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LA SCAPIGLIATURA Descrizione di Gianfranco Contini: “La Scapigliatura è termine milanese, anzi ad aver l’occhio alla personalità del lettore, ambrosiano”. Evidentemente ha presente il frontespizio del romanzo di Cletto Arrighi “La Scapigliatura e il 6 febbraio”, poi dà una collocazione geografica precisa: Milano, città ambrosiana perché S. Ambrogio è il patrono di Milano. Da un lato situa il movimento nel luogo centrale dove la Scapigliatura ha sede, dall’altro si riferisce al romanzo che dà l’etichetta a tutto il movimento. Il titolo è un omaggio esplicito al racconto parigino di Murger “La Vie de Bohème”. Andando avanti nella sua descrizione, Contini evidenza altre tre marche distintive: La Scapigliatura è sinonimo di un programma biografico antiborghese. Gli scapigliati fanno della loro vita un scelta esistenziale con comportamenti anticonformisti conseguenti. Il movimento ha un forte legame generazionale, si esaurisce nel campo di una generazione, e coloro che vi aderiscono nascono tutti verso la fine degli anni ’20 e i primissimi anni ’30 (ciò determinerà conseguenze salienti nelle loro scelte di vita e letterarie). Possiamo risalire a questo legame generazionale anche attraverso le loro relazioni documentate, il riferirsi tra loro nelle loro poesie e dediche dei romanzi. La Scapigliatura indica un costume tendenzialmente rivoluzionario. Non è un caso che la propaggine estrema della scapigliatura venga denominata proprio per le sue scelte di tipo ideologico-politiche “Scapigliatura democratica”. Vi appartiene Filippo Turati, padre del socialismo italiano. In questo programma non si riconoscono gli scapigliati piemontesi, gruppetto più sparuto ma soprattutto più cauto, costumato e attenti all’ordine, senza gli eccessi che caratterizzano la scapigliatura milanese. Il loro elemento di rottura sta soprattutto nelle scelte linguistiche. La designazione di Scapigliatura ha confini molto labili, è una mera etichetta letteraria: “In fondo la Scapigliatura è un cartellino di arte poetica”. Ma soprattutto si caratterizza per essere la prima avanguardia italiana. Nasce subito dopo l’esperienza romantica e avrà i suoi momenti più forti tra la seconda metà degli anni ‘60 e ‘80. Questa è un’avanguardia letteraria dal respiro europeo che guarda con particolare interesse verso il Realismo francese (Zolà, Balzac) e l’umorismo inglese e tedesco. È un movimento che cerca l’eccezione, ciò che va verso la rottura anziché il conformismo, scagliandosi contro il mondo ordinato delle convenzioni del passato, arrivano anche verso un’evasione magica e fantastica. Con Ugo Tarchetti abbiamo le prime manifestazioni della letteratura fantastica italiana. Gli scapigliati per antonomasia sono soprattutto quelli del gruppo milanese, in particolare una terna di tre personaggi: Emilio Praga (1839-75), Igino Ugo Tarchetti (pur essendo piemontese di nascita, gran parte della sua vita la vive a Milano, 1839-69) e Arrigo Boito (padovano, milanese di adozione, 1842-1918). A questa terna si aggiungono altri nomi: il fratello di Arrigo, Camillo Boito, e Antonio Bislanzoni, che oltre ad essere un romanziere è un grande amante del teatro. Scrive libretti d’opera (es. L’Aida di Verdi) e fonda la rivista “Minima” dove Tarchetti pubblicherà le sue riflessioni teoriche sul romanzo. Sono una società letteraria che si identifica in alcuni luoghi deputati che non sono né le accademie né le università; sono innanzitutto i caffè (specialmente il Caffè Saldini di Milano), e le case editrici, luoghi di ritrovo e conversazione. Quali sono gli obiettivi del loro fare letteratura? Innanzitutto la ricerca del vero attraverso la rottura dell’ordine esistente, scompigliando le regole. Verità quindi realismo (francese), ma anche ricerca del realismo espressivo, la parola vera che fa riferimento all’essenza delle cose e alla materialità della vita. C’è un ancoraggio al presente: hanno molti conti in sospeso col passato, a loro interessa vivere il presente. Questo realismo espressivo diventa a volte violenza linguistica, una lingua che a tratti diventa quasi blasfema (vedi la produzione di Faldella). Altra caratteristica dei poeti scapigliati è quella di incarnare un ideale letterario nella loro stessa vita, facendo della vita un’opera d’arte. Hanno costruito le loro biografie esasperando le connotazioni patologiche, descrivendo le loro vite come casi clinici, rimarcando le forme di disordine, eccesso e morbosità. In particolare in “Lettera U” di Tarchetti viene esasperata l’ossessione per la lettera U, resa visivamente con l’ingrandimento tipografico progressivo della suddetta lettera all’interno del testo. Questa teatralizzazione degli atteggiamenti trasgressivi farà sì che vengano etichettati come “poeti maledetti” o “poeti dalle vite bruciate”. Emilio Praga – Preludio Esempio di espressivismo linguistico Noi siamo i figli dei padri ammalati: aquile al tempo di mutar le piume, svolazziam muti, attoniti, affamati, sull'agonia di un nume. nume = Alessandro Manzoni

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  • LA SCAPIGLIATURA

    Descrizione di Gianfranco Contini: La Scapigliatura termine milanese, anzi ad aver locchio alla personalit del

    lettore, ambrosiano. Evidentemente ha presente il frontespizio del romanzo di Cletto Arrighi La Scapigliatura e il

    6 febbraio, poi d una collocazione geografica precisa: Milano, citt ambrosiana perch S. Ambrogio il patrono

    di Milano. Da un lato situa il movimento nel luogo centrale dove la Scapigliatura ha sede, dallaltro si riferisce

    al romanzo che d letichetta a tutto il movimento. Il titolo un omaggio esplicito al racconto parigino di Murger

    La Vie de Bohme. Andando avanti nella sua descrizione, Contini evidenza altre tre marche distintive:

    La Scapigliatura sinonimo di un programma biografico antiborghese. Gli scapigliati fanno della loro

    vita un scelta esistenziale con comportamenti anticonformisti conseguenti. Il movimento ha un forte

    legame generazionale, si esaurisce nel campo di una generazione, e coloro che vi aderiscono nascono

    tutti verso la fine degli anni 20 e i primissimi anni 30 (ci determiner conseguenze salienti nelle loro

    scelte di vita e letterarie). Possiamo risalire a questo legame generazionale anche attraverso le loro

    relazioni documentate, il riferirsi tra loro nelle loro poesie e dediche dei romanzi.

    La Scapigliatura indica un costume tendenzialmente rivoluzionario. Non un caso che la propaggine

    estrema della scapigliatura venga denominata proprio per le sue scelte di tipo ideologico-politiche

    Scapigliatura democratica. Vi appartiene Filippo Turati, padre del socialismo italiano. In questo

    programma non si riconoscono gli scapigliati piemontesi, gruppetto pi sparuto ma soprattutto pi

    cauto, costumato e attenti allordine, senza gli eccessi che caratterizzano la scapigliatura milanese. Il loro

    elemento di rottura sta soprattutto nelle scelte linguistiche.

    La designazione di Scapigliatura ha confini molto labili, una mera etichetta letteraria: In fondo la

    Scapigliatura un cartellino di arte poetica. Ma soprattutto si caratterizza per essere la prima

    avanguardia italiana. Nasce subito dopo lesperienza romantica e avr i suoi momenti pi forti tra la

    seconda met degli anni 60 e 80. Questa unavanguardia letteraria dal respiro europeo che guarda con

    particolare interesse verso il Realismo francese (Zol, Balzac) e lumorismo inglese e tedesco. un

    movimento che cerca leccezione, ci che va verso la rottura anzich il conformismo, scagliandosi contro il

    mondo ordinato delle convenzioni del passato, arrivano anche verso unevasione magica e fantastica.

    Con Ugo Tarchetti abbiamo le prime manifestazioni della letteratura fantastica italiana.

    Gli scapigliati per antonomasia sono soprattutto quelli del gruppo milanese, in particolare una terna di tre

    personaggi: Emilio Praga (1839-75), Igino Ugo Tarchetti (pur essendo piemontese di nascita, gran parte della

    sua vita la vive a Milano, 1839-69) e Arrigo Boito (padovano, milanese di adozione, 1842-1918). A questa terna

    si aggiungono altri nomi: il fratello di Arrigo, Camillo Boito, e Antonio Bislanzoni, che oltre ad essere un

    romanziere un grande amante del teatro. Scrive libretti dopera (es. LAida di Verdi) e fonda la rivista Minima

    dove Tarchetti pubblicher le sue riflessioni teoriche sul romanzo. Sono una societ letteraria che si identifica in

    alcuni luoghi deputati che non sono n le accademie n le universit; sono innanzitutto i caff (specialmente il

    Caff Saldini di Milano), e le case editrici, luoghi di ritrovo e conversazione.

