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Noi alunni dell’Istituto Comprensivo San Gio- vanni Bosco del 57° C.D. di Napoli abbiamo scritto questo articolo per far riflettere sul ruo- lo della nostra scuola nel nostro quartiere. Noi consideriamo questa scuola un faro che illu- mina il nostro quartiere nella nebbia, un faro che indica la strada giu- sta per non farti inciam- pare negli scogli, cioè nelle persone che fanno diventare i bambini mal- viventi e non li fanno andare a scuola. Il suo raggio è come la buona strada da seguire che porta a una vita piena di possibilità per un futuro migliore. Amiamo questa scuola per ciò che abbiamo potuto imparare nei cin- que anni di scuola Pri- maria e per ciò che im- pareremo ancora nella scuola Secondaria. Per noi la scuola è un’avventura da vivere con i propri compagni, un’avventura lunga e difficile, fatta di diverti- menti, di tristezza e di gioia, ma anche bella perché è un’avventura che si vive in compa- gnia, perché la scuola serve non solo per im- parare ma anche per conoscere nuovi amici. Siamo convinti che la nostra scuola sia fonda- mentale nel nostro quar- tiere anche perché gra- zie ai laboratori e ai pro- getti extracurriculari ci consente di arricchire le nostre conoscenze e di trascorrere tanto tempo con i compagni, cosa che non potremmo diversa- mente fare perché il no- stro quartiere non offre altro. Browneyes00 6uno0 Intervista alla Preside Abbiamo incontrato il Diri- gente Scolastico della nostra scuola la dott.ssa Carmela Gargiulo. Perché ha scelto di fare la Preside? Ho iniziato la mia attività come docente della scuola elementare, poi ho parteci- pato al concorso per Diri- gente Scolastico e avendolo superato mi è stata asse- gnata una scuola di Rho, nella provincia di Milano. Lei è di Ponticelli? No, la mia mamma è origi- naria di Ponticelli, io vivo a Napoli ed ho ancora diversi parenti a Ponticelli. Perché ha scelto Ponti- celli come sede? Dopo l’esperienza lavorativa a Milano mi fu affidata, in qualità di Direttrice, una scuola elementare nel quar- tiere di Forcella e l’anno successivo venni assegnata a questo circolo didattico. Perché ha scelto di ri- manere? Perché mi sono trovata bene sia con i docenti e con i colleghi di allora Da quanto tempo è Di- rigente all’IC San Gio- vanni Bosco? Dall'anno scolastico 1992- 1993. Da quando è in servizio in questa scuola ha no- tato cambiamenti negli alunni e nel territorio, secondo lei Ponticelli è cambiata rispetto a i suoi primi anni di servi- zio? Si, è cambiata molto la scuola perché è cambiata tutta la società, un cam- biamento determinato non è solo dalla crisi economica ma soprattutto da una crisi di valori. In che modo e perché? È aumentata l’illegalità e Edizione Speciale Anno Scolastico 2011/2012 I STITUTO C OMPRENSIVO S AN G IOVANNI B OSCO La mia esperienza in Italia e cosa mi aspetto per il Futuro Mi chiamo Hajar, come la seconda mo- glie di Abramo. Sono nata in Italia da genitori di origine marocchina. La mia esperienza qui in Italia è un’esperienza bella, sono nata in Italia e mi sento ita- liana così come mi sento marocchina. Sono ben voluta dagli amici, anche se questi stessi amici trattano altri miei co- etanei con disprezzo e questo a me di- spiace. Secondo me tutti gli esseri uma- ni sono uguali anche se non hanno in comune la religione o la nazionalità o il colore della pelle. Io conosco delle mie amiche che sono delle persone di colore e a volte si sen- tono male solo perché alcuni le prendo- no in giro per il loro colore della pelle, che io riten- Continua a pag 4 Continua a pag 4

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Giormale del progetto extracurriculare della Scuola Secondaria di I grado

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Page 1: imBOSChiamOci - edizione speciale

Noi alunni dell’Istituto

Comprensivo San Gio-

vanni Bosco del 57° C.D. di Napoli abbiamo

scritto questo articolo

per far riflettere sul ruo-lo della nostra scuola

nel nostro quartiere.

Noi consideriamo questa

scuola un faro che illu-mina il nostro quartiere

nella nebbia, un faro

che indica la strada giu-sta per non farti inciam-

pare negli scogli, cioè

nelle persone che fanno diventare i bambini mal-

viventi e non li fanno

andare a scuola. Il suo raggio è come la

buona strada da seguire

che porta a una vita piena di possibilità per

un futuro migliore.

