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I'M MAGAZINE - GENNAIO/FEBBRAIO 2010
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MAGAZINE
I’M
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CHriStiane
miss CampaniaSimona palazzo
le eCCellenze Campanein eSpoSizione al tarì
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SCervino
CapriHollywood
San LorenzoMaggiore
filangierifilangieri
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Edito da I’M srl via firenze, 54
80142 napolitel 081 19578776fax 081 214 27 80
reg. trib. di napoli n° 47dell’8.05.2008
Editoremaurizio aiello
Direttore responsabile ilaria Carloni
Collaboratori:nunzia Borgia
alessandra Carlonifabrizio CarloniSofia De matteo
anna marchitellimaria Carmen villani
PHgianni riccio
mario zifarelli
Graphic Designfrancesco finizio
DistribuzioneDiffusion group
Stampaarti grafiche Boccia S.p.a. - Sa
Per la pubblicitàtel 081 195 78 776
SOMMARIO18 Simona palazzo
i’m... miss campania
di anna marchitelli
30 erneSto eSpoSitole tre facce di ernesto esposito
di nunzia Borgia
38 CHriStiane filangierisemplicemente christiane
di ilaria carloni
52 ermanno SCervinolo stilista che fa sognare
di nunzia Borgia
58 marCo ferrignonel prsepe non c’è crisi
i’M ONLINE
WWW.IMMAGAZINE.IT
l’editoreMaurizio Aiello
Christiane Filangieriph marco rossi
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IN COPERTINA
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11 L’opiNioNEfauno e ninfa
di fabrizio Carloni
12 caStELLammarE di StabiaCastrum ad mare
24 SaN LorENzo maggiorE“grazioso e bel tempio” dove boCCaCCio
inContrò l’amata fiammetta
di alessandra Carloni
46 aL tarìin mostra le eCCellenze Campane
60 tEatromaurizio aiello torna a CalCare
il palCosCeniCo Con “un sogno di famiglia”di sofia de matteo
64 capri HoLLYWoodmariah Carey a Capri per la xiv edizione
68 32ª EdizioNEdELLE giorNatE profESSioNaLi dEL ciNEma a SorrENto
72 fEStivaL dEL ciNEma di SaLErNopioggia di premi e di stelle alla 63ª edizione
74 fiLmarEla 2ª edizione ha Confermato
il suCCesso della prima
76 La NuNziatELLa Si tiNgE di roSa
78 paLazzo vENEziale “nasCoste meraviglie”dell’artigianato e dell’arte Campani
80 SaLotto ciLENtovino e Cravatte “settepieghe”
84 diESEL fLaSH for fuN
86 prESENtazioNE dEL caLENdariodi mEo 2010
88 iL dEcENNaLE di bLuduEmiLa
90 birtHdaY partYaL circoLo La Staffadi maria Carmen villani
92 iL circo dELLa modaapproda a NapoLi
94 birtHdaY partY... a SorprESa
96 cHriStmaS diNNEr da roSoLiNo
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L’Opinionedi Fabrizio Carloni
Fauno e Ninfa
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La più bella delle regioni italiane è la Cam-pania; nel suo territorio è condensato tuttoil positivo che il Padreterno e l’uomo hanno
voluto creare; l’uomo classico però, come i grecied i romani che sono arrivati alla massima ela-borazione del bello ed a trasmetterci con Cuma,Pompei ed Ercolano uno scampolo molto rappre-sentativo di ciò che è stato e che non siamo staticapaci di valorizzare, ma anzi abbiamo massa-crato. Negli ultimi decenni, e specialmente neglianni Sessanta, i nostri concittadini si sono impe-gnati con cura maniacale, assistiti in molti casidalla camorra, per disfare quasi tutto. Anche sesi va in Costiera sorrentina ed amalfitana, la si-tuazione del mare è quella che vediamo quandosguazziamo nei liquami ed il vento ed il mare nonsono nella giornata di favore per il bagnante. Do-vunque, e questo è evidente in maniera partico-lare, domina la plastica, anche in luoghi dovesarebbe difficile trasportarla mettendo buona vo-lontà nel fare danni. Si percorrono i sentieri dellealture che dominano i paesi rivieraschi come Po-sitano od Amalfi o si va ad Agerola, che ricordacon gli altri luoghi citati il paradiso di Adamo edEva, e si incontrano le bottiglie di plastica deivandali che sono andati per lasciare la testimo-nianza del loro passaggio. La cosa è la stessa sulTaburno o sul Vesuvio le cui pendici sono unalunga teoria di sfasciume e di degrado. C’è un posto però che riesce a mantenere un le-game con il tempo passato e che conosco io conpochi altri. Questo periodico è letto per sua na-tura da persone sensibili ed a modo e voglio con-dividere con loro la magia dello spettacolo offertodal triangolo di territorio compreso tra il fiumeSele ed il Calore, vicino al Casino di caccia deiBorbone a Persano. Percorrendo quel luogo nellegiornate asciutte e fredde di inverno, quando ilterreno non è impregnato dell’acqua di falda resainvadente dalla piogge insistenti, si vaga so-gnando del tempo che non si è vissuto e ci mancaalla ricerca dei folti di pioppo nero e bianco, al-
ternato ai salici che crescono e pescano con lefronde nelle acque ancora bevibili dei due fiumidi cui stiamo parlando. Lungo i prati devastatidalle bombe dell’ultima guerra, quando in queisiti ci fu uno sbarco passato alla storia, i gladiolie le orchidee selvatiche per la poca notorietà deiposti non vengono strappati alla terra per esseregettati in un portabagagli a seccare; vicino, a ri-cordare il saggio uso che si faceva un tempo deltempo e dello spazio, nel podere del demanio mi-litare si è allevata per anni un’apprezzata razzadi cavalli che scorazzava senza controllo nel ventoe faceva l’abbeverata nel fiume, rispettando leleggi del branco.Se si percorre animati dalla necessità di sognare,può accadere, come a me è capitato, di incontrareil fauno innamorato che cerca la ninfa del fiumeSele. Si sono incrociati ed abbracciati e baciati inun lampo, mille anni orsono, in un gennaio freddoin cui la brezza del mare scuoteva la vecchiaquercia sotto le cui radici gli gnomi avevano fattocasa. Poi la ninfa era andata a cercare le baccheche le facevano rimanere morbida e candida lapelle ed aveva visto nei flutti del fiume una carpa;per raggiungerla e sottrarla ad una lontra che leera sembrata maliziosa e rapida, si era gettatanella corrente, al di sotto dei gigli d’acqua, e nonne era più ritornata. Il fauno mi incontrò mentresognavo sotto quella quercia che ora ospita al ri-paro del fogliame una vecchia chiesa abbando-nata, e mi consegnò per l’amata questi versiscritti sulla corteccia di un acero:La vecchia quercia ha atteso per anni che i nostricorpi si ricongiungessero alla due anime che sbat-tono irrequiete come stracci sotto il vento, impi-gliate ai suoi rami più alti.È l’unico, l’albero antico, ad aver visto noi due in-namorati; lui solo ha capito quello che l’uomo cheamava la donna voleva dire e serbava nel cuore.Il fauno da più di mille anni piange e neancheBacco che lo accompagna riesce a consolarlo
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Castrum
ad mareL
e origini di Castellammare di Stabia sonoancora incerte, ma alcuni ritrovamentidocumentano che la zona era già abitata
a partire dall’VIII secolo a.C..Il 25 agosto del ‘79 d.C. l’inaspettata e violentaeruzione del Vesuvio, la fece scomparire sottouna fitta coltre di cenere, lapilli e pomici in-sieme a Pompei ed Ercolano. Dopo la distru-zione alcuni abitanti del luogo scampatiall’eruzione, tornarono alle loro vecchie abita-zioni, ormai distrutte, per recuperare oggetti edenaro: furono questi che costituirono un nuovo
villaggio, che viveva soprattutto di pesca e agri-coltura e che entrò a far parte del Ducato diSorrento. I sorrentini per difenderlo dalle in-cursioni barbariche fecero costruire un castellosulla collina nei pressi di Pozzano. A questo pe-riodo, precisamente al 1086, risale il primo do-cumento in cui è menzionato il nome delvillaggio, “Castrum ad Mare”, molto probabil-mente derivante proprio dal fatto che questocastello si trovava a picco sul mare.Durante il Medioevo Castellammare di Stabiafu conquistata dagli Angioini; successivamente,
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Castello Medievale
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dopo una breve parentesi sotto il dominio degli
Svevi, passò sotto il controllo gli Aragonesi, che
portarono a compimento la costruzione di un
palazzo reale sulla collina di Quisisana. L’im-
portanza del palazzo era
tale che Giovanni Boc-
caccio ne fece l’ambien-
tazione per una novella
del “Decameron”, preci-
samente la sesta del de-
cimo giorno.
Facendo un salto avanti
nel tempo, la Grande
Guerra non lasciò tragi-
che tracce, ma lo stesso
non può dirsi per il se-
condo conflitto mon-
diale: i tedeschi, infatti,
in seguito alla ritirata
dal sud Italia, distrus-
sero i cantieri navali, i
quali vennero strenuamente difesi dagli sta-
biesi. Per questo motivo, la città è stata insi-
gnita della Medaglia d’Oro al Valore. La fine
della guerra e l’inizio del miracolo italiano por-
tarono all’intensificazione del lavoro indu-
striale e all’avvio d’importanti novità sul piano
turistico, come la costruzione del complesso
delle Nuove Terme, all’epoca le più moderne
d’Europa.
