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Anche l’AIAS rischia di chiudere Tassa sulla spazzatura aumenta dell’85% Carnevale 2011, Carnevale fai da te Anno XI Numero 39 Marzo 2011 € 1,50 Mensile d’informazione e cultura Numero 39 - Anno XI Il PM chiede l’ergastolo per l’augustano Gianfranco Bari AUGUSTA DALLA A ALLA Z A CURA DELLA ASSOCIAZIONE AUGUSTA PHOTO FREELANCE Inserto fotografico da staccare e conservare - n. 2 L’HANGAR Direttore Giorgio Càsole Leonardi Editore Fondato nel 1976

GIORNALE DI AUGUSTA

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N. 39 marzo 2011

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Page 1: GIORNALE DI AUGUSTA

Anche l’AIAS rischia di chiudere

Tassa sulla spazzatura aumenta dell’85%

Carnevale 2011,

Carnevale fai da te

Anno XINumero 39Marzo 2011

€ 1,50

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XI

Il PM chiede l’ergastolo per l’augustano Gianfranco Bari

AUGUSTA DALLA A ALLA ZA CURA DELLA ASSOCIAZIONE

AUGUSTA PHOTO FREELANCEInserto fotografico

da staccare e conservare - n. 2

L’HANGAR

Direttore Giorgio Càsole

Leonardi Editore

Fondato nel 1976

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2

Som

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Periodico di interesse cittadino e dintorniAnno XI - Numero 39 - Marzo 2011

Direttore responsabile : Giorgio CàsoleFotocomposizione, impaginazione e stampa

HI-TECH s.r.l. - Via XIV Ottobre, 76 - AugustaTel. 0931.976311 - Fax 0931.973061 - [email protected]

Inserti fotografici a cura APFChiuso in tipografia il 16-03-2011

I pezzi non firmati si intendono del direttoree-mail: [email protected]

Facebook: giornale di augustaLEONARDI EDITORESo

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ario

MERCATO IMMOBILIAREIntervista a Carmelo Lodin

Cofondatore Intesa Immobiliare

GdA: dobbiamo ritenere che in futuro i giovani avranno sempre maggiori difficoltà per l’acquisto di una casa?

Carmelo Lodin: al contrario, anzi, arriva il mutuo agevolato per le giovani coppie che vogliono acqui-

stare la prima casa per un importo massimo di 200.000 euro. Il governo garantirà la metà della quota capitale purché non superi i 75.000 euro.

Ecco i requisiti necessari per poter usufruire delle agevolazioni:– L’età di entrambi i componenti della coppia deve essere inferiore ai 35

anni– Il reddito complessivo della coppia non deve superare i 35.000 €. Inoltre

non più del 50% del reddito complessivo deve derivare da un contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato.

– La coppia non deve essere proprietaria di altre case.– L’immobile da acquistare deve avere una superficie inferiore ai 90 mq.GdA: grazie, questa è una notizia che farà piacere a molti nostri lettori e

sarà per noi un piacere continuare ad informarli su questa materia di non facile lettura, alla prossima.

3 Editoriale4Il PM chiede l’ergastolo per l’augustano Gianfranco Bari5 Il ricordo dei funerali6Intervista al comandante Claudio Russo8Anche l’AIAS rischia di chiu-dere9 Clamoroso: evasione dal pe-nitenziario di massima sicu-rezza10Municipio restaurato, a quan-do il trasloco?11Consiglio comunale, quanto ci costi e... quanto rendi12Tassa sulla spazzatura, au-mento dell’85%13Evasione per 15 milioni di euro14Paolo Amato contro il gover-natore Lombardo15Inserto fotografico APF19Crisi libica20Crisi libica21Crisi libica22Arsenale militare24Carnevale fai da te26Bambini dal cuore grande28-29Cronaca cittadina30 Opinioni

Page 3: GIORNALE DI AUGUSTA

3Editoriale

È durato cinque mesi il giallo della scompar-sa di Francesca Fer-raguto, giovanissi-

ma convivente di Gianfranco Bari, separato dalla moglie e con tre figli a carico che, però, vivevano con i genitori di lui. I due conviventi abitavano in un appartamentino del popo-lare quartiere di Via Lavaggi, non lontano dall’abitazione dei genitori della ragazza. Vi hanno vissuto per quasi due anni, da quando, cioè, avevano deciso di rendere praticamente ufficiale la loro relazione, una relazione vissuta nel solco della litigiosità. Le burrasche, come hanno testi-moniato parenti e amici, erano provocate dal temperamento ge-loso di lui, che, probabilmente, non sopportava il fatto che Fran-cesca potesse ricevere sguardi e complimenti sul posto di lavoro, dietro il bancone di un bar negli ultimi tempi.

La sera del 25 maggio 2009 Bari accompagna Fran-cesca dall’estetista, la riprende dopo qualche ora, e poi insieme mangiano un panino fuori casa. Questo il racconto di Bari agl’in-quirenti, ai quali, in un primo momento, sostiene che lui era andato a farsi la doccia e aveva sentito sbattere violentemente la porta di casa. “Francesca era uscita”. I genitori non avendo notizie da giorni, denunciano la scomparsa. Le indagini si metto-no in moto. Viene allertata anche Federica Sciarelli, la conduttrice del popolare programma televi-sivo Chi l’ha visto?, che manda in onda sùbito una scheda con la foto della ragazza. Intanto Bari dice di ricevere messaggi da Francesca sul suo telefonino. Il 9 luglio l’auto di Francesca viene ritrovata nei pressi della stazio-ne di Catania, con le chiavi appe-se nel cruscotto.

Arrivano altri messaggi. Francesca sarebbe viva e vorreb-

be starsene per i fatti suoi. Bari si fa intervistare da Chi

l’ha visto?, che manda in onda, il 14 settembre, un altro annuncio. Lui appare affranto e innamora-to. Addirittura manda in Face-book un avviso agli amici per ri-trovare Francesca e mette in rete, con tanto di accompagnamento musicale, una serie di foto che lo ritraggono nei momenti felici passati con la ragazza.

È tutta una messa in scena, che il pubblico ministero, Ma-nuela Cavallo, non manda giù e

ordina ai carabinieri di non mol-lare la presa su Bari. Il quale, la tragica sera del 25 maggio, dopo l’ennesimo litigio, lascia morta a terra la ragazza e per sbarazzar-si del corpo non trova di meglio che usare la sega elettrica per farla a pezzi, rinchiudere i pezzi nei sacchi neri della spazzatura

e seppellire questi in una fossa profonda scavata in un terreno rurale di contrada Pezzagrande, nel territorio di Augusta, città natale dei due, dove mai s’era registrato un tale efferato, atroce fatto di sangue.

A tradire Bari è stato l’uso di una sim card del telefonino di Francesca da lui inserita nel proprio telefonino. Attraverso accurate indagini, i carabinieri hanno scoperto l’errore, senza il quale, probabilmente, il giallo non sarebbe stato risolto, giac-ché Bari ha confessato senza reticenze, indicando il luogo del seppellimento del cadavere dila-niato, solo dopo che la Cavallo gli ha fatto capire che era stato scoperto grazie alla sim card. È stato trovato nel casolare di cam-

pagna il telefonino di Francesca, che Bari aveva usato per man-dare i messaggini a sé stesso, ai genitori di lei e a un sottufficiale dei carabinieri che indagava sul-la scomparsa.

Il delitto perfetto non esiste. Per fortuna.

Page 4: GIORNALE DI AUGUSTA

4 Cronaca

La sera del 25 maggio 2009 ebbe con lei un ennesimo aspro litigio finito con la morte di lei, a causa delle

violenti percosse di lui. Stiamo parlando di una coppia augusta-na: Gianfranco Bari lui, France-sca Ferraguto lei, conviventi da quando lui s’era separato dalla moglie.

Vivevano in un apparta-mento da loro stessi acquistato grazie a un mutuo sottoscritto da entrambi. La responsabilità del mutuo è stata una delle ragioni dei frequenti litigi della coppia. Bari, infatti, ha dichiarato agl’in-quirenti che Francesca faceva uso di cocaina, per comprare la quale intaccava il patrimonio fa-miliare, indispensabile per vive-re e, appunto, per pagare le rate del mutuo.

L’altra non meno impor-tante ragione di litigio era l’odio che, a detta di Bari, la giovane

donna provava per i figli di lui, avuti dalla moglie da cui era se-parato, che Francesca non vole-va in casa.

La sera del 25 maggio la lite era stata più furibonda delle al-tre, tanto da provocare la morte di Francesca. Gianfranco Bari, preso dal panico, per non rivela-re le cause della morte, il retro-scena dell’evento, dopo una lun-ga riflessione, decise di segare il corpo della giovane donna e di seppellire i pezzi, divisi in sac-chi neri di plastica, in un terreno di proprietà dei genitori in una contrada di campagna nei pressi di Brucoli. Per depistare ogni ricerca della ragaz-za da parte dei genitori di lei e degl’inquirenti, Gianfranco Bari insce-nò addirittura una recita per il popolare program-ma Chi l’ha visto? Di RAITRE, simulando la

parte del fidanzato abbandonato. Per tre mesi Bari è riuscito a fin-gere finché, a causa di un errore, è stato scoperto dai Carabinieri e, messo alle strette, sùbito ha confessato e ha fatto rinvenire il luodo dov’era sepolto il cadavere fatto a pezzi.

Il processo si sta svolgendo a Siracusa. Il pubblico ministe-ro, Antonino Nicastro, al termi-ne della sua arringa, ha chiesto per Gianfranco Bari il massimo

della pena, l’ergastolo.Dopo l’arringa dei difenso-

ri, la Corte d’Assise si riunirà in camera di consiglio per decidere la pena.

