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L a Repubblica Popolare Cinese ha pro- clamato la sua esistenza solo tre decenni fa,,i1primo ottobre 1949. Nel breve periodo trascorso da allora questa nazione impoverita, arretrata, con un pesante carico di popolazione ha por- tato a compimento una rivoluzione socia- lista, ha intrapreso la realizzazione di una società socialista e, nonostante le incer- tezze nel suo cammino in tale direzione, ha raggiunto obiettivi storici. Oggi 977 milioni di cinesi, circa un quarto della popolazione mondiale, vivono sicuri da carestie, da inondazioni e da epidemie. È questo un grande evento nella storia. Il socialismo ha dimostrato la sua validità come sistema per la promozione dello svi- luppo economico. Centinaia di milioni di cinesi tuttora viventi ricordano il sistema feudale che per i paesi occidentali è solo materia dei testi di storia. Nel tipico villaggio cinese i proprietari terrieri e gli agricoltori ricchi, meno del 10 per cento della popolazione, possedevano dal 70 all'80 per cento della terra. Con gli affitti, la partecipazione ai raccolti, le tasse e gli abusi sulle tasse, nonché con i prestiti a usura essi si appro- priavano della quantità che volevano del prodotto della terra, ossia dei frutti del lavoro dei contadini poveri o meno ricchi e dei braccianti senza terre. Persino i bambini di una famiglia povera potevano essere presi in pagamento di un debito, anche se una bambina decenne in un'an- nata di scarsi raccolti non raggiungeva il prezzo di 50 chilogrammi di cereali. Negli inverni duri i contadini più poveri dei vil- laggi morivano di fame nei loro tuguri. Le masse contadine della Cina non avevano né mezzi né incentivi per il miglioramento della loro produttività. Il capitalismo straniero ebbe un ruolo importante nella disintegrazione dell'e- conomia feudale della Cina. Nella loro penetrazione nel paese, però, gli interessi imperialistici non cercarono di sviluppare il capitalismo cinese, ma di ridurre la Cina a una loro colonia o semicolonia. Riso e farina importati alimentavano il popolo, petrolio importato illuminava le città e cotone importato faceva girare i telai. La collusione fra gli agenti dell'imperiali- smo, le classi feudali cinesi e la borghesia compradora arrestò lo sviluppo del capi- talismo cinese. Negli anni precedenti la liberazione la produzione cinese di ac- ciaio non raggiungeva neanche il milione di tonnellate. Chang Kai-shek salì al po- tere nel 1927. Nei 22 anni successivi il suo regime Kuomintang portò la Cina a con- dizioni disperate. A partire dallo scoppio della guerra cino-giapponese nel 1937 l'inflazione si scatenò fuori da ogni con- trollo. Al momento della partenza dei giapponesi il vecchio sistema economico era in rovina. A a sua liberazione nel 1949 sotto la guida del Partito comunista cinese il popolo si volse all'opera di risanamento dalle ferite della guerra e di costruzione di un'economia socialista basata sulla pro- prietà pubblica. Il sistema feudale di pos- sesso delle terre venne abolito e 50 milio- ni di ettari di terra vennero distribuiti ai contadini più poveri. Le grandi aziende capitalistiche vennero confiscate. Per le imprese di medie e piccole dimensioni possedute dalla borghesia nazionale ven- ne adottata una politica di restrizione, di riutilizzo e di trasformazione del capitali- smo privato. L'inflazione venne domata e i prezzi furono stabilizzati. Fin dal 1952, con la risultante liberazione di forze pro- duttive, la produzione in quasi tutti i prin- cipali settori dell'agricoltura e dell'indu- stria superò i più alti livelli mai raggiunti nel periodo fino al 1949. L'anno 1953 vide l'avvio del primo piano quinquenna- le. Da allora lo sviluppo economico ha proceduto di pari passo con la trasforma- zione socialista dell'agricoltura, dell'arti- gianato, dell'industria e del commercio. I contadini cinesi, per la prima volta in pos- sesso di loro propri appezzamenti di terra, poterono rendersi conto che né il sociali- smo né l'aumento della produttività pote- vano essere raggiunti sulla base di un'e- conomia agricola piccolo-contadina. Essi perciò fecero le prime mosse verso il so- cialismo con l'organizzazione di squadre di aiuto reciproco. Sotto la direzione dei quadri del Partito comunista cinese essi hanno imparato che la piena collettivizza- zione pone maggiori risorse (energia elet- trica, macchine, fertilizzanti, pestidici, migliori razze di piante e animali, terre bonificate e opere di irrigazione) nelle loro mani per il raggiungimento di miglio- ri risultati per ettaro e per ora-uomo. Nei settori industriali e commerciali venne deciso un vasto insieme di misure Cariche di limo, le acque del Chang Jiang, ossia del fiume Yangtze, si gettano nel Mare Cinese Orientale nell'immagine della pagina di fronte, ripresa da un satellite Landsat il 4 agosto 1979 e rielaborata con tecniche digitali. La piana alluvionale che domina la scena si è formata nel corso di migliaia di anni per la deposizione dei sedimenti trasportati dal fiume. La piana è attraversata da canali, alcuni dei quali utilizzati per il trasporto dei raccolti, ma la maggior parte scavati per favorire il drenaggio. La zona è a coltivazione intensiva. I principali prodotti agricoli sono il riso e le more di gelso (per l'allevamento del baco da seta). In vicinanza delle aree più abitate predomi- nano le colture ortofrutticole e l'allevamento di bestiame di piccola taglia (maiali e pollame). Il corso d'acqua serpeggiante che confluisce nel Chang da sud (al centro in basso) è lo Huangpu Jiang (fiume Whangpoo). L'agglomerato urbano sulla riva sinistra è Shanghai, la più grande città e il più importante porto cinese. La maggior parte del territorio che circonda la città, comprese le isole alla foce del Chang (ma non la zona a nord del fiume) forma uno dei tre zhixia shi, o distretti federali, della Repubblica Popolare Cinese. (La traduzione letterale di zhixia shi è «città diretta- mente soggetta all'autorità centrale».) Questo distretto è, naturalmente, il Shanghai Shi, mentre gli altri due distretti sono il Beijing Shi (Pechino e dintorni) e il Tianjin Shi (Tientsin e dintorni). I n wilupp della Cina In questo paese povero, ma in rapida crescita, un quarto del genere umano è ora al sicuro dalla fame e dalle epidemie. Con la diminuzione del tasso di natalità la popolazione cinese dovrebbe giungere alla stabilità nel 2000 di T it (Ding Chen) 78

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L

a Repubblica Popolare Cinese ha pro-clamato la sua esistenza solo tredecenni fa,,i1primo ottobre 1949.

