34
LA SITUAZIONE ECONOMICA OGGI IN ITALIA E IN EUROPA 13 ottobre 2016 Maria Laura Ruiz Università di Pisa [email protected]

LA SITUAZIONE ECONOMICA OGGI IN ITALIA E IN EUROPA · GLOBALIZZAZIONE, CRESCITA GLOBALIZZAZIONE effetti positivi su tutte le popolazioni: molti dei paesi arretrati hanno sviluppato

Embed Size (px)

Citation preview

LA SITUAZIONE ECONOMICA OGGI IN ITALIA E IN EUROPA

13 ottobre 2016

Maria Laura Ruiz

Università di [email protected]

Italia

Europa, BREXIT,

USA, Cina, …

Finanza, globalizzazione, sviluppo, crescita…

ITALIA

• Produttività, competitività, crescita

• Lavoro e politiche del lavoro

• Banche

• Spesa pubblica, tasse, debito

• Politica, riforme

• Italia ed Europa

ITALIA – produttività, competitività, crescita

• 2010-2015 produttività +6,5 Spagna, + 4,2 Francia, +0,5 Italia.

• 2000-2015 crescita PIL +30% Spagna, +22% Francia e Germania. +0,7% Italia

• Problema vecchio di molti decenni: • scarsi investimenti in istruzione, formazione, ricerca• Scarsi investimenti delle imprese• Poca competitività, negli anni ‘70 e ‘80 non sono state fatte le riforme

(istituzioni, economia) per passare da un’economia chiusa ad un’economia globalizzata

• Delocalizzazione all’estero alla ricerca di bassi costi del lavoro e riduzione della capacità produttiva interna (alcuni prodotti non si producono più e si devono importare)

ITALIA – lavoro

• Cosa è successo al lavoro nell’ultimo anno?Aumento contratti a tempo indeterminato (decontribuzione), +2% dal 1tr 2015 al 1 tr 2016 (450.000 posti, soprattutto giovani)+0,8% tra 1tr 2016 e 2tr 2016probabile rallentamento 3tr; aumento voucher

Difficoltà lettura dati: + disoccupati e – inattivi = segnale positivo+ licenziati e impossibilità dimissioni in bianco = segnale positivodati Istat misurano media occupati (utile per capire livelli assoluti); dati INPS misurano le variazioni (utile per capire la dinamica )

ITALIA – politiche del lavoro

• Decontribuzione: risultato positivo, temporaneo• Jobs act:

prende atto situazione globale, l’impresa italiana è inserita in una catena che spesso comincia e finisce altrove,tutele crescenti, contratto di ricollocazione, ma possibilità di demansionamentonon si può difendere il lavoratore dove è, ma ci vogliono politiche che aiutino nelle fasi di cambiamento a sostenere il reddito e ricollocare il lavoratore dove c’è mercatoobiettivi contrastanti: salvare le banche e mantenere alta l’occupazione delle banche

Gli effetti si vedono nel lungo periodo.

ITALIA – politiche attive del lavoro

• In Italia funzionano, ma ancora a livello insufficiente, lontano dai livelli europei, i servizi per il lavoro (orientamento, formazione, ecc.) sia per disoccupati che inattivi. Servirebbero cooperazione pubblico/privato e consistenti investimenti in infrastrutture e personale

• Jobs act prevede contratti di ricollocazione con programmi appositi di formazione e riqualificazione per licenziati

ITALIA - banche

Banche italiane molto inefficienti rispetto a quelle estere (rimaste agli anni ’80, sistema economico chiuso):

tassi e commissioni alti, molte spese, troppe sedi, troppi impiegati,criteri clientelari per erogazione creditomancano imprese innovative che chiedono credito.

• Il sistema capitalistico è basato sul debito, ma deve finanziare le aziende con prospettive migliori; spesso finanzia la finanza e guarda il breve termine

• In Italia molto clientelare, inoltre è mancato negli ultimi decenni lo stato come promotore di investimenti ad alto rischio, che poi si trascinano dietro il settore privato, come succede in tutto il mondo

ITALIA – crisi bancaria

• BAIL IN: se la banca fallisce pagano i proprietari (azionisti) e chi ha prestato alla banca (possessori di obbligazioni)

• BAIL OUT: salvataggio da parte dello stato (pagano i contribuenti)

• Scarso controllo e trasparenza da Banca d’Italia e Consob

• Comportamenti disonesti da parte delle banche nella vendita di titoli, fornita scarsa informazione