Definita Metropoli delle
acque per il suo patri-
monio idrologico costi-
tuito da ben 28 tipi di
acque minerali diffe-
renti, il termalismo ha
rappresentato per Ca-
stellammare di Stabia
fin dalla metà del 1800
un tassello importante
sia per l’economia che
per il turismo. Alcune
acque come quella della
Madonna e l’Acetosella,
tra le più note e già ap-
prezzate da Plinio il
Vecchio che le consigliava ai sofferenti di calcu-
losis, vengono imbottigliate e vendute anche in
America. Le Nuove Terme, situate sulla collina
denominata del Solaro, nei pressi della frazione
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La chiesa del Gesù
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di Scanzano, progettate dagli architetti Coc-chia, Iossa, Mazziotti e Sbriziolo sono stateinaugurate il 26 luglio 1964 e si estendono suuna superficie di oltre 100 mila mq.Oltre all’attrattiva delle terme, la costruzionedi nuovi complessi alberghieri e d’infrastrut-ture all’avanguardia come il porto turistico diMarina di Stabia, uno dei più grandi d’Europa,ha fatto si che nel 2006 Castellammare di Sta-
bia sia stata la terza città campana per pre-senze turistiche negli alberghi dopo a Napoli eSorrento.La città ha anche un importante patrimonio dichiese, alcune delle quali racchiudono preziosetestimonianze dell’arte del passato. La chiesadel Gesù è tra le più belle: la prima pietra fuposta nel 1609 e fu realizzata seguendo primail progetto di Pietro Provedi e alla sua morte,
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il porto di Marina di Stabia
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quello di Agazio Stoia. Haun’unica navata con due cappellesu entrambi i lati, numerosi sonoi dipinti, tra i quali sono degni dinota quelli di Giuseppe Viraldi edel De Matteis. Poi quello sull’al-tare maggiore di Luca Giordanoraffigurante la Vergine del Rifu-gio, e gli affreschi sulla volta diVincenzo Galloppi. Nella sacre-stia è presente un dipinto raffi-gurante San Catello, rubato nel1976 e ritrovato a Venezia nel1993.Non va dimenticato che tra le ric-chezze di Castellammare di Sta-bia vi è anche il cantiere navale,fondato nel 1783, il più antico elongevo d’Italia, che ha visto lanascita di numerose navi daguerra, da trasporto merci o pas-seggeri: prima su tutte l’AmerigoVespucci, l’unica nave scuoladella Marina Militare Italiana, le3 Caio Duilio, la Vittorio Veneto,il completamento del batiscafoTrieste di Auguste Piccard finoad arrivare ai più recenti tra-ghetti Cruise Roma e Cruise Bar-celona, i più grandi del
Mediterraneo.Dopo aver annoverato le tanterisorse, che spaziano dall’ar-cheologia, all’arte, dalla naturaalle acque termali, dal cantierenavale alla nuova Marina, nonpuò tralasciarsi la cucina, tipicamediterranea, che caratterizzaCastellammare di Stabia. Le ri-cette tipiche sono il biscotto diCastellammare, i tarallini dolci,il provolone del Monaco, la pastae fagioli del Monaco, l’impepatadi cozze dell’Acqua della Ma-donna, il miele della Madonnadella Libera, il casatiello dolce,il carciofo di Schito e le capo-nate.In un luogo tanto favorevole dalpunto di vista climatico e geo-grafico, non a caso sono nati tregrandi campioni, i fratelli Abba-gnale, numeri uno del canottag-gio azzurro con i loro 5 oriolimpici, 1 argento ed innumere-voli successi ai mondiali. La lorosocietà di origine, il Circolo Nau-tico Stabia, è tuttora una dellepiù importanti nel panorama re-miero italiano.
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Terme di Stabia
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I’M...MisscaMpania
2009di Anna Marchitelli foto di Mario Zifarelli
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aria acerba e dolcezza nel volto. Mi accogliesorridente seduta ad un tavolino del bar eparla a ruota libera delle sue ambizioni e
dei suoi valori, primo tra tutti quello della fami-glia. È Simona Palazzo, la ventenne napoletana che hapartecipato all’edizione 2009 di Miss Italia con lafascia di Miss Campania (eliminata durante la se-conda serata della kermesse televisiva). La suabellezza disarmante non è solo merito dei linea-menti delicati, dell’eleganza innata, del suo metroe settantasette di altezza, ma soprattutto di ciò cheesprime.Nonostante, infatti, sia determinata a entrare nelmondo della moda e a imporsi sulle passerelle mi-lanesi, Simona non è una che si lascia abbagliaredai sogni, ma tiene ben saldi i piedi per terra, nona caso sta continuando con impegno il suo percorsouniversitario (iscritta al secondo anno di Economiapresso l’Università degli Studi di Napoli FedericoII) che, come spiega, la fa star bene: “Lo studio migratifica, mi dà sicurezza”. Di Simona colpiscono la fermezza e la maturità,che non corrispondono a una comune ragazza divent’anni. È con questa fermezza che durante l’in-tervista ha affermato: “Voglio farcela con le miegambe, non scenderò mai a compromessi per rag-giungere uno scopo”.
Cosa l’ha portata a Miss Italia?
Ho partecipato al concorso già nel 2007 quando hovinto la fascia di Miss Eleganza. È stata miamadre a iscrivermi, è lei che mi sostiene da sempree mi segue ovunque. Quest’anno ho deciso di riten-
tare e sono stata contenta, anche perché sapevocosa mi aspettava e quindi ho vissuto il concorsocon più consapevolezza e tranquillità
Che cosa ha rappresentato per lei?
Inutile dire che è stata una bellissima esperienzache consiglio a tutti. Ovviamente è stancante e nonfacile stare lontano dalla propria famiglia, sve-gliarsi prestissimo, lavorare tutto il giorno. Gli or-ganizzatori pretendono il massimo dalle ragazze,è una scuola di vita ed io ho imparato moltissimo.Non è vero, poi, che la competizione tra le concor-renti è spietata: la convivenza, anzi, è stata piace-vole e la divisione di quest’anno in gruppi hafavorito i rapporti e sono nate delle sincere amici-zie
Così esiste l’amicizia tra le miss?
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Sì. Tra tutte, io ho legato con Tiziana Morgillo, ca-
sertana, che ha partecipato con la fascia di Miss
Rocchetta bellezza Campania. Ho avuto anche l’oc-
casione di conoscere e condividere la stanza con
Maria Perrusi (Miss Italia 2009), che è una ra-
gazza semplice e onesta
In che modo la sua famiglia la aiuta a coro-
nare i sogni?
Mia madre mi sprona, crede in me e mi segue
ovunque, ai provini e sui set fotografici: è la mia
ombra. Mi aiuta a valutare situazioni e le propo-
ste, io so di poter contare sempre su di lei, la com-
plicità che c’è tra noi è qualcosa di straordinario.
Mio padre, invece, è geloso e protettivo
Tra i suoi sogni c’è la moda. Sa che in quel
mondo si cercano ragazze molto magre. Ac-
cetterebbe mai di dimagrire pur di lavorare
sulle passerelle?
No, assolutamente. Da buona napoletana adoro
mangiare. Mi sono iscritta in palestra in modo da
poter conciliare l’amore per il cibo con l’esigenza
di tenermi in forma. Comunque per fortuna ho
una corporatura snella, grazie anche ai tanti anni
di danza classica che ho praticato
Cosa non sopporta negli altri?
L’ipocrisia e le critiche gratuite
Quale pensa sia il peggior difetto per una
donna?
La presunzione
Come conquista un uomo?
Io non sono favorevole alle tattiche, penso che
basti essere se stessi, perché mostrarsi per ciò che
non si è, non porta lontano
Progetti?
Prima di tutto voglio terminare la laurea trien-
nale, poi mi piacerebbe specializzarmi nel campo
della moda, magari a Milano. Il mondo della moda
mi piace a 360°: adoro sfilare, ma non disdegnerei
il lavoro dietro le quinte
I’M?
Sono libera, indipendente, testarda, timida e riser-
vata. A volte, però, sono troppo fiduciosa e penso
che tutti possano capirmi, e quando mi accorgo che
non è così, divento acida!
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San Lorenzo Maggiore
“Grazioso e bel tempio”dove Boccaccio
incontrò l’amata Fiammetta24
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arte e storia di Napoli s’in-
trecciano nel complesso Mo-
numentale di San Lorenzo
Maggiore, la cui basilica si affaccia
sulla pittoresca Piazza San Gae-
tano, nel cuore della città. La prima
chiesa paleocristiana sorse nel VI
secolo sull’area del foro romano, fra
il Decumano maggiore e quello in-
feriore, ma fu abbattuta nel XII se-
colo. La seconda basilica, con
annesso Convento, fu eretta per vo-
lere di Carlo I d’Angiò intorno al
1270.
Molte vicende storiche hanno inte-
ressato il tempio e il monastero
francescano dove sono sepolti molti
personaggi illustri napoletani come
il filosofo e commediografo Gio-
vanni Battista Della Porta, il lette-
rato amico del Petrarca Giovanni
Barile, il marchese Giovan Battista
Manso e l’insigne musicista Fran-
cesco Durante. Giovanni Boccaccio
definì la basilica “grazioso e bel
tempio” e si dice che proprio qui,
nel 1334, egli incontrò l’amata
Fiammetta (la bellissima Maria
d’Aquino, figlia del re Roberto d’An-
giò, sua musa ispiratrice); Gaetano
Filangieri disse che “la Storia di
Napoli e delle province si compen-
dia spesso nel convento di San Lo-
renzo”. Nel Convento, sede del
parlamento del Regno di Napoli, vi
soggiornò nel 1343 addirittura
Francesco Petrarca.
Due campagne di restauro, fra la
fine dell’Ottocento e la metà del No-
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di Alessandra Carloni
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vecento, hanno permesso il recu-
pero della fisionomia originaria
della chiesa: prevale la spiritua-
lità del Gotico d’impronta france-
scana, tranne che in alcune
cappelle e nella facciata barocca
del Sanfelice. Accanto a questa
svetta il campanile quattrocente-
sco che nel 1647 fu preso d’assalto
dalle truppe di Masaniello, du-
rante la rivolta anti-spagnola.
Difficile enumerare i tesori arti-
stici tuttora racchiusi fra le mura
di San Lorenzo Maggiore: en-
trando in chiesa attraverso l’an-
tico portale trecentesco si è
sopraffatti dalla vastità dell’unica
navata che incrocia il transetto se-
condo l’impianto a croce latina. La
splendida abside si protende verso
l’alto come nelle grandi cattedrali
d’oltralpe. In questa zona è posto
il Sepolcro di Caterina d’Austria,
scolpito nel marmo da Tino da Ca-
maino nel 1325.
L’opera scultorea più straordina-
ria è l’altare maggiore di Giovanni
da Nola (forse il più bello di Na-
poli) dove alle figure dei santi fa
da sfondo un’immagine della città
nel Cinquecento; sulla destra si
apre l’accesso al Convento.
Il complesso archeologico di San
Lorenzo Maggiore si estende in
corrispondenza di un’ampia area
che rappresentava il fulcro della
parte commerciale della città an-
tica, l’agorà greca. La stratifica-
zione degli scavi, pur essendo
alquanto complessa, ha permesso
di ricostruire in modo attendibile
le varie fasi storiche della città,
con strutture di epoca greca risa-
lenti al IV secolo a.C. (fondazioni
in blocchi di tufo) sulle quali si in-
nesta un complesso di età impe-
riale (I secolo d.C.).
I lavori archeologici hanno identi-
ficato con sicurezza il macellum,
l’antico mercato alimentare semi-
coperto, da cui si accedeva in cor-
rispondenza dell’attuale via dei
Tribunali; interessante è anche il
tratto di strada (lungo circa 60
metri) corrispondente all’attuale
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vico Giganti sul quale si aprivano alcune
botteghe commerciali e forse, l’antico Ae-
rarium dov’era custodito il tesoro citta-
dino.
Gli scavi, iniziati negli anni ottanta ed
interrotti svariate volte per mancanza di
fondi, sono stati finalmente conclusi nel
maggio 2009, grazie ai finanziamenti
della Comunità Europea che ha per-
messo di riportare alla luce l’altra metà
del complesso archeologico: oggi risulta
che, rispetto alla parte aperta ai visita-
tori nel 1993, l’area si sia raddoppiata.
Valorizzare il patrimonio architettonico,
storico e artistico del Complesso di San
Lorenzo è la nuova sfida intrapresa per
rilanciare l’immagine di uno dei luoghi
simbolo del centro storico di Napoli. Lo
scopo è dargli la nuova identità di luogo
in cui si celebra la commistione tra pas-
sato, presente e futuro, in cui si fondono
vecchie e nuove forme di arte e si esal-
tano contemporaneamente tradizione e
modernità per promuovere la cultura par-
tenopea, nazionale ed internazionale.
Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore,
via dei Tribunali 316, angolo San Gregorio Armeno
081.762.61.68 – 081.211.08.60
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Le tre facce di:
lo stilista,il cultore d’arte,il napoletano semplicedella porta accanto
di Nunzia Borgia
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fa sognare le donne con le sue creazioni, chesono distribuite in ben 52 paesi del mondo.È lo stilista delle più grandi griffe italiane e
straniere, da Louis Vuitton a Bruno Magli, nonchéuno dei più grandi e generosi collezionisti d’arte.Ma Ernesto Esposito è soprat-tutto un napoletano verace.Nonostante sia sempre in giroper il mondo, vive a Napoli,città che non lascerebbe mai, enella quale ha trovato il suo an-golo di felicità. Un’intervistacon lui si trasforma in unachiacchierata tra amici, in cuisi scopre che Ernesto Esposito,nonostante la sua fama mon-diale, è rimasto una personaumile, che con disarmantesemplicità racconta che tren-t’anni fa Giorgio Armani gliprese la piega dei pantaloni eche Andy Warhol realizzò perlui la sua ultima opera. Con luisi ride, si impara e si riflettesull’importanza di essere feliciapprezzando ciò che si ha.
Stilisti si nasce. Lei lo è diventato per casomentre studiava legge: cosa l’ha portata adabbandonare gli studi rigo-rosi e a dar libero sfogo alsuo estro creativo?Dammi del tu, altrimenti mi faisentire vecchio! Comunque,forse ho abbandonato gli studiperché, come hai detto tu,erano rigorosi ed io vivo in unamaniera disordinata. Forsenon è stato un caso diventarestilista, ma una vocazione, fa-vorita dal fatto che ho semprevissuto in mezzo alla cose bellefin da bambino. La mia casaera piena di oggetti d’arte, hoiniziato a collezionare operegià a 18 anni e i primi quadrisono stati proprio quelli cheavevo a casa e che ora ho datoal Museo Madre. Warhol hasempre frequentato casa dei miei genitori, dovec’erano i mobili di Willy Rizzo, le lampade dellaFlos, tutti oggetti che oggi sono di culto e che pernoi erano la normalità, senza ostentazione.
Quindi l’ambiente familiare ti ha stimolato?
Sì. Mia madre ha sempre assecondato la mia crea-tività, sin da ragazzino. Mio nonno era composi-tore, mia madre suona tutti gli strumentimusicali: ancora oggi, a 80 anni, si sveglia la mat-tina e suona
Sei molto legato alla figuradi tua madre…Parlo spesso di mia madre, per-ché è più simile a me. Miopadre, invece, è un uomo moltorazionale a differenza mia, cheha lavorato sempre in banca
Passiamo alle tue meravi-gliose creazioni con tacchivertiginosi che, diciamo laverità, seppur provviste delplateau, sono di certo piùscomode di un paio di snea-kers: per essere femminilibisogna per forza soffrire?Ma sai che il 60% delle scarpeche vendiamo, sono comequelle lì (e m’indica una sua
splendida creazione a tacco basso, ndr)? Sono riu-scito a coniugare eleganza e tacco medio: nonpenso, infatti, solo alle donne che possono indos-sare il tacco 120 mm, ma anche alle tante persone
della Napoli chic che preferi-scono le mie scarpe a taccobasso, che sono femminili e ar-moniche quanto quelle alte
Un consiglio per essere allamodaPenso che al giorno d’oggi siasufficiente un po’ di buon gustoper essere alla moda, e saperabbinare un jeans griffato auna maglietta a buon mercato.Oggi si gioca molto sul mix, aRoma molto più che a Napoli.Qui in Campania, purtroppo,siamo ancora provinciali daquesto punto di vista.
Quindi non è necessariospendere molto per vestire
bene?No. L’unica cosa nell’abbigliamento che deve es-sere di qualità, è proprio la scarpa: se il piede nonsta bene, ne risente tutto il corpo
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quali strade si possono aprire, secondo te,per la moda che utilizza la tecnologia?Io non vendo direttamente on line, ma tramite or-ganizzazioni che lo fanno. Oggi sempre di più ledonne vogliono prodotti specifici, spesso ordinan-doli a distanza con una telefonata. L’on line è unservizio comodo per le donne impegnate ed esi-genti, anche se l’acquisto in negozio è tutta un’al-tra cosa. Non dimenticherò mai quando trent’annifa andai in una boutique di Armani e poiché conc’era personale libero, fu Giorgio Armani in per-sona a prendermi la piegaper i pantaloni. Con ciò nonha di certo screditato il suonegozio o il suo lavoro, anzi,gli ha dato valore. Penso chel’acquisto via internet non ri-voluzionerà mai del tutto ilmondo della moda, cosa cheha invece fatto in altri set-tori, come in quello della mu-sica ad esempio: a New Yorknon c’è più un solo negozio dimusica, come anche nel-l’America del sud del resto
Durante il convegno “Ita-lian fashion: identities, transformations,production”, di qualche anno fa, suscitò in-dignazione la tua frase “il futuro della crea-tività nella moda italiana è nelle mani deglistranieri”. Cosa ne pensi oggi di quella tuaaffermazione? Penso che oggi si sia abbattuta ogni barriera eanche il settore della moda vive di continui inter-scambi: io stesso, ad esempio, collaboro da 10 annicon LVMH, prima con Luis Vuitton e oggi conFendi, che è una grande gruppo straniero e con-temporaneamente collaboro con Bruno Magli, ita-liano Le tue più grandi passioni: quella per le
scarpe e quella per le opere d’arte di grandiartisti. Come convivono in te queste dueanime?L’una è il tramite dell’altra: io compro opere d’arteperché guadagno con le scarpe, e faccio bellescarpe perché amo l’arte
Qual è la molla che ti spinge ad acquistareun’opera d’arte?Il collezionismo è come una droga. La voglia di pos-sesso non ha limite. Poi, avendo tante opere posso
scambiarle a mio piacimento,come si faceva nel gioco dellefigurine da bambini
Come sceglie un’opera?Esistono due momenti nel-l’approccio con un’operad’arte: uno istintivo di ap-prezzamento fine a se stesso,e uno “investigativo”, in cuidevo sapere ciò che c’è dietroal quadro. Non scelgo maiun’opera per semplice gustoestetico, ma bado all’autoreche c’è dietro e che mi devesempre piacere per qualche
motivo
Dove espone le opere che compra?Non le espongo quasi mai, le custodisco come a vo-lerle proteggere. Oppure le presto ai musei, inmodo che possano goderne tutti
Ho letto che l’ultima opera di Andy Warhol,prima del ricovero in ospedale, è stata untuo ritratto. È vero? Sì, ho avuto una fortuna pazzesca!
Ti si può definire un artista che crea opered’arte sotto forma di calzature…
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Non mi sento un artista: mi sento un creativo, che
è diverso. Helmut Newton mi ha sempre detto che
lui non era un artista ma un
bravo fotografo. Ecco, io sono un
bravo designer
Sei soddisfatto di quello che
hai o vorresti altro ancora?
So di certo quello che non vorrei
mai, e cioè veder morire le per-
sone che amo. Quello che ho mi
soddisfa, non sono uno che vuole
di più, mi sento realizzato. Se-
condo me è terribile vivere desi-
derando sempre di più: nella mia
vita tendo a guardare i più sfor-
tunati, mentre immagino che chi
ha più soldi di me ha anche più
problemi di me!
Più volte hai dichiarato che
seppur tra mille difficoltà,
non lasceresti mai Napoli: cosa ti lega a que-
sta città?
Ho qui i miei genitori, si mangia meglio che in
qualsiasi altro posto al mondo, c’è un clima mera-
viglioso, abito in un quartiere
dove si vive la città in tutto il
suo splendore. Perché mai do-
vrei andarmene?
Anche la tua boutique è nel
salotto della città: com’è il
tuo rapporto quotidiano
con Napoli?
Io lavoro sempre! La mattina
sono a Roma da Fendi, o a Bo-
logna da Magli, sono sempre in
giro insomma. Ma è qui a Na-
poli che ho il mio angolino di fe-
licità
Se dovessi attribuirti un ag-
gettivo, ovvero, Ernesto
Esposito, I’M?
Onesto (si ferma, ndr). Perché
l’onestà è alla base di tutto. Onesto con me stesso,
con la gente e nei sentimenti.
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SemplicementeChristiane
di Ilaria Carloni foto di Marco Rossi
Distinta, riservata e di una classe innata. Il
suo nome - che lei tiene a precisare si
scrive con l’acca - ha origini praghesi come
la sua mamma. Il cognome, invece, è napoletano,
come papà Antonio. Ma non solo, è anche illustre,
perché lo portava un suo importante avo, il filosofo
illuminista Gaetano Filangieri.
Christiane, quindi, è un mix di culture, perché
dopo essere nata in Germania, a Würzburg, il 21
Agosto del 1978, ha vissuto l’infanzia in Brasile,
per poi approdare a San Potito Sannitico, un pae-
sino in provincia di Caserta.
Dei tedeschi ha la precisione e lo stile “easy”, dei
brasiliani l’amore per il ballo, dei napoletani la co-
municatività. Christiane, insomma, è una donna
ricca di sfaccettature, in cui confluiscono armonia
delle forme, dolcezza, sensibilità, determinazione,
eleganza, sobrietà, integrità.
A soli 19 anni è diventata popolare con lo spot Tim
in cui interpretava la bella Camilla che flirtava al
telefono, ma dietro quel personaggio si nascondeva
una ragazzina tutt’altro che svampita. Di lei, mai
un calendario senza veli, mai una foto osè, mai un
gossip piccante.
Dopo lo spot e un terzo posto a Miss Italia ‘97, ha
subito puntato a fare l’attrice e per farlo ha stu-
diato, senza avere sconti, né imboccare scorciatoie.
Non ha mai usato la bellezza come strumento per
raggiungere uno scopo, anzi, è così “acqua e sa-
pone”, che pare voglia quasi passare inosservata.
Sempre poco trucco, vestiti sobri, scarpe basse, ca-
pelli sciolti. Tutti gli artefici che noi donne adot-
tiamo per apparir più belle, Christiane non li
conosce. Lei è semplice, esattamente come
mamma l’ha fatta 31 anni fa.
Aveva solo 20 anni quando è diventata popo-
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lare. Nonostante fosse un’età in cui si è par-ticolarmente influenzabili specie nell’am-biente dello spettacolo, lei è rimasta fedelea se stessa e molto semplice anche nel-l’aspetto. Come mai?Non c’è un motivo particolare, sono fatta così. Sarà
sicuramente anche un po’ la cultura tedesca che
mi fa essere semplice nell’aspetto. Le donne nor-
diche sono molto più “easy” rispetto alle italiane.
Sono andata ad un galà molto importante ad Am-
sterdam dove c’erano donne bellissime, teutoni-
che, bionde, occhi chiari, senza un filo di trucco e
con dei semplicissimi tubini.
Mia sorella tante volte mi rimprovera perché mi
vesto un po’ così, senza seguire la moda, mi chiede
di valorizzarmi, ma io non ce la faccio proprio.
