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Il Centro Gennaio 2016
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7/21/2019 Il Centro Gennaio 2016
http://slidepdf.com/reader/full/il-centro-gennaio-2016 1/24
Aut.ne Tribunale Livorno n° 683 del 02/03/2005 - Spediz. in abb. postale: postatarget creative - CENTRO 1/02524/11.2014 - Posteitaliane
Anno XVI - n° 162 Gennaio 2016 Gennaio 2016 Gennaio 2016 Gennaio 2016 Gennaio 2016
La“masianellica”
psicologiadegli italiani
segue a pag. 2
Assuefatti all’idea che la politica sia una partita di calcio giocata con altri mezzi, guar-diamo alle imminenti presidenziali americanecon un misto di noia e di tifo: se siamo dicentrodestra, tifiamo senza dirlo troppo per Donald Trump; in caso contrario, già ci spel-liamo le mani per Hillary Clinton. In entrambii casi vuol dire che non abbiamo capito unacosa sostanziale: quello che avviene là, tem-
po qualche mese, avviene anche qua. Come
dire: la cosa ci riguarda molto più da vicinodi quanto non siamo disposti ad ammettereanche noi, stesi sul divano delle nostre casecome siamo, pronti a subire il fascino del
primo imbonitore che si affaccia.Hillary Clinton non pare avere rivali nel suocampo. Che facesse le cose sul serio lo si ècapito un anno fa, quando si fece fotografa-re con tutte le rughe del viso in evidenza.Messaggio agli elettori: sono quella di pri-ma, ma sono più saggia. Infatti ha sposatouna linea meno liberista e più moderata in
politica estera di quella che fu sua e del ma-rito. Ma è il caso Trump quello che, al mo-mento, più affascina e più dovrebbe interes-sare.Donald Trump è l’ultimo, in termini di tempo,di quel lignaggio di politici americani che siidentificano nella cosidetta “politica del for-cone”: isolazionista, protezionista, liberista,libertaria, xenofoba, colonialista, antitasse maanche protettrice delle pensioni della classemedia. Avete colto una certa discrepanza tramolti di questi attributi? Niente paura: la de-stra americana non ne ha mai trovata una. Si
può essere l’una cosa e l’altra, nel mondoideologico che ha partorito Donald Trump,Pat Buchanan nel ’92 e Barry Goldwater nel’64. Un messaggio che arriva dritto al cuore,con tutte le sue contraddizioni, di una certa
parte dell’elettorato americano di bocca buo-
Il messaggio del Presidente della
Repubblica ha assunto il signifi-
cato di una esemplare dimostra-
zione di buon senso civico e di
grande rispetto per le Istituzionidel nostro Paese.
Una risposta seria, ponderata,
responsabile che ha costretto
anche i suoi abituali detrattori a
non lesinare gli elogi al Presi-
dente, pur all’interno di alcune
sottolineature. Al solito, si è vo-
luto distinguere quello che noi
consideriamo essere un inciden-
te della storia, un insulso masia-
nello, un affabulatore che cono-
sce solo il dileggio, l’aggressio-ne verbale, la distruzione di ogni
valore e che si è anche permesso
il lusso di contrapporsi con una
risibile e deludente parodia alle
dichiarazioni serie e responsabi-
li del Presidente della Repubbli-
ca. Vogliamo riferirci, lo avrete
capito tutti, al comico miliarda-
rio Beppe Grillo che, bontà sua,
tornerà, tra breve, ad allietare gli
italiani attraverso le sue apprez-
zatissime (sic!) parodie teatrali.
Avrà, ha dichiarato, minor tempo
a disposizione per le sue apprez-
zatissime concioni sulle piazze del
paese passerà il testimone al suo
Ritornano gli Anni ’90
L’Editoriale di Enrico Dello Sbarba
na e fegato bilioso, tanto che, nella lungastoria del Grand Old Party, più di una volta èstata questa l’ala che ha dettato la linea po-litica a tutto il partito.Peccato che, a vedere i precedenti, Bucha-nan e Goldwater hanno portato i loro allasconfitta. Il secondo, nel 1964, prometteval’abolizione dell’Autorithy della Valle del fiu-me Tennessee, ed invece fu travolto dall’on-data che portò alla Casa Bianca Lyndon John-
son. Il primo non arrivò nemmeno alla nomi-nation: perse le primarie del 1992 perchéBush padre, presidente uscente, lo arginòspostandosi a sua volta dal centro verso ladestra dello spettro politico nazionale. Malgliene incolse: buttaosi a destra, fece fuggi-re lontano dal Partito Repubblicano l’eletto-rato moderato, che si riparò sotto l’ala rassi-curante di Bill Clinton.Un Clinton contro la destra oltranzista: il fi-nale pare scontato, se i repubblicani non rie-scono a mettere a tempo la mordacchia aTrump e a chi lo sostiene. Nessuno sa cosa
ci aspetta alle elezioni di novembre. MA daqui alle primarie in Iowa possiamo essere ra-gionevolmente certi che avremo di fronte unAmarcord. Tornano gli Anni ’90.
di Nicola Graziani
Venerdì 22 Gennaio, h. 18
c/o Circolo Cult. "Il Centro" - Livorno
Incontro con
l'On. Silvia VeloSottosegretario di Stato
Ministero Ambiente,
tutela del territorio e del mare
moderatore:
Enrico Dello Sbarba
7/21/2019 Il Centro Gennaio 2016
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e-mail: [email protected] Politica
dalla prima pagina
2
“gurù” Casaleggio, destinato a divenire
“il patriarca” del messaggio dei 5stelle e
“l’esegeta” di un nuovo sistema che dovrà
rivoluzionare il “sistema Italia”.
Purtroppo le vicende di questi ultimi anni,
la crisi durissima che ha colpito gli italia-
ni, l’insufficienza, la inettitudine, lo scorso
livello di cultura e preparazione politica
che ha caratterizzato, in questi ultimi venti
anni, la classe politica italiana, hanno spa-
lancato le porte proprio all’antipolitica che
ha trovato nel M5stelle l’interprete più na-
turale ed efficace.
In effetti, stando alle previsioni ed ai son-
daggi, molto spesso aleatori e campati in
aria, questo movimento che vorrebbe ri-
voltare l’Italia ma anche gli italiani (sia
ben chiaro) come un calzino, sta conqui- stando le simpatie sempre più ampie di
cittadini che, messi fuori strada, dalla lo-
gica perdente e distruttiva di larga parte
degli organi di informazione e pensando o
sperando che questa forza di natura esclu-
sivamente populista e qualunquista, riesca
a risolvere i tanti problemi irrisolti, si stan-
no orientando su quella che potrebbe es-
sere “l’ultima spiaggia” della democrazia
nel nostro paese.
Ecco perché, e ritorniamo all’inizio di que-
Redazione ed Amministrazione:
Via Trieste 7 - 57124 Livorno
e.mail: [email protected]
www.circoloilcentro-livorno.it
DIRETTORE RESPONSABILE:
Enrico Dello Sbarba
Giornale chiuso in tipografia il 4/1/2016
Hanno collaborato a questo numero:Marcello Battini, Massimo Cappelli,Sandro Cerri, Gianluca Della Maggio-re, Nicola Graziani, Luca Lischi, Ma-rio Lorenzini, Angela Simini, Franco
Spugnesi, Lorenzo Taccini, Cristia-no Toncelli.
COMITATO DI REDAZIONE:
Massimo Cappelli,
Laura Conforti Benvenuti,
Sergio Cini, Valeria Grillo,
Luca Lischi,
Mario Lorenzini, Marisa Speranza,
Franco Spugnesi.
STAMPA: Editrice «Il Quadrifoglio»,
Via Pisacane 7, tel. 0586/814033 - Livorno
Periodico mensiledel Circolo Culturale
Aut.ne Tribunale Livorno n° 683 del 2/3/2005
di Lucia Nardi
Ho conosciuto Benito Li Vigni ancora prima diincontrarlo. Quando entrai in Eni infatti, destinataalla posizione di responsabile dell’Archivio Stori-co, fu proprio il libro di Benito “Il caso Mattei” -allora appena uscito - ad introdurmi alla storia del
primo presidente Eni. Un libro ben scritto, pienodi informazioni, con un taglio giornalistico che era
il tratto caratteristico dei suoi lavori sia che par-lasse di Mattei, di Salvatore Giuliano, di Pasolinisia che affrontasse questioni petrolifere o finan-ziarie. Benito venne in archivio per la prima voltanel 2012. Stava studiando le vicende dell’AgipMineraria in Iraq, ben prima della nascita di Eni. Diquesto signore cortese, di una cortesia antica oggi
praticamente estinta, mi colpì la passione con cuisi dedicava alle sue ricerche. Una passione che ho imparato a riconoscere in chi svolgeun’analisi non solo per il gusto della ricostruzione, ma per un piacere tutto personale didare voce alla propria curiosità. Nel corso degli incontri, numerosi perché Benito fre-quentò l’archivio per mesi, mi parlò dei suoi molteplici progetti. Dalla ricerca su Federico
Il, alla sceneggiatura sulla famiglia Florio, ad un volume fotografico su Mattei, accompa-gnato da schede storiche. Sempre con l’entusiasmo tipico di chi crede in quello che fa.Averlo in archivio era un piacere. Per tutti. Noi dell’Eni, ma anche i ricercatori che allafine si ritrovavano a scambiare con lui pareri sulle ricerche che stavano svolgendo,trovando un interlocutore attento, informato, coltissimo. Benito ci mancherà. Ci man-cheranno i suoi lavori, ma anche semplicemente la sua intelligenza e il suo garbo.
(e.d.s.) - Con Benito Li Vigni siamo stati colleghi in Agip Petroli e quindi si tratta di un
rapporto di amicizia che viene da molto lontano. Poi ci siamo risentiti, dopo tanti
anni, quando, casualmente, mi capitò di leggere un suo libro, Il caso Mattei, proprio
quello citato dalla dott.ssa Lucia Nardi, responsabile iniziative culturali Eni.
Riuscii a mettermi in contatto con Benito, venne a Livorno a presentare quel libro ed
ebbe naturalmente un grande successo. Fu ancora nostro gradito ospite in città, a
Castiglioncello e a Piombino per altri avvenimenti letterari che hanno contraddistin-to questa parte della Sua vita. Per un certo periodo ospitai alcuni suoi interessanti
articoli su questo mensile: era divenuto un punto di riferimento importante per tutti
noi, specialmente per i più giovani. In seguito vi fu una totale interruzione nei rappor-
ti, salvo una volta che lo raggiunsi per telefono ma lo sentii assente, lontano. Ora ho
capito purtroppo perché.
In ricordo di Benito Li Vigni
sto primo editoriale del nuovo anno, con-
cordiamo con l’accorato appello del Pre-
sidente Mattarella che ha sentito l’esigen-
za, di fronte al concretizzarsi di un perico-
lo serio, quale appunto sarebbe il ricorso
disperato e scellerato all’antipolitica, a ri-
trovare quella spinta ideale in grado di
superare il “pericoloso impasse” in cui il
paese si è cacciato.
Vogliamo accomunare nel responsabile
appello del Presidente della Repubblica
anche il Presidente del Consiglio Matteo
Renzi a cui chiediamo, sommessamente, di
compenetrarsi meglio nella psicologia
“masianellica” degli italiani in modo da
assicurare e garantire non il tutto ma il
possibile e il realizzabile e niente di più.
A Cutigliano, all'interno del prestigioso saloneconsiliare del Comune, nel periodo natalizio éstata ospitata la mostra su "Alc ide De Gasperi,dalla ricostru zione dell'Italia alla costru zione
dell'Europa" promossa da Il Centro.Il 9 gennaio si conclude con una tavola rotonda"70 anni dalla Repubblica e dall' Assemblea Co-
stituente: De Gasperi uomo s traordinario? Sem- plicemente un uomo con l'ambizione di essere
onesto!". Confronto con il Sindaco TommasoBraccesi, Francesco Butini, Luca Lischi e Enri-co Dello Sbarba. Moderatore: Mauro Banchini.
