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I NTERVISTE VFV MAGGIO/GIUGNO 2012 12 DELLAI SU VVF ROVESCIARE LA BUSSOLA, PRATICANDO LA STRADA DEL VOLONTARIATO Nella splendida cornice di Castel Thun (Trentino, Val di Non) - dove stava svolgendosi un seminario sugli incendi negli edifici di pregio storico/artistico - il nostro direttore ha incontrato il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, e ha posto lui alcune domande sul soccorso tecnico urgente in Italia. a cura della redazione 12 15 art 593 dellai:Layout 1 25-06-2012 21:55 Pagina 12

Intervista a Lorenzo Dellai

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L'intervista del nostro direttore A.Ascanio Mangano al Presidente della Provincia Autonoma di Trento Lorenzo Dellai: "Bisogna arrivare a un corpo di Vigili del Fuoco Volontari per ogni comune – comʼè qui da noi in Trentino – certo ci vorranno 10/20 anni; non si cambia dalla sera alla mattina, ma mai si parte mai i si arriva. I VVF volontari italiani dovranno dipendere dal proprio sindaco, ovviamente in sinergia con le regioni, ecco perché auspico un Corpo Regionale di Vigili."

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DELLAI SU VVFROVESCIARE LA BUSSOLA,PRATICANDO LA STRADA

DEL VOLONTARIATONella splendida cornice di Castel Thun (Trentino, Val di Non) -

dove stava svolgendosi un seminario sugli incendi negli edificidi pregio storico/artistico - il nostro direttore ha incontrato il

presidente della Provincia Autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, eha posto lui alcune domande sul soccorso tecnico urgente in Italia.

a cura della redazione

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Presidente, quale “Regione” di turno come entecapofila in materia di Protezione Civile – prima dipassar il testimone - cercherete di esportare, nelresto dʼItalia, il vostro sistema basato sui pompierivolontari del sindaco?«Il nostro mandato sarebbe scaduto a maggio, ma èstato prorogato per via del sisma in Emilia. Si tratta di uncoordinamento di tipo operativo, non abbiamo “poteri” inmerito alle riforme.Il punto vero è che noi sentiamo forte lʼesigenza di pro-porre un cambiamento di tipo complessivo. ProtezioneCivile e Vigili del Fuoco si diano un obiettivo ambizioso(ci sentiamo di dare il nostro contributo) a favore delPaese.»

Quindi – pur se i compiti assegnati alla vostraProCiv sono altri – mi pare di capire che non vi tire-rete indietro, da cosa partirebbe?«Occorre innanzitutto una proposta organica, in manie-ra da misurarsi su un testo, ma alla base deve restare il“Sistema delle Regioni”.La Protezione Civile è un sistema;la Protezione Civile è sussidiarietà* : bisogna riasse-gnare “centralità” alle regioni. Quindi io vedo bene unCorpo dei Vigili del Fuoco regionalizzato.La ProCiv è il centro di propulsione del volontariatoorganizzato su base territoriale.Non può esistere un volontariato che dipende da“Roma”, sarebbe il contrario del sistema europeo di pro-tezione civile.»

Presidente, un poʼ il progetto di GiuseppeZamberletti, ma sono già passati 40 anni; certoabbiamo i gruppi comunali di ProCiv. Quanto tempo

ci vorrà per cambiar sistema,mutare la mentalità?«Bisogna arrivare allʼobbligo di unCorpo di Vigili del Fuoco Volontariper ogni comune – comʼè qui da noiin trentino – certo ci vorranno 10/20anni; non si cambia dalla sera allamattina, ma mai si parte mai i si arri-va.I VVF volontari italiani dovrannodipendere dal proprio sindaco,ovviamente in sinergia con le regio-ni, ecco perché auspico un CorpoRegionale di Vigili.»

Perché addirittura 1 caserma perpaese, per garantire tempi dirisposta più rapidi?«I corpi comunali garantiscono laprevenzione perché conoscono e

vivono il territorio ma, prima di tutto, le caserme dei VVFvolontari sono centri dʼaggregazione validi anche per la“prevenzione sociale”.

