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i Quaderni del Consumatore Servizio di Tutela del Consumatore Camera di Commercio di Ancona Piazza XXIV Maggio, 1 60124 Ancona Tel. 071/5898250-360 Fax 071/5898255 [email protected] www.an.camcom.it 4 progetto grafico: LE ETICHETTE ECOLOG ICHE

i Q ua de r ni d el C on sum ator e - Camera di Commercio ... Ecologiche.pdf · ambientale del pianeta, all’emergenza energetica, al problema dei ri-fiuti, agli aspetti etici e

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i Quaderni del Consumatore

Servizio di Tutela del ConsumatoreCamera di Commercio di AnconaPiazza XXIV Maggio, 160124 AnconaTel. 071/5898250-360Fax 071/[email protected]

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LE ETICHETTEECOLOG ICHE

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Indice

Presentazione 7

1. Acquistare pensando alla sostenibilità 9

2. Acquisti Verdi e Pubbliche Amministrazioni 10

3. Etichettatura ambientale 14

4. Etichetta energetica 17

5. Etichette dei prodotti tossici e pericolosi 30

6. Marchi di prodotto più diffusi 34

7. Marchi per lo smaltimento dei prodotti 47

8. Altri simboli ambientali 54

9. Agricoltura Biologica 56

10. Sistemi di gestione ambientale 58

11. Marchi e certificazioni sociali 60

Indirizzi utili 62

Glossario 64

Le etichette ecologiche

Si ringrazia per la collaborazionel’Avv. Giulia Fesce del Foro di Ancona

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Presentazione

Negli ultimi anni grazie all’impegno di molti, istituzioni pubbliche eprivate, organizzazioni nazionali ed internazionali, è progressivamen-te aumentata l’informazione del consumatore rispetto alla situazioneambientale del pianeta, all’emergenza energetica, al problema dei ri-fiuti, agli aspetti etici e sociali legati alla produzione e all’estrazionedi materie prime; di pari passo il consumatore ha acquistato consape-volezza circa l’interdipendenza tra le attività che ciascuno dei prota-gonisti dell’ambiente pone in essere e quindi anche del proprio ruoloin un progetto globale di sostenibilità, intesa come quello stile di vi-ta e di consumo che rispetta e protegge, in un’ottica di benessere an-che futuro, ecosistemi e risorse naturali; il consumatore è anche sem-pre più conscio del fatto che attraverso le sue preferenze di acquisto puòpenalizzare e così scoraggiare le pratiche aziendali che purtroppo anco-ra in troppe zone del mondo fondano i loro profitti e successi su meto-di produttivi non etici, come il lavoro nero o quello minorile. Poiché alla base di ogni scelta deve esserci una conoscenza che accom-pagna la maturazione delle proprie convinzioni, lo scopo di questoQuaderno è proprio quello di aumentare ancora il livello di informa-zione dell’utente finale per quel che riguarda tutti i possibili messag-gi legati alla sostenibilità e alla responsabilità sociale che egli può in-contrare allorché si imbatte in ciascun singolo prodotto sullo scaffaledi un supermercato o in un qualunque altro esercizio commerciale,così come nelle etichette o negli imballaggi.La Camera di Commercio di Ancona è impegnata da anni nella pro-mozione di buone pratiche che valorizzano il territorio ed il sistemaproduttivo locale nel segno della sostenibilità. Nel 2007 ha redatto ilBilancio Sociale e nel 2008 è stato il primo Ente camerale ad ottene-re la Registrazione EMAS. Quest’anno ha conseguito l’importante tra-guardo di produrre un unico documento di rendicontazione, “Il Bi-lancio di Sostenibilità”, che riporta tutte le informazioni relative al-l’aggiornamento del Bilancio Sociale e, per la prima volta, tutte le in-formazioni relative alla gestione ambientale dell’Ente che andranno acostituire la prossima Dichiarazione Ambientale.

Le etichette ecologiche

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La Camera di Commercio di Ancona sostiene, infatti, che alle politi-che attive per la promozione dello Sviluppo Sostenibile debba corri-spondere un sempre più forte adeguamento delle politiche gestionalidell’organizzazione camerale, nonché delle attività istituzionali di co-municazione e di rendicontazione delle performance secondo la logi-ca del “buon esempio”.In quest’ottica, questa pubblicazione si inserisce nel quadro delle ini-ziative realizzate con l’obiettivo di sensibilizzare il territorio sui temidello sviluppo sostenibile: con il Quaderno l’Ente camerale vuole met-tere a disposizione uno strumento di informazione pratico e utile alconsumatore che voglia essere attore responsabile della tutela del “be-ne ambiente”, sia per il proprio immediato benessere, sia per quellofuturo della collettività.

Ancona, dicembre 2010Il Presidente

RRooddoollffoo GGiiaammppiieerrii

i Quaderni del Consumatore

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1. Acquistare pensando alla sostenibilità Le scelte quotidiane di consumo sono l’opportunità che ogni singoloutente ha di offrire il proprio contributo alla tutela dell’ambiente e al-la salvaguardia delle fonti energetiche. Ognuno di noi, nello svolgi-mento delle piccole azioni quotidiane, può adottare com-portamenti rispettosi dell’ambiente e delle risorsenaturali, così come può decidere di orientarele proprie scelte di acquisto di beni e servi-zi verso quei prodotti che sono caratterizza-ti da un minore impatto ambientale, cioè unminore effetto dannoso sulla salute umana esull’ambiente rispetto ad altri funzionalmen-te equivalenti, oltre che da un certo grado eti-co. Proprio in tal senso si parla di ‘AcquistiVerdi’, un’espressione che unisce le scelte diacquisizione “ecologiche” poste in essere tan-to da soggetti privati, quanto da Enti pubblici,per questi ultimi con le prescrizioni e le limita-zioni imposte dall’ordinamento (vedi paragrafosuccessivo).Quindi, cosa consumare, come consumarlo e come chiudere il ciclodel consumo mediante la gestione del rifiuto: è facile capire quali equante occasioni abbia ogni utente per rendersi attore fondamentaledella sostenibilità, intesa come “l’utilizzo di beni e servizi che rispon-dono alle esigenze fondamentali e determinano una migliore qualità del-la vita, minimizzando l’uso delle risorse naturali, dei materiali tossici,della produzione di rifiuti e di sostanze inquinanti durante il ciclo di vi-ta, in modo da non sconvolgere le esigenze delle generazioni future” (Ta-vola Rotonda di Oslo, 1994, vedi Quaderno del Consumatore n.1 “IlConsumo Sostenibile”). Sebbene scopo ultimo del consumo sostenibile sia il benessere degliecosistemi in un’ottica di salvaguardia generale e futura del pianeta,va ricordato che spesso alle scelte consapevoli e critiche dal punto divista ambientale si accompagna un miglioramento delle condizioni divita immediato (ad esempio mediante un’alimentazione più sana), unrisparmio economico (ad esempio attraverso la gestione oculata e ra-zionale degli impianti domestici di riscaldamento ed elettrico) e nes-suna perdita in termini di efficacia e di risultato (poiché i prodotti“ecologici” non comportano un abbattimento delle prestazioni).

Le etichette ecologiche

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2. Acquisti Verdi e Pubbliche Amministrazioni Un settore specifico degli Acquisti Verdi è costituito da quelli effettua-ti dalla Pubblica Amministrazione, nel rispetto del c.d. green publicprocurement (GPP), fondamentale strumento di politica ambientale,definito dalla Commissione Europea come “l’approccio in base al qua-le le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte lefasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie am-bientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attra-verso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il mi-nore impatto possibile sull’ambiente lungo l’intero ciclo di vita”.La domanda pubblica rivolta a prodotti ecologici può favorire lo svi-luppo sostenibile se si considerano i volumi di spesa che sono in gio-co, dal momento che, stando alle stime della Commissione Europea,la spesa pubblica nei Paesi membri per beni, servizi e lavori ammon-ta annualmente a circa il 16% del PIL e secondo i dati ISTAT a livelloitaliano la spesa di Stato, Regioni, Province e Comuni, solo per acqui-sti di beni e servizi, ammonta a circa 50 miliardi di euro. Ma non ètutto. Pratiche di questo tipo poste in essere dagli Enti pubblici pos-sono provocare nel sistema produttivo un assai benefico effetto leva,orientando il mercato verso la qualità ambientale. La Pubblica Ammi-nistrazione, oltre a rappresentare per la collettività il primo indice del-l’evoluzione normativa, può determinare le tendenze, offrendo alleaziende “verdi” occasioni vantaggiose e così stimolando tutte le im-prese ad una competitività basata anche sugli standard ambientali.

A livello europeo essenziali riferimenti legislativi in ambito diAcquisti Verdi sono, oltre al Libro Verde sulla politica inte-grata relativa ai prodotti, la Direttiva 2004/18/CE del Par-lamento e del Consiglio Europeo 31 marzo 2004 “relativa

al coordinamento delle procedure di aggiudi-cazione degli appaltipubblici di lavori, di

forniture e di servizi”(modificata dal Regola-

mento 1177/2009/CE e dal-la Direttiva 2009/81/CE) e la

Comunicazione sugli acquistipubblici per un ambiente migliore n.

400 del 16 luglio 2008.

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Libro Verde sulla politica integrata relativa ai prodotti

Direttiva 2004/18/CE delParlamento e del ConsiglioEuropeo 31 marzo 2004modificata dalRegolamento1177/2009/CE e dallaDirettiva 2009/81/CE

Comunicazione sugliacquisti pubblici per unambiente migliore n. 400del 16 luglio 2008

Propone una strategia intesa a rafforzare e riorientarele politiche ambientali concernenti i prodotti per pro-muovere lo sviluppo di prodotti ecologici

Punti cardine della Direttiva n.18/2004 sono l’art. 23,che prevede la possibilità di inserire nell’oggetto del-l’appalto caratteristiche ambientali in termini di pre-stazioni o requisiti funzionali facendo riferimento adeco-etichettature (seppur a determinate condizioni ecioè: pertinenza all’oggetto dell’appalto, elaborazionecon criteri scientifici, adozione con il coinvolgimentodelle parti interessate, accessibilità alle parti interes-sate), e l’art. 53 che, fra i criteri di aggiudicazione,ammette il riferimento alle caratteristiche ambientaliper stabilire capacità tecniche e professionali di unoperatore economico.

La Comunicazione n. 400/2008 della Commissione alParlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Etico eSociale Europeo e al Comitato delle Regioni ha introdot-to indicatori e parametri da applicare alle gare d’appal-to del settore pubblico aventi lo scopo di migliorare l’ef-ficienza energetica e ambientale dei prodotti e stimo-larne l’utilizzo da parte dei consumatori. Entro la finedel 2010 il 50% delle gare d’appalto per dieci settoriprioritari dovrà rispettare criteri comuni di GPP basatisu marchi ecologici nazionali ed europei e su informa-zioni provenienti dall’industria e dalla società civile; isettori di riferimento sono: costruzione (dall’approvvi-gionamento di materie prime, alla scelta di prodotti,impianti, all’esecuzione, alla manutenzione, allo sman-tellamento), servizi alimentari e di ristorazione, traspor-ti e servizi di trasporto, energia (elettrica, riscaldamen-to, refrigerazione), macchine da ufficio e PC, abbiglia-mento e prodotti tessili, carte e servizi tipografici, arre-di, prodotti e servizi di pulizia, attrezzature sanitarie.

A livello nazionale già a partire dagli anni ‘90 si sono moltiplicati gliinterventi legislativi a protezione delle questioni energetiche e am-bientali nell’ambito degli acquisti pubblici. Nella tabella che segue so-no elencati i provvedimenti che regolano gli acquisti verdi della Pub-blica Amministrazione nel nostro Paese.

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Accogliendo l’indicazione contenuta nella Comunicazione della Com-missione europea “Politica integrata dei prodotti, sviluppare il con-cetto di ciclo di vita ambientale” (COM 302/2003) e sulla base dellalegge n. 296/2006 (Finanziaria 2007) il Ministero dell’Ambiente e del-la Tutela del Territorio e del Mare ha elaborato il “Piano d’azione perla sostenibilità ambientale dei consumi della Pubblica Amministrazio-ne” ((cc..dd.. PPiiaannoo dd’’AAzziioonnee NNaazziioonnaallee GGPPPP,, oo PPAANN GGPPPP)).Il Piano, adottato con il Decreto Interministerialen.135 dell’11 aprile 2008, ha l’obiettivo di fornireun input agli enti pubblici per massimizzare la dif-fusione del GPP con i conseguenti benefici am-bientali, economici e finanziari. Il PAN agi-sce fornendo un quadro generale sul GreenPublic Procurement, definendo degli obiet-tivi di miglioramento ambientale (consi-stenti in risparmio energetico, riduzione deirifiuti e riduzione dell’uso di sostanze perico-lose), indicando le categorie di beni e servizi incui l’intervento deve essere considerato priorita-rio (che sono arredi, edilizia, gestione dei rifiuti, servizi urbani eal territorio, servizi energetici, elettronica, prodotti tessili e calzature,cancelleria, ristorazione, servizi di gestione degli edifici, trasporti), iden-tificando dei criteri “ecologici” minimi, fornendo delle specifiche pre-scrizioni per gli enti pubblici, che sono chiamati a:1) effettuare un’analisi dei propri fabbisogni con l’obiettivo di razio-nalizzare i consumi e favorire il decoupling (cioè la dissociazione trasviluppo economico e degrado ambientale);2) identificare le funzioni competenti per l’attuazione del GPP coin-volte nel processo di acquisto;3) redigere uno specifico programma interno per implementare le azio-ni in ambito GPP. Il Piano prevede infine un monitoraggio annuale per verificare il gradodi penetrazione del GPP e l’applicazione corretta del PAN stesso, convalutazione dei benefici ambientali ottenuti e individuazione delle azio-ni di formazione e divulgazione da svolgere sul territorio nazionale.

i Quaderni del Consumatore Le etichette ecologiche

D. Lgs. n. 22/1997

D.M. del 27 marzo 1998

Legge n. 443/2001

Legge n. 448/2001

D.M. n. 203/2003

D. Lgs. n. 163/2006

Ha stabilito l’adozione di misure ad ampio raggio, mirate afavorire sviluppo di tecnologie pulite, promozione di stru-menti economici ed eco-bilanci, analisi di ciclo di vita deiprodotti, azioni di informazione e sensibilizzazione dei pro-dotti, immissione sul mercato di prodotti che riducano laproduzione di rifiuti, in particolare tossici, determinazionedi condizioni d’appalto che valorizzino competenze tecni-che in materia di prevenzione della produzione di rifiuti; haaltresì introdotto una norma specifica sull’utilizzo di cartariciclata negli uffici pubblici.

