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1 Facoltà di Ingegneria Appunti dalle lezioni del corso di Teoria dell’informazione e codici Prof. Alessandro NERI Anno accademico 2008-2009

Facoltà di Ingegneria Appunti dalle lezioni del corso di · Provare, per mezzo della teoria dei processi ergodici, teoremi fondamentali sulla codificazione dell'informazione trasmessa

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1

Facoltà di Ingegneria

Appunti dalle lezioni del corso di

Teoria dell’informazione e codici

Prof. Alessandro NERI

Anno accademico 2008-2009

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TEORIA DELL'INFORMAZIONE

Problema fondamentale della comunicazione:

Riprodurre in un punto, in modo esatto o approssimato, un messaggio selezionato

in un altro punto

Obiettivo

Provare, per mezzo della teoria dei processi ergodici, teoremi fondamentali sulla

codificazione dell'informazione trasmessa (in cui l'entropia gioca un ruolo

essenziale)

La misura dell'informazione è

1. Un'indicazione della libertà di scelta che una sorgente è in grado di esercitare

nel selezionare un messaggio

2. Un'indicazione del grado di incertezza di un osservatore nei riguardi del

messaggio che sarà emesso

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Codifica a blocchi

Data una sorgente discreta S0, siano:

x[n]: una realizzazione costituita da una successione indefinita di caratteri

appartenenti all'alfabeto di sorgente A ad L determinazioni

A=(a1, a2, …, aj, …aL)

xk: sequenza di k caratteri successivi

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Codifica a blocchi A(k) : l'alfabeto estensione di ordine k di A

A(k) =(b1, b2, …, bj, …bLk)

i cui elementi sono le Lk differenti sequenze di k caratteri ciascuno appartenente ad

A, cioè

bj =(aj1, aj2

, …, ajn , … ajk

)

Si applichi ad x[n] una codificazione a blocchi (k; M) a lunghezza di parola non

necessariamente costante tale che a ciascun carattere bj di A(k) faccia corrispondere

una stringa di nj caratteri del nuovo alfabeto ad M simboli

C =(c1, c2, …, cj, …cM)

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Codifica a blocchi

carattere PA(a) Codice I Codice II Codice III a1 1/2 1 0 0 a2 1/4 00 10 01 a3 1/8 01 110 011 a4 1/8 10 111 111

Codici:

univocamente decodificabili Trasformazione invertibile

istantaneamente decodificabili l'inversione può essere effettuata in tempo reale

senza dover attendere gli altri caratteri della

sequenza.

Regola del prefisso: Un codice risulta univocamente istantaneamente

decodificabile se non esiste nessuna parola di codice che coincida interamente

con l'inizio di parole di codice di lunghezza maggiore.

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ENTROPIA

Obiettivo

cercare di assegnare le parole di codice di lunghezza più brevi alle

sequenze di caratteri d'ingresso più frequenti

esempio: codice MORSE

Definizione

Indicata con PB(bj) la probabilità associata al carattere bj, il valore atteso

del numero di caratteri di C che corrispondono a xk vale:

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ENTROPIA

Ciò posto, si definisce Entropia H della sorgente la quantità

al variare in tutti i modi possibili del sistema di codificazione a blocchi,

purché biunivocamente decodificabile.

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ENTROPIA (cont.)

Teorema

(1)

Dal teorema discende che una serie di approssimazioni per H può essere

ottenuta a partire dalla conoscenza delle proprietà statistiche di sequenze

di 1, 2, …, k simboli

La base del logaritmo che compare nella (1) determina l'unità di misura

per l'entropia.

Per M=2 l'entropia si misura in [bit/simbolo]

Per M=e l'entropia si misura in [nat/simbolo]

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Sorgente ergodica senza memoria

Poiché per tale sorgente:

PB(bj)=PA(aj1, aj2, …, ajn , … ajk)=

si ha:

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Sorgente ergodica senza memoria quindi una sorgente senza memoria presenta una entropia pari a:

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Sorgente ergodica senza memoria

Sorgente binaria posto

PA(a1)=P; PA(a2)=1-P

per l'entropia di tale sorgente si ha:

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Sorgente ergodica senza memoria

Teorema: L'entropia di una sorgente senza memoria soddisfa la

diseguaglianza:

con uguaglianza quando i simboli sono equiprobabili.

Dim.: poiché

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Sorgente ergodica senza memoria

si ha:

.

D’altro canto,

,

pertanto si ha:

c.d.d.

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Diseguaglianza di KRAFT Teorema (diseguaglianza di Kraft): Dato un codice istantaneamente

decodificabile definito sull’alfabeto C ad M simboli, le lunghezze delle

parole di codice deve soddisfare la condizione

Di converso, per ogni insieme di lunghezze ni che soddisfano la precedente

condizione esiste almeno un codice istantaneamente decodificabile con le

predette lunghezze di codice.

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Diseguaglianza di KRAFT

Si osservi che un

codice a blocco

istantaneamente

decodificabile può

essere rappresentato da

un un albero M-ario in

cui ogni nodo ha M

figli.

c1

c2

cj

cM

rad

c1

cM

c1

cj

cj

c1

cM

c1

cM

c1

cM

c1

cM

c1

cM

cM

c1

cj

cM

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Ogni ramo dell’albero rappresenta un carattere di C mentre ogni foglia

rappresenta una parola di codice. Il cammino dalla radice alla foglia definisce

la parola di codice. La regola del prefisso è automaticamente verificata poiché

ogni nodo che corrisponde ad una parola di codice è una foglia da cui, pertanto,

non si sviluppano altri sottoalberi.

• Sia nmax la lunghezza maggiore.

• Considerati i nodi al livello nmax, alcuni di essi rappresenteranno parole di

codice, altri corrisponderanno a discendenti di parole di codice.

• Una parola di lunghezza ni ha discendenti a livello nmax.

Poiché i sottoinsiemi costituiti dai discendenti delle parole di codice sono

disgiunti si ha

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Ovvero

q.e.d.

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OTTIMIZZAZIONE DELLE LUNGHEZZE La minimizzazione di EB{n} deve tenere in conto la diseguaglianza di Kraft. A

tale scopo si può ricorrere alla tecnica dei moltiplicatori di Lagrange.

Pertanto, indicando con λ il moltiplicatore di Lagrange, possiamo imporre la

minimizzazione del funzionale

e risolvere parametricamente il problema secondo le tecniche consuete.