Eʼ grazie alla capacità di conoscenza del territorio che sipossono risolvere piccole e grandi emergenze. LaProtezione Civile che arriva da Roma e ti salva è solo“Talk Show”!»

Ma cʼè che ci vorrebbe come un esercito di badilan-ti…«I vigili del fuoco volontari non sono gli sguatteri di quel-li permanenti, sia chiaro. Certo poi dovrà essere unvolontariato gratuito, non un volontariato mascherato.Occorre un quadro giuridico che ridia dignità ai VVFvolontari, quelli permanenti rimarrebbero come un élite,un corpo specialistico non in conflitto con quelli comu-nali. Io sono orgoglioso dei miei volontari (6.000 + 1.200allievi) ma altrettanto fiero del mio Corpo Permanente diTrento (120 uomini), guai se non ci fossero.Mi creda, non tutti i “permanenti” sono prigionieri del cor-porativismo; organizzati come da noi potrebbero dare ilmeglio di sé (dei corpi scelti allʼinterno del grande eser-cito dei VVF volontari), è un sistema.»

Quali sono i primi passi da muovere per arrivare aduna riforma?«Nessuna riforma si faʼ con un decreto ovviamente; sipotrebbe iniziare con una sperimentazione in una regio-ne “capofila”, il Trentino potrebbe mettere a disposizioneil proprio background.Per lavorare a questo disegno occorre una volontà poli-tica forte capace di stoppare le “spinte corporative”, vin-cere le paure. Sa che non so mica se tutti i sindaci ita-

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liani sono dʼaccordo…ma la strategia è questa.»

Come le dicevo, in Italia i sindaci hanno già i GruppiComunali di Protezione Civile, un poʼ un succeda-neo dei pompieri comunali che chiedevaZamberletti.«Il sindaco è Autorità di Protezione Civile sul territoriocomunale, il Corpo VVFV deve essere lʼorgano tecnicodi ProCiv del sindaco. Eʼ assurdo che il primo cittadinodebba chiamare il prefetto e chiedere: “Per favore mimette a disposizione i pompieri?”. »

E della recente riforma della ProCiv, anche per viadel patto di stabilità, che ne dice?Eʼ un sistema che contrastiamo al 100%, è una riformache non volevamo (neppure come ANCI). Il sistema,quando cʼè una calamità, devʼessere snello; certo nonbisogna cadere (come accaduto) nellʼerrore opposto: laProCiv ad occuparsi di “cose” che niente hanno a chefare con lʼassistenza alle popolazioni, e “dichiarazionidʼemergenza” che durano 30/40 anni.

E del passaggio dei Canadair dal DPC alDipartimento dei VVF che mi dice?«Sono solo questioni interne che lasciano il tempo che

trovano (fan quasi sorridere) – poi conclude - Ciò chemanca è una VISIONE della Protezione Civile, è il risvol-to dʼuna idea di Paese (cartina al tornasole).

Da questa crisi deve nascere un moto di proposta, nonsi può sottovalutare la “Società Civile Organizzata”. Nonsi può credere che qualità ed efficienza nel soccorsopossano venir garantite solo da una struttura “pubblica”.Per noi in Trentino i nostri Vigili del Fuoco Volontari sono“Ente Pubblico”; il comandante del Corpo comunale deipompieri è il braccio del sindaco.

Concludo dicendo che solo praticando la strada delvolontariato organizzato è possibile rovesciare la busso-la.»

(*) sussidiarietà ‹sus·si·dia·rie·tà› s.f.~ Principio secondo cui, tra i vari agenti che possono interve-nire per dare una risposta ai bisogni individuali e collettivi, èpiù efficace lʼente di livello inferiore perché più vicino allenecessità da soddisfare; lʼente di livello superiore, pertanto,può intervenire solamente per aiutare quello di livello inferiore.La sussidiarietà può essere di tipo orizzontale (distribuita traenti pubblici e organizzazioni private, non profit e profit) oppu-re di tipo verticale (distribuita tra i diversi enti pubblici, Stato,Regioni, Province e Comuni). [da Il Devoto Oli]

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