Ha obbligato le amministrazioni dello Stato impegnate nelrinnovo annuale del parco macchine a scegliere autoveicoli“ecologici” (elettrici, ibridi, alimentati a gas naturale o dotatidi dispositivo per l’abbattimento di emissioni inquinanti).

Ha imposto agli uffici pubblici l’acquisto di manufatti inplastica riciclata per almeno il 40% del proprio fabbisogno.

Ha imposto l’acquisto di pneumatici riciclati per almeno il20% del fabbisogno.

Ha fissato parametri destinati alle Regioni (la cui compe-tenza specifica per materia nel settore è stata definitiva-mente fissata dal D. Lgs. n. 152/2006) per l’adozione didisposizioni destinate agli enti pubblici e alle società conprevalente capitale pubblico per garantire che venganoscelti per almeno il 30% di quanto necessario nel corsodell’anno prodotti realizzati con materiale riciclato. Perdare attuazione a questo decreto il Ministero dell’Ambientee della Tutela del Territorio e del Mare ha emanato otto cir-colari finalizzate all’individuazione delle caratteristiche deimateriali riciclati a seconda del settore di riferimento (tes-sile e abbigliamento, plastica, carte, legno e arredo,ammendanti, edile e stradale, gomma, oli minerali usati).

All’art.2, comma 2, ha stabilito che “Il principio di econo-micità può essere subordinato, entro i limiti in cui siaespressamente consentito dalle norme vigenti e dal pre-sente codice, ai criteri, previsti dal bando, ispirati a esigen-ze sociali, nonché alla tutela della salute e dell’ambiente ealla promozione dello sviluppo sostenibile”.

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Le eettiicchheettttee aammbbiieennttaallii ddii ttiippoo II sono assegnate da organismi di par-te terza, pubblici o privati, indipendenti dal produttore; si basano sucriteri sviluppati tenendo conto di tutte fasi del ciclo di vita del pro-dotto (Life Cycle Assessment - LCA) che fissano dei valori soglia e li-miti prestazionali da rispettare, la cui conformità è appunto certifica-ta dall’organismo preposto. Le procedure legate al riconoscimento diqueste etichette sono - come si è detto - volontarie, prevedono sche-mi di operatività trasparenti e predeterminati per ogni categoria diprodotto, la consultazione delle parti interessate, sono accessibili atutti i potenziali richiedenti, sono sviluppate su basi scientifiche.

Le eettiicchheettttee aammbbiieennttaallii ddii ttiippoo IIII sono realizzate da produttori, im-portatori o distributori dei prodotti, che riportano “autodichiarazio-ni” e simboli di valenza ambientale su prodotti, imballaggi o materia-le informativo e pubblicitario, non convalidati né certificati da orga-nismi indipendenti (self declared environmental claims). Generalmen-te questo tipo di informazioni ambientali sono relative a singoli aspet-ti ambientali del prodotto: contenuto di materiale riciclato, tossicità,biodegradabilità, assenza di sostanze dannose per l’ambiente. Il fattoche non vi sia una certificazione ufficiale da una parte terza, non si-gnifica che queste etichette non debbano avere dei requisiti di atten-dibilità e serietà nei riguardi del consumatore e dell’utenza in genere;infatti secondo lo standard ISO 14021 queste etichette devono conte-nere dichiarazioni non ingannevoli, verificabili (ad esempio la docu-mentazione relativa alle qualità ambientali dichiarate deve essere re-sa disponibile a richiesta), specifiche e chiare, non soggette ad erroridi interpretazione; quindi non devono essere utilizzate asserzioni am-bientali vaghe o non specifiche, come “sicuro per l’ambiente”, “noninquinante”, “amico della natura”, ecc…

La DDiicchhiiaarraazziioonnee AAmmbbiieennttaallee ddii PPrrooddoottttoo, conosciu-ta anche con la sigla DAP o EPD (Environmental Pro-duct Declaration), è il documento che contiene le in-formazioni (oggettive, confrontabili e credibili) rela-

tive alla prestazione ambientale dell’intero ciclo di vita di prodotti eservizi; ha carattere informativo e riguarda tutti gli aspetti ambienta-li e gli impatti potenziali: concezione, fabbricazione, utilizzazione, smal-timento. L’etichetta può essere apposta a qualsiasi prodotto e prevedeuna verifica e convalida da parte di organismi terzi accreditati, che ga-rantiscono la credibilità e veridicità delle informazioni contenute nelladichiarazione. L’obiettivo di questa certificazione è quello di fornire al

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3. Etichettatura ambientale La maggior consapevolezza del consumatore di oggi de-gli effetti sull’ambiente provocati dalla società e dallo sti-le di vita delle popolazioni si traduce in molti casi in unaconcreta volontà di porre in essere corrette scelte di consu-mo che possano contribuire a salvaguardare gli ecosistemi. Di fondamentale aiuto per l’utente che voglia acquista-re perseguendo la sostenibilità sono le informazionifornite dai vari sistemi di certificazione e di etichet-tatura che accompagnano i prodotti. Si parla a que-sto proposito di mmaarrcchhiioo eeccoollooggiiccoo (o etichetta am-bientale o etichetta ecologica o eco-etichetta) per in-dicare quel marchio applicato su un prodotto, su unimballaggio o su un servizio che fornisce informazio-ni sulla sua performance ambientale complessiva(quindi rispetto all’intero ciclo di vita) o su uno o piùaspetti ambientali specifici (origine della materia pri-ma, riciclabilità, ecc…). Le etichette ambientali svolgono quindi un duplice ruo-lo fondamentale nel mercato e nell’ottica della sostenibilità: da un la-to orientano la domanda verso beni e servizi a impatto ambientale ri-dotto, dall’altro forniscono un riconoscimento per quelle aziende chesi indirizzano verso scelte di produzione “virtuose” e che possono co-sì offrire garanzia delle qualità ambientali dei propri prodotti, acqui-sendo un vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti. Alcuni sistemi di etichettatura sono obbligatori e riguardano princi-palmente gli elettrodomestici (etichetta energetica, vedi par. 4), i pro-dotti pericolosi e tossici (vedi par. 5) e gli imballaggi; altri sono adadesione volontaria, con differenti gradi di attendibilità per l’utentefinale, in base soprattutto all’esistenza o meno di un organismo terzoed imparziale che verifichi il superamento di standard qualitativi pre-stabiliti. Secondo la norma ISO 140201, le eco-etichette di natura vo-lontaria si possono classificare in tre tipologie:- Etichette di Tipo I - ISO 14024- Etichette di Tipo II - ISO 14021: Autodichiarazioni ambientali- Etichette di Tipo III - ISO 14025: Dichiarazioni Ambientali di Prodotto

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1 La sigla ISO identifica una serie di standard internazionali legati alla gestione ambientale delle organizzazioni; si tratta di stan-dard di vario tipo, certificabili, su base volontaria, da un organismo di certificazione accreditato. Si veda a questo proposito ilparagrafo 10.

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4. Etichetta energeticaPer utilizzare gli elettrodomestici le famiglie consumano miliardi di chi-lowattora (kWh) di energia elettrica, tonnellate di acqua e liberano nel-l’atmosfera milioni di tonnellate di anidride carbonica. Queste informa-zioni sono sufficienti a farci comprendere come sia dovere di tutti ri-durre per quanto possibile consumi ed emissioni, tanto per incomin-ciare scegliendo gli elettrodomestici che hanno le migliori prestazioni. Recependo la legislazione europea (Direttiva 92/75/CEE), in Italia dal1998 è stato introdotto l’oobbbblliiggoo ddeellll’’eettiicchheettttaattuurraa eenneerrggeettiiccaa per fri-goriferi e congelatori (sempre se ad alimentazione elettrica), dal 1999per le lavatrici, dal 2000 per le lavastoviglie, dal 2002 per le lampade aduso domestico e dal 2003 per i forni elettrici e i condizionatori.Lo scopo dell’etichettatura energetica è quello di informare gli utenticirca il consumo di energia degli apparecchi, per consentirne un impie-go più razionale e di conseguenza incentivare il risparmio e ridurre leemissioni inquinanti. L’etichetta deve essere ben visibile davanti o so-pra l’apparecchio esposto al pubblico, proprio per consentire un con-fronto migliore fra i vari modelli. Le categorie di efficienza energeticasono rappresentate da sette frecce di lunghezza crescente e di colori di-versi, ciascuna associata ad una lettera dell’alfabeto: più la freccia è cor-ta, più la classe di efficienza del lavaggio è alta, minore è il consumo.

freccia corta - lettera Acolore verde consumi bassi

freccia lunga - lettera Gcolore rossoconsumi alti

Le frecce intermedie indicano ovviamente situazioni intermedie e in scala progressiva.

Nel giugno 2010 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unio-ne Europea ed è entrata in vigore la Direttiva 2010/30/UE del Parla-mento Europeo e del Consiglio concernente “Indicazione del consumodi energia e di altre risorse dei prodotti connessi all’energia, mediantel’etichettatura ed informazioni uniformi relative ai prodotti”; gli Statimembri avranno tempo per recepire la Direttiva fino al 20 luglio 2011.

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consumatore le basi per un confronto tra servizi e prodotti funzional-mente equivalenti, così da incentivare anche le aziende che perseguo-no lo sviluppo sostenibile a porre in essere procedimenti produttivi sem-pre più efficienti da un punto di vista ambientale.Sebbene non vi sia a livello internazionale un protocollo condiviso peri contenuti di una DAP, normalmente vi si trovano le seguenti infor-mazioni:- descrizione dell’azienda e del servizio o prodotto oggetto della di-chiarazione;- dichiarazione della presentazione ambientale del prodotto o servi-zio: è la parte cruciale della DAP, poiché qui l’azienda comunica alpubblico il profilo ambientale del prodotto, attraverso quei parametrie quei risultati la cui veridicità sarà poi garantita dall’ente di certifica-zione;- informazioni aggiuntive provenienti dall’azienda (circa le modalitàper un uso ecologicamente corretto del prodotto o per il suo appro-priato smaltimento);- informazioni provenienti dall’ente di certificazione, che garantisceche la valutazione sul ciclo di vita del prodotto che è alla base dellaDAP corrisponde a verità.

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Il provvedimento in oggetto amplia il campo di azione della vecchia Diret-tiva 92/75/CEE includendo tutti i prodotti il cui utilizzo incide sul consu-mo energetico, quali, ad esempio, non solo televisori, lettori cd e dvd ecc...ma anche finestre isolanti, porte esterne. Secondo quanto previsto dall’art.5 della Direttiva gli Stati membri devono garantire che i fornitori che im-mettono in servizio determinati prodotti forniscano una scheda ed un’eti-chetta conformi a quanto previsto dalla normativa; inoltre essi devono for-nire una documentazione tecnica sufficiente ed idonea a valutare l’esattez-za dei dati che figurano su etichetta e scheda e tale documentazione va te-nuta a disposizione per un periodo di cinque anni dalla data di fabbricazio-ne dell’ultimo prodotto fabbricato, al fine di consentire le verifiche da par-te delle autorità di sorveglianza del mercato degli Stati membri e della Com-missione. La Direttiva prevede anche che la scala identificativa delle etichet-te, da A a G (vedi infra), sia integrata da tre nuove classi: A+, A++, A+++ inaggiunta alla classe A. Le etichette energetiche, pur essendo di vario tipo aseconda del prodotto, presentano la medesima veste grafica e sono diviseper settori. Sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 30 novembre2010 sono stati pubblicati i quattro Regolamenti che ridefiniscono i con-tenuti delle nuove etichette energetiche per alcuni elettrodomestici, ed inparticolare lavatrici (Regolamento n. 1061/2010), lavastoviglie (Regolamen-to n. 1059/2010), apparecchi per la refrigerazione -frigoriferi, congelatori efrigocongelatori (Regolamento n. 1060/2010) e televisori (Regolamento n.1062/2010). Per comprendere meglio il significato di numeri, simboli e si-gle presenti partiamo con l’esame completo dell’etichetta di una lavatrice.

ETICHETTA ENERGETICA DI UNA LAVATRICE

Attualmente l’etichetta energetica di una lavatrice ha la seguente strutturaed i contenuti di seguito specificati. Il settore 1 identifica l’apparecchio conil marchio del costruttore e il nome del modello. Il settore 2 riporta unascala di riferimento per le categorie di efficienza energetica. Un prodottoviene considerato più efficiente di un altro quando, a parità di prestazioni(in questo caso pulizia del bucato), consuma meno energia. Oggi non siproducono più lavatrici appartenenti alle classi E, F e G (ma se ne posso-no trovare comunque di vecchie in commercio). In questo spazio può es-sere riportato anche il marchio Ecolabel. Nel settore 3 si trova il consumodi energia espresso in kWh per ciclo di lavaggio. Il settore 4 indica la clas-se di efficienza del lavaggio con lettere che vanno dalla A (efficienza mas-sima, cioè maggiore pulito), alla G (efficienza minima, cioè meno pulito).Nel settore 5 si trova la classe di efficienza della centrifugazione con lette-re che vanno da A (efficienza massima, cioè meno acqua residua nel bu-cato) a G (efficienza minima, cioè più acqua residua nel bucato).