Nel breve periodo trascorso da alloraquesta nazione impoverita, arretrata, conun pesante carico di popolazione ha por-tato a compimento una rivoluzione socia-lista, ha intrapreso la realizzazione di unasocietà socialista e, nonostante le incer-tezze nel suo cammino in tale direzione,ha raggiunto obiettivi storici. Oggi 977milioni di cinesi, circa un quarto dellapopolazione mondiale, vivono sicuri dacarestie, da inondazioni e da epidemie.

È questo un grande evento nella storia.Il socialismo ha dimostrato la sua validitàcome sistema per la promozione dello svi-luppo economico.

Centinaia di milioni di cinesi tuttoraviventi ricordano il sistema feudale cheper i paesi occidentali è solo materia deitesti di storia. Nel tipico villaggio cinese iproprietari terrieri e gli agricoltori ricchi,meno del 10 per cento della popolazione,possedevano dal 70 all'80 per cento dellaterra. Con gli affitti, la partecipazione airaccolti, le tasse e gli abusi sulle tasse,nonché con i prestiti a usura essi si appro-priavano della quantità che volevano delprodotto della terra, ossia dei frutti dellavoro dei contadini poveri o meno ricchie dei braccianti senza terre. Persino ibambini di una famiglia povera potevanoessere presi in pagamento di un debito,anche se una bambina decenne in un'an-nata di scarsi raccolti non raggiungeva ilprezzo di 50 chilogrammi di cereali. Negliinverni duri i contadini più poveri dei vil-laggi morivano di fame nei loro tuguri. Lemasse contadine della Cina non avevanoné mezzi né incentivi per il miglioramentodella loro produttività.

Il capitalismo straniero ebbe un ruoloimportante nella disintegrazione dell'e-conomia feudale della Cina. Nella loropenetrazione nel paese, però, gli interessiimperialistici non cercarono di sviluppareil capitalismo cinese, ma di ridurre la Cinaa una loro colonia o semicolonia. Riso e

farina importati alimentavano il popolo,petrolio importato illuminava le città ecotone importato faceva girare i telai. Lacollusione fra gli agenti dell'imperiali-smo, le classi feudali cinesi e la borghesiacompradora arrestò lo sviluppo del capi-talismo cinese. Negli anni precedenti laliberazione la produzione cinese di ac-ciaio non raggiungeva neanche il milionedi tonnellate. Chang Kai-shek salì al po-tere nel 1927. Nei 22 anni successivi il suoregime Kuomintang portò la Cina a con-dizioni disperate. A partire dallo scoppiodella guerra cino-giapponese nel 1937l'inflazione si scatenò fuori da ogni con-trollo. Al momento della partenza deigiapponesi il vecchio sistema economicoera in rovina.

Aa sua liberazione nel 1949 sotto laguida del Partito comunista cinese il

popolo si volse all'opera di risanamentodalle ferite della guerra e di costruzione diun'economia socialista basata sulla pro-prietà pubblica. Il sistema feudale di pos-sesso delle terre venne abolito e 50 milio-ni di ettari di terra vennero distribuiti aicontadini più poveri. Le grandi aziendecapitalistiche vennero confiscate. Per leimprese di medie e piccole dimensionipossedute dalla borghesia nazionale ven-ne adottata una politica di restrizione, di

riutilizzo e di trasformazione del capitali-smo privato. L'inflazione venne domata ei prezzi furono stabilizzati. Fin dal 1952,con la risultante liberazione di forze pro-duttive, la produzione in quasi tutti i prin-cipali settori dell'agricoltura e dell'indu-stria superò i più alti livelli mai raggiuntinel periodo fino al 1949. L'anno 1953vide l'avvio del primo piano quinquenna-le. Da allora lo sviluppo economico haproceduto di pari passo con la trasforma-zione socialista dell'agricoltura, dell'arti-gianato, dell'industria e del commercio. Icontadini cinesi, per la prima volta in pos-sesso di loro propri appezzamenti di terra,poterono rendersi conto che né il sociali-smo né l'aumento della produttività pote-vano essere raggiunti sulla base di un'e-conomia agricola piccolo-contadina. Essiperciò fecero le prime mosse verso il so-cialismo con l'organizzazione di squadredi aiuto reciproco. Sotto la direzione deiquadri del Partito comunista cinese essihanno imparato che la piena collettivizza-zione pone maggiori risorse (energia elet-trica, macchine, fertilizzanti, pestidici,migliori razze di piante e animali, terrebonificate e opere di irrigazione) nelleloro mani per il raggiungimento di miglio-ri risultati per ettaro e per ora-uomo.

Nei settori industriali e commercialivenne deciso un vasto insieme di misure

Cariche di limo, le acque del Chang Jiang, ossia del fiume Yangtze, si gettano nel Mare CineseOrientale nell'immagine della pagina di fronte, ripresa da un satellite Landsat il 4 agosto 1979 erielaborata con tecniche digitali. La piana alluvionale che domina la scena si è formata nel corso dimigliaia di anni per la deposizione dei sedimenti trasportati dal fiume. La piana è attraversata dacanali, alcuni dei quali utilizzati per il trasporto dei raccolti, ma la maggior parte scavati perfavorire il drenaggio. La zona è a coltivazione intensiva. I principali prodotti agricoli sono il riso ele more di gelso (per l'allevamento del baco da seta). In vicinanza delle aree più abitate predomi-nano le colture ortofrutticole e l'allevamento di bestiame di piccola taglia (maiali e pollame). Ilcorso d'acqua serpeggiante che confluisce nel Chang da sud (al centro in basso) è lo HuangpuJiang (fiume Whangpoo). L'agglomerato urbano sulla riva sinistra è Shanghai, la più grande città eil più importante porto cinese. La maggior parte del territorio che circonda la città, comprese leisole alla foce del Chang (ma non la zona a nord del fiume) forma uno dei tre zhixia shi, o distrettifederali, della Repubblica Popolare Cinese. (La traduzione letterale di zhixia shi è «città diretta-mente soggetta all'autorità centrale».) Questo distretto è, naturalmente, il Shanghai Shi, mentregli altri due distretti sono il Beijing Shi (Pechino e dintorni) e il Tianjin Shi (Tientsin e dintorni).

