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Frattura Scomposta marzo-aprile 2013

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ARTISTI IN EVIDENZA Gianluca Chiodi Cristina Iotti Il CAM_Contemporary Art Museum di Casoria Reflection; White – Black or not al CAM Giancarlo Marcali Nunzio Paci SONO SARANNO FAMOSI VISITATI PER VOI Aliens – MAG Como Irene Balia Hortus Conclusus ‐ CircoloQuadro Milano SONO… Fl h A tE t P l d l Ghi i Mil Andrea Sterpa Andrea Toniolo Dorian Rex Flash Art Event ‐ Palazzo del Ghiaccio Milano Il piacere | Dissoluto e non dissoluto ‐ Art Kitchen ‐ Superground Milano Welcome Mr. Sfiggy! ‐ Spazio San Giorgio Bologna Tentation Villa Elisa Anfuso Eva Reguzzoni Fabio Usvardi Giancarlo Bozzani ‐ Contemporanea Monza L'INFORMATORE ARTISTICO Associazione Raccolto Cascina Giorgio Pignotti Giovanni Lucini Marina Mancuso Massimo Casalini ‐ del Guado C.R.A. ‐ Centro Raccolta Arte ‐ San Miniato Grand Tour ‐ Ivan Quaroni Mash Potatoes ‐ Famiglia Margini Different to Federica Fiumelli Moira Franco Paola De Rosa Paolo Ferrante Sara Sacilotto ways be body ‐ La Parola di… Peter Broeren ‐ di Jessica Capra SEZI

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marzo 2013

EDITORE: sergio curtacci

CAPO REDATTORE: vania elettra tam

COLLABORATORI DI REDAZIONEMarco BesanaIsabella Elena AvanziniAndrea LacarpiaFederica FiumelliFederica FiumelliFulvio MartiniJessica CapraPietro Di LecceUmberto D'Ambrosio

SI RINGRAZIA PER LA PREZIOSA COLLABORAZIONEPaola C. Manfredi StudioVia Marco Polo, 4 ‐ 20124MilanoTel . +39 02 87 23 80 04 www.fratturascomposta.itFax + 39 02 87 23 80 14

[email protected]@fratturascomposta.it

[email protected]

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GALLERIA IN EVIDENZA

FRATTURA SCOMPOSTA marzo 2013INDICEARTISTI IN EVIDENZA

Gianluca ChiodiCristina Iotti

Il CAM_Contemporary Art Museum di CasoriaReflection; White – Black or not al CAM

Cristina IottiGiancarlo MarcaliNunzio Paci

SONO SARANNO FAMOSI

VISITATI PER VOI

Aliens – MAG ComoIrene Balia Hortus Conclusus ‐ CircoloQuadro MilanoFl h A t E t P l d l Ghi i MilSONO… SARANNO FAMOSI

Andrea SterpaAndrea TonioloDorian Rex

Flash Art Event ‐ Palazzo del Ghiaccio MilanoIl piacere | Dissoluto e non dissoluto ‐ Art Kitchen ‐Superground MilanoWelcome Mr. Sfiggy! ‐ Spazio San Giorgio BolognaTentation Villa Contemporanea MonzaDorian Rex

Elisa AnfusoEva ReguzzoniFabio UsvardiGiancarlo Bozzani

Tentation ‐ Villa Contemporanea Monza

L'INFORMATORE ARTISTICO

Associazione Raccolto Cascina del GuadoGiancarlo BozzaniGiorgio PignottiGiovanni LuciniMarina MancusoMassimo Casalini

Associazione Raccolto ‐ Cascina del GuadoC.R.A. ‐ Centro Raccolta Arte ‐ San MiniatoGrand Tour ‐ Ivan QuaroniMash Potatoes ‐ Famiglia MarginiDifferent ways to be body Federica FiumelliMassimo Casalini

Moira FrancoPaola De RosaPaolo FerranteSara Sacilotto

Different ways to be body ‐ Federica FiumelliLa Parola di… Peter Broeren ‐ di Jessica Capra

SEZIONE PROGETTI SPECIALISara SacilottoSimona Bramanti Predizioni di Ilaria Margutti

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I'AM!I'AM!Gianluca chiodi

Strati(foto)grafie di uomini e donne alla ( )gri�scoperta del loro "sè".Spogliati di tutto di fronte all'occhio vigile e spietato di una società che ci giudica non per quello che siamo ma per ciò che abbiamo, ci ritroviamo consapevoli del nostro essere umani: centomila, nessuno, UNO! Non essere o non essere, come disse Amleto, ma avere…? o essere. i Sio Sono.

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Gianluca Chiodi nasce a Edolo (BS) nel marzo 1966;dopo l'infanzia trascorsa a Milano si trasferisce con lafamiglia a Reggio Emilia dove prosegue la suafamiglia a Reggio Emilia dove prosegue la suaformazione scolastica per poi iniziare il lavoronell'azienda del padre.A trent'anni, il desiderio di indipendenza e uno spiccatosenso estetico lo spingono a trovare lavoro in unosenso estetico, lo spingono a trovare lavoro in unostudio fotografico, affascinato dal romantico misteroracchiuso nella “scatola” in grado di catturare l’istante erestituirlo al tempo; la passione fotografica e il l’abileutilizzo della luce lo portano presto a lavorare per ilutilizzo della luce, lo portano presto a lavorare per ilmondo pubblicitario, senza però trascurare la costantericerca di nuovi “punti di vista” originali e introspettivi.

Nel 2003 la proposta di una Personale presso un CaffèNel 2003 la proposta di una Personale presso un CaffèLetterario per il quale produce, grazie all'innato senso“sinestetico” MOKA, una serie di immagini rubate alquotidiano rituale tutto italiano del caffè, che realizzadirettamente sul fornello di casa ottenendo una serie didirettamente sul fornello di casa ottenendo una serie di“macro”, cariche di sensualità tattile/olfattiva e chesceglie di stampare direttamente su alluminio perrafforzare il rapporto soggetto/supporto.In questa occasione viene notato da un incaricatoIn questa occasione viene notato da un incaricatodell’Assessorato alla Cultura di Reggio Emilia che glicommissiona lo sviluppo di un tema per una sua primapersonale: ANTICORPO, dove l'artista si esprimeutilizzando corpi nudi restituiti alla materia attraversoutilizzando corpi nudi restituiti alla materia attraversol'ausilio della luce e del pennello con un abile utilizzo delcolore nero.

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Le immagini stampate questa volta su tela pittorica, rimandanoa corpi "caravaggeschi" carichi di sensualità. E’ in questaoccasione che nasce OPERA LA NERO un'esposizione cheoccasione che nasce OPERA LA NERO, un'esposizione che,con notevole successo di pubblico e critica, comincia adindicare (illuminare) a Chiodi la strada più personale edoriginale da seguire.

Nel 2004 ha avuto nel cuore di Brera una collettiva presso lostorico gallerista Luciano Inga Pin. Qui Gianluca Chiodi esponeDISTONIE, una propria "deformazione" della lettura del corpoumano ottenuta non attraverso la tecnologia del computerumano, ottenuta non attraverso la tecnologia del computergraphic bensì utilizzando semplici “mattoni” di vetrocementoche fanno intravedere "nudi disciolti" di particolare bellezza;anche qui un supporto alternativo ovvero una lastra di plexiglase nuovamente la conferma di essere apprezzato dalla critica ee nuovamente la conferma di essere apprezzato dalla critica edal pubblico.

Nel 2005 la ricerca prosegue in costante evoluzione: l'artista sitrasferisce a Milano e sempre con OPERA AL NERO rivisitatrasferisce a Milano e sempre con OPERA AL NERO rivisitaalcune icone classiche dell'arte seicentesca del Merisida Caravaggio ed altri autori dell'epoca nella proposta di:“L'AMORE AI TEMPI DEL COLERA”.Sempre nel 2005 viene selezionato per la partecipazione alSempre nel 2005 viene selezionato per la partecipazione alPremio Cairo nella sezione "fotografia" con l'inedito (2002)MYOPIA: le opere consentono all'interlocutore di guardareattraverso il romantico punto di vista di un miope; in questocaso Gianluca Chiodi ottiene immagini che varcano il confinecaso Gianluca Chiodi ottiene immagini che varcano il confinedella realtà unendo lo "sfuocato" del difetto visivo al "fuoco"morbido e circoscritto delle proprie lenti.

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E poi nel 2007 FURIA CORPORIS, tuttal’energia della lotta e del gioco, dell’amore el’ di l d l

raccoglie l’ennesimo sostegno della criticarientrando tra le opere candidate al PremioC l t 2009l’odio, nel corpo a corpo; ed ancora, la

selezione per la mostra e catalogo “13x17” acura di Philippe Daverio e Jean Blanchaert.

N l 2008 l l i l P i T l

Celeste 2009.Dal 2010 la serie PASSI E CONTRAPPASSI

entra a far parte del ciclo di mostre dedicate aivizi capitali presso il Museo Arco di Benevento

tt tt l’i i i d ll ll b iNel 2008 la selezione al Premio Terna e, laprima personale a Milano SANTI, PECCATI EPECCATORI in cui Chiodi mette in scena leicone glamour di una quotidianità più carnaleche spirit ale in n cocktail di elegante kitsch

ma soprattutto l’inizio della sua collaborazionecon la gallerista Sabrina Raffaghello che locoinvolge per la Biennale di Fotografia diAlessandria con PICCOLI MONDI, foto-installa ione di globi sospesi come piccoliche spirituale in un cocktail di elegante kitsch;

ed ancora, la Francia, Paris Photo eL’AMORE AI TEMPI DEL COLERA,personale nel cuore di Parigi a cura di AlbertoAgazzani

installazione di globi sospesi come piccoliuniversi contenenti intime atmosfere di vitaquotidiana e che lo porterà a Shangai conl’inedito MYOPIA.Nel 2012 è selezionato al Premio Fabbri conAgazzani.

Il marzo 2009 vede a Milano la primapersonale pubblica dal titolo MATRIOSKE:bambole viventi in gentile stato di grazia

Nel 2012 è selezionato al Premio Fabbri conl’installazione Marena, opera che entra nellacollezione dell’omonimo museo.

Nel mese di maggio in occasione del progettobambole viventi in gentile stato di grazia,omaggio alla generosità delle donne e allafertilità della terra. Nello stesso anno, il fascinoe la carnalità di FURIA CORPORIS, aprono leporte della Werkstatt Galerie di Berlino

Nel mese di maggio, in occasione del progettopromosso dal Museo Bernareggi incollaborazione con le gallerie bergamasche, laGalleria Marelia presenterà la mostrapersonale Se mi lasci ti cancello occasioneporte della Werkstatt Galerie di Berlino

all’interno del progetto Man-kind: version &perversion, mostra collettiva curata da E. LucieSmith. Nel frattempo anche il neonato progettoI AM elegante e metaforico focus sulla

personale, Se mi lasci ti cancello, occasioneper apprezzare in un unico evento l’esperienzaestetica dell’artista, selezionata attraverso ilfiltro delle tematiche bibliche.

I AM, elegante e metaforico focus sullanecessità dell’uomo di spogliarsi del superfluoa favore di una ritrovata ed istintiva umanità,

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Si diploma nel 1987 in Illustrazione al Corsosuperiore triennale dell’Istituto Europeo di Designsuperiore triennale dell Istituto Europeo di Design(IED) di Milano. Dal 1988 al 2001 lavora comefree-lance nell’ ambitodel design ceramico progettando bozzetti edecori per ceramichedecori per ceramicheartistiche e collaborando con studi grafici eserigrafie. Dal 2002 si dedica esclusivamentealla pittura e al disegno e da allora esponeregolarmente in mostre personali e collettive inregolarmente in mostre personali e collettive inItalia e all’estero.Con abilità tecnica e pulizia formale crea raffinatidisegni utilizzando semplici matite colorate. Lasua tecnica di esecuzione richiede procedimentisua tecnica di esecuzione richiede procedimentilenti e meticolosi in contrasto con i tempi e modidel vivere contemporaneo. Tutto l’impiantocompositivo ha chiari rimandi alla tradizioneiconografica rinascimentale, ma con un’ improntaiconografica rinascimentale, ma con un improntae un contenuto contemporanei.Nel 2007 è stata la vincitrice nella sezione graficadel “Premio ARTE “ indetto dalla rivista ARTECairo Editore e del Premio speciale Faber-Cairo Editore e del Premio speciale FaberCastell e, per la prima volta nella storia delpremio, si è aggiudicata la Targa oro anchenell’edizione del 2008. Diverse sue opere sitrovano nella collezione Costa Crociere sulle navit o a o e a co e o e Costa C oc e e su e aCosta Luminosa,Costa Deliziosa e CostaFascinosa. Vive e lavora a Sassuolo (MO).

