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ESAMI DI STATO CONCLUSIVI DEI CORSI DI STUDIO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE SIMULAZIONE PROVA DI ITALIANO Svolgi la prova, scegliendo una delle quattro tipologie qui proposte. TIPOLOGIA A ANALISI DEL TESTO Attendendo Elena (D’Annunzio, Il Piacere, libro I, cap.I) L’anno moriva, assai dolcemente. Il sole di San Silvestro(1) spandeva non so che tepor velato, mollissimo, aureo, quasi primaverile, nel ciel di Roma. Tutte le vie erano popolose come nelle domeniche di maggio. Su la Piazza Barberini, su la Piazza di Spagna una moltitudine di vetture passava in corsa traversando; e dalle due piazze il romorìo confuso e continuo, salendo alla Trinità de’ Monti, alla via Sistina, giungeva fin nelle stanze del palazzo Zuccari, attenuato. Le stanze andavansi empiendo a poco a poco del profumo ch’esalavan ne’ vasi i fiori freschi. Le rose folte e larghe stavano immerse in certe coppe di cristallo che si levavan sottili da una specie di stelo dorato slargandosi in guisa d’un giglio adamantino(2), a similitudine di quelle che sorgon dietro la Vergine nel tondo(3) di Sandro Botticelli alla galleria Borghese. Nessuna altra forma di coppa eguaglia in eleganza tal forma: i fiori entro quella prigione diafana(4) paion quasi spiritualizzarsi e meglio dare imagine di una religiosa o amorosa offerta. Andrea Sperelli aspettava nelle sue stanze un’amante. Tutte le cose a torno rivelavano infatti una special cura d’amore. Il legno di ginepro ardeva nel caminetto e la piccola tavola del tè era pronta, con tazze e sottocoppe in majolica di Castel Durante(5) ornate d’istoriette mitologiche(6) da Luzio Dolci, antiche forme d’inimitabile grazia, ove sotto le figure erano scritti in carattere corsivo a zàffara (7)nera esametri(8) d’Ovidio. La luce entrava temperata dalle tende di broccatello rosso a melagrane d’argento riccio, a foglie e a motti. Come il sole pomeridiano feriva i vetri, la trama fiorita delle tendine di pizzo si disegnava sul tappeto. (…) Ma il momento si approssimava. L’orologio della Trinità de’ Monti suonò le tre e tre quarti. Egli pensò, con una trepidazione profonda: “Fra pochi minuti Elena sarà qui. Quale atto io farò accogliendola? Quali parole io le dirò?„ L’ansia in lui era verace e l’amore per quella donna era in lui rinato veracemente; ma la espressione verbale e plastica(9) de’ sentimenti in lui era sempre così artificiosa, così lontana dalla semplicità e dalla sincerità, che egli ricorreva per abitudine alla preparazione anche ne’ più gravi sommovimenti dell’animo. Cercò d’imaginare la scena; compose alcune frasi; scelse con li occhi i ntorno il luogo più propizio al colloquio. Poi anche si levò per vedere in uno specchio se il suo volto era pallido, se rispondeva alla circostanza. E il suo sguardo, nello specchio, si fermò alle tempie, all’attaccatura dei capelli, dove Elena allora soleva mettere un bacio delicato. Aprì le labbra per mirare la perfetta lucentezza dei denti e la freschezza delle gengive, ricordando che un tempo ad Elena piaceva in lui sopra tutto la bocca. La sua vanità di giovine viziato ed effeminato non trascurava mai nell’amore alcun effetto di grazia o di forma. Egli sapeva, nell’esercizio dell’amore, trarre dalla sua bellezza il maggior possibile godimento. Questa felice attitudine del corpo e questa acuta ricerca del piacere a punto gli cattivavano(10) l’animo delle donne. Egli aveva in sè qualche cosa di Don Giovanni e di Cherubino: sapeva essere l’uomo di una notte erculea(11) e l’amante timido, candido, quasi verginale. La ragione del suo potere stava in questo: che, nell’arte d’amare, egli non aveva ripugnanza ad alcuna finzione, ad alcuna falsità, ad alcuna menzogna. Gran parte della sua forza era nell’ ipocrisia. “Quale atto io farò accogliendola? Quali parole io le dirò?„ Egli si smarriva, mentre i minuti fuggivano. Egli non sapeva già con quali disposizioni Elena sarebbe venuta. 1. San Silvestro: il 31 dicembre 2. in guisa….adamantino: in modo da assumere la forma di un giglio luminoso e rilucente come il diamante 3. tondo: dipinto su tela di forma circolare 4. diafana: quasi trasparente 5. Castel Durante: antico nome della città di Urbania, nelle Marche, famosa per la sua produzione di oggetti in maiolica. 6. ornate d’istoriette mitologiche: con figure che rappresentavano episodi mitologici 7. zaffara: sostanza generalmente di colore azzurro, usata per tingere le maioliche 8. esametri: versi latini 9. plastica: nell’espressione del viso 10. Gli cattivavano: gli permettevano di conquistare 11. notte erculea: notte di possenti fatiche d’amore 1. Comprensione del testo Dopo una prima lettura, riassumi il contenuto informativo del testo (max 10 righe)

ESAMI DI STATO CONCLUSIVI DEI CORSI DI STUDIO DI ... - DOCUMENTO... · Se scegli la forma dell’«articolo di giornale», indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul

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ESAMI DI STATO CONCLUSIVI DEI CORSI DI STUDIO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE

SIMULAZIONE PROVA DI ITALIANO

Svolgi la prova, scegliendo una delle quattro tipologie qui proposte.

TIPOLOGIA A ANALISI DEL TESTO

Attendendo Elena (D’Annunzio, Il Piacere, libro I, cap.I)

L’anno moriva, assai dolcemente. Il sole di San Silvestro(1) spandeva non so che tepor velato, mollissimo, aureo, quasi primaverile, nel ciel di Roma. Tutte le vie erano popolose come nelle domeniche di maggio. Su la Piazza Barberini, su la Piazza di Spagna una moltitudine di vetture passava in corsa traversando; e dalle due piazze il romorìo confuso e continuo, salendo alla Trinità de’ Monti, alla via Sistina, giungeva fin nelle stanze del palazzo Zuccari, attenuato. Le stanze andavansi empiendo a poco a poco del profumo ch’esalavan ne’ vasi i fiori freschi. Le rose folte e larghe stavano immerse in certe coppe di cristallo che si levavan sottili da una specie di stelo dorato slargandosi in guisa d’un giglio adamantino(2), a similitudine di quelle che sorgon dietro la Vergine nel tondo(3) di Sandro Botticelli alla galleria Borghese. Nessuna altra forma di coppa eguaglia in eleganza tal forma: i fiori entro quella prigione diafana(4) paion quasi spiritualizzarsi e meglio dare imagine di una religiosa o amorosa offerta. Andrea Sperelli aspettava nelle sue stanze un’amante. Tutte le cose a torno rivelavano infatti una special cura d’amore. Il legno di ginepro ardeva nel caminetto e la piccola tavola del tè era pronta, con tazze e sottocoppe in majolica di Castel Durante(5) ornate d’istoriette mitologiche(6) da Luzio Dolci, antiche forme d’inimitabile grazia, ove sotto le figure erano scritti in carattere corsivo a zàffara (7)nera esametri(8) d’Ovidio. La luce entrava temperata dalle tende di broccatello rosso a melagrane d’argento riccio, a foglie e a motti. Come il sole pomeridiano feriva i vetri, la trama fiorita delle tendine di pizzo si disegnava sul tappeto. (…) Ma il momento si approssimava. L’orologio della Trinità de’ Monti suonò le tre e tre quarti. Egli pensò, con una trepidazione profonda: “Fra pochi minuti Elena sarà qui. Quale atto io farò accogliendola? Quali parole io le dirò?„ L’ansia in lui era verace e l’amore per quella donna era in lui rinato veracemente; ma la espressione verbale e plastica(9) de’ sentimenti in lui era sempre così artificiosa, così lontana dalla semplicità e dalla sincerità, che egli ricorreva per abitudine alla preparazione anche ne’ più gravi sommovimenti dell’animo. Cercò d’imaginare la scena; compose alcune frasi; scelse con li occhi intorno il luogo più propizio al colloquio. Poi anche si levò per vedere in uno specchio se il suo volto era pallido, se rispondeva alla circostanza. E il suo sguardo, nello specchio, si fermò alle tempie, all’attaccatura dei capelli, dove Elena allora soleva mettere un bacio delicato. Aprì le labbra per mirare la perfetta lucentezza dei denti e la freschezza delle gengive, ricordando che un tempo ad Elena piaceva in lui sopra tutto la bocca. La sua vanità di giovine viziato ed effeminato non trascurava mai nell’amore alcun effetto di grazia o di forma. Egli sapeva, nell’esercizio dell’amore, trarre dalla sua bellezza il maggior possibile godimento. Questa felice attitudine del corpo e questa acuta ricerca del piacere a punto gli cattivavano(10) l’animo delle donne. Egli aveva in sè qualche cosa di Don Giovanni e di Cherubino: sapeva essere l’uomo di una notte erculea(11) e l’amante timido, candido, quasi verginale. La ragione del suo potere stava in questo: che, nell’arte d’amare, egli non aveva ripugnanza ad alcuna finzione, ad alcuna falsità, ad alcuna menzogna. Gran parte della sua forza era nell’ ipocrisia. “Quale atto io farò accogliendola? Quali parole io le dirò?„ Egli si smarriva, mentre i minuti fuggivano. Egli non sapeva già con quali disposizioni Elena sarebbe venuta.