Pertanto, imponiamo

Da cui si ottiene

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Il valore del moltiplicatore può essere determinato imponendo il rispetto del

vincolo, ovvero della diseguaglianza di Kraft:

Da cui segue che

e quindi, poiché le lunghezze devono essere numeri interi

Ovvero, indicando con il più piccolo intero

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Poiché

si ha

Per una sorgente senza memoria pertanto

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Codificatore di Huffman (1952) Procedura per M=2

Passo 1 Si ordinino gli Lk simboli bj

secondo valori non crescenti delle

loro probabilità e si indichi con

{d(n)} la sequenza così riordinata di

D simboli

Passo 2 Si raggruppino gli ultimi due

simboli d(D) e d(D-1) in un simbolo

equivalente con probabilità

P[d(D)]+P[d(D-1)]

Passo 3 Posto D=D-1 si ripetano i passi 1 e

2 finché non rimanga un unico

simbolo

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Codificatore di Huffman

All’albero binario di figura costruito secondo l’algoritmo di Huffman corrisponde il codice seguente

carattere Codifica P(bj) log2 [P(bj)]-1 nj a1 00 0.36 1,47 2 a2 010 0.14 2,84 3 a3 011 0.13 2,94 3 a4 100 0.12 3,06 3 a5 101 0.10 3,32 3 a6 110 0.09 3,47 3 a7 1110 0.04 4,64 4 a8 1111 0.02 5,64 4

L’entropia della sorgente vale H=2,62 bit/simbolo

La lunghezza media del codice vale pertanto EB[n]=2x0.36+3x0.14+3x0.13+3x0.12+3x0.10+3x0.09+4x0.04+4x0.02= =2.7 bit/simbolo

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Codificatore di Huffman

• Per alfabeti di sorgente di dimensione ridotta una codifica efficiente

richiede valori di k relativamente elevati.

• Uno degli svantaggi del codificatore di Huffman è che la soluzione relativa

a blocchi di dimensione k non può essere dedotta a partire da quella

relativa a blocchi di dimensione k-1.

o Il codificatore di Huffman richiede infatti il calcolo completo delle

probabilità di tutte le possibili sequenze di lunghezza k e la costruzione

dell’albero relativo.

• Più adatti appaiono gli schemi di codifica che consentono l’estensione a

lunghezze di blocco via via crescenti di soluzioni relative a lunghezze di

blocco inferiori.

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Codifica di Shannon-Fano-Elias

L’insieme delle lunghezze soddisfa la diseguaglianza di

Kraft e può essere impiegato per costruire un codice univocamente

decodificabile.

A questo scopo si può fare ricorso al metodo di Shannon-Fano-Elias basato

sulla funzione di distribuzione di probabilità.

Consideriamo, inizialmente, per semplicità una sorgente discreta senza

memoria, tale che per ogni possibile carattere .

Come è noto, nel caso di sorgente discreta la funzione di distribuzione è una

funzione costante a tratti.

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Inoltre

Oltre alla funzione di distribuzione nel seguito è conveniente fare riferimento

alla funzione di distribuzione modificata definita come segue:

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• Poiché le probabilità sono tutte positive, se si ha che

e quindi se conosciamo possiamo determinare x.

• Quindi può essere impiegato per codificare x.

• In generale è un numero reale e la sua rappresentazione richiede un

numero infinito di bit.

a1 a2 aL aj

1

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• Indichiamo con l’approssimazione di basata su l(x) bit

per cui si ha

• Se

Si ha che

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E quindi cade all’interno del salto corrispondente ad x e consente

di identificarlo correttamente.

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Poiché per rappresentare x viene impiegato un numero di bit pari a

La lunghezza attesa del codice vale:

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Codifica aritmetica

• Elemento essenziale della codifica aritmetica è il calcolo efficiente della

funzione di probabilità e della funzione di distribuzione

• In particolare indicando con la sottosequenza

• Per codificare il carattere successivo emesso dalla sorgente occorre

calcolare

e

A partire dai valori e calcolati al passo precedente.

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• Riferendoci per semplicità di notazione al caso binario, si ha che per il

calcolo della funzione di distribuzione in x, in linea di principio

occorrerebbe sommare le probabilità relative a tutte le foglie dell’albero

che cadono a sinistra di x.

• In alternativa è però possibile sommare le probabilità dei sottoalberi

disgiunti a sinistra di x calcolati direttamente, passo dopo passo.

x

T1 T2

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L’algoritmo base può schematizzato come segue:

1. Si inizializza l’intervallo corrente a [0..1].

2. Per ogni carattere della sequenza:

2.1. Si suddivide l’intervallo corrente in sottointervalli, uno per ciascun

simbolo dell’alfabeto. L’ampiezza di ciascun sottointervallo è

proporzionale alla probabilità (stimata) che il carattere corrente sia

uguale al simbolo corrispondente all’intervallo.

2.2. Si seleziona come intervallo corrente il sottointervallo

corrispondente al carattere corrente.

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La lunghezza finale dell’intervallo corrente è uguale al prodotto P delle

probabilità dei singoli caratteri che compongono la sequenza.

Esempio. Codifica della sequenza bbb a partire dalla conoscenza delle

probabilità

Pa=0.4

Pb=0.5

Peof=0.1

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Intervallo

corrente

Azione a b EOF Ingresso

[0.000,1.000] dividi [0.000,0.400] [0.400,0.900] [0.900,1.000] b

[0.400,0.900] dividi [0.400,0.600] [0.600,0.850] [0.850,0.900] b

[0.600,0.850] dividi [0.600,0.700] [0.700,0.825] [0.825,0.850] b

[0.700,0.825] dividi [0.700,0.750] [0.750,0.812] [0.812,0.825] eof

[0.812,0.825]

0.0 0.4 0.9 1.0 a b eof

a a

a

b b b

1101000

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L’intervallo finale, senza approssimazioni, è [0.812,0.825], che è approssimato

dalla seguente rappresentazione binaria:

[0.11010000, 0.11010011]

L’intervallo può quindi essere identificato trasmettendo 1101000.

Si osservi che la probabilità della sequenza considerata vale

P=(0.5)3(0.1)=0.0125. Pertanto –logP=6.322, mentre la versione approssimata

del codificatore aritmetico impiega 7 cifre binarie.

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Decodifica aritmetica Il decodificatore opera a partire dal valore x che rappresenta un punto

dell’intervallo [0,1].

• Supponiamo, per semplicità, che il decodificatore conosca la lunghezza N

della sequenza da decodificare, codificata e trasmessa separatamente. In

alternativa può essere impiegato un ulteriore carattere di fine sequenza

(eof)

• Si inizializza l’intervallo corrente a [0..1].

• Per ciascuno degli N caratteri da decodificare:

o Si suddivide l’intervallo corrente in sottointervalli, uno per ciascun

simbolo dell’alfabeto. L’ampiezza di ciascun sottointervallo è

proporzionale alla probabilità (stimata) che il carattere corrente sia

uguale al simbolo corrispondente all’intervallo.