Dibattito
su De Gasperi
IL 9 GENNAIO A CUTIGLIANO
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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it 3 Politica
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L'Arabia Saudita ha recentemente decisodi procedere nell'esecuzione di quaranta-sette condanne a morte, tra cui quella com-minata a Nimr Baqer al Nimr, un imam sciitanel cuore del regno saudita sunnita. Leconseguenze nei rapporti con l'Iran sciitasono state immediate, e lo scontro tra Ara-
bia Saudita e Iran si profila profondo e den-so di tensioni.Tutto quanto accade non è una novità.Gran parte del ribollimento nel mondo mu-sulmano degli ultimi decenni cresce sulleradici della guerra tra musulmani sunniti emusulmani sciiti. Il risentimento anti-ame-ricano e anti-occidentale oscilla tra la co-
pertura propagandistica alla guerra tra mu-sulmani, e lo sforzo per allontanare gli ame-ricani dall'area del petrolio: senza gli ameri-cani nel Medio Oriente e nel Golfo Persico,il regolamento di conti tra sunniti e sciitisarebbe ancora più libero e probabilmente
più sanguinoso.Dal 1973, ovvero da quello che fu per le
potenze industriali occidentali lo "shock petrolifero", l'Arabia Saudita e' divenutanon solo la tradizionale custode dei luoghisanti dell'Islam, ma anche la custode di unaimmensa ricchezza finanziaria al servizio diuna rigida interpretazione sunnita del-l'Islam. Gli interessi energetici per il pro-
prio sviluppo industriale hanno indotto gliStati Uniti a divenire garanti della tenutadella dinastia saudita.Dal 1979, anno del trionfo della rivoluzio-ne l'ho sinistra, l'Iran e' uscito dall'orbita
delle alleanze politiche occidentali. E nonha mai mancato di alimentare movimenti eformazioni, politici e non solo, che nelMedio Oriente sono stati per anni simbolidi militanza paramilitare anti-occidentale.
Negli ultimi mesi, gli accordi sul nucleareiraniano hanno consentito agli Stati Uniti
di rimettere in circolazione una nuova aper-tura verso il mondo sciita.Questo lo scenario nel Medio Oriente. Iran
e Arabia Saudita, due "potenze religiose"che incarnano rispettivamente lo spiritosciita rivoluzionario e lo spirito sunnita tra-dizionalista.Ma anche due "potenze petrolifere" chehanno sempre finanziato gruppi affini dal
Nord Africa all'Afghanistan, dal Libanoall'Iraq, teatri nei quali anche l'Italia haschierato propri militari.
Non sarebbe una cattiva idea se l'Italiaavesse sempre limpida la consapevolez-za di questi scenari. La politica interna-zionale definisce e costruisce le possibi-lità del nostro Paese. Sarebbe opportu-no non dimenticarselo.
di Francesco Butini
Tra Teheran e Ryad
Attivisti in Arabia Saudita in lotta per i diritti umani.
7/21/2019 Il Centro Gennaio 2016
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e-mail: [email protected] 4 Storia
Gronchi e il “caso” Livorno
Luglio 1955, a due mesi dalla sua elezionealla Presidenza della Repubblica, Giovan-ni Gronchi scelse Livorno come una delle
prime città italiane da omaggiare con unavisita ufficiale. In quell’occasione il con-siglio comunale gli conferì la cittadinan-
za onoraria. «Di fronte a questo gesto digrata amicizia che l’Amministrazione Co-munale livornese a nome dell’intera citta-dinanza mi ha rivolto, – affermò Gronchinella sala consiliare del Municipio – forsequalcuno si è domandato perché io hoavuto in questi anni per Livorno un affet-to che talvolta ha superato quello dei suoistessi cittadini. Gli è che Livorno rappre-
senta per me una somma di ricordi a cui
ritorno ogni volta con una specie di com-
piacente ed intima commozione. Livornomi ha visto ragazzo, piuttosto povero, inmalo arnese, non per cattiva volontà dellamia famiglia, ma per assoluta insufficien-
za di mezzi determinata e dalla salute dimio padre e da molte sfortunate coinci-denze. Ebbene, Livorno mi accoglieva per la benevolenza dei parenti come un’oasidi tranquillità».
Il “Tirreno” nel giorno della visita di Gron-chi a Livorno nel luglio 1955LIVORNO, CITTA’ D’ADOZIONE…Ba-sterebbero solo queste parole a descrive-re la peculiarità del rapporto che Gronchi,originario di Pontedera, instaurò con Li-vorno lungo l’arco del suo percorso bio-
grafico e politico. Per il Capo dello Statola città aveva rappresentato in effetti illuogo degli affetti: qui risiedevano gli ziimaterni, i Giacomelli, che da ragazzo lo ave-vano accolto nella loro casa in piazzaMagenta. «Ed allora – continuava signifi-cativamente Gronchi nel discorso del lu-glio 1955 – Livorno si è mescolata fin daquell’epoca alle vicende della mia adole-scenza e della mia giovinezza ed è diven-tata una specie di città di adozione».
…E LABORATORIO POLITICO. Eppu-
re nella storia politica di Gronchi, Livornorappresentò anche una sorta di laborato-rio in cui testare – anche in contrapposi-zione all’altro deputato Dc pontedereseGiuseppe Togni con cui si contendeva la
piazza – il suo metodo e le sue idee politi-
che in un contesto che nel dopoguerra presentò caratteri di eccezionalità. Nellasua visita ufficiale da Presidente della Re-
pubblica, egli enucleò in poche pennella-te il significato politico del suo rapportocon la città. «Finita la lunga parentesi fa-
scista, – affermò Gronchi – […] io vidi Li-vorno così mutilata nei suoi organismi vi-tali, nelle sue fabbriche e nelle sue strade,e fu come se mi si presentasse un nuovocampo di esperienza umana e politica in-sieme legato alle sorti di questa città e fuicondotto a darle collaborazione e assi-stenza […] e sentirla come una città inti-mamente vicina al mio spirito. Da questa ènata quella collaborazione che ebbe unnome in quel momento e in quel periodoche io amo ricordare, quello del sindacoDiaz che portò, con un concorde sforzo, a
far non tutto, ma molto per la resurrezionedi questa nostra città. Mi parve allora chesi realizzasse quella provvidenziale col-
laborazione tra Stato ed enti locali, che,quando, si manifesta così piena e senzariserve, non va a vantaggio dell’una o del-l’altra parte politica, ma del più vero edeffettivo bene comune».
GUERRA E PACE (FREDDA). Nel primodecennio postbellico a Livorno grazie so-
prattutto alle «reciproche aperture intel-lettuali» (come le definì il suo biografo
Gianfranco Merli) tra Gronchi e il sindacocomunista moderato Furio Diaz (1944-1954), trovarono così terreno di colturaquelle “parallele convergenze” tra demo-
cristiani e comunisti che significaronoanche un’anomala alleanza di governo
Pci-Dc in consiglio comunale protrattasifino al 1951, ben oltre la rottura a livellonazionale (per un’analisi di dettaglio si
veda il contributo già pubblicato su To-
scanaNovecento). Ma sotto la liscia su- perficie della «provvidenziale collabora-
zione tra Stato ed enti locali» il quadro sidelineava ben più complesso: la sintoniatra mondi politici distanti appariva anchecome il frutto di precisi tatticismi politici ereciproche strumentalizzazioni e, soprat-tutto, veniva completamente a sfaldarsi inambiti meno appariscenti nei quali, nelconfronto tra le due mobilitazioni di mas-sa, cattolici e comunisti si contendevanol’egemonia sulla società proponendo mo-delli radicalmente alternativi. Nei primi annidella guerra fredda la Livorno elettoralmen-te dominata dai comunisti e città simbolo
del potere “rosso”, divenne così per Gron-chi una partita da giocare su più tavoli,alternando diverse strategie d’azione
SENZA RISERVE PER LIVORNO. Nonci sono dubbi sul fatto che Gronchi agìsenza riserve per aiutare Livorno a risolle-varsi dai disastri bellici. Negli anni in cuifu Ministro dell’Industria (1944-1946) e poi
Presidente della Camera come deputatoeletto nella circoscrizione in cui ricadevaLivorno (1948-1955), si possono elencaretutta una serie di suoi interventi risolutivi
per lo sblocco di leggi e finanziamenti spe-cifici per la città. Dalla sua azione in favo-re degli accordi tra il Comune di Livorno el’Inail per la concessione di mutui per lacostruzione di case popolari, alla pressio
di Gianluca della Maggiore*
Tra ricostruzione e guerra fredda
Giovanni Gronchi al centro tra Mons. Emilio Guano e don Roberto Angeli
segue a pag. 5
7/21/2019 Il Centro Gennaio 2016
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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it 5 Storia
ne attuata sul governo per lo sblocco del-la legge per la ricostruzione del centro sto-rico, fino alla soluzione del difficile finan-ziamento dell’opera pubblica più ambizio-sa e onerosa affrontata negli anni Cin-quanta dall’amministrazione livornese,l’acquedotto del Mortaiolo (circa 900 mi-lioni ai valori del 1953).
INVASIONI DI CAMPO (A SINISTRA).
Ma questi interventi lo videro agire spes-so su Livorno in “amichevole concorren-za” con Giuseppe Togni, dal quale si di-stingueva, com’è noto, per idee politicheaffatto coincidenti. Al radicale anticomu-
nismo di Togni, Gronchi contrapponeva
una strategia mirante a erodere terreno
ai comunisti sul loro stesso campo. Neldecennio postbellico il futuro Capo delloStato probabilmente aveva visto proprioin Livorno anche un terreno ideale per spe-rimentare nel piccolo la sua proposta po-litica: la sua critica ponderata al centrismodegasperiano si fondava sul mito dellademocrazia sociale e mirava a battere gliavversari politici “a sinistra”, puntandosulle riforme strutturali capaci di eliminarealla base i motivi dell’opposizione socialcomunista. In questa strategia Gronchiebbe su Livorno molti alleati, tra cui il più
importante fu, senza dubbio, il sacerdotedon Roberto Angeli che dalle colonne delsuo settimanale «Fides», fedele al suo
passato cristiano-sociale, appoggiò conevidenza l’azione del politico democristia-no. Non a caso era stato lo stesso sacer-dote, insieme al presidente diocesano diAc, Dino Lugetti, a scrivere un accoratoappello a Vittorino Veronese, presidentedella giunta nazionale, quando alla vigiliadelle cruciali elezioni del 18 aprile 1948sembrava che Gronchi non venisse inse-rito nella Circoscrizione elettorale livorne-
se. «Pensiamo che l’assenza di Gronchinella lista della nostra circoscrizione dimi-nuisca il credito del partito e metta in peri-colo molti simpatizzanti», avevano ester-nato con chiarezza don Angeli e Lugetti.«Occorre ricordare – aggiungevano – chela nostra zona è, per antica tradizione, re-
pubblicana e progressista: un nome comeGronchi attira molte simpatie e consensianche fuori dalle nostre file. Gli avversari,ne siamo certi, si avvantaggerebbero as-sai della cosa e griderebbero ai quattroventi che la “D.C. ha messo in pensione isuoi uomini più progressisti e si è sban-data a destra”».
STRATEGIE ALTERNATIVE. Eppurel’azione politica di Gronchi per Livornoebbe, come anticipato, anche altre facce
molto meno evidenti e conosciute. Propriograzie al «rapporto di fiducia e stima» chelo legava a don Angeli (per usare ancora
parole di Gianfranco Merli), Gronchi ela- borò una strategia che gli permise di ap- poggiare massicciamente le opere assi-stenziali cattoliche senza prestare troppoil fianco a polemiche ideologiche, riuscen-do così ad erodere consenso sociale aicomunisti in un settore cruciale della bat-taglia politica. Nel settembre 1948 nac-
que infatti il Comitato Livornese Assi-
stenza (Cla), un’associazione a carattere
provinciale, presieduta da don Angeli e
appoggiata da Gronchi – fin da subito –
nel ruolo di «Alto Patrono». Crescendo aritmo esponenziale, tra il 1948 e il 1955 ilCla portò assistenza a più di 61mila perso-ne in tutta la provincia costruendo asili,
doposcuola, colonie estive e invernali, re-fettori per indigenti. Alla base della nasci-ta del Cla, oltre all’urgenza evangelica dioperare a favore dei più sofferenti, c’eraanche l’idea di togliere ai comunisti il pri-mato sulle opere d’assistenza alla popola-zione e sull’educazione all’infanzia. L’ac-corgimento ideato da Gronchi e don An-geli fu quello di federare in un organismounitario la Pontificia Commissione Assi-stenza, il Centro italiano femminile, l’Ac ele Acli, in modo – si legge in una relazionedel 1961 – da consentire «una coordina-
zione perfetta nel lavoro» ed «eliminaredoppioni e concorrenze» che altrove «ave-vano procurato un grave danno comune».Configurandosi come ente civile il Cla na-sceva poi svincolato da «rapporti “giuri-dici” di dipendenza dalle Autorità eccle-siastiche», fattore che eliminava burocra-zie di qualsiasi tipo e permetteva «di rice-vere larghi aiuti finanziari, morali, ecc. da-gli organi governativi». Come scriveva donAngeli nella citata relazione del 1961 il nuo-vo ente livornese ebbe così subito «l’ap-
poggio delle Autorità governat ive» che
videro in esso «il mezzo per togliere aicomunisti il primato che essi avevano nel
campo assistenziale». Soprattutto, come
veniva rilevato, era la «situazione localeche consigliava di non presentarsi al pub-
blico con una etichetta troppo prettamen-te ecclesiastica», per cui si mirò a dare alCla un «aspetto ufficiale laico» per «pe-netrare in ambienti altrimenti refrattari».
