione composto da n. 1 deoliatore/dissabbiatore in polietilene monoblocco rotostampato, del tipo gravitazionale o con filtro a coalescenza, a seconda del livello di depu-razione da raggiungere, munito di tronchetti in PVC (diametro....) e guarnizioni i gomma N.B.R. per l’entrata e l’uscita. Tutte le vasche sono munite di chiusini di ispezione filettati in polipropilene (PP) e polietilene (LLDPE).
1] IPP - Trattamento delle acque di prima pioggia in accumulo
Ingresso
By-pass
IspezioniConnessioni
Filtro a coale-scenza
Pozzetto scolmatore
Dissabbiatore
Deoliatore con filtro a coalescenza
sabbie
oli
uscita
sabbie
oli
Cisterna di accumulo e rilancio
77Rototec - Divisione Depurazione - Catalogo tecnico Ottobre 2010 rev. 01
IPP - Scarico in pubblica fognatura (D.lgs 152/06)
Articolo IPP500DO IPP1000DO IPP2000DO IPP3000DO IPP4000DO IPP6000DO IPP8000DO IPP10000DO IPP12000DO
Superficie impermeabile m2 500 1000 2000 3000 4000 6000 8000 10000 12000
Volume di pioggia l 2500 5000 10000 15000 20000 30000 40000 50000 60000
Portata di prima pioggia l/s 2,8 5,5 11 16 22 33 44 55 66
Pozzetto scolmatore*
Modello PSC051212IPP PSC051212IPP PSC051212IPP PSC051616IPP PSC051616IPP PSC052020IPP PSC052020IPP PSC102520IPP PSC102520IPP
D mm 790 790 790 790 790 790 790 1140 1140
H mm 790 790 790 790 790 790 790 1160 1160
ØE/U mm 125 125 125 160 160 200 200 250/200 250/200
Cisterna d’accumulo
Modello CI3000 CI5700 CI10700 CI5700 CI10700 CI10700 CI10700 CI10700 CI10700
N°cisterne 1 1 1 3 2 3 4 5 6
Vol.accumulo l 3000 5000 10000 15000 20000 30000 40000 50000 60000
L1 mm 2090 2420 2780 2420 2780 2780 2780 2780 2780
L2 mm 1500 1920 2430 1920 2430 2430 2430 2430 2430
H mm 1720 2100 2580 2100 2580 2580 2580 2580 2580
Lungh.Tot. m ~2 ~2,3 ~2,8 ~7,5 ~6 ~9,3 ~12,6 ~15,9 ~19,2
ØE mm 125 125 125 160 160 200 200 200 200
Pompa SM155L SM155L SM155L SM155L SM155L SM155L SM155L SM155L SM155L
Deoliatore gravitazionale
Modello NDO1500 NDO1500 NDO1500 NDO1500 NDO1500 NDO1500 NDO1500 NDO1500 NDO1500
Volume l 1268 1268 1268 1268 1268 1268 1268 1268 1268
D mm 1150 1150 1150 1150 1150 1150 1150 1150 1150
H mm 1720 1720 1720 1720 1720 1720 1720 1720 1720
ØU mm 125 125 125 125 125 125 125 125 125
Pozzetto prelievi fiscale
Modello PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF
D mm 430 430 430 430 430 430 430 430 430
H mm 465 465 465 465 465 465 465 465 465
Dimensioni totali impianto
Lunghezza m ~7 ~7 ~8 ~12,5 ~11 ~14 ~17 ~20 ~23
Larghezza m ~2,5 ~3 ~3 ~3 ~3 ~3 ~3 ~3 ~3
ENTRATA
USCITA
Pozzetto scolmatore
Serbatoi di accumulo Pompa sommersa
Ø U 50 PE Valvola
antiriflussoBy-pass
Pozzetto prelievi fiscale
Deoliatore gravitazionale
ENTRATA USCITA
L1~ Lungh. accumulo
~ Lungh. tot. impianto
L2
~ La
rgh.