Sarà anche il fatto che, essendo soggetta sul set a
trucco e parrucco, nella vita di tutti i giorni sento
l’esigenza di essere semplice e comoda
Cosa pensa delle donne che ricorrono sem-pre più alla chirurgia plastica e inseguono atutti costi modelli di bellezza stereotipati at-traverso il look?Mi fa molta tristezza e lo dico sinceramente, senza
acrimonia. Vedere le adolescenti tutte omologate,
identiche tra loro, che si rifanno seni e nasi senza
difetti, mi fa male. Credo che i valori familiari,
dello sport, educativi, siano fondamentali a crearsi
un’identità già da giovanissime, che tenga lontano
dai cliché
Lei che adolescente è stata?Semplice, come ho detto, forse anche troppo, in-
fatti dovrei mitigarmi nel senso opposto. Pensa
che i miei amici ancora si ricordano di me in di-
scoteca in tuta e scarpe da ginnastica, perché per
me andare in discoteca significava andare a bal-
lare, quindi dovevo stare comoda. Mi scatenavo
tutta la serata senza fermarmi un attimo neanche
per andare a fare pipì. Mi chiamavano “Duracel”
Cosa pensa il fidanzato (Christiane è felice-mente fidanzata da 4 anni ndr) della suasemplicità?La apprezza, è uno che bada alla sostanza e non
alla forma
La bellezza esteriore è un elemento favo-rente per la carriera di attrice?Sicuramente le donne più sensuali di
me sono facilitate, io che sono un tipo
semplice ho dovuto faticare di più
È la dimostrazione che si può fare
strada nel mondo dello spettacolo senzascendere a compromessi. Oggi, invece, pur-troppo, si dice spesso che senza un calenda-rio o delle foto osè, non si va da nessunaparte. Cosa dice alle donne che la pensanocosì?Dico che non è affatto vero. A me hanno proposto
di posare per un servizio fotografico sexy subito
dopo lo spot Tim, ma ho rifiutato. Ciò non significa
che giudichi negativamente chi lo fa, ma a me non
si addiceva. Forse per una donna più sensuale,
fare un certo tipo di foto è anche più naturale. Per
me, invece, no.
Io, comunque, ho fatto un certo tipo di percorso
anche perché ho avuto la fortuna che in quel pe-
riodo serviva proprio un viso pulito, una bellezza
semplice
Cosa pensa della vicenda Mar-razzo?Mi pesa parlarne, perché credo
sia stato già detto troppo.
Marrazzo di certo ha sba-
gliato nei confronti della fa-
miglia e ancor di più per il
fatto che ricoprisse una ca-
rica pubblica, ma non mi
sento di additarlo
Se fosse stata nei panni disua mogliecome si sa-rebbe
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comportata?Non lo so. Lei è stata una grande donna, corag-
giosa e ammirevole
A cosa pensa sia addebitabile questa disso-lutezza generale?Alla vita che non è semplice e alla crisi in cui è pre-
cipitata la nostra società, che ha portato a un
bisogno di evasione in tutti i sensi.
Questo si rinviene anche nelle pic-
cole cose: al cinema ad esempio,
la gente vede meno i film impe-
gnati rispetto a quelli diver-
tenti, proprio perché sente il
bisogno di leggerezza. E così
è anche nel resto, fino ad ar-
rivare a cose estreme come
nel caso Marrazzo
Che giudizio ha della tvche spettacolarizza questevicende?Non c’è più rispetto. I giornalisti,
il gossip, hanno superato ogni li-
mite, perché non è giusto che si fac-
ciano ascolti sulle miserie degli altri, che
si vada oltre la semplice e utile informazione. Del
gossip io non ne capisco proprio il senso
Ormai anche nei reality si tende a mostrarele situazioni più trash. Che pensa, ad esem-
pio, del “Grande Fratello”?Io trovo utili solo quei reality nei quali si mettono
in luce i talenti dei ragazzi, dandogli la possibilità
di imparare e di avere delle opportunità che altri-
menti non avrebbero. Il “Grande Fratello”, invece,
proprio non lo condivido. Io sono estremamente ri-
servata e l’idea che la vita quotidiana di una per-
sona possa svolgersi sotto l’occhio di una
telecamera, per me è impensabile.
Certo, se dovessi scegliere tra le sue
varie edizioni, dico che l’unico
vero reality si è visto il primo
anno perché è stato un esperi-
mento sociologico, dove gente
comune è stata messa in-
sieme senza sapere a cosa
andasse incontro. Già nella
seconda edizione è stato di-
verso
Sul lavoro lei è una per-sona che s’impegna tantis-
simo, che lavora molto su sestessa per interpretare bene
un personaggio. È una perfezio-nista anche in amore?
Tendenzialmente sono molto disciplinata, perché
per me essere puntuali, imparare una parte a me-
moria, non creare problemi e comportarsi in modo
serio, è segno di rispetto nei confronti del pros-
simo. Anche negli altri campi di vita sono molto
Di quand’ero bambinami manca il calore che miamadre dava alla casa, la merendina pomeridianache preparava per mee le mie amiche: lo strudel,la sacher, la cioccolatacalda. Le mie amichea trent’anni ancora sela ricordano
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razionale e tengo i piedi per terra
Sarà anche un modo per difendersi e con-trollare le situazioni?Si, nel senso che tendo a pensare negativo o co-munque a basso profilo, così, se va male me loaspetto, se va bene, gioisco di più
Che rapporto ha con la tua famiglia?Ottimo. Poi da quando non c’è più papà, io, miamadre e mia sorella ci siamo unite ancora di più(Christiane ha perso il padre nel 2001 ndr). Ognivolta che viene mamma a Roma, abbiamo il nostrorituale: andare a mangiare giapponese
Ha 31 anni e un rapporto d’amore consoli-dato. Pensa alla maternità?Mi sto esercitando sul set della fiction “Ho sposatouno sbirro”, che girerò fino ad agosto 2010. È la se-conda serie, in cui divento mamma di due gemel-line.Diciamo che sto facendo pratica, una pratica co-moda visto che sul set ci sono le vere mamme cheintervengono per qualsiasi bisogno
Oltre a “Ho sposato uno sbirro”, cosa sta pre-parando?Faccio parte del cast della nuova serie de “I li-ceali”, ho preso il posto di Tirabassi come inse-gnante di italiano. Mi sto divertendo molto coibambini, le recite, le gite scolastiche…
Cosa cerca in un uomo?La curiosità, la positività. Non mi piace un uomo“seduto”, pigro, ma uno che ami viaggiare, scoprire
Cosa ama il suo fidanzato di lei?La dolcezza
Cosa ha perso e cosa ha acquistato con lacrescita?Ho perso un po’ d’ingenuità, anche se resto sempre“Alice nel paese delle meraviglie”, però ho acqui-stato sicurezza in me stessa e nel rapporto con glialtri, nel senso che oggi sono più consapevole deimiei difetti e gli voglio bene. Poi sono anche diventata più donna nella mia fisi-cità. C’è chi lo è già a sedici anni, io invece lo di-vento col tempo
Cosa le manca di più di quando era bambina?Il calore che mia madre dava alla casa, la meren-dina pomeridiana che preparava per me e le mieamiche: lo strudel, la sacher, la cioccolata calda.Le mie amiche a trent’anni ancora se la ricordano
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Che mamma è stata la sua?Una mamma avvolgente, ma non nel senso napo-letano del termine. Mia madre è stata affettuosama molto liberale: diceva a me e a mia sorella dicamminare a piedi scalzi, di farci il bagno nell’ac-qua fredda d’inverno, di viaggiare. Mamma è unacreativa, un’artista e ci ha sempre stimolate
E papà? Papà era un simpaticone, faceva battute tra gliamici, era ironico ed elegante, come quei gentiluo-mini napoletani di una volta. Anche lui, comemamma, ci ha sempre lasciate molto libere;c’erano delle regole inviolabili che però noi rispet-tavamo in modo naturale, senza viverle come im-posizioni
Se potesse vedersi dall’esterno cosa pense-rebbe di se?Dipende dai giorni: a volte mi sveglio “storta” e miva di stare per i fatti miei, così chi m’incontra alsupermercato, con gli occhiali da sole, magari si fal’idea che io sia snob; altre volte, che sto di buonumore, sono solare e comunicativa. Sembro un po’algida ma in realtà sono una persona che amascherzare. Sul set, ad esempio, quando il registami spiega le cose, faccio la parte della bionda “oca”e stupida e gli dico: “Sono bionda, non capisco,quindi, per favore, una nozione alla volta!”
In cosa è napoletana?Nel fatto che amo comunicare con la gente
Ad intervista conclusa, prima di salutarmi, Chri-stiane mi chiede di aggiungere una cosa. Credevosi trattasse di lavoro, invece dice di voler fare unappello alla gente: “Vi prego, spendete i soldi inmaniera intelligente, aiutando chi ne ha bisogno.Anche a Natale ad esempio, si fanno tanti regaliinutili e costosi, spesso anche non sentiti, per puraformalità. Sul sito www.savethechildren.org è pos-sibile acquistare cibo per i bambini che muoionodi fame. Poi un altro appello lo rivolgo agli alber-ghi: mi arrabbio tantissimo quando negli hotelcambiano le lenzuola, gli asciugamani e le sapo-nette ogni giorno, in alcuni anche due volte algiorno. Lo segnalo sempre alla direzione. È unavergogna che ci siano questi sprechi in un paeseevoluto. Se solo tutti questi alberghi unissero leloro forze, potrebbero rendersi utili per chi di sa-ponette, lenzuola e asciugamani non ha mai sen-tito neanche parlare”.A proposito della domanda di rito I’M, dopo questospeciale appello di Christiane, mi pare superflua.Chi è Christiane, infatti, lo abbiamo capito.