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giancarlo marcaligiancarlo marcali

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Giancarlo Marcali sviluppa la sua ricerca artistica in un percorso di ricercadel attimo doloroso. Quanti tipi di dolore lacerano l'essere umano? Infiniti,del attimo doloroso. Quanti tipi di dolore lacerano l essere umano? Infiniti,quanto l'abisso dell'anima. Ma tutti lasciano una traccia del loro passaggio,una cicatrice, visibile o meno. A dispetto delle nostre diversità, Giancarlo ciriunisce tutti in virtù della nostra comune essenza, per la materia di luce dicui siamo composti, ricordandoci che malgrado lunghi percorsi abbiamocui siamo composti, ricordandoci che malgrado lunghi percorsi abbiamoun'origine comune e che il dolore di ognuno ha il diritto di essere espresso.Nato in svizzera nel 1963. Si è laureato presso la New South WalesUniversity a Sidney in arti aborigene e le culture delle Isole del sudpacifico. Dal 1990 al 1995 collabora con Martino Vertova alla realizzazionepdi vetrate d’arte. Dal 1995 al 2000 apre a Milano “Spazio Low Tech” perpromuovere il suo lavoro e quello di altri giovani artisti e designer. Dal2003 al 2008 collabora con la galleria d’arte contemporanea Emi Fontanaa Milano. Dal 2009 al 2010 lavora alle opere del progetto “Siamo tuttip p gprofeti”e la sua ricerca verso la propria identità lo porta alla realizzazionedell’installazione “La memoria del dolore”, opera segnalata al PremioCeleste 2010 esposta poi alla sua personale a Treviso, a Gaeta , esuccessivamente a Torino e Sansepolcro. Dal 2011 Giancarlo ha espostop ple sue installazioni in diverse gallerie d’arte private a Milano, Roma, Napoli,Venezia e Berlino. Tra le tante degne di nota, a giugno 2011 la mostra“Scorporo” curata da Adriana Soldini presso la Pinacoteca di artecontemporanea a Gaeta, a dicembre 2012 la mostra collettiva al Museop ,civico di Sansepolcro dove la sua installazione “La memoria del dolore”colloquia con la “Resurrezione” di Piero della Francesca ed a dicembre2012 la mostra personale ad Arezzo “Anime di calce”, precedentementerealizzata a marzo 2012 a Palazzo Zenobio-Venezia, quando per la prima, q p pvolta presenta il suo nuovo progetto “Ri(e)voluzione”.

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nunzio paci

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Nunzio Paci è nato nel 1977 e vive a Bologna. Il suo stile è vicinoall’archeologia, attraverso strati di materia l’anima fossile è rivelata.Olio smalto matita catrame sono strumenti che lo aiutano a compilare leOlio, smalto, matita, catrame sono strumenti che lo aiutano a compilare letavole scientifiche di esseri ibridi estinti; o forse futuri.

La fisiologia degli animali e dei vegetali, le fibre, i nervi, le ossa, la materia:sono gli elementi compositivi usati da Nunzio Paci moduli scarnificati esono gli elementi compositivi usati da Nunzio Paci, moduli scarnificati esimmetrie lacerate che si innestano le une sugli altri, prelevati di pesodall’immaginario pre-scientifico, dai pionieri dell’anatomia e della patologia,dalla tradizione ceroplastica che proprio nell’orbita dell’Universitàbolognese dove studiò anche Gaetano Zumbo conta maestri comebolognese, dove studiò anche Gaetano Zumbo, conta maestri comeGiuseppe Astorri e Cesare Bettini. Nel lavoro di Nunzio Paci convergonodunque diverse ascendenze, parentele, affinità, che si risolvono in unosguardo allo stesso tempo pre e post scientifico, alla ricerca dei codicinascosti nel corpo del mondo e del linguaggio segreto con cui è scritto ilnascosti nel corpo del mondo e del linguaggio segreto con cui è scritto illibro della natura. A sua volta lo sguardo produce segni, moltiplicando leconnessioni e ampliando il libro con nuove pagine. Non è un caso che lastruttura di base su cui poggiano le ardite figurazioni ibride di Paci siapressoché standard: un impasto materico una pergamena pittorica comepressoché standard: un impasto materico, una pergamena pittorica comepagina strappata ad un incunabolo o ad un antico codex – ovvero ad unsistema codificato di conoscenze e saperi condivisi – mentre la ridottagamma cromatica e la sintesi grafica evocano stampe, incisioni, monotipi.Un’altra caratteristica di base consiste nella rigida suddivisione di tutti iUn altra caratteristica di base consiste nella rigida suddivisione di tutti ilavori in mostra fra un livello superiore ed uno inferiore, che peròcontinuamente si rovesciano l’uno nell’altro. Così talvolta le creature di Paciaffondano zampe e radici nell’aria mentre immergono crani, toraci e foglienel suolo come di fatto accade nella bizzarra natura che ci circondanel suolo, come di fatto accade nella bizzarra natura che ci circondaquando organismi respirano terra e acqua.Tratto dal testo “De SignaturaRerum” di Davide W. Pairone

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SONO… SARANNO FAMOSI

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andrea sterpa

E’ giunto il momento di “Memory” Ma facciamo un passo indietroE giunto il momento di Memory . Ma facciamo un passo indietro.Siamo al 2000 e col nuovo millennio Andrea Sterpa inizia unprocesso produttivo attraverso opere pittoriche, video efotografiche che lo proiettano alla ricerca di una tecnica artistica ementale che gli permetta di descrivere le proprie sensazioni chementale che gli permetta di descrivere le proprie sensazioni chedi riflesso, inevitabilmente, finiscono per influenzare le cose chelo circondano.I primi lavori nascono per descrivere degli attimi, delleesperienze sono dei “Frammenti di Memoria” come amaesperienze, sono dei Frammenti di Memoria come amachiamarli. Questi però ben presto lasciano spazio alla ricercanello sguardo del volto umano. Così, abbandonati quei frammentidi pittura e di collage, dal 2006 al 2008 l’artista esegue una seriedi volti raffiguranti persone realmente esistenti o di fantasia idi volti raffiguranti persone realmente esistenti o di fantasia iquali, riflettendo il pensiero dell’artista, costruiscono le propriememorie, i propri frammenti. Si accumulano i volti, si moltiplicanole storie. La conseguenza è l’abbandono del volto, di uomo e didonna del quale Andrea Sterpa si è servito per un trienniodonna, del quale Andrea Sterpa si è servito per un triennioattraverso la pittura e dal 2008 al 2012 attraverso la video arte.Durante questo periodo l’artista partecipa a numerosemanifestazioni in Italia e in giro nel mondo attraverso diversieventi collettivi in America in Polonia Canada Inghilterra eeventi collettivi in America, in Polonia, Canada, Inghilterra eRussia. Ma come per tutte le cose anche le esperienze artistichenecessitano di una evoluzione (e non una fine), unatrasformazione. Così quei volti hanno formato tante piccole storieche unite a quella personale ora l’artista può finalmenteche, unite a quella personale, ora l artista può finalmentedescrivere attraverso un uso libero sia di forme che di colore emateria. E’ il 2013, è nato il progetto “Memory”.

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andrea toniolo

Andrea Toniolo è nato nel 1976, fin da giovanissimo hamanifestato una particolare attenzione per tutto quelloche poteva comprendere il disegno o la pittura,sperimentando non solo tecniche ma anche tipologie disupporti diversi che potevano essere all'occorrenza ipiù congeniali per trovare la propria forma espressiva.Con un lungo trascorso come Writer si avvicina e poiporta a termine l'esperienza intrapresa all'Accademi diBelle Arti di Venezia, cominciando dopo il primo anno difrequentazione ad esporre in un paio di gallerieVeneziane.Inizialmente i soggetti preferiti di Andrea eranorappresentati dagli animali, i vari elefanti, tori orinoceronti erano tutti contraddistinti dal suo gestopittorico fluido e impulsivo, la stessa pulsione si ritrovapoi sulla scelta del soggetto che riguarda il sottomarino,dove Andrea cerca di ricreare la fluidità dell'acqua conle sue correnti, con i suoi increspamenti e le variazionidi colore.Per lui in ogni sottomarino alberga uno stato d'animodiverso, a volte viene a galla placidamente e danza conla schiuma delle onde, altre volte emergeinavvertitamente facendo sentire il frastuono delle ondeche si infrangono sulla sua corazza di metallo, altreancora rimane immerso in quelle acque a lui cosifamiliari che lo fanno sentire al sicuro,e allo stessotempo nascosto...beh questo è quello cheprobabilmente non solo Andrea dipinge,ma forse è.

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dorian rex

Dorian Rex (Elisa Ciregia) nata a Verbania, classe1982, si fissa sulla manipolazione malata eincontrollata di foto di soggetti/oggetti indipendentisemanticamente ma che la sorprendono e chequindi deve necessariamente mettere insieme perrispondere a una necessità interiore inspiegata eurgente. Laurea Triennale in InformaticaUmanistica, laureata in Grafica Interattività eAmbienti Virtuali presso l'università di Pisa.

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elisa anfuso

“Sono cresciuta ma i giochi non lo sanno Non voglionoSono cresciuta ma i giochi non lo sanno. Non voglionoabbandonarmi, lasciarmi andare, farmi sentire grande, maio, ormai, grande lo sono diventata“: sono i pensieri intimi eintrospettivi di una giovane donna che, attraverso la “voce”di Elisa Anfuso si interroga sulla dicotomia tra infanzia eddi Elisa Anfuso, si interroga sulla dicotomia tra infanzia edetà adulta che, a un certo momento della vita, convivono inantagonismo in ognuno di noi. Elisa Anfuso, giovane etalentuosa artista catanese (classe 1982) lavora per granditemi con un copione non scritto una regia e unatemi, con un copione – non scritto -, una regia e unanarrazione, proprio come nel caso della serie di dipintiintitolato “di sogni e di carne”. La simbologia è la giustachiave di lettura delle opere di Elisa Anfuso, quella dellefavole o dei sogni E’ la stanza che tiene prigioniera lafavole o dei sogni . E la stanza che tiene prigioniera laragazza ma le da’ anche un riparo, la protegge: è la suamente, il cassetto dei suoi pensieri. La natura, l’aria aperta elo spazio sono rappresentati solo dal disegno di una manoinfantile sulle pareti della stanza senza finestre Unainfantile sulle pareti della stanza senza finestre. Unabambina che, ormai adulta, ha ora più che mai tanti dubbi.E’ disincantata. Una donna che non riesce a passare da unaporta diventata troppo piccola per lei o che, proprio perchèquella porta è così piccina riesce a tenere fuori il “magoquella porta è così piccina, riesce a tenere fuori il magocattivo”. Per Elisa Anfuso fare arte è un’esigenza primaria esoddisfa tale esigenza con grande intelligenza, sensibilitàed eleganza riuscendo a incantare, con le sue opere, unpubblico sempre più vastopubblico sempre più vasto.

Testo di Antonio Delluzio

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eva reguzzoni

Eva Reguzzoni (Gallarate, 1965). La mia ricerca lavora versouno stile dedicato alla leggerezza e alla trasparenza, mioriento verso un concetto rivolto alla riflessione e allacompressione di cosa c’e fuori o dentro di me, la materia e ilcompressione di cosa c e fuori o dentro di me, la materia e ilvuoto, il chiaro e lo scuro, il bianco e il nero. Un processo chemi ha portato a concepire un mio ideale d’immagine; intesacome una traccia percettiva e sensoriale, un involucrodecontestualizzato su cui si evidenzia l’assenza o lapresenza. In realtà, nella mia arte, ho sempre la necessità disoppesare il vuoto ma soprattutto la volontà di dareall’assenza il bisogno di sviscerare la realtà.

“I miei involucri (così li definisco) sono impronte idealizzate,che imprimo, sagomo e ricamo sulla carta velina, e per sceltanon uso i colori ma solo l’inchiostro nero. Sulla carta, lesensazioni le trasformo in forme fluttuanti che prendono vita epcorpo nella mia immaginazione e mi piace pensarle così;leggere, piene o vuote, presenti o assenti. Le sagome sonoprive di peso, sono sospese nello spazio vuoto alla ricerca diuna propria dimensione. Sono frammenti di tracce immaterialip pconcepite come contenitori che celano intimi messaggi esegnali codificati ”2012: La serie Pregiudizio racconta in forma poetica eintimista la sessualità femminile e alla leggerezza delggmateriale si contrappone la forza generatrice dell’organosessuale.

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fabio usvardi

Fabio Usvardi nasce nel 1973 in provincia di Milano.

Inizia la sua carriera artistica nel 2005Inizia la sua carriera artistica nel 2005.Fin da subito, decide di abbandonare i pennelli, periniziare a dipingere con le mani, identificate comel’unico strumento i grado di trasmettere quellalibertà di esecuzione tanto ricercata In questi annilibertà di esecuzione tanto ricercata. In questi anni,espone a Londra, Berlino, New York, Ginevra,Locarno e in molte città italiane.Alla fine del 2012 inizia a realizzare le prime operedipinte con mani e piedi sperimentando allo stessodipinte con mani e piedi sperimentando, allo stessotempo, nuovi tipi di supporti.Lavora nel suo studio di Inveruno (Mi), all’interno diuna fabbrica dismessa.

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“Mutazioni” - di Paola Artoni

L’urlo del colore si sente con tutta la suavibrante forza, riempie il silenzio dellatela con una pulsante energia chesembra incontenibile. La forma èdinamica,in divenire, ora raggrumata in un magmaprimordiale ora pronta a scivolare in unrivolo che attraversa la foresta pluviale.Le Mutazioni di Fabio Usvardi sonol’espressione della forza incontenibiledella sua pittura. Una pittura che èpassione, è viscerale, istintiva e pura eche, proprio per questa sua naturairrefrenabile, non poteva esprimersi“semplicemente” con colori e pennelli.Da alcuni anni Usvardi ha infatti scelto diusare le proprie mani come strumentiprimordiali. Dipingere con le dita,immergere il corpo nel colore e diventareun tutt’uno con i pigmenti, fondersi con lamateria cromatica fino a diventarneparte. Solamente in questo modoUsvardi sente di potere raccontare lemutazioni del suo essere, le emozioniche scuotono la sua anima, solamentecosì la pittura è autenticamente sua.