    Quali sono gli obiettivi del loro fare letteratura? Innanzitutto la ricerca del vero attraverso la rottura

    dellordine esistente, scompigliando le regole. Verit quindi realismo (francese), ma anche ricerca del realismo

    espressivo, la parola vera che fa riferimento allessenza delle cose e alla materialit della vita. C un

    ancoraggio al presente: hanno molti conti in sospeso col passato, a loro interessa vivere il presente. Questo

    realismo espressivo diventa a volte violenza linguistica, una lingua che a tratti diventa quasi blasfema (vedi la

    produzione di Faldella). Altra caratteristica dei poeti scapigliati quella di incarnare un ideale letterario nella loro

    stessa vita, facendo della vita unopera darte. Hanno costruito le loro biografie esasperando le connotazioni

    patologiche, descrivendo le loro vite come casi clinici, rimarcando le forme di disordine, eccesso e morbosit.

    In particolare in Lettera U di Tarchetti viene esasperata lossessione per la lettera U, resa visivamente con

    lingrandimento tipografico progressivo della suddetta lettera allinterno del testo. Questa teatralizzazione degli

    atteggiamenti trasgressivi far s che vengano etichettati come poeti maledetti o poeti dalle vite bruciate.

    Emilio Praga Preludio Esempio di espressivismo linguistico

    Noi siamo i figli dei padri ammalati:

    aquile al tempo di mutar le piume,

    svolazziam muti, attoniti, affamati,

    sull'agonia di un nume. nume = Alessandro Manzoni

  • Nebbia remota lo splendor dellarca, Scelte linguistiche che fanno riferimento a un lessico

    e gi all'idolo d'or torna l'umano, evangelico, cristiano, ma per dissacrarlo dallinterno.

    e dal vertice sacro il patriarca

    sattende invano;

    sattende invano dalla musa bianca

    che abit venti secoli il Calvario,

    e invan l'esausta vergine s'abbranca

    ai lembi del Sudario...

    Casto poeta che lItalia adora, Dissacrazione che passa attraverso la figura di Manzoni,

    vegliardo in sante visioni assorto, casto poeta, vegliardo in sante visioni assorto, poi

    tu puoi morir!... Degli antecristi lora! presa di distanza totale: Degli antricristi lora!, Cristo

    Cristo rimorto! rimorto!, non risorto!

    O nemico lettor, canto la Noia,

    leredit del dubbio e dellignoto,

    il tuo re, il tuo pontefice, il tuo boia,

    il tuo cielo, e il tuo loto!

    Canto litane di martire e d'empio; Il poeta nuovo canta le litanie del martire o dellempio,

    canto gli amori dei sette peccati connotazioni dissacranti. Ossimoro: gli amori dei sette

    che mi stanno nel cor, come in un tempio, peccati associati allidea del tempio.

    inginocchiati. Bisogno di contrapporsi, di esibire questo anticonformismo,

    questa rottura con la societ e i letterati del tempo,

    Canto le ebbrezze dei bagni d'azzurro, esaltando le contraddizioni. Contrapposizione ma allo stesso

    e lIdeale che annega nel fango... tempo percezione che hanno questi poeti della loro

    Non irrider, fratello, al mio sussurro, marginalit e inutilit.

    se qualche volta piango:

    giacch pi del mio pallido demone,

    odio il minio e la maschera al pensiero,

    giacch canto una misera canzone,

    ma canto il vero!

    Emilio Praga Allamico (Arrigo Boito)

    [] Tu, biondo e malinconico Si rivolge direttamente allamico come compagno di visioni

    compagno di visioni, che si traducono in torbide canzoni e battaglie.

    cui palpitando mormoro

    le torbide canzoni,

    tu sai le mie battaglie,

    le mie superbie sai,

    e presto mi vedrai

    venir ridendo a te;

    e dirti: il ciuco e il ninnolo, Altro bersaglio sempre presente: la societ borghese,

    il masso e la beghina, conformista per leccellenza, tutta proiettata in una

    son scesi a conciliabolo, dimensione meramente economicistica.

    una bella mattina,

    e han giurata impossibile,

    in nome del buon senso,

    la cara arte ch'io penso

    quella che pensi tu.

    Arrigo, e alla materia Continua contrapposizione tra reale e ideale, tensione verso

    e all'azzurro ineggiando, lideale ma ancoraggio al quotidiano. Autodefinizione di

    le sordit del prossimo Praga coinvolgendo contemporaneamente lamico: profeti

    ritenterem, cantando, inutili, proiettati verso un futuro ma che non hanno

    forse profeti inutili, seguito, avvertono la loro marginalit.

    ma lieti, in santa guerra,

  • gli aromi della terra,

    gli effluvii di lass!

    Gli scapigliati sono ancorati al presente ma hanno conti in sospeso col passato, in particolare con la

    generazione dei loro padri. Non ne hanno potuto e saputo accettare leredit, ci che era stato il grande

    collante della generazione precedente: lideale dellunificazione nazionale. Gli scapigliati sono coloro che

    arrivano subito dopo: sono circa ventenni nel momento in cui lunificazione si compie, ma si trovano di fronte alle

    aspettative deluse, una frustrazione per coloro che avevano investito moltissimo in questo ideale. Non possono o

    non sanno accettare questeredit perch vi grava una penale, legata a una serie di simboli e toponimi, cio le

    sconfitte della prima guerra dindipendenza, anche per la modalit con cui stata raggiunta (diplomazia

    europea). In particolare su Pio IX si concentra tutta la loro acredine, perch stato colui che per primo si

    ritirato di fronte agli entusiasmi della prima guerra dindipendenza, portando alla disfatta lesercito sabaudo. In

    una poesia intitolata Inno a Pio IX si percepisce la distanza tra linvestimento emotivo anche da parte dello Pio IX

    al movimento della rivoluzione del 48 e il suo rompere la compattezza del fronte.

    La protesta della Scapigliatura ha le sue radici in questa eredit e nelle forme di dissenso civile che si

    esprimeranno con la protesta verbale e anticonformista, prendendo le distanze dalla societ borghese. Gli anni

    60 sono il periodo in cui anche a Milano, dopo la tempesta, subentrata una bonaccia che non produce nulla se

    non immobilismo e stagnazione, e i giovani non tollerano questo clima. Le loro parole dordine sono ribellismo,

    disordine, vita maledetta, disperazione suicida. A volte realizzano forme di autoannullamento e

    autodistruzione di fronte a questa vita maledetta che li conduce al suicidio. Hanno la percezione di una mancanza

    di solidit, di vivere su delle macerie su cui si fatica a costruire qualcosa di duraturo che regga allimpatto del

    tempo.

    Di questo confronto con la storia del presente, gli scapigliati sono i primi sdegnosi critici. Sono i primi pittori della

    vita moderna perch alcuni di loro non sono solo poeti, bens esercitano anche pittura, disegno, musica. Il

    presente che descrivono non pi quello della realt rurale, ma il presente della citt. Si radicano nella vita

    urbana, in particolare Milano, di cui aborriscono il convenzionalismo, i valori borghesi, il perbenismo,

    mentre invece abbiamo uno scagliarsi ossessivo contro il Dio denaro.

    Gli scapigliati nelle loro opere trasmettono questo loro disagio esistenziale, questo sentirsi lacerati tra la tensione

    ideale a voler svolgere un compito di rinnovamento letterario e linadeguatezza, il senso di marginalit, e

    reagiscono allo scacco col ribellismo, la denuncia, e lanticonformismo. Ogni momento di disinganno coincide con la

    scelta di autodistruzione e autoannullamento. Trovano ununica valvola di sfogo, quella della denuncia sociale

    manifestata attraverso i romanzi.

    Cosa li caratterizza in positivo?

    Lattenzione non soltanto alla letteratura, bens alla ricerca di affinit tra le arti; non sono soltanto poeti

    e letterati, ma anche pittori, musicisti, critici darte Nelle loro scelte espressive c una contaminazione

    tra diversi generi artistici, per es. Tarchetti stato un grande maestro nella compresenza di moduli

    narrativi diversi.

    Pur non trattandosi di una vera e propria scuola ma solo di una comunit di pensiero, questi giovani fanno

    gruppo. Questo sodalizio viene rappresentato molto bene nei loro romanzi, ha un collante molto forte nel

    legame amicale e nel tipo di solidariet.

    Laltra modalit moderna di espressione lo strumento della rivista. Da questo punto di vista sono stati

    molto prolifici, hanno compreso limportanza della rivista come strumento per la circolazione delle loro

    idee. Prima dellopera propria, era importante diffondere le idee con uno strumento pi agile, dinamico,

    facilmente fruibile. Alcuni esempi di riviste fondate dalla Scapigliatura sono Minima di Bislanzoni, il

    Gazzettino rosa, la Farfalla.

