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La lotta all’obesità come malattia: come contrastare le ...img.medscapestatic.com/images/867/038/WebReprint-Italian.pdf · ha sugli individui. Credo che influisca sulla loro capacità

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La lotta all’obesità come malattia: come contrastare le basi della patologiaQuesta attività formativa è supportata da un finanziamento indipendente a fini educativi concesso da Novo Nordisk Global.

La lotta all’obesità come malattia: come contrastare le basi della patologia

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Questa attività formativa è destinata ad un pubblico internazionale di professionisti della sanità di provenienza non statunitense, nello specifico diabetologi ed endocrinologi, medici di base e cardiologi coinvolti nel trattamento dei pazienti in sovrappeso/obesi.

Lo scopo di questa attività è migliorare la comprensione dei medici in merito a obesità/sovrappeso quale malattia cronica grave e vettore dello sviluppo di molte altre malattie.

Una volta portata a termine questa attività, i partecipanti avranno una conoscenza più approfondita dei seguenti aspetti:

• legame tra sovrappeso/obesità e un’ampia gamma di malattie e comorbilità

• fisiopatologia dell’obesità e difficoltà di ottenere e mantenere il calo ponderale

• ultime evidenze cliniche sulle nuove terapie e sui nuovi interventi per il calo ponderale

Docenti e dichiarazioni di conflitto d’interesse

WebMD Global richiede che ogni individuo in posizione di controllare il contenuto di una delle sue attività formative riveli qualsiasi relazione finanziaria rilevante intercorsa negli ultimi 12 mesi che potrebbe creare un conflitto d’interessi.

Luc Van Gaal, MD, PhD Professore di Medicina, Dipartimento di Diabetologia, Metabolismo e Nutrizione Clinica, Ospedale Universitario di Anversa, Anversa, Belgio

Dichiarazione di conflitto d’interesse: Luc Van Gaal, MD, PhD, ha reso noti i seguenti rapporti finanziari rilevanti:

• Ha lavorato come consigliere o consulente per: AstraZeneca; Boehringer Ingelheim Pharmaceuticals, Inc.; Janssen Pharmaceuticals; Johnson & Johnson Pharmaceutical Research & Development, L.L.C.; Lilly; Merck Sharp & Dohme Corp.; Novo Nordisk; Sanofi

• Ha svolto il ruolo di relatore o è stato membro di un comitato di relatori per: AstraZeneca; Boehringer Ingelheim Pharmaceuticals, Inc.; Janssen Pharmaceuticals; Johnson & Johnson Pharmaceutical Research & Development, L.L.C.; Lilly; Merck Sharp & Dohme Corp.; Novo Nordisk; Sanofi

• Ha ricevuto finanziamenti per attività di ricerca clinica da: UE (consorzio Resolve + Hepadip)

Luca Busetto, MD Professore Associato di Medicina Interna, Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Università di Padova, Padova, Italia

Dichiarazione di conflitto d’interesse: Luca Busetto, MD, ha reso noti i seguenti rapporti finanziari rilevanti:

• Ha lavorato come consigliere o consulente per: Novo Nordisk; Johnson & Johnson Pharmaceutical Research & Development, L.L.C.; IntraPace, Inc.

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Jason Halford, PhD, C. Psychol. (Health) AFBPsS Presidente, Psicologia Biologica e Comportamenti Salutari; Direttore, Dipartimento di Scienze Psicologiche, Istituto di Psicologia, Salute e Società, Università di Liverpool, Liverpool, Regno Unito

Dichiarazione di conflitto d’interesse: Jason Halford, PhD, C. Psychol. (Health) AFBPsS, ha reso noti i seguenti rapporti finanziari rilevanti:

• Ha lavorato come consigliere o consulente per: Novo Nordisk; Orexigen Therapeutics, Inc.

• Ha svolto il ruolo di relatore o è stato membro di un comitato di relatori per: Novo Nordisk

• Ha ricevuto finanziamenti per attività di ricerca clinica da: AstraZeneca; Bristol-Myers Squibb Company

• Altro: ha tenuto corsi di formazione finanziati per Novo Nordisk

Hans J. Hauner, MD Professore; Direttore; Presidente di Medicina della Nutrizione; Università Tecnica di Monaco, Monaco, Germania

Dichiarazione di conflitto d’interesse: Hans Hauner, MD, ha reso noti i seguenti rapporti finanziari rilevanti:

• Ha lavorato come consigliere o consulente per: Boehringer Ingelheim Pharmaceuticals, Inc.; Danone; Nestlé; Novo Nordisk; Orexigen Therapeutics, Inc.

• Ha svolto il ruolo di relatore o è stato membro di un comitato di relatori per: Merck & Co., Inc.; Nestlé; Novo Nordisk; RIEMSER Pharma GmbH

La lotta all’obesità come malattia: come contrastare le basi della patologia

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Moderatore  Luc  Van  Gaal,  MD,  PhD  Professore  di  Medicina,  Dip.  di  Diabetologia,  Metabolismo  e  Nutrizione  Clinica  Ospedale  universitario  di  Anversa,  Anversa,  Belgio    

La  lo4a  all’obesità    come  mala;a:  come  contrastare    

le  basi  della  patologia  

Luc F. Van Gaal, MD, PhD: Salve. Mi chiamo Luc Van Gaal. Sono un endocrinologo e Professore di Medicina presso l’Università di Anversa in Belgio. Benvenuti in questo programma intitolato “La lotta all’obesità come malattia: come contrastare le basi della patologia”.

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Luca  Buse4o,  MD  Professore  associato  di  Medicina  Interna  Dip.  di  Scienze  Mediche  e  Chirurgiche    Università  di  Padova  Padova,  Italia    Jason  Halford,  Ph.D.    C.Psychol.  (Health)  AFBPsS  Presidente,  Psicologia  Biologica  e  ComportamenD  Salutari;  DireFore,  Dip.  di  Scienze  Psicologiche  IsDtuto  di  Psicologia,  Salute  e    Società  Università  di  Liverpool  Liverpool,  Regno  Unito      

Hans  Hauner,  MD  Professore;  DireFore;  Presidente  di  Medicina  della  Nutrizione  Università  Tecnica  di  Monaco  Monaco,  Germania  

PartecipanK  

È con me oggi, il Professor Jason Halford, Direttore del Dipartimento di Scienze Psicologiche presso l’Università di Liverpool, Regno Unito. Benvenuto.

Jason C.G. Halford, PhD, CPsychol: Grazie.

Dott. Van Gaal: Benvenuto, inoltre, al Professor Luca Busetto, Professore Associato di Medicina Interna nel Dipartimento di Medicina presso l’Università di Padova in Italia.

Dott. Luca Busetto: Grazie.

Dott. Van Gaal: Inoltre, il Professor Hans Hauner, Direttore dell’Istituto di Medicina della Nutrizione presso la Technische Universität München in Germania. Benvenuto anche a te.

Dott. Hans J. Hauner: Salve.

Dott. Van Gaal: Prima di iniziare la nostra conversazione, dedicate qualche momento a mettere alla prova le vostre conoscenze sull’argomento, rispondendo ad alcune domande. Avrete un’altra possibilità di rispondere alle domande al termine dell’attività per verificare quanto appreso.

