142
Dipartimento di Scienze Politiche Cattedra di Storia delle Relazioni Internazionali Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica estera ed europea italiana Relatore Prof. Federico Niglia Candidato Francesco Stati Matricola n. 630192 Correlatore Prof.ssa Vera Capperucci Anno accademico 2017 2018

Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

  • Upload
    others

  • View
    0

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

Dipartimento di Scienze Politiche Cattedra di Storia delle Relazioni Internazionali

Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla

politica estera ed europea italiana

Relatore

Prof. Federico Niglia

Candidato

Francesco Stati

Matricola n. 630192

Correlatore

Prof.ssa Vera Capperucci

Anno accademico 2017 – 2018

Page 2: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro
Page 3: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

Indice

Introduzione

1. La difesa della moneta: gli anni alla Banca

d’Italia

Premessa……………………………………………1

1.1 Contesto storico-economico……………………2

1.2 L’insediamento e le prime misure: il “divorzio”

dal Tesoro……………...…………….………….3

1.3 L’Atto Unico Europeo, il “venerdì nero” della

lira e il rapporto con Craxi……………………...6

1.4 La transizione europea e il Trattato di

Maastricht………………………………………9

1.5 La crisi valutaria del 1992 e il caos politico

italiano.………………………………………...14

1.6 Da Palazzo Koch a Palazzo Chigi……………...23

Page 4: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e

l’incarico al Ministero del Tesoro

2.1 L’azione di governo in politica interna e il

“Protocollo” con le parti sociali………………31

2.2 Gli incontri europei e il “check-point Pasta”….34

2.3 Le tensioni con gli Stati Uniti al

G7 di Tokyo……………………………….....38

2.4 La nuova crisi dello SME, le teorie

monetarie di Ciampi e il viaggio

a Washington…………………..……………..41

2.5 Le privatizzazioni e l’epilogo dell’esperienza

di governo……………………………………43

2.6 Gli incarichi internazionali e l’ingresso nel

Governo Prodi……………………………….46

2.7 Il Dpef 1997-1999, lo SGP e il rientro

italiano nello SME………...………………….49

2.8 Il traguardo della moneta unica: l’ingresso

nell’euro……………………………………...58

Page 5: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

3. Il settennato: gli anni al Quirinale

3.1 Un’elezione “plebiscitaria”……………………66

3.2 L’impostazione programmatica e la politica

estera nel settennato Ciampi………..………....68

3.3 La fine del conflitto balcanico, il viaggio a

Berlino, l’idea di Europa……………………...71

3.4 La questione israelo-palestinese e la

commemorazione di Cefalonia……………….76

3.5 L’identità nazionale come strumento di

politica estera: le missioni in Brasile,

Argentina e Uruguay…….……………………79

3.6 Lo scontro con il Governo Berlusconi:

il G8 di Genova e gli interventi militari in

Afghanistan e Iraq………………………….....84

3.7 Le fasi finali: le Tigri Asiatiche e i discorsi

europei……………………………………….94

3.8 Epilogo……………………………………...107

Conclusioni

Bibliografia

Sitografia

Page 6: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

I

Introduzione

Carlo Azeglio Ciampi (Livorno, 9 dicembre 1920 – Roma, 16 settembre

2016) è stato uno dei più importanti personaggi del mondo politico ed economico

della storia recente italiana. Egli ha infatti ricoperto le più importanti cariche dello

Stato, nonostante non fosse iscritto a nessun partito: è stato, nell’ordine,

Governatore della Banca d’Italia (incarico ricoperto per oltre 23 anni), Presidente del

Consiglio e Presidente della Repubblica (primo – e attualmente unico – Presidente

della storia repubblicana appartenente alla “società civile”, non essendo mai stato

parlamentare), oltre che Ministro del Tesoro e del Bilancio e della Programmazione

Economica nel cruciale periodo di transizione tra lira e moneta unica (i due dicasteri

non erano ancora stati unificati).

Convinto europeista (si definiva “cittadino europeo nato in terra d’Italia”),

fervente patriota, ha raccolto simpatie e consensi da quasi tutti gli schieramenti

politici e ha rappresentato una figura chiave nella transizione italiana a cavallo fra

1992 e 1994, avendo presieduto l’ultimo esecutivo espressione della cosiddetta

“prima Repubblica”. All’azione del suo settennato si devono la rivalutazione

dell’identità nazionale, la riscoperta dei valori risorgimentali, la massiccia diffusione

dell’inno nazionale e il rinnovamento del Tricolore.

Ma Ciampi, nella sua lunga parabola, ha inoltre svolto un ruolo fondamentale

per la tutela dell’interesse nazionale italiano: quando alla Banca d’Italia si produsse in

una strenua difesa della valuta nazionale, anche durante le numerose tempeste

valutarie che si trovò ad affrontare; quando da Presidente del Consiglio volle cercare

di sottrarre l’Italia dalla spirale dell’inflazione; quando da “Ministro dell’euro” guidò

la Nazione verso un insperato ingresso nella moneta unica nella prima fase della sua

emissione, quando tutta l’opinione pubblica nazionale, europea e internazionale dava

l’Italia per spacciata; quando, salito al “Colle più alto”, difese la Costituzione dalle

tentazioni revisioniste del Governo e cercò di indirizzare l’interesse economico

Page 7: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

II

italiano verso Paesi che Palazzo Chigi sembrava ignorare, nonostante

rappresentassero il futuro dell’economia mondiale.

L’intento precipuo di questa tesi è cercare di individuare, attraverso una

disamina del lungo percorso all’interno delle Istituzioni italiane, quale sia stato il

contributo che Carlo Azeglio Ciampi ha fornito alla politica estera italiana, tanto in

ambito europeo quanto in campo internazionale; l’elaborato segue un percorso

strettamente cronologico, diviso per cariche e temi: il capitolo iniziale inerisce

l’incarico nella Banca d’Italia, dagli esordi fino alla conclusione del mandato; il

secondo capitolo comprende l’anno alla guida del Governo e il biennio ai Ministeri di

Tesoro e Bilancio; il capitolo conclusivo riguarda il suo operato da Presidente della

Repubblica.

Egli è stato uno degli attori più importanti del percorso di transizione

dell’Italia da potenza regionale a potenza cardine dell’Europa unita: durante il suo

governatorato nella banca centrale cercò in ogni modo di tenere ancorata la valuta

nazionale al Sistema Monetario Europeo (SME), all’interno di un percorso (guidato

dalla “Commissione Delors”, in cui egli ricoprì un incarico verticistico) che avrebbe

portato alla ratifica del Trattato di Maastricht da parte dei principali Paesi europei e

infine, anche grazie al suo fondamentale contributo, alla moneta unica; si trovò in

prima linea anche quando, non senza sofferenza, fu obbligato dalle circostanze a

fuoriuscire dallo SME a causa delle funeste conseguenze del “mercoledì nero”, da lui

previste, senza tuttavia che i suoi ammonimenti trovassero ascolto presso gli

interlocutori continentali.

Le circostanze politico-giudiziarie che travolsero la classe politica italiana lo

trascinarono nei palazzi del potere: il Presidente della Repubblica Scalfaro gli offrì la

possibilità di diventare il primo Presidente del Consiglio della storia repubblicana di

natura tecnica, incarico che ricoprì nella convinzione che i problemi atavici dell’Italia

avrebbero potuto essere risolti solo ponendo al Paese un vincolo esterno che lo

responsabilizzasse: l’Europa. Ebbe inoltre il grande merito di raggiungere uno storico

accordo economico con le parti sociali, destinato a far uscire l’Italia dalla spirale

inflazionistica di cui era preda da tempo immemore.

Page 8: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

III

In questo solco, la sua esperienza e competenza al Ministero del Tesoro, oltre

al prestigio internazionale di cui godeva, furono decisive per poter rendere l’Italia

uno dei Paesi appartenenti alla “fase uno” dell’Euro, i primi che avrebbero visto il

frutto di quel traguardo tanto agognato in circolazione nei propri confini: il Dpef

(Documento di Programmazione Economica e Finanziaria) del 1996, grazie

all’escamotage del “paragrafo-gancio”, fu la sua carta vincente nella partita dell’euro,

abbinata ad alcune misure strettamente tecniche e all’abile lavoro di diplomazia

svolto nel contesto continentale.

Eletto nel 1999 alla prima votazione, Ciampi è stato un Presidente della

Repubblica molto attento alla tutela della Costituzione (specie nella legislatura del suo

settennato in cui Silvio Berlusconi imperversava per Palazzo Chigi), deciso a evitare

lo snaturamento dello spirito dei Padri Costituenti; inoltre, durante la sua

permanenza al Quirinale, il suo interesse fu far proseguire l’Italia nel percorso

virtuoso di “unione politica” dell’Europa, mosso dalla convinzione che gli interessi

cardine del Paese fossero da realizzare all’interno della più grande e prestigiosa

cornice regionale; nondimeno fu data grande importanza al perseguimento

dell’interesse economico nazionale attraverso numerose visite di Stato nei Paesi con

una grande presenza italiana (nell’area latinoamericana) ed emergenti (le “Tigri

asiatiche”), allo scopo di fornire un canale preferenziale alle imprese del tessuto

industriale italiano per favorirne le esportazioni. La rivalutazione del sentimento

patriottico, del Risorgimento e delle effigi della Patria è forse il più importante lascito

del suo servizio alla Nazione. Il suo senso delle Istituzioni fu testimoniato anche dalla

rinuncia, per questioni di opportunità, a un secondo mandato, nonostante le forze

politiche fossero fortemente tentate da una sua riconferma.

Per il lavoro di ricerca si è fatto un uso diffuso delle fonti provenienti

dall’archivio storico del Quirinale, dove sono conservati i diari personali del

Presidente, oltre che tutti i suoi discorsi e il calendario delle sue visite italiane e

internazionali; si sono rivelati di estrema utilità anche l’archivio storico del quotidiano

La Repubblica e alcuni libri redatti da collaboratori di Ciampi e da storici, primo fra

tutti “Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente” (2007, Milano, RCS libri

Page 9: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

IV

S.p.A.), scritto dal suo Consigliere per la Stampa e l’Informazione Paolo Peluffo,

ricco di retroscena e confidenze relativi all’intera carriera politico-istituzionale del

Presidente; nondimeno è stato cruciale, per l’impostazione della ricerca concernente

il terzo capitolo, il libro “Dal Colle più alto – Al Quirinale con Ciampi negli anni in

cui tutto cambiò” (2012, Milano, Il Saggiatore S.p.A.), scritto da Antonio Puri Purini,

suo Consigliere diplomatico durante il settennato. Si sono inoltre rivelati

fondamentali per la comprensione del pensiero ciampiano le numerose opere che il

Presidente ha pubblicato negli anni del suo percorso nelle Istituzioni italiane e

internazionali, oltre ad altri libri di carattere biografico sulla sua persona e colloqui

diretti con alcuni suoi collaboratori durante il settennato.

Page 10: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

1

Capitolo I

La difesa della moneta: gli anni alla Banca d’Italia

Premessa

Carlo Azeglio Ciampi fa il suo ingresso alla Banca d’Italia nel 1946.

Va sottolineato come egli in realtà non entri nell’istituto per vocazione: la sua

passione era infatti l’insegnamento. Tuttavia, considerata l’instabilità

economica della carriera di docente, su pressione della moglie Franca Pilla

decise di partecipare a un concorso per l’accesso all’istituto, concorso che poi

vinse; sulla vicenda il giornalista Massimo Gaggi dirà: «il giovane docente

abbandonò le Lettere (che lo affascineranno sempre) […] e sposò i Numeri»1.

Dopo quattordici anni da semplice impiegato in varie filiali periferiche (prima

Livorno, poi Macerata), nel 1960 fu chiamato a Roma, all’amministrazione

centrale della Banca, nel “Servizio Studi”. A quel punto iniziò la scalata verso

il vertice di Palazzo Koch: nel 1973 diventò segretario generale, vicedirettore

generale nel 1976 e direttore generale nel 1978. L’anno successivo, in seguito

alle turbolente vicende relative al “Crack Sindona” e allo scandalo

(orchestrato probabilmente da matrice massonica2) che aveva travolto l’allora

presidente Paolo Baffi e il suo vice Mario Sarcinelli, Ciampi fu indicato da

Baffi stesso al Presidente del Consiglio Francesco Cossiga come suo possibile

successore; contribuirono a dare credibilità a tale nomina anche le

segnalazioni in questo senso al Presidente della Repubblica Sandro Pertini e al

Ministro del Tesoro Filippo Maria Pandolfi da parte di due ex governatori

della Banca quali Guido Carli e Donato Menichella3. Nonostante l’iniziale

riluttanza all’assegnazione dell’incarico, le pressioni del futuro Ministro del

1 Dell’Arti G., Cinquantamila Giorni, 2016, Cinquantamila, estratto il 28 dicembre 2018 da: www.cinquantamila.it/storyTellerThread.php?threadId=CIAMPI+Carlo+Azeglio 2 Piccone B. A., Faust e il Governatore, 12 maggio 2011, Linkiesta, estratto il 29 dicembre 2018 da: https://www.linkiesta.it/it/blog-post/2011/12/05/onore-a-paolo-baffi-governatore-di-banca-ditalia-a-100-anni-dalla-nasc/3168/ 3 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 105

Page 11: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

2

Tesoro Beniamino Andreatta riuscirono a piegare le resistenze di Ciampi, che

infine accettò il doppio onere di Governatore della Banca d’Italia e di

Direttore dell’Ufficio Italiano Cambi, restando in carica fino al 1993, quando

(in una situazione di forte crisi politica e istituzionale) venne chiamato dal

Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro a formare il “Governo

Ciampi”, il primo della storia repubblicana guidato da «un semplice

cittadino»4.

1.1 Contesto storico-economico

La situazione economica italiana, al momento dell’insediamento di

Ciampi al vertice di Via Nazionale, non era di certo delle più rosee: il II

Shock petrolifero aveva infatti portato l’inflazione a cifre superiori al 20% e i

prezzi al consumo aumentavano almeno del 12% ogni anno da sette anni,

mentre il cambio nominale effettivo della lira aveva perso circa il 50%. Fino a

quella fase storica, il sistema-Paese Italia aveva tratto benefici da una

tendenza inflazionistica dell’economia nazionale, con la gestione del cambio

della lira che teneva la valuta sospesa fra un dollaro debole e un marco

tedesco forte: in questo modo si era riusciti a favorire le esportazioni e a

tenere sotto controllo le rimostranze sindacali «senza interrompere un trend

di crescita del prodotto e della produttività superiore a quello dei maggiori

Paesi europei»5. In sostanza, le industrie riuscivano a crescere non tanto per

un loro ammodernamento e una competitività effettivi, quanto piuttosto

perché godevano della “protezione paternalistica” della Banca d’Italia, che

operava svalutazioni competitive della lira per favorire le imprese italiane nei

confronti dell’estero; tuttavia, se questa pratica da un lato favoriva gli

industriali, dall’altro non faceva che aumentare ulteriormente e

inesorabilmente l’inflazione. Per cercare di porre un argine, il Governo

Andreotti IV decise di far partecipare l’Italia, fin dalla sua istituzione (1979),

4 Ivi, pag. 154 5 Ceccuti C. (a cura di), Ciocca P., Toniolo G., Gigliobianco A., Faucci R., de Cecco M., Guarino G., Pittaluga G.B., Nardozzi G., Governare la moneta. La Banca d’Italia da Einaudi a Ciampi, 2004, Firenze, Polistampa, pag. 93

Page 12: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

3

al Sistema Monetario Europeo (SME), nella convinzione (comune anche al

vertice della Banca d’Italia) che un problema atavico come l’inflazione

potesse essere risolto unicamente con un ancoraggio più stringente del tasso

di cambio. L’Italia fu inclusa nell’accordo con una banda di oscillazione della

valuta del ± 6% (la cosiddetta “banda larga”), valore che rimase invariato fino

al 1989, anno in cui la lira entrò nella “banda stretta” (corrispondente al ±

2,25%) seppur per breve tempo.

1.2 L’insediamento e le prime misure: il “divorzio” dal

Tesoro

Fin dal primo testo prodotto come Governatore della Banca d’Italia

(le “Considerazioni finali” del 1980), Ciampi sostenne come l’Europa dovesse

essere «il chiodo al quale l’Italia doveva aggrapparsi con tutte le sue forze»6; in

linea con il pensiero sopra menzionato del governo italiano, egli riteneva che

l’unico modo per eradicare il problema di una società e di un’economia che

non volevano accettare «né vincoli, né discipline»7 fosse legarsi a un vincolo

esterno forte come lo SME. Il Presidente era infatti un convinto europeista, e

già in quegli anni riteneva che la tradizione europea dell’Italia dovesse essere

legata a doppio filo con il passato risorgimentale del Paese, che in quel

preciso momento storico si era affermato come Nazione in un quadro

europeo più ampio. In linea con siffatto principio, le misure economiche che

Ciampi adottò da Governatore furono sempre varate in una prospettiva

tendenzialmente sovranazionale piuttosto che nazionale: è significativo in

quest’ottica il fatto che la prima svalutazione della lira decisa da Ciampi,

decretata nel marzo 1981 in seguito a una grave crisi sindacale scoppiata

all’interno della FIAT che si era trascinata per tutto l’ultimo trimestre del

1980, sia avvenuta nell’ambito di un riallineamento con lo SME, e non in

modo unilaterale. Va sottolineato, per rafforzare questa tesi, il fatto che per

tutto quell’anno il Governatore non cedette alle pressioni avanzategli dagli

6 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 110 7 Ibidem

Page 13: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

4

industriali di procedere con una svalutazione unilaterale, ma preferì aspettare

il riallineamento in ambito europeo per sorprendere i mercati: tale iniziativa

lasciava intendere chiaramente che l’approccio “paternalistico” della banca

centrale fosse da considerarsi ormai superato.

Per perseguire il duplice obiettivo di vincere l’inflazione e mantenere

la lira all’interno dello SME, e dunque tenere l’Italia agganciata alle altre

grandi economie europee, il Governatore evidenziò ripetutamente, nelle sue

“Considerazioni finali”, la necessità per l’istituto di Palazzo Koch di

raggiungere l’indipendenza nell’indirizzo della politica monetaria nazionale.

Per ottenere ciò, era necessario che la Banca d’Italia si “sganciasse” dal

Ministero del Tesoro: tale operazione vide la sua realizzazione nel luglio del

1981 con il cosiddetto “divorzio”, che sancì il distacco dell’istituto di

emissione dal dicastero cui esso era dipendente per l’acquisto dei titoli di

Stato invenduti alle aste. La convinzione di Ciampi era che il ritorno a una

moneta stabile richiedesse una “costituzione monetaria”, fondata su tre

pilastri: indipendenza della Banca Centrale (ossia di chi crea moneta da chi

determina la spesa pubblica); procedure di spesa rispettose del vincolo di

bilancio; dinamica salariale coerente con la stabilità dei prezzi (in antitesi con

la cosiddetta “scala mobile”)8. Si voleva, in sostanza, «indurire l’articolo 81

della Costituzione, riducendo la possibilità di aggirare l’obbligo del pareggio

di bilancio con il ricorso al mercato»9.

L’impulso che diede il via all’operazione fu uno scambio epistolare

(concordato) fra l’allora ministro del Tesoro Beniamino Andreatta e il

Governatore: l’episodio, che pur essendo eminentemente circoscritto nei

confini nazionali avrà forti ripercussioni sulla politica estera economica del

nostro Paese, merita una parentesi analitica. Nell’ottobre 1980,

all’insediamento del Ministro, la spirale prezzi-salari è nel pieno del suo corso.

L’idea dell’inquilino del Palazzo delle Finanze è di mutare il regime di politica

economica, ma il clima politico in quel momento non consentiva grandi

8 Ivi, pag. 111 9 Ivi, pag. 113

Page 14: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

5

manovre: l’esecutivo stesso, presieduto da Giovanni Spadolini, è

«ossessionato dall’ideologia della crescita a ogni costo, sostenuta da bassi tassi

di interesse reali e da un cambio debole»10. Per aggirare il controllo del

Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio, che avrebbe dovuto

dare un’approvazione formale al progetto di Andreatta, il Ministro sceglie la

strada dello scambio epistolare con il Governatore della Banca d’Italia: a

consentirlo, secondo i legali del ministero, è il fatto che la revisione delle

disposizioni date alla Banca d’Italia rientra nella competenza esclusiva del

ministro del Tesoro, come affermato molti anni dopo dallo stesso Andreatta

in un’intervista rilasciata al quotidiano “Il Sole 24 Ore”11.

Nella missiva in questione, il Ministro chiese l’opinione di Ciampi su

una ipotetica modifica del regime esistente, con il fine dichiarato di porre

rimedio all’insufficiente autonomia della Banca nei confronti del Tesoro. Il

vertice di BankItalia si mostrò concorde a riguardo nella sua replica,

affermando come la banca dovesse rispondere «unicamente a obiettivi di

politica monetaria nel regolare il finanziamento al Tesoro»12; un altro aspetto

che fu sottolineato da Ciampi fu la necessità di predisporre «obiettivi

quantitativi di crescita della base monetaria, passo decisivo verso un

cambiamento di strategia monetaria»13. Tralasciando gli effetti sulla politica

nazionale e sull’economia interna, poco utili ai fini della trattazione in questo

elaborato, le conseguenze del “divorzio” sulla politica economica estera

furono senz’altro positivi: i tassi di interesse reali si attestarono su livelli

idonei ai parametri fissati dall’adesione allo SME, congrui ad assicurare il

rientro dell’inflazione sul lungo periodo; il fabbisogno pubblico venne quasi

del tutto finanziato sul mercato, senza creare nuova moneta; la Banca d’Italia

cominciò ad annunciare l’obiettivo di espansione della moneta. In un suo

intervento del 2011 riguardo questo carteggio, l’allora Governatore della

10 Andreatta B., Il divorzio tra Tesoro e Bankitalia e la lite delle comari: uno scritto per il Sole del 26 luglio 1991, 26 Luglio 1991, Il Sole 24 Ore 11 Ibidem 12 Draghi M., Una riflessione a trent’anni dalla lettera del Ministro Andreatta al Governatore Ciampi che avviò il “divorzio” tra il Ministero del Tesoro e la Banca d’Italia, 15 febbraio 2011, Roma, Banca d’Italia, pag. 4, estratto il 2 gennaio 2019 da: www.bancaditalia.it/pubblicazioni/interventi-governatore/integov2011/AREL_150211.pdf 13 Ivi, pag. 5

Page 15: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

6

Banca d’Italia Mario Draghi evidenziò come «Tra il 1980 e il 1987 l’inflazione

cade da oltre il 21 per cento a meno del 5; il prodotto interno lordo torna a

crescere del 3 per cento l’anno, in media, fra il 1984 e il 1988. […] La

riduzione dell’inflazione prosegue negli anni Novanta, passaggio essenziale

per consentire la nostra tempestiva partecipazione all’Unione Economica e

Monetaria in Europa»14.

L’episodio del “divorzio” si può dunque storicamente includere

nell’alveo delle idee politiche degli anni Ottanta che hanno funto da radice

all’unificazione monetaria europea. Pilastri di questi propositi furono il fermo

divieto di finanziare il disavanzo pubblico stampando moneta (foraggiando

quindi fenomeni inflazionistici), la stabilizzazione dei prezzi, le misure

comunitarie come lo SME e l’indipendenza delle banche centrali nazionali.

Inoltre, il divorzio ha contribuito fortemente ad aumentare la credibilità della

politica monetaria nazionale verso l’estero e al rafforzamento della resistenza

dell’economia italiana di fronte a shock esogeni.

Tale avvenimento si è dunque rivelato il primo di una lunga serie di

passi decisivi che l’Italia ha poi compiuto nel processo di integrazione

europea, verso la “costituzione europea” che proprio in questi anni prende

forma, al netto di rallentamenti e divisioni comunque esistenti. Per usare le

parole di Mario Draghi, «trenta anni fa, nel nostro Paese, Andreatta e Ciampi

seppero guardare avanti, e lontano»15.

1.3 L’Atto Unico Europeo, il “venerdì nero” della lira e il

rapporto con Craxi

Il 1986 segnò una svolta nel lungo processo di unificazione europea

grazie all’entrata in vigore del cosiddetto “Atto Unico Europeo”: esso si pose

l’obiettivo ambizioso di favorire la creazione del mercato unico europeo

14 Ivi, pag. 6 15 Ivi, pag. 9

Page 16: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

7

entro il 1993 e istituì il Consiglio Europeo, che ha formalizzato i vertici dei

capi di Stato o di governo. Ciampi commentò gli eventi che portarono a

questa svolta storica nella consueta “Relazione finale” del 1985: «Il Consiglio

europeo, con l’Atto Unico del dicembre scorso […], propone lo

smantellamento progressivo delle barriere […], e quindi la creazione di un

mercato di dimensione continentale […]. Contemporaneamente, è stato

introdotto il principio del voto a maggioranza per le più importanti decisioni

riguardanti queste materie, prima vincolate all’unanimità. La completa

unificazione dei mercati costituisce il terreno sul quale si misureranno la

capacità della costruzione europea di progredire e quella dei singoli Paesi di

parteciparvi»16. Dalle parole del Governatore si evince come il suo sguardo

verso l’Europa fosse mutato in modo decisivo, passando dal vederla

soprattutto come un vincolo esterno di ancoraggio al considerarla un

progetto di costruzione di una area di interessi comuni e di mercato, in cui

essere parte attiva sarebbe stato cruciale per la tutela degli interessi della

Nazione. La convinzione di Ciampi era, conformemente a quella relativa allo

SME (analizzata nel precedente paragrafo17), che l’unica strada per indirizzare

il Paese verso una nuova “costituzione monetaria” fosse rifugiarsi nell’Europa

(nella fattispecie, nel mercato unico europeo) anche a costo di «perdere per

strada pezzi importanti del sistema»18.

La relazione del vertice di BankItalia con il governo Craxi non fu delle

più felici. Un importante episodio che testimonia la tensione di quel rapporto

è senz’altro il “venerdì nero”: il 19 luglio 1985 la Banca d’Italia si preparava

per il riallineamento della lira allo SME; a decisione già presa, l’Eni richiese

125 milioni di dollari sul mercato finanziario. Considerata la circostanza, la

Banca d’Italia non servì la partita all’ente, ma lasciò che questi ritirasse la

richiesta o trovasse la somma autonomamente sul mercato, assumendo un

atteggiamento attendista. Non trovando tale operazione interlocutori sul

mercato, nelle ore successive la quotazione del dollaro in lire schizzò 16 Ciampi C. A., Assemblea generale ordinaria dei partecipanti – considerazioni finali, 31 maggio 1986, Roma, Banca d’Italia, pag. 8, estratto il 2 gennaio 2019 da: https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/relazione-annuale/1985/cf85_considerazioni_finali.pdf 17 Supra, pagg. 3-6 18 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 119

Page 17: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

8

vertiginosamente «fino a superare il cross-rate con il marco»19, costringendo la

Banca d’Italia a servire la partita e chiudere il mercato. Per contrastare gli

effetti negativi di questo episodio, Ciampi intraprese ancora una volta la

strada europea: durante la riunione del Comitato monetario della CEE a

Basilea, il giorno seguente, si decise la svalutazione della lira del 6% rispetto

all’ECU (la moneta-paniere dello SME) e la corrispettiva rivalutazione del 2%

delle altre valute; la delegazione italiana, guidata da Mario Sarcinelli e dal

Direttore Generale della Banca d’Italia Lamberto Dini, riuscì dunque a

scongiurare ulteriori effetti negativi e a far riassorbire parte del danno.

Nonostante la bontà delle decisioni intraprese in quella difficile contingenza,

tale evento causò non pochi dissapori fra il vertice di Palazzo Koch e

l’esecutivo guidato da Craxi, dissapori che si attenuarono solo dopo la

minaccia di dimissioni di Ciampi e il conseguente rinnovo della fiducia da

parte del leader del Partito Socialista.

Di contro, un’occasione di sinergia positiva con l’Esecutivo si

presentò in occasione del G7 finanziario del 1987 a Parigi. Pur essendo l’Italia

inclusa nella Conferenza al Vertice a partire dal 1985 (il Canada ne diventò

parte nel 1986), continuavano ad avvenire riunioni a cinque prima dei meeting

a sette (cui questi due Paesi non erano evidentemente invitati), e questo fatto

rendeva particolarmente scontento il Governo italiano, determinato a far

cessare definitivamente quell’usanza. Il Ministro del Tesoro Giovanni Goria,

d’intesa con Ciampi, aveva in mente di scatenare un caso internazionale tale

da rendere quella riunione anticipata a cinque l’ultima della sua specie: la

delegazione italiana si presentò nella capitale francese in anticipo rispetto alle

previsioni, proprio durante la cena ristretta, e ciò creò non poco imbarazzo

alla delegazione ospitante, la quale propose all’Italia un incontro dopo il

pasto. Il Ministro delle Finanze francese Éduard Balladur e il Governatore

Jacques de Laroisiére si presentarono nell’albergo della delegazione italiana

all’ora convenuta, minimizzando l’incontro a cinque e rimandando ogni

discussione alla mattina seguente (quando avrebbe avuto luogo il vero e

proprio vertice). Il Ministro e il Governatore italiani furono «volutamente

19 Ibidem

Page 18: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

9

evasivi»20: l’indomani infatti Goria si ritirò con Ciampi all’ambasciata italiana

annunciando la non partecipazione dell’Italia a quella conferenza del G7, che

si tenne dunque a sei. L’azione del Governo, con la collaborazione della

Banca d’Italia, ebbe successo: da quel momento in poi non avvennero più

riunioni a cinque.

1.4 La transizione europea e il Trattato di Maastricht

Durante il biennio 1987-1988 e i cambiamenti in sede di governo,

Ciampi trovò nel ministro del Tesoro Giuliano Amato un interlocutore

credibile con cui perorare in sinergia la causa europeista: il Governatore

infatti restava convinto che l’unico modo per correggere gli sperperi della

finanza pubblica italiana fosse agganciare il destino dell’Italia ai vincoli

europei. Amato si rivelò una spalla valida per il perseguimento di questo

scopo: nel 1988 egli presentò un Dpef (Documento di Programmazione

Economica e Finanziaria) di durata quadriennale (i Dpef erano solitamente

basati su un triennio), costruito appositamente per preparare il Paese a

presentarsi al meglio al 1992, anno in cui secondo quanto previsto dall’Atto

Unico Europeo l’Europa sarebbe finalmente diventata un’area di mercato

unico, “senza barriere”. Le previsioni dell’AUE verranno mantenute: nel

febbraio di quell’anno si giungerà infatti alla firma del Trattato sull’Unione

Europea (TUE), o Trattato di Maastricht.

Il documento del Ministro Amato, uscito il giorno precedente

all’assemblea della Banca d’Italia del 1988, pur essendo molto breve (era di

sole 33 pagine) conteneva alcuni aspetti significativi dal punto di vista

economico per preparare al meglio l’Italia a quella storica convergenza:

prevedeva infatti manovre annuali da 0,7% del PIL e, come detto, un arco di

tempo quadriennale anziché triennale. Le considerazioni finali del 1988 del

Governatore Ciampi, che aveva accolto favorevolmente gli interventi del

Ministro, indicarono nell’Europa l’obiettivo presente e futuro dell’Italia: «Le 20 Ivi, pag. 123

Page 19: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

10

mete verso le quali sta muovendo l’Europa sono quelle di una Comunità che

sembra ritrovare le ambizioni dei suoi fondatori: la rimozione di ogni

frontiera interna, il superamento dei poteri di veto. […] Si profila un obiettivo

di una vera unione monetaria, di costituzione di una vera banca centrale

europea. […] È l’unica via per non smarrire il filo spezzato in due guerre

mondiali riannodato da chi seppe intuire l’Europa comunitaria. La Comunità

Europea […] deve conciliare mobilità dei capitali e stabilità dei cambi,

intensificando la cooperazione monetaria fino a realizzare una politica unica.

[…] L’adesione dell’Italia a questo disegno è profonda, il suo contributo è

necessario»21.

La nuova struttura dell’Europa portava con sé, insieme alla maggiore

integrazione, una serie di problematiche strutturali non di poco conto,

evidenziate con lungimiranza da Tommaso Padoa-Schioppa con l’espressione

“quartetto inconciliabile”, poi divenuto “trio inconciliabile” (anche noto

come “terzetto incoerente”): egli sottolineo che un insieme di Paesi

eterogeneo come quello europeo avrebbe avuto difficoltà a portare avanti

contemporaneamente quattro obiettivi ambiziosi come il libero commercio

estero, il mantenimento di tassi di cambio fissi e la mobilità dei capitali

mantenendo al contempo politiche monetarie nazionali indipendenti (il

cosiddetto quartetto, per l’appunto), pur essendo per sua stessa ammissione

auspicabile realizzare tutti questi obiettivi singolarmente. Grazie alla creazione

del Mercato Unico, alla fine degli anni ottanta i primi due obiettivi erano stati

raggiunti: bisognava perciò scegliere quale ulteriore strada intraprendere22.

Il tandem italiano Amato-Ciampi aveva tentato di persuadere gli altri

Stati membri di procedere a una armonizzazione delle politiche fiscali di

ciascun Paese prima della completa apertura dei mercati finanziari, al fine di

evitare una potenziale fuga di capitali dovuta a un uso scorretto dei relativi

privilegi fiscali, ricevendo però da Germania, Gran Bretagna e Lussemburgo

21 Ciampi C. A., Assemblea generale ordinaria dei partecipanti – considerazioni finali, 31 maggio 1988, Roma, Banca d’Italia, pag. 32, estratto il 2 gennaio 2019 da: https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/relazione-annuale/1987/cf87_considerazioni_finali.pdf 22 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 121

Page 20: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

11

un fermo diniego. Padoa-Schioppa aveva quindi proposto di eliminare il

quarto fine (le politiche monetarie nazionali indipendenti) per favorire la

creazione di una moneta unica europea, gestita attraverso una “banca centrale

delle banche centrali” europea: il lavoro di Jacques Delors, condensato nel

relativo rapporto dell’aprile 1989, appoggiò questo punto di vista,

proponendo come soluzione un percorso che portasse a una “Unione

Economica e Monetaria dell’Unione Europea” (UEM), con una moneta

unica. La proposta del “Comitato Delors” (creato ad hoc da una decisione del

Consiglio Europeo integrando il Comitato dei 12 Governatori – in cui

Ciampi era presente come rappresentante dell’Italia – con l’aggiunta di tre

esperti europei, fra cui il presidente della Banca dei Regolamenti

Internazionali Lamfalussy, e Delors stesso), ebbe riscontro favorevole fra i

Paesi Membri: Padoa-Schioppa, nella circostanza, si occupò della creazione

della nuova Banca centrale europea (BCE), divenendo uno dei primi membri

del Comitato Esecutivo dell’Istituto.

Ciampi, in qualità di Presidente del Comitato dei 12 Governatori,

ebbe un ruolo determinante nell’organizzazione dei lavori del Comitato e nel

coordinamento con gli altri governatori. In particolare, nel corso dei lavori, vi

furono contrasti con l’omologo tedesco (Karl Otto Pöhl) e con olandesi e

inglesi; l’impasse fu superata con un metodo programmatico teso a cercare di

immaginare prima gli obiettivi e solo in un secondo momento il modo per

raggiungerli (il cosiddetto metodo della “cattedrale”, come verrà ribattezzato

dallo stesso Ciampi): fu stabilito di costruire un sistema di banche centrali con

a capo una banca centrale europea «che operasse come capogruppo federale,

sul modello della Bundesbank»23. La politica monetaria condivisa fu un

concetto largamente partecipato nella commissione, mentre l’esistenza di

un’unica valuta venne considerata come possibile, ma non certa: dopo diverse

discussioni, in cui Pöhl fu il principale oppositore di questo disegno, si

dovette modificare la frase «l’ECU (European Currency Unity) diventerà la

moneta unica europea» in «l’ECU potrà diventare la moneta unica europea»24.

23 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 129 24 Ibidem

Page 21: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

12

L’azione del Governatore, per ciò che concerne l’interesse nazionale e il

traghettamento dell’Italia nel sistema europeo, fu giudicata positivamente nei

confini nostrani: significativo a riguardo il commento di Guido Carli che nel

1988, in una sua raccolta di articoli (“Pensieri di un ex Governatore”) regalata

a Ciampi, scrisse come dedica: «A Carlo Ciampi, il Governatore che porterà la

Banca d’Italia a integrarsi nella Banca Centrale Europea»25. Lo stesso Ciampi,

riguardo il successo appena conseguito, ebbe a dire: «il rapporto Delors

sull’Unione Economica e Monetaria è un messaggio chiaro, che non può

essere ignorato. L’Europa comunitaria ha oggi un disegno della costruzione

finale, dei possibili modi per arrivarvi: è frutto della riflessione sulle

esperienze finora fatte, di un’autentica e motivata fede europeistica, della

consapevolezza degli ostacoli da superare»26.

Un ulteriore evento di particolare rilievo per l’Italia verso la

transizione all’UEM, in chiusura del decennio, fu senz’altro l’ingresso della

lira nella “banda stretta” dello SME: già durante diversi interventi tra 1988 e

1989 Ciampi aveva sottolineato la necessità di far rientrare la valuta nazionale

nei parametri più severi del trattato, soprattutto per favorire il risanamento

delle finanze pubbliche italiane. Vale la pena riportare a riguardo alcuni stralci

di un suo discorso del 5 maggio 1989, tenuto in occasione di un convegno

organizzato a Roma dall’Associazione bancaria spagnola, alla presenza

dell’allora governatore della Banca di Spagna, Mariano Rubio Jimenez: «la lira

si avvale tuttora […] di un ampio margine di manovra che ha consentito la

necessaria gradualità nella convergenza dell’economia italiana verso le

condizioni prevalenti negli altri Paesi del sistema; al tempo stesso quella

maggiore flessibilità ha evitato allo SME i pericoli derivanti da troppo

frequenti riallineamenti. L’uso che viene fatto della banda larga è sempre più

limitato: si pone per l’Italia il problema di aderire alla banda stretta. […] Il

momento della decisione è a mio avviso legato all’avvio […] di un’incisiva

azione di risanamento delle pubbliche finanze: lo stato della finanza pubblica

costituisce oggi il problema più rilevante per l’economia italiana e rappresenta

25 Ibidem 26 Morelli E., SME più stretto per l’Italia, 6 maggio 1989, La Repubblica

Page 22: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

13

un vincolo alla conduzione stessa di una politica economica mirante a uno

sviluppo duraturo nella stabilità»27.