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o Si selezione il carattere corrispondente al sottointervallo in cui cade il

valore x e si tale sottointervallo come intervallo corrente

0

0

0

1

1

1

1

0.0 1.0

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Codifica universale

• Consideriamo, senza perdita di generalità, una sorgente senza memoria.

L’algoritmo di Huffmann consente di costruire un codice la cui efficienza

raggiunge, al crescere della dimensione k del blocco, il valore teorico

corrispondente all’entropia H della sorgente.

• La procedura presuppone la conoscenza della funzione di probabilità

PB(bj)=PA(aj1, aj2, …, ajn , … ajk)

che caratterizza la sorgente.

• Se in fase di progetto del codice, si commette un errore nella valutazione

della funzione di probabilità della sorgente, esso si ripercuote sul codice e

quindi sulle prestazioni.

• In particolare sia

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o PA(a): la funzione di probabilità corretta

o QA(a): la funzione di probabilità assunta nel progetto del codice

Per un’assegnata lunghezza k del blocco, il codice costruito a partire da

QB(bj)=QA(aj1, aj2, …, ajn , … ajk)

avrà parole di lunghezza pari a

Poiché la probabilità corretta PB(bj) il valore atteso del numero di simboli

impiegato per codificare un simbolo emesso dalla sorgente varrà

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Quindi

Ovvero un errore nella valutazione iniziale del modello probabilistico della

sorgente si traduce in un aumento ΔH del numero medio di caratteri necessari

per codificare un simbolo emesso dalla sorgente pari a:

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Algoritmo di Lempel-Ziv

Appartiene alla classe dei codificatori di sorgente universali (É progettato in

modo da essere indipendente dalla statistica dell'ingresso)

1. La sequenza d'ingresso é scomposta in blocchi di lunghezza variabile, chiamati

frasi.

2. Ogni volta che un blocco di lettere differisce da uno dei blocchi precedenti per

l'ultima lettera esso viene inserito nel dizionario.

3. Tutte le frasi sono riportate nel dizionario unitamente all'informazione sulle

locazioni in cui ciascuna frase compare.

4. nel codificare quindi una nuova frase, l'algoritmo registra nel dizionario la

locazione da cui essa inizia e la nuova lettera.

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Algoritmo di Lempel-Ziv

Es.:

10101101001001110101000011001110101100011011

scomposizione in frasi

1,0,10,11,01,00,100,111,010,1000,011,001,110,101,10001,1011

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Algoritmo di Lempel-Ziv 10101101001001110101000011001110101100011011

Dizionario

Locazione del dizionario

Contenuto del dizionario

Parola di codice

1 0001 1 00001 2 0010 0 00000 3 0011 10 00010 4 0100 11 00011 5 0101 01 00101 6 0110 00 00100 7 0111 100 00110 8 1000 111 01001 9 1001 010 01010 10 1010 1000 01110 11 1011 011 01011 12 1100 001 01101 13 1101 110 01000 14 1110 101 00111 15 1111 10001 10101 16 1011 11101

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Algoritmo di Lempel-Ziv

Le parole di codice sono determinate concatenando la locazione (in binario)

del dizionario che contiene la frase precedente che coincide sino al

penultimo carattere con quella da codificare, ed il nuovo carattere.

La locazione 0000 é impiegata per fare riferimento alla frase nulla.

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Canale di comunicazione

Canale:

É da considerarsi come una trasformazione (dallo spazio dei messaggi in ingresso allo spazio

dei messaggi in uscita) con corrispondenze non rigide ma probabilistiche fra ogni messaggio

possibile in ingresso ed ogni messaggio possibile in uscita (operatore stocastico)

L'operatore é descritto dalla funzione di probabilità della variabile del messaggio d'uscita

condizionata a quella del messaggio d'ingresso

CANALE ai bj

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Canale stazionario (o permanente) senza memoria

Caratteristiche: Invariante nel tempo L'azione sul messaggio in transito si esplica simbolo per simbolo (trasformazione passo-

passo) É descritto dalla Matrice di Canale

b1 b2 … bj … bM a1 PB/A(b1/a1) PB/A(b2/a1) … PB/A(bj/a1) … PB/A(bM/a1) a2 PB/A(b1/a2) PB/A(b2/a2) … PB/A(bj/a2) … PB/A(bM/a2) … … … … … … … ai PB/A(b1/ai) PB/A(b2/ai) … PB/A(bj/ai) … PB/A(bM/ai) … … … … … … … aL PB/A(b1/aL) PB/A(b2/aL) … PB/A(bj/aL) … PB/A(bM/aL)

CANALE ai bj

b1

b2

bj

bM

a1

a2

ai

aL

PB/A(bj/ai)

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Tasso di informazione mutua

Prima di osservare il simbolo in uscita dal canale lo stato di conoscenza di un osservatore

circa i risultati possibili é rappresentabile con

{PA(ai), i=1,…,L}

Dopo la ricezione del simbolo bj lo stato di conoscenza di un osservatore é rappresentabile da

{PA/B(ai/bj), i=1,…,L}

L'osservatore esterno é in grado di osservare sia ciò che é emesso dalla sorgente, sia ciò che é

emesso dal canale (con errori dovuti al rumore).

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49

L'osservatore nota gli errori e trasmette le eventuali correzioni sul canale ideale

Avendo osservato bj l'osservatore esterno può ricorrere ad una codifica per gli ai che richiede

un numero medio di binit per simbolo pari a:

Il modo più efficiente di operare per l'osservatore consiste nel:

1. predisporre M codici, uno per ogni possibile valore ricevuto bj in base alle PA/B(ai/bj)

2. usare il codice corrispondente al simbolo ricevuto per inviare s

3. ul canale di correzione la codifica del simbolo ai emesso dalla sorgente.

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50

I codici utilizzati dall'osservatore devono essere necessariamente istantanei.

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51

Equivocazione H(A/B) del canale

Def. numero medio di binit necessari all'osservatore esterno per

rappresentare il simbolo di ingresso, ovvero per inviare la correzione

(1)

Nel caso di canale ideale l'osservazione all'uscita del canale é perfetta e

quindi

PA/B(ai/bj= aj) =δij,

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52

Equivocazione H(A/B) del canale

in tal caso, coerentemente con il fatto che in tal caso l'osservatore non ha

necessità di inviare alcuna correzione, l'eq. (1) fornisce un valore nullo per

l'equivocazione.