tot. 50 cm
Manicotto a elettrosaldarePN10 Ø 160
Cartella flangiata Ø 160
Quadro elettrico di comando
con timer
(*) In presenza di tubazioni diverse da quelle standard consultare il nostro ufficio tecnico
Valvolaantiriflusso
Cartellaflangiata Manicottoaelettrosaldare
Serbatoidiaccumulo
Quadroelettricodicomandocon
timer
Lungh.Accumulo
Lungh.Totimpianto
Larghezza
Pompasommersa
Pozzettoscolmatore
Deoliatoregravitazionale
Pozzettoprelievifiscale
uscita
entrata
entrata uscita
Esempio di installazione IPP 6000 DO
(surichiesta)
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78 Rototec - Divisione Depurazione - Catalogo tecnico Ottobre 2010 rev. 01
IPP - Scarico in corso d’acqua superficiale (D.lgs 152/06, tab 3)
ENTRATA
USCITA
Pozzetto scolmatore
Serbatoi di accumulo Pompa sommersa
Quadro elettrico di comando
con timerValvola antiriflusso
Pozzetto prelievi fiscale
Deoliatore con filtro a coalescenzaBy-pass
Manicotto a elettrosaldarePN10 Ø 160
Cartella flangiata Ø 160
ENTRATA USCITA
L1 ~ Lungh. accumulo
~ Lungh. tot. impianto
L2
~ La
rgh.
tot.
Ø U/E 50 PE
(*) In presenza di tubazioni diverse da quelle standard consultare il nostro ufficio tecnico
Valvolaantiriflusso
Cartellaflangiata Manicottoaelettrosaldare
Serbatoidiaccumulo
Quadroelettricodicomandocon
timer
Lungh.Accumulo
Lungh.Totimpianto
Larghezza
Pompasommersa
Pozzettoscolmatore
DeoliatoregravitazionaleFiltroacoalescenza
Pozzettoprelievifiscale
uscita
entrata
entrata uscita
Esempio di installazione IPP 6000 DOFC
(surichiesta)
Articolo IPP500DOFC IPP1000DOFC IPP2000DOFC IPP3000DOFC IPP4000DOFC IPP6000DOFC IPP8000DOFC IPP10000DOFC IPP12000DOFC
Superficie impermeabile m2 500 1000 2000 3000 4000 6000 8000 10000 12000
Volume di pioggia l 2500 5000 10000 15000 20000 30000 40000 50000 60000
Portata di prima pioggia l/s 2,8 5,5 11 16 22 33 44 55 66
Pozzetto scolmatore*
Modello PSC051212IPP PSC051212IPP PSC051212IPP PSC051616IPP PSC051616IPP PSC052020IPP PSC052020IPP PSC102520IPP PSC102520IPP
D mm 790 790 790 790 790 790 790 1140 1140
H mm 790 790 790 790 790 790 790 1160 1160
ØE/U mm 125 125 125 160 160 200 200 250/200 250/200
Cisterna d’accumulo
Modello CI3000 CI5700 CI10700 CI5700 CI10700 CI10700 CI10700 CI10700 CI10700
N°cisterne 1 1 1 3 2 3 4 5 6
Vol.accumulo l 3000 5000 10000 15000 20000 30000 40000 50000 60000
L1 mm 2090 2420 2780 2420 2780 2780 2780 2780 2780
L2 mm 1500 1920 2430 1920 2430 2430 2430 2430 2430
H mm 1720 2100 2580 2100 2580 2580 2580 2580 2580
Lungh.Tot. m ~2 ~2,3 ~2,8 ~7,5 ~6 ~9,3 ~12,6 ~15,9 ~19,2
ØE mm 125 125 125 160 160 200 200 200 200
Pompa SM155L SM155L SM155L SM155L SM155L SM155L SM155L SM155L SM155L
Dissabbiatore
Modello NDD1500 NDD1500 NDD1500 - - - - - -
Volume l 1193 1193 1193 - - - - - -
D mm 1150 1150 1150 - - - - - -
H mm 1720 1720 1720 - - - - - -
ØU mm 125 125 125 - - - - - -
Deoliatore con filtro a coalescenza
Modello NDOFC1000 1,5 l/s
NDOFC1000 1,5 l/s
NDOFC1000 1,5 l/s
NDOFC1000 1,5 l/s
NDOFC1000 1,5 l/s
NDOFC1000 1,5 l/s
NDOFC1000 1,5 l/s
NDOFC1000 1,5 l/s
NDOFC1000 1,5 l/s
D mm 1150 1150 1150 1150 1150 1150 1150 1150 1150
H mm 1220 1220 1220 1220 1220 1220 1220 1220 1220
Pozzetto prelievi fiscale
Modello PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF
D mm 430 430 430 430 430 430 430 430 430
H mm 465 465 465 465 465 465 465 465 465
Dimensioni totali impianto
Lunghezza m ~8 ~9 ~9,5 ~10 ~11 ~14 ~17 ~20 ~23
Larghezza m ~2,5 ~3 ~3 ~3 ~3 ~3 ~3 ~3 ~3
79Rototec - Divisione Depurazione - Catalogo tecnico Ottobre 2010 rev. 01
STAMPAGGIO MATERIE PLASTICHE VIA DELL’ARTIGIANATO, 6 • 61026 LUNANO (PU) • ITALIA
TEL. +39 0722 722801 • FAX +39 0722 70599 • WEB: www.rototec.it • E-MAIL: [email protected] P.IVA 01476690415 • CAP. SOC. 120.000,00 • CCIAA 12602 PESARO
La presente scheda tecnica è di proprietà di Rototec SpA; è assolutamente vietata la riproduzione di quanto contenuto nella stessa. Rototec SpA si riserva di apportare modifiche in qualsiasi momento, senza preavviso alcuno, ai contenuti della presente scheda tecnica.
