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La sicurezza nel laboratorio chimico Laboratorio di Chimica Analitica I (Qualitativa) Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali (Dipartimento di Chimica) A cura della dott.ssa Patrizia Foglia Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Dipartimento di Chimica Laboratorio di Chimica Analitica I (Qualitativa) piano terra - Edificio Cannizzaro (CU014) Piazzale Aldo Moro n. 5, 00185 Roma

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La sicurezza nel laboratorio chimico Laboratorio di Chimica Analitica I (Qualitativa)

Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali (Dipartimento di Chimica)

A cura della dott.ssa Patrizia Foglia

Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Dipartimento di Chimica Laboratorio di Chimica Analitica I (Qualitativa) piano terra - Edificio Cannizzaro (CU014) Piazzale Aldo Moro n. 5, 00185 Roma

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Queste note vogliono avere la funzione di informare dei pericoli che si possono incontrare

durante le esperienze di laboratorio e delle cautele che devono mettere in atto.

Altra funzione è quella di sollecitare a una costante attitudine verso la sicurezza, da praticare

in tutti i laboratori che frequenterete nel corso del vostro curriculum accademico, in seguito

nella vostra attività lavorativa e, anche, nella vita quotidiana.

La conoscenza dei pericoli potenziali è della massima importanza per rendere minimi i rischi

che l’operatore corre. Non bisogna dimenticare che un incidente grave è sempre irreversibile:

non ci sarà una seconda occasione!

Le norme e le prescrizioni esposte sono esclusivamente di carattere generale, possono quindi

variare e/o richiedere integrazioni in ogni singolo laboratorio o per metodiche di laboratorio

particolari.

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Sommario Procedura per le segnalazioni di emergenza ...................................................................... 2

Tutela della salute e sicurezza dei lavoratori nelle università e negli istituti di istruzione universitaria .............................................................................................................. 3

Accesso al laboratorio .................................................................................................. 4

Basilari norme di comportamento in laboratorio ................................................................. 6

La segnaletica di sicurezza ............................................................................................ 9

Dispositivi di protezione individuale (DPI) e collettiva (DPC) ................................................ 10

Conoscenza delle caratteristiche del prodotto chimico impiegato ......................................... 11

Pericolosità e tossicità delle sostanze chimiche: dove trovare le informazioni ......................... 12

Smaltimento (rifiuti e scarti del laboratorio) .................................................................... 17

Cenni su elementari precauzioni e procedure di pronto soccorso .......................................... 21

Altre informazioni ..................................................................................................... 24

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Procedura per le segnalazioni di emergenza

Il laboratorio didattico di Chimica Analitica I (Qualitativa) del Dipartimento di Chimica è situato al piano terra dell’edificio Cannizzaro (CU014). In caso di emergenza sono a disposizione alcuni numeri telefonici di soccorso che possono essere chiamati segnalando con chiarezza: 1. nome e cognome e, possibilmente, numero telefonico da cui si effettua la chiamata; 2. luogo dell’evento (nome della struttura universitaria, indirizzo esatto, edificio, piano

ed eventualmente identificativo del locale in emergenza); 3. natura dell’evento che determina l’emergenza (incendio, scoppio, fuga di gas, ecc.); 4. eventuale presenza di infortunati ed eventuale necessità di urgente intervento

medico. È bene non interrompere la comunicazione fino a quando il ricevente non avrà confermato il messaggio e/o ripetuto il luogo dell’incidente.

I numeri di emergenza interni all’Ateneo sono:

8108 da telefoni fissi 800 811 192 da telefoni fissi e mobili 06 49694233 da telefoni mobili

I numeri di soccorso esterni sono:

112 Carabinieri 113 Polizia 115 Vigili del fuoco 118 Soccorso emergenza sanitaria 06 4997 8000 Centro antiveleni (Pol. Umberto I) 06 3054343 Centro antiveleni (Pol. Gemelli)

Per qualsiasi esigenza o problematica inerente la sicurezza è possibile contattare il personale di vigilanza, 24 ore su 24, presso la Sala Regia di Ateneo al numero 0649694231 (34231).

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Tutela della salute e sicurezza dei lavoratori nelle università e negli istituti di istruzione universitaria

Il Decreto Ministeriale n. 363 del 05/08/19981, al fine di garantire una migliore tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nelle università e negli istituti di istruzione universitaria, stabilisce che sono da considerarsi laboratori tutti “i luoghi o gli ambienti in cui si svolgono attività didattica, di ricerca o di servizio che comportano l'uso di macchine, di apparecchi ed attrezzature di lavoro, di impianti, di prototipi o di altri mezzi tecnici, ovvero di agenti chimici, fisici o biologici […]. I laboratori si distinguono in laboratori di didattica, di ricerca, di servizio, sulla base delle attività svolte e, per ognuno di essi, considerata l'entità del rischio, vengono individuate specifiche misure di prevenzione e protezione, tanto per il loro normale funzionamento che in caso di emergenza, e misure di sorveglianza sanitaria”. Oltre al personale docente, tecnico e amministrativo dipendente dell'università, è da intendersi lavoratore “anche quello non organicamente strutturato e quello degli enti convenzionati, sia pubblici che privati, che svolge l'attività presso le strutture dell'università […], nonché gli studenti dei corsi universitari, i dottorandi, gli specializzandi, i tirocinanti, i borsisti ed i soggetti ad essi equiparati, quando frequentino laboratori didattici, di ricerca o di servizio e, in ragione dell'attività specificamente svolta, siano esposti a rischi individuati nel documento di valutazione” (art. 2, com. 4, del suddetto D.M.) Ai fini della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, tutti i soggetti sopra indicati devono ricevere un’adeguata formazione ed essere parimenti informati su tutti i possibili rischi derivanti dallo svolgimento dell’attività lavorativa e sulle misure di prevenzione e protezione da adottare al fine di eliminare o ridurre qualsiasi rischio per la salute umana. Diversamente non potranno essere autorizzati all’accesso in laboratorio.

1 Regolamento recante norme per l'individuazione delle particolari esigenze delle università e degli istituti di istruzione universitaria ai fini delle norme contenute nel decreto legislativo 19 settembre 1994 n. 626 e successive modificazioni ed integrazioni.

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Accesso al laboratorio L’accesso al laboratorio è consentito soltanto al personale autorizzato e adeguatamente formato. Possono accedere al laboratorio didattico solo gli studenti regolarmente iscritti (per motivi assicurativi) e solo in presenza del personale di laboratorio. Qualsiasi attività svolta dallo studente nel laboratorio didattico deve avvenire sempre e solo in presenza del personale del laboratorio ovvero del responsabile dell’attività didattica e/o del docente dell’insegnamento seguito e/o del personale di sostegno. Le donne in gravidanza o durante l’allattamento devono informare del loro stato il responsabile del laboratorio per assicurarsi dell’assenza di eventuali rischi per loro, per il feto o per il bambino (in laboratorio o nelle procedure che debbono essere seguite nell’esercitazione didattica). È indispensabile evitare sempre l’eccessivo affollamento nelle varie zone del laboratorio.

L’accesso al laboratorio è inoltre consentito solo dopo aver sottoscritto e consegnato i seguenti moduli: • Attestato di avvenuta informazione, formazione e addestramento sulla

sicurezza e salute sul luogo di lavoro; • Registro di dotazione dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI).

