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Introduzione • Effetto serra • Incendidigidownload.libero.it/sicenea2008/Carducci/Presentazione sicenea... · Naturalmente non bisogna confondere "l'effetto serra" con il fenomeno

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• Introduzione• Effetto serra• Incendi• Conclusione

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Oggi nel mondo ci ritroviamo ad affrontare tanti problemi. Uno di questi che molto ci preoccupa ed attira la nostra attenzione è lo sfruttamento energetico. A che rischi andiamo incontro?

Alcuni di questi non sono da sottovalutare, perché i primi a rimetterci potremmo essere noi ed il nostro pianeta.

Come fare ad evitare incendi, effetto serra e deforestazione, di cui sentiamo parlare spesso negli ultimi anni?

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• Cos’è l’effetto serra• Cosa sono i gas serra• Clorofluorocarburi• Diossido di azoto• Metano• Biossido di carbonio• Ozono• Diffusione dei gas serra• I gas serra in Sicilia

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La radiazione solare non solo fornisce l'energia necessaria per la circolazione delle masse d'aria e delle correnti oceaniche, ma è anche responsabile della temperatura del nostro pianeta. Circa il 30% della radiazione che colpisce la Terra viene immediatamente respinta verso il cosmo, ma il 70% passa attraverso l'atmosfera e raggiunge la superficie terrestre, riscaldandola.

La superficie terrestre, a sua volta, come ogni corpo riscaldato emette radiazione infrarossa. La radiazione infrarossa non riesce a passare attraverso l'atmosfera per essere espulsa verso il cosmo come fa la radiazione visibile che ci arriva dal sole, perché nell'atmosfera sono presenti dei gas che “riflettono” tale radiazione nuovamente in direzione della superficie terrestre. In questo modo l'energia termica che la Terra irradia non può essere dispersa nello spazio, ma rimane nell’atmosfera e ne aumenta la temperatura. Questo è il cosiddetto “effetto serra” . Il suo nome deriva dal fatto che si tratta di un fenomeno molto simile a quello sfruttato nelle serre per la coltivazione dei vegetali.

L'effetto serra è un fenomeno naturale che è stato di vitale importanza per lo sviluppo della vita sulla Terra: è stato calcolato che, se nell'atmosfera non ci fossero gas in grado di trattenere il calore irraggiato dalla superficie terrestre riscaldata dal sole, la temperatura media sul nostro pianeta sarebbe di circa 19 gradi sotto lo zero.quanti

Negli ultimi due secoli è sempre aumentata nell’atmosfera la quantità di gas che intrappolano l’energia solare; pertanto essi hanno assorbito quantità sempre maggiori dell’energia che avrebbe dovuto disperdersi nello spazio. Una quantità elevata di energia intrappolata determina un surriscaldamento della superficie terrestre.

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Sono chiamati gas serra quei gas presenti in atmosfera, di origine sia naturale che antropica, che assorbono ed emettono energia a specifiche lunghezze d'onda nello spettro della radiazione infrarossa, emessa dalla superficie terrestre, dall'atmosfera e dalle nuvole. Questa loro proprietà causa il fenomeno noto come effetto serra.Il vapore acqueo, l'anidride carbonica (CO2),che contribuisce per il 75%, l'ossido di azoto (N2O), che contribuisce per il 6%, il metano (CH4), che contribuisce per l’11%, e l'ozono (O3) sono i gas serra principali nell'atmosfera terrestre.Oltre a questi gas di origine anche naturale, esiste un'ampia gamma di gas serra rilasciati in atmosfera di origine esclusivamente antropica, come gli alocarburi, tra i quali i più conosciuti sono i clorofluorocarburi (CFC), e molte altre molecole contenenti cloro e fluoro dannose per lo strato di ozono stratosferico, trattate nel Protocollo di Montreal. Naturalmente non bisogna confondere "l'effetto serra" con il fenomeno del "buco dell'ozono". Occorre inoltre ricordare che l'attività di eruzione di un vulcano, causa danni in maniera percentuale paragonabili a un anno di emissione di C02 di una nazione.I gas alogenati sono emessi in quantità molto inferiori rispetto a CO2 CH4 e N2O ma possono avere un tempo di vita molto lungo in atmosfera e un forte effetto come forzante radiativo, da 3.000 a 13.000 volte superiore a quella dell’anidride carbonica. L’insieme di queste due caratteristiche è chiamato Global Warming Potential(GWP, potenziale di riscaldamento globale).Il GWP, che rappresenta l'effetto combinato del tempo di permanenza in atmosfera di ogni gas e la relativa efficacia specifica nell'assorbimento della radiazione infrarossa emessa dalla Terra, è una misura di quanto un dato gas serra contribuisca al riscaldamento globale rispetto alla CO2. I GWP sono calcolati dall'Intergovernmental Panel on Climate Change e sono utilizzati come fattori di conversione per calcolare le emissioni di tutti i gas serra in emissioni di CO2 equivalente.Il Protocollo di Kyōto regolamenta le emissioni di CO2, N2O, CH4, esafluoruro di zolfo (SF6), idrofluorocarburi(HFCs) e perfluorocarburi (PFCs).