I n wiluppdella Cina

In questo paese povero, ma in rapida crescita, un quarto del genere umanoè ora al sicuro dalla fame e dalle epidemie. Con la diminuzione del tassodi natalità la popolazione cinese dovrebbe giungere alla stabilità nel 2000

di T it (Ding Chen)

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per la trasformazione delle imprese capi-talistiche in imprese socialiste. Nel 1956le imprese di piccole e medie dimensionivennero ricostituite come aziende mistepubbliche-private e venne deciso di paga-re ai loro proprietari un interesse annualedel 5 per cento sul valore degli impianti.Da allora vi è stata poca differenza fraqueste aziende e quelle di proprietà ditutto il popolo. I capitalisti che avevanogestito le aziende diventarono personaleamministrativo e la loro esperienza vienea volte tuttora utilizzata per la gestionedelle aziende stesse. Nel 1967 lo statosmise di pagare interessi ai vecchi pro-prietari e le aziende miste pubbliche-pri-vate sono da allora entrate a far parte atutti gli effetti del sistema di proprietàpopolare.

Dopo 30 anni l'economia cinese godenel mondo di una posizione interamentenuova. I grandi fiumi del paese, già causadi disastrosi allagamenti, sono stati sotto-posti a regolazione e circa 45 milioni diettari vengono oggi irrigati. Due terzi del-le terre paludose sono state bonificate edè stato terrazzato un quinto delle pendicicoltivate. Il valore lordo della produzioneagricola nel 1978 è stato di 3,4 volte supe-riore a quello del 1949, il che corrispondea un incremento medio annuale di oltre il4 per cento. La produzione di cereali peruso alimentare è aumentata a un tassomedio annuale del 3,5 per cento, avvici-nandosi ai 200 milioni di tonnellate.

L'industria ha fatto analoghi progressi.La produzione di acciaio supera i 30 mi-lioni di tonnellate. I settori dell'energiaelettrica, del petrolio, del carbone, del-l'industria chimica, meccanica e tessile edell'industria leggera hanno tutti registra-to una grossa espansione. Sono state co-struite molte nuove città industriali e oggivi sono nel paese 350 mila imprese indu-striali. Il capitale fisso di proprietà popo-lare rappresenta un valore di oltre 200miliardi di dollari, 25 volte il capitale com-plessivo accumulato nel secolo prima del-la liberazione. Lo sviluppo industriale haavuto le sue annate cattive, ma anche cosìl'incremento medio annuale è stato supe-riore al 10 per cento.

Articolate reti di trasporto e di comuni-cazione collegano le diverse parti dellanazione. Dalla liberazione sono stati co-struiti 30 000 chilometri di ferrovie cheraggiungono anche le province, un tempo

Questa carta della Cina indica le 21 provincecontinentali (l'isola di Taiwan, o Formosa, cheviene considerata dalla Cina una sua provincia,non entra nel conto), le cinque regioni auto-nome, le 13 città con popolazione superiore almilione, le altre 16 conurbazioni maggiori e ifiumi principali. Il territorio complessivo dellaCina è pari a circa 1,04 miliardi di ettari, ed èsuperiore a quello dei 48 stati contigui degliUSA, ma solo 106 milioni di ettari sono consi-derati coltivabili. Gran parte di questo territo-rio si trova nella zona delimitata in verde. Laparte punteggiata della rete ferroviaria (in ros-so) è in corso di elettrificazione e la parte trat-teggiata è in corso di raddoppio. Il rettangoloin blu racchiude la zona corrispondente allaimmagine Landsat della pagina precedente.

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CNA

~1111111111111111~/7/"J/f"SPERANZA DI VITA(ANNI)

TASSO DI MORTALITÀINFANTILE(PER 1000 NATI VIVI)

56

v '1

PNL PRO CAPITE

1460

(DOLLARI)

13124

FORBICE DEI REDDITI(RAPPORTO)

STRUTTURA DELL'ECONOMIA(PERCENTUALIDI FORZA LAVORO)

:4

63

AINIENEM 64

//,/,

AGRICOLTURA INDUSTRIA SERVIZI

Cinque indicatori di sviluppo compaiono sotto forma di coppie di istogrammi contrapposti inquesto schema. Nelle prime quattro coppie quello che fra i due è il valore massimo è assunto come100 per cento e il valore inferiore viene presentato come una percentuale del massimo. In tutte ecinque le coppie lo standard di confronto è quello dato dalle statistiche USA. Per esempio nel1977 negli USA la speranza media di vita alla nascita era di 73 anni (istogramma in grigio). InCina nel 1979 la speranza di vita era di 64 anni, ossia l'88 per cento del valore USA. Ancora: lamortalità infantile USA (13,6 per mille nel 1978) è meno di un quarto di quella cinese. Il redditoindividuale negli USA nel 1978 era di 9700 dollari mentre l'analogo dato (calcolato in dollari) perla Cina è meno del 5 per cento. Ancora: il quinto più ricco delle famiglie americane ha un redditocirca otto volte superiore a quello del quinto più povero, mentre in Cina il quinto più ricco ha soloquattro volte il reddito del più povero. Infine, la forza lavoro negli USA è occupata per il 3 percento nell'agricoltura, per il 33 per cento nell'industria e per il 64 per cento nei servizi, mentre lepercentuali in Cina sono rispettivamente: 63 in agricoltura, 24 nell'industria e 13 nei servizi.

POPOLAZIONE (MILIONI)

12 10 8 6 4 2 0 2 4 6 8 10 12

I I I I I I

FEMMINE

50

H 45

40

35

30

25

20

15

10

5 --

i70 60 50 40 30 20 10 0 10 20 310 40 50 60 70

POPOLAZIONE (MILIONI)

Queste piramidi della popolazione confrontano la percentuale sul totale della popolazione in Cina(in colore) e negli USA (in nero) per ciascuna delle 18 classi di età. I maschi sono a sinistra e lefemmine a destra. Il numero assoluto per ogni classe può essere calcolato per mezzo della scalariportata in alto, per gli USA, e di quella riportata in basso, per la Cina. La popolazione cinese,nella stima al luglio 1980 qui considerata, ammonta a 977 320 000, dei quali 499 457 000 maschie 477 863 000 femmine. La popolazione USA, ammonta invece a 220 585 000, dei quali107 457 000 maschi e 113 128 000 femmine. La piramide cinese mostra la base larga caratteristi-ca delle nazioni meno sviluppate: più del 60 per cento della popolazione è al di sotto dei 30 anni.

90

85

80

75

70

65

60

55

MASCHI

isolate, del sud-ovest e del nord-ovest.Circa 800 000 chilometri di nuove stradehanno reso più del 90 per cento dei villag-gi accessibili a veicoli stradali.

