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Dicembre 2012 - Anno III- Numero 2 Istituzione ISIDE - Via Saffi, 17/c - Grosseto - www.isidegrosseto.it Città di Grosseto ISIDE Istituzione Servizi Infanzia Documentazione Educativa Giornalino dei nidi e delle scuole dell’infanzia del Comune di Grosseto IN QUESTO NUMERO LIBERA-MENTE ARTE L’AMICIZIA DEI PICCOLI E DEI GRANDI! UN INCONTRO PER CASO… UN’AMICIZIA CHE NASCE! RIDIAMO CON I NOSTRI BAMBINI ADESSO LA PAROLA AI BAMBINI E ALLE BAMBINE LA MUSICA È SUONO ANCOR PRIMA DELLE PAROLE

Isidoro dicembre 2012 anno III numero II

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Page 1: Isidoro dicembre 2012 anno III numero II

Dicembre 2012 - Anno III- Numero 2 Istituzione ISIDE - Via Saffi, 17/c - Grosseto - www.isidegrosseto.it

Città di Grosseto

ISIDE Istituzione Servizi Infanzia

Documentazione Educativa

Giornalino dei nidi e delle scuole dell’infanzia del Comune di Grosseto

IN QUESTO NUMERO

LIBERA-MENTE ARTE

L’AMICIZIA DEI PICCOLI E DEI GRANDI!

UN INCONTRO PER CASO… UN’AMICIZIA CHE NASCE!

RIDIAMO CON I NOSTRI BAMBINI

ADESSO LA PAROLA AI BAMBINI E ALLE BAMBINE

LA MUSICA È SUONO ANCOR PRIMA DELLE PAROLE

Page 2: Isidoro dicembre 2012 anno III numero II
Page 3: Isidoro dicembre 2012 anno III numero II

L’arte aiuta i bambini a crescere

Emilio Bonifazi

Sindaco di Grosseto

Ogni amicizia ha il suo… tempo!

Luca Ceccarelli

Assessore alla Pubblica Istruzione, Innovazione e Politiche Sociali

Un incontro per caso… Un’amicizia che nasce!

L’amicizia nel nido e nella scuola

L’amicizia dei piccoli e dei grandi!

I genitori raccontano...

Libera-mente arte

I bambini e l’espressione artistica

La musica è suono ancor prima delle parole

Adesso la parola ai bambini e alle bambine...

Ridiamo con i nostri bambini:

Loro sono dei veri maestri di comicità

pag 2

pag 3

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pag 6

pag 8

pag 10

pag 12

pag 14

Pagina 1

Direttore Istituzione ISIDE Barbara Biagioni

Gruppo per la stesura degli articoli

Genitori: Valerio Agnoletti Mirella Arca Tiziana Ascolese Najet Baba Lucia Betti Enrica Biagetti Patrizia Capitani Marco Caudai Roberta Cecconami Paola Cecere Cinzia Chechi Alessandro Costoli Daniela D’Agostino Tiziana Daviddi Rocco Della Rosa Federico De Rosa Carmela Di Mella Franco Fiorelli Ninfa Grassi Eleonora Guidotti Viola Lascialfari Silvia Mandelli Stefania Marrucci Irene Nencini Pietro Ognibene Daniela Pandolfi Eleonora Paolucci Chiara Riccardi Roberta Rocchi Massimo Saba Arca Salemme Alessandro Sozzi Manuele Spatarra Giulia Terrosi Roberta Toninelli Penelope Verdi Maurizio Zaccherotti Chiara Zanelli

Educatori: Paola Carta Susanna Fazzuoli Roberta Felli Laura Frosali Martina Mori Marco Viti

Insegnanti: Loredana Baccianti Loriana Bernabini Carla Bottinelli Agostina Di Marchi Marilena Farnetani Luciana Mazzetti

Gruppo di redazione Lucia Betti genitore

Rocco Della Rosa genitore

Silvia Mandelli genitore

Pietro Ognibene genitore

Loredana Baccianti insegnante

Agostina Di Marchi insegnante Laura Frosali educatore

Marco Viti educatore

Tiziana Ciacci Coordinatore Psicopedagogico

Istituzione Iside

Impaginazione e copertina Tiziana Ciacci Orietta Franceschetti

Marta (14 mesi); Leonardo (14 mesi); Sonia (15 mesi)

Page 4: Isidoro dicembre 2012 anno III numero II

Pagina 2

A ccolgo con piacere l'invito di introdurre questo

nuovo numero di "Isidoro", il periodico dell'Istituzione Iside realizzato dai genitori dei

bambini che frequentano i servizi per l'infanzia comunali insieme ad educatori ed

insegnanti. Si tratta di uno strumento utile, che si propone un obiettivo ambizioso ma

necessario: quello di creare momenti di confronto, riflessione ed incontro tra chi

eroga i servizi, le istituzioni pubbliche e le sue strutture operative, e chi ne

usufruisce: i genitori e i bambini, ai quali tutto questo importante lavoro è dedicato.

In questo numero Isidoro si concentra sul significato dell'esperienza dei bambini

nell'incontro con l'arte, con particolare riferimento alla musica, e sulle amicizie che

nascono nel nido e nella scuola sia tra bambini che tra genitori. Quello del rapporto

tra i bambini e l'arte è un tema interessante: sviluppare nei più piccoli la creatività e

favorire la loro libera espressione sono due obiettivi imprescindibili per un servizio di

qualità, che mira a formare i bambini ed aiutarli a crescere nella fase delicatissima

dello sviluppo.

Le strutture dedicate all'infanzia del Comune di Grosseto hanno da sempre prestato

grande attenzione a questi temi, nell'intento di avvicinare i più piccoli all'arte, a cui

si accompagna un grande lavoro volto a stabilire relazioni stabili di amicizia sia tra i

bambini che tra le famiglie.

Il lavoro che ne emerge è una scuola fatta di relazione, di scambio, di condivisione a

tutti livelli che, sono sicuro, consente di supportare adeguatamente le famiglie

nell'impegnativo, difficile ma importantissimo compito di educare i propri figli,

perché siano domani cittadini attenti e consapevoli.

Emilio Bonifazi

Sindaco di Grosseto

L’arte aiuta

i bambini a crescere

Page 5: Isidoro dicembre 2012 anno III numero II

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Ogni amicizia ha il suo… tempo!

L’ espressione artistica, in tutte le sue articolazioni, è essenziale ad un armonioso sviluppo della personalità. Ogni manifestazione creativa, a prescindere dalla specifica forma espressiva, implica la ricerca e la valorizza-zione di se stessi, e, al contempo, la possibilità di entrare in relazione con gli altri fino a raggiungere, con la maturità, una totale completezza nei

rapporti umani.

L’esigenza di esprimersi è presente già all’origine dell’umanità e risponde ad istinti primordiali che è possibile riscontrare nel gioco e nell’attività spontanea del bambino fin dai suoi primi mesi di vita.

L’educazione non può ignorare questa fondamentale esigenza, specialmente nell’era attuale, così forte-mente condizionata dal tecnicismo da risultare sempre più povera di genuinità e freschezza. E’ quanto mai necessario, pertanto, che le strutture educative, fin dalla più tenera età, promuovano l’alfabetizza-zione artistica in tutte le sue manifestazioni, favorendo il potenziamento della creatività espressiva.