Amiamo questa scuola

per ciò che abbiamo potuto imparare nei cin-

que anni di scuola Pri-

maria e per ciò che im-pareremo ancora nella

scuola Secondaria.

Per noi la scuola è un’avventura da vivere

con i propri compagni,

un’avventura lunga e difficile, fatta di diverti-

menti, di tristezza e di

gioia, ma anche bella

perché è un’avventura che si vive in compa-

gnia, perché la scuola

serve non solo per im-parare ma anche per

conoscere nuovi amici.

Siamo convinti che la

nostra scuola sia fonda-

mentale nel nostro quar-

tiere anche perché gra-zie ai laboratori e ai pro-

getti extracurriculari ci

consente di arricchire le nostre conoscenze e di

trascorrere tanto tempo

con i compagni, cosa che

non potremmo diversa-mente fare perché il no-

stro quartiere non offre

altro. Browneyes00

6uno0

Interv ista al la Pres ide

Abbiamo incontrato il Diri-

gente Scolastico della nostra

scuola la dott.ssa Carmela Gargiulo.

Perché ha scelto di fare

la Preside?

Ho iniziato la mia attività come docente della scuola

elementare, poi ho parteci-

pato al concorso per Diri-gente Scolastico e avendolo

superato mi è stata asse-

gnata una scuola di Rho, nella provincia di Milano.

Lei è di Ponticelli?

No, la mia mamma è origi-naria di Ponticelli, io vivo a

Napoli ed ho ancora diversi

parenti a Ponticelli.

Perché ha scelto Ponti-celli come sede?

Dopo l’esperienza lavorativa

a Milano mi fu affidata, in qualità di Direttrice, una

scuola elementare nel quar-

tiere di Forcella e l’anno successivo venni assegnata

a questo circolo didattico.

Perché ha scelto di ri-

manere?

Perché mi sono trovata bene sia con i docenti e

con i colleghi di allora

Da quanto tempo è Di-

rigente all’IC San Gio-vanni Bosco?

Dall'anno scolastico 1992-

1993. Da quando è in servizio

in questa scuola ha no-

tato cambiamenti negli alunni e nel territorio,

secondo lei Ponticelli è

cambiata rispetto a i suoi primi anni di servi-

zio?

Si, è cambiata molto la

scuola perché è cambiata tutta la società, un cam-

biamento determinato non

è solo dalla crisi economica ma soprattutto da una crisi

di valori.

In che modo e perché? È aumentata l’illegalità e

Edizione

Speciale

Anno Scolastico 2011/2012

ISTITUTO COMPRENSIVO SAN GIOVANNI BOSCO

La mia esperienza in Italia e cosa mi aspetto per il Futuro

Mi chiamo Hajar, come la seconda mo-

glie di Abramo. Sono nata in Italia da

genitori di origine marocchina. La mia esperienza qui in Italia è un’esperienza

bella, sono nata in Italia e mi sento ita-

liana così come mi sento marocchina.

Sono ben voluta dagli amici, anche se questi stessi amici trattano altri miei co-

etanei con disprezzo e questo a me di-

spiace. Secondo me tutti gli esseri uma-

ni sono uguali anche se non hanno in

comune la religione o la nazionalità o il colore della pelle.

Io conosco delle mie amiche che sono

delle persone di colore e a volte si sen-

tono male solo perché alcuni le prendo-no in giro per il loro colore della pelle,

che io riten-

Continua a pag 4

Continua a pag 4

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Cento passi separano la casa di

Peppino Impastato dalla casa di

Tano Badalamenti. I Cento Passi è il

titolo del film che

narra la storia di questo ragazzo Sici-

liano che ha il corag-

gio di combattere contro la mafia an-

che se appartiene a

una famiglia mafio-

sa. Questo film è am-

bientato nella Sicilia

degli ‘70 dove Peppi-no fin da bambino si

chiedeva il perché di

alcune cose e anche perché avevano uc-

ciso suo zio.

Da quel momento Peppino, di-

Khan. Mandira, sconvolta, colpevo-

lizza Khan, che le chiede cosa può

fare per farsi perdonare. Mandira

gli dice che dovrà andare dal Presi-

dente degli Stati Uniti e dire davan-

ti a tutta la Nazione “Il mio nome è

Khan e non sono un terrorista”.