SCHEDA TECNICA PCLT50 Rev. 00 del 01/09/2009
Pagina 1 di 1
POZZETTO CONTALITRI Materiale: pozzetto in monoblocco di polietilene lineare ad alta densità (LLDPE) con tappo di ispezione in PP, con alloggiato contalitri volumetrico a turbina. Funzione: il pozzetto contalitri è installato, dove richiesto, a valle di un serbatoio di accumulo delle acque di prima pioggia e ha la finalità di misurare la quantità di acqua che viene mandata a trattamento. Manutenzione: in ingresso il contalitri è fornito di una griglia per filtrare i materiali grossolani (sassolini, foglie, rametti,...) che possono creare problemi alla turbina. E’ necessario che periodicamente il contalitri venga ispezionato e che il filtro venga pulito eliminando il materiale eventualmente accumulato.
Modello Ø (mm)
H (mm)
HE (mm)
HU (mm)
Ø isp
(mm) Prolunga Calibro
(mm)
Portata Massima (m3/h)
Portata Nominale
(m3/h)
Portata Minima
(lt/h)
Sensib. (l/h)
Lettura Min (lt)
PCLT50 430 430 120 120 300 PP35 32 12 6 120 15 0,05 Esempio di installazione
Pozzetto contalitri
Ø
H
HU HE
Ghiere per smontaggio e ispezione contalitri
Filtro
ENTRATA
USCITA
Quadro diretto per impianto di prima pioggia
* Al fine di poter dimensionare le termiche del quadro elettrico in oggetto, in funzione della pompa scelta, contattare il nostro ufficio tecnico.
modalità di installazione:qualora l’avviatore diretto sia collocato all’esterno e non sia protetto dagli agenti atmosferici si consiglia di posizio-narlo all’interno di una apposita cassetta o armadietto che abbia grado di protezione IP55.
caratteristiche costruttive: sezionatore bloccoporta (1) selettore manuale o automatico (2) n°4 lampade spia (verde, giallo, rosso): marcia - sotto tensione - blocco termico (3) relè termico e set di fusibili per protezione motore fusibili sul circuito ausiliario contattori 24 V quadro in materiale plastico
Quadro diretto per impianto di prima pioggia
Articolo *Altezza
mmLunghezza
mmLarghezza
mmVoltaggio
VFrequenza Hz
Temperatura di utilizzo
Grado di protezione
QIPP2HP 130 300 220 230 50 -5°C/+40°C IP55
applicazionequadro elettrico di avviamento pompe per impianto di prima pioggia. Il comando di avvio può essere manuale o auto-matico mediante timer di avviamento (in dotazione). Per regolare il timer ed impostare il tempo di ritardo a 24 ore, seguire le istruzioni come da scheda tecnica allegata. Il quadro è anche dotato di allarme visivo (accensione di spie luminose). L’alimentazione è monofase (ambiente domestico: 230 V).
12
3
Materiale:pozzetto in monoblocco di polietilene lineare ad alta densità (LLDPE) con tappo di ispezione in PP, con alloggiato contalitri volumetrico a turbina.Funzione:il pozzetto contalitri è installato, dove richiesto, a valle di un serbatoio di accumulo delle acque di prima pioggia e ha la finalità di misurare la quantità di acqua che viene mandata a trattamento.Uso e manutenzionein ingresso il contalitri è fornito di una griglia per filtrare i materiali grossolani (sassolini, foglie, rametti,...) che possono creare problemi alla turbina. E’ necessario che periodicamente il contalitri venga ispezionato e che il filtro venga pulito eliminando il materiale eventualmente accumulato.