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Il settore 6 indica la capacità di carico della lavatrice e il consumod’acqua per ciclo di lavaggio in caso di ciclo normale del cotone a60°C. Il settore 7 indica la rumorosità dell’apparecchio durante lefasi di lavaggio e centrifugazione. Va precisato che tutti i dati con-tenuti nell’etichetta energetica si basano su stime effettuate in con-dizioni standard predefinite (in questo caso il lavaggio normale delcotone a 60°C), perciò nella realtà i risultati possono essere differen-ti (cioè peggiori) poiché dipendono dalle modalità con cui un appa-recchio è utilizzato.

SETTORE 1

SETTORE 2

SETTORE 3

SETTORE 4

SETTORE 5SETTORE 6

SETTORE 7

SETTORE 1: Nome o marchio del costruttore e modelloSETTORE 2: Classe di Efficienza Energetica + eventuale marchio ECOLABELSETTORE 3: Consumo Energetico kWh/cicloSETTORE 4: Efficacia di lavaggio (A più alta - G più bassa)SETTORE 5: Efficacia di centrifugazione (A più alta - G più bassa)SETTORE 6: Capacità di carico (cotone) in Kg - Consumo di acqua in litriSETTORE 7: Rumorosità dell’apparecchio in dB(A)

L’etichetta energetica apposta sulle lavatrici è una di quelle soggette arevisione a partire dal 2200 ddiicceemmbbrree 22001111; a partire da questa data in-fatti l’etichetta energetica dovrà avere la forma sotto riportata e con-tenere le seguenti informazioni:

- nome o marchio del fornitore;

- modello dell’apparecchio;

- classe di efficienza energetica;

- consumo annuo di energia (AEC)espressa in kWh/anno;

- consumo annuo ponderato di acqua(AWC) espresso in litri/anno;

- capacità nominale espressa in Kgper il programma standard a pienocarico per tessuti di cotone a 60° oa 40° a seconda di quale valore siainferiore;

- classe di efficienza della centrifuga;

- emissioni di rumore aereo espressein dB(A) durante le fasi di lavaggio ecentrifuga per il programma standardper tessuti di cotone a 60° o a 40°.

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ETICHETTA ENERGETICA DEGLI ELETTRODOMESTICI DEL FREDDO

Anche per l’etichetta energetica di frigoriferi, con-gelatori e frigo-congelatori sono in arrivo alcunemodifiche. Attualmente le etichette apposte a que-sti elettrodomestici differiscono da quella appenaesaminata relativamente al settore 4, dove vengo-no forniti i seguenti dati sulla capacità dell’appa-recchio: - volume utile complessivo, in litri, degli scom-parti per conservare cibo fresco, cioè di tutti gliscomparti “senza stelle” la cui temperatura diconservazione è superiore a -6°C;- volume utile complessivo, in litri, degli scompar-ti per conservare cibi surgelati o per congelare, cioèdi tutti gli scomparti “con stelle” o con tempera-tura di conservazione uguale o inferiore a -6°C; - tipo di scomparto a bassa temperatura presente nell’apparecchio se-condo il codice “a stelle”, un codice internazionale che ne indica latemperatura. Sulla base di tale codice, ogni simbolo ha il suo significato come evi-denziato nella seguente tabella:

i Quaderni del Consumatore Le etichette ecologiche

- 6°C Sì No Fino a 1 settimana

- 12°C Sì No Fino a 1 mese

- 18°C Sì No Fino a 1 anno

- 18°C Sì Sì Fino a 1 anno

Stelle Temperatura Conservazione Congelamento Durata massimacibi surgelati cibi freschi degli alimenti

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Come si è detto il nuovo Regolamento (n.1060/2010) prevede unanuova forma (vedi immagine) ed i seguenti contenuti, che in questocaso entreranno in vigore il 3300 nnoovveemmbbrree 22001111:

- nome o marchio del fornitore;

- modello dell’apparecchio;

- classe di efficienza energetica;

- consumo annuo di energia (AEC)espressa in kWh/anno;

- somma del volume utile di tutti gliscomparti senza stelle (ossia contemperatura di funzionamentomaggiore a - 6°C);

- somma del volume utile di tutti gliscomparti per la conservazione dialimenti congelati (ossia con tempe-ratura di funzionamento - 6°C);

- le emissioni di rumore aereoespresse in dB(A).

i Quaderni del Consumatore Le etichette ecologicheLe etichette ecologiche

SETTORE 1: Nome o marchio del costruttore e modello

SETTORE 2: Classe di Efficienza Energetica + eventuale marchio ECOLABEL

SETTORE 3: Consumo Energetico annuo kWh/anno

SETTORE 4: Volume utile vano “senza stelle”Volume utile vano “con stelle”Tipo di scomparto secondo il codice a stelle

SETTORE 5: Rumorosità dell’apparecchio in dB(A)

SETTORE 1

SETTORE 2

SETTORE 3

SETTORE 4

SETTORE 5

25

Le etichette ecologiche

24

ETICHETTA ENERGETICA DEI CONDIZIONATORI D’ARIA

L’etichetta energetica dei condizionatori d’aria ad alimentazione elettricariporta al settore 3 il consumo annuo di energia riferito ad un uso mediodi 500 ore l’anno in modalità di raffreddamento a pieno regime, nonché lapotenza refrigerante in kWh e l’indice di efficienza elettrica (EER); il set-tore 4 specifica invece di quale tipo di apparecchio si tratti, fra: solo raf-freddamento, raffreddamento/riscaldamento, raffreddamento ad aria, raf-freddamento ad acqua; se c’è l’indicazione “riscaldamento” è indicata inun successivo settore anche la potenza di riscaldamento a pieno regime.

i Quaderni del Consumatore

SETTORE 1

SETTORE 2

SETTORE 3

SETTORE 4

SETTORE 6

SETTORE 5

SETTORE 1: Nome o marchio del costruttore e modelli (unità interna ed esterna)SETTORE 2: Classe di Efficienza Energetica + eventuale marchio ECOLABELSETTORE 3: Consumo Energetico kWh/annuo - riferito ad un utilizzo medio di 500 ore/anno

Potenza refrigerante in kW - Indice di Efficienza Elettrica (EER)SETTORE 4: Tipo: Solo Raffreddamento o Raffreddamento/Riscaldamento,

Raffreddamento ad aria o ad acquaSETTORE 5: Potenza di riscaldamento - Efficienza energetica in modalità di riscaldamentoSETTORE 6: Rumorosità dell’apparecchio in dB(A)

ETICHETTA ENERGETICA DEI FORNI

Per quanto riguarda i forni elettrici l’etichettariporta al settore 4 il volume utile del compar-timento del forno, espresso in litri; nel settore5 si trovano le dimensioni del forno, ripartitein piccolo (fra 12 e 35 litri), medio (fra 35 e 65litri) e grande (oltre 65 litri).

SETTORE 1

SETTORE 2

SETTORE 3

SETTORE 4

SETTORE 5

SETTORE 6

SETTORE 1: Nome o marchio del costruttore e modelloSETTORE 2: Classe di Efficienza Energetica + eventuale marchio ECOLABELSETTORE 3: Consumo Energetico kWh/ciclo

rispettivamente a convenzione naturale e forzataSETTORE 4: Volume utile in litriSETTORE 5: Tipo (in relazione alla capacità)

Piccolo (12-35 litri) - Medio (36-65 litri) - Grande (oltre 65 litri) SETTORE 6: Rumorosità dell’apparecchio in dB(A)

26 27

Il Regolamento n. 1059/2010 prevede che a partire dal 2200 ddiicceemmbbrree 22001111l’etichetta energetica da apporre alle lavastoviglie dovrà avere la forma co-sì come nell’immagine sotto riportata e le seguenti informazioni:

- nome o marchio del fornitore;

- modello dell’apparecchio;

- classe di efficienza energetica;

- consumo annuo di energia (AEC)espressa in kWh/anno;

- il consumo annuo di acqua (AWC)espresso in litri/anno;

- la classe di efficienza di asciugatura;

- le emissioni di rumore aereoespresse in dB(A).

ETICHETTA ENERGETICA DI UNA LAVASTOVIGLIE

Per le lavastoviglie, attualmente nel settore 5 è indicata la classe di ef-ficacia di asciugatura, con le lettere che vanno dalla A alla G (da effi-cacia massima a minima); nel settore 6 è indicato il numero massimodi coperti che la lavastoviglie può lavare.

i Quaderni del Consumatore Le etichette ecologiche

SETTORE 1

SETTORE 2

SETTORE 3

SETTORE 4

SETTORE 5SETTORE 6

SETTORE 7

SETTORE 1: Nome o marchio del costruttore e modello

SETTORE 2: Classe di Efficienza Energetica + eventuale marchio ECOLABEL

SETTORE 3: Consumo Energetico kWh/ciclo

SETTORE 4: Efficacia di lavaggio (A più alta - G più bassa)

SETTORE 5: Efficacia di centrifugazione (A più alta - G più bassa)

SETTORE 6: Capacità di coperti - Consumo di acqua in litri

SETTORE 7: Rumorosità dell’apparecchio in dB(A)

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ETICHETTA ENERGETICA DEI TELEVISORI

In questo caso le nuove disposizioni entreranno in vigore dal 3300 nnoo--vveemmbbrree 22001111 e si prevede che le etichette energetiche apposte a que-sti apparecchi riportino:

- nome o marchio del fornitore;

- modello dell’apparecchio;

- classe di efficienza energetica;

- consumo di energia in modo accesoespresso in watt;

- consumo annuo di energia in modoacceso espresso in kWh/anno;

- la diagonale dello schermo visibile,espressa sia in centimetri, sia inpollici.

Nel caso in cui il televisore abbia pre-stazioni energetiche superiori allaclasse A, il Regolamento n.1062/2010prevede tre nuove categorie energetiche:A+, A++ e A+++.

Le etichette ecologiche

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ETICHETTA ENERGETICA DELLE LAMPADINE

Per quanto riguarda le lampadine nel settore basso dell’etichetta il pri-mo numero indica il flusso luminoso espresso in lumen, il secondonumero indica la potenza espressa in Watt. La gamma delle potenzedisponibili è molto vasta, variando da 3 fino a 30 Watt (si ricorda cheuna lampadina fluorescente compatta da 20 Watt fornisce la stessaquantità di luce di una lampadina a incandescenza da 100 Watt). Ilterzo numero presente in etichetta indica la durata media della lam-padina espressa in ore. Con Regolamento 244/2009/CE la Commissione Europea ha previstoil bando graduale dal mercato delle lampadine ad incandescenza tra-dizionali; queste infatti trasformano in luce solo una piccola percen-tuale dell’energia impiegata, mentre il resto viene disperso sotto for-ma di calore. Le nuove lampadine fluorescenti compattesono comunemente dette “lampadine a risparmioenergetico” e consentono di ridurre i consumi di ener-gia elettrica fino all’80%. Dunque, a prescindere dallapermanenza sul mercato dei prodotti più datati fino adesaurimento delle scorte, il consumatore accorto nelloscegliere lampadine di nuova generazione potrà contri-buire a ridurre l’inutile dispendio di energia elettrica edavrà un risparmio sulla propria bolletta.

i Quaderni del Consumatore

RICORDA CHE L’ETICHETTA ENERGETICAl È una etichetta obbligatorial Ha la funzione di rappresentare la classe di efficienza

energetica cui appartiene il prodottol Si trova nei frigoriferi, congelatori e loro combinazioni

lavatrici, asciugatrici e loro combinazioni; lavastoviglieforni; fonti di illuminazione; condizionatori d’aria

Classe di Efficienza Energetica

Flusso luminoso emesso espresso in lumenPotenza assorbita espressa in watt

Vita media espressa in ore

5. Etichette dei prodotti tossici e pericolosiSui contenitori di sostanze tossiche e pericolose sono apposte etichet-te rivolte agli utilizzatori che hanno la funzione di avvisare in relazio-ne ai rischi per la salute e la sicurezza che il contatto o la vicinanzacon il prodotto comporta, nonché indirizzare ad un corretto smalti-mento post utilizzo. Le due norme fondamentali che regolamentanola materia sono il D. Lgs. 52/1997 (Attuazione della Direttiva92/32/CEE concernente classificazione, imballaggio ed etichettaturadelle sostanze pericolose) e il D. Lgs. 65/2003 (Attuazione delle Di-rettive 1999/45/CE e 2001/60/CE relative alla classificazione, all’im-ballaggio e all’etichettatura dei preparati pericolosi). Dette normative individuano le categorie di sostanze e preparati pe-ricolosi che si riportano nella tabella seguente:

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i Quaderni del Consumatore

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Le etichette ecologiche

Sostanze e preparati liquidi con un punto di infiammabilità estrema-mente basso e quelli gassosi che a temperatura e pressione ambien-te si infiammano a contatto con l’aria

ESTREMAMENTE INFIAMMABILI (F+)

Sostanze e preparati che in caso di inalazione, ingestione o penetra-zione cutanea, in piccole quantità, possono essere mortali o provoca-re lesioni acute o croniche

TOSSICI (T)

Sostanze e preparati che in caso di inalazione, ingestione o penetra-zione cutanea, in piccolissima quantità, possono essere mortali o pro-vocare lesioni acute o croniche

MOLTO TOSSICI O ALTAMENTE TOSSICI (T+)

Sostanze e preparati che in caso di inalazione, ingestione o penetra-zione cutanea, possono essere mortali o provocare lesioni acute o cro-niche

NOCIVI (Xn)

