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Frattura Scomposta maggio-giugno 2013

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ARTISTI IN EVIDENZA Tommaso Ottieri Marcella Bonfanti Cristiano De Matteis Gabriele Talarico Roberta Serenari SONO… SARANNO FAMOSI Angela Trapani Carlo Puricelli Dario Carrata Gaia Mattioli Ilaria Sancho Marco Chiurato Marianna Merler Marta Moretto Matteo Vettorello Maurizio L’Altrella Sam Punzina Titti Gaeta Valentina Calzavara Vincenzo Todaro Vittorio Crosara GALLERIE IN EVIDENZA Maelström Art Gallery Milano Galleria Marelia Bergamo VISITATI PER VOI Crepa! Verena Princi al Circoloquadro Milano Spirito Italiano Fabbrica Borroni Kanon Andrea Mariconti alla galleria Federico Rui Arte Contemporanea Milano Di(scordanze) galleria d'arte Casa della Renna Mestre (VE) in collaborazione con Maelstrom Art Gallery Milano Arte Accessibile Milano Collezione Fabbrica Borroni Studio d'Arte Ellisse Venezia Pianeta Cina – Palazzo Te Mantova L'INFORMATORE ARTISTICO Giorgio Barassi Andrea Greco La lingua batte dove il segno vuole Federica Fiumelli Essere artista. Non abusiamone! Federica Fiumel

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EDITORE: sergio curtacci

CAPO REDATTORE: vania elettra tam

COLLABORATORI DI REDAZIONEMarco BesanaIsabella Elena AvanziniAndrea LacarpiaFederica FiumelliFulvio MartiniJessica CapraPietro Di LecceGiorgio Barassi

SI RINGRAZIA PER LA PREZIOSA COLLABORAZIONEPaola C. Manfredi StudioVia Marco Polo, 4 ‐ 20124MilanoTel . +39 02 87 23 80 04Fax + 39 02 87 23 80 14

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maggio 2013

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ARTISTI IN EVIDENZA

Tommaso OttieriMarcella BonfantiCristiano De MatteisGabriele TalaricoRoberta Serenari

SONO… SARANNO FAMOSI

Angela TrapaniCarlo PuricelliDario CarrataGaia MattioliIlaria SanchoMarco ChiuratoMarianna MerlerMarta MorettoMatteo VettorelloMaurizio L’AltrellaSam PunzinaTitti GaetaValentina CalzavaraVincenzo TodaroVittorio Crosara

GALLERIE IN EVIDENZAMaelström Art Gallery MilanoGalleria Marelia BergamoVISITATI PER VOICrepa! ‐ Verena Princi al Circoloquadro MilanoSpirito Italiano ‐ Fabbrica BorroniKanon ‐ Andrea Mariconti alla galleria Federico Rui Arte Contemporanea MilanoDi(scordanze) ‐ galleria d'arte Casa della Renna Mestre (VE) in collaborazione con Maelstrom Art Gallery MilanoArte Accessibile MilanoCollezione Fabbrica BorroniStudio d'Arte Ellisse VeneziaPianeta Cina – Palazzo Te Mantova

L'INFORMATORE ARTISTICOGiorgio BarassiAndrea Greco ‐ La lingua batte dove il segno vuoleFederica FiumelliEssere artista. Non abusiamone!Federica FiumelliCosmic Fun – Alma Heser

SEZIONE PROGETTI SPECIALIBanchina Molini (VE) ‐ AltoLab una Palestra per le attività contemporaneeLa Processione di Carletto ‐ attraversare l'Italia dal Molise al Friuli ‐ by KOMA' Gallery

FRATTURA SCOMPOSTA maggio 2013INDICE

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tommasoottieri

Napoli 1971. Architetto di formazione, ha lavorato come tale in Grecia, a

Santorini, nelle Cicladi, e solo dopo il rientro in Italia si è dedicato in modo

esclusivo alla pittura. Padrone dell’antichissima, rarissima tecnica

dell’encausto con cera d’api, dopo la mostra a Castel dell’Ovo nel 2006

(“Sirene”, a cura di Giovanna Procaccini) ha cominciato a esporre anche

all’estero (Galeria Mada Primavesi a Madrid, Académie Royale des Beaux�Artsa Liegi…). Cresciuto intra moenia, oggi

vive molto extra, a Bagnoli.

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Ottieri insiste sulla forza suggestiva e

svettante dell’architettura, resa

con pennellate atmosferiche e

luministiche che riportano all’attenzione dello spettatore i centri

storici e i monumenti delle città italiane. Un modus pingendi che si

richiama ai Grandi Maestri del passato,

senza però disdegnare il moderno a�priori della fotografia, sovvertendo le coordinate spaziali e deformando la visione

attraverso arditi scorci prospettici.

Alberto Zanchetta

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Lo spazio d'ordine che serviva da luogo comunealla rappresentazione e alle cose, alla visibilitàempirica e alle regole essenziali, che univa laregolarità della natura e le somiglianzedell'immaginazione nella quadrettatura delleidentità e delle differenze, che spiegava lasequenza empirica delle rappresentazioni in unquadro simultaneo, e consentiva di percorrere,passo dopo passo, in base a una successionelogica, l'insieme degli elementi della natura resicontemporanei di sé stessi – tale spazio staormai per essere spezzato.(Michel Foucault)Marcella Fabiana Bonfanti nasce a Santiago delCile nel 1979.Nel 1999 inizia i suoi studi in Belle Artiall'Universidad de Chile, dopo seguire 3 anni dipittura accademica decide di trasferirsi a Milanoper continuare una ricerca più contemporanea.Nel 2002 comincia i suoi studi in pitturaall'Accademia di Belle Arti di Brera e già dal 2003inizia a collaborare con diverse gallerie milanesi,facendo mostre in Italia e Latinoamerica.La sua ricerca comincia con l'esplorazionedell'autoritratto attraverso la fotografia, la pitturae l'istallazione.

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La pittura si presenta come il mezzo più adatto per creare una doppia visione della propriaidentità, dove poter esprimere la tensione della vita urbana, il ritmo accelerato, consumi, idiversi stimoli visivi, l’immediatezza, la comodità della vita urbana si espone come una tracciaambigua fra il piacere e il dispiacere, tra l’edonismo, l’angoscia e lo stress, dove gli occhi sichiudono davanti all’incandescenza delle luci, e smettono di guardare se stessi. La memoria siperde, si diluisce e nasce la necessità di ri-tessersi fra i fili del ricordo, frammenti della storiapersonale il cui tessuto forma l’identità dei visi che si trovano ogni giorno, formando delle retiche costruiranno il nostro viso sociale. É così che nascono le prime opere pixelate a olio sutela; pitture che appaiono rubate da uno schermo, ma che in realtà vengono elaborateattraverso un metodo manualmente meccanico:...L’artista costruisce un’immagine attraverso la moltiplicazione della stessa in piccole tarsieche, nel loro montaggio, conformano l’opera. Lo spettatore è chiamato ad osservare comequesti tasselli costituiscono un organismo, che invita a percepire la forma per scoprire ilmessaggio.

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L’immagine scattata con l’obbiettivo fotografico è rielaborata sulla telacon un procedimento analogo all’ancestrale tessitura indigena. Ispirata aqueste pratiche, ma anche alle tecniche fotografiche odierne, l’operainvita a riflettere sulla struttura dell’immagine. Ciò che sorge da unfotogramma è reso come un dipinto a mano, ciò che vediamo come unsistema industriale, è sulla tela, frutto del mestiere pittorico.Osserviamo quindi, una trama di svariati pixel che fatti ad arte sembranorestituire l’aura perduta nell’era della riproducibilità tecnica. Le tele,legate ad una sorta di rituale, nell’elaborazione pensata e precisa,richiedono una partecipazione contemplativa del fare artistico, destandoulteriori interrogativi. Ogni opera è formalmente una e molteplice edinvita visivamente a percepire i suoi elementi costitutivi. L’effettodell’insieme e del particolare, il singolo e il doppio, l’arte fotografica dellacultura contemporanea e l’arte tessile d’antiche origini, i colori primari edi complementari, confluiscono in queste tele, ponendoci di fronte alparadosso degli opposti. Bonfanti afferma di cogliere dalla filosofiataoista, senza pretese di religiosità, la natura del dualismo e quindi leleggi della complementarietà degli opposti nella realtà. Questo principio,che secondo tale pensiero è raggiungibile attraverso l’intuizione, rivelache concetti all’apparenza contrapposti, sono in perenne dialogo tra loro,determinando l’uno lo stato dell’altro. In una griglia di spunti, la tessituraarcaica si unisce ad influssi colti da correnti contemporanee. Tessutomapuche, Arte cinetica, Op art, Arte Pop, Arte elettronica, e tecnologiavirtuale, fondano un deposito visuale ed operativo, che funge dareferente per la poetica dell’artista..

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In questi dipinti, come nei manufatti tessili che li hanno ispirati, il tessuto visivo si annoda, si dispone inframmenti orditi tra loro, presentandoci persone, paesaggi, segni che parlano di un mondo lontano,antico ma allo stesso tempo attuale...Dopo l'autoritratto la ricerca comincia a prendere diverse strade:

La Tecnica (Serie “Marilyn” 2003/2008)La Memoria (Serie “Desde los Margenes” 2003/2005)Il Colore (Serie “CMYK” 2006/2009)Il Tessuto e la simbologia (Serie “De pie sobre la Tierra” 2008/2010)Il Vuoto (Serie “Algoritmi” 2010/ in progress)

Nell'ultima serie di lavori “Algoritmi” l'artista affronta la problematica della rappresentazione del vuoto alibello visivo, immaginario e semiotico; creando una sorte di alfabeto collettivo dove attraverso 33simboli si specchia una personale visione del nulla, lavori antigravitazionali (senza peso, il supporto è ilpolistirolo), personaggi fotografati nell'attimo dello svuotamento del pensiero e paesaggi inesistenti fruttodi un gioco di algoritmi che fanno nascere immagini inesistenti.

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cristiano de matteis

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Lo spazio d'ordine che serviva da luogo comune allarappresentazione e alle cose, alla visibilità empirica e alle regoleessenziali, che univa la regolarità della natura e le somiglianzedell'immaginazione nella quadrettatura delle identità e delledifferenze, che spiegava la sequenza empirica dellerappresentazioni in un quadro simultaneo, e consentiva dipercorrere, passo dopo passo, in base a una successione logica,l'insieme degli elementi della natura resi contemporanei di séstessi – tale spazio sta ormai per essere spezzato.(Michel Foucault)Cristiano De Matteis (Roma, 1971) porta avanti una ricercapittorica basata sulla rielaborazione di immagini fotografiche.La dimensione delle sue opere, che rigorosamente si muovonotra le varie tonalità che intercorrono tra il bianco e nero,stigmatizzano una riflessione incentrata sul binomiovisibile/invisibile, palese/sotteso, che vuole essere una metaforadella condizione umana, costantemente in bilico tra ciò chemostra e ciò che per proprio volere o per natura nasconde aglialtri e a se stessa.Le fotografie dalle quali si originano i suoi quadri - non sonoesclusivamente scatti dello stesso autore che alle volte fa suoi“altrui sguardi” - vanno, nella maggior parte dei casi, a trasferirein questa nuova dimensione volti che fanno parte del vissuto edella cultura di Cristiano, insieme a quelli di amici, familiari eautorappresentazioni, o luoghi e paesaggi metropolitani che lotoccano o che sono riferibili al suo particolare immaginario.

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Questo è esclusivamente il punto dipartenza, poichè gli scatti vengonorielaborati al computer dallo stesso autoreche interviene principalmente sulleproporzioni e sulle zone d’ombra e di luceche si trasformeranno in chiaroscuri. Solo aquesto punto con gli acrilici, attraverso lastratificazione di pennellate e velature chereinventano il punto di vista originario, lointegrano o lo sintetizzano, De Matteis davita ad un’immagine nuova che non hanulla a che vedere con un atto di sempliceappropriazionismo.Soprattutto i suoi ritratti trasmettono, a chi liosserva, una sensazione diindeterminatezza data dall’incapacità dipoter cogliere l’evidenza tipica dello scattofotografico che, attraverso l’interventopittorico, svanisce per far spazio ad unasmaterializzazione delle certezze edell’immagine come documento, a favore diuna prospettiva interiore che però nonottenebra la riconoscibilità del soggettodella rappresentazione.

Testo di Valentina Piccinni

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gabriele talarico

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Nato a Catanzaro nel 1974, GabrieleTalarico vive e lavora a Bologna Nonostantela sua giovane età è presente sulla scenaartistica nazionale già dal 1998 ed èconsiderato tra i più promettenti esponentidella Nuova Figurazione Italiana. Talaricoparte dallo scatto fotografico, rielaborato poiin digitale:t rasforma la composizione in unnegativo,in cui il nero minaccia d’inghiottirefigure solitarie e timide. Infine trasporta ilrisultato su tela usando colori molto liquidi estendendo le pennellate fino a cancellareogni traccia della materia. Se tanti artisti pernascondere il grande debito con la fotografiaesaltano il tocco del pennello, Talaricopreferisce evidenziare il suo rapporto con ilmezzo: visti da lontano, i suoi quadriricordano le strisce degli sviluppi fotografici.Come nell’Iperrealismo,l’abilità nel dipingereè usata per insinuare nello spettatore undubbio:che non si tratti affatto di pittura.

ValerioDeho

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Roberta Serenari è un’autodidatta.

Arricchisce negli anni le proprie doti naturalidell’infanzia di predisposizione al disegno e al colore,con lo studio approfondito della pittura ad olio, avendocome unico maestro lo sguardo attento e innamoratoper le opere del passato e contemporanee viste neimusei e nelle gallerie del mondo.Il suo percorso coglie l’atmosfera onirica della stagionemetafisica e surreale, pur rimanendo legato ad unafigurazione di “realismo-magico” che abbraccia ilmondo intimistico della fiaba e del sogno.Numerose le esposizione in collettive e personali dal1982 ad oggi., tra cui figurano la Galleria Forni e laGalleria Ariete di Bologna, il Leudo di Genova e laDavico di Torino.Sue opere figurano nel Museo di Cà La Ghironda (BO),nel Museo di Logudoro (SS) e nella Collezione di CostaCrociere sulle Navi Costa Deliziosa e Costa Fascinosa.Nel 2004 viene scelta da Vittorio Sgarbi per lapartecipazione alla mostra “Morbidamente Donna”presso lo Showroom di Elena Mirò (MI), e da GiorgioCelli nel 2007 per “L’eterno presente dell’infanzia” nellachiesa di S.Apollinare a S.Giovanni Persiceto (BO).Nel 2010 viene invitata a partecipare al “Mito del Vero-Il ritratto e il volto”a Palazzo Durini (MI) e nello stessoperiodo partecipa a ”I guardiani dello spirito” allaFortezza di San.Leo (RN).

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Nel 2011 è invitata da MariaRita Montagnaniper la mostra “Il sottile fascino delperturbante”a Palazzo Bottini di Lucca econtemporaneamente da Vittorio Sgarbi apartecipare alla 54° Biennale di Venezia per ilPadiglione Italia sezione Emilia Romagna aPalazzo Pigorini a Parma.Nel 2012 la collettiva al femminile “A propositodi Donne” alla galleria Conarte di Savona, e ad“Apokalips”al Grattacielo Pirelli di Milano.Nel 2013 partecipa alla mostra “afiordipelle”alla Open For Art nel complesso di PalazzoAlberici di Bologna per il circuito di ArtCity diArteFiera di Bologna.