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Le sue tele sono come le pareti delle grotte primitive, sonoi racconti di battaglie quotidiane di grida di sconfitte e dii racconti di battaglie quotidiane, di grida, di sconfitte e divittorie. È una pittura delle origini, senza freni, libera dallegabbie delle categorie e, proprio per questo,autenticamente onesta. Lo hanno spiegato gli antropologi:da sempre le impronte delle mani e dei piedida sempre le impronte delle mani e dei piedirappresentano l’intera persona e sin dalle prime societàumane queste rappresentazioni sono diventate degli exvoto, delle invocazioni alla divinità che hanno sostituito ilsacrificio umano. Sullo stesso piano vanno lette le formesacrificio umano. Sullo stesso piano vanno lette le formedegli ex voto anatomici lasciati nei santuari di ogni epoca(invocazioni di protezione, richieste di aiuto celeste maanche ringraziamento per una preghiera esaudita) e leimpronte degli uomini primitivi, lasciate sulle pareti delleimpronte degli uomini primitivi, lasciate sulle pareti dellecaverne prima della caccia. L’impronta come segno delpassaggio su questa terra, come unicità della persona –unica ed irrepetibile come lo sono le impronte digitali –,per l’artista è anche la fusione con il colore, la fusioneper l artista è anche la fusione con il colore, la fusionedello strumento e del mezzo.Questo significato ci rimanda anche al video del 2003dell’artista guatemalteca Regina Josè Galindo, coetaneadi Usvardi, intitolato “Chi può cancellare le impronte?”, neldi Usvardi, intitolato Chi può cancellare le impronte? , nelquale una donna, filmata nel cuore di una cittàsudamericana, intinge i piedi in una bacinella conall’interno un liquido di colore rosso e cammina poi scalzaper le strade, lasciando al suo passaggio una traccia sulpe e st ade, asc a do a suo passagg o u a t acc a susuolo.

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Per la Galindo ci sono delle attinenze con la violenza chein Usvardi non sono così marcate (il riferimento delle ormeinsanguinate è ai fantasmi delle vittime delle guerre civili)ma si ritrova la medesima fusione del corpo dell’artistacon il colore. Usvardi dipinge con le dita con una ribellioneche non è solamente sociale tout court ma è anzituttosegno “spontaneo” di quello che è il bambino interiore diciascuno di noi, quell’angolo incorrotto da preservarecome un tesoro prezioso (e se ne sono accorti anchealcuni guru dell’informatica che hanno reso possibilequesta applicazione anche le recenti “tavolette” digitali).Un altro rimando che ci sovviene è quello con l’arte diRichard Long, esponente inglese della Land Art, che hacreato delle opere pittoriche con le impronte di mani epiedi tracciate con il fango e utilizzate per definire delleforme essenziali, legate agli archetipi, come il cerchio e laspirale. “In fondo sono una specie di artista delle caverne,dopotutto tiro ancora sassi e faccio ancora opere con lemani, col fango!” ha dichiarato recentemente Long.Ritorna alla mente quanto aveva dichiarato l’antropologoed etnologo Giuseppe Cocchiara (1904-1965): “Il mondoprimitivo è una forma eterna del nostro spirito.E la storia dell’umanità, cui pur appartiene quel mondo,

ò i h l i ” Enon può non essere in parte che la nostra storia”. Eccoallora che le mutazioni di Usvardi sono da leggere in unadimensione più ampia di una imprescindibile necessitàpersonale e sono da comprendere in una sorta di filo

h i l’ ti t l t i d ll’ ità t tt Irosso che unisce l’artista con la storia dell’umanità tutta. Inquell’umanità, con le sue contraddizioni e speranze, egli sispecchia e si riconosce.

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giancarlo bozzani

Nella tua carne ruvidaun gemito fetale.Bocche cucite,stuprate,assassine d’anime!Affogo contagiato da una sofferenza indecifrabile.Urlo: pietà!Ai confini dell’ossessione.Una catena di incubi e fobieacuiscono i sintomi della mia follia.Ogni cosa intornoappare sospesa,sul punto di crollare.Un lager d’anime affolla la mia mentee un solo pensierodiventa preda del mio intestino:io nasco…e sono già lapide.

Giancarlo Bozzani

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giorgio pignotti

Sono nato ad Ascoli Piceno nel 1979e sono entrato nel mondo dell'arte dal 2008 dopo gli studieffettuati all'accademia di belle arti.La mia ricerca ha come punto di riferimento ,lo studiosull'identità e le mutazioni fisiche.L'interazione con il pubblico si basa sulla capacità di giudiziodell'osservatore, con lo scopo di metterla in dubbio.Sono convinto, come diceva Ben Maddow che "Leggiamoun volto allo stesso modo in cui leggiamo un orologio. Perorientarci, per vedere quello che siamo esattamente ora,qui,per risistemare noi e tutti gli altri nei grovigli nervosi dellanostra società"Tra le prossime esposizioni ci sarà una mostra a Londra acura di Franko.B :Untouchable Casa nostra,al “The flying Dutchman” , dove ha sede anche la Galleria

Mori+Stein.

“una lotta costante ed insondabile, che trova nella natura unmezzo per esplorare la parte più irrazionale dell’uomo. Unapossibilità che Giorgio Pignotti assegna alla figura

’concentrando l’attenzione sul discorso identitario. Il voltodiventa lo strumento mediante il quale interrogarsi sullacapacità di riconoscere chi abbiamo davanti attraverso lecaratteristiche fisiche”

brano tratto dalla mostra “ Il potere modellante della parola”a cura di Cristina Petrelli. Galleria Marconi.

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giovanni lucini

Giovanni Lucini è nato a Johannesburg, in SudAfrica, il 13 marzo 1979.Vive a Blevio sul Lago di ComoVive a Blevio sul Lago di Como.Nel 2004 si è diplomato in pittura e restauropresso l’ Accademia di Belle Arti Aldo Galli diComo.Insieme a Krystian Di Camillo e MorenoInsieme a Krystian Di Camillo e MorenoZanibellato nel 2005 ha fondato l’atelier “StudioESP” presso cui ha tenuto una personale nel2006.

Io non ci sono _ Giovanni LuciniAprile 2010Chiostrino di Sant’EufemiaComoComoSiamo abituati a pensare l’opera d’arte comel’espressione di un io. Nella tradizioneoccidentale l’artista crea innanzi tutto allo scopodi manifestare la sua peculiare individualità didi manifestare la sua peculiare individualità, dicomunicarci il suo punto di vista sulle cose, direndere percettibile il suo stato d’animo.Ora invece Giovanni Lucini ci invita a guardare idipinti che ha realizzato negli ultimi 5 anni condipinti che ha realizzato negli ultimi 5 anni conl’avvertenza che il suo io in quelle opere non c’è.

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Semplice provocazione? Tentativo di andarecontro corrente? Escamotage per suscitarestupore capovolgendo i termini del discorso?Macchè. Il titolo di questa mostra va preso sulserio. Ma va forse inteso più come un obiettivoche come un dato di fatto. Diciamo quindi cheGianni dipinge per fare in modo che il suo iogiunga a non esserci, pervenga a uno stato disospensione virtuosa. “La mia indagine pittorica -scrive infatti l’artista nei suoi appunti - riflettel’indagine e il lavoro che faccio su me stesso, lamia ricerca della libertà e della comprensionedella verità. Per capire ciò che è vero, nella suatotalità, deve esserci libertà: dalle paure, dalleillusioni continue del pensiero, dagliattaccamenti, dalla nostra sofferenza, dallebarriere che crea la mente, dai pregiudizi, dagliideali, dai condizionamenti, dal conformismo edall’insensibilità [...]”.Si tratta in fondo della meta a cui tendono tuttele forme di spiritualità e le forme d’arte della

di i i l C i ltradizione orientale. Con una sostanzialedifferenza: che questo proposito viene declinatoin un linguaggio espressivo tipicamente e quasiriassuntivamente occidentale. Ci sono insomma

ll itt di Gi i hi (f i li)nella pittura di Gianni echi (forse inconsapevoli)degli esperimenti compiuti in area astratta negliultimi decenni

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L’opzione per il campo aniconico è peròL opzione per il campo aniconico è peròattenuata da reminescenze figurative cheaffiorano sulla superficie come se fosseroimpronte recenti, tracce di presenze non deltutto sedimentate. Nei dipinti realizzati neltutto sedimentate. Nei dipinti realizzati nel2010 la figura tende infine a ricomporsi in unastruttura organica, in una forma che allude aun principio vitale, a una sorta di biologiaprimaria universale, in cui sembra dissolversip ,e ricapitolarsi qualsiasi entità individuale.Sono proprio questi lavori a intitolarsi “Io nonci sono”.Probabilmente per suggerire che l’io è venutop ggmeno lasciando spazio a qualcosa di più vastoe fecondo. E forse per ribadire che l’obiettivo èstato raggiunto.

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marina mancuso

Sono Marina Mancuso e nel 1970 sono nata nella capitale delBarocco, ovvero Lecce. Una volta cresciuta ho frequentatol'Istituto statale d'Arte e, in seguito, mi sono trasferita a Roma perun paio di anni, poi a L'Aquila dove mi sono laureata all'Accademia di Belle Arti nella sezione di pittura. Nel '90 incontroFabio Mauri, grande artista purtroppo recentemente scomparso,che mi coinvolge nella realizzazione di un importante progetto.IDEOLOGIA e NATURA. Un' opera itinerante che comprendeinstallazioni e performances e mi porta a Roma, Firenze, Milano epoi all'estero a Londra, Parigi e Locarno fino al '95.

Mi stabilisco a L'Aquila dove rimango per ben diciotto anni. Liapro un laboratorio e lo chiamo "Artisticamente". Su commissionerealizzo decorazioni per locali pubblici e privati. Alcuni lavorianche a Ravello, Tropea, Potenza e una discoteca a Milano.Collaboro anche con i settimanali Periscopio e Sipario, noti inAbruzzo, dove disegno calendari e illustrazioni. Ormai credevo dirimanere li per sempre ma la vita ti riserva cose che magari nonavevi mai pensato si potessero realizzare, così fu che nel 2008,esattamente 5 mesi prima del terremoto, conosco Silvano chediventa il mio compagno. Lui fa il fotografo e mi trasferisco aMilano che è la sua citta'. Li realizziamo molte opere dove,insieme, fondiamo pittura e fotografia. Anche le mie operepittoriche evolvono e, nel 2009, partecipo durante il Salone delMobile di Milano, all'evento Fuorisalone "HEART ATTACK" conuna mostra personale..

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Un anno dopo una grande opera. NasceMatilda. Con il mio compagno citrasferiamo in Basso Salento doveapriamo una grande casa-laboratorio e lip gviviamo con la nostra bimba che ora hatre anni.

Ho partecipato a mostre collettive edp palcune personali come a L'Aquilanell'ultima Perdonanza Celestiniana ,mostra dal titolo "Donna tra Terra e Mare"che si e' poi ripetuta a Lecce. Poi un'p paltra mostra questa volta a Londra a curadi Blandine & Magdalena's. A Bariespongo da un anno nei negozi diarredamento Driade e Minotti. Partecipopalla mostra per il terremoto in Emilia"ARTQUAKE".Ora il 2013 inizia con una serie di ritrattiolio su tela che mi da molto la sensazionepositiva di un nuovo inizio. Marina

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massimo casalini

Ferire senza proferire parolaLuigi Mauta

Senza proferir parola, senza dover iniziare aspiegarsi con costrutti sintattici più o meno elaborati,il corpo, silenzioso, sorride consapevole dipossedere una memoria tutta sua, un mormorio disecondi e di gesti che restano impressi in angolidermici, in riflessi colorati.Solo lungo questa animata traccia rosea, fedelespecchio di ogni singolo mondo psicoindividuale, siriesce, con un semplice gesto, a distruggere falsità eprivazioni; con unasemplice grafia si vuole ricordare ogni sciaemozionale sul proprio corpo.L’ultimo salto è osannare in pittura questa smania dicomunicare le proprie fragilità e la propria potenza,non volendo - dovendo - riuscendo a dimenticare piùnulla ma ricordando, testimoniandolo sul propriocorpo.Non stupisce che l’artista livornese Massimo Casalinivoglia celebrare edonisticamente questa poetica conla serie “PsychoTatto” stabilendo una nettacomparazione tra la anacronistica (im)perfezione diqueste tele viventi in posa e le povere perversioniattuali di chi li osserva.

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Le sue metamorfosi appaiono lente e graduali, inparallelo si assiste al lento declino delle stupideopinioni che, come un seme che germoglia, porta ognisuo singolo protagonista a mostrare più che la propriavanità, un pezzo della sua storia, un raccontoelaborato ed intervallato da brani di tessuto e pelle:una torcia che illumina dentro e proietta testimonianzecromatiche.L’artista dona un inizio di queste storie dipinte; ma sipuò andare più a fondo, scavare, approfondire cosa sicela nella posa ferma e decisa di “Dario” oppureaddentrare nel nucleo di ogni singolo sguardo, diquella speranza, di quella crepa sottile che lentamentesi allarga e cambia le persone: “Seek Find Destroy”.A Massimo Casalini non interessa il bello ideale, matrova incontestabilmente la magnificenza soggettiva dichi possiede quell’attrazione irresistibile verso séstesso che lo porta ad essere seducente, a tratti fintroppo appariscente, agli occhi degli altri.Quindi delinea un corpo come se fosse una tela, eviceversa, facendo sorgere il dubbio di quale altromigliore, esplicito manifesto possa esistere per l’uomose non ciò che lo distingue dagli altri.Le immagini di queste divinità contemporanee che simuovono in ambientazioni acidule ed essenzialivengono contemplate ed osannate in un audace eliberatorio gioco di contraddizioni tra ingenuità edastuzia, tra erudizione e divertente grossolanità, traleggerezza e serietà.