Sostanze e preparati che, a contatto con tessuti vivi, possono eserci-tare su di essi un’azione distruttiva

CORROSIVI (C)

Sostanze e preparati solidi, liquidi, pastosi o gelatinosi che, anche senzal’azione dell’ossigeno atmosferico, possono provocare una reazione eso-termica con rapida formazione di gas e che, in particolari condizioni diprova, detonano, deflagrano rapidamente o esplodono in seguito a riscal-damento in condizioni di parziale contenimento

ESPLOSIVI (E)

Sostanze e preparati che a, contatto con le altre sostanze soprattuttose infiammabili, provocano una forte reazione esotermica

COMBURENTI (O)

Per questa categoria non esiste il simbolo di pericolo ma viene utilizzata la frase dirischio R10. Sostanze e preparati liquidi con basso punto di infiammabilità

INFIAMMABILI R10

Sostanze e preparati che a contatto con l’aria, a temperatura ambiente esenza apporto di energia, possono riscaldarsi e infiammarsi o quelli chepossono infiammarsi a causa di un breve contatto con una fonte di ac-censione e che continuano a bruciare anche dopo il ritiro della fonte diaccensione, o quelli il cui punto di infiammabilità è molto basso, o infinequelli che a contatto con l’aria umida o l’acqua, sprigionano gas estre-mamente infiammabili in quantità pericolose

FACILMENTE INFIAMMABILI (F)

Sostanze e preparati non corrosivi, il cui contatto diretto, prolungatoo ripetuto con la pelle o le mucose può provocare una reazione in-fiammatoria

IRRITANTI (Xi)F

F+

T

T+

Xn

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i Quaderni del Consumatore Le etichette ecologiche

Il Regolamento n. 1272/2008, entrato in vigore il 20 gennaio 2009, haprevisto un adeguamento delle etichette dei prodotti chimici al GHS(Globally Harmonised System), il Sistema Globale Armonizzato.I simboli riportati nelle pagine precedenti, attualmente in uso, sarannodunque sostituiti da nuovi pittogrammi di pericolo, di forma quadratapoggianti su una punta, costituiti da un simbolo nero su fondo biancocon bordo rosso.Xn o Xi

XnT o T+ e R45 o R49

XnT

XnT

Sostanze e preparati che, per inalazione o penetrazione cutanea, pos-sono dar luogo ad una reazione di ipersensibilizzazione, per cui unasuccessiva esposizione alla sostanza o al preparato produce effettinefasti caratteristici

SENSIBILIZZATORI

Sostanze e preparati che per inalazione, ingestioneo penetrazione cutanea, possono provocare il cancroo aumentarne la frequenza

CANCEROGENI

Sostanze e preparati che per inalazione, ingestioneo penetrazione cutanea, possono produrre effetti ge-netici ereditari o aumentarne la frequenza

MUTAGENI

Sostanze e preparati che qualora si diffondano nell’ambiente, pre-sentano o possono presentare rischi immediati o differiti per una opiù componenti ambientali

PERICOLOSI PER L’AMBIENTE (N)

Sostanze e preparati che per inalazione, ingestioneo penetrazione cutanea, possono provocare o rende-re più frequenti effetti nocivi non ereditari nella pro-le o danni a carico della funzione o delle capacità ri-produttive maschili e femminili

TOSSICI PER IL CICLO RIPRODUTTIVO

ESPLOSIVO INFIAMMABILE COMBURENTE

GAS SOTTOPRESSIONE

CORROSIVO NOCIVOIRRITANTE

TOSSICO DANNOSO A LUN-GO TERMINE

CANCEROGENO

MUTAGENO

TOSSICO PER LARIPRODUZIONE

DANNOSO PERL’AMBIENTE

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capacità potenziale significativa di indurre miglioramenti ambientali.Attualmente sono stati fissati i criteri per oltre venticinque tipi di pro-dotti e servizi, tra cui calzature, materassi, lubrificanti, saponi, lavatri-ci, PC portatili, piastrelle, vernici, lampade elettriche, e ve ne sono al-tri i cui criteri sono in fase di elaborazione.

Le etichette ecologiche

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6. Marchi di prodotto più diffusiEEccoollaabbeell

Ecolabel è l’etichetta ecologica volontaria di tipo I riconosciu-ta a livello europeo. È rappresentata da una margherita sti-lizzata con al centro la “E” di Europa, circondata dalle stel-le che rappresentano gli Stati membri. È stata creata dallaCommissione dell’Unione Europea nel 1992 (con Regola-mento CEE n. 880 del 1992, prima sostituito dal Regola-mento CE n.1980 del 2000 ed oggi dal Regolamento CE n.

66 del 2010, entrato in vigore dal 19 febbraio 2010 pubblica-to sulla GUUE L 27 del 30/01/2010), quale marchio di qualità dicui possono fregiarsi prodotti e servizi che rispettino precisi crite-

ri ecologici. In particolare indica che il prodotto garantisce un ridot-to impatto ambientale in ogni fase del suo ciclo di vita: estrazione del-le materie prime, produzione, imballaggio, distribuzione, utilizzo, smal-timento. Per ogni prodotto vengono presi in esame quindi gli aspettiambientali connessi alla sua realizzazione: qualità dell’aria, dell’acquae del suolo, produzione di rifiuti, consumo di risorse ed energia, sicu-rezza e salute dei lavoratori e consumatori, inquinamento acustico, tu-tela della biodiversità. Secondo il principio di una gestione ambienta-le condivisa il nuovo Regolamento Ecolabel 2010 prevede che i crite-ri ecologici adottati dalla Commissione siano proposti da un Comita-to per il marchio ecologico (CUEME) a cui partecipano tutte le partiinteressate: Industria e PMI, Associazioni dei consumatori, Associazio-ni ambientali. Proprio l’attenzione a tutto il ciclo di vita permette di ri-durre l’impatto ambientale complessivo, evitando il semplice trasferi-mento di impatti da una fase all’altra. Attraverso il marchio Ecolabel ilconsumatore usufruirà di informazioni attendibili e scientificamentefondate sull’impatto ambientale dei prodotti. Inoltre i prodotti Ecola-bel garantiscono una effettiva qualità del prodotto; non si deve pensa-re che siano realizzati con metodi che ne riducono la validità o l’effi-cacia; infatti, ad esempio, per ottenere il marchio Ecolabel prodotti co-me i detersivi per lavastoviglie e per lavatrici devono superare una pro-va di rendimento. Le loro qualità prestazionali devono essere almenouguali alle prestazioni di pulizia ottenute dai detersivi comuni, nonecologici. Possono adottare il marchio Ecolabel tutti i tipi di prodotti(tranne quelli alimentari, bevande, prodotti farmaceutici, sostanze pe-ricolose), purché: a) rappresentino un volume significativo di venditee scambi nel mercato europeo; b) comportino impatti ambientali signi-ficativi in una o più fasi di vita; c) le scelte del consumatore abbiano

i Quaderni del Consumatore

ESEMPI DI ECOLABELper i BENIPer quel che riguarda ad esempio le lampadine elettriche, oggetto di uso molto comune inogni famiglia, esiste una certificazione Ecolabel per i differenti tipi esistenti sul mercato,che adotta come criteri di giudizio sulla qualità ambientale e prestazionale l’efficienza ener-getica, la vita media, il mantenimento dei lumen e il tenore di mercurio; in particolare perle lampade elettriche ad attacco singolo compatte a fluorescenza i limiti sono i seguenti:- Efficienza energetica: classe A - Durata: oltre 10.000 ore - Mantenimento dei lumen: oltre 70 % a 10.000 ore - Tenore medio di mercurio: 4,0 mg

per i SERVIZITra i servizi certificati Ecolabel si trovano la ricettività turistica e i campeggi. A tal propo-sito si parla di Ecolabel proprio come marchio di qualità ecologica per il turismo; va det-to infatti che anche in questo settore si sta assistendo alla crescita della consapevolez-za della responsabilità ambientale, sia da parte degli operatori, sia da parte dei turististessi. L’Organizzazione Mondiale della Salute ha definito sostenibile un’attività turisticaquando “si sviluppa in modo tale da mantenersi vitale in un’area per un tempo illimita-to, non alterando l’ambiente naturale, sociale, artistico e non ostacolando lo sviluppo dialtre attività sociali ed economiche”. Deve in pratica saper coniugare tutela dell’ambien-te, sviluppo economico, cultura e tradizioni locali, equità sociale. Applicato ad una strut-tura di ricettività turistica il marchio Ecolabel consente di limitare i principali impatti con-nessi con le tre fasi di vita del servizio: approvvigionamento di beni e servizi, erogazio-ne, produzione di rifiuti. Nel concreto il tutto si traduce in una struttura che limita i con-sumi di energia, limita i consumi di acqua, limita la produzione dei rifiuti, favorisce le fon-ti di energia rinnovabile, utilizza sostanze meno pericolose per l’ambiente, promuove co-municazione ed educazione ambientale. Da indagini svolte in diversi Paesi è risultato cheun crescente numero di turisti domanda qualità ambientale e influenza le proprie sceltedi destinazione proprio sulla base di criteri ambientali.

RICORDA CHE ECOLABELl È l’unico marchio volontario di tipo I riconosciuto in tutta Europal Viene rilasciato valutando tutto il ciclo di vita del prodotto (LCA) l Riguarda prodotti e servizi l Non implica riduzione di efficienza o minori prestazioni del

prodotto o servizio

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di prodotti, il cui processo produttivo è risultato conforme a speci-fici requisiti per la tutela dell’ambiente. La gestione del sistema el’attribuzione del marchio è affidata ad un comitato tecnico il qua-le definisce anche i principi e gli standard per l’accreditamento deiprodotti, rivisti al massimo dopo cinque anni in funzione del pro-gresso tecnico del settore produttivo.

MMaarrcchhiioo eeccoollooggiiccoo ssppaaggnnoolloo ““AAeennoorr -- MMeeddiioo AAmmbbiieennttee””Creato nel 1993 dall’Associazione Spagnola di Norma-lizzazione e Standardizzazione (AENOR), è un mar-chio a carattere nazionale basato sull’adesione volon-taria. I criteri sono stabiliti sulla base del ciclo di vitadel prodotto. AENOR ha inoltre stabilito che i prodot-ti etichettati dal marchio nazionale saranno trattati se-paratamente da quelli con il marchio europeo.

MMaarrcchhiioo eeccoollooggiiccoo ffrraanncceessee ““NNFF EEnnvviirroonnmmeenntt””Creato nel 1992 dall’Ente di Normazione FranceseAFNOR (Association Française de Normalisation),che ne gestisce la promozione e la diffusione, è un

marchio a carattere nazionale basato sull’adesionevolontaria. I criteri vengono stabiliti sulla base di un esame

dell’intero ciclo di vita del prodotto, redatto congiuntamente da in-dustria e autorità preposte. È destinato a prodotti e servizi che, perloro natura, possono arrecare impatti negativi all’ambiente.

MMaarrcchhiioo GGrreeeenn SSeeaallIstituito nel 1989, viene rilasciato dall’omonima or-ganizzazione senza scopo di lucro ai prodotti cherispondono nelle fasi di produzione, uso e smalti-mento a requisiti ritenuti significativi per la ridu-

zione dell’impatto ambientale: riduzione dell’inqui-namento atmosferico, uso sostenibile delle risorse na-

turali, corretta gestione dei rifiuti. Sono oltre cinquanta le categoriedi prodotti con questo marchio. Il prodotto certificato viene sotto-posto a monitoraggio annuale.

Le etichette ecologiche

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MMaarrcchhiioo eeccoollooggiiccoo tteeddeessccoo ““BBllaauueerr EEnnggeell””Attivo in Germania dal 1977, è un marchio a caratte-re nazionale basato sull’adesione volontaria, oggi pre-sente su oltre 10.000 prodotti e servizi. Gli standardper la certificazione tengono conto dell’intero ciclo di

vita del prodotto, della tutela della salute, di tutti gliaspetti legati alla protezione ambientale (emissioni, conte-

nuto di sostanze pericolose, risparmio energetico, smaltimento). Perottenere il marchio il prodotto viene sottoposto all’esame di un orga-nismo composto da rappresentanti dello Stato, dei gruppi ambienta-listi, dei consumatori, dei sindacati, di istituzioni scientifiche, di in-dustrie e mezzi di comunicazione.

MMaarrcchhiioo eeccoollooggiiccoo ddeeii ppaaeessii ssccaannddiinnaavvii ““NNoorrddiicc SSwwaann”” oo ““WWhhiittee SSwwaann””Nato nel 1989 come marchio comune di qualità eco-logica per i Paesi Scandinavi (Danimarca, Svezia, Fin-

landia, Islanda) viene rilasciato da ogni singolo orga-nismo nazionale ed è assegnato a categorie di prodotti

non alimentari caratterizzati da un minor impatto ambientale rispet-to ad altri analoghi. L’etichetta ha una durata temporale limitata chevaria da sei mesi a tre anni. I parametri presi in esame riguardano: pro-duzione e riciclaggio, confezione, utilizzo, emissioni, riconsegna esmaltimento, dichiarazione di conformità del prodotto.

MMaarrcchhiioo eeccoollooggiiccoo aauussttrriiaaccoo ““UUmmwweellttzzeeiicchheenn””Creato nel 1991 dal Ministro dell’Ambiente, dellaGioventù e della Famiglia, è un marchio a caratterenazionale basato sull’adesione volontaria. I criteri so-

no applicabili a prodotti e processi manifatturieri.