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I clorofluorocarburi (CFC) furono inventati negli anni '20. Sono composti del carbonio contenenti cloro e fluoro. Sono sostanze chimiche inventate dall'uomo, perciò dette di sintesi o sintetiche. Dalla loro introduzione, i CFC sono stati usati come: Refrigeranti nei frigoriferi e negli impianti di condizionamento dell'aria Propellenti negli spray Agenti schiumogeni nella produzione di imballaggi Detergenti usati nell'industria elettronica Prodotti chimici per estinguere incendi I CFC sono particolarmente indicati per questi usi poiché sono ininfiammabili, atossici, hanno un'alta stabilità chimica e le loro caratteristiche chimiche sono particolarmente adatte alle applicazioni citate. Sono inoltre relativamente economici rispetto ai prodotti alternativi e questa è sempre una buona ragione perché un particolare prodotto chimico divenga popolare nell'industria.I CFC sono relativamente sicuri finché restano nella troposfera e negli oceani. E' solo quando passano nella stratosfera che cominciano a rappresentare una minaccia per lo strato di ozono. Alternative ai CFCLe due principali alternative ai CFC sono gli idroclorofluorocarburi(HCFC) e gli idrofluorocarburi(HFCs). Entrambe queste sostanze chimiche contengono idrogeno e questo significa che esse reagiscono con la troposfera prima di riuscire a raggiungere la stratosfera, dove è situato lo strato di ozono. Solo una piccola frazione di queste sostanze riesce ad attraversare la troposfera e a raggiungere la stratosfera e quindi esse presentano un pericolo molto minore per lo strato di ozono.Gli HCFC contengono cloro, che può essere rilasciato così come quello presente nei CFC, ma essi vengono usati in quantità ridotta e non permangono in atmosfera tanto a lungo quanto i CFC. Gli HFC non contengono cloro e non si conosce un modo in cui essi possano essere decomposti nella troposfera, per cui essi possono attaccare e distruggere le molecole di ozono.Riscaldamento globale provocato da CFC, HCFC e HFCCFC, HCFC e HFC assorbono tutti la radiazione infrarossa riflessa dalla superficie della Terra. Questo significa che essi contribuiscono tutti al riscaldamento globale. Comunque l'impatto degli HFC e degli HCFC è molto minore di quello dei CFC in quanto essi non permangono in atmosfera così a lungo, il che significa che, nella loro vita media, essi assorbono una minore quantitàdi radiazione infrarossa. Per questo motivo hanno un impatto minore sull'ambiente.

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Il diossido di azoto (o perossido di azoto , noto anche come ipoazotide , specie se in forma dimera, N2O4) è un gas rosso bruno a temperatura ordinaria dall'odore soffocante, irritante e caratteristico. È più denso dell'aria, pertanto i suoi vapori tendono a rimanere a livello del suolo.Ha formula chimica NO2, il suo numero CAS è 10102-44-0.Il diossido di azoto è un forte irritante delle vie polmonari; già a moderate concentrazioni nell'aria provoca tosseacuta, dolori al torace, convulsioni e insufficienza circolatoria. Può inoltre provocare danni irreversibili ai polmoniche possono manifestarsi anche molti mesi dopo l'attacco. È emesso soprattutto dai motori diesel ed è ritenuto cancerogeno.È un forte agente ossidante e reagisce violentemente con materiali combustibili e riducenti. Reagisce con acquadisproporzionandosi in acido nitrico e ossido di azoto. In presenza di acqua è in grado di ossidare diversi metalli.