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Introduzione/Background  

•  L’obesità  è  una  patologia  cronica  grave  ed  è  associata  a  molteplici  comorbilità  

•  Il  calo  ponderale,  anche  moderato,  migliora  la  salute  e  riduce  il  rischio  di  comorbilità  legate  all’obesità    

•  TuFavia,  il  calo  ponderale  è  difficile  da  oFenere,  ed  evitare  di  riprendere  peso  dopo  averlo  perso  può  essere  ancora  più  difficile  

Sovrappeso e obesità sono malattie croniche gravi nonché vettori dello sviluppo di molte altre patologie. Il calo ponderale, anche moderato, migliora la salute e riduce questi fattori di rischio. Il calo ponderale è difficile da ottenere, ed evitare di riprendere peso dopo averlo perso può essere ancora più difficile.

Chi vuole dire qualcosa in merito agli aspetti economici della crescente prevalenza di sovrappeso e obesità sulla salute pubblica mondiale, sulle risorse sanitarie mondiali? Hans?

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Prevalenza  globale  dell’obesità  

•  Globalmente,  la  percentuale  di  adulD  con  un  IMC    ≥  25  è  aumentata  dal  28,8%  nel  1980  al  36,9%  nel  2013  per  gli  uomini  e  dal  29,8%  al  38,0%  per  le  donne  

•  La  prevalenza  dell’obesità  è  aumentata  in  modo  sostanziale  tra  i  bambini  e  gli  adolescenD  sia  nei  paesi  sviluppaD  (23,8%  di  ragazzi  e  22,6%  di  ragazze  in  sovrappeso/obesi  nel  2013)  sia  nei  paesi  in  via  di  sviluppo  (12,9%  di  ragazzi  e  13,4%  di  ragazze  in  sovrappeso/obesi  nel  2014)  

Ng  M,  et  al.  Lancet.  2014;384:766-­‐781.  

Dott. Hauner: Sì. Sappiamo che si tratta di un’epidemia in rapida crescita nel mondo, in tutti i paesi. Da un recente sondaggio è emerso che attualmente vi sono più di 600 milioni di persone con un IMC uguale o maggiore di 30 e questo numero sta aumentando velocemente. È un problema enorme per tutti i sistemi sanitari e per le società poiché comporta altri effetti quali il pensionamento anticipato e situazioni simili che hanno un impatto sull’intera società.

Dott. Van Gaal: Luca?

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Contrastare  l’epidemia  di  obesità  globale  •  Nel  mondo,  il  tasso  di  obesità  è  quasi  raddoppiato  dal  1980:  poco  più  di  200  milioni  di  uomini  adulD  e  poco  meno  di  300  milioni  di  donne  adulte  sono  obesi[a]  –  Nel  2014,  il  39%  degli  adulD  di  età  pari  o  superiore  a  18  anni  era  in  

sovrappeso  e  il  13%  di  loro  era  affeFo  da  obesità[a]  

•  I  tassi  di  obesità  sono  in  conDnuo  aumento  anche  tra  i  bambini:  nel  2010,  43  milioni  di  bambini  in  età  prescolare  erano  in  sovrappeso  o  obesi,  un  aumento  del  60  percento  dal  1990[b]  

•  Uno  studio  del  2014  su  sovrappeso  e  obesità  nei  bambini  e  negli  adulD  dal  1980  al  2013  ha  riscontrato  un  aumento  della  percentuale  di  adulD  in  sovrappeso  o  obesi  nel  mondo;  inoltre  è  aumentata  in  modo  sostanziale  anche  la  prevalenza  nei  bambini  e  negli  adolescenD,  nei  paesi  sviluppaD  e  in  quelli  in  via  di  sviluppo[c]  

a.  Finucane  MM,  et  al.  Lancet.  2011;337:557-­‐567.  b.  de  Onis  M,  et  al.    Am  J  Clin  Nutr.  2010;92:1257-­‐64.  c.  Ng  M,  et  al.  Lancet.  2014;384:766-­‐781.  

Dott. Busetto: Sì, sono d’accordo con Hans. Dobbiamo ricordare anche che la maggior parte del costo dell’obesità è in comune con altre malattie che sono causate dall’obesità o il cui rischio aumenta in presenza di obesità, come il diabete e gli eventi cardiovascolari; inoltre, un gran numero di complicanze contribuisce ad aumentare la spesa sanitaria mondiale legata all’obesità ed è responsabile di una percentuale allarmante della spesa sanitaria di tutti i paesi, in Europa e altrove.

Dott. Van Gaal: Jason, cosa puoi dirci in base alla tua esperienza specifica?

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Impa4o  dell’obesità  sugli  individui  

Qualità della vita

Dolore articolare

Apnea del

sonno Riduzione

della mobilità

Ansia

Depressione Riduzione della

fertilità

Incontinenza urinaria

DiaposiDva  per  genDle  concessione  di  Jason  Halford,  PhD,  C.  Psychol.  (Health)  AFBPsS.  

Dott. Halford: Penso che dobbiamo anche ricordare, parlando di obesità e persone obese, l’impatto personale che la malattia ha sugli individui. Credo che influisca sulla loro capacità di lavorare, sulla loro vita sociale e su vari aspetti di carattere personale. Nessuno sceglie di diventare obeso e l’essere obeso è una condizione che tendiamo a stigmatizzare.

Dott. Van Gaal: Ok, abbiamo già detto che il sovrappeso e l’obesità sono associati a una serie di fattori di rischio e comorbilità. Hans e Luca, potete illustrare un po’ più dettagliatamente queste comorbilità?

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Obesità  come  fa4ore  di  rischio  per    (e  molKplicatore  di)  diverse  condizioni  di  comorbilità[a,b]  

Obesità  

DMT2  

Mala;a    CV   Artrosi  

Cancro  

Disturbi  dell’umore/cogniKvi  

Apnea  del  sonno  

a.  Pi-­‐Sunyer  X.  Postgrad  Med.  2009;121:21-­‐33.  b.  Calle  EE  et  al.  N  Engl  J  Med.  1999;341:1097-­‐1105.  

Dott. Hauner: Sì. Grazie a numerosi studi, sappiamo che lo stato di obesità influisce su tutti gli organi, a partire dal sistema muscolare, fino al metabolismo e al cuore. Ogni organo è colpito in misura più o meno rilevante. La malattia ha un impatto significativo sull’organismo e riduce la qualità della vita, con una serie di conseguenze per l’individuo.

Dott. Van Gaal: Luca, si parla spesso delle conseguenze cardiometaboliche dell’obesità poiché queste sono facilmente misurabili, ma esistono altri aspetti come quello meccanico. Puoi parlarci un po’ di questo?

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Numero  sKmato  di  casi  di  cancro  (in  migliaia)  a4ribuibile  all’eccesso  di  massa  corporea    

Arnold  M,  et  al.  Lancet  Oncol.  2015;16:36-­‐46.  

0  

10  

20  

30  

40  

50  

60  

Rene   Pancreas   Re4o   Colon   Cancro  dell'esofago  

Uomini  

0  20  40  60  80  

100  120  

Donne  

Dott. Busetto: Sì. Esiste tutta una serie di problemi di tipo meccanico, nello specifico artropatia e problemi respiratori, ma non dimentichiamo altre complicanze più o meno note quali l’associazione con un certo tipo di tumore, ad esempio. I dati a disposizione dimostrano che una percentuale considerevole di tumori è, attualmente, associata o attribuibile all’epidemia di obesità e questo influisce notevolmente sulla mortalità dei nostri pazienti.