LA BATTAGLIA DELLA CARITA’. I do-cumenti conservati presso l’Archivio del-l’Istituto Luigi Sturzo, svelano il sistema-tico flusso di aiuti che Gronchi riuscì a far arrivare al Cla dal 1948 alla fine degli anniCinquanta. Uno schema relativo al 1950attesta, ad esempio, che in quell’anno l’al-lora presidente della Camera si adoperò
perché al Cla giungesse dal Ministerodell’Interno un contributo straordinario di27 milioni oltre ad una serie di aiuti in me-dicinali e razioni alimentari. Ecco perchédon Angeli, in un appunto del 1955, potéscrivere che la formula federativa e i buoniuffici di Gronchi, come presidente dellaCamera prima e della Repubblica in segui-to, consentirono in una delle province più
“rosse” d’Italia, «di eliminare praticamen-
te i comunisti dal campo assistenziale» e
di convogliare verso le opere del Cla «qua-
si la totalità dei contributi statali per l’as-
sistenza pubblica». In un ambito così stra-tegico della mobilitazione politica per con-quistare le masse, anche per il «progressi-sta» Gronchi la ricercata «provvidenziale
collaborazione» tra forze politiche contrap- poste, veniva a rompersi in nome delle su-
periori esigenze della guerra fredda.
da pag. 4
Da sin.: Giuseppe Togni, Giovanni Gronchi, il vesovo Emilio Guano e don Roberto Angeli.
*Gianluca della Maggiore è dottore di ricerca
in Storia. Collabora con l’Università degli stu-
di di Milano nell’ambito del PRIN “I cattolici e
il cinema in Italia tra gli anni ’40 e gli anni
’70”. E’ membro del coordinamento di reda-
zione di Tosc anaNovecento e co llabora con
l’Istoreco di Livorno. Autore di studi sul mon-
do cattolico, si occupa di cinema, Resistenza e
movimenti politici. Tra i suoi ultimi saggi Unadiocesi sfollata. La Chiesa di Livorno tra inno-vazioni pastorali e reti di assistenza (1943-
1944), in Spaesamenti. Antifascismo, deporta-zione e clero in provincia di Livorno, a curadell’Istoreco Livorno, Ets, Pisa 2015.
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e-mail: [email protected] 6 Attualità
E' TRA LE ECCELLENZE TELEVISIVE DELLA TOSCANA
Granducato Tv: Una nobile storiaDa tempo pensavamo di dedicare un ser-vizio su quella che consideriamo una del-le poche "Eccellenze" che può vantare lanostra città: ebbene, abbiamo ritenutoche l'emittente televisiva "GranducatoTV" meritasse questo risconoscimentoda parte de Il Centro che, allo stato at-tuale, resta l'unico mensile, stampato ediffuso su internet a Livorno e provin-cia.Consideriamo, in effetti, Telegranduca-to" una delle poche cose ben riuscite
nella nostra realtà cittiadina,una realtà dicui ci possiamo vantare anche perché èriuscita a decollare anche a Pisa.Come è nato allora questo "gioiello"? E'il 9 aprile 1979 la data storica della nasci-ta di Telegranducato .Fu per iniziativa degli Agenti Marittimiche inizia,nella data più sopra indicata,questa "nobile storia" che trovò sedenella centralissima Piazza Cavour 12.Cominciò con il mandare in onda i primifilm oltre ad alcune notizie locali fornite
dagli Agenti Marittimi: ma questa espe-rienza rischiava di esaurirsi in breve tem- po ed allora i dipendenti rilevarono l'emit-tente costituendo una società diretta daldott. Arturo Fremura.Ma tra i "fondatori" non possiamo certa-mente ignorare Fabio Daddi - oggi diret-tore dell'emittente -, Marco Rombolini,Salvatore Burgarella, Vezio Benetti e Ga- briella Cerrano. Naturalmente sono le in-formazioni locali, l'attualità, l'economia,lo sport le fonti essenziali dell'emittenteche ormai sta acquisendo sempre piùspazio conquistando fette sempre piùlarghe di telespettatori.Il rientro da Beirut dei parà della Folgore,l'exploit dei servizi sui falsi del Modiglia-ni e tutto il susseguirsi di avvenimenti digrande attualità hanno contribuito a va-lorizzare il ruolo di Telegranducato cheormai sta per uscire dai confini livornesi.La figura di Vezio Benetti resta sicura-mente "inconfondibile" nel trascinanteexploit di Telegranducato. Fu uno dei pri-mi a cimentarsi in una informazione defi-
nita "accattivante e coinvolgente", cheriuscì a strappare sorrisi e consensi inogni circostanza o in ogni avvenimentodi cronaca. Riuscì a trascinare al sorrisoanche quando commentava "le noiose" partite che il Livorno sosteneva contro
vedibile.Ormai Telegranducato offre un ampio pa-norama di informazione con approfondi-menti e servizi quali i rapporti con le Isti-tuzioni (Comuni-Province- Partecipatesvolgenti servizi di primaria importanza) econ i vari comparti economici e sociali cherendono l'emittente livornese un elemen-to indispensabile ormai massicciamente presente su di un territorio sempre piùampio.Un'escalation che, ormai da 8 lunghi anni,
ha portato Telegranducato ad essere la prima televisione della Toscana a confer-ma della solidità della struttura e del suoradicamento sul territorio.Da alcuni anni l'emittente si è trasferita inVia Mameli in una accogliente sede fruttodi un investimento che punta a razionaliz-zare il lavoro ed a renderlo più produtti-vo.GranducatoTV ha da tempo avviato un procedimento di sperimentazione per il di-gitale terrestre.
Un compito, recita una nota che abbiamoraccolto in sede, non semplice ma assolu-tamente stimolante prer la "TV della stel-la" che 30 anni nacque quasi per scom-messa ed ora, grazie all'impegno di decinee decine di persone, è una delle realtà piùsignificative del panorama dei media alivello nazionale.Ebbene, noi de Il Centro, con questoservizio, abbiamo voluto rendere testi-monianza ad un gruppo di coraggiosi,donne e d uomini, tutti nostri cari amici,che hanno concorso, ma sul serio, adelevare la dignità ed il prestigio di que-sta nostra città, colma, purtroppo, di tanti problemi.
mediocri squadre di serie C che riguarda-va giocatori locali e delle squadre avver-sarie.Il discorso su Vezio ci porterebbe lontano
ma è indubbio che il ruolo svolto da lui èstato "di grande valenza" per consentirea questa emittente livornese di raggiun-gere un ruolo e traguardi impensabili.Ma la svolta che ne provoca "il grandesuccesso" si è verificata negli anni 90-91quando si procede ad un'ampia "rivisita-zione" ampliando la struttura tecnica conuna nuova generazione di giornalisti edoperatori: i due tragici eventi, quello del-l'incendio sulle Colline livornesi nell'ago-sto del 1990 e la tragedia della Moby Prin-ce consacrarono l'alto livello di professio-nalità di Telegranducato.La cronaca sportiva riesce a raccoglierefasce sempre più ampie di telespettatoriarricchite da dibattiti a cui partecipanogiornalisti sportivi e vecchie glorie delcalcio livornese.Ma non si ferma a Livorno l'ascesa incon-tenibile dell'emittente ed infatti ecco "losbarco" a Pisa e nel suo immediato hinter-land:un avvenimento assolutamente impreve-dibile che conferma la grande capacità del-
lo staff guidato, in maniera impareggiabi-le, da Fabio Daddi: siamo quindi di frontead "un 'escalation" assolutamente impre-
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7/21/2019 Il Centro Gennaio 2016
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e-mail: [email protected] 8 Attualità
Nel corso di una conferenza stampa riser-vata ai soli giornalisti, eravamo solo in tre
più l'addetta stampa interna si è svolta laconferenza stampa di fine d'anno del Pre-sidente della Provincia Alessandro Fran-chi.Ha esordito parlandoci del bilancio che èstato approvato in settembre, prima nonera stato possibile, perchè si trattava diverificare l'entità dei tagli finanziari che ave-va subito l'Ente e di conseguenza rispetta-re il patto di stabilità per far fronte alle esi-genze più urgenti ed indifferibili.
Sono stati infatti effettuati interventi paria euro 3.500.000 per opere prioritarie qualila sistemazione dell'Istituto Tecnico E.Mattei di Rosignano che consentirà an-che il definitivo trasferimento dell’IstitutoAlberghiero. Altro investimento importan-te pari ad un milione di euro per sistema-zioni stradali urgenti: Via della Giunca aRosignano M., la provinciale per Campi-glia Marittima, la strada 55 (Vicarello-Gua-sticce - Stagno), la variante in loc. Crocinocomune di Collesalvetti, la provinciale al-
l'Isola d'Elba nei comuni di Rio Marina eRio Elba.Altri interventi sono stati effettuati attra-verso il Progetto Perl (salvaguardi dei po-sti riservati ai portatori di handicap) ed im-
plementazione servizi pubblici, vedi i tre-nini, anche con aziende private.Per il 2016 per la Provincia si prevede un
bilancio in equilibrio, un requisito impor-tante perchè permetterà di programmare larealizzazione di infrastrutture in comparte-cipazione con altre province ed in partico-lare con Pisa.Particolare rilevanza ha dichiarato il Presi-
dente Franchi avrà il settore della culturacon particolare riferimento al Museo diStoria Naturale ed all'Istituto Mascagni.Due eccellenze che debbono assolutamen-te sopravvivere ed a tale proposito signi-ficativo il concorso della locale Fondazio-ne Bancaria.In merito alla mancata approvazione delloStatuto della Provincia, unico caso in Ita-lia, provocato dall'oltranzismo assurdo e
paranoico (questi aggettivi sono del cro-nista, ndr) del Sindaco di Livorno che si
Ristorante
di Benedetti SergioVia Indipendenza 3 - Venturina TermeTel. 0565851212 - Cell. 3389243719
Otello
E' scomparso domenica 27 dicembre il prof. Augusto Marabotto, già docente di
diritto ed economia all'Istituto Tecnico Commerciale Luigi Einaudi di Piombino.
E' stata quella una missione svolta con grande sensibilità e competenza tanto da
guadagnarsi la stima dei colleghi e degli allievi. Ma Augusto ha svolto un ruolo
di particolare rilievo anche in politica, nella Democriazia Cristiana di Piombino.
Ha ricoperto, infatti, l'incarico di segretario di quella sezione ed è stato più volte
consigliere comunale e capogruppo.
Insieme, oltre che nel comitato provinciale della D.C., nel gruppo di Nuove Cro-
nache che aveva come leader a Livorno l'on. Primo Lucchesi,abbiamo svolto il
mandato di consiglieri nella legislatura 1990-95 in Provincia. Proprio, nel bel mezzo di questa nostra esperienza, si consumò la ingloriosa fine del nostro glo-
rioso partito sostituito dal piccolo Partito Popolare che, salvo la parentesi di
Gerardo Bianco alla segreteria nazionale, ebbe un'esistenza breve e stentata ed
infatti, da li a poco, scomparve, vittima di una logica perdente e suicida.
Ricordo ancora quella mattina in Consiglio Provinciale quando il nostro capo-
gruppo - Fabio Del Nista - annunciò il cambio di nome del nostro gruppo: Augu-
sto scosse il "testone", come faceva quando non era convinto di qualcosa, ed io
allargai le braccia sconsolato.
Convenimmo che era finita "una nobile storia" e ne cominciava un'altra piena di
insidie e di delusioni, non solo per noi ma per l'intero paese.
Addio, caro Augusto: sei stato un gentiluomo in ogni tratto della Tua vita.