1. San Silvestro: il 31 dicembre 2. in guisa….adamantino: in modo da assumere la forma di un giglio luminoso e rilucente come il diamante 3. tondo: dipinto su tela di forma circolare 4. diafana: quasi trasparente 5. Castel Durante: antico nome della città di Urbania, nelle Marche, famosa per la sua produzione di oggetti in maiolica. 6. ornate d’istoriette mitologiche: con figure che rappresentavano episodi mitologici 7. zaffara: sostanza generalmente di colore azzurro, usata per tingere le maioliche 8. esametri: versi latini 9. plastica: nell’espressione del viso 10. Gli cattivavano: gli permettevano di conquistare 11. notte erculea: notte di possenti fatiche d’amore

1. Comprensione del testo Dopo una prima lettura, riassumi il contenuto informativo del testo (max 10 righe)

2. Analisi del testo

2.1 Esamina le righe 1-18 (L’anno ….. sul tappeto). D’Annunzio descrive sia gli “esterni”, la Città di Roma, sia gli “interni”, la casa di Andrea: questi spazi sono tra loro intimamente connessi e accomunati dalla stessa atmosfera.

a) Definisci in generale questa atmosfera e rintraccia nel testo gli elementi che la caratterizzano b) Tra l’esterno e l’interno c’è una rispondenza anche climatica. Quali elementi contribuiscono a

crearla? 2.2 Nella casa di Andrea l’arredo assume un grande rilievo: è ricco e raffinato, in sintonia con il

gusto comune a tutti gli eroi decadenti che si circondano di lusso e bellezza. 2.3 Quali oggetti lo caratterizzano? 2.4 Quali particolari consentono di rilevarne la raffinatezza?

2.5 Il narratore sottolinea l’attesa del protagonista attraverso una breve analisi psicologica (righe 19-37 – ma il momento…….nell’ipocrisia) a) Da quale considerazione prende l’avvio? b) Cerca ora le parole chiave che meglio caratterizzano come “personaggio decadente” il protagonista e motiva la tua scelta.

c) L’amore è associato alla parola “esercizio” (riga 32). Quale significato viene ad assumere per il protagonista?

3. Interpretazione complessiva e approfondimenti Prendendo spunto dal testo proposto, delinea il ritratto dell’”esteta decadente” facendo riferimento anche ad altre opere dello stesso o di altri autori che hai letto e studiato. TIPOLOGIA B – REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN “ARTICOLO DI GIORNALE”

CONSEGNE Sviluppa l’argomento scelto o in forma di «saggio breve» o di «articolo di giornale», utilizzando, in tutto o in parte, e nei modi che ritieni opportuni, i documenti e i dati forniti. Se scegli la forma del «saggio breve» argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi. Se scegli la forma dell’«articolo di giornale», indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul quale pensi che l’articolo debba essere pubblicato. Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo. 1. AMBITO ARTISTICO- LETTERARIO ARGOMENTO: Il Futurismo: modernità, velocità e dinamismo nella letteratura e nell'arte. 1-Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità. 2-Il coraggio, l'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia. 4-Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo … un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia. 5-Noi vogliamo inneggiare all'uomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita. F. T. Marinetti , Manifesto del Futurismo (1909) Il verbo all'infinito può, solo, dare il senso della continuità della vita e l'elasticità dell'intuizione che la percepisce …..L'aggettivo avendo in sé un carattere di sfumatura, è incompatibile con la nostra visione dinamica, poiché suppone una sosta, una meditazione….Essendo soppressi gli aggettivi, gli avverbi e le congiunzioni, la punteggiatura è naturalmente annullata, nella continuità varia di uno stile vivo, che si crea da sé, senza le soste assurde delle virgole e dei punti. Per accentuare certi movimenti e indicare le loro direzioni, s'impiegheranno i segni della matematica: +--x: = > <, e i segni musicali….. F.T. Marinetti Il Manifesto tecnico della letteratura futurista (1912) La nostra brama di verità non può più essere appagata dalla Forma né dal Colore tradizionali. Il gesto, per noi, non sarà più un momento fermato del dinamismo universale: sarà, decisamente, la sensazione dinamica eternata come tale. Tutto si muove, tutto corre, tutto si sviluppa rapidamente. Una figura non è mai stabile davanti a noi, ma appare e scompare incessantemente. Per la persistenza dell’immagine nella retina le cose in movimento si moltiplicano, si deformano, susseguendosi, come vibrazioni, nello spazio che percorrono. Così un cavallo in corsa non ha quattro gambe: ne ha venti, i loro movimenti sono triangolari.

Umberto Boccioni, Pittura, scultura futuriste (1914)

3. AMBITO SOCIO–ECONOMICO ARGOMENTO: Le nuove responsabilità.

«Tanto la storiografia quanto la climatologia hanno tratto un grande impulso dall’atterraggio sulla Luna del 1969. Fu allora, infatti, che la fragilità della terra divenne visibile. Da quel momento la protezione della natura e dell’ambiente ha acquistato un’importanza sempre maggiore, assumendo anzi il carattere di una vera e propria industria. Le associazioni e le istituzioni ambientaliste lavorano sulla base di campagne di sensibilizzazione che, quanto a professionalità, non sono seconde a quelle delle multinazionali. In particolare, a partire dagli anni novanta il timore del Riscaldamento globale ha rimpiazzato i precedenti, come quello per la Moria dei boschi o

quello per il Buco nell’ozono. Ora, per la prima volta, alla sbarra non è più solo l‟industria, ma ogni consumatore

finale. In pratica ogni abitante della Terra è colpevole: il boscimano sudafricano, che incendia la savana per cacciare o per guadagnare terreno coltivabile, e il fazendero argentino, i cui manzi producono metano, il coltivatore di riso a Bali e il banchiere cinese, che fa i suoi affari in uno studio dotato di aria condizionata.» Wolfgang BEHRINGER, Storia culturale del clima, Bollati Boringhieri, Torino 2013 (prima ed. originale 2007)”Crescita demografica e scelta coercitiva”. "Anche se le paure maltusiane di lungo periodo per la produzione alimentare sono infondate, o almeno premature, ci sono però buone ragioni per preoccuparsi, in generale, per il tasso di crescita della popolazione mondiale. Non si può dubitare che, nell’ultimo secolo, questo tasso abbia notevolmente accelerato: la popolazione mondiale ha impiegato milioni di anni per raggiungere il primo miliardo, poi in 123 è arrivata al secondo, al terzo in 33, al quarto in 14, al quinto in 13, e secondo le proiezioni delle Nazioni Unite il sesto promette di arrivare in altri 11. Il numero degli abitanti del pianeta è cresciuto di 923 milioni solo nel decennio

1980-90, e questo aumento corrisponde quasi alla popolazione complessiva di tutto il mondo all‟epoca di

Malthus. Quanto agli anni Novanta, al loro termine pare non abbiano registrato un’espansione molto inferiore. Se un simile andamento proseguisse, la terra, sicuramente, sarebbe sovraffollata in modo spaventoso prima ancora della fine del ventunesimo secolo. Molti segni indicano in modo chiaro, tuttavia, che il tasso di crescita della popolazione mondiale sta cominciando a rallentare, per cui dobbiamo chiederci: si rafforzeranno le ragioni della frenata? E, in caso affermativo, a quale ritmo? E non meno importante è un’altra domanda: è necessario un intervento pubblico per agevolare il rallentamento?" Amartya SEN, Lo sviluppo è libertà. Perché non c’è crescita senza democrazia, Mondadori, Milano 2012 (ed. originale 1999) "L’apprendistato della coesistenza con l’altro, l’escluso dalla costruzione della nostra tradizione, ci inizia a una coesistenza mondiale che corrisponde a una delle sfide della nostra epoca. Aprire uno spazio all’altro, a un mondo differente dal nostro, all’interno stesso della nostra propria tradizione, è il primo, e il più difficile, gesto multiculturale. Incontrare lo straniero fuori dalle nostre frontiere è relativamente facile, e soddisfa anche le nostre aspirazioni, finché possiamo rientrare da noi e appropriarci fra noi ciò che abbiamo così scoperto. Essere costretti a restringere e modificare questo «da noi», il nostro modo di essere «a casa», è molto più difficile, soprattutto senza che ciò provochi un’infedeltà a noi stessi. […] Finché l’altro non sarà riconosciuto e rispettato come ponte fra natura e cultura, com’è, prima, il caso per l’altro genere, ogni tentativo di mondializzazione democratica resterà un imperativo morale senza realizzazione concreta. Finché l’universale non sarà