Il principale timore del Governatore era che si temporeggiasse troppo

su una misura che, come detto, egli riteneva cruciale per tutelare l’interesse

nazionale in chiave europeista, pensiero che sarà ricorrente per tutta la durata

dei suoi successivi oneri politici e istituzionali, soprattutto durante l’incarico

di Ministro del Tesoro del Governo Prodi I. Solo dopo undici anni

dall’ingresso nella banda larga, l’8 gennaio del 1990, l’Italia poté entrare nella

banda stretta dello SME (± 2,25% di oscillazione rispetto al tasso di parità

centrale). L’impegno inziale fu dunque mantenuto, ma ebbe ovvie

ripercussioni in termini di minori esportazioni e di minore crescita del PIL in

ambito nazionale, dato l’apprezzamento della lira conseguente al

riallineamento. Nonostante ciò, i primi mesi di permanenza nella banda

stretta ebbero sulla valuta nazionale effetti molto positivi, dovuti soprattutto

al grande afflusso di capitali stranieri e investimenti diretti esteri. La lira infatti

guadagnò più dello 0,4% sul marco solo nel primo mese e, per regolarne il

valore nei confronti delle monete più deboli dello SME, la Banca d’Italia (e

conseguentemente Ciampi e il suo staff) dovette intervenire di continuo sui

mercati valutari, soprattutto a causa delle oscillazioni nel confine superiore

nei confronti della corona e del franco belga. Va sottolineato come l’afflusso

di capitali verso l’Italia fosse principalmente dovuto agli elevati tassi di

interesse interni (il differenziale fra lira e marco era poco inferiore al 5%,

mentre il tasso reale era circa del 2%), attestatisi su valori tali da spingere gli

investitori stranieri a investire nel nostro Paese. Di contro, la misura ebbe

riscontri positivi solo nel breve periodo poiché sull’Italia già dal 1990 gravava

l’onere non indifferente del rifinanziamento del debito pubblico (circa

700.000 miliardi in totale, calcolando anche i titoli che sarebbero stati emessi

e quelli che sarebbero scaduti nello stesso anno); secondo quanto osservato

da Il Sole 24 Ore, «il prezzo di questa linea di azione fu il progressivo

apprezzamento del cambio reale della lira. La graduale ma continua perdita di

competitività determinò il peggioramento del saldo delle partite correnti. Le

27 Ibidem

Page 23: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

14

imprese erano spinte alla delocalizzazione in Paesi con più bassi costi del

lavoro e minori oneri fiscali al fine di recuperare competitività»28. Ma le

difficoltà più severe per l’economia italiana si sarebbero presentate nel 1992,

anno in cui la nostra valuta (assieme ad altre valute SME, in particolare franco

e sterlina) subì un fortissimo attacco speculativo nel celeberrimo “mercoledì

nero”.

1.5 La crisi valutaria del 1992 e il caos politico italiano

Il 1992 fu un anno di pesante crisi economica per l’Europa, con una

forte recessione dovuta soprattutto a una grave crisi valutaria. Eventi come la

riunificazione tedesca, l’accensione della polveriera dei Balcani

(conseguentemente, fra l’altro, al riconoscimento unilaterale da parte della

Germania unificata dell’indipendenza di Slovenia e Croazia dalla Jugoslavia) e

il graduale avvicinamento al Trattato di Maastricht furono senz’altro fattori

ulteriori di destabilizzazione, ma la vera e propria crisi riguardò le valute del

Sistema Monetario Europeo: prima la lira, poi la sterlina e infine il franco

furono attaccate dagli speculatori, con l’investitore ungherese-statunitense

George Soros a tirarne le fila.

I prodromi della crisi possono essere rintracciati già nel 1991. In

quell’anno venne raggiunta a Maastricht un’intesa fra i capi di Stato e di

Governo della CEE circa la transizione verso la già menzionata29 Unione

Economica e Monetaria; in particolare, nell’intesa venne inserito un termine

massimo entro il quale sarebbe entrata in circolazione la moneta unica (1

gennaio 1999). Avere un termine massimo significava dare tangibilità al sogno

dell’Unione Europea: molte figure di spicco del mondo economico italiano

come Ciampi, Padoa-Schioppa e Carli si mostrarono entusiaste dell’iniziativa.

28 (n. d.), «L’inflazione? Sradicata», 6 giugno 2003, Il Sole 24 Ore 29 Supra, par. 1.4

Page 24: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

15

La vera origine della crisi può essere ricondotta alla mossa della

Bundesbank, nel dicembre 1991, di alzare improvvisamente i tassi di

interesse, mutando così la politica monetaria tedesca in senso restrittivo, il

tutto a causa del drastico aumento della domanda interna generato dalla

riunificazione tedesca e dagli sforzi che l’Ovest stava profondendo nei

confronti dell’Est più arretrato, il quale aveva ottenuto dalla classe politica

tedesca un cambio molto favorevole contro il parere della banca centrale.

Questa manovra diede l’impressione (rivelatasi in seguito fondata) agli

speculatori che la lira, il franco, la sterlina e la peseta fossero divenute più

vulnerabili.

Un altro elemento rilevante alla base dei fatti del “mercoledì nero” fu

la bocciatura da parte della popolazione della Danimarca del referendum sul

Trattato di Maastricht, evento che minò le certezze dei Paesi parte sulla

solidità del progetto e che ebbe come conseguenza diretta lo spostamento

dell’attenzione mediatica dal quadro generale al quadro particolare di ogni

singolo Stato. Se per l’Italia la situazione ebbe risvolti negativi e

destabilizzanti, in Francia la politica scelse di dare una risposta netta e decisa:

François Mitterrand, Presidente della Repubblica di area socialista, decise di

rispondere al fallimento della consultazione popolare danese indicendo un

referendum analogo per la Francia. Il termometro del successo di Maastricht

diventarono dunque i sondaggi relativi a questo referendum, soprattutto per

quegli operatori finanziari che scommettevano sulla resistenza francese a un

riallineamento dello SME prima della consultazione decisiva.

Al contempo, in Italia si avviava una delle più gravi crisi istituzionali

della storia repubblicana, scaturita dalle terribili vicende mafiose di Capaci e

Via D’Amelio e dall’inchiesta di “Mani Pulite”: ne fu un sintomo il fatto che

alla relazione annuale del 1992 del Governatore Ciampi, l’ultima della sua

lunga militanza nell’istituto di Via Nazionale, si arrivò senza che fosse

presente un rappresentante del Governo, a causa della sua vacanza. Nella

relazione, il Governatore, coadiuvato da una simulazione economica

elaborata da Ignazio Visco, paventò la necessità di intervenire sull’economia

Page 25: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

16

nazionale con una manovra da oltre centomila miliardi e ciò a causa della

grave situazione del bilancio pubblico30; in particolare, secondo quanto

riportato da Paolo Peluffo, «l’idea da cui partivano gli economisti della Banca

d’Italia era che in quella fase vi fosse un’economia privata “drogata”[…], una

stretta ai consumi poteva essere accettabile […] se il Paese avesse risanato i

conti»31. Frattanto la situazione politica andava sempre più precipitando: per

far fronte alla grave crisi istituzionale, il parlamento uscito dalla consultazione

elettorale converse infine, dopo ben sedici scrutini, sul nome del Presidente

della Camera Oscar Luigi Scalfaro per l’incarico di Presidente della

Repubblica; anche Ciampi finì nel calderone iniziale dei possibili candidati, in

virtù della percezione condivisa dai vari schieramenti che al timone del Bel

Paese servisse una figura di spicco del mondo dell’economia che garantisse al

mondo l’immagine di un Paese stabile, tuttavia, almeno in questa occasione, a

prevalere fu infine l’opzione politica.

Nonostante l’opportunità mancata, il Governatore ebbe ugualmente

modo di partecipare attivamente alle concitate vicende istituzionali cui l’Italia

si stava affacciando: come Presidente del Consiglio fu infatti incaricato

Giuliano Amato, con cui Ciampi già aveva avuto modo di collaborare ai

tempi in cui il socialista era l’inquilino del Palazzo delle Finanze. Per ciò che

riguarda l’opinione del Governatore sullo stato dell’economia italiana, egli

riteneva che una svalutazione della lira fine a sé stessa, non coadiuvata da

significativi provvedimenti di finanza pubblica e da misure di politica dei

redditi, sarebbe stata priva di effetti reali e anzi controproducente, poiché non

avrebbe fatto altro che alimentare la spirale costi-prezzi aggravando

l’instabilità economica del Paese: il suo obiettivo era persuadere il Governo

della fondatezza della propria teoria, e Amato in questo senso rappresentava

un interlocutore più che credibile per il Governatore. La prima occasione di

poter lavorare in sinergia con l’Esecutivo si presentò in occasione dei lavori

30 Ciampi C. A., Assemblea generale ordinaria dei partecipanti – considerazioni finali, 31 maggio 1993, Roma, Banca d’Italia, estratto il 2 gennaio 2019 da: https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/interventi_governatore/integov1993/rel92_considerazioni_finali.pdf 31 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 134

Page 26: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

17

preparatori per il G7 del 3 luglio 1992, che si sarebbe tenuto a Monaco di

Baviera. Il Presidente del Consiglio converse da subito sulla posizione del

Governatore riguardo la svalutazione della lira, ritendo che una svalutazione

non appoggiata da adeguate misure di politica economica sarebbe apparsa ai

mercati, usando le parole di Peluffo, «come un segno di lassismo»32.

Al rientro dall’incontro internazionale, Amato invitò Ciampi nel

primo Consiglio dei Ministri della sua legislatura, con l’obiettivo di rendere

edotti i membri del governo circa il grave contesto economico in cui l’Italia si

muoveva. Nella circostanza, il Governatore non si limitò a spiegare la

situazione con toni drammatici, ma annunciò al Consiglio una drastica misura

che era intenzionato a prendere nell’immediato, con l’approvazione di Amato

stesso: «l’aumento del tasso di sconto di un punto e mezzo, al 13%»33.

L’importanza di questa azione, apparentemente non di grande interesse, è

denotata dal suo essere la prima misura adottata unilateralmente dal vertice di

Palazzo Koch, senza l’approvazione per decreto del Ministero del Tesoro: era

il primo effetto tangibile del “divorzio”. Iniziò con quell’iniziativa un

percorso di manovre di aggiustamento economico in collaborazione con il

Governo, che operò attraverso il prelievo forzoso dello 0,6% sui depositi

bancari e la trasformazione degli “Enti di gestione” (come Eni, Enel, IRI,

ampiamente lottizzati) in S.p.A.. L’obiettivo era quello di risanare i conti

pubblici e di tentare di rasserenare un contesto politico e sociale in

fibrillazione: Ciampi stesso, durante l’aggravarsi della crisi dovuto agli

attentati mafiosi che portarono all’uccisione di Giovanni Falcone e Paolo

Borsellino, si adoperò con diverse audizioni presso la Commissione Bilancio

nel dialogo con le forze politiche, spronando i parlamentari a profondere il

massimo sforzo possibile in quella fase storica concitata.

Un altro elemento che ebbe ripercussioni importanti fu il successo

(ancorché parziale) del Governo nella contrattazione con le parti sociali per

cercare di superare il meccanismo della “scala mobile”, legando la

predeterminazione dell’inflazione non più a detto meccanismo ma sulla base

32 Ibidem 33 Ivi, pag. 135

Page 27: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

18

di una previsione-obiettivo. Tale accordo, che fu siglato il 31 luglio, fu accolto

di buon grado dagli industriali, ma causò una forte spaccatura nei sindacati,

soprattutto nella CGIL; rispetto a questo risultato, per testimoniare

l’approvazione della Banca d’Italia per gli effetti positivi di lungo periodo che

tale accordo avrebbe comportato, Ciampi riunì il direttorio dell’istituto e il 3

agosto abbassò di mezzo punto il tasso ufficiale di sconto. L’effetto di questa

decisione non passò inosservato ai commentatori esteri, tanto che l’indomani

il quotidiano francese Le Monde mise la notizia in prima pagina34.

Nel contesto europeo, nonostante aleggiasse lo spettro di una crisi

valutaria imminente, l’opinione prevalente dei Paesi dell’area SME era di

mostrarsi attendisti circa la modifica dei tassi di cambio, almeno fino allo

svolgimento del referendum francese del 20 settembre. Per ciò che concerne

l’Italia, le preoccupazioni del Presidente della Repubblica Scalfaro trovarono

purtroppo un riscontro positivo nelle opinioni del Governatore della Banca

d’Italia, che in diversi colloqui riservati aveva osservato come ci fosse la

possibilità che oltre alla crisi valutaria potesse sopraggiungere anche una ben

più grave crisi finanziaria, che senza le adeguate contromisure avrebbe

portato il Paese al default, come del resto stava accadendo (e sarebbe in

seguito accaduto) in quegli anni a diversi Paesi dell’America Latina.

La preoccupazione del Governatore trovò di lì a poco conferme: la

situazione precipitò al crepuscolo di agosto, con la convocazione di una

riunione straordinaria a Bercy dei Governatori delle banche centrali e dei

Ministri del Tesoro dei quattro maggiori Paesi europei (Francia, Regno Unito,

Italia, Germania). L’incontro, che si tenne in gran segreto, si svolse in un

clima di grande tensione: i francesi rifiutavano ogni ipotesi di modifica del

cambio per evitare ripercussioni negative sull’imminente referendum, i

tedeschi rifiutavano l’idea di una riduzione dei tassi nel timore di una

possibile spirale inflazionistica. I rappresentanti italiani cercarono di far

comprendere agli omologhi europei la gravità della situazione, che a loro

avviso era da considerarsi come pericolosa per tutti e non solo per i Paesi con

34 Ivi, pag. 137

Page 28: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

19

la valuta più debole; per spiegare in modo efficace il contesto che si stava per

venire a creare, secondo la testimonianza di Peluffo, questa «fu la prima

occasione […] in cui Ciampi usò l’immagine degli Orazi e dei Curiazi. […] Se

un singolo Paese avesse deciso di tirarsi fuori da solo da quella crisi, senza un

riallineamento generale dello SME, l’operazione non sarebbe risultata

credibile e, […] come i Curiazi, le monete europee sarebbero state infilzate

una per volta»35. La convinzione di Ciampi e Piero Barucci (l’allora Ministro

del Tesoro) era che una svalutazione unilaterale non avrebbe calmato i

mercati, diversamente da un riallineamento condiviso; tuttavia non si

pervenne a questa conclusione e i due rappresentanti italiani tornarono in

patria con un insuccesso. L’unica piccola vittoria che Ciampi riuscì a ottenere

fu un comunicato congiunto dell’Ecofin volto a tranquillizzare i mercati,

emanato tuttavia solo dopo una telefonata diretta del Governatore al

Cancelliere dello Scacchiere, il britannico Norman Lamont, presidente di

turno in quel momento.

Al termine di agosto, in seguito a una riunione a tre fra Amato,

Ciampi e Barucci, governo e Banca d’Italia concordarono su una strategia

condivisa da adottare in difesa della lira: far salire i tassi di interesse a breve

scadenza se fosse stato necessario, in seguito alzare il tasso di sconto e infine,

solo in caso di emergenza, valutare il riallineamento. Tuttavia, la situazione

già andava precipitando: la prima asta quindicinale dei buoni del Tesoro ebbe

esiti disastrosi, e la contemporanea svalutazione del dollaro e la conseguente

quasi parità con il marco (e il conseguente innalzamento del valore della lira

nei confronti del dollaro stesso) resero il quadro generale estremamente

preoccupante. Interpellato da Scalfaro, il Governatore spiegò durante una

colazione con i presidenti delle Camere (Giovanni Spadolini e Giorgio

Napolitano) come la Banca d’Italia potesse al massimo «guadagnare qualche

giorno, ma con tre o quattro aste di Btp come quella del primo settembre, lo

Stato rischia l’insolvenza»36.

35 Ivi, pag. 138 36 Ivi, pag. 139

Page 29: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

20

Nonostante nei giorni immediatamente successivi il tasso di sconto fu

alzato al 15%, i prezzi dei Btp scesero al minimo storico (quota 90);

contemporaneamente, rendendo a tratti quasi profetica la metafora del

Governatore, sia Regno Unito che Svezia adottarono misure a difesa della

propria valuta, isolando di fatto l’Italia. Il consiglio informale dell’Ecofin, che

si tenne il 4 settembre a Bath, confermò l’impossibilità di pervenire a una

soluzione condivisa da parte dei Paesi SME, con Francia e Germania

cristallizzati sulle rispettive posizioni. L’azione di Ciampi proseguì i due giorni

successivi a Basilea durante la riunione della Banca dei Regolamenti

Internazionali: al termine delle riunioni, il 6 settembre, il Governatore

telefonò ad Amato confermandogli la totale riluttanza degli altri Paesi alla

collaborazione, invocando conseguentemente misure urgentissime di finanza

pubblica e ricevendo in risposta la garanzia da parte del Presidente del

Consiglio che entro tre giorni si sarebbero prese delle decisioni in questo

senso. Il tempo però non bastò: l’8 settembre la crisi iniziò a contagiare i

Paesi nordici, che tentarono di agire sui mercati in difesa della propria

moneta.

Il Consiglio dei Ministri italiano si raccolse in mattinata per prendere

delle misure urgenti, ma al termine della lunghissima riunione non si

pervenne a nessuna iniziativa di immediata attuazione, quanto piuttosto alla

proposta da parte del Governo di ottenere una delega triennale dal

parlamento per l’adozione di misure urgenti in ambito finanziario e valutario,

attuabili solo qualora il Governatore della Banca d’Italia avesse ritenuto

credibile l’esistenza di un grave pericolo per l’economia nazionale. L’iniziativa

non ebbe affatto l’esito sperato: la Banca d’Italia non fu entusiasta della

proposta e il Governo non riuscì a individuare la copertura politica necessaria

per l’approvazione dei provvedimenti; i mercati tornarono in fibrillazione. La

Bundesbank, di tutta risposta, contattò l’omologa italiana per concordare un

riallineamento, non essendo più intenzionata a finanziare le iniziative a

sostegno della lira; venerdì 11 settembre fu organizzato un incontro fra

Ciampi, Mario Draghi, Piero Barucci, Lamberto Dini, Francesco Alfonso e

Horst Köler (persona di fiducia del cancelliere Köhl e in seguito Presidente

Page 30: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

21

federale tedesco) e Hans Tietmeyer, vicepresidente della Bundesbank. La

riunione ebbe esiti positivi e vide la convergenza di italiani e tedeschi sulla

possibilità di operare una svalutazione della lira, stabilita al 7%, e

sull’abbassamento dei tassi in Germania. In particolare, sulle modalità di

attuazione pratica della svalutazione, si raggiunse un accordo che stabiliva

l’abbassamento del 3,5% della valutazione della lira e un innalzamento del

3,5% della valutazione del marco, in modo da dividere le responsabilità; sul

secondo punto Ciampi si impose sui rappresentanti tedeschi, richiedendo

l’anticipo della riunione del Consiglio della Bundesbank data la criticità della

situazione: inizialmente Tietmeyer si mostrò riluttante, ma dopo le pressioni

del Governatore accettò e si impegnò personalmente a far ridurre di ¼ di

punto i tassi, lasciando la possibilità di aumentare quella cifra in caso di

adesioni di altre monete al riallineamento ivi concordato. Nonostante la felice

riuscita del negoziato, dagli altri Paesi dell’Ecofin non arrivò alcun tipo di

sostegno: pur essendo invero la situazione economica e finanziaria dell’Italia

molto precaria, gli Stati parte dello SME non furono in grado di comprendere

l’entità sistemica della crisi, attribuendo erroneamente al fenomeno una

dimensione esclusivamente locale.

Nella prospettiva di ottenere un qualche effetto positivo sul mercato,

una volta verificata l’avvenuta attuazione delle manovre concordate con la

Germania, Ciampi presentò le sue dimissioni irrevocabili al Presidente della

Repubblica, in quanto questi riteneva che la sua figura fosse eccessivamente

associata dai mercati alla strenua difesa del tasso di cambio; Scalfaro rifiutò le

dimissioni, ma il Governatore restò fermo nelle sue intenzioni, sottolineando

come tale richiesta fosse stata avanzata già dal 198637. Nel frattempo, i

successi di Ciampi nell’opera di costruzione di un progetto europeo con

l’Italia come pilastro vennero riconosciute non in patria, ma all’estero: il

Ministro delle Finanze francese Sapin insignì il Governatore della Legion

d’Onore, con il grado di commendatore. La motivazione ufficiale

dell’assegnazione del titolo onorifico fu «la determinazione straordinaria nel

tenere agganciata l’Italia al progetto europeo, e nel difendere il sistema che

37 Supra, par. 1.3

Page 31: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

22

stava pericolosamente oscillando sotto i colpi dei mercati e delle incertezze

sul futuro di Maastricht»38; anche in questa circostanza, Ciampi sottolineò

come alla crisi incombente si dovesse rispondere collettivamente nello SME.

Di lì a poco la situazione precipitò: martedì 15 settembre iniziò

l’attacco degli speculatori alla sterlina, che l’indomani precipitò sui mercati

trascinando con sé la lira e la peseta. Fu disposta la convocazione d’urgenza

del Comitato monetario, ma prima che la riunione cominciasse i delegati del

Regno Unito annunciarono la recessione unilaterale dallo SME, costringendo

l’Italia a intraprendere una decisione analoga per salvaguardare la lira da

fenomeni speculativi potenzialmente ancora più devastanti; la delegazione

italiana sottolineò come la misura fosse da considerarsi come temporanea,

mentre i britannici furono fermi nel dichiararne la natura irrevocabile. Il

giorno seguente il Consiglio dei Ministri provò a tamponare le falle causate

dalle azioni degli speculatori attraverso il varo di una monumentale manovra

finanziaria da 93 mila miliardi, mentre dalla Francia giunse la notizia che tutti

gli europeisti aspettavano, che diede nuova linfa al progetto della moneta

unica: il referendum, anche se con un margine strettissimo (51,04% contro

48,96%), vedeva l’approvazione del popolo francese alla ratifica del Trattato

di Maastricht; tuttavia, nonostante il risultato favorevole delle urne, il giorno

seguente anche il franco entrò nelle mire degli speculatori, che protrassero

per oltre un anno l’attacco nei suoi confronti.

La congiuntura sembrava volgere al peggio: in occasione di un

incontro del Fondo Monetario Internazionale che si stava tenendo in quei

giorni, Sapin organizzò un colloquio bilaterale con Ciampi e Dini per esporre

ai delegati italiani la grave situazione in cui versava il franco; la situazione

mutò solo grazie a un vertice d’urgenza fra Mitterrand e Köhl con il

cancelliere tedesco che, diversamente da quanto fatto qualche mese prima nei

confronti della lira, impose la difesa a oltranza del franco di comune accordo

con l’omologo francese, chiedendo ai cittadini francesi e tedeschi sostegno

incondizionato al progetto europeo. Agli sforzi dei due statisti si unì la

38 Ivi, pag. 145

Page 32: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

23

Danimarca, che indisse un nuovo referendum su Maastricht, dando così

nuovo slancio al disegno europeo e salvando lo SME dall’atomizzazione. Se

sul fronte internazionale il vento sembrava dunque iniziare a soffiare a favore,

nei confini italiani, di contro, l’uragano di Tangentopoli stava per abbattersi

sulla classe politica, minacciando seriamente la già precaria stabilità del

Governo Amato I.

1.6 Da Palazzo Koch a Palazzo Chigi

Una volta stabilizzata (seppure a fatica) la situazione sul piano

internazionale, il problema della transizione di Maastricht e della tenuta

economica italiana andava ora affrontato su scala nazionale. Nonostante

l’esito positivo delle trattative europee, infatti, le contingenze comunitarie

avevano scatenato una forte sfiducia negli investitori nei confronti

dell’economia italiana: la conseguenza più immediata fu che le aste dei Btp e

dei Bot rimasero deserte per intere settimane. Alcuni eventi imprevisti (come

la notizia che il 29 settembre 1992 fu diffusa da alcuni giornali circa la corsa al

ritiro dei depositi bancari da parte dei risparmiatori)39 spinsero Amato a

richiedere l’immediata collaborazione di Carlo Azeglio Ciampi, che frattanto

aveva consegnato le proprie dimissioni dall’incarico alla Banca d’Italia40. Le

preghiere del premier di area socialista furono esaudite dal Governatore, che

il 30 settembre, per cercare di tamponare la falla e tranquillizzare il mercato

interno e l’opinione pubblica internazionale, inoltrò una missiva ai presidenti

delle trenta più importanti banche italiane, in cui li invitava a intraprendere

un’opera di rassicurazione per cercare di sedare il panico fra i risparmiatori.

La lettera recitava: «[…] si sono verificati […] comportamenti anomali di

risparmiatori. I timori di operazioni straordinarie sui depositi […] sono del

tutto infondati. La invito a svolgere […] una immediata e decisa opera di […]

rassicurazione sulla sua clientela»41.

39 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 149 40 Supra, par. 1.5 41 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 468

Page 33: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

24

L’obiettivo del Governatore, concordato con il Governo, era di

chiudere al più presto la parentesi di uscita italiana dallo SME, cercando in

questo senso di avviare una trattativa sinergica con i principali interlocutori

europei. Si progettarono quindi due viaggi, uno a Parigi e uno a Bonn, per

poter discutere della condizione italiana con francesi e tedeschi; il gruppo fu

costituito da Amato, Ciampi e Barucci (rispettivamente Presidente del

Consiglio, Governatore della Banca d’Italia e Ministro del Tesoro) con

l’obiettivo di incontrare prima gli omologhi di oltralpe e, successivamente, di

recarsi in Germania. La prima tappa fu la capitale francese, dove la

delegazione giunse il 9 ottobre42 per incontrare Bérégovoy, De Laroisière e

Sapin; nonostante le intenzioni del trio italiano fossero orientate verso un

rientro nello SME nel più breve lasso di tempo possibile, i tre omologhi

d’oltralpe obiettarono come l’Italia avesse ottenuto dalla svalutazione di

qualche settimana prima un (involontario?) vantaggio competitivo nei

confronti dell’economia francese43. Lo scontro verbale fu aspro: non

riuscendo a raggiungere un’intesa di massima, si rinviò ogni possibile

discussione in materia all’approvazione della successiva legge finanziaria

italiana in parlamento. Diversa fu la modalità di confronto con i tedeschi, che

avvenne il giorno successivo44: Amato e Barucci si confrontarono con gli

omologhi (Köhl e Waigel) in separata sede, mentre Ciampi raggiunse

Schleisinger direttamente dall’aeroporto alla sua abitazione. Anche in questo

doppio incontro da parte italiana si insistette sul rientro della lira nello SME e

sulla necessità di un appoggio esterno da parte della Germania, senza però

ricevere grandi rassicurazioni a riguardo. Nonostante queste delusioni, i

rappresentanti italiani non si diedero per vinti, riproponendosi di continuare a

seguire questa linea di azione; ciò che animava (e avrebbe animato per molti

anni) lo spirito battagliero di Ciampi e dei governi italiani che si sarebbero

susseguiti in quel periodo storico era la convinzione che una crescente

integrazione europea avrebbe sempre più messo al riparo l’Italia dalle crisi

finanziare che troppe volte in passato la avevano travolta45: per il

42 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 150 43 Ibidem 44 Ibidem 45 Ivi, pag. 151

Page 34: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

25

Governatore il percorso europeo andava seguito a ogni costo in funzione di

“nume tutelare” dell’interesse nazionale, e trovò negli esecutivi con cui

collaborò in varie forme sempre una valida sponda di questa convinzione.

Seguendo le considerazioni a riguardo di Paolo Peluffo, «ancora una volta, la

strada che teneva l’Europa sulla via dell’integrazione e l’interesse nazionale

era la stessa»46.

Nel frattempo, entro i confini nazionali, oltre allo spettro di

Tangentopoli anche le iniziative para-eversive di partiti antisistema come la

Lega Nord di Umberto Bossi (che invitava i “lombardi” a non comprare più

titoli di Stato47) fiaccavano la già precaria credibilità dei buoni del Tesoro; per

cercare di arginarne l’erosione della quotazione dei Btp, in concerto con il

Governo, la Banca d’Italia abbassò di mezzo punto il tasso di sconto,

ottenendo tuttavia il modesto risultato di rialzarne la quotazione di sole 3 lire.

A giudizio di Ciampi, per tutelare l’immagine italiana all’estero era necessario

un intervento pubblico che trasmettesse fiducia alla società civile europea:

decise così di concedere al Financial Times (il 12 ottobre 1992) una intervista

dai toni molto accesi. La conversazione, che La Repubblica riportò quasi per

intero in un articolo del 14 ottobre48, faceva leva su alcuni concetti

fondamentali: il monito a non utilizzare la svalutazione della moneta come

panacea di tutti i mali («la svalutazione non risolve i problemi reali»); una

ennesima rassicurazione ai risparmiatori internazionali circa la forza dei titoli

pubblici («sono fuori luogo le apprensioni per le restrizioni sui titoli

pubblici»); lo stato di salute dell’Europa. Il Governatore approfittò dello

spazio concessogli dalla prestigiosa testata britannica di settore per lanciare

alcune stoccate ai suoi omologhi europei sulla questione del mancato aiuto

all’Italia ai tempi dell’uscita della lira dallo SME, oltre che per operare alcune

considerazioni circa l’impellente necessità di concludere il percorso di

transizione verso la moneta unica: «Ciampi ricorda quei giorni con amarezza.

E di nuovo racconta i contatti serrati […] di settembre (la notte tra il 12 e il 46 Ibidem 47 Cronologia degli avvenimenti politici - Gli avvenimenti del 1992, 2 luglio 2018, Bologna, Istituto Carlo Cattaneo, estratto il 18 gennaio 2019 da: https://www.cattaneo.org/2018/02/07/gli-avvenimenti-del-1992/ 48 Polidori E., Ciampi accusa i partner CEE: «Ci avete abbandonato», 14 ottobre 1992, La Repubblica

Page 35: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

26

13), le telefonate tra lui e il collega della Bundesbank Helmut Schlesinger, per

definire i termini del riallineamento, la svalutazione italiana, la rivalutazione

tedesca. E gli sforzi (vani) per convincere gli altri partners ad entrare

nell’operazione... “Sfortunatamente […] tutto è stato limitato al rapporto di

cambio tra lira e marco provocando una riduzione solo modesta dei tassi

tedeschi. E questo ha lasciato pieno sfogo al mercato per far crescere ulteriori

attacchi speculativi contro le altre valute”. E infatti […] le monete sono

rimaste sotto scacco, vittime della speculazione. Lo SME ha vacillato;

l’Europa unita, dopo il risicato “sì” francese e le mai sopite perplessità

tedesche, è parsa […] solo un sogno. […] E Ciampi: “Bisogna stringere i

tempi dell’unione. La crisi delle monete deve fare da stimolo perché ha

chiaramente manifestato le difficoltà di mantenere condizioni ordinate per

cinque o sette anni durante l’avanzamento verso la terza fase del progetto”»49.

A chiusura dell’intervista, il Financial Times si sofferma

sull’opportunità o meno di continuare ad avere il Governatore in carica

nonostante le sue dimissioni da tempo annunciate: ciò che risulta dalle

considerazioni della testata, è un significativo attestato di stima nei confronti

di Ciampi. Elena Polidori, sempre nel suo pezzo per La Repubblica, riporta

una traduzione testuale di una larga parte dell’articolo del FT: «Ciampi ha già

superato l’età normale di pensionamento. Ha rinunciato allo stipendio […].

Sostiene di esser pronto ad andarsene quando sia necessario, consegnando

una nave in perfette condizioni. Ma è divenuto un tale simbolo di solidità

istituzionale che è difficile vedere quando si presenterà quest’occasione.

Sarebbe sorprendente se non restasse in carica il prossimo anno, quando la

Banca celebrerà il proprio centenario»50.

La questione delle dimissioni di Ciampi fu affrontata invero da parte

del Governo51 la settimana precedente a questa intervista. Il Governatore

uscente fu infatti contattato da Amato stesso mentre si trovava in

villeggiatura per discutere della sua uscita e di un futuro incarico politico: il

49 Ibidem 50 Ibidem 51 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 151

Page 36: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

27

Presidente del Consiglio lo voleva come suo vice per dare un maggiore

credito al percorso di transizione europea52. Inizialmente Ciampi si mostrò

riluttante alla proposta, ma rimandò in un secondo momento l’accettazione di

questo eventuale nuovo incarico a un periodo successivo alle proprie

dimissioni dalla Banca d’Italia. Tuttavia, non ci fu il tempo per pensare a un

incarico di “secondo piano”, perché la crisi istituzionale che si sarebbe di lì a

poco riversata sulla politica italiana, a partire dall’arresto di Mario Chiesa il 17

febbraio 1992, avrebbe decisamente sparigliato le carte del Governatore

uscente.

Per dare sufficientemente la cifra delle motivazioni e del contesto

storico-economico che portarono alla fine del primo Governo Amato,

avvenuta il 28 aprile 1993, è opportuno operare una digressione analizzando

gli eventi di politica interna relativi ai primi mesi del 1992. Carlo Azeglio

Ciampi ha utilizzato nei suoi diari personali (oggi disponibili per la

consultazione presso il Quirinale e riportati diffusamente nel libro “Contro

scettici e disfattisti – Gli anni di Ciampi, 1992-2006”, scritto dallo storico

Umberto Gentiloni Silveri ed edito nel 2013 da Laterza) il termine

“frattura”53, non a caso, per descrivere la delicata fase di transizione che in

quel biennio lo vide (suo malgrado) protagonista. Il sentore che qualcosa

stesse cambiando nel quadro politico-istituzionale era arrivato al Governatore

già nei primi mesi del 1992, quando in seguito a un colloquio privato con

Napolitano annotava sul suo diario personale: «[…] rinnovo le mie consuete

posizioni in merito […] all’Italia nell’Europa […]; il Governo che uscirà dal

nuovo parlamento dovrà adottare una politica economica d’urto»54; pur

riconoscendo la necessità di una linea di indirizzo politico severa sul settore

economico Ciampi si rivela scettico circa l’ingresso di tecnici (e dunque di sé

stesso) in politica, ritenendo che sia compito (ma soprattutto responsabilità)

degli eletti operare riforme55. Coerentemente con il suo proposito di

prendersi un periodo di riposo dagli incarichi pubblici e con la sua sempre 52 Ibidem 53 Gentiloni Silveri U., Contro scettici e disfattisti – Gli anni di Ciampi 1992-2006, 2013, Roma/Bari, Gius. Laterza e figli, pag. 5 54 Ciampi C. A., Diario, 9 gennaio 1992 55 Ivi, 5 maggio 1992

Page 37: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

28

orgogliosamente rivendicata estraneità alla politica, il Governatore uscente

scelse di respingere tutte le proposte di candidatura politica giuntegli56; le

urne, pur rinnovando la fiducia alle formazioni partitiche di governo, ne

sancirono una significativa perdita del consenso in termini di seggi. Nelle

turbolente fasi che seguirono, mentre a scandire le votazioni era l’uccisione a

Capaci di Giovanni Falcone per mano della mafia, Oscar Luigi Scalfaro venne

eletto il 25 maggio Presidente della Repubblica al sedicesimo scrutinio e

pochi giorni dopo, il 28 giugno, il Governo Amato I giurò al Quirinale. In

quei mesi frenetici, come ampiamente menzionato57, Ciampi si prodigò con

l’Esecutivo per cercare di difendere la lira e l’economia nazionale dalle

intemperanze dei mercati esteri; anche il Presidente della Repubblica,

compresa la gravità del contesto economico internazionale, richiese la

consulenza del Governatore: in una colazione a quattro del 2 settembre con i

presidenti di Camera e Senato Ciampi si pronunciò in questi termini sulla

crisi: «[…] Lo Stato può trovarsi a ottobre in una situazione di insolvenza

[…]; la Banca sta tamponando ma la sua azione può guadagnare solo pochi

giorni. Vi è rischio di un caso Italia analogo a quello del Messico 1982. In

caso di crisi per la lira, c’è la via della svalutazione, ma non c’è via di scampo a

una crisi del debito pubblico»58.

Nel periodo che intercorse fra settembre 1992 e gennaio 1993 i

consigli del Governatore sulla politica economica da intraprendere nei

confronti dei mercati internazionali sembrarono essere recepiti dal Governo

Amato I; tuttavia, l’insistenza da parte del Quirinale e del Governo circa la

necessità di un ritiro delle dimissioni da parte di Ciampi irritarono il

Governatore, determinato nel suo intento di uscire da Palazzo Koch59 quanto

prima. La crisi di governo si aprì ufficialmente il 5 marzo 1993 in seguito alla

proposta di un decreto legge inerente la depenalizzazione del finanziamento

illecito ai partiti, percepita come un «colpo di spugna»60 dall’opinione pubblica

56 Ivi, 16 gennaio 1992 57 Supra, pagg. 13-25 58 Ciampi C. A., Diario, 2 settembre 1992 59 Ivi, 18 dicembre 1992 60 Gentiloni Silveri U., Contro scettici e disfattisti – Gli anni di Ciampi 1992-2006, 2013, Roma/Bari, Gius. Laterza e figli, pag. 17

Page 38: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

29

italiana e pertanto non firmato dal Presidente della Repubblica; a quel punto

si fece strada in Ciampi la fondata percezione che la possibilità che Scalfaro si

rivolgesse a lui per il ruolo di Presidente del Consiglio. Sul suo diario

personale, il 7 aprile egli annota: «Vi è il rischio di una crisi finanziaria più

grave di quella del settembre-ottobre 199261 in quanto allora vi era un

governo e una politica. Scalfaro ne è consapevole. […] O politico con tecnici

o Ciampi dopo soluzione in Banca d’Italia»62.

La spallata definitiva al già precario equilibrio sul quale ormai si

reggeva il Governo Amato I la diede il risultato del referendum del 18 e 19

aprile 1993 (promosso da Mariotto Segni), che sancì la modifica in senso

maggioritario della legge elettorale che per oltre quarant’anni era stata di tipo

proporzionale: il Presidente del Consiglio rassegnò le dimissioni al Quirinale

il 22 aprile. Nonostante la speranza di Amato di riottenere l’incarico per

proseguire il percorso di politica economica già tracciato nel suo breve

percorso di governo, la Presidenza della Repubblica si indirizzò su due nomi

in particolare: Mariotto Segni, in auge grazie alla sua incessante opera di

perorazione del referendum sul sistema elettorale, e Romano Prodi,

economista di fama internazionale di area politica contigua ad Amato; tuttavia

i due si rivelarono non interessati all’incarico. Considerata la grave

contingenza economico-finanziaria internazionale che l’Italia si trovava ad

attraversare, Scalfaro pensò di rivolgere le proprie speranze verso il

Governatore Ciampi, un uomo che in quel momento godeva di grande

prestigio e considerazione sulla scena politica europea e italiana e che ispirava

grande credibilità e fiducia ai mercati: nel futuro inquilino del Quirinale,

secondo il giudizio di Scalfaro, risiedevano tutte le caratteristiche idonee a

tutelare l’interesse nazionale in quella concitata fase storica.