    Questi scrittori realizzano una forma di sdoganamento rispetto al passato. Nonostante la loro esiguit e

    marginalit, riescono comunque a produrre qualcosa di nuovo. Sono molto originali e sono riusciti a far

    sentire al pubblico la loro voce che ha sempre una tensione ossimorica tra ideale e reale.

    Hanno una consapevolezza politica e letteraria allo stesso tempo delle contradizioni in cui vivono e delle

    lacerazioni del presente. Si scagliano contro i codici convenzionali della societ e si percepiscono come il

    nuovo che avanza, esprimendosi innanzitutto con lo stile di vita e poi con le loro opere.

    Questo gruppo esprimeva nel suo atteggiamento di rottura un dissenso civile. Ha rappresentato

    uninversione di tendenza verso i canoni letterari ufficiali, non soltanto dal punto di vista formale,

    ma anche scegliendo temi mai affrontati, uno tra tutti la polemica civile. Citiamo Una nobile follia di

    Tarchetti (1866-67), il primo romanzo antimilitarista della nostra letteratura. Tarchetti, che aveva fatto

  • esperienza dellesercito, si ergeva contro listituzione militare come istituzione totale, proprio nel momento

    in cui lopinione pubblica sentiva un senso di gratitudine per lunificazione. Lapparato ha reagito

    abbastanza velocemente, sollecitando un altro scrittore a proporre un testo che facesse argine a questa

    critica molto serrata, seppur motivata. Si tratta di Edmondo De Amicis che lanno successivo pubblica una

    raccolta di racconti intitolati La vita militare.

    La dimensione individuale-biografica, cio il fare della vita unopera darte. Oltre alla proiezione

    polemica contro la societ civile, cera nelle loro opere un interrogarsi sulla propria geografia interiore. Si

    ponevano quesiti di tipo esistenziale-introspettivo: chi erano, qual era il valore delle loro azioni, qual

    era il significato del loro fare arte? Si individuano nuovi simboli e nuove forme di espressione per

    esprimere tutto ci, per esempio la letteratura fantastica, tema inedito nella letteratura italiana.

    La Scapigliatura ha avuto una funzione letteraria importante perch ha sprovincializzato la cultura italiana

    attraverso tecniche nuove e lapertura di orizzonti nei confronti della produzione letteraria

    europea. Tramite recensioni e traduzioni, nelle loro riviste facevano conoscere le opere e le teorie che

    stavano attraversando lEuropa, in particolare Francia e Germania. Felice Cameroni, che firmava i suoi

    articoli sotto lo pseudonimo di Pessimista, stato colui che ha fatto conoscere il Realismo e il

    Naturalismo francese.

    CLETTO ARRIGHI LA SCAPIGLIATURA E IL 6 FEBBRAIO

    La Scapigliatura e il 6 febbraio apre la produzione narrativa scapigliata e ha una fama di tipo terminologico:

    attraverso questo romanzo si sancita la denominazione di questo movimento culturale. Il termine per non

    stato inventato da Arrighi ( uno pseudonimo, il suo vero nome Carlo Righetti), bens ha un origine letteraria

    attestata in raccolte di rime e capitoli piacevoli tra fine Cinquecento e Seicento. Di questo romanzo viene

    anticipato un capitolo intitolato La Scapigliatura milanese: frammenti pubblicato nel 1858 sulla rivista milanese

    LAlmanacco del Pungulo diretta da Leone Fortis, a cui Cleto Arrighi collaborava assiduamente. Solo nel 1862

    questo romanzo uscir in volume, che lancia la denominazione e situa il movimento nella metropoli lombarda di

    Milano. Il titolo di questedizione viene aggiornato, diventando: La Scapigliatura e il 6 febbraio / Un dramma di

    famiglia / Romanzo contemporaneo. Il titolo sar ulteriormente modificato nella seconda edizione del 1880 in La

    Scapigliatura / Romanzo sociale contemporaneo.

    NellOttocento la Scapigliatura indica la generazione dei giovani nati tra la fine degli anni 20 e i primi

    anni 30, i quali avevano partecipato tangenzialmente alle imprese del 1848. Ci che li unisce, oltre al dato

    anagrafico, il fatto che hanno un credo ideologico-politico condiviso, quello democratico-libertario. Il

    romanzo di Arrighi in particolare realizza un innesto tra quello che il riferimento storico (Risorgimento,

    periodo post-quarantottesco) e il tema letterario tradizionale, quello della bohme che si fa allesperienza

    parigina, in particolare a Murger. Questo movimento conosciuto in Italia proprio grazie alle appendici di

    Cameroni.

    Il testo si presenta come una specie di mescolanza, vi la compresenza di pi filoni narrativi e registri

    stilistici. Nelle parti pi narrative viene utilizzato litaliano standard, mentre nella parti dialogate affiora una

    patina milanese legata alla territorialit della storia. Vi la marcata presenza della citt, abbandoniamo il tema

    campagnolo e ci spostiamo in area metropolitana.

    Tutti questi elementi di rottura li troviamo ben sintetizzati nel titolo del romanzo stesso, che si presenza scandito

    in tre stringhe di testo, composte da un titolo e due sottotitoli: La Scapigliatura e il 6 febbraio / Un dramma

    in famiglia / Romanzo contemporaneo. Queste definizioni suppletive concorrono a definire genere e temi

    oggetto del romanzo:

    La Scapigliatura e il 6 febbraio: individua la classe anagrafica e sociale, la Scapigliatura, molto ben

    descritta nellintroduzione al romanzo, a cui si aggiunge subito una data storica: il 6 febbraio del 1853, in

    cui fu tentata a Milano uninsurrezione di tipo mazziniano, fallita miseramente.

    Un dramma in famiglia: il termine dramma fa riferimento allepilogo drammatico della storia che prevede

    la morte di uno dei protagonisti, ma si sottolinea soprattutto la dimensione privata, un dramma che si

    consuma in famiglia.

    Romanzo contemporaneo: fa riferimento a un genere letterario ben preciso che rinvia alla tradizione del

    romanzo del primo Ottocento, in particolare I Promessi Sposi di Manzoni. Per vi una presa di distanza

    rispetto a questo archetipo perch laggettivo contemporaneo segna un distacco dal manzonismo, anche

    se continua a mantenere un qualche appiglio al romanzo storico. Non pi la storia del Seicento, bens del

    presente, o meglio di un passato prossimo (1853 vs 1862, data di pubblicazione). Se il romanzo

    pubblicato nel 1862, significa che stato scritto nei mesi immediatamente postunitari.

  • Questo romanzo pu anche essere letto come una specie di autobiografia, ma non di un singolo soggetto, bens

    dellintera generazione degli scapigliati milanesi. In questo testo abbiamo met storia con riferimento alla

    rivolta milanese e met invenzione: la Compagnia Brusca di cui si parla rappresenta il suddetto movimento.

    Nellintreccio vi la dimensione della lotta politica, ma anche la dimensione dei sentimenti (dramma in

    famiglia). La vicenda si sgrana tra situazioni parzialmente riconducibili al romanzo di appendice (triangolo

    amoroso, presenza di un trovatello) ma anche romanzo nuovo dal punto di vista tematico (romanzo politico-

    sociale). La Scapigliatura e il 6 febbraio pu essere considerato il capostipite del romanzo sociale di

    denuncia. Da un lato il narratore guarda ancora con un po di attenzione al romanzo storico perch necessita di

    un ancoraggio alle fonti documentarie, dallaltro prende la distanza dallarchetipo ingombrante. Il recupero

    avviene soprattutto in chiave parodica e ironica, un recupero antifrastico.

    Le marche che fanno di questo romanzo un romanzo contemporaneo sono:

    Lambientazione metropolitana, insolita negli anni in cui sta ancora dominando la tradizione rusticale.

    Le storie private diventano pubbliche, un gruppo che partecipa alla vita pubblica, che si sporca le mani

    col ribellismo.

    La dimensione da commedia, soprattutto nelle parti dialogate, in cui i personaggi parlano in prima

    persona come in una rappresentazione scenica. La patina milanese emerge preponderante da un punto di

    vista linguistico e c laffiorare dellironia del narratore rispetto alla presa di distanza dalla tradizione

    precedente.

    Il patto col lettore che il narratore stipula fin dal prologo, che viene via via rinsaldato, come se il

    narratore sentisse la necessit di strizzare locchio al lettore e alla lettrice. Questa attenzione al lettore di

    coinvolgerlo direttamente nel testo ha a che fare con la rivoluzione che si assiste in questi anni nellambito

    del giornalismo. Questo ancoraggio ai lettori segnalato spesso dagli interventi autoriali, in cui lautore

    interviene direttamente nella narrazione, compiendo un salto di livello: non pi il narratore della

    storia, bens parla in voce propria e si rivolge direttamente ai lettori. Ci rispecchia la nuova filosofia

    della vita, il nuovo modo di relazionarsi con la realt e i suoi problemi.