Khan prende la cosa molto sul serio

e, con tanta determinazione, inizia

un lungo viaggio attraverso gli Stati

Uniti per raggiungere Washington e

parlare con il Presidente. Durante il

suo viaggio compie opere buone e

d’altruismo, contribuisce anche

all’arresto di un vero terrorista, ma

quando cerca di parlare al Presi-

dente viene scambiato realmente

per terrorista e arrestato. In prigio-

ne Khan sperimenta i sistemi di

detenzione e gli interrogatori riser-

vati ai sospetti terroristi, ma grazie

agli sforzi del fratello e di alcuni

giornalisti che, analizzando diversi

filmati, dimostrano che non è un

terrorista. Libero, Khan incontra il

Presidente Obama, conferma di

non essere un terrorista per poi

tornare a casa da Mandira, pentita

di averlo fatto vagare in tutte le

nazioni degli Stati Uniti .

arcanis900

P A G I N A 2

ventato adolescente,

vuole lottare contro la

mafia. Lui fonda una Radio chiamata Radio

Out insieme ai suoi a-

mici attraverso cui com-batte contro la mafia

con l’arma della satira.

Questo film è stato pro-posto dal Cineforum per

la rassegna sulla Legali-

tà, mi ha colpito che un

giovane di venticinque anni ha perso la vita

soltanto perché “colpevole” di voler

“Il mio nome è Khan” è un film u-

scito nelle sale nel 2010. Il prota-

gonista è un giovane musulmano

affetto dalla Sindrome di Asperger

comunemente nota come Autismo.

Il film inizia raccontan-

do l’infanzia di Khan,

maltrattato a scuola

perché diverso, e suc-

cessivamente seguito

da un istitutore privato

su decisione della sua

mamma. Dopo diversi

anni il fratello minore,

che vince una borsa di

studio, si trasferisce a

New York dove trova un

lavoro e si sposa. Il fra-

tello chiede alla madre

di raggiungerlo senza

invitare Khan! La madre rifiuta per-

ché senza il suo Khan non si allon-

tanerebbe dalla sua casa e dal suo

Paese. Khan, che resta solo dopo la

morte della madre, raggiunge il

fratello in America. Lì trova un la-

voro: vendere cosmetici in tutta

New York; ma non è in grado di

dire bugie e quindi vende niente.

Khan incontra una ragazza di no-

me Mandira che lavorava come

parrucchiera e della quale si in-

namora e alla quale di sposarlo.

Lei gli dirà di sì

solo se sarà in

grado di impres-

sionarla facendo-

le vedere un po-

sto che non ave-

va mai visto.

Khan ci riesce! Il

panorama moz-

zafiato fatto di

grattacieli tra le

nuvole è il sì per

le nozze. Ma

l’undici settembre

del 2001 le torri

gemelle di New York vengono

distrutte. Gli americani comincia-

no ad accusare i mussulmani. Il

figlio di Mandira, avuto da un pre-

cedente matrimonio, dopo una

partita di calcio viene ucciso da

alcuni ragazzi, solo per preso il

cognome musulmano del patrigno

Durata: 01:54:00

Data di uscita:2000

Genere: Drammatico

Cast:Paolo Briguglia, Ninni Bruschetta, Luigi

maria Burruano, Luigi Lo cascio, Lucia Sardo,

Andrea Tidona, Francesco Giuffrida, Fabio

Camilli, Pippo

M on t a l b an o ,

Domenico Cen-

tamore

Regia e Sce-

neggiatura

Marco Tullio

Giordana

i Cento Passi

Il mio nome è Khan

ristabilire la legalità nel paese in

cui viveva e rendere i suoi concitta-

dini consapevoli di ciò che accade-va nel suo paese.

Questo film mi ha lasciato la voglia

di combattere, però non ho ancora

il coraggio di farlo. dumitra2000

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Per la Giornata della Memoria il Cinefo-

rum ci ha proposto il film chiamato VEN-

TO DI PRIMAVERA (titolo originario La Rafle). Questo film è ambientato in Fran-

cia negli anni della Seconda Guerra Mon-

diale e ripropone il dramma della Shoa. Nel 1942 la Francia fu sotto

l’occupazione tedesca e gli ebrei furono

tenuti a indossare una stella gialla per essere riconosciuti. Questo non fu il solo

provvedimento preso contro gli Ebrei:

essi furono allontanati da qualsiasi inca-

rico pubblico e furono sequestrati loro i beni. Dopo diversi anni gli Ebrei che oc-

cupavano la Francia erano molti e per

questo si volevano liberare di tutti gli ebrei. Così iniziarono con varie azioni per giungere

poi alla loro eliminazione fisica attraverso strumenti

di distruzione di massa come le camere a gas . Gli ebrei francesi che ritornarono dopo la deportazione

