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Centro Studi C.N.I. 18 e 19 marzo 2018

Centro Studi C.N.I. 18 e 19 marzo 2018 · 2018. 3. 19. · INDICE RASSEGNA STAMPA Indice Rassegna Stampa Centro Studi C.N.I. 18 e 19 marzo 2018 Pagina I APPALTI Sole 24 Ore 19/03/18

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Centro Studi C.N.I. 18 e 19 marzo 2018

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. 18 e 19 marzo 2018

Pagina I

APPALTI

Indagini di mercato con avviso pubblicoSole 24 Ore 19/03/18 P. 34 Alberto Barbiero 1

FISCO E PROFESSIONISTI

I professionisti nel mirino del FiscoSole 24 Ore 19/03/18 P. 1-5 Cristiano Dell'OsteBianca Lucia MazzeiValeria Uva

2

INVESTIMENTI PUBBLICI

Perché il nostro stato non investe piùCorriere Della Sera -Corriereconomia

19/03/18 P. 8 Marcello Minenna 6

JOBS ACT

Riforme, mancano 22 decreti attuativiSole 24 Ore 18/03/18 P. 13 Andrea Marini,Marta Paris

7

PRIVACY

Privacy, aziende in ritardoItalia Oggi Sette 19/03/18 P. I Roberto Miliacca 9

Privacy, rivoluzione in arrivo ma imprese ancora in alto mareItalia Oggi Sette 19/03/18 P. II Federico Unnia 10

POLIZZA ANTISISMA

Una polizza anti terremoto? Utile allo StatoCorriere Della Sera 19/03/18 P. 1-21 Milena Gabanelli,Mario Sensini

15

RESPONSABILITÀ PROFESSIONISTI

Medico libero professionista responsabilità contrattualeSole 24 Ore 19/03/18 P. 23 Giovanni Ricci 18

REVISORI LEGALI

Pmi, la revisione legale non è standardizzabileSole 24 Ore 19/03/18 P. 20 Raffaele Marcello,Raffaele D'Alessio

19

SICUREZZA ICT

Un codice globale a difesa del cyber spazioSole 24 Ore 19/03/18 P. 10 Joseph S. Nye 20

ARCHITETTI

GLI ARCHITETTI DISEGNANO IL NUOVO CODICE DEL BELLOCorriere Della Sera 19/03/18 P. 1-21 Isidoro Trovato 21

COMMERCIALISTI

"Non abbiamo paura di Amazon i commercialisti hanno un futuro"Repubblica Affari Finanza 19/03/18 P. 31 Adriano Bonafede 22

BIG DATA

Lavoro, formazione, energia del futuro la vera sfida è la sicurezza dei "big data"Repubblica Affari Finanza 19/03/18 P. 36 Andrea Frollà 24

PROTEZIONE DATI

Chi difende i nostri datiRepubblica 19/03/18 P. 26 Juan Carlos DeMartin

27

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Appalti

Indaginidi mercatocon avvisopubblicoAlberto Barbiero

Le stazioni appaltanti de-vono regolamentare molti pro-fili operativi dei processi di ac-quisizione di lavori, beni e ser-vizi di valore inferiore alle so-glie comunitarie.

Le linee-guida n. 4 sugli affi-damenti sotto soglia, revisiona-te dall'Anac e definitivamenteadottate con la deliberazione206/2018 (si veda anche Il Sole24 Ore di mercoledì) indicanoin molti punti la necessità di unintervento normativo delleamministrazioni, per la defini-zione di regole per la gestionedelleprocedure eper applicareil principio di rotazione.

Il primo punto rispetto alquale l'Anac sollecita la regola-mentazione da parte degli entiè la definizione delle modalitàcon cui si realizzano le indaginidi mercato, rispetto alle quali leLinee-guida forniscono loschema generale fondato sul-l'avviso pubblico.

Particolare attenzione devepoi essere dedicata alla forma-zione dell'elenco degli opera-tori economici, per il quale lestazioni appaltanti possonoprevedere l'articolazione percategorie merceologiche, do-vendo definire anche i criteriper individuare degli operatorieconomici da invitare alle pro-cedure selettive.

Le rinnovate Linee-guidamettono sotto la lente la neces-sità di una precisa regolamen-tazione degli acquisti diimpor-to inferiore ai mille euro, persemplificare gli obblighi di mo-tivazione ele deroghe alprinci-pio di rotazione.

Proprio su quest'ultimoaspetto, l'Anac sollecita le sta-zioni appaltanti a disciplinarecon un atto normativo la suddi-visione in fasce di valore eco-nomico degli affidamenti, perfacilitarne l'applicazione.

L'Anac evidenzia peraltroche l'applicazione dell'articolo42 del Codice dei contratti ri-

chiede alle stazioni appaltantianche la definizione di misureper prevenire la corruzione eper evitare il conflitto di inte-ressi, che devono essere sotto-poste a monitoraggio costante.

L'impatto in chiave organiz-zativa e regolamentare dell'at-to di regolazione riguarda an-che la gestione degli affida-menti diretti.

L'Anac chiarisce che le sta-zioni appaltanti possono indi-viduare l'operatore economi-co con il quale procedere ad af-fidamento diretto di lavori,servizi o forniture medianteprocessi semplificati di acqui-sizione di informazioni, chedevono esplicitare nel provve-dimento di aggiudicazione: traqueste possono rientrare l'ana-lisi di listini, la verifica diaggiu-dicazioni analoghe da parte dialtre amministrazioni o la ri-chiesta di preventivi (ritenutadall'Autorità come la prassimigliore).

Per rendere omogenei que-stipercorsi, le amministrazionidovrebbero stabilire differentiopzioni, tra le quali i proprioperatori potrebbero sceglierequella più idonea ad acquisireinformazioni utili per la sele-zione dell'affidatario.

L'importanza di questi ele-menti è rilevabile anche dal-l'articolo 32, comma 2 del Co-dice, che consente per questiaffidamentila sintesi inununi-co atto, nel quale tuttavia de-vono essere chiaramenteesplicitate le ragioni della scel-ta del fornitore

Le Linee-guida dettaglianoinvece in modo specifico lemodalità con le quali devonoessere effettuate le verifichedei requisiti perle acquisizionidiminore importo, individuan-dole in quelle di valore inferio-re ai 2omila euro.

Entro questa fascia l'Anacha fissato una soglia minima di5mila euro, che permette alleamministrazioni di ridurre alminimo le verifiche (autocer-tificazione sui requisiti gene-ralie di capacità, controllo del-la regolarità contributiva edelle eventuali abilitazioni ri-chieste), prevedendo invecenel range superiore (tra i5milaei2omila curo) alcunicontrol-li ulteriori (situazione proce-dure fallimentari, regolaritàfiscale).

RIPRODUZIONE RISERVATA

Appalti Pagina 1

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L'agenzia delle Entrate punta a 140mila controlli tra studi e Pmi - Braccio di ferro sull'abuso del diritto

I professionisti nel mirino del FiscoAnche il Telepass attiva l'accertamento per viaggi incoerenti con il giro d'affari

Aumentano le verifiche fi-scali sui professionisti e le pic-cole imprese . Per quest'annole Entrate puntano a raggiun-gere 14omila controlli , in lineacon il 2017 . Ma gli obiettivi so-no di una crescita negli annisuccessivi al ritmo di lomila inpiù fino al 2020.

L'Agenzia ha elaborato unaserie di indicatori sia generali(tra cui i pedaggi Telepass e leindagini bancarie) che specifi-ci per categoria (nel mirino ol-

iella tuaenergia.

tre alla potenza dei software distudio persino la quantità dicarta consumata). Si tratta diindici che serviranno da guidaperle verifiche sul campo e do-cumentali. In declino, invece,il monitoraggio sugli studi disettore che ormai riguarda l'idodeltotale di questicontribuen-ti. Intanto ilbraccio di ferro traFisco e tribunali sull'abuso deldiritto non risparmia gli studiprofessionali.

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Fisco e professionisti Pagina 2

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LE STRATEGIE DI CONTRASTO

Gli strumenti

Dalle indagini bancarie all'uso del TelepassCrescono le armi ammesse dai giudici

Allineamento perf=ettoSolo il 14,5% non rispetta gli studi di settorecontro il 32% delle altre categorie

94controlli del Fisco sui professionistiPiù

Obiettivo 160mila verifiche al 2020 su studi e Pmi - Imposta media accertata a 12mila euro

Cristiano Dell'OsteBianca Lucia MazzeiValeria Uva

Più controlli, accertamenti

e indagini del Fisco sui profes-

sionisti. Le verifiche program-

mate sugli studi, insieme a quel-

le sulle piccole imprese, sono

140mila quest'anno, in linea con

l'anno scorso. Ma sono destina-

te a crescere alritmo diiomila in

più nel 2019 e nel 2020. Questi

sono gli obiettivi che l'agenzia

delle Entrate ha messo nero su

bianco nell'ultimo piano degli

indicatori di bilancio.

Numeri che - a tendere- alza-no il livello d'attenzione, se è ve-ro che tra i12o15 e il 2016 la Cortedei conti aveva registrato un ca-lo del 26% degli accertamenti,fermi appunto a poco più diloomila due anni fa e poi risalitia 142.700 l'anno scorso.

Così, dopo il calo della mag-giore imposta accertata, dai cir-ca io miliardi del 2o15 ai 6,8 del-l'anno seguente, ora il Fiscosembra voler invertire la ten-denza. Con quali strumenti, pe-rò, sarà tutto da scoprire. Dicer-to, le cifre ufficiali certificano ildeclino degli studi di settore:bastipensare cheperuno studiomedico la possibilità di inciam-pare in Gerico tra il 2013 e il 2o16è scesa da un già modesto 1,6010allo o,8percento. Mentre per gliavvocati e i consulenti del lavo-roil"rischio" è ancorapiù basso.

Molto più utilizzate, invece,sono le strategie di controlloche puntano a ricostruire gliimporti non dichiarati parten-do da indizi più o meno pro-banti: dall'agenda degli appun-tamenti ai consumi di carta emateriali di cancelleria. Inquesto filone, tra i trend chehanno fatto più discutere c'èl'utilizzo dei viaggi autostra-dali registrati dal Telepass, chein alcuni casi sono stati conte-stati in quanto incompatibilicon il giro d'affari dichiarato.

Tra gli aspetti monitorati dalFisco anche le prestazioni gra-tuite svolte dai professionisti,effettuate partendo dalle «ri-nunce al compenso» o dai co-siddetti «nulla a pretendere»rilasciati alla clientela (si vedaIl Sole 24 Ore del 15 marzo).

Nel raccontare le strategiedell'amministrazione finanzia-ria, non va sottovalutato l'im-patto della crisi economica, chenon ha certo risparmiato i pro-fessionisti. Detto diversamen-te: il calo del dichiarato non è ri-conducibile semplicisticamen-te al sommerso.

Secondo i dati dell'Associa-zione previdenziale degli entiprivati-Adepp, l'ultimo anno incui i redditi medi sono aumen-

tati è stato il2oo9. Da lì in avantila discesa è stata continua e nelperiodo 2010-2016 ha tagliato iredditi medi dei liberi profes-sionisti dell'11,3oio, facendoliscendere da 38mila a meno di34mila euro.

Anche per questo sarà inte-ressante vedere l'evoluzionedelle cifre medie accertate neiprossimi anni. La Corte dei con-ti rileva per il 2016 una media dicirca 12mila euro, importo chepuò apparire modesto in valoreassoluto, ma che va rapportato -per l'appunto - al giro d'affaridei soggetti coinvolti. Guardan-do ai dati dichiarati ai fini deglistudi di settore per l'anno d'im-posta 2015, che pure non sonoperfettamente sovrapponibilicon l'imponibile previdenzialemonitorato dall'Adepp, si vedeche quattro professionisti sudieci hanno compensi e ricaviinferiori ai 3omila euro, con unamedia che - includendo anche isoggetti non congrui - supera dipoco i14.5oo euro all'anno.