Esistono differenti linguaggi atti ad esprimere le proprie emozioni e, fra questi, la musica sembra davvero essere alla portata di tutti! Questo intimo intreccio tra emozione e musica è radicato in ciascuno di noi, sia perché grazie a questa riusciamo ad esprimere i nostri più profondi sentimenti e stati d'animo, sia perché, volendo citare il poeta indiano Tagore, «il suono è dentro all’uomo, prima che attorno all’uomo», e il grembo materno è la prima orchestra. L'ascolto musicale favorisce nel bambino lo sviluppo della personalità affinando e accrescendone le diverse facoltà, quali l'affettività, la sensorialità, l'intelligenza, come anche la sensibilità, il temperamento e la maturità.

Sin dall’inserimento all’asilo nido, pertanto, è essenziale coinvolgere i bambini in attività che sostengano l’apprendimento musicale attraverso il suono libero di alcuni semplici strumenti, utili a sperimentare il senso del ritmo, oppure mediante esercizi che facilitino lo sviluppo della coordinazione motoria grazie all’associazione del suono al movimento. Perfino nei momenti di routine può risultare appropriato propor-re l’ascolto di musica e il canto come fonti di relax e benessere.

D’altro canto, qualunque esperienza orientata alla socializzazione e al lavoro di gruppo va adeguatamente incoraggiata da parte del personale che opera all’interno dei servizi dedicati all’infanzia, in quanto è proprio durante questo periodo che i primi rapporti sociali tendono a consolidarsi e diventare duraturi. Con l'ingresso nella scuola materna nascono le prime profonde amicizie, ma, soprattutto, nel rapporto con i coetanei i bambini imparano ad essere leali e rispettosi, o più semplicemente manifestano gesti di generosità, quali ad esempio condividere la merenda o prestare il giocattolo preferito.

Come riferiscono i genitori dei bambini inseriti presso le strutture del nostro territorio, ogni attività proposta, a prescindere dal fatto che si tratti di giochi liberi e spontanei oppure di momenti strutturati e organizzati, diventa occasione di socializzazione, oltre che di apprendimento.

Questo vale anche per gli adulti, che spesso ritrovano, all’interno del nido (o della scuola materna), un ambiente familiare aperto al confronto e allo scambio reciproco. Numerose, infatti, sono le occasioni di socializzazione offerte ai genitori, i quali, supportati dalla professionalità degli operatori, hanno la possibilità di condividere i propri vissuti partecipando ad appositi corsi come quelli per il sostegno alla genitorialità, o più semplicemente possono stringere nuove amicizie decidendo di unirsi ad altri genitori in uscite organizzate o momenti di festa insieme anche ai loro bambini.

Tutto questo, ricordiamolo, nella convinzione che le istituzioni abbiano il preciso compito di accompagna-re le famiglie nel delicato percorso di crescita dei figli.

Tutto questo, come è d’obbligo, nella volontà di confermare la nostra piena fiducia verso la qualità offerta dall’Istituzione Iside, la cui professionalità è testimoniata dall’impegno instancabile di tutti gli operatori nel voler migliorare un servizio che sin dalla sua nascita non fa che confermare brillanti risultati in ogni ambito.

Luca Ceccarelli

Assessore alla Pubblica Istruzione, Innovazione e Politiche Sociali

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UN INCONTRO PER CASO…

UN’AMICIZIA CHE NASCE! L’amicizia nel nido e nella scuola

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N ido e scuola dell’infanzia sono punti di incontro non solo per bambini, ma anche per i loro genitori. Il primo incontro avviene a settembre nella riunione di tutti i genitori. Successivamente, grazie agli inserimenti a piccolo gruppo,

alcuni si trovano a vivere insieme il distacco dal proprio figlio e quindi a condividere ansie ed aspettative.

D urante l’anno, oltre ai momenti dell’entrata e dell’uscita dei bambini, mamme, papà e nonni hanno l’opportunità di ritrovarsi per condividere feste, laboratori e gite. Questi momenti rappre-sentano l’occasione per conoscersi in modo più profondo, condividere esperienze e pensieri circa il ruolo genitoriale e trascorrere piacevoli momenti insieme! Ed è proprio così che possono nascere delle belle e significative amicizie!

«Grande cosa è l’amicizia e quanto sia veramente grande non lo si può esprimere a parole, ma soltanto provare»

Giovanni Crisostomo

N ell’amicizia tra bambini quello che più incanta è lo scegliersi all’istante, gettare le braccia al collo a qualcuno appena conosciuto solo per aver provato una bella sensazione. Le relazioni tra pari iniziano presto, non appena più bambini hanno l’occasione di stare insieme in modo continuativo. I piccoli inizialmente si avvicinano ai coetanei che percepiscono vicini sia fisicamente che nelle modalità messe in atto per interagire con l’altro ed esplorare l’ambiente. Crescendo i bambini iniziano a cercare nell’altro e nella relazione qualcosa di più complesso, entrano così in gioco i primi valori, quali la lealtà, l’intimità, l’accettazione, gli interessi comuni. Infatti per diventare amici occorre sapersi mettere nei panni dell’altro, essere solidali e soprattutto costruire personali strategie e modalità di gestione dei primi conflitti. Per maturare tali dimensioni è necessario relazionarsi con i coetanei ed il nido e la scuola dell’infanzia offrono, garantiscono e facilitano proprio in primo luogo tale relazione. Molti genitori raccontano che i loro figli la mattina, appena svegli, ripetono il nome di quel bambino che non vedono l’ora di rincontrare o la sera, prima di dormire, ripetono il nome di tutti i compagni. E lo vedono ogni mattina gli educatori e gli insegnanti, quale accoglienza sanno offrire i bambini agli amichetti che fanno ingresso al nido o alla scuola dell’infanzia: tutti intorno al bambino appena entrato, chi lo abbraccia, chi gli offre un gioco, chi oltre a baciarlo bacia anche la sua mamma! Poi moltissime amicizie nate al nido continuano alla scuola dell’infanzia! I bambini si cercano, si abbracciano, litigano e poi fanno pace. Giocando la loro personalità prende forma! Infatti è solo stando in un gruppo che il bambino impara che ci sono regole e turni da rispettare, affronta e risolve i litigi e gestisce le frustrazioni. Tutto sempre con l’attento sostegno dell’adulto che è pronto ad accogliere i suoi vissuti essendo però capace di la-sciargli lo spazio necessario per sperimentarsi. Così si impara con l’esperienza che togliere un gioco dalle mani di un altro bambino significa che questo si può ribellare.

Ginevra (5 anni);

Luca (5 anni); Andrea (6 anni)

Diego e Andrea (15 mesi)

Caterina Clara (2 anni e 10 mesi); Gabriele (2 anni e 6 mesi)

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Enrica, mamma di Anna (5 anni)

S ono la mamma di Anna, una bambina

di 5 anni che frequenta la scuola dell’in-

fanzia di Via Ungheria. Con i genitori di

Emma, Bianca, Greta e Ginevra siamo

amici da sempre. Greta e Ginevra

frequentano la stessa scuola di Anna e

tutte quante, Bianca compresa iscritta in

un’altra scuola, sono nate a settembre.

Abbiamo deciso di festeggiare nello stesso

giorno i compleanni in campagna, dove le

mamme hanno preparato il rinfresco,

mentre i nonni e i genitori hanno

organizzato varie attività per far divertire

i bambini. Così è nato un laboratorio di

pittura e manipolazione gestito da un

nonno ed è stato realizzato un tunnel con

scatoloni di riciclo. La grande sorpresa è

stata per tutti la cavalcata sui pony! In

questa festa di compleanno non c’è stato

scambio di regali. Noi tutti genitori e

bambini, abbiamo deciso così poiché siamo

profondamente convinti che il dono più

bello è stare insieme in amicizia!