MMaarrcchhiioo eeccoollooggiiccoo ddeeii PPaaeessii BBaassssii ““MMiilliieekkeeuurr””Gestito da una organizzazione indipendente, chia-mata Stichting Milieukeur, a cui partecipano rap-presentanti delle istituzioni, dei consumatori, de-gli industriali, dei commercianti e delle associazio-

ni ambientaliste olandesi, tale marchio è limitato aiproduttori olandesi e viene apposto su varie tipologie

i Quaderni del Consumatore

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grammi di etichettatura relativa all’uso efficiente dell’energia lliimmiittaa--ttaammeennttee aallllee aappppaarreecccchhiiaattuurree ppeerr uuffffiicciioo. Dunque in Europa posso-no essere etichettati con il marchio Energy Star i seguenti prodotti:computer, monitor, fax, scanner, stampanti, fotocopiatrici, affranca-trici, dispositivi multifunzione (scanner/stampante, telefono/fax,ecc…). L’adesione, come si è detto per questo gruppo di etichette, èsu base volontaria, per cui qualunque produttore o venditore di taliapparecchiature può registrarsi all’ente di gestione preposto, che perla Comunità Europea è la Commissione della Comunità Europea. Lacertificazione per l’utilizzo del marchio avviene solo una volta accer-tata la conformità alle norme stabilite dal programma di etichettatu-ra, che sono specificate per ogni singolo prodotto e che per esempioriguardano limiti di consumo o tempi preregolati della modalità “ve-glia” per computer e monitor. I canoni e le norme necessarialla certificazione vengono sta-biliti e nel tempo aggiornati pro-prio dalla Commissione Europeae dall’Agenzia Statunitense per laprotezione dell’Ambiente (EPA);un recente aggiornamento, in ter-mini più restrittivi per le aziende,si è avuto nel luglio 2009. Il marchio Energy Star può essereapposto direttamente sul prodotto,ma può comparire anche su imbal-laggi, inserti, materiale informativo.

Le etichette ecologiche

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MMaarrcchhiioo EEll DDiissttiinnttiiuu ddee GGaarraannttiiaa ddee QQuuaalliittaatt AAmmbbiieennttaallIstituito nel 1994 dal Governo Autonomo della Ca-talogna, è un marchio a carattere nazionale basatosull’adesione volontaria. Ha l’obiettivo di promuo-vere prodotti ecologici appartenenti a categorie mer-

ceologiche non etichettabili con particolare attenzione alla riduzionedei rifiuti; dal 1996 è stato esteso anche ai servizi. L’organismo che de-finisce i criteri ecologici è il Conseil de Qualitat Ambiental, di cui fan-no parte anche associazioni ambientaliste e dei consumatori.

EEccoo MMaarrkkÈ il sistema di etichettatura su base volontaria giap-ponese creato nel 1996 dalla Nippon EnvironmentAssociation su iniziativa del Ministero dell’Ambien-te. In pochi anni questo marchio ha certificato mi-

gliaia di imprese ed organizzazioni.

GGoooodd EEnnvviirroonnmmeennttaall CChhooiiccee AAuussttrraalliiaa ((GGEECCAA))Marchio australiano su base volontaria, viene appo-sto a varie categorie di prodotti, tra cui mobili e at-trezzature, materiali edili per l’isolamento e arredoper gli esterni.

EEnneerrggyy SSttaarrNato negli Stati Uniti nel 1992, questo marchio è as-similabile ad un’etichetta di tipo I per l’esistenza diun organismo di certificazione. I primi prodotti adessere etichettati sono stati computer e monitor adalta efficienza energetica, cioè quelli il cui utilizzo ga-

rantiva un ridotto consumo di energia e ridotte emissioni di gas ser-ra. Dal 1995 l’etichetta si è diffusa sempre più negli USA, applicata asistemi di illuminazione, apparecchiature per l’ufficio, frigoriferi, con-gelatori ed altri. Energy Star ha avuto il suo ingresso in Europa gra-zie alla Decisione del Consiglio Europeo 2001/469/CE (poi sostitui-ta dalla decisione 2003/269/CE), che ha siglato un accordo quinquen-nale (poi rinnovato per altri cinque anni nel 2006) tra la ComunitàEuropea e gli Stati Uniti, avente ad oggetto il coordinamento di pro-

i Quaderni del Consumatore

RICORDA CHE ENERGY STARl È un marchio volontario di settore nato negli Stati Uniti nel 1992l In Europa è applicabile ad apparecchiature per ufficio ad alta

efficienza energetical La certificazione viene rilasciata solo allorché il prodotto risponda

a requisiti prestabiliti

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Si può trovare il simbolo semplice (c.d. FSC Puro) che certifica tuttoil legno, oppure il simbolo dell’FSC Misto, che garantisce una percen-tuale (indicata) minima di FSC, mentre il resto è legno vergine pro-veniente da fonti controllate o riciclato post consumo; esiste un ter-zo marchio, l’FSC Riciclato, che indica appunto il fatto che tutto il le-gno di quel prodotto è stato ottenuto da un processo di riciclaggio.

PPrrooggrraammmmee ffoorr EEnnddoorrsseemmeenntt ooff FFoorreesstt CCeerrttiiffiiccaattiioonn sscchheemmeess ((PPEEFFCC))Si tratta di un sistema di certificazione forestale, isti-tuito in Italia nel 2001 (ma presente in Europa dal1999), creato dal mondo forestale (organizzazioni diproprietari forestali e delle industrie forestali) per lapromozione della filiera foresta-legno, con lo scopo

di favorire l’utilizzo del legno proveniente da una gestione boschivalegale e sostenibile, stante la continua riduzione delle risorse foresta-li mondiali.Il PEFC si pone come alternativa ad altri sistemi di certificazione esi-stenti, primo fra tutti quello del Forest Stewardship Council (FSC),ritenuto inadeguato soprattutto nel caso di proprietà forestali di pic-cole dimensioni. La procedura si fonda su indicatori o parametri qualitativi e quantita-tivi che consentono appunto di valutare le performance ambientali deisistemi di gestione forestale.

Le etichette ecologiche

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FFoorreesstt SStteewwaarrddsshhiipp CCoouunncciill ((FFSSCC))È il sistema di certificazione per le foreste e il le-gno e riguarda tutti i prodotti derivati, anche dal-la cellulosa (quindi oltre che sul legno si può tro-vare su carta, tovaglioli, carta igienica, carta per lacasa, fazzoletti, ecc…); assicura che i prodotti de-rivano da foreste gestite secondo rigorosi standard

ambientali, sociali ed economici. Forest Stewardship Council è l’organizzazione no-profit nata in Ca-nada nel 1993 che rilascia la certificazione necessaria per apporre ilmarchio sulla base di accertamenti molto rigorosi effettuati sulle fo-reste da dove viene estratto il legno e in tutte le fasi successive di pro-duzione fino al consumatore e concernenti aspetti ambientali e so-ciali-etici. Si tratta quindi di un marchio assimilabile al tipo I per l’esi-stenza di un organismo di certificazione.I principi di gestione forestale di FSC si possono riassumere in diecipunti:1. rispetto delle leggi nazionali e degli accordi internazionali;2. riconoscimento e tutela dei diritti delle popolazioni indigene;3. tutela dei diritti di proprietà e d’uso delle risorse forestali;4. rispetto dei diritti dei lavoratori e benessere delle comunità locali;5. uso efficiente di prodotti e servizi dalle foreste;6. salvaguardia degli impatti ambientali (conservazione delle biodi-versità, del paesaggio, ecc...);7. attuazione di un piano di gestione forestale;8. monitoraggio e valutazione della foresta e della sua gestione;9. salvaguardia delle foreste di grande valore ambientale;10. gestione oculata delle piantagioni.Anche se i numeri sono in continuo aumento, per avere un’idea del-la vastità del marchio FSC, si deve considerare che attualmente sonocertificati circa 72 milioni di ettari nel mondo in oltre 790 siti; ne ri-sultano 13.000 linee di prodotti certificati, per un mercato mondia-le di oltre 5 miliardi di US$. Nel nostro Paese il gruppo FSC-Italia è stato creato nel 2001 e conta60 membri; supporta la diffusione del sistema FSC mediante forma-zione, informazione e assistenza tecnica, per raggiungere standard dibuona gestione forestale sia nell’arco alpino sia per i boschi appenni-nici e mediterranei. Attualmente in Italia sono certificati circa 43.000ettari e appongono il marchio circa 500 prodotti in legno e derivati,tra pavimenti, carta e cellulosa, ante per mobili, porte e serramenti,pannelli, giocattoli, utensili, ecc…

i Quaderni del Consumatore

FSC PURO: tutto il legno (fibra) è certificato FSC

FSC MISTO: è garantita una percentuale minima di FSC, il resto è legno (fibra) vergine proveniente da fonti controllate o legno (fibra) riciclato post-consumo

FSC RICICLATO: tutto il legno (fibra) è riciclato post-consumo

FSC puro FSC misto FSC riciclato

TTjjäännsstteemmäännnneennss CCeennttrraall OOrrggaanniissaattiioonn ((TTCCOO))

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La Certificazione TCO (acronimo svedese della confederazione sin-dacale degli impiegati professionisti “Tjänstemännens Central Orga-nisation”) attesta l’elevata performance dal punto di vista dell’impat-to ambientale, oltre che della sicurezza e della salute degli impie-gati delle aziende produttrici di prodotti elettrici; elementi di ba-se per accedere a tale certificazione sono l’ergonomia dei monitore la qualità dell’immagine, l’ergonomia delle tastiere, delle stampan-ti, dei cellulari e dell’arredo, i livelli di emissione di onde elettro-magnetiche, i sistemi di gestione dell’ambiente per i produttori(ISO14001, vedi par. 10), l’efficienza energetica, la rapida riaccen-sione dopo la sospensione dell’alimentazione, il minor utilizzo disostanze dannose (mercurio, cadmio, brominati ritardanti di fiam-ma), la scarsa rumorosità e le scarse emissioni chimiche.

Le etichette ecologiche

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Lo schema di certificazione forestale PEFCin Europa è fondato su tre principi fonda-mentali:1. il rispetto dei criteri e degli indicatoridefiniti nelle conferenze ministeriali per laprotezione delle foreste in Europa (Helsin-ki 1993, Lisbona 1998) che hanno dato av-vio al cosiddetto “processo pan-europeo”;2. l’applicazione a livello regionale o digruppo (anche se è possibile un’adesione in-dividuale);3. le verifiche ispettive e la certificazione affidatead una terza parte indipendente ed accreditata.I sei criteri c.d. pan-europei (poiché sottoscritti daiMinistri responsabili per le politiche forestali di 37Paesi), di cui al punto 1, rappresentano gli elementicentrali della gestione forestale sostenibile:- mantenimento e appropriato sviluppo delle risorse foresta-li e loro contributo al ciclo globale del carbonio;- mantenimento della salute e vitalità dell’ecosistema forestale;- mantenimento e promozione delle funzioni produttive delleforeste (prodotti legnosi e non);- mantenimento, conservazione e adeguato sviluppo della diver-sità biologica negli ecosistemi forestali;- mantenimento e adeguato sviluppo delle funzioni protettive dellagestione forestale (in particolare suolo e acqua);- mantenimento di altre funzioni socio-economiche.L’iter per ottenere la certificazione è piuttosto complesso ed è compo-sto da più fasi: predisposizione di un sistema di gestione aziendale,domanda di certificazione, verifica della documentazione e visita inazienda, rapporto di verifica ispettiva, decisione di certificazione daparte di un Comitato di certificazione, emissione del certificato, ri-chiesta di licenza d’uso del marchio.In Italia il PEFC ha sede legale a Roma (presso l’UNCEM) ed opera-tiva a Perugia.

i Quaderni del Consumatore

TCO 99 - tastiere e periferiche

TCO 01 - telefoni cellulari

TCO 03 - monitor e display

TCO 04 - mobili per ufficio

TCO 05 - notebook e desktop computer

TCO 06 - media display evoluzione di TCO 03

TCO 07 - auricolari

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Per avere i requisiti necessari per ottenere una certificazione secondol’Oeko-Tex Standard 1000 le aziende devono rispettare criteri presta-biliti per i loro processi produttivi eco-compatibili e dimostrare chealmeno il 30% della produzione totale è già certificata secondo l’Oe-ko-Tex Standard 100. I criteri richiesti comprendono:- divieto di utilizzo di ausiliari e coloranti dannosi per l’ambiente;- osservanza dei valori standard per il trattamento

delle acque di scarico e delle emissioni;- ottimizzazione del consumo energetico;- misure per evitare rumore e polvere;- misure per assicurare la sicurezza

sul posto di lavoro;- divieto del lavoro minorile;- introduzione di elementi base per

un sistema di gestione ambientale.Il certificato Oeko-Tex Strandard 1000 è valido per tre anni.

OOeekkoo--TTeexx SSttaannddaarrdd 110000pplluussVi è infine il marchio Oeko-Tex Standard100plus, grazie al quale le aziende del set-tore tessile e abbigliamento hanno la pos-sibilità di evidenziare ai consumatori l’ot-timizzazione dei loro prodotti dal punto divista umano-ecologico ed i loro sforzi nel

settore dell’ecologia. Le aziende possono ricevere questo riconosci-mento se i loro prodotti sono stati certificati con successo secondol’Oeko-Tex Standard 100 e possono provare che tutta la catena diproduzione - quindi tutti gli stabilimenti che contribuiscono alla pro-duzione di un articolo - risulta conforme ai requisiti dell’Oeko-TexStandard 1000.

PPaannnneelllloo EEccoollooggiiccooÈ un’etichetta volontaria di tipo II relativa al settorearredamento ed attesta che i materiali utilizzati per la

realizzazione di quel prodotto sono al 100% frutto diriciclaggio, garantendo al tempo stesso standard di soli-

dità, compattezza, resistenza, indeformabilità nel tempo. Grazie al rici-clo si stima vengano salvati circa 10.000 alberi al giorno.