Il pm chiede l’ergastolo per l’augustano Gianfranco Bari

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5Cronaca

Il 28 novembre 2009, nella piccola chiesa di S. Lucia, nella zona cosiddetta Bor-gata, in Augusta, sono stati

celebrati i funerali della sfortu-nata 22enne Francesca Ferragu-to, data per scomparsa volonta-riamente alla fine dello scorso mese di maggio e, circa quaranta giorni dopo, scoperta cadavere, cadavere squartato, però, i cui pezzi erano seppelliti in alcuni sacchi di spazzatura nei pressi di un casolare di proprietà della fa-miglia di Gianfranco Bari, il tru-ce macellaio che l’ha fatta a pezzi dopo averla uccisa, in sèguito a una violenta lite, nell’abitazione di Via Lavaggi, dove i due convi-vevano da circa due anni.

Fino a qualche giorno pri-ma dei funerali, si vedevano ancora i fiori, ormai secchi, che

qualche anima sensibile aveva lasciato davanti al portone d’in-gresso della palazzina, come succede in tutti quei luoghi dove vengono compiuti efferati delit-ti. Sul campanello si leggevano ancora i nomi dei due conviven-ti: Francesca Ferraguto-Gian-franco Bari, seppure il biglietto con i nomi era lì lì per staccarsi definitivamente.

In quell’appartamento l’as-sassino reo confesso aveva insce-nato una vera e propria recita, nel mese di settembre, davanti alle telecamere di Chi l’ha visto?, il popolare programma televisi-

vo di RAI3, che sùbito aveva dato notizia della scomparsa della povera Francesca. Bari aveva già ucciso, sezionato, diviso e sep-pellito quando rilasciava l’inter-vista, illudendo ancora i genitori che non trovavano pace.

Larghissima la partecipa-zione della gente ai funerali. Straziante il commosso addio della madre, continuamente rot-to dal pianto. Chiuso nel dolore

il padre sorretto da alcuni amici. Camminava a stento, anch’egli affranto e angosciato, il fratel-lo più giovane. All’uscita dalla chiesa, il feretro è stato più volte sollevato in alto dai quattro por-tatori e gli applausi sono scatu-riti scroscianti . Molti i volti delle donne rigati dalle lacrime.

Il ricordo dei funerali Quando la madre le dava l’ultimo addio

Page 6: GIORNALE DI AUGUSTA

66 Interviste

Nel giugno 2010, pochi mesi prima d’essere trasferito a Roma, il comandante Salva-

tore Gravante, palermitano di origine, che comandava allora la capitaneria di Augusta, affermò pubblicamente, nell’auditorium di palazzo San Biagio, che il por-to di Augusta “è al quinto posto in Italia nella classifica dei porti internazionali”. Nel settembre 2010, pochi giorni prima di la-sciare il comando, durante una conversazione privata, avvenuta nei locali dell’Autorità portuale, dopo un’affollata conferenza-stampa, il comandante Gravan-te, per evidenziare l’importanza del porto di Augusta, osservò che, se per ipotesi, si bloccas-se l’attività all’interno del porto (come effettivamente avvenne il 28 dicembre 1960), non sarebbe possibile rifornire di carburante un terzo d’Italia. Sui problemi di questo porto complesso, porto petrolifero, porto militare, por-to commerciale, abbiamo volu-to ascoltare il parere autorevole

di un altro comandante, il capo dei piloti del porto, Claudio Rus-so, non nativo di Augusta, come Gravante, ma augustano ormai a tutti gli effetti, che questo porto conosce molto bene e che può

tranquillamente stabilire le dif-ferenze, mettere in risalto le pe-culiarità, indicare le lacune.

- Da trent’ anni noi di-ciamo: ”Porto commerciale di Augusta”; ma è veramen-te porto commerciale o è solo una speranza?

“ Penso che il problema prin-cipe del porto di Augusta sia la mancanza di progettualità. Per tan-

ti anni è stato considerato un porto prettamente petrolifero, giusta-mente; la sua attività era dedita ai prodotti petroliferi e ai derivati dei prodotti petroliferi. Ora, con trent’ anni di politiche di risparmio ener-getico, è facile intuire che il fabbi-sogno dei prodotti petroliferi va via via scemando. In più, la coscienza ecologica comporterà che determi-nati tipi di lavorazione, diciamo tra virgolette: “sporche” verranno de-mandate al terzo mondo in com-pleta deregulation. Ecco perché il porto ha bisogno di progettualità: cioè dovrà essere assolutamente riprogettato e ripensato nella sua totalità, sia strategicamente, sia per la meravigliosa posizione “on-falica”, centrale, nel Mediterraneo. Nessun porto ha una posizione simile. L’altra ricchezza di questo porto è la rada, una rada veramen-te unica: le navi non hanno bisogno di aspettare fuori il posto di ormeg-gio, ma possono entrare e rimane-re all’ancora in piena sicurezza.”

-Il “ma” è La famosa bu-rocrazia italiana?

“Sì, la burocrazia che ostacola la progettualità. Ci vorrebbe qual-cuno che ci dicesse cosa dobbiamo fare di questo porto con la sua posi-zione. Oggi i trasporti via mare av-vengono prettamente per mezzo di containers, per esempio il porto di augusta potrebbe diventare l porto hub del Mediterraneo, cioè “per-no” con tutto lo shipping, il traffico marittimo, che fa capo ad Augu-sta. Le grandi navi porta container che vengono dall’estremo Orien-te attraccano in porto, scaricano i loro containers pieni , imbarcano i containers vuoti per ripartire alla

Il porto di augusta ha bisogno di progettualità

Intervista al capo dei piloti del porto, Comandante Claudio Russo

Page 7: GIORNALE DI AUGUSTA

7Interviste

volta dell’estremo Oriente. Arriva-no, poi, le navi più piccole per la di-stribuzione capillare in tutti i porti del Mediterraneo. Fra quanto tem-po potremo realizzare questa cosa, purtroppo, non si sa. “

-Ma le banchine del por-to commerciale sono attrez-zate per questo?

“Sì, ma progettate più di trent’ anni fa, quando le navi porta con-tainers erano lunghe sui 100-150 metri. Ricordo che all’epoca an-cora si doveva decidere se il futu-ro del trasporto via mare sarebbe stato tramite navi porta container o navi lashing cioè, grandi navi ba-cino che al loro interno rimorchia-vano chiatte cariche di merci. La nave poteva avvicinarsi al porto, lasciare le chiatte semoventi cari-che e accogliere le chiatte vuote in attesa nel porto stesso. Questo tipo di trasporto è stato sperimentato dagli statunitensi, ma non ha avuto grande fortuna. Invece con le navi porta containers si poteva fare lo stesso servizio, parcellizzando di più le merci”.

- Circa venti anni fa inter-vistai l’allora ministro della Marina Mercantile, Vizzini, nostro conterraneo, il quale rimase stupito del fatto che nel porto ci fosse un proble-ma doganale e Malta faceva allora concorrenza ad Augu-sta. Da allora la situazione non è cambiata! O no?

“Malta ha una posizione in-vidiabile nel Mediterraneo. Seb-bene sia un’isola, Malta si “muo-ve” più rapidamente, poiché per i maltesi si tratta veramente di un problema di sopravvivenza. In particolar modo hanno ve-

locizzato il bunkeraggio (rifor-nimento del combustibile alle navi) che loro effettuano in mare aperto senza nessun controllo. Hanno realizzato terminal per porta container, e da questo punto di vista sono da ammira-re, mentre il nostro porto, pro-gettato da tanti anni, è nato già vecchio.”

-Ora abbiamo un’autori-tà portuale che ha costruito un mega palazzo. Qui sorge una domanda: che deve fare l’autorità portuale? Che com-piti ha?

“Ancora assolutamente: ”pro-gettualità”, cioè proporre un nuovo piano del porto che comprenda nuove banchine porta container, dimensionate adeguatamente e con fondali di almeno 15 metri. Noi li abbiamo questi fondali, però non abbiamo le banchine adatte per i nuovi giganti del mare, dopo di che destinare quello che già esiste ad altri compiti: per esempio mer-ci varie.”

-Oggi abbiamo fatto que-sto giro in porto per un’ emit-tente siracusana e abbiamo visto il porto pieno di navi, però normalmente ci sembra che il porto sia impoverito quanto a numero di navi.

“Questo è un po’ da valutare: innanzi tutto le navi sono diventate molto più grandi, di conseguenza vi è una diminuzione del numero, in quanto trasportano più carico in meno viaggi. Poi la burocrazia, sebbene prima ne abbiamo parlato male, si è sveltita e parecchie pra-tiche, che prima erano principal-mente cartacee, oggi si svolgono per via telematica, riducendo così

i tempi di attesa in rada, realiz-zando così maggiore sicurezza in quanto più le navi sono di-stanti fra di loro, più si ha tem-po di intervenire per evitare, in caso di tempo cattivo, che vada-no a collidere l’una con l’altra.”

-Ci sono altre possibi-lità: per esempio, il porto

potrebbe mai diventare un porto turistico?

“ No, però potrebbe assoluta-mente far parte di un sistema por-tuale: abbiamo, a nord, Catania che ha una vocazione commerciale e un atteggiamento, malgrado gli spazi acquei ristretti, decisamente aggressivo. A sud, abbiamo Siracu-sa, porto turistico meraviglioso in cui stanno lavorando per riqualifi-care le banchine, però quando fini-ranno questi lavori non si sa.”

Càsole:-Potrebbero venire qui

alla “fonda” le grandi navi passeggeri?

“Anche non alla “fonda”. Potrebbero attraccare al porto commerciale. Abbiamo già messo qualche nave passeggeri a quelle banchine, dove attendevano i pul-lman per far effettuare ai turisti gite nei siti di grande interesse archeo-logico che abbiamo nei dintorni. “

-Come mai non ne ven-gono più spesso?