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Così segnare una parentesi cromatica su un colore dibase povero ed agiato è come un racconto vivace chevaria dall’attraente al tenero, dalla storia personale alsenza senso.Sembra di percepire nell’intera serie un’audacepropaganda individuale che si addolora - divertita - perfinoper la terrificante anonimia di quei piccoli uomini dai corpiuguali, monotoni e po’ freddi, incuranti di quel inespressoe presente dolore che c’è quando la forma appare diversadall’essenza.Casalini argina la ripetizione di figure che attingono almito, alla perfezione, con tanti beati (im)mor(t)ali cheesprimono chi un immodesto umorismo, “Yuri e il fiore”,chi un’immodestia penetrante e sconcertante come l’opera“Giuditta e Oloferne” dove il corpo della protagonistarende prevedibile ogni umana - legittima – fine dell’incautorichiedente.

Dipingere su tela delle tele viventi manifesta un atto didiversità, di orgoglio della contemporaneità: le massecompongono sinfonie maestose, gratificanti, socievoli nel

ùnon voler serbare più nulla e scegliere di volerlomanifestare perfino in arte.Ma in compenso, che superiorità dell’anormalequotidianità c’è nel vigore di pose inquiete, vive, con

di t t li d b i ti!sguardi tanto consapevoli da sembrare innocenti!

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Per Massimo Casalini ilcorpo acquista ancora dipiù un elementoscenografico all’interno diuna geometria umana;paragonabile ad un abissopieno di colori, di eleganza,di leggerezza, di dialoghirotti e di monologhi tra gliartisti privati e l’artistapubblico che li celebra. Faapparire tanti racconti a luinoti, intrisi di simbolismi,con la premessa diraccontare i personaggicon le loro storie, in unoceano di silenzio fradesiderio e spasmo, trapotenza ed essenza.Lo spettatore, da cantosuo, ha solo uno sguardoferito ed invadente sucromie elaborate, lungocorpi secondari cheparlano per conto dei suoiprotagonisti fieri e rapiti dalnostro interesse.

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moira franco

Moira Franco è nata a Cuneo nel 1978, vive elavora sulle Alpi del cuneese. Si è diplomata inpittura all’Accademia Albertina delle Belle Arti diTorino nel 2002. Attiva artisticamente in Italia eall’estero ha partecipato nel 2012 aVENNESTRAAT Parallel events MANIFESTA 9 aGenk in Belgio, a WHITE BOX a cura di Biasuttialla Fondazione Bertoni di Saluzzo (Cn), nel 2011al PADIGLIONE ITALIA 54° ESPOSIZIONEINTERNAZIONALE DELLA BIENNALE DIVENEZIA per il 150° dell’unità d’Italia/ RegionePiemonte a cura di Sgarbi, selezionata e finalistain diversi premi tra cui Premio Combat, e PremioCairo nel 2003. Alcune delle sue opere fannoparte della Collezione La Gaia.Dal 7 marzo al 14 aprile alcune suo operesaranno esposte alla Galleria Raffaella De ChiricoArte Contemporanea di Torino, all'interno dellamostra Ordo Amoris del gruppo Hado.

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paola de rosa

Nata a Roma nel 1968, si è diplomata al IV liceoartistico statale di Roma e si è laureata in Architettura,con lode, alla Sapienza di Roma.

La progettazione architettonica e di design, svolte conclienti nazionali ed internazionali - tra cui lo StudioTihany Design e la catena di alberghi Boscolo Hotels -,sono state le principali attività fino al 2008 anno da cuisono state le principali attività fino al 2008, anno da cuisi è dedicata alla pittura.Nel febbraio 2012 ha raccolto i suoi lavori piùsignificativi, nature morte e ritratti, organizzandoli inuna mostra personale dal titolo “Verso una pittura”una mostra personale dal titolo Verso una pittura”tenutasi alla torretta Valadier di Roma.Per l’intero 2012 si è dedicata alla costruzione di una“Via Crucis d’Invenzione”, dove le 14 stazioni che lacompongono sono 14 nature morte costruite a partirecompongono sono 14 nature morte costruite a partireda una matrice spaziale ispirata alle “Carcerid'Invenzione” del Piranesi; maglie, griglie, contenuti eimmagini simboliche si compongono 14 volte e per 14volte il pensiero è rivolto a Gesùvolte il pensiero è rivolto a Gesù.

“De Rosa affronta con successo i temi delle naturemorte e dei ritratti. Si tratta di composizioni realizzatead olio su tela meditate e rigorose che raggiungonoad olio su tela, meditate e rigorose, che raggiungonoun'eccezionale forza espressiva.

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Il bisogno della mediazione culturale, nelsenso nobile di questo termine, l'improntadella riflessione attraverso il passato,senza scapito dell'originalità, sono semprepalesi nell'opera di De Rosa che procedesulla sicura strada della vecchiacostruzione, cimentandosi duramente perla conquista di una compiuta indipendenzaspirituale, e rivelandosi con una suatecnica decisa e sintetica, tenue nellaquantità, immediata nella qualità.De Rosa, lungi dal credersi giunta allameta, compie tuttora un lavoro assiduo,accurato, profondamente sincero.”

Roberto Silvestro

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paolo ferrante

BIO EVERTRIP (paolo ferrante)

Nasco ventott'anni fa in un paesino sperduto nel tacco delloStivale, oggi famoso per certi rituali sciamanici noti ormai comeStivale, oggi famoso per certi rituali sciamanici noti ormai comefolklore pressoché musicale. Il mio sangue però racconta altro: lemie origini sono nordiche, estremamente lontane da un luogocosì caldo. Direi che sono "imported" giusto per usare unametafota alla Kendell Geers. Fin da bambino trovo nella creatività(anche grafica) un valido alleato per riuscire a ridefinire il mioruolo nel mondo. Ciò mi porta a un percorso ben preciso, liceiartistici e accademie d'arte comprese. Ma è a Milano che devo,per livello qualitativo di esperienze (non sempre felici) unap q p ( p )crescita netta, che mi ha condotto verso un percorso più deciso einquadrato verso cui tuttora, tornato a Lecce, sto tentando diavviare. Entrando in contatto con la scena artistica delle mie parti,scopro notevoli affinità con la tecnica cromatica dei pennarelli ap pbase acrilica. Ciò mi porta alla creazione di un mio stile personalemutuato dalle tecniche della street art, ma vicino per contenuti ecarattere a un certo tipo di espressionismo talvolta un po' pop.Credo fermamente nella contaminazione dei generi in quanto ilg qpassato è un bagaglio ricco di tesori da scoprire ed utilizzaresenza fermarsi necessariamente ad un punto. Forse è questo miomai stare fermo nella ricerca espressiva che mi ha convinto ascegliere lo pseudonimo di Evertrip: sempreg p p p

in viaggio. Senza arrivo.

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sara sacilotto

Sono nata a Pordenone nel 1979 e inizio a interessarmi di fotografiaverso il 2005.Il mio percorso è da autodidatta e, da principio, utilizzo primamacchine digitali e poi alcune macchine analogiche, tra cui le famosemacchine digitali e poi alcune macchine analogiche, tra cui le famosetoy camera.Prediligo soprattutto le pellicole a colori, le doppie e lungheesposizioni, che permettono di ottenere degli effetti quasi pittoreschisulle immagini. Negli ultimi anni mi appassiono anche di polaroid e leg g pp putilizzo in diversi formati e modelli.Lungo il mio percorso incontro molti artisti che in qualche modo micondizionano ma, tra tutti, Pier Paolo Pasolini è quello che halasciato il solco più profondo nella mia esistenza.p pAttraverso il suo lavoro e le sue opere capisco che voglio servirmidella fotografia come di un linguaggio per esprimere il mio mondointeriore e inizio a cercare nelle immagini un messaggio attraverso ilquale far emergere le mie idee.q gNel frattempo mi trasferisco a Parigi per un breve periodo e neapprofitto per documentare tutto ciò che mi colpisce e mi sorprende.Da questo “reportage” traggo una selezione che verrà esposta in unconcept store della mia città agli inizi di febbraio di quest’anno e chep g qdurerà fino al 1°di marzo.Attualmente sto seguendo un workshop che mi terrà impegnata pertutto il 2013 dove sto sviluppando un progetto sulla reinterpretazionedi alcune foto nelle quali è ritratta mia nonna nelle varie fasi della suaqesistenza. Scopo di questo progetto è riflettere sulla differenza tra ciòche siamo e ciò che le fotografie mostrano di noi.

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simona bramanti

Simona Bramati (Jesi, 26.06.1975) vive e lavora aCastelplanio (AN). E’ laureata in pitturaall’Accademia di Belle Arti d’Urbino e diplomata

ll’I tit t St t l d’A t di J i l C diall’Istituto Statale d’Arte di Jesi e al Corso diPerfezionamento (sez. disegno animato) presso laScuola del Libro di Urbino.

Simona Bramati è un’artista marchigiana. Lapartecipazione alla 54^ Biennale di Venezia nelpartecipazione alla 54^ Biennale di Venezia nelPadiglione Italia regione Marche segue le importantipartecipazioni a grandi mostre come “Il Male,esercizi di pittura crudele” (Torino, 2005), e “ArteItaliana 1968 2007 Pittura” (Palazzo RealeItaliana 1968-2007, Pittura” (Palazzo Reale –Milano, 2007). La sua personale “Lachesi, la filatricedel destino” a Palazzo della Signoria di Jesi nel2008 ha totalizzato oltre 6500 visitatori in tresettimane riscuotendo l’interesse della stampasettimane riscuotendo l interesse della stampanazionale. Tra le sue personali “Il peso di un giornooscuro” (Genova, 2010). Ha vinto ilPremio Internazionale d’Arte “Satura Prize 2010”. AVenezia la sua ultima mostra personaleVenezia la sua ultima mostra personale“Indiscrezioni” (Giudecca 795 Art Gallery, 2011),curata da Beatrice Buscaroli, ha ottenuto un grandesuccesso.

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GALLERIA IN EVIDENZAGALLERIA IN EVIDENZA

CAMCasoria

contemporary art museum

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Il CAM_Contemporary Art Museum di Casoria,in provincia di Napoli, nato nel 2005, è riuscitoin pochi anni di attività ad intrecciare una fittain pochi anni di attività ad intrecciare una fittarete di rapporti con artisti e istituzioni in quasitutto il mondo. Fondato e diretto da AntonioManfredi, il museo di Casoria opera comecentro sperimentale e come gate apertocentro sperimentale e come gate apertoall'attualità dell'arte contemporanea non legataalla commercializzazione. Pittura, scultura,installazioni, foto, arte digitale sono i linguaggipresenti nella collezione permanente del CAMpresenti nella collezione permanente del CAMche annovera nel suo corpus più di 1.000 opereprovenienti da 80 nazioni differenti. L'arteintesa come “rete”, interrelazione culturale,antropologica istituzionale ha trovato radiciantropologica, istituzionale, ha trovato radicisolide nel CAM anche grazie a convenzionisottoscritte con numerosi Enti Universitarinazionali e internazionali come la Federico II diNapoli l’Accademia di Belle Arti di BolognaNapoli, l Accademia di Belle Arti di Bologna,l’Istituto nazionale di Belle Arti di Berlino ed èconfortata dalle consolidate relazioni con Entimuseali e culturali internazionali come il SudoContemporary Art Museum di Tokyo il TodayContemporary Art Museum di Tokyo, il TodayContemporary Art Museum di Pechino, il MAC-Museo Arte Contemporaneo di Santa Fe inArgentina o la Fondazione “Atelier ofAlexandria” di Alessandria d’Egitto e laAlexandria di Alessandria d Egitto e laFondazione “Harlech” per la Biennale delGalles.

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La struttura del museo è underground, ricavata dailocali tecnici di una scuola, si mostra come un enormeopen space bianco di circa 3.000 mq. Lo spazio apparelibero da condizionamenti di percorsi di visita epermette la libera fruizione delle opere. In occasionedelle mostre, che si susseguono mediamente ogni tremesi, gli allestimenti trasformano il museo e le operecambiano ubicazione, offrendo così aspetti semprenuovi al visitatore. Ogni mostra viene pensata,analizzata e soprattutto studiata per una diffusione sulterritorio e per portare ad un più vasto pubblicoinformazioni sui linguaggi contemporanei, come lafotografia e i video, o sulle tecniche classiche, come lapittura. Sempre pronto a dare spazio alle nuovetendenze dell'arte, il CAM agisce però al di fuori deicircuiti ufficiali, non facendosi influenzare dal mercato edalle politiche commerciali. Così la caratteristica diricerca continua in diversi ambiti artistici vede nelmuseo accostate opere di artisti giovani e menogiovani, famosi, storicizzati o sconosciuti e ignorati,tutto all'insegna di un'arte espressione di territorialità odi un pensiero. Il CAM ha lanciato più di una voltariflessioni sul sociale, affrontando tematiche forti e

l l h i D CAM ll i i d lltalvolta anche scottanti. Da CAMorra, alla visione delleopere sofferte e colorate di AfriCAM,dalla Politik alla Censured, dalla società dell'abusodi Wonderland, fino ad arrivare

ll F t i it li t tt talla Frantumazione italiana, tutte mostreapprezzatissime anche dai non addetti ai lavori e unaselezione delle cui opere è sempre esposta al CAM.

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L ll i t d l CAM t t tti iLa collezione permanente del CAM presenta tutti ilinguaggi artistici contemporanei ma il museo diCasoria è particolarmente noto agli artisti e almondo virtuale per aver costituito in pochi anni unad ll i li i iù i h ll i i d’ t di it ldelle migliori e più ricche collezioni d’arte digitale emultimediale internazionale e per aver affrontato, trai primi, il tema della fruizione e della conservazionedi opere. Il Museo si prefigge di essere luogo diincontro e di scambio un punto di riferimentoincontro e di scambio, un punto di riferimentoculturale, vivace e stimolante ma soprattutto unospazio di sperimentazione e ricerca. Con ampiprogrammi di iniziative culturali rivolte ai visitatori(dalle mostre ai convegni) il CAM svolge ormai una(dalle mostre ai convegni), il CAM svolge ormai unafunzione promotrice di comprensione delle modalità,delle tecniche e dei significati dei linguaggicontemporanei spaziando dalla pittura al digitalefocalizzando la propria attenzione sulle correttefocalizzando la propria attenzione sulle correttemodalità di fruizione.