Cinzia , mamma di Daniele (4 anni) e

Daniela, mamma di Andrea (4 anni)

L’ ingresso alla scuola materna segna

una tappa fondamentale per l’inserimento

sociale del bambino. L’atteggiamento

positivo dei genitori, la loro capacità di

fare da ponte tra il nuovo ambiente e

quello familiare, di esorcizzare la paura

del distacco sono i migliori presupposti per

aiutare il bambino a convivere con gli

altri. Purtroppo oggi sono sempre più rare

le situazioni che in passato facilitavano

l’incontro tra bambini anche prima

dell’inizio della scuola materna. Non ci

sono più le grandi famiglie, piene di

fratelli e cuginetti, circondate da vicini

di casa. Inoltre ci si sposta molto per

lavoro, spesso ci sono famiglie che nel

posto dove vivono e lavorano non hanno

parenti. Per questo trovo che l’esperienza

dell’asilo nido e poi della scuola materna

sia un buon punto di partenza per i

rapporti sociali. Quindi nido visto non

come luogo di assistenza per bambini di

madri lavoratrici, ma come contesto

educativo che favorisce le occasioni e le

dinamiche più adeguate per sviluppare

una positiva socializzazione. La nostra

esperienza di nido, facilitata e sostenuta

dalle relazione con le educatrici, ci ha

permesso di conoscere altri genitori. Ab-

biamo partecipato alle attività ed ai corsi

che ci sono stati proposti, come quello per

il sostegno alla genitorialità che si è

rilevato molto utile ed anche divertente,

sono state organizzate uscite come la gita

sulle canoe nel fiume Ombrone, sono state

organizzate cene in pizzeria anche in

estate, quando l’asilo è chiuso. Per il

lunedì di Pasqua alcuni genitori hanno

organizzato un pranzo all’aperto, in

questi giorni i babbi hanno programmato

una partita di calcetto fra le due classi e

noi mamme con i bambini saremo tutti

presenti a fare il tifo!!! Questa è la nostra

esperienza, quello che noi stiamo facendo

con e per i nostri figli. Le educatrici che

abbiamo incontrato ci sono state d’aiuto,

hanno favorito la socializzazione, ma il

merito è anche di noi genitori che

cerchiamo di fare il meglio per i nostri

bambini.

Carmela, mamma di Viola (21 mesi)

Ho notato in questo periodo l’amicizia tra

Mirko (2 anni)e Viola. Durante l’inserimento

Mirko accoglieva Viola all’ingresso cercando

di metterla a proprio agio. Ancora oggi lui

l’aspetta, l’abbraccia, la imita… Certo che a

questa età l’amicizia non è solo compagnia e

condivisione dei giochi. I bambini vedono nel

loro amichetto chi, come lui, gioca, corre,

ride e che gli è effettivamente, ma anche

affettivamente, vicino! Infatti talvolta queste

amicizie sono per sempre!!

Manuela (5 anni e 9 mesi)

Page 8: Isidoro dicembre 2012 anno III numero II

Manuela, mamma di Riccardo (2 anni)

V orrei iniziare premettendo che come mamma di due bambini sono fermamente convinta che

la grande ricchezza che il bambino trova al nido sono gli altri bambini. Lisa, che adesso ha nove

anni, la sera prima di addormentarsi ripeteva tutti i nomi dei suoi compagni dell'asilo e

Riccardo, che ha solo 16 mesi è già stato invitato a una festa!!!Riccardo all'asilo non è al centro

dell'attenzione come a casa o con i nonni, ma fa parte di un gruppo eterogeneo e ha imparato che

non può fare tutto quello che vuole, ma che ci sono delle regole di convivenza che bisogna

rispettare. Riccardo adesso e Lisa un po' di anni fa, hanno imparato che le loro azioni hanno delle

conseguenze, se si prende un gioco ad un altro bambino questo si può ribellare, quindi hanno

imparato ad affrontare situazioni che a casa non si possono concretizzare vista la mia continua

presenza “a difesa dell'una o dell'altra”. I bambini al nido si cercano, si abbracciano, si

scontrano, litigano, allenano cioè la propria personalità attraverso il gioco. E' anche vero però,

ahimè, che il primo anno di inserimento al nido è caratterizzato da piccoli frequenti malanni,

perché i bambini entrano in contatto per la prima volta con tanti coetanei. All'asilo nido regna la

libertà di espressione: i bambini utilizzano una gran varietà di materiali da manipolare, con cui

poter dipingere e con cui poter giocare a travestirsi. A casa, almeno i miei due bambini, non

hanno questa possibilità per problemi di spazio e organizzativi, altro punto a favore della

struttura educativa e delle meravigliose educatrici che fanno divertire ogni giorno i nostri

bambini nel momento in cui sono più fragili per la mancanza di mamma e papà. Infine,

l'amicizia che nasce tra i genitori consente a noi mamme e papà di imparare a rapportarsi con le

altre realtà, spesso molto vicine alla nostra vita quotidiana. Questo è fondamentale per non

sentirsi soli ad affrontare le tante difficoltà dividendosi tra bambini e lavoro con la speranza di

non far mancare alcuna attenzione ai più piccoli.

Pagina 6

UN GIARDINO… TANTE AMICIZIE!!!

C on il progetto “open garden” ai bambini viene offerta

l’opportunità di intrattenersi dopo l’uscita nel giardino della

scuola o del nido con i genitori. Nei giardini d’estate ci sono

alberi che offrono fresca ombra e d’inverno il muro

dell’edificio ripara dai venti. Vi sono sedie, panchine dove

sedersi per fare merenda e chiacchierare del più e del meno

mentre i bambini giocano. In queste occasioni si intensificano

le interazioni tra bambini che sono determinate da una ancora

più forte complicità, in un ambiente protetto e quindi

percepito come rassicurante. Protetti e al sicuro nella vasta

area verde, anche i genitori possono incontrarsi, ritrovarsi,

parlare, coltivare relazioni ed amicizie, confrontarsi, avere

degli scambi. Il clima distensivo, gioioso, che si crea in uno

spazio condiviso da tanti, permette aperture di ascolto,

discussione di problematiche personali, familiari; soprattutto

aiuta a non sentirsi soli. E’ piacevole socializzare all’aria

aperta mentre i figli si organizzano e si divertono in giochi

motori. La frequenza degli incontri ha favorito lo sviluppo di

tanti legami amicali, che sono andati oltre lo stesso giardino.

Sono continuati in un interscambio familiare ed anche

progettuale di uscite, feste, compleanni, ecc. ecc. Ciò ha

permesso il consolidamento di rapporti ed una migliore

conoscenza tra i bambini. All’interno del giardino, con un

prezzo simbolico, è anche possibile festeggiare compleanni,

invitando tanti piccoli amici, giocando, crescendo, uscendo

dalle proprie mura domestiche, divenendo consapevoli di

tante altrui realtà infantili e genitoriali. La scuola ed il nido

così diventano il luogo comune e conosciuto da tutti, bambini e

genitori che, in piena libertà, lasciano che le tensioni si

sciolgano per far posto al vissuto di piacevoli momenti di

incontro.

