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Come difendersi dai populismi in tempi di crisi: la lezione postuma dello storico George L. Mosse AGI rump cavalca il risentimento di una middle class convinta di poter tornare a passati splendori a suon di protezionismo e discriminazione. Marine Le Pen incendia le folle ben oltre i confini francesi rilanciando parole d'ordine come «padroni a casa nostra» e un mitico «risveglio dei popoli». In Italia la destra cerca di ricompattarsi sotto l'ombrello "sovranista" (il neologismo per chi vuole smontare l'euro e l'Ue in nome del feticcio della so- vranità nazionale). Lo scorso sabato, i fantasmi del luglio '60 hanno scosso Genova in occasione del convegno "Per l'Europa delle patrie", organizzato da Forza Nuova, ospiti d'onore alcuni leader dell'estrema destra europea neonazista e negazionista.

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Page 1: Come difendersi dai populismi in tempi di crisi: la

Come difendersi dai populismiin tempi di crisi: la lezione postumadello storico George L. Mosse

AGI

rump cavalca il risentimento di una middle classconvinta di poter tornare a passati splendori asuon di protezionismo e discriminazione. Marine

Le Pen incendia le folle ben oltre i confini francesirilanciando parole d'ordine come «padroni a casa

nostra» e un mitico «risveglio dei popoli». In Italia la destra cercadi ricompattarsi sotto l'ombrello "sovranista" (il neologismoper chi vuole smontare l'euro e l'Ue in nome del feticcio della so-vranità nazionale). Lo scorso sabato, i fantasmi del luglio '60hanno scosso Genova in occasione del convegno "Per l'Europadelle patrie", organizzato da Forza Nuova, ospiti d'onore alcunileader dell'estrema destra europea neonazista e negazionista.

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In L'umanità in tempi bui HannahArendt raccomandava di farsi «pescatoridi perle», le perle di pensiero di chi ha pe-netrato con sguardo acuto i tempi oscuri.Di fronte ai rigurgiti del peggior Novecen-to, mentre gli intellettuali statunitensi sirimettono umilmente a studiare i prodro-mi del fascismo italiano, a noi può tornareutile rileggere uno dei più grandi e influen-ti storici dei Novecento , George L. Mosse.Nato nel 1918 e morto nel '99, ebreo tede-sco (rampollo di un ' illustre famiglia di edi-tori, sfuggì al nazismo riparando negliUsa) e omosessuale ( fece coming out ne-gli anni Ottanta) fu un outisder da ognipunto di vista: caratteristica che contribuìnon poco a formare il suo sguardo libero,originale e provocatorio . Con La naziona-lizzazione delle masse ( 1975) impresse al-la storiografia la "svolta culturale " che ri-voluzionò gli studi sui fascismi e le massein politica nel XX secolo. Il suo vasto pro-gramma di ricerca, pervaso da un forte af-fiato etico, ruotò in gran parte attorno aun problema ancora attualissimo : la debo-lezza delle democrazie parlamentari neimomenti di crisi. Il tema percorre sia Lanazionalizzazione che un'altra grandeopera, L'uomo e le masse nelle ideologienazionaliste (1980 ), in particolare la se-zione in cui tenta di tracciare una teoriagenerale del fascismo . Una sintesi del suopensiero emerge nella lungalntervista suAldo Moro, una disamina della crisi dellademocrazia italiana nel quadro internazio-nale ( riproposta da Rubbettino nel 2015).Correva l'anno 1979 , ma le riflessioni diMosse intorno allo statista Dc assassina-to, rilette oggi , offrono una griglia d'anali-si pertinente ai problemi che ci assediano.A tratti, sono quasi profetiche.

Premessa: la libertà , politica ed econo-mica, non può sopravvivere senza le strut-ture del sistema parlamentare, ma la sto-ria ha mostrato che il "meno peggio" tra isistemi politici è molto fragile , quando si