Accedendo al laboratorio, si deve anzitutto:

• Prendere visione delle procedure di emergenza; • individuare le vie di esodo e il punto di raccolta esterno; • individuare la collocazione di: uscite di sicurezza, docce d’emergenza, lavaggi oculari,

cassetta di pronto soccorso, estintori, telefono con l’elenco dei numeri utili; • Individuare nel laboratorio dove sono riposti il kit di emergenza ed i materiali

adsorbenti; • essere stati informati circa i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) a disposizione

del laboratorio e sul loro corretto modo di utilizzo; • essere stati informati su eventuali lavorazioni che espongano a rischi particolari; • essere stati informati riguardo il corretto metodo di raccolta e smaltimento dei rifiuti

prodotti in laboratorio. • osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal responsabile del laboratorio

(personale docente e/o tecnico) ai fini della protezione collettiva ed individuale; • essere informati di dove sono conservate le schede di sicurezza (SDS) delle sostanze

chimiche e dei preparati, ai fini di una rapida e facile consultazione.

È altresì sempre necessario:

• indossare il camice da laboratorio e usufruire di tutti i DPI appropriati per ogni tipo di rischio a seconda dell’attività svolta, impiegandoli correttamente e avendone cura (non lasciare i DPI incustoditi dopo l’uso, ma riporli lontano da fonti di contaminazione)

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• lavorare con l’ausilio di Dispositivi di Protezione Collettiva (dove previsti). Eseguire sotto la cappa di aspirazione tutte le operazioni che comportano l’uso o lo sviluppo di gas tossici o, comunque, pericolosi;

• utilizzare la strumentazione unicamente per lo scopo per cui è stata progettata; in caso di cattivo funzionamento rivolgersi al personale presente in laboratorio;

• ridurre al minimo i rischi durante le operazioni sperimentali: non fare mai manovre o azioni azzardate. Nel dubbio, è sempre meglio chiedere!

• avere massima cura e attenzione: non sono ammessi giochi, scherzi o attività non previste;

• segnalare immediatamente al dirigente o al preposto le deficienze delle attrezzature di lavoro, dei dispositivi di protezione individuale e dei dispositivi di sicurezza

• segnalare immediatamente al dirigente o al preposto qualsiasi eventuale condizione di pericolo di cui si venga a conoscenza;

• non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non siano di propria competenza o che possano compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori;

• non ostruire le attrezzature antincendio e di soccorso, non ostruire né bloccare le uscite d'emergenza.

• non tenere nelle tasche forbici, provette di vetro o altro materiale tagliente o contundente.

• tenere i capelli raccolti, se il caso; • non indossare calzature aperte; • rispettare il divieto di fumare, bere, mangiare o utilizzare cosmetici.

I capelli lunghi devono essere tenuti legati, per evitare contaminazioni e incidenti con eventuali fiamme libere. È bene anche non indossare accessori come foulard, cravatte, sciarpe, collane, bracciali dotati di ciondoli, ecc. che potrebbero ostacolare il corretto lavoro di laboratorio o impigliarsi e determinare incidenti con fiamme libere.

In laboratorio si devono indossare scarpe adatte. Calzature aperte che lasciano scoperte le dita dei piedi non offrono una protezione sufficiente contro il versamento di composti chimici o il pericolo dei vetri rotti. Zoccoli e scarpe pantofola, senza suola antiscivolo, possono essere pericolosi in caso di fuga.

All’interno del laboratorio è bene evitare di portare le mani alla bocca (e agli occhi) e comunque il contatto della bocca con qualsiasi materiale oggetto della lavorazione. Inoltre, è vivamente consigliato lavare le mani frequentemente. La rottura accidentale di qualsiasi oggetto non comporta oneri per gli studenti. In tale eventualità, si avvisi chi di dovere affinché l'oggetto in questione sia rapidamente sostituito, o riparato.

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Basilari norme di comportamento in laboratorio In laboratorio è rigorosamente vietato: • fumare; • mangiare, bere e introdurre o lasciare cibi o bevande; • usare walkman o altri dispositivi che possano impedire di sentire i richiami o ridurre

l’attenzione; • gettare prodotti chimici (puri o in miscela), vetreria rotta o monouso nel lavandino e/o

nei rifiuti comuni (cestini) o nei cestini per la carta: tale tipo di rifiuti deve essere smaltito secondo le norme in vigore e raccolti negli appositi contenitori predisposti in laboratorio (area di deposito temporaneo dei rifiuti di laboratorio). Le indicazioni di smaltimento sono dettagliate in un paragrafo dedicato;

• miscelare i rifiuti se non per categorie analoghe e, comunque, è vietato miscelare i rifiuti pericolosi con quelli non pericolosi (art. 9 D.Lgs n. 22/1997);

• assaggiare i prodotti chimici e aspirare liquidi usando la pipetta con la bocca.

È buona norma seguire le seguenti attenzioni:

• Non toccare con le mani i reattivi. Usare sempre un attrezzo opportuno (spatole, bacchette di vetro, ecc.). Molte sostanze possono essere assorbite attraverso la pelle o risultare irritanti. In caso di contaminazione (o di sospetta contaminazione) lavarsi le mani accuratamente. Questo semplice accorgimento evita conseguenze, anche gravi, nel caso in cui le mani siano portate alla bocca o agli occhi.

• Non guardare o annusare direttamente dentro provette, beute o contenitori con collo stretto, né forzare la vetreria, tappi o connessioni smerigliate bloccate, non orientare mai i recipienti verso di sé o verso le altre persone;

• I reattivi che si trovano sotto cappa devono essere lasciati dove sono e mai portati sui banchi di lavoro. Tutti i reattivi che si trovano sotto cappa, sono in genere pericolosi.

• Bisogna lavorare sotto la cappa aspirante quando si utilizzano sostanze tossiche e/o solventi volatili. Così si evita di respirare sostanze tossiche e si eliminano i vapori infiammabili;

• Mantenere sempre perfettamente chiusi tutti i contenitori con prodotti chimici. • Non toccare le maniglie delle porte e altri oggetti del laboratorio con i guanti con cui si

sono maneggiate sostanze chimiche. È assolutamente vietato mantenere indossati i guanti fuori dai laboratori.

• È necessario prestare particolare cura nel preparare e nell’impiegare sempre i quantitativi minimi necessari di sostanze e preparati, per evitare sprechi, rischi maggiori per chi lavora e inquinamento non necessario dell’ambiente. I reagenti chimici hanno un costo (anche di smaltimento) quindi bisogna EVITARNE LO SPRECO INUTILE. Prelevare i prodotti dai loro contenitori nelle quantità strettamente necessarie, usando una spatola (ben pulita) per i solidi, le pipette predisposte per i liquidi.

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• Usare contagocce o pipette per i liquidi e cucchiaini o spatole per i solidi. Evitare di mescolare fra loro casualmente sostanze diverse, evitare comunque di mescolare fra loro sostanze diverse se non certi della loro compatibilità (in caso di dubbio consultare prima le schede tecniche di sicurezza);

• È indispensabile non utilizzare una stessa spatola o pipetta per il prelievo di reagenti diversi (che determinerebbe un inquinamento incrociato degli stessi). Non inquinare i prodotti con altre sostanze e, in caso di dispersione di un prodotto, procedere al recupero e alla pulizia in modo opportuno2.