Dott. Van Gaal: Sì, e questo è un problema importante da considerare. Riguardo alla fisiopatologia del sovrappeso e dell’obesità, sappiamo da anni che l’assunzione di cibo e l’esercizio fisico sono importanti e che molti farmaci possono contribuire all’aumento di peso. Abbiamo recentemente scoperto che la privazione del sonno può essere un fattore importante, così come l’inquinamento ambientale e gli agenti inquinanti. Jason, in che misura l’obesità e il sovrappeso sono problemi comportamentali?

Dott. Halford: Dobbiamo fare riferimento all’individuo all’interno dell’ambiente. L’individuo ha delle vulnerabilità biologiche, ma è il modo in cui interagisce con l’ambiente, attraverso il suo comportamento, che causa l’obesità. Ovviamente, esiste un problema legato al controllo dell’assunzione di cibo; la capacità di controllare l’appetito è compromessa nelle persone obese. Il dover seguire una dieta esaspera il problema.

Dott. Van Gaal: A tal proposito, che cos’è il cosiddetto ambiente obesogenico? Puoi descriverlo?

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L’ambiente  obesogenico  

DiaposiDva  per  genDle  concessione  di  Jason  Halford,  PhD,  C.  Psychol.  (Health)  AFBPsS.  

Sapore  Dolce  

Aspro  Amaro  

Salato  Dolce  

Porzione  Individuale  Di  gruppo  

Familiare  

Prezzo  Moderato  Economico  Costoso  

Rice4a  Come  si  prepara  ContenuD  del  cibo  IngredienD  

SKle  Europeo  

AsiaDco  Occidentale  Mediterraneo  Fusion  

Compagnia  Famiglia  

Da  soli  Amici  

Portata    Contorni  PiaFo  principale  AnDpasto  

SpunDni  Dessert   C I B O  

Prezzo

Quantità

Occasione per mangiare

Tipo di cucina

Varietà

Preparazione

Dott. Halford: Un ambiente obesogenico comprende numerose variabili. Si riferisce a norme sociali. Si riferisce all’ambiente alimentare. Si riferisce al nostro ambiente fisico. Ciò che controlla la nostra attività. Ciò che controlla la nostra assunzione di cibo. Sicuramente, riguardo all’assunzione di cibo, abbiamo una dieta ricca di cibi trattati, ad elevato contenuto energetico, che promuovono il consumo eccessivo. Questi alimenti sono fortemente commercializzati e pubblicizzati, oltre a essere facilmente disponibili. Cercare di perdere peso e di resistere è molto difficile in questo tipo di ambiente.

Dott. Van Gaal: In questo contesto, dal tuo punto di vista, che cosa si può fare per mitigare, per cambiare questo ambiente specifico? È chiaro che non è così semplice.

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Correggere  l’ambiente  obesogenico  

•  Sfortunatamente,  non  esistono  soluzioni  semplici  e  rapide  

•  Non  basta  solamente  introdurre  tasse  sullo  zucchero,  migliorare  le  eDcheFe  degli  alimenD  o  promuovere  scelte  salutari  

•  È  necessario  modificare  anche  gli  aFeggiamenD  sociali  nei  confronD  del  cibo  e  relaDvi  al  modo    in  cui  il  cibo  viene  percepito  e  pubblicizzato  

DiaposiDva  per  genDle  concessione  di  Jason  Halford,  PhD,  C.  Psychol.  (Health)  AFBPsS.  

Dott. Halford: Il problema dell’ambiente obesogenico è che un singolo cambiamento non produrrà alcun effetto. Non esistono rimedi magici rapidi. Dobbiamo lavorare strutturalmente su tutti gli aspetti dell’ambiente alimentare. Non si tratta solo di tasse sullo zucchero. Non è sufficiente migliorare soltanto l’etichettatura. Non basta solamente promuovere scelte salutari e renderle opzioni standard. Sono necessarie tutte queste cose insieme a molte altre relative all’ambiente alimentare, all’atteggiamento sociale nei confronti del cibo e dell’alimentazione, per poter iniziare a vedere cambiamenti ambientali sufficienti a provocare effetti sulla popolazione.

Dott. Van Gaal: Passando da questo aspetto agli aspetti terapeutici, la terapia comportamentale può essere d’aiuto nella grande sfida del mantenimento del peso, oltre che nel calo ponderale?

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Un  programma  stru4urato  per  modificare  il  comportamento  comporta  benefici  in  termini  di  calo  ponderale  

EnDtà  media  del  calo  ponderale  e  OR  per  il  calo  ponderale  o  nessun  calo  ponderale  nei  partecipanD  con  IMC  superiore  a  25.  *Una  nuova  variabile  che  combina  randomizzazione  e  definizione  degli  obieovi.  

In  questo  studio,  il  cambiamento  comportamentale  basato  sulla  definizione  di  obie;vi  prioritari  ha  prodo4o  un  

maggiore  calo  ponderale  

Lous  J,  et  al.  BMC  Family  Pract.  2016;17:43.  

Variabile   Categoria   Numero  (160)  

Variazione  media  del  peso  

(kg)  

IC  al  95%  della  variazione  media  

ANOVA   OR  per  calo  ponderale  o  nessun  calo  

ponderale  e  IC  al  95%  

 Valore  F  

Valore  P  

Gruppo  di  randomizzazione  e  obieovo  di  calo  ponderale  

Consulto  prevenDvo  senza  il  calo  ponderale  come  obieovo  

62   -­‐1,56   -­‐3,2,  0,05  

Consulto  prevenDvo  con  calo  ponderale  come  obieovo  prioritario  per  l’anno  successivo  

22   -­‐4,73   -­‐7,7,  -­‐1,8   2,3   0,10   4,63*  1,5,  14,4  

Dott. Halford: La terapia comportamentale deve far parte di qualsiasi approccio poiché stiamo cercando di cambiare abitudini che le persone hanno avuto per tutta la vita, cosa molto difficile. Indipendentemente dal particolare approccio comportamentale usato, sappiamo che la frequenza e la durata di questo tipo di trattamenti sono molto importanti. Maggiori sono i trattamenti comportamentali, maggiori saranno i successi a lungo termine, migliori saranno i risultati che le persone avranno nel prevenire l’aumento di peso o, quantomeno, nel gestirlo dopo l’intervento per ottenere il calo ponderale.

Dott. Van Gaal: Si intuisce che, in qualche misura, l’individualizzazione è importante. Hans, quali sono, secondo te, le caratteristiche dei pazienti che ottengono risultati ottimali in termini di calo ponderale?

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Dott. Hauner: Sì. Grazie ai recenti studi, abbiamo capito che un maggiore calo ponderale iniziale è altamente predittivo del successo a lungo termine nel perdere peso e non prenderne altro, oltre che nel mantenere il peso raggiunto. Ora abbiamo a disposizione osservazioni a lungo termine, fino a 10 anni, che dimostrano quanto questo elemento sia altamente predittivo. Quindi, dobbiamo realmente iniziare a convincere le persone a impegnarsi fin dall’inizio per ottenere un determinato grado di calo ponderale, indipendentemente dall’approccio. Questo può essere veramente determinante. Inoltre, aumenta la motivazione. Aumenta e migliora la compliance. Iniziare con un determinato grado di successo mette in moto un insieme di meccanismi estremamente utili per ottenere un miglior risultato a lungo termine.