EDS
ostina, in occasione dell'assemblea dei sin-
daci a votare contro e quindi, per mancan-za del numero legale, di impedire l'appro-vazione di un atto di natura esclusivamen-te istituzionale e non politica: il Presidenteha messo in rilievo l'evidente contraddi-zione nel comportamento del Sindaco No-garin che ha partecipato regolarmente allavotazione per l'elezione del Presidente, par-tecipa alle riunioni di routine e poi insistenel votare contro uno strumento essenzia-le per la sopravvivenza dell'Ente.
L'evidente contraddizione di Nogarin La conferenza stampa di fine anno del presidente della Provincia Alessandro Franchi
La scomparsa di Augusto Marabotto
7/21/2019 Il Centro Gennaio 2016
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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it 7 Cinguettare 9
@ “Vi nc i l ’ in d i f f er enza,
conquista la pace” l’ inizio di ogninuovo anno per la Chiesa si apre con lacelebrazione della giornata mondiale del-
la pace. Quanto bisogno di pace, da sem- pre! “Beati i costruttori di pace”. Pace nonsolo come assenza di guerra ma pace comesano equilibrio di una vita dignitosa per tutti; senza pace viene a mancare la giu-stizia e si crea una “indifferenza globaliz-zata” che esclude, che crea “scarti”, chelascia le persone in condizioni di povertà.Auspichiamo che questo anno sia frut-tuoso di bene e che ciascuno si impegni afavorire la pace in ogni ambiente, in fami-glia, nel lavoro, nella scuola, nelle nostre
comunità e città.“Desidero -sottolinea Papa Francesco- inquest’Anno giubilare, formulare un pres-sante appello ai responsabili degli Stati acompiere gesti concreti in favore dei no-stri fratelli e sorelle che soffrono per lamancanza di lavoro, terra e tetto. Pensoalla creazione di posti di lavoro dignitoso
per contrastare la piaga sociale della di-soccupazione, che investe un gran nume-ro di famiglie e di giovani ed ha conse-guenze gravissime sulla tenuta dell’inte-ra società. La mancanza di lavoro intacca
pesantemente il senso di dignità e di spe-ranza, e può essere compensata solo par-zialmente dai sussidi, pur necessari, de-stinati ai disoccupati e alle loro famiglie.Un’attenzione speciale dovrebbe esserededicata alle donne – purtroppo ancoradiscriminate in campo lavorativo – e adalcune categorie di lavoratori, le cui con-dizioni sono precarie o pericolose e le cuiretribuzioni non sono adeguate all’impor-tanza della loro missione sociale”.
@I l Presidente Mattarell a nelsuo discorso di fine anno (appassionato,lontano dal politichese, anche per nonaver parlato da dietro ad una monumen-tale scrivania) ha subito ripreso i temi evi-denziati da Papa Francesco, dimostrandouna piena sintonia con i messaggi del
pontefice. Ad esempio sottolineando che“Il lavoro manca ancora a troppi dei no-stri giovani”. E richiamando che “sonogiovani che si sono preparati, hanno stu-diato, posseggono talenti e capacità e
vorrebbero contribuire alla crescita delnostro Paese. Ma non possono program-mare il proprio futuro con la serenità ne-cessaria”. Inoltre Mattarella ha ricordatoche “accanto a loro penso a tante perso-ne, quarantenni e cinquantenni, che il la-
voro lo hanno perduto, che faticano a tro-varne un altro e che vivono con la preoc-cupazione dell’avvenire della propria fa-miglia. Penso all’insufficiente occupazio-ne femminile”.
@I l premier Renzi ha fatto un bilancio dell’anno 2015 che dona spe-ranza al futuro del nostro paese. Molto èancora da fare, e fare bene, come i temidel lavoro richiamati dal Papa e da Matta-rella, ma non si può continuamente esse-re distruttivi e non saper cogliere le tante
piccole luci che stanno ridando vigore alnostro meraviglioso paese.Per il premier esse sono: Pil in leggeroaumento, jobact, legge elettorale, contra-zione delle tasse sulla prima casa e agri-cola, riforma costituzionale, questionemigrazione, riforma della Pubblica Ammi-nistrazione, Buona Scuola, giustizia, cul-tura e il grande successo di Expo, esem-
pio della nostra capacità di saper fare bene e di essere un modello Italia credibi-le per la comunità internazionale. I
gufi hanno gufato male! E se casomai cifossero ancora, sono in profondo letar-go!
@Porta Santa a Montenero.Un bel segno, quello del Vescovo Giusti,di dare apertura alla Porta Santa del San-tuario della Madonna di Montenero, pa-trona della Toscana, il primo gennaio 2016. Presente il presidente del Consiglio re-gionale, Eugenio Giani e il consigliereFrancesco Gazzetti. Una celebrazione
molto sentita in cui il vescovo ha richia-mato il bisogno di operare per la pace:“Signore disarmali, Signore disarmaci!”,tutti abbiamo bisogno del dono del Si-gnore per un disarmo esteriore e interio-re! La Messa si è conclusa con la lirica “
Ave Maria della Misericordia” di Pier Fer-nando Giorgetti eseguita dal maestroMassimo Signorini alla fisarmonica e dalsoprano Barabara Luccini, applauditissi-mi dai fedeli. In migliaia sono accorsi da
ogni parte della Toscana, anche grazie alla preziosa opera di informazione di qualitàdella nostra Telegranducato. Da anni nonassistevamo ad una presenza così mas-siccia di tante persone a Montenero. Si-curamente è stato favorevole anche il tem-
po, con una giornata di sole alquanto mite per essere in pieno inverno, ma “l’effetto papa Francesco” è determinante per unrichiamo così incisivo nei luoghi di fede.Speriamo che la città comprenda il poten-ziale turistico-religioso di questo “Sacro
Colle” con la sua vista mozzafiato!
@I l premio Casalini , riserva-to ai detenuti delle carceri italiane e giun-to alla quattordicesima edizione è stato
presentato nel carcere di Volterra in unaaccogliente e gremita sala con la parteci-
pazione di una rappresentanza di studen-ti della cittadina etrusca e della vivaceanima del premio “nonna Lucia” insiemeal gruppo di volontari e insegnanti dellaUnitre di Piombino. Offrire la possibilità
di scrivere e di riflettere su se stessi, comefa il premio Casalini è una feconda azionedi risposta alla nostra Costituzione, chesottolinea l’importanza della detenzione,della pena come ri-educazione. La scrit-tura è un potente strumento di comunica-zione e di relazione che permette di ester-nare i propri pensieri e condividerli congli altri.Il prestigio di questo premio letterarionazionale, promosso da Unitre, dalle casedi reclusione di Porto Azzurro e di Volter-ra, dal Salone Internazionale del libro diTorino e dai Presìdi del Piemonte e con il
patrocinio della Regione Toscana, va benal di là delle opere premiate. Queste chenon sono infatti di livello inferiore a tantiscritti che circolano nelle librerie come
più volte ha evidenziato l’autorevole pre-sidente di giuria, lo scrittore Ernesto Fer-rero. Il Casalini è una ricchezza che hauna valenza sociale e umana, che fa co-munque bene, che ha fatto bene a chi haricevuto i premi e ha avuto l’onore di po-ter avere la propria opera pubblicata nel
libro “L’Altra Libertà”. Che ha generatoancora più bene in coloro che hanno par-tecipato alla presentazione (giovani stu-denti in primis) e che sprona tutti a faresempre il bene, a ricercare il bene, perché“fare il bene fa bene!”
Cinguettare di Luca Lischi
7/21/2019 Il Centro Gennaio 2016
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e-mail: [email protected] 10 Spigolature
Ma sono chiuse
da ben tre anniAvevamo già accennato qualche tempo faallo spreco di energia elettrica provocatodalla parziale accensione in piazza Grande- Palazzo Grande - dell'insegna luminosa
collocata sul frontale centrale del "Nobile(sic!) interrompimento di Piazza Grande.Ma una più attenta ispezione ci ha per-messo di scoprire che:1) Sono ancora ben presenti, ai lati dell'in-segna semiaccesa, due pannelli in vetro-resina su uno dei quali è scritto "chiuso
per ferie".Subito, all'interno della galleria,ed all'ester-no delle pareti del Bar Dolly e del McDo-nald’s sono ancora, ben presenti, due pan-nelli che annunciavano i programmi cine-
matografici.Beh, ci sembra proprio il caso, che qual-che ufficio del Comune, penso a quellodei Vigili, imponga agli ex gestori di toglie-re "quei dannosi incomodi" che fanno "di-sdoro" ad una piazza Grande rimessa, masperiamo che duri, in bello.
Gli slalom tra il traffico per
raggiungere la Stazione M.maUna strana soluzione quella, ormai da anni,scelta dagli uffici comunali preposti per
l'attraversamento del tratto compreso trala Stazione Marittima e il tratto di stradache proviene da piazza del Logo Pio.Le strisce pedonali coprono, solo in parte,i tre tratti di strada da attraversare.Sarebbe proprio il caso che gli "addetti" sirecassero sul posto, effettuassero un con-trollino, accertassero l'estrema pericolosi-tà prima che possa accadere spiacevoliincidenti.
Una frana continua
I 5stelle saranno anche destinati a gover-nare il paese secondo le profezie dei loro"santoni" e, stando ai sondaggi, potreb-
bero addirittura conquistare il Comune diRoma. Ma se dobbiamo esprimere un giu-dizio su quello che stanno combinandonelle poche amministrazioni comunali chestanno dirigendo, questo sarebbe comple-tamente negativo.A Parma il sindaco Pizzarotti vive in unaspecie di limbo, non si capisce se sia an-cora un "sopportato" o destinato alle pros-
sime elezioni ad essere giubilato; a Gela, adistanza di poco più di un anno, il sindacoè stato sfiduciato; a Quarto, un comune in
provincia di Napoli, un consigliere comu-nale dei 5stelle è sotto accusa per voto discambio colpevole di avere ricattato la
neosindaca; a Livorno già tre consiglierihanno abbandonato il gruppo del movi-mento grillino rendendo problematica lasopravvivenza del Sindaco Nogarin.Intanto è stata espulsa dal gruppo parla-mentare una deputata rea di non aver ver-
sato le quote dell'indennità.Insomma comincia ad essercene già ab- bastanza per sconsigliare gli italiani a vo-tare, per mera protesta, un movimento chedimostra, giorno dopo giorno, di non ave-re nè capo nè coda.
Ognuno deve fare
il suo mestiereRiccardo Muti, parlando del declino dellamusica italiana - durante un'intervista al
direttore del Corriere della Sera - in un passaggio nel quale vengono citate le per-formances di Bocelli ed Allevi, dice solo:"Ognuno deve fare il suo mestiere, io ho
molto rispetto per le canzonette e per il
pop".
(dal Corriere della Sera di giovedì 24 di-cembre, pag.23).
Dio li fa e poi li accoppia
Complimenti!Beppe Grillo - il vate - e Matteo Salvini -l'esegeta - hanno insieme scatenato unaviolenta polemica contro il governo Renzi,ormai responsabile di tutto e di più.Questa volta Grillo lo accusa di avere pro-vocato l'aumento delle mortalità del paese
durante l'anno ed ha ritenuto risibili gli in-terventi per scongiurare lo smog. MatteoSalvini, a sua volta, ha accusato governo ecomuni (non ha precisato se anche quellileghisti) di non avere assunto provvedi-menti contro questo incipiente pericolo.
Non conosciamo ancora le capacità mira-colistiche dei due "duci": vorremmo che leesternassero a noi poveri tapini.Ma com'è bello e comodo stare all'opposi-zione, vero Sindaco Nogarin?
