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    Cesare Ripa

    Iconologia, overo descrittione dell'imagini

    universali cavate dall'antichit et da altriluoghi da Cesare Ripa Perugino, opera nonmeno utile, che necessaria Poeti, Pittori,Scultori, per rappresentare le virt, vitij,

    affetti, et passioni humane

    www.liberliber.it

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    sostegno ci aiuter a far crescere ulteriormente la nostra biblioteca. Qui le

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    PROEMIOA' Lettori

    Le Imagini fatte per significare una diversa cosa da quella, che si vede con l'occhio non

    hanno altra pi certa n pi universale regola, che l'imitazione delle memorie, che si trovano ne'Libri, nelle Medaglie e ne' Marmi intagliate per industria de' Latini & Greci, di quei pi antichi,che furono inventori di questo arteficio. Per communemente pare, che chi si affatica fuori diquesta imitatione erri, per ignoranza, per troppo presumere, le quali due macchie sono moltoabhorrite da quelli, che attendono con le proprie fatiche all'acquisto di qualche lode. Per fuggireadunque il sospetto di questa colpa h giudicato buona cosa (havendo io voluto di tutte questeImagini fare un fascio maggiore di quello, che si poteva raccorre dall'osservationi delle cose piantiche & per bisognando fingerne molte & molte prenderne dalle moderne, dichiarandoverisimilmente ciascuna) trattare alcune cose intorno al modo di formare & dichiarare i concettisimbolici nel principio di quest'opera, la quale forse con troppa diligenza da molti amici si sollecita& si aspetta da chi sono io in principal obligo di contentare. Lasciando dunque da parte

    quell'Imagine della quale si serve l'Oratore & della quale tratta Aristotele nel terzo libro della suaRettorica, dir solo di quella ch'appartiene a' Dipintori, vero quelli, che per mezzo di colori, dialtra cosa visibile possono rappresentare qualche cosa differente da essa & h conformit conl'altra, perche come questa persuade molte volte per mezzo dell'occhio, cos quella per mezzo delle

    parole muove la volont & perch questa guarda le metafore delle cose, che stanno fuoridell'huomo & quelle, che con esso sono congiunte &, che si dicono essentiali. Nel primo modofurono trattate da molti antichi fingendo le imagini delle Deit, le quali non sono altro, che veli, vestimenti da tenere ricoperta quella parte di Filosofia, che riguarda la generatione & la corrotionedelle cose naturali, la dispositione de' Cieli, l'influenza delle Stelle, la fermezza della Terra, altre simili cose, le quali con un lungo studio ritrovarono per avanzare in questa cognitione la Plebe& acci che non egualmente i dotti & gl'ignoranti potessero intendere & penetrare le cagioni dellecose, se le andavano copertamente communicando fr se stessi & copertamente ancora per mezzodi queste imagini le lasciavano a' Posteri, che dovevano gl'altri essere superiori di dignit & disapienza. Di qui nata la gran moltitudine delle favole de gl'antichi Scrittori, le quali hanno l'utiledella scienza per li dotti, & il dolce delle curiose narrationi per l'ignoranti. Per molti ancora de glihuomini di gran conto hanno stimato loro degna fatica lo spiegare quelle cose, che trovavano inqueste favole occultate, lasciandoci scritto, che per l'imagine di Saturno intendevano il Tempo, ilquale gli anni, a' mesi & a' giorni d & toglie l'essere, come esso divorava quei medesimiFanciulli, che erano suoi figliuoli & per quella di Giove fulminante, la parte del Cielo pi puradonde vengono quasi tutti gl'effetti Meteorologici. Per la imagine ancora di Venere di estrema

    bellezza, l'appetito della materia prima, come dicono i Filosofi, alla forma, che gli d il

    compimento. Et, che quelli, che credevano il Mondo essere corpo mobile & ogni cosa succedereper il predominio delle Stelle, (secondo che racconta nel Pimandro Mercurio Trismegisto) finseroArgo pastore, che con molti occhi da tutte le bande riguardasse e Pan dio boscareccio, nel modo,che lo descrivono, significandoci con le due corna della testa il Sole & la Luna, con la facciarubiconda, la regione del fuoco, il cielo stellato con la pelle di molte macchie dipinta; l'armonia diesso con la Sampogna l'uno co'l Lituo & le Selve & le Fiere con l'ispidezza delle gambe Caprine.Questo istesso mostrano in Giunone, sospesa in aria dalla mano di Giove, come disse Homero &infinite altre Imagini le quali hanno gi ripieni molti Volumi & stancati molti Scrittori, ma con

    profitto di dottrina & di sapienza. Il secondo modo delle imagini abbraccia quelle cose, che sononell'huomo medesimo, , che hanno gran vicinanza con esso, come i concetti & gli habiti, che da'concetti ne nascano con la frequenza di molte attioni particolari; & Concetto dimandiamo senza pi

    sottile investigatione tutto quello, che pu esser significato con le parole il quale tutto viencommodamente in due parti diviso: l'una parte , che afferma, nega qualche cosa d'alcuno, l'altra,che no. Con quella formano l'artificio loro quelli, che compongono l'Imprese, nelle quali con pochi

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    corpi & poche parole un sol concetto s'accenna, & quelli ancora, che fanno gli Emblemi ovemaggior concetto, con pi quantit di parole & di corpi si manifesta. Con questa poi si forma l'artedell'altre Imagini, le quali appartengono al nostro discorso per la conformit, che hanno con ledefinitioni, le quali solo abbracciano le virt & i vitij, tutte quelle cose, che hanno convenienzacon questi, con quelle, senza affermare, negare alcuna cosa & per essere, sole privationi,

    habiti puri si esprimono con la figura humana convenientemente, perciocch, s come l'huomo tutto misura di tutte le cose, secondo la commune opinione de' Filosofi & d'Aristotile in particolare,quasi come la definitione misura del definito, cos medesimamente la forma accidentale, cheapparisce esteriormente d'esso pu esser misura accidentale delle qualit definibili qualunque sisiano, dell'anima nostra sola, di tutto il composto. Adunque vediamo, che Imagine non si pudimandare in proposito nostro quella, che non h la forma dell'huomo &, che imagine malamentedistinta, quando il corpo principale non f in qualche modo l'ufficio, che f nella definitione il suogenere.

    Nel numero dell'altre cose da avvertire sono tutte le parti essentiali della cosa istessa & diqueste sar necessario guardar minutamente le dispositioni & le qualit.

    Dispositione nella testa sar la positura alta, bassa, allegra, maninconica & diverse altre

    passioni, che si scoprono come in teatro nell'apparenza della faccia dell'huomo. Dovr ancora nellebraccia, nelle mani, nelle gambe, ne' piedi, nelle treccie, ne' vestiti & in ogni altra cosa notarsi ladispositione, vero positione distinta & regolata, la quale ciascuno potr da se medesimofacilmente conoscere senza, che ne parliamo altramente.

    Le qualit poi saranno l'essere bianca, nera, proportionata, sproportionata, grassa, magra, giovane, vecchia, simili cose, che non facilmente si possano separare dalla cosa nellaquale sono fondate, avertendo, che tutte queste parti facciano insieme un'armonia talmenteconcorde, che nel dichiararla renda sodisfattione il conoscere la conformit delle cose & il buongiudicio di colui, che l'h sapute ordinare insieme in modo, che ne resulti una cosa sola, ma perfetta& dilettevole.

    Tali sono quasi universalmente tutte quelle de gl'antichi & quelle ancora de' moderni, chenon si governano caso. Et perche la Fisonomia & i colori sono considerati da gli antichi, si potrciascuno guidare in ci conforme all'auttorit d'Aristotele, il quale si deve credere, secondol'opinione de' Dotti, che sopplisca solo in ci, come nel resto, quel, che molti ne dicono & spessolasciaremo di dichiararli, bastando dire una, due volte fr tante cose poste insieme quello, che sefossero distinte bisognerebbe manifestare in ciascuna. Et la definitione scritta se bene si f di poche

    parole & di poche parole par, che debbia esser questa in pittura, ad imitatione di quella, non permale l'osservatione di molte cose proposte acci che, dalle molte si possano eleggere le poche,che fanno pi proposito, tutte insieme facciano una compositione, che sia pi simile alladescrittione, che adoprano gli Oratori & i Poeti, che alla propria definitione de' Dialettici. Il, cheforse tanto pi convenientemente vien fatto quanto nel resto per se stessa la Pittura pi si conf con

    queste arti pi facili & pi dilettevoli, che con quella pi occulta & pi difficile. Chiara cosa , chedelle antiche se ne vedono & dell'una & dell'altra maniera molto belle & molto giudiciosamentecomposte.

    Hora, vedendosi, che questa sorte d'Imagini si riduce facilmente alla similitudine delladefinitione, diremo, che di queste, come di quelle, quattro sono i capi, le cagioni principali dallequali si pu pigliare l'ordine di formarle & si dimandano con nomi usitati nelle Scole di Materia,Efficiente, Forma & Fine, dalla diversit de' quali capi nasce la diversit, che tengono gli Auttorimolte volte in definire una medesima cosa & la diversit medesimamente di molte Imagini fatte persignificare una cosa sola. Il che ciascuno per se stesso potr notare in queste istesse, che noihabbiamo da diversi Antichi principalmente raccolte e tutte quattro adoprate insieme per mostrareuna sola cosa, se bene si trovano in alcuni luoghi; con tutto ci, dovendosi haver riguardo

    principalmente ad insegnare cosa occulta con modo non ordinario, per dilettare con l'ingegnosainventione, lodevole farlo con una sola, per non generare oscurit & fastidio in ordinare, spiegare& mandare memoria le molte.

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    DI CRISTOFOROLAURO.

    Ristretta in carte di caduco inchiostro

    Di voi fama non sia, ma per l'immensoMondo si stenda oltre le vie del senso,RIPA gentil, da l'altro polo al nostro,

    Precorra al corso d'Aquilone, e d'Ostro,Quand'arde d'ira, e di disdegno accenso,Tutto s'accordi universal consenso

    E pregi, e lodi il bello ingegno vostro;Ci si conviene voi, che nel concorso

    De' tumulti mondani & ove inondaTutto quasi gran Mare il Mondo e 'l Cielo,

    Filosofia s dolce & s gioconda

    Trovar sapeste; & con gentil discorsoDe le tenebre sue squarciarne il velo.

    Di Diomede Borghesi, Svegliato Intronato.

    IL RIPA lo Scrittor pregiato, e degnoDel'Imagini illustri: ond'alta imagoVedranno e l'Istro, e 'l Nilo, e 'l Gange, e 'l Tago,

    D'eccelso, peregrin, purgato ingegno.

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    Di Fulvio Mariottelli.

    Nobil desio, che viva fiamma accendeDi vera lode cui virtute l'esca

    Tanto in te RIPA l'alma gloria adescaQuanto la morte le memorie offende.Da le tue carte il secol nostro apprende

    Di vetusto saper memoria frescaCh'i sensi & l'alme nostre allaccia e invesca

    Ma laccio , che diletta e non ch'offende.Come in specchio gentil talhor s'infonde

    Raggio del Sol ch'a gli altri poi d'intorno,Che veder no'l poteano, si diffonde,

    Splenda la luce in te d'un nobil giorno,Che si svi per altrui colpa altronde

    Et con tal mezzo far dovea ritorno.

    Di Gio. Buondelmonti

    RIPA, chi mira le pregiate carteVostre e non prende entro al suo cor dolcezzaO non vivo, le virt disprezza,O in tutto privo di giudizio & d'arte.

    Voi del ben far ogni pi bella parteSpiegando e del contrario ogni bruttezza,

    Ponete altrui nell'animo vaghezzaChe questo segua e qual lasci in disparte

    Veggonsi poi tutti gli humani affettiDescritti con s raro e bel disegnoChe stupor e diletto insieme porge.