furono davvero pochi. I parenti di questi ebrei anda-

rono in un tipo di stazione, dove vedevano se i loro parenti o amici erano riusciti a salvarsi. La gente che

andava lì e non li trovava andava via con il cuore

spezzato e arrabbiati per la discriminazione con cui erano stati uccisi. Il film, molto commovente, parla

della tragica storia di una famiglia ebrea deportata in

vari lager e alla fine uccisa e di un'infermiera dal

cuore buono che fa di tutto per far fuggire più ebrei possibili da questo lager. Questa famiglia in piena

guerra mondiale vive in un quartiere ebreo in piena

tranquillità quando sono sconvolti dalle nuove leggi naziste: tutti gli insegnanti e tutta la gente ebrea

che aveva un lavoro venne licenziata, doveva porta-

re una stella sul petto come riconoscimento e so-

P A G I N A 3

Vento di Primavera prattutto nei luoghi pubblici doveva resta-

re fino ad un certo orario e i loro bambini

non dovevano venire a contatto con bam-bini tedeschi. Il peggio, però, arriva quan-

do i soldati tedeschi entrano nel quartiere

e catturano o addirittura uccidono gli e-brei. Qui la famiglia protagonista viene

portata in un grande stadio dove sono si-

stemati numerosi ebrei sofferenti. Nei mo-menti successivi si vedono dei bambini che

vengono portati in infermeria a causa di

gravi malattie. Qui l'infermiera con grande

generosità li cura e in un momento suc-cessivo fa vedere che lei fa fuggire una

giovane ragazza. Dopo questa parte la

famiglia e gli altri ebrei vengono portate in un lager dove subiscono soprusi e angherie e dove

vedono l'esecuzione di una ragazza. Siamo giunti

alla fine e qui la famiglia viene condotta in un treno per portarla alla morte Alla fine fa vedere una sta-

zione in cui sono appese

le foto di riconoscimento degli ebrei: all’improvviso

spunta un bambino che

cerca la sua famiglia. In quel momento viene l'in-

fermiera che lo riconosce

e lo porta a vivere con sé.

Infine posso dire che que-sto film l'ho gradito molto

e che da grande faremo di

tutto per combattere an-cora il razzismo dilagante.

thau 2010, coniglietta 10

6uno0, browneyes00, love2000, diamante2000, gigapower56, emanuelenapoletano, dumitra2000, fecan99, del-

phin2000, minnie2000, desanctis1, smeraldo, anlorac, pocho22, arcanis900, watermelon, conigliottea10,

thau2010. Docenti: prof.ssa Loredana Alifuoco, prof.ssa Eleonora Bove.

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no a noi ha avvicinato i ragazzi

al mondo delle scienze in un mo-

do attivo, partecipativo e non li-bresco e sterile che porta spesso

gli stessi a una visione distorta di

quella che è l’effettiva bellezza di questa disciplina. Questo progetto

non è una provocazione ma una

dimostrazione che si può fare e si deve fare scienze, nel rispetto

delle esigenze formative dei ra-

gazzi, con semplicità, usando cioè

materiali semplici e di facile repe-ribilità.

Cosa ne pensano i partecipan-

ti di questo progetto?

Quali sono i motivi che ti han-no spinto a partecipare a que-

sto progetto?

Fabiana: Sono interessata allo studio delle Scienze.

Tra le varie e-

sperienze quale ti ha incuriosito

in particolare

modo? Perché? Fabiana: Quando

abbiamo fatto

Il progetto extracurriculare pro-

posto dalla prof. Di Somma Car-

mela ed è nato dalla necessità di stimolare la cu-

riosità per le

Scienze attra-verso l’impegno

ad approfondire

i problemi po-nendosi delle

domande a cui

cercare una ri-

sposta. I ragazzi hanno acquisito una mentalità

scientifica perché hanno esamina-

to con occhio analitico il mondo che li circonda, hanno riflettuto

sulla connessione tra i vari ele-

menti che lo compongono, li han-no confrontati tra loro, estraendo

alla fine leggi di valore generale.

Il progetto Il Laboratorio intor-

l’esperimento pH, perché è stato

molto interessante.

Hai incontrato difficoltà du-rante questo progetto?

Fabiana: No, non ho incontrato

difficoltà. Cosa hai imparato?

Giuseppe: Ho imparato a fare

l’estrazione del DNA da vari ali-menti.

Cosa mancava a questo pro-

getto, quali sono le tue criti-

che? Giuseppe: è mancato uno spazio

solo nostro in cui poter lavorare

e le ore destinate al progetto poche, inoltre i materiali richiesti

per svolgere gli esperimenti arri-

vati in ritardo. Partecipare a questo progetto

ti aiuterà a comprendere me-

glio le SCIENZE? Melania: Un poco.