“Io sono un addetto alla sicu-rezza dei traffici, e lavoro su indi-cazione della capitaneria di porto. Sono gli operatori del settore che devono fare richiesta per questo tipo di traffico. Comunque isono fiducioso. Sono trent’ anni che vivo qui ad Augusta, mi sono in-namorato di Augusta fin dal primo momento, ho anche sposato una ragazza di Augusta, mio figlio vive ad Augusta; di conseguenza vorrei lasciare il porto, quando andrò in pensione, un po’ meglio di come l’ho trovato per ciò che concerne il mio compito.”

-Ce lo auguriamo anche noi. Grazie.

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8 Dalla parte dei cittadini

Un’altra benemerita strut-tura sanitaria ad Augusta rischia la chiusura entro il prossimo aprile?

Licenziamento collettivo dei quarantaquattro dipenden-ti del centro Aias di Augusta? Come si ricorderà, il centro, che un paio d’anni fa si è trasferito in una sede costata un miliardo di vecchie lire, si dedica da quasi quarant’anni alla cura dei disa-bili.

Una lettera, datata 7 feb-braio, del commissario del cen-tro, il ragusano Giovanni Blun-do, alle rappresentanze sindacali annuncia “la chiusura del centro Aias di Augusta” e il conseguente licenziamento collettivo di tutti i dipendenti. Questi ultimi affer-mano di non avere ricevuto a casa nessuna comunicazione di licenziamento.

Alla base del grave provve-dimento è pesante situazione debitoria dell’associazione nei confronti di INPS (di oltre tre

Si tratta d’una benemerita associazione, con una struttura

ospedaliera, costata circa un miliardo di vecchie lire, che

cura 350 disabili

milioni di euro), che comporta il mancato ottenimento del DURC (Documento unico di regolarità contributiva), un documento che attesta i contributi regolarmente versati all’INPS e all’INAIL, in-dispensabile per partecipare a tutti gli appalti e subappalti di lavori pubblici.

In provincia sono centina-ia, ormai, le aziende private che hanno problemi con questo do-cumento, nella zona industriale sono tante le aziende che lavorano per lo Stato e per gli enti pubblici sono in difetto con i versamenti per mancanza di liquidità, magari per-ché attendono i pagamenti da enti pubblici che troppo spesso pagano anche con anni di ritardo. Nel caso dell’Aias c’è dell’altro; si parla insi-stentemente, infatti, di una nuova associazione con sede a Catania pronta a rilevare il tutto. I sinda-cati, più volte, hanno denunciato appariscenti irregolarità nei bilan-ci dell’ AIAS che è un’associazione senza scopi di lucro, per esempio

con somme impegnate in fondi di investimento. Il comitato di geni-tori dei disabili , formato da 80 as-sociati e da altri che non riescono a ottenere lo status di soci, da anni si batte per una migliore condizio-ne di vita dei propri familiari: circa trecentocinquanta sono gli assistiti dall’AIAS, con vari problemi disa-bilità, fra grandi e piccoli.

Recentemente questi genitori hanno affermato che “stanno col-pendo la sensibilità di noi genitori con continue minacce di chiusura, una situazione che ci getta nello sconforto più totale”.

Per tale ragione hanno invia-to una lettera al prefetto, tramite il commissariato di polizia di Augu-sta, per chiedere un autorevole in-tervento del rappresentante dello Stato sul territorio.

Per ora, il prefetto di Siracusa tace.

Per quanto tempo ancora?

Cecilia Càsole

Anche l’AIAS rischia di chiudere

Page 9: GIORNALE DI AUGUSTA

9

Nelle prime ore del pomeriggio del 4 mar-zo, prima evasione di un detenuto dalla casa di reclusione di Augusta, conside-rato un penitenziario di massima sicu-

rezza, il più eclatante dei fatti che, certamente, se fossero state ascoltate le richieste di aiuto più vol-te annunciate dai sottoscritti responsabili di or-ganizzazioni sindacali si sarebbe potuto evitare. A evadere dal penitenziario è stato un detenuto, Walter Pitzanti di anni 40, lavorante della zona esterna al muro di cinta, nei confronti del quale erano previsti controlli saltuari. Appena è scatta-to l’allarme tutto il personale di polizia peniten-ziaria, anche libero dal servizio, si è mobilitato alla ricerca dell’evaso ricercandolo su tutto il ter-ritorio augustano (soprattutto in aperta campa-gna), nel siracusano e in svariate zone della città di Catania, ma purtroppo senza particolari novità sul fuggitivo.

Rabbia e amarezza nel volto di tutti gli ope-ratori della polizia penitenziaria del comando di Augusta, che non avrebbero mai voluto sentir-si tirare in causa per un fatto simile. La carenza di organico (circa 120 poliziotti in meno) e la rilevante precarietà strutturale (da sempre de-nunciata all’amministrazione penitenziaria e alla autorità politiche e territoriali competenti) sono il principale motivo per cui possano accadere tali sconvenienti episodi, fatti che rischiano di essere strumentalizzati da taluni non addetti ai lavori, i quali, non conoscendo la reale situazione delle carceri e la reale dinamica dei fatti in questione, s’inventano la qualunque cosa per far notizia, an-che facendo assurde ipotesi che rasentano l’ille-

galità (su questo saremo molto attenti e se del caso avvieremo ogni utile intervento legale a difesa dell’immagine del personale di polizia penitenziaria). Non permetteremo a nessu-no, autorità comprese, di addossare colpe agli operatori della polizia penitenziaria che, stan-do alla situazione generale, non potrebbe che essere esente da responsabilità. Siamo stanchi di ripetere che, per mantenere a un livello di sufficienza le attività e parallelamente la sicu-rezza degli istituti penitenziari, ogni struttura deve essere dotata costantemente di un nume-ro adeguato di personale di polizia, oltreché di una sufficiente disponibilità di mezzi e stru-menti di controllo, utili, altresì, a ottimizzare tutto il sistema. Siamo stanchi e indignati dal-la mancanza di ascolto fino a ora manifestata dall’amministrazione penitenziaria alle nostre innumerevoli grida d’aiuto. Siamo turbati dal disinteressamento totale della politica, soprat-tutto territoriale, verso i problemi principali che affliggono le carceri (strutture fatiscenti, carenza di organico della polizia Penitenziaria e sovraffollamento insostenibile). Siamo al-tresì scoraggiati dal fatto che anche il prefetto non abbia mostrato particolare interesse verso una questione, quella delle carceri, nell’occa-sione della casa di reclusione di Augusta, che si ricorda ospita circa 700 detenuti, oltre agli operatori (una città nella città), quindi merite-vole di attenzione da parte di tutti, indistin-tamente. Troppe volte siamo stati umiliati con la mancanza o scarsezza di risposte da parte di chi, invece, ha il dovere di porre rimedi ai problemi denunciati. Per questi motivi, di-chiariamo ufficialmente lo stato di agitazione di tutto il personale di polizia penitenziaria degli istituti presenti sul territorio siracusano. G .Timonare - M. Santoro- C.Mandolfo - S. Bongiovanni - M. Di Carlo - A.Scarso - S.Alota

Durissima denuncia dei sindacalisti della polizia penitenziariaClamoroso: Evasione dal penitenziario di massima sicurezza

Cronache sindacali

Page 10: GIORNALE DI AUGUSTA

10 Monumenti

Dopo sei anni circa (cin-que anni e nove mesi, per la cronaca), la vecchia sede del mu-

nicipio è stata liberata da ogni impalcatura e il settecentesco palazzo appare in tutto lo smal-to che aveva perduto nel corso di quasi tre secoli, anche se negli anni scorsi la facciata era stata sottoposta a discutibili lavori di restauro. La durata dei lavori è stata così lunga perché era indi-spensabile mettere in sicurezza il palazzo dopo i danni subìti a causa del terremoto del 1990, archiviato come “il terremoto di S. Lucia”, perché avvenne la

notte del 13 dicembre, giorno in cui la Chiesa celebra il mar-tirio di Santa Lucia, patrona di Siracusa. Il palazzo fu costruito quasi vent’anni dopo un altro terremoto, il terribile terremoto del 1649, che distrusse la Sicilia Orientale, da Messina a Ragusa. Nel secolo successivo i lavori fu-rono completati.

Durante il periodo nata-lizio sono stati conclusi i lavori di consolidamento e restauro. Sono stati completati gli inter-ni, gli impianti, l’installazione dell’ascensore, il moderno archi-vio. Adesso il palazzo dovrà esse-re sottoposto a pulizia da cima a

fondo, poi potrà essere effettua-to il trasloco. Ci sarà spazio per gli uffici e per la rappresentan-za, sarà nuovamente disponibile il salone con affreschi e parati degni di una sala teatrale qual era fino al1919. Ricordiamo che i lavori sono partiti nel febbraio del 2005 con fondi della legge numero 433 del post terremo-to, circa 2 milioni e 500 mila euro. Al centro del cornicione superiore esterno,in un arco , è stata reinstallata l’aquila sveva concessa da Federico II per la fe-deltà dimostrata dalla città nel-le varie fasi del suo regno. Sotto tale cornicione e per tutta la lar-ghezza dell’edificio si può legge-re la scritta: “URBS REGALIS AUGUSTA VENERANDA

Municipio settecentesco restaurato, a quando il trasloco?

Page 11: GIORNALE DI AUGUSTA

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Nei giorni passati, mettevamo in luce il costo complessivo, in termini economici, del Consi-glio comunale augustano.

