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anno I numero 05 settembre 2014 Spedizione in abbonamento postale per l’interno. Stampe periodiche - Aut. N. 1346 del 07.06.2013 - Poste San Marino spazio riservato all’indirizzo TERZA VIA?

C'era una Svolta - settembre 2014

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Mensile del Movimento RETE San Marino In questo numero: - Eventi + Scrivi a RETE - Editoriale - L'ora del cambiamento...è GIUNTA! - I beni dello Stato prendono il volo - Lavori consiliari (Consiglio di luglio) - Rubrica "Di qualunque genere" di Michele Pazzini - Spazio Cultura. Intervento di Pier Paolo Dal Monte (Resp. Cultura Movimento Decrescita Felice) - Flash mondo - Spazio associazioni (e non...): Sottomarino - Mensa vegetariana nelle scuole C’era una Svolta è: Marianna Bucci – Direttrice Andrea Bastianelli – progetto grafico Roberto Giardi – grafica e impaginazione Alessandro Zecchin - foto copertina Quelli di RETE – collaboratori

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anno Inumero 05settembre 2014

Spedizione in abbonamento postale per l’interno.Stampe periodiche - Aut. N. 1346 del 07.06.2013 - Poste San Marino

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TERZA VIA?

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Il muro della discordiaa Fiorentino

Ancora una volta, grazie alle indicazioni inviateci dai cittadini, abbiamo potuto segnalare un potenziale abuso a

Fiorentino. In particolare, il 9 luglio scorso abbiamo inviato una nota al Dipartimento Prevenzione, all’Ispettorato del Territorio e all’UGRAA in merito ai lavori in via La Rena. Abbiamo chiesto se corrisponde al vero che:

- sia stata costruita una mura privata su un terreno di proprietà pubblica (piano particolareggiato della zona servizi cultura, spettacolo e sportiva di fiorentino - area adiacente al Centro Sociale)

- il lotto privato sia stato ingrandito anche inglobando parte del terreno pubblico

- la ditta che si è occupata dei lavori non abbia esposto il cartello con le indicazioni del lavoro in corso; non abbia recintato

l’area; non abbia rispettato le norme a tutela delle piante esistenti e abbia proceduto a estirpazioni non autorizzate; per accedere ai cantieri abbia chiuso i fossi per la regimazione delle acque e non li abbia riaperti a fine giornata

- se le Guardie ecologiche fossero a conoscenza dello sradicamento delle piante di cui sopra.

COSA CI HANNO RISPOSTO

Dipartimento prevenzione (09/07/2014): “Per quanto concerne la tutela di piante,

chiusura di fossati, estirpazione di piante e attività delle Guardie Ecologiche, occorre inoltrare la segnalazione all’UGRAA”.

Ispettorato al Territorio (24/07/2014): “Da parte nostra sono in corso accertamenti, con l’esecuzione di rilievo strumentale in data odierna”.

UGRAA (04/08/2014): “…il servizio di Vigilanza Ecologica ha emesso un verbale di sopralluogo in data 27/06/2014 ed è stata inoltrata relativa ingiunzione di cui all’art. 5 Decreto 57/2000 n. 57 “alterazione di area pubblica dell’Ecc.ma Camera senza la preventiva autorizzazione”, allo Studio 3 che ha la direzione lavori attinente alla sistemazione del muro. Sarà nostra premura controllare che la ditta esecutrice dei lavori ripristini il terreno come originariamente si trovava con terreno vegetale e che la committenza si faccia carico di dimorare n. 2 alberi di Prunus avium”.

SCRIVIA RETE

EVENTIE INCONTRI

EVENTI

A settembre e ottobre 2014(date in via di definizione)

Incontreremo Domenico Finiguerra: sindaco di Cassinetta di Lugagnano (MI) dal 2002 al 2012, comune aderente alla rete dei Comuni Virtuosi. Figura tra i promotori della campagna Stop al

Consumo di Territorio, del Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio e dei Movimenti per la Terra. Per il suo impegno in difesa del suolo e dei beni comuni, ha ricevuto nel 2009 il premio Bruno Carli del Valsusa Filmfestival riservato alle nuove resistenze. Per il suo attivismo in diverse reti civiche ed ecologiste italiane, nel 2011ha vinto il premio nazionale “Personaggio Ambiente”.

Incontreremo anche Livio De Santoli e Angelo Consoli autoridel libro “Territorio Zero” per capire come sia possibile cambiare l’economia portando a zero i rifiuti, a zero le emissioni, a zero i chilometri per l’agricoltura. Insomma ripensando la politica partendo da noi stessi. “Territorio Zero” suggerisce buone pratichee soluzioni operative a chi è chiamato a gestire gli enti locali.

Questi incontri potranno essere molto utili ai candidati alle Giunte di Castello (pag. 4) che vorranno stilare un programma amministrativo prevendendo uno sviluppo territoriale rispettoso delle risorse naturali in una visione innovativa.

Vi aggiorneremo appena possibile sulle date degli eventi. Stay tuned!

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EDITORIALE

di Marianna Bucci

Ogni estate che si rispetti ha il proprio tormentone. Un ritornello orecchiabile che a inizio stagione

viene trasmesso a ripetizione da tutte le radio e con l’andare delle settimane diventa invadente, fastidioso, un vero e proprio tormento che costringe a cambiare stazione non appena le prime note vengono accennate. E il tormentone dell’estate sammarinese 2014 lo dobbiamo al partito socialista, che ha inaugurato la stagione lanciando il ritornello della “Terza via”. Ma cos’è questa terza via? Dipende. Inizialmente era lo slogan che (mal)celava le mire ad un Governo d’Emergenza, un Governo Straordinario. Un sacco di maiuscole per sottolineare la gravità del momento storico e la necessità di un bel rimpasto per far uscire il governo dall’immobilismo. In pratica, un cavallo di Troia per rifilare ai sammarinesi un governo che non hanno votato. E giù tutti i partiti a fare incontri ad ogni ora del giorno e della notte per verificare chi-come-dove-quando poteva salire sulla giostra. Ma il niet della DC è stato categorico, quindi la Terza via ha cambiato aspetto ed è diventata l’involucro di una nuova coalizione tutta da costruire e che, a detta del segretario dei socialisti Celli dovrà rappresentare “un’alternativa a un governo che non governa e un’alternativa a chi vuole distruggere tutto e gioca al massacro”. E giù ancora tutti - partiti, partitelli, nuovi gruppetti manovrati da vecchi registi - a fare riunioni su riunioni per “fissare i paletti”, per sottolineare l’esigenza di un “atto di responsabilità”, per mettere insieme le “persone di buona volontà”. Serve il rinnovamento nei metodi e nelle persone! schiamazzano da più parti. Salvo poi correre a tavoli e tavolini per spartirsi le briciole delle briciole della torta, smentendo con i fatti i buoni propositi sostenuti a suon di slogan, cercando di mettere insieme alla bene e meglio un’alternativa che, con questi presupposti, non è utile al paese ma lo danneggia.