S p i g o l a t u
r e
@Il dovere di ricordare la propria maestra è semplicemente un’esigenza del cuore. E’ lamaestra che, almeno per la mia generazione che ha avuto “la maestra unica” per ben cinque anni,rimane incisa in modo indelebile e gioioso nel proprio cuore. Nessun altro insegnante è cosìdeterminante nella nostra vita di studi e di scuola. La nostra maestra Anna Maria Marliani, allePilo Albertelli di Livorno negli anni settanta, è stata un esempio di donna capace, di profondadedizione all’insegnamento, di dinamismo e di continua presenza. Francamente non ricordo di lei periodi di assenza o di supplenti che la sostituissero. Lei c’era sempre e forse anche grazie allanostra energia la mantenevamo in forze e salute. Ricordo con vigore che nella sua normalità esemplicità (anche nel vestire), con la capigliatura assai spesso movimentata lei sapeva condurreuna classe di ben trenta alunni “non stinchi di santo”. Almeno io e Alessandro Corvaglia (ma noneravamo i soli) la vivacità ce l’avevamo impressa negli occhi, nelle gambe, nelle braccia e nellalingua: fatto è che nel periodo in cui si doveva girare il film Pinocchio, entrambi venimmofotografati per far parte della selezione per la scelta del burattino. Oggi, riflettendo, AndreaBalestri, il prescelto, è stata scelta azzeccatissima. Noi non potevamo certo competere per lanostra troppo esuberanza, che non aveva limiti e freni. La maestra mi chiamava “argento vivo” enon erano affatto rare le “punizioni” dietro la lavagna delle classi vicine.Grazie alla caparbietà di alcune meravigliose compagne, belle allora e ancora bellissime oggi,abbiamo iniziato a ritrovarci per riassaporare, da adulti, quei meravigliosi anni. Avevamo incantiere anche l’incontro con la nostra maestra, aggiornata del nostro “ritrovarsi”, che da tempoaveva scelto di vivere con la figlia a Courmayer. Avevo anche scovato tra i ricordi conservati insoffitta quaderni e giornalini di scuola dell’epoca, con i suoi giudizi, da ri-leggere tra noi. Non
siamo riusciti a ri-vederci: ci ha lasciato nel mese di novembre per altri lidi. Dovunque sarà laimmaginiamo, con gioia, sempre attivissima, appassionata nella sua vocazione di insegnante,capace di portare novità, creatività ed entusiasmo, anche grazie alla nostra “vivacità”, che non potrà certo mai dimenticare, ovunque si trovi. Per questo le siamo e le saremo sempre vicini. Ognioccasione di incontro tra noi sarà motivo di una sua viva presenza nella bellezza del ricordo.Grazie cara maestra Anna Maria Marliani, una parte di ciò che di positivo e di bello è in noi èanche merito tuo! (Luca Lischi)
Anna Maria Marliani,la nostra cara “unica” maestra
7/21/2019 Il Centro Gennaio 2016
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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it 11 Livorno
IL PROVVEDIMENTO DELLA GIUNTA COMUNALE A FAVORE DEI MENO ABBIENTI
Di recente la giunta livornese ha varato un provvedimento a favore dei meno abbientiche è stato chiamato "Reddito di Cittadi-nanza". Va premesso che nella Grillo-visio-ne esso costituisce un caposaldo del pro-gramma del non-partito (anzi, del non-pro-gramma, perché su molti temi le idee delMovimento sembrano eteree e mutevolicome gli umori della Rete). Nelle intenzionidovrebbe essere un reddito minimo garan-tito a tutti.Ma quello che adesso abbiamo a Livornoè effettivamente tale? Primo aspetto, il prov-vedimento della giunta consiste in 500 euromensili che vengono riconosciuti ad appe-na 100 soggetti. Questo ne rende l'applica-zione molto limitata, perché purtroppo oggila fascia di persone in grave bisogno èmolto più ampia. Ai pochi che lo otterran-no si contrappongono quindi i tanti cherimarranno senza, tanto che ci si può chie-dere se invece di concentrare 500 euro incento mani non era meglio distribuirne 250
in duecento (se non 100 in cinquecento).Inutile far notare che in questi altri casi nonsi sarebbe potuto lanciare il trionfale mes-saggio del "abbiamo realizzato il Redditodi Cittadinanza". Senza contare poi che lerisorse disponibili nel bilancio comunalehanno garantito la copertura del provvedi-mento solo per sei mesi, il che confermache più che di un vero e proprio reddito si
parla in realtà di un contributo sociale atermine. Una specie di "social card... goldedition", insomma.
Infine, sempre riguardo le risorse stanzia-te, 500 euro per 100 famiglie per 6 mesi fauna spesa complessiva di 300.000 euro. Varicordato allora che giusto a febbraio 2015,appena dieci mesi prima, il bilancio del so-ciale era stato guarda caso decurtato dellastessa cifra. Un gioco a somma zero, quin-di. Da una forza politica nuova ci saremmoaspettati un'analisi trasparente di comevengono spese le risorse che il comunedestina al sociale (oltre trenta milioni l'an-no) e quindi una loro allocazione in modo
più equo e distribuito possibile, non un
provvedimento che sembra costruito per poter dire di "aver piantato la bandierina".Si sa, la politica tende in generale a magni-ficare quel poco che fa. I pentastellati inquesto dimostrano di non fare per nullaeccezione.
In Italia sono circa 800mila gli studenti
stranieri che frequentano la nostra scuo-
la e a Livorno c’è una scuola che da qua-si venti anni accoglie alunni stranieri di
una diecina di nazionalità. Iniziò con gli
albanesi, che ancora sono in maggioran-
za, e l’ultimo è stato un filippino.
“Valutazione nella cultura di provenien-
za. Alunni identità e integrazione”
L’Associazione Cultura Mediterranea
e la Scuola Benci hanno portato alla ri-
balta un aspetto di rilevante importanza
in questo particolare momento e preci-
samente l’opera di una Scuola che da
quasi venti anni,appunto,accoglie annual-mente in aumento i bambini dalla Mater-
na alla Primaria.C’è entusiasmo negli
insegnanti della Benci - e questo è es-
senziale - per il loro lavoro tutt’altro che
facile che merita di essere sottolineato.
Il lavoro inizia alla Materna seguendo la
normativa ministeriale vigente che va
sotto il nome di RACCOMANDAZIONE.
Diritto di accoglienza in qualunque pe-
riodo dell’anno scolastico.
Diritto alla socializzazione con la classe.
La collaborazione con i genitori viene ri-
chiesta nella maggior parte dei casi e
viene accettata.
La Benci ha ormai collaudato il lavoro di
integrazione anche grazie alla disponi-
bilità di tutto il personale.
E a conclusione delle relazioni svolte dal-
la Direttrice prof.ssa Valente e da due do-
centi della primaria e della elementare è sta-
to presentato un filmato realizzato con la col-
laborazione dei genitori che ha meritato gli
applausi di tutti i presenti.
Ha fatto seguito una esibizione musicale co-
stituita dagli alunni delle varie nazionalità.
E’ interessante fatto notare che alla Ben-
ci non ci sono mai state situazioni di di-
sagio in occasioni di eventi religiosi.
E’ interessante conoscere alcuni dati re-
lativi alla presenza i alunni stranieri nel-le scuole cittadine
DD MICHELI PERCENTUALE 10,83
DD DE AMICIS PERCENTUALE 3,25
DD BENCI PERCENTALE 25,64
IC DON ANGELI PERCENTUALE 4.80
IC MICALI PERCENTUALE 4,50
IC BOLOGNESI PERCENTUALE 5,16
CD CARDUCCU 1,55
CD COLLODI 2,66
CD BRIN 1,49
CD LA ROSA 1,62
Alle “Benci” l’alunno stranierotrova accoglienza da oltre 20 anni
di Mario Lorenzini
Le scuole A. Benci di Livorno
Varato il Reddito di Cittadinanzadi Cristiano Toncelli
7/21/2019 Il Centro Gennaio 2016
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e-mail: [email protected] 12 Livorno
Un vivace siparietto durante la conferenza stampa di fine anno del primo cittadino
(e.d.s.) - E’ durata esattamente 94 minutil’intervento del Sindaco nel corso confe-renza stampa di fine d’anno: un record as-soluto e che ha rischiato di mettere lette-ralmente k.o. tutto il folto pubblico com-
presa, nelle prime file, l’intera dirigenza del-la struttura comunale.Per la verità il Sindaco all’inizio della suaenciclopedica e, in alcuni passaggi, an-che noiosa relazione ha iniziato con unscoop dedicato allo scrivente: nell’annun-ciarne “la lunghezza” aveva assicurato cheavrebbe, comunque, finito in tempo, per
consentire al “Dello Sbarba” di interveni-re: ho brevemente replicato assicurandoil Sindaco che “le domande” ci sarebberostate.Sempre per proseguire nella mega confe-renza “il sindaco ha parlato di tutto, ma
proprio di tutto, anche delle aree verdi ri-servate ai cani” e poi, quasi in chiusura,quando proprio l’uditorio cominciava adare segni evidenti di stanchezza con-sbadigli - occhiatina ai giornali - sgran-chimento gambe, giratina ai servizi igieni-
ci” il nostro si è buttato con ardire e ardo-re nella polemica contro l’Europa delle banche, dei burocrati: niente a che vede-re, ha aggiunto, con qualche ragione, conl’Europa che avrebbero voluto AltieroSpinelli ed il francesce Robert Schuman .A questo punto sono bruscamente inter-venuto facendo presente al Sindaco diavere omesso di ricordare, tra i padri del-l’Europa, Alcide De Gasperi e KonradAdenauer che, insieme a Schuman, sonostati i tre grandi padri dell’Europa Unita:un progetto di grande rilevanza politicache, purtroppo non ha avuto lo svilupposperato.Al termine dell’infinita prolusione, ho pre-so, per primo, la parola in qualità il deca-
no dei giornalisti livornesi.
La prima domanda ha riguardato la risi-cata maggioranza, di cui dispone il grup- po 5stelle appesa ad un voto dopo l’usci-ta, a seguito delle vicende AAMPS, ditre consiglieri, anche se, ho aggiunto, èsempre possibile, in questi casi, il sup-
porto della “Croce Rossa”, alias la dispo-nibilità di qualche consigliere eletto inliste civiche in cerca di “una comoda edinvitante seggiolina” a soccorrere mag-gioranze risicate: ai tempi della Prima Re-
pubblica costoro venivano definiti “gliutili idioti”.Il Sindaco nella replica ha manifestatocertezze sulla tenuta, non escludendol’eventualità di nuove alleanze.La seconda domanda ha riguardato i mo-
tivi del voto contrario del comune di Li-vorno all’approvazione, in sede di confe-renza dei sindaci, dello statuto previstodalla legge di riforma delle Province. Aven-do il comune capoluogo un numero di elet-tori superiore a quello di tutta la provin-cia, il voto di Livorno, anche per la siste-matica assenza dei rappresentanti dei co-muni elbani, è determinante per l’appro-vazione di uno strumento essenziale per ilfunzionamento di quello che resta delleProvince: si tratta, in effetti, di un vototecnico e non politico.Il sindaco Nogarin ha giustificato il votocontrario proprio perché il movimento5stelle, a livello nazionale, si è dichiaratocontrario alla riforma. In sostanza, allo sta-to attuale, Livorno risulta essere l’unica
provincia italiana a non avere approvatouno strumento indispensabile per il nor-male funzionamento dell’ente.Tutto qua, cari lettori: i servizi più com-
pleti ed esaustivi sulla mega relazioneli avrete sicuramente letti sui due quo-tidiani locali. Il giudizio complessivo
sull’exploit del Sindaco Nogarin cheindossava, finalmente, un bel vestitoscuro con cravatta, resta ancora larga-mente in sospeso: vediamo cosa saràcapace di fare, insieme alla sua giunta,
per superare la grave crisi che ancoraavvolge la nostra città.
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Il Sindaco e il ...Dello Sbarba
Il sindaco Nogarin alle spalle di Dello Sbarba
quasi per “controllare” di ciò che stava scri-
vendo. Foto Onorati
7/21/2019 Il Centro Gennaio 2016
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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it 13 Livorno
Il periodo natalizio è trascorso in manieraregolare. Il sindaco Nogarin non ha impeditol’avvento di Babbo Natale, nonostante la ca-sacca rossa che gli aveva fatto sorgere so-spetti di collusioni con il vecchio PD, con i
poteri forti e con tutti gli avversari che osta-colano il sorgere delle cinque stelle sul cielodi Livorno.Purtroppo però neppure il buon vecchiosembra in grado di aiutare a risolvere i pro- blemi della città specie se si continua ad af-frontarli senza il necessario realismo.Da diciotto mesi, da quando cioè è iniziatal’avventura dell’amministrazione cinque stel-le senza che i nuovi amministratori potesse-ro contare su un training adeguato ad ammi-nistrare una città, abbiamo assistito a una parata ideologica, una continua riproposizio-ne della superiorità morale del movimento
su ogni possibile argomento, un volersi di-stinguere per proporsi come il giustizieredelle inadeguatezze e delle collusioni delleamministrazioni precedenti. Peccato, perchéall’inizio in molti guardavano con attenzio-ne, se non con simpatia, a questa novità for-tunosamente arrivata a Palazzo Comunale. Non so se qualcuno si prende la briga di fare periodicamente rilevazioni sul gradimento
della giunta e del sindaco tra la gente, ma lasensazione, che molti condividono, è che
l’originale simpatia stia svanendo nel pub- blico e che ormai solo le schiere telematiche e pentastel late siano incrollabilmente certe diaver sempre ragione.Questo non sarebbe niente se certe sceltecome quelle adottate per l’Aamps coinvol-gessero cittadini, lavoratori, uomini e don-ne di questa città. Portare i libri in tribuna-le, sia pure richiedendo il concordato di con-
Tra sospetti di collisioni
e venticello di realismo...