Nonostante l’iniziale riluttanza, testimoniata da alcune pagine del

diario personale in cui vengono riportati i colloqui telefonici avvenuti con

61 Supra, pagg. 22-26 62 Ciampi C. A., Diario, 7 aprile 1993

Page 39: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

30

Scalfaro nell’ultima settimana di aprile63, il 26 di quel mese Ciampi interruppe

l’ormai consueto lavoro di scrittura delle “Considerazioni finali del

Governatore della Banca d’Italia”64 e lasciò per l’ultima volta la sede

dell’istituto di via Nazionale per recarsi nella residenza privata del Presidente

della Repubblica (sull’Aurelia)65: alla presenza di Gaetano Gifuni e di Giuliano

Amato, Ciampi accettò l’incarico, mantenendo in ogni caso dubbi circa il suo

status di “tecnico non politico” e sulla tenuta di un parlamento gettato ormai

nel caos da quei giorni frenetici. Al termine di un lungo e laborioso processo

di consultazioni con i partiti (che portò il Partito Democratico della Sinistra

ad accettare la partecipazione all’esecutivo con tre dicasteri salvo poi ritirarne

i ministri pochi giorni dopo il giuramento) il Governo Ciampi giurò al

Quirinale il 29 aprile 1993: fu il cinquantesimo esecutivo della storia della

Repubblica Italiana nonché l’autentico spartiacque fra le cosiddette “prima” e

“seconda” repubblica.

63 Ivi, 25 aprile 1993 64 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 157 65 Gentiloni Silveri U., Contro scettici e disfattisti – Gli anni di Ciampi 1992-2006, 2013, Roma/Bari, Gius. Laterza e figli, pag. 21

Page 40: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

31

Capitolo II

Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e

l’incarico al Ministero del Tesoro

2.1 L’azione di governo in politica interna e il “protocollo”

con le parti sociali

Il discorso di insediamento di Ciampi, pronunciato il 6 maggio 1993 e

riportato fedelmente nel suo diario personale66, conteneva in nuce tutti gli

obiettivi di respiro nazionale e internazionale che quel Governo atipico si

apprestava a intraprendere. Il Presidente, per cercare di stabilizzare il sistema

Italia e dare un’impronta europeista alla sua azione, sottolineò fin dal suo

primo intervento a Montecitorio la volontà di ridurre il debito pubblico

attraverso gli interventi sul mercato, cercando di evitare di agire con manovre

impopolari e gravose come il prelievo forzoso sui risparmi; se riguardo la

sfera della politica nazionale il capo del Governo insistette molto sulla

necessità di assecondare il popolo italiano nella sua forte richiesta di

cambiamento, per ciò che concerne l’indirizzo di governo in politica estera

Ciampi evidenziò l’importanza di mantenere salde le storiche alleanze in cui

l’Italia era partecipe e di rafforzare con vigore la «costruzione dell’Unità

Europea»67 di cui egli stesso, in veste di Governatore, era sempre stato attore

coprotagonista.

Archiviata la lunga e sofferta fase di successione alla Banca d’Italia

con la nomina il 5 maggio di Antonio Fazio in suo luogo68, Ciampi poté

dedicarsi totalmente al suo nuovo incarico di responsabilità. La prima

emergenza che nell’immediato fu affrontata dal Governo Ciampi fu quella

66 Ciampi C. A., Diario, 6 maggio 1993 67 Ibidem 68 Signoretti F. M., Un cattolico mite col culto per la moneta, 6 maggio 1993, La Repubblica

Page 41: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

32

scaturita dalla decisione dell’agenzia di rating Moody’s, sempre il 5 maggio, di

avviare la procedura per declassare (per la terza volta in un anno) la

valutazione dell’Italia come emittente sovrano di valuta, il tutto il giorno

prima delle dichiarazioni programmatiche del nuovo Governo; l’indomani

anche Standard&Poor’s mise sotto osservazione l’Italia, ma un analista di

quest’ultima, come riportato dalla giornalista Elena Polidori su Repubblica, si

pronunciò negativamente circa l’eventualità di un imminente declassamento

italiano da parte dell’agenzia americana69. Per tutelare l’economia italiana da

eventuali manovre speculative internazionali, sentiti il Ministero del Tesoro e

la Banca d’Italia, Ciampi decise di diramare una nota informale per

condannare tale azione, che appariva come apertamente ostile non solo nei

confronti dello Stato italiano, ma anche dei risparmiatori nazionali.

Per ciò che riguarda le politiche sociali, all’indomani della manovra

finanziaria del 21 maggio (con cui si operò una sostanziosa correzione del

deficit) Ciampi dedicò la sua attenzione al raggiungimento di un accordo

negoziale con le parti sociali per il costo del lavoro. Era una misura che già il

Governo Amato aveva tentato di intraprendere, con l’appoggio convinto

dell’allora Governatore, un anno prima, con l’accordo di base del 31 luglio

199270, ma la successiva crisi politico-istituzionale che aveva travolto

l’esecutivo aveva spento la possibilità di proseguire su quel percorso sul

nascere. Nonostante i duri colpi che gli ordigni di matrice mafiosa esplosi a

Firenze, Roma e Milano infersero alla tenuta dell’esecutivo, il Governo

Ciampi rispose con fermezza agli attacchi, scegliendo di continuare con

decisione la via dell’accordo con le parti sociali. È significativa in questo

senso la scelta del Presidente di fare leva sulla prospettiva internazionale

dell’Italia per persuadere le parti a trovare un punto di incontro: in una

riunione nella Sala Verde di Palazzo Chigi del 25 Maggio, secondo la

testimonianza di Peluffo, «Ciampi fece un appello appassionato alla

responsabilità, […] sulla necessità dell’integrazione europea, sulla base del

Trattato di Maastricht. Per fare questo, l’Italia doveva esserci e pesare.

69 Polidori E., Moody’s fa lo sgambetto a Ciampi, 6 maggio 1993, La Repubblica 70 Supra, pag. 17

Page 42: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

33

Altrimenti avremmo avuto un’Europa darwiniana, dove il più forte

prevaleva»71; riferendosi ai sindacati e agli industriali che avevano reso

possibile l’accordo del 1992, fece loro un plauso perché a suo giudizio

avevano tutelato gli interessi internazionali del Paese. L’obiettivo di Ciampi

era di arrivare al Consiglio Europeo di Copenaghen (21-22 giugno 1993, dove

si sarebbero stabiliti i “criteri di Copenaghen”72) con l’accordo con le parti

sociali raggiunto, in modo da poter esprimere la posizione italiana circa le

strategie per arginare i fenomeni recessivi con maggiore vigore e fermezza;

tuttavia, la trattativa si concluse in leggero ritardo rispetto gli auspici del

Presidente (precisamente il 26 luglio) a causa dei rallentamenti scaturiti dai

sopra menzionati attentati dinamitardi e dalle inevitabili tensioni fra

industriali e sindacati che un accordo di simile portata aveva acceso. Il

principale merito di questo risultato, raggiunto dopo laboriose e serrate

trattative73 mediate da figure di spicco del panorama lavorativo, economico e

industriale nazionale come Gianni Agnelli, Carlo De Benedetti, Franco

Modigliani e Sergio Antonio D’Antoni74, fu quello di porre le basi per poter

abbandonare del tutto la politica inflazionistica che aveva da sempre

tratteggiato la strategia economica dei governi italiani, pensionando

definitivamente meccanismi atavici come la “scala mobile”; riguardo questo

traguardo, l’Esecutivo, all’interno dell’introduzione al “Protocollo sulla

politica dei redditi e dell’occupazione, sugli assetti contrattuali, sulle politiche

del lavoro e del sostegno al sistema produttivo” (questo il nome completo

dell’accordo), si pronunciò in questi termini: «il Governo, d’intesa con le parti

sociali, opererà […] all’ottenimento di un tasso di inflazione allineato alla

media dei Paesi comunitari economicamente più virtuosi; […] alla riduzione

del debito e del deficit dello Stato e alla stabilità valutaria. L’attuale fase

d’inserimento nell’Unione Europea sottolinea la centralità degli obiettivi

indicati […] attraverso il rafforzamento dell’efficienza e della competitività

delle imprese, con particolare riferimento ai settori non esposti alla

71 Ivi, pag. 165 72 Guerrieri P., Copenaghen, criteri di - Dizionario di Economia e Finanza, 2012, Roma, Treccani, estratto il 20 gennaio 2018 da: http://www.treccani.it/enciclopedia/criteri-di-copenaghen_%28Dizionario-di-Economia-e-Finanza%29/ 73 Ciampi C. A., Un metodo per governare, 1996, Bologna, Società editrice Il Mulino, pagg. 18-24 74 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri, pag. 171

Page 43: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

34

concorrenza internazionale […]. Le parti ritengono che azioni coerenti di

politica di bilancio e di politica dei redditi, quali quelle sopra indicate,

concorreranno ad allineare il costo del denaro in Italia con quello del resto

d’Europa»75. Ciampi stesso, nella dichiarazione pubblica che seguì di qualche

ora la firma, sottolineò: «Abbiamo insieme posto un punto fermo, centrale,

che offre una nuova moderna cornice istituzionale per i rapporti tra le parti

sociali. Ma l’accordo è importante anche al di là dei suoi contenuti specifici

[…]. È un’intesa che consente di guardare al futuro con più serenità, che

accresce la credibilità del Paese. Più in particolare l’accordo sul costo del

lavoro è il fondamento della politica economica del governo: dà fiducia ai

mercati, offre certezze agli investitori, favorisce il processo di riduzione dei

tassi di interesse. Ora possiamo abbattere l’inflazione al livello dei paesi

europei più virtuosi: già per la fine dell’anno prossimo proponiamo un

traguardo del 2,5%. In questo modo si ridà competitività all’industria italiana,

si creano le condizioni per combattere la disoccupazione. L’Italia, se sapremo

bene operare, è il Paese che può essere tra i primi ad uscire dalla fase

recessiva […]. Ve ne ringrazio»76. Pur lavorando apparentemente sul fronte

interno, risulta evidente come anche in questa storica iniziativa per

l’economia e la politica sociale nazionale lo sguardo del Presidente fosse

sempre rivolto all’orizzonte italiano in Europa.

2.2 Gli incontri europei e il “check-point Pasta”

La prima azione di politica estera che Ciampi intraprese come capo

del Governo fu la richiesta di un colloquio formale con il Segretario di Stato

statunitense, Warren Christopher: egli aveva appreso che l’americano aveva

organizzato un viaggio europeo di visite istituzionali per il 7 e l’8 maggio

presso Parigi e Bonn, ma non aveva in programma nessuna sosta in Italia;

75 Protocollo sulla politica dei redditi e dell’occupazione, sugli assetti contrattuali, sulle politiche del lavoro e del sostegno al sistema produttivo, estratto il 24 gennaio 2019 da: http://olympus.uniurb.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2072:protocollo-sulla-politica-dei-redditi-e-delloccupazione-23-luglio-1993&catid=55:1993&Itemid=61#Verbale_di_intesa 76 Gentiloni Silveri U., Contro scettici e disfattisti – Gli anni di Ciampi 1992-2006, 2013, Roma/Bari, Gius. Laterza e figli, pagg. 32-33

Page 44: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

35

questo per Ciampi era inaccettabile vista la determinante partecipazione

italiana alle missioni NATO dell’imperante crisi bosniaca, oltre all’ormai

prolungato impegno dei soldati italiani nel contingente di pace dell’ONU a

Mogadiscio. Il Presidente si mise dunque in contatto con il Presidente degli

Stati Uniti, Bill Clinton, con il quale conversò assistito da un interprete: gli

argomenti toccati furono molteplici, dagli auguri di insediamento da parte del

Presidente americano alla richiesta dell’omologo italiano di inviare al più

presto il nuovo ambasciatore a Roma (in quel momento la sede era vacante)

per restituire all’Italia un interlocutore diretto e autorevole con la potenza

statunitense77; nelle fasi conclusive della conversazione, Ciampi espresse il

disappunto del governo italiano circa la scarsa considerazione di cui il

contingente nazionale godeva all’interno delle posizioni di comando delle

missioni NATO e ONU, richiedendo inoltre spiegazioni circa la mancata

sosta italiana del Segretario di Stato. La risposta della Casa Bianca non si fece

attendere: poche ore dopo una nota del Dipartimento di Stato comunicò al

Ministero degli Affari Esteri l’intenzione di Warren Christopher di visitare

l’Italia il 7 maggio e di organizzare una conferenza congiunta con l’omologo

italiano (Andreatta) e il Presidente Ciampi stesso78. L’incontro, secondo

quanto riporta l’allora capo ufficio stampa di Palazzo Chigi, Paolo Peluffo,

riguardò la strategia da seguire nella crisi bosniaca e «l’atteggiamento della

Russia […], lo sforzo che poteva fare per spingere i serbi a un atteggiamento

più collaborativo»79. Nell’ambito della crisi balcanica, Ciampi ricevette in

seguito (l’11 giugno80) la visita del Presidente bosniaco Alja Izetbegović,

accompagnato da una delegazione variopinta; egli chiese allo Stato italiano di

non imporre un blocco alla vendita di armi nei confronti della Bosnia-

Erzegovina per non creare uno svantaggio tattico al suo contingente, già

fortemente fiaccato dal conflitto balcanico. Ciampi, evitando accuratamente

di pronunciarsi in merito all’embargo, sottolineò la necessità di riprendere la

77 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pagg. 162-163 78 Ciampi C. A., Un metodo per governare, 1996, Bologna, Il Mulino, pag. 64 79 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 163 80 Ibidem

Page 45: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

36

strada di risoluzione politica e pacifica del conflitto, garantendo il sostegno

diretto dell’Italia qualora si fosse proceduto in quella direzione81.

Nei giorni successivi alla visita del Segretario di Stato americano, più

precisamente fra 13 e 17 maggio, Ciampi ebbe modo di conversare con il

Primo Ministro francese Balladur e con il Cancelliere tedesco Köhl. Nella

telefonata con il collega d’oltralpe si discusse dell’auspicio di una pronta

ripresa dei lavori negoziali dell’Uruguay Round e delle rinnovate turbolenze

dello SME82, mentre con l’omologo teutonico ebbe modo di porre le basi per

una visita diplomatica a Bonn e di discutere circa i rischi per la tenuta del

progetto di Maastricht dovuti al secondo referendum danese sul Trattato83.

Queste telefonate diedero la sensazione al Presidente del Consiglio che fosse

necessario un intervento deciso e pronto sull’economia nazionale per poter

difendere al meglio l’interesse nazionale nei confronti delle storiche

perplessità degli alleati europei e delle ataviche intemperanze dei mercati; in

questo senso sarebbe tornato utile il rapido conseguimento dell’accordo con

le parti sociali, che occorse come già menzionato il 26 luglio84. La visita di

Stato in Germania avvenne il 15 giugno85: ad accogliere Ciampi fu il

Presidente Federale Ernst von Weizsäcker, che espresse grande sollievo circa

la volontà dell’ex Governatore di essersi assunto il gravoso onere di guidare

l’Italia in una fase così delicata. Nonostante la cordialità dei toni e le lusinghe

del Presidente Federale, che dimostrava di vedere nel collega italiano una

figura di garanzia della serietà nazionale nei confronti delle potenze europee,

Ciampi percepì come siffatte affermazioni nascondessero in realtà la

percezione negativa dei colleghi continentali circa il futuro del Paese.

L’incontro con Köhl, che avvenne alla presenza di un interprete, fu occasione

per il Presidente del Consiglio di confrontarsi con il cancelliere sulle rispettive

visioni dell’Europa: secondo la testimonianza di Peluffo, Ciampi disse in

merito che «l’Europa è destinata a integrarsi in ogni caso. Ci stiamo già

integrando. Ma se non lo faremo istituzionalmente, attraverso accordi, 81 Ibidem 82 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 164 83 Ibidem 84 Supra, pagg. 30-32 85 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 167

Page 46: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

37

trattati, organismi comuni, allora l’Europa si integrerà in modo disordinato,

sulla base di forze casuali, magari attorno all’egemonia della Germania, ma

senza pesi e contrappesi. Questa non è la maniera giusta. Prima o poi questo

processo creerà risentimenti, reazioni. Nessuno ci assicura che non

riappaiano, a un certo punto del futuro, i fantasmi degli anni Venti e

Trenta»86; Köhl si mostrò pienamente concorde rispetto a siffatte

affermazioni. La restante parte del colloquio verse su questioni economiche e

di rassicurazione dell’alleato tedesco da parte di Ciampi, che gli illustrò il suo

programma di accordo sul costo del lavoro; il cancelliere fu talmente

entusiasta del progetto dell’omologo italiano che lo esortò, in caso di

successo, a intervenire al Bundestag «per spiegarlo ai parlamentari tedeschi»87

e a «venire in Germania per farne uno uguale»88.

Qualche mese dopo, il 3 luglio, contestualmente alla conclusione dei

lavori del già citato “Protocollo”89, Ciampi si trovò ad affrontare le

conseguenze del primo scontro di carattere militare dai tempi della seconda

guerra mondiale che coinvolgesse un contingente italiano: la “Battaglia del

Pastificio”90 o di “check-point Pasta”, che vide scontrarsi il contingente di

peace keeping italiano con le truppe ribelli dell’Alleanza Nazionale Somala. I

miliziani ribelli organizzarono un’imboscata ai reparti italiani vicino a un

pastificio abbandonato della Barilla, a Mogadiscio; i soldati della Folgore,

stretti in una morsa e circondati dal fuoco nemico, reagirono come poterono

e richiesero anche l’aiuto del contingente statunitense, ma al termine dello

scontro a fuoco (che durò diverse ore) vi furono tre caduti: il sergente

maggiore Stefano Paolicchi, il sottotenente Andrea Millevoi e il parà Pasquale

Baccaro. Ciampi, nonappena ebbe concluso l’accordo con le parti sociali (che

verrà formalizzato come detto il 26 luglio), andò ad accogliere le salme

all’aeroporto di Ciampino; i funerali si tennero due giorni dopo ed ebbero

86 Ivi, pagg. 167-168 87 Ibidem 88 Ciampi C. A., Diario, 15 giugno 1993 89 Supra, Pagg. 30-32 90 Nigro V., Somalia, la battaglia al check-point Pasta. Il racconto del generale Loi vent’anni dopo, 5 luglio 2013, La Repubblica, estratto il 24 gennaio 2019 da: https://www.repubblica.it/esteri/2013/07/05/news/somalia_anniversario_battaglia_check-point_pasta-62413996/

Page 47: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

38

grande partecipazione popolare91. L’episodio scatenò grandi tumulti in

parlamento, dove i partiti si divisero come di consueto fra interventisti e

pacifisti: il punto centrale del dibattito politico a riguardo fu la necessità,

secondo numerose forze politiche, di superare definitivamente il concetto di

peace keeping per passare a un meno militarmente impegnativo peace enforcing

(all’epoca non ancora adottato in seno alle Nazioni Unite); inizialmente la

reazione del Governo fu affidata a una nota informale che recitava: «Si tratta

di una missione umanitaria e di pacificazione. L’Italia è intenzionata a

mantenere la natura originaria di quella missione»92; fece seguito poco dopo

una nota della Presidenza del Consiglio, in cui si affermava l’intenzione di

riportare al più presto la missione sui binari della trattativa diplomatica e

politica93.

2.3 Le tensioni con gli Stati Uniti al G7 di Tokyo

Nell’ottica di valorizzare le eccellenze italiane agli occhi delle più

grandi potenze mondiali e di migliorare l’immagine internazionale del Bel

Paese, il 6 luglio Ciampi (contro il parere dello staff del MAECI) indicò come

sede del G7 del 1994 (a presidenza italiana) la città di Napoli. La scelta, che

oggi probabilmente non desterebbe eccessivo clamore, ebbe per l’epoca una

rilevanza notevole: va ricordato in merito come il Comune di Napoli fosse in

quel momento commissariato e ci fosse un fenomeno estremamente

endemico di disoccupazione che creava una fortissima tensione sociale; l’idea

del Presidente fu quella di rendere Napoli un volano per lo sviluppo di tutto il

Paese, cosa che a suo avviso sarebbe di certo avvenuta se la città partenopea

avesse sfruttato a dovere l’opportunità fornitale94. Ciampi inviò a tale scopo

Leonardo Visconti (consigliere diplomatico della Presidenza del Consiglio e

capo del cerimoniale diplomatico della Repubblica nel crepuscolo del suo

settennato) a fare un sopralluogo sui luoghi prescelti per vertice e alloggio dei

91 Mafai M., E l’Italia scopre che soldato è bello, 6 luglio 1993, La Repubblica 92 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 173 93 Ibidem 94 Ibidem

Page 48: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

39

capi di Stato, rispettivamente il Palazzo Reale e il lungomare di Castel

dell’Ovo: l’esito della ricognizione fu favorevole e la scelta venne resa

definitiva. In merito a questa vicenda, Ciampi ebbe a dire: «La mia decisione,

d’impulso, fu convinta, politica. Scegliendo una “capitale del Sud” intesi

richiamare l’attenzione internazionale sui problemi del Mediterraneo, rilevanti

per il mondo intero […]; sul ruolo che l’Italia è naturalmente chiamata a

svolgere in quell’area»95.

Il 7 luglio la delegazione italiana partì alla volta di Tokyo, dove si

sarebbe tenuto il G7 a presidenza giapponese. A capo della delegazione erano

Carlo Azeglio Ciampi, Beniamino Andreatta e Piero Barucci; nella

circostanza, Ciampi annunciò pubblicamente la sua intenzione di organizzare

il G7 successivo a Napoli, suscitando curiosità e stupore fra le altre

delegazioni presenti. Parallelamente alla conferenza multilaterale, fu

organizzato un vertice bilaterale con il Presidente Clinton: con l’occasione,

Ciampi chiese al collega d’oltreoceano di guardare con occhio favorevole il

nascente processo di integrazione europea che, a suo giudizio, avrebbe

«contribuito alla semplificazione del sistema monetario mondiale e

all’imminente apertura dei commerci internazionali»96; altro punto focale del

vertice fu la situazione del contingente internazionale in Somalia, che secondo

il parere del comando italiano era assolutamente caotica e confusa: Ciampi

tornò a chiedere con fermezza la partecipazione dell’Italia alla catena di

comando, ritenendo incomprensibile il protrarsi dell’assenza di rappresentanti

nazionali in relazione alla massiccia presenza di militari italiani nel

contingente internazionale. La soluzione proposta dal Presidente italiano alla

questione somala era quella di riportare la missione di pace sui binari del

dialogo, fermando il deragliamento conflittuale che stava sempre più

caratterizzando le azioni dei peace keepers, proponendo di lanciare a tale scopo

un appello al disarmo97. L’incontro si concluse con una conferenza stampa,

occasione nella quale Clinton invitò formalmente Ciampi alla Casa Bianca per

il settembre successivo; tuttavia, la turbolenta situazione a Mogadiscio

95 Ciampi C. A., Un metodo per governare, 1996, Bologna, Il Mulino, pagg. 64-65 96 Ivi, pag. 174 97 (n. d.), Ciampi: «Va riconsiderata la missione in Somalia», 7 luglio 1993, Il Messaggero

Page 49: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

40

costrinse i due leader a prolungare il loro incontro: Scalfaro telefonò da Roma

alla delegazione italiana, informando il Presidente del Consiglio che il

contingente statunitense pretendeva una risposta italiana all’attacco subito al

check-point Pasta e una riconquista dello stesso. Ciampi e Andreatta si

incontrarono nuovamente con Clinton e Christopher, minacciando gli

americani di disubbidire all’ordine se non si fosse risolta la situazione per altre

vie; i due americani acconsentirono e, attraverso intensi negoziati presso le

Nazioni Unite, la situazione venne risolta pacificamente qualche giorno dopo

e gli italiani riacquistarono senza combattere la postazione perduta, trattando

direttamente con i ribelli98. Tuttavia, i contrasti continuarono anche con gli

altri alleati delle Nazioni Unite, in quanto la strategia dell’Esecutivo

propendeva più verso la via dei negoziati mentre il contingente dei Caschi Blu

a trazione statunitense era più incline a intraprendere azioni di carattere

bellico; dello stesso avviso era anche il Segretario Generale ONU Kofi

Annan, che aveva minacciato a riguardo l’Italia senza troppi giri di parole in

una conferenza stampa convocata il 13 luglio99.

Nel prosieguo della conferenza istituzionalizzata furono approfondite

molte altre questioni, fra le quali la situazione sempre più frammentaria

dell’ex Jugoslavia e l’incertezza diplomatica nutrita dai G7 verso la Russia, che

tuttavia negli ultimi anni peraltro aveva operato un graduale e costante

avvicinamento allo status di full member del vertice delle grandi potenze

mondiali. Nell’ottica di una maggiore integrazione europea, Ciampi e

Andreatta, d’intesa con le potenze francesi e tedesche, spinsero molto nei

negoziati con la Russia affinché si desse un seguito al progetto “Partnership

for Peace”, con l’intenzione di rendere ancora più europea la NATO (e

contemporaneamente di gestire con più efficacia il teatro di guerra balcanico,

specie dopo il “cessate il fuoco”) preparando il terreno per l’ammissione delle

ex repubbliche socialiste dell’Est Europa: il piano di collaborazione pensato

98 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 175 99 Ivi, pag. 176

Page 50: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

41

in questa sede venne in seguito approvato al vertice dell’Alleanza Atlantica

del 1 gennaio 1994 a Bruxelles100.

100 Ivi, pag. 177

Page 51: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

42

2.4 La nuova crisi dello SME, le teorie monetarie di

Ciampi e il viaggio a Washington

Nel periodo immediatamente successivo agli attacchi mafiosi di

Milano e Roma si verificò una nuova crisi del Sistema Monetario Europeo,

con il franco che finì per l’ennesima volta sotto attacco speculativo. Éduard

Balladur, Presidente del Consiglio francese, chiese e ottenne un incontro con

l’omologo italiano, che avvenne il 30 luglio101. Nella circostanza, le pressioni

di Ciampi (che rimproverò Balladur di non aver ascoltato la sua “profezia dei

Curiazi” dell’anno precedente102) si indirizzarono verso il proposito di mutare

il meccanismo dello SME, riadattandolo in modo tale da predisporre la

transizione europea verso la moneta unica. Tale visione fu riaffermata in una

lettera che il Presidente inoltrò alla Commissione Delors e ai componenti del

Consiglio Europeo: «Ho lungamente riflettuto sulle recenti vicende che

hanno seriamente inciso sugli equilibri in seno al Sistema Monetario

Europeo. […] il difficile momento […] dovrebbe indurre tutti coloro che

credono in una Europa più unita ad intensificare gli sforzi per superare le […]

difficoltà. […] Da tempo […] il Sistema Monetario Europeo presenta molte

debolezze. Un suo rafforzamento appare necessario. […] Le parità fra le

monete vanno determinate di comune accordo; periodicamente, occorre

riesaminarle e valutare se debba intervenire un’intesa per modificarle; la

responsabilità per la difesa delle parità concordate deve essere congiunta.

Solo così potrà modificarsi la logica di “sistema”, che non permetta di

attaccare le varie monete una alla volta»103.

Il 17 settembre la delegazione italiana si recò a Washington per la

visita diplomatica alla Casa Bianca. Al suo arrivo, il 16 settembre, prima di

una serata di gala organizzata presso l’ambasciata italiana per l’occasione, il

Presidente fu accolto da una lettera piena di allarmismo e preoccupazione a

firma dei corrispondenti italiani negli Stati Uniti, alla quale Ciampi rispose

101 Ciampi C. A., Diario, 30 luglio 1993 102 Supra, pag. 18 103 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 475

Page 52: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

43

spiegando il suo “metodo di governo”, basato sul restaurare lo spirito della

Costituzione e riportare partiti e Istituzioni al loro luogo naturale, nelle

«posizioni dovute: […] la Costituzione assegna ruoli distinti al Governo, al

Parlamento e ai partiti, ma questi ultimi avevano stravolto il sistema a proprio

vantaggio, esautorandone […] il Governo e, quando potevano, […] persino il

Parlamento»104. È inoltre interessante notare come, secondo il giudizio dell’ex

direttore de La Stampa Gaetano Scardocchia, fosse mutata la percezione

giornalistica del rapporto fra Italia e Stati Uniti: «la crisi somala aveva […]

dato l’impressione che il ruolo dell’Italia come “ancella” degli Stati Uniti era

un’immagine ormai legata al passato»105. L’indomani il Presidente Clinton

accolse l’omologo italiano con una nutrita delegazione, con il Governo quasi

al completo: l’iniziativa statunitense fu incentrata principalmente

sull’obiettivo americano di perseguire la liberalizzazione del commercio

internazionale, con particolare attenzione verso l’Asia e il Pacifico; Ciampi di

contro propugnò con il solito vigore la causa dell’integrazione europea e della

moneta unica, cui Clinton riservò particolare attenzione nonostante il diffuso

scetticismo dell’opinione pubblica del suo Paese a riguardo. Secondo il

Presidente, che vedeva la prospettiva di un’Unione Europea come proiezione

di maggior prestigio e considerazione internazionale per lo Stato italiano, era

«anche nell’interesse degli Stati Uniti avere una Unione Europea forte, coesa,

con Istituzioni e regole chiaramente condivise, che contribuisca alla stabilità

economica e politica nel mondo»106; contestualmente, a margine dell’incontro,

Ciampi invitò Clinton a visitare l’Italia in occasione del cinquantesimo

anniversario della fine della II Guerra Mondiale, viaggio che tuttavia si

concretizzò con un diverso Presidente del Consiglio in carica. Al termine del

meeting, nella conferenza stampa di rito, il POTUS espresse parole di stima nei

confronti del collega italiano, soprattutto per le manovre di politica interna, a

testimonianza del riverbero internazionale che queste causarono: «Le riforme

interne che sono state introdotte nel mandato del primo ministro Ciampi

sono davvero impressionanti. […] Mi congratulo con il popolo italiano per il

104 Scardocchia G., Non solo una foto ricordo, 18 settembre 1993, La Stampa 105 Ibidem 106 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 185

Page 53: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

44

raggiungimento di una più solida stabilità finanziaria, ponendo le fondamenta

per una crescita futura»107.

Di significativa importanza per comprendere la prospettiva di

interesse nazionale in chiave europea di Ciampi è il testo di un suo discorso

del 22 ottobre 1993 all’Università di Bonn (della quale era stato studente in

gioventù), in occasione del centosettantacinquesimo anniversario

dell’Istituzione tedesca. Nel suo libro “Un metodo per governare”, nel quale

riporta il contenuto integrale dell’intervento, egli afferma: «Che ruolo e che

interessi ha l’Italia in questa Europa? […] È nell’interesse dei tedeschi che la

costituzione europea non sia sbilanciata verso la Mitteleuropa […]. Senza una

forte e stabile componente mediterranea, culturale e strategica, l’Europa si

sarebbe trovata impreparata ad affrontare il confronto politico, economico,

sociale fra la civiltà occidentale e quella islamica, che è già in atto e che ha

come punto centrale il bacino del Mediterraneo. La presenza dell’Italia e del

“fronte Sud” nel nucleo forte dell’Unione Europea è nell’interesse

dell’Europa e della Germania. […] L’Italia sapeva risanare il suo bilancio,

sapeva vincere l’inflazione, sapeva trovare momenti di coesione sociale da

portare a modello per gli altri Paesi europei»108.

2.5 Le privatizzazioni e l’epilogo dell’esperienza di

governo

L’ultima grande operazione di risanamento economico che il

Governo Ciampi si apprestò a varare, una volta concluso l’intenso periodo di

visite diplomatiche, fu il progetto di porre una base giuridica alle

privatizzazioni, necessarie per migliorare l’immagine italiana nei confronti

degli altri Paesi europei che stavano imbarcandosi per la transizione di

Maastricht; secondo le parole di Paolo Peluffo «la capacità di privatizzare una

parte delle imprese pubbliche, creare un mercato finanziario più moderno,

107 Ibidem 108 Ciampi C. A., Un metodo per governare, 1996, Bologna, Il Mulino, pagg. 51-52

Page 54: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

45

diffondere la proprietà mobiliare tra i cittadini, ridurre con ciò il debito

pubblico erano una prova alla quale l’Unione Europea attendeva l’Italia.

Anche se questo aspetto […] non atteneva ai parametri di Maastricht, era

tuttavia decisivo per dimostrare sincera volontà di ridurre il debito

pubblico»109. Il percorso fu affidato al raccordo fra le figure del Ministro del

Tesoro Barucci, il ministro dell’Industria Paolo Savona e il Presidente dell’IRI

Prodi, affiancati da un “Comitato di Consulenza Globale e di Garanzia per le

Privatizzazioni”, composto da esperti di questioni di finanza e di diritto,

istituito da Ciampi e supportato giuridicamente da Carmela Decaro, in quel

periodo addetta al Servizio Studi, ricerche e statistiche parlamentari;

l’architettura istituzionale preparata con precisione dal Presidente si completò

con un decreto legge di natura tecnico-esplicativa, il n. 389 del 27 settembre

1993110. Al netto di diverse turbolenze, in particolare dovute alle divergenze

fra Savona, Prodi e lo stesso Ciampi, il percorso delle privatizzazioni fu

portato a compimento a partire dalla prima dismissione significativa (Credito

Italiano, dicembre 1993).

In quel momento maturò nel Presidente il pensiero di poter

finalmente far rientrare la lira nello SME, dato che il valore della valuta

nazionale si era stabilizzato intorno a 950 lire per marco111; tuttavia, l’avvio

della crisi di Governo non rese possibile questo passaggio chiave: nel

dicembre 1993, superato il momento di maggior tensione sociale e archiviata

la nuova legge elettorale (legge Mattarella, composta dalle leggi 4 agosto 1993

n. 276 e n. 277112, anche nota come “Mattarellum”), le forze politiche si

trovarono concordi nell’esigenza di sciogliere le Camere e indire nuove

elezioni. La crisi del Governo Ciampi fu avviata da un’iniziativa parlamentare,

una mozione di sfiducia del 23 dicembre promossa da Marco Pannella con

150 deputati e 37 senatori firmatari113, prevalentemente appartenenti agli

schieramenti che sostenevano il Governo; Ciampi, sentiti i Presidenti di

Camera e Senato e il Presidente della Repubblica, dichiarò loro che il piano di 109 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag.186 110 G. U. Serie Generale, 2 ottobre 1993, n. 232 111 Ciampi C. A., Un metodo per governare, 1996, Bologna, Il Mulino, pag. 59 112 G. U. Serie Generale, 20 agosto 1993, n.195, Suppl. Ordinario n. 77 113 (n. d.), Il Governo: «sì al dibattito sulle mozioni di sfiducia», 23 dicembre 1993, La Repubblica

Page 55: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

46

governo era ormai concluso e che, in caso di rinnovata fiducia parlamentare,

si sarebbe aspettato da Montecitorio e Palazzo Madama un nuovo

programma. Il 12 gennaio 1994 fu il giorno della presentazione in aula della

mozione di sfiducia; Ciampi intervenne nel dibattito alle ore 15. Come punto

saliente del suo orgoglioso discorso, è opportuno menzionare in particolare

questo passaggio: «Il problema del debito pubblico, che a giudizio di molti

imponeva, per la sua gravità, interventi traumatici anche se devastanti per la

nostra immagine, è stato così avviato a soluzione per via di mercato: una via

che esige certo ulteriori sacrifici, ma che è l’unica per mantenere intatta, anzi

per rafforzare, la ragione di credito, il prestigio del Paese»114; il Presidente salì

al Quirinale il giorno successivo, il 13 gennaio, rassegnando le proprie

dimissioni. Il Presidente della Repubblica Scalfaro, nonostante le intenzioni di

Ciampi, decise di respingere le dimissioni e contemporaneamente di sciogliere

le Camere, dando quindi al Governo i pieni poteri fino alle elezioni che

sarebbero avvenute il 27 e 28 marzo. L’Esecutivo di Carlo Azeglio Ciampi

terminò la sua attività l’11 maggio 1994, quando a giurare al Quirinale fu

Silvio Berlusconi con il suo primo governo.

Per tratteggiare un bilancio sintetico ma complessivo dell’esperienza

di Ciampi a Palazzo Chigi, cui egli stesso darà forma in prima persona nel suo

libro “Un metodo per governare” (1996, Il Mulino), è opportuno riportare

alcuni stralci del diario personale del Presidente, alle date 27 e 28 dicembre

1993, quando già era chiaro l’imminente epilogo dell’incarico: «Vi era il

pericolo che mentre si costruiva il ponte della legge elettorale, si sprofondasse

nel vuoto […]. Questo pericolo è stato sventato. Di questo il merito

principale va a due protagonisti. Il Parlamento e le parti sociali. Il Governo ha

fatto la sua parte, con un’azione a tutto campo, svolta all’estero e in Italia;

azione fatta di presenza attenta e calibrata, di fatti più che di parole: […]

recupero di fiducia, di credibilità, di prestigio»115. La tutela dell’interesse

nazionale e dell’immagine dell’Italia verso gli alleati europei e negli scenari

multilaterali internazionali è stata il perno dell’operato di un esecutivo tanto

114 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 192 115 Ciampi C. A., Diario, 27-28 dicembre 1993

Page 56: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

47

breve quanto virtuoso; un ulteriore discorso di grande valore circa il

discernimento dell’idea ciampiana secondo la quale l’interesse nazionale

italiano fosse legato indissolubilmente a Maastricht è quello tenuto dal

Presidente presso l’Istituto Affari Internazionali (IAI) il 14 marzo 1994, a

ridosso delle elezioni politiche: «Il Trattato di Maastricht […] resta la scelta di

fondo, che ha dato un disegno istituzionale agli ideali unitari. La capacità di

attrazione che il progetto di integrazione esercita […] ha trovato […]

conferma nella positiva conclusione del negoziato sull’allargamento

dell’Unione Europea all’Austria, alla Finlandia e alla Svezia […]. Un’Unione,

che già a 12 soffre di una Commissione pletorica e di un uso eccessivo della

regola dell’unanimità, rischia di bloccarsi se non è capace di accompagnare

l’ingresso dei nuovi membri con la riforma e il rafforzamento della propria

struttura. […] Dopo il 1989, con l’apertura dell’Est, il futuro economico,

politico, sociale dell’Europa ha assunto una nuova prospettiva. Dobbiamo

essere capaci di gestire insieme […] questo mutamento. Altrimenti il

mutamento avverrà ugualmente, ma in modo casuale, […] con la possibilità

di squilibri ancor più gravi sul piano politico»116. Nelle fasi conclusive del

discorso, Ciampi tenne a sottolineare ancora una volta l’importanza strategica

della partecipazione italiana nella NATO per instaurare un clima pacifico e di

dialogo sia nei Balcani, sia ampliando la traccia negoziale con Paesi di

interesse strategico come Siria, Giordania e Libano117.