3 NO2 + H2O → 2 HNO3 + NO

Il diossido di azoto è un importante intermedio nella sintesi dell'acido nitrico (processo Oswald), in cui l'ammoniaca viene ossidata prima a monossido e poi a diossido di azoto in presenza di aria; viene inoltre prodotto puro per preparare miscele gassose standard usate per il controllo dell'inquinamento atmosferico.È trasportato liquefatto sotto pressione; il liquido commerciale scuro sotto pressione è una miscela in equilibrio di biossido d'azoto e di tetrossido di diazoto incolore.

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Il metano è un idrocarburo semplice (alcano) formato da un atomo di carbonio e 4 di idrogeno; la sua formula chimica è CH4, e si trova in natura sotto forma di gas.La molecola ha forma tetraedrica; l'atomo di carbonio è al centro di un tetraedro regolare ai cui vertici si trovano gli atomi di idrogeno.Il metano è il principale componente del gas naturale, ed è un eccellente carburante poiché produce il maggior quantitativo di calore per massa unitaria. Bruciando una molecola di metano in presenza di ossigeno si forma una molecola di CO2 (anidride carbonica), due molecole di H2O (acqua) e si libera una quantità di calore:

CH4 + 2O2 → CO2 + 2H2O [+ 891 kJ/mol] Dalla combustione di un metro cubo standard di metano si ottengono circa 36 MJ (8940 Kcal)Il legame covalente carbonio-idrogeno nel metano è uno dei più forti tra tutti gli idrocarburi, per questo motivo il suo uso come materia prima in chimica è limitato. La ricerca di un catalizzatore che possa facilitare l'attivazione del legame C-H nel metano e negli altri alcani leggeri è un'area di ricerca con importanti risvolti industriali.Il metano è un gas serra presente in atmosfera in concentrazioni molto inferiori a quelle della CO2 ma con un potenziale di riscaldamento globale ben 23 volte superiore.La sua concentrazione in atmosfera è aumentata da 700 ppb (parti per miliardo) nel periodo 1000-1750 a 1.750 ppb nel 2000, con un incremento del 150%. Il metano è responsabile del 20% dell'incremento dell'effetto serra.Il metano è il risultato della decomposizione di alcune sostanze organiche in assenza di ossigeno. È quindi classificato anche come biogas .Le principali fonti di emissione di metano nell'atmosfera sono:-decomposizione di rifiuti solidi urbani nelle discariche-fonti naturali (paludi): 23% -estrazione da combustibili fossili: 20% -processo di digestione degli animali (bestiame): 17% -batteri trovati nelle risaie: 12% -riscaldamento o digestione anaerobica delle biomasse. Dal 60% all'80% delle emissioni mondiali è di origine umana. Esse derivano principalmente da miniere di carbone, discariche, attivitàpetrolifere e gasdotti e agricoltura.Per rimozione di un atomo di idrogeno il metano forma il corrispondente radicale, il metile (CH3·) mentre se gli idrogeni rimossi invece siano due il radicale formatosi prenderà il nome di metilene (·CH2·)Il metano è inodore, incolore ed insapore, quindi per essere distribuito nelle reti domestiche deve essere "odorizzato" mediante un processo di lambimento di un liquido dal caratteristico "odore di gas" - spesso si tratta del tetraidrotiofene. Questo procedimento si rende indispensabile in modo da rendere avvertibile la presenza di gas nell'ambiente e diminuirne la pericolosità.

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La concentrazione del biossido di carbonio è aumentata nell' atmosfera da 290 ppmv (parti per milione in volume) nel 1880 a circa 380 ppmv nel 2006, e continuerà ad aumentare nel prossimo futuro, poiché il biossido di carbonio, insieme all' acqua, è il prodotto finale della combustione dei combustibili fossili (carbone, petrolio e derivati, metano),delle foreste e delle biomasse. I combustibili fossili possono essere considerati depositi di carbonio, formatosi milioni di anni fa ; la loro combustione fa ritornare il carbonio nell‘ atmosfera, aumentando l' effetto serra.

Il biossido di carbonio (noto anche come diossido di carbonio , mentre il termine anidride carbonica è obsoleto dalla nomenclatura IUPAC, in quanto il termine anidride è riservato ai composti organici) è un ossido acido formato da un atomo di carbonio legato a due atomi di ossigeno. È una sostanza fondamentale nei processi vitali delle piante e degli animali. È inoltre - dopo il vapore acqueo - il principale gas serra presente nell'atmosfera terrestre.

Il biossido di carbonio è il risultato della combustione di un composto organico in presenza di una quantità di ossigeno sufficiente a completarne l'ossidazione. In natura, viene anche prodotta da batteri aerobici durante il processo della fermentazione alcolica ed è il sottoprodotto della respirazione.

