27
17 Novembre 2012 ANNO III n. 103/17 Novembre 2012 Redazione:Via Vespucci - Parcheggio 3 - 85100- Potenza Tel. e Fax. 0971 - 092255 DISTRIBUZIONE GRATUITA L’ex sindaco contro il prete “politico” a pag. 3 Il tribunale, il tabacchino ... e le “balle” a pag. 5 <<San carlo, così si finisce su “Striscia”>> a pag. 8 Cari Contro-Lettori, avrete tante volte letto editoriali e fondi di direttori di giornale, in cui questi rimpiangevano i mitici anni Sessanta o Settanta in cui loro, da giovani, erano tutti “politica e contestazione”. Avrete anche letto i duri paragoni con la realtà di oggi, in cui gli stessi opinionisti inorridivano di fronte al “bestiario” dei nostri ragazzi, tutti febbrilmente impegnati come sono fra palestre, discoteche (quando va bene), tablet, facebook, twitter, youtube, cellulari, I-pad, I-Pod, Maria De Filippi, Twilight, Amici, X-Factor, la moto del mio ragazzo, il piercing della mia ragazza, minicar, giornaletti insulsi, capelli alla Dragon Ball, linguaggio idiota, sega a scuola, i soldi di papi, e via discorrendo. Noi che odiamo (e fortunatamente non siamo) i vecchi tromboni, pur annichilendoci davanti al vuoto pneumatico e alla pochezza cosmica che affligge gran parte (non tutti) degli esponenti delle nuove generazioni, non facciamo gli splendidi e confessiamo che, ai nostri tempi (anni Novanta) ogni scusa era buona per fare sciopero a scuola. Niente politica. Niente contestazione. Solo fancazzismo. Finiva uno sotto la macchina a Genzano? Sciopero. Il Capo del Governo aveva la forfora? Sciopero. Il più delle volte. Ma la realtà di oggi, a distanza di una ventina d’anni, è addirittura peggiore. Il più delle volte. Per questo abbiamo alzato la testa dal piatto quando al tg abbiamo sentito dei giovani che hanno dato una mano di bianco e di giallo alle pareti del consiglio regionale a colpi di uova marce. Sia chiaro, lungi da noi plaudire alla violenza o alla sommossa, ma non possiamo fare a meno di notare che la veemente protesta studentesca di qualche giorno fa (nella foto), dal generico è scesa nello specifico: i nostri giovani sembrano aver spento i lettori mp3 con le canzoni di Lady Gaga e Laura Pausini e hanno veicolato il disgusto alimentato dalle notizie sugli abusi della casta, anche e soprattutto lucana, in un rigurgito di anti-mala-politica regionale. Un risveglio delle coscienze (spontaneo, e non veicolato da movimenti e associazioni opportuniste) che dovrebbe preoccupare i nostri politici dormienti e mangerecci. I giovani stanno riaprendo occhi e orecchie e ci auguriamo che –pur mantenendosi sempre lontani da eccessi di sorta- sappiano cementificare questo rinato spirito critico e assorbirlo. Specie quando andranno a votare. I giovani stanno tornando. Walter De Stradis

Controsenso, 17 novembre 2012

Embed Size (px)

DESCRIPTION

settimanale

Citation preview

Page 1: Controsenso, 17 novembre 2012

17 Novembre 2012Basilicata

ANNO III n. 103/17 Novembre 2012 Redazione:Via Vespucci - Parcheggio 3 - 85100- Potenza Tel. e Fax. 0971 - 092255

DISTRIBUZIONE GRATUITA

L’ex sindaco

contro il prete

“politico”

a pag. 3

Il tribunale, il

tabacchino ... e le

“balle”

a pag. 5

<<San carlo, così

si fi nisce su

“Striscia”>>

a pag. 8

Cari Contro-Lettori,

avrete tante volte letto editoriali e fondi di direttori di giornale, in cui questi rimpiangevano i mitici anni Sessanta o Settanta in cui loro, da giovani, erano tutti “politica e contestazione”. Avrete anche letto i duri paragoni con la realtà di oggi, in cui gli stessi opinionisti inorridivano di fronte al “bestiario” dei nostri ragazzi, tutti febbrilmente impegnati come sono fra palestre, discoteche (quando va bene), tablet, facebook, twitter, youtube, cellulari, I-pad, I-Pod, Maria De Filippi, Twilight, Amici, X-Factor, la moto del mio ragazzo, il piercing della mia ragazza, minicar, giornaletti insulsi, capelli alla Dragon Ball, linguaggio idiota, sega a scuola, i soldi di papi, e via discorrendo.Noi che odiamo (e fortunatamente non siamo) i vecchi tromboni, pur annichilendoci davanti al vuoto pneumatico e alla pochezza cosmica che affl igge gran parte (non tutti) degli esponenti delle nuove generazioni, non facciamo gli splendidi e confessiamo che, ai nostri tempi (anni Novanta) ogni scusa era buona per fare sciopero a scuola. Niente politica. Niente contestazione. Solo fancazzismo.Finiva uno sotto la macchina a Genzano? Sciopero.Il Capo del Governo aveva la forfora? Sciopero.Il più delle volte.Ma la realtà di oggi, a distanza di una ventina d’anni, è addirittura peggiore.Il più delle volte.Per questo abbiamo alzato la

testa dal piatto quando al tg abbiamo sentito dei giovani che hanno dato una mano di bianco e di giallo alle pareti del consiglio regionale a colpi di uova marce.Sia chiaro, lungi da noi plaudire alla violenza o alla

sommossa, ma non possiamo fare a meno di notare che la veemente protesta studentesca di qualche giorno fa (nella foto), dal generico è scesa nello specifi co: i nostri giovani sembrano aver spento i lettori mp3 con le canzoni di Lady

Gaga e Laura Pausini e hanno veicolato il disgusto alimentato dalle notizie sugli abusi della casta, anche e soprattutto lucana, in un rigurgito di anti-mala-politica regionale. Un risveglio delle coscienze (spontaneo, e non veicolato

da movimenti e associazioni opportuniste) che dovrebbe preoccupare i nostri politici dormienti e mangerecci. I giovani stanno riaprendo occhi e orecchie e ci auguriamo che –pur mantenendosi sempre lontani da eccessi di

sorta- sappiano cementifi care questo rinato spirito critico e assorbirlo. Specie quando andranno a votare.I giovani stanno tornando.

Walter De Stradis

Page 2: Controsenso, 17 novembre 2012

4 ontrosenso

17 Novembre 2012BasilicataREPORT

SOLDI, DISOCCUPAZIONE E SPRECHI

Basilicatanet “sorvola” sulla faccenda D’Agostino:

potrebbe dover rispondere della storia

delle 800 euro per un giorno di lavoroALLORA amici di

TORE …. Questa settimana la carne da

arrosto avanza …. Pensate che Bankitalia ci conferma che la disoccupazione avanza e inva-de la indifesa Lucania senza incontrare alcuna resistenza. I politici sono presi da proble-mi provinciali (quasi paesani) e manifestano senza rischiare cariche di polizia e sembra quasi che se non cancellano la Provincia di Matera in Ba-silicata sparisce il problema disoccupazione. Devo credere

cosi perché alla manifestazio-ne per Matera c’erano tutti ma proprio tutti De Filippo quasi a braccetto con Folino e cera il VITI, il Santochirico e c’era l’Antezza e c’erano fi nanco quelli del PIDIELLE e Latronico, con il Venezia e poco più indietro il Rosa, ma certamente c’erano quelli che fanno intergruppo e mi fermo per ché non voglio farvi arrab-biare amici io so,i nfatti, che voi potendo farlo senza rischi … ne direste di cose intorno al fatto ed agli attori. Tornando a

noi, però tutti li a manifestare tranquilli e abbiamo scoperto, per caso anche il perché, han-no affi dato a un certo D’Ago-stino (esperto pure questo) per la modica cifra di 500 euro al giorno lo studio del problema disoccupazione in Lucania. C’è polemica sui giornali per questa spesa e il D’Agostino pure abbozza una difesa (del tipo nega sempre: se tua mo-glie ti scopre con l’amante se ti vuol bene ti crederà alla fi ne la moglie….) ma la polemica,s econdo me amici, è sbagliata perché se dopo tanti decenni o dopo tanti secoli (che dire si voglia) paghiamo ancora 500 euro al giorno a un esperto per farci studiare le cause della disoccupazione, allora siamo stracotti. Avrei capito quella spesa se l’incarico fosse sta-to di studiare le iniziative di legge utili a creare prodotti richiesti dal mercato e a farli fare da lucani in Lucania ma se questo, pure, fosse l’inca-rico datogli che ci azzecca il D’Agostino? Tutto questo per introdurre il tema nostro che è la qualità e l’oggettività della informazione istituzionale che fa Basilicatanet e Mezzogior-no Basilicata. Nessuno dei due mezzi, infatti, ha accenna-to a questa diatriba e sarà pure vero che si tratta di un incari-co di miserevoli 25 mila euro, ma sono 25 mila litri di latte comprato al supermercato o

no? Si potrebbe alimentare a latte una persona bisognevole x 25 mila giorni più o meno e cioè all’incirca x 68 anni. Una cosa simile, però, non sollecita il Direttore Rivelli e nessun altro della redazio-ne e la cosa ci incuriosisce al punto che ci facciamo altre domande del tipo: forse quelli di BASILICATANET NON POSSONO RICAMARE SU QUESTE COSE PER EVITA-RE CHE ALTRI RICAMINO SU LORO. Potrebbe accadere che qualcuno chieda il nome del tipo di Basilicatanet che ad agosto è costato 800 euro per un giorno, a tutti noi. Op-pure potrebbe capitare che un altro meno obiettivo di chi scrive si domandi e domandi come sono spesi i 900 mila e più euro (stipendi a parte) che sono la dotazione dell’Uffi cio stampa della Giunta se non ab-biamo capito male? Insomma ci stiamo formando l’idea che Basilicatanet non pubblichi cose e/o persone che possano dire verità scomode, ma solo per evitare di dover rispondere delle proprie spese. Ma questa è una opinione malevole che aspetta, inutilmente, di venire documentalmente smentita.

ALLA PROSSIMA AMICI e LA BONTA’ VI PERVADA.

Un “graffi o”

a Patroni Griffi di Mario Petrone

Io diffi do di quelli che han-no troppo. Anche di quelli che hanno solo due cogno-

mi come Patroni Griffi che viene a Potenza come Ministro e dopo aver dichiarato che, lui, loro pensavano che si potesse fare una sola provincia in Ba-silicata -ma a Matera- per cui avremmo avuto Potenza Ca-poluogo di Regione e Matera Capoluogo di Provincia…. e che la colpa, se non si è fatta la genialata, è di Santarsiero Vito ingegnere non genia-le- Sindaco (secondo Patroni Griffi ) della città di Potenza. Santarsiero gli manda a dire e perché non l’avete scritto nella legge? E si potrebbe fi ni-re qua la discussione ma non sarebbe giusto verso i Lucani e, dunque, diciamo qualche cosa concreta sulla faccenda. Il Ministro ha dichiarato che l’intento del Governo non è quello di ridurre il personale riducendo il numero di Provin-cie e neanche quello di ridur-re i servizi, perché qualcuno quei servizi dovrà continuare a svolgerli e allora verrebbe da dire ha ragione LACO-RAZZA che parla di risparmi da ridere fatti con il taglio del consiglio Provinciale di Mate-ra. Ma sempre il Patroni Griffi nella sua veste di Ministro sta già facendo mettere mano alla struttura amministrativa corre-lata a quella Provinciale, per cui si immagina che ci si stia organizzando per far sparire sedi provinciali tipo prefettu-ra, questura, INPS, INAIL e chi più ne ha ne metta... e non potrebbe essere diversamente altrimenti avrebbero ottenuto la diminuzione degli Enti e la permanenza o addirittura l’au-mento della spesa, anche se solo per il fatto dell’aumento naturale dei costi. Ma intanto il Ministro viene a Potenza e allora Folino gli scrive per sol-lecitare una revisione della de-cisione e De Filippo organizza un rassemblement preliminare per assumere una posizione comune che possa aiutare il Ministro a rivedere la que-stione. Naturalmente si chie-de e sollecita l’adesione dei parlamentari delle tre Regioni interessate a non rimanere con provincia unica e si spera che in Parlamento si riesca a cam-biare ma si tace, e non potrebbe che essere così, sul fatto che ci

si aspettava da un governo di esperti un provvedimento che calcolasse e dimostrasse l’uti-lità e il risparmio conseguente alla riduzione del numero di provincie. Si tace sul fatto che in questa come in troppe altre situazioni il Governo degli Esperti adotta provvedimenti con un fi ne e realizza invece il fi ne opposto. Facciamo un esempio concreto, per capir-ci: il Governo poteva scrivere una legge per fi ssare un tetto a tutte le retribuzioni derivanti da cariche e incarichi pubblici

e dire per esempio che il Pre-sidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio han-no diritto a percepire la stessa retribuzione del Presidente degli Stati Uniti di America e a scendere a cascata ogni altro incarico o carica veniva para-metrato a queste retribuzioni, e per esempio i Giudici della Corte Costituzionale prendo-no la retribuzione dei Presi-denti detti meno il 2% e così a scendere fi no alle retribuzio-ni dei Presidenti di Regione, di Provincie e anche Sindaci e determinare risparmi per miliardi all’anno. E invece il Governo in quest’anno ha solo messo tasse, aumentato accise, bloccato gli stipen-di dei lavoratori e impiegati, eliminato le pensioni che non siano per morte e ha prodot-to un incremento sensibile di parecchi miliardi del debito pubblico che dichiara di voler abbattere. Insomma, a essere buoni questi esperti sono solo “ONESTI INCOMPETENTI” ed allora mi preoccupa il ras-semblement organizzato da De Filippo, ma seriamente sono più preoccupato da quello che il Ministro vorrà capire perché è capace che capisca fi schi per fi aschi ed allora buona notte alla Basilicata.

L’affresco di San Michele

Arcangelo: ci scrive il parrocoGentile Direttore,

le scrive il parroco di S. Michele Arcange-lo di Potenza, fra Antonio Basso. Ho letto qualche giorno fa sul vostro giornale il trafi letto, a fi rma di Giovanni D’Andrea, riguardante l’affresco presente nella no-

stra chiesa, minacciato dalle infi ltrazioni umide dovute alla pioggia. La ringrazio per l’attenzione a questo importante re-perto e per dovere di cronaca la informo che, durante l’estate appena trascorsa, la parrocchia ha dovuto affrontare una pe-sante spesa proprio per rifare la coper-

tura del tetto su cui è ubicato l’affresco, per prevenirne un ulteriore deperimento. Mi sono anche premurato di interveni-re subito sull’affresco e tra pochi giorni inizieranno i lavori di recupero da parte del restauratore. Naturalmente in tutto questo ho già avvisato la Sovrintenden-za. L’Ordine dei Frati minori ha sempre avuto grande cura degli edifi ci e delle opere d’arte che le venivano affi dati e an-che in questo caso ho dato la priorità a questi lavori nonostante le diffi coltà eco-nomiche. Proprio per questo da un lato voglio rassicurare l’opinione pubblica che un intervento d’emergenza per pre-servare l’affresco è stato fatto e dall’al-tro la prego di continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica e soprattutto i nostri amministratori rispetto a questi temi, per-ché riservino una parte delle loro risorse al sostegno di chi del patrimonio artistico si prende cura anche in assenza degli enti preposti.

saluti fraterni

fra Antonio Basso

Page 3: Controsenso, 17 novembre 2012

5ontrosenso

17 Novembre 2012Basilicata

IL BANDO DEL COMUNE AL TRIBUNALEMarche da bollo, balle e sospetti

Come preannunciato dal nostro giornale, si è scatenato il putiferio intorno alla riapertura del tabacchino

al Palazzo di Giustiziadi Rosa Santarsiero

«C’è del marcio in Danimarca». D i r e b b e

Marcello ad Orazio, in una delle più celebri tragedie di Shakespeare: l’Amleto. E noi, non per fare le Cassandre della situazione: avevamo preannunciato “Una serie di sfortunati eventi” riguardo la concessione del tabacchino situato nel tribunale di Potenza. Neanche un mese fa, precisamente sul numero del 20 ottobre scorso, Controsenso titolava: «Tribunale: le marche da “bollo” e le “balle” del Comune». Segnalammo una strana anomalia nel bando pubblico concernente proprio l’assegnazione del chiosco nel tribunale di Potenza. Nel bando si leggeva testualmente: «(…) Resta inteso che il Comune ha facoltà insindacabile, sia per la gara nel suo complesso che per ciascuna delle singole fasi del procedimento, di non dar luogo alla gara stessa, di prorogarne le date, ovvero di sospendere o aggiornare senza che i concorrenti possano accampare pretese di sorta». Non ci dilunghiamo ulteriormente nello spiegare ciò che sembra di per sé lapalissiano. Specie per i maligni. Ebbene, lo scorso giovedì 8 novembre si è aperta uffi cialmente la gara per accaparrarsi il locale. Vincerà chi tra i tanti aspiranti farà l’offerta economica più alta. Tuttavia, l’iter consueto ha subìto qualche piccolo intoppo. Durante l’apertura dei plichi contenenti le buste dei partecipanti, è stata ravvisata la presenza di numerose domande incomplete. Alcuni degli offerenti hanno chiesto di poter integrare tutta la documentazione mancante. In presenza di una simile situazione, la commissione anziché continuare la gara e valutare in un secondo momento le domande accettate con riserva, ha optato per la sospensione. Sì, la gara è ripresa a distanza di una settimana (cioè giovedì scorso), nonostante le buste dei concorrenti fossero già state aperte. Ricordiamo che ciascuno dei contendenti ha consegnato una busta grande contenente

la domandina compilata su apposito modulo, ed una piccola (sigillata e contenuta all’interno della stessa busta grande) relativa all’offerta economica. A dispetto delle proteste dei concorrenti, la commissione ha sospeso ed aggiornato i tempi della gara. E i presupposti c’erano tutti, perché consentiti in virtù dello stralcio del bando che abbiamo riportato in precedenza. Abbiamo contattato alcuni dei partecipanti alla gara, chiedendo un parere su quanto è accaduto. Uno dei tanti concorrenti è l’avvocato Franco Del Monte, neanche a farlo apposta, un esperto di diritto amministrativo. «A mio giudizio la gara è stata sospesa a causa di un errore di procedura. All’apertura dei plichi, la commissione ha ravvisato la presenza di numerose domande incomplete e di altre annullabili, poiché errate nella compilazione. Ci sono state anche delle sonore proteste da parte di alcuni dei concorrenti. Nonostante tutto la gara è stata sospesa per una settimana. Ma oramai tutte le buste erano già aperte. Al momento le domande sono state esaminate, restano sigillati solo gli involucri piccoli relativi all’offerta economica. Teoricamente è legittimo

sospendere ed aggiornare una gara, ma così facendo vengono meno i principi di continuità e trasparenza della pubblica amministrazione. Ora che le buste sono state aperte, chi può garantire la tutela della trasparenza? Voi tempo fa sollevaste uno degli aspetti

controversi del bando. A mio giudizio ci sono anche altre parti che lasciano perplessi. Anzitutto la questione relativa al capitolato d’oneri che tutti i partecipanti avrebbero dovuto fi rmare attraverso sottoscrizione, e non per autocertifi cazione; poi il criterio scelto per l’aggiudicazione. Vincerebbe chi propone l’importo più alto degli altri, senza tener conto di altri fattori come la qualità o l’affi dabilità. Staremo a vedere». Oltre all’avvocato Del Monte, abbiamo contattato un altro dei partecipanti alla gara, che preferisce restare anonimo, e che ci ha rivelato degli aspetti signifi cativi. «Qui al tribunale comanda il Comune. Deve considerare un altro fattore: questo bando è stato anomalo sin dalle origini. Abbiamo versato 1,500 euro di cauzione, mi sembra una condizione poco democratica. Non mette nelle stesse condizioni tutti i partecipanti. Io ho presentato la mia domanda con estremi sacrifi ci, compresi quelli per racimolare la somma della cauzione. Sono un padre ed ho voluto dare una possibilità a mio fi glio, un giovane disoccupato. Il mio morale, ad oggi, è pessimo. Che avvenire e quale futuro diamo ai nostri fi gli, se le cose

funzionano sempre in questo modo? Le dico di più. Ho ricevuto delle strane ‘pressioni’ per il solo fatto di aver partecipato alla gara. Mi chiederà il perché? Glielo spiego subito. A questo tabacchino ambiscono “delle persone che contano”: un consigliere comunale (interessato già da tempo ad acquisire uno spazio commerciale nel tribunale) ed un noto imprenditore. Basta farsi due conti… Io non so chi si aggiudicherà questo locale. Alla luce degli ultimi eventi, e mi riferisco alle

contestazioni dei partecipanti durante la gara, credo che saranno obbligati a seguire le procedure canoniche». Mentre andiamo in stampa, apprendiamo che l’apertura delle buste è stata rinviata anche nella giornata di ieri.

REPORT

FITTASI APPARTAMENTO ARREDATO DI MQ 72 (Pal. Ungaro Via del Gallitello, 93) 85100 POTENZA tel. 0971/52042

a

ù

gdiamo ai

funzquedidelper partchiespietaba“delcontcomgià duno nel timprdue silocaleeventi

Scioscia popolo, questo nuovo ap-puntamento avrà

questo nome, proprio come una canzone del nostro famosissimo Do-menico Modugno. Que-sta canzone dice proprio questo, che quando la legna è secca e asciutta prende fuoco facilmente e fa un’enorme fi amma che arriva fi no in cielo e Scioscia Scioscia si alimenta sempre di più. Vedendo le manifesta-zioni di questi giorni con grande partecipazione di minorenni, mi rendo conto che anche la le-gna che ancora dovrebbe essere verde già si è seccata... Si è proprio cosi: ci hanno fatto seccare come la legna, non hanno proprio più niente da togliere, ma come fanno la notte a prendere sonno? L’articolo 5° oramai non funziona più, la gente non sopporta più niente. La tensione è sempre più alta, e fi nalmente anche in questa città si incomincia a reagire, le uova lanciate contro il consiglio regionale ne sono la pro-va. Se vuoi lavorare come precario, se hai un progetto innovativo «fotovoltaico» addirit-tura per i socialmente utili, ti devi rivolgere a qualcuno. Su questo mi devo soffermare e vi devo raccontare un episodio al quale ho assistito in un paese lucano. Una persona invita un amico a prendere un caffè in un bar insieme a un esponente del centrodestra; l›altro risponde “Verrei volentieri, ma se mi vedono con quella persona non gli fanno fare più i socialmente utili a mio fratello, che poverino ha due fi gli a qui come sai quelle sono le uniche aspirazioni”. Conclusione: la dignità di una persona sotto i piedi. Insom-ma, per avere tutte queste umiliazioni ti devi rivolgere per forza al Santone, che tutti san-no ormai chi è, e soltanto questo giornale ha avuto il coraggio di dirlo. Certo, il direttore responsabile di questa testata giornalistica non aspira come altri direttori ad una posta-zione pubblica, pagata con soldi pubblici, in cambio del silenzio. No, il nostro direttore fa il giornalista.

Per questo io dico scioscia scioscia popolo, è arrivato il momento di reagire.

Al prossimo appuntamento.

Frundone

Il testo della canzone di Modugno

Si tiene na fenesta, te la ‘nzerrano.../ Tiene na chianta ‘e rose e ll’hê ‘a annasconnere.../ e che bello, ce spogliano!/ Pure ‘o scia-to ce levano.../ pure ‘o sciato ce leva-

no.../ e che ato vò’?/ E pígliate, píglia-te, pígliate pure li fi glie.../ e tècchete, tècchete, tècchete pure ‘a mugliera.../ e zùcate, zùcate, zùcate pure lu sango.../ e zùcate, zùcate, zùcate pure lu san-go.../ zùcalo, zùcalo, zùcalo si vuó’ zucá!/

Ma, /attiento a te.../ ‘A legna/s’è secca-ta.../ e ca perciò te dico: “Attiento a te!”

‘A legna,/’a legna,/’a legna s’è seccata.../E quanno è secca e asciutta/ piglia fuoco...

S’aíza la vampa.../e avvam-pa!/Saglie.../e ‘ncielo arriva.../E’ fi amma viva!/Chi ‘a pò stutá?!

Scióscia popolo!/shhhhh....shhhhh.........../’ncopp’a stu ffuo-co ardente.../shhhhh....shhhhh.........../arapíte ‘a fenesta.../la-lai-lai-lá....

‘Mpizzalo, ‘mpizzalo, ‘mpizza-lo comm’a saciccia.../stùtalo, stùta-lo, stùtalo comm’a cannela...zùcalo, zùcalo, zùcalo comm’a lu sango.../lálala - lálala - lálala - lálala - láila.../lála-la- lálala - lálala - lálala- lá.../’Mpizzalo, ‘mpizzalo, ‘mpizzalo comm’a saciccia/stùtalo, stùtalo, stùtalo, comm’a canne-la.../scánnalo, scánnalo, scánnalo comm’a capretta.../scánnalo, scánnalo, scánnalo comm’a capretta.../scánnalo, scánnalo, scánnalo si vuó’ suná.../

Saglie.../e ‘ncielo arriva.../E’ fi am-ma viva:chi ‘a pò stutá?.....

Scioscia tu/e scioscio io.../e sciusciammo tutte ‘nzieme.../quanno ‘o popolo s’aunisceca se passa ‘o primmo sciuscio../scioscia, scioscia,/scioscia, sció’...scioscia, scioscia,scioscia, sció’...