2.6 Gli incarichi internazionali e l’ingresso nel Governo

Prodi

Durante i due anni successivi all’esperienza di governo, oltre a

dedicarsi alla stesura del volume “Un metodo per governare”, Ciampi fu

chiamato a ricoprire un incarico di rilievo europeo: fu Presidente del

“Gruppo di lavoro per la competitività del sistema economico europeo”

(Competitiveness Advisory Group), su indicazione di Enzo Moavero

116 Ciampi C. A., Un metodo per governare, 1996, Bologna, Il Mulino, pagg. 66-67 117 Ivi, pag. 75

Page 57: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

48

Milanesi118, capo gabinetto di Mario Monti alla Commissione Europea. Si

occupò di problematiche relative al “terzo settore”, nella convinzione che

uno sviluppo del settore del volontariato avrebbe potuto, in prospettiva

futura, fare da volano per la crescita del Paese, se corroborato dall’ingresso

nel compartimento di figure provenienti dal mondo dell’economia119. Nello

stesso periodo assunse la presidenza dell’Ente per gli studi monetari, bancari

e finanziari “Luigi Einaudi” e un ulteriore incarico in seno al Fondo

Monetario internazionale120. In seguito alla crisi di governo che portò

Lamberto Dini (un’altra figura tecnica) a prendere il posto di Berlusconi a

Palazzo Chigi e all’ennesima tempesta valutaria che si abbatté sulla lira nel

1995, figure di spicco della società civile e soprattutto del settore industriale

italiano invocarono a gran voce un intervento diretto in politica di Ciampi,

che tuttavia si mostrò poco propenso a partecipare ai tumulti di una

campagna elettorale data la sua età avanzata e le sue condizioni di salute, oltre

al fatto che a suo giudizio una simile eventualità avrebbe causato un ulteriore

problema di opportunità istituzionale («ne andrebbe di mezzo la Banca

d’Italia»121); si dichiarò tuttavia disponibile ad assumersi incarichi di

responsabilità qualora riguardassero un recupero di credibilità in chiave

europea, considerato che in quel momento storico l’Italia non rispettava

nessun parametro di Maastricht. Secondo l’analisi di Paolo Peluffo «I prezzi al

consumo […] avevano sfiorato il 7% a fine 1995, quelli alla produzione […]

si erano avvicinati al 10%. Era la diretta conseguenza della svalutazione della

lira del 25%»122. L’idea di Ciampi, vicina alle teorie proposte in quegli anni dal

Premio Nobel per l’Economia Franco Modigliani (con cui intrattenne lunghi

– e non sempre pacifici – rapporti personali)123, era che l’Italia avrebbe

dovuto prendere parte al progetto della moneta unica dalla sua genesi e non

in un secondo momento, il tutto per beneficiare del “premio” di minor spesa

derivante da una riduzione dei tassi di interesse (propria dei Paesi della

118 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 198 119 Ciampi C. A. (a cura di), Sfida alla disoccupazione. Rafforzare la competitività europea, 1996, Roma/Bari, Gius. Laterza e figli, pagg. 5 e ss. 120 Gentiloni Silveri U., Contro scettici e disfattisti – Gli anni di Ciampi 1992-2006, 2013, Roma/Bari, Gius. Laterza e figli, pag. 65 121 Ciampi C. A., Diario, 19 febbraio 1996 122 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 200 123 Ivi, pag. 201

Page 58: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

49

“prima ondata” dell’euro) e per evitare i costi in termini di tagli alla spesa

sociale che un ingresso ritardato avrebbe avuto. Ci fu un tentativo di matrice

politica di rinviare le elezioni per costituire un Governo di grandi riforme di

carattere economico-istituzionale e a tale scopo si sondò la possibilità che a

presiederlo ci fosse una figura gradita a tutti gli schieramenti parlamentari: si

fecero i nomi di Ciampi e Antonio Maccanico, ma l’operazione non produsse

risultati e così si andò a nuove elezioni, che si tennero il 21 aprile del 1996.

Lo schieramento vincitore fu la coalizione dell’Ulivo, guidato da

Romano Prodi e composto da PdS, Ppi, Verdi, Socialisti Italiani,

Rinnovamento italiano, PRI e altre formazioni minori; a sostenere e

partecipare all’Esecutivo, anche se con un “accordo elettorale di desistenza”,

era anche Rifondazione Comunista di Fausto Bertinotti. Il Governo Dini

ancora in carica aveva intenzione di varare una manovra correttiva inerente la

finanza pubblica prima di passare il testimone, ma Ciampi e Andreatta si

mostrarono contrari al progetto ritenendo che una misura di quella portata

sarebbe stata più opportuna se assunta da un esecutivo con una forte

legittimazione popolare e all’interno di una programmazione economica più

strutturata, basata su un arco di tempo più lungo; in particolare, Ciampi (che

si apprestava a entrare nel nascente Esecutivo) aveva in mente di accelerare

sulle tempistiche di ingresso italiano nell’euro previsto dal Documento di

Programmazione Economica e Finanziaria del 1995, puntando come detto124

di far entrare l’Italia nella moneta unica a partire dal 1997, nonostante la

situazione dei conti pubblici italiani in quella fase storica non fosse di certo

favorevole al suo ambizioso proposito.

Il 18 maggio 1996 il Governo Prodi I giurò al Quirinale; Ciampi entrò

a far parte della squadra dell’Esecutivo come Ministro del Tesoro e Ministro

del Bilancio e della Programmazione Economica (la struttura non fu

uniformata in principio: Ciampi ricoprì entrambe le cariche fino al 1998, anno

della formale unificazione dei dicasteri), una collocazione congeniale alle sue

qualità e al suo obiettivo principale, al suo ideale di interesse nazionale:

124 Supra, pag. 46

Page 59: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

50

portare l’Italia nell’euro, dal principio. Per la sua partecipazione al progetto,

secondo quanto riporta egli stesso nei suoi diari, fu decisiva la sinergia fra

Prodi e Scalfaro, determinati ad avere una figura di garanzia e

internazionalmente rispettata a presiedere il Palazzo delle Finanze125; tuttavia

Ciampi subordinò l’accettazione dell’incarico ad alcune condizioni, quali il

riconoscimento della sua condizione di tecnico e l’accettazione da parte di

Prodi della sua volontà di rimanere estraneo ai giochi politici. Significativa in

questo senso è la testimonianza resa dal Ministro allo storico Umberto

Gentiloni Silveri riguardo lo svolgimento del primo Consiglio dei Ministri in

cui egli prese parte: «Affermai fra la sorpresa di tanti che non facevo parete

politicamente dell’Esecutivo e che mai sarei intervenuto su questioni di

strategia generale. Il mio compito, condiviso da tutti, era legato alla missione

sull’ingresso dell’Italia nell’euro. […] In questa maniera acquistai

autorevolezza, prestigio e soprattutto autonomia»126.

2.7 Il Dpef 1997-1999, lo SGP e il rientro italiano nello

SME

La prima iniziativa intrapresa da Ciampi nel suo nuovo incarico di

Ministro del Tesoro e del Bilancio fu la programmazione del Dpef del 1997-

1999: fra le misure più significative, egli decise di abbassare il parametro-

obiettivo dell’inflazione dal 3,5% al 2,5%. Con un tale provvedimento, che

avrebbe portato i salari dei lavoratori a un aggiustamento più basso di quanto

questi avessero previsto, era inevitabile il verificarsi di contrasti con i sindacati

e Rifondazione. In particolare, la compagine di Bertinotti iniziò a votare

contro le iniziative del Governo nelle commissioni parlamentari e Sergio

Cofferati, segretario della CGIL, si adoperò per far pervenire all’Esecutivo

tutta la sua contrarietà al progetto, sostenendo come questa decisione avrebbe

avuto forti effetti sperequativi. Il compromesso fu raggiunto attraverso il varo

125 Ciampi C. A., Diario, 17 maggio 1996 126 Gentiloni Silveri U., Contro scettici e disfattisti – Gli anni di Ciampi 1992-2006, 2013, Roma/Bari, Gius. Laterza e figli, pag. 70

Page 60: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

51

di una risoluzione127 avente come oggetto la difesa del potere di acquisto dei

redditi fissi: la manovra ebbe gli effetti sperati, l’inflazione scese e i contrasti

con Cofferati si risolsero positivamente. Per rendere più efficace e funzionale

il percorso di ingresso nella moneta unica, oltre che per creare una struttura

logistica per il previsto cambio di valuta, fu costituito su iniziativa di

Francesco Alfonso un “Comitato Strategico per l’euro”, autorizzato

direttamente da Romano Prodi; un’ulteriore iniziativa, studiata dall’allora

Direttore della Comunicazione del Ministero del Tesoro Paolo Peluffo, fu

quella di creare un bollettino mensile riguardo lo stato dei conti pubblici, la

cui carenza di informazione in merito era spesso motivo di agitazione sui

mercati internazionali: anche questo progetto contribuì in modo determinante

alla discesa dei tassi di interesse.

Lo staff del Ministero concentrò la sua attività sull’osservazione del

“differenziale” fra i Btp e i Bund tedeschi (il cosiddetto “spread”), elemento

ritenuto essenziale per poter portare con successo a compimento la

“rincorsa”. Il rapporto con la Germania fu fitto e determinante per il

progetto ciampiano fin dalle prime fasi del suo incarico. La prima occasione

di incontro avvenne nelle fasi preparatorie del primo Dpef del suo mandato,

precisamente il 4 luglio 1996: quel giorno fu programmato fra Ciampi e Theo

Waigel (uno dei principali autori del “Patto di Stabilità e Crescita”, o SGP),

suo omologo tedesco, un vertice a Bonn; per cercare di portare il collega dalla

sua parte, Ciampi gli disse: «Per entrare fin da subito nell’euro all’Italia serve

per quest’anno una manovra da 4,5% del PIL, che sono 80.000 miliardi […].

Siccome non voglio andare al manicomio, ma in Europa, abbiamo in mente

una strategia per fasi successive. In un primo momento, confermiamo per il

1997 l’obiettivo di ridurre il disavanzo al 4,5%, partendo da oltre il 7% di

oggi. Lo facciamo […] in modo da renderci credibili. Se i mercati ci seguono,

abbassando i tassi di interesse, […] possiamo proporci l’obiettivo del 3%»128;

127 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 204 128 Ivi, pagg. 206-207

Page 61: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

52

egli tenne inoltre a precisare l’intenzione di far rientrare la lira dal “sofferto

esilio129”, ovvero nell’accordo SME, entro la fine dell’anno.

Ciampi trovò numerosi alleati sulla scena internazionale nella sua

battaglia per la partecipazione italiana all’euro dal principio: il suo vecchio

collega De Laroisière, in quel momento Presidente della BERS, che lo visitò

personalmente al Ministero; Jean Claude Juncker, allora Primo Ministro e

Ministro delle Finanze del Lussemburgo; Michel Camdessus, allora Direttore

Generale del Fondo Monetario Internazionale. L’incontro con Juncker

avvenne in occasione di una conferenza tripartita sull’occupazione, che ebbe

luogo presso la Farnesina a partire dal 15 giugno 1996130. Nella circostanza, il

lussemburghese chiese un incontro a Ciampi, il quale gli spiegò l’intenzione

italiana di rientrare nello SME e di essere da parte subito del progetto euro,

che a suo avviso non doveva essere rimandato per nessun motivo; Juncker,

colpito dalle sue intenzioni e dalla sua determinazione, inoltrerà in seguito

una lettera al Ministro, contenente queste parole: «Ho altamente apprezzato le

vostre spiegazioni sulle coraggiose misure che il governo italiano si appresta a

prendere per rispondere alle sfide europee»131. Per ciò che concerne i rapporti

con Camdessus, l’incontro avvenne in occasione del G7 di Lione del 27-29

giugno 1996, in albergo; il Ministro spiegò anche al Direttore Generale il suo

piano delle fasi successive (operato scomponendo il deficit italiano nelle sue

componente fondamentali) e il francese fu così colpito dalle parole di Ciampi

da voler convocare seduta stante una conferenza stampa di sostegno all’Italia.

Dopo le parole di supporto del Managing Director, il Ministro sottolineò: «La

lira sta recuperando valore. […] Il venir meno dell’inflazione sta producendo

dei risultati in termini di riduzione dei tassi di interesse dei mercati che, a loro

volta, ridurranno la spesa per interessi». L’obiettivo del Ministro di intrecciare

una rete di alleati internazionali dell’Italia per la buona riuscita del progetto e

per tutelarne l’interesse nazionale stava prendendo forma.

129 Ivi, pag. 198 130 Sivo V., La ricetta di Prodi sull’occupazione: «Più flessibilità», 15 giugno 1996, La Repubblica 131 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 207

Page 62: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

53

Per cercare di accelerare il processo di avvicinamento del Paese al

traguardo, fu effettuato dai tecnici del Ministero del Tesoro uno scrupoloso

lavoro di scrittura del Dpef; in particolare, per guadagnare credito nei

confronti dell’opinione pubblica europea e per trovare un escamotage giuridico

che permettesse un maggior margine di manovra, si cercò di inserire una

attestazione scritta della strategia “a fasi” prospettata da Ciampi nel

Documento stesso, per ottenerne una legittimazione attraverso un voto

parlamentare. Il lavoro si concentrò sul paragrafo IV.10 del Dpef132 (il

“paragrafo gancio”), intitolato “Un rapporto fabbisogno-Pil più basso del

4,5% nel 1997”, che ricevette ben cinque versioni diverse prima di quella

definitiva. Pur riaffermando la volontà di ridurre il deficit al 4,5%, la parte

finale del Documento affermava: «La ferma volontà dell’Esecutivo di

raggiungere gli obiettivi secondo il calendario previsto dal Consiglio europeo

di Madrid lo impegna a verificare in autunno, in relazione all'andamento della

congiuntura e dei mercati finanziari, la possibilità di accelerare i tempi del

rispetto dei criteri di convergenza»133. Il Ministro, in un discorso di fronte

all’Assemblea dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI) il 20 giugno 1996,

disse a riguardo: «Il Governo è impegnato a costruire un quadro economico

con compatibile con l’ingresso pieno, duraturo del nostro Paese nell’ultima

fase dell’Unione Economica e Monetaria. […] Per l’Italia, partecipare al

gruppo costitutivo dei Paesi europei che avranno la moneta unica è

fondamentale. Rimanere, anche temporaneamente “fuori” avrebbe effetti,

ripercussioni, che andrebbero al di là delle pur rilevanti conseguenze

economiche, finanziarie, monetarie. Non vi è bisogno di dire di più. Ognuno

di noi nel proprio intimo lo sa, lo sente»134. Nonostante gli sforzi, non tutti

notarono l’abile mossa del Ministro e del suo staff: in sua intervista al

Corriere della Sera135, Mario Monti si mostrò scettico circa le speranze italiane

di essere tra i Paesi di partenza dell’euro in quanto il vecchio obiettivo del

132 Documento di Programmazione Economico-Finanziaria per gli anni 1997-1999, pag. 20, estratto il 27 gennaio 2019 da: http://www.dt.tesoro.it/export/sites/sitodt/modules/documenti_it/analisi_progammazione/documenti_programmatici/DPEF-1997-1999.pdf 133 Ibidem 134 Ciampi C. A., Pascucci F. (a cura di), Italia, Europa, economia, e banche – Gli interventi alle assemblee dell’Associazione Bancaria Italiana, 2018, Roma/Bari, Gius. Laterza e figli, pag. 115 135 Bonanni A., Monti: «Che delusione. Così non si va in Europa», 28 giugno 1996, Corriere della Sera

Page 63: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

54

4,5% era sostanzialmente riconfermato, mostrando di non essersi accorto del

già menzionato art. IV.10. Nel dibattito parlamentare del 16 luglio relativo

all’approvazione della manovra, Ciampi sottolineò la necessità di fare ricorso

all’orgoglio nazionale e patriottico per vincere la sfida: «Deve unirci uno

spirito di orgoglio nazionale, perché l’obiettivo è largamente condiviso. […]

Senza l’Italia l’Europa unita sarebbe squilibrata sotto ogni profilo. L’Italia in

quattro anni ha quasi annullato il suo debito con l’estero. […] Un Paese così

non merita di essere escluso dal passaggio fondamentale verso il nuovo

assetto politico ed economico del Continente»136.

L’episodio che sancì con decisione il cambio di marcia del Governo

sul piano europeo fu il Vertice di Valencia del 16-17 settembre 1996 fra Italia

e Spagna; la delegazione italiana, particolarmente nutrita, si trovò a sostenere

diversi incontri bilaterali con i corrispettivi ministri dell’Esecutivo iberico.

Nello specifico, Ciampi, coadiuvato da Mario Draghi, Francesco Alfonso e

Paolo Peluffo (che riportò fedelmente la trascrizione della conversazione),

ebbe modo di confrontarsi con il collega spagnolo, Rodrigo de Rato; il tema

principale era ovviamente l’integrazione europea, ma furono operate anche

alcune pianificazioni relative alla strategia congiunta da adottare in relazione

al costituendo SGP, che le due potenze mediterranee e la Francia stavano

cercando di alleggerire per fare da contrappeso alla Germania di Waigel e

Stark. Il Ministro del Tesoro si espresse in questi termini: «Occorre accordarsi

su un Patto di stabilità [SGP]; aver prefigurato le linee di questo patto […]

favorisce la credibilità dell’intero sistema»137. Ciampi si dichiarò

sostanzialmente d’accordo con tutti i punti cui si era pervenuti relativamente

al negoziato in corso per la formalizzazione del Patto, tuttavia si trovava in

disaccordo relativamente l’automatizzazione del meccanismo sanzionatorio,

ritenendo più opportuno costituire uno strumento da applicare dopo una

valutazione di una specifica commissione, pensiero sul quale trovò d’accordo

il collega spagnolo; tuttavia, relativamente la questione principe, ossia

l’ingresso dall’inizio nell’euro, si trovò preso in contropiede da De Rato, che

136 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 481 137 Ivi, pag. 212

Page 64: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

55

lo informò che la Spagna si sarebbe espressa contro ogni forma di sconto sul

fatidico 3% di Maastricht (Ciampi, di contro, si aspettava a riguardo un

margine di flessibilità di almeno mezzo punto percentuale138). Il risultato dei

restanti incontri lasciò negli altri Ministri italiani la stessa impressione, così si

decise di comune accordo un’accelerazione sulla strategia per l’euro: Ciampi,

Andreatta e Prodi, riunitisi la mattina successiva informalmente139, ne

sancirono l’immediata attuazione. L’incontro fra Prodi e Aznar lasciò degli

strascichi: qualche mese dopo, Aznar rischiò di causare un incidente

diplomatico rivelando (esagerando i fatti) di un presunto “patto

mediterraneo” fra Italia e Spagna per alleggerire i criteri di Maastricht,

venendo seccamente smentito da Prodi a mezzo stampa sia nell’immediato

sia molti anni dopo140.

Pochi giorni più tardi (20 settembre), Ciampi partecipò al vertice

Ecofin di Dublino, all’interno del quale una nota informale del commissario

De Silguy rischiò di creare delle turbative sui mercati: nell’elenco delle

proiezioni dei Paesi che avrebbero fatto parte dell’euro dall’inizio l’Italia era

informalmente esclusa; Ciampi protestò vibratamente, ottenendo la

cancellazione della stessa. Nel vertice, come prevedibile, si parò dei

meccanismi sanzionatori del SGP, e il Ministro insistette lungamente sulla sua

contrarietà all’automatizzazione del meccanismo, sostenendo la necessità che

un simile potere punitivo fosse conferito piuttosto al Consiglio Europeo;

nelle fasi successive, Ciampi svelò ai colleghi europei il piano di accelerazione

italiano, ottenendo il sostegno del Governatore della Banca d’Italia Antonio

Fazio141: ne nacque una collaborazione intensa, raccontata con vivacità da

Elena Polidori: «“Ho intenzione di rafforzare la Finanziaria, facendo fare tagli

strutturali e non rinvii di spesa”, spiega Ciampi. E il governatore:

“Benissimo”. “Ho anche intenzione di usare i fondi Cee per gli investimenti e

le grandi opere: sono 106 mila miliardi”. “Molto bene”»142.

138 Ivi, pag. 213 139 Ciampi C. A., Diario, 17 settembre 1996 140 Prodi R., «Prodi: mai chiesto ad Aznar di ritardare l’ingresso nell’Euro», 17 gennaio 2019, Il Sole 24 Ore 141 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 217 142 Polidori E., Un tandem che pedala sulla via di Maastricht, 22 settembre 1996, La Repubblica

Page 65: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

56

A quel punto il fronte europeo si proiettò verso un dibattito nella

maggioranza di governo, con Prodi e Ciampi che riuscirono a persuadere

Bertinotti ad appoggiare un incremento della manovra finanziaria a 62.500

miliardi. Inoltre, il Ministro notò una incongruenza nei calcoli del disavanzo

pubblico: nonostante una situazione ai suoi occhi non così drammatica, si

accorse che su tutti i dati finali si registrava un peggioramento dei conti

italiani; inoltre, non erano presenti tracce di partite a favore dell’Italia. Egli

decise pertanto di avviare una scrupolosa fase di riconteggio con i tecnici

della ragioneria dello Stato, ottenendo un riscontro di fondamentale

importanza: si registrò un guadagno di circa 12.500 miliardi: ciò ebbe effetti

significativi sul deficit di partenza, che passava dal 7,4% al 6,5%, un guadagno

cruciale per il successo del progetto di rincorsa, il tutto senza incidere

sull’economia reale. Furono subito informati Prodi, cui fu chiesto di tenere

segreta la notizia, e De Silguy, cui fu chiesta una verifica da parte

dell’Eurostat del risultato italiano: il 3 febbraio 1997143 l’analisi fu completata,

dando ragione a Ciampi e ai suoi tecnici; l’impatto sul progresso del

riallineamento italiano a Maastricht fu tangibile. L’intuizione del Ministro,

seppur di natura squisitamente tecnica, fu fondamentale per instillare fiducia

negli alleati europei; la scelta di non comunicare nell’immediato agli alleati di

Governo della lieta notizia fu parimenti utile a mantenere al massimo lo

sforzo congiunto, evitando i rallentamenti che sarebbero potuti scaturire da

facili entusiasmi.

Nel frattempo, il 27 settembre la delegazione italiana volò a

Washington per partecipare al vertice del Fondo Monetario Internazionale,

con l’intento di preparare il terreno per il rientro italiano nello SME (che

andava operato entro il 24 dicembre dell’anno per poter rientrare nei

parametri stabiliti a Maastricht). Fu organizzato per l’occasione da Mario

Draghi un vertice bilaterale con la delegazione tedesca per decidere con quale

valore la lira si sarebbe riallineata: Ciampi insistette molto sui risultati positivi

raggiunti dall’Italia in quei mesi intercorsi dal precedente colloquio144 con

143 (n. d.), UE: «Un mezzo sì ai conti del ‘97», 3 febbraio 1997, La Repubblica 144 Supra, pag. 49

Page 66: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

57

Waigel a Bonn, riconfermando l’intenzione di operare la correzione

aggiuntiva di cui aveva già parlato in quella sede; Waigel e Tietmeyer posero

diverse domande ai loro interlocutori riguardo l’entità delle misure che si

sarebbero operate, sostenendo come il Governo avrebbe potuto incontrare

difficoltà nel far passare siffatta manovra finanziaria attraverso il dibattito

parlamentare. Un altro appunto che fu rilevato dai tedeschi fu inerente

l’eccessivo vantaggio competitivo che l’Italia in quella fase otteneva dal tasso

di cambio della lira, rimandando un rientro dell’Italia nello SME soltanto a un

momento successivo all’approvazione della manovra finanziaria; Ciampi

chiese alla Germania di riconsiderare il poter anticipare i tempi, ottenendo in

risposta dagli omologhi svevi un atteggiamento tiepidamente possibilista.

Durante la riunione del FMI peraltro si verificò un incidente diplomatico con

la Francia, con Chirac che in un comizio elettorale in patria attaccò la

valutazione della lira in quanto troppo bassa, ritenendo che le svalutazioni

competitive non facessero parte di una strategia compatibile con l’ingresso

nella moneta unica; se Prodi reagì con veemenza, Ciampi, in una intervista

televisiva su Rai2 rilasciata durante una pausa del vertice, dichiarò: «Nessuno

possiede la patente di esaminatore, tantomeno unico. […] Questo vale per

l’Italia e vale per tutti»145. Al termine del vertice, chiese e ottenne che si

organizzasse un summit formale per il “ritorno dal sofferto esilio”; nel

frattempo, in un ulteriore incontro bilaterale organizzato con la Francia, il

Ministro si occupò di informare i colleghi delle intenzioni di rientro italiano

nello SME al fine di rassicurarli e preparare il terreno per un appoggio

francese alla causa italiana: Ciampi, che sfruttò a suo vantaggio le parole

funeste di Chirac, disse al suo omologo Jean Arthuis: «Se la lira fluttuante vi

ha creato problemi, aiutateci a rientrare nello SME e poi nell’euro, con il che

la possibilità di svalutazioni competitive viene meno di per definizione»146.

La congiuntura per il rientro nel Sistema Monetario Europeo volgeva

alle fasi conclusive: dopo alcuni incontri bilaterali di preparazione con le

delegazioni francesi e tedesche, avvenuti nel mese di ottobre in Italia, nei

145 Ciampi C. A., Diario, 1 ottobre 1996 146 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 223

Page 67: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

58

quali la squadra italiana si prodigò per rassicurare gli alleati europei della

solidità del progetto e della serietà del Paese, la questione fu discussa in via

definitiva al vertice Ecofin straordinario convocato a Bruxelles il 24

novembre 1996; negli incontri preparatori si era discusso molto su quale fosse

la valutazione di rientro della lira nei confronti del marco, con tedeschi e

olandesi che spingevano per quota 925, spagnoli e francesi che propendevano

per 950 e il Governo italiano che poneva come base di trattativa quota 1000,

con la speranza di sospingere la valutazione della lira almeno fino a quota

970. Il dibattito fu aperto da un lungo e accorato intervento del

sottosegretario Alfonso, che racchiuse tutto il percorso italiano dall’uscita dal

Sistema al presente, riaffermando la forte volontà di entrare nell’euro dalla

porta principale. La proposta che propugnò, in relazione al tasso di mercato

della lira, fu di 1000-1010 lire per marco, sottolineando a sostegno della stessa

come la credibilità delle analisi italiane e del percorso intrapreso dal Governo

fossero testimoniate da un tasso di inflazione sceso di due punti e mezzo in

un solo anno147. La discussione fu sospesa, e nei contatti che seguirono si

ipotizzò un cambio oscillante fra 1000 (sostenuto solo dalla Francia, dall’Italia

e parzialmente dalla Spagna) e 970, su cui si attestava la restante parte

dell’Ecofin; nei colloqui successivi, la linea comune che i ministri francese,

italiano e spagnolo trovarono fu quella di avanzare una proposta comune su

quota 990: nonostante alcuni tentennamenti da parte tedesca, il risultato fu

ottenuto e l’accordo di rientro fu siglato su quella cifra148. Ciampi, orgoglioso

dello straordinario risultato ottenuto in sede di trattativa europea, tenne

molto a sottolineare l’impatto positivo che questo cambio avrebbe fornito

non solo agli industriali, ma soprattutto ai risparmiatori italiani: in una

intervista a Massimo Gaggi del Corriere della Sera, resa telefonicamente il 26

novembre, dichiarò a riguardo: «Guardi il comunicato finale di Bruxelles. […]

Dice che il rientro della lira è un fattore di rafforzamento per lo SME. […]

Porta forza, non debolezza. […] Se quello di Bruxelles era un esame, lo

abbiamo passato a pieni voti»149. Con il rientro nello SME finalmente

147 Ivi, pagg. 231-233 148 (n. d.), Il rientro dopo quattro anni - Ciampi: La lira conquista lo Sme a 990 - Dura lotta con Bonn, poi il verdetto, 24 novembre 1996, La Stampa 149 Ivi, pag. 235

Page 68: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

59

avvenuto, la fase conclusiva del 1996 vide la partecipazione italiana all’ultimo

vertice Ecofin relativo all’approvazione definitiva del SGP, che grazie al

determinante voto congiunto italo-francese fu, come prospettato qualche

mese prima dai ministri dei due Paesi, meno stringente di come la Germania

desiderasse (fu il Presidente Chirac a insistere per l’inserimento della parola

“crescita” nel nome dell’accordo). Il commento più significativo, una

autentica attestazione di stima e sintomatico del prestigio che Ciampi aveva

acquisito nei confronti della comunità internazionale per la sua battaglia per la

difesa dell’interesse nazionale, fu quello comparso sul Financial Times del 26

novembre, a firma di Lionel Barber: «Ciampi ha realizzato il capolavoro della

sua vita. […] Se un qualsiasi altro ministro europeo avesse tentato la

medesima operazione, lo avrebbero buttato dalla finestra»150.

2.8 Il traguardo della moneta unica: l’ingresso nell’euro

Conclusa la fase di riavvicinamento verso gli obiettivi preliminari per

la partecipazione italiana alla fase uno dell’euro, il Governo italiano

abbandonò la strategia della sorpresa, del lavoro sottotraccia, che aveva

caratterizzato il percorso del 1996, e iniziò a giocare a carte scoperte (del

resto, ormai, era chiaro sia all’opinione pubblica nazionale che a quella dei

Paesi europei come l’Italia stesse lavorando per l’ingresso in circolazione

dell’euro entro i confini già dal 1 gennaio 1999): fu Prodi a suonare la carica,

con una dichiarazione politica pronunciata nei momenti successivi al rientro

italiano nello SME: «sull’ingresso nell’euro mi gioco il Governo: se non ci

riesco mi dimetto»151; il già citato ricalcolo del deficit della bilancia

commerciale italiano152 , reso noto pubblicamente nel mese di febbraio, fu

peraltro di grande supporto all’iniziativa dell’Esecutivo, con Ciampi e il suo

staff intenti nei mesi a venire a calmare i facili entusiasmi per non smorzare

l’impegno profuso. Nonostante queste notizie positive, tuttavia, gran parte

degli osservatori internazionali si mostrava scettica riguardo la possibilità che 150 Barber L., The quest for EMU: Italy home but not dry, 26 novembre 1996, Financial Times 151 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 238 152 Supra, pagg. 54-55

Page 69: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

60

l’Italia potesse farcela: in particolare, fu il Financial Times a dare voce alle

indiscrezioni più critiche nei confronti del Bel Paese, parlando di retroscena e

situazioni dubbie che avrebbero “convinto” l’Italia a entrare in un secondo

momento nell’euro153 o, ancora, attraverso gli strali di alcuni suoi editorialisti.

Più precisamente, il Lex Columnist Hugo Dixon riteneva che la strategia

italiana basata sul differenziale Btp-Bund fosse in realtà un Trojan Horse per

persuadere i mercati con una solidità falsamente dimostrata per poter

accedere all’«Holy Grail» (l’Unione Monetaria)154; secondo l’autorevole

giornalista, il vero problema era rendere gli italiani consapevoli

dell’irragionevolezza del loro proposito. Alla lunga serie di pareri negativi si

aggiunse una nutrita schiera di detrattori proveniente dal World Economic

Forum di Davos: il banchiere tedesco Ulrich Cartellieri sostenne che «Se

l’Italia fosse ammessa costituirebbe una bomba a orologeria all’interno

dell’Unione»155, mentre Horst Siebert, all’epoca direttore dell’Istituto per

l’economia internazionale di Kiel, affermò: «C’è una sola possibilità, lasciare

partecipare solo i Paesi a Nord delle Alpi […] oppure lasciare perdere

tutto»156; non meno aggressive furono le reazioni di molti altri partecipanti,

soprattutto quelle provenienti dagli esperti economici di area tedesca. Ciampi

e Prodi protestarono a mezzo stampa contro queste indiscrezioni e

dichiarazioni, e la classe politica della Germania dovette profondere tutti gli

sforzi possibili per spegnere sul nascere la polemica; in particolare, il Ministro

del Tesoro, ben consapevole di dover tutelare l’interesse nazionale non tanto

nei confronti del Governo tedesco (già ampiamente persuaso nei negoziati di

Bruxelles157) quanto piuttosto nei confronti dell’opinione pubblica sveva,

decise di rilasciare una lunga e dettagliata intervista al Der Spiegel, imperniata

su due concetti chiave: in primo luogo, l’Italia non avrebbe chiesto un

trattamento di favore per accedere alla moneta unica; in secondo luogo, un

euro senza le democrazie mediterranee sarebbe stato un insuccesso. Riguardo

l’immagine italiana in Germania, fra le altre cose, egli affermò: «Aiutateci a

correggere questa fama! L’Italia ha definitivamente chiuso con la vecchia 153 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 238 154 Dixon H., Prodi’s Purgatorio, 5 febbraio 1997, Financial Times 155 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 239 156 Ibidem 157 Supra, pagg. 55-56

Page 70: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

61

mentalità […]. Abbiamo accettato la […] Kultur der Stabilitaet»158. In soccorso

al Ministro venne la tanto attesa riclassificazione dell’Eurostat sui conti

italiani che, come detto159, portò a una sensibile rivalutazione delle speranze

italiane: l’opinione pubblica internazionale iniziò a riconsiderare le proprie

posizioni, e il Financial Times stesso (con un articolo di Barber160) sottolineò

come l’incidenza del ricalcolo sulle speranze italiane fosse ragguardevole,

portando questa a un miglioramento in termini di disavanzo sul PIL oscillante

fra i 0,5 e i 0,7 punti percentuali; analoghe considerazioni furono elaborate

dal quotidiano francese Le Monde161.

Il rivolgimento diede una spinta significativa anche all’incontro

bilaterale fra la delegazione italiana e quella tedesca che si tenne il 7 febbraio a

Bonn e proseguì, per ciò che concerne i dipartimenti del Tesoro, l’8 febbraio

a Francoforte. L’incontro fra Waigel e Ciampi fu caratterizzato dall’enorme

sorpresa che i tecnici svevi mostrarono verso quello 0,5% di margine che

l’Italia aveva guadagnato grazie alla riclassificazione di Eurostat, dato del

quale non erano a conoscenza; il giorno successivo, in conferenza stampa,

Ciampi e Draghi annunciarono che si sarebbe dovuto intervenire con una

manovra finanziaria per perseguire al meglio l’obiettivo, toccando anche la

previdenza sociale, elemento che portò a uno scontro nella maggioranza che

Prodi dovette spegnere smentendo il proprio stesso ministro162. Fu deciso, al

rientro in Italia e dopo diverse stime, di portare la dimensione di detta

manovra a 15.500 miliardi di lire, una cifra ragguardevole e difficile da far

approvare alle Camere; nel frattempo oltreconfine si rincorrevano le voci di

piani segreti per estromettere l’Italia e la Spagna, a costo di perdere pezzi già

dati per certi nel puzzle dell’UEM come il Belgio; per cercare di stabilizzare la

situazione, anche Prodi scese in campo con diverse interviste ad autorevoli

testate internazionali: in particolare, in un intervento concesso all’Herald

Tribune, egli stuzzicò i tedeschi riguardo l’ingresso italiano: «Will you be

158 (n. d.), «Die Italiener sind zu Opfern bereit» - Carlo Azeglio Ciampi, Roms Minister fu r Wirtschaft und

Finanzen, u ber den Euro und die Teilnahme seines Landes an der Wa hrungsunion, 3 febbraio 1997, Der Spiegel 159 Supra, pag. 53 160 Barber L., Boost to Italy’s bid to be in first EMU wave, 4 febbraio 1997, Financial Times 161 (n. d.), Eurostat donne sa bénédiction à Rome, 4 febbraio 1997, Le Monde 162 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 241

Page 71: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

62

ready?»163; Ciampi invece si prodigò in fitti contatti con l’establishment

economico tedesco, ricevendo parole di apprezzamento164. In questa densa

rete di contatti diplomatici, in un incontro a Roma con il presidente di turno

dell’Ecofin Gerrit Zalm il Ministro sottolineò come l’Italia non avrebbe

chiesto sconti e che presto avrebbe varato una importante finanziaria,

incassando così anche il supporto e la fiducia dell’olandese165. Nonostante ciò

la maggioranza di governo appariva divisa circa questo ulteriore sacrificio

verso l’Unione Monetaria, mostrando segnali di sostegno e di scetticismo a

macchia di leopardo; la stampa stessa si divise, alternando plausi a feroci

critiche. Ciampi rispose emettendo la prima storica tranche di titoli

denominati in euro, gli “Eurobond”, a rimarcare la fermezza del suo

proposito e della linea del Governo, cercando inoltre di persuadere il politico

più contrario alla manovra, il segretario del PRC Bertinotti, a passare dalla sua

parte: la circostanza è raccontata in un editoriale del fondatore di La

Repubblica, Eugenio Scalfari, in cui questi afferma come alle parole

persuasive del Ministro («Abbiamo ridotto l’inflazione dal 6% al 2% in nove

mesi, […] abbiamo ridotto i tassi di interesse di cinque punti»166) facessero da

contraltare le perplessità di Bertinotti, che si poneva (coerentemente con i

suoi interessi di partito) a difesa delle istanze dei lavoratori, esprimendo

inoltre timori riguardo al fatto che una misura tanto onerosa avrebbe potuto

essere lesiva nei confronti degli investimenti in manodopera degli industriali.

Il Consiglio dei Ministri relativo alla manovra fu turbolento, ma la legge fu

infine approvata; l’indomani la stampa nazionale fu molto critica a riguardo,

mentre i mercati risposero positivamente all’intento italiano.