    Il vero e linvenzione si intrecciano insieme. Realt storica + fiction (immaginazione).

    Il tempo della storia si sviluppa allinterno della narrazione coprendo un arco temporale di quattro giornate, da

    gioved 3 febbraio a domenica 6 febbraio 1853. La storia ufficiale a cui si fa riferimento la matrice della

    rivolta mazziniana del 6 febbraio che fallisce miseramente. Lambientazione quella metropolitana della citt

    di Milano, con le sue vie, piazze e osterie come luoghi di ritrovo (aggiornamento in chiave scapigliata delle osterie

    de I Promessi Sposi). una Milano notturna, tutto si svolge prevalentemente di notte, e conseguentemente a

    ci la citt popolata spesso da ombre e figure mascherate, o perch ci sono feste carnevalesche, o perch ci

    sono scene di tipo goliardico, o anche eventi che hanno a che fare con qualcosa di segreto.

    Dal punto di vista strutturale possiamo individuare le tre parti canoniche di qualsiasi genere narrativo. Sono molto

    ben segnalate, ogni capitolo ha un proprio titolo che ne mette a fuoco il tema dominante. Scorrendo i titoli

    possiamo comprendere facilmente lo sviluppo della storia.

    INTRODUZIONE loggetto della narrazione viene presentato e motivato al lettore. Si capisce dalla puntigliosit con

    cui il narratore sente il bisogno di presentarlo che ha la consapevolezza di qualcosa di inedito che sta proponendo

    allattenzione dei suoi lettori. Qualcuno ha definito questo romanzo come la carta statutaria della

    Scapigliatura perch il movimento rappresentato in tutte le sue sfaccettature e modalit di porsi

    rispetto alla societ. Non c solo la fisionomia ma anche il comportamento, lingegno, linadattabilit rispetto alla

    societ del presente, la ricerca del nuovo e la speranza e proiezione in un futuro positivo.

    In questa carta di identit del movimento scapigliato, abbiamo il riferimento alla dimensione metropolitana, un

    gruppo delimitato di individui pieni di ingegno e pi avanzati rispetto al loro tempo (dimensione

    dellavanguardia), dotati di indipendenza e capacit di giudizio autonomo rispetto ai benpensanti, irrequieti,

    travagliati e turbolenti (dimensione del travaglio interiore). Si sottolinea la differenza tra ci che hanno in

    testa e ci che hanno in tasca (dimensione ideale vs. dimensione materiale), aspirano a grandi progetti ma

    mancano di risorse economiche per realizzarli. Si parla della loro maniera eccentrica e disordinata di vivere, con

    riferimento alla bohme: sono il pandemonio del secolo, la rappresentazione dellanticonformismo, della

    ribellione, del disordine, dellopposizione. Sono una grande famiglia sociale sui generis, sono un gruppo. C un

    confronto per diversit con gli uomini seri. Ancora, la Scapigliatura una categoria storica non

    sociologica, che attraversa tutte le classe sociali, una specie di mistica consorteria: La speranza la sua

  • religione, la fierezza la sua divisa, la povert il suo tratto essenziale. Sul piano delle idee si parla della loro

    progettualit (hanno grandi progetti e utopie) e della loro forte passione artistica, letteraria e politica. C

    una litote (figura retorica che afferma qualcosa attraverso la negazione): La scapigliatura tuttaltro che

    disonesta, mentre nel movimento possono esserci persone tuttaltro che oneste, ci sono scorie che alterano la

    fisionomia del movimento.

    PROLOGO antefatto ambientato in una scena notturna invernale, la cui data enunciata in chiusura: 16 dicembre

    1829. Si narra di una misteriosa visita da un medico ostetrico, Ambrogio Bartelloni, sollecitato da un giovane

    signore che va a bussare alla sua porta in cerca daiuto. Ci avviene in condizioni molto particolari: il giovane

    chiede mantenere lanonimato del nome suo e del luogo dove condurr il medico. Oltre al silenzio deve

    acconsentire a farsi bendare in modo che non possa indentificare il luogo. Una volta accertatosi che non ci sia nulla

    di illecito, il medico acconsente e viene portato in campagna, fuori da Milano. Una volta arrivati, il medico viene

    introdotto in una dimora, gli viene tolta la benda e rimane in attesa qualche minuto. Viene fatta la descrizione

    dellambiente, una sala malinconica, di cui scruta tutta una serie di particolari. In particolare il suo sguardo si fissa

    su un dipinto, che gli provoca unespressione di gioia e meraviglia insieme. un indizio che ci torner utile nel

    proseguo della storia, rappresenta una specie di firma che lui riesce a decodificare. Lantefatto si chiude con

    levento di una donna vicina al parto. Il narratore non entra nel merito del parto, ma ci d delle determinazioni

    telegrafiche: venuto alla luce un bambino, sono le 6 del mattino del 16 dicembre 1829.

    PRIMO CAPITOLO viene richiamata la Compagnia Brusca e subito dopo c unallusione molto esplicita al presente,

    che ci d la possibilit di risalire a un anno molto preciso. Si passa attraverso la data del 1848 a cui era succeduta

    una quiete torbida e desolata (macerie su cui questa generazione cerca con difficolt di costruire qualcosa). Si

    ritorna a questo anno determinante, di cui, nella mente dei giovani, rimangono dei toponimi connotati

    negativamente: quelli delle sconfitte della prima guerra di indipendenza e dei tentativi rivoluzionari del

    48-49. In questo scenario si situa la Compagnia Brusca, composta da sette membri, numero mistico e cabalistico

    insieme. Questa piccola societ si ritrova apparentemente per fumare, passare il tempo e ciarlare. C unamicizia

    che serve da collante in quanto ch abbiamo ununiformit di posizione, caratteri e gusti. Poi abbiamo una

    determinazione di tempo precisa: la mattina del 3 febbraio 1853.

    Di seguito abbiamo il primo argomento che ha a che fare con la Scapigliatura: il tema dei debiti. Teodoro, uno

    dei protagonisti della compagnia, ha grossi debiti determinati dal fatto che questo giovane vuole far colpo su una

    donna, e ha a che fare con lusuraio. In chiusura di capitolo irrompe trionfalmente sulla scena il protagonista

    Emilio che si presenta come se sulla scena si fosse levato il sipario. un atto di vittoria, deve comunicare che ha

    vinto una lotteria. Si mette in evidenza il contrasto tra lindebitato e il fortunato vincitore di una lotteria.

    SECONDO CAPITOLO incentrato sulla figura di Emilio, la cui voce assimilata al recitativo dellopera Ernani di

    Verdi. Entra in gioco il patto esplicito del narratore con le lettrici: parla in prima persona, affidando loro

    scherzosamente il compito di immaginare la fisionomia del personaggio. Fin dallinizio c il tentativo di chiamare i

    lettori a cooperare alla creazione del personaggio. La descrizione si mantiene sullapparenza esterna,

    labbigliamento e il tema della fortuna, poi si d il nome per esteso: Emilio Digliani, che per festeggiare linsperato

    guadagno organizza una cena con tutta la compagnia, duplicata perch ognuno dovr portare con s anche una

    donna. A turbare il clima di euforia c il fatto che Teodoro viene arrestato per debiti, e ci mette in evidenza il

    disprezzo per il denaro di questi giovani scapigliati. Accanto a Emilio prende forma la fisionomia di Gustavo, che

    diventa una specie di ideal tipus dello scagliato: un giovane che desidera la gloria, vuole fare il letterato di

    mestiere, per ha molte idee in testa e nessun soldo in tasta, cos approda in citt sperando che venga

    riconosciuto subito il suo talento. Si accenna indirettamente allorfanit di Emilio: i suoi amici non lo hanno mai

    sentito parlare di famiglia o fare parola del suo passato, e da ci si deduce che sia orfano. Emilio viene chiamato

    desolato sulla terra, figura senza legami, parentele e affetti. I suoi amici aveva rispettato religiosamente il suo

    segreto doloroso, poich lui ha pudore e non ha mai voluto parlarne. C poi una notazione ironica da parte del

    narratore che, dopo aver dato queste informazioni per sottrazione, afferma per ben due volte che Emilio non era

    un trovatello da romanzo.

    Si ritorna poi alla Compagnia Brusca, in particolare sul patto che teneva legati tra di loro i rappresentanti della

    compagnia: ciascuno per tutti, tutti per ciascuno. Questa societ di amici era basata sul principio del

    mutuo soccorso e della solidariet reciproca. Altra caratteristica su cui si rimarca la noncuranza che

    costoro portano rispetto al dio denaro e la mondanit. Il capitolo si chiude sullorganizzazione della suddetta

    cena che dovrebbe avere luogo in una delle prossime serate e viene definita una cena nabucodorosoresca, con

    un altro riferimento ironico agli eventi bellici degli anni immediatamente precedenti e unassimilazione incongrua

    tra i tappi delle bottiglie e i cannoni francesi.