Le etichette ecologiche

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I prodotti inclusi nel programma sono notebook e pc desktop, moni-tor e display, mobili per ufficio, cellulari, cuffie o auricolari e dal 2009anche i proiettori. Esiste un’etichetta specifica per ogni tipo di pro-dotto, che accanto alla sigla TCO riporta un codice numerico diffe-rente a seconda del prodotto. La società che si occupa della certifica-zione TCO è la TCO Development ed ha la sua sede principale a Stoc-colma, in Svezia, ed altre filiali in Asia e Nord America.

OOeekkoo--TTeexx SSttaannddaarrdd 110000 L’Oeko-Tex Standard 100 è un sistema di con-trollo e certificazione uniforme per tutto ilmondo tessile, a partire dalle materie prime, perarrivare ai semilavorati e ai prodotti finiti in tut-te le fasi di lavorazione. È nato nel 1992 ed haavuto una prima diffusione in Germania, Au-

stria e Svizzera; in seguito si è allargato a tutti i continenti. Questo marchioidentifica i prodotti che non contengono né rilasciano sostanze dannose perla salute in quantità superiore ai limiti previsti dallo standard di certificazio-ne: sostanze vietate per legge come i coloranti cancerogeni, sostanze il cuiuso è regolamentato dalla legge come formaldeide, ammorbidenti e metallipesanti, ma anche sostanze che secondo le conoscenze attuali sono nociveper la salute, seppur non ancora regolamentate o proibite per legge (pestici-di, coloranti allergenici o composti organici dello stagno). Per giudicare ilprodotto vengono anche presi in esame parametri come solidità del coloree valore del PH non irritante per la pelle, sempre in un’ottica di salvaguar-dia della salute del consumatore. Più il prodotto è a contatto ristretto e pro-lungato con la pelle, più stringenti sono i parametri. Attualmente sono piùdi 8.000 le aziende i cui prodotti, che coprono tutta la catena tessile, han-no ottenuto la certificazione Oeko-Tex Standard 100, per un totale di circa65.000 articoli. In Italia sono circa 600 le aziende a poter apporre questomarchio. Il certificato è rilasciato per un anno e può essere rinnovato.

OOeekkoo--TTeexx SSttaannddaarrdd 11000000 Mentre l’Oeko-Tex Standard 100 riguardale qualità del singolo prodotto tessile, l’Oe-ko-Tex Standard 1000 consiste in un siste-ma di controllo, analisi e certificazione persiti produttivi eco-compatibili in tutta la ca-tena tessile.

i Quaderni del Consumatore

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CCooddiiccee AAmmbbiieennttaallee Indica che l’azienda ha aderito al codice europeo di“buona pratica ambientale”. Si tratta di un codice vo-lontario elaborato dall’AISE, l’associazione europeache raggruppa gran parte delle aziende produttrici didetersivi e prodotti per l’igiene della casa. Il codice,condiviso dall’Unione Europea, impegna i produtto-

ri a ridurre gli imballaggi e a promuovere presso i consumatori un usopiù razionale del prodotto e dell’energia, scegliendo la durata e il tipodi lavaggio più appropriati.

BBiiooddeeggrraaddaabbiilliittàà Questo simbolo, che troviamo su gran parte dei de-tergenti per la casa, attesta l’uso di agenti tensioatti-vi degradabili al 90% in 28 giorni. Alcune aziende af-fermano che il prodotto è biodegradabile al 100% se-

condo i criteri fissati da test di convalida previsti dal-le direttive europee. Non è un marchio che attesta una

particolare ecologicità del prodotto perché la biodegradabilità degliagenti tensioattivi è una caratteristica che devono avere tutti i deter-sivi, in quanto è imposta dalla legge n. 136 del 1993.

NNoonn ddaannnneeggggiiaa ll’’oozzoonnoo È un marchio retorico perché i CPC, i gas che contri-buiscono all’allargamento del buco nella fascia di ozo-no, sono vietati dal 1955 e sono stati sostituiti da mi-scele a base di propano, butano e aria compressa. ICPC continuano a essere consistenti in alcuni sprayper uso medico, come il ghiaccio chimico ampiamen-te utilizzato nel settore sportivo.

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7. Marchi per lo smaltimento dei prodottiGrande rilievo rivestono le eettiicchheettttee rreellaattiivvee aalllloo ssmmaallttiimmeennttoo ddeell pprroo--ddoottttoo al termine del suo ciclo di vita, le quali indirizzano il consumato-re sulle modalità di una gestione corretta del rifiuto, di particolare im-portanza per ridurre l’inquinamento e per il risparmio di risorse natura-li grazie alla riciclabilità. I rifiuti e la loro gestione costituiscono, infatti,uno dei grandi temi della sostenibilità sotto un duplice profilo. Da unprimo punto di vista, la scelta del consumatore responsabile può ricade-re su prodotti preferiti anche alla luce del diverso grado di impatto am-bientale che essi avranno come rifiuti, considerando sia il loro imballag-gio2 (scatola, imbottitura, busta o altri contenitori), che viene eliminatosolitamente poco dopo l’acquisto, sia il prodotto in sé e per sé, una vol-ta che avrà terminato il suo ciclo vitale e dovrà essere smaltito. Da un secondo punto di vista, la differenziazione corretta deirifiuti a partire da ogni famiglia costituisce il primo passo perpoter realizzare un efficiente riciclo di materiali. Con la rac-colta differenziata quindi i cittadini compiono una prima se-lezione dei rifiuti, dividendoli materialmente gli uni dagli al-tri e utilizzando contenitori diversi per plastica, vetro, residuisecchi, umido, carta. Un obbligo in questo senso è posto oggianche a carico dei Comuni, i quali devono raggiungere percen-tuali di raccolta differenziata minime (attualmente 35%) e che sa-ranno in continuo aumento con il passare degli anni; l’apporto del-le istituzioni è naturalmente indispensabile (per predisporre luoghie strumenti idonei alla raccolta differenziata, avviare campagne informa-tive, ecc…), ma è anche ovvio che senza il contributo attivo e l’impegnodei cittadini nessun traguardo può essere raggiunto. Per separare corret-tamente i rifiuti e perseguire così il doppio fine di diminuire l’inquina-mento e favorire il procedimento di riciclo, i consumatori dovrebberoconsultare le etichette dei prodotti, sulle quali troveranno una serie diinformazioni (anche se non sempre obbligatorie per i produttori) tra cuianche quelle che riguardano le caratteristiche dei materiali usati. Dunque, porre attenzione a questo tipo di marchi dovrebbe aiutare i con-sumatori da un lato a scegliere l’adeguata via di smaltimento, dall’altroall’acquisto del prodotto ad impatto ecologico più basso.

Le etichette ecologiche

2 La Direttiva 94/62/CE e successive modifiche sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio è il principale riferimento legislativo comuni-tario; ivi è contenuta la prescrizione secondo cui “per facilitare la raccolta, il riutilizzo e il recupero, compreso il riciclaggio, l’imbal-laggio deve indicare, ai fini della sua identificazione e classificazione da parte dell’industria interessata, la natura del materiale/mate-riali utilizzato/i sulla base della decisione 97/129/CE” (quella che ha istituito la numerazione e le abbreviazioni su cui si basa il siste-ma volontario di identificazione dei materiali di imballaggio).Il “Decreto Ronchi” (D. Lgs. n. 22/1997) in Italia ha recepito la Direttiva 94/62/CE, ribadendo contenuti e obbligatorietà. Tuttavia laL. n. 14/2003 e il D. Lgs. n. 152/2006 hanno sostituito il Decreto Ronchi.

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Le etichette ecologiche

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INDICAZIONI SUL MATERIALE UTILIZZATO

La maggior parte dei materiali è classificata con un simbolo, che puòessere libero o racchiuso dentro un esagono, un cerchio o un triango-lo; informa il consumatore circa la composizione dell’imballaggio e/odel prodotto, mediante una sigla che abbrevia il nome del materiale.

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PET/PETE è il simbolo delpolietilene tereftalato; lo sipuò trovare indicato anchecon il numero 1

PE è il simbolo del polietilene; a volte vienespecificato se si tratta diPE ad alta densità (HDPE,PE-HD) o a bassa densità(LDPE, PE-LD); lo si puòtrovare indicato anche conil numero 2 (HDPE)o 4 (LDPE)

PVC è il simbolo del polivinilcloruro; lo si puòtrovare indicato anche conil numero 3

PP è il simbolo del polipropilene; lo si può tro-vare indicato anche con ilnumero 5

PS è il simbolo del polistirolo; lo si può trovare indicato anche conil numero 6

Altri polimeri

Si tratta di plastica riciclabile utilizzata per le bottiglie di acque mine-rali o, ad esempio, per iflaconi di shampoo

Si tratta di plastica riciclabile, utilizzata adesempio per contenitori diyogurt, sacchetti per la spesa o per surgelare i cibi

Si tratta di plastica riciclabile utilizzata adesempio per giocattoli,finta pelle, nastro isolante o contenitori per alimenti

Si tratta di plastica riciclabile utilizzata persiringhe, contenitori, pen-narelli

Si tratta di plastica perimballaggi utilizzata perisolante per imballaggi,bicchieri monouso

Si tratta di plastica non riciclabile

PLASTICA

Simbolo del cartone ondulato

Simbolo del cartone non ondulato

Simbolo generico della carta

Utilizzato ad esempio per gli scatoloni

Utilizzato ad esempio perle confezioni dei panini deifast-food

Utilizzato ad esempio per giornali, sacchetti di carta, sacchetti peralimenti

CARTA

ACC è il simbolodell’acciaio o banda stagnata

AL/ALU è il simbolodell’alluminio

Utilizzato ad esempioper le lattine di pelati

Utilizzato ad esempioper le lattine di bibite

METALLI

Simbolo del legno

Simbolo del sughero

Utilizzato ad esempioper tutti i mobili

Utilizzato ad esempioper i tappi di vino

LEGNO

Simbolo degli altri materiali legnosi

Simbolo di altri tipi di metallo (non rientranti tra i precedenti)

Simbolo di altri tipi di carta

03

PVC

PVC

05

PP

PP

06

PS

PS

07

OTHER

n. 07-19

20

PAP

21

PAP

22

PAP

PAP 23-39

50

FOR

51

FOR

n. 52-59

n. 42-49

40

FE

ACC

41

ALU

AL

01

PET

PET

02

PE-HD

PE

04

PE-LD

50 51

INDICAZIONI SULLA RICICLABILITÀ

Attraverso il riciclaggio dei rifiuti si tenta di ridurre il più possibile lequantità di residui non riutilizzabili che vengono portati in di-scariche o trattati con inceneritori; la difesa ambientale, cheè oggi sempre più valorizzata nelle scelte delle istituzioni,ha come conseguenza anche il fatto che più raramentevengono utilizzate aree per le discariche di tipo tradizio-nale, nelle quali immettere materiali di ogni genere, com-presi quelli inquinanti (come farmaci, solventi, batterie,ecc..), perdendo per sempre anche quei prodotti che pote-vano costituire materie prime riutilizzabili; queste attraversoil riciclaggio vengono invece recuperate, diventando non più fonte diinquinamento, ma di ricchezza.Il simbolo della riciclabilità, adottato in moltissime varianti come ve-dremo poco avanti, è costituito dalle tre frecce che si rincorrono (c.d.ciclo di Mobius). Nell’idea originaria ognuna di esse rappresenta unadiversa fase del ciclo di riciclo: separazione e raccolta in base al ma-teriale, riutilizzo del materiale riciclabile da parte di aziende specia-lizzate, commercializzazione ed uso del materiale riciclato. Il simbolo era inizialmente utilizzato solo per la carta, ma poi è statoesteso ad altri materiali, con alcune modifiche nel formato o con l’in-serimento al centro di codici, sigle, abbreviazioni.

Nel caso della carta le tre frecce possono essere accompagnate al centro dalla scritta RESY (REcycling SYmbol).

Il prodotto può essere ottenuto con materiale riciclato ed essere ancora ri-ciclabile, in tal caso i due simboli appariranno entrambi sull’imballaggio.

Per l’alluminio le tre frecce sono sostituite da due frecce a forma di cerchio

i Quaderni del Consumatore Le etichette ecologiche

VE è il simbologenerico del vetro

Simbolo del vetro incolore

Simbolo del vetro verde

Simbolo del vetro marrone

Utilizzato ad esempio per le bottiglie di vino

Utilizzato ad esempio per le bottiglie di birra

VETRO

Simbolo del cotone

Simbolo della juta

Utilizzato ad esempio per gli abiti

TESSILI

CA è il simbolo del cartoneaccoppiato ad altri materiali (“poliaccoppiato”),come metalli, plastica,alluminio, latta

PI è il simbolo dei materiali poliaccoppiati non separabili

Utilizzato ad esempio perle confezioni di biscotti

Utilizzato ad esempio per i cartoni tetrapack perlatte e succhi di frutta,confezioni del caffè,bustine per medicinali

POLIACCOPPIATI

Altri materiali tessili

Simbolo degli altri materiali vetrosi che non rientrano nei casi precedenti

Questo primo gruppo di simboli serve ad informare il consumatorecirca la composizione dell’imballaggio e/o del prodotto.

72

GL

71

GL

70

GL

n. 73-79

61

TEX

60

TEX

n. 63-69

CA

PI

80-83

84-99

VE

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INDICAZIONI SUL MATERIALE RICICLATO

Qualora invece il prodotto o l’imballaggio sia fatto di materiale rici-clato (in tutto o in parte) solitamente il simbolo delle tre frecce è in-serito in un cerchio e nella parte bassa o al centro del simbolo vi è l’in-dicazione della percentuale del materiale riciclato.