Umberto Boccioni, Forme uniche della continuità nello spazio, 1913 Fortunato Depero, Il treno partorito da

sole, 1924

considerato essere due, e l’umanità un luogo di coesistenza culturalmente feconda fra due generi

irriducibilmente differenti, sempre una cultura vorrà imporre il suo colore ed i suoi valori all‟altro, anche

mediante la sua morale e la sua religione." Luce IRIGARAY, Condividere il mondo, Bollati Boringhieri, Torino 2009 (ed. originale 2008)

"Ogni essere umano deve disporre di una “cittadinanza mondiale”. Nessuno deve essere più “apolide”. Ciascuno deve sentirsi a casa propria sulla terra. Chiunque deve avere il diritto di lasciare il proprio paese d’origine e di essere accolto, almeno temporaneamente, in qualsiasi altro luogo. […] Reciprocamente, ogni essere umano ha dei doveri nei confronti degli altri essere umani, delle generazioni che verranno, delle altre specie viventi e del pianeta. L’umanità ha in particolare il dovere di mostrare empatia verso le generazioni future e verso le altre specie necessarie alla sua sopravvivenza. Deve quindi considerare come suo dovere creare le condizioni perché le prossime generazioni e le altre specie possano esercitare i loro diritti. Deve disporre di un accesso a tutte le sue risorse e, in particolare, alla ricchezza accumulata." Jacques ATTALI, Domani, chi governerà il mondo?, Fazi Editore, Roma 2012 (ed. originale 2011) 3. AMBITO STORICO-POLITICO ARGOMENTO: La Grande Guerra delle donne e dei bambini

I compiti in cui la donna è più frequentemente rappresentata al tempo della Grande Guerra sono quelli più tradizionali dell'infermiera e della dama di carità, che sottolineano il ruolo tipicamente femminile di angelo consolatore, di custode, assistente e supplente dell'uomo. Mentre ai medici professionisti erano affidate diagnosi e terapia, le infermiere venivano quasi sempre relegate al compito materno della cura e della consolazione dei pazienti. A colpire maggiormente l’immaginario collettivo fu soprattutto la comparsa delle donne in occupazioni tradizionalmente inconsuete, in una specie di “mondo alla rovescia”. Spesso quotidiani e riviste dell’epoca sfoggiavano clamorose fotografie di donne italiane o straniere impegnate come spazzine, tranviere, barbiere, direttrici d'orchestra, boscaiole, ecc. Nel 1918, in Italia, le donne rappresentavano un quarto della manodopera negli stabilimenti ausiliari di Torino, il 31% in quelli di Milano, l’11% a Genova e il 20% in quelli non ausiliari della stessa città. Le lavoratrici e le donne più povere della classe media erano addette ai lavori più faticosi. L’attività più importante era l’industria bellica e, in particolare, la produzione di munizioni. La manipolazione di sostanze chimiche velenose provocò spesso problemi di salute a molte donne; inoltre, le fabbriche e i depositi di esplosivi erano a costante rischio di incidenti. Ovviamente questo processo non fu indolore: non essendo state previste delle divisioni del lavoro, le donne erano obbligate a compiere gli stessi lavori dei colleghi maschi, anche quelli più pesanti. Nei campi era necessario spostare i covoni di fieno o i sacchi di grano, accudire il bestiame e utilizzare tutte le macchine agricole. Allo stesso modo all'interno delle fabbriche dovevano essere sollevati pesi non indifferenti e compiuti gesti ripetitivi e meccanici. Le donne presero il posto dei propri mariti (o figli) anche in quelle faccende domestiche tipicamente maschili come le questioni burocratiche, gli acquisti o le vendite di prodotti agricoli ed i problemi di natura legale. http://www.lagrandeguerra.net/gggrandeguerradonne.html

Operaie in una fabbrica di munizioni

Cartolina pubblicitaria illustrata, stampata nel 1918 in occasione della campagna per la sottoscrizione dei prestiti nazionali

Anche i bambini e gli adolescenti furono coinvolti nella guerra, se non come combattenti, come vittime e testimoni: figli o fratelli e sorelle di soldati in tanti casi dovettero lavorare duramente al posto del capofamiglia. Tutti potevano e dovevano essere utili alla patria. Migliaia di adolescenti dovettero anticipare l’ingresso nel mondo del lavoro. Molti ragazzi e ragazze furono impiegati dai comandi militari in diversi lavori: sgombero e manutenzione di strade, trasporto di materiali, rifornimento ai soldati ecc. In massima parte la manodopera proveniva dai comuni vicini alle linee di combattimento, ma alcuni giovani affrontarono anche lunghi viaggi per poter lavorare. I congiunti dei richiamati alle armi, riconosciuti bisognosi da speciali commissioni comunali, ricevettero un sussidio giornaliero nella misura di lire 0,60 per la moglie e di 0,30 per ciascun figlio sotto i dodici anni. I figli dei soldati che avevano superato tale età potevano essere ammessi al lavoro, anche senza il prescritto grado di istruzione, in deroga alle norme di legge sulla protezione del lavoro del fanciullo. Nei giornalini a loro destinati, nelle cartoline illustrate, nei manifesti murali, i bambini diventavano destinatari di ammonimenti precisi: non consumare troppo le scarpe saltando alla corda, non sprecare carta facendo macchie sui fogli, consumare solo lo stretto necessario per l’alimentazione, magari rinunciando allo zucchero che scarseggiava. Soprattutto la scuola divenne oggetto di attenzione sistematica della propaganda. La necessità di avvicinare la scuola e la trincea coinvolse tutte le materia di insegnamento: per la lingua italiana erano previste letture di giornali e periodici narranti episodi della guerra, nonché l’esame e la descrizione di vignette, quadri, cartoline illustrate rappresentanti notevoli momenti ed episodi di guerra e specialmente atti di eroismo del nostro esercito; per la geografia si proponevano tra l’altro, la configurazione del Carso e l’elenco dei comuni conquistati. Nell’opuscoletto Dettati per le scuole elementari, edito a Cremona nel 1918 i dettati, divisi per classi – 2a e 3a, 4a, 5a, 6a – affrontano i temi della crudeltà del nemico, dell’impegno alla resistenza interna da parte della popolazione, delle misere condizioni di vita dei profughi delle terre invase, degli eroi italiani (da Dante a Garibaldi) e non mancano per le ultimi classi, lettere di figli ai padri in guerra, in cui i bambini raccontano i loro sacrifici per aiutare la mamma e il loro impegno per la vittoria dell’Italia. http://www.piacenzaprimogenita150.it/index.php?it/229/la-guerra-dei-bambini Il coinvolgimento di tutta la società nello sforzo bellico coinvolse, sia in Italia sia negli altri paesi, anche i bambini, che rappresentavano allora una percentuale della popolazione assai più consistente di quanto sia oggi. I bambini, attraverso la scuola ma anche attraverso pubblicazioni a loro specificamente destinate come il «Corriere dei piccoli», erano i destinatari di messaggi pedagogici che esaltavano l’ubbidienza, la parsimonia, la capacità di sacrificio: tutte cose che rappresentavano, si sosteneva, il loro specifico contributo all’impegno del paese, un modo di partecipare a una guerra che vedeva spesso i loro padri e fratelli maggiori inviati al fronte. A. Gibelli, La grande guerra degli italiani, (1998), Milano, Bur, 2014

4. AMBITO TECNICO - SCIENTIFICO ARGOMENTO: Le stampanti 3D: terza rivoluzione industriale?

«L’industria sta diventando digitale. La prima rivoluzione cominciata in Gran Bretagna nel XVIII secolo con la meccanizzazione dell’industria tessile. Compiti precedentemente fatti in modo molto laborioso a mano dai filatori di lana a domicilio furono riuniti in un singolo fabbricato e l’industria era nata. La seconda rivoluzione industriale iniziata all’inizio del XX secolo quando Henry Ford ha codificato la catena di montaggio che è stata ereditata nell’età della produzione di massa. Le prime due rivoluzioni hanno reso le persone più ricche e più urbanizzate. Ora si prospetta una terza rivoluzione industriale. L’industria sta diventando digitale. Come questo speciale articolo settimanale argomenta, questa rivoluzione potrebbe cambiare non solo il business ma molto altro ancora.» The Third Industrial Revolution – The Economist Publishes a Special Report on 3D Printing, April 20, 2012, trad. it., http://on3dprinting.com/2012/04/20/the-third-industrial-revolution-the-economist-publishes-a-special-report-on-3d-printing/