Lo rifaresti? Perché?

Melania: Si, perché mi sono di-

vertita.

P A G I N A 4

Il laboratorio di lettura

Il libro che mi ha colpito di più nel laboratorio di

lettura è Il sergente nella neve di Mario Rigoni

Stern. Questo libro narra un’avventura autobio-grafica di un caporal maggiore durante la secon-

da guerra mondiale in Russia. La storia si divide

in due parti il caposaldo e la sacca.

Il caposaldo narra l’esperienza del protagonista in una trincea sulle rive del fiume Don, con i

soldati del suo plotone. In questo arco di tempo

assiste alla morte di alcuni suoi amici e si ritrova a respingere attacchi sovietici. Nella seconda

parte il protagonista deve scappare dalla propria

trincea per arrivare in Polonia perché i carri ar-mati russi stanno avanzando. E così da isba a

isba arrivò in Polonia combattendo contro i rus-

si, il freddo, la fame e la solitudine. Un evento che mi è particolarmente piaciuto è quando il

protagonista è entrato in un’isba e delle donne

gli hanno offerto un po’ di latte ma li c’erano

anche dei soldati russi. Questo libro mi ha fatto vivere stato d’animo del protagonista: la solitu-

dine, la forza di resistere al freddo e il suo co-

raggio. pino12

Il laboratorio intorno a noi

Il sergente nella neve

Durante l’anno scolastico abbiamo letto il famoso libro di

Charles Dickens Oliver Twist.

Secondo me lo scrittore si serve di Oliver per far capire al mondo la crudeltà del lavoro minorile che a quei tem-

pi era presente soprattutto nelle periferie. Dickens se-

condo me era contro il lavoro minorile, ma non lo de-

nuncia esplicitamente; questa piaga esiste ancora in alcuni Paesi poveri, ma anche ricchi. Questa è una cosa

che tutti dovrebbero combattere, perché è una cosa

spregevole far lavorare bambini che anche da grandi dovranno lavorare, e quindi non possono godere la gioia

di essere bambini, di giocare, e cosi facendo formare la

propria personalità e il proprio carattere. Io mi ritengo fortunato, perché non ho bisogno di lavo-

rare, e ho una bellissima famiglia che mi segue in tutti i

momenti della mia crescita, e che mi cura se mi faccio male, ho amici con cui giocare e divertirmi, tutte cose

che molti bambini non hanno mai avuto, e che non a-

vranno mai se non combattiamo questa ingiustizia. Io

purtroppo non posso farci niente per il momento, perché sono piccolo, ma lo chiedo a quelle persone che posso-

no, anzi devono tutelare questi poveri bambini senza

niente, veramente poveri. fecan99

Oliver Twist

coniglietta 10

Page 5: imBOSChiamOci - edizione speciale

Nella mia scuola sono proposti molti progetti tra cui il progetto di Teatro: Teatriamo insieme.

Come studente della scuola San Giovanni Bosco partecipo al progetto di teatro.

In questo progetto facciamo tanti giochi:

Giochi di ritmo e di ascolto: noi ragazzi formiamo un cerchio e con un sottofondo musicale ognuno dice il

proprio nome rispettando il ritmo della musica;

Giochi di movimento:con il ritmo di una canzone ogni ragazzo si posiziona al centro del

cerchio e si presenta agli altri con alcuni passi di danza;

Giochi di vocalità e dizione: un ragazzo attraverso la vocalizzazione, l’articolazione re-

cita uno scioglilingua;

Giochi di osservazione e descrizione: ciascuno si sottopone all’osservazione del gruppo

che deve darne una descrizione . Questo è un progetto fantastico perché consente di controllare la propria emotività e valo-

rizzare le proprie capacità creative ed espressive.

anilorac

P A G I N A 5

Laboratorio di teatro

Educare i giovani ad esprimersi attraverso la musica e la partecipazione fisica al suono di

uno strumento musicale è stata la grande intuizione che ha motivato il Corso di Musica

Moderna, che è riuscito a coinvolgere, senza costringere, alunni solitamente sfuggenti all’assunzione di impegni costruttivi e di serie responsabilità. Attraverso l’esperienza

strumentale della musica pop, rock , blues e jazz gli alunni hanno sperimentato

l’improvvisazione, la costruzione, la composizione, l’armonizzazione, la variazione e

l’accompagnamento, l’arrangiamento esercitando abilità relative non solo al campo mu-sicale, ma anche a quello socio-relazionale.