In questi anni il CAM ha costruito rapporti chehanno portato al museo migliaia di visitatori da ognihanno portato al museo migliaia di visitatori da ogniparte del mondo, oltre a una fitta rete di promozionee comunicazione, ricevendo l’attenzione deimaggiori organi di stampa, televisivi e di networkmultimedialimultimediali.

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Il Museo si è dotato di un archivio/centro di documentazione cheIl Museo si è dotato di un archivio/centro di documentazione cheoffre la possibilità di consultare per ricerche di settore circa 3000testi. Inoltre la programmazione didattica del museo è volta alcoinvolgimento delle scuole, attraverso percorsi ludici, e degli adultiche desiderano avvicinarsi all’arte contemporanea. Numerosi sonoche desiderano avvicinarsi all arte contemporanea. Numerosi sonogli strumenti utilizzati a tal fine come la connessione con web camin real time che ha permesso il collegamento in diretta con strutturemuseali e università del nord Europa per discutere proprio dellacircolazione, della libertà e della diffusione dell’arte multimediale. In,occasione di alcune serate inaugurali non è mancata la diretta sucanali web, che ha consentito di ampliare virtualmente la presenzadei visitatori internazionali. Lo stesso dicasi per le immancabiliperformance, ormai parte dell'espressione contemporanea e che sip , p p poffrono in ogni occasione diverse, interessanti e coinvolgenti. Lapolitica volta all’internazionale non tralascia l’attenzione verso imovimenti storici napoletani. Una ricchezza unica nella fattispecie,che accosta i grandi maestri ai giovani talvolta scoperti ed espostig g p pal CAM prima di diventare nomi di rilievo per gallerie e museiitaliani.

CAM MUSEUM | INTERNATIONAL CONTEMPORARY ART|CENTERVia Duca D’Aosta 63 80026 Casoria, NapoliTel/Fax: +39 0817576167www.casoriacontemporaryartmuseum.comp [email protected]

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Dal 2 marzo 2013 alle ore 18.00 il museo CAM di Casoriaoffre ai propri visitatori un’anticipazione della Biennale diVenezia con la mostra “Reflection; White – Black ornot”, a cura di Antonio Manfredi e di Ana Frangovska,con il patrocinio del Ministero della Repubblica dellaMacedonia e dell’Assessorato alla Cultura del Comunedi Casoria in collaborazione con la National Gallery ofMacedonia.Ana Frangovska, curatrice della National Gallery ofMacedonia, porta in mostra a Casoria l’opera di ElpidaHadzi-Vasileva, prima di trasferirla al PadiglioneMacedone della Biennale lagunare. Insieme ad Hadzi-Vasileva espongono al CAM 13 tra i più importanti artistimacedoni, Blagoja Manevski, Jovan Shumkovski,Slavica Janeslieva, Antoni Maznevski, Goce Nanevski,Zaneta Vangeli, OPA (Denis Sarakinovski andSlobodanka Stevcevska), Boris Semov, Osman Demiri,Nehat Beqiri, Simon Semov, Reshat Ameti, NoveFrangovski, che offrono prospettive, contenuti edespressioni artistiche di un Est europeo sempreall’avanguardia. Durante la serata di inaugurazione siesibiranno in una performance musicale Jack D’Amico e iCrossroads Improring. La mostra “Reflection; White –Black or not” si inserisce nel programma multiculturale delmuseo CAM che ormai da anni rivela la propria tendenzaverso la ricerca, l’apertura e il dialogo.

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Secondo quanto asserisce AntonioManfredi “ La purezza delle linee, lapoesia delle forme e dei monocromi sipevolve negli artisti macedoni in citazionisilenti, in opere dall'eleganza formale chesussurra un vissuto complesso eprofondo. Il bianco ed il nero si rincorrono,pgiocano e si trasformano in opere chesviliscono i materiali, che ne rinnovano laconsistenza e ne deturpano il concettousuale.” Occasione quindi ghiotta per gliappassionati e per i curiosi per unamostra imperdibile e unica nel suogenere, visibile al CAM fino al 2 aprile2013.

Ufficio stampa | PR_CAM GraziellaMelania Geraci +393349399870 [email protected]

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visitati per voi

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ALIENSLE FORME ALIENANTI DEL CONTEMPORANEO

MAGMAGComoComo

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MAG Marsiglione Arts Gallery

ALIENSLE FORME ALIENANTI DEL CONTEMPORANEO

A di S i C t i S l t M i liA cura di Sergio Curtacci e Salvatore Marsiglionegraphic designer Vania Elettra Tampublic relations Irene Lucia Vanelli

Alessio Bolognesi Angela Viola Anna Caruso Anna Frida MadiaAlessio Bolognesi, Angela Viola, Anna Caruso, Anna Frida Madia,Annalù Boeretto, Cristiano De Matteis, Daniela Montanari, EmilaSirakova, Fabio Usvardi, Giancarlo Marcali, Gianluca Chiodi, IreneLucia Vannelli, Momò Calascibetta, Nicola Felice Torcoli, RobertaUbaldi, Silvio Porzionato, Tina Sgrò, Vania Elettra Tam, Willow., , g , ,

La Marsiglione Arts Gallery è lieta di presentare Aliens -le formealienanti del contemporaneo- una collettiva di 20 giovani artisti a curadi Sergio Curtacci e Salvatore Marsiglione.Olt ll d t d’i i il 7 il 10 f bb i d ll 18 30Oltre alle due serate d’inaugurazione, il 7 e il 10 febbraio dalle 18:30,cioè giovedì grasso e carnevale, ci sarà una sorpresa il 14 per SanValentino e un interessante incontro organizzato in collaborazionecon l’associazione La porta nascosta con Gaspare De Lama pergiovedì 21 dalle 18:30; il Sig De Lama è stato testimone egiovedì 21 dalle 18:30; il Sig. De Lama è stato testimone eprotagonista di un vero contatto tra umani e alieni.Il primo progetto artistico del 2013 della MAG, nasce dall’incontrodelle energie e dei pensieri di chi l’ha curata, che con l’appoggio ditutti i soggetti coinvolti, ha prodotto un collettiva di artisti, noti e menogg , p ,noti del panorama contemporaneo italiano.

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Le energie, le idee e lo spirito collaborativo di tutti, hanno dato vita ad una visione ampia della proposta artistica italiana, 19 artisti che hanno in comune il fatto di essere diversi tra loro.Il i t ll ti id il bbli t d d di Al i B l i h il Sfi i iIl percorso installativo guida il pubblico partendo da un opera di Alessio Bolognesi, che con il suo Sfiggy viene in pace, ma ciò nonostante viene abbattuto perché diverso, si prosegue con un opera che è il fermo immagine dell’equilibrio precario di una figura femminile, opera inedita della serie SOSPesa di Vania Elettra Tam; il confine della new pop viene oltrepassato con un opera iperrealista di Daniela Montanari, che mette l’accento su un aspetto della sua personalità attraverso la precisione del primo pianoaspetto della sua personalità attraverso la precisione del primo piano.Sempre nella sala principe della galleria, ci s’imbatte in un totem di opere piccole dell’artista, svizzero di nascita, Giancarlo Marcali che con scatole di specchi, lastre radiografiche e immagini addentra nell’interno dei corpi che muoiono e risorgono; in netto dialogo il Bastone magico di Nicola Felice Torcoli che crea, distrugge e ricompone opere attraverso la frammentazione delle tele.pOpera espressione della fragilità è quella di Irene Lucia Vanelli che da psichiatra analizza gli stati d’animo e li rappresenta in sagome tridimensionali, aprendo con la sua la verticalità i lavori a seguire.

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Un quadro dipinto su tavola del siciliano Momò Calascibettaritrae satiricamente l’abbraccio di due amanti a confrontocon i due pesci sul tavolo; a seguire un opera dellacon i due pesci sul tavolo; a seguire un opera dellatorinese, residente in Francia, Anna Frida Madia chepresenta il ritratto di Calipso con un occhio piumato arappresentare un occhio magico in grado di scrutare glieventi futuri; per finire un disegno su vari strati di cartagoleata della performer bulgara Emila Sirakova che affrontail corpo umano proiettando su di esso il proprio ego.Proseguendo nelle sale si passa dall’unica fotografiaesposta in mostra, dell’artista bresciano Gianluca Chiodih t i i tt ifl i liche presenta un opera ironica, grottesca e riflessiva sugli

eccessi della chirurgia estetica e sul Fashion Victim.Nell’ambiente successivo si ha subito l’incontro visivo conun opera installativa di Annalù Boeretto che unisce lascultura di un tronco di corteccia con le mascherescultura di un tronco di corteccia con le mascherepsichiatriche dipinte a lato, dove ogni fruitore vede immaginidiverse e strettamente riconducibili al proprio essere.Al suo fianco le monocromie del piemontese SilvioPorzionato dipingono una donna bambina, con la suap ginnocenza e la sua spiccata innata sensualità.Dall’altro lato, proprio a chiudere lo spazio dei bianchi e neritroviamo una rielaborazione pittorica del romano CristianoDe Matteis, simbolo dell’indifferenza che è l’essenza delladi itàdisumanità.A completare questo secondo ambiente abbiamo due operegestuali, la prima, un interno della calabrese Tina Sgrò,forte, riflessiva e di gran carattere, affiancata da un ritrattodi Fabio Usvardi che con le mani dipinge e descrive ladi Fabio Usvardi che con le mani dipinge e descrive lafragilità della condizione umana.

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Gli spazi della galleria continuano per arrivare al salone dedicato all’incontro; sopra il divano bianco vi è appesoun fantastico e divertente dipinto di Willow, artista milanese ed esponente di quella corrente che sta in mezzotra la POP ed il design Al suo fianco un dittico della palermitana Angela Viola un contrasto cromatico untra la POP ed il design. Al suo fianco un dittico della palermitana Angela Viola, un contrasto cromatico, undualismo nella forma che convoglia infine in un unica atmosfera sospesa, rarefatta, essenziale e vagamenteinquietante.Si continua il percorso con due mani che disgregano la materia, olio su lamiera ossidata della pittrice umbraRoberta Ubaldi, una compenetrazione cromatica e materica tra pittura e supporto.Si conclude con un opera assolutamente contemporanea per tecnica, messaggio e cromatismo della milaneseAnna Caruso, che riesce a fondere il mondo reale e tangibile con quello intellettivo ed emozionale tipico delvivere quotidiano.

S l t M i liSalvatore Marsiglione

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Irene Balia: Hortus ConclususCircoloquadro− Milano

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Irene Balia: Hortus Conclusus

Ha aperto il 6 febbraio al Circoloquadro (via Thaon di RevelHa aperto il 6 febbraio al Circoloquadro (via Thaon di Revel21) la mostra personale di Irene Balia: Hortus Conclusus.L'artista di Iglesias espone alcune opere di grande formatoin cui delinea paesaggi e figure umane apparentementeimperturbabili. All'interno dell'esposizione anche il politticodell'artista, che dà il nome alla mostra: un paesaggio lungo4 metri in cui le campiture del colore e la rappresentazione,entrambe piatte, dei soggetti descrivono un universostatico. L’esposizione, curata da Marta Cereda, prosegue il

di Ci l d i t ll iprogramma di Circoloquadro, impegnato nella ricerca enella presentazione di giovani artisti italiani e stranieri. Lamostra rimane aperta fino all'8 marzo.

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Welcome Mr. SfiggyggySpazio San Giorgio, Bologna

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Alessio Bolognesi, artista ferrarese tra i vincitori del premioORA 2012 , alla sua prima personale nella città felsinea,presenta dal 22 febbraio al 2 marzo 2013 presso Spaziopresenta, dal 22 febbraio al 2 marzo 2013 presso SpazioSan Giorgio, WELCOME MR SFIGGY!

Ma chi è Mr Sfiggy? Antieroe neopop è un esserinototalmente bianco occhietto vispo a puntino, sorrisototalmente bianco occhietto vispo a puntino, sorrisosghembo e sadico. A volte capita che sia tagliato, sgozzatoe ferito, alcune cicatrici ornano l’ometto, e ricucito eriassemblato a dovere è pronto a cancellare chi non gligusta affatto.Teppista fino al midollo utilizza i tanto amati Campbell’sSoup Warholiani per i propri bisogni, una vera operazioneda pop Piero Manzoni. Il birbante Sfiggy spezza i cuori delledonzelle cartoon di Lichtenstein, minaccia con una pistola ifigurini colorati di Haring e urla disperato sotti i cielifigurini colorati di Haring e urla disperato sotti i cieliespressionisti di Munch, si incorona e fa arrabbiare unBasquiat. Bullo da periferia, Sfiggy è un qualunque, è tutti eognuno, anonimo ma presente, un po’ bad boy, si diverte aintrufolarsi nella storia dell’arte e stravolgere i pianiintrufolarsi nella storia dell arte e stravolgere i piani.Ed eccolo entrare con poca discrezione nelle celebrilocandine del maestro italiano Antonioni, Blow up? MeglioSplaat Up!Infatti non finisce qui, eccolo in preda a una furia omicidaassalire la gattina patinata amica di tutte le bambine, conpugnale affilato colpisce Hello Kitty. Sfiggy è anche uncinefilo vanitoso e narciso, tanto che si impossessa dialcune scene cult per diventare nuovamente l’antieroe,

d i i H ll Kitt l ll d icome quando minaccia sempre Hello Kitty sul vascello deiPirati dei Caraibi, o nelle nuove tele come Luke .