Riportavamo tout court la relativa determina dirigenziale (n°139 del 2011), senza aggiungere commenti o critiche, al fine di lasciare al lettore le prime valuta-zioni a caldo. E in tanti, tra il nostro por-tale e facebook, avete espresso la vostra opinione. Alcune delle quali, per certi versi, molto severe. Per qualcuno, 61,65 € di gettone di presenza per ogni “effettiva partecipazione” alle sedute di Consiglio e alle commissioni (tralasciando l’indenni-tà di funzione spettante al Presidente) sono sembrati troppi. Per altri adeguati o, addirittura, pochi. Ma, la maggior parte di voi, si è soffermata soprattutto su un punto che, a dire il vero, speravamo sin dall’inizio giungesse alla vostra attenzione: il costo del civico consesso è proporzionato alla sua produttività? O, meglio, quanto rende alla comunità locale, questo consiglio comunale, in termini di impegno profuso su temi e le problematiche cittadine, rispetto agli oneri economici affrontati per mantenerlo?

www.studentinonindifferenti.it

FIDELIS”cioè “La città regale di Augusta degna di venerazio-ne da parte dei cittadini” a testi-monianza della considerazione imperiale. Al primo piano sulla parte destra della facciata è sta-

ta ripristinata la Meridiana, un orologio perpetuo solare, che segna le ore e i mesi dell’anno. Questo impianto ricorda un’ eclissi totale solare avvenuto il 22/12/1870 della durata di 111

secondi che fu osservato da mol-ti studiosi e scienziati arrivati in città per l’occasione da tutte le parti del mondo.

Giulia Càsole

Consiglio comunale, quanto ci costi e… quanto rendi?

Page 12: GIORNALE DI AUGUSTA

12

Gli augustani stanno rice-vendo le bollette relative al pagamento della tassa dei rifiuti per l’anno 2009

con l’assurdo aumento dell’ 85% circa.

Non possiamo non denun-ciare lo scandalo di un consiglio comunale che non sa fare il pro-prio mestiere. Tutti i consiglieri, di maggioranza e d’opposizione, sono caduti dalle nuvole quando han-no saputo dell’ aumento, come se l’atto fosse stato votato solo dalla giunta e non anche da tutto il con-siglio comunale anche se subdo-lamente nascosto fra le pieghe del bilancio di previsione 2009. Que-sto il commento di Enzo Inzolia e Mimmo Di Franco del movimento “L’Altra Augusta” sulla vicenda de-gli aumenti della Tarsu che hanno provocato una vera levata di scudi contro il sindaco e l’amministra-zione comunale.

“All’incredulità dei primi mo-menti” - afferma il movimento –“ si sta sostituendo la rabbia crescente dei cittadini per un aumento così vistoso. Nessuno vuole esimersi dal pagare le tasse, a patto che sia-no giuste e si riceva un servizio. In questo caso, ironia della sorte, le bollette sono arrivate quando gli operatori ecologici erano in scio-pero, per il mancato pagamento degli stipendi arretrati. La deli-bera di giunta numero 136 del 24 aprile 2009, firmata dal sindaco e all’unanimità da tutti gli assesso-ri”, - spiega Inzolia –“ ha aumen-tato tale tassa per coprire i costi del servizio al 100%.

Nulla di sbagliato se non fos-se per il fatto che dal 2004 non si è provveduto all’adeguamento gra-duale e sostenibile dapprima certa-

mente per incapacità e incoscienza amministrativa e, in tempi di cam-pagna elettorale, per non indispet-tire i possibili elettori. Questa è la prova provata del terrore che l’am-ministrazione ha ad affrontare le enormi sacche di evasione che ci sarebbero, specie in capo a entità che negli anni avrebbero accumu-lato debiti milionari. Si preferisce aggredire i deboli, è più facile! Ap-pare evidente che la maggioranza

(anche se a composizione sempre più variabile) vota bovinamente quanto propinato dall’ammini-strazione e che l’opposizione non sa leggere i documenti e si accoda acriticamente”.

A tali denunce il sindaco Car-rubba ha risposto con questa lunga nota:

“L’aumento della Tarsu, la cui bollettazione è proprio in que-sti giorni in distribuzione da parte della Serit, merita alcuni chiari-menti anche in virtù della ridda di voci e accuse, molte delle quali qualunquiste e demagogiche, che si sono mosse nei confronti del sin-daco, dell’amministrazione e del consiglio comunale.

Sarebbe bastato fare un sere-no e oggettivo riscontro della com-plessa normativa, e in particolare delle leggi regionali e delle circolari

a chiarimento, per rendersi conto che in capo ai comuni verte or-mai da tempo l’obbligo di coprire integralmente il costo del servizio di raccolta rifiuti, spazzamento e conferimento in discarica, e che la mancata copertura comporta san-zioni a carico degli amministratori, sindaco e amministrazione comu-nale, con il commissariamento da parte della Regione Siciliana, oltre alla contestazione delle responsa-bilità di ordine penale e contabile per danno alle casse comunali.

Sino al 2008 il Comune di Augusta ha operato secondo quan-to prevedeva la precedente norma-tiva, che imponeva la copertura del costo del servizio “almeno al 50%”, proprio per non pesare oltre misu-ra sulle tasche dei cittadini.

Nel frattempo è stata data priorità all’avvio di una più incisiva lotta per scovare gli evasori.

In virtù del nuovo orienta-mento normativo, e anche a causa del taglio dell’ICI prima casa sta-bilito dal governo nazionale, per il 2009 l’amministrazione comunale ha DOVUTO aumentare la TARSU per prevedere una maggiore coper-tura del costo del servizio.

Va sottolineato che l’aumento di cui si parla non realizza ancora la copertura integrale, al 100%, come da qualcuno erroneamente sostenuto, ma solo al 73.93%.

Per maggiore chiarezza e completezza è utile riportare le ci-fre corrette: il costo totale di gestio-ne del ciclo integrato dei rifiuti, cioè della raccolta e del conferimento in

Tassa sulla spazzatura aumentata quasi clandestinamente dell’85%

arrivano bollette salatissime, i consiglieri comunali cadono dalle nuvole

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“Lotta capillare all’evasione fiscale”. A darne no-tizia è il sindaco, Massimo Carrubba, nel rendere che am-monta a circa 15 milioni di euro la somma che il Comu-ne deve recuperare. Si tratta dell’importo derivante dai tributi (Ici e Tarsu) non pagati dall’utenza a partire dal 2002. “Stiamo ricostruendo l’anagrafe tributaria dei cittadini” - ha detto il sindaco che ha precisato: “Nel 2010 abbiamo incassato solo 2.800.000 euro di Ici ogni semestre a fronte dei 4.500.000 euro riscossi nei semestri degli anni precedenti”. La causa del mancato incasso è da attribuire alla vicenda di Tributi Italia, la società di riscossione dei tributi comunali, società privata, ex San Giorgio di Taranto, che fino al 2008 era l’ente esattore per il Comune di Augusta e molti altri e che si è volatilizzata con oltre 12 milioni di euro che il Comune di Augusta non ha rice-vuto dall’esazione dei tributi. Questa società di riscossione ha messo in ginocchio tanti piccoli comuni, che sono stati letteral-mente truffati. Il rischio ora è che non si riesca a recuperare il danno arrecato dalla società. I disagi derivano anche dal fatto che la rescissione del contratto, ha comportato anche la perdi-ta degli archivi per la cui ricostruzione gli uffici dell’Ente non sono in grado di attivarsi, tanto che la Giunta comunale ha de-liberato di concedere un altro appalto a una ditta esterna, una “società di altissimo profilo per il recupero di tutti i dati man-canti dei nostri contribuenti. Gli evasori vanno identificati, ha solennemente proclamato il sindaco.

Intano non s’è arrestato il fiume di lamentele per l’aumen-to dell’importo della tassa sui rifiuti che i cittadini si sono visti recapitare nelle ultime settimane. Il sindaco ha ribadito che “in capo ai comuni verte ormai da tempo l’obbligo di coprire inte-gralmente il costo del servizio di raccolta rifiuti, spazzamento e conferimento in discarica, e la mancata copertura comporta sanzioni a carico degli amministratori, sindaco ed assessori, con il commissariamento da parte della Regione, oltre alla contesta-zione delle responsabilità di ordine penale e contabile per danno alle casse comunali” Carrubba ha ricordato che la Tarsu appli-cata per il 2009 rimane in assoluto una delle più basse e che” il Comune di Augusta è uno dei pochissimi in Italia dove non viene applicata l’addizionale Irpef, che farebbe affluire ogni anno al-meno 3 milioni di euro al bilancio comunale”.

GdA

Gli strascichi della sciagurata gestione di riscossione San Giorgio dei tributi comunali

discarica è pari ad € 6.898.056,00, compreso il costo dello spazza-mento, che la legge consente di de-trarre dalla tassazione, e che è pari a € 1.034.708,40.

Per contenere al massimo l’aumento, si è infatti scelto di de-trarre dal costo di cui è imposta la copertura, la quota massima con-sentita dalla legge.

Il costo sul quale va compu-tata la Tarsu, risulta quindi di € 5.863.346,60; l’importo coperto dal ruolo 2009 in riscossione è di € 4.335.122,56, pari al 73.93% del costo totale; la parte residua, necessaria per coprire il costo del servizio, rimane pertanto ancora a carico di altre voci di entrata del bilancio comunale.

Riguardo la contestata man-cata gradualità dell’applicazione dell’aumento, va sottolineato come la distribuzione in più anni avreb-be lasciato invariato l’importo relativo al 2009 e prodotto come unico effetto concreto quello di far pagare ai cittadini, già negli anni scorsi, somme considerevolmente più elevate rispetto a quelle effetti-vamente versate.

Si è trattato di una scelta che ha tenuto conto della necessità di tutelare i cittadini, soprattutto i più deboli, già colpiti dagli effetti della crisi economica in atto.

È poi utile ricordare, che la ta-riffa Tarsu applicata al ruolo 2009 rimane in assoluto una delle più basse e che, a proposito di tassa-zione, il Comune di Augusta è uno dei pochissimi in Italia dove non viene applicata l’addizionale Irpef, esentando i propri contribuenti di una ulteriore imposta che farebbe affluire - con certezza - ogni anno almeno 3 milioni di euro al bilan-cio comunale garantendo una più serena gestione dei servizi erogati dall’ente per i cittadini”.