• Pulire immediatamente i versamenti accidentali; se il quantitativo e/o la natura del prodotto versato lo richiedono, si faccia prontamente ricorso agli appositi materiali assorbenti di cui il laboratorio è dotato.

• Per i travasi da bottiglie grandi a recipienti più piccoli, servirsi di recipienti di dimensioni intermedie (cilindri, becher, ecc.) ed eventualmente di un imbuto.

• I reagenti residui o prelevati in eccesso non devono mai essere rimessi nella loro bottiglia originale (ma devono essere versati nell'adatta tanica di smaltimento sita nell’area deposito temporaneo dei rifiuti di laboratorio).

• Non travasare reagenti chimici direttamente dal loro contenitore a un recipiente appoggiato sul piatto della bilancia.

• Non aggiungere mai acqua ad acidi concentrati. Il calore generato può causare schizzi di acido concentrato caldo (estremamente pericolosi per gli occhi e la pelle). La diluizione degli acidi concentrati (in particolare dell’acido solforico3) deve sempre essere eseguita AGGIUNGENDO L’ACIDO LENTAMENTE E SOTTO AGITAZIONE ALL’ACQUA E NON VICEVERSA! Allo stesso modo, non aggiungere, ad esempio, idrossido di sodio o di potassio solidi a piccole quantità d’acqua;

• Tutta la vetreria utilizzata deve essere pulita (lavata con detergente e scovolini, abbondantemente sciacquata) e lasciata asciugare, in ordine, sul proprio banco di lavoro prima di riporla nei cassetti e/o armadietti

• Rimuovere prontamente vetreria e attrezzature quando non servono più. Smaltire appropriatamente la vetreria danneggiata;

• Al termine di ogni esperienza, lasciare le attrezzature in dotazione al laboratorio (bilance, centrifughe, ecc.) e gli oggetti utilizzati in ordine e puliti.

2 Eventuali acidi o basi versati inavvertitamente sul banco di lavoro devono essere puliti subito. Se necessario gli acidi possono essere neutralizzati con bicarbonato di sodio e gli alcali con acido cloridrico diluito o acido borico. 3 La diluizione dell’acido solforico in acqua (come anche la dissoluzione in acqua dell’idrossido di sodio – soda- o di potassio – potassa – solidi) è fortemente esotermica, cioè sviluppa una grande quantità di calore molto velocemente. Il calore che si libera aggiungendo acqua ad acido solforico è tale da portare la miscela a ebollizione violenta e locale. L’acido solforico concentrato in queste condizioni è, oltre che un acido molto forte, un buon ossidante e un fortissimo disidratante. Infatti esso è in grado di carbonizzare molte sostanze organiche (comprese le proteine della pelle) sottraendovi acqua.

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• Gli strumenti collegati alla corrente elettrica non devono essere toccati con le mani bagnate, né devono essere toccati contemporaneamente due strumenti elettrici o uno strumento elettrico e una sovrastruttura metallica (termosifoni, tubazioni, ringhiere, etc.). L’integrità del cavo di alimentazione delle apparecchiature elettriche deve essere controllata prima dell’inserimento nella presa di alimentazione alla rete elettrica.

Gli indumenti personali da esterno, quali giacche, borse, eventuali ombrelli e altri materiali non necessari per il lavoro in laboratorio devono sempre essere appesi agli attaccapanni o inseriti negli armadietti sotto i banchi di lavoro. Non devono mai essere lasciati sul pavimento, non devono ingombrare i corridoi, il luogo dove sono gli estintori e in generale le vie di fuga. In caso d’emergenza potrebbe essere necessario evacuare velocemente i locali, per cui è indispensabile non ingombrare i passaggi, le porte e le zone che ospitano i mezzi antincendio o di primo intervento (docce oculari, docce, ecc.).

Tenere sempre pulita e in ordine l’area di lavoro (la porzione di banco sulla quale si lavora, ma anche le bilance, l’area temporanea di smaltimento rifiuti, gli strumenti, le cappe di aspirazione, i lavandini, ecc.). Postazioni di lavoro disordinate offrono maggiori possibilità di incidenti4.

Le procedure sperimentali da seguire sono descritte nei fogli di lavoro delle singole esperienze ed è indispensabile che ogni reazione o manipolazione sia letta e compresa prima di iniziare il lavoro e condotta con prudenza. In caso di dubbio o incertezza sulla procedura sperimentale da seguire, chiedere consiglio o aiuto al docente dell’insegnamento seguito, e/o al responsabile di laboratorio, e/o al personale di sostegno. Non prendere iniziative alternative alle procedure sperimentali descritte nei fogli di lavoro;

NB. Prima di lasciare il laboratorio, lavarsi accuratamente le mani5.

4 Qualsiasi apparecchio, strumento o materiale che sia superfluo per l’attività svolta, oltre ad essere da intralcio, può condurre più facilmente ad incidenti.

5 Fare attenzione a non toccare viso, bocca e occhi con le mani non lavate

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La segnaletica di sicurezza La segnaletica di sicurezza e uno strumento basato sull’immediatezza del messaggio visivo che trasmette informazioni riferite a specifiche situazioni lavorative. La trasmissione dei messaggi viene affidata alla forma, ai colori e al significato dei segnali e la loro classificazione e determinata dalla combinazione di questi elementi.

L’utilizzo della segnaletica rientra tra le misure generali di prevenzione per ottimizzare il livello di sicurezza dei luoghi di lavoro.

Alcuni esempi di segnali di sicurezza, di ricorrente impiego, divisi per classificazione

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Dispositivi di protezione individuale (DPI) e collettiva (DPC) I Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) rappresentano una risorsa indispensabile e obbligatoria in tutti quei casi ove non sia possibile evitare o ridurre in modo adeguato i rischi lavorativi con misure tecniche di prevenzione, con sistemi di protezione collettiva o con una differente organizzazione del lavoro. Nella manipolazione di sostanze pericolose sono fondamentali due tipologie di DPI: una per la protezione della cute (nel caso di agenti chimici che possono determinare un pericolo per l’utilizzatore o essere assorbiti tramite essa) e una per la protezione delle vie respiratorie (nel caso di agenti chimici, respirabili, dannosi per l’apparato respiratorio). In ogni caso, la caratteristica principale che i DPI devono rispettare consiste nella capacità di “resistere adeguatamente all’azione dello specifico agente chimico il quale deve essere valutato nelle condizioni d’uso (concentrazione, temperatura, condizioni di operatività, ecc.)”. I DPI necessari per operare nel Laboratorio di Chimica Analitica I sono:

• camice da laboratorio con maniche lunghe; • guanti in lattice o nitrile monouso; • occhiali di sicurezza per agenti chimici;

In laboratorio è indispensabile indossare sempre un camice in fibra di cotone e di colore bianco (in modo tale da identificare subito eventuali sostanze aggressive cadute su esso), gli occhiali di protezione (è consigliabile evitare le lenti a contatto che non offrono protezione dagli urti e possono aggravare le conseguenze di schizzi di sostanze corrosive o dare eccessivo fastidio per la presenza di vapori irritanti)6, i guanti7 (nel materiale idoneo alle sostanze da maneggiare o alle operazioni da eseguire)8 e, quando necessario, la mascherina per le polveri e/o per i solventi ed eventuali altri dispositivi di protezione individuale. È opportuno precisare che il camice è personale (fornito dallo stesso studente) e deve essere sempre portato con sé in laboratorio, i guanti, se non diversamente indicato, devono essere portati dagli studenti nella taglia più adeguata alle dimensioni delle proprie mani. Gli occhiali di protezione sono a disposizione degli studenti in laboratorio e, come regola igienica e di rispetto reciproco, debbono essere lavati accuratamente, con poco sapone, dallo studente che li ha utilizzati alla fine di ogni sessione di laboratorio.