Per quanto gli studi di settoresiano sempre meno usati comestrumenti di accertamento - co-me si è detto - idati delle Finanzeoffrono comunque un altro in-teressante spaccato della cate-goria. In termini di aderenza airisultati del software Gerico, iprofessionisti superano tutte lealtre tipologie di contribuenti(commercio, servizi, estrazio-ne e manifatture). Tra coloroche dichiarano meno di 3omilaeuro di ricavi, la percentuale deisoggetti non congrui e non ade-guati si ferma al 19%, mentre ne-gli altri comparti non scendemai sotto ilio per cento. Ancorapiù netto lo scarto se si sale so-pra i 3omila euro di compensi ericavi: qui la quota di chi non ècongruo e non si adegua scendeal looio contro percentuali (al-meno) doppie registrate neglialtri settori.

c, RIPR ODUZIO NE RISERVATA

Fisco e professionisti Pagina 3

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Il bilancio

I CONTROLLI PASSATI E QUELLI IN ARRIVOAccertamenti imposte dirette, Iva e Irap su professionisti e piccole imprese.Numero e variazione % 2020/2018

VAR.%

100.000

160.000

50.000

100.000

50.000

2015 2016 2017 2018 2019 2020

Fonte: Corte dei conti, Relazione sul rendiconto generale dello Stato 2016 su dati Entrate - Piano indicatori Agenzia entrate 2018

IL MONITORAGGIO DI GERICOFrequenza dei controlli su alcune categorie di contribuenti in base agli studi di settore

Contribuenti

Numerocontrollie incidenzapercentuale

0

Studi medici

110.076

1.7171,6% 419-

sul totale

2013 2016

-51,3VAR. %

2013 2016

Fonte: Corte dei conti, Relazione sul rendiconto generale dello Stato 2016 su dati Entrate

Servizi contabili econsulenze del lavoro

89.075

1.936 1.2511,4%

-0

2013 2016

I REDDITI MEDI DEI PROFESSIONISTIFrequenza dei controlli su alcune categorie di contribuenti in base agli studi di settore

40.000

35.000

30.000

38.025

I I

0Studi legali

108.431

L9121,8%

36.696

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016

37.284 37.223

-31,6VAR. %

-35,4VAR. %

-10,1VAR. %

Fonte: VII Rapporto Adepp

Fisco e professionisti Pagina 4

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Gli indicatori A CURA DI Laura Ambrosi e Antonio brio

PROFESSIONISTIIN GENERE

• Confronto tra fatture attive coninformazioni nell'anagrafetributaria relativi ai redditi dilavoro autonomo percepiti

• Verifica dei "costi residuali" perindividuare l'inserimento dispese non correlate all'attivitàesercitata o non documentate

• Fitto figurativo dei locali(qualora siano di proprietà) ovesi svolge l'attività ovveroantieconomicità di canonicorrisposti a società riconducibiliai professionisti stessi

• Riscontro della retribuzioneconseguibile da una attività dilavoro dipendente nello stessosettore rispetto ai redditi dichiarati

• Acquisizione dello schedario deiclienti e dei supporti magneticirinvenuti nello studio, deifascicoli anche informatici e dellemai l (se non lette occorreautorizzazione procura)

• Agende degli appuntamentie gli appunti

• Analisi dei prelievi poiché ovefossero modesti o assenti cisarebbe conferma dell'esistenzadi compensi sottrattiall'imposizione

• Ampiezza del rischioprofessionale coperto conassicurazione e volume d'affaridichiarato

• Esistenza di un sito internet

ff- iCOMMERCIALISTIE CONSULENTI FISCALI

• Perla tenuta della contabilitàsemplificata generalmenteilcompenso è ragguagliato a[numero dellefatture attive epassive registrate con la previsionedi un onorario minimo mensile

• Perla tenuta della contabilitàordinaria ilcompensoeragguagliato al numero delleregistrazioni contabili sul libro-giornale (distinguendo trasemplici e complesse), ovvero alvolume d'affari

• Icompensi relativi aprestazioniin occasione di operazioni

Gli elementi da valutare in base alle metodologie di controllo delle Entrate

straordinarie (fusioni,conferimenti,aumenti di capitale,eccetera) sono solitamentedeterminati proporzionalmentea l tota le dei valori coinvolti

• Per l'assistenza e larappresentanza tributaria, glionorari sono determinati infunzione del tempo impiegato edel valore della pratica e ilcompenso relativo alla difesatecnica dinanzi alleCommissioni tributarie èsolitamente rapportato, oltreche alla complessità della causa,al risparmio d'impostaeventualmente conseguito aseguito della decisionedell'organo giudica nte

• Lecausetributarierisultanoneglia rchivi i nformatizzatie ca rta ceidegli uffici dell'agenzia delle Entrate

• Confronto tra la potenza deiprogrammi per l'elaborazione deibilanci ei bilanci redatti

• Quantità di carta, oaltracancelleria, occorrente perlaredazione delle dichiarazionifiscali e le dichiarazioniapparentemente elaborate

RIOSTUDI LEGALI

• Rilevazione dalla stampa localee nazionale nonchéspecializzata, di informazioni,anche relative a fatti di cronaca,che possono riguardarel'attività professionale;

• Ricerche presso organigiurisdizionali delle causepatrocinate: tribunali,commissioni tributarie, giudicidi pace, Tar, ispezione diregistri relativi ai ruoli,esecuzioni, sentenze, eccetera

• Peri legali che seguono causedinanzi alla Corte dei conti sipresume, dato l'esiguo numerodegli esercenti, una parcella piùrilevante per le cause conclusecon esito positivo

• Può essere esaminato il registrodei colloqui con i detenuti,individuando quelli ai quali hapartecipato il professionista

• E ritenuto efficace l'invio di unquestionario peri clientimatrimonialisti

• Analisi dei costi sostenuti per ildisbrigo di pratiche effettuate

da terzi (deposito atti,pagamento ed applicazionebolli e/o diritti, scritturazioni,reperimento notizie, eccetera)

INGEGNERI, ARCHITETTIE GEOMETRI

• Analisi del costo del software digrafica, di calcolo strutturale,eccetera

• Individuazione incontraddittorio dellefunzionalità e potenzialità deisoftware

• Relazioni tecniche, elaborati,progetti e calcoli depositatipresso uffici pubblici

• I verificatori possono reperireautonomamente i documentipresentati in via telematicaattraverso la piattaforma Sister

• Nella determinazione deicompensi del professionista vaattribuita rilevanza alla bravura,quotazione sul mercato,presenza su riviste, eccetera

• Verifica di tutti i registriobbligatori, compresi irepertori

• Iverificatori devono limitareil controllo dello schedario deiclienti alle sole parti chepossono essere rilevanti perladeterminazione del tipo diprestazione resa

• Riscontro tra i singoli attirepertoriati e le registrazionicontabili ad essi relative

• Controllo incrociato con i daticomunicati alla Cassa peril notariato

ODONTOIATRI

• Analisi dei consumi di materiale• In contraddittorio occorre

individuare le quantità dimateriali necessari per ognitipologia di prestazione

• Il numero di protesi acquistate(capsule, ponti, protesi totali,eccetera) che non trovanoriscontro nelle fatture emessedall'odontoiatra

• Individuazione delle seduteeffettuate da ciascun paziente

• Individuazione dei preventivi dispesa per ciascun paziente

• Analisi del consumo di guanti,tovagliette e bicchieri, depuratodi una percentuale utilizzataper campagne di prevenzionedentale, visite di controllo,visite per consulenza, eccetera(da determinare possibilmentein contraddittorio con la parte)

• Riscontro deltempo medio diattesa per ottenere una visita,deltempo mediamenteimpiegato per una seduta, delnumero dei clienti presentiall'atto dell'accesso, del numerodegli appuntamenti annotati neigiorni precedenti l'accesso

Fisco e professionisti Pagina 5

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PERCHÉ IL NOSTRO STATO NON INVESTE PIÙDal 2009 l'impegno pubblico è sceso al 12,5% del IoLale: serve un ripensamento

di Marcello Minenna

ino al 2008 gli investimenti hanno seguito untrend complessivamente positivo nelle princi-

pali economie dell'Eurozona. L'avvento della crisifinanziaria globale ha segnato una battuta d'arre-sto per tutti, ma è interessante notare cosa è suc-cesso negli anni successivi. Lasciando da parteFrancia (tornata presto su un sentiero di pur mo-derata crescita) e Spagna (che ancora fatica a tor-nare sui livelli precrisi), Germania e Italia possonoessere considerate gli esempi più chiari dei dueopposti effetti non tanto della crisi quanto dellacapacità di reazione consentita dalle misure adot-tate a livello nazionale ed europeo.In Germania la formazione di capitale fisso lordo(proxy degli investimenti) è rimbalzata già nel2010 e dal 2011 ha ripreso la traiettoria espansivasospesa nel 2009. Tra il 2013 e il 2016 lo stock diinvestimenti tedeschi è salito di 73 miliardi di eu-ro, attestandosi a 630 miliardi nel 2016. Il valorepiù alto dell'area euro, ovviamente. E per g/1o sitratta di investimenti privati datala scarsapropen-sione alla spesa pubblica della Merkel. Gli investi-menti pubblici ammontano a 70 miliardi, appenail 2,1% del Pil, sotto la media Ocse.In Italia il quadro è completamente diverso. An-

cora nel 2o16 gli investimenti totali erano inferioriai valori precrisi: 287 miliardi di euro contro i 347del 2008. Questo perché il recupero da noi è parti-to più tardi (nel 2014) ed è stato più lento. Una delletante facce di quel crollo della domanda internache ha colpito anche importazioni e consumi. Conla differenza che negli ultimi tempi i governi han-no voluto stimolare i consumi, mentre gli investi-menti non hanno beneficiato di altrettanto sup-porto statale pur essendo notoriamente la voce dispesa pubblica con moltiplicatori più elevati, cioèquella che dà maggiore impulso alla crescita.Ostaggio delle regole europee che ci hanno im-

posto il pareggio di bilancio addirittura in Costitu-zione, la nostra classe dirigente è riuscita solo afrenare la caduta degli investimenti pubblici. Cosìnel 2o16 questi ammontavano a soli 36 miliardi, la

metà del dato tedesco sebbene in percentuale delPil la situazione dei due Paesi sia simile.Mala somiglianza è solo apparente. Non solo per-

ché il2,1%o è ben diverso se riferito a un Pil che cre-sce del 2% o ad uno che fino al 2016 faticava a cre-scere dell'1%. Ma anche perché differente è statanei due Paesi la riduzione del contributo pubblicoalla formazione complessiva di capitale fisso. Trail 2oog e il 2o16 in Germania la percentuale degliinvestimenti pubblici su quelli totali è scesa dal12,8% all'u,1%. In Italia invece il calo è stato più deltriplo: dal 17,8% al12,5%o. Se proprio di similitudinidobbiamo parlare, possiamo solo dire che da noigli investimenti pubblici si sono «germanizzati»,intendendo con ciò la rarefazione della vocazionestatale a finanziare opere e infrastrutture. Nonproprio un bel risultato. Chissà se il prossimo go-verno saprà riportare un po' di italianità, quellabuona.

@a MarcelloMinenna© RIPRODUZIONE RISERVATA

Investimenti pubblici Pagina 6

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Deleghe . Al nuovo esecutivo la scelta tra jobs act autonomi o norme sulle crisi d'impresa

Riforme, mancano 22 decreti attuativiAndrea MariniMarta Paris

Il passaggio di consegne travecchia e nuova legislatura non siè ancora completato. Senza con-siderare che resta in alto mare ladefinizione della nuova maggio-ranza e il nuovo esecutivo. Tutta-via, chiunque siederà a PalazzoChigi, dovrà farei conti anche conl'eredità del passato. Se alcunepartite possono considerarsichiuse, altre devono ancora defi-nirsi. È il caso delle leggi delega,varate dal vecchio Parlamento, icui decreti di attuazione ancoranon sono scaduti. Parliamo di 22provvedimenti necessari a far de-collare riforme come il Jobs actdegli autonomi, le nuove normesulle crisi di impresa e le insolven-ze, ma anche una parte della leggesulla concorrenza e il riordinodelle professioni sanitarie.