Cosa ci portiamo dietro dell'anno che abbiamo appena lasciato alle spalle
di Franco Spugnesi
tinuità, è una scelta ideologica. Il sindaco èl’unico a vedere la positività per bene co-
mune che, invece, è certa per il debitore, matotalmente insopportabile per i creditori chegià pochi anni orsono concordarono di spal-mare i loro crediti (e vedono intanto saltarela rata 2015) e cui si chiede di accettare nonun’altra dilazione, ma una riduzione radica-le e definitiva di quanto deve avere, spessoda anni.Ma anche i fornitori, gli esercenti degli ap- palti sono la città. Danno lavoro e reddito ailivornesi. Salvare l’Aamps in questa maniera(ammesso che si salvi) non solo è ingiusto maforse più dannoso che non far pagare ai citta-dini (come accade da anni) le perdite dell’azien-da, a meno che la decisione di ciò che restadella giunta sia una mossa per costringerequalche debitore a chiedere il fallimento diAamps per avere la possibilità di affermaresenza dubbi la cattiva amministrazione PDetc. etc.La realtà consiglierebbe una strada più ragio-nevole: aderire alle aperture da parte dei cre-ditori favorevoli ad ulteriori dilazioni nei pa-gamenti; praticare una rigorosa politica di re-cupero delle tariffe inevase; un severo pianoindustriale di risparmio che probabilmente fa-vorirebbe l’accesso ad un mutuo; aderire al
progetto Ato Toscana Costa, che rappresen-ta per le banche un’ulteriore garanzia.Sembrerebbe la cosa più semplice se osserva-ta con occhi liberi dalla nebbia dell’ideologia.Auguriamoci per i 2016, insieme ad anno fe-lice, operoso, pacifico, anche questo venti-cello di realismo
Il Sindaco Nogarin e la giunta durante la conferenza di fine anno. (foto Onorati)
7/21/2019 Il Centro Gennaio 2016
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e-mail: [email protected] 14 Rosignano
Barbara Mazzolai, Cecilia Laschi, Valentina Domenici, Michela Soldati, Alessandra Chiarugi
Barbara Mazzolai, rosignanese doc, 48
anni,biologa di formazione laureata in bio-logia marina ha fatto ricerca nel campo della
biofisica al Cnr ed in bioingegneria allaScuola Superiore di Sant’Anna per poi es-sere chiamata dall’Istituto Italiano di Tec-nologia dove ricopre il ruolo di coordina-trice del Centro di micro-BioRobotica .Insieme a Cecilia Laschi è stata inseritanella classifica delle prime 25 donne ge-niali nel campo della robotica stilata daRoboHub, la maggiore comunità scienti-fica internazionale degli esperti di roboti-ca, presentata da ICRE, la più grande con-
ferenza mondiale su robot ed animazione.Entrambe immaginano uno scenario ric-co di sviluppo per le loro idee. La nostraconcittadina sogna, per esempio, macchi-ne che sappiano interagire sempre più conl’ambiente e con materiali molto simili aquelli che si trovano in natura.E’ stata ospite di eccezione presso il ClubLa Carta dove ci ha lasciati all’inizio alli-
biti, e poi entusiasti.Valentina Domenici si è dimessa da as-sessore con deleghe alla scuola, alla cul-tura ed ambiente, preferendo giustamen-te, di optare in favore dei suoi impegni
professionali a livello nazionale ed inter-nazionale.Valentina Domenici è stata l’ultima degliassessori del Comune di Rosignano a ri-lasciare un’intervista a Il Centro: sul nu-mero di novembre, con estrema sobrietàe concretezza, aveva declinato i suoi pro-
getti relativi alle tre importanti deleghe chericopriva come assessore.
Nata del 1977, ha scelto di dedicarsi, atempo pieno, alla sua prestigiosa profes-sione: quella di ricercatrice a tempo inde-terminato e docente di chimica all’Univer-sità di Pisa a cui, negli ultimi tempi, si eraaggiunta quella della nomina di membrodel direttivo della Società Italiana di Chi-mica Italiana.Aveva cercato di rimandare la sua parte-cipazione ad un progetto di ricerca con ilMit di Boston ma non è stato possibile ed
a breve dovrà fermarsi a Boston per unlungo periodo di tempo, da qui l’impossi- bilità di proseguire l’impegno, anch’essogravoso, di assessore nella giunta comu-nale di Rosignano.La nostra indagine che tende a mettere inevidenza le peculiarità femminili di cui èricco il nostro Comune non si ferma alledue eccellenze. Vogliamo infatti parlare an-che di altre due donne rosignanesi (que-ste proprio del capoluogo) che si sonomesse in luce con iniziative di particolarerilievo.
Vogliamo parlare di Michela Soldati, di professione parrucchiera (ha ereditato l'at-tività dalla madre Luana con la quale, intempi lontanissimi, lo scrivente, rigida-mente in giacca e cravatta (a quei tempiquasi obbligatori), ballavamo insieme sullamitica pista del Circolo Pro Rosignano).Ebbene Michela, sorprendendo un po’
tutti ed aiutata da alcuneamiche e dal Presidente del-lo Sporting Club (di cui pri-ma o poi dobbiamo riservareun servizio esclusivo per l’in-
tensa attività che svolge nelcampo dello sport e nonsolo), ha realizzato, in piazzaGiosuè Carducci, un meravi-glioso albero di Natale (nel
riquadro) costruito esclusi-vamente con bottiglie di pla-stica: questa autentica sor-
presa natalizia, sapientemente illuminata,ha rappresentato sicuramente la strenna più bella ed ori-ginale.A Michela le
più vive con-gratulazioni da
parte della reda-zione de Il
Centro.
Ed infine chiu-diamo questa
pagina riserva-
ta all’exploitdelle donne ro-signanesi, conun elogio an-che ad Alessandra Chiarugi, gestrice del-l'omonimo bar in via Gramsci che, al postodelle abominevoli slot machine, ha decisodi creare una libreria aperta a chiunquevoglia leggere un testo o prenderlo in pre-stito. Alessandra, divenuta titolare dellagestione del bar da due anni, ha volutocosì eliminare quelle terrificanti macchine“mangiasoldi” per privilegiare la cultura
in una località dove, per la verità, se ne èsempre fatta poca.Saranno a disposizione dei lettori libri didiversa natura, sono previsti anche dei
prestiti o baratti.L’idea di Alessandra è quella di creare unospazio di condivisione e di confronto.In una intervista rilasciata a Il Tirreno haespresso l'intenzione di creare, addirittu-ra, un caffè letterario con letture di poe-sie, di articoli culturali, con incontri mirati.Inutile aggiungere quanto concordiamocon questa scelta così intelligente ed acu-
ta: un esempio per il popolo di Rosigna-no, molto spesso accusato, magari ancheingiustamente, di essere troppo estraneoalle esigenze culturali ed educative delnostro tempo.Ed anche qui un appello al Sindaco per-ché non ignori questi fenomeni di “spon-taneismo culturale ed ecologico”.
Le eccellenze di Rosignano
Barbara Mazzolai, Valentina Domenici e Alessandra Chiarugi
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Nel corso della conferenza stampa di fined'anno il Sindaco Franchi, alla presenzadella maggior parte degli assessori, haillustrato i risultati ottenutti dall'Ammo-nistrazione nel corso del 2015 e antici-
pato quelli che saranno gli obiettivi per il 2016.Di notevole rilievo il programma, regolar-mente attuato, in materia di politiche so-ciali che rappresentano, un po', il fiore al-l'occhiello del Comune di Rosignano: as-sistenza alle attività scolastiche con il tra-sporto degli allievi nelle località più disa-giate, la mensa, gli asili nido, i campi diazione che hanno contraddistinto questaimportante funzione sociale, senza dimen-ticarem gli impegni confermati per la so-cieà della salute, il trasporto degli anziani,l'emergenza abitativa.E' stata intensificata la lotta contro l'eva-
sione fiscale in tutti i settori di competen-za mentre si è cercato di contenere al mas-simo il livelllo dell'imposizione fiscale cheè rimasta invariata ma senza dimenticarel'intensificazione della lotta contro l'eva-sione fiscale che sarà ulteriormente inten-sicata nel 2016.Per il 2016 sono previsti interventi per mi-gliorare il decoro urbano mentre sono par-tite le gare di appalto riguardanti il MuseoArcheologico, la Villa Pertusati, la passe-rella di Castelnuovo.A seguito delle disponibilità finanziarie
legate al superamento del patto di stabili-tà sono previsti ulteriori, importanti inter-venti per il miglioramento del decoro pub-
blico un po' in tutte le località del Comune.A tale proposito il Sindaco ha annunciatodi avere presentato alla Regione Toscanala candidatura per il finanziamento del pro-
Progetto di "una nuova identità" Rosignano Solvay è candidato al finanziamento da parte della Regione Toscana
getto di "una nuova identità" per Rosi-gnano Solvay che, se finanziato e realizza-to, consentirà una più organica e razionalesistemazione del centro in una logica "uni-ficante" dei due tronconi che dividono lalocalità.Per quanto riguarda Scapigliato è previstoun investimento di circa 20 milioni di euroche prevede la realizzazione di un impian-to di biostabilizzatore.Ed infine, ultimo fiore all'occhiello, la pros-sima firma di un accordo tra la Soc. Solvayed il Comune per la utilizzazione dello sto-
rico Teatro Solvay, un autentico gioielloche, dopo tanti anni di anonimato, potràtornare "in luce ed in auge" :un evento attesissimo e che recupera alterritorio una strattura importante al servi-zio della cultura e dell'intrattenimento qua-lificato.
Al viala StrutturaTemporanea
di CoordinamentoAlla presenza del Sindaco Alessandro
Franchi e dell’Assessore Piero Nocchi,
del Presidente di Confindustria Livorno
Alberto Ricci e del Direttore Umberto Pa-
oletti si è svolto questa mattina un incon-
tro di approfondimento sulle tematiche le-
gate all’Accordo di Programma per il ri-
lancio dell’area Livornese, rivolto alle im-
prese del territorio. L’iniziativa è stata
l’occasione di sottoscrivere il Protocollo
d’Intesa per la costituzione di una Strut-
tura Temporanea di Coordinamento tra
Confindustria e il Comune di Rosignano
che avrà il compito di avviare una stretta
collaborazione tra l’amministrazione co-
munale, impegnata a definire le azioni e icontenuti del Progetto di Riconversione e
Riqualificazione Industriale (P.R.R.I.) in-
sieme alla Regione Toscana e al Ministe-
ro dello Sviluppo Economico, e il sistema
dell’industria locale, che dovrà evidenzia-
re bisogni e opportunità da cogliere al-
l’interno dell’Accordo. “Abbiamo voluto
costituire una corsia preferenziale” –
spiega Il Sindaco Alessandro Franchi – “per permettere alle imprese che vorran-
no insediarsi a Rosignano, sfruttando le
misure incentivanti previste dall’Accordo
di Programma, di relazionarsi efficace-
mente con le strutture comunali compe-
tenti, una sorta di rete a Km zero per su-
perare burocrazie e tempi morti”. Anche
l’Assessore Piero Nocchi sottolinea la
positività dell’Intesa: “E’ evidente che il
ruolo del Comune all’interno dell’Accor-
do debba essere quello di portare all’at-
tenzione del Ministero e della Regione
quelle che sono le problematiche del ter-
ritorio, con particolare attenzione al tema
energetico del parco industriale, affinché
questo importante percorso ci permetta di
prevenire situazioni di crisi ancora più
forti e definire la strada per un effettivo
rilancio dell’area livornese”.
Il Presidente di Confindustria Livorno Al-
berto Ricci, dopo aver richiamato l’impor-
tanza fondamentale del problema energe-
tico per il distretto industriale di Rosi-
gnano, segnatamente al complesso Solvay,
ha confermato che l’energia, insieme al-l’attrazione di nuovi investimenti, rappre-
sentano gli asset strategici per il rilancio
dell’economia territoriale. “La Struttura
di Coordinamento costituisce una reale in-
novazione nei rapporti tra Confindustria
e le Istituzioni” – continua il Presidente
Alberto Ricci – “poiché consente di avere
a disposizione uno staff di specialisti sia
dell’Amministrazione Comunale che diConfindustria, che facilitano e incentiva-
no i progetti per le iniziative relative a nuovi
insediamenti produttivi o all’ampliamento
di quelli già esistenti”.