• Disinformazione finanziaria famiglie italiane

(to bail: svuotare la barca piena d’acqua, rilasciare su cauzione)

ITALIA – crisi bancaria

USA e UK hanno salvato le loro banche, ma poi hanno guadagnato sui salvataggi

Banche in Francia e Germania hanno sfruttato regole favorevoli dell’UME, noi non potevamo perché avevamo un debito troppo elevato

Criteri UE spesso favoriscono le banche tedesche e francesi, ma noi li abbiamo approvati

ITALIA – spesa pubblica, tasse, debito

SPESA PUBBLICA - TASSE = DEFICIT

DEFICIT = VARIAZIONE DEBITO

DEBITO = SOMMA DEI DEFICIT ACCUMULATI NEI VARI ANNI

• ’70 e ‘80 aumento abnorme di spesa pubblica e debito per politiche sociali (anche per corruzione, clientelismo)

• PAREGGIO DI BILANCIO: importante la composizione della spesa più che il pareggio

• NON HA SENSO il pareggio di bilancio in costituzione

ITALIA – spesa pubblica e mercato

• Stato e mercato non possono essere contrapposti, ma devono muoversi insieme.

• Solo lo stato può avviare e finanziare progetti fortemente innovativi, ad alto rischio e con prospettiva di lungo periodo; poi seguono i privati (così è successo in altri stati)

• Lo stato deve sviluppare ricerca, istruzione e formazione, creare legami tra ricerca e industria, stimolare gli investimenti industriali in ricerca e sviluppo

ITALIA - riforme

RIFORME POSSIBILI:

• Ammortamento investimenti

• Abbattimento cuneo fiscale (favorisce imprese e famiglie)

• Riforma PA, certezza del diritto, meno burocrazia,

• digitale, sharing economy, regole per la tutela della sicurezza e privacy

ITALIA – Italia ed Europa

• Italia anello debole per la bassa produttività e capacità di crescita, fragilità sistema bancario, debito pubblico elevato

• UE vantaggi: grande mercato, possibilità movimento dei lavoratori, bassi tassi d’interesse, maggiore peso economico e politico a livello mondiale

• UE svantaggi: perdita di strumenti politica monetaria, fiscale e svalutazione; difficoltà per paesi con andamenti diversi

• L’Italia non ha fatto niente nel periodo iniziale di espansione per ridurre il debito e migliorare la produttività e competitività

• Scarsi controlli per la conversione da lire ad euro

EUROPA – Italia uscita dall’euro

FALSI MITI

• Possibilità di svalutazione: non serve per aumentare la competitività, fa aumentare l’inflazione, effetti temporanei

• Possibilità di manovre monetarie (tasso d’interesse): se c’è libertà di movimenti di capitali non è possibile decidere il proprio tasso d’interesse

• Si ritorna all’Italia ‘come era prima dell’euro’: l’Italia era già in crisi negli anni ‘80

Probabilmente provoca la disgregazione dell’UME

EUROPA

• Politiche fiscali, austerity

• BCE e politiche monetarie

• Brexit

• Svezia

EUROPA – politiche fiscali, austerity

• I vincoli fiscali sono arbitrari e hanno effetti recessivi

• Sarebbe necessaria una politica di tassazione comune, una politica fiscale espansiva (infrastrutture, innovazione), eurobond, politiche di solidarietà, politiche per gestire l’immigrazione

• La teoria economica comincia a ripensare l’ideologia del liberismo (stagnazione secolare). Tutti gli stati stanno andando verso politiche fiscali espansive (USA, Giappone, Cina, UK, Germania in vista delle elezioni del 2017)

EUROPA – BCE, politiche monetarie, euro

• La politica monetaria ha esaurito i suoi strumenti; la BCE ha come unico obiettivo il tasso d’inflazione

• L’euro è stato un elemento positivo, dal punto di vista commerciale, quando si era in fase espansiva, ma in fase recessiva e insieme alla politica fiscale di austerity ha amplificato le recessioni

• Il problema non è la moneta unica, ma i rapporti tra aree ricche e povere; c’è anche in USA una sola moneta, il sistema ha cominciato a funzionare quando è stato introdotto un meccanismo di trasferimenti automatici tra le diverse aree

Necessario:Unione Bancaria e mercato unico dei capitali, assicurazione depositi, regole differenziate per piccole e grandi imprese, regolamentazione più stringente per derivati, shadow banking, ecc