Tuttavia, su queste attuazio-ni pende una incognita, vistoche il prossimo governo potreb-be anche decidere di non dar se-guito all'adozione dei decretidelegati. Questo perché con icambi di maggioranza potrebbepesare l'opposizione esercitatadai partiti vincitori nella scorsalegislatura quando i rapporti di

forza erano ribaltati.Undiscorso che potrebbevale-

re per esempio per la riforma del-le crisi d'impresa e delle insolven-ze, su cui anche la CommissioneUe ha invitato l'Italia ad interve-nire.Entro ili4novembre andreb-bero varati 13 decreti delegati: dal-la disciplina generale per i gruppisocietari alla composizione dellecrisi da sovraindebitamento, finoalla revisione della liquidazionecoatta amministrativa. Ma ad ot-tobre scorso, durante la votazio-ne finale aPalazzo Madama, la de-lega era passata coni voti di ForzaItalia, Pd, Liberi e uguali e centri-sti. Mentre i due partiti usciti vin-citori dalle ultime elezioni, M5S eLega, si erano astenuti (l'astensio-ne a Palazzo Madama valeva an-cora come voto contrario).

Lo stesso vale per una delle ri-forme rivendicate dal centro sini-stra nella passata legislatura: ilJobs act degli autonomi. La leggeprevede quattro deleghe che sca-dono tutte il prossimol4giugno.Esono: la delega per rimettere alleprofessioni organizzate in ordinie collegi una serie di funzioni del-la pubblica amministrazione,quella per la protezione socialedei professionisti, l'estensione

delle prestazioni di maternità emalattia e, infine, la semplifica-zione delle norme su salute e sicu-rezza degli studi professionali.Anche in questo caso a favore sierano espressi Pd, Fi, LeU e cen-tristi. Astenuti M5S e Lega. Sem-pre in tema di professioni, c'ètempo quasiun anno per esercita-re la delega e attuare le norme diriordino del settore sanità sulriassetto della sperimentazioneclinica dei medicinali. In questocaso, però, il no di M5S e Lega èstato più evidente, perché arriva-to convoto contrario.

Molto difficile che sia comple-tata la riforma della giustizia pe-nale, come hanno dimostrato an-che le difficoltà nel via libera allenuove norme sull'ordinamentopenitenziario. Delle sette deleghepreviste, ne sono arrivate al tra-guardo due. Altre due sono anco-ra in itinere (quella dell'ordina-mento penitenziario, appunto, habisogno del secondo passaggio al-le commissioni competenti delleCamere).Mancano all'appellotredlgs, che riguardano la revisionedel cas ellario giudiziario e l'attua-zione della modifica delregime diprocedibilità per alcuni reati. Lalegge delega, tuttavia, è passata lascorsa legislatura solo conl'ok delPd e dei centristinelvoto finale al-la Camera. Quindi il suo comple-tamento nella XVIII legislaturaappare quanto mai incerto.

91 E] PRO D UZIO NE RISERVATA

Jobs act Pagina 7

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L'eredità al nuovo governo

CRISI D ' IMPRESA E INSOLVENZE

Per attuare la riforma delle crisid'impresa e delle insolvenze,entro il 113 decreti delegati4novembre andrebbero varati. Aottobre scorso la delega passòcon l'astensione di M5S e Lega

COSA MANCA

13 decreti delegati

ACT DEGLI AUTONOMI

La legge prevede quattrodeleghe che scadono tutte ilprossimo 14 giugno . Anche inquesto caso , i vincitori delleelezioni - M5S e Lega - sierano astenuti

COSA PREVEDE

4deleghe

RIFORMA DELLA GIUSTIZIA PENALE

Delle 7 deleghe previste, nesono arrivate al traguardosolo due. Altre due sonoancora in itinere. Mancanoall'appello 3 Dlgs

COSA MANCA

3Dlgs

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Tra due mesi entra in rigore il regolamento Gdpr. imprese indietro negli adempimenti

Privacy, aziende in ritardoDI ROBERTO M TACCA

L a nuova privacy all'europea bussa alleporte, ma sette imprese su 10, e soprattut-

to buona parte della amministrazioni pub-bliche italiane, sono ancora in alto mare nelrecepire i nuovi adempimenti previsti dalregolamento Gdpr (General data protectionregulation). Mancano esattamente due mesial 25 maggio, data nella quale il regolamen-to diventerà operativo in tutta Europa, ma,a quanto risulta agli studi legali che Affa-ri Legali ha sentito questa settimana, molteaziende non hanno ancora capito l'impatto chela nuova normativa avrà su di loro. E i consu-lenti legali stanno facendo, in queste settimane,gli straordinri per spiegare loro l'importanzadi mettersi in regola con le nuove disposizioniin materia di trattamento di dati, a comincia-re da quella che introduce il principio dell'ac-countability (responsabilizzazione), secondo cuitutti coloro che partecipano al trattamento didati personali (clienti o fornitori) devono essereconsci e responsabili e devono tenere traccia edocumentazione di tutti i trattamenti effettua-ti. Ogni azienda, inoltre, deve individuare unresponsabile per la protezione dei dati (Dpo),figura centrale nel processo di attuazione delprincipio di «responsabilizzazione». Un tema,quello del trattamento dei dati, che diventaancora più scottante per tutte quelle aziendeche operano attraverso siti web, raccogliendoe gestendo dati di utenti attraverso newsletter,vendite online, social network e simili: il 90%dei siti italiani non sarebbe ancora in regolacon la normativa sulla privacy. Violare le normepuò costare caro: per i trasgressori le sanzioniarriveranno fino a 20 milioni di euro o al 4% delfatturato . Insomma, è corsa contro il tempo.

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Tna clue mesi il reg-olamerlCo sullap1»iracy° (G(lrp) arrclra rispettato irl lrrLla l'lirriorre europea

Privacy, rivoluzione in arrivoma imprese ancora in alto mareOccorre procedere a una valutazione ragionata del rischio

Pagine a curadi FEDERICO UNNIA

e imprese italiane mar-ciano spedite verso lascadenza del 25 maggio,

ata in cui entrerà in vi-gore il regolamento europeo suidati personali (Gdpr), con unmisto di sottovalutazione deirischi, scarsa sen-sibilità al tema eun malcelato fa-stidio per quelloche sembra essereun inutile , costosonuovo fardelloamministrativo.È quanto emergeda un sondaggiocondotto daAffariLegali con alcunidegli studi che inquesti sono mag-giormente impe-gnati sul tema.

Sulla stessa lunghezza d'ondaSilvia Stefanelli , co-fondatricedi Stefanelli&Stefanelli: «Lamia percezione è di un ritardomolto consistente. Il 25 maggiosi avvicina e pare che alcunineppure siano a conoscenza deinuovi obblighi. Il punto è che ilRegolamento richiede di effet-tuare un'analisi del rischio del

trattamento del datoe di implementare unmodello di gestionedel dato stesso (ispi-randosi al sistemaIso 9001). Il lavoroda fare è consistente.Non riscontro, inol-tre, un'accresciutasensibilità sul valoreintrinseco dei datiche l'impresa devegestire. Ciò è dovutoad una cultura dellaprivacy vissuta come

Iacopo Destri

«Oggettivamente c'è unaquota rilevante di aziende chepare essere in chiaro ritardo»,spiega lacopo Destri , partnerdi C.Lex Studio legale. «E dif-ficile ipotizzare che quella datapossa essere rispettata. Anche leaziende che si sono attivate tem-pestivamente, potrebbero nonessere pronte. Le imprese fatica-no, soprattutto nell'operatività,a definire con precisione il con-cetto, ad inquadrare fattispecieconcrete e, conseguentemente, adelimitare l'ambito di applica-zione della relativa normativa.Sarà necessario implementareattività di carattere formativoindirizzate ai propri dipendential fine di diffondere una culturaimprontata al rispetto dei dirittidegli interessati» conclude.

una inutile balzello burocratico:carta che nessuno legge.

Non si è capitoche il nuovo Re-golamento nonsolo è molto menoburocratico e mol-to più sostanziale,ma soprattuttoche oggi i datisono un assetsaziendale perchésono un elementocardine del busi-ness attuale e fu-turo». Insomma,il 25 maggio le

la macchina delle verifiche par-tirà: e lì bisogna essere pronti»conclude la Stefanelli.

Secondo Vincenzo Colaroc-co, a capo del Dipartimento pro-tezione dei dati personali, com-pliance e sicurezza informaticadello Studio Pre-viti , occorre svilup-pare nelle impresee nei ruoli apicalila consapevolezzadi dover adottaremodelli organizza-tivi e competenzeper gestire al me-glio questo pas-saggio. «Le aziendeche hanno avviatoil processo di ade-guamento stannoprogressivamente

VincenzoColarocco

prendendo una sempre maggio-re confidenza con il trattamentodei dati. Ciò grazie all'attivitàdi formazione erogata a tutti ilivelli aziendali, ma anche alla

compilazione delregistro dei tratta-menti. Non solo siacquisisce maggioresensibilità sulle varietipologie di dati trat-tati dall'azienda con irischi connessi e conla consapevolezza dicosa si stia trattan-do, ma consente an-che di poter coglierenuove opportunità dibusiness e di sfrutta-mento lecito dei dati

Silvia Stefanelli

imprese rischiano grosso? «Inlinea di principio il 26 maggiopotrebbero iniziare i controlli. Ioauspico che, nei fatti, ci sia unlieve allungamento dei tempi.Ciò non toglie che prima o poi

trattati. Ciò detto le maggioripreoccupazioni sono il rispettodella scadenza del 25 maggiop.v., la gestione di un eventualedata breach, e la poca consape-volezza sulla protezione dei dati

MEMMEMECEM

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personali e sulla cybersecurity da parte deidipendenti che potreb-be esporre l'azienda adei rischi. Ciò derivasia dal rischio sanzio-natorio sia dal rischio

reputa-zionale,entrambiconnessialle noti-zie di uneventuale

Paolina Testa

sulla correttezzae legittimità dellaraccolta e del trat-tamento dei datieffettuati dallecosiddette terzeparti; dall'altra diavere un controllodiretto sui dati,almeno quellirelativi alle lorocampagne».

Parla di un Ita-lia spaccata a metà

data breach o man-cata compliancedell'azienda».

In controtenden-za Paolina Testa,a capo dello Studiolegale associatoFtcc di Milano:

«La mia impressione è che ilproblema dell'adeguamentoal Gdpr sia fortemente sentitodalle imprese, e che in genera-le si stiano attivando, ognunacon i propri mezzi e secondo lapropria sensibilità e possibilità.Certo, non tutto èstato fatto, ancheperché molti spe-ravano nel solitorinvio. Ci sono deiritardi, ma proba-bilmente verrannocolmati, almenoper gli aspetti piùrilevanti, con unosprint finale. Leimprese che fan-no molta comuni-cazione sono datempo consapevoli

Lucio Scudiero, direttore ese-cutivo di Lex Digital: «Da unlato i gruppi medio-grandi chehanno iniziato da tempo unprocesso di adeguamento allanuova disciplina, spesso trasci-nati dalle capogruppo estere;dall'altro le piccole e medie im-prese italiane che sono in fortedifficoltà a gestire i meccanismidi una disciplina che obiettiva-mente non è stata pensata perloro. Più che le imprese è inritardo il nostro ordinamento,con il legislatore interno che non

Lucio Scudiero

del valore dei dati. Proprio inforza di questa consapevolezza,stanno cercando da una partedi avere sempre più garanzie

solo non ha aiutatola transizione, maanzi ha contribuito agenerare confusionee panico con gli in-terventi spot conte-nuti nell'ultima leg-ge di bilancio e nelledue leggi europee.Norme che hannomodificato le regolesui responsabili deltrattamento, sul le-gittimo interesse esul riuso dei dati a

fini di ricerca scientifica, quasisempre in contrapposizione conil Gdpr, che in ogni caso prevar-rà in ossequio al principio della

supremazia deldiritto europeo suquello nazionale».Le preoccupazionidegli imprenditorisono ben chiare:«Incertezza deldiritto, perché illegislatore nazio-nale non ha aiu-tato. Carenza dicompetenze inter-ne e un aggraviodei bilanci con unonere regolatorio

Paolo Ricci

Ls Cube, su questitemi, promuove unincontro a Roma:quali sono gli obiet-tivi? «Il Gdpr è vistoancora oggi, in molticasi, come un nuovocodice al quale con-formarsi, un adem-pimento da smarca-re per "mettersi inregola". In realtà, ilGdpr introduce unasorta di responsabi-lità di risultato per

che molti continuano a ritenereun orpello fastidioso». Non man-ca una chiosa sul Data protec-tion officer (Dpo): «Sarebbe naïfpensare che di qui a un anno visaranno tanti Dpo quanti nerichiede il mercato; per essereDpo non basta un corso, perquanto sia un tassello impre-scindibile. Quel che manca èl'iniziativa delle associazioni diimprese, e penso in particolarea certi settori più esposti, qua-li il bancario, l'assicurativo, ilfarmaceutico, ma anche la p.a.,per i quali i Dpo devono averedelle competenze specialisticherispetto alle quali la conoscen-za del Gdpr è solol'antipasto. Mi stu-pisce che non vi sia-no tante iniziativeverticalizzate suquesti settori».