Le piante lo utilizzano per la fotosintesi che, combinandolo con l'acqua e per azione della luce solare e della clorofilla, lo trasforma in glucosio liberando ossigeno come sottoprodotto.

Il biossido di carbonio viene prodotto principalmente da 6 processi:Come prodotto secondario da impianti di produzione di ammoniaca e idrogeno, in cui il metano è convertito in biossido di

carbonio; • Da combustione di carburanti carboniosi; • Come sottoprodotto della fermentazione; • Da decomposizione termica di CaCO3; • Come sottoprodotto della produzione di fosfato di sodio; • Direttamente dai pozzi naturali di biossido di carbonio.

Il principale metodo per smaltire enormi quantità di biossido di carbonio è la fotosintesi clorofilliana svolta dai vegetali: questo processo coinvolge luce, biossido di carbonio ed acqua trasformandoli in ossigeno e glucosio; consiste quindi nel piantare e/o preservare foreste. Questo è il modo più semplice, economico e spontaneo, che praticamente avviene naturalmente sul nostro pianeta da quando esistono i vegetali.

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L'ozono (simbolo O3) è un gas dal caratteristico odore agliaceo, le cui molecole sono formate da tre atomi di ossigeno. Christian Friedrich Schönbein ne fu lo scopritore, durante esperimenti di ossidazione lenta del fosforo bianco e di elettrolisi dell'acqua. Presente negli strati alti dell'atmosfera, si forma da molecole di ossigeno (O2) in prossimità di scariche elettriche, scintille, fulmini.La sua struttura chimica è un ibrido di risonanza tra tre formule limite possibili:

che ne fa una molecola estremamente reattiva. È un energico ossidante e per gli esseri viventi un gas altamente velenoso. Ètuttavia un gas essenziale alla vita sulla Terra per via della sua capacità di assorbire la luce ultravioletta; lo strato di ozono presente nella stratosfera protegge la Terra dall'azione nociva dei raggi ultravioletti UV-B provenienti dal Sole. Proprio per la loro capacità di distruggere lo strato di ozono della stratosfera, i freon sono stati banditi dalla produzione e dall'utilizzo. E anche diminuito molto l'uso dei CFC, ma che non è stato abolito del tutto. In Cina e in India ad esempio ne persevera ancora l'utilizzo.I composti derivanti dall'ozono sono chiamati ozonuri.

L'ozono non è stabile sul lungo periodo e non viene pertanto prodotto e commercializzato in bombole come gli altri gas industriali. Viene generalmente preparato al momento dell'utilizzo attraverso apparecchi detti ozonizzatori che convertono l'ossigeno dell'ariain ozono tramite scariche elettriche.

OzonosferaL'ozonosfera è lo strato dell'atmosfera in cui si concentra la maggior parte dell'ozono, che è un gas serra.È situata al di sopra della troposfera, tra 15-35 Km di altitudine, ed è corrispondente con la parte bassa della stratosfera.In questa zona le radiazioni UV solari vengono filtrate dalle molecole di ozono, causando un innalzamento della temperatura ed evitando quindi un mescolamento verticale con la troposfera, stabilizzandola. Questo filtro protegge gli organismi viventi dall'effetto nocivo delle radiazioni UV.

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Nello scorso decennio, in Italia, "tutti gli indicatori energetici e quelli relativi alle emissioni hanno mostrato la crescita delle emissioni di gas serra, giunte nel 2005 a oltre 580 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, ma nei due anni successivi si registra finalmente una lieve inversione di tendenza. Dal quinto posto del 1990 ed il quarto del 2000, L'Italia è ora al terzo posto dei paesi europei per emissioni. A differenza dell'Unione Europea che ha ridotte proprie emissioni del 7,9% dal 1990, il nostro Paese le ha viste crescere del 12,1%. Le cause? l'aumento dei consumi per trasporti (+27%), contro quello della produzione di energia elettrica (+16%) e quello della produzione di riscaldamento per usi civili (+21%).