Fin qui la risposta del primo cittadino, che è come dire: aspettatevi il peggio.

GdA

Evasione per 15 milioni di euro

Tasse comunali

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12 Politica

Mentre Silvio Berlu-sconi, dominus del governo e del suo partito lotta con

tutte le sue forze per sfuggire al processo che lo vedrà imputato il 6 aprile prossimo di concussione e induzione alla prostituzione, davanti a un collegio giudicante composto da tre donne, a Siracu-sa e provincia si dà vita alla cor-rente del “Buongoverno”, come all’epoca della cosiddetta prima repubblica, quando i partiti era-no divisi in correnti, specie la DC, Dmocrazia Cristiana, ma al momento opportuno, soprattut-to al momento del voto, ritrova-vano la compattezza.

In prima fila, domenica 13 febbraio, c’erano l’assessore provinciale Rino Lazzari, di Au-gusta, uno dei coordinatori del PdL, Angelo Bellucci, il penali-sta augustano Puccio Forestiere della componente “Azione socia-le”. Il presidente della provincia, Nicola Bono, ha salutato l’assem-blea e poi è andato all’inaugura-zione della cattedrale di Noto, dopo il restauro della cupola. Il neo segretario provinciale della corrente, Tino Di Rosolini, ha accennato alle prossime elezio-

ni di Noto: “Il Pdl può pensare a un proprio candidato e a una propria coalizione perché non è accettabile che si ripropon-ga meccanicamente un sinda-co uscente”. Sulle alleanze si è soffermato anche il capogruppo del Pdl al consiglio provinciale, l’augustano Paolo Amato: “Deve essere chiaro a tutti che PDL e FDS sono due entità distinte e separate. Ripeto, non c’è alcuna doppia identità con Forza del Sud. Il PDL rimane tale, non può essere scambiato con nessun al-

tro partito”. Amato ha accennato anche all’importanza delle alleanze: “Non pos-siamo che ringraziare gli amici dei Popolari di Italia Domani, che sono degli alleati pre-ziosi”. E ha sparato a

zero sull’ex alleato e governatore della regione Lombardo strap-pando gli applausi all’assemblea: “Il presidente Lombardo che ha tirato dritto per la sua strada, tradendo la coalizione che lo ha sostenuto e portato alla vittoria e tutto l’elettorato che lo ha votato. Questa anomalia tutta siciliana, rende possibile che all’assem-blea regionale non è possibile votare una mozione di sfiducia per esonerare il presidente che invece ha lasciato i vecchi alleati nel momento in cui ha nominato una giunta tecnica sostenuta dal PD che il risultato elettorale del 2008 aveva confinato al ruolo di opposizione”.

GdANella foto (cortesia di Augustaon-

line) l’intervento dell’augustano Paolo Amato, capogruppo consiliare del Pdl

Paolo Amato, capogruppo alla provincia, contro il “Governatore” Lombardo

VV

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Augusta dalla A alla ZInserto fotografico a cura dell’associazione APF

L’HANGARn. 2

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1 - Particolare contraffor-ti (Felice Cucinotta)2 - Festa dell’aria 2010 (Duccio Luglio)3 - Interni (Giuseppe Scapellato)4 - Particolare (Walter Falzolgher)5 - Il parco (Sebastian Brusca)6 - Interni facciata laterale (Roberta Riera)7 - Veduta (Giuseppe Salemi)8 - Festa dell’aria 2010 (Romolo Maddaleni)9 - Veduta (Marco Moschitto)10 - Particolare interno (Corrado Di Mauro)11 - Dispositivo di segna-lazione (Alfio Iacobello)12 - Cabina Dirigibile (Giovanni D’Anna)

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19Crisi libica

Mercoledì 9 marzo, ore 14, 45, porto militare di Augu-sta, ex banchina

torpediniere, oggi “Marcon”: con un lieve ritardo il pattugliatore Libra, al comando del trentatre-enne tenente di vascello Luca Di Giovanni, attracca con una lieve inclinazione a sinistra. Una piccola folla di giornalisti, muniti di micro-fono o di taccuino, è in attesa per intervistare un collega, Jean Marie Lemaire, cronista e fotografo di una stazione televisiva francese. Lemaire è un ospite eccezionale della Libra, unità navale di stanza ad Augusta, che viene denomina-to “pattugliatore”. Con altre unità della flotta , infatti, ha il compito di sorvegliare il Mare Nostrum, come i Romani orgogliosamente chiamavano il Mediterraneo, per tutelare i nostri pescatori, per sor-vegliare i migranti e per altro.

La Libra era stata inviata il 1l 5 marzo per portare aiuti umanita-ri (farmaci, riso, acqua per circa 25 tonnellate e coperte e gruppi elet-trogeni) per gli ospedali della Cire-naica, regione della Libia, l’ex colo-nia italiana la cui popolazione s’è ribellata e si sta ribellando ancora contro il colonnello Gheddafi, l’au-tocrate che per oltre quarant’an-ni ha dominato completamente i suoi conterranei. Per soccorrere gli italiani residenti in Libia per lavo-ro sono state inviate altre navi di stanza ad Augusta, che, però, han-no sbarcato i nostri connazionali nel porto commerciale di Catania.

Per far fronte tempestivamen-

te a emergenze dovute all’acuirsi della crisi libica, la portaerei Ca-vour, nave ammiraglia della Mari-na Militare italiana, ha sostato per alcuni giorni al pontile NATO di Augusta sotto strettissima sorve-glianza.

“La Libra è stata accolta con grande entusiasmo dai cittadini del porto di Bengasi, dove abbia-mo sostato il tempo necessario per sbarcare il materiale e di ripartire con a bordo il giornalista francese, sopravvissuto a un’imboscata”, ha precisato tv Di Giovanni, al suo primo comando, che era visibil-mente gratificato per l’importan-za della missione. Alto, con barba curatissima, la disinvoltura di un attore americano, Di Giovanni ha risposto davvero di buon grado a

tutte le domande che gli sono sta-te poste, sùbito dopo l’intervista a Jean Marie Lemaire, sceso dalla nave, claudicante, con una vistosa ingessatura alla gamba destra, a causa della ferita subìta durante l’imboscata nella quale hanno tro-vato la morte i tre libici – “ribelli” li definisce Lemaire . che lo accom-pagnavano e in cui è stato ferito l’autista del mezzo su cui viaggia-va. “Mi è andata veramente bene. Me la sono cavata con un gesso alla gamba a differenza dei ribelli con cui mi trovavo che sono stati uccisi a Bani Jawad, dove mi trovavo per svolgere il mio lavoro”, chiarisce il reporter francese , il quale, mentre tenta di rispondere alle domande dell’insolita conferenza-stampa, ri-sponde più volte alle chiamate sul suo telefonino. E non aggiunge al-tro perché ha fretta di raggiungere l’aeroporto di Catania, dove lo at-tende un aereo, che, alle 15,30, lo deve riportare in Francia.

L’ospitalità per Lemaire su nave Libra è stata richiesta dall’uf-ficio consolare francese di Bengasi al ministero italiano per gli affari esteri, che ha girato la richiesta alla Marina Militare, impegnata con le sue unità per venire incontro alle esigenze scoppiate in séguito alla crisi libica.

Al porto militare sbarcato un cronista televisivo francese ferito in Libia

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Dalla Libia arrivano le im-magini orripilanti di un genocidio nel quale un regime folle sprofonda

il suo popolo nelle fosse comu-ni e nel sangue. Al Arabiya parla di 10mila morti, altri di 50.000. Bengasi si è liberata e i mercenari di Gheddafi bombardano Zawia, mentre gli insorti marciano verso Tripoli, dove le guardie pretoriane del dittatore e i fedelissimi del re-gime hanno già inondato le stra-de del sangue dei ribelli. Obama si dice sdegnato, mentre il nostro governo balbetta e invoca paci-ficazione davanti al massacro di un popolo, e pare più preoccupa-to per il gas e il petrolio, per i lu-crosi affari di Stato e per il crollo del muro anti-immigrati fatto di omicidi, vessazioni e torture, che Gheddafi aveva costruito con i no-stri soldi e le nostre armi.

In tutto questo fa certamente bene leggere sul Sole 24 Ore l’arti-colo “Tre scimmiette nel deserto” di Christian Rocca che sottolinea il pilatismo complice del nostro governo e conclude: «L’idea del ministro Franco Frattini, secon-do cui non è compito dell’Europa interferire negli affari interni della Libia, non è solo miope, sbagliata e fondata sull’illusione che il re-gime alla fine si salverà. È anche diametralmente opposta a un’or-mai consolidata politica estera italiana, condivisa dai governi di centro-sinistra (Somalia, Serbia, Albania, Libano) e di centro-destra (Iraq e Afghanistan) e incentrata sul diritto all’ingerenza democra-tica e sul dovere d’intervenire per fermare i massacri a pochi chilo-metri di distanza da casa nostra», Ma fa male leggere sullo stesso

giornale il furbesco cerchiobotti-smo del breve articolo non firma-to (e quindi attribuibile alla dire-zione) intitolato “Non commuove il dolore della Libia” che, come per un ormai collaudato riflesso con-dizionato, se la prende con i paci-fisti italiani: «Stupisce che questa

mattanza stia passando nel silen-zio assordante di associazioni, or-ganismi, enti sempre impegnati in prima fila quando bisogna, meri-toriamente, difendere i diritti dei popoli oppressi in tutto il mondo. Fino a oggi non abbiamo avuto notizia di condanne, né alte né basse, da parte di nessuno. Niente manifestazioni, nessuna bandiera della pace esposta, nessun corteo pacifista. Niente strali perché nes-suno tocchi Caino. Eppure, al con-trario, i manifestanti libici stanno cercando di liberarsi del colon-nello Gheddafi, uno dei dittatori più sanguinari dell’ultimo secolo. Sarà la stanchezza, sarà la rasse-gnazione, ma per i morti in Libia s’ode un silenzio assordante».