  • Allapparenza il romanzo presenta una struttura ripartita. In realt larchitettura del romanzo pi complessa,

    perch non ci sono soltanto gli eventi delle quattro giornate, ma anche un intreccio che si viene dipanando lungo il

    filo del racconto che alterna due filoni narrativi: da un lato gli scapigliati della Compagnia Brusca, di

    carattere politico, dallaltro il dramma in famiglia. Questo dramma apparentemente una forma di parodia del

    romanzo dappendice, poich assume la scontata configurazione di un triangolo amoroso, ma in realt tematizza

    una serie di atteggiamenti attraverso i personaggi. Dietro questa copertura abbiamo una serie di pagine che

    intendono mettere a fuoco la polemica antiborghese caratteristica della Scapigliatura.

    Si mettono in figura il perbenismo, la falsit borghese, larte della simulazione (Cristina ne maestra), la

    devozione allara del dio metallo, la borsa (Emanuele Dal Poggio). La societ borghese perbenista si preoccupa

    tanto dellapparenza ma non dellessere, in rispetto alle convenzioni sociali del tempo; di ci si fa emblema la

    famiglia Firmiani, presentata dal capitolo terzo. Il filone familiare altro non che un espediente narrativo per

    contrapporre luniverso borghese a coloro che si oppongono a questo sistema di valori.

    Emanuele Dal Poggio si dimostra molto preoccupato per landamento della borsa (dimensione economicistica),

    la questione doriente (perbenismo), non tanto la preoccupazione per la patria e lunificazione, ma per qualcosa di

    lontano, in cui i borghesi poco possono interferire. largomento del giorno e bisogna dimostrare di essere

    aggiornati. Gli scapigliati vogliono creare unopinione pubblica che ha a che fare con le questioni quotidiane che

    riguardano i cittadini; per loro la politica pensiero ma anche e soprattutto azione, e si esprime attraverso un

    impegno.

    TERZO CAPITOLO ci spostiamo al filone del dramma in famiglia, nellinterno familiare di casa Firmiani. Il narratore

    ci squaderna davanti le diverse componenti della famiglia, mostrandoci le linee di forza che legano o oppongono

    tra loro i vari personaggi. un albero genealogico di tre generazioni: si parte dal nonno Lorenzo Firmiani,

    un vecchio uomo di mondo, ma un uomo saggio perch ha fatto esperienza di mondo, un uomo accorto attento

    ai cambiamenti del mondo circostante, un buon osservatore che non si ferma allapparenza, ma sa cogliere anche

    gli stati danimo specialmente dei nipoti, con una predilezione per Noemi. Ha avuto due figli morti abbastanza

    giovani che hanno lasciato entrambi un erede, i suoi due nipoti. Luna Noemi che nel frattempo convolata a

    nozze con Emanuele Dal Poggio, laltro il conte Girolamo che a sua volta ha sposato Cristina (non menzionato il

    suo vero cognome).

    Ci si sofferma sulla figura di Noemi, sottolineando lorigine biblica del nome: il padre laveva scelto per

    omaggiare il banchiere ebreo che gli aveva salvato la vita. Il suo un ritratto in piedi perch il narratore chiama

    direttamente in causa le lettrici a ricostruire con la loro immaginazione le fattezze della giovane. Questa donna

    risalta per differenza rispetto alle altre figure della famiglia: quella verso cui va lamorevolezza del nonno, ma

    anche la pi ingenua e la pi lontana da quella che la societ borghese, e diventer vittima degli altri

    famigliari. Il marito di Noemi proferiva parole glaciali, aggettivo connotativo verso la sua relazione col mondo

    esterno. Cos viene descritto: Il solo difetto suo era una dosa terribile di orgoglio e quella aridit di carattere che

    quasi un vanto per quelli cos detti uomini seri (contrapposti alla casta degli scapigliati); proprio perch uno di

    loro discute di borsa e della questione doriente.

    Laltro nipote Girolamo viene presentato come un uomo conformista, senza idee, opaco, non brilla se non di

    luce riflessa ma non riceve molta luce dagli altri. Per esempio, nel momento in cui va a scegliere la moglie chiede

    aiuto al nonno per accattivarsi la sua simpatia. Il nonno infatti non ha idee anticonformiste, sta bene nella societ

    in cui collocato e non ambisce a qualcosa di diverso. Girolamo non vuole inimicarsi il nonno perch da lui avr

    leredit, e non vuole mettere a rischio la propria sicurezza economica.

    Laltra figura che crea linee di forza oppositive rispetto a Noemi Cristina, presentata come donna cinica ma

    soprattutto grande simulatrice. C un gioco ironico nel definire questa figura, molto preoccupata di vestirsi

    bene e adornarsi. Lei pensa che Il primo dovere della donna piacere, preoccupata solo di apparire non di

    essere e ovviamente il narratore non molto daccordo. Le connotazioni con cui viene descritta diventano sempre

    pi pesanti: una donna di istinti perversi quali la cupidigia e linvidia, dominata dalla dimensione

    economicista. Il conte Girolamo preoccupato di conservarsi le grazie del nonno perch da lui ricever leredit,

    e Cristina una alleata del marito in questo tipo di promozione di s. Si dice che se il marito fosse stato diverso

    forse sarebbe riuscita a far prevalere gli aspetti positivi del suo carattere, per si trova in un piano inclinato dove

    scivola sempre pi verso il basso. I suoi diventano malvagi istinti, forse nelle sue vene cera anche un po di

    sangue dei Borgia; insomma un personaggio connotato tutto al negativo. Cristina si oppone frontalmente a

    Noemi, la pi implacabile e segreta nemica di sua cugina, ma questultima era ingenua e con poca esperienza di

    mondo, e non si accorge di tutte le macchinazioni e simulazioni che Cristina tesse introno a lei, finendo per cadere

    nella sua rete.

  • Si accenna alla formazione di Noemi: passata dal convento al matrimonio, senza esperienza di mondo e

    un minimo di formazione sentimentale. Si ritrova nella braccia del marito non perch lo amasse, ma perch era

    lunico uomo abbastanza attraente che frequentava in quel periodo il salotto Firmiani e sembrava potesse essere

    un buon marito. Emanuele dimostra invece unottusit maritale, un atteggiamento di estremo disinteresse verso la

    moglie.

    Come conclusione della presentazione abbiamo una specie di apostrofe contro il perbenismo borghese. una

    societ dove solo raramente attraverso i tribunali si riescono a individuare gli scheletri nellarmadio che dissemina

    sul suo cammino. Rispetto alla figura di Cristina vediamo che fin dallinizio il narratore ha una specie di

    accanimento nel definirla tutta al negativo. Tutto questo per ha una funzione: mette sullavviso i lettori,

    anticipando qualcosa che accadr in seguito: Cristina sar colei che con estrema abilit tesser in silenzio una tela

    micidiale nei confronti di Noemi.

    QUARTO CAPITOLO nella prima frase si sintetizza ci che verr raccontato, ovvero il piano di Cristina e il segreto di

    noemi, la quale soffre in silenzio per il marito assente: Era freddo, serio e sterile come la calva cima di un

    vulcano (sterile sia sul piano biologico che nel piano delle idee, non c uno sprizzo di vita in questo personaggio).

    Noemi dopo un po di tempo comincia ad avvertire questa aridit mentale e ci da agio a Cristina di mettere in

    atto il suo piano: vuole metterla in cattiva luce di fronte al nonno affinch venga eliminata dalla linea ereditaria.

    Se sar ritenuta colpevole di aver avuto comportamenti non in linea con le convenzioni del tempo, il nonno, pur

    prediligendola, dovr sconfessarla e Cristina e suo marito saranno trionfalmente gli eredi.

    Il primo momento in cui i due filoni narrativi si intersecano quando un giorno Noemi per distrarsi passa

    qualche ora nel salotto della cugina e vi incontra Emilio. Lintesa che nasce subito tra i due avviene prima dalla

    percezione della voce di lei, poi dal linguaggio sguardi. Il narratore comincia a darci dei segnali: tutte le donne

    possono trovarsi in certi momenti della vita su una china sdrucciola dove facile lasciarsi andare, rispetto alla

    conservazione del loro nome. Per Noemi questa china diventa precipitosa perch Cristina nascostamente la spinge

    da dietro invece che trattenerla. Tutta questa parte dedicata al legame tra Emilio e Noemi, ma non avviene

    nei quattro giorni della storia, bens viene recuperato dallautore in una specie di analessi temporale.

    SESTO CAPITOLO questo capitolo e il prossimo raccontano le fasi alterne di questo amore nascente, che lamore

    di uno scapigliato, evidenziando lincostanza da parte di Emilio che ha anche unaltra relazione aperta. Gli

    incontri si svolgono nel salotto di Cristina, nella casa di Emilio (nuova, la acquisisce proprio per ricevere Noemi,

    prima viveva in una stanza ammobiliata), e nel caff San Carlo, dove durante una serata ha luogo una specie di

    rissa in cui Emilio si intromette per cercare di dividere i contendenti, ma sar a sua volta aggredito.