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53

Tasso di informazione mutua

Poiché l'insieme (canale+osservatore esterno) si comporta come un canale

ideale, é naturale dire che

il complesso fornisce una quantità di informazione media per simbolo

pari alla entropia della sorgente H(A)

l'osservatore deve fornire, per inviare le correzioni, una quantità di

informazione media pari alla equivocazione H(A/B)

e quindi l'osservazione di un simbolo all'uscita del canale fornisce una

quantità di informazione media per simbolo pari a

I(A;B)= H(A)- H(A/B)

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54

Tasso di informazione mutua

La quantità I(A;B) prende il nome di TASSO DI INFORMAZIONE (MUTUA) del

canale e può essere calcolata come segue

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55

Tasso di informazione mutua

Ricordando che si può verificare che

con il segno di eguaglianza se e solo se

PA,B(ai,bj)= PA(ai) PB(bj)

ovvero

l'informazione media ricevuta attraverso un canale é sempre non negativa

la sola situazione in cui l'informazione é nulla é rappresentata dal caso in

cui i simboli di ingesso e di uscita sono indipendenti.

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56

Entropia congiunta Def.: Si definisce Entropia congiunta H(A,B) la quantità

♦ Il tasso di informazione si può quindi esprimere come segue:

I(A;B) = H(A)- H(A/B) =

= H(B)- H(B/A) =

= H(A) + H(B) - H(A,B)

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57

Capacità di canale ♦ Obiettivo:

caratterizzare le potenzialità del canale prescindendo dalla distribuzione di

probabilità della sorgente a cui il canale é connesso.

♦ Definizioni:

• CAPACITÀ DI CANALE PER SIMBOLO Cs : tasso di informazione massimo

consentito da un dato canale, rispetto a tutte le possibili distribuzioni di

probabilità della sorgente

[bit/coppia di simboli]

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58

Capacità di canale

• CAPACITÀ DI CANALE C:

[bit/s] con

fc: frequenza di simbolo all'uscita del canale

C é funzione solo delle probabilità condizionate che caratterizzano il canale.

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59

Capacità di un canale ideale

• Poiché per un canale ideale l'equivocazione é nulla sia ha

INTENSITÀ DI EROGAZIONE DI UNA SORGENTE

• Indicata con

fS: la frequenza con la quale la sorgente eroga i messaggi

si definisce intensità di erogazione della sorgente la quantità

RS=fS H(A)

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60

Capacità di un canale binario simmetrico

Per il canale binario simmetrico si ha

P 0 0

Q=1-P 1 1

p

q =1-p

q

p

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61

Capacità di un canale binario simmetrico

e quindi

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62

Capacità di un canale binario simmetrico ovvero

con

Poiché H(x) é massima per x=1/2, il massimo del tasso di informazione

rispetto a P si ha per

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63

Capacità per simbolo del canale binario simmetrico

• La capacità per simbolo di un canale binario simmetrico vale

Cs = 1- H0(p)

Cs

p

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64

Capacità del Canale Gaussiano limitato in banda

I(X;Y) = H(Y)- H(Y/X)

= =

=

x[k]

n[k]~

y[k]

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65

Capacità del Canale Gaussiano limitato in banda

È possibile dimostrare che una sorgente analogica, stazionaria ergodica,

senza memoria, con valore atteso e varianza assegnati, ‘ha la massima

entropia se é gaussiana. Pertanto affinché H (Y) sia massima si ha:

Y~

Ovvero, poiché X e N sono statisticamente, la varianza di y è pari alla

somma delle varianze di X e N, si ha:

Y~

quindi

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66

- ed essendo fC=2w si ha

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67

Teorema della codifica di canale - Canale Ideale

• Teorema: Data una sorgente con entropia H (bit/simbolo) ed un canale

ideale binario di capacità C (bit/s), é possibile codificare i messaggi in modo

da trasmettere attraverso il canale, nell'unità di tempo, un numero di simboli

di sorgente pari a

con ε piccolo a piacere. Non é possibile trasmettere nell'unità di tempo un

numero di simboli della sorgente superiore a (C/H).

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Teorema della codifica di canale - Canale Ideale

Dim.:

condizione di codifica in tempo reale

fS: frequenza dei messaggi della sorgente

E{n}: valore atteso del numero di simboli all'ingresso del canale

corrispondenti a k simboli emessi dalla sorgente

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69

Teorema della codifica di canale - Canale Ideale Per il Io teorema di Shannon,

ovvero tale che

Poiché per un canale binario ideale (L=2)

si ottiene

ovvero

c.d.d.

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70

Teorema della codifica di canale - Caso generale (Shannon 1948)

Teorema: Siano dati una sorgente con entropia H (bit/simbolo) ed un canale

binario di capacità C (bit/s).

• Se fSH<C esiste almeno un codice tale che l'uscita della sorgente possa

essere trasmessa attraverso il canale con un tasso di errore arbitrariamente

piccolo (o equivocazione arbitrariamente piccola).

• Se fSH>C é possibile codificare la sorgente in modo tale che

l'equivocazione sia minore di (fSH - C+ε) con ε piccolo a piacere. Non

esiste nessun codice tale che l'equivocazione sia minore di (fSH - C) .

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Diseguaglianza di Fano

• Dalla precedente trattazione appare che la qualità di un canale può essere

descritta sia facendo riferimento alla probabilità d’errore che

all’equivocazione. Tali grandezze non sono tra loro indipendenti, come

mostrato dalla seguente disuguaglianza di Fano che lega tra loro la

probabilità d’errore e l’equivocazione di un canale discreto senza

memoria.

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• Teorema: dato un canale discreto senza memoria i cui alfabeti di ingresso e

d'uscita A e B hanno lo stesso numero di simboli L e la cui probabilità

d'errore é Pe, vale la diseguaglianza

.

Dim.:

In base alla definizione di equivocazione si ha:

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73

Pertanto

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74

Ricordando che

si ha:

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75

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76

Quindi

.

c.d.d.

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77

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78

RATE DISTORTION THEORY

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QUANTIZZAZIONE Una sorgente analogica presenta, per definizione, una cardinalità dello spazio

di messaggio almeno pari a quella del continuo. Pertanto il ricorso ad una sua

rappresentazione in forma numerica, ad esempio per mezzo di un numero finito

di cifre binarie, richiede l’analisi della bontà dell’approssimazione.

Il primo passo concettuale consiste nell’introduzione di una misura di

distorsione (non negativa) che definisce il costo pagato nel

rappresentare il dato originale x con una sua rappresentazione discreta.

Una volta specificata la funzione di distorsione, il problema di base può essere

formulato in una delle due forme seguenti:

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80

• Data una sorgente caratterizzata da una propria distribuzione ed una classe

di rappresentazioni che utilizzano un numero preassegnato R di bit

con associata distorsione media D(R)

determinare quanto vale il minimo valore di distorsione media D(R)

ottenibile e la rappresentazione che consente di ottenere tale valore.

