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15-3-2002 Intervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in visita di Stato in Sud Africa, in occasione della commemorazione dei caduti presso il Sacrario Militare di Zonderwater Sud Africa - Zonderwater VISITA DI STATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CARLO AZEGLIO CIAMPI IN SUD AFRICA VISITA AL SACRARIO MILITARE Johannesburg - Zonderwater, 15 marzo 2002 In questa quiete, in questa campagna verde è difficile immaginare i rigori di un campo di prigionia: la vita quotidiana, la nostalgia, i disagi, le ansie e le angosce dei centomila prigionieri di guerra italiani che furono internati a Zonderwater dal 1943 al 1946; o le loro piccole gioie: la corrispondenza ricevuta, le amicizie, le attività sportive e culturali con cui si ingegnavano per impiegare il tempo libero; o la grande gioia della fine della guerra, della liberazione, del ritorno in patria. Saluto e ringrazio della loro presenza con noi il gruppo degli ex-prigionieri. Solo chi è stato qui prigioniero può rivedere e rivivere. Noi ci limitiamo a rendere loro onore e a conservare la memoria del loro sacrificio. Due anni orsono ho onorato i tre sacrari di El Alamein e il sacrificio dei nostri connazionali che giacciono lontani dalla patria. Ho poi reso omaggio ai caduti italiani a Tambov in Russia e a Cefalonia nell'Egeo. Nel celebrare la difesa di Roma a Porta San Paolo il 10 settembre scorso, ho ricordato i 600mila militari italiani che pagarono la scelta di non collaborare con le forze naziste di occupazione preferendo l'internamento nei campi di concentramento. Con questi stessi sentimenti mi trovo oggi a Zonderwater. Centomila abitanti facevano di questo campo l'equivalente di un medio capoluogo di provincia italiano. Il museo, allestito e custodito con amorevole cura, ci offre istantanee della vita del campo, documenti, regole di organizzazione della comunità, restituisce nomi e volti ai prigionieri. Per chi non c'era rimane Pagina 1 di 2 discorso 08/03/2012 http://www.quirinale.it/qrnw/statico/ex-presidenti/Ciampi/dinamico/discorso.asp?id=1...

Discorso del Presidente Ciampi a Zonderwater il 15 marzo 2002

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Intervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in visita di Stato in Sud Africa, in occasione della commemorazione dei caduti presso il Sacrario Militare di Zonderwater

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15-3-2002

Intervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in visita di Stato

in Sud Africa, in occasione della commemorazione dei caduti presso il Sacrario

Militare di Zonderwater

Sud Africa - Zonderwater

VISITA DI STATO DEL

PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

CARLO AZEGLIO CIAMPI

IN SUD AFRICA

VISITA AL SACRARIO MILITARE

Johannesburg - Zonderwater, 15 marzo 2002

In questa quiete, in questa campagna verde è difficile immaginare i rigori di un

campo di prigionia: la vita quotidiana, la nostalgia, i disagi, le ansie e le angosce dei

centomila prigionieri di guerra italiani che furono internati a Zonderwater dal 1943

al 1946; o le loro piccole gioie: la corrispondenza ricevuta, le amicizie, le attività

sportive e culturali con cui si ingegnavano per impiegare il tempo libero; o la

grande gioia della fine della guerra, della liberazione, del ritorno in patria.

Saluto e ringrazio della loro presenza con noi il gruppo degli ex-prigionieri. Solo

chi è stato qui prigioniero può rivedere e rivivere. Noi ci limitiamo a rendere loro

onore e a conservare la memoria del loro sacrificio.

Due anni orsono ho onorato i tre sacrari di El Alamein e il sacrificio dei nostri

connazionali che giacciono lontani dalla patria. Ho poi reso omaggio ai caduti

italiani a Tambov in Russia e a Cefalonia nell'Egeo. Nel celebrare la difesa di Roma

a Porta San Paolo il 10 settembre scorso, ho ricordato i 600mila militari italiani che

pagarono la scelta di non collaborare con le forze naziste di occupazione preferendo

l'internamento nei campi di concentramento. Con questi stessi sentimenti mi trovo

oggi a Zonderwater.

Centomila abitanti facevano di questo campo l'equivalente di un medio capoluogo

di provincia italiano. Il museo, allestito e custodito con amorevole cura, ci offre

istantanee della vita del campo, documenti, regole di organizzazione della

comunità, restituisce nomi e volti ai prigionieri. Per chi non c'era rimane

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ugualmente difficile capire, per chi non ha vissuto la tragedia della guerra rimane

difficile raffigurarsi il clima di quegli anni.

Appartengo a una generazione che ha conosciuto la guerra. Noi ricordiamo.

Zonderwater preserva la memoria per chi ha conosciuto, e la tramanda a chi

speriamo non conosca mai la guerra.

Non devono dimenticare, specie i più giovani, chi si è sacrificato per la Patria

ovunque, in guerra e in pace; chi è caduto; chi ha vissuto in prigionia lunghi anni

della più bella stagione della vita e che, tornato, ha ricostruito l'Italia in un'Europa

concorde e unitaria. Non devono dimenticare la visione e la tenacia di quanti hanno

respinto le grettezze del lungo passato di gelosie nazionali. Quel rigetto è stato

l'ideale e la molla che hanno dato vita all'integrazione europea. Non devono

dimenticare il significato vero dell'Unione Europea, dell'Alleanza Atlantica e delle

Nazioni Unite.

I soldati che si combatterono allora, italiani, britannici, francesi, tedeschi e di altre

nazioni, sono oggi nei Balcani, in Afghanistan, in Africa e in altre parti del mondo

per garantire sicurezza e stabilità.

Rendo un commosso tributo ai 252 militari italiani deceduti durante la prigionia e

qui sepolti con onore. Per esprimere i sentimenti della nazione e miei personali di

fronte al loro sacrificio non trovo parole migliori dei versi di un poeta:

"A egregie cose il forte animo accendono

L'urne de' forti, [o Pindemonte]; e bella

E santa fanno al peregrin la terra

Che le ricetta"

Nel 1806, quando il Foscolo scrisse "I Sepolcri", lo Stato italiano non esisteva.

L'Italia esisteva nell'animo del Foscolo; esisteva l'idea nazionale. A distanza di due

secoli, Zonderwater è un simbolo potente della stessa idea trapiantata in una terra

lontana.

Questo memoriale, opera degli ex-prigionieri di guerra che ne iniziarono la

realizzazione, del Commissariato Generale Onoranze Caduti in Guerra, della

comunità italiana e del Consolato Generale di Johannesburg, rafforza la

consapevolezza della nostra unità e identità.

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