Page 4: Controsenso, 17 novembre 2012

6 ontrosenso

17 Novembre 2012BasilicataREPORT

L’anniversario della morte di De Blasiis

Massoneria potentina, l’uomo che provò a stanarla

Il 14 novembre è ricorso l’ottavo anniversario del suicidio un po’ troppo “puntuale” di un uomo tremendamente scomodo

di Virginia Cortese

Controsenso se n’è occupato spesso negli anni. La sua è una

di quelle storie che lascia l’amaro in bocca. Che fa arrovellare il cervello perché si pensa che materialmente è mancato il tempo. Forse, si poteva fare di più, parlare di meno, agire diversamente. Giustizia (in)giusta. Verità da cercare, sempre e comunque. Si è parlato di accanimento giudiziario nei suoi confronti, di errori grossolani, di indifferenza. Con un epilogo tragico e doloroso: la morte. Giovanni De Blasiis è stato responsabile dell’Uffi cio Legislativo del Consiglio Regionale della Basilicata, consigliere della DC al Comune di Potenza dal 1985 al 1995 presidente dell’Associazione Basilicata Spettacolo. Il 3 marzo 1993 la sua vita è cambiata radicalmente: gli viene notifi cato (insieme agli altri componenti del Cda) un avviso di garanzia per “abuso di uffi cio e conseguente turbativa d’asta in ordine all’affi damento, alla Soltur srl, del Grande

Albergo di Potenza”. Il 2 agosto del 1990 De Blasiis era stato nominato, quale rappresentante del Comune di Potenza, nel consiglio di Amministrazione della società Grande Albergo Spa, e per consentire la riapertura del noto albergo potentino danneggiato dal terremoto del 1980, delibera di predisporre un bando a trattativa privata perché fosse dato in gestione, al quale partecipano sia singoli che società. Ad aggiudicarsi l’appalto è la Soltur Srl. Un imprenditore di Muro Lucano denuncia una presunta irregolarità e consegna il proprio fascicolo in Procura. Il 26 maggio De Blasiis scrive al pm titolare dell’indagine a suo carico, e descrive con apposita documentazione la propria versione. Chiede inoltre di essere ascoltato sia dal magistrato del Pubblico Ministero che dal giudice per le indagini preliminari. Ma prima di tutto, si dimette dall’incarico pubblico rivestito per non intralciare il lavoro della magistratura. Il 7 giugno 1993 viene arrestato e

resta in carcere per 11 giorni. Cinque anni dopo, il 3 giugno 1998, tutti gli imputati sono prosciolti con formula piena. Si legge nella sentenza: “Non ci fu abuso d’uffi cio, non ci furono tentativi di favorire imprese amiche, non ci furono appalti truccati. La gara per gestire il Grande Albergo fu regolare”. Il 27 luglio 1994 Giovanni De Blasiis, si rivolge alla Corte europea dei diritti dell’Uomo di Strasburgo e chiede la condanna dello Stato italiano per l’uso improprio da parte dei suoi magistrati della carcerazione preventiva in violazione dell’articolo 27 della Costituzione. L’Italia è condannata per violazione della Convenzione sui diritti dell’Uomo in relazione all’eccessiva lunghezza del procedimento giudiziario a cui è stato sottoposto il cittadino Giovanni De Blasiis. Il risarcimento successivo sarà di 15 milioni di lire per danni morali e 5 milioni di lire per le spese legali. Il 14 novembre 2004, l’uomo, il politico, il padre esemplare si toglie la vita

nella sua casa di campagna ad Armento. Da allora, molto è stato scritto, numerose pubblicazioni di quel raffi nato intellettuale che la città di Potenza perde troppo presto e ingiustamente.Un passaggio è fondamentale: negli anni che intercorrono dal suo ingiusto arresto al suo suicidio, Giovanni aveva denunciato con ogni sua forza gli intrecci fra poteri forti, massoneria, magistratura e politica. De Blasiis in breve tempo divenne un personaggio molto scomodo, e per questo anche isolato, bersagliato da minacce e da querele per le sue denunce, anche televisive. L’ex consigliere comunale, tanto per dirne una, aveva anche previsto il pericolo dell’inceneritore Fenice.Per queste ragioni, ai familiari e non solo il suo suicidio è apparso, come dire, un po’ troppo “puntuale”.Abbiamo contattato la moglie del compianto De Blasiis, la signora De Canio alla quale abbiamo chiesto di lasciare un messaggio, un ricordo, un monito ai

giovani della nostra terra. Ci ha riferito: “Preferirei non dire nulla di personale; per noi Giovanni è un eroe, è chiaro. E penso che la città ha diritto di ricordare un uomo come Giovanni. Per i ragazzi è un esempio per l’impegno personale

che ha profuso in regione, è una fonte di ispirazione. La speranza, è quanto posso e voglio trasmettere ai più piccoli. Stiamo assistendo allo sgretolamento a livello politico, i vecchi metodi sono messi ampiamente in discussione, e auspico accada anche in questa città. I giovani devono sapere che si può cambiare. Mi piace pensare che quanti non hanno avuto la fortuna di conoscere Giovanni, lo ricordino per la sua fi gura emblematica, per ciò che ha scritto. In modo obiettivo e oggettivo, insomma.” “Mi sono sempre opposta ed esposta in questi anni – ha concluso – in quella che non era una diatriba tra due parti contendenti ma la comunicazione del desiderio di pulizia, c’era e c’è bisogno di metodi nuovi, nella politica e nella società. Le mie vogliono essere parole di speranza e non di vendetta.”

La moglie: «Per noi Giovanni è un eroe. E la città ha il diritto di ricordarlo»

SAN CARLO: IL CASO STRANGIO

I sindacati: «Una vicenda che non

doveva mai iniziare»

L’INTERVENTO - La Sezione del Lavoro del Tribunale di

Potenza ha confermato la sentenza di prima istanza emanata dallo stesso tribunale nel settembre ultimo scorso, impugnata dalla Direzione dell’Azienda Ospedaliera S. Carlo, annullando la sanzione disciplinare a carico del Neonatologo dr. G.S. Si pone fi ne ad un’incresciosa vicenda che non doveva mai iniziare e che invece ha causato ferite che interessano un po’ tutti. Il compiacimento per l’esito positivo della vicenda è affi ancato dalla triste rifl essione che, sempre più spesso, il sistema tende ad esaltare i poteri monocratici delle varie Direzioni e questo, a volte, p u ò

comportare la perdita della consapevolezza di avere a che fare con dei Professionisti che sono “in trincea” tutti i giorni, in continuo contatto con le sofferenze altrui, lavorando spesso in condizioni di “alta tensione”. Sono proprio loro che, di fatto, tra innumerevoli diffi coltà, portano avanti la Sanità reale, perché ogni giorno occorre dare risposte sia ai reali bisogni di salute dei cittadini sia alle richieste pressanti da parte della comunità, incline ad amplifi care mediaticamente ogni sorta di insoddisfazione. Le disfunzioni, che ci possono anche stare, nella stragrande maggioranza dei casi sono determinate dalla carenza e di adeguate risorse, mentre sono sistematicamente addebitate proprio a coloro che stanno in

trincea, in prima linea.

Ed ora cosa succede?

Continuare a subire passivamente tutte le lagnanze possibili, ed in aggiunta anche le reprimende dirigenziali, oppure rivendicare un ruolo attivo al buon funzionamento dell’azienda “San Carlo”? L’orientamento dei sindacati è verso un percorso comune fi nalizzato alla realizzazione di un clima aziendale quanto più sereno possibile per far fronte insieme al ciclone

che sta investendo il pianeta Sanità. Naturalmente, in caso di diverso avviso, saremo pronti a fare la nostra parte. Nel rapporto

con l’Azienda, restiamo però convinti che bisogna puntare sulla prevenzione e possibilmente sul superamento pacifi co degli elementi confl ittuali; non sono quasi mai necessari provvedimenti sanzionatori che, per la loro stessa natura, possono comportare motivazioni artifi ciose e controproducenti interpretazioni delle norme contrattuali, con possibili serie ricadute sul clima aziendale e sull’importante lavoro da svolgere ogni giorno ed a tutti i livelli.

Le OO.SS. della Dirigenza medica

A.O.R. San Carlo - Potenza

e questo, a volte, p u ò

Page 5: Controsenso, 17 novembre 2012

7ontrosenso

17 Novembre 2012Basilicata NEW CITY

DELLE VIRTU’ DELLA POLITICA

La vicenda dei “portaborse” alla Regione: Il marsupio, il canguro e il cangurino

di Lucio Tufano

E come non farsi coinvolgere e non rispondere agli stimoli lanciati di tanto in tanto da più che loquaci editoriali?

Specie quando sembra raccogliere il nesso oscuro tra “mediocritas totalitaria”

e “fascismo comportamentale”, tra le banalità del paternalismo e dell’ipocrisia, la gestione impenitente ed imperterrita del potere ed il sarcasmo che se ne deduce. È un dovere da compiere, quello di approfondire ogni sregolatezza ed ogni vicenda che riguardano l’interesse personale ormai divenuto linfa portante di un potere perpetuo, solido o in frammenti. Ebbene, se usiamo la parola “fascismo”, lo facciamo non per indicare il fascismo storico o i fascismi militari e politici delle dittature che hanno affl itto il mondo, e, senza che – “intelligenti pauca” – con essa si voglia equivocare o depistare il discorso dalle “dolenti note” della condizione italiana e meridionale della politica. Piuttosto vogliamo, secondo i più moderni e recenti signifi cati che la parola “fascismo” contiene, raffi gurare con essa il vuoto di democrazia, l’abuso del potere, il vezio della volontà democratica, la “mobile inamovibilità” che non ha nulla da invidiare al più subdolo trasformismo, la conservazione patologica di potere mediante il dolo e l’autoritarismo; insomma con tale espressone si vogliono riassumere i peccati mortali ed i vizi capitali della politica di oggi. Si sa come la storia della politica, ma più di questa, le storie del potere si siano avvalse di rapporti ombelicali tra notabilato e gregariato, di intese privilegiate nelle quali si instaura, a danno degli altri, iscritti ad un partito o componenti di un organismo, una condizione di permanente protezione da parte di un leader, di un dirigente o di un onorevole, nei confronti di un solo gregario. La letteratura dell’antipolitica né è colma, si tratta di delfi ni, di pupilli, di comparielli o fi gliocci, di nipoti e pronipoti… Anche se dall’età classica al Medioevo ed al Rinascimento si sono susseguiti i mentori, i pedagoghi, i consiglieri, a voltre fraudolenti, certi rapporti si sono sempre consolidati ed incancreniti con il passare delle epoche e con il disfacimento delle democrazie socialiste e liberali. Ora ci preme

prendere in osservazione il nostro meridione e la nostra Basilicata, questa sorta di “delfi nato di Lilliput, per capire quali analogie abbiano “la sindrome di Bruto”, il cavallo di Caligola Incitatus, portato al Senato, i laboratori di Frankensterin, nei quali personaggi allucinanti, servono a fare da megafono ossequioso ed ubbidiente al padrone. Padroni che hanno inventato la loro creatura, cieca esecutrice della loro volontà e che serviva a rappresentarli come “ubiquità”, ed anche perché idee e proclami trovassero più ampia diffusione. Vicende che hanno caratterizzato rapporti di viscerale fedeltà e fi ducia, a dispetto delle aspettative dei più, a danno dell’abnegazione della causa, deludendo la militanza più attenta del partito o del movimento. Vada per il “portaborse” che, con assidua o remissiva sudditanza, si assoggetta al servizio cui è preposto, vada per ogni forma di “escalation” cui si predispone o è sollecitato il fi dato collaboratore del leader che ne dilati la personalità, ne assicuri la presenza, ne garantisca l’impegno e la fedeltà al programma elettorale. Quando non sono “fantasma” dei consiglieri regionali – come scrive Leo Amato ne “il Quotidiano del 13/11/2012”. Ma i fenomeni che da secoli hanno segnato il processo di democrazia degenerata o di “fascismo strisciante o comportamentale”, il nepotismo dei Borgia e dei Farnese, dei “generismi” come

quello di Ciano e Mussolini…delle saghe dinastiche e delle famiglie despote di un territorio o di un partito…di tutti coloro che nella storia si sono avvalsi di individui più docili, più utili e più adulatori, più vicini per coabitazione, assuefazione e disponibilità o subordinazione piena, simpatia, sentimenti e affettazione del soggetto più piccolo nei riguardi del soggetto dominante, dal quale ottenere vantaggi, favori, carriera, collocazione più agevolate.

Costoro primeggiano per corrispondenza di “amorosi sensi”, di affi nità, di cieca fi ducia, di mobilitazione e dedizione gregaria. Il fenomeno riguarda perfi no la predilezione del comandante di una nave corsara ove non vi sono regole, gerarchie, gradi, ruoli specifi ci, bensì solo rapporti e connivenze istituzionali ed occasionali, per l’umile mozzo. Rapporti spesso incomprensibili, insopportabili per chi invece, ed è la maggioranza degli astanti, viene trascurato e deluso, addirittura danneggiato nelle aspettative e negli esiti, nel lavoro e nel tempo profusi per raggiungere un determinato obiettivo di lotta civile. Ma il marsupio è una

custodia, la più sicura e calda, che il padrino, a dispetto della democrazia interna, violando ogni regola di educazione e di civile convivenza, predilige per proteggere i suoi più fi dati amici, differenziandosi da tutte le altre forme di adozione, di pupillismo o di delfi nato. È una tasca dove si custodiscono i protetti verso tappe che il canguro ha già raggiunto nella sua escalation. Il marsupio appare una forma diversa dalle tradizionali forme di protezione, giacchè esso non si limita a custodire un solo gregarietto ma ne può assecondare in grembo più di uno. Perciò tra gli esemplari di animali politici che vanno per la maggiore, vi si riscontra il mammifero

marsupiale appartenente al genere canguro della famiglia dei macropodidi, o saltatori. L’analogia del canguro riguarda un tipo di clonazione che di solito si verifi ca nella politica, nelle vicende di potere ed istituzionali, in quei partiti senza etica e senza alcuna democrazia interna. È caratteristica, di quest’animale politico il procedere per salti da un posto all’altro, e sempre con il marsupio occupato dai cangurini, che si trovano custoditi nel marsupio e, pertanto, godono di tutti i posti che il canguro grande va occupando con i suoi salti. Dal marsupio sono usciti tutti, quasi tutti quelli che naturalmente hanno ottenuto successo, giacchè hanno incontrato il loro canguro che, in considerazione della loro fedeltà, ha aperto loro la tasca del marsupio e lì ha portati, di grado in grado, per ogni balzo di potere. Quello del marsupio è un fenomeno tipicamente italiano, anzi meridionale, caratterizzato da una dote precipua che la mentalità corrente della gente scambia per virtù o savoir faire. Invece si sa bene, da parte degli addetti ai lavori, che si tratta di scaltrezza e “leccaculismo”, una ideologia molto in voga dalle nostre parti. Perciò vi sono quelli che, rispetto alla gran parte della militanza di un partito o di un movimento, riescono ad essere i più gratifi cati, per incarichi esterni, di fi ducia ed istituzionali, sulla base dei rapporti di confi denziale e lunga amicizia con il grande canguro. Come corre il canguro, così corre il cangurino. Basta guardasi un po’ intorno e si ravvisa un po’ dappertutto il fenomeno. I canguri procedono indisturbati ed imperterriti a tessere la loro tela, i cangurini a fruire delle nuove postazioni, a far capolino dal marsupio che li ha tutelati per tutto il tempo, occorrente al canguro, nell’occupazione di nuova aria e nuove posizioni. È superfl ua qualsiasi critica al fenomeno, in un tale caos di democrazia alla deriva. Un fatto è quasi certo che chi è contro l’arrampicatore istituzionale opportunista e borioso, chi si oppone al misero Machiavelli locale del fi ne democristiano che giustifi ca perfi no il mezzo comunista e viceversa, non può stare né dalla parte dei progressisti né dalla parte della reazione, bensì dovrà aspettare che succeda l’irreparabile.

Quello del marsupio è un fenomeno tipicamente italiano, anzi meridionale, caratterizzato da una dote precipua che la mentalità corrente della gente scambia per virtù o savoir faire. Invece si sa bene, da parte degli addetti ai lavori, che si tratta di scaltrezza e “leccaculismo”, una ideologia molto in voga dalle nostre parti.

Il marsupio è una custodia, la più sicura e calda, che il padrino, a dispetto della democrazia interna, violando ogni regola di educazione e di civile convivenza, predilige per proteggere i suoi più fi dati amici

Page 6: Controsenso, 17 novembre 2012

8 ontrosenso

17 Novembre 2012BasilicataNEW CITY

UNA TESTIMONIANZA IMPORTANTE

«San Carlo, così si fi nisce su “Striscia la Notizia”»La lettera-sfogo di una cardiologa potentina che lavora al Nord

Le raccomandazioni dei politici e i disservizi all’ospedale del capoluogo

Tante volte abbiamo par-lato dei disservizi della sanità lucana, sperando

di alimentare un confronto co-struttivo. Il silenzio, all’altro capo del telefono, e i diktat aziendali volti a “non parlate con codesti giornalisti”, sono assordanti. Siamo messi all’in-dice, ma ne riparleremo. Que-

sta settimana ci scrive una car-diologa di Potenza che lavora fuori città, e che –pur fi rman-dosi con nome e cognome- ha chiesto l’anonimato. Ha paura per la salute dei suoi genitori. Il racconto che fa di alcune problematiche riguardanti l’o-spedale potentino, segnalatele

dai suoi pazienti, e dai suoi stessi genitori, si commentano da sole. Le leggerete. Noi ci li-mitiamo, come già in passato, a rendere pubblico il malesse-re di un cittadino, questa vol-ta particolarmente qualifi cato, e più che titolato per apporre qualche obiezione all’operato di alcuni reparti del San Carlo. Nessuna verità assoluta, per carità, ma ancora una volta lo spunto per una discussione che potrebbe rivelarsi costruttiva, sempre se dall’altro lato si de-gneranno di risponderci, una volta tanto. «Gent.ma Redazio-ne di Controsenso e Direttore De Stradis, vi scrivo questa email perché ritengo mio do-vere segnalare a voi, che siete giornalisti, una situazione sa-nitaria che riguarda l’Ospe-dale di Potenza, che ho avuto modo di constatare in maniera sempre più grave negli ultimi tempi sia attraverso i pazienti che seguo e sia personalmente,

mediante episodi che riguar-dano i miei genitori (per esem-pio). Premetto che io lavoro da anni al Nord e torno però una volta al mese a Potenza per ri-vedere la mia famiglia. In que-ste occasioni, capita che faccia qualche visita, per lo più ad amici e chi mi ha conosciuto, ha avuto anche modo di appu-

rare la mia onestà professiona-le. Sorvolo sul tema dei tempi di attesa per eseguire un esame strumentale e sul clientelismo già iper noto, mi spiego me-glio: Ricordo la segretaria di un politico della Regione Ba-silicata che, ad una cena, ve-nendo a conoscenza che sono

medico si fece «scappare» una raccapricciante verità e, cioè che oltre alle numerose richie-ste di raccomandazioni per posti di lavoro, questo Politico riceveva numerose richieste da parte degli elettori per essere raccomandati a fare più pre-sto gli esami strumentali di cui avevano bisogno». A questo punto della lettera la scrivente parla poi di un reparto in cui per fare subito l’esame, occor-re prenotare una visita privata-mente da un certo medico dello stesso reparto.

La lettera prosegue.

«Da Lunedì scorso, ogni gior-no, ricevo almeno una telefo-nata da parte dei miei pazienti, che fanno davvero indignare! Una signora con dolore al pet-to durante lo sforzo ed affanno ed extrasistoli, si è fatta visita-re da me a Marzo ed io le ho prescritto una serie di accerta-

menti cardiologici tra cui una prova da sforzo. Mi soffermo su questo perché mi chiama la fi glia di questa signora in questi giorni e mi dice che fi -nalmente martedì sono andate in Ospedale con l’impegnati-va del medico curante dopo la mia richiesta, che è la richiesta di un medico specialista e, la

dottoressa che doveva ese-guire questo esame (preciso non invasivo) si è rifi utato di farlo perché non lo rite-neva necessario senza però lasciare loro nulla di scritto per testimoniare e giustifi ca-re la non esecuzione di tale accertamento. E, se la fi glia la trova morta uno di questi giorni, ci dobbiamo stupire se ha avuto un infarto o di cosa? Lascio a voi il com-mento di ciò anche perché si insiste tanto sulla pre-venzione, ci stupiamo delle morti improvvise eppure …

una donna sintomatica, di 71 anni, la Cardiologa la riman-da a casa perché per lei non c›è indicazione a fare l›esame. Non tutti hanno il denaro di fare esami privatamente o spo-starsi in altri luoghi! Un altro esempio: mi chiama poco fa la fi glia di una signora che ho in

cura, in terapia con la cardio-aspirina, che tutti sanno essere gastrolesiva, perché il medico non le vuole più prescrivere il gastroprotettore e se lo deve comprare perché questo far-maco fa venire il tumore ga-strico? Mi sembra davvero di stare su Scherzi a Parte! Un al-tro esempio: mio padre e’ stato operato di tumore al colon e deve eseguire il sangue occulto nelle feci, che è anche un esa-me di screening. Si raccolgono tre campioni in tre volte diverse (per motivi naturalmente stati-stici) e si portano in Ospedale dove vengono conservati in un frigorifero ed in condizioni adeguate. A mio padre e’ stato detto stamattina di raccogliere i tre campioni anche tutti insie-me (al diavolo la probabilità statistica!!) e se, proprio vo-leva raccogliere tre campioni in tempi diversi, poteva con-servarli nel frigorifero di casa o sul balcone! Ma vi rendete

conto? Purtroppo, l’elenco e’ lungo ma ho già approfi ttato troppo della vostra pazienza. Tutto questo mi dispiace per-ché amo la mia regione, la mia città e mi dispiace perché così si fi nirà su STRISCIA LA NOTIZIA! Diciamo che la mia famiglia ha la fortuna di avere me che li seguo, anche se da lontano e l’alternativa di potermi raggiungere e fare gli esami qui. Ma altra pove-ra gente, anziana, poco colta, senza familiari, come fa? Io non sono una giornalista e vi chiedo se vi arrivano mai se-gnalazioni da parte dei vostri lettori su queste cose? Vi chie-do se mai qualcuno si è accorto dell’importante migrazione sa-

nitaria che riguarda la nostra Regione che deve poi rimbor-sare l’importo degli interventi fatti nella vicina Puglia o al-trove? Io temo che i miei ge-nitori possano all’improvviso stare male e non poter salire da me e condivido, perciò, scusate la mia viltà, la non possibilità di poterci rimettere nome e faccia per denunciare queste situazioni. Aggiungo che, anche nel mio reparto si sbaglia, dappertutto si sba-glia, motivo per cui non voglio fare la parte della cosiddetta “professoressa”. Quello che sicuramente cambia tra Nord e Sud riguarda l’umanità:al San Carlo e’ davvero raro trovare un dipendente dispo-

nibile, non presuntuoso e non arrogante, dal medico al por-tantino solo perché indossano un camice e sono intoccabi-li!!!! Vi chiedo l’anonimato, e per questo chiedo scusa ma, lo faccio per il bene della mia fa-miglia che non gode di buona salute e vive a Potenza. Scu-sate la lunghezza dell’email e resto a disposizione per cono-scere il vostro punto di vista. Grazie - Lettera Firmata». Il nostro telefono funziona e la nostra e-mail pure. Da chi di dovere, attendiamo le repli-che.

L’INTERVENTO

Le dimissioni di Mancusi,

un buon segnoQuasi come un triste presagio avevamo rifl ettuto nei precedenti editoriali sulle denunce della stampa locale. Denunce che venivano prese sul serio e che godevano di affi dabilità e autorevolezza. Mai potevamo supporre o preventivare il fulmineo “ beau geste” delle dimissioni del vicepresidente Agatino Mancusi. Un beau geste da apprezzare in tutti i sensi. Anche nei momenti più cupi una classe dirigente seria e che si rispetti può rispolverare il vecchio orgoglio lucano e la sua grande dignità. Grande dignità che smentisce una società lucana cloroformizzata. Perché, ci chiedevamo qualche mese addietro, il popolo lucano non si indigna sui veleni della Fenice e del Petrolio, sugli incarichi e gli emolumenti d’oro dei bonifi cati di sempre e sulle disgustose politiche familistiche e feudatarie? Perché il popolo lucano è caduto in un letargo sociale pauroso? Tanti opinionisti di Controsenso lo approfondivano con caparbia ostinazione in queste ultime settimane di fuoco e di furore giornalistico. Una prima risposta a un simile quesito è data, sicuramente, dalla presenza massiccia, polverizzata e marginale di tanti piccoli Comuni, tanti campanili che non riescono a fare notizia. La forte presenza senile in questi “cimiteri dei vivi” non può dar luogo ad alcuna indignazione. I giovani presenti in loco e i loro coetanei cittadini di Potenza e Matera si ritrovano nella fascia d’età adolescenziale, età della spensieratezza e dei primi amori e sono poco propensi ad organizzare giornate di lotta. Restano i giovani universitari “part time” (poche presenze mensili nei borghi natii) e le giovani mamme/casalinghe. Non a caso nelle manifestazioni di lotta della Vald’agri e lavellesi la presenza di molte mamme con baby si è fatta notare più della presenza giovanile. Queste mamme sono consapevoli del rischio che incombe sulle loro famiglie, sul futuro dei loro fi gli. I veleni trasmessi dalla Fenice e dalle cattedrali petrolifere dell’ENI intaccano il fragile equilibrio del territorio del Melfese e della Val d’Agri. Un territorio che ha immense ricchezze sia sul piano agro industriale che su quello artistico - monumentale, paesaggistico e culturale. Resta la cosiddetta cittadinanza attiva. Cittadinanza attiva che riesce a creare movimento e opinioni a macchia di leopardo con una peculiarità tutta lucana. Si indigna per qualche settimana e si ammutolisce

per lunghi periodi. Restano i “ pirati” di sempre, i Bolognetti, i Pesce e gli “indignati” dei movimenti ambientalisti. Resta il rammarico delle mancate riforme strutturali. Da Scanzano in poi il “Contratto

per le Riforme” sottoscritto da ben ventuno consiglieri nella passata legislatura non ha sortito alcun effetto concreto. Il vecchio slogan laico socialista sul riformismo forte è ammuffi to in soffi tta. Le forze politiche non hanno ancora acquisito consapevolezza dei processi in atto. Da tempo immemore langue una rinnovata e concreta politica radicata sul territorio. La patogena incapacità di spesa dei nostri Amministratori Comunali

dovrebbe risvegliare le più assopite coscienze. Non si possono tollerare incompiute storiche e residui passivi per centinaia di milioni di euro in presenza di una crisi economica spaventosa. La Confi ndustria Lucana in un sussulto di orgoglio lucano richiama la fumosità dei progetti di del ministro Profumo e dice basta ai contributi polverizzati e di nicchia. Noi che abbiamo a cuore la vera equità (non quella sbandierata dai Tecnici del Governo Monti)siamo convinti che le ricadute della crescita delle imprese debbano riguardare tutto il territorio lucano. Sindacato e Impresa devono operare in autonomia senza la “cappa” matriarcale della Regione se, fi nalmente, dimostrano di avere gli “attributi”.La “musica del desiderio” tanto sbandierata nei mesi scorsi resterà tale se non vi sarà un vero Sindacato di Proposta. Sono parole e concetti che sosteniamo da decenni. Siamo stanchi di affrontare crisi e licenziamenti quotidiani. di rincorrere a questo o a quel Tavolo di concertazione e di trattative fi nalizzate a provvedimenti tampone senza veri e concreti risvolti occupazionali., di aggiornare i nostri lunghi elenchi di cassintegrati. Se la Confi ndustria lucana sostiene che bisogna “spendere e non sprecare” vorrà dire che nei prossimi giorni si aprirà una vera e lunga stagione di auspicate riforme condivise. Forse, dopo il beau geste delle dimissioni di Mancusi ... un piccolo spiraglio di fi ducia si è aperto, non vanifi chiamolo con egoismi e cattiverie di sorta.