    O quanto sete d'ogni laude degno,Poi, che ne' vostri gratiosi dettiLa via di gir' al ciel chiara si scorge.

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    Di Marc'Antonio Baldi.

    Tra schizzi e punti un Ciel sereno accensoD'ardenti aspetti, rimirar nel pienoGrembo i vanti de l'Iri, ne l'immenso

    Flutto ondeggiar ad Anfitrite il senoVeder d'Alpe, di scogli arido, e densoE di ridenti Fior vario 'l terrenoTra scarpelli, e colori opra del senso,S, che 'l discorso, non v'h parte, meno.

    Ma d'aspetto invisibile immortaleDar sembianza alle forme impresa, e pondoD'ingegno sol ch'in infinito vale.

    Onda solcar, che non h riva, fondoMa che? Cesar il fe'; Cesar il qualeMai non volle tr i primi esser secondo.

    Di Scipione Bargagli.

    Con lodi alte i MortaliNe' bei secoli andatiLevaro al Cielo i gran saggi InventoriDe le cose; e sacratiGli hebber tr i loro Dei chiari immortali

    A chi con dotti suoi degni LavoriH i simolacri di s gentili opreDal profondo d'oblio Ripa alzati;Altre lodi hor dovransi od altri honori?Poscia, che senza l'opre di sua manoTrovati foran gi, formati in vano.

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    Thadi Donnol Hispellatis.

    Anagramma.

    Caesar Ripa.Par Caesari.Caesaris dic quo modo nomen inferoCaesari Par, ne fera bella movit?Caesari Par, ne tenet ipse Regni

    Fraena potentisIlle, sic, Victor resonavit armis,Iste Picturae superavit omnesDispari forma; sonat ergo Caesar

    Victor uterque.

    Eiusdem de Cognomine Auctoris.

    Penniculo quid miraris si Gurgitis undasTot tot sulcantes inscia mersit aqua?

    Non mirum, certe non est; erat undique PontuEt nulla errantes Ripa tenebat aquas

    Ergo, Pictores, Rip huic appellite vestrumPenniculum scopulos Ripa cavere docet.

    Eiusdem

    Linquite semper idem Pictores linquite flumen(Hoc est forma una pingere semper idem)

    Et Ripam petite (hoc est Ripae incumbite libro)Multiplici forma pingere Ripa docet.

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    TAVOLA DE' CAPI contenuti nella presente Opera.

    AAbondanza.Abondanza terrestre.

    Abondanza maritima.Accidia.Acqua.Acquisto cattivo.Adolescenza.Adulatione.Aere.Affanno.Affabilit.Agilit.Agricoltura.Allegrezza.Allegrezza d'amore.Amabilit.Amaritudine.

    Ambitione.Amicitia.Amicitia senza giovamento.Ammaestramento.Amor di virt.Amor verso Iddio.Amor del prossimo.Amor di se stesso.Amor di fama.Anno.Architettura.Ardire magnanimo e generoso.Ardire ultimo e necessario.Aritmetica.

    Arroganza.Arte.Astrologia.Astutia.Avaritia.Audacia.Augurio buono.Augurio cattivo.Aurora.Autunno.

    BBeatitudine.Bellezza.Bellezza feminile.

    Benignit.Biasimo.Bont.Bugia.

    CCalamit.Calunnia.Capriccio.Carestia.Carit.Castit.Castit matrimoniale.Cecit della mente.Celerit.Chiarezza.

    Clemenza.Cognitione delle cose.Comedia.Concordia.

    Concordia militare.Concordia di pace.Concordia de gl'antichi.Confidenza.

    Conscienza.Conservatione.Consideratione.Consiglio.Constanza.Consuetudine.Contrasto.Contento.Contento amoroso.Contritione.Convito.Cordoglio.Correttione.Corrottela ne' giudici.Corte.

    Cortesia.Constanza.Crapula.Crudelt.Cuore mondo.Cupidit.Curiosit.Custodia.

    DDapocaggine.Derisione.Desiderio verso Iddio.Desiderio overo cupidit.Destino.

    Dialettica.Dignit.Diligenza.Discordia.Disperatione.Disposizione fatale.Dispregio del mondo.Dispregio delle virt.Divinatione.Divinit.Dolore.Dominio di se stesso.Dottrina.Dubbio.

    EElementi Quattro.Elemosina.Eloquenza.Equit.Errore.Estate.Eternit.Evento buono.

    FFalsit d'amore.Fama.Fama buona.Fama cattiva.Fame.

    Fame di giustizia.Fatica.Fato.Favore.

    Fecondit.Fede.Fede religiosa.Fede nell'amicitia.

    Fedelt.Felicit.Felicit eterna.Felicit breve.Fermezza.Fermezza et Gravit dell'oratione.Fermezza d'amore.Filosofia.Flagello di Dio.Fortezza.Fortezza d'anima e di corpo.Fortezza e Valore del corpocongiunto con la Prudenza et virtdell'animo.Fortezza del corpo congiunta con la

    generosit dell'animo.Fortuna.Fortuna buona.Fortuna infelice.Fortuna giovevole ad amore.Forza.Forza d'amore.Forza interiore da maggior forzasuperata.Fragilit.Fragilit humana.Fraude.Fuga.Fuga popolare.

    Fuoco.Furie.Furore.Furore et Rabbia.Furore superbo et indomito.Furor poetico.Furto.

    GGagliardezza.Gelosia.Genio buono.Genio cativo.Geometria.Giorno.

    Giorno naturale.Giorno artificiale.Giovent.Gioia d'amore.Giubilo.Giudicio.Giudicio giusto.Giuoco.Giuriamento.Giurisdittione.Giustitia.Giustitia divina.Giustitia essecutiva.Giustitia retta.Giustitia rigorosa.

    Gloria.Gola.Governo della Rep.Grammatica.

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    Grandine.Grassezza.Gratia.Gratia Divina.Gratia di Dio.Gratie.Gratitudine.

    Gravit.Gravit nell'huomo.Gravit dell'oratione.Guardia.Guerra.Guida sicura di veri honori.Gusto.

    HHipocrisia.Homicidio.Honest.Honore.Hora.Humanit.

    Humilt. IIattanza.Idolatria.Indulgentia.Ignoranza.Imitatione.Immodestia.Immortalit.Immutatione.Impassibilit.Imperfettione.Impiet.Importunit.Impudenza.

    Inconsideratione.Incostanza.Indicio di amore.Industria.Infamia.Infermit.Infortunio.Inganno.Ingiuria.Ingiustitia.Ingordigia.Ingratitudine.Inimicitia.Iniquit.

    Innocenza.Inubbidienza.Insidia.Instabilit.Intelletto.Intelligenza.Intrepidit.Inverno.Invidia.Invocatione.Ira.

    LLascivia.Lealt.

    Leggierezza.Letitia.Liberalit.Libert.Libidine.

    Licenza.Lite.Logica.Lussuria.

    MMachina del Mondo.Magnanimit.

    Magnificenza.Maledicenza.Malinconia.Malevolenza.Mansuetudine.Martirio.Matrimonio.Matematica.Medicina.Mediocrit.Memoria.Merito.Mese.Minaccie.

    Miseria.Miseria mondana.Misericordia.Moderanza.Modestia.Mondezza di cuore.Mondo.Morte.Musica.

    NNatura.Navigatione.Nebbia.Necessit.Negligenza.

    Neve.Nobilt.Notte.Nuvole.

    OObedienza.Obedienza verso Dio.Obligo.Occasione.Odio capitale.Odorato.Opera vana.Operatione manifesta.Operatione perfetta.

    Opinione.Opulenza.Oratione.Ostinatione.Otio.

    PPace.Pacifico.Patienza.Pazzia.Paura.Peccato.Pecunia.Pellegrinaggio.

    Pena.Penitenza.Pensiero.Pentimento.Pentimento de' peccati.

    Perfettione.Perfidia.Perpetuit.Persecutione.Perseveranza.Persuasione.Pertinacia.

    Perturbatione.Peste et Pestilenza.Piacere.Piacere honesto.Piacer vano.Piacevolezza.Pianto.Piet.Piet de' figliuoli verso i padri.Pigritia.Pioggia.Pittura.Poesia.Poema eroico.

    Poema pastorale.Poema satirico.Povert.Povert in uno, che habbia belloingegno.Povert di spirito.Preghiere.Preghiera Dio.Premio.Previdenza.Primavera.Prodigalit.Promissione.Prontezza.Providenza.

    Prudenza.Pudicitia.Pueritia.Punitione.Purit.Purit et Sincerit d'animo.

    QQuattro Elementi.Querela.Querela ingiusta.Quiete.

    RRabbia.Ragione.

    Ramarico del bene altrui.Rancore.Rapina.Realt.Regalit.Religione.Religione finta.Restitutione.Resurretione.Retorica.Ricchezza.Rigore.Riprensione.Riso.

    Rugiada.Rumore.S

    Salute.Sanit.

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    Sapienza.Sapienza humana.Sapienza vera.Sceleratezza, Vitio.Scienza.Sciocchezza.Scoltura.

    Scorno.Sdegno.Secolo.Senso.Serenit.Servit.Sete di Giustitia.Sfacciataggine.Sforzo con inganno.Sicurt, Sicurezza.Silentio.Simplicit.Simulatione.Soccorso.

    Sogno.Solitudine.Sollecitudine.Sonno.Sorte.Sospettione.Sostanza.Sottilit.Spavento.Speranza.Speranza delle fatiche.Speranza divina et certa.Speranza fallace.Stabilit.Sterilit.

    Stoltitia.Superbia.

    TTardit.Tatto.Temperanza.Tempesta.Tempo.Temporale di neve.Tentatione.Tentatione d'amore.Teologia.Terra.Terrore.

    Timidit, Timore.Tirannide.Toleranza.Tormento d'amore.Tradimento.Tragedia.Tranquillit.Tribolatione.Tristitia overo Rammarico del benealtrui.

    VValore.Vanit.Vbriacchezza.

    Verno.Vdito.Vecchiezza.Velocit.Vendetta.

    Verit.Vigilanza.Vigilanza per difendersi et oppugnaraltri.Vilt.Violenza.Virginit.

    Virilit.Virt.Virt heroica.Virt insuperabile.Viso, uno de' cinque sentimenti.Vita.Vita Attiva.Vita Contemplativa.Vita humana.Vittoria.Vittoria de gli antichi.Vittoria navale.Volont.Volutt.

    Voracit.Vsanza.Vsura.Vtilit.

    ZZelo.

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    IL FINE.

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    ICONOLOGIAOVERO

    DESCRITTIONEDELL'IMAGINI VNIVERSALICAVATE DALL'ANTICHIT

    DA CESARE RIPA PERVGINO.

    ABONDANZA.