Gli stessi che hanno incarichi politici da decenni invocano il rinnovamento delle persone: ma allora perché non fanno un passo indietro e lasciano spazio ad altri? Parlano di rinnovamento del metodo e continuano a utilizzare lo stesso metodo stantio e fallimentare che ha condotto il

paese alla rovina, ossia quello degli incontri a tavolino per “stabilire i paletti, stabilire alcuni punti fondamentali e chi li condivide può salire sul carro”. Come se mettere d’accordo i vecchi detentori del potere su tre o quattro punti fosse garanzia di serietà. L’esperienza insegna che non è così: la differenza la fanno le persone. Sono le persone con la giusta motivazione a dare forza e vigore ai progetti, a realizzare gli obiettivi. Coloro che attualmente pretendono di traghettare il paese fuori dalla crisi (che loro stessi hanno contribuito a creare) hanno ormai perso ogni credibilità, e non sono in grado di immaginare un modo nuovo di fare politica.

RETE non ha preso parte agli incontri per la terza via e non intende farlo perché il nostro punto di vista è diametralmente opposto. Mesi fa abbiamo partecipato ad una riunione (che nulla ha a che fare con la terza via) organizzata da Per San Marino, a cui erano presenti rappresentanti di tutte le forze di opposizione e anche di gruppi esterni al Consiglio (Partito socialista, Unione per la Repubblica, Sinistra Unita, Civico 10, San Marino 3.0). In quell’occasione abbiamo ribadito la posizione che contraddistingue RETE sin dalla sua nascita, e cioè che la reale possibilità di svolta può esistere solo allontanando tutte le forze e tutti i personaggi politici che in passato hanno avuto ruoli nella gestione disastrosa del

paese. Ossia allontanando tutte le persone che, trincerandosi dietro la giustificazione che per cambiare le cose occorre stare al governo, sono scese a compromessi di ogni genere, pronte a spartirsi il potere con chiunque, in qualsiasi momento La nostra posizione ovviamente escludeva la maggior parte delle persone presenti in quella sede e che, inutile dirlo, non hanno accolto con favore queste considerazioni.

Spesso e volentieri, in politica, la linea che separa il “compromesso” dal “ricatto” è molto labile. E se all’apparenza il fatto di “trovare un compromesso” viene pubblicizzato come l’unico modo di gestire una pluralità di idee che in qualche maniera deve arrivare ad una sintesi, nella realtà si traduce in una parte debole che soccombe a una più forte, che generalmente è proprio quella che difende e favorisce gli interessi individuali a discapito di quelli pubblici.

Per tutti questi motivi continueremo a sostenere che il cambiamento è possibile solo con un totale ribaltamento degli schemi; con persone nuove, motivate, creative, lontane dagli appetiti e dai metodi non trasparenti e obsoleti di questa politica.

Perché per cambiare il ritornello non basta cambiare la stazione radio. Occorre cambiare orchestra, ritmo e spartito.

EDITORIALEDEL MESE

“Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù. Non vi ho convinti? Venite a vedere voi stessi. Coraggio! È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva.” (Tratto dal film “L’attimo fuggente”, 1989)

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L’ora del cambiamento….è GIUNTA!

Colmare la distanza tra politica e popolazione è possibile, e le Giunte sono il collante ideale. È partendo da questa considerazione che siamo partiti per sviluppare il progetto

dedicato alle Giunte di Castello, in vista delle elezioni autunnali. Con un obiettivo preciso: incoraggiare e stimolare la partecipazione di nuove persone alla vita politica del paese. Non ci interessa creare delle liste di RETE ma solamente dare una mano a chi ha voglia di impegnarsi per il proprio Castello e magari non sa bene come muoversi e quali sono le possibilità. E infatti il progetto è aperto a tutti: a chi non ha mai fatto politica, a chi è simpatizzante o aderente di altri partiti, a chiunque desideri mettere a disposizione il proprio tempo.

Ciò che ci preme favorire è il coinvolgimento della popolazione vera, quella che non mira “ad altro”, che vive i territori e quindi ha interesse a preservarli perché siano accoglienti. Per farlo abbiamo stilato dieci principi che ogni lista sarà libera di declinare a proprio piacimento all’interno del programma di Giunta, secondo le necessità del proprio Castello.

Non forniamo un pacchetto preconfezionato, ci limitiamo ad indicare alcuni macro argomenti che, a nostro parere, possono fare la differenza nella qualità della vita della popolazione. Ai candidati che decideranno di sottoscrivere i dieci principi, forniremo sostegno mediatico, tecnico e formativo, e assistenza per aiutarli a muoversi tra le maglie della legge e gli strumenti della pubblica amministrazione.

RICOSTRUIRE LA FIDUCIA

Purtroppo capita frequentemente che chi si candida alle Giunte lo fa come ripiego perché non è stato eletto alle politiche, altre volte per acquisire “peso” nel partito di appartenenza, altre volte ancora per consolidare un elettorato utile per candidarsi successivamente alle politiche. Spesso, insomma, chi viene eletto considera la Giunta non come un fine ma come un mezzo. Questo svilisce il ruolo del consigliere di Giunta di Castello, e inficia la possibilità di incidere a livello locale perché frenati da interessi che si rivolgono altrove.

Sostenendo apertamente quelle liste che soddisferanno i requisiti contenuti nei 10 principi, vogliamo cercare di restituire dignità alla politica e all’attività delle giunte partendo proprio dalla credibilità e dalla trasparenza di chi è chiamato ad occuparsi della cosa pubblica.