Con materiale riciclato, utilizzato in tutto o in parte, si possono rea-lizzare manufatti di diverse tipologie e categorie merceologiche. L’alluminio riciclato, ad esempio, viene utilizzato nell’ambito dell’ar-redamento (sedie, mensole, tavoli, ecc…), dell’edilizia (termosifoni),della scuola (tavoli). A partire dalla carta riciclata si realizzano numerosi prodotti per la ca-sa, come tovaglioli, carta igienica, scatole, buste o sacchetti. Anche il vetro riutilizzato trova applicazioni nell’edilizia per piastrel-le e rivestimenti. La gomma riciclata, per proseguire con gli esempi, viene adoperataper realizzare astucci, tappetini per il mouse, copertine di blocchi perscrivere. E ancora: cassettiere, librerie, culle, pallet dal legno; borse,rivestimenti per interni, vasi, cestini, penne dalla plastica; borse, ama-che, cestini, pannelli isolanti dal tessuto.

Le etichette ecologiche

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Esiste un marchio generico che indica un prodotto soggetto arecupero ed è il cosiddetto PPuunnttoo VVeerrddee,, costituito dalla dop-pia freccia circolare. In Italia non ha nessun valore legislati-vo, ma lo si può trovare su prodotti italiani venduti all’estero.

In alcuni Paesi europei indica l’adesione da parte del produtto-re ai consorzi che si occupano del recupero e del riciclaggio dei rifiu-ti. Il simbolo è nato in Germania nel 1991 a seguito dell’introduzionedi una normativa sui rifiuti che imponeva ai fabbricanti di occuparsianche dello smaltimento finale dei propri prodotti. Per incentivare iproduttori a rispettare la legge è nato perciò un sistema di raccolta deirifiuti privato, parallelo a quello pubblico, destinato a raccogliere e asmaltire i prodotti delle aziende aderenti ad esso. La legge tedesca suirifiuti prevede infatti che per i prodotti importati da Stati europei, l’im-portatore e il fabbricante straniero siano entrambi responsabili dellosmaltimento dei rifiuti connessi. I produttori esteri possono quindiaderire anch’essi al sistema. Questi ultimi appongono quindi “Il Pun-to Verde” sui propri prodotti in modo da far sapere al cliente finaleche la confezione sarà raccolta e smaltita dall’organizzazione privata.

In Italia, invece, gli stessi obiettivi di recupero e riciclo dei rifiuti daimballaggio sono coordinati dal CONAI (“Consorzio Nazionale Im-ballaggi”), un consorzio privato a cui tutte le aziende della filiera de-gli imballaggi, dai produttori delle materie prime agli utilizzatori de-gli imballaggi devono aderire per legge.

Vari simboli accompagnati all’appropriata dicitura possono indicareche l’imballaggio può essere usato per il compostaggio.

Infine, si segnalano i seguenti simboli indicano che il prodotto va but-tato nei contenitori della rraaccccoollttaa ddiiffffeerreennzziiaattaa..

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20%

100% recycled fiber X% recycled fiber(for less than 100%)

X%

RACCOLTADIFFERENZIATACARTA

RACCOLTADIFFERENZIATAPLASTICA

RACCOLTADIFFERENZIATAVETRO

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RRiiffiiuuttii ssppeecciiaalliiNon tutti i rifiuti possono essere riciclati; alcuni materia-li per loro natura non contemplano la possibilità di unriutilizzo, altri hanno caratteristiche nocive e/o pericolo-se che ne rendono necessario esclusivamente lo smalti-mento. Si tratta dei rifiuti industriali, radioattivi e farma-ceutici che devono seguire procedure di smaltimento di-versificate e specifiche. Queste categorie sono compresenel genere dei rifiuti speciali, che include inoltre i farma-ci scaduti, i rifiuti animali e la categoria dei rifiuti tossi-ci in generale. Fa parte di quest’ultima categoria anche

l’aammiiaannttoo, materiale il cui utilizzo è stato vietato ormai da molti anni,ma che si continua a dover smaltire poiché lo si ritrova in abitazioni,mezzi di trasporto o altro. Per i pericoli connessi alla salute dell’uo-mo, lo smaltimento dell’amianto è sottoposto a metodologie speciali(che debbono essere applicate sotto il controllo diretto degli incarica-ti delle ASL di competenza) per scongiurare la diffusione delle sue fi-bre nell’aria e la successiva contaminazione delle aree frequentate dal-le persone.

Le etichette ecologiche

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8. Altri simboli ambientaliSpesso accanto ai simboli che indicano la composizione dell’imballag-gio esistono anche simboli generali, che invitano il consumatore acomportamenti “corretti” dal punto di vista ambientale.

NNoonn ddiissppeerrddeerree nneellll’’aammbbiieennttee ddooppoo ll’’uussooIl diffusissimo simbolo dell’omino stilizzato che usa il ce-stino ci ricorda che i rifiuti non vanno abbandonati nel-l’ambiente, ma gettati negli appositi contenitori.

AAppppiiaattttiirree ddooppoo ll’’uussooLo si trova soprattutto nei contenitori brik del latte e deisucchi di frutta; essendo materiali poliaccoppiati, quindidifficilmente riciclabili, l’unica accortezza che possiamoattuare per diminuire il loro impatto ambientale è ridur-ne il volume appiattendoli per occupare meno spazio.

SScchhiiaacccciiaarree llaa bboottttiigglliiaa pprriimmaa ddii ggeettttaarrllaa nneell ccaassssoonneettttooCi indica le modalità di schiacciamento della bottiglia diplastica per ridurne il volume prima di introdurla nell’ap-posito cassonetto nel quale occuperà meno spazio.

SSmmaallttiimmeennttoo sseeppaarraattooLe apparecchiature elettriche ed elettroniche (incluse lebatterie) devono essere smaltite separatamente dagli al-tri rifiuti. Proprio per questo anch’esse sono caratterizza-te da una marcatura specifica, cioè un contenitore di spaz-zatura mobile barrato da una croce.

Sulle batterie è abituale inoltre l’indicazione dell’assenza di alcuni me-talli pesanti dannosi (cadmio, mercurio, piombo).

i Quaderni del Consumatore

Cd Hg Pb

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Il vecchio logo rimarrà ancora in circolazione sulle confezioni di al-cuni prodotti fino a che questi non usciranno dal mercato.

Le etichette ecologiche

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9. Agricoltura Biologica La sostenibilità interessa e coinvolge anche il campo dell’alimentazio-ne e della produzione agricola. Obiettivo dell’agricoltura biologica èquello di usare metodi per le coltivazioni che abbiano un impatto am-bientale minore possibile e che deve essere tenuto sotto controllo sesi vuole evitare il rapido depauperamento delle risorse esistenti; perquesto la produzione non deve essere fine a se stessa, (cioè mirareesclusivamente a produrre il più possibile), ma lo scopo diviene la pro-duttività nella salvaguardia della salute dell’uomo e dell’ambiente inparticolare attraverso i seguenti strumenti: adozione di tecniche coltu-rali idonee a preservare la struttura e gli equilibri microrganici del ter-reno, utilizzo di varietà vegetali adatte all’ambiente specifico; esclusio-ne dell’utilizzo di fertilizzanti, diserbanti e antiparassitari chimici, di-vieto di utilizzo di organismi geneticamente modificati (OGM), con-trollo da parte di enti terzi autorizzati su tutte le fasi della produzione. L’azienda agricola che voglia ottenere la certificazione della produzio-ne come “prodotto da agricoltura biologica” deve aver rispettato glistandard previsti da un periodo definito “di conversione all’agricoltu-ra biologica” di almeno due anni prima della semina o, nel caso dellecolture perenni diverse dai prati, di almeno tre anni prima del raccol-to. Una volta che il processo di conversione sia stato completato glioperatori continuano ad essere soggetti ad approfondite ispezioni an-nuali, tra cui: ispezione della documentazione riguardante gli acqui-sti e le vendite, possibilità di prelevare campioni, ispezioni delle con-dizioni di allevamento, ispezione di campi, frutteti, serre e pascoli.Esiste un marchio europeo per il biologico, introdotto nel 2000, di cui

possono fregiarsi i prodotti le cui aziende agricole di pro-venienza rispettano i metodi di coltivazione fissati dal-le norme europee, stabilite in principio dal regolamen-to CE n. 2092 del 1991 e aggiornate con provvedi-menti successivi (il regolamento CE n. 834/2007 e il

regolamento n. 271/2010). Dal luglio 2010tutti i prodotti alimentari biologici preconfe-zionati nell’Unione Europea devono recare

obbligatoriamente il logo biologico dell’UE.Inoltre tale logo può essere utilizzato su base vo-

lontaria per i prodotti biologici non preconfeziona-ti prodotti nell’UE o su qualunque altro prodotto impor-

tato da Paesi terzi.

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Il vecchio marchioeuropeo per il biologico

Il nuovo marchioeuropeo per il biologico

La recente regolamentazione chiarisce tra le altre cose l’utilizzo di ta-lune espressioni che il consumatore può rinvenire sull’etichettaturadei prodotti; si legge infatti che “i termini come biologico, bio, eco, ecc…inclusi i termini usati nei marchi o le pratiche usate nell’etichettatura onella pubblicità sospettabili di fuorviare il consumatore o suggerire al-l’utilizzatore che un prodotto o i suoi ingredienti soddisfano i requisiti de-finiti nella Regolamentazione non devono essere utilizzati per i prodottinon biologici”. Viene anche specificato che l’etichetta biologica nonpuò essere utilizzata per i prodotti che contengono organismi geneti-camente modificati (OGM).I consumatori che acquistano prodotti che si fregiano del logo euro-peo possono essere sicuri che:- almeno il 95% degli ingredienti sono prodotti con metodo biologico;- il prodotto è conforme al piano ufficiale di ispezione;- il prodotto proviene direttamente dal produttore o è preparato in unaconfezione sigillata;- il prodotto porta il nome del produttore, l’addetto alla lavorazione oil venditore e il nome del codice dell’organismo di ispezione.

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Il requisito fondamentale per aderire è il rispetto delle leggi esistentiin materia ambientale mentre la normativa prevede che l’organizza-zione certificata abbia un sistema di gestione adeguato a tenere sottocontrollo gli impatti ambientali delle proprie attività. Non sono previsti specifici livelli minimi di performance, in modo chele organizzazioni possano migliorare continuamente le proprie pre-stazione ambientali. L’organizzazione che intenda ottenere la certificazione ISO 14001 dovrà:- effettuare un’analisi ambientale iniziale;- definire una politica ambientale che sancisce l’impegno dell’azienda

a favore della tutela dell’ambiente;- pianificare un programma ambientale;- attuare il programma di gestione ambientale pianificato;- definire le azioni di controlli e correttive;- prevedere un riesame da parte dell’alta direzione del sistema di

gestione ambientale.

RReegg.. CCEE EEMMAASS 11222211//22000099 - La registrazione EMAS(Eco-Management and Audit Scheme) è uno strumen-to volontario di ecogestione istituito nel 1993 dalla Co-munità Europea e rinnovato il 25 novembre 2009. Possono aderirvi tutte le organizzazioni che desidera-no valutare e migliorare le proprie prestazioni ambien-tali e al tempo stesso vogliono fornire agli utenti infor-mazioni sulla gestione ambientale. La registrazione EMAS facilita le re-lazioni pubbliche locali in virtù di un dialogo aperto con le parti interes-sate, comunica all’esterno le informazioni ambientali, migliora il coin-volgimento del personale interno, fornisce maggiori garanzie di rispettodella normativa ambientale, attraverso il miglioramento continuo delleprestazioni tende a minimizzare gli impatti ambientali derivanti dalle at-tività dell’organizzazione. La registrazione viene effettuata da un sogget-to terzo indipendente, che in Italia è il Comitato Ecolabel-Ecoaudit. Ilsistema di gestione ambientale dello standard EMAS recepisce integral-mente lo standard ISO14001. Il Reg. EMAS prevede, a differenza dellaISO 14001, la divulgazione verso l’esterno di un documento di sintesi,la Dichiarazione Ambientale, che riporta gli aspetti ambientali significa-tivi, la metodologia per la valutazione della significatività e l’inquadra-mento generale dell’organizzazione.

Le etichette ecologiche

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10. Sistemi di gestione ambientaleLe organizzazioni (pubbliche o private) che vogliono impegnarsi insenso sostenibile e attuare una politica ambientale possono adottare ic.d. sistemi di gestione ambientale: lo standard internazionale UNIEN ISO 14001 oppure il Regolamento comunitario EMAS. Entram-bi hanno la finalità di identificare all’interno dell’organizzazione stes-sa gli aspetti legati all’ambiente, per ridurne gli effetti negativi e rea-lizzare procedure più efficienti per un continuo miglioramento delleperformance ambientali. Si tratta di strumenti volontari di autocon-trollo e responsabilizzazione, attraverso i quali il soggetto che decidedi aderire, si impegna ad osservare le disposizioni di legge in materiae ad ottimizzare le prestazioni nel rispetto della politica ambientale,il tutto sotto il controllo di un soggetto terzo, che rilascerà la certifi-cazione e curerà anche le successive verifiche.La certificazione è anche uno strumento che consente al consumatore diriconoscere quelle aziende produttrici o concessionarie di servizi, cheoperano nel rispetto dell’ambiente, così da poter orientare poi le propriescelte di acquisto e consumo verso la sostenibilità anche in tal senso.Le imprese, in tutti i Paesi industrializzati, stanno adottando il Siste-ma di Gestione Ambientale per gestire con maggiore efficienza e si-stematicità i problemi e le opportunità in campo ambientale. Il Sistema di Gestione Ambientale assume un ruolo centrale nella lo-ro organizzazione, non solo come strumento gestio-nale di complessità ambientali e di sicurezza in-terne ed esterne alla attività dell’impre-sa, ma anche come mezzo per trasfor-mare i vincoli ambientali in opportu-nità di business, per ridurre i costi erisparmiare risorse, e per affrontare suimercati con sistematicità la concorrenza.