La difficoltà successiva fu costituita dal consiglio Ecofin del 12

maggio 1997, durante il quale Ciampi si trovò ad affrontare l’eco di alcune

indiscrezioni trapelate sui giornali167 riguardo una procedura di infrazione che

sarebbe stata avviata nei confronti dell’Italia. La delegazione italiana reagì

protestando formalmente durante il vertice, ottenendo una riscrittura della 163 Ivi, pag. 242 164 Ibidem 165 Ibidem 166 Scalfari E., Una cena speciale tra Ciampi e Bertinotti, 23 marzo 1997, La Repubblica 167 Rampini F., Europa, Ultimatum all’Italia, 11 maggio 1997, La Repubblica

Page 72: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

63

lettera inerente la politica economica del Governo e una ridiscussione della

questione che avrebbe avuto luogo il mese successivo168; a riguardo, Ciampi

ebbe a dire: «certo non siam venuti qui […] per fare duelli, né per parlare di

bocciature»169. Un ulteriore ostacolo che si frappose fra l’Italia e l’euro fu

derivante da una impropria traduzione della locuzione “residui passivi”

relativa ai bilanci italiani, un elemento economico che, nonostante fosse

trascurabile, destò sospetti nella stampa internazionale; Ciampi si dovette

prodigare in diversi incontri per spiegare la natura meramente formale della

voce di bilancio, specie con l’omologo tedesco Waigel170, riuscendo nel suo

intento al netto di qualche turbolenza. Un aiuto inaspettato ai propositi

italiani fu un imprevisto rivolgimento politico in Francia, dove il tentativo di

Chirac di rafforzare il suo sostegno parlamentare indicendo delle elezioni si

rivelò un boomerang e portò alla ribalta i socialisti di Lionel Jospin,

nettamente più vicino alle posizioni italiane rispetto al Presidente francese in

carica. Ciampi ebbe dunque un nuovo importante alleato nel neo-eletto

governo francese, soprattutto nel suo omologo Dominique Strauss-Kahn;

riteneva inoltre che l’alleanza con la Francia fosse fondamentale per il

perseguimento dell’interesse nazionale italiano sia per ciò che concerneva la

prospettiva dell’ingresso nell’euro, sia riguardo al fatto che solo trasponendo

in ambito europeo la discussione di importanti questioni come la riforma

della previdenza sociale queste avrebbero potute essere affrontate con piena

efficacia in ambito nazionale, e a tale scopo servivano alleati forti come i

cugini d’oltralpe. In soccorso dell’Italia venne anche la Spagna, che dopo il

vertice bilaterale di Bologna del 10 e 11 settembre 1997 si persuase della

bontà dei conti pubblici italiani. Per dare ancora più stabilità al progetto

europeista, Ciampi mandò una delegazione del Ministero del Tesoro (Vittorio

Grilli, Roberto Nigido, Fabrizio Saccomanni, Umberto Vattani, i cosiddetti

“Ciampi Boys”171) in giro per le capitali europee con un rapporto da lui

coordinato volto a rassicurare gli altri Stati della Comunità riguardo la solidità

del bilancio italiano, consapevole del fatto che servissero quanti più alleati

168 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 248 169 (n. d.), La tela di Ciampi, 13 maggio 1997, La Repubblica 170 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 252 171 Ivi, pag. 255

Page 73: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

64

possibili per rendere realizzabile il suo intento. Frattanto, nell’ambito della

comunicazione, per rafforzare l’immagine di un’Italia coesa, egli decise

insieme al suo staff anche di incaricare l’istituto di ricerca Abacus di Nando

Pagnoncelli di effettuare una ricerca statistica riguardo l’apprezzamento

dell’Italia da parte del popolo tedesco, olandese e spagnolo, ottenendo un

riscontro favorevole172 (specie dal popolo tedesco) e dunque un’arma in più

da usare nei confronti dei detrattori; contemporaneamente si organizzò una

campagna pubblicitaria di successo sul fronte interno grazie alla

collaborazione dell’attore Nino Manfredi, campagna che ottenne anche

grande riscontro della critica in Italia e in Europa173, vincendo svariati premi.

Per aumentare il coinvolgimento della popolazione fu inoltre disposto che

fossero i cittadini italiani a scegliere le facciate nazionali della moneta, e ciò fu

reso possibile grazie a un televoto organizzato alla trasmissione televisiva

Domenica In condotta all’epoca da Fabrizio Frizzi: l’operazione ebbe un

successo straordinario sia in Italia, con più di un milione di telefonate ai

centralini, sia in Europa, dove il Parlamento Europeo espresse un plauso

all’esempio di democrazia fornito dall’Italia nella circostanza.

Il 2 gennaio 1998 arrivò il dato ufficiale del fabbisogno del settore

statale del 1997: 2,7%. Questo elemento consentiva all’Italia di poter credere

con una maggiore determinazione nella riuscita del proprio piano e di poter

negoziare con le controparti della costituenda Eurozona con più sicurezza;

l’esame dei conti italiani in seno al Consiglio Ecofin del 19 gennaio 1998

andò in direzione favorevole all’Italia, cui però venne richiesto di anticipare il

Dpef a maggio. Il viaggio decisivo per vincere le residue resistenze sveve fu

quello del 5 febbraio 2018 in Germania, dove era previsto un incontro tra

Ciampi, Tietmeyer e Wolfgang Schäüble, Presidente del gruppo parlamentare

CDU/CSU. Quest’ultimo confermò l’appoggio pieno del suo partito ed

espresse parole di stima nei confronti del ministro italiano e dell’Italia («Siete

l’esempio che il Trattato di Maastricht ha agito nel senso della stabilità»174),

mentre il Direttore della Bundesbank, pur esprimendosi favorevolmente

172 Ivi, pag. 256 173 Ibidem 174 Ivi, pag. 264

Page 74: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

65

all’ingresso italiano, chiese al Ministro uno sforzo per far approvare quanto

prima dalle Camere la manovra finanziaria; i giornali italiani titolarono

entusiasti riguardo gli esiti del vertice175. Al consiglio dell’Ecofin fu affrontato

l’ultimo vero ostacolo, la perplessità dell’olandese Zalm: egli subordinò il suo

benestare all’approvazione parlamentare del Dpef 1999-2001 contenente la

riduzione del debito pubblico ivi esposta, rimandando ogni decisione a

quando ciò sarebbe avvenuto. Il 2 maggio la manovra fu approvata in

Commissione Bilancio, e così nello storico Consiglio Europeo di Bruxelles

l’Italia fu ufficialmente ammessa fra i Paesi della fase uno dell’euro,

realizzando di fatto un’impresa ragguardevole e su cui pochi osservatori si

erano espressi positivamente circa la sua realizzazione. Grande merito venne

reso a Ciampi, che grazie alle sue doti di tecnico ma soprattutto di consumato

politico internazionale seppe tessere una fitta rete di amicizie funzionali

all’interesse italiano di essere un pilastro europeo, al pari di Francia e

Germania e non in loro subordine. A tal riguardo, nel suo ultimo intervento

all’assemblea annuale dell’ABI il 24 giugno 1998, sottolineò: «Oggi l’obiettivo

non è “restare in Europa” ma “contare in Europa”; l’Italia, con la sua identità

nazionale, con la sua forza economica, sarà fondamentale nel realizzare il

disegno europeo»176.

L’azione di Ciampi, che amava definirsi “cittadino europeo nato in

terra d’Italia”, fu svolta nella convinzione che l’interesse del Paese potesse

essere tutelato soltanto in una cornice ampia come quella europea. In una

conversazione privata con Peluffo, intercorsa nel maggio 1997, egli affermò

sulla questione: «Portare l’Italia nell’Euro significa salvare l’Italia, cancellare il

rischio […] di una crisi finanziaria che spazzi via i risparmi di generazioni, che

crei povertà. […] Io questo Paese voglio portarlo nell’Euro a tutti i costi

perché quando sarà nell’Euro, i rischi gravi della catastrofe finanziaria non li

correrà più. […] Poi toccherà a voi giovani. Noi […] abbiamo cercato di

costruire l’Europa e di tenerci dentro l’Italia. Voi dovrete dimostrare quello

175 Giannini M., Ciampi conquista i tedeschi, 6 febbraio 1998, La Repubblica 176 Ciampi C. A., Pascucci F. (a cura di), Italia, Europa, economia, e banche – Gli interventi alle assemblee dell’Associazione Bancaria Italiana, 2018, Roma/Bari, Gius. Laterza e figli, pag. 136

Page 75: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

66

che sapete fare, in un contesto che non sarà di rose e fiori»177. Parole in un

certo senso profetiche, alla luce della violenta crisi economico-finanziaria che

avrebbe poi investito l’Italia e l’Europa a partire dal 2008. Nondimeno

appaiono profetiche, nell’ottica della difesa degli interessi italiani in relazione

al contesto comunitario, le esternazioni espresse dal Ministro a Schäüble in

occasione del loro incontro in Germania178: «Credo che ormai sia evidente

che i problemi del secolo che sta per nascere sono soprattutto i problemi

della relazione Nord-Sud, e quando parlo di Sud intendo […] l’Africa. Questo

è un confronto tra civiltà diverse, di popolazioni che hanno una situazione

economica e demografica completamente diversa. Il problema

dell’immigrazione è solo un aspetto […]: bisogna affrontarlo insieme»179.

177 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 246 178 Supra, pag. 61-62 179 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 264

Page 76: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

67

Capitolo III

Il settennato: gli anni al Quirinale

3.1 Un’elezione “plebiscitaria”

La “grande rincorsa” era dunque giunta al traguardo: l’Italia era

entrata nell’euro dall’inizio e con pieno merito. La riuscita dell’operazione

aveva conferito a Ciampi un prestigio non indifferente, sia entro confine che

all’estero. In particolare, anche grazie a una significativa operazione

diplomatica di Mario Draghi, il Ministro fu scelto dal Fondo Monetario

Internazionale per presiedere il suo Interim Committee (oggi International

Monetary and Financial Committee o IMFC), un organo dell’Istituzione di

Bretton Woods in cui siedono i Ministri del Tesoro (o figure equivalenti) con

competenze di politica monetaria, una sorta di “direttorio ufficioso” del

Fondo. La sua candidatura venne discussa e approvata il 25 settembre 1998

con il sostegno fondamentale dei colleghi europei Waigel, Strauss-Kahn e

Gordon Brown: la nomina avvenne il 2 ottobre. In questo incarico, che

ricoprì per breve tempo, l’iniziativa più significativa sarebbe stata quella di

avviare un progetto di riconversione del debito dei Paesi Meno Avanzati

(PMA), anticipata in una intervista pubblicata dal quotidiano L’Avvenire il 25

aprile 1999180 e mai realizzata, a causa dell’incarico di responsabilità che

sarebbe frattanto sopravvenuto entro confine.

In quei mesi, infatti, iniziarono a circolare delle voci in ambito

nazionale che alludevano alla possibilità che a succedere a Scalfaro, ormai a

fine mandato, potesse essere proprio il “Ministro dell’euro”, che godeva di

rispetto e prestigio da entrambe le sponde del Parlamento. La crisi politica era

alle porte: dopo mesi di tensione con la componente estremista della

maggioranza, il 9 ottobre Bertinotti decise di far cadere il Governo Prodi I 180 Ivi, pag. 283

Page 77: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

68

per un solo, determinate, voto; a quel punto l’opinione pubblica e la stampa

italiana e internazionale, oltre a fazioni politiche appartenenti a entrambi gli

schieramenti parlamentari, spinsero fortemente per un Esecutivo “Ciampi

II”. Lo stesso Ciampi era ben consapevole della possibilità, tanto che aveva

predisposto già una lista di ministri e una bozza di discorso da leggere alla

stampa qualora fosse occorsa una chiamata dal Colle: la sua convinzione era

che un’occasione del genere per impostare una solida politica economica non

dovesse essere gettata alle ortiche a causa di un atto che giudicava gravemente

irresponsabile181; tuttavia, nonostante la possibilità fosse concreta, a giurare al

Quirinale fu Massimo D’Alema. A quel punto, Ciampi giudicò che la sua

parabola politica fosse al tramonto e, dopo aver chiesto privatamente al

nuovo Presidente del Consiglio di essere sostituito, iniziò a lasciare intendere

questo proposito tramite alcuni discorsi pubblici182; nonostante questo

intendimento, tuttavia, non smise di promuovere gli interessi dell’Italia: si

adoperò concretamente nei vertici europei cui prese parte per tenere alta la

reputazione del Paese, guadagnata con l’attività degli anni precedenti, facendo

leva sul prestigio personale ivi acquisito. Frattanto, in Italia, si discuteva

dell’elezione del Presidente della Repubblica, ipotizzando una successione

“cattolica” alla presidenza “socialista” di Scalfaro; a questa fattispecie si

contrapponeva la proposta di eleggere Ciampi183, appoggiata prevalentemente

dai gruppi parlamentari di Alleanza Nazionale e Forza Italia184, che con il

passare delle ore acquisì un seguito trasversale. La votazione, che ebbe luogo

il 13 maggio, fu un autentico plebiscito: l’elezione avvenne al primo scrutinio,

con 707 preferenze sui 990 votanti185 delle Camere in seduta plenaria; il

giuramento ebbe luogo il 18 maggio.

Iniziava così nel migliore dei modi l’incarico più prestigioso

dell’onorata carriera istituzionale di Ciampi, incarico nel quale si sarebbe

dedicato con determinazione e intensità alla rilettura del ruolo della

181 Ivi, pagg. 278-279 182 Ivi, pag. 281 183 Giannini M., La mediazione del premier per proteggere il governo, 12 maggio 1999, La Repubblica 184 Giannini M., L’investitura di Carlo Azeglio: «Spero di essere all’altezza», 13 maggio 1999, La Repubblica 185 Carlo Azeglio Ciampi, Risultati della votazione, 1° scrutinio, 13 Maggio 1999, Roma, estratto il 4 febbraio 2019 da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/cia-elezione.htm

Page 78: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

69

Presidenza della Repubblica negli affari interni e internazionali dell’Italia, con

la tutela dell’interesse nazionale e la rilettura in chiave patriottica del

Risorgimento al primo posto della sua fitta agenda presidenziale.

3.2 L’impostazione programmatica e la politica estera nel

settennato Ciampi

Per comprendere appieno l’interpretazione costituzionale che Ciampi

adoperò per determinare il raggio di azione della sua linea in politica estera,

occorre fare alcune doverose precisazioni. La prima significativa

interpretazione della Costituzione riguardo onori e oneri della Presidenza

della Repubblica per ciò che concerne gli Affari Esteri venne operata durante

il turbolento settennato di Giovanni Gronchi, che cercò di realizzare una

discussa politica di equidistanza dai due blocchi della Guerra Fredda: si stabilì

che il Presidente della Repubblica avrebbe avuto il diritto di essere messo al

corrente di ogni aspetto degli affari dello Stato, inclusi gli atti del Ministero

degli Affari Esteri, di cui avrebbe ricevuto ogni rapporto riservato; il quadro

normativo si completava con uno scambio di informazioni da parte del

Quirinale, oralmente e per iscritto186. Ciampi, consapevole della necessità di

muoversi nel massimo rispetto del dettato costituzionale e deciso a operare

una politica estera “ancillare” a quella degli Esecutivi che si sarebbero

succeduti nel suo settennato, decise di elaborare una “lettera di intenti”

concernete una chiarificazione del proprio ruolo e delle proprie

responsabilità, lettera che fu inoltrata a Giuliano Amato nel 2000 e

successivamente a Silvio Berlusconi nel 2001. La missiva (riportata per sommi

capi da Antonio Puri Purini), meritevole di una profusa menzione data la

peculiare rilevanza ai fini della trattazione successiva, affermava: «I principi

generali dell’ordinamento […] non limitano le responsabilità del Presidente

della Repubblica in materia di Affari esteri ai tre adempimenti indicati nel

citato articolo 87. […] Non vi è dubbio che, con particolare riferimento

186 Varsori A., Mazzei F. (a cura di), Giovanni Gronchi e la politica estera italiana (1955-1962). Atti del Convegno di studi (Pontedera, 13-14 novembre 2015), 2017, Pisa, Pacini editore, pag. 10 e ss.

Page 79: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

70

all’evoluzione delle relazioni internazionali, la rappresentanza dell’unità

nazionale abbia uno specifico contenuto sostanziale. Vi è da considerare,

inoltre, che il settore della politica estera è quello dove maggiormente si

avverte un’essenziale esigenza di continuità, per assicurare la quale il

Presidente della Repubblica ha […] una responsabilità specifica. La politica

estera […] non è soggetta alle mutazioni che […] caratterizzano il succedersi

degli esecutivi. In mancanza di espressa previsione costituzionale, il

coinvolgimento del Presidente della Repubblica nella politica internazionale –

che postula un dovere di informazione costante nei suoi confronti, affinché

egli sia sempre in condizione di poter esprimere giudizi, esortazioni e

valutazioni prima che determinate decisioni vengano adottate in sede

governativa – non può avvenire che attraverso contatti tra il capo dello Stato

e il Presidente del Consiglio e il Ministro degli Affari Esteri, […] in ragione

degli eventi che li rendano necessari o opportuni. Grazie ai frequenti incontri

con capi di Stato e personalità straniere, ho così potuto accogliere

testimonianze di altissimo livello sulle maggiori problematiche internazionali

a beneficio dell’azione di politica estera del Governo […]. Nell’ambito dei

miei poteri, ho avuto modo di suggerire linee di pensiero e iniziative

specifiche su diversi argomenti, assicurando una coesione interna come base

per far maturare e sostenere un dialogo esterno»187. Questo documento fu di

grande aiuto nell’azione del Presidente, poiché gli consentì di chiarire le sue

competenze e di esercitare con una base solida i frequenti richiami alla

responsabilità che, soprattutto durante i Governo Berlusconi II e III, Carlo

Azeglio Ciampi fu costretto a eseguire.

Significativo per la comprensione dell’operato del Presidente è

parimenti il contenuto del suo discorso di insediamento del 18 maggio, di

fronte alle Camere in seduta plenaria, contenente una summa di tutte le

considerazioni programmatiche del settennato. Il testo, imperniato sui valori

costituzionali e pieno di esortazioni verso i parlamentari al perseguimento dei

valori della pace e dell’integrazione dei popoli europei come vocazione e

187 Puri Purini A, Dal Colle più alto – Al Quirinale con Ciampi negli anni in cui tutto cambiò, 2012, Milano, Il Saggiatore S.p.A., pagg. 35-36

Page 80: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

71

interesse della Patria, così recita: «Oggi in quest’aula non sento soltanto la

voce della comunità italiana che vive ed opera nei confini della Repubblica.

Sento anche quella degli italiani che vivono la loro cittadinanza nel territorio

dell’Unione, rappresentata dal Parlamento europeo. E, non meno nitida e

forte, sento la voce della più larga comunità italiana diffusa nel mondo, in

fiduciosa attesa di più dirette vie di partecipazione politica e sempre pronta a

dare alla madre patria una ricchezza di cultura, di conoscenze, di

riconoscenza. Di questa pienezza di unità nazionale voi vi siete resi interpreti

con la votazione che mi ha eletto. E io mi adopererò per far perdurare questa

significativa convergenza costituzionale da voi creata. […] L’unità nazionale

che dovrò rappresentare e perseguire impone che si volga lo sguardo verso

quello che sarà il destino degli italiani nel secolo che sta per cominciare. […]

L’unità degli italiani è oggi specialmente necessaria per […] operare

concretamente per la pace, sempre e in ogni luogo. L’aggressione contro gli

innocenti, l’estirpazione dei popoli dalla loro terra natale hanno riportato in

Europa l’orrore dell’odio razziale. È contro questo odio che si è determinata

l’inevitabilità del ricorso alle armi. […] Urge che si facciano ancor più forti la

voce della politica e la tenacia del negoziato, affinché garanzia del rispetto dei

diritti umani e premesse certe di una pace vera siano subito e insieme

stabilite. La dura lezione del conflitto balcanico spinge ad ampliare, a rendere

più lungimirante la nostra concezione europea. Ogni focolaio bellico nel

nostro continente è ferita inferta alla stessa Unione europea e ai suoi valori.

La pace duratura può raggiungersi solo allargando i confini dell’Unione. Essa

si fonda sul principio dell’inclusione e non dell’esclusione. È questa l’idea-

forza, la “pax” europea tra uguali che dobbiamo offrire, con iniziative

immediate e concrete, ai popoli dell’Europa che sono fuori dell’Unione. La

sicurezza, l’avvenire della regione balcanica […] risiedono nel disegno di un

percorso di estensione, graduale nel tempo ma certo nella conclusione, della

cittadinanza europea ai popoli che nel continente hanno vissuto e vivono la

loro identità storica. Questo sforzo europeo per una pace che non sia solo un

armistizio deve vedere in prima linea noi italiani. […] La creazione della

moneta unica europea, grande evento politico e non solo economico, ci

impone di far sì che l’economia italiana risponda sempre più alle

Page 81: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

72

caratteristiche del modello di sviluppo europeo che insieme con gli altri paesi

dell’Unione stiamo disegnando […]. Viva la Repubblica italiana! Viva

l’Unione Europea! Viva l’Italia!»188.

3.3 La fine del conflitto balcanico, il viaggio a Berlino,

l’idea di Europa

A fare da apripista alle iniziative concernenti la politica estera italiana,

in conformità con quanto enunciato nel suo discorso di insediamento, fu un

messaggio a reti unificate (il primo del settennato) che il Presidente

pronunciò il 10 giugno 1999, in occasione dell’annuncio della fine delle

ostilità fra NATO e Serbia e l’accordo per istituire una amministrazione

provvisoria in Kossovo (La “United Nations Interim Administration Mission in

Kosovo” o UNMIK) cui avrebbero preso parte anche le truppe italiane. Il

discorso, concentrato sul significato sociale e politico della pace nei Balcani e

ricco di richiami alla responsabilità italiana inclusa in quella collettiva europea,

recitava: «Le persecuzioni contro gli inermi sono finite. […] Non è stato

facile far forza a noi stessi e decidere il ricorso alle armi. Lo abbiamo fatto

perché consci che non vi era altra via per far cessare violenze ancor più

inaccettabili: quella orrenda violenza che va sotto il nome di “pulizia etnica”.

Al tempo stesso abbiamo operato per lenire le sofferenze degli oppressi e

perché la pace tornasse al più presto a trionfare. […] Il senso di liberazione

che in queste ore proviamo si unisce alla consapevolezza del compito enorme

che abbiamo di fronte: di presenza attiva, con le nostre Forze Armate, nel

martoriato territorio del Kosovo, perché l'accordo di pace venga realizzato

appieno. […] La ricostruzione deve essere non solo materiale, ma anche e

soprattutto della società civile, della vita democratica di tutti i popoli della

regione: anche del popolo serbo, che non abbiamo mai considerato nostro

nemico. La pace europea deve affermarsi durevolmente nei Balcani. È

188 Ciampi C. A., Messaggio al Parlamento del Presidente della Repubblica, 18 maggio 1999, Roma, estratto il 5 febbraio 2019 da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso&key=9614

Page 82: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

73

responsabilità comune dell’intera Unione Europea»189. Il giorno successivo fu

organizzata una visita lampo al contingente italiano d’istanza in Albania, a

sottolineare sia la vicinanza del Presidente alle truppe italiane, sia la

prospettiva di rinnovata proiezione nel territorio albanese (nel quale stava

fiorendo un dinamico – quanto abusivo – settore edilizio) dell’interesse

nazionale economico italiano; non mancò tuttavia occasione per pronunciare

un accorato discorso sul valore della tolleranza religiosa190.

La prima visita ufficiale che Ciampi ebbe modo di effettuare all’estero

fu quella del 14-15 luglio 1999 in Germania, nella Berlino piena di cantieri

pronti a renderla una prestigiosa capitale europea: nonostante la maggior

parte delle istituzioni statali operasse ancora a Bonn, infatti, da poco più di

due settimane il popolo tedesco aveva riportato formalmente nella sua storica

collocazione il suo centro di potere. La scelta fu significativa: l’alleanza

europeista italo-sveva (che Ciampi aveva sempre coltivato con grande cura191,

consapevole dell’importanza per l’interesse nazionale della solidità dell’asse

Roma-Bonn) era di fondamentale interesse per la costituenda Eurozona, e il

Presidente lo sottolineò diventando il primo capo di Stato a visitare

ufficialmente la nuova capitale tedesca; Ciampi era inoltre persuaso dall’idea

che l’Europa fosse necessariamente una entità a trazione tedesca, e che l’Italia

avrebbe dovuto agganciarsi a questa se avesse voluto un ruolo centrale nelle

istituzioni europee; in quella circostanza la delegazione italiana tese a

sottolineare come il Paese fosse pienamente al fianco della Germania nel

perseguire un rafforzamento dell’Unione, allo scopo di dimostrare al

contempo di essere per gli svevi un alleato solido e affidabile. Dal canto suo,

la Germania, nelle persone del Presidente federale Johannes Rau e Gerhard

Schröder, cercava un sostegno per la sua linea circa l’indipendenza della

neonata Banca Centrale Europea rispetto alle altre Istituzioni europee, linea

che trovò pieno appoggio nell’ex banchiere centrale, che era di simile avviso;

189 Ciampi C. A., Dichiarazione a reti unificate dopo l’annuncio della fine della guerra nei Balcani, 10 giugno 1999, Roma, estratto da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso&key=9624 190 Ciampi C. A., Valona – Incontro con la stampa, 11 giugno 1999, Valona, estratto il 5 febbraio 2019 da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ElenchiCiampi.aspx?tipo=discorso 191 Supra, capp. I-II

Page 83: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

74

si discusse anche del pacificando contesto balcanico, di crescita economica e

della necessità di creare una politica economica comune nell’Eurogruppo192.

L’esito della visita fu favorevole agli auspici italiani, ma fu anche utile a porre

le basi per un rimarchevole progetto di collaborazione italo-tedesca in chiave

europeista portato avanti dallo stesso Ciampi e da Rau, che l’anno successivo

sarebbe sfociato (grazie al lavoro di raccordo operato dal Consigliere

diplomatico della Presidenza della Repubblica Antonio Puri Purini e dal suo

omologo Henrik von Schmiegelow193) in un comunicato congiunto dei due

che auspicava la nascita di una nuova costituzione europea194, pronunciato a

margine di un incontro all’Università di Lipsia195 e frutto di mesi di lavoro; il

discorso, di natura programmatica, così recitava: «I due Presidenti hanno

deciso di concedere il patronato congiunto alla conferenza sulla possibile

struttura della costituzione europea che sarà organizzata su iniziativa

dell’Istituto di studi di politica internazionale in collaborazione con altri

istituti di ricerca europei nel mese di novembre a Milano. […] Il presidente

Ciampi e il Presidente federale Rau concordano che il dibattito sulla

Costituzione Europea non dovrà più essere condotto in una prospettiva di

“se” ma di “quando” e di “come”. Essi hanno espresso l’auspicio che la

discussione avvenga con un ampio coinvolgimento della società civile

europea. La conferenza […] si propone di offrire un foro di discussione sulle

tre componenti essenziali di una costituzione europea: la Carta dei Diritti

fondamentali, civili e sociali dei cittadini europei; l’elenco delle competenze

europee, con una chiara delimitazione rispetto alle competenze nazionali e

tenendo conto del principio di sussidiarietà; una nuova struttura delle

Istituzioni europee, che assicuri sia la legittimazione democratica che la

capacità d’azione operativa dell’Unione Europea allargata».

192 Puri Purini A, Dal Colle più alto – Al Quirinale con Ciampi negli anni in cui tutto cambiò, 2012, Milano, Il Saggiatore S.p.A., pagg. 71-72 193 Ivi, pag. 75 194 Ciampi C. A., Rau J., Dichiarazione congiunta dei Presidenti Ciampi e Rau al termine del colloquio, 6 luglio 2000, Lipsia, estratto il 5 febbraio 2019 da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso&key=12585 195 Puri Purini A, Dal Colle più alto – Al Quirinale con Ciampi negli anni in cui tutto cambiò, 2012, Milano, Il Saggiatore S.p.A., pag. 77

Page 84: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

75

Queste iniziative testimoniano come l’intenzione principale che

muoveva l’azione europea di Ciampi fosse rendere il concetto di “pax

europea” (già presente nel suo discorso di insediamento196 e riaffermato in

una sua conferenza stampa nella visita ufficiale a Helsinki il 28-29

settembre197) un pilastro fondamentale dell’Europa del futuro: egli era mosso

dalla convinzione che l’Unione Europea avrebbe dovuto essere un punto di

ancoraggio per i Paesi limitrofi, con specifica attenzione per la situazione

atavicamente tumultuosa del Medio Oriente. In particolare, riguardo gli

interessi italiani ed europei nel settore, egli riteneva che l’affermazione

dell’Europa come mediatore principale del conflitto israelo-palestinese, con

l’obiettivo di favorire la nascita di un autonomo stato della Palestina, sarebbe

stata la certificazione dell’ascesa a “potenza politica” dell’Unione, con riflesso

prestigio per l’Italia; uno strumento significativo di aiuto e di affermazione

politica in questo senso (secondo quanto peraltro suggeritogli dal Re di

Giordania ʿAbd Allāh II198 durante la sua visita ufficiale a Roma199 del 13

luglio 1999) sarebbero stati gli aiuti economici che l’Europa avrebbe potuto

offrire nell’area per finanziare infrastrutture chiave. Secondo Ciampi, l’Italia,

soprattutto nel settore degli investimenti diretti e degli scambi commerciali,

avrebbe dovuto cogliere l’opportunità e operare in primo piano. Un’ulteriore

occasione di azione politica per il Presidente Ciampi fu offerta dai funerali del

Re del Marocco Ḥasan II, per le cui esequie (tenutesi il 25 luglio 1999)

presenziò in rappresentanza dell’Italia la massima carica dello Stato. In quella

circostanza si programmarono diversi incontri diplomatici che sarebbero

avvenuti nel prossimo futuro: la visita del Presidente della Repubblica

Algerina Democratica e Popolare ʿAbd al-ʿAzīz Bū Teflīqa a Roma, che si

concretizzò il 15 novembre200 e in cui si parlò di scambi commerciali e

questioni economiche, oltre che di accordi strategici e di terrorismo (all’epoca 196 Supra, pag. 70 197 Ciampi C. A., Helsinki: incontro con la stampa, 29 settembre 1999, Helsinki, estratto il 5 febbraio 2019 da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso&key=9675 198 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 387 199 Visita di Sua Maestà Re Abdullah II di Giordania, 13 luglio 1999, Roma, estratto il 5 febbraio 2019 da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=visita&key=11273 200 Ciampi C. A., Brindisi in onore del Presidente della Repubblica Algerina Democratica e Popolare Bouteflika, 15 novembre 1999, Roma, estratto il 5 febbraio 2019 da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso&key=9719

Page 85: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

76

non ancora ritenuto una minaccia globale); la visita di Stato in Belgio, su

invito del Re Alberto II, che si sarebbe realizzata solo nel 2002 e in cui il

Presidente ebbe modo di far sentire la presenza italiana all’estero nei

confronti dei concittadini rendendo omaggio alle vittime del tragico evento di

Marcinelle201, sottolineando inoltre come il disastro della miniera fosse il

primo esempio di risposta europea a una emergenza nazionale; ultimo, ma

non meno importante, l’incontro (a diversi anni di distanza dal primo) con il

Presidente Clinton, che lo introdusse al Primo Ministro dello Stato di Israele

Shimon Peres, oltre che a diversi capi di Stato arabi. La questione della pace

israelo-palestinese sembrava in quella fase storica essere vicina a una

risoluzione pacifica, e il Presidente Ciampi, unitamente al Governo, riteneva

che l’Europa e l’Italia avrebbero dovuto fare la loro parte per ottenere rilevo

e prestigio nella comunità internazionale. La visita italiana del Presidente

dell’Autorità Nazionale Palestinese, Yāsser ʿArafāt, avvenuta il 4 settembre

1999, fu accolta dalle Istituzioni come un’occasione per riaffermare questa

convinzione; il leader palestinese chiese a Ciampi l’amicizia dell’Italia e

dell’Europa, invocando un intervento congiunto nello scenario mediorientale;

in particolare, riferendosi agli italiani, affermò: «Dovete essere presenti ai

negoziati, direttamente. Voi siete la nostra seconda patria»202; il Presidente

rispose congratulandosi con questi e gli israeliani per gli sforzi profusi per la

pacificazione dell’area203.

3.4 La questione israelo-palestinese e la commemorazione

di Cefalonia 201 Ciampi C. A., Intervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in visita di Stato nel Regno del Belgio, in occasione dell’incontro con i rappresentanti della comunità italiana e le vedove e gli orfani delle vittime di Marcinelle, 17 ottobre 2002, Martinelle – Bois du Caziere, estratto il 5 febbraio 2019 da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso&key=20564 202 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 387 203 Ciampi C. A., Dichiarazione al termine dell’incontro con il Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Yāsser ʿArafāt, 4 settembre 1999, Castelporziano, estratto il 5 febbraio 2019 da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso&key=9659

Page 86: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

77

Maturata durante la visita in Marocco, l’idea di estendere i contatti

italiani in Medio Oriente venne sviluppata a partire da Israele, a testimonianza

della volontà del Quirinale di dare forza al dialogo più che alle armi. Inoltre, il

Presidente operò nei primi anni del settennato un più convinto e deciso

sostegno allo Stato israeliano, nella convinzione che fosse necessario fornire a

quell’alleato strategico un sostegno forte e alternativo a quello statunitense,

soprattutto sul comparto economico; a suo modo di vedere, il processo di

pace avrebbe infatti favorito la componente europea più vicina a quell’area, e

cioè i Paesi mediterranei, nello sviluppo economico e nell’affermazione come

partner geopolitici preferenziali dei vari Paesi del Vicino Oriente. La prima

occasione di attuare questo articolato e poliforme progetto si presentò

durante la visita di Stato in Israele e nei territori dell’Autonomia Palestinese,

svoltasi fra l’11 e il 13 ottobre 1999; Ciampi è stato il primo Presidente della

Repubblica a intraprendere questa scelta, per l’epoca di grande impatto

politico e mediatico, e tenne a richiedere personalmente la possibilità (poi

accordatagli) di avere un incontro anche con le autorità di Ramallah. Il

Presidente, accolto dalle massime autorità israeliane, fu anche il primo italiano

ad avere il privilegio di parlare davanti alla Knesset, il Parlamento israeliano:

nella circostanza sottolineò nuovamente l’interesse italiano di poter divenire

un ponte fra Medio Oriente ed Europa («Israele e Italia devono ravvivare il

cordone ombelicale fra Mediterraneo ed Europa, fra Mediterraneo e

Comunità Atlantica»204). Nonostante gli auspici del Presidente Ciampi, i

colloqui di pace si sarebbero rilevati infruttuosi, così come gli incontri su tale

questione con i leader israeliani che si sarebbero succeduti durante il resto del

suo settennato. D’altronde, la residua parte della visita di Stato – in

particolare il passaggio fra Israele e i territori autonomi della Palestina – aveva

fornito già indicazioni significative in questo senso, data la forte sorveglianza

militare che si verificava al check-point fra le due aree. Il colloquio con Arafāt

confermò le sinistre impressioni: «Non concederanno mai la proclamazione

dello Stato di Palestina, abbiamo bisogno di aiuto da voi, serve una forza di

204 Puri Purini A, Dal Colle più alto – Al Quirinale con Ciampi negli anni in cui tutto cambiò, 2012, Milano, Il Saggiatore S.p.A., pag. 220

Page 87: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

78

interposizione europea»205. La delegazione italiana se ne andò con la

sensazione che fosse difficile trovare una soluzione in tempi brevi alla

questione, con i soli Ciampi e Gifuni a riporre speranze residue nell’ipotesi di

mediazione di matrice italiana, in considerazione del rispetto di cui la Nazione

godeva da parte di entrambe le compagini206.

Altre tre circostanze significative in cui si discusse della questione

israelo-palestinese furono la visita ufficiale in Egitto, la visita ufficiale in

Russia e la visita ufficiale in Giordania. La sortita egiziana, che si tenne fra il

15 e il 17 febbraio del 2000, fu occasione per Ciampi di incontrarsi con il

Presidente Mubārak, che ammonì la delegazione italiana sul fatto che la pace

in Medio Oriente fosse molto lontana dal verificarsi («Si sta tornando a

diffondere tra la popolazione un clima di odio, è svanita ogni fiducia verso

Israele»207). Il confronto fu occasione per constatare l’opinione che gli attori

africano-mediorientali avevano nei confronti dell’Europa unita: alle parole del

Presidente, che insisteva sulla presenza europea come necessaria per la

pacificazione dell’area, Mubārak ribatté: «Lei parla di Europa, però io vedo i

francesi che vengono da me e dicono […] mettetevi d’accordo con noi e non

con i tedeschi. Poi vengono i tedeschi e mi dicono […] mettetevi d’accordo

con noi e non con i francesi. Siete sicuri che l’Europa esista, come soggetto

politico?»208; Ciampi a sua volta rispose: «L’Europa diventerà per forza un

soggetto politico, è la logica della storia. Abbiamo fatto l’euro, quando la

moneta circolerà uguale nelle tasche di tutti gli europei ci sarà una spinta

fortissima a realizzare politiche integrate. […] Io ragiono da europeo, perché

penso che questo sia anche nell’interesse del mio Paese». La visita in Russia,

fra 26 e 29 novembre209, diede invece modo all’inquilino del Colle di discutere

con il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin sull’opportunità di

spedire un contingente delle Nazioni Unite per stabilizzare l’area della Striscia

di Gaza, ipotesi osteggiata dalla compagine israeliana. La missione in

205 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 393 206 Ivi, pag. 395 207 Ivi, pag. 397 208 Ivi, pag. 388 209 Visita di Stato nella Federazione Russa, 26-29 novembre 2000, Mosca, estratto il 6 febbraio 2019 da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=visita&key=13644

Page 88: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

79

Giordania, che ebbe luogo fra 14 e 16 febbraio 2001210, doveva fungere da

segnale di presenza europea in quell’area, quantomeno nelle idee di Ciampi; il

Re ʿAbd Allāh II esternò al Presidente tutte le sue preoccupazioni relative al

neoeletto Primo Ministro israeliano Ariel Sharon, sostenendo la necessità di:

«pensare a una forza di osservatori che garantisca la separazione fra i due

popoli»211. Nonostante le premure del Presidente di dare forza e rilievo

all’Europa nel teatro mediorientale, tuttavia, pareva che il Vecchio Continente

fosse talmente provato dallo sforzo collettivo della moneta unica che non

avesse sufficienti forze per reagire; analogamente, entro confine, lo

stravolgimento politico che sarebbe occorso in Italia in seguito alle elezioni

del 13 maggio 2001 avrebbe dato a Ciampi ben altre problematiche a cui

pensare, e la questione palestinese dovette essere messa in secondo piano per

diverso tempo.

Un viaggio di significativa importanza per comprendere l’azione di

Ciampi nel suo settennato fu quello del primo marzo 2001 a Cefalonia,

rappresentante un connubio fra l’idea di presenza all’estero della Nazione e

l’idea di ricostruire un’identità nazionale perduta attraverso la memoria storica

e il patriottismo, passando nei luoghi dove la presenza italiana aveva lasciato

tracce tanto importanti quanto dolorose. Il viaggio, annunciato

contestualmente al ripristino della Festa della Repubblica durante il discorso

di fine anno del 2000212, fu occasione per commemorare l’eccidio di matrice

nazista di Punta Telegrafo, dove in seguito all’armistizio di Cassibile persero

la vita la maggior parte dei soldati italiani d’istanza nell’isola, non volendo

questi arrendersi ai nazisti. In quel luogo, simbolo della Resistenza al

fascismo, egli ebbe modo di pronunciare un accorato discorso, alla presenza

dell’omologo greco Kostas Simitis, all’interno del quale toccò sia la tematica

dell’Europa unita («Rappresentiamo due popoli uniti nella grande impresa di

costruire un’Europa di pace, una nuova patria comune di nazioni sorelle, che

210 Visita di Stato in Giordania, 14-16 febbraio 2001, Amman, estratto il 6 febbraio 2019 da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=visita&key=14215 211 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 399 212 Ciampi C. A., Messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi agli italiani, 31 dicembre 2000, Roma, estratto il 6 febbraio 2019 da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/continuaciampi.aspx?tipo=discorso&key=13827

Page 89: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

80

si sono lasciate alle spalle secoli di barbari conflitti»213) sia quella del

patriottismo, rivolgendosi ai reduci della Divisione Acqui come fossero dei

compagni d’armi. La rilevanza mediatica che tale visita istituzionale ebbe nel

panorama nazionale fu il sintomo dell’efficacia dell’azione del Presidente

Ciampi e del suo nutrito staff: era ormai in stato avanzato di consolidamento

l’idea di una identità nazionale, da indirizzare verso l’interno per cementare la

coesione nazionale (altro esempio in questo senso furono le iniziative portate

avanti negli anni per la rivalutazione del Tricolore, di cui egli stesso ridefinì i

colori principali, e la diffusione dell’Inno di Mameli e Novaro, soprattutto

nelle rappresentative sportive nazionali dove prima quasi nessun atleta

conosceva il testo) per proiettare poi questa identià oltre confine. Un’altra

visita dal grande significato politico-patriottico fu quella alla città di Fiume

(oggi Rijeka), durante la missione in Croazia del 9-10 ottobre 2001; pur priva

di significativi risvolti internazionali, sottolineò l’interesse del Presidente

(primo nella storia a effettuare tale visita) alla conservazione della memoria

storica nazionale e la sua vicinanza nei confronti dei tanti italiani esuli che nel

passato erano stati costretti a fuggire a causa degli orrori della guerra («Vi

sento italiani nel midollo delle ossa»214, disse loro), orrori che un futuro e

auspicato ingresso della nazione balcanica nell’Europa allargata – unitamente

a un rafforzamento delle tutele riservate alle minoranze linguistiche nel Paese

– avrebbe aiutato a suo giudizio a superare con più slancio e vigore.