Dott. Van Gaal: Nell’ambito dello stesso insieme di fattori che possono spiegare lo sviluppo di sovrappeso e obesità, si parla spesso di calorie e del conteggio delle calorie, ma potrebbe esserci una differenza tra qualità e quantità. Puoi descrivere un po’ la fisiologia dell’apporto energetico e, nello specifico, la densità degli alimenti?

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Dieta  e  regolazione  dell’apporto  energeKco:  il  dilemma  •  I  cibi  ad  alto  tenore  energeDco  sono  gustosi,  ma  non  saziano  

•  I  cibi  a  basso  tenore  energeDco  hanno  un  maggior  potere  saziante,  ma  sono  meno  gustosi  

•  I  cibi  a  basso  tenore  energeDco  sono,  generalmente,  quelli  che  contengono  più  acqua  e  meno  grassi,  nonché  quelli  che  soddisfano  di  meno  il  palato  

Drewnowski  A.  Nutr  Rev.  1998;56:347-­‐353.  

Dott. Hauner: Sappiamo già che i cibi altamente trattati hanno un’alta densità energetica e sono dannosi per la salute. Noi siamo più o meno regolati per un’alimentazione a bassa densità energetica, ad esempio gli alimenti vegetali contengono molta meno energia rispetto agli alimenti a base di carne altamente trattati. Dobbiamo realmente cambiare la qualità della nostra alimentazione e preferire gli alimenti vegetali poiché contengono più acqua. Questo è importante anche perché, per essere sazi, abbiamo bisogno di una determinata quantità di cibo, altrimenti non smettiamo di mangiare e ciò rende più difficile controllare l’assunzione totale di calorie.

Dott. Van Gaal: In altre parole, questo è un messaggio importante per le abitudini alimentari dei nostri pazienti in sovrappeso e obesi?

Dott. Hauner: Sì. Inoltre un altro punto importante, che abbiamo già affrontato, è questo nuovo fenomeno degli spuntini. Ci sono troppe occasioni per mangiare, giorno e notte e ovunque andiamo. È molto difficile mantenere uno schema dei pasti e delle abitudini alimentari. Per molte persone è estremamente difficile seguire un programma che preveda quando e cosa mangiare. Questo è molto importante anche per l’equilibrio del nostro apporto calorico.

Dott. Van Gaal: Concentriamoci un po’ di più sulla fisiologia, quali sono i target molecolari e ormonali chiave per il calo ponderale e il mantenimento del peso?

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Meccanismi  che  regolano  l’assunzione  di  cibo  

Acosta  A,  et  al.  Gut.  2014;63:687-­‐695.  

Cervello  

Midollo  spinale  

Stomaco  

IntesKno  tenue  Colon  

Pancreas  

Fegato  

Tessuto  adiposo  bianco  

Sistema  nervoso  autonomo  simpaKco  

Sistema  nervoso  periferico  

Circolazione  portale  

Insulina,  glucagone,  amilina,  PP  

GLP-­‐1,  PYY3-­‐35,  OXM,  CCK,  5HT,  FGF,  AB  

Grelina  LepKna  

LepKna,  adiponecKna,  

IL-­‐6,  TNF  

Nervo  vago  

Circolazione  sistemica  

Acidi  biliari  

Sistema  nervoso  enterico  

Dott. Hauner: Sappiamo che sono coinvolti molti organi. Sono molti i fattori e gli ormoni che contribuiscono al controllo e al mantenimento del peso, ad esempio la regolazione della fame e della sazietà; si tratta di meccanismi complessi che comprendono anche numerose interazioni tra organi e tra il tratto GI e il sistema nervoso centrale. Il modo in cui iniziamo a mangiare e smettiamo di mangiare rientra in un’azione coordinata. Si tratta di un sistema di regolazione complesso, ma la sensazione di stomaco pieno che abbiamo è fondamentale poiché è un segnale importante che indica al cervello che dobbiamo smettere di mangiare e deve essere tenuto in considerazione cercando di ridurre la densità energetica del cibo che mangiamo.

Dott. Van Gaal: Jason, a tal proposito, sappiamo se questi ormoni che svolgono un ruolo importante nei pathway centrali siano legati anche al comportamento?

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I  segnali  di  sazietà  e  il  controllo  inibitorio  potrebbero  essere  più  deboli  negli  individui  inclini  all’obesità  

Acosta  A,  et  al.  Gut.  2014;63:687-­‐695.  DiaposiDva  per  genDle  concessione  di  Jason  Halford,  PhD,  C.  Psychol.  (Health)  AFBPsS.  

Controllo inibitorio

Sazietà

Responsività ai segnali del cibo Alimentazione basata sulla ricompensa

Effe;  dire;  sui  sistemi  chiave  1.  Regolatorio  (fame,  saziamento  e  

sazietà).  2.  ComponenD  della  ricompensa  

(piacere  e  desiderio)  dell’appeDto.  3.  Aumento  del  controllo  

sull’alimentazione,  riducendo  quindi  le  risposte  al  desiderio  di  cibo.  

Interconnessione  dei  sistemi  chiave  (effeo  indireo)  •  Rafforzamento  della  sazietà  e  

modifiche  nell’esperienza  edonica  dovrebbero  produrre  un  maggior  controllo  sul  comportamento  alimentare  

Dott. Halford: Certamente. I comportamenti del paziente sono strettamente legati al funzionamento di questi meccanismi. Sicuramente gli individui obesi hanno un senso di sazietà durante i pasti e post-prandiale più debole e ciò suggerisce che è necessario stimolare questi meccanismi per affrontare il problema. Inoltre, i sistemi che regolano il loro appetito sono sopraffatti dai fattori esterni che abbiamo già citato e che influiscono sui sistemi di ricompensa del cervello. Se il paziente viene stimolato dall’ambiente alimentare e desidera mangiare, è ricettivo ai segnali alimentari e ha fame, troverà molto difficile mantenere il controllo. Ciò richiede un grande sforzo cognitivo e ha conseguenze di tipo psicologico. Le limitazioni alimentari influiscono sull’umore e sulle capacità cognitive. Questo è il motivo per cui seguire una dieta è difficile.

Dott. Van Gaal: È una cosa difficile ma dobbiamo, ovviamente, affrontarla. È una delle sfide più difficili e ci porta alla domanda: quanto sono efficaci tutti questi interventi per modificare l’alimentazione, l’attività fisica e il comportamento? Luca qual è la tua opinione in merito?

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Calo  ponderale  alla  fine  dello  studio  vs  calo  ponderale  al  follow-­‐up  

Gli  studi  dimostrano  che  il  33%  -­‐  66%  dei  pazienK  so4oposK  a  dieta  riprende  più  peso  di  quello  perso  durante  la  dieta  

Mann  T,  et  al.  Am  Psychol.  2007;62:220-­‐233.  

Intervallo  di  follow-­‐up  compreso  tra  4  e  7  anni  

Variazione  media  dal  basale  alla  fine  della  dieta  (kg)  Variazione  media  dal  basale  al  follow-­‐up  (kg)  

Foster,  et  al.  

Kramer,  et  al.  

Wadden  e  Frey  

Walsh  e  Flynn  

Hensrud,  et  al.  