    DONNA,con vestimento d'oro, in forma di Matrona, con ghirlanda di spiche di grano in capo; nelladestra mano terr un mazzo di Papavero, & un di Senape, & con la sinistra un corno di dovitia

    pieno di fronde, fiori, & frutti.L'Abondanza, figurata per la presente imagine, in due sorte di cose principalmente consiste,cio necessarie, & honorevoli. Le necessarie sono quelle, senza le quali non si potrebbe sostentarela vita dell'huomo; le honorevoli sono quelle, senza le quali essa vita verrebbe stimata men bella.La principalissima, fr tutte le cose necessarie, il grano, & fr quelle, che adornano mirabilmentele cose nostre, principalissimo instromento l'Oro, Metallo, fr gli altri, nobilissimo. Et per la

    presente figura si dovr distintamente con queste due cose rappresentare: Con le spiche, cheadornano il capo, suo principal membro, & con l'oro della veste, che adorna, & ricopre le parti pisegrete del corpo. Si dipinge con le spiche Cerere, inventrice delle biade, & si dimanda il secolodell'oro quell'et, nella quale i primi huomini non sentirono la violenza della carestia. di etmatura, perche particolarmente le conviene il giudicio, & il consiglio, & ricerca essere disposta con

    regola, & adoprata con misura. Di qui avviene, che molti sono, come si suol dire, Poveri sol pertroppo haverne copia, come altri per la troppa mancanza.Il Papavero si prende da gli antichi per segno di fertilit, & anco per significare la Terra

    tutta, per essere di forma rotonda, distinto con molte celle tutte ripiene di semi, come la Terra, che piena di diverse spetie di animali, divisa da i Fiumi, & dalle Montagne in molti luochi, & comeper havere il frutto del Papavero bisogna romperlo con violenza, cos la terra con fatica vuol esserecoltivata, perch, renda il frutto di Cerere. Si pu ancora prendere questo frutto per simbolo dellaCitt, la quale mantenuta dall'abondanza della terra, rendendo essa poi abondante la terra di cose,che la rendono pi maravigliosa, & con l'industria, & co'l sapere. La Senape, secondo il detto diChristo nostro Salvatore, pianta feconda, & abondantissima, & il Cornocopia si pone sempre perl'abondanza, per la cagione, che in altro luoco si dir.

    ABONDANZA.DONNA, in piedi, vestita d'oro, con le braccia aperte, tenendo l'una, & l'altra mano sopra alcuniCestoni di spiche di grano, i quali staranno dalle bande di detta figura; & cavata dalla Medaglia diAntonino Pio, con lettere, che dicono: ANNONA AVG. COS. IIII., et S. C.

    ABONDANZA TERRESTRE.DONNA,che tiene nella destra mano un mazzo di spiche di grano, & con la sinistra il corno della

    dovitia, & i piedi vi sar una misura da grano, piena medesimamente di spiche; nella Medaglia diAntonino Pio con iscrittione, ANNONA AVG.

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    ABONDANZA MARITIMA.Cerere si rappresenta con le spighe nella destra mano, stesa sopra la Prora d'una Nave, & piedi visar una misura di grano con le spighe dentro, come l'altra di sopra.

    ABONDANZA MARITIMA.DONNA,che con la destra mano tiene un Timone, & con la sinistra le spiche.

    ABONDANZA.DONNA,con la ghirlanda di spiche di grano, nella destra terr un mazzo di Canape, con le foglie, &nella sinistra il Corno della dovitia, & un ramo di Ginestra, sopra della quale saranno molte

    boccette di seta.

    ACCIDIA.DONNA, vestita di pelle di Tasso, seder con la guancia appoggiata sopra alla destra mano, & ilgomito di essa star appoggiato sopra il ginocchio, con il capo chino, mostrando una coscia ignuda,& quasi le parti meno honeste del corpo.Questo vitio consiste in perder tempo, & essere negligente far le cose convenevoli. Si veste di

    pelle di Tasso, per mostrare che, s come questo animale consuma molto tempo in dormire, cosl'accidioso in non far cosa alcuna, che al debito suo convenga. Sta sedere nel sopradetto modo

    perche l'huomo accidioso, il quale superato, & vinto dall'otio, tralascia tutte le operationi lodevoli,le quali vengono dimostrate con lo stare in piedi, & in atto di caminare. Per disse S. Paolo: Qui

    stat, videat ne cadat; & nell'Evangelo per simbolo del peccatore si dice Paralitico, & di alcuni altri,

    che giacevono in terra. Tiene la testa bassa, perche ad altro non sono intenti i pensieri suoi, che cose vili, lontane dalla contemplatione Divina. Mostra la coscia ignuda, & l'altre parti, comedicemmo, perche l'Accidia rende l'huomo poco amico dell'honor proprio.

    ACCIDIA.DONNA, sedere, vestita di color negro, di panni stracciati, & terr ambe le mani alla cintola, & ilcapo chino; havr appresso un paio di forbice, con un pezzo di panno, & un gomitolo di filo gettati

    per terra.

    ACCIDIA.DONNA,che stia giacere per terra, & canto star un'Asino similmente giacere, il qual animalesi soleva adoperar da gli Egittij per mostrare la lontananza del pensiero dalle cose sacre, &religiose, con occupatione continua nelle vili, & in pensieri biasimevoli, come racconta PierioValeriano.

    ADULATIONE.DONNA,allegra, con fronte raccolta, sar vestita di cangiante, & il vestimento sar tutto dipinto diCamaleonti, con la destra mano terr un Mantice da accendere il fuoco.

    Vestesi di cangiante, perche l'Adulatore facilissimo ad ogni occasione cangiar volto, &parole, & dire s, & n, secondo il gusto di ciascuna persona. I Camaleonti si pongono per lo tropposecondare gli appetiti, & l'opinione altrui, percioch questo animale, secondo, che dice Aristotele, si

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    trasmuta secondo le mutationi de i tempi, come l'Adulatore si stima perfetto nella sua professione,quando meglio conforma se stesso ad applaudere per suo interesse gl'altrui costumi, ancorch

    biasimevoli. Dicesi ancora che, per essere il Camaleonte timidissimo, havendo in se stessopochissimo sangue, & quello intorno al cuore, ad ogni debole incontro teme, & si trasmuta, dondesi pu vedere, che l'adulatione indicio di poco spirito, & d'animo basso in chi l'esercita, & in chi

    volentieri l'ascolta. Il Mantice, che attissimo istromento ad accendere il foco, & ad ammorzare ilumi accesi solo co'l vento, ci f conoscere, che gli Adulatori co'l vento delle parole vane overoaccendono il fuoco delle passioni in chi volentieri gl'ascolta overo ammorzano il lume della verit,che altri manteneva per la cognitione di se stesso. L'havere la fronte raccolta, secondo Aristotele della Fisonomia cap. IX. significa adulatione.

    ADULATIONE:DONNA,che suoni la Tibia, overo il Flauto, con un Cervo, che le stia dormendo vicino a' piedi; cosla depinge Oro Appolline, & scrivono alcuni, che il Cervo di sua natura, allettato dal suono delFlauto, quasi si dimentica di se stesso, & si lascia pigliare. In conformatione di ci la presente

    imagine, nella quale si dichiara la dolcezza delle parole con la melodia del suono, & la natura di chivolentieri si sente adulare con l'infelice naturale instinto del Cervo, il quale mostra ancora, che timido, & d'animo debole chi volentieri porge gl'orecchi gli Adulatori.

    ADVLATIONE.DONNA,con due faccie, l'una di giovane bella, & l'altra di vecchia macilenta, dalle mani le esconomolte Api, che volino in diverse parti; & canto vi sia un cane.

    La faccia bella indicio della prima apparenza delle parole adulatrici; & l'altra faccia bruttamostra i difetti dissimulati, & mandati dietro alle spalle, che chiamandoli per virt fanno

    l'adulatione. L'api, secondo Eucherio, sono proprio simulacro dell'Adulatore, perche nella boccaportano il mele, & nell'occulto tengono il pungente aculeo, col quale feriscono molte volte l'huomo,che non se ne avvede. Il Cane con lusinghe accarezza chi gli d il pane, senza alcuna distintione dimeriti, demeriti, & alcune volte ancora morde chi non lo merita, & quello stesso, che li dava il

    pane, se avviene, che tralasci; per si assimiglia assai all'adulatore, & questo proposito lo pigliMarc'Antonio Cataldi Romano in quel Sonetto:

    NEMICO al vero, & de le cose humaneCorruttor, cecit dell'intelletto,Venenosa bevanda, e cibo infetto

    Di gusti, e d'alme sobrie, e menti sane;Di lodi, di lusinghe, e glorie vane

    Vasto albergo, alto nido, ampio ricettoD'opre, di fintion di vario aspettoSphinge, Camaleonte, e Circe, immane.

    Can, che lusinga e morde, acuto strale,Che non piaga e, che induce strane morti,

    Lingua, che dolce appar, mentre pi fella.In somma, piacer rio, gioia mortale,

    Dolce tosco, aspro mel, morbo di Corti,Quel, che Adular l'errante volgo appella.

    AFFANNO.HUOMO,vestito di berettino, vicino al negro, con il capo chino, stia di mala voglia, & in ambedue lemani tenga dell'assentio. Il capo chino, & l'aspetto di mala voglia ci dimostra, che l'affanno una

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    spetie di maninconia, & dispiacere, che chiude la via al core per ogni sorte di consolatione, & didolcezza; & per dare ad intendere, che l'affanno un dispiacere pi intenso de gli altri vi si dipingel'assentio, per segno di amaritudine del dolore, che per significare quest'istesso disse il Petrarca:

    Lagrimar sempre 'l mio sommo diletto,Il rider doglia, il cibo assentio, & tosco.

    AFFANNOCordoglio, Rammarico.

    HUOMO,mesto, malinconoso, & tutto rabuffato, rivolto con la faccia verso il Cielo, quasi gridando,& dimandando soccorso Dio; con ambe le mani s'apre il petto, & si mira il cuore, circondato dadiversi Serpenti. Sar vestito di berettino vicino al negro, il detto vestimento sar stracciato, solo

    per dimostrare il dispregio di se stesso, &, che quando uno in travagli dell'animo, non puattendere alla cultura del corpo; & il colore significa l'ultima ruina, & la morte, ove sono congiunti irammarichi, & i cordogli. Il petto aperto, & il core dalle serpi cinto dinotano i fastidij, & travagli

    mondani, che sempre, mordendo il core, infondono in noi stessi veleno di rabbia, & di rancore.

    AFFABILIT,Piacevolezza, Amabilit,

    GIOVANE,vestita d'un velo bianco, & sottile, & con faccia allegra, nella destra mano terr una rosa,& in capo una ghirlanda di fiori. Giovane si dipinge, perche essendo i Vecchi per lo pi austerinella molta satiet de' diletti mondani questi solo si procura con ogni mezzo chi per gli anni ancora nuovo ne' gusti della vita humana. Il Velo, che la ricopre, significa, che gli huomini affabili

    sono poco meno, che nudi nelle parole, & nell'opere loro, & perci amabili, & piacevoli sidimandano quelli, che luoco, & tempo, secondo la propria conditione, & l'altrui, quanto, &quando si conviene, sanno giocosamente ragionare, senza offendere alcuno, gentilmente, & congarbo scoprendo se stessi. Si dimostra ancora, che l'animo si deve sol tanto ricoprire quanto non neresti palese la vergogna, &, che di grandissimo aiuto alla piacevolezza l'essere di animo libero, &sincero.

    La Rosa dinota quella gratia per la quale ogn'uno volentieri s'appressa all'huomo piacevole,& della sua conversatione riceve gusto, fuggendo la spiacevolezza di costumi, che congiunta conla severit, alla quale significatione si riferisce ancora la ghirlanda de' fiori.

    AGILIT.Del Reverendiss. Padre F.IGNATIO.

    DONNA,che voli senz'ali, & con le braccia stese, in modo di nuotare per l'aria.

    AGILIT.GIOVANE, ignuda, & snella, con due ali sopra gli homeri non molto grandi, in modo, che mostrino

    pi tosto d'aiutare l'agilit, che 'l volo: deve stare in piedi in cima d'una rupe, sostenendosi penacon la punta del pi manco, & col pi dritto sollevato in atto di voler leggiadramente saltar da

    quella in un'altra rupe, & per si depingeranno l'ali tese. ignuda per non haver cosa, chel'impedisca; in piedi per mostrare dispositione al moto; in luogo difficile, & pericoloso, perche inquello pi l'agilit si manifesta; col piede pena tocca la terra, aiutata dall'ali, perche l'agilit

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    humana, che questa intendiamo, si solleva col vigor de gli spiriti significati per l'Ali, & alleggeriscein gran parte in noi il peso della soma terrena.