3.5 L’identità nazionale come strumento di politica estera:

le missioni in Brasile, Argentina e Uruguay

Nonostante la presenza di foltissime comunità italiane desse

l’impressione di poter essere potenzialmente un terreno fertile per la

proiezione oltreoceano dell’interesse nazionale italiano, il Sud America non

213 Ciampi C. A., Discorso del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi alla commemorazione dei Caduti italiani della Divisione “Acqui” a Cefalonia, 1 marzo 2001, Cefalonia, estratto il 6 febbraio 2019 da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso&key=14351 214 Puri Purini A, Dal Colle più alto – Al Quirinale con Ciampi negli anni in cui tutto cambiò, 2012, Milano, Il Saggiatore S.p.A., pag. 257

Page 90: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

81

era mai stato approcciato con la dovuta attenzione dalla diplomazia italiana,

specie dagli anni Novanta in poi. La Spagna, che condivideva con i Paesi

latino-americani la lingua e parte delle radici culturali, era molto attiva nella

regione, diversamente dall’Italia che nel corso del tempo non aveva

valorizzato le opportunità che quella zona del mondo offriva: il Presidente

Ciampi, consapevole della necessità di estendere il novero degli interessi

politico-economici italiani, tentò – nella limitata portata dei suoi poteri in

politica estera – di creare una testa di ponte italiana nel Sud America, nella

speranza (disattesa, invero) che i Governi nazionali sfruttassero tale volano

per inserirsi in quell’area strategica. Il progetto, che venne preparato sin dalle

fasi iniziali del settennato dal Consigliere diplomatico Puri Purini215, trovò la

sua realizzazione nel biennio 2000-2001, con tre visite di Stato in Brasile,

Argentina e Uruguay; facendo leva sulla rilanciata identità nazionale,

l’obiettivo era quello di costruire delle opportunità che non fossero

meramente istituzionali, ma vere e proprie occasioni per proiettare in quei

Paesi gli interessi economici e politici (oltre che culturali) dell’Italia,

organizzando dei lunghi soggiorni in modo da poter effettuare un’azione

quanto più incisiva possibile: a tal guisa furono organizzati degli eventi che,

secondo le parole di Puri Purini, «permettessero discorsi impegnativi,

marcando la nostra decisa volontà di presenza. I temi da affrontare

riguardavano il recupero della solidarietà, il rilancio economico e culturale, il

coinvolgimento europeo»216.

La prima visita fu quella organizzata tra 9 e 14 maggio 2000217 nella

Repubblica Federativa del Brasile e, conformemente ai propositi iniziali, fu

una delle più lunghe e articolate del settennato. I brasiliani con origini italiane

erano nell’ordine di 30 milioni, tuttavia avevano conservato della madrepatria

poco più che un ricordo nostalgico: l’obiettivo di Ciampi era quello di

rinsaldare questo legame che con gli anni si era sempre più fiaccato, cercando

di mettere una base per instaurare un rapporto più proficuo con quell’enorme 215 Ivi, pag. 239 216 Ivi, pag. 240 217 Visita di Stato nella Repubblica Federativa del Brasile, 9-14 maggio 2000, Brasilia, estratto il 7 febbraio 2019 da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=visita&key=11288

Page 91: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

82

numero di italiani; fra i discorsi tenuti in questa visita, fu significativo

l’intervento al Parlamento brasiliano, in cui sottolineò con varie metafore e

riferimenti storici la vicinanza culturale del Brasile con il Vecchio Continente,

oltre alla presenza di comuni interessi economici da parte dei due Paesi :«È

utile richiamare alcuni dei fattori che spingono Italia e Brasile a un’autentica

partnership: la riscoperta brasiliana delle radici italiane e la valorizzazione

italiana della grande comunità di connazionali in Brasile; una solida

comunanza di valori democratici, civili e sociali; l’identità di vedute sui

principi della legalità internazionale; l’interesse a collaborare su temi

fondamentali: dalla lotta alla povertà, alla criminalità organizzata, ai traffici di

droga e di armi, alla tutela dell’ambiente; l’accelerazione del dialogo fra

Europa e America Latina nel quadro della sfida della globalizzazione

nell’economia mondiale; le nuove tecnologie, dalle telecomunicazioni

all’informatica, dall’aeronautica allo spazio, che dischiudono nuovi filoni di

lavoro congiunto, in Brasile e in Italia»218; a questo discorso seguì una lunga

serie di incontri con i rappresentanti delle comunità italiane in Brasile.

Parte conclusiva del progetto del rilancio degli interessi nazionali in

Sud America fu la visita di Stato nella Repubblica Orientale d’Uruguay e nella

Repubblica Argentina fra 11 e 17 marzo 2001; la problematica che risultò

evidente a Ciampi e al suo staff fu la povera condizione economica dei

residenti, testimoniata anche dalla fatiscenza delle infrastrutture di prima

necessità che il Presidente si trovò a visitare nel suo giro fra i gruppi di italiani

nei due Paesi, specie in Uruguay. Non mancò occasione, nella visita alla “Casa

degli Italiani” di Montevideo, di tenere un accorato discorso sulle radici

comuni, sul patriottismo risorgimentale e sull’importanza dell’istaurazione di

un legame di tipo politico-economico con l’Europa: «Il rapporto fra Italia e

Uruguay non può esaurirsi in una dimensione bilaterale: anche voi avete

bisogno, per crescere, dell’impulso creativo di una grande comunità euro-

americana in grado di rafforzare i rapporti fra Europa ed America Latina

intorno ai valori della dignità, della libertà, dell’uguaglianza, della solidarietà,

218 Ciampi C. A., Brasilia: allocuzione del Presidente Ciampi al Congresso, 12 maggio 2000, Brasilia, estratto il 7 febbraio 2019 da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso&key=9794

Page 92: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

83

della cittadinanza, della giustizia. L’Italia, membro autorevole dell’Unione

Europea, […] protagonista dell’economia mondiale, […] contribuirà a questo

storico processo. Dall’incontro con Voi nasce spontaneo il ricordo di quanto

l’intreccio fra la Storia dell’America del Sud, dell’Europa e dell’Italia sia stato

intenso e fecondo. 140 anni fa si compiva, […] l’atto di nascita dell’Italia

unita e indipendente. Uno dei suoi Padri, Giuseppe Garibaldi, contribuì a

scrivere una pagina importante della Storia di questo Paese, portandovi

l’anelito e la fede per la libertà, i valori del Risorgimento italiano»219.

Nella sua visita in Argentina, diversamente da quanto accadde in

Brasile, fu evidente il forte sentimento di amore per la Patria dei cittadini

argentini di origine italiana, testimoniato dal calore con il quale il Presidente

venne accolto in tutte le circostanze in cui ebbe modo di pronunciare discorsi

pubblici. Anche in questo frangente le tematiche principali dei suoi interventi

verterono sul sentimento nazionale e sull’importanza dell’istaurazione di un

legame più saldo fra i due Paesi. Nel discorso davanti al Congresso riunito in

seduta plenaria, Ciampi fece leva sulla necessità di un accordo economico più

proficuo, da perseguire dagli organi competenti: «Sono convinto che per i

nostri due Paesi sia giunto il momento di fare una scelta coraggiosa e

lungimirante: impegnarci a costruire un’alleanza di governi e di popoli. Non è

un traguardo scontato, è una sfida; una sfida che dà corpo alla fiducia e alle

aspettative delle nostre nazioni e delle future generazioni italiane e argentine.

Mi sprona il lavoro fatto in questi ultimi anni. Abbiamo definito una fitta rete

di accordi per una cooperazione intensificata, in tutti i campi e a tutto campo.

[…] La “relazione speciale” è oggi legge dei nostri due Paesi. Ma non

dobbiamo confondere le norme con i seguiti operativi. Il cammino verso

un’effettiva e proficua partnership inizia adesso. […] Spetterà ai Governi farsi

carico degli adempimenti previsti dagli accordi, in particolare la sollecita

riunione della Commissione Mista prevista dal Protocollo esecutivo del

Trattato di amicizia e collaborazione e il secondo Foro di dialogo italo-

219 Ciampi C. A., Discorso del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in visita di Stato nella Repubblica Orientale d’Uruguay, in occasione dell’incontro con la collettività italiana, 11 marzo 2011, Montevideo, estratto il 7 febbraio 2019 da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso&key=14489

Page 93: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

84

argentino. Non dobbiamo tradire le aspettative degli operatori economici, dei

milioni di italo-argentini, fra i quali 600 mila doppi cittadini, e delle società

civili dall’una e dall’altra parte»220. Nell’intervento presso la collettività italiana

di Rosario, di contro, egli fece maggiormente leva sull’importanza della

identità nazionale e sull’italianità intrinseca dei cittadini argentini: «Voi siete

l’approdo di un viaggio, cui tenevo particolarmente: iniziato lo scorso anno in

Brasile, proseguito in Uruguay e Argentina visitando città, San Paolo,

Montevideo, Buenos Aires e oggi Rosario, che hanno congiunto i destini

dell'Italia e dell’America Latina. In questo luogo sacro alla Nazione argentina,

dove il Generale Manuel Belgrano, figlio di esuli italiani, […] istituì la

bandiera dello Stato, […] rendo omaggio all’intreccio di valori che sin dagli

albori dell’Indipendenza argentina e del Risorgimento italiano, hanno unito

Argentina ed Italia in una generosa fraternità. […] La memoria del passato e

dei valori condivisi è la base per rendere salda la nostra comunità del futuro.

[…] Voi siete uniti in un saldo rapporto con la madrepatria che guarda a voi

con fiducia e con rinnovata consapevolezza della propria responsabilità»221; di

simile tenore, con maggior enfasi sulla necessità di una comunione di intenti

in ambito economico, era stato il discorso tenuto durante l’incontro con la

collettività italiana di Buenos Aires: «Consentitemi di ripetere con Voi, per

essere sicuri di essere sulla stessa lunghezza d’onda, alcuni obiettivi essenziali:

rinsaldare, nella lealtà alla Vostra nuova patria, gli essenziali legami tra Italiani;

raccordare con la società argentina il patrimonio storico, economico e

culturale di cui siete portatori; consolidare un’indispensabile collaborazione

economica; operare per la salvaguardia della identità culturale, proteggere le

fasce deboli della nostra collettività»222.

220 Ciampi C. A., Discorso del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in visita di Stato nella Repubblica Argentina, al Congresso riunito in seduta plenaria, 15 marzo 2001, Buenos Aires, estratto il 7 febbraio 2019 da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso&key=14496 221 Ciampi C. A., Intervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in visita di Stato nella Repubblica Argentina, in occasione dell’incontro con la collettività italiana di Rosario, 16 marzo 2001, Rosario, estratto il 7 febbraio 2019 da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso&key=14502 222 Ciampi C. A., Intervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in visita di Stato nella Repubblica Argentina, in occasione dell’incontro con la collettività italiana, 14 marzo 2001, Buenos Aires, estratto il 7 febbraio 2019 da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso&key=14478

Page 94: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

85

Nonostante l’intensità degli interventi e dei colloqui reciprocamente

soddisfacenti con le massime autorità nazionali dei tre Paesi, il viaggio di

Ciampi in Sud America non ebbe i risultati sperati, forse anche a causa del

deciso cambio di rotta che il Governo Berlusconi II, formatosi in ragione del

risultato elettorale del 13 maggio 2001, aveva deciso di operare in direzione

anglo-americana: del resto, sebbene il Governo Amato II avesse pienamente

recepito l’importanza delle opportunità create in quelle visite («Ciampi scrisse

al Presidente del Consiglio, segnalando le insoddisfazioni raccolte, indicando

le potenziali prospettive a favore della diffusione della cultura e della lingua

italiana, se solo ci fosse stato un impegno maggiore»223), secondo la

testimonianza di Puri Purini «il governo di centrodestra non aveva nessun

interesse verso l’America Latina, che scomparve dal radar dell’Italia durante il

resto del settennato»224.

3.6 Lo scontro con il Governo Berlusconi: il G8 di Genova

e gli interventi militari in Afghanistan e Iraq

La fase più turbolenta del settennato di Carlo Azeglio Ciampi fu

indubbiamente quella che lo vide contrapposto a Silvio Berlusconi: durante i

due Esecutivi del Cavaliere (Berlusconi II e Berlusconi III) le incomprensioni

sulla strategia di politica estera, le continue dichiarazioni al vetriolo da parte

dei politici di centrodestra e i contrasti con Berlusconi stesso e molti dei suoi

ministri resero la XIV Legislatura (30 maggio 2001 - 27 aprile 2006) ricca di

inediti contrasti fra Presidenza del Consiglio e Presidenza della Repubblica. In

questa sede, si ritiene opportuno tralasciare la pur ricca disamina degli eventi

relativi alla politica interna, preferendo operare un approfondimento specifico

sulle questioni di politica internazionale.

In questo ambito, la prima occasione di confronto fu relativa

all’organizzazione e alla gestione del G8 a presidenza italiana, che si sarebbe

223 Puri Purini A, Dal Colle più alto – Al Quirinale con Ciampi negli anni in cui tutto cambiò, 2012, Milano, Il Saggiatore S.p.A., pag. 243-244 224 Ibidem

Page 95: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

86

tenuto a Genova fra il 20 e il 22 luglio 2001. Il contesto di preparazione di

quel vertice, pur essendo per Berlusconi non un inedito (era già “entrato in

corsa” nelle fasi preparatorie del G7 di Napoli organizzato da Ciampi quando

era Presidente del Consiglio225), vedeva un contesto mutato rispetto al

passato, un contesto fatto di contestazioni e di movimenti aggressivamente

antagonisti rispetto alla globalizzazione. Le misure di sicurezza prese,

ancorché imponenti (area del Vertice totalmente isolata, intere colonne di

reparti delle Forze dell’Ordine schierate in tutta la città), si sarebbero rivelate

insufficienti a gestire l’afflusso imprevisto dei contestatori armati (i “Black-

block”) arrivati anche da oltre confine a causa degli scarsi controlli alla dogana.

In occasione del Vertice, Ciampi partecipò fornendo un contributo operativo

tramite una colazione serale il 20 luglio con numerose personalità

internazionali, allo scopo di favorire il varo di un fondo speciale per l’AIDS e

le malattie epidemiche; inoltre, l’idea del Presidente era quella di promuovere

una sorta di “Piano Marshall europeo” nei confronti dell’Africa, da attuare

d’intesa con il Presidente del Sud Africa Thabo Mbeki226; i tragici eventi del

pomeriggio di quella giornata, che videro la morte del manifestante Carlo

Giuliani (ucciso da un colpo partito dalla pistola dell’agente dei Carabinieri

Mario Placanica, mentre brandiva un estintore nell’intenzione di colpire a

volto coperto un mezzo non blindato dei Carabinieri), resero l’organizzazione

di quell’incontro dai temi significativi sfortunatamente marginale. Per dare un

segnale di fermezza, nella circostanza, Ciampi decise di organizzare un

comunicato televisivo alla presenza del Presidente del Consiglio, comunicato

che venne diramato la sera stessa dei tragici eventi, nonostante non fossero

ancora chiare le dinamiche relative all’uccisione di Giuliani; la partecipazione

di Berlusconi fu, secondo il giudizio del Presidente della Repubblica, un

modo per costringere il Governo ad assumersi la responsabilità dell’accaduto

agli occhi dell’opinione pubblica italiana e internazionale, considerando che

l’irresponsabilità costituzionale del Presidente della Repubblica avrebbe

potuto rendere tale comunicazione inefficace senza la contemporanea

presenza dell’Esecutivo, di contro pienamente responsabile. Di riflesso,

225 Supra, pagg. 37-38 226 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 404

Page 96: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

87

quello che risultò fu un sostegno implicito nei confronti del Governo da

parte della più alta carica dello Stato, ma tale rischio (calcolato) fu ritenuto da

Ciampi funzionale al tutelare l’immagine dell’Italia nel grave contesto che si

era venuto a creare durante un vertice avente echi in tutto il mondo.

L’intervento del Presidente alla colazione serale – cui parteciparono anche i

rappresentanti delle potenze del “Political Eight” – fu imperniato soprattutto

sulla necessità di un’azione congiunta nel continente africano, al fine di

favorire uno sviluppo dell’economia e della tutela dei diritti umani nell’area:

«È compito del Vertice darsi carico della correzione delle più gravi distorsioni

create dalla globalizzazione per riuscire a governarla; occorre poi assicurare

che alle decisioni politiche seguano progetti, realizzazioni, verifiche dei

risultati. Ho incontrato pochi giorni fa alcune eminenti personalità, guidate

dall’Alto Commissario per i Diritti Umani Signora Mary Robinson, testimoni

attivi dei problemi della povertà. È in loro forte l’aspettativa che da Genova

emergano decisioni concrete ai fini dell’alleggerimento del debito, di un più

libero accesso ai mercati dei Paesi avanzati, dell’orientamento degli

investimenti verso i Paesi meno sviluppati, della salvaguardia

dell’ambiente»227.

Pochi mesi dopo si verificò uno degli eventi più significativi della

storia recente delle Relazioni Internazionali: due aerei di linea, dirottati da un

manipolo di terroristi islamici, si schiantarono contro le torri gemelle del

World Trade Center di New York, in un attacco terroristico di matrice

fondamentalista senza precedenti. Ciampi e il suo staff, intuendo la gravità

della situazione e convinti che la reazione americana sarebbe stata tanto

perentoria quanto immediata, decisero di supportare l’alleato strategico con

ogni mezzo possibile; egli disse all’incaricato di affari americani William Pope:

«L’Italia non avrà alcuna indulgenza nei confronti di questa nuova, terribile

minaccia. […] Siamo al vostro fianco»228. Nel successivo giro di visite e di

colloqui privati che Ciampi ebbe modo di tenere, in particolare con i capi di 227 Ciampi C. A., Intervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in occasione del pranzo in onore dei Capi di Stato dei Paesi del G8, e dei Capi di Stato e di Governo dei Paesi ospiti e dei Vertici delle Organizzazioni Internazionali, 20 luglio 2001, Genova, estratto il 7 febbraio 2019 da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso&key=15497 228 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pagg. 412-413

Page 97: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

88

Stato di Egitto e Tunisia e con il capo dell’ALP Arafāt, apparve evidente

come nella società islamica il risentimento verso l’Occidente si stesse sempre

più facendo strada fra le popolazioni locali, testimoniato anche dall’enorme

aumento dei nuovi nati chiamati “Osama”229; le ostilità iniziarono nella

cornice NATO, quando il 17 ottobre 2001 fu avviata un’azione militare nei

confronti dell’Afghanistan controllato dai talebani: le azioni militari erano

costruite allo scopo di eradicare i campi di addestramento terroristici

dell’organizzazione fondamentalista islamica Al Qaeda, capeggiata da Osama

Bin Laden, che si era attribuita la paternità degli attacchi dell’11 settembre.

L’Italia partecipò fin da subito alle operazioni, che essendo incluse in una

cornice di carattere internazionale furono pienamente supportate dalla

Presidenza della Repubblica.

Tuttavia, Ciampi dovette riscontrare la presenza di un fenomeno

inedito nei rapporti istituzionali e internazionali: l’azione di Berlusconi, teso a

ricercare prestigio internazionale, fu quella di privilegiare i rapporti personali

con i leader delle superpotenze mondiali (Putin e Bush in testa),

concedendogli un’attenzione particolare anche durante le loro visite ufficiali

in Italia, rispetto all’ordinario dialogo all’interno delle classiche regole della

diplomazia internazionale; ciò portò al raffreddamento dei rapporti fra

Ciampi e i due leader, che pure negli anni precedenti erano stati profittevoli e

cordiali230, oltre a uno snaturamento dei rapporti internazionali fra l’Italia e

questi due Paesi. Secondo quanto dichiarato a Ciampi allo storico Umberto

Gentiloni Silveri, «in Parlamento non ci furono ricadute particolari, ma

l’azione del Governo, in primis del Presidente del Consiglio, mirava a costruire

una linea diretta con la Casa Bianca senza tener conto di analisi e strategie di

intervento promosse dalla Farnesina. […] Vengo estromesso da tutto, non ho

neanche le informazioni basilari, resto ai margini di una trasformazione che

diventerà importante, forse decisiva per la nostra comunità nazionale. […] Si

trattava di una rottura vera e sul momento non me ne resi conto. Non si può

impostare una politica estera su base personale senza neppure comunicarla a

229 Ivi, pag. 416 230 Supra, pag. 75

Page 98: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

89

chi ha le prerogative istituzionali per condurla e implementarla. […] Le

istituzioni non contano, la Costituzione diventa da stella polare un intralcio

che rallenta il corso delle cose»231. I riverberi di questo personalismo

imperante nella politica estera nazionale dei governi Berlusconi ebbero un

riflesso importante anche all’interno dell’Esecutivo stesso, con il Ministro

degli Affari Esteri Renato Ruggiero (ex Direttore Generale della World Trade

Organization) che si dimise il 5 gennaio 2002 proprio a causa del suo

esautoramento, oltre che per ulteriori contrasti dovuti all’atteggiamento

spregiudicato di Berlusconi nelle sue dichiarazioni nei vari vertici

internazionale cui prendeva parte (in particolare è bene riportare la celebre,

quanto grave, «Ruggiero è un ministro tecnico, il responsabile della politica

estera sono io»232). Significativa in questo senso, a riprova del mutamento

dell’approccio in politica estera del Governo, è un’annotazione che Ciampi

(ben consapevole da molto prima delle dimissioni formali dei rapporti tesi tra

Ruggiero e Berlusconi) scrive nel suo diario, alla data 16 dicembre 2001:

«Berlusconi replica che quel ministero ha bisogno di un mutamento di

mentalità»233. Il ministero sarebbe passato ad interim nelle mani di Berlusconi

dal 6 gennaio al 14 novembre 2002: a succedere a Ruggiero sarebbe stato

Franco Frattini.

Un ulteriore scontro fra la linea del Quirinale e quella di Palazzo Chigi

si presentò quando il conflitto si allargò anche all’Iraq. La questione di un

attacco nei confronti dello Stato retto dal regime baathista di Ṣaddām Ḥusayn

si iniziò a porre già il 30 gennaio 2002 nel famoso discorso del Presidente

Bush sullo Stato dell’Unione, nel quale il POTUS affermò di fronte al

Congresso l’esistenza di un “Asse del male” («axis of evil»234) di Paesi

fiancheggiatori del terrorismo costituito da Iran, Iraq e Corea del Nord. Per

cercare di comprendere quale fosse la migliore strategia possibile da

231 Gentiloni Silveri U., Contro scettici e disfattisti – Gli anni di Ciampi 1992-2006, 2013, Roma/Bari, Gius. Laterza e figli, pagg. 160-163 232 (n. d.), Ruggiero getta la spugna “Divorzio consensuale”, 5 gennaio 2002, La Repubblica, estratto il 7 febbraio 2019 da: http://www.repubblica.it/online/politica/euroscettici/chigi/chigi.html 233 Ciampi C. A., Diario, 16 dicembre 2001 234 (n. d.), Text of President Bush’s 2002 State of the Union Address, 29 gennaio 2002, The Washington Post, estratto il 7 febbraio 2019 da: http://www.washingtonpost.com/wp-srv/onpolitics/transcripts/sou012902.htm

Page 99: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

90

intraprendere in quell’inedito scenario, Ciampi decise di organizzare delle

visite di Stato nei Paesi arabi vicini all’Occidente, con particolare riguardo nei

confronti dell’Egitto e del Marocco: durante la visita a Rabat, oltre agli usuali

interventi su questioni strategiche quali l’immigrazione e i rapporti economici

bilaterali, il Presidente fece un appello alla pace al Re nella sua veste di

«discendente del Profeta e Presidente del comitato per la tutela dei luoghi

santi di Al Quds»235, auspicando al contempo la convocazione di una

conferenza di pace sulla questione con a capo l’Europa unita, gli Stati Uniti, la

Russia e le Nazioni Unite, ipotesi che trovò in seguito pieno supporto nel

presidente egiziano Mubārak, che in occasione della visita di Ciampi al

sacrario militare di El Alamein del 20 ottobre 2002 espose al Presidente della

Repubblica la sua idea di costituire due conferenze internazionali – una sul

Medio Oriente, l’altra sul terrorismo internazionale – da attuare

nell’immediato. L’idea del Presidente Ciampi, inoltre, era quella di cercare di

affrontare la questione irachena operando attraverso un coordinamento delle

posizioni degli Stati europei nella cornice delle Nazioni Unite, e in tale ottica

diede istruzioni al rappresentante italiano permanente presso l’ONU Sergio

Vento236.

Dal canto loro, gli Stati Uniti, forti dell’appoggio del Regno Unito,

erano più che mai decisi a operare un intervento militare per rovesciare il

regime iracheno; a tale scopo, iniziarono ad attuare un’operazione massiccia

di persuasione nei confronti degli alleati europei, con particolare riguardo nei

confronti di Italia e Spagna (Germania e – in particolare – Francia si

rivelarono da subito ostili all’operazione in quanto organizzata al di fuori del

quadro ONU/NATO). Se gli iberici furono ben disposti a collaborare, in

Italia si registrò una significativa spaccatura fra Quirinale e Palazzo Chigi: se

da una parte Berlusconi, nei suoi numerosi viaggi internazionali (inclusi due

incontri con Bush), si era mostrato favorevole a un’alleanza a ogni costo con

gli Stati Uniti, già molto tempo prima dello scoppio ufficiale delle ostilità

Ciampi aveva sottolineato – privatamente e pubblicamente – l’indisponibilità

235 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 417 236 Puri Purini A, Dal Colle più alto – Al Quirinale con Ciampi negli anni in cui tutto cambiò, 2012, Milano, Il Saggiatore S.p.A., pag. 183

Page 100: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

91

dell’Italia a partecipare a un’azione di carattere militare non autorizzata ex

capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite o in una cornice multilaterale

come la NATO, operando a tale scopo un’interpretazione letterale

dell’articolo XI della Costituzione. In particolare, nei mesi precedenti l’attacco

congiunto anglo-americano, l’ambasciatore statunitense in Italia Mel Sembler

tentò di esercitare indebite pressioni nei confronti del Colle: egli,

sottolineando la felicità degli Stati Uniti circa la registrata vicinanza fra Bush e

Berlusconi, comunicò ad Antonio Puri Purini la convinzione da parte

americana che non si dovesse dare ascolto ai sentimenti pacifisti e

antiamericani diffusi in determinati Paesi d’Europa, a suo dire contrastanti

con la generale approvazione dell’operazione da parte dell’opinione pubblica

internazionale. La distanza fra la posizione di Ciampi e le richieste americane

era netta: il Quirinale non era disposto a cedere né sul rispetto dell’articolo

XI, né sulla necessità di subordinare un intervento militare a un mandato del

Consiglio di Sicurezza, né su una eventuale presenza italiana, che sarebbe

stata in caso limitata alla fase di ricostruzione del Paese237. La risposta che fu

data a Sembler da Puri Purini rispecchiava queste tre convinzioni; inoltre,

sottolineava come l’Italia fosse attenta, nella sua veste di potenza

mediterranea, a tutelare le relazioni con i Paesi arabi moderati.

Frattanto, Stati Uniti e Regno Unito tessevano la loro tela di alleanze

usando qualsiasi mezzo, lecito o illecito che fosse: fu fatta pervenire a Puri

Purini una documentazione (rivelatasi in seguito del tutto falsa238) intitolata

“Iraq’s Weapons of Mass Destruction – The Assesment of the British

Government”239 , nella quale si asseriva al fatto che Ṣaddām Ḥusayn fosse in

possesso di svariate armi chimiche e batteriologiche, oltre a testate nucleari e

ICBM (Intercontinental Balistic Missiles); la natura del documento sortì in Ciampi

l’effetto opposto a quello sperato, portando la Presidenza della Repubblica a

un irrigidimento della sua posizione. L’8 novembre fu approvata la

237 Ibidem 238 Ibidem 239 Iraq’s Weapons of Mass Destruction – the Assessment of the British Government, estratto il 7 febbraio 2019 da: https://fas.org/nuke/guide/iraq/iraqdossier.pdf

Page 101: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

92

risoluzione 1441/2002240 del Consiglio di Sicurezza, accettata dall’Iraq il 13

novembre, contenente un ammonimento perentorio nei confronti dello Stato

arabo circa il disarmo delle armi chimiche, che sarebbe dovuto avvenire sotto

il coordinamento degli Ispettori ONU; iniziò dunque la ricerca (ovviamente

infruttuosa) del presunto arsenale nascosto di Ṣaddām con la collaborazione

dello Stato iracheno. A questo punto l’asse Londra-Washington tentò di

ottenere che fosse messa ai voti una seconda risoluzione del Consiglio di

Sicurezza che li legittimasse ad attaccare, ma l’opposizione strenua di

Germania e Francia – che avrebbero preferito che gli ispettori portassero

avanti la loro indagine – non rese possibile la realizzazione di questo scenario;

le due potenze anglofone cercarono dunque di coinvolgere nell’operazione

militare della “Coalition of the Willing”241 i Paesi NATO, Italia in testa. I timori

del Presidente circa questa iniziativa, registrati da Puri Purini, erano che una

diversità di vedute con Francia e Germania avrebbe potuto causare delle

difficoltà all’Italia nell’imminente Semestre Europeo a presidenza italiana,

oltre che uno stravolgimento politico in senso fondamentalista del mondo

arabo moderato242. Iniziato il Semestre Europeo, la speranza che il conflitto

potesse essere evitato attraverso un’iniziativa collettiva europea fu per un

momento foraggiata da un comunicato congiunto del Consiglio Europeo del

27 gennaio 2002243; tuttavia, il 30 gennaio, balzò agli onori delle cronache una

lettera firmata da otto Paesi europei – Italia compresa – in cui si affermava la

necessità di intervenire militarmente per scongiurare l’uso di armi di

distruzione di massa per mano irachena244: la spaccatura nel Vecchio

Continente era ormai emersa. Anche in questo caso il Quirinale (così come la

Farnesina) fu tenuto all’oscuro dell’iniziativa, e si causò di fatto una frattura

(ulteriore) anche all’interno delle Istituzioni italiane.

240 Resolution 1441 (2002), 8 novembre 2002, New York, estratto il 7 febbraio 2019 da: http://www.un.org/Depts/unmovic/documents/1441.pdf 241 Schifferes S., US names «Coalition of the Willing», 18 marzo 2003, BBC, estratto il 7 febbraio 2019 da: http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/2862343.stm 242 Puri Purini A, Dal Colle più alto – Al Quirinale con Ciampi negli anni in cui tutto cambiò, 2012, Milano, Il Saggiatore S.p.A., pag. 185 243 Ivi, pag. 187 244 (n. d.), La guerra divide l’UE: appello di 8 Paesi pro-USA, 30 gennaio 2003, Corriere della Sera, estratto l’8 febbraio 2019 da: https://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2003/01_Gennaio/30/manifesto.shtml

Page 102: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

93

La commissione di controllo delle Nazioni Unite non trovò alcuna

prova dell’esistenza delle famigerate armi di distruzione di massa, così gli Stati

Uniti decisero di fabbricare l’evidenza con un colpo di teatro: il 5 febbraio

2003 il Segretario di Stato Colin Powell, di fronte al Consiglio di Sicurezza,

affermò (sventolando una provetta contenente dell’antrace245) che gli Stati

Uniti erano entrati in possesso di prove schiaccianti che dimostravano

l’esistenza delle testate batteriologiche. La strada verso la guerra era ormai

spianata. Ciampi ebbe anche un colloquio privato con il Segretario Generale

dell’ONU Kofi Annan, il quale riferì all’inquilino del Colle con rassegnazione

che le speranze residue di una soluzione pacifica erano affidate alla

collaborazione fra gli ispettori e il regime iracheno246; la posizione del

Presidente rimase per tutto l’arco di svolgimento degli eventi quella

dell’intervento nella cornice delle Nazioni Unite, in linea con quella che

all’epoca era l’opinione prevalente della società civile italiana e internazionale,

oltre che fedele al rispetto dell’articolo XI in senso letterale (volontà ribadita

dallo stesso Ciampi durante il discorso di fine anno del 2002247). Americani e

inglesi proposero una risoluzione al Consiglio di Sicurezza relativa

all’autorizzazione all’uso della forza ex Capitolo VII della Carta delle Nazioni

Unite, ma il possibile veto congiunto russo-francese affossò tale risoluzione: a

quel punto l’azione militare fu svolta ugualmente, ma all’esterno della cornice

ONU, a partire dal 20 marzo 2003 da Stati Uniti, Regno Unito e i loro alleati,

ma l’Italia – soprattutto per merito dell’opposizione strenua di Ciampi – non

prese parte al conflitto armato. Lo stratagemma adottato dal Presidente della

Repubblica, disponendo questi di scarse informazioni circa il grado di

impegno promesso dalla Presidenza del Consiglio agli alleati statunitensi, fu

quella di convocare il 19 marzo il Consiglio supremo di Difesa, un organo di

rilevo costituzionale costituito per dirimere questioni di sicurezza nazionale e

internazionale; la decisione fu presa allo scopo di costringere il Governo ad

245 (n. d.), Colin Powell e l’antrace, 30 agosto 2013, Il Post, estratto l’8 febbraio 2019 da: https://www.ilpost.it/2013/08/30/colin-powell-fiala-antrace-onu-iraq/ 246 Puri Purini A, Dal Colle più alto – Al Quirinale con Ciampi negli anni in cui tutto cambiò, 2012, Milano, Il Saggiatore S.p.A., pag. 189 247 Ciampi C. A., Messaggio di Fine Anno del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi agli italiani, 31 dicembre 2002, Roma, estratto l’8 febbraio 2019 da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso&key=16590

Page 103: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

94

assumere qualsiasi decisione all’interno di uno specifico organismo presieduto

dal Presidente della Repubblica, colmando così la mancanza di informazioni

che aveva reso problematica la gestione della crisi irachena entro confine.

All’interno della riunione, per cercare di dirimere le controversie interne, egli

decise di proporre due distinti comunicati. Egli si rivolse a Berlusconi e

Gianni Letta (sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei

Ministri) e diede al Presidente del Consiglio due opzioni, riportate fedelmente

da Puri Purini: «Da un lato, un testo sulle caratteristiche dell’impegno italiano,

che escludesse scelte in contrasto con il dettato costituzionale; dall’altro, un

comunicato di maniera, che sarebbe stato seguito da un messaggio al

Parlamento contenente le riserve del capo dello Stato sulla partecipazione

all’intervento militare, con la precisazione che l’entrata in guerra era contraria

all’articolo XI della Costituzione»248; Berlusconi, messo all’angolo e timoroso

delle conseguenze che un comunicato parlamentare avrebbe potuto generare,

accettò la posizione di Ciampi e scelse la prima opzione, dichiarando che il

contingente italiano sarebbe stato presente solo in seguito a una specifica

risoluzione delle Nazioni Unite.

Nonostante questo piccolo successo, si verificò un ulteriore episodio

che generò dissapori: il 26 marzo alcuni aerei americani decollarono dalla base

di Aviano verso l’Iraq, trasportando 3000 paracadutisti; Ciampi, che

nemmeno in questa circostanza era stato avvertito dall’Esecutivo, interpretò

quel gesto come «una violazione della sovranità di uno Stato con cui l’Italia

non era in guerra, sottolineando che il comunicato del Consiglio supremo

limitava l’uso delle basi solo alle esigenze di transito, rifornimento e

manutenzione»249. Riguardo i contrasti e i sotterfugi che il Governo

Berlusconi utilizzò in questa e altre occasioni per aggirare il fermo divieto

dell’uso della forza da parte di Ciampi, è bene riportare quanto affermato in

un articolo di La Repubblica dell’11 marzo 2011, in cui viene menzionato un

documento classificato dell’ambasciatore Sembler desegretato dalla ONG

Wikileaks: «Quando [Ciampi] ha visto in televisione che la partenza della

248 Ivi, pag. 191 249 Ivi, pag. 192

Page 104: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

95

173sima brigata aviotrasportata da Vicenza per l’Iraq era descritta come

un’operazione offensiva […] il suo primo pensiero è stato che il Governo

aveva violato i patti. L’esecutivo a quel punto ha lavorato a stretto contatto

con noi per mettere a punto tattiche per essere certi che Ciampi non mettesse

in discussione la costituzionalità della partenza dei militari e ci ha chiesto una

lettera con lo scopo di fermare un possibile intervento dello stesso Ciampi»250.

La questione irachena, nonostante l’inclusione del contingente italiano nella

missione di pace a trazione ONU istituita al termine delle ostilità, continuerà

a essere motivo di contrasti per tutta la restante parte del settennato, sia con

l’Esecutivo, sia con gli ambasciatori statunitensi che si avvicenderanno sul

suolo italiano in quegli anni.

3.7 Le fasi finali: le Tigri Asiatiche e i discorsi europei

Nelle ultime fasi del settennato, l’attività di Ciampi si dedicò in modo

sostanziale al difficile ruolo di garante della Costituzione, date le numerose

intemperanze del Governo Berlusconi su questo tema. Per ciò che concerne

la sua attività in politica estera, due sono gli ambiti significativi della sua

azione: i viaggi nell’Estremo Oriente, per cercare di favorire gli interessi

economici delle imprese italiane, e l’attività per un rafforzamento

dell’Unione Europea, allo scopo di rendere l’Europa un soggetto politico

importante e credibile della politica internazionale.