Non è più tempo di aspettare che “qualcuno faccia qualcosa”. Non è più di tempo di riporre speranze in chi ha già ampiamente dimostrato di intendere la politica come uno spazio pubblico da sfruttare per tornaconti personali. E’ ora che ognuno si impegni in prima persona per creare il cambiamento senza attendere che la soluzione ai nostri problemi ci piova addosso per miracolo.

L’ora del cambiamento... è Giunta!

Per saperne di più, visita la sezione GIUNTE DI Castello sul nostro sito www.movimentorete.org e partecipa alle serate pubbliche.

POLITICAPOLITICI

RINNOVAMENTO

I DIECI PRINCIPI1. Sottoscrizione di ogni candidato di un’autocertificazione con cui dichiari di non avere procedimenti penali in corso, condanne per reati che abbiano arrecato danno alla sfera pubblica né conflitti di interesse economici nel Castello2. Limite massimo di 3 mandati 3. Pubblicazione della dichiarazione dei redditi e dei patrimoni 4. Tutela del territorio da speculazioni edilizie e barriere architettoniche, mantenimento della salubrità del suolo e dell’aria, promozione di rilevazioni ambientali, politiche di manutenzione edile rivolte alla riduzione degli sprechi energetici 5. Impegno ad effettuare almeno un incontro pubblico mensile con la cittadinanza, in cui raccogliere indicazioni, segnalazioni, e divulgare le attività svolte. Progettazione partecipata per ogni intervento impattante (ambientale, territoriale, energetico), in anticipo rispetto alla sua attuazione 6. Realizzazione (nel caso non esistente) di un sito internet del Castello, oppure suo ampliamento, con una sezione di agenda digitale in cui relazionarsi con la cittadinanza ricevendo segnalazioni anche anonime (con obbligo di verificarne la veridicità e, nel caso, intervenire) e divulgando le proprie attività 7. Trasparenza dell’utilizzo dei finanziamenti, pubblicazione online delle singole voci di spesa e di ogni verbale, decisione, delibera della Giunta. Presentazione pubblica del bilancio. 8. Disponibilità a costituire una rete di giunte civiche, sottoscrittrici dei presenti requisiti e principi, con cui condividere le agende digitali, avviare strategie e progetti di legge comuni, presenziare a rotazione ai lavori della commissione per le politiche territoriali 9. Ricerca di finanziatori privati per le attività del Castello, percorsi di condivisione degli spazi pubblici, applicazione se possibile dei principi delle banche del tempo 10. Realizzazione di attività e iniziative che favoriscano la partecipazione alla vita del Castello, la conoscenza reciproca, l’integrazione dei nuovi residenti, la promozione delle pari opportunità. Incluse iniziative atte a tramandare storia, usi e tradizioni del Castello.

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TRASPARENZA

POLITICAPOLITICII beni dello Statoprendono il volo

Come spesso denunciamo, al governo di Bene Comune (DC-AP-NoiSammarinesi-PSD) non piace

molto confrontarsi. Per questo spesso e volentieri impone le proprie decisioni emettendo Decreti anziché, ad esempio, predisporre progetti di legge. I decreti infatti hanno un iter breve, sono subito esecutivi e la discussione in Aula è limitata solo ad alcuni articoli. I decreti risultano quindi lo strumento ideale per chi è ostile a condividere il processo decisionale e vuol far passare come “normali”, e in alcuni casi in sordina, provvedimenti molto pericolosi per il Paese.

Ma se il dialogo e il confronto sono le basi della democrazia, che tipo di governo è quello che impone le cose dall’alto?

Esaminiamo di seguito un decreto “bollente” di questa piovosa estate.

SAN MARINO INTERNATIONALAIRPORT S.p.A. (SMIA)

Con il decreto n. 129/2014, il governo costituisce la società San Marino International Airport S.p.a. Esamineremo nei prossimi numeri del mensile le questioni legate all’aeroporto e ai bizzarri progetti della Segreteria Industria. In questo frangente ci limitiamo a segnalare che questo decreto riapre la porta all’IFP, l’Istituto Finanziario Pubblico, ovvero quella mostruosità che insieme ad altri partiti e movimenti abbiamo denunciato lo scorso anno, con tanto di massiccia raccolta firme. Anche se ufficialmente il decreto non parla di IFP, l’art. 4 prevede che “il capitale sociale possa essere costituito anche mediante conferimento di beni mobili ed immobili di proprietà dell’Ecc.ma Camera”.Inoltre lo Statuto dice anche che la Società può emettere obbligazioni e costituire patrimoni destinati ad uno specifico business.

Cosa significa? Che il patrimonio pubblico mobiliare e immobiliare può entrare a far parte del capitale sociale. Cosa fa parte dei beni immobili dello Stato? Terreni e fabbricati, edifici e costruzioni sul suolo di proprietà dell’Ecc.ma Camera. Tra i beni

mobili invece rientrano azioni, obbligazioni, valute e monete estere e altri titoli esteri assimilabili ma anche danaro, valori postali e numismatici, titoli ed effetti che esistono nelle casse e nel portafoglio dello Stato.

Affinché questi beni entrino a far parte del capitale sociale della San marino International Airport SpA, occorre che a ciascuno di essi venga assegnato un valore economico. Ad esempio, qualcuno dovrà decidere che un immobile, tipo la colonia di Pinarella, vale un milione di euro. Oppure che uno specifico terreno vale 200mila euro. Con tutta questa premessa è facile capire quanto sia pericoloso questo decreto che, in caso di cessazione o insolvenza della società mette a rischio mobili e immobili pubblici, cioè patrimonio di tutta la popolazione!

È normale che un provvedimento del genere possa essere preso così alla leggera, con un semplice decreto, senza alcun tipo di

confronto e senza dire nulla a chi quei beni li possiede, cioè ai cittadini sammarinesi?

Perché una S.p.A. che dovrebbe occuparsi di promuovere le attività di volo e lo sviluppo dei trasporti si arroga il diritto di gestire il patrimonio mobile e immobile pubblico? Perché i Segretari di Stato non hanno ancora capito che avere la responsabilità di gestire i beni comuni non significa che i beni comuni sono di loro proprietà?