    Questi due capitoli ci portano prima a un pranzo in casa Firmiani, poi alla cena al Rebecchino tra li scapigliati. Il

    pranzo, a cui presente anche Cristina, serve a mostrarci come procede la sua trama. Si insinua nella vita di

    Noemi e costruisce il suo piano, approfittando malevolmente di un discorso del nonno, che si era accorto da buon

    osservatore, di alcuni cambiamenti dumore della nipote. Ci doveva essere qualcosa che ha a che fare col

    sentimento: sa cogliere introspettivamente i pensieri, non gli sfugge nulla, contrariamente al marito arido e cieco

    che non percepisce nulla. Assistiamo a uno scambio di battute tra il nonno e Cristina, dove il nonno cerca di

    capire se Cristina sa qualcosa per confidenza tra donne. Inconsapevolmente il nonno diventa coadiutore di

    Cristina, e lei da buona attrice simula tutto per bene, sembra di essere in palcoscenico a teatro. Ci sono dei

    momenti in cui le scappa qualcosa a livello di scelte verbali: Noemi non ha assolutamente infranto i suoi doveri

    maritali, primo scivolone. Il nonno per non era tanto preoccupato di un eventuale tradimento, ma dei sentimenti

    della nipote. Sono su due lunghezze donda diverse: il nonno preoccupato dellinteriorit, mentre Cristina

    si ferma alle convenzioni sociali. Lo scambio di battute avviene quando Noemi sta suonando a pianoforte e lui

    la interroga: Lhai tu udita mai suonare in questo modo? Leffetto di queste note saranno leffetto dellamore che

    porta a suo marito?. Ha colto un trasporto di donna innamorata ma non certo di Dal Poggio.

    SETTIMO CAPITOLO evento conviviale della Compagnia Brusca allosteria Rebecchino, ci mostra una serie di

    comportamenti dei giovani scapigliati. Gli argomenti di conversazione sono il duello (consuetudine dellepoca

    abbastanza frequente, reminiscenza manzoniana del convitto da Don Rodrigo), leroismo scapigliato, la religione e

    lamore universale, la fisiologia del disordine (antagonista rispetto alla societ ordinata e al perbenismo),

    uguaglianza tra uomini e donne (ambiente aperto e libertario). Emerge anche il tema del suicidio attraverso la

    figura di Temistocle che, pur non essendo parte della Compagnia, ha tutte le connotazioni di uno scapigliato.

    Dopo che uno dei giovani ne ha raccontato la storia si dice che La storia di Temistocle degna di essere

    ramentata negli annali della scapigliatura.

    Il suicidio di Temistocle ci porta dentro la sua soffitta, dandoci la possibilit di osservare la camera o soffitta

    dartista, motivo molto fortunato nella letteratura di met Ottocento, una specie di topos iconografico (vedi La

    Vie de Bohme di Murger, Paolina e La nobile follia di Tarchetti, Piccolo mondo antico di Fogazzaro). Questo

  • tema ha avuto una notevole fortuna iconografica a partire dal pittore Tommaso Minardi e la sua tela dal titolo

    Autoritratto dellartista nella sua soffitta, che ritrae un giovane pittore sdraiato su un logoro materasso, elementi

    che rinviano alla figura del giovane artista squattrinato con tante idee in testa. Vi la variante della camera

    ammobiliata di Temistocle, da dove si butter nel vuoto preso dalla disperazione; ci rinvia a un disagio

    esistenziale, provocato dallo sradicamento affettivo e sociale: non ha nelle vicinanze dei legami parentali e non ha

    la possibilit di organizzarsi uno spazio abitativo pi ampio, vive lemarginazione. In questo momento storico la

    camera ammobiliata anche emblema della perdita dellidentit, perch il letterato nella societ borghese

    costretto ad essere emarginato, poich la sua arte non ha spazio (vedi Svevo). Ma la camera ammobiliata indica

    soprattutto la solitudine di chi si inurbato recentemente e non ha ancora costruito relazioni sociali solide che gli

    permettano di vivere un po pi agiatamente la vita quotidiana. Ci vivono gran parte degli scapigliati che, non

    essendo ancora riusciti ad affermarsi intellettualmente, si adattano a fare i correttori di bozze. Nel caso di

    Temistocle questo modesto rifugio diventer quasi la sua tomba.

    Tornando alla storia, attraverso questo evento della cena veniamo a conoscere laltra relazione che Emilio ha in

    essere, con una giovane modista di nome Gigia. una ragazza semplice e vulnerabile che si innamora facilmente

    di Emilio che le presta un po di attenzioni. Ma pur essendo ingenua non stupida, e a un certo punto capisce che

    ha unamante e ci la manda in crisi.

    NONO CAPITOLO assistiamo al rientro in scena di Dal Poggio con una specie di profilo molto lucido che ci illustra il

    personaggio nelle sue varie sfaccettature. il ritratto del marito che fonda il suo essere nellorgoglio smisurato

    ma soprattutto nel pensare che per accontentare una donna basti porgerle la mano e darle il proprio nome col

    contratto del matrimonio, non pensa che una relazione debba essere sostanziata da affetto e riconoscimento

    reciproco e alimentata quotidianamente. Ci ci fa capire come questa ottusit non possa che produrre quello che

    ha prodotto. Il Dal Poggio subisce una specie di accerchiamento realizzato da un lato in buona fede dal nonno,

    dallaltro da Cristina, che ha per oggetto il disagio che si percepisce in Noemi in questo periodo. Da un lato il

    nonno ha avuto il sentore che la nipote stia attraversando un periodo malinconico e vorrebbe spingere il marito a

    prestarle pi attenzione, dallaltro, avendo cercato appoggio in Cristina ma non avendolo trovato, anche lei si

    insinua malevolmente, soffia qualcosa allorecchio del Dal Poggio. C lombra di un sospetto, con molta reticenza,

    affermando e poi negando, con estrema arte della dissimulazione. Lui reagisce perch un uomo orgoglioso e solo

    il pensiero che la moglie possa tradirlo lo ferisce, ma non per i suoi sentimenti, bens per lincrinatura del suo

    orgoglio e la cattiva figura che farebbe in societ.

    Segue una scena dove Noemi ci viene presentata come lettrice di romanzi. Questa situazione ci fa entrare

    indirettamente dentro lanimo della protagonista: il narratore la coglie che interrompe una lettura perch troppo

    presa dai suoi pensieri. Questa pausa di lettura motivata da una certa svogliatezza, ci conferma che il personaggio

    sta attraversando un momento difficile, ha pensieri che la preoccupano, e la lettura non riesce a essere un

    balsamo salvifico, inefficacie. Ad un tratto sente che sta per tornare il marito ed un po preoccupata, cos

    utilizza il libro che aveva abbandonato in grembo come barriera che interpone tra s e il marito. Funziona

    come una specie di paravento che le consente di creare una distanza, e lo lascia intendere abbastanza

    chiaramente. Ora assistiamo a un alterco tra moglie e marito sul tema della lettura: secondo la prescrizione

    maritale lei non dovrebbe leggere romanzi (nellOttocento cera ancora un forte pregiudizio rispetto alla lettura

    dei romanzi). Il marito cita quelli francesi, facendo riferimento a una collana di tipo appendicistico con storie

    macabre, di basso profilo da tutti i punti di vista. Generalmente, nella letteratura pedagogica prescrittiva per le

    donne, il genere veniva visto con molto sospetto, a meno che non fossero romanzi particolari. I Promessi Sposi

    erano leccezione del precettistica del tempo, tutti i romanzi andrebbero messi da parte tranne quello. Lui le aveva

    vietato di leggere romanzi toucur perch i romanzi sono tutti i cattivi, e ci evidenzia la scarsa competenza

    e profondit intellettuale del personaggio. Lei non rimane zitta di fronte allintrusione forte del marito nel

    privato e avanza una difesa: Sto leggendo un romanzo italiano, I Promessi Sposi, non vorrai mica dire che un

    romanzo cattivo!. Lui ribatte: Quegli eterni Promessi Sposi sono stati scritti da un uomo che non riuscito a

    comprarsi neppure un cappello!, evidentemente un uomo di basso profilo. Nonostante Manzoni abbia venduto

    tanto, rimane comunque una figura inetta che non ha avuto ricaduta economica. Segue un lungo discorso sulla

    fortuna de I Promessi Sposi e la sfortuna economica dellautore: era benestante e poteva tranquillamente vivere

    di rendita, tuttavia nel 40 aveva pubblicato un edizione con un buon apparato iconografico, ma, poich a cui tempi

    non esisteva il dirotto dautore, molte tipografie concorrenti avevano a loro volta stampato il romanzo, cos

    ledizione rimasta invenduta.