Tra le mostre personali:“In cerca di Alice”nel comune di Sasso Marconi(BO), “Una pura formalità” all’AuditoriumS.Lorenzo di Cento di Ferrara, “Teatro intimo”nello Spazio/Arte del Teatro Navile di Bologna,“La sindrome di Alice” alla galleria Ciovasso diMilano, “Nelle molte stanze” nella galleriaMelotti di Ferrara, “Prima Colazione” allagalleria “Vecchia Filanda” di Forlì, “Caro papà”al Museo di Cà Ghironda a Bologna,

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la bi-personale col pittore FrancescoGiuliari alla galleria Comunale diCesena, “Rosa-Rosae” nella SalaComunale di Sasso Marconi (BO),“Ho ucciso Biancaneve” alla galleriaArteKostia di Albinea (RE), “Incanto eincantesimo” al Museo Civico diPalazzo Piella di CastelfrancoEmilia(MO), “Il realismo magico diRoberta Serenari” al Palazzo delleMaestranze di Ronciglione (VT) einfine “Ma-Donne” allo Spazio P.Arkper il circuito Off di ArteFiera diBologna.

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SONO… SARANNO FAMOSI

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angela trapani

Sono nata a Marsala, vivo e lavoro aMilano dagli anni ’80 impegnatanell’ambito della pittura, della fotografiae dell’installazione.

La mia ricerca si snoda intorno al temacentrale della forma semisferica , dellecupole.

Hanno scritto di me: Getulio Alviani, G.Barbiellini Amidei, Tommaso Trini,Elena Pontiggia, Elisabetta Longari,Nicola Manzoni, G.Aldo Ruggieri, IgorSibaldi, Angela Madesani,Nila Shabnam Bonetti

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MONOLITI EMISFERICI di NilaShabnam Bonetti (2013)

Alla fine dello scorso Ottobre ho visitato lacasa-studio di Angela Trapani, un loftmilanese all'interno di un cortile pieno disilenzio e di verde. Le grandi finestrerendevano luminoso lo spazio nonostante iltramonto autunnale stesse avanzando. Lepareti, gremite di opere recentissime,colpiscono in modo inaspettato: nell’era delsapere onnipresente e delle immaginiimmediate, non fatevi mai tradire dalle fotodi opere d’arte visualizzate dal monitor delcomputer. Parlava di aura dell’opera d’arte,Walter Benjamin*. Non accontentatevi delleimmagini di opere della Trapani sucatalogo o web, è un errore in cui è facileincorrere nella nostra epoca. Non sonolavori dalle facoltà seduttive immediate oruffiani, necessitano anzi di ‘’un tempo’’ dadedicargli, quantificarlo è impossibile,troppo soggettivo. Il percorso dell’artista siè mosso verso una sintesi formale in cuimonocromo ed essenzialità del segnorichiamano l’esperienza del Color Fieldpainting.

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Ma torniamo un passo indietro. Tra un biscotto allemandorle e un po' di Marsala (pur amando Milano èlegatissima alla terra d’origine), Angela mi racconta ilsuo percorso di vita, formativo e lavorativo, partendoda un episodio che forse condizionerà tutta la suavita, un viaggio in Tunisia all’età di 11 anni. Sullanave confida al comandante la sua noia per questavacanza lontana dagli amici e dai giochi, ma lui lameraviglia rivelandole che un viaggio nascondesempre qualcosa di magico e gli preannuncia chepresto lo scoprirà. Il mattino dopo Angela spalancale persiane della sua camera d’albergo e davanti asé una visione la ammalia, vede qualcosa cheresterà nella sua mente e nel suo cuore per sempre.A pochi metri di distanza domina la sua vista lacupola di una moschea, una mezza sfera perfetta,enorme, candida e maestosa.Angela intraprende un intenso percorso d’istruzioneartistica ed il tema delle cupole si confermaassolutamente centrale alla sua opera; nerappresenta tantissime e d'ogni tipo nel corso dellasua vita artistica; le ritrae con il disegno, le interpretacon la pittura, le realizza tridimensionalmente conogni materiale.Il fascino del Medioriente la conquistacompletamente, l’architettura araba, sia pubblica siaprivata, le offre continui spunti per le sue opere chedestano l’interesse dei collezionisti grazie alla suaparticolare capacità evocativa e all’uso raffinato delcolore.

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Riflette a lungo sul concetto dell’abitare. La dimensioneprivata e domestica come luogo sacro e di protezione.Luogo di mistero e fantasia per chi la osserva da fuori,limite che separa l’intimo dal pubblico, ma limite anchedi manifestazione dell’essere, circoscrizione a un altro“luogo” di solitudine o sottomissione, quelle famigliari ereligiose, tematiche particolarmente sentite dalla donnain tutte le società.Negli ultimi anni la ricerca dell’artista evolve fino araggiungere una astrazione estrema dell’immagine,informale e mistica, liberandosi da ogni orpelloarchitettonico e esplorando nuovi significati, rimettendoin gioco drasticamente l’ambito interpretativo dei suoilavori. Una scelta coraggiosa visto che da lei ci sisarebbe aspettati un perenne tuffo nelle Mille e unanotte, una parentesi di esotico fascino, mentre ci sitrova ora di fronte al rigore di semicerchi a campiturepiatte in sovrapposizione. L’artista, per quanto possasembrare nostalgica della modalità pittorica di sintesiformale legata agli anni centrali del Novecento,sviluppa un percorso completamente autonomo e“necessario” ai fini della liberazione del soggetto dallarealtà dei significati imposti.Abbandona di fatto l’agio estetico e dei contenuticollegati alla cupola per trascendere quindi dalsoggetto rappresentato che si fa veicolo diconoscenza. Vuole addentrarsi più a fondo, nel sensopiù essenziale della forma che diventa una porta sualtri mondi .

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La semi sfera è la chiave, uno strumentoche nella sua immediatezza e semplicitàveicola la meditazione. Si apre così un“luogo” illimitato che si fa specchiodell’infinità di noi stessi.Vi è un passaggio da cupole di edifici sacria figure cosmiche, a paesaggi lunari,un’evoluzione dal micro al macro, dalnostro piccolo mondo allo spaziosconfinato dell’universo, dalla realtàquotidiana alla realtà dello spirito, in unviaggio senza meta verso la conoscenza.Riconduco i megaliti sferici della Trapani alMonolito di 2001: Odissea nello spazio,come strumento di apertura su un livello diconsapevolezza superiore.

*Walter Benjamin, L' opera d'arte nell'epoca della suariproducibilità tecnica, 2000, Einaudi, Torino. Forse il testopiù citato nella critica d’arte

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carlo puricelli

nato a Milano il 28.12.1975.

Muovo i primi passi per gioco, nella fotografia, all'eta' di5 anni con la Reflex di mio padre, da cui ho appreso latecnica, abbandonata poi durante l'adolescenza.All'eta' di 17 anni inizio a viaggiare solo o in compagnia,dapprima in Europa, ampliando poi i miei orizzonti nelresto del mondo.Una volta diplomato, in elettronica e telecomunicazioni,la mia voglia di conoscere mi spinge all'eta' di 23 anni avivere un'esperienza lavorativa in Sud America, piùprecisamente in Venezuela.A causa delle difficoltà' incontrate sono costretto arientrare in Italia dopo appena 7 mesi.Ma la mia voglia di viaggiare non si placa, bensì cresce,tanto che, due anni dopo mi reco in Thailandia per unanuova esperienza questa volta di 7 mesi e mezzo.E' solo nel 2006 che riprendo la mia attività' fotograficacon una vecchia macchina analogica, durante un mioviaggio in India, riscoprendo l'interesse anche nei viaggisuccessivi.Il mio passaggio alla fotografia digitale avviene, amalincuore, nel 2008.Negli anni mi sono divertito ed appassionato asperimentare le nuove tecnologie tanto da desiderare difare delle mie due passioni " fotografia e i viaggi" unaprofessione.

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dario carratta

Fin da bambino sono sempre stato affascinato dal mondodel disegno e del colore, in seguito alla formazione pressol’Istituto d’Arte in Design, ho deciso di intraprendere gli studiaccademici a Roma e di concentrarmi sulla pittura.Da quel momento la mia ricerca si è concentrata sullacostruzione di un immaginario formato dall’influenza didiverse matrici, spaziando dai fumetti giapponesi aivideogiochi, dalla musica rock, underground, al cinema, daiclassici della letteratura fino allo studio della storia dell’arte.Inizialmente ho lavorato con tematiche prettamenteintimiste, privilegiando la centralità dell’uomo, analizzandonel’aspetto più inconscio. Col tempo il mio immaginario èandato espandendosi verso nuovi temi e luoghi. Così hocominciato a vedere il mio lavoro come un grande film, unasequenza di situazioni borderline tra realtà e fantasia.I personaggi che hanno cominciato a popolare i miei lavorisono diventati sempre più evanescenti e meno riconoscibilidal punto di vista umano. Da questo l'umore e la volontà didistaccarli da una realtà conosciuta e prepotente, creando igiusti luoghi in cui non esistono leggi o conformazionisociali, ma più vicini ad una animalità. Come fossero dellecavie scappate da un grande laboratorio.Ad oggi il filo conduttore di tutta la mia ricerca è semprestato la distruttività umana, l’inconscio, ilperturbante,sentimenti che si fanno strada dentro ognuno dinoi, ora con forza, ora celati, ma pur sempre intrinsecidentro il nostro essere.

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gaia mattioli

Mi chiamo Gaia Mattioli, sono una ragazza diquindici anni e vivo in un paese di provinciavicino L'Aquila,in Abruzzo. La passione per lafotografia è in me sin da quando erobambina,quando con una "usa e getta" midivertivo a immortalare le mie bambole comefossero persone.Ho fatto di tutto perchè mi regalassero unabuona macchinetta fotografica e poichè miamadre non poteva permettersela, ho cercato nelmio piccolo di risparmiare e ho potuto aiutarla arealizzare il mio sogno.Amo soprattutto fotografare persone. A voltecamminando per strada mi colpisce così tantol'espressione di qualcuno che non posso fare ameno di portarla con me.Tutti i fermo-immaginehanno creato il mio piccolo bagaglio di ricordi.E che cosa sarebbe la vita senza ricordi?Con uno scatto riesco a fermare il mondoesattamente come lo vorrei, e anche se tuttoattorno poi cambia velocemente, riguardandoquelle foto, ho l'impressione che quelleemozioni, siano esattamente così per sempre.

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ilaria sancho

"Cosa c'è dietro ognuno di questiscatti,se non la rappresentazioneinteriore, attraverso la messa in scenadi un frammento di vita, cristallizzandoun'emozione profonda?Luoghi e soggetti della finzione visivacomposti ad arte, per la trasposizionedell'inconscio che si svela attraversouna mimica imposta e ben coordinata.Ecco che a prescindere dalla bellezza,ogni attrice interpreta il ruolo per leicreato da un'attenta regia.Attraverso sguardi e pose, donneraccontano una storia che leaccomuna diventando filo conduttoredi tutto il lavoro della fotografa che leutilizza come interpreti della proprianarrazione interiore." AlessandroMariani (videomaker e designer)

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marco chiurato

Naked art 40

E’ all’interno dello studio di Marco Chiurato, venetoclasse 1973, che la sua prorompente, caotica efervida creatività si ricompone, seguendo un viaggioin cui il corpo umano è testimone e mezzo, dando lapossibilità allo sguardo di ripercorrere in modologico ed ineluttabile il percorso artistico che haportato l’artista all’oggi.Lo spazio dedicato ai primi lavori, quelli che diederovita alla sua prima importante mostra: “Linea 79”,30 preziose sculture di modeste dimensioni, doveMarco Chiurato racconta se stesso il suo vissuto, lesue esperienze, che portano l’artista a testimoniare,attraverso la propria sensibilità, non solo i propridolori ma le ferite del mondo, affrontando argomentiche spaziano della religione alla xenofobia, dallasperanza alla disperazione, la vita … la morte.Ingredienti che hanno prodotto l’essenza dellanostra contemporaneità.Una collezione di sentimenti carica di significati,dove “il dolore del cuore”, assume dimensionifantastiche , in un estetica intrisa di un’affascinantepoetica che aiuta a liberarsi dal pregiudizio e dallacolpa, dando spazio alla speranza e al riscatto, pertornare alla possibilità di abbandonarsi nuovamenteai meccanismi dell’amore.

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Ad un anno dalla mostra “Linea 79”,dopo aver avviato altri progetti,sperimentando videoart, fotografia,performance, prende vita la suaavventura più discussa: nel cuoredella sua città, Marco Chiuratoinaugura un mostra che divide criticae stampa, pubblico e collezionisti.Quasi mille persone si sono prestatealla realizzazione delle opere, 500calchi di parti anatomiche maschili efemminili: glutei, seni, organi genitalied alcune sculture total body agrandezza naturale danno vita a“Sexhibitionism”.Una nuova chiave di lettura dellasessualità, pezzi di corpi che nonnecessariamente riconducono ad unapersona ben definita, dove l’edonismoe la voglia di protagonismo lascianospazio anche alle proprie confessioni,complice l’anonimato del soggetto chesi sente libero di esprimersi senzaessere giudicato, meccanismo questoche ritroviamo in Internet, dovesconosciuti, chattando con altrettantisconosciuti, si reinventano dando vitaad una sorta di surrogato della realtà

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Un altro importante momento creativo dell’evoluzioneartistica di Chiurato è testimoniato una serie di videoperformance dedicate al più inevitabile dei sentimentiumani: l’invidia. L’artista si misura con autorevoli nomidell’arte e della cultura, includendo anche grandi aziendedi successo. Nei pochi minuti della performance sonoposti in successione interesse, ammirazione, desiderio edinfine distruzione. E sempre la distruzione sarà il finale diun altro spettacolare momento: quello dell’opera“Tangshang ore 3,42” datata settembre 2009, alvernissage della mostra “Arte? Luce”, in collaborazionecon altri 10 artisti che lavorano al tema della luce.Chiurato espone tre enormi e preziosi lampadari inzucchero che nel clou della serata collassano e siinfrangono al suolo tra lo sgomento e la paura deipresenti, la luce riflessa dai sontuosi lampadari sitrasforma in buio, silenzio, desolazione riportandoci allamemoria il terribile terremoto cinese di Tangshang,andando a sottolineare la precarietà del nostro esistere.Eros e Thanatos hanno sempre caratterizzato i lavori diMC, l’impulso creativo e quello distruttivo hanno generatocentinaia di opere mediante tecniche e materiali diversi.Oggi l’artista quarantenne ha raggiunto una maturità chesi misura anche nell’abbandono dell’antica lotta: è semprela figura umana il centro del racconto ma è una nuovafigura liberata dal rimpianto, dal pregiudizio dalle delusioni,non più vittima delle proprie ossessioni, non piùsmembrata e mercificata.

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La figura viene ricomposta nella sua interezzanell’accettazione del proprio essere con leproprie peculiarità ritornando ad essere parteintegrante dell’universo diventando essa operad’arte, ritrovando nel creato il suo giusto postonel più sincero e totale abbandono, sottolineatada sottili arabeschi creati dallo zucchero,accarezzato dalla dolcezza di una tecnica antica,coinvolto anche nei sensi l’uomo abbandonaogni forma di aggressività, ritrovando la suaspiritualità nel dolce abbraccio del perdono.