In un paese in cui l'80 per cento di tuttala popolazione e il 95 per cento della po-polazione rurale era analfabeta, oltre 200milioni di ragazzi frequentano ora le scuo-le, più di 60 milioni dei quali le scuolesecondarie. L'istruzione superiore, chesta riprendendosi dagli eccessi del malin-teso «egualitarismo» del periodo della«Banda dei quattro», annovera poco piùdi un milione di studenti. Nondimeno iprogressi del paese nel campo della scien-za e della tecnologia avanzata sono resievidenti dal possesso di armi atomiche edalla capacità di lanciare e di recuperaresatelliti terrestri. Per quanto riguarda lamedicina i progressi nella ricerca hannoraggiunto il loro culmine con la sintesidell'insulina, ma il risultato più importan-te è stata l'estensione dell'assistenza sani-taria praticamente a tutto il popolo. Unpersonale paramedico che ammonta aparecchi milioni di persone fornisce leprime cure e smista i pazienti affidandolialle cure dei medici negli ospedali e neicentri di assistenza medica.

Ta crescita esplosiva della popolazione, cinese, che è aumentata da dopo la

liberazione di oltre 400 milioni, costitui-sce la prova più lampante del migliora-mento del tenore di vita popolare. Primadella liberazione le statistiche della popo-lazione mostravano per la Cina quellaclassica combinazione fra un alto tasso dimortalità, un alto tasso di natalità, un bas-so tasso di incremento naturale e una bre-ve speranza media di vita che ha caratte-rizzato la condizione umana lungo tutta lastoria fino ai tempi presenti. Il drasticoabbassamento del tasso di mortalità regi-stratosi poco dopo il 1949 portò il tasso diincremento naturale al 20 per mille e, peralcuni anni, addirittura oltre al 30 permille. Il calo del tasso di natalità ha oraridotto l'incremento annuo netto al 12per mille, il che significa l'entrata dellapopolazione cinese nella seconda fase del-la transizione demografica.

I progressi nella costruzione del sociali-smo cinese sono stati notevoli, ma alto è ilprezzo che abbiamo pagato per le succes-sive correzioni di rotta. Il primo pianoquinquennale portò un reale progressocon le sue «tre trasformazioni»: nell'in-dustria, nell'agricoltura e nel commercio.Poi, nel 1958, venne la richiesta di accele-rare l'attuazione del secondo piano quin-quennale con il «grande balzo in avanti».Il tasso di accumulazione del capitale diinvestimento venne portato dal 24 a unosfiancante 44 per cento, con un'enfasieccessiva sull'industria pesante e un ten-tativo di completare la collettivizzazionein agricoltura che era come un voler rea-lizzare il passaggio al comunismo quasi dauri giorno all'altro. Sotto i vessilli del-l'egualitarismo» - in particolare nelladistribuzione di risorse, ad esempio frabrigate di produzione all'avanguardia earretrate, e fra le squadre delle nuovecomuni - la produzione agricola registrò

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101979

1979

[-CEMENTO

34,5

1 10 100 1000

MILIONI DI TONNELLATE

Anche i materiali base di produzione industriale hanno registrato grandi aumenti di quantità. Nel1952 sono state prodotte 1,35 milioni di tonnellate di acciaio; nel 1979 la produzione annua haraggiunto i 34,5 milioni di tonnellate. Meno di tre milioni di tonnellate di cemento venneroprodotte nel 1952: nel 1979 la produzione di cemento ha superato i 70 milioni di tonnellate.

1952 2,9

1952

TESSUTO DI COTONE

3,8

1952

1979

1952

1979

CARBONE

66,5

635

PETROLIO

0,44

106

La produzione di combustibile fra il 1952, anno precedente l'inizio del primo piano quinquennale,e il 1979 ha segnato in Cina un aumento eccezionale. La quantità di carbone estratto annualmenteè passata da 66,5 milioni di tonnellate nel 1952 a 635 milioni di tonnellate nel 1979. La quantitàannua di petrolio prodotto, di 0,44 milioni di tonnellate nel 1952 (e quindi troppo piccola percomparire in questo grafico logaritmico), ha raggiunto nel 1979 i 106 milioni di tonnellate.

1979

10 50MILIONI DI METRI

MILIONI DI UNITÀ

Durante lo stesso periodo gli articoli di consumo hanno registrato aumenti più modesti. Peresempio nel 1952 vennero prodotti 4 milioni di metri di tessuti di cotone in confronto ai 12 milionidi metri del 1979.11numero di biciclette prodotte che nel 1952 era di circa 80 000, un valore trop-po piccolo per comparire in questo grafico logaritmico, è stato nel 1979 di 10 milioni di unità.

in questo periodo una netta caduta. Solodopo tre anni di riassestamento, in cui iltasso di accumulazione venne riportato al26 per cento, il terzo piano quinquennalepotè prendere l'avvio nel 1965. Il quartopiano quinquennale è fallito per gli ecces-si della Banda dei quattro. Il paese sta oraattraversando un altro periodo di riasse-stamento. la prima battaglia per le «quat-tro modernizzazioni» (nell'industria, nel-l'agricoltura, nella scienza e tecnologia,nella difesa nazionale). Il tasso di accumu-lazione, 36 per cento nel 1978, è ancoratroppo alto e sta venendo risolutamenteridotto, anche se per gradi, per farlo scen-dere nel giro di qualche anno al livelloottimale del 25 per cento.

Volgendosi indietro si può dire che inuna certa misura gli scacchi che abbiamosubito in questo periodo erano inevitabi-li: dopotutto non vi era stata nessunaesperienza precedente di costruzione delsocialismo in un paese così grande e cosìarretrato. Gli esempi di cui disponeva-mo, come quelli riguardanti l'edificazio-ne dell'Unione Sovietica, si dimostraro-no inapplicabili alla Cina. Dovemmopartire da quella che era l'effettiva si-tuazione nel nostro paese e, seguendo iprincipi del marxismo-leninismo, trova-re soluzioni originali ai problemi dellosviluppo economico.

Come, in primo luogo, avremmo fon-dato una nuova agricoltura socialista?Nelle zone base della guerriglia nel nord,nelle province dello Shensi e dello Shansi,di dove l'Armata Rossa partì nel 1947 perla sua offensiva vittoriosa contro il Kuo-mintang, Mao Tse Tung e i suoi colleghiavevano acquisito una profonda espe-rienza del lavoro rurale. Contempora-neamente all'offensiva militare essi deci-sero una mossa politica fondamentale: lapromulgazione, il 10 ottobre 1947, delloSchema di legge agraria, che aboliva ilregime feudale di proprietà e condonavatutti i debiti contratti sotto tale regime.L'articolo VI trasferiva le terre alle asso-ciazioni contadine di villaggio per la lorodistribuzione in base alla regola che «ilsurplus verrà prelevato per sovvenire acarestie e, per quanto riguarda la qualitàdelle terre, quelle fertili dovranno com-pensare le meno fertili cosicché tutti gliabitanti del villaggio ottengano terre inmaniera equa, e siano esse di proprietàindividuale delle singole persone». Que-sta promessa guadagnò l'appoggio deicontadini all'Armata Rossa nella suaavanzata e presto isolò le forze del Kuo-mintang in qualche ultima città fortezza.