L’AMICIZIA DEI PICCOLI E DEI GRANDI! I genitori raccontano...

Ehi, bambino, che mi guardi da là fuori,

sei mai stato in un giardino dove parlano i fiori? E tu, bambina,

non stare lì incantata: vieni più vicina, è una bellissima giornata qui da me.

Dico a te, vuoi giocare con me? Vuoi venire nel giardino più carino che c'è?

- Ci sono prati, - ci sono fiori,

ma senza le maestre e nemmeno i genitori. I prati sono i soliti, ma i fiori son diversi.

Ci credi che parlano? - Parlano in versi!

Appena tu li tocchi loro dicono una rima: vieni e guarda coi tuoi occhi, che così facciamo prima, dai!

Viola, mamma di Laura (5 anni)

Federico (4 anni e 8 mesi)

Page 9: Isidoro dicembre 2012 anno III numero II

Pagina 7

Eleonora, mamma di Federico (4 anni e 10 mesi) e Maria Sole (13 mesi)

S i aprono le porte della scuola “Le Margherite” per Federico e la nostra famiglia acquisisce un

giardino! Ad oggi abbiamo un appartamento, due macchine, una corte interna ed un grande

giardino, dove vivere i nostri figli ed il nostro essere genitori, con la comunità della scuola

dell'Infanzia “Le Margherite”. Nel giardino c'è vita! Come mamma sono stata accolta in

giardino per conoscere le maestre ed il nuovo ambiente scolastico; è il luogo dell'inserimento di

mio figlio; è il luogo della conoscenza dove mamma e figlio coltivano nuove amicizie, Federico

scopre la bellezza di fare gruppo e l'emozione di creare i primi legami. Nel giardino si

condividono i compleanni, si invitano i cugini, gli amici di sempre, i nonni e gli zii a venire lì,

perché ormai non ci si muove più, si gioca solo nel “mio giardino… da far conoscere a tutti!!

Ogni giorno da più di un anno, quando vado a prendere Federico sento chiedermi seriamente e

in attesa di una risposta positiva: «Andiamo in giardino?». Il giardino è un piccolo parco

giochi, ci sono tanti pini, c’è tanta polvere, a volte fango, giochi sparsi fatti di plastica e legno:

scivolo, casette, capanna e un percorso realizzato con grossi pneumatici. I bambini vivono il

giardino intensamente! L’atmosfera che si è creata è quella di una comunità che si incontra per

far giocare e crescere insieme i propri cuccioli, dove condividere il proprio modo di essere

genitore, il divertimento, il piacere di conoscersi e… perché no, l’aiuto reciproco! Posso dire di

avere “allevato” la mia secondogenita in giardino! Nel giardino l’ho allattata, cambiata,

svezzata e per lei è stato il primo luogo di socializzazione con il mondo esterno!

Lucia , mamma di

Mattia (2 anni e 6 mesi)

Mio figlio si chiama Mattia e

frequenta il nido “il Canguro”

nella sezione dei medi. In classe

con Mattia c'è Gioia, una

bambina tutto pepe, codine,

gonne, fru fru, occhi chiari e

capelli biondi. Fra Mattia e

Gioia è nata un'amicizia. Sono

buffi insieme, alcune volte

giocano, altre volte Gioia

rimprovera Mattia come una

vera donnina, riprendendolo e

Mattia si ferma , la guarda in

modo stupito… Ma tutto

finisce sempre con un

gran sorriso e un

grande bacio!!!

Viola, mamma di Laura (5 anni)

C' è un giardino in un deserto che è il mondo. C'è un

giardino, semplice, forse un po' troppo spoglio, ma questa

povertà lo rende ricco, qui si può giocare con la terra, si

possono trovare dei fiori, perché l'erba non è di plastica. Ci

sono giochi un po' rotti, ma che aiutano ad inventare ed a

immaginare. E' uno spazio abbastanza grande da percorrere

ma non troppo grande, così non puoi perderti. Qui si incon-

trano amici già conosciuti e nuovi ancora da scoprire. C'è un

giardino dove mamme un po' stanche si fermano a

chiacchierare e riposare. Ci si conosce, si parla (forse l'unica

cosa di cui abbiamo veramente bisogno), si porta la

merenda, e c’è sempre un amico con cui dividerla! Ci si può

rilassare perché ci sono più occhi che controllano, vigilano e

osservano e intervengono solo se c'è bisogno. Nascono amici-

zie, scambi di opinioni, condivisioni, aiuto reciproco. C'è

qualcuno che deve scappare non può rimanere per correre

dietro a qualche impegno, alla vita frenetica. Ma c'è sempre

qualcuno su cui poter contare «Se devi andare lascialo con

noi non ti preoccupare! A dopo!». Ci sono i compleanni in

giardino anche per chi non è invitato, perché sono tutti invi-

tati. Ci sono gli sfoghi, i consigli, le semplici chiacchiere tra

conoscenti prima, confidenze tra amiche poi. E' come un tea-

tro il giardino, dove madri e padri osservano, come spettato-

ri non visti, i veri attori della scena, i bambini. Gli adulti ri-

mangono sullo sfondo rassicuranti, perché si può ricorrere a

loro in caso di bisogno, ma sono anche invisibili perché resta-

no abbastanza lontani così da non inquinare i giochi e i

conflitti. Il nostro giardino quando piove diventa un lago,

d'estate un deserto, ma qui si può essere liberi di inventare, si

gioca al più bel gioco del mondo. Facciamo finta che questo

era il castello e tu la principessa, che io ero il pilota e questa

la macchina, che io ero la mamma e tu il figlio. Il mondo dei

“grandi” c'è, ma rimane in secondo piano, è presente ma non

si vede, proprio come a teatro dove gli attori percepiscono la

presenza del pubblico, ma non lo vedono, grazie al buio

complice della sala, solo qualche applauso ricorda loro che

sono osservati. Chiunque entri nel giardino con lo spirito

giusto esce spesso un po' diverso e, sempre, con qualche amico

in più.

Laura (5 anni)

Page 10: Isidoro dicembre 2012 anno III numero II

LIBERA-MENTE ARTE I bambini e l’espressione artistica

Pagina 8

L’ arte, in tutte le sue manifestazioni espressive, è cultura, produce cultura: è fare bellezza, definendo la bellezza (come facevano i greci) il bello e il buono che stanno insieme. Quindi l’arte ha un’utilità sociale, è un presidio contro l’imbarbarimento, un antidoto alla bruttura in cui viviamo immersi.

L’ arte è indagine nell’animo, è traguardo di conoscenze e la conoscenza avvicina allo stato di libertà e di intervento sul mondo. L’arte si comprende guardando chi la fa. Il sistema scolastico dovrebbe stimolare, favorire a tutti l’accesso all’arte, la sua fruizione; dovrebbe conservare a tutti l’irrazionale, la capacità di stupirsi, avvicinandosi all’arte, ai suoi grandi, dando a tutti il diritto a quest’incontro. Quindi l’arte a scuola, che dovrebbe essere in primis un luogo di buon gusto e, perché no, di raffinatezza. L’arte è un punto interrogativo ed esclamativo, che genera turbamenti, quesiti, emozioni. Quindi un uso pedagogico dell’arte per produrre coscienza critica, per orientare scelte, percorsi motivati da curiosità personali e consapevoli.