    AGRICOLTVRA.

    DONNA,vestita di giallo, con una ghirlanda in capo di spiche di grano; nella destra mano terr unaFalce, & nell'altra un Cornocopia, pieno di diversi frutti, fiori, & fronde. Il color giallo delvestimento, si pone, per similitudine del color delle biade, quando hanno bisogno, che l'Agricoltorele raccolga in premio delle sue fatiche, che per Gialla si dimanda Cerere da gli antichi Poeti.

    AGRICOLTVRA.DONNA,vestita di verde, con una ghirlanda di spiche di grano in capo; nella sinistra mano tenga ilcircolo de i dodici segni celesti, abbracciando con la destra un arboscello, che fiorisca, mirandolofiso, a' piedi vi sar un'Aratro e mostri di stare in campo fertile, & abondante. Il vestimento verdesignifica la speranza, senza la quale non sarebbe chi si desse giamai alla fatica del lavorare, &coltivar la Terra. La corona di spiche si dipinge per lo principal fine di quest'arte, che di farmoltiplicar le biade, che son necessarie mantener la vita dell'huomo. L'abbracciar l'Arboscellofiorito, & il riguardarlo fiso significa l'amor dell'Agricoltore verso le piante, che sono quasi suefiglie, attendendone il desiato frutto, che nel fiorir gli promettono. I dodici segni sono i varij tempidell'anno, & le stagioni, che da essa Agricoltura si considerano. L'Aratro in fertile campo sidipinge, come istromento principalissimo per quest'arte.

    ALLEGREZZA.GIOVANETTA, con fronte carnosa, liscia, & grande, sar vestita di bianco, & detto vestimento

    dipinto di verdi fronde, & fiori rossi, & gialli, con una ghirlanda in capo di varij fiori, nella manodestra tenga un vaso di cristallo pieno di vino rubicondo, & nella sinistra una gran Tazza d'oro; siad'aspetto gratioso, & bello, & prontamente mostri di ballare in un prato pieno di fiori. Haver lafronte carnosa, grande, & liscia per lo detto d'Aristotele della Fisonomia al 6. cap. I fiori significano

    per se stessi allegrezza, & si suol dire, che i prati ridano quando sono coperti di fiori; per Virgiliogli dimand piacevoli nella 4. Egloga dicendo:Ipsa tibi blandos fundent cunabula flores. Il vaso dicristallo, pieno di vino vermiglio, con la tazza d'oro, dimostra, che l'allegrezza per lo pi non sicela, & volentieri si communica. & il Profeta dice: Il vino rallegra il cuore dell'huomo, & l'oro

    parimente h virt di confortare li spiriti, & questo conforto cagione dell'allegrezza. Ladispositione del corpo ancora buona cagione, & il ballo manifesto inditio dell'allegrezza.

    ALLEGREZZA.GIOVANETTA, con ghirlanda de fiori in capo, nella destra mano terr un Tirso, coronato tutto conmolti giri di fronde, & ghirlande di diversi fiori, nella sinistra haver il corno di dovitia, & si potrvestire di verde.

    ALLEGREZZA D'AMORE.GIOVANE, vestita con diversit di colori piacevoli, con una pianta di fiori di boragine sopra icapegli; in mano porter saette d'oro, & di piombo, overo suoner l'Arpa.

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    AMMAESTRAMENTO.HUOMO,d'aspetto magnifico, & venerabile con habito lungo, & ripieno di magnanima gravit, conuno Specchio in mano, intorno al quale sar una cartella con queste parole:

    INSPICE, CAVTVS ERIS.

    L'Ammaestramento l'essercitio, che si f per l'acquisto d'habiti virtuosi, di qualitlodevoli per mezzo, di voce, di scrittura; & si f di aspetto magnifico; perche gli animi nobilisoli facilmente s'impiegano i fastidij, che vanno avanti alla virt. Il vestimento lungo, &continuato mostra, che al buono habito si ricerca continuato essercitio, e lo specchio ci d adintendere, che ogni nostra attione deve esser calcolata, & compassata con l'attioni de gli altri, che inquella stessa cosa siamo universalmente lodati, come dichiara il motto medesimo.

    AMBITIONE.DONNA,giovane vestita di verde, con fregi di hellera, in atto di salire una asprissima Rupe, la qualein cima habbia alcuni Scettri, & corone di pi sorte, & in sua compagnia vi sia un Leone con la

    testa alta. L'Ambitione, come la descrive Alessandro Afrodiseo, un appetito di Signoria, overo,come dice S. Tomaso, un appetito inordinato d'honore. L onde si rappresenta per una donnavestita di verde, perche il cuore dell'huomo ambitioso non si pasce mai d'altro, che di speranza digrado d'honore, & per si dipinge, che saglia la Rupe. I fregi dell'hedera ci fanno conoscere, checome questa pianta sempre va salendo in alto, & rompe spesso le mura, che la sostentano, cosl'ambitione non perdona alla Patria, ne i parenti ne alla religione, ne chi gli porge aiuto, consiglio, che non venga continuamente tormentando con l'ingordo desiderio d'essere reputatosempre maggior de gli altri. Il Leone con la testa alta dimostra, che l'Ambitione non mai senzasuperbia. Da Christoforo Landino posto il Leone per l'ambitione, percioch non f empito controchi si gitta in terra, & cede, ma ben contro chi gli resiste; cos l'ambitioso cerca d'esser superiore, &accetta chi cede. Onde Plauto disse: Superbus minores despicit, maioribus invidet, & Boetio: Ira

    intemperantis fremit, ut Leonis animum gestare credant. Et questo proposito, poich l'h allemani, aggiunger per sodisfattione de i Lettori un sonetto di Marco Antonio Cataldi, che dice cos:

    O'DIdiscordia e risse altrice vera,Rapina di virt, ladra d'honori,Che di fasti, di pompe e di splendoriSovra il corso mortal ti pregi altera:

    Tu sei di glorie altrui nemica fiera,Madre d'Hipocresia fonte d'errori,Tu gl'animi avveleni e infetti i coriVia pi di Tisifon, pi di Megera.

    Tu festi un nuovo Dio stimarsi Annone,D'Etna Empedocle esporsi al foco eterno,O di morte ministra Ambitione.Tu dunque l'onde Stigie, al lago AvernoTorna, che senza te langue Plutone,

    L'alme non senton duol, nulla l'Inferno.

    AMICITIA.DONNA,vestita di bianco, ma rozzamente, mostri quasi la sinistra spalla, & il petto ignudo, con ladestra mano mostri il core, nel quale vi sar un motto in lettere d'oro cos:

    LONGE, & PROPEet nell'estremo della veste vi sar scritto:

    MORS, & VITA.

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    Sar scapigliata, & in capo terr una ghirlanda di mortella, & di fiori di pomi granati intrecciatiinsieme, nella fronte vi sar scritto:

    HIEMS, AESTAS.Sar scalza, & co'l braccio sinistro terr un Olmo secco, il quale sar circondato da una vite verde.

    Il vestimento bianco, & rozzo la semplice candidezza dell'animo, onde il vero amore si

    scorge lontano da ogni sorte di fintioni, & di lisci artificiosi. Mostra la spalla sinistra, & il pettoignudo, additando il cuore co'l motto: Longe, & prope, perche il vero amico, presente, lontano,che sia dalla persona amata, col cuore non si separa giamai; & bench i tempi, & la fortuna simutino, egli sempre il medesimo preparato vivere, & morire per l'interesse dell'amicitia, &questo significa il motto, che h nel lembo della veste, & quello della fronte. Ma se finta, ad unminimo volgimento di fortuna, vedesi subitamente, quasi sottilissima nebbia, al Sole dileguare.L'essere scapigliata, & l'havere la ghirlanda di mirto con i fiori di pomi granati mostra, che il fruttodell'amor concorde, & dell'unione interna sparge fuori l'odor soave de gli esempij, &dell'honorevoli attioni, & ci senza vanit di pomposa apparenza, sotto la quale si nasconde benespesso l'adulatione nemica di questa virt. Dipingesi parimente scalza, per dimostrare sollecitudine,overo prestezza, &, che per lo servigio dell'amico non si devono prezzare gli scommodi. Abbraccia

    finalmente un Olmo secco circondato da una vite verde, acci che si conosca, che l'amicitia fattanelle prosperit deve durar sempre, & ne i maggiori bisogni deve essere pi, che mai amicitia,ricordandosi, che non mai amico tanto inutile, che non sappia trovare strada in qualche modo di

    pagare gl'oblighi dell'Amicitia.

    AMICITIA.DONNA, vestita di bianco, per la medesima ragione detta di sopra haver i capelli sparsi, sotto il

    braccio sinistro terr un cagnolino bianco abbracciato, & stretto, nella destra mano un mazzo difiori, & sotto al piede destro una testa di morto.

    I capelli sparsi, sono per le ragioni gi dette. Il cagnolino bianco mostra, che si deveconservare netta d'ogni macchia all'amico la pura fidelt. Per i fiori, s'intende l'odore del buonordine, che cagiona l'amicitia nel consortio, & nella commune usanza de gl'huomini. Sotto al pidestro si dipinge la testa di morto calpestrata; perche la vera amicitia genera spesse volte perservigio dell'amico il dispregio della morte. Per disse Ovidio, lodando due cari amici nel 3. lib. dePonto:

    Ire iubet Pylades, charum periturus OrestemHic negat, inque vicem pugnat uterque mori.

    AMICITIA.

    LEtre Gratie ignude, ad una delle quali si vedr le spalle, & alle altre due il viso congiungendosicon le braccia insieme. Vna di esse haver in mano una Rosa, l'altra un Dado e la terza un mazzo diMirto. Dall'imagine di queste tre Gratie, senza dubbio, si regola la buona, & vera amicitia, secondo,che gl'antichi pensavano, imperoch l'amicitia non h altro per suo fine, che il giovare, & far

    beneficio altrui, & non lassarsi superare in benevolenza, & come tre sono le Gratie de gli Antichi,cos tre gradi i beneficij tengono nell'amicitia. Il primo di dar le cose, il secondo di ricever l'altrui,il terzo di render il contracambio. Et delle tre Gratie l'una stringe la mano overo il braccio dell'altra;

    perche l'ordine del far il beneficio altrui , che debbia passare di mano in mano, & ritornare in utiledi chi lo fece prima, & in questa maniera il nodo dell'amicitia tiene strettamente gl'huomini uniti frdi loro. Si rappresentano queste Gratie ignude, perche gli huomini insieme l'un l'altro debbano esserd'animo libero, & sciolto da ogni inganno. Vna sola volge le spalle, & due volgono il viso per

    mostrare, che sempre duplicato si deve rendere il beneficio all'amico. Si fanno allegre nell'aspetto,perche tale si deve dimostrare chi f beneficio altrui, & tali ancora coloro, che lo ricevono. Hannol'apparenza virginile perche l'amicitia non vuol esser contaminata dalla vilt d'alcuno interesse

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    particolare. La Rosa, significa la piacevolezza, quale sempre deve essere tr gl'amici, essendo fr diloro continua unione di volont. Il Dado significa l'andare, & ritornare alternamente de i beneficij,come fanno i dadi quando si giuoca con essi. Il Mirto, che sempre verde, segno, che l'amicitiadeve l'istessa conservarsi, n mai per alcuno accidente farsi minore.