Mauro Armando Tita

La cardiologa scrive: «Mio padre è stato operato di tumore al colon e deve eseguire il sangue occulto nelle feci (…)A mio padre è stato detto di conservarle nel suo frigorifero o sul balcone!!!»

Page 7: Controsenso, 17 novembre 2012

9ontrosenso

17 Novembre 2012Basilicata

PRIVACY E VIDEOSORVEGLIANZANuove norme e aggiornamenti del 2012

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha emanato una procedura, che permette

di semplifi care il rilascio delle autorizzazioni all’installazione di impianti di videosorveglianza recependo istanze che provenivano sia dal mondo degli installatori, sia dal mondo dell’industria e del commercio, emanando una procedura, che permette di semplifi care il rilascio delle autorizzazioni all’installazione di impianti di videosorveglianza, come previste dall’articolo 4 della legge 20 maggio 1970, numero 300, comunemente chiamata statuto dei lavoratori. Questa legge va vista in abbinamento con il decreto legislativo 196/2003, codice in materia di protezione dei dati personali, che prevede che l’installazione di impianti di videosorveglianza all’interno di attività industriali, commerciali e del terziario possa avvenire solo con l’accordo delle rappresentanze sindacali. Questa disposizione, che certamente ha una sua ragione di essere, nella pratica veniva a creare un ostacolo non indifferente, quando non vi erano rappresentanze sindacali con cui il titolare del trattamento potesse dialogare.Numerosi titolari di trattamento hanno incontrato diffi coltà, quando, in assenza di una rappresentanza sindacale locale (oppure davanti ad

obiezioni da parte della stessa rappresentanza) occorreva ricorrere alla valutazione espressa dalla Direzione Provinciale del Lavoro, cui la legge attribuisce la facoltà di dare una valutazione fi nale circa la possibilità di installare gli impianti di videosorveglianza.La legge fa obbligo agli ispettori

della direzione provinciale del lavoro di effettuare un sopralluogo, nel quadro di un accertamento tecnico preventivo, dopo aver ricevuto la richiesta di istallazione dell’impianto, per verifi care la piena conformità dell’impianto (di cui si propone l’istallazione) con i dettati di legge, sia in materia di protezione dei dati personali, sia in materia di protezione dei lavoratori da indebite osservazioni.La nuova circolare semplifi ca l’iter autorizzativo, in quanto si richiede solo che il titolare presenti una richiesta di autorizzazione, che soddisfi a determinati requisiti, per

vedersi rilasciare in forma semi automatica l’autorizzazione stessa. Gli ispettori non devono più recarsi sul posto e debbono solo verifi care che la richiesta avanzata dal titolare di trattamento, sia congrua con le disposizioni di legge e con le indicazioni di questa procedura semplifi cata.

Venuto meno l’accertamento tecnico preventivo, l’iter per ottenere la autorizzazione è decisamente accelerato e ciò non potrà che far piacere sia ai titolari del trattamento, sia agli incaricati, sia ai lavoratori stessi, perché l’utilizzo di questi impianti ha ormai dimostrato nel tempo una valenza positiva nei confronti della riduzione degli eventi criminosi.

Importante però tener presente che questa nuova procedura non rende automatico il rilascio dell’autorizzazione all’istallazione dell’impianto tvcc, ma permette di evitare che debba essere dapprima svolto l’accertamento tecnico preventivo; pertanto, a rigore di legge, la presentazione di questa domanda, se pure perfettamente conforme ai dettati di legge e della circolare, non signifi ca che la autorizzazione è implicitamente concessa: occorre comunque attendere il tempo strettamente necessario perché la direzione provinciale competente convalidi il

procedimento autorizzativo.Si fa notare che questa procedura si applica solo laddove non sia stata in precedenza già ottenuta l’approvazione della rappresentanza sindacale aziendale, che permette di superare questa specifi ca, anche se ora semplifi cata, proceduta.A questo punto, alleghiamo una traccia della nuova formulazione della richiesta di autorizzazione all’istallazione di impianti di video sorveglianza, in assenza di accordo previo con la locale rappresentanza sindacale.

COMMENTO DELLA DIREZIONE GENERALE PER L’ATTIVITA’ ISPETTIVA ALLA NOTA MINISTERIALE N.37 DEL 16/04/2012Sulla base di tali premesse si ritiene opportuno fornire, d’intesa con la Direzione Generale delle relazioni industiali e dei rapporti di lavoro, le seguenti indicazioni volte a semplifi care ed uniformare le modalità operative degli uffi ci territoriali concernenti il rilascio dei provvedimenti in esame. In primo luogo va evidenziato come nel corso degli ultimi anni alcune attività economiche (quali ad esempio ricevitorie, tabaccherie, orefi cerie, farmacie, edicole, distributori di carburante etc…) sono divenute attività a forte rischio di rapina a causa

delle consistenti giacenze di denaro e pertanto l’utilizzo di impianti audiovisivi rappresenta, sempre e comunque, sia un fattore deterrente che uno strumento per assicurare le fonti di prova nei giudizi relativi a eventuali condotte penalmente rilevanti. Ciò premesso le esigenze legate alla sicurezza dei lavoratori sono oggettivamente obiettiate da tali circostanze e pertanto in qualche modo oggetto di una “presunzione” di ammissibilità delle domande volte all’installazione delle apparecchiature che potranno –ed anzi dovranno – consentire la massima potenzialità di controllo dell’incolumità del

personale lavorativo e dei terzi. Da ciò consegue che il rilascio dell’autorizzazione da parte della DTL non necessita in tali ipotesi di un accertamento tecnico preventivo dello stato dei luoghi in quanto sostanzialmente ininfl uente ai fi ni del rilascio dell’autorizzazione. Concludendo l’IMEP è una società abilitata all’istallazione di telecamere.

IMEP E’ A POTENZA in L.go Santa Famiglia, 785100 Potenza Tel. e Fax 0971 471919

“Informazione pubblicitaria”

Page 8: Controsenso, 17 novembre 2012

10 ontrosenso

17 Novembre 2012BasilicataREPORT

Editore Publicom S.r.l.Direzione - Amministrazione - redazioneVia Vespucci - Parcheggio 3 - 85100 Potenza Tel. 0971 092254 - 092255 Fax. [email protected]

Direttore ResponsabileWalter De Stradis

Registrazione Tribunale di Potenza n. 778/09Impaginazione grafi ca: Giovanna CafaroStampa: Martano Editrice SrlVia delle Magnolie, 70026 Modugno - Bari

L’ISTANTANEA DI KING BUFFINO

L’erva ca nun vuoi t nasc’ nd’a l’uort.

L’erba che non vuoi ti cresce nell’orto.

Avigliano - Pz

IL PROVERBIO DELLA SETTIMANA

L’invio di materiali (testi, fotografi e, disegni etc.), alla redazione di “Controsenso Basilicata” e all’editore “Publicom”, deve intendersi quale espressa autorizzazione alla loro libera utilizzazione per qualsi-asi fi ne ed a titolo GRATUITO, e comunque, a titolo di esempio, alla pubblicazione GRATUITA su qualsiasi supporto, cartaceo e non, e su qualsiasi pubblicazione della Publicom. Testi, disegni e fotografi e inviati su supporto cartaceo non verranno restituiti.

Furti di carburante a Potenza: la foto-denuncia

Aumenta che aumenta, ritocca che ritocca, potrebbe essere l’inizio di una frase magica per scongiurare qualche malefi cio, ma non lo è, in quanto si pensava

che non si arrivasse mai a certi episodi soprattutto nella nostra città, ed ecco comparirli: furti di carburante durante la notte. Ci è giunta la segnalazione s p i a c e v o l e : il fatto risalirebbe alla notte a cavallo tra domenica 4 e il lunedì mattina, nei pressi dei p a r c h e g g i presso piazza Zara. Il mal capitato (che ha fotografato il tutto) si è trovato di fronte alla situazione del b o c c a p o r t o del carburante aperto e con un tubicino di plastica lungo ancora lì a conferma dello s p r e g e v o l e gesto, oltre al serbatoio completamente vuoto. Si spera che a seguito di questo episodio, si possano intensifi care i controlli notturni da parte delle forze predisposte alla sicurezza pubblica, al fi ne di evitare spiacevoli situazioni a danno degli onesti cittadini.

Giovanni D’Andrea

Page 9: Controsenso, 17 novembre 2012

11ontrosenso

17 Novembre 2012Basilicata

UNIBAS: grande successo per il primo corso di Lingua Araba

Numerose le iscrizioni - iniziate le lezioni presso il CLA (Centro Linguistico di Ateneo) tenute dal professor Aljaramneh

di Luca Santoro

Sono iniziate lunedì scor-so, alla presenza di circa 110 studenti, le lezioni

di arabo organizzate dal Cen-tro Linguistico di Ateneo e te-nute da Fares Aljaramneh, do-cente all’Istituto Universitario Orientale di Napoli, di origini palestinesi. Ancora una volta il CLA, diretto dal professore Michele Goffredo, coadiuvato dal dottor Matteo Schiavo, ri-sponde presente alle esigenze degli studenti, ma non solo an-che del mondo dei professio-

nisti, in quell’ottica di apertura al mondo che vede nel proces-so di internazionalizzazione il suo perno centrale. “Il Centro Linguistico di Ateneo ha come vocazione quella di estendere l’internazionalizzazione per non rimanere chiusi alle tra-dizionali lingue che nel tempo sono rimaste sempre le stesse” – queste le parole del professor Goffredo in esclusiva al nostro settimanale – “Una volta che è venuto meno il corso di laurea di Lingue, che abbiamo cerca-

to di mantenere fi no a quando è stato possibile, si è sentita sempre di più l’esigenza di allacciare dei rapporti che richiedevano sempre più una conoscenza diretta. Abbiamo quindi pensato al bacino del Mediterraneo e all’Oriente. Questa idea nata all’inizio come corso per pochi ha in-contrato un successo che non ci aspettavamo con circa 110 iscritti e tante altre richieste che, per motivi di organizza-zione, non siamo riusciti ad

accontentare. Non è solo una moda, ma l’interesse da parte degli studenti è reale e pertan-to noi ci metteremo tutto l’im-pegno possibile. Non è solo un corso orale, ma anche scritto per cui occorre impegno e passione da parte di tutti. Ab-biamo avuto richieste anche da parte di colleghi di altre facoltà che intendono instau-rare rapporti diretti con l’uni-versità L’Orientale di Napoli, in tal senso il professor Serra si sta impegnando in prima

persona per il riconoscimento dei crediti formativi da parte dell’università partenopea”. La straordinarietà di questo corso è stata la sua diffusione attraverso canali comunicativi innovativi di cui il CLA si è dotato, come Facebook che ri-esce a raggiungere oltre dieci-mila persone. Al tal proposito di dottor Schiavo ha aggiunto :”Raggiungere gli utenti ester-ni per noi è motivo di soddi-sfazione perchè ci permette di aprire nuove frontiere, far co-

noscere l’immensa cultura dei paesi arabi anche e soprattut-to al mondo delle professioni signifi ca diventare un centro di sostegno al lavoro e alla produttività per la Basilicata. Nasce oggi, con il primo cor-so di arabo della regione, la strategia che porterà l’Ateneo Lucano a diventare punto di riferimento per coloro i quali intendono allacciare rapporti di carattere internazionale”.

IL GIUDIZIO

DEI COLLABORATORI DEL CLA

Giada Possidente: “Ho apprezzato molto questa iniziativa perché

il Centro Linguistico davvero si sta proponendo come centro di eccellenza nel panorama delle lingue. SI è avviato quel processo di innovazione che fi no ad oggi mancava, mi

riferisco ad iniziative come ad esempio i Campus fi no ad arrivare ai corsi di lingua araba e si spera per il futuro in quelli in lingua cinese. Il CLA oggi è diventata una realtà dinamica che si propone sul territorio in una chiave moderna”. Michele Amodeo: “Il Centro Linguistico

ha il merito di organizzare

sempre

cose innovative che vanno oltre l’attività prettamente didattica. L’arabo è un primo passo per avvicinarci ad una parte di mondo fi no ad oggi sconosciuta”.

Il prof Goffredo e il gruppo CLA

FARES ALJARAMNEH: “INSEGNARE ARABO? UNA

OPERAZIONE CULTURALE FORTE”

In esclusiva a Controsenso Fares Aljaramneh di origini palestinesi,

docente del primo corso di arabo del Centro Linguistico di Ateneo. “Dal 1995 sono lettore di Arabo presso

l’Università L’Orientale di Napoli, durante questo percorso ho potuto acquisire una esperienza nell’insegnamento che mi ha permesso di mettere a punto una metodologia di insegnamento che permette

di trasmettere allo studente che non è arabo anche gli aspetti grammaticali più complessi. Sono venuto a contatto con il CLA attraverso il professor Serra che, prima dell’estate, mi

contattò per propormi questa idea. Ho accolto questo richiamo del professore credendo fortemente in questo progetto che per me diventa una operazione culturale molto forte. L’incontro tra il mondo

arabo e quello occidentale è fondamentale per instaurare rapporti duraturi e la lingua potrebbe diventare l’elemento di raccordo tra queste due realtà. Il corso è strutturato in 60

ore, partiremo d a l l ’ A B C dell’arabo per poi passare a elementi grammaticali e segni ortografi ci f o n d a m e n t a l i nell’atto della scrittura. Occorre spiegare passo per passo le tecniche di scrittura accompagnandole para l le lamente con la loro p r o n u n c i a . L’arabo è una lingua che accompagna più di venti paesi, è una lingua parlata da più di 400 milioni di persone, per tali ragioni diventa oggi fondamentale per relazionarsi con i paesi islamici. Alla fi ne del corso lo studente potrà raggiungere un livello base (si impara a scrivere; regole g r a m m a t i c a l i ; leggere brevi frasi ; usare il vocabolario). Un livello intermedio e un livello avanzato saranno invece raggiunti

successivamente solo per chi vorrà approfondire la conoscenza dell’arabo che, ripeto, è una lingua diffi cilissima”.

LA VOCE DEI CORSISTI

In occasione della prima lezione di arabo abbiamo ascoltato anche la voce di

alcuni partecipanti. Il primo che incontriamo è un docente universitario: “Il mio rapporto

con l’arabo è una lunga storia, lo conosco come il latino nel senso che riesco a leggerlo senza problemi. Seguo questo corso per una cultura personale anche se potrebbe servirmi

anche professionalmente. Io ho cominciato a studiare arabo 35 anni fa, con lunghe interruzioni, ma il tutto con un autoapprendimento che mi ha permesso solo di acquisire

competenze scritte. Sono qui per apprendere anche gli aspetti del parlato”. Le altre che incontriamo sono delle giovani ragazze attratte da questa lingua: “La lingua araba è molto interessante e rappresenta una opportunità in più per il nostro futuro professionale. Oggi l’arabo è una lingua molto richiesta in ambito lavorativo, conoscerla diventa un buon biglietto da visita”.

Page 10: Controsenso, 17 novembre 2012

13ontrosenso

17 Novembre 2012Basilicata

… A volte ritornano …Bagno di folla a Potenza per l’incontro con Ciriaco

De Mita. Un capoluogo inguaribilmente

legato alla vecchia Dcdi Walter De Stradis

«Non mi sento un dinosauro». «Le valutazioni sul

mio operato le farò un attimo prima di morire». «Nel mio libro ho scritto in modo garbato della mia uscita dal Pd perché sono diventato buono, mi dicono». «Sono una persona di una ingenuità tremenda. Ho sempre pensato che il furbo vive male». In quanto a battute, non ha nulla a che invidiare al Divo Giulio Andreotti, il vecchio Ciriaco De Mita -se non “dinosauro”, almeno “mostro sacro” della Dc- che sabato scorso è stato a Potenza per presentare il suo ultimo libro “L’Italia non è fi nita”. Padrone di casa il buon Gaetano Fierro “Silver Fox”, che per l’occasione ha richiamato nel capoluogo anche uno come Angelo Sanza, ex potentissimo che ora si coccola il sempre fl orido elettorato pugliese e una bella pensione d’oro. La notizia è che la Dc –o come volete chiamarla adesso- a Potenza è ancora viva e vegeta. E non perché il buon Tanino a un certo punto ha declamato “Sono e rimango democristiano a vita”; non perché gente come Flovilla, Di Mauro e altri pesci via via sempre più piccoli si accalcavano per una stretta di mano o una “photo opportunity” con De Mita o lo stesso Sanza; ma perchè la sala consiliare della Provincia, sede dell’incontro moderato da Oreste Lo Pomo, era colma fi no all’inverosimile. E questo, nonostante le battuttace consumate la mattina fra i tavolini del Gran Caffè sull’incartapecorimento di De Mita, e quelle sparate la sera, in Piazza Prefettura, a proposito dei “guadagni” di una vita dell’ottantacinquenne ex presidente della Democrazia Cristiana. Potenza è malata di centrismo,

almeno da una certa età in su, e i guai di Agaten Mancusi non sembrano intaccare la nostalgia per quella “calda

coperta” (un po’ corta per la verità) con lo scudo crociato. Ne benefi cerà, fi nalmente come si augura in cuor suo, uno come Tanino Volpe

D’Argento, in spasmodica attesa per un gran rientro? Staremo a vedere. Intanto, all’Udc si mendica chiarezza

sia a livello locale che nazionale, a proposito degli intenti. Una “chiarezza” che, tanto per dirne una, non sembra proprio “cristallina” nel “politichese” stretto del vecchio volpone nuschese Ciriaco De Mita. Prima dell’incontro col pubblico, abbiamo avuto la possibilità di rivolgergli alcune domande. Abbiamo fi lmato il tutto e vi proponiamo una trascrizione quasi fedele. “Quasi” perché abbiamo voluto renderla un minimo intellegibile al lettore non avvezzo al “poli-loquio” di uno come De Mita. Uno che le cose te le dice eccome, ma sta a te coglierle fra le mille parole (salvo che non si parli di indagini, come leggerete). Provateci.

Presidente, è consapevole di quello che si è letto oggi sui giornali in Basilicata, e cioè che un importante esponente dell’Udc (Agatino Mancusi, che sarebbe indagato per concorso esterno in associazione mafi osa ndr) è

stato toccato da argomenti che riguardano le connivenze presunte con associazioni di stampo mafi oso? Quello

che sta succedendo un po’ in tutte le regioni di Italia: siamo messi peggio che con Tangentopoli?

Quello che sta succedendo in Italia lo conosco, quello che succede in Basilicata no.

Niente di diverso da ciò che leggiamo tutti i giorni sui giornali, a proposito delle altre regioni. Un’ondata di malapolitica.

Salta sicuramente all’occhio un disagio causato dalle istituzioni inadeguate e questa è la valutazione politica, poi i comportamenti personali spettano alla magistratura.

… e uno Schifani che dice che la legge elettorale nuova è pensata per non far vincere Grillo che immagine dà? Che Paese siamo?

No, io l’ho percepita in maniera diversa. Il fatto è che la gente ha un sistema elettorale che sceglie i

nominati e non i candidati e quindi protesta. Per quanto riguarda il fenomeno grillino, loro sono molto attenti ai problemi, anche se poi non riescono, come dire, ad inquadrarli sul piano generale, ma la loro attenzione è focalizzata al problema. Il che dà alla pubblica opinione la sensazione che questi,

oltre ai vaniloqui siano più concreti. Io leggo la posizione di Schifani come la necessità di ricollegare il rapporto tra eletti e elettori. Questo fa la legge elettorale. Poi quello che bisogna aggiungere alla legge elettorale è la motivazione che consente all’elettore di

scegliere. E purtroppo debbo dire che da questo punto di vista la carenza della politica c’è.

Prima o poi si parla sempre di un Casini come possibile ago della bilancia a destra e sinistra: ma gli Italiani sono irrimediabilmente malati di centrismo?

Non mi pare che sia così. Casini ha avuto il merito di indicare che la malattia si sarebbe aggravata. Che il bipolarismo non avrebbe avuto vita lunga. Ora la cosa singolare è che il bipolarismo bipartitico non ci ha portato fuori dal disagio, e quindi dovremmo discutere perché non si è riusciti e noi non siamo riusciti a doppiare questo passaggio, perché abbiamo fatto le ammucchiate per vincere e non per governare. Quindi anche quando si sostiene che bisognerebbe dare almeno a uno le condizioni di governabilità, la sua governabilità non è legata alla legge ma al consenso degli elettori.

Flovilla e Sanza “photo opportunity”

Sanza con alcuni amici in Piazza PrefetturaFierro e De Mita

Fierro e De Mita durante l’incontro

«La storia di Mancusi? Non so nulla. A livello nazionale, fi nora sono state fatte le ammucchiate, ma per vincere, non per governare»

Page 11: Controsenso, 17 novembre 2012

14ontrosenso

17 Novembre 2012Basilicata

Non dimentichiamoci di Bosco Piccolo

La città di Potenza si estende su una

superfi cie di oltre 170 kilometri quadrati, la grande maggioranza degli abitanti vive nel nucleo abitato e nelle numerose contrade c’è un numero considerevole di potentini. Qualcuno non ci crederà ma sono una settantina le contrade potentine, fi no a qualche anno fa erano popolate esclusivamente da gente vissuta sempre in campagna, dopo il terremoto del 1980 si è avuto un boom di costruzioni nelle contrade.In molti hanno deciso di abbandonare la sempre più caotica città e sono andati a popolare l’hinterland che stava cominciando a decrescere, in pratica c’è stata una sorta di osmosi, molti “campagnoli” sono venuti ad abitare in città e molti “cittadini” si sono

trasferiti nelle campagne circostanti la città. Se gli abitanti della città devono fare i conti con il traffi co, l’inquinamento, lo stress, quelli che vivono nelle periferie devono convivere con la mancanza di servizi ma si consolano con il contatto con la natura incontaminata. Sta di fatto che circa un terzo di popolazione potentina vive nelle contrade o fuori dal perimetro abitato. Alcuni di questi abitanti hanno dovuto abbandonare la contrada dove avevano deciso di vivere, ci riferiamo a Bosco Piccolo, un gruppo di case e annessi agricoli ubicato a nord di Potenza, raggiungibile dalla superstrada Potenza – Melfi uscendo alla fermata Tiera e percorrendo circa 4 km in direzione della frazione Demanio San Gerardo,

subito dopo la contrada Bosco Grande. Fino al 24 febbraio 2005 la vita scorreva serena a Bosco Piccolo, poi venne la sera di questo giorno, e gli abitanti di Bosco Piccolo non dimenticheranno mai perché una frana devasto il suolo e la vita di quelle persone. Nei giorni successivi la natura completò l’opera rendendo inagibili quasi tutte le case della contrada, in pratica si è

salvata solo la chiesa dedicata a San Michele e pochi altri fabbricati. In pochi giorni si consumò il dramma di molte famiglie che all’improvviso si ritrovarono senza le case e le stalle e i depositi utilizzati per lo svolgimento de l l ’ a t t i v i t à a g r i c o l a . Alcune di quelle case che il movimento franoso ha reso inagibili erano state costruite solo pochi anni prima e in molti stavano

pagando il mutuo. Dopo tante tribolazioni e molte proteste, alle famiglie di Bosco Piccolo venne dato un risarcimento economico che però non è bastevole per comprarsi o costruirsi una nuova casa, per alcuni la perdita dela casa è stato un danno molto rilevante, per tutti, invece, l’amarezza di dover abbandonare il luogo dove erano nati loro, i loro avi e i loro fi gli, in pratica Bosco Piccolo è diventato un paese di fantasmi, come Craco vecchio, Campomaggiore o Romagnano. Ad attraversare il tratto di strada all’interno di Bosco Piccolo per raggiungere contrada Demanio San Gerardo ti assale l’angoscia, vedere quelle pareti sventrate o quelle case inclinate ti fa venire i brividi. A quasi 8 anni dal tragico evento

la Protezione Civile del Comune di Potenza si appresta a mettere in sicurezza l’intera contrada, ciò signifi ca demolire tutti i fabbricati rimasti in piedi. Il destino di questa contrada si compie in maniera tragica, ancora qualche giorno, il tempo di spostare cavi elettrici e telefonici dalle pareti e di Bosco Piccolo non rimarrà più nulla, gli sfortunati abitanti di questo incantevole posto si sono dispersi nelle contrade limitrofe, qualcuno ha deciso di trasferirsi in città, un pezzo di Potenza viene letteralmente cancellato.