Murphy  Pekkarinen,  et  al.  e  Mustajoki  5  

0  

-­‐5  

-­‐10  

-­‐15  

-­‐20  

-­‐25  

-­‐30  

Varia

zion

e  de

l  peso,  kg  

Dott. Busetto: Si tratta di un punto fondamentale. Si ritiene che i cambiamenti dello stile di vita non abbiano un grande successo e questo è, probabilmente, vero. Tuttavia, dobbiamo ricordare che, grazie a un intervento sullo stile di vita, possiamo ottenere inizialmente un livello di calo ponderale prolungato in una notevole percentuale di pazienti. Inoltre, nonostante il fatto che, in una popolazione globale, si osservi generalmente un recupero del peso perso successivamente all’intervento, un sottogruppo di pazienti riesce comunque a mantenere il peso. Ritengo che dobbiamo fare di più per capire le caratteristiche di questi pazienti e per comprendere meglio le ragioni per cui questo particolare gruppo riesce a mantenere il peso, poiché ciò potrebbe essere utile anche per la popolazione generale. Credo che dobbiamo disfarci del preconcetto secondo il quale ogni tipo di intervento sullo stile di vita sarà seguito dal recupero del peso. Questo non è vero; almeno non nella popolazione generale di pazienti.

Dott. Van Gaal: Gli studi clinici ci aiutano a capire di più su questa difficoltà? Questi interventi sono utili o meno? Alla fine, si ottengono dei benefici?

Dott. Busetto: Sì. Ora abbiamo a disposizione studi clinici molto ampi. Probabilmente uno dei più importanti è lo studio Look AHEAD, dedicato all’intervento sullo stile di vita in persone affette da diabete. Sappiamo bene che lo studio Look AHEAD non è riuscito a dimostrare un’efficacia negli esiti principali a livello degli eventi cardiovascolari, tuttavia in questo studio è stato osservato un miglioramento significativo in numerosi fattori di rischio cardiovascolare e tale miglioramento è stato particolarmente eclatante nel gruppo di pazienti che hanno mantenuto il peso, il gruppo di pazienti a cui ho fatto riferimento in precedenza. In questo gruppo di pazienti sono stati osservati anche alcuni effetti positivi in importanti esiti intermedi e in esiti clinici. Gli studi clinici non sono completamente negativi.

La lotta all’obesità come malattia: come contrastare le basi della patologia

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Il  calo  ponderale  migliora    le  comorbilità  legate  all’obesità  

   Riduzione  dei  faFori  di  rischio  

CV[b]  

MiglioramenD  del  profilo  lipidico  nel  sangue[c]  

MiglioramenD  della  pressione  arteriosa[d]  

a.  Knowler,  et  al.  N  Engl  J  Med.  2002;346:393-­‐403.    b.  Li,  et  al.  Lancet  Diabetes  Endocrinol.  2014;2:474-­‐480.    c.  DaDllo,  et  al.  Am  J  Clin  Nutr.  1992;56:320-­‐328.    d.  Wing,  et  al.  Diabetes  Care.  2011;34:1481-­‐1486.  

Benefici  di  un  calo  ponderale  pari  al  5%-­‐10%  

   Riduzione  del  rischio  di  DMT2[a]  

MiglioramenD  nella  gravità  dell’apnea  ostruova  del  sonno[e,f]  

MiglioramenD  nella  QoL  legata  alla  salute[g,h]  

e.  Foster,  et  al.  Arch  Intern  Med.  2009;169:1619-­‐1626.    f.  Kuna,  et  al.  Sleep.  2013;36:641-­‐649.  g.  WarkenDn,  et  al.  Obes  Rev.  2014;15:169-­‐182.    h.  Wright,  et  al.  J  Health  Psychol.  2013;18:574-­‐586.  

Inoltre, dobbiamo ricordare, ad esempio, che abbiamo a disposizione almeno tre studi controllati randomizzati che dimostrano che l’intervento sullo stile di vita può prevenire l’incidenza di nuovi casi di diabete in una popolazione ad alto rischio di diabete, in particolare in pazienti con prediabete o alterata glicemia a digiuno o alterata tolleranza al glucosio. Sono convinto che gli interventi sullo stile di vita siano fondamentali nel nostro campo.

Dott. Van Gaal: Hans, tornando alle caratteristiche dei pazienti che possono ottenere il mantenimento del peso, ho letto di recente un articolo che suggeriva che alcuni geni, ad esempio il gene FTU, possono aiutare a spiegare perché alcune persone mantengono il peso e altre no. Pensi che anche la genetica sia importante per il mantenimento del peso?

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CambiamenK  metabolici  nel  dispendio  energeKco  che  favoriscono  la  ripresa  del  peso  •  Il  mantenimento  di  un  peso  corporeo  più  basso  è  associato  a  cambiamenD  compensatori  nel  dispendio  energeDco  che  tendono  a  favorire  la  ripresa  del  peso  

•  Il  calo  ponderale  indoFo  dalla  dieta  produce  una  diminuzione  di  TEE,  REE  e  NREE  

•  I  meccanismi  coinvolD  nel  declino  del  TEE  conseguente  a  calo  ponderale  sono  probabilmente  legaD  a  riduzione  della  massa  corporea  e  aumento  dell’efficienza  metabolica  –  I  meccanismi  che  favoriscono  il  dispendio  energeDco,  come  l’aovazione  del  TAB,  sono  associaD  a  riduzione  del  peso  e  mantenimento  del  calo  ponderale  

Greenway  FL.  Int  J  Obes.  2015;  39:1188-­‐1196.    

Dott. Hauner: Credo fermamente che la genetica abbia una grande influenza. Molti studi lo dimostrano, qualsiasi tipo di studio familiare, gli studi di associazione genome-wide. La genetica svolge un ruolo importante. Dobbiamo capire di più sui legami tra tutti gli aspetti che influiscono sull’assunzione di cibo, sul comportamento alimentare e sul dispendio energetico di cui non sappiamo ancora molto. Ma esistono prove sufficienti sul fatto che sia necessario tenere in considerazione l’influenza della genetica e altri tipi di influenze derivanti dal nostro sistema intrinseco. Inoltre, dobbiamo considerare che il nostro sistema biologico di esseri umani tende a controllare il peso corporeo, a difenderlo, poiché questo è stato un aspetto importante per la sopravvivenza del genere umano in passato. Questo è cambiato notevolmente. Ora siamo sommersi dal cibo e dalle calorie e non esiste un sistema di controllo che limiti questo eccesso, ma al contrario, se si vuole perdere peso, esiste un forte meccanismo di difesa con basi fisiologiche; per questo osserviamo, ad esempio, una riduzione dell’ormone serotonina. Si verifica una diminuzione del tono del sistema nervoso simpatico; la leptina, il nostro ormone della sazietà, diminuisce. L’insulina aumenta la sua azione. Esistono numerosi meccanismi biologici che difendono il peso corporeo e che portano al recupero del peso dopo il calo ponderale. È questo che rende così difficile ottenere risultati a lungo termine.

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0  

10  

20  

30  

40  

50  

60  

70  

80  

>  5%  dopo  1  anno  

Percen

tuale  di  in

dividu

i,  %  

Placebo   Orlistat  120  mg  ×3   LiragluDde  2,4  mg   LiragluDde  3,0  mg  

*P  ≤  0,001  vs  placebo  †P  <  0,001  vs  orlistat  

*  

*†  

Percentuale  di  pazienK  che  hanno  o4enuto  un  calo  ponderale  >  5%  dopo  1  anno:  liragluKde,  orlistat,  placebo  

Astrup  A,  et  al.  Int  J  Obes.  2012;36:843-­‐854.  