• Data una sorgente caratterizzata da una propria distribuzione ed una

funzione di distorsione, determinare quanto vale il minimo numero di bit R

necessario per garantire che la distorsione media non superi un livello

preassegnato.

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ξ1 ξ2 ξi-1 ξi ξN-1

Quantizzazione scalare Consideriamo inizialmente il caso della quantizzazione scalare.

L’asse reale è partizionato in

N=2R intervalli

consecutivi, con e

.

Il quantizzatore scalare associa il

valore ad ogni punto

dell’intervallo Vi.

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82

La distorsione media vale pertanto

• L’ottimizzazione della regola di quantizzazione richiede sia la

determinazione dei valori quantizzati, sia l’individuazione della partizione.

• Consideriamo inizialmente, per semplicità, l’ottimizzazione dei valori

quantizzati nel caso in cui la partizione sia fissata ed esaminiamo in

particolare il caso di distorsione quadratica.

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Quantizzazione scalare e distorsione quadratica

Nel caso di funzione di distorsione di tipo quadratico si ha:

Pertanto, per una partizione assegnata il livello di quantizzazione ottimo si

ottiene imponendo l’annullamento di

Da cui si ha

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• Il valore ottimo per un dato intervallo Vi è quindi dato dal valore atteso

condizionato all’evento che il valore osservato cada in tale intervallo.

• Esso si riduce, ad esempio, al punto medio dell’intervallo nel caso in cui la

funzione di densità di probabilità sia costante nell’intervallo Vi.

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85

Quantizzazione scalare Max-Lloyd

L’algoritmo di Max-Lloyd fornisce un procedimento iterativo per la

determinazione del quantizzatore ottimo per un’assegnata funzione di densità

di probabilità nel caso di funzione di distorsione di tipo quadratico.

Si assume che sia disponibile un’approssimazione iniziale

della partizione ottima.

• Tale approssimazione può essere ottenuta ad esempio, suddividendo

l’intervallo di variabilità della grandezza fisica d’interesse in parti uguali.

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86

Algoritmo Max-Lloyd

1. Inizializza k=0

2. Ripeti

a.

b.

c. k=k+1

Sino a quando

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87

QUANTIZZAZIONE: Sorgente con distribuzione uniforme

Si consideri il caso in cui i valori emessi dalla sorgente siano distribuiti

uniformemente nell’intervallo [-A, A], cosicchè

In tal caso, indicato con Qi l’ampiezza dell’i-esimo intervallo, si ha

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88

Con il vincolo

Pertanto, applicando il metodo dei moltiplicatori di Lagrange, posto

si ha

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89

si ha

Il valore del moltiplicatore può essere ottenuto imponendo il vincolo

Da cui segue che

Ovvero la partizione ottima corrisponde a intervalli tutti uguali con ampiezza

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90

E la distorsione complessiva vale

Ovvero, esprimendo la distorsione in dB si ha

Si osserva quindi che in questo caso la distorsione decresce di circa 6 dB per

ogni bit impiegato nel convertitore.

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91

CODIFICA PCM DELLA FONIA (ITU G.711)

La raccomandazione ITU G.711 specifica le modalità secondo le quali deve

essere rappresentato il segnale vocale per servizi di fonia offerti dalle reti

telefoniche pubbliche internazionali.

• Il valore nominale raccomandato per il ritmo di campionamento è di 8000

campioni al secondo con una tolleranza di ± 50 parti per milione (ppm).

• Ogni campione è rappresentato con 8 bit.

• La quantizzazione è non uniforme ed è realizzata come cascata di un

quantizzatore uniforme e di una non linearità per la

compressione/espansione della dinamica.

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• La raccomandazione specifica due non linearità indicate rispettivamente

come legge A e legge µ.

• La legge µ si applica negli USA e in Giappone ed è caratterizzata dalla

seguente espressione analitica

.

Il quantizzatore uniforme impiega 14 bit.

s(t) sPCM[k] Campionatore Fc=8000

Quantizzatore uniforme

a 14 bit

Legge µ

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93

• La legge A si applica in Europa e nel resto del mondo (ad esclusione di

USA e Giappone) ed è caratterizzata dalla seguente espressione analitica

Il quantizzatore uniforme impiega 13 bit.

s(t) sPCM[k] Campionatore

Fc=8000

Quantizzatore uniforme

a 13 bit

Legge A

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94

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95

QUANTIZZAZIONE VETTORIALE

Un quantizzatore vettoriale associa ad ogni vettore dello spazio a k dimensioni

uno fra N possibili vettori C={c1,c2,…,cN} che costituiscono il dizionario

(codebook).

Ad ogni parola di codice ci, è associata la regione di Voronoi i cui punti

soddisfano la condizione

L’insieme delle regioni di Voronoi costituisce una partizione di Rk .

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96

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97

ALGORITMO LBG

Nel 1980, Linde, Buzo, and Gray (LBG) hanno proposto un algoritmo per la

progettazione di un quantizzatore vettoriale a partire da una sequenza di

addestramento (training sequence) il cui impiego consente di evitare le

operazioni di integrazione multidimensionale richieste dall’uso diretto della

funzione di densità di probabilità.

Nel caso ad esempio dei segnali vocali la sequenza di addestramento potrebbe

essere estratta a partire da registrazioni di conversazioni telefoniche tipiche.

Si assume che il numero di casi che costituiscono la sequenza di

addestramento sia sufficientemente grande da poter applicare le leggi dei

grandi numeri e sostituire le medie d’insieme con le medie calcolate sul

numero finito di realizzazioni disponibili.

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98

ALGORITMO LBG

Il problema affrontato da Linde, Buzo, and Gray può essere schematizzato

come segue:

Dato un insieme di M vettori di addestramento T=(x1x2,xM), trovare il dizionario C={c1,c2,…,cN} e la partizione V={V1,V2,…,VN} = tale che la sia minima distorsione media

essendo il vettore del dizionario associato a xm:

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IV. Criteri di ottimalità

Indicato con Sn l’insieme dei vettori di addestramento che cadono in Vn:

se C e V sono soluzioni del problema devono essere soddisfatte le due

condizioni seguenti

Nearest Neighbor Condition:

Centroid Condition:

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IV. Algoritmo

L’algoritmo si compone di tre parti

• Inizializzazione

• Raddoppio degli elementi della partizione tramite suddivisione

• Raffinamento iterativo della partizione

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Inizializzazione

• La partizione iniziale è costituita da un unico elemento coincidente con

Rk.