Roberta, mamma di Nicole (5 anni)

N icole in primavera ha partecipato

all’esecuzione del murales presso la scuola

dell’infanzia di via Ungheria. Ricordo il suo

entusiasmo per il “lavoro” da eseguire, forse il

fatto stesso di creare qualcosa per la scuola la

faceva sentire importante, così come la collaborazione

con gli alunni del Liceo Artistico faceva di lei una

bambina “grande”, capace di interagire con i ragazzi!

La raffigurazione della nonna sul murales è la cosa che più l’ha colpita, forse l’idea di

riportare quell’immagine a lei così cara all’interno della scuola e inserirla in un contesto fatto

di colori vivaci e gioiosi, caratteristici di Mirò ma anche molto vicini al mondo infantile, ha

fatto di lei un’assoluta protagonista. Tanto protagonista che ha subito pensato di poter conti-

nuare l’opera anche a casa, ha infatti proposto un murales per la cameretta, uno per la sala e

così via…

A ttraverso l’arte, il bambino prende coscienza di sé, il che è la prima fase della comunicazione con gli altri; impara a “leggere”, a “vedere” di più e meglio e, quindi, a possedere. I bambini e le bambine vedono l’arte da un punto di vista privilegiato, quello di chi non ha ancora condizionamenti o pregiudizi di gusto. Essi giocano con l’arte, entrano in una dimensione che incanta, comunica, che si fa esplorare con tutto il corpo. Così l’arte rimane, gioca, si lascia copiare, smontare, ricostruire e reinterpretare.

L’ arte è linguaggio che si evolve nei tempi, ne contiene lo spirito, è pensiero che si trasforma in qualcosa di oggettivo. L’arte non si insegna, ma si può comunicare questa dimensione del sapere, del conoscere: una dimensione accessibile a chiunque, non soltanto a chi sceglie di dedicare la propria vita all’arte.

L entamente, faticosamente diventano meno netti i confini tra l’artista e l’uomo di strada: «Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo», come ci diceva Gianni Rodari. L’arte è manifestazione della propria interiorità. Il fine ultimo dell’arte è di intensificare e sviluppare la coscienza della gente. Attraverso le deviazioni dell’arte, possiamo riscoprire quelle immagini, davanti alle quali il nostro cuore si è aperto per la prima volta.

L’ arte “si mangia”…

Maurizio, padre di Nina (5 anni)

Le belle giornate contraddistinguono la primavera e l’estate: è il momento di uscire dalle quattro mura di casa e di portare i nostri bambini a contatto con la natura. Lo faccio sempre con mia figlia e vedo che piano piano comincia ad essere consapevole delle bellezze naturali. Osservare, esplorare e conoscere la natura è un modo per vivere a contatto con l'ambiente, per amarlo e rispettarlo. Se all'osservazione e alla conoscenza si aggiunge la creatività, tutto diventa più interessante!!! Fare arte nella natura è un modo originale e divertente per comprendere che esiste uno stretto legame fra l'uomo e l'ambiente, per educare alle relazioni ecologiche, al dialogo e al rispetto della natura attraverso il contatto diretto con essa. L'ambiente diventa così occasione di conoscenza, emozioni, sensazioni e aiuta a stimolare la fantasia ela creatività.

Page 11: Isidoro dicembre 2012 anno III numero II

L’ espressione artistica è un linguaggio universale di ampio spettro

che non conosce confini. Ha il potere di favorire sentimenti, idee, di

raffinare sensibilità, di caratterizzare un’espressione. La situazione

creativa può essere stimolata dai materiali, dagli strumenti di cui si

dispone, dalle stesse risorse dell’ambiente fisico. Nelle strutture

educative l’attività grafico-pittorica occupa un posto importante nel

processo di conoscenza sensoriale, espressiva, comunicativa dei bambini.

Essi manipolano, scoprono i colori, usano le dita, i pennelli, rulli, spugne,

ed altro ancora, per inventare, creare, esternare emozioni. Si sporcano,

sperimentano, macchiano fogli e tavoli. Sono gioiosi. La loro astrazione ha

vitalità conoscitiva. Rappresenta il crocevia tra natura e cultura.

Trasfigurando la realtà si appropriano di un mondo fantastico attivando

dinamismi positivi. L’autonomia del loro fare, la libertà artistica li fa

stare bene. L’inventare, il giocare con i colori è benessere psicofisico;

l’immaginazione è fonte primaria, puro investimento del momento

presente nel suo slancio vitale. Si va oltre la ragione e le parole in un

flusso liberatorio. Nell’anno educativo 2011/2012, il progetto condiviso

dalle scuole e nidi d’infanzia si è ispirato all’artista catalano Mirò. Esso ci

aiuta ad educare i bambini ad una concezione positiva della vita. Mirò, con

i colori forti e vivaci delle sue opere, ha dipinto la gioia ed ha permesso

una alfabetizzazione estetica. Egli ci insegna che una emozione può

semplicemente scaturire da un filo, una goccia, una macchia casuale.

L’opera d’arte è diventata un punto di partenza per un percorso didattico

comprensibile e fruibile dai bambini, che riproducono le opere

istintivamente, in modo originale spingendosi oltre le apparenze e al di là

delle convenzioni!!!

L’angolo di Mirò

R icco di effetti cromatici brillanti, l’”Angolo di Mirò” è il risultato di un lavoro impegnativo che ha visto all'opera bambini/e della scuola dell'infanzia “la Coccinella”, realizzato con l'utilizzo di piastrelle riciclate, dipinte dai piccoli con i colori acrilici e collocate in terra tipo viottolo, mobiles creati con legnetti assemblati con fili di nylon, quadri realizzati con corde, stoffe, sassi ecc. ecc. Pezzo forte di questo angolo pieno di suggestione e di bell'impatto cromatico è risultato il muro di mattoncini del ripostiglio che ha assunto importanza artistica dopo essere stato dipinto da bambini con i colori acrilici, come rappresentazione del muro dell'UNESCO realizzato da Mirò a Parigi. All'inaugurazione di questo angolo, ispirato all'artista catalano siamo intervenuti numerosi noi genitori, parenti, amici, dei piccoli/e artisti, per i quali l'esperienza è stata anche occasione di festa e di aggregazione. Per allietare questo suggestivo momento i bambini ci hanno dedicato i “canti del maggio” tipici della Maremma e i canti in inglese guidati da Mary, insegnate madre lingua. Il tutto si è concluso con una buona merenda.

Pietro, babbo di Daniele (4 anni e 6 mesi)

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Un laboratorio a cielo aperto

Il laboratorio ha l'obiettivo di sviluppare le

capacità di osservare, di riflettere, di porre

domande, per formare una nuova visione

dell'arte e della natura. Utilizzare in modo

creativo i materiali che la natura offre è

l'occasione per inventare nuove forme e nuovi

oggetti da restituire, come un dono, alla natura

stessa. Attraverso un’escursione lungo la duna

e la battigia della spiaggia di Principina, i

bambini sono stati guidati nella "raccolta" di

materiali naturali, per stimolare lo spirito di

osservazione e fare esperienze dell'ambiente.

Il materiale raccolto è stato poi utilizzato per

la realizzazione di un'opera d'arte, ispirata

anche dalla proposta di immagini di artisti

famosi.

Tiziana, mamma di Serena (5 anni)-

I l progetto formativo dello scorso anno prevedeva lo

studio di due artisti: Mirò e Kandiskij. I bambini hanno

imitato le loro opere e sperimentato le varie tecniche.