Antonio Nicastro

REPORT

Ospedale San Carlo: in arrivo il

macchinario “lacrime e sangue”di Rosa Santarsiero

La scorsa settimana, Controsenso ha segnalato ai lettori

una questione di preminente interesse pubblico che riguarda tanto l’attività dell’ospedale San Carlo di Potenza

quanto quella della Regione Basilicata. Parlavamo di un macchinario utile al controllo dell’aggregazione piastrinica. Un tipo di analisi che svolgono quotidianamente le persone affette da patologie quanto mai comuni, come il diabete. Ebbene, la signora che ci aveva contattato per segnalare il problema, e il resto dei pazienti interessati, saranno contenti di sapere che il servizio

verrà ripristinato a breve. Il macchinario è stato fi nalmente comperato, o meglio, la Regione ha autorizzato l’acquisto dello stesso. Entro una ventina di giorni la nuova apparecchiatura verrà consegnata al nosocomio

potentino, seguirà un corso di formazione per gli addetti al settore e, in seguito, il servizio verrà fi nalmente ristabilito. I pazienti, cioè, potranno tornare ad eseguire nuovamente questo tipo di analisi del sangue, evitando, così, di recarsi al di fuori della Regione, in strutture private che svolgono questo esame a caro prezzo. Ricordiamo che il servizio era stato sospeso dal mese

di giugno scorso, poiché il vecchio macchinario, dopo anni di logorio, smise di funzionare. Tuttavia, per dovere di cronaca, vogliamo sottolineare -ancora una volta- che l’azienda ospedaliera San Carlo sin da

subito, ovvero dalla scorsa estate, aveva manifestato il problema, rivolgendosi ai vertici regionali per l’acquisto della nuova attrezzatura diagnostica. Controsenso è stato il primo giornale a riportare quello che è a tutti gli effetti un dato di fatto. Siamo lieti, anche se in minima parte, di aver contribuito alla risoluzione di una faccenda utile ai cittadini.

Problemi con i nuovi

biglietti del

trasporto urbano

Ci sono giunte segnalazioni sui nuovi biglietti del trasporto urbano cittadino,

che rendono diffi cile l’obliterazione nelle apposite macchinette. Difatti, abbiamo constatato che i nuovi biglietti che hanno avuto un nuovo restyling, entrano con fatica e non si riesce ad obliterarli; questo, perché confrontando i vecchi biglietti con i nuovi, quest’ultimi sono più larghi di poco, suffi ciente a far sì che non possano essere obliterati. Forse sarà dovuto ad un errore di tipografi a, chissà. Si spera che si possa risolvere questo piccolo disguido onde evitare di incentivare, sempre più persone a salire senza biglietto, ora con una scusa valida.

Page 12: Controsenso, 17 novembre 2012

15 ontrosenso

17 Novembre 2012BasilicataCONTROSENSO SCUOLA

Storie di Abriola e della Val d’Agri rivivononelle pagine di Mario Aldo Toscano

al Premio Letterario BasilicataTra i premiati nella XLI

edizione del Premio Letterario Basilicata

c’è Mario Aldo Toscano, professore ordinario di Sociologia dell’Università di Pisa, a cui è stato assegnato il premio speciale par la narrativa lucana della Regione Basilicata con il romanzo-saggio In quell’epoca, meridione. É’ un’opera originale a cui fatti di vita quotidiana, vicende personali, a volte, dolorose, riferimenti a protagonisti della vita pubblica, alle tradizioni gastronomiche e religiose, alla scuola, ai trasporti ed alle comunicazioni, alla condizione igienico- sanitaria ed altro, elaborati con sapienza dall’autore, conferiscono anche il valore di indagine antropologica, sociologica e politica. E’ ambientata ad Abriola, piccolo centro lucano e suo paese natio, ed a Marsicovetere e nella Val d’ Agri dove ancora oggi il Professore ama trascorrere i periodi di vacanza. Ad Abriola trascorse interamente la sua infanzia con la sua famiglia, la balia ed il marito di lei che assecondarono i suoi interessi e le sue curiosità e gli consentirono di fare esperienze straordinarie che svilupparono in lui un’attenzione particolare per qualsiasi forma di vita. La narrazione limpida e particolareggiata fa rivivere persone vere a lungo custodite con cura nel cuore

e nella mente e riporta alla luce avvenimenti ed episodi che nell’insieme tratteggiano la storia della sua infanzia e fanno emergere il quadro di una comunità in trasformazione caratterizzata da intense relazioni in cui ognuno partecipa e condivide le vicende degli altri e scambia o dona quel poco che ha per lenire i disagi legati alla povertà diffusa. In questa situazione tutti dovevano contribuire ad accrescere il reddito della famiglia, anche i ragazzi che, terminata al massimo la scuola primaria, venivano per lo più avviati ai lavori nei campi dove, più che a scuola, imparavano a vivere, ad assumersi responsabilità e potevano acquisire le competenze necessarie per potersi guadagnare da vivere con dignità. L’ autore prende come riferimento la vita di queste comunità tipiche del meridione nel secondo dopoguerra per far emergere – come spiega in un’intervista a Radio Radicale - i cambiamenti che intervengono nella società meridionale, per comprendere i motivi per cui il meridione stenta ad entrare nella modernizzazione e quindi ad operare secondo la razionalità che pervade la società contemporanea e capire come mai la Basilicata, per quanto ricca di risorse, continui ad essere povera. Ma, al di là del valore scientifi co, l’ opera è anche un omaggio a persone

ed ambienti nei quali è stato felice ed è un dono grande ed inatteso per Abriola che si vede ricostruito un segmento signifi cativo della storia e della vita della sua comunità da una fi rma così prestigiosa. Ad Abriola pochi sanno che il prof. Toscano è un punto di riferimento per gli studi sociologici in Italia ed all’estero, ma, senza voler sminuire il suo valore, per tutti quelli che lo conobbero bambino o adolescente è rimasto sempre semplicemente quel Mario a cui, anche allora, tutti volevano bene perché era già una bella persona. D’altra parte quando gli capita di incontrare una persona legata agli anni trascorsi ad Abriola il suo sguardo sincero si illumina di più e invita ad eliminare le formalità per poter ricordare liberamente qualche episodio di un tempo in cui le persone, pur avendo più problemi di oggi, stavano meglio insieme.La gente di Abriola deve essergli grata per le cose che ha scritto e per gli spunti di rifl essione che ne derivano che confermano anche quanto sia ancora forte il suo legame con il paese natio. Con le più vive felicitazioni per il premio che, tra i tanti che gli sono stati assegnati, è particolare perché viene dalla nostra Regione per un lavoro sulla Basilicata, auguri per altre e più belle soddisfazioni.

Rocco Fellone

L’Azione cattolica diocesana in ritiro nella parrocchia di Santa

Cecilia a Potenza

E’ stato don Mimmo Florio coparroco della parrocchia di Santa Cecilia di Potenza a fare da padrone di casa in occasione del ritiro spirituale diocesano di Azione cattolica organizzato dalla presidente Felicita Covino. Diverse le realtà rappresentate sul totale

di 60 parrocchie che compongono la più grande diocesi di Basilicata. Dopo la preghiera delle Lodi condotte proprio da don Mimmo, l’arcivescovo monsignor Agostino Superbo ha proposto ai molti presenti una ‘lectio divina’ sul quinto capitolo delle lettera paolina agli Efesini, alla quale è seguito un periodo di rifl essione e successivamente quello dedicato alla preghiera personale, secondo lo schema monacale. La giornata si è conclusa con la celebrazione Eucaristica nella chiesa del popoloso quartiere potentino di Poggio Tre Galli. “Le virtù cardinali secondo un’ottica cristiana – ha spiegato il vescovo della diocesi di Potenza – Muro Lucano – Marsico Nuovo – individuano la giustizia come la qualità che porta a essere santi, la fortezza che trova fondamento nella forza di un Dio che muore il Venerdì santo, la temperanza di chi fa tutto ciò che piace a Dio e la prudenza il cui esempio massimo si riscontra nella paura, nella tristezza, nell’angoscia del Getsemani. Il battesimo ci conforma a Cristo per Grazia, intesa come Spirito Santo, e Paolo nei capitoli 4 e 5 della lettera agli Efesini esorta a prendere la strada della vita nuova in Cristo. La novità della vita cristiana risiede nel vivere concretamente le virtù senza deviare la via indicata dal Signore. L’uomo accoglie più facilmente la sapienza umana, il cristiano segue la sapienza della Croce e la Vergine Santa accanto al Crocifi sso è ‘Sede della sapienza’. La virtù – ha concluso monsignor Superbo – se è via di mezzo è da considerarsi ‘mediocre’. Nella storia la Madonna e i Santi sono l’esempio più bello e autentico della ‘vita nuova’ alla quale il Battesimo ci prepara”.

Giornata mondiale dei diritti dei minori

Premiazione delle scuole partecipanti al concorso multimediale sui diritti dei minori17 novembre, ore 9.00 - Potenza, Teatro F. Stabile

Dal 1 al 20 novembre di quest’anno in tutto il mondo si stanno celebrando con diverse iniziative i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. L’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Potenza insieme al CISMAI Basilicata - Coordinamento Italiano dei Servizi Contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia- hanno promosso la diffusione della Carta Comunale dei Diritti dei Minori e bandito un concorso multimediale nelle Scuole della Città di Potenza. Il concorso multimediale è consistito nell’adozione di uno o più diritti della Carta Comunale dei Diritti

dei minori da parte delle scuole e nella loro rappresentazione attraverso vari mezzi di espressione (disegno,video o altra forma artistica). Il Comune di Potenza e il CISMAI di Basilicata invitano gli insegnanti,gli alunni,i minori e i loro genitori e chiunque voglia approfondire il tema dei diritti dei minori a partecipare alla Giornata del 17 novembre.

Page 13: Controsenso, 17 novembre 2012

16 ontrosenso

17 Novembre 2012BasilicataSALUTE... GLI SPECIALISTI CONSIGLIANO

LOW BACK PAIN, IL DOLORE LOMBARE

Il dolore lombare è una condizione clinica molto frequente nella popolazione. Si stima che nel

mondo occidentale l’incidenza annua di lombalgia acuta sia del 5% degli individui adulti e che nell’arco della vita la prevalenza sia dell’80% . La tendenza alla cronicizzazione di questo disturbo (Chronic Low Back Pain) è del 15-20%, anche nei casi in cui si attui una terapia correttiva della condizione che sostiene il sintomo, di tipo conservativo o chirurgico. Secondo il National Institute of Neurological Disease statunitense, il dolore cronico è un dolore continuo che dura da più di 3 mesi. Studi di Hasenbring del 1994 dimostrano come un’elevata percentuale di pazienti, oscillante tra il 10% e il 60%, lamenta dolore lombare cronico anche dopo interventi chirurgici o conservativi che correggono la presunta causa del dolore. La maggior parte dei disturbi che colpiscono la colonna lombosacrale è di natura meccanica. Per comprendere il dolore e la compromissione funzionale di questa regione è importante defi nire e comprendere l’unità funzionale spinale. La colonna vertebrale è costituita da una serie di segmenti sovrapposti. L’unità funzionale è composta da due corpi vertebrali adiacenti, disposti uno sopra l’altro, separati da un disco intervertebrale e da tutte le articolazioni ed i legamenti in/fra essi contenuti. L’unità funzionale può essere suddivisa in un segmento anteriore, che è sostanzialmente una

struttura fl essibile di supporto, che sostiene il peso ed assorbe

i traumi, costituito da due corpi vertebrali adiacenti e dal disco intervertebrale fra essi contenuto, e in un segmento posteriore, costituito da quelle strutture che formano la parete esterna del canale spinale e comprende quindi i peduncoli, i processi trasversi, le faccette articolari, le lamine e i processi spinosi posteriori, sedi di inserzione della muscolatura estensoria. Ogni unità funzionale comprende tutti i tessuti indispensabili per la funzionalità globale. Questi tessuti possono essere dotati di nocicettori, provocando dolore. Una lesione di ciascun componente l’unità funzionale può portare a compromissione funzionale dell’intero sistema. Il dolore compare quando il tessuto leso è innervato da terminazioni nocicettive. Le condizioni dolorose associate ad una meccanica del corpo alterata sono così diffuse che la maggior parte delle persone adulte possiede una conoscenza di base di tali problemi. Il dolore localizzato in regione lombare è il sintomo più frequente, sebbene siano in crescita casi di dolore al collo, alle spalle e al braccio. Con il risalto dato alla pratica del correre, sono frequenti problemi a carico del piede o del ginocchio. Quando si

parla del dolore associato ai difetti posturali, ci si sente spesso chiedere perché ci siano molti casi di postura scorretta senza sintomatologia algica, e perché difetti posturali simili di lieve entità diano origine a sintomi di stress muscolare o meccanico. La risposta ad entrambe le domande va cercata nella costanza del difetto e nella capacità di adattamento da parte dell’organismo: il dolore compare nel momento in cui cessa la capacità di adattamento: la postura può apparire assai scorretta, eppure il soggetto gode di una buona fl essibilità e la posizione può essere cambiata rapidamente; la postura può sembrare buona, ma è presente una rigidità o tensione muscolare che può limitare la mobilità a tal punto da impedire il cambiamento rapido della posizione. La scarsa mobilità, non altrettanto evidente quanto un difetto di allineamento, ma svelabile in test per la fl essibilità e la lunghezza muscolare, può essere il fattore di maggior importanza. Fondamentale per la comprensione del dolore associato a postura difettosa è il concetto secondo il quale gli effetti cumulativi di tensioni costanti o ripetute per un lungo periodo di tempo possono dare origine allo stesso tipo di problemi che si osservano quando la causa è uno stress improvviso e grave. I casi di dolore posturale sono estremamente variabili nel tipo di insorgenza e nella gravità dei sintomi. Vi sono casi in cui compaiono solo dei sintomi acuti, generalmente in seguito ad uno sforzo o una lesione improvvisa. Alcuni casi si manifestano in modo acuto, altri sviluppano dei

sintomi dolorosi cronici, mentre altri presentano sintomi cronici che, occasionalmente, si riacutizzano.

CAUSE DI LOMBALGIA • Affezioni di competenza reumatologica• Cause statiche e/o traumatiche• Localizzazioni vertebrali di processi sistemici (es. tumori)• Fenomeni rifl essi e/o sintomatici di patologie viscerali (renali, gastroenteriche, pelviche, ecc.)• Affezioni neurologiche• Problemi di natura psicogena

LA PREVENZIONE

L’azione preventiva o di ristabilimento della situazione anatomo-fi siologica della zona lombosacrale dovrebbe seguire due direttive principali.

Mantenere sempre forti i muscoli che fl ettono la gabbia toracica sul bacino (Retto dell’addome, Obliquo esterno ed Obliquo interno) e i muscoli che estendono le cosce sul bacino (Grande gluteo, Bicipite femorale nel capo lungo, Semitendinoso, Semimembranoso, Grande adduttore, Piriforme) in quanto portano il bacino in posizione di retroversione (azione delordosizzante). In questo modo la lordosi lombare tende ad attenuarsi ed i carichi discali vengono scaricati perpendicolarmente ed in maniera equamente distribuita su tutta la superfi cie delle vertebre. Allungare e mantenere elastici i muscoli che estendono la gabbia toracica sul bacino (Sacrospinale, Quadrato

dei lombi, Spinali, Interspinali, Multifi di, Intertrasversari, Gran dorsale, Dentato posteriore inferiore) ed i muscoli che fl ettono le cosce sul

bacino (Psoas iliaco, Retto anteriore del Quadricipite femorale, Sartorio, Tensore della fascia lata, Pettineo, Lungo adduttore, Breve adduttore, Gracile) in quanto contrastano la retroversione del bacino (azione lordosizzante).

LA TERAPIA

Per la lombalgia l’armamentario terapeutico è ampio.

Il trattamento fi sioterapico della lombalgia include laser-terapia, ionoforesi, stretching, ginnastica posturale e, se non è presente dolore, mobilizzazione attiva e ginnastica (preferibilmente in acqua calda) per il rinforzo dei muscoli e dei legamenti paravertebrali (intorno alla colonna vertebrale).La chirurgia del dolore lombare va correlata al caso clinico ed include, in ordine di complessità:denervazione delle faccette

IDET (termocoagulazione discale). Questa tecnica viene attualmente poco praticata

coblazione (vaporizzazione a bassa temperatura -42°- del disco con effetto decompressivo)allargamento del canale spinaleInterventi di stabilizzazioneLa denervazione delle faccette, la coblazione e la termocoagulazione discale vengono effettuate per via percutanea.

http://www.neurochirurgia2000.com/lombalgia/lombalgia.htm

h t t p : / / w w w. p s i c h e s o m a . c o m /cinque-modi-per-ridurre-il-dolore-lombare/

http://www.neurochirurghi.com/rachialgie/lombalgia.htm

Dr. Nicola Straziuso Medico-Chirurgo - Odontoiatra - Master II° Liv in Ortognatodonzia Gnatologia e Funzione Masticatoria - Master II° Liv in Ottimizzazione Neuro-Psico-Fisica con Convo-gliatore di Radianza Modulante - Otorinolaringoiatra Specialista in Foniatria Via Appia, 206 PotenzaTel. e fax. 0971 - 601163

Page 14: Controsenso, 17 novembre 2012

17ontrosenso

17 Novembre 2012Basilicata SALUTE... GLI SPECIALISTI CONSIGLIANO

POSTURA CORRETTACONSIGLI UTILI PER UNA GUIDA SICURA

La corretta postura è il punto di partenza per una guida sicura poiché è il fattore

che condiziona notevolmente la sensibilità e la capacità di control-lo della propria vettura da parte dell’automobilista. Fate attenzio-ne, stare seduti in auto non è come stare sulla propria poltrona a ripo-sarsi e vedere la televisione. Ecco perché prima di mettere in moto l’auto, specialmente in procinto di effettuare lunghe percorrenze, è molto importante verifi care bene la posizione assunta, in modo da avere le giuste proporzioni per permettere di girare il volante na-turalmente, azionare il cambio, premere i pedali ed avere una cor-retta visibilità della strada.

Ma non esiste una posizione standard per tutti.

Alla base della sicurezza troviamo la Concentrazione dell’ Automo-bilista, è infatti molto importante mantenere viva l’attenzione per permettere di accorgersi tempestivamente di un pericolo e reagire in tempo utile per evitare guai. Normalmente, ci si sente dire che i nostri dolori siano causati dalla postura sbagliata che man-teniamo ogni giorno specialmente durante il lavoro, nulla di più vero.

Ma la postura corretta in auto?

Si tende a trascurare spesso questo aspetto ma l’incidenza della po-stura in auto su questo genere di problemi ha una notevole rilevan-za e non bisogna necessariamente essere tassisti, camionisti, persone che passano l’intera giornata in strada, per risentirne fi sicamente. In auto, tendenzialmente non si cura molto la posizione di guida

più corretta al fi ne della salute, forse perché molte persone sot-tovalutano il tempo della propria vita trascorso nell’abitacolo ed i danni al corpo di una postura scor-retta in auto. La posizione seduta in auto costringe la colonna ver-tebrale ad assumere una posizione diversa da quella fi siologicamente corretta, per questo motivo la con-formazione del sedile, il tipo di strada percorsa e l’effi cienza delle sospensioni, hanno una rilevanza particolare nel favorire o meno l’insorgenza di dolori identifi cati genericamente come mal di schie-na. Ecco alcuni consigli su come sedersi bene all’interno dell’auto, per correggere la postura e stare comodi durante i lunghi sposta-menti o le code in autostrada, a garanzia anche di una maggior si-curezza di guida.

Regolare la distanza dal volante e dai pedali in modo ottimale

Con i piedi in appoggio sui pedali, le gambe devono essere legger-mente piegate con un angolo di circa 100°/120°. Regolare l’al-tezza del sedile in modo da avere i fi anchi leggermente al di sopra delle ginocchia. Posizionare le braccia, in modo da tenere il pal-mo della mano comodamente ap-poggiato sulla parte superiore del volante.

La Postura più adatta

Testa, collo, spalle, devono stare il più possibile rilassati e dritti. In questo modo, la schiena manterrà la lordosi, ovvero la sua curvatura naturale. I vantaggi non si limita-no solamente alla schiena. Stando dritti la cassa toracica e l’addome si dilatano, evitando quindi di comprimere i polmoni e gli organi interni, in questo modo migliore-rai la respirazione.

Inclinazione dello schienale

Le spalle devono essere appoggia-te saldamente contro lo schienale del sedile. Regolare lo schienale a circa 15/20 gradi e tenere le mani sul volante nella posizione corri-spondente a ore 9e15, la distanza del sedile deve consentire di rag-giungere il volante senza piegare in avanti le spalle, in questo modo le spalle sono per forza appoggia-te allo schienale, posizione ne-cessaria per mantenere la postura

corretta. Come prevenzione può essere molto utile uno spessore lombare con un diametro di circa 5 cm (cuscino McKenzie ), questo aiuta a mantenere la curvatura fi -siologica del tratto lombare come nella posizione eretta, ottenendo così una diminuzione del carico vertebrale. Durante i lunghi viag-gi, si consiglia una breve sosta ogni 2 ore, per fare qualche passo e stirare la schiena.

Regolare correttamente il poggia-testa

Se non è posizionato a dovere, non serve a nulla. La parte centrale del poggiatesta deve essere alla stessa altezza delle orecchie. Infi ne, tra la testa e il poggiatesta ci dovrebbe essere una distanza pari a due dita.

Gli specchietti retrovisori

Sono 3, ed è buona norma utiliz-zarli tutti. Chi, come molti, si ser-ve solo di quello centrale, avrà per forza di cose un panorama ridotto di ciò che accade alle sue spalle. I retrovisori vanno regolati di modo che, per guardarli, non sia neces-sario allungare il collo o piegare la testa, ma basta girare gli occhi.

Entrata e uscita dall’auto

Anche questo aspetto è di parti-colare importanza, il busto e gli arti inferiori dovrebbero muoversi sempre sullo stesso piano, in que-sto modo si evitano movimenti ra-pidi di torsione. Le stesse modalità di movimento dovrebbero essere applicate anche quando si ripone o si prendono oggetti dal sedile posteriore.

Oggetti nelle tasche posteriori dei pantaloni

Un particolare che forse alla mag-gioranza delle persone sembra banale è ad esempio il portafogli nella tasca posteriore. Ricordate di togliere il portafogli dalla tasca dei pantaloni quando siete seduti alla guida ma anche quando siete seduti in una qualsiasi poltrona, il principale indiziato è proprio que-sto accessorio maschile. Stare se-duti a lungo con il portafogli nella tasca posteriore dei pantaloni po-trebbe causare una contrazione da difesa da parte dei muscoli glutei e piriforme, e generare il dolore alla schiena e all’arto inferiore. Una corretta posizione di guida, quin-di, può fare la differenza, anche per una corretta e sicura guida. L’errore più comune è quello di non essere seduti in modo compo-sto. C’è chi siede troppo distante e chi troppo vicino. Il consiglio più sincero che posso dare è che non importa quale automobile si guidi, la sua cilindrata o la sua poten-za, conseguire la PATENTE DI GUIDA NON SIGNIFICA SA-PER GUIDARE UN AUTOVEI-COLO, ma solo essere abilitati alla guida dello stesso, non biso-gna spingersi al limite perché si è in possesso di una licenza e di un automobile e, soprattutto, il limite non va mai cercato su strade ed autostrade. Tutti questi consigli relativi ad una guida sicura ed a una corretta postura nell’abitaco-lo, non saranno mai abbastanza per una reale e concreta sicurezza stradale, se non accompagnati dal rispetto delle regole del CODICE e di quelle etiche e civili della prudenza e della prevenzione ad ogni chilometro percorso.

BUON VIAGGIO

A cura del Dott. Ft. Nicola Castelluccio Osteopata D O -Posturologo Laurea Ma-gistrale in Scienze della Riabilitazione Terapia del LinfedemaASP Potenzaemail: [email protected] cell. 38043267843319030750

Comunicazione digitale: tra bisogno reale e limite

esclusivo Over Sharing e patologia comunicativa

Confronto con il vice presidente nazionale dell’Ordine degli Psicologi, Antonio Telescadi Virginia Cortese

La trasmissione di parole e immagini, negli ultimi anni, è divenuta facile e velocissima. Il web ha trasformato

qualsiasi volontà di comunicazione in realizzazione di desideri estremi, in sostanza alla portata di tutti. Quandanche abbia rappresentato un modo per ridurre le distanze di spazio, talvolta ha interferito (modifi candolo), il tempo biologico e sociale di chi ha fruito in modo intensivo della rete. A tutti i livelli. I social network, emanazione diretta dell’universo internet, hanno portato, poi, alla luce l’esperienza più esibizionista di sempre, quella della condivisione. Ed è così, che tra bisogno e ossessione, si è arrivati a dover denunciare un vero e proprio allarme: l’over sharing. Il sovraccarico di informazioni riservate, lasciate nell’etere a discapito e nonostante i soggetti interessati. Un segnale negativo del quale abbiamo discusso con il vice presidente nazionale dell’Ordine degli Psicologi, il dott. Antonio Telesca; un professionista della nostra terra che ci

ha accompagnati in un percorso che apre numerosi spiragli di rifl essione.

Comunicare. Un bisogno o un atteggiamento patologico?

“La comunicazione rappresenta uno dei bisogni più signifi cativi dell’essere umano e nell’era dei social network il fenomeno dell’over sharing sembra inserirsi all’estremo.”

Che cos’è l’over sharing?