• Il dizionario ha un solo elemento costituito dal centroide dei vettori della

sequenza di addestramento

N=1

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102

• Raddoppio degli elementi della partizione tramite suddivisione

1. Suddivisione

1. Per i=1,2,…,N

i.

ii.

2. Poni N=2N

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103

• Raffinamento iterativo della partizione

i=0

Ripeti

i. Per m=1,2,…,M

ii. Aggiornamento partizione

iii. Aggiornamento del dizionario

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104

iv. Aggiornamento distorsione

v. i=i+1

sino a quando

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105

VI. Two-Dimensional Animation

VIII. References

1. A. Gersho and R. M. Gray, Vector Quantization and Signal Compression. 2. H. Abut, Vector Quantization. 3. R. M. Gray, ``Vector Quantization,'' IEEE ASSP Magazine, pp. 4--29, April 1984. 4. Y. Linde, A. Buzo, and R. M. Gray, ``An Algorithm for Vector Quantizer Design,'' IEEE Transactions on Communications, pp. 702--710, January 1980.

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106

CODIFICA DI CANALE

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107

Codificatore lineare a blocchi - In un codice lineare a blocchi la sequenza in ingresso viene suddivisa in

blocchi di lunghezza costante k,

- per ogni blocco in ingresso di lunghezza k, il codificatore genera un

blocco di n cifre in uscita combinando linearmente le k cifre del blocco

sorgente

xm1 xm2 … xmk

cm1 cm2 … cmn

x

c

registro d'ingresso

registro d'uscita

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108

Codificatore lineare a blocchi Un codice lineare a blocchi (n,k) e' definito quindi dalla relazione

in cui - Ingresso: - Uscita: - G : Matrice di generazione del codice

Xm Cm

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Codificatore lineare a blocchi Esempio: Il codice di Hamming (7,4)

ingresso Codice Peso Ingresso Codice Peso 0000 0000 000 0 1000 1000 101 3 0001 0001 011 3 1001 1001 110 4 0010 0010 110 3 1010 1010 011 4 0011 0011 101 4 1011 1011 000 3 0100 0100 111 4 1100 1100 010 3 0101 0101 100 3 1101 1101 001 4 0110 0110 001 3 1110 1110 100 4 0111 0111 010 4 1111 1111 111 7

x xm1 xm2 xm4 xm3

cm1 cm2 cm6 c

cm3 cm4 cm5 cm7

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110

Codificatore lineare a blocchi Poiché

Cm=XmG

per ottenere l'uscita del codificatore è sufficiente sommare le righe

corrispondenti agli 1 contenuti nella sequenza d'ingresso

Esempio: Dato il codice di Hamming (7,4) calcolare l'uscita per Xm=[1100]

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111

Codificatore lineare a blocchi

Def.: Peso di Hamming: numero di 1 contenuti in una parola di codice

Def.: distanza di Hamming fra due parole di codice: numero di

posizioni in cui le parole sono diverse.

Def.: distanza minima del codice: minimo delle distanze di Hamming

tra le parole che compongono il codice

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Codici sistematici

Def.: Un codice lineare (n,k) e' detto sistematico se le prime k cifre della

parola di codice sono una replica delle cifre d'ingresso e le rimanenti (n-k)

sono dei controlli di parità sulle k cifre d'informazione, ovvero se la sua

matrice di generazione ha la forma seguente:

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Codici sistematici Proprietà 1. Ogni parola di codice è una somma di righe della matrice

generatrice Proprietà 2. Il codice a blocco è formato da tutte le possibili somme

delle righe della matrice generatrice Proprietà 3. La somma di due parole di codice è ancora una parola di

codice Proprietà 4. La sequenza di tutti zeri è sempre una parola di codice di

un codice a controllo di parità Proprietà 5. La distanza minima di un codice a blocco lineare è il peso

minimo delle sue parole di codice non nulle.

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Codici sistematici Proprietà 6. Da un punto di vista algebrico le k righe della matrice

generatrice costituisco una base del sottospazio costituito

dalle 2k parole di codice

Proprietà 7. La matrice di un codice lineare a blocco può essere ridotta,

tramite operazioni sulle righe e permutazioni sulle

colonne, alla forma sistematica

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Rivelazione e correzione d'errore per i codici a blocco Siano

Cm: parola di codice trasmessa Y: parola di codice ricevuta

In generale Y può essere posto nella forma seguente

Y= Cm+ e

con e: vettore di errore binario arbitrario

Il decodificatore confronta le (n-k) cifre di controllo di parità con il

risultato dei controlli effettuati sulle prime k cifre ricevute.

Viene rivelato un errore quando almeno uno degli (n-k) controlli fallisce.

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Rivelazione e correzione d'errore per i codici a blocco

Def.: Si definisce sindrome il vettore S a (n-k) componenti la cui

componente i-esima vale 1 se il controllo di parità i-esimo è fallito e 0

altrimenti.

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Codice duale di un codice sistematico Dato un codice lineare a blocchi (n, k), ad esso e' associato un codice duale

a blocco (n, n-k) il cui sottospazio costituito dalle 2n-k parole di codice è

ortogonale al sottospazio costituito dalle 2k parole del codice (n,k).

Sia H la matrice di generazione del codice duale. Poiché ogni parola di

codice Cm e' ortogonale ad ogni parola del codice duale, vale la condizione

XmG(ZmH)T =0 ovvero

XmGHT(Zm)T =0 Poiché tale condizione deve valere per ogni Xm e per ogni Zm, si ha

GHT =0

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Matrice di controllo di parità Per un codice sistematico posto

si ha:

ovvero (poiché il segno negativo può essere omesso per codici binari):

H prende il nome di matrice di controllo di parità

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Matrice di controllo di parità Dato il codice di Hamming (7,4)

la matrice di controllo di parità vale

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Matrice di controllo di parità Data la matrice di controllo di parità vale la proprietà:

essendo S la sindrome del vettore d'errore. Infatti

e quindi YHT è un vettore la cui componente i-esima vale 0 solo se il risultato del controllo di parità i-esimo coincide con la (k+i)-esima cifra ricevuta

Inoltre S=YHT= CmHT+ eHT=eHT

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Rivelazione e correzione dell'errore

La sindrome associata ad una sequenza Y è un vettore nullo se e solo se Y è

una parola di codice

Il decodificatore può rivelare tutti gli errori del canale che non siano parole

di codice

Data una parola di codice esistono 2k diverse sequenze che danno la stessa

sindrome

La sola sindrome non consente di determinare quindi quale sequenza

di errore si sia verificata

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Rivelazione e correzione dell'errore per canali binari simmetrici Per un canale binario simmetrico si ha

in cui di è la distanza di Hamming tra Y e la i-esima parola di codice C(i).