Secondo PaoloRicci, managingpartner di LsCube Studio Le-gale, «dalla finedel 2017 si è veri-ficata un'ulterioreaccelerazione e adoggi quasi tutte

le imprese che va oltre il merorispetto del dato normativo. Leattività di maintenance sonoimportanti tanto quanto quelledi adeguamento. E forse di più.Il rispetto del Gdpr porta con séalcune opportunità per le im-prese. Penso a quelle commer-ciali (maggior efficacia delle at-tività promozionali e maggioresoddisfazione e fidelizzazionedei propri clienti) direttamentecollegate al miglioramento nel-la governance dei dati. Ma an-che al necessario miglioramen-to delle capacità informatichedell'impresa e dell'immagineaziendale. Il rispetto del Gdpr

che potrà essererappresentato comeuna sorta di bollinodi qualità».

Secondo Gianlu-igi Marino, part-ner dello studioOsborne Clarkee responsabile del-la practice DataProtection, molteaziende sono anco-ra indietro. «Sonomolte le imprese - enon per forza medie

Gianluigi Marino

le grandi imprese hanno ef-fettuato la gap analysis e riskassessment, mentre ancora unalarga percentuale non ha anco-ra provveduto ad attuare unpiano di implementazione. Di-verso il discorso per le pini dove,per nostra esperienza, i ritardisono molto più significativi».

o piccole - che stanno raccoglien-do in questi giorni i preventiviper le attività di adeguamentoal Gdpr. In taluni casi (impresemedie o piccole), si tratta addi-rittura dell'occasione per partireda zero con attività di confor-mità alle norme in materia diprotezione dei dati personali»

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chiosa Marino. «Il 25 maggioè vissuto dalle aziende come ilgiorno dell'Apocalisse, come erastato ai tempi del millenniumbug. L'approcciodel Garante saràgraduale e siconcentrerà sul-le questioni e suitrattamenti piùrischiosi . Ipotizzoche anche il Ga-rante adotterà unrisk based appro-ach e non userà ilGdpr solamentecome occasioneper «fare cassa» eirrogare sanzioni.

parte dei casi viene visto noncome un investimento ma comeuna zavorra. I rischi di sanzioniin caso di incompleta conformità

alla nuova normativae la scarsità di puntifermi sicuri rispetto auna conformità alme-no minima. Questo èl'effetto principaledell'accountability edal cambio di approc-cio da prescrittivo adi conformità a prin-cipi generali di porta-ta molto ampia».

Parla di occasionepersa, al momento,Francesco Paolo

rancesco PaoloMicozzi

Avrebbe potuto avere un atteg-giamento molto più aggressivogià a seguito della normativasui cookie e così non è stato.Ovviamente questo non signi-fica che la data del 25 maggio2018 possa essere presa sottogamba». Criticità? «Il costo del-la consulenza che nella maggior

Micozzi , partner dello StudioArray, secondo il quale «il fattoche le imprese abbiano colto con

principi di privacy-by-design eprivacy-by-default».

Infine, Chiara Agostinipartner Tmt-Privacy e LucaEgitto partner nelle aree Ip eTmt di RP Legal sottolineanocome «nelle maggior parte dellesocietà che hanno già intrapre-so il percorso di adeguamento alGdpr, avuto particolare riguar-do a multinazionali o società conun core business intrinsecamen-te collegato al trattamento deidati di utenti, abbiamo notatouna buona cultura in termini didecodifica di dato personale, sianella forma di dati identificatisia in quella di dati identifica-bili, associati all'uso di indiriz-zi IP, cookie e finger printing.Preoccupa l'applicazione delprincipio dell'accountability e

Chiara Agostini Luca Egitto

di essenzialmente burocraticoe necessario al fine di evitaresanzioni piuttosto che comeopportunità per distinguer-si - e quindi offrire un valoreaggiunto sicuramente ap-prezzato dal mercato - sotto ilprofilo del trattamento dei datipersonali dei propri utenti. Sipensi, ad esempio, alla rivo-luzione in tema di data-pro-tection-by-design: si tratta diun adeguamento imposto dalGdpr e che, sostanzialmente,si concretizza in un adegua-mento dell'intero impiantoproduttivo e organizzativo. El'adeguamento è determinante- e per questo motivo si parladi opportunità - per la stessasopravvivenza della maggiorparte delle imprese posto chele p.a. inseriranno nei bandipubblici del prossimo futuro,dei criteri di preferenza perquelle aziende rispettose dei

estremo ritardogli impegni con-nessi all'adegua-mento al Gdpr èun chiaro indicedel fatto che non

sia mutata - sal-vo qualche casosporadico - lavecchia conce-zione della disci-plina in materiadi protezione deidati personalicome qualcosa

l'indicazione di un remediationpian entro un tempo brevissi-mo (72 ore) al Garante per laProtezione dei dati e, in alcuneipotesi, agli interessati. I nostriclienti si approcciano a talenuovo adempimento con gran-de preoccupazione in quanto,da un lato, rilevano la difficoltàin alcuni casi di accorgersi diessere sotto attacco, dall'altro,spesso accade che la filiera deltrattamento dei dati sia tal-mente estesa da rendere estre-mamente arduo il rispetto dellatempistica e la veicolazione ditutte le informazioni richiesteentro il suddetto termine».

Supplemento a curaCli ROBERTO MILIACCA

rmi1iacca @c1ass.ite GIANNI MACHEDA

[email protected]

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L'OPINIONE DELLE IMPRESE

Cambia la nozione di «dato » ma anche il rischio della sua gestione

Le imprese italiane difronte al regolamentoeuropeo possono sce-gliere di affrontare

l'adeguamento in ma-niera passiva oppuredi viverlo come un'op-portunità di migliora-mento affrontando ilcambiamento in modoproattivo, divenendoesso stesso un momen-to di riflessione gene-rale, al fine di poterfare un'analisi dellostato dell'arte». MartaStruzzi Group generalcounsel - responsabi-le legal, compliance &

mento tra la normativa in vigore(dlgs del 30 giugno 2003, n. 196) e leesigenze di andare a comprendere enormare un nuovo scenario caratte-

rizzato, da un lato da unaforte espansione dellarete, dall'altro lo sviluppodi tecnologie digitali chehanno dato vita non soloa nuovi mezzi di comuni-cazione, ma anche a nuoviatteggiamenti sociali cosìcome a nuove modalità discambio d'informazioni».Spostando il focus sul con-cetto di dato, aggiunge che«fino a qualche anno fa, ilDato veniva associato adun concetto di mera riser-

Marta Struzzi

corporate affairs del Gruppo Sy-stem, legge il fenomeno nell'ambitodella progressiva digitalizzazionedell'economia. «La Privacy è semprestata una materia delicata e com-plessa, soprattutto con l'avvento diinternet e delle tecnologie digitalisi è venuto a creare un disallinea-

vatezza e confidenzialità. Oggi iltermine Dato ha assunto una nuo-va connotazione, diventando essostesso identificativo di uno o piùelementi caratteristici dell'identi-tà fisica della persona». Stesso di-scorso per il Dpo: «I cambiamentiportano sempre alla creazione di

nuovi equilibri. L'entrata in vigo-re del regolamento va vista comeun'opportunità anche in termini dinuove figure professionali».

Altro fronte interessante è quel-lo delle aziende cheoffrono servizi per lagestione dei dati e lostorage delle informa-zioni. E il caso di Dol-man Aradori - vicepresident, responsa-bile del dipartimentosecurity di Ntt DataItalia il quale sottoli-nea come «il Gdpr ri-balta completamentel'approccio, mettendoil titolare al centroe responsabilizzan-

Dolman Aradori

dolo a dimostrare di aver fatto ilpossibile per proteggere le proprieinformazioni personali». Ci si puòtutelare per la gestione dei propridati affidata a terzi, magari assi-curandosi? «Piuttosto che parlaredi polizze assicurative a protezio-

ne dello storage dei dati, credo sianecessario far riferimento a comeil mondo assicurativo si sta muo-vendo oggi in relazione al rischionel mondo cyber. Questo è infatti

un tema in forte crescitaanche se ancora poco ma-turo. La richiesta da partedel mercato è sicuramenteelevata, oggi però il limitemaggiore che riscontriamoderiva dall'assenza di datistorici che consentano distimare il fenomeno in ter-mini statistici, ma anchedi valutare in modo siste-matico e oggettivo il dan-no subito da un'aziendaa seguito di un incidenteinformatico. Non esiste ad

oggi purtroppo uno standard a cuifare riferimento e quelle aziende«virtuose» che intendono usufrui-re di tale strumento sono costrettead accedere ad una contrattazionead hoc, con il rischio di stipulareaccordi incompleti.

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ALESSANDRO DE NICOLA , ORRICK

Il Dpo rappresenta una criticitàolte imprese non hanno ancora predispostoun piano per l'adegua-

ento al c.d. Gdpr.Stiamo riscontrando molta atten-zione da parte dei nostri clienti altema. Probabilmente il livello diconsapevolezza della necessità diadeguarsi è direttamente propor-zionale alla complessità aziendale,agli impatti organizzativi che l'ade-guamento comporta e alla capacitàdi sostenere i costi per adeguare lemisure di sicurezza», dice adAffa-ri Legali Alessandro De Nicola,senior partner di Orrick.

Domanda. Quali sono le maggiori preoc-cupazioni che paventano i vostri clienti?

Risposta . Sicuramente la mappatura ditutti i tipi di trattamenti e il loro inquadra-mento nel c.d. registro dei trattamenti, la va-lutazione della necessità di svolgere il Data

GIULIO CORAGGIO , DLA PIPER

Il 70% delle imprese non è in regola

J1 report Data Privacy Scorebox di DiaPiper evidenzia una bassa consapevo-lezza sui problemi di protezione dati intutte le aziende in ciascuna industry. Su

un campione di oltre 200 aziende interpella-te, il 70% non è in regola con quanto previstodalla nuova normativa. Gli ostacoli principalialla conformità sono la classifica-zione dei dati personali, l'obbligo diarchivio dei dati relativi alle esigen-ze aziendali. Lanciata un anno fa,l'indagine vuole aiutare le organiz-zazioni di tutto il mondo a valuta-re i loro attuali livelli di maturitàdella privacy, rispetto ai competitordel settore in ciascuna industry. «C'èstato, soprattutto in Italia, un atteg-giamento attendista, siamo innan-zi ad una rivoluzione culturale. Lamaggior parte delle aziende è con-sapevole non solo dei rischi in casodi violazione, ma anche delle grandiopportunità legate alla gestione intelligentedei database», spiega Giulio Coraggio, part-ner diDia Piper. Molte imprese non potrannoessere pronte su tutto. Ciò che conta è che al 25maggio ci sia un percorso già avviato, con unavalutazione ragionata del rischio. La princi-

AlessandroDe Nicola

Protection Impact Assessment ela complessità derivante dal ne-goziare e monitorare con alcunifornitori, che assumeranno il ruolodi responsabili esterni, il rispettodegli adempimenti che dovrannosvolgere per conto del titolare. Infi-ne, un ruolo non trascurabile vienegiocato dall'allestimento di misu-re di sicurezza che, in alcuni casi,possono raggiungere costi elevatie avere impatti non trascurabilisulla modalità di organizzazionedel lavoro.

D. Altre criticità?R. Non dimenticherei il Dpo; le principali

criticità sono legate all'inquadramento del-la figura nella struttura organizzativa delleaziende e al rispetto dei requirement norma-tivi. Senza dimenticare la definizione della suajob-description e la negoziazione delle pattui-zioni dell'atto di incarico.

pale preoccupazione delle aziende riguardala sicurezza. Sotto questo profilo il Gdrp co-stituisce un'opportunità, visto che una datagovernance adeguata contribuisce alla difesadei sistemi e delle informazioni aziendali. Altrisono preoccupati dalla necessità di stravolgerei processi aziendali, aggiungere burocrazia e

Giulio Coraggio

controlli inutili. Anche in questocaso, la compliance privacy sideve adattare ai processi esisten-ti, non viceversa.