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vincenzo todaro

E' nato nel 1978 a Erice, vive e lavoratra Palermo e Sciacca.Diplomato in Decorazione e in Pitturaall’Accademia di Belle Arti di Palermo.“La mia arte è un mezzo di indagine,riflessione e comunicazione, miinteressa l’uomo e la realtà, l’identità ele storie raccontate dalle cose e dalleimmagini.Nella recente serie (un)memories,lavoro sulla perdita di identità e dimemoria a partire da vecchie fotografiedi sconosciuti.Lavori precedenti indagavano l’identitàe la memoria relative a non-luoghi,edifici e oggetti in abbandono.Non voglio limitarmi rigidamente dentrotecniche o stili, i quali sono solo mezzi,anche da modificare, ibridare oabbandonare a seconda dellenecessità espressive.La mia attuale ricerca èsostanzialmente figurativa, ma unafigurazione concettuale, è piùimportante il pensiero che c’è dietroun’opera più che l’immagine in sestessa.”

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marianna merler

Nata a Trento il 28/06/1976 dove tuttora vive elavora.Nel 1993 ha conseguito il diploma di maestro d’artepresso l’Istituto Statale d’Arte di Trento e nel 1995 ildiploma di maturità presso lo stesso istituto.Nel 2001 ha conseguito il diploma di laurea pressol’Accademia di Belle Arti di Venezia col massimo deivoti.Dal 1993 ad oggi ha esposto in numerose mostre inItalia e dal 2011 a Berlino e New York e Shanghai.Dal 2001 lavora nel settore delle videoproduzioni traTrento e Milano; spesso realizza grandi tele ad usoscenografico per alcuni programmi televisivi erealizza impaginazioni grafiche per nuovi format.E' inserita nell'archivio artisti della Fondazione“Bevilacqua La Masa” di Venezia.E' inserita nell'archivio ADAC, Archivio diDocumentazione degli Artisti Contemporanei delTrentino, gestito dal MART di Rovereto (TN).E' inserita inoltre nell'archivio Giovani artisti delServizio Cultura, Turismo e Politiche giovanili delComune di Trento, collegato al Circuito GiovaniArtisti italiani (GAI).

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Il suo percorso artistico è vario,sempre teso alla ricerca ed allasperimentazione; iniziato su basipittoriche, che tuttora utilizza, si èespanso in questi anni verso lafotografia, il video, le installazioni e levideoinstallazioni.I lavori degli ultimi anni, soprattutto leinstallazioni, vogliono sottolineare lasuperficialità dell'uomo nei confrontidei temi della vita e del pianeta.Le guerre e il potere che consumanol'anima e inaridiscono la Terra, dasecoli, senza tregua, si rincorrono inun gioco mortale.Gli uomini, attratti dall'avidità egoica enoncuranti delle preziose risorse chela natura ci offre rischia di distruggersicon le sue stesse mani, annegandonel petrolio, assetato di famadimenticando la fame.I maya ipotizzavano la fine del mondonel 2012, ma secondo la visione diMarianna Merler, "Il mondo è giàvuoto", senza luce, nel fumo dellecentrali nucleari, chissà doveandremo a finire?...

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marta moretto

Marta Moretto vive e lavora nel cuore della città di Genova, dalla quale amaogni tanto allontanarsi con viaggi immancabilmente accompagnati da untaccuino e dalla sua macchina fotografica. Strumenti indispensabili perregistrare e fissare idee, per sperimentare e codificare immagini nuove esuggestive. Nascono così MYWAY e SHOTGUN, percorsi scaturiti da un erroreincidentale di una propria foto e spinti dalla ricerca della premeditata ripetizionedi quello stesso errore.Un progetto quindi sul tema del VIAGGIO, inteso come raccolta di ricordi, diframmenti di forme talvolta sfuocate, ma ricche di particolari, pregne di colori,dense di profumi e sensazioni.MYWAY è un viaggio in treno, con pause rilassanti, destinato a fissare immaginistabili, è un viaggio ricorrente tra Genova e Imperia, i luoghi della sua affettività.SHOTGUN è invece il viaggio in auto, decisamente più frenetico, nel quale lamacchina fotografica si trasforma in fucile, che spara a raffica perdendovolutamente la mira sul vero bersaglio. Lo scatto, privo così di qualunque ordineprestabilito e pregiudizio, produce immagini abili a sorprendere la loro stessaautrice, che solo in seguito selezionerà, in accordo con la sua sensibilità,luminose suggestioni di disegni o di testi che paiono scritti con lettere di fuoco.La fotografia è qui come un improvviso arresto cardiaco di una frazione disecondo.Effusioni sono i contenuti delle foto, la sofferenza è nel look. L'effetto èsorprendente, le immagini volutamente sfuocate diventano luoghi sotterranei,immaginari paesaggi saturi di stranezza, dove l’illuminazione e il grandeformato sono utilizzati per renderli irriconoscibili. L'ingresso a una strada sitrasforma allora in una caverna sanguinosa... icone che oscillano tra realtà efinzione.Testo Critico D.ssa Maria Grazia Todaro.

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maurizio l’altrella

Maurizio L’Altrella è nato a Milano nel 1972.Interrompe presto gli studi per entrare nel mondodel lavoro, solo per scoprire che la sua veravocazione è la pittura. Si iscrive ad un corsoserale di arte per seguire la sua passione e infinelascia il suo lavoro per dedicarsi completamentealla sua arte. Da allora, L’Altrella ha tenuto unaserie di mostre, catturando l’attenzione dicollezionisti e critica.Nelle sue prime opere, L’Altrella ha esplorato ilmondo dell’infanzia e dell’adolescenza. Nei suoidipinti creati con olio e smalto, mostra giovanisoggetti come parzialmente immersi in unadimensione molto intima che è poi lo sfondo dellatela in cui si plasmano. Le figure dei suoi lavoripiù recenti sono persone adulte con tested’asino. L’animale è la metafora di un aspettocaratteriale che interessa e incuriosisce l’artista:onesto, laborioso e ben-intenzionato ma allostesso tempo, ostinato e intrappolato dallapropria visione ristretta della vita.

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sam punzina

Sono Sam Punzina, vivo a Enna, in Sicilia,lavoro in Italia e all'estero.Il mio percorso è iniziato frequentando Palermoe i suoi Artisti, è stato un continuo confronto eun’assidua ricerca della propria cifra stilistica.All'Accademia studiai diversi artisti e me neappassionai, Pollock fra questi. Cominciai acolare smalti sulla tela senza sapere dove miavrebbe portato. Mi piaceva la densità delcolore, la stratificazione lucida e tattile deglismalti. Sperimentai su diverse superfici, tra cuile carte vetrate, lunghi rotoli abrasivi su cui sisusseguivano forme polimorfe chesomigliavano a qualcosa, quasi sempre sipotevano attribuire ad animali, a piante o adaltro (un pò come si fa con le nuvole). Da lì misono avvicinata a questa visione surreale dellarealtà e la tela è tornata ad essere quasi inmaniera assoluta l’unico supporto. È unaricerca tra consapevolezza e caos, tra pittura escultura, cercando di reintegrare nella praticapittorica il valore del gesto automatico,rileggendo l’informale sotto il segno di unrinnovato spontaneismo trasportando il tutto inuna dimensione pop e un po’ naif.

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titti gaeta

Titti Gaeta nasce a Salerno nel 1972.Dal 1990, attrattadallo scaturire fluido delle luci e delle ombredell’obiettivo fotografico e dopo aver sperimentato varieforme d’arte creativa, l’artista si dedica anima e corpo aquella che molti critici in tempi passati hannoconsiderato un’arte minore in quanto mero strumento diduplicazione del reale.La sua carriera artistica inizia nel 2004 e dopo qualcheanno iniziano ad arrivare anche i primi riconoscimenti.Nell'aprile 2007 il progetto Borderline, curato nellafotografia da Titti Gaeta e Lello Sozio e nei testi daStefano Durante e Laura Mustacchio raggiunge unimportante traguardo e conquista il primo premio alconcorso patrocinato dall’Unicef “Tutti uguali e diversi”.Negli anni ha conservato la sua passione per la "foto-denuncia" ma oltre al reportage giornalistico, si èsuccessivamente appassionata allo stile fantasy basatosul ritratto.Sul finire 2007 inizia a dedicarsi alla sperimentazione diinterventi virtuali, che stravolgono la fotografia, al fine direalizzare ambienti e figure che diano dei messaggi didenuncia, ma in contesti totalmente irreali, perrafforzare il concetto di quanto sia artificiale la societàoccidentale.

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Nel 2008 fonda insieme ad un gruppodi professionisti dell'arte, della musicae della comunicazione, l'associazioneculturale Officina 31, in cui ricopre ilruolo di Art Director.Nel suo ultimo lavoro " Virtual realityor real virtuality? " oltre alle fotografie,disegna e realizza abiti di carta emake-up digitali.Negli ultimi anni, espone a Bruxelles,Lisbona ed in diverse città italianeavendo sempre un grande riscontroda parte della critica e degliappassionati del settore.Lavora nel suo studio di Battipaglia(Sa) dove oltre alla fotografia e allearti digitali prosegue per la stradadella promozione dell' arte facendosipromotrice di sempre nuovi ed ineditieventi ed incontri culturali.

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vittorio crosara

La mia ricerca espressiva torna costantemente araccontare dell’uomo e del suo legame con lanatura fin nelle origini.Fisicità ed interiorità intessono le figure umane inmodo che appaiano pervase di un’ambiguitàstraniante, pietrificata; adombrano degli automiche sembra esistano loro malgrado nel cosmo. Viè in esse un riflesso dell’inconoscibile che tiene inscacco il pensiero umano.Nel ciclo di lavori più recente mi soffermo sul temadell’origine biologica umana. Nella trasposizionein forma allegorica del feto umano -punto di inizioindifferenziato in altri esseri, viventi talora in tempiantecedenti la comparsa della specie umana,rappresento la parentela genetica fra l’uomo etutte le altre specie, il suo divenire biologico.Ma il conoscere l’origine biologica umana nonrisolve la questione della dimensione metafisica dicui è permeata l’esistenza umana, ed è perquesto che le mie donne procreatrici sonoiconograficamente rappresentate sullo sfondo digrandi, angeliche ali.L’interconnessione fra specie, simboleggiata dallaspina dorsale e dai fluidi organici riconduce allavicinanza genetica e nel contempo tratteggia unimmaginario di manipolazioni biologiche futuribili.

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matteo vettorello

Matteo Vettorello ricerca una forma espressiva propria, il suo coinvolgimento nei confronti della pittura èdiretto da un’esigenza per il fare.Attraverso i suoi Paesaggi Immaginari sollecita ad una percezione lontana e visionaria, immergendo lospettatore in una relazione intimistica e silenziosa.L’artista vuole far percepire la lontananza di una terra quasi impossibile da raggiungere, un percorsotortuoso che dimostri l’assoluta disciplina pittorica. In continua analisi sul senso della vita in relazione conl’ambiente si avvicina alla figura del contadino, semplice maestro e assolto portatore di fatiche quotidiane.Nasce da questa intuizione Overdose, un’azione di live painting che gioca sul significato di natura morta inrelazione alle dinamiche di mercificazione contemporanee.Effetti disastrosi causati da un “made in Italy” inflazionato. Immagini e suoni si confondono nelle sueinstallazioni accentuando la condizione visiva per trasportare il fruitore in un processo di gestione interna, incui l’unica via di fuga è spendere qualche istante in un’analisi percettiva fra l’opera pittorica e il tutto.Nel caso delle sue installazioni, come Passeggiata artificiale, un lento movimento di un utensile meccanico,posizionato al di sotto dell’installazione, provoca un ondeggiamento ipnotico, come un miraggio. Non a casolo stridere meccanico dell’utensile impedisce la tranquilla visione dell’opera, casusando una visionedisturbata, alterata da un continuo cigolio.

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Attraverso un percorso logico nascono sicure espressioni, vitali connessioni tra luogo, tempo e spazio. I suoilavori offrono uno spunto di riflessione sul nostro tempo, in cui frenesia e consumo manipolano la nostraesistenza, riferendosi all’avanzamento incontrollato di un sistema che ci rende incapaci e inutili. Dalla seriepaesaggi immaginari e incapacità (di)gestione studia esperimenti formali attraverso la biodiversità delle materiee degli elementi, esplosioni pacifiche di un mondo distrutto. Relazioni incompatibili sono una serie pittoricadove la combinazione di composti eterogenei diventano metafora della condizione dell’uomo contemporaneo.Esse ricreano una visione astratta che trascende da un significato diretto e risolvono la loro funzione laddove,chi visiona l’opera spendendo qualche istante del suo tempo si ferma ad analizzare e pensare.“La ricerca affannosa di una verità su tutte non permane, è come una scalata infinita.In questo caso ci si arrende ma l’abbandono alla coscienza è un punto di inizio con il quale possiamo riempirel’animo. Il nostro corpo è svuotato da immagini troppo nitide e veloci.Fermarsi ora ad osservare un punto lontano non può essere una spiacevole perdita di tempo e nemmeno unlusso, dovrebbe essere una condizione dedita ai più.”

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GALLERIE IN EVIDENZA

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Maelström Art Gallery viene inaugurata nel 2010, avendo, quale intento principale, laselezione e la promozione di giovani artisti di talento, che operano con stili, tecniche emateriali differenti tra loro, offrendo uno spaccato significativo ed interessante dell’artecontemporanea, nel suo creativo oscillare tra figurativo ed astratto, disimpegnato econcettuale.

La Galleria diventa “Maelström” una sera di inizio autunno, quando, sulla suggestione diun limpidissimo cielo antracite, riaffiorano, dalle pieghe della memoria, le note vibranti diun racconto di Edgar Allan Poe - “Una discesa nel Maelström”, dipinto di vivida bellezza,prima ancor che novella. Il “Maelström” (un vortice d’acqua di formazione naturalecaratteristico delle isole Lofoten) diviene, per ispirazione della talentuosa penna di Poe,un gigantesco turbine d’acqua, affascinante ed inevitabile via senza ritorno, capace ditrascinare ogni cosa a sé. E dentro di sé…Allo stesso modo, Maelström Art Gallery si ripropone di coinvolgere neofiti, estimatori,collezionisti privati ed investitori istituzionali nell’affascinante vortice dell’artecontemporanea.

Inizialmente situata nello storico quartiere di Brera a Milano, Maelström Art Gallerysceglie, nel 2012, di ampliare e dinamizzare il proprio campo d’azione, evolvendo in“galleria itinerante” senza sede fissa, in modo da poter essere presente, di volta in volta,in locations e città diverse, aumentando la visibilità dei propri artisti ed esponendoli incontesti nuovi e stimolanti.

Nei suoi primi 3 anni di attività, la Galleria ha organizzato numerose mostre personali ecollettive per i suoi artisti, che, nel frattempo, hanno saputo distinguersi e farsiconoscere nell’ambito di importanti manifestazioni a carattere nazionale edinternazionale, con ottimi riscontri da parte del pubblico e della critica (volendo citarnealcuni, Vincenzo Todaro ha esposto una delle proprie opere in occasione della 54ªBiennale di Venezia, Fabio Presti ha vinto la IX edizione del Premio Celeste ed AriannaPiazza è risultata assegnataria di una borsa di studio, presso la Fondazione BevilacquaLa Masa di Venezia).