«La stampa 3D non è un novità recente, le macchine a controllo numerico esistono da tempo. La vera novità sta nella disponibilità di tecnologia a basso costo: oggi una stampante 3D può entrare in casa di chiunque, come è successo con i personal computer negli anni ’80. […] Il termine stampante è fuorviante. Il verbo stampare evoca Gutenberg: carta, testi, immagini. In realtà le stampanti 3D non stampano, semmai creano: all’inizio non c’è nulla e alla fine c’è l’oggetto. Se proprio si vuole completare l’analogia, il foglio di carta è il filo di plastica che viene spinto nell’estrusore, il quale fondendolo “lo disegna” sul piatto della macchina, un piano sopra l’altro. Quando si stampano testi con un computer, questi vengono codificati nei modi che sappiamo, ASCII, Unicode, ecc. Le immagini sono memorizzate sotto forma di contenuti di pixel. Ma gli oggetti? Questi sono memorizzati attraverso le mesh: insiemi di punti che descrivono la superficie dell’oggetto, dove ogni punto è caratterizzato dalle sue tre coordinate spaziali. Modellare un oggetto tridimensionale mediante un computer è complicato. Ci sono vari tipi di metodi e nessuno di questi è totalmente preferibile agli altri, dipende da quello che si deve fare. Alcuni di questi consentono di lavorare direttamente sui punti che compongono la mesh, per esempio Blender (http://www.blender.org/). Un software libero potentissimo ma difficile da imparare, gira su tutti i sistemi. È pensato per la produzione di animazioni 3D ma si può usare anche per la modellazione di oggetti da stampare.» https://iamarf.files.wordpress.com/2014/12/modeling-3d.pdf, 21/12/2014

«Denti artificiali prodotti e “stampati” in 17 minuti direttamente nello studio odontoiatrico mentre il paziente attende sul lettino. L’applicazione, unica al mondo, è lanciata sul mercato dall’azienda vicentina Dws (Digital Wax Systems), nata nel 2007, terza azienda al mondo per importanza nella produzione di stampanti 3D. Si tratta dell’unico gruppo italiano in grado di sviluppare sistemi per la prototipazione e produzione rapida implementando la tecnologia della stereolitografia. Oltre a creare stampanti dedicate alla gioielleria e alla produzione di oggetti in plastica, la Dws ha scelto di puntare sul mercato odontoiatrico. […] I sistemi DigitalWax sono gestiti da software di controllo dedicati, compatibili con i programmi Cad/Cam disponibili sul mercato. In pratica il dentista deve solo scansionare la dentatura e la stampante 3D produrrà sul disegno tutti gli elementi di cui può avere bisogno l'odontoiatra: allineatori trasparenti; placche mobili; scheletrati; monconi sfilabili; provvisori; calcinabili; modelli ortodontici; guide chirurgiche. Tutto utilizzando i classici materiali biocompatibili che utilizza il dentista per la sua attività. In soli 17 minuti così un dente è pronto per essere impiantato: il risparmio in termini di tempo è sorprendente perché di fatto può eliminare la necessità di fissare un secondo appuntamento.» B. MILLUCCI, http://corriereinnovazione.corriere.it/tech/2014/19-dicembre-2014

TIPOLOGIA C - TEMA DI ARGOMENTO STORICO Ancora oggi alcune parti del mondo sono purtroppo teatro di cruenti guerre. W. Brandt, cancelliere della Repubblica Federale Tedesca dal 1969 al 1974 e premio Nobel per la pace nel 1971, ha affermato che elemento fondamentale per il raggiungimento della pace mondiale è il disarmo. Il candidato commenti questa affermazione alla luce dei suoi studi e delle sue conoscenze personali. TIPOLOGIA D - TEMA DI ORDINE GENERALE Competizione sociale e gioco d’azzardo. «Se parole come valutazione, classifica, selezione, merito, prevalgono nel discorso pubblico, indirizzano i programmi politici, improntano il lessico dell’economia, è perché il modello competitivo ha un successo incontrastato. La competizione viene vissuta come la modalità prima di relazione, con se stessi e con gli altri, quasi fosse una legge primordiale. Non c’è più quasi lembo di vita che si sottragga al modello della gara. […] Il paradigma agonistico ha un’estensione e una profondità tali da poter essere considerato uno dei tratti peculiari della nostra epoca. […] Dietro questa fiducia nel calcolo si cela la terribile convinzione che la vita possa essere ridotta a una gara. L’assunzione di questo agonismo, che porta con sé l’obbligo di vincere, ha conseguenze devastanti. Che ne è, infatti, di chi perde? Disagio, depressione, «passioni tristi», come le chiamava Spinoza, scandiscono questa tarda modernità. Ma qui non deve sfuggire un altro fenomeno correlato: il gioco d’azzardo. Chi si sente escluso, avviato alla sconfitta, tenta la mossa estrema. Il «rischia tutto!», messaggio reiterato dalla pubblicità, viene preso alla lettera: si mettono in gioco non solo i soldi, gli averi, ma il tempo, i legami affettivi, la dignità, la vita stessa. Da un lato il gioco d’azzardo appare la rivolta esterna all’agonismo, la scorciatoia per aggirare tutte le gare vincendo d’un colpo, dall’altro ne è solo la versione parossistica che porta quasi sempre alla rovina.»

Donatella DI CESARE, Il boomerang dell’agonismo, «Corriere della Sera - la Lettura», 13 marzo 2016

Linee orientative. Sulla base delle tue conoscenze di studio e di quelle apprese dall’attualità, potrai sviluppare, se vuoi, il tuo elaborato riflettendo:

sul significato da attribuire al c.d. «modello competitivo» che viene oggi imputato alla nostra società, adducendo esemplificazioni in cui – nel contesto sociale – esso si rivela e si rende effettivo;

se sia fondato l’assunto che questo «modello competitivo» interferisce con le relazioni interpersonali e – in caso affermativo – sulle modalità con cui tale interferenza si manifesta;

sull’eventuale relazione fra insuccesso nella competizione e pulsione della «mossa estrema»; sulle forme del disagio sociale e sulle altre «passioni tristi» che colpiscono i c.d. perdenti, adducendo – se lo ritieni –

eventuali esemplificazioni; sul fenomeno del gioco d’azzardo, sulle sue cause, sui suoi effetti, sulle responsabilità, sul ruolo della pubblicità.

I tuoi commenti personali potranno certamente conferire più originalità e maggior completezza all’elaborato. Infine, se lo ritieni, potrai concludere lo svolgimento con un tuo personale approfondimento sugli interessi, occulti e/o palesi, connessi al fenomeno del gioco d’azzardo e sugli interventi che risulterebbero necessari per contrastarlo.

__________________________

Durata massima della prova: 6 ore.

Non è consentito lasciare l’Istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla dettatura del tema.

È consentito l’uso del dizionario italiano e del dizionario bilingue (italiano-lingua del paese di provenienza) per i candidati

di madrelingua non italiana.

1

ESAMI DI STATO CONCLUSIVI DEI CORSI DI STUDIO DI ISTRUZIONE

SECONDARIA SUPERIORE

SIMULAZIONE PROVA DI ITALIANO

Svolgi la prova, scegliendo una delle quattro tipologie qui proposte.

TIPOLOGIA A ANALISI DEL TESTO

G. Ungaretti, Vanità Il testo appartiene alla prima raccolta delle poesie di Ungaretti, Il porto sepolto ( 1916 ), poi confluito in Allegria di naufragi ( 1919 ). D’improvviso è alto sulle macerie il limpido stupore dell’immensità E l’uomo curvato sull’acqua sorpresa dal sole si rinviene un’ombra Cullata e piano franta Vallone il 19 agosto 1917 1. Comprensione del testo Dopo una prima lettura, riassumi il contenuto informativo del testo in non più di dieci righe di metà foglio protocollo. 2. Analisi del testo 2.1 “il limpido / stupore / dell’immensità”. Con questa perifrasi Ungaretti si riferisce al sole che ritorna nel quinto verso della seconda strofa. Spiega l’appellativo “stupore” riferito al sole, l’aggettivo “limpido”, sempre riferito al sole e l’ “immensità” a cui il sole è detto appartenere. Illustra la funzione simbolica del sole in questa poesia. 2.2 L’avverbio “D’improvviso” è isolato nel verso di apertura della poesia. Quale effetto vuole ottenere il poeta con queste scelte semantiche e formali? 2.3 Nella prima strofa è possibile ricostruire alcune indicazioni di tipo spaziale, secondo l’asse verticale alto/basso. Come sono caratterizzate le due dimensioni? 2.4 I due participi “cullata” e “franta” della terza strofa si riferiscono al termine “ombra” che chiude la seconda. L’intera espressione rimanda a una situazione oggettiva da cui deve partire l’interpretazione. Prova a ricostruire questa situazione. 2.5 “l’uomo” è il tema della seconda e terza strofa. Il termine generico fa sì che la poesia si riferisca all’uomo in generale: 1) individua e indica tutti i termini che nelle due strofe si riferiscono direttamente o indirettamente all’uomo; 2) ricostruisci il paragone implicito di cui l’uomo è il primo termine; 3) spiega il paragone. 2.6 Nella seconda strofa, il verbo “rinvenire” può essere interpretato nel senso di “scoprirsi”. Che cosa “scopre” l’uomo? 3. Interpretazione complessiva e approfondimenti Sulla base dell’analisi condotta, proponi un’interpretazione complessiva della poesia ed approfondiscila con opportuni collegamenti ad altri testi di Ungaretti letti. Riferisciti anche alla situazione storico-politica dell’epoca.