Altro punto dolente la selezionee formazione del Data protectionOfficer (Dpo). «Si sta creando unvero e proprio mercato del Dpo.Al momento non vi è una for-mazione consolidata e c'è moltaimprovvisazione. Mi auguro chesoprattutto le università riesca-no a dare una risposta a questenuove richieste formative. Inconclusione, c'è ancora tempo, ma

occorre impostare subito il lavoro! La gover-nance privacy non può essere improvvisata: ènecessario un approccio multidisciplinare conl'appoggio da parte dei massimi livelli azien-dali. Solo così si può intervenire in fretta edin modo efficace».

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DATAROUna polizzaanti terremoto?Utile allo Statodi Milena Gabanellie Mario Sensini

n ,5o anni sono stati spesi120 miliardi per riparare i

danni di terremoti e frane.Con una polizza assicurativasi risparmierebbe.

a pagina 21

Polizza antisisma Pagina 15

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Una polizzasui terremoti

di Milena Gabanellie Mario Sensini

C

entoventi miliardi dieuro, negli ultimicinquant'anni, per ri-parare i danni di ter-remoti, frane, allu-

vioni. L'Italia continua peròad affrontare il susseguirsidelle catastrofi solo con la lo-gica del rimborso dei danni apiè di lista.

Agevolare le assicurazioniconverrebbe ai cittadini e alloStato, che in questi dieci anniha sborsato in media più diquattro miliardi l'anno per ri-costruire le case distrutte. Unfiume di denaro gestito inemergenza, in deroga a moltenorme come quelle sulla con-correnza, e dove si è sempretuffato il malaffare.

Alla spesa sostenuta diret-tamente con il bilancio delloStato, a carico della collettivi-tà, bisogna sommare anchequello che esce direttamentedalle nostre tasche con le tas-se introdotte man mano perfinanziare le varie ricostruzio-ni. Ancora oggi paghiamo al-cuni centesimi di accisa sullabenzina per la ricostruzionedel Belice (1968), Friuli (1976),Irpinia (1980), Aquila (2009),Emilia-Romagna (2013). Se-condo la Cgia di Mestre, fino-

ra, abbiamo pagato 145 mi-liardi di euro di sovrapprezzosui carburanti.

Dopo il terremoto del Cen-tro Italia lo Stato ha stanziato13 miliardi: 7,4 per la ricostru-zione degli immobili, di cui6,1 per quelli privati (la stimadel danno, però, è più deldoppio), il resto per quellipubblici. Poi ci sono gli incen-tivi alle imprese e la creazionedel Fondo investimenti, partedel quale è destinato a finan-ziare la messa in sicurezza de-gli edifici pubblici. In aggiun-

Finora sono stati pagati145 miliardi di acceseSe lo Stato facesse daassicuratore converrebbea tutti. Ecco come

fiscali previste per ristruttura-re la casa o per il «migliora-mento energetico». Nel 2014,cui risalgono gli ultimi datidisponibili, sono stati spesi 17miliardi per le ristrutturazio-ni, 3,3 miliardi per la riqualifi-cazione energetica ed appena

Accisa sulla benzinaAncora oggi paghiamoalcuni centesimiper la ricostruzionedi Belice, Friuli e Irpinia

la sono arrivati 1,2 miliardi dieuro dalla Commissione Ueper coprire le spese di emer-genza.

Se il Sismabonussi rivela un SismaflopGli incentivi specifici per lamessa in sicurezza sono stati

240 milioni per la messa in si-curezza sismica. In altre paro-le: nonostante gli aiuti messifinora a disposizione dalloStato, e i continui disastri, laprevenzione del rischio non èmai penetrata nelle teste degliitaliani.

creati solo dopo il terremotodell'Emilia. Il cosiddetto Si-smabonus è una detrazionefiscale tra il 5o e l'85% dellaspesa sostenuta per il raffor-zamento sismico entro un tet-to di 96 mila euro. Si applicaai lavori fatti anche nei condo-mini e il bonus può essere go-duto in cinque anni. Peresempio, se si spendono 5omila euro per mettere le cate-ne, o legare pareti e solai, si hauna detrazione di 35 mila eu-ro, cioè 7 mila euro l'anno ditasse in meno da pagare (o,per i lavoratori dipendenti, unassegno di 7 mila euro l'an-no). Eppure questo Sismabo-nus non lo sta usando quasinessuno. Gli italiani preferi-scono sfruttare le detrazioni

Mercato inesistenteIn Italia solo il 2%delle case è copertocontro i dannida calamità naturali

mi sono accettabili nelle areemeno rischiose, mentre sonomolto alti in quelle più peri-colose, fino a diventare proi-bitivi, in alcune zone, per levecchie abitazioni. Prezzi tec-nicamente corretti, ma ancheinsostenibili se lasciati al libe-ro mercato.

Il meccanismoper ripartire i rischiPer sopperire a questo proble-ma in California, Giappone,Turchia, Nuova Zelanda, checonvivono come noi con ter-remoti devastanti, è entrato incampo lo Stato. In Giappone,dove oggi il 4o% delle abita-zioni è coperto dal rischio si-smico, lo Stato contribuisce alfondo di riassicurazione, nelquale le compagnie privateche vendono le polizze ripar-tiscono i rischi. In Nuova Ze-landa la copertura del rischiosismico è di fatto obbligato-ria, ed il qo% delle case è assi-curato. Anche qui è lo Statoche fa da assicuratore finale, ele tariffe a carico dei proprie-tari sono molto basse. Lo Sta-to della California ha provve-duto nel 1996 con la creazione

Con la Legge di Bilancio2018 è saltata fuori ancheun'inedita detrazione fiscaledel 19% sulle polizze assicura-tive stipulate per proteggeregli immobili dalle catastrofinaturali. Il problema è che inItalia il mercato dell'assicura-zione contro le calamità natu-rali è quasi inesistente. Si sti-ma che meno del 2% delle abi-tazioni sia coperto da una po-lizza contro questi rischi. Lepoche compagnie che la of-frono prevedono quasi sem-pre franchigie molto elevate eun limite all'indennizzo. 1 pre-

di una Fondazione pubblica,sostenuta da capitali privati,che favorisce la diffusione dipolizze a prezzi calmierati,proporzionate alle zone di ri-schio, e la detrazione fiscale èdel 15%. Nell'area di Santa Ro-

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La Nuova ZelandaL'assicurazione èdiventata obbligatoriacon tariffe per iproprietari molto basse

sa, che è ad alto rischio, nes-suna compagnia privata assi-curerebbe una casa di ioo mqa 50o dollari l'anno. Ad oggi leabitazioni assicurate supera-no il milione e la tendenza è acrescere. Anche in Turchia lapolizza assicurativa passa at-traverso un ente governativo,è obbligatoria, ma pur non es-sendo previste sanzioni, co-pre un quarto delle abitazioni.

In Italia sono almeno ven-t'anni che si discute dell'op-portunità di rendere obbliga-toria l'assicurazione conl'estensione delle polizze in-cendio. La stessa proposta èapparsa in almeno quattroleggi Finanziarie o di Stabili-tà, sempre dopo un sisma de-vastante (1998, 2004, 2006,2009), ed è sempre puntual-mente rientrata nei cassetti.L'ultima l'aveva presentata ilgoverno Monti il 15 maggio2012, ma è stata travolta 5giorni dopo, insieme al terre-moto dell'Emilia. Ogni tantol'idea balla su qualche tavolo,però l'ipotesi di una polizzaobbligatoria, dove è lo Stato afare da assicuratore, e quindia prezzi sostenibili, non è maistata considerata. Un'assicu-razione tra l'altro costringe al-l'adeguamento sismico, altri-menti non passi all'incasso.Fatto sta che gli italiani nonmettono in sicurezza le case,non si assicurano, e incrocia-no le dita. Sperando che il ter-remoto non colpisca propriolì, e che lo Stato, ovvero tutti icittadini, continui a finanzia-re la loro incoscienza.

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L'inchiesta

• «Dataroom»è la strisciacurata da Mile-na Gabanelliper il Corriere

• Le uscitesono quattroalla settimanasul sito Internete sulle paginesocial delCorriere dellaSera

• Ogni puntataospita un videodella durata dicirca 3 minuti acui si aggiungeun approfondi-mento corre-dato da graficie rimando allefonti

• «Dataroom»si avvale dellacollabora-zione di tutti igiornalisti del«Corriere dellaSera» che divolta in voltaaffiancherannoMilenaGabanelli inrelazione alleloro specifichecompetenze

• In questapuntata, oggisul sito delCorriere,«Dataroom»si occupa diterremoti e diricostruzioni,e di come unsistema diassicurazionigestito dalloStato sarebbela soluzione piùconvenienteper tutti

DATAROOMLe abitazioniassicurate controle calamità naturali

Assicurazioni private

ITALIAmeno dei 2%

Le accise per i terremoti

11 Ogni volta che facciamobenzina paghiamoper ogni litro di carburante

10lire*

IL

di Milena Gabanelli

Stato assicuratore i

Nuova Zelanda Giappone Turchia California99% 40% 25% 15%

12,006centesimi

di euro

L

99 lire' 75 lire' 0,51 20,516 centesimi 5,11 centesimi 3,87 centesimi centesimi centesimi

di euro di euro dieuro di euro di europer il terremoto per il terremoto per il terremoto per il terremoto per il terremoto

dei Belice del Friuli dell'Irpinia dell'Aquila dell'Emilia(1968) (1976) (1980) (2009) (2012)

contri uto sta ito prima e 'euro

Totale versato in accise per i terremoti dal 1968(Fonte: Cgia di Mestre)

La classificazione sismica dell ' Italia

• Zona 1 Zona 2la più pericolosa. possono verificarsiPossono verificarsi forti terremotifortissimi terremoti

Zona 3 Zona 4possono verificarsi la meno pericolosa.forti terremoti I terremoti sono rarima rari

N-

Fonte: dipartimento della Protezione Civile

Scia

Gli incentivi (validi fino al 2021)

t

IL

Sismabonus

I

Per chi esegue interventi per la messain sicurezza degli immobili

(zone sismiche 1-2-3)

Anche per l'acquisto(zone a rischio sismico 1)

Tettomassimodi spesaDetrazione fiscale

tra il 50 e l'85%

240

96000euro

milioni di euro

spesi per la messain sicurezza sismica (2014)

IL CONFRONTO (2014)miliardi in ristrutturazioni

17 dieuro edilizie

miliardi in interventi di riqualificazionef 3,3 di euro energetica

CdS

Polizza antisisma Pagina 17

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GIURISPRUDENZA I IL MERITO www.quotidianodiHtto .ilsole24ore.com

Risarcimenti . Il Tribunale di Milano applica la legge 24/2017

Medico libero professionista,responsabilità contrattualeGiovanni Ricci

Arriva dal Tribunale di Mila-no, con la sentenza 1654 del 16febbraio scorso (giudice Flami-ni), una delle prime applicazionidella legge 24/2017 (Gelli-Bian-co), che ha riformato la discipli-na della responsabilità sanitaria,sostituendo il decreto legge158/2012 (DI Balduzzi).

Il Tribunale ha dato ragione auna paziente che aveva promos-so il giudizio contro un dentista li-bero professionista: il giudice hariconosciuto la responsabilitàprofessionale, di natura contrat-tuale, del medico e lo ha condan-nato a risarcirei danni causati dal-la sua condotta imprudente nellapredisposizione e nel montaggiodi protesi e impianti. Prima di av-viare il contenzioso, la pazienteaveva promosso unprocedimen-to per accertamento tecnico pre-

ventivo (Atp), che aveva accerta-to la responsabilità del medico.

Il Tribunale, innanzitutto, ha

chiarito che al "sinistro" lamenta-

to dallapaziente si deve applicare

in sede giudiziale la legge 24/2017,

per quanto ifatti si sian o verificati

prima della sua entrata in vigore,

avvenuta i11° aprile 2017, se non al-

tro per i criteri di liquidazione del

danno. Infatti, il giudice richiama

l'articolo 7, comma 4 della legge

24/2017, che detta i criteri di liqui-

dazione del danno non patrimo-

niale da errore medico, rinviando

alle tabelle ministeriali previste

dagli articoli 138 e 139 del Codice

delle assicurazioni (decreto legi-

slativo 209/2005), analogamente

a quanto peraltro già stabiliva l'ar-

ticolo 3, comma3, del Dl Balduzzi.