Chissà come si esprimerebbero i cittadini se questo decreto diventasse oggetto di referendum…

Sarebbero d’accordo nel mettere i beni di proprietà pubblica nelle mani di un nuovo ente a partecipazione statale, considerata anche l’esperienza degli altri enti di cui l’Ecc.ma Camera è socia di maggioranza (Convention Visitors Bureau SpA, Camera di Commercio SpA, San Marino RTV Spa, Banca di San Marino ecc)?

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votare NO all’istanza. Stupisce vedere il governo dipingere la cultura come strumento fondamentale per garantire un nuovo modello di sviluppo e poi, quando si presentano le occasioni per dare un segnale concreto, vedere lo stesso governo tirarsi indietro. Senza contare che fu la stessa commissione Antimafia a proporre l’istituzione di corsi sulla legalità all’interno del percorso scolastico. Quindi l’accoglimento dell’istanza avrebbe dovuto essere doveroso, quasi scontato. E invece anche il presidente della Commissione Antimafia Guerrino Zanotti (PSD) ha espresso parere contrario all’istanza e a favore di un ordine del giorno della maggioranza che si limitava a fissare una data per la giornata della legalità, senza prendere impegni relativi ai percorsi scolastici. Comunque sia, l’istanza d’Arengo è stata approvata con soli 23 voti a favore 22 contro e quindi l’ordine del giorno della maggioranza è saltato. Un risultato che la dice lunga sulle reali volontà di molti politici di lavorare per avere una Repubblica “pulita”.

Trasparenzasecondo RETE

Trasparenza è un termine molto in voga, ma oltre a parlarne sarebbe il caso di realizzarla. Per questo RETE

ha depositato (a giugno 2013!) un progetto di legge sulla trasparenza dei redditi e dei patrimoni dei politici che è stato esaminato in prima lettura dal Consiglio durante la seduta di luglio (quindi ora dovrà passare l’esame in Commissione in cui il progetto di legge può essere emendato, cioè modificato, e poi passare in Consiglio per la

LAVORI CONSILIARIPotenti ieriindagati oggi

Il Consiglio del mese di luglio è stato perlopiù monopolizzato dalla discussione sulla corruzione in politica. Un tema che

evidentemente brucia ancora, soprattutto a coloro che hanno una coda di paglia che rischia di prendere fuoco da un momento all’altro, e che si sono affrettati a rassicurare la popolazione affermando: “Abbiamo fatti molti passi avanti, ormai la classe politica è al di sopra di ogni sospetto, il Consiglio è pulito”. Invece è proprio ora, con gli arresti e le indagini in corso, che i dubbi sulla classe politica trovano conferma.E allora i casi sono due: o questi politici sono ingenui e finora non erano a conoscenza di episodi di corruzione di cui persino la popolazione era al corrente, oppure i politici affermano il falso. Ad esempio – hanno ricordato i Consiglieri di RETE durante la discussione – com’è possibile sostenere che la politica sia “al di sopra di ogni sospetto” quando i referenti delle correnti legate a Claudio Podeschi (DC), Gabriele Gatti (DC) e Fiorenzo Stolfi (PSD), questi ultimi due chiamati in causa anche dalla Commissione antimafia, siedono ancora in Consiglio? Sembra quasi che, lasciando a casa alcuni personaggi diventati improvvisamente scomodi, sia lecito dichiarare che ogni problema è risolto. La stessa ipocrisia si riscontra nei partiti che ora si affrettano a elaborare un codice etico (come sta facendo la DC) ma continuano a non domandare, alla propria dirigenza e ai propri rappresentanti, chiarimenti circa le responsabilità. La medesima considerazione va fatta sui poteri forti, che qualcuno ha dichiarato essere stati debellati. Non è così, in realtà hanno solo mutato aspetto. Magari un

CONSIGLIO

palazzinaro è diventato un bancario e un imprenditore si fa rappresentare da qualche associazione, ma sono ancora attivi e ancora muovono i fili della politica. E allora non basta colpire solo gli individui corrotti ma bisogna colpire anche le leggi che, favorendo alcune persone, alcuni settori, alcune attività, alcune associazioni piuttosto che altre, sono esse stesse corrotte. In tutto questo marasma occorre fare chiarezza, occorre riconoscere chi ha sfruttato il sistema per scopi personali, e chi no. E, una volta individuate, occorre che queste persone vengano processate e a loro volta facciano i nomi di chi, insieme a loro, ha utilizzato il proprio ruolo per ottenere ed elargire privilegi.

Ma il lavoro di risanamento della classe politica non può essere delegato alla magistratura, come molti auspicano, non è il suo compito. Sono i partiti a doversi muovere, è la popolazione a chiederlo.

W la legalità(ma solo di facciata)

Approvata l’Istanza d’Arengo che chiedeva l’introduzione in ambito scolastico di percorsi didattici di

educazione alla legalità, dell’insegnamento di educazione alla cittadinanza e per l’istituzione di una “Giornata della Legalità”. E fin qui, tutto bene, è una bella notizia perché si riconosce il ruolo fondamentale della scuola nella formazione di cittadini consapevoli e responsabili nell’esercizio di diritti e doveri. Ma ecco il colpo di scena: il governo, nelle vesti del Segretario di Stato per l’Istruzione Giuseppe Maria Morganti (PSD) indica al Consiglio di

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seconda lettura). Il nostro progetto di legge va ad integrare la Legge elettorale (n.6/1996) che già prevede l’obbligatorietà per candidato alle elezioni di pubblicare il proprio reddito. Crediamo che sia giunto il momento di arrivare alla trasparenza totale, richiedendo anche la pubblicazione del patrimonio e introducendo sanzioni per chi dichiara il falso, ora non previste. Proviamo a pensare alle dichiarazioni dei redditi prima delle elezioni: c’è chi dichiara 10.000€ lordi l’anno poi però si lamenta che il gettone consiliare è troppo basso e quindi ci rimette. Pensiamo a Claudio Podeschi che nel 2008 dichiarava 11.500€ e a cui oggi la magistratura contesta 14milioni. In sintesi, il progetto di legge introduce quattro principi:

1. l’obbligatorietà di dichiarare, oltre ai redditi, anche i patrimoni di cui si è in possesso;

2. disponibilità a ricevere accertamenti straordinari rispetto ai redditi, i patrimoni, le partecipazioni dichiarate, e l’introduzione di conseguenze civili nel caso si accertino false dichiarazioni;

3. dichiarazione pubblica dei propri conti correnti anche se all’estero e delle cifre ivi depositate. Introduzione di conseguenze civili nel caso si accertino false dichiarazioni;

4. obbligatorietà di indicare la provenienza di qualsiasi movimento di danaro che superi la soglia di €10,000.