    DODICESIMO CAPITOLO si ritorna al filone scapigliato. In questo capitolo c un ancoraggio molto forte al

    presente del 1853 e un discorso storico-politico sullattualit, supportato dalla citazione diretta di una fonte

    storica, il libro di Gutirrez intitolato Il Capitano di Cristoforis, che tratta dellarte della guerra analizzando questo

    momento storico. C la descrizione dello scenario della cospirazione a Milano dei primi anni 50. Dopo lesperienza

    del 48, negli anni 50-53 nuove societ segrete si erano andate organizzando, con centro a Milano. Il narratore,

    usufruendo di questa fonte storica, ci dice che i cospiratori non era tutti uguali, bens cerano delle divergenze. I

  • liberali si dividevano in due filoni, gli indipendenti e i mazziniani (per quando riguarda questi ultimi c

    una distorsione storica, sembra che vogliano insorgere a tutti i costi). Il narratore fa passare la differenza tra

    questi due filoni di cospirazione sul piano intellettuale: i primi erano costituiti prevalentemente dalla giovent

    studiosa e colta, ricca di virt civili, che si prepara per la societ del futuro. Daltro canto, Mazzini in esilio e i

    suoi agenti reclutano alla carlona tra il popolo ignorante. C chiaramente una polemica antimazziniana da parte

    dellautore, che prende le distanze dallinsurrezione armata ad ogni costo, che rischia di essere non preparata e

    senza sicure alleanze, dopo lesperienza del 48 andrebbe evitata. Il programma enunciato ci rinvia direttamente o

    indirettamente alle Confessioni; si tratta del programma di unificazione della patria e di allontanamento

    rapido dello straniero. Verso la fine del capitolo si ritorna al filo del racconto.

    Questo capitolo funzionale anche a un altro discorso: finora abbiamo conosciuto la Compagnia Brusca nel suo

    ribellismo e goliardia, ora ci viene mostrato laltro lato della medaglia, cio limpegno civile e politico. Si svela la

    collocazione politica di questo gruppo e la loro analisi del presente, tramite le riflessioni sulla politica del Piemonte

    sconfitto a Novara nel 49, su Massimo DAzeglio, e sulla presa di distanza rispetto al movimento mazziniano.

    Quello su cui il narratore insiste particolarmente la valenza culturale del gruppo: sono dei liberi pensatori,

    hanno capito che il sapere importante per poter leggere meglio il mondo. Ci consente loro di prendere le

    distanze dalla societ borghese consumista e coltivare le loro menti autonomamente. Il loro programma si

    riassume in tre verbi: associarsi, conoscersi, prepararsi: non c pi lindividuo singolo ma le piccole

    comunit, la relazione e la conoscenza, la preparazione e non limprovvisazione (siamo nel decennio di

    preparazione allo sviluppo degli anni 60-61).

    TREDICESIMO CAPITOLO su questo sfondo noi comprendiamo meglio anche la posizione di Emilio, tramite una

    sua confessione ad alta voce. Nel momento in cui si confronta col suo tutore, mostra tutta la sua coerenza e

    rettitudine morale, non ha paura di verbalizzare le sue inquietudini. Il tutore gli aveva fatto una profferta

    vantaggiosa: la possibilit di collocarsi allinterno di unistituzione bancaria, che gli avrebbe garantito la sicurezza

    economica e un certo prestigio. Lui replica: Ci che mi offrite una cosa da mille e una notte (fantasmagorica,

    molto appetibile), tuttavia non pu accettare perch, nonostante le sue inquietudini, deve mantenere la parola

    data: ha una relazione affettiva e non vuole tradire i suoi compagni. un uomo che ha gi una piena

    consapevolezza di s e che si gi impegnato sul piano politico-sociale e anche affettivo. Mostra anche di

    essere un uomo aperto alla speranza, vuole lottare perch spera che lItalia si unifichi, superando la

    frammentazione sul piano politico e il servaggio verso lo straniero.

    Questo capitolo importante anche perch, in questo confronto, Emilio viene a sapere quali sono le sue origini,

    finalmente dopo 24 anni il suo tutore gli svela il segreto della sua nascita, che per noi gi conosciamo (vedi

    prologo). A questo proposito, in apertura di capitolo vi una riflessione autoriale che torner fuori verso la fine:

    una volta gli eroi rimanevano tali dalla nascita alla morte, oggi il destino pu interferire pesantemente sulla loro

    vita; si sottolinea lincertezza del momento, un modificarsi delle situazioni imprevedibile. per uno svelamento

    fino ad un certo punto, poich il tutore gli racconta levento di cui era stato protagonista, ma non rivela il nome del

    padre. Nella seconda parte del capitolo c un confronto tra Noemi ed Emilio dove abbiamo una specie di

    doppia confessione perch si rivelano reciprocamente lamore che li lega.

    QUATTORDICESIMO CAPITOLO ci presenta una fase cruciale, stiamo procedendo velocemente verso lepilogo e il

    tempo pi accelerato rispetto alla prima parte. Da un lato abbiamo lo scioglimento della trama infernale di

    Cristina, dallaltro un confronto molto duro tra il Dal Poggio e Noemi. Cristina non si limitata a tessere la

    sua ragnatela attorno a Noemi, ma ha anche stimolato lorgoglio del marito, insinuando che lei avesse attenzioni

    nei confronti di un altro uomo. Ora che i sospetti sono diventati pi profondi, Dal Poggio vuole saperne di pi.

    Presumibilmente lamante della moglie appunto Emilio Digliani, ma vuole averne la certezza. Cristina si

    intrattiene nuovamente con lui e gli fa capire che c una modista, la Gigia, che aveva una relazione con Emilio, il

    quale doveva recarsi da lei. Cerca di spostare la sua attenzione su questa ragazza perch Dal Poggio ha presa

    questa situazione molto sul serio, e il piano potrebbe portare verso la catastrofe. Poi avviene un confronto tra

    Dal Poggio e la Gigia dove emerge ancora il profilo meschino del personaggio, il quale usa strumentalmente il

    dolore della giovane modista che ha capito che Emilio la sta mettendo da parte. La circuisce e le dice di conoscere

    il mezzo per scoprire la verit: basta che vada dal marito della presunta amante del Digliani e tutto risolto.

    Questa solo una provocazione perch il suo obiettivo di carpire notizia, ma lei cade nel tranello. Lei risponde

    che non vuole prestarsi a queste macchinazioni, allora lui ribatte che lo avrebbe fatto lui al suo posto. Lei allora gli

    riferisce il suo nome: Dal Poggio. Ora ha la certezza di questa relazione.

    Dal Poggio torna a casa precipitosamente per scontrarsi con Noemi. Sottolineiamo il comportamento di Noemi

    perch, come in precedenza, riesce nuovamente a mantenere la sua dignit. Si presenta come la donna che

    pensa, che non si lascia invadere dalle prepotenze del marito. Interessanti sono le similitudini utilizzate dal

    narratore per avvicinarci a questa scena: lamore che Noemi nutre nei confronti di Emilio paragonato a un lampo

    in una notte buia che rischiara un attimo la scena e sparisce. Noemi ora si trova in mezzo a una tempesta, ma

  • poco prima cera stato un lampo di riconoscimento reciproco, soppiantato dal ritorno a casa del marito. Laltra

    immagine riguarda la sua situazione psicologica: come un cavallo che galoppa sfrenato. Noemi avverte luragano

    che la sta per travolgere e prefigura scenari oltre la realt, che fortunatamente non si realizzeranno. Questa

    immagine della corsa del cavallo sfrenato una reminiscenza de I Promessi Sposi, perch nel momento in cui

    Manzoni descrive la fisionomia di Ludovico (che poi diventer Fra Cristoforo), paragona lardore e la vigoria che

    sprigionano i suoi occhi a un cavallo sfrenato.

    Facciamo attenzione allepiteto la sventurata, usato ben tre volte in riferimento a Noemi, ma successivamente

    transita da un protagonista allaltro. Anche Dal Poggio, nel momento in cui viene svelata la sua paternit, verr

    definito uno sventurato. Poco dopo quando anche Emilio scopre lidentit del proprio padre biologico e capisce la

    sua inderogabile separazione definitiva da Noemi ritorna questo epiteto. Analizziamo la sfumatura di senso che

    assume tra i tre personaggi: rispetto a Noemi non siamo di fronte a un giudizio morale come in Manzoni (la

    sventurata rispose), bens si vuole sottolineare lavversit del destino. perseguitata dalla cattiva sorte,

    sono le circostanze impreviste che producono danno e dolore. Anche Emilio si ritrova vittima inconsapevole di

    alcune circostanze. Lunico su cui pu gravare unipoteca sul piano morale Dal Poggio, perch stata la sua

    azione in origine, la paternit negata, che ha generato tutto il resto.