L’idea di organizzare delle visite ufficiali in Cina sorse già nel 2003,

nel periodo immediatamente successivo ai viaggi di Ciampi in Sud

America251: il progetto si incanalava infatti nella strategia del Quirinale di

valorizzare le componenti italiane in quei Paesi che si stavano affermando

nel panorama internazionale come economie emergenti, cercando di

colmare il vistoso ritardo in questo senso accumulato nei confronti degli

250 (n. d.), Berlusconi e la guerra in Irak «Paese contrario, scontro con Ciampi», 14 marzo 2011, La Repubblica, estratto l’8 febbraio 2019 da: https://www.repubblica.it/politica/2011/03/14/news/berlusconi_guerra_irak-13575754/ 251 Supra, par. 3.5

Page 105: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

96

altri Stati europei; Ciampi era già stato due volte nel Paese come

governatore della Banca d’Italia, fra 1983 e 1992252, e conosceva bene

l’importanza del colosso asiatico: era fondamentale, a suo giudizio, fare

quantomeno un tentativo per cercare di proiettare gli interessi degli

imprenditori italiani anche in quel contesto, già in quegli anni

economicamente dinamico e in continua crescita. Se nel caso sudamericano

il gancio su cui basare le visite di Ciampi era stato il patriottismo, grazie alla

presenza di numerosissime comunità di italiani, l’avvicinamento alla Cina si

basava su due elementi: la presenza di oltre cinquecento imprese italiane sul

suolo cinese e il fatto che, nonostante il grave gap nei confronti dei Paesi

europei, l’Italia fosse il terzo fornitore della Cina nel Vecchio Continente. Il

viaggio ebbe luogo fra 4 e 9 dicembre 2004; al seguito del Presidente erano

Luca Cordero di Montezemolo (all’epoca Presidente di Confindustria) e

oltre duecento industriali, a riprova dell’importanza economica che

assumeva quella missione per il Paese. Nella conferenza stampa che seguì il

colloquio privato con il Presidente cinese Hu Jintao, egli disse a riguardo:

«Sono in Cina per la terza volta per dare un nuovo vigore ad un tradizionale

sentimento di amicizia fra due Paesi depositari di culture millenarie. […]

Oggi sono testimone dell’avanzamento compiuto e della continua ascesa

pacifica della Cina. Nei colloqui con il Presidente Hu Jintao abbiamo gettato

le basi per avvicinare ancora di più i nostri due Paesi; abbiamo verificato

ampie sintonie sui grandi temi internazionali. L’Italia vuole essere più

presente in Cina, dare sistematicità e coerenza ai nostri rapporti in tutti i

settori. […]. In questo spirito ho voluto che, in occasione di questa mia

visita di Stato, l’Italia si presentasse in Cina nella sua complessità ed

unitarietà di Paese moderno e competitivo. Questa coesione renderà più

efficace e produttiva l’affermazione di ogni singola impresa, di ogni singolo

settore. Questa tendenza positiva riceverà ulteriore impulso dalla comune

decisione che il 2006 sarà l’anno dell’Italia in Cina e dalla presenza in Cina

252 Puri Purini A, Dal Colle più alto – Al Quirinale con Ciampi negli anni in cui tutto cambiò, 2012, Milano, Il Saggiatore S.p.A., pag. 206

Page 106: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

97

di un’importante delegazione di imprenditori italiani»253; un’ulteriore

occasione di sostenere pubblicamente l’inserimento in Cina delle imprese

italiane si presentò l’8 dicembre, a Shangai, durante il Forum imprenditoriale

“Made in Italy in Cina”, organizzato da Confindustria e Istituto nazionale

per il Commercio Estero (ICE). L’idea di Ciampi era quella di favorire lo

sviluppo del “prodotto” “Made in Italy” più peculiare del tessuto industriale

italiano, i “distretti industriali” (agglomerati di PMI che, nello stesso luogo,

possono mettere in comune strutture produttive o specializzarsi

singolarmente in più fasi della produzione di un unico bene), modello di

produzione che già in Europa dell’Est e in Nord Africa veniva esportato

con discreti risultati. L’intervento fece leva sulla tradizione mercatile italiana

e sugli interessi economici europei e nazionali nei confronti del gigante

asiatico: «Il modello di sviluppo italiano […] è caratterizzato da un assetto

solido, diversificato, agile proprio per la sua struttura. Sulla capacità di

aggregazione e di specializzazione si è costruito nel tempo il successo della

nostra industria manifatturiera. Sono stati creati sistemi produttivi locali

omogenei ed altamente competitivi: è la realtà degli oltre 100 distretti

industriali, che alcuni imprenditori avveduti hanno iniziato a replicare in

Cina, per meglio affrontare questo vasto mercato. Nel settore dei beni di

investimento, l’industria italiana offre macchinari ad alto contenuto

tecnologico, a basso consumo energetico e di materie prime; rivestono

particolare interesse per il sistema produttivo cinese, che ha fortemente

bisogno di ottimizzare l’uso delle risorse. Non si parte da zero; lo

dimostrano i fatti. […] La presenza di tante piccole e medie aziende

testimonia la capacità dei nostri imprenditori di muoversi con successo nel

mercato globale. Oltre 500 imprese italiane operano oggi in Cina; nuove

importanti iniziative industriali e commerciali sono in fase di definizione;

numerosi i progetti scientifici e tecnologici. Tutto ciò dimostra la

disponibilità dei cinesi nei nostri confronti: il Presidente della Repubblica e

il Primo Ministro cinesi mi hanno ribadito la volontà della Cina di

253 Ciampi C. A., Dichiarazione alla stampa del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in visita di Stato nella Repubblica Popolare Cinese, al termine del colloquio con il Presidente Hu Jintao, 6 dicembre 2004, Pechino, estratto l’8 febbraio 2019 da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso&key=26016

Page 107: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

98

sviluppare i rapporti con l’imprenditoria italiana, in particolare le medie e

piccole imprese, e la loro fiducia nella capacità dell’Italia di contribuire allo

sviluppo dell'economia cinese. Non mancano, a noi italiani, il talento, la

creatività, la determinazione, lo spirito d’innovazione e di adattamento che

servono per farsi strada in questo immenso Paese. […] Fra Cina e Italia va

costruita con pazienza, ma determinazione, una trama di collegamenti

materiali e immateriali. […] Nel Medio Evo e nel Rinascimento, non c’era

città europea dove i nostri mercanti e i nostri banchieri non fossero

presenti. Ad essi non mancò l’ardire di raggiungere il lontano Oriente.

Questa tradizione va oggi rinnovata. Il rilancio della capacità dell’Italia di

competere sul mercato globale passa anche dalla Cina: città per città,

provincia per provincia, settore per settore. Una volta radicati in Cina,

competeremo meglio nel mondo; rimanendo ai margini del mercato cinese,

perderemmo inevitabilmente peso nell’economia globale. […] L’Unione

Europea ha un forte interesse a una crescita dell’economia cinese in un

quadro di stabilità e di collaborazione internazionale. Mi rivolgo in

particolare all’industria italiana. Il mio è un convinto messaggio di fiducia:

nelle vostre capacità, nei progetti delle singole imprese e nelle iniziative

congiunte. Il positivo sviluppo dei nostri rapporti dipende in gran parte

dall’imprenditoria italiana: so che ne ha la capacità e la volontà. […] Con

questi sentimenti formulo i migliori auspici per il futuro delle relazioni tra

l’Italia e la Cina, tra la Cina e l’Unione Europea»254.

Il viaggio in India fu una delle ultime visite di Stato del settennato

(12- 16 febbraio 2005); oltre al Presidente Ciampi, la delegazione italiana era

formata da duecentocinquanta imprese italiane con in testa il Presidente di

Confindustria Montezemolo e dai ministri Gianfranco Fini, Antonio

Marzano, Letizia Moratti, Giuliano Urbani, a testimonianza dell’importanza

strategica che aveva per il Paese questa missione diplomatica. Nonostante in

passato la presenza italiana nel Paese fosse stata massiccia, grazie all’attività

254 Ciampi C. A., Intervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in visita di Stato nella Repubblica Popolare Cinese, al Forum imprenditoriale “Made in Italy in Cina” organizzato dalla Confindustria e dall’ICE, 8 dicembre 2004, Shanghai, estratto l’8 febbraio 2019 da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso&key=26037

Page 108: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

99

nell’area di grandi imprese come Pirelli, Piaggio e FIAT255, in quegli anni si

stava assistendo a una marginalizzazione della loro attività: l’obiettivo di

Ciampi e del suo nutrito seguito fu dunque quello di ricostruire e ampliare la

presenza italiana nell’area: a tale scopo furono organizzate numerose tavole

rotonde fra imprese italiane e indiane per dimostrare la forte volontà da

parte dell’Italia di far seguire alle belle parole dei fatti concreti. Anche in

questo viaggio, l’occasione per pronunciare un discorso che desse corpo alle

intenzioni si presentò in un Forum imprenditoriale, organizzato da

Confindustria e ICE, con la collaborazione dell’ABI; egli, cercando di

sottolineare l’importanza strategica che l’India rivestiva per il Bel Paese e la

necessità da parte delle imprese italiane di affermarsi in quell’area strategica,

disse: «La consuetudine di una presenza congiunta all’estero, di istituzioni e

di imprese, in occasione di visite di Stato, è ormai ben collaudata. In

America Latina, […] da ultimo in Cina, abbiamo affinato un impegno

comune: ampliare gli orizzonti del nostro sistema industriale e tecnologico;

farne conoscere le potenzialità; diffonderne la qualità; approfondire le

possibilità di iniziative congiunte. Abbiamo ormai due certezze: il sistema

produttivo italiano, dinamico e vitale, potrà reggere la competizione

internazionale solo riuscendo ad affermarsi anche sui mercati emergenti; per

poterlo fare, l’azione combinata e concreta di tutte le componenti del

sistema produttivo e delle istituzioni pubbliche è un requisito essenziale. È

[…] sempre più chiaro - guardando agli scenari dei prossimi vent’anni - che

una quota crescente della domanda globale deriverà dallo sviluppo asiatico.

L’ingresso dell’India e della Cina sulla scena mondiale ne sta radicalmente

modificando gli assetti politici ed economici. Per il futuro dell’Europa,

costruire rapporti solidi con queste realtà è una priorità assoluta. […] Le

relazioni fra l’Italia e l’India vanno viste nell’ambito di questi orizzonti più

vasti: le relazioni fra grandi aree regionali; i rapporti fra grandi protagonisti

della vita internazionale, come sono i nostri due Paesi. […] Per l’Italia,

l’India è una grande occasione. Fra i nostri due Paesi esiste uno spazio

naturale di collaborazione: i vantaggi competitivi del sistema produttivo

255 Puri Purini A, Dal Colle più alto – Al Quirinale con Ciampi negli anni in cui tutto cambiò, 2012, Milano, Il Saggiatore S.p.A., pag. 211

Page 109: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

100

italiano – fortemente orientato sulla produzione manifatturiera – e i

vantaggi competitivi del sistema indiano […] si integrano perfettamente.

Vista dalla prospettiva italiana l’India, a differenza di altri mercati emergenti,

è un caso in cui i fattori di cooperazione superano nettamente quelli di

competizione. […] La realtà attuale è inferiore alle aspettative. Le

dimensioni dei rapporti economici bilaterali, infatti, non corrispondono alle

potenzialità dei nostri sistemi produttivi. […] L’ammontare degli

investimenti italiani in India è irrisorio. Duole dover constatare che eravamo

più presenti in questo Paese quando le condizioni esterne erano difficili e

l’economia italiana assai meno robusta di quella di oggi. […] Malgrado

inadeguati sistemi di comunicazione, difficoltà di circolazione di merci,

capitali e persone, le nostre aziende intuirono e seppero cogliere le

potenzialità del mercato indiano. Questa tradizione di presenza industriale

deve oggi servirci da sprone. Siamo in ritardo. Dobbiamo colmare questo

ritardo. Proviamo, noi italiani, a pensare ai risultati che potremmo

raggiungere muovendoci in India con lo spirito di ieri, ma con le risorse e le

capacità di oggi. Questo è il momento di far rivivere la visione coraggiosa di

quegli anni; tornare con nuovo impegno in un Paese reso attraente dalla sua

nuova apertura internazionale, dalle straordinarie trasformazioni

economiche e sociali in corso. […] L’India è un mercato di consumo in

espansione per il made in Italy. […] L’India è un naturale destinatario di

produzioni […] in cui l’Italia eccelle e che possono rispondere ai costumi e

allo stile di vita di crescenti strati della popolazione indiana. […] Le

possibilità sono a portata di mano: vanno colte con coraggio, tenacia,

umiltà. Dobbiamo far perno sui nostri distretti industriali, sulla loro capacità

di “fare squadra”, di coordinare gli sforzi delle singole imprese e modulare i

processi di produzione sulle esigenze di specializzazione espresse dai

mercati. […] L’Italia, i suoi imprenditori non possono assolutamente

permettersi di perdere l’opportunità straordinaria di creare un collegamento

duraturo con questo Paese lanciato verso il futuro. Un rinnovato impegno

in India vuol dire ridare vigore all’ardimento imprenditoriale, tornare a

Page 110: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

101

guardare il mondo con l’animo di quegli italiani che per primi si

affacciarono in questo grande Paese»256.

Secondo la testimonianza di Puri Purini, l’esito di tali missioni ebbe

ben altro esito rispetto alle visite di Stato in America Latina257: «Le visite

avevano lasciato un segno. […] L’Italia era riuscita nell’intento di voltare

pagina nei rapporti con i due giganti asiatici, gettando le basi per superare

l’episodicità degli anni passati»258. Le visite di Ciampi furono essenziali per la

tutela degli interessi economici nazionali, e furono un esempio significativo

di come un’attività di politica internazionale accompagnata dai

rappresentanti delle imprese potesse essere terreno fertile per una fruttuosa

relazione bilaterale commerciale, oltre che per favorire lo sviluppo

economico nazionale.

Un ulteriore fronte su cui si mosse l’azione in politica estera del

Ciampi Presidente della Repubblica fu il rafforzamento dell’Unione

Europea, giudicato da questi indispensabile per l’affermazione dell’Europa

come attore credibile sulla scena delle relazioni internazionali. L’iniziativa

aveva preso le mosse già nel 2000, quando Ciampi – nella convinzione che

una maggiore integrazione europea dovesse essere promossa in primo luogo

dai sei Paesi fondatori – avviò alcuni contatti con il vecchio amico Jacques

Delors, ex Presidente della Commissione europea, che era del suo stesso

avviso. Negli anni successivi la linea de Quirinale si sarebbe sviluppata su

quattro direttrici: favorire il rapporto con i Paesi fondatori, specie con la

Germania; migliorare il coordinamento delle politiche economiche;

aumentare il dialogo con l’opinione pubblica; rafforzare le istituzioni

continentali259. Finché al governo vi furono le coalizioni di centro-sinistra

quest’azione ebbe esiti significativi; tuttavia, il difficile rapporto con Silvio

256 Ciampi C. A., Intervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in visita di Stato nella Repubblica d’India, in occasione del Forum imprenditoriale di Confindustria, Associazione Bancaria Italiana e Istituto Nazionale per il Commercio Estero, 15 febbraio 2005, New Delhi, estratto l’8 febbraio 2019 da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso&key=26468 257 Supra, par. 3.5 258 Puri Purini A, Dal Colle più alto – Al Quirinale con Ciampi negli anni in cui tutto cambiò, 2012, Milano, Il Saggiatore S.p.A., pag. 211 259 Ivi, pag. 108

Page 111: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

102

Berlusconi260 ridusse sensibilmente il raggio di azione del Presidente.

L’intervento di Ciampi all’Università di Lipsia261, di cui già è stata fatta

menzione, fu il culmine di questo ambizioso processo.

La stima di cui il Presidente della Repubblica godeva in tutta Europa

(guadagnata grazie alle azioni che avevano portato l’Italia nella moneta

unica) era ragguardevole: un’attestazione significativa del prestigio di cui

godeva la sua persona fu, il 5 maggio 2005, il conferimento del Premio

“Carlo Magno”, attribuito a personalità con meriti particolari in favore

dell’integrazione e unione in Europa. Il discorso seguente alla premiazione

fu caratterizzato da un forte senso di europeismo e di inclusione italiana nel

disegno continentale, oltre che da una difesa del disegno della Costituzione

Europea, contrapposti a un ammonimento rivolto ai governi europei

riguardante le carenze del sistema economico continentale. Egli disse:

«Sento con forza particolare il messaggio di unità che il Premio Carlo

Magno da decenni trasmette a tutte le Nazioni europee. Lo raccolgo nel

nome dell’Italia, nel ricordo della lunga storia che ne fece per tanti secoli il

cuore dell’Europa, e che la rese aperta ai messaggi di civiltà che lanciava ora

l’uno ora l’altro popolo del nostro continente, di volta in volta

portabandiera di una ininterrotta, unica storia di progresso. […] Fra quattro

giorni, ricorre il sessantesimo anniversario della fine della Seconda Guerra

Mondiale. […] Noi, i sopravvissuti, vedemmo allora tutto attorno a noi uno

sconfinato paesaggio di rovine: rovine materiali; rovine morali. Dalla visione

di quel panorama di distruzioni, nacque una rivolta delle coscienze.

L’Europa, per sopravvivere, doveva cambiare radicalmente. I Padri

fondatori intuirono che, per garantire pace e progresso ai popoli che con

tanta ferocia si erano scontrati, non sarebbero bastati trattati di pace,

promesse di collaborazione fra Stati nazionali. Per la palingenesi di quella

Europa di morte, per la rinascenza di un’Europa di pace e di fraternità fra le

Nazioni, occorreva uno slancio creatore, che desse gradualmente vita a una

nuova architettura di istituzioni di governo, e fosse animato da un forte,

260 Supra, par. 3.6 261 Supra, pag. 71

Page 112: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

103

condiviso sentimento di pace, di fratellanza, di libertà. Nacque così l’“esprit

communautaire”. Il principio della sovranità condivisa […] combinato con il

metodo del coordinamento intergovernativo, divenne l’architrave del

sistema comunitario, che andò da allora delineandosi. […] Abbiamo

raggiunto, in un arco di tempo di meno di mezzo secolo, traguardi, noi da

giovani, che potevamo soltanto sognare. Gli ideali dei Padri fondatori ci

hanno accompagnato lungo il nostro cammino. Essi rimangono attuali e

necessari. […] Abbiamo operato perché si affermassero e consolidassero i

valori e le istituzioni della libertà e della democrazia, il rispetto dei diritti

delle minoranze. Crediamo in principi e regole che proteggano il benessere

dei cittadini europei. Essi sono oggi orgogliosi di proclamarsi tali.

Respingiamo gli egoismi nazionali. Proponiamo a tutti i nostri popoli non

soltanto diritti, ma anche doveri. […] L’Unione Europea non è ancora in

grado di parlare al mondo, in ogni circostanza, con una sola voce. Ma è

sempre più consapevole della necessità di darsi istituzioni capaci di dare una

interpretazione unitaria dei suoi ideali, e dei suoi interessi. Ci uniscono

valori comuni, la volontà di diffondere nel mondo i principi di democrazia,

di libertà, di tolleranza, che sono il frutto della nostra lunga storia. […]

Questo bilancio, così oggettivamente positivo, oggi si scontra, nondimeno,

con titubanze e timori. Dobbiamo porci il problema di come ravvivare la

fede nell’idea europea, perché essa rimanga la nostra stella polare. […] Il

Trattato Costituzionale approvato dai governi – l’Italia, prima fra i sei Paesi

fondatori, lo ha già ratificato, e ne sono orgoglioso – mira a migliorare le

strutture di governo dell’Europa unita, a rafforzarne le istituzioni, a

mantenere un giusto equilibrio tra di esse. […] Ma senza un’autentica

volontà politica comune dei popoli europei, senza una comunione degli

spiriti e della fiducia nell’Europa, nemmeno la Costituzione sarà garanzia

della necessaria governabilità. Senza la piena consapevolezza di un destino

comune, senza l’adesione a un forte e sempre rinnovato spirito comunitario,

nessuna riforma istituzionale basterà a sostenere lo sviluppo

dell’Unione.[…] Tre anni orsono, quando, in questa stessa sala, ebbi l’onore

di pronunciare la laudatio per il conferimento del Premio Carlo Magno alla

moneta unica, l’euro, lamentai i danni di non aver fatto seguire

Page 113: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

104

all’unificazione monetaria un incisivo coordinamento delle politiche

economiche dei singoli Stati e l’introduzione, a tal fine, di nuove procedure

operative. Da allora, non è stato compiuto alcun vero avanzamento in

questa direzione. All’adozione della moneta unica e alla creazione di una

Banca Centrale Europea non sono seguite le decisioni istituzionali e

regolamentari necessarie per consentire l’indispensabile dialettica costruttiva

fra politica monetaria e politica di bilancio. Non ci si può dunque

rammaricare se gli effetti positivi dell’euro si sono manifestati solo

parzialmente»262.

Un momento di grande delusione per il Presidente Ciampi fu la

bocciatura, da parte dei popoli francese e olandese, del referendum per la

Costituzione Europea, nei giorni immediatamente successivi al

conferimento del Premio Carlo Magno. A riguardo, egli ebbe modo di

pronunciare un accorato discorso davanti alla stampa durante una visita di

Stato della Presidente della Repubblica di Lettonia, Vaira Vīķe-Freiberga:

«Nei prossimi mesi l’Unione Europea affronterà prove impegnative che

richiedono un’assunzione di responsabilità: le prospettive finanziarie; il

futuro del Trattato costituzionale; l’azione comune da compiere per

stimolare, nei Paesi dell’Unione, produttività, competitività, capacità di

crescita economica. Tutte queste questioni vanno affrontate con spirito

equilibrato, nella consapevolezza che i membri dell’Unione Europea hanno

compiuto la scelta irrevocabile di vivere insieme, condividendo sovranità e

risorse per il raggiungimento di obiettivi comuni. Vi è un problema reale di

comunicazione fra l’Unione e i cittadini. Abbiamo un debito verso di loro,

abbiamo delle responsabilità verso le generazioni future. È giusto che i

cittadini europei insistano sul raggiungimento di risultati concreti. D’altra

parte questi possono essere conseguiti solo attraverso la coesione e

l’unitarietà dell’Europa: non rifugiandosi dietro fragili muri protezionistici.

Solo così potremo affrontare i problemi non facili che abbiamo, con i quali

ci confrontiamo e sviluppare le politiche comuni necessarie ad affrontare le

262 Ciampi C. A., Allocuzione del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in occasione del conferimento del Premio Internazionale Carlo Magno, 5 maggio 2005, Aquisgrana, estratto l’8 febbraio 2019 da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso&key=26990

Page 114: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

105

incognite della globalizzazione, stimolare la competitività europea,

raggiungere obiettivi concreti di crescita e di occupazione. […] La difesa

dell’identità culturale europea, l’affermazione dei suoi valori fondanti – la

libertà, il dialogo, l'uguaglianza, il diritto – costituiscono un baluardo contro

il riemergere dei nazionalismi; consentono agli europei di realizzare i propri

valori, di perseguire i propri interessi»263. Privatamente, disse alla Presidente:

«Di fronte all’Europa sconcertata per l’esito del referendum in Francia e nei

Paesi Bassi […] ogni pessimismo è ingiustificato. Abbiamo alle spalle i

successi di un cinquantennio di integrazione. […] Le ragioni che ci

indussero a intraprenderlo rimangono valide ancora oggi»264.

L’ultimo grande discorso che il Presidente Ciampi ebbe modo di

tenere in ambito europeo fu quello del 5 luglio 2005, di fronte al Parlamento

Europeo; si tratta di una vera e propria “summa teologica” del pensiero

europeista di matrice ciampiana. L’occasione, offertagli dal Presidente

dell’Europarlamento Josep Borrell al fine di far ascoltare ai parlamentari di

Strasburgo una prestigiosa voce europeista in un momento di forte crisi

delle Istituzioni europee, fu preparata nei minimi dettagli dallo staff del

Quirinale, con l’intento di lanciare il messaggio della necessità di un’Europa

più compatta, più “organismo politico”; l’intervento fu pensato sia come

elogio dell’Europa patria dei diritti, sia come critica a quei governi che

attribuivano alle Istituzioni europee la colpa di ogni male all’interno dei

propri confini. Durante l’intervento di Ciampi, tuttavia, alcuni facinorosi –

nello specifico, gli europarlamentari leghisti Mario Borghezio, Matteo

Salvini e Francesco Enrico Speroni – iniziarono a urlare contro il Presidente

degli slogan («Libertà! Padania libera!»265), venendo conseguentemente

espulsi da Borrel. Nonostante l’eco della contestazione fiaccò

significativamente le speranze di Ciampi di veder risaltare il suo intervento

263 Ciampi C. A., Dichiarazione alla stampa del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi al termine dell’incontro con il Presidente della Repubblica di Lettonia Vaira Vīķe-Freiberga, 27 giugno 2005, Roma, estratto l’8 febbraio 2019 da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso&key=27376 264 Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A., pag. 101 265 (n. d.), Ciampi contestato, leghisti espulsi, 5 luglio 2005, Il Sole 24 Ore, estratto l’8 febbraio 2019 da: https://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&artId=686720&chId=30&artType=Articolo&back=0

Page 115: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

106

dalla stampa, vale la pena riportarne alcuni passaggi: «Sento con emozione

l’onore di parlare nel luogo più alto della democrazia europea. Di far sentire

la voce della Repubblica italiana, nel punto centrale del sistema

costituzionale dell’Unione. Uso con convinzione

l’aggettivo “costituzionale” perché tale è l’ordinamento giuridico che

abbiamo costruito insieme da 50 anni, trattato dopo trattato. L’Unione

Europea non è - e non può essere - soltanto una zona economica di libero

scambio. Essa è soprattutto […] un organismo politico; una terra di diritti;

una realtà costituzionale, che non si contrappone alle nostre amate

Costituzioni nazionali, ma le collega e le completa. È un organismo politico

che non nega l’identità dei nostri Stati nazionali, ma li rafforza di fronte alle

grandi sfide di un orizzonte sempre più vasto. Da questo punto dobbiamo

andare avanti, tutti assieme: sia gli undici Stati che, come l’Italia, hanno già

ratificato il Trattato costituzionale, sia gli Stati che ancora devono farlo, sia i

due Stati che hanno detto no. Ci lega in maniera irreversibile un quadro

istituzionale unitario. Esso è già abbastanza forte per consentire di fare

assieme molte cose per i nostri cittadini; per recuperare il consenso

popolare che in alcuni Paesi è mancato al Trattato; per consolidare le nostre

istituzioni ereditate da un passato di successo. Proprio perché siamo già

un’entità politica e costituzionale, possiamo anzi valutare con realismo il

senso del rigetto verificatosi in due Paesi legati fin dalle origini alla vicenda

europea. Ancora pochi mesi orsono […] il progetto unitario era circondato

da un generale consenso. In pochi mesi si è fatto strada il timore che i

cittadini fossero esclusi da decisioni cruciali per il loro futuro; si sono

accentuate le preoccupazioni per la mancata crescita economica. Ma è

davvero giustificato interpretare l’esito dei referendum come disaffezione

nei confronti dell’unità europea? Se alziamo lo sguardo, il Trattato di Roma

dell’ottobre 2004 ci appare piuttosto il capro espiatorio di un malessere

diffuso che riguarda non tanto l’assetto istituzionale quanto le politiche di

governo dell’Unione. […] Ecco perché ora noi dobbiamo pensare alle

politiche di avvenire dell’Unione, senza però abbandonare il disegno

costituzionale tracciato dall’operosa Convenzione. Che cosa già chiede con

urgenza l’avvenire alla nostra Europa?

Page 116: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

107

Chiede, innanzitutto, per dirla con Ortega y Gasset, che l’Unione sia

vertebrata da iniziative di coesione politica; di coesione fisica; di coesione

sociale. Il principio fondamentale della sussidiarietà deve essere interpretato

come principio di coesione politica: consente la partecipazione dal basso alle

decisioni comunitarie, cominciando dai mille e mille municipi della nostra

Unione. L’Europa […] ha bisogno di coesione sociale: non possiamo

tollerare che perdurino vistose disparità di tenore di vita tra i territori e

quindi tra popoli ai quali la nostra personalità internazionale dà una

rappresentanza unitaria. L’Europa chiede, di conseguenza, che lo storico

obiettivo della convergenza e della coesione sia raggiunto con appropriate

politiche di governo dell’economia. […] È la mancanza di volontà politica

dei governi nazionali che impedisce un efficace coordinamento delle loro

politiche di bilancio. Ciò rende difficile che sia l’Unione ad intervenire, con

un fondo comune […] per le grandi infrastrutture di interesse europeo, per

le grandi iniziative comuni di ricerca e di innovazione, per costituire un

patrimonio di beni pubblici comunitari. La strategia di Lisbona è il primo

anello di una catena che dovrà portare alla governabilità dell’economia

europea.

[…] Guardiamo con fiducia anche alla capacità di iniziative dell’Eurozona,

ora presieduta da Jean Claude Juncker, al quale invio, anche in nome di una

vecchia amicizia e collaborazione, un cordiale saluto. L’euro costituisce la

manifestazione più avanzata della volontà unitaria dei popoli europei; una

forza trainante dell'integrazione politica. […] I benefici tangibili derivanti

dalla partecipazione alla moneta unica sono sotto gli occhi di tutti [qui la

contestazione leghista, N. d. R.]: difesa dagli squilibri sul mercato dei cambi;

bassi tassi d’interesse; rafforzamento della competitività in quei Paesi della

zona euro che hanno adottato politiche virtuose. Dobbiamo registrare come

straordinari successi sia l’affermazione dell’euro sui mercati internazionali,

sia la politica di stabilità dei prezzi perseguita dalla Banca Centrale Europea.

Ma non possiamo accontentarci più a lungo di questa situazione.

Il confermato, giusto rigore del patto di stabilità non è di per sé garanzia di

crescita, se perdura l’inerzia. I positivi effetti dell’euro continueranno a

manifestarsi con difficoltà, se mancherà una gestione coordinata sia dei

Page 117: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

108

bilanci nazionali sia dell’orientamento delle politiche economiche degli

Stati.

Solo su queste basi l’Unione potrà realizzare appieno la capacità, di cui si è

dotata con la moneta unica, di essere attore economico globale e di

consolidare un blocco economico-monetario in grado di far valere gli

interessi dei cittadini e i ritmi di un suo equilibrato sviluppo. […]

È positivo un aperto, franco confronto politico sulle priorità delle azioni

dell'Unione. Ma è necessario approvare quanto prima un bilancio

comunitario che […] sia basato su obiettivi coerenti e solidali. […] Infine,

l’avvenire della nostra Europa chiede politiche di sicurezza e di pace.

La visione internazionale dell’Unione Europea […] suscita aspettative e

speranze nel mondo intero. Ma soltanto unita l’Europa potrà incidere sugli

equilibri internazionali. Agendo da soli saremmo in balia di eventi più grandi

di noi, eventi che minacciano la pace e la sicurezza europea.

Coerentemente con questa impostazione il Parlamento europeo si è posto

da tempo il problema della rappresentanza unitaria dell’Europa alle Nazioni

Unite. La risoluzione […] stabilisce che il seggio unico dell'Unione Europea

nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU è l’obiettivo che l’Europa deve

prefiggersi. Questa chiarezza di visione fa onore al Parlamento Europeo. La

consapevolezza delle nostre comuni radici e la memoria condivisa del bene

e del male della nostra storia attestano l’esistenza di un interesse europeo

superiore che armonizza gli interessi nazionali, li protegge dagli eccessi che

hanno tormentato il nostro passato, li proietta in una visione comune dei

rapporti con il mondo. […] Lo spazio comune di principi, valori, regole

espressi dall’Unione Europea è oggi ben identificato. […] Tra non molto

terminerò il mio mandato come Presidente della Repubblica Italiana. Sei

anni fa dopo il giuramento, conclusi il mio discorso innanzi al Parlamento

italiano con un grido di saluto, d’impegno verso l’Italia e l’Unione Europea

a cui credo di essere stato fedele in questi anni densi di storia e di

mutamenti. È un impegno che mi è grato ora rinnovare qui davanti a

voi. Viva l’Unione Europea»266.

266 Ciampi C. A., Allocuzione del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi al Parlamento Europeo, riunito in sessione plenaria, sul tema “L’Unione Europea di fronte alle sue responsabilità”, 5 luglio 2005, Strasburgo,

Page 118: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

109

3.8 Epilogo

Nei mesi conclusivi del settennato, da più parti della politica

arrivarono proposte insistenti presso il Quirinale relative a un secondo

mandato di Ciampi. Tuttavia, il Presidente si espresse negativamente

riguardo questa ipotesi, spegnendo ogni residua speranza parlamentare con

il suo ultimo messaggio di fine anno267 e con sibilline dichiarazioni

pubbliche rilasciate negli ultimi incontri ufficiali cui prese parte. Egli tenne a

precisare formalmente alle forze politiche e alla stampa la sua indisponibilità

di essere rieletto con un comunicato diramato il 3 maggio 2006: «Sono

profondamente grato per le molteplici dichiarazioni in favore della mia

rielezione a Presidente della Repubblica, anche perché esse implicano una

valutazione positiva del mio operato quale capo dello Stato, garante

dell’unità nazionale e custode dell’ordine costituzionale. Interpreto questa

convergenza di parti politiche diverse sul mio nome come disponibilità a

quel civile confronto che – al di là delle naturali asprezze della dialettica

politica, acuite dal recente momento elettorale – è premessa e condizione,

indispensabili, della saldezza delle istituzioni e, quindi, della salute della

Repubblica. Tuttavia tali dichiarazioni mi inducono, per una esigenza di

doverosa chiarezza, a confermare pubblicamente la mia “non disponibilità”

ad un rinnovo del mandato, anticipata nel messaggio di commiato di fine

anno. Non ritengo infatti, data l’età avanzata, di poter contare sulle energie

necessarie all’adempimento, per il lungo arco di tempo previsto, di tutte le

gravose funzioni proprie del Capo dello Stato. A ciò si aggiunge una

considerazione di carattere oggettivo, che ho maturato nel corso del

mandato presidenziale: nessuno dei precedenti nove Presidenti della

Repubblica è stato rieletto. Ritengo che questa sia divenuta una

estratto l’8 febbraio 2019 da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso&key=27405 267 Ciampi C. A., Messaggio di Fine Anno del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi agli italiani, 31 dicembre 2005, Roma, estratto l’8 febbraio 2019 da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/continuaciampi.aspx?tipo=discorso&key=28351

Page 119: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

110

consuetudine significativa. È bene non infrangerla. A mio avviso, il rinnovo

di un mandato lungo, quale è quello settennale, mal si confà alle

caratteristiche proprie della forma repubblicana del nostro Stato»268.

268 (n. d.), Il comunicato di Ciampi, 3 maggio 2006, La Repubblica, estratto l’8 febbraio 2019 da: http://www.repubblica.it/2006/04/sezioni/politica/nuovo-presidente/testo-ciampi/testo-ciampi.html

Page 120: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

I

Conclusioni

Il cursus honorum istituzionale di Carlo Azeglio Ciampi ha

indubbiamente lasciato una traccia significativa nella storia politica, europea

ed economica italiana. In base a quanto si evince dall’analisi degli eventi

esaminati in questa tesi, risulta chiaro come egli – soprattutto negli anni alla

Banca d’Italia e al Ministero del Tesoro – sia stato attore cruciale non solo

dell’integrazione italiana in Europa, ma dell’integrazione europea stessa. Lo

testimoniano i continui attestati di stima, la saldezza delle relazioni umane, i

numerosi premi europei e internazionali, le lauree honoris causa, il rispetto di

cui Ciampi ha goduto sia entro confine (è bene ricordare il fatto che la sua

elezione a Presidente della Repubblica sia avvenuta con una convergenza di

voti ragguardevole, per di più alla prima votazione e – caso unico nella

storia repubblicana – senza essere mai stato parlamentare) sia all’estero,

dove grazie al prestigio guadagnato con la forza delle sue azioni seppe dare

all’Italia una rappresentanza autorevole, favorendo con la sua azione il

perseguimento dell’interesse nazionale nei vari momenti storici in cui si

trovò a rivestire incarichi istituzionali.

Risulta evidente, da quanto emerge in questo elaborato, come il

Presidente Ciampi sia stato attore cruciale della fase storica più pregna

dell’Europa unita. Da Governatore della Banca d’Italia, si rese protagonista

insieme a Beniamino Andreatta del “divorzio” fra Banca e Tesoro; fu

presente durante la fondamentale svolta del Sistema Monetario Europeo,

nel quale (pur con un largo margine di oscillazione) venne inserita la lira; fu

in quegli anni protagonista insieme a Goria della protesta formale che portò

il G7 a riunirsi sempre e solo in formazione completa, senza essere

preceduto da un vertice a cinque; lavorò in sinergia con il ministro Amato

per la partecipazione italiana al Trattato di Maastricht, nella convinzione che

l’interesse nazionale fosse da perseguire nella più ampia cornice europea,

per ragioni tanto economiche quanto politiche; seppe gestire con fermezza e

pragmatismo la grave crisi valutaria del 1992.

Page 121: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

II

Gli incarichi del quinquennio 1993-1998 sono stati cruciali per il

perseguimento degli obiettivi strategici italiani del suo tempo: da Presidente

del Consiglio, per cercare di stabilizzare il Paese e portare la sua iniziativa di

governo in un solco europeo, sottolineò fin dal suo discorso di

insediamento a Montecitorio come l’obiettivo cardine della sua azione di

governo fosse l’abbassamento del debito pubblico attraverso interventi sul

mercato, tentando di non varare manovre impopolari e gravose come il

prelievo forzoso sui risparmi; al fine di rassicurare gli alleati europei della

bontà delle intenzioni italiane, oltre che per tutelare maggiormente gli

interessi economici e sociali del sistema-Paese, si adoperò con successo nel

raggiungimento dello storico “Protocollo sulla politica dei redditi e

dell’occupazione, sugli assetti contrattuali, sulle politiche del lavoro e del

sostegno al sistema produttivo”, autentica pietra miliare della contrattazione

sindacale. Se la sfera della politica nazionale fu basata sull’assecondare la

grande richiesta di cambiamento che perveniva nei palazzi del potere dalla

società civile, l’indirizzo di governo in politica estera fu basato sul

mantenere salde le storiche alleanze in cui l’Italia era partecipe in campo

internazionale e sovranazionale, rafforzando con vigore la costruzione

dell’unità europea di cui egli stesso, in veste di Governatore, era stato

partecipe attivamente. Fu inoltre ideatore del G7 di Napoli e promotore

degli interessi italiani nelle missioni di pace della NATO e delle Nazioni

Unite.