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Maelström Art Gallery partecipa, inoltre, ad importanti fiere d’arte ed ha stretto una partnership continuativacon il Premio Internazionale Arte Laguna di Venezia, cui, ogni anno, partecipano circa 8.000 artisti, diprovenienza nazionale ed internazionale.La Galleria, infine, offre uno servizio di Art Advisory specializzato, che non si limita alla consulenza nellacompravendita delle opere, ma si diversifica in vari settori del mondo dell’arte (gestione di trust e fondicomuni che investono in arte, art banking, valutazione di collezioni e/o singole opere, gestione di prestiti amusei, fondazioni ed istituzioni private, pratiche di import/export, ecc.).

MAELSTRÖM ART GALLERY SRLSede Legale: Piazza Quattro Novembre, 720124 MilanoTel + 39 347 2774606Skype maelstromarte-mail [email protected] www.maelstromart.it

Sara giannatempo

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Bruno marrapodi

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Studio Ellisse - venezia

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A due passi dal ponte di Rialto, in calle del Paradiso,lontano dal chiassoso movimento dell'artecontemporanea, esiste Studio Ellisse, immerso nellaclassica atmosfera veneziana.Studio Ellisse nasce nel febbraio 2012, una piccolarealtà dove l'artista Vittorio Crosara produce i suoilavori. L'atelier personale dell'artista oggi, oltre aisuoi dipinti, ospita una realtà espositiva dinamicadove già diversi artisti hanno avuto la possibilità diproporre il proprio lavoro. Esposizioni aperte adiversi stili hanno riempito lo spazio con operegraffianti, dalla street art di Cibalgina, ai paesaggiimmaginari di Matteo Vettorello, alle atmosferevisionarie di Maurizio L'Altrella, e lavoriestremamente delicati come le sete di MarcoKinloch, gli acquerelli di Alpina Della Martina, leperle e i coralli della gioielleria artigianale Clotilde diVicenza e le sculture di Annamaria Maccapani.Vittorio Crosara apre l'inizio del nuovo anno con unamostra personale a Ca' Zanardi a Venezia e invital'artista Matteo Vettorello per svolgere un'azioneperformativa nel corso dell'inaugurazione. In seguitoa questa esperienza Studio Ellisse si è trasformatoin un vaso comunicante, in un ponte di collegamentocon la realtà sperimentale di AltoLab a BanchinaMolini, una nuovissima collaborazione, un costantenetwork dedicato all'arte che darà vita ad un riccoprogramma di esposizioni.

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Visitati per voi

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AAM ARTE ACCESSIBILE MILANO 2013SPAZIO EVENTIQUATTRO – SPAZIO ESPOSITIVO PwC

12−13−14 aprile 2013

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AAM ARTE ACCESSIBILE MILANO 2013V EDIZIONESPAZIO EVENTIQUATTRO – SPAZIOESPOSITIVO PwC12-13-14 aprile 2013Via Monte Rosa 91, Milano ingresso libero previaiscrizione al sito www.arteaccessibile.comVernissage: Venerdì 12 Aprile 2013, dalle 19.00alle 24.00Da Venerdì 12 a domenica 14 aprile si svolge laV edizione di AAM – Arte Accessibile Milano,manifestazione internazionale d’artecontemporanea ideata e diretta da TIZIANAMANCA, inserita quest’anno fra gli eventi delFuorisaloneOltre 50 espositori, più di 150 artisti provenientida tutto il mondo, 40 Progetti curatoriali dedicatiad artisti emergenti, la 1° edizione del “Premiod’Arte AOP Academy”, la 3° edizione delConcorso di fotografia culturale “Back Stage”realizzato dal magazine Frattura Scomposta econ presidente di giuria OLIVIERO TOSCANI , eper la prima volta all’interno della Sala Collinauna sezione dedicata interamente all’Art-Design

E poi ancora…ELIO FIORUCCI, FERDINANDO SCIANNA,MIMMO PALADINO

dal mondo del cinema ANTONELLO &MONTESI, ovvero i due fotografi più esperti di3D in Europa con la mostra in 3D live Gen[3]dersul mondo illusorio dei transgender il critico IVANQUARONI presenta l’asta benefica “L’arte cheaiuta i bambini” in favore di due onlus milanesicon le opere di 26 artisti contemporanei con nomid’eccellenza quali PASTORELLO, VANNICUOGHI, PAOLO DE BIASI, SILVIA ARGIOLAS,MICHAEL ROTONDI, GIULIANO SALE EKO 500PROJECT di GIANNI DEPAOLI che valorizzeràlo scarto organico del pesce per (ri)creare unaFiat 500 con oltre 650 kg di salmone norvegeseAppuntamenti Enogastronomici, ArtPerformances, Spettacoli di Video Art, FreeMarket Auction, Presentazione di libri, Laboratorididattici Dal 12 al 14 Aprile 2013 presso SpazioEventiquattro e Spazio Espositivo PwC sede delGruppo 24 Ore e di PricewaterhouseCoopers invia Monte Rosa 91 a Milano si apre la quintaedizione di AAM Arte Accessibile Milano 2013,manifestazione internazionale d’ArteContemporanea ideata e diretta da TizianaManca, inserita quest’anno fra gli eventiFuorisalone, realizzata grazie ad Arte Ipse DixitLtd con la collaborazione di PwC edEventiquattro, e con il patrocinio del Comune diMilano.

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A differenza della scorsa edizione, AAM 2013 nonavrà alcun team di curatori esterni, in quanto tutti iprogetti curatoriali saranno presentati direttamentedalle stesse gallerie, per rendere ancora più direttoe senza alcun filtro il rapporto fra artista-galleria-visitatori.Da sempre Arte Accessibile Milano si colloca inmaniera trasversale nel panorama dellemanifestazioni d’arte contemporanea,indiscutibilmente come una fiera d’avanguardiache desidera creare un rapporto continuativo conespositori e pubblico, cercando innanzitutto diaiutare la gente a leggere, apprezzare, valutare ecriticare l’arte contemporanea. Aspetto più che mairilevante oggi: in un momento di forte crisi non soloeconomica, culturale ed etica, l’uomo e la societàpossono riorganizzarsi solo se il rinnovamento ècaratterizzato dalla volontà di ricreare le condizionidi un nuovo pensare e un nuovo agire.“Ogni anno ci poniamo l’obbiettivo di educare ilpubblico all’arte contemporanea” - precisa TizianaManca – “Arte Accessibile Milano non vuoleentrare in competizione con le tradizionalimanifestazioni di arte contemporanea, ma nascedalla volontà di mostrare l’altra faccia dell’artecontemporanea, accogliendo un pubblicoeterogeneo da un punto di vista culturale e sociale,e rivolgendosi sia ai collezionisti più esigenti che aineofiti. La scelta del palazzo disegnato da RenzoPiano come sede espositiva e l’assenza delbiglietto d’ingresso sono i nostri due principi sani

da cui partire: si vuole sottolineare la qualitàdell’offerta “garantita” da un luogo dinamico eassolutamente vitale come il palazzo di RenzoPiano, che lui stesso definì “edificio in ascolto”; econtemporaneamente far si che il pubblico si lasciavvicinare dall’arte contemporanea senza timori.Vogliamo offrire un’esperienza diversa che aiuti ilpubblico a crearsi una propria consapevolezzaartistica”.AAM 2013 sono 4600 mq di arte contemporaneapura in tutte le sue declinazioni, con l’apertura perla prima volta di una sezione riservata interamenteall’Art-Design; AAM 2013 sono tre giornicaratterizzati da un’atmosfera informale einterattiva, in cui l’approccio tradizionale al mondodell’arte inverte decisamente la rotta, latrasparenza diventa il punto di snodo per unamanifestazione di qualità, e il rapporto espositori-pubblico-artisti significa poter intersecare esovrapporre tre universi paralleli.

LE NOVITÁ DI ARTE ACCESSIBILE MILANO2013 ART DESIGN

La quinta edizione di Arte Accessibile Milano apreper la prima volta una finestra sul mondo delle ideein movimento, ovvero dell’Art-Design, dove spessomateriali di scarto (Ri)nascono, mutano la loroforma originale e ottengono una secondapossibilità di vita.

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AAM 2013, che si svolgerà in contemporanea alFuorisalone, fra gli eventi più attesi a livellointernazionale, mette interamente a disposizionedell’Art-Design la Sala Collina, 900 metri quadri tutti daintercettare, per un affascinante percorso nell’arte dellametamorfosi quotidiana, un’officina del pensiero liberoda argomenti convenzionali e degrado intellettuale:creatività, tecnologia, processi artigianali, pittura,poesia, scultura, tutto si intreccia per dar vita a nuovecombinazione estetiche a volte inusuali, e renderereale l’eccellenza dell’eccellenza artigiana.La Sala Collina sarà suddivisa in 24 macroaree, nellequali si potranno incontrare Art Designer che offrono iloro saperi ad un pubblico che sempre più vuolconoscere da vicino il processo di trasformazione di unprodotto, la sua genesi e la sua rinascita.Il progetto propone il confronto tra designerinternazionali, artisti emergenti e realtà artigiane, conun desiderio comune: far emergere la straordinariaricchezza dell’arte contemporanea in relazioneall’identità culturale dei propri fruitori.

PROGETTI CURATORIALI

Novità principale di quest’anno è la presenza di oltre 40progetti curatoriali ideati e realizzati a 360° dallegallerie in sinergia con gli artisti, così da creare unrapporto ancor più diretto con i visitatori.

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ELIO FIORUCCI e OLIVIERO TOSCANI: UNAMOSTRA, UN CONCORSO FOTOGRAFICO EUN TALKL’artista-designer milanese Elio Fiorucci approdaper la prima volta ad AAM con la mostra-evento daltitolo Street Love Therapy.Moda arte design nel mondo: Elio Fiorucci checelebra, attraverso 33 pannelli illuminati dai colorifluo dei neon degli storici negozi una carrieraspettacolare. L’esposizione fotografica, curata daRaffaella Caruso, è un appassionante percorso diimmagini per raccontare come la sua filosofia, isuoi incontri, la sua arte abbiano dato unineguagliabile contributo allo stile italianoattraverso direzioni e forme sempre attuali, originalie inaspettate.Sarà Oliviero Toscani il presidente onorario dellaterza edizione del Concorso di fotografia culturale“Back Stage” realizzato dal magazine di artecontemporane FRATTURA SCOMPOSTA incollaborazione con METRO Quotidiano Free Presse Sinervis Consulting per ciò che riguarda ilsostegno informatico; aperto a tutti i fotografiamatoriali da “0 a 99 anni”. Si può partecipare dalleore 18.00 di venerdì 12 a alle ore 12.00 didomenica 14 aprile.

Domenica 14 aprile alle ore 16 presso l’Auditoriumde Il Sole 24 Ore Elio Fiorucci, Oliviero Toscani eMarisa Galbiati, Vice Preside della Scuola delDesign del Politecnico di Milano, terranno unincontro pubblico dal titolo “Made in Italy”.

ANTONELLO & MONTESI: GEN[3]DERPhilippe Antonello e Stefano C.Montesi lavoranoda sempre nel campo cinematografico. Nel 2010decidono di unire le loro professionalità divenendonell’arco di pochi mesi i fotografi più esperti di 3Din Europa. Nel 2012 fotografi ufficiali della 69°Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica diVenezia, fotografando in 3D live tutte le starinvitate.Il loro nomi sono legati a pellicole come “ToRome with Love” di Woody Allen, “Tutto tuttoNiente niente” di Giulio Manfredonia, “Dracula” diDario Argento”, “Tutti i santi giorni” di Paolo Virzì,“Magnifica presenza” di Ferzan Ozpetek”; e ancoraa star del cinema internazionale come RusselCrowe, Nicole Kidman, Tom Cruise, Hugh Grant.La mostra Gend[3]der, presentata a Spoleto nel2011 e portata oggi a Milano grazie alla 20 RedLights in occasione della V edizione di AAM,espone undici scatti fotografici in 3D live diAntonello & Montesi: undici straordinari raccontidell’universo ingannevole dei transgender, ovverodi chi rivendica una visione dei sessi e dei generifluida.

FERDINANDO SCIANNA e MIMMO PALADINOSabato 13 aprile alle ore 16.00 presso l’Auditoriumdel Sole 24 Ore Ferdinando Scianna, MimmoPaladino, Ginestra Paladino e Vincenzo Trionedialogheranno con il pubblico in un incontro daltitolo “La Donna” organizzato da MariantoniettaFirmani, direttore artistico di Parallelo42Contemporary Art.

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Alle ore 18.00 verrà proiettato il film Quijote diMimmo Paladino – Produzione Ananas srl.

INVESTIRE NELL’ARTEDecisamente in linea con la linea editoriale delgruppo Sole 24 Ore, AAM crea la prima Asta diLibero Mercato, offrendo la possibilità per tutti gliespositori di mettere all’asta sin dal primo giornouna/due opere che saranno a fine manifestazionevendute a chi avrà presentato l’offerta più alta.Inoltre, per chi ancora si domanda se l’arte è uninvestimento sicuro, sabato 13 aprile alle ore 14.00all’Auditorium del Sole 24 Ore Claudio BorghiAquilini, docente di Economia degli IntermediariFinanziari ed Economia e Mercato dell’Arte pressol’Università Cattolica di Milano, presenterà la suaultima fatica letteraria Investire nell’arte. Il nuovooro: come salvare i propri risparmi dalla crisi editodalla Sperling & Kupfer con prefazione di FrancescoMicheli.

ASTA BENEFICA “L’ARTE CHE AIUTA I BAMBINI” afavore di ABN Onlus e FATA OnlusSabato 13 aprile dalle ore 14.00 alle 16.00 presso laSala 5 del Palazzo de Il Sole 24 Ore si svolgeràun’asta benefica dal titolo “L’arte che aiuta i bambini”a cura di Ivan Quaroni, grazie alla solidarietà diventisei affermati artisti contemporanei.Questi gli artisti partecipanti: Pastorello, Paolo DeBiasi, Thomas Berra, Stefano Fioresi, Vanni Cuoghi,Michael Rotondi, Silvia Argiolas, Giuliano Sale, AliceColombo, Ilaria Del Monte, Irene Balia, Valerio

Melchiotti, Isabella Nazzari, Viviana Valla, PierpaoloFebbo, Norma Picciotto, Carlo Alberto Rastelli, SilviaMei, Massimo Della Pola, Debora Garritani, AnnaCaruso, Milena Sgambato, Dario Molinaro, RobertoFanari, Illulian Design Studio, Carlo Cane.I fondi raccolti durante l’evento saranno interamentedevoluti a favore di due Onlus milanesi molto attivesu tutto il territorio lombardo: Abn (Associazione peril Bambino Nefropatico) www.abn.it per contribuire alprogetto triennale dinefrourologia pediatrica; e Fata (FamiglieTemporanea Accoglienza) www.fataonlus.com percontribuire alla casa di Fata, un edificio che ospitabambini allontanati dalla famiglia di origine per gravisituazioni di disagio familiare.

EKO500 PROJECT di GIANNI DE PAOLIEKO500 PROJECT è il nome della proposta diGianni Depaoli: oltre 650 kg di salmone norvegeseper ricostruire la leggendaria FIAT 500 che verràposizionata all’interno degli spazi del Sole 24 Ore.Un progetto di Organic Trash Art che valorizza loscarto del pesce che ci ha dato nutrimento, creandoopere d’arte e sensibilizzando l’opinione pubblicasull’ecosotenibilità e biodiversità. EKO500PROJECT rappresenta il viaggio immaginario di unmarchio leggendario nel mondo, la FIAT, e lesquame che la rivestono identificano la multietnicitàdella leggendaria casa automobilistica italiana.