6 Se gli occhi entrano in contatto con qualche sostanza, lavarli subito con abbondante acqua per almeno una decina di minuti, rivolgendo se possibile la canna dell’acqua verso l’alto, mantenendo le palpebre aperte. Se necessario utilizzare la doccia oculare. Più avanti sono riportate alcune semplici procedure di emergenza. 7 Guanti usa e getta in lattice o in polietilene sono adatti per maneggiare soluzioni acquose e alcune sostanze solide ma sono permeabili a molti liquidi organici e non adatti per l’uso ad alte temperature. Se i guanti sono danneggiati facilitano ulteriormente il contatto dell’operatore con la sostanza chimica che si sta utilizzando, quindi appena si nota un cambiamento di colore o un deterioramento dei guanti bisogna sostituirli. 8 Se la pelle entra in contatto con sostanze irritanti lavarla abbondantemente con acqua corrente. Se la parte colpita è vasta, andare sotto la doccia e poi togliere gli indumenti contaminati. Più avanti sono riportate alcune semplici procedure di emergenza.

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Per Dispositivi di Protezione Collettiva (DPC) in laboratorio si intendono, invece, i sistemi che, intervenendo direttamente sulla fonte inquinante, riducono o eliminano il rischio di esposizione del lavoratore e la contaminazione dell’ambiente di lavoro. Nel particolare le cappe chimiche consentono la rimozione degli agenti nocivi mediante aspirazione forzata. Conoscenza delle caratteristiche del prodotto chimico impiegato La conoscenza delle caratteristiche del prodotto chimico che si utilizza è di fondamentale importanza ai fini della prevenzione. Pertanto è sempre opportuno consultare l’etichetta (deve essere sempre presente) e la scheda di sicurezza delle sostanze impiegate nell’esperienza che si andrà ad eseguire. Informarsi prima (e non durante o dopo) dell’impiego di una qualsiasi sostanza chimica della sua pericolosità (leggendo attentamente i fogli delle esercitazioni, le etichette sui contenitori, la scheda tecnica della sostanza) 9. AGENTI CHIMICI

“Tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato naturale o ottenuti, utilizzati o smaltiti (compreso lo smaltimento come rifiuti), mediante qualsiasi attività lavorativa, siano essi prodotti intenzionalmente o no e siano immessi o no sul mercato”10 Agenti Chimici Pericolosi Sostanze o preparati classificati come pericolosi ma anche agenti chimici che, pur non essendo classificabili come pericolosi, possono comportare un rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori a causa delle loro proprietà chimico-fisiche o tossicologiche e del modo in cui sono utilizzati o presenti sul luogo di lavoro. RISCHIO CHIMICO Molti reagenti e prodotti chimici che si utilizzano durante le esercitazioni in laboratorio (ma anche in casa) sono pericolosi, costituiscono un rischio e, se manipolati senza le adeguate cautele, possono conseguentemente produrre un danno alle persone e alle cose.

9 La manipolazione dei prodotti chimici deve seguire le norme generali e quelle specifiche correlate alla pericolosità dei singoli prodotti, deducibili dalle loro etichette o schede di sicurezza. Più avanti è riportata la leggenda dei principali pittogrammi di rischio chimico e alcune note sulla pericolosità delle sostanze chimiche più usate nel laboratorio di Chimica Analitica I 10 Art 222 del D.Lgs 81/08

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Pericolosità e tossicità delle sostanze chimiche: dove trovare le informazioni Nelle esperienze del laboratorio didattico di Chimica Analitica I sono impiegate diverse sostanze chimiche per le quali è necessario seguire le norme generali riportate sopra e, soprattutto, leggere attentamente i fogli descrittivi delle esercitazioni. Per quanto possibile in essi sono riportate le informazioni sulla pericolosità dei singoli prodotti chimici usati.

Una delle regole più importanti da seguire per lavorare in un laboratorio chimico in sicurezza è conoscere il prodotto chimico che si sta manipolando, conoscerne bene tutte le caratteristiche concernenti la pericolosità e la tossicità. Queste informazioni (in gradi diversi) possono essere ricavate da diverse fonti.

Etichetta del contenitore della sostanza Le etichette dei prodotti chimici sono un’importante fonte di informazione sulla loro pericolosità11. L’etichettatura è uno strumento di prevenzione che, grazie alle informazioni ed alla simbologia che riproduce, consente un immediato riconoscimento dei rischi chimico-fisici e tossicologici legati all’utilizzo, alla manipolazione, all’imballaggio e alla conservazione di agenti chimici.

Il regolamento CE 1272/2008, denominato CLP (Classification, Labelling and Packaging), garantisce che i rischi presentati dalle sostanze chimiche siano chiaramente comunicati ai lavoratori e ai consumatori nell'UE attraverso la classificazione e l’etichettatura delle sostanze chimiche. Pertanto, è obbligatorio che ogni sostanza pericolosa e tutti i prodotti chimici siano etichettati allo scopo di informare sui rischi e sui danni per la salute e per l’ambiente a cui i loro uso espone. Oltre che i pericoli, le etichette individuano anche le precauzioni da prendere per l’utilizzo, la conservazione e lo smaltimento della sostanza stessa, e indicano le procedure da compiere in caso di incidente o infortunio causati dal loro uso.

Secondo il suddetto regolamento, inoltre, le sostanze, in base alla natura del pericolo, sono divise in classi di pericolo a loro volta suddivise in categorie che specificano la gravità del pericolo. In particolare, il pericolo legato all’uso della sostanza è raffigurato con un pittogramma di rischio; questo tipo di simboli è presente su qualsiasi prodotto commerciale che ne richieda la presenza. I pittogrammi hanno lo scopo di fornire un orientamento sintetico e immediato sulla natura del rischio chimico. Alcuni dei nuovi pittogrammi assomigliano ai simboli riportati finora sulle etichette, ma non sempre rappresentano gli stessi pericoli e non sono sistematicamente associati agli stessi prodotti chimici. Di seguito sono riportati i nuovi e i precedenti pittogrammi di rischio.

11 Forniscono, inoltre, informazioni sulla sostanza chimica stessa, identificata dal nome IUPAC (International Union of Pure and Applied Chemistry) e dal numero CAS cioè un identificativo numerico che individua in maniera univoca un composto chimico. Il Chemical Abstract Service (CAS), una divisione della American Chemical Society, assegna questi identificativi a ogni sostanza chimica descritta in letteratura (il numero CAS è costituito da tre sequenze di numeri separati da trattini e non ha nessun significato chimico).