Ma l'articolo 7 della legge Gelli-Bian co consente anche di riflette-re sulnuovo inquadramento della

responsabilità del medico inseri-to nell'organizzazione dellastrut-tura sanitaria come di natura ex-tracontrattuale. Questa qualifica-zione impone al danneggiato at-tore di provare la colpa delmedico, il nesso di causalità tra lacondotta dello stesso e il danno el'esistenza del danno stesso. Restainvece immutata la natura con-trattuale della responsabilità del-la struttura sanitaria e del medicolibero professionista, che com-porta un più agevole onere dell aprova in capo al danneggiato.

Quando la legge 24/2017 verrà

applicata integralmente, pertan-

to, sarà molto più vantaggioso

agire direttamente nei confronti

dell'ospedale/clinica (o della sua

assicurazione), anziché nei con-

fronti del sanitario (come invece

avveniva in passato).

Infine, il provvedimento del

Tribunale di Milano nell'esami-

nare le risultanze probatorie of-

ferte dalla paziente danneggiata,

prende in considerazione gli ele-

menti emersi nel procedimento

di accertamento tecnico preven-

tivo, disciplinato dall'articolo

696-bis del Codice di procedura

civile e da esperire obbligatoria-

menteprima di avviare il giu dizio

in base all'articolo 8 della legge

24/2017. Il procedimento di con-

sulenza tecnica preventiva è fina-

lizzato, con evidente scopo de-

flattivo del contenzioso, alla

"composizione della lite": costi-

tuisce condizione di procedibili-

tà della domanda risarcitoria di

merito; e le parti (comprese le as-

sicurazioni) devono partecipar-

vi, pena l'obbligo di pagare spese

di consulenza e di lite a prescin-

dere dall'esito del giudizio.

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Responsabilità professionisti Pagina 18

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Collegi sindacali e piccole imprese . Le osservazioni del Cndcec

Pmi, la revisione legalenon è standardizzabiledi Raffaele Marcelloe Raffaele D'Alessio

S

ul Sole 24 Ore di lunedì 5marzo scorso sono statipubblicati due articoli e

una scheda di commento al do-cumento «Approccio meto-dologico alla revisione legaleaffidata al collegio sindacalenelle imprese di minori di-mensioni». Alcune osserva-zioni contenute in questi ser-vizi meritano, a nostro avviso,delle precisazioni.

Una prima obiezione mossaal documento riguarda la com-plessità dell'approccio propo-sto rispetto alle risorse (limita-te) a disposizione del collegiosindacale, chiedendo poi al te-sto di rispondere con «indica-zioni pratiche», relative alle«verifiche periodiche», per as-sicurare «il rispetto degli ele-vati parametri di qualità che ilmanuale stesso impone».

Si osserva che:a) l'approccio proposto è una

soluzione metodologica al pro-blema della gestione del rischiodi revisione e non delle sole ve-rifiche periodiche;

b) la limitatezza di risorsedisponibili è questione bennota al Cndcec, ma essa attie-ne all'efficienza e non allaqualità della prestazione, alcentro del manuale;

c) non basta «auspicarel'adozione di un set di principidi revisione più semplice per lePmi»: i principi di revisione so-no di matrice internazionale; laloro applicazione consente sol-tanto adattamenti (scalabilità)alle Pmi, escludendosi l'ipotesidi principi ad hoc per esse;

d) le «indicazioni pratiche»sono standard di comporta-mento, in contesti assegnati, in-compatibili con una prospetti-va generalizzante, applicabile,nella valutazione del rischio, al-le situazioni aziendali più varie;

e) i «parametri di qualità»

sono richiamati all'articolo 20del Dlgs 39/2010 e dettagliatinell'ISQC i e nell'ISA Italia220. Il manuale li declina nelcontesto del collegio sindaca-le della Pmi. Uno degli scopiperseguiti è consentire ai pro-fessionisti di attrezzarsi per icontrolli di qualità che il Mefattuerà a suo tempo.

La seconda obiezione ri-guarda la soglia di diligenza ri-chiesta, considerata troppo al-ta, a cui rimediare fornendo«indicazioni concrete...su co-me...acquisire il quadro infor-mativo necessario e prelimi-nare alla pianificazione» dacostruire durante «le verificheperiodiche».

La critica iniziale è rivolta alprincipio SA 25oB, che trascu-ra il controllo relativo alla«corretta rilevazione dei fattidigestione»: da ciò una caren-za del documento, chiamato acolmare detta lacuna dandoindicazioni «su come svolge-re quelle indagini».

L'articolista ritiene che lapianificazione e il connessosvolgimento di test di confor-mità e di validità trovino la loro

Il precedente

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u=--5V , -=I-

Fa _7A

Il vademecum per i «piccoli»Sul Sole 24 Ore di lunedì 5marzo sono stati pubblicati gliarticoli a commento del"manuale" per la revisionelegale nelle Pmi.

collocazione nell'ambito delleverifiche periodiche.

Non è così. Secondo il §4 delSA Italia 25oB, il ragionamentosi deve svolgere in direzioneopposta: la verifica della cor-retta rilevazione dei fatti di ge-stione nelle scritture contabiliè un'attività connessa all'iterdella revisione. Ciò presuppo-ne che l'attività di pianificazio-ne avvenga nella fase di interimaudit (non spezzettata nel cor-so delle verifiche periodiche) ei test di validità siano svolti nel-la fase di final audit quando sipuò applicare l'approccio al ri-schio su unprogetto dibilancio.

Stupisce, infine, l'afferma-zione che «le attività [le verifi-che periodiche] da cui deriva-no le informazioni imprescin-dibili per una sana e consape-vole pianificazione... [sono]rimesse quasi integralmentealla buona volontà di sindacitanto volenterosi quanto almomento privi di un indirizzosufficientemente autorevole».Il periodo potrebbe apparireperentorio e ingeneroso. Pe-rentorio perché non tiene con-to della flessibilità del lavorodel revisore in funzione dellaidentificazione e valutazionedel rischio. Ingeneroso giac-ché la «sana e consapevole pia-nificazione» che sarebbe at-tualmente priva di indirizzoautorevole occupa più di 150pagine: numerose sono le ine-dite indicazioni operative.

Il Cndcec si ripropone disvolgere un'ampia azioneformativa sul territorio nonsoltanto per illustrare la me-todologia proposta, ma an-che per continuare a diffon-dere la cultura della revisio-ne, dal 2010 patrimonio co-mune di tutta la professione.

Gli autori sono rispettivamente

Consigliere Cndcec con delega

alla revisione legale e Coordinatore

Gruppo di lavoro revisione Cndcec

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Revisori legali Pagina 19

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GUERRE ELETTRONICHE . DALL'ONU AGLI STATI E ALLE GRANDI AZIENDE PRIVATE SI STUDIANO NORME E ACCORDI SU LARGA SCALA

Un codice globale a difesa del cyber spaziodi Joseph S. Nye

1 mese scorso, il Segretario generaledelle Nazioni Unite António Guter-resc ha chiesto un'azione globaleper ridurre al minimo il rischio che

la guerra elettronica rappresenta peri ci-vili. Guterres ha lamentato che «non esi-ste uno schema normativo per questo ti-po di guerra», osservando che «non èchiaro come la Convenzione di Ginevrao il diritto internazionale umanitario siapplichino ad esso».

Dieci anni fa, la sicurezza informaticaera oggetto di scarsa attenzione a livellointernazionale. Ma, dal 2013, è stato de-scritto come la più grande minaccia pergli Stati Uniti. Sebbene i numeri esattipossano essere discussi, il "Cyber Ope-rations Tracker" del Consiglio per le Re-lazioni Esterne contiene quasi 20o attac-chi sponsorizzati dallo Stato da i8 paesidal 2oo5, di Cui 2o nel 2o16.

Il termine cybersecurity si riferisce aun'ampia gamma di problemi che noncostituivano una grande preoccupazio-ne per la piccola comunità di ricercatorie programmatori che ha sviluppato In-ternet negli anni Settanta e Ottanta.

Nel 1996, solo 36 milioni di persone,pari a circa l'1% della popolazione mon-diale, utilizzavano Internet. All'iniziodel 2017 erano online 3,7 miliardi di per-sone, ossia quasi la metà della popolazio-ne mondiale.

Il4°fascicolo : difendere l'identità digitalee Quarto appuntamento in edicola con laguida del Sole 24 Ore dedicata allacybersicurezza. I I tema del fascicolo invendita giovedì 22 marzo, al prezzo di 0,50euro oltre a quello del quotidiano, è:«Difenderei dati personali. Dal pc di casa edallo smartphone le precauzioni per leidentità digitali».e Al centro delle ultime due uscite dellacollana, rispettivamente il 29 marzo e il 5aprile, sarà il nuovo regolamento europeosulla privacy, una rivoluzione normativacon un grande impatto all'interno delleaziende sui processi organizzativi esultagestione delle informazioni.

Coni grandi dati, l'apprendimento au-tomatico e I-Internet degli oggetti", al-cuni esperti prevedono che il numero diconnessioni a Internet potrebbe cresce-re fino a quasi un trilione entro il 2035. Ilnumero di potenziali bersagli di attacco,da parte di attori sia privati che statali, èdestinato ad aumentare drasticamente ecomprenderà tutti gli aspetti, dai sistemidi controllo industriali aipacemaker car-diaci e alle automobili autotrasportate.

Molti osservatori hanno chiesto leggie norme per garantire questo nuovo am-biente. Tuttavia, lo sviluppo di tali stan-dard nel settore informatico incontrauna serie di ostacoli. Per cominciare, da-to che Internet è una rete transnazionaledi reti, la maggior parte delle quali sonodi proprietà privata, gli attori non statalisvolgono un ruolo importante. Gli stru-menti informatici sono a duplice uso, ve-loci, economici e spesso affidabili, la ve-rifica e l'attribuzione sono difficili e lebarriere all'ingresso sono basse.

Inoltre, mentre Internet è transnazio-nale, le infrastrutture (e le persone) sucui si basa rientrano nelle diverse giuri-sdizioni degli Stati sovrani. E gliobiettividei grandi Stati sono diversi: Russia e Ci-na sottolineano l'importanza del con-trollo sovrano, mentre molte democra-zie insistono per una maggiore aperturadi Internet.

Tuttavia, la descrizione di "www" co-me "wild west web" è una caricatura. Al-

cune norme esistono nel ciberspazio. Cisono voluti circa vent'anni agli Stati perraggiungere i primi accordi di coopera-zione per limitare i conflitti nell'era nu-cleare. Se si considera che il problemainternazionale della sicurezza informa-tica non risale alle origini di Internet al-l'inizio degli anni '70, ma al periodo didecollo dalla fine degli anni '90, la coo-perazione intergovernativa per la limi-tazione dei conflitti informatici è ormaia due passi.

Ma dove va il mondo ora? Le normepossono essere suggerite e sviluppate dauna serie di imprenditori politici. Adesempio, la nuova Commissione globalenon governativa per la stabilitànel ciber-spazio, presieduta dall'ex ministro degliEsteri estone Marina Kaljurand, ha lan-ciato un appello per proteggere il nucleopubblico diInternet (definitoinmodo daincludere il routing, il sistema dei nomidi dominio, i certificati di fiducia e le in-frastrutture critiche).

Nel frattempo, il governo cinese, uti-lizzando la sua serie di Wuzhen WorldInternet Conference, ha pubblicato iprincipi approvati dalla Shanghai Coo-p eration Organization che chiede ilrico-noscimento del diritto degli Stati sovrani

di controllare i contenuti online sul loroterritorio. Ma ciò non deve essere in con-traddizione con la richiesta di protegge-re il nucleo pubblico, che si riferisce allaconnettività piuttosto che al contenuto.

Microsoft, ancora, ha lanciato un ap-pello per una nuova convenzione di Gi-nevra su Internet. Altrettanto importan-te è lo sviluppo dinorme inmateria dipri-vacy e sicurezza per quanto riguarda lacrittografia, le porte di servizio e la rimo-zione della pornografia infantile, dei di-scorsi di odio, della disinformazione edelle minacce terroristiche.