Durante la prima lettura in Consiglio i vari partiti hanno espresso un generale apprezzamento per il provvedimento e ci auguriamo che l’iter di approvazione non incontri ostacoli. Perché se è vero che un politico ha maggiori responsabilità, ha anche maggiori responsabilità di essere trasparente.

Stato di polizianell’antica terra della libertà

Tanta preoccupazione desta la legge di modifica presentata dal Segretario per l’Industria Marco Arzilli (Noi

Sammarinesi) in materia di armi ed esplosivi. In particolare l’art.30 relativo alle perquisizioni, prevede che l’ufficiale di polizia giudiziaria proceda alla perquisizione delle abitazioni private, persino in assenza degli abitanti, nel caso in cui abbia notizia dell’esistenza di detenzione abusiva di armi (anche in assenza di un mandato del Giudice).

Il principio secondo cui in qualsiasi momento, ogni casa può essere soggetta a perquisizione ci fa piombare nel

preoccupazione di uno stato di polizia che può colpire chiunque nel cuore della sua libertà più intima, quella del focolare domestico. Sembra quasi che Arzilli abbia in mente una sorta di “strategia del terrore” per cui, in nome della sicurezza pubblica, mette nelle mani della polizia un potere enorme che rischia - questo sì - di trasformarsi in abuso di potere legalizzato, e stride tremendamente con il ruolo che la polizia è chiamata a svolgere, cioè di tutela e protezione della popolazione. E in un paese piccolo come il nostro non appare certamente necessaria una tale invasione della privacy. Non si capisce effettivamente dove voglia andare a parare. Ci auguriamo che non sia collegato a un futuro rilascio di residenze a pioggia da concedere a tutti coloro che ne faranno richiesta, che aprirebbe le porte della nostra Repubblica indiscriminatamente. Allora sì ci potrebbero “vendere” la necessità di perquisizioni coattive come necessità di un controllo su tutti i nuovi residenti. Chiederemo sicuramente la cancellazione di questo articolo, che ha già sollevato critiche da più parti.

CONSIGLIO

RETE è uno strumento, usatelo!I file audio degli interventi dei Consiglieri sono disponibili sul nostro sito.

www.movimentorete.org - sezione LAVORI CONSILIARI

Bansky

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DI QUALUNQUEGENEREDiffidate!Anche se lo sponsor è il migliore sulla piazzadi Michele Pazzini

L’antropologa Francoise Héritier, africanista, è un’acuta ricercatrice dei legami di parentela e filiazione

soprattutto tra i Samo del Burkina Faso. Dalle sue indagini si apprende come in questa popolazione sia diffusa una pratica, ritenuta naturale, con cui si decide il matrimonio di una figlia sin dalla sua nascita. La ragazza dovrà però concepire un figlio con un altro uomo, partorirlo, per poi raggiungere il marito legittimo che ne sarà il padre effettivo. Non mi sorprendo più di tanto:

anche nella nostra società occidentale talvolta la consanguineità è una manipolazione basata sul riconoscimento sociale. Adozioni, secondi matrimoni in seguito a vedovanze e con figli a carico, sono alcuni esempi.

Scopro altresì che in un altro sistema, l’omaha, il rapporto all’interno della fratria non è lo stesso che ho vissuto io. In quel caso, la sorella riconosce il fratello come “maggiore” ma se è stata lei a nascere prima resterà comunque una cadetta, identificata come figlia e non come sorella maggiore. Anche questa situazione rientra nel loro ordine naturale. Si tratta bensì di una manipolazione simbolica del reale che risponde a precise logiche sociali.

Anche i Sambia della Nuova Guinea seguono un originale protocollo culturale, ricercando unioni fra simili dentro lo stesso clan con sorelle e nipoti, per non disperdere le preziose qualità del seme (da “buoni” occidentali non-incestuosi, tale comportamento appare ai nostri occhi riprovevole oltre che illegale).

Quel che però accomuna queste società è l’essere pervase ognuna da uno specifico pensiero magico-religioso, che forza la propria ideologia al di sopra dell’ordine naturale, facendo sì che le rappresentazioni di ogni società si traducano in qualcosa di biologicamente dato. E non pensiate che il progresso occidentale ci abbia reso immuni da simili costrizioni. Anzi.

Anche buona parte della nostra società, soprattutto i rappresentanti del religioso e del magico – o dello spirito, se più vi garba – spacciano per verità bugie sul genere, la sessualità, i ruoli a essi attribuiti e tutti i loro derivati come le coppie, i figli, il matrimonio, la famiglia, definendoli come prodotti di una legge “naturale” e che per ciò devono seguire un’unica direzione consentita. Falso! Le ripartizioni di compiti e ruoli in base al genere e al sesso sono costruzioni culturali e non fenomeni naturali. Quel che è naturale sono le funzioni riproduttive. Insomma, è più che fondato che per produrre l’embrione servano ovulo e sperma, e che nella catena generativa vengano prima i genitori dei figli, non serva che lo dica io!

Qualsiasi società, attuando, in base al proprio sistema familiare, una data visione del mondo, considera però il proprio come l’unico modello universalmente valido; inoltre, in seno alla stessa società, nessuna intende riconoscere altre possibilità, bocciandole come abiette avvalendosi della forza del biologico.

E questo accade in tutte le società.

Perché questo lungo preambolo, vi chiederete? Per invitarvi alla diffidenza. Ebbene sì, diffidate di coloro che vi raccontano fantasticherie su mostri contro natura. La mostruosità è mostruosa solo per l’essere umano. Per la natura stessa, dal suo punto di vista, nulla si produce contro natura. Il mostro è una delle categorie concettuali che solo la mente umana è stata in grado di generare. Ciò che non si incasella è anormale, perciò mostruoso. Diffidate di chi pretende di indottrinarvi su ruoli e compiti secondo logiche binarie del maschile e del femminile così come prescritte dalla natura. Falso! Basterebbe appunto osservare di più la natura per rendersi conto che non è così che le cose stanno. Diffidate di chi associa “naturale” al “matrimonio” e alla “famiglia”; sono contratti. Se abbandoni i tuoi figli, a rincorrerti ci sono il tribunale e le forze dell’ordine, mica una cesta di ortaggi!