EUROPA – proposte

• Stiglitz: piano A: unione bancaria, assicurazione comune sui depositi, programmi di solidarietà, mutualizzazione debito e eurobond, bilancio comunitario, ministro finanza europeo, tassa sulle transazioni finanziarie e patrimoni, investimenti pubblici, banca centrale obiettivo anche occupazione; piano B: Euro a due velocità

• Gallegati (acrescita): riformare struttura Europa, fermare l’austerità, ‘senza Europa perderemo tutti’

• Piketty: Italia, Francia e Spagna si devono accordare per portare avanti politica comune, cercando di convincere la Germania, per ridurre le diseguaglianze, regolamentare i mercati, ridurre la concorrenza fiscale, approvare imposte comuni sulle società e piano di infrastrutture e università. Parlamento europeo competente su deficit e ristrutturazione debiti sovrani, eventualmente costituito solo da alcuni paesi

• Varoufakis: disobbedienza civile, investimenti, programma sociale, non si può rinunciare ad una visione sovranazionale

EUROPA - Brexit

• Un biennio per i negoziati per ridefinire i rapporti commerciali e politici

• L’accordo deve essere approvato dal parlamento Uk, Strasburgo e Consiglio Europeo a maggioranza qualificata.

• Se non c’è accordo il recesso diventa effettivo dopo due anni

• UK potrebbe uscire dalla UE ma rimanere nel mercato interno (come la Norvegia) ma gli costerebbe di più che stare nella UE

• Conviene all’Europa un approccio soft, anziché punitivo

EUROPA - BREXIT – conseguenze su UK

• Sistema finanziario UK avrà problemi se ci saranno maggiori barriere; istituti finanziari si preparano a trasferirsi in Europa; perdita di incassi fiscali e di posti di lavoro

• Sistema industriale UK idem; più costoso per inglesi importare, più difficile per noi esportare (dazi intorno al 5%)>; crollo della crescita (stime MinTesoro -9%)

• Riduzione lavoratori qualificati che erano attirati da tutto il mondo

• Calo della sterlina, aumento inflazione

• Crollo prezzi immobili soprattutto a Londra

• Possibilità di separazione Scozia e Irlanda del Nord

• Possibile aumento xenofobia e odio razziale

EUROPA - BREXIT – conseguenze su UE e resto del mondo• Non ci sarà più l’opposizione UK a molte misure sulla finanza (lotta al

riciclaggio e all’elusione, tassa sulle transazioni finanziarie, regolamentazione agenzie di rating, shadow banking, ecc.)

• Possibilità di separazione per altri paesi europei

• Più peso della Germania, più peso Italia che ora è il terzo paese europeo

• Perdita di importanza dell’Europa a livello mondiale

• Caduta crescita anche in Asia per svalutazione della sterlina

• Forte esposizione delle banche asiatiche verso le banche britanniche

• Più probabile yuan come alternativa al dollaro come moneta di riserva

EUROPA – Svezia …

In Italia 100% impoverito, in Svezia solo il 2% Svezia 68% lavoratori sindacalizzati; spostato a loro favore la distribuzione del reddito nelle fasi di recessioneadottate normative per proteggere i salari, aumentate le assunzioni con contratti a tempo determinato nei servizi pubblici, ridotti oneri sociali e cuneo fiscale per le imprese, offerti incentivi fiscali per l’assunzione di giovani e disoccupati di lungo periodo. Si conferma la ricetta keynesiana, in recessione lo stato è l’unico che può rianimare l’economia, avendo la libertà di bilancio (non è nell’euro e parte da un debito molto più basso, ma ha quasi zero evasione fiscale, e spesa pubblica efficiente)Tesi che se stanno meglio i ricchi stanno meglio tutti è falsa, ha ragione chi sostiene che la diseguaglianza crescente è la causa della stagnazione secolare

USA, CINA, …,

• Crisi finanziaria 2008 (cause, conseguenze)

• USA, politica monetaria Federal Reserve, Ttip

• Cina, ecc.

E anche….

• Il ruolo della finanza, rapporto tra finanza ed economia reale.

• Il ruolo delle banche centrali

• Globalizzazione

• Sviluppo, crescita, decrescita, acrescita

Finanza ed economia reale

Le imprese hanno bisogno di indebitarsi con le banche per produrre.