Christiane filangieri in una scena di “amanti e segreti”
Christiane filangieri con Maurizio aiello in “amanti e segreti”
Christiane filangieri con flavio insinna in “Ho sposato uno sbirro”
Christiane filangieri con ricky Memphis e Daniele Pecci in “Crimini bianchi”
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In esposizione al Tarìle eccellenze campane
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foto di Cesare Purini
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La prima edizione di “Eccel-lenze, il Salone del Lusso edel Buon Gusto” svoltasi al
Tarì ha riscosso un successo ina-spettato. Già la serata inaugu-rale, organizzata da Annalisa dePaola (Adp eventi), aveva prean-nunciato un bilancio finale decisa-mente positivo: un totale di circa 10.000presenze, oltre 2.700 solo nella serata finale,
che hanno confermato l’interessediffuso in tutto il territorio cam-pano per un evento che mette inluce il made in Naples. Alta laqualità degli espositori presenti:da Campanile a MSC Crociere, daApreamare a Marinella, Kiton,Sarli, Rubinacci, Ferrarelle, Gay-
Odin, per citarne alcuni.“Una grande soddisfazione, - ha concluso il Pre-
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sidente del Tarì Gianni Carità - che dimostracome le strategie del Tarì guardino lontano: èfondamentale continuare a lavorare sul valorecondiviso dell’Eccellenza in tutti i campi e faresquadra tra aziende campane di altaqualità per guardare con ottimismo al futuro”. Tra i primi ad ammirare gli stand, le mostre ele sfilate, Pino e Marilisa De Gennaro, il presi-dente Lilt di Napoli Adolfo Gallipoli D’Erricocon la bella Simona, Corrado Ferlaino e Ro-
berta Cassol, Elisa e Adele Ravel, Renato Scu-tiero, Maurizio Tesorone, Annamaria Alois, iconsoli d’Indonesia Pino Testa e del MaroccoTonino Cirino Pomicino, il consigliere econo-mico del Lussemburgo Ettore Sceral con Dona-tella, l’imprenditore Giovanni Cimmino, il vicecomandante interregionale dei Carabinieri ge-nerale Maurizio Scoppa, Renato Vuosi già pre-sidente Gip con Anna, Angelo Mastro e MarinaLeone, Rossella Argo e Salvio Sessa, Guglielmo
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e Jennifer Aprile, Antonio e AntonellaIsaja, il consigliere provinciale Serena Al-bano, Vera Arlotta, il presidente di “Blu-Duemila” Marco del Gaiso con Pia, Pinoe Luisa Barbuto, Sergio Sangiovanni, lapresidente Soroptimist di Napoli Isa Con-taldi Iodice, Livia Sansanelli, Mino Cuc-ciniello, Ciro Sciallo, Gino e OrnellaPomicino, Francesco e Silvia Di Gennaro,Lino e Francesca Stentardo, EmanuelaPalumbo top manager Porsche, Giovannie Giulia Grauso, Pina e Raniero Coletta,Mariano e Barbara Rubinacci, AgostinoBencivenga e Tiffany, la jewels designerSerena Amabile, Rosarioe Nuccia Mazzitelli,l’impresario teatraleGuglielmo Mirra conSimona, Gianni e Lo-redana Ambrosino,Vanna e CarloGioffredi, Lu-ciano e PaolaGison, Salva-tore e MonicaPellone, l’av-vocato SergioCaianie l lo ,M a s s i m oMariniello,Luciano Bi-folco, il notoM a e s t r oMimmo DiF r a n c i acon Mari-nella, Ser-gio eMarinora Pi-g n a l o s a ,Cettina Ca-p u t o ,Franco eTitti Cam-pana, GigiM i n -gione. .
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Nel presepenon c’è crisi
Durante il Natale napoletanoè d’obbligo fare una passeg-giata negli angusti vicoli di
San Gregorio Armeno, culla daoltre un secolo dell’arte presepiale.Nel percorrere quei dedali quasiimpenetrabili, essi stessi simili aun presepe, ci s’imbatte nelle carat-teristiche botteghe dei maestri ar-tigiani, che richiamano a Napolitantissimi turisti. La più famosa, èquella del maestro Giuseppe Ferri-gno, oggi portata avanti dal figlioMarco, che ha ereditato dal padreoltre al talento, la grande umiltà. A causa della dura crisi economica,gli artigiani di San Gregorio Ar-meno erano preoccupati per le ven-
dite, invece, a gran sorpresa, a Na-tale c’è stato un tale afflusso di tu-risti, che è parso un vero e propriosegnale di ripresa.Così I’M ha chiesto proprio a MarcoFerrigno un bilancio sulle vendite equali sono state le new entry delpresepe 2009. Com’è noto, infatti, ilpresepe napoletano vanta tra le suestatuine non soltanto i personaggiclassici, ma la rappresentazione,spesso caricaturale, di personaggifamosi. Tra le novità dello scorsoNatale, le statuette della coppiaClooney-Canalis, di Flavio Bria-tore, Adriano Galliani, PatriziaD'Addario, Piero Marrazzo con ac-canto le statuine dei trans, Noemi
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di Ilaria Carloni
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Letizia, Veronica Lario, Belen, Mi-chael Jakson, Mike Bongiorno e, ci-liegina sulla torta, san Giuseppe ela Madonna con le mascherine anti-influenzali!
Niente crisi, dunque, per il pre-
sepe?
Assolutamente no
Come se lo spiega?
La gente ha bisogno diesorcizzare questacrisi e lo fa anche conpiccoli acquisti mirati
Qual è il pezzo del
presepe per cui si
spende di più?
Sicuramente i ReMagi
Avete già in mente
qualche personaggio per il
prossimo Natale?
I personaggi non nascono solo a Na-tale, ma nell’immediatezza del mo-mento di cronaca. Già è inlavorazione la statuetta di TigerWoods con le sue amanti
Le statuette più gettonate dello
scorso Natale?
Sicuramente quella di Berlusconicon il volto ferito, e a seguire MichaelJackson e il Ministro Brunetta
Nel periodo natalizio è interve-
nuto nella trasmissione “Porta
a Porta”. Che effetto le ha
fatto?
Avevo regalato al Dott.Vespa un angelo con lasua faccia e mi ha col-pito che appena glihanno annunciato l’in-tervento di un arti-giano dei presepi,prima ancora di ve-dermi, ha detto: “il miopreferito è Ferrigno!”
So che ha anche
realizzato il presepe
per la casa del Grande Fratello
Si, la natività con intorno i perso-naggi del GF
L’ha cambiata il successo?
Assolutamente no, anzi, io m’imba-razzo quando vado in tv. Quello chemi ha trasmesso mio padre èl’umiltà, che fa sempre restare coni piedi per terra
Che ricordo ha di suo padre
Giuseppe?
Questa è la domanda più difficile.Il suo ricordo è rimasto nitido nellamemoria di tutti, nonostante sianopassati due anni dalla morte. Misono molto emozionato quando direcente gli è stato assegnato unpremio e a sorpresa hanno pre-senziato in tanti: Bassolino, ilCardinale Sepe, Gigi Finizio, SalDa Vinci, Lello Arena…
Il valore più importante che le
ha insegnato?
La grande umiltà, come ho dettoprima. La gente quando entra nelnostro negozio resta colpita nonsolo dai pastori, ma dalla sempli-cità e ospitalità con cui li acco-gliamo.
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lo stilistache fa sognare54
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ermanno Scervino, sofisticato stilista,da un decennio sulle passerelle in-ternazionali, ci ha raccontato la
sua visione della dell’alta moda, il le-game indissolubile con Firenze dove sitrova la sua azienda e la sua continuavoglia di sperimentare e superare ipropri limiti. Lo scopo? Il vero lussoche faccia sognare. Il suo lusso? Avereun giorno libero da dedicare solo a sestesso.
La sua azienda si trova nel cuore
dell’artigianato italiano, Firenze, ma
ha aperto un enorme showroom a Mi-
lano: come a dire, a Firenze si crea, a
Milano si vende?
A Firenze, più precisamente a Grassina, sitrova l’apparato produttivo, ma essendo unagriffe internazionale, è giusto commercializ-zarla in tutto il mondo a partire da Milano
In più di un’intervista ha posto l’ac-
cento sull’importanza delle risorse
umane: in controtendenza rispetto al
modus operandi della società mo-
derna. Come si valorizza la risorsa
interna in una grande azienda?
Grazie ad un’accurata organizzazione.La mia è un’azienda giovane, ha diecianni di vita e solo a Firenze conta su200 persone. È molto flessibile e lasua gestione è diversa rispetto aquella di altri settori: ci lavorano solopersone speciali. Poi è completa-mente made in Italy e al giornod’oggi questa è una rarità che ri-chiede coraggio, soprattutto perché
quello della moda è un settore che nongode di aiuti statali
Molte grandi griffe, infatti, sfruttano
spesso la mano d’opera a basso costo
delle popolazioni disagiate del pia-
neta, anche se la cosa spesso passa in
sordina: come vede il fenomeno dal-
l’interno?
Io non conosco questo fenomeno e non ho
di Nunzia Borgia
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colleghi che lofanno. Questafenomeno si ve-rifica di piùnelle grandiholding inter-nazionali, ancheperché il madein italy è così ca-
ratteristico, che sa-rebbe impossibile
delegare chi non hale competenze e lacultura italiana. Chiè andato in Cina perla mano d’opera abasso costo, non puòche fare marcia indie-
tro tornando alle crea-zioni italiane, perché lafurbizia del risparmionon paga
Ampia diversifica-
zione della
sua linea, che
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anche il de-
sign: è una
strategia?
Credo che unostilista debbaessere completoe in grado di crearenon solo abiti, ma unmondo. È giusto,quindi, che sappiaanche vestire la casa,il bambino, tutto ciòche lo circonda
Quali sono i valori
della sua maison?
Sostanza, non soloforma. Per comunicareil proprio target aiclienti non basta la pub-blicità, ma deve esserci
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un contenuto reale
Ermanno Scervino è uno dei simboli della
qualità del made in Italy all’estero, gli è
stato infatti assegnato il premio “Italia nel
mondo 2009”. In un’epoca di assoluta glo-
balizzazione, in cui la concorrenza a basso
costo è sempre più forte, quanto conta la
qualità?
Tantissimo. La qualità è il 50% della bellezza:non si può realizzare un prodotto bello e dilusso, inteso nel senso più ampio del termine,senza che sia di qualità. È l’elemento distintivo.In particolare il made in Italy è sinonimo diqualità, come il Parmigiano o la Ferrari
Qual è l’intento del suo marchio?
Far sognare. Chi entra nelle mie boutique devesognare, non semplicemente vestirsi
In un periodo ancora di crisi, quali sono
le armi vincenti per ripartire?
Noi siamo già ripartiti. Sono fortunato perchénon ho subito un vero colpo d’arresto, pur es-sendo stato coinvolto. La crisi si risolve con lacreatività, la qualità e la fatica. Chi credeva dipoter andare avanti con poco, è stato smentitoe ora è costretto a rimboccarsi le maniche, per-ché nei momenti bui è fondamentale il talentoper superare tutto
Risale a qualche anno fa l’iniziativa di svi-
luppo ecosostenibile tra Sawi, nel Cairo, e
Firenze: ci parla del progetto?
Il progetto è nato per caso, in un’oasi comeSawi, in cui abbiamo capito che c’era del poten-ziale: per la prima volta qualcuno ha fatto la-
vorare delle donne musulmane, che è una cosainusuale. Ci siamo interessati alla loro arte eal loro artigianato, è stato uno scambio reci-proco che mi ha entusiasmato e riempito d’or-goglio. Un’esperienza bellissima cheintendiamo portare avanti
Cos’è per lei il lusso?
È libertà, sogno, benessere. Non è una mac-china potente o una villa con piscina, oggi illusso è il tempo che puoi concedere a te stessoe ai tuoi cari
Come vede oggi l’universo femminile?
La donna ha fatto passi da gigante. Ioadoro le donne che rivestono ruolimaschili. Non sento nessuna no-stalgia delle donne del passato. Ilmio ideale è la regina Rania diGiordania: evoluta, emancipata,mamma, impegnata nel sociale
In un’intervista di
qualche anno fa ha de-
scritto il suo stile di
vita sano. Non ha pro-
prio nessun vizio?
(ride, ndr) Beh, senzascendere nel personale,credo che i grandi uo-mini abbiamo grandivizi!
Come si vede tra 10
anni?
Tra 10 anni mi augurodi essere come ora,un po’ più affermatoe di aver continuato ilmio cammino nelfrattempo
Cosa mette dopo
“I’M”?
I’M una personache ha voglia difare tante cose,sempre alla ricercadella perfezione,proteso verso il fu-turo e mai verso ilpassato. Non ho no-stalgie, amo sperimen-tare cose nuove. Ecco, in unaparola sono uno sperimentatore..