Dott. Van Gaal: Ok. Questo è lo spettro di trattamento per i nostri pazienti obesi. Da un lato, possiamo intervenire sullo stile di vita e ottenere, generalmente, un calo ponderale dal 5 al 10%. Dall’altro lato, abbiamo un notevole successo con la chirurgia bariatrica e, tra queste due opzioni, c’è il trattamento farmacologico. I farmaci per la perdita di peso attualmente disponibili. Possiamo ancora contare su Orlistat, un inibitore delle lipasi che provoca non solo il calo ponderale ma contribuisce a prevenire il diabete di tipo II, come dimostrato nello studio XENDOS. Recentemente abbiamo approvato un farmaco combinato, naltrexone/bupropione.

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-­‐12,0  

-­‐10,0  

-­‐8,0  

-­‐6,0  

-­‐4,0  

-­‐2,0  

0,0  0   8   16   24   32   40   48   56  

Varia

zion

e  de

l  peso  corporeo

,  %  

Placebo  +  MODC   NB32  +  MODC  

-­‐5,1%  

-­‐9,3%*  

Tempo,  se;mane  

ITT-­‐LOCF-­‐modificata   PazienK  che  hanno  

completato  lo  studio  

56  

-­‐7,3%  

-­‐11,5%*  

Percentuale  di  calo  ponderale  rispe4o  al  basale  per  la  popolazione  ITT-­‐LOCF-­‐modificata  e  per  la  popolazione  che  ha  completato  lo  studio:  naltrexone  +  bupropione  vs  placebo  

Wadden  TA,  et  al.  Obesity.  2011;19:110-­‐120.    *P  <  0,001    

Naltrexone è un antagonista degli oppiacei. Il bupropione è stato inizialmente sviluppato come antidepressivo. Ora si utilizza come farmaco per smettere di fumare. Combinando questi due farmaci abbiamo osservato effetti positivi.

Passando ai farmaci iniettabili appartenenti alla famiglia degli agonisti del recettore del GLP-1, sappiamo che il liraglutide è stato ampiamente studiato come farmaco per l’obesità a dosi elevate pari a 3 mg. Potrebbe avere non solo effetti periferici sul pancreas e sullo svuotamento gastrico, ma potrebbe agire anche centralmente riducendo l’appetito attraverso differenti pathway centrali. Esistono altri farmaci disponibili principalmente negli Stati Uniti, ma vogliamo concentrarci su quelli menzionati. Luca, puoi parlarci dei risultati di questi studi e dirci quale sia quello da prendere come riferimento, secondo te?

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SCALE:  variazione  del  peso  corporeo  (%),  liragluKde  vs  placebo  

*L’analisi  staDsDca  è  ANCOVA.  

Varia

zion

e  de

l  peso,  %  

Peso  al  basale:  106  kg  

Pi-­‐Sunyer  X,  et  al.  NEJM.  2015;373:11-­‐22.  

-­‐12  

-­‐10  

-­‐8  

-­‐6  

-­‐4  

-­‐2  

0  0   2   4   8   16   20   28   40   50   56  

Tempo,  se;mane  56  

LOCF  media  osservata  LiragluDde  3,0  mg   Placebo  LOCF  media  osservata   P  <  0,0001*  

-­‐8,0%  

-­‐2,6%  

Dott. Busetto: Esistono numerosi studi su questi farmaci e tutti hanno dimostrato che il calo ponderale ottenibile combinando i farmaci all’intervento sullo stile di vita è superiore a quello che si ottiene intervenendo solo sullo stile di vita. Penso che sia più importante concentrarsi sul mantenimento del peso. Non abbiamo riscontrato grossi problemi a ottenere il calo ponderale. Invece, è molto difficile mantenere il calo ponderale ottenuto. A tal proposito voglio ricordare uno studio in particolare condotto sul liraglutide.

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SCALE  Maintenance:  percentuale  di  pazienK  che  hanno  mantenuto  il  calo  ponderale  del  run-­‐in  o  hanno  ripreso  ≥  5%  dalla  randomizzazione  alla  se;mana  56  Hanno  mantenuto  il  calo  ponderale  del  run-­‐in   Hanno  ripreso  ≥  5%  del  peso  dalla  randomizzazione  

Serie  completa  di  analisi;  LOCF  alla  seomana  56.  *P  <  0,0001  Wadden  T,  et  al.  Int  J  Obes  (Lond).  2013;37:1443-­‐1451.  

81,4  

48,9  

0  

20  

40  

60  

80  

100  

LiragluKde  3,0  mg   Placebo  

Percen

tuale  di  pazienK

,  %  

*  

1,9  

17,5  

0  

20  

40  

60  

80  

100  

LiragluKde  3,0  mg   Placebo  

Percen

tuale  di  pazienK

,  %  

*  

Si tratta dello studio WADDON, che era incentrato sul mantenimento del peso. Tutti i pazienti hanno seguito una dieta ipocalorica prima della randomizzazione e, dopo aver ottenuto un calo ponderale sostanziale con questa dieta, sono stati randomizzati al placebo o al liraglutide. È stato riscontrato che i pazienti in terapia con liraglutide ottenevano un ulteriore calo ponderale, quindi un beneficio, un miglioramento aggiuntivo, ma, nello specifico, erano in grado di mantenere il calo ponderale ottenuto nel corso del tempo molto di più rispetto ai risultati ottenibili con il solo intervento sullo stile di vita. Credo che combinando insieme intervento sullo stile di vita e terapia farmacologica si ottenga un buon risultato non solo per quanto riguarda il calo ponderale ma anche nel mantenimento del peso per un periodo di tempo più lungo, aspetto probabilmente più importante.

Dott. Van Gaal: Sì e in questo modo potremmo andare poco oltre il 10%, divario che separa l’intervento sullo stile di vita dalla chirurgia. Hans, in base alla tua esperienza, propendi anche tu per l’opzione che prevede di intervenire inizialmente sull’alimentazione ed eventualmente inserire la terapia farmacologica per il mantenimento? Non è un risultato nuovo specifico del liraglutide. È stato già dimostrato anche con i farmaci precedenti.

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Linee  guida  NICE  per  il  tra4amento  del  sovrappeso/dell’obesità  •  Prendere  in  considerazione  la  terapia  farmacologica  solo  dopo  aver  iniziato  e  valutato  approcci  basaD  su  regime  alimentare,  aovità  fisica  e  comportamento  

•  Prendere  in  considerazione  la  terapia  farmacologica  per  le  persone  che  non  hanno  oFenuto  il  calo  ponderale  target  o  che  hanno  raggiunto  un  plateau  dopo  essere  state  soFoposte  a  dieta,  aovità  fisica  e  modifiche  del  comportamento  

•  Decidere  di  iniziare  la  terapia  farmacologica  dopo  aver  discusso  i  possibili  benefici  e  limitazioni  con  la  persona,  compresi  il  meccanismo  d’azione,  gli  effeo  avversi,  i  requisiD  di  monitoraggio  e  l’impaFo  potenziale  sulla  moDvazione  della  persona  stessa  

NICE. Linee guida per la prevenzione dell’obesità.

Dott. Hauner: Credo che siamo tutti d’accordo, a livello mondiale, che si dovrebbe sempre iniziare con l’intervento sullo stile di vita. Abbiamo dati validi che indicano che questo approccio può funzionare. Non sempre il risultato è perfetto e, in molti casi, vorremmo ottenere un maggior calo ponderale per motivi medici. Se non otteniamo risultati sufficienti intervenendo sull’alimentazione, dobbiamo aggiungere la terapia farmacologica. Si può ottenere un ulteriore calo ponderale e si hanno migliori possibilità di mantenere il peso, quindi credo che, in molti casi, sia vantaggioso sfruttare questa combinazione e andare per gradi, aumentando pian piano il trattamento. È un approccio vantaggioso che va adattato al singolo paziente. Abbiamo anche l’opzione chirurgica. Abbiamo a disposizione un ampio spettro di trattamenti per i problemi specifici del singolo individuo.

Dott. Van Gaal: Jason, lavorando nel campo della psicologia, vedi la terapia farmacologica come un approccio antagonista o come un aiuto extra?

Dott. Halford: Parliamo degli stessi sistemi. I sistemi fisiologici e l’espressione comportamentale sono interconnessi. Secondo la mia opinione, i farmaci e perfino la chirurgia sono interventi comportamentali, e con ciò intendo che sono modi per aiutare le persone ad affrontare i problemi di cui abbiamo discusso a proposito del mantenimento del peso, intervenendo sui sistemi biologici alla base dei loro comportamenti.

Dott. Van Gaal: Ok, e le opzioni future riguardano, ovviamente, l’associazione con quel farmaco, la combinazione naltrexone/bupropione. Stiamo imparando che combinando i farmaci possiamo avere un effetto additivo puro o magari degli effetti sinergici. Possiamo cercare di controbilanciare il fenomeno compensatorio della sovralimentazione e degli spuntini che si osserva con alcuni farmaci e gli inibitori del STLG-2 nell’ambito del diabete sono uno di questi esempi. Grazie alle combinazioni potremo impiegare dosi inferiori dei farmaci migliorandone, eventualmente, la tollerabilità. Quindi si tratta di un aspetto interessante che sarà sicuramente portato avanti nell’ottica di sviluppi futuri.

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Torniamo all’altro aspetto nell’ambito dei trattamenti, nello spettro terapeutico: la chirurgia bariatrica che oggi viene chiamata chirurgia metabolica. Luca, parlaci un po’ delle tipologie chirurgiche disponibili e di come siano correlate con il calo ponderale e, di nuovo, del mantenimento del peso, aspetto molto importante.

Chirurgia  per  il  calo  ponderale  

Gastrica   Combinazione  

DiaposiDva  per  genDle  concessione  di  Luca  BuseFo,  MD.  

Bendaggio gastrico regolabile (Lap-Band)

Gastrectomia verticale a manica Bypass gastrico Roux-en-Y (RNY)

Tasca gastrica

Bendaggio regolabile

Porta sottocutanea

Manica gastrica (nuovo stomaco)

Porzione di stomaco rimossa

Digiuno

Duodeno Duodeno bypassato

succo gastrico

cibo

Digiuno

Porzione di stomaco bypassata

Tasca gastrica

Dott. Busetto: Preferisco utilizzare il termine chirurgia per l’obesità. È un termine migliore di bariatrica o metabolica. Credo che chirurgia per l’obesità sia la parola migliore. I chirurghi hanno ideato un gran numero di interventi nel corso del tempo ma alla fine più del 90% delle procedure eseguite nel mondo, al giorno d’oggi, sono riconducibili a 4 tecniche principali: il bendaggio gastrico, la gastrectomia a manica, il bypass gastrico e la diversione biliopancreatica con switch duodenale. La gastrectomia a manica e il bypass gastrico rappresentano l’80% degli interventi. Queste sono le tecniche attualmente usate per la chirurgia bariatrica.

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Chirurgia  bariatrica:  meccanismi  d’azione  nel  calo  ponderale  

Assunzione  di  cibo  limitata  

Malassorbimento  

Modello  classico:  Meccanico  

Segnali  GI  alteraD  al  cervello  

• Endocrini  • Neuronali  

Segnali  GI  alteraD  ad  altri  tessuD  (pancreas,  fegato)  

Modello  a4uale:  Psicologico  

Manning  S,  et  al.  J  Clin  Invest.  2015;125:939-­‐948.  

La visione classica, meccanicistica, fa distinzione tra procedure restrittive o di malassorbimento, ma si tratta di una visione obsoleta. Abbiamo attualmente a disposizione numerose osservazioni che dimostrano che gli interventi chirurgici possono agire su meccanismi fisiopatologici differenti, che partono dall’intestino, ma hanno effetti su tutto il corpo e, in particolare, sul sistema nervoso centrale. Non sappiamo ancora quali di questi presunti meccanismi siano veramente importanti, quale sia il più importante. Dobbiamo lavorare ancora su questo. Credo che questo campo di ricerca sia utile non solo per comprendere meglio l’effetto della chirurgia per perdere peso, ma anche per individuare ulteriori meccanismi su cui poter, eventualmente, lavorare dal punto di vista farmacologico. Luc, che cosa ne pensi?

Dott. Van Gaal: A tal proposito, possiamo imparare molto sulla fisiologia dai chirurghi. Hans?

Dott. Hauner: Sì. È in corso un dibattito su quali siano i meccanismi, che cosa stiamo cercando. Prima di tutto, l’apporto calorico viene ridotto da un intervento di tipo meccanicistico. Si discute molto sul fatto che vi possa essere un effetto oltre questa riduzione dell’apporto calorico o no. Secondo me, non abbiamo alcuna certezza in merito. Esistono ipotesi interessanti, ma dobbiamo proseguire nella ricerca per migliorare la nostra comprensione, poiché potremmo ricavarne alcuni indizi su come sviluppare altri trattamenti, ad esempio, trattamenti farmacologici per regolatori specifici dell’apporto calorico e del senso di sazietà. È un argomento di ricerca molto interessante, ma è ancora prematuro dire che si tratta di chirurgia metabolica. Consiste nel curare le malattie, le malattie metaboliche. Penso che non sia del tutto vero e che dovremmo fare attenzione a non essere troppo ottimisti in tal senso. Tuttavia, non vi sono dubbi che sia un trattamento molto efficace per le persone realmente obese ed è l’unica opzione che abbiamo per ottenere una riduzione veramente significativa nella morbilità e anche nella mortalità, e questo è un risultato unico.

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Dott. Van Gaal: Esistono dati di studi clinici, studi clinici di lunga durata, che forniscono almeno un’idea degli esiti che possiamo aspettarci, quali che essi siano?

Dott. Busetto: Ora abbiamo a disposizione studi di lunghissima durata oltre a numerosi studi controllati randomizzati sulla chirurgia e ciò è abbastanza insolito in questo campo. Questi studi dimostrano che la chirurgia bariatrica può produrre un calo ponderale prolungato e mantenuto nel tempo, associato a una riduzione di esiti importanti quali mortalità, prevalenza e incidenza del diabete, incidenza del cancro, come evidenziato nello studio.

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Chirurgia  bariatrica  e  prevenzione  o  remissione  del  DMT2  Stadio  della  mala;a  •  Prediabete  

 •  DMT2  di  recente  insorgenza  

 •  DMT2  con  complicanze  

macrovascolari  e  microvascolari  iniziali    

 •  DMT2  con  complicanze  

macrovascolari  e  microvascolari  consolidate  in  fase  terminale  

Effe;  della  chirurgia  bariatrica  •  Riduzione  altamente  significaDva  di  

nuovi  casi  di  DMT2    •  Elevate  possibilità  di  remissione  del  

diabete;  riduzione  documentata  dell’incidenza  di  complicanze  macrovascolari  e  microvascolari    

 •  Possibile  regressione  delle  complicanze  

macrovascolari  e  microvascolari    

•  Nessuna  regressione  e,  in  alcuni  casi,  progressione  delle  complicanze;  nessun  miglioramento  nella  sopravvivenza    

BuseFo  L.  Ann  Transl  Med.  2015;3:94.  

Esistono numerosi studi condotti, in particolare, su persone obese e affette da diabete che dimostrano un notevole effetto della chirurgia bariatrica sul controllo metabolico. Non mi piace mettere l’accento sulla storia della remissione, quindi sul fatto che in alcuni pazienti sottoposti a intervento chirurgico esista una remissione del diabete. Comunque possiamo raggiungere un buon controllo metabolico che è ciò che ci serve.

Dott. Van Gaal: Ok. Un’ultima domanda per Jason. La chirurgia è molto lontana dalla psicologia, ma può modificare il comportamento psicologico? Abbiamo appreso, per esempio, che vi è una maggior tendenza al consumo di alcol dopo la chirurgia bariatrica. Discuti di questo aspetto con i tuoi pazienti?

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Chirurgia  bariatrica  e  rischio  di  “trasferimento  della  dipendenza”  •  Successivamente  a  un  intervento  chirurgico  riuscito  per  il  calo  ponderale,  medici  e  ricercatori  hanno  osservato  che  alcuni  pazienD  smeFono  di  mangiare  eccessivamente,  ma  acquisiscono  nuovi  disturbi  compulsivi  –  Alcolismo,  gioco  d’azzardo  o  altre  dipendenze  come    lo  shopping  compulsivo  

•  Si  riDene  che  quesD  pazienD  adoono  una  nuova  forma  di  dipendenza  al  posto  del  disturbo  alimentare  compulsivo  di  cui  soffrivano  in  precedenza.  Questo  processo  viene  definito  trasferimento  della  dipendenza  

Blum  K,  et  al.  J  Genet  Syndr  Gene  Ther.  2011;  Dic  23;2012(1).  

Dott. Halford: Questa riflessione è molto interessante. Quando la chirurgia ha un buon esito, produce cambiamenti profondi sull’appetito che vorremmo poter ottenere agendo solo sul comportamento o tramite terapia farmacologica per ripristinare il senso di sazietà, ridurre la responsività agli alimenti che possono causare problemi, modificare le preferenze alimentari. Questo è molto interessante. Si verificano dei problemi e l’abuso di alcol è uno di questi. Il problema si verifica quando a qualcuno viene tolto qualcosa su cui faceva affidamento come strategia di coping, i pazienti facevano affidamento sul cibo come strategia di coping, e se non sono state affrontate le strategie di coping maladattivo, è come se togliessimo loro una stampella. Perdono peso, non possono più usare il cibo, quindi può succedere che lo sostituiscano con una serie di altre cose, ad esempio l’alcol, ma non solo.

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Conclusioni  

•  L’incidenza  dell’obesità  ha  raggiunto  proporzioni  epidemiche  e  la  patologia  aumenta  il  rischio  di  sviluppare  numerose  comorbilità  gravi    

•  L’obesità  è  associata  a  diversi  aspeo  comportamentali,  psicologici  e  sociologici,  tra  cui  il  cosiddeFo  ambiente  obesogenico  

•  La  fisiologia  e  la  fisiopatologia  dell’apporto  e  del  dispendio  energeDco  sono  alquanto  complesse  e  ciò  spiega  perché  è  difficile  oFenere  e  mantenere  il  calo  ponderale  

•  Esistono  una  serie  di  intervenD  per  oFenere  il  calo  ponderale  (comportamentali,  farmacologici  e  chirurgici)  ed  è  noto  che  anche  un  calo  ponderale  moderato  può  comportare  importanD  benefici  per  la  salute    

•  TuFavia,  l’obesità  rimane  un  problema  con  sostanziali  esigenze  non  soddisfaFe  

Dott. Van Gaal: Ok. Cari colleghi, siamo giunti alla fine di questa interessante discussione che abbiamo affrontato con i partecipanti di oggi. Abbiamo avuto l’opportunità di approfondire alcuni aspetti fisiopatologici dell’obesità, in particolare le attitudini comportamentali. Un altro importante fattore contributivo rimane, ovviamente, l’assunzione di cibo e a tal proposito abbiamo appreso che la qualità del cibo può essere più rilevante della quantità e ci siamo soffermati anche sulla densità del cibo. Abbiamo discusso dei difficili approcci al calo ponderale e al mantenimento del peso, oltre alle tecniche per migliorare il mantenimento del peso. Gli approcci farmacologici e i nuovi e promettenti dati sulla terapia basata sul peptide liraglutide, ad esempio, possono essere d’aiuto abbinati alla chirurgia. Questi approcci permettono di ottenere un calo ponderale adeguato e una riduzione delle comorbilità.

Detto questo, vi ringraziamo per aver partecipato con me a questa discussione. Professor Hauner, Professor Busetto, Professor Halford, vi ringrazio molto.

Prima di finire, rivediamo le domande che sono state presentate all’inizio dell’attività, per vedere cosa avete appreso.

Infine, vi ringrazio per aver partecipato a questa interessante attività e vi invito a continuare rispondendo alle domande che seguiranno e portare a termine la valutazione. Molte grazie.

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Abbreviazioni5-HT2C = recettore 2C della 5-idrossitriptamina

AB = acidi biliari

ANOVA = analisi della varianza

CCK = colecistochinina

CV = cardiovascolare

DMT2 = diabete mellito di tipo 2

FGF = fattore di crescita dei fibroblasti (fibroblast growth factor)

GI = gastrointestinale

www.medscape.org/spotlight/obesity-condition

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GLP-1 = peptide glucagone-simile 1 (glucagon-like peptide-1)

IC = intervallo di confidenza

IL-6 = interleuchina 6

IMC = indice di massa corporea

ITT = intenzione di trattamento (intent to treat)

kg = kilogrammo

LOCF = ultima osservazione portata a termine (last observation carried forward)

MODC = modificazione del comportamento

mg = milligrammo

NICE = Istituto nazionale per la salute e l’eccellenza clinica del Regno Unito (National Institute for Health and Care Excellence)

NPY = neuropeptide Y

NREE = dispendio energetico non a riposo (non-resting energy expenditure)

OR = odds ratio

OXM = ossintomodulina

PP = polipeptide pancreatico

PYY = peptide YY

REE = dispendio energetico a riposo (resting energy expenditure)

SNP = sistema nervoso periferico

TAB = tessuto adiposo bruno

TEE = dispendio energetico totale (total energy expenditure)

TNF = fattore di necrosi tumorale (tumor necrosis factor)

Valore F = fattore fisso

La lotta all’obesità come malattia: come contrastare le basi della patologia

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