T a distribuzione delle terre diede ai con-tadini un primo saggio di autogover-

no e li avviò sulla strada del socialismo.Tipica fu l'esperienza delle 60 famigliedel villaggio di Dazhai, che più tardi do-veva essere indicato a tutto il paese comemodello di brigata di produzione. In que-sto piccolo villaggio qualsiasi - situato nel-le terre aride, a base di loess profonda-mente eroso, dello Shensi - gli abitantivennero a trovarsi in possesso di circa 6()ettari di terra coltivata divisi in un incre-dibile mosaico di 4700 pezzetti sparsi su

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‘0,

1 campi terrazzati di Dazhai, un tempo un piccolo villaggio sulle sterili colline della provincia delloShensi, sono oggi una delle attrazioni turistiche della Repubblica Popolare Cinese. Negli anniquaranta i 60 ettari di arido e incolto terreno intorno al villaggio vennero divisi in circa 5000 piccoliappezzamenti disposti su otto creste di colline e in sette gole. I contadini del villaggio hanno oraterrazzato i campi sulle pendici, riempito quattro delle sette gole e costruito un sistema di irrigazione.

Le previsioni di aumento della popolazione danno la misura di quelloche è il primo problema cinese. Attualmente (a sinistra) il 30 per centodelle nascite sono rappresentate da terzi figli e il tasso naturale diincremento della popolazione è di circa il 12 per mille. Se le nascite diterzi figli venissero ridotte al 15 per cento del totale, il tasso di aumentodella popolazione scenderebbe al di sotto del 10 per mille e, se non

nascessero affatto terzi figli, il tasso stesso si ridurrebbe a meno del 7per mille. Se le famiglie con un solo figlio diventeranno la regola,l'obiettivo di una «crescita zero» della popolazione verrà raggiunto. Frail 1950 e il 1980 (a destra) la popolazione complessiva della Cina èquasi raddoppiata. Se nel giro di vent'anni la crescita avrà raggiuntoil tasso zero, nel 2000 la popolazione cinese ammonterà a 1,2 miliardi.

NASCITEDI TERZI

FIGLI (30%)

NASCITEDI TERZI

FIGLI (15%)

NASCITE NASCITE DI SOLIDI TERZI PRIMI FIGLI

FIGLI (ZERO)

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1250

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1950 1980 2000

otto versanti di collina e in sette gole. Unavolta che la terra fu loro essi poteronorendersi conto dei vantaggi di un'organiz-zazione basata sull'aiuto reciproco.

L'enorme popolazione, l'insufficienzadella terra coltivata, le frequenti calamitànaturali e i metodi arretrati di coltivazio-ne hanno reso difficile la vita delle massecontadine anche dopo la riforma agraria.Esse potevano sfuggire alla miseria soloimboccando la strada del socialismo.Come a Dazhai così in tutto il paese icontadini mossero il primo passo verso ilsocialismo organizzandosi in cooperativedi produttori in cui essi riunirono le loroterre, ancora privatamente possedute. Inseguito essi passarono a forme di coope-razione già pienamene socialiste in cui siale terre sia gli animali, le macchine e gliattrezzi diventavano proprietà comunedel villaggio. Il profondo cambiamentosociale non compromise l'iniziativa indi-viduale né indebolì le forze produttivesociali. Al contrario esso favorì più ambi-ziose iniziative per lo sviluppo dell'agri-coltura. A questo punto il villaggio erapronto a unirsi ad altri nell'organizzazio-ne di una comune. È questa un'istituzionea tre livelli: ogni comune comprende in-fatti un certo numero di brigate e ognibrigata è composta da squadre di produ-zione. La squadra è l'unità amministrati-va base. Anche se la comune riunisce gliinteressi di qualche centinaio di villaggi equindi di migliaia di famiglie allo scopo diassicurare i vantaggi di una coltivazione edi uno sviluppo su larga scala, il parteci-pare al prodotto della propria squadramantiene alto l'incentivo del singolo pro-duttore. I risultati ottenuti a ogni stadiodella trasformazione indicarono al popo-lo la via verso il successivo.

Così i contadini di Dazhai riuscirono acompiere imprese - letteralmente a

«muovere le montagne» - di cui non sisarebbero mai sognati capaci se fosserorimasti coltivatori dei loro piccoli fazzo-letti di terra. Essi livellarono e terrazza-rono i campi in pendio, sostenendoli conterrapieni e muretti di pietre e terra, ecolmarono quattro delle sette gole, au-mentando così l'estensione di terra colti-vabile. Inoltre essi scavarono un canalelungo sette chilometri e costruirono unastazione di pompaggio per irrigare i lorocampi, già colpiti da siccità nove anni sudieci. Sulle alture essi imboschirono 27ettari a pini e piantarono 40 000 alberi dafrutta. Nel 1975 la loro terra ha dato unprodotto di 8,4 tonnellate di cereali perettaro, più di dieci volte quello che erastato il prodotto massimo prima della li-berazione. Questo villaggio che un temporiusciva malamente a sopravvivere, inun'economia di pura sussistenza, versaora al sistema di distribuzione statale unamedia annua di due tonnellate di cerealiper famiglia.

In sostegno a questa impresa, così atti-va e fiduciosa in se stessa che è la comune,gli enti governativi decisero investimentiin infrastrutture, proporzionati alle risor-se a loro disposizione, a livello di contea,di provincia o dell'intera nazione. Unasfida urgente per investimenti di questotipo era quella che il Fiume Giallo presen-tava, a tutti i livelli di enti governativi e ai100 milioni di abitanti del suo bacino, chesi estende per 750 000 chilometri quadra-ti. Nei 5500 chilometri del suo corso versoil mare questo grande fiume attraversal'Altopiano del Loess nelle province nord-occidentali, una zona spoglia di vegeta-zione generazioni fa e solo ora in corso dirimboschimento e di coltivazioni ripara-trici. Nel suo corso inferiore nella pianadei meandri e al suo delta nel mare di Bo ilfiume trasporta ogni anno un carico di

sedimenti di 1600 milioni di tonnellate.Depositandosi sul fondo man mano che lacorrente si indebolisce, questi sedimentihanno fatto alzare il letto del fiume da trea cinque metri rispetto alla pianura circo-stante, e in certi punti anche di 10 metri aldi sopra di essa, per cui questo «fiumesopraelevato» funziona addirittura daspartiacque, i fiumi a sud di esso sboccan-do nel fiume Huai e quelli a nord nelfiume Hai. Quando in passato il FiumeGiallo, nelle sue piene periodiche, supe-rava gli argini migliaia di chilometri qua-drati di terra rimanevano inondati, fino aTientsin, 200 chilometri a nord, e fino allavalle dello Huai, 250 chilometri a sud.