Pozzetto contalitri
Articolo Ømm
Hmm
HEmm
HUmm
Ø ispezionemm Prolunga Calibro
mmPortata max
m3/hPortata nominale
m3/hPortata min.
lt/hSensibilità
l/hLettura min.
lt
PCLT 50 430 430 120 120 300 PP35 32 12 6 120 15 0,05
Esempio di installazione
STAMPAGGIO MATERIE PLASTICHE VIA DELL’ARTIGIANATO, 6 • 61026 LUNANO (PU) • ITALIA
TEL. +39 0722 722801 • FAX +39 0722 70599 • WEB: www.rototec.it • E-MAIL: [email protected] P.IVA 01476690415 • CAP. SOC. 120.000,00 • CCIAA 12602 PESARO
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SCHEDA TECNICA PCLT50 Rev. 00 del 01/09/2009
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POZZETTO CONTALITRI Materiale: pozzetto in monoblocco di polietilene lineare ad alta densità (LLDPE) con tappo di ispezione in PP, con alloggiato contalitri volumetrico a turbina. Funzione: il pozzetto contalitri è installato, dove richiesto, a valle di un serbatoio di accumulo delle acque di prima pioggia e ha la finalità di misurare la quantità di acqua che viene mandata a trattamento. Manutenzione: in ingresso il contalitri è fornito di una griglia per filtrare i materiali grossolani (sassolini, foglie, rametti,...) che possono creare problemi alla turbina. E’ necessario che periodicamente il contalitri venga ispezionato e che il filtro venga pulito eliminando il materiale eventualmente accumulato.
Modello Ø (mm)
H (mm)
HE (mm)
HU (mm)
Ø isp
(mm) Prolunga Calibro
(mm)
Portata Massima (m3/h)
Portata Nominale
(m3/h)
Portata Minima
(lt/h)
Sensib. (l/h)
Lettura Min (lt)
PCLT50 430 430 120 120 300 PP35 32 12 6 120 15 0,05 Esempio di installazione
Pozzetto contalitri
Ø
H
HU HE
Ghiere per smontaggio e ispezione contalitri
Filtro
ENTRATA
USCITA
Impi
anti
di
prim
a pi
oggi
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pian
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pr
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piog
gia
80 Rototec - Divisione Depurazione - Catalogo tecnico Ottobre 2010 rev. 01
Caratteristiche tecnicheL’impianto permette di trattare in continuo le acque di prima pioggia provenienti dal dilavamento di superfici im-permeabili fino a 7200 m2 di transito e parcheggio per aree industriali, residenziali e stazioni di servizio poten-zialmente inquinate da oli minerali, idrocarburi, sabbia e inerti. Il sistema di trattamento acque di prima pioggia sfrutta l’azione di un separatore di sabbie e oli a funzionamento continuo in grado di trattare portate fino a 40 l/s. Le acque di dilavamento provenienti dalle aree di transito impermeabili devono essere convogliate al sistema di trat-tamento. Nelle vasche di trattamento viene inviata una portata data dai primi 5 mm di un evento meteorico scaricati in 15 minuti; per portate superiori si attiva il by-pass che invia al recapito delle acque bianche, le acque in eccesso. L’impianto di trattamento è costituito da un dissabbiatore e un deoliatore con filtro a coalescenza così che il refluo in uscita abbia le caratteristiche idonee per poter essere scaricato in corpo idrico superficiale (all. 5 tab. 3 D.lgs 152/2006).L’efficacia dell’impianto è per i seguenti parametri: - Solidi sedimentabili. - Idrocarburi totali ed altri liquidi leggeri non emulsionati aventi peso specifico sino a 0,95 g/cm3.- La portata di punta m³/h per ogni singolo modello dove non espressamente indicato deve essere inferiore ai limiti indicati sulla scheda tecnica. - La superficie (m2) del piazzale da trattare per ogni singolo modello, dove non espressamente indicato, deveessere minore o uguale ai limiti indicati sulla scheda tecnica. - Per quanto non espressamente indicato si fa riferimento ai dati di progetto indicati sulla scheda tecnica.