Il te- esco GeorgeL. Mosse(1918-1999) è autoredi saggi fondamentali comeLa nazionalizzazione dellemasse (II Mulino) , Leorigini culturali de] TerzoReich (Il Saggiatore), Difronte alla storia (Laterza)In alto, George Grosz:Pandemonio (1915-16)

trova sotto pressione . Non serve una guer-ra mondiale : basta una crisi economica se-ria e prolungata . Anche se il fascismo nonsi ripresenterà mai nelle stesse forme de-gli anni Trenta, i germi di crisi e dissoluzio-ne dei sistema permangono. li deficit origi-nario che affligge la democrazia parla-mentare , spiega Mosse, è l'inefficacia deisuoi meccanismi di partecipazione , limita-ti essenzialmente al momento del voto, co-me già avvertiva Rousseau . Questi si sono

ancor più ristretti con la crisi dei grandipartiti , tradizionali strumenti di integra-zione delle masse. Fin-che la maggior partedelle persone riesce avivere dignitosamen-

te, il sistema va avan-ti per inerzia; quandola scarsità incombe, letensioni riemergono.La democrazia parla-mentare vive di me-diazioni basate sullefacoltà critiche e razio-nali, ma la cittadinan-za, continua Mosse,smette con facilità diavvertirne i beneficiquando la qualità della vita peggiora, laclasse di governo colleziona fallimenti edepisodi di corruzione , la burocrazia è op-primente , manca una prospettiva per il fu-turo. In questi frangenti , il "leader forte"che risolve , in cui identificarsi, appare ras-sicurante , anziché una minaccia : non a ca-so, secondo recenti sondaggi , in Italia loauspicano 8 cittadini su 10.

Mosse evidenzia un paradosso ancoraattualissimo : per essere statisti di succes-

so nei sistemi parlamentari contempora-nei bisogna diventare in certa misura "lea-der carismatici", capaci di muovere le pas-sioni più che appellarsi alla ragione - an-che se è quest 'ultima a essere essenzialein una democrazia sana. L'irrazionale ha

una presa molto maggiore su una popola-zione alienata , quando il mondo apparepericoloso e incomprensibile . Per questooggi il mito della nazione , cioè la più poten-te idea-guida del XIX e XX secolo, capacedi creare coesione , mobilitare passioni e

superare le divisioni di classe, profonda-mente radicata nella cultura occidentale,s'è ridestata con vigore . Ripiegare nella co-munità nazionale offre l'allucinazione con-solatoria del ritorno a un passato mitizza-to, a misura d'uomo, contro un mondo do-minato dal potere misterioso del denaro.La frustrazione , infatti, è incanalata con-tro "le banche" e " l'Europa", incarnazionidelle grandi forze spersonalizzanti del ca-pitalismo finanziario , arcinemico indivi-duato già più di un secolo fa (e sopravvis-suto allo spettro gemello del marxismo).Il bisogno di rassicurazione è tutt'uno conquello di avere la sensazione di partecipa-re, di contare qualcosa, anziché esserecondannati all'impotenza e all'irrilevan-za. È una delle chiavi del boom del Movi-mento 5 stelle, unico soggetto parzialmen-te alternativo alle destre : al rassicurantecarisma del capo e a originali riedizionidei grandi raduni ritualizzati unisce la re-torica dell"'uno vale uno" e un ventaglio distrumenti , dai meet up alle consultazionionline, che soddisfano il bisogno di parte-cipazione , sebbene in modo più apparen-te che sostanziale. Anche perché moltepersone non hanno gli strumenti intellet-tuali per comprendere la differenza, e que-sto ci porta all'ultima considerazione. An-che se non mancano della capacità di leg-gere una realtà sempre più complicata, lepersone hanno comunque bisogno di «co-gliere la vita nel suo complesso e a capireda sé», scrive Mosse ( ne L'uomo e le mas-se). Per questo, le teorie dei complotto e i"falsi" costruiti per compiacere credenzediffuse hanno tanta presa.

Ossessionato dall'interrogativo di Ma-chiavelli, «come può l'uomo virtuoso so-pravvivere in un mondo malvagio?», Mos-se incitava a non rassegnarsi a un presun-to declino della democrazia. Accanto a mi-sure politiche adeguate , le forze progressi-ste devono elaborare strumenti per soddi-sfare il bisogno di partecipazione. Unbuon suggerimento viene da Barack Oba-ma: nel discorso d'addio ha rievocato il"community organizing " con cui si fece leossa a Chicago , una tecnica di empower-ment della cittadinanza assai efficace, po-co nota in Italia ( per saperne di più com-munityorganizing .it ). L'importante è nonrestare inerti. Mosse e tante altre guidepossono aiutarci a ragionare sul passato,che è uno strumento vivo a nostra disposi-zione , non un presagio di condanna.

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