“La defi nizione rimanda all’eccesso di condivisione di Informazioni; si tende a comunicare emozioni a tutti, indistintamente, alla ricerca affannosa di qualcuno che possa ascoltarci.”

Facebook, Twitter e affi ni rappresentano, dunque, una minaccia?

“Non direi. O non del tutto. Essi sono da considerare un mezzo di comunicazione e quindi come tale possiedono caratteristiche ma anche limiti che, da una parte consentono una trasmissione estensiva, dall’altro rendono diffi cile una comunicazione di tipo intensivo perché, privandola di feedback prevalentemente non verbali, rendono diffi cile costruire gli aspetti di partecipazione e interesse, che costituiscono il vero motivo per cui noi comunichiamo e conseguentemente

anche tutto ciò che rende signifi cativa una relazione umana.”

Una ricerca, condotta tempo fa da una testata nazionale, proponeva dati preoccupanti, inerenti la tendenza delle neo mamme a “svelare” ogni tipo di particolare intimo della vita e della crescita dei propri fi gli. Signifi cativa la storia di una mamma che ha raccontato il suo iter.

“Penso che sia pressoché naturale che una donna che vive la maternità provi un insieme di sensazioni così intense e profonde da voler estendere, a tutti, l’importanza e il valore che ella ne attribuisce in linea generale; infatti, sono sempre più le mamme che postano annunci di gravidanza, di nascita o immagini del loro bambino in rete, talvolta anche per scambiarsi consigli. Ma se la necessità è quella del riconoscimento del “valore” della propria esperienza, essa rischia di rimanere altamente frustrata da quelle peculiarità intrinseche a internet di cui abbiamo precedentemente parlato. Quello che sembra mancare è una risposta intima ed empatica a ciò che viene comunicato: l’empatia è legata al riconoscimento dell’altro nel suo sentire e non nel suo mostrare, al fi ne di ricevere conferme e sostegno.”

L’errore, dunque, starebbe nell’affi darsi a un surrogato di rapporto comunicativo?

“Tutta la comunicazione affettiva è raggiungibile attraverso il rapporto diretto e tramite una vicinanza che sia fi sica, emotiva e in grado di esprimere emozioni. I bisogni che muovono la comunicazione sono molteplici e tale aspetto può darci un’idea di quanto internet possa essere largamente utilizzato. Tuttavia ritengo che, in realtà, possa essere considerato funzionale esclusivamente da quelle persone che, a mio parere non sono la maggior parte, e sono motivate, il più delle volte, da aspetti di esibizionismo e voyeurismo. Nella nostra “storia” empirica, proprio perché internet non permette una comunicazione intensiva, espone abbastanza facilmente a una disillusione così cocente, quanto era alta l’esigenza di comunicazione iniziale. Per molte persone, infatti, l’utilizzo dei social network appartiene a una fase della propria esistenza e tende progressivamente a ridursi a mano a mano che se ne sperimenta l’ineffi cacia sul piano comunicativo-emotivo accompagnato, a volte, da un residuo di inquietudine, legato alla diffi coltà di “cancellare” il proprio passaggio in quell’universo, per l’appunto. Potremmo dire che è un comportamento che tende all’autolimitazione nel tempo.”

Cosa potrebbe consigliare, a tal proposito, alle mamme?

“L’indicazione vale senza dubbio per tutti: sarebbe preferibile circondarsi di amici e parenti che possano realisticamente condividere il vissuto ed essere “testimoni” diretti della vita e delle vicende che ognuno di noi vive, solo così il nostro bisogno di comunicazione può essere appagato.”

Page 15: Controsenso, 17 novembre 2012

18 ontrosenso

17 Novembre 2012BasilicataSALUTE... GLI SPECIALISTI CONSIGLIANO

Vac Therapy

Grazie all’impegno di tanti ricercatori e medici spinti da grande

motivazione, negli ultimi anni fi no ai giorni nostri, la medicina ha migliorato molti aspetti sia, per quello che concerne l’aspetto diagnostico che, terapeutico della cura delle malattie. In questo articolo ci interesseremo di un argomento non prettamente chirurgico ma, terapeutico, molto utile ed innovativo nella cura e guarigione delle ferite, quindi anche di quelle chirurgiche. A questo punto, è bene fare una premessa: può capitare che un paziente operato al cuore abbia, durante la sua successiva degenza, un problema di infezione della ferita sternale ossia, dell’incisione chirurgica che è stata effettuata per accedere al cuore. Tutto questo può, oltre che prolungare il ricovero del paziente, infi ciare il suo umore, nonostante il buon esito cardiologico dell’intervento ed aumentare la spesa sanitaria per la struttura nella quale si trova ricoverato. A questo proposito, un sistema effi cace ed innovativo è la cosiddetta VAC (Vacuum Assisted Closure) che è un trattamento avanzato, di nuova generazione per la cura delle ferite e può, essere utilizzata sia in ambiente ospedaliero che domiciliare, quando il paziente ritorna a casa. La ferita viene coperta attraverso una schiuma di poliuretano o

una medicazione in schiuma di alcool polivilinico e sottoposta a pressione negativa. Naturalmente la medicazione in schiuma viene ricoperta da una pellicola adesiva trasparente e semi occlusiva, prima di essere

collegata all’aspirazione, che produce il vuoto a livello della ferita. Questo strumento favorisce il processo di guarigione in quanto, la sua azione prepara il letto della ferita alla chiusura, riduce gli edemi, agevola il processo

di granulazione tissutale, rimovendo l’essudato e l’altro materiale infetto. Per utilizzare questo prodotto è naturalmente necessario assicurarsi che il paziente e la ferita siano idonei a riceverla. E’ necessaria una buona

tenuta ermetica sulla ferita e, che la medicazione venga mantenuta per almeno 22 ore. Occorre inoltre, monitorare e controllare gli allarmi che possono essere sensori di eventuali scolamenti della pellicola e, quindi della mancanza di vuoto. L’utilizzo di questo dispositivo e la medicazione della ferita deve esser effettuata con guanti ed attrezzatura sterili per evitare la contaminazione della stessa. Quali sono dunque, le indicazioni a curare una ferita mediante il dispositivo VAC? L’indicazione all’utilizzo della VAC è per ferite sia croniche che acute, traumatiche, deiscenti, ustioni, ulcere diabetiche e, sottoposte a lembi ed innesti. L’uso della VAC sembrerebbe anche ridurre il rischio di infezione in alcune tipologie di ferite. Non è indicata questa tecnica nei

casi di tessuto necrotico o di escara, di applicazione diretta su strutture vitali esposte (tendini, legamenti, vasi sanguigni, siti anastomotici), osteomielite non trattata, ferite di natura maligna, sensibilità all’argento. Tutte le ferite trattate con la VAC Therapy devono essere monitorate ad intervalli regolari. La medicazione con la VAC va cambiata ogni 48-72 ore, ma non meno di tre volte a settimana; in presenza di infezione potrebbe essere necessario rinnovare più frequentemente la medicazione. Il cambio della medicazione deve essere regolato sulla base delle condizioni della ferita e delle condizioni cliniche del paziente ed in conformità alle prescrizioni del medico curante.

No al fumo!

Il tabagismo è la principale causa di morte prevenibile nel nostro paese, è la terza

causa di morte dopo le malattie cardiovascolari ed i tumori. Una boccata di fumo corrisponde all’introduzione di 3000 sostan-ze (alcoli, acidi, idrocarburi), la maggior parte delle quali è tos-sica e nociva tanto che riduce

l’aspettativa di vita del fumato-re di 6/8 anni rispetto al non fu-matore. Le malattie correlate al fumo di sigaretta sono il tumore polmonare, le malattie croniche ostruttive, l’asma bronchiale, la bronchiolite respiratoria. Il fumo causa riacutizzazioni di episodi asmatici e il non cor-retto utilizzo dei farmaci. I fu-matori sono infatti resistenti alle terapie corticosteroidee in quanto le particelle del farmaco si vanno a combinare con quelle nicotiniche raggiungendo di-mensioni tali che da non riescire più a penetrare nell’apparato re-spiratorio. La prima cura da fare è smettere di fumare! Passo ne-cessario anche per il trattamento delle patologie cardiovascolari: il fumo interferisce con le tera-pie antipertensive, raddoppia il rischio di ictus, aumenta il co-lesterolo cattivo, riduce quello buono limitando anche i bene-fi ci delle statine, impiegate per il controllo del colesterolo. Ma come si può rinunciare alla ni-cotina, che legandosi ai suoi recettori presenti a livello del sistema nervoso centrale, rila-

scia dopamina procurando una sensazione di benessere?? Il percorso è sicuramente com-plesso e ricco di insidie, ma non impossibile!! Un ruolo chiave viene svolto dalla volontà e dal-la consapevolezza della dipen-denza dal fumo, punti di riferi-mento possono essere il medico di famiglia e il farmacista di fi -ducia, a cui non bisogna esitare a chiedere consigli. Per evitare gli stimoli che portano alle siga-rette è consigliabile un’alimen-tazione ricca di frutta e verdura, di acqua, in quanto la nicotina viene eliminata attraverso i reni. È importante mettere in atto delle strategie comportamentali che aiutino a gestire gli stimoli esterni per estinguere gradual-mente la memoria condizionata del fumo: rimandare il desiderio di fumare fi no a quando non passa, impegnare il tempo fa-cendo qualcosa di piacevole. I benefi ci non sono immediati ma si manifestano gradualmente: minore affanno, scomparsa di tosse stizzosa, normalizzazio-ne dei valori pressori, miglio-ramento del colorito del volto,

riduzione dell’ingiallimento dei denti, miglioramento delle prestazioni sessuali. Smettere di fumare comporta anche un risparmio economico e visto il periodo di crisi non sarebbe male! Incidenti di percorso si possono verifi care ma non bi-sogna farsi abbattere dal senso di fallimento, si può ritornare a smettere con maggior suc-cesso!! La sigaretta elettro-nica rappresenta un aiuto per riuscire a smettere di fumare, a prescindere se contenga o meno nicotina, appaga nella gestualità. Tutti ci chiediamo se è sicura: ad un convegno mondiale tenutosi a Monaco questa estate i cardiologi han-no evidenziato che il vapore che si sprigiona dalle sigarette elettroniche, contenenti una soluzione di glicole propileni-co, glicerolo, nicotina e aromi alimentari, non è dannoso per il cuore. La sigaretta elettro-nica rappresenta quindi una valida alternativa al fumo di tabacco, purchè sia certifi cata e di qualità.

di Gianfranca LosassoMedico Specialista in [email protected]

Dott.ssa Maria Rita Milella-Farmacia Marchesiellowww.farmaciamarchesiello.itc.so Garibaldi 9285100 Potenza tel 097121179email: [email protected]

Il lutto: un evento

diffi cile da affrontare

La morte di una persona cara è un evento devastante che lascia delle ferite

che con tutta probabilità non si rimargineranno mai del tutto. Il tempo può aiutare ad affrontare la separazione defi nitiva, ma non è sempre così. Succede spesso che per non sentire dolore si fi nisce per non sentire affatto, le emozioni vengono anestetizzate, congelate e controllate. Apparentemente tutto va bene, la vita prosegue, ma

la paura di vivere diventa sempre più ingombrante, si fugge dalle relazioni perché si teme di perdere nuovamente il legame. Il mondo emotivo è qualcosa di orribile, di terrorizzante, da evitare; incontrarlo potrebbe disgregare quel poco che si riesce a tenere unito. Si possono individuare quattro fasi dell’elaborazione del lutto:

1. Disperazione acuta: rifi uto, rabbia e dolore sono i sentimenti che pervadono questa fase;

2. Ricerca della persona perduta: irrequietezza fi sica e preoccupazione per il morto;

3. Disorganizzazione: c’è la presa di coscienza della perdita e il dolore è talmente forte da stordire la persona, da estraniarla dal mondo esterno;

4. Organizzazione: il dolore si affi evolisce e i pensieri tristi si accompagnano ai ricordi piacevoli della persona amata.

La morte è un evento che non investe solo l’individuo ma l’intera famiglia. Ogni membro familiare ha un legame unico col defunto, per cui il senso di perdita investe le relazioni al suo interno, comporta un dolore individuale e allo stesso tempo sfi da il senso di appartenenza. La famiglia ha il compito di riorganizzarsi, di ricostruire la rete di relazioni al suo interno e di sopperire alla mancanza della persona perduta. Non sempre, però, questo avviene: le reazioni emotive alla perdita sono, talvolta, coerenti alla preesistenti modalità relazionali della famiglia e possono essere esasperate. Si verifi cano, in tali circostanze, sintomi psicopatologici transitori, che possono bloccare il tempo evolutivo dell’individuo e della famiglia, congelando le risorse e le prospettive evolutive. Il lutto prolungato produce un impoverimento degli scambi e l’illusione che la perdita non è mai avvenuta. Andare alla ricerca delle risorse per superare le sfi de della vita e recuperare il tempo evolutivo della famiglia è un obiettivo delle terapia familiare. La condivisione del dolore permette di rimettere in circolo le emozioni, di sperimentare la solidarietà e non sentirsi soli.

a cura della dottoressa MariaTeresa Muscillopsicologa - sessuologa tel- 328/[email protected]

Page 16: Controsenso, 17 novembre 2012

www.costituentecologista.it – www.politicheverdi.itPAGINA AUTOGESTITA E DENUCLEARIZZATA

Anno 2012 - n. 16

Impaginazione e grafica Isabella Soldo

[email protected]

EDITORIALE

Boom di tumoriBoom di tumoriBoom di tumoriBoom di tumoriBoom di tumoriin Basilicatain Basilicatain Basilicatain Basilicatain Basilicata

Dossier Choc: veleni e rifiuti uccidono sempre di più!

Veramente terribile il verdetto che vienefuori dai dati ISTAT e dallo studioventennale dell’ISTITUTO TUMORIDI MILANO.

“““““”””””

Tassi di mortalitàsempre più alti

a Potenza e a Matera

I dati sono sempre più eloquenti: “I tassidi mortalità sono più alti a Potenza eMatera”.Ora, però, è il momento di fare dei passiin avanti. Non si può più continuare aprodurre solo dati.Ser vono bonifiche dei tanti sitiinquinanti. Iniz iare a fare tantaprevenzione.L’incidenza del tumore dell’apparatodigerente è alta. I potentini hanno ilrecord della mortalità per le malattie delsangue. Urge uno studio che metta inevidenza il rapporto tra “Avvelenamentodel territorio e Rischio per la salute deilucani”.Insomma abbiamo tutto il diritto diconoscere le “Cause delle tante morti percancro”. Diversamente le future morti pertumore saranno considerate “omicidi” equalcuno dovrà pagare per questo.Bisogna, con ogni urgenza possibile,trovare o provare il “nesso” tra degradoambientale del ter ritorio lucano,l’incenerimento, l’elettromagnetismo,l’estrazione del petrolio, gli sversamentiillegali e “ l’incremento dei tumori deilucani”.Lo studio epidemiologico nei sitiinquinati ha la duplice finalità dichiarire i nessi causali fra le esposizioniche caratterizzano il sito e la comparsadi determinate patologie, nonché difornir e elementi conoscitivi utiliall’attività di risanamento ambientale.

“““““Urgono interventi diprevenzione sanitaria ebonifica dei siti inquinati!

”””””

I cittadini lucani sono più a rischio cancro che altrove. I dati ISTAT e lo studio,durato 20 anni, dell’Istituto Tumori di Milano non mentono.

La cosa importante e urgente è che i nostriamministratori si rendano conto dellasituazione di pericolo in cui ci troviamoe mettano in campo tutti gli interventi di“prevenzione sanitaria” e di “bonifica”del territorio regionale.La scienza ufficiale conosce bene il legametra i principali contaminanti rilevati nelnostro ter ritorio e le neoplasie deibronchi, della trachea, dei polmoni, dellavescica, della prostata, del pancreas, deireni, della tiroide, delle ossa, della pelle,del sangue.Bisogna sapere se anche i nostriamministratori ne sono a conoscenza.

Mario Nicola Di Dio

A Potenza e Matera i tassi di mortalità sono più alti che in altre zone. In Basilicata èalta l’incidenza del tumore dell’apparato digerente. Potenza ha il record della

mortalità per le malattie del sangue.“““““

”””””CHIEDIAMOCI:

“Quali le “FONTI” di questi tumori?”forse……

Gli scarichi radioattivi del Centro ITREC di Rotondella?Le polveri ferrose, Pm 10, Pm 2,5, Idrocarburi aromatici, Diossi-ne, Benzo-apirene?Il termodistruttore FENICE-EDF di Melfi?Gli effetti collaterali delle estrazioni petrolifere in Val d’Agri?L’inquinamento “non rilevati” dagli invasi: MonteCotugno,Pertusillo, Camastra?Le Discariche di rifiuti pericolosi?L’amianto e la Trielina dell’area ex-Materit di Ferrantina?I Fanghi di perforazione stoccati un po’ qua e un po’ la nellaregione?I Fanghi industriali e Fosfogessi prodotti dall’attività industriale

della ex-liquichimica di Tito? Le 15 tonnellate (stimate) di sostanze tossiche e cancerogene (Trielina)versate dalla DARAMIC nelle falde di Tito?

“... e tanto ALTRO ancora!”

O forse è colpa dei tanti piattidi orecchiette e strascinatiche noi lucani mangiamo?

“““““

”””””

Page 17: Controsenso, 17 novembre 2012

23ontrosenso

17 Novembre 2012Basilicata MONITOR

Conclusa la vendemmia nella zona del Vulture

“Must’ e vin”a sant’Martin’La vinifi cazione di ieri e di oggi. Il vitigno aglianico pare sia

arrivato nella zona del Vulture nel VII-VI secolodi Michele Trafi cante

“A sant’Martin, must’ e vin” (A san Martino ogni mosto si fa vino).

E’, questo, uno dei proverbi più noti nella zona del Vulture che, spesso, si sentiva pronunziare, con evidente soddisfazione, dai nostri vecchi viticoltori. Ma, quest’anno, le cose

sono andate diversamente. Non si è aspettato la festa di san Martino (11 novembre) per far ribollire il mosto nei tini, anzi per quella data il vino già fermenta da un bel po’(una caratteristica tipica dell’Aglianico, per cui, imbottigliato, diventa naturalmente spumante) nelle capaci botti di rovere nei tanti “ceddari” (grotte scavate nel tufo). Infatti, quest’anno, le favorevoli condizioni climatiche hanno accelerato la maturazione dell’uva ed anticipato la vendemmia di almeno 20 giorni. Qualcuno ha addirittura, fatta la vendemmia, cominciato la raccolta delle olive che, di norma, inizia ai principi di dicembre. I frantoi sono già tutti in attività per la molitura delle olive. Ma com’è andata la vendemmia quest’anno nella zona del Vulture? A sentire i diretti interessati, più che buona; ottima la qualità, ma con una leggera riduzione della quantità rispetto all’anno precedente. La vinifi cazione in parte, è stata effettuata con metodi tradizionali nelle antiche cantine scavate nel tufo vulcanico e parte, sicuramente la maggior parte, con sistemi moderni negli stabilimenti vinicoli di Rionero in Vulture, di Barile, di Venosa, di Acerenza ecc. In questi giorni è partita anche la commercializzazione del vino novello, di pronta beva, di Aglianico del Vulture. E’ un vino rosso particolarmente fresco e aromatico, il primo vino della vendemmia appena trascorsa. Prodotto sulle colline della zona del Vulture, terreno vulcanico che ottimamente si presta alla coltivazione del vitigno aglianico, grazie alla capacità di intraprendenti imprenditori del settore, il vino Aglianico si è conquistato un mercato di tutto rispetto sia in Italia e sia all’estero. Il vitigno aglianico pare sia arrivato nella zona del Vulture nel VII-Vi secolo a.C. portato probabilmente dai coloni greci che

dalla costa ionica si avventurano nell’interno della regione lucana. Che il vitigno sia di origine greca è confermato dal fatto che il nome, originariamente era “Ellenico”, in seguito trasformatosi in “Ellenico”, poi in Allanico”, infi ne, durante la dominazione aragonese, corretto in

“Aglianico “a causa della doppia “ll” pronunciata in “gli” secondo l’uso fonetico spagnolo. La produzione di Aglianico si aggira sui 130 mila ettolitri (oltre ottomila ettolitri a Doc). I terreni coltivati a vigneti sono circa 6.400 ettari, di cui 2.633 registrati all’Albo presso la Camera di Commercio di Potenza, ricadenti nei comuni di Atella, Barile, Ginestra, Maschito, Melfi , Rapolla, Rionero, Ripacandida (zona classica) e Acerenza, Banzi, Forenza, Genzano di Lucania, Palazzo San Gervasio, Venosa (zona di bassa collina e pianeggiante). Numerosi i vinifi catori della zona

(circa 391 registrati all’Albo della Camera di Commercio), sia come privati produttori e sia associati in cooperative. Negli ultimi anni sono sorte grosse ed affermate aziende vitivinicole che, con estesi vigneti,

con viti sistemate a fi lari, ove hanno costruito imponenti s t a b i l i m e n t i enologici con enorme cantine scavate nel tufo vulcanico. Infatti, nell’area del Vulture, è cambiata la geografi a della produzione dell’aglianico. I contadini di una volta, che si recavano nei loro vigneti con gli asini e i muli per i duri lavori della zappatura (almeno quattro volte all’anno), dell’irrorazione delle viti con solfato di rame per combattere la peronospora e “la malattia vecchia” e poi la zolfatara ecc., non ci sono più. Non più la processione di animali da soma con le bigonce o ceste piene per il trasporto dell’uva dai vigneti al paese. Non più il canto durante la pigiatura fatta con i piedi nelle cantine in

paese, e la vinifi cazione nei capaci palmenti ( grosse vasche in muratura) e poi la festa della spillatura, quando si toglieva “lu priglion’(un pezzo di legno usato come tappo) e l’uscita violenta del vino nell’”angel” (una piccola vasca pure di muratura). E ancora, dopo la spillatura, il “cap’canal” (un abbondante pasto), in uso in tale occasione, a base di baccalà “ a ciambott”, con l’ottimo olio extravergine di oliva e peperoni cruschi, accompagnato adeguatamente dal fresco e spumeggiante vino appena spillato. In tale circostanza era lecito alzare un po’ il gomito. Insomma, non più

“per le vie del borgo / dal ribollir de’ tini, / va l’aspro odor dei vini / l’anime a rallegrar”, come cantava il poeta Giosuè Carducci nella bella poesia intitolata proprio “San Martino”. Anche i piccoli produttori della zona del Vulture si sono adeguati; spariti del tutto gli animali da soma (asini e muli) si sono attrezzati con mezzi meccanici per la coltivazione della vite, si sono muniti di piccole pigiatrici elettriche, per la fermentazione del mosto usano grossi tini di materie plastiche (rari quelli di doghe di legno), il vino viene fi ltrato e conservato in damigiane. Oggi la vendemmia passa quasi inosservata, la si fa in fretta. Non è più una festa come una volta che durava diverse settimane; la vendemmia è rimasta solo un lavoro faticoso e basta. Moderni mezzi meccanici trasportano l’uva dai vigneti alle cantine o agli stabilimenti enologici e altrettante moderne macchine enologiche vinifi cano. Il vino, separato dalle bucce e dai raspi, va fi nire in enormi contenitori di cemento o silos d’ acciaio per la macerazione (o fermentazione) e nessuno lo vede. Operano ormai i grandi viticoltori, o meglio imprenditori del vino, con le loro vaste tenute (un’azienda addirittura ha oltre 100 ettari di vigneti), in cui hanno costruito enormi cantine nel tufo e munite delle più moderne strumentazioni per la migliore vinifi cazione e conservazione del pregiato vino Aglianico. Un tempo si diceva: “Il miglior vino si fa nella vigna” e pare che si ritorni a vinifi care nei vigneti come un tempo.Sono questi attivi imprenditori, oggi, a monopolizzare quasi l’intera produzione di uva aglianico della zona e a commercializzare il rinomato “rosso” del Vulture, su tutti i mercati nazionale ed internazionali.

Ormai l’Aglianico del Vulture, il primo vino lucano a fregiarsi, con decreto del Presidente della Repubblica del 18 febbraio 1971, del riconoscimento di denominazione di origine controllata (Doc) e oggi anche DOCG (Denominazione di origine controllata e garantita), viaggia in bottiglie caratteristiche, con artistiche ed accattivanti etichette, per fi nire sulla tavola di esigenti degustatori dal palato fi no. Un ricordo, ormai, il tempo in cui il vino si vedeva “alla frasca” presso le stesse cantine dei produttori o loro abitazioni,

dove numerosi avventori (quasi sempre altri contadini viticoltori) i quali, come si diceva” a r’tenn” (scambio della visita) passavano da una cantina all’altra. Così, fra un “patron e sott’) (un gioco da bettola, molto in voga allora, con lo scopo di portare qualche giocatore “urm” cioè lasciarlo a bocca asciutta), fra un litrot’t e l’altro, essi trascorrevano i caldi pomeriggi e serate d’estate, tornando a notte fonda, barcollando alle proprie abitazioni. Altri tempi, altre usanze. Mah, forse è meglio così! Si sa, indietro non si torna!