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Dal 27 gennaio al 7 febbraio Enrico Mon-tesano porta per la prima volta in Italia,a Napoli al teatro Diana, una commedia
innovativa, nata dalla riflessione sui sempre piùimperanti reality show.La commedia scritta, diretta ed interpretata daEnrico Montesano, racconta l’avventura dei To-relli, una “normale” famiglia italiana che vienemessa a dura prova da un gioco televisivo.
I suoi componenti si prestano al reality nella spe-ranza di vincere la casa dei sogni, ma la dura re-altà televisiva, nella quale non basta piùapparire per essere, ma è necessario essere attoridi se stessi per attirare l’attenzione dei media edei telespettatori, sembra travolgerli. La moraleè che non bisogna combattere la televisione, mail suo strapotere e l’uso pericoloso che se ne fa:in una parola, la Telecrazia.
Maurizio Aiellotorna a calcareil palcoscenico
con...
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di Sofia De Matteo
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Si tratta di una commedia brillante, divertentema anche amara, sui valori e sui disvalori che af-fligono la nostra società. Ad interpretarla, oltreal protagonista Enrico Montesano, Sandra Col-lodel, Bianca Maria Lelli, Francesca Ceci, Si-mone Finotti, Prospero Richelmy, GoffredoMaria Bruno, Martina Taschetta, il piccolo Gian-luca Grecchi e l’attore napoletano MaurizioAiello, in un ruolo inedito che lo ha riportatodopo tanti anni al tea-tro. I’M ha chiesto al suoeditore, appunto Aiello,di parlarci di questanuova esperienza.
Com’è stato tornarein teatro dopo quasi20 anni?Ero terrorizzato. L’ul-tima volta che ho fattoteatro avevo 21 anni, in“Sei personaggi incerca d’autore” diFranco Zeffirelli. Ero ilprimo attore giovane, ilruolo era di contorno.Questa volta, invece,non solo non sono piùgiovane, ma è un ruolopiù consistente
Il pubblico l’ha vistaquasi esclusiva-mente in ruoli dram-matici, o nei pannidel cattivo. Com’èl’Aiello divertente?Diciamo innanzituttoche chi fa ridere nellospettacolo è EnricoMontesano, che è unvero animale da palco-scenico: inventa, im-provvisa, è esilarante! Comunque tirar fuori lamia parte più leggera, come ho già fatto accantoa Proietti ne “Il Maresciallo Rocca”, non mi statodifficile, anche perché nella mia vita sono piùgiocherellone di quanto sembra: amo scherzare,divertirmi, prendere in giro gli amici e anche mestesso
Ha avuto paura dell’impatto col pubblicolei che è abituato alla telecamera?Prima del debutto a Civitavecchia si, ero spaven-
tato. Temevo di dimenticare la parte, poi, appenasalito sul palco, dopo l’applauso che mi ha ac-colto, mi sono sentito caricato di un’energia po-sitiva indescrivibile, che si può provare solo alteatro
È stata dura misurarsi col teatro a 40 anni?Io sono uno che ama mettersi in gioco, reinven-tarsi. Non mi fermo davanti alle esperienze
nuove, anzi, mi piacesperimentare, e farlooggi che sono più ma-turo è meglio, perchého una maggiore consa-pevolezza delle espe-rienze che vivo
La commedia parladi quanto rischiosasia diventata la tv dioggi, che attira espesso travolge chila fa. Cosa ne pensa?Non travolge solo chi lafa, ma anche chi laguarda! Spesso, infatti,il telespettatore è sotto-posto a spettacoli inde-corosi. Specie neireality, infatti, si spet-tacolarizzano situa-zioni estreme, che ibuonisti spacciano per“normali”
Perché secondo leioggi si cerca di faretv ad ogni costo?Perché realizzarsi, spe-cie sul lavoro, oggi è di-ventato difficile, perquesto i giovani sonoattratti dall’apparentefacilità di guadagno e
di successo che offre la tv. Una ragazza che silaurea oggigiorno, a trent’anni ancora studia econcorre per ottenere un posto di lavoro. Una ve-lina a 18 anni è già ricca e può permettersi unacasa, una bella macchina, bei vestiti…
Ma questo ambitissimo show biz è davverocosì dorato?Assolutamente no. È un mondo pieno di insidiee di false illusioni. Per imbattersi bisogna averegli strumenti giusti e lo spirito di sacrificio e non
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pensare che basti un bel corpo e un po’ di sfaccia-taggine. Poi è necessario tenere saldi i piedi perterra e non perdere mai di vista i veri valori dellavita, che sono la famiglia, la dignità, il sacrificio,l’onestà. Solo questi permettono di restare sem-pre in piedi, nel bene e nel male, e fanno si cheuna persona valga a prescindere da quello che ha
Come alla fine accade in “Un sogno di fami-glia”… Dopo Napoli che tappe ci sono?In Campania saremo a marzo a Salerno e adAvellino. La tappa più importante è sicuramentequella del teatro Sistina a Roma dal 15 febbraioal 21 marzo: 5 settimane al Sistina solo ungrande come Montesano poteva ottenerle!
A proposito di Montesano, che ci dice dilui?
Che è un grande maestro. Un po’ severo, maumano e vero. Quando si arrabbia lo manifestasenza mezzi termini, ma io preferisco le personeautentiche e senza filtri, quelle che si amano o siodiano. Ed Enrico è molto amato dal pubblico
Dopo quest’esperienza, un bilancio tra tv eteatroIo sono cresciuto sul set, quindi amo il ciak, lamacchina da presa, ma è l’esperienza teatraleche rende completo un attore. Il teatro è sacrifi-cio, lavoro vero; si fa per passione non per soldi.Ci sono ritmi stancanti, soprattutto durante leprove e quando c’è il doppio spettacolo in unagiornata. Poi nel teatro l’attore non viene viziatocome sul set, dove tutti sono al suo servizio: truc-catori, parrucchieri… In teatro il protagonistavero è il teatro stesso e l’attore è al suo servizio.
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per la XIV edizionedel Capri Hollywood
Mariah Carey a Capri
Danny Glover
Shannon Kane Elsa PatakyMariah Carey
Asia Argento
Foto di Gianni Riccio
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Achiudere in bellezza il 2009, la XIV edi-zione di Capri, Hollywood InternationalFilm Fest, la manifestazione ideata e
prodotta da Pascal Vicedomini, che si è tenutadal 27 dicembre al 2 gennaio sull’isola azzurra,confermandosi come l’evento clou dell’inverno ci-nematografico internazionale.Nel segno della settima arte, Capri ha visto pas-seggiare tra le sue splendide stradine attori, re-gisti, musicisti, tutti i protagonisti della culturae del jet set di portata mondiale che hanno rice-vuto i prestigiosi “Capri Award” in un’atmosferaserena e familiare.Regina incontrastata dell’edizione 2009 è statal’icona della musica e attrice Mariah Carey cheha vinto il “Capri Award ’09 - Attrice non prota-gonista dell’anno” per la straordinaria co-inter-
pretazione nel film “Precious” che è stato proiet-tato per la prima volta in Italia alla Certosa diSan Giacomo di Capri.Tante le anteprime della kermesse come quelladi apertura “Solitary man”, presentato dai duegiovani protagonisti Jesse Eisemberg e ImogenPoots che insieme al nostrano e lanciatissimo dalfilm “Baaria”, Francesco Scianna, hanno ricevutoil premio “Breakout Award” come attori rivela-zione dell’anno. Tra le altre premiere, “The 4thKind”, “Brooklyn’s finest”, “Un Prophete”, “Up inthe air”, “Surrogates” e “Old dogs”. Tantissimi ipremi assegnati a partire da quelli annuali comeil “Capri Humanitarian Award” al leggendarioattore Danny Glover, il "Capri Carmelo RoccaAward - Produttore italiano dell’anno" a MarioGianani per il film “Vincere” di Marco Bellocchio,
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il “Capri Patroni Griffi - Cinema e Teatro” a Mas-simo Ghini, il “Capri Peace Award - Un film con-tro l’omofobia” a “Viola di mare” di DonatellaMaiorca prodotto da Maria Grazia Cucinotta.Tutto al femminile il riconoscimento “Capri ArtAward by Fiuggi”, alla creatività nel cinema, allaregista americana Julie Taymor, l'attrice spa-gnola Angela Molina, le italianissime Lina Sa-stri e Asia Argento. Al regista Marco Bellocchioil premio “Maestro del cinema - Legend Award”riconoscimento speciale del festival Capri, Hol-lywood agli artisti che hanno segnato una tracciasignificativa nell’arte cinematografica interna-zionale.“Capri Award” sono stati consegnati anche all’at-tore Samuel L. Jackson, giunto a Capri, Holly-wood per la seconda volta consecutiva a ritirareil prestigioso premio, al regista Terry Gilliam ealla giovanissima attrice Shannon Kane, prota-gonista con Richard Gere della sequenza più hotdel poliziesco “Brooklyn's Finest” di AntoineFuqua. Ricca anche la sezione musicale con ilgrande musicista inglese Michael Nyman e ilPremio Oscar Elliot Goldenthal, vincitori del"Capri Music Award 2009".Tra altri protagonisti anche Andrea Mingardi,
Pietra Montecorvino, Lino Cannvacciuolo, TonyEsposito e Tullio de Piscopo. È stato infine asse-gnato il “Capri Docu Awards 2009” nel segno ditre grandi personaggi del 900 che sono stati rac-contati dalle migliori operedocumentaristiche dell'anno: Valentino Gara-vani, Vittorio Mezzogiorno, Silvana Mangano. Il riconoscimento speciale è andato, infatti, a“Valentino the Last Emperor” di Matt Tryrna-uer, che Medusa ha distribuito con successonelle sale italiane e che è in odore di Oscar;“Negli Occhi” di Daniele Anzellotti e Francescodel Grosso, e “Sorriso Amaro” di Maite Carpio,prodotto da Rai Educational in occasione delventennale della morte di Silvana Mangano. Trale iniziative speciali un “Omaggio al cinema diFederico Fellini” dello stilista Renato Balestranel Quarto del Priore della Certosa di San Gia-como.Madrine della manifestazione l’attrice siberianaEugena Chernychova e l’attrice francese ClotildeCourau accompagnata dal “suo principe” Ema-nuele Filiberto. Sull’isola del cinema anche la re-gista italiana Lina Wertmuller, chairmandell’evento, Marina Cicogna, in qualità di co-chair, e Grazia Bottiglieri, chairman onorario. .