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Pittogrammi di rischio presenti sulle etichette dei prodotti chimici secondo il regolamento CE 1272/2008 CLP (Classification, Labelling and Packaging)

Nuovo Pittogramma Significato - definizione e precauzioni) Vecchio

Pittogramma

ESPLOSIVO

Classificazione: sostanze o preparazioni che possono esplodere a causa di una scintilla o che sono molto sensibili agli urti o allo sfregamento. Precauzioni: evitare colpi, scuotimenti, sfregamenti, fiamme o fonti di calore.

INFIAMMABILE

Classificazione: Sostanze o preparazioni che possono surriscaldarsi e successivamente infiammarsi al contatto con l'aria a una temperatura compresa tra i 21 e i 55 °C; acqua; sorgenti di innesco (scintille, fiamme, calore…); Precauzioni: evitare il contatto con materiali (come aria e acqua).

COMBURENTE

Classificazione: Reagendo con altre sostanze questi prodotti possono facilmente ossidarsi o liberare ossigeno. Per tali motivi possono provocare o aggravare incendi di sostanze combustibili. Precauzioni: evitare il contatto con materiali combustibili.

GAS SOTTO PRESSIONE

Classificazione: bombole o altri contenitori di gas sotto pressione, compressi, liquefatti, refrigerati, disciolti. Precauzioni: trasportare, manipolare e utilizzare con la necessaria cautela.

Non presente

CORROSIVO

Classificazione: questi prodotti chimici causano la distruzione di tessuti viventi e/o attrezzature. Precauzioni: non inalare ed evitare il contatto con la pelle, gli occhi e gli abiti.

TOSSICO ACUTO

Classificazione: sostanze o preparazioni che, per inalazione, ingestione o penetrazione nella pelle, possono implicare rischi gravi, acuti o cronici, e anche la morte. Precauzioni: deve essere evitato il contatto con il corpo.

TOSSICO A LUNGO TERMINE

Classificazione: sostanze o preparazioni che, per inalazione, ingestione o assorbimento attraverso la pelle, provocano rischi estremamente gravi, acuti o cronici, e facilmente la morte. Si tratta di sostanze che possono avere effetti tossici per organi bersaglio, cancerogeni, mutageni. tossici per la riproduzione con effetti negativi sulle funzioni sessuali. Allergici per le vie respiratorie. Precauzioni: deve essere evitato il contatto con il corpo, l'inalazione e l'ingestione, nonché un'esposizione continua o ripetitiva anche a basse concentrazioni della sostanza o preparato.

IRRITANTE

NOCIVO

Classificazione: sostanze o preparazioni non corrosive che, per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono implicare rischi per la salute non mortali; oppure sostanze che, al contatto immediato, prolungato o ripetuto con la pelle o le mucose possono provocare un'azione irritante. Precauzioni: i vapori non devono essere inalati e il contatto con la pelle deve essere evitato.

PERICOLOSO

PER L'AMBIENTE

Classificazione: il contatto dell'ambiente con queste sostanze o preparazioni può provocare danni all'ecosistema (flora, fauna, acqua, ecc..) a corto o a lungo periodo. Precauzioni: le sostanze non devono essere disperse nell'ambiente.

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Nelle nuove etichette oltre ai nuovi pittogrammi compaiono le parole di avvertimento o “avvertenze”: pericolo o attenzione. La scritta “pericolo” indica i prodotti chimici più pericolosi. Sull’etichetta dei prodotti chimici sono inoltre presenti delle sigle che identificano più in dettaglio il tipo di rischio e le cautele d’uso della sostanza, esse sono dette indicazioni di pericolo (Hazard statements). Ad ogni indicazione di pericolo corrisponde un codice alfanumerico composto dalla lettera H seguita da 3 numeri, il primo numero indica il tipo di pericolo (H2 per pericoli chimico-fisici, H3 per pericoli per la salute e H4 per pericoli per l’ambiente), i due numeri successivi corrispondono all’ordine sequenziale di definizione. L’unione europea si è riservata di inserire frasi supplementari composte da EUH seguito da un numero a tre cifre. Sono poi presenti consigli di prudenza (Precautionary statements). Anche a ogni consiglio di prudenza corrisponde un codice alfanumerico composto dalla lettera P seguita da 3 numeri, il primo numero indica il tipo di consiglio (P1 per carattere generale, P2 per prevenzione, P3 per reazione, P4 per conservazione, P5 per smaltimento), i due numeri successivi corrispondono all’ordine sequenziale di definizione. Le indicazioni di pericolo H e i consigli di prudenza P hanno sostituito le frasi R di rischio e le frasi S e, come in precedenza, hanno il compito di indicare i pericoli e le misure di prevenzione da mettere in atto per la conservazione, la manipolazione, lo smaltimento e cosa fare in caso di incidente. Nella nuova etichetta, inoltre, vengono aggiunte alle Indicazioni H e P “Ulteriori informazioni sui pericoli EUH” cioè frasi associate a sostanze o miscele pericolose con proprietà chimico-fisiche o tossicologiche specifiche. In sintesi, la consultazione dell’etichetta consente di reperire:

• nome commerciale del preparato; • nome chimico dei componenti più significativi dal punto di vista tossicologico; • pittogramma di rischio preminente; • frasi H (frasi di rischio); • frasi P (consigli di prudenza); • quantità; • nome, indirizzo, numero telefonico del fabbricante/importatore/distributore.

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Etichetta del prodotto chimico “acetone” precedente il regolamento CE

Etichetta del prodotto chimico “acetone” secondo il regolamento CE 1272/2008

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Scheda di sicurezza della sostanza

Per le sostanze chimiche presenti in commercio, il produttore o distributore è obbligato a fornire su richiesta, ma sono disponibili anche online, le relative schede di sicurezza (SDS o MSDS – Material Safety Data Sheet). La scheda di sicurezza è un documento più completo e dettagliato dell’etichetta, contenente tutti i dati chimici, di produzione e commercializzazione e le informazioni di sicurezza e smaltimento della sostanza in oggetto. La scheda di sicurezza deve consentire agli utilizzatori di agenti chimici di adottare le misure necessarie inerenti alla tutela della salute umana e della sicurezza sul luogo di lavoro nonché alla tutela dell’ambiente. In particolare, dalla scheda di sicurezza è possibile ottenere informazioni circa: • Identificazione del preparato e della società che lo produce • Composizione; • Pittogramma di rischio preminente; • Frasi H (indicazioni di pericolo - ex frase di rischio R); • Frasi P (consigli di prudenza - ex consigli di prudenza S); • Misure di primo soccorso; • Misure antincendio • Misure in caso di rilascio accidentale • Manipolazione e stoccaggio • Controllo dell’esposizione/protezione individuale • Proprietà fisico-chimiche • Stabilità e reattività • Informazioni tossicologiche • Informazioni ecologiche • Considerazioni sullo smaltimento • Informazioni sul trasporto • Informazioni sulla regolamentazione • Altre informazioni

Attenersi alle indicazioni riportate per la manipolazione, stoccaggio e smaltimento.