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Il primato assoluto delle emissioni di Co2 dopo la Lombardia, lo ha la Sicilia. Palermo e Messina sono soffocate dallo smog e Catania è ad alto rischio. L’inquinamento atmosferico è legato a filo doppio con il traffico automobilistico, ma non solo. In Sicilia, esistono almeno tre aree ad elevatorischio ambientale dovuto alle industrie: Priolo e Melilli in provincia di

Siracusa, Gela e il comprensorio del Mela, in provincia di Messina. Inoltre, nonostante le direttive nazionali e comunitarie, i livelli di emissione di gas-serra sono in aumento, con pesanti conseguenze sulla salute. In Sicilia, tra il 1990 e il 2000, le emissioni di gas ad effetto serra sono aumentate del 17 per cento rispetto al decennio precedente. Fanno eccezione le province di Caltanissetta, Catania, Palermo e Ragusa. Messina è la zona più a rischio con15.749.149 tonnellate di gas-serra all’anno. La provincia di Enna è quella

invece dove c’è la minore concentrazione (1.254.035 tonnellate all’anno).

In ben cinque province su nove, causa principale delle emissioni di gas-serra è il trasporto stradale, seguito dalla combustione nell’industria e dagliimpianti energetici (non a caso questi dati si riferiscono al Siracusano e al

Nisseno).

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• Cos’è un incendio• Incendi boschivi in Sicilia• Effetti di un incendio• Classificazione degli incendi• Attività di previsione degli incendi• Attività di prevenzione degli incendi• Legislazione• Aree protette della regione siciliana

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Con incendio si definisce una combustione, con presenza di fiamma, non controllata di materiali generici.

Gli incendi rappresentano ed hanno rappresentato da sempre un fattore di rischio per le attività umane e pertanto nel corso dei tempi sono state create metodologie per prevenirli e strumenti per combatterli.

In particolare, con l'aumento delle concentrazioni di persone in spazi chiusi o comunque limitati, tipico degli agglomerati urbani e, con l'aumento delle attività potenzialmente pericolose, il rischio incendi è divenuto uno dei più comuni dei nostri tempi. Per quanto detto la rivelazione incendi è divenuta una necessitàprimaria per evitare danni alle infrastrutture ed alle persone.

Nel periodo giugno – settembre 2007 la Regione Sicilia è stata tormentata da numerosi incendi, alcuni dei quali devastanti, chehanno colpitp sia terreni privati sia zone di proprietà demaniale.

Le alte temperature accompagnate da vento di scirocco hanno alimentato un numero cospicuo di incendi su vaste aree, investendo centri urbani, aree estraurbane, agglomerati industriali, reti elettriche, autostrade e causando danni e vittime. La superficie totale percorsa dal fuoco è stata stimata in circa ha 37.043

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In Sicilia il problema degli incendi boschivi è particolarmente grave, a causa di un insieme di fattori socio-economici che rendono il territorio isolano particolarmente fragile nei riguardi di tale fenomeno.

Cause predisponenti

• Localizzazione dei boschi, sia naturali che di nuovo impianto, nelle parti di territorio piùdegradate ed impervie, in condizioni orografiche difficili

• Dispersione territoriale delle superfici boschive.

• Eccessiva pressione antropica in alcune parti del territorio

• Condizioni climatiche: la lunga siccità primaverile-estiva; la scarsa umidità atmosferica; le elevate temperature; la accentuata ventosità; etc.

• Abbandono delle aree montane

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L'incendio provoca effetti di diversa natura. Oltre al panico delle persone eventualmente coinvolte, le temperature elevate possono causare fenomeni di ustione o carbonizzazione oppure seri danni strutturali nel caso di elementi in cemento, acciaio o legno strutturale, con la differenza che di quest'ultimo èscientificamente calcolabile la durata in esercizio e quindi il tempo di fuga ammissibile. Infine molto danno è causato dai gas nocivi. Ad esempio la formazione di CO2 satura l'ambiente impoverendo la presenza di ossigeno; nel caso di combustioni non "complete" si può formare il monossido di carbonio o in altri casi èpossibile la formazione di gas inquinanti NOx.

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• Incendi di origine ignota per i quali non è possibile individuare la causa

• incendi di origine naturale il cui innesco è legato all’azione di elementi naturali quali fulmini, eruzioni vulcaniche, ecc…

• Incendi di origine colposa dovuti a vari comportamenti umani con i quali involontariamente vengono causati incendi

• Incendi di origine dolosa determinati dalla volontà di provocare incendi sia attraverso veri e propri comportamenti criminali legati a determinati interessi perseguiti, che attraverso comportamenti legati a particolari condizioni patologiche ( piromani ).

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L’attività di previsione viene attuata attraverso la redazione della cartografia relativa al rischio incendi, tenendo conto dei fattori intrinseci ed estrinseci che possono avere influenza sul fenomeno degli incendi boschivi.