Page 18: Controsenso, 17 novembre 2012

24 ontrosenso

17 Novembre 2012BasilicataMONITOR

Rionero, un presidio turistico nel palazzo fortunato

Sarà gestito dalla Pro Loco in un locale

concesso dal Comunedi Michele Trafi cante

Era ora che Rionero avesse un adeguato presidio turistico al

servizio dei tanti turisti e studiosi che si recano nella città di Giustino Fortunato. Sarà a giorni fi nalmente disponibile, su concessione d e l l ’ A m m i n i s t r a z i o n e comunale, un locale della “torretta” del prestigioso Palazzo Fortunato, ove la locale Pro Loco potrà svolgere al meglio la sua azione di supporto alla più effi cace funzione di promozione turistica non solo per quanto riguarda la città di Rionero ma per l’intero comprensorio del Vulture. Infatti, il presidio turistico è un centro di centro di informazione ed assistenza in grado di assicurare, potenziare e migliorare i servizi offerti al turista. Un centro di grande valenza culturale come

Rionero, ove, se si escludono alcuni lodevoli casi, da troppo tempo purtroppo vige una disattenzione verso il

patrimonio storico e culturale, la presenza di un presidio ben attrezzato ed effi ciente posto nel centro storico,

stimolerà sicuramente forme di turismo sostenibile rispetto alle caratteristiche ambientali e culturale del territorio. Inoltre il presidio diventerà un punto di riferimento, di collegamento e di orientamento per i protagonisti del settore: turisti, imprese, fornitori di servizi, associazioni, istituzioni e associazioni. In verità la locale Pro Loco già da tempo ha a disposizione materiale promozionale della Regione Basilicata sul Vulture ma sta anche stilando in proprio materiale informativo

sulla peculiarità di Rionero: da informazioni storiche sul Palazzo Fortunato fi no alla Biblioteca Comunale passando

per Torre degli Embrici e i Laghi di Monticchio fi no al Museo del Brigantaggio e della Civiltà Contadina. Nella Torretta del Palazzo Fortunato, rende noto la Pro Loco, si provvederà ad istallare anche l’Internet Social Point dove si potrà navigare sul web attraverso una connessione gratuita messa a disposizione dall’associazione e dalla Regione Basilicata per tutti gli utenti: dai semplici cittadini fi no, per fare un esempio, agli extracomunitari del Burkina Faso che avranno l’opportunità di chiamare i propri cari in Africa attraverso il servizio di chiamata “Voip” (Voice Over Interenet Protocol), tecnologia che permette di telefonare a costi molto bassi in qualsiasi parte del mondo senza differenze geografi che. Verrà ancora – aggiunge la

Pro Loco – anche fornito un servizio di connessione wi-fi gratuita in tutta Piazza Giustino Fortunato. I giovani avranno quindi la possibilità di riappropriarsi della loro piazza (da mesi interessata da lavori di sistemazione e riqualifi cazione) e, attraverso la connessione gratuita, di utilizzare i tanto amati social network non più dalle loro abitazione, ma dal centro storico della cittadina fortunatiana. Insomma la “Torretta”, grazie all’impegno d e l l ’ A m m i n i s t t a z i o n e Comunale e della Pro Loco, diventerà un vero e proprio punto di riferimento per cittadini e turisti.

I Granata di RioneroFra più noti il martire del 1799 Michele Granata e l’agronomo Luigi Granata

di Michele Strazza

La famiglia Granata di Rionero in Vulture annovera

importanti personaggi storici. Innanzitutto Michele Granata, martire della Repubblica Partenopea. Nacque a Rionero il 25 novembre 1748 da Ciriaco e da Maddalena Lauria. La famiglia che aveva fatto fortuna nel commercio volle

avviarlo alla vita monastica nell’Ordine dei Carmelitani

Calzi. Con il n u o v o nome di padre Francesco Saverio da Rionero Michele Granata iniziò il suo percorso nella nuova vita. Dopo un periodo nel convento di Barile, come maestro e lettore di Teologia, lo ritroviamo a Napoli, nella Chiesa del Carmine, in Piazza Mercato, dove ebbe l’incarico di Padre Provinciale e Diffi natore Perpetuo. Grazie proprio al suo zelo il Padre Generale dei Carmelitani consentì che il suo nome venisse scolpito sopra la campana maggiore del Carmine. Per le sue condizioni di salute si trasferì al Convento Carmelitano della Trinità degli Spagnoli che aveva ambienti migliori. Qui si dedicò alla cura degli infermi. Nel 1778 divenne professore di matematica alla Reale Accademia Militare dove insegnò anche fi losofi a e geometria. Nel 1780 pubblicò Brevi notizie della vita di Nicola Martino, missionario e geografo trentino (1614-1661). Scrisse, poi, un testo di elementi di algebra

e geometria. Si avvicinò alle idee repubblicane e, con l’accusa di educare i giovani con una i m p o s t a z i o n e politica non proprio ortodossa, assieme al Caravelli venne dispensato dall’insegnamento con assegno di pensione. Due anni dopo venne rinchiuso nelle carceri arcivescovili partenopee. Ma il 25 ottobre 1789 fu richiamato all’insegnamento. Nel 1793 lasciò nuovamente l’insegnamento, andando a dirigere il monastero dei Carmelitani di Santa Maria della Vita a Montesano. Nuovamente arrestato, venne rinchiuso nella fortezza di Gaeta insieme a mons. Forges Davanzati ed Eleonora Pimental Fonseca. Uscito di carcere nel luglio del 1798 insieme ad altri 59 detenuti tra cui Mario Pagano, ritornò all’Annunziatela ma per poco, perché, proclamata la Repubblica, entrò nel governo come Commissario. Ebbe, così, l’incarico di reggere, insieme a Domenico Bisceglia, Ignazio Buonocore e Celestino De Marzis, il Cantone di Sannazzaro, uno dei sei in cui era stata divisa Napoli. Di fronte alla minaccia delle truppe del cardinale Ruffo fece parte della commissione incaricata della

riorganizzazione d e l l ’ e s e r c i t o r e p u b b l i c a n o e della difesa dei rioni di San Ferdinando e San Giuseppe. Caduta la R e p u b b l i c a , v e n n e c o n d a n n a t o a morte e giustiziato a Napoli il 12 dicembre del

1799. A Rionero, sulla parete della casa natale al Piano dei Morti (oggi via Umberto I n. 81), Giustino Fortunato nel 1881 fece murare una lapide che lo ricorda come “Martire della Libertà” . Suo nipote fu Luigi Granata, nato a Rionero in Vulture l’11 novembre 1776 da Benedetto e Rosa Melchiorre. Si addottorò in utroque jure a Napoli dove fu allievo di Conforti e di Pagano, oltre che di suo zio Francesco Saverio. Profondo conoscitore dei problemi dell’agricoltura, pubblicò: Teoria elementare per gli agricoltori (voll. 1-3, Napoli 1824), Economia per lo Regno di Napoli (voll. 1-2, Tip. Nunzio Pasca, Napoli 1830, Tip. del Tasso, Napoli 1835) e il saggio Mezzi per migliorare la economia rustica del Regno

di Napoli quando deteneva la Cattedra di Agraria e Scienza Silvana nella “Real Scuola di Applicazione di Ponti e Strade”. Ispettore Generale delle acque e foreste, pubblicò: Trattato della coltivazione delle piante conosciute più utili all’uomo ed agli animali domestici. Nel 1835 venne stampata per la seconda volta la sua opera Economia rustica e nel 1839 uscirono gli Elementi di agronomia e della scienza silvana. Su incarico del Ministero della Pubblica Istruzione, diede alle stampe il Catechismo agrario ad uso delle scuole elementari stabilite nelle Comuni del Regno di Napoli del cavalier Luigi Granada (Tip. Niccola

Vanspandoch e C., Napoli 1841). Ricoprì anche gli incarichi di segretario aggiunto e b i b l i o t e c a r i o della Accademia Pontaniana. Fu membro inoltre della Real Società Agraria di Torino. Si spense a Napoli nel maggio dell’anno 1841.

Pronipote di Michele Granata fu Vincenzo Maria Granata. Nato a Rionero l’1 marzo 1828 da Benedetto e Raffaela Raiola, a 15 anni entrò, con il nome di fra’ Antonio, nel convento di Laurenzana dei Minori Riformati versando la somma di cento ducati. Dopo

il primo semestre di noviziato, ottenuto l’esonero dal servizio militare e compiuto il tirocinio annuale, passa al convento di Avigliano dove assume il nome di Francesco Saverio, in onore del prozio. Trasferitosi prima a Potenza e dopo a Napoli presso il convento di San Pietro ad Aram, completa i suoi studi di diritto canonico, storia ecclesiastica, lingua ebraica, matematica e fi sica. Durante l’epidemia di colera del 1854 è in prima linea nell’assistenza dei malati. Mandato nel convento di Forenza, vi insegna letteratura e fi losofi a, educando i giovani novizi a non disprezzare i sentimenti di libertà. Accusato di idee liberali, è costretto a lasciare l’Ordine e a ritornare a Rionero. Nel 1860 si trasferisce a Venosa dove apre una scuola privata molto frequentata. Dopo due anni trascorsi a Napoli come precettore di un giovane menomato di una ricca famiglia borghese, ritorna a Rionero dove inaugura una scuola privata di letteratura italiana e latina. Emigrato in Brasile nel 1778, si ferma a Villa de Cosmo dove insegna latino nel Collegio di Joaquem de Sant’Anna. Nel nuovo Paese si dedica anche alla poesia, pubblicandone alcune su riviste brasiliane. Nel 1889, a seguito della lunga siccità e della febbre gialla presenti in

quelle zone, torna in Italia, riprendendo l’insegnamento privato a Rionero e pubblicando: Saggio di Poesie in Dialetto rionerese

(Tip. Ercolani, Rionero 1897), Nuove poesie in dialetto rionerese (Tip. L i c c i o n e , Melfi 1899), N u o v i s s i m e poesie in dialetto r i o n e r e s e (Vecchi Ed.,

Trani 1900). Muore il 19 aprile 1911. Altre sue opere sono: Il Rionerese (Tip. Ercolani, Rionero 1881), Gioie e dolori (Tip. Ercolani, Rionero 1896), Il pensiero dei pensieri (Tip. Ercolani, Rionero 1896), Supplemento alle poesie in dialetto rionerese (Vecchi Ed., Trani 1900), Memorie di un insegnante privato (Vecchi Ed., Trani 1900), La coppa di Ebe (Vecchi Ed., Trani 1903, Per una lapide commemorativa nel comune di Rionero in Vulture (Tip. Ercolani, Rionero 1882), Per la festa dello Statuto (Tip. Ercolani, Rionero 1882), Elogio funebre dell’illustrissima signora Anna Tronconi Nicolucci (Tip. Pierro e Veraldi, Napoli 1899), In excelsis (Vecchi Ed., Trani 1905), Per la commemorazione funebre di Re Umberto (Vecchi Ed., Trani 1900).

Page 19: Controsenso, 17 novembre 2012

26 ontrosenso

17 Novembre 2012BasilicataSPORT

SECONDA DIVISIONE

Potenza, che confusioneTra cessione e nuovi soci, torna in bilico il destino dei colori rossoblu

Francavilla: arriva Amatuccidi Giusy Trillo

“Mamma mia!” Il Potenza degli incubi è tornato.

Non tanto quello delle sconfi tte, che non se n’è mai andato davvero e a cui quasi quasi, seppur tristemente, la città si stava abituando, ma quello delle “jacuvelle”, di cui davvero

non si sa più che farsene. A dieci turni dall’inizio di

un campionato i n f a t t i altalenante, ma solo negli umori, un’altra settimana si chiude e, per l’ennesima volta, il bilancio è tutt’altro che positivo. Non solo il bis casalingo, tra Battipagliese e Puteolana, è stato archiviato come una catastrofe, ma la squadra rossoblu è tornata pure a fl uttuare nel limbo. Prima l’allenatore si sarebbe dimesso, poi ci avrebbe ripensato lasciando il passo al presidente, che ha invece confermato nero su bianco l’intenzione “di cedere la società -così recitava

il comunicato- o di valutare la possibilità di un coinvolgimento di nuovi soci”, garantendo però “sin d’ora che sarà comunque portato a termine il campionato in base a quelle che potranno essere possibilità di gestione”. L’ambiente, inoltre, sarebbe “abbastanza compattato e sereno e comunque motivato” in vista dei prossimi impegni e tutti i tesserati avrebbero “rinnovato la loro disponibilità al progetto sposato ad inizio stagione con la stessa società”, anche in virtù di un Agovino “rasserenato”. Tutti tranquilli allora? Decisamente no. Mister Agovino potrebbe, a questo punto, ri-ripensarci, visto e considerato che dopo gli addii di Caruso e soprattutto Tortora, la squadra che aveva accettato di condurre verso la salvezza, si ritrova in modo evidente ancora più lacunosa di prima; senza contare che l’apertura del mercato è vicina

e qualcuno (forse tanti) potrebbe anche decidere di prendere altre strade, decisamente meno ripide da risalire. Insomma, se dal campo in pochi giorni sono arrivate ben tre sconfi tte, due contro le compagini ospiti, che al Viviani hanno fatto en plein, e una contro la sfortuna, tra pali, traverse e rigori che ancora gridano vendetta in area, la peggiore arriva invece lontano dal gioco, contro la voglia crescente in città di pensare già a un prossimo anno, più o meno solare. Quello in corso si riscopre invece tempestoso, nonostante le rassicurazioni di rito; mentre il Potenza si riscopre sul mercato, alla ricerca di un nuovo nome, magari senza andare troppo lontano (vedi Eccellenza), che possa assicurare continuità. Tra voci di contatti e soluzioni più o meno probabili, l’unica cosa certa, e neanche tanto, è che oggi si parte per Bisceglie

e se non ci si aspetta da una trasferta del genere il miracolo sul campo, si spera almeno che porti ‘consiglio’ fuori. I tifosi soprattutto lo sperano, né quelli di Serie D né quelli di Eccellenza, solo i tifosi del Potenza. Chi la continuità l’ha ritrovata è invece il Matera, tornato a tallonare le prime delle classe dopo la vittoria larga conquistata in casa del Sant’Antonio Abate, mentre procede a piccoli passi il Francavilla, che fa 1-1 con il Pomigliano, scivolato inesorabilmente in zona play out. Un calo costato la panchina a Lazic, destinato ad altro incarico sempre nella famiglia dei sinnici, che ha lasciato il testimone al suo secondo Antonio Amatucci. Una soluzione interna, dunque, nel tentativo di capire cosa davvero non va.

Potenza: una squadra, un leone, una bandiera

Da qualche tempo il calcialingo non dorme più. Il suo Potenza non

gli dà pace. Se ne sta sempre affacciato alla sua fi nestra in viale Marconi con vista sullo stadio Viviani. Pensa e rifl ette

su ciò ch’è stato il calcio negli ultimi quindici anni. Poi, si ferma e scandisce i momenti signifi cativi, nel bene e nel male, del vissuto rossoblù. Ad ogni fl ash si apre una ferita profonda, specie quando ripercorre i momenti degli ultimi cinque anni. In ultimo sfoglia, rapidamente, l’album dell’ultimo anno con l’onta delle due società rossoblù che egli non tarda a defi nire un’idiozia pura. “Davvero il

popolo potentino è arrivato a tanto -si domanda il recluso per calcio- pur di detenere il potere di decidere in maniera assoluta”? Probabilmente sarà bastato l’ultimo fotogramma scattato domenica scorsa, in occasione dell’ennesima gara casalinga persa dal Potenza contro la Puteolana. In quella circostanza veniva ripreso il presidente Capobianco, sempre più desolato, mentre ciò che resta degli ultras

potentini, inveivano contro di lui, invitandolo a farsi da parte. Sarà stato suffi ciente questo per far scattare una molla nel pantofolaio lucano che, ora, non dorme più. Il suo Potenza sprofonda e, in lui, prevale l’angoscia. Il sonno è pregiudicato anche dalle voci che si rincorrono in queste ore di grande frenesia. Tra dichiarazioni strappate e smentite varie, in città si sa già che è in corso una trattativa tra Capobianco e Ferrara,

i titolari dei due sodalizi potentini. Qualcuno ha già azzardato anche l’oggetto e le modalità dell’accordo. Mentre andiamo in stampa, però, c’è solo la certezza che la squadra partirà per Bisceglie alla guida del tecnico Agovino. Negli ambienti sportivi cittadini c’è grande attesa per un momento che, a dire il vero, era già atteso quest’estate, quando ci fu un primo approccio che, sembrava inizialmente, dovesse dar luogo ad

un’integrazione. All’epoca non se ne fece nulla. Si spera, oggi, di ricevere la notizia tanto attesa del matrimonio tra Città di Potenza e Rossoblù Potenza. Una squadra, un leone, una bandiera, per riprendere la marcia della storia del calcio, nel nome del Potenza.

CALCI IN CU...RVA

a cura di Tony

Pezzotta

Il Melfi sfi ora il colpaccio“Tarpata” L’Aquila, all’Arturo Valerio

arriva una Salernitana super di Lorenzo Morano

Accarezza ancora una volta il sogno della vittoria il Melfi di mister

Bitetto, che al Fattori di L’Aquila, costringe i forti abruzzesi al pari ed in rimonta. 1 a 1 è il risultato del turno numero 11 per i gialloverdi, ancora protagonisti di una rimonta subita. L’undici lucano composto da Scuffi a, Gennari, Bonasia, Porcaro, Dermaku, Benci, Spirito, Muratore, Improta, Giglio, Conte; con Porcaro spostato sulla mediana a causa delle assenze di Suarino e Locci, a L’Aquila dopo dieci minuti si era già portato avanti, grazie ad una conclusione di Conte, abile a sfruttare un errore di Mucciante, che mette nelle condizioni il gialloverde di infi lare la porta del portiere Testa. Malgrado le defezioni il Melfi in Abruzzo gioca bene e merita il vantaggio, tant’è che per lunga parte anche della ripresa, il sogno dei tre punti non è affatto cosa proibitiva. Alla mezz’ora arriva però la doccia fredda, l’omonimo aquilano del centravanti melfi tano, Improta, serve un assist al bacio ad Agnello che di testa mette la palla nell’angolino, dove Scuffi a non può arrivare e fi ssa il punteggio sul pari. A rendere

ancor più amaro questo risultato ci pensa sul fi nale il gialloverde Caira che si divora la rete dell’1 a 2, mancando una ghiottissima occasione, praticamente a porta sguarnita. Sicuramente tutti avrebbero fi rmato per un pari contro gli aquilani, prima della gara, ma visto quanto accaduto nei 90 minuti di gara, di sicuro qualche rammarico c’è, anche perché dalle parti basse della classifi ca le antagoniste cominciano a farsi avanti: l’Arzanese viaggia a braccetto dei lucani a quota 12 punti, avendo pareggiato per 1 a 1 con il Foligno, distante solo un punto, mentre la Vigor Lamezia grazie alle vittoria di misura sul Fondi per 1 a 0 si è portata anch’essa a 12 punti; più distante il Borgo fermo a 7 punti dopo la sconfi tta di misura per 1 a 0 nel derby con il Pontedera. Tornando al discorso Melfi e proiettandoci al prossimo match, di sicuro possiamo parlare dell’incontro più importante della stagione, per il fascino che la sfi da suggerisce per via dell’avversario decisamente blasonato ed in stato di grazia. Il 12esimo turno vedrà approdare all’Arturo Valerio di Melfi la

Salernitana dell’ex Guazzo, tra le altre cose autore della seconda delle tre reti con cui i campani hanno tramortito la capolista Aprilia, nel 3 a 0 dell’Arechi. I campani dopo il cambio di panchina non hanno sbagliato un colpo e viaggiano a vele spiegate; l’entusiasmo che si respira nella città di Salerno e la vicinanza al centro lucano, faranno in modo che i granata saranno seguiti in Basilicata da un nutrito pubblico, pertanto Melfi -Salernitana è di sicuro una gara da non perdere. Vola, quindi, la Salernitana, ma lo fa anche il Martina che senza troppi clamori si è portata a 21 punti, come i campani, battendo in trasferta per 1 a 0 il fanalino di coda Campobasso. Con lo stesso risultato, come già visto, anche il Pontedera porta a casa l’intera posta in palio, nel derby con il Borgo a Buggiano, grazie alla rete numero 8 di Grassi, che gli vale la guida della classifi ca marcatori; un risultato d’oro questo dei toscani i quali accorciano sulla capolista, che a quota 26 punti dista solo due lunghezze. Finisce 2 a 0 per i padroni di casa l’altro derby toscano tra Gavorrano e Poggibonsi, un risultato che permette ai primi di

agguantare i secondi, ora entrambi i team viaggiano a quota 18 punti, tanti quanti ne ha il Chieti grazie all’1 a 0 con cui a Reggio Calabria ha liquidato la pratica Hintereggio, per la cronaca rete di De Sousa, anch’egli ad 8 reti. La giornata si chiude con tre punti preziosissimi per l’Aversa che grazie all’1 a 0 interno, contro il Teramo, si è portata proprio a ridosso degli abruzzesi. Chiusa la parentesi relativa all’undicesima giornata, domenica 18 novembre il campionato di Lega Pro 2, girone B, offre un turno decisamente interessante, sono numerose le sfi de da tenere d’occhio maggiormente, rispetto alle altre. La sfi da di cartello è sicuramente il big-match tra le prime due della classe, con l’Aprilia che farà il diavolo a quattro per avere la meglio sul Pontedera, anche perché di fronte ai propri tifosi vorrà prontamente archiviare la pesante sconfi tta di Salerno. Altra gara d’alta quota è Martina-Gavorrano con i toscani che scenderanno in Puglia desiderosi di agguantare i biancoazzurri. Ancora giornata di derby la 12esima, e come da prassi ci si sposta dalla Toscana all’Abruzzo,

che sono le regioni con più team in questo girone, assieme alla Campania; il derby che andrà in scena sarà quello tra il Chieti e L’Aquila, divisi in classifi ca da un solo punto. Scontro diretto nelle zone basse della classifi ca, dove il Borgo a Buggiano, in casa, cercherà di tenere lontano il Campobasso, ma soprattutto di non perdere terreno dal Foligno, che domenica avrà sulla carta un match alla portata, contro la matricola H i n t e r e g g i o , che approderà in Umbria. Scontro diretto anche a Teramo, dove approderà una Vigor in ascesa e desiderosa di sorpassare gli abruzzesi. Il turno, infi ne, si

chiude con le sfi de Poggibonsi-Aversa e Fondi-Arzanese.

SERIE D

Page 20: Controsenso, 17 novembre 2012

27ontrosenso

17 Novembre 2012Basilicata

Disputate mercoledì scorso le gare di ritorno dei quarti di fi nale della Coppa Italia regionale, con

verdetti praticamente acquisiti già nelle gare di andata di due settimane prima, per le otto contendenti a mirare ad ottenere i lasciapassare per i quattro posti utili per le semifi nali. Il Real Metapontino, capolista dell’Eccellenza è la prima semifi nalista, che pur sconfi tto di misura a Oppido, forte del risultato dell’andata passa il

turno. Il Valdiano si qualifi ca grazie al risultato a reti bianche nella trasferta di Marconia, dopo aver vinto per tre reti a favore nel match di andata. Il Viggiano passa il turno e bissa la larga vittoria ottenuta in casa nella gara di andata e si impone anche a Picerno. Rinviata per nebbia a data da destinarsi la partita a Rifreddo tra Rossoblu Potenza e R. Tolve, ma sarà sicuramente una pura formalità per gli uomini di mister Camelia a

qualifi cazione praticamente acquisita, considerando il largo successo esterno con quattro realizzazioni conseguito a Tolve nel confronto dell’andata. I risultati: Marconia - Valdiano 0-0; C. Oppido – R. Metapontino 1-0; Picerno - Viggiano 1-2; Rossoblu Potenza – R. Tolve rinviata per nebbia.

Ant. Pet.

SPORT

Profondo RossobluLa Vultur rimonta ed è sorpasso

in classifi ca

Impresa sensazionale per gli uomini di Caprioli che riescono a ritornare al successo esterno dopo più di un mese

e mezzo e ribaltare prodigiosamente un doppio svantaggio che cominciava a delinearsi come una nuova sconfi tta in campo avverso. Il vantaggio dei potentini arriva dopo solo un minuto e mezzo con Sperandeo, che tramuta in rete una palla vacante, e il raddoppio

non si fa attendere e si concretizza al 24’ grazie ad uno sfortunato autogol di Corbo che sembra chiudere il match. Sei minuti più tardi però lo stesso difensore bianconero si riscatta e accorcia le distanze per i rioneresi prima della fi ne

del primo tempo. La ripresa si apre con il fulmineo gol

di Libutti che permette alla Vultur di recuperare il doppio handicap e quindi addirittura di vincere la gara. All’ultimo degli otto minuti di recupero concesso dall’arbitro Capolupo, la squadra di Caprioli riesce infatti a portare a casa l’intera posta in palio, con Barbaro che di testa trafi gge Grieco. Una prova di forza per i bianconeri, con carattere, grinta e determinazione in un successo

prodigioso che consente ai rioneresi di raggiungere il quinto posto (appaiati al Policoro) e dimostrare anche con i numeri il proprio valore, grazie ad un ottima prova del collettivo e al supporto dell’ultimo arrivato, l’esperto Ciardiello. Se per il Rossoblu Potenza arriva la prima sconfi tta interna, maturata sul neutro di Rifreddo, per i bianconeri si conta invece la terza vittoria consecutiva, un trend positivo che si cercherà di allungare nel prossimo turno in casalinga, con un Pignola da tenere nella giusta considerazione, per continuare a racimolare punti e aggiungere soddisfazioni ed entusiasmo ad una piazza ‘calda’ ed esigente da sempre.

Ant. Pet.