Diffidate dunque di chi in saecula saeculorum diffonde queste risibili falsità farcite di misoginia, omofobia, irrazionalità, xenofobia, sessismo, transfobia, maschilismo. Diffidate di chi si professa portavoce di un ente apolitico e apartitico e invece si esprime mediante scritture – servendosi della stampa sammarinese e coadiuvato talvolta da adepti vari e altri organi correlati – confezionate con lo scopo di discriminare tra giusto e sbagliato, tra chi è toppissimo e chi è out. Carità e fratellanza? Sì, lallero! Io vedo solo odio. Odio che, suppongo, troverà semplice assimilazione tra i lettori perché, si sa, è facile fare i bulletti quando si è sponsorizzati niente meno che dalla supposta supremazia che tutto decide e tutto governa.

Attenzione: il presente articolo è un diretto incitamento all’uso del pensiero critico. Ricercare, verificare, conoscere, mettere in dubbio, diffidare, sono attività che i poteri forti cercheranno sempre di ostacolare dicendovi, con la loro tipica superbia, che l’esclusiva sulla tasca della verità, ce l’hanno solamente loro. Sfanculateli!

DIRITTI CIVILI

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SPAZIOCULTURALa religione del nostro tempodi Pier Paolo Dal MonteResponsabile cultura MovimentoDecrescita Felice

Negli ultimi secoli è sorta una nuova

religione che pian piano ha superato per importanza tutte quelle precedenti (almeno dal punto di vista pratico) ed è divenuta il vero culto della modernità.

Parliamo naturalmente dell’economia che ha assunto il ruolo che, un tempo, era proprio della divina provvidenza che dispiega l’ordine delle cose del mondo secondo i propri misteriosi disegni.

Un tempo la funzione dell’economia era quella di rendere possibili gli scopi che gli individui e le comunità si prefiggevano. Oggi, quella che un tempo era ancella, è diventata padrona. Un dogma latore di verità indiscusse ed indiscutibili, un culto profano cui tutti sono devoti, come scrisse Walter Benjamin:“Nel capitalismo si deve vedere una religione, vale a dire che il capitalismo serve essenzialmente all’appagamento di quelle preoccupazioni, di quelle pene e inquietudini a cui un tempo davano risposta le cosiddette religioni […] In primo luogo il capitalismo è una religione cultuale, forse la più estrema che sia mai esistita. In esso tutto ha significato solo in immediata relazione al culto [...] Qui non c’è nessun “giorno feriale”, nessun giorno che non sia un giorno di festa nel senso terribile del dispiegamento di tutte le pompe sacrali, dell’estremo impegno dell’adorante. Questo culto è generatore di colpa, indebitante. Il capitalismo con ogni probabilità è il primo culto che non redime il peccato, ma genera colpa” 1.

Un tempo l’uomo retto era colui che adattava il proprio agire alle leggi del cosmo, seguiva i comandamenti della dottrina e la liturgia, non tralasciava di santificare le ricorrenze e non offendeva la legge di Dio. Oggi l’ideale di rettitudine è l’homo oeconomicus, l’archetipo della perfezione dei tempi cui

dovrebbero ispirarsi tutti gli uomini di buona volontà, così descritto da Adam Smith (che è considerato il padre dell’economia moderna), il quale postulò che il comportamento sociale dell’essere umano è fondamentalmente dettato da interessi individuali (quello che viene chiamato anche “razionalità economica”). La somma di questi interessi egoistici, invece che costituire un nocumento per la comunità, condurrebbe ad un risultato virtuoso per il suo buon andamento.

“Non è dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del panettiere che noi ci possiamo aspettare la nostra cena, ma dal loro riguardo per i propri interessi. Ci rivolgiamo quindi non alla loro umanità ma al loro egoismo e non

parliamo mai ad essi delle nostre necessità ma dei loro vantaggi” 2.

Volendo usare una semplificazione forse eccessiva, potremmo dire che queste poche parole costituiscano il fondamento del dogma che oggi governa il mondo, la cosiddetta “razionalità” economica (da qui le apologie del “libero mercato” e del laissez-faire).

Tuttavia, nella lunga storia dell’uomo, questa caratteristica (l’egoismo individuale) è stata sempre considerata un difetto o, nella più parte dei casi, un peccato. Il motivo di questo biasimo è molto semplice da comprendere in quanto tale comportamento è, in genere, contrario agli interessi della comunità nel suo assieme e della coesione sociale. La figura dell’Homo Oeconomicus, pertanto, è soltanto

una finzione, una figura retorica adottata per giustificare una tesi preconcetta.

Se l’uomo fosse fatto ad immagine e somiglianza dell’Homo Oeconomicus, tanto simile a quella dell’Homo Homini Lupus di Hobbes, non sarebbe mai esistito tutto ciò che caratterizza la civiltà e la storia. L’uomo, come peraltro il lupo, è un animale sociale, e l’uomo delle comunità primitive, come peraltro il lupo, viveva in branchi nei quali vigeva la cooperazione, non la competizione, e tantomeno la “lotta di tutti contro tutti” o il puro «interesse individuale»: se fosse così, la specie umana (e anche quella dei lupi) si sarebbe estinta da un pezzo.

Una delle superstizioni più radicate in questa neo-religione consiste nel credere che l’uomo e l’ambiente che li circonda siano solamente mezzi per perseguire quello che è oggi ritenuto il supremo fine ontologico del creato, ovvero il perseguire un incremento infinito del valore di scambio circolante o accumulato.

Il processo economico è concepito come estraneo da qualsiasi altro scopo ed avulso dal contesto nel quale si svolge, ovvero, la società, gli esseri umani e il pianeta sul quale viviamo.

Come scrisse Nicholas Georgescu-Roegen: “Nel mondo economico solo la moneta circola avanti e indietro tra l’uno e l’altro settore dell’economia. Retrospettivamente appare evidente che gli economisti di entrambe le scuole hanno soggiaciuto al peggiore dei feticismi, quello monetario”.