Quindi, date due parole di codice C(i) e C(h) , per il logaritmo del rapporto

di verosimiglianza si ha

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Rivelazione e correzione dell'errore per canali binari simmetrici Pertanto, poiché per funzione di costo uniforme e simboli equiprobabili si

ha

se p>1/2 la verifica del rapporto di verosimiglianza porta a scegliere, tra le

due ipotesi, quella a cui corrisponde la minima distanza di Hamming (se

p<1/2 viene selezionata l'ipotesi a cui corrisponde la massima distanza di

Hamming)

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Rivelazione e correzione dell'errore per canali binari simmetrici

Posto

Y= C(i)+ e(i)

la distanza di hamming di tra Ye C(i) è pari al peso dell'errore e(i)

pertanto se p>1/2 la regola di decisione ottima associa selezionata

la parola di codice corrispondente all'errore di peso minimo.

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Rivelazione e correzione d'errore per i codici a blocco TEOREMA

Un codice a blocco lineare (n,k) con distanza minima dmin può correggere

tutti i vettori d'errore che non contengano più di

errori. Tale codice è detto a correzione di t errori.

Dim.: la regola di decisione ottima fa corrispondere una data parola di codice a tutte le sequenze ricevibili che sono più vicine ad essa piuttosto che ad una delle altre parole di codice. Un vettore d'errore con non più di

errori genera una sequenza ricevuta che cade all'interno della regione corretta.pertanto la correzione dell'errore è possibile

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Rivelazione e correzione d'errore per i codici a blocco Poiché dato un codice ed una parola ricevibile è possibile calcolare la

parola di codice più vicina, l'uso diretto dell'algoritmo di decodifica a

distanza minima richiede la memorizzazione di una tavola con 2n ingressi

dmin errori corretti

errori rilevati

2 0 1 3 1 2 4 1 3 5 2 4 6 2 5 7 3 6

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127

Rivelazione e correzione d'errore per i codici a blocco Un approccio più efficiente consiste nell'associare ad ogni sindrome il

vettore d'errore di peso minimo che possa produrre la sindrome osservata.

Aggiungendo ad una parola di codice una parola non di codice la

somma ha la stessa sindrome della parola non di codice

S= CmHT+ eHT=eHT

Per ogni sindrome S esistono 2k parole di codice che la generano, che

prendono il nome di coinsieme

L'elemento del coinsieme di peso minimo prende il nome di

rappresentante del coinsieme

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Schieramento standard dato il codice (6,3) associato alla matrice

a cui corrisponde

ad esso è associato lo schieramento standard

sindrome Codice 000 000000 100111 010110 001101 110001 101010 011011 111100 111 100000 000111 110110 101101 010001 001010 111011 011100 110 010000 110111 000110 011101 100001 111010 001011 101100 101 001000 101111 011110 000101 111001 100010 010011 110100 100 000100 100011 010010 001001 110101 101110 011111 111000 010 000010 100101 010100 001111 110011 101000 011001 111110 001 000001 100110 010111 001100 110000 101011 011010 111101 011 000011 100111 010101 001110 110010 101001 011000 111111

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Schieramento standard la prima riga dello schieramento standard è costituita dalle 2k parole di

codice riordinate per peso crescente da sinistra verso destra

le successive righe sono costituite dagli altri coinsiemi

per ciascuna riga, a sinistra si scrive il rappresentante di coinsieme

le altre parole si ottengono sommando a ciascuna parola di codice della

prima riga, il rappresentante di coinsieme

a margine di ciascuna riga si annota inoltre la sindrome corrispondente

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Algoritmo per la correzione degli errori FUORI LINEA

costruzione della tabella di decodifica a 2n-k ingressi corrispondenti alle diverse

sindromi contenente

(sindrome, rappresentante di coinsieme)

ovvero

(Si,ei), i=1,…,2 n-k

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Algoritmo per la correzione degli errori IN LINEA

1. calcolo della sindrome S della sequenza ricevuta

2. ricerca nella teballa di decodifica della riga corrispondente

3. stima della sequenza trasmessa come

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Algoritmo per la correzione degli errori Dato il codice di Hamming (7,4) si ha

Sindrome Rappresentante di coinsieme

cifra errata

000 0000000 Nessuna 001 0000001 7 010 0000010 6 011 0001000 4 100 0000100 5 101 1000000 1 110 0010000 3 111 0100000 2

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Algoritmo per la correzione degli errori pertanto se Y=(1101010) si ha

il rappresentante di coinsieme è [0 0 0 1 0 0 0] e quindi

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Codici Convoluzionali

Un codificatore binario convoluzionale (n, k) con lunghezza di vincolo N è un sistema a memoria finita che genera n cifre binarie per ogni k cifre di messaggio presentate al suo ingresso.

Può essere pensato come una macchina sequenziale costituita da un registro a scorrimento a Nk posizioni, suddivise in N stadi di k elementi, un circuito combinatorio di uscita e un convertitore parallelo serie.

1 2 … k 1 2 … k 1 2 … k

1 2 … … … … … n

Nk elementi

Xm

Zm

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135

Codici Convoluzionali

Il diagramma di connessione tra le celle del registro a scorrimento ed i

sommatori modulo-2 è specificato dall'insieme dei coefficienti

Tali coefficienti possono essere riorganizzati in N sottomatrici G1, G2, …,

GN, che descrivono le connessioni del i-esimo stadio del registro a

scorrimento con le n celle del registro di uscita.

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136

Codici Convoluzionali

Diagramma a traliccio Diagramma degli stati di un codice (3,1)

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Decodifica a massima verosimiglianza Si indichino con St lo stato del codificatore convoluzionale, con St∈{0,1,…,M-1}, con M=2Nk, e con Xt l’uscita del sistema nell’istante t. Si indichi inoltre con

la successione degli stati dall’istante t, all’istante t’, e con

la successione delle uscite dall’istante t, all’istante t’.

Nel seguito, per semplicità e compattezza, si assume che l’ingresso del codificatore

convoluzionale sia costituito dall’uscita di un codificatore (di sorgente) entropico, cosicché i

simboli binari in ingresso possano essere considerati statisticamente indipendenti, identicamente

distribuiti ed equiprobabili.

La sorgente parte dallo stato iniziale S0=0 e ritorna nello stesso stato all’istante finale τ.

Si assume infine che il canale di comunicazione sia un canale senza memoria per cui la

probabilità condizionata della successione ricevuta dal ricevitore

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138

vale

.