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PREMIO “AOP ACADEMY”Il 30 gennaio Artist Outreach Program (AOP),progetto ideato dai marchi di belle arti Winsor& Newton, Liquitex e Conté à Paris ha lanciatoa gennaio la I° edizione del Premio AOPacademy con il fine di promuovere il talentogiovane. Il Premio è riservato agli studentidelle accademie di belle arti e degli istituti diformazione in arti figurative, nonché agli artistiemergenti under 35.Il Premio d’arte AOP ACADEMY vuole offrire lapossibilità agli studenti e giovani artisti di farsiconoscere da collezionisti, curatori e altriprofessionisti del mondo dell'arte e prevede larealizzazione di 2 eventi espositivi, di uncatalogo a colori e l'assegnazione finale di piùpremi per ogni categoria in concorso.La mostra delle opere finaliste e laproclamazione dei premi si svolgeranno sullospazio Premio AOP academy alla V edizione diAAM Arte Accessibile Milano.Le opere dei vincitori di ogni categoria sarannoesposte presso lo spazio espositivo GriffinGallery a Londra (www.griffingallery.co.uk) inoccasione di una manifestazione organizzatacon la Royal Academy of Arts of London entrola fine del 2013. Inoltre, i vincitori sarannopremiati con un viaggio di 3 giorni a Londra.

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Tutti i finalisti riceveranno in dotazione delmateriale per belle arti.La Giuria artistica è presieduta da IVAN QUARONI- curatore e critico d’arte – e composta da RolandoAnselmi, titolare della Rolando Anselmi Galerie aBerlino, Emiliano Zucchini, redattore della rivistaArte Contemporanea e di Guido D’Angelo,coordinatore del Progetto AOP Italia – Docente didiscipline pittoriche.

TOUR ENOGASTRONOMICOAAM 2013 quest’anno ospiterà il primo Art-Food-Wine Tour in uno spazio dedicato di 1200m2suddiviso in 18 aree di 16m2, grazie alla presenzadi alcuni dei migliori produttori italiani. Ad ingressorigorosamente gratuito, come tutta lamanifestazione, il tour enogastronomico nasce daun’idea di Mariella Casile e Santi Logoteta, che investe rispettivamente di critica e di appassionato dienogastronomia, vareranno alcune fra le maggioriaziende di tendenza nel settore.La volontà di portare all’interno di AAM un vero eproprio percorso enogastronomico scaturisce dallaconsapevolezza che oggi mangiare non è solo unbisogno fisiologico: “Quello che mangiamo ha lesfaccettature di un diamante: a partire dalla suaparte genetica e chimica (quindi nutrizionale), perpoi incontrare aspetti antropologici come l’arte, lafilosofia, l’intera cultura e la storia dell’uomo”(Fiammetta Cortese, Il Giornale)

LABORATORI DIDATTICIInteressante anche il programma dei laboratorididattici, grazie alla Casa di Oz che propone nellegiornate di sabato 13 e domenica 14 aprile unadoppia finestra con percorsi ludico–laboratorialisite-specific dedicati ai visitatori più piccoli ma piùimportanti, i bambini… ovvero i fotografi, gli scultorie i pittori di domani! Due le proposte di ArteAccessibile Milano 2013:1) “Artisticamente bambini!” (sabato 10.00-19.00 |domenica 10.00-18.30) per bambini dai 3 ai 10anni. Due giornate di laboratori in cui alcuni giovaniartisti contemporanei lavoreranno insieme ai bimbicon i materiali più disparati possibili per un’artetotalmente libera!2) “Artisti si nasce” (sabato 10.00-19.00 | domenica10.00-18.30) per bimbi da 0 a 3 anni.Giochi e favole per imparare a vedere il mondo conl’occhio dell’artista!

AAM – ARTE ACCESSIBILE MILANO 201312–13-14 aprile 2013Spazio Eventiquattro - Spazio Espositvo PwC | viaMonte Rosa 91, Milano

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Premio Concorso fotograficoamatoriale Back Stage (3° edizione)

Giuria composta da: Oliviero Toscani (Presidente),Antonio De Luca, Gianluca Chiodi, Sergio Curtacci e Maurizio Gabbana

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Roberto Bertolino – primo classificato

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Carlo Puricelli ‐ secondo classificato

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Carlo Puricelli ‐ secondo classificato

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Marta Moretto ‐ terza classificata

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Gaia Mattioli – terza classificata

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Vania Elettra Tam – terza classificata

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Giacomo Giannella quarto classificato

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Giovanni Raffaele Rossi ‐ quarto classificato

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Jarek Dys ‐ quarto classificato

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Matteo Scarduelli ‐ quarto classificato

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Ernesto Galizia premio speciale della giuria

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Federico Spinelli premio speciale della giuria

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Pianeta CinaLa Cina incontra il Rinascimento Italiano

PALAZZO TE, MANTOVA

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La Cina incontra il Rinascimento italiano. In mostra60 significative opere d'arte contemporanea dei duePaesi, in un incontro unico tra antico e moderno.Sculture, fotografie, dipinti, videoinstallazioni aconfronto con gli affreschi di Giulio Romano.

Nell’Ala Napoleonica e nelle Fruttiere di Palazzo Tea Mantova saranno ospitate le 60 opere piùsignificative dell’arte contemporanea cinese eitaliana, con un incontro unico tra antico e moderno,tra Oriente e Occidente, organizzata da PaoloMozzo e Sandro Orlandi, promosso dal Comune diMantova, con il Patrocinio del Centro Palazzo Te eConfcommercio.Dopo il grande successo di pubblico e di critica perla 1. Biennale Italia-Cina, ospitata da Villa Reale aMonza fino allo scorso 6 gennaio, prosegue ildialogo artistico tra le due civiltà più ricche di storia,“Pianeta Cina – La Cina incontra il RinascimentoItaliano”.

Sculture, fotografie, dipinti, videoinstallazioni firmatedagli artisti cinesi e italiani più significativi delpanorama contemporaneo, saranno accolte dal 13aprile nelle sale di Palazzo Te, affrescate da GiulioRomano in epoca rinascimentale. Proprio alRinascimento sarà dedicato “Pianeta Cina – LaCina incontra il Rinascimento Italiano”, esposizionecurata da Sandro Orlandi e diretta da Paolo Mozzo,con il coordinamento di Carlo Micheli.

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Sarà uno stimolante viaggio attraverso le differentiletture e interpretazioni di uno dei periodi più fertilidell’arte italiana, che coinvolgerà le sale affrescate ele Fruttiere di Palazzo Te, insieme ai suoi magnificicortili e giardini, che ospiteranno le installazioniesterne.

Molti degli artisti selezionati hanno esposto allaBiennale Italia Cina alla Villa Reale di Monza, conmolte opere inedite, tra questi Feng Zhengjie, LuPeng, Chen Wenling, Li Wei, He Weiming e MiaoXiaochun, che parteciperanno anche alla prossimaedizione della Biennale Arte di Venezia.Nuovi artisti esporranno a Mantova come ilfamosissimo Yue Min Jun che esporrà una sculturaparticolarmente significativa, dal titolo “ContemporaryTerracotta Woriors”, in bronzo dipinto.Non mancheranno le opere più interessanti delpanorama italiano, tra cui quelle dell’artistaMantovano Carlo Bonfà, famoso per unire le tecnichetradizionali ai nuovi strumenti tecnologici.Palazzo Te sarà dunque lo scrigno nel qualescoprire, incontrare e capire il llinguaggio universaledell’Arte, l’unica “chiave” in grado di aprire un dialogotra oriente e occidente, come tra Rinascimento econtemporaneità.La mostra, organizzata da, Comune di Mantova, incollaborazione con Palazzo Te e Confcommercio, siinserisce in ApeRTurE, un “contenitore” di eventi checomprende anche un premio di pittura under 35,conferenze, musica, cinema, fotografia,enogastronomia… Tutto nel nome di ITALIA-CINA.

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Nell’Ala Napoleonica e nelle Fruttiere di Palazzo Te aMantova saranno ospitate le 70 opere piùsignificative dell’arte contemporanea cinese eitaliana, con un incontro unico tra antico e moderno,tra Oriente e Occidente, promosso dal Comune diMantova, con il Patrocinio del Centro Palazzo Te eConfcommercio.

Ufficio Stampa & Promozione Mabacomunica diMarilisa CapuanoSede operativa: Calle del Sale 53 Mestre, Ve - 30174Tel: +39 041 8624086 [email protected] Stampa Palazzo Te - Federica Leoni tel +390376 369198 [email protected]

Palazzo Teviale Te, 13 - MantovaOrari: martedì-domenica ore 9-18, lunedì ore 13-18IngressoIntero € 8.00Ridotto € 5.00Ridotto speciale € 2.50 prevendite 0376.323266

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MAGComo

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FABBRICA BORRONI presenta SPIRITO ITALIANOATTO IIIun progetto per la rinascita della giovane arte italianaDal 17 aprile al 6 giugno

Il sistema dell'arte italiano sta morendo soffocatodalla situazione in cui si è messo da parecchi anni:gelido, elitario, una cupola mafiosa composta da dueo tre riviste, quattro gallerie, poche decine dicollezionisti “guidati”. Molte gallerie hanno chiuso ochiuderanno, le maggiori Fiere come Artissima, Miarte Bologna sono ormai in mano a poche personesenza scrupoli che hanno come obiettivo solamente ilguadagno. I giovani artisti sono trattati come servi oschiavetti, non vengono pagati, le loro opere siperdono misteriosamente nei meandri delle gallerie,ricevono false promesse per mostre che non sifaranno mai, o se si faranno dovranno pagarecatalogo, inaugurazione,tutto.Questi non sono galleristi, sono affittacamere senzavergogna o nella migliore delle ipotesi mercantitravestiti. Così tanti giovani artisti sono scoraggiati,inerti, non sanno come reagire e quasi sempre nonpossono reagire, stanno ancora ad aspettare chequesti squallidi personaggi si degnino di prenderli inconsiderazione. E vivono nella paura di ribellarsi aquesto stato di cose, temendo di essere esclusi persempre dai giri che contano. Tutto questo deve finireperchè è un sistema marcio, una paludeinsopportabile, un affronto a chi vive per l'artesperando anche solo di essere preso inconsiderazione.

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L'arte deve diventare accessibile a tutti, non puòessere più ostaggio di una squallida minoranza chedifende i suoi privilegi. Per fortuna esiste , e oggivive malamente, una moltitudine di artisti, curatori,giovani e veri galleristi in pectore, possibili nuovicollezionisti, sinceri appassionati d'arte che nonpossono,non debbono e non vogliono entrare inquesto sistema, e perciò o si adattano rinunciandoai loro ideali e alla loro voglia di costruire qualcosadi nuovo, o continuano a lottare e a progettare marimanendo per ora ai margini del sistema. L'arte èdiventata inaccessibile se non per pochi eletti, chediscutono fra loro e purtroppo decidono ancora oggiil destino degli artisti, in base a considerazioni chedi artistico hanno poco o nulla..Ma non dobbiamo disperare, soprattutto nondobbiamo rassegnarci: dopo il lusso, il fashion,l’apparire piuttosto che l’essere, dopo la lentaagonia di questi “valori”, la cultura in tutte le sueforme sarà il faro principale per tutti, non solo per igiovani. In questa prospettiva ciascuno di noi dovràsvolgere al meglio la sua parte, operando perchétutti gli obiettivi vengano raggiunti nel loro insieme,e stando certi che i risultati anche economicisaranno sorprendenti. Stiamo andando moltorapidamente verso uno stile di vita più tranquillo, sevogliamo più modesto, ma molto più utile peressere costruttori e protagonisti dei nuovi tempi.L’Italia è sicuramente in uno dei suoi periodi piùdifficili, e spetta a tutti noi decidere come ne usciràe agire di conseguenza.

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Prima però dovranno essere ristabiliti valori e modellidi comportamento che poco hanno a che fare conquelli che ancora attualmente resistono. Il vuotoesistenziale, l’incerta prospettiva di un futuroproblematico ci devono spingere ad agireimmediatamente, ognuno per le sue competenze.

SPIRITO ITALIANO, il nuovo progetto di FabbricaBorroni, vuole rispondere a questa grave situazionefondandosi su due pilastri : l'attenta sceltacuratoriale, e la correttezza e la trasparenza deirapporti.Diciotto giovani artisti sono stati attentamenteselezionati da Fabbrica Borroni.Una volta effettuatala scelta degli artisti meritevoli, è stato proposto efirmato un contratto che impegna gli artisti e FabbricaBorroni all'esposizione e alla vendita delle loro opereattraverso una serie di eventi e manifestazioni.Ilcontratto scritto contiene ben chiari obblighi e doverireciproci. Per la prima volta il giovane artista conosceperfettamente quando e come potrà esporre, qualesarà il suo beneficio e in quali tempi. L'artistacomunque rimarrà libero di rapportarsi con le altrerealtà come ad esempiogallerie,istituzioni,musei,concorsi. L'obiettivo delprogetto è quello di riavvicinare tutte le persone chelo desiderano all'arte e ai suoi protagonisti, erifondare i rapporti fra i vari protagonisti delsistema,liberandolo e liberandoli dalla situazioneattuale giunta oltre ogni limite di decenza.

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SPIRITO ITALIANO, oltre ad essere un progettofortemente innovativo, è soprattutto un appello e unrichiamo a tutto il mondo dell'arte perchè prendacoscienza della gravità della situazione, e cominci adagire: le infinite discussioni, i lunghi dibattiti fattisempre dalle stesse persone sono finiti, adesso è l'oradel fare concretamente.In particolare Fabbrica Borroni è nata e si è sviluppatacome una struttura culturale indipendente eautofinanziata che ha come oggetto il sostegno e losviluppo della giovane arte italiana .L'origine e l'ideafondante è naturalmente la Collezione Borroni, ormainota a livello nazionale, e lo sviluppo quasi ovvio èstato di organizzare una lunga serie di mostre rivolte aigiovani e giovanissimi talenti italiani. Tutto ciò conl’intervento di giovani o giovanissimi curatori, anchealle prime armi, proprio per dimostrare la verità diquello che sosteniamo da sempre: al di là e al di fuoridel sistema esiste il già citato terzo livello, e da quellobisogna partire. L’intenso, continuo dialogo fra giovaniartisti, curatori, visitatori della Collezione, appassionatid'arte, l'accoglienza e l'esame accurato del lavoro, leesperienze acquisite organizzando mostre e visitandoquanto è possibile nel mondo della giovane arte inItalia e all'estero, ci convincono a non rimanere piùsemplici osservatori di un sistema in condizioni gravise non pessime, bisognoso di una nuova iniziativa cheprenda atto delle nuove istanze artistiche edeconomiche, e che considera inesorabilmenteinvecchiato e spento il sistema dell'arte in Italia in tutteo quasi le sue componenti.