impiego:Separazione di oli minerali, idrocarburi, e inerti per: - Parcheggi auto, box e saloni espositivi - Stazioni di servizio - Stazioni di lavaggio - Autofficine e imprese di demolizione
voci di capitolatoFornitura di n……impianti di trattamento delle acque di pioggia in continuo per depurazione acque di pioggia di un piazzale di superficie pari a……….m2 composto da:Pozzetto scolmatore monoblocco rotostampato in polietilene lineare ad alta densità (LLDPE) dotato di n. 3 tronchetti in PVC (diametro….mm) con guarnizione in gomma N.B.R., per l’entrata, l’uscita e il collegamento al by-pass.n. 1 dissabbiatore monoblocco in polietilene lineare ad alta densità (LLDPE) rotostampato dotato di tronchetti in PVC (diametro….) e guarnizioni in gomma N.B.R. per l’entrata e l’uscita.n.1 deoliatore in polietilene lineare ad alta densità (LLDPE) monoblocco rotostampato, con filtro a coa-lescenza, munito di tronchetti in PVC (diametro…..) e guarnizioni i gomma S.B.R. per l’entrata e l’uscita. Tutte le vasche sono munite di chiusini di ispezione filettati in polipropilene.
2] IPC - Trattamento delle acque di pioggia in continuo
IngressoBy-pass
IspezioniConnessioni
Filtro a coalescenza
Pozzetto scolmatore
Dissabbiatore
Deoliatore con filtro a coalescenza
oli
sabbie
oli
uscita
81Rototec - Divisione Depurazione - Catalogo tecnico Ottobre 2010 rev. 01
IPC - Scarico in corso d’acqua superficiale (D.lgs 152/06, tab 3)
Articolo IPC270 IPC360 IPC540 IPC720 IPC1350 IPC1800 IPC2700 IPC3600 IPC5400 IPC7200
Superficie impermeabile m2 270 360 540 720 1350 1800 2700 3600 5400 7200
Portata di progetto l/s 1,5 2 3 4 7,5 10 15 20 30 40
Volume utile complessivo l 1624 2042 1967 2461 4032 4960 6201 7345 13645 15357
Volume max di raccolta sabbie l 150 200 300 400 860 1000 1500 2000 3000 4000
Volume minimo di stoccaggio oli l 27 35 53 70 152 176 225 300 450 600
Pozzetto scolmatore *
Modello PSC051212IPC PSC051212IPC PSC051212IPC PSC051212IPC PSC051212IPC PSC051212IPC PSC052020IPC PSC052020IPC PSC052020IPC PSC102525IPC
Ø mm 790 790 790 790 790 790 790 790 790 1160
H mm 790 790 790 790 790 790 790 790 790 1140
ØtubazioniE/U
mm 125 125 125 125 125 125 200 200 200 250
Dissabbiatore
Modello NDD1000 NDD1000 NDD1500 NDD1500 NDD2600 NDD3200 NDD3800 NDD4600 NDD7000 NDD9000
Ø mm 1150 1150 1150 1150 1710 1710 1710 1710 2250 2250
H mm 1220 1220 1720 1720 1350 1625 1855 2125 2367 2625
ØtubazioniE/U
mm 125 125 125 125 125 125 200 200 200 250
Deoliatore con filtro a coalescenza
Modello NDOFC1000 1,5 l/s
NDOFC1500 2 l/s
NDOFC1000 3 l/s
NDOFC1500 4 l/s
NDOFC2600 7,5 l/s
NDOFC3200 10 l/s
NDOFC3800 15 l/s
NDOFC4600 20 l/s
NDOFC7000 30 l/s
NDOFC9000 40 l/s
Ø mm 1150 1150 1150 1150 1710 1710 1710 1710 2250 2250
H mm 1220 1220 1720 1720 1350 1625 1855 2125 2367 2625
ØtubazioniE/U
mm 125 125 125 125 125 125 200 200 200 250
Dimensioni totali impianto
Lunghezza m 4,3 4,3 4,3 4,3 5,4 5,4 5,4 5,4 6,8 6,8
Larghezza m 1,3 1,3 1,3 1,3 1,9 1,9 1,9 1,9 2,4 2,4
ENTRATA
USCITA
ENTRATA USCITA
Pozzetto scolmatore
Dissabbiatore Deoliatore con filtro a coalescenza
By-pass
~ Lungh. tot. impianto
L2~ La
rgh.
tot.
(*) In presenza di tubazioni diverse da quelle standard consultare il nostro ufficio tecnico
Impi
anti
di
prim
a pi
oggi
aIm
pian
ti di
pr
ima
piog
gia