    AMICITIA.VN cieco, che porti sopra alle spalle uno, che non possa stare in piedi; come i seguenti versidell'Alciato dichiarono:

    Porta il cieco il ritratto in s le spalleEt per voce di lui ritrova il calle,

    Cos l'intero di due mezzi fassi,L'un prestando la vista e l'altro i passi.

    AMICITIA.senza giovamento.

    DONNA,rozzamente vestita, che tenga con la mano un nido con alcuni rondini dentro, & d'intorno detto nido volino due, tre rondini. Questo ucello all'huomo domestico, & famigliare, & pi degli altri prende sicurt delle Case di ciascuno, ma senza utile, non si domesticando giamai, &avvicinandosi il tempo di Primavera, entra in casa per proprio interesse; Come i finti amici, chesolo nella Primavera delle prosperit s'avvicinano, & sopravenendo l'Inverno de' fastidij,abandonano gli amici, fuggendo in parte di quiete. Con tale similitudine, volendo Pittagoramostrare, che si havessero tenere lontani gli amici finti, & ingrati, fece levare da i tetti della casatutti i Nidi delle Rondini.

    AMOR DI VIRTV'.VN fanciullo ignudo, alato, in capo tiene una ghirlanda d'Alloro, & tre altre nelle mani, perche trtutti gli altri amori, quali variatamente da i Poeti si dipingono, quello della virt, tutti gli altri superadi nobilt, come la virt istessa pi nobile di ogn'altra cosa, & si dipinge con la ghirlanda d'Alloro

    per segno dell'honore, che si deve ad essa virt. Et per mostrare, che l'amore di essa non corruttibile, anzi come Alloro sempre verdeggia, & come corona, ghirlanda, che di figura sfericanon h giamai alcun termine. Per disse S. Paolo della Carit, che il vero amore della virt. Lacarit non pericolo, che caschi in tempo alcuno. Si pu ancor dire, che la ghirlanda della testasignifichi la prudenza, & l'altre virt Morali, Cardinali, che sono Giustitia, Fortezza e

    Temperanza, & per mostrare doppiamente la virt con la figura sferica, & co'l numero ternario, che perfetto delle Corone.

    AMORE,Scritto da Seneca nella Tragedia di Ottavia,

    e trasportato in lingua nostra cos:

    L'ERRORde' ciechi e miseri mortaliPer coprire il suo stolto, e van disio

    Finge, ch'Amor sia Dio,S par, che del suo inganno si diletti,In vista assai piacevole, ma rio,

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    Tanto, che gode sol de gli altrui mali,C'habbia gli homeri l'ali,

    Le mani armate d'arco, e di saette,E in breve face astrettePorti le fiamme, che per l'universo

    V poi spargendo s, che del suo ardoreResta acceso ogni coreE, che da l'uso human poco diversoDi Volcan, e di Venere sia natoE del Ciel tenga il pi sublime stato.Amor vitio della mente insana,Quando si muove da suo proprio loco,Che di piacevol foco

    L'animo scalda, e nasce ne' verdi anniAll'et, ch'assai pu, ma vede poco.L'otio il nodrisce, e la lascivia humana,

    Mentre, che v lontanaLa ria fortuna con suoi gravi danni,Spiegando i tristi vanni,

    E la buona, e felice st presente,Porgendo ci, che tien nel ricco seno,Ma, se questa vien meno,Onde il cieco desio al mal consente,

    Il fuoco, ch'ardea pria, tutto s'ammorza,E tosto perde amor ogni sua forza.

    AMORE VERSO IDDIO.HUOMO, che stia riverente, & chino; ma con la faccia rivolta verso il Cielo, quale additi con lasinistra mano, & con la destra mostri il petto aperto.

    AMOR DEL PROSSIMO.HUOMO,vestito nobilmente, & con una mano mostri di legare la ferita di un povero, & con l'altragli porga danari, secondo il detto di Christo Nostro Signore nell'Evangelio.

    AMOR DI SE STESSO.SIdipinger secondo l'antico uso Narciso, che si specchia in un fonte, perche amar se stesso non altro, che vagheggiarsi ritratto nell'opere proprie con sodisfattione, & con applauso. Et ci cosainfelice, & degna di riso, quanto infelice, & ridicolosa f da i Poeti antichi finta la favola di

    Narciso, per disse l'Alciato:SIcome rimirando il bel Narciso

    Nelle chiar onde, il vago suo sembianteLodando hor i begli occhi, hor il bel viso,Fu di se stesso micidiale amante,Cos sovente avvien, che sia deriso

    L'huom, che sprezzando altrui si ponga inantiCon lodi, amor soverchio di se stesso,

    vanitade, danno, biasmo espresso.

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    AMOR DI FAMA.VNfanciullo nudo, coronato di Lauro con i suoi rami, & bacche, haver nella destra mano in atto di

    porgere la corona civica; & nella sinistra la corona obsidionale, & sopra un piedestallo vicino detta figura vi saranno distintamente quelle corone, che usavano i Romani in segno di valore, cio

    la Murale, la Castrense, & la Navale.Racconta A. Gellio, che la corona trionfale d'oro, la quale si dava in honore del trionfo alCapitano, all'Imperatore, f anticamente di Lauro, & l'Obsidionale di Gramigna, & si dava quelli solamente, che in qualche estremo pericolo havessero salvato tutto l'essercito, s'havesserolevato l'Essercito da torno. La corona Civica era di Quercia, & gli antichi coronavano di querciaquasi tutte le statue di Giove, quasi, che questa fosse segno di vita, & i Romani solevano dare laghirlanda di quercia chi havesse in guerra difeso da morte un Cittadino Romano, volendo darel'insegna della vita chi era altrui cagione di vivere. Solevano ancora fare questa ghirlanda d'Ilice,

    per la similitudine di detti arbori. La Corona Murale era quella, che si dava al Capitano, overo alSoldato, che era stato il primo montare su le mura del nemico. La Corona Castrense si dava chifosse prima d'ogni altro montato dentro i Bastioni, & alloggiamenti nemici. La Navale si dava

    colui, che era il primo montare s l'Armata nemica. Et queste tre si facevano d'oro, & la Muraleera con certi merli fatti simiglianza delle mura, ove era asceso. La Castrense era fatta nella cima guisa d'un bastione. La Navale haveva per ornamenti i segni de' Rostri delle Navi. Et questo quanto bisognava scrivere in tal proposito per commodit de' Pittori.

    ANNO.HUOMO,di mezza et, co'l capo, il collo, la barba, & i capelli pieni di neve, & di giaccio. Il petto, &i fianchi rossi, & adorni di varie spiche di grano, le braccia verdi, & piene di pi sorti di fiori, lecoscie, & le gambe con gratia coperte di grappi, & frondi d'uve. In una mano terr un Serpe rivoltoin giro, che si tenga la coda in bocca, & nell'altra haver un chiodo.

    L'Anno secondo l'uso commune comincia di Gennaio, quando il giaccio, & la neve sonograndissime, & perci li si pone la neve in capo, & perche la Primavera adorna d'ogni sorte difiori, & herbe, & le cose in quel tempo fatte cominciano in un certo modo svegliarsi, & tutti fanno

    pi vivacemente le loro operationi, per se gl'adornano le braccia nel modo sopradetto.L'estate per esser caldi grandissimi, & le biade tutte mature si rappresenta co'l petto, & i

    fianchi rossi, & con le spighe.L'uve nelle gambe mostrano l'Autunno, che l'ultima parte dell'anno. Il Serpe posto in

    circolo, che morde la coda, antichissima figura dell'Anno, percioch l'Anno si rivolge in se stesso,& il pricipio d'un anno consuma il fine dell'altro, s come per quel serpe ridotto in forma di circolosi rode la coda, onde Virg. nel secondo della Georg. cos disse:

    ...redit agricolis labor actus in orbemAtque in se sua per vestigia volvitur Annus.

    Scrive Festo Pompeo, che gl'antichi Romani ficcavano ogn'anno nelle mura de i tempij unchiodo, & dal numero di quei chiodi poi numeravano gli Anni, & per segno dell'anno si potr dire,che siano i chiodi medesimamente.

    ANNO.HUOMO,maturo, sopra un carro con quattro Cavalli bianchi, guidato dalle quattro stagioni, che sono

    parte dell'anno, le quali si dipingeranno cariche di frutti, secondo la diversit de' tempi.

    ARDIRE MAGNANIMO,& generoso.

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    VNgiovane di statura robusta, & fiera in viso, haver il destro braccio armato, col quale cavi perforza con gagliarda attitudine la lingua ad un gran Leone, che gli stia sotto le ginocchia. Il restantedel corpo sar disarmato, & in molte parti ignudo. Il che allude al generoso ardire di Lisimaco,figliuolo d'Agatocle, nobile di Macedonia, & un de i successori d'Alessandro Magno, che per haver

    dato il veleno al suo Maestro Callistene filosofo, dimandatogli da lui per levarsi dalla miseria dellaprigionia, in cui l 'haveva confinato Alessandro, fu dato devorare ad un Leone, ma con l'ingegnosuper la Fiera et, confidatosi nella sua forza, il destro braccio, che egli secretamente s'era armatocacci in bocca al Leone, & dalla gola gli trasse per forza la lingua, restandone la fiera subitamentemorta. Per lo quale fatto f da indi in poi nel numero de' pi cari del R Alessandro, & ci gli fscala per salire al governo de gli Stati, & alla eternit della gloria. Volendo rappresentare questafigura cavallo in qualche mascherata, in altro, se gli far una lingua in mano, & il Leone mortosopra il cimiero.

    ARDIRE ULTIMO,

    & necessario.

    HUOMO,armato di tutte le armi, sia cavallo, piedi, con la spada nella destra mano, intorno alquale vi sar questo motto:

    PER TELA, PER HOSTES.Nella sinistra mano uno scudo, ove stia sculpito, dipinto un Cavaliero, che corra tutta

    briglia contro l'arme lanciate da i nemici con animo, di scampare combattendo, di restar mortovalorosamente fr i nemici, & intorno all'orlo di detto scudo vi sar scritto quel verso di Virgilio:

    Vna salus victis, nullam sperare salutem.Questo, che noi diciamo ultimo, & necessario ardire una certa specie di fortezza

    impropria, cos detta da Aristotele, perche pu essere, & suol essere posto in opera ordinariamente, per acquisto d'honore, per timore di male d'avvenire, per opera dell'ira, della speranza, perla poca consideratione dell'imminente pericolo, non per amor di quello vero, & bello, che finedella virt. L'armatura, & la spada col motto mostrano, che gran resistenza necessarissima in ogni

    pericolo. Et lo scudo co'l Cavaliero, che corre contra i nemici mostra quello, che habbiamo detto, ladisperatione esser molte volte cagione di salute, ma non vera, & perfetta fortezza, come si detto.

    ARCHITETTVRA.DONNA,di matura et con le braccia ignude, & con la veste di color cangiante tenga in una manol'archipenzolo, & il compasso con un squadro; nell'altra tenga una carta, dove sia disegnata la

    pianta d'un Palazzo con alcuni numeri attorno. Dice Vitruvio, nel principio dell'opera sua, chel'Architettura scienza, cio cognitione di varie cognitioni ornata, per mezzo della quale tuttel'opere delle altre arti si perfettionano. Et Platone diceva, che gli Architetti sono soprastanti quelli,che li esercitano ne gli artificij, talche suo proprio offitio fr le altri d'insegnare, dimostrare,distinguere, descrivere, limitare, & giudicare, apprendendo l'altre il modo da essa. Per sola

    partecipe de' documenti d'Aritmetica, & di Geometria, dalle quali, come ancor disse Daniel Barbarone' suoi Commentarij, ogn'artificio prende la sua nobilt. Per questa cagione tiene la squadra, & ilcompasso, istromenti della Geometria, & i numeri, che appartengono all'Aritmetica si fanno intornoalla pianta d'architettura, che essa tiene nell'altra mano. L'archipenzolo, vero perpendicolo, cidichiara, che il buono Architetto deve haver sempre l'occhio alla consideratione del centro, dalquale si regola la positione durabile di tutte le cose, che hanno gravit.