Ogni giorno Serena tornava a casa con qualche colore

sulle mani e tra i capelli e mi raccontava dei due artisti,

abbozzando qualche disegno astratto. L’episodio più

carino è stato quando siamo entrate in un negozio di

arredamento e lei guardandosi intorno ha notato un

quadro e ha detto: «Mamma guarda quello è un quadro

di Kandinsky». Il negoziante è rimasto a bocca aperta…

era proprio Kandinsky! Che soddisfazione! Al termine

dello studio, i bambini hanno visitato una mostra di

Mirò a Roma. I bambini erano bellissimi, entusiasti di

vedere e “toccare” le opere che avevano sperimentato a

scuola. Il progetto è stato coronato da un avvenimento

che li ha resi protagonisti unici: dipingere il vialetto

adiacente l’entrata della scuola: un vero e proprio

murales! In ogni pezzetto di quell’opera c’è la gioia e

l’entusiasmo di tutti i bambini. Nei giorni successivi, sia

all’entrata che all’uscita, Serena, come gli altri bambini,

si fermava a spiegarmi cosa aveva disegnato: «Ho dise-

gnato la nonna super, perché ha il bastone alzato e le ho

fatto i capelli gialli. E la mamma con i capelli marroni

e le treccine…». Ha poi raccontato di come è stato

disegnare con i ragazzi “grandi” (gli studenti del

Liceo Artistico, che hanno aiutato i bambini nella

realizzazione del murales). Insomma il murales ha

creato il clima di una vera galleria d’arte sotto il cielo!

Questo progetto a Serena è piaciuto tantissimo, difatti

anche durante le vacanze estive trovava sempre

qualcuno a cui raccontare la sua avventura!

Page 12: Isidoro dicembre 2012 anno III numero II

Pagina 10

LA MUSICA E’ SUONO

ANCOR PRIMA DELLE PAROLE

Franco, padre di Amanda (4 anni)

G ià da piccola la ninna nanna era una dolce canzoncina da ascoltare, da cantare, per cullare. E così con i primi suoni della ninna nanna, Amanda cresceva piano piano e si avvicinava alla musica e alla sua arte. Già nei primi mesi sentiva e ascoltava tutti i giorni le onde e le note di una radio che suonava e cantava. Erano le prime emozioni, erano i primi suoni, era l'arte, l'arte della musica! E così babbo Franco e mamma Dorota, insegnavano con dolcezza, delicatezza e assoluta libertà, come si poteva entrare in un mondo nuovo, un mondo diverso. Un mondo rappresentato non solo da asili, maestre, compagni di classe, giocattoli, cartoni animati, libri e qualsiasi altra cosa che un bambino "moderno" può avere a disposizio-ne, ma da un mondo magico, da sogno, quasi incantato, che è quello della musica. Amanda cresceva e aveva sempre più dentro di sé il desiderio di avvicinarsi a questo mondo e allora quando sentiva arrivare dei suoni da una radio o sentiva delle note musicali arrivare da un cd, un’autoradio, si voltava di scatto e cercava con lo sguardo l’origine dei suoni. Ecco cosa riusciva a creare dentro di lei, questo mondo incantato della musica: una curiosità infinita! Progressivamente Amanda si avvicinava sempre più alla casa di questi suoni, da dove proveniva tutto, ovvero uno studio di registrazione radiofonico (dove io lavoro) dove ha imparato a conoscere la musica e l'arte. Infatti non solo la musica e' arte, ma è la regina dell'arte. Non è stato difficile sentire direttamente da Amanda le prime canzoncine che aveva imparato da sola! Come per incanto cantava una vecchia canzone degli anni ‘80 (Vamos a la playa) e qualche canzoncina per bambini famosa. Era entrata nel mondo magico della musica giocando a suo modo con questa grande e bella arte. Ma il bello doveva ancora arrivare, erano solamente i primi passi che faceva, sia come bambina, sia come musicante. Trascorrevano i mesi, il primo, il secondo, il terzo anno e spesso si sentiva Amanda che cantava Vamos a la playa, Hello Kitty Nana na na nana', l'Ape Maia, Vieni qui, Il perché non lo so non lo so, Il pittore, ed ancora altre inventate da lei. I bambini ascoltano la musica, la inventano e la creano con particolari che trovano intorno a loro. «Babbo babbo guarda cosa faccio» mi disse un giorno, ma io non capivo e mi chiedevo: «Ma cha farà, ma che avrà inventato?». Aveva una forchetta e un cucchiaio in mano e agitandole nel tavolo, provocava dei suoni: per lei era un avvenimento bellissimo, divertente e ironico. Aveva solo due anni e scopriva continua-mente la musica! Suonava e suonava delle percussioni e improvvisava un ritmo. Insomma era diventata una batterista.

U n giorno le è stata regalata una piccola chitarra di plastica e così ha potuto trovare il modo per essere protagonista e soprattut-to una piccolissima artista! È passato un po' di tempo da quei momenti, alla chitarrina sono rimaste solo poche corde, ma nonostante tutto ogni tanto la prende e si improvvisa chitarrista. Abbiamo anche sperimentato qualche spot comunicato radiofoni-camente, con ottimi risultati! Chitarrista, batterista, cantante, DJ... Amanda, come tutti i bambini, può essere tutto questo. A quattro anni di distanza da quelle prime ninna nanne, Amanda è sempre più affascinata dall'arte della musica e dello spettacolo. Spesso entra nello studio di registrazione radiofonico e non gli basta più canticchiare qualche canzoncina o strimpellare qualche strumento, ora vuole essere più importante, vuole parlare, comunicare! Così partecipa a qualche trasmissione, diventa anche una speaker, conduttrice, animatrice e ballerina! È stupendo tutto quello che accade ed è accaduto. La ninna nanna dolce, romantica e infantile, si è trasformata in musica vera e propria. E così le canzoni continuano, si aggiungono, si rinnovano: una delle ultime è particolare e dimostra come i bambini possono giocare, inventa-re e creare con la musica. Sarà libera da grande di realizzarsi in qualsiasi cosa, lavorare, essere una mamma, essere importante e famosa o non, ma, in ogni caso o circostanza, dentro il suo cuore e la sua anima, avrà sempre una canzoncina, avrà sempre quei suoni di “cittina”, avrà sempre la musica che la accompagnerà nella strada della sua vita, quando noi non ci saremo più, ma di fronte a qualcuno o qualcosa ci ritroverà... «Quello è babbo, quella è mamma... Che mi hanno insegnato, che mi hanno ispirata... Io sono stata libera di decidere che la musica è con me e non mi lascerà mai!».

«Ninna ah, ninna oh, questa bimba a chi la do...

Ninna ah, ninna oh, questa bimba a chi la do?»

Abbiamo deciso, noi che siamo una famiglia, una mamma, un babbo e una figlia, non la daremo al lupo nero, mai, ma la consegneremo alla musica e l'arte! Amanda... Vai con la musica!