UUNNII EENN IISSOO 1144000011//22000044 - Tale normativa, nata nel 1996 e revisio-nata nel 2004, è rivolta a tutte le tipologie di imprese che decidonovolontariamente di stabilire, attuare, mantenere attivo e migliorare unproprio Sistema di Gestione Ambientale (SGA). Si tratta di una certifi-cazione di impresa e non di prodotto, valida a livello internazionale erilasciata da organismi di certificazione (Enti terzi privati) accreditatiche operano entro determinate regole ed attestazioni di conformità.

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Attualmente alcune delle zone svantaggiate da cui provengono i pro-dotti con marcatura Transfair o Fairtrade sono: Brasile, Honduras, Pe-rù, Ecuador, Colombia, Cuba, Guatemala, Nicaragua, Messico, Re-pubblica Domenicana, Costa Rica, Ghana, Tanzania, Congo, Pakistan,India, Sumatra, Thailandia, Sri Lanka.

CCeerrttiiffiiccaazziioonnee ddii rreessppoonnssaabbiilliittaa’’ ssoocciiaallee SSAA 88000000L’impegno etico e sociale di un’impresa può essere certificato dallostandard internazionale SA8000, che si fonda su otto requisiti socialicollegati ai fondamentali diritti umani e dei lavoratori. La norma SA(Social Accountability) 8000, che nasce nel 1997 dal SAI -Social Ac-countability International (Istituto statunitense fondato nel 1969 perfornire agli investitori ed ai consumatori strumenti informativi peranalizzare le performance sociali delle aziende) è volontaria e appli-cabile a qualunque settore merceologico.La norma SA8000 è orientata all’incremento della capacità competiti-va di quelle organizzazioni che forniscono garanzia di eticità della pro-pria filiera produttiva e del proprio ciclo produttivo.La garanzia dell’eticità delle organizzazioni si esplica nella valutazio-ne di conformità ai requisiti SA8000 del sistema di responsabilità so-ciale aziendale, visibile attraverso la certificazione rilasciata da unaterza parte indipendente con un meccanismo analogo a quello utiliz-zato per i sistemi di gestione per la qualità o di gestione ambientale. Una volta ottenuta la certificazione SA8000 le aziende si impegnanoe garantiscono di: - non utilizzare manodopera minorile o lavoro coatto;- non utilizzare lavoro obbligato;- non usufruire di un contesto di discriminazione razziale o sessuale;- garantire la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro;- garantire la libertà di associazione, il diritto alla

contrattazione collettiva e la giusta remunerazione;- adottare sistemi di gestione adeguati e corretti;- rispettare leggi e standard industriali

applicabili sull’orario di lavoro;- garantire un salario adeguato a

soddisfare i bisogni primari e fornire un qualche guadagno discrezionale.

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11. Marchi e certificazioni sociali Esistono anche i mmaarrcchhii cc..dd.. ssoocciiaallii, dedicati in modo specifico agliaspetti etici, rispettati dalle aziende nella fase della produzione; riguar-dano quindi la sicurezza dei lavoratori, le implicazioni sulla salute del-l’uomo, altri aspetti tecnici, economici e sociali relativi ai prodotti: èil caso del commercio equo e solidale e della responsabilità sociale.

CCoommmmeerrcciioo EEqquuoo ee SSoolliiddaallee ee MMaarrcchhii TTrraannssFFaaiirr ee FFaaiirr TTrraaddeeIl Commercio Equo e Solidale è unapproccio alternativo al commercioconvenzionale (visto come iniquo especulativo), che propone una vi-sione dell’economia attenta agli in-

teressi di tutti i soggetti coinvolti nella catena di commercializzazio-ne (produttori, lavoratori, importatori, venditori, consumatori), chedevono convivere in un rapporto il più possibile paritario. In partico-lare vengono promossi la giustizia sociale (vista anche come riduzio-ne del divario tra nord e sud del mondo), il rispetto per i lavoratori,lo sviluppo sostenibile. I produttori perseguono politiche di autono-mia delle popolazioni locali, in contrapposizione alle dipendenze eco-nomiche che si creano nel commercio tradizionale. A tutela delle po-polazioni indigene si evita l’esportazione di prodotti o materie primescarseggianti, mentre a tutela del consumatore finale deve essere ga-rantita la qualità del prodotto. Il prezzo c.d. “equo” è il risultato di unaccordo tra produttori ed importatori, le cui voci devono essere notein termini quantitativi; è fisso e deve tenere conto non solo dei costidi produzione, ma anche del fine primario di garantire ai produttoriil raggiungimento ed il mantenimento di un livello di vita dignitosonel Paese di appartenenza. FairTrade è il marchio più riconosciuto trai marchi c.d. “sociali” e dalla sua nascita (2002) ha progressivamenterimpiazzato le differenti etichettature presenti in ambito sociale, manazionali. Certifica che i prodotti rispettano gli standard sociali, eco-nomici e ambientali definiti dall’Organizzazione Internazionale di Eti-chettura Fairtrade, che ha fissato regole e requisiti molto stringenti. Èappunto un marchio di prodotto, non certifica le aziende. In Canadasi utilizza ancora l’etichettatura nazionale (TransFair), che però cer-tifica che il prodotto cui è apposta rispetta i requisiti richiesti dall’Or-ganizzazione Internazionale di Etichettatura Fairtrade, quindi dal pun-to di vista sociale ed ambientale i prodotti sono di analogo livello.

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FFEEDDEERRCCOONNSSUUMMAATTOORRII -- SSeeddee ddii AAnnccoonnaaVia Oberdan, 10 - 60100 AnconaTel. 071/204969 - Fax 071/[email protected]

IILL QQUUAADDRRIIFFOOGGLLIIOOvia Trento, 29 - 60015 Falconara (AN)Tel. 071/9174783 - Fax 071/[email protected]

MMOOVVIIMMEENNTTOO DDIIFFEESSAA DDEELL CCIITTTTAADDIINNOO -- SSeeddee ddii AAnnccoonnaaVia Vittorio Veneto,11 - 60122 AnconaTel. 071/2071602 - Fax 071/[email protected]

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Indirizzi utili Si riportano di seguito, oltre all’indirizzo del Servizio di Tutela delConsumatore della Camera di Commercio di Ancona, i riferimentidelle Associazioni dei consumatori iscritte all’Albo della Regione Mar-che in ottemperanza alla L.R. n. 14/2009.

CCaammeerraa ddii CCoommmmeerrcciioo ddii AAnnccoonnaaServizio di Tutela del ConsumatorePiazza XXIV Maggio, 1 - 60124 AnconaTel. 071/5898250-360-253 - Fax 071/[email protected]

AACCUU MMaarrcchhee Via Piave 49/C - 60100 AnconaTel./Fax 071/[email protected]

AADDIICCOONNSSUUMM MMaarrcchhee Via dell’Industria, 17 - 60127 AnconaNumero Verde 800663822Tel. 071/505234 - Fax 071/[email protected]

AADDOOCC MMaarrcchhee Via XXV Aprile 37/A - 60125 AnconaTel. 071/2275386 - Fax 071/[email protected]

CCIITTTTAADDIINNAANNZZAATTTTIIVVAA MMaarrcchhee - PP..II..TT.. SSeerrvviizziiVia Circonvallazione c/o Stazione F.S. - 60033 Chiaravalle (AN)Tel. / Fax 071/[email protected]

CCOODDAACCOONNSS - SSeeddee PPrroovviinncciiaalleeVia T. Mamiani, 16 - 60019 Senigallia (AN)Tel. 071/7939608 - Fax 071/[email protected]

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GlossarioAAggrriiccoollttuurraa bbiioollooggiiccaa: metodo, tecnica colturale, che parte dall’equi-librio e dalla salvaguardia dell’ambiente in cui si opera, per produrree mettere a disposizione del consumatore prodotti sani, ammettendol’utilizzo di soli metodi naturali (come concimi organici, metodi di di-sinfestazione naturali, pratica delle rotazioni colturali e lavorazionesuperficiale del terreno).

AAmmbbiieennttee: insieme degli elementi naturali (flora, fauna, paesaggio),delle risorse energetiche, degli ecosistemi, che circondano un deter-minato organismo e, in particolare, gli esseri umani.

BBiillaanncciioo ssoocciiaallee:: modello di rendicontazione sulle quantità e sulle qua-lità di relazione tra l’impresa ed i gruppi di riferimento rappresentati-vi dell’intera collettività, mirante a delineare un quadro omogeneo,puntuale, completo e trasparente della complessa interdipendenza trai fattori economici e quelli socio-politici connaturati e ad affermarecome il soggetto economico che persegue il proprio interesse preva-lente contribuisce nel contempo a migliorare la qualità della vita deimembri della società in cui è inserito in conseguenza alle scelte fatte.

BBiillaanncciioo ddii ssoosstteenniibbiilliittàà:: simile per alcuni aspetti al bilancio sociale, èun rapporto annuale che analizza l’operato di un’organizzazione (pri-vata o pubblica), valutandolo secondo le logiche dell’efficienza eco-nomica, della tutela ambientale, sociale e della sostenibilità; consen-te il monitoraggio, la rendicontazione e la comunicazione delle per-formance ambientali, sociali ed economiche dell’ente.

BBiiooddeeggrraaddaabbiilliittàà:: caratteristica che una determinata sostanza o mate-riale hanno di essere decomposti e assimilati dai microrganismi natu-ralmente presenti nel suolo, per essere successivamente reimmessi nelciclo naturale.

CCeerrttiiffiiccaazziioonnee aammbbiieennttaallee:: riconoscimento che può essere richiesto daun’azienda per dimostrare determinate prestazioni ambientali.

CCiicclloo ddii vviittaa:: gli stadi consecutivi e collegati di un prodotto dal suoimpiego come materia prima allo smaltimento definitivo.

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DDaannnnoo aammbbiieennttaallee:: danno che produce effetti negativi sul raggiungi-mento o sul mantenimento di stato di conservazione favorevole di spe-cie o habitat naturali, o che incide in modo significativo sullo stato eco-logico, chimico, quantitativo delle acque o che determina contamina-zione del terreno tale da incidere negativamente sulla salute umana.

EEccoo--llaabbeell:: etichetta ecologica riconosciuta a livello europeo, di cui pos-sono fregiarsi prodotti e servizi che rispettino precisi criteri ecologi-ci, basati sull’intero ciclo di vita del prodotto e stabiliti dalla Commis-sione Europea.

EEMMAASS:: strumento volontario di ecogestione istituito dalla ComunitàEuropea nel 1993; possono aderirvi le organizzazioni che voglionomigliorare le proprie prestazioni ambientali e al tempo stesso fornireagli utenti informazioni sulla gestione ambientale.

GGeessttiioonnee ddeeii rriiffiiuuttii:: insieme delle azioni e delle politiche atte ad am-ministrare e gestire l’intero ciclo della produzione di rifiuti: riutilizzo,raccolta, trasporto e stoccaggio, trattamento..

IImmbbaallllaaggggiioo pprriimmaarriioo:: prodotto adibito a contenere e a proteggere de-terminate merci, dalle materie prime ai prodotti finiti, a consentire laloro manipolazione e la loro consegna dal produttore al consumatoreo all’utilizzatore, e ad assicurare la loro presentazione (ad esempio bot-tiglia di plastica, pellet di legno, sacchetto della spesa, vasetto di ve-tro, scatola delle scarpe, vaschetta di polistirolo che contiene le bana-ne, ecc).

IImmppaattttoo aammbbiieennttaallee:: qualsiasi modifica all’ambiente provocata o a cuicontribuisce il prodotto durante il suo ciclo di vita.

MMaarrcchhiioo eeccoollooggiiccoo: (anche etichetta ecologica) viene apposto con lafinalità di garantire al consumatore che il prodotto che lo espone siaprogettato per limitare al minimo il proprio impatto ambientale in tut-to il suo ciclo di vita in un’ottica di sostenibilità.

MMaarrcchhiioo ssoocciiaallee:: sistema di etichettatura e marchiatura che identificagli aspetti del prodotto legati alla sicurezza, alle implicazioni della pro-duzione e della distribuzione sulla salute dell’uomo o all’ambitoetico/sociale.

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RRiiffiiuuttoo:: ogni prodotto, imballaggio o materia prima che ha esaurito lasua funzione primaria e che deve essere smaltito, riutilizzato o riciclato.

RRiiuuttiilliizzzzoo:: qualsiasi operazione mediante la quale un prodotto o i suoicomponenti, giunti al termine del loro primo uso, sono utilizzati perlo stesso scopo per il quale sono stati concepiti, incluso l’uso conti-nuato di un prodotto, conferito a punti di raccolta, distributori o fab-bricanti, nonché il riutilizzo di un prodotto dopo la rimessa a nuovo.

RRiicciiccllaaggggiioo:: operazione finalizzata al recupero di un prodotto o partedi esso, mediante un processo di lavorazione e trasformazione in unprodotto finale o in una componente da incorporare in un prodotto.

SSiisstteemmaa ddii ggeessttiioonnee aammbbiieennttaallee:: strumento volontario di autocontrol-lo e responsabilizzazione per le organizzazioni (imprese ed enti) nel-l’ambito della sostenibilità e della politica ambientale.

SSvviilluuppppoo ssoosstteenniibbiillee:: forma di sviluppo (che comprende quello eco-nomico, delle città, delle comunità, ecc…) che non compromette lapossibilità delle future generazioni di perdurare anch’esse nello svi-luppo, preservando la qualità e la quantità del patrimonio e delle ri-serve naturali, mantenendo l’equità sociale e gli ecosistemi, e operan-do quindi in regime di equilibrio ambientale.

VVaalluuttaazziioonnee ddii iimmppaattttoo aammbbiieennttaallee:: procedura tecnico-amministrati-va di verifica della compatibilità ambientale di un progetto finalizza-ta all’individuazione, descrizione e quantificazione degli effetti che lostesso potrebbe avere sull’ambiente.

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NOTE