Faranno parte della Struttura Temporanea
di Coordinamento: per il Comune di Rosi-
gnano M.mo Gabriele Gasparini, quale re-
ferente delle attività legate all’Accordo di
Programma e Roberta Lorenzi, responsa-
bile dello Sportello Unico Attività Produt-
tive; per Confindustria Silvia Civalleri per
la parte economica e gli strumenti finan-
ziari, Lucia Ginocchi per le questioni ine-
renti le bonifiche e i rifiuti, Gabriele Mar-
telli per la pianificazione, gli strumenti
urbanistici, le infrastrutture e l’edilizia.
TRA CONFINDUSTRIA LIVORNO
E IL COMUNE DI ROSIGNANO
7/21/2019 Il Centro Gennaio 2016
http://slidepdf.com/reader/full/il-centro-gennaio-2016 16/24
e-mail: [email protected] 16 Montecatini val di Cecina
L’associazionismo caratterizza senz’altro positivamente una società ed un territo-rio. Vi sono diverse forme di associazioni-smo molto diffuse in Italia, da quella delvolontariato, a quella sportiva, di promo-zione turistica, culturale ecc..Fortunatamente anche nel Comune diMontecatini Val di Cecina non mancanole Associazioni di vario genere, che, ognu-na per la propria parte ed il proprio scopo,contribuiscono positivamente alla quali-tà della vita dei cittadini montecatinesi.Sul fronte del volontariato, sono attive sulterritorio tre associazioni storiche chesvolgono egregiamente un servizio socialerivolto soprattutto agli anziani. Si trattadel Comitato della “Croce Rossa Italiana”di Montecatini, che svolge anche servi-zio sanitario con ambulanza e protezionecivile, la “Pubblica Assistenza Humanitas”di Ponteginori e la “Associazione Volon-tari Val di Sterza” di Gabella. E’ indubbioqueste tre Associazioni di volontariato
svolgono quotidianamente un servizio en-comiabile ed insostituibile per i cittadini,che le Amministrazioni pubbliche da solenon riuscirebbero certo a svolgere. Negliultimi tempi si è aggiunta, alle tre tradizio-nali, anche una nuova associazione la “EraVal di Cecina”, con sede a Montecatini,costituita da radioamatori qualificati che
possono essere molto utili in casi di criti-cità particolari (in caso di particolari eventiatmosferici, scomparsa di persone ecc..).Montecatini, i suoi borghi ed il suo terri-
torio, rappresentano anche luoghi di inte-resse turistico e culturale. A questo pro- posito sono attive due associazioni affi-liate alla Pro – Loco, un Comitato di asso-ciazioni, e tre associazioni culturali, di cuiuna di recente costituzione. A Montecati-
ni infatti è attiva da tanti anni la “ProMontecatini”, che organizza eventi esti-vi e non solo, ed ha anche il merito diorganizzare i tradizionali fuochi pirotec-nici in occasione della Fiera di Monteca-tini ogni 9 Settembre. A Sassa è attivainvece la “Pro Loco San Maritino”, che
principalmente organizza eventi estivi inquesto caratteristico Borgo. A Gabella è
presente infine il “Comitato Festeggia-menti La Gabella”, noto soprattutto per l’organizzazione della annuale “Festadella Protezione Civile”.Questa Associazioni collaborano attiva-mente con l’Amministrazione Comunalein occasione dell’organizzazione dei varieventi estivi, mettendo in campo un “car-tellone” di iniziative ed eventi di prim’or-dine.Per le associazioni culturali è presente laAssociazione “Weed” a Ponteginori, co-stituita soprattutto da giovani e, a Mon-tecatini, da pochi giorni, è attiva la As-sociazione culturale “La Torre”, che si
propone di organizzare eventi culturali,nonché di creare un “centro di lettura”
per i cittadini di Montecatini.
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Vi è anche una associazione particolare,che si occupa di teatro, ovvero l’ Associa-zione definita “Piccolo Teatro Montecati-nese”, che ha il merito di far avvicinare alteatro e alla recitazione anche le personecomuni che, anche se in forma amatoriale,contribuiscono a creare qualcosa di inu-suale per un piccolo paese.In ultimo le associazioni sportive, il “G.S.
Ponteginori 1929”, storica associazionesportiva fondata appunto nel 1929, che ge-stisce anche gli impianti sportivi e e la sto-rica piscina di Ponteginori, il “GruppoAmatori Calcio” di Ponteginori, e la piùrecente “Associazione Sportiva Monteca-tini”, alla quale è stata affidata la gestionedel restaurato campo sportivo di Monte-catini, in località La Miniera.Come si può notare quindi, l’Associazio-nismo a Montecatini Val di Cecina è moltoattivo e variegato nei vari settori di attività
e contribuisce quindi fattivamente a darerisposte concrete ai cittadini di Monteca-tini, si sul fronte sociale e sanitario, sia suifronti meno impegnativi ma altrettanto im-
portanti come quello turistico, culturale esportivo.
Un’associazionismo molto attivodi Sandro Cerri
Panorama di Montecatini Val di Cecina
7/21/2019 Il Centro Gennaio 2016
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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it 17 Cultura
Chi di noi, nella vita, ha conosciuto per-sone che non mantenevano promesse oche dicevano palesi falsità? Penso tutti.
Nella pratica quotidiana abbiamo impara-to a distinguere coloro dei quali poteva-mo fidarci da coloro sui quali non fare af-fidamento. L’amico che le sparava piùgrosse diveniva “il bomba” e tutto fini-va lì.Diverso è quando hanno questi compor-tamenti coloro che ambiscono a ricoprireincarichi pubblici; la cosa assume una im-
portanza decisamente più rilevante.Si pensi alla cultura anglosassone. Moltiaspetti non ci appaiono condivisibili, masu alcune questioni, queste popolazionimantengono una rigidità che provienedall’animo puritano e protestante: le tas-se vanno pagate, le bugie non vanno det-te.Molti uomini politici decadono se sorpresi
a mentire. Vi ricordate il Presidente Clin-ton? Si dovette dimettere non tanto per l’episodio di sesso extraconiugale cheaveva compiuto con una giovane stagi-sta, quanto per averlo negato ed essere
poi stato smentito dai fatti.In Italia non è così. D’altra parte la nostracultura cattolica, se impone restrizioni se-vere, è pronta al perdono e alla remissio-ne del peccato. L’indulgenza ne fa parte,
basta il pentimento per il superamento del peccato.
Ma perché parlare della bugia e del bu-giardo? Mi sembra opportuno un appro-fondimento per avere un approccio menosuperficiale davanti alle dichiarazioni
pubbliche dalle quali, a livello locale e na-zionale, siamo quotidianamente sommer-si e se possibile fornire alcune chiavi dilettura.I media purtroppo da tempo esercitanosempre più la mera funzione di riportare il“detto”, l’”enunciato”, senza un’opera diapprofondimento, confronto ,verifica og-gettiva. La necessità della notizia fa da
padrona su tutto. Domani è un altro gior-no e molto si conta sul fatto che il lettore,il cittadino, facilmente dimentica, prontoa assorbire nuove notizie.E allora vediamo lo Zingarelli che defini-sce bugiardo semplicemente “chi dice bu-
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gie o suol dirne” e bugia “asserzione con-traria alla verità”.Un interessante approfondimento ci vie-ne invece dal giornale delle scienze psico-logiche “State of mind”, dove viene de-scritta la figura del “bugiardo compulsi-vo” e del “ bugiardo patologico”.Mentre il primo mente non per raggiunge-re un fine specifico ma per abitudine e
perché mentire lo fa star meglio, il bugiar-do patologico è colui che mente per otte-nere qualcosa senza curarsi delle conse-guenze. Il primo non è manipolativo, il se-condo lo è, mente per manipolare le per-sone.Da un punto di vista psicologico, il bu-
giardo patologico ha “interiorizzato il processo della menzogna, riesce a con-viverci… difficilmente percepisce il suomodo di fare come patologico”. In altre
parole crede in quello che dice e apparecosì più credibile anche alle altre persone.Pertanto il suggerimento finale è che spet-ta a noi verificare con numeri e dati sequello che ci viene detto può corrispon-dere alla realtà, e soprattutto non dimen-ticare con facilità quanto viene detto ericordarsene al momento opportuno, adesempio quando andiamo a votare.
di Massimo Cappelli
Il bugiardo
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LIVORNO - ITALY
7/21/2019 Il Centro Gennaio 2016
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Le antiche chiese di Campiglia Marittimadi Jacopo Bertocchi
Dai Trattenimenti popolari al Giubileo della Misericordia
Nel 1880 isidoro Falchi dedica il XVI “trat-tenimento” alle “chiese e conventi di Cam- piglia”. Inizia dall’antica Pieve di San Gio-vanni (Il Centro; n°150; p.21) usando que-ste parole: “Poche erano anche in anticole chiese di Campiglia”. Egli stesso peròne menziona almeno otto e altri dopo di luidedicheranno ai nostri luoghi di culto ri-cerche più approfondite e ipotesi che ol-tre a confermarne una capillare presenzasul territorio comunale, vedono nel capo-
luogo un nodo importante e attivo duran-te tutto il medioevo.Scrive M.T.Lazzarini: “La necessità del-l’uomo di rapportarsi con i luoghi di cultoe il legame che le attività lavorative hannocon essi, restituiscono un grande numerodi edifici sacri”. Mentre alcuni conserva-no ancora oggi l’antico splendore, o lasacra destinazione, altri sono scomparsidel tutto sotto l’impeto del tempo, altriancora restano visibili pur avendo mutatol’uso originario ad altri più confacenti allecomunità che nelle epoche si sono succe-
dute.Tra gli edifici di culto scomparsi o parzial-mente riconoscibili nel campigliese esiste-vano: La Pieve di Santa Maria de Gualdanei pressi di Cafaggio, attuale frazione diCampiglia, detta anche “La Pieve Vecchia”oggi non più visibile. Da memorie rinve-nute nella Propositura, parrebbe che invicinanza dell’antico confine tra le comu-nità di Campiglia e Suvereto - Fontana Fiori- esistesse un’antica pieve da cui proven-gono le pietre usate per erigere l’altare diSan Lorenzo.
La chiesa di San Biagio in Castello appar-tenente a un convento di frati è oggi unacivile abitazione. La prima menzione risale
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alla Bolla di Papa Innocenzo III del 1216;fino al 1631 - anno della peste - era ladestinazione delle reliquie provenientidalla chiesa di San Lorenzo, durante la processione di San Fiorenzo patrono diCampiglia. Chiesa di Sant’Anastasio det-ta di Santo Anastagio o di Santo Stagio èMenzionata nel 1216 in un contratto tra“certi” Conti di Campiglia e l’Abate di
San Giustiniano in Falesia a Piombino. Nel
1246 il Pievano tra gli obblighi dei cappel-lani di San Giovanni, aggiunse quello difarci dire messa il secondo giorno deimorti. Era situata nei pressi del PalazzoPretorio, oggi scomparsa, l’attività cultua-le è datata 1658.La Chiesa della Madonna fu sede del-l’ospedale S.S. Jacopo e Filippo nel cen-tro storico. Nel 1445 “I carteggi della Re- pubblica” riportano “si permette agli uo-mini di Campiglia di far la compagnia deidisciplinati in devozione della VergineMaria che l’anno scorso è apparsa a una
donna e ha fatto molti miracoli” sarà chiu-sa nel 1785.Infine, la chiesa monastica di San Pietroin Acquaviva vicino a Palazzo Magonanei pressi di Venturina risalente all’XI sec. Non sono noti né i fondatori né la dataesatta di fondazione, oggi è adibita a usocivico ma presenta ancora i resti di unatribuna triabsidata dell’originaria struttu-ra.