Page 6: imBOSChiamOci - edizione speciale

go stupendo, o per la loro nazionalità.

Io sono nata a Napoli, mentre i miei genitori sono nati

in Marocco, precisamente a Casablanca, e sono stati costretti a venire in Italia per problemi economici e per

migliorare il loro futuro.

Frequento la scuola italiana, ma anche la scuola araba presso la Comunità Islamica di Napoli, dove vado ogni

domenica a studiare la mia religione e la mia lingua

madre. Mio padre lavora, sempre a Napoli, in una fabbrica di

frutta secca e viene trattato come tutti gli altri operai,

mentre alcune persone straniere non vengono accetta-

te e se qualcuno di loro viene accettato è costretto a lavorare più degli altri operai, magari

con uno stipendio più basso rispetto agli

altri. Spesso immagino il mio futuro e credo

che il futuro di oggi sia lo studio, per-

ché se non si studia e non si possiede almeno il diploma non si potrà mai fare

qualcosa nella vita.

Da grande penso, anzi spero, di diventa-re una traduttrice. Conosco due lingue:

l’Italiano (perché vivo in Italia) e l’Arabo

(perché i miei genitori ed io siamo del Marocco); a scuola invece sto imparando il Francese e

l’Inglese.

L’anno prossimo, quando avrò superato l’esame di

licenza media, mi iscriverò al Liceo Linguistico perché credo che sia importante ed utile nella vita di oggi e

di domani conoscere almeno l’Inglese (o il Francese)

perché è la lingua più usata per comunicare. Conoscere le lingue è importante perché se immagi-

niamo di andare all’estero non è sempre facile comu-

nicare, soprattutto quando ci sono molte persone di origini diverse o Paesi con storie complesse così come

in Marocco dove la lingua ufficiale è l’Arabo mentre

quella parlata è il Francese. Quindi pur non conoscen-

do l’Arabo se si parla il francese si può benissimo co-municare con le persone del luogo.

Nel futuro non penso di fare solo

un lavoro che si basi sulle lingue, ma an-che uno che valorizzi la mia passione:

creare abiti alle mie bambole e disegnare

abiti con un modello modificato, per cui più in là, perché no, potrei diventare una

stilista.

L’unico consiglio che posso dare ai miei coetanei è di studiare, studiare e studiare

perché senza lo studio non si può fare

completamente niente! delphin2000

non solo, è aumentata la mancanza di rispetto per la scuola e perciò che essa rappresenta nella società.

Fino a qualche anno fa il lavoro dei docenti veniva

rispettato dalle famiglie dei nostri alunni e se un a-lunno veniva richiamato il genitore non era indulgen-

te. Oggi i genitori sono troppo permissivi e soprat-

tutto non supportano la

scuola, così il proprio figlio continua a comportarsi male.

Quindi il genitore dovrebbe

essere più severo e meno accondiscendente per non

alterare il delicato processo

educativo. Che rapporto ha con suoi

docenti e con gli altri

della scuola? Il rapporto è ottimo con tutti

i docenti. I docenti della

scuola primaria sono qui da tantissimi anni, mentre la

scuola media “è giovane”, chi

è venuto qui negli scorsi anni è rimasto per scelta,

per convinzione sapendo di poter costruire con la continuità qualcosa di buono. Sono convinta che si

lavora bene insieme

Cosa si aspetta dai suoi alunni? Crede in loro?

Si credo in loro sono sicura che capiscano l'importanza

dello studio, dell'essere sensibili e civili. La cultura vuol dire apertura di mente altrimenti non si sarà mai liberi

veramente.

Crede che anche i ragazzi che si comportano in

modo poco corretto avranno un futuro? Noi facciamo di tutto nel nostro lavoro quotidiano per

far capire loro ciò che è importante nella vita.

Non sono gli insegnanti quelli severi ma è la vita la ma-estra più severa. Non si può costruire una vita migliore

se non si hanno gli strumenti adatti, quelli stessi stru-

menti che vengono forniti dalla scuola. Quali sono le responsabilità di un Dirigente

Scolastico?

Un Dirigente ha tantissime responsabilità e se la scuola funziona o non funziona il merito o il demerito è del

Dirigente. È ovvio che il Dirigente non può lavorare da

solo ma c'è un gruppo di lavoro attivo e partecipe che

lo supporta nel lavoro di ogni giorno: il vicario, le funzioni

strumentali, il segretario ammi-

nistrativo, il personale A.T.A., i collaboratori scolastici. Un bra-

vo Dirigente Scolastico è quello

che sa scegliere uno staff colla-borativo

La scuola di oggi corrispon-

de alle esigenze dei giova-ni?