II tratto inferiore del Fiume Giallo è ora segnato da una seconda Grande Mura-

glia: argini massicci costruiti sulle fonda-menta dei precedenti, così larghi da esse-re percorsi alla loro sommità da una gran-de strada ed elevati sei o sette metri (e incerti punti anche 10 metri) sul terrenocircostante. Per neutralizzare le piene èstato messo in funzione un sistema di ca-nali scolmatori e di bacini. Alla gola diSanmen, dove il fiume esce dalle monta-gne, una grande diga, che alimenta unacentrale elettrica e una rete di irrigazione,trattiene le acque in un nuovo grande ba-cino. Una serie di dighe analoghe, an-ch'esse a più funzioni, lungo il corso supe-riore del fiume e lungo i suoi affluentipermettono di irrigare zone agricole untempo prive d'acqua e di tenere sotto si-curo controllo le due piene annuali. Laregolazione del Fiume Giallo e dei suoiaffluenti ha grandemente ridotto la di-pendenza del Nord della Cina dalla pro-duzione cerealicola del sud.

Se si tien conto della crescita della po-polazione cinese e della limitata disponi-bilità di terra in rapporto a essa, risulta

chiara la necessità di promuovere, a tutti ilivelli di iniziativa e con tutte le risorse adisposizione, la modernizzazione e lameccanizzazione dell'agricoltura. Le esi-genze generalmente riconosciute dannoun fabbisogno di investimenti per più diun bilione di yuan, pari a 700 miliardi didollari. Lo stato si impegna a continuarenei suoi investimenti nell'agricoltura inproporzione all'espansione dell'econo-mia nel suo insieme. Ma la parte piùimportante del capitale necessario inagricoltura verrà accumulata dalle co-muni stesse, soprattutto attraversol'«accumulazione da lavoro», cioè attra-verso lo stesso tipo di lavoro volontarionon pagato o sottopagato che ha per-messo di colmare le gole di Dazhai e ditrasportare a cesti oltre 300 milioni dimetri cubi di terra per la costruzionedegli argini del Fiume Giallo.

Con il progresso della meccanizzazionedell'agricoltura, dove potrà essere trasfe-rita la manodopera resa esuberante? LaCina non può seguire l'esempio delle na-zioni capitalistiche e lasciare che la ma-nodopera esuberante si trasferisca nellecittà. Quello che si prevede è che la conti-nua espansione dell'agricoltura e gli inve-stimenti in infrastrutture, ad alto conte-nuto di lavoro, che essa richiederà, per-metteranno in larga misura di mantenereoccupata la manodopera agricola. Nelfrattempo essa è necessaria anche per losviluppo di attività artigiane e industriali alivello delle comuni e delle brigate, non-ché delle attività economiche a ciò asso-ciate, attività tutte di iniziativa focale ebasate sull'impiego dei prodotti locali. Siprevede che con due o tre decenni di durolavoro i villaggi cinesi, relativamentepoveri e arretrati, si trasformeranno innuovi villaggi socialisti ai primi stadi dimodernizzazione.

I1 problema più importante nella gestio-ne economica nazionale è, per nostra

esperienza, quello di mantenere propor-zioni relative ottimali fra i vari settori.Esso è legato in maniera cruciale al ritmodello sviluppo economico, ed è anche le-gato allo «stile di gestione». Per moltianni, sull'esempio dell'URSS, la Cina hadato una priorità assoluta all'industriapesante, trascurando di conseguenza l'a-gricoltura e l'industria leggera, il che haportato in certi anni a un effettivo abbas-samento del tenore di vita delle popola-zioni. Questa strategia, e il prezzo cheessa richiedeva, furono sicuramente ne-cessari per l'URSS nei due decenni pre-cedenti la seconda guerra mondiale. Vi fuperò chi presentò queste, che erano misu-re d'emergenza, come il solo metodo cor-retto per l'industrializzazione socialista.Anche se l'enfasi eccessiva data allo svi-luppo dell'industria pesante nei pianiquinquennali cinesi ha lasciato dietro disé problemi tuttora da risolvere, la politi-ca di «riassestamento, ristrutturazione,consolidamento e miglioramento» adot-tata nel 1979 ha già cominciato a far sen-tire i suoi effetti per quanto riguarda ilritmo dell'accumulazione di capitale.L'aumento dei prezzi dei prodotti agricoli

- controbilanciato da aumenti salariali aiconsumatori - ha favorito tale settore, eanaloghe misure hanno permesso di acce-lerare lo sviluppo dell'industria leggera.

Un altro problema di importanza fon-damentale e che richiede attenta conside-razione è quello del rapporto fra investi-menti per la produzione «fisica» e investi-menti in «capitale umano», vale a dire nellascienza, nella cultura, nell'istruzione, maanche nell'edilizia abitativa e nella «qualitàdi vita» urbana. Questo rapporto ha, nellungo periodo, una rilevanza abbastanzaevidente sul ritmo dello sviluppo nazionale.Il primo piano quinquennale assegnò il 28per cento dell'investimento complessivo ininfrastrutture alla costruzione di scuole eospedali, alla ricerca scientifica, all'ediliziaabitativa e ai servizi municipali. Questaassegnazione venne ridotta al 15 per centonel periodo 1966-1978. Come risultatooggi solo lo 0,5 per cento della popolazionecinese ha un'istruzione di tipo universita-rio, e solo il 20 per cento ha frequentatoscuole secondarie. È inevitabile che unapolitica così sbagliata raffreni gravemente ilritmo della modernizzazione. Oggi gli inve-stimenti nel«capitale intellettuale» cinesesono riconosciuti della massima importan-za per l'accelerazione dello sviluppo.

Anche se 30 anni di sforzi eroici di in-vestimento hanno dato alla Cina una no-tevole base industriale e una consistenteinfrastruttura agricola, il prodotto indu-striale e agricolo del paese rimane piutto-

sto basso. Questa situazione denunciagravi carenze nel sistema di gestione. Al-l'inizio degli anni cinquanta, ancora sul-l'esempio dell'URSS, gli organi esecutividello stato tentarono di gestire l'econo-mia dal centro, formulando piani econo-mici nazionali unificati e dirigendo leimprese attraverso ordini burocratici.