Mentre gli Stati membri contemplanole prossime fasi dello sviluppo di normeinformatiche, la risposta potrebbe esse-re quella di evitare di imporre un onereeccessivo a una qualsiasi istituzione co-me l'Assemblea generale delle NazioniUnite. Il progresso può richiedere l'usosimultaneo di più arene. In alcuni casi,l'elaborazione di principi e pratiche traStati che condividono gli stessi punti divista può portare a norme alle quali altripossono accedere in un secondo mo-mento. Ad esempio, la Cina e gli StatiUniti hanno raggiunto un accordo bila-terale che limitalo spionaggio informati-co a fini commerciali. In altri casi, comele norme di sicurezza per l'internet deglioggetti, il settore privato, le compagniedi assicurazione e le parti interessatesenza scopo di lucro potrebbero assu-mere un ruolo guida nell'elaborazione dicodici di condotta.

Ciò che è certo è che l'elaborazione dinorme di sicurezza informatica sarà unprocesso lungo. I progressi in alcuni set-tori non devono attendere quelli in altri.

loseph S. Nye è stato presidente negli Usa del National

Intelligence Council e insegna all'università di Harvard

(Traduzione di Fabio Galimberti)

Sicurezza ICT Pagina 20

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rotessloni

GLI ARCHITETTI DISEGNANOIL NUOVO CODICE DEL BELLO

Un road show del Consiglio nazionale per promuovereuna diversa normativa degli appalti . Al centro la qualità della progettazione

Prosegue la lunga marcia di avvi-cinamento all'ottavo congressonazionale degli architetti, piani-

ficatori, paesaggisti e conservatori inprogramma a Roma dal 5 al7luglio. IlConsiglio nazionale, reduce dall'ottavatappa territoriale, ha ormai focalizzatol'attenzione sulle città del futuro.

«Come categoria - spiega GiuseppeCappochin, presidente degli architettiitaliani - possiamo offrire un signifi-cativo contributo al dibattito sul futurodell'abitare, delle città e dei territori,proponendo un nuovo paradigma del-la qualità della vita urbana, ripensan-done il modello. Da anni ormai signifi-cativi cambiamenti sono in atto in mol-te città europee che sono all'avanguar-dia per aver ripensato spazi e territoriin una dimensione a misura d'uomo.Basti pensare a quattro città europee:Amburgo, Londra, Lubiana e Parigi»Insomma, gli architetti immaginanocittà che diventino sempre più un luo-go desiderabile dove vivere, lavorare,incontrarsi, formarsi, conoscere e di-vertirsi: un luogo attrattivo, dunque, datutti i punti di vista. Qualcosa che somi-glia molto alle città ideali che però inpassato non hanno avuto grandi fortu-ne. «Pensiamo soprattutto -precisa ilpresidente - a edifici di grande quali-tà architettonica all'interno di periferiedegradate. Modelli che diventino il vo-lano di riqualificazione che contagi efaccia crescere i quartieri più disagia-ti». Esperimenti che però in passatohanno creato mostri architettonici esociali come il quartiere Zen (Zonaespansione nord) di Palermo. «Sonomodelli di fallimento le cui ragioni so-no ben chiare - continua Cappochin-. Gli interventi architettonici devonoessere accompagnati da infrastrutturee servizi sociali, altrimenti ogni esperi-

menti architettonico, anche di qualità,può trasformarsi in un ghetto».

L'Italia però ha uno sconfinato patri-monio artistico storico anche nel sotto-suolo. Bisognerà perciò fare i conti conla peculiarità e l'eterogeneità delle cittàe dei territori italiani, e quindi dei lorobisogni. «Certo - concorda Cappo-chin - tutto va adeguato alle peculiari-tà dei territori nel rispetto del patrimo-nio storico delle nostre città. Ma non èpiù rinviabile una risposta alla nuovafase di trasformazioni che stiamo vi-vendo e che, attraverso fenomeni comela globalizzazione, la digitalizzazione el'urbanizzazione stanno modificandol'economia, la società, il quadro demo-grafico e ambientale. In sintesi, servo-no con urgenza delle risposte alla tra-sformazione del nostro modo di abita-re». Nasce da queste considerazioni ladecisione degli architetti di avanzareuna proposta di legge. «Bisognerebbe- spiega il presidente - definire iprincipi di qualità delle opere pubbli-che: è insensato aggiudicare gli appaltia chi ha un fatturato più alto e più di-pendenti oppure solo sulla base delmassimo ribasso dei prezzi. Servirebbeuno nuovo codice degli appalti che ten-ga conto della qualità dei progetti. An-zi, servirebbe un codice dei progetti:siamo la patria del bello, del design edell'architettura dobbiamo tornare aprogettare il bello e in tempi brevi. Su limilioni e goo mila abitazioni residen-ziali almeno 5 milioni risalgono all'an-te guerra oppure sono abusive, quindisenza progettista. Bisogna rinnovare lenostre città e farlo con progetti nuovi,funzionali e moderni. Riportando inauge i canoni dell'estetica architettoni-ca italiana che continua a fare scuolanel mondo».

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PaesaggiGiuseppe Cappochin,presidente dei Consiglionazionale degliArchitetti, pianificatori,paesaggisti econservatori

di Isidoro Trovato

Architetti Pagina 21

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"Non abbiamo paura di Amazoni commercialisti hanno un futuroINTERVISTA A MASSIMO MIANI,PRESIDENTE DEL CONSIGLIONAZIONALE DELL'ORDINEDEI DOTTORI COMMERCIALISTI:"FORSE VERRANNO MENOALCUNE FUNZIONI SEMPLICI,AUTOMATIZZATE, MA C'ÈGRANDE SPAZIO NELLACONSULENZA, ANCHE CONSTUDI INTERPROFESSIONALI"

Adriano Bonafede

Roma] aura no, anche se è vero che

l i cambiamenti incutonosempre qualche timore. Però quelladel commercialista resterà in ogni ca-so una professione centrale in tantiambiti diversi. E nessuna Amazon osoftware potrà mai sostituirla del tut-to». Massimo Miani, presidente deiConsiglio nazionale dell'ordine deidottori commercialisti e dei revisoricontabili ostenta tranquillità. Nono-stante tutto. Amazon, ma anche altricolossi online stanno cominciando afornire servizi semplici che normal-mente sono forniti dai commerciali-sti alle imprese, come ad esempio ilcalcolo dellIva sulle esportazioni o(ma per ora solo negli Usa) un servi-zio di calcolo di tutte le imposte. L'ap-petito vien mangiando e chissà dovearriveranno. Tutto questo mentre staper arrivare in Italia la fatturazioneelettronica che potrebbe trasformarein automatica ed elettronica gran par-te della contabilità.

Davvero questi cambiamentinon vi allarmano?

«Lo vedo come un processonaturale di cambiamento chenon può essere fermato e chenon riguarda soltanto la nostra

categoria e neppure solo il no-stro paese. Anche la nostraprofessione non poteva rima-nere immune dalle modificazio-ni tecnologiche».

Come se Il immagina 1 com-mercialisti fra dieci anni?

«Intanto ci saranno ancora esaranno dei professionisti mol-to utile. Certo, fra dieci anninon svolgeranno più la stessaprofessione in ambito fiscale onella dichiarazione dei redditi,dove i software sottrarrannospazio. Ci sono però tante altrecose da fare: nel campo giudi-ziale, della finanza, dei con-trolli del lavoro e così via. Quiper noi il lavoro ci sarà sem-pre».

Dovrete specializzarvisempre di più perché sare-te sostituiti dal softwarenelle cose più semplici?

«Sì, certo. E non è un ca-so che abbiamo posto alministro della Giustizia iltema delle specializza-zioni. Vogliamo profes-sionisti meno genera-

listi e più specialistici».Qual è il vostro progetto?«Abbiamo costituito, insieme ai di-

partimenti di Economia di varie Uni-versità, delle Scuole di Alta Formazio-ne (San: ce ne sono 14 in Italia, alcu-ne coincidono con un regione, altrecon più regioni. Facciamo corsi di200 ore dove c'è l'obbligo di una fre-quenza minima con 10 aree di specia-lizzazione. Così le competenze deinostri iscritti crescono».

Perché avete preso dei contatticon il ministero? Le scuole funzio-nano già.

«Perché chiediamo di poter modi-ficare l'ordinamento dell'Albo. crean-do sezioni apposite con i soggetti chehanno ottenuto il titolo di "speciali-sta". E per questa modifica c'è biso-gno di una legge, su cui c'erano mol-te convergenza prima delle elezioni.Speriamo di poter riprendere il di-scorso laddove è stato interrotto>. Fi-

nora il contribuente ha avuto davantia sé figure generaliste, noi pensiamoche sia necessaria un'ulteriore specia-lizzazione. Ma non basta.

Che altro vorreste fare?«Crediamo sia necessario spiana-

re la strada a studi più grandi e orga-nizzati di oggi, quando 1'80 per centodegli studi ha il solo professionista. Eio credo si vada sempre di più versostudi multidisciplìnari».

Con quale competenze?«Commercialisti, avvocati e notai

possono convivere in studi multidi-sciplinari. Del resto noi abbiamo re-centemente costituito un'associazio-ne interprofessionale con queste trecategorie denominata "Economisti egiuristi insieme"».

Ci sarà posto In futuro soltantoper studi fnterprofesslonall?

«No, ci sarà posto anche per studidi commercialisti con competen-ze molto specifiche, specialisti-

che, appunto».Che altri spazi pensate di avere,

posto che Amazon e gli altri vi sot-trarranno quella parte di lavoropiù semplice e ripetItiva?

«Io credo che avremo ancora spa-io per il controllo di qualità anche nelcampo fiscale. Qualcuno in futuromanderà i dati all'amministrazione fi-nanziaria, ma chi controllerà che sia-no giusti? Ecco, noi ci candidiamo aquesto controllo di qualità che nonpuò fare un software».

Intanto sta per arrivare, a fine2018, la fatturazione elettronicaper tutti .. Voi avete chiesto più tem-po. Perché?

«Perché le piccole e piccolissimeimprese sono assolutamente impre-parate, alcune addirittura usano an-cora la fatturazione a mano. Servepiù tempo per digerire questa enor-me novità».

ORIPRCOL2IGNE RI5ERJHTR.

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Commercialisti Pagina 22

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II ministro dellaGiustizia uscente,

AndreaOrlando (1)e il direttoredell'Agenzia

delle Entrate,Ernesto Maria

Ruffini(2).Qui sotto,

MassimoMiani,

presidentedel Consigl io

nazionalecommercialisti

65 9PER CENTOÉ la percentuale deicommercialisti uomini. La classed'età più rappresentataè quella che va dai41ai60 anni,con una quota pari al 63,9del totale

I NUMERI DEI COMMERCIALISTI IN ITALIAn Gli Iscritti

Al 1 ° gennaio di ogni annon La distribuzione

Commercialisti Pagina 23

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Lavoro, formazione, energia del futurola vera sfida è la sicurezza dei "big data"

GLI INVESTIMENTIDEI COLOSSI TECNOLOGICINON SI FERMANO E ANCHELA POLITICA SE NE ACCORGEMA CI SONO ALCUNI PUNTICHE L'INTERO SETTORE DEVETENERE PRESENTEPER AFFRONTARE IL TEMADELL'ETICA SEMPRE PILIPRESSANTE

Andrea Frollà

Milano1 intelligenza artificiale

L non è ancora un tema didominio pubblico ma non man-ca troppo prima che lo diventi.Nel corso del 2017 sono stati so-prattutto gli investimenti deigrandi colossi tecnologici, le bat-tute di alcuni leader politici e l'e-co socialdei progetti più avveniri-stici ad avvicinare i media a quel-la che viene ormai comunemen-te riconosciuta come la declina-zione più dirompente dell'inno-vazione digitale. E anche il 2018sembra essere partito con la stes-sa tendenza al rialzo del livello diguardia, tanto che tra gli osserva-tori e gli addetti ai lavori nonmancano quelli pronti a scom-mettere sull'anno in corso comeanno della maturità definitiva.L'esito di una simile scommessasarebbe però tutt'altro che scon-tato, in particolare per un motivopreciso.