Nelle aree a rischio vengono attuate delle contromisure atte ad attenuare la possibilità del verificarsi dell’evento e nel momento in cui si dovesse verificare si potranno attuare con rapiditàinterventi per contrastare l’espansione dell’incendio.

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• Propaganda educativa volta alla sensibilizzazione della popolazione effettuando apposite campagne pubblicitarie mirate, tramite l’utilizzo dei mezzi di comunicazione di massa.

• Attività di educazione ambientale, attraverso un rapporto costante con le strutture scolastiche.

• L’attività di prevenzione viene svolta dal personale del Corpo Forestale appositamente specializzato nelle tecniche didattiche e di comunicazione.

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• legge regionale 5 aprile 1972, n. 24– istituisce il CFRS• legge regionale 16 agosto 1974, n. 36– attribuisce al CFRS le competenze in materia di

antincendio boschivo• legge regionale 29 dicembre 1975, n. 88– recepisce la legge 47/75 ed istituisce il Servizio

Antincendi Boschivi del CFRS per il coordinamento dell’attività AIB• deliberazione della Giunta Regionale n. 244 del 27.10.1978 –approva il primo Piano

Antincendi Boschivi• legge regionale 21 agosto 1984, n. 52- estende la competenza del CFRS in materia di

incendi Boschivi anche alle aree protette • Legge Regionale n.11 del 05/06/1989- prevede l’aggiornamento del Piano AIB

estendendolo anche alle aree protette• deliberazione della Giunta Regionale n. 264 del 01.06.1994.– approva il “Piano regionale

di difesa dei boschi e delle aree protette dagli incendi”• legge regionale del 6 aprile 1996 n. 16- conferisce maggiore organicità alla legislazione di

settore • legge regionale 14 aprile 2006 n.14– apporta una serie di modifiche, a volte anche

sostanziali, anche alla legge 16/96.

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• Aree boscate• Riserve naturali• Parchi

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283.08063.04760.27448.14045.32666.293TOTALE

14.098-4.4535801.3507.715Trapani

10.1191.3478672884.6882.929Siracusa

8.932-3.0032195.710-Ragusa

66.98913.48912.65611.4829.76819.594Palermo

77.89028.96615.00413.8665.12214.932Messina

21.6346.7528.3491.9941.6432.896Enna

47.9667.55610.0179.0135.13016.250Catania

16.8373.6822.3348.2492.079493Caltanissetta

18.6151.2553.5912.4499.8361.484Agrigento

Conifere e latifofoglieLatifoglieConifere

Superficie ComplessivaCeduo

Alto Fusto

Boschi degradati

FORMAZIONI FORESTALI ( Ha )

Provincia

Quadro riepilogativo delle formazioni forestali della Regione Siciliana

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88.843,0936.984,6151.858,4982TOTALE

7.882,362.012,835.869,539Trapani

8.508,595.176,733.331,869Siracusa

4.598,923.223,521.375,405Ragusa

30.468,8510.376,3420.092,5120Palermo

13.570,364.389,709.180,6612Messina

5.710,651.625,324.085,335Enna

9.076,735.687,833.388,907Catania

5.087,062.988,092.098,977Caltanissetta

3.939,581.504,252.435,338Agrigento

Totalezona B/B1

Hazona A

Han° RiserveProvincia

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1.927,48--1.030,

29897,19Ente Parco Autonomo

D.A n° 329 del 18/05/00

Parco Fluviale dell'Alcantara

85.587,3713.593,07568,7946.879

,0024.546,51Ente Parco Autonomo

D.A 4 Agosto 1983Parco dei Nebrodi

39.941,1817.033,04415,0116.642

,105.851,03Ente Parco Autonomo

D.A 9 Novembre 1989

Parco delle Madonie

58.095,639.700,314.300,0526.000

,1518.095,12Ente Parco Autonomo

D.P.R. 17/03/87 n° 37Parco dell'Etna

Totalezona D

Hazona C

Ha

zona B

Hazona A

HaEnte GestoreIstituzioneDenominazione

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Alla fine di questo progetto siamo riusciti a capire che per risolvere determinati problemi dobbiamo impegnarci un po’ tutti nel limitare lo spreco di energia, nel non sfruttare troppo le nostre risorse naturali e nel nostro piccolo di salvaguardare l’ambiente e tutto ciò che ci circonda