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32ª edizionedelle Giornate Professionali
di Cinema a Sorrento
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Leonardo Pieraccioni
Foto di Gianni Riccio
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La 32ª edizione delle Giornate Professio-nali di Cinema, ha visto la partecipa-zione, nella splendida cornice di
Sorrento, di oltre 1.600 accreditati tra addettiai lavori, attori, registi e autori che hanno pre-sentato, con dieci anteprime e centinaia ditrailer, tutti i film che saranno nelle sale finoa dicembre 2010. Nell’ambito delle “Giornate” sono stati conse-gnati numerosi premi, tra i quali il prestigiosoBiglietto d’Oro del cinema, che è stato confe-rito ai film “L’era glaciale 3 - L’alba dei dino-sauri”, “Madagascar 2”, “Natale a Rio”, “Ilcosmo sul comò” e “Italians” per aver ottenutoil maggior successo di pubblico. Il Biglietto d’Oro è stato assegnato anche allecase di distribuzione Universal, Medusa Film
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e Warner Bros.Tra i premiati presenti a Sorrento, Christian DeSica, Carlo Verdone, Giovanni Veronesi, Mas-simo Ghini, Fabio De Luigi, Aurelio e Luigi DeLaurentiis.Poi sono stati consegnati, la targa Anec “ClaudioZanchi” agli attori Isabella Ragonese e MicheleRiondino e al regista Umberto Carteni, il PremioAgiscuola al film “La siciliana ribelle”, quello del“Giornale dello Spettacolo”, riservato ai giorna-listi di cinema, a Sergio Fabi, inventore del sitointernet Cinemotore. A Sorrento, oltre ai premiati, hanno presenziatoanche molti altri artisti, come Stefano Dionisi,Vincenzo Salemme, Micaela Ramazzotti, EnricoBrignano, Nancy Brilli, Luisa Ranieri, Pierfran-
cesco Favino, Alba Rohrwacher, Laura Chiatti,Gabriele Salvatores, Elio Germano, Paolo Virzì,Paolo Briguglia, Gabriele Muccino, LeonardoPieraccioni, Silvio Orlando, Kasia Smutniak,Pupi Avati, Enrico Vanzina, Silvio Soldini, Ales-sandro D’Alatri, Giambattista Avellino, RoccoPapaleo, Dario Bandiera, Emanuele Propizio,Max Gazzè.Dopo il bilancio estremamente positivo di questaedizione, si può ben sperare in una ripresa del ci-nema rispetto al 2009. In particolare, la varie-gata produzione cinematografica italiana di altaqualità, il ritorno alla commedia ed un prodottostatunitense più in linea con i gusti europei, sonoi presupposti che porteranno ad un positivo ri-lancio delle strutture.
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Leonardo Pieraccioni e Laura Torrisi
raoul bova e Luisa ranieri Carlo Verdone e Christian De SicaMassimo Ghini e fabio De Luigi
Enrico brignano
Carlo Virzì e Micaela ramazzotti
Luigi e Aurelio De Laurentiis il cast di “italians”Carlo rossella
i fratelli Avati
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Pioggia di premie di stellealla 63ªedizionedel FestivalInternazionaledel Cinema di Salerno
anna falchi Lina Wertmuller emilio Solfrizzi gabriele greco
giuseppe garufi di “baaria”
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bilancio positivo per la chiusura della 63^ edi-
zione del Festival Internazionale del Cinema
di Salerno.
160 pellicole in concorso, 9 sezioni, 11 film stra-
nieri in concorso, più di 20 case cinematografiche,
oltre 6000 presenze nell'arco della settimana, 24
premi conferiti: questi i numeri di una appunta-
mento annuale che si è confermato, ancora una
volta, vetrina di promozione cinematografica e la-
boratorio per registi ed attori emergenti.
Una manifestazione portata avanti con passione e
con non pochi sforzi dal Presidente Mario De Ce-
sare e da tutta l'organizzazione. “Ogni anno - ha
dichiarato il Presidente - è una nuova sfida tra
mille difficoltà, ma la qualità del progetto e la
grande affluenza di addetti ai lavori e di pubblico
danno l’entusiasmo per andare avanti”.
Il premio più ambito della kermesse cinematogra-
fica, il Gran Trofeo Golfo di Salerno “Ignazio
Rossi”, è stato assegnato a "Baarìa" di Giuseppe
Tornatore, ritirato in sala dal piccolo Giuseppe Ga-
rufi, seguito dal premio al miglior lungometraggio
per “Oggi sposi” di Luca Lucini.
Alla serata di gala hanno preso parte molti volti
noti del mondo dello spettacolo e nuovi talenti, tra
i quali Giorgia Wurth, Benedetta Vallanzano,
Fabio Greco e Sara Tommasi cui è andato il trofeo
per migliori attori emergenti.
Il Premio della Giuria popolare è andato al film
“Torno a vivere da solo” di Jerry Calà ritirato dalla
bellissima Eva Henger.
Gli Arechi d’oro sono stati assegnati alle fiction
“Un medico in famiglia” e “I Cesaroni”, mentre il
“Celluloide d’oro” a Carlo Bixio quale produttore
cinetelevisivo dell’anno.
Un riconoscimento del Festival è andato anche
all’attrice Anna Falchi cui è stata consegnata la
Medaglia d’oro della Provincia di Salerno.
Nel corso della settimana sono stati assegnati due
importantissimi riconoscimenti: ad Emilio Sol-
frizzi il Celluloide d’oro per l’interpretazione in
“Piede di Dio” di Luigi Sardiello ed alla mitica
Lina Wertmuller l’Apollo d’Oro del “per aver con-
tribuito, con la sua straordinaria carriera, all’af-
fermazione non solo del cinema italiano nel
mondo, ma anche del ruolo della donna nella regia,
dirigendo film venati di forte satira sociale, unici
ed inconfondibili fin dal titolo”.
Maria Monsè e Daniela Martani del gf9
Sara Tommasi e Maria Monsè
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Si è conclusa con successo anche la seconda
edizione di Fil.mare, la rassegna di film e
documentari ispirati al mare in pro-
gramma fino al 12 dicembre scorso nei centri
del litorale domitio diretta dal critico cinema-
tografico Valerio Caprara.
Quest’anno il premio Domiziano è stato confe-
rito al regista Giuseppe Tornatore, al produt-
tore Aurelio De Laurentiis, all’affascinante
attrice Carolina Crescentini, al regista Giu-
seppe Ferrara, al cantautore Enzo Gragna-
niello, alla scrittrice Carola Flauto, al
giornalista Nino Petrone, ai sub Giancarlo Bel-
lingrath e Claudio Ripa, allo yacht designer
Brunello Acampora.
In particolare, “A Carolina Crescentini per la
versatile brillantezza delle sue interpretazioni
che ne fanno una delle attrici italiane più vicine
alla sensibilità di un pubblico appassionato,
competente e giovane”: questa la motivazione
del Premio Domiziano 2009 conferitole. L’at-
trice romana ha affermato “Amo Napoli e i miei
più cari amici sono campani. E poi qui ho girato
la mia prima fiction, La Squadra. Un set ma
anche una grande famiglia che rispecchia a
pieno titolo la vitalità e l’affetto dei napole-
tani”.
Al presidente della Filmauro Aurelio De Lau-
rentiis, nella duplice veste di produttore e pre-
sidente della Società Sportiva Calcio Napoli è
stato consegnata, oltre al Domiziano, una ripro-
duzione de ‘O Munaciello (il leggendario spiri-
tello della tradizione partenopea) “affinché gli
porti fortuna - ha spiegato l’orafo - non solo per
il cinema ma anche per la sua squadra che è la
squadra del cuore di tutti i napoletani”.
La 2ª edizioneha confermatoil successodella prima
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aurelio De Laurentiis premiato da Valerio Caprara
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L’assessore Marone, con giuseppe Tornatore, aurelio De Laurentiis
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Lo scorso novembre, la splendida Piazza del
Plebiscito è stata teatro di un evento che re-
sterà nella storia: per la prima volta in 222
anni, le donne hanno giurato Fedeltà alla Repub-
blica Italiana.
Il "maniero rosso" di Monte di Dio ha accolto sette
delle dodici ragazze (cinque hanno rinunciato), am-
messe alla Nunziatella, la prestigiosa scuola mili-
tare sorta nel 1787 per iniziativa del re Ferdinando
IV di Borbone.
Le giovani allieve hanno sfilato, sotto gli occhi dei
genitori commossi, per la prima volta in divisa sto-
rica: giacca blu scuro, doppia fila di bottoni, “gal-
letta” turchina, pantaloni “cilestrini”, guanti bian-
chi e spadino d’onore, simbolo dell’ingresso nella
storica istituzione, consegnato in gran solennità
nella maestosa piazza davanti a Palazzo Reale.
Alla celebrazione hanno partecipato il Capo di
Stato Maggiore dell’Esercito, il Generale di Corpo
d’Armata Giuseppe Valotto, il Comandante delle
Scuole dell’Esercito, il Generale di Corpo d’Armata
Giuseppe Maggi, il Sindaco della città di Napoli
Rosa Russo Iervolino e il Prefetto Alessandro
Pansa.
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“Le nascoste meraviglie”dell’artigianato
e dell’arte campani
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La Confartigianto di Napoli, lo scorso novem-
bre, presso Palazzo Venezia, ha inaugurato
la mostra “Le nascoste meraviglie” con lo
scopo di portare all’attenzione del pubblico e delle
autorità cittadine e regionali, le eccellenze delle
aziende partenopee dell’artigianato artistico.
Arte, storia e memoria, artefici di cultura e tradi-
zione, caratteristiche intrinseche tanto degli og-
getti d’arte e dei pezzi unici esposti quanto del
luogo dell’esposizione, hanno trovato nella mostra
un momento di intima condivisione di “meraviglie”
da mostrare.
La suggestiva location dell’allestimento, Palazzo
Venezia, costruito nel 1412 su commissione di La-
dislao di Napoli come dono alla Serenissima Re-
pubblica di Venezia con lo scopo di ospitarne i
consoli generali, è un edificio di pregio del patri-
monio architettonico del centro storico di Napoli,
tanto significativo quanto poco conosciuto.
Con l’iniziativa ha preso vita, su progetto del Re-
sponsabile artistico della mostra Antonella Infer-
rera, la proposta di restituire a Napoli il Palazzo
Venezia quale vetrina permanente e prestigiosa
per l’artigianato artistico partenopeo. .
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Al Salotto Cilento
vino e cravatta
“Settepieghe”
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foto di Cesare Purini
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Settepieghe è il nome della cravatta
artigianale per eccellenza,
un nome che evoca ele-
ganza e sapienza sarto-
riale. Ma da oggi è
anche il nome di un
vino in edizione nu-
merata nato da un
incontro speciale
tra la maison M.
Cilento 1780 e le
“Cantine a Casa”
di Tommaso Iava-
rone.
Il vino, realizzato in
esclusiva per Cilento,
è un blend di Aglianico
e Piedirosso delle mi-
gliori vigne irpine, affinato
in barrique di rovere di Allier.
Un sorso di Campania Felix pro-
dotto in edizione limitata: solo 450 bot-
tiglie magnum che portano la
firma di un grande enologo,
Vincenzo Ercolino.
Lo scorso15 dicembre nel
Salotto Cilento di Via
Medina, Ugo Cilento
ha stappato la prima
bottiglia speciale
chiamata “Settepie-
ghe” come le cra-
vatte di seta che la
sua maison realizza
artigianalmente da
generazioni.
Ha partecipato al-
l’esclusivo evento la so-
fisticata clientela di
Cilento, amante del buon
gusto che va dal ben vestire al
buon bere..
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Lo scorso dicembre il marchio di sartoria partenopeo ha inaugurato la boutique di via Morellia Napoli con un full color party. Un pomeriggio all’insegna di “tutti i colori possibili”, comeamava dire lo stilista-pittore che negli anni Sessanta sorprese Jacky Onassis e Audrey Hep-
burn. Il negozio è stato completamente ridisegnato ed è diretto da Benedetta de Simone, figliadi Livio, che ha aggiornato disegni e tagli delle collezioni, conservando identità e tradizione e ar-ricchendole con trolley, piumini, borse e accessori.