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SPIRITO ITALIANO, oltre ad essere un progetto fortementeinnovativo, è soprattutto un appello e un richiamo a tutto il mondodell'arte perchè prenda coscienza della gravità della situazione, ecominci ad agire: le infinite discussioni, i lunghi dibattiti fatti sempredalle stesse persone sono finiti, adesso è l'ora del fareconcretamente.In particolare Fabbrica Borroni è nata e si è sviluppata come unastruttura culturale indipendente e autofinanziata che ha comeoggetto il sostegno e lo sviluppo della giovane arte italiana .L'originee l'idea fondante è naturalmente la Collezione Borroni, ormai nota alivello nazionale, e lo sviluppo quasi ovvio è stato di organizzare unalunga serie di mostre rivolte ai giovani e giovanissimi talenti italiani.Tutto ciò con l’intervento di giovani o giovanissimi curatori, anche alleprime armi, proprio per dimostrare la verità di quello che sosteniamoda sempre: al di là e al di fuori del sistema esiste il già citato terzolivello, e da quello bisogna partire. L’intenso, continuo dialogo fragiovani artisti, curatori, visitatori della Collezione, appassionati d'arte,l'accoglienza e l'esame accurato del lavoro, le esperienze acquisiteorganizzando mostre e visitando quanto è possibile nel mondo dellagiovane arte in Italia e all'estero, ci convincono a non rimanere piùsemplici osservatori di un sistema in condizioni gravi se nonpessime, bisognoso di una nuova iniziativa che prenda atto dellenuove istanze artistiche ed economiche, e che considerainesorabilmente invecchiato e spento il sistema dell'arte in Italia intutte o quasi le sue componenti.

Spirito Italiano™ vuole essere e sarà un nuovo modo di concepire irapporti fra le varie parti in causa, prima fra tutte i giovani artistiitaliani, in modo da stabilire con loro rapporti di collaborazione basatisu chiarezza, legalità e trasparenza oltre naturalmenteall'osservazione e all'apprezzamento del loro lavoro.

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Verena Princi: "Crepa!Una riflessione sull’anima“

Circoloquadro− Milano

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"Crepa! Una riflessione sull’anima" è un’opera site specificdi Verena Princi, alla sua prima mostra personale a Milano.Dov'è l'anima? Il corpo può intaccare l'anima? E icambiamenti che il corpo subisce possono modificarel’anima stessa? Queste sono le domande che hannosollecitato l’artista a una riflessione su dove si possatrovare l’anima della città o dei luoghi che frequentiamoabitualmente o degli oggetti che per anni ci accompagnanoo, finalmente, della nostra stessa anima.

Il titolo, forte e provocatorio, è riferito sia al sostantivo“crepa”, sia alla voce del verbo intransitivo “crepare”, e conil significato ulteriore di “incrinare” e quindi “aprire”.Da un punto di vista religioso "crepando" si è sottoposti auna scissione tra l'anima e il corpo: il solco irregolare checorre lungo tutto il pavimento di Circoloquadro è assunto arappresentazione di tale separazione e diviene l'elementospaziale attorno a cui ruota tutto il progetto. Esso non èsolo segno, tracciato, ma vero e proprio contenitore cheaccoglierà sabbia rossa, la sua anima.

La crepa di Circoloquadro però è solo il termine del viaggiopercorso da Verena Princi alla scoperta del profondo:piccoli cilindri di marmo provenienti da Gorizia, sua cittànatale, un cuscino contenente oggetti appartenenti allaquotidianità e un peluche sottovuoto tentano di dare unarisposta alla domanda iniziale.Un allestimento rigoroso e tutto da toccare perché ivisitatori possano esperire l’esperienza dell’anima.

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Questa mostra è stata elaborata e si è affinata durante ilworkshop tenuto a Circoloquadro da Ivan Quaroni, all’internodel quale gli artisti partecipanti si sono misurati nellaprogettazione di una esposizione personale. Come ha spiegatoIvan Quaroni, “Il progetto di Verena Princi, presentato in variesessioni del seminario, si è dimostrato il più interessante perdiverse ragioni. Innanzitutto, Verena ha dimostrato di saperusare un metodo intuitivo che coinvolge l’esperienza personale,la riflessione individuale e la scoperta casuale. Il suo approccioal progetto è stato insieme curioso e misterioso, perché haaffrontato un argomento universale, quale la definizione delconcetto di anima, partendo dall’esperienza individuale e dalvissuto quotidiano. Credo che Verena Princi sia un artistacapace di usare il pensiero abduttivo come nessun altro e diindagare la realtà sotto la superficie del visibile. Il suo progettosi pone all’incrocio tra la pratica installativa, il ready made el’arte concettuale e comportamentale. Inoltre, il suo progetto hasaputo valorizzare le caratteristiche morfologiche dello spazio,rendendolo parte integrante e fondamentale dell’opera”.

Verena Princi (Gorizia, 1978) si accosta per la prima volta allapittura realizzando dei disegni su muro con sputo e pennarelli,raffiguranti dei fenicotteri rosa a dimensione naturale. Sidiploma all’Istituto d’Arte “Max Fabiani” di Gorizia proseguendogli studi presso l’Accademia di Belle Arti a Villa Manin e aVenezia. Si è specializza in grafica pubblicitaria e multimediale;tornata a Venezia casualmente assiste ad una lezione di AlbertoGarutti, ne resta colpita e decide di frequentare il Corso di ArtiVisive e dello Spettacolo della Facoltà di Design e Arti delloIUAV di Venezia. Ha esposto in mostre collettive e personali aMilano, Venezia e Gorizia.

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Welcome Mr. SfiggySpazio San Giorgio, Bologna

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Indossare il soprabito ed accingersi ad uscire dicasa, spegnere le luci e tirar fuori dal congelatorequella che sarà la nostra cena, ricordandosipersino di prendere la plastica da gettare (nelcoscienzioso rispetto della raccolta differenziata),ma dimenticando noi stessi, appena varcata lasoglia… Un po’ alla volta - si intende - unpezzettino ogni giorno… Inavvertitamente, ma condecorso inesorabile…La frenesia della vita quotidiana e lo smarrimentoipnotico generato dagli automatismi inducono unlento processo di alienazione e confusione nellapercezione del sé, costantemente in bilico fra ilbisogno di adeguarsi al sistema socio-culturale diappartenenza e le più autentiche istanze interiori,che invitano ad un onesto confronto con se stessi,lucido, a tratti sofferto e necessariamente solitario.È questa la riflessione che ha ispirato“Di[scordanze]”, progetto espositivo nato dallacollaborazione fra la “Galleria d’ArteContemporanea Casa della Renna” e “MaelströmArt Gallery”, che vede Gaia Lionello, Fabio Presti,Valentina Ruggiero e Vincenzo Todaro impegnatinel declinare la “Dimenticanza del Sé”, ognunosecondo la propria sensibilità e tecnicaespressiva..

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GAIA LIONELLO, la più giovane fra gli artisti della collettiva, ritrae alberi isolati dalle fronde vigorose, che - realizzatiin tecnica mista su tela o tavola - incarnano le differenti connotazioni della solitudine, intesa sia quale opportunità diraccoglimento e riscoperta del sé, che quale condizione di disagio, arrecato dalla consapevolezza della propriaunicità e della difficoltà nel condividere i risvolti più intimi della propria evoluzione personale. Su questo disagio, siconcentra in maniera più marcatamente esistenziale FABIO PRESTI, che - su tele di decisa impronta materica,dalla raffinata orditura di colle, polveri di marmo, ruggini ed altri pigmenti poveri – delinea, con tratto minuzioso,minuscoli abeti in lontananza, simbolo della solitudine dell’individuo, sofferente per la scarnificazione delle relazioniumane e alla ricerca di una Filosofia Sostenibile, che possa preservarlo dall’oblio e dalla desolazione. L’essereumano, scivolato in un alienamento doloroso, è protagonista anche delle visioni stranianti di VALENTINARUGGIERO, ritratti fotografici elaborati digitalmente attraverso scansioni successive, al fine di conferire particolarerisalto e tangibilità a sguardi assenti, pervasi da uno smarrimento malinconico e struggente, che paiono invocareuna risposta oppure, quando la tenacia delle domande si è ormai dissolta, un Credo, che possa restituire la fiduciain una Via (altra) Possibile,

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a suo modo auspicata anche daVINCENZO TODARO: recuperatefotografie d’epoca in mercatini dellepulci locali, Vincenzo ritaglia i voltidei soggetti raffigurati in meticolosolavoro di sottrazione, svuotando iritratti della loro identità e lasciandosolamente tracce contestuali, atte adelineare ambito e momentostorico degli scatti. Le sue operesono una sentita denuncia delvenire meno dei valori portanti dellasocietà e, di conseguenza, deiparametri di riferimentodell’individuo, ma, al tempo stesso,costituiscono un incoraggiamento anon soccombere ed un richiamoalla necessità di adoperarsifattivamente per ricostruire unsistema di valori solido, alternativoa quello decaduto, che possacompensare il vuoto creatosi,accogliendo - generoso - lemanifestazioni di una nuovaconsapevolezza, individuale ecollettiva.

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ANDREA MARICONTI. KANONFederico Rui Arte Contemporanea

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Federico Rui Arte Contemporanea, via Turati 38, MilanoANDREA MARICONTI. KANONdall'11 aprile al 24 maggio

Dopo il successo della personale alla Fondazione BiPiElle di Lodidello scorso settembre, organizzata in collaborazione con il FAI, edi Sublimate, Sublime, Subliminal, in corso fino al 13 aprile alLloyd's Club di Londra, Andrea Mariconti torna a esporre daFederico Rui Arte Contemporanea, galleria con cui lavora da diecianni. Vengono presentate quindici opere inedite in cui i temi delpaesaggio, da sempre al centro della sua ricerca (scogliere,boschi, campi), dialogano insieme e si fondono quasi a volercreare un unico orizzonte, e consentono allo spettatore di entraredirettamente all'interno dell'opera.

Kanon dal greco ?a???, significa letteralmente bastone di canna,metaforicamente regola, prescrizione, forma. Una sorta dimodello che imprime la ricerca di Andrea Mariconti. La memoriainnanzitutto, che è sia formale dei luoghi vissuti, sia sostanzialenella materia utilizzata: cenere, terra e olio di motore esausto,uniti sulla tela con olio bianco. Elementi che conservano traccedel loro vissuto e sono passati attraverso una sorta dipurificazione. La cenere ha attraversato il fuoco, il petrolio è giàstato consumato da motore e ingranaggi. La tecnica si è evolutanel corso del tempo, ma sempre privilegiando elementi naturali equasi monocromi. La cenere, in primis, che legata all'olio biancogli consente di ottenere una matericità dell'impasto pittorico; laterra, richiamo alle nostre origini e al radicamento sul territorio diciascun individuo; l'olio combustibile esausto, materiale povero edifficilmente riciclabile, che trova nuova vita e dignità all'internodell'opera d'arte.

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«La cenere è per me corpo di un’eredità. In essa ècustodita la memoria del territorio, la vita del legnocombusto e purificato. Con la cenere incorporonuovamente il tessuto dell’esistenza ridefinendo lamaterialità di ogni rappresentazione. Ogni colore èdato esclusivamente dalla cromia naturale di ognimateria. Gli oggetti, le sostanze, non sono simboliastratti, non vengono usati come metafore. Essisono, nell’essenza», così spiega Andrea Mariconti.«Per lui il colore è uno spreco, anzi un disturbo,perché distrae. Gli basta il grigio. Un grigio che nonè colore ma una materia (per lo più cenere, altrevolte cemento) che gli struttura, anzi modella ilquadro e gli dà corpo col variare delle sue stesuree spessori. Bianco e cenere, sprazzi di luce attivasull'inerzia della materia, ti portano ovunque; e ilpaesaggio, così tradotto in un'alternativaelementare si fa leggibile come un raccontoscritto», scrive Fabrizio Dentice nellapresentazione della mostra Quia Pulvis allaGalleria Pittura Italiana nel 2007.

Emanuele Beluffi racconta nel testo del catalgoSkira: “Petrolio e cenere sono il sostrato dellapittura, elementi che ricevono un intervento ditrasformazione secondo un’ispirazione accostabilealla pratica alchemica. (…) Un’opera che in uncerto senso è una teoria del tutto, schermo plasticodi ciò che vi è.

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E che rappresenta i tre regni vegetale (olio di lino e petrolio),minerale (gesso di Bologna) e animale (colla di coniglio) con iquattro elementi: la terra (il materiale di origine naturale), l’aria(le intemperie cui sono volutamente soggette le tele), l’acqua(le muffe), il fuoco (la cenere).”

ANDREA MARICONTI | BIOGRAFIANato a Lodi nel 1978, vive e lavora tra Cremona e Milano. Silaurea nel 2001 presso l'Accademia di Belle Arti di Brera,indirizzo Arti Visive, e nel 2006 in Scenografia e Discipline delloSpettacolo. Soggiorna in Kosovo nel 2005 e nel 2006 per unprogetto di arte terapia per bambini affetti da traumi psichici diguerra, ed è docente del laboratorio teatrale nel corso perallievi disabili presso il CFP di Lodi. Sempre nel 2005 partecipaad un workshop tenuto da Anselm Kiefer in occasione dellapreparazione dell’installazione presso l’Hangar Bicocca I SettePalazzi Celesti. Dal 2009 coordina e promuove laboratoriartistici in ambito sociale in Sud Africa e Italia (orfani,psichiatria, problemi relazionali). Nel 2011 è vincitore delPremio UNESCO per l’Arte Contemporanea che garantirà delleesposizioni in 6 continenti durante il 2012. Dal 2003, anno dellaprima personale, lavora con Federico Rui Arte Contemporanea.Tra le recenti personali si ricordano: Sublimate, Sublime,Subliminal, Lloyd's Club (Londra, 2013); Storia Naturale,Fondazione BiPielle (Lodi, 2012); Aleifar, Galleria Rotta Farinelli(Genova, 2012); Ecumene|terra da abitare, Sala TelemacoSignorini (Portoferraio, 2011); La natura organica della memoriagenera l’opera, Palazzo Comunale (Cremona, 2011); I resti deltempo, Galleria Federico Rui (Milano, 2010); No more me, BellRoberts Gallery (Cape Town, South Africa, 2009); Quia Pulvis,Galleria Pittura Italiana (Milano, 2007); Le ombre delle idee,Galleria L’Ariete (Bologna, 2007)

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L'INFORMATOREARTISTICO

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My journey into TefafBy Jessica Capra

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“Defining excellence in art”: questo è lostatement che compare sulla homepagedella Tefaf, una delle fiere d’arte anticapiù conosciute e apprezzate al mondo.Ogni anno migliaia di collezionisti, artdealers, i più grandi esperti del mercatodell’arte e i suoi amanti, si ritrovano nellapiccola città Maastricht nel sud dei PaesiBassi.La Tefaf, the European Fine Art Fair,nasce nel 1975 come mostrad’antiquariato in Valkenburg, destinataprevalentemente ai quadri. Il richiamoalle sue origini è racchiuso nel simbolodella fiera che comprende il falco (Valk inolandese), il pennello e la tavolozza. Nel1988 la fiera si è spostata a Maastricht,dove ha aperto le sue porte a più arti e inparticolare a quella moderna.Quest’anno vi erano 266 gallerie tra le piùfamose al mondo, provenienti da ventidiversi stati. Nonostante questa notevolevarietà, poche erano quelle che esibivano'nuovi’ pezzi d’arte. Alcune gallerie -senza vergogna -, hanno addiritturaesposto i loro 'preziosi tesori' nella stessaposizione scelta per le edizioniprecedenti, come se nulla fosse cambiatoe il visitatore stesse vivendo un dejà vu.