Cerca di farlo anche se gli alun-

ni sono sempre un passo avan-ti, la scuola aggiornata cerca di

fornire tutti gli strumenti utili

per conoscere, per rendersi

autonomi e flessibili, ma soprattutto cerca di formare le donne e gli uomini di domani che saranno in grado di

cambiare in meglio la società.

anilorac, delphin2000, diamante2000

La mia esperienza in Italia e cosa mi aspetto per il futuro

Intervista alla Preside

P A G I N A 6

Page 7: imBOSChiamOci - edizione speciale

Qualche mese fa con la classe,

sono andata a Città della

Scienza, ed il laboratorio era Alla scoperta

dell'acqua, ci

hanno chiesto di fingerci scienziati,

e di scoprire tutte

le proprietà dell'acqua, essa

è: trasparente,

inodore, insapore. Poi abbiamo

versato l’acqua prima in una provetta, poi in un bicchiere ed

abbiamo osservato che cambia

forma a seconda del recipien-te; abbiamo dimostrato che

l’acqua è incomprimibile utiliz-

zando una siringa e, coperta l'apertura con un dito, se si

spingeva lo stantuffo questo

In tutto il mondo, ma soprattutto nella nostra scuo-

la, è tutto uno sfilare della bandiera inglese: ma-

gliette, scarpe, foulards, orecchini, collane, borse, bracciali, pantaloni, leggins, fermagli…

È dappertutto!!!

Quale sarà mai il motivo per cui la bandiera inglese,

la mitica Union Jack dai gloriosi campi di battaglia e le navi commerciali si è trasferita sui nostri capi di

vestiario e sui nostri accessori???

Possiamo formulare delle ipotesi. La prima ipotesi si basa sull’immensa diffusione della

lingua Inglese; la seconda ipotesi è per festeggiare i

60 anni di regno della regina Elisabetta II; la terza, secondo noi la più attendibile, è legata allo svolgi-

mento delle imminenti Olimpiadi a Londra, nel Regno

Unito. Il nostro parere su questa tendenza è che ormai è

fin troppo comune. Anche se quello che è di moda

oggi non sarà di moda domani!!!

diamante2000, smeraldo

non si muoveva. E ancora ab-

biamo sperimentato la tensio-

ne superficiale dell’acqua pro-vata versando nel bicchiere

tanta acqua finché non è uscita

senza cadere

formando una specie di cap-

pello, esso non

si è rotto ag-giungendo ac-

qua, ma mettendo solo

un’altra sostanza (il detersivo per esempio). Poi, mettendo

un tovagliolo, che dentro ha

tanti capillari, in una scodella colma d'acqua, essa ha risalito

il tovagliolo fino a bagnarlo del

tutto (arrampicamento), e,

proprio per questo fenomeno dell'arrampicamento, l'acqua

bagna, ma non è così nel caso

in cui il materiale sia

idrofobo. Infine ab-biamo preso due ter-

mometri, uno l'abbia-

mo messo nel'acqua,

l'altro sul tavolo e abbiamo vi-sto che l'acqua raffredda più

dell'aria; e ancora c'è la Spinta

di Archimede, e come l’acqua sia in capace di ingrandire le

immagini, basta-

no due gocce su un dischetto tra-

sparente, e pog-

giare questo su un foglio di carta

stampato.

È stata davvero

un'esperienza bellissima. Love2000

P A G I N A 7

Page 8: imBOSChiamOci - edizione speciale

Con la mia classe sono andato a Città della Scienza, un posto fantastico. Abbiamo partecipato al laboratorio Il bar

della chimica. Per bar della chimica intendiamo un laboratorio in cui ci hanno fatto mescolare sostanze chimiche,

con effetti fantastici. Abbiamo messo in un piccolo recipiente bagnato di fiftalina dell’acido e la sostanza è diven-tata color fucsia; poi abbiamo versato delle sostanze basiche e la sostanza è diventata blu; successivamente ab-

biamo versato nel recipiente dell’acqua e la sostanza è diventata trasparente, poiché è tornata neutra. Il secondo

esperimento è consistito nel far avvenire una reazione tra aceto, Svelto e acqua. Infine mescolando tutto in un contenitore è eruttata tanta schiuma.

Fecan 99

La Chimica che Avventura!!