L’obiettivo è quello di calcolare la successione degli stati tale che

A tal fine si osservi che

Qer90Poichè il sistema è markoviano, se lo stato Sτ−1 è noto gli eventi che si producono dopo

l’istante τ-1 non dipendono dalle uscite del sistema sino all’istante τ-1. Pertanto

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139

e quindi

Ovvero riapplicando iterativamente la procedura si ha

Data una sequenza ricevuta di lunghezza τn, a cui corrisponde un

cammino di lunghezza τ sul traliccio, sia

: la sequenza di n cifre binarie (uscita del codificatore) relativa al

cammino r-esimo del traliccio che congiunge gli stati Sl e Sl+1 .

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140

il decodificatore ottimo a massima verosimiglianza deve scegliere il

cammino del traliccio per il quale risulti massima la probabilità condizionata

, ovvero il suo logaritmo.

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141

Decodifica a massima verosimiglianza

Considerato che

Ciascuno dei 2kN stati in cui si può trovare il sistema ammette solo 2k possibili successori. Pertanto, indicato con T(m) l’insieme dei successori dello stato m-esimo, nel caso in cui la sequenza in ingresso al codificatore convoluzionale sia una sequenza i.i.d. binaria con simboli equiprobabili, la probabilita’ di transizione vale:

Conseguentemente, all’istante t sono possibili solo 2(k+1)N transizioni. Nel seguito indicheremo con r l’indice che identifica le transizioni ammissibili e con l’uscita corrispondente.

Pertanto il decodificatore ottimo deve trovare il cammino per il quale

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142

Ovvero per cui

In particolare, indicando con la distanza di Hamming tra le due sequenze

e , per un canale binario simmetrico con probabilità di rivelazione corretta p

si ha

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143

Decodifica a massima verosimiglianza

quindi, tralasciando le costanti non essenziali il problema si riduce alla

ricerca del cammino che rende minimo

Come era intuitivo, la decodifica a massa verosimiglianza richiede la

minimizzazione della distanza di Hamming fra la sequenza ricevuta ed il

cammino scelto nel traliccio del codice.

Per la ricerca del minimo di tale funzionale può essere impiegato l'algoritmo

di Viterbi (1969), essendo la metrica di ogni ramo la distanza di Hamming tra

le sequenze binarie.

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144

Algoritmo di Viterbi (1969) Denotiamo ciascuno degli M=2k stati con il numero d'ordine corrispondente

1. Passo:

1.1. Il decodificatore considera tutti gli MN relativi ai primi N rami del

traliccio e computa le funzioni , ovvero

• nel caso di decisione soft: ,

• nel caso di decisione hard: le distanze di Hamming

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Algoritmo di Viterbi (1969) 1.2. Per ciascuna delle sottosequenze di stati si

seleziona tra gli M cammini:

……..

quello per cui il funzionale è minimo.

Tale cammino prende il nome di superstite relativo alla sottosequenza

.

Si avranno pertanto, al termine del 1^ passo, MN-1 superstiti. Per

ciascuno di essi viene memorizzata la metrica corrispondente.

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146

Algoritmo di Viterbi (1969) 2. passo

2.1. Per ciascun superstite del passo 1^ vengono calcolate le M metriche relative ai rami del traliccio divergenti dal nodo e vengono sommate alla metrica corrispondente al superstite. Ciò produce MN funzioni relative agli MN cammini di lunghezza N+1.

2.2. Il decodificatore compara le funzioni in gruppi di M, eseguendo i confronti su sottinsiemi di cammini del tipo

………..

in cui corrisponde al primo ramo del superstite selezionato al passo

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147

2.3. Di nuovo vengono conservati solo i superstiti degli MN-1 sottinsiemi ed i

rimanenti vengono scartati.

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Algoritmo di Viterbi (1969) j. passo

j.1 Per ciascun superstite del passo j-1 vengono calcolate le M metriche

relative ai rami del traliccio divergenti dal nodo e vengono

sommate alla metrica corrispondente al superstite. Ciò produce MN

funzioni relative agli MN cammini di lunghezza N+1.

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149

Turbocodici - Calcolo della Probabilità A Posteriori (APP) Si consideri una sorgente di Markov a tempo discreto con un numero finito di stati. Si indichino con St lo stato della sorgente, con St∈{0,1,…,M-1}, e con Xt l’uscita del sistema nell’istante t. Si indichi inoltre con

la successione degli stati dall’istante t, all’istante t’, e con

la successione delle uscite dall’istante t, all’istante t’.

La sorgente di Markov sia caratterizzata dalle seguenti probabilità di transizione

E dalle seguenti probabilità condizionate delle uscite:

Infine la sorgente parte dallo stato iniziale S0=0 e ritorna nello stesso stato all’istante finale τ.

Si assume infine che il canale di comunicazione sia un canale senza memoria per cui la probabilità

condizionata della successione ricevuta dal ricevitore

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150

vale

.

L’obiettivo è quello di calcolare le probabilità congiunte

Infatti, una volta note tali probabilità è possibile calcolare le probabilità condizionate:

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151

A tal fine, posto

Si osservi che per λt(m) si ha

Poichè il sistema è markoviano, se lo stato St è noto gli eventi che si producono dopo l’istante t non

dipendono dalle uscite del sistema sino all’istante t. Pertanto

Similmente:

e sempre per la markovianità si ha:

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152

Conseguentemente

Inoltre, sempre per la markovianità si ha:

con condizioni al contorno

Inoltre

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153

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Algoritmo AAP 1. Inizializzazione

a.

b.

2. Per ogni t=1,…,τ, ricevuto Yt, si calcola

a.

b.

3. Per ogni t=τ−1…,1, ricevuto Yt, si calcola

a.

4. Per ogni t=1,…,τ si calcola

a. Si calcolano i valori

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b. Si normalizzano le probabilità per ottenere le probabilità condizionate

c. Si calcolano i valori

d. Si normalizzano le probabilità per ottenere le probabilità condizionate

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156

Codici punturati

L’operazione di punturazione consiste nell’eliminazione selettiva di alcuni

caratteri della sequenza prodotta in uscita da un codificatore convoluzionale

ordinario, secondo una legge (periodica) nota sia al codificatore che al

decodificatore.

L’obiettivo è quello di generare un codice caratterizzato da un tasso elevato a

partire da un codice a tasso basso e di ridotta complessità computazionale.

Generazione di un codice punturato con tasso ¾ a partire da un codice con tasso 1/3

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Punturazione

a

b

c

d

00

00

01

11 01

10

10

10

0

0

1 0

1

1

1

0

0

0

1 0

1

1

1

0

0

1 0

1

1

1

0 0 00

00

01

11 01

10

10

10

0

0

1 0

1

1

1

0

0

0

1 0

1

1

1

0

0

1 0

1

1

1

0 0 00

00

01

11 01

10

10

10