    Et si dipinge d'et matura per mostrare l'esperienza della virili-t con l'attezza dell'opere difficili, & la veste di cangiante la

    concorde variet delle cose, che diletta in quest'arte

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    all'occhio, come all'orecchio dilettano levoci sonore nell'arte musicale.

    Le braccia ignude mostrano l'at-

    tione, che f all'Architettura ritenere il no-

    me d'arte d'artificio.

    ARITMETICA.DONNA, di bello aspetto, nella destra mano tiene un Vncino di ferro, nella sinistra una Tavolaimbiancata, & nell'estremo del vestimento vi sar scritto PAR, & IMPAR. La bellezza sar indiciodella perfettione de' numeri, de' quali credevano alcuni Filosofi, che tutte le cose si componessero,& Dio, dal quale non pu proceder cosa, che non sia perfetta, il tutto fece in numero, in peso, & inmisura, & questo il vero soggetto dell'Aritmetica. L'Vncino di ferro, & la tavola imbiancatadimostrano, che con quelli istromenti si s la cagione in diversi generi di essere, & le cosecomposte per lo numero, peso, & misura de gli elementi. Il motto Par, & Impar dichiara, che cosa

    sia quella, che d tutta la diversit de gli accidenti quest'arte, & tutte le dimostrationi.

    ARITMETICA.DONNA,che in ambedue le mani tenga una Tavola da numeri, & un'altra vicino i piedi per terra.

    AMARITVDINE.PERl'Amaritudine si dipinge da alcuni una Donna vestita di negro, &, che tenga con ambe le maniun Favo di mele, dal quale si veda germogliare una pianta di Assentio, forse perche quando siamo

    in maggior felicit della vita, all'hora ci troviamo in maggior pericolo de' disastri della fortuna;overo, perche, conoscendosi tutte le qualit dalla cognitione del contrario, all'hora si pu havereperfetta scienza della dolcezza, quando si gustata una estrema amaritudine. Per disse l'Ariosto:

    Non conosce la pace, e non la stimaChi provato non h la guerra prima.

    Perche quella medesima amaritudine, che nell'assentio si dice ancora per metafora esserene gli huomini appassionati.

    ARROGANZA.DONNA,vestita del color di verderame, haver l'orecchie dell'Asino, terr sotto il braccio sinistro unPavone, & con la destra mano alta mostrer il dito indice.

    L'Arroganza vitio di coloro, che, se bene si conoscono di poco valore nondimeno perparere assai presso gli altri, pigliano il carico d'imprese difficili, & d'importanza. Per con ragionesi dipinge con l'orecchie dell'Asino; nascendo questo vitio dalla ignoranza, & dalla stolidezza, chenon lascia prevedere il successo dell'Imprese, che si prendono con poco giudicio. Il Pavonesignifica l'arroganza essere una specie di superbia, & il dito alto l'ostinatione di mantenere la

    propria opinione quantunque falsa, & dal commun parer lontana. Et cos ancora dipingevano gliantichi la Pertinacia, che quasi una cosa medesima con l'Arroganza.

    ARTE.MATRONA, con una Manvella, & una Lieva nella mano destra, & nella sinistra con una fiamma difuoco. Tutte l'arti, che usano instrumenti, & machine (che sono molte) riducono la forza di tutte le

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    loro prove alla dimostratione del circolo e da esso ricevono le loro ragioni, & il loro stabilimento.Et per si dipinge l'Arte con la Manvella, & con la Lieva, le quali hanno la forza loro dalla bilancia,& questa l'h dal circolo, come scrive Arist. nel lib. delle Mecaniche. La fiamma del fuoco si ponecome istrumento principale delle cose artificiose: perche, consolidando, mollificando lematerie, le f habili ad essere adoprate dall'huomo in molti essercitij industriosi.

    ARTE.DONNA,vestita di verde, nella mano dritta tiene un pennello, & un scarpello, & con la sinistra un

    palo fitto in terra, al quale vi sia legata una pianta ancora novella, & tenera. Il pennello, & loscarpello significano l'imitazione della natura, che particolarmente si vede espressa nel dipingere, &nello scolpire, il che si mostra nel pennello, & nello scarpello, & perche in alcune altre non imita,ma sopplisce i defetti d'essa, come nell'Agricoltura particolare, per vi si aggiunge il Palo fitto interra, quale con la sua drittura f, che per vigor dell'arte cresca il torto, & tenero arboscello.

    ACQVISTO CATTIVO.HUOMO, vestito del color delle foglie dell'albero quando stanno per cascare; star detta figura inatto di caminare, & un lembo della veste stia attaccato ad uno spino, tirando un grande squarcio, che rivolta mostri il dispiacere, che ne sente, e nella destra mano terr un Nibbio, che rece. Vestesiil male acquisto del detto colore, perche s come facilmente cascano le foglie dell'albero, cos ancocascano, & vanno male le cose non bene acquistate. Et lo spino medesimamente dimostra, chevanno male, quando l'huomo meno ci pensa le cose di mal acquisto. A questo proposito dissel'Alciato:

    L'edace Nibbio mentreRece il soverchio cibo, che rapio,

    Con la madre si duol del fatto rioDicendo: Ahi, che del ventreM'escon l'interiora e in gran periglioMi sento. Et ella lui:Non ti doler, figlioChe 'l tuo non perdi n, ma quel d'altrui.

    ADOLESCENZA.VERGINELLA, di bello aspetto, coronata di fiori, mostri riso, & allegrezza, con la veste di varijcolori. Et antica inventione. Perche gli Egittij, quando volevano mostrare nelle loro pitture

    l'Adolescenza (secondo, che racconta il Pierio) facevano una Veste di varij colori, significando lavolubilit de la natura giovenile, & la variet de i desiderij, che sogliono venire i giovani, mentresono nella pi fresca et e ne gli anni pi teneri.

    ASTROLOGIA.DONNA, vestita di color ceruleo, con la sfera celeste in mano, & con un libro pieno di stelle, &figure astronomiche, gli homeri havr l'ali, per dimostrare, che egli st sempre co'l pensiero levatoin alto per sapere, & intender le cose celesti.

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    ASTROLOGIA.DONNA,vestita di color ceruleo, havr l'ali all'homeri, nella destra mano terr un compasso,

    & nella sinistra un globo celeste. Vestesi di color ceruleo, per dimostrare, che questa scienza nellacontemplatione de' corpi celesti si essercita. Le si dipinge in mano il globo celeste, co'l compasso,

    per esser proprio suo il misurare i cieli, & considerare le misure de' loro movimenti, & le ali gl'homeri si pongono per la ragione gi detta.

    ASTROLOGIA.DONNA,vestita di color celeste con una corona di stelle in capo. Porter alle spalle l'ali. Nella destramano terr un Scettro; nella sinistra una sfera, & canto un'Aquila. Astrologia, che parola venutadal Greco suona nella nostra lingua Ragionamento di stelle, le quali si considerano in quest'arte,come cagioni de gli effetti contingenti dell'huomo, della natura. Et si dipinge la figura di colorceleste perche nel Cielo stanno fisse le stelle, & di l su essercitano la forza loro, & per mostraredifficolt dell'apprensione per la tanta lontananza le si fanno l'Ali, le quali ancora sovente non

    bastano, & per questo medesimo vi si f l'Aquila. Lo Scettro dimostra, che le stelle in un certomodo hanno specie di dominio sopra li corpi sublunari, & con questo rispetto sono consideratedall'Astrologo.

    ASTVTIA.DONNA, vestita di pelle di Volpe, & sar di carnagione molto rossa, tenendo una Simia sotto il

    braccio.L'Astutia, come dice S. Tommaso 1.2. alla Questione 55., un vitio di coloro, che per

    conseguire quel che desiderano, si vagliono di mezzi non convenevoli; per si dipinger vestita dipelle di Volpe, essendo quest'animale astutissimo, & per tale ancora conosciuto da gli antichi, &da Esopo nelle sue Favole, adoprato in questo proposito molte volte. Della Simia scrive Aristotelenell'Historie de gli Animali astutissima. La carnagione rossa, per detto del medesimo Aristotelelib. 8. de Fisonomia cap. 10. significa astutia, perche il bollimento di sangue sempre genera nuovimoti nell'anima, facendo nell'huomo il sangue quello, che f il fuoco nel mondo, il quale semprestando in moto consuma tutte le cose combustibili, avvicinandosi ad esso.

    AVARITIA.DONNA,pallida, & brutta con capelli negri, sar macilente, & in habito di serva, & le si legga infronte la parola PLOUTON cio Pluto, il quale f Creso Dio delle ricchezze. Sar cinta di una

    Catena d'oro, trahendosene dietro per terra gran parte. Mostrer le mammelle ignude piene di latte.Terr con la mano manca un Fanciullo ferito in mezo al petto, & con la medesima mano un coltelloinsanguinato; nella destra una Tazza d'oro, ove raccolga il sangue, che esce dalla ferita, quasiacconcia per beverlo. Pallida si dipinge perche l'impallidisce il continuo pensiero di accumulartesoro, con appetito insatiabile di fare suo tutto quello, che d'altri, senza haver riguardo, forzadi leggi, convenienza di sorte alcuna. ancora la pallidezza effetto di timore, il quale stsempre abondantissimo nelle viscere dell'huomo avaro, non si fidando d'alcuno, & molte volte

    pena di se medesimo, per la gelosia, che h di non perdere una minima particella di quello, chepossiede. L'habito servile, & sozzo, & la catena d'oro acconcia nella maniera, che dicemmo segnomanifesto della ignobile, & vil servit dell'avaro. La scritta della fronte ci dichiara, che l'huomoavaro in tutte le sue attioni si scuopre per quello, che , n si s celare in alcuna cosa &, per

    osservarsi questo costume con gli Schiavi, si mostra la condicione de gli avari, medesimamenteschiavi della ricchezza. La Catena dell'oro, che si tira dietro ci mostra, che i tesori, & le granfacolt, chi ben considera, sono peso faticosissimo, & impaccio molto noioso, & il fanciullo

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    amazzato co'l sangue, che essa mostra volersi bere, indicio, che non alcuno veramente avaro,che non sia crudele, usurpandosi quell'utile, che con proprij sudori la povert per vivere si procura.Et, essendo la Maest di Dio solita d'arricchire pi l'uno, che l'altro, acci non manchi l'occasioned'operare virtuosamente in tutti gli stati, secondo la vocatione di ciascuno, l'avaro prevertendoquesti ordini, quello, che h acquistato pi tosto lascia marcire con ingordi disegni, che l'adoperi

    sovvenimento de' bisognosi.

    AVARITIA.DONNA,vestita del color del Ferro, sar scapigliata, & scalza, nella destra mano tenendo un Rospo,& con la sinistra una borsa legata. L'Avaritia si pu dire, che sia uno sfrenato amore, & appetitod'havere, simile ad una fiera insatiabile, & divoratrice di tutte le cose, che non cessa mai di coprirecon grosso velo il viso alla ragione, & con disusata forza spezzare il freno della temperanza conappetito insatiabile et, non guardando, che cosa sia fede, transmuta i cuori pietosi in crudeli, & si funiversal guastatrice delle virt. Consiste l'Avaritia principalmente in tre cose: prima desiderare

    pi del convenevole la robba d'altri, perche la propria stia intiera, & per le si dipinge il Rospo

    nella destra mano, il quale si astiene di quello di, che h grandissima copia; Poi in acquistare pi diquello, che necessario; & per h dipinto la veste del color di ferro, della ruggine, che loconsuma. Vltimamente, , ritenere inordinatamente le cose sue, & ci si rappresenta nella borsaserrata. L'Alciato assomiglia l'Avaro ad un Asino carico di pretiose vivande, che per nodrir sestesso mangia le spine, & dice cos:

    L'HUOMch'ammassa dinari, & s vileChe si pasce di rape, cosa tale,

    N mai, per cangiar pelo, cangia stile,Ch'avaritia maggior sempre l'assale,

    veramente l'Asino simile,Che, quanto il peso pi ch'ei porta vale,

    Ei men l'assaggia, & per vivanda caraSol si pasce di spini, & herba amara.