Il nostro Istituto prevede tra le diverse attività curriculari anche un percorso didattico con uscite pres-

so Città della Scienza di Napoli. Tra le varie attività di laboratorio che abbiamo seguito presso la strut-

tura di Bagnoli quello che mi è piaciuto di più è stato quello sulle Proprietà dell’Acqua. I miei compa-gni ed io abbiamo cominciato a scrivere su una lavagnetta tutte le proprietà dell’acqua tra cui il volu-

me e il suo colore; poi ci hanno fatto osservare la pelle invisibile dell’acqua con un semplice esperimento che

consiste nel riempire, pian piano, con l’acqua un bicchiere: goccia dopo goccia. Ad un certo punto l’acqua, no-nostante fosse uscita dal bicchiere, non è caduta. Dopo aver aggiunto una sola goccia di detersivo: SPLUFFF,

l’acqua è caduta. È bastata una sostanza diversa presente in piccola quantità a rompere un equilibrio.

Poi abbiamo arrotolato un pezzo di carta immergendo la punta del foglio arrotolato nell’acqua e dopo lo abbia-mo appoggiato sul bordo della vaschetta e abbiamo notato che col passare del tempo l’acqua aveva intriso il

pezzo di carta perché la carta con i suoi numerosi pori invisibili ha creato strade per il passaggio dell’acqua che

mano mano è risalita Secondo noi è stato molto educativo perché ci ha fatto riflettere in modo interessante su

cose che accadono nel nostro quotidiano e a cui non diamo peso. Gigapower 56 e Arcanis900

Ormai il campionato di Serie A 2011/2012 è finito ed è stato pieno di emozioni!

Con grande sorpresa lo scudetto è stato vinto dalla Juventus, che nel campionato precedente

non si era qualificato neanche per l'Europa League. La Juve ha vinto grazie anche ai grandi ac-quisti del presidente come Vucinic, Pirlo, Barzagli, Lichstineir e poi c'è stato l'aiuto di altri grandi

giocatori come Marchisio, Matri, Chiellini e Buffon, quest'ultimo però aveva messo in pericolo lo scudetto con

una sua papera negli ultimi minuti della partita Juventus-Lecce. La corsa alla Champions è stata vinta dall'Udi-

nese che si è qualificata prima della Lazio e del Napoli. L'Udinese anche l'anno scorso si era qualificata in Cham-pions, ma poi è stata eliminata dall'Arsenal nei preliminari. Il Napoli si è qualificato soltanto per l'Europa Lea-

gue, mentre l'anno scorso si era qualificato per la Champions nella quale ha dimostrato di essere una squadra

molto valida superando il girone più difficile in cui il Napoli era sfavorito e invece, contro qualsiasi previsione, ha battuto il Manchester City che pochi giorni fa ha vinto la Premier League Inglese. Poi negli ottavi ha battuto 3-1

il Chelsea che il 19 Maggio ha giocato contro il Bayer Monaco la finale di Champions League. Il ritorno è stato

vinto dal Chelsea per 4-1 In questo modo si è qualificato il Chelsea. Le squadre retrocesse in B sono Lecce, Cesena e Novara. Il Cesena è arrivato ultimo e il Novara penultimo. Il

Lecce ha lottato fino all'ultima partita per qualificarsi, ma non è riuscito a superare il Genoa.

Questo è stato un grande campionato con mille emozioni! emanuelenapolitano

P A G I N A 8

Sono una ragazzina di 12 anni e abito nel quartiere di Ponticelli da quando sono nata.

Rispetto a tanti anni fa il quartiere è cambiato molto, secondo molti in peggio, ma io non sono d'accordo. Mai provato ad andare a San Giorgio o a Portici?

La mia famiglia ed io ci andiamo spesso e posso garantirvi che a Ponticelli mai nessuno ci ha fatto nulla, mentre due anni fa a San Giorgio a Cremano nei pressi della scuola Guido Dorso mia madre ha subito una rapina e, poche setti-

mane fa, a Portici hanno rapinato mio fratello: lui non ha reagito perché è stato minacciato con una pistola. Non dico che Ponticelli sia un bel quartiere, ma neanche il peggiore, può sembrar strano ma ci sono persone del posto

che ti rispettano di più in confronto a quelle che non lo sono. a mia casa è sempre stata aperta a tutti: quando è stata frequentata dai ragazzi di Ponticelli hanno sempre rispettato le parsone e la casa in cui erano ospitati; quando,

invece, son venuti alcuni amici di Portici di mio fratello siamo rimasti tutti sbalorditi per la loro maleducazione. Non voglio giudicare gli altri quartieri o altre zone di Napoli ma gli altri devono giudicare il quartiere in cui abito?

minnnie20000