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PASOLINI STAMPA STUDENTESCA PAOLO DI PAOLO BOCCACCIO IPAZIA VENTICINQUE CERN RICCARDO MAESTRI QUANTO È GRANDE... DOPO CINQUE ANNI... SIAMO STATI PREMIATI

La macchia

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Page 1: La macchia

PASOLINI

STAMPA STUDENTESCA

PAOLO DI PAOLO

BOCCACCIO

IPAZIA

VENTICINQUE

CERN

RICCARDO MAESTRI

QUANTO È GRANDE...

DOPO CINQUE ANNI...

SIAMOSTATIPREMIATI

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La Macchia

EDITORIALE

anno iii numero 3

Siamo al numero finale della Macchia di quest’anno scolastico: in co-pertina ci siamo permessi di ricordare che la passione per lo scrivere di tanti nostri studenti ha avuto un significativo riconoscimento nel

concorso “Fare il giornale nelle scuole”, giunto alla sua Nona edizio-ne, e promosso dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti allo scopo di sostenere le iniziative delle scuole italiane per la valorizzazione dell’attività giornalistica quale strumento di arricchimento comunicativo e di modernizzazione del linguaggio. Autocelebrazione? Forse, ma soprat-tutto un modo per sollecitare ancora una volta tutti, ma proprio tutti gli studenti del Machiavelli a non lasciare sola la futura redazione; infatti come sempre molte delle firme del giornale di quest’anno ci lasceranno (e con grande loro soddisfazione, ci auguriamo) per intraprendere dopo il liceo nuove ed esaltanti strade; chi resta,invece, non potrà certo da solo riuscire a pubblicare la Macchia al suo terzo anno di vita… e quindi non rimanete soltanto lettori, ma ricordatevi, quando riapparirà la locandina di lancio il prossimo anno, di inviare i vostri articoli!

Sempre in copertina abbiamo pensato di usare alcuni “strilli” per invo-gliarvi ai contenuti di questo numero: è una piccola novità (così come lo sono le strisce e le vignette che finora non avevamo mai o quasi sfruttato) che vi proponiamo a compensazione della delusione che molti di voi avranno sentita per l’uscita di soli tre numeri della Macchia (ma a volte, come si dice in gergo, anche “i duri ballano” e questo finale d’anno scolastico è stato davvero tosto per tutti).

Un congedo deve (seppure sottovoce) annunciarlo anche il “cerimonio-so” responsabile del progetto che ha messo in piedi in questi ultimi anni il giornale scolastico del Machiavelli. Alla maniera di un grande poeta come Giorgio Caproni, anch’io sto cominciando “a tirar giù la valigia” dopo trent’anni di insegnamento in questo istituto. Vado in pensione, an-che se “vorrei conversare ancora a lungo con voi”; ma “scendo”. Buon proseguimento negli studi, nella vita, nella vostra irrepetibile giovinezza! Magari in occasione di un futuro anniversario della nostra scuola, si po-trebbero tra le altre cose documentare tutte le tappe percorse dalle testate ideate dalle varie generazioni di studenti; e allora se ci sarà un segnale, mi ritroverò volentieri con tutti voi !

SOMMARIO

3PASOLINI VISTO DA UNA NUOVA

ANGOLATURA

4UNA GIORNATA PER APRIRE

LE PORTE DEL FUTURO

5SCRIVERE È LASCIARE UN SEGNO,

UNA TRACCIA, UN SOLCO...

6VA IN SCENA BOCCACCIO

IN UN GODIBILE MIX DI TEATRO E LETTERATURA

7IPAZIA. LA NOTA PIU’ ALTA

8 VENTICINQUE

9DI CHE PASTA SIAM FATTI

10LA GRINTA DI UNO COME NOI

11QUANTO È GRANDE IL MONDO

DELLE COSE NON DETTE?

16DOPO CINQUE ANNI DI LICEO...

Novate Milanese, casa Testori fino a tutto luglio

Casa Testori, mo-stra su Pier Paolo

Pasolini , binomio particolare non facilmente risolvibile. Attualmente

Novate Milanese sono esposti oltre cinquanta dipinti dello scrittore Pier Paolo Pasolini in una mostra che analizza tramite la pittura tutta la complessa e discussa vita, nelle sue svariate sfac-cettature, di uno dei più rivoluzionari intellettuali del XX secolo.

SUGGESTIVAL’ambientazione è

Pasolini

e Giovanni Testori non sia immediato; la casa, divisa in due piani, ospita in quello inferiore otto

-tici che documentano la ricchezza e la profondità intellettuale dell’artista, mentre al piano superiore

-scono un’istallazione vi-

apprezzare le sue famo-se pellicole in versione

Ma perché evocare la storia di Pasolini partendo

dai suoi dipinti?Pasolini è stato un

-

per la scrittura, fu poeta,

-to per opere come “Una vita violenta”, “Ragaz-zi di vita”,”Le ceneri di Gramsci

L’accattone”

o “Mamma Roma” e la trilogia della Vita; ma fu anche pittore.