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Ma la lista dei crimini è lunga e i cartoon hanno pocaMa la lista dei crimini è lunga e i cartoon hanno pocasalvezza, da Hello Spank a Pikachu a Bugs Bunny ecompagnia bella, a Pimpa a pallini, per finire a festinidi coca nell’Olimpo con Pollon, e sembra proprio disentirla cantare: “sembra talco ma non è, serve asentirla cantare: sembra talco ma non è, serve adarti l’allegria.”La serie S-Files propone una gamma di seducenti,sensuali, corpi femminili, sinuosi, dagli sfondicolorati, le ragazze sono sagome, protagonisteincontrastate di chissà quale amore; Lara, Sara,Vane, Vale, Giuly, l’appello della seduzione continua,e le donne mostrano tra seminudità eammiccamenti, vari Sfiggy tattoos, ormai custodi diuna parte della loro pelle appaiono lì come simboliuna parte della loro pelle, appaiono lì, come simbolidi antimoda, perché Sfiggy è sempre anti, e untatuaggio anche da trend, rimane per sempre,nonostante i cambiamenti del fashion system.L’estro creativo di Alessio Bolognesi da forma a unaL estro creativo di Alessio Bolognesi da forma a unafigura interessante, incarnante il lato oscuro cheappartiene un po’ a tutti, Sfiggy con tratti lineari tra ilbidimensionale e il tridimensionale si diverte a daresfogo all’istinto primordiale represso, al thanatosFreudiano.Bolognesi ha sublimato la propria passione per lacreazione in un famelico alter-ego simpatico emaldestro, libero da costrizioni e per questo sincero.

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TentationVilla Contemporanea Monza

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Tentation - Monza

La collettiva presenta il lavoro di diversi artisti che indagano inLa collettiva presenta il lavoro di diversi artisti che indagano, inmaniere differenti, i concetti di sensualita', sessualita',vulnerabilita', forza generatrice, ribellione e forza distruttrice.

Il titolo riprende il nome del sexy shop che occupava l'attualeIl titolo riprende il nome del sexy-shop che occupava l attualespazio espositivo. a cura di Monica Villa ELENA AROMANDOGIANCARLO MARCALI ANJA PUNTARI EVA REGUZZONIELISA ROSSINI LAURA SANTAMARIA MARIA LUCREZIASCHIAVARELLI FRANCESCO SOLLAZZO L’ultima locazione diSCHIAVARELLI FRANCESCO SOLLAZZO L ultima locazione diquesto spazio, prima dell’attuale uso espositivo, era un sexy-shop che si chiamava proprio “Tentation”. Il titolo mi ha suggeritol’idea di una collettiva come spunto di riflessione sul concetto ditentazione e più in generale sul corpo e la corporalità Chetentazione e più in generale sul corpo e la corporalità. Chesignificato ha oggi la parola tentazione? Da una prima indagineetimologica del verbo tentare si evince un legame profondo con ilsenso del tatto. TENTARE : frequentativo o intensivo diTENERE onde poi il senso toccare provare: cercare col tattoTENERE, onde poi il senso toccare, provare: cercare col tatto,esplorare tastando, oppure frequentativo o intensivo diTENDERE: stendere, volgere, cercare di raggiungere. Latentazione è tale quando spinge oltre il senso della vista e dellacontemplazione ed è così potente da portare il "tentato" acontemplazione ed è così potente da portare il tentato atoccare, a provare, a gustare non solo con gli occhi ma con tuttoil corpo. Nella tradizione cristiana il diavolo è il tentatore pereccellenza perchè capace a forza di lusinghe di tentare il corpo,la carne; Eva commise il primo peccato non nel momento della carne; Eva commise il primo peccato, non nel momento deldesiderio bensì nel momento in cui guardò e poi toccò e mangiòla mela, disobbedendo ad un ordine divino..

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Il piacere | Dissolutop |e non dissoluto

Art Kitchen SupergroundgMilano

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Il piacere | Dissoluto e non dissoluto

Art Kitchen Superground Milano

I due giovani curatori, Pietro Di Lecce e Antonia A.Pansera, si mettono a confronto indagando il temadel piacere, partendo da due punti di vista diversit l il i lt t di t tt iti ètra loro: il risultato di questo progetto espositivo èuna mostra composta da due differenti collettive,ospitate all’interno dello stesso spazio mavolutamente separate, con due gruppi distinti diartisti coinvolti che spaziano dalla pittura allaartisti coinvolti, che spaziano dalla pittura allafotografia fino alla scultura.L’evento è promosso da Punto e Linea - HUBBarona, progetto di coesione sociale e centro dipromozione di offerte di qualità in ambito artisticoed espressivo.

Il piacere dissoluto

P t t d Pi t Di L i d llPresentato da Pietro Di Lecce, rimanda alleconseguenze che hanno l’abuso di alcool e didroga, spesso usati come strumenti di ricercaartistica e spirituale, che sfociano poi in unapesante dipendenza e portano lentamente all’pesante dipendenza e portano lentamente allautodistruzione fisica e psichica.Artisti selezionati: Nicola Alessandrini, NicolaCaredda, Fabrizio Cicero, Sara Falli, Simone Fazio,Debora Garritani, Costantino Giro, Ester Grossi,Federico Lanaro, Kate Lyddon, Silvia Mei, Piero 1/2Botta, Mark Posey, Carlo Alberto Rastelli,Alessandro Torri.

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Il piacere non dissoluto

Presentato da Antonia A. Pansera, è inveceun’esigenza che cambia da persona a persona,un bisogno legato alla forza di volontà dicontrollare il proprio corpo e la propria mente inp p p p prelazione a regole della vita. Il piacere nondissoluto mira indirettamente a dimostrare chenon ci sono vie tese verso un sentire ma che ilsenso estetico nei confronti di una percezione

ò d l l l di bpuò andare oltre la morale di base eraggiungere un etica individuale basata su uninclinazione esclusiva che è presente nelpiacere di ogni singolo essere umano inmaniera differente e non sempre accettabilemaniera differente e non sempre accettabileagli occhi della collettività.Artisti selezionati: Giorgia Benazzo, SaturnoButtò, Marco Carli Rossi, Giulia Corrieri, IlariaDel Monte, Simona Fedele, Anna Frida Madia,, , ,Liana Ghuk Asyan, Branko Jankovic, PaoloLabbra, Laura Polonini, Margherita Premuroso,Emila Sirakova, Diego Tosi.

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Flash Art Event

Palazzo del GhiaccioMilano

dall’8 al 10 febbraio 2013

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Flash Art Event

Palazzo del Ghiaccio - Milano - dall’8 al 10 febbraio2013 Di Sabina Spada Non chiamatela fiera, è unevento. Per l’esattezza il Flash Art Event, che porta55 gallerie d’arte all’interno di uno spazio inusuale eaffascinante, il Palazzo del Ghiaccio di Milano(d ll’8 l 10 f bb i ) È l i lt h l t i(dall’8 al 10 febbraio). È la prima volta che la storicae storicizzata rivista di arte contemporaneaorganizza una simile manifestazione nella città doveha sede dal 1970, benché non sia certo nuovaall’ideazione e alla produzione di rassegne delall ideazione e alla produzione di rassegne delgenere, in Italia come all’estero. Da Aperto ’93nell’ambito della Biennale di Venezia al Trevi FlashArt Museum, alla Biennale di Praga, Flash Art non èmai stato soltanto un giornale, ma un brand – sidirebbe oggi – capace di scovare talenti,promuovere artisti, organizzare mostre, dispensarepremi, formare critici, indirizzare collezionisti,promuovere tendenze e talvolta alimentare (più o

t tti ) l i h N t i dmeno costruttive) polemiche. Non stupisce, dunque,la notevole lista di gallerie di altissima qualità chehanno raccolto l’invito a partecipare a questo nuovoevento di cui, forse, non si sentiva la mancanza (aMilano ci sono già Miart Step Mia AAF Mint e chiMilano ci sono già Miart, Step, Mia, AAF, Mint e chipiù ne ha più ne metta), ma che si distingueappunto per la concentrazione di gallerie di altolivello. Gallerie che negli ultimi anni tendono per lopiù a snobbare le fiere nostrane per investirep ppiuttosto sugli appuntamenti all’estero, Art Basel intesta.

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A Flash Art Event, invece, partecipano in forze.Cannaviello Continua Massimo De Carlo MassimoCannaviello, Continua, Massimo De Carlo, MassimoMinini, Giuseppe Pero, Lia Rumma, Sperone,Christian Stein sono presenti accanto a spaziespositivi più giovani, con proposte che vanno, inordine sparso rispetto alle gallerie citate e a quellep p g qnon citate, dall’arte povera di Giulio Paolini ai marmidi Igor Mitoraj, alle installazioni di Pascale MarthineTayou, alle composizioni ironiche di Blue and Joy, alrealismo pittorico di Daniele Galliano, alla figurazione

i i l di M N i ll i di S l L Wiminimale di Marco Neri, alle geometrie di Sol LeWitt,ai fumetti di Hugo Pratt, ai dipinti onirici di Fulvio DiPiazza. Ogni espositore propone un progettomonografico oppure un progetto curatoriale (un altromodo per dire una personale o una collettiva) e inmodo per dire una personale o una collettiva) e, inalcuni casi, entrambi. Tutte le opere, sebbene lamanifestazione non sia dichiaratamente una fiera(almeno non nel titolo), sono in vendita e il desideriodi appassionare nuovi e giovani collezionisti, nonpp g ,necessariamente milionari, è dichiarato dalla formulascelta per l’evento: ingresso gratuito. Per parcondicio, anche gli espositori sono stati incoraggiati apartecipare grazie al prezzo molto basso degli stande il risultato è un invito a non demoralizzarsi in unmomento di scoramento generale che investegalleristi, collezionisti e artisti: si punta su alta qualità,prezzi contenuti e voglia di mettersi in gioco. Inquesto spirito è allestita sempre al Palazzo delquesto spirito è allestita, sempre al Palazzo delGhiaccio, una mostra degli studenti di Naba, la NuovaAccademia di Belle Arti di Milano.

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L'INFORMATOREL'INFORMATOREARTISTICO

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GRAND TOUR

di Ivan Quaronidi Ivan Quaroni

Sembra esserci nell'uomo, come nell'uccello,un bisogno di migrazione, una vitale necessità di sentirsialtrovealtrove.(Marguerite Yourcenar, Il giro della prigione, 1991)

Il Grand Tour, viaggio compiuto dai giovanidell’aristocrazia europea continentale a partire dal XVIIdell aristocrazia europea continentale a partire dal XVIIsecolo, compare, come termine, per la prima volta sullaguida The Voyage of Italy di Richard Lassels, edita nel1670, ma a decretare il successo di questa pratica èsoprattutto il libro di Thomas Coryat Coryat's Crudities Asoprattutto il libro di Thomas Coryat, Coryat s Crudities.Aquell’epoca, le mete predilette del Grand Tour erano ipaesi considerati culla della civiltà classica, come l’Italia ela Grecia, mentre la Francia era considerata una tappaobbligata soprattutto per affinare l’educazione formale delobbligata soprattutto per affinare l educazione formale delGiovin Signore.Ora, a distanza di oltre tre secoli (quasi quattro per laverità), Claus Larsen immagina un nuovo tipo di GrandTour una sorta d’immaginario itinerario metalinguisticoTour, una sorta d immaginario itinerario metalinguisticoche attraversa la Storia e la Geografia. Un viaggio a volod’uccello, verrebbe da dire, nel senso che le più variespecie aviarie sono le dirette protagoniste delle sue opere,stilisticamente sospese tra Surrealismo e pittura di generestilisticamente sospese tra Surrealismo e pittura di genere,tra citazionismo colto e levità pop.

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Laureato in Medicina e chirurgia, con uncurriculum d’illustratore scientifico (è autoreeillustratore dell’Anatomia Artistica pubblicata da

quale l’artista declina molte delle sueimmaginifiche visioni, sovente ambientate in unrigoglioso teatro naturale.illustratore dell Anatomia Artistica pubblicata da

Zanichelli nel 2007) e una conclamata passioneper la pittura rinascimentale, Claus nn è uno diquegli artisti capaci di ripercorrere la storiadell’arte a ritroso, interpretandone le tappe

rigoglioso teatro naturale.L’approccio di Larsen alla pittura è quello tipicodell’umanista, con competenze scientifiche chespaziano dalla chimica all’ottica,ma cheintegrano anche la conoscenza della storiade a e a oso, e p e a do e e appe

conuno sguardo nuovo e sognante, che traducele suggestioni del passato in una grammaticafantastica di stringente attualità.Come altri pittori del nostro tempo - da John

eg a o a c e a co osce a de a s o adell’artecon un interesse, tutto contemporaneo,verso l’affabulazione e la fantasmagoria.

Nei quadri di Larsen la grande arte del passatop pCurrin a Neo Rauch, Glenn Brown a Mark Ryden- Claus Larsen dimostra di aver profondamentecompreso la lezione dei maestri. Non solo. Conla meticolosa acribiadi un alchimista, ha imparato

q g paffiora sotto forma di tributo esplicito, come nelcaso di Pinguini Paladini, immagine dimagrittiana memoria, dove le suggestioni deL’Impero delle luci del maestro francese sono, p

a preparare i colori alla maniera degli antichi,usando pigmenti naturali con i quali fabbricatempere all’uovo e olii artigianali. Il suo non è unsemplice espediente tecnico e nemmeno il

ptraslate nella serena rappresentazione di unavilla palladiana, con le finestre retroilluminate dapiccoli dispositivi optoelettrici (led). Inquest’omaggio a uno dei simboli dell’architetturap p

capriccio di un pittore erudito. I colori vividi ebrillanti dei suoi dipinti ottenuti proprio grazie aquelle tecniche, contribuiscono a creare unapittura ad altissima definizione, fatta di giochi

q ggrinascimentale italiana – la celebre Villa Capra diVicenza, detta anche La Rotonda – l’artistasostituisce il complesso statuario della facciatacon figure di pinguini.p , g

ottici e trappole per lo sguardo. Non è un caso,infatti, che Claus Larsen sia anche un esperto digrafica tridimensionale, un tecnico digitale,stregato dalla più antica delle pratiche

g p gNel titolo, Pinguini Paladini, Larsen giocasull’assonanza tra i volatili e il nome del grandearchitetto (Palladio/Paladini), maa ben vedereintroduce anche il temaattuale del rischio dig p p

manuali.Distorsioni visive ed effetti paradossalidegni di Escher sono, infatti, il fulcro intorno al

estinzione delle specie protette.