Più che assordato il giornale della Confindustria sembra sordo e cieco, perché le voci delle as-sociazioni pacifiste e per i diritti umani si erano levate (e si levano) da anni in tutto il mondo, purtrop-po inascoltate dagli imprenditori

“pragmatici” che con il regime ge-nocida libico facevano (e fanno) affari d’oro. Non avevano visto gli industriali italiani, fin dal tempo di Gheddafi nella Fiat e nella Juven-tus, cosa succedeva nella nostra ex colonia? Non avevano capito quale era il prezzo dei loro affari quando seguivano in codazzi festanti il no-stro capo del governo nelle tende beduine del dittatore? Non aveva-no capito quanto sangue, dolore, ingiustizia e sopraffazione c’era dietro l’accordo Libia-Italia che hanno calorosamente applaudito e che, in cambio della repressione dei migranti e dei danni di guerra per il colonialismo fascista, dava all’Italia e alle industrie parastata-li e private, appalti miliardari per costruire autostrade di regime e per trivellare altro gas e petrolio? Cosa pensavano gli industriali italiani quando, scortati da Berlu-sconi e dai suoi ministri, stringeva sorridente la mano di Gheddafi in occasione delle sue visite roma-ne con tende, cavalli e hostess al seguito che ci hanno resi ridicoli (ancora una volta di più) davanti al mondo? Qualcuno si ricorda un qualche adirato commento con-findustriale in occasione del ba-ciamano di Berlusconi a Gheddafi in Libia che sta facendo il giro del web come dimostrazione dell’as-soluta complicità del nostro go-verno con l’aguzzino di Tripoli?

Umberto Mazzantini

La Libia, le tre scimmiette, Confindustria e i pacifisti

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21Mare nostrum

L’ammiraglia della Ma-rina Militare Italiana, la portaerei Cavour è stata ormeggiata alla banchina

Nato di Augusta, in attesa di or-dini, proveniente da La Spezia da dove “è stata spostata, per avvici-narla in caso di bisogno” come ha detto Ignazio La Russa, ministro della Difesa.

L’unità, al comando del ca-pitano di vascello Aurelio De Ca-rolis, ha il ruolo naturale di nave ammiraglia della squadra navale e di nave-piattaforma idonea per operazioni marittime interforze e internazionali.

La nave è lunga 244 metri, larga 29,10. Il ponte di volo mi-sura 220 x 34 metri con una pista di 180x14 metri. La sua velocità massima è di 28 nodi per una au-tonomia di settemila miglia (a 16 nodi - circa diciotto giorni di navi-gazione continua. La linea di volo è costituita da 18-20 aeromobili; l‘armamento è costituito da due moduli di lancio verticali a 16 cel-le per missili SAAM/IT Aster 15; 2 impianti 76/62 Davide per difesa corto raggio; 3 mitragliere OTO/Breda da 25 mm.

La nave ha un equipaggio

fisso di 451 militari più 203 piloti e personale volo; trasporta: 140 militari del 325 Reggimento San Marco.

C’è da registrare la partenza, Il 18 febbraio scorso, da Augusta della la corvetta Fenice del co-mando delle forze da pattuglia-mento per la sorveglianza e la di-fesa costiera della Marina MIitare (Comforpat) per avvicendarsi con la corvetta Driade nell’attività di vigilanza pesca e di controllo dei flussi migratori nel Canale di Sici-lia.

La corvetta, al comando del capitano di fregata Angelo Donzel-lo ha un equipaggio di 123 uomini e donne e affiancherà la corvetta Chimera già presente nell’area per la prevenzione sull’ eventua-le aumento di flussi di migranti a séguito dei tragici avvenimenti in Libia. L’altra nave porta aeromo-bili, il Garibaldi, si trova a Taranto, dove è pronta a partire in caso di necessità se la situazione davanti alle coste libiche dovesse richie-derne la presenza. La Russa ha precisato che “siamo pronti, sola-mente allo scopo di garantire l’eva-cuazione dei nostri concittadini e dei cittadini dei Paesi dell’Unione

Europea e della Nato”. Prosegue senza sosta il ponte aereo-navale gestito dal ministero della Dife-sa in stretta collaborazione con la Farnesina, per l’evacuazione di cittadini italiani e di altre naziona-lità dalla Libia. Da Misurata le navi Mimbelli e San Giorgio hanno im-barcato oltre 200 persone sbarca-te poi in Sicilia: operazione, questa, definita dallo stesso ministro “poco semplice” per le difficoltà sollevate dalla presenza di navi militari e per le cattive condizioni meteo marine nell’area delle coste libiche.

GdA

La Cavour, l’ammiraglia della Marina Militare italiana, al largo di Augusta in attesa di salpare per la Libia

Crisi libica

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22 Arsenale M.M.

Visto che Tremonti ha la Cassa depositi e prestiti, anche Igna-zio La Russa ha vo-

luto la sua piccola Iri, e il mi-nistro dell’Economia gliel’ha concessa (ma piazzandogli accanto un controllore): con la pubblicazione dello Statu-to nella Gazzetta Ufficiale del 17 febbraio è infatti operativa la Difesa Servizi Spa, la so-cietà interamente di proprie-tà del ministero che gestirà i beni, l’immagine, le attività e – non ultimo – gli acquisti delle Forze armate. Una co-setta calcolata nell’ordine dei quattro miliardi di uscite a cui andrà aggiunta ovviamente la capacità di spesa dovuta alle entrate. Le aspettative non sono delle migliori: la Spa di La Russa nasce all’insegna dell’opacità, che non è una bella presentazione. Nella Gaz-zetta si legge, infatti, un decre-

to legislativo di tre articoli: il primo dice che i ministri della Difesa e dell’Economia han-no approvato lo Statuto della nuova società (che è allegato) e gli altri due niente. O meglio c’è il titolo: “Nomina del con-siglio d’amministrazione” e

“Nomina del col-legio sindacale”, ma il contenuto è “Omissis”. Il mi-nistero della Di-fesa informa che non esiste alcun obbligo di legge a pubblicare i nomi nella Gazzetta Ufficiale e questi sono disponibili presso la Came-ra di Commercio: ora, a parte che la” Difesa Servizi Spa” non risul-ta ancora, non si vede a cosa serva-

no questi “omissis” in una so-cietà pubblica. Come che sia, di sicuro il presidente sarà Ar-mando Novelli, generale dal prestigioso curriculum ope-rativo, mentre nel cda siederà un uomo di Tremonti: Gae-tano Caputi, capo dell’ufficio

Disarmante annuncio sulle forze armate: quali certezze per i lavoratori dell’ Arsenale di Augusta?

Un’ operazione da 4 miliardi, malgrado lo Statuto della costituente “Difesa Servizi

Spa” sia pieno di omissis.

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legislativo dell’Economia. Nel consiglio dovrebbero trovare posto anche Lino Girometta – già nel Cda di Sea (Aero-porti di Milano) e vicepresi-dente dell’azienda lombarda per l’edilizia (Aler) in quota An – e Giovanni Bozzetti, An pure lui, ex assessore con Al-bertini, ex presidente della camera della moda di Milano, oggi a capo di Infrastrutture lombarde Spa, il quale – ci in-forma il suo sito – “da sempre collabora a stretto contatto

con l’on. Ignazio La Russa”. Niente paura: a norma di Sta-tuto nessuno dovrà dimetter-si dalle poltrone già occupate. Restano sconosciuti, al mo-mento, un altro membro del consiglio e i tre sindaci. Poco male, il dominus resta sempre l’assemblea dei soci, che poi è uno, il ministero: su questo il testo pubblicato nella Gazzet-ta è chiaro, tranne una spiace-vole dimenticanza. Il consiglio (art. 19) può infatti autoriz-zare spese solo fino al limite

Arsenale M.M.

fissato dall’“articolo 14 com-ma 1, lettera d”: solo che quel comma ha le lettere “c” ed “e”, ma la “d” se la sono persa per strada. Quanto ai compiti di Difesa Servizi Spa saranno in-vece esattamente quelli di cui si è parlato nei due anni di ge-stazione. L’obiettivo è unico, fare soldi, e i mezzi scelti sono i più disparati. Innanzitutto il ricchissimo patrimonio im-mobiliare: il consiglio potrà farci di tutto – ristrutturarlo, darlo in concessione, persino aprirci degli alberghi – tranne venderlo, mentre i terreni del demanio militare sono dispo-nibili per nuove centrali ener-getiche “da fonti rinnovabili”. Per il resto, il comandamento è fatturare tutto il possibile: non sarà più gratis il servizio meteorologico dell’Aeronau-tica, né quello cartografico dell’Istituto geografico mili-tare e qualcuno dovrà paga-re pure se la sanità in divi-sa dovesse trovarsi a curare dei civili. Poi c’è la gestione dell’immagine delle Forze Ar-mate: soldi dalle sponsorizza-zioni, soldi dalla concessione dei marchi di Esercito, Mari-na, Aeronautica e Carabinieri per vestiti, tazze, automobili e quant’altro. Difesa Servizi Spa, ovviamente, spenderà pure: dovrà comprare per i militari (e altre forze di poli-zia se lo vorranno) tutto quel-lo che serve tranne gli arma-menti, ma non esclusi quindi mezzi di trasporto e quei si-stemi elettronici che ormai sono una fetta non secondaria del bilancio militare. Almeno, contrariamente ai voleri di La Russa, ai Cda parteciperà an-che un magistrato della Corte dei Conti.

USB Difesa

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24 Avvenimenti

In tempi di crisi globale, di forte recessione economica e di ristrettezze finanziarie, in tempi in cui il Comune

di Augusta ha una voragine di debiti spaventosa, certamente non sarebbe stato possibile tro-vare le risorse per finanziare, com’è successo negli altri anni, la festa per eccellenza dei bam-bini, quella del Carnevale, che, a dire il vero, non è stata una festa molto sentita dalle passate Am-ministrazioni comunali.