1 - Walter Benjamin, Il capitalismo come religione. In: Walther Benjiamin, Opere complete, Vol.3, einaudi, To, 2010

2- Adam Smith: An Inquiry into the Nature and Causes of the Wealth of Nations. Edited by S. M. Soares. MetaLibri Digital Library, 2007, P.16

ATTUALITÀ E CULTURA

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ESTERO

Si cambia dal bassoin Venezuela

È possibile creare attività imprenditoriali dove fiducia, convivenza e integrazione sostituiscono statuti formali e

gerarchie? È possibile sostituire la logica dell’accumulazione (crescita a tutti i costi, acquisizione di potere e prestigio) con la logica del “durare nel tempo”? Assolutamente sì, e la Cooperativa Centrale dei Servizi dello Stato di Lara

La guerra traIsraele e PalestinaCosì lontana, così vicina

Oltre 2000 morti palestinesi (per il 70% civili, secondo le Nazioni Unite) e quasi cento in Israele. La guerra tra

Palestina e Israele continua a mietere vittime, a colpire scuole, infrastrutture, ospedali, in nome di un “diritto all’autodifesa” che nasconde le mire di arricchimento dell’industria degli armamenti, sostenuta dai governi occidentali. Governi che pubblicamente si sperticano in dichiarazioni a favore della pace e che, nei fatti, sostengono la guerra sapendo benissimo che anche questa guerra, come tutte, non porterà né pace né sicurezza ma solo morte e distruzione. Non a caso Emergency* ha inviato un appello all’Italia che, all’interno dell’Unione Europea, è il principale fornitore di sistemi militari a Israele: “Chiediamo che il nostro Stato, la nostra Repubblica che ripudia la guerra, non sia complice

(Cecosesola), in Venezuela, ne è un esempio. Una rete di 60 comunità con base nella città di Barquisimeto (2 milioni di abitanti): 20mila soci, 1.300 lavoratori che percepiscono lo stesso stipendio. Niente direzioni formali, né statuti né dirigenti; le decisioni vengono prese durante riunioni in cui si discute tutto: dal prezzo dei prodotti nei mercati alla gestione del centro cooperativo sanitario. Le tre grandi fiere familiari di Barquisimeto vendono ogni settimana 600 tonnellate di ortaggi e frutta. In questi tre mercati lavorano 500 soci, ci sono 250 casse e

di questa delirante spirale di violenza. Chiediamo che il governo italiano sospenda immediatamente l’accordo di cooperazione militare con Israele, le prossime esercitazioni dei caccia israeliani nei cieli di Sardegna e la fornitura di sistemi militari, nel rispetto della legge italiana (la legge 185/90 vieta di vendere armi a Paesi in conflitto o responsabili di gravi violazioni dei diritti umani) e dell’articolo 11 della nostra Costituzione che ripudia la guerra. Ci uniamo a tante voci, italiane e internazionali, nel chiedere che l’Italia, nel semestre di presidenza dell’Unione Europea, si faccia promotrice di un vero percorso di pace, con gli strumenti della diplomazia e dei diritti.”

*Emergency è un’associazione italiana indipendente e neutrale, nata nel 1994 per offrire cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà.

Nella foto: Suddivisione del territorio, aggiornata alla situazione del 2004 (secondo fonti ONU)

vi si riforniscono 200mila persone ogni settimana. Non è un’impresa marginale, bensì il maggior punto di vendita di prodotti alimentari dell’intera città. I prezzi sono differenziati. Gli ortaggi e la frutta ne hanno solo due, in modo che l’acquirente possa riempire un sacchetto con diversi tipi di prodotti e pesare poi tutto assieme. In tal modo anche la contabilità viene semplificata. Si fissa un prezzo medio o ponderato.

Tuttavia ciò che è più rilevante è che i prezzi vengono stabiliti dalle assemblee periodiche dei soci in cui i produttori danno informazioni sui costi e condividono i dati con gli altri membri della cooperativa, evitando in tal modo il ricorso agli intermediari. La cooperativa non riceve nulla dallo Stato. L’avvicendamento nei ruoli è la regola, la discussione è sincera e diretta, l’apprendimento è costante e la collaborazione permanente. L’esperienza di questa cooperativa insegna che è possibile produrre e vivere in modo diverso, sulla base di valori differenti da quelli egemonici, che si possono creare e gestire spazi maggiori rispetto a quelli dominati dal capitale e che lo si può fare in piena autonomia.

Tratto da un articolo di Raúl Zibechi(La Jornada).

FLASHDAL MONDO

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Rumori di fondo diventa...Fondo con Rumori

L’antefatto. Dopo l’editoriale della Smtv intitolato “Rumori di fondo” che ha prodotto un indescrivibile retrogusto

al palato, Sottomarino ha fatto i compiti a casa ed ha preparato un succoso editoriale per riassumere la vicenda da uno sguardo laterale, quasi obliquo, probabilmente strabico... Il motto è “non pensare all’Oro dei Goti”, in fondo è solo un fondo con rumori, senza uno scopo preciso, o Sì?

Quando il mistero dell’oro dei goti si abbatte sulla società sammarinese come un fulmine a ciel sereno c’è sempre qualche scettico che deve essere convertito. Il mistero ha colto di sorpresa quasi tutti perché la realtà non è mai come viene raccontata, eppure nei rotoli del Paradiso era tutto previsto. C’è chi, mosso da autentico fervore, si getta in strada, urlando che l’oro dei goti è nel suo frigorifero insieme ad uno spettro sumero e chi, con molta disinvoltura, va a tagliarsi i capelli. Quello che sta succedendo lascia basiti, soprattutto quando chi si è dichiarato sorpreso di non trovare l’oro dei goti nel baretto di fiducia è stato iscritto tra gli indagati per complicità nel fascicolo denominato “affair passito”, a seguito delle accuse depositate da quattro abituali avventori anziani che volevano cambiare il mondo tra un bicchier di cantastorie ed una briscola. C’è anche chi, volendo affondare il pedale dell’acceleratore, dimentico del carattere alcolico della questione, ha fatto una sciarpa ad un platano con il SUV intestato ad un leasing.