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Paladino significa, letteralmente,protettore del palazzo.Coloro che dovrebbero essere protetti (i pinguini)diventano protettori, secondo una logica rovesciata,tipica della realtà odierna, dove lo stravolgimento deivalori è una aberrante pratica ricorrente.

La natura è, quindi, uno dei temi cardine dell’opera diLarsen. La sua centralità ha un carattere esteticoquando, ad esempio, richiama le varie declinazioni delgenere paesaggisticoo quando alludeall’immaginarioarcadico, ma assume un valore politico nel momentoin cui induce nell’osservatore una riflessione sullequestioni urgenti dell’ecologia e della tuteladell’ambiente.A bi i i li f d f dAmbientazioni naturali fanno da sfondoa opere comePassaggio e Germano Reale, in cui, seguendo letappe di questo ipotetico Grand Tour, l’artista abbina aciascun uccello una nazionecorrispondente. Così, ad

i P i è it iesempio, Passaggio è concepito come unoscenariomultiplo scandito da scorci di lussureggiantevegetazione tropicale e da brani di paesaggio nordico,utopia geografica dove Brasile e Svezia s’incrociano

bl ti t l f t ti ll bif t hemblematicamente nel fantastico uccello bifronte, cheibrida le opposte morfologie dell’oca e del pappagallo.Germano Realeè, invece, una rappresentazione quasiaraldica dell’anas plathyrinchos, un’anatra originariad ll’ i f d h l’ ti t i i l i d lldell’emisfero nord, che l’artista associa ai colori dellabandiera tedesca,mimeticamente diluiti nell’orizzonte.

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In opere come Tango Jalousie e Lucy in the Skywith Diamonds la citazione artistica sostituisce losfondo naturale e i capolavori di Degas eMichelangelo diventano teatro d’incredibili visioni

un calembour, di una sorta di omofonia che l’artistatrasferisce dal piano lessicale a quello visivo,immaginando la schiusa di un uovo a formaappunto di mandarinoMichelangelo diventano teatro d’incredibili visioni,

in bilico tra realtà e finzione. Nel primo dipinto,ispirato alla Prova di ballettodel maestroimpressionista (conservata alla Burnell Collection diGlasgow) Larsen trasforma i locali della scuola di

appunto di mandarino.

Licia Spagnesi ha scritto che per Claus Larsen “ildipinto è una finestra aperta sull’inconscio e cheoffre un’immagine destabilizzante della realtà” NonGlasgow), Larsen trasforma i locali della scuola di

ballo in una bislacca milonga per uccelli, mentre nelsecondo, modellato sulla Creazionemichelangiolesca della Cappella Sistina, l’artistasostituisce la figura del Creatore con quella di Lucy

offre un’immagine destabilizzante della realtà . Nonso quanto sia funzionale una lettura psicanaliticadella sua opera. Di certo, però, egli ci offreattraverso la pittura la percezione accurata edettagliata di un mondo anomalo di un universosostituisce la figura del Creatore con quella di Lucy,

la femmina di australopitecoil cui scheletro furitrovato in Etiopia nel 1974. Anche in questo caso,Larsen mescola arte, scienza e cultura pop. Lucy,che deve il nome alla celebre canzone dei Beatles

dettagliata di un mondo anomalo, di un universostraordinario, che solo un’immaginazione vivida efebbrileè capace di partorire.Larsen è un surrealista dei nostri tempi, unenigmista dell’immagine con una particolareche deve il nome alla celebre canzone dei Beatles,

diventa, infatti, il pretesto per ipotizzare unaversione alternativa della creazione, una specie diallucinazione evoluzionista, forse suggerita daltitolo stesso il cui acronimo (L S D ) è un chiaro

enigmista dell immagine con una particolarepredisposizione per l’allusione e la metafora, maanche per l’affabulazione e la sovversione deisignificati. Le sue opere suggeriscono sempre livellimultipli d’interpretazione Come direbbe Edward Detitolo stesso, il cui acronimo (L.S.D.) è un chiaro

riferimento alla cultura psichedelica degli anniSessanta.Ma il viaggio a ritroso nella storia di Larsen non siferma qui Giunge a toccare tappe esotiche quali

multipli d interpretazione. Come direbbe Edward DeBono, lo psicologo maltese teorico delPensierolaterale, Larsen cerca elementi, idee, intuizioni espunti fuori dal dominio di conoscenza e dalla rigidacatena logica Lo fa utilizzando elementi oggettiviferma qui. Giunge a toccare tappe esotiche, quali

l’Egitto e la Cina in lavori comeDio della Terra eAnatra e Mandarino. L’uno scomoda addiritturaGeb, antico Dio egizio della Terra, spessoraffigurato con un’oca del Nilo sul capo mentre

catena logica. Lo fa utilizzando elementi oggettivi,concreti, come la perfetta conoscenza morfologicadella flora e della fauna o dell’opera degli artisti delpassato, ma confidando in quella capacità unica diassociare le immagini in un modo del tuttoraffigurato con un oca del Nilo sul capo, mentre

nell’altro la specie dell’anatra mandarina -quellache ha dato il nome anche a una nota azienda dimoda italiana (Mandarina Duck) -diviene oggetto di

associare le immagini in un modo del tuttoinaspettato.

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Claude-Lévi Strauss lo definirebbe un bricoleur, per la sua innata attitudine a seguire inconsueteassociazioni mentali, dove parole e immagini generano improvvisi cortocircuiti creativi e si affastellano,l’una sull’altra impressioni ottiche e ipertesti visivi come in un misterioso sibillino rebusl una sull altra, impressioni ottiche e ipertesti visivi come in un misterioso, sibillino rebus.Le opere di Grand Tour, popolate di pinguini, anatre, oche, pappagalli e germani reali che percorrono ilglobo lungo traiettorie imperscrutabili, compongono, in definitiva, l’affascinante racconto di unpellegrinaggio simbolico. Il volo degli uccelli diventa, allora, metafora di un nomadismo interiore che ciconduce attraverso il groviglio delle metamorfosi estetiche e la fitta trama d’illusioni ottiche verso leconduce, attraverso il groviglio delle metamorfosi estetiche e la fitta trama d illusioni ottiche, verso leremote sorgenti dell’ineffabile e dell’indicibile. Quel luogo di segrete epifanie e turgide apparizioni che, acausa di un vocabolario limitato, ci ostiniamo a chiamare fantasia.

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MASH POTATOES

Con Asshole Burka & Escort AngelCon Asshole Burka & Escort Angeluna produzione FamigliaMargini

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Poiche' all' inizio Dio creo' l' uomo. Ma ora gli uominicreano Dio. Nel mondo le cose vanno cosi': gliuomini si fabbricano degli Dei e venerano le lorocreazioni. Sarebbe opportuno che gli Deivenerassero gli uomini.

MASH POTATOES

Asshole Burka denominato anche l' abito da setta e'un raffinatissimo burka tutto nero completamentecoperto e privo di visiera frontale; si intravede un'unica apertura nella parte bassa posteriore (ass)ricoperta interamente da preziosi Svarovski che neformano una rete impenetrabile. Il nucleo abitativoh li i l ibili ' i i i i d llche limita le possibilita' cognitive e interattive della

donna accecata che lo vive necessita di una guida.L' Angelo accompagnatore intercede al respiro dellasua assistita con un mix di versetti religiosi tratti dat ti Bibli i V li G ti i d l C Iltesti Biblici, Vangeli Gnostici e dal Corano. Il suonodegli archi si ammalgama armoniosamente tra ilrespiro e la parola fondendosi come in un orchestratra i vari componenti.Un operazione che dirige lo

tt t il f i il i d ispettatore verso il femminile appogiandosi erisaltando la contrastata Maria Maddalena ( Vangelosecondo Maria ) e sottolineando quanto Maomettoabbia congegnato il Corano a doc per i maschi ad

l i d ll f i "d i ll' tesclusione delle femmine ;"deponiamo nell' uterocio' che vogliamo noi".

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Come nella sura 34 capitolo Donne; " gli uomini hanno sulle donne autorita' per la preferenza che il Dioha concesso al maschio sulla femmina e a causa di cio' ch' essi hanno speso per loro delle sostanzeproprie. Le femmine che si rispettano sono sottomesse, gelosamente custodiscono l' onore in assenzadel marito in cambio della protezione che il Dio ha concesso loro. Temete l' infedelta' di alcune d' esse?del marito in cambio della protezione che il Dio ha concesso loro. Temete l infedelta di alcune d esse?Ammonitele, relegatele sui loro giacigli in disparte, picchiatele: ma se tornano a miti sentimenti d'obbedienza, allora basta, va bene cosi. Il Dio e' altissimo e' grande in verita'. L' assurdo ingannevoledelle religioni che storpia le verita' e che da millenni domina il mondo rifacendosi a testi manomessi oinvasati dalla mente esaltata di uomini squilibrati. La Donna rivista, rivisitata e liberata dal mondoq ,religioso. La Sofia, chiamata "sterile" e' la madre degli Angeli; la compagna del Figlio e' MariaMaddalena. Il signore amava Maria piu' di tutti i discepoli, e spesso la baciava in bocca. Gli altridiscepoli, vedendolo con Maria, gli domamandarano: perche' l' ami piu' di noi tutti? Il Salvatore rispose edisse loro: " Com'e' che io non vi amo quanto lei? "(Vangeli Gnostici)q ( g )

MASH POTATOESCon Asshole Burka & Escort Angeluna produzione FamigliaMarginip g g

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C.R.A.Centro Raccolta ArteSan MiniatoSan Miniato

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C.R.A.

Centro Raccolta Arte

La cultura è la prima forma democratica dilibertà

Il C.R.A. nasce dall’esigenza di creare uncentro studi sperimentale di raccoltaeditoriale d’arte moderna, contemporanea efutura.Il C.R.A. nasce come libera associazioneculturale, laica, apolitica ed apartitica.Il C.R.A. non ha scopi di lucro, nonelargisce dividendi e svolge la propriaattività esclusivamente su azione divolontariato.Il C.R.A. ha sede in San Miniato.(sede provvisoria P.zza XX Settembre, 20)

COSA E’ IL C.R.A.?Un centro studi, inteso come luogo distudio, aggregazione, cultura e diffusione ditutte le attività artistiche del XX e del XXIsecolo con particolare sensibilità neiconfronti delle discipline artistiche, intesenello specifico pittura, scultura, fotografia,video, performance, installazioni equant’altro.e futura.

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Fondato sul principio fondamentale dellaconservazione del sapere, si prefiggecome primo obbiettivo la creazione di unabiblioteca tematica.

All’interno delle attività del C.R.A. sarannopreviste presentazioni di libri, mostre,corsi e tutte quelle attività che possanoessere correlate al raggiungimentodegli scopi associativi.

MissionConservare, valorizzare e divulgare ilsapere dell’arte moderna, contemporanea

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RaccoltoCascina del Guado

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Raccolto è una struttura professionale che progetta,t i i l t l i icostruisce e implementa la comunicazione.

Un’esperienza che comincia nel 1926, accompagna oggi ilRaccolto grazie alle capacità professionali in questocampo di Daniele (Dany pubblicità, anni ‘50-‘60) eFrancesco Oppi Figlio e nipote di Gi seppe (Gi seppeFrancesco Oppi. Figlio e nipote di Giuseppe (GiuseppeOppi, fabbrica decalcomanie e vetrofanie fini in Milano)che proprio nel 1926 cominciò con passione, a Bologna epoi nel capoluogo lombardo, questo mestiere.

La Cascina del Guado si trova a 29 Km da Milano sulNaviglio Grande nel Parco del Ticino, è fucina di uomini eidee fino dal 1969. Vi si sono avvicendati personaggifantastici e reali per oltre un trentennio È madre e figliafantastici e reali per oltre un trentennio. È madre e figliadel Raccolto, e sorella. La sua posizione geografica facilitail lavoro e la vita, lo scorrere delle acque riflette i raggi delsole ed è nutrimento delle riflessioni. Caratteristica delGuado è l’amore per la storia e per la fantasia; è sempreGuado è l amore per la storia e per la fantasia; è sempreaperta, al pubblico e sopratutto alle persone. Al suointerno, per l’esterno, sono nati progetti, applicazioniinnovative e vi si svolgono anche corsi di formazione. IlGuado è vivo ha una propria identità propri desideri eGuado è vivo, ha una propria identità, propri desideri evolontà è una “cartina di tornasole” per chi la vive. Laprima domanda del caro Rino Crivelli, quando chiama alRACCOLTO è “Lei come stà?”... si riferisce alla cascina...tra noi ci diamo del tutra noi ci diamo del tu.