Solo nello scorso decennio, per la tenace determinazione di un gruppo di giovani e meno giovani, “Il gruppo Fantasie”, di

Carnevale 2011, Carnevale fai da te

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cui erano magna pars alcuni negozianti della cosiddetta borgata, il carnevale è stato festeggiato, con una certa or-ganizzazione.

A onor del vero, nei pri-mi anni il “gruppo Fantasie” non aveva ricevuto sostegni

economici dal Comune e s’era basato sull’autofinanziamen-to, puntando specialmente sul contributo dei negozianti pro-prio della borgata.

Il nostro Giornale di Augusta ha dato testimo-nianza fotografica delle scene più significative di quel carne-vale di borgata.

Anche quest’anno lo fac-ciamo attraverso le foto qui pubblicate. Testimoniano che il Carnevale 2011 è stato un Carnevale fai da te, un’auten-tica festa per bambini, svolta-si in Piazza duomo e in quella nuova grande, piazza – vanto

dell’amministrazione Carrub-ba – realizzata nell’area che per circa diciotto anni ha ospitato il campo container messo su im-mediatamente dopo il terremo-to del 13 dicembre 1990. Molti adulti, invece si sono sbizzarriti in feste private dando sfoggio di abiti degni del carnevale di Ve-nezia.

Lina Solarino

Le foto di questa pagina sono state gentilmente offerte da Salvatore Miduri

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Giovedì 17 febbraio 2011 alle ore 16,30, nell’auditorium del 3° Istituto Comprensivo,

“Salvatore Todaro”, si è tenuta la cerimonia di premiazione dei tre Istituti, “Salvatore Todaro”, “Orso Mario Corbino” e “Do-menico Costa”, partecipanti al progetto del Kiwanis Club Augu-sta “BAMBINI DAL CUORE GRANDE”.

Il progetto “Bambini dal Cuore Grande” è una delle tante attività incluse nel programma di “service” del club e si propone di promuovere piccoli gesti quo-tidiani dei ragazzi all’insegna della bontà verso i compagni di scuola, gesti significativi carat-terizzati dalla solidarietà verso il prossimo in àmbito scolastico. Oltre a questo aspetto, il pro-getto ha inteso coinvolgere gli alunni delle tre scuole invitando-li a confrontarsi con il tema del-la “Bontà” attraverso elaborati scritti o grafici (componimenti, poesie, disegni).

Al concorso hanno parteci-pato 92 alunni delle scuole ele-mentari e medie inferiori della Borgata di Augusta: 2° Istituto Comprensivo “O.M. Corbino, 3° Istituto Comprensivo Statale “S. Todaro” e 4° Istituto Compren-sivo di Base “Domenico Costa”.

Gli elaborati sono stati ana-lizzati da una commissione pre-sieduta dal presidente del Kiwa-nis Club Augusta, Nicola Rizzotti e composta dal chairman della manifestazione, Raimondo Rai-mondi, da Salvatore Di Franco, Rita Pellizzari, Silvia Rita Fec-cia, e dai rappresentanti del-le scuole coinvolte: Lino Maio, Angela Furnari e Roberta Oteri che si è riunita in data 3 febbra-io 2011 conferendo tre premi per ogni istituto.

Per l’istituto Corbino sono stati premiati le alunne Vanes-sa Girgenti ed Elisabetta Salemi per la poesia “La famiglia Bon-tà”, l’alunno Antonio Ranno per il componimento “La Bontà” e l’alunna Denise Mangiavillano

per il suo dise-gno sul tema della Bontà.

Per l’istituto Todaro sono stati premiati l’alunna Simona Letizia Basso per la poesia “Monito”, l’alunna Giorgia Sortino per il suo disegno sul tema e l’alun-na Danila Solano per il suo disegno sul tema.

Per l’Istituto Costa sono stati premiati l’alunna Vanessa Sardo per la poesia “Un bam-

bino dal cuore d’oro” , l’alunna Giulia Vattiata per il suo disegno sul tema e l’alunno Angelo Cano-nico per il suo disegno sul tema.

Per quanto riguarda il Pre-mio “Bambini dal Cuore Gran-de,” relativo a gesti significativi compiuti da bambini caratteriz-zati dalla solidarietà verso il pros-simo, sono state le scuole a far pervenire tre segnalazioni tutte ritenute meritevoli ex aequo di ricevere un premio.

Chiara Serra, terza media Istituto comprensivo “Domenico Costa”, Simona Scionti, ter-za media Istituto comprensivo “Salvatore Todaro”e Giovanni Ioranello , terza media Istituto comprensivo “O.M. Corbino”.

Motivazioni:Chiara Serra è una sim-

patica ragazza dai lunghi capel-li, alta e magra, come tanti ado-lescenti, e con degli occhi sinceri e comunicativi che lei abbassa subito perché un po’ timida. Nonostante ciò o forse proprio per questo, si è fatta notare per la sua sensibilità, pazienza e la sua bontà . 13 anni, studen-tessa di scuola media di primo grado, frequenta la terza media sez. A nel 4° Istituto Compren-sivo” D.Costa” di Augusta. Ha una grande passione: da gran-de fare un lavoro che la ponga a contatto con i bambini verso i quali si dimostra molto sen-sibile. Da ben tre anni, fin dai primi giorni della prima media, si è distinta in classe per il suo comportamento responsabile e la semplicità con cui riesce a entrare in sintonia soprattutto con i compagni in difficoltà, aiu-tandoli in vari modi: sedendosi con loro nel banco, prestando l’occorrente, scrivendo i com-

Bambini dal cuore grandeIl Kiwanis Club Augusta ha premiato i ragazzi partecipanti al progetto

Sodalizi

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piti sul diario, sorridendo loro, trovando le parole giuste al mo-mento opportuno, ecc., colman-doli con tante piccole attenzioni che manifestano chiaramente il suo senso di altruismo e genero-sità. In particolare, senza che le venisse mai chiesto nulla in pro-posito, ma proponendosi spon-taneamente, ha sostenuto in un percorso difficile e impegnativo un suo compagno di classe af-fetto da disabilità medio-grave. Così Chiara è diventata un pun-to di riferimento nella classe e grazie a lei e al suo esempio è stato più semplice insegnare anche agli altri ragazzi quanto vera e concreta sia l’espressione “integrazione dei diversamente abili “.

Il suo, quindi, è stato ed è un ruolo fondamentale. Chiara con la sua sorprendente disponi-bilità e spontaneità verso gli al-tri, ci ha permesso di riscoprire il dono della bontà fatto sempre con gioia e con disarmante nor-malità.

Simona Scionti è una ra-gazzina sensibile e gentile, che ha mostrato un affetto e una de-dizione non comuni nei confronti di una compagna diversamente abile. Le due ragazze si cono-scono sin dai tempi dell’asilo e insieme si sono ritrovate nella scuola elemen-tare e nella scuola media. Simona ha sempre aiuta-to e confortato la compagna, d ivenendone gradualmen-te, nel corso degli anni, un supporto e un punto fer-mo all’interno della classe. Il suo essere di appoggio alla

compagna non le ha impedito, però, di seguire contempora-neamente (cosa, a volte, non semplice) le attività didattiche che si svolgono quotidianamen-te in classe e il suo rendimento, complessivamente, non ne ha risentito. In modo particolare, nel corso di questi ultimi anni di scuola media, Simona, con costanza e pazienza, è riuscita a donare alla compagna affetto e tranquillità che le hanno consen-tito di ambientarsi e integrarsi, superando disagi e momenti di difficoltà dovuti anche ai vari cambiamenti di compagni e di insegnanti. Il comportamen-to di Simona, inoltre, ha spinto all’emulazione alcuni compagni che si sono resi disponibili, nei momenti di bisogno, a collabo-rare con i docenti nel dare soste-gno e assistenza alla compagna diversamente abile, contribuen-do, così, a creare nella classe un clima sereno e vivibile.

Giovanni Ioranello è un ragazzo di 14 anni, frequenta la classe III C della scuola secon-daria.

È un ragazzo di media sta-tura, il suo viso è allungato, è di carnagione scura e i suoi occhi sono neri a mandorla. Giovan-ni è un giovane dai modi spicci

e genuini, dotato di profonda sensibilità, un” pretoriano” dei sentimenti, nel quale convivono allegramente forza e tenerezza, grinta e generosità. È l’amico di tutti, ma “l’amico particolare “di Elena, una bambina diversa, ma speciale nella sua diversità. Da ben 4 anni Giovanni si prende cura di lei, ha messo a disposi-zione la sua persona per le esi-genze di Elena, tra i due è nato un legame profondo. Elena sa di poter contare su Giovanni, e qualsiasi cosa gli chiede lui è là ad assecondarla, accontentarla e proteggerla.

Ciò che Giovanni trasmet-te è un messaggio ben preciso: Forza, Onore e Bontà, nonché Solidarietà nei confronti di chi è diverso, di chi non può come lui godere della spensieratezza tipica della sua tenera età. Ispira sentimenti d’affetto e si scorge in lui un’anima profonda e sen-sibile, a tratti irrequieta, ricca di sfumature. Infine è da dire che Giovanni è il tipico “bambino dal cuore d’oro” traendo spunto dal titolo di questo concorso.

Antonino ValastroNella foto: un momento della

premiazione, con il presidente Kiwanis Augusta, Rizzotti, e il vicepreside della “Todaro”, Giuseppe Scalici

Sodalizi

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28 Cronaca cittadina

Timbrava-no o fa-c e v a n o t i m b r a r e

a colleghi o era-no assenti anche quando risultava-no presenti.