Tolve a picco e il Metapontino allungaMa è la Vultur a fare notizia: ko al Rossoblu

di Antonio Petrino

La capolista Real Metapontino vince ancora senza problemi

con il C. Oppido e allunga il passo, approfi ttando della seconda sconfi tta consecutiva stagionale del Real Tolve che è costretto allo stop da un Picerno in rilancio. Sarà Fioraso, protagonista indiscusso della gara, a siglare al 36’ il gol della vittoria, uno stupendo diagonale di esterno destro che trafi gge l’incolpevole Fusco. Rallenta anche il Valdiano, bloccato sul pari interno da un buon Policoro, mentre vince ancora il Viggiano con un roboante successo in casa del fanalino di coda Tursi. L’exploit della giornata è la clamorosa vittoria della Vultur in campo avverso contro un deludente Rossoblu Potenza, con i bianconeri che agganciano il quinto posto. Battuta d’arresto per il Moliterno sul campo

del Miglionico e ritorno alla vittoria per il Pietragalla con un Marconia ancora in

d i f f i c o l t à . Impor t an te vittoria del Pignola con una Murese ancora a secco. P e r l’undicesimo turno del torneo, la prima della classe è attesa dalla trasferta di Muro L u c a n o , agevole sulla carta, invece il big match della giornata è la sfi da tra R. Tolve e Valdiano con gli ospiti d i s t a n z i a t i

di due lunghezze con la prospettiva che in caso di vittoria si ritroverebbero al

secondo posto. Tenterà di avvicinarsi alle primissime posizioni il Viggiano che riceve la visita del Pietragalla, e il Policoro che ospita l’ultima della classe Tursi. Occasione anche per la Vultur fra le mura amiche, che cercherà il successo con il Pignola per continuare nella striscia di vittorie. Possibilità di riscatto per il Rossoblu Potenza che in casa dovrà mirare alla conquista dei tre punti contro un modesto Miglionico. Moliterno atteso dalla trasferta di Marconia, con questi ultimi alla ricerca del risultato pieno per abbandonare i bassifondi, mentre il C. Oppido cercherà di tornare al successo davanti ai propri tifosi contro il Picerno.

ECCELLENZA

Davide Fioraso, autore del gol della vittoriadel Picerno sul Tolve

La gioia della Vultur, vittoriosa sul Rossoblu Pz

Figc lucana: uno scherzo per il

Trivigno?In periodo elettorale, si sa,

il clima si fa pesante. In questi giorni poi il freddo

inizia a pungere, la pioggia batte in testa e i risultati, a volte, si vedono. Non dovrebbe dunque sorprendere che, a poche battute dalle elezioni che decideranno il nuovo nome incaricato alla Presidenza della F.I.G.C. Basilicata, giunga in redazione la nota di alcune società di calcio regolarmente iscritte al campionato di terza categoria lucana (A.S. Asi Potenza; A.S. Giarrossa; A.S.D Poggio Tre Galli; S.C. Macchia Romana; A.S.D United Dedalo Shaolin; A.S.D. Trivigno 2012; A.S. Aicsportclub Potenza) piuttosto singolare. Le società, infatti, “disconoscendo formalmente i gironi del campionato decisi coattivamente dal Comitato”, chiedono “di sospendere immediatamente il calendario formulato nel Comunicato Uffi ciale del 14/11/2012” e “di convocare al più presto una riunione con tutte le società di terza categoria per poter decidere i gironi insieme ai rappresentanti delle stesse società”. Ma cosa è successo? Tutto nascerebbe dalla collocazione nel girone C di categoria dell’A.S.D. Trivigno che, andando oltre l’identifi cativo alfabetico del raggruppamento, che pure dovrebbe portare fortuna

(vedi fattore C), è costretto a fare opposizione. Stando al calendario stilato, la compagine del presidente Blescia, inserita in girone, per citare qualche nome, con Castelsaraceno e Maratea, sarebbe infatti costretta ad affrontare trasferte alquanto onerose, che certo non si sposano con lo spirito amatoriale anima di un campionato di terza categoria, trainato, aldilà dei sacrifi ci che pure si fanno, dalla disinteressata passione per il calcio. Non sarebbe dunque stato seguito alcun parametro di tipo logistico-territoriale, né il criterio dell’anzianità di iscrizione, di cui la società di Blescia avrebbe anche potuto godere per essere inserita tra i nomi dell’hinterland potentino. A cordiale richiesta di spiegazioni, da quanto viene riportato in un esposto alla procura federale, in Federazione si sarebbero così giustifi cati: “non e’ colpa nostra se voi vi appoggiate al Poggio Tre Galli”, società calcistica di Potenza che sarebbe associata al neo candidato alla Presidenza della F.I.G.C. Basilicata Sig. Carlo Maglia, “noto rivale alla candidatura dei referenti in questione”. Ma cos’è, uno scherzo?

Coppa Italia Regionale - Pronti

per le semifi nali!

Page 21: Controsenso, 17 novembre 2012

28 ontrosenso

17 Novembre 2012Basilicata

Fipav - Elezioni del Comitato Provinciale di Potenza

Il programma di Donato Castronuovo

Riceviamo e pubblichiamo il programma e gli intenti

di Donato Castronuovo,

candidatosi alla presidenza del Comitato Provinciale di Potenza. “Il Comitato a servizio del territorio”:

questo è lo slogan che caratterizza il programma che si vuole realizzare per il prossimo quadriennio.

Per affrontare i temi fondamentali del programma, è indispensabile partire da tre concetti basilari:

Trasparenza - Nuovo metodo di lavoro - Concetto di condivisione.

Trasparenza: Le scelte adottate dovranno rispondere al principio della trasparenza, con comunicazioni chiare, il tutto improntato alla corretta comunicazione e all’adozione di comportamenti di responsabilità.

Nuovo metodo di lavoro - Condividere e ascoltare: Il metodo operativo del Comitato Provinciale sarà modifi cato rafforzando la discussione, la condivisione e il confronto delle idee, nel rispetto dei ruoli.La condivisione e l’ascolto verranno utilizzati, usufruendo anche dell’interazione con il Comitato Regionale, come “modus operandi” nei confronti delle nostre società, attraverso incontri nel corso dell’anno sportivo basati sul metodo proposta/confronto. Questa nuova e diversa cultura dell’ascolto, contribuirà a creare un clima di lavoro che nel breve e medio termine contribuirà a consolidare il

patto associativo.

Concetto di condivisione - Sentirsi valorizzati e considerati: Il nostro obiettivo primario sarà far sentire tutti i tesserati partecipi di uno stesso progetto. La collaborazione sarà privilegiata e la politica delle contrapposizioni e delle divisioni, nella nuova gestione, non avrà spazio alcuno. Tutti faranno parte di una unica grande famiglia: quella della pallavolo. Sarà riconosciuta la dignità ad ognuno per qualsiasi tipo di ruolo ricoperto, nella certezza che il contributo di tutti porterà alla crescita del Comitato.

“Attenzione e servizio alle Società”, e “Attenzione e impulso” per il settore giovanile; questi sicuramente i punti qualifi canti del documento programmatico, e nella cui direzione opereranno tutte le iniziative dei Comitati Provinciali e Regionale di Basilicata.

L’agonismo e il territorio prima di tutto;

la scuola e le societa’;

formazione e aggiornamento;

marketing e web;

essere volontario, essere

protagonista;

organizzaz ione gare e impianti.

Sono queste, a nostro avviso, le priorità del CP di Potenza, sono queste le azioni sulle quali sarà concentrata la nostra attenzione. Siamo consapevoli di presentare un programma ambizioso ma conosciamo le potenzialità di cui potremmo fruire ed è per questo che vogliamo metterci in gioco. La nostra richiesta è di credere a questo percorso e partecipare alla sua realizzazione, di avervi come collaboratori al fi ne del raggiungimento di tutti i nostri propositi. Crediamo fermamente in un Comitato Provinciale in cui tutti si sentano rappresentati, in cui nessuno si senta escluso o trascurato, insomma un CP capace di rispondere alle richieste ed alle esigenze delle Società e dei tesserati. Noi ci prefi ggiamo questi obiettivi e lavoreremo per raggiungerli.

SPORT

Nella foto Donato castronuovo

C - Olimpia

Melfi :

avvio sprintParte con un rotondo 3 a 0 in trasferta l’av-

ventura dell’Olimpia Volley Melfi di mister Vincenzo Pontolillo, nel campionato regio-

nale di serie C. A cadere sotto i colpi di Rita La-viano e socie è stata la Livi Volley Potenza, uscita sconfi tta con i seguenti parziali: 23 a 25; 12 a 25; 5 a 25. Già i parziali evidenziano il chiaro an-damento della gara che si può sintetizzare con un confronto aperto solo nel primo set, con le melfi -tane decisamente contratte e protagoniste di nu-merosi errori, sia in battuta che in attacco, anche il destino del set è comunque sempre stato nelle mani delle federiciane, sempre avanti sino al 18 a 22, quando hanno subito un break che ha portato la gara sul pari 22, momento in cui si è registrato l’allungo decisivo. Dal secondo set in poi è ve-nuta fuori la vera Olimpia; raggiunta una sorta di tranquillità le ragazze hanno iniziato a giocare al loro modo, sia in difesa che in attacco, aggiudi-candosi con facilità il set. Strada spianata nel set decisivo grazie ad un avvio sprint delle ospiti, in breve avanti con il punteggio di 16 a 3, condizio-ne questa che ha permesso a mister Pontolillo di far partire la girandola dei cambi: Stefani Caruso per Daniela Cataldi e Milena Ciociola per Fabiana Caruso, andando a vincere il set senza nessun pro-blema e quindi la gara, grazie ad un’ottima presta-zione di capitan Laviano, coadiuvata dalla buona prestazione dell’intera squadra. Squadra che in palestra, in settimana, lavorerà duro per affronta-re il prossimo match casalingo, dove alle 19.00 di sabato 17 novembre, presso la Palestra Comunale, se la vedrà contro il Montalbano-Scanzano.

B1 - Energy Italia 01 Potenza, fi nalmente!

Il potente attacco in diagonale di Luca Nuzzo, che segna il punto del 25-18 e aggiudica alla Energy

Italia 01 Potenza il quarto set e la prima vittoria stagionale, e’ quasi una liberazione per gli uomini di Marolda.

“Finalmente il muro ha funzionato bene - ha commentato a fi ne partita

il sorridente allenatore e s c h i a c c i a t o r e dei lucani - ma soprattutto siamo stati bravi a mettere in diffi coltà la ricezione del Gaeta. Leggendo le statistiche degli incontri precedenti ho notato che avremmo

dovuto forzare di più le battute: prima della gara di oggi, quando andavamo al servizio, ci limitavamo a buttare la palla al di là della rete; stasera, oltre ai cinque ace messi a segno, rischiando di più la battuta, abbiamo avuto la possibilità di fare quei break-point che ci hanno permesso di distaccare gli avversari”. Nel primo set, infatti, è il muro di Granito e Parisi che consente alla Energy Italia 01 di recuperare il piccolo svantaggio iniziale (10-13); gli attacchi di Marolda e Maiorana segnano il sorpasso (19-17) e il

solito Nuzzo porta il primo set in casa Virtus giocando con le mani del muro gaetano (25-20). Nel secondo parziale, con il turno in battuta di Granito, i potentini scattano subito in avanti; la Serapo Volley Gaeta si riavvicina (16-14) ma il set si chiude bene (25-20). Il Coach della Serapo, Tony Bove, a questo punto stravolge la squadra: Gaeta recupera subito lo svantaggio iniziale (6 - 2) e tra ‘muri’ e contestazioni riapre la partita vincendo il terzo set (20-25). Il quarto atto è, però, dominato dalla Energy

Italia 01: Parisi, lucidissimo in regia, varia continuamente il gioco, ottimo Benedetto in difesa e poi ci pensano Marolda, Granito e Nuzzo a scacciare il fantasma dell’ennesimo tie-break. “Forse è la mia migliore partita da quando sono a Potenza - ha dichiarato Parisi negli spogliatoi - ho giocato bene a muro e in battuta, ma sono contento in particolare perché penso di aver fatto una gara di carattere”.

Ci ragiono e cantoIl 22 novembre le elezioni alla Federcalcio Lucana

di Pino Gentile

E’ iniziato il conto alla rovescia, in vista delle elezioni per il rinnovo del consiglio direttivo del comitato regionale lucano

della Federcalcio, quadriennio olimpico 2012-2016, che si terranno giovedì 22 novembre. Messaggi trasversali, parole in codice, caratterizzano l’attesa, per la riproposta, per la terza volta consecutiva, alle risposte delle società lucane di calcio per la candidatura alla presidenza del Colucano di Rinaldi Pietro, Pierino per i suoi amici. La gestione del Colucano da parte di Rinaldi, particolarmente quella dell’ultimo quadriennio, non è piaciuta alla “minoranza” presente in consiglio direttivo, in particolare a Carlo Maglia, fi gura carismatica del calcio lucano, già vice presidente vicario, indicato da molte società come alternativa a Rinaldi, oggi vittima di gran parte dei suoi collaboratori, potenziali “corvi” pronti a sfruttarne le sue debolezze, a causa di alcuni problemi di salute che non gli consentono di essere al massimo.

Una situazione, quella che si registra in seno al comitato regionale della Federcalcio di viale del Basento, diventata esasperata, che si poteva evitare con,la razionalità, il ragionamento ed il buon senso prima che la malattia colpisse Rinaldi, Carlo Maglia, suo agguerrito antagonista, nel rispetto di precedenti intese raggiunte con lo stesso Rinaldi, aveva chiesto di poter correre per la presidenza con reggenza per i soli primi due anni, cedendo poi la presidenza. Ciò al fi ne di poter completare il suo straordinario percorso sportivo e di vita. Ma “pierino” ha detto no, in ossequio all’orgia di potere da cui è affl itto, che lo induce a ricandidarsi. Rinaldi tira dritto per la sua strada, non ascoltando la voce di chi gli sta vicino. Il rischio reale che corre il Colucano è quello di avere ai vertici della gestione personaggi che hanno creato un clima irrespirabile, poco incline alla goliardia ed al saper stare insieme. Come insegnano le elementari regole della cultura sportiva. Le società lucane del calcio

dilettantistico sono chiamate, ora più che mai, ad una scelta coerente con una politica di gestione del Colucano (oggi attestata nella dispersione di energie in confronti che sono veri scontri, che non fanno bene al nostro ambiente) che punti al rilancio del nostro calcio attraverso progetti e non la difesa di meri interessi corporativi. Piero Rinaldi e Carlo Maglia, dunque, in piena lotta per la conquista della presidenza regionale della federcalcio.Chi prevarrà? La risposta alle urne: al momento in cui il giornale va in stampa, non abbiamo avuto riscontro circa la presentazione dei candidati inseriti nelle due liste presentate alla competente commissione. Di tutto questo ce ne scusiamo con gli interessati e con i lettori. Appuntamento a sabato 24 novembre 2012 quando Controsenso riporterà la cronaca commento delle elezioni.

VOLLEY

Page 22: Controsenso, 17 novembre 2012

3 ontrosenso

17 Novembre 2012Basilicata

LOPATRIELLO A BRIGLIA SCIOLTA SU “CONTROSENSO”

L’ex sindaco contro il prete “politicante”L’ex Primo Cittadino di Policoro, in attesa di giudizioper l’inchiesta che lo ha travolto, ci spiega il perché

del suo “livore” contro Don Cozzi di Walter De Stradis

A gennaio 2011 era stato arrestato con l’accusa di concorso in corruzione

aggravata in una inchiesta relativa ad appalti per la rete di pubblica illuminazione.Oggi, Nicola Lopatriello, ex sindaco di Policoro e attualmente vice coordinatore nazionale enti locali per il movimento politico “Grande Sud”, è in attesa della prima udienza del processo che dovrebbe svolgersi a fi ne dicembre.“Ho lavorato bene per il mio Comune”, sostiene, “quando il pm che ha ereditato il mio fascicolo da ‘Toghe Lucane’ ha chiesto ed ottenuto il mio

proscioglimento, ha detto che tutti i sindaci d’Italia dovrebbero comportarsi come me”. Recentemente è stata molto “vistosa” l’assenza dell’ex Primo Cittadino (“In paese mi voglio bene tutti e mi rimpiangono”) alla manifestazione “Mò basta criminalità”, tenutasi nel suo comune a seguito del presunto attentato subito da un agente di polizia a cui hanno bruciato l’auto.Ha fatto altrettanto rumore un suo comunicato in merito, in cui ancora una volta Lopatriello tirava qualche “picconata” a Don Marcello Cozzi di Libera, fra i promotori dell’evento, dandogli in pratica del “politicante”. Un fatto eclatante. Ne abbiamo parlato al telefono col protagonista. Ecco, asetticamente, le sue considerazioni.« S ì ,

confermo e sottoscrivo. Don Cozzi e i suoi sono dei mestieranti, dei politicanti, degli imbonitori di piazza. Sono persone a caccia di visibilità».Certo che non le manda a dire.Non l’ho mai fatto. Il giorno in cui io non parlo, io muoio. Don Cozzi sono anni che ce la mena con la storia dei Fidanzatini di Policoro ed Elisa Claps. Sono storie terribili, ma se ne è letteralmente appropriato. Come se gli altri 600mila lucani fossero una massa di coglioni, o di collusi, a cui queste storie non interessano. E invece io dico che non c’è un solo lucano che non vorrebbe

sapere la verità su questi fatti di sangue.E invece?E invece Don Cozzi se ne appropria. Come se ci fosse solo lui. Il motivo?Non mi sente? L’ho già detto. Visibilità. E anche tornaconto personale. Si riferisce ai fondi che la Regione eroga al Cestrim? C’è questo

prospetto con i mandati in cui si leggono cifre un po’ a pioggia, e un po’ di totali: 61mila euro, 30 mila euro, 51 mila euro. A partire dal 2003. Non molti soldi, dopotutto. Le faccio io una domanda:

perché la Regione eroga questi soldi al Centro Studi di Don Cozzi? Perché evidentemente ritengono che è

meglio non mettersi contro questi qui. Chiarisco: le iniziative del Cestrim sostenute

dalla Regione sono lodevoli, certo, ma

il desiderio di non scontentarli secondo me

c’è eccome.Ma a lei

invece chi

gliela fa fare?Guardi, io mi incazzo, e di brutto, quando si danno certe etichette alla mia terra. Tipo. “Il Metapontino è come la Locride”. Ma siamo impazziti? Come si permettono? In un’altra regione sarebbe scoppiata una rivolta. E giustamente. E poi, le dico un’altra cosa, per tornare al discorso dei fondi. Alcuni sindaci del circondario, miei amici, hanno partecipato alla manifestazione perché si sono visti in qualche modo costretti. Mi hanno detto: “Nicò, mi tocca andarci. Hai visto mai che mi mettono all’indice”. Ecco di cosa stavo parlando. Parla della gente, ovviamente.

Beh, quando uno proclama verità e giustizia e lo si critica, immediatamente si passa dalla parte dei cattivi. Ma le cose non sono così semplici. Anche sulla raccolta fondi per questo poliziotto a cui hanno bruciato l’auto. Sia

chiaro, è un mio amico. Ma io chiedo a Don Cozzi e a quelli come lui: perché una raccolta di fondi quando non siamo nemmeno sicuri che sia stata la mala, e non magari qualche vicino tifoso della squadra avversaria? Di più, ecco la mia proposta: raccogliamo i soldi per le aziende agricole, quelle sì tartassate dalla criminalità. Ma questo non lo dice nessuno, perché un agricoltore non ha la divisa. Il poliziotto “tira” di più.Secondo me lei ritiene che il sacerdote abbia intenti politici.Non gliel’ho detto perché credevo che fosse ovvio, che diamine, eh.

Me lo rispieghi.Gli obiettivi politici di Don Marcello sono evidenti. Voglio dire, ha fi rmato per il Movimento Arancione dell’amico De Magistris. Più politico di così. Sono sicuro che fra poco ci ritroveremo lui,

o qualcuno per lui, candidato da qualche parte. E poi, De Magistris, detto Giginieddu U Flop’ è uno dei peggiori magistrati che ci siano stati. Basta leggere le carte del Csm … Beh, direi che può bastare. Chissà che Don Cozzi non voglia risponderle, proprio su queste pagine. Noi aspettiamo.Io voglio precisare che in queste osservazioni non c’è nulla di personale. E’ solo che ritengo bisogna stare molto attenti, prima di ricoprire di merda e di ignominia una regione. Specie se è la propria.

«Don Cozzi ha ambi-zioni politiche. Parla come se in Basilicata ci fosse solo lui e gli altri 600mila lucani fossero una massa di coglioni a cui non fre-ga nulla della giusti-zia»

manifestazione “Mò basta criminalità”, tenutasi nel suocomune a seguito del presuntoattentato subito da un agentedi polizia a cui hanno bruciatol’auto.Ha fatto altrettanto rumoreun suo comunicato in merito, in cui ancora una voltaLopatriello tirava qualche “picconata” a Don Marcello Cozzi di Libera, fra i promotori dell’evento, dandogli in pratica del “politicante”. Un fatto eclatante. Ne abbiamo parlato al telefonocol protagonista. Ecco,asetticamente, le sueconsiderazioni.« S ì ,

personalllalallllllllle.ee Si riferisce ai fondi che la Regiionoooooo e eroga al Cestrim? C’è questo

61mila euro, 30 mila euro, 51 mila euro. A partire dal 2003. Non molti soldi, dopotutto. Le faccio io una domanda:

perché la Regione eroga questi soldi al Centro Studi di Don Cozzi? Perché evidentemente ritengono che è

meglio non mettersicontro questiqui. Chiarisco:le iniziative del Cestrim sostenute

dalla Regione sono lodevoli, certo, ma

il desiderio di non scontentarli secondo me

c’è eccome.Ma a lei

invece chi

«La Regione eroga contri-buti al Cestrim perché sa che è meglio così»

Page 23: Controsenso, 17 novembre 2012

33ontrosenso

17 Novembre 2012Basilicata

LA FIABA “CENERENTOLA” RAPPRESENTATA A RIONERO

Successo della perfomance del gruppo teatrale dell’Ass. Cult. Astea

di Emanuela Russillo

Da sempre sono le fi abe classiche che hanno deliziato e fatto sognare tante

generazioni alimentando la loro fantasia negli anni, forse più belli, della loro vita: la fanciullezza. La fi aba riveste un ruolo importante, capace com’è di catturare l’attenzione dei bambini, divertendoli ma lasciando fi ltrare messaggi ed insegnamenti. Una di queste fi abe fra le più note è certamente la meravigliosa Cenerentola che ha due versioni: quella dei fratelli Grimm e quella di Charles Pearrult e che ha avuto diverse e fortunate trasposizioni cinematografi che, ad incominciare dalla celebre animazione di Walt Disney del 1950 e anche televisive. Ed è proprio la fi aba Cenerentola che è stata proposta con un interessante spettacolo per opera del gruppo teatrale dell’Associazione culturale “ASTEA”. Si è trattato di una intelligente “elaborazione in chiave moderna fusa e… confusa”, coordinata e diretta da Olimpia Trafi cante con la fattiva collaborazione di Antonio Russillo, Roberto Pallottino e Luigi Di Lucchio.

Lo spettacolo è andato in scena anche per gli alunni della locale scuola Primaria (in mattinata) ed ha mandato in visibilio i piccoli s p e t t a t o r i entusiasti per la bravura degli interpreti e gli effetti scenici. Bello l’effetto della diffusione di stelline colorate sul palcoscenico e in tutta la sala. La rappresentazione della fi aba “Cenerentola” presso il cinema “Vorrasi” di Rionero in Vulture, nella serata del 10 ottobre, ha riproposto diversi temi di lettura e da sempre affascina non solo il mondo dei bambini, ma anche quello degli adulti. L’intreccio avvolgente e fantastico composto di fate, grillo parlante e strega ha catturato l’entusiasmo dei bambini, sia dei piccoli attori sia degli spettatori in sala. Assai indovinata la scenografi a con alcuni elementi di arredo che hanno dato l’idea della modernità della rappresentazione, esempio

computer e c a r r o z z e l l a . E, ancora, il principe azzurro si presenta con una automobile fuoriserie che ha molti più cavalli di una carrozza, il

ballo fi nale con Cenerentola ed il principe è iniziato con un celebre valzer di Strauss ed è continuato e terminato con la sfrenata musica di Grease, una Cenerentola che chiama la fata con il cellulare e, poi, lo stesso linguaggio usato che rimandava a battute molto vicine al dialetto rionerese. Il che denota che la chiave di lettura delle fi abe è universale e valida in tutti i tempi. Si parla infatti di sentimenti, di angherie subite

in famiglia, di prepotenze che spingono la vittima, in questo caso “Cenerentola”, a cercare un rifugio ed una compensazione nel fantastico. L’interpretazione del papà del principe è stata apprezzata per la spigliatezza della recitazione e perché ha riproposto i sentimenti umani di un qualsiasi papà che vuole una

discendenza. Gli attori si sono saputi immedesimare con intelligenza nei personaggi della fi aba e la loro recitazione naturale, semplice, autentica e non artifi ciosa ha attirato l’attenzione del pubblico anche il più attento ed esigente e non sono mancati i momenti di vero

divertimento e di sorriso. Nel contrasto tra il bene e il male, rappresentato da “Cenerentola” e dalla matrigna con le fi glie, come in ogni fi aba, vince il bene. In questo modo il bambino cresce sereno e trova conforto. Apprezzabile è stato l’intervento delle fate di altre favole, sia per la novità della soluzione trovata sia per la bravura e la perizia nella recitazione. Alla fi ne i superbi vengono vinti e solo i deboli e gli ingenui

emergono grazie alla loro bontà ed al loro abbandono in forze superiori. E’ l’insegnamento che da sempre ha affascinato e che è capace di donare ancora un po’ di serenità agli spettatori. Insomma si è trattato di un ottimo lavoro, grazie all’impegno e all’affi atamento mostrato da tutto il gruppo teatrale e anche alla lunga ed impegnativa preparazione dello spettacolo. Questi i magnifi ci piccoli interpreti:Dalila Larotonda, Martina Sabia, Gianvito Tartaglia, Antonino Catalano, Silvia Catalano, Kiara Di Palma, Maria Pia Di Palma, Antonio Chieppa e Fabiana Mascolo. Ottima la perfomance degli attori per hobby: Carmela Scatorchia (Matrigna), Carmine Di Palma

(Principe), Daniele D’Onofrio (Grillo e Granduca), Francesca Palladino (Fata Smemoranda). Gessica Maulà (Strega Grimilde), Giusy Asquino (Cenerentola), Pasquale Labella ( Il re), Santa Pallottino (Fata Turchina), Maria De Rosa, Francesca Di Palma, Chiara Mascolo, Alessandra Trafi cante, Rebecca D’Angelo, Carmen Valenza e Iolanda Santoliquido. (altre fate). Fotografi a: Emanuela Russillo. Video: Donato e Vito Di Pierro. Audio e Luci: Dynamic Sound.