I più accorti buongustai hanno anche interpretato l’oro dei goti come ottimo compendio per pietanze a base di gustosi fondi di cucina, bianchi o bruni che siano, anche se qualcuno dal palato più volgare apprezza solo i fondi neri. I gourmet sono comunque rimasti a bocca asciutta, visto che l’oro dei goti ha generato solo un fondo di rumore, poco adatto al farci la scarpetta, e si sono amaramente adattati ad un Tilus a fine pasto.

Nello scavo dell’oro dei goti, grazie ai moderni strumenti messi a disposizione, sono stati portati alla luce diversi scheletri, sepolti con armi, monili ed oggetti vari. Alcuni di essi giacevano in mobili comprati all’Ikea, dal nome come sempre impronunciabile ma venduti con gustose polpette dalla dubbia ricetta. Si tratta di reperti notevoli, se pur non sensazionali (gli scheletri, non le polpette), a cui ha fatto però seguito una scoperta del tutto insolita: quella del corpo di un indiano pellerossa con un braccio solo, avvinghiato ad un vaso di coccio pieno di euro che

recano impressa la testa di Alberoni. L’ oro dei goti è un piatto che va servito freddo ma consumato lontano dai pasti. Tenere fuori dalla porta dei bambini e degli adulti con cariche istituzionali. L’oro dei goti è sulla bocca di tutti ma lui preferisce stare a letto. L’oro dei goti è la soluzione ideale per chi tra il primo e il secondo preferisce il dolce. L’oro dei goti è la porta per un altra dimensione ma le dimensioni della porta non consentono il passaggio alle auto con cilindrata superiore ai 2500 cc. Non pensare all’oro dei goti come ad una lampada magica.

Inutile parlare del mistero dell’oro dei goti senza avere la minima prova della sua veridicità. E’ così e basta. Attenzione, il mistero dell’oro dei goti non ha forma, maneggiare con cura tutte le informazioni che riguardano l’oro dei goti. Se trovate qualche antico manoscritto che parla dell’oro dei goti, portatelo all’altare dei sacrifici insieme a mezzo maiale vivo. Inutile lavarsi le mani con l’oro dei goti, potrebbe causare alterazioni genetiche. L’utilizzo di oro dei goti quale colluttorio è altamente sconsigliato, in quanto può causare eloquio biascicato, piorrea, dichiarazioni compulsive, vorticosità testicolare, iscrizione a partiti conservatori. Non cercate informazioni sull’oro dei goti fuori dai pasti. Se dovete far visita al museo per sapere qualcosa sull’oro dei goti, indossate i guanti di protezione e fatevi accompagnare da un notaio diplomato alla scuola radio elettra. L’oro dei goti è stato anche offerto a Ratzinger quando è stato in visita sul Titano, causandone mesi dopo le dimissioni. Se tutto questo ti è sembrato rumore di fondo significa che non sai minimamente riconoscere una vera notizia dal mistero dell’oro dei goti.

www.s8marino.org [email protected]

SPAZIODELLE ASSOCIAZIONI (e non...)

ASSOCIAZIONI

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Page 12: C'era una Svolta - settembre 2014

Mensa vegetariananelle scuole

La possibilità di avere un menu vegetariano nelle scuole elementari di San Marino esiste già da un anno, ma da settembre 2014 sarà estesa a tutti i plessi della Repubblica. Il menu è stato predisposto dal Servizio Dietologico

dell’ISS ed è consultabile sul sito www.educazione.sm/elementare (area genitori).

Le famiglie che intendono richiederlo per i propri figli, devono inviare l’apposito modulo entro giovedì 11 settembre 2014 alla Direzione Scuola Elementare ([email protected] - fax 0549.882711). Chi non ha ricevuto il modulo a casa può richiederlo direttamente in Direzione.

Anche sul nostro territorio sono sempre di più le persone che scelgono, per sé e per i propri cari, una dieta vegetariana. Varie sono le motivazioni alla base di un’alimentazione priva di carne e pesce. Motivazioni di tipo etico: ogni anno nel mondo l’industria alimentare uccide oltre 17 miliardi di animali (esclusi animali selvatici, esotici, pesci e molluschi)*, allevandoli in condizioni impietose, imbottendoli di antibiotici, uccidendoli in maniera barbara in nome di un profitto economico con cui viene giustificata ogni genere di crudeltà. Basti pensare che negli Stati Uniti vengono impiegate 11.000 tonnellate di antibiotici per gli animali da allevamento, cioè otto volte la quantità usata per curare le persone. Non a caso le altre motivazioni alla base del vegetarianesimo sono legate alla salute: è ormai ampiamente dimostrato che le diete vegetariane sono molto più salutari. Il rischio infarto è ridotto del 50% e la percentuale di tumori e diabete che possono essere prevenuti varia dal 40 al 66%.*

Ultimo, ma non meno importante, le ripercussioni a livello climatico e ambientale. Sommando la quantità d’acqua consumata per coltivare i campi destinati alla produzione di mangimi, abbeverare gli animali e ripulire le stalle, si scopre che per produrre 1 kg di carne occorrono fino a centomila litri d’acqua! Senza contare che il 43% delle emissioni di anidride carbonica proviene dagli allevamenti, che diventano così una delle principali cause del cambiamento climatico.

Insomma, chi opta per un’alimentazione vegetariana non lo fa per moda o per stravaganza. Al contrario, compie una scelta consapevole: una personalissima rivoluzione che, se replicata da più persone, è in grado di produrre benefici su scala globale. Per tutte queste ragioni, siamo lieti che le scuole di San Marino accolgano benevolmente e sostengano chi segue una dieta vegetariana. Non solo perché li mette in condizione di essere coerenti, ma perché possono diventare un esempio di come un stile di vita diverso, sostenibile, sia attuabile nelle scelte che compiamo ogni giorno.

*Dati: Associazione Vegetariana Italiana

Anno I - mensile Numero 05 Settembre 2014

Direttrice Marianna Bucci

Progetto grafico Andrea Bastianelli

Impaginazione Roberto Giardi

Foto copertina Alessandro Zecchin

Collaboratori quelli di RETE

Indirizzo Strada Andrea di Riccio, 2 47895 Fiorina di Domagnano Rep. San Marino

Telefono 0549.907777

E-mail [email protected]

web www.movimentorete.org

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