Questo sistema ebbe all'inizio una fun-zione importante per la mobilitazione aifini dello sviluppo delle risorse nazionali,concentrate in 156 imprese principali,ma, con l'ulteriore sviluppo dell'econo-mia, la debolezza della gestione centraliz-zata divenne evidente. La gestione dell'e-conomia da parte dell'apparato governa-tivo, di cui le imprese rappresentavanouna semplice appendice, bloccò le rela-zioni orizzontali fra impresa e impresa,fra settore e settore e anche fra regione eregione. Il sistema degli ordini burocraticidall'alto tolse alle imprese il diritto diprendere per proprio conto le decisionirese necessarie da mutate condizioni. Lasoppressione di ogni segnale provenientedal mercato portò d'altra parte a errorinei rifornimenti, nella produzione e nelladistribuzione. Dato che le imprese nonerano responsabili di perdite o profitti, nétenevano una contabilità indipendente,buoni risultati e cattivi risultati venivanoconsiderati alla stessa stregua. La conse-guenza di questo stato di cose fu una di-minuzione di produttività del lavoro e lospreco di altre preziose risorse.

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I tentativi di riforma, iniziati nel 1958,1- hanno oscillato fra la centralizzazionedelle decisioni e la loro delega ai dirigentilocali. Il punto centrale della riforma cheha avuto inizio nel 1979 sta nell'accresciu-ta autonomia dei dirigenti delle impreseche li mette in grado di elaborare i propripiani di produzione, secondo le linee fissa-te dal piano nazionale e in risposta alleesigenze del mercato. Anche se le impresesono tuttora tenute al raggiungimento de-gli obiettivi di produzione fissati dallo sta-to, esse sono ora autorizzate a commercia-re la loro produzione e a provvedere aipropri acquisti. Salvo il caso di certi beni aprezzi imposti, un certo grado di flessibilitànella determinazione dei prezzi viene con-sentito, il che stimola la concorrenza fra leimprese, non solo per quanto riguarda iprezzi, ma anche per quanto riguarda imiglioramenti tecnologici e di gestione. Leimprese hanno ora una contabilità indi-pendente e sono tenute responsabili deiloro profitti e delle loro perdite, mentresono autorizzate a trattenere una percen-tuale dei profitti che possono usare perinnovazioni, ristrutturazioni o espansioni,nonché per premi e incentivi in denaro alpersonale dirigente e ai lavoratori, il cuiinteresse viene così coinvolto nell'anda-mento, positivo o negativo, dell'azienda.

Sia pure entrd il quadro della politica edelle regole stabilite, le aziende avranno ildiritto di assumere e licenziare il persona-le. Con la precedente politica della «cio-tola di riso» ai lavoratori veniva invecegarantito il diritto al posto di lavoro indi-pendentemente dai risultati. Le aziendepossono ora anche stabilire le retribuzioniai lavoratori e al personale sulla base delprincipio «a ciascuno secondo il suo lavo-ro» che lega il salario individuale al con-tributo fornito dall'individuo stesso.

La rimozione delle barriere artificialiimposte dagli organi governativi permet-te alle aziende di entrare in cooperazionele une con le altre e anche di formareaziende miste là dove sia conveniente. Inarmonia con la loro crescente autonomiale aziende vengono spinte a democratiz-zare la loro gestione, dando al personaledirigente e ai lavoratori la possibilità didiventare i veri «padroni». Anche nellecomuni rurali viene incoraggiata l'auto-nomia di gestione. Lo stato non cerca piùdi imporre piani di produzione, ma fa levapiuttosto sulle sue politiche di acquisto edi determinazione dei prezzi per assicura-re il raggiungimento degli obiettivi fissatidai piani. Ogni comune è libera di esami-nare i piani statali e di decidere che cosaprodurre e come procedere, purché ciò

corrisponda ai suoi impegni nei confrontidel piano di acquisti statale.

La nuova formula di gestione dell'eco-nomia nazionale che sta emergendo com-bina dunque la regolazione attraverso lapianificazione con quella attraverso ilmercato, anche se la prima è quella domi-nante. Vengono collegate l'iniziativa nel-la gestione delle aziende e la pianificazio-ne economica nazionale. Il sistema è uni-ficato, ma non rigido, flessibile, ma noncaotico. Inevitabilmente alcune impreseindustriali e alcune comuni, brigate esquadre sopravanzeranno le altre in pro-sperità. Ma queste persone e queste unitàeminenti fungeranno da modelli, spin-gendo le altre unità e i membri delle stessea marciare insieme sulla strada dellacomune ricchezza.

Un aspetto significativo della nuovasvolta nella strategia di sviluppo econo-mico nazionale è la decisione di utilizzarecapitali e tecnologie avanzate provenientidall'estero. Nei suoi primi anni la Repub-blica Popolare Cinese si vide sottoposta ablocchi e restrizioni commerciali da partedelle nazioni occidentali. Per un lungoperiodo il commercio estero non potè svi-lupparsi. Ancora nel 1978 esso era arriva-to solo a 35,5 miliardi di yuan, non più del6 per cento del valore lordo della produ-

zione industriale e agricola del paese.L'acquisizione di tecnologie dalle nazionioccidentali cominciò all'inizio degli annisettanta, ma su scala limitata, e il suo vo-lume non si espanse fino agli anni settan-ta. L'anno scorso, nella seconda sessionedel Quinto congresso nazionale popolare,il Presidente Hua Quofeng ha chiesto chevenga data una nuova spinta all'introdu-zione di tecnologie estere, all'utilizzazio-ne di capitale straniero e all'incrementodelle esportazioni.

Ia Cina, essendo un paese così grande,

ed essendo impegnata in un rapidosviluppo, continuerà a basarsi principal-mente sulla propria volontà di indipen-denza e sulla fiducia in se stessa, ma cer-cherà anche di acquisire e introdurre se-lettivamente dall'estero le tecnologieavanzate e gli impianti moderni di cui habisogno urgente. Da questo punto di vi-sta la Cina non farà altro che conformarsiai precedenti storici che mostrano comein tutte le nazioni del mondo lo sviluppoeconomico e tecnologico abbia seguito ilcammino dello scambio economico congli altri paesi e del reciproco trasferimen-to di tecnologie. Partendo dalla com-prensione delle reali esigenze del paese,scienziati e progettisti insieme studieran-

no, assimileranno e si impadronirannodelle tecnologie estere avanzate allo sco-po di sviluppare il proprio potenzialecreativo onde raggiungere e superare ilpiù presto possibile i livelli internazionalipiù avanzati.

Oltre a dare il suo benvenuto alle tec-nologie straniere, il governo cinese ha in-vitato il capitale straniero a svolgere unsuo ruolo nello sviluppo del paese. Ci siaspetta che con queste misure le entratederivanti dal commercio estero del paesepossano aumentare più rapidamente,consentendo di pagare i costi delle tecno-logie importate. La legge sulle impresemiste pubblicata lo scorso anno concedericonoscimento giuridico a tali impresenel nostro paese e assicura adeguata pro-tezione ai legittimi interessi degli investi-tori stranieri.