L'intelligenza artificiale è solol'ultimo esempio di un dibattitosulle nuove frontiere dell'econo-mia 4.0 che in tanti Paesi, tra cuirientra pure l'Italia, appare anco-ra fortemente sbilanciato: avan-zato su alcuni fronti (tecnologi-co, industriale ed economico) ein ritardo su altri (politico, etico esocio-culturale). Una doppia ve-locità che non favorisce uno svi-luppo tecnologico coerente e cheè in gran parte figlia della tenden-za a considerare qualsiasi innova-zione come una roba da nerd esmanettoni. Mentre basterebbefermarsi anche solo pochi secon-di a ragionare delle tante sfideche abbiamo davanti, dai risvoltietici dell'Al al peso della privacy,dai lavori che farà chi nasce oggialla sostenibilità energeticadell'innovazione, per rendersiconto del contrario.

La sfida elicaL'etica dell'intelligenza artifi-

ciale è forse l'argomento che ren-de più evidente quanto appenaaccennato. Chissà quanti solo apronunciarlo si immaginanostanzoni zeppi di libri impolvera-ti e filosofi con i barboni bianchi,intenti a discutere di massimi si-stemi. In realtà le tante declina-zioni del tema (che tra l'altro nonè affatto da terza età) hanno unaportata decisamente più ampiache interessa chiunque, inclusochi deve ancora nascere: la distri-buzione della ricchezza generatadall'automazione, l'impatto deirobot sulle interazioni umane,l'effetto dei pregiudizi trasmessidai programmatori, l'utilizzodell'AI in ambito militare o anco-rala nascita di nuovi diritti.Aspet-ti destinati a ridisegnare i conte-sti politici, economici, sociali equindi impossibili da lasciare inbalia della rivoluzione tecnologi-ca. Ecco perché si sente sempre

più spesso parlare di un buon go-verno dell'innovazione, che èprobabilmente quello immagina-to dalla Commissione Europea ainizio mese con il lancio del teamAl- Un gruppo di esperti che avràil compito di proporre orienta-menti in materia di equità, traspa-renza, democrazia e sicurezza,nonché di partorire una lista diveri e propri standard etici.

Big data e privacyUno degli ambiti che qualsiasi

governo nazionale, europeo o in-ternazionale dell'economia 4.0deve monitorare con attenzioneè senza dubbio la privacy. La digi-talizzazione sempre più spintanon ha solo partorito i cosiddettibig data, ma ha consegnato loroun potere notevole che non devetuttavia pregiudicare la tutela deidati personali. Su questo fioritenon bisogna stancarsi di ricorda-re l'avvicinamento alla piena ap-plicazione del nuovo regolamen-to 19E sulla privacy (Gdpr) previ-

sta per ilprossirno maggio. Un in-tervento che a detta degli espertiposiziona l'Europa in fina posi-zione di avanguardia, distinguen-dosi per l'attribuzione di un valo-re al dato che supera l'idea di pro-prietà e che gli riconosce il giustopeso nell'era digitale. Le regolenon bastano però a garantire la si-curezza dei dati, per cui servonoanche investimenti tecnologici.Piuttosto urgenti, verrebbe da ag-giungere scorrendo i dati del nuo-vo rapporto Clusit_ il cybercrirneha generato nel 2017 danni com-plessivi per 500 miliardi di dolla-ri, con un volume di attacchi cre-sciuto del 240% dal 2011 e interfe-renze sempre più pesanti nellageopolitica, nella finanza e nellavita dei cittadini. In fondo priva-

cy e sicurezza viaggiano di paripasso.

Educazione civica 4.4)Pure i sassi hanno capito che

l'innovazione digitale passa dallaformazione delle nuove compe-tenze. Una sfida trasversale aqualsiasi fascia d'età, che devecoinvolgere anche i più piccolifin dai primi passi nel sistemascolastico. L'introduzione dellenuove tecnologie nelle scuole,sotto forma di corsi di coding o distampanti 3D, è un tassello im-portante ma non è l'unico. A que-sto se ne accompagna uno altret-tanto decisivo e non sempre ade-

guata mente considerato: la cosid-detta educazione civica digitale.Su questo paradigma è impegna-to il progetto Generazioni con-nesse, coordinato dal Miur eco-finanziato dalla Commissio-ne Europea. Non si tratta, spiega-no i promotori dell'iniziativa, diriconvertire l'educazione cinicanell'era digitale ma di creare una

dimensione nuova che integrinella prima formazione lo spiritocritico e la responsabilità. Cittadi-ni coscienti delle implicazioni adampio raggio della tecnologia so-no degli alleati formidabili permassimizzare i benefici in termi-ni di educazione, partecipazio-ne, creatività e socialità, e mini-mizzare gli aspetti negativi (vio-lenza, comportarnentiillegali, in-formazione manipolata e discri-minatoria). Motivi per cui quellosui cittadini digitali del futuro po-trebbe rivelarsi uno degli investi-menti formativi più azzeccati.

Digitale e ambienteDi nuove energie digitali c'è as-

soluto bisogno, anche nel sensoproprio del termine. La digitaliz-zazione del settore energetico èinfatti uno dei processi verticaliche maggiormente può contri-buire a garantire sostenibilità al-la quarta rivoluzione industriale.Secondo il rapporto Digital Ener-gy del Politecnico di Milano que-

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sta evoluzione smart dell'energiasi declinerà su tre ambiti princi-pali: reti, manifattura e costruzio-ni. E un ruolo decisivo lo avranno

getica, specialmente se sarannoin grado di trasformare i dati instrumenti di business intelligen-ce_ A beneficiarne sarebbe anchel'ambiente che spera di ottenerequei vantaggi che stanno già ga-rantendo altri paradigmi digitali.Si pensi alla sharing econorrry intutte le sue forme, dall'affitto diun appartamento alla condivisio-ne dei mezzi di trasporto, che ga-rantiscono meno cemento, inqui-namento e sprechi. Non è un ca-so che le nuove tecnologie figuri-no ampiamente nella Strategiaenergetica nazionale annunciataa fine 2017 dall'Italia, che com-prende diverse iniziative tra cui ilraddoppio degli investimentiR&S nell'energia pulita dai 222milioni del 2013 ai 444 milioniprevisti per il 2021_

operatori dell'efficienza ener-

IL CONTANTE IN ITALIAIn miliardi di euro

127,9136,8

143,6151,7

b8 M1@ '10 11

197,7

154,3162,8

170,7

182,4190,4

'12 113 '14 '15 '16 '179am€ altlar m Ihaiu prao l oa-NÚrnd9 w l n a rl elii 21I9

Nel corsodei 2017sonostatisoprattutto gliinvestimentidei grandicolossi dei techad avvicinarei cittadiniall'AZ. Sotto adestra EnricoCereda

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IL MERCATO BLOCKCHAINIn milioni di dollari, previsioni

+79,6%

210 411 7391.331

'16 '17 18 '19

IL MERCATO GLOBALE DELLO IoT

'20

4.313

7.638

I'21 '22

FMIIa ikikad & NaIkHl6

Per settoreMART CITIES IoT INDUSTRIAS

24%

AUTO CONNESSE7%

SMART UTILITIES4%

C

ABBIGLIAMENTO3%

,AMMMSANITA DIGITALE20%

xALTRO I SMART HOMES2%

rata: ErMEnaaarlVNlaala14%

ILTEAM AlL'Unione europea si è posta ilproblema della regolazione deiprocessi riguardanti l'intelligenzaartificiale e la Commissione ainizio mese ha lanciato ìl team Alun gruppo dì esperti che avrà ilcompito di proporre orientamentiin materia dì equità, trasparenza,democrazia e sicurezza

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Lo scandalo Cambridge Analytica

CHI DIFENDEI NOSTRI DATIJuan Carlos De Martin

ccE necessario dareai singoli più capacitàdi controllo e renderetrasparente l'originedei messaggi politici

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Juan Carlos De Martiningegnere, insegnainformatica e culturadigitale al Politecnico

di Torino, doveco-dirige il Centro Nexa

su Internet e SocietàDal 2011 è associato

all'Università di HarvardIl suo ultimo libro è"Università futura"

(Codice Edizioni, 2017)Sito: demartin.polito.it

i torna a parlare dell'utilizzo di Internet per crea-re messaggi politici altamente personalizzati.Cambridge Analytica, infatti, un'azienda britanni-ca già molto discussa dopo l'elezione di Trump, ètornata alla ribalta perché avrebbe acquisito -

grazie ad una app fintamente accademica - i dati di Face-book di circa 50 milioni di americani. La vicenda ha dueaspetti principali. Il primo riguarda i nostri dati persona-li, mentre il secondo - connesso al primo - la rinnovatacapacità di creare messaggi politici personalizzati.

Relativamente ai dati personali, l'aspetto che più colpi-sce delle rivelazioni su Cambridge Analytica è che solo270.000 persone abbiano volontariamente installatol'app, consentendo all'app di accedere ai propri dati. Lerestanti 49.730.000 persone sono i contatti Facebook dei270.000, persone del tutto ignare del fatto che i loro datipotessero finire a terzi. Uno dei cardini della tutela dei da-ti personali, il consenso informato, ne esce a pezzi.

Riguardo alla personalizzazione dei messaggi, invece,è opportuno ricordare che i politici da sempre cercano didire agli elettori quello che pensano che gli elettorivoglia-no sentirsi dire: sostegno all'istruzione se insegnanti, lot-ta al crimine se abitanti dei quartieri più insicuri e cosìvia. L'hanno fatto e sempre lo faranno negli incontri dipersona, e l'hanno anche fatto con lettere cartacee e chia-mate telefoniche. I mass media, invece, obbligavano i po-litici ad articolare messaggi rivolti ad amplissimi settoridell'elettorato. I due tipi di messaggi - quelli particolari equelli generalisti - convivevano, rafforzandosi e integran-dosi a vicenda.

Con la diffusione del digitale, però, i dati personali so-no enormemente aumentati. Si rinnova allora l'interesseper la personalizzazione spinta dei messaggi politici, unapersonalizzazione che può utilizzare informazioni chenessun politico vecchia maniera ha mai avuto: informa-zioni su quali video guarda un elettore, quali libri dice diamare, quali blog legge con assiduità, se va a correre tuttii giorni o meno, e così via. La speranza - di per sé legitti-

ma - è che questi nuovi dati, così copiosi e così intimi,non solo offrano la chiave per arrivare al cuore di ogni sin-golo elettore, ma che la offrano automatizzata, ovvero, adun costo contenuto. Quello che una volta si riusciva a rea-lizzare con immensa fatica - ma altrettanto immensa le-gittimazione democratica - con la rete territoriale deipartiti di massa ora sembra realizzabile con una frazionedi quelle risorse da un pugno di persone chiuse in unastanza piena di computer.

Non sappiamo ancora con certezza quanto queste tec-niche siano efficaci; tuttavia la personalizzazione deimessaggi politici è un diritto che non può essere invocatosolo quando si è d'accordo col messaggio politico sotto-stante. Questo non vuol dire che tutto vada bene, anzi, ènecessario agire con fermezza in due direzioni principali.Da una parte dobbiamo chiedere una sempre maggioretutela dei dati personali, nella consapevolezza che ormainon esistono più dati innocui: ogni dato che ci riguarda,per quanto apparentemente irrilevante, infatti, può esse-re correlato con altri per estrarre informazioni potenzial-mente molto intime sudi noi. Dobbiamo quindi permette-re ai singoli di controllare - in modo facile e intuitivo - ipropri dati in modo molto più capillare e robusto di quan-to non capiti oggi.

Dall'altra parte abbiamo urgente bisogno che gli uten-ti delle reti sociali e dei motori di ricerca capiscano per-ché vedono quel che vedono sul loro schermo, con ampiafacoltà di personalizzare la loro esperienza. In particola-re di ogni messaggio politico si dovrebbe capire da chi èstato prodotto e sulla base di quali dati, dando all'utentela facoltà di decidere sia se vederne altri, sia se continua-re o meno a concedere l'uso dei propri dati per finalità po-litiche. In altre parole, in questo momento tutte le armistanno dalla parte di chi controlla lo schermo. È ora chesu quello stesso schermo compaiano funzionalità che raf-forzino il potere di chi lo schermo lo guarda, cioè, ciascu-no di noi.©RIPRODUZI ONE RISERVATA

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