    Nel confronto-scontro tra moglie e marito si rileva il comportamento stoico di noemi, che agisce con fierezza e

    fermezza allo stesso tempo: non arretra, non scende al livello dellinsulto come il marito, non risponde alle sue

    provocazioni. Quando lui le propone di allontanarsi insieme dalla citt di Milano come scappatoia, lei risponde con

    sicurezza Io non partir. Non si piega ai progetti del marito, originati da ragioni perbeniste: preoccupato

    soprattutto dello scandalo, di tutelare il suo orgoglio maritale. Lui sarebbe anche disposto a ucciderla, ma

    siccome lei porta il suo nome, deve mantenersi un nome onorato. Queste ragioni di facciata si oppongono alle

    ragioni sentimentali della moglie, che si dimostra pi forte del marito proprio perch non si lascia coinvolgere

    da queste ingiunzioni. Dopo questo brusco scontro dove viene aspramente insultata, il narratore cambia lepiteto:

    ora addolorata, una donna che soffre.

    Segue una riflessione autoriale: Dal Poggio non era uomo di humor, lo evitava come una cosa futile, ma se ne

    avesse avuto avrebbe capito che lo sconfitto della situazione era lui e saprebbe fare autocritica (rigidit vs

    elasticit mentale). Viene messo in scacco ben due volte dalla fermezza e pacatezza della moglie, donna di poche

    parole che per forte nei suoi sentimenti, e attraverso questa forza scopre una fedelt a s: nel momento in cui

    prende le distanze da suo marito non si preoccupa delle convenzioni sociali, ha capito fino in fondo la grettezza di

    questuomo e non pi disposta ad averlo al suo fianco.

    Poi avviene un confronto tra il nonno Firmiani e Dal Poggio, il quale lo mette al corrente della situazione

    matrimoniale. Il nonno, che un uomo di mondo, non si lascia coinvolgere dallira dellaltro, ma fa un rapido

    esame di coscienza e dimostra di stare dalla parte della nipote. Ha capito che allorigine di tutto c la bassezza

    morale del marito di lei. La sventura non tanto orientata al giudizio morale, ma al fatto che ha dato in moglie la

    nipote a un uomo del genere.

    SEDICESIMO CAPITOLO il punto clou di tutta la storia, i due filoni convergono: troviamo sulla stessa scena

    tutti i protagonisti del racconto, il momento della resa dei conti. A casa di Emilio ci sono lui e il tutore che si

    era recato a casa sua perch voleva una risposta alla proposta fattagli in precedenza. Arriva anche a Noemi, in

    fuga dal marito e dal viaggio riparatore, e poco dopo arrivano Dal Poggio e il conte Firmiani. Durante questa

    riunione capitata un po per caso, Noemi viene fatta accomodare su un salottino adiacente. lunica assente sulla

    scena, ma tutto il diverbio si concentra attorno a lei, oggetto conteso che il marito va a rivendicare. Emilio

    dimostra una particolare sicurezza, si presenta e si confronta apertamente e sfrontatamente con lavversario, il

    quale ricorre come consuetudine allinsulto (miserabile furfante Questo dovete considerarlo un oltraggio!,

    provocazione per arrivare al duello). Aggiunge anche: Uno di noi assolutamente di troppo a questo mondo!,

    un duello risolutivo perch uno di loro deve sparire definitivamente dalla scena, sottolineando il profondo

    accanimento verso Emilio. Dopo questo duello verbale c una riflessione meta-narrativa del narratore: in realt la

    scena in tempo reale era stata molto pi rapida.

    Siamo di fronte a una situazione che sembra portare inevitabilmente al duello, che sarebbe avvenuto tra

    padre e figlio. Il Bartelloni si vede costretto a svelare la paternit di Emilio. Si presenta come filosofo e uomo di

    pace, si intromette tra i due con un piccolo preambolo, cercando di cogliere il positivo nella negativit della

    situazione: L una grande sciagura ma l anche una grande lezione per tutti, dobbiamo fermarci a riflettere e

    comprendere la lezione della vita, in preparazione alla rivelazione. Lorribile verit la spiega in primis a Emilio,

    che per lui quasi un figlio adottivo, che essendo gi dentro a questo discorso gli basta un piccolo riferimento per

    capire la situazione: Egli quel desso. Non usa la parola padre, assolutamente inopportuna in quanto sarebbe

    contaminata dal contesto negativo, usa soltanto il pronome desso, per cui Emilio capisce subito che ha di fronte

    colui che gli ha dato la vita e si accascia senza forze. Il Bartelloni deve proseguire col suo svelamento, perch Dal

  • Poggio cos ottuso che non ha capito il senso delle parole. Rievoca allora quel lontano 6 dicembre del 1829,

    quando ha abbandonato quella creaturina alla notte, che senza volerlo si vendicata del suo abbandono. Vuole

    trasmetterci un insegnamento: il male produce sempre qualcosa di negativo, bisogna uscire da questo circolo

    vizioso.

    DICIASSETTESIMO CAPITOLO si abbassa il sipario e il narratore vuole mostrarci la sua officina, i suoi ferri del

    mestiere e come venuto costruendo la sua storia. Inizia accostando gli antichi maestri nellarte della narrazione

    ai romanzieri moderni. La differenza che gli antichi esprimevano i dolori umani attraverso figurazioni mitologiche

    (cita la Niobe, vedi il secondo capitolo de La Schiarnete), mentre i moderni ricorrono a espedienti molto pi

    banali come gli svenimenti. il momento di sdrammatizzare limpatto su Emilio di fronte alla sua misteriosa

    origine. Si pu fare un collegamento col mito di Edipo, perch anche lui ha unorigine misteriosa, deve scoprire chi

    veramente, da dove viene, chi sono i suoi genitori

    A questo punto, arriva il colpo del fucile nella storia privata sentimentale, poich irrompono la realt del presente e

    la politica. Emilio si ricorda che il 6 febbraio, che per quel giorno era prevista la sommossa mazziniana e di

    fronte a questa situazione deve scegliere tra privato e pubblico. La catarsi della tragica storia privata

    rappresentata dallinflessione del politica e del sociale. Emilio corre veloce allesterno, verso la piazza, fugge

    veloce come un turbine con laggressivit, la fierezza e la forza di una pantera. Si butta nella mischia anche se

    sar sicuramente una battaglia impari, data la sproporzione di forze tra lesercito austriaco e il gruppo di

    popolani che insorgono, infatti moriranno in molti.

    Dopo questo evento la Compagnia Brusca si ormai sciolta: quattro di loro sono morti durante linsurrezione, gli

    altri sono dovuti andare in esilio. La fine di tutto il racconto la trasformazione da scapigliati a eroi: Erano

    vissuti da scapigliati, erano morti da eroi. Lepilogo di tutto ci porta due anni dopo. Tutto lepilogo viene

    raccontato dal punto di vista di un giovane viaggiatore che osserva la scena dal margine, e man mano che la sua

    osservazione procede come se riuscisse a incastrare i diversi tasselli di un mosaico. Lui, che uno dei

    sopravvissuti della Compagnia Brusca, alla fine riconosce i personaggi rimasti in vita della storia raccontata. Segue

    una riflessione autoriale sul rapporto tra realt e immaginazione (storia vs. romanzo): in questo romanzo la

    realt superiore allimmaginazione! Il sigillo una nota negativa: quando tutto il gruppo rientra a Milano c in

    concomitanza il corteo funebre di Cristina morta di colera, che sparisce definitivamente non solo dalla scena ma

    anche dalla storia.

    Con la Scapigliatura si spostata lattenzione verso linurbamento, fenomeno sociale che coincide con gli anni 60

    in Italia. Questo movimento introduce un elemento di novit, la denuncia, sociale e morale, di cui La

    Scapigliatura e il 6 febbraio diventa capostipite. Un altro romanzo di denuncia sociale Paolina o il mistero

    del coperto Figini di Tarchetti, che evoca una specie di quartiere isolato che si collocava adiacente al duomo di

    Milano, abbattuto nel 1863 per fare spazio alla grande Piazza del Duomo e alla Galleria Vittorio Emanuele, simbolo

    della raggiunta unificazione. Questo avvenimento ebbe una grandissima ripercussione sulla stampa, poich il

    quartiere era abitato dal proletariato appena inurbato. Tarchetti apre il romanzo raccontando il momento della

    demolizione, osservando queste case sventrate che hanno ancora al loro interno le reliquie della povera gente, e

    comincia a raccontare la storia di uno di loro. il primo fenomeno di speculazione edilizia del nuovo regno.

    Altro documento interessante Milano sconosciuta di Paolo Balera, un reportage dei bassifondi della

    Milano di quegli anni, edito negli anni 80. Riprende il filone accennato in sottotraccia in Arrighi, ovvero la vita

    della Milano notturna, delle osterie. Questo giornalista-scrittore attraversa quelle vie e registra il tipo di vita e

    le situazioni di degrado sociale e morale (prostituzioni, latrocini, assassinii). un libro che vuole denunciare

    portando a conoscenza dei fenomeni che altrimenti verrebbero occultati e non creerebbero opinione pubblica.