2

TIPOLOGIA B REDAZIONE DI UN SAGGIO BREVE O DI UN ARTICOLO DI GIORNALE

CONSEGNE

Sviluppa l’argomento scelto o in forma di «saggio breve» o di «articolo di giornale», utilizzando, in tutto o in parte, e nei modi che ritieni opportuni, i documenti e i dati forniti. Se scegli la forma del «saggio breve» argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi. Se scegli la forma dell’«articolo di giornale», indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul quale pensi che l’articolo debba essere pubblicato. Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo.

1. AMBITO ARTISTICO-LETTERARIO

ARGOMENTO: La danza: disciplina, movimento, bellezza nella letteratura e nell'arte. E’ dal Quattrocento che i teorici si interrogano su quali siano le qualità essenziali della danza. Guglielmo Ebreo* da Pesaro, nel suo trattato De Pratica seu arte tripudii vulgare opusculum ne elenca sei: misura (abilità di tenere il tempo), maniera (coordinazione), memoria (abilità nel ricordare i passi), partire dal terreno (valutare lo spazio a disposizione, aire (il portamento), e il movimento corporeo. R. BAIOCCHI, Ballerina, Giunti Editore *Guglielmo Ebreo da Pesaro (Pesaro 1420 – 1482 ultima data nota), maestro di ballo, teorico, compositore e coreografo, creatore, preparatore o esecutore delle danze, presso importanti feste di corti italiane. Fu presente a Milano, Pesaro, Ravenna, Urbino.

Ma la Danza […] non è dopotutto se non una forma del Tempo, non è altro se non la creazione di una specie di tempo, o di un tempo di una specie tutta distinta e singolare. Ho tentato di comunicarvi un’idea assai astratta della Danza e di rappresentarla soprattutto come un’azione che si distanzia, poi si distacca dall’azione ordinaria e utile e finalmente vi si oppone. […] Ogni azione che non tenda verso l’utilità e che, d’altra parte, sia suscettibile di essere educata, di perfezionamento, di sviluppo, si collega a questo genere semplificato della danza e, di conseguenza, tutte le arti possono venir considerate come dei casi particolari di questa idea generale, poiché tutte le arti, per definizione, comportano una parte d’azione, l’azione che produce l’opera o che la manifesta. Una poesia per esempio è azione perché una poesia non esiste se non nel momento in cui viene recitata: allora è in atto. Questo atto, come la danza, non ha altro fine se non quello di creare uno stato; […] crea, anche lui, un tempo e una misura del tempo che gli si addicono e che gli sono essenziali […] . Cominciare a pronunciare dei versi significa entrare in una danza verbale. P. VALÉRY*, Philosophie de la danse, in Oeuvres, I, Bibliothéque de la Pléiade

*Paul Valéry (1871-1895), erede di S. Mallarmé e, dopo di lui, esponente importante del Simbolismo francese. Nel brano presentato si propone l’affinità tra danza e poesia, basato sul particolare rapporto che entrambe hanno con il tempo: entrambe infatti s i svolgono nel tempo e presuppongono esecuzione e movimento. Un’altra affinità è la mancanza di utilità.

Alcuni istanti prima del ballo corse per la folla un mormorìo d’aspettazione. Io sentivo come allargarmisi il cuore, e aggiustavo macchinalmente il mio cappello sull’ombrello. Improvvisamente apparve una scena incantata, riboccante di suoni, di luce, di veli e di larve seducenti che turbinavano nelle ridde più voluttuose – come una fantasmagoria di sorrisi affascinanti, di forme leggiadre, di occhi lucenti e di capelli disciolti. Poi, quando quella musica fu più delirante, quando tutti gli occhi erano più intenti, e tutti gli occhialetti si affissavano bramosi sulla scena, corse un nuovo sussurrio: – Eva! Eva! – e in mezzo ad un nembo di fiori, di luce elettrica, e di applausi, apparve una donna splendida di bellezza e di nudità, corruscante febbrili desiderii dal sorriso impudico, dagli occhi arditi, dai veli che gettavano ombre irritanti sulle forme seminude, dai procaci pudori, dagli omeri sparsi di biondi capelli, dai brillanti falsi, dalle pagliuzze dorate, dai fiori artificiali. Diffondeva un profumo di acri voluttà e di bramosie penose. Guardavo stupefatto, colla testa in fiamme e vertiginosa; provavo mostruosi desiderii, e invidie, e scoramenti, e alterezze per la mia arte che sentivo abbassarsi sino ai miei desiderii, e pel mio ingegno che mi pareva si elevasse sino a guardarla faccia a faccia, e in fondo a tutto questo, un amaro rammarico di trovarmi in quel meschino posto di platea e senza guanti. Poi tutta quella visione scomparve in un lampo di luce e in un’onda di musica. Tutto tornò bujo. G. VERGA, Fascino e decadenza della bellezza di Eva, da Eva

3

2. AMBITO SOCIO-ECONOMICO

ARGOMENTO: Fake news e società della comunicazione

DOCUMENTI

"L'insospettabile ingenuità dei nativi digitali". New York. Nativi digitali: i ragazzi venuti al mondo

quando Internet esisteva già. Abituati a muoversi nelle nuove tecnologie come pesci nell'acqua,

dovrebbero essere i più smaliziati e astuti nel percepire i tranelli della Rete, giusto? Sbagliato. Al

contrario, per la maggior parte non sanno distinguere notizie false o vere, fonti serie o inattendibili,

teorie scientifiche o bufale oscurantiste, rivelazoni credibili o leggende metropolitane. Insomma i

"nativi" sono di un'ingenuità disarmante. E molto pericolosa: per loro stessi, per la società, per la

salute delle nostre democrazie. L'allarme viene dalla Graduate School of Education di Stanford, al

termine di una lunga ricerca sul campo, un'indagine che ha coinvolto studenti della secondaria, dei

licei, e dell'università. [...] Lo studio condotto dallo Stanford History Education Group [...] rivela una

inquietante incapacità degli studenti di ragionare sull'informazione che vedono in Rete, la difficoltà a

distinguere la pubblicità dalle notizie, o a identificare le fonti delle news (...).

F. RAMPINI, La Repubblica, 19/1/2017

"Factchecking ad armi pari". La tecnologia può salvarci dalle fake news? Per i media potrebbe

essere la grande occasione di rilancio del proprio ruolo. L'ultima indagine del Reuters Institute ha

indicato che per il 70% dei professionisti dei media intervistati l'esplosione di notizie non verificate,

possibile grazie alle piattaforme social, potrebbe rafforzare la centralità dei media. Il problema è che

mentre la produzione di un hoax virale in rete richiede spesso più fantasia che tempo, le operazioni

di factchecking condotte da professionisti richiedono in media 13 ore, come ha sottolineato il

fondatore di Storyful, Mark Little, e spesso non sono nemmeno conclusive. [...] Tra gli strumenti

messi in campo da Facebook c'è la possibilità di taggare le notizie che si considerano controverse e

l'isolamento dei produttori di fake news, ma anche sistemi per invitare l'utente a riflettere prima di

condividere notizie già segnalate come controverse (...).

F. ROMEO, Il Sole 24 ore, 22/1/2017

In questo quadro, L’ETOILE del 1878, il pittore impressionista Edgar Degas (1843-1917) fonde la figura della ballerina classica con la realtà circostante attraverso veli di tulle indefiniti . La ballerina classica elegante e leggiadra diviene eterea.

La danza raffigurata da Henri Matisse (1869-1954) nell’omonimo dipinto del 1909, sito all’Hermitage di San Pietroburgo, è un’esecuzione armoniosa ma allo stesso tempo viva. I colori accesi, le figure in movimento e trascinate come a seguire le emozioni, raccontano un rituale che vuole rappresentare la vita e la semplicità di godere dei momenti belli che essa offre.