Da Ministro del Tesoro e Ministro del Bilancio e della

programmazione economica (incarichi in cui, in virtù della sua indipendenza

politica, poté operare in piena autonomia), egli si spese con energia e perizia

nella difficile operazione di riavvicinamento dell’Italia ai parametri di

Maastricht, necessari per far entrare il Paese nel novero delle Nazioni che

avrebbero goduto della circolazione della moneta unica sin dal suo varo

ufficiale. A tale scopo, egli operò attraverso una fitta rete di relazioni umane

oltre confine per cercare di trovare un “gancio politico” all’iniziativa italiana,

lavorando soprattutto per convincere i tedeschi della bontà delle intenzioni

italiane; organizzò inoltre numerosi colloqui con gli altri Paesi europei per

Page 122: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

III

allargare la base degli alleati italiani. Entro i confini, fu decisiva la sua

conoscenza della materia economica per favorire un ricalcolo del disavanzo

pubblico che fece guadagnare all’Italia quasi un punto percentuale nel

cruciale parametro del rapporto disavanzo pubblico annuale/PIL, oltre

all’inserimento di un “paragrafo-gancio” (il IV.10) all’interno del Dpef

1997-1999 che permise di fatto la possibilità di una manovra aggiuntiva

rivelatasi determinante per il perseguimento dell’obiettivo italiano di

ingresso nell’euro dal suo varo, obiettivo che secondo Ciampi era di

fondamentale importanza per tutelare l’interesse nazionale nonché gli

interessi economici italiani.

I sette anni trascorsi al Quirinale furono dedicati a tre obiettivi

fondamentali: favorire la rinascita di un sentimento patriottico autentico,

attraverso la riscoperta dei valori della Patria e del Risorgimento;

rappresentare gli interessi italiani nel contesto europeo, sostenendo un

aumento dell’integrazione continentale attraverso diversi interventi pubblici

e il lancio di una costituente europea d’intesa con il Presidente federale

tedesco Rau; tutelare gli interessi nazionali e gli interessi economici del

mondo imprenditoriale italiano, organizzando in collaborazione con gli

industriali diverse visite di Stato nei Paesi dove storicamente le imprese

italiane avevano difficoltà a inserirsi. Nonostante i ripetuti contrasti con i

governi presieduti da Silvio Berlusconi, tanto in politica nazionale quanto in

politica estera (significativa la querelle relativa alla partecipazione dell’Italia al

conflitto iracheno), il suo operato fu di fondamentale importanza per

mantenere salda l’immagine italiana all’estero (venendo questi considerato

dall’opinione pubblica internazionale, in ragione del suo percorso nelle

Istituzioni, un vero e proprio simbolo di sicurezza e autorevolezza) e per

difendere la Costituzione dagli attacchi dell’Esecutivo.

Al termine di questo elaborato, si può di certo affermare come la

figura di Carlo Azeglio Ciampi abbia fornito un apporto non solo cruciale,

quanto decisivo, alla politica estera ed europea italiana: egli, grazie alla sua

profonda esperienza e alla bontà delle sue iniziative, seppe guidare con

Page 123: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

IV

successo l’Italia verso una dimensione europea, nella ferma convinzione che

solo in un contesto sovranazionale gli interessi della Nazione avrebbero

potuto essere degnamente soddisfatti.

Page 124: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

Bibliografia

Peluffo P., Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente, 2007, Milano, RCS libri S.p.A.

Ceccuti C. (a cura di), Ciocca P., Toniolo G., Gigliobianco A., Faucci R., de Cecco

M., Guarino G., Pittaluga G.B., Nardozzi G., Governare la moneta. La Banca d’Italia da

Einaudi a Ciampi, 2004, Firenze, Polistampa

Andreatta B., Il divorzio tra Tesoro e Bankitalia e la lite delle comari: uno scritto per il Sole del

26 luglio 1991, 26 Luglio 1991, Il Sole 24 Ore

Morelli E., SME più stretto per l’Italia, 6 maggio 1989, La Repubblica

(n. d.), «L’inflazione? Sradicata», 6 giugno 2003, Il Sole 24 Ore

Polidori E., Ciampi accusa i partner CEE: «Ci avete abbandonato», 14 ottobre 1992, La

Repubblica

Gentiloni Silveri U., Contro scettici e disfattisti – Gli anni di Ciampi 1992-2006, 2013,

Roma/Bari, Gius. Laterza e figli

Ciampi C. A., Diario

Signoretti F. M., Un cattolico mite col culto per la moneta, 6 maggio 1993, La Repubblica

Polidori E., Moody’s fa lo sgambetto a Ciampi, 6 maggio 1993, La Repubblica

Ciampi C. A., Un metodo per governare, 1996, Bologna, Società editrice Il Mulino

Mafai M., E l’Italia scopre che soldato è bello, 6 luglio 1993, La Repubblica

(n. d.), Ciampi: «Va riconsiderata la missione in Somalia», 7 luglio 1993, Il Messaggero

Page 125: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

Scardocchia G., Non solo una foto ricordo, 18 settembre 1993, La Stampa

G. U. Serie Generale

(n. d.), Il Governo: «sì al dibattito sulle mozioni di sfiducia», 23 dicembre 1993, La

Repubblica

Ciampi C. A. (a cura di), Sfida alla disoccupazione. Rafforzare la competitività europea, 1996,

Roma/Bari, Gius. Laterza e figli

Sivo V., La ricetta di Prodi sull’occupazione: «Più flessibilità», 15 giugno 1996, La

Repubblica

Ciampi C. A., Pascucci F. (a cura di), Italia, Europa, economia, e banche – Gli interventi alle

assemblee dell’Associazione Bancaria Italiana, 2018, Roma/Bari, Gius. Laterza e figli

Bonanni A., Monti: «Che delusione. Così non si va in Europa», 28 giugno 1996, Corriere

della Sera

Prodi R., «Prodi: mai chiesto ad Aznar di ritardare l’ingresso nell’Euro», 17 gennaio 2019, Il

Sole 24 Ore

Polidori E., Un tandem che pedala sulla via di Maastricht, 22 settembre 1996, La

Repubblica

(n. d.), UE: «Un mezzo sì ai conti del ‘97», 3 febbraio 1997, La Repubblica

(n. d.), Il rientro dopo quattro anni - Ciampi: La lira conquista lo Sme a 990 - Dura lotta con

Bonn, poi il verdetto, 24 novembre 1996, La Stampa

Barber L., The quest for EMU: Italy home but not dry, 26 novembre 1996, Financial

Times

Page 126: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

Dixon H., Prodi’s Purgatorio, 5 febbraio 1997, Financial Times

(n. d.), «Die Italiener sind zu Opfern bereit» - Carlo Azeglio Ciampi, Roms Minister fu r

Wirtschaft und Finanzen, u ber den Euro und die Teilnahme seines Landes an der

Wahrungsunion, 3 febbraio 1997, Der Spiegel

Barber L., Boost to Italy’s bid to be in first EMU wave, 4 febbraio 1997, Financial Times

(n. d.), Eurostat donne sa bénédiction à Rome, 4 febbraio 1997, Le Monde

Scalfari E., Una cena speciale tra Ciampi e Bertinotti, 23 marzo 1997, La Repubblica

Rampini F., Europa, Ultimatum all’Italia, 11 maggio 1997, La Repubblica

(n. d.), La tela di Ciampi, 13 maggio 1997, La Repubblica

Giannini M., Ciampi conquista i tedeschi, 6 febbraio 1998, La Repubblica

Giannini M., La mediazione del premier per proteggere il governo, 12 maggio 1999, La

Repubblica

Giannini M., L’investitura di Carlo Azeglio: «Spero di essere all’altezza», 13 maggio 1999,

La Repubblica

Varsori A., Mazzei F. (a cura di), Giovanni Gronchi e la politica estera italiana (1955-1962).

Atti del Convegno di studi (Pontedera, 13-14 novembre 2015), 2017, Pisa, Pacini editore

Puri Purini A, Dal Colle più alto – Al Quirinale con Ciampi negli anni in cui tutto cambiò,

2012, Milano, Il Saggiatore S.p.A.

Page 127: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

Sitografia

Dell’Arti G., Cinquantamila Giorni, 2016, Cinquantamila, estratto il 28 dicembre 2018

da:

www.cinquantamila.it/storyTellerThread.php?threadId=CIAMPI+Carlo+Azeglio

Piccone B. A., Faust e il Governatore, 12 maggio 2011, Linkiesta, estratto il 29 dicembre

2018 da: https://www.linkiesta.it/it/blog-post/2011/12/05/onore-a-paolo-baffi-

governatore-di-banca-ditalia-a-100-anni-dalla-nasc/3168/

Draghi M., Una riflessione a trent’anni dalla lettera del Ministro Andreatta al Governatore

Ciampi che avviò il “divorzio” tra il Ministero del Tesoro e la Banca d’Italia, 15 febbraio 2011,

Roma, Banca d’Italia, estratto il 2 gennaio 2019 da:

www.bancaditalia.it/pubblicazioni/interventi-

governatore/integov2011/AREL_150211.pdf

Ciampi C. A., Assemblea generale ordinaria dei partecipanti – considerazioni finali, 31 maggio

1986, Roma, Banca d’Italia, estratto il 2 gennaio 2019 da:

https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/relazione-

annuale/1985/cf85_considerazioni_finali.pdf

Ciampi C. A., Assemblea generale ordinaria dei partecipanti – considerazioni finali, 31 maggio

1988, Roma, Banca d’Italia, estratto il 2 gennaio 2019 da:

https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/relazione-

annuale/1987/cf87_considerazioni_finali.pdf

Ciampi C. A., Assemblea generale ordinaria dei partecipanti – considerazioni finali, 31 maggio

1993, Roma, Banca d’Italia, estratto il 2 gennaio 2019 da:

https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/interventi_governatore/integov1993/rel9

2_considerazioni_finali.pdf

Page 128: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

Cronologia degli avvenimenti politici - Gli avvenimenti del 1992, 2 luglio 2018, Bologna,

Istituto Carlo Cattaneo, estratto il 18 gennaio 2019 da:

https://www.cattaneo.org/2018/02/07/gli-avvenimenti-del-1992/

Guerrieri P., Copenaghen, criteri di - Dizionario di Economia e Finanza, 2012, Roma,

Treccani, estratto il 20 gennaio 2018 da: http://www.treccani.it/enciclopedia/criteri-

di-copenaghen_%28Dizionario-di-Economia-e-Finanza%29/

Protocollo sulla politica dei redditi e dell’occupazione, sugli assetti contrattuali, sulle politiche del

lavoro e del sostegno al sistema produttivo, estratto il 24 gennaio 2019 da:

http://olympus.uniurb.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2072:p

rotocollo-sulla-politica-dei-redditi-e-delloccupazione-23-luglio-

1993&catid=55:1993&Itemid=61#Verbale_di_intesa

Nigro V., Somalia, la battaglia al check-point Pasta. Il racconto del generale Loi vent’anni dopo,

5 luglio 2013, La Repubblica, estratto il 24 gennaio 2019 da:

https://www.repubblica.it/esteri/2013/07/05/news/somalia_anniversario_battaglia

_check-point_pasta-62413996/

Documento di Programmazione Economico-Finanziaria per gli anni 1997-1999, estratto il 27

gennaio 2019 da:

http://www.dt.tesoro.it/export/sites/sitodt/modules/documenti_it/analisi_progam

mazione/documenti_programmatici/DPEF-1997-1999.pdf

Carlo Azeglio Ciampi, Risultati della votazione, 1° scrutinio, 13 Maggio 1999, Roma,

estratto il 4 febbraio 2019 da: http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/cia-elezione.htm

Ciampi C. A., Messaggio al Parlamento del Presidente della Repubblica, 18 maggio 1999,

Roma, estratto il 5 febbraio 2019 da:

http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso

&key=9614

Page 129: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

Ciampi C. A., Dichiarazione a reti unificate dopo l’annuncio della fine della guerra nei Balcani,

10 giugno 1999, Roma, estratto il 5 febbraio 2019 da:

http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso

&key=9624

Ciampi C. A., Valona – Incontro con la stampa, 11 giugno 1999, Valona, estratto il 5

febbraio 2019 da:

http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ElenchiCiampi.aspx?tipo=discorso

Ciampi C. A., Rau J., Dichiarazione congiunta dei Presidenti Ciampi e Rau al termine del

colloquio, 6 luglio 2000, Lipsia, estratto il 5 febbraio 2019 da:

http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso

&key=12585

Ciampi C. A., Helsinki: incontro con la stampa, 29 settembre 1999, Helsinki, estratto il 5

febbraio 2019 da:

http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso

&key=9675

Visita di Sua Maestà Re Abdullah II di Giordania, 13 luglio 1999, Roma, estratto il 5

febbraio 2019 da:

http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=visita&k

ey=11273

Ciampi C. A., Brindisi in onore del Presidente della Repubblica Algerina Democratica e Popolare

Bouteflika, 15 novembre 1999, Roma, estratto il 5 febbraio 2019 da:

http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso

&key=9719

Page 130: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

Ciampi C. A., Intervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in visita di Stato

nel Regno del Belgio, in occasione dell’incontro con i rappresentanti della comunità italiana e le

vedove e gli orfani delle vittime di Marcinelle, 17 ottobre 2002, Martinelle – Bois du Caziere,

estratto il 5 febbraio 2019 da:

http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso

&key=20564

Ciampi C. A., Dichiarazione al termine dell’incontro con il Presidente dell’Autorità Nazionale

Palestinese Yāsser ʿArafāt, 4 settembre 1999, Castelporziano, estratto il 5 febbraio 2019

da:

http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso

&key=9659

Visita di Stato nella Federazione Russa, 26-29 novembre 2000, Mosca, estratto il 6

febbraio 2019 da:

http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=visita&k

ey=13644

Visita di Stato in Giordania, 14-16 febbraio 2001, Amman, estratto il 6 febbraio 2019

da:

http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=visita&k

ey=14215

Ciampi C. A., Messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi agli

italiani, 31 dicembre 2000, Roma, estratto il 6 febbraio 2019 da:

http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/continuaciampi.aspx?tipo=discorso

&key=13827

Ciampi C. A., Discorso del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi alla

commemorazione dei Caduti italiani della Divisione “Acqui” a Cefalonia, 1 marzo 2001,

Cefalonia, estratto il 6 febbraio 2019 da:

http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso

&key=14351

Page 131: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

Visita di Stato nella Repubblica Federativa del Brasile, 9-14 maggio 2000, Brasilia, estratto

il 7 febbraio 2019 da:

http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=visita&k

ey=11288

Ciampi C. A., Brasilia: allocuzione del Presidente Ciampi al Congresso, 12 maggio 2000,

Brasilia, estratto il 7 febbraio 2019 da:

http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso

&key=9794

Ciampi C. A., Discorso del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in visita di Stato

nella Repubblica Orientale d’Uruguay, in occasione dell’incontro con la collettività italiana, 11

marzo 2011, Montevideo, estratto il 7 febbraio 2019 da:

http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso

&key=14489

Ciampi C. A., Discorso del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in visita di Stato

nella Repubblica Argentina, al Congresso riunito in seduta plenaria, 15 marzo 2001, Buenos

Aires, estratto il 7 febbraio 2019 da:

http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso

&key=14496

Ciampi C. A., Intervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in visita di Stato

nella Repubblica Argentina, in occasione dell’incontro con la collettività italiana di Rosario, 16

marzo 2001, Rosario, estratto il 7 febbraio 2019 da:

http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso

&key=14502

Ciampi C. A., Intervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in visita di Stato

nella Repubblica Argentina, in occasione dell’incontro con la collettività italiana, 14 marzo 2001,

Buenos Aires, estratto il 7 febbraio 2019 da:

Page 132: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso

&key=14478

Ciampi C. A., Intervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in occasione del

pranzo in onore dei Capi di Stato dei Paesi del G8, e dei Capi di Stato e di Governo dei Paesi

ospiti e dei Vertici delle Organizzazioni Internazionali, 20 luglio 2001, Genova, estratto il 7

febbraio 2019 da:

http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso

&key=15497

(n. d.), Ruggiero getta la spugna “Divorzio consensuale”, 5 gennaio 2002, La Repubblica,

estratto il 7 febbraio 2019 da:

http://www.repubblica.it/online/politica/euroscettici/chigi/chigi.html

(n. d.), Text of President Bush’s 2002 State of the Union Address, 29 gennaio 2002, The

Washington Post, estratto il 7 febbraio 2019 da:

http://www.washingtonpost.com/wp-srv/onpolitics/transcripts/sou012902.htm

Iraq’s Weapons of Mass Destruction – the Assessment of the British Government, estratto il 7

febbraio 2019 da: https://fas.org/nuke/guide/iraq/iraqdossier.pdf

Resolution 1441 (2002), 8 novembre 2002, New York, estratto il 7 febbraio 2019 da:

http://www.un.org/Depts/unmovic/documents/1441.pdf

Schifferes S., US names «Coalition of the Willing», 18 marzo 2003, BBC, estratto il 7

febbraio 2019 da: http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/2862343.stm

(n. d.), La guerra divide l’UE: appello di 8 Paesi pro-USA, 30 gennaio 2003, Corriere della

Sera, estratto l’8 febbraio 2019 da:

https://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2003/01_Gennaio/30/manifesto.sht

ml

(n. d.), Colin Powell e l’antrace, 30 agosto 2013, Il Post, estratto l’8 febbraio 2019 da:

https://www.ilpost.it/2013/08/30/colin-powell-fiala-antrace-onu-iraq/

Page 133: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

Ciampi C. A., Messaggio di Fine Anno del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi

agli italiani, 31 dicembre 2002, Roma, estratto l’8 febbraio 2019 da:

http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso

&key=16590

(n. d.), Berlusconi e la guerra in Irak «Paese contrario, scontro con Ciampi», 14 marzo 2011, La

Repubblica, estratto l’8 febbraio 2019 da:

https://www.repubblica.it/politica/2011/03/14/news/berlusconi_guerra_irak-

13575754/

Ciampi C. A., Dichiarazione alla stampa del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi,

in visita di Stato nella Repubblica Popolare Cinese, al termine del colloquio con il Presidente Hu

Jintao, 6 dicembre 2004, Pechino, estratto l’8 febbraio 2019 da:

http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso

&key=26016

Ciampi C. A., Intervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in visita di Stato

nella Repubblica Popolare Cinese, al Forum imprenditoriale “Made in Italy in Cina” organizzato

dalla Confindustria e dall’ICE, 8 dicembre 2004, Shanghai, estratto l’8 febbraio 2019 da:

http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso

&key=26037

Ciampi C. A., Intervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in visita di Stato

nella Repubblica d’India, in occasione del Forum imprenditoriale di Confindustria, Associazione

Bancaria Italiana e Istituto Nazionale per il Commercio Estero, 15 febbraio 2005, New

Delhi, estratto l’8 febbraio 2019 da:

http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso

&key=26468

Page 134: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

Ciampi C. A., Allocuzione del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in occasione del

conferimento del Premio Internazionale Carlo Magno, 5 maggio 2005, Aquisgrana, estratto l’8

febbraio 2019 da:

http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso

&key=26990

Ciampi C. A., Dichiarazione alla stampa del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi

al termine dell’incontro con il Presidente della Repubblica di Lettonia Vaira Vīķe-Freiberga, 27

giugno 2005, Roma, estratto l’8 febbraio 2019 da:

http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso

&key=27376

(n. d.), Ciampi contestato, leghisti espulsi, 5 luglio 2005, Il Sole24Ore, estratto l’8 febbraio

2019 da:

https://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&artId=686720&chId=30&artType=Artic

olo&back=0

Ciampi C. A., Allocuzione del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi al Parlamento

Europeo, riunito in sessione plenaria, sul tema “L’Unione Europea di fronte alle sue

responsabilità”, 5 luglio 2005, Strasburgo, estratto l’8 febbraio 2019 da:

http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso

&key=27405

Ciampi C. A., Messaggio di Fine Anno del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi

agli italiani, 31 dicembre 2005, Roma, estratto l’8 febbraio 2019 da:

http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/continuaciampi.aspx?tipo=discorso

&key=28351

(n. d.), Il comunicato di Ciampi, 3 maggio 2006, La Repubblica, estratto l’8 febbraio

2019 da: http://www.repubblica.it/2006/04/sezioni/politica/nuovo-

presidente/testo-ciampi/testo-ciampi.html

Page 135: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

1

Riassunto

Carlo Azeglio Ciampi (Livorno, 9 dicembre 1920 – Roma, 16 settembre

2016) è stato uno dei più importanti personaggi del mondo politico ed economico

della storia recente italiana. Egli ha infatti ricoperto le più importanti cariche dello

Stato, nonostante non fosse iscritto a nessun partito: è stato, nell’ordine,

Governatore della Banca d’Italia (incarico ricoperto per oltre 23 anni), Presidente del

Consiglio e Presidente della Repubblica, oltre che Ministro del Tesoro e del Bilancio

e della Programmazione Economica nel cruciale periodo di transizione tra lira e

moneta unica (i due dicasteri non erano ancora stati unificati).

Convinto europeista (si definiva “cittadino europeo nato in terra d’Italia”),

fervente patriota, ha raccolto simpatie e consensi da tutti gli schieramenti politici ed è

stato una figura chiave nella transizione italiana a cavallo fra 1992 e 1994, avendo

presieduto l’ultimo esecutivo espressione della cosiddetta “prima Repubblica”.

All’azione del suo settennato si devono la rivalutazione dell’identità nazionale, la

riscoperta dei valori risorgimentali, la massiccia diffusione dell’inno nazionale e il

rinnovamento del Tricolore.

Il cursus honorum istituzionale di Carlo Azeglio Ciampi ha indubbiamente

lasciato una traccia significativa nella storia politica, europea ed economica italiana. In

base a quanto si evince dall’analisi degli eventi esaminati in questa tesi, risulta chiaro

come egli – soprattutto negli anni alla Banca d’Italia e al Ministero del Tesoro – sia

stato attore cruciale non solo dell’integrazione italiana in Europa, ma

dell’integrazione europea stessa. Lo testimoniano i continui attestati di stima, la

saldezza delle relazioni umane, il rispetto di cui Ciampi ha goduto sia entro confine (è

bene ricordare il fatto che la sua elezione a Presidente della Repubblica sia avvenuta

con una convergenza di voti ragguardevole, per di più alla prima votazione e – caso

unico nella storia repubblicana – senza essere mai stato parlamentare) sia all’estero,

dove grazie al prestigio guadagnato con la forza delle sue azioni seppe dare all’Italia

una rappresentanza autorevole, favorendo con la sua azione il perseguimento

Page 136: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

2

dell’interesse nazionale nei vari momenti storici in cui si trovò a rivestire incarichi

istituzionali.

L’intento di questa tesi è cercare di individuare, nel lungo percorso all’interno

delle Istituzioni italiane, quale sia stato il contributo che Carlo Azeglio Ciampi ha

fornito alla politica estera italiana, tanto in ambito europeo quanto in campo

internazionale; l’elaborato segue un percorso strettamente cronologico, diviso per

cariche e temi: il capitolo iniziale inerisce l’incarico nella Banca d’Italia, dagli esordi

fino alla conclusione del mandato; il secondo capitolo comprende l’anno alla guida

del Governo e il biennio ai Ministeri di Tesoro e Bilancio; il capitolo conclusivo

riguarda il periodo da Presidente della Repubblica.

La situazione economica italiana, al momento dell’insediamento di Ciampi al

vertice di Via Nazionale, non era di certo delle più rosee: fino a quella fase storica, il

sistema-Paese Italia aveva tratto benefici da una tendenza inflazionistica

dell’economia nazionale, con la gestione del cambio della lira che teneva la valuta

sospesa fra un dollaro debole e un marco tedesco forte. In sostanza, le industrie

riuscivano a crescere non tanto per un loro ammodernamento e una competitività

effettivi, quanto piuttosto perché godevano della “protezione paternalistica” della

Banca d’Italia, che operava svalutazioni competitive della lira per favorire le imprese

italiane nei confronti dell’estero; tuttavia, se questa pratica da un lato favoriva gli

industriali, dall’altro non faceva che aumentare ulteriormente e inesorabilmente

l’inflazione.

Per cercare di invertire questa tendenza, da Governatore della Banca d’Italia

Ciampi si rese protagonista di diverse iniziative. Fu fautore insieme a Beniamino

Andreatta del “divorzio” fra Banca e Tesoro, le cui conseguenze sulla politica

economica estera furono senz’altro positive: i tassi di interesse reali si attestarono su

livelli idonei ai parametri fissati dall’adesione allo SME, congrui ad assicurare il

rientro dell’inflazione sul lungo periodo; il fabbisogno pubblico venne quasi del tutto

finanziato sul mercato, senza creare nuova moneta; la Banca d’Italia cominciò ad

annunciare l’obiettivo di espansione della moneta. Fu inoltre in quegli anni

protagonista insieme a Goria della protesta formale che portò il G7 a riunirsi a

partire dal 1987 sempre e solo in formazione completa, senza essere preceduto da un

Page 137: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

3

vertice a cinque in cui l’Italia era esclusa: il suo appoggio alla diserzione decisa dal

Governo Craxi fu determinante per la buona riuscita dell’operazione. Durante il

biennio 1987-1988 e i cambiamenti in sede di governo, Ciampi trovò nel ministro del

Tesoro Giuliano Amato un interlocutore credibile con cui perorare in sinergia la

causa europeista: le misure congiunte del Tesoro e della Banca d’Italia in quella fase

storica resero possibile la partecipazione europea al Trattato di Maastricht, operata

nella convinzione che l’interesse nazionale fosse da perseguire nella più ampia

cornice europea, per ragioni tanto economiche quanto politiche. Il 1992 fu un anno

di pesante crisi economica per l’Europa, con una forte recessione dovuta soprattutto

a una grave crisi valutaria; questa riguardò soprattutto le valute del Sistema Monetario

Europeo: prima la lira, poi la sterlina e infine il franco furono attaccate dagli

speculatori. Italia e Regno Unito dovettero uscire dallo SME, ma per tutto il tempo

del “sofferto esilio” (durato ben quattro anni) l’obiettivo di Ciampi sarebbe stato far

rientrare la lira nel più breve tempo possibile.

Gli incarichi del quinquennio 1993-1998 sono stati cruciali per il

perseguimento degli obiettivi strategici italiani. Le circostanze politico-giudiziarie che

travolsero la classe politica italiana lo trascinarono nei palazzi del potere: Scalfaro gli

offrì nel 1993 la possibilità di diventare il primo Presidente del Consiglio di natura

tecnica, incarico che ricoprì nella convinzione che i problemi atavici dell’Italia

avrebbero potuto essere risolti solo ponendo al Paese un vincolo esterno che lo

responsabilizzasse: l’Europa. Nel 1996, con la coalizione di centro-sinistra al

Governo, Prodi lo volle con sé nella grande rincorsa verso la moneta unica,

operazione che si può a buon diritto considerare il capolavoro politico di Ciampi.

Il discorso di insediamento di Ciampi, pronunciato il 6 maggio 1993,

conteneva in nuce tutti gli obiettivi di respiro nazionale e internazionale che quel

Governo atipico si apprestava a intraprendere. Il Presidente, per cercare di

stabilizzare il sistema Italia e dare un’impronta europeista alla sua azione, sottolineò

fin dal suo primo intervento a Montecitorio la volontà di ridurre il debito pubblico

attraverso gli interventi sul mercato, cercando di evitare di agire con manovre

impopolari e gravose come il prelievo forzoso sui risparmi; se riguardo la sfera della

politica nazionale il capo del Governo insistette molto sulla necessità di assecondare

Page 138: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

4

il popolo italiano nella sua forte richiesta di cambiamento, per ciò che concerne

l’indirizzo di governo in politica estera Ciampi evidenziò l’importanza di mantenere

salde le storiche alleanze in cui l’Italia era partecipe e di rafforzare con vigore la

costruzione dell’unità europea di cui egli stesso, in veste di Governatore, era sempre

stato attore coprotagonista. Al fine di rassicurare gli alleati europei della bontà delle

intenzioni italiane, oltre che per tutelare maggiormente gli interessi economici e

sociali del sistema-Paese, si adoperò con successo nel raggiungimento dello storico

“Protocollo sulla politica dei redditi e dell’occupazione, sugli assetti contrattuali, sulle

politiche del lavoro e del sostegno al sistema produttivo”, autentica pietra miliare

della contrattazione con le parti sociali, grazie anche al cruciale contributo fornito alla

causa da industriali e sindacati.

Se la sfera della politica nazionale fu basata sull’assecondare la grande

richiesta di cambiamento che perveniva nei palazzi del potere dalla società civile,

l’indirizzo di governo in politica estera fu fondato sul mantenere salde le storiche

alleanze in cui l’Italia era partecipe in campo internazionale e sovranazionale,

rafforzando con vigore la costruzione del processo di integrazione comunitario di cui

egli stesso, in veste di Governatore, era stato partecipe attivamente. Egli intervenne

con fermezza nella questione balcanica, affermando come l’Italia avrebbe dovuto

avere maggiore considerazione all’interno della catena di comando del contingente

NATO; si trovò inoltre ad affrontare le conseguenze del primo scontro di carattere

militare dai tempi della seconda guerra mondiale che coinvolgesse un contingente

italiano: la “Battaglia del check-point Pasta”, che vide fronteggiarsi il contingente di

peace keeping italiano con le truppe ribelli dell’Alleanza Nazionale Somala e in cui

persero la vita tre soldati italiani. Tale occasione diede modo al Presidente di far

valere la voce italiana anche all’interno del contesto di pacificazione delle Nazioni

Unite, dove fino a quel momento si era riscontrata una emarginazione da parte del

comando ONU del contingente italiano. Una ulteriore iniziativa di rilievo storico-

economico operata nel suo breve mandato a Palazzo Chigi fu la creazione della

struttura normativa necessaria ad avviare il cruciale processo di privatizzazioni delle

aziende controllate dallo Stato.

Page 139: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

5

Da Ministro del Tesoro e Ministro del Bilancio e della programmazione

economica (incarichi in cui, in virtù della sua indipendenza politica, poté operare in

piena autonomia), egli si spese con energia e perizia nella difficile operazione di

riavvicinamento dell’Italia ai parametri di Maastricht. Il Palazzo delle Finanze si rivelò

una collocazione congeniale alle sue qualità e al suo obiettivo principale, al suo ideale

di interesse nazionale: portare l’Italia nell’euro, dal principio. Per la sua

partecipazione al progetto della moneta unica, fu decisiva la sinergia fra Romano

Prodi e Oscar Luigi Scalfaro (suo predecessore al Quirinale), determinati ad avere

una figura di garanzia e internazionalmente rispettata a presiedere il dicastero del

Tesoro; tuttavia Ciampi subordinò l’accettazione dell’incarico ad alcune condizioni,

quali il riconoscimento della sua condizione di tecnico e l’accettazione da parte di

Prodi della sua volontà di rimanere estraneo ai giochi politici, condizioni rivelatesi poi

cruciali per l’esito positivo dell’operazione.

Per conseguire il suo obiettivo, egli operò oltre confine attraverso una fitta

rete di relazioni umane per cercare di trovare un “gancio politico” all’iniziativa

italiana, lavorando soprattutto per convincere i tedeschi della bontà delle intenzioni

italiane (a tale scopo, furono significativi i ripetuti contatti con Francia e Spagna);

trovò numerosi alleati sulla scena internazionale nella sua battaglia per la

partecipazione italiana all’euro dal principio: il suo vecchio collega De Laroisière, in

quel momento Presidente della BERS; Jean Claude Juncker, allora Primo Ministro e

Ministro delle Finanze del Lussemburgo; Michel Camdessus, allora Direttore

Generale del Fondo Monetario Internazionale.

Entro i confini, fu cruciale la sua conoscenza della materia economica per

favorire un ricalcolo del disavanzo pubblico che fece guadagnare all’Italia quasi un

punto percentuale nel fondamentale parametro di Maastricht relativo al rapporto

disavanzo pubblico annuale/PIL. Un errore nel conteggio, individuato e corretto

grazie a una intuizione di Ciampi, fece fare un enorme balzo in avanti all’Italia verso

l’integrazione europea: si registrò un guadagno di circa 12.500 miliardi, e ciò ebbe

effetti significativi sul deficit di partenza, che passava dal 7,4% al 6,5%, il tutto senza

incidere sull’economia reale. L’intuizione del Ministro, seppur di natura squisitamente

tecnica, fu fondamentale per instillare fiducia negli alleati europei; la scelta di non

Page 140: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

6

comunicare nell’immediato agli alleati di Governo la lieta notizia fu parimenti utile a

mantenere al massimo lo sforzo congiunto, evitando i rallentamenti che sarebbero

potuti scaturire da facili entusiasmi. Per cercare di accelerare il processo di

avvicinamento del Paese al traguardo, fu effettuato dai tecnici del Ministero del

Tesoro uno scrupoloso lavoro di scrittura del Dpef; in particolare, per guadagnare

credito nei confronti dell’opinione pubblica europea e per trovare un escamotage

giuridico che permettesse un maggior margine di manovra, si cercò di inserire una

attestazione scritta della strategia “a fasi” prospettata da Ciampi ai colleghi europei

nel Documento stesso, per ottenerne una legittimazione attraverso un voto

parlamentare. Il lavoro si concentrò sul paragrafo IV.10 del Dpef 1997-1999, il

cosiddetto “paragrafo-gancio”, che permise di fatto la possibilità di operare una

manovra aggiuntiva nello stesso anno che si rivelò determinante per il perseguimento

dell’obiettivo italiano di ingresso nell’euro dal suo varo, scopo che secondo Ciampi

era di fondamentale importanza per tutelare l’interesse nazionale nonché gli interessi

economici italiani. Il rientro nella banda stretta dello SME, operato con un rapporto

di cambio lira-marco di 990 lire per marco, fu un’altra azione decisiva in questo

senso.

Il 2 gennaio 1998 arrivò il dato ufficiale del fabbisogno del settore statale del

1997: 2,7%; in seguito all’approvazione della legge finanziaria del 1998, nello storico

Consiglio Europeo di Bruxelles del 2 maggio l’Italia fu ufficialmente ammessa fra i

Paesi della fase uno dell’euro, realizzando di fatto un’impresa ragguardevole e su cui

pochi osservatori si erano espressi positivamente circa la sua realizzazione. Grande

merito venne reso a Ciampi, che grazie alle sue doti di tecnico ma soprattutto di

consumato politico internazionale seppe tessere una fitta rete di amicizie e iniziative

funzionali all’interesse italiano di essere un pilastro europeo, al pari di Francia e

Germania e non in loro subordine.

I sette anni trascorsi al Quirinale furono dedicati a tre obiettivi fondamentali:

favorire la rinascita di un sentimento patriottico autentico, attraverso la riscoperta dei

valori della Patria e del Risorgimento; rappresentare gli interessi italiani nel contesto

europeo, favorendo un aumento dell’integrazione attraverso diversi interventi

pubblici e il lancio di una costituente europea d’intesa con il Presidente federale Rau;

Page 141: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

7

tutelare gli interessi nazionali e gli interessi economici del mondo imprenditoriale

italiano, organizzando in collaborazione con gli industriali diverse visite di Stato nei

Paesi dove storicamente le imprese italiane avevano difficoltà a inserirsi. Un ulteriore

cardine che muoveva l’azione europea di Ciampi era rendere il concetto di “pax

europea” un pilastro fondamentale dell’Europa del futuro: egli era mosso dalla

convinzione che l’Unione Europea avrebbe dovuto essere un punto di ancoraggio

per i Paesi limitrofi, con specifica attenzione per la situazione atavicamente

tumultuosa del Medio Oriente. In particolare, riguardo gli interessi italiani ed europei

nell’area, egli riteneva che l’affermazione dell’Europa come mediatore principale del

conflitto israelo-palestinese, con l’obiettivo di favorire la nascita di un autonomo

stato della Palestina, sarebbe stata la certificazione dell’ascesa a “potenza politica”

dell’Unione, con riflesso prestigio per l’Italia; tuttavia, nonostante una enorme

quantità di visite di Stato in Paesi arabi moderati, l’aggravarsi della crisi israelo-

palestinese e gli attacchi dell’11 settembre resero quel progetto meno incisivo delle

pur ottime premesse.

Nonostante i ripetuti contrasti con i governi presieduti da Silvio Berlusconi,

tanto in politica nazionale quanto in politica estera, il suo operato fu di fondamentale

importanza per mantenere salda l’immagine italiana all’estero (venendo questi

considerato dall’opinione pubblica internazionale, in ragione del suo percorso nelle

Istituzioni, un vero e proprio simbolo di sicurezza e autorevolezza) e per difendere la

Costituzione dagli attacchi dell’Esecutivo. Il suo fermo diniego della possibilità di una

partecipazione italiana al nascente conflitto iracheno al di fuori di una cornice di

cooperazione internazionale, operato in forza di una interpretazione letterale

dell’articolo XI della Costituzione (nonostante Governo e diplomazia statunitense

pressassero in senso opposto), risultò un forte punto di rottura con le politiche

personalistiche e poco ortodosse del Governo Berlusconi. Il suo senso delle

Istituzioni fu testimoniato anche dalla rinuncia, per questioni più di opportunità che

anagrafiche, a un secondo mandato, nonostante le forze politiche fossero

estremamente tentate da una sua riconferma.

Per il lavoro di ricerca si è fatto un uso diffuso delle fonti provenienti

dall’archivio storico del Quirinale, dove sono conservati i diari personali del

Page 142: Il contributo di Carlo Azeglio Ciampi alla politica …tesi.luiss.it/23944/1/630192_STATI_FRANCESCO.pdf2. Un tecnico in politica: il Governo Ciampi e l·incarico al Ministero del Tesoro

8

Presidente, oltre che tutti i suoi discorsi e il calendario delle sue visite italiane e

internazionali; si sono rivelati di estrema utilità anche l’archivio storico del quotidiano

La Repubblica e alcuni libri redatti da collaboratori di Ciampi e da storici, primo fra

tutti “Carlo Azeglio Ciampi – L’uomo e il presidente” (2007, Milano, RCS libri

S.p.A.), scritto dal suo Consigliere per la Stampa e l’Informazione Paolo Peluffo,

ricco di retroscena e confidenze relativi all’intera carriera politico-istituzionale del

Presidente; nondimeno è stato cruciale per l’impostazione della ricerca concernente il

capitolo III il libro “Dal Colle più alto – Al Quirinale con Ciampi negli anni in cui

tutto cambiò” (2012, Milano, Il Saggiatore S.p.A.), scritto da Antonio Puri Purini, suo

Consigliere diplomatico durante il settennato. Si sono inoltre rivelati fondamentali

per la comprensione del pensiero ciampiano le numerose opere che il Presidente ha

pubblicato negli anni del suo percorso nelle Istituzioni italiane e internazionali, oltre

ad altre opere di carattere biografico sulla sua persona e colloqui intercorsi durante

tutta l’elaborazione della tesi con personalità che hanno lavorato a stretto contatto

con il Presidente durante la sua permanenza al Quirinale.

Al termine di questo elaborato, si può di certo affermare come la figura di

Carlo Azeglio Ciampi abbia fornito un apporto non solo cruciale, quanto decisivo,

alla politica estera ed europea italiana: egli, grazie alla sua profonda esperienza e alla

bontà delle sue iniziative, seppe guidare con successo l’Italia verso una dimensione

europea, nella ferma convinzione che solo in un contesto sovranazionale gli interessi

della Nazione sarebbero stati sufficientemente soddisfatti.