ATTENZIONE Chiunque usa un prodotto chimico commerciale è tenuto alla consultazione preventiva della relativa scheda di sicurezza.

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Smaltimento (rifiuti e scarti del laboratorio)

La gestione dei rifiuti (in tutte le sue fasi: raccolta, deposito temporaneo, trasporto e smaltimento) è attualmente regolata da norme giuridiche. A livello nazionale si fa riferimento al Decreto Legislativo 152 del 3 aprile 2006 “Testo unico della normativa ambientale” (parte IV) e al Decreto Legislativo 16 gennaio 2008 n. 4 (correttivo), che impongono una serie di procedure per l'eliminazione dei rifiuti speciali, sia pericolosi che non pericolosi.

Per un corretto smaltimento, distinguiamo:

• rifiuti assimilabili agli urbani, che possono essere eliminati solo se non presentano alcuna tipologia di rischio per l’ambiente e per gli operatori addetti alla raccolta: ossia rifiuti privi di contaminanti pericolosi, ad es: fogli di quaderno, penne esaurite, carta mani, contenitori che non abbiano contenuto sostanze pericolose, ecc.

• rifiuti speciali: comprendono tutti quei rifiuti prodotti durante le attività di laboratorio di ricerca e didattica ad eccezione di quelli assimilabili agli urbani.

I rifiuti assimilabili agli urbani possono essere gettati nei comuni cestini dei rifiuti. I rifiuti speciali devono essere raccolti in appositi contenitori La prima regola da tenere a mente è che tutti i materiali contaminati chimicamente devono essere attentamente differenziati per poter essere smaltiti correttamente dalle ditte incaricate. In laboratorio esiste una area dedicata a DEPOSITO TEMPORANEO DEI RIFIUTI DI LABORATORIO dove sono collocati i contenitori per la raccolta dei diversi scarti e rifiuti, ognuno contrassegnato molto chiaramente con l’indicazione della tipologia di rifiuto ed eventualmente del relativo codice C.E.R.12. Alcuni contenitori per la raccolta dei rifiuti solidi, sempre rigorosamente differenziati, sono dislocati nel laboratorio. Deve essere posta la massima attenzione nel loro corretto utilizzo. In laboratorio è rigorosamente vietato:

• gettare prodotti chimici puri o in miscela nel lavandino o nei cestini per la carta. • gettare eventuale vetreria rotta o monouso nei rifiuti comuni (cestini); • gettare i guanti monouso danneggiati o al termine dell’utilizzo nei rifiuti comuni

(cestini); • gettare carta o stracci imbevuti di sostanze chimiche nei rifiuti comuni (cestini).

I rifiuti solidi e liquidi contaminati da agenti chimici devono essere smaltiti secondo le norme in vigore e raccolti negli appositi contenitori predisposti in laboratorio (area deposito temporaneo dei rifiuti di laboratorio);

12 Il codice C.E.R. (Codifica Europea del Rifiuto) indica una classificazione dei tipi di rifiuti secondo la direttiva CEE 75/442. È costituito da una sequenza di sei cifre riunite in coppie che identificano un rifiuto come tipologia (la prima coppia di numeri) e in base al processo produttivo da cui è originato (le restanti cifre).

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PRIMA DI GETTARE QUALUNQUE COSA, RIFLETTERE SULLA SUA NATURA CHIMICA E LEGGERE ATTENTAMENTE L’INDICAZIONE SUL CONTENITORE DEI RIFIUTI!

Niente deve essere gettato dal lavandino, fatta salva l’autorizzazione del responsabile del laboratorio o del docente dell’insegnamento seguito.

Nessun rifiuto chimico può essere eliminato attraverso le fognature, i rifiuti solidi urbani, i rifiuti assimilabili agli ospedalieri o immesso in diversa forma nell'ambiente.

Si ricorda inoltre che negli scarichi potrebbero formarsi miscele pericolose tra sostanze chimiche eliminate da diversi laboratori.

In considerazione della tossicità e dei pericoli dovuti alla loro natura, i reagenti e i solventi usati, mescolati, prodotti o prelevati in eccesso (pratica che dovrebbe essere sempre evitata) devono essere versati nelle taniche ad essi destinate opportunamente etichettate (leggere con attenzione l’etichetta delle taniche per lo smaltimento e in caso di dubbio sulle tipologie dei propri rifiuti consultare preventivamente il docente, il responsabile di laboratorio, e/o il personale di sostegno). I residui dei prodotti chimici possono essere messi assieme tra loro solo se è stato accertato che non possano dar luogo a reazioni esotermiche e/o nocive. Quindi non bisogna mai mescolare tipi diversi di rifiuti. Nel caso dovesse capitare, è necessario usare il buon senso e buttare il rifiuto tossico nel contenitore che contiene materiale il più simile alla miscela (al componente più abbondante della miscela o più tossico). Per evitare ulteriori problemi è bene consultare il docente, il responsabile di laboratorio, e/o il personale di sostegno.

Per lo smaltimento dei residui nel laboratorio didattico è necessario e obbligatorio attenersi alle seguenti indicazioni:

RIFIUTI DI TIPO SOLIDO • I rifiuti di tipo comune, purché non sporchi di reattivi chimici pericolosi (es. fazzoletti

di carta, fogli di carta non contaminati, ecc.) devono essere gettati negli appositi contenitori (es., cestino o scatola per lo “smaltimento carta non inquinata”);

• I residui di eventuale vetreria rotta devono essere raccolti nell’apposito scatolone indicante la dicitura “vetreria e pipette inquinate chimicamente” – codice C.E.R. 150110, facendo molta attenzione a non tagliarsi e a non provocare fuoriuscita di schegge di vetro;

• La carta e i materiali assorbenti, i filtri contaminati chimicamente, nonché i guanti monouso usati, i camici monouso usati ed eventuali occhiali di protezione non più utilizzabili devono essere raccolti nell’apposito secchio/scatolone con la scritta “guanti protettivi e materiali assorbenti” – codice C.E.R. 150202;

• i contenitori, le provette e gli altri recipienti in plastica non riutilizzabili devono essere raccolti nell’apposito scatolone indicante la dicitura “contenitori in plastica inquinati chimicamente” – codice C.E.R. 150110;

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• Le bottiglie e i flaconi, in vetro e plastica, che contenevano i reagenti chimici esauriti devono essere puliti e raccolti in casse come codice C.E.R. 150110 “recipienti di plastica, vetro, metallo che hanno contenuto sostanze pericolose e per i quali NON va effettuata la bonifica”.

RIFIUTI DI TIPO LIQUIDO • I residui o le preparazioni a base di soluzioni contenenti metalli pesanti13,

indipendentemente dal loro pH, devono essere raccolti nell’apposita tanica indicante la dicitura “soluzioni con metalli pesanti” – codice C.E.R. 060313 (frasi di rischio14: H6–H1415), facendo molta attenzione a non versare esternamente alla tanica il contenuto.

