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Il nostro lavoro sulla storia dell’emigrazione italiana, e più in particolare dell’emigrazione lucchese, ha preso le mosse da un approccio manualistico del fenomeno emigrazione e da un esame più particolareggiato relativo ai vari momenti in cui esso si può suddividere nell’arco della sua storia. Particolare attenzione abbiamo dedicato al periodo della grande emigrazione (1870-1920) ricorrendo all’analisi delle fonti locali e per questo ci siamo avvalsi della collaborazione del Museo Cresci di Lucca, che ci ha fornito il materiale necessario ( testimonianze scritte, fotografie, articoli di giornale, corrispondenze…) per svolgere la ricerca su alcune figure dell’emigrazione lucchese: le balie, i figurinai, i commercianti.
Fasi dell’ emigrazione italiana “contemporanea” dal XIX al XX secolo:
dal 1876 al 1900;
dai primi del Novecento alla prima
guerra mondiale;
il periodo tra le guerre;
dal secondo dopoguerra alla fine degli
anni sessanta.
Alle informazioni fatte circolare privatamente dagli emigranti si andarono del resto a sommare quelle
divulgate da agenzie specializzate, che lavoravano in accordo con le compagnie di navigazione, le più forti beneficiarie economiche del traffico transoceanico
stimolato dall’emigrazione di massa. Gli intermediari pubblicavano sui giornali le lettere degli emigranti; scritti che in molti casi non erano neppure autentici,
ma avevano comunque sia la funzione di sollecitare la curiosità dei lettori che di accendere il desiderio di
emulazione.Grazie alla fondazione Paolo Cresci la nostra classe ha avuto la possibilità di esaminare alcune lettere ed altri
documenti originali di emigranti italiani.
lettere;
foto;
libri;
siti web.
Le fonti della storia locale
Componenti del gruppo:
Bertolozzi Lisa
Castellano Glenda
Landucci Elisa
Pasquini Nicoletta
Vellutini Alice
CONSIDERAZIONI GENERALILa ricerca ha riguardato un arco di tempo che va dal 1905 al 1932.
Abbiamo prima esaminato alcune lettere scritte dalle balie per dare e ricevere notizie sullo stato di salute e per assicurarsi che i soldi
inviati a casa fossero arrivati, inoltre notizie sulle condizioni di vita delle balie, dei loro parenti più stretti, ma anche degli amici e
conoscenti; articoli di giornale poi, dello stesso periodo dove sono presenti giudizi moralistici e critiche sul mestiere delle balie.
Interessante un modello di contratto per regolamentare il lavoro delle balie, i rapporti e gli obblighi che salvaguardassero l’interesse
dei bambini.
Il motivo della partenza da ciò che si dice nelle lettere quasi sempre coincideva con la necessità delle balie di migliorare le loro
condizioni economiche, perché provenivano da famiglie contadine povere e numerose.
Partire, lasciando i loro figli e tutto quello a cui erano più legate non deve essere stato facile.
Non sempre è stata una scelta individuale, spesso i familiari o altre donne hanno spinto le nostre a intraprendere questo mestiere
all’estero dove le balie toscane erano tra le più richieste e apprezzate.
LETTERE
FOTO DI BALIE…FOTO DI BALIE…
L’EMIGRAZIONE FEMMINILE IL LAVORO BALIATICO
L’ALLATTAMENTO CONVENZIONE PER BALIATICO
FORESE E DOMESTICO LA GARFAGNANA
DOCUMENTI:
Martina Cacini
Federica Dinucci
Alice Medori
Eleonora Papera
Stefania Rocca
Sara Rovai
Componenti del gruppo:
Che cos’è un Figurinaio?
E’ un antico mestiere lucchese tipico dell’emigrazione. I figurinai erano una ristretta parte di popolazione girovaga, composta quasi esclusivamente da giovani, piccoli venditori di statuette (di gesso) che s’ incontravano a ogni angolo di strada, spesso disprezzati e considerati piccoli furfanti dalle popolazioni locali.I Figurinai sono stati i veri pionieri dell’emigrazione lucchese d’oltreoceano all’inizio dell’Ottocento. Partivano come “garzoni” e dopo una o due “campagne”, tornavano con una grande esperienza alle spalle.All’inizio della Grande Emigrazione,verso la fine dell’Ottocento, le tradizioni familiari e quelle religiose degli emigranti italiani erano ancora vive: i figurinai, da consumati commercianti, riempirono le case dei cattolici e non con le loro immagini religiose di gesso.Oltre ai Santi vi si rappresentavano anche personaggi storici come Garibaldi, Carlo Alberto, Pio IX ecc. che venivano esposti sulla “galera”, una tipica tavola che i garzoni dovevano portare in testa con la massima attenzione per non rompere le statuette.Se il commercio delle statuette non andava, i figurinai si prestavano a qualsiasi mestiere. Ad esempio nei periodi “neri” li possiamo trovare in Inghilterra o Francia come gelatai; in Brasile portavano in giro i Santi scolpiti nel legno e vendevano stoffe; a Parigi svolgevano lavori come stucchini o spazzacamini. I Figurinai in Europa si spostavano di paese in paese per stagioni intere per poi ritornare in Toscana dove si accasavano.
LIBBRO’ DI GIOVANNI EQUI
IL VIAGGIO
COMMENTO
VIAGGIO DI GIOVANNI EQUI
Componenti del gruppo:
Benvenuti Simone
Simi Samuel
Simonetti Daniele
Stranieri Tommaso
Tomei Gabriele