Si tratta di ben sedici dipendenti comunali impiega-ti nell’ufficio Urbanistica, che si favorivano reciprocamente, utilizzando la timbratura del cartellino per sé e per i colleghi assenti, facendoli risultare pre-senti al lavoro. Ovviamente, i colleghi ricambiavano il favore in altre circostanze. Non è la prima volta che dipendenti del comune di Augusta risultano indagati per assenteismo. Oltre vent’anni fa, fu un assessore co-munale, Piero Ferrara, che fece scoppiare il “bubbone”, tipico del sistema della timbratura, patologico nel mondo del pub-blico impiego.

In questa circostanza, la procura di Siracusa ha aperto le indagini già lo scorso anno

Vendono senza il bollo siae , fiamme gialle sequestrano

Le Fiamme gialle seque-strano 1500 supporti in-formatici illecitamente riprodotti e privi del pre-

visto contrassegno SIAE. Denun-ciato un cittadino extracomuni-tario, nazionalità senegalese, che ai controlli è risultato privo di documenti. L’ambulante è stato accertato essere privo di regola-re permesso di soggiorno. Tra la merce sequestrata CD, DVD dei più recenti film, inoltre giochi per Play Station e recenti program-mi per consolle. L’attività ope-rativa si inserisce nell’ordinario espletamento delle funzioni isti-tuzionali di prevenzione, ricerca e repressione delle violazioni di natura economica e finanziaria a tutela, altresì, del mercato e dei consumatori.

GdA

Concluse le indagini coordinate

dal sostituto procuratore

Andrea Palmieri

Augusta, 16 comunali indagati per assenteismo e, grazie all’ausilio di teleca-

mere, è stato registrato il per-sistere del fenomeno. Dopo un

lungo pe-riodo di ac-certamenti, finalmente, le indagini, coordinate dal sostitu-to procura-tore Andrea P a l m i e r i , sono state dichiarate

concluse e la procura,tramite gli agenti del locale commis-sariato della polizia di Stato, ha notificato aisedici dipen-denti gli avvisi di chiusura delle indagini. Gli impiegati nei giorni scorsi si sono visti consegnare i provvedimenti dagli agenti dello commissa-riato che ha svolto e indagini. L’ufficio urbanistica si trova nello stesso edificio che ospita la sezione staccata del tribu-nale di Siracusa.

I dipendenti sono stati davvero imprudenti, troppo si-curi di sé.

GdA CreditiNel numero scorso, per

un errore di trasmissione, sono saltate le firme di due nostri collaboratori: quella di Dorotea Roggio, autrice del servizio Incontriamo l’uni-versità!, a p. 18, e quella di Rosario Attaguile, redattore dell’articolo Forze NATO nel Mediterraneo nell’operazione Roud Manta 11, a p.25. Ce ne scusiamo con gl’interessati e con i lettori.

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29Cronaca cittadina

1500 euro di multa e 61 chi-li di pesce sequestrato, tra cui alici, gamberi, calama-ri, sono il frutto d’un’ ope-

razione congiunta tra capitane-ria di porto, polizia municipale e ufficio veterinario di Augusta. Il pescato è stato posto sotto se-questro all’interno del mercato rionale, dove lo vendeva, all’in-terno di cassette di legno poste sul marciapiede, il 46enne S.G., un venditore ambulante abusivo originario di Catania. La collo-cazione del pesce ha suscitato i sospetti dei poliziotti municipali che compivano una serie di con-trolli proprio per prevenire azio-ni volte a truffare i consumatori e a intaccare la loro salute.

L’operazione rientrava nel più ampio programma naziona-le di controllo della filiera ittica, coordinato in tutto il territorio nazionale dal comando genera-le del corpo delle capitanerie di porto, in concorso con gli orga-ni di polizia locale e del servizio veterinario. Il pesce sequestrato all’abusivo ambulante catanese è stato ritenuto dal veterinario co-munale non idoneo per il consu-mo umano, anche perché privo di tracciabilità: in sostanza, non è stato dato sapere quale fosse la provenienza.

Ad Augusta i controlli pre-ventivi sui prodotti ittici sono indispensabili, perché, sovente, si riscontrano venditori di pe-scato nella rada del porto dov’è

severamente vietato praticare la pesca, ma il divieto è infranto numerose volte. Occorrerebbe un più vigile e ferreo controllo da parte delle motovedette del-la Guardia costiera, soprattutto nottetempo, quando i pescatori abusivi sono più numerosi.

GdA

61 Kg di pesce sequestrati e 1500 euro di multa a un ambulante abusivo

Ennesima morte bianca nei cantieri di lavoro. Questa volta a morire è stato un giovane operaio

di Augusta, il 34enne Giuseppe Fazio, uno di quei tanti meridio-nali che sono costretti a lasciare il proprio luogo di residenza per avere un lavoro. L’incidente mor-tale è avvenuto martedì scorso nel cantiere nava-le Fincantieri di Porto Marghera, Venezia. per circostanze non inerenti all’at-tività di lavoro seppur occorsa all’interno di un luogo in cui si la-vora. L’evento si è consumato in piena viabilità, à destinata ai mez-zi all’interno del cantiere, causa una manovra del conducente del camion che lo ha travolto, eseguita in piena violazio-

Tragica morte dell’augustano Giuseppe Fazio a Porto Marghera

Tragedia sul lavoro

ne del codice della strada (vigen-te anche in cantiere). Perché il Fazio stesse transitando in tale area non lo sapremo mai, ma va considerato che si era in periodo prossimo alla pausa mensa. L’in-cidente, infatti, è avvenuto verso le 11.30. I primi a soccorrere l’operaio augustano sono stati i colleghi di lavoro. Poco dopo sono arrivati i vigili del fuoco e gli operatori sanitari. Trasporta-to di urgenza all’ospedale di Me-stre, Giuseppe Fazio è stato sot-toposto a una serie di interventi chirurgici, ma le gravissime feri-te riportare lo hanno portato alla mort, nella notte fra martedì 8 e mercoledì 9.

In segno di lutto e di prote-sta per la tragica morte dell’opera-io i sindacati e la Rappresentanza sindacale unitaria dei Fincantieri (RSU)hanno sospeso il lavoro per uno sciopero di otto ore. Lo sciopero non è stato ben visto da tutti. Qual-cuno ha osservato che sarebbe sta-to meglio corrispondere un giusto immediato indennizzo alla famiglia anziché proclamare lo sciopero.

Diletta Càsole

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30 Opinioni

Ricordando l’8 MARZO, festa delle donne

C’era una volta…la digni-tà femminile. Leggendo un articolo, rivolto alle donne, della giornalista

Concita De Gregorio, direttrice de l’Unità, non ho potuto fare altro che rimanerne entusiasta. Senza mezzi termini, in modo elegante, ma al contempo trasgressivo e pungente, De Gregorio fa capire come, nonostante tutto, esistano delle donne pronte a ribellarsi alla “schiavitù” a cui sono sottoposte. La visione della donna-oggetto, che la TV e i mass media in ge-nerale ci propongono ogni gior-no, è questa: donne che, pur di uscire con borse e vestiti firmati, pur di avere successo nello spet-tacolo, pur di entrare in politica

nonostante il loro livello culturale sia da asilo infantile, sfiorando i limiti del ridicolo, ma avendo otti-

me potenzialità a livello estetico, non si fanno scrupoli a concedere i loro “favori” a un vecchio politi-co miliardario.

Ma la sfacciataggine non ha fine: le notizie di ragazze, anche minorenni, che abba-gliate dall’ideologia del suc-cesso si concedono a un im-portante politico fa scalpore, la gente ne parla e le notizie arrivano persino nei giornali e nelle TV dei paesi esteri.

Ed è così che l’Italia, negli ultimi anni, non viene più vista come il paese della pizza e del mandolino, ma come un gran-de “bordello” fatto di donne senza cervello e politici preoc-cupati di più del loro letto che del bene della popolazione.

Quante umiliazioni do-vremo ancora sopportare?

Nella foto in alto Concita Di Gregorio Direttrice de l’Unità

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Siamo diventati una specie di barzelletta per tutti i Paesi del mondo, ma nessuno ha il corag-gio di ribellarsi, di fare qualcosa di diverso dalla solita falsa con-testazione sociale.

Le donne per prime dovreb-bero prendere in mano le redi-ni della situazione, in modo da rovesciare finalmente le sorti di questo Paese che sembra ormai caduto nel baratro più totale.

Ma in particolare la De Gre-gorio si rivolge alle “altre don-ne”, coloro che magari hanno una mente versatile ma che sicu-ramente non possiedono poten-zialità a livello estetico.

Non importa da quale parte d’Italia provengano, se ricche o povere, quelle donne che hanno sempre contribuito, nei secoli, a rendere l’Italia un paese libero

e giusto, devono assolutamen-te intervenire, perché sappiamo come al governo attuale piaccia avere un popolo passivo, che, se proprio deve contestare qual-cosa, lo fa in maniera generica, senza centrare i veri problemi della società.

Gli episodi di falsa conte-stazione sociale provocano una sorta di nichilismo che sta dila-gando ovunque. C’è bisogno di giovani svegli e attenti, adesso più che mai. Per questo motivo ogni sorta di omologazione da parte delle persone è pericoloso per la nostra esistenza. Anche la scuola dovrebbe contribuire a dare consapevolezza della di-gnità della donna, che non deve essere più costretta a spogliarsi per poter intraprendere una car-riera ricca di successi.

L’8 marzo, che un tempo rappresentava l’affermazione dei diritti della donna, si è ridotto, come sempre, a una scialba ce-lebrazione, risolta in un omag-gio floreale o in un’uscita con le amiche.

Secondo me, l’8 marzo do-vrebbe essere, invece, un mo-mento di riflessione, pensando che in realtà c’è ancora molto da fare riguardo all’emancipazione femminile, ancora ben lontana dall’essere realizzata nella gran parte dei Paesi del mondo.

Federica Fiume

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