4

"Non credono ai social ma tre giovani su dieci rilanciano le bufale". Roma. Consapevoli che quanto

si legge sui social andrebbe verificato, ma comunque pronti al clic veloce che diffonde la bufala. Ci

sono soprattutto due dati, nell'indagine dell'Osservatorio giovani dell'Istituto G. Toniolo su

"Diffusione, uso, insidie dei social network", capaci di fotografare la società della post -verità: tra i

giovani che hanno dai 20 ai 34 anni circa uno su tre (il 28,5 per cento) ammette di aver condiviso

un'informazione poi rivelatasi falsa. Eppure il pericolo bufala è noto: l'86,6 per cento afferma che i

social non vanno presi troppo sul serio perché "i contenuti che vi si pubblicano possono essere tanto

veri quanto inventati" (...).

C. NADOTTI, La Repubblica, 28/1/2017

"Il giusto rimedio contro le fake news". (...) L'assimilazione dei social a media company è questione

delicata e controversa. E' sicuramente opportuna una responsabilizzazione, in parte già in atto, dei

big tech, rispetto all'uso distorto della rete che determini violazione della dignità, ma un'estensione di

tale sistema al campo delle fake news rischierebbe di degenerare in censura. Per altro verso, la

ricorrente tentazione del penale (incriminando la diffusione di notizie "false, esagerate o

tendenziose") è altrettanto fuorviante. Non solo perché riduce un fenomeno così complesso a mera

questione criminale, ma anche perché rende la magistratura un tribunale della verità, laddove in

democrazia l'esattezza non è conseguibile altrimenti che con il pluralismo dialettico. E con il limite

del rispetto dell'altrui dignità, assistito dalle norme (esse sì penali) su ingiuria, diffamazione,

trattamento illecito dei dati personali. (...).

Dichiarazione pubblica di A. Soro, Presidente dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali 8/3/2017

3. AMBITO STORICO-POLITICO

ARGOMENTO: Il lavoro: tra diritti e possibilità.

DOCUMENTI

Art. 4 della Costituzione italiana: La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività' o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. «Precari e con 1500 euro al mese: così lavoriamo noi fisici dell’Infn. Nel giorno della conferma sperimentale della scoperta delle Onde gravitazionali, la cui esistenza Albert Einstein aveva previsto 100 anni fa grazie alla teoria della relatività generale, c’è solo spazio per l’entusiasmo. Eppure tra qualche giorno il sorriso si spegnerà, di fronte alle difficoltà pratiche della battaglia quotidiana. […] Sette anni di stipendi bloccati, nessuna possibilità di carriera, personale precario a rischio di licenziamento, salario accessorio più basso rispetto agli altri enti di ricerca e finanziamenti che arrivano col contagocce. […] Più di 300 su 1900 persone che lavorano nelle 24 sedi sparse per l’Italia. […] Ogni due ricercatori che vanno in pensione se ne può assumere uno solo, ma c’è ancora una vecchia graduatoria a cui attingere. […] Il clima è ottimo, […] il lavoro più bello del mondo, […] e andiamo avanti con spirito di sacrificio e abnegazione.» http://www.corriere.it/scuola/16_febbraio_11/precari-1500-euro-mese-ecco-comelavorano-fisici-dell-infn-4e33bd76-d105-11e5-9819-2c2b53be318b.shtml «“Certo un mondo dove i vecchi lavorano e i giovani dormono, prima non si era mai visto.” Prima non si era mai visto. Ci ho pensato a lungo, nei giorni seguenti. Non ha detto, Stefano, che era giusto o sbagliato, morale o immorale. Ha detto che non si era mai visto, e credo sia perfettamente vero. Possiamo pensare, di te, di Pedro, del vostro sonno diurno nel pieno di un giorno speciale per tutti, ciò che vogliamo, che sia la più imperdonabile delle mancanze, oppure che sia il segno di una nuova e geniale maniera di vivere. Ma non c’è dubbio che “un mondo dove i vecchi lavorano e i giovani dormono” non si era mai visto; e che questo sonno ostinato, pregiudiziale, del tutto indipendente da quanto vi circonda, per giunta pagato dal lavoro altrui (il lavoro dei vecchi), sia un inedito. Una cosa mai vista. Un meccanismo sconosciuto che muta e complica gli ingranaggi della macchina del tempo. » M. SERRA, Gli sdraiati, ed. Feltrinelli, novembre 2013

5

4. AMBITO TECNICO - SCIENTIFICO

ARGOMENTO: Malattie rare tra ricerca e speranze

DOCUMENTI

"Un milione in lotta con le malattie rare". Roma. Sono ottomila le malattie rare secondo

l'Organizzazione mondiale della sanità, e tre su dieci sono senza nome, niente diagnosi e nessuna

cura. Solo in Italia si stima che siano oltre un milione le persone colpite da malattie rare e sono

circa 600 mila i casi validati. Di loro, delle possibili terapie, delle diagnosi precoci, della ricerca, dei

farmaci troppo costosi, dell'assistenza alle famiglie, si è parlato ieri [28/2/2017] al Quirinale in

occasione della Giornata mondiale delle malattie rare. Celebrare questa giornata, ha detto il

Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, «ha un valore speciale. Significa voler far

conoscere e condividere una condizione di sofferenza, per compiere insieme dei passi avanti, per

irrobustire quella rete di solidarietà, fatta di sevizi e di umanità». La ricerca va avanti, continua

Mattarella, ma «non è sempre sostenuta con la necessaria continuità, perché i farmaci sono

anch'essi rari, oppure molto costosi». E tuttavia, continua il capo dello Stato, «il problema dei

pazienti non diagnosticabili è globale. Solo in ambito internazionale si possono trovare maggior i

possibilità di successo. Mai come in questo caso l'impegno comune è indispensabile. E l'auspicio –

ha concluso il Presidente – è che si rafforzi sempre più la cooperazione tra i sistemi sanitari

europei». «Con la ricerca le possibilità sono infinite». Questo è stato lo slogan della giornata, che

coinvolge oltre 85 Paesi nel mondo e 30 milioni di pazienti. Fibrosi cistica, ipoparatiroidismo,

epidermolisi bollosa, fibrosi polmonare idiopatica, immunodeficienze primitive, amiotrofia spinale

infantile, malattia di Stargardt, emofilia: sono solo alcuni dei nomi delle circa 8 mila malattie rare,

spesso croniche e invalidanti.

L. IOSSA, Corriere della Sera, 1/3/2017

La campagna #FIGHTIPF. ‘Oggi è il giorno giusto per sfidare l’Ipf’ è l’iniziativa internazionale di

sensibilizzazione nata per sostenere le persone con Fibrosi Polmonare Idiopatica (IPF) e

promossa dall’Intergruppo Parlamentare per le Malattie Rare con le principali associazioni di

pazienti presenti sul territorio. È un invito a fare di più rivolto anche a medici, istituzioni ed opinione

pubblica per migliorare il percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale di questa malattia

difficile da riconoscere, la cui diagnosi arriva in media con un ritardo di circa 2 anni dalla comparsa

dei primi sintomi, a causa della similitudine con quelli di molte altre malattie respiratorie. “Il ritardo

diagnostico unito a quello terapeutico rendono l’IPF una malattia a prognosi infausta, peggiore

rispetto alla maggior parte dei tumori - sottolinea Alfredo Sebastiani, responsabile UOS

Interstiziopatie Polmonari, dell’Ospedale San Camillo Forlanini. “Conoscerla e imparare a gestirla

può però rallentarne la progressione, permettendo alle persone di continuare a fare per più tempo

ciò che amano”. (…) In Italia, il 25% dei pazienti rari attende da 5 a 30 anni per ricevere conferma

di una diagnosi, uno su tre deve addirittura spostarsi in un’altra regione per averne una esatta.

L’80% delle malattie rare è di origine genetica e spesso si tratta di patologie croniche e

potenzialmente mortali. Solo 583 di queste sono ufficialmente riconosciute in Italia, ma alcuni passi

avanti sono stati fatti. “Possiamo dire che è stato un 2016 che ha visto il raggiungimento di

importanti obiettivi – dichiara V. Iorno [Responsabile del Centro Medicina del dolore del Policlinico

di Milano]. La legge sugli screening neonatali allargati, per esempio, che in tema di diagnosi

precoce salverà la qualità di vita di molte persone e la legge sul ‘Dopo di noi’ che finalmente ha

affrontato un tema che sta molto a cuore a chi ha figli con gravi disabilità”. Anche dai Lea [Livelli

essenziali di assistenza, che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini]

finalmente arrivano buone notizie perché si aggiungeranno 110 nuove malattie rare, ma resta la

criticità dovuta alle autonomie sanitarie. “Sono solo dieci regioni, infatti, ad aver recepito il Piano

Nazionale Malattie Rare e il percorso di presa in carico stenta a decollare perché manca un

finanziamento specifico in grado di attivare misure sociosanitarie essenziali ai pazienti e alle

famiglie per affrontare questo tipo di patologie”.