    AVARITIA.CON le mani di uccello di rapina, cinta di serpenti, & con un piede posato nella Terra, l'altro nelMare, la finse M. Cristoforo Lauro, il quale merita particolar memoria per la sua virt, & per la

    benevolenza mia, acci che si mostrasse ancora cos la inquieta natura de gli avari, che ogni cosaavidamente prendono, & abbracciano, con desiderio di assorbire, & divorare tutto il Mondo, conveleno di mala conscienza, che rode loro, & consuma l'anima.

    AVARITIA.DONNA,pallida, & magra, che nell'aspetto mostri affanno, & malinconia, canto havr un Lupomagrissimo, & guisa d'Idropico haver il corpo molto grande, & sopra vi terr una mano, persegno di dolore, & con l'altra tenga una borsa legata, & stretta, nella quale miri fisamente. Il Lupo,come racconta Christofaro Landino, animale avido, & vorace, il quale non solamente f predaaperta dell'altrui, ma ancora con aguati, & insidie furtivamente, & se non scoperto da Pastori, daCani, non cessa sino tanto, che tutto il gregge rimanga morto, dubitando sempre di non havere

    preda bastanza. Cos l'avaro hora con fraude, & inganno, hora con aperte rapine toglie l'altrui, nper pu accumular tanto, che la voglia si satij. Dipingesi guisa dell'Idropico, perche s comequesto non ammorza mai la sete per lo bere, ma l'accresce, cos l'avaritia tanto cresce nell'huomoquanto crescano i Tesori. Per disse Oratio nelle Ode:

    Crescit indulgens sibi dirus hydrops?

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    Nec sitim pellit, nisi caussa morbiFugerit venis, & aquosus albo

    Corpore languor.Et Seneca ancora,

    Avaro deest, tam quod habet, quam quod non habet.

    La Magrezza del lupo dinota l'insatiabile appetito dell'avaro, & l'inconveniente tenacit della robba,che possiede. Si f con la borsa serrata, godendo pi nel guardare i danari, come cosa dipinta perdiletto, che in adoprarli come utile per necessit. Et molto proposito mi pare in questa occasionel'Epigramma di un nobile Accademico di Roma contra uno avaro de' nostri tempi, quale scriveremonella sua lingua, per non sminuirgli la gratia. Et dice cos:

    Vt parcas opibus tibi quid non parcis? an unquamAugendi census terminus ullus erit?

    Desine divitias fulvo cumulare metallo.Tm tibi deest quod habes, qum quod habere nequis,

    Quid tam obduras toties, quid Pontice iactas?Non nisi qui frugi est, possidet ullus ops.

    Tu mihi dives eris, qui ne quo tempore partisDivitiis egeas, Pontice semper eges?

    AVARITIA.SIdipinge da gli Antichi Tantalo in un fiume coperto dall'acqua sino alla gola, al qual sopra la testa

    pende un Albero carico di frutti, in modo che egli non possa arrivare con le mani i frutti per satiarla fame, n al fiume per smorzarsi la sete, secondo il detto di Horatio:

    Tantalus labris sitiens fugientia captatFlumina, con quel, che segue.

    AVDACIA.DONNA,vestita di rosso, & verde, havr la fronte torbida, stando in atto di gettare terra una granColonna di marmo, sopra alla quale si posi un Edificio.

    L'Audacia contraria alla timidit, & vitio di coloro, che poco considerano la difficoltd'alcune grandi attioni, & troppo delle lor forze presumendosi, s'avvisano di recarle agevolmente fine. Per figurata per una giovane, che tenti con le sue forze di mandare terra

    una ben fondata colonna. Il vestimento rosso, & verde signi-fica audacia, come anco la fronte torbida. Cos dice

    Aristotele de Fisonomia al nono

    Capitolo.

    AVGVRIO BVONO.secondo l'opinione de' Gentili.

    Vn Giovanetto, c'habbia una stella in cima del capo, in braccio tenga un Cigno, & sia vestito diverde, colore, che significa augurio, percioch l'herbe, quando verdeggiano, promettono buonacopia de' frutti. Il Pierio Valeriano nel 44. lib. dice, che quelli, che anticamente osservavano gliaugurij confermavano, che la stella sempre segno di prosperit, & di felice successo. Del Cignodisse Virgilio nel I. dell'Eneide:

    Ni frustra augurium vani docuere parentesAspice bis senos laetanteis agmine cygnos.

    Per noi Christiani non lecito credere alle vanit de gli augurij.

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    AVGVRIO CATTIVO.secondo la medesima opinione.

    HUOMO, vecchio, vestito del color, che hanno le foglie quando l'albero d segno di seccarsi, inmano terr una Mustela, & per l'aria dalla sinistra banda vi sar una Cornacchia. Il color delvestimento ci dimostra, che il cattivo augurio, si stima, che venga per la vicinanza di qualche malsoprastante, come le foglie de gli alberi, che perdono il colore quando il tronco perde le virt. DellaMustela disse l'Alciato:

    Quidquid agis mustela tibi si occurrat, omitte:Signa mala haec sortis bestiae prava gerit.

    Il medesimo significa la Cornacchia, per Virgil. nella Bucolica dice:Saepe sinistra cava praedixit ab ilice cornix.

    Si potria ancora porre in luogo di questa il barbagianni, quale secondo, che riferisce Ovidio ucelloapportatore in ogni luogo di tristissimo augurio.

    AVRORA.secondo il Vasari nella vita di Taddeo Zucchero.

    VNAfanciulla di quella bellezza, che i Poeti s'ingegnano d'esprimere con parole, componendola dirose d'oro, di porpora, di rugiada, di simili vaghezze, e questo quanto i colori, & carnagione.Quanto all'habito, componendone pur di molti uno che paia pi al proposito si h da considerare,che ella, come h tre stati e tre colori distinti, cos h tre nomi, Alba, Vermiglia e Rancia; perquesto gli farei una vesta fino alla cintura, candida, sottile, e come trasparente, dalla cintura infino

    alle ginocchia una sopraveste di scarlatto, con certi trinci e gruppi, che imitassero quei suoiriverberi nelle nuvole, quando vermiglia, dalle ginocchia in gi fino piedi, di color d'oro, perrappresentarla quando rancia, avvertendo, che questa veste deve esser fessa, cominciando dallecoscie, per fargli mostrare le gambe ignude, & cos la veste, come la sopra veste siano scosse dalvento, & faccino pieghe, & svolazzi. Le braccia vogliono essere ignude ancor'esse d'incarnagione

    pur' di rose. Ne gli homeri gli si facciano l'ali di varij colori, in testa una corona di rose, nelle manigli si ponga una lampada, una facella accesa, overo gli si mandi avanti un Amore, che porti unaface, & un altro dopo, che con un'altra svegli Titone. Sia posta sedere in una sedia indorata, sopraun carro simile, tirato, da un Pegaso alato, da dua cavalli, che nell'un modo, & nell'altro sidipinge. I colori de' cavalli siano dell'uno splendente in bianco, dell'altro splendente in rosso, perdenotargli secondo i nomi, che Homero d loro di lampo, e di Fetonte, facciasi sorgere da una

    marina tranquilla, che mostri di esser crespa, luminosa e brillante.

    AVRORA.GIOVANETTAalata, per la velocit del suo moto, che tosto sparisce, havr le mani piene di fiori;

    perche al suo apparire s'aprono i fiori, che per la notte s'erano serrati.

    AVRORA.VNAfanciulla di color incarnato con un manto giallo in dosso, haver in mano una Lucerna fatta

    all'antica accesa, star sedere sopra il Pegaso Cavallo alato, perche da Homero in pi luoghi ella chiamata krokopeplos, che vuol dire velata di giallo, s come nota Eustathio Commentatored'Homero nel 2. lib. dell'Odissea, & Virgilio ne i suoi Epigrammi dice:

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    Aurora Oceanum croceo velamine fulgens Liquit.Et Ovidio nel 3. lib. dell'Arte di Amare, nota il colore incarnato, dicendo:

    Nec Cephalus roseae praeda pudenda deae.Il medesimo Eustathio nel luogo sopradetto dice, che ella va in sul cavallo Pegaseo per la velocit,& perche l'Aurora molto amica de' poeti, & desta gli spiriti capricij ingegnosi, & piacevoli.

    AVRORA.GIOVANETTAalata, di color incarnato con manto giallo; nel braccio sinistro tiene un Cestello pienodi varij fiori, & nella stessa mano tiene una facella accesa, & con la destra sparge fiori.

    AVTVNNO.Per l'Autunno si potr fare Bacco carico d'Vve, con la Tigre appresso, che saltando gli voglia rapirel'uve di mano, Autunno Ovidio lib. 2 Metamorf.:

    Stava un'huom pi maturo da man mancaDuo di tre mesi, quai precede AgostoChe 'l viso h rosso e gi la barba imbianca,

    E st sordido e grasso e pien di mosto;H il fiato infetto e tardi si rinfranca,Che vien dal suo velen nel letto posto;

    D'uve mature son le sue ghirlande,Di fichi e ricci di castagne e ghiande.

    AVTTORITA'.

    DONNA,in sembiante di Matrona, vestita d'oro, che nella destra mano tenga uno Scettro, & con lasinistra due chiavi.

    BELLEZZA.DONNA,che habbia ascosa la testa fr le nuvole, & il resto sia poco visibile per lo splendore, che lacirconda, ponga una mano fuori dello splendore, con la quale terr un giglio, sporgendo con l'altramano una palla, & un compasso. Si dipinge la Bellezza con la testa ascosa fr le nuvole, perche non

    cosa della quale pi difficilmente si possa parlare con mortal lingua, & che meno si possaconoscere con intelletto humano, quanto la Bellezza, la quale non altro, che uno splendore, chederiva dalla luce della faccia di Dio, come definiscono i Platonici, & in somma una istessa cosacon esso; la quale poi communicandosi in qualche parte per benignit di lui alle sue creature, cagione, che esse comprendono in qualche parte, che cosa sia bellezza; ma come quelli, cheguardano se stessi nello specchio, subito si scordano, come disse San Giacomo nella Epist. Can.,cos noi guardando la bellezza nelle cose mortali, non molto potiamo alzarci vedere quella pura,& semplice chiarezza, dalla quale tutte le chiarezze hanno origine, come benissimo disse Dante nel13. del Par.