«E il perché non lo so, non lo so... E il perché non lo so non lo so…

E il perché non lo so, non lo so... E il perché non lo so non lo so… E il perché non lo so, non lo so... E il perché non lo so non lo so…»

Francesca (12 mesi); Diego (13 mesi);

Beatrice (11 mesi)

Luca, Ginevra, Morgan e Emanuela (5 anni);

Federico e Lucrezia (4 anni)

Page 13: Isidoro dicembre 2012 anno III numero II

Pagina 11

La Biodanza

La Biodanza per bambini ha lo scopo di facilitare, attraverso

il movimento spontaneo evocato dalla musica, lo sviluppo

delle potenzialità insite in ciascuno. Si tratta di un’attività di

gruppo divertente e allo stesso tempo profonda, che unisce

ad una parte più attiva, nella quale vengono proposti esercizi

e danze dal contenuto ludico che stimolano le capacità

ritmiche e di movimento, la creatività, l’integrazione

corporea e la coordinazione, ad una parte più lenta, dove gli

esercizi sono accompagnati da musiche melodiche

proponendo movimenti più morbidi e fluidi che lavorano per

sviluppare le capacità ricettive e di accoglienza, di

rilassamento, di riposo, nonché il senso di fiducia e la

disponibilità verso l’altro.

I bambini cantano ancora prima di parlare

Ballano ancora prima di camminare

S econdo gli esperti, esiste nella vita di un

individuo un periodo particolarmente

importante per l’apprendimento musicale ed

è, in pratica, quella fase della crescita che va

dalla nascita all’età prescolare. In tale lasso

di tempo le capacità innate di comprensione

e apprendimento della musica sono attive in

modo particolare. Ecco quindi che la musica

diventa in una sola volta gioco, occasione di

socializzazione, apprendimento: date ad un

bambino qualcosa da percuotere e otterrete

un ritmo, mettete insieme due bambini e

otterrete un’orchestra! Quindi il gioco

diventa occasione di apprendimento e, visto

che le menti dei nostri bambini sono partico-

larmente ricettive, l’occasione diventa

“ghiotta”. Adelaide ha quattro anni e mezzo

ed è sempre vissuta in un ambiente

particolarmente stimolante in tal senso: in

casa ha sempre trovato disponibili gli

strumenti del babbo (chitarre e percussioni)

e una quantità di cd da ascoltare! È per que-

sto che per lei la musica rappresenta

qualcosa di familiare, qualcosa con cui ha

sempre avuto a che fare! Per lei la musica è

una cosa seria e un gioco allo stesso tempo!

Dopo un primo momento in cui si

“accontentava” di poter giocare (ma non

troppo!) con gli strumenti del babbo, ha

cominciato a volere una collezione tutta sua:

uno xilofono, una tastiera, tamburi e

percussioni, una chitarra della sua misura,

microfoni e persino un violino giocattolo! E

non è raro quando le amichette e gli ami-

chetti ci vengono a trovare improvvisare una

jam session e la casa si trasforma in una sala

da concerti… Un pò caotica!

Valerio, babbo di Adelaide (4 anni e 6 mesi)

Marco, padre di Simone (6 anni)

L a musica è sicuramente un aspetto fondamentale nell’educazione e nel benessere

quotidiano, specialmente per i bambini. Essa li coinvolge in tantissime attività, anche le più

semplici: mentre si balla, si disegna, si gioca, si viaggia o si guarda la televisione. E’ una forma

d’arte raffinata e suggestiva, un linguaggio accessibile a tutti, dalla composizione al semplice

ascolto. La musica è fatta di suoni e silenzi che si alternano, e la vita ci fornisce innumerevoli

occasioni per incorniciare i momenti più belli della nostra giornata. Il suo ascolto comunica

tantissimi stati d’animo come gioia, vivacità, allegria ed i bambini la amano, la vivono con il

corpo cantando, saltando, muovendosi. Avere un figlio comporta difficoltà, timori, sacrifici…

Ma i momenti di gioia e le emozioni che ti può regalare sono impagabili e questo è il motore che

mi fa andare avanti con felicità nella vita. Condividere e partecipare a tutte le attività fami-

liari sono prerogative a cui non rinuncio mai; essere presente mi dà la consapevolezza dei

bisogni del bambino. Tutto ciò crea armonia nella mia famiglia, proprio come tante note

musicali che suonano bene insieme.

Eleonora, mamma di Federico (oggi 5 anni, al

tempo della biodanza 3 anni )

C on la biodanza Federico ha iniziato a

scoprire “un mondo interiore inesplorato”. Spesso

è tornato a casa dopo aver fatto biodanza alla

scuola materna affermando: «Io sono un leone,

questa è la mia forza!»; «Muoversi è bello e lo

faccio con gli altri bimbi, perché c’è la musica»;

«Non mi piace guardare gli altri che fanno

biodanza, è bello farla»; «Mi muovo con la

forza del leone».

Leonardo N., Sofia, Arianna, Alessandro, Clara, Sara,

Leonardo P., Giulia e Ilaria (4 anni); Riccardo (3 anni)

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Manuela (5 anni e 5 mesi): «L’arte è quando

ti vengono i pensieri e io li faccio a modo

mio».

Ginevra (5 anni e 3 mesi): «L’arte è un

colore... Un altro colore… Tanti colori per

riempire un foglio tutto bianco».

Carlotta (5 anni e 6 mesi): «… Poi anche

attaccare tutti i materiali che ci piacciono a

modo nostro».

Gemma (4 anni e 5 mesi): «L’arte è quello

che io mi invento».

Lucrezia (4 anni): «… È anche cantare, bal-

lare e suonare… A me piace cantare, mi vuoi

sentire? A… A… A… A… La… La… La… La…

La... Sono brava?».

Morgan (5 anni e 6 mesi): «Come i quadri

per esempio, fare i quadri allora… Questa è

l’arte?».

Federico (4 anni e 9 mesi): «Io conosco un

uomo che si chiamava Mirò e che disegnava

e colorava con noi, lui era un artista, allora

noi siamo artisti come lui!».

Francesco (4 anni): «Anche io so fare

l’artista».

Matteo (5 anni e 5 mesi): «L’arte è… Il cielo,

il mare, il sole… E quando lo disegno io e lo

coloro io».

Luca (5 anni e 6 mesi): «Io quando disegno,

se mi piace vuol dire che ho fatto l’artista e

anche quando gioco con le costruzioni e in-

vento le cose faccio l’artista».

Chanel (5 anni e 3 mesi): «L’arte… Sono le

cose che ci piacciono e le idee che io

disegno».

Noemi (4 anni e 6 mesi): «L’arte… È il

museo».

Rebecca (3 anni e 8 mesi): «L’arte è… L’arte

e io la so fare».

ADESSO LA PAROLA

AI BAMBINI E ALLE BAMBINE...

L’ARTE… A MODO MIO!

Azza (5 anni); Aya (5 anni)

Viola; Carlotta; Davide; Leonardo; Matteo

Leonardo (5 anni)

Greta; Alessandro; Andrea; Denis; Mattia

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Ginevra (5 anni e 1 mese): «Ho invitato tutti i miei amici in giardino per il mio compleanno

meno che Sofia perché non c’era, sai maestra! Cosa vuol dire amicizia? Che si forma un solo

gruppo cioè tutti per uno».

Luca (5 anni e 4 mesi): «Per me l’amicizia vuol dire volersi bene… Ma tanto come io e Morgan

che ci gioco anche quando la scuola è chiusa… Giochiamo con mio fratello Andrea nel giardino

della scuola e i nostri babbi e le nostre mamme diventano amici».

Carlotta (5 anni e 4 mesi): «Io ho tante amiche e gli voglio bene tipo Morgan, Luca e tutti gli

altri di scuola, anche il mio babbo è amico del babbo di Morgan, di Sofia, di Gemma, di Manue-

la, di Ginevra, di Matteo e la mia mamma è amica della mamma di Francesco, di Sofia, di Gem-

ma… L’amicizia per me nasce dal cuore quando batte forte forte».