• I residui o le preparazioni a base di soluzioni di sostanze acide inorganiche, identificabili sulla base delle reazioni chimiche realizzate nella loro preparazione o mediante una rapida misura di pH con una cartina indicatrice, devono essere raccolti nell’apposita tanica indicante la dicitura “soluzioni acide inorganiche” – codice C.E.R. 060106 (frasi di rischio: H8–H1416), facendo molta attenzione a non versare esternamente alla tanica il contenuto;

• I residui o le preparazioni a base di soluzioni di sostanze basiche inorganiche, identificabili sulla base delle reazioni chimiche realizzate nella loro preparazione o mediante una rapida misura di pH con una cartina indicatrice, devono essere raccolti nell’apposita tanica indicante la dicitura “soluzioni basiche inorganiche” – codice C.E.R. 060205 (frasi di rischio: H8–H14), facendo molta attenzione a non versare esternamente alla tanica il contenuto;

13 Secondo la definizione merceologica di metallo pesante rientrano in questa categoria gli elementi chimici con un peso atomico superiore a quello del ferro (55 u) e una densità elevata. Tale definizione generica è stata definita dallo IUPAC poco scientifica e non coerente e quindi sostituita con la definizione secondo cui sono metalli pesanti gli elementi con una densità superiore a 5.0 g cm-3, un comportamento in genere da cationi, una bassa solubilità dei loro idrati, una spiccata attitudine a formare complessi e un’affinità verso i solfuri. A rendere tossici i metalli pesanti sono proprio il carattere cationico con diversi stati di ossidazione e l'elevata attitudine a formare complessi molecolari nel citoplasma cellulare. Nella letteratura scientifica vengono normalmente considerati metalli pesanti i seguenti elementi: alluminio, ferro, argento, bario, berillio, cadmio, cobalto, cromo, manganese, mercurio, molibdeno, nichel, piombo, rame, stagno, titanio, tallio, vanadio, zinco, e alcuni metalloidi con proprietà simili a quelle dei metalli pesanti, quali l’arsenico, il bismuto e il selenio. All’interno dei metalli pesanti è poi possibile distinguere i metalli indispensabili per gli organismi viventi, con potenziale tossicità, da quelli tossici. I primi sono: ferro, cobalto, cromo, rame, manganese, molibdeno, selenio, zinco; mentre i metalli ritenuti prevalentemente tossici sono: alluminio, arsenico, berillio, cadmio, mercurio, nichel e piombo. Solo alcuni di questi elementi sono i maggiori responsabili dei danni ambientali, ossia: il mercurio, il cadmio, il cromo e il piombo. Questi mostrano una spiccata tendenza ad accumularsi nel suolo e quindi nella catena alimentare e possono avere effetti nocivi sugli esseri viventi anche a concentrazioni non elevate. 14 Le frasi di rischio identificano le caratteristiche di pericolo dei rifiuti. 15 H6 (“tossico”) indica sostanze e preparati (comprese le sostanze e i preparati molto tossici) che per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea, possono comportare rischi per la salute gravi, acuti o cronici e anche la morte, mentre H14 (“eco-tossico”) sostanze e preparati che presentano o possono presentare rischi immediati o difetti per uno o più settori dell'ambiente.

16 H8 (“corrosivo”) indica invece sostanze e preparati che, a contatto con tessuti vivi, possono esercitare su di essi un'azione distruttiva.

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Le soluzioni in solventi organici devono essere raccolte nella tanica indicante la dicitura “solventi organici” – codice C.E.R. 070701 (frasi di rischio: H517 se provenienti da residui o da preparazioni in solventi organici non miscelati con solventi alogenati o in quella indicante la dicitura “solventi organici alogenati” – codice C.E.R. 070703 (frasi di rischio: H4–H6–H718) se provenienti da residui o da preparazioni in solventi organici alogenati (sono considerati rifiuti alogenati quelli che contengono una concentrazione di alogeni superiore allo 0,5%). L’operazione deve sempre essere condotta facendo molta attenzione a non versare esternamente alla tanica il contenuto.

17 H5 (“nocivo”) sostanze e preparati che per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea, possono comportare rischi per la salute di gravità limitata. 18 H4 (“irritante”) indica sostanze e preparati non corrosivi il cui contatto immediato, prolungato o ripetuto con la pelle o le mucose può provocare una reazione infiammatoria, mentre H7 (“cancerogeno”) sostanze e preparati che, per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea, possono produrre il cancro o aumentare la frequenza.

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Cenni su elementari precauzioni e procedure di pronto soccorso

Molti reagenti e molte reazioni sono intrinsecamente pericolosi, per cui nella frequentazione del laboratorio è necessario tenere sempre un comportamento responsabile ed eseguire con cautela e rigore le varie operazioni per evitare incidenti. Infatti, gran parte di questi è dovuta a disattenzione. Si raccomanda, in particolare, di effettuare sotto la cappa di aspirazione tutte le operazioni che comportano l'uso o lo sviluppo di gas tossici o, comunque, pericolosi. Si abbia, altresì, cura di usare sempre gli occhiali di protezione, un particolare tutte le volte che si fanno bollire acidi o basi forti o quando si eseguono calcinazioni. Inoltre, si usino le apposite pinze per maneggiare i recipienti (provette, capsule, ecc.) nelle operazioni condotte a caldo. Si eviti di usare la bocca per aspirare soluzioni con pipette od altro. Infine, si mantenga sempre pulito il banco da lavoro. Se su questo viene accidentalmente versato un acido o una base, si neutralizzi preliminarmente con Na2CO3 o, rispettivamente, con acido acetico e poi si sciacqui con acqua.

Per tutti gli incidenti causati da un agente chimico è fondamentale conoscere al meglio la natura di questo, al fine di applicare il trattamento più appropriato.

Le operazioni prioritarie devono essere rivolte, in via generale, ad allontanare gli infortunati dal luogo dell’incidente e subito dopo ridurre o eliminare le cause di incidente (aprire le finestre, interrompere la corrente elettrica, spegnere incendi, ecc.). Nel prestare soccorso all’infortunato compiere solo quelle operazioni delle quali si è assolutamente sicuri, altrimenti evitare di intervenire. Avvisare sempre il docente dell’insegnamento seguito, e/o il responsabile di laboratorio, e/o il personale di sostegno ed attendere l’arrivo di personale specializzato. Ricordare che operazioni errate possono seriamente compromettere le condizioni dell’infortunato.

Sono riportate di seguito alcune operazioni di carattere generale, da compiere a favore dell’infortunato, in caso di incidenti e/o contaminazione accidentale con agenti chimici.

Occhi I più comuni incidenti agli occhi sono causati da spruzzi di soluzioni o da frammenti di vetro. Gli occhi sono particolarmente suscettibili e possono riportare danni PERMANENTI da parte tanto di composti chimici corrosivi quanto di frammenti che li possono colpire. Lo studente dovrà indossare occhiali di sicurezza per tutto il tempo che rimane in laboratorio. Chi porta già occhiali (da vista) deve sapere che questi offrono una protezione molto minore e stare più attento ai pericoli che vengono dai lati. Molto importante è rispettare la regola per la diluizione degli acidi concentrati.