I. D’ARIA, www.repubblica.it 28/2/2017

6

“Farmaci orfani”. Sono detti farmaci orfani perché sono farmaci senza padre, né madre, cioè

farmaci di cui nessuno si interessa. Potrebbero essere utili per curare, prevenire o alleviare una

malattia rara, ma non sono disponibili in commercio perché nessuno vuol prendersene cura. Costa

troppo investire e il ritorno economico non è garantito, secondo la logica aziendale del profitto. Per

questo, fino ad oggi, solo 62 farmaci sono disponibili nei Paesi europei per la cura di una o più

malattie rare. Peccato che con queste poche decine di farmaci si possano trattare sì e no una

decina di patologie, mentre le altre migliaia di malattie rare restano senza cure. Le richieste di

designazione di farmaco orfano - una procedura gratuita con la quale un'azienda chiede agli

esperti dell'EMA, l'Agenzia europea dei medicinali, se un principio attivo può essere inserito nella

lista dei potenziali farmaci orfani - sono state più di 1.000 e le risposte positive dell'EMA più di 700,

ma alla fine le molecole realmente immesse sul mercato europeo sono state solo 62, meno del

10% di quelle designate www.altroconsumo.it 1/10/2010

TIPOLOGIA C TEMA DI ARGOMENTO STORICO

Le leggi razziali del ‘38 « Con l’espressione “leggi razziali” si fa riferimento a uno specifico episodio nella storia dell’Italia contemporanea: l’insieme di norme e provvedimenti legislativi emanati sotto il regime fascista nel corso del 1938 al fine di discriminare gli ebrei. Allo stesso tempo essa sta anche a indicare un altro fenomeno: l’affiorare non improvviso, né solo circostanziale, di tendenze razziste e antisemite radicate nel Paese e la loro acquisita visibilità pubblica alla vigilia della seconda guerra mondiale.» Paola DI CORI, Le leggi razziali, in I luoghi della memoria (a cura di Mario Isnenghi), Editori Laterza, Bari 1996 Per lo svolgimento del tuo elaborato potrà risultare utile fare riferimento ad alcuni tra i seguenti argomenti:

il contesto storico in cui vennero emanate le “leggi razziali”;

le misure discriminatorie previste in queste leggi;

i concetti di “identità”, di “razza”, di “appartenenza a una confessione religiosa”;

le origini storiche dello stereotipo antisemita;

il modo in cui queste “leggi razziali” furono applicate;

le eventuali fonti storiche, letterarie e/o cinematografiche che conosci. Potrai, infine, concludere il tuo elaborato con riflessioni e argomentazioni personali.

TIPOLOGIA D TEMA DI ORDINE GENERALE

«Essere pessimisti è più saggio: si dimenticano le delusioni e non si viene ridicolizzati davanti a tutti. Perciò presso le persone sagge l’ottimismo è bandito. L’essenza dell’ottimista non è guardare al di là della situazione presente, ma è una forza vitale, la forza di sperare quando gli altri si rassegnano, la forza di tenere alta la testa quando sembra che tutto fallisca, la forza di sopportare gli insuccessi, una forza che non lascia mai il futuro agli avversari, ma lo rivendica per sé. Esiste certamente anche un ottimismo stupido, vile, che deve essere bandito. Ma nessuno deve disprezzare l’ottimismo inteso come volontà di futuro, anche quando dovesse condurre cento volte all’errore; perché esso è la salute della vita, che non deve essere compromessa da chi è malato.» Dietrich BONHOEFFER, Resistenza e resa. Lettere e scritti dal carcere, Edizioni Paoline, Milano 1988 Il candidato rifletta sulla citazione tratta da un testo di Bonhoeffer e, sulla base delle sue conoscenze e dei suoi studi sul mondo contemporaneo, esprima le sue considerazioni su un duplice modo di guardare al futuro, quello che privilegia una visione apocalittica e negativa – distruzioni ambientali, crescita demografica incontrollata, espansione dei conflitti e altro – e quello che, facendo leva sull’etica della responsabilità e dell’impegno, sceglie di credere e operare per contribuire a cambiare e migliorare la realtà. _________________ Durata massima della prova: 6 ore. E’ consentito soltanto l’uso del dizionario italiano. Non è consentito lasciare l’Istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla dettatura del tema.

Ministero dell’Istruzione dell’’Università e della Ricerca ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE

Indirizzi: IPTS – Art. ART.TO – Opz.”PROD.NI TESSILI-SARTORIALI”

Prova: PROG.NI TES.LI,ABB.TO.MODA.COST.ME

IPAT – Art. ART.TO – Prova: PROGETTAZIONE REALIZZAZIONE PRODOTTO

IPIT – Art. IND.A – Prova: TECNICHE PRODUZIONE E ORGANIZZAZIONE

Il candidato svolga la prima parte della prova e risponda a due tra i quesiti proposti nella seconda

parte.

PARTE PRIMA

“…volevo una collezione che parlasse da sola. Volevo che fosse letteralmente di stagione, che raccontasse l'idea stessa della primavera..”

[Raf Simons, IL TRIONFO DELLA DONNA FIORE, <http://www.dior.com>]

Il creative director della Maison Dior ha visto nelle sue ultime collezioni una metafora della

primavera, la stagione del risveglio della natura; ecco le donne fiore in cui rivive la visione della

femminilità di Monsieur Dior. Donne radiose e romantiche le cui silhouette sembrano schiudersi e

fiorire sulla sua passerella .

La Maison Dior non è l’unica a giocare con l’enfatica bellezza delle corolle variopinte, tra i tanti

abbiamo Balestra, Gianbattista Valli, Blumarine ognuno con la propria reinterpretazione, infatti, il

bello della moda è reinventare e reinventarsi pur stando al passo coi tempi; pertanto si chiede al

candidato di far rivivere l’elemento principe della moda: Il Fiore, o tanti fiori tra forme e colori.

Al candidato è richiesto di:

1. Costruire il mood rielaborando gli elementi dell’atmosfera sulla base delle nuove tendenze,

corredandolo di titolo e di una breve didascalia che suggerisca analogie con la tematica

sviluppata.

2. Creare la cartella colori in coerenza al mood d’ispirazione

3. Individuare le linee da sviluppare ed elaborare una serie di schizzi per lo studio preliminare

dei modelli

4. Eseguire un figurino, scelto dagli schizzi, con descrizione dei modelli impaginandolo

secondo il gusto personale e in armonia con le scelte progettuali

5. Elaborare, sullo schema allegato o su uno schema in uso, il disegno in piano da accostare al

figurino scelto

SECONDA PARTE

1. Il cliente destinatario delle creazioni presentate

2. A quale tendenza artistico- culturale o di tradizione locale si può accostare quanto

elaborato e perché?

3. Si delineino in uno schema gli steps necessari per la progettazione di una collezione

4. Differenze tra figurino d’immagine e figurino in piano

___________________________________ Durata massima della prova: 8 ore

È consentita la consultazione di manuali, libri, cataloghi e riviste disponibili nel istituto sede d’esame, nonché l’utilizzo

di tecniche e strumentazioni, per la riproduzione e l’elaborazione informatica di testi e immagini, accessibili a tutti i

candidati nel tempo stabilito per la prova.

plat

Pag. 1/3 Sessione ordinaria 2015

Seconda prova scritta

Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca

M792 – ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE

Indirizzo: IPTS - PRODUZIONI INDUSTRIALI E ARTIGIANALI

ARTICOLAZIONE ARTIGIANATO

OPZIONE PRODUZIONI TESSILI SARTORIALI

Tema di: PROGETTAZIONE TESSILE, ABBIGLIAMENTO, MODA E COSTUME

Il candidato svolga la prima parte della prova e risponda a due tra i quesiti proposti nella

seconda parte.

PARTE PRIMA

“New York, Londra, Milano e Parigi, le capitali del fashion system, hanno eletto le tendenze moda

della Primavera/Estate 2015. Protagonisti assoluti gli anni 70, i colori miscelati in cocktail di

pattern a volte geometrici e rigorosi, in altri astratti e creativi. Sapore dell'Occidente come

dell'Oriente […].

Ci sono i colori stridenti, le allucinazioni e la sperimentazione […].”

http://www.vogue.it/trends/tendenza-moda-primavera-estate-2015

Gli anni 70 sono un decennio dalle tinte forti e dai contrasti stridenti soprattutto tra le generazioni.

Le donne acquistano maggiore consapevolezza di sé. I giovani, nel tentativo di vivere al di fuori

degli schemi, inventano nel vestire uno stile personale spesso legato al gusto e alla fantasia dell’arte

popolare.