Francesco (3 anni e 10 mesi): «I miei amici sono Gemma e Morgan e io gli voglio bene

(contando le dita) uno, due… Tanto tanto!».

Morgan (5 anni e 4 mesi): «L’amicizia è: primo stare insieme, passeggiare, fare festa insieme,

passeggiare, divertirci e volerci bene».

Gemma (4 anni e 3 mesi): «Io ho un amico più caro cioè Luca, io da grande… Ora non ho i

soldi e non posso ma da grande gli regalerò una macchina e Morgan gli regalerò una moto ma

volante».

È… L’AMICO È... … L’AMICIZIA A MODO MIO!

Sofia (5 anni e 4 mesi): «La mia grande

amica anzi amiche si tratta di Manuela e

Carlotta. L’amicizia è una bella cosa e si

sente dentro il cuore!».

Matteo (5 anni e 3 mesi): «Secondo me se ti

senti amico regali cose, giochi e ti piace stare

insieme e lo vuoi aiutare! Per amicizia

raccogli i fiori e li regali!».

Lucrezia (3 anni e 10 mesi): «Però io voglio

tanto bene alla famiglia mia… Che è amica

mia è amica anche Manu! Babbo e mamma

hanno tanti amici ma li incontrano poco

perché lavorano!».

Manuela (5 anni e 4 mesi): «Mamma e babbo

hanno gli amici e vanno a cena fuori… ».

Interviene Federico (4 anni e 7 mesi): «Ma

questa è una cosa meravigliosa eh! Io e

Carlotta siamo amiche poi tutti quelli della

mia scuola e se ci piace ci baciamo anche in

bocca! Lo sapevi?».

Federico (4 anni e 7 mesi): «Io ho un amico

che si chiama Marco, gli voglio tanto bene e

lo abbraccio, facciamo le gare e chi vince,

vince tanto e ci si vuole bene lo stesso».

Carlotta (5 anni e 6 mesi)

Andrea (19 mesi); Dorotea (15 mesi)

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Viola, mamma di Laura (5 anni)

Il disegno di Laura rappresenta la sua famiglia e la sua casa. È la

sua realtà! Ha collocato questa sua realtà, anche affettiva, sotto

un arcobaleno colorato, che secondo me rappresenta la sua

fantasia ed immaginazione. È proprio la prima cosa che ha

disegnato, un grande arcobaleno colorato che protegge la sua

famiglia ed il suo mondo! Raffigura la nostra famiglia

collocata ben al centro del foglio, i personaggi sono un po’

piccoli ma

ricchi di

particolari e

differenziazioni.

Lei si è disegnata

con un abito dalle maniche a “sbuffo” come

piacciono a lei! Anche nella miniatura non

rinuncia alla vezzosità ed alla civetteria!

Lei si è disegnata vicino al padre verso cui

nutre un affetto particolare! Lui è il più alto

di tutti gli altri e un po’ “ricciolino”! Mi ha

raffigurato con un palloncino a forma di

cuore in mano che penso ci unisca

simbolicamente. Pietro, il fratello maggiore,

è collocato nel disegno accanto a me,

cogliendo il nostro attaccamento. Siamo

tutti sorridenti e sereni! Abbiamo tutti i

vestiti di colore diverso, e per me il rosa che

è il suo colore preferito! Ancora un’altra attenzione per me! Ha disegnato poi la nostra casa ben

protetta da un solido tetto, con le finestre tutte colorate. In questo disegno c’è il suo mondo,

materiale e affettivo, contornato dalla sua fervida fantasia e protetto dall’alto da una fata e

addirittura da Dio che è dietro alla nuvola! Questo disegno, così ricco di particolari,

rappresenta Laura così come è, serena ed acuta osservatrice, esprimendo il bisogno di sentire il

suo mondo protetto e preservato, proprio come tutti i bambini della sua età!!

ALESSANDRA (4 ANNI)

Camminando al parco:

«Quanto ci vuole? Eh, ci vuole….

Ci vuole…. Non ce la fò più!!!»

GIOVANNI (4 ANNI)

«Se noi ci dipingiamo

tutti, diventiamo dei

quadri come i colori

dell’arcobaleno!»

Questa rubrica, che accompagna le pubblicazioni di Isidoro, come ormai consuetudine viene dedicata alle diverse forme e modalità di divertimento condiviso con i figli. In questo numero quindi abbiamo voluto dare spazio alle rappresentazioni grafiche dei bambini e delle bambine e alla condivisione delle stesse con i genitori, consapevoli dell’importanza della valorizzazione dell’espressione creativa e di come questa possa essere occasione di incontro con l’adulto. Quindi condividere con i figli alcuni di questi momenti espressivi, permette ai bambini e alle bambine di esprimersi liberamente e ai genitori di accogliere e stimolare la fantasia del figlio, nonché partecipare ai loro vissuti ed emozioni, attraverso un ascolto attivo, coinvolto e non giudicante. Possiamo perciò affermare che disegnare è un piacere e un’opportunità da cogliere e soprattutto da condividere per crescere insieme!

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C omprendere il significato

dell’espressione

grafica-pittorica dei bambini rifugge dai

condizionamenti e dai canoni estetici

degli adulti. I bambini non si esprimono

con la tridimensionalità, quindi per comprendere il loro disegno si deve entrare

dentro un mondo

diverso, è necessario

entrare nel loro modo

di percepire il mondo.

P er esempio uno

schizzo giallo con un

puntino rosso può

essere qualsiasi cosa

per il bambino-

autore, l’attribuzione

non è mai casuale

bensì risponde a

precise dimensioni

emotive e cognitive

espresse in quel momento.

Q uindi per comprendere un

disegno è necessario tornare anche

noi bambini, uscire da una

dimensione strettamente

mentale per aprirsi ai

vissuti, all’accoglienza e

all’ascolto dell’esperienza

del bambino. L’albero di

Emanuele ci apre così ad una

dimensione percettiva, che può essere

definita totalizzante in quanto rappresenta l’espressione del suo

mondo, costituito da pensieri ed emozioni che si esprimono

attraverso un linguaggio unico ed irripetibile.

ALESSANDRA (4 ANNI)

«Mi sento in un mo-mento “amoroso”»

LUCA (5 ANNI E 1 MESE) MORGAN (5 ANNI E 1 MESE) In sezione entra Luca

accompagnato dal papà. In classe il

neon si era appena guastato…

Morgan: «Meno male che sei venuto

a riparare il lampadario!»

Babbo di Luca: «Perché sono alto?» Morgan: «Eh si!»

ALESSANDRO (4 ANNI)

«Non si sa se mi ricordo qualcosa…

Ora ci penso!»

ISAIA (5 ANNI)

«Dopodomani, quando era ieri, sono andato al mare»

ALESSANDRA

(4 ANNI)

«L’acqua da piange-

re sono le lacrime»

GIOVANNI (4 ANNI) «Abbiamo fatto tanti chilometri per vedere gli

animali… e ho perso il fiato!»

Riccardo: «Voglio fare una stella

cadente!»

Maestra: «Allora con la scia!»

Marco (4 anni): «No! Perché le

stelle non sciano!!!»

Emanuele (2 anni e 6 mesi)

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I bambini disegnano l’amicizia e l’arte

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