(CONTINUA…)
PISA - MONTECATINI VAL DI CECINA - Loc. LA BACCHETTONA
7/21/2019 Il Centro Gennaio 2016
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Gli antichi lavatoi di AntignanoLa testimonianza di Clara Boldrini, ottuagenaria del luogo
I vecchi lavatoi di Antignano
di Lorenzo Taccini
Della Fonte Vecchia di Antignano mol-
ti “livornesi D.O.C.” hanno soltanto sen-
tito parlare; la maggior parte non ne
conosce neppure l’esistenza. Eppure
sulle rive del modesto rio Banditella,
già “botro delle carrozze” e poi “botro
della Fonte Vecchia”, oramai inghiotti-
ta da una jungla di arbusti, piante ed
erbacce, si può ancora visitare la fati-
scente struttura di uno dei più impor-
tanti beni culturali e documenti storicidella Anitgnano “vecchia”, quella che,
in pratica, sorge tra Piazza Bartolom-
mei ed il Castello della cosiddetta Ca-
ciaia, fino, procedendo verso Nord, al
suddetto botro con le liminari “Via del
Pogetto” e “Via del Ciliegio”.
Purtroppo della Fonte Vecchia, ad oggi,
resta soprattutto la memoria storica
degli anziani abitanti del posto. Andar-
la a visitare è praticamente impossibi-
le. Già anni fa, dopo una serie di recla-
mi popolari per sensibilizzare l’ammi-
nistrazione comunale ai necessari in-
terventi di restauro, si tentò una salva-
guardi ed un recupero della struttura.
Purtroppo il tutto si concluse con tan-
te promesse e pochi fatti, se non una
transenna, ancora presente, indicante
il “pericolo” del luogo. Ma ormai anche
la scritta che la transenna comunale
porta è quasi cancellata dall’ingiuria del
tempo. Eppure un recupero dei vecchi
lavatori, dove le antignanesi di qualche
lustro fa andavano a lavare i panni (e
gli antignanesi al seguito andavano adosservare i fondo-schiena delle lavan-
daie - come ci raccontano, sorriden-do, gli anziani del luogo -), sarebbe an-
cora possibile.
Incontriamo Clara Boldrini, ottuagena-
ria antignanese, nativa proprio di Anti-
gnano vecchia, a poche decine di me-
tri dalla Fonte Vecchia, che ci rende
un’importante testimonianza del valo-
re storico del luogo.
- Qual è l’importanza storica di que-
sti lavatoi?
“All’epoca in cui non c’erano le lavatri-
ci, quasi tutti andavano alle conche pubbliche per lavare i panni. La fonte
serviva anche per bere l’acqua: d’esta-te era un bel refrigerio per tutti, fresca
com’era!”.
- Quindi si tratta di acqua potabi-
le?
“Al tempo l’acqua si beveva, ma sen-
za tanti problemi d’igiene. Ricordo che
in estate si creavano vere e proprie
code per poter attingere un po’ d’ac-
qua fresca… Io stessa porto ancora
su una mano le cicatrici di una volta
in cui mi ruppi la mano con una botti-
glia di vetro!”.
- Oltre a questo, c’è qualche aned-doto particolare che piace ricorda-
re?
“Posso solo dire che per l’epoca fu un
luogo fondamentale. Oltre e fungere
da lavatoio e fonte di acqua, mi ricor-
do che durante la guerra il tunnel dal
quale passava l’acqua fu utilizzato
anche come rifugio dalle bombe. E
sempre nel periodo della guerra i lava-
toi funsero da “set” per un film in co-
stume che fu girato proprio qui”.
- Cosa pensa le gente del posto del-
l’attuale stato di conservazione?
“A dire il vero credo che gli abitanti di
Antignano nuova non sappiano neppu-
re che il luogo esiste. Quando ero gio-
vane io, ricordo che c’era una signora
pagata dal Comune, addetta alla ma-
nutenzione e pulizia dei lavatoi. Ora-
mai, però le vasche non si vedono nep-
pure più, ed invece questo dovrebbe
essere un cimelio di memoria storica!”.
- C’è qualche soluzione che pro-
ponete?
“Potrebbe essere un’idea anche solomandare in loco gli spazzini una volta
la settimana, ma prima è necessario
un massiccio intervento di restauro e
pulizia straordinaria. C’è stato anche
un periodo in cui alcune persone an-
davano a drogarsi ai lavatoi… Ricordo
che l’ex sindaco Alessandro Cosimi
venne a visitare la Fonte Vecchia e
prese l’impegno di restaurare il sito,
invece ad oggi non c’è niente più che
una vecchia transenna con uno sco-
lorito avviso di “pericolo”. Noi tutti spe-
riamo che, una volta per tutte, dall’am-
ministrazione comunale dimostrino un
minimo di attenzione verso un impor-
tante documento storico della nostra
città, che continuare ad ignorare sa-
rebbe, quantomeno, vergognoso”.
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INCITATUSPer genitori s’intendevano i padri e
le madri per i quali, in seguito, si
userà l’aggettivo “naturale”. Questa
attribuzione si rese necessaria
quando furono introdotte altre figu-
re genitoriali: padre putativo, geni-
tori adottivi, etc. Non amo queste
indicazioni, ma ne comprendo la
ragione giuridica e l’opportunità po-
litica.Mi sfugge, invece, la ratio giuridica
(quella politica è ovvia e chiaramen-
te disonesta) in base alla quale, si
vuole assegnare lo status di geni-
tore di un minore, anche agli omo-
sessuali che volessero farne richie-
sta, nonostante le loro scelte ses-
suali e la conformazione dei loro
organi sessuali non consenta loro,
né naturalmente, né artificialmen-
te, di procreare.
Questo andazzo mi fa tornare alla
di Marcello Battini
mente un dettaglio di storia riguar-
dante l’antica Roma (caput mundi,
da distinguere dalla roma moderna
caput stercore). La nomina a Se-
natore, da parte dell’imperatore Ca-
ligola, del suo cavallo di nome Inci-
tatus, non frutto, come si leggeva
nei libri di sto-
ria delle
scuole me-die, della
mente pazza
di Caligola,
ma scelta de-
liberatamen-
te provocato-
ria per affer-
mare (urbi et
orbi) la margi-
nalità politica
del Senato di
Roma.
Questi due fatti di cronaca sono di-
stanti nel tempo, ma vicini concet-
tualmente. Nel primo caso si dileg-
gia un’importante istituzione pubbli-
ca (il Senato di Roma) molto impor-
tante per il popolo romano, nel se-
condo caso è oggetto di scherno
una figura privata (il genitore, in
particolare la figura paterna) molto
importante per qualsiasi bambino(ecco la disonestà del fatto).
Propongo allora, che l’aggettivo da
usare per indicare questa nuova
forma di genitorialità, sia “incitato”.
In questo modo se qualcuno, nel
corso dei secoli futuri, sopravvivrà
a questo nuovo “diluvio universale
parolaio”, comprenderà che nei
secoli passati, una qualche forma
d’intelligenza era sopravvissuta allo
scempio ed al degrado culturale del
XXI° secolo.
7/21/2019 Il Centro Gennaio 2016
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LA STAGIONE LIRICA AL GOLDONI
Non v’è dubbio che la Stagione Lirica2015/2016, prima programmazione dellanuova gestione della Fondazione Gol-doni, abbia avuto inizio con grande suc-cesso di pubblico e di consensi: teatroaffollatissimo nelle due repliche di ognirappresentazione, una presenza rilevan-te di giovani entusiasti, applasusi scro-scianti a scena aperta, fattori ai quali vaad aggiungersi una proposta di titoli piùricca del solito. La parola ad Alberto Pa-
loscia, direttore artistico della lirica e adAlessio Pizzech, regista del dittico Ca-valleria Rusticana e Zanetto di PietroMascagni.“Siamo pienamente soddisfatti di aver
puntato sui giovani - c i t iene a sottoli-neare il direttore artistico - per formarele nuove leve di artisti e di spettatori.Gli studenti hanno risposto in gran nu-mero, coinvolti fin dall’inizio delle pro-ve, alle quali hanno assistito e addirit-tura partecipato come figuranti: non si
aspettavano che il melodramma fosseun’ operazione così complessa ed insie-me esaltante”- A che cosa si devono i numerosi ti tolidel cartellone 2015/16?“La programmazione lirica dipende dal-le risorse a disposizione. Quest’anno ilnostro teatro di tradizione ha ricevutomaggiori introiti in quanto è piaciuto il
progetto triennale presentato all’iniziodel 2015 (presidente Paolo Demi) che
presenta una definita progettualità suMascagni, musicista simbolo della cul-tura livornese. In questo scorcio del 2015abbiamo messo in scena ben due opere“Traviata” e il dittico “Cavalleria - Za-netto” rispettivamente con i giovanicorsisiti della Masterclass del LaboratoLirico (istituzione del nostro teatro) econ le giovani leve di Opera Studio (La-
boratorio comune ai tre teatri di Lucca,Pisa e Livorno, attivo del 2001, grazie alquale nel 2012 ci siamo aggiudicati ilPremio Abbiati). Altra direttiva dellaFondazione è stata quella di attuare la
politica della collaborazione e coprodu-zione con i teatri della Toscana e nonsolo: abbiamo infatti portato in scenaanche il “Simon Boccanegra”, un alle-stimento ben riuscito, prodotto dal Te-atro Verdi di Pisa, in coproduzione con i
di Angela Simini
Teatri di Livorno, Lucca e Teatro Socia-le di Rovigo. E per il 2016 abbiamo an-cora due titoli importanti l’“Aida” regiadi Zeffirelli e Butterfly, ach’esse copro-dotte con Pisa, Lucca e Rovigo. Non ètutto, prosegue il nostro impegno suPietro Mascagni, un musicista che nonmerita di essere dimenticato. Si dovreb-
be fare un Festival dedicato a Masca-gni, ma servono tanti fondi”.
- Ma negli anni 1990 - 2000 (presidenzaMarco Bertini) si sono celebrati i Cente-nari delle opere di Mascagni realizzan-done l’allestimento, iniziativa che il Ma-estro De Bernart definiva già allora “Fe-stival” per Mascagni. La Comunità Eu-ropea come corrisponde in proposito?“Il direttore generale della Fondazione,Marco Leone, si sta adoperando per ri-cercare fondi europei a sostegno del
progetto. Intanto si può riconoscere chesoprattutto il lavoro con i giovani delLaboratorio Lirico e di Opera Studio sta
dando buoni risultati: potrebbe essereuna carta vincente per tenere aperto ilteatro e per continuare a produrre!”Sentiamo ora Alessio Pizzech, che daanni collabora col progetto giovani.Alessio Pizzech si è avvicinato allo spet-tacolo con l’entusiasmo di un bambinoche scopre la vita del Circo, dove, neltempo libero, lavorava come stalliere, poicome Clown affascinato dai viaggi, da-gli spostamenti, da quel mondo fanta-stico fatto di pericolo e di poesia “in cui
si passava dal “niente” all’impianto deltendone e del tutto, soltanto “col pro- prio fare”, come racconta lui. Ed intantoha perfezionato gli studi classici e quel-li musicali col M° Preziosi, di recitazio-ne con Enzina Conte e Padre Davanzati.
Raggiunse così la consapevolezza cheil teatro è finzione e realtà insieme, unadialettica di opposti dialoganti cheescludono il sentire convenzionale. Haaffrontato la carriera di regista di teatroe di melodramma a Innsbruck, a Busse-to, a Salisburgo. Nel 2016 sarà al TeatroComunale di Bologna con un nuovo Ri-goletto. Al regista Pizzech, che ha cura-to una regia non scontata e non bozze-
tistica della Cavalleria Rusticana di Pie-tro Mascagni guidando gli allievi del La- boratorio, chiediamo che cosa ha cer-cato di trasmettere agli artisti:“Ho voluto offrire la possibilità di usci-re dalle convenzioni e dai ruoli consoli-dati. Il vero e l’autenticità devono es-sere cercati nel sentimento e nell’emo-zione che la partitura suscita. Come re-gista mi propongo di indagare nella pro-fondità dell’espressione musicale, chetraduce il subconscio e la dimensioneonirica del compositore. Mascagni non
può essere considerato solo un musici-sta verista, in lui il realismo è trasfigu-rato: il verismo va inteso come visioneoggettiva, ma non ha carattere scienti-fico. Compito del regista è quello di darelettura del testo teatrale o musicale: nelmomento in cui misura il suo punto divista con quello dell’autore, crea un
ponte tra i due mondi, dai quali si esclu-de l’appiattimento culturale”- Quale taglio ha dato all’opera? quale èstato il ruolo di Santuzza?
“Santuzza è il centro e la misura di tuttoquello che accade, forte e determinata,una donna al di fuori delle convenzionisociali, atteggiamento che pagherà caro,con l’emarginazione dalla vita del pae-se”.
Alberto Paloscia Alessio Pizzech
Ne parliamo con Alberto Paloscia e Alessio Pizzech
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7/21/2019 Il Centro Gennaio 2016
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