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Nonostante questo l’atmosfera che avvolge lafiera è indescrivibile. Ci si sente un po’ comedentro un quadro di Pieter Bruegel, piccoli eindaffarati. Tutti attorno a te personecamminano frenetiche tra una galleria e l’altra.La sensazione di agitazione è presente anchein alcuni booths dove le opere d’arte vengonoesposte con un criterio simile all’horror vacuimedievale. Di contro, altre gallerie scelgonopochi ma interessanti pezzi da esibire, in cuil’osservatore ritrova la tranquillità e il tempoper gustarsi e relazionarsi all’opera che ha difronte.

Ma che cos’è la Tefaf per noi giovani e amantid’arte, che non possiamo permetterci dicomprare?La Tefaf è un tesoro immenso, soprattutto per inostri occhi. Opere custodite in preziosecollezioni private e gallerie sparse per ilmondo, sono riunite ed esposte per pochigiorni nel centro dell’Europa.Una volta entrati, il tempo vola e non si esceprima di almeno quattro ore! Sì, questa fiera èimmensa e quattro ore sono appena sufficientiper gustarsi piacevolmente e avere unpanoramica di ciò che il mercato d’arteattualmente offre.

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Si va dall’antiquariato alle stampe,passando per la cartografia, le preziosestoffe e ceramiche d’oriente fino allagioielleria più raffinata. Vi è inoltre unadiscreta sezione dedicata ad armi earmature.L’arte moderna e contemporaneapartecipano invece in minima parte.Nonostante ciò, le opere presentate sonoeseguite da artisti che si sono conquistati unposto più o meno rilevante nelle pagine deimanuali di storia dell’arte. Il lasso di tempoincluso parte dal 330 avanti Cristo fino almovimento zero e alla corrente minimalista.

Attorno e ‘dentro’ alla Tefaf vi sonoconnesse diverse iniziative come ‘thedealers choice’ dove art dealers spiegano ilperché e il come hanno intrapreso questaprofessione.Inoltre vi era una piccola mostra, VanGogh’s Drawings: Masterpieces from theVan Gogh Museum, organizzata appuntodal museo di Van Gogh Amsterdam. Diciottodisegni, illustravano il percorso artisticointrapreso dall’artista olandese nelledifferenti fasi della sua carriera. Chemeraviglia!

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Passando il valore ‘economico’ che ricopre la fierad’arte, nonostante la crisi e le varie leggendepromosse dagli esperti dell’Art Market chesottolineano come gli affari si svolgano prima o dietrole quinte della Tefaf, sul sito ufficiale, invece, sievidenzia con svariati articoli come quest’anno levendite siano state di un certo rilievo.

Per noi che ci accontentiamo di passare inosservati e‘semplici’ art lovers, il lato economico attorno allafiera non è fondamentale. Noi la gustiamo lo stesso!I miei occhi e cuore sono rimasti stampati su dei libricontenenti poesie di Mallarmè, uno dei miei scrittoripreferiti con incantevoli illustrazioni di Henry Matissee una raccolta contenente storie illustrate da AndyWarhol. E dato che il prezzo era ‘su richiesta’, non honemmeno provato a fare una proposta.

Economia a parte, la fiera supporta notevoli progettidi charity come la conservazione dei Beni Culturali instato di ‘emergenza’, garantisce ad alcuni bambini inBrasile la possibilità di vivere la loro preziosa infanziacome bambini e supporta la ricerca sul cancro.Una fiera con dei fini del tutto ammirevoli!

ContattiJessica Capra,[email protected]

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Cosmic Fun – Alma Heser

By Federica Fiumelli

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Stanchi dei soliti ritratti da brave e belle personcine?Stanchi delle solite pose, e bei faccini?Non siamo in una televendita tranquilli, se però la vostrarisposta alla domanda precedente è si, tanto vale cherestate su queste righe per scoprire una talentuosa artistadal nome Alma Heser. Per metà britannica e l’altra metàtedesca, la giovane artista ci regala una nuovadimensione del ritratto fotografico, origami tattili diventanoprotagonisti nei volti di bambine bionde, di ragazze oragazzi.Se come qualcuno dice che la chirurgia dovrebbe esserepiù etica che estetica e occorrerebbe rifarsi il sennopiuttosto che il seno, la Heser nel frattempo ci proponeuna Cosmic Surgery tutt’altro che noiosa.Chissà Orlan cosa ne penserebbe.La tecnica della Heser consiste nel scattare due fotografieai soggetti scelti, dopo una copia grande e una piccola,quest’ultima viene stampata su apposita carta da origamie una volta acquistata la terza dimensione viene riposta eincollata sulle parti interessate del ritratto in copia grande.L’effetto è dei più attraenti e divertenti, l’innesto chirurgicoe fotografico sostituisce il volto dei soggetti che dadeliziose bambini diventano piccoli mostriciattoli degni difilm fanta-horror rispettabili, è una moltitudine di bocche, eocchi, un fiorire, uno sbocciare di sensi, i volti cheaccolgono la prima vera primavera, escrescenze opticaldal ritmo geometrico, il Dio che si divertì con gli origamiprofuma d’oriente. Divertenti rebus facciali in tredimensioni, visivamente tattili, provocano in chi li guarda lavoglia di risolverli, lasciandoli allo stesso tempo perturbati.

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E come prismi con tante facce, sulla pluralità cheognuno porta in seno vengono in mente le paroledi Pessoa:

«Ognuno di noi è più di uno, è molti, è unaprolissità di se stesso. […] Nella vasta colonia delnostro essere c’è una folla di molte specie chepensa e sente in modo diverso. In questo stessomomento in cui scrivo queste poche frasiimpressionistiche, durante una sacrosanta sostadel lavoro che oggi è scarso, io sono colui che lescrive attentamente, sono colui che è contentoperché in questo momento non deve lavorare,sono colui che sta guardando fuori il cielo,invisibile da qui, sono colui che sta pensando tuttoquesto, sono colui che sente il suo corpo contentoe le sue mani ancora vagamente fredde. E tuttoquesto mio mondo di persone a se stesseestranee, proietta, come una folla diversa macompatta, un’unica ombra».

Fernando Pessoa, Il libro dell’inquietudine

E quindi la bocca che grida, quella che parla, chesussurra, che bacia, che morde e che mangia, gliocchi che parlano, che piangono, sorridono,fissano e scrutano. Molteplici possibilità, nelleforme a stella, a piramide o pentagonali.

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I principi shintoisti che stanno alla base della filosofiadell’origami richiamano i principi del ciclo vitale, delrinnovo, della complessità e della fragilità umana e la cartacon le sue possibilità di piegature non è che una splendidametafora.La Haser con una tecnica antica come l’origami riesce afornirci opere super contemporanee con soggetti quasialieni, cosmici, di un altrove intergalattico, mixandopassato e futuro.L’artista ha studiato a fondo il tema del ritratto e le sueproposte tra Cosmic Surgery e The Ventriloquist sono statenon casualmente premiate, quest’ultimo scatto infatti èstato finalista per la Wessing Taylor Portrait Prize emostrato alla National Portrait Gallery di Londra.Alma Haser sa riattivare il faciullino pascoliano che si celain ognuno di noi grazie a un altro divertente lavoro, TenSeconds infatti è una serie fotografica che vedeprotagonista l’artista stessa, cercare in dieci secondi,tempo dell’autoscatto un nascondiglio adeguato per ilgioco che tutti ma proprio tutti hanno fatto, e cioènascondino.Ma il let’s have some fun della Heser non finisce qua,infatti grazie all’utilizzo dei social, l’artista lancia un appellosul suo sito, chiunque voglia come lei farsi immortalare inbizzarri e stravaganti pseudo nascondigli è pregato dimunirsi di spirito e macchina fotografica con autoscatto einviare le foto all’indirizzo dell’artista.Alma non sa lasciarci senza smile.

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Essere artista. Non abusiamone!by Federica Fiumelli

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Recentemente mi hanno colpito le parole scritte daMassimiliano Simoni, sei anni fa in occasione del libro-catalogo "Il marmo e la celluloide", dove sono raccoltenumerose opere legate all'intreccio arte e cinema.Quello che mi ha colpita è la definizione di artista cheadesso cito:

"L'artista è un poeta, è un visionario, è un innamoratoperenne che trova nelle varie forme espressive legateal tempo in cui vive, l'esplicitazione del sentimento piùrecondito che alberga nella sua anima.Non importa se esso è scultore, pittore, mosaicista,attore di teatro, di cinema, poeta, mimo, ballerino,comico, cabarettista, guitto, è la forza del sentimento ela capacità di comunicarlo che lo fa grande davanti alpubblico.Passare da un laboratorio polveroso di marmo, agliodori intensi di una fonderia del bronzo, ai camerini diteatro, agli atelier, alla gallerie, ai cinema, parlare congli artigiani, gli artisti, gli attori, i critici, con lemaestranze, i facchini, i trasportatori, gli allestitori, èsicuramente un'esperienza unica e magica.Dialogare e discutere oggi con gli amici scultori,interpreti e attori di questa grande storia, è sicuramenteun grande privilegio. Capire dalla loro parole, dal loroentusiasmo di eterni bambini sempre alla scoperta delnuovo, l'importanza della tradizione, della scuola, dellostudio, ti fa discernere che cosa sia arte e cosa siaspazzatura.

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Non importa se figurativa, se astratta, se concettuale,l'opera d'arte è tale se ti stimola e provoca unaviolenta emozione, un artista è Maestro se crede finoin fondo a quella emozione che la sua opera hagenerato......Uomini che fanno della loro arte unaragione di vita e non di commercio.Ho imparato negli anni a rifuggire ai falsi profeti checavalcando miti e slogan del momento (pace,giustizia, anti di qua e di là) ottenebrano le menti econdizionano le masse, inseguendo l'unico fine delsuccesso e del denaro, con strumenti di dubbio gustoe di scarsa arte."

Leggendo Artribune, rimasi colpita da un altro pezzointeressante, che si lega con l'essere artista, l'abusodel termine oggi, e la mediocrità che trova la solofinalità nel successo.Cito:

"Chi raggiunge il successo crede di emanciparsi dallamediocrità che lo ha eletto. Il successo gratifica chi haevidentemente temuto di essere mediocre. La bravuranon è una qualità intrinseca ma una convenzionesociale a cui necessariamente aderiamo. La nostraconsacrazione coincide sempre con la nostracaricaturizzazione, con la servile adesione ad unmodello imposto.Molti artisti pensano davvero di essere delle minieredi diamanti. Ancora più patetica è la predisposizionedel loro pubblico a crederlo.

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Credere di esprimere qualcosa di speciale èpresumere che tutto il resto non lo sia abbastanza.Ma niente è speciale, tranne quello che supponiamoesserlo. L'arte è un sistema arbitrario di valore eladdove non è possibile speculare con essa, diventasemplice folclore."

Io credo fermamente nella gavetta, nell'impegnocostante, nello studio e nell'umiltà, credo il successosia solo una questione temporale (passeggera) chepuò portarti in alto, ma allo stesso tempo gettarti neifondali, come la più maldestra marea. Il successo èun falso amico, e soprattutto non è determinante diciò che veramente è arte.Non voglio infamare il successo, è logico che achiunque piaccia diffondere il più possibile la propriaarte, il punto è che oggi, soprattutto attraverso latelevisione (strumento di comunicazione che amo,ma che ahimè oggi è venditore di ben poca fruttafresca) passa un messaggio estremamentesbagliato, come quello che per essere famosioccorra semplicemente apparire nel piccoloschermo, con capacità...di non sapere e di nonsapere fare assolutamente nulla.

Io credo che per essere artista non occorra dirlo osponsorizzarlo, ma che basti esserlosilenziosamente, il silenzio arriva sempre e talvolta èpiù forte di qualsiasi rumore superfluo

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ANDREA GRECO ovvero :LA LINGUA BATTE DOVE IL SEGNO VUOLE

By Giorgio Barassi

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Il segno va dove gli pare, in fondo. Fa quello che vuole,tutto sommato.Si serve di un padrone che gli permette di orientarsi in unospazio per uscire da quel mondo silenzioso edimpenetrabile che è quello dell’ intimo sentire . Il segnonon ha controllo, non si sa bene dove voglia andare afinire, ammesso che voglia finire da qualche parte.Sembra che Andrea Greco voglia dargli una direzione,voglia tentare l’ impossibile : organizzare la forma dell’informale. Ma l’ istinto vince , e sempre prende ilsopravvento. Direzionare la libertà e faccenda davverocomplessa, è un fatto perdente. Perciò Greco proseguenel suo cammino, ormai maturo e di successo, lasciandoche la traccia lasciata sul foglio o sulla tela faccia quelloche vuole. Una battaglia continua con prove, tentativi,progetti pensati e poi abbandonati, oppure consolidati dauna bella testa dura, che per un artista del suo calibro èfondamentale. Si tratta di sfidare la banalitàimperversante, e di aggirare l’ ostacolo di quelle uniformitàdi pensiero che stritolerebbero il suo lavoro in quattroparole di circostanza e molti paragoni infruttiferi. OggiGreco è Greco, senza chiedere prestiti a nessuno. Con lasua fragilità raccontata da una penombra che invade lesue opere o vi si affaccia appena, sempre e comunque,come una aria leggera e grigiastra nei boschi della Brianza. Con la sua potenza espressiva che rischia l’ eccesso masi guarda bene dal tuffarcisi dentro . Con la sua curiosità,espressa con colori e bitume come in un ritualerigorosamente collaudato, che circoscrive la forza dei suoiabbondanti sentimenti .

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“Buon sangue non mente”, enemmeno il suo. Quei rossi squillanti,quelle virgole di arancio o di azzurromare che oggi mette nel suoprogetto “ Anche i fiori piangono”,sono figli e fratelli di colori del Sud edel Mediterraneo. Stanno dentro isuoi cromosomi e sbucano fuoriproprio quando le giornate uggiose diMozzate o di Milano lasciano pocospazio ai sentimenti accesi. Andreava a riprendere quello che ha dentrodi sé e consuma una liturgia chedovrebbe esser chiara a chiunquevoglia saperne di “ informale “ : traanima e pennello è già troppo che cisia un braccio a guidare. Il segno èsegno, e comanda quasi tutto ,perché alla fine decide una tecnicalucida e inoppugnabile , affinata allacorte di Bruno Munari. E scusate seè poco.Andrea Greco guarda al futuro inmezzo a mille dubbi , come tutti. Nonsa come e dove andrà a prendereforma la sua prossima mossaprofessionale, non può decidere chedomani avrà la sua pittura.

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Ha i dubbi di tutti. Se l’ “informale” è figlio del dubbio e della contrizione, se è stato il documento e ilmanifesto di un disastrato dopoguerra, del disagio nudo e crudo, allora è logico dire che Andrea raccontaanche noi, tutti i giorni.Di certo lui sa che la sua pittura non può né deve avere sbavature nella ricerca continua , deve dare e dareancora.E qual mezzo migliore di un segno che non deve rendere conto a nessun tracciato accademico ? Greco haun compito quotidiano, senza accessori . Una ricerca che ci faccia sentire sempre dentro a quelle liberecapriole di colore e di vitalità . Un segno del segno, una traccia dei tempi . La si avverta come una sberla ouna carezza, non importa. Greco è come quei lontani eroi del calcio di una volta, a cui gli Dei davano lalancia della vittoria. Quelli che sapevano dove aspettare una palla stregata, per sfottere l’ avversario con undribbling beffardo come una pennellata sinusoidale, e scaraventarla in rete senza remissione di peccati , finoa far tremare montanti e traversa.Il segno va dove gli pare, e Andrea lo accompagna dove vuole, con una grazia che è dei virtuosi .