Molti sono i designers che nel 2015 hanno mandato in passerella capi e accessori dal gusto

seventies se non addirittura veri e propri total look ai quali ispirarsi. Un must è il jeans: dal chiaro, a

zampa, usato, strapazzato a quello urbano color blue denim, una vera e propria divisa metropolitana.

La linea a trapezio ha interpretato pienamente la moda dei primi anni 70. Emilio Pucci, ormai da

qualche stagione, nelle sue collezioni punta su deliziosi abiti o tuniche a trapezio. Non mancano i

vestiti lunghi in tessuto molto leggero che si contraddistinguono per le fantasie geometriche e

multicolor, come la trama zig zag, icona della maison Missoni. La stessa fonte d’ispirazione per

tutti i vestiti con elementi in crochet e non solo, frutto della tradizione artigianale da realizzare o da

acquistare, come gli splendidi top di Miu Miu. Le frange con i pantaloni in suede sono un’altra

icona di questo periodo prepotentemente tornati di moda, quindi qualsiasi cosa si riesca a reperire

con questi elementi divertenti e movimentati, non bisogna lasciarsela sfuggire.

Si chiede, pertanto, al candidato di far rivivere tali suggestioni attraverso lo studio di un capo Glam

& Cool mirato eventualmente anche al recupero e alla valorizzazione di produzioni tradizionali del

territorio.

COPIA CONFORME ALL'ORIGINALE

CONSERVATO AGLI ATTI DGOSV

Pag. 2/3 Sessione ordinaria 2015

Seconda prova scritta

Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca

M792 – ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE

Indirizzo: IPTS - PRODUZIONI INDUSTRIALI E ARTIGIANALI

ARTICOLAZIONE ARTIGIANATO

OPZIONE PRODUZIONI TESSILI SARTORIALI

Tema di: PROGETTAZIONE TESSILE, ABBIGLIAMENTO, MODA E COSTUME

Al candidato è richiesto di:

1. Costruire il mood board rielaborando gli elementi stilistici e formali, corredandolo di titolo e di

una breve didascalia che evochi i contenuti della tematica sviluppata.

2. Creare la cartella colori in coerenza al mood d’ispirazione.

3. Individuare le linee da sviluppare ed elaborare una serie di schizzi per lo studio preliminare del

modello.

4. Eseguire un figurino, scelto dagli schizzi, impaginandolo secondo il gusto personale e in

armonia con le scelte progettuali.

5. Elaborare, sullo schema allegato o su uno schema in uso, il disegno in piano da inserire nella

scheda tecnica.

6. Arricchire gli elaborati di note tecnico-descrittive.

PARTE SECONDA

1. Si descriva brevemente il cliente destinatario e le occasioni d’uso delle creazioni presentate

2. Riflettendo sui rapporti cromatici del vostro progetto, in che modo i colori selezionati

influenzano la scelta di stampe, trame, motivi e costruzione degli abiti?

3. Si delineino in uno schema gli steps necessari per la progettazione di una collezione

4. Diverse sono le figure professionali nell’ambito della moda: textile designer, fashion designer,

brand manager, modellista, fashion buyer e altre. Sapresti descriverne per almeno due di esse le

competenze il ruolo nonché l’area del processo produttivo in cui operano?

____________________________

Durata massima della prova: 8 ore.

È consentita la consultazione di cataloghi e riviste disponibili nell’istituto sede d’esame, nonché l’utilizzo di tecniche e

strumentazioni, per la riproduzione e l’elaborazione informatica di testi e immagini, accessibili a tutti i candidati nel tempo

stabilito per la prova.

È consentito l’uso del dizionario della lingua italiana.

È consentito l’uso del dizionario bilingue (italiano-lingua del paese di provenienza) per i candidati di madrelingua non italiana.

Non è consentito lasciare l’Istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla dettatura del tema.

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SIMULAZIONE TERZA PROVA

Tipologia mista C

6 aprile 2018

Materia: Tecnologie applicate ai materiali e ai processi produttivi.

Classe 5

Candidata/o_________________________________________________________________

➢ Quesito 1 a risposta aperta (tipologia C): punti_____/

➢ Quesito 2 a risposta aperta (tipologia C): punti_____/

➢ Quesito 3 a risposta aperta (tipologia C): punti_____/

VALUTAZIONE_______/15

Rispondete alle seguenti domande: (rispettando lo spazio a disposizione)

1/ “Testurizzazione”: Copiare la natura; cosa si intende?

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2/ Quali sono gli obiettivi del riciclo della lana?

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3/ Cos’è il sistema CAD e come si sviluppa per collezioni d’abbigliamento?

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1

SIMULAZIONE TERZA PROVA

Tipologia mista C

27 aprile 2018

Materia: Tecnologie applicate ai materiali e ai processi produttivi.

Classe 5

Candidata/o_________________________________________________________________

VALUTAZIONE_______/15

Rispondete alle seguenti domande: (rispettando lo spazio a disposizione)

1/ “Testurizzazione”: Copiare la natura; cosa si intende?

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2

2/ Sistema integrato CAD/CAM; Nel settore abbigliamento, definisci l’uso sistema

CAM e con quali macchinari:

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3/ Filatura Primaria di polimeri: Fibre CAVE e Fibre Composite:

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SCIENZE MOTORIE CLASSE ALUNNO

Terza prova - tipologia B DATA

Simboli olimpici e relativi significati

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Elenca sinteticamente come si fa punto in :

pallavolo--------------------------------------------------------------------------------------------------------

pallacanestro--------------------------------------------------------------------------------------------------

pallamano------------------------------------------------------------------------------------------------------

tchoukball------------------------------------------------------------------------------------------------------

baseball---------------------------------------------------------------------------------------------------------

tamburello-----------------------------------------------------------------------------------------------------

badminton-----------------------------------------------------------------------------------------------------

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Quali sono i parametri vitali da controllare e in che ordine, prima di iniziare la

rianimazione cardiopolmonare

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Laboratori tecnologici ed esercitazioni

Simulazione terza prova di esame Data 27/04/2018

Alunna __________________ classe 5°A TS

1. Descrivi le caratteristiche principali del Blazer

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2. Indica quali sono le misure utili o di sicurezza da considerarsi nel piazzamento

industriale e descrivi almeno una classe di tessuto tra le più utilizzate al fine

del piazzamento stesso.

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3. Che cosa significa l’acronimo CAD e quali sono le operazioni principali che si

possono eseguire con un programma di questo tipo?

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ISTITUTO SUPERIORE ”BONOMI-MAZZOLARI”

SIMULAZIONE III PROVA TIPOLOGIA B MATEMATICA

ALUNNO…………………………………………………………. CLASSE 5ATS DATA 6 APRILE 2018

1) Calcolare il dominio della funzione 1

2

x

xxy

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2) Data la funzione x

xxy

542 si determini dominio-intersezione assi-segno

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3) Data la seguente funzione 2

12

xx

y calcolare 2

limx

e 2

limx

e scrivere l’equazione

dell’eventuale asintoto

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Simulazione terza prova Esame di Stato - Tecniche di Distribuzione & Marketing

Cl. 5A TS 6 aprile 2018 Alunna………………………………………………

1) Quali sono i modelli di impresa del settore tessile-moda italiano e presenta in dettaglio le due principali categorie delle PMI italiane. Max 8 righe

2) La segmentazione del settore moda permette di individuare alcuni segmenti/cluster di consumatori. Quali sono e che caratteristiche presentano? Max 8 righe

3) Cosa si intende per: marchio, brand e griffe? Max 8 righe

Cognome Nome ___________________________ Classe _______ Data ___/___/___

SIMULAZIONE TERZA PROVA DEGLI ESAMI DI STATO

Lingua e cultura inglese

• Explain the neckline as a fashion detail.

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• Why is “the yellow book” defined “poisonous” in Chapter 10 of The Picture of Dorian Gray?

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• What would you do if you applied for the job in London at Stella Mc Cartney?

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Cognome Nome ___________________________ Classe _______ Data ___/___/___

SIMULAZIONE TERZA PROVA DEGLI ESAMI DI STATO

Lingua e cultura inglese (BES)

• Explain the neckline.

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• Why is “the yellow book” “poisonous” (The Picture of Dorian Gray)?

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• Imagine you apply for a job in London at Stella Mc Cartney. What do you do?

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Cognome Nome ___________________________ Classe _______ Data ___/___/___

SIMULAZIONE TERZA PROVA DEGLI ESAMI DI STATO

Lingua e cultura inglese

• Explain the sleeve as a fashion detail.

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• Present the steps you follow to create a garment.

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• Why is Coco Chanel considered one of the most influential fashion designers?

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Cognome Nome ___________________________ Classe _______ Data ___/___/___

SIMULAZIONE TERZA PROVA DEGLI ESAMI DI STATO

Lingua e cultura inglese (BES)

• Explain the sleeve as a fashion detail.

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• What are the three steps to create a garment?

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• Why is Coco Chanel so important in fashion history?

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