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Dal 1991 RACCOLTO è una inesauribile miniera di ideeracchiuse nella viva materia dell’arte e nei tesori naturalidella creatività.della creatività.Dalla miniera si può estrarre la testimonianza viva dellacomunicazione, un compito riservato ad aziende,associazioni e consorzi del mondo della culturasignificativi per il loro ruolo e importanza e a tuttes g ca pe o o uo o e po a a e a u eindistintamente le istituzioni pubbliche che ne faccianorichiesta.L’idea base della Cooperativa è quella di individuareproposte innovative capaci di suggerire forti cambiamentip p p gge trasformazioni anche nel campo della veicolazione edistribuzione dell’arte e dell’ingegno, fornendo allariflessione del mercato dell’arte e dell’industria (compresoquella culturale).q )

Il Fondatore

Daniele Oppi, nato il 9 febbraio 1932, è stato Presidentepp , ,della Cooperativa Raccolto dalla fondazione, nel 1991,sino al 25 febbraio 2006 data della sua scomparsa.Artista apprezzato, è una personalità di spicco nellosviluppo della cultura italiana del secondo dopoguerra,pp p g ,come artista, intellettuale e come professionista dellacomunicazione.Sue opere sono in alcune tra le più ricche e attentecollezioni europee e americane.pTra i tanti riconoscimenti ricordiamo che nel 2002 ilComune di Milano gli ha assegnato la Medaglia d’Oro diBenemerenza Civica (Ambrogino d’Oro).

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La Paroladegliartisti (The word of the artists project)La Parola di… Peter BroerenBegeisterungsfähigkeit.“Begeisterungsfähigkeit è anche il titolo di unodelle mieFaitsd’Hilare* (no: 47). Questa parola, haattirato la mia attenzione mentre guardavo latelevisione. Per me descrivel’impegnoe l’entusiasmoche un artista necessita per andare avanti.Rappresenta il coraggio, indispensabile che unartista deve avere in se, per fare ‘Arte’ della sua artee riuscire ad arrivare al suo pubblico. E poi e ancheuna bellissima parola.”*The Faitsd’Hilaressono opere che hanno il formatodi una cartolina. Da agosto 1995 ne realizzo unaogni mese. Sono semplicemente sorprendentiperché ogni Faitsd’Hilare è diversa sia per il temascelto che per la tecnica concuiviene realizzata, stilee soggetto. Il risultato è significativo del momento incui ogni Faits d’Hilare viene creata.

Oltre alla realizzazione delle Fairsd’Hilare, Peter stagirando le gallerie d’ Europa con il suo nuovoprogetto: No Show.

No Show è una forma artistica di protesta cheironizza sul bisogno degli artisti di esibire e mostrarei loro lavori a un pubblico specifico e di essererappresentati da gallerie e istituzioni culturali di uncerto calibro,da cui dipende il loro successo.

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No Show si focalizza sulla posizionedell’artista post-moderno alle prese con queldell artista post moderno alle prese con quel‘buco nero’ che è il mercato dell’Arte.Da cosa si riconosce un artista? Cosa ci siaspetta da lui? È sempre stato difficile per unartista trovare una galleria o un’istituzioneartista trovare una galleria o un istituzioneche lo rappresentie che sia disponibile apresentarlo al ‘modo dell’ arte’.In questa caccia al tesoro si necessita diunanotevole fortuna e buone connessioni.notevole fortuna e buone connessioni.Network, si … network sembra essere laparola chiave per gli artisti del giorno d’oggi.È tutta questione di network? Quanto pesasulla bilancia l’Arte dell’artista in se?sulla bilancia l Arte dell artista in se?

Per il suo progetto No Show, Peter parte dallaricerca del ruolo dell’artista odierno, l’artistache a volte diventa burattino, affidandosi ache a volte diventa burattino, affidandosi apersone che promettono unfuturo d’oratochespesso perònon valorizza né l’artista nellasua arte. Ma oramai sappiamoche non è tuttooro quello che luccica.oro quello che luccica.

No Show riflettesull’esistente atmosferaartistica, riportando l’artista al centro dellascena.sce a

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P i t ‘N Sh ’ P t t lPer ogni mostra ‘No Show’, Peter svuota laprescelta istituzione culturale o galleria el’unica cosa che ‘esibisce’ è il suo Nome sullepareti della galleria! Facile… no?

Peter Broerenè un artista Belga che hoconosciuto mentre applicava i suoi adesivi suuna delle tante istituzioni di Maastricht.

Credo che il suo progetto evidenzi e facciariflettere sulla –talvolta drammatica-situazione dell’artista contemporaneo… Perquanto tempo ancora l’aspetto commercialequanto tempo ancora l’aspetto commercialedell’arte determinerà la sopravvivenza di unartista e della sua Arte?

Contatti:Jessica CapraThe artist and The Otherswww theartistandtheothers [email protected]

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Different ways to be body. Federica Fiumelli

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Ci guardiamo allo specchio ed ognuno di noi ha una differentepercezione del proprio sé, del proprio corpo, del proprioesserci.esserci.Esistere comporta l’essere materia, l’essere un corpo articolatoin uno spazio fisico-ambientale.Da sempre nella storia dell’arte, la creatività di alcune mentigeniali ci ha offerto la possibilità di guardare i corpi in modige a c a o e o a poss b à d gua da e co p oddifferenti. Dal Medioevo, a Leonardo, dagli Impressionisti, alleAvanguardie, un susseguirsi di corpi che sono riassunti visivi diun pensare, di un’epoca, di un tempo che scorre e diventainterrogativo dell’uomo, di Narciso che si specchia ma cheg , pcambia sguardo, che per esistere rinnova forme, colori e lineecome un Arlecchino danzante sul ritmo imperterrito di ungrande orologio.Ma cosa vuol dire avere coscienza della propriocezione delp pnostro corpo?Quante volte pensiamo ai nostri movimenti nello spazio, o acome appare il nostro ginocchio o la nostra schiena di profilo?Quante volte riflettiamo sulla nostra globalità dell’essere dallagpunta del dito del piede alla punta del capello? Eppureciascuna parte che ci compone viaggia con noi, vive con noi, cifa in qualche modo compagnia.Scomposizione e fluidità sono i due temi su cui verte questap qmini ricerca visuale sul corpo attraverso il lavoro di due artisticontemporanei.Fabien Nissels, fotografo freelance svizzero, nella seriefotografica Blocks, immortala un ragazzo in mutande in varig , gambienti, soprattutto all’aperto, luoghi lasciati al propriodestino, davanti a porte o su divani in mezzo al bosco.

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Il lavoro di Nissels propone un divertente giocovisivo, l’uomo cubista finalmente prende forma.La ricetta è semplice proprio nel sito l’artistaLa ricetta è semplice, proprio nel sito, l artistaspiega di aver coinvolto un suo caro amico a farsifotografare diverse parti del corpo da quattrovisuali diverse (fronte, retro, destra, sinistra), allafine dopo aver fissato le immagini su blocchi difine dopo aver fissato le immagini su blocchi dipolistirolo è cominciato il servizio fotografico.Via ai giochi, l’uomo dado, si mescola, di inverte,si scompone a proprio piacimento ribaltando leregole di natura diventato costruzione autonomaregole di natura, diventato costruzione autonomasarebbe piaciuto un sacco agli amici cubisti.Ed ecco che dall’uomo vitruviano siamo passatiall’uomo di Rubick, che vede protagonista unsoggetto in grado di reinventarsi sempresoggetto in grado di reinventarsi sempre,scomponendo e dando vita propria ad ognisingola parte corporea. Oggi mi va di mettere latesta sotto ai piedi e le braccia al posto dellegambe e perché no la schiena girata sulla partegambe, e perché no la schiena girata sulla partefrontale. Negli scatti di Nissels puoi esseremostruosamente e simpaticamente come piùdesideri, finalmente sentirsi a pezzi non sarà piùun problema ma bensì un divertente puzzleun problema, ma bensì un divertente puzzlemetafisico.Inoltre la possibilità di avere la visione della piantadel piede o del capo visto dall’alto o del ginocchiodi lato a portata di mano è curioso e inusuale indi lato a portata di mano è curioso e inusuale, inquanto specchiandoci siamo abituati a una visualedel nostro io soprattutto frontale

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.Un modo di rompere le abitudini della visionequello di Nissels

grazie alla tecnologia ha potuto combinare le10 000 fotografie individuali dei danzatori perquello di Nissels.

Un altro nome da appuntare su qualche post-it.Shinichi Maruyama.Artista giapponese, fa della fluidità l’elementoportante della serie fotografica Nude

10.000 fotografie individuali dei danzatori percomporne una singola alla volta. La possibilità diusare una macchina fotografia in grado dicatturare 2.000 fotografie al secondo ha dato lapossibilità di creare corpi messi in relazione traportante della serie fotografica Nude.

Il canone di Policleto si trova centrifugato nelfrullatore di Bacon e il fotodinamismo futuristarimbalza alla mente come un canestro rapido.I muscoli dei soggetti immortalati sembrano quelli

possibilità di creare corpi messi in relazione tral’attimo e il tempo.Catturare il movimento come se fosse una farfallae custodirlo lontano dal tempo, avaro padrone,con il suo retino fotografico supertecnologicoI muscoli dei soggetti immortalati sembrano quelli

dei danzatori un po’ alla Nijinsky, fasci materici,rapidi che si fanno flusso di una coscienza visivaunica e irripetibile.L’attimo fuggente si fa pasta filante, il movimento

con il suo retino fotografico supertecnologicoMaruyama offre un’interessante visione di untema vasto ma allo stesso modo semplice comequello del corpo umano e della sua nudità, delmovimento nel tempoL attimo fuggente si fa pasta filante, il movimento

diventa materia, quasi palpabile, ma è soloun’illusione, quell’istante non tornerà, solo l’occhiofotografico l’ha potuto carpire nel breve intensoscorrere.

movimento nel tempo

scorrere.La serie Nude comprende nove scatti, ognunodiverso all’altro, le figure sembrano enormirotazioni rosee, carni pennellate, ribelli a qualchemodellatura di un ceramista scaltro e maldestro.modellatura di un ceramista scaltro e maldestro.In Nude #3 l’uomo è diventato un’immensa ruota,irregolare, il ciclo della vita si fa immagine, ilflusso vitale e immateriale si ritrae così.Rinnovazione e unicità.Rinnovazione e unicità.In un’intervista Maruyama spiega che soprattutto

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sezione progetti specialip g p

PREDIZIONIPREDIZIONIDi Ilaria MarguttiDi Ilaria Margutti

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Il mio ultimo lavoro video è intitolato "Predizioni",l' i d l t it l l t ll'evocazione del gesto rituale lento, consapevole elucido, dettato dalla disciplina di un fare antico: ilricamo. Ogni punto è dato con cura e nonoltraggiala pelle ma ne definisce i contorni e i r oli per c ila pelle, ma ne definisce i contorni e i ruoli per cuiil corpo stesso esiste.Il mio Ago non ferisce, non sangina, il mio Ago,rammenda e guarisce. "la cosa accadrà come ècerto una cosa accada" ci ricorda Peter Handkecerto una cosa accada" ci ricorda Peter Handkenella conclusione del suo libro illustrato"Predizioni" dal quale ho preso in prestito il titolo.Ogni membra viene ridefinita da una scritta sullapelle che ne traccia l'esistenza e la funzionepelle che ne traccia l'esistenza e la funzioneoriginaria, perché le braccia son fatte persollevare pesi, così come le gambe son fatte perpercorrere.

Utilizzare il corpo secondo le finalità per cui essoesiste, non lo destruttura, ma lo rinforza. Senzaquesta presa di coscienza, senza l'accettazionedel dolore come passaggio naturale della vita nondel dolore come passaggio naturale della vita, nonci può essere guarigione.La pelle può essere arricchita come una tela in cuisi dipanano merletti impreziositi di perline lavorateed intrecciate con fili di raso o di setaed intrecciate con fili di raso o di seta.

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Poiché "le dita annoderanno come dita chesanno annodare" e "la pelle avrà la fragilitàdella pelle" il corpodiventerà così, un quaderno di tessuto sulquale si potranno leggere i segni lasciati dalleesperienze della vita... non solo rughe, mastorie amori abbandoni sconfitte ri alsestorie, amori, abbandoni, sconfitte, rivalse,rinascite, per definirne l'aspetto ultimo chemostriamo e che ci rendono individuo unico.Il dolore che affiora, non è fisico, ma passandodal cuore attraversa la superficie lasciandoladal cuore, attraversa la superficie lasciandolaruvida di vita.Ho costruito stampelle di spilli per tenere inpiedi un corpo buttato a terra senza sostegni.Rinforzando gambe e braccia per ripulire benela mente, concentrandomi sulla disciplinaattraverso il costante, lungo, solitario epaziente lavoro del ricamare.Durante il lavoro, nei silenzi interiori, non è

ibil d t i i li itpossibile scappare da se stessi e ogni limiteche si svela, vuol essere affrontato e superato.

“ricamo i corpi e ricamo i loro segni perché isegni rendono preziosa la nostra pelle perchésegni rendono preziosa la nostra pelle, perchéi segni raccontano la nostra storia e ci rendonounici. La pelle è il nostro setaccio di vita.Non faccio altro che prendermene cura, la curadi quei segni che hanno saputo cambiarmi e lacura con quei gestidel rammendo che hanno saputo guarirmi...”

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video performance 7’:07”diretto daLorenzo LombardiLorenzo Lombardivoci e musica diBeatriçe Gjergji1 Le gambe correranno come gambe che fuggono2 Le dita annoderanno come dita che sanno annodaree d a a ode a o co e d a c e sa o a oda e3 Le braccia solleveranno pesi come braccia che sollevano4 Il sangue scorrerà caldo come sangue caldo5 Il tonfo sordo della testa caduta, sarà come un tonfo sordo6 Gli occhi si apriranno come occhi che si apronop p7 La pelle avrà la fragilità della pelle

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Gabriele Buratti