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La Collezione Borroni

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La Collezione Borroni vanta un importante nucleo di operedella Scuola Mediale e della Nuova Figurazione Italiana,opere decisive e punti fermi che costituiscono unpassaggio obbligato e una testimonianza fondamentale peri giovani artisti. Oltre a questo, la Collezione da qualchetempo accoglie anche giovane fotografia e importanti operedella Street Art italiana, installazioni e perfomances.LaCollezione Borroni riassume trent'anni di ricercaappassionata e di scelte talora difficili o rischiose, discommesse personali a volte vinte a volte perse.L'auguriomigliore al visitatore è quello di sentirsi più vicino a ciò cheè già suo, cioè la forza della bellezza e la calma dellospirito. Come quando, in qualche viaggio, ci si fermad'improvviso in un posto e ci sembra di riconoscerlo, diaverlo sempre visto.L'artista ha questo compito: fartisapere quello che pensavi.

GIOVANE ARTE ITALIANAQuasi 400 opere di oltre cento artisti italiani, nella maggiorparte giovani o giovanissimi:una raccolta vastissima eimponente basata sulle scelte del collezionista, convintodella sua libertà di giudizio rispetto alle mode e alletendenze che spesso si inseguono senza solide basi. Ilfascino degli ambienti ristrutturati nel massimo rispettodelle loro caratteristiche contribuisce ad aumentarel'entusiasmo di chi li visita e naturalmente è un valoreaggiunto per gli eventi che spesso vi si svolgono.

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SCUOLA ROMANA di Via degli AusoniLa Collezione Borroni raccoglie quasi 100 opere fra le piùbelle e importanti della Scuola di via degli Ausoni, a SanLorenzo, Roma. Negli anni '80 un gruppo di giovani artistilavorava nell'ex pastificio Cerere, cercando nuovesoluzioni artistiche. In tutte le loro opere, nel periodo piùimportante, si ritrova un comune sentire e un uso pacatoma forte e determinato dei materiali, unito alla pazienza ealla certezza delle loro convinzioni artistiche.Un altoesempio di fiera convinzione, ripagata oggi dal grandesuccesso cui forse manca soltanto una grande mostraantologicaBruno Ceccobelli imprime nelle sue opere il senso di unareligione assoluta, delle cose primarie, del rigore divita.Marco Tirelli scompone e ricompone magichearchitetture e dona alle forme il valore di forti entitàassolute.Piero Pizzi Cannella racconta le donne, i bagniturchi, le cattedrali, come presenze - assenze della nostramemoria.Nunzio adopera i materiali umili e forti perscolpire e rilevare il tempo e la vita

SCUOLA MEDIALEFormatasi a Torino con artisti quali Ronald Victor Kustelic,Pierluigi Pusole e Bruno Zanichelli, oltre allo scultorePaolo Schmidlin a Milano, mira attraversol’appropriazione e l’uso dei linguaggi mass mediali(cinema, televisione, fumetto ecc..) a farci riflettere sullamanipolazione e falsificazione della realtà che questioperano quotidianamente.

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sezione progetti speciali

banchina molini – VeneziaAltoLab una Palestra perle attività contemporanee

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Sperimentazioni, applicazioni pittoriche, visual e performance, queste sono le pulsazioni artistiche chehanno fatto nascere uno dei luoghi di riferimento più underground di Marghera.La vista dallo studio AltoLab su Banchina Molini, courtesy of Lorenzo Burlando Lì dove c’erano operai oggici sono artisti.Nel cuore ormai stanco di uno degli ex poli industriali più importanti d’Italia, esiste una via chiamataBanchina Molini, dove il fenomeno dell’industrializzazione avanza continuamente le sue pretese e vecchiefabbriche abbandonate vengono ciclicamente sostituite da nuovissimi impianti.Facendo due passi da queste parti è impossibile non notare i silos della Cereal Docs, famosi molini italianiche si ergono montagnosi dietro quest’area circoscritta, affiancata ad un’inconsueta piccionaia.Centinaia di colombi svolazzano constantemente scrutandoci dall’alto, in cerca di qualche chicco di grano,per poi tornare al tetto di una fabbrica abbandonata dove trovano riparo. Un posto fascinoso questo, dovediversi artisti hanno deciso di formare il proprio quartier generale, non a caso infatti, entrati in via Bachinadei Molini si resta colpiti dal fascino del potere umano che contrasta i freddi resti del progresso, fossili dellamodernità.

La piccionaia, courtesy of Lorenzo BurlandoLa vista dallo studio AltoLab su Banchina Molini, courtesy of Lorenzo Burlando

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Lo studio dopo pochi mesi di sistemazione, courtesy of Francesco Burlando

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Matteo Vettorello e Valentina Calzavara, condividonoda due anni un docs in quest’area, proiettano il lorospazio mentale all’interno dell’edificio fatiscente,donando allo spazio dove lavorano la possibilità diuna nuova vita.Amore, etica ed estetica, come forze cinetiche,hanno continuato a spingere i due artisti che, inparallelo alla personale ricerca e al bisogno dicreare, hanno cominciato a dedicarsi allo sviluppo diquesto progetto, mossi da una sconfinata e ciecapassione.Hanno trasformato il proprio laboratorio, luogo disviluppo delle proprie idee, in una realtà dicollegamento e arte, in cui artisti, galleristi,appassionati e interessati possano collaborareintensificando la loro comunicazione, instaurandosperimentazioni e contaminazioni reciproche.Così è nato AltoLab, luogo in cui si sono adoperatialla creazione di diversi eventi, arrivando sempre piùvicini a quel centro di cultura e relazione desiderato,una rete di collaborazioni con artisti ed entità esternein continua espansione.La vicinanza con gli altri artisti presenti a BanchinaMolini ha dato vita ad una serie di eventi denominatiOpen Studios dove gli artisti “padroni di casa”aprono le porte dei loro studi al pubblico esponendole loro ultime produzioni, dedicando ad artisti ospitiulteriori aree espositive, risistemate per l’occasione;una rassegna ricca di eventi che ha portato centinaiadi visitatori in un luogo fino a due anni fa dismesso edimenticato.

Lo studio dopo pochi mesi di sistemazione, courtesy of Francesco Burlando

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Nel settembre 2012 è stata la volta del III Open Studios che hadato spazio a performance, visual, sperimentazioni sonore,happening, a numerosi interventi di arte e moda contemporanea.Le Opere degli artisti residenti, che all’interno dei loro atelieraccoglievano il pubblico con pittura, scultura, video animazioni,sonorizzazioni e installazioni, dialogavano con il tessuto sociale elogistico di Marghera.Matteo Vettorello e Valentina Calzavara assieme all’artista diBanchina S.Pietro hanno ospitato il progetto Blindness curato daAnna Z. Pezzin e Alessandra Schiarante, un percorso socioculturale nel mondo dell’arte cieca e malata e il progetto diresidenza 7even su 7even in cui gli artisti Francesca Arri e AndreaClementi hanno prodotto le proprie opere all’interno degli spazilavorando per sette giorni con l’ausilio di AltoLab, che hapartecipato attivamente alla creazione delle opere tramiteausilio tecnico e logistico.

Le oscure facciate dei docs hanno preso vita, illuminate esonorizzate dalla performance live visual di Francesco Burlando eB.E.A., accompagnate dalle creazioni della giovane stilista efotografa Silvia Ram e dall’abile street artist Cibalgina, ospiti diAltoLab.Lo spazio durante l’intero evento veniva attraversatodall’happening di Argentina Verderame e dal concerto di Ottoni delquintetto del Conservatorio di Venezia, elegante intermezzo dellaserata, esibitosi nello studio dell’artista Alberto Zampieri.Michele Tombolini, altro artista di Banchina ha ospitato gli interventidi Walter Davanzo, di Andrea Penzo + Cristina Fiore + MatteoStocco e dello stilista Shiro Kuroi.Nello studio di S.Pietro sono state esposte le opere di MonicaBellincà, Mattia Cassani, Pino D’Ambrosio, Ana Celdràn Beltràn eLuigi Voltolina.

S.Pietro, Save me from

 global warm

ing, installazione nel suo studio

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Live visual di Francesco Burlando e B.E.A., courtesy of Lorenzo Burlando

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Collaborazioni ormai consolidate si protraggono neltempo e nuove si vengono a creare continuamente.Lo scopo degli eventi passati e futuri è stato darespazio alle idee, coinvolgendo sempre nuove entitànel processo di creazione, adoperandosi per attivarecontinuamente un’evoluzione attiva dedicata al “fare”.E’ così che in seguito sono nati gli Open AltoLab,organizzati in collaborazione con Electronicgirls eWaterbass events.Nel corso dell’ultimo Open lo studio ha apertonuovamente le porte a collaborazioni con artisti erealtà esterne modulando ancora una volta la suaessenza, trasformandosi da atelier a spazioespositivo.Lo spazio AltoLab è stato reso visitabile, assieme alleopere degli artisti di casa sono stati esposti i lavoripittorici di Marta Beltrami e Gioia De Rossi.La nuova edizione dell’evento Open AltoLab hariproposto il recente progetto Astrazioni Sonore, cheplasma un semplice docs in una camera d’ascolto;svariate versioni sonore hanno riempito lo spaziodedicato alle vibrazioni musicali.L’evento precedente infatti, immerso nel buio quasitotale, ha riempito lo spazio con paesaggimultimediali immaginari: luce e suono a confronto;diversi sound designers e DJs hanno propostomomenti d’astrazione in una continua evoluzionedell’ascolto.Elaborazioni personali hanno riempito lo spazio eguidando lo spettatore attraverso molteplicipasseggiate sonore: le forti note colorate hanno cosìcomposto un paesaggio immaginario.

Open AltoLab, Astrazioni sonore,courtesy of Francesco Burlando

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Lo studio dopo pochi mesi di sistemazione, courtesy of Francesco Burlando

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AltoLab è un laboratorio di sperimentazione ecreazione che realizza nuovi progetti e propostecreando sinergie e collaborazioni sul territorionazionale, un luogo di scambio e di aggregazione,dove giovani artisti e creativi d’ogni estrazionepossono relazionarsi tra loro.Altolab è una palestra per le attività artistichecontemporanee, dove gli artisti hanno facoltà di agiree di esprimersi in piena libertà sotto tutti i punti divista avendo a disposizione, spazio, assistenza,attrezzatura e tempo per produrre il proprio lavoro,senza vincoli di alcun tipo.Dopo il successo delle scorse edizioni AltoLabprocede inarrestabile in preparazione di un Open diGiugno.In concomitanza con l’apertura al pubblico della 55thBiennale d’Arti Visive di Venezia, sabato 1 giugno, aPorto Marghera, in via Banchina dei Molini, ilcancello del civico 14 spalancherà nuovamente lesue porte.In questa nuova edizione Matteo Vettorello eValentina Calzavara presenteranno la loro ultimaopera e il prodotto delle collaborazioni che stannonascendo con realtà del panorama artisticonazionale.L’associazione culturale Decifra di Torino, proporrà inuno dei docs della Banchina una rassegna di 16video d’artista, all’interno di una grande installazioneformata da quattro postazioni televisive, quattroscene familiari, salotti dove il fruitore potràaccomodarsi e partecipare attivamente alla mostrainteragendo con l’opera.

Lo studio dopo pochi mesi di sistemazione, courtesy of Francesco Burlando

Marianna Andrigo, Vertical Wave project,Open Alto Lab2, courtesy of Nicolò Gemin

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Decifra, inaugura così a Venezia l’operato cheintende svolgere nel panorama delle ArtiContemporanee e della Cultura in genere, l’Associazione nasce quest’anno dalla collaborazionedi tre artiste torinesi Francesca Arri, Cinzia Ceccarellie Debora Fede, ospiti della seconda edizione dellaresidenza 7even su 7even, nel corso della qualeavranno l’oppurtunità di creare nuove opere edinstallare lo spazio a loro dedicato.Proseguirà la fruttuosa esperienza di collaborazionecon Electronicgirls e Waterbass Events.Nel corso della serata si succederanno numeroseperformance, live multimediali, sperimentazionimusicali, installazioni e videomapping di giovani etalentuosi artisti del variopinto scenario artisticoitaliano ed internazionale.

CONTACTSe‐mail:[email protected]:http://www.matteovettorello.itBanchina Molini 14 / Alto Labfacebookhttps://www.facebook.com/pages/Banchina‐Molini‐14/240808249365654?ref=hlblog spothttp://banchinamolini14.blogspot.it/

Lo studio dopo pochi mesi di sistemazione, courtesy of Francesco Burlando

Lo stagno dei cigni, installazione, vasca di vetro, acqua, foto 2008

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Golden min., the fantastic and irrational number, 5 ottobre 2012. Courtesy of Antonio Campanella

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la processione di Carlettoby KOMA’ ARTGALLERY

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Un ciclo dell'arte contemporanea si è chiuso. E' oradi mettersi in movimento! Un po’ "ArmataBrancaleone", un po’ "Don Chisciotte", un po’"Spedizione dei Mille" e un po' "Marcia su Fiume", laprocessione di Carletto risalirà la penisola perdenotare l’”infimo inizio”.“L’infimo è l’impercettibile inizio del movimento, ilprimo segno visibile di ciò che è fausto. L’uomo divalore non appena vede l’infimo passa all’azione,senza attendere la fine della giornata” (Confucio,Classico dei Mutamenti) A CHE PUNTO è LASTORIA è QUAL’E LA NOSTRA POSIZIONE inessa?Un ciclo si sta chiudendo e non solo nell'artecontemporanea.Kant nel "La fine di tutte le cose" dice “Infine devepur cadere il sipario. Perché alla lunga diverrebbeuna farsa; e se gli attori non se ne stancano perchésono pazzi, se ne stanca lo spettatore, che a un attoo all’altro finisce per averne abbastanza se haragione di presumere che l’opera, non giungendomai alla fine, sia eternamente la stessa”.Procedere! Avanzare!Un Curatore della realtà un'artista e due asine simettono in movimento, per decretare l'inizio delcambiamento.Una Processione e non un viaggio, perché nellaprocessione la meta è il viaggio stesso.La sacralità della Processione Di Carletto sta nelgiungere all'ultima "stazione" con laconsapevolezza di essere l'inizio del cambiamento.

Lo studio dopo pochi mesi di sistemazione, courtesy of Francesco Burlando

Marianna Andrigo, Vertical Wave project,Open Alto Lab2, courtesy of Nicolò Gemin

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Coscienti di vivere la condizione di "Amletizzazionedell'eroe", cioè quella condizione per la quale la"tragedia" non dipende da un'azione compiuta ma daun'azione da compiere, la Processione saràl'ultima/prima grande spedizione che risalirà l'Italia.Lungo il percorso si arricchirà di numerosi contributiche ne alimenteranno la storia e latestimonianza.L’itinerario è segnato da tappe "stazioni" nelle qualisi organizzeranno momenti di dibattito e diriflessione, ma anche di festa, con artisti, poeti,musicisti, psicoatleti, contadini, cittadini e in generecon chiunque ha deciso di non aspettare "la finedella giornata".

KONCEPT

MICHELE MARIANOwww.michelemariano.eu

PRODUZIONE

KOMA’ ARTGALLERYwww.komagallery.eu

UFFICIO STAMPA

CREATIVE PROJECTdi Mauro Luminariwww.creative-‐project.it

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