    Ci, che non muore, & ci, che pu morireNon se non splendor di quella idea

    Che partorisce amando il nostro Sire.Non si potendo dunque vedere il vero principio di Bellezza, come non si pu vedere Iddio,che la perfettione, & la luce di tutte le cose, essendo tutto quello, che in esso, la medesima

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    essenza con lui medesimo, si dipinger la figura nella detta maniera, significandosi per la mano,che si estende co'l giglio la bellezza de' lineamenti, & de' colori del corpo feminile, nel quale pare,che sia riposta gran parte di quella picciola misura di bellezza, che participata, & goduta in terra,come habbiamo gi detto di sopra. Nell'altra mano terr la palla co'l compasso, per dimostrare, cheogni bellezza consiste in misure, & proportioni, le quali si aggiustano co'l tempo, & co'l luogo. Il

    luogo determina la bellezza nella dispositione delle Provincie, delle Citt, delle Case, de' Tempij,delle Piazze, dell'huomo, & di tutte le cose soggette all'occhio, come colori ben distinti, & conproportionata quantit, & misura, & con altre cose simili, co'l tempo si determinano le armonie, isuoni, le voci, l'oratione, gli abbattimenti, & altre cose, le quali con misura aggiustandosi, dilettano,& sono meritamente chiamate belle; & come il giglio per l'acutezza dell'odore muove il senso, &desta gli spiriti, cos medesimamente la bellezza muove, & desta gli animi ad amare, & desideraredi godere, per dare perfettione se stesso, la cosa, che si conosce per la molta bellezza degna diconsideratione, & di prezzo. Sopra di, che un nobile, & gentilissimo spirito fece il presente Sonetto:

    luce la belt, che dal primieroSplendor nascendo in mille rai si parte,

    E fede f, mentre gli vibra e parte,

    Di quel ch'in Cielo splende eterno vero.Varia color sovente, hor bianco, hor nero,

    E luce in una men ch'in altra parteNe dotta mano di ritrarla in carteSperi; si vince ogni opra, ogni pensiero.

    Quegli, che 'l nostro, e l'altro Polo eresseQuasi Tempij lui sacri, ove il profondoSaper s'adopri, e la potenza, e 'l zelo,

    Vna scintilla sol mostronne al mondoE di ci, ch'egli imaginando espresse,Note furon le stelle, e carta il Cielo.

    BELLEZZA FEMINILE.DONNA, ignuda, con una ghirlanda di gigli, & ligustri in testa, in una mano havr un Dardo,nell'altra un Specchio, porgendolo in fuori senza specchiarsi dentro, seder sopra un Drago moltoferoce. I Gigli sono l'antico Ieroglifico della bellezza, come racconta il Pierio Valeriano, forse

    perche il giglio, tr gli altri fiori, h quelle tr nobili qualit, che riconobbe una gentildonnaFiorentina nella statua fatta da Scultore poco prattico, perch; essendo ella domandata quel, chegiudicasse di tal statua; ella con grandissima accortezza disse; scoprendo le bellezze d'una Donnacompita, & la goffezza tacitamente di quell'opera, che era bianca, morbida, & soda; per essere

    queste qualit del Marmo stesso, & necessarissime in una donna bella, come racconta GiorgioVasari, & queste tre qualit h particolarmente tr gli altri fiori il giglio. Il dardo facendo la piaga,nel principio quasi insensibile, la quale poi cresce poco poco, & penetrando molto dentro, difficile potersi cavare, & ci dimostra, che cominciando alcuno ad amare la bellezza delle donne,non subito prova la ferita mortale, ma poco poco crescendo la piaga, sente alla fine, che perallentar d'arco non sana. Lo specchio dimostra essere la bellezza feminile medesimamente unospecchio, nel quale vedendo ciascuno se stesso in miglior perfettione per l'amor della specie s'incitaad amarsi in quella cosa, ove si veduto pi perfetto, & poi desiderarsi, & fruirsi. Il Dragomostra, che non da fidarsi, ove bellezza, perche vi veleno di passione, & di gelosia. ignuda

    perche non vuol essere coperta di liscio; come anco si pu dir, che sia frale, & caduca, & perci lesi pongono i Ligustri nella ghirlanda conforme al detto di Virgilio

    Alba ligustra cadunt, vaccinia nigra leguntur.

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    BEATITVDINE.insegnataci da Christo Sig. Nostro

    PRIMABEATITVDINE la Povert di Spirito.

    Beati pauperes spiritu; San Matteo al 5.

    SIfar una Fanciulla d'habito corto, stracciato con la faccia alquanto curva, &, che riguarda il Cielocon questo motto:Regnum coelorum paupertate venale, parole di S. Agostino. Si f fanciulla comedi sesso pi dedito alla religione, & pi aliena dall'alterezza dell'animo, che non quello de glihuomini, & anco pi inclinato dar fede alla dottrina della virt insegnatici da N. S. Et pococreduta da quelli che, fidandosi nella sapienza mondana, non vogliano ammettere per virt quelle,che non derivano in qualche modo, almeno dalle quattro morali (intese, & conosciute ancora da'Filosofi). propriet feminile piegarsi ancora alle cose, che vengono dette da altri, & che portanoseco l'humilt, & compassione, senza molto apparato di Sillogismi. Si f in habito corto, per

    mostrare la poca pretensione nelle cose del mondo, perche la veste lunga sempre h mostratodignit, & sopreminenza gl'altri, & perci i Romani non volevano, che i loro Cittadini vestisserodi lungo, finch quest'habito per l'et non potesse far testimonio della virilit dell'animo, & de'

    pensieri atti reggere la Republica. Et per con l'habito corto si viene mostrare, che i poveri dispirito tengono poco conto de gli honori, & delle grandezze mondane, le quali bene spessoattraversandosi al pensiero, come le vesti lunghe sogliono intricarsi fr le gambe, sono cagione, chedifficilmente si pu caminare dietro Christo, essendoci necessario essere speditissimi dalle cosedel mondo per seguire la via del Cielo. Si dice anco volgarmente, che sunt honores onera, comenon altro, che peso, si sente dalle veste, che arrivano sino terra, chi le porta. Il vestimentostracciato, & la faccia curvata mostrano l'humilt, che propriamente il definito per la povert dispirito, & grado pi basso di quello, che dimandano humanit, & cortesia i Morali. Rimira il

    Cielo per mostrare, che il premio di questa virt non s'aspetta fr gl'huomini, ma solo da DioCreator Nostro, che h le vie sue (come dice il Profeta) differenti dalle vie de gli huomini, & ilgesto co'l motto sottoscritto di S. Agostino significa questo stesso.

    BEATITVDINESECONDA.

    la Mansuetudine.

    Beati mites, quoniam ipsi possidebunt terram.

    Importa l'essere mansueto, & humano, & ad altri nel bene, & ne gli honesti servitij consentire. Si

    far fanciulla, che per lo petto sia passata da un pugnale all'altro lato e con le mani giunte insiemecol motto cavato del Salmo:

    Mansueti hereditabunt terram.Per la medesima ragione detta di sopra, questa figura si far fanciulla ancor essa, & il Pugnale, chele passa il petto, mostra, che gran virt saper sopportare i danni della vita per la religione, & perl'amor di Dio: il che si nota nelle mani giunte insieme, che atto di religione, & di fede, altrimentinon solo non sarebbe virt, ma si potrebbe pi tosto nominar vitio manifesto, per essere ciascunoobligato alla natura, ministra di Dio, difendere la vita propria. Et il motto dichiara, che il premiodi questa virt sar d'hereditare la terra; non questa, che vivendo habbiamo con travagli, & fastidij;ma quella di promissione, dove sar perpetua quiete.

    TERZABEATITVDINE

    il Pianto.

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    Beati qui lugent, quoniam ipsi consolabuntur.

    Importa piangere i peccati proprij, & quelli del prossimo, con le nostre, & loro miserie.Fanciulla, che largamente pianga, volta verso un Romito, overo huomo venerabile, &

    religioso, il quale st in atto di consolarla. Il motto dice cos: Praesens luctus, ltitiam generatsempiternam, & tolto da S. Agostino. Il pianto suole essere, per i danni passati, presenti, davivere, i quali danni possono essere, di robba, di honore, della vita propria, d'attinenti, & la

    penitenza, vero pentimento un segno esteriore d'interna passione per un male, che siasoprastante, lontano, vicino, d'anima, di corpo, con merito di tale, senza. Se con meritofatta con altre debite circostanze, sar un'atto, vero parte di quella penitenza, che sacramento; sesenza tal merito, overo senza colpa d'errore, sar effetto di piet, benignit, religione, &mansuetudine, intendendo, che sia fatta per fine conveniente, & santo; & essendo lo stato d'unafanciulla ancor tenerella quasi il meno colpevole, che possa essere, non dubbio, che facilmentesar conosciuta per segno di quel che sarebbe necessario dirne chi con parole volesse esprimereil concetto di questa Beatitudine, nella quale co'l motto si manifesta, che il premio di questa sorte di

    pianto sar una perpetua allegrezza dell'altra vita. L'Huomo religioso mostra, che questo pianto, &questo dolore vuol essere mosso da cagione pia, & religiosa, acci, che si possa dir atto di veravirt,

    non come il pianto di Democrito, il quale nacque dall'am-bitione, & dal desiderio di parer il pi sapien-

    te, & il pi meritevole di tuttigli altri.

    QVARTABEATITVDINE.

    la Fame, & la Sete della Giustitia.

    Beati qui esuriunt, & sitiunt Iustitiam; cio, che sono molto desiderosi del vivere virtuoso,& del ben oprare, di ministrare Giustitia ciascuno, facendo opera, che gli empij siano puniti, &essaltati i buoni.

    Si far Donzella, che tenga un paio di Bilancie inegualmente pesando, vi sia un Diavolo in atto divolerle prendere, & essa con una Spada, che tiene nell'altra mano lo scaccia; il motto sar:

    Esurientes implevit bonis, parole di Maria Vergine nella sua Canzone.La Giustitia una costante, & perpetua volont di rendere ciascuno quello, che gli si deve,

    per appartiene questa Beatitudine tanto la sete della giustitia legale, che bene evidentissimo, &,che abbraccia tutti gl'altri beni; quanto il desiderio di vedere esseguita quella, che si aspetta da'legitimi Tribunali, & cos l'insegna Nostro Signore per virt degna della beatitudine eterna. LeBilancie notano per se stesse metaforicamente la giustitia, perche, come esse aggiustano le cosegravi, & materiali; cos essa, che virt, aggiusta i beni dell'animo, & pon regola alle attioniesteriori dell'huomo. Nella Donzella si notano le qualit di quella giustitia della quale si deve haverfame, & sete; & si f giovane, per mostrare, che non si deve aspettar la vecchiezza, & presto vuolessere posta in essecutione ove, & come bisogna. Et perche la giovent, per l'ordinariocircospetta, avveduta, desiderosa d'honori, sprezzatrice di ricchezze, con l'occhio, & altri sensiinteri riguardevole per la vaghezza desiderabile, per la dispositione molte opere di lode, libera ne'desiderij, netta in tutti gli affari, dedita alla politia, accorta, nemica di riprensione, audace, &confidente, tale, & simile in tutto dovr ancora essere quella giustitia, della quale si deve havere

    ansiet. Il Diavolo si figura per lo vitio, che ci stimola continuamente per farci torcere della viadella giustitia, ma facilmente si scaccia con la tagliente spada del zelo di Dio, & il premio di questi,

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    secondo, che ci esprime il motto, l'essere satiati di cibi, che sono molto migliori delle vivande diquesta vita.

    BEATITVDINEQVINTA

    la ondezza di cuore, cio havere il cuore libero dalle passioni, & dalle disordinate affettioni.

    Beati mundo corde, quoniam ipsi Deum videbunt.

    VNAdonna, che sparga lagrime di pianto, sopra un cuore, che tiene in mano.La mondezza del cuore f presa da Christo N. S. per l'innocenza, la quale mondezza

    dell'anima, & si dice esser nel cuore, quando esso non occupato da mali pensieri, overo da affetticontrarij alla virt: & si mostra, che non possa intendere della mondezza esteriore con le lagrime, lequali sono la vera medicina de gli ulceri dell'anima, come si h per molti luoghi della SacraScrittura. Il premio della mondezza del cuore far vedere Dio invisibile gli occhi corporali, liquali quando sono ben purgati vedono s