In caso di incidente agli occhi chiamare aiuto immediatamente e lavarli subito, se possibile usando la doccia oculare o abbondante soluzione fisiologica, altrimenti con acqua abbondante per una decina di minuti, mantenendo le palpebre aperte. Un’altra

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persona dovrebbe aiutare a tenere aperte le palpebre durante il lavaggio, ruotando la testa alternativamente a destra e a sinistra. Usare vari litri d’acqua. Se necessario distendere supino l’infortunato sul pavimento e versare abbondante acqua con una bottiglia all’incrocio degli occhi, in modo che entrambi gli occhi vengano sciacquati. Quindi condurre l’infortunato al Pronto Soccorso.

Se qualche frammento di vetro colpisce un occhio si toglie delicatamente con una pinza il frammento di vetro, ma solo se ciò non comporta rischi di maggiori lesioni all'occhio, e poi si lava abbondantemente con acqua. In ogni caso si deve portare l'infortunato al Pronto Soccorso.

Contatto con la pelle Un gran numero di sostanze chimiche aggrediscono la pelle provocando ustioni e piaghe. Ogni volta che la pelle viene a contatto con una sostanza chimica occorre lavare la zona interessata con abbondante acqua prolungando il lavaggio per almeno dieci minuti e togliere gli eventuali indumenti contaminati. Se la parte colpita è vasta o il contatto è con sostanze corrosive, andare sotto la doccia e poi togliere gli indumenti contaminati e le scarpe. Non neutralizzare acidi con l’applicazione di basi e viceversa, ad eccezione della seguente procedura:

• nel caso di contatto con acidi, dopo lavaggio con abbondante acqua, applicare sulla pelle una pasta di bicarbonato di sodio ed acqua (NaHCO3 all’1%), con un leggero massaggio. Non usare in prossimità degli occhi;

• nel caso di contatto con basi, dopo lavaggio con abbondante acqua, applicare sulla pelle una soluzione all’1% di acido acetico o acido borico. Non applicare creme o unguenti alle parti lese.

Tagli e ustioni I danni subiti dagli studenti in laboratorio sono, per la maggior parte, piccoli tagli e modeste ustioni. Tagli Nel maneggiare la vetreria va sempre considerata la sua fragilità. Ogni qualvolta che si deve esercitare torsioni o flessioni (anche piccole) su apparecchiature di vetro bisogna cautelarsi, proteggendo le mani con guanti o coprendole con un materiale protettivo quale uno telo robusto. In queste operazioni va inoltre tenuto presente che frammenti di vetro possono volare via (attenzione agli occhi). Nel lavare la vetreria bisogna sempre osservare dove si mettono le mani, si potrebbe venire a contatto con pezzi di vetreria rotta.

Mai usare (e peggio portare a contatto di calore) vetreria che presenta delle incrinature.

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La vetreria danneggiata va eliminata (nell’apposito contenitore per lo smaltimento).

Se il taglio è modesto si lascia uscire un po' di sangue e si controlla che non siano rimaste schegge o altro materiale nella ferita. Quindi si disinfetta e si medica.

Ferite profonde devono essere tamponante con garze pulite, esercitando una leggera pressione per controllare il sanguinamento e fasciate strette con bende pulite. Recarsi immediatamente al Pronto Soccorso.

Ustioni Questo tipo di incidenti è causato il più delle volte da accidentali contatti con svariate sostanze chimiche, dalla manipolazione di provette, bicchieri o capsule molto caldi, da spruzzi di acqua o di soluzioni bollenti, nonché da un malaccorto uso della piastra elettrica.

Nel caso di (piccole) ustioni di una parte scoperta del corpo, la prima cosa da fare è raffreddare con acqua la parte interessata per un lungo periodo, è possibile mantenere in un bagno di ghiaccio la parte interessata per alleviare il dolore. Non applicare pomate o unguenti, salvo prescrizione medica. In caso d’ustioni su una parte coperta del corpo, questa deve essere rapidamente scoperta e poi raffreddata con acqua. Per ustioni o scottature di maggiore gravità è necessario chiamare il Pronto Soccorso o trasportare l'infortunato al Pronto Soccorso.

È bene notare che il vetro caldo non ha un aspetto diverso da quello freddo. È quindi necessario aspettare un tempo sufficientemente lungo prima di maneggiare vetreria riscaldata. In caso d’incertezza si devono usare delle pinze.

Inalazione di gas o di vapori tossici Questo tipo di intossicazione è molto pericolosa perché agisce rapidamente sul corpo umano19. Le principali intossicazioni da inalazione di gas o vapori tossici sono dovute all'acido solfidrico, all'ossido di carbonio, al diossido di azoto, agli alogeni e all'acido cianidrico. I primi sintomi di intossicazione sono generalmente: irritazione, emicrania, nausea (con o senza vomito), senso di affaticamento, vertigini... In caso di inalazione, portare l’interessato all’aperto e farlo respirare profondamente. In caso di necessità contattare il Pronto Soccorso

19 Fortunatamente i gas tossici che si usano o che si sviluppano durante l'espletamento dell'analisi qualitativa (per es. H2S e HCN) hanno odori che ne fanno avvertire la presenza già al di sotto della soglia di pericolo (non però CO e NO2, la cui tossicità si manifesta già al di sotto della soglia olfattiva). .

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Ingestione Questo tipo di incidente è uno dei più rari perché è difficile che si verifichi una ingestione non intenzionale di un liquido o di un solido pericolosi. Tuttavia, sostanze pericolose che dovessero accidentalmente arrivare alla bocca devono essere immediatamente sputate, e non ingerite. Si deve poi sciacquare ripetutamente la bocca. Qualora la sostanza sia stata ingerita dovrebbe venire diluita somministrando all'infortunato acqua o latte, ma in questo caso occorre contattare immediatamente il Centro Veleni per il trattamento raccomandato e portare subito l'infortunato al Pronto Soccorso.

Provocare il vomito è spesso molto pericoloso, specialmente se il vomito raggiunge i polmoni. Se è necessario provocare il vomito, fare ingerire quanta più acqua calda possibile in tempi rapidi. L’aggiunta di uno o due cucchiaini di sale da cucina per ogni bicchiere d’acqua, può essere d’aiuto. Il vomito deve essere ripetuto per assunzione di altra acqua, fino a che il liquido vomitato non è chiaro e trasparente.

Aggressione agli indumenti L'uso del camice da laboratorio previene in grande misura questo tipo di incidenti. Ciò nonostante possono verificarsi ugualmente aggressioni degli indumenti in seguito ad un errato uso dei reagenti, a spruzzi accidentali.

Le aggressioni più comuni sono dovute ad acidi o a basi. Nel caso di aggressione con acido solforico o con acido nitrico concentrati non esistono rimedi per salvare la parte di stoffa aggredita. Nel caso di aggressione con acidi diluiti si può limitare il danno lavando rapidamente la stoffa con ammoniaca 1 M e poi con acqua. Nel caso di aggressione con basi (soluzioni di NaOH, KOH, NH3) si può lavare con molta acqua.

Altre informazioni In laboratorio sono disponibili per la consultazione:

• il cartello informativo del laboratorio; • il Quaderno del Laboratorio di Chimica Analitica I, in cui sono descritte le singole

esperienze corredate delle informazioni di sicurezza sui prodotti e reagenti chimici usati nell’esperienza;

• le schede di sicurezza delle sostanze utilizzate; • il presente documento; • una raccolta di materiale informativo sulla sicurezza