Il problema più serio al quale si trovadi fronte lo sviluppo economico dellaCina costituisce anche, come è già statoosservato sopra, una misura del progres-so raggiunto dal paese in tale sviluppo.Parliamo del problema della popolazio-ne. Un rapido aumento della popolazio-ne, come abbiamo visto, può creare gros-se difficoltà per quanto riguarda l'espan-sione della produzione, il miglioramentodel tenore di vita popolare, la sicurezza

dell'impiego e la diffusione e il poten-ziamento della cultura e dell'istruzione.Per molto tempo non ci siamo resi contopienamente della serietà di questo pro-blema e in materia di popolazione nonabbiamo avuto altra politica chiara all'in-fuori di quella del «giù le mani». Untempo l'auspicare forme di controllo del-le nascite veniva bollato come maltusia-no e si diceva anche che più numerosieravamo tanto meglio era.

L'enorme aumento della popolazioneun anno dopo l'altro ha gravato di unpesante fardello l'economia nazionale eha reso più acuto il contrasto fra esigenzedi consumo e accumulazione di capitaleper investimenti. Fra il 1953 e il 1978 lespese complessive di consumo per l'interapopolazione nazionale sono cresciute di2,8 volte, ma nello stesso tempo la popo-lazione è cresciuta di due terzi. Dell'in-cremento annuo delle spese di consumo il58 per cento è andato per il mantenimen-to della popolazione aggiunta e solo il 42per cento per il miglioramento del livellodi consumo della popolazione preesisten -te. Dal 1949 sono nati 600 milioni dibambini. Le spese per l'allevamento diqueste centinaia di milioni di bambinihanno richiesto più di un bilione di yuan,cioè circa il 30 per cento del reddito na-

Questa veduta panoramica di un importante complesso siderurgiconello Yunnan meridionale mostra sia gli stabilimenti sia i blocchi di case

operaie costruite lungo la ripida riva del fiume. Si tratta del complessoPan Zhihua vicino a Wenshan nella regione autonoma Miao dello

Yunnan. Il fiume è il Panlung, un affluente del Fiume Rosso (Vietnamdel Nord). La produzione nazionale di ghisa e di acciaio nel 1979 è stata

rispettivamente di 36,7 e di 34,5 milioni di tonnellate, con un aumentopercentuale rispetto al 1978 del 5,6 per la ghisa e dell'8,5 per l'acciaio.

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I raccoglitoriper il 1980.

Questi raccoglitori corrispondono ai volumi XXIV e XXV della rivista,e rispettivamente ai fascicoli da gennaio (n. 137) a giugno (n. 142)

e da luglio (n. 143) a dicembre (n. 148).Sono ancora disponibili i raccoglitori dal Vol. XVI al XXIII, e dei raccoglitori

non numerati appositamente approntati per sostituire i primi quindici esauriti.

I raccoglitori si possono richiedere direttamente all'editoreusando l'apposita cartolina allegata alla rivista e unendo il relativo importo;

gli ordini infatti vengono evasi solo a pagamento avvenuto.

I raccoglitori si trovano anche presso i seguenti punti di vendita :

BOLOGNA: Libreria Parolini - Via U. Bassi 14FIRENZE: Libreria Marzocco - Via De' Martelli 22/R

MILANO: Le Scienze S.p.A. - Via Victor Hugo 2NAPOLI: Libreria Guida A. - Via Port'Alba 20/21

PADOVA: Libreria Cortina - Via F. Marzolo 4PALERMO: Libreria Dante - Quattro Canti di CittàROMA: Claudio Aranci - Viale Europa 319 (EUR)

TORINO: Libreria Zanaboni - C.so Vittorio Emanuele 41

Ogni raccogiR, 2.600

zionale complessivo degli anni successivialla liberazione.

Queste cifre spiegano l'attenzione cheora viene dedicata in Cina ai problemi dicontrollo dell'aumento della popolazio-ne. Grazie agli sforzi degli ultimi diecianni il tasso di aumento della popolazioneè già sceso al 12 per mille. Il programma èora di arrivare a una «crescita zero dellapopolazione» in due fasi: riduzione deltasso di aumento al 5 per mille entro il1985 e a zero entro l'anno 2000.

I 1 programma di riduzione dell'aumento)di popolazione prevede forme di istru-

zione popolare insieme alla pianificazio-ne familiare e a misure economiche quali,da un lato, ricompense materiali per colo-ro che aderiscono alle regole della pianifi-cazione familiare e, dall'altro, penalitàper coloro che non le seguono. Le nuovecoppie vengono esortate a non avere piùdi un bambino: dei bambini che nasconoogni anno il 30 per cento è infatti rappre-sentato da bambini dal terzo in sù perfamiglia. Se il numero di tali bambini ve-nisse ridotto a metà la crescita della popo-lazione potrebbe scendere a meno deldieci per mille, e a meno del sette permille se il numero di bambini nuovi natidal terzo in sù per famiglia si riducesse azero. Se l'intera nazione riuscirà a osser-vare la regola del «solo bambino» (equindi se d'ora in avanti non vi fossero piùfamiglie con più bambini) il tasso di cre-scita della popolazione raggiungerà il li-vello zero nell'anno 2000. La popolazio-ne cinese complessiva sarà allora vicinaagli 1,2 miliardi. Visto il successo dellemisure di controllo dell'aumento dellapopolazione in talune province e in cittàcome Pechino e Shanghai questo risultatosembra possibile.

La lezione più importante che da 30anni di esperienza viene al nostro paeseè che l'azione deve basarsi su leggi eco-nomiche obiettive. Come ha affermatorecentemente il vicepresidente DengXiao Ping «noi abbiamo pagato il nostronoviziato e abbiamo sofferto un po', maquello che conta è che stiamo accumu-lando esperienza e cominciando a otte-nere risultati».

La formula delle quattro modernizza-zioni definisce il programma destinato apermettere l'affermazione della Cinacome potenza socialista entro i prossimidue decenni. Il nostro paese, con la sualunga storia, la sua estensione territorialenel continente asiatico e la sua numerosapopolazione, è già una potenza mondia-le. In termini di tenore di vita della popo-lazione siamo però solo all'inizio delcammino verso la ricchezza e ci troviamoqualche lunghezza dietro le nazioni eco-nomicamente sviluppate. Internamentenoi abbiamo ora una situazione politicastabile e unificata, mentre la situazioneinternazionale non ci è mai stata cosìfavorevole. Entro la fine del secolo lo svi-luppo economico della Cina dimostrerà,dal punto di vista della quantità, dellaqualità e della potenza, la superiorità delsistema socialista nel governo degli affariumani.