Livio de Simone
si rinnova
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foto di Mario Zifarelli
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L’Arenile ha ospitato l’evento del noto marchio Diesel, dal
titolo “Flash For Fun”, che ha coinvolto più di 1500 per-
sone tra i best clients e i Diesel fans. È stata messa a
disposizione un’ampia area con uno speciale allestimento fluo,
nella quale modelli e comparse vestite con la capsule collec-
tion Diesel, hanno animato il dance floor. Un party dav-
vero speciale, anzi, con effetti speciali: grafiche luminose
su denim slim fit per le ragazze e modelli baggy per i
ragazzi, underwear brillante in colori sgargianti e
sneakers fluorescenti al ritmo della musica dei dj
Gianluca Viscovo e Claudio Cerchietto..
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foto di Alessandro Davia
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“Orde” di nobilialla presentazione
del calendario
Di Meo 2010foto di Umberto Pizzi
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Ègiunto alla sua ottava edi-zione il Calendario Di Meo,oggetto di culto a livello inter-
nazionale, nato grazie a Generoso,Erminia e Roberto Di Meo, tre fra-telli con la passione per il mondodell’arte e per la loro azienda vitivi-nicola di famiglia. I soggetti del Calendario di que-st’anno dal titolo “Due teatri per dueSicilie, i Mancinelli e i loro sipari”,sono Giuseppe e Gustavo Mancinellicon il sipario del teatro San Carlo diNapoli e il sipario del teatro Poli-teama di Palermo. “1855 - 1891. Due epoche, due sensi-bilità lontane, l’una classica l’altramoderna, due modi di intendere laclassicità e il mito” - ha dichiaratoVittorio Sgarbi, curatore insieme aFernando Mazzocca della prefazionedel calendario. La presentazione è avvenuta nel-l’ambito di una festa esclusiva in stile“Gattopardo”, un evento d’atri tempialla presenza del jet set e dell’aristo-crazia internazionale, un party inblack tie unico nel suo genere. Accoltida piatti tipici siciliani, cannoli e laleggendaria torta sette veli, gli oltre1000 ospiti di età eterogenea (daiventi ai sessanta) tra dame, cavalierie professionisti, sono stati accolti daun gruppo folk siciliano che li ha fattiballare fino a notte fonda..
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Il decennaledi Bluduemila
foto di Pippo by Capri
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Lo scorso 30 novembre Bluduemila, Associa-zione senza fini di lucro che si occupa di unparticolare modo di vivere nautica, sport e
turismo, ha celebrato il primo decennale dellasua storia con un gala organizzato, come da tra-dizione, nella prestigiosa sede delTennis Club Napoli. L’evento si è articolato in tre mo-menti: il primo istituzionale conproiezione di un breve video delclub e l’assegnazione dei ricono-scimenti, il secondo gastronomicoe il terzo di puro divertimento conorchestra, pianobar e “Lotteriadel Decennale”.Sono stati dati i riconoscimenti ai campani “doc”Lilli Albano (Canaleotto), Massimo Milone (RAI),Alfonso Ruffo (Il Denaro) e Carla Visone (Cana-lenove) per l’Informazione; a Lello Esposito perl’Arte; a Marjo Bersategui e Christiane Filan-
gieri (attrici), Sal da Vinci (musica leggera), Fi-lippo Morace (lirica) e Patrizio Rispo (attore eambasciatore dell’Unicef) per lo Spettacolo.I delfini d’argento del Decennale sono stati asse-gnati a Vincenzo Onorato armatore/skipper di
Mascalzone Latino (Campionedei Campioni) ed alla NazionaleFemminile di Spada guidata dalC.T. Sandro Cuomo campione delmondo 2009 (Sport e Leggenda)per le grandi imprese nella vela enella scherma, e ad MSC Cro-ciere (Sport e Impresa) e ad Alfa-lyrae (Nautica e Impresa)rispettivamente per il sostegno
allo sport ed il now how nella nautica. Quest’anno, su suggerimento del ConsigliereMaurizio Marinella, la manifestazione è stata of-ferta a soci ed ospiti istituzionali per lo sforzoprofuso in questi dieci anni..
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Birthday party
al circolo La Staffa
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Èstato sicuramente tra gli appuntamenti più
attesi dell’autunno napoletano. E anche se
di volta in volta cambia la location, il com-
pleanno di Mino Cucciniello è sempre un’occasione
mondana imperdibile per i tantissimi amici, che
quest’anno sono stati ricevuti dal festeggiato e
dalla sempre “in formissima” mamma Maria negli
antichi e gloriosi saloni del circolo “La Staffa”.
Vini doc, menù della più raffinata
arte culinaria mediterranea e
musica live, hanno com-
pletatato una serata
dal l ’atmosfera
frizzante con
un motivo in
più per fe-
s t e g -
giare:
l’ad-
dio
alla carriera bancaria di Mino che, maestro del-
l’arte del “godersi la vita”, potrà da adesso in poi,
dedicare tantissimo tempo alle cose che più ama:
viaggi, amici, teatro, arte e musica.
A condividere tanta allegria tra i tantissimi
c’erano: Dario e Marcella Leardi, Gino e Marisa
Masolini, Antimo e Maria Lucignano, Paolo e An-
tonella Mallano, Pasquale e Virginia Santoro, Toni
e Paola Petruzzi, Irene Ciardiello, Riccardo Villari,
Maria Consiglio Visco, Giuseppe e Claudia De
Rosa, Francesco e Gina Nasta, Claudio e Gabriella
Argenziano, Sergio e Teresa Troise, Gino e Ornella
Pomicino, Gianpaolo e Marisa Leonetti, Nicola Ri-
velli, Eugenio e Anna Ventura, Camillo e Patrizia
Pignata, Maura Letizia, Vittoria Petrone, Maria e
Donatella Di Pace, Giovanni Cafiero, Gabriella
Bellomunno, Valerio e Vicky Romano, Guido e Ci-
quita Gentile, Arturo Di Lorenzo, Francesca Ca-
rola, Aris Maffei, Massimo Baldi e Giuliana
Grande.
A chiudere in bellezza, l’immancabile “Happy Bir-
thday”, intonato da Patrizia Boccia, Paola Pane e
Patrizia Reiklin per il grandissimo, insostituibile
amico del cuore.91
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di Maria Carmen Villani
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Il circo della modaapproda a Napoli
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foto di Mario Zifarelli
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al “Dalila” di Pozzuoli è andato in scena il
“Fashionaires Circus”, evento dedicato
alla Fashion art e a tutti i suoi protago-
nisti: non solo, quindi, modelle e abiti, ma anche
la troupe di parrucchieri, truccatori, fotografi,
scenografi e operatori video che orbitano nel
campo della moda.
L’idea è stata di Oliver Morris, noto organizza-
tore di fashion events londinese, che col suo socio
Anoosh Naghibi, designer d’avanguardia, ha de-
ciso di portare l’evento anche in Italia e ha scelto
Napoli per il debutto. La realizzazione dell’idea
è stata possibile grazie alla sinergia di Valentina
Milano con i fotografi di moda Stefano Nasti,
Mario Zifarelli e Matteo Anatrella, registi della
serata. Il “Dalila”, illuminato ad arte, si è tra-
sformato in un set fotografico vero e proprio,
dove una folle troupe di stilisti, truccatori, hair
stylist e fotografi hanno trasformato 20 modelli
partenopei in “Angeli e demoni”, tema del party.
Dopo la preparazione, in varie cornici, preparate
ad hoc dagli estrosi scenografi, i modelli si sono
concessi, sotto gli occhi di tutti, agli obiettivi dei
fotografi.
Spenti i riflettori, si attendono gli altri eventi
previsti in calendario, che vedrà in un altro lo-
cale lo stesso team del “Fashionaires Circus” al-
l’opera.
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Birhday Party...
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Michele Landi ha orga-
nizzato un sofisti-
cato party a
sorpresa per la moglie Giovanna
Murino al Gallo Nero, in cui ha
riunito tutti i professionisti della
Napoli d’elite. La cena luculliana
è stata a base di menù mediterra-
neo: fritture miste, tortani parteno-
pei, panelli farciti alle verdure,
trionfo di latticini campani, polpet-
tine con scarole, tagliata di salumi,
carpacci di mare e di terra, involtini
di melenzane e zucchine, bocconcini di
salsicce e friarelli immersi in patate al
forno, paccheri con julienne di melen-
zane e pomodori pachino, ziti alla ge-
novese. Per finire, tagliata di frutta e
mosaico di dolci dello chef, culminato in
una torta panna e fragoline. Il tutto in-
naffiato dai vini Montepulciano d’Ab-
bruzzo e Franciacorta. A fare da
sottofondo alla cena, un graditissimo
pianobar di Roberto Alfano. Tra i 150 in-
vitati presenti, Armando e Teresa Sta-
rita, Antonio e Paola Lalli, Mimmo e
Annapaola Rocco, Davide e Chicca Gar-
ganese, Valerio e Claudia Minucci, Dario
e Cristina Pellegrini, Svevo ed Erica de
Martino, Carlo e MominaBriguori, Carlo
ed Enrica Ruosi, Luca Rivelli, Stefano e
Francesca Ascanio, Claudio e Gabriella
Argenziano, Adolfo e Stefania Palombo,
Gabriella Amodio, Maurizio Landi, An-
drea Sepe, Simone e Luisa Maurea, Ales-
sandro e Laura Spada, Luca e Maura
Corsale, Gigi e Roberta Oranges, Peppe
e Stefania Servillo, Francesco e Maria de
Giovanni, Francesco e Giordana Monti,
Guido e Paola de Fusco, Stefano e Ma-
rina de Pertis, Fabio e Gigliola Cen-
tonze, Elisabetta e Gabriella Reale,
Massimo Liccardi e Silvia Crucioli,
Lucio e Susanna Cacciapuoti, Guido e
Marisa Bile, Amedeo Palazzo, Graziella
Gagliradi, Giannantonio ed Emma
Garzilli, Luca e Roberta Stasi, Pa-
squale e Rosaria Mottola, Nicola e Cin-
zia Mirra, Mariella de Vivo, Luca e
Federica Pinardi, Raimondo e Isabella
amato, Paolo e Laura Froio.
... a sorpresa
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Christmasdinner
foto di Mario Luise
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rande
atmosfera da Roso-
lino in occasione della cena
di Natale curata dai Joker e da
Michele Franzese Luxury Moda. Il
menù proposto dallo chef è stato
esclusivamente a base di pesce, come
vuole la tradizione napoletana, innaf-
fiato da bottiglie di vino e champa-
gne. Gli ospiti, all'apice del
divertimento, hanno ballato e
cantato le più famose
canzoni ita-
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liane
mixate dal dj Alex
Romeo e accompagnate
dalla voce di Stefano Vitullo,
noto vocalist della capitale.
Tra gli amici presenti, Marco Marza-
chì, Giancarlo Picariello, Federica Sau-
chelli, Patrizia Masiello, Elena Rollin,
Simone Improta, Renato d'Isa, Mary
Limatola, Federica Sorgente, Ste-
fano Cristiano, Claudia Pi-
stone, Peppe Sorrentino
e Paolo Zinno.
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