Se hanno successo restituiscono il debito e fanno altri investimenti.

Se fanno bancarotta escono dal mercato (ASIMMETRIA), non

restituiscono il debito, effetto domino

Inizia un circolo vizioso: meno prestiti, meno ricavi, disoccupazione, finché i costi diventeranno minori dei ricavi. Il ciclo ricomincia

Il contagio e i danni sono tanto maggiori quanto più il sistema finanziario è connesso.

Necessario tenere sotto sorveglianza non gli istituti finanziari troppo grandi per fallire, ma quelli troppo collegati che producono effetti sistemici più rilevanti.

GLOBALIZZAZIONE, CRESCITA

GLOBALIZZAZIONE

effetti positivi su tutte le popolazioni: molti dei paesi arretrati hanno sviluppato le loro potenzialità, PIL cresciuto a tassi elevati

aumento delle diseguaglianze tra stati e all’interno degli stati

Aumento potere multinazionali

Migrazioni, effetti ambientali

SVILUPPO, ACRESCITA, DECRESCITA

Uscire dal paradigma di Economia che prescinde dalla Natura e Società (agenti economici tutti uguali, razionali, indipendenti l’uno dall’altro e fuori dal tempo)

Abbandonare la prospettiva della crescita (PIL) e utilizzare indicatori di benessere (natura, tempi e modi di lavoro e di vita, relazioni sociali, cultura, ecc.

SVILUPPO, ACRESCITA, DECRESCITA

PROPOSTE GALLEGATI (Acrescita)

1) Riqualificare spesa pubblica rivolta al benessere dei cittadini di oggi e futuri:

sanità, istruzione, ricerca, investimenti pubblici verdi, ambiente;

Migliore qualità beni e servizi, eventualmente riduzione della produzione (riciclaggio); terziario e lavori dematerializzati

2) Lotta all’evasione: digitalizzazione pagamenti, semplificazione fiscale, tassare le rendite e i grandi patrimoni

3) Azzeramento oneri finanziari: un alto tasso d’interesse significa che attribuiamo poco peso al futuro rispetto al presente, squilibrio tra generazioni

Alto tasso deprime gli investimenti che sono la base del nostro futuro

Alto tasso favorisce le rendite

4) Monetizzazione del debito pubblico: si può fare perché in assenza di piena occupazione non produce inflazione.

Abbandonare l’euro non conviene perché la svalutazione ha effetti temporanei e la politica monetaria non è autonoma in un mondo con libertà movimento di capitali

5) Obiettivo benessere

PIL e felicità non vanno insieme

BES benessere equo e sostenibile, reddito minimo ed educazione all’abbastanza,

Vedi: paesi America Latina contro sfruttamento suolo e acqua (risorse nella costituzione), Microcredito in Asia, GAS paesi europei, movimenti decrescita

6) Inventare lavori sostenibili: se si riduce o azzera la crescita necessaria riduzione orario lavoro, introduzione reddito sociale legato alla fornitura di servizi socialmente utili, lavori nuovi dematerializzati, di qualità, lo stato deve ‘guidare’ il mercato.

Impossibile competere sul costo del lavoro in un mondo globalizzato in cui sta scomparendo il settore manufatturiero

7) Redistribuzione di redditi e risorse: sostenere la domanda con reddito minimo garantito a chi non ha un lavoro in cambio di servizi socialmente utili.

Questo riduce la diseguaglianza e ha effetti positivi sull’economa, perché aumenta il moltiplicatore della politica fiscale (no trickle down)

8) Prevedere le crisi: creazione di organismi per lo studio della stabilità finanziaria:

- Raccolta dati sulla rete del credito e utilizzare le dinamiche del credito nei modelli macroeconomici standard, per individuare segnali di allerta per le crisi

- Avere una mappa dei rapporti tra banche e imprese e del rischio di credito per poter intervenire subito dove necessario e con gli strumenti appropriati

- Costruzione di un sistema che descriva le reti e le loro relazioni di debito-credito per poter valutare il rischio di contagio e di una crisi

‘Ci sono questioni troppo importanti per essere lasciate agli economisti’ T. Piketty 2015, Come riformare l’Europa

“Più lavoro sui problemi ecologici, più il collasso mi sembra inevitabile. E tuttavia sono convinto che dopo un collasso, o proprio dopo un collasso, l’umanità possa risorgere”

Serge Latouche, 8 settembre 2016