Innovazione del ciclo produttivo e abbattimento

degli sprechi

E’ fondamentale per una corretta gestione economico – fi nanziaria

innovare il ciclo di produzione con riguardo all’abbattimento degli sprechi. Un buon riferimento può essere rappresentato dall’organizzazione dell’ipresa in “Lean Thinking”con il coinvolgimento delle risorse umane. Il “Lean Thinking” rappresenta una rivoluzione di pensiero, un nuovo modo di ragionare, laddove l’azienda mira a ridurre i tempi di lavorazione, aggredire gli sprechi, accrescere la fl essibilità. Snellire per essere competitivi è uno dei tanti benefi ci che provengono attraverso l’applicazione della strategia operativa “Lean Thinking” applicando alcuni principi, semplici ma di basilare importanza: identifi care gli sprechi per poi eliminarli di più con un minor consumo di risorse; identifi care ciò che vale (value) e individuare ciò per cui i clienti sono disposti a pagare un prezzo; identifi care il fl usso del valore (value stream), allineare le attività che creano valore nella giusta sequenza; far scorrere il fl usso del valore (fl ow), mettere in atto le attività a valore senza interruzioni, fare in modo che il fl usso sia tirato (pull) e far scorrere il fl usso in base alle richieste del cliente, riorganizzare la produzione in funzione del cliente. Partendo dal concetto che il cliente deve “tirare il prodotto “ è esemplifi cativo il caso di un forno che produce il pane. I forni tradizionalmente producevano lavorando la notte per portare il pane al negozio la mattina presto. Quindi il personale che lavorava di notte si affaticava più facilmente con la conseguenza di complicare

la vita sociale; per l’azienda occorreva un maggior costo dei salari. L’intervento in ottica di “Lean Thinking”, che muove dalle esigenze del cliente, ha visto il proprietario, riconsiderare le abitudini del consumatore fi nale. Mentre una volta il pane si vendeva la mattina presto, oggi solo il 7/10 % viene venduto a quell’ora. L’intervento ha portato a riconsiderare gli orari di lavoro in funzione dei tempi di vendita e a pianifi care una produzione che durasse tutto l’arco della giornata, in linea con il ritiro del pane dal negozio. E’ sicuramente una giusta impostazione, tanto che oggi tale attività lavora in ottica di “Lean Thinking” ed ha ottimi risultati economici e di redditività. E’ necessario, dunque, puntare alla perfezione, assumerla come riferimento per programmi di miglioramento costante. E’ evidente che l’applicazione dei principi del Lean, soprattutto in un’azienda tradizionale, provoca un grande cambiamento sia sul piano fi sico sia sul piano organizzativo (riduzione dei livelli gerarchici, orientamento ai processi, team interfunzionali, responsabilizzazione, delega e sviluppo competenza a livelli operativi, snellimento delle funzioni); tutto questo comporta quindi un radicale cambiamento di mentalità da parte di tutto il personale ed una vera e propria “rivoluzione culturale”.

Innovazione organizzativa aziendale

Angelo Nolè

Page 24: Controsenso, 17 novembre 2012

34 ontrosenso

17 Novembre 2012Basilicata

Le avventure di CAPITAN VAFF di king buffi noLe avventure di CAPITAN VAFF di king buffi no

Se non ci fossero Matera e il suo circondario la Basilicata non avrebbe una scena reggae degna di questo nome.

Basti pensare ai bernaldesi Krikka Reggae (noti in tutta la Penisola), o agli esordi dei materani Patachanka Soledada e agli exploit del sing-jay Bobo Sind. Direttamente dalla Città dei Sassi arriva questo interprete dalla bella voce, un giovanissimo che si fa chiamare Nikyjahman e che indossa degli occhialoni anni settanta che fanno molto “roots”. Il giovane interprete ha appena lanciato su youtube il video del suo nuovo singolo, “Incancellabile”, ma ha già al suo attivo alcuni mini album autoprodotti, uno dei quali in compagnia dei “Soul Vibration” e un altro in solitaria, “Stand Firm”, che recensiamo nella nostra rubrica settimanale. Nicola ha una bella voce, dicevamo: ed è questo che salta subito all’occhio, anzi all’orecchio, e in un genere come il reggae, in cui ultimamente ci si buttano un po’ tutti, ma proprio tutti, non è una cosa da sottovalutare. Il cd si compone di sei brani, cantati sia in inglese, che in italiano, che in “materano”. Va detto che il nostro rivela ancora qualche ingenuità, tipica di un percorso ancora in fi eri, soprattutto nella stesura dei testi, appassionati vero, ma in realtà un po’ banalotti, con i soliti riferimenti alla religione rasta che si sentono un po’ ovunque nel reggae. Ovvietà a parte, che sicuramente andranno smaltite via via nel cammino, Niky sa come costruire un pezzo, sa come cantarlo, e ha uno stile suo molto personale e molto dolce. Alla fi ne è proprio questo che conquista: la semplicità di un ragazzo che canta col cuore. Ci aspettiamo cose importanti da questo artista lucano.

NIKYJAHMANNIKYJAHMAN

“Stand fi rm”“Stand fi rm”

A Potenza c’è “Voglia di Teatro”di Alessia Nardozza

In una regione come la Basilicata, dove la po-litica divide, ci pensa la

cultura ad unire. Ragion per cui “Cose di Teatro e Mu-sica” assieme ad un’altra associazione di Matera, si

sono uniti per fare un con-sorzio sulla produzione e distribuzione del teatro in Basilicata. Si è costituito, quindi, il “Consorzio Teatri Uniti di Basilicata”, proget-to che si concretizza tra due luoghi che sembrano com-battersi senza motivo e che cerca quindi di rafforzare i rapporti tra le due città (Po-tenza e Matera) nel nome della cultura. A tal propo-sito si è aperta la Stagione Teatrale “Voglia di Teatro 2012-2013”, organizzata da Cose di Teatro e Musica con

il Comune di Potenza, cui compartecipano, inoltre, il Ministero per i Beni e le At-tività Culturali, la Regione Basilicata, Voglia di Teatro, Info&Tickets. E’ organizza-ta in 13 spettacoli in cartel-

lone e divisa in sezioni, quali: musica, teatro tradizionale, teatro gre-co, comicità, teatro di ricerca (ovvero teatro civile, che quest’anno è dedicato alla politica. Ci saranno 4 spettacoli dedicati a vari perso-naggi, come Borsellino e Andreotti). Gli ele-menti di spicco sono, ad esempio, il prossimo spet-tacolo, di Cesare Picco, “Blind Date (Concer-to al buio)” (6 dicembre), il primo concerto di pianoforte eseguito intera-

mente al buio, dove il pianoforte farà sentire la sua voce nel buio della sala, solo percezione di sensazioni. Successiva-mente ci sarà Peppe Servillo con “Spassiunatamente”, un concerto dedicato a Napo-li, alla cantata napoletana, quella meno conosciu-ta. Altri elementi saranno personaggi quali Claudio Buccirosso, per la comici-tà, Giobbe Covatta, Giulio Scarpati. Previsti anche altri cartelloni come “Cantieri d’Arte”, ovvero una rasse-

gna dedicata alle asso-ciazioni, alle compagnie amatoriali, alle nuove creatività regionali ma anche di fuori. Il prossi-mo evento, cui si stanno iscrivendo numerose co-ver band anche di fuori, è il “Tributo a Claudio Baglioni”. Tra le varie attività, da menzionare è la “Scuola di Teatro”, ar-rivata al secondo anno e che presenta circa un cen-tinaio di iscritti, da sei anni a salire. Le iscrizioni sono ancora aperte e, da gennaio, partiranno anche altri labo-ratori, corsi di dizione, di

videomaker, sartoria teatrale (dove si privilegiano le real-tà locali professioniste, che hanno un curriculum), corsi di scenografi a. E’ una scuola dove i docenti sono tutti at-tori, formati o che fanno for-mazione continua e hanno compagnie di produzione, la si sta impostando come una vera e propria scuola di teatro. Tutte le compagnie che, a partire dal Comune di Potenza che patrocina la

scuola mettendo a disposi-zione il teatro, si sono con-sorziate per favorire la na-scita della scuola sono: Cose di Teatro e Musica, Gom-

malacca Teatro, Hduete-atro, Info&Tickets. Si sta inoltre valutando anche un master sul giornali-smo, in virtù del fatto che in questa regione non vi è alcun critico teatrale, quindi stanno cercando di contattare giornalisti a livello nazionale, critici teatrali che si occupano sia di testate radiofoni-che che televisive e della

carta stampata. Gli organiz-zatori si stanno adoperando per trovare un accordo e poter così partire con questo progetto. Il primo spettacolo della stagione è stato quello di Gennaro Cannavacciuolo “Volare – Omaggio a Do-menico Modugno”, che ha riscontrato notevole affl uen-za, grazie all’abilità che ha avuto nel far interessare per-sone di tutte le età. Si è no-tato anche un iniziale avvi-

cinamento dei giovani, per i quali è improntata la secon-da parte della stagione, che presenterà, quindi, linguag-gi molto variegati. Per i ra-gazzi e gli studenti, inoltre, sono previste promozioni, ovvero un abbonamento di 100 euro per tutti gli spet-tacoli. Ai vari spettacoli in programmazione si aggiun-gono anche incontri con gli attori presso l’Università.

IN PLATEAIN PLATEA

CINEMA RANIERICINEMA RANIERI

Evento fashion a Lavello con una tappa del ‘Moda Show’

La kermesse ideata dall’agenzia Lucania Network con protago-nista la bellezza ed esibizioni

di arte varia, torna in una serata al-ternativa in un appuntamento con in primo piano fl ash dedicati a gusti e tendenze femminili e non solo. Nella suggestiva cornice chic del risto pub ‘Red Krystal’ del centro del Vulture, in corso Giustino Fortunato, le indos-satrici Lorella Santarsiero, Carmen Preite, Lucia Liuni, Tea Romaniello, Katia Daskaliuk e Francesca Di Carlo hanno sfi lato in vari defi lè tra costumi da bagno, nuove tendenze con la par-

tecipazione dello stilista Max Futura creation con l’anteprima di abiti inte-ramente realizzati a mano della nuo-va collezione 2013 e abbigliamento donna ‘Marvi’ total look (azienda del posto) con la partecipazione di ospiti e attrazioni, tra cui il ‘Mister Europa Basilicata 2012’ Pasquale Archetti, il cover di Vasco Rossi l’artista musica-le Eugenio Ciampa (del gruppo live ‘Etereo’) e le performances di danza del ventre e del fuoco di Elektra ‘the lady of fi re’. Un evento coinvolgente e diverso dal solito, in versione indo-or, presentato da Antonio Petrino, con

sponsor uffi ciale Autoricambi GM di Grosso Michele di Melfi , con la partecipazione del fotografo uffi ciale Dario Bruno e una buona cornice di pubblico per una serata emozionante e piacevole con coinvolgimento del pubblico e consegna gadgets omag-gio. Prossimi appuntamenti con il ‘Moda Show’ itinerante in program-ma nelle settimane di dicembre in al-tri locali della regione.

Antonio Petrino

Page 25: Controsenso, 17 novembre 2012

36 ontrosenso

17 Novembre 2012Basilicata

Page 26: Controsenso, 17 novembre 2012

37ontrosenso

17 Novembre 2012Basilicata MONITOR

Quesito di Controsenso agli accademici lucaniDa studiosi di fi sica di altre regioni (con un noto accademico, genio mondiale della Relatività

Ristretta, che è venuto a far visita al Russo, il nostro Direttore è stato anche a cena: vi sono le foto), ci è giunta la conferma che Ivan Russo sarebbe riuscito a semplifi care pure la Relatività delle

accelerazioni, ossia la Relatività Generale, come ha fatto per la Ristretta. Anzi, per la precisione, più che di mera semplifi cazione, si tratterebbe d’impostazione che, pur originale e comprensibile fi nanche dai ragazzi delle scuole medie, sarebbe del tutto ortodossa. Dato che non abbiamo competenza in materia, e siccome ci piace essere prudenti e non sposare facili enfasi, ci rivolgiamo al mondo accademico della Basilicata, al quale chiediamo se quanto sarà esposto tra poco è conforme o no ai canoni della scienza. In altre parole, siccome l’università della Basilicata e altri centri di ricerca lucani annoverano tanti docenti universitari, domandiamo loro se le formule del “semplifi catore” sono o no scientifi camente valide. In caso di esternazione di dubbi o perplessità, siccome ci piace che la scienza non sia mortifi cata a terreno di sterili dispute da salotto, tipiche dei politicanti e dei cialtroni parolai (tanto che alla fi ne del dibattito nessuno spettatore sa chi ha detto il vero, e chi il falso), inviteremo i protagonisti a un simpatico e costruttivo confronto dialettico con Russo, registrando (con il consenso di tutti gli intervenuti), parola per parola, le rispettive esposizioni, sicché si faccia, una volta per tutte, chiarezza in merito; infatti, o il naif sbaglia, e allora è bene spiegarlo a lui e a chi ha fi ducia nelle sue tesi; oppure ha ragione, e allora si tratterebbe di una novità assai rilevante: percorsi logici e formule che, anziché essere di diffi cilissima comprensione, diventano invece accessibili, rispettando al tempo stesso la canonicità richiesta dalla fi sica e dalla matematica. Ci rivolgiamo, dunque, oltre che ai docenti di matematica e fi sica delle medie (e superiori, e inferiori) e ai cultori della materia, anche ai chiarissimi professori Auriemma, Bianco, Cioffi , Cocolicchio, Cuomo, D’Alessio, Mancini, Satriano, Serio, Tramutoli, nonché alla giovane ricercatrice Vitiello (di cui giornali e televisioni hanno detto tanto bene), e via dicendo, ai quali domanderemo quanto segue. Siamo certi di ottenere risposte, atteso che l’intellighenzia scientifi ca lucana non si farà sfuggire l’occasione per dimostrare che la nostra bella terra non è la cenerentola.

INIZIAMO DALLA RELATIVITÀ SPECIALE (DETTA ANCHE RISTRETTA O PARTICOLARE)

Domandiamo se, impostata l’equazione nei termini che seguono

è vero o non è vero che dallo sviluppo delle operazioni si ricava il noto fattore di Lorentz:

Dove: τ è il numero delle frazioni di tempo che scandisce l’orologio (veloce) dell’osservatore; θ è il numero delle frazioni di tempo dell’orologio più lento (quello del viaggiatore sito in un sistema galileiano, ovvero un sistema che si muove di moto rettilineo uniforme); c è la velocità della luce; v quella del sistema in moto, calcolata (già ab origine) come frazione di quella della luce: dunque, come assoluto, in quanto rispettiva frazione di un’invariante. I medi (di valore identico, tanto che si risolvono in quadrato) sono rivenienti, rispettivamente, dalle misurazioni che il viaggiatore opera nel proprio sistema (inviando un raggio- regolo di luce), sia con riguardo alla perfetta direzione del moto, sia con riguardo alla direzione diametralmente opposta: spazio che per lui è invariante, laddove l’osservatore misurerà lunghezze differenti, dato che, nel primo caso, il ricettore “fugge” dal raggio regolo (che lo insegue), mentre, nel secondo caso, il ricettore va incontro al raggio di luce.

Se è vero o non è vero che la formula di Planck

è applicabile, come sostiene Russo (ma, per vero, lo fa anche Parisi, ordinario di Teoria quantistica alla Sapienza, nel libro divulgativo Dipende, edito da Lapis), anche all’energia

Dove Mm è la massa in movimento galileiano; Mr è la massa a riposo; Em è l’energia del sistema in moto; Er è quella del presidio in quiete. Se, poi, conoscendo il valore del quoziente Em, è possibile o no impostare un’equivalenza (più che un’equazione) sì che si “ricavi” (ovvero sia evidenziato) il valore del divisore (radice quadra di 1-v2/c2), mercé il conferire al dividendo (Er) il valore E (che, per facilità, consideriamo pari a 1) e impostando la seguente moltiplicazione:

In altre parole, desideriamo sapere se è formalmente corretta la seguente equivalenza:

Per dirla in modo più chiaro: in ogni divisione, il divisore può essere ricavato moltiplicando il quoziente per il quadrato del divisore, fratto il dividendo, sicché, se il divisore è costituito da una radice quadra, non occorre necessariamente ricavarla nel modo classico (talvolta assai complicato), bensì basta moltiplicare il suo quadrato (ovvero, nel nostro caso, il valore senza radice) per il quoziente, e dividere il tutto per il valore del dividendo. Talché, tenendo presente che E è convenzionalmente posta pari a 1, sia legittimo (o no) trascrivere l’equivalenza in altro modo: ossia

Perché, se l’impostazione è corretta, è possibile, a dir di Russo, il seguente artifi cio matematico, che diventa veramente originale e risolutivo

Infatti, a questo punto, si constata che la quantità apposta in parentesi tonda per facilitare i termini,

ricorda quella dell’energia cinetica classica , dove al posto della massa (m), qui compare che porta a scrivere:

e quindi, in ultimo, grazie alla esplicitazione matematica derivante dall’operazione di Russo, ad ottenere :

Questo percorso conclusivo (ossia la sostituzione di cui sopra) è identico a quello di Parisi, benché i due arrivino a tale equivalenza (più che equazione) con discorsi del tutto autonomi e indipendenti tra loro, sì che, dunque, appare confermata la plausibilità delle due semplifi cazioni. Se così è, allora, signifi ca che

Ed eccoci alla celeberrima formula einsteiniana. Ora, se i passaggi e gli artifi ci appena esposti sono corretti sotto il profi lo matematico, allora risulta effettivamente comprensibile, con facilità, il percorso logico-matematico di Russo, il quale ricorre all’esempio pratico di una feccia che, viaggiando, acquista massa: ovviamente, non è qui il luogo adatto per parlare di tal esemplifi cazione, ma assicuriamo che anche i ragazzini delle medie inferiori possono capirlo.

VENIAMO ALLA RELATIVITÀ GENERALE

Domandiamo se, come per la speciale, è la valida seguente equazione (“proporzione”), la quale si fonda sui medesimi concetti, con la sola differenza che al moto lineare uniforme è sostituito quello uniformemente accelerato:

Chiediamo lumi in ordine allo sviluppo dell’equazione, che, secondo Russo, si risolve in

Dove: τ è il numero delle frazioni di tempo che scandisce l’orologio (veloce) dell’osservatore (che sta fuori del sistema uniformemente accelerato); θ è il numero delle frazioni di tempo dell’orologio che va più piano (quello del viaggiatore che sta nel sistema); a è il valore dell’accelerazione. Chiediamo, indi, se quest’ultima formula ottenuta può essere scritta anche nel modo seguente:

considerando at al quadrato come numero fi sso (quadrato della massima velocità raggiunta o raggiungibile, in ipotesi, dal sistema accelerato, dopo un determinato tempo), di modo che la variante sia λ (Lambda: distanza del sistema accelerato dal punto di massima velocità raggiunta o raggiungibile), che, per comodità, possiamo considerare pari a 1 nel punto di massima velocità (approdo), mentre tende all’infi nito nell’altra direzione (punto di partenza: quello in cui ha avuto origine l’accelerazione). Ci si dica, quindi, se la velocità raggiungibile o raggiunta (at), considerata da altra prospettiva come velocità di fuga (ovvero la velocità occorrente al sistema per “uscire” dal campo gravitazionale), che chiamiamo Vf, è convertibile (come sostiene Russo) o non è convertibile nel seguente valore della forza del campo gravitazionale:

Dove G è la costante gravitazionale; M è la massa del corpo “attrattore”; R è il raggio della sfera. Perché, se tal sostituzione è valida, bisogna convenire che i concetti correlativi alla dilatazione temporale generata da una sfera non rotante (concetti dalla diffi coltà veramente proibitiva) sono resi accessibili ai ragazzi delle medie (con discorso che non può essere qui riportato), giacché si giunge alla formula che, a dir di Russo, è accademica (e chiediamo se tale formula è veramente accademica o no):

Dove R, più che il raggio del corpo massivo, è, nella sostanza, una coordinata di Schwarzschild.

Domandiamo altresì se, passati alle orbite circolari, è vero o non è vero che la velocità media orbitale è equivalente a:

Perché, se così è, si ottiene addirittura la semplifi cazione della dilatazione del tempo con riferimento alle orbite circolari (concetti dalla diffi coltà da far paura):

Dove ro è uguale a

Se le formule cui Russo fa riferimento sono realmente esistenti, e se i suoi passaggi matematici sono coerenti, sì che le sue formule semplifi cate risultino corrette, allora garantiamo (e lo garantiscono anche alcuni studiosi) che la logica e il discorso esplicativo sottesi sono ridotti davvero a una semplicità stupefacente.

Attendiamo risposte da parte di ogni persona competente, e appassionata di temi che, pur sembrando di pura fantascienza (per es., viaggi nel passato), diventano, invece, plausibili, almeno sotto il profi lo teorico.

1

2

3

4

Page 27: Controsenso, 17 novembre 2012

38 ontrosenso

17 Novembre 2012BasilicataREPORT

AVVISO A TUTTI GLI SCRITTORI “A BASSA DISTRIBUZIONE”

Avete pubblicato un libro per una casa editrice piccola o indipendente?

Inviateci il libro che avete pubblicato, lo recensiremo su queste pagine, e invieremo le copie spediteci alla libreria dedicata “L’ Autore” di Bella – PZ, che le esporrà e le metterà in vendita.

Per maggiori info contattare [email protected] e telefonare allo 0971/092255. oppure inviate direttamente i libri a: Redazione Controsenso Basilicata, Via Vespucci snc – Parcheggio Tre 85100 Potenza.

Il mondo di “Punteville” approda alla fumetteria Comicstore

di Potenza

di Rosa Santarsiero

Sabato scorso, nella fumetteria Comicstore di Giulio Laurenzi,

a Potenza, si è svolta la presentazione di “Punteville”, un romanzo illustrato, scritto dal potentino Gianluca Caporaso e dalla disegnatrice romana, Rita Petruccioli. La serata si è svolta con successo in una location affollata da adulti e bambini. In particolar modo, i più piccoli si sono lasciati trasportare dalla magia dei disegni realizzati sulla pagina di cortesia di ogni volume acquistato, dalla giovane e brava Petruccioli, coautrice del testo. Alla serata hanno preso parte, oltre ai due autori, l’editore del testo, Marcello Lavieri e Domenico Colucci che, nella seconda

parte della presentazione, ha rallegrato il clima con un spettacolo del suo teatro delle ombre, liberamente ispirato alla “Città di Punto”, uno dei capitoli del libro. Prima che iniziasse la presentazione potentina del romanzo, abbiamo fatto quattro chiacchiere con i due autori. Rita Petruccioli ha descritto in questi termini la sua “avventura puntevilliana”: «Questo libro è nato da un’idea di Gianluca Caporaso. Sono stata contattata in qualità di illustratrice. Il testo mi è piaciuto molto, l’ho trovato subito interessante. È un’idea brillante. In realtà non c’è un solo protagonista, ma ogni capitolo ne ha due: un uomo e una donna che vivono il loro amore in città magiche, la città di virgola, di punto, di puntini puntini. Anzi, ho lavorato su ogni capitolo affi nché avesse la sua personale

pagina di benvenuto. Questo è un libro adatto ai bambini ed agli adulti. Ai più grandi serve ad emozionarsi, ai piccoli per imparare il magico mondo della punteggiatura e conoscere nuove storie. Lavorare a questo progetto con Gianluca Caporaso è stata davvero una bella esperienza». Il potentino Gianluca Caporaso, autore del testo: «L’idea è nata dal desiderio di raccontare delle storie. Trame legate e messe insieme. D’altro canto la parola raccontare deriva dal greco léghein che ha molteplici interpretazioni, tra le quali legare e mettere insieme. Non è un libro indirizzato solo ai bambini, ma è una piazza in cui vivono e si incontrano adulti e piccini. Mi piaceva pensare a questo spazio comune in cui la gente si incontra, specialmente in un momento di crisi come questo.Ho riscoperto la bellezza del raccontare».

A Matera oggi presentazione de “Basilicata I luoghi della narrazione”

“Basilicata, i luoghi della narrazione” sarà presentato oggi a Matera alle scuole

superiori della Città presso ill Teatro Comunale alle ore 10,30 da alcuni degli autori: Marta Ragozzino, Raffaello De Ruggieri e Franco Vitelli insieme ai Sindaci di Potenza e Matera Vito Santarsiero e Salvatore Adduce. Modera Mario Trufelli, anch’egli uno degli autori del libro. Il libro nasce alla fi ne del percorso che la Regione ha compiuto durante le celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia e non è un catalogo qualsiasi. Abbiamo avuto, infatti, bisogno di ricomporre la cronaca e le rifl essioni su una parte signifi cativa della nostra storia millenaria perché solo grazie alla forza del nostro passato è possibile continuare in una nuova storia che concretizza le scelte di innovazione e di sviluppo operate dalla regione. Per questo abbiamo chiesto a storici, scrittori e studiosi della cultura e dell’arte di lasciare le loro

rifl essioni sul 150° dell’Unità d’Italia, sul cammino della Basilicata e, poi, abbiamo raccontato ciò che in ogni comune e nei luoghi più signifi cativi è accaduto per ricordare al meglio la partecipazione del popolo di Basilicata alla costruzione del nostro Paese. “Basilicata, i luoghi della narrazione”, è, dunque, il libro dell’Unità e viene presentato nell’Università e negli Istituti superiori della regione perché le tracce del nostro passato ma anche gli spunti di futuro che se ne traggono, possano essere non solo narrate ai giovani studenti ma anche essere un motivo in più per confrontarsi. Il libro sarà inviato nei comuni, nelle scuole, nelle biblioteche perché costituisca un punto fermo ed ineludibile della cronaca e della storia giubilare dell’Unità d’Italia.

I due autori con il libro