PITTOREUn pittore non estre-

mamente dotato e forse

ma capace di imprimere nella tela emozioni, dimo-strando tutta la sua capa-cità di fare arte. Pasolini

di fortuna ed era solito farlo per terra in modo da

immerso nell’opera e a

stretto contatto con la tela; spesso riproduceva più

aspetto differente come se lui stesso cercasse tramite il dipinto di comprende-re l’essenza di colui che

AUTORITRATTILa pittura per Pasolini

non è solamente un modo

di comprendere se stes-so, cosa che si intuisce nei numerosi autoritrat-ti presenti nella mostra, ma anche uno strumen-to fondamentale per sue

dove è sempre possibile

lui stesso è considerato -

ri” del cinema italiano: infatti costruisce le in-quadrature come scene dipinte, con riferimenti

-

Giotto, Masaccio, Mantegna).

che Pasolini non è in-teressato alla semplice citazione estetica. Per

-ca dà la sintesi, visiva,

complessità sentimentale o intellettuale. L’imma-

modo chiaro, semplice ed -

to complessi, e li rende comprensibili a tutti.

PARTICOLARIConcludendo, l’impor-

tanza della pittura per Pa-

solini si può comprendere da un semplice aneddoto; sul set di Mamma Roma lui stesso afferma: “come se io in un quadro - dove,

possono essere che ferme -

Un’esperienza dunque

catapulta il visitatore in un’atmosfera intellettuale

sicuramente sarà apprez-zata sia dai lettori alle

appassionati del mai troppo rimpianto scrit-tore friulano

Andrea Da Pozzo e Serena Casonato

PASOLINI VISTO DA UNA NUOVA ANGOLATURAOltre 50 quadri del poliedrico artista. Poeta, scrittore, regista: qui anche pittore.

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4 5

I nostri inviati hanno partecipato all’an-

-la stampa studentesca. Il 20 aprile a Racconi-

gi, vicino Torino, si è svolto il 19° Convegno Interregionale della Stampa Studentesca, al quale hanno partecipato tre dei nostri studenti,

di 4a A, Le-

onardo Moscati di 5a E, Valentina Stroppa di 5a A ed il coordinatore

-co, prof. Rega; c’erano scuole provenienti da Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagnatutto 60 redazioni e 450 persone tra allievi, inse-

GIOVANI Il tema trattato durante

Gio-vani e risorse culturali, artistiche, naturalistiche dei nostri territori”.

-

un sole primaverile, è stata suddivisa in due momenti principali: la mattina si è focalizzata sull’esposizione di la-

del Convegno svolti da alcune scuole partecipan-ti e su un intervento di

di “ Terre di Savoia” sul futuro professionale di

una redazione durante la mattinata; nel pome-

su ben 14 tematiche.

ACCOGLIENZA

del centro sportivo, la palestra allestita ad hoc per l’occasione, una calo-

volti entusiasti e curiosi è ciò che ci ha colpito al nostro arrivo.

L’incontro si apre con

dall’Istituto “Arimondi Eula”, che ha presen-tato le proprie attività di cooperazione con i vari Enti del territorio

Dopo i tradizionali interventi delle auto-

dell’evento, le diverse re-dazione hanno presentato

multimediali di città, iniziative e produzioni

ambientaliste), i quali sono anche stati pre-miati con dei ricono-scimenti.

L’intervento più im-portante è stato fatto da

UNA GIORNATA PER APRIRE LE PORTE DEL FUTURO20 aprile Racconigi: 19° Convegno Interregionale della Stampa Studentesca

60 redazioni, 450 partecipanti tra allievi, professori e dirigenti. Tema trattato nel corso della giornata: “Giovani e risorse culturali, artistiche, naturalistiche dei nostri territori.

Umberto Pecchini, Di-rettore dell’Associazione “Le Terre dei Savoia”, il quale ci ha indotti ad

affrontare il nostro futuro

risorse che la tecnolo-

mondo intero ci offrono. Inoltre è stato presenta-to un importante nuovo

“RICREAzione: costruire futurointerventi, articoli e con-

di studenti.

di pranzo, allestito nella Margaria Reale del Ca-stello di Racconigi.

LOCATIONQuesta location ci ha

dato modo di scoprire le bellezze artistiche e pae-

Penisola a sorpresa sa -

castello è un’immensa distesa verde arricchita

-

Rimaniamo a bocca aperta e così ci dedichia-mo a un po’ di riposo in attesa del tanto deside-

scolastici. Iniziamo con l’allestimento del nostro

-ri della nostra testata.

Di certo non manca una sbirciatina ai lavori delle altre redazioni, che ci hanno permesso di aprire i nostri orizzonti

cominciano i lavori del-

addetti alla discussione

territorio, il lavoro delle redazioni, la scuola).

MIGLIORARE

punto di vista redazio-nale, abbiamo deciso di partecipare alla commis-

Ne abbiamo sentite di tutti i colori e ci siamo

-

-rosi, scuole che censu-

studenti, minacciandoli addirittura di espulsione,

della mancanza di fon-di, sono stati costretti a

redazioni composte da soli due membri, compe-

tra testate di una stessa città e molto altro an-cora...

È davvero così che -

competizione, indiffe-renza verso attività così produttive? Potremo mai

nostra mentalità e i nostri comportamenti?

RIFLESSIONI Con queste ultime ri-

conclude e dopo aver -

ri di questa interessante

verso il treno. Mentre sfrecciamo ver-

so Milano ci scambiamo

appena conclusosi; siamo tutti concordi nel pensare che questa esperienza ci abbia arricchito di speranze per un pos-

non solo dal punto di vista scolastico, ma an-che sociale, e a darci alcune prospettive per

-

mappamondo ricoperto da una varietà di foto, rappresentanti il nostro passato, presente e futuro che era stato posto al centro della sala riunioni del Convegno.

Valentina Stroppa

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Paolo Sachet è un ex studente del nostro liceo

classico, che durante al-

ha letto e interpretato per le classi terze alcune novelle del Decameron di Boccaccio e ha potuto così mostrare tutta la sua passione per il teatro e per la letteratura.

Da quando ha iniziato a fare esperienze come attore teatrale?

Precisiamo che ho iniziato per caso. Ero al terzo anno di liceo

amica, Sara Calvanelli, mi ha proposto di entrare

teatrale scolastico e da lì non ho più abbandonato questo mondo. Dopo il liceo sono rimasto in un

Machiavelli e ho anche frequentato per un anno la scuola d’arte drammatica Pa-olo Grassi. Nonostante questa esperienza,che mi ha dato molto, ca-pii che non era quello che volevo fare e così mi sono iscritto alla fa-coltà di Lettere,dove i sono poi laureato, ri-manendo però ancora, per qualche tempo, in

da amici; anche se ad un certo punto abbiamo preso strade diverse.

Lei ha avuto anche esperienze di regia: pre-ferisce stare dietro le quinte o recitare?

Sì, quando ero con

amici” ho fatto anche il

e ponevo sole le basi, diciamo così. Ed è anche questo,come la recitazio-ne, un aspetto del teatro che trovo molto coin-

in futuro mi piacerebbe

Paolo Sachet ha letto e interpretato il Decameron alle Terze

VA IN SCENA BOCCACCIO IN UN GODIBILE MIX DI TEATRO E LETTERATURAL’attore è stato studente del Liceo Classico Machiavelli, il nostro.

approfondire.Come mai ha scelto

Boccaccio, in parti-colare queste novelle (“Chichibio” e altre meno conosciute), per la sua proposta nella scuola?

A dir la verità avevo iniziato con Dante il quale però viene spesso ripreso da diversi arti-sti; e così ho optato per Boccaccio

alcun amici. Ho scelto queste novelle perché probabilmente a scuola i professori avrebbero dovuto trascurarle per mancanza di tempo ; sono però particolarmente di-vertenti e adatte ad un

Quali sono i suoi progetti futuri ?

-mente tanti! Ma purtrop-po prima di dedicarmi a questa mia passione per

economica. Nel frattempo con-

tinuerò sicuramente a proporre questa attività nelle scuole estendendola anche alle quarte e alle quinte con altri autori e testi.

Alessandra Monzio

Incontro con lo scrittore Paolo Di Paolo in sala Mosconi

SCRIVERE È LASCIARE UN SEGNO, UNA TRACCIA, UN SOLCO...

Motto deciso e d’impatto,

--

traente favella di Paolo

Di Paolo, mentre ci di-chiara l’indiscutibilità e l’autenticità della sua prorompente vocazione alla scrittura.

ROMANZIERE

-contro con l’autore al Machiavelli, dove da

Romanziere di talento, nonché assiduo lettore, il

racconta con trasporto come è nato il suo libro, “Dove eravate tutti“ edito da Feltrinelli nel 2012 ed arrivato ormai alla pros-sima terza edizione che sarà in forma di tascabile, offrendocene una sorta di analisi interpretativa.

vicende familiari e sen-

Ottanta del secolo scorso che,

studi universitari, decide di scrivere una tesi di storia contemporanea su quelli che lui chiama anni senza nome, cioè quelli

Il romanziere ci parla del suo libro d’esordio “Dove eravate tutti”.

Berlusconi. Durante il proprio lavoro si rende conto delle trame invisi-bili che uniscono indis-solubilmente la propria vita e la propria identi-tà all’ambiente storico

sulla realtà in cui è ca-lato, cerca disperato di creare una connessione tra presente e passato, tentando di rivedere i propri rapporti con la

memorie altrui, ansio-so di sapere di più sui

vicino, di strappare ai propri cari una confes-

condizione passata, dei loro ruoli al di fuori del contesto familiare.

Con questo romanzo d’esordio, l’autore fa in-tendere di voler rende-re manifesta e ribadire l’importanza di dare uno

Passato per comprendere appieno il Presente. Interessante è

dello scrittore che para-

ritiene che entrambe le

nell’assidua ricerca di dati sul Passato, per ri-

spondere a innumerevoli -

za, dipanare l’aura di

circonda eventi e perso-

realtà e dei rapporti in-terpersonali. Afferma di porsi spesso nella situa-zione di “storicizzare il presente”, ossia reinter-pretarlo sotto una luce diversa, considerandolo come fosse cosa pas-sata.

MEMORIAQuesto processo di sto-

ricizzazione, Di Paolo, lo chiama memoria. E ci tiene molto a sottoli-

la differenza tra ricordo e memoria. In sostanza, precisa che il ricordo è interpretazione in chiave

-nimento ma pur sempre parziale in sé; mentre la

-

collettivamente i tanti

comunque l’impossibilità di riportare avvenimenti con assoluta obiettività,

-

sensibilità, peraltro non

scarsa. Discorrendo a

proprio credo in termini letterari, non mancando di ribadire ancora e an-cora la propria tensione verso la resa persona-le delle esperienza di vita.

Stupisce la sua palesa-ta e, a dir suo, perenne insoddisfazione per i propri prodotti lettera-

scritti, dichiara di rite-nerli spesso incompleti, imperfetti. È, per certi versi, vittima di un per-fezionismo totalizzante; il che promette bene: da parte sua, evidentemen-te, c’è un’inesauribile

che, in termini pratici, -

tinuo “labor limae” che l’autore dice di operare incessantemente sui testi. L’incontro con Di Paolo si conclude dopo quasi

scambio di idee. Troppo tempo occorrerebbe per

discorsi su autori “clas-sici” e contemporanei Proust, Woolf, Manzoni,

Pasolini, Tabucchi, ma

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Milano Teatro Oscar, Progetto Scienzainscena

IPAZIA. LA NOTA PIU’ ALTARappresentazione ricca di originalità grazie alle scelte operate dalla regista.

Nel mese di Marzo, al te-atro Oscar di

Milano, è stato messo in scena lo spettacolo “Ipa-zia. La nota più alta”. La rappresentazione rientra

Scienzain-scena, che si propone di avvicinare, tramite l’arte

-che, spesso considerate cose a sé stanti rispetto alla letteratura ed alle tematiche teatrali.

MATEMATICAIn questo caso il perso-

Ipazia, una matematica

vissuta ad Alessandria d’Egitto, sede della famosa biblioteca. In questo periodo, in cui

considerato proprietà

Ipazia

interessarsene mettendo

vita. Infatti il vescovo Cirillo fu la causa diretta o indiretta, non ci è dato sapere con certezza, della sua morte.

Lo spettacolo ripren-de alcuni episodi della

pone in una dimensione temporale astorica, in cui passato e futuro si confondono per creare l’effetto di immortalità

-bolo del desiderio di co-noscenza, che non può essere fermata, nonostan-

ostacolata dai fanatismi, interpretati da Cirillo,

-tera rappresentazione è

interpretata da un’unica attrice, che impersona

di Ipazia. -

sta, Valentina Colorni,

in sé più possibilità di

di noi decidere quale ci sembri più opportuno

più curiosa di Ipazia

o quella repressiva di Cirillo. Lo spettacolo è

una colonna sonora del tutto particolare, in cui nessuna nota è lasciato al caso. I suoni sembrano più essere rumori da cui

una frequenza diversa, ma che non si riesce a

provocato dalle note più basse.

SPETTATOREInsomma, quella messa

in scena al teatro Oscar, è stata una rappresenta-zione ricca di elementi

-dendo e spiazzando lo spettatore, che si ritrova immerso in una dimen-sione in cui si annullano lo spaio tempo e i ca-ratteri di individualità

fa conoscere al pubbli-

non viene ricordata fra -

ti, ma che ha avuto un ruolo nella diffusione della conoscenza del suo tempo come Ipazia.

Federica Addobati

VENTICINQUEE un altro anno è andato... la sua musica è finita

Mancano pochi

-no e alla maturità. Si chiude il cancello e si spera si apra un porto-

all’inizio dell’esame di maturità. Come è passa-to in fretta il tempo; il

sembra ieri.

THE END

una lacrima per la paura e per la tristezza che il “the end” di qualsiasi cosa provoca. Tutte le fatiche fatte, le risate,

da studiare, i pianti, i

“sudate carte” e quelli a

ore che riempiono le -

rate del sabato sera, le

feste, le colazioni al bar,

del bar. Tutto questo è

stata la scuola per noi. È diventata quasi una seconda casa, e se fac-

parte del nostro tempo lo abbiamo passato lì tra i banchi tutti incastra-ti delle nostre piccole aule e i corridoi. Proprio per questo motivo, per il tempo, per le amicizie createsi, per il confor-to e per l’aiuto che ci diamo quotidianamente ormai in classe siamo

-

rispettino non mancano

intese, amori, tradimenti,

più ne metta. Per i più -

spettano tre mesi di pura vacanza, divertimento e il dolce far nulla che caratterizza tutte le estati.

questo è l’ultimo anno, quello tanto atteso, tan-to temuto, sospirato, il

Per alcuni è stato un

anno di cambiamenti

al nostro futuro, che secondo le milioni di statistiche che ci com-

futuro pessimo, ma noi siamo speranzosi e non abbiamo abbandonato

DESIDERI

alcuni rincorrono dalle elementari; chi vuole fare

speranza di salvare delle vite, chi vuole fare l’av-vocato vuole difendere

obiettivo di far rispettare

piacere di comunicare

nel mondo, chi vuole fare l’economista o il bancario sarà visto come il superman della situa-zione se ci tirerà fuori da questa crisi, chi vuole

dietro le apparenze, chi

notare dai nostri profes-sori) ma sa anche che prima o poi i suoi alunni

anche noi? Sì, perché anche se di fatiche ne ab-biamo fatte tante, questo è solo un allenamento per la vita che ci aspetta fuori da quei cancelli e più intenso è, meno la partita della vita sarà pe-sante. Quindi parte della nostra crescita è stata

-

permesso di ampliare le nostre prospettive. E

ciò che non ti uccide ti

questi 5 anni di liceo e 13 anni complessivi di

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Cern di Ginevra: 27 chilometri per capire...

DI CHE PASTA SIAM FATTI

Sabato 21 apri--

d’istruzione delle classi 4a a A classico, si è rivelato

della temuta Apocalisse.

del mondo può attendere, perché siamo al CERN di Ginevra e tutto dopo lo straordinario avvio dell’esperimento con-tinua come sempre.

ECCELLENZAAlle 10 in punto parte-

cipiamo a una breve le-zione di teoria per capire come e per quali motivi è nato questo centro di eccellenza della ricerca

diversi anni è nel team

qui operano provenen-do da tutto il mondo. Il CERN è un ente inter-nazionale fondato nel

ne fanno parte 20 stati membri, ma la collabo-razione, ci sottolinea, è mondiale e soprattutto ci

pieni di nuove idee e carichi di instancabile iniziativa.

Il CERN è stato cre-ato essenzialmente per capire la struttura della materia. Si trova a cavallo

Europei di nuoto in Ungheria...

LA GRINTA DI UNO COME NOI

I Campionati euro-pei di nuoto 2012 si sono svolti dal 21

Unghe-

ria a Debrecen

impianti del Debreceni Sportuszoda.

Questa manifestazio-ne è considerata la più

Federazione che sovrin-

in Europa LEN).

CAMPIONATOCome non tutti sa-

pranno, il concetto di “campionato europeo

ben prima della Prima -

rittura prima dei primi Giochi Olimpici, con un

-mente, è cresciuto dalle 9

edizioni.-

plessivo europeo, che in-

Nuoto, , Nuoto sincronizza-

to, Nuoto in acque libere e Pallanuoto, l’Italia si trova al settimo posto

111 bronzi per un totale di 252 distintivi.

Tutto questo per fare capire in quale contesto è inserito il nostro cam-pione: Riccardo

-

precisare…almeno pri-ma di questa esperien-za) sempre alla mano e sorridente, ma anche

di arrivare. Incrocian-dolo nei corridoi della scuola e soffermandosi a discutere del più e del

suo carattere estroverso, la sua capacità di parla-re di tutto e con tutti, e la sua abilità nel saper

in qualsiasi scenario si presenti.

Questo è anche il mo-

dopo l’esame di maturità si è costretti a fare del-

continuerà nella sua passione, il nuoto, non trascurando il percorso

-

al Politecnico).

SACRIFICIInutile dire quanti sa-

-tare per far coesistere entrambe le realtà, ma

lezioni per arrivare in

pomeridiani e studian-do la sera, è riuscito a fare tutto questo. “Ma chi sei?!” Finalmente dopo tanta fatica, nel

La stella di Riccardo Maestri brilla per il Machiavelli

corso di questi anni e i

-bero, c’è spazio per delle vittorie che resteranno nella storia.

Dopo aver disputato a Assoluti

a Riccione -Eu-

ropei di Debrecen con la Nazionale italiana, proprio qui ha ottenu-

nella staffetta 4x200

sul podio con Pizzetti, Maglia e Magnini; e ora andrà alle Olimpiadi di

Londra.

Ma lui cosa dice di questo straordinario mo-mento? “È stata una

che ho condiviso con tutti quelli che mi sono stati vicino, con tutta la

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della frontiera franco-svizzera alla periferia di Ginevra, ed è il più

al mondo.

ACCELERATORI

acceleratori del CERN comprende sette acce-leratori principali, co-struiti in vari periodi a partire dalla fondazione dell’istituto. Fin dal prin-cipio, è stato previsto

-tente macchina avrebbe utilizzato le precedenti come “iniettori”, creando una catena di acceleratori

un fascio di particelle

elevate. Nel 1965 viene costruito l’ISR, il primo collisionatore di parti-celle, nel 1971 l’SPS, il collisionatore protone-

LEP ovvero il collisio-natore elettrone-protone.

sulla struttura dell’LHC, Large Hadron Collider, costruito nel 1994 e in

l’acceleratore più potente al mondo, installato in un tunnel sotterraneo che si estende per ben 27 km di diametro.

L’LHC produce colli-sioni frontali tra due fasci di particelle di protoni o

ioni di piombo. Queste collisioni servono per venire a contatto con i frammenti dell’atomo che saranno poi rile-vati da quattro enormi rivelatori di particelle - ALICE, ATLAS, CMS e LHCb - in modo da poter esplorare territori ancora sconosciuti della materia,

-zio e del tempo. La con-ferenza sarebbe andata ancora avanti sull’onda di sempre più complesse teorie sull’assimetria fra materia ed antimateria, la natura del plasma di

-

semplicemente ancora

partiti dall’ipotesi che dopo il Big Beng tutta la materia avrebbe dovuto annichilarsi con l’an-timateria, ma essendo che l’universo esiste, allora si è presupposto che in quel momento

la materia.

BIG BENGLa costruzione di

queste macchine ser-ve quindi a ricostruire quelle circostanze, pri-ma e dopo il Big Beng, per capire “di che pasta siam fatti”.

A renderci tutto più chiaro e concreto è una vecchia struttura di un

acceleratore proprio di

di mille colori, tutti or-dinatamente assemblati, tanto da sembrare extra-

video sulla costruzione delle macchine, ma non un semplice video: un

con tanto di occhiali 3D

noi.

MICROCHIP

vedere il ‘pannello di controllo’, ovvero una sala piena di operatori, ciascuno dei quali ave-va sott’occhio almeno un paio di schermi del computer e davanti a tutti un’intera parete coperta

un computer rappresen-

numeri e codici; vediamo poi dentro delle vetrate diversi microchip e di-versi tipi di conduttore, perchè al CERN ci si occupa anche di questo; vediamo poi una vera parte attiva del CERN, un enorme capannone nel quale abbiamo potuto ammirare le diverse parti dell’acceleratore e il suo

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Qil mondo delle cose non dette?

Delle cose non fatte? Dentro ciascuno di noi

Un continuo, incessante

come decidere quando e

-role per un importante

per sostenere qualcuno in -

che nessuno nota. Oppure cerchiamo di evadere con idee bislacche.

EMERGE-

to questo, all’esterno? Pressappoco nulla.

Fate una prova. Mette-tevi allo specchio e im-

farete qualcosa che non -

se siete una donzella, co-struitevi la scena in cui andate dal vostro amato, vi confessate con parole simboliche ed emblema-tiche, lui cede. Fatelo con

come se questo doves-se accadere. Se siete un uomo, pensatevi “eroe” di qualche impresa o di

-

setto che non avete mai realizzato. Cosa, a parte qualche espressione fac-

sullo specchio della vostra potentissima esperienza

QUANTO È GRANDE IL MONDO DELLE COSE NON DETTE? “Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo” (Montale)

Ho voluto catturare una specie di stream of consciousness, di libero vagabondare della mente. La “Macchia”, accidenti, è bella perché libera!

interiore? Pressappoco nulla.

Così, possiamo passare

a una persona che ci sta

di distanza, senza che

O possiamo decidere di cambiare vita - oh sì, questa volta prendo in mano la situazione! - passare ore a costruire la nostra nuova personalità, senza che nulla di questo diventi realtà. Ma non è tutto tempo sprecato.

NON ESSERESiamo noi a decidere,

-sere” e “non essere”, tra quello che ha importanza per noi e quello che non lo ha, possiamo decidere quale parte della realtà

e come riversare la nostra dimensione interiore al di fuori. Ad esempio, un pezzo di carta imbevuto di cioccolato alla men-ta può voler dire nulla sul piano dell’“essere” e della “realtà”, mentre può evocare un mondo di sentimenti a qualcuno che

Che importanza ha se nessuno capirà mai questo simbolo? Se è importante per noi e ci fa star bene,

per conservarlo nella nostra dimensione. Se amiamo qualcuno alla follia e crediamo nella sua fedeltà senza “se” e senza “ma”, non sempre ha importanza sapere se

quella persona ci ha mai tradito.

Certo, c’è un modo -

tà vera da quella nostra

che facciamo, non ciò che pensiamo o teniamo nascosto.

Tutto questo porta a

esseri umani è impos-sibile la comunicazione

-

tività inconciliabile con

la realtà che vorremmo costruirci non coincide mai con quella fredda che ci circonda? Proprio per nulla!

IMMENSOIl mondo delle cose

non dette è immenso. Ed esiste. Tutto quello che nasce nella nostra mente e poi abbandoniamo, tutti i

quello che dovrebbero essere, le nostre convin-

zioni mai espresse…tutti questi elementi vanno a popolare il mondo delle cose non dette. Questo mondo è quello che noi siamo davvero, quello che noi siamo per noi stessi o che vorremmo essere per

-te. Solo un pezzetto di

-tive”, date loro dalla

società, e acquistano il valore relativo di quello

relativo che è l’unico, però, che per noi abbia davvero senso.

IMMAGINAREDobbiamo saper im-

azione di qualcuno, po-tenzialmente, ci potrebbe

-

“Give you my phone number when you worry call me I’ll make you happy”

AVVISO AI NAVIGANTI: questo è il mio ultimo articolo per la “Macchia”. Mi sono chiesto: cosa posso scrivere di significativo? Forse un articolo grintoso e mai banale sulla Fine (con la effe maiuscola) della scuola? Una pagina sdolcinata ma anche critica e accattivante sulla mia esperienza da liceale? Oppure qualche potente riflessione pseudo filosofica che magari possa rimanere – per qualche secondo - impressa a chi ha la pazienza di leggermi? O ancora un bel pezzo di cronaca standard? Alla fine, ho deciso di scrivere qualcosa di STRANO. Ho voluto catturare una specie di stream of consciousness, di libero vagabondare della mente. La “Macchia”, accidenti, è bella perché libera! A scuola, diamine, val la pena andarci perché è li che ci insegnano a essere liberi.Senza contare che, per articoli tipicamente giornalistici, oggi non avrei avuto l’ispirazione.

segue a pag.14

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il nostro “Virgilio” ha cambiato faccia ma ci

visita al museo didattico del CERN, un percor-

meticolosa riproduzione dell’esperienze dei più famosi scienziati che ci hanno portato a sapere così tanto dell’intero universo.

-

di misteri è il compito dell’uomo-scienziato e qualcosa o Qualcuno ci ha dato la mente e la forza d’animo per farlo”, scrive Edoardo Bonci-nelli e anche noi semplici studenti è bene non ce lo dimentichiamo.

Claudia Clavelli

scuola ci siamo costru-

Ma siamo soprattutto cre-sciuti e qualche volta è commovente vedere quelle persone che cin-que anni fa salivano sul pullman con la cartella

-dare ora una macchina. È per questo motivo che molte volte ci sentiamo

nostri classi perché ci siamo visti crescere e condividiamo tanti ri-cordi, belli o brutti che siano.

Nell’attesa che tutte le -

l’ultima volta i cancelli del Machiavelli, buo-

buon inizio di una nuova era a tutti i maturandi 2012.

Valentina Stroppa

anche Avallone e Gior-dano), materiati di vivide esperienze che sembrano parlare da sè.

e poi via dall’aula in cui è avvenuto l’incontro.

pensieri, le menti rimu-

un libro, di uno scrit-tore, di un uomo che si adopera con tutte le

sulla carta frammenti di sé, sensazioni, profumi,

-nale, amicizie, amori,

cerca di tenere il con-to dei casi della vita, di non perderne memoria immerso nell’alienante monotonia della quoti-dianità. Che “cerca di restare”.

Niccolò Centanni

squadra, e con chi ci ha -

Na-

zionale si dice di lui. “Una matricola con tanto cuore e tanta forza di volontà! Riccardo,ti sei

semplicità e simpatia e ora non mollare perchè ci

la dimostrazione di come le passioni possano es-sere coltivate attraverso

forza di volontà. Ci confessa Ricky :

“Calma, però, un passo alla volta…Ora penso alla maturità, poi alle Olimpiadi!”

Comunque al Machia-velli

brillerà una stella! Martina Mandalà

noi, potrebbe essere di fondamentale importanza e bellezza per qualcun

ENORME universo a sé stante. Questo è quello

amici. Questo è quello

qualcosa tipo 5 anni di liceo e 16 anni di scuola - asilo compreso!

a questa cosa, che è una delle poche cose su cui

davvero, mi sembra che la vita sia pazzesca.

Può essere anche

per cui uno dice: “ma perché mi sono alzato dal letto stamattina?”…ma

sulla ricchezza, sulla fol-lia e sul mondo strano e misterioso che c’è dietro

riempio di speranza.Tanto per NON cadere

sempre sulle stesse im--

se venuto in mente che dietro a ciascun ebreo che faceva uccidere ci

-se di “mondo delle cose non dette”, ci scommetto un rene che ci avrebbe ripensato e non avrebbe

nessuno.Scommetto anche l’al-

tro rene che mi dovreb-be essere rimasto, che

Bud-

da e Gesù erano felici

consapevoli dell’esisten-za di questi universi in ciascuno di noi.

CRUCIALEQui arriviamo a un

punto cruciale. È vero che “you can’t always get what you wantStones).

È vero che “gli altri -

mente meno di quanto crediamo Sandro Vero-

nesi). È vero che il “non detto” non è realtà ma solo la nostra particolare visione del mondo.

Tuttavia, è anche vero

dimensione nascosta e relativa. E che quando i “mondi di ciò che vie-ne detto” provenienti da persone diverse entrano in contatto tra loro, si incontrano anche, silen-ziosamente, speranze

parole, noi ci portiamo

-

fanno. Cosi, quando ci incontriamo tra di noi nella realtà, dicendo-ci qualcosa, facendo qualcosa, in quell’atto, inconsapevolmente, si incontrano anche i no-

Il nostro vero e proprio -

la mano o abbracciamo una persona, anche i lun-

noi sono indirettamente coinvolti nell’atto. Due universi, diversissimi, si incontrano sullo stesso piano. Non c’è niente di più POETICO di questo.

Da quel momento in poi, sarà il destino ad

-bondare della mente”).

Così, “ if you try someti-

what you need! Rolling

Stones). In un mondo di perfetta

e completa frammenta-zione e relativizzazione, è possibile incontrarsi ed è possibile costruire qualcosa insieme. Proprio partendo dalla consape-volezza che abbiamo tutti

SOTTOMARINIChe siamo un po’ emer-

si e un po’ sottomarini, colmi di preoccupazioni

Posso scommettere

-ferisco tenermeli stretti, a questo punto. Posso scommettere che Bob

Mcferrin canta “I give you my phone number, when you worry call me and I’ll make you happy” proprio alla luce di questa umanità comune. Se sei preoccupato chiamami e ti faccio felice. Non

che tu senta la voce di

preoccupazioni. Siamo tutti così diversi ma, proprio per questo, così tremendamente simili e umani.

È questo l’ultimo mes--

raccolta di universi che è la “Macchia”

Leonardo Moscati

QUANTO È GRANDE IL MONDO DELLE COSE NON DETTE?

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DIFFERENZIATA

Page 9: La macchia

16

Ho imparato a crescereA stare sulle mie gambeHo imparato che non sempre è facileMa la soddisfazione dell’averci almeno provato ti porta lontano.Ho imparato che le lezioni sono lungheMa al contempo tanto brevi da passare in un soffio.Ho imparato che il latino e la matematica non sono collegate.Ho imparato che Catullo cantava d’amoreCome un moderno poeta.Ho imparato che Renzo poteva sposare prima Lucia.Ho imparato che le guerre sono il male del mondo,Ma riusciremmo a vivere senza?Ho imparato che le riforme agricole falliscono sempre.Ho imparato che Pascoli aveva paura,Paura di vivere solo.Mentre D’Annunzio esagerava anche.Ho imparato che il superuomo non è un supereroe.Ho imparato a chiedermi il perchè delle cose.Ho imparato come gli oceani si formanoE perchè tanti scienziati ci hanno perso la testa.Ho imparato che chimica non sarà mai il mio mestiere.Ho imparato a risolvere degli integraliAnche se tuttora non so cosa esattamente siano.Ho imparato che lo spazio si curvaChe Einstein era un genio ma anche un pazzo.Ho imparato che Gauguin voleva fuggire,Che Monet voleva restare.Ho imparato che educazione fisica è una materia seria....anzi no!Ho imparato a comunicare con gli altriA farmi ascoltare quando era necessario.Ho imparato a ridere se prendevo un 4.Ho imparato a piangere per ciò che conta.Ho imparato che stare in società non sempre è facile.La mia unica lacrima che scende giù dal mio visoNon è tristezza, non è rancoreMa solo tanta nostalgia di ciò che,Chiuse le porte,Uscirà per sempre dalla mia vita.Imparare sarà l’unico motore che mi farà andare avantiDa sola sìMa con cari amici nel cuore.

DOPO CINQUE ANNI DI LICEO...

POESIA DI